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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIAL JI ENTE INTORNO


AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CILE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLV.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
1' Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STOIUCO-ECCLESI ASTICA

T A R T AR

X ARUGI Francesco Maria, Cardi- misteri della religione, onde meritò dal
nale. Di IMoutePuIciano, nipote di Giu- granBaronio il titolo dato dalla Scrittu-
lio III per parte della sorella Giulia del ra all'apostolo s. Paolo, di duce della di-
Monte, e di Gio. del Monte gran mae- vina parola. ììas. Pio V fu obbligalo con-
stro di Rodi, pronipote del cardinal An- tro sua voglia a farsi ordinare sacerdote,
tonio del Monte, e attinente di sangue e e l'assegnò per maestro di camera, con-
concittadino di Marcello II. Novaeslo di- sigliere e compagno al suo nipote cardi-

ce figlio del conte Tarugiode'Tarugi,che nal Condii, nel viaggio che fece qualele-
Giulio III fece senatore di Roma, nel qua- gato a latere a diversi principi d'Euro-
le articolo con altri dissi il conte nipote pa per la lega contro i turchi. Frattan-
del Papa. Uomo rispettabile non solo per to avendo la città di Napoli richiesto a
lo splendore della nascita, ma molto più. grandi istanze la fondazione della congre-
per quello delle virtù e della sua mulle- gazione dell'oratorio, fu di comun con-
plice letteratura. Versato eccellentemen- senso de'padri della congregazione di Ro-
te nella scienza delle divine Scritture e dei ma eletto all'uopo il Tarugi,che ne'G an-
Padri, e nella cognizione delle lingue o- ni di trattenimento in Napoli die saggio
ricalali, voltate le spalle al mondo si of- prudenza nelgovernodi
tale di saviezza e
fri compagno a s. Filippo Neri e a Cesa- quella nuova casa, e mostrò un zelo co-
reCaronio per contribuire alla fondazio- s'iardente della salute delle anime, che
ne della congregazione dell' Oratorio o morto l'arcivescovo,i napoletani lo richie-
Filippini (f^.), sotto la direzione de'qua- sero per loro pastore. Restituitosi a Ro-
li, arricchito da Dio di doni straordinari, ma, Clemente VI II si sentì mossodaistin
lece tali progressi nella cristiana perfezio- to superiore a destinarlo segretario del-
ne,.ehe divenne modello di tutte le vir- la congregazione de'vescovi e regolari, ed
tù, alle quali seppe unire robusta eloquen- a promuoverlo neh :hj3 all'arcivescovato
za uel ragionare delle cose celesti e dei d'Aviguone, che non si potè indurre ad
4 T A R T A R
accettatele non costretto da espresso pon- pora, lo che quantunque non gli fu ac-
tifìcio comando. Giunto appena alla sua cordato, egli dal canto suo nor mani" li

residenza, si die senza indugio all'aposto- sequestrarsi dal mondo e dallo strepito
lico ministero, die accennai nel voi. Ili, della corte, con rinchiudersi nuovamente
p. ?.88, alla predicazione del vangelo, al- nolla casa dis.Maria in N'alliccila de'suoi
l'osservanza della clausura de'roonasteri filippini di Roma, dove pieno di vi ri ìi e-

delle religiose. Il credilo e la riputazio- simie e cospicuo per fama di prodigi da


ne che si acquistò eziandio presso gli e- Dio operali per sua intercessione, se ne
relici, mosse molli di questi ad abbrac- volò alcieloa' iogiugnoi6o8, d'83 anni,
ciare il callolicisi.no, e passando per Ido- efusepollo nella chiesa omonima,con ma-
lo terre lo veneravano come un santo : gnifico epitaffio poi coni u ne a lui e al car-
molti vescovi si recarono da lontane par- dinal Baronio, il quale celebrò la di lui

ti Avignone, per apprendere da lui la


in santità e dottrina, e lo slesso fecero Pe-
maniera di adempiere l'episcopale mini- trameIlara,Gallonio, Tufo, Bacci e altri
stero. Espulsi dalla Francia (/".) i gesui- scrittori. Tutti gareggiarono in vantar-
ti, furono dall'arci vescovo accolti con pa- ne l'egregie qualità, nato fatto per trat-
terna carità, come ammiratore di loro tare cose grandi, nelle quali per diutur-
•virtù e innocenza; ed è perciò che a sov- na sperienza era eccellentemente addot-
venirli vendè la propria argenteria e sup- trinato, primeggiando nella solida scien-
pellettile, quindi eccitò il Papa a persua- za delle divine Scritture e de' Padri, in
dere Enrico IV al pronto richiamo nel cui era insignemente profondo. La Vita
regno. Clemente Vili tratto dalla fama del pio cardinal Tarugi, scritta da] p. Gia-
del singolare merito e zelo del prelato, ai como R.icci procuratore generale de'do-
5 giugno 596 lo creò cardinale prete di
i menicani, Vita di s. Fi-
sta in fine della

s.Cartolomeo all'Isola, e nel 5gj lo tra- i lippo Neri, Roma


663. 1

sferì a Siena {V-)> dignità ch'eragli sla- TAbUGI Domenico, Cardinale. Sortì
ta da mollo tempo predetta da s. Filip- inalali in Ferrara, ove il suo padre Fran-
po; ma il cardinaleanzichè rallegrarsi, ne cesco gentiluomo d'Orvieto era uditore
accolse la notizia colle lagrime agli occhi. di rota, o meglio governatore. Apprese i
Portatosi in Roma a ricevere le insegne primi insegnamenti in Orvieto, la lette-

cardinalizie, nel viaggio s'interposecon ratura nel collegio romano, e dal celebre
successo tra Vincenzo Gonzaga duca di prof. Carpani la teoria delle leggi nell'u-
IManto va eRanuccio Farnese duca di Par- niversitàromana, in cui riportò la laurea
ma, i quali stavano in procinto di veni- dottorale, altri dicendo in Perugia ov'e-
re alle armi, non essendo riusciti a paci- rasi ritirato nel 1 656 per la peste di Ro-
ficarli diversi principi e signori di ran- ma. La pratica del foro l'acquistò nello
go. In Roma fu deputato prefetto della studio di Celsi uditore della romana ro-
congregazione stabilita per la riforma del- ta e poi cardinale; il quale ravvisando in
le chiese dell'alma città, ed intervenne luiun vivo e chiaro talento, e una ca-
«'conclavi di Leone XI e di Paolo V. In mente alta ad apprendere qua-
pacità di
quello del i.°poco mancò che non restas- lunque più ardua facoltà lo scelse per ,

se eletto Papa. Leone XI protestavasi di uno de'suoi aiutanti segreti di studio.


credere, che non vi fosse alcuno in quel Il credito che si acquistò nella curia, de-
tempo, a cui il Signore avesse compar- terminò Clemente X nel 1670 a dichia-
titi maggiori talenti e doni più insigni, rarlo uditore della nunziatura di Porto-
quanto al Tarugi. NeliGoG rinunziò la gallo. Tornalo a Roma, e tenuto indie-
sede, perquanto dissi a Siena, e doman- tro dall'invidia,dopo essersi esercitatocou
dò a Paolo V di fare altrettanto della por- gran lode nell'avvocatura, fu in concor-
T A S TA S 5
renza di molti soggetti eletto uditore del no nuovi provvisti de' Benefizi eccle-
i

cardinal Chigi che particolarmente lo sti- siastici (/".), originata per sovvenire bi- i

mava. Per di lui mezzo neli6S2 otten- sogni della Chiesa Homi! na eia Came-
ne da Innocenzo XI un posto d'avvoca- ra apostolicat pe''tanti dispendii che so-
to concistoriale, e nel 1 68q quello di luo- stengono a vantaggio delle altre chiese e
gotenente civile dell'uditore della canni- di tutti i cattolici, e per quanto dichia-
la, da cui Del 1694 fu avanzato da Inno- rai uè' tanti relativi articoli,
ed iu quelli
cenzo XII a uditore di rota. Indi dopo un che andrò rammentando, per la spedi-
anno a' 1 2 dicembre i6g5 lo creò cardi- zione delle opportune Bolle e Brevi, ed
nale diacono di s. Maria della Scala, e Io imposte a'beneficiali da'Papi, ad esem-
ascrisse alle congregazioni del concilio, pio delle Decime che i Leviti pagavano
de'vescovi e regolari, ed altre; inoltre lo al sommo sacerdote della religione ciu-
fece vescovo di Ferrara, dove sorpreso da daica,ed essi le riceveano dal popolo d'I-
grave malattia, cagionatagli dalle sover- sraele come ministri delle cose sante, e
chie fatiche da lui sostenute nella visita per diritto divino siccome prescritte da
della città e d^lla diocesi, dopo 12 mesi Dio: inoltre i leviti possederono campi,
di cardinalato, scese nella tomba in Fer- case e città intere nella Palestina. Indi
rara nel 1 69G, di 58 anui. Fu sepolto nel- nella religione cristiana i chierici non vi-

la cattedrale, in luogo che il capitolo or- vendo che dell'Oblazioni (T7 .) de'fedeli,
nò di onorevole epitaffio. In Ferrara, nel da queste volontarie offerte ebbero ori-
breve tempo che ne fu pastore, fondò e gine le Decime ecclesiastiche, le Spor-
apri il conservatorio di s. Matteo, poi tra- tale, i Beni di chiesa, i Benefizi cecie-
sferito a s. Apollinare, pel rifugio e man- Pensioni ecclesiastiche, di che
siastici, le

tenimento povere donzelle. La sua vi-


di riparlai aSpogli ecclesiastici, a Rega-
ta si legge tra quelle degli Arcadi illustri, lia eaualoghi articoli, pel necessario man-
tra' boschi pastorali della quale applau- tenimento de'ministri sagri. Secondo ss. i

dito avea trattato la poetica cetra. Padri devesi dare più alle chiese e loro
TASO0TASSO0THASSO. Sede ve- ministri, di quello che i giudei davano a'

scovile della 1 /Macedonia e dell'esarcato levili. Alcune tasse i vescovi le ritraevano


del suo nome, nell'isola omonima del ma- da'ehierici, ed iPapi leattribuironoal/w-
re Egeo, sotto l'arcivescovato di Tessa- sco o Tesoro pontifìcio, e talvolta appli-
lonica, eretta nel V secolo e chiamata pu- candole a vantaggio delle chiese medesi-
una delle più ragguar-
re P/7<'.L'isola,già me da cui derivavano,ad istauzadi quelli
devoli dell'Arcipelago, fu pure denomi- che le pagavano. Anticamente erano assai

nata Aethria.Jcria Chiyse, esorgesul- . maggiori, quindi iu progresso di tempo


la costa orientale della Turchia europea la benigna indulgenza de'Papi a poco a

inBulgaria, sangiacato di Gallipoli. Il suo- poco andò diminuendole, anco ne'privi-


lo è fertilissimo, con cave di marmo, e legi accordati ne' Concordali da lorocon-

forse anticamente avea miniere d'argen- clusi co'diversi stati della cristianilà,del-
to. Ha buon porto, frequentato dal pic- la natura e carattere essenziale de'quali
colo navile. Si conosce il solo vescovo O- riparlai a Pace, per amor della quale essi
norato, che nel 4 > intervenne al conci-
1 convennero a generose e paterne condi-
lio di Calcedonia. Oriens dir. t. 2, p. 87. scendenze. 1 sovrani non ponno imporre
Taso Tasso, Thassen, è uu titolo vesco- tasse al Clero, ed a' Beni di chiesa, sen-
vile in partìbus, dell'eguale arcivescova- za ilBeneplacito apò sto lieo, Sostenendo'
to di Tessaloaica, che conferisce la s. Sede. si la causa della Chiesa, si sostiene quel-

TASSA DE'BENEFIZI ECCLESIA la de'sovrani temporali, contro di cui in


STICK Discreta contribuzione che paga- realtà combattono i labi politici. 1 beni
6 T AS T AS
ecclesiastici sono più degli altri di giova- non solimi annatae sint
(aria apostolica

mento reale al principato, perei»» la loro solvendae de quibusdam benfficiis, Sfid


conservazione è per esso di vitale interes- etiam pio Lileris apostolicis clauda sint
se. La storia luminosamente lo ha ripe- einolunienla quibusdam offieialibus,sub-
tutamente provato, pe' grandissimi sus- jieciemushiediversarum monelarum va-
sulii ricevuti da'beni del clero edalla con- iorem in Camera, Dataria, et Cancellarla
discendenza de'Papi, per la podestà che receptuin prò informatione exlerorum,
hanno sui medesimi. Delle tasse pe' be- qui in Curia romana aut gratias impe-
nefizi ecclesiastici concistoriali ragionai trarunt,autalia negotiaexpediri cupiunt.
a'Ioro articoli; quelle cioè per ogni mio- Reducitur veroomne monetaegenus Pio-
\o patriarca, arcivescovo, vescovo, abba- maea Dataria ad ducatos ami de Came-
ziao monastero nulliùs dioecesis, a se- ra. Quoti si ponatur simpliciter ducalus

conda delle rispettive proposizioni con- non addendo de Camera atteudilur valor
cistoriali, le vailo riportando descriven- currens in loco Beneficii". Quindi ripor-

do tali sedi e diocesi, e sono in proporzio- ta il valore delle diverse monete papali

ne della Rendita ecclesiastica delleloro effettive e nominali, ragguagliandole a


mense. 'Tulli questi benefizi concistoria- quelle delle diverse nazioni cattoliche, e
li sono così chiamali perchè si conferi- de! le quali riporta il valore delle loro mo-
scono dai Papa ne\Concistoro,e nelle pio- nete denominate ducati, fiorini, libra,
posi/ioni si usano le parole, scritti o tas- franchi, marche, marabatini, scudi e mi-
sati ne'libri o registri della camera apo- Abbiamo il libro: Tu-
cie di diverse specie.

stolica, nel dichiarare la consueta som- xae Cancellariae Apostolica^, et Ta-


ma tassata. All'articolo Denari riportai xae s. Poenitentiariae Apostolicae ju-
i diversi valori de' fiorini, de'ducati e di xta exemplar Leonis X, Romae t5i4-
altreMonete pontificie^che secondo l'an- Accedi t valor monetarwn universiOrbis
romana si usano nel
tico stile della curia in Camera, et Poenitentiaria romana
ragguagliare le tasse. Nominandosi ordi- receptarum.SyU'ae Ducisi 706. A Sagro
nariamente camera, qui dirò
i fiorini di Collegio dissi delle tasse devolute a'ear-
che si valuta ciascuno pari a scudo uno dinali da que'prelati, che per mezzo de'

e bai. 79, decimi 8 e centesimi 2. Il sol- loro voti ottengono in concistoro taluna
do poi equivale a bai. 3 e decimi 6. Cle- prelatura che in esso si propone dal Pa-
mente XI mandò al re di Portogallo il pa, come i vescovati e Ve abbazie o mo-
decreto pontificio, diesi legge atM'Epist nasteri concistoriali; le quali tasse poi si

et Brevia sclectiora t. 763, sotto-


2, p. dividono a eguali porzioni tra il Papa e
scritto l'i 1 gennaio 1 7 io da'cardinali Ac- cardinali. Questa tassa, che dicesi de'ser-
i

ciaioli,MarescolliePaniphilj,circa il va- vigi comuni, talvolta riceve una riduzio-


lore dello scudo d'oro a ragione di paoli ne dalPapa e da'cardinali,ad istanza degli
iGe mezzo, giusta ildecretode'5 settem- Spedizionieri delle lettere apostoliche a
bre 1 708, e pregò quel sovrano a farlo nome de'preconizzati a'benefizi concisto-
osservare ne'suoi domimi, come tutti gli riali, e per mezzo del prelato Segreta-
altri principi cattolici l'aveano ricevuto, rio della s. congregazione concistoriale e
affinchè a norma di questo restassero fis- del sagro collegio. Queste tasse sono per-
sale le tasse, che per la spedizione delle ciò riducibili, essendovene altre irridu-
bolle apostoliche si doveano pagare. Il p. cibili, comechè spettanti agli officiali del-
Pleltemberg gesuita, iYW/frV? Congreg. et la curia romana e a'famigliari pontificii,
Trib.CuriaeRom.p. 366:Dcmonctarii/u tranne qualche rarissima eccezione. Ad
valore in Curia Romana, dice: » Curii, evitar siffatte tasse, allorché il Papa de-
ut vidimili capite praecedente in Cancel- stina alcuno a mezzo della congregazione
TA S TA S 7
di propaganda fide pei" vicario apostoli- rò elFellivaniente a ragione di fiorini d'o-
co, gli conferisce la dignità di vescovo in ro, a'quali soli poi in appresso furono ri-

pai tibus coll'autoritàd'un pontifìcio bre- dotte. A


Dataria apostolica ragionai del
ve, senza promulgarlo in concistoro. Le Succollettore generale della medesima
propine o tasse dovute al Papa per ogni per V Annate e Quidenni, tasse e porzioui
vescovo che propone in concistoro, an- de'fi ulti delle rendite e benefizi ecclesia-

covchèinpartibus, non sono meno di scu- stiei;ed 3Ca:vcelleri\ apostolica delle tas-

di 69 e bai. 2 e mezzo. Rilevo dalla nota


1 se di questa. Le tasse furono e sono an-
de'coDCistori de'24 e 27 gennaio 1842, che proprie de' Vacabili e Vacabilisti
le seguenti riduzioni a tali propine e tas- (/ .). Perciò notai a Dataria, rilevando
se del Papa. L'arcivescovo di Fermo e il le attribuzioni del revisore de'conti delle
vescovo di Ratisbona, ciascuno pagò sol- spedizioni, chea lui spetta formare la tas-

tanto scudi 161; il vescovo di Lumini 34; sa spettante a' diversi collegi vacabilisti,
cjuello di Jesi e quello di Warmia, ognu- sopra qualunque materia beneficiale. A
no scudi 108 e bai. 5o quello
;
di Monte Scrittori apostolici parlai de' loro tas-
l'ia-cone 1 o5 e bai. 70; quelli d'Orvieto, satoli nella cancelleria apostolica. Aito-

e ili Savona e Noli, e l'arcivescovo di Ca- ge il riportato dal p. Plettemberg, § 4 :

merino, per cadauno scudi 82 e bai. 25. Oido expeditionìs Literarum.»Huìl3kdi'


Delle suddette lasse denominate de'servi- cto modo conscripta taxatur ad baneum
gi comuni o minuti servigi, e proprie an- Scriptorumper rescribendarium,taxatae
cora d'alcuni famigliari pontificii e di of- suam appouit manumcomputator, et sol-

ficiali romana, ne parlai a Fa-


della curia viti!!- scriploribus taxa. Deinde nùttitur
migliare, dicendo delle Sportale (/ .) ; a ad Abbreviatoresde parco minore,seu mi-
Dataria, ragionando delle Anna le e de' uoris praesidentiae, quorum unus perle-
Quindennij ed a Denari, descrivendo le clis literis nomen adscribit, et acceptaju-
già ricordate diverse qualità di monete, xta laxam pecunia bullam ad Abbrevia-
indicate cou denominazioni ancora in uso tores majoris presidenliaeremittit. Ex bis
nella romana curia per le tasse. Leggo nel duo quoque ab hoc deputati nomen suuui
cardinal Garampi, Saggi di osservazio- paulo infra subscriptionem Abbreviato-
ni sul valore dell'antiche monete ponti- iiIjus minoris praesidentiae supppnere so-
fìcie, p. 4 e I2 crie 8'à Sl1 decadere del
> ' leut. Deinde deferuulur literae ad Solli-

secolo XI li e sul principio del seguente., cita tores literarum apostolicarum, quos
la maggior parte delle tasse di cancelle- ianuizeros vocant, quibus solvuntur duo
ria e de'proventi camerali pontifìcii tro- ducati, totidemque caroleni de cancella-
vavasi ridotta a fiorini d'oro, la più cele- rla si taxatae sint trigitita ducatis, si ve-
bre moneta battuta da' principi d'Italia ro infra, solviturunus tantum ducatus et
negli ultimi scorsi secoli,e quelli coniali nel duo caroleni. " Quindi parla delle altre
1 252 da Firenze oscurarono i precedenti, consuete tasse clie vi appongono gli altri
ed eccitarono gli altri a batterne de'simili, officiali della cancelleria, secondo le rate
cornei Papi, incominciando da Giovanni loro spettanti, finché la bolla passa all'e-
XXI del 3 18 in Avignone. Le tasse de'
1 1 same del Reggente della Cancelleria.
minuti o comuni servigi erano già fin dal «Deinde supplic.itiones tradii custodi,qui
tempo di Bonifacio Vili deli2q4 ridot- eas partibus accepto a singulis uno julio
te nella più parte a fiorini d'oro; e seb- restituii et bullasadscripla primum rna-
bene molti de'prelati di Francia le rite- nu sua in margine (itera majuscola A, a
n estero a lire tornesi, molti della Gran Bre- lalere dextro, a sinistro vero I,etcircum-
tagna a marche di sterlini, e molti di Ger- duciis lineis circa taxjsscriptorum et al>
mania a marche d'aigeuto, pagavansi pc- breviatoruin in bulla detenniuatas, finita
8 TA S TAS
cancellarla tradit pluuabatori, a quo plum- perceperint foie obligatos. "I Papi per-

bantur et cordulis alligantur. Quo llicto chè non fossero gravate le parti che ot-
neino potest in illis aliquidaddere,aulex tengono una qualche grazia ecclesiasl.„a,
illisdetrahere,vel minueresineincursuex- soggetta a pagamento di tasse (non essen-
r.ommunicationis latae \nBulla Codiar." dolo tutte), prescrissero idonei provvedi-
Si può vedere Registratori delle lette- menti. Gregorio XVI formò una congre-
le apostoliche. Delle pene contro quelli gazione per stabilire che a pie di ciascu-

cliealteranoo falsificano le lettere, decre- na grazia ecclesiastica si notasse la viva


ti e Rescritti pontificii, ne tenni proposito spesa incontrata, e i diritti di spedizione
anche in quell'articolo, ed a Sigilli pon- e di agenzia, che la dataria ne* suoi Ira-
tificii. Asserisce il p. Plettemberg: »Ta- sunti e brevi incominciò ad eseguire;e que-
xa haec statuta ereditili' a Joanne XXII, sto savio sistema die norma alla segrete-

Avinione cum Curia ibidem esidei et, et i ria de'bre vi e ad altri dicasteri ecclesiasti-

conlinetur in libro, qui asservatur iuCan- ci. Laonde sui brevi stessi pontificii Gre-
celiarla apostolica, quem se vidisse testa- gorio XVI volle che si ponesse l'importo
tiliCorradus inprax. Disp. Ajxjst. I. 6,
-
della tassa, compreso l'emolumento agli

e.4> una cum alio libro, qui coutinet va- officiali della segreteria de'brevi,e le spe-
Jorem beneficiorum consistorialium, ex se per la medesima; e ne' rescritti si di-
quibus aunataesolvendaesuut."Cenedel- chiara , se gratis concessi , o quale lieve
to XIV colla bolla Cum sicut, de'2 5 gen- tassa fu pagata, e quanto può darsi in com-
naio 1741» dichiarò che lutti i provvisti penso al procuratore o agente di affari che
de' benefizi ecclesiastici hanno I' obbligo domandò e ottenne il concesso. 11 p. Plet-
d' impetrare le lettere apostoliche dalla temberg parla ancora, cap. i3: De Se-
ad essa le tasse e al-
cancelleria, e di pagare cretarla apostolica^ § 3 Quae sit ta-
1 ,

tri emolumenti. Inoltre il p. Plettemberg, xa Brevium, dichiara.»» Quod attinet ad


De reliquis qfficialibus Cancellariaej § taxas Brevium,sciendum indù Igentias, a-
1 4, Qui ultra taxas nil exigere ani ac- liaque spiritualia gratis omnino conce-
ciperepossunt, dichiara: « Ne vero exces- di, adeo ut secretarla suppeditet expen-
sus fiat et abusus coni mitlalur iti exigendis sas membranorum et scriptorum,soIum
pecuuiis prò expedilione lilerarum apo- in casibns quibusdam extraordinariisda-
stolicarum aliarumque gratiaruiu provi- ri solet modicum aliquid forte in com-

sum est a J Lilio II, per conslitutionem./ìV- pensalioneui expensarum. Caetera vero
si Roma?iusPoiiliJ(\i[de'óo marzo 5 1 1
2), Brevia suas habent determinatas taxas;
et per Regulas Cancellariae. Julius II e- exempl. grat. prò dispensatane super in-
nimPontifex ne olliciales Cancellariae to- terstitiis solvuntur 4 ducati de camera ,
tiusq. Curiae romanae qtiicquam ultra pio aliis dispensationibus oidinariis sol-
taxas aul postulent,aut accipiaut sub gra- vuntur 5. At vero in gravioribus negotiis
vissimispoenisinhibuitjiiimirumsubpoe- taxa est varia, prò varietate et gravitate
na exeommunicationis latae senlentiae, negoliorum. "Dipoi in qualche modo au-
ci pio prima vice 100 ducatorumauri de mentarono le tasse.e furono imposte a ma-
camera; prosecunda suspensionisesercitii terie che prima n'erano esenti; ciò derivò
et perceptiouis emolumeutorum ad sex dal depauperamento del tesoro pontifi-
menses Fabricae basilicae Principis apo- cio, colpa la triste iliade delle viceude po-
slolorum Urbis applicandorum; prò ter- litiche de'tempi, l'indispensabile aumen-
tia vero vice, quibus contra fecerint pri- to degli stipendi agli officiali e altri im-
\ationis ofiìciorun),poenis ipso facto iucur- piegati, ed ancora per una salutare remo-
rendis. Iusuper declaravit contra facien- ra e freno all' eccessiva e frequente faci-
tesudrestitueudumquidquid ultra taxam lità delle doraaude di grazie spirituali e
-

T A S T A S
9
d'indulti,degenerate perciò in abusi; non e con discrete contribuzioni, in compen-
di* per la maggior venerazione alle cose so di quanto somministra la camera apo-
sagre, e pel mantenimento dell'osservali- Btolica pel mantenimento de' Tribunali
za della benigna disciplina ecclesiastica, ecclesiastici, delle Congregazioni cardi'
chedeludevasinell'agevoleconcessione.sia nalizie, delle Segreterie del hi s. Sede.
d'indulto, sia di dispensa, sia d'indnlgen- in servigio di tutto l'immenso cnttolici-
zc. Altrettanto si elica delle tasse e poten- smo 5 parti del inondo. Allo
di tutte le

te freno di tali multe pecuniarie, delle Di- alzarono voce validi e dotti propugna
la

spense sui diversi gradi di parentela per tori contro nemici della cbiesa romana,
i

contrarre Matrimonio, che si ottengo-


il di siffatte calunnie ed esagerate accuse,
no perla Dataria secondo gradi d'ina- i fra 'quali qui mi piace ricordarne alcuni,
peilimcnto, onde porre un argine mora- per poi con loro dire qualche parola. Ma-
lissimo alle passioni, pel buon ordine del- macbi, Del diritto libero della Chiesa
la società, proclivein violareles. leggi della di acquistare e ili possedere beni te/u-
Chiesa, esigendo un'eccessiva indulgenza portili sì mobili che stabilì, i 769. Mar-
tasto pregiudizievole al buon costume. 11 chetti, Del denaro straniero die viene ti

vescovo Cecconi, Istituzione de'seminari Roma va per cause ecclesia sii.


e che ne
vescovili, tratta di diverse specie di tas- clic, calcolo ragionato, 1800. Ferrini,

se ecclesiastiche, ed eziandio della tassa Calcolo ragionalo su le. ricchezze del


su'benefìzi ecclesiastici in favore de'semi- clero cattolico, Orvieto 1842. Allorché
nari diocesani, per l'erezione e manuten- gli apostoli percorrendo la terra co
m po-
zione, per le scuole specialmente di gram- nevano le chiese, evi lasciavano pastori
;natiea e canto gregoriano. Questo diritto e ministri, subito cominciò il rapporto
è fondato su quello che hanno Poveri e
i delle chiese ricche e delle povere, cioè di
le necessità della Chiesa su tulli i beni ec- quelle che potevano dar qualche soccor-
desiastici; è un sussidio dalo in mancati- so alle più bisognose, e del dovere che l'u-
za di altro modo per sopperire alle spese, ne accorressero al soccorso delle altre,
onde provvedere le chiese di huoni mini- Quell'apostolo, che avea fondatole chie-
stri, e non ne va esente neppure la tnen- se stesse e che ne riteneva il principal go-
sa vescovile. Pub imporsi ed esigersi pri- verno, avea la suprema ispezione sopra gli
ma dell'erezione del seminario. Il cardi- aiuti che si raccoglievano colla Colletta
Bai s. Carlo Borromeo arcivescovo di Mi- e leOblazioni de'fedeli, e si distribuì va-
iano fissò la tassa al 10 perioo; Papa s, no poi nel modo che prescriveva. Il cele-
l'io V la ridusse al 5, e Benedetto XIII bre esempio di s. Paolo, che avea fonda-
ordinò che fosse non meno di 3, nò più to le chiese di Galazia e di Corinto, può
ilei per cento. Il vescovo può accrescer-
">
servirne di luminosa idea, di quel Capo
la e diminuirla con giusta equità. Si de- stolocioc il quale conforme alle parole di
ve imporre senza parzialità, e secondo il Gesù Cristo fondatore della Chiesa, di-
preciso bisogno;esi deve stabilire su'frut- chiari» che quelli che annunziano I' evan-
ti liberi, detratti i pesi, che perciò se n'e- gelo devono vivere dell'evangelo. Mentre
sige nota giurata. Si deve pagare non o- gli spirituali di lui figli viveano in pace
stante qualunque ùubi/.ione,procedeudosi sotto la felice legge evangelica, In chiesa
cuti pene contro i negligenti. di Gerusalemme gemeva sotto l'oppres-
La Sede apostolica ed i Sommi Poti- sione dell'ostinata Sinagoga, e de cor-
lefici furono anche segno d' acri censii- rotti magistrali romani fanatici idolatri.
re e indegne contumelie, per le tasse che E sebbene ila altro vescovo fosse retta e
pe benefizi e materie ecclesiastiche si pa- da altri fosse stata fondata la chiesa diGe-
gauo in Roma, uello debile proporzioni rusnleiwnc, non ostante anche le chieso
io T A S TAS
dell'apostolato di s. Paolo pensavano a ncsse il decoro della suprema podestà ,

trasmettere soccorsi «'bisognosi fratelli, donò s'i in oriente e molto più in oeei-

e mandar denaro fuori di territorio rac- dente i Patrìmonii della s.SetSt. Le rea-
colto nelle collette della domenica. Tosto dite della romana chiesa a benefìcio del-

i successori del principe degli apostoli s. la cristianità vieppiù si aumentarono ne'

Pietro fecero in Roma altrettanto, e Pa- seguenti secoli, colla Sovranità de" /fo-
na s. Solerò del j5, secondo
i il pio e gè- mani Pontefici e della s. Sede, coli' o-
nei'OSO costume da' suoi predecessori u- Nazione del Denaro di s. Pietro, e cogli
salo fin. dalla nascente Chiesa, fu largo Stati e regni tributari alla s. Sede, il
d'inviare soccorsi in riruotissimi luoghi, tutto originato per mirabile disposizione
massime a'perseguitati confessori della fé- della divina provvidenza, dalla spontanea
de, nel dare caritatevoie ospizio a'nume- volontà de'popoli e dalla pia munifìcen-
rosissimi stranieri accorrenti in Roma, ol- za de'principi.e ne derivarono sommi van-
tre il mantenimento della copiosa Ma- laggi alla diffusione del cristianesimo e
tricola fìssa de'poveri addetta alla chiesa all'indipendente esercizio del supremo a-
romana. Convien dunque credere, die s. postolico ministero,con immenso utile del
Solerò, e molto più i Papi predecessori, catolicismo e de'Sovrani, per quanto i
ritirassero dalle opulenti e roen persegui- Papi operarono indefessamente in loro
late chiese amorevole sussidio, per rif'on- vantaggio, e pe'giandiosi soccorsi ad essi
ilerlo ove più ne conoscevano il bisogno, elargiti in tutti i bisogni, siccome padri
Cessali gl'impedimenti al commercio del- comuni; ampio argomento che toccai ne'

le chiese tra loro, e acquistatosi da' cri- citati e altri corrispondenti articoli. Meo-
sliani il pacifico esercizio della divina re- tre le possessioni della Chiesa restarono
ligione, di sua natura e conforme al si- tutte in un corpo e sotto uno stesso go-

stema ecclesiastico, il romano Pontefice verno,sebbene le rendile erano divise, in


presiedette e vegliò al riparto degli op- seguito ciascun ministro incominciò a ri-
portimi soccorsi, siccome pastore stipre- tener per se le oblazioni die si facevano
ino di tutto il gregge di Cristo, e succes- alla sua chiesa, le quali già si solevano
soie ed erede di quello acuì tutti gli altri portare al vescovo, acciò le dividesse; ma
e gli stessi apostoli erano subordinati. La per ricognizione della superiorità episco-
sollecitudine che incombe al Papa senza pale,ciascuno dava la 3. parte al vescovo,
controversia di tutte le chiese, lo ponee- e qualche cosa di più per onore, che fu
gli solo fra lutti in grado di conoscere lo poi chiamalo il cattedratico, perchè era
stato di ciascuna, e quindi di vedere in dato per riverenza della cattedra episco-
un colpo d'occhio ove sia il bisogno e ove pale. Dunque con più di ragione dovea
comodo di sovvenirlo. Dice il Marcliet-
il somministrarsi qualche cosa al Papa, che
ti, se le cose si dovessero oggi far da capo, sostene\a tante cure e dispendii per tutto
sarebbe impossibile trovare altra perso- il cristianesimo, e siede sulla i / cattedra
uà, che pergli oflìcii della sua rappresen- dell'episcopato. Molti vescovi intenti a
tanza fosse più adatta all'intento per l'au- ingrandirsi, riuscendo molesti alle ricche
torità della sede, più efficace per l'esecu- abbazie e a'pingui monasteri, gli abbati
zione,e pei l'eminente sua dignità più prò- e monaci, anche per
i sottrarsi dalla loro

pria a riscuotere la fiducia comune. Quin- soggezione, trovarono il modo, ricorren-


di nel IV secolo già alla chiesa romana do al Papa, cheli pigliasse sotto l'imme-
da straniere provincie pervenivano soc- diala protezione di s. Pietro e li esentas-
corsi,continuando essa gli aiuti a quelle se dall'autorità de' vescovi, il che fu a pò-

chiese che ne abbisognavano; poco dopo co a poco consentito, pagando gli esenti
la pietà de' fedeli, acciò il Papa mante- un censo alla chiesa romana. Dato pi in-
TAS TAS , ,

cipìo a questa esenzione, inbreve lem pò avendodovuto per regolai la nu-


istituire
talli grandi monasteri restarono con-
i merosi officiali, incominciarono a impor-
giunti alla s. Sede. Intanto poco osser- le delle tasse, mentre trovavausi più bi-
vandosi il divieto di non alieuare beni i sognosi onde estendere la loro vigilanza
di chiesa, che per la romana avea fatto sul cristianesimo quasi dappertutto pro-
Papa s. Simmaco nel "02, e gl'impera- pagato, in servizio de'molteplici bisogni
tori aveano esteso a tutte le chiese, tran- spirituali di tanti milioni di cattolici, e per
ne per nutrire i poveri e riscattare schia- sostentare numerosi missionari che spe-
i

vi e prigioni, rinnovatisi gli abusi di dis- dirono nelle remote regioni d' Asia e di
sipazione, molti concilii ne fecero la proi- Africa, per la conversione degl'idolatri,
bizione. Vedendo Papi I' inosservanza i degli scismatici e de' maomettani. Tra-
delle leggi, non mancando pretesti a'pre- sportata da Clemente V la residenza pa-
lati [>cr deluderle, fecero diverse ordina- pale in Francia e Avignone, ne profit-
in

zioni dal 1000 (ino al i a5o, prescriven- tarono della lontananza prepotenti si- i

do certe forinole di solennità, le quali ser- gnorotti delle città e luoghi del dominio
vivano per freno o impedimento; tulta- temporale; diminuite perciò le rendite da
volta non riuscendo sufficienti, Innocen- essi usurpate, come purequelledegli sla-
zo IV cominciò a dichiarare nulle le a- ti tributari e censuali, Clemente V si tro-
lienazioni fatte senza quelle condizioni; e vò nella necessità peh.°a riservarsi una
Gregorio X nel concilio di Lione II, nel piccola porzione sui frutti d'alcuni bene-
1274 ordinò che non si potesse alienare, fìzi ecclesiastici, che anticipatamentesi pa-
se non nelle suddette necessità, colla li- ga dal nuovo provvisto, in luogo di quel
cenza ancora del Papa. Ad eliminare mol- censo o pensione annua che moltissime
ti insorti abusi, Clemente IV del 126'j delle suddette chiese monastiche e altre
decretò, che la plenaria disposizione di pagavano per l'innanzia quella di Roma,
tutti i benefizi ecclesiastici vacati in cu- e col nome di Annata fi ce tale riserva im-
na, apparteneva al Papa, quindi di con- posta sulla sola Inghilterra, ove probabil-
ferirli e dispensarli come beni di chiesa, mente andava a mancare pagamento il

di cui egli è sommo Gerarca, comandan- dell'antico denaro di s. da


Pietro, offerto
do a quelli che li ricevevano la Residen- essa eda altre nazioni ad Lìmina Ano-
za, e gli obblighi inerenti a quelli che ri- stolorum (T ,). Il successore Giovanni
ceveano benefìzi semplici. E siccome sa- XX4I, che altri fecero istitutore dell'an-
rebbero tutti beneficiati obbligati alla
i nate, l'estese all' Irlanda e al principato
residenza; e perchè è volgarissimo il det- di Galles, e dipoi nel 1 3 r q coll'extrava-
to: Bcneficiiun datar propter officiami gante Cum nonnulla, per gli urgenti bi-
acciò non restasse il beneficio semplice sogni della s. Sede in que'torbidi tempi,
senza un offizio e come una cosa vana, le le riservò per 3 anni in tutto il mondo
( canoniche che prima erano celebra-
ire cattolico; laonde quel Papa fu istitutore
te nella chiesa da tutto il clero, facendosi dell'annate per tutto il cristianesimo, do-
poi alcuno lecito di recitarle privatamen- po averne dato in piccola parte l'esempio
te, acquistarono il nome di Offìt ium di- il predecessore; epoi impose ancora l'ob-
vinimi, il quale essendo celebralo da tut- bligo di pagar l'annata ognii 5 anni a tut-
ti o in comune o in privato, si salvò la ti i benefizi ecclesiastici, che per essere u-
veritàdelh proposizione: Beneficiumda- nitia'monasteri o luoghi pii mai non va-
tiw propter ojfìcium divinum cioè per . cavano, la ijuale lassa fu chiamata Quia*
recitare 1*
L ///zio divino senza risiedere dennio, e poi da'successori regolata, co-
nelle chiese. Esercitando ormai 1 l'api pie- me dissi al suo articolo. Per ovviare ai
ni autorità sulla materia beneficiaria, e tumulti che insorgevano nell'elezioni dei
2

1 T A S T A S
/ 'escovi, il diritto eia passato a' Capito- ne che nella curia romana inrcce di dirsi

li, e nelle differenze Ira essi provvedeva annate,//^;;!- /////////(comunemente e più


ilPapa. Ma Giovanni XXII per le fre- propriamente si appellano. Di più avver-
quenti dissensioni che nascevano in Ita- te,che le tasse per determinare il quanti-
lia nell'elezioni, se ne riservò la maggior tativo di queste mezze annate, desumen-
parte, che poi i successori estesero a tut- dosi sugli antichi registri di dataria, nei
to il inondo, concedendone in seguito la quali è segnata la rendita annua di cia-
nomina o presentazione a sovrani, riser- scun benefizio, com'era a'tempi di Gio-
vandosi il diritto ili confermarle e preco- vanni XXII; in oggi che il fruttato dei
nizzarle in concistoro, e così ehbero prin- fondi è generalmente aumentato,!!! realtà
cipio le tasse de'benefizi concistoriali. Per non si viene a pagare nemmeno la 3." par-
le regole di cancelleria, secondo il Mar- te dell'annua rendita. In Germania, per

chetti, sono riservali al Papa tutti i be- confessione del canonista Wagnereck, le
nefizi, che si riservarono Giovanili XXII replicate riduzioni aveano fino dai suoi
a
e l'immediato successore Denedetto XII, tempi ridotte le annate appena alla 5.
comequelli che eccedano il valore di 200 parte dell'annuo frutto de'benefizi, ed al-
fiorini d'oro, e altri di specie diversa; e tre riduzioni si fecero dipoi , riportando
aggiungerò, così quelli vacali per causa il Marchetti una nota delle riduzioni del-
d'Eresiai Simonia, pel decreto di s. Pio le tasse d'alcune chiese della Germania
Y.Tra le eccettuazioni vi souo Padro- i nel secolo passato, ribassate alla metà, a
nali, le Alternative, e il disposto ne'Co//- un 3.° ed anche meno. L'ultima di esse
cordati. Inoltre avvertirò, quanto alle ri- per la chiesa di Zagabria, cheavea 2000
serve, di avere altrove notato, che ciascun fiorini di tassa, fu ribassata a loo.In Fran-
Papa al principio del suo pontificalo se- cia, pel concordato di Leone X, le anna-
gna le (prima si
Piegole di Cancelleria te si ridussero alla metà della tassa, che
stampavano, e ne riportai diversi esempi in istile di curia dicesi di patria ridotta.
nel voi. LXIX, p. 227, 228, 233 nelle Qui noterò, che sebbene la s. Sede avreb-

due colonne), in cui sono espresse tutte be il mezzeannate, pu-


diritto sulle intere
le riserve apostoliche sia confermando , re su queste sogliono accordarsi minora-
quelle del predecessore, sia rinnovando- zioni sì forti, che talvolta non se ne pa-
a
le, ciò che fece Leone XII. Papa Bonifa- ga che la 5/o 6. porte, condonandosi an-
cio IX nel 1 3g2 stabilì l'annata ir» perpe- che interamente. Le mezze annate poi
tuo sopra tutti i beuefizi di collazione pa- la minorazione soltanto si percepisce
pale, che nella sostanza è lo stile conti- quando il certo frutto di ciascun bene-
nualo sino a'nosln giorni. Alcuni scritto- fizio superi il valore di 24 ducati d'o-
ri dichiararono Bonifacio IX istitutore ro. Aggiunge Marchetti, che per uso or-
dell'annate, ciò deve intendersi il per- inai introdotto da molli anni, si può di-
petuo stabilimento di questa tassa. Dice re che in dataria non si spediscono più
il Marchetti, l'annata che il Papa ritira bolle senza il così detto mandato di di-
sui benefizi ecclesiastici maggiori, detti visione, vale a dire con un cousiderevole
concistoriali, come sono i vescovati e le ribasso, che sovente va al 3.° e più della
abbazie nullius, in istile di curia chiama- tassa fissata. Laonde è agevole l'argomen-
si commune et minulum servìtium, e per tarsiquanto sia discreta la contribuzione,
essa il Papa o la dataria non ritrae già che il nuovo provvisto dà per una sola
l'intero fruttato del beneficio, come altri volta alla s. Sede, che sarà spesso minore
erroneamente scrissero, ma sibbene si ri- della 3." o 4-* parte de'frutti ch'egli va a
serva la metà de'frutti annui, per regola ritirare in un anno dal beneficio. Vera-
espressa di Bonifacio IX ; dal che avvie- mente non è esulto quanto il beneweri»
TA S T A S i3
to Marchetti asserisce, clie in dataria or- non muoiono come il beneficiato, ne la-
ma- non ispediscansi bolle senza il man- sciano più luogo a vacanza, e si pagano
dalo di divisione. La verità è questa, che ogni 1 5 anni. Discorre pure del pagamen-
non ispedisconsi bolle senza accordarsi for- to di componenda nelle materie benefi-
ti ribassi ed anche condona-
coli' intera ziali, in occasione di provvista nella qua-
zione tlelle tasse, ciò che appellasi gra- le vi sia bisogno di dispensare da qualche
tis praèter exercìtìum. Se poi vuoisi per legge canonica, come per le componende
somma indulgenza e in considerazione di del le dispense matrimoniali; e questa spe-
particolari cause, anche accordale un ri- cie di rendita torna ad avere il doppio
basso su questi esercizi, allora si accorda profitto dell'altre limosine ingiunte per
un mandato di divisione, ripartendosi una le dispense. In tali occasioni, comediCW-
data somma per tutte e singole le spese diutorie, delle quali riparlai a Successo-
eziandio di loro natura irriducibili. Ra- be, Rinunzie in favoremec, che sono co-
rissimo poi è il caso della spedizione ex se contro jus e odiose, si risarcisce quel-

officio, ed allora il provvisto non incon- la specie della violazione della legge, e si

tra alcuna spesa; e ciò avviene pure per cerca dì rendei la più infrequente, con
dispensare i poveri d'alcuni regni estati imporre quella limosina o imposizione.
lontani, come Baviera, Prussia , Russia. Si chiama in curia componenda, quella
ec. Riguardo a 'benefizi minori, dice ilMar- tassa che dalla Dataria (nel quale arti-
chetti che per antica legge essi sono ec- colo parlai dell'officiale amministratore
pagamento della mezza an-
cettuati dal generale delle componende) si esige, per
nata, quando la loro rendila non oltre- le nominate dispense matrimoniali e ma-
passi il valore ammodi 24 ducati d'oro terie benefiziali, perchè si proporziona e
di camera, cioè a dire 4' scudi (meglio compone secondo le circostanze delle ra-
4"2, valutandosi ciascun ducalo imo scu- gioni più o meno urgenti d'accordar la

do e bai. 7 5); ed alcuni per non pagar la dispensa, per rendere meno frequenti le

lassa, contro le regole di cancelleria, che ferite che si fumo alla legge del pubblico
prescrivono nelle suppliche doversi espri- ordine, ed il denaro è uno de' fieni più
mere il vero valore de'benefìzi,diconoche capaci di tener l'uomo alle regole, e tale
frutta ?-4 ducati d'oro. Alcuni trovarono tassa si eroga in piissimi usi, come affer-
malechei provveduti fossero costretti an- ma il Marchetti , ed io rimarcai a' suoi

ticipare il pagamento d'una parte de'frut- luoghi, nel ragionare di questo capo d'en-
ti del loro benefizio, prima di ritirarli; trala ecclesiastica; dicendo puredi quella
ma la s. Sede fu costretta dall'ingratitu- degli Spogli ecclesiasticijb dell'altra tas-
dine de'provvistia ritirare anticipata que- sa che si paga in occasione d'alcuni bre-

sta contribuzione, poiché dopo ricevute vi, pe'quali militano le stesse ragioni ad-
le bolle non
curavano di pagar la ca-
si dotte per le dispense matrimoniali. Im-
mera apostolica. Chi poi veramente non perocché le dispense da alcune leggi ca-
ha denaro, con un breve si abilita al pos- noniche, e specialmente dall'età e da'tem-
sesso, e dopo 6 mesi ritirali frutti paga i pi prescritti per ricevere gli Ordini sa-
la mezza annata, e si prolunga bisognan- gri, che con tali brevi si accordano, sono
do la proroga, indi soddisfatta la tassa si della stessa natura delle matrimoniali, e
spediscono le bolle.Quindi il Marchetti, siregolano e si giustificano quasi cogli ar-
passa a trattare de' Qui nel emù. altre an- gomenti medesimi, del risarcimento pro-
nate sotto diversotitolo, ch'ebbero la ra- poi zionato che si dà all'ordine pubblico,
gionevolissima origine nell'unione de'be- e della difficoltà che si aggiunge all'esten-
Delizi ecclesiastici a'capitoli,nionasteri,ca- sione della legge. Queste tasse sono ge- i

»>e religiose, collegi e altri luoghi pii, che neri d'entrala straniera di Roma, per le
i4 T A S T A S
quali si è sempre irragionevolmente me- »iori di quelli
n.ito tanio rumore, sebbene in parie rim- provenute d'altronde. Confuta che IJjm-
piazzarono i sussiclii, i censi, le oblazioni poverimento diRoma sia derivato al man-
straniere che aulicamente s'inviavano al- care delle rendite straniere. Ragionai in
la s. Sede, per ossequio alla chiesa ma- più luoghi, come i Papi per accorrere ge-
trice, onde riconoscere e onorare anche lici osamente a' bisogni della chiesa uni-
in tal guisa il Primato. Loda Marchetti versale e difendere principi e popoli da for-
l'uso delle discorse tasse, poiché concilia- midabili nemici infedeli, si trovarono co-
no mirabilmente due utilità, cioè di man- stretti d'indebitare la camera apostolica,
daralla i .chiesa la consueta contribuzio- quindi ad istituirei Vacabili ei Luoghi
ne, e di farla nello slesso tempo servile iliMonti..e in parte tuttora ne risentono le
all'osservanza delle legyi canoniche. Il me- gravanti conseguenze, anzi furono obbli-
todo poi di rivolgere quelle stesse contri- gaticaricared'iuiposizioni e Dazi propri
i

buzioni di carila in una specie di salva- suddili;avendo rilevato a Rendita eccle-


guardia del sistema ecclesiastico, e di ri- siastica, uon solo quelle tenui del Papa
durle a un freno contro le trasgressioni e de' cardinali, ma quanto la camera a-
de' canoni, egli è un accorgimento tutto postolica spende pe' cattolici di tutto il

pieno di sapienza, che lo spirilo di Dio, mondo, ed iu moltissimi articoli riportai


che sempre regola la sua Chiesa, pare che le discrete provviste de' prelati, e gli ono-
abbia riservalo a'tempi ue'quali il raffred- rai iide'faniigliari pontificii. Il Ferrini e-
damento della carità, il soverchio amore gregianieute nel suo opuscolo svolse due
dellecose terrene, e l'indebolimento delle disquisizioni. ÌVellai/dimostra la ricchezza
idee religiose, rendevano più necessaria u- della tribù de'Leviti paragonata a quella
na giustificazione della chiesa romana su di ciascuna delle altre! i tribù israelitiche
:

questo delicato punto, e uno stimolo a quei edellei i complessivamente. Nella2. 'cal-
sussidicene la salute ecclesiastica esigeva cola qual sia stato approssimativameute
che non mancassero. Iti sostanza il dotto per ciascun ecclesiastico cattolico l'annuo
Marchetti dimostra, essere conforme al- reddito de'beni della chiesa nell'epoca più
la ragione, all'umanità naturale,e special- ilorida,ftitlo eguale riparto. Quindi chia-
mente Vangelo, che dalle chiese ricche
al ro ne deriva il gran divario fra le ricchez-
si traggano aiuti per le chiese povere. Che ze del sacerdozio dell'antica e della nuo-
"vi sia uno che presieda a questo riparto, va legge;rimarcando vari articoli relati-
è utileevidentemente alla cosa. E che que- vi a'privilegi ed esenzioni accordate daDio
sti sia debba essere il Papa, lo dimostra
e alla tribù di Levi, e la forma del gover-
la convenienza e la tradizione ecclesiasti- no di tulio quel popolo. Egualmente ri-
ca. Prova, che in tutti tempi la chiesa i marcò impugnò alquante imputazioni
e
romana ha ritratto delle rendite dalle al- maligne contro clero cattolico, dimo-
il

tre chiese. Descrivecon documenti in qua- strando no recati dal medesimo


vantassi
i

li modi venga a Roma in oggi il denaro alla società, e che le ricchezze ecclesiasti-
per salutari e giuste tasse. Riporta con che derivano da libere donazioni, da in-
calcoli autentici qual somma in altri tem- dustriose fatiche e da commendevole e-
pi vi veniva, quale ne'nostri per le tasse. conomia del clero; soggette a'pesi comu-
Come la chiesa romana, sebbene si fosse ni, a imposte e sussidii straordinari, e più
ritenuta e si ritenesse ne' propri usi tali de' secolari. In fine discorre sul denaro
tasse sussidiarie straniere, nittno se ne po- straniero, che percepiva Roma per tasse e
trebbe dolere ragionevolmente, né trovar- imposizioni sui beni ecclesiastici prirnadei
vi ingiustizia. Come i Papi hanno impie- noti sconvolgimenti d'Europa del decli-
gato e impiegano in aiuto delle chiese stia- nar del secolo passalo e de'primordi del
T A S T A S i5

corrente, anche con l'autorità ili Marna* bile della coite romana, ecco lo spianto
chi. di Marchetti e altri. Riporta in pri- tanto deplorato del cristianesimo, ed ec-
ma i
\ titoli trattati di sopra, sul denaro co con quanta giustizia la capitale del
che veniva a Roma pegli Spoglie per le mondo cattolico viene soprannominata la

Tasse ammontando il calcolo a


, scudi Lupa. Frattanto considerando da una par-
263,900, che inesco a confronto di quan- te, che mentre in tutti li governi civili i

ta Roma somministrava ad alcuni vesco- sudditi l'uno per l'altro pagano da 8 a 10


vi , ed a collegi e ospizi stranieri, e nel scudi all'anno di tributo, pure non si ec-
mantenimento di quelli oltremonti in citano tanti clamori; e considerando dal-
scudi 1 32,1 7-, restava a disposizione di l'altra parte, che per due terzi di quat-
Roma annui scudi 1 3 1,723. Fa peiò con- trino contribuito alla podestà ecclesiasti-
siderare che dal 520 al 620 Roma som- 1 1 ca del Papa da ciascuno de'fedeli (e per
ministrò in donoa'soli imperatori di Ger- cose che domandano a loro vantaggio spi-
mania sedici milioni di scudi, e alla re- rituale e temporale), Roma vienechiama-
pubblica di Venezia circa sei milioni di ta una Lupa , non dovrà ammirare
chi
scodi, per sostenere le ragioni della cri- la logica di questi ragionamenti, e chi non
stianità; per cui si empi di debili pagan- sarà edificato per la religiosa pietà e per
do il o e del 2 peri 00.
frutto dell'8, del 1 1 labuona fededell'odierna filosofia?'' Ter-
ISondimenoconsiderato solo il 4 per 100, minerò con un brano dell'orazione del
Roma che dall'Europa cristiana riceveva celebre, facondo, erudito e doltocardinal
1 3 r ,7^3 scudi l'anno, pagava per frutti Aleandro, riguardante il denaro che in-

800,000 Supponendo che


scudi l'anno. viasi dalle nazioni a Roma per tasse; por-
tuttora pervengano inRoma scudi i3i ,723 porato di vasto talento e di prodigiosa
dall'estero, il Papa che non è solamente memoria, poliglotto e benemerito nunzio
il sovrano temporale del suo slato, ina il in Germania per l'estinzione della perni»
pastore universale del gi*egge cristiano e ciosa eresia di [Aiterò (onde poi fu ber-
capo della Chiesa, siccome è giusto che saglio delie ridicole calunnie e vituperi!
tragga da'suoi sudditi temporali quanto de'suoi settari), e l'esecuzione della bolla
bisogna a governo dello stato, altrettanto che condannò suoi errori, ondenella
i fa-

è pur giusto che tragga da lutti fedeli i mosa dieta di Worms lungamente pero-
quanto gli è d' uopo di spendere non già rò in quell'augusta assemblea con robu-
come sovrano temporale, ma come sacer- sta eloquenza, e poi nella dieta di Ratisbo-
dote supremo della cristianità e della chie- 11 a contro gli attentali de'novatori valo-
sa universale.»-- Nell'Europa sono 100 mi- rosamente difese la religione ortodossa.
3 1,723 con-
lioni di cattolici, e gli scudi 1 Egli dunque quanto alle declamazioni
complessivamente perle lasse dal-
tribuiti sulle tasse per la spedizione delle bolle e
1Europa alla Corte di Roma (del quale hi evi per le dispense e provvisioni bene-
vocabolo anche a Sede apostolica ne ten- ficiali, e per altri bisogni spirituali e tem-
ni proposilo, siccome a quello di essa pre- porali delle nazioni, ecco comesi esprime.
ferito malignamente), formano 66 milio- Questo non è uno svenar la cristianità per
ni circa di quattrini (ch'è il 5.° d'un ba- ingrandimento di Roma, come incessan-
iocco), sicché uno per l'altro sudditi i spi- temente latrano i novatori avversari. O
rituali del Papa pagano per annuo tri- consideriamo benefizi i ecclesiastici, e des-
buto (cioè tasse per cose che richiedono si per lo più in qualsivoglia luogo soglio-
spese e mantenimento di numerosi impie- no godersi da'paesani, e di quelli de'qua-
gali, e di cui una parte è straniera) al lo- li ciò non avviene, si fa la compensazio-

ro padre e sovrano spirituale due terzi ne, godendone scambievolmente gli uni
..' un quattrino. Ecco l'ingoi digia iusazia- nella patria degli altri (massime in [Ionia
16 T A U T A U
pallia comuni); o consideriamo i denari gnare rolla lettera T i ladri, perchè espri-
che ritrae il Papa dalle lasse per la spe- me la figura della croce; e presso i giu-
dizione delle bolle e dalle altre grazie; e dei colla croce si punivano i ladri e i mi-
questi computati secondo non la verità, cidiali, cioè quelli che uccidono. Talché il

sono tali che bastino a mantenere un me- supplizio della croce, che per due ragioni
diocre principe, vedendosi che molti non sidovea a Barabba ladro e omicida, fu in-
grandissimi princìpi spendono quanto fa giustamente dato all'innocentissimoGesìi,
il Papa nel mantenimento della sua cor- dagli ebrei preferito a Barabba che do-
te. E pur tali proventi sono una sola par- vea essere crocefisso. Il vescovo Sa niel-
ie di (pianto il Papa in ciò spende, essen- li, Lettere ecclesiastiche t. 8, leti. 8: Del 1

dogliene un altra non tenue somministra- significato de' nomi e delle figure di al-
ta dal suo dominio temporale. Or questi cune lettere dell'alfabeto, dice che il se-
proventi così mediocri si cavano da tutti gno del Tau, è segno di salute perchè de-
i regni del cristianesimo: fate ragione qua! nota la croce di Gesù Cristo, riportando
particella propriamente ne contribuisce il riferito da Ezechiele q, 3. «Et vocavit
ciascun di loro. Oltre a ciò quella parti- vi rum, qui indutuseratlineis,etatramen-
cella stessa da chi è goduta? Roma non è tarium scriploris habebat in lumbis suis;
coi tedi romani quivi abitanti per discen- et dixit Dominus ad eum: transi per me-
denza: è corte di ecclesiastici congregati- diani civitatem in medio Jerusalem.et si-
vi per elezione da varie proviucie della gila Thau super fronles virorum gemen-
ciistianità;e però gli onori, le ricchezze e tium, et dolentium super cunctis abomi-
i vantaggi di tale corte sono comuni a tut- nationibus, quae fìunt in medio ejus. Et
te le provincie della cristianità. E chi, se illis dixit audiente me: Transite per civi-

non è sciocco o maligno, negherà essere tatem, et percutite, etc. Omnecu auteni,
utile per incitamento della virtù, che vi super quem videretis Thau, ne occidalis
abbia una corte universale a tutti i cri- etc." Si legge Apocalisse 7, v. 3.»No-
\\e\\'

stiani, in cui possa ognuno con la scala lile et mari, ueque arbo-
nocere terrae,
del merito aspirare alle maggiori cime e ribus, quoadusque signemus servos Dei
di dignità, e di ricchezza, e d'imperio? nostri in frontibus eorum. " Siccome il
TASSACURA o TASACORA. Secìe Thau ultima lettera dell'alfabeto ebrai-
vescovile della Mauritiana Cesariense.sot- co si pretende che altre volte avesse la for-

to la metropoli di Giulia Cesarea, il suo ve- ma d'un X o d'una croce, così commen- i

scovoPoeqnariofu esilialo nel 4$ jda Jn " ' tatori d'Ezechiele, pel suo passo credono
nerico re de' vandali, per aver rifiutalo di doversi intendere, che stampa vasi sulla
sottoscrivere l'erronee proposizioni de'do- frontede'gementium tale lettera; altri di-
natisti nella conferenza di Cartagiue.Mor- cono che Thau è lai." lettera della parola
celli, Afr. ehr. 1. 1. ThorahÀa legge. Si rimprovera a'samari-
TAUoTHALf. Figura della crocediGe- tani d'aver cambiato la figura del Thau.
su Cristo, e perciò segno di salute. L'an- che Origene ed Padri assicurano aver a-
i

nalista Rinaldi all'anno 34>n.°g 2, nel ra- ,

vuto la forma d'una croce. Questo segno


gionare per qual cagione Pilato determi- fu il T/u/u, eh' è il segno vitale della s. cro-
nò che Gesù Cristo condannato da' giu- ce di Cristo. Coti canone della s. messa
il

dei come bestemmiatore fosse Crocefisso principia dalla lettera T, figura della cro-
(/.), poiché secondo la loro legge chi be- ce di Cristo, ut statini Passio Christi o-
stemmia dovea essere lapidato, e secon- culis corclis ingcralur, scrisse luuocenzo
do le romane la Croce era supplizio de' III, lib. 3, cap. }.. Il Tau o lettera T era
famosi ladroni; riferisce che Luciano an- la croce che portava sul petto s. Antonio
cora testifica, che si solevano notare o se- abbate e patriarca degli auacoi eli ceno-
,

TAO TAU 17
bili, del quale riparlai ne'vol.XX, p. 1 li in Coma villaggio d'Eraclea nell'alto-E-
ei 1 3, XLVI, p. 5a e altrove. Altri dico- gitto.
no che s. Antonio col suo bastone in fi TAUM YCOoTFlAUMACO. Sede ve-
gura di T, operò il miracolo di risusci- scovile della 1." Tessaglia nella Magnesia,
tare due morti, al quale bastone si vuole nell'esarcato di Macedonia, sotto la me-
che avesse attaccato un Campanello (f .\ tropolidi Larissa,erelta nel IX secolo. Al-
o almen con esso e il Tau viene rappre- coni pretendono che si chiamasse Domo-
sentato. Di più si suole effigiare col libro co o Domenico, altri dicono essere divar-
iti mano, perchè amò assai la lettura; col sa Taumaco e situata sopra una monta-
Fuoco, per aver liberato molti da'peri- gna. Si conoscono i seguenti vescovi. N.
coli di esso, perchè divenne efficace pio- pel quale Gabriele vescovo di Plinario
lettore degli attaccati dilla micidiale re- nel 1 564 sottoscrisse la deposizione del pa-
sipola malattia di siderazione contagio- triarca Joasaph; Cirillo, di cui Martino
sa, conosciuta sotto il nome di fuoco sa- Crusio menzione, TurgO*graec. li b. 7
fa

ero o fatico di s. Antonio; e col porco a p. 5o6; Ilarione sedeva nel 1722. Oriens
piedi, pel dominio ch'ebbe sui demoni i, i dir. t. 2, p. 127. Taumaco, Thautnacen,
quali in simile figura sovente a lui si pie- divenne un titolo vescovile in par tìbus dei

sentarono con astuzie e insidie, fugandoli simile arcivescovato di Larissa, che con-
coH'invocaril nome di Gesù e segnandosi ferisce la s. Sede. Notai a Seyna, che a
di croce (liberava gl'indemoniati con tale questa sede Leone XII nel 1825 vi tra-
ili vocazione e segno portentoso), laonde è sferì Nicola Manugiewicz vescovo di Tau-
erroneoil volgar detto:?. Antonio s'inna- maco; indi a'i5 dicembrei828 ne con-
tnoro d'un porco. IlTau con campanello cesse il titolo a fr. Giusto di s. Maria de
fu preso per insegna dell' ordine de'Ca- Oro di Cordova d'America, provinciale
nonici regolari ospitalarii di s. Antonio de'dotnenicani. Gregorio XVI conferì il

(/ .). usando ilTau di colore azzurro; dal- titolo a' 2 3 dicembre 836 a Vincenzo del
1

l'ordine equestre di s. Antonio d' Etio- Rosario filippino della congregazione di


pia (/•)," e dall'ordine militare di s. An~ Goa,e lo fece vicario apostolico del Cey-
lonio cCHainault (/"".). Colla figura del lan; e per sua morte lo attribuì a'22 lu-
Tau, venerata per croce,si formarono divo- glioi844 a Giorgio Mudller della diocesi
lionati d'oro, d'argento e di altro metallo, di T reveri, canonico di quella cattedrale
che si portano indosso o si appendono al- e vicario generale, dichiarandolo soffra-
le Corone divozionali, muniti di benedi- ganeodel vescovo. Il regnante Pio IX nel
zione.ln Roma le monache Camaldolesi concistoro de' 4 dicembre 847 vi nomi-
1 1

nò mg. Tommaso Mullock irlandese de'


1

la
' .).dettedis. Antonio per abitare il luo-
goove fu il monastero e ospedale de'ricor- minori riformati, e coadiutore della sede
dati canonici regolarle ne custodiscono la di Terra Nuova, il quale fu consagrato dal
chiesa, dispensano i tau d'ottone benedetti cardinal Fra risoni prefetto di propagan-
particolarmente nella festa del santo.nella da nella chiesa di s. Isidorodi Roma.Suc-
quale portano a benedire cavalli e al-
si i ceduto a tal vescovato, lo stesso Papa nel
tre bestie da tiro e da soma, innanzi alla concistoro de'3 ottobret85o preconizzò
r
stessa chiesa ch'è sotto la sua invocazio- mg. Giorgio Claudio Lodovico Pio dia-
ne. Inoltre chiama Tau, o croce a ma-
si laudon di Lione, canonico della cattedra-
nichi, uno strumento o geroglifico a for- le di Metz e vicario generale della dioce-

ma di T, che alcune figure egizie tengo- si, deputandolo coadiutore del vescovodi

no in mano, e lo si vede pure ne'momi- Belley, chiesa che governa da' 28 luglio
menti egiziaui,creduto emblema della for- 1 852.
za vivificante del sole. S. Antonio nacque T\UM\Tl] UGO ,Th(ittmat urgus.O-
vol. lxxiii. ^, >, 2

fdoSf/ionXM/.
8

1 T A U TAU
peratore di meraviglie e miracoli, sebbe- successe Giusto, indi Giorgio o Gregorio
ne vivente, vocabolo composto dal greco che sottoscrisse nel G80 l'epistola sinodica

thauma, miracolo, e da ergon, opera. Fu s. Agato-


del concilio di Costantinopoli a
dato questo nome e quest'attributo nella ne Papa. Nel Gg'J borì Pietro, nel 73o
Chiesa a molti Santi, i quali si sono resi trovasi Opportuno, Teodoro fu al conci-
celebri pel numero e per lo splendore de' lio diNicea nel jSyjindi il b Giovanni nel

loro Miracoli, Con tale nome si cbiama secolo IX, poi il b. Gregorio, Paolo tro-
s. Gregorio vescovo di Neocesarea, pel- vossi al concilio diCostantinopoli nell'870.

le prodigiose azioni operate per virtù di- 1 saraceni la distrussero nel secolo XI, de-
vina, in confermazione delle verità evan- predando gli abitanti. Priva la diocesi di
gelicbe. Fu pure dato a s. Leone vescovo pastore, Ruggero Guiscardo duca di Ca-
di Catania, a Francesco di Paola fon-
s. labria e Sicilia implorò ed ottenne da s.
datore de'minimi, a s. Francesco Saverio Gregorio VII il trasferimento della sede
gesuita, a s. Antonio di Padova, e ad altri vescovile a Mi le lo (/
.)nel 1073 o più tar-
santi. di. Nel secolo seguente fu riedificata, ma
TAURACINA. Sede vescovile della nuovamente restò abbattuta da'terremo-
CartagineseProconsolare nell'Africa occi- li, e sulle sue rovine venne fabbricala la

dentale, sotto la metropoli di Cartagine. città di Seminaia, sopra una collina in


Il suo vescovo Chiarissimo o Ciprissimo buon'aria, con paese bello e fertile, con
Procon-
sottoscrisse la lettera del concilio chiesa collegiata e altre chiese parrocchia-
solare, mandata nel 646 a Paolo patriar- li. Diventò ducato della nobile famiglia
ca di Costantinopoli contro i monoteliti. Antonio
Spinelli, e fu patria de'letterati
Morcelli, Ajr. dir. t.i. Spinelli,Barlaamo, Benedetto di Leone,
TAURIÀNA, Taurianum. Città ve- Domenico Canciavese, del medico Fran-
scovile distrutta del regno di Napoli nella cesco Sopì avia,e del giureconsulto Fran-
-

Calabria Ulteriore prima, presso la città cesco Antonio Grimaldi. Presso Semina-
di Palmi, già ricca e molto commercian- ia il generale francese d' Aubigny vinse
te, rovinata dal terremoto nel 1 y83. Tau- nel 1 49^ il celebre Gonsalvo di Cordova,
riana, Tauranium, Tauraentum,o Tau- e dipoi vi fu sconfìtto neli5o3.
ricum secondo Plinio, città antica de'bru- TAUPiIiNO(s.), i.° vescovo di Evreux.
zii nel vicariato romano, eretta in sede ve- Non si hanno certe notizie del luogo in
scovile nel VI secolo sotto la metropoli di cui nacque, e del tempo in cui visse; ma
Reggio,e parecb'ebbe anche i vescovi gre- l'opinione che sembra la più probabile è
ci suffiaganei dell' arcivescovo greco di ch'egli fiorisse nel IV secolo. Tutti però
Reggio. I vescovi latini sono i seguenti, si accordano nel riferire, ch'egli fu il pri-
riportali Dell' Italia sacra t. io, p. 170. mo che predicò la fede nel territorio di
Paolino che assistè al concilio di Roma del Evreux; che vi fondò una chiesa nume-
590, a cui scrisse s. Gregorio 1 YEpist. rosa sulle rovine dell'idolalria;che la go-
17, lib. 2, eumque praefecit Liparita- vernò in uffizio di vescovo, e che mori
nae ecclesìae loco deturpati Agathonis, in pace in senoal suogregge. Varie chie-
ila ut in Liparitana cathedra resideat, se si gloriano di possedere una porzione
Taurianesem vero opportuno tempore vi- delle sue reliquie, e celebrasi la sua me-
silet. Nel
599 il Papa gli scrisse VEpist. moria il d'i 1 1 d'agosto.
47, e mori Paolino nel 6oo, onde fu fatto TAU [US, Tauresium,Tebresium.Cìt-
visitatore della chiesa di Tauriana Ve- tà vescovile di Persia,capoluogo della pro-
nerio vescovo di Vibona. Il vescovo Lo- vincia d'Aderbaidjan e del distretto omo-
renzo nel 64g intervenne al concilio diLa- nimo, a 1 o leghe dallagod'Ornnah,ei 06
terano, e defunto in tale anno, subitogli da Teheran. Non va confusa con Tauri-
T A U T A V •0
cn del Clinsoneso o Taurtde, di cui pnr- funzione sui confini del regno la rese sog-
laia Cherso ed a Tartari a, né colla Tait- getta a diverse rivoluzioni, e teatro delle
ride governo di Russia in Europa. Giace guerre disastrose tra' turchi, i lai tari e i

all'estremità d'una bella pianura fertilis- persiani; e presa e ripresa più volte, fu ro-
sima a piedi del monte Schemi, sullespon- vinata e quasi distrutta intera mente: rial-
de del fìumicello Suskheb, che scaricasi zatasi a poco a poco, risentì a'?. 9 aprile
nell'Agi e le cui acrpie amare sono ingrati 1720 01722 un violento terremoto che
parte usale nell'irrigazione delle terre. Ha ne distrusse gran parte e fece perire circa
5ooo pertiche di circonferenza, con mu- 1 00,000 abitanti, altri scrissero 25o, 000.
ra alte eguernitedi torri, e le porte ador- Indi presa da'tiuchi a'persiani neh 725,
ne mattoni verniciati di più colori. Con-
di il massacro durò 5 giorni e vi furono tru-
tiene molte rovine, e poche belle case, ri- cidate più di 200,000 persone. Venne re-

marcando visi soltanto il palazzo del prin- stituita a'persiani nel 736, e da quell'e-
1

cipe che n'è il governatore, parecchi ca- poca restò sotto il loro dominio. Ad onta
ravanserragli e bazar, e tra le moschee di tante sventure , ancora è florida per

una sola si dislingue. La piazza d'armi è grandezza, magnificenza, commercio e


grandissima, vastissime le caserme. Vi si quasi 80,000 abitanti. I giacobiti vi ebbe-
trovano parecchie manifatture di seta e ro vescovi particolari sotto il loro mafria-
di cotone, ma ciò che la rende una delle no,esi conoscono Basilio motto nel 1272,
più importanti del regno è l'esteso com- Severo che governava ancora nel 1277,
mercio che fa colle carovane di più paesi, Dionigi del 1288, a cui Papa Nicolò IV
le quali vi recano mercanzie d'Europa
le scrisse congratulazioni, per aver abbrac-
e dell'Indie, e vi prendono in cambio mer- ciato la fede ortodossa. Orienschrist.\.i ì
ci diverse di Persia. Caldo e asciutto n'è p.1600. Inoltre il p. Le Quien nel t. 3, p.
il clima, notandosi sugli alberi de' din tor- 1382, riporta segueuli vescovi latini. Gu-
i

nì una specie di crisalide che produce per glielmo de Cigiis domenicano, nominalo
emissione sulle foglie una sorte di manna da Giovanni XXII nelt32g, Papa tanto
più dolce del miele. Questa città è anti- benemerito della propagazione della fede
chissima, ma non si ha veruna certezza in oriente e nella Tartaria; indi Bartolo
intorno alla sua origine, e per un tem- meo Ahagliati domenicano e nobile sane-
po si credè sostituita aEcbatana; d'An- se; nel137 5 Giovanni pure domenicano;
ville suppose che sia la Gaza o Ganzaca, Francesco Cinquino di Pisa dello stessoor-
in cui Ciro depositò i tesori di Creso; al- dine, ne occupava la sede in principio del
tripretendono essere la Gabris di Tolo- secolo XV, e morì in patria in odore di
meo. Né gli autori persiani vanno meglio santità, amministrando i sagramene agli
d'accordo tra loro, e ciascuno leda un no- appestati. Lo stesso p. Le Quieti nel t.i,
me diverso, taluni chiamandola Tebris e p. i44 b( registra Isacco A rtar vescovo ar-
assicurando essere stata edificata nel 7G0 meno Tauris e lodato; ma poi quegli
di
di nostra era da Zobeida, una delle ve- armeni passarono allo scisma. De' pochi
dove d'Aaron-el-Rascid; appellandola tali cattolici e della prefettura apostolica di
altri Kand-sag-Sciadasdan. Sia comun- Tauris feci parola a Persia.
que, certo è che Tauris fu a diverse epo- TAVA o SAVA. Sede vescovile della
che la capitale dell'impero tartaro de'Mo- 1. 'provincia del Casso Egitto, nel patriar-
goli, di cui ragionai a Tartaria, e della cato d'Alessandria, eretta nel V secolo. Ne
come Hispàhan la 2/ cit-
Persila, ed ora furono vescovi: Isacco partigiano di Dio-
tà del regno. Al tempo di Chardin anco- scoro, col quale trovossi nel .\:\q a '"'" '

ra conteneva 5oo,ooo abitanti e faceva gantaggio o conciliabolo d'Efeso; ed Ar-


immenso commerciocoll'Iudie. La suasi- poetate che sot'oscrisse la lettera de* ve
20 TA V T A V
scovi d'Egitto all'imperatoreLeone 1, reta- in appresso cambiò con quello de'ss. XII
li va all'assassinio di s. Protei-io nel 4
/
>7- Apostoli. Poco dopo il Papa gli scrisse let-

Oriens chr. t. i, p. 5oG. tere gravi e minaccevole perchè nellaSpa-


TAVERA DE PARDO Giovanni, gna si erano cominciati a conculcare i di-

Cardinale. Nato in Salamanca, fino dalla ritti pontifìcii in assenza diCarlo V. Quan-
puerizia fu collocato sotto la disciplina di tunque fosse occupato dalla mole del reg-
Diego Deza Tavera suo zio paterno, ar- gimento della Spagna, da lui governata
civescovo di Siviglia, che l'educò al san- con tale soavità e prudenza, che meritò
to timor di Dio. Egli dalla prima età ap- l'approvazione egli encomi universa li,sin-
plicatosi con gran fervore e fatica agli stu- golarmente di Carlo V, non mancò di a-
di nell'accademia di Salamanca, riuscì ec- dempiere al tempo stesso le parti di sol-
cellente in ogni genere di letteratura, e lecito e zelante pastore, avendo più d'u-

divenuto dottore nel decreto ,


poco ap- na volta visitata la sua diocesi e celebra-
presso d'unanime consenso di tutti i pro- tovi il concilio provinciale con gran van-

fessori dell' università ne fu dichiarato taggio del clero e del popolo. Nella cari-
presidente o rettore. Riuscì accettissimo ca d'inquisitore della fede si portò con tal
al re Ferdinando V e al successore Car- zelo e fermezza, sino a negare allo sles-
lo V, i quali informati del suo merito si so Carlo V le grazie che domandava. Nel-
valsero di lui, non solo in cospicue lega- la sua metropolitana di Toledo fondò u-
zioni e altri gravissimi affari, ma l'ono- na magnifica cappella a s. Gio. Ranista,
rarono delle prime cariche del regno, e enella stessa città restaurò da'fondamen-
alle maggiori dignità ecclesiastiche lo pro- tiun ospedale che divenne famoso in tut-
mossero; tra le quali, di consigliere del- ta la Spagna e dopo avergli assegnato
,

l'inquisizione, canonico di Siviglia e vi- i5,ooo scudi di rendita, lo dichiarò ere-


cario generale dello zio, nella quale oc- de universale de' suoi beni, oltre diversi
casione lasciato il cognome di Pardo as- considerabili legati che lasciò alla chiesa
sunse il suo di Tavera; indi presidente di Compostella, nella quale stabilì 3 be-
del regio consiglio di Castiglia e inquisi- nefizi coll'obbligo della messa quotidia-
tore, vescovo di Città Rodrigo, dove nel- na, e dispose pure rendite certe per dota-
la cattedrale fondò la cappella maggio- re miserabili fanciulle,epel mantenimen-
re Leon
, di e d' Osma, arcivescovo di to di poveri. Morto Clemente VII, non
Compostela e poi di Toledo. Carlo V lo potè intervenire al conclave di Paolo III.

deputò a concludere il suo matrimonio Pieno finalraentedi meriti e di virtù, pas-


con Isabella di Portogallo, col carattere sòamiglior vita nel 545 in Vagliadolid,
1

d'ambasciatore a quella corte, e l'ebbe di 74 anni non compiti, e trasferito a To-

in tale stima e concetto che nel condur- ledo fu sepolto nella chiesa dell'ospeda-
si Clemente VII
in Italia a ricevere da le con magnifica iscrizione.
la corona imperiale, lasciata al governo TAVERNA Ferdinando, Cardinale.
delle Spagne la regina sua moglie, ordi- Nacque in Milano da nobili genitori, e
nò che senza il consiglio e l'assistenza del chiamato in Roma da Lodovico vescovo
Tavera nulla s' intraprendesse. Quando di Lodi e governatore deìV d\ma città (del

poi Carlo V si trasferì nelle Fiandre a do- quale riporta notizie il Garampi a p. 3i 5
mare i ribelli, lo dichiarò governatore e de Saggi di osservaz. sulle monete pon-
Spagna, colla tutela del
•viceré di tutta la tificie), dopo aver presieduto al governo

figlio FilippoEssendo arcivescovo di


II. di parecchie città delio stalo ecclesiasti-
Compostela, ad istanza di Carlo V,a'22 co, dovè trasferirsi in Portogallo per col-
marzoi 53 Clemente VII lo creò cardi-
i lettore apostolico.Restituilosi aRoma, nel
nale di s. Gio. a Porla Latina, titolo che 1599 Clemente Vili lo dichiaiò Gover-
T A V TA V 21

naiore di Roma (/'.), nella quale carica notevolissima lapide, che riporta il Ciac-
esercitando severità e per le memorabili conio, / ir. ('«//</. t.
4> P- 3(32, per aver-
giustizie che fece eseguire e narrate nel la restaurata e ornata, donandole pre-
voi. XIV, p. 5o e seg., massime contro ziose suppellettili sagre, aumentando il

Beatrice Cenci (della (piale riparlo a Tea- capitolo e la sua mensa, ampliato e ab-
tro, descrivendo quello di Tor di No- bellito magnificamente l'episcopio, essen-
na, già luogo di sua prigione), ed Ono- dosi mostrato generoso anche colla città.
frio Santacroce, fu preso in odio dalla TAVOLA ROTONDA. Cavalieri del
nobiltàedal popolo.Clemente Vili, ad i- preteso ordine equestre di tal nome, che
stanza del proprio nipote, a\) giugno 6o4 1 piuttosto fu dato ad una sorta di giostra

lo creò cardinale, al cui avviso sopraffat- o combattimento singolare, e cosi appel-


to di gioiasvenne di contentezza. Lo an- lata perchè i cavalieri che vi aveano pre-
noverò nell'ordine de'cardinali preti,e per so parte, per turno si recavauo a mangia-
titolo gli conferì la chiesa di s. Eusebio. re presso l'autore della giostra, e assisi ad
Ma essendo morto Papa a'3 marzo 60 5 il 1 una tavola rotonda. Alcuni scrittori attri-
prima di provvederlo del piallo cardina- buiscono verso il 5o6 al famoso Arturo
lizio, restato senza provvista fu un car- re di lìretagna la gloria d' avere inven-
dinale povero in proporzione di que'tem- tato i Tornei (/ .), le giostre cavalleresche
pi. Nel iGoT fu fatto legato della Marca e la simile tavola rotonda. Altri narrano
da Paolo V, la governò anche nel 1606, che Arturo re d' Inghilterra promosse a
e lo conferma il Leopardi, Series recto- un eminente grado di nobiltà 24. valorosi

rum, p. 62. Vedendosi in Roma guarda- soldati, per leprodezzeda loro operate in
to di mal occhio, presso Frascati alle radi- guerra;e acciocché niunodi essi si stimas-
ci di Mondi-agone fabbricò la villa che ne se anteposto o posposto grado ad altri di

prese il nome e descrissi nel voi. XX VII, inferiore, dovendo sedere tutti alla men-
p.i 54. La formò magnifica e vasta, ma sa reale, ordinò una tavola rotonda capa
per mancanza de' mezzi fu impedito di cedi tal numero, onde sedendovi formas-
decorarla e di fornirla di convenienti sup- sero la figura d'una corona senza princi-
Quindi vi
pellettili. fece quasi l'ordinaria pio né fine. L'invenzione fu lodata dagl'in-
dimoia, menandovi vita assai parca e fru- glesi e scozzesi, e perciò in memoria col-
gale. Intervenne a'conclavi per l'elezione locarono tale tavola nel castello di Win-
di Leone XI e di Paolo V, il nipote del chester Dell'Inghilterra, e in essa si vede-
quale acquistò la vdla dal principe Peiret- vano i nomi aveano pranza-
di que'che vi

ti, al quale il cardinale l'avea venduta nel to, scritti colla punta de'loro pugnali, ed

1614, e d'allora, in poi prese il nome di i quali assistevano non meno a'banchetti
Borghese, sebbene cumulativamente sia cheall'impreseguerreschedi quel re.Cam-
chiamata anche Taverna. Nel 1 6 1 5 Pao- den pone in dubbio l'asserto, ritenendo
lo V, che lo avea ascritto alla congrega- l'invenzione più antica, perchè già costu-
zione del s. ofiizio, lo nominò vescovo di mandosi i tornei militari, in essi si sole-
Novara, e non di Lodi come prelese l'A- va sedere in tali sorta di mense per elimi-
midenio, dove usò la più sollecita cura nare emulazioni, invidie e contrasti; e A-
pastorale per ben dirigere la greggia a lui teneo soggiunge, che presso gli antichi
affidata, encomiato ancora per pruden- francesi erano usate silfatte mense, ove ce-
za e altre belle doti. Ivi sopraggiunto dal- navano i cavalieri assistiti da'loro scudie-
la morte nel 6 19, benché altri dicano nel
1 ri. Il Walsiogham racconta che s. Edoar-

1620, cessò di vivere nell'età di 61 anni, do 1042 re d'Inghilterra, fece fab-


III del

e nella cattedrale rimase onorevolmente bricare una ca«.a nel castello di Windsor,
sepolto. In essa i canonici gli eressero 0- alla quale die il uooiedi Tavola rotonda.
22 T A V T EA
Checché ne sia, tra* tornei e i combatti- e il principe Oleg, scampato dalla strage
menti della tavola rotonda eravi la difle- s'impadronì del trono. Nel 1259 i tartari,

ren/.a, elici primi si facevano in truppa, e riportata sanguinosa vittoria sugli abi-

i secondi erano combattimenti singolari, tanti, per l'ostinata loro dilésa li stermi-
la cui propria arma eia la lancia; ma ne narono tutti, appena espugnata la città.
agli uni, uè davano il litoiodi ca-
agli altri Dipoi passò sotto il dominio lituano, e fu
\ aliere, Si composero vari
secondo alcuni. ripopolata da'profughi ed emigrati russi,
romanzi sui cavalieri della Tavola Roton- scampati da tutte le parti dal ferro de'lar-

da, la quale in sostanza, lo ripeto, sembra tari. Nel 1 5of) il gran principe di Mosca
pili probabile che fosse una specie di gio- Basilio IV, pel trattato concluso colla Li
stra o di esercizio militare tra diversi uo- tuania, la ricongiunse alla Russia; l'usur-
mini armali di lancia, e che così fosse no- patore Oltrepiew se ne impadronì nel
minata quella specie di giostra, perchè ler- 1604, e presa poi da'polacchi nel 1617,
una cena, in cui
ru ina vasi d'ordinario in i fu restituita alla Russia nell6io col trat-

cavalieri che vi aveauo preso parte erano tato di Deouline.La sede arci vescovile fu
seduti intorno ad una tavola rotonda, a unita a quella di Novgorod o Novogro-
line d'evitare il ccremoniale e le dispute dek (F .)- ed un medesimo prelato le go-
the sollevale potevansi sul grado di cia- verna, sulTraganeo del metropolitano di
scuno e sui loro proprio posto di onore. Il Mosca. Orìens chr, t. i,p. i320.

p. Boiiaiini,che nel Catalogo degli ordi- TEA (s t ), vergine e martire. Fu nel


ni ( questri e militari ne tratta a p. 79, numero di que'cristiani, che presi a Ga-
confessa d'ignorarsi le insegne equestri del za mentre assistevano alla lettura de'li-

cavalieredella tavola rotonda, edice dub- furono condotti dinanzi al cru-


bri santi,
bioso questo'preteso ordine; ed io aggiun- dele Firmiliano governatore della Pale-
gerò, tanto più diesi prelese istituito in slina. Minacciata da essodi farla espor-
un'epoca in cui non si parlava certamen- re in un bordello, gli rimproverò le sue
te di ordini cavallereschi. ingiustizie e la corruttela del cuore; di che
TAVOLETTA. V. Tabella. Firmiliano sdegnato ordinò che fòsse for-

TAZ1ANISTI. J . Ieratici. temente battuta, poi stesa sul cavallet-


TCI1ERN1GOW o CERNI GOW. to, ove le furono straziati fianchi eoo i

Città arcivescovile di Russia in Europa, unghie di ferro.A questo spettacolo un'al-


capoluogo del governo e del distretto del tra vergine cristiana nomata Valentina,
suo nome, a 84 leghe da Minsk e 4o da 1 ch'era in mezzo alla folla, gridò al gover-
Mosca, sulla sponda destra della Desna, natore; » E sino a quando tormenterete
con fortificazioni. Ha la cattedrale di pie- la mia sorella?" Aneli! essa venne arre-
tra costruita nel secolo XI, un'altra chie- stala sul momento, e condotta avanti il

sa di legno, e un monastero di monaci, o- tribunale, ov'ella protestò che non sareb-


ve trovasi il palazzo arcivescovile; possie- be mai per sagrificare; e volendo forza r-
de pure altre 8 chiese, due monasteri di nela, si dimenò con tanta forza, che ro-
monache, il seminario e il ginnasio. Anti- vesciò 1' altare con quanto eravi sopra.
chissima u'èTorigine, poichèquando Oleg Firmiliano, montato in furore, le fece la-

trasportò la sede del governo a Rinvia, già cerare le coste con maggior crudeltà che
Cernigow avea i suoi principi particolari. uon avea fallo con altri, e finalmente non
Disputata in varie epoche tra di versi prin- polendola vincere, comandò che fosse le-
cipi, soggiacque alle vicende guerresche. gata con Tea, per bruciarle tutte due in-
Dopo la battaglia di Calca, incoi nel 1226 sieme. La sentenza fu eseguita a'25 lu-
i russi furono battuti da'tarlari, il ramo glio3o8, nel qual giorno il martirologio
de" principi di Ceruigow rimase estinto, rumano ne fa menzione.
TEA TEA 23
TEANOoCIVITATE. F. s. Severo, ride'francesi in singoiar battaglia, era in
TEANO o TIANO (Theanen). Cina piedi sino a tempi non lontani. La città è
con residenza vescovile del regno delle bella, ed il migliore de'suoi edilizi profani

due Sicilie, nella provincia di Terra di è il palazzo del principe di Teano, eretto
Lavoro, e capoluogo del suo distretto, a sotto i Cara fa principi di Stigliano. Il si-

7 leghe circa da Caserta e più di IO da lo in cui è edificata la città vedesi tutto

Napoli. E' posta parie in piano e parte circondato da valli e da colline, bastiate

in colle, non lungi dal Saune, sul destro da vari ruscelli che chiamano savoni. I
suo lato presso gli alti monti Auruuci,che monti Teanesi si considerano come for-
piìi s'innalzano dalla parte boreale. La mali da esplosioni vulcaniche in tempi
cattedrale sotto l'invocazione di s. Gio- ignoti; e tutte le colline sono piantate di
vanni apostolo ed evangelista, costruita olivi e quercia, come le pianure, per l'ab-
sopra disegno del Vaccaio, e sostenuta da bondanza dell'acque, riescono a hellissi-
16 colonne di granitola 3 navi ed or- me ortaglie. 1 prodotti principali e so-
nata con magnificenza, e vi si distingue prabbondanti,ondeservonoabuon traf-
la sontuosa cappella dedicata a s. Paride fico, sono l'olio e il grano. Il suolodi Tea-
i.° vescovo e patrono della città, oltre no fu sempre feracissimo, e sino dall'an-
molti e belli mausolei d' illustri teanesi. licitila le sue olive erano riputate eguali

L' Ughelli riporta il novero delle molte alle picene. Fu questa città fondata da-
reliquie e corpi santi, che in essa si vene- gli Ausoni o da' Sich'cini di progenie o-
rano, e riferisce che l'aulica basilica cat- sca,che sovrastarono a tutte le vicine «eu-
tedrale fu consagrata nel ioo6da Gio- ti, ed
dominio estesero sino al maree
il

vanni XVIII detto XIX. Incendialo tale a Fregelle, ora Ponte Corvo; e grande
tempio ne' primordi del secolo XVI, fu fu l'antica fama di Teanum Sidicinum
quindi fabbricato l'odierno. Vi è il bai- nella Campania Felice, diverso da Tea-
tisterio e la cura d'anime, amministrata no o Qivitate {P'.). Rimangono segni eh
da un canonico pel capitolo. Questo si sua grandezza, de'ponli per sostenere la
compone di 3 dignità, lai.' delle quali è via Latina, delle fabbriche come avanzi
il decano, di 2 canonici comprese
ì le pie- del circo e dell'anfiteatro, di opere reti-
bende del teologo e del penitenziere, di colate e più altre anticaglie, certamente
mansionari, e di altri preti e chierici ad- opere de'tempi romani, e forse del foro
detti al servigio divino. Anticamente i ca- e di altri pubblici edilizi.
Anni sono fu
uonici aveano il titolo di Cardinali. Pros- trovato un pavimento di musaico, con in
simo alla cattedrale è l'episcopio. Vi SO- mezzo un quadro che rappresenta alcu-
no altre chiese, 3 delle quali parrocchia- ni uccelli, lavoro di egregio artefice del-
ti e munite del s. fonte, ed una di esse è l'antichità. Soprattutto vi furono celebra-
collegiata; 3 conventi di religiosi, i ino- te le acque ha memoria di
salutari, e si

nasteri di monache, diversi sodalizi, l'o- un antichissimo baguo pubblico dentro


spedale, il monte di pietà, il seminario le sue mura, oltre il celebre bagno CIo-
coinune all'unita diocesi di Calvi, e la ca- diauo ne'suoi dintorni, conservando tut-
sa di carità. Vi fiorirono uomini illustri, torà la contrada il nome di bagno nuovo,
massime tra le dignità ecclesiastiche, e Vi è ancora una sorgente d'acqua fer-
Antonio de Renzi e Luigi
tra' guerrieri rata, detta delle Caudarelle, paragona-
Luonavoglia a tempo di Ferdinando V la pe'suoi effetti alle famose acque gei-
re di Spagna e di Napoli. La nobiltà con- maniche di Spa. Era vi un'altra fonte det-
tava Dell' epoca ilei feudalismo i due se- ta delle Creature, ma oggi chiamasi Sco-
dili dell'Olmo e de* Leoni. La casa di A- murdcata ì perchè dopo ih 68 1 il vesco-
beuavolo, uno degli croi italiaui vincilo- vò Giherti ne interdisse l'uso, per ovvia
-

a4 TEA TE A
re alla superstizione, con che accompa- condizioni che gl'impose nel 787,6 nar-
gnavasi il bagno de'fanciulli nel 7. loro l'ale dal Borgia, Memorie storielle di Bc-
suino. Scaturisce quest'acqua presso l'esi- neve/ilo 1.
1 , p. 43, vi fu quella che do-
slenteconveniode'minori riformali. Tea- vesse cedere a Papa Adriano I alcune cit-
ilo intempo de'romani riguardavasi co- là della Campania, per dono a s. Pietro
ine la più rispettabile fra le città campa- in partibus Beneventani*, le quali do-
jie dopoCapua, anzi comparata con essa, veansi staccare dal ducato, e sottoporsi
era la principale che s' incontrasse Ino- alla giurisdizione temporale della san-
to la via Latina, I Sanniti però avidi di ta Sede. Fra queste città Carlo Magno
ampliai' la loro potenza, nell'anno 4 12 • comprese Teauo Capua. Di que-
e
lli Roma impresero ad assalir Teano, e st'ultuna vi fu posto in possesso Adria -
fu questa l'origine della guerra campa- no I, ma di Teano e delle altre 4 città d i

na, onde ebbe motivo la capuana dedi- Sora, Arce, Aquino e Alpino, non è bea
zinne a'romaui. 1 sidicini però, aiutati da' certo che Papa ne conseguisse il reale
il

Ialini, continuarono a combattere i san- possesso. Bensì dipoi tutte le medesime e

lutici attacchi, e si attirarono poi l'inde- coli 'intiere due Sicilie furono clonate al •

gnazione romana, entrando nella lega pò- li chiesa romana in sovranità perpetua,

sleriormente ordita contro di essi, e mol- Alla morte di Landolfo il Jeeehio, con-
to più colla guerra convenuta in unioue te di Capua, ebbe Teano per l'ultima di

degli ausoni agli auruuci, e coila distri! lui disposizione, ili. "conte proprio in per-
nione eseguita di Aurunca, mentre i cit- sona del terzogeniloLaudenoiro,alla mor-
tadini aveano riparalo in Sessa (^.), e le del quale nella transazione fra Rico-
così evitato il primo scontro, I romani nulfo principe di Salerno (f.), e Badai-
sconfìssero in una sola battaglia sidicini i gKo I principe di Benevento, i quali dopo
e gli ausoni, e dopo aver occupato Calvi, l'848 si divisero il ducato Beneventano,
sede degli ultimi, posero a Teano l'asse- Teano rimase in potere del primo, e per-
dio, e l'ebbero in loro potere. Nella bat- ciò fece parte dell'istituito principato Sa-
taglia del Trasimeno pugnarono i sidi- lernilano,el'imperatoreLodovico II con-
cini contro il cartaginese Annibale, ed ac- fermò il trattato. Dipoi il contado di Ca-
rolerò una legione romana entro le loro pua si distaccò dal principato di Salei*-.

mura dopo la battaglia di Canne. Quivi no, e abbracciò diverse città della Cam-
il proconsole Fulvio Fiacco fece morire pania e Teano, I saraceni si accamparo-
sotlo la scure tutti 3o2 senatori di Ca-
i no a Teano, nell'irruzione di Seodam per
pua, che aveano preso le parti d'Anni- saccheggiare i celebri monasteri del Vol-
gale. Poscia vi fu dedotta una colonia che turno e di Monte Cassino. Dopo la mor-
si Claudia, e sotto Augusto ebbe
disse te del conte Landolfo (che alcuni dissero
luogo una nuova deduzione con l'onore- vescovo, ma noi fu per quanto poi rife-
\ole aggiunto di Firma, in contrassegno l'irò), nella divisione amichevole fra' ni-
della costante divozione al nome «orna- poti, a Pandolfo toccò in surte Teano,
no, fino all'occupazione gotica e longo- ma ne fu spossessato poi da Guaiferio
bardica. di mezzo il suo
Anche ne'tempi principe di Salerno, che indossò la cocol-
stato continuò ad essere prosperoso; eb- la monastica e fu sepolto nella chiesa det-
be suoi gaslaldi, e la famiglia de' Sa-
i la del Castello. Seguì poi Teano ad uh-

tlulti vi esercitò la preeminenza. Coen- bidire, ora a 'principi di Capua, ora a ta-
j>resa nel ducato di Benevento (di cui ri- luno della famiglia di essi preposto a quel-
parlai a Sicilia e a Sovranità' de'roma- la contea, ed ebbe frequenti molestie da'
$n Pontefici e Dallas. SEDK),vinto il prin- saraceni del Garigliauo. Dopo il 1062,
cipe di esso Arigiso da Carlo Magno, nelle Giordano figlio di Riccardo couled' A-
>

TEA TEA 2

versa, e quindi principe diCapua, vi fé- nia e dell' ingratitudine colla decapita-
ce rispettare il nome normanno, ed an- zione, e maggio 487 subirono egua-
l'i i i

die dopo la fondazione della monarchia le castigopadre e il conte di Sangro,


il

siciliana In Teano riguardato qual fèu« non restando dell. "che l'innocente Gio.
do. Tancredi ne investì Gualtiero
Il re Battista ultimo figlio, die rimosso dal-

conte di Brenna suo genero, che segui le l'arcivescovato di Taranto e traslato in

pariidi Papa Innocenzo HI, e riporlo nel altre sedi, morì vescovo di Casella. Nel
principio del secolo Xlll le due vittorie ilo 7 il feudo ili Teano fu conceduto al
di Capua e di Barletta, dopo le quali per sunnominato Gpnsalvo di Cordova da
tutto il secolo fluttuò Teano in mezzo al- Ferdinando V re di Spagna, cui succes-
le guerresche vicende del regno, mas-i- se d. Elvira sua figlia maritata a d. Luigi
me di Federico II imperatore, Manfre- di Cordova suo congiunto, e d. Gonsalvo
di suo naturale, e Carlo 1 d'Angiò, che i figlio di essi a'i3 giugno 1570 ne fece la
Papi investirono delle due Sicilie, dopo vendita al suddetto d. Luigi Ca l'afa de'
aver deposto gli Hohenslaufen. Onorala principi di Stigliano. L'ultima superstite

più volte Teano dalla presenza de' Papi, Anna di questo doviziosissimo casato si

recandosi nel regno, lo fu pure da s. Ce- maritò per volere diFilippo V a d. Ila mi- I

Lesti no voi. XV p. 192 e altrove


V. Nel ,
10 de Gusman grande di Spagna e vice-
narrai, che nell'ottobre 2q| trovandosi 1 rè di Napoli, indi ebbero luogo molte giu-
a cena in Teano, creò cardinale Castro- diziali vertenze tra la regia corte e le di-
<• //arcivescovo di Benevento, per la qua- scendenti femmine di questafamiglia.il
le stravaganza di tempo se ne lagnarono re Carlo arciduca d'Austria, poi impera-
i cardinali , onde Castroceli rinunziò la tore Carlo VI, ne investì il conte Dami
dignità, che pochi giorni dopo il Papa in suo generale, ed i dissidii che ne furono
pieno concistoro gli restituì. La regina conseguenza, terminarono con transazio-
Giovanna I a' 17 novembre i3Go dichia- ne d'indennità pecuniarie. Avendo Papa
io principe di Teano il duca d' Ambia Benedetto XIII ritenuto la sua chiesa ar-
Francesco del Balzo, che l'avea seguita civescovile di Benevento, vi si recò nel
nel suo ritiro in Provenza, ed avea spo- ) 727, nella quale circostanza a' 1 6 mag-
salo la sorella di Luigi d'Angiò, che fu gio si portò a Calvi, ricevuto dal vescovo
r
2, marito della sovrana. Fu quindi ven- mg. Positano e dal capitolo, osservando
duto il feudo di Teano nel 1870 a Gof- il riedificato seminario e le suppellettili
fredo Marza no conte d'Alife, l'ultimo di- sagredi cui andava provvedendo la chie-
s -elidente de'quali fu imprigionato inCa- sa tale pastore. Alle ore 2 1 circa arrivò in
steluuovo per ribellione a Ferdinando I Teano, incontrato alla porla dal vesco-
r
d'Aragona, riè più riebbe i feudi, sebbe- vo mg. Cirillo e dal capitolo, e passò al
ne venisse liberato da Ferdinando II, do- convento de' conventuali, nella cui chiesa
no anni di prigionia. noltre sotto Fer-
I
i
I erasi già posata la ss. Eucaristia die pre-
dinauda Antonello Pieli ucci di Vii-
I fiorì cede ne' viaggi i Papi, colle consuete ce-
bi lYtrnccia di Teano, d'oscura condi- remonie.BenedettoXill pernottò nel con-
zione, il quale pel suo ingegno consegni vento, distribuendosi l'alloggio del segni-
in Napoli nobiltà e feudi, cariche cospi- to e della prelatura in varie case, trattati
cne e l'uffizio di segretario regio. Maeu- lautamente dalla camera imperiale diCar-
tirando a parte della congiura de'baroni lo VI. II popolo accorse dalle vicine ter-
coulro il re, ordita da Francesco Coppo- re e castella nella città, che laserafece va-
ia conte di Sangro, fu imprigionalo in- rie illuminazioni di giòia. Nella seguente
sierue a'figli conti di Carinola e di Poli- mattina del sabato, il Papa si avviò per
castro, i quali furono puniti della fello- Munte Cassi uo, Dichiarai a Caserta, ed
a6 T E A TE A
;» Caf.tani famiglia, che que- i principi ili stitutac roman. vìrg. et mari, suojunge»
sia n vendo a'29 agosto 17*1 ceduto a Car- retar corpori, misìt. Però occorre tenere
lo di borbone re delle due Sicilie il du- presente il riferito a Sor». Nuovamente
cato e la città di Caserta, indi divenuta fu s. Urbano da proclamato vesco-tutti

splendida egizia, ebbero in cambio in par-


1 vo,enon ostante la sua virtuosa ripugnan-
te di prezzo il principato di Teano, di cui za gli convenne accettare. Fu assiduo nella
tuttora portano il titolo che soglionocon- predicazione, caritatevole nella cura de'
ferire a'Ioro primogeniti, restando ad essi poveri, difensore delle vedove e degli op-
eziandio quello di duchi di Caserta. Nel re- pressi, operatore di prodiga, visitando con
sto Teauo seguì le vicende politiche del zelo fungendo le parti tutte
la diocesi, e

reame. di eccellente pastore. Morì santamente a'


La fede cristiana vi fu predicata ne'primi 6 dicembre, e si venera il corpo nella cat-
(empi del la Chiesa, e Papa s.Silvestrol eres- tediale. Essendo perito l'archivio per Tin-
se nel 333 la sede vescovile,cbe poi diven- cendio, dice l'Ughélli che s'ignorano i sue-
ne sulFraganea dell'arcivescovo di Capua, cessoli, sino a Lupo morto nell'elio Cir-
ene consagrò 1 .* vesco vos. Pari de d'Atene, ca, nel quale anno gli fu sostituito Ilario
che venuto in Italia durante la persecu- diacono e monaco di Monte Cassino; indi
zione de' cristiani, liberò i teanesi da uu nell'866 Stefano; nell'869 Leone, altro
tenibile drago chel'infestava.onde cuin- monaco cassi nese, il quale con l'abbate s.

inos^i dal prodigio, riceverono il battesi- BertariodissuaseroGiovanni Vili di eres-


ino gI'idolatri,e lo domandarono al Papa re vescovo di Teano il conte Landolfo di
per vescovo. Il santo fece innalzare chie- Capua. NeU'884 Angelario abbate cassi-
se,ed ordinò chierici pel culto divino, fra' nese di Teano, insigne per virtù, dalcle-
quali s. Urbano che poi gli successe. Oc- ro e popolo esaltato, morto nell'88c) e se •
cupo la sede sino al 346, e riposò nel Si- polto in cattedrale. Non si conoscono al-
gnore, chiaro per santità di vita e per mi- tri vescovi sino a Sandrariodel 1006, cbe

iaculi, venerandosi il corpo nella calte- ricevè un privilegio daGiovanni XIX..Ar-


diate. Gli successe in detto anno s. Ama- duino sottoscrisse al sino lo romano del
«io greco, portatosi a rifugiare in Italia ' ^og; Guglielmo intervenne nel 107 lal-
per l'ariana persecuzione, cbe ben accolto la consagrazionedellachiesadiMonteCas-

da s. Giulio I Papa T avea inviato a pie- sino fitta da Alessandro II; Pan lolfo eas-

dicar T evangelo nelle principali città vi- sinese fu consagrato da Pasquale II, dot-
cine, e passato in Teano (come rimarcai to e propugnatore della libertà eeclesia-
nel voi. LXVII,p. 2(3) ne fu consagrato stica. Raul nel i44 s trovòall'assemblea
1 '

vescovo da detto Papa nel!a basilica di s. di Capua adunata dal re Ruggero I; Pie-

Pietro, siccome degno per zelo e miracoli ti o del 1171 ebbe un contrasto co'citta-
operali, in vece di s. Urbano leanese dal dini di Sessa e il vescovo Erveo,riportan-
clero e popolo acclamato per pastore, ed do l'Ughélli il giudicato del gran conte-
il quale per umiltà erasi ricusato accettar stabile Roberto; indi nel 1
(79 iuterven-
la dignità: s. Amasio, dotto e facondo, san- ne al concilio di Laterano III, e al cui tem-
lissira un e 11 te rese l'anima a Dio nel 3 5 5. poi! pio Giovanni Ferrari nel fondo di Rie-
L'Ughélli cbe nelP Italia sacra t. 6, p. cardo conte di Sangro eresse il monastero
548, riporta la serie de'vescovi di Teano, cisterciense in Bairauo nella diocesi, sotto
dice che nella cattedrale vi riposa ancora il titolo di s. Maria di Ferrarla, riprodu-
il corpo Amasio, e di s. Reparala ver-
di s. cendo 1' diploma pontificio di
Ugbelli il

gine e martire, della quale scrive; Sor./- Celestino III, e le notizie in cbe fiorì, e di
nis quoque epistolas (a s. Amasio), ciati diversi abbati. Morto Pietro nel 192, gli 1

somuis admonitus, ut caput sanctaeRe- successe con lode Teodiuo neli 193, cbe
,

TA R T E A a7
ottenne da Celestino III la conferma de' pulelano giureconsulto di gran fatua. Nel
privilegi di sua chiesa, con bolla presso 1 4 1- 3 Martino de Belinzo illustre cister-
l'Ughelii, iu uno a'di plorai d'Innocenzo dense e curo a Eugenio IV. Neli45gPio
1201, di Federico II del iao6 e
111 del 11 nominò il celebre suo parente Nicolò
1222, e di Gregorio IX del 1227, in cui Fortiguerri (/'.) poi cardinale: per sui
viveva ancora Teodiuo, a favore del aio- morte neh 474 Orso Orsini de' signori di
nastero di 8. Maria di Ferreria. Nel 1229 MonteRotondo,abbatecoinmendatariodi
fu eletto Roll'iedo arciprete di s. Genoa- s. Vincenzo di Volturno; nel ij*) 5 Fran-
ilo, morto esule presso Comete», per le per- Cesco Borgia (V.) figlio di Alfonso poi Ca-
sedizioni di Federico 11. Lgo fu l'atto con- li>to 111, indi traslato a Cosenza e cardi-
sagrare nel 1 2 T4 da Innocenzo IV. Gu- naie, ritenendo in commeiidaTeanoshioal
glielmo già decano della cattedrale, nel l5o3,in cui la rassegnò al paieuteFratice-
1274 si recò con s. Tommaso d'Aquino sco Borgia spagnuolo, il quale neh 73 1

al concilio di Lione li, e inori neh 295. cede la commenda al cardinal Giovanni
Bonifacio Vili vi trasferì da Sora Nicola, A'. /AvV^/f/''".), Essendosi
dimesso nel 535, 1

ni (piale successe Adenolfo; nel 1 309 Gol- fu vescovoAntonio M. a de'conti Sertorio


fredoGalluzzi nobilUsimo leanese; Cene- modenese, abbate di Notiamola e di Vol-
dettoXII nel 338 gii surrogò Pietrosa*-
1 turno; nel 1 7 j 7 fr. Girolamo Nichisolioo-
snido l'elezione di due canonici della cat- bile verouese,domenicauo e teologo egre-
tedrale fatta dal capitolo scisso ne'pare- gio, e con decoro fu al concilio di Trento.
11. Neh 343 Clemente VI nominò Omo- Neh 566 s. Pio V nominò il suo confes-

deo canonico della basilica Lateranense, sore ff. Arcangelo Bianchi (V.) domeni-
annullando l'elezione dal capitolo filladi cano e cardinale, come Fortiguerri deno-
uno di detti canonici; e neh 349 fr. Bar- minato il cardinal di Teano, Rinunziò
tolomeo Papazzurri nobile romano, dotto nel jj5, e gli successe Gio. Paolo Marin-
1

doinenicano, Nel 1 353 traslato a Chieti da cola, dotto e scrittore delle gesta di
Paolo
Innocenzo VI, questi elesse Marino del IV, che facendo altreltanloa Sisto V,non
G indice (/ .). poi di Amalfi e cardinale, volle accettare il dottissimo Lelio Laudi
Neh 363 motìGio vaimi Maritile gli sue- di Sessa da onde neh 588 gli
lui eletto,

cesse fr. BVancesco di Messina domenica- sostituì Vincenzo Brancaleoni die visse 7
110; neh 369 Tommasodella Porta cano- mesi, e uell' islesso anno il Papa nominò
Dico e nobile di Salerno, dotto e probo Vincenzo Serafini d'Ascoli. Neh 61 5 An-
pastore. Dopo Alessandro, l'antipapa Cle- gelo Ciaia nobile sauese lodato; nel 1617
mente VII v' intruse Giovanni. Urbano Michelangelo5ergosaspagiiuolo;neli633
\ I per sua morte nel 1 388 dichiarò An- Ovidio Lupaii nobile bolognese, encomia-
Ionio, che Iraslato ad Atri e Penne, nel to per pietà e integrità. Neh 627 Giovan-
l3g3occupò la patria sedeNicoladeDiano nule Guevara nobile napoletano, geuera-
DODile leanese, chiarissimo per esperidi- le de' chierici minori, pi udente e sapien-

za e dottrina, consigliere di re Ladislao, ti>simo, autore deh' Orologio spirituale


e trasferì lo a Napoli, Neil 4oq fr, Gio vau- de'principi. Neh 642 Muzio de Rosi re-
ni di Teano francescano, contrastando- fereudario e abbreviatole di parco mag-
gliene il possesso Ladislao, perchè elet- gioie; neh 6 54 PaoloSquillanti napoleta-
loda Alessandro V. Nel 1 4 ^ Grego-
' no, insigne per pietà, carità e sapere, isti-

llo XII die la sede in commenda a Ga- luì una congregazione pel vantaggio spiri-
spare de Diano nipote di Nicola, ma noti tuale della diocesi. Neh 66 lOttavio Bol-
lii consagrato per lo scisma; si dimise nel doni nobile milanese, dottissimo e erudì-*
1 4 18 e Martino V lo trasferì a Couza lissimo barnabita, modesto letterato e au->
surrogandogli Gio. Ci islofbroCrisponi uà- loie d'opere, facoudo predicatore ne'poa*
-

28 TEA TE A
lilìcali, lasciò la sua insigne biblioteca ni li, Italia, sacra, t. 6, p. 477> e colle cor-
convento suburbano de'minori riforma tL rezioni e molte gi unte del Coleti, t.i o, p.
Neil 68 1 Ginse|)|)e Nicola Giberti nobile 23 1.Calvi tra Sessa e Capita, lungi 4 mi-
gcnesino, di somma integrità, giustizia, gliada Teano Si dici no, fu edificata circa
dottrina e zelo, rimosse coraggioso diver- l'S^gda Atenulfo conte di Capua e prin-
se superstizioni e abusi, riformò il clero, cipe di Benevento, sulle rovine dell'an-
ravvivò il culto, padre de' poveri, incaricò tichissima Calès, Caliamo Calenum dei
la congregazione de'sacerdoti di spiegar la vetusti ausoni, celebrata da diversi scrit-
dottrina cristiana; rovinata la cattedrale tori. Calvi per gì' immensi guasti patiti
da terremoti e da 'fulmini, la rifece e or- nelle guerre tra Alfonso V d'Aragona e
nò, ampliò il seminario e ne aumentò le Renato d'Angiò per la successione del re-
rendite e gli alunni; caro a Innocenzo XI, gno di Napoli, il figlio naturale deli. "e
non volle accettare la sua rinunzia per suecessoreFerdinandofjCOii diploma pub-
essere divenuto quasi cieco,e con difficol- blicato da Coleti, nel 1 4^o l'unì a Capua
tà l'esaudì Innocenzo XII, clie neli68q con tutte le sue pertinenze. I suoi bagni
gli sostituì Domenico Pacifici patrizio furono rinomatissimi nell'epoca romana,
d'Aversa, benemerito e zelante, eòe ab- ma non si trovano le vestigia. I francesi vi
bellì nobilmente e arriccili la cattedra- sconfissero l'armata napoletana nel 1
798,
aggiungendovi tre ca-
le di suppellettili, come riportai a Calvi sull'asserito da Uè
nonicati. Nel 1 7 8 Giuseppe del Pozzo
1 Chantal, Manuel des dates, e dall'avv.
canonico di Salerno sua patria, curò l'e- C\ìUA\<\\ìo, Spere 'iiogcografico.S\ccoirìe
stirpazione de'rinuo va ti abusi,e nella cat- altra simile azione seguì presso Calvi nel -
tedrale edificò sontuosamente la eappella la delegazione di Spoleto , e la descrissi
di s. Paride; fu benemerito delì'iiicremeu- nel voi. LXIX, p. 5 1, temo che sia una
lo del seminario e del sodalizio della Pie- singolar coincidenza, ovvero per la somi-
tà per l'associazione de'defunti, in die e glianza de'nomi di uno furono creduti due
col sacco si esercitò anch'egli. Con questi fatti d'anni diversi. Rovinata Calvi dal
terminandosi la serie noli! Italia sacra, la terremoto, per l'inclemenza dell'aria, la
compirò colle Notizie di Roma. Nel i
724 residenza del vescovo fu trasferita a Pi-
Domenico AnlonioCirillo napoletano, già gnataro, borgo cospicuo e capoluogo di
diCarinola; nel 746 d. \ngeloLongocas-
1 circondario, dacché la miglior salubrità
siuesedi Benevento; nel 1749 Domenico dell'aria vi attirò buona parte
degli abi-
Giordani di Manfredonia, che avendo ri- tanti di Calvi, da cui non
molto distali - è
nunziato nel 7 55 fu fitto arcivescovo di
1 te. La sede vescovile non ebbe origine nel
JN'icomedia in partibus e assistente al so- 1070, come indicai eoa Commanvil le a
glio pontificio, segretario della disciplina Calvi, né nel 1094 come vuole Ughelli,
regolare, ed esaminatore de' vescovi in s. il quale ignorò il nome del .°vescovo; ina 1

canoni; neh 755 Aniello Broya di Napoli; bensì uell'anno 44 di nostra era, quand o
nel 1 768 Gio. Giacomo Onorati di Lace- cioè l'apostolo s. Pietro vi predicò la fé •

dogna; nel 1777 Filippo d'Aprile di Gal- dee vi costituì per 1. "vescovo s. Casto, poi
lipoli; nel 1 792 Raffaele Pasca cassiuese di patrono della città e titolare della catte-
Capaccio; nel 1797 Nicola Vecchi di Ca- drale, secondo l'ultima proposizione con-
pii traslato da Conversano.
1 cistoriale. In seguito fu dichiarata su (fra
A C\lvi essendomi proposto in questo ganea della metropoli di Capua. Il Co-
articolo parla re de'suoi vescovi, per l'unio- leti riferisce invece ch'è sotto l'iuvocazio-
ne segui ta delied ne diocesi di Cai vi e Tea • ne dell'Assunzione di Maria Vergine, e la
no, mentre questa 2." vacava per morte descrive distinta in 3 navate con colonne
del vescovo Vecchi, procederò con Ughel- di grauilo orieulale , colla confessione e
-

TEA TE A 29
aliare maggiore d'elegantissima struttu- buone opere cessò di vi vere nel 567. Ro-
ra, ornata di colonne marmoree ,
simile dolfo fu carissimo a Papa s. Paolo I, e in-
essendo la cattedra vescovile dal lato del- tervenne al suo concilio del 761, lodato
l'epistola, ed il pulpito e il pavimento di per le sue qualità. Silvio siciliano liberò
nobili musaici di marmo. Vi si venera la sede di Calena da Drocheo ingiusta-
un'antichissima immagine della 13. Vergi- mente occupata e poi lo riconciliò con ,

ne, colle figure laterali di s. Gio. Battista Papa Stefano IV come seguace dell'anti-
e dis. Casto, e questo distico: NatePatris papa Costantino, e morì nel 70)7. Gli suc-
summi, deferto erìge Cales, - / irgofa- cesse Nicela che rifece l'episcopio; Passi-
ve, Baptiste fave, Tuaue Optime Caste. vo nell'823 riedificò l'episcopio e la ca-

Questo zelantissimo pastore converti in- nonica dirula, e intervenne nel concilio
numerabili idolatri a Gesù Cristo e li bat- romano dell'826; F. o Ferdinando per
tezzò, quindi ricevè la palma del marti- essere Cales diroccala si recò in Roma, e
rio nell'anno 66 e fu sepolto in Cales. Di fu dispensato dalla residenza da Gregorio
sue virtuose gesta trattano le lezioni del IV iiell'829, niorendo in Capua; Valen-
suo uffizio, diesi recitano nella stia festa tino dell'838 terminò i suoi giorni in Ro-
a'?.?, maggio, e riprodotte da Coleti, con ma, e gli furono celebrate l'esequie nel-
altre notizie. Per l'eccidio fatto da 'sara- la cattedrale di s. Casto in Cales. Andrea
ceni nell' b'4o di Minturno e Formia, il episcopus Calvensis sottoscrisse neH'853
corpo di s. Erasmo fu trasferito a Gaeta, il sinodo romano; Alderico Calvensù c~
perciò con tale esempio i calesi o calvesi piscopus del 979; N. episcopus Calven-
vi portarono quello di s. Casio e tuttora sis del 1094, col quale l'IIghelli avea in-
ivi si venera, nella cattedrale di Calvi es- cominciato la serie de'vescovi; Pietro di
sendovi soltanto un suo braccio, tolto di Capua delio4i; Tancredi di Capua del
forza a Gaeta dal capitano Nicola Mon- I 074; N. del 1 233, non conoscendosi gli

forleedagli uomini diPietramolara di cui altri predecessori. Odoarde cisterciense


era barone, e perciò i calvesi fecero esen- intervenne nel 1 245 al concilio di Lione
ti quegli abitanti da gabelle. Il 2. vesco- I ove con mirabile zelo e ardore inveì
,

vo che si conosca è Calepodio Cales epi- contro il persecutore Federico 11, che ivi
scopus verso l'anno 807, che edificò un Da Bo-
deposto, poi lo fece imprigionare.
altare in onore del predecessore s. Casto, ianoneli26o vi fu traslalo Palmeriojnel
e vi ripose il suo corpo. 11 3." Liberio Ca- 1260 Isembardo capuano; Gregorio ca-
les episcopus del 4°5 circa, lasciando la nonico di Calvi eletto dal capitolo e rac-
sua memoria in benedizione. Indi Ruffo comandato a Gregorio X, fu conferma-
Calenae episcopus, morto verso il 4 '4 to nel1272. Landolfo capuano Cales r-
e sepolto acornuemsto/oe dell'aitar mag. pìscopus morì nel 1289; Roberto napo-
gioie. Aurelio del 5o4, •' cui corpo dal letano Cales episcopus morì nel 1291;
suburbano cimiterio ov'era slato deposto, Enrico (piscopus ( 'alvensis nel 3o unì 1 1

fu trasportato in cattedrale presso l'alta- alla mensa


monastero benedettino di s.
il

re maggiore. Aucupio di Sinuessa vesco- Salvatore di monte Capranico. Federico


vo Caleno di gran virtù e dono profeti- del 3 Giovanni morì nel 324, fr. Pie-
1 1
1 ,
1

co, morì nel 5i3 e fu sepolto presso la tro francescano eletto da Giovanni XXII
sua sedia episcopale. Claudio da Roma re- nel 1 32.5,Taddeo vescovo di Cales capua-
catosi a menare vita eremitica nel monte no morì nel 332. Fr. Giovanni de Con
1

di Morsico, per la sua rinomata santità da (ivi francescano eletto vescovo d'Isernia
tuttoil popolo fu acclamato vescovo ri- dal capitolo, invece Giovanni XXII nel
pugnante, e morì nel 556. Leone di Ca- j 33?. lo dichiarò di Calvi. Persila rinun-
pita riparò la cattedrale, e dopo molle zia neh 34 3 Clemente VI elesse fr. Sle-
3o T E A T E A.

Dmo carmelitano; nel i 3 £5 fir. Giovanili co al concilio di Trento. Nel i 566 Paolo
d'Arpinio francescano d'esimia virtù; nel de Banco nobile diTerracina e ili Nane-
3 J.8 li Pietro de Brina francescano; nel 5n 5 Ascanio Mar-
-
i . li d'eccellenti doti; nel i

^3C)3. Rinaldodell'ordine di s. Spirito di chesini già vescovo Maiorense; neh 58o


Roma. Gli successe Antonio, indi Rober- Scipione Bozzato nobile n;ipoletano,chia-
to, poi Giovanni morto nel i 3rp, quin- io per dottrina, trasferito a Lucerà; nel
di Bartolomeo traslato a Sentali. Stefa- i'TiSs Fabio Maranta di Venosa, insigne
noGoberno o Gobenogià vescovo Nemo- nella giurisprudenza, virtuoso e indefès-
viense, poi arcivescovo di Corinto, inrli so nella cura dell'anime, visitò tutta la
d'Acerenza, e nel 1402 trasferitoa Calvi, diocesi, nel i 589 celebrò e stampò il si-

celebre giureconsulto e intimo consiglie- nodo, restaurò la una


cattedrale, edificò
le di Ladislao: gli fu commessa co'vesco- cappella e rifabbricò magnificamente la
vi di Sessa e di Teano la vertenza de'con- torre campanaria, ricuperò Caupona alla
(ini tra le diocesi di Cales e Teano, nei mensa, e rifece la pianta de'suoi beni e
quali furono posti i debiti termini. JN'el di quelli ecclesiastici di tutta la diocesi.

14 1 3AntonioGalluzzicapuano;neli4i5 Nel 6 q Gregorio del Bufalo nobile 10-


1 1

f'r. Antonio del Fede carmelitano fioren- mano;uel 1623 Gennaro Filomariuo no-
tino, dotto oratore, intervenne al sinodo bile napoletano e teatino, encomiato pa-
oli Costanza, e fu lodalissimopastore.Nel store; nel i6to Francesco M." Falcucci
i443 Angelo Mazziotti canonico capua- nobile di Gubbio, restaurò e consagrò la
no, unì alla mensa l'abbazia di s. Vitalia- cattedrale; nel 1 66 1 Vincenzo Caraffa no-
no per la riparazione della cattedrale qua- bile napoletano, abbate generale de'cano-
si rovinata, la restaurò, e consagrò l'alta- nici Lateranensi, ed egregio predicatore.
re maggiore. Nel 1466 Antonio, nel 1 49 ^ Neli6y9 da Policaslro vi passò d\ Vin-
AngeloMarollicapnano,MaureIioGioan- cenzo de Silva napoletano, trovando l'e-

uotti morto nel 5o5, indiMalteo Magna- 1 pi^copioquasi atterrato, l'archivio mano-
noOrsini romano traslatodaCittàDuca- messo da'napolelani, accomodò una de-
le fu lodato. Nel i5t 2 GabrieleOrsini no- cente casa in Pignataroe vi stabilì la sua
bile, nel 1019 rassegnò la sede con regres- residenza;donòalla cattedrale utensili sa-
so a Giovanni Galla arcidiacono di Ca- gii,fondò con sufficiente dote 3 canonica-
pua. Nel 1 543 fi . Bernardino Spada bo- ti 4 ebdomadari di padronato de'vesco-
e
lognese generalede'conventuali,dottissi- vi, celebrò e stampò 4sinodi,e si studia-

mo e illustre per pietà, mentre sembra- va d'erigere il seminario quando lo sor-


va destinalo al cardinalato morì e fu se- prese la morte. Nel 1703 Gio. Battista Ca-
potto in Roma nella cappella gentilizia racciolode'conti di s. Angelo somasco; nel
di s.Giiolamo della Carità. Neli544^1 a " 1 7 1 9 Giovanni Carafa nobile napoleta-
vino Gennari nobile napoletano, chiaro no traslato da Neocastro, chela morte im-
per virtù e scienza, ma poco anch' egli pedi; Filippo Positano nobile di Napoli e
visse. Berengario Gusman nobile, vendi- canonico della metropolitana, pio e vir-

cò il feudo di Bocchette alla mensa; nel tuoso, chiaro per sapere ed eruditissimo
1 55 1 Belisario Camberà canonico di Va- nelle lingue, beneficò la cattedrale, istituì
lenza, morì nello Gaspa- stesso anno; fi". le prebende del teologo e del penitenzie-

re Fossa nobile calabrese, dottissimo mi- re,edue mansionari di padronato de'suc-


nimo e cospicuo per virtù, fu con molta cessori, l'economo sagrista, riordinò il con-
1 iputazione al concilio di Trento e poi fuso archivio, ampliò il giardino delì'epi-
,

traslato a Reggio. Nel 1 56o fr.Ginlio Ma- scopio e questo restaurò, ornala cattedra-
guani generale de'conventuali, piacenti- le di arredi sagri e la migliori»; la men-
ilo di grau virtù, pietà e dottrina, si re- sa fu per lui aumentata, e fondò il semi-
T E A T E A 3 r

Dario. Con esso nell'Italia sacra finisce lenni alle romite. Il romitaggio è solo in

la serie de' vescovi eli Calvi, e la comple- Napoli: la congregazione delle oblate può
terò co'riporlali nelle Notìzie di Roma. esistere senza il romitaggio, non così vi-
Nel 1733 Gennaro M.' Danza di Tram ti- ceversa. Questa congregazione è sogget-
tola; nel r42FrancescoAgnello Fregiali'
1 ta all'ordine de' Teatini (V.) istituiti da
ni di Venafro; nel
Barletta, traslato da s. Gaetano patriarca àe* Chierici regola-
1
- Giuseppe Capece /.urlo I .) tea-
")(*>
f ri, patrono e apostolo della divina prov-
tino napoletano, Del 782 trasferito a Na- 1 videnza. Nel 1
547 a'7 agosto, nello stesso
poli e cardinale. Dopo oanni di sede va- 1 giorno in cui a Napoli era passato all'e-

cante, Del I7Q2 Andrea de Lucia di Mo- terna gloria s. Gaetano, ivi nacque Orso-
gnano diocesi di Nola. \ acando come dis- la (nome battesimale impostole o per es-
si la selle di Teano, Pio VII nella ci r co- sere venuta alla luce nella vigilia di
s. Or-

scrizione del legno delle due Sicilie, col- sola, o perchè alla pia madre glielo insi-

la bolla De uditori dominicele de'28 giu- . nuarono ss. Francesco di Paola e Luigi
i

gno! 8 18, UDÌ in perpetuo le sedi vesco- IX in singolare apparizioDe)da Girolamo


vili di Calvi e leanoaegue principaliter, e da Vincenza Genuina, esemplari goni-
le confermò sullraganee dell'arcivescovo tori, ambo nativi di Citara castello della
di Capua, e dichiarò i.° vescovo di Calvi Cava sulla costa d'Amalfi; però il padre
e Teano il prelato de Lucia che ancora ingegnere e architetto in Napoli, discen-
a
governava la i. Gli successero, Giuseppe deva originariamente dalla nobile fami-
Pezzella di Teramo e poi di Zela in par- glia Benincasa di Siena. Sino dal suo na-
tihus, cioè per coadiutoiia a*23 giugno scere e dalla fanciullezza, Dio manifestò
1828. Per sua morie, Gregorio XVI nel chiari presagi della futura sua santità, e
concistoro de'20 gennaio 834- gli sosti- 1 la Girolamo l'avea of-
B. Vergine, a cui
tuì mg.' Giuseppe Trama di Napoli, par- ferta eraccomandata appena nata, la pro-
roco di quella metropoli, ed esaminatore tesse ne' suoi pericoli. Ancora fanciulla
nuche pro-sinodale. A vendo poi rinunzia- di buon animo soggiacque a fatiche e di-
to due vescovati, il medesimo Papa nel
i spregi per piacere a Dio, piangendo i pec-
concistoro de'?. 7 aprile 1840 vi preconiz- cati altrui. Lavorava innanzi alle sagre
zo l'attuale vescovo mg.' Nicola Stetti ti i immagini di Gesù coronato di spine, della
di Cogenti, mansionario di quella catte- ss.Vergine Immacolata e di s. Caterina
drale, professore del seminario, parroco da Siena; tal volta esultando col canto d'in-
e predicatore, esaminatore sinodale. La ni divoti e preghiere. Frequentando la

mensa ascende a circa 4°oo ducati, gra- chiesa di s. Spirito in Napoli, si confessa-
vati di 600 per pensioni. Le due diocesi va dal p. Marco Marzianesi domenicano
unite si estendono per quasi 5o miglia, di non ordinaria pietà e gran pratica nel-
e comprendono 36 luoghi. la direzione delle anime, il quale l'istrui-

TEATINE DELLA SS. IMMACO- va Dell'esercizio delle virtù, osservando-


LATA CONCEZIONE, Oblate e Romi- ne disposto lo spirito. Il proprio ottimo
te, l irgines Theatinae ss. Conceptio- fratello Francesco, datosi «'buoni studi e
iiis, 1 irgines Solitariae ss. Conceptionis. ad edificante vita, ridusse tutta la fami-
Congregazione religiosa di donne ohlate glia a forma d'un ben regolato monaste-
e romite esistenti in Napoli e nella Sici- 10. Orsola ne profittò più di tutti, abbrac-
lia, fondale dalla ven.suor Orsola Benui- ciò un tenore di vivere totalmente spiri-
casa, che attribuì all'oblale la «ita attiva tuale , e die quindi segni di commercio
di Marta, e alle romite la contempla-
s. col cielo; moshandod 'apprendere più per
tiva di s. Maddalena, ed ambedue con vo- hi me superiore, eh e per istruzione del Ca-
ti, cioè impose semplici all'oblate, so-
i 1 tello, persino Dell'intendere 1 atn^i di qua-
32 TEA TEA
lunque libro latino e della s. Scrittura; camp, coperto d'una veste di saia nera,
Cognizioni che più adulta die a conoscere onde sembrò fin d'allora d'imitar l'abito
con istupore de'più scienziati teologi.A- teatino. Intanto il cielo la dispose a rice-
vendola condotta lamadre coll'altre so- vere il dono dell'estasi, venendo pel fuo-
rclle a diporto sul monte s. Elmo, ivi el* co dell' amor divino presa da agitazione
la ritiratasi in disparte, e raccoltasi qua- ebattimento di cuore, insieme a totalcon-
si estatica in orazione, riscossa dalla ma- cussioue esterna della persona. Per mor-
dre da sì dolce contemplazione, Orsola te del pio fratello e della degna sorella An-
rizzossiin piedi, e raccolte da terra 3 pie- tonia, fu costretta ritirarsi in casa dell'al-
tre, negiltò una dami lato, pronunziando tra sorella Cristina, il cui marito Fabri-
le parole che diconsi nella consagrazione zio Palmieri ne fu assai contento pel gri-
dellechiese: Locus istcj indi gettando la do che avea di singoiar bontà di vita. La
2/ pietraio altra parte, soggiunse: San- veemenza de'suoi commovimenti fu presa
ctus estj in fine rivolta a un 3.° luogo, per male epilettico, e persino si credè in-
geltòla 3.' pietra dicendo: in qùoordtScl' demoniata; però si conobbe provenire da
cerdos. Con ispi rito profetico così desi- Dio e da fi vori di spirilo. Penetrato il suo
gnò nel i ."luogo il sito ove fu poi eretto il cuore vieppiù dall' ai'dor divino e dalla
conservatorio e congregazione delle ver- più viva brama d'esser fatta una cosa stes-

gini teatine; nel i.° ove fu poi edificato sa con Dio, ottenne di ricevere la s. Co-
l'eremoo recinto per abitazione delle ver- munioneogni mattina, e nel riceverla ces-
gini romite; nel 3.° il sito incoi venne co- savano violenti sbattimenti, riempiendo-
i

struito l'edifizio pe'sacerdoti destinati al- sidi calma edi singolari dolcezze, che du-

l'assistenza delle vergini teatine e romite, lavano per ben 5 ore. Questo fu un clo-

Di 7 anni perde genitori, prestando lo-


i no caratteristico e particolare, di cui vol-
ro amorosa assistenza; indi patì infermi- le Dio fregiata Orsola fino alla morte, on-
ta, e calunnie da'parenli, da lei con gran de per antonomasia fu denominata l'Im-
pazienza sofferte. Ad insinuazionedel fra- statici/, e le deposizioni de'processi laeon-

tello divenuto sacerdote, e da cui Orsola fessano sempre vissuta in continua ora-
apprese fondamenti della maggior per-
i zione e estasi, uel tempo delle quali di-
fezione cristiana ad onta di sua debole
, veniva alfatto insensibile alle punture, e
compIessione,per l'ardentissima brama di fino a ricevere senza dolore leditacon-
consagrarsi a Dio chiusa in un chiostro di ficcate negli occhi. Bastava che movesse
rigida osservanza, divisò di ritirarsi nel parola, o udisse altri parlare di Dio,o del
monastero di s. Maria in Gerusalemme Crocefisso, o del divino amore, o mirasse
di Napoli, detto delle cappuccinelle, che una s. Immagine, ch'era tosto in estasi,
fioriva sotto la più austera regola di s. la quale prolungavasi or più ora meno,
Chiara in concetto di gran virtù. Ma seb- sentendosi bruciare e accendere nel mag-
bene le monache erano propense a lice- gior grado d'amor divino e perfetto. la-
veria, per la sua età dito anni e gracile di refrigerandosi con acqua gelata, que-
salute, e per essere compiuto il numero s'a diveuiva calda e fumante, udendosi
della comunità, non poterono ammetter- quel rumore e quel sibilo, che suol cagio-
la.Tra pianti e il rammarico si rassegnò
i narsi da un ferro rovente quando si get-
al volerediDio, impegnandosi con più ar- ta nell'acqua. Ritornata dall'estasi, invo-
dorè a formarsi di sua casa un chiostro, cava i dolci nomi di Gesù e di Maria col-

e sì accrebbe tanto negli esercizi mor- di le parole di amore, e con sagri canti, no-
tificazione e di penitenza, che sembrò vo- graziando Dio delle spirituali delizie go-
ler emulare o superare le claustrali stes- dute, come se venisse dal paradiso e dal
se. Si vestì di ruvido panno sulla nuda consorzio degli angeli e de'santi. Escla-
TEA TEA 33
mova: Amor
mio, sposo mio; non più Si- levano donarle. Non si può ridire la sua
gnore, Don più; basta, perchè il mio cuor contentezza e gli elogi che fece al monte,
fragile non è capace di tanta consolazio- nel quale il Signore manifesterà la gloria
ne, essendo io ima vile femminella. Iddio sua, ed ove verranno innumerahili ver-
la condnceva alla pei lezione con queste gini a servirlo e lodarlo, e beato chi polla
consolanti estasi; e talvolta anche alzata aver luogo su questo monte; siccome e
da tetro, anco in chiesa alla presenza de- sclamava con profetiche parole. Infitti da
gli astanti; onde tutta Napoli le ammira- orrido e sterile ch'era il monte, dopo che
va come prodigiose e l'acclamava santa. vi si stabilì la venerabile, divenne popola-
Indebolita da esse o da'rimedi presi quan- lo e giocondo per le tante case religiose
do credevano prodotte da fìsiche imper-
si e monasteri ivi aperti, per le chiese in o-
fezioni, fu sorpresa da mortale malattia, gni parte innalzate. Trovandosi colà se-
e ne guarì istantaneamente con istupore parata dal mondo e tutta raccolta in Dio,
di tutti e de'domenicani che l'assisteva- da lui ottenne Orsola le grazie più segni-
no al punto estremo. Bramando di vive- late e l'estasi più sublimi, ornata altresì
re in solitudine, per liberarsi dagli applau- di splendenti raggiecon occhi scintillan-
si, dalle lodi e dalle persone che ricorre- ti che sembravano stelle. Que'che la ve-

vano a lei, per divino impulso volle riti- devano, attestarono averla udita parlare
rarsi sul monte s. Elmo, ove il cognato co'celesti spiriti, cogli abitatori del para-
le procurò uno stanzino di tavole acciò diso, con Gesù e con Maria. Non mancò
quietamente potesse applicare all'orazio- Dio di farle penetrare i segreti e occulti
ne e goder le sue estasi, senza esser tur- pensieri altrui. Per la sua crescente san-
bata dall'occorrente popolo. Ciò non fu tità, l'arcivescovo le permise ritenere nel
sufficiente, e neppure il cambiamento di suo oratorio il ss. Sagramento, nel triduo
casa, laonde recossi dall'altro cognato De- della settimana in cui è tolto dalla pub-
siato Fasano,il quale le ottenne dall'ar- blica venerazione. 11 sacerdote spaglino-
civescovo di Napoli Annibale di Capua di lo d. Gregorio Navarro abbate di Fran-
erigere una cappelletta in casa, ove potes- cavilla, che talvolta teneva seco spiritua-
se udir la messa e comunicarsi senza an- li congressi e le celebrava la messa, fu
dar in chiesa, per evitar la folla del basso chiamato da Orsola, e da parte di Dio gli
popolo; ma nou potè minorare la molti- comandò di edificare una chiesa alla ss.
tudine de'nobili d'ambo i sessi, che a lei Concezione eli Maria. Restò sorpreso l'ab-
ricorrevano per conforto, per consiglio, bate pieno di meraviglia, poiché avea fat-
per edificarsi eper raccomandarsi alle sue to voto di fabbricare una chiesa alla 15.
orazioni, procurando ella consolazione e Vergine per grazia ricevuta nel giorno
sollievo a tutti. Non potendo durare que- appunto della ss. Concezione, eda taleef-
sto stato di cose, la volontà di Dio si ma- fetto preparata conveniente somma. Con
nifestò che dovesse abitare sul monte s. lagrime di tenerezza candidamente ma-
Elmo, e così non essere più frastornata. nifestò il suo occulto proponimento, si di-
Ivi trovatasi una casa a pigione di Gio. chiarò pronto a effettuarlo, e intuonò il

Tommaso de Magnati,con piccola cappel- Te Datììùn ringraziamento a Dio. L'ar-


la (e questo è il luogo in cui oggi dimo- civescovo ne fu contentissimo e si offrì al-
rano le con l'assenso ponderato
teatine), l'abbate di contribuirvi. Divisava d. Gre-
dell'arcivescovo vi si recò ad abitarla, ad gorio innalzar la chiesa sul monte di Po-
onta di essere luogo alpestre, deserto ed silipo in una casa che vi possedeva, e re-
esposto per la sua remota situazione a'ia- candosi a manifestare adOrsola il suo pen-
dronecci; ricusando tutte le olici te de'no- siero, questa se gli fece incontro e con pa-
bili sia de'loro palazzi, che di quanto vo- role estatiche disse: che la ss. Trinità co-
vol. Lxxur. 3
34 TEA TEA
mandava, che in quell' istesso lungo del scali, per cui colla carrozza del cardinal
giardino ove dimorava, si dovesse erige- Santorio, acuil'avea raccomandata l'ab-
re la chiesa, ed il lilolo ne fosse della ss. bate Navarro, visitò con gran divozione
Concezione di Maria Vergine, in quella le sette cinese e la Scala santa; indi Gre-
lerra dove già l'avea designata secondo gorio XIII, che seppe la sua venuta e l'e-

ia ss. Trinila. Per tal mio-


volontà della stasi avute anche in Roma, fece sapere al

xo portento, l'abbate conobbe la volontà cardinale che nel dì seguente l'inviasse a


di Dio, e senza più pose mano all'opera, Frascati. Pervenuta alla presenza del Pa-
malgrado le dicerie e gli ostacoli che in- pa,consua meravigliaede'famigliari pori-

sorsero, di già predetti dalla serva di Dio. tifici i, subito andò in estasi, dalla quale
Ih. "maggio 1 58 1, Orsola preso un Agnus ritornò a'sensi suoi chiamata da Ini, e idi
Dei, lo gettò ne'fundamenli, in uno alla baciò prostrata divotamente i piedi. Do-
i /pietra con l'abbate, e fattasi estatica la pò di che il Papa invitandola vicino a se,
benedì nel nomeeper ordine delia ss. Tri- vollebenignamenleascoltare l'ainbascia-
nità e della B. Vergine. Terminala l'està- la che voleva esporg'i; ed essa umiltnen-

si e la funzione, restò confusa e le dispiac- te da parte di Dio espose flagelli che i

que d'essersi arrogato un atto che solo slava per mandare, se il cristianesimo non
apparteneva al sacerdote, sebbene esegui- faceva penitenza, e nel suo discorso due
lo per impulso divino. Visitata poi dal- -volte riandò in estasi. 11 Papa le disse :

l'arcivescovo di Lanciano, e interpellata Prega il Signore che ci perdoni castighi i

quauti anni occorrevano pel compimen- themeritiamo,echeci minaccia pe'nostri


to e ufficiatura della chiesa in costruzio- peccati; e la licenziò colla sua benedizio-
ne; rispose Orsola, sarà fatta in mesi, co- ne, invitandola a restituirsi in Roma, ove
me seguì, e da dove la C. Vergine dispen- dal cardinal Santorio avrebbe saputo co-
serà le sue grazie nelle calamità e biso- sa dovea fare. Il cardinale fu incaricato
gni di Napoli. Terminata la chiesa con dal Papa di formare una scelta congre-
sua inesprimibile gioia per essere di con- gazione de'più riputali di Roma per dot-
linuo vicina al suo Gesù sagramentalo, ti ina, pietà e cognizioni nella direzione
tultavolla si trovò inaridita e fredda di delle anime, fra'quali vi comprendesse s.

spirito, e Dio espressamente le ordinò di Filippo Neri, per esaminare rigorosamen-


lasciarla e di condursi in Roma, poiché te lo spirito di Orsola, e riferirne i risnl-

adirato contro il cristianesimo dall'offese tati; perchè dubitavasi di sua semplicità,


enormi de'peccatoii d'ogni celo, minac- e che andasse soggetta a illusioni del ne-
ciasse su di essi imminenti e terribili ca- mico comune, da cui pure ne provenisse
stighi. Ad onta di sua ripugnanza, cleri- l'alienazione da'sensi. La congregazione
vata dalia sua umiltà, dal conoscersi nien- dopo averla interpellata, affidò intera-
te, semplice, ignorante, di nonessere ere- mente l'esame del suo spirilo a s. Filip-
duta , le convenne ubbidire e recarsi a pò, versatissimo anche in questo. Il san-
notificarlo a Papa Gregorio Nili, colla to eseguì l'incarico con tutta sagacità, e
benedizione dell'arcivescovo e del conles- per esperimentarla non poco la mortifì-
sore avendo essi conosciuto che Dio lo
,
umile e virtuosa, le dis-
co; e scorgendola
voleva, ed avea dichiarato a Orsola: Se se poi: Quello che io ho detto a le, dillo

tu non vai, manderò al inondo castighi, i tu a me. Intanto i maldicenti sparsero le

e leverò a te le grazie che ti ho date, e piìi assurde calunnie, sì in Napoli che a


per segno che io li mando, ti manterrò R.oma.Posciacontiuuòasoggiacereagra-
il dono dell'estasi che li diedi, e giammai vi prove del suo spi ito,
i ma essa die se-
l'abbandoneiò. Giunta a Roma a'3 mog- gni non equivoci di sua virtù. Nuovi e-

gio 1082, trovò che il Papa era in Fra- sperimenti fece s. Filippo, e si confermò
TEA TEA.
della sua verace virtù. Il cardinal Santo- considerarsi «sempre per niente,acciò il ne
rio la comunicò nella sua coppella, e pas- mico comune non la spogliasse d'ogni be
sale le 5 ore della consueta estasi, vestito ne, tutto dovendo riferire solo a glori.» di

pontificalmente l'esorcizzò come fosse in- Dio; le predisse che sarebbe stato protet-
demoniata ma con risultato edificante,
,
trice di Napoli, e passeggiando insieme le
Novelle prove si presero di Orsola, cuiel- disse che poi avrebbero ambedue ciò fatto

la egualmente superò con meraviglia dì inparadiso. Il santo nel licenziare Orsola,


tutti, con concetto di santità presso ro- i richiese per memoria la di lei corona, ed in
mani die facevano a gara per vederla e la ricambio levatasi la propria berretta dal
chiamavano santa.Continuandos. Filippo capo, gliela pose in segno di benevolenza
ad esercitarla quotidianamente con parole in testa, dicendole : Quando ti levi la io-

aspree scongiuri, laseparòda'suoi parenti vaglia dal capo, ti pollerai questa, acciò

che l'aveano accompagnata, collocandola non ti faccia male. Dipoi questa berretta

nella casa d'un prete spagnuolo adiacen- la venerabile la tenue sempre carissima
te alla chiesa di s. Michele arcangelo in nel suo Oratorio, e indi le suereligioseco-

Dorgo, in angustostanzolinocon fìnestrel- me una reliquia di quel gran santo. Al-

la rispondente alla chiesa, da cui era in l'articolo Berretta notai, che in memo-
continua adorazione del ss. Sagramento, ria della donata da s. Filippo, per i>pe-
sulla quale per memoria fu posta onori- ciale privilegio la superiora delle teatine

fica isciizione.il prete di quando in quali- ili Napoli, nel coro e ne' capitoli tuttora
do scongiurava e comunicava, conti-
la usa la berretta clericale. Ad evitare il coll-

imando nelle sue estasi, le quali si ritmo- corso de'romani che l'acclamava per san-
varono quando s. Filippo la faceva con- ta, e alcuni volevano ritenerla in Roma
durreins. Girolamo della Carità. A viep- per fondarvi monasteri, parti notte tem-
pio provarla, il santo la fece passare pres- pò. Tutta Napoli si commosse all'arrivo
so alcune sue penitenti, vicino a s. Maria di Orsola, che ritornava trionfante per le
in Vallicella, acciò fosse esercitata inser- vittorie riportate nelle provegloriosamen<
vigi umilianti e disturbata fino nelleora- te sofferte, e dell'approvazione fattasi in

zioni; ma prove riuscirono imiti-


tutte le Roma del suo spirito e di sue estasi. Re-
li, ogni cosa solfrendocon giovialità e for- stituitasi presso la chiesa di monte s. El-
tezza d'animo. La minacciò s. Filippo di mo, riprese i suoi esercizi di pietà; ma o
farla trasportare all'inquisizione, ed ella pel gran concorso del popolo che anda-
serenamente si mostrò pronta asottomet- va asturbarla, o per le istanze dei cogna-
tervisi. Privata della s. comunione, eri- to Girolamo Tagliaferro onde averla net-

dotta perciò quasi a morire, fu ravviva- la propria casa nel borgo delle Vergini,
ta dalla ss. Eucaristia, e s'incominciò ad o perchè volle su di lei prenderne altra

approvare il suo spirilo ed a confessare prova Roma, da questa fu ordinato alla


la sua bontà, richiamandosi da Napoli i venerabile di ritirarsi col cognato, ed el-
suoi parenti per ricomlui vela. Conferma- la con ilarità proni unente ubbidì. Sospi-

lo il suo ottimo spirito con applauso u- rando poi il suo monte, inaspettatamea-
niversale, si recò a congedarsi dal Papa, te venne avviso da Roma che si lasciasse

vi restò in estasi e fu da lui benedetta. Al- tornare alla sua solitudine, con libertà di
treltanto fece il cardinal Santorio, che si adunarvi donzelle, e di (ormarvi istituti,

rallegrò con lei della felice riuscita degli quando a lei piacesse,
sperimenti fa tti con penose prò ve, risultali- Giubilante la ven. Orsola restituitasi
li per lei del maggiore onore. Anche s. Fi- in Elmo, ne rese affettuosi ringrazia-
s.

lippo la confortò, dichiarando d'aver co- menti a Dio, aumentandosi sempre più
nusciuto che Dio ero cou lei, e l'esortò di nella santità di vita e odia lama che go-
36 TEA TEA
deva. Die quindi opera a formare un'a- spirituali, 1' affidò a' filippini di Napoli
dunanza o congregazione di donzelle, per della congregazionedell'< J/7//0/77) istitui-
divina ispirazione, dando principio alla ta da s. Filippo, lasciandoli perciò eredi
fondazione nella sua casa con 6 nipoti e della chiesa, delle case e de' terreni adia-

3 sorelle sue, con permesso de'superiori. centi, acciò venissero ad abitarvi, per po-
Subito da Napoli si fecero istanze da di- ter agevolmente accorrere a'bisogni spi-
verse giovinette, per esservi ammesse a rituali delle religiose. Suor Orsola restò

partecipare delle sante istruzioni e de' afllitta da tali disposizioni, vedendosi a-

virtuosi esempi. In breve le concorrenti ver perduta la chiesa; e siccome filip- i

giunsero a 6o, e ricusando ella d'esserne pini dichiararonsi impotenti ad assume-

superiora, di cornuti consenso fu eletta la re la cura spirituale, la venerabile otten-


sorella Cristina, ch'era stata la sua costan- ne generose somme dal duca di s. Agata
te compagna, non minor pietà e pru-
di Gio. Tommaso Coscia e da altre pie per-
denza; tutte però riguardando Orsola per sone, e con esse potè ricomprare tutte le
fondatrice, la chiamavano madre. Essa proprietà del defunto. Occupandosi suor
prescrisse le costituzioni, molto conformi Orsola del buon regolamento della con-
a quelle de'teatini, tutte spiranti soavità gregazione, essa manifestamente venne
e dolcezza: elesse a protettori della con- protetta dal cielo,ecolle sue orazioni più
gregazione la C. Vergine, s. Michele ar- volte sollevò Napoli da disastri. La con-
cangelo, il patriarca s.Giuseppe, e s. Pie- gregazione progredendo fioriva, in uno

tro principe degli apostoli. Siccome la sua allo stabilito educandato; dopo 32 anni
chiesa era sotto l'invocazione della ss. Con- dalsuo principio, divenne confessore del-
cezione di Maria Immacolata, così chia- la comunità il p. d. Lorenzo Santacro-

mò la congregazione della ss. Immaco- ce teatino, i cui correligiosi già praticava-


lata Concezione di Maria I ergine, sta- no monastero cou confessare e piedi-
il

bilendo che ogni sabato si cantasse la mes- care, per cui maggiormente si era statui-
sa della ss. Concezione, ed ogni giorno in to dalle religiose di ritenere il loro abito
privato ciascuna religiosa recitasse l' uf- e imitarne l'esemplare istituto. Frequen-
fizio della B. Vergine, se non si fosse re- tava il monastero auche il teatino p. d.
citato in coro coll'uilizio divino, poiché Matteo Santomagno, allora prepositodi
sono obhhgate l'oblate di recitarli ambe- s.Paolo Maggiore di Napoli, e questi for-
due quotidianamente. Prescrisse l'abito se fu il i.° de'teatini, a cui per lume avu-
nero, senza professione solenne di voti, to dall'estasi suor Orsola mostrò di voler
ma una pubblica oblazione, e senza clau- essere colla sua congregazione diretta e
sura. Suor Orsola fu visitata ripetutamen- governata da'teatini. Oltre l'intelligenza
te da'pp. Baronio e Tarugi filippini e poi e unione di spirito che la venerabile avea
celebri cardinali] e l'abbate Navarro e- col vivente s.Audrea Avellino.ebberocon
difìcò presso la casa religiosa un' abita- lei colloqui altri ragguardevoli teatini ,

zione per se e sua famiglia, per accorrere fra' quali Francesco Olimpio
il veti. d. :

a 'bisogni spirituali di suor Orsola e go- tutti questi talora le parlarono d'un luo-

dere di sua santa conversazione, compia- go di ritiro, che si sarebbe potuto forma-
cendosi della scuola di virtù che ivi avea re vicino alla congregazione, onde la ser-
aperta a tante figlie, senza legami forzo- va di Dio promise di chiederlo al Signo-
si, edel buon uso cui era impiegata la sua re, il quale le dichiarò la sua volontà. Do-
chiesa. Vicino a morte, e volendo lasciar po d'averla fatta fondatrice delle teatine,
la serva di Dio e la sua congregazione volle che fosse altresì istitutiice d'un ro-
sotto la perpetua cura d'alcun ordine re- mitaggio, che dovea essere un ricetto d'a-
golare, che la guidasse nelle sue pratiche nime eielle, ed un ornamento, decoro e
TEA TEA 37
sostegno di Napoli. Ella però non ebbe il pregò perchè tali grazie non fossero cir-
il contento eli veder in vita eseguita que- coscritte alle religiose romite, ma estese
st'altra fondazione, ma avendone lasciate persone del secolo. Ella vide
altresì alle
tutte le disposizioni e il dettagliato dise- allora uua quantità di angeli andar per
gno, sì riguardo al materiale del sito, co- tutto il mondo spargendo que'sagri sca-
me formale delle regole e sante pra-
al polari cerulei. Comprese la venerabile il

tiche diesi doveano osservare, ne ha tutta significato, e cominciò a fare e distribui-


la gloria di fondatrice. Nel giorno della re gli scapolari simili a quelli veduti nel-
Purificazione di Maria del i6i 7, essendo la visione. Nell'articolo Concezione Im-
rapita in estasi dopo la comunione, eb- macolata della Vergine Maria, nar-
B.
be chiara rivelazione da Dio e dalla B. rai che neh 671 Clemente X die il sin-
Vergine, di doversi formare un nuovo goiar privilegio e facoltà a' teatini di be-
monastero contiguo a quello della con- nedire con proprie orazioni e distribui-
gregazione e claustrale; e che le abitatri- re a'fedeli gli Scapolari turchini, deno-
ci dovranno chiamarsi Romite dell' Im- minati Abitini (de' quali divozionali ri-
macolata Conce-ione, in numero di 33 parlai a Superstizione, siccome a questa
corrispondente agli anni cheGesù Cristo sostituiti) dell'Immacolata Concezione
dimoiò in terra, senza le sorelle che han- di Milvia 1 ergine; e che Clemente XI

no da servire. Prescrisse il Signore colla neh 7 10 concesse l'indulgenza plenaria,


sua Madre il santo loro tenore di vita ri- anche in orticaio morti-i, a tutti quelli
tirato e austero, e che vestano di turchi- che porteranno tali scapolari; indulgen-
no e di bianco, di panno non tanto gros- za che pur accordò a chi visiterà nella fe-
so, né tanto sottile, cioè colla veste bian- sta della ss. Concezione una chiesa de'tea-

ca e col manto e scapolare turchino. Che tini o delle teatiue, e di 7 anni e


7 qua-
oltre i 3 solenni voti, facessero il 4-°di per- rantene a quelli che le visiteranno nelle
fetta clausura, poiché doveano essere to- altre feste della Madonna. Per la bene-
talmente separate dal mondo, e perciò dizione di questi scapolari, gli ascritti par-
dette eremite, senza aver più commercio tecipando a'beni spirituali de'teatini, go-
e contezza de'parenti e amici, e delle co- dono d'un numero stragrande d'indul-
se del secolo, e senza neppure comuni- le quali quella di 6 Pater, ève e
genze, fra
care colle religiose della congregazione, Gloria alla ss. Trinità in onore dell'Im-
se non con quella che sarà destinata a macolata Concezione, per cui si lucrano
provvederle del necessario alla vita per tutte l'indulgeuze delle visite delle basi-
mezzo d'una ruota. Nella suddetta rive- liche di Roma, di s. Giacomo di Compo-
lazione la B. Vergine con tra le braccia stela, della Porziuncola ede'Luoghi san-
il divin Figlio, comparve in atto di por- ti di Palestina. Il regnante Pio IX ha con-
gere a suor Orsola Scapolari tur-
i sagri ceduto al p. generale de'teatini la facol-

chini della sua Immacolata Concezione, tà di concedere ad altri del clero secola-
per promuovere in tutt'i cristiani popoli re e regolare di poter benedire e impor-
insieme colla divozione dell' Immacolato re i detti scapolari, con l'annesse indul-
suo Concepimento la riforma salutare al- genze, alle quali si acquista diritto nel'
tresì de'pubblici costumi. L'origine del- l'atto dell'imposizione fatta da un teati-
l'abitino ceruleo, neh' ultima vita della no o da altro sacerdote che ne avesse ot-
'\eii. Orsola, ecco com'è narrato. Dopo- tenuto facoltà dal p. generale de'teatini.
ché Gesù Bambino nella visione ebbe ma- Sempre i teatini nelle missioni pontificie
infestati) alla venerabile l'istituzione che loro allìdate, cogli scapolari diffusero la
volea del romitaggio, e promesso granili divozione e il culto pratico del mistero di
grazie a quell'auiuie elette, la venerabile Mjiia concepita senza di ueo di colpa
io TEA TEA
ed inogni tempo i teatini con zelo instati- de. Entrali i
pp. teatini al governo spi-
cabile lo sostennero colle opere e cogli rituale e temporale delle teatine, si die-
scritti.Ebbe poi la venerabile il conforto rduo tutta la sollecitudine di promuove-
eli vedercalcuuedella congregazione pra- re il sollecito coni inda mento del ronìi-
ticare le regole formate per le romite, si- (aggio, e neh 633 a' io giugno si pose la
1
no al numero di 7, e doveano arrivare a i.' pietra per quel nuovo monastero, con
12, fra le quali distinguevate d. Olita-
1
tutta solennità ed esplosione di tuttelear-
pia e d. Chiara sue nipoti, e pili ancora tiglierie. Persone d'ogni sesso e condi-
d. Giovanna Àmodeo fervorosissima e cbe zione mirabilmente contribuirono all'e-

ne desiderò anche l'abito, onde suor Or- lezione, e Dio a intercessione della ve-
sola la citiamo ritratto delle future tomi- iterabile risuscitò uno scultore lavorante
le, capo e principio di esse. Eormate le caduto dal cornicione e morto. Dopo al-
regole pel romitaggio, le sottomise a'su- coni ostacoli e ritardi fu proseguito l'e-

perioti de' teatini se vi fosse d'uopo di difìzio, e la città dopo la pestilenza del
eoi lezione o moderazione, conformando- 1 656 volle sciogliere il voto, portando so-
si in tulio al loro giudizio. Nondimeno lennemente la statua della ss. Immacola-
l'ordine teatino mostrò ripugnanza d'as- ta Concezione, fatta per opera della ve-
>uuicrsi il [teso della direzione e gover- iterabile, in ringraziamento del cessato
no della congregazione già formata, e del- Jlagello, e nel 1G67 fu compito, collocan-
i'eremo cb'era per fondarsi, e per vari dosi sulla porta della cbiesa dell'eremo
anni si mantenne renitente malgrado le una lapide marmorea, ove si legge: Omini
suppliche ripetute da suor Orsola negli / irgini sin.' labe conceptae, sarwtimo-
(il timi suoi sospiri, dalla città di Napoli medium Heremum vai. Metter Ursula
e da vari suoi personaggi. Dopo la morte Beniiicasa delegit, instituit, oc Tee/lino
della venerabile la città clte l'avea eletta regimini addìxìt. Allora si elessero le re-
in protettrice e con volo erasi obbligala ligiose che doveano entrarvi per le pri-
fabbricar monastero delle romite, nel
il me a dar principio all' eremo, e ne furo-
162 1 Pioma ilean. Montanari per
spedì a no scelte 12 da'monasteri di clausura più
ottenere da Gregorio XV l'approvazio- rigida di Napoli, comprese 3 della con-
ile delle regole dell'eremo, e perchè tati- gregazione delle teatine, oltre una leati-
to questo che la congregazione si accet- na del monastero di Palermo fondato nel
tasse da'pp. teatini sotto la loro cura. Le 1 65 1 (dalla principessa Francesca d'A«
regole delle romite buono approvate a' ragotia, e ne prese l'abito come appren-
23giugnoi 623 da GregorioXV conbre- do dal p. Ilelyot), e fu dichiarata prepo-
ve apostolico, nel quale sono pure i rapii- sta e superiora delle romite d. Maddale-
cilamettte approvate le oblate; ma la ri- na Orsini figlia del duca di Gravina, trat-
pulsade'pp. teatini continuò sino ali 633 , 1
ta dal monastero della ss. Trinità. JMa di

allorché eletto preposi to generale dell'or- poi e tuttora la superiora delle romite ha
dine il suddetto p. d. Matteo Santoma- il titolo di priora. Ritornando a suor Or-

gno, depositario delle ultime volontà e sola, granile fu la fama di santità che go-
desiderii della venerabile, indusse i pa- de in vita e dopo morte, d'altissimi per-
dria cedete all'istanze di tanti personag- sonaggi, cardinali, nunzi di Napoli, ve-
gi, alle preghiere e alle lagrime delle re- scovi e servi di Dio, nou che presso ogni
ligiose e della stessa città ili Napoli, ed genere di persone, sovrani, principi reali,
accettarono governo della congregazio-
il viceré e viceregine, ed ancor vivente fu
ne delle teatine e dell' eremo, e l'aggre- eletta da Napoli per sua protettrice; mol-
garono al proprio online colla compar* ti furono i miracoli che [ter virtù divina
tecipazioue de'privilegi e grazie che go- operò in vita e dopo la beata sua morte,
TEA. TEA 39

il cui giorno essa indicò, dando contezza Gesù Bambino con die le insegna a
libro

di sua vita al p. Santacroce suo confes- leggere; la?.. Testasi avanìiGregorioX.1 li;
sore per ubbidienza, e lasciando santi ri la 3.' il cardinal Santorio cbe la scongiu-

cordi alle sue figlie. Le ringraziò della ra; la ,\.' $. Filippo cbe le comanda far

compagnia a lei lenuta,cbiese loro perdo- comparile il sole, il (piale apparisce di-

rlo delle colpe commesse, e le pregò di tu- rodandosi le nuvole; la 5.' s. Gaetano cbe
mutarla nella sepoltura comune. Avvici- le presenta un libro aperto o le costilu-
a
nandosi suor Orsola agli esti end giorni, zioni de'leatiui; la 6. Gesù Cristo e la B.

sì per l'acerbità maggiore de'doluri cbe Vergine cbe ricevono la sua anima ap-
di continuo solfi iva, sì per l'inappetenza pena spirata; la 7. Gesù cbe comparisce
'

onde le produsse un totale sfi-


del cibo, alle teatiue con 3 triregni di diverse gran-

Dimenio di forze, ricevuti da lei ss. Sa- i dezze, e accennando altro stemma d" A-
gramenti con divozione e tenerezza, non lessa ndro VII. Dopo avere con l'autori-

cessando da'suoi estatici raccoglimentrohe tà dell'encomiata e copiosa Vìta t estrat-

vn'ppiìi raccendevauo,lìnaltuenteconse- ta da'processi apostolici e dal mss. del p.


reno ridente volto rese lo spirito a Dio Santacroce delle preclare azioni della veu.
la notte della vigilia di s. Orsola del t 61
8, suor Orsola, compendiosamente trattato
d'anni 71. 11 suo cadavere rimase tiessi- dell'origine delle teatine e romile.ora con
bile in tutte le membra, e movea a divo- altriaggiungerò altre nozioni sull'istitu-
zione in mirarla. Indi apparve a due ni- zione delle medesime. Il p. Flaminio da
poti ead altre persone immenso fu il ; Latera minore osservante, nel Comperi"
concorso del popolo a venerarla soprat- dio della, storia degli ordini regolane'
terra e sepolta, molti i miracoli fatti. Fu sis tentis nel
t. 4,p- 2 ragiona: Delle tea-
'

deposta dopo 3 giorni nella chiesa della tino delV Immacolata Concezione luco-
ss. Concezione, ed apertosi dopo4 anni il tuincia a dichiarare le due diverse spe-
sepolcro, fu trovato il di lei corpo intero ciedi Teatine istituite dalla veu. suor Or-
r
e incorrotto. l io VI con solenne decreto sola Benincasa, di oblate con voti sem-
pubblicato a'7 agosto I7q3 nella cbiesa plici, edi romitecon voti irrevocabili, tut-
Andrea della Valle de'tealini di Ro-
eli s. te soggette a Teatini. Dato un lieve cen-
ino, approvò l'eroiche virtù della vene- no di sua portentosa vita, narra cbe nel
labile suor Orsola. Abbiamo: ì ita del- 1 583 die principio alla sua congregazio-
la ven. serva di Dio suor Orso/a Be- ne delle teatine, cbe la venerabile formò
rancata fondatrice delle monache tea- di 66 religiose in onore degli anni cbe se-
tinc. e del romitaggio della ss. Conce- condo alcuni visse la B. Vergine in terra
zione di Napoli, scritta da un chierico (nell'articolo Corona ni s. Brigida, con
regolare teatino, e dalle stesse teatine altri dissi recitarsi in onore de'63 anni cbe

dedicata a sua Maestà la regina delle Madonna). Altrettan-


diconsi vissuti dalla
te Sicilie. Roma
796. Ne' voi. IV, p.
1 to riferisce Bonanni gesuita, nel Ca-
il p.

24» LUI, p-4 2 dissi che sono possessore


> talogo delle vergini dedicate a Dio, p.
d'una mirabile canna volgare gradita o 9 5, e riporta la figura come vestono le

incisa con figure, fogliami, grappoli d'u- teatine; osservando che non le obbligò la

va e arabe>chi, già donata al sanese A- fondatrice a'3 voti solenni, ma solamen-


lessandro VII, il cui stemma ha laterali tea pubblica oblazione, perchè volle che
le ligure della Chiesa e della Giustizia, vivessero per puro amore rinchiuse; esic-
euna gloria d'Angeli avvi da' lati del tri- come la ven. Orsola dubitò che la con-
regno,indi seguono 7 rappresentazioni ii- gregazione potesse mancare dopo la sua
guai danti la ven. suor Orsola Benincasa, morte, per rivelazione divina ordinò che
e loro iscrizioni. Esse esprimono: lai/ si assoggettasse all'ordine teatino. Dichia-
4o TEA TEA
railp.da Latera,che le loro principali re- le maniche larghe, e legata con un cingo-
gole sono le seguenti. La recita dell'uffizio lo di lana. Inoltre portano in capo un ve-
divino senz'alcun canto concertato, come lo bianco, senza soggolo, invece del qua-
si recita tla'pp. teatini, e di quello della le fanno uso del collare della veste, simi-

Madonna in privato. Un'ora d'orazione le a quello de'teatini. Rimarca il p. Do-


la mattina in comune, e un'altra dopo il Danni, essere 1' abito di saia nero quello
\espero, oltre la quotidiana recita del /e- usato dalle vergini della primitiva chie-
ui creator Spiritus. e del De profundis sa, secondo la testimonianza del Daronio.
dopo noua. La superiora e le al-
l'ora di Non escono mai dal monastero, ed a lo-
tte sorelle fanno a vicenda un'ora d'ora- ro non si può parlare che per la grata, co-
zione avanti il ss. Sagramento, per l'ado- me suole praticarsi colle religiose obbli-
razione diurna e notturna, nella circostan- gate alla clausura. Quindi il p. da Late-
za dell'esposizione del medesimo; ed in o- ra passa a dire delle romite, tra le quali
gni venerdì nelle lorochiese si espone pub- ponno ritirarsi le teatine più inclinate al-
binamente, mentre molte di esse stanno la solitudine,non potendo con esse comu-
in coro a orare, ricevendolo poi nella s. idearle romite. Chele teatine passate tra
comunione nelle domeniche, uè' merco- le romite, (piando si ammalano ritornano
ledi e sabati, ed in tutte le leste. In ogni allacongregazioue,cguaritesi restituisco-
giovedì dopo mezzodì cantano in coro
il noal romitaggio. Quest'asserzione del p.
il Pange il I cui creator Spiri-
lingua, da Latera non è vera, poiché la ven.Orso-
tuSf e l'antifona dell'Immacolata Conce- la prescrisse che le oblate e le romite non

zione. E' loro permesso di cantare nelle si vedessero ne vive né morte. Tanto le

proprie cellealcune canzoni spirituali, ma religiose della congregazione, che quelle


è loro proibito sì in chiesa che in casa dell'eremo, tutte sono teatine; ma le ro-
1' uso degli organi e di qualunque stru- mite sono veramente monache per pro-
meuto musicale. Ogni 5 giorni, 1 di vener- fessareda loro i voti solenni, le altre con-
dì, sono tenute ad accusarsi de'lorodifet- siderandosi oblate. Il p. Bonanni che e-
ti nel capitolo, e nell'avvento, nella qua- gualmente a p. 4-5 Iie riporta la figura e
resima, e in tutti i mercoledì e venerdì, ne parla, cou l'autorità del p. d.Gio.Bat-
a flagellarsi con discipline. A'digiuni del- tista Bagatta teatino ed altro scrittore
,

la Chiesa aggiungono quelli delle vigilie della vita della ven. suor Orsola Beninca-
dellefeste delss. SagramentOjdeirimma- sa, ecco come ne racconta la sua fonda-
colataConcezioneédelIaPurificazionedel- zione. La ven. suor Orsola dopo aver i-

la Madonna, e sono esortate a portare il stitnita la congregazione della Conce- ss.

cilizione'venerdì. E loro prescritta altre- zione, designò di formare un eremodi ver-


si una certa corona- che debbono recita- gini per attendere alla vita contemplati-
re ogni giorno, insieme con una 3. par- va, e ciò per rivelazione divina, pe'doui
le di Rosario; la celebrazione d'uua mes- cheavea di estasi e di profezia, cioè quan-
ta, da cantarsi ogni sabato in onore del- do rapita fuori deseusi vide la ss. Vergi-
l'immacolata Concezione, e di celebrare ne vestita di bianco con manto ceruleo o
con molta pompa, anche con musica, la turchino, e il s. Bambino con una veste
di lei festaper 3 giorni continui, e colle- nera in mano, e molte vergini alla destra
sposizione del ss. Sagramento, al dire del di lui vestite come la Madre, ed altre al-

p. Bonanni. Si raccomanda loro il lavo- la sinistra vestite di nero. Le parve che


ro delle mani, la vita comune, la pover- il s. Bambino facesse passare alcune di
tìi e le altre virtìi; come ancora di porta- quelle vestite di nero nella classe delle
re l'abito de' tea tini, cioè una tonaca bian- bianche. Le disse allora la C. Vergine, che
ca ai di sotto, e sopra uua veste nera col- Dio voleva in quel luogo del monte s. El-
a

TEA TEA 4 r

ino e vicino nlla casa della congregazio- Li. rimarcai più tardi aver i teatini assun-
ne, die si erigesse un eremo nel e j 1 1 I e vi- toil governo delle religiose, e posterior-

vessero 33 vergiui,oltre 7 serventi, le qua- mente si fabbricò I' eremo), dal quale Cle-
li segreealed'ogni umano consorzio, s'im- mente IX con breve de'q luglio 1 668 le
piegassero sempre in orazioni, penitenze tolse, riponendole nell'ubbidienza de'tea-
e altri esercizi spirituali. Narra il p. ila tini.' Per le proprie costituzioni le romi-
Latera che il monastero o eremo è con- te sono tenute d' astenersi sempre dalla
tiguo alla casa della congregazione, ha la carne, tranne nell'infermità; a digiunare
Mia chiesa particolare, ed è separalo dal- nelle vigilie delle feste della B. Versine,
la stessa casa da una sala, in cui sono due e più rigorosamente in quelle dell'Imma-
porte,una per entrale in questa, l'altra colata Concezione, dell'Ascensione e del
nel monastero o romitaggio. Vicino alla ss. Sagramenlo; in tutti i sabati e nei due
porta della congregazione vi è una scala ultimi giorni di carnevale, oltre i digiuni
per cui s'introducono le provvisioni al- della Chiesa. In lutti i venerdì debbono
l'una e all'altra comunità necessarie. Si tenere esposto Sagra mento per 5 ore,
il ss.

ricevono queste dalla superiora della con- e fargli continuamente orazione 5 religio-
gregazione, la quale deve provvedere le se. Ne'venerdì sono pure tenute a porta-

religiose romite di tulio il bisognevole, re il cilizio per più ore, così in quei del-

onde non abbiano mai occasione d'affac- l'avvento e della quaresima; ed ogni io
ciarsi alla porla della sala comune d'am- giorni ne' mercoledì si fanno la discipli-
bo le imperocché la ven. istitutri-
case; na, oltre altre non interrotte mortifica-
ce, sebbene fondò leoblate e le romite sot- zioni e penitenze. Quelle che si ricevono
to la medesima invocazione dell'Imma- nell'eremo devono aver 20 anni, e farne
colata Concezione, incaricò le oblate del- due di noviziato. Quando sono ammesse
l' ullizio di Marta coli' amministrazione alla professione, pourio entrar nella chie-
delle cose temporali, le romite di quello sa e trattenervisi per un giorno intero coi
di Maddalena senza essere distratte dal- più stretti parenti, senza speranza di più
la vita contemplativa e solitaria, in che rivederli eparlarci, ed in questa circostan-
si obbligano cou solenne voto. Da detta za pranzano nel refettorio delle sorelle
sala si passa in altra, di cui apre la por- della congregazione; sebbene questo con-
ta la superiora, allorché vi è urgentissimo cedesi solamente a quelle, che dalla vita
bisogno d'introdurre nell'eremo il con- secolare passano immediatamente all'e-
fessore, il medico, il chirurgo e altri, qua- i remo, poiché quelle che passano dal- vi

li affinchè non s'internino nel monastero, l'oblate, potino nel detto giorno trattener-
l'infermeria dev'essere vicino alla porta. si soltanto colle sorelle di esse. Rinnova-
Nota ancora il p. da Latera, che quando no i loro voti due volte l'anno, cioè nel-
Gregorio XV confermò le costituzioni le feste della Purificazione e di s. Gaeta-
dell'eremo, già scritte dalla ven. suor Or- no. Quantunque il numero delle coriste
sola, soggeltòlereligiose alla giurisdizio- sia limitato, non lo é quello delle conver-
ne e visita de' teatini, ma che l'arcivesco- se. L'abito loro consiste in una veste di
vo di Napoli le visitasse una sola volta, e panno bianco, serrata con cintura di cuo-
per quella le romite l'ubbidissero; e che io, nello scapolare e manto turchino, por-

iieli(i>4 Libano Vili l'esentò dalla giu- tando il velo nero e il soggolo come le altre
risdizione de'teatini, e le soggettò a quel' monache. Aggiungerò riferire il p. Bonari-
la del nunzio apostolico di Napoli (questo ni, che incedono scalze e comandali come
racconto mi sembra inesatto e non cor- le cappuccine; ma veramente esse usano
rispondente al surriferito, ove colla esat- calze e sandali. Il P. llelyot, Storia de-
ta e critica / ita della vtn. suor Orto* gli ordini religiosi, ucl t. 4,cap. i3, tie-
4i TE A TE A
ne proposito: Delle Teatine dell'lmmaco- ponimento, onde registrare anch'io nella
lata Concezione della ss. Vergine, delle mia opera un solenne trionfo della chie-
della Congregazione,con la vila della veti, sa cattolica, ed in breve dirò come splen-
madie Orsola benincasa loro fondatrice. didamente fu ovunque celebrata. Però so-
Cap.i4 Delle: religiose Teatine dell'Ini* no assai dolente, perii laconismo che mi
macolata Concezione della ss. Vergine, è dura legge. Sarà dunque la mia narra-
dette dell'Eremo. zione quasi un povero nastro o lemnisco
(del (piai vocabolo resi ragione anche nel
Cenni storici intorno al dogma dell'Im- voi. XXI li, p. 2 18), percongiungere pos-

macolata Concezione di Maria l er- sibilmente, con isproporzionate e deboli


gine Madre di Dio. Del suo antico forze, tuttoquanto il so!ennizzato,forman-
culto e festa. Definizione dogmatica do dalla riunione e complesso delle strepi-
sopra V Immacolato Concepimento di tose e commoventi dimostrazioni di som-
Diaria santissima. Dimostrazioni so- ma e divota gioia, l'immortale corona
lenni e universali di giubilo religioso di gloria intrecciata e per general consen-
per sì eclatante avvenimento. so olferta alla ss. Vergine, nel f insto e tan-
to ardentemente desideralo avvenimen-
Mentre io terminava di leggere gli stam- to. Per questo l'età presente andrà super-

poni dell'articolo Subiago, fui compreso ba sopra tutti secoli antipassati, e vivrà
i

d'inesprimibile e dolcissima religiosa con- in voce di benedizione e dilaude imperi-


solazione, per avere il regnante sommo tura presso i secoli futuri. Imperocché, la
Pontefice Pio IXj con infallibile oracolo, solenne definizione fu festeggiata con u-
finalmente definito grande mistero del-
il niversale entusiasmo in ogni paese e na-
l' Immacolato Concepimento di Maria zione dell'orbe cattolico, dalle più mae-
(l '.) sempre T ergine e Madre di Dio. stose basiliche alle più piccole chiese, cou
Avendo dovuto parlare di esso in tanti religiosa gara,onde onorare la Concezio-
articoli di questo mio Dizionario, e ane- ne Immacolata della gran Vergine, cui
lando con impaziente fervore di far pa- tutte le genti chiamano Beata e. invoca-
rola del sublime atto con che fu autore- no con viva fede e affettuoso amore, sic-
volmente e con tanta maestà sanzionata come lieta speranza e lusinghiero con-
la nostra antica e pia credenza; ed insie- forto di tutti. Ne' primordi di mia com-
me, ricordando principali di tali artico-
i pilazione fermò la mia attenzione il te-
li, rendere nel mio india un profondo o- nero argomento di raccogliere con filia-

massio
DO d'affettuosa venerazione alla Re- le riverenza alcune erudizioni, per pro-
giua (V.) del Ciclone per far eco altresì pugnare col buon volere di mia tenui-
all'universale slancio di portentosa e i- tà una delle più eccelse e splendide pre-

naudila esultanza, ho quindi riflettuto rogative della 13. Vergine, nel suo Imma-
che il primo articolo che potesse averne colato Concepimento. Non osando dichia-
relazione era questo delle Teatine, co- rarle espressamente con apposito artico-
niechè in un modo particolare e divino lo, le sparsi ne' relativi, e le maggiori le
istiUiite sotto la dolce invocazione della collocai in quello intitolato: Concezione
ss.Immacolata. Concezione di Maria, e Immacolata della B. I ergine Maria,
per tuttociò che superiormente narrai di Festa, che stampai nel 1842. Dopo aver
loro; e così nel rammentato articolo Su- accennato fondamenti del sentimento co-
i

biaco promisi che in questo ne avrei fat- mune e favorevole de'teologi cattolici, e
to parola. Ora dunque e sotto gli auspi- dopo aver indicato il precipuo fine dell'i-

cii del decretato dogma, qui con fervore stituzione della festa, divisi l'articolo in 3
tcuteiò di effettuare il mio riverente pro- paragrafi. i.° Controversia e questione
TEA t E a 43
della Concezione Immacolata della li. si pure de'lihri perciò stampati, e della
I ergine Maria. •2. Festa dell'Immaco- prodigiosa e strepitosa conversione del-
lata Concezione di Maria I ergine. 3.° l'ebreo Alfonsa Ratishonue, dopo appa- I

Altre notizie sulla controversia e festa rizione dellaMadonna quale si rappresen-


deli'Immacolata Conce-ione. Dopoque- ta sulla medaglia, avvenuta nella chièsa

st'articolo, scrissi e pubblicai immediata* di s. Andrea de' Minimi (I .) in Roma;

niente quelli del le città vescovi li, del le cor- laonde divenne ferveutissirno cattolico e
porazioni religiose e degli ordini equestri) si fece gesuita. Finalmente ricordai il dot-
che portano il titolo della Concezione ss. tissimo libro composto con vasta erudi-
Immacolata, oltre quelli de' sodalizi a' zione ecclesiastica e pubblicato dallostes-
loro luoghi, ed oltre gli articoli di con- so cardinal Lamhruscbini, co'tipi di Pro-
gregazioni religiose che militano sotto il paganda fide: Dissertazione polemica
medesimo patrocinio. Siffatti titoli impo- della Immacolata. Concezione di Murili,
stia città e ad istituti, sono una delle lau- Roma 1843.E siccome il cardinale era sta-
teprove dell'antica, generale e ferma cre- to eccitato a scrivere la dissertazione e poi
denza religiosa dell'Immacolato Concepi- anche a stamparla dall'amplissimo car-
mento di Maria. Di sopra rilevaimera- la dinal Giacomo Filippo Fransoui. prefet-
vigliosa origine e l'antichità degli Scapo- to della s. congregazione di propaganda
lari dell'Immacolata Concezione, che si fide, egli con onorifica dedicatoria a lui
r
benedicono da' rcalini. con indulgenze la intitolò. Questa dissertazione, che me-
accordate da Clemente X e da Clemen- ritò rapidamente più edizioni e in diver-
te XI, oda loro e dalle Teatine f\ dispen- se lingue, fu pure pubblicata con questi

sano, per promuovere la divozione del- stessi i\\\\: Sali' linmacolatoConcepiinen-

l'Immacolato Concepimento, sempre va- to di Maria. Dissertazione polemica del

lidamente sostenuto da' teatini figli del pa- cardinal Luigi Lambritsckini vescovo di
triarca de'chierici regolari s. Gaetano. A. Sabìna,bibliotecario di s. Chiesa, ec. E-
Mkdaglie BENEDETTE narrai comene'pri- dizione 1." veneta, riveduta e ritoccata

mi anni del pontificato di Gregorio XVI, dall' eminentissimo autore, Venezia nella
e per l'indulgenze particolarmente da lui tipografia Emiliana [844' L'editore cav.
concesse, propagò prodigiosamente Ja
si Giuseppe Battaggia console pontificio in
medaglia dell'Immacolata Concezione, Venezia e proprietario della tipografia,
detta comunemente la Medaglia miraco- vi premise una dichiarazione affettuosa e

losa, pe'portenti da Dio operati in virtù divota, la quale onora non meno la sua
«h tal divozione, e ne feci la descrizione. pietà verso l'Immacolata Concezione, che
Inoltre notai, che Gregorio XVI divotis- i distinti pregi dell'opera di sì illustre e

simo della medaglia, oltreché portava sul sapiente porporato autore. 13 i questa bei-
petto la medaglia miracolosa, ne teneva Li produzione di sua dottrina e tenera di-

l'immagine a capo del suo letto, e ad essa vozione, per più ragioni, e per essere la

rivolti isuoi occhi spirò soavemente la sua 1. "pubblicata negli ultimi anni sull'argo-
candida anima. Che ili.°a far coniare e mento, trovo opportuno di giovarmi e
conoscere in Roma la medaglia miraco- darne un generico estratto. Imperocché
loni ed esserne insigne propagatore, fu con esso, col riferito ne'luoghi già citali
il cardinal Agostino lììearola I j; altro ( o indicati, sebbene sarà inevitabile pera-
benemerito riconoscersi il cardinal Luigi nalogia alcuna ripetizione, a seconda ilei

Lambruscbini, ben degno segretario di mio proponimento, giudico bastare come


stalo dell'encomialo Papa, e da ultimo di preambolo al racconto della sanzione
inolio vescovo di Porto (l .), grave per- del dogma e suoi festeggiamenti, cioè al-
dita che ancora vifameiite si deplora. Dis- la narrazione del più importante di quaof-
44 TEA TE A
to precedette, accompagno e seguì il me- schini, con Benedetto XIV e il comune
morabile decreto. Alla concisione potrà dei teologi, Defestis Mariae Virginist
soppìi re alti-esile di verse aggiunte più op- cap. 5, distinse e dichiarò, che cosa s'in-
1

portune che andrò Tacendo alla disserta- tenda sotto il doppio senso della parola
zione nelle cose principali ; le quali ed il Concezione o Concepimento. » La con-
cennoche darò della bolla dogmatica, mi cezione altra è attiva, e riguarda la ge-
dispensano pure dal molto che altrimen- nerazione del corpo e la sua organizzazio-
ti mi resterebbe a dire, anche se parlan- ne; altra è passiva, e si opera allorquan-
do delle posteriori e classiche opere pub- do Dio Signore infonde l'anima nel corpo
blicate sul vagheggiato subbielto da feli- stesso già debitamente formato ed orga-
ci e robusti ingegni, dovessi renderne ra- nizzato ".
Dicendosi pertanto, che il con-
gione, il die non è dato alla mia pochez- cepimento Maria tu immacolato, non
di

za, ed è ancora incompatibile alla natura s'intende già di parlare della concezione
de' miei studi d' erudizione, onde dovrò attiva, ossia della generazione del bea-
limitarmi a poche e vaghe indicazioni. to suo corpo ; imperocché V essere con-
Premetterò, che fin d' allora che piacque cepito da donna senza il maritale con-
ni clemeutissimo Dio di rialzare l'uomo corso è un privilegio riservato solo a Cri-
caduto dalla speranza di salute, manife- sto, e non ad altri. S' intende perciò di
standogli il suo pietoso consiglio di risto- parlare unicamente della concezione pas-
rarne le perdite e la rovina, insieme colla siva, nella quale la benedetta anima di
promessa d'un Redentore, il quale, secon- Maria nell'unirsi al corpo per virtù del-
do Adamo, rigenererebbe a vita generati i la grazia santificante, nella quale fu crea-
a morte dal primo prevaricatore, gli an- ta,immune divennedal contrarre la ben-
nunziò il nascimento d'un'allra Eva, che ché minima ombra dell'originale reato.
nemica eterna d'ogni peccato riparereb- Non poteva mettersi in dubbio il bel pri-
be il fallo d'Eva sedotta, e sarebbe in ve- vilegio concesso a Maria, non permetten-
rità madre di viventi. E se il Signore Id- do Dioche fosse macchiata dal peccato
dio disse al serpente: Io metterò inimi- Colei, che destinata era ad albergar nel
cizia fra tee ladonna, e fra la tua pro- suo seno Salvatore del mondo. Iddio
il

genie e la progenie di Lei: Ella schiac- volle sottrarre da Ila legge comune del pec-
cerà il tao capo, e tu cercherai indar- cato questa privilegiatissima creatura da
no di mordere la sua pia ntajmanì festa- lui prediletta e distinta per modo da far-

inente dalla divina sentenza si scorge l'o- la divenire l'istrumento di nostra felice
rigine immacolata di Maria Vergine Ma- redenzione; avendo pure santificato uel-
dre di Dio, significandosi pel serpente il l'utero materno il Profeta Geremia e s.

Demoino, e per la donna devesi intende- Gio. Battista. Maria andò esente dalla
re Maria. Quindi Colei di cui Iddio so- legge comune, avendo concepito il divin
lennemente predisse che sarà mortai ne- Figlio per opera dello Spirito Santo,e nel
mica al demonio,non poteva esserne giam- divenir Madre di Dio restò Vergine, par-

mai e neppure per poco suddita e serva ; torendo nel Presepio senza dolori, quali i

come quella ch'era con immunità preser- per legge generale di Dio patiscono tutte
vata da ogni peccato, e dall'infezione del- le donne. Le divine Scritture esplicita-

la colpa originale. Né l'arte cristiana tro- mente non affermano il singoiar privile-
vò miglior modo d'esprimere in figura gio conceduto a Maria, ma sì nell'antico
l'Immacolata Concezione, che rappresen- che nel nuovo Testamento se ne dice
tando la ss. Vergine in atto di conculca- quanto basta per farlo chiaramente ar-
re col piede la testa del velenoso serpen- gomentare. La Chiesa nella Liturgia che
te. Primieramente il cardinal Lumbru- a lei sino da'prUni tempi consagrò, fece
TE A TEA 4~
intendere il privilegio di sua immunità Papi sempre favorirono e protessero la

dall'originale reato, come rilevano con al- sentenza dell' Immacolata Coi icezione.Es-
tri s.Girolamo, Sertn. de 4ssumptione: sendo stalo aperto il campo agli opposi-
lthn Tmmaculata,auia in nullo corru- tori della pia sentenza, Sisto IV france-
pta. Nel 2 5 Innocenzo III ordinò a've-
i i scano volendo porre un freno al trasmo-
scovi di Francia che si festeggiasse la Con- dare d'alcuno, emanò 3 costituzioni, colla
cezione diMaria;iudiiii subito con solenne I. delle quali concesse varie indulgenze
rito celebrata dalla chiesa di Reims, e in a quelli che recitano l'uffizio o interven-
breve tempo da tutte le chiese di Fran- gono alla messa onore dell'Immaco-
in

cia. Il dottore s. Bonaventura Fidanza lata Concezione, con I' orazione Deus ,

ministro generale de'francescani e poi car- qui per Immaculatam I irginis Conce'
dinale, nel capitolo del i 263 ordinò che ptionem .... ab omni labe praescrvasti :
per lutto l'ordine si dovesse solennizzare orazione che si continuò sino a s. Pio V
la festa della Concezione diMaria,e quin- domenicano, il quale la soppresse in uno
di ebbe principio ne' francescani quella all'ulìiziostampato e pubblicato sotto Si-
parzialissima divozione all' Immacolato sto IV, accordando la facoltà di poterlo
Concepimento, e quel zelo fervidissimo recitare al solo ordine Francescanoj col-
nel difenderlo, per cui fra tutti gli ordini la 2/ riprova le varie interposizioni insi-
della Chiesa cotanto si segnalò. Riferisce nuale contro la pia sentenza, e scomu-
il p. Strozzi nella sua Controversia della nica quelli che diranno l'una o l'altra e-
Concezione considerata ìstoricamente, relica; colla 3.' in fine conferma le prece-
chei Papi Nicolò III del ì
277 in Roma, e denti, riprova le novelle interpretazioni
Clemente V del 1 3o5 in Avignoue, solen- sinistre, e scomunica quelli che nel pre-
nizzarono la festa della ss. Concezione in- dicare o in altra guisa avessero in ap-
sieme co'cardinali nelle cappelle pontifi- presso combattuto il privilegio difeso del-
cie.Il concilio di Basilea (dopo il matu- la pia sentenza.Queste costituzioni so-
ro esame di due anni, imponendo silen- pirono, non terminarono la controversia,
zio alla parte contraria e confermando la che durò a fronte delle medesime fino al
festa) apertissimamente pronunziò la dot- concilio di Trento, in cui fu di nuovo a-
trina sulconcepimento della B. Vergine gilata. Notai nel voi. XXVI, p. 228, che
scevro da ogni macchia, né perciò essere verso il i464 ebbe origine in Roma la
lecito il tenere e predicare in contrario. confraternita naziouale de'fiancesi, sotto
Definizione che rinnovò e adottò il sino- il Maria Vergine concetta senza
l'itolo di

do à*Avignone (dell'operato da] Sinodo peccato, che Sisto IV approvò e chiamò


di Basilea e da quello d'Avignone, a Con- congregazione. Nel l'articolo Fa ancesc a xo
cezione notai qual conto ne fece la Chie- online parlai del celebre fr.GiovanniZ?M/M
sa '.dappoiché il decreto conciliare di Ba- (J .) Scoto, di lai ordine, morto nel i3o8,
silea avrebbe dato termine alla questio- il quale poderosamente sostenne e difeso
ne, se la pai lenza de'ponlificii legati di trionfalmente la pia credenza della pie
Eugenio IV non avesse reso il concilio servazione di Maria dal peccato origina-
acefalo e scismatico), e fu abbracciala da le. Che Sislo IV alla propria presenza fece

un grau numero di teologi di molte na- da'suoi francescani sostenere alcune di-
zioni, come pure da molle accademie, e spule in favore dell'Immacolata Conce-
quella allora fiorente di Parigi nel 1 /j()6 zione, e poi impose silenzio ad essi e a'
obbligò con giuramento i suoi membri a domenicani sulla controversia. Che nel
difenderla, e professare come di fede la capitolo del 1 7 1 f) fu decretato da'france-
dottrina, che asserisce la B. Vergine es- SCani, che l'Immacolata Conce/ione fosse
sere sluta concepita senza ueo di colpa. 1 venerata qual protettrice principale del-
46 TEA TE A
l'ordine, e la sua lesta collocala tra le più cor controverse fra' dottori cattolici, fe-

solenni. Alessandro VI,divotissiino della cero accomodale il decreto con quest'al-


B. Vergine, rinnovò con suo editto le 3 tre parole. •» Dichiara il s. concilio, non
costituzioni eli .Sisto IV, comandandone essere di sua intenzione per questo decre-
l'osservanza sotto le pili gravi pene, econ- to, ove parla del peccato originale, com-
fermò I' ordine delle monache : Vergini prendere la B. e Immacolata Vergine Ma-

della ss. Concezione (f^.), véneratrici per- ria madrediDio,edoversi osservare quan-
petue dell'Immacolato Concepimento; le to da Sisto IV fu decretato." Se il con-
quali portavano nello scapolare l'imma- cilionon emise una definizione solenne
gine della ss. Vergine che colla lancia fe- sull'immunità della B. Vergine dal pec-
riva il serpente, ed un manto color ce- cato d'origine, per non dar occasioue a
leste Vergine fu
per significare che la B. discordie e per altri prudenziali riguar-
cosa tutta celeste, e nulla ebbe in se del di, tuttavia con 1' esposta dichiarazione
v 7 o e della maledizione terrena. Quin-
i i venne confermare tale immunità, chia-
a

di è che la chiesa metropolitana di Sivi- mandola Immacolata, e con intenzione


glia in Ispagna, per antichissimo privi- di dire non essereE Ila stata concepita nel
legio confermatole da' Papi, nella solen- peccato originale. Il Papa s. Pio V sop-
nità della ss. Concezione e per tutta l'8." presse il suddetto uffizio non per censu-
(e cosìpure que' paggi che in delta cat- rarlo, ma per preseli vere in tutta laChie-
tedrale e nella stessa 8/ fanno quella sa- sa una maniera uniforme di pubblica
gra danza di cui riparlai nel voi. LX Vili, preghiera, poiché in quel tempo vari e-
p. 53, ed altresì all'articolo Teatro dicen- rano gli L/J/zi sulla Concezione della B.
do delle danze sagre, di verse dal ballo pro- Vergine. Tra di essi scelse quello dell'Hel-
fano) veste di color celeste i sacerdoti e sino, sostituendo alla voce Nativitatis
i chierici, confessando così sempre l'in- l'ai Ira Conceptìonisj oltreché s. Pio V
contaminata purità e l'origine tutta san- frenò gli oppositori della pia sentenza, e
ta e celestiale di Maria, anche col l'este- condannò le proposizioni di Bajoche im-
riore ornamento de'sagri ministri. Delle pugnava direttamente il privilegio; rin-
monache della ss. Concezione, comechè novò le disposizioni delle costituzioni di
francescane, ne riparlai nel voi. XXVI, p. Sisto IV, vietando che si parlasse della
192. IN'el Trento il piissimo
concilio di questione nelle prediche e ne'libri scrit-
cardinal Paceccoft .).e due teologi ge- i ti ordinò chela messa
in lingua volgare:
suiti mandali dal Papa, pp. Lainez e i e 1' Concezione avessero luo-
uffizio della
Salmerone, contribuirono perchè nel de- go nel nuovo ordinamento del Brevia-
cido de peccato originali, si aggiunges- rio e del Messale Romano, facendo in lai
sero le parole: Intorno alla B. Vergine il guisa un precetto generale della recita di
s. concilio nulla intende eli definire; ben- ambedue; così stabilì di precetto quasi a
ché piamente creda Lei essere stata con- tutta la Chiesa la festa della Concezione
cella senza peccato originale Sebbe- .... di Maria, e perciò ne aumentò il culto.
ne a questa sentenza avessero aderito due Il francescano Sisto V pubblicò l'indul-
terzi della congregnzione,perchè sembra- genza plenaria nella festa della ss. Con-
va tacitamente definita la questione, que' cezione. Nel secolo XVII l'ordine eque-
pochi della contraria opinione, con un ar- stre di Calatrava aggiunse a' suoi voti
dore corrispondente alla circostanza, e quello di difendere 1' Immacolata Con-
pel riflesso che dovendosi combattere e cezione. Paolo V adunò in Roma una con-
condannare tante eresie manifeste, e tan- gregazione de'più dotti cardinali, e volle
tebestemmie de'novalori, non era tem- conoscere che cosa sentissero intorno al-
po opportuno di defluire questioni au- l' obbietto della festa dell' Immacolata
TEA TEA 47
Concezione, clie alcuni teologi dicevano commendò quindi i sostenitori della pia

essere non il primo istante dell'esistenza sentenza, che disse ammessa da quasi tut-
della Vergine, ossia la Concezione fìsica, ti i cattolici; e minacciò pene severissime
ma la Santificazione di lei fatta quando e a chiunque avesse ardito contraddire al-

prima che uscisse dal seno materno. Una- la medesima sia con parole, sia in iscritto.

nimemente tutti risposero che la Chiesa Molai a Concezione, che propriamente fu


intendeva celebrare la santità del primo Clemente X che decretò, essere compre-
1

Concepimento ili Maria, (piando l'anima sa la fesja dell'Immacolata Concezione tra


Bua benedetta fu da Dio spirata e unita le feste di precetto, e da osservarsi da'fe-

al corpo; quindi Paolo V proibì di parlare deli di lutto il mondo, colla ivi ricorda-
contro l'esenzione di Maria dal peccato tì- la costituzione CommissiNobis, de'6 di-
ngi naie, e della pia credenza fu assai be- cembre 1708, Bull, lii'in. t. io, par. i.',
nemerito, per quanto altro dirò poi. Que- p. 206. Dissi a Corona dell' Immacolata
sto decreto fu ampliato ed esteso anche Concezione, che il domenicano Benedet-
s'ori va li scritti e colloqui dal successore to XIII istituì nel convento francescano
Gregorio XV, eccettuandone i domeni- de'minori osservanti d'Araceli la confra-
cani inprivatis coi uni colloauiis seucon- ternita della ss. Immacolata Concezione,

ferentiis. Comandò per altro, che tanto e ad istanza del loro p. generale facoltiz-
nella recita dell'uffizio divino, quanto nel- zò i religiosi a benedirne le coronecon in-
la celebrazione della messa, non si do- dulgenze, altre concedendone al sodalizio

vesse usare altro nome che quello della e quali le godeva la nobile sin non fra-
Concezione^ e che la sentenza favorevo- ternità dell' Immacolata Concezione
le al privilegio di Maria poteva esscre-so- (I . ) nel 1
465eretta nella Chioso di s. Lo-
slenula sì in privato che in pubblico. Ur- renzo in Dama so (VX nella sua cappella
bano Vili ad istanza del duca di Man- in fondo alla nave sinistra, le cui pitture

tova (1 .) creò l'ordine militare de'cava- di cherubini nella «olla colorì a frescoPie-
lieri dell'Immacolata Concezione^ in Ilo- tro da Cortona, architetto della elegan-
ma gì' impose il manto e la croce; e per te cappella, che ornata di belli marmi.
divozione all'Immacolato Concepimento Nell'altare si venera l'immagine della B.
volle celebrare la messa nella chiesa edi- Vergine, che vuoisi dipinta in legno da s.

ficata in onore della ss. Concezione dal Luca nel suo soggiorno in Roma, in una
suo fratello cardinal Barberini a'suoi an- grotta poi trasformata da'primi fedeli in
tichi confratelli cappuccini. All' articolo oratoi io,efabbricatavi in seguito una chie-
Tuccia, descrivendo il santuario diGallo- sa vi fu trasportala la s.l minatine, onde per
ro, raccontai che fu eretto sotto Urbano essa e per essere la grotta ornata di diverse
Vili e dedicato all'Immacolata Conce- sagre pitture in denominata s. Mona ili

zione. A lessandro V 1 1 fece eco a'suoi pi e- li i-ollapinla.e ne feci parola nel voi. LI, p.
decessori, confermando le lorocostituzio- 2 ,{.{, e nell'articolo Teatro di PoMPEo,cioè
dì in favole dell'Immacolata Concezione quando nel 1 343 si rifabbricò la chiesa sot-

(con quelle particolarità che riportai in to l'invocazione dell'Immacolata Conce-


quell'articolo), spiegò il senso del conci- zione.Rimasta però la s. Immagine di s.
lio di Trento nelle sue parole relative al- Lina sotto l'arco della nuova chiesa, e fa-
la questione, e quello della chiesa roma- cendo molli miracoli, neh 465 solenne-
n i sul vero oggetto di Ila lesta; ed aggiun- mente fu trasportata nella chiesa matri-
se, the ad esempio de' predecessori vo- ce dis. Lorenzo* in Damasoecollocata nel-
leva favorire e difendere la pietà e divo- la eappella che fu perciò dedicata alla ss.

zione di venerare e celebrare la B. \ er- Concezione dal nominato sodalizio, indi


gine preservata dal peccato originale ; coronata con corona di finissimo oro dal
48 TEA TE A
cnpitolo Vaticano. Per quanto poi dovrò glia a quella di s. in Via Lata che
Maria
dire della rinnovata coronazione, non riu- ihcesi dipinta das. Luca che ivi dimorò,
scirà discaro questo cenno. Altre notizie e ad altre s. Immagini attribuite a quel-
sulla s. Immagine e sul sodalizio si potino l'Evangelista, flesso la sua particolare sa-
leggere nel Bovio a p. i 29 e 166, La pietà grestia lessi una lapide che attesta esse-
trionfante nell'insigne basilici/ di s. Fio- re stato consagrato l'altare nel 5o3. JNel 1

renzo in Dama so. Siccome Benedetto pontificato diClemeuteXII pressoché l'in-


IX III avea soppresso nel [726 l'qrcicou- tero episcopato de' regni di Spagna fece
fraternità e applicate le rendite di scudi fervide istanze, perchè il Papa si degnas-
2280 al capitolo, il Bovio vivamente de- se definir solennemente la verità della pia
plorò 1' estinzione dell' illustre sodalizio, sentenza, si che non si potesse più altri-
causato da pretensioni e esigenze sui Be- menti sentire.Gl'iuteressantissimi origina-
neficiati e rimanenti del clero. In seguito li contenenti il voto dique'prelati,nonche
l'arciconfraternita fu ristabilita neliy3o de'loro popoli e accademie, ricuperati nel
J
dallo stesso Benedetto XI II, e tuttora fio- 1 801, il cardinal Gerdil li presentò a io l

risce e dispensa doti alle povere zitelle, o- VII che ne mostrò gran compiacenza. Non
norando con particolar culto la ss. Con- riuscirà inutile che rilevi, aver Pio VII
cezione. Le doli sonodi due specie,per ma- nel 1808 concesso indulgenze perpetue per
ritarsi a 8 giovinette e di circa scudi 2 5 le novene dell' Immacolata Concezione,

l'ima, e per monacazioni a 6 donzelle che Natività, Annunziazione, Purificazione


ne abbiano la vocazione e di scudi 00 l'u-
1 e Assunzione della. B. T' ergine; e che il
ria per benefica fondazione di Trucca. Il predecessorePio VI neh 7q3 a istanza del-
liombelli, Raccolta delle immagini del- l'ordine francescano, per infervorare i fe-
la B. Vergine ornate di corona d' oro deli a gran mistero dell'Im-
venerare il

dal capitolo di s. Pietro, riporti l'imma- macolato Concepimento, avea già accor-
gine di questa, non la dice dipinta da s. dato 00 giorni d'indulgenza a chi contrito
1

Luca, ma portata diGrecia nella persecu- divotamente recitasse l'una o l'altra delle
zione degli Iconoclasti, con iscrizione in- giaculatorie: Sia benedetta la santa e Im-
torno che dichiara contenere nel foro che macolata Concezione della B. T'ergine.
ha in petto le reliquie di s. Felice Papa, Diaria. Ovvero: In Conceptione tua, V ir-
de'ss. Marco e Marcelliano, e de'ss. Qua- goMaria,Immaculatafuistijora prò n>>-
ranta martiri. Asserisce che dalla chiesa bis Patrem,cujus Fili uni Jesum de Spi-
di Grottapinta fu trasportata ove si vene- rita, sancto concepium peperisti. Di più

rava nel i4*>8 (il Bovio erroneamente di- Pio VII nel 8 5 incominciò a introdur-
1 1

ceavvenutoil trasferimento nel i62 5,anzi re nel prefazio della messa la forinola pre-
altri vogliono che il sodalizio sia stato isti- cisa : In Conceptione Immaculata. I ss.

tuito nella sua chiesa,e poi nel 1 465 passa- Padri ne'due primisecoli dellaChiesa non
toio quella di s. Lorenzo inDamaso),onde parlarono della questione, il che non la
vi fu eretta a suo onore l'arciconfraler- pregiudicava, anzi favoriva, dovendosi ri-
nita. Pe'coiracoli operati dalla s. Imma- tenere universalmente professata e credu-
gine neh 635 fu coronata, vivendo anco- ta.Peròdal documento pubblicato daMor-
ra il pio istitutore di tali corone, e venne cellinel Calendario eli Costantinopoli ',

allora incisa in rame la sua effigie e de- risulta che la credenza dell'Immacolato
dicata al protettore cardinal Barberini vi- Concepimento si professava da'fedeli an-
ce cancelliere di s. Chiesa. Essendomi re- che ne'due primi secoli, vantando in suo
cato a venerarla da vicino, ne ammirai la favorele testimonianze di S.Andrea apo-
grande antichità, rimarcando che nell'at- stolo, che chiaramente disse: Poiché della
teggiamento e in altre particolarità somi- terra immacolata era stalo formalo il 1.
TEA TEA. 49
uomo, era necessario che ila una Vergine bo cìieda impugnatore divenne difenso-
Immacolata nascesse un uomo perfetto e re, Serafino da Porretta, Ambrogio Ca-
ridonare agli uomini la vi-
figlio iliDio pei* terino, Natale Alessandro, ed altri teolo-
ta eterna che per Adamoaveano perduta. gi domenicani riportali dal cardinal Lam-
Quindi Origene ammise il privilegio;la Li- bruschini, il quale aggiunge che eziandio
turgia e Mcnologì greci dellechiesed'oc-
i molti santi professarono la pia sentenza.
cidente e d'oriente, con mirahile accordo L'intero e cospicuo ordine Francescano
di sentimenti confermarono la dottrina; la difese con costante e particolare ardore;
così i Padri del secolo IV, come i ss. An- cos'i s. Brunone fondatore de'certosini,8.
filochiO) Ambrogio} Epifanio, particolar- Lorenzo G insti nia ni, s. Tommaso di I il-
mente s. Girolamo e s. Agostino, che ci lanova, Alfonso de Liguori fondatore
s.

dierono chiare e gravi testimonianze in de' redentoristi, s. Brigida di Svezia. [


argomento. Più decisamente si espresse s. teologi de'secoli XIII e XIV, ad eccezio-
Cirillo in favore del privilegio di Maria, nedi pochi, difesero vigorosamente la sen-
ed i ss. Massimo vescovo di Torino, Pro- tenza. Principali oppugnatori furono Egi-
min. Fulgenzio, Ildefonso, Gio. Dama- dio Colonna, Enrico di Gand, Duraudo
sceno, e poi Pier Damiani cardinale.
s. di s. Porziano, Alvaro Pelagio, e Grego-
Piimarca il Lambruschini, ches. Bernar- rio di Rimini. Dal secolo XV sino a noi,
do tenerissimo della divozione a Maria, e tranne pochi (come l'irreligioso e audace
perciò detto il dottore mellifluo, sebbe- Launoio, e Giorgio Ermes, del-
di recente
ue di contraria sentenza (scrisse a 'cano- le condannate da Gregorio
cui dottrine,
nici di Lione contro la festa, perchè cre- XVI, parlai a Ermesuni), non si trova-
deva che l'avessero adottatasenza consul- noteologi di qualche nome,i quali non ab-
tar prima la s. Sede, e fosse stata stabili- biano sostenuto l' Immacolato Concepi-
ta da altri e da loro seguita nella i. "metà mento di Maria, non dovendosi affatto va-
del secolo XII, e da tale lettera si attribui- lutare le bestemmie degli eretici Calvino
sce l'origine della controversia), se avesse e altrettali o novatori di dottrine religio-
ulteriormente vissuto, istruito e illumina- se, o chiosatori delle opere pestifere e in-

to dall' esempio della chiesa romana, la terpreti della mente de'novatori. Tra gli
direbbe pia e con noi canterebbe di voto ordini religiosi che sempre la difesero con
e spontaneo: Tota pulehra es. Maria, et particola!* fervore e pietà,dichiara il Lam-
macula non est in TV. L'angelico dotto- bruschini, risplende la tanto benemerita
re s. Tommaso, una delle glorie de'dome- Società di Gesù, fra'religiosi della quale
uicani, con diversi passi favorisce l'Imma- precipuamente celebri e dotti pp. Sua-
i

colato Concepimento, il che lo libera dal- rez, Petavio, Cornelio a Lapide, e il rem
l'imputazione contraria basata su di altri; cardinal Bellarmino: iodi poi vi aggiun-
i teologi lo difendono, spiegando chei suoi gerò due altri sommi teologi. Oltre que-
libri posteriormente in alcuni luoghi fu- sti , anche il Sagro Collegio vanta altri

rono alterati, come avverte il cardinal suoi porporati propugnatori, e fra'barna-


Sfondrati nell'opera [nnoveidia v'indica' biti i due cardinali Gerdile Lambruschi-
ta. Una copiosa schiera di teologi dell'or- ni. A' teologi fecero in ogni tempo eco le
dine Domenicano difesero la dottrina del- università più celebri, poiché oltre la ri-

l'Immacolata Concezione, fra 'quali il lo- cordata di Parigi, abbracciarono e pro-


ro stesso fondatore s. Domenicox il lumi- pugnarono la difesa della sentenza affer-
nare dell'ordine s. Vincenzo Ferreri, il mativa, quelle di Germania, di Colonia
b. Alberto Magno precettore di s. Tom- e di Ma gonza ; e quelle di Spagna, ù' Al-
maso, s. Lodovico Bertrando, il b. Gia- Saragozza,
enili, di di Compostella, di
como da Voragine, Giovanni da Viter- Granata, di Toledo, oltre i vescovi e spe-
VOL. LXXIH.
Se TEA TE A
cialmente di Spagna; così praticarono al- tanda, si argomentò dimostrare l'Imma-

tre accademie di Spagna, Portogallo, Bel- colato Concepimento non potersi crede-
gio, Italia e allie nini te Per cui si può qua- re verità rivelata, e perciò superstizioso il

si non esservi stato istituto teologico,


dire, tenerlo per Itnìa. Dolse a tutti i buoni che
che non si proponesse il santissimo scopo. quell'uomo sì benemerito della scienza, ed
Dottissimi vescovi, monarchi e popoli ma- anche della causa cattolica, facesse torlo
nifestarono in divèrse epoche il loro comu- alla cristiana pietà, e fosse in ciò a' fedeli

ne fervore in favore per l'opinione del- occasione di scandalo. Ma Dio seppe trar-
l'Immacolata Concezione di Maria. Quan- re gran bene dall'errore di lui, facendo che
to a'vescovi già dissi che quasi tutto l'e- molti ilolti e santi uomia ne prendessero
i

piscopato delle Spagne inviò calorose e ri- occasione di glorificare maggiormente la

verenti suppliche a Clemente XII, perchè ss. Vergine, dimostrandone con erudite e
definisse come verità di fede l'Immaco- salde scritture il Concepimento Immaco-
lato Concepimento. Il consenso comune lato, e ispirandone la divozione a' fedeli

de'fedeli dimostrava vera la sentenza che con ogni maniera di pii libri. In che fu
dichiara Maria esente dalla colpa origi- insigne il merito di s. Alfonso de Liguori,
nale, colla pratica introdotta nella Chie- del b. Leonardo da Porto Maurizio, e di
sa da tempo immemorabile, facendo a Benedetto Piazza, la cui dottissima ope-
gara d'onorarla con questo titolo, e im- ra, Causalmmaculatae Conceptìonisydi-
posto per nome nel battesimo alle bambi- chiara la Civiltà cattolici/, ben potrà es-
ne, invocandone il patrocinio, festeggiali -
sere superala in merito di perfezione, ma
dola con tridui e novene. In Roma nella oscurata nou mai. Ed eccoci pervenuti a
Chiesa de' ss. XII Apostoli de' conven- quel tempo in cui la comune sentenzade'
tuali, intervengono da tempo antico nel- cristiani intornoall'Immacolato Conce-
l'ultimo giorno della novena cardinali, i pimento della ss. Vergine, percorrendo
e il Papa, che vi comparte la benedizio- 1' ultimo stadio, che si può chiamare di
ne col ss. Sagramento, di che riparlai nel trionfo, dovea mostrarsi più manifesta-
vol.IX,p. f)8. Questo unanime e univer- mente che mai per indubitata credenza
sale consenso de'fedeli, diceva il cardinal di tutta la chiesa cattolica; e il popolo fe-

Lambruschini, preparava la formale de- dele aspettar con giubilo ormai vicina
finizione intorno alla questione e opinio- l'ora sospintissima che il privilegio sin-
ne, perchè dal Vicario di Dio solennemen- golare d'essere stata concepita in grazia
te si definisse qual ferma e solida verità sia riconosciuto in Maria e proclamato
di fede, avvertendo, che il uon avere sino solennemente dal Maestro supremo del-
allora la Chiesa definita la questione,niun la fede con irrefragabile definizione dog-

pregiudizio recava alla dottrina e tradi- matica. Nel i834 il cardinal Cienfuegos
zione che la Sebbene nel pon-
confessava. arcivescovo di Siviglia (al quale articolo
tifìcatodi Alessandro VII si possano qua- ne riportai la biografìa, per essere morto
si dire terminate le contraddizioni e le quando era stampato già il volume che
dispute onde fu combattuto persi lunghi poteva contenerla), col suo capitolo pre-
anni il dogma cattolico dell'Immacolata gò istantemente il Papa Gregorio XVI,
Concezione di Maria, e cominciasse, do- di voler concedere all'arcidiocesi che nel
po il secondo stadio di lotta, il terzo di dì solenne della ss. Concezione di Maria
pace riconquistata per la vittoria: »e non potesse dirsi a Dio ne'sagri misteri: » E'
fosse che al tempo di Clemente XII e di degno e giusto, o Signore, è convenevole
Benedetto XIV si levò a combattere la sen- e salutare di lodarvi, di benedirvi, di glo-
tenza cattolica con finti nomi il celebreMu- rificarvi nella Concezione Immacolata di
latori, che scrivendo De super* ti tione vi- Maria sempre Vergine. "II piissimo Gre-
TEA TEA 5i
gorio XVI, assicurato dalla fede, solleci- ncdcltoXIV istiluì questa cappella pnpa-
talo dalla pietà, accordò quanto si doman- leda tenersi nella borghesiana, onde Se ne
dava. La Civiltà cattolica ne'suoi aurei può leggere la sua disposizione ealtre no-
Cenni storici dell'ImmacolataConcezio' zioni relative nel vol.I\.p.<)7.l vi notai pu-
ne, degnamente celebrò il Pontefice,!! de- re, che prima del 3'5o,in 1 tal giornocelc-
gnissimo pastore della chiesa di Siviglia, bravasi la festa con cappella cardinalizia
il clero e il popolo esultanti. Fu dunque dall'antico ecospicuo ordine Carmelita-
Siviglia che per la prima volta udìrisuo- qualesi vanta pel 1. "d'aver propugna-
7fO.il

nare ne'suoi templi negli augustissimi riti to l'Immacolato Concepimento. Anzi ag-
quel canto lietissimo che nell'Immacola- giungerò col dotto gesuita p.Francesc'An-
ta Concezione della Vergine dà gloria a tonio Zaccaria, Disser. 5, Sulle feste di
Dio. Il suono echeggiò dappertut-
festoso Maiìa «.,§ 1 . Della festa dell'Immaco-
to, e ripercosso da fervoroso eco da mille lata Concezione, che Alva.-o Pelagio, u
parli riempi in hreveora e rallegrò tutta no de'più audaci impugnatoli del miste-
la lena. Appena divulgata fama del-
la ro emorto nel 34o, testifica d'aver nella
1

l'indulto apostolico benignamente accor- basilica Liberiana di s.M. 'Maggiore diRo-


dato a Siviglia, d'ogni parte furono diret- ma fatta nel giorno della Concezione la

te alla s.Sede caldissimesuppliche pei* con- predica, benchèegli usòil vocabolo tli-SV//z-

seguire eguale privilegio. Quindi Grego- tificazione.Cb.enei 1


344p ercn utuma con-
rio XVI, come riportai nel voi. XX\ I,p. sueludinenella chiesa de'carmelitani d'A-
107 e altrove, non dubitò per organo del- vignone, oveallora risiedeva il Papa, que-
la s. congregazione de' riti, di concedere sta lesta si celebrava coli' intervento de'
a' vescovi e particolarmente delle chiese cardinali; e nel precedente 1 3^2 in taleoc-

di Francia, precedendo iu ciò dopo Sivi- casioneUiccardollidolfo a rei vescovo d'Ar-


glia tutte le allre chiese quella nobilissi- magli, via vea recita tomi sermone dell'Ini
ma di Lione, così alle chiese di Ameri- macolato Concepimento di Nostra Signo
ca, d'Inghilterra, di Germania, d' Italia ra.l diportante e preziosa è la Dissertazio-
e d'altre parti che l'implorarono, l'in- ne del p. Zaccaria, avendo trattato colla
dulto speciale d'aggiungere nel Prefazio sua vasta erudizione non meno della festa

della messa degli ci dicembre, festa della che della questione, colla debita distinzio-
SS. Immacolata Concezione, le parole:/'-'/. ne della concezione attiva e passiva. Anti-
Te in Conceptione Immaculata B. Ma- chissima è poi la festa della ss. Concezio

riaesemper I irginis,cooae ve le aggi uo- ne tra'greci e gli orientali, e se ne ha ve


se tutto l'ordine francescano, facendole il stigio nel secolo V e meglio ne'secoli VII
Papa pure inserire ne'calendari romani. e Vili; non che Iva' normanni, e lo nar
Di più Gregorio XVI egli stesso, siccome rai a Concezione, con singolari festeggia-
tenerissimamente divoto della B. Vergi- menti e accademie poetiche e letterarie.
ne, le ripetè nella sua cappella segreta, Anzi il eh. ab. Ani vitti nel Rogionamen'
ed io ne lui il solo felice uditore, come quel- to di cui poscia farò cenno, osservò, che
lo che per 21 anni ebbi la ventura di as- le più antiche accademie di lettere, dopo
sisterlo solo nell'edificante e commoven- quella di Carlo Magno, sono le due acca-
te sua celebrazione del s. Sagrifizio; non demie dell'Immacolato Concepimenlo di
che fece cantare le aggiunte parole nel dì Rouen e di Caen che le fu figlia, in Nor-
solenne della festa nella cappella ponti" mandia cioè que' grandi concorsi ove
;

dal cardinal protettore della cap- igenerosi e pii normanni ad onore del-
pella Borghesia na della basilica Liberia- l'Immacolata Concezione loro celeste pa-
na di s. Maria .Maggiore, cui incombe in trona, con oratorii e poetici arringhi, de-
quel giorno cantar la messa, perchè De- nominati la festa de'Normanni, coll'in-
V 1

Si TEA TEA
lervenlo d'oratori e poeti di tutte le na- colta di orazioni e pie opere con indul-
zioni e di tutte le lingue, ed ove loro si genza, nella quale riportansi quelle con-
davano premi di gran valore e si corona- cesse da'Papi per onorare l'Immacolato
vano festosamenle chi meglio avesse ce- Concepimento Maria; e quelle accor-
di
lebralo il mistero; onde crede l'ab. Ani- date a'divozionali benedetti da'Papi e da
vitti che ciò contribuì all'incremento del- Gregorio XVI, da lucrarsi anche nella fe-
la letteratura normanna, corue altrove, sia sta della Concezione. Inoltre non bastò a

il sostenere edifendere la piacredenza,che far contenta la pietà de'fedeli verso Maria


nell'esaltare la sublime prerogativa della che ne cantasse Immacolato il Concepi-
Madre di Dio. Anche l'illustre ordine do- mento la voce sola de'sacerdoti: voleva il

menicano finalmente accedette alla sen- popolo cristiano levar alto anch'esso ne'
tenza affermativa, e pel suo maestro ge- sagri templi la sonora sua voce a confes-
neralep. Angelo Ancorarli, supplicò e ot- sar concepita senza peccato la suaSignora.
tenne da Gregorio XVI neh 843 di po- Laonde ad appagare le giuste brame del-
ter celebrare la festa della ss. Immacola- le divote popolazioni, convenne a'vescovi
ta Concezione con ottava solenne,e d'ag- inviare alla Sede apostolica nuove istan-
giungere al prefazio l'epiteto Immacula- ze perchè agli encomii, co' quali la pie-
ta, cosa che fu cagione per tutti i di voti tà cristiana celebra nelle litanie la ss.

del mistero di somma allegrezza, e che Vergine, vi si aggiungesse quello di sua


sembrò terminare ogni differenza, e reu- Immacolata Concezione. Ad esaudire le
dere esclusivamente dominante la pia sen- pie brame. Gregorio XVI fervorosissimo
tenza nella chiesa cattolica, laonde lieta- che vieppiù si consolidasse la pia creden-
mente lo registrai nel voi. XX 1, p. 107. za, fece introdurre nelle Litanie Laure'
Emularono gli ordini religiosi la pia sol- lane, il versetto: Regina sine labe origi-
lecitudine dellechiesecon nobilegara,per nali concepta, che a sfogo di divozione
cui in pochi anni e in tutto 1'
orbe cat- sono andato qua e là ripetendo all'oppor-
tolico si udì proclamare Immacolata la tunità in questa mia opera, come già u-
Concezione della Vergine nel più sublime savasi in molli ordini regolari e singolar-
e maestoso canto della liturgia. Gli Sco- mente dal francescano. Ciò fu concesso a
lopii o pp. delle Scuole pie, che profes- parecchie diocesi di Francia e di Spagna
sano peculiare divozione alla B. Vergine, che prime ne aveano fatto richiesta, de-
conseguirono da Gregorio XVI indul- cretando il Papa che si accordasse senz'al-
genze per la loro Corona dì dodici stelle tro a quanti il chiedessero, onde in tutte
(P .),in onore di quella che fregia in cie- le chiese della cristianità s'udisse risuona-
lo laDeipara (cioè Madre di Dio, Colei re il glorioso preconio, per cui innume-
che ha partorito un Dio, vocabolo lati- rabili furono le istanze spedite a Roma e
no corrispondente al greco Theotocos : prontamente ebbero i apo-
rescritti coli'
titolo decretato alla ss. Vergine nel 43 stolico indulto. Il cardinal Lambruschi-
nel concilio di Roma tenuto da s. Cele- ni ricordò pure, che per rivelazione avu-
stino I, e in quello d'Alessandria, ne'quali ta in Parigi da una semplice verginella,
ancora fu condannato Nestorio autore de- la quale per umiltà volle celare il suo no-
gli ereticiiVtj .?fo/'7V/w,perchè mediante un me, ebbe origine la suddetta Medaglia
accento diverso nealteròilsensOjdicendo- /7i7/'(7<o/oAYzdellaConcezionecoirimpron-
la generata daDio) Regina,coin posta dal Maria concepita senza peccato; e che
ta di
loro fondatore s. Giuseppe Calasanzio, e Gregorio XVI concedendo indulgenze e
nella quale espressamentesi ringrazia il di- proteggendone la propagazione, tosto di-
\inPadre che la preservò da ogni col panel- venne una generale divozione che fu fon-
la 6ua Concezione, come si legge nella/toc- te inesausta di prodigii, auch'egli uauan-
2

TEA TEA 53
tlo la conversione dì Ratisbonne. Per ul- da par suo ne die conto con accurata a-
timo il cardinale, espose gli ardenti voti nalisi e importantissimo sunto, che può

del suo bel cuore con queste esemplari pa- leggersi negli Annali delle scienze reli-

role. » Cerio, se nel breve spazio di tem- giose 1. 16, p. 338. Inoltre egli dichiarò
po die ancora ci rimane di vivere, la s. avere il cardinale antivenute edisciolle le
romana Sede, guidata sempre da' lumi diflìcoltà onde l'istitutore d'una scuola fi-

dello Spirito santo, giudicasse di definire losofico-teologica, che dicesi cattolica, nel
l'importantissimo punto dell'Immacolato centro dellaGermania,è inteso co'suoi di-
Concepimento di Maria, noi allora chiu- scepoli e seguaci Ermesiani ad oscurare
deremmo assai più volontieri i nostri oc- la verità di questa pia dottrina e l'illustre
chi in pace; e portiamo ferina fiducia che pregio dell' Immacolato Concepimento
un tal atto sarebbe foriero di moltiplica- della Vergine: perchè sebbene l'istitutore
te grazie, di grandi misericordie, e di dol- Ermes non ardi oppugnare apertamente
ci benedizioni , le quali ad intercessione la comune dottrina, non lasciò di appa-

di Maria pioverebbero a dismisura sopra lesare abbastanza il suo sentire intorno a

di Roma e della Chiesa tutta (Utinam sic tal subbietto, che il ch.p. Perrone col
(tati), che la riguarda come sua partico- suo acume non mancò di porre iu chia-
lare protettrice." Eguali voti ripetè il cav. ro. Nel medesimo pontificato di Grego-
Battaggia, nell'elegante e nobile edizione rio XVI anche altro degnissimo porpo-
del discorso libro, e nella sua prefazione rato si segnalò nella divozione all'Imma-
riproducendo le seguenti belle parole deb colato Concepimento, e nel propugnarne
l'ab. Dassauce scritte nell'Ami de la Re- in modo ingegnoso la pia credenza. Que-
tigion, nell'aununziare peli. alla Fran- sti fu il cardinal Castruccio Casti acane pe-
cia questo nuovo lavoro di sagra erudi- nitenziere maggiore e vescovo di Palesti-
zione del cardinal Lambruschiui. » Spe- na, il quale nella celebratissi ma accademia
riamo che voti mossi da su alto luogo, sa- di religione cattolica di Roma lesse il ra-
ranno esauditi da Quello, a cui Gesù Cri- giona mento: Sulle testimonianze rese dal
sto ha confidato la sollecitudine di tutte Corano a Maria J'ergine.Fu. pubblicata
le chiese; e che Maria dal pie ilei di vin tro- nel 845 dagli Annali delle scienze re-
1

no verserà le più abbondanti benedizio- ligiose t. 20, p. 32 i,ed il pio e eh. Ago-
ni sul Pontefice, che le avrà assicurato il stinoMauavit (di cui feci menzionenel voi.
maggiore di tutti i privilegi, sul pio auto» LXIV, p. 32 1) di Tolosa, lo tradusse in
re, che avrà provocata questa gloriosa de- francese conquesto titolo: Des temoigna-
cisione, e su tutti i fedeli, che godranno di ges rendus à Marie, a son Immaculée
salutare a loro protettrice una Madre eon- Gonception, et à la Materni le divine, per
ceputa senza macelliti di colpa" Il car- Mahoniet,dans le Koran, Dissertation,
dinale essendo passato a miglior vita a' 1 elc.,Tou!ouse 1 84^. u questo zelante e bel
I

maggio i854, non vide del tutto com-


se lavoro, non solamente provasi che tutte
piti suoi voti, certamente avrà avuto ia
i le più eccelse prerogative che la chiesa cat-
morale certezza che quanto prima anda- tolica riconosce al presente e venera m Mi-
vano a esaudirsi, per quel tanto che già ria Vergine, e nominatamente la sua Im-
Crasi fatto e che vado a riferire. Il cardi- macolata Concezione come articolo di fe-
nal Lambruschini nellostesso 1 843, in cui de e di ferma credenza, si trovano chia-
pubblicò la sua Dissertazione, trovò nel ramente registrate nel Corano o Alco-
dottissimo gesuita p. Giovanni Perrone, rano (V.) di Maometto fondatore del
un ben degno elogista del merito di sua Maomettismo (/ .). avversario implaca-
operetta, il quale ne dichiarò tutti quanti bile della cristiana fède, la cui era in-
i pregi che contiene, e magistralmente e comincia nel 6aa; ma iuullre perciò ri-
54 T E A TEA
leva che quelle prerogative di Maria già utili, t. G, p. 3, il quale encomiando l'in-

erano ammesse e credute da' cristiani defesso propugnatore delle cattoliche ve-
d' Arabia e luoghi finitimi, e le tolse rimarcò aver egli nell'altra celeber-
rilà,

Maometto dalle credenze ch'erano allo- rima sua opera, Praelectìones tlieolo-
ra diffuse fra' saraceni, agareni, ismaeli- gìcàe, evitato per lodevolissima pruden-
ti, inauri, etiopi, sehhene l'Alcorano con- za dal prendere seria parte e trattenersi
fuseMaria Vergine con Maria sorella di di proposito nelle questioni controverse
Mosè, facendo delle due una sola, onde tra' teologi cattolici; ma che la sua tenera
gli autori arabi e qualche cristiano ten- pietà verso la Madie comune de' redenti
lano di purgarlo di tale errore. Gloriosa non volle soffrire che lo stesso avvenisse
è dunque la testimonianza degl* infedeli, alla celebre questione sull'Immacolato
nel proclamare essere stata Maria conce- Concepimento ili Maria, ed a questo fine
pita senza originale peccato,e poscia in tut- scrisse il pregevolissimo libro di cui egli
ta la vita sua non aver mai commessa al- rendeconto.il lusinghiero pontifìcio gra-
dina colpa. dimenio attestato all'autore dal sommo
Mentre Gregorio XVI riceveva da o- Gerarca, cui volle intitolato il dotto suo
gui parte focosissime istanze perchè l'Ira- il p. Mura, è un chiaro e
scritto, rileva

macola lo Concepimento di Maria si defi- luminoso argomento del merito del Die-
llisse come dogma di fetle, ed egli preoc- desimo, ed una speranza consolante per
cupa vasi a maturare il modo delicato e il line nobilissimo a cui mira. Aggiunge,
grave per condurre a felice effetto il gin- che la notissima e tenera pietà del Papa
rioso trionfo della B. Vergine, sotto i cui Pio IX, è pietà che non fu mai sterile d'o-
auspieii e nel dì della sua Purificazione pere generose; il che unito a tutti gli ai-
era stato sublimato alla cattedra di s. Pie- tri argomenti co'quali il eh. autore si stu-
tro , appena spirato il mese di maggio dio d'appianar la via alla soluzione del-
1846 a lei consacrato, fu sorpreso dalla le controversie di che tratta , fa sperare
motte. Quindi le medesime istanze furo- non lontano il giorno desiderato da tan-
no rinnovate al successore Pio IX che re- ti voti. Il nemico d'ogni bene, continua

gua, quale anch'egli siuo da'teneri an-


il il p. Mura ,
potrà forse destare qualche
ni divotissimo della Madre di Dio, nel suo tempesta onde impedire il trionfo della
zelo apostolico evedendo le cose così be- Donna deve le maggiori sue
celeste cui

ne prosperosamente preparate, si deter- sconfitte; mala Vergine saprà rendere il


minò di compiere ciò che ormai era nel ciel sereno, ed avvalorare com'altre vol-
desideriodi tutta la Chiesa, perincremen- te la Chiesa e l'augusto suo Capo, per su-
lo d' onore alla ss. Vergine. Pertanto e pera re ogni ostacolo che si opponesse al

come notai nel voi. LUI, p. 193, con hre- trionfo suo proprio, ed intendesse a ri-
ve apostolico che leggesi nella 2/ seriede- tardarne il giorno felice. Il p. Mura fu pro-

gii Annali delle scienze religiose, t. 5, feta: la tempesta insorse, e la descrissi al-

p. 4o6, accettò dall'eucomiato p.Giovan- l'articolo Pio IX, a Roma e in altri luc-
ili Perruiie gesuita, e con isplendido elo- gin analoghi: il vadotrionfo avvenne, e
gio all'insigne reIigioso,la dedica di sua o- a descriverlo compendiosamente. Osser-
pera, e spontaneamente composta per la va ancora il p. Mura, che dopo la Dis-
sua persuasione del privilegio: De Imma- seriazione del cardinal Lambruschini, e
ridato B. Mariae Conceptu an dogma- per tutto l'operato da Gregorio XVI, per
lieo decreto definiri possit, Disquisita) la credenza deU'ImmacolatoConcepimen-

tlienlogica, Piomae 1 84/- Ne fece label- to, nulla poteva venire più. a proposito
lissima analisi il dotto p. Boufìglio Mura dello scritto del p. Perroue, poiché seni •

de'servi di Maria, e riportata ne'cilati-i/i- bra sopraggiuugere la fede pratica per


TEA TEA 55
agevolarne maniera e il modo, mo-
la denti dimostravano il profitto de'loro
vi

girando ed abbattendo il dubbio, alla ve- studi con recitare vari compouimenti lat-
rila dogmatica. Il p. Mura, come quello ti ad onore per lostesso Immacolato Con-

che appartiene all'esemplare ordine dei cepitnento dell'alma divina Madre, cioè
Servi di Miriti (ì .). che nacque e vive elegie,sonelti, anaci eontichee odi, che ve-
sotlo il patrocinio della divina isti tu tri- nivatio ascoltati da'deputali e dagli altri
ce (come descrissi all'ordine Servi di Ma- che v intervenivano oltre un ragiona- ,

ria, ove notai che il p. Lazzari generale mento latino sulla Madonna, e in detto
di esso nel i3_ii fu acerrimo difensore anno l'argomento fu sulla di lei patria
dell'Immacolata Concezione); ordine che Nazareth, sebbene ss. Gioacchino eAri'
i

nel i8o() ottennecon quello de'm inori os- //r/(ohe in nostra favella sigi idea i
Grazia)
servanti da Pio VII, di adoperare nella genitori della genitrice tli Dio, avesseroa-
n'essa la parola Immacolata j termina bitato anche in Gerusalemme, in Cesa-
i -innovando la lusinghiera speranza che il rea e in Betlemme. Notai a Roma, che da
Papa l'io IX non perderà di vista quel ultimo eravi stata istituita 1' accademia
giorno m che noi non temiamo di chiama- ImmacolataConcezionediMaria Ver-
dell'

re il piìi bello del suo glorioso pontifica- gine, che ora tiene temporaneamente le
lo, in che nou un sol popolo, ma finte- sue radunanze nelconvenlode'ss.XI IApo-
ro mondo cattolico griderà riconoscente stoli,edil Giornale di Roma le pubblica.

benedizione ed Osanna al Vicario di Cri- Questa è l'unica fra le romane accademie


sto, il quale avrà detto solennemente, che scientifico-letterarie che espressamente
laMadre di Dio non fischiava un sol mo- vanta un titolo si pioedivotoaseconda del
mento del nemico di Dio'. Dovendo io suo scopo, di santificare cioècoll'ispirazio-

poi parlare dell'entusiasmo col quale an- ne della pietà i belli e utili sludi della gio-

co dall'accademie fu celebrata favventu- uno a sì illustri erudi-


ventò, associata iu
rosa definizione dogmatica, e prima an- ti,ed a vantaggio della religione, gare™-
cora ili essa dell'accademia che in Roma giando gli accademici in lodar Maria, ed
si gloria procedere sotto il titolo e il pa- in ispecie l'Immacolata sua Concezione,
dronato dell' Immacolata Concezione, sotto direzione d'alcuni ecclesiastici di-
la

conviene che ora ne faccia menzione, an- stinti per virtù e per cultura. Originata

che per ordine cronologico di narrativa, in tal foggia nel 1 83 5, venne tosto in pro-
quale ulteriore testimonianza della prò- gre>sodi tempo acquistando forma esco-
gredienle divozione verso il mistero, e vi pò all'intuito propri. Divisa in 4sessio-
premetta pure la notizia di altra. Leggo ni, che comprendono i
4 principali rami
nel n.°3 Diario di /ionia del 8o3,
i del i delle scienze e delle lettere, apre ogni set-
che Pio VI nella chiesa delle ss. Orsola limami una Libera discussione tra 'soci sui
e Caterina (della quale feci cenno nel voi. punti degni di richiamar l'attenzione de-
\LlX,p. 3o2), a Tor de" Specchi, stabi- gli studiosi. Per tal modo si proponete-
li la congregazione del sussidio ecclesia- cademia, secondo le sue leggi approvale
slieo (del quale riparlai nel voi. LV, p. 16, e slam paté, l'esercizio e il perfezionameli-
nel riferire che pi ima tu eretta in s. Ste- to de' giovani nelle scienze e nelle lette-
fino in Pescni')! i, indi trasferita da Pio re sulla via dell'ispirazione religiosa. Di
VI ins. Orsola, e poi restituita nella pre- quanto poi precipuamente si è fatto nelle
Cedente chiesa ove sussiste) sotto l'invo- annuali private riunioni.vienc dato conto
Ì r t/.ione dell' Immacolata Concezione di nelle pubbliche, la più solenne delle qua
Maria ede'ss. Pietro e Paolo, la quale te- liè quella che celebra il bel privilegio di
nevii annua accademia di belle lettere ad Maria dal quale prende nome l'accade
onore della ss. Concezione. I chierici stu- mia. Vaula a foudatore primaria il vii
56 TEA TE A
luoso sacerdote d. Vincenzo Emili, e con- scredere senza danno della salute eterna.

fondatori due altri sacerdoti, il letterato E ad imporre questa irrefragabile im-


d. Domenico Santucci, ed. Pietro Roma- pronta del suggello apostolico al dogma
ni illustre ecclesiastico. L'origine elo sco- dell'Immacolata Concezione sembrò che
po dell'accademia lo dichiarò con bello si sentisse destinato da Dio fino da'primi
viticolo Pavv. Pietro Merolli. Si legge nel giorni del suo pontificato il Papa Pio IX,
t. i3 dell'Album dì Roma, p. 3G7, con il quale volse la. mente a prepararle vie
questo titolo: Accademia della ss. Con- ad una definizione dogmatica. E prima
cezione. Ora l'accademia fiorisce e vanta volle, che oltre il poter chiamare concet-

chiari ecospicui letterati, e l'encomiò più ta senza peccato Maria nel pref.izio e nelle

volte il eh. prof. d. Giacomo Arrighi be- litanie, si estendesse a quanti bramassero

nemerito e dotto compilatore della 2. se- di goderne la facoltà della messa e dell'udi-

rie degli Annali delle scienze religiose, zio proprio dell'Immacolata Concezione.
iu questi ne't. 4, p- 4^6; 6, p. 222; 12, Nelle Memorie storielle delr. p. Mariano
p. 4<> Io quest'accademia il eh. ab. d. Vin- maggiore degli eremiti camaldolesi di
cenzo Anivilli lesse uu ragionamento ai Monte Corona, scritte dal eh. Giuseppe
2 dicembre i847per l'inaugurazione del
1 Condirli, tra'documenti vi sono quelli re-
1 3.°annoaccademico, intitolato: De'van- lativi alla festa dell'Immacolato Concepi-
taggi che il cullo dell'Immacolato Con- mento del pontificato di Gregorio XVF,
cepimento ha recato alla scienza, alla il quale nel 1 834 concesse a'detti eremiti
letteratura, all'arte e alla civiltà pre- d' usar la parola Immaculata Conceptio
cipuamente nel medio evo. Vasto ed eru- nella messa e uffizio proprio (i quali ivi

dito tema che svolse con eloquenza, eru- si dicono approvati dalla s. congregazio-
dizione e maestria, ragionando pure del- ne de' riti sino dal 1828) con 4 bini, e
le surricordate accademie normanne, e si P aggiungere ogni sera alle litanie, Re-
può ammirare nel citato t. 6, p. 222 de- gina sine labe originali. concepta, ora
gliAnnali, in cui si riporta. Ormai pro- prò jìoÌiÌs. Intanto verificandosi l'impedi-
clamandosi ad alta voce per P universo mento temuto dal p. Mura, per la terri-
mondo l'Immacolato Concepimento nel- bile e deplorabile rivoluzione, accaduta
l'azione augustissima dell'Eucaristico sa- in Pioma 16 novembre 848, il Ponte-
a' 1

grifìzio e nella supplicazione quotidiana fice fu indotto a rifugiarsi in Gaeta. Po-


più frequente del cristianesimo, e poten- co dopo, nel nuovo pacifico soggiorno, tra
dosi perciò affermare con pienissima ve- le politiche tribolazioni e burrasche, im-

rità che la voce concorde di tutte le chie- pavidoe pieno di confidenza inMaria Ver-
se lo confessava solennemente, pareva che gine, con quell'enciclica che ricordai nel
nulla mancasse a potersi adempiere il co- voi. LUI, p. 207, a'2 febbraio 1849 in-

mune voto de'cristiani di veder fiualmen- terrogò la chiesa universale, e per lei tut-

teassicurato a Maria l'incontrastato pos- ti i vescovi cattolici, intorno alla questio-


sesso clelsingolarissimo privilegio. 11 dog- ne dogmatica dell'Immacolata Concezio-
ma dell'Immacolato Concepimento pro- ne, ch'erasi incominciata a trattare dal
fessato adunque in esplicitissima forma da fervoroso zelo del predecessore Gregorio
tutta quanta la Chiesa, bramava l'ultima XVI, quantunque per le ricevute suppli-
sanzione che lo facesse inviolabile e sagro che per la sospirata definizione dell'Im-
alla dispulatrice curiosità dell'umano in- macolato Concepimento, gli fosse noto il
gegno: e la pietà cristiana ancora atten- concoide sentimento di moltissimi vesco-
deva con ardore che la voce del Vicario vi. Con l'enciclica invitò l'episcopato a
di Cristo con definizione solenne il dichia- ordinare preghiere pubbliche acciò Dio
rasse articolo di fede, da non potersi di- l'illuminasse per la risoluzione di tanta ri-
TEA TEA 57
levanza, e che poi gli palesassero in iscrit- cepi mento di Maria. L'uno riguarda la
toijnal fosse la credenza, l'amore e il cui- di vota insistenza che si faceva allora dai
to de' popoli verso l'Immacolata Conce- cattolici alia s. Sede, affinché autenticas-
zione di Maria; quali desideri! essi vesco- se coll'autorità della dogmatica definizio-
vi insieme a'Ioro diocesani nudrissero, e ne l'universalecredcnzade'fedeli. L'altro
lilialmente che cosa opinassero sulla con- poi si è che tale sì hmgoe sì focoso dibatti-
venienza e opportunità della stessa dell- mento diConcezioni,'sia stato unoscialac-
nizione, per quindi proferire colla mag- quo d'ingegni, una vanità scolastica sen*
gior solennità che si potesse il suo supre- za prò per la società e per la Chiesa. Que-
ino pontifìcio giudizio. Inoltre notificò sti duesospetti sono vecchi e antichi, spar*
lorod'aver già istituito una speciale con- si come in opere così in libercoli. Dichia-
gregazione di cardinali, per religione, per ra la Civiltà, che il libro del p. Pacifico
.senno e per scienza teologica illustri; ed è una raccolta molto copiosa di quanto e-
un'altra di teologi distinti del clero seco- rasi fatto sopra 1' Immacolato Concepi-

bile e regolare, nello scopo d'esamina- mento, ed il lodevolissimo concettodi tut-


re con tutta ponderazione e accuratezza to il libro è disposto a sradicare il doppio
quanto riguardava il delicato e grave puu* pregiudizio ricordato, disti nguendo il cul-
to dell'Immacolata Concezione, e riferir- to dalla festa in due stadii diversi. Egli
gli il loro parere. Di più facoltizzò tutti i diceche sino al secolo V la credenza vi-
vescovi dell'orbe cattolico, d'accordare gea tra'fedeli certissima, basandosi anco-
a'Ioro cleri l'uffizio proprio della Conce- ra sugli atti del martirio di s. Andrea a-
xione, com'egli 1* avea ingiunto al clero postolo, sulle liturgie attribuite a s. Gia-
romano. Narrai neh' indicato voi. LUI, corno apostolo ed a s. Marco evangelista,
p. 216, 218, 225, che il Papa visitò le e su quanto s. Basilio scrisse delle chiese
religiose teatine e il romitaggio della ss. d'Alessandria e di Grecia. Da detto seco-
Concezionesul monte s.Elmo,ecou quan- lo incominciò la festa nelle chiese orien-
celebrò in Napoli la festa del-
ta solennità tali, e forse introdotta allora nell'occiden-
l'Immacolata Concezione, protettrice del- tali da'basiliani. Certo è che avanti il se-
la reale famiglia de'Boi boni; e che ritor- colo IX celebra vasi in Napoli, e forse I un*
nato trionfante iu Roma, nel i.°concisto- go il X e l'XI essa si propagò per la Na-
ro de'20 maggio i85o, con commoven- varrà, Normandia e Inghilterra. L'origi-
te allocuzione rese grazie a Dioe alla Ver- ne della controversia insorse a' tempi di
gine Immacolata, per averlo ricondotto s.Bernardo, perchè il clero di Lione a-
dopo dolorose vicende alla propria sede, vea istituito la festa della ss. Concezione
11cardinal Giuda Giuseppe Rumo arci- senza chiederne facoltà al Papa. Questa
vescovo di Siviglia, ivi neli85o pubbli- discussione però giovò grandemente alle
co colle stampe: Discorso subreVImma- arti e alle scienze, ed eziandio alla ci vii-

eidnda Concepcion de Maria. Neli8Ì2 tà. Non avrebbe forse la poesia avute le
in Napoli il francescano alcantarino fr. A- due antiche accademie nella patria stessa
gosiino Pacifico di M." Addolorata pub- de'meoestrelli (de'quali e de'trovatori ri-
blicò l'opera: La ChiesaCattolicanel fat- parlo a TEATRo),qual fu Normandia, né
la

to lìdi {mmacolatissima Concezioni' (li i tanti e sì leggiadri componimenti di ver*


Mniti ss. lontra tutte l'eresie. Ne ren- si tenerissimi, quasi fiori della virgolai
de ragione e loda la Civiltà cattolica) 2." ghirlanda, quanti furono i dettati dalla
serie, 1. 1, p. 322, rilevando che il pio au- riverenza a quel privilegio: non la pitlu-
tore ebbe in mente di togliere dall' ani- ra que'capolavori di ss. Immagini della
mo d alcuni due pregiudizi intorno della B. Vergine uscite dalle mani di Rallàe-
giaude questione dell'lmuiaculuto Con* le, de'Laufraocbi, de 'Sassoferrati, e mas*
58 TEA TE A
s'une la famosa Concezione ci i Murillo, per riae origine a Deo predieta: De Scriptum
non ricordarne altre*, non la scultura quel rìs divinisi /)< peccati originali^ propa'
gran novero d'opere di getto, scalpello o gallone: De Christopane vitae. Questo
IjuIìiio, d'ogni materia: non l'architettu- dotto gesuita è pure autore dell' opera :

ra i 7 nobilissimi obelischi e colonne,ope- DeEvangeliis,Fviburf'\-Jìv\seov'\ae 18 53.


re monumentali che superbamente tor- Lavoro di gran lena, pieno di dottrina e

reggiano per aver sulle loro cime l'ina- di erudizione, di cui resero ragione con
magine dell'Immacolata Concezione, in grandi lodi la Civiltà cattolica,'!? serie,
Vienna e in Praga per Ferdinando 111, t.
4> P- 44°> e P- Pace, con bella anali-
in Lucca per decreto del senato, in Na- si riportata negli Annali delle scienze re*
3
poli per Carlo di Borbone, in Palermo ligiose,^. serie, 1. 1
1, p. ig7,e 1. 12, p.3o.
nella piazza di s. Domenico, perenne e Progredendosi da Ile su imo mi nate congre-
sontuoso monumento della pietà dome- gazioni l'esame del dogma, giunto il me-
nicana (oltre la Colonna, di cui parlai a morabile aouoi854i il professore di teo-
quell'articolo nel voi. XXV, p. 171 e al- logia dogmatica del collegio romano p.
ti ove, già del tannila della Pace, con ac- Carlo Passaglia gesuita, a' 5 gennaio a- 1

corgimento elevala a rovescio, e da Pao- prì il corso dell'annuali radunanze della


lo V innalzata innanzi la basilica di s. Ma- mentovata accademia dell' Immacolata
ria Maggiore colla statua di bronzo della Concezione di Roma, con Orazione nel-
15. Vergine dellaConcezione: dell'altra vi- la quale lesse quella bellissima o Discor-

cina colonna con altra iasmaginedi bron- se) del nostro s. padre Pietro vescovo di
zo della ss. Vergine ne ragionai nel voi. Argo sul concepimento dì s. Anna quan-
XXVII, p. 25); né quel grati numero di do concepì la Madre di Dio, da lui tra-

templi innalzati in tutte le città alla ss. dotto dall'originale greco idioma in ita-

Concezione, contandone q la città di Na- liano, che col testo inedito greco a fron-
poli. La controversia giovò eziandio alle te(soltanto avendone già pubblicato una
scienze, per l'aumento degli studi nell'an- versione latina il Piazza) e illustrato con
tichità ecclesiastiche, nell'opere de'ss. Pa- alcune sue note, dirette a spiegar meglio
dri, nelle tradizioni della Chiesa, e valsero lo scopo cui mira principalmente l'ora-
a chiarir meglio il dogma della caduta zione (nella nota 1 3.' eruditamente ri-
dell'uomo, fondamento di tutto l'editìzio ferisce, che della biografìa de'ss. Gioac-

cristiano. La Civiltà dnncjueencomiò,co- chino ed Anna, non meno che dell'infan-


nie l'autore confutò il pregiudizio di co- zia della ss. Vergine, oltre le orazioni del
loro, che biasimano sprecamento di tem- Damasceno, di Giorgio di Nicomedia, di
po e danno della società la disputa acce- Fozio e di altri assai, ponno consultarsi
sasi tra'caltolici, e da lui mostrato stori- gli E v angeli i apocrifi pubblicati da Fa-
camente del tutto falso e calunnioso; es- bricio, Tilo e Tischendorf), si legge nel
sendone ulteriore prova e confutazione 1. 12, p. 49 degli Annali, 2. serie. Questo
quanto vado raccogliendo in questi ceu- pregevole monumento del secolo IX del
ui storico-dogmatici di erudizione. Nello santissimo e dottissimo siciliano vescovo
stesso 1 8 52 in Prato si pubblicò la 3,' e- d'Argo, in onore dell'Immacolato Conce-
dizione del Novenario e Panegirico del- pimento della Vergine Maria, è una bel-

FlmmacolaiaConcezione di Maria t er- la e mirabile testimonianza di conferma


gine, del /). Antonio da Rignano mino- del senso religioso di quel tempo, riuscen-
re osservante. Nel 85 -53 il p. France- 1 i do di gran conforto l'intendere, che tan-
sco Saverio Patrizi die alle stampe in Ilo ti secoli addietro si parlava e ragionava
ma: De interpretatione Oraculorum ad da' padri nostri della Concezione Imma-
Chris tumpertìnet: De Immaculata Md- colalissima della Vergiue (nel suocouce-
T E A TE A 5i)
pimento proemio eli nostra redenzione e rono de'meritati encomii il dottissimo p.
paradiso di Dio, come espr intesi il vesco- Passaglia, che tuttavia la Civiltà ben a
vo Pietro), (pie! medesimo che allora tut- ragione paragonò all'altro illustre confra-
ta (pianta universalmente la Chiesa ne tello il [). Dionigio Petavio, il cui nome
parlava e ragionava con entusiasmo eli è elogio. Però gli /annali delle scienze re-
pietà e di fede, attendendo il gran decre- ligiose, nel t.i2,p. j.), pubblicarono gli
?.

to. Mentre il Papa si consolava d'aver pro- elogi e la disamina del sapiente prof. Pao-
vocato dall'episcopato in favore dell' Im- li) Mazio, il quale con ampia erudizione,
macolata Concezione una confessione ple- dichiarale le sopreminenti prerogative di
naria ed esplicita, pensò di chiederne al- Maria irraggiata dal sole di giustizia, l'an-
la scienza cristiana quella maggior dimo- tico e costante suo culto, in varie (brine
strazione clic potesse darne facendo i 1 som- e modi professato teneramente da'fede-
mo d'ogni sua possa. L'onorato incarico li, per quello del suo Concepimento ri-
fu assunto da parecchi dotti teologi, e tra cordala propensione devotissima verso di
gli altri dal p. Carlo Passaglia ,
il quale essa di34 Papi, e specialmente quella di
nel Commentario che eternerà il suo no- Gregorio XVI, nel cui pontificato eminen-
me, dimostrò chiaro l'Immacolato Con- temente si aumentarono i suffragi a fa-
cepimento della Vergine creduto e inse- vore del pio mistero, per quella venerar
rii ito nella chiesa di Cristo per tutti i se- zione ch'egli ne professava, e pel culto che
addietro lino all'età degli apostoli.
coli aumentò notevolmente; imitato dal re-
Non contento il p. Passaglia di quanto a- gnante successore Pio IX, il quale noti
vea scritto e pubblicato sull'Immacolato preterì sollecitudine operosa e acceso ze-
Concepimento di Maria, col vigoroso suo lo nel propugnar la causa dell'Immaco-
ingegno, colla profondità di sua dottrina lato Concepimento della celestiale Madre,
teologica, e colla pietà del suo cuore, com- che ha la potenza del comando pari alla
pose un quanto doviziosamente erudito, benignità dell'affetto. Rileva quindi, che
altrettanto profondo e sotlilecommenta- uno degli amplissimi frutti dell'operosa
rio sul medesimo, impresso con isplendi- sollecitudine di Pio IX è tra gli altri l'o-

da edizione: De Immaculato Deiparae pera del p. Passaglia, la cui dottrina sin-


semper 1 irgirds Conccpttt, Caroli Pas- golare ne'più riposti penetrali delle disci-
soglia sur. e S.J. Gommentarius,.Uomae pline teologiche, pregiandosi degnamen-
lypis s. congr. de propaganda fide i <S 7 {. te dal Papa, lo prescelse a far parie del-
Ne rese dottamente ragguaglio la Civiltà la commissione istituita per l'Immacola-
cattolica, a." serie, t. 8, p. 6c) e 552; né ta Concezione, l'eccitò colla voce aposto-
poteva giungere in miglior tempo questa lica a imprendere Tartina trattazione, gli
nobilissima lucubrazione, per l'ardore u- opportuni
fornì gli aiuti necessari alla
ni versa le con cui tutto il popolo cristia- nobilissima impresa, ed a sue proprie spe-
no aspettava dalla voce del Vicario di se fecestampare la grande opera con car-
Cristo annoverata tra'dogmi di nostra fe- ta salda e durabile, con bellezza e novi-
de la pia e universale credenza: Che so- tà di caratteri, anche siriaci, coptici e a-

la fra tutti i figli d'Adamo andasse la \ er- rabici, con magnificenza veramente pon-
gine esente da qualunque macchia d'ori- tificia, e ne ricevè la dedica. Crede inol-
gine. La virtuosa moderazione adopera» tre, che la pubblicazione di quest'opera
tu dalla saggia e sapiente Civiltà catto li- segnali un avvenire notevole nella Chie-
< a, nell'esposizione delle cose trattate nel- sa, come un esempio vi votli progresso nel
l'aureo Commentario fix compensata dai metodo e nella severità a cui un intellet-
giornali piìi accreditati d'Italia, Germa- to profondo e .sicuro, educato alla scuola
nia e Frauda, i quali giustamente fregia- delle Scritture, de' Padri e de'monumen-
Go TEA TEA
ti ecclesiastici, pu?> pervenire nell'estrin- ra, prima che fosse definito in forma so-
seca dimostrazione del preziosissimo mi- lenne, fu mai confessato con sì unanime
stero. Frattanto il Papa in dolce espetta- accordo da tutta la Chiesa docente insie-
ti va andavasi consolando per le risposte me e discente. Del pari il Papa si ralle-
cliegligiungevano da'vescovi dell'univer- grò quando le due sunnominate e specia-
so cattolico, le quali con gioia non solo li congregazioni de'cardinali e de'teologi,
ansiosamente confermarono di nuovo la aventi a presidenteil cardinal Fornari, per

singoiar pietà e mente sì propria che del senno e dottrina chiarissimo, con eguale
cleroede'fedeli verso l'Immacolata Con- ardente brama e premura, dopo un dili-
cezione, ma gli domanda vanoancora qua- gente esame, richiese con mirabile unità
si con voto unanime die l' Immacolato la definizione, e di non ritardare il tan-
Concepimento della Vergine col supremo to aspettato decreto più oltre dell'annua-
suo giudizio autorevolmente si definisse. le festadell'Immacolata Concezione nel
Nelle risposte venute da tutte le parti del i8>4- Quindi il Papa implorò con pub-
mondo, non vi fu lingua, popolo, tribù o bliche e private preghiere lumi del Si- i

nazione die non vi fosse rappresentata, ed gnore a favorire causa sì bella. A tale ef-
in it. volumi furono stampate in Roma fetto nell'enciclica Aposlolicac nostrae
dallaStamperia della Civiltà cattolica. caritatis sollicitudine ,del r."agosto 854, 1

Questa ne Cenni storici riferisce che al- pubblicata nel t. i3, p. 9 5 degli Annali
le pontifìcie domande risposero ben 54-0 delle scienze religiose, nuovamente ec-
vescovi, di quanti più o meno si compo- citò l'episcopato cattolico a fervorose o-

ne in atto l'episcopato cattolico ; e le lo- razioni, acciò lo Spirito santo illuminasse


ro risposte resteranno a' posteri monu- la sua mente per procedere quanto pri-
mento eteraodell'uoità di spirito che in- ma alla definizionedeirinimacolata Con-
forma e regge la Chiesa, ed alla Regina cezione, per maggior gloria di Dio e del-
immacolata non perituro serto di
del cielo la ss. Vergine, ludi disposte le cose per
ad immortale orna-
gloria intrecciatole l'effettuazione del grande atto, il Papa in-
mento dal più concorde ossequio di cui vitò un copioso numero di cardinali, ar-
possano fedeli onorarla. Tutti
i vesco- i Roma, an-
civescovi e vescovi a recarsi in
vi risposero tenere essi co'loro cleri e ple- che dalle più rimote regioni, per assiste-
bi unanime credenza l'Immacolato Con- re e crescere pompa alla solennità della
cepimento. Similmente quanto alla pos- proclamazione del decreto dogmatico ,

sibilità d'una definizione, tutti, tranne nella festività della stessalmmacolataCon-


pochissimi e forse 5, in un medesimo sen- cezione agli 8 dicembre. Indi, come avea
timento risposero credere essi per certo intimato a'cattolici di tutto il mondo, il

che possa aver luogo un giudizio defini- Papaa'^oltobre fece pubblicare dal car-
tivo dogmatico. Soli 3o o pochi altri più, dinal Patrizi vicario di Roma, l'invito sa-
mostrarono di dubitare non forse tal de- gro per pubbliche e fervide preghiere, ac-
finizione possa venire inopportuna a'tern- ciò il divino Spirito illuminasse la sua
pi presenti, specialmente in que' paesi ove mente ,
per stabilire e decidere intorno
i cattolici hanno guerra da presso «/pro- l'Immacolata Concezione della ss. Vergi-
testanti. Però 5oo e più risposero concor- ne, quello che tornar più potesse aila mag-
demente, che la definizione soleune del- gior gloria di Dio; inlimando un giubileo
l' Immacolata Concezione era opporlu- da durare 3 mesi e da incominciarsi in
O
nissima iu tempi e specialmente in
tutti i Roma il 1novem bre,con indulgenza ple-
.

quelliche corrono, e che le loro greggi la naria applicabile ancora alle anime del
chiedevano e aspettavano con impazien- purgatoria. Sull'invito e venuta in Roma
le desio. Niuu altro dogma per
peravventu
ai di detti prelati, si legge uel t. 8,p. 826
1

TE A TEA 6
della Civiltà cai inlica de' i novembre, alma Roma, non man-
te recandosi all'
che il Papa vernilo nella risoluzione di ac- carono giornalastri e libelli, quali non i

condiscendere finalmente ;il volo unani* potendo frastornare la definizione del


me de'paslori e de 'fedeli, col pronuncia- dogma, si sforzarono almeno con sofismi
re solennemente la sua apostolica senten- e con sarcasmi d' intorbidare e confon-
za intorno Immacolata Concezione,
all' dere I' animo dogi' idioti e de' semplici.
per dar maggior pompa espiendorea que- Molti di tali scritti non meritarono se non
sta tanto aspettata solennità, avea invitato disprezzo, uno solo alla Civiltà cattoli-
in lumia pel novembre non solo più ve- ca sembrò richiedere diretta confutazio-
scovi degli slati romani, ma più altri an- ne, perchè pretendeva di far simulata
cora di tutto l'orbe cattolico. Se la mal- mostra di procedere con calma e con ap-
vagità de'lempi, e gli urgenti bisogni di parato di dottrina e di erudizione, reci-
molte diocesi che troppo avrebbero soffer- molando di qua
quanto finora gli e di là
to dell'assenza de'loro pastori, non l'aves- oppugnatori Immacolato Concepi-
dell'
sero impedito, il Papa avrebbe certamente mento di Maria scrissero ne'tempi anda-
fatto invito speciale a tutti e a ciascuno ti. Tale anonimo scritto ha questo tito-

de suoi venerabili fratelli nell'episcopato; lo: Proposta d alcune difficoltà che si


ma non potendo appagare di tanto suoi i oppongono alla definizione dogmatica
desiderii,egli volle chealmeno s'invitas- (IclT Immacolata Concezione della D.
sero nominatamente per mezzo de'suoi tergine Diaria, Torino tipografia del
nunzi due otre vescovi di ciascuna nazio- Progresso 854- La benemerita Civiltà,
1

ne, i quali senza grave disagio potessero colla solita sua robusta dottrina lo con-
unirsi intorno al suo trono, e rappresen- futò nel t. 8, p. 533, e qualificò lavoro
tarla chiesa universale ossequiosa e plau- d'un astuto giansenista, il quale si finge
dente all' oracolo cotanto desiderato del cattolico per poter a fidanza uccellare i

supremo Gerarca. Erasi quindi certi, che semplici co'suoi sofismi; ma che alla fine
olirei vescovi invitati, gran numero d'al- non sapendo più mantener la maschera
tri pastori cui la soverchia lontananza, o sul viso, venne contro sua voglia a mani-
le necessità delle loro chiese o altro grave festarsi per quel che è, ed anteponendo
ostacolo non impedisse il viaggio, sarebbe- il proprio giudizio al giudizio di tulio il

ro venuti spontanei ad associarsi in que- senno cattolicolGià perula zelante Civil-


st'augusta solennità a'Ioro venerandi con- tà cattolica nello slesso volume e nelle
fi atelli,secondando il pontificio desiderio, precedenti p. 353 e 48 1, ci aveadato due
a cui la loro venuta sarebbe riuscita di sapienti ed eruditi, pii e morali trattali.
sommo gradimento. » Anzi parecchi ve- Sono intitolati: il i.° Definizione doni/na-
scovi già sono arrivati, e altri molti stanno tica sopra l'Immacolato Concepimento
sul giungere. Roma esulta d'accogliere nel di Maria ss.; il 2.° // Domina e la Ci-
suo seno questa non Conciliare né Sinoda- viltà. Divise primo in 3 capi:
il In che i .

le, ma però sempre augusta e veneranda consiste il dorema dell'Immacolato Con-


assemblea di sagripastori,ed in essa il fio- cepimento di Maria. i.° La Chiesa con
re della virtù, della sapienza e del sacer- questa definizione non crea un nuovo
dozio cattolico adunatosi da tutte le par- domrna, ma spiega e conferma un'antica,
ti mondo per applaudire alla voce del
del credenza. 3. "Quali sensi si destino io un'a-
sommo Pontefice e rendere alla gran Ma- nima fedele. Divise il secondo in 4 c«i[ii;

dre di Dio a nome di tutta la chiesa mi- i.° Dell'importanza e fecondità del dom-
litante in terra un nuovo e solennissimo ina dell'I m macola toCuncepi mento diMa-
tributo d'amore e di gloria". Avvicinan- ria. a.° Come per questo domina venga
dosi il gran giorno, i vescovi d'ogni par- t'istaurato il principio dell'autorità socia-
&i T E A T E à
le. 3.° Come dal medesimo domma ven- s'inchinarono con giubilo e tripudio, ri-
gano l'istaurati i principi? sovrani delle leva il mirabile accordo dell' episcopato
scienze naturali e divine. 4-° Come per cattolico, che ne' suddetti 12 volumi di
questa medésima definizione si ravvivi o- lettere manifestò il suo uniforme e pie-
gli nomini il concetto e l'amore della giu- no assenso, e nelle quali tutto è armonia
Questo capo termina colla commo-
stizia. di pensieri, di all'etti, di tradizioni aposto-
vente esclamazione. » A te mi rivolgo, o liche, di divotaubbidien/a, di fede inte-
Chiesa di Dio, madre de' popoli, tutela merata; spettacolo sovraumano, che non
della società, luce della scienza, custode si può a meno esclamare essere qui di- il

e vindice della morale. La tua sapienza è to di Dio. Ammirando viaggi intrapre-


i

come quella di Dio, e la provvidenza tua si da'vescovi, i quali si mossero fino dai
sopravanza nostri corti intendimenti.
i lidi estremi dell'Atlantico e del Pacifico,
La ragione dell'uomo agitata da insana da'ghiacci dell'Artico e da' caldi dell'E-
febbre d'orgoglio tentò riformare il mon- quatore , siccome avidi d'ascoltare dal
do, ed il mondo ritorna al caos primiti- sommo Pontefice qual esser debba quin-
vo. Si levò contio di tee usurpò le tue pre- credenza. Che giunti iti
di innanzi la loro
rogative; ma breve fu il suo trionfo e do- Roma venerandi prelati,dierono stupen-
i

loroso il disinganno. Le sue dottrine frut- do saggio di senno cattolico, dopo alcune
tarono il dubbio, e j
le
no seminaro-
sue legqi prudenti dubbiezze e discussioni, di re-
no la discordia. Tu sola bai parole di vi- pente ogni voce fu concorde e unanime,
ta ebalsamo alle ferite mortali. I tuoi de- e nell* unità de' loro concenti armonici,
creti sono follie a'ciecbi superbi, ma l'u- dipoi maestosamente l'oracolo del succes-
mile investigatore vi scuopre il flore del- sore di s. Pietro ripetè il dogma che da

Iasapien?a.Suonidunqnela tua voce,suo- 18 secoli echeggia su tutte le generazio-


ni alta, solenne, poderosissima: l'ascolti- ni: Maria fu concepita senza- maccìua.
no i tuoi figli cometa voce del cielo. I pa- Termina col vitale confronto di quest'au-
sto) i la ripelino alle loro greggi, i padri la così tranquilla, sì veridica, sì libera, sì
a'iigli, le presenti generazioni alle avve- venerabile, co clamori dei parlamenti e
nire, e l'Immacolato Concepimento della dell'assemblee costituzionali; onde tra i

gran Madre Dio per le sancito sia co-


di due consessi, facile è il comprendere do-
me stella che dopo tempestosa notte an- ve stia la vera fonte delle leggi, il vero
nunzia «'naviganti ornai vicinoil giorno". principiodeH'unilà e felicità sociale. 1 car-
Dipoi la Civiltà cattolica, costantemen- dinali, gli arcivescovi, i vescovi da tutte
sublime pro-
te coerente al suo salutare e le parti venuti in Roma ,
uniti a quelli
ponimento da taluni perciò avversato,
, che vi risiedono nel palazzo Vaticano, d'or-
profittando opportunamente e con saga- dine del Papa tennero varie congregazio-
ce accorgimento d'ogni argomento per ni riguardanti la definizione dell'Imma-
trarne saggiamente veritiere morali rifles- colato Concepimento di Maria, presiedu-
sioni e gravi avvertenze corrispondenti, ti nel ponti lìcio nome da'cardinali Dru-
nel t.c), p. 279, comprese l'interessati-
vi nelli, Caterini e Santucci. Commovente
te articolo: L'assemblea cattolica e leAs- e edificante fu il concorde consentimen-
semblee eterodossej ultimi cenni intorno da spontanee e tenere lagri-
to, sigillato
alla definizione del?Immacolata Con* me vedere ormai la B.
di divozione, per
cezione. Dopo avere impugnato il Cimen- Vergine rifulgere di quest'altra corona di
to, giornale di Torino, per avere assun- gloria. Leggo ne'lodali Cenni storici del-
to il patrocinio d' un libercolo inteso a la Civiltà cattolica: » Or mentre ne'sagri
combattere la vicina definizione di fede, templi di Roma con l'assidua predicazio-
alla quale tosto 200 milioni di cattolici ne della parola di Dio e col miuislera di
1

TEA T E A 63
riconciliazione si disponeva il popolo fe- incominciando da'3 dicembre successi \a-

tide a celebrar degnamente la solennità nicnle si esponessero sugli altari, e vi re-

Sospirata, piacqueal Santo Padre che lut- stassero per 3 giorni consecutivi alla pub-
ti i vescovi si adunassero a conferenza, e blica adorazione le seguenti insigni reli-
si comunicasse ad essi il progetto del de- quie. Nella basilica \ alicana quelle del
creto apostolico, allineile ne (tendessero / otto Minio, della s. Lanciti, e della ss.

conoscenza, e proponendo le loro osser- Croce quale esposizione non


(della si co-
vazioni o difficoltà ne udissero le conve- nosce altro esempi o); nel hi Liberiana (pi el-

nienti risposte. IV e 1 e quali adunanze si le della Ciilln del Presepio A\ Cesò Cri-
mostrò ne'dottori del popolo cristiano ta- sto; nella Sessoriana quelle della ss. Cro-
le conformità di giudizio e tale unione di ce e il suo Titolo, e contemporaneamen-
spirito e d'affetto col supremo loro Capo te nell'Eudossiana quelle delle Catene di
t: Pastore uni versale, che non potei ono es- s. Pietro. IlPapa accorili) indulgenza ple-
si medesimi non lag ri in a re di tenerezza naria a chiunque perlina volta l'avesse
e di gioia al commovente spettacolo che visitate. Le consuete novene perla ss. Con-
tutti ad ognunoiappresentavano". Il Pa- cezione, per volere pontificio, in mollissi-
pa di tuttociò lietissimo, il i.° dicembre me chiese si celebrarono con prediche di
convocò il concistoro de'cardinali, e pro- missioni e con istruzioni al popolo. Nello
nunziò l'allocuzione: Inter grava multi- stesso giorno 3 dicembre ricorrendo lai."
plicesave angustiai, colla quale'dichiarò domenica dell' avvento, stante il numero
al sagio collegio, che fra le angustie da straordinario di cardinali, arcivescovi e
cui era afflitto, provava inespi imibile Itti- vescovi che trova vansi in Roma per assi-

zia per vedere avvicinarsi quel giorno in stere alla straordinaria festività e defini-
cui avrebbedecretato l'Immacolato Con- zione dell'Immacolata Concezione, il Pa-
cepimento di Maria, per la quale defini- pa comandìiche cappella papale si te-
la

zione tante domande erano state fatte ai nesse nella basilica Vaticana, ove sull'al-
suoi predecessori, e per uUimo all' imme- tare pontificio si espose il ss. Sagramen-
dialo Gregorio XVI, e quinti! a lui slesso; to in forma di Oiuiniiil'orc. INel giorno
il perchè avea indirizzato all' episcopato precedente il cardinal vicario avea pub-
l'enciclica de'2 febbraio 1849, e istituito blicato la notificazione, colla quale e con
in Roma le due congregazioni per esami- religioso giubilo e splendide partile an-
nare l'argomento, e da tutti avere ricevu- nunziò a 'roma ni che l'universale piissimo,
ti voliesenlenze favorevoli alla definizio- credenza dell'Immacolato Concepimento
ne, e il tutto atl ogni cardinale comuni- di Maria Vergine, finalmente era per de-
cato. Perciò rivolto a'cardinal gl'interi o- i finirsi dal Papa Pio IX, dogma di fede,

gù: Placet ne igìtur i obis} ni dogmatì.- nel prossimo venerdì sagro al suo singo-
ciimde Immaculata B >} irginis Marine iar privilegio. Che con l'angusto decreto
Conceptioneprofereamus A crciu/u'/Ha- e ciadditerà laChiesa una preziosa gemma
bitis omnibus sulhagiis Ponfifex haeca- che già ornava il diadema di Maria; e co-
dieci t. Contento Pio IX dell'uniiòime suf- me in altri tempi avea con infallibile au-
fragio eziandio del sagro collegio , dichia- torità discoperte ed esposte al lume tli fé-

rò che nel venerdì del corrente 8 dicem- deelasua divina Maternità, e lo sua per-
bre! 8 'j.4. giorno in cui la chiesa univer- petua e in violabile Verginità, e la sua Im-
sale celebra la festa della gloriosissima peccabilità, così in quel giorno faustissi-
Concezione della Vergine, avrebbe pro- mo porrà in chiaro quello di sua Imma-
nunziatoli decreto con solenne 1 ito epom- cola taConcezione,checoll'a ozi detto in ira-
pa nella basilica Vaticana. Indi il cardi- bilmente collegasi e divinamente risplen-
nal vicario ordinò per parie del Papa, che de,Che il Vicario di Ciisto dopo lunghe
64 TEA TE A
e generali preghiere, dopo mature con- che Maria non ha peccato in Adamo: sa-
sultazioni, finalmente stabilirà sulla cat- rà fede che questa gran Vergine non sia
tedra di verità contenersi l'enuncialo pri- stata mai neppure per un istante sotto il

vilegio dell' ImmacolatoConcepi mento nel potere del demonio: sarà fede che pe'me-
deposito della divina rivelazione. Che la riti di Gesù Cristo la sua beli' anima fu
Chiesa nel proferire i suoi infallibili ora- preservala dalla colpa di origine, e prima
colisopra alcuni punti, non istalli lisce a che informasse il benedetto suo corpo fu

suo piacimento o taluni nuovi articoli di santificata da Dio, e ricolma di tutte le


fede, ma solo dichiara contenersi quella grazie, di tutti doni, di tutti favori che
i i

o quell'altra verità nella divina rivelazio- convenivano a quella eletta Signora, che
ne.» La fede della Chiesa è stata sempre dovea essere la vera Madre di Dio. Do-
una, ed una è stata sempre la sua dottri- po ciò chi potrà ridirei beni ed i vantag-
na, la quale tutta si appoggia in questa Ri- gi che da questo avvenimento felicissimo
velazione divina contenuta nella s. Scrit- deriveranno, che già ha potuto richiama-
tura e nella divina Tradizione. Di que- re i voti, l'attenzione ed il concorso d'u-
stovenerando deposito è stala sempre la na gran parte dell'episcopato cattolico alla
chiesa cattolica apostolica romana inte- cattedra dis. Pietro? Oh come infatti glo-
merata custode, fedele e infallibile inter- riosa ci si mostra la Chiesa augustissima!
prete. Quando dunque l'augusto Capo vi- Come risplende la sua unità, dote sua fon-
sibiledella Chiesa, in cui vive e vivrà sem- damentale! Come apparisce bella la sua
pre il ministero di Pietro, si accinge a de- gerarchia stabilitavi divinamente daGesù
cretare su qualche punto, non introduce Cristo! Ah non può non essere che un fìt-

nuove dotti ine o estranee a quel sagro de- to tale non conforti cuori de'fedeli, che
i

posito, ma solo ne dichiara il senso legit- mirabilmente non li rassodi neprincipii


timo e le verità contenutevi. Essendo poi di sana, di unica, di divina credenza !"
la Chiesa fornita e assistita da lumi cele- Quindi il cardinal vicario apre ogni cuo-
stiali, e vivente sempredellospiritodelsuo re a fiduciose speranze che voglia Iddio
divin Fondatore, che giammai non l'ab- usare di sue particolari misericordie, con
bandona, come non ha potuto mai erra- ravvivare sempre più la fede e la santi-
re in ammettere una verità che tale non tà ne'figli della Chiesa, e con illuminare
sia, così ha potuto e potrà sempre infal- coloro che siedono nelle tenebre e nel-
libilmente dichiarare ciò che veramente l'ombra di morte, allineile umiliati e pen-
si contiene nel deposito della rivelazione. titi tornino al suo seno. E che la ss. Ver-
Quindi la Con-
decisione delllmmacolata gine che riceve dalla chiesa militante sif-

cezione di Maria non solo non presenta fatto onore, darà solenni mostre di sua
alcuna novità ma solamente conferma
, potente intercessione, a vantaggio del po-
ciò che s'è sempre creduto dalla Chiesa. polo cristiano. Acciò ciascuno si dispones-
Però un siffatto privilegio fino a questo sero ogni culto di religione ad una festa
tempo non era certo per fede. Impercioc- sì memoranda, notificò avere il Papa pre-
ché non ogni verità, ancorché chiaramen- scritto, nel dì precedente di detto anno
te contenuta nella rivelazione, è articolo soltanto, l'osservanza della vigilia con
di fede: ma allora solo è tale quando l'ab- digiuno e magro. Che nel giorno
cibi di

bia espressamente definito la Chiesa, ed poi della festa ilPapa permetteva in tal an-
allora è eretico e mette fuori dell'ovi-
si no che si mangiasse la carne e qualunque
le di Gesù Cristo chi credesse o parlasse altro cibo, e dispensava dal digiuno che
diversamente. Ora ecco il gran punto, e doveasi osservare come venerdì dell'av-
ne siano elei ne lodi al Signore. Dopo pro- vento. Che inoltre il Papa accordava in-

mulgalo il desiderato decreto, sarà fede dulgenza pleuaria a tutti i fedeli, i quali
i

T E A T E A 65
confessali e coruuuicati co» sentimenti di lo, riparlai dell'antichissima chiesa di s-

pietà e religione assisteranno alla messa Maria in Campo santo de' teutonici, la

solenne pontificale, clic avrebbe celebra- (piale è sagra al ss. Salvatore e all'Imma-
to nella basilica Vaticana, nella quale si colata Concezione. Delle chiese in Roma
promulgava il sospirato decreto. Prescris- sagre alla R. Vergine, credo d'averne de-
se, che appena pubblicato e al segnaletici scritte un numero maggiore all'indicato,
cannone diCaMel >.Angelo,si suonassero a e Io si vedrà nell'indice, alle (piali si deb-
festa per un'ora tutte le campane diRoma; bono aggiungere le tante cappelle o ora-
ed invitò romani a dar pure segni ester-
i torii in di lei onore innalzali, oltre le sa-

ni di gioia e luminarie, in dimostrazione gre edicole erette nelle mura esterne de'
di divoto tripudio alla ss. Vergine. A'G palazzi e altre fabbriche per le Strade di
dicembre il Papa si recò a visitare le ss. Roma (T .).

Reliquie nella basilica Vaticana, e cele- Nella mattina del memorabile vener-
brandovi la messa comunicò 4oo e più dì, giorno più fausto e glorioso del no-
il

membri della conferenza romana di s. stro famoso secolo, epoca desiderala da se-
/ ìncenzo de Paoli (V.). fra 'quali il pre- coli, e dalla gran Roma più ansiosamen-
sidente e vice-presidente di quella di Pa- te di qualunque altra città, siccome som-
rigi, oltre a moltissimi forestieri di varie mamente divota di Maria, fin dalle prime
nazioni, e affidò alla medesima conferen- ore mostrossi tutta quanta in movimen-
za scudi ?.5oo di suo peculio, perchè di to, e cominciò a dar segni d'esultanza, [iel-
pane e carne provvedessero i poveri di la nuova gloria colla quale era impaziente
Roma nel giorno della grande solennità di venerarla, occorrendo l'immensa mol-
della Vergine Immacolata, che vado a de- titudine nella basilica dis. Pietro per as-

scrivere, anco col pubblicato dal Giorna- sistereal solenne avvenimento. Nella cap-
li' di Roma, in caratteri turchini e rossi: pella Sistina del Vaticano, a seconda del-
/.// Festa dell' Immacolata Concezione l'intimazione stampata e precedentemen-
ili Mariti 1 ergine in Roma li 8 dicembre te distribuita da'eursori pontificii, si adu-
i854- Prima però,qui ad onore de' roma- narono i cardinali iu vesti rosse, dopo a-

ni miei concittadini e della singolare loro ver assunto gli abiti sagri bianchi secon-
divozione verso la ss. Vergine, mi piace ri- do l'ordine loro e colle mitre di dama-
cordare quale attestato costante e solenne sco, nella sala regia; ove si vestirono de'pi-
della medesima il gran numero di chiese viali bianchi, e delle mitre semplici di li-
che edificarono a! suo culto. Dappoiché G3 uo gli arcivescovi e vescovi; i prelati a cui

ne esistevano quando il Panciroli, che le spetta indossarono le cotte sui rocchetti,


descrisse, pubblicò nel i 600 i Tesori na- gli altri le cappe: in una parola v'iuter-
scost l'yeKibby ne noverò 7 nella descri- 1 vennero tulli quelliche hanno luogo ne'
zione di /(orna nel 838.compresequelle 1 pontificali, colle loro vesti e insegne, in-
della ss.Concezione delle benedettine di clusi vamenle agli abbati mitrati, a'peni-

Campo Marzo, le chiese di s. Maria iu Via tenzieri Vaticani, ed al suddiacono e dia-


Lata, di s. Maria in Trivio, ora della con- cono greci. Il sommo Pontefice Pio X nel- 1

gregazione del preziosissimo Sangue, co- la camera de'parameuti indossali gli abi-
me rimarcai nel voi. LXIX, p. 28, della ti pontificali, si recò nella cappella, e do-
ss.Concezione àtìcappuccini, e della ss. po intuonata l'antifona Sancta Maria,
Concezione delle francescane sepolte vi- pontificii cantori incominciarono il canto
ve, la qual chiesa e monastero situati nel delle litanie de'sanli,ed al versetto San-
rione Monti, dierono il nome all'adiacen- cta Maria, incominciò a defilare la pro-

te via della ss. Concezione ed a Guardia ; cessione per la sala e scala regia , e pel por-
Svizzera pontificia, in fìue dell' arlico- tico della basilica Vaticana iu questa en-

vul. ixxm 5
66 TEA TE A
hò,la qualecon singoiar caso tosto si rtein* sommamente esulterà il mondo. ''A que>
pi ioleramenle. Papa incedendo in se-
Il sic parole rispose il Papa, che volontieri
dia gestatoria sotto il baldacchino, dopo accoglieva la preghiera del sagro colle-
nver adoralo il ss. Sagramento. passi) nel- gio, dell'episcopato e de' fedeli , e die per
lo slesso modo all'altare papale, e dal Irò- esaudirla e prima di proferire 1'
irreior-
no posto dalla parte dell'epistola ammise inabile giudi/io, era necessario invocare
g\\' ubbidienza i cardinali, gli arcivescovi onde fu inluo-
l'aiuto dello Spirito santo:

e vescovi, i penitenzieri. Intuonata e detta nato eniCreator Spiritus.E quest'in-


il 1

l'ora di terza, il Papa deposti la mitra e no improvvisamente udissi cantare non


il piviale, prese gli abiti pontificali perla solo da' cantori della cappella pontificia,
inessa, ed a questa die principio. Dopo il ma da tot lo il popolo accorso in tanta mol-
cantodell'evangelo in latino e poi ingreco, liludine.Ognuno animato dalla fede la più
il cardinal Macchi decano del sagro col- ardente e dall'amore verso di NostraDon-
legio, unitamente a' decani degli arci ve- jia, cui tutte le genti chiamano beata e
scovi e de'vescovi presenti alla grande ce- benedetta, invocava da Dio lume al suo
a
remonia, cioè mg.' Luigi M. Cardelli ar- A icario vicino a pronunziare dalla calle-
civescovo d'Acrida e mg/ Nicola Laudi- dia di s. Pietro una sentenza, a cui rive-
sto vescovo di Policastro presenti in cu- renli lutti i fedeli cattolici per quanto di-
ria, non che dell'arcivescovo di rito gre- stanti per luoghi, e diversi per leggi, per
eoe dell'arcivescovo di rito armeno quali lingua e per costumi, avrebbero imme-
rappi esentanti la chiesa orientale, vale a diatamente chinata la fi onte. Dopo il can-
dire mg/ Stefano Missir arcivescovo d'I- lo dell' inno Sua Salititi' in mezzo a un
l'enopoli e mg.' Eduardo Hurmuz arci- profondo e ossequioso silenzio lesse ad ai-
vescovo di Sirace, presentossi a 'piedi del ta voce il decreto, e con tale commozio-
trono e rivolse in lingua latina al supre- ne e ineffàbile alletto, che spesso ne do-
mo Gerarca queste parole." Ciò che da vette per istanti tenere sospesa la leltu-
lungo tempo, o Beatissimo Padre, arden- 1 a; e col Pontefice era commosso e pene-
lemente desidera e con pieni voti doman* tralo di tenera divozione chiunque 'assi-
da la Chiesa cattolica, cioè che sia deCi- steva a quel sublime atto. Nel decreto il

nilo dal vostrosupremo e infallibile giù- SoinmoPonteficesolennemeuteeformal-


dizio V Immacolato Concepimento della mente definì: » Essere domina di fede.
ss. /ergine Maria, Madre di Dio, on- che la Beatissima J ergine Maria nel
de accrescerne la lode, la gloria e la vene- primo istante della sua Concezione, per
razione, noi a nome del sagro collegio de' singoiar privilegio e grazia di Dio, in
cardinali, de' vescovi dell'orbe cattolico virtù de' meriti di Gesù Cristo, Salea-
e di luttifedeli, umilmente e somma-
i torè delFuman genere,fupresérvataim-
mente chiediamo, che in questa solenni- jnune da ogni macchia della colpa ori-
tà della Concezione della Beatissima Ver- ginale." Letto il decreto, il cardinal de-
gine, siano compiuti voli comuni. Per i cano ritornò a'piedi del Irono co'suddet-
cui a mezzo l'augustaazione dell'incrudì* ti decani degli arcivescovi e vescovi lati-

tempio sagro al
to Sagrifìzio, in questo ni, e degli arcivescovi greco e armeno, po-
pi incipe degli Apostoli, e in così solenne slulatori della nuova Maria Ver-
gloria eh
adunauza dell'amplissimo senato, di ve- gine, ringraziando il Santo Padre di ave-
scovi e di popolo, degnatevi, o Bealissi- re colla sua apostolica autorità definito il

ino Padre, di alzaie la voce vostra apo- dogma dell' Immacolata Concezione, e
slolica e pronunciaredogmatico decre- il pregandolo a volersi degnare di rendere
lo dell'Immacolata Concezione di Ma- pubblica la bolla intorno a questa dog-
ria, pel quale saravvi gaudio in cielo, e malica definizione, con quelle parole ri*
TEA T E \ ,<;-

prodotte in latino dalla Civiltà cattolica, corona d'oro tempestata di pietre prezio-

insieme alle alhe ili sopra riportate in i- se, e che aveo tolto dall'altare papale di
laliano e alla definizione pontifìcia egual- s. Pietro, dell'immagine in musaico rap-

mente nell'idioma latino, cioè nel I. <i-p presentante la ss. Concezione (con quel ri-
io.]. Indi presenlaroiisi perciò i piotono- to che descrissi a Coronazione delle sa-
tari apostolici partecipanti, e il promo- gre IMMAGINI, e ne' voi. MI, p. 3 ), XVII, 1

tore della fede fece istanza che fosse re- p.23q, descrivendo ([nella fatta da Gre-
datto l'istromenlo di questo solenne atto. gorio XVI dell'insignee antichissima im-
Il Papa die la sua annuenza, e il decano magine di s. Maria Maggiore), il cui di-

di detti protonotari disse die si sarebbe pinto originale di Pietro Bianchi e com-
rogato. Intanto U cannone di Castel s. An- pito dal Mancini sta nella Certosa di s.

gelo annunziò alla città la promulgazio- Maria degli Angeli. Imperocché, siccome

ne del decreto, eco'suoi ripetuti colpi pa- la chiesa cattolica amò sempre di dare cor-
reva che volesse far giungere anche a lon- po a'suoi dogmi ne'iiti venerabili del Min
tani grande avvenimento. Tutte le
un sì culto, rendendoli accessibili a' sensi ne'

campane delle torri campanarie di Ro- segni esteriori onde li riveste; piacque al

ma cominciarono a suonare a festa, ed Papa che il glorioso serto ond'egli avea


i cittadini inteneriti da pietà, e compre- ornato colla solenne definizione l'augusta
si di santa letizia, si dierono a ornare in fronte dell'Immacolata Vergine .Ma ria, ve-
segno di affettuosa esultanza le finestre nisse significato ed espresso da una coro
e le loggie delle case con arazzi e dami na d'oro e di gemme, ed egli stesso volle

sdii, ed a preparare universali lumina- cingere il capo dell'immagine della ss. Con-
rie e ogni altro seguo di pubblico giubi- cezione che si venera nel pili gran tem

lo. Terminala la messa pontificale, al- pio del mondo nella cappella a lei dedi-
la «piale in distinte tribune assisterono la cata, e nello stesso sito ove Sisto IV, tanto
reale principessa di Sassonia, il corpo di- benemerito e propugnatore dell'Immaco-
ploma lieo, l'uflìzialiià dell'armata france- lato Concepimento, a veale costruito l'an-
se,! n luogo apposito il segretarioei consul- tica. Siccome tale coronazione il Papa l'e-

tori speciali della congregazione straordi- seguì dopo il pontificale, editi questo non
naria dell'Immacolata Concezione, e in fi- intervenendo il Diacono e Sudili, 1.

ne tale molliludine.il iipelo,che una mag- (1 .) della cappella pontificia, così gli fi-

giore e sterminata da molli lustrinoli fu cero da diacono esuddiaconoi prelati Sal-


visti mai nel più vasto e più sontuoso tem- vatore Nobili Vi tedeschi e Domenico Gi-
pio del mondo, fu cantalo il Te /)cum in raud ambedue canonici Vaticani. Mentre
rendimento di grazie alla ss. Trinità pel nella simile funzione eseguita da Grego-
novello splendore accresciuto alla gloria rio XVI nella basilica Liberiana ebbe ad

diMaria;innoebefualternatocon univer- assistenti il suddiacono della cappella pon-


sale edificante commozione dal Papa u- tifìcia mg.' Pentini canonico della mede-
nitamente in coro a 'cardinali, agli arci- sima, eil un altro suo collega, giusta il

rescovi e vescovi, e dal popolo. 11 Santo cosiurne ricordato a Suddiacono, e ciò


Padre poi in sedia gestatoria e preceduto perchè alla coronazione non precedette il
dalla maestosa schiera di circa 200 mi- pontificale delPapa. Indi ils. Padre recato-
trati, portossi processionalmente alla cap- si alla cappella della Pietà per deporre gli
pella de! coro del capitolo Vaticano (ebe abiti pontificali, accolse parole dì caldis-
descrissi a Pietro in Vati-
Chiesa ni s. simo ringraziamento dal p. Venanzio da
cano), ed assistito da due canonici del me- ( lelano ministro generale de'minori osser-
desimo nel ministero di diacono e sud- vanti e de'rifortnati, per aver definito in-
diacono, vi lece la solenne coronazione eou torno alla Concezione della ss. Vergine,
.

G8 TEA TEA
ciò clic i francescani lia uno sempre inse- in basilica T aticana adstante* Pio f\
gnalo, e poscia si restituì nelle sue stan- Pont. /Max. dogmatica ni definitionemde
ze. Precedentemente il Papa avea dichia- Conceptìone ImmaeulataDeiparùe T ir-

rato / escovi assistenti al pontificio so- ginis Marine pronuncia/ili Missa- inter
ì|//o,tutti gli arcivescovi e vescovi, inclusi- riim. solcmnia die vili deccmhris an.

vamente a'nominati de'riti greco e arme- l854. Non solamente il Giornale di Ro~
no, intervenuti alla sagra funzione. La di- ina e la Civiltà cattolica riferirono l'ar-
sposizione si contiene nella ricordata in- rivo progressivoin Roma de'cardmali, ar-
timazione cursoraleoschedula.» Cuna au- civescovi e vescovi, ma poi ne pubblicaro-
tem SanctissimusDominus Noster suis a- no gli elenchi secondo l'ordine di loro crea-

postolicislitterisin fórma brevis die ag da- zione, cioè il i.° nel n.° de' 5 dicembre, la
tis vertentis mensis novembris onines sa- 2. "nel quaderno de' 1 6 dicembre. Cos'i tro-

crorum Antistites tantaesolemnitatiprae- varonsi riuniti nel centi o del callolicismo


senles (qui nondum Pontificio Solioassi- ad onorare il singolare mistero della gran
stenles i-enunciati fuere) in Collegium i- Vergine che forma la nostra speranza e
dem cooptandos, et hujusmodi honorede- il nostro rifugio nelle tempeste della vita,
corandos esse ceti sueri 1] tum ineademsup- non meno i cardinali e I' episcopato che
plicationc ipsi Antistites ita incedant, ut hanno abitualmente residenza in Roma,
servetur dumlaxat inter eos ordo digni- che quasi tutti cardinali e buona parte
i

latis Archiepiscopalis et Episcopalis,el ha- dell'episcopato, provenienti da ogni par-


bita temporis ratione propriae cujusque tedel mondo;im perocché vi accorsero dal-
promotionis. Ex
duodecim tantum
bisce le varie Provincie d'Italia, dalle provincie
antiquiores Archiepiscopi eidem Sanctis- dell'impero d'Austria,dalla Baviera,dalla
simo Domino assistentiam praestent, re- Prussia ed altri paesi dejla Gerniania,dal-
liqui vero in subselliis sibi paratis, serva- laGrecia,dallaSvizzera, dalla Francia, dal
to ut supra dignitatis et promotionis or- Belgio, dall'Olanda, dalle Spagne e dal
dine,locum teneant." Fu veramente un Portogallo,dall'Inghil terra e dall'Irlanda;
maestoso e imponente spettacolo, in ve- e molti giuntiattraverso TOceanodellaCi-
dere il Sommo Pontefice circondato dal na, dall'America e fmanco dall' Oceania

numeroso sagro collegio de'cardinali, fra' per udire dal successore di s. Pietro la for-

quali il patriarca di Lisbona, dagli arci- male definizione e con gioia annunziarla
vescovi di Malines, Lione, Praga, Tole- poi a'Ioro fedeli nel far ritorno alle proprie
do, Besancon, Reims, Westminsler e di diocesi e vicariati apostolici; che la dot-
Strigonia, per non dire de' cardinali ar- trina che insegna la B. Vergine essere pe'
civescovi e vescovi italiani: tutti i cardi- meriti del divin Figlio preservata dalla
nali erano 54, ma il cardinal Simonelti colpa originale dal 1

istante di sua Con-
inférmo non v'intervenne. Gli arcivesco- cezione, è dottriua rivelata da Dio, e da
vi prelati furono l\i; vescovi prelati o i i i credersi fermamente per fede da tutti i fi-
1

Non vi noverai mg. Foscolo patriarca d'A- gliuoli della chiesa cattolica. Inoltre que-
1

lessandria, e mg. Tevoli arcivescovo d'A- sio complesso imponente della gerarchia
tene siccome indisposti. Dalla stamperia ecclesiastica e di pastori di tutte le nazio-
cameralesi pubblicarono: Elenchus Cor- ni, nel di sagro alla festa della venuta nel-
dinaliwn juxta ordinari suum,necnon la Marca e in Loreto della s. Casa di Na-
Patriarcharum , Archiepiscoporwn et zareth, accrebbe maestà alla solenne con-
Episcoporum secundum tempus promo- sagrazione dell'augusto Tempio (F ) di
tionis in Urbe praesentiumdie xrmno- s. Paolo, eseguita dal Papa colla coope-
i>embrisiS5^. etc. Cardinales S. E. R., razione d' alcuno di essi; e vi assistero-
Patriarcliae, Archiepiscopi et Episcopi no 5o cardinali, e 1^0 arcivescovi e ve-
TEA TEA 6y
scovi, olire gli altri prelati. 11 Pontefice due orchestre suonarono ad ora tar-
fino
die decoroso e nobile ospizio a più di 40 da applaudili pezzi di musica di valenti
sagri pastori ne' palazzi del Quirinale, maestri, e nella sala de'conservatori per
della Consulta, e della canonica di s. Pie- opera del medesimo municipio fuwi ad
tro. Uno de'quali fu monsignor Gio. Bat- onore della ss. Concezione un'accademia
tista Douvier vescovo di Le Mans, che ossia solenne adunanza d'Arcadia, dove
invitato dal Pontefice di recarsi ad assi- il cardinal Wiseman lesse un eloquentis-
stere alla dogmatica definizione, giunto a simo discorso, alla presenza d'un nume-
Lione e ammalatosi, fu confortato con he- roso concorso di cardinali, arcivescovi, ve-
nignissiine lettere pontificie a non espor- scovi, prelati e di altri distinti personag-
si a'pericoli ilei viaggio, ina egli nel suo gi: seguì poscia la recita delle poesie de'
zelo volle progredirlo, e per intervenire soci, accompagnate anch'esse dal plauso
al solenne atto dal Quirinale si fececon- universale, il perchè l'adunanza riuscì ol-
durre in lettiga in s. Pietro. Tornato al- tremodo brillante e gradita, anche per la
l'appai tamentoassegnatoglidalPapa, peg- munificenza municipale pe'splendidi ad-
giorò nell'infermità, e si recarono a con- dobbi e luminarie della sala. Laonde si
fortarlo vari cardinali,arcivescovi e vesco- pubblicò l'opuscolo: Solenne adunanza
vi, e lo stessoPontefice lo consolò con visita in onore Immacolata Concezione
dell'
e paiole amorevoli. Soggiaciuto alla for- di Maria Verginetemila dirgli Area-
za del male, il Papa volle fargli a sue spe- di nella grande aula de Conservatori
se i funerali nella chiesa de'ss. XII Apo- in Campidoglioni'-dì 8 dicembre i854,
stoli, ne'quali pontificò mg.' Sibour ar- Roma 855. Quindi furono pure stam-
1

civescovo di Parigi, assistendovi il cardi- pate auree Inscriptiones latinae, del


le

nal de Bonald arci vescovo di Lione,ovel'a- p. Antonio Angelini gesuita, prof, d'elo-
•vea ospitato, ed il cardinal Gousset arci- quenza nel collegio romano, ed anch'esse
vescovo di Reims, gli arcivescovi e vescovi con nitidissimi tipi. Roma in questo gior-

assistenti al soglio, il conte di Rayneval no sì avventuroso die non dubbie prove


ambasciatore di Francia, i generali e gli di straordinaria esultanza, dimostrando
officiali dello stalo maggiore francese, e quanto sia generale e profonda la divo-
moltissimi illustri personaggi. Tantoe me- zione verso la ss. Vergine: ed i sagri pa-
glio, insieme alla biografia del degnissi- stori nel far ritorno alle loro sedi, e nel
mo prelato, si può leggere nella Civiltà notificare a'ioro diocesani ciò che udiro-
cattolica t.
g, p. 2 18, non che nel Gior> no dall'Oracolo del Vaticano, potranno
naie di Roma del 1
854 a p. 1 2 1 6, e nel far conoscere ancora quanto giustamente
11. ° 2 deli 855. Ritornando a! fausto gior- si onori e veneri nella capitale eterna del
no della definizione dogmatica, nella se- mondo cattolico, la Regina sine labe o-
ra disi gloriosa solennità Roma presentò riginali conceptaj potranno dire se Ro-
un incantevole spettacolo nella brillantis- ma auclie questa volta, e per quanto pu-
sima 11 umi razione
i d'ogni casa, d'ogni re poi narrerò, realmente fu emula di E-
ordine ili cittadini, dal palazzo del ricco feso, quando nel concilioecumenico, fat-
al tugurio del povero. Quasi tutte le fac- to celebrare dal Papa s. Celestino I, si di-
ciate dellechiese eseguirono bellissime lu- chiarò dalla Chiesa contro Ne-torio, la B.
minarie, distinguendosi quellede'france- Vergine vera Madre di Dio, per cui gli
seani, specialmente la facciala d'Araceli de' abitanti per la gioia dopo avere reso con
minori osservanti, e la chiesa del Gesù. inni e cantici spirituali le dovute grazie al
Per cura del municipio romano fu illu- Signore, con luminarie e altre lesti ve di-
minata la cupola, piazza e colonnato Va- mostrazioni ilici tmo attestati vivissimi del
ticano, ed i palazzi del Campidoglio, uve luio micino contento. Portatosi iuRoma
7o T E A TEA
il decreto sinodale, vi lo ricevuto nel gior- dal principio del mondo, e dalla trasgres-
no di Natale dal clero e popolo romano sione e caduta d'Adamo e d'Eva nostri
«oii imito gaudio e acclamazione, che nel progenitori, per la salvezza del genere u-
generale fervoroso clamore, alla Saluta- manoda loro derivato, preparando al suo
zione Angelica (/ .)si aggiunsero le pa- divin Figlio unigenito una .Madre ben de-
role: S,iinhi Maria Muta- Dei, ec. In- gna, dalla (piale incarnato nascesse per la

di Papa s. .Sisto 111 per tal vittoria ripor- redenzione uni versale. Perciò la fot ino per
tata conlroferesia, volendo erigere un tro- sempre immune da ogni neo di colpa, scé-
feo d'onore alla lì. Vergine, nella Chic- vra ben anco dalla macchia del peccato o-
Mi di s. Mmiii Maggiore fece costrui- riginale, tutta bella e perfetla,con pienezza
re il gran arco trionfale con musaici, an- di grazia, d'innocenza e di santità, che mag-
cora esistente, ampliando la basilica che gior dopo Dio slesso non può compren-
arriccia di copiose rendite e di preziosi do- dersi, con intero trionfo dell'antico insi-
ni: su di chepuò vedere Francesco Bian-
si diatore serpente a cui dovea schiacciare
chini, De ss. Imaginibus Musivi operis a il capo. Dichiarò poi il Papa nella bolla,
Sisto TIIPP. inbasilica Liberianacon- che la chiesa cattolica In quale sempre am-
flructis; Koinaei 727.Ne'(àsli ecclesiasti- maestrala dallo Spirito santo è colonna
ci in lettere d'oro è stalo scolpito l'8 di- e fondamento di veiità, possedendo qua!
cembre i854, come tra'più memorabili dottrina divinamente ricevuta, e com-
alle glorie di Maria, perchè dalla catte- presa nel deposito della celeste rivelazio-
dra di verità ricevè un nuovo trionfo la ne siffatta origine della Vergine augusta
gran Madre del Redentore di tutto l'u- Madre di Dio, non cessò mai in ogni mo-
man genere. » O memorando di! La tua do e con luminosi fatti di spiegarla ogni
memoria Per varcar di età non verrà me-
- giorno più, di proporla edi favorirla. Che
no; - Ma
ognor più bella borirà tua glo- questa dottrina da' più rimoti tempi esi-
ria. "JNell'istesso giorno il Sommo Ponte- stendo profondamente scolpita nell'ani-
fice Pio IX penetrato d'inenarrabile san- mo de'fedeli, e mirabilmente diffusa nel-
ta allegrezza emanò dal palazzo aposto- l'orbe cattolico mercè Io zelo e le cure de'
lico Vaticano presso s. Pietro la bolla /- vescovi, dalla Chiesa stessa fecesi ampia-
neff'abilis Deus, intorno alla dogmatica mente manifesta, allorché non dubitò di
definizione dell'Immacolata Concezione esporre al culto pubblico e alla venerazio-
da lui decretata. Questa fu stampata in la- ne de'fedeli la Concezione di Maria. Pel
tino, come nel suo originale e tradotta in qual fitto dimostrò la Chiesa doversi ve-
italiano, eo'lipi della stamperia camerale; nerare la Concezione stessa come singo-
dal Giornale ili Roma venne pubblicata lare, meravigliosa e lontanissima da'pri-
da'supplemenli de'n. 1
16 e 28 deli 855 mordi del rimanente degli uomini, e lo»
ne'due idiomi; ed in latino bidonata dalla talmente santa, dappoi eh è essa non celebra
Civiltà cattolica a' suoi associati; al cui festeggiando checose sante. Quindi il Pon-
esempio faccio altrettanto co' miei, delle tefice, per dimostrare quanto eziandio la

pagine che contengono questi cenni: dipoi chiesa romana, madre e maestra di tutte,

la Civiltà inserì la bolla in italiano nel t. secondasse la dottrina dell' Immacolata

9, p. G78. Nella bolla apostolica, ulterio- Concezione della Vergine, ne ricordò no-
re e splendidissimo monumento di gloria minatamente suoi fatti insigni; imperoc-
i

della 1). Vergine, il Ponteficeenumerò tut- ché medesima ebbe sempre sopra tutto
la

te quante l'eccelse e singolari sue prero- cuore di tutelare, promuovere e difen-


gative, l'abbondanza delle celesti grazie dere l'Immacolata Concezione della Ver-
traile dal tesoro della divinità, colla (pia- gine, suo culto e la sua dottrina, me-
il

le fu unicamaule privilegiala da Dio fìu diante iuuumerevoli alti cospicui de'ro-


TEA TE A 7 i

ninni Pontefici reggitori della chiesa li- e momento della Concezione, asserivano
ni versale. Essi ebbero a somma gloria d'i- doversi senza dubbio celebrare la Conce
stituire la Festa della Concezione, di ar- zione,ma non pel primo istante e momen-
ricchirla e onorai la con proprio uffizio e to. Laonde Papi si crederono obbligati
i

con messa propria, ove manifestissiui i non meno a sostenere la lesta della Con
mente si asseriva la prerogativa dall'im- cezioue, chea difèndere la Concezione pel
munità della macchia d'origine, di pro- primo istante come vero oggetto del cul-
muovere o di estendere in ogni guisa il to. Allora fu che Alessandro \ Il dichia-

culto già stabilito, sia col dispensare indul- rò la genuina mente della Chiesa nel 66 i i

genze, sia col permettere alle provincie colla bolla Sollicitudo omnium ecclesìa-
e a'regni di scegliersi a protettrice la Ver- rum, essere antica la divozione e convin-
gine sotto il titolo dell'Immacolata Con- zione de'fedelijche l'anima della B. Ver-
cezione, sia coli' approvare sodalizi, con- gine nel primo istante della creazione e
gregazioni, ordini religiosi fondali ado- infusione nel corpo, fu preservata immu-
rnile dell'Immacolata Concezione,siacol- ne dal peccato originale per special gra-
I encomiar la pietà di coloro che eresse- Dio in riguardo de'tne-
zia e privilegio di

ro monasteri, spedali, altari, chiese sotto riti di Gesù Cristo suo figlio, redentore
questo titolo, o con giuramento promi- dell uman genere, e che in questo senso
sero di difendere virilmente VImmacolata venerano e celebrano con solenne rito la
Concezione della Madre di Diod indire de- festa della Concezione. Ed è perciò che i

cretarono che la festa della Concezione Papi si studiarono di mantenere con ogni
dovesse tenersi da tutta la Chiesa nello sforzo intatta la dottrina dell'Immaco-
.stesso onore e nella dignità slessa che la lataConcezione della Madre di Dio, mai
fèsta della Natività; (li più che ila Ila chie- permettendo che fosse censurata, e di-
sa universale dovesse celebrarsi tal festa chiarando ripetutamente, che la dottri-
coll'oltava, e da tutti venerarsi come di na colla <piale si professa l' Immacola-
precedo, e Moina con 'cappella papale.
in ta Concezione, è e deve ritenersi del tut-
Concessero pure Pontefici, che nelle li-
i to consentanea al culto ecclesiastico, an-
tanie e nel prefàzio del la messa si procla- tica e pressoché universale, nonché de-
masse l'Immacolato Concepimento della gna d'essere proclamata nella s. liturgia
Vergine, e perciò la legge del credere ve- e nelle pubbliche preci. Né paghi di ciò
nisse stabilita per la legge stessa della pre- per sei bare inviolala simile dottrina vie-
ghiera. Pertanto il Papa, siili' orme de' tarono severissimamente potersi difende-
predecessori, soggiunge d'aver non sola- re si in pubblico che in privato l'avversa
mente approvato e ricevuto il da loro sta- opinione, che vollero quasi con più colpi
bilito, ma ricordevole della costituzione abbattuta e conquisa. A tale effetto il Pon-
di «Sisto IV, autorizzato l'uffizio proprio tefice riprodusse un notabile brano di det-
dell'Immacolata Concezione, e averlo ac- ta bolla, colla quale Alessandro VII ri-

cordalo del miglior grado alla chiesa u- conoscendo la festa e l' uffizio speciale e
m vei sale. Ricordò come Papi condanna- i proprio per istituzione di Sisto IV, e vo-
rono come falsa e alienissima dalla men- lendo vieppiù promuoverne il culto mai
te della Chiesa, I opinione (li quelli che ri- alteralo nella chiesa romana dopo l'isti-

putassero affermare venerarsi da essi non tu/ione di esso, e celebrare la L5. \ ergi-
la Concezione, ma laSantifìcazione.Come ne come preservata dal [leccato originale
«stiir, nono doversi adoperare con quelli, per virtù della preveniente grazia dello
che intesi a rovescia re la dottrini dell'Im- Spirito santo; quindi per sedar le conlese
macolata Concezione, immaginata una e conservare l'unità dello spirito nel vili

differenza fra il primo e secondo istante colo della pace, Alessandro VII a preghie-
TEA TE A
in de' vescovi colle loro chiese e capitoli, ramente significarono, nulla potersi vali-
od istanza di Filippo IV re di Spagna e damente addurre che in qualsivoglia mo-
de'suoi regni,rinnovò le costituzioni e de- do si opponga a sì alta prerogativa della
cieli de'predecessori, specialmente di Si- Vergine. Poscia espone il Pontefice, sem-
sto IV, Paolo V e Gregorio XV in favo- pre con sagra ed eloquente erudizione, co-
le della sentenza che sostiene essere sta- me la dottrina sull'Immacolato Concepi-
la l'anima della B. Vergine nella sua crea- mento di Maria ogni giorno più con auto-
zione e infusione nel corpo arricchita del- revolissimo sentimento, magistero, zelo,
la grazia dello Spirito santo e preserva- scienza e sapienza della Chiesa splendida-
la dalla colpa d'origine, ed altresì in fa- mente spiegata, dichiarata, confermata,
vore della festa e del culto della Conce- e pressoi popoli e le nazioni tutte dell'or-
zione di Maria a seconda di tale pia sen- be cattolico quanto mai propagata, ab-
tenza. Ordinò perciò Alessandro VII l'os- bia sempre esistito nella Chiesa, quasi ri-
servanza de' nominati decreti e costitu- cevuta da'maggiori, ed insignita del ca-
zioni sotto le censure e pene in essi con- rattere di dottrina rivelata, il provava-
tenute; e decretò la privazione della fa- no validamente gì' illustri monumenti
coltà di predicare, leggere, insegnare, e in- della veneranda antichità della chiesa o-
terpretare, contro quelli che ardissero rientaleeoccidentale,euumerando e spie-
porre in discussione la stessa sentenza, fe- gando principali, in uno a'di versi sim-
i

sta o culto, sottoponendo alle pene ecen- boli co' quali fu riconosciuto il singoiar
snre contenute ueW Indice de' libri proi- trionfo della ss. Vergine e la preserva-
biti, libri ne'quali si ponesse in dubhio
i zione da ogni neo di colpa, l'originale sua
la sentenza, festa o culto. Passa quindi il illibatezza e la riuuione in lei de' divini
Papa Pio IX rammentare con quanta
a doni, e con quali parole fu celebrata con
premura la dottrina dell' Immacolata non meno che concorde seti ti mento,e col-
Concezione di Maria fu insegnata, soste- le figure e allegorie splendidissime della
nuta e difesa da ragguardevolissimi or- s.Bibbia,da'Profeti,da'Padri e dagli scrit-
accademie
dini religiosi, dalle più celebri tori della Chiesa, interamente cara a Dio
teologiche, e da valentissimi dottori in di- e sempre Immacolata,sede di tutte le gra-
vinità. Il professato pubblicamente da zie divine, ornata di tutti i doni dello Spi-
anche ne'sinodi,che
lauti zelanti vescovi, rito santo, e tesoro infinito de'medesimi,
la Vergine ne'preveduti meriti del Re-
D. ed insieme al Figlio partecipe dell'eterna
dentore non soggiacque mai al peccato benedizione. Pùpetè altresì il Pontefice,
originale, ma fu del tutto immune dalla com'essi non cessarono mai di chiamar
macchia d'origine,eperciò redenta in mo- la Vergine gloriosissima, illibata, imma-
do più sublime. Dice ancora come il s. colata, sempre benedetta, scevra da ogni
concilio di Trento, nell'emettereil decre- contagio di peccatola cui formossi il nuo-
to dogmatico sul peccato originale, nello vo Adamo, e con altre numerose, splen-
stabilire e definire, nascere tutti gli uo- dide e onorificentissime denominazioni
mini macchiati della colpa originale, pur ed epiteti; che fu immune d'ogni mac-
tuttavia dichiarò solennemente, non es- chia di corpo, d'anima, d'intelletto, sem-
sere sua intenzione di comprendere nel pre in compagnia di Dio, e con eterna al-

decreto, e in tanta ampiezza di definizio- leanza ad esso unita non giacque mai nel-
ne, lai», e Immacolata Vergine Madre di le tenebre, ma sempre dimorò nella lu-
Dio. Dappoiché con questa dichiarazio- ce e perciò fu manifestamente idoneo al-
ne padri del Tridentino indicarono ab-
i bergo di Cristo non per natura del corpo,
bastanza essere stala la D. Vergine sce- ma per la grazia originale. Aggiunse il
vra dalla macchia originale, e pei ciò chia- Poutefiee i loro altissimi detti, co' quali
TEA TEA 73
parlando della Concezione della Vergi- mente considerandole,^ fu grandemen-
ue attestarono, che la natura avea ceda- te a cuore, per la somma sua venerazio-
to alla giazia e tremante erasi fermata ne e alletto fino da'leneri anni versola
non osando proseguir più oltre; imporne- li. V ergine, di compiere ciò ch'era anco-

chè dovea accadere, che la Vergine Ma- ra ue'desiderii della Chiesa; perciò isti—

die di Dio non venisse concepita da An- tuì lesummentovate congregazioni per
na pi ima che la giazia producesse il f'rut- esaminar profóndamente argomento 1'
,

to; menile era d'uopo che si concepisse ingiunse preghiere a tutto l'orbe cattoli-
ci primogenita, da cui dovesse concepirsi co pe'ceiesti lumi, interrogò il sentimeli-
il primogenito d'ogni creatura. Attesta- to dell'episcopato onde proferire il poli-
rono, the la carne della Vergine presa tifìcio giudizio colla maggior solennità.

da Adamo non ammise la colpa di lui, e Confermata dalle risposte de' vescovi la
perciò essere la C. Vergine il tahernaco- brama universale perchè si definisse ii
lo crealo da Dio slesso e formato dallo gran mistero, con accrescimento di gau-
Spirito santo vera opera di Dio, che non
; dio altrettanto richiesero i cardinali; as-
ili mai esposta agl'infuocali dardi del ma- sicuralo pertanto nel Signore essere giun-
ligno; e bella per natura, e pura d'ogni la l'opportunità per la defìnizionedogma-
macchia come fulgida aurora venne al tica,esam inala ogni cosa e implorato nuo-
inondo immacolata nella sua Concezio- vamente il divino aiuto, non dubitò il

ne. Questo vaso d' elezione non subì il Sommo Pontefice l'io IX di sancire col
comune oltraggio, poiché a>sai diversa da supremo suo giudizio l'Immacolata Con-
tutti gli altri ebbe essa di comune la na- cezione di Maria, e così soddisfare a're-
tura, non la colpa; perciò gli antichi Pa- ligiosi desiderii dell'orbe cattolico e alla
dri e altri fedeli la distinsero parlando di propria divozione verso la ss. Vergine, e
Maria co' piìi distinti vocaboli d'imma- insieme onorare sempre pili il divinsuo
colala, illibata, tutta intemerata, pulissi- Figlio. «Implorato l'aiuto di tutta quart-
ina nell'anima e nel corpo; domicilio di ta la Corte celeste, e iuvocato con gemiti
onde a
tutte le grazie dello Spirito santo, il diviu Paracielo, così da lui ispirati, col-
lodarla non bastarle lingue umane ean- l'autorità di Gesù. Cristo Signor Nostro,
geliche. Non è adunque a meravigliare de'ss. apostoli Pietro e Paolo, ad onore
sei vescovi e ebbero progressiva-
i fedeli della ss. e indivisibile Triuità, a decoro
niente sempre pitta vanto di professare e ornamento della Vergine, ad esaltazio-
con gran pietà, religione e amore la dot- ne della fede cattolica, ad incremento dei-
trina dell'Immacolata Concezione della la religione cristiana, dichiariamo, prò-
\ ergine, venerando e invocando ovuu- nunziamo, e definiamo essere dottrina
que con fervidissimo trasporto la Vergi- rivelala da Dio (/nella clic ritiene pie-
ne concepita senza macchia d'origine. Per servata immune da ogni macchia di col-
lultociò lino dagli antichi tempi i vesco- pa originale fino dal primo istante del-
l'i, il clero, gli ordini regolari, e gli stessi /// sua Concezione la Beatissima / cr-
monarchi domandarono istantemente al- gim Maria per singoiar grazia e pri-
la s. Sede, the l'Immacolata Concezione vilegio di Dio onnipotente in riguardo
ss. Madre di Dio si definisse come
della demeriti di Gesù Cristo Salvatore del-
dogma di [tóe, e specialmente a Grego- l'iana/i genere, e perciò doversi da tutti
no XVI, ed allo stesso Pio IX si preseu- ifedelifermamente e costantemente ere-
tarooo tanto da' vescovi, che dal clero 6e- di-re. Laonde ove alcuni, che Oio non
colare e regolare, da'regnanli e dalle cat- \uglia,presumessero pensare diversamen-
toliche popolazioni. Laonde il Pontefice te da quanto si è da Xoi definito, cono-
cuuoscendo appieno quote cose e sciiu- scauu e sappiano essersi da se slessi con-
74 T E A TEA
dannati, eli aver naufragata in materia ze de'tempi, e alle sagre obbligazioni del
ili fede, di essersi separati .dall'unità del- loro pastorale ministero. 11 Giornale di
la Chiesa; ed inoltre per fatto loro pio- Roma la pubblicò in latino neln.°2q2,
prio soggiacere alle [iene dal diritto sta- in italiano nel n.° 293, nel cpiale idio-
bilite, se quel che pensano osassero dire o ma la riprodusse la Civiltà cattolica nel
scrivere, o in altro qualsiasi modo ester- t.
9, p. 97 e 218, insieme alla risposta
nare '.
Ripieno di santo gaudio e di esul- che a nome del sagro collegio, e parli-
tazione, pel decretato onore di gloria al- colarmente di tutti gli arcivescovi e ve-
la ss. Vergine, potentissima mediatrice scovi, fece il cardinale de Bonald arci-
e consolatrice di tutto il mondo presso vescovo di Lione, dicendo che tutto l'e-

il suo Figlio Unigenito, che validissimo piscopalo venerava gli oracoli del Santo
sostegno della Chiesa sconfisse l'eresie Padre, e che ognuno avrebbe fatto in mo-
tulle, sottrasse popoli e nazioni dalle più do di corrispondere con l'aiuto di Dio a'
grandi calamità, e il Papa stesso da tanti di lui santi desiderii. Ma lesue degne pa-
imminenti pericoli; sperare il Pontefice role poi le riporterò premesso
un picco-
che voglia suo efficacissimo patroci-
col lo cenno della grave allocuzione. In tale
nio far sì che la s. madie Chiesa catto- circostanza per online del Papa, ad ogni
lica, rimosse le angustie, banditi gli er- cardinale, arcivescovoe vescovo fu di stri-
lo! i, in ogni luogo vieppiù. si avvivi, fio- buita una bellissima immagine della ss.
lisca e regni dall'uno all'altro mare, dal Concezione, unitamente a quella della
fiume fino a' confini del mondo, e goda medaglia d' oro che descrissi a Sidney,
d'una piena pace, tranquillità e libertà ;
siccome metallo primizie dell' Australia,
che i rei ottengano perdono, gl'infermi a lui olFerto da' cattolici della 5." patte
rimedio, timidi coraggio,i gli afflitti con- del mondo, in uno all'epigrafe, che dice:
folto, i pericolanti aiuto, e tutti gl'illusi A Maria senza macchia concepita, Pio
tollo l'offuscamento della mente tornino TX delle primizie dell'oro dell' AuÈtra*
nel sentiero della verità e della giustizia, Ha; eziandio ivi rilevando che Alessnn-
e fia un solo l'ovile, un solo il pastore, ilio VI impiegò il primo oro dell'Ame-
Finalmeute colla minaccia terribile d' in- rica nel soffitto di s. Maria Maggiore. Per-

correre lo sdegno ili Dio e de'ss. Pietro che poi le medaglie di detto oro non ne
e Paolo, chi ardisse violare questa defi- avessero altre di egual metallo ma dil-
uizione e promulgazione, o temeraria- tra provenienza, ed acciò l'epigrafe esciti-
mente ppporvisi o contraddirla, termina sivamentesolo fosse propria di quelle bal-
la veneranda bolla mimila della sottoscri- tute con l'oro dell'Oceania, il Papa fece
zione Pio PP. IX. spezzare il conio dell'epigrafe. Nell'alto-
JNel dì seguente 9 dicembre nel conci- dizione il Papa dichiarò la straordina-
storo pubblico tenuto dal Papa in Va- ria gioia da cui era penetralo nel veder-
ti ca no, con l'intervento consueto del sa- si di frequente al suo latoi venerabili fra-
gro collegio, e degli arcivescovi e vesco- telli, suo gaudio e corona, per aver con
vi presenti in Roma per la definizione essi comuni le fatiche e le sollecitudini
dell'ImmacoluloConcepimenlo della Bea- nel pascere l'universa! gregge del Siguo-
ta Vergine, pronunziò l'allocuzione Sin,' re, nel difendere i diritti della religione

gulari quadam perfusi laetitia exul- cattolica e Dell'aggiungerle nuovi segua-


tamus in Domino, colla (piale, dopo a- ci. Profittare dell'occasione per rivolger
ver tutti ringraziato della loro solleci- loro la non per ammonirli o ec-
parola,
tudine Dell'accorrere alla cattedra di Pie- citarli a'ioro lo zelo da
doveri, sapendo
tro, diresse loro sante e affettuose paro- cui sono infiammati in propagar la gio-
ie, relative agli errori e alle circoslan- ria del eli via nome, ma allinchè neon-
TEA TEA 7~

fiatati dalla voce stessa di s. Pietro, che vi- celeste soccorso, massime sotto ^li auspi-

vene'successoii, riprendessero quasinuo- cii e per l'intercessione della B. Vergine,


va lena a cercar la salute delle pecorel- lacui esenzione dalla macchia della col-

le loro affidale,ed a sostenere con corag- pa originale avea definito alla loro giù-
gio e fortezza la causa della Chiesa ne* bilante presenza, la quale siccome dislrus-
tempi aspri checorrono. Dichiarò, che per se tulle l'eresie, svelli pure dalle radici il

ragionar loro con frullo, avea implorato perniciosissimo errore del razionalismo,
il lume e l'aiuto della ss. Vergine dalla che cotanto tormenta la civile società eia
Chiesa salutata sede di sapienza, per la Chiesa. Augurò ai vescovi, nel ritorno

quale essi eransi ridonati intorno a lui alle proprie sedi, ogni cumulo di felicità

n line d'unire concordemente gli studi e e salute, invocò loro da Dio sempre più lo

le cure per ampliarne le glorie. Osservati- spirito di saggezza e d'intelletto, allineile

do pm mostri d'orrore e l'empia genia


i
potessero preservare le loro pecorelle dal-

de'miscredenti che vanno menando stia- le nascoste insidie, le quali da ogni parte
ne pel momlo cattolico, l'indicò all'epi- l'assediano; implorò toro l'assistenza dei-
-
scopato perchè adoperasse sueforze a de- la ss. Vergine immacolata fino dall'ori

hellarli, come i membri delle società se- gine, e per ultimo alzando le mani al cie-

grete, che vorrebbero sterminato ogni lo, coll'intimo del cuore, all'episcopato e
culto di religione. Consolandosi di quelli al suo g'egge compartì 1' apostolica be-

ne'quali si destano sensi d'ammirazione Dedizione. Terminatasi dal Papa I ai-

perla religione cattolica, deplorò fra' reg> locuzione, il cardinal de Donald arcive-
gitori delle cose pubbliche coloro che scovo di Lione, si alzò dal suo stallo e a
spacciandosi difensori della religione. pre- nome di tutto I' episcopato diresse a Sua
tendono di regolarne la disciplinagli fi ani- Santità queste parole: » Reabssimo Pa-
m ischi arsi nelle cose sagre e d'itnpor loro die. Permetta Vostra Santità che io la
dominio. Disapprovò que'dolti che teli- ringrazi della onorevole e munifica ospi-
gouo la ragione umana in sì gran pregio, talità, che si è degnata concedere a' ve-
sino con aperta follia a pareggiarla alla scovi accorsi a deporre a'Vostri piedi l o-
religione stessa. Inveì contro I' altro er- maggio profondo loro rispetto e della
del
iure pernicioso che preoccupa alcune loro divozione. Ardisco dire, che di que-
menti, le quali pensano doversi sperar he- sto segno di benevolenza essi erano me-
ne della salute eterna di tutti coloro che li te voli per l'assoluta loro ubbidienza ai-

uoli sono nella vera chiesa di Cristo, inen- le Vostre decisioni. Sì, o Padre Santo,
tre devesì tener per fede che ni uno può noi nella Vostra autorità veneriamo au- I

sai vni si fuori della chiesa apostolica ro- torità medesima ili Gesù Cristo, e nelle

mana, unica arcadi sa lvezza, sebbene que' Vostre parole ascoltiamola parola della
che ignorano la vera religione non sono vita eterna; e dinanzi a'Vostri decreti di-
colpevoli dinanzi agli occhi del Signore; retti a tutto l'orbe cattolico, chiniamo la
dillicile poi essendo il poter determinare fronte,come innanzi all'oracolo di Colui,

i limiti di tale ignoranza. Lodando il zelo che ha promesso d'essere mai sempre col-
del clero cattolico, e quanto all'episcopa- la sua Chiesa. La nostra riconoscenza si

lo giovi il suo aiuto nel comb itlere gli e- manifesterà nelle preghiere, che faremo
nunciati errori, rimarcò che iu alcuni Ino- per la Vostra felicità, per la prosperila
ghi non si comporta in ogni cosa come delle Vostre fatiche apostoliche, e perla
l'esige il ministero di Cristo. Terminò il tranquillità de' Vostri Stali. A queste pa-
Papa con dire essere queste le cose che iole il Pontefice rispose con quella prou-
avea giudicato significare a' venerabili fra- tu eloquenza, che iu lui suole di frequen-
te! li che lo circondavano, confortato uè! le ammirarsi da chi l'udisce, mostrando
7G TEA TEA
(piantogli erano grati tali sentimenti del- mera di commercio, ed il municipio d'An-
l' episcopato cattolico. Si apprende da' cona colla camera di commercio 1000
n. i e 53 Giornale di Roma del 855,
del 1 scudi. Il senato e consiglio di Roma, fa-
e dalla Civiltà cattolica t. f), p. 172,217, cendo vieppiù plauso alla solenne procla-
che l'atto solenne con cui per divino con- mata definizione, decretò la somma di
siglio il Papa Pio IX dogma
definì qual scudiGooo.onde concorrere alla spesa per
di lède L'Immacolata Concezione di Ma- l'erezione della colonna. Per questa i sa-
ria, ispirò alla medesima Santità Sua il dierono scudi 2000;
gri palazzi apostolici

ielice concetto che ne fosse eternata la e due offerte provenienti dagli Stati U-
memoria in Roma con un pubblico e du- niti ascesero a 1 70 scudi. Il sagro colle-
revole monumento. Divisò quindi di fa- gio in ulteriore dimostrazione di pietà e
re erigere come trofeo al nome e all'ef- di giubilo religioso, pel monumento con-
figie della Vergine Immacolata, dirim- tribuì scudi 4°o°- Al nobile e religioso
petto e di fronte al collegio Urbano dì oggetto successivamente olfrirono, mg.'
propaganda fide e nella piazza di Spa- Cullen arcivescovodiDublinoscudi 5o; il

£//<7. precisa mente nel mezzo della via tra capitolo dell'arcibasilica Lateranensescu-
la piazza Mignanelli e il palazzo dell'ani- dÌ22o;u 11 prelato del la cor tè pontificia scu-
lisciatore di Spagna, senza recare per- di i4 2 > u,li colletta fatta nellostabilimen-
>

ciò nessun aggravio all' erario, una gi- to di propaganda fide, senili 1 55; Cate-
gantesca colonna marmorea, poggiata rina Rotix scudi 3. 1 2; i fratelli Benedet-
su d'un piedistallo, ove sarà scolpita to e Felice Guglielmi di Civitavecchia,
analoga iscrizione, che ricorderà la pa- 3 blocchi in marmo da scegliersi fra'più
cilica sua vittoria a tutte le generazioni Sagra di loro pro-
belli e adatti nell'Isola

avvenire, ed il nome di Pio IX che di ti- prietà; il conte Luigi Giusso di Napoli
tolo sì splendido alla Vergine meritò di scudi 3 00, secondo il pubblicato dal n.°
esserne vindice e assertore. La colonna f)i del Giornale di Roma del 18 55, col

avrà nella sommità una statua in bronzo quale cronologicamente sono andato re-
rappresentante la figura della ss. Vergi- gistrando i divoti e generosi oblatori. Il

ne Immacolata, cui farà la colonna sga- capitolo e il collegio de' beneficiati del-
bello a quel piede invitto che schiacciò il la patriarcale basilica di s. Maria Mag-
capo del serpente infernale. Il capitolo giore, con 200 scudi vollero contribui-
^ aticano conosciuto appena questo di- re all' innalzamento della colonna; e 5
visamento, volle spontaneamente concor- scudi offrì un anonimo. Qui termino
rere in parte a questo lavoro monumen- le offerte, per esservi giunta la slampa.
tale offrendo 1 000 scudi. Tale offerta per La colonna designata per sì nobile desti-
mezzo d'apposita deputazione capitolare, nazione, che mutata sua sorte sorgerà
presieduta dal cardinal Mattei arciprete lieta e maestosa portando come in trion-

e sotto-decano del sagro collegio, nella se- fo la Madre di Dio Immacolata, giaceva
ra de'3 1 dicembre fu rassegnata al Pon- presso la Curia Innocenziana,e fu ue'pri-
telice, il quale gli manifestò il suo par- mi giorni del seguente gennaio trasferi-
ticolare gradimento. Poscia la s. congre- ta per esservi lavorala vicino al luogo in
gazione di propaganda fide, desiderosa cui dovrà essere innalzata, cioè fu depo-
anch'essa di contribuire direttamente al- sta nella piazza Miguanelli che preude
le spese necessarie per perpetuare l'atto nome dalla parte principale del palazzo
della dogmatica definizione, offri al Pa- della nobile famiglia di tal nome. Di que-
pa scudi 2000. Per quanto dissi a Tar- sta colonna di marmo cipollino o cari-
quinia, per lo stesso oggetto il comune di slio, alla palmi 50 e di diametro 6 e mez^
Civitavecchia offrì scudi 5oo,e2 Jo lu cu- zo, parlai uè' voi. XIV, p. 3 1 4> XIX, p.
TEA TE A 77
4 i e altrove, misura elio riferirono! Dia- tua in cima esprimente la Giustizia, per
ri di IUiiiiil del 1778 ne'n. 1
3/|0 e 3/)2, osservarne e considerarne 1' filetto che
e ripetè Cancellieri. Il Corsi, Delle pietre avrebbe fatto; e s'ideò una macchina
antiche, ediz. 3/,p. 97 e Zi 1 , soltanto la per innalzarla, la quale si mostrava nel-
chiama grandissima di cipollino e trova- la casa d' Andrea Diasi scalpellino sul-

ta nel vicino giardino della Missione. Pri- la piazza della Consolazione: I' architet-
ma di lui il Cancellieri la descrisse nel- to romano Vincenzo Brenna presentò a
la Lettera sulla Colonna rf'Antonino, e Pio VI prospelli in acquarello del ti-
i

sitila Colonna giacente nel cortile del- ro degli argani impiegati per l'esitazio-
la Curia Innocenziana, Roma 1821, e ne, e ricevè un donativo. Ma non rinscen-
si legge pure ntSX Effemeridi di febbraio d di soddisfazione l'esperimento del pro-

18?. 1 . Egli dunque co' Diari di lioma, getto, e prevalendo l'idea di restituire al
da me riscontrati, con prove la dice sco- Campo Marzo il suo antico Obelisco, di
perta nel 1777 ne' fondamenti d'una cui si trovarono altre cospicue parti, re-
casa o fàbbrica delle summenlovate be- stò la colonna ove nel giugno era stala
nedettine di Campo Marzo verso la piaz- con due argani portala, nel cortile di det-

za omonima (e donata loro da l'io VI to palazzo. In seguilo si fecero altri pio-


per ampliare il monastero, sebbene il n. geni per elevare la colossale colonna in
286 del Diarioij'j'} l'avesse anche det- alcuna parte di Roma. A Gregorio XVI
ta proprietà spettante all' ai ciconfratcr- il conte Clemente Lovatti presentò un
nila della ss. Annunziata, e incontro al progetto da eseguirsi a tulle sue spese.
palazzo di Firenze), la cui chiesa è sotto Questo consisteva: i.° nel costruire una
l'invocazione della ss. Concezione, cocue cavallerizza copertagli cui manca Roma,
già notai; facendo Cancellieri la descri- col quartiere per la cavalleria de'drago-
zione di sua estrazione da'foudamenti con ni, incontro al Triclinio Lateranense,
1 1 argani e 16 persone per ciascuno, fe- onde far simmetria in linea all' edifìcio

licemente eseguita dal romano Alberti- della Scala Santa: a.° nel fabbricare due
Mi d'anni 22, ingegnere della rev. fabbri- borghi con officine e abitazioni d'un solo
ca di s. Pietro, colla direzione di Gio. Bat- piano sotto la parrocchia di s. Croce in

tista Visconti commissario dell'antichità. Gerusalemme, cioè due ale di fabbricati


Noterò eh' erasi cominciala ad estrarle laterali dalla catena dello stradone di ta-
a'14 maggio 778 con 8 argani, e si so-1 le chiesa, ed un 3.° dalla parte di detto

spese questa grande operazione per la rot- Tricliniojdovendosi obbligare ne'due pri-
tura d'un trave maestro. A' 21 maggio mi a poi larvisi tutti i facocchi e ferra-
si effettuò l'estrazione, ed a'?. 5 si recò Pio cocchi di Roma (tranne alcuni pochi pe
VI a vederla da un coretto eretto nel por- bisogni del momento), e nel 3.°i verni-
tone del monastero, regalando i lavoran- ciali, onde liberare la cittì» dal rumore e
ti. Vi fu il progetto di elevarla sul pie- dal puzzo, con discrete pigioni da stabi-
distallo della colonna d' Antonino nella lirsi :
3.° dalia piazza che ne risultava l'im-
piazza di Monte Citorio, ove Pio VI in pello alla facciata principale dell'arciba-
vece eresse I' Obelisco, ed il piedistallo silica Lateranense, di erigere nel centro
trasferito nel giardino Vaticano, Grego- la colonna in discorso, e con sopravi la
rio XVI decorosamente lo trasporlo nel statua in bronzo di s. Gregorio I Magno.
giardino della Pigna, il the descrissi nel Cosi si sarebbe reso piìi decoroso l'ingres-
voi. L, p. 288. In detto progetto si pro- so della frequentata Porta s. Giovanni.
poneva di fare un modello della colon- Inoltre fu progettato a Gregorio XVI,
na di cipollino, con cerchi e tele dell' i d'innalzar la colonna e colla medesima
stessa altezza e grossezza, con una sla- statua, sulla piazza della Chiesa de' ss.
4

78 TE A TEA
Andrea.e Gregorio /de'camaldolesi, da bo una figura alala pnrtan-
elio sovliene

Iiii abbellita, perchè nel monastero abitò «lo un ramo d'olivo simbolo della Pace,

s. Gregorio I. Nel l.iZ<\e\V Album di Un- Neppure ninno de'narrali progetti essen-
ma del novembre 846 i a p. 3 17, l'avv. dosi effettuati, la colonna continuava a
Carlo Borgnana pubblicò con elogio il giacere inonorataaspeltando i! suo desìi-

progetto di Paolo Belloni. Ivi si dice, che no, che migliore non poteva attendersi;
il giovine artista, commiserando lo stalo poiché secondo alcuni pare cheglianli-
della superbissima colonna di marmo ca- chi romani non mai la ponessero in ope-
ristio, del tutto integra e mai posta ino- ra, non essendo stata del tutto fusata e

pera dagli antichi, poiché l'imoscapo de- polita. Questo monumento affidato alle

ve ancora portarsi a perfezione e poli- cine e all'impegno del savio mg.' Giu-
mento, giacente negletta e abbandonata seppe Milesi Pironi Ferretti, ministro del
nell'oscurità presso la Curia Innocenzia- commercio, belle arti, lavori pubblici,ec,
na; pel pregio de! marmoe per la sua ino- sarà dunque elevalo colle oblazioni de'
le, comechè nel diametro e nell'altezza fedeli, dinanzi l'istituto mirabile di pro-
supera quelle di egual specie di marmo, paganda fide, che ha l'ufficio di custodi-
che formano il pronao del Tempio d'Ari- i*e e spargere dovunque a benefizio del-
tonìno e Faustina, concepì l'idea di ri- l'umanità dogmi cattolici. L'opera
i s'io-
vendicare al decoro e alle arti sì prezioso forma di due basamenti, di figura olla-
avanzo della romana antichità, e di eri- gona, l'uno soprapposto all'altro. Ne'
gerla nella vasta piazza e innanzi la fac- lati opposti deh." e inferiore, aggettano
data maggiore della patriarcale Latera- altrettanti piedistalli su'quali si elevano,
nense, i.
a
chiesa della città e del mondo in posizione sedente, le statue marmoree
(come augurio d'un più felice avvenne de' Patriarchi e Profeti, che parlarono
per l'area, come avvenne all' Obelisco in modo speciale della Beala Vergine
/ àticano, che vide poi costruire gli adia- Maria, cioè Mosè, Isaia, Ezechiele e Da-
cenli peristili]), quale colonna onoraria e vide. L' encomialo prelato, zelatore de'
monumento di gratitudine alle grazie pontificii desideri], allogò col l'ordine dei-
concesse dal Papa Pio IX a 'suoi sudditi, la sorte queste statue a' valenti sculto-
Questa dovea comporsi d'un piantalo o ri Salvatore ReveUi, Carlo Chelli, Igna-
zoccolo ottagono con 4 gradinate, come zio Jacometti e Adamo Tadolini. Ne-
si vede nel disegnoinciso che accompagna gli altri 4 lati dell'ottagono, che si alter-

V Albani stesso. Sopra del zoccolo riposa nano co'preeedenli, sono scolpiti in bas-

un basamento prolungalo nelle faccie mi- sorilievo i simboli della Madre di Dio.
nori, dando luogo a 4 figure sedenti, ed Nel 2. basamento, similmente di figura

esprimenti la Fede, la Fortezza, la Cari- ettagona, i


4 lati maggiori contengono in
tàe Prudenza. Sorge nel centro del ba«
la bronzo gli stemmi del sommo Pontefice
samenlo un tamburo che nel suo dado e le iscrizioni che ricordano la solenne
circolare ha scolpilo in bassorilievo iiPon- definizione del dogma da esso promul-
tefice Pio IX colla sua corte in atto d'in- gaio. Gli altri 4 lati minori fanno fondo
viare la concordia e la pace alle provili- alle statue già nominate. Posa su questo
eie del suo stalo col decreto d'amnistia. 1" basamento, ed all'altezza di palmi ar-
Queslo tamburo viene coronalo nella sua chitettonici romani 3j (metri 8: 2.5), la
estremità da aquile soslenule dagli en- gr;m colonna di marino caristio dettoci-
carpi di abbondanza. Finalmente sopra pollino, del diametro di palmi romani
imo scaglione circolare riposa un plinto 6:6 (metri 45), e dell'altezza con ba-
1 :

e sopia di questo si posa la colonna con se e capitello di palmi 64 (metrii4: 2 7)-


suo capitello, su del quale havvi un glo- 11 suo fusto fino al terzo, sarà decorato.
TEA TEA 79
il'iin elegante ornamento ili bronzo, die nopoli ili ri to greco, llnrmuz arcivesco-
senza togliere I» vi>la della sua SU per fi- vo di Sirace di rito armeno, Burgent ve-
cie, collegherà la parie infima colla su- scovo di Montreal, e Brown véscovo di

prema. Il capitello, d'un vago composto, Newport. Durante la processione ven-


alliule alla Vergine Madre di Dio, colle ne cantato l'inno Ave Marìs Stella.
sigle iniziali, co' gigli segni ili purità, e Giunta la processione al luogo, o v e de-
coll'olivosimbolo di pace. Su questo ca- v'essere innalzata la colonna, il cardina-
pilcllo, mediante un rotondo piedistallo, le lece, secondo le sagre ceremonie del
allo palmi la (metri 1:67), sorgono gli ridiale, la solenne benedizione della pri-

emblemi figurati de' Evangelisti, che \ ma pietra consistente in un masso di mar»


reggono il mondo, su cui si eleva con glo- ino. Una cassetta di piombo contenente
riosa corona di stelle *>La Vergine santa alcune monete pontifìcie in oro, argen-
immacolata e pura" in atto di ringra- lo e rame coniate nel corrente anno, fu
r.iare il cielo del gran dogma definito, per posta nel foro scavato entro il masso be-
la nuova gloria aggiunta al suo nome, e indetto, e con essa un tubo egualmente
d'unploi aie pace alla terra. La scultura di piombo, che racchiudeva scritta in per-
della slatua,dell'allezza di palmi i8(metri gamena l'epigrafe riportala dal Giorna-
4), è slata allogata all'esimio scultore prof, /e, che ricorda l'atto dal cardinale esegui-

Ginseppe Obici, e sarà gittata in bronzo to con autorità di Pio IX: Primum laute
in Homa. Il disegno dell'intera composi- auspicalem lapidem riteponeretinjun-
zione, veramente cattolici, variala inol- damentis Columnae Piae Deiparae sine
tre di scelti marmi colorati, è slato idea- labe Conpeptae dicatae. L'epigrafe fu
r
lo dal prof. Luigi commend. Polelti, vi- sottoscritta sulla faccia del luogo da mg.
1

ce presidente e cattedratico di archilei- Bernabò, da mg. JNlilesieda persone ad-


tura teorica dell'accademia di s. Luca, e dette al suo ministero. Il foro della pietra
architetto direttore del nuovo e mera vi- angolare venne chiuso con una lapide, su
glioso Tempio (/ .) di Paolo o basilica
s. cui era incisa l'alita epigrafe, sirnilmen-
Ostiense. Esso professore avendo anche te pubblicala dadetloperiodico, quasi del-
rniulolto in modello si decoroso e magni- lo stesso tenore dell'altra, e dove è ripe-
fico monumento, non solamente il Papa luto il nome della colonna ,
Calunnine
si compiacquedi approvarlo, ma diebia-" Piae, ebe tanto bene le si addice, per l'i-
rò l'egregio architetto direttore di tutta cordale il nome del Papa che l'innalza e
l'opera, della quale vidi già lavorarne i il pio scopo. Finita ia sagra funzione, af-

fondamenti. La descrìzionedell'idealodi- la quale in luoghi appositamente disposti


segno si legge nel n.°lo5 del Giornale di assistevano molte distinte persone, il car-
Roma deli 855, ove pure si riporta, che dinal Fransoni fece ritorno processionai-
domenica 6 maggio 855 1 fu gettata lai.' mente al collegio Urbano, sempre accom-
pietra di questo monumento. Il cardinal pagliato dagli alunni, ebe cantarono l'in-
Fransoni prefetto generale della congre- no J irginum. Tutte le fine-
Gloriosa
gazione di propaganda, assunti gli abiti sire delle case, che sorgono sulla piazza
pontificali nel vicino collegio Urbano del- di Spagna, erano ornate di damaschi, a
la medesima, ne usa processionalmente, segno di esultanza e per far decoro al sa-
preeedulo da'giovani alunni del collegio grò rito, e gran moltitudine di popolo ac-
1
Greco e dell'Urbano, seguiti da mg. bar- corse ad assistervi.
nabò segretario della stessa congrega/io- La dogmatica definizione dell Imma-
ne; e accompagnalo dai prelati Cullenar- colato Concepimento di Maria Vergine,
ci vescovo di Dublino, Potding Bl'CÌvesCO- fu celebrata con grandi feste e dimostra-
lo di Sidney, JMissii arcivescovo d'Ire- zioui di universale entusiasmo religioso,
-

«So TEA TEA


esaltando eziandio il Papa per aver con vorosc paiole a lode di Maria e poscia ,

essa pienamente soddisfano voti conni- i compartì l'apostolica benedizione, di cui


ni, ed aggiunto allaChiesa un nuovo splen- era stalo facoltizzalo. Alla solenne eere-
dore e trionfo. giornali cattolici, lasciali-
I monia intervennero informa solenne tut-
elo pei- uri momento la politica, quasi in- autorità civili e militari, supeno-
te le i

teiamente si occuparono nella pubblica- ri degli ordini religiosi, i parrochi della


zione de' festeggiamenti fatti nelle città città ede'sobborghi. La sagra funzione eb-
ed altri luoghi, e persino nelle campagne, be termine col canto del Te Deum, in-
in onore della ss. Vergine, con islancio terrolto al versetto Salvimi facec. da \\n
spontaneo, meraviglioso e concorde. Di franco e animatodiscorsodel p. Ciuci dot-
questo vasto campo, dopo il tanto e de- lo gesuita. In questa solenne circostanza
corosa mente scritto sul subì ime a rgomen- il capitolo desti nò 5 doti ad altrettante po-
to da valorose penne, mi resta appena la vere zitelle, ma di specchiata condotta ,

spigolatura. Questa dunque raccoglierò, tratte a sorte dal cardinal vescovo. In Ac-
sfiorando principalmente il Giornale di quapendenle, il cui vescovo mg. Pellei
Roma e la Civiltà cattolica* e l'aggiun- recossi in Roma per tanta solennità, fu e-

go all'intessula trionfai corona di gloria, sposta alla pubblica venerazione l'imma-


a cui col mio abbietto dire intesi forma- gine della B. Vergine già coronata dal ca-
re un ossequioso lemnisco, per corrispou- pitolo Vaticano, e innanzi ad essa durari-
dere al plauso universale e in tributo al- te tutta la notte del 7 dicembre cantaro-
la Madre, alla Sposa, alla Figlia di Dio. no le lodi di Maria il capitolo della cnt-
La cattolicità impaziente di solennizzare tediale, pomposamente ornata e con va-
ia definizione dogmatica, non aspettò di rie epigrafi sulla facciala, il clero regola -
conoscere l'effettuazione del proclamato re e secolare, e le diverse confraternite
decreto: lo slancio generale de'popolipre- della città.Il giorno 8 fuvvi messa solen-

cedè e accompagno l'oracolo pronunzia- ne con musica a piena orchestra, a cui os-
to in Vaticano dal sommo Pontefice. In sisterono in forma pubblica la mngistra-
Smigaglia, fortunata patria del Papa, la tura, e le autorità civili e militari; e do-
celebrazione delle feste per l'Immacola- pò I' evangeio fu recitata l'orazione pa-
ta Concezione, incominciò dalla vigilia negirica. La
ebbe termine co'secon-
festa
della sua solennità, con I' inaugurazione di vesperi e il Te Deum.
In Veroli mi- i

dei busto marmoreo dell'augusto concit- nori osservanti nella chiesa di s. Marti
tadino Pio IX, per cura del capitolo scoi- no, dopo un novenario solenne, e il canto
pito maeslrevolmente dal valente sculto- de'primi vesperi con iscelta musica, so-
ie bolognese Gav.Baruzzi. Con questo mo- lennizzarono 1' 8 dicembre la festa con
numento i canonici della cattedrale han- molta pompa e messa solenne; e nella se-
no voluto tramandare a' posteri la memo- ra portaronoiu processione la statua del-
ria del grande avvenimento della dogma- la ss.Immacolata per la città, coll'inter-
tica definizione, come lo dimostra la la- vento de'3 capitoli, del numeroso seuii-
tina epigrafe collocata sotto il busto. In nario, del magistrato e di 3 sodalizi.Giù n-
ogni giorno dall'8 al i4 dicembre nella la nella un dot-
cattedrale, vi fu recitato
cattedrale ornala con gran pompa, fu da to ed eloquente discorso dal p. Lombardi,
"vari distinti oratori predicata la parola di e ritornata la processione nella chiesa dei
Dio, alla presenza sempre di straordma- francescani, si chiuse la funzione colle li-

ria moltitudine. A' 1 5 il vescovo cardinal tanie in musica e la benedizione colla re-
Lucciardi,che sollecitò il ritorno da Ro- liquia della Madonna. In Napoli seguì P8
ma nella propria sede, pontificò la messa dicembre colla solita pompa la festa re-
soleune, dopo la quale disse acconcie e fer- ligiosae militare sul campo d'istruzione,
TEA TEA 8^
in onore della ss. Vergine Immacolata, ne sebbene non conoscesse il pronunziato
divina proteggitricedell'esercilo e dell'ar- oracolo supremo della chiesa cattolica,
mata, non meno che di tutto il regno del- colla sua magnificenza non espresse che
le due Sicilie. Vi si condusse il monarca voti, ma gli espresse con ardore e l'entusia-
Ferdinando 11 eia reale famiglia, assisten- smo di sua un dogma, la cui defi-
l'ciìe a
do alla messa pontificata dal coppellano nizione non diveniva che un'augusta san-
maggiore. Nel bel mezzo della funzione, zione data all'antica credenza de' padri
col Telegrafò ebbe il re la notizia della suoi. Le chiese non furono sufficienti a
definizione quasi contemporaneamente contenere il popolo accorso, avido di re-

pronunziata in Roma, e subitamente fe- ligiose emozioni e desideroso di udire la


steggiala d'ordine del piissimo re con una parola di Dio. Dire in qual tempio fu più
salva novella di tutte l'artiglierie, inoltre grande la folla, dove le ceremonie più so-
stabilendo die alla pubblicazione solen- lermi, lo zelo più ardente, sarebbe qua-
ne della bolla si facesse una salva di io i si impossibile. I fiori, gli arbusti, gl'incen-

colpi di cannone da un furie delle reali fiammelle colorate, l'oro, l'argento,


si, le

piazze di guerra. Non è poi possibile con damaschi, velluti, sagri canti, accenti di
pocbe parole descrivere la grandiosa festa sagra eloquenza si mescolarono in un'ab-
celebrata in Napoli a'3o dicembre in o- bagliante riunione, sia per colpir 1'
ani-
nore dell'Immacolata Concezione, la cui mo d'ammirazione, sia per confondere lo
immagine o statua che venerasi nella chie- sguardo in un oceano di luce. Alla sera
sa del Gesù vecchio fu portata insolen- l'illuminazione fu delle più sorprenden-
Dissima processione per la città pompo- ti;dovunque fuochi e razzi, dovunquecap-
samente ornata, con archi trionfali, lumi- pelleimprovvisateentro portedelleca- le

narie, bandiere, fiori, epigrafi celebranti se e riccamente ornate. Tutte le torri, le


la definizione, tra il suono di tutte le cam- facciate delle chiese parevano altrettanti
pane, e le salve reali d'artiglierie de'4 ca- incendi. Sopra d'un vasto edifizio brillan-
stelli. Lungo sarebbe il ricordare i perso- temente illuminato stava scritto a lette-
naggi e le diverse corporazioni che v'in- re di straordinaria dimensione, Credo. E
tervennero, i canonici della metropolita- questa parola usò per significare: Al-
si

na, gli abbati mitrati, i vescovi e il cardi- tri discutono o dubitano; ma Lione cre-
nal Riarmarci vescovo. Seguivano il vene- de, crede all'infallibilità della chiesa cat-
ralo simulacro il re ed reali principi, tut- i tolica, alla divina assistenza de'suoi Pon-
ti con torcie accese, oltre il loro corteg- tefici; per cui senza muovere un dubbio,
gio. Al ritorno in chiesa il cardinale in- si sottomette con giubilo alle di lei deci-
tuonò il Te Deum, e fu poi data la be- sioni:hacreduto,crede e crederà mai sem-
nedizione del ss. Sagramento. La festa riu- pre. Ben a ragione Lione si gloria, come
scì magnifica e splendida, tenera e com- toccai di sopra, d'essere stata lai. "ad o-
movente, degna del religiosissimo Ferdi- norare ne' tempi antichi pubblicamente
nando 11. Inoltre nel giorno 8 dicembre, d'un culto speciale il mistero della Con-
in espeltaliva del bramato decreto pon- cezione Immacolata della Madre di Dio.
tificio,si celebrarono a onore della
Con- ss. L'anniversario di sua festa è quello pu-
cezione straordinarie festività in Madrid; re dell'inaugurazione della statua di Ma-
ed in \ ienna fu pure doppiamente solen- ria che veglia sulla città dall'alto della
ne nella certezza che simultaneamente
, s. collina, ov'è innalzata l'arca di sue spe-
proclaraavasi dalla bocca apostolica, a cui ranze. Quindi la città di Lione si unì a-
spella, per dogma ciò che finora fu pia cre- gli omaggi solenni che la chiesa cattoli-
denza. Tale immortale giorno in Francia ca rese a Colei, nelle cui mani la Fran-
fu celebralo con grande entusiasmo. Lio- cia ha affidata la sua sorte. Pare che Lio-
VOL. LXXI1I. G
Sa TEA T EA
ne nutrisse il progetto u" innalzare alla sere innalzate. Nella cattedrale fu collo-
ss. Vergine Immacolata una statua sulla cala la statua della ss. Vergine, alla qua-
montagna di s. Bai ha. Marsiglia poi, la cit- le il vescovo e il clero sospesero un cuo-
tà ove si trattano tanti affari numerosi e re di bronzo, qual Tabella votiva, con
importanti, ove si agitano interessi cos'i quest'epigrafe: B. Virgini Inimaculatae,
vari e molteplici, ove più clie altrove il Georgius Chalandon episcopus Belli'
tempo ha ungran pregio; spontaneamen- censisce suamque dioecesim vovet et con»
te trasformò l'8 dicembre in giorno di so- sacrai 8 decembris i854 Finirò l'8 di-
lennissima fesla,abbaudoiiando i suoi fon- cembre con Chambery capitale di Savoia,
dachi di commercio, le fabbriche, la bor- che nella generale illuminazione che fe-
sa^ tribunali, i teatii Marsiglia non ebbe cero le chiese, la comunità, le case par-
in quel giorno che un pensiero, un pia- ticolari, dal casolare del bisognoso al pa-
cere comune a tutti, la festa di Maria. Eb- lazzo del più dovizioso ,
gareggiarono e
be principio la festa colla processione in dierono un incantevole aspetto, che niu-
cui fu portata in trionfo per le vie la sta- uo ricordava d'aver veduto così splendi-
tua della B. Vergine de la Garde; giun- do. Con una profusione di ghirlande in-
ta sulla soglia del tempio di s. Martino, fiammale, di trasparenti , di emblemi,
tutto il popolo per irresistibile commozio- Chambery celebrò a gara grande trion- il

ne elettrica, rivolti al venerando simula- Maria. Dopo il memorabile 8 dicem-


fo di

cro gli occhi e distese le sue braccia, in bre, Roma nella sua antica e grande di-

un medesimo punto gridò: Maria conce- vozione all'Immacolata Concezione,conti-


pita senza peccato pregate per noi. Nel- nuòa festeggiare l'immortale avvenimen-
la sera vi fu splendida e generale illumi- to della sua dogmatica definizione, e cpia-
nazione. I marsigliesi s'ispirarono perciò si in ogni chiesa e oratorio vi fu edifican-
a tutte le fonti per comporre l'inno di que- te emulazione nel dar segni di divota e-

sta festa eccezionale, l'inno di gloria pel sultanza. Altrettanto fecero le patriarcali
cielo e di speranza per la terra. Ad ave- basiliche, le basiliche minori, le collegia-
re un'idea delle luminarie di Marsiglia, te , comunità religiose. Dal giorno in
le

un solo fabbricante vendè 8o,òoo


di vetri cui il Papa dalla cattedra del Vaticano
bicchierini; e la Vincenzo de
società di s. pronunziò l'oracolo sì aspettato, roma- i

Paoli distribuì a'poveri 20,000 lampio- ni furono successivamente invitali a ral-

ni coll'immagine della B. Vergine. Gli o- legrarsi del gran privilegio della ss. Ver-
Maria Immacolata, fondati dal ve-
blati di gine in qualche chiesa tutta messa a festa
r
scovo mg. Mazenod, potentemente con- con quella sagra pompa d'arredi, di lu-
tribuirono a rendere così grandiosa la fe- mi, di musiche, e di ogni foggia d'appa-
sta.Per (ìnirla con Francia, quanto agli rato religioso, in cui la pietà e l'arte del-
8 dicembre, la città arcivescovile di Bour- la capitale delmondo cattolico non me-
ges die un grande esempio, e con vero en- no che del mondo artistico primeggiano
tusiasmo celebrò la festa. Ed in Belley sì sovranamente. E siccome non vi è cit-
la popolazione non mostrò minor slancio tà nel pompe re-
cristianesimo in cui le

ed entusiasmo; prostrata nella sua fede al ligiosesicelebrino con tanto decoro, buon
suolo,spontaneamente chinò la fronte al gusto e magnificenza quanto in Roma, co-
solonomedeirimmacolataConcezione.il sì non vi fu per avventura occasioue in
r
vescovo di Belley mg. Calandoli nella sua cui Roma facesse più che in questa sì bel-
pastorale pel giubileo avea eccitato i suoi la mostra di quanto possa l'arte ispira-
diocesani ad innalzare in ogni parrocchia trice della divozione, laonde rammente-
siatue all'Immacolata Concezione, e più rò le più cospicue dimostrazioni festive
di 200 a della epoca erano pronle per es- cronologicamente. Pei òdi preferenza par-
TEA T E A 83
lem prima della coronazione dell'antichis- vanti nel giorno in che venne prona ul
sima s. Immagine della Madonna descrit- gato dogmatico decreto, nella loro chic
il

ta di sopra, diesi venera nella basilica di sa di Maria d'Araceli, riccamente ad-


s.

s. Lorenzo in Damaso, nella bellissima e dobbata e illuminata da mille ceri, inco


decorosa cappella dell' nrciconf'ratcrnita minciarono a festeggiare un tanto avve-
della ss. Concezione Immacolata di nobi- nimento con una processione, nella qua-
li romani. Siccome nelle politiche vicen- le venne portata in trionfo la bella sta-

de che funestarono il declinare del secolo tua della Vergine Immacolata. IN'e'3 se-
passato molte ss. Immagini soggiacquero guenti giorni furono pontificali i vespe-
a oltraggi callo spoglio de'loro ornamenti ri e la messa solenne con musica esegui-

preziosi, una fu questa ad essere dilapi- ta da valenti maestii; ne'primi due gior-
data di sue ricchezze e derubata pure del- ni recitarono il panegirico due religiosi,
r
la corona d'oro, onde un divoto gelosa- nel 3.°mg. Filippi vescovodell'Aquila e
mente custodi nella sua abitazione la s. minore riformato. In ogni sera del triduo
Immagine e poi la ridonò al pubblieocol- fu data la benedizione col ss. Sagraruen-
to restituendola al sodalizio, il quale le toda 3 cardinali. Nell'ultima sera fu can-
rinnovò la corona, ma di metallo dorato, e tato il TeDeum, col l'in ter vento della ma-
ripose nel suo altare. In occasione della gistratura romana, la quale efìicacemen-

solenne definizione dell'Immacolato Con- te adoprossi, perchè splendida e maesto-


cepimento della B. Vergine, un pio be- sa fosse la grande solennità. I minori con-
nefattore fece eseguire una ricca e ben la- ventuali nella loro chiesa de'ss. XII Apo-
vorata corona d'oro, e l'offri all'arcicon- stoli, ornata con tutta la magnificenza,
fraternita onde ne fregiasse la s. Imma- dopo aver compita la già ricordata no-
gine. Pertanto il sodalizio invitò il capi- vena come negli anni passati, a' i 3 dicem-
tolo Vaticano a rinnovare la coronazio- bre incominciarono acelebrare un solen-
ne, ed esso deputò ad eseguirla il cano- ne triduo in onore dell'Immacolata Con-
nico mg.' Lorenzo Lucidi assessore del s. cezione, da loro sempre propugnata, or-
oflìzio. A tale effetto las. Immagine fu col- nando e illuminando sfarzosamente con
locata nell'altare maggiore della basilica istraordinaria quantità di cera il vasto
ove si venera, e con grande pompa reli- tempio, oltre le splendide luminarie del
giosa seguì nuova coronazione pernia-
la la facciala e portico, con corrispondenti
no del prelato,
il 5 dicembre, cioè 8 gior-
i epigrafi. Ogni giorno un cardinale vi pon-

ni dopo dacché il Papa avea coronato la tificò la messa, ed altro cardinale vi pon-
ss. Concezione della basilica Vaticana, in- tificò i sempre con iscelte e va-
vesperi,
di dopo sagri festeggiamenti fu restituita riate superbe musiche, pronunziando a-
ni proprio altare. Se la solenne definizio- vanti i vesperi un'orazione panegirica uu
ne dogmatica diffuse in tutti fedeli sen- i religioso dell'ordine. Ne'giorni i
7, 1 8ei<)
timenti di grande esultanza, nulla di più. dicembre ebbe luogo uri solenne triduo
naturale, che maggiormente ne giubilas- nella chiesa di S.Francesca a Ripa de'mi-
se l'ordine francescano, i cui membri nei nori riformati, e nella chiesa di s. Maria
tempi delle scolastiche controversie furo- sopra Minerva de'domenicani, con messa
no di questo mistero più zelanti e intre-
i pontificale e orazione panegirica in ono-
pidi difensori,non solo colla voce e con re dell'Immacolata Concezione, [riforma-
dotte opere, ma anco eonuna speciale di- ti invitarono 3 arcivescovi a pontificar la
vozione pratica. Onde tanto l'ordine dei messa, e 3 cardinali a dar la benedizione
minori osservanti, quanto quello de'ini- col ss. Sagi amento; il tuttocooiscelta mu-
nori conventuali, con istraordinaria so- sica gratuita da cantanti appartenenti la
lennità lo festeggiarono. I uiiuoii osser- piìi parte oila cappella pontificia; dissero
84 TEA TEA
le lodi di Maria 3 religiosi riformali. Ed rononelle loro chiese di Roma la dogma-
nitro triduo solenne celebrarono nell'al- tica definizione. I primi nella chiesa di s.

tra chiesa di s. Pietro Molitorio, con se- Antonio con messa pontificata da mg/ Li-
rali illuminazioni di gioia. I domenicani in gi Russi arcivescovo d'Iconio e vicegeren-
tale lieta congiuntura temporaneamente te, coll'ìn ter vento del cardinal de Carva-
Aprirono la i dopo alcuni anni la lo-
.'volta lho patriarca di Lisbona, di tutti gli ad-
ro chiesa, benché non ancora finita di re- detti alla legazione di Portogallo, e del-

staurare con gusto di gotica magnificen- lacongregazione nazionale: nelle ore po-
za, che in breve descrivo all'articolo Tem- meridiane fu cantato il solenne TeDeum.
pio. 1 cappuccini celebrarono poi anch'es- I secondi nella loro chiesa di s. Maria di
si la loro festa nella cbiesa della Con-
ss. Monserrato, con messa egualmente solen-
cezione con solenne triduo , ornando il ne pontificala da mg/ Garcia Cuesta ar-
tempio cou tutta la pompa, e illuminan- civescovo di Compostella, e con il canto
dolo con gran quantità di ceri disposti con dell'inno Ambrosiano nella sera, dopo il

eleganza, specialmeute intorno alla Ver- quale il cardinal Bonnel-y-Orbe arcive-


giuelmmacolata.Lemesse furono con mu- scovo di Toledo die la benedizione col ss.

sica pontificateda un arcivescovo, e nel- Sagramento. Il capitolo della patriarcale


la sera fu compartila da un cardinale la basilica di s. Maria Maggiore a' 1
8, gior-
benedizione col ss. Sagramento. Nella not- no sagro alla memoria dell'Espettazione
te s' illuminò la torre campanaria cou del Parto della ss. Vergine, con istraordi-
grandi faci, e illuminate del pari furono naria festa celebrò la definizione dogmà-
le case circostanti, armoniosi concerti al- tica, pontificando i primi vesperi e la so-

lietando la popolazione. Nel mentre che lenne messa il cardinal Altieri, invitato
tutte le chiese di Roma echeggiavano del dal cardinal Patrizi arciprete, i secondi ve-
Nome di Diaria, e che a lei si tri-
ss. speri monsignor Reisach arcivescovo di
butavano onori, mg.' de Rauscher arci- Monaco e Frisinga, coli' assistenza di 26
\escovo di Vienna non si potè trattene- cardinali. Il capitolo fece decorosamente
re di espandere la sua divozione nella chie- illuminare tulla la basilica. Tranne d mat-
sa teutonica di s. Maria dell'Anima sulla tutino e le ore cantate al coro papale, si

comunità tedesca, facendo egli medesimo fecero le auguste ceremonie nella sontuo-
la predica della 3/ domenica dell'Avven- sa cappella Liorghesiana, con musica a due
to, ove con eloquenza parlò del gran mi- cori grave e armonica. 11 principeRorghese
stero dell' Immacola taConcezione, restan- fece ornare magnificamente tale sua cap-
done commossi gli uditori. Nella mede- quan-
pella e illuminare con istraordinaria
sima chiesa continuarono a predicare per tità dilumi vagamentedisposti; e per sua
alcune consecutive domeniche vescovi di i disposizione venne collocata sulla porta
r
Germania, e peli. mg. de Ketteler ve« esterna della cappella la seguente epigra-
scovo di Magouza. Ne'giorni i3,i4e i5 fe del dotto gesuita p. Marchi. Mariae
nella chiesa di s. Luigi de'francesi fu ce- Dominae Nostrae - Quam sine labe con-
lebratosolenne triduo, inciascunode'qua- ccptam-Pie hactenus credidimus-Post-
har ex decreto Pii IX Pont. Max-Fi-
r
li l'eloquente mg. Dupanloup vescovo di
Orleans ragionò sui grandi privilegi e la de caiholìca credemus-Gens Burghesia
materna tenerezza verso di noi della B. gratulabunda - xri kal. Jan. in Aede
Vergine. Compartirono la benedizione suorum-Sollemnia.Neì giorno preceden-
col ss.Sagramento summentovali arci- i te la congregazione primaria, madre e ca-
vescovi di Parigi, Reims e Lione e nel , po di tutte le congregazioni sagre alla ss.

3.° giorno dopo l'inno Ambrosiano. An- Vergine, esistente nel collegio romano,di-
che i portoghesi e gli spaguuoli festeggia* inoslrò la sua esultanza con festa speciale.
TEA TEA 85
Celebrò messa della comunione, la qua-
la la chiesa di s. Maria in Aquiro, compar-
le fu oltre ogni credere numerosa, il car- tendo un cardinale la benedizione col ss.
dinal Vannicelli arcivescovo di Ferrara. Sagramentoogni giorno, e nel 3." un ar-
Nelle ore pomeridiane pronunziò il pa- civescovo pontificò la messa. Il conserva-
negirico il p. Nannerini gesuita, dopo il torio delle Viperesche presso s. Vito, uno
quale con iscelta cantarono le
musica si di quelli dedicati all'Immacolata Conce-
litanie, e die la benedizione col ss. Sagra- zione,festeggiò il grande avvenimento con
mento il cardinal de Donald, ascritto sin solenne triduo. Similmente ciò fecero, la
dalla giovinezza a questa congregazione. congregazione del preziosissimo Sangue
La pia congregazione dell' Immacolata nell' altra sua chiesa di s. Salvatore in
Concezione e di s. Ivo della Curia roma- Campo; la chiesa parrocchiale di s. Roc-
na a'22 dicembre nella chiesa di 8. Car- co con maestosissimi addobbi e grandis-
lo a' Catinai'!, ne solennizzò la definizio- sima quantità di candelabri, coll'imraa-

ne con maestosa pompa , vi pontificò la gine dell'Immacolata Vergine apposita-


r
messa rog. Vicegerente e recilovvi ana- mente dipinta, col genio ispirato dal sen-
logo discorso il p. Gioia gesuita; assiste- timento religioso, dal valente pittore cav.
rono alla sagra funzione il cardinal Mac- Gagliardi (concorrendovi giovani della i

chi decano del sagro collegio e proletto- 6cuola di agrimensura diretta dall'ab. An-
1

re del sodalizio, con mg. prefetto, il p. tonio Marucchi, da lui aperta nel i852
preposito de'barnabiti, i due collegi de- per I' agrimensura teorico-pratica , con
gli avvocati concistoriali e de'proeuralo- prosperi successi, presso detta chiesa); i

ri,ed oltre altri personaggi, i giudici eca- minimi in s.AndreadeIleFratte,celebran-


pi cancellieri de'tribunali di Roma. Si di- do il i3.° anniversario dell'apparizione
stribuìun'immaginedella ss. Vergine ap- della ss. Vergine Immacolata ivi avvenu-
positamente impressa con relativa epigra- ta a Ratisbonne, con solenne triduo; il col-

fe, e corrispondente limosina a' poveri. legio de'parrochi, nella chiesa della Mad-
Nella chiesa del Gesù il triduo solenne dalena; l'arcicoufraternita della ss. Tri-
ebbe luogo per divozione de'gesuiti e in nità de'pellegi ini nella sua chiesa; i ser-
modo degno di loro, sempre strenui pro- vi di Maria in s. Marcello; i filippiui nel-

pugnatori del definito dogma, negli ul- la chiesa di s. Maria in Vallicella, e nel-
timi 3 giorni dell'anno; di che il Potiteli- l'oratorio di s. Filippo col canto dell'afe
ce solendo assistere in quella chiesa nel- maris stella^ poi con dramma sagro con
l'ultimo d'i dell'anno al Te Daini in ren- musica vocale e istrumentale; la confra-
dimento di grazie a Dio, rese piùcospi- ternita dis.Maria dell'Orto,pure con bel-
cuocollasua presenza il compimento del- lissima immaginecoloritadall'eucomiato
la sagra e maestosa funzione. Gli agosti- cav. Gagliardi ;
gli agostiniani scalzi nella
niani in s. Agustino (possessori felici del loro chiesa di Gesù e Maria; i ministri
a
simulacro della B. Vergine del Parto, te- degl'infermi tanto in s.M. Maddalena,che
nero oggetto dell' universale divozione nelle altre loro chiese dis. Giovanni della
de' romani, e fonte inesausto di copiose Malva, e de'ss. Vincenzo e Anastasio, lìeu
e divine grazie), il capitolo della collegia- si conveniva poi che nella basilica di s.

ta di Maria dil Martyres nella pro-


s. Maria in Trastevere, il 1. "tempio dedica-
pria chiesa o Pantheon, le monache di s. to in Roma alla Vergine Madre di Dio,
Silvestro iu Capite, il seminario Romano, ei.°ad essere edificato in Roma al pub-
ilseminario Pio, alla loro volta celebra- blico culto cristiano, domiuante ancora il

rono la definizione dogmatica dell'Imma- paganesimo, si prendesse parte nella co-


colata Concezione. Un triduo solenne eb- mune esultanza di lutto Torbe cattolico,
be pur luogo per cura de'somaschi, nel- perla dogmatica definizione del di lei lui-
8G TEA TEA
macolato Concepimento. A tal fine nel tificalmente nel dì seguente la messo, cou
giorno di sua Purificazione i canonici e !' intervento de' canonici della basilica
clero dell' antichissimo capitolo degna- di s. Lorenzo in Damaso, e degli alunni
mente vi diedero principio al triduo. Il dell' almo collegio Capranica. Nelle ore
cardioal Barberini titolare, zelando il de- pomeridiane il p. Impanio procuratore
coro della basilica, volle prendere parte generale de'teatiui recitò l'orazione pane-
nella solennità a renderla più splendida girica,eoon felice pensiero dimostrò qual-
e sontuosa. E perchè nulla mancasse al- mente il dogma dell'Immacolata Conce-
la maestà del culto, vi pontificò la messa zione di Maria fosse la più alta manife-
lielladomenica, e in questo giorno come stazione della sapienza di Dio, che l'eb-
nel sabatoprecedentecantòi vesperi,dan- be compiuto, della sapienza della Chiesa
do poi al popolo la benedizione col ss. Sa- che lo ha promulgato; la sapienza di Dio
gramenio. Nel sontuoso apparato furono nel compierlo ne seppe ricavare la mag-
oggelto di speciale ammirazione ricchi i gior gloria di Ma ri a; la sapienza dellaChie-
tessuti in figuia, prezioso retaggio della sa nelpromulgarlo ne seppe ricavare il
nobilissima famiglia Barberini, il cui prin- suo proprio esaltamento. Dopo il cauto
ciped. Enrico per sentimento religioso ne delle litanie e d'un cantico in lode della
lece ornare le pareti. II popolo con ma- Vergine Immacolata, intuonato dal car-
gnifieo fuoco d'artifizio die testimonial!- dinal Patrizi l'inno del ringraziamento in
za di giubilo e di divozione. I teatini, co- alterno coro cantato da'm usici e dal po-
mequellichecotanto propagarono ileul- polo, fu da lui datala benedizione colla
to dell'Immacolata Concezione e tuttora ss. Eucaristia. Il grandioso tempio fu va-
ciò praticano colla benedizione degli sca- gamente addobbato in ricchissima esim-
polari sagri al mistei'Ojil che narrai in prin- metrica paratura, con una sì copiosa mol-
cipio,ad applaudire pubblicamente alla titudine di brillantissimi lampadari, che
dogmatica definizione, la festeggiarono con ammirabile ordine disposti per tutta
nella loro magnifica chiesa di s. Andrea la chiesa venivano poi a formarecomeuna

della Valle. Perciòscelsero l'otta vario del- fiammeggiante corona cascante a doppio
la Purificazione, in cui la B. Vergine si giro per attorno al quadro, circondato
degnò rivelarsi alla veti. Orsola fondatrice da una gentilissima raggiera tutta di tra-
dell'oblate e romite teatine, tenendo tra spaienti veli e di color vario leggiadra-
le braccia il divin Figlio, in atto di por- mente intrecciata, che per tutta l'ampia
gerle i detti sagri scapolari per promuo- volta del cappellone si distendeva. Tutto

vere nel cristianesimo la divozione del suo il popolo accorso si mostrò penetrato del
ImuiacolatoConcepimeuto. Essendo tan- sentimento di religiosa pietà in faccia alla

me-
to ricordevole negli annali teatini così splendida pompa, al nobile apparato, ed
inorando avvenimento, questo appunto alla incantevole luminaria che faceva sì

vollero rappresentare sì nel gran quadro bene gustare il bello vero e sublime dei-
che fecero a bello studio eseguire e col- l'esterno culto cattolico. Tutte le case al-
locare in alto nel vasto sfondo del mag- la chiesa adiacenti e circonvicine presero
gior altare, che nell'elegante iscrizione parte alla festa, adornando di drappi e fe-
posla nella grande prospettiva del tem- stoni le finestre, nonché di lumi in con-
pio. Pertanto uel giorno sesto dell'otta- sonanza al maestoso prospetto della chie-
va della Purificazione, al divoto triduo sa eziandio in sì lieta occasione illumina*
di preparazione religiosa fu dato prin- to. Così solennizzò l'inclito ordine di s.

cipio alla festività co'solenni vesperi can- Gaetano, patriarca de'chierici regolari, il
tati in musica, colla pontificale assisten- più grande avvenimento, che fu compiu-
ta d' un vescovo, altro celebrando pou- to felicemente a'nostri giuiui e che iwpri-
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me nell'odierno pontificato un carattere prefetto della congregazione degli studi
immortale di gloria, il quale, come elo- comunicò buona parte della studiosa gio
quentemente dimostrò l'oratore teatino, ventò. Pontificò la messa mg.' Castellac-
volle accrescere col dogma dell'Immaco- ci vescovo di Listri,coU'assistenza dell'ar-
lata Concezione il trionfo di Maria, non cicancelliere cardinal Riario e del rettore
meno cliequello della Cliies;i, dischiuden- mg. Campodonico, oltre i collegi e pro-
do e incominciando, secondo le comuni fessori dell' archiginnasio stesso, egual-
speranze, un'era novella ili prosperila edi mente con bellissima musica. Nel pome-
pace, di grazie e benedizioni all'intero u- riggio,dopoeloqueuteorazionedel p. Lui-
niverso. I redentoristi animati della par- gi da Treuto cappuccino, ed il cantodelle
ticolare divozione al mistero del loro fon- litanie e del Te Deum, il cardinal Bru-
datore s. alfonso che propugnò, in ren-
lo nelli die la benedizione col Venerabile.
dimento di grazie a Dio per la dogmati- Neldìseguenlesi tenne un'accademia poe-
ca definizione, celebrarono divoto triduo tica dagli stessi studenti alla presenza dei
nella loro chiesa di Monterò-
s. Maria in nominati personaggi, di altri cardinali e
ne magnificamente ornata, ed ove fu e- di altre distinte persone. Nella sera, dalla

6posta alla pubblica venerazione una bel- loggia che sovrasta la porta dell'università,
lissima immagine dell'Immacolata, ve- si lece l'esperimento della luce elettrica,

nendo ogni sera illuminata la facciata. Fra diretto dal cav. Volpicelli professore nella
i tanti oratorii e sodalizi che in Roma fe- fisica sperimentale e segretario della pon-
steggiarono con maggior pompa la festa tificia accademia de' lincei, con gradevo-
in discorso, devesi ricordare quella del so- le e mirabile successo. Il concerto del i.°
dalizio di s. Maria in Via (di cui nel voi, reggimento di linea pontificia eseguiva
LIV.p. 1 8), a piazza l'oli, consolennetri-
1 intanto sulla piazza di s. Eustachio alcu-
duo. luque'giorniivi si vide un saggio del- ni pezzi musicali de'piò distinti maestri.
le pitture, colle quali il celebrato cav. Ga- La folla immensa di gente che riempiva
gliardi in seguito dipingerà tutto l'orato- la piazza di s. Eustachio egli 8 sbocchi
rio, con allusioni al mistero dell'Imma- delle vie, rischiarata dalla luce elettrica,
colato Concepimento, e al fatto della so- applaudì alla festa della romana univer-
lenne dogmatica definizione. L'oratorio sità. Nella chiesa de'ss. Gio. e Paolo i pas-
di s. Francesco Saverio detto del Caravi- celebrarono di voto triduo con di-
sionisti

ta, dopo il triduo delle quaranl'ore che gnitoso apparato. Ogni mattina pontifi-
annualmente celebra nel carnevale, nece- carono «escovi, e nella
i 3.' in rito caldai-

hbrò un altro assai sontuoso per I' Im- co, indi dal titolare cardinal Corsi in ri-
macolata Concezione. L'arciconfraterni- to Ialino coli 'assistenza di diversi vescovi.
ta della B.Vergine del Carmine alle Tre Ogni gioruo un cardinale compartì la be-
Cauntlle,nddobbato il tempio riccamente, nedizione colla ss. Eucaristia, e nell'ulti-
tributò la sua venerazionecon solenne tri- mo vi fu pure solenne vespero, orazione
duo, musiche, prediche, benedizioni com- panegirica, e TVZfcivmintuonato dalcar-
partite dai cardinali col Sanlissinio,e pon- cimai Corsiche awea celebrato i vesperi.
tificale nell'ultimo giorno di mg.' Yicege- lu tutti i giorni vi furono eccellenti mu-
rente. Gli studenti dell'università romana siche, e nelle sere luminarie delle faccia-
festeggiarono la dogmatica definizione, te ecampanile della chiesa, I cattolici d'Ia-
in uno a'collegi e professori della mede- lini tiira presenti in Roma presero par-
sima. La chiesa fu adornata splendida- te all'universale pia gioia con triduo so-
mente, nel dì precedente alla fèsta fu can- lenne nella chiesa del Gesù, che fu addob-
tili. hi compieta da scelli professori,e nel-
i bata colla maggior pompa e gran copia
la mattina seguente il cardinal Brunelli di lumi. Ogni gioiuu pontificò un vesco-
88 TEA TEA
vo, e ne'pomeriggi dissero le lodi di Ma- tritino nella chi esa di s. Gregorio ILlumi-
ria valenti oratori, ne'primi due in italia- natore presso Vaticano, ove monaci
il i

no, nel 3.° in inglese. L'arciconfraternila antoniani hanno il loro monastero. Vi fu-
del ss. Nome di Maria
nel suo tempio ab- rono molte messe in rito nazionale e la-
bellitoda svariato disegno e riccamente tino, e la sera l'esposizione del ss. Sagra-
illuminato, celebrò decorosamente un tri- mento, con canti e solennità del medesi-
duo, col canto degli alunni dell'ospizio a- mo rito. L'ultimo giorno pontificò mg.
postolico di s. Michele. Ogni mattina si Hurmuz arcivescovo di Siracee mechita-
cantò messa solenne, e nella 3. fu ponti- rista, rappresentante della nazionearme-
ficata: nelle ore pomeridiane di ciascun no-cattolica presso la s. Sede. Dopo l'evan-
giorno, olirei panegirici, da 3 cardinali fu gelo fece un di voto sermone in italiano il p.
data la benedizione col Santissimo. Nella ab. d. Arsenio Anqiaiakian de'inedesimi
chiesa di Claudio de'borgognoni fu so-
s. monaci antoniani. Egli maestrevolmente
lennizzato dogma con triduo, ornatosi
il epilogando passi de' Padri nazionali ana-
i

il tempio colla maggior pompa: le pane- loghi alla dottrina dell'Immacolata Con-
giriche orazioni furono recitate nelle lin- cezione, manifestò il gaudio della chiesa
gue francese, polacca e italiana. A cura armena per la sanzione falla dal Vicario
ed a spese de' capitolari e de' confratelli diGesù Cristo. Intervennero alle sagre
della congregazione Illirica, nella loro funzioni alunni armeni del collegio Ur-
gli

chiesa di s. Girolamo degli schiavoni fu bano propaganda fide, e tutti gli altri
di

celebrato un solenne triduo onde festeg- nazionali che si trovano in buon nume-
giare il mistero dell'Immacolata Conce- ro in Roma. Nella chiesa de'ss. Andrea e
Gran Madie, definito dal su-
zione della Gregorio al Monte Celio, monaci camal- i

premo Gerarca della Chiesa. Il tempio era dolesi eredi nella tenerissima divozione
maestosamente ornato e splendidamente alla B. Vergine del dottore e cardinal s.

illuminato, e sul maggiore altare fu col- Pier Damiani, resero pubbliche e solenni
locata una bella statua della ss. Vergine grazie a Dio per la dogmatica definizio-
concetta senza peccato. Cantarono le so- ne dell'Immacolato Concepimentodi Lei.
lenni messeli can.° Calleholte arciprete 11 tempio fu addobbato con elegante de-
del capitolo; mg.' Bagdanovich vescovo coro, e splendidamente illuminato, e tut-
di Europus e amministratore apostolico te le praticate sagre funzioni triduane fu-
di Scopia, e dopo l'evangelo lece un di- ronoaccompagnateda scelta musica. Pon-
1

scorso in lingua illirica; e mg. Rosani ve- tificarono la messa, il p. ab. d. Raniero
scovo d'Eritrea e vicario della basilica Va- Viola procuratore generale della congre-
r
ticana. Recitarono le panegiriche orazio- gazione, mg. Walsh arcivescovo d Hali-
ni, il can. Giorgi vice rettore del semina- fix, e mg/ Polding arcivescovo di Sidney

rio Pio, il p. Gioia gesuita, ed il p. Luigi e benedettino, cui fece seguito un sermo-
da Trento cappuccino. Ogni sera la fun- ne in lingua inglese recitalo a scelto stuo-
zione fu terminata colla benedizione del lo de'suoi connazionalida me' Brown ve-
Sagramento, data da'cardinali Patrizi,
ss. scovo NeAvport e benedettino. Le fun-
ili

Schwartzenberg protettore della congre- zioni delle ore pomeridiane furono termi-
gazione illirica e arcivescovo di Piaga, e nate colla trina benedizione dell'Augu-
della Genga-Sermaltei litolare della stes- stissimo Sagramento, impartita da'cardi-
sa chiesa. In ogni giorno fuvvi la messa nali Clarelli, Asquini e Corsi, dopo la re-
anche in rito ruteno; e tutte le sagre fun- cita di dotta e profonda orazione del p.
zioni furono accompagnate da musica ec- d. Francesco Maria Cirino consultore ge-
clesiastica. Gli armeni cattolici dimoran- nerale de'teatini, e il canto del Te Deum,
ti io Roma solenuizzarouo anch' essi un La facciata della chiesa rispleudè nelle 3
TEA T E A &j
sere per la bella luminaria disposta secon- e in particola!' modo la sua Concezione
do l'ordine di sua architelttira,sulla por- Immacolata, rammenterò quella di s. .Ma-
ta maggiore annunziando tali solennità ria in Traspontina, per ricchezza d'orna-
l'iscrizione Ialina riportata dal Giornale li e splendidezza di lumi, prendendo par-
<li Roma, il quale pubblicò pare molle te nelle sere del solenne triduo gli abitan-
di quelle delle altre chiese. L'arciconfra- ti di Borgo con luminarie alla comune e-

lernita di s. Anna de' palafrenieri festeg- sultanza, rallegrata dal concerto musica-
giò il definito dogma con solenne tri- le degli artiglieri pontificii. Tra le chiese
duo, maestosamente ornando e splendi- de' trinitari scalzi, dirò che celebrarono
damente illuminandola sua chiesa. Cia- in s. Grisogono un solenne triduo di rin-

scuna serale tndua'efunzione fu accom-


e graziamento, con preziosi addobbi e ful-
pagnala da bella musica, e terminata col- gidezza di lumi, poiché il loro fondatore
la benedizione del Santissimo. Nell'ultimo s. Giovanni di Matha lasciò loro in pre-
r
giorno pontificò la messa mg. Giuseppe ziosa eredità la dottrina dell'Immacola-
Palermo vescovodi Porfirio esagrista del to Concepimento, da lui celebre dottore
Papa, pure accompagnata da scella mu- e cattedratico dell a Sorbona sostenuto nel
sica: nelle ore pomeridiane recitò analo- secolo XII con pubbliche tesi contro gli
go panegirico il p. Zieggheri domenicano, oppositori; e perciò suoi figli giurarono
i

dopa il quale fu cantalo l'inno Ambro- solennemente d'esser pronti a difender-


siano, compartendo la benedizione il car- la, se fosse d' uopo, col proprio sangue

dinal Recanati cappuccino. A quest ulti- eziandio.


nia sagra funzione intervenne il cardinal A Roma fece eclatante eco tutto il cai-

Macchi decano del sagro collegio e pro- tolicismo, ed in particola!* modo le città

tettoie del sodalizio. Non la finirei più, e le comuni dello stato pontificio. Si può
se tutto dovessi ricordare quel >anto en- dire che in esso non vi fu città, comune,
tusiasmo di pietà e di fede, che si mani- borgo e villaggio, ove nelle chiese non
festò in Roma il dì memorando della de- siasi festeggiato il solenne decreto del-
finizione, mantenne pennesi nell'alma
si l'Immacolata Concezione, nel granile av-
città colla medesima intensità di divozio- venimento qui da me pure contemplato
ne nell'animo de' romani, e resterà inde- e celebrato, essendo la voce del Pastore
lebile nell'amore di tutti. Da quel giorno de' pastori quella che forma la fede de'
bealo Roma fu una continua lesta, ogni popoli. I giornali delle città pontificie so-
basilica, ogni chiesa, ogni oratorio, più o no pieni delle relazioni delle solennissi-
o meno, volle solennizzarla maggior colla me feste celebrate in ogni città, in ogni
pompa. Soltanto per ultimo rammente- terra del soavedominio temporale della
rò, che tra le chiese de'francescani si di- s.Sede: ne ricorderò alcune. Ben degna-
stinse pine cpiella di s. Dorotea de'con- mente Bologna festeggiò il nuovo trion-
ventilali, nell'eleganza degli addobbi, Del- fo della cattolica religione, animandone
hi sfarzo de'lumi, nell'armonia delle mu- il religioso slancio l'arcivescovo cardinal
siche; imperocché conventuali per ben i Opizzoni, onde i bolognesi lo celebraro-
sei secoli e mezzo mai sempre propaga- no nella basilica di s. Petronio, con tale
rono, difesero, illustrarono e fecero pre- solennità che valse ad attestare la loro
valere ovunque la loro pia sentenza su antica credenza edivozioneal dogma, non
questo consolante mistero sì caro a 'popo- che in omaggio riverente all'infallibilità
li degno della ss. Vergine,
cattolici, e sì del Pontefice che proclamò al inondo il

Madre del Redentore di tulli. Tra lechie- gran mistero. Il vasto tempio appena ba-
se de' carmelitani ,
ordine che peculiar- stò alla folla del popolo esultante e com-
mente ouuiò sempre la divozione a .Maria mosso, anzi talora riboccò nella grande
go TEA TEA
esterna scalea e in parte della piazza, e tolica,che mise il sigillo della fede al dol-
fu spettacolo dolcissimo a'c'uori cattolici, cissimo mistero dell'illibatoConcepimen-
chi udendo la festa con ispontanee lumi- to della Regina del cielo, volle di nuovo
narie. Accrebbe maestà alle decorose sa- festeggiare Velletri, con ispirilo di sagra
r
gre funzioni l'intervento di mg. Grassel- esultanza. Non pagala città delle feste fat-
1 ini coni m issa rio straordinario e prò lega- te in onore della sua principale padrona
to, del governatore civile e militare conte Maria ss., volle pure eseguire altro tri-

Degenleldjdel marcheseGuidotti Magna- duo nella chiesa di s. Croce de' cappuc-


ni senatore,de'magistrali de'lribunali,de' cini maestosamente abbellita, edivi la bel-
membri dell'università edell'accademie, la statua di Maria Immacolata mosse o-

cicali stati maggiori delle milizie au>tria- gnicuorea riverenza peldistintissimo pri -
cbe e pontifìcie; oltre il proprio capitolo, vilegioa Maria unicamente concesso. On -
il metropolitano, parrochi ec.Egualmeu-
i de ebbero luogo messe solenni, panegi-
te Ravenna nella metropolitana decoro- rici, benedizioni e scelte musiche. Di più
samente solennizzò l'Immacolata Conce- Velletri vide celebrare con bell'apparato
zione, coll'assistenza di mg/ Ricci dele- e gran divozione dall' arciconfraternita
gato, alla testa delle autorità civili e mi- delle ss. Stimate nella sua chiesa tridua -

litari, e di altre corporazioni. Ferrara che ne funzioni sagre, onore dell' Immaco -
in
r
lino dal secolo XI V stabiliva il pio soda- lato Concepimento. Con musica sempre
lizio della Scala sotto l'invocazione della varia si cantò la messa, e nelle ore pome -
Concezione Immacolata, celebrò gran fe- ridiane vi furono i panegirici, e le bene-
sta nella metropolitana messa in magni- dizioni col Sagramento, nell'ultimo
ss.

ficapompa, ove era stato trasferito il si- giorno compartita dal concittadino e con-
r
mulacro di Maria Vergine che si venera fratello mg
Ales>andro Macioti arcive-
nella chiesa de'conventuali; alle solenni scovo di Colossi ed elemosiniere del Pa-
finzioni di chiesa, nella sera successero le pa. Nel giorno precedente al triduo nella
dimostrazioni popolari di giubilo, con ge- medesima chiesa ebbe luogo un'accade-
nerali e vaghe illuminazioni. Velletri a mia Il can. Angeloni penitenziere della
spese del municipio festeggiò l'avveni- cattedrale lesse un elegante e prof judo
mento, con tutta maestà, pompa e vene- ragionamento,al quale tennero dietro di-
razione. Dopo a ver celebrato solenne meli- versi poetici componimenti, tramezza ti da
le la festa nella cattedrale, si associò a' scelta musica tratta dall' inno del mae-
minori osservanti in fare eseguire nella stro Pacini e da altri. Viterbo non con -

Joro chiesa di s. Lorenzo magnifico tri- tenta d'aver solennizzato con maggior
duo, con processione del simulacro del- pompa la festa dell'8 dicembre, celebrò
la ss. Concezione. ÌN'el i
47 ^ e '4°*3 im- il definito dogma al ritorno da Roma del
perversando la peste, Velletri fece voto vescovo cardinal Pianetti, il quale nella
di celebrar ogni anno la festa dell'Imma- messa pontificale impartì la benedizione
colata Concezione, con digiuno nella vi- apostolica con papale facoltà. Esultando
gilia, ed eresse nella cattedrale una son- Camerino per la speciale divozione alla
tuosa cappella in suo onore con marmo- pia credenza, di venula questa dogma, nel-
rea memoria dell'ottenuta liberazione; la la metropolitana con triduo solenne con-
quale si rinnovò nelle pestilenze del 1 655 fermò la sua fede, esponendo sull'altare
e del 1837, '" cu ' fi' preservata dal tre- maggiore l'antica statua di Maria di sti-
menilo flagello, cosi nel 18 54, per cui con mato lavoro artistico, e venerata con cul-
cuore fervente di gratitudine rinnovò il lo particolare. Non maucarono popolari
volo per altri 100 anni. L'auspicatissimo dimostrazioni di gioia, e luminàrie not-
giorno del novello trionfo della chiesa cut- turne. Anche in Rieti fu festeggiato il de-
TE A TEA 91
cielato dogma nella basilica ovesi vene- pomeridiane intuonò il
chini, e nelle ore
ra l'antica immagine eli s. Maria del Po- Ir Deum e die la benedizione col San-
r
polo, con triduo solenne e pontificale del tissimo, dopo aver mg. Zangari vescovo
r
vescovo mg. reduce da Roma,
Cai-letti, di Macerata e Tolentino recitatoeloquen-
il (piale recitò un'eloquente omelia. Il liscino discorso in lode della ss. Conce-
municipio lo festeggiò nella propria cap- zione. Singolare fu la luminaria nottur-
pella del palazzo municipale; i domeni- na della facciala del tempio. Del pari due
cani e i conventuali celebrarono tridui tridui celebratomi in Jesi, nella cattedra-
nelle loro chiese. Distinguendosi anche le e dalle Clarisse con pompa ecclesiasti-
Frascati nella tenera divozione a Maria, ca. jVou solo in
Ferentino si solennizzò il
con più di magnificenza ne celebrò la le- gran mistero nella novena precedente la
sta tli sua ss. Concezione; le cui glorie fe- lesta, e questa pure con più splendido cul-
steggiarono i teatini nel santuario di Ca- to del consueto, indi a' io dicembre per
po Croce a lei consagrato, mediante so- concessione pontifìcia si cantò nella cat-
lenne triduo in cui il p. d. Francesco Ci- tedrale e nelle chiese matrici della diocesi
rino teatino recitò de' sermoni panegiri- la messa della ss. Concezione; ma il zelati-
co-morali dottamente composti, e ana- le vescovo mg.' Bernardo Tirabassi, con
loghi alla giuliva ricorrenza : nell'ultimo felice e edificante pensiero, avuta appro-
giorno nella comunione generale mol- vata una professione di lede del dogma
tissimi vollero indossare il sagro scapo- definito, con sua pastorale la fece emet-
lare dell'Immacolata, che da gran tem- tere dal clero, dal magistrato e dal po-
po i teatini per impeciale privilegio apo- polo di sua diocesi, pel quale atto il Papa
stolico benedicono e dispensano. Il ve- concesse benignamente l'indulgenza ple-
scovo cardinal Cagiano de Azevedo in- naria; professione di fede die si emise in
timilo il /'<• l)t "ni. ed. è la benedizione diverse chiese con generale commozione,
col ss. Sagramento. Sui colli Tusculani i e l'esultante pastore poi l'umiliò a'piedi
cappuccini celebrarono solenne triduo , del Pontefice in modo autentico, rice-
con sagri discorsi e messa pontificata da vendo manifestazioni di gradita soddisfa-
1
mg, Marongiù arcivescovo di Cagliari, zione. Asisi, città serafica, non volle es-
cui assistè il capitolo della cattedrale di sere seconda a verun'altra in dimostrare
Fiascati. In Albano tra'festeggìamenli in la sua esultanza, siccome posseditrice ab
onore della ss. Concezione meritano ri- antico del s. velo della B. Vergine, e cul-
cordo quelli fatti da'eappuccini con tri- la dell' ordine francescano fecondissimo
duana solennità, luminarie, apparato e "di santi e di teologi che difesero l'Imma-
discorsi panegirici. Jesi clie distinguesi per colato Concepimento, ossia questa bellis-
divozione singolare alla ss. Concezione, sima fra le più belle gioie dei diadema
Dicendo la sua vigilia con istrelto digiu- dell'Imperatrice del mondo; in prepara-
no ili pane e acqua, in più modi festeg- zione alla definizione solennizzando con
giò il definito dogma. I conventuali ce- istraordinaria pompa la sua novena e fe-

lebrarono nella chiesa di s. Floriano con sta. Il santo entusiasmo provò e mani-
ispleudidezza solennicsimo triduo, innan- festò pure Orvieto, Poggio Muteto, Pa-
zi al simulaci o delia ss. Immacolata, col- liano per opera de 'cappuccini, Monte Fia-
l'interventodi buona parte della valente scone, ove pure i conventuali celebraro-
cappella musicale di Loreto, che vi ese- no il triduo; Città di Castello e con trion-
gui scelte musiche. Ne' primi due giorni fale processione dell'immagine di Maria;
pontificò i vesperi e la messa mg. .Maz- Cori, ove i minori osservanti esposero l'an-
zuoli vescovo di s. Severino, nel 3.° canti) tico e veneralo simulacro della B. Ver-
la gruu messa il vescovo cardinal 51 ori- gine; Tolfa e cou distribuzioni della ine-
yi TEA TEA
doglia benedetta della ss. Concezione. A- fece eco alla letizia di tutto il mondo cat-
nagni poi si distinse come Ferentino, im- tolico, con festeggiare ne'modi più giu-
perocché oltre particolari dimostrazioni livi il faustissimo avvenimento nel san-

ss. Vergine Immacolata con


di onore, alla tuario insigne della B. Vergine del Buon
triduo, nella cattedrale fece pubblica pro- Consiglio; quindi il municipio, a secon-
fessione di questo articolo di fede, reci- dare lo zelo del vescovo cardinal Amat,
tando la foratola die gli trasmise da Ro- esternò nuovamente la gioia con triduo
ma il
r
suo degno vescovo mg. Trucchi, nelle 4 chiese parrocchiali, accompagna-
indi eseguita nelle chiese principali della to da pompa conveniente e segni di ge-
diocesi: altri tridui celebrarono conven- i nerale esultanza. Bagnorea,per invito del
r
tuali, i cappuccini, e i due monasteri di suo vescovo mg. Gaetano Brinciotti, ce-
monache. Civitavecchia dopo festeggia- i lebrò con solenni riti un triduo nellacat-
menti, a render sempre durevole la ricor- tediale, dal capitolo magnificamente or-
danza della gloriosa definizione dogma- nata, ed in essa con iscelta mugica, a di-
tica, spontaneamente destinò d'erigere ligenza del municipio, pontificò il zelan-
con pie oblazioni nella cattedrale una te pastore; dopo aver benedetto un'ele-
cappella ricca di marmi, di dorature e gante corona, con essa coronò il capo al-
iscrizioni, intitolandola a Maria concepi- l'Immacolata Signora, rappresentata nel-
ta senza la macchia d'origiue. Come Mar- la pittura dell'ara maggiore, quindi com-
ni celebrò l'avvenimento, si legge nell'Ai- partì con autorità apostolica la papale be-
ham di Roma t. 22, p. 1 3 : Breve rag' nedizione con indulgenza. Compiti i se-
guaglio delle feste in Narni pel dogma condi vesperi, la dignità capitolare del
stabilito sull'Immacolato Concepimen- priore Ianni diresse affettuosa allocuzio-
to di Maria. I! cardinale D'Andrea ab- ne al vescovo, perchè fosse promulgata
bate di Subiaco, dopo aver fatto dare le la bolla didefinizione, che fu letta dal ca-
missioni in quella città e in diversi luo- nonico teologo;poscia cantato il TeDeum,
ghi della diocesi abbaziale, con felice suc- si die la benedizione col Santissimo. Lieti
cesso e comunione generale nella colle- cantici e orazioni panegiriche accrebbe-
giata di s. Andrea, ordinò che uella cit- ro in ogni parte la divozione a Maria, al
tà e diocesi si festeggiasse la solenne de- cui onore si fece la comunione dal ve-
finizione, e nella / con triduo nella det-
1 scovo. Questo prelato nel duomo aprì pur
ta chiesa con ecclesiastica pompa, messe anco brillante accademia letteraria e fi-
e vesperi solenni, orazioni di lode e be- larmonica cou dotta prosa, seguita da 12
nedizioni coll'Augustissitno Sagramento. temi obbligati con argomento allusivo al-
Molti furono segni dell'universale giubi-
i le 12 mistiche stelle che coronauo la Re-
lo, colle notturne luminarie, i suoni della gina dell'universo, esauriti da'professori
banda e l'elevazione di globo apostati- e alunni del seminario, oltre altre poesie
co. seminario con particolare festa ono-
Il de'cittadini. Vi fu poi una cantata in mu-
rò l'Immacolata Concezione, e tenne poi sica, e l'intera filarmonica riscosse plau-
un'accademia poetica. Le feste furono ter- so. Generali e spontanee illuminazioni
minate con solennissima processione del- mostrarono la pubblica esultanza. Tutto
l'ini in agi ne dell'Immacolata, e l'in ter ven- il mese di febbraio attirò divoti bagno- i

to del clero secolare e regolare, de'soda- resi a frequentare l'esercizio del mese del-
lizi e d'ogni classe di cittadini. L'esultan - la ss. Concezione nell'oratorio notturno;
za religiosa dipoi la rinnovarono i fran- ed altre feste ebbero luogo nella città e
cescani di Subiaco, con solenue triduo, diocesi, le quali dimostrarono, che la so-
elegante musica a cappella, orazione pa- la Chiesa ha la parola vitale, par destare
negirica, e in più altri modi. Genazzauo gli spiriti e indirizzarli allo scopo dell'alta
TEA TEA 93
sua missione. Gita di Castello,
dopo aver accompagnamento di musica piena or-
solennizzato nella cattedrale l'Immaco- chestra, e dopo il vangelo fu pubblicata
lato Concepimento, vide fere altrettanto la bolla Fneffìabilis, e l'arcivescovo indi
decorosa festa da'filippini, che ne celebra- recitò patetica omelia, in cui dimostrò al
rono le glorie con ragionamenti pieni di popolo, qual gloria avesse la ss. Vergine,
unzione, mettendo nel cuor de'fedeli una quale letizia sentissero i divoti di lei per
dolce speranza di vedere trionfante e glo- l'ottenuta dogmatica definizione, e poi
riosa per mano della ss. Vergine la Chie- comparii la benedizione papale. I secon-
sa. Benevento, città cospicua non meno di vesperi non furono meno solenni, ge-
per antichità d'origine e d'imprese, che nerali le notturne illuminazioni, e il de-
per sincera fede e tenera divozione a Ma- legato mg.' Bella fece dispensare a'povcri
ria,non volle preterire dal tributarle i abbondanti limosine, distinguendo gl'in-
pegni più commoventi di venerazione e fermi. Sassoferrato, udita con trasporto
amore. Jl cardinal Domenico Cara fa di di santa letizia la dogmatica definizione,
Traetto suo arcivescovo, a destarevivain fece tenero e degno rendimento di gra-
cos'i bella occasione l'antica fiamma che zie a Dio nella chiesa collegiata, ove uf-
Maria stessa avea accesa in petto al suo ficiarono i cappuccini/i minori osservan-
popolo,e cogli assidui favori alimentava, ti ed i silvestrini. Palestrina, d'ordine del
l'invitò a celebrare in onore del di lei im- cardinal Amat suo vescovo, in ogni par-
macolato Concepimento solenne triduo rocchia celebrò divolo triduo, e la basili-

nella metropolitana. In questa fu porta- ca cattedrale si distinse con di vote e pub-


ta dalla chiesa de' minori osservanti in bliche dimostrazioni, trovando eco di vi-

trionfo splendidissimo l'antichissima sta- va divozione e gioia generale nel magi-


tua di Maria delle Grazie, in mezzo al- strato e nel popolo. Il gonfaloniere Pan-
l'universale commozione di divota tene- tanelli-Napulioni offrì nelle sue sale al
rezza. Messe pontificali, l'ultima celebran- un letterario ac-
clero e al ceto distinto
r
do il delegato apostolico mg. Gasparoli, cademico trattenimento, nel quale lesse
benedizioni, anche papale nel pontificio dotta prosa il p. Giacobi lettore del col-
nome, coni un ioni generali, lumina rie not- legio de'dottrinari; ed un'eletta di per-
turne, ealtre dimostrazioni di giubilo re- sone e di seminaristi cantarono in poeti-
ebbero luogo nel triduauo festeg-
ligioso, ci modi le glorie della gran Vergine Im-
giamento, ch'ebbe termine con altra so- macolata le poesie furone intramezzale
:

lennissima processione, nel restituire al- da vari pezzi di classica musica sagra, tot
la delta chiesa de'francescani il simula- ti alla B. Vergine spellanti. Osimo ebbe

cro venerato, al quale tutti gl'intervenuti nella basilica di s. Giuseppe da Coperti-


fecero omaggio del proprio cereo. Spo- no de'minori conventuali, nobilmente ad-
leto uni anch'essa la sua voce a quella di dobbata, un solenne triduo di ringrazia-

tanti popoli che innalzarono inni di lode mento all' Altissimo, assistendovi i cap-
al dichiarato dogma, per il zelo dell'ar- pucciuic un popoloimmenso.Nel 2. "gior-
civescovo mg/ Gio. Battista Arnaldi, con no con solenne processione fu portata per
triduo solenne nel duomo, che primeg- la città la s. Immagine di Maria Imma-
gia tra le cattedrali dello stato papale. Ap- colata. Nel 3.° dopo un eloquente ragio-
parato colla maggior pompa, brillante di namento del distinto oratore arciprete d.
luminarie e di preziose suppellettili che Francesco Romiti, le preci e le litanie, fu
il capitolo non cessa aumentare, fu col- cantato a voce di popolo l'inno Ambro-
locata sull' altare principale la ss. Icone siano, che tenne luogo d'ogni più bella
fra ricchi candelabri. Il pastore pontifi- armoniosa musica. Anche nella cattedra-

cò soleuuemcule i vespeii e la messa, eoo le fu solennemente festeggiata la dogma-


94 TEA T E A
lica definÌ7Ìone,coH'assistcnza del vescovo più formali prove della loro divozione a
cardinal Soglia Ceroni. In Albano, tenero Maria,e del giubilo da cui furono compre-
di divozione versola singolaredi lei patro- si dopo l'oracolo pontificio. Ne ricorderò
na Mona anco dal magistrato fu solen-
ss., alcuni, altrimenti occorrerebbe un elen-
nizzato, con decoroso triduo nella chiesa co. Modena gran novella esultò per
alla

della Rotonda (ove venerasi I' antichis- quella speciale divozione che le meritò il
sima sua immagine sottratta dalla pietà titolo di città di Maria. ereditata da'suoi
cattolica alla fiera persecuzione degl'ico- avi e nudrita di continuo con efficacissi-
noclasti), il dogma dell'Immacolata Con- me pratiche. Grandi dunque furono le

cezione.precedntodagli esercizi spirituali dimostrazioni di vivissima gioia,celebran-


fatti eseguire dal vescovo cardinal Patri- dosi l'avvenimento dal vescovo nella cat-
zi. Il suo vicario generale mg.' Sanniba- tedrale con soleune pontificale, essendo
le, eletto vescovo di Gubbio, celebrò la posta sull'altare sotto ricco baldacchino
messa cantala, e il vescovo mg/ Stilaci l'immagine del l'I in macola la. V'in ter ven-
della congregazionedel preziosissirnoSan- ne il sovrano duca Francesco V, la du-
sue, con dotto e forbito dire trattò l'Im- chessa Aldegouda,e l'infinte Maria Bea-
macolato Concepimento di Maria. Lu- trice, eredi della divozione professata al-
minarie allusive alla festa, a quesla die- l' Immacolata Concezione dalle auguste
rono termine. minori osservanti rifor-
I loro case d'Austria, di Borbone, di Ba-
mati di Poggio Nativo in Sabina, con tut- viera e d'Este, e memori che aveano esse
ta pompa religiosa con triduo festeggia- più d'una volta implorato dalla s. Sede
rono la dogmatica definizione nella lo- fervidamente il decreto, palesarono il di-
ro chiesa riccamente adorna. Si celebra- voto loro giubilo a'piedi della celeste Re-
rono messe cantate, si pronunziarono pa- gina. Co'sovrani e la corte v'intervenne*-
negiriche orazioni da 3 religiosi dell'ordi- ro pure i ministri, i professori dell'uni-
ne; e fu chiusa la festa con accademia let- versità, i parrochi, i deputati delle con-
teraria, ove dopo un lodato discorso del fraternite, e altri molti. Si cantò il Te
p. Antonio da Poggio Ginolfo, furono let- Deum, e si die la benedizione col Santis-
te ad onore di Maria molte poesie. Con simo, nelle ore pomeridiane successe il
triduo fecernaltrettanto i fi ancescani con- canto delle litanie, e nella sera splendi-
ventuali diZagarolo nella chiesa di s. Ma- dissime luminarie per tutta la città. Per
ria delle Grazie, con isfarzosa eleganza Venezia la stella del mare, in seno di cui
ornata e sfolgorante per lumi, tra innu- i veneziani andarono a cercar sicurezza
merevoli rose e gigli venerandosi la di- e pace, e raggiunsero grandezza e gloria
\otissima statua della Vergine Immaco- immortale, sempre Maria, per cui
è stata
lata. Pvesero festivi i 3 giorni e d'univer- dal mese di sua Annuuziazione
e giorno
sale contento le solenni messe e vesperi, preselo a datar l'anno del governo loro,
le benedizioni col ss. Sacramento, le scel- né più calda cura si presero nella conqui-
te musiche, le laudi della Madre di Dio, sta di Costantinopoli, che di recar a Vene-
inlessute da 3 religiosi conventuali. La zia il simulacro della B. Vergine delle Vit-
magistratura municipale di Malefica u- torie, intorno al quale s'aggirano da tan-
miliò lettera a'piedi del Papa, dichiaran- ti secoli voti e le giornaliere speranze
i

do i sentimenti di somma esultanza e di del popolo, incessantemente onorandola.


riconoscenza, per la solenne definizione Laonde conosciutasi daVenezia la dogma-
dogmatica dell'Immacolata Concezione, tica definizione che accresceva gloria al-
alla quale vanta profonda divozione. la Madre di Dio, ne provò santa e viva
Dallo slato pontificio passando al resto consolazione, iudi prese divota parte alle
d'Italia, diversi popoli e città dierouo le solennità tutte colle quali mg.' Mutti pa-
TEA TEA 9
"

(riarca volle celebrare il déci'elato. Nel- (orila civili e militari, e de'parroch'uCan-


l,i si n penda basilica patriarcale, sopra uno talpsi l'evangeio fu promulgato il decreto
de'più ricchi e più preziosi altari del inon- definitivo del sommo Pontefice, e l'ar-
do tu esposta la s. Immagine, innanzi la civescovo recitò dotta ed eloquente ome-
quale ebbe luogo solenne triduo, colf in- lia, nella quale celebrò flmmacolatoCon-
ter vento delle sagre coi porazioni del «le- cepimento, soggiungendo in fine a modo
io secolare e regolare, e d'ogni ordine di di corona una commovente professione
cittadini, i quali col frequente e innume- tli fede, alla quale non è a dirsi qual fosse
rev ole concorso conici maiono l'avita pie- la grata sensazione degli uditori. Si can-
ta, e l'universale esulta/ione pel trionfo tò il Zìe Deum,e nel pomeriggio i vespe-
delia Vergine Immacolato. Al magnifico ri pontificalmente, e finì la lesta col can-
po ntificale del patriarca assisterono, oltre lo delle litanie. Nella sera nel seminario
l'inclito municipio, i prelati veneti, e do- vi fu scelta e applaudita accademia po-
pò l'ev angelo fu pubblicata la bolla pon- liglottain onore di Maria, colla declama-
tificia. Nelle ore pomeridiane, dopo i so- zione di molti componimenti in prosa e
lenni vesperi, si fece solennissima pio- in versi nelle lingue italiana, Ialina, gre-
cessione colla s. Immagine, e ricondot- ca, tedesca ed ebiaica, e vi si cantarono
la al suo aliare, colla recita delle ulti- dagli alunni, coli' accompagnamento di
me preci, il patriarca chiuse la memo- distintissima musica, due graziose can-
randa funzione. Seguirono le luminarie e zoncine. Intunto per la città, con copia di
i festeggiamenti nelle altre cinese, e se- lumi e novità di disegno, generale fu l'il-

gnatamenle in quelle de'fiancescani mi- bitumazione: fu un trionfo della religio-


nori osservanti, de'riformati e de'cappuc- ne, una manifestazione solenne dell'amo-
cini,con splendidissimi e di voti tridui. Ab- re de'friulani verso Maria. Piacenza pu-
ebe nel Friuli fu splendidamente celebra- re in Italia si distinse con solenne testi -

la la definizione dogmatica dell'Imma- vilà, in rendere grazie a Dio del segna»


colalo Concepimento, massime in Udine lato avvenimento per tulio l'orbe calto-
sua città principale e centro della vasta lieo.Milano col suo arcivescovo mg." Ro-
arc idiocesi, per cura dell'arcivescovo mg/ milli, reduce da Roma con piena l'ani-
Trevisanalo, in un al clero e al popò- ma di divozione a Maria, celebrarono
lo compreso di straordinaria esultanza, nella spleudida metropolitana la tanto a-
per vedere a Maria-assicurato un nuovo spettata pi oclamazione,la cui bulla fu let-
seilo d' incomparabile gloria, e al mon- ta Ira le solennità del pontificale, seguen-
do tanto tesoro tli letizia e di speranze, do l'omelia dell'arcivescovo, quale pre- il

Eccitati dal pastore, gli udinesi e i dio- se a dimostrareche quel giorno era gior-
cesani fecero a gara in rendere omaggi no di trionfo per Maria, per la Chiesa e
alla gran Vergine Immacolata, principal- per la fede. Trionfo per Maria, poiché la
niente Fagagna, Cividale, Gemona,
in credenza dell'Immacolato Concepimen-
Moggio,s. Daniele eCodroipo. Udine pe- to, quasi gemma dapprima nascosta, ora

rò fu quella, che falla ragione de'luoglii brilla nel massimo suo splendore agli oc-
e delle circoslarize,a vetun'allia città nel- chi di tutti, in quella nobilissima corona
l'ossequio e nella divozione a Maria si è che già le cinge il capo: ti ionio per la
mostrata seconda. Parala la metropoli* Chiesa, poich'essa, ebe i suoi nemici di-
tana a festa d'una maniera brillante, sul- cono cada vere, fu risuonar la sua voce dal-
l' aitar maggiore e sotto ricco padiglio- l'uno all'altro polo, ed è ubbidite; Inoli-
ne fu collocala la slalua di Maria imma- fo per la fede, poiché ora nell'unità del-
colatamenie concetta. L'arcivescovo vi la fede, ossequiosi alla voce della Chiesa,
pontificò con l'intervento di tulle leau- 200 milioni di cattolici protestano con
c,fi T E A TEA
gioia di credere questo insigne privilegio le Torino ed al Piemonte. A tante pub-
di Moria. Dopo la messa l'arcivescovo be- bliche dimostrazioni fece eco la Germa-
nedì l'immenso popolo, ed era la bene- nia, la Spagna, il Belgio e altre regioni,
dizione che Pio IX. mandava a tutti po- i in isplendidi modi. Nella Spagna un in-
poli della terra. Sul far della sera fu can- sulso opuscolaccio avendo combattuto il
tato l'inno Ambrosiano solennemente, e dogma, i cavalieri dell'ordine della Con-
l'arcivescovo die la benedizione col San- cezione o Carlo III, avendo per voto di
tissimo. Palermo che fino doli 4"?- 5 inti- difendere la purissima Concezione della
tolò alla ss. Concezione la chiesa di s. Ma- ss. Vergine, supplicarono fervorosamente
Nuova, edificala ne|i33q, e pro-
lia la la regina di riparare tanto scandalo e di
mulgata dall'arcivescovo Ubertino de punire l'autore. In Salisburgo uno sparla-
Martines la fèsta di precetto, per volon- tore del venerato dogma fu gettato mi-
1à del senato; indi nel i z^Z^ i vide sorgere seramente dal cavallo sul piedistallo di
la sontuosa cappella della D. Vergine nel marmo d' una statua dell' Immacolata
tempio di s. Francesco, poi aggregata al- Concezione, dove l'infelice si fracassò le
la romana arciconfraternita della ss. Con- ossa e poco dopo mori, il fatto è narrato
a
cezione dal cardinal Alessandro Farnese, dalla Civiltà cattolica 1. 1 o, serie 2. , p.
ed neh 4^2 si salmeggiava l'uf-
in essa 237. Nel Belgio pel zelo del cardinale
fizio proprio dell' Immacolato Concepi- Sterchx. arcivescovo di Malines, si di-
mento, laonde nel 5j5 ebbe origine l'o-
i stinse colla sua arcidiocesi la capitale an-
monimo sodalizio: in seguito nel 162 1 il p. cora del regno, con islancio di fede e
Narbone gesuita proclamò proteggitrice e di pietà. Gand pure si associò con pub-
patrona Palermo, per decreto del sena-
di blica manifestazione al glorioso avveni-
tori Vergine Immacolata, con voto perpe- mento dell' 8 dicembre le illuminazio-
:

tuo d'annua solennità diesi rinnova l'8 ni offrirono sorprendente spettacolo, con
dicembre. Le quali memorie faran me- un numero considerevole di religiosi em- I

glio giudicare la magnificenza della so- blemi, frammisti a fiori e lumi, coli' im-
lennità, con cui Palermo festeggiò il nuo- magine di Maria Maria si-
e le parole:
vo universale culto verso la B. Vergine: ile labe concepta, Ave Maria, Alleili-
per 6 giorni interi fu dunque la città con- jaj e la cifra di Maria in caratteri tra-
vertita inun tempio, e poche parole non sparenti brillava sopra gran quantità di
ponno bastare a dare un'idea dell'opera- case. Sulle vie abitate dalla povera gente
to con entusiasmo religioso, ma ne ri- si videro moltissime cappellette erette en-
marrà eterna nella storia la rimembran- tro le botteghe e le porte. A Londra la festa
za, in cui la fede antica rifulse di nuo- dell'Immacolata Concezione fu celebrata
va luce, fra la generale letizia. Dillicile con gran solennità nella cappella francese.
sarebbe l'esprimere con quanta fede e In Francia vanno specialmente ricordate
pietà sincera fu accolta in Toscana la so- Tolone per solenni teste, Lavai, Besan-
lenne definizione: le feste celebrate in tut- con, Beauue, Le Mans, Montpellier, Bi-
te le chiese d'ogni città, d'ogni borgata gnè, Tour non, Narbona^ Rhodez dove fu-
e d'ogni villaggio, in onore della Vergi- rono innalzati archi di trionfo, Nitues ed
neconcelta senza macchiarono state d'uà in modo singolare, ed altre molte, ovun-
numero incredibile, e da per tutto gran- que echeggiando le glorie di Maria. An-
de la folla deTedeli accorsi con di vota e- che Parigi si distinse, facendo eco all'in-
sultanza a celebrare il mistero. Anche in leraFrancia; primafu festeggiata con tut-
molte provincie del regno di Sardegna si tapompa e divozione la definizione dog-
festeggiò da' buoni cattolici così fausto malica nella metropolitana, e poi nelle
av veuimeuto, inclusi vamente alla capita- parrocchie, solennità annunziate al clero
TEA TEA 97
e a' fedeli con eloquente e bellissima pa- le lellere e delle mi forma i tale comples
storale dell'arcivescovo mg.' Sibour. Era sodi svariate ma armoniche bellezze, for
ben giusto che al giubilo universale de' se danon incontrarsene altro esempio nel-
cattolici pel nuovo splendore acquistato l'epoche passa te. L'ingegno del l'uomo non
da ITI m macola toConcepi ni ci ilo del la Ma- trovò modi abbastanza degni per tribu-
dre di Dio unisse anche le sue feste l'E- tare omaggi alla Madre di Dio. Quanto
gitto, tenendo il vanto di averle dato un alla scienza, oltre il narrato, la Civiltà
dì sicuro rifugio nella sua fuga dallaGiu- cattolica nella 2." serie, t. 8, p. 629,1.9,
dea. In Alessandria i francescani celebra* p.36ei58,ci diede i dotti, completi ed e*
rono un solennetriduo di ringraziamen- rudili: Cernii storici intorno al domina
to, quale essendo accompagnato da illu- dell' Immacolata Concezione della Ila
mina/ioni, da concerti di musicali stru- (Ire di Dio, de'quali già feci menzione ri-
menti, da copiosi spari, da fuoco artifi- portandone alcun brano. Inoltre nel I. e),
ciale, musica e panegirico,fece brillar l'al- p. gr, rende conio con lodi di ammira-
legrezza sul volto di tutti i veri creden- zione dell'opera: De Immacidalo Deipa-
ti. L' ingegnoso cronogramma che con rae conceptu eiusque dogmatica definì-
lettere di numeri romani segnava l'anno tione in ordine praesertim ad scholani
corrente 855, dipinto a caratteri cubi-
i tomisticam et Institutum FF. Praedica-
tali sulla facciala del magnifico tempio di torum auctorc p. m. Francisco (lande
s. Caterina, era del seguente tenore: Did- procuratore generali eiusdem ordinis ,

ier DeCora ConCepta Labe pi ra. In ac rectore pontificii Seminarli Pii, Ro-
Costantinopoli ancora fu festeggiatoli de- maei854- Quindi osservò, che la defini-
finito dogma, con triduo solenne, ponli- zione del dogma dell' Immacolata Con-
1

ficalee pubblica processione,da mg. Ilas- ce/ione della Madre di Dio voglia esseie
sim primate degli armeni, e dal popolo una parola di pace, ed in luogo di ecci-
armeno cattolico particolarmente sempre tare nuove lotte e dissensioni, come alcu-
in singolar modo divoto alla 13. Vergine, ni timidamente ragionando opinavano,

il immacolato Concepimento fu ed è
cui non sia anzi per ricondurre gli animi ad
costante credenza della chiesa armena. unità e concordia, il presente scritto del
La sapienza e le arti riconoscendosi an- p. 03. Gaude
primo e splendidissimo
n'è
celle e figliuole della fede edella pietà, ispi- argomento. Imperocché non appena era
randosi alle loro inesauste sorgenti, resero uscila dal Vaticano la voce del Papa Pio
anch'esse omaggio al la Chiesa nell'atto più IXannunziatrice a'popoli credenti di que-
grande della divina sua autorità, ch'è il sta certissima verità,che spontanei; co-
promulgare dogmi da credersi. La scien-
i me un cantico di pace e di letizia veni-
za e le arti venerano in Maria la sede della va a far plauso a nome di tutlo il suo ve-
sapienza, e la Madre di Quello ch'è la sa- nerando ordine domenicano. Splendidis-
pienza del Padre. Quindi la scienza, ed e- sima testimonianza, perchè nella chiesa
tiandio l'eloquenza e la poesia con acca- di Dio non poteva acclamare in questa
demie fecero con questa a gara per ce- circostanza alcun ordine religioso con pa-
lebrare e vieppiù immortalare la defini- ri autorità a quello de'pp. predicatori, i

zione dogmatica dell'Immacolato Conce- quali non pur nobilissimi per la teologi-
pimento di Maria. Similmente praticaro- ca scuola che ereditarono da s. Tomma-
no le arti della musica, quelle del disegno so d'Aquino, ma per l'opinione in che fu-
con medaglie, incisioni e altre sculture, e rono di essere stati i più valenti impugna*
in dipinture, non che con quanto altro di tori di questa verità, allorquando essa non
architettonico e ornamentale già accen- era ancora che una pia sentenza non an-
nai. La nobilissima gara della scienza,del- cora perfettamente chiarita, laloropre-
VOL LXXIII. 7
98 TEA TEA
senio letizia ha un non so che di singolar- spano d. Raymundo MartinezetFerrcr,
tiienle generoso e puro da ogni terrestre lutei amnae S 1 \. A tutta l'opera segue
elemento. Il p.ro.Gaude,anomede'vene- un volume di appendici, nelle quali per
i abili suoi confratelli , espose le ragioni intero o per compendiosi recano moltis-
per cui i lèdei i tutti, e fra questi principal- sime costituzioni pontificie riguardanti
mente la prole del patriarca s. Domeni- questo mistero e la dilatazione del culto;
co, vanno lieti e giulivi del giocondo av- i decreti della s. congregazione de' riti in-
venimento. Il p. ni. Gaude determina il lornoal medesimo, decreti de* sinodi pro- i

suo discorso a provare che il suo ordine vinciali, l'elenco de' vescovi che a' Papi

per se medesimo non fu mai avverso al- Gregorio XVI e Pio IX supplicarono per
la pia sentenza dell'immacolato Concepi- ottenere la definizione; e finalmente la let-

mento, bensì favorevole e divoto, essen- tera del p. Leonardo da Porto Maurizio,
do molto maggiore il numero degli scrit- nella quale il servo diDio mostra con quan-
tori domenicani chela sostennero. Che se to desiderio egli all'iettasse questa defini-
dalla scuola tomistica uscirono non po- zione, e quanto lieta speranza avesse in es-
chi che combatterono la singoiar prero- sa riposta. In Roma nel dicembre i854 fu
gativa della Vergine, e fecero credere che pubblicata la Raccolta di prose e versi
l'ordine fosse più generalmente con loro, in onore dell' Immacolata Canee- ione di
ciò deve ascriversi all'autorità di s. Tom- Maria 1 ergine.W sacerdote Stefano Cic-
maso, il quale tenevasi per contrario alla colini con manifesto di associazione inse-
pia sentenza; mentre dalle sue opere ri- rito nel Giornale di Roma de'5 marzo
cavatisi testimonianze in favore dell'Im- ] 855, si è proposto di pubblicare il pe-
macolato Concepimento, e qualche oscura riodico : Cronaca delle feste celebrate
e dubbiosa contro di esso. E' però più pro- in Roma per solennizzare la definizio-
babile che s. Tommaso opinato avrebbe ne dommatica del Concepimento Imma-
per la pia sentenza, se si fosse proposta la colato di Diaria 1 ergine. L'autore in-
questione in que'leruiini in cui ne'secoli tende di riunire quanto in Roma successe
posteriori fu agitala dalle scuole. Se l'o- dal memorando giorno 8 dicembre 18 54
pinione volgare avea per lo passato i do- fino al momento ultimo della lesta, che
menicani per sfavorevoli alla pia senten- chiuderà il giro delle destinate solenni-
za, essi invece mostrarono a che alto se- tà. Dichiara ancora che sta conducendo
gno abbiano rivolte le loro mire, e quan- un altro lavoro storico, ove l'ultimo pe-
la pietà che nutrono per l'Im-
to nobile sia riodo della definizione dell' Immacolato
macolata Concezione, poiché a mezzo dei Concepimento di Maria sarà ampiamen-
loro superiori generali implorarono e ot- te descritto. Quindi 'Album de'3 marzo {'
1

tennero da Gregorio XVI e da Pio IX il 1 855 ci die contezza della pubblicazione


privilegio di celebrar solennemente la fe- incominciata iti Modena a' 10 dello stesso
sta di questo mistero e farne commemo- mese, d'un' eletta di documenti e artico-
razione nelle litanieLaurelane, incliecon li che si riferiscono alla storia e alla dot-
edificante gara precedettero a non pochi mediante
trina dell'ineffabile privilegio,
di quegli ordini stessi, che per fervido ze- un periodico numeri e intito-
di circa 1 2
lo nel propugnar l'Immacolato Concepi- lalo: Il divoto della Immacolata Con-
mento maggiormente eransi segnalati. Di cezione di Maria. Florilegio di notizie
più la t.
g, p. 206,
Civiltà cattolici! nel relative alla dommatica definizione del
encomia l'opera in 6 volumi: De natura mistero, compilato dal dott. Luigi Mai-
et gralia admirabilis etpurissimàe Con- ni. Lo stesso Album de' 1 \ aprile riporta
eeptiohis Deiparae l'irginis Mariae, e- l'articolo de! eh. p. F. Lombardi, col qua-
lucidationes polemicae. Autore sac. hi- le questi dà contezza del libro intitolato:
TEA TEA 99
l'Immacolata. Concezione di Maria, ed nel t. 2 i,p. 38 i e 3c) i dell' Àlbum pub
i francescani conventuali, dal 1210 al blicò te interessanti: Reminiscenze dell 'a
i854> Cenni vari per un sacerdote um- dunanza solenne jdelV tecademia del'
/'/<>, Ruma 1 854- Ora io Roma si è pub- l'Immacolata Concezione^ tenuta, a', ss.
blicato: Sylloge monumentorumadmY' \ll (postoli li dicembre 1 854- Nella
\ 1

sterium Conceptiom's Immaculatae f . sala massima dell'edilìzio di s. Apollina-


Deiparae illustrandum, cura et studio re gli alunni del seminario Romano e del
Antonii Ballerini S.J. JVella faustissima seminario Pio celebrarono il grande a v-
occasione che radunava in Roma tanta venimento, con applauditi versi italiani,
parte dell'episcopato cattolico, il collegio latini e greci, e le loro composizioni furo-
romano produsse alcuni de'suoi allievi, i no alternate da una cantata eseguii. da 1

quali difesero in vari giorni, aJla presenza V'intervennero gran


valenti professori.
di parecchi cardinali,nrcivescovi e vescovi, numero di cardinali, di arcivescovi e ve-
sì italiani come stranieri, le dottrine filo- scovi e altri illustri personaggi. Gli acca-
sofiche e teologiche che vi aveano impa- demiciTiberinili 17 dicembre tennero so-
rato. Ambrogio Matignon gesuita
Il p. lenne adunanza in onore della Natività
francese sostenne 3o tesi di tutta leo- 1 della ss. Vergine, sotto cui auspicii suole i

logia, l'ultima dellequali era quel dogma adunarsi l'accademia, ed il cardinalCagia-

che finora non si era difeso nelle scuole no de Azevedo lesse un eloquente discor-
die come pia sentenza. Le principali ac- sosulIagianVergineconcepita senza mac
cailemie letterarie fecero risuonare inRo- chia; e alle sue parole fecero plauso cuti
ma le loro sale d'inni e di cantici festivi, poesie Ialine e italiane gli accademici, ve-
di prose e di poesie, non che di musiche, nendo i componimenti frammezzati da
celebrando con istraordinarie solennità il concerti musicali. L'adunanza fu onora*
Concepimento Immacolatodi Maria dog- ta da 4 cardinali, da vari prelati e ila al-

ma di fede. Riporta il Giornale di Ho- tri distinti personaggi. L'accademia dei


uia n.° a84» cheli
, dicembre ebbe Ino- 1 1 Quiriti (de'quali nel voi. LV1II, p.i 5i),
go lai. 'grande accademia poliglotta nel anch'essa volle celebrale la definizione
vasto tempiode'ss. XII Apostoli, data da- dogmatica in presenza di vari cardinali
gli accademici dell'Immacolata Concezio- e di uno sceltissimo uditorio, con svaria-
ne, i quali sentirono il dovere di solen- te poesie e cantici sagri. Egualmente nel
ni zza re piìi di qualunque altra corpora- le loro accademie emisero segni d'esultao-

zione letteraria ilgrande avvenimento za i convittori del pontificio collegio Cie-


che si compì colla dogmatica definizione, nienlino, pubblicando i saggi del loro in-
Ai pronunziò un eloquente discorso il p. gegno; e gli alunni del seminario Vatica-
ni. Giacinto Gualerni ministro generale no con solenne esperimento de'loro poe-
deìninori conventuali;quindi valorosi va- tici sludi, in onore dell'intemerata Ma-
li celebrarono il dogma della Concezio- die di Dio, e vi assisterono vari cardina-
le in italiano, in greco, in latino,in ebrai- li, vescovi, prelati e altri ragguardevoli
co, in francese, in inglese, in tedesco, in personaggi. Gli alunni del collegio Liba-
ispagnuolo e in altre lingue. A rendere no con accademia poliglotta solennemen-
l'accademia più solenne si aggiunse un te festeggiarono non meno l'Epifania del

inno espressamente per siffatta circostan- Signore, chela dogmatica definizione.


za musicato dal valente maestro Pacini, con versi delle più distinte lingue non so-
pieno di snavi armonie, e tutto ispirato lo d'Europa, ma di tutto il mondo, che

da sentimenti di fede e di amore, e venne destò a ^n tempo ammirazione e com-


eseguito maestrevolmente da distinti cui- mozione nello sceltissima uditorio, uden-

tanli di Roma. Il eli. Vincenzo Pliuzivalli du celebrala in tulli gì' idiomi lasaulis-
ioo TEA TEA
sima Concezione. Ad onore di questo mina una balaustrata che ser-
al di fuori

dogma nello stalo pontificio parecchi se- ve di guardia e difesa al monumento; gli
minari vescovili celebrarono accademie altri 3 che rimangono chiusi formano un

letterarie e poetiche, come in Corneto, ripiano dal quale si solleva il monumento.


con elegante prosa del can. d. Domeni- Consiste il monumento in un piedistallo
co Sensi, e componimenti di vario me- di granito rosso con sue cornici e plinti ar-

tro, kitermediati da scelti pezzi di mu- chitettonicamente combinali. Le 4 gran-


sico, e da un inno in lode della Vergine; di l'accie del piedistallo hanno ciascuna un

in Morite Fiascone, in Anagni, in Poggio bassorilievo di metallo dorato. Nella 1.

Mirteto. In Pupatransone si tenne solen- faccia mostratisi le profezie e la storia del-

ne accademia nella chiesa de'pp. dell'O- la Vergine Immacolata nel vecchio Te-
ratorio, con eloquente orazione del prof, slamento, che è l'epoca della sua espetta-
d. Alessandro Atti, e pubblicata nell'Ai- zione. Nella 3.' la dottrina e la pia cre-

bum, t. 349; il quale periodico let-


1 r, p. denza sempre vicina al dogma della Chie-
terario pubblicò pure moltissime compo- sa intorno all'Immacolato Concepimen-

sizioni poetiche fatte in onore della defi- to. Nella 3. "faccia il Papa Pio IX defini-
nizione dogmatica e del Pontefice che l'ha sce questa dottrina essere dottrina di fe-
decretata. Il genio delle arti ispirò l'im- de cattolica; ed in ciascuna figura prin-
maginazione di diversi artisti percelebra- cipale rappresentala in detti bassirilievi
re il dogma che dichiara immune da o- vi è scritto ne'rispettivi papiri e libri che
gni colpa il Concepimento di Maria. Mol- tengono in mano un
motlo. Nella 4- fac-
ti furono gli artisti qui in Roma, che per cia evvi, oltre lo slemma di Pio IX, una

pura divozione valsero ad olii ire dell'ar- grande iscrizione che ricorda l'argomen-
te loro tributo a Maria Vergine, nel fau- to. Il piedistallo cosi com'è arricchito sor-
stissimo avvenimento della sospirata de- regge il globo della luna, che viene rap-
finizione della di lei Concezione Immaco- presentata di metallo argentato , su cui
lata. Il commendatore Giuseppe de Fa- trionfa la figura in metallo dorato e di
bris scultore direttore de' musei e delle tutlo rilievo dell'Immacolata Vergi ne. In-
gallerie pontifìcie contasi tra'primi. Egli torno al di lei capo ha la corona di 1 2 stel-

si propose di non disgiungere la Nostra le. Tiene le braccia e mani composte


le

Donna dal Pontefice Pio IX che tanto 0- a preghiera in favore de'fedeli e non fe-
nore le accrebbe. Pertanto concepì un mo- deli, gli occhi sono rivolti al cielo, e col

numento da erigersi quando che sia nel diritto piede stritola il capo al serpente
mezzo della Piazza Rusticucci nella li- infernale ch'è l'autore di tutte l'eresie.Dai
nea delle croci della cupola e dell'obelisco 4angoli del piedistallo traggono fuori sot-
della basilica Vaticana, alla gran Madre to il globo della luna il loro capo e le brac-
Maria immacolatamente concetta, in me- cia 4 eresiarchi principalissimi. Tengon-
moria del giorno 8 dicembre i854, in cui si afferrati rabbiosamente ai libri delle lo-

il sommo Pontefice annoverò tra' dogmi ro eresie sui quali vi sono scritti i propri
della fede cattolica quest' Immacolato nemi, edivorati dalla disperazione si mor-
Concepimento in presenza de'vescovi di dono le mani e si lacerano compresi dal-
tutta la chiesa cattolica. Il bozzetto del mo- la sfolgorante luce che in loro riverbera

numento ebbe l'alto onore d'essere pre- dell'Immacolata Concezione. In una pa-
sentato al Papa il giorno precedente a det- rola, ilmonumentoabbracciain compen-
to memorando avvenimento. Esso è alto diotutta la tradizione del vecchio Testa-
circa
9 palmi romani. Sorge su d'un pie- mento ha nel nuo-
rispetto a Maria, che
distallo di granito grigio orientale costi- vo il suo adempimento, sino alla memo
tuito da 4 scaglionijsu l'uno de'quali cani - randa definizione del dogma da Pio IX
TEA. TEA ioi
dato alla Chiesa. Meglio che queste poche lata, tiene in una mano un foglio e nel-
parole illustrano ed egregiamente. descri- l'altra la penna per sottoscrivere il decre-
vono il monumento, ed onorano l'esimio to del gran mistero. Mentre sta per scri-
e religiosissimo artista che lo concepì ed vere la sentenza, gli si presenta l'arcan-
eseguì, i seguenti due opuscoli. Descri- gelo Gabriele, e con una mano gli addi-
zione del progetto e bozzetto di un mo- ta un sole di luce che brilla di lontano
numenta alla gran Madre Maria lm* sopra la statuetta della Vergine colle pa-

macola a.mcnte Conce tta,in memoria lei


I i role: Sine labe originali concento. Quin-
giorno 8 dicembre 85 ^presentato alla
1 di il Papa con intera sicurezza verga il
Santità ili Papa Pio IXda Giuseppe de. foglio. Diversi pittori e incisori dipinse-

Fabrisil giovedì in eia cadde la vigilia ro e incisero in varie mauiere la ss. Ver-
della memorandafestività, Roma 1 854- gine Immacolata. Se la storia dell'arte
Di un monumento idealo ed eseguilo in volesse rintracciare 1' origine di rappre-
modello dall'insigne scultore sig. r conu sentare l'Immacolata Concezione sul ti-

memi. Giuseppe de Fabris direttore dei po scritturale d'una Donna coronata di


musei e delle gallerie pontifìcie, ec. per stelle, vestita di sole, ossequiata dalla lu-
eternare la memoriti della solenne di- na, e premente col pie il rettile dell'in-
chitirtizione dcldomma deli Immacola- ferno, potrebbe assai giovarsi del nuovis-
to Concepiménto di Maria sempre / 'er- simo monumento pubblicato dall' enco-
gine, reeeu temente f<it.t»t dall'immortale miato p. Ballerini gesuita, e contenuto in
e glorioso Pontefice Pio 1 \ supremo ret- una carta antica di Cremona delio jy. Il
tore della Chiesti cattolica parole di , pure sullodato Piazza parla della cam-
Francesco Orioli, Roma 855 con 3 ra- 1 pana di s. Maria della Porta di Messina,
mi incisi rappresentanti il soggetto del fusa nel i 1 04. In istius campa iute super-
monumento. L'architetto ingegnere An- fìcie existit anaglyptico opere ex ipskcs
drea Busiri immaginò e disegnile Io scul- aerefusum B. Vìrginis Mariae simula-
tore Roversi scolpì in metallo una picco- crum eoelnni suspicientis, et falcatam
la statua di getto a fuoco, rappresentan- lumini petle calcantis. Adunque l'idea di
te nell'atteggiaoiento il più nobile e mo- rappresentare il privilegio di Maria Im-
desto la ss. Vergine, e il sottoposto mon- macolata appartiene al genio italiano, e
do che forma la sua base ha nella parte non allo spagnuolo, come alcuni crede-
una zona ov'è incisa l'epigrafe:
inferiore vano.
/ irgo sine labe originali conceptaj e su Riporta il n.° 84 del Giornale di Ro-
questa in bassorilievo Adamo giacente ma deh 855, che il Papa Pio IX giove-
nell'Eden che riceve il fatai pomo da E- dì 12 aprile appagò il suo pio desiderio dì
va, a cui viene somministrato dall'astuto visitare la basilica Alessandrina e le ca-
serpente, nell'atto stesso che la Vergine tacombe che di recente furono scoperte
riparatrice del fallo gli schiaccia gloriosa- fuori di Porta Pia, l'antica Nomentana,
mente capo. Oltre la detta statua ven-
il a circa 7 miglia dalla città, nel lenimento
ne eseguilo il medesimo soggetto in bas- di propaganda fìtte, lasciatogli dal cardi-
sorilievo gal vano-plastico,a (orma di qua- nal i'ork( I .), Agata in
denominato di s.

dro contornato da decorazioni. Lo scul- Petra Aurea, e volgarmente Coazzo. Ivi


tore Salvatore Revelli sullodato , eseguì giunto colla sua nobile cimerà segreta,
in bassorilievo la definizione dell'Imma fu ricevuto dal cardinale Marini prefetto
colato Concepimento, rappresentando il dell'economia di detta congregazione (e
Papa l'io IXche seduto pressa
Dell'atto promotore degli stavi, elie affidò a Gio.
d proprio tavolino, sormontato (fi una Battista Guidi, poi decoralo dal Papa,
statuetta esprimente la N ergi uè Iiumaeu- pel suo ielu indefesso), dal cardinale Pa-
io2 TEA TEA
Irizi presidente della commissione d'ar- in accurati disegni dell'architetto Pietro

cheologia sagra, e da'cardinali Schwart- Uosa, i quali disegni saranno a suo tem-
zenberg, Carvalho e Antonelli, corneali- po incisi per corredo dell'opera del com-
che da vari arcivescovi, vescovi, prelati missario dtll'a ut idi ita coni memi. Vi scon-
e distinti personaggi ecclesiastici e laici, ti, e che ha egli pronta per la stampa e
ch'ebbero l'onore d'esservi invitati. 11 illustrazione di questa scoperta. Piacque
i'apa si fermò a mirare il prospetto delle pure assai al Papa il disegno del nuovo
scoperte catacombe e della basilica. En- edilizio e della chiesa ideati dall'archi-
tralo nell'oratorio eli s. Alessandro 1 Pa- tetto cav. Boldrini per ampliare la ve-
pa del 121 e di s. Evenzio prete, n'esami- nerazione del luogo). Di là mosse a visi-

nò ogni parte. Visitò l'antico presbiterio tare l'altro scavo fatto, come quello della
dove sorgeva la marmorea sedia episco- basilica, sotto la direzione di Guidi, e si

pale, e dov'era stata collocata con due pic- compiacque osservare il bellissimo mu-
cole altre l'epìgrafe, che si legge nel detto saico a colore, che di già offertogli dalla
Giornale, commend.PietroEr-
scritta dal congregazione di propaganda, ha dispo-
cole Visconti, che insieme a mg. Tizzani sto che sia collocalo in una delle sale del
arcivescovo di Nisibi al p. Marchi ge- ,
palazzo Vaticano (dicesi in quella dopo
suita e al cav. De R.ossi , membri della la stanza di Costantino, delle camere di

commissione d'archeologia sagra, ebbe in poiché nella sala di Costantino


Il affa eie,

tal circostanza 1' onore d' accompagnare già era stalo collocato il musaico trovato
anch'egli il Santo Padre. Assiso il Papa su presso laScala santa). Portatosi quindi alla
quell'antica sedia, vi tenue commovente basilica Costantiniana di S.Agnese, ricevu-
discorso intorno alle sagre memorie di to dal cardinal D'Andrea, entrò in chie-
quel luogo, e trasse argomento per incul- sa a venerare il ss. Sacramento e la san-

care a un drappello di giovani alunni del ta martire. Indi nel contiguo chiostro de'
collegioUrbauo di propaganda d'inspirar- canonici regolari Lateranensi degnossi
si in quelle sagre rovine, onde poi essere ammettere alla sua mensa, oltre i ricor-
intrepidi banditori del vangelo. Visitato dati cardinali, e le persone della sua no-
lutto quel santuario, il Papa si condusse bilecamera segreta, vari personaggi che
i

nell'oratorio di s. Teodulo diacono, ove con lui aveano visitato le catacombe, fra'

rinvenuti molli vasi di vetro già collo- quali gli arcivescovi di Vienna e di Dubli-
cativi a semplice ornamento dagli anti- no, i vescovi di Verona, INew-Port, e di
chi cristiani, piacque distribuirli a'ear-
si Burlington,ilgeneraleÀllouveaudiMont-
dinali, vescovi e prelati, ed agli altri per- real comandante l'armata francese in Ro-
sonaggi che gli faceano corona. Fatto a- ma, e il generale Hoyos comandante la
prire uno de'loculi antichi intatti, e pa- guarnigione austriaca in Ancona. >;Dopo il
recchi ancora colle ampolle del sangue, ne pranzo ilSanlo Padre si compiacque di ri-
baciò le rio venute reliquie, elesse varie i- cevereal bacio del piede tutti i giovani del
scrizioni a grafito falle sulla calce nell'at- collegio di propaganda; e mentre circon-
to die i primitivi cristiani davano sepol- dato daìla più parte di coloro, che avea-
tura a coloro, ch'erano morti nel bacio no avuto l'onore di sedere alla stessa di
del Signore, e specialmente a'martiri. li- lui mensa, con la più grande compiacenza

scilo dallecatacombe, esaminò co'disegni (lieto per rammentare essere quel giorno
che saranno uniti all'illustrazione di quel- il 5. "anni versano del suo trionfale ritorno

l'opere sagre, anche il disegno della chie- inRomaiche descrissi all'articolo Pio IX),
sa, che si ha in pensiero d'erigere (cioè come amoroso padre in mezzo a'suoi fi-
osservò le tavole che rappresentano il si- gli, lialtenevasi con quegli alunni, che prò-
lo e i vari monumenti che sono espressi vcmeuli da ogui parie del mondo, sono
XE A TEA io3
destinati ad essere apostoli del Vangelo morte, e ricevette la benedizione del ss.

nella patria loro, improvviiatuenlesi rup- Sagramenlo impartita (colla pisside e in

pe il trave maestro
(iti mezzo) che regge- piviale) da mg.' Tizzani. Indi verso le J»

va pavimento della sala, ove si stava,


il e mezza pomeridiane lece ritorno alla sua
e tutti, non meno di jo persone, preci* i residenza in Valicano, e ci gode l'animo
pilarono nel piano inferiore (o antico ti- diannunciare die vi gode pei fetta salute.
nello, quasi sollocati dalla polvere, da'ce- Vari di quelli che stavano col Santo Pa-
meoti e dallo spavento, tranne il cardi- dre, e multi romani e forestieri, che si tro-
r
nal Schwai tzenberg, mg/ Turani e mg. varono in quelle parli, si fecero dovere di
lloheulohe coppiere e cameriere segreto, accompagnare a casa ne'loro cocchi lutti
questi per essere vicino alla porta vi bal- gli alunni del collegio di Propaganda, u-
zò per salvarsi, gli altri due restati sulle sciti immuni da tanto disastro. Il senato
sponde de'travicelli, poterono guadagna- e consiglio di Roma riconoscendo il pro-
re prossima porta e liberarsi dal comu-
la digioso beneficio della divina Provviden-
ne infortunio; dal quale e per la stessa za compartito all'amatissimo Pontefice e
porta evasero pure per essere restali so- sovrano nell'accaduto del giorno 2 cor- i

pra una striscia del pavimento precipi- rente, ha disposto che ne sieno renduto
r
ta to,mg- vescovo di New -Porte due a In li- grazie all'Immacolata ss. Concezione, me-
ni : i canonici regolari Lateraneusi di s. A- diante uu divolo triduo, che avrà luogo
gnese e di s. Pietro in Vincoli, nella cata- alle 1 1 antimeridiane principiando dal
strofe prestarono in ogni guisa l'opera loro giorno ili lunedi prossimo nella ven. chie-
in aiolo dee aduli). Il caso fu spaventevole, sa di Maria in Araceli de' minori os-
s.

grande e terribile il pericolo; ma la di- servanti, ove di presente sono le Quaran-


vina Provvidenza volle salve tante pre- t'ore." Riporta il n.° 85 del Giornale ili
ziose vite, dappoiebè non si ebbe a deplo- Ro/nacUe a' 1 4 aprile celebrandosi la cap-
rare vittima di sorta: solo alcuni ebbero pella del sabato in AIbis, nella cappella
qualche leggiera contusione, e taluno de- Sistina del Vaticano, sul finir della mes-
gli alunni rimase alquanto malconcio.Sua sa pontificata dal cardinal Corsi arcive-
Sa u li là fu tratta fuori da Ile rovi ne del crol- scovodi Pisa, il Santo Padre intuonò l'in-
lato pavimento sana e salva (si perde solo no Ambrosiano in rendimento di grazie
il berrettino e si screpolò il cristallo della a Dio per averlo salvato dal gravissimo
tabacchiera ornata dell' elììgie dell' Im- pericolo del 12, e fu cantato a coro di cle-
macolata Concezione, che da lui invoca- ro e di popolo, colla recita delle pieci sta*
ta con fervore nello sprofondamento, in bi lite. Inoltre si narra, che non appena si
principio si disse che voleva convertire ebbe la notizia del gravissimo pericolo cor-
in suo onore quella camera e formarne so dal Papa, che diversi cardinali e i suoi
una cappella a memoria perenne del pro- ministri accorsero sollecitamente al Vati-
digio: aliri dicono,e con più positiva pro- cano; e indi fecero altrettanto il corpo di-

babilità, che piuttosto si eseguiranno no- plomatico, i principi romani, e tutti i di-
tabili restauri alla basilica stessa che ne stinti personaggi di Roma, desiderosi o-
ha bisogno); e con essa anche gli etniuen- gnuno di esprimere al Pontefice la com-
[issimi cardinali e gli altri personaggi. E piacenza di saperlo sano e salvo: simil-
I essere sui liti incolumi da lauto perìcolo mente praticarono nella mattina seguen-
non potendosi attribuire che a miraco- te il s. collegio, la prelatura, la magistra-
lo, d Sommo Pontefice tulli invitòad en- tura romana e \ ai ir .dire distinte persone.
trare nel vicino tempio, e lì* intuonòa vo- .Nelle ore pomeridiane il Papa si fece ve-
ce alla e con grande calma l'inno di rin- dere per la citta 111 pei fella salute, dopo
graziamento al Siguore (.Iella \ ila e della la catastrofe. Nello stesso subata il cardi-
i r>\ TEA TEA
nnl l'ali izi vicario di Roma con invito sa- Roma, che v'intervenne formalmente col
gro notificò avergli ingiuntoil Papa, al- cardinal Roberti presidentediRoma e Co-
tamente commosso dallo scampato evi- marca, avendo invitato a compartire la

dente pericolo mediante la divina Prov- benedizione cotantissimo cardinali Car- i

videnza e la manifesta protezione di Ma- vallio, Sclnvartzenberg e Patrizi; e che


ria ss., di prescrivere pubbliche preghie- nell'ultimo giorno visi portò il Papa col
re in rendimento di grazie, con triduo in sagro collegio, e fu cantato a coro di cle-
tutte le chiese patriarcali e parrocchiali di ro e popolo l'inno della riconoscenza, as-
Roma, coll'esposizione del ss. Sagra mea- sistendovi eziandio molti arcivescovi, ve-
to, la recita d'una 3. parte di Rosario al- scovi e prelati, ed i suddetti generali AI-
l'Immacolata Vergine, colle litanie Lau- louveau e Hoyos. I minori osservanti, che
retaiie, e le orazioni Concede, Defende, come tutti gli altri francescani hanno il

Deus omnium fidelium-, Pro gratiarum vanto d'aver in ogui tempo propugnato
actioiie, e in fine cantato il Tantum er- che sì grande onore
l'altissimo mistero,
go si dasse la benedizione. Nel n.° 87 del aggiunge all'Immacolata Madre di Dio,
Giornale di Roma §\ racconta la visita fat- avendo anch'essi attribuito al possente di
ta dal Papa il 16 aprile al collegio Urba- lei patrocinio la salvezza dell'augusto ca-
no di propaganda, per vedere giovani ri- i po dellaChiesa,ede'diversi principali per*
masti alquanto malconci a s. Agnese fuo- sonaggi della gerarchia ecclesiastica, ad e-
ri le mura di Roma; ne trovò 6 ancora sternarne l'esultanza, allorché il Papa re-
in letto, essendo gli altri perfettamente cossi in sagrestia di delta chiesa d'Araceli,

guariti, e benignamente si congratulò pei* il p. Venanzio da Celano ministro gene-


la progrediente guarigione; indi visitò li- rale dell'ordine, gli diresse affettuoso, ri-
na delle nuove camerate, lodando molto verente e acconcio discorso, esternando la

l'idea d'averla ridotta a celle. Dal colle- comune allegrezza nel vederlo sottratto
gio, il Papa passò allo studio dello scul- dalla divina Provvidenza dal caso fune-
tore Jacometti per osservare il gruppo del sto accaduto, e quanto fervida sia stala la
Bado di Giuda (di cui nel voi. LXV1I, prece di ringraziamento innalzata a quel-
p. 06), ed il gruppo AtWEcce Homo, da
1 la Vergine Immacolata, che dalla sua au-

lui ordinati per collocarsi nell'atrio della torità apostolica avea ricevuto un nuovo
Scala santa, al qual santuario ha il Pa- trionfo; ed il Papa con eloquenti parole
pa donato una muta di candellieri colle dichiarò il suo gradimento. Uu Te Deuni
tabelle dell' altare di metallo dorato, e di ringraziamento si cantò anche nella
cesellati da Filippo Ghirlanda, facen- chiesa del collegio Urbano, per la salvez-

done la descrizione il n.° io del t. 22 za miracolosa di tante vitelli giovani a-


i\e\V si Untili. S\ dice ancora ch'erasi can- postoli, il cui eccidio avrebbe sparso il

tato solenne le Deum in s. Agnese fuori lutto da per tutto. A' 17 aprile, terzo
le mura, e in tutte le ricordate e altre chie- giorno del triduo celebrato nella basili-
se della città, alle quali andavano facen- ca di s. Agnese fuori le mura in rendi-
do eco e altrettanto le città e luoghi dello mento di grazie all'Altissimo, per aver
stato pontificio, tutti prendendo parte al- preservato dal gravissimo pericolo il Pon-
l'avvenuto caso spaventevole e alla pale- tefice, i facevano cor-
personaggi che gli

se protezione divina e dell' Immacolata teggio, unitamente agli alunni di propa-


Concezione, sperimentata dal Pontefice e ganda,il cardiual D'Andrea titolare della

dogli altri personaggi che ne uscirono pa- medesima, incolume auch'egli dalle fatali
rimenti incolumi. 11 u.° 8q del Giornale conseguenze della caduta, vi si recò per
di Roma descrive il solenne triduo cele- dar compimento alla sagra ceiemonia, e
brato in Araceli dal senato e consiglio di iutuouare il Te Dcum, 1 cardinali Patn-
TE A TEA io?
zi e Antnnelli, che tra gli altri trovarono vò da ogni danno il Pontefice, nel peri-
li luro salvezza in mezzo al disastro, as- colo da lui corso. Inoltre le magistrature
sisterono coti altre distinte persone alla di- ed cleri delle città e luoghi del medesi-
i

vola funzione. In tale lieta occasione sul- mo stato papale votarono indirizzi di fe-
la Riamiti porta d'ingresso al chiostro, o- licita/ioni al proprio Padre eSovrauo,ov-
ve avvenne il caso deplorando, si legge- vero nominarono e anche inviarono de-
va l'iscrizione che pubblicò il citato Gior- putazioni, per esprimerei sentimenti del-
a
naie, e meglio la ( 'iviltà cattolica, i. se- la viva esultanza da cui erano penetrati,

rie, t. io, p. 35o, e quanto prima sarà per aver felicemente scampato l'incorso
scapita iu marino d'ordine del cardinal infortunio, da cui restò perfettamente il-

])'Andrea per ricordare a' posteri l'av- leso. A Roma ed allo stalo pontificio fe-
venimento memorabile, avendola egli cero eco gli altri stati d'Italia e d'oltre-

stesso composta. In questa si attribui- monte, con atli solenni di religione, ren-
sce a Dio ed al patrocinio dell' Imma- dendo pubbliche grazie all'Altissimo, per
colata Concezione, e dell'eroina ilei cri- aver salvato dal grande pericolo il comu-
stianesimo Agnese vergine e marti-
s. ne Padre de'fedeli. Da per tutto dunque
re, lo scampato pericolo. Inoltre il del- si cantò il Te Daini, né mancarono poe*

lo Giornale riprodusse la relazione del sie e iscrizioni a celebrare l'avvenimento.


medico e ehirurgocuranti gli alunni mal- Questa catastrofe fu a un tempo argomen-
cunei dal disgraziato avvenimento. Dice to di preghiera e di cantici per tutto l'or-

che 5y di essi rimasero piùo meno contusi be cattolico, facendo eco a Roma, poiché
e feriti in varie parti del corpo, ma senza tutti i cattolici sono concittadini di Ro-
pericolo di sorta alcuna, ad eccezione di ma, ed ogni cattolico è romano. Il Gior-
soli \: cioè un belga pati contusione alla nale di Roma, progressivamente e nomi-
regione temporale destra, e commozione natamente, lutto quanto ci notificò. Di-

cerebrale;un irlandese fu contuso alla par- poi a'3 maggio ricorrendo l'anniversario
te anteriore del torace e fece degli sputi elei la deposizione di Papa s. Alessandro!
Sanguigni; uno di Diarbekir soffri contu- e de'suoi compagni ss. Evenzio e Teo- i

sione alla supei ior partedel torace con de- dulo, il Papa permise che venisse celebra-
liquii; ed altro irlandese ebbe una ferita ta la messa nell'oratorio scoperto o basi-
nell'interna parte della coscia sinistra piut- lica A lessa nd rina aZV/m Aurea, ove que-
tosto rilevante. Tutti però erano bene av- gl'intrepidi confessori della fede sostenne-
viali alla guarigione; laonde una disgra- ro il loro martirio, commutando per que-
zia che poteva avere funestissime conse- st'anno il voto, che hanno gli alunni di
guenze, non ebbe mercè 1' aiuto di Dio propaganda, della visita delle 7 chiese, col

aleuti seguito doloroso. Diversi numeri del loro intervento alla festa nel medesimo
Giornali ili Roma hanno inoltre pubbli- oratorio. Pertanto innalzatosi un altare
cato i solenni rendimenti di grazie a Dio provvisorio sulla tomba di s. Alessan-
celebrati eia ile citili e luoghi dello stato dro I, vi celebrò il s. Sagrifizio il cardi-
pontificio, pel prodigioso e felice salva- nal Marini. Indi mg/ Bernabò ne celebrò
mento del Papa e ih tante altre preziose altro, circondato dagli alunni del collegio
vile. In tutte le città e luoghi dello stato Urbano e del Greco, e da molte distinte
papale si fecero debitamente dimostrazio- persone accorse da Roma, fra quali l'ar-
ni solenni e di vote di riconoscenza all'on- civescovo Cullen, ad assistere a divini mi-
nipotente Dio, da cui solo, per interces- steri che per la 1 .
'

volta si tornarono a ce-

sione della Vergine Immacolata, si deve lebrare nella basilica alessandrina.il pre-
ripetere sì segnalato e straordinario favo- lato dopo l'evangelo rivolse un eloquen-
re, cui quale visrbiltueute protesse e sai- te e commovente breve discorso agli u-
io6 TEA TEA
lunni, commentando le venerande paro- mila del Pontefice, non meno miracolosa
le pronunziate ivi dal Papa a' 1 1 aprile, fu quella degli altri, poiché dopo 6 gior-
allorchè visitò quelle catacombe; eccitan- ni dal disastro, de'tnalconci non restava
doli a inspirarsi in quel sagro luogo,segua- in letto che un alunno e in via di gua-
to dalle orme gloriose di tanti mai tiri, ed rigione. Gli altri alunni o erano già usciti
apprendervi quella fmtezza cristiana loro dalla sala o retrocederono a tempo sol-
necessaria come da Dio chiamati a bau- l'entrare. Seguì un silenzio mortale, e l'or-
ditori della fede in ogni parte del mondo, ribile spettacolo straziante addolorò i re-
onde sostenerla anche tra le privazioni d-G« stali illesi di crudeli angosce, spaventati
gni sorta e le persecuzioni, e perla medesi- in crederei caduti tutti morti, poiché es-
ma combattere e tvionfave.hu: Civiltà eat- si erano sbalorditi e impediti di parlare
tolica pubblicala a'5 maggio, nel 1. 1 o, p. dalla solfocante polvere, la quale perbuo-
33y,v\aovlalaRelazìonedeldisastroae- na ventura a poco a poco si dileguò per
caduto in S.Agnese il dì 11 aprile. Es- una camera superiore aper-
finestra della
sa è con diligenza dettagliala, e perciò ta poco prima. Il terrore durò io minuti,

pili esatta e più interessante della pub- Apertasi la porta del tinello da mg/ Tiz-
blicatadal Giornale di Roma appena ac- zani,come più. pratico del luogo, essendo
caduto il clamoroso avvenimento, «piando già stato abbate di s. Aguese de'canonici
cioè non poteva in tolto essere informa- regolari Lateranensi (e nel dì seguente
lo con precisione. Siccome di sopra me ne al disastro mandò in dono alla santa la
giovai, così farò di quest'altra relazione sua pianeta di lama d'oro), da lui fu
sfiorando il più intrinseco con alcuni cen- tratto fuori Papa sano e salvo: già e-
il

ni. Mentre il Papa nella summentovala rano usciti alcuni alunni arrampicando-
sala, sedente sopra una sedia a modo di si sopra un pezzo del caduto trave e mg/

trono, verso le 4 pomeridiane era circon- arcivescovo di Sidney; indi l'undopo fal-
dato dalla più parte di coloro che avea Irò furono estratti dalle ruine. Non si può
ammessi alla sua mensa, ricevendo al ba- esprimere a parole la gioia che tutti mo-
do del piede i r io alunni del collegio Ur- strarono intorno al Papa, quando esseu-
banOj insieme al rettore d. Filippo Tan- do egli uscito nel giardino e seduto sopra
doni, al vice -rettore d. Domenico Veglia, una sedia, fu potuto vedere del tutto inco-
e al sagrestano d. Giovanni M'avarici; do* lumeedi non avere riportatoche un qua I-
po aver ricevuto tale ossequio da forse 80 che sfregio alle vesti. Non solo il Papa non
di detti alunni, si udì uno scroscio ini- perde mai la tranquillità di spirito e la se-
provviso, e mentre lutti guardarono in
si renila di mente, ma faceva anzi coraggio
viso atterriti, in un istante il pavimento adognuno,indirizzzandoliete parole a lut-
mancò sotto i piedi, e quasi più di 20 in- 1 ti quelli che andavano a mano a mano u-
dividili si trovarono cadati dall'altezza di scendo dal tinello, informandosi dello sta-
piùcheiq paimijl'un sull'aItro,in un linei- lo di ciascuno e provvedendo che a'mal-
lo, al buio, Ira una foltissima poi vere che conci si somministrassero gli opportuni a-
loglieva il respiro, e in mezzo a rottami iuti. Grandissima fu poi la gioia e vivissi-
e macerie de'lravicelli e calcinacci die ca- mi gli atti di ringraziamento e benedizio*
devano sopra le persone. Il Papa sdruc- ni a Dio, alla ss. Vergine, ed a s. Agnese
ciolò colla sedia, pian piano seguendo il ancora, allorquando si vide che ninno de'
cadere d'uno de'due pezzi del trave rotto, malconci avea riportato ferita o .offesa pe-
il quale sosteneva il pavimento. Per mi- ri co Iòsa. Né quanto era vi nel tinello, né
l'abile provvidenza, la sedia si rovesciòsul lemobilia della caduta camera, uè un gran
Papa, senza affatto offenderlo, e gli servì pezzo di travertino spiccatosi dalla soglia
quasi di tetto. Se prodigiosa fu l'incoi u- d'una lìueslia, uon danneggiarono alcu-
TEA TEA 107
no. Le spade che aveano a'fìanchi due i no d'assegnar per carcere le abitazioni de'
generali francese e tedesco, ed marchesi i giudici, come asserisce il Piazza nel 1* E-
Sacchetti e Serlupi, non recarono verini merologio ili Roma a p. agi, parlando
male. La bella relazione enumera tutti eruditamente di s. Alessandro 1 e degli al-
quanti i particolari, per celebrare il ini- tri che vado nominando), nella (piale per

i acolo speciale della bontà di Dio; i soc- la sua fede e orazioni Dio operò molti mi-
cosi pronti ed efficaci, e ci dà i nomi di racoli, e col solo tocco delle Catene (I .)

lutti que' personaggi e altri che alfettuo- colle quali era legato. Perciò nel sabato
sameute si prestarono nelle conseguenze santo volle essere battezzalos. Ermete con

deltremendo disastro, non che quelli di tutta la sua famiglia composta d'i a5oper- 1

tulli gli alunni divisi per categoria se po- sonejquindi pel i.°s. Ermete ricevè il mar-
co o più offesi, o non danneggiati. Così tirio, e dalla sorella Teodora (alla quale

Iddio tenne lontano dal supremo Pastoie alcuni attribuiscono l'erezione della Chie-
della Chiesa un infortunio doloroso e tri- sa di s. Pietro in 1 incoli, e che s. Ales-
ste per tutto il mondo cattolico, ed insie- sandro I la consagrò e vi pose* le catene di
me preservò tanti cardinali e prelati della s. Pietro) fu sepolto nel Cimiterio fuori
gerarchia ecclesiastica, un numeroso stuo- di pori//Salaria che prese il suo nome,
lo di banditori del vangelo, e gli altri ri- e sul quale Pelagio
11 Adriano vi fab- 1

spettabili personaggi. Poscia d collegio Ur- bricarono una sontuosa basilica. Inoltre
bano supplicò ilPapa a voler permettere nel carcere s. Alessandro I convertì pure
che si stabilisca perpetuamente nel mede- il tribuno Quirino, colla figlia s. balbina
simo una pratica religiosa, la quale ricor- e tutta la famiglia: ambedue vennero mar-
di a' presenti e a'posleri la memoria dello tirizzati, ed loro corpi furono trasferiti
i

stupendo avvenimento, e la riconosceuza nella Chiesa di s. Ballimi (/ .). Il Papa


dovuta a Dio e alla Vergine Immacola- fu decapitalo (dicesi di 3o anni e perciò
ta, pel gran beneficio d'essere tulli rima- il Papa che morì più giovane, al dire di
sti salvi in tanta ruina. Laondeil Papa di- Piazza, supplendo di gran lunga all'età la
spose che il i 2 aprile d'ogni anno tutto ii prudenza, la pietà e lo zelo), co'ss. Even-
collegio si conduca processionalmente a s. zio e Teodulo, e sepolti nel podere di Se-
Agnese nel luogo della caduta; e che in det- velina moglie del giudice che li a vea con-
to "ionio ven"a cantatauna messa a me- dannali, ed ivi essa edificò la chiesaepo-
moria del prodigio. Dopo il disastro tut- se il sacerdote perla quotidiana celebra-
te le volte che gli alunni entrano o esco- zione della messa. Queslo ella ottenne
no insieme dalla propria camerata pro- dall'immediato successore s. Sisto I; e di-
nunziano l'invocazione, / ergine Imma- ventilo il luogo sagro in molta venera-
colata aiutateci, a grata ricordanza di zione, fu ornato di pregiatissimi marmi,
quella benigna protezione da cui ricono- frequentato dalla pietà de'fedeli eda'pel-
scono lo scampo da tanto pericolo. Note- legnili stranieri, come provano i super-
rò per ultimo, che nella biografìa di S. /- stiti monumenti, 1' epigrafi e gli epiteti
lessandro I e in altri articoli ove ragio- che si ledono,
DO '
in uno alle notizie deidi
D
nai di sue gesta, come in quelli che ricor- scavi, ne'n.i32,i 55, 289 e 29G del Gior-
derò, narrai che per aver convertito alla nale ili lui/uà del i854, e nella Civiltà
fede cristiana molti senatori e cittadini ro- cattolica, 1/ serie, t.
9, p. 238, insieme
mani, colla sua eloquenza e fervoroso ze- alla descrizione de' monumenti trovati,
lo apostolico, si ecciti) contro l'odio e l'in- denominandosi queslo cimiterio, cata-
vidia de'pontefici pagani. Perciò fu posto combe e oratorio, anche basilica A lessa n
in prigione presso la casa di s, Emù fc* pre- driua. Dipoi Papa Eugenio II trasportò 1

fetto di Uumu (sccoudo il costume l'oina- loro corpi nella già sua titolare Chicca dis.
.
io8 TEA TEA
Sabina (ovée nella biografia del Papa tlis- Chiesa ili t. Maria del Popolo, alfine di
si quali sono le altre chiese diesi vanta* rendere a Dio, ed alla lì. Vergine ili cui
no di possederne il corpo o parte di esso), era divotissirno, le dovute azioni di gra-
e Sisto V li ritrovò, come dichiarò nel- zie. Nel voi. Vili, p.i3o, descrivendole
l'iscrizione che fece scolpire. Altre eru- pitture della cappella Sistina, rilevai che
dite notizie sulla traslazione e reliquie nel giorno di Natale suo archi- cadde il

de' corpi de' ss. Alessandro I, Evenzio e trave, menlre era allora passato Adriano
Teodulo, ponno leggersi nelle Memorie VI per celebrarvi la solenne messa, e che
ili v. Nonnoso di Degli Effetti a p. i 5j e vi rimasero uccisi due soldati della guar-
i 58, riportando V iscrizione posta in s. dia svizzera. Nello stesso volume a p.i 55,
Lorenzo in Lucina quando
i3o vi nel i dicendo dell'origine della cappella papa-
furono collocale parli de'loro corpi. No- le di s. Filippo Neri, raccontai che Bene-
terò pure, che nelle biografie de' Papi detto XI li riconoscendo da quel santo tre
narrai le gravissime disgrazie cui diver- volte la salvezza della vita, massime quan-

si di essi soggiacquero, e qui solo ram- do era arcivescovo di Benevento, ove re-
mento, che Giovanni XXI morì per una quan-
stò illeso dalle rovi ne del terremoto,
ferita che sei giorni prima si fece in Vi- tunque avesse veduto morire sollo di es-
terbo, mentre dormiva in una camera se e nella medesima sua camera il pro-
da lui fabbricata e che repentinamente prio gentiluomo; divenuto Papa ordinò
crollò, restando oppresso e quasi schiac- per Roma e suo distretto festa di precet-
ciato tra le travi e i sassi, onde ne fu estrat- to quella di s. Filippo, e che nella chiesa
to semivivo. Clemente I' nella cavalca- ove riposa il suo corpo si celebrasse an-
ta che fece in [Jone per la sua coronazio- nua cappella Terminerò con ri-
papale.
ne, essendosi rovesciatoun muro a lui vi- produrre il vaticinio del b. Leonardo da
ciuo, cadde da cavallo, e la tiara andò per Porto Maurizio, scritto in una sua lette-
terra: vi morirono abaroniche marciava- i ra, riportata nella collezione delle sue o-
no al suo fianco, tra 'qua li il duca di Breta- pere stampata in R.oma nel 1 853, t. 2, p.
gna Giovanni Il,eGaillard fratello del Pa- (5o.«Facciamo dunque orazione, acciò lo
pa; restarono feriti il re di Francia Filip- Spirito Santo ispiri Nostro Signore ad ab-
po IV il Bello, e il suo fratello Carlo di bracciar con fervore un'opera di si gran

Valois. Ale ssandro A/corsegran rischio rilievo (la definizione di fede della Vergine
di restar morto per un* improvvisa di- Immacolata), da cui dipende la quiete del
sgrazia; poiché insorto un Gerissimo tem- mondo: lenendo per certissimo che se si

porale nella festa di s.Pietro, cadde uu gran farà un sì Sovrana Im-


grande onore alla
cammino del palazzo apostolicoVaticano, peratrice si vedrà subito fattala pace uni-
il quale sfracassò il tetto della camera, versale. Oh che gran bene Oh che gran !

in cui si trovava il Papa sotto al baldac- bene!. Ma è necessario che scenda un


. .

chino, e ciò con tanta veemenza, che sot- raggio di luce dall'alto; se questo non vie-
to le rovine, da questo tetto cagionate, ol- ne è segno che ancor non è arri vaio il tem-
tre a due altri che poco dopo morirono, po designato dalla Provvidenza, econver-
restò morto un cavaliere di casa Chigi; e rà pazientare in vedere un mondo sì im-
lo stesso sarebbe accaduto al Papa, se il brogliato." Voglia Iddio darci uu miglio-
trave maestro della camera, rimasto dal- re avvenire, e liberarci da que' mali e da
la parte ch'era sopra di lui conficcato nel quella procella che gravissimamente de-
inoro, non l'avesse opportunamente di- scrissero la Civiltà cattolica nel suo i.°
feso da II imminente morte, sebbene restas- art. del ^intitolato 7/MZ>CCCZ,J ,ed il

se leggermente offeso; per lo che a'2 5 lu- cardinal vicario. nell'editto siili' osservan-
glio si portò con soleuue cavalcala alla za della quaresima) tra liete speranze che
TEA TE A 1
09
sembra annunziarci, iride dopo 11 diluvio, lari teatini, dichiara: Vi sono molle con-
Ja Vergine Immacolata. La nostra attuale gregazioni religiose, che hanno preso il no-
epoca è veramente deplorabile, si;» per le me di chierici regolari, di cui il principa-
persecuzioni le più aperte e ostinate con- le istituto è di richiamate il clero col lo-
ila la Cbiesa; sia per l'orribile e sangui- ro esempio alla perfezione del suo stato.
nosa guerra d'oriente die tiene in agita- Pretendono questi a somiglianza àe'Cano-
zione tutto il mondo, e le nazioni ondeg- niciRegolari (} .). aver la precedenza so-
giano fra speranze etùnori; sia per lecon- pra le altre congregazioni religiose, e so-
tinue trame de'seltari, per sollevare i po- stengono che la loro origine deriva dagli
poli e manomettere quanto v'ha di più sa- apostoli, cui a questo fine danno il nome
gro e ordinato pel bene della società; sia di chierici regolai:!, quantunque teatini, i

in fine per le pestilenze e per l'infermità, che prima degli altri hanno preso questo

per la carestia e per tanti altri mali che nome, nel XVI secolo solamente ebbero
sommamente ci minacciano e spaventa- origine. Il p. Ilelyot allrovedimoslrail ve-
no. l\Ia in mezzo a tempi sì lamentevo- ro incominciamento delle prime comuni-
li e luttuosi, essendosi appunto verifica- tà di chierici, che in progresso presero il

ta la sospirata decisione dogmatica del- nome di canonici regolali, a 'quali non po-
l'Immacolato Concepimento, fedeli van- i tè loroaccordare una maggiore antichità
no ragionevolmente nutricandole più dol- del tempo in cui vivea s. Agostino, da cui
ci speranze, a fronte dell'imponenza e col- furono istituiti, fondati ch'egli ebbei reli-
luvie de'mali che ci opprimono e di quelli giosi eremiti o romitani,i quali dipoi pre-
da cui siamo minacciati, senza iscemare sero il suo nome di Agostiniani. Per veni-
quella confidenza che il mondo cattolico re adunque a capo della vera origine de
ha posto nella 1). Vergine. Imperocché es- chierici regolari, il p. Ilelyot non crede do-
sa è capace d'operare qualunque istanta- versi avanzare piìi oltre del $2/^, e se, co- 1

nea metamorfosi, e di sbaragliare quanti me pretendono, si vuole loro accordare


sono i. nemici della Chiesa; e sedati i venti che derivino dagli apostoli, ciò non può
burrascosi, rischiarato l'orizzonte politi- farsi, che riguardando tanto essi, chei ca-
co, dissipato il tremendo morbo che ser- nonici regolari, come membri dello stato
peggia, far tornare la serenità e la calma, monastico in generale, il quale a gran ra-
il ristoramene) della pace universale, ve- gione riconosce suo principio dagli apo-
il

race e durevole, che l'egro mondo ango- stoli, e forma un corpo composto di più
sciosamente sospira, e l'Immacolata Ver- congregazioni differenti, alle quali non
ginecei pronunzia; come quella che quo- manca se non il nomedi canonici e di chie-
tidianamente invochiamo, / irgn potens, rici regolari, poiché i religiosi di tulteque*
Causa nostrae letìtìae, Salus infirmo' sle differenti congregazioni s'impiegano
rum. Rejugium peccatorum, Consola- in esercizi comuni a quelli, i quali hanno
trix afflii torum. Aiixilium Christiano- preso il nome di canonici e di chierici re-
rum, Regina tine labe origina li concento. golari. In questa maniera tutta I antichi-
Roma maggio S 5 7. <S i tà pretesa da'eanonici e da'ehierici rego-
TEATINI o CHIERICI REGOLARI, lari, secondo il p. Helyot.si riduce a pu-
Clericorum Regularium orilo <jiti dìcun- ra questione di nome. Di questo sentimen
lur Theatini. Il critico e dotto p. Pietro to è ancora un canonico regolare dell'or-
Ilelyot religioso del 3.° ordine di s. Fran- dine di s. Agostino, il quale libero da o-

cesco, per comun consenso è il compila- gni particolare adozione, dopo aver anno
tore più completo e diligentedella Storia \ eiati tra'riiormatoi i dell'ordine canoni-
tli gli ordini monastici, religiosi e. mili- co s. Domenico, s. Francesco, s- Ignazio,
tari. JN ci t. 4) cap.12, De chierici rego- diee che i ministeri de'religiosi degli or-
no TEA TE A
«lini istituiti dn questi santi, chiaramente lini come nome premettono il
chierici, al
dimostrano che sono chierici per istituto, ])<>n(l che fanno pure i monaci. An-
!), il

che professano vita apostolica, e che loro ticamente si appellavano d. Gaetano, d.


non manca che il nome di canonici; e che Gian Pietro, e si ha una lettera autogra-
siccome l'abito non fa il monaco, ma il fa di s. Gaetano, scritta alla madre, ove

disprezzo di se medesimo e l'unione con si Urinò: 7 ostro ec. D. Gaetano. JI san-

Dio, cos'i il nome non fa il canonico, ma to ritenne il Don, per far sempre meglio
la vita regolare e canonica. Ripeterò poi conoscere che il suo ordine è di chierici.
col dottissimo teatino p.d. Gioacchino Ven- Anco i gesuiti e altri chierici regolari u-
tura, autore di tante opere, quanto riferi- savano il Don; alcuni lo tolsero per un
sce nel Panegirico del b. Martino dePor- principio d'umiltà, altri per uniformarsi
res, nella notai. Fu s. Gaetano (J'.J Tie- alla generalità. Nel 1024 adunque, dice
ne, avuto riguardo alle circostanze de' tem- il p. Helyot, venne alla luce lai /congre-
pi, che fece passar sopra al decreto del con- gazione de' chierici regolari, fondata da s.

cilio diLaterano V, in cui vietasi lo I sta- Gaetano Tiene, da Gio. Pietro Caraffa na-
bilimento di nuovi ordini regolari, e col- poletano, allora arcivescovo di Brindisi
la istituzione del suo ordine di chiericire- e vescovo di Chieti, poi gran Pontefice
golariapvì una nuova portaal geniodel- Paolo IP (T .), da Paolo Consiglieri ro-
le fondazioni, per la quale dietro il suoe- mano della nobile famiglia Ghislieri che
sempio e sotto la tutela del nome di Chie- dièallaChiesas. Pio;V,eda Bonifacio Col-
rici Regolari (T'~.) dato da lui alla sua con- le d'Alessandria. Dell'illustre città di Vi-
gregazione, entrarono quindi nella chie- cenza era s. Gaetano de'conti Tiene,chia-
sa i Barnabiti, i Somaschi, i Gesuiti, i ri pe'personaggi che tra essi fiorirono nel-
Chierici Minori, i Ministri degl'infermi, la gloria dell' armi, e nello splendore del-
i Chierici della Madre di Dio, e quelli le dignità ecclesiastiche e civili, e Gaeta-
delle Scuole Pie, che sì gran bene hanno no suo zio, canonico di Padova, da taluni
recato alla religione e all'umanità. Ed è fu chiamato principe de' teologi del suo
perciò, che queste illustri corporazioni tempo, e per la celebrità gliene fu impo-
portano tutte esse ancora il nome di chie- sto il nome. Consagrato dopo il battesi-
rici regolari, ma con un'aggiunta per mo dalla pia madre a Dio sotto» il patro-
distinguersi tra loro; dicendosi per esem- cinio della ss. Vergine, fu educato alle più
pio: CC. RR. s. Pauli, i barnabiti; CC. belle vtrtùj alle quali si sentiva natural-
RR. CC. RR.
Societatis Jesu, i gesuiti; mente inclinato sino dalla prodigiosa sua
Scholarùm Piarumt s\ì scolopi,ec. La so- nascita. Dotato di dolcezza e d' angelica
lo congregazione di s. Gaetano si chiama purità e modestia, sobrio e moderato in
de' Chierici Regolari, CC. RR., senza al- ogni sua operazione, sin dall'infanzia si

cun'altra aggiunta, perchè fu la prima. mostrò amorevole con tutti e specialmen-


come s. Paolo i.° eremila è il patriarca di te co' poveri. Quantunque la sua princi-
tutti gli anacoretijs. Benedetto de'di ver- pale occupazione fossero gli esercizi di pie-

si istituti di monaci in occidente; s. Do- tà, non per questo profittò meno nello stu-
menico e s. Francesco de'vari istituti de' dio dell'urna ne scienze, onde di venne buon
frati; così s. Gaetano è chiamato il pa- filosofo ed egregio teologo. Studiò ambo
triarca di tutti i chierici regolari, e si as- le leggi in Padova, ove per la velocità del
socia a'eitati grandinomi, che formano e- suo ingegno fu insignito del dottorato, e
poca nella Chiesa, avendovi ciascuno aper- ilsuo sapere lo distinse tra' giureconsul-
to un nuovo periodo religioso; e sono pa- i ti. Nel corso de'suoi studi meritò d'essere
triarchi tra 'fondatori, come i fondatori so- visitato dallo Spirito santo; indi vestì l'a-
no i patriarchi tra gli altri santi. I tea- bito clericale, e col fratello Ballista edi-
TEA TEA 1 1

fico da' fondamenti Mad*


la chiesa di 3. verno della Chiesa, egli seppe ottenere di
rialena, di cui eradi voto, iuKampaezo vii- ritirarsi dalla coite. Intanto arrivato al-
leggio di sua casa, per vantaggio spiritua- l'età ili 33 anni, in quella cioè che il Sal-
le de'contadini. Mosso dallo Spinto santo valore offri sulla croce al divin Padre il

si recò a Iìouia, risoluto di menate vita gran sagrifìzio, si decise d'ordinarsi sacer-
ritìrata; ma hi fama di sua virili non ri- dote nella festa di s. Girolamo, e celebrò
inaie fra il silenzio di sua solitudine, poi- lai." messa nel s. Natale i 5l6 all'altare
che gli convenne abbandonarla quando del Presepio ins. Maria Maggiore'. Poco

Giulio II d'alti spinti volle conoscerlo, e dopo l'empio Lutero apostatò e pubblicò
scuoprendo in lui chiari segni d'eminen- i perniciosissimi suoi errori, di che ne re-
te santità, da cui la Chiesa e la corte che stòprofondarnenleaddoloratoilsanlo,che
intendeva riformare potè vano trarre gran Dio destinava a combatterlo. Deploran-
vantaggi, io [negò ad entrare nel novero do con alcuni primati della corte il peri-
de'suoi famigliari. Per obbligar velo, nel colo imminente da cui era minacciatala
i 5o8 gli conlerì il cospicuo grado di pio- religione cattolica, agitala dall'eresie de'
lonotario apostolico partecipante. Nella Luterani (7 .) e da'depravati costumi, li

corte divenne ammirazione di lutti, e


1' animò ad unii si seco nella chiesa de'ss. Sil-
co'suoi virtuosi esempi indusse molti a me- vesiro e Dorotea (di cui nel voi. XXVI,
naie un tenore di vita conforme alle mas- p. i 66), che gli offriva il rettore della me-
sime della cristiana pietà, e per essercele- riesima Giuliano Dazio, ed ivi con eser-
gni di avvicinare il Vicario di Cristo. Pel cizi di pietà e altre virtù, come pure di
singoiar concetto di santità in cui era per prediche, dispute e catechismi per soste-
tutta Italia, alcuni signori di Sicilia e di nere la fede, che vedevano vacillare, die-
Ti apani si procurarono il suo ritratto. Xon rono un grande esempio da imitarsi a lut-
i-dunque a meravigliare se l'avveduto ta Pioma. ed indi a tutto il mondo cristia-
Giulioll ne avesse tutta la slima e l'amo- no a confusione de' nuòvi miscredenti. Co-
re, e lo designasse a dignità più emiuen- sì ehhe principio sotto Leone X il cele-

te, provvedendolo intanto di benefìzi ec- bralissimo Oratorio del Divino Amore
chsiastici e della pingue rettoria di Malo nella detta chiesa, promosso da s. Gaeta-
rei \ icenlino, benché il santo facesse o- no per antidoto di quel veleno, che au-
gni Btorzo per ricusarla, comeavea pra* dava spargendo Lutero. Ebbero lalfor-
ticato per la prelatura. Afflitto per le fune- za le persuasive, e molto più gli esempi
sle conseguenze della formidabile lega di del santo prelato, che in pochi giorni si vi-
( iimbrny. formata per deprimere la pos- de cresciuta quella nobile e edificante a-
sanza della repubblicadi \ enezia,laqua- dunanza di 5o de'più. illustri personaggi
le soggiaceva alla grave pena ecclesiasti- di quel tempo, e di tanta stima per laucv
ca dell'interdetto, non è a dire quante fer- bilia, virtù e dottrina, che ne furono inni-
von.se preghiere innalzasse a Dio il san- ti promossi alle nunziature, a' vescovati,

to,e ipiantoesoi tassei patrizi venetia pia- al cardinalato e (ino al pontificato, e 4di
carne ed efficacemente s'interpose
I' iia, essi ne uscirono fondatori del clero rego-
pure collo sdegnato Giulio 11 per la ri- lare, cioè il Tiene stessso, il Caraffa, il Col-
conciliazione, la quale non tardò a elTet- le e il Questo oratoriodel Di-
Consiglieri.
siarsi coli' assoluzione dalle censure e il vinoAmoresomminixli ò dunqueque'san-
ritiro del Papa 5i3 nioi-
dalla lega. Neil ti eroi che diedero I' essere alla religione
to Giulio II, sospirando s. Gaetano di con- teatina, che tanto bene operò nella clne-
sagrare suoi alletti a Dio solo, sebbene
i sa di Dio e lo prosie^ue tuttora. Volle Id-
il successore Leone X lo chiamasse al suo dio prosperar lo zelo del suoservo Gae-
serv igio per valersi de'suui consigli nel go- tano, il quale intendeva cogli esempi di
ii2 TEA TEA
quell'oratorio eccitare ancora le altre cit- deva, con ansia mostrava non esser con-
t.i del cristianesimo alla riforma di loro tento di solo vederle, bramando e sospi-
nta sregolata, per smentire l'ardito eca- rendo ottenere qualche cosa di più, sen-
Innnioso straparlar degli eretici; men- za osare di chiederlo; quando s.Girolamo,
ti forma dell'oratorio di Roma altri
e alla le cui ceneri riposano presso la cappella
ne furono eretti in molte città d'Italia a di del Presepio, comparve anch'egli con s.
Ini norma e con dipendenza dal medesi- Giuseppe in quella gloria, fecegJi animo
mo, riuscendo di potentissimo mezzo- e di ad avanzarsi più d'appresso, e a dislen-
grande aiuto a' secolari per vivere colle dere le sue braccia, accertandolo che sa- .

leggi dell' evangelo, e mantener viva la rebhe stato consolato; confidenzachegl'i-


loro lede, come l'oratorio di s. Girolamo spirò pure s. Giuseppe. Accostatosi il san-
istituito in Vicenza. Anzi per sifiàttoesem- to alla ss. Vergine, questa subito gli f>ice

pio originarono poi molti pii oratoriiedi- dono del divin Pargoletto, e colle sue stes-
vote congregazioni, e sodalizi di secolari, se mani glielo depositò in seno. Chi può
con gloria del promotore s. Gaetano: in mai esprimere la gioia da cui fu compre-
sili leggo nell'erudito Rngionamcnto so il cuore di Gaetano, i soavi piaceri che
della coltura scientifica di s.FìlippoNe- provò, l'affluenza delle grazie di cui s'in-
ri, del eh. mg/ Fabi-Montani, p. 1 8, che tese pieno, e i deliqui d'amore goduti in
questo santo istituì neh 558 V Oratorio que'dolci, rivereuti e alfettuosi amplessi
da cui prese nome la sua congregazione del suo Dio, non che ricevuti vezzi a- i

de filippini, in s. Girolamo della Carità morosi del santo Bambino per non breve
(come dirò, già offerto a' tea ti ni), ingran- tempo? Certo è che le dolcissime rimetta-
dendo forse il disegno della congregazio- branze di sì segnalato favore restarono
ne, accademia e oratorio di s. Gaetano, sì profondamente impresse nell'animo ilei

Che il santo ricevesse il Bambino Gesù, o santo, che nella quotidiana comunione
almeno che avesse la visione del mistero della messa, in cui scioglievasi in teneris-
dellaCirconcisione, dell'Epifania, ec.,si ri- sime lagrime pel fuoco di carità in chear-
levada una sua lettera alla b.LauraMigna- deva, finché visse aspettava sempre e gli

ni. Eccone il racconto. Egli frequentan- pareva in realtà di ricevere dalle mani di
do la suddetta basilica di s. Maria Mag- Maria, e velato sotto le specie sagrauien-
giore, per contemplare nella cappella del tali, quello stesso Bambino che in carne
Presepio l'adorata culla in cui il sommo Unente gli porse nella sua basilica,
visihi
amore di Dio volle impiccolire la sua in- Quindi nell'annua ricorrenza del divin na-
finila grandezza, nel restringersi dentro pò- scimento faceva gran feste ed allegrezze,
vere fasce infintili; nelNatale del i5i 7
s. costruendo per quel giorno un divoto
assorto egli più del consueto da tenera Presepio colle figure rappresentanti il mi-
contemplazione del correnternistero,e tut- stero, onde a suo esempio il pio costume
to molle di lagrime per la commozione di vieppiù si dilatò; laonde tulio giubilante
divotoardore,segli presentò alla vista uno e quasi rapito fuori di se contemplava
spettacolo di Paradiso. Vide circondata di l'immensa boutadi Dio fatto e nato Barn-
luminosissimi raggi la B. Vergine col s. bino per nostro amore, predicando spes-
Bambino in seno, come nato allora, cor- se volte innanzi il suo Presepio con tanta
teggiandolo gran moltitudine d' angeli affluenza d'affetti, che le lagrime e i so-
che festeggiavano con armonia di dolci spiri faceangli interrompere periodi del i

canti la nascita del divino infante. Gae- discorso. Inoltre v'introduceva alcuni pa-
tauo rapito da quelle celestiali bellezzedel- stori o pifferali per onorarlo co'suoni pa-
la Madre non poteva più so-
e del Figlio, storali delle zampogne, ch'egli udiva con
slenere la veemenza dell'amore di cui ur- indicibile piacere. Secondo alcuni scritto-
TEA TEA ut
ri, sembra che il santo fosse favorito de' no infermi di male incurabile, persuase i

divini amplessi del bambino Gesù ezian suoi confratelli a fondare l'ospedale de-
di od ne a 11 re volte,nelle feste di suaCircon- gl'incurabili deltodella Misericordia, coo-
sisione ed Epifauia;o almeno pare ch'egli perandovi il santo, oltreché con la saggia
sia stato ammesso a vedere sensibilmente direzione, nella maggior parte della spesa
ilmistero del laCirconcisionecon tutti cjue' col suo patrimonio; lo fece unire all'arci-
personaggi che v'intervennero, e ad ado- spedale di s. Giacomo ili Coma per la com-
rare co' ss. re Magi il nato Cambino. Af- partecipazione de' privilegi e indulgenze,
finchè il singolare privilegio ricevuto da e fu i.° degli spedali fondati da s. Gae-
il

s. Gaetano nella cappella del Presepio si tano. Conoscendo egli ormai per esperien-
perpetuasse nella memoria de'posteri, di- za essere le pie aduuanze e oratorii di se-
poi il cardinale Savelli-Perelti protettore colari potentissimi mezzi a riformare le fa-

della medesima, vi fece collocare la sua miglie private, e con queste il pubblico
Statua ili marmo tenendo tra le braccia del le città, indi tutto il cristianesimo, ch'e-
ils. Cambino, con analoga iscrizione. Per ra l'unico scopo de' suoi desiderii, essen-
tanti favori del cielo e per gli esercizi fer- dosi principiato in Verona l'oratorio de'
vorosi continuati nell'oratorio di s. Do- ss. Siro e Libera, ad esempio e norma di
rotea, Gaetano ripieno dello spirito di quello del Divino Amore di Roma, volle
Dio, venendogli a nausea le grandezze di andarvi a riconoscerlo, a perfezionarlo, e
Coma e gli strepili della corte, per al- ad incorporarlo a quello di s. Girolamo
lontanarsene si giovò della morte del per parteciparsi vicendevolmente beni i

suddetto fratello e dell' infermità della spirituali, e tutto conseguì. Altro più ga-
madre. Nel viaggio volle sfogare la sua gliardo motivo condusse il santo a Vero-

pietà nel santuario di Loreto e contem- na, e fu gran zelo della purità della fe-
il

plarvi gli alti misteri operati nella s. Casa de che ardevagli in petto; poiché essen-
a
ove celebrò messa; e giunto a Vicen-
la do Verona ne'suoi confini lai. porta d'I-
za, al proprio palazzo preferì per albergo talia agli esteri di Germania, dove nella
l'ospedale, indi assistè alla pia morte del- più parte delle provincieavea Lutero spar-
la madre. Dimorando in patria, contri- so il suo veleno, stimò necessario portar-
buì alla riforma delle benedettine, ed en- visi per impedire che penetrasse in Ita-
trato tra'confrati dell'oratorio di s. Giro- lia il contagio dell'eresia, raffermare nel-
lamo, sebbene composto d'artigiani e di la città vigorosamente la fede e riformar-
gente volgare, v'introdusse le pratiche del- la ne'costumi. Grande quindi fu il bene
l'oratorio del Divino Amore di Roma, e che fece nell'oratorio di s. Siro ed in tutta
di questo ne prese anche il nome, e di- Verona, con esito felicissimo alle sue sante
venne tosto un campo fecondo d' anime intenzioni. Ritornato in patria, per divino
grandi nella santità, ed un seminario di comando e per consiglio del suo confessore
molti religiosi, onde pel coucelto che si p. Giambattista da Crema domenicauo
acquistò e buon odore che si sparse per dotto e virtuoso, nel 5?.o passò in Vene-
i

tutto, molti oratorii d'altre città supplica- zia per impiegare in quella vigna più gran-
rono di seco incorporarsi, per essere a par- de la sua coltura e le sue fatiche, e mi-
te de'suoi meriti e orazioni. Dopo aver s. rabilmente vi operò da apostolo; dopo a-
Gaetauo acceso in Vicenza il fuoco del- ver dispensato a'poveri il ricavato dalle
l'amore verso Dio, amando di dilatarlo suppellettili domestiche, t vendutola sua
pure verso il prossimo, come quello che copiosa e scelta libreria.dando così a di ve-
esercitavasi ne'miuisleri i più vili in soc- dere che il suo ubbidire non era per tempo
corso degli ammalati nell'ospedale, ed os- limilalOjUia indelìnito.depostoil pensiero
servando che in Vicetua molti languiva- di ripatriai e. Precorsa la sua famaiuVeuc-
YOL. LXXIU.
ji4 TEA TE A
zia qua! uomo mandato dal cielo, o secon- sitarla nel suo monastero di s. Croce, ed
da di sua umiltà e carità prese alloggio ebbe con essa lunghi discorsi delle cose ilei

nell' ospedale, e subito si fece ammirate cielo, e del modo


vero e sicuro d'acqui-
nell'esemplarità e per istupende operazio- star anime per quella beata ed eterna pa-

ni co'poveri, malati e carcerati, essendo tria. Con tale occasione s. Gaetano le pa-
largo di consigli e di documenti di spirito lesò l'intenzione e la divina ispirazione che
co'nobili chea lui accorrevano; altresì con avea di fondare una congregazione di
fervore tutto intento a preservare i vene- chierici regolari, i quali alla maniera de-
ziani dalle serpeggianti eresie, predican- gli apostoli e de' loro discepoli si doves-
do contro di esse pubblicamente, e raffer- sero impiegare con ogni ardore nell'acqui-
mando il popolo nella fede e nell' ubbi- sto delle anime e nella conversione de'pec-
dienza al Papa. Vi promosse la fondazio- calori, e perciò la supplicò a manifestar-

ne dell'ospedale degl'incurabili, onde ven- gli il suo santo consiglio in così ardua im-
ne considera to fonda lore.e con tale epigra- presa. Ciò inteso dalla beata, alzò gli oc-
fe superiori vi fecero dipingere il suo ri-
i chi al cielo, rese grazie infinite alla divi-
tratto. Vi contribuì a proprie spese, ed in na Provvidenza, che avesse istillato nel-

esso fece prodigi di carità nell'assistenza l'anima santa del suo figlio spirituale un'
mirabile agl'infermi, sino a succhiarne le opera così utile e proficua alla cristiani-

piaghe più putride, tormentando poi l'af- tà, anzi purea tutto il mondo. Ritornato

faticato suo corpo con austerità e con fla- S.Gaetano a Venezia, e vedendo la repub-
gelli a sangue. A di lui esempio molli pa- blica circondala e afflitta dalle guerre che
trizi recaronsi a servire i poveri incura- opprimevano tutta Italia, non che timo-
bili,! quali infervorò a istituire nell'ospe- rosa de' turchi, che assediando Rodi, mi-
dale l'oratorio del Divino Amore, perchè nacciavano i suoi possedimenti di Cipro
essendone egli tutto acceso, sperava d'ec- e di Candia; a placare lo sdegno divino
citare le medesime fiamme nel cuore di e invocarne il patrocinio, il santo dopo a-
que'suoi allievi,col solo rammentarsi d'es- re raddoppiato i digiuni e le flagellazioni,
sere chiamali fratelli del Divino Amore. v'istituì pubbliche penitenze e divozioni,
Ricordevoli questi della scuola di perfe- fra le quali d'esporre sugli altari scoper-
zione ed'indefessa assistenza a'malati, che to negli Ostensorìi il ss. Sagramentocou
il santo vi avea aperto col suo esempio e quantità di lumi e solenni apparati, per
operosità, collocarono nell'oratorio la sua eccitare i popoli ad un vero pentimento
rlligie coli' epigrafe Oratorii fundator. di cuore, e per rendere più fervorose le

Per la contratta amicizia in Roma col vir- suppliche, animate dalla presenza visibi-
tuoso Bartolomeo Stella nobile bresciano le emaestosa del loro Dio, come pure per
(il quale poi secondo le idee apprese dal maggiormente inclinare al perdono l'e-
santo fondò il celebre spedale degl'incu- terno Padre in vedersi offrire pubblica-
rabili di Brescia), venerando questi per mente lo stesso suo Unigenito per media-
madre spirituale Laura Mignani a-
la b. tore. Alcuni scrittori attribuiscono a s.

gostiniana di Brescia acclamata per santa, Gaetano l'invenzione e fuso degli odierni
le fece prendere relazione epistolare col ostensorii, che poi in Italia e altrovesi di-
santo, di confidenze di spirito e di perfe- ramò in tutte le chiese. A queste esposi-
zione, relazione divota che tra 'due servi zioni delVenerabile diedes. Gaetano prin-
di Dio si prolungò per lungo tempo con cipio prima del i 523 nel suo oratorio del
reciproca consolazione. Bramando san- il Divino Amore in Venezia, e poi in altre
to di conoscete la sua madre in Cristo, chiese più ampie della città, nelle quali
che l'avea accettato in figlio spirituale, es- affollandosi la gente, trattavi dalla novi-
sa l'invitò a Brescia, ed egli si recò a vi- tà di quel sagro e sì divolo spettacolo, vi
TEA TEA 1 1

odorava Gesù con lauta divozione e con- gando di continuo Dio a manifestargli il

fidenza che le pareva da quel luminoso suo volere, finalmente l'esaudì, facendo-
trono di maestà stessero pendenti e co- gli intendere mediante visione che non so-
me sicure le grazie desiderate e richieste. lo gradiva il suo disegno, ma lo voleva
Di versi storici e la ste>sa congregazione de' senza indugio posto in opera, pronto egli
riti asseriscono, che per le pubbliche di- a prosperarlo colla sua divina assistenza.
vozioni islituited.il sanlo in Venezia, essa Pertanto gli fece vedere, come modello
fu preservata da gravi pericoli e riacqui- della nuova religione, un campo coperto
stò le cillà e piazze per ('innanzi perdute. di vaghi gigli, attorno cui volavano vari
Però mentre Venezia ammirava le pro- uccelletti, che con voce giuliva cantava-

digiose sue opere e godeva i copiosi frut- no le lodi al loro Creatore, accennando poi
ti del suo zelo, il p. Giambattista da Cre- a Gaetano, che que' fiori andavano ben
ma domenicauo,confessore e direttore spi- vestiti senz'aversi tessute le sete, e quegli
rituale del santo, scorgendo con lume ce- uccelli ben pasciuti senz'aver seminato o
leste formarsi vaste idee nella sua mente, mietuto grani, aspettando gli uni e gli al-
e che il di lui gran talento non dovea te- tri dalla sola Provvidenza del cielo il lo-

nersi ristretto in una sola città, sebbene ro cibo e vestito. Questa è la norma, gli
nobilissima e sede della possente repub- disse, del tuo istituto. Così assicurato il

blica, gli comandò di tornare a Roma; ed santo del divino volere, e sentendosi gioi-
egli all'ubbidienza sagri fico tutto quel be- re il cuore per gran confidenza in Dio, s'ac-

ne che operava in Venezia, la quale ri- cinse subilo a eseguire con animo gene-
tenendolo per suo angelo tutelare e nuo- roso la dilìicile impresa; e dovendo fon-
vo apostolo, ne restò assai rammaricata. dar il nuovo ordine sul niente di terra,
Nel rimettere il santo prelato il piededen- volle peli. spogliarsi di tutti i beni ter-
tro l'alma città, grandissima fu la conso- reni. Fece perciò breve ritorno a Vene-
lazione di molti, e particolarmente de'suoi zia per stabilire legalmente la sua rinun-
confratelli dell'oratorio del Divino Amo- zia de' possedimenti feudali e fìdecommis-
re, e servì al loro numero aumentato di sari, in favore de'congiunli cui spettava
grande eccitamentoad avanzarsi nelle vir- no,e il restante liberoall'unicanipotecon
ili e nello zelo per la lede. Il santo si die tessa Elisabetta, riservandosi solo alcune
subito a sfogar la sua carila, a cercar pec- decime a vantaggio de'poveri.L'istromen-
catori per convertirli, poveri per soccor- to fu stipulato il i.° settembre i 523.
rerli, infermi per assistei li, massime quel- Spropriato dell'avite ricchezze, s. Gae-
li infetti dalla peste da cui era oppressaRo- tano si restituì a Roma, visitando di nuo-
ma, come deplorai a Pestilenza, di con- vo nel viaggio la s. Casa di Loreto, ma
tinuo esponendo la sua vita nel servire gli compreso di sagro terrore e riputandosi
appestali econ istupore de' romani. Intan- indegno di celebrare in quella celeste stan-
to nella sua mente andava ideando la nuo- za, giunto all'aliare lo bagnò di lagrime
va congregazione per rinnovar nel mon- e retrocedè in sagrestia a deporre i sagri
do la vita apostolica e rialzare il clero de- paramenti, senza aver potuto celebrare il

caduto nella disciplina ecclesiastica, colla ». che anelava. Betta supplicò


Sacrifizio
riforma del quale sperava pur quella del fervidamente la ss. Annunziata a riceve-
cristianesimo; ma la sua umiltà io com- re l'offerta ch'era in procinto di formare
batteva, riguardando per temeraria pre- h difesa della lede, accoppiando iniii'iiiij

sunzione il pretendere d'aver quello spi* il chiericato col monachismo, a prender-


rito che fu necessario a's*. Benedetto, Do- lo sotto la sua protezione, e ad impetrar
menico e Francesco, per introdurre nella gli la benedizione del suo S. Bambino, e
chiesa di Dio uuo\i ordini icligiosi. Pro concepì lauta speranza d'essere esaudito,
n6 TEA T E A
die se gli raddolcì l'amarezza e confusio- vola. Col suo ordine si prevalse pure per
ne prodottagli dell'essersi astenuto per u- ripristinare la decenza e decoro nelle chie-
miltà di celebrare. Quattro gravissimi di- se, l'osservanza de'sagri riti, ceremonie e
sordini nel popolo fedele erano pianti da rubriche, la frequenza de'sagramenti, la

s. Gaetano. Il vivere dissoluto de'secola- di vota salmodia equanto si spetta al cul-


ri, il costume rilassato de'chierici, il di- to dell'Altissimo; non che per arrestare i

sprezzo delle cose sagre, e il furore dell'e- progressi dell'eresia e reprimere la sfre-

resia di Lutero, che oltre il Nord, la Ger- natezza luterana, fornendo alla Chiesa
mania, l'Inghilterra, la Francia, si sparse valorosi campioni che la difesero da'ribel-
in Italia e infiniti danni recò. Se l'inno- li eretici, ed è perciò che facevano solen-
cenza,l'ecclesiastica disciplina/il di vin cul- ne professione di fede per propugnare la

to, la s. fede erano totalmente pregiudi- credenza cattolica. Essendo solita la di-

cate,s. Gaetano però con tutto lo zelo si vina Provvidenza, al dire di s. Agostino,
adoperò per risarcirle; e da lui in poi e a far precedere l'antidoto al veleno, così
per la fondazione a suo esempio d'altri dispose che comparisse al mondo s. Gae-
benemeriti ordini chiericati , si osservò tano prima di Lutero, sopravvivendo di
gran mutazione di costumi in Italia, es- poco anche a quell'eresiarca persecutore
sendo col suo ordine principiata sì vasta della fede. Questi bestemmiò e abbondi-
e generale riforma. A mezzodì essos. Gae- no las. Croce, invece il santo fondò il suo
tano sperava di fare rifiorire il clero nel- istituto nella festa di suaEsaltazione, men-

la probità, dottrina, educazione, pover- tre in quella dell'Invenzione ne doman-

tà, modestia e santità; e che i secolari la- dò l'approvazione, e prese il salutifero se-
sciando i vizi si dassero all'acquisto del- gno per insegna del suo ordine, ordinan-
le virtù. Né andò fallita la sua speranza, do che se ne festeggiasse il giorno con ri-
e non passò molto che per gli esempi del to solenne. Assegnò per stemma al suo
suo istituto, il clero si restituì all'antica ordine la Croce (che si eleva sopra 3 mon-
disciplina e tornò alla Chiesa il primiero ti), anche pel dono fattogli da s. Pietro,

decoro. Per la qual cosa s. Gaetano ven- il quale comparsogli con s. Paolo gli die
ne riconosciuto per riformatore dell'ordi- in mano la croce, acciocché la sua reli-
ne clericale, per combattere contro tutti gione con tal vessillo combattesse i nemi-
gli eretici del suo tempo, e particolarmen- ci di s. Per cui il santo ordinò ai
Chiesa.
te Lutero capo e condottiero di tutti. A suoi figli di far sempre a* vesperi e mat-
Lutero difatti, che il .°in quel secolo, inal- i tutini la commemorazione della s. Croce^

berato lo stendardo dall'apostasia e del sa- come a titolare dell'ordine, e di celebra-


crilegio, aprì la porla a tutti gli errori,ed re la sua messa votiva in tutti i venerdì
incoraggiòtutti i vizi, ladivina Provviden- non obbligati da'santi di rito doppio. Il
za oppose il patriarca del regolare chie- malvagio apostata non potè soffrire che
ricato s.Gaetano, il quale altresì fu ili.° si celebrassero dalla chiesa le feste del Cor-
in quel secolo, che scosso come da un pro- pus Domini, e dell'Immacolata Concezio-
fondo letargo il cristianesimo, ed eccita- ne di Maria; e s. Gaetano rintuzzò l'ere-
tovi lo spirito di santità e di fede, pro- siarca con rinnovar ne'fedeli la venera-
mosse la pratica di tuttele virtù, e lo svi- zione al ss. Sagramento, e dell'Immaco-

luppo di tutte le verità. Fu s. Gaetano lato Concepimento fu sì divoto, che nel


che col suo esempio richiamò il clero al- recitare il rosario v'intrecciava sempre u-
l'esercizio della predicazione dicui arros- na dolce memoria della di lei purissima
siva;ed il i ."prete secolare di quel tempo, Concezione, e fondò il suo istituto al qua-
cheiu Roma comparisse in pulpito in cot- le necomunicò la divozione, per cui tea- i

ta e berretta ad annunziare ladivina pa- tini oltre l'avere sempre sostenuto e glo-
TEA TEA 117
liticato questo niislero,come notai ne'pre- tero, per la dovuta brevità tralascio di ri-

cedenti Cenni sull'Immacolata Conce- cordare. Grande poi fu la fortezza del san-
zione e a Teatine, colle prediche e colle to contro l'eresiarca, in sostenere la divi-

slampe (onde il p. Marracci, morto nel na Provvidenza da lui impugnata , con


1675, nella Biblìotheca Mariana enu- insultanti latrati di contumelie,ad oltrag-
merò più di 3o scrittori) propagarono gio di Dio togliendogli quel glorioso at-
dappertutto con calore la tenera divozio- tributo e del quale si mostra tanto gelo-
ne dell'abitino o scapolare ceruleo del- so. bestemmia di Lutero, che
L'orribile
llnimacolata Concezione, da loro bene- Dio lasciava agli uomini in terra il reg-
detto per particolare privilegio pontifìcio gersi da se stessi, fu una delle principali
e con indulgenze, a consolazione de'suoi cagioni per cui s. Gaetano introdusse nel
veneratori. Ed il teatino p. Meazza ci die- mondo la sua nuova religione teatina, e
de Diario dell'Immacolata Concezio-
il co'falti e 1' esperienza volle confutarlo,
ne. Non contento Lutero di perseguitare mettendo in faccia all'eresia una povera
la chiesa militante, mosse guerra contro e numerosa famiglia, che priva del tutto
la chiesa purgante, togliendole i suifragi di sostanze e fondata sul nulla di terra,
come inutili e peccaminosi, anzi negan- non tenesse possessioni censi per sosten-
do il purgatorio; e s. Gaetano infuse nei tarsi, né cercasse con questue da altri il

suoi religiosi tanto spirito di compassio- necessario per vivere, aspettandolo uni-
ne, e tanto zelo di carità verso i defunti, camente dal cielo. Questo 1. "riformatore
ch'essi poi colle prediche e coll'esposizio- del clero secolare, sebbene a di lui esem-
ne de! ss. Sagramento, particolarmente pio furono istituiti altri ordini di chierici
ne'lunedì, e con molti volumi stampati regolari, quanto alla somma sua povertà
hanno propagata promossa quella di- e apostolica, sperando di vivere colle sole
vozione, e que'molti suffragi che si appli- spontanee olferte de'fedeli, restò senza i-
cano alle anime del purgatorio. Lo stes- milatori,gli altri questuando o posseden-
so s. Gaetano oltre rigorosi digiuni, le i do. Talcliègli eretici in vedere tante case
aspre discipline e le ferventi orazioni, che echiese teatinesparse per molte città seu-
faceva o ordiuava a loro sollievo, fu l'in- za alcuna possessione, e senza propria in-
ventore per mezzodì Maria Lorenza Lon- dustria provvedute per lungo tempod'a-
ga sua penitente in Napoli di quell'Ave limeuti, di vesti e di sagre suppellettili,
de'morti diesi suona all'ora prima della furono costretti a confessare vivere esse
notte , il qual pio costume si dilatò per col solo soccorso della divina Provviden-
l'Italia e altrove. Pretese Lutero di scon- za, ed averne Dio immediatamente la cu-
volgere l'ordine gerarchico della Chiesa, ra. Di più s. Gaetano divenue l'apostolo
non potendo sopportare neppure il nome e padre della Provvidenza, e da'fedeli vie-
di chierici, e fece di tutto per abbattere ne invocato a principale intercessore ef-
la santissima dignità del Papa. Per con- ficace di essa presso Dio. Sebbene la divi-
trapposto s. Gaetano accrebbe la gerar- na Provvidenza e la povertà apostolica
chia della Chiesa con nuovo ordiue, col massima fondamentale dell' ordine
sia la
nome di chierici regolari, col quale po- de'teatinijù falso ch'essi facciano il 4-°vo-
sciafurouo a suo esempio istituiti sun- i to di non possedere fondi o rendite, né
nominati e altri, e professando al Papa di poter chiedere limosina; benché il tut-
profonda venerazione, soggettò il suo i- to osservino con esaltezza e gelosia, non
stituto immediatamente alias. Sede, ob- ne hanno altro che obbligazione di re-
bligandosi co' suoi religiosi a perfetta gola, né il trasgredirla sarebbe peccato.
ubbidienza alla medesima. Altre virtuo- Accenniti i motivi che indussero il santo
se azioui contrapposte agli errori di Lu a litui mare il clero, e ad istituire il suo
ri8 TEA TEA
ordine, dirò che per effettuarne la fonda- \ata ad arcivescovato), ohe pure medita-
«ione prese a compagni il Carafa, il Col- va una riforma del clero, questi corse dal
le e il Consiglieri, e altri ascritti all'ora- santo a congratularsi della nobile impre-
Iorio del Divino Amore di s.Dorolea, dei sa, dolendosi di non avergliela comunica-
(juali tutti scrissero i
pp. del. Antonio Ca- ta, tuttavia lo pregava almeno accettarlo
iacciolo,SlefanoPepe,FrancescoM.'Mag- per compagno in un'opera tanto da se
gio, Tommaso Schiara, GinseppeSilos ed bramata. Ammirando s. Gaetano che un
altri teatini. Ma lo zelo del santo non es- personaggio de'più celebri de'suoi tempi
Bendo pienamente contento, per essere volesse ascondersi trai chiostri, gli disse
molti dique'suoi confratelli distratti dal- non averglielo significato per stimare dif-
la corte e da'propri interessi, pensò dun- fìcile che un arcivescovo e vescovo potes-

que d' eccitar col suo esempio alcuni di se abbandonar le sue chiese e tante ani-
que'prelati e chierici secolari a rinnovar •
me alla sua cura affidate. Ma il prelato
si in chierici regolari, e con essi formare addusse l'esempio d'altri santi vescovi,
una congregazione stabile da propagarsi ritiratisi dalle loro chiese a vita privata,
per più provincie, la quale ravvivasse al Alle difficoltà che gli addusse s. Gaetano,
mondo la vita apostolica quasi del lutto che il Papa non avrebbe permesso pri-
eslinta,efosse uno specchio pubblico pei varsi d'un ministro così necessario agl'in-
chierici del secolo per correggersi. Inva- teressi pubblici della
s. Sede, l'arci vesco-

ghitisi della bella idea i 3 nominati con- vo alquanto turbato inginocchiandosi ai


fratelli se gli offrirono con piena volontà suoi piedi, lo scongiurò a riceverlo nella
e generosamente compagni alla disegna- sua congregazione e di non lasciarlo nel
ta riforma del clero, soggetti tutti e 3 che inai e burrascoso della corte. Allora il santo
illustraronoinsommogradolaChiesa col- si diede per vinto a tanta costanza e fer-
ia singolarità della dottrina, col zelo per vore, e inginocchiatosi l'abbracciò tene-
la fede, colla santità della vita, come dififu- ramente. Non può esprimersi quanta fis-
samente espone il p. d. Giuseppe Silos tea- se la consolazione di s. Gaetano, in veder-

lino nell'eloquentissima storia dell'oidi- si mandato da Dio un collega di tanto me-


ne. Narra il Novaes nella Storia de Pon- rito, di sì rari talenti, e fornito d'insigni
tefìci, che Adriano VI, cui stava tanto a prerogative. Piansero ambedue d'alle-
tuore la riforma della corte romana, ne grezza, la quale si raddoppiò
con in loro

incaricò s. Gaetano e il Carafa, siccome l'aggiuntad'unnuovo compagno in Pao-


uomini de'più stimali per bontà, zelo e lo Consiglieri, il quale amico del Carafa,

prudenza; come pure per la correzione né volendosi separare da lui, pregò il san-
de'costumi, e il ristabilimento della disci- lo ad ammetterlo nella compagnia che
plina del clero; ma non potè effettuarsi andava formando per abbattere il vizio
per la morte del Papa. Però il p. Harl- e l'eresia. Diversi altri confati deifora-
inann corregge l'abbaglio di quegli scrit- torio si disponevano all'unione, ma intesa
tori che riferiscono avereAdriano VI chia- la povertà dell'istituto essere la massima
inalo s. Gaetano per la riforma del eie- fondamentale, si ritrassero addietro. I
4
io, ma bensì Marcello da Gaeta o Gae- fondatori della nuova congregazione, de-
tano detto pure Tommaso Gazzella, e col liberando il modo e il tempo per princi-
Carafa. III." a cui s. Gaetano manifestò piarla, epremesse calde preghiere a Dio,
il suo diseguo fu Bonifacio Colle suo con- convennero di subito farne istanza a Papa
fidente e amico, ilquale esibendosi pron- Clemente VII, per l'opportuna facoltà.
lo a eseguirlo, poi avendolo partecipalo Volle s. Gaetano dar principio al suo or-
a Gio. Pietro Carafa arcivescovo di Brin- dinea'3 maggio 524, giorno sagro all'In-
i

<X\i\ e vescovo di Chieti (poco dopo eie- veuzione della ss. Croce, per assicurarlo
TEA TEA ,i
solto l'ombra ci ì essa, e impegnar i suoi cose impossibili insieme, che sono il de-
compagni una vita crocefissa. In tal
a licato e il monacato, essendo duestati fra
giorno co'suoi compagni si portò a'piecli loro diversi nel nome enell'abito. Da que-
di Clemente VII, e manifestandogli il suo sta opposizione si difese il santo con gran
proponimento lo supplicò del suo beni- sapienza e dottrina, e dimostrando ch'e-
gno assensoa quella riforma del clero che gli non intendeva d'innovare, ma di rin-

stavano per intraprendere, onde rinnovar novare l'istituto dechierici regolari an-
nella Chiesa la vita apostolica che fosse tico sino dal i ."secolo della Chiesa, essen-
sollecita a procurar la salute dell'anime, do stati gli apostoli primi preti e chie-
i

e riducesse i chierici secolari a vivere in rici regolari con vita atliva.predicando la


comune, senza posseder entrate pel loro divina parola e amministrando sagra- i

sostentamento, uè mendicarlo dalla pietà menti, e vivendo in comune colf offerte


altrui ad esempio degli apostoli. Benché il spontanee de'fedeli, e con attendere all'o-
Papa ammirasse il gran coraggio diGaeta- razione, al cantodelledivine lodi, quest'e-
no per risoluzione sì ardua e magnanima, ra la vita contemplativa e regolare; la (ma-
tue lodasse lo zelo, scorgendovi peròdel- coll'andarde'tempi rilassata fu an-
le vita

le gravi difficoltà, deputò una congrega- che più volte ristorata, finché nel secolo
zione di cardinali e di prelati, i quali è- XIV si estinse. Convinto il Papa e car- i

sami nascerò la norma di questo nuovo i- dinali dal vigoroso ragionamento, inclina-
stillilo ,
per sentirne poi il loro parere. vano ad acconsentire alle sue istanze, ma
Frattanto prevedendo demonio il gra- il i nondimeno proposero una 3.'
cardinali
ve danno che poteva recargli il nuovo or- difficoltà, contro il non possedere e il non
dine se si fosse stabilito, tentò ogni mez- questuare, d che sarebbe una povertà pro-
zo per estinguei lo nel suo nascere. Sicché digiosa e maggiore di quella cìe'fi ancesca-
sparsasi la nuova per Roma di tentarsi ni che questuano, perciò temerario divi-
la riforma del clero, nemico inferna-
il samento e un continuo tentar Dio a far
le accese ci i livore e sdegno l'animo d'al- miracoli. Infervorato s. Gaetano nell'udi
cuni malevoli di vita dissoluta , contro re tante dillìdenze nella Provvidenza, ri-
gl'inventori di tal riforma, con maldicen- cordò le promesse di Cristo, e come Dio
ze, calunnie e derisioni, poi però castiga- alimenta gli uccelli dell'aria e veste gi- i

le terribilmenteda Dio. Chiaoiatos. Gae- gli campo, molto più avrebbe cura di
del
tano e i suoi compagni dal Papa, presen- provvederlo di pane e di panno senza ac-
te U\ congregazione preposta all' esame cattarlo; dimostrando che gli apostoli e
dell'istituto, Clemente V 11 cominciò a con- tanti altri dopo di loro vissero a spesedel-
dolersi col Carafi,con cui divideva le va- la divina Provvidenza,la quale certamen-

ste cure del pontificato, per volersi riti- te avrebbe chiuso la bocca diLutero e suoi
rare in un chiostro, e far divorzio con due settari che la negavano, rilegando Dio nel
chiese. Incoraggilo il prelato dallo spiri- solo giro de'cieli, assegnando il governo
lo di Dio, rispettosamente difese la sua della terra al caso, alla fortuna, all'indu-
risoluzione, e supplicò non ne- il Papa a stria.Concluse con pregare di approva-
gargli il contento di passare co'suoi com- re il suo
istituto. Convinti cardinali non i

pagni a formarla nuova congregazione. ebbero più cuore di contraddirlo, ed il Pa-


La saldezza di sue ragioni e l'eloquenza pa sopraffatto i\d tanta fede, e per gli ef-
r
colla qualel espose, commossero Clemen- ficaci uffizi del celebre mg. Giberti vesco-
te VII, onde slava per esaudirlo, quando vo di Verona, si arresea'suoi desideiii. In-
i cardinali esposero il loro contrario pa- tanto i presagi e i segni del cielo appro-
rere, dichiarando inoltre volere il prela- varono I istituto, che disapprovavano gli
to Gaetano introdurre nella Chiesa due uomini, con predizioni fatte da'servi di
1 1o TEA TEA
Dio o con visioni da loro avute. Dopo tan- di s. Gaetano che voleva fondar il suo or-
te opposizioni e difficoltà, persuaso Cle- dine innanzi il principe degli apostoli, ed i

mente Vl^anzi invaghito d'un istituto sì 4 candidati lessero ad alta vocei voti e pro-
generoso e distaccato dal mondo, lo ap- fessione, a Dio, alla B. Vergi ne ed a s. Pie-
provò coll'onorifico breve Exponinobis, tro, di povertà, castità e ubbidienza; indi
de'24 giugno 5>a4» Bull. Rom. t. 4> p a|
1
'-
spogliati degli abiti prelatizi, furono subi-

1, p. 47) concedendogli tutte le grazie e to rivestiti dallo stesso vescovo d'un abito
privilegi de'canonici regolari Lateranen- di lana nera intessuta, e formato all'uso
si, dovendo vestire abito nero alla forma de' chierici regolari, di tonaca e manlel-
clericale e chiamarsi col nome specifico di letla (per secondare il volere del Papa, es-
Chierici Regolari, dichiarando il nuovo sendo essi tutti prelati; ma s. Gaetano nel-
ordine immediatamente soggetto alla s. la sua umiltà non potendo più tollerare
Sede, e non a'vescovi o cardinali protet- quella divisa prelatizia,col pontificio per-
tori. Il sommo Gaetano fu
giubilo di s. messola tramutò nel mantello talare), col
inesprimibile,recandosi co'suoi compagni cingolo simile di lana a'fianchi,e colla ber-
a ringraziar Dio ne' santuari di Roma, e retta da preti in testa (fuori delle case u-

ripetutamente nella basilica Vaticana, ri- sano il cappello ecclesiastico, ed il p. Bo-


guardando s. Pietro principe degli apo- rianni ne riporta la figura a p. 56 del Ca-
stoli cornei. 'fondatore di quel clero rego- la Ingo degli ordini religiosi, che il Cap-
lare ch'egli stava per fare rifiorire e rimet- paroni riprodusse a p. 3q dellaRaccol-
tere nel suo primitivo vigore. Dovendo in ta degli ordini religiosi). Quindi il ve-
breve professare la vita apostolica, volle scovo pubblicò essersi già istituita la nuo-
spogliarsi subito de'provenli ch'erasi ri- va religione de' chierici regolari canonica-
servati, rinunziando pure a'benefizi e uf- mente, colla piena autorità e approvazio-
fizi ecclesiastici, solo riservandosi porzio- ne della s. Sede. Quando l'ordine nella
ne de! ritratto d'uu uffizio, il resto aven- crociata settentrionale della basilica col-
dolo dispensato a'poveri, per provvedere locò tra le statue de'fondalori quella di
e fornire del bisognevole l'abitazione e la s. Gaetano scolpita in marmo da Carlo
chiesa per la sua nuova famiglia religio- Monaldi, nell'iscrizione vi fece esprimere
sa. A' 1 4 settembre, festa dell'Esaltazione le parole ad aram maxi/nani, per ricor-
della ss. Croce,diè s. Gaetano glorioso in- dare che la solenne professione del suo i-

cominciamento stabile al suo approvato stituto I'avea fitta innanzi l'altare mag-
ordine de' chierici regolari, colla solenne giore della stessa basilica. Dopo i solenni
professione secondo la vita apostolica. Il voti, dovendosi subito eleggere un capo
Papa per distinzione volle riceverla egli la nuova religione e ne pro-
che reggesse
1

stesso, deputando in sua vece mg. Bon- muovesse l'avanzamento, sebbene spet-
ziani vescovo di Caserta e suo datario, di tasse ad esserlo al santo, egli supplicò u-
portarsi con s. Gaetano egli altri 3 com- milmente compagni i a non pensarea lui,

pagni nella basilica di s. Pietro ad accet- ed esaltando i grandi meliti del Carafa,
tarla. Nel detto giorno dunque dell'Esal- indusse compagni ad eleggerlo preposi-
i

la/ioue della ss. Croce, il delegato pon- to,capo e padre del nascente istituto, il
tificio con tutto il clero di Roma si recò quale fece inutilmente di tutto per esen-
in s. Pietro, ove accorsero i prelati, la no- tarsene. Per questa eroica umiltà de! san-
biltà epopolo numerosissimo. Il vescovo to, non molti scrittori affermarono che il
di Caserta celebrò la messa nell'altare di Carafa fu il fondatore de'chierici regola-
s. Andrea apostolo, comunicò i
4 fonda- ri, il che è grave errore, appartenendo a
tori, indi passò all'altare di s. Pietro e- s. Gaetano la gloria di averne concepita

relto sulla sua tomba, secondo i desideri! la istituzione e insieme effettuata al ino-
TEA TEA 12.
«lo descritto: il Carata, il Colle e il Con- la di canonizzazione Rationi congrui ì ,

siglieri (mono i suoi compagni nella fon- presso il Uni/. lìom. t. g, p. 1 08, che non
dazione e perciò confondatori dell'ordi- potè pubblicare Clemente X,chiamò que-
ne. Segnila l'elezione del p. Carata nella sto vivere sì rigidamente povero de'tea-
stessa basilica Vaticana, ne dierono par- lini, ammirabile e più celeste che terre-
tecipazione al prelatoDonziani che ivi l'at- no, vedendosi per esperienza vivere tan-
tendeva, confermò con autorità pon-
la te famiglie teatine, senza aver di che vi-

tifìcia, essi ed
restando numerosi circo- i vere e non poterlo nemmeno ad altri do-
stanti commossi e sorpresi della mirabile mandare, ed avere tante sontuose e ma-
umiltà di s. Gaetano, indi si resero le do- gnifiche chieseprovvedute di decorose
,

lute grazie a Dio, e l'esemplare prima fa- suppellettili e di preziose argenterie. E pu-
miglia del clero riformato, modestamen- re l'ordine si dilatò per tutta l'Europa,
te e accompagnata dal popolo ammira- e persino nelle Indie orientali; e formò
tore, m condusse alla preparata abitazio- le meravigliedi molti scrittori, cometan-
ne tutti lieti e conlenti. Moltissimi scrit- to rigorosa povertà ebbe attrattive e fòr-
tori commendarono altamente la pover- za di tirare a seguirla tanti personaggi no-
tà somma, apostolica e prodigiosa dell'i- bili e doviziosi, preponendola a'Ioro do-
stituto di s. Gaetano, la sua fiducia sin- mestici comodi e ricche sostanze; e come
golare sostenitrice della povertà profes- abbia potuto allevare tanti soggetti di
sata^ quanto la divina Provvidenza soc- gran valore, celebri ne' pergami e nelle
corse e arricchì con islupendi prodigi la cattedre, nelle scienze e nelle stampe di
povertà teatina. Questa si meritò pure dottissimeopere, a frontedell'insufìicien-
l'ammirazione de' Papi, e gli eminenti za d'una ristretta povertà. La congrega-
loro encomii. Clemente Vili osservato- zione dei s. riti nella T ita compendiata
re e pratico della povertà teatina, con che pubblicò di s. Gaetano, grandemen-
parzialità d'alletto e di confidenza anda- te lodò la sua gratitudine verso que'be-
va di sovente a sollevarsi co teatini, allo- nefattori, che eleggeva la Provvidenza per
ra dimoranti nella casa di s. Silvestro sul suoi ministri a soccorrere la povertà tea-
monte Quirinale, dove nella chiesa cele- tina. Egli fu premuroso di pregar calda-
brava la messa, e studiava nella libreria mente Dio e di farlo pregare da'suoi fi-

a tolto suo genio, anzi talvolta vi restò a gli pe'benefattori di sua religione; ed isti •

desinare co're!igiosi,senza voler nulla più tuì per legge che si descrivesse nomina-
del parco loro cibo, che la povertà im- tamente ciascun benefattore sopra d'un
bandiva nella mensa comune.Quando poi libro da leggersi alla pubblica mensa, ac-
discorreva co'cardinali e altri personag- ciocché tutti religiosi i si ricordassero sem-
gi dell istituto di s.Gaetano, soleva dire pre di loro nelle private e comuni ora-
ammirandone la gran povertà: La reli- zioni con Dio. Comandò inoltre il santo
gione de teatini è un vero e continuo mi- a'suoi figli, che tutti unitamente si portas-
racolo. Urbano Vili disse loro: L'isti- sero in chiesa, tanto dopo il pranzo, quan-
tuto del vostro fondatore Gaetano è s. to dopo la cena, a pregare pe'loro bene-
una delle gemme più preziose che ador- fattori, poiché non eravi mezzo più op-
nano la bella sposa di Gesù Cristo santa portuno ed efficace per obbligar la divi-
Chiesa. Egli è un prodigio della pover- na beneficenza al sollievo di loro povertà,
tà, ed è un miracolo quotidiano della di- quanto la gratitudine a chi la benefica-
vina Provvidenza. Sappiate conservare va. Per tutto questo i furono pur
teatini
questo bel gioiello con grangelosia,accioc- chiamali i religiosi della Provvidenza.
che non perda la Chiesa un sì vago Orna* Sebbene s. Gaetano ottenne per essi da
mento e decoro. Innocenzo XI I nella boi- Clemente VII il nome di Chierici Rego-
i i-x TEA TEA
lari, siccome antico nella Chiesa e appro- titolo di Chieti. Inoltre nome Teatino
il

prialo agli stessi ss.Apostoh,i quuli liirono ha gloriosi significati , come d' illustre,
chierici di professione, e regolari di voti spettabile e contemplativo delle celesti
<: vita comune, onde come notai in prin- bellezze. A veudos. Gaetano formatoli suo
cipio gli altri ordini del clero regolare.che ordine sul modello della vita degli apo-
dipoi ad esempio di s. Gaetano uscirono stoli e di quella di Gesù Cristo, volle ras-
\ a loi osamente in campo a difesa di s. Chie- somigliarli anche nel vestito, e prescris-
sa, furono costretti aggiungere a tal no- se l'abito nell'anticaforma e suddescrit-
me un vocaholo distintivo per chtìeren- to, grave e modesto secoudo l'uso antico
?iarsi da'leatini e dagli altri; tultavolta i de' ministri della primitiva chiesa. Però
chierici regolari di Gaetano furono vol- s. nelle funzioni ecclesiastiche e ne'pulpiti,
garmente dagli altri chiamali anco Tea- invece del mantello talare, volle che sul-
tini, per abbreviatura di denominazione, la tonaca si rimettesse in uso la cotta di
il che ebhe origine dall'essere stato ani- candido lino, e la berretta in testa a for-
messo da s. Gaetano nel suo istituto Gio. ma di croce, nel clero di que'tempi tal-
Pietro Cara fa vescovo di Chieti, il quale mente soppresse e disusate, che al pri -

preso a compagno dal santo nella fonda- ino vedersene in Roma indossati i nuo-
zione e per lui eletto preposito, facendo vi chierici di s. Gaetano, eccilossi nel po-
egli lai /figura e pel carattere episcopa-. polo tale stupore e divozione, che dipoi
le che lo fregiava, die motivo al popolo distinse i chierici regolari dagli ordini
di chiamar Teatini lutti nuovi religio- i religiosi, col nome volgare di Berrct-
si, che aveano a loro superiore il già ve- tanti, in che si comprendono pure i ca-
scovo Theatìno, così detto da'lalini il ve- nonici regolari e le congregazioni dei sa-
scovo di Chieti, la qnal città dell'Abruz- cerdoti che vivono in comunità istitui-

zo Citeriore in tale idioma dicesi Thea- te dopo i chierici regolari e a loro esetn -

(e. Dirò con {'Italia .Mc/v7d'Ughe)li, che pio, siccome descrissi ne'loro articoli. Le
il Carafa 1*8 agosto 1 5^4 rinunziò l'arci" leggi prescritte da s. Gaetano al suo or-
vescovato di Brindisi e a'24 il vescovato dine sono del tutto apostoliche e di tal
di Chieti; indi il Papa colla bolla Super perfezione, che servendo di modello ad
universa s, de' 8 luglio 526,elevò Chieti
1 1 altre istituzioni di regolari, meritarono
ad arcivescovato, e Paolo Ili dopo aver I ammirazione di gravi personaggi e di
creatocardinale Carafa a'20 giugno! 53y chiari scrittori, avendo accoppialo colla
lo dichiarò 3.° arcivescovo di Chieti. Non povertà le due vile attiva e contemplati-
mancano di quelli che rilevando l'incom- va, per cui molti Papi nelle loro bolle,
parabile umiltà di s. Gaetano, rimarca- come specialmente Gregorio XI V e Pao-
no aver egli impedito che col proprio no- lo V, attestarono nel lodare i copiosi frut -

me si chiamassero isuoi religiosi, ma sem- ti e beni da'leatini recali alla Chiesa, e non
plicemente chierici regolari, mentre gli cessano di recarlo di continuo in vantag-
agostiniani, benedettini, domenicani,
i i gio del bene pubblico e privato. Rinno-
i francescani presero la denominazione vò s. Gaetano ue'suoi figli il canto sem-
dal loro fondatore; anzi vogliono alcuni plice nel coro, secondo l'uso antico della
che il santo sia slato il promotore e divul- Chiesa, senza varietà di note né figurato,
gatore del nome di Teatini, pei far credere e senza l'accompagnamento dell' organo
al mondo che non egli, ma il vescovo Tea- (questo fu poi adottato nelle feste per ac-
tino ne fosse il fondatore, e trovo in di- compagnamento ove erano poche voci
versi scrittori che Clemente VII, accet- o uou abbastanza sonore nella salmo-
tando ripugnante la rinunzia del vesco- dia, e per la necessaria pausa), a moti-
vato, volle che il p. Carafa ne ritenesse il vo ancora di sostenerlo a fronte dei lu-
TEA TEA )2 3
Urani nemici della fede, die dispregian- zionedi s.Gaelano.si ammirerà l'immen-
dolo lo volevano dismesso, quasiché il lo- so bene che fecero nelle missioni aposto*
dare Dio sia una perdita tempo, ed eb-di lidie, quanto operarono e patirono, pre-
be la gloria di essere imitato da molte al- dicarono e scrissero per la gloria di Dio,
tre congregazioni istituite dopo la sua. per la propagazione della fede, per la
Grande fu il bene recato al mondo da s. Chiesa e per il prossimo d'ogni nazione.
Gaetano colla istituzione del suo ordine, Inoltre la religione di s. Gaetano preser-

colla mira die i suoi lìgli,come nuovi a- vò l'Italia dall'infezione dell'eresia che fe-
postoli deli'evangelo, comunicassero dap- ce lutti gli sforzi per contaminarla, poi-
pertutto i frutti dell'albero della Croce ché oltre quanto indefessamente operò
assuntasi per loro insegna , ed in questo col suodegnocollega p.Carafa, ambedue
pure die mossa agli
la altri posteriori or- indussero Paolo III ad erigere la celebre

dini regolari. Quindi i fondarono


teatini Congregazione cardinalizia dell'inqui-
missioni pontifìcie in varie regioni rimo- sizione, che fu il propugnacolo e sostegno
te,massime nell'Indie orientali, come in della fede in Italia e Roma, e ne dichia-
Golgonda, Ava, Pegù, Mingrelia, nell'i- rò il Carafa,già da lui creato cardinale,
sole della Sonda, di Borneo e di Suma- capo e 1. "inquisitore, che divenuto il glo-
tra; nella Giorgia, in Arabia, nella Persia, rioso e imperturbabile Paolo lì \ l'am-
in Armenia ed in molti altri luoghi incoi pliò e più solidamente stabilì, rendendo-
ne feci menziouea'loroai ticolijed in quel- la formidabile agli eretici e acattolici ti-

lo del Collegio l rhano di Propaganda tubanti nella vera credenza.


fide, dichiarai ch'ebbe la primaria origi- Stabilita la fondazione de'chierici re-
ne dalle missioni teatine, per lo zelo ope- golari, uscita la nuova e piccola famiglia
roso de'teatini che v'indussero a fondar- dalla basilica di s. Pietro co' voti solenni,
lo il celebre spagnuolo mg.' Vives(del qua- si portò direttamente a Campo Marzo nel-
le riparlai ne'vol. XVI, p. 244> LXYIII, la casa già posseduta dal confondatore p.
p.46)> che in principio n'ebbero la dire- Colle, che nel rinunziare i suoi beni la
zione e anco l'insegnamento, anzi un tem- donò alla nascente religione, acciò avesse
po i^li alunni andarono alle loro scuole in un pronto ricovero. Quivi il santo e suoi i

s. Silvestro. Delle grandi benemerenze dei compagni impiegarono le loro cure pel
teatini e de'loro fervorosi missionari, me- divin cullo, assettaudodecenteineute una
glio di lutti ne trailo il p. d. Bartolomeo chiesa per celebrarvi divini uffizi, men- i

Ferro teatino di Ferrara, Istoria delle tre la divina Provvidenza somministra-


missioni dei chierici regolari teatini va loro il bisognevole per mezzo di spon-
ne/I' /lidie orientali. Piouia i 704. 11 cele- tanee limosine che ispirava ora agli uni,
bre missionario teatino p. Galano pel suo ora agli altri de'pii benefattori; quanto
soggiorno in Armenia, è autore dell'ope- avanzava nella sera il santo faceva distri-
ra erudita armeno-Ialina, che più volteci- buire a'poveri, sicuro nella confidenza in
lai, epubblicala in Roma col titolo: Con- Dio che di giorno in giorno gli avrebbe
ciliazione della chiesa armena eolla soccorsi.Il p. Carafa qual superiore go-

chiesa romana. Inoltre p.Galanofu isti- il vernò colla direzione e consigli di s. Gae-
tutore d'un celebre collegio di armeni in tano, che riguardava come un angelo
Leopoli di Polonia, e trattò e operò la mandato da Dio in terra, ed il quale sen-
conciliazione della chiesa armena colla la- tendo calamità che sovrastavano ai-
le

tina. In Goa i teatini formarono una con- l' Italia e a Roma, per le guerre e baldan-

gregazione di missionari preti indiani. za de' luterani, si struggeva in lagrime,


Scorrendogli Annali deg\\ ordini de'ehie- supplicava il Signore a placare il suo sde-
iici regolari, formati ud esempio e imila- gno/e soccorrere la minacciala sua Chie-
i aA TEA TEA
sa, macerandosi con flagelli e rigorose pe- che esemplarmente facevano vita divota,
nitenze. Indi intraprese con lena il mini- Vedendo saulo che il la loro casa posta in
stero apostolico, predicando la penitenza sito centrale e popoloso era troppo espo-
e la purità della lede, in un tempo in cui 6ta alle visite de' personaggi e alle lodi
la predicazione propria de'chierici, come de'convicini,ed anche sturbate le loro o-
coadiuton de' vescovi, era andata in dis- razioni, risolse di ritirarsi in luogo più so-
credito e disuso, soltanto salendo i per- ! ita rio, sembrandogli pure che vi inan-
gami monaci o frati; e questo riuscì di tenesse qualche poco di proprietà in pos-
forte stimolo a'chierici per riprendere ta- sederla, siccome donata dal collega p. Col-
le antico clericale uffizio. Frattanto ben le. Si raccomandò dunque al vescovo Gi-
b presero l'abito teatino, e pe'primi Gio. berti parzialissimo dell'ordine, il quale
Bernardino Scotti, che poi Paolo IV creò sospirando d'esservi ammesso, il Papa noi
cardinale, e Girolamo Consiglieri, il cui permise pe'suoi rari talenti troppo neces-
f'ralello tal Papa fu creato car-
pure da sari al servigio della s. Sede, acciocché gli
dinaie (dunque lo era ancora di Paolo, procurasse altra abitazione remota. Beu
poiché con Cardella e Novaes dissi a Con- presto il prelato l'esaudì offrendogli una
siglieri Gio. Battista, che Paolo IV lo casa sul pendio del Monte Pincio presso
creò cardinale per non avere accettato s. Maria del Popolo, ma angusta e rozza-
per umiltà il teatino e suo maestro di mente fabbricata. Per essere tale incon-
camera Paolo, il quale avendolo seco ri- trò il genio del santo, e contentissimo vi
tenuto nel cardinalato e nel pontificato, si recò co'compagni, indi formatavi una
gliavea pure conferito un canonicato Va- piccola chiesa la dedicò alla B. Vergine,
ticano, e morì in Roma nel 1 537), tratti ponendovi in pratica tutte le osservanze
dallasantilàdeiristituto.SinoalIora i tea- ecclesiastiche e regolari, facendo prima
tinieraiiovissutiseuza legge seri Ita, preti- unritirodi più giorni in esercizi spiritua-
dendo per regola di loro operazioni gli li, in che fu imitato da'suoi figli ogni an-
siti apostolici, come aveano praticato i no. Ivi lieto attese alla vita contempla-
primi cristiani; ma vedendo s. Gaetano tiva, e accorrendo co'compagni ove il bi-
accrescere i suoi chierici regolari, stimò sogno lo richiedeva per la salvezza delle
bene di stabilire alcune costituzioni, e pie- anime. Come nella precedente casa, iu
vie calde orazioni aDio, formò i capi prin- questa v'introdusse gli studi di teologia,
cipali del vivere teatino, i quali poi diste- di s. Scrittura, de's. canoni, de'ss. Padri,
si dalla felice penna del p. Carafa, com- de'riti e delleceremonie ecclesiastiche. Ivi
pongono corpo intero delie costituzioni
il s.Gaetano conobbe primi fondatori de' i

che osservano teatini, e dalla s. congre-


i cappuccini, e li animò a compiere l'ineo-
gazione de'riti celebrate per sante. Nel- tninciata riforma, e il p.Carafa ottenne lo-
V Anno .santo iSi5 si presentarono oc- ro l'udienza dal Papa e l'indusse ad ap-
ca^ioni ubertose a s. Gaetano e compa- provarne l'ordine.Scoppiata la guerra tra
gin per giovare a'fedeli, anche forestieri Carlo V imperatore e Clemente VII, Ro-
pellegrini accorrenti al giubileo, ascoltali- ma fu presa a 6 raaggioi527 e orribil-
r

done le confessioni, predicando per le meutesaccheggiata,nel modo che descris-


piazze, visitando gl'infermi negli spedali, si e compiansi in tale articolo, per l'inau-

con meraviglia di tutta R.oraa per tante dite crudeltà e ladronecci che vi co mini-
laboriose fitiche, le quali si estendevano sero i furiosi luterani e altre inique ma-
pure ue'dintorui di Roma con missioni, snade dell'esercito del duca di Borbone,
Pel concetto che ne prese il popolo, in- non rispettando per insaziabile cupidigia
valse nel volgo il costume di chiamare neppure gì' inviolabili sepolcri per spo-
Tcatini o Chietini aucora que' secolari gliarli delle cose di valore, il che non fé-
T E A TEA 1 2 j

ceroi Tondelli ei goti. Nel trambusto tulli mente vi celebrò poi lasuafesla.il Ber-
si

fuggendo o nascondendosi, intrepidi li- nardini che nel 744 pubblicò la Descri-
1

sciamo dalla loro casa s. Gaetano e il p. zioni- de' Rioni di Roma, a p. <S?. ricorda

Carafà co'compagni,con un Crocelìsso si P esistenza della cappella di s. Gaetano


pollarono nelle piazze a predicare e de- nella Villa Medici, ma i posteriori descrit-
clamare, per confortare gli afflitti e spa- tori della città non ne fanno menzione. Il

ventati cattolici, e per riprendere e mi- Cancellieri però nelle Compone descrit*
nacciar dell'ira di Dio gli empi eretici,! tVe pubblicate nel 1 806, riferisce che nel-
quali non contenti di spogliarli di tutto, l'angolo della villa verso l'occidente esti-

cercavano di trarli alla setta diLulero. Ri- vo si vedeva un casino, ove si ritirò s.Gae-
tiratisi nella loro casa a chiedere a Dio mi- tano co'santi suoi discepoli nel sacco di
sericordia con fervide orazioni, penitenze Roroa,e trovato da'soldati fu in varie gui-
e flagelli, la Provvidenza nella generale se tormentato, supponendo die tenesse
penuiia non mancò di curare il loro so- denari nascosti. A'7 agosto vi si celebra-
stentameli lo,e con modi prodigiosi. Un te- va la sua festa, e sulla porta della cap-
desco clieavea servito nella casa di s. Gae- pella si leggeva l'iscrizione del fallo. Pre-
tano a Vicenza, avendo apostatato e uni- vedendo con lume profetico altra scor-
tosi a 'soldati luterani, credendo che an- reria di soldati predatori spagnuoli, ad-
cora possedesse ricchezze, co' suoi perfi- dobbata la chiesa co'compagni, s. Gaeta-
di compagni corse al Pincio, ove sapeva no si fece inginocchioni innanzi l'altare e
che dimoiava, e colle armi impugnate tutti col collopiegatoattendendo la mor-
domandarono tesori che supponevano
i te, disposti a sagrifìcarsi vittime di ca-
nascosti. Oltraggiato e percosso il santo, rità, in soddisfazione de' peccati di Ro-
gl'intimarouoi più atroci tormenti se non ma e in sollievo delle sue sciagure. Giun-
li svelava, ed alle mansuete sue risposte di ti i furiosi soldati, avidi anch'essi di pre-
nulla più possedere, si avventarono su di da, s'arrestarono stupidi presi da sagro
lui, lo strinsero in un'arca per schiacciar- orrore, e poi sfrenatamente li percossero
lo, e dierono la corda a quelle parli del e villaneggiarono, indi li fecero prigioni
corpo che il pudore mi viela nominare; tutti e 1 1 per obbligarli a confessare ove
diabolico torraeuloe martirio, che il santo tenevano il denaro, ed incatenati li me-
sostenne con manifesto e particolare aiu- narono a piazza Navona, destando nel po-
to divino, ed in tanta aceibilà di vergo- polo tenera compassione. Chiusi in una

gnose pene pregava caldamente Dio die stanza del quartiere, Gaetano comin- s.

pei donasse persecutori e gl'intenerisse a


i ciò a predicar loro le verità eterne, onde
penitenza, e tutto malconcio l'abbando- annoiati d'udirlo, li portarono in came-
narono. Accorsi compagni per aiutarlo,
i ra oscura sopra l'orologio del Vaticano,
lo volevano portare a letto, ed egli di- per indurli a manifestare le cose preziose
cendo essere tempo di penitenza die ma- che ritenevano possedere. Tra'disagi e l'i-
no a'flagelli battendosi a sangue per pla- nedia, s. Gaetano co'compagni alternava-
car Dio irritato dai peccali del popolo ro- no la salmodia e praticando le loro osser-

mano. Per lutto il patito, non pochi scrit- vanze per molti giorni sino a' 6 giugno.
tori lo celebrarono martire. A memoria Permise Dio che udite quelle voci divo-
degli orrendi strazi e tormenti, con ani- te da un colonnello spagnuolo, inteneri-
mo invitto sofferti dal santo nella casella tosi al sagro canto delle divine lodi, volle
poi colla chiesa racchiusa nella Villa Me- vedere chi le pi onunziava,e vieppiù com-

dici, Cosimo 111 704, dopo aver re-


nel i mosso ottenne dal capitano che li custo-
staurata la chiesa, ad onore di chi (auto diva, non senza difficoltà, la loro intera
vi pali fece porre una lapide, ed anuual- liberazione. Fatti affettuosi ringraziameli-
i a6 T E A TEA
li ;il loro liberatore, il santo entrò nell'a- za dell'istituto e il loro ministero, con puh-
diacente basilica a renderli Signore e al blica edificazione e soddisfazione, onde
celebrando la messa. Indi tra loro si con- ben presto primari patrizi e senatori voi-
i

sultarono sul parlilo da prendere, e rico- lero di pendere da'cenni del santo, fra'qua-
noscendosi impotenti di giovare a Roma, li consigliò e indusse s. Girolamo Emi-
di visarooo parti rne,privi di tulio ecol so- liani o Miani a fondare la congregazio-
lo Breviario, abbandonando la casa di ne somasca, ed a tale elfetto si ricusò di
Monte Pir.cio. Prodigiosamente illesi tra accettarlo fra'suoi teatini com'egli bra-
tanti feroci armati traversarono la città, mava. Nella carestia e nella peste che fu-
per condursi a Fiumicino, rimettendosi nestò Venezia nel i 5^8 e la quale si pro-
a Dio ove destinava condurli. Giunti alla trasse sino al i53o, prodigiosa fu la ca-
ripa del Tevere trovarono un benefutto- rità di s. Gaetano, privandosi di quanto
re che loro provvide d'un naviglio, e do- avea, lasciando la cura de'suoi fratelli al-
po essere stati dalla Provvidenza salvati la Provvidenza che mai loro mancò in si
da una scarica di fucilate tirate contro di terribile penuria. Nell"mfierire del uaor-
loro, giunsero ad Ostia, ove trovarono bo che spopolò la gran città, nella geoe-
1ambasciatore veneto Venier, che abban- rate desolazione, il sauto co' suoi furono
donando Roma pe' gravi danni sofferti, tutto a tutti, prodigando gli aiuti spiri-
col senatore Amulio e buone navi reca- Inali e corporali a chi ne abbisognava,
vasi a Venezia. Ambedue invitarono il con mirabile coraggio sprezzando d cou-
santo e compagni a seguirli, ed essi ac-
i
tagio senza che uiuno lo contraesse; e per
celiando montarono sulla nave,e nel viag- tali esempi dipoi i teatini nelle pestilen-
gio non vollero nutrirsi che di biscotto ze si resero benemeriti in moltecittà dello
ed acqua. Approdato a Venezia s. Gaeta- stato veneto, de'dominii pontifìcii, de're-
no co'suoi vi fu accolto con distinzione gni di Napoli e Sicilia, ne'ducati di To-
pel gran bene che
avea operato, e gli
vi scana e Parma, ed in Genova ove mori-
furono destinate alcune casette contigue rono 4o teatini. Ad istanza del vescovo
as. Eufemia, donde poco dopo si trasferi- Giberti mandò a Verona ilp.Carafa per
rono in una casa presso la chiesa di s.Gre- la riforma del clero, personaggio che per
gorioodi s.Giorgio, subilo incomincian- la sua virtù e sapienza erasi acquistato
do le loro
apostoliche fatiche. Così Ve- tanto creditorio Venezia, che spesse volte
nezia divide con Roma il vanto di esse- fu chiamato in pieno senato a consiglio
restata la culla del benemerito ordine de' sugli affari più importanti della repub-
chierici regolari. In questo tempo termi- blica. Il vescovo, dopo che ilCarafa aven-
nato il triennio del
p. Carafa, a'i4 set- docorrisposlo a'suoi desideri] erasi da lui
tembi'e fu eletto superiore preposito s. partito, amando la convivenza de'teati-
Gaetano, malgrado la sua ripugnanza, e premurose istanze a s.Gaetano di
ni, fece
non andò guari che una compagnia di pie mandarne alcuni a Verona per fondarvi
persone gli propria chiesa di s. Ni-
offrila una casa, ed il santo vi destinò il p. Col-
cola da Tolentino con alcune case e prò- le cou altri 7 religiosi, e fu loro data la
mettendogli soccorsi. A' 29 novembre chiesa e casa di s. Maria di Nazareth; ma
1527 il santo co'compagni presero pos- siccome nell'adiacente vasta piazza si fa-
sesso della chiesa e casa, che poi la pietà cevano giuochi clamorosi e gozzoviglie
veneta ampliò e rese magnifica, e per es- che disturbavano religiosi dalla vita at- i

sa teatini furono appellali in Venezia


i
tiva e contemplativa, s. Gaetano la fece
anche Tolentim. Nella medesima chiesa abbandonare, lntautoegliin Venezia con
cominciò s. Gaetano ad esercitarvi il suo prediche e conferenze convertì non pochi
zelo, e co'compagni la perfetta osservali- eretici al cattolicisnio, ed accrebbe di sog-
TE A TEA 127
gelti insigni il suo ordine; e con ponti- mancare, offri al santo grossa somma d'o-
fìcia autorità e l'aiuto del p. Ceraia ri- ro per l'acquisto di rendile, assicurando-
chiamò l'esatta osservanza de'riti, e pro- lo the privodi successione avrebbe lascia-
mosse la riforma del breviario, del mes- ta la sua eredità all'ordine. Inorridito
sale, del pontificale e ceremoniale roma- s. Gaetano all'esibizioni contrarie all'isti-
no, riordinando pure I' ecclesiastica sal- tuto, con grato animo le ricusò, per cui
modia, le quali coi lezioni e riforme di- dovè sostenere una lotta col conte e con
poi s. Pio V prescrisse a tolta la Chiesa. quelli che trepidavano sulla futura esi-
Il ceremoniale composlo da s. Gaetano, stenza de'leatini, e 6 ni coll'abbandonare
con buon metodo e nuove addizioni, lo eroicamente la casa a'24 maggio 534, 1 ri-

pubblicò il celebre teatino p. Castaldo. covrandosi in alcune abitazioni vicino al-

Terminato il triennio della prepositura l'ospedale degl'incurabili di Napoli per


di s. Gaetano, ad essa fu rieletto il p. Ca- invito d' una pia matrona sua peniten-
rafa, ed il santo andò a Verona per ri- te Maria Lorenza Longa già ricordata,
durre il clero e il popolo all'ubbidienza la quale con Maria d' A verbo duchessa
del suo pastore, ricalcitranti alla riforma di Termoli gareggiava nell'assistenza de-
ecclesiastica, riuscendovi felicemente con gl'infermi. Nell'ospedale e nella sua chie-
reciproca soddisfazione. Passando per Vi- sa di s. Maria del Popolo il santo co' suoi
cenza, volle albergare nel suo amalo spe- si esercitarono nel sagro ministero e nel-
dale. Dòpo aver il sanlo illustralo Vene- la carità, con edificazione e riforma di
ria colle sublimi sue virtù e prodigiose a- quel clero. Le due virtuose dame veden-
zioni,nel i 533 ad istanza della ciltàdiNa- do angusta l'abitazione teatina, neh' a-
poli si recò col b. Giovanni Marinoni ad diacenze acquistarono casa più ampia, 0-
introdurvi i teatini, con facoltà di Cle- ve portandosi il santo in breve vi cosimi
mente VII di ricevere tutti i luoghi e la chiesa di s. Maria della Slalletta, così no-
chiese che gli fossero offerii nel regno, e mata per esservi ivi stala una stalla, e per
nel passar per Roma Papa il li accolse con ricordarsi dal santo quella del Presepio,
paterna amorevolezza, benedicendoli af- la cui divozione di farlo nelle feste Nata-
fettuosamente,consolato nel sentirei pro- liziesembra che ivi cominciasse, unito al
gressi dell'ordine, sul quale vedea ti aiti- suono dei pifferali che lo sollevava alla
cele la speciale protezione della divina contemplazione de'di vini misteri d'unOio
Provvidenza. In Napoli il santo fu rice- fatto Bambino. In breve la chiesa fu as-
vuto con amore e venerazione, ed. Gio. sai frequentata per la decorosa ufìiziatu-

Antonio Caracciolo conte d' Oppido gli ra, e per aver Dio anche qui glorificato
donò la casa che avea fabbricalo e ben il suo diletto servo con operare prodigi.
provveduta fuori di porla s. Gennaio e Poscia promosse in Napoli col suo credi-
vicino alla chiesa di s. Maria della Mise- to la fondazione d' alcuni monasteri sia

ricordia per una congregazione di chie- per le donne meretrici convertite da cat-
rici regolali. Tosto il p. Cara fa gli inan- tiva vita e per le donzelle pericolanti, e
dò 6 altri soggetti per introdurvi la rego- per quest'esempio si dilatò I' istituzione
lare osservanza, e per faie maggior ac- per altre città d'Italia; sia perle cappuc-
quisto d' anime a Dio, tutti illustri per cine di s. Maria di Gerusalemme colla re-
bontà e dottrina, venendo eletto nel ca- gola di s. Chiara, e di questa nuova isti-

pitolo geuerale di Venezia a preposito di tuzione ne ottenne l'approvazione da Pao-


s. Maria della Misericordia. Il conte d'Op- lo 111, tralasciandone poi la direzione, es-
pido prendendo alleilo a'lealini, non solo sendo vietato dalle proprie costituzioni il

divisò trasferirli dentro la città ; ma te- governo delle monache; sia per lo stabi-
mendo che per la loro povertà andassero a I mento del monastero della Sapienza di
128 TEA TEA
riformate domenicane, per opera dell'al- dò all'amatissimo porporato fratello la cu-
tra sua penitente Maria Carata degna so- ra di trovare un'abitazione opportuna per
rella del p. preposito generale, e già mo- l'ordine in Roma, s. Gaetano ritornò a
naca di tal ordine in «. Sebastiano di Na- Napoli con giubilo di tutta la città, e su-
poli. Frattanto Paolo III neh 536 invitò bito riassuuse le fatiche apostoliche in be-
il p. Carata a Roma per ristabilirvi la re- nefizio dei prossimi. Venne ascritto alla
ligione teatina dove avea sortita la culla, compagnia de' Ciancili per assistere e coa-
e per servirsene nel governo della Chiesa diuvare condannati all'estremo suppli-
i

ad onta di sua ripugnanza lo creò poi car- zio aben morire, e come zelante e bene-
dinale. Giunto il p. Carata in Roma con merito ne fu eletto superiore. Esseudo la
5 religiosi, vi chiamò il santo per celebrar- chiesa di s. Maria della Slalletta augusta
vi un capitolo generale, e tutti furono ge- a' vasti disegni del santo e de'suoi compa-
nerosamente ospitati da'domenicaui in s. gni, che desideravano di santificare tutta
Maria sopra Minerva, e ricevuti lietamen- Napoli, non potendo accogliere la molti-
te dal Papa, il quale Dell'elevare alla por- tudine accorrente, si venne a risolvere di
pora il p. Carafa, essendoegli infermo, per trovarne altra più capace per soddisfare
singolar distinzione gli maudòuel conven- a'desiderii del popolo,o di ritornare aVe-
to la berretta cardinalizia (ò\ alcun raro nezia. A impedir questo i magistrati na-
caso di siffatta distinzione parlai ancorauel poletani fecero tutte le diligenze possibi-
voi. XLVII,p. 32), da un cameriere pon- li, e tra quelle più centrali olferte al san-
tificio,con rossore di s. Gaetano presente to, egli stimò più opportuna la chiesa di
cheabborriva le dignità per se e suoi fra- s. Paolo Maggiore, costruita nel 798, per
telli, onde gli fece cenno che non l'accet- la gloriosa vittoria riportala sui saraceni
tasse, ignorando il precetto d'ubbidienza da' napoletani nel di della Conversione di
impostogli da Paolo III. Il cardinal Ca- s. Paolo e a sua intercessione, sugli avan-
rata angustiato per vedersi impotente di zid'un tempio d'Apollo poi di Castore e
appagare i desiderii del santo e quelli del Polluce. Ma esseudo cura d'anime e in-
proprio genio, ricevuta la berretta e con- corporata a numeroso sodalizio, conven-
segnandola all'infermiere, gli disse: attac- ne superare molte dillìcoltà per ottener-
catela a quel chiodo fisso nel muro, il che la mediante l'autorità del viceré d. Pie-
già ricordai a suo luogo; con ammirazio- tro di Toledo e l'approvazione dell'arci-
ne del delegato papale, in vederlo man- vescovo cardinal Vincenzo Carafa: teati- i

canted'un tavolino onde collocar decoro- ui ne presero possesso a'28 maggio 1 53S,
saraentequell'insegna cardinalizia. Fu al- lasciando alle cappuccine la casa e la chie-
lora che s. Gaetano con ispirilo profetico, sa di s. Maria della Stalletta, e perciò pre-
e ch'ebbe pieno effetto, soggiunse al no- se il nome di s. Maria di Gerusalemme,
vello cardinale: Se voi ricevete questa ber- mentre la cura d'anime dis. Paolo fu poi
retta, salirete più alto, ma sarà con dan- trasferita nella chiesa di s. Giorgicello.
no de' vostri parenti Carafa (T .). Risa- L'antichità della chiesa di s. Paolo avea
nato il cardinale, s. Gaetano nel conven- ridotto l'edifizio minacciante rovina, per
to de'domenicani convocò il capitolo ge- cui s. Gaetano subito applicò tutto il suo
nerale, a cui volle intervenire il cardina- zelo per restaurarla solidamente, ed ab-
le, interessandosi conegual zelo di prima bellirla con opere insigni, con quel deco-
ne'progressi e vantaggi dell'ordine, con ro e lustro conveniente alla casa del Si-
protestarsi che quella
mutazione di stato gnore, mediante i consueti stupendi mi-
non avrebbe mai distaccato il cuore
gli racoli della divina Provvidenza. Egli vi
dalla sua amata religione. Sciolta che fu pose tutta la sollecitudine di cui era ca-
l'assemblea de'padri,iu luì si raccouiau- pace per renderla maestosa, leggiadra e
TEA TEA lag
nobile, occupandosi persino della nettez- suesomministrazioni quotidiane, dal san-
za che eseguiva da per se. Amava die le to riguardate per eccessive, e gli pareva
chiese fossero dignitose e belle, non cu- che profittandone si venisse a sottrane
rando clic la cella fosse angusta, scarso il dalla cura immediata della divina Prov-
vitto, e lacero il vestito. Costumandosi al- videnza. Ritornato il santo in Venezia
lora la salmodia anche nel coro aperto e scnoprì la nuova perfidia d'Occhino, che
negli stalli situati nel mezzo della chiesa ivi pure colla sua eloquenza voleva per-
alla vista del popolo, e perciò tra le distra- vertire le anime, laonde tanto disse e fe-

zioni e le irriverenze, s. Gaetano traspor- ce che gli fu interdetto il predicare dal


tò il coro e gli stalli dietro l'altare mag- nunzio apostolico, e fu richiamato alloma
giore per ehm inaregl'i neon venienti, e con dal Papa a render conto de' suoi errori;
tirarvi ne'due lati laterali dell 'altare cor- ma egli fuggì e apostatò, e si vuole che
1 1 ne di»tese,clie impedissero a'salmeggian- per le orazioni di s. Gaetano prima di mo-
ti il vedere e l'essere veduti dal popolo. rire abiurasse l'eresia. Nel 1 543 termina-
Anche in questo il santo fu imitato da ta la sua prepositura di Venezia, per le
molle chiese, eziandio de' religiosi, e fu suppliche de' napoletani si restituì nella
benemerito chele divine lodi si cantino loro città e fu eletto superiore della casa
con piìi raccoglimento. Inoltre introdus- di s. Paolo, dopo aver nel viaggio.seda-

se in s. Paolo, secondo l'antica disciplina tamiracolosamente una tempesta di ma-


della Chiesa, la separazione degli uomini re, col gettito d'un Agnus Dei. Se ve- i

dalle donne con isleccati di legno, il che neziani restarono dolenti in riperderlo ,

pure fu seguito da moltissimechiese. Per Napoli lo accolse come un angelo venuto


tuttociò la chiesa di s. Paolo divenne un dal cielo. Pel cumulo degli affari avendo
santuario, e acquistò celebrità. Napoli pei dovuto il cardinal Carata tralasciare la

mandatarii che ovunque manteneva Lu- celebrazione della messa quotidiana, per
tero, fu in pericolo di perdere la fede, in- mancargli quel tempo in cui santissima-
gannata dalla loro ipocrisia e scaltrezza: mente si preparava sin dalla sera, pro-
tali furonoGio vanni Va ldesio,PietroI\Iar- ti aendo i ringraziamenti per tutta la mat-
tire e Bernardino Occhino, zelanti pro- tina; saputosi ciò da s. Gaetano, nella sta-
motori dell'eresia. Insorse s. Gaetano a gione più calda e pericolosa corse in Ro-
smascherarli, ed a provocarne la riprova- ma, onde eccitare l'esemplare cardinale
zione dalla s. Sede, la condanna de'loro a riprendere la celebrazione giornaliera,
scritti alle fiamme, e la loro espulsione, essendo fallace il credere di non poterlo
liberando cos'i la città dal pestifero vele- fare degnamente. 11 porporato confes-
no de'lalsi dogmi. Nel i 5 (OS. Gaetano fu sando umilmente il suo inganno, ripi-
dichiarato preposito della casa de'Toìen- gliò subito il santo costume e non l'in-
tini in Venezia, e vi si portò tra il com- tralasciò inai , se non quando impedito
pianto de' napoletani che lo veneravano dall'infermità. Tornalo immediatamen-
padre comune e angelo tutelare, e l'indici- te a Napoli, provvide miracolosamente di
bile contentezza de' veneziani per averlo pane i suoi religiosi, e poi chiese d'esse-
ricuperalo, ed egli superò la loroespetla- re sgravato dal peso di più governarli per
tiva per l'ardentissima e indefessa carità, prepararsi a ben morire, e fu contentato
di cui era modello perfetto. Per le istan- nel i544- Sollevato dal grave incarico,
ze del vescovo Giberti il santo con alcuni mentre attendeva a santificar se slesso, e
compagni ritornò in Verona, e gli fu as- ad unirsi più intimamente a Dio, nipo- i

segnata la casa e chiesa che aveano labia- ti e cugini mossi dalla lama della sua san-
i

ta, ma fu sul puuto di nuovamente ab- tilà,si condussero da Vicenza a Napoli per
bandonarla, se il vescovo non frenava le ammirarla da vicino con queli'equipag
\OL. 1 Wlll.
9
i3o TEA TEA
gioche loro conveniva. Detestandoli san- viaggio, e fu velluto un angelo aceompa-
lo quella pompa, come troppo contraria gnarlo con torcia accesa. A Iti a gloria di s.

alla sua umiltà, non volle affatto veder- Gaetano è l'avere immaginato, suggerito*
licon azione eroica: distaccato del tutto persuaso e promosso il gran concilio ili
da'parenti, però impetrava loro da Dio Trento per abbattere l'eresia e per la ri-
i beni eterni. Il santo si apparecchiò al forma generale del clero,alqnal uopo pro-
suofelicepassaggioin cielo, non meno con pose l'istituzione de' Seminari vescovili.
continue orazioni e penitenze, che col con- In una parola, s. Gaetano fu per la Chie-
vertire anime a Dio, continuando a pia- sa, ciò che Lutero fu contro la Chiesa. Fi-
ccarla vita attiva e contemplativa. Con- noia ho proceduto in compendiare pre-
tribuì all'erezione del monte di pietà in cipuamenteil molto che sull'origine e pri-

Napoli per frenare l'usura esercitata da- mi progressi dell'ordine de'tealini dotta-
gli ebrei che impoveriva molte famiglie, mente ne scrisse il chierico regolare del
secondoil concepimento del b. Marinoni, medesimo p. il. Bonaventura Hartmann,
cioè di prestanze di denaro e mediante nella / ita di s. Gaetano Tiene p.itriar-
pegni senza il minimo interesse, ed a que- ea dei chierici regolari .Roma 84?, per i

sto esempio furono istituiti altri simili Alessandro Monaldi, il quale bravissimo
monti. Inoltre il santo indusse il conte tipografo nel novembre) 846,che di nuo-
ti' Oppido a lasciare al luogo pio gran vo la pubblicò, si compiacque intitolar'
parte di que' beni ch'egli avea ricusato, mela per portare indegnamente il nome
e col suo esempio mos»e altri ad ai rie- del santo mio patrono, con due edizioni,
ciurlo. Dovendosi celebrare in Roma il una delle quali più nobile e ornata. Per
capitolo generale, volle il santo inlerve- comun consenso si loda il p. Hartmann,
nirvi, per stabilire con leggi permanenti ultimo agiografo di s. Gaetano, pe'pre-
prima di partire da questo mondo il suo gievolissimi meriti di esattezza storica, per
mirabile istituto, e si tenne nel palazzo del ordine, per erudizione e per pietà. Ora
cardinal Carafa, costante amatore tene- mi si aprirebbe allro vasìo campo colla
rissimo dell'ordine. In quest'adunanza le 2/ e 3/ parte dell'encomiata / ita, in cui

maggiori premure di s. Gaetano furono il p. Hartmann ragiona: De'favori segna-


d'armare di alcuni decreti la perseverali- lati fatti da Gesù a s. Gaetano; delle me-
za della povertà teatina, acciò mante-
si raviglie del suo cuore; dell'amor di Dio
nesse dipendente dalla sola provvidenza e medesimo; degli effet-
e voli del cuore del
nel sostenersi con limosine totalmente vo- ti innamorato suo cuore; della sin-
dell'

lonlarie de'benefattori. Zelò col cardinal golar divozione verso il ss. Sagramento e
Carafa le istanze de' Somaschi per Tu- pel suo cullo esteriore; del zelo per le a-

nione co'teatini, venendo incorporati al- nime eamore pel prossimo; delle inven-
l'ordine; ma poi furono separali a'^3 di- zioni nuove del zeloe deli'amore;degliaf-
cembrei 555, per possedei e rendite e per felli reciproci colla ss. Vergine; dell'aiuo-
la cura degli orfani, che sebbene lodevo- re e favori di essa pel santo, e della di-
lissima, disturbava gli esercizi de'chierici vozione e ossequiodi questo a quella; dei-
regolari, restando tra loro eccellente ar- la divozione agli angeli e a'santi; del mar-
monia. In questo capitolo s. Gaetano fu tirio di s. Gaetano d' anima e di corpo;
rieletto preposilo della chiesa e casa di s. com'egli mortificasse la sua volontà e le

Paolo di Napoli, e accettò per ubbidien- passioni; di sua orazione prodigiosa e di


za nella quale venerava la volontà di Dio. sua umiltà. Della croce e passione di Cri-
Nel suo ritorno in Napoli, bramosodi Irò- sto comunicata al santo; delle duedisav-
\arsi alla festa dell'Ascensione, a fronte venture grandissime che lo ridussero a
del cielo osenrissimo volle progredire il moi le; della sedizione e guerra sanguino-
TEA TEA 1 3
la in Napoli Ira' regi ei cittadini per l'in- nincasa fondatrice gloriosa delle Teatine,
traduzione dell' Inquisizione ,
(pianto vi predicendo pure la divozione de'popoli e
patì coperò; delle sue belle virtù mori- venerazione in ogni luogo pel santo), ed
bondo;coa>emorìconfbrtatodallaB.Vei'- ivi pure fu tumulato il b. Giovanni Ma
gine, e quant'alto volasse la sua anima io i inoni veneziano, ed alcuni antichi padri
cielo, ove ottenne da Dio la pace alla ci t- di santa memoria. Inoltre per disposizio
là di Napoli; di sue fattezze esterne; del- ne di Dio, quando giudici delegali prò
i

le solenni beatificazione e canonizzazione; cederono alla ricognizione del sagro de-


della divozione e venerazione universale posito, per rispetto o per timore lasciaro-
B s. Gaetano, e destici miracoli. Ma indi- no intatta la sotterranea tomba, e per una
cali tali capi non è mio intendimento di rivelazionefalta dal Salvatore schierean
seguile l'egregio scrittore nel loro svolgi- geliehe custodiscono il beato corposi qua*
mento, né mi senio forze bastanti con pò- le si scoprirà miracolosamente in tempo
che parole a farlo in degna maniera. An- di grande calamità e travagli, a cui potei)
zi in ossequio a tutti gli ordini de'cliie- temente presterà soccorso, secondo la ri-
liei regolari di cui compilai articoli, e velazione fitta dal santo stesso a un ino
per essere s. Gaetano primario palliar-
il ribondo in Palermo nel ridonargli la vi-
ca di tutti, alquanto sorpassai consue- i ta. Clemente Xclie lo canonizzò, conces-

ti limiti, ed anche per que>to e per quan- se l'indulgenza plenaria a tutti quelli che
to dovrò riferire dell' ordine teatino, e a'^ agosto, giorno della festa del santo, vi

pel già pubblicato articolo di s. Gaeta- sitassero una chiesa de teatini, precedu-
Nn, tralascio di seguire l'eccellente sto- ta la confessione e comunione. Fra' più

rico. Solo dirò che la strage di anime e possenti monarchi che domandarono i-
di corpi, avvenuta in Napoli nella del- stantemente alla s. Sede la canonizzazio-
la insurrezione ridusse il santo al ter- ne di s. Gaetano, ricorderò Luigi XIV il
mine della vita, la quale egli offrì a Dio Grande re di Francia. L'amabile s. Gae-
vittima di propiziazione e di perdono al- tano, che voleva la gaiezza non fosse dis-
ia città peccatrice e a lui diletta. Accettò il giunta dalla pietà, non piacendogli la me
Signore la generosa offerta, ed egli cadde lanconia e la tristezza, a fine di evitare
infermo di gravissima febbre, la quale s'i- il disgusto negli esercizi di religione, go-
nasprì allorché seppe interrotta la cele- de sempre e gode di universale divozio-
brazione del concilio di Tiento, da cui ne popolare, siccome padre della Piovvi-
sperava la riforma del mondo. Questo e (lenza e henefaltoredel cristianesimo. L'u-
i tumulti di Napoli trassero il santo nel niversalilà d'ella divozione a s. Gaetano
sepolcro, e invitato dalla ss. Vergine a se- ne fa celebrare la festa con solenne pom-
guirlo in paradiso, l'anima del santo soa- pa principalmente in Napoli, di cui è uno
vemen te spirò a ore 19 de' 7 agosto 1^47, dVprolettori e la cui statua o busto, con
d'anni67 e 3 di religione. Avendoli san-
•>.
quella di s. Gennaro, fu eretta su tutte le
to domandato per grazia al Signore che porte della città, con l'epigrafe Oh Ur-
lisuo corpo restasse occulto anche dopo bem a peste liberatami ed in Roma, ove
morto ,
permise che si seppellisse nella ni suo altare nella sontuosa chiesa de'tea-
chiesa di s. Paolo Maggiore sotterra e da tini accorrono a celebrate la messa car-
mi gran masso di terra coperto, sul qua- d'inali, vescovi, prelati ealtri primari del-
le poi fu eretto un altare con cappella ma- la gerarchia ecclesiastica ,
il che praticò
gnifica, la quale per gl'innumerabili mi- animalmente (demente Vili, comnnican-
racoli operati da s. Gaetano divenne o- do di sua mano numerosissimo popolo,
no de'piìi celebri santuari d'Italia (veri* Nell'articolo I'rotunotari apostolici dis-
oleandosi la profezia della ven. Orsola Be- si, che ogni anno assistono in s. Andrea
j32 TEA TEA
della Valle alla solenne messa eanta la,con vita diun magnifico benefattor degli uo-
l'offerta di 12 torcie elicerà; 4 di queste mini, di un grande riformatore, qua- il

con calice e patena d'argento, ogni 4 an- le cogli efficacissimi esempi di sue virtù
ni il senato e popolo romano in tal gior- e con le istituzioni d'un nuovo ordine
no offre al santo formalmente. Ma della religioso riebbe da molti vizi 1' Italia, e
divozione e venerazione udì versale a s. la cattolica fede mantenne contro ereti-

Gaetano ne scrisse il p. d. Innocenzo Sa- ci perfidiosi".


vonarola: Notizie gloriose di s. Gaetano, 11 p. Ilelyot dopo aver in breve esat-
Palermo 1772. Notai nel voi. LI 1, p. 2 8,
1 r tamente raccontato il principio e l'incre-
che il regnante Pio IX nel novembre 849 1 mento dell' online de' chierici regolari ,

essendo in Napoli, si recò a venerare i cor- tranne brevissime differenze dal narrato
pi de'ss. Gaetano e Andrea Avellino, e vi- del p. Hartmann, riferisce come il cardi-
sitò la camera abitata dali. a s. Maria nal Carafcì, secondo convenuto nel ri-
il

della Misericordia. La vita di s. Gaetano, portato capitolo, procurò a' teatini una
scritta in latino dal p. d. Antonio Carac- nuova fondazione in Roma loro cullate-
ciolo, unitamente a quelle de'confonda- ciò vi avessero stabile soggiorno, almeno
tori Gio. Pietro Carata poi Paolo IV, Bo- per quando loro fosse necessario portar vi -
nifacio Colle e Paolo Consiglieri, fu stam- si, per non vedersi obbligati a dover men-

pala a Colonia nel 16 12, e si legge pure dicare dall'altrui cortesia 1' albergo; ma
colle note del p. Pini ne'Bollandisti, Ada essendosi proposto di dare ad essi la chie-
ss. Augusti, t. 2, p. 282. Altra ne scris- sa dis. Girolamo della Carità, non pa-

se in francese Charpy di s. Croce e fu stam- rendo allora loro propria per ministeri i

pala in Parigi nel 1637, dove nello stes- dell' istituto, rimisero ad allro tempo il

so idioma nel 1 6c)8 ne fu pubblicala al- ripristino della fondazione della casa di
tra del p. d. Bernardo du Moulin teatino, B-oma. Il cardinale proposedi stabilir nel-
ed altra nel 774 dal teatino di Parigi p.
1 l'ordine una specie di governo, e si giu-
Tracy, in un alla vita degli altri santi del- dicò il più conveniente fosse l'aristocra-
l'ordine. In ispagnuolo la compilò Manoe- tico, vale a dire che tutla l'autorità risie-

lo Calascibetla , impressa a Madrid nel desse presso coloro, che avrebbero voce
1 653. In italiano l'abbiamo daEureleMo- in capitolo, e quanto ordinassero col con-
soscolo, Verona i645, eh' è piuttosto un senso della maggior parte de'padri capi-
panegirico del santo;dal p.d.StefanoPepe, tolari, servisse di legge e fosse osservato in
Roma 1G57; dal p. d. Gi useppe Silos e di- tutto l'ordine sino all'altro capitolo. Ciò
vulgata inRoma nel 1 67 1 in occasione del- fu approvato a viva voce da Paolo III, ma
la canonizzazione, e ristampata nel 1
678; questo governo aristocratico non durò che
dal p. d.Gio.Battista Castaldo,dicuifu fat- sino ali 588, in cui Sisto V ordinò a'pa-
ta la 2. edizione in Roma nel 16 iG; dal p. dri nel capitolo tenuto in Genova, d'eleg-
d. Gio. Batlista Caracciolo, pubblicata in gere un generale secondo l'uso delle al-
Pisa nel 1738; dal p. d. Gaetano de Maye- tre congregazioni, il quale con autorità
liis, stampata in Napoli nel 7 6, e com- 1 1 indipendente reggesse d governo dell'or-
pendiala dal p. Hartmann nel 776; 1 e dal dine, esigendo da lutti religiosi ubbidien-
i

p. d.GiuseppeM.'Zinelli, Venezia 1753. za e rispetto, per cui elessero a 1 . genera-


Nel 1843 altra ì ita di s. Gaetano pub- le preposito dell'ordine il p. d. Gio. Bat-
blicò in Verona il p. Bartolomeo Mo- tistaMilano. Il cardinal Carata costan-
preposto di que' filippini (la cui ne-
relli temente amorevole e sollecito per l'an-
crologia si legge negli Annali delle scien- tico suo ordine, ottenne la conferma de'
ze religiose. serie 2.', 1. 1 3^.299), il qua- privilegi pontificii da Giulio III, e nel bre-
le dice nel proemio. «Entro a contare la ve pontificato di Marcello lidi uuovo prò-
TEA TEA i33
curò la rinnovazione della casa de'teatini aumentata colle opere possedute dal cele-
iti Roma,ov'era nato l'ordine. La morte bre teatino p. d. Antonino Diana e co'suoi
del Papa ne impedì l'esecuzione, ma es- mss. di teologia morale e su altre mate-
sendogli succeduto neh 555 col glorioso rie. Nel celebrarla il Piazza tra le prima-
nome Paolo IV\ effettuò il suo dise-
di rie di Roma, osserva pure che molti libri
gno con ottenere a'i3 novembre la ces- erano mss. antichi in pergamene con mi-
sione della casa di s. Silvestro sid Monte niature e caratteri d'oro, tra'quali alcu-
Quirinale, padronato della famiglia Sfar- ne opere di s. Gregorio I, e alcuni trat-
za, per concessione del cardinal Guid'A- tati del celebre matematico e pittore di
scanio Sforzati '.), rimovendo pochi do-
i prospettiva p. d. Matteo Zoccolini teatino,

menicani che l'aveano in cura, e riunen- sia di prospettiva lineare, che de'colori e
do diritti della parrocchia a quella de'ss.
i altri disegni, insieme a'eommenti d'Eu-
XII Apostoli, come riportai nel voi. XLV, clide, e la sfera delSacrobosco di sua ma-
p. 23tì,descrivendo la casa e la chiesa, no scritti a rovescio, come usava Leonar-
quanto vioperarono d'accrescimento eab- do da Vinci. celebre cardinal Sirleto fre-
1 1

bellunento teatini, dopo averne preso


i quentò la biblioteca, dopo avere abitato
possesso a' i8 dello stesso novembre. Il per 3 anni nella casa prima del cardina-
Piazza, Eusevologìo Romano, trat i3, facendo il maestro di lingua greca ed
lato,

Della libreriadis. Silvestro a MonteCa- ebraica a 'giovani, siccome amante de'tea-


vallo, dice che Paolo IV allettato dall'a- tini. L'ordine conservò la casa e chiesa di
menità del si to,vi abitò e celebrò due con- s. Silvestro, buche Pio VII mediante com-
cistori nella casa de'teatini, lasciando lo- pensi di 4 o 5ooo scudi che die ad essi,
ro in morte tulli i suoi libri da esso già con breve de' io aprile So i i, pubblicalo
usati e postillati dal cardinal Carafa suo a'i4)l'assegnòalfamosop./Wcrt/^//-/(F.)
pronipote, il donò pure molli
quale gli i istitutore della società della Fede diGesìi,
che possedeva, laonde si formò una scel- sciolta la quale lo stesso Papa assegnò la
ta e numerosa biblioteca, massime di ma- casa e la chiesa neli8i4 «Ila congrega-
terie legali, ed eziandio con mss. originali zione della Missione (7 .). che tuttora le

del celebre giureconsulto Prospero Fari- possiede. Aggiungerò con istorica verità,
nacci sepolto nella chiesa. Accrebbe poi no- che i teatini cederono solo per ubbidien-
tabilmente questa libreria Michele Ghi- za al Papa la casa e la chiesa di s. Silve-
slieri ebreo convertito per opera di s. Pio stro, perchè a Pio VII le avea con fer-
V, da cui ebbe il proprio nome e cogno- vide istanze domandate 1' arciduchessa
me, e si fece teatino. Versato il p. Ghi- Marianna d'Austria pel p. Paccanari; ed
slieri nelle lingue ebraica, caldea, greca i teatini esaurirono rispettosameute ogni
e latina, come apparisce nelle sue opere opera per non addivenire a tal cessione.
date alla luce sopra la Cantica e altri li- Paolo IV ebbe particolare cura e pro-
bri della s. Scrittura, per esso non solo pensione per l'ordine, vietò di tenere ogni
acquistò questa biblioteca de'teatini mol- anno il capitolo, elesse i superiori delle
te sagre Bibbie di gran prezzo per la va- case di Venezia, di Napoli e di Roma, ed
rietà dell'edizioni, ma altresì un bel no- ordinò che governo de' superiori fosse
il

vero d'opere erudite. Dipoi fu successiva- prolungato a 5 anni invece di 3, con l'ob-
mente accresciuta con libri moderni de' bligo di confermarsi ogni 3iino, ed ac-
migliori scrittori, e si formò un indice e- cordò a'teatini altri privilegi, e di usare
saUissioiO e assai ordinato ehe servì d'e- nella messa due palle, di cui trattai a Pal-
semplare a molte celebri librerie^ fu slam i \. Ni II agosto 55r morì in\ enezia il p.d.
i

palo a pubblico uso dal p. Fabiano gè- Bonifacio Colle, e nell agosto 5 Ì«ì il gran i

Mrett lihppiuo. luoltre la libreria vcuuc Pontefice Paolo 1Y, del quale per amo
i 34 T E A TEA
ie alla giustizia celebrai in tanti luoghi le spirito di Gaetano, il quale avca som-
s.

santissime virtù, la vasta mente e I' ani- mamente a cuore l'educazione della gio-
mo magnanimo, riprovando altamente ventù, e per cui specialmente nel regno
gli oltraggi tli cui iu indegnamente segno delle due Sicilie teatini tengono nelle lo-
i

dopo la sua morte, vendicandone la gloria ro case aperti questi convitti. Altra casa
un s.Pio V e il tempo. Dopo il decesso drl aprirono in Genova, altre ne fondarono
venerando Paolo IV, le cose dell'ordine fu- nella Spagna, in Portogallo, in Polonia e
rono ripristinate a seconda delle preceden- inalili regni. Quantoal Portogallo fu Gio-
ti costituzioni, e neh 56o teatini tennero i vanni IV che die a'teatini nel 1G4B un o-
capitolo in ^ enezia, in cui determinaro- Spizio in Lisbona, donde nel 1 683 passa-
nodi radunarlo ogni anno, e fissarono indi- rono ad un'altra casa, e nel 1608 ad una
ti regolamenti per !a regolare osservan- 3.', aprendone anche in Goa nelle Indie

Ottennero una nuova casa in Padova


za. orientali ein altri luoghi di quella immen-
nel 5G5, altra in Piacenza nel i 569, fu-
i sa contrada. 11 celebre cardinalGiulioMaz-
ronocbiamali in Milano nel seguente dal- zarini ad istanza del p. del Monaco sici-
l'arcivescovo cardinal s. Carlo Borromeo, liano l'inlrodusseaParigi nel 644> ecom
1
'

e nel 1572 vedendo tanto moltiplicare il prò loro la casa rirnpetto alle gallerie del
numero delle case, elessero de'visitatori Louvre: ne presero possesso a' 27 luglio
nel capitolo tenuto in Roma, e vi fecero 1648, vigilia di s. Anna la Reale, titolare
un'altra fondazione in Genova. Passaro- chiamata per An-
della loro chiesa, così
no quindi a Capua nel 1074, indi otten- na d'Austria reggente del regno e prolet-
nero delle case in Cremona, Ferrara, A- trice de'teatini. 11 medesimo cardinal la-

quila, ed in molte altre città d'Italia; in sciò per testamento 100,000 scudi da im-
alcune delle quali fecero più fondazioni, piegarsi nella edificazione ornamento di
come in Napoli ove aprirono sino a 6 case, lai chiesa, che al tempo del p. Helyot non
1 icevendo in quelle di s. Paolo e de'ss. A- era finita, ponendovi in nomediLuigi XIV

postoli de' fanciulli nobili di tenera età, lai/ pietra il principe di Conty, e si cu-
teatino e osservando D
vestiti coll'abito <di miticiò a uffizi a ria il i.° novembre 1669.
esercizi della comunità, per cui molti tra Questa casa di Parigi produsse vari tea-
essi professarono l'istituto. De la Lande tini illustri, cioè il ven. de la Croix, il

nel suo r ii/ggio d'Italia stampato nel p. Pidou vescovo di Babilonia, il p. Bul-
1 769, dice che la casa di s. Paolo era del- teau, il p. Dubue celebre controversista,
le più segnalate per la quantità de'pi ela- il Boyer vescovo di Mirepoix, e il sud-
p.
ti che ne uscirono, ed era l'asilo della più detto biografo p. de Tracy, come riporta
alta nobiltà. In Roma ebbero le grandio- l'erudito annotatore dellab. Butler nella
se casa e chiesa di s. Andrea della Valle, / ita eli s. Gaetano, iusieme ad altre in-
che tuttora posseggono e delle quali par- teressanti notizie sid sanlo e sui teatini.
lerò poi, solo qui aggiungendo, che leg- Parlando il p. Helyot delle missioni stra-

go nel Costami, L' Osservatore di Roma niere da loro intraprese, dichiara che en-
t. 2, p. 32, del supplemento, di avere i trarono nel 1627 nelluMingrelia, ove fon-
teatini nel 1824 istituito in detta casa un darono una casa, altre avendone istituite

nuovo convitto, in cui ammettevano i gio- nel la Tarla ria, nel laCii cassia, nel la Giorgia
vanetti di nobileo civil condizione con di- che in processo di tempo furono costretti
screto mensile pagamento e vestiti col- abbandonare. Successivamente si forma-
I abito teatino, per ricevervi l'istituzione rono 4 provincie in Italia, cioè la provin-
cristiana, l'insegnamento delle scienze tan- cia diNapoii,quelIa di Sicilia,edue inLom-
to ili filosofia, che di teologia, da insigni bardia, una in Germania e altra in Ispa-
precettori dell'ordine, e ciò conforme allo gna. Le suddette prime costituzioni del-
TEA t E a 1 35
l'ordine sono nella loro brevità un mo- coli feci la biografia, tranne l'ultimo per-
numento di saggezza, e furono a poco a chè morto a' 1 G maggio 853 dopo stam
1
-

poco accresciute da 'capitoli generali, e si palala lettera /'.A 11'articoloREi.iGioso par-


trovano nel p. Sdos istoriografo dell'or- lai delle vesti cardinalizie che usano i car-
dine. Egli dice che le presenti costituzio- dinali chierici regolari. L'encomialo an-
ni sono l'opera della pietà di molti reli- notatore del Butler, / ite de' principali
ligiosi che le compilarono d'ordine di det- san/i, dice che i teatini hanno avuto si-
ti capitoli, e principalmente di quello del no al presente ir)4 vescovi. Aggiungerò
iogSedi quello tenuto in Roma nel i6o{, ch'ebbero pure de' vicari apostolici insi-

indi approvate da Clemente Vili nello gniti della dignità episcopale, e di presen-
stesso 1604 con bolla de'28 luglio, e stam- te hanno vescovi come quelli di Girgert-
pale per la
D
volla nel 608. Le regole po-
1 . 1 ti mg.'Domenico Lo Jacono, e di Calta-
steriori a questa approvazione si chiamano nisetta mg/ Antonio Stromillo,ainbo pre-
decreta- 3 e sono divise in 3 parti come le conizzati da Gregorio XVI. I vescovi del-
costituzioni. Oltre i decreti in latino, ve l' ordine sino al presente oltrepassano i

ne sono anche in italiano col titolo di or- 7.5o. Lungo sarebbe il novero degli altri

diniti quali sono divisi in 1 3 capitoli, stam- illustri e tlotti teatini, e degli autori di o-
pati più volte. Ilp. Peregon pubblicòdel- pere, de'quali ne ricordai diversi. Di tutti
le note sulle costituzioni in forma di de- scrisse il teatino p. d. Antonio Francesco
cisioni morali, ed il p. Caracciolo delle os- Vezzosi(che Clemente XIII voleva crea-
servazioni o Synopsisj le une e le altre re cardinale, ed in vece creò il p. Ganga-
piacquero tanto al cardinal de Remile che nelli conventuale che gli successe col no-
le fece stampare colle costituzioni in Pa- me di Clemente XIV), Gli scrittori de'
rigi, prima che vi fossero introdotti tea- i chierici regolari detti Teatini, Roma
tini, benedetto XIV colla costituzione In- 1780.' L' Effemeridi letterarie di Ro-
signem, de'20 marzo ij^'j, suo Bull. t. ma di tale anno, a p. 385 rendono ra-

1 , p. 5o3, conferì in perpetuo a' teatini gione dell' opera. Gli annali dell' ordine
un posto di consultore nella s. congrega- sono stati scritti da'due seguenti teatini.

zione de'rili,a cagionedel dotto Commen- Gio. Raltista Tuffo, poi vescovo d'Acer-
tario che avea composto il p. Merati so- ra, Storia delia religione ile' padri chie-
pra le Rubi ichc. e ch'è molto più esteso rici regolari, Roma
1610. Giuseppe Si-
Gavauto barnabita, facen-
di ([nello del p. los, Historiae clericorum rcgularium,
do Papa un glorioso e assai onorevole
il accessit theaiini ord. icriptorum cata-
elogio dell'ordine. Questo vanta un gran logos, Romae 65o-66. Si ponno anche
1

numero di servi di Dio, di cardinali, di vedere: Morigia, Storia, delle religioni,


vescovi e di dotti scrittori. Fiorirono tra' cap. 5o; Auberto Mirco, Orig. clerico-
Gaetano, s. Andrea A< /•
tea tini ottres. rum rcgularium, cap. 2; ed il p. Flami-
Un Giovanni Marinoni, il b. Pao-
il b. nio da Latera, Compendio della storni
lo cardinal Bucali. \\ b. Giuseppe M/car* degli ordini regolavi, par. 3, cap. 1 : Del-
diluii Tornatasi. Altri cardinali, oltre il 'ordine
l' de'chierici regolariTeatini.Nei-
Cara/a e Papa /Y/o/o // .sonoGio. Ber- l'articolo Teatine raccontai come l'am-
nardiuo.Vro///'.L^ a ncesco /'/:,' //,^/r///'.Do- mirabile e ven. suor Orsola Renincasa,
menìcQPignattelli,Giu&epoeCapeceZur- da Dio e dall'Immacolata Conce-
ispirata
Francesco M.'Banditi vescovo di
.
zione di Maria, fondò le obi ite e le ro-

te Fiascom e poi arcivescovo di Beneven- mite, sagre vergini che sottomise alla re-
'
. ed cu il il inai Ferdinando M." Pignat- gola e governo de' teatini e volle che si
lelli arcivescovo di Palermo, creala da chiamassero Teatine. Che teatini, seb- i

Gregorio XVI. Di tutti agl'indicali arlU bene piti volte supplicali dalla .serva di
i36 TEA TE A
r>io aprenderne la cura,. si opposero di tanto per mezzo degli attacchi che s. Gae-
assumerla ad onta delle istanze e premu- tano presentò personalmente all'eresia,
re di cardinali, di principi, di prelati e quanto per lo spirilo di pietà e di fervo-
della città di Napoli, finché furono co- re che ridestò in lutto il cristianesimo, e
stretti ubbidire accettando l'incarico del- pel movimento che impresse a quel se-
la direzione neh 633, e presto sene re- colo col mezzo
una azione lenta e pa-
di
sero benemeriti. Merita sommamente cifica, e perciò appunto nascosta. Consi-

cb'io qui ricordi il dottissimo ed eloquen- derato sotto questo nuovo punto di vista,
te Discorso sulle influenze dello zelo di 1 Eroe della povertà, V Evangelista del-
s. Gaetano Tiene fondatore dc'CC.RR. la Provvidenza, il Modello dell' inno-
Teatinijnell'universalerinnovazionere- cenza, Gt\ il Mai-lire della carità, si pre-
ligiosa Jd secolo
V7 Ijrecitato in s. Pao- senta allo sguardo osservatore come un
lo dìNapoli dal p. d. Gioacchino yen- santo d'un'importanza e d'una grandez-
tura procura/ore generale del medesi- za che non appartiene se non a lui solo.
mo ordine, Napoli 1 824* La storia eccle- Ne'primi paragrafi del Discorso, l'enco-
siastica del secolo XV I presenta lo spet- mialo oratore fa rilevare certe relazio-
tacolo d'una lotta implacabile e ostinata ni di somiglianza tra la maniera di esi-
di tutti i vizi contro tutte le virtù, e di stere e di governarsi della società religio-
tutte le verità contro tutti gli errori. Quin- sa e della società politica, e propone cer-
di quello strano contrasto, spaventevole te sue idee sopra gli Ordita regolari
insieme e edificante, die videsi allora po- considerati nel loro rapporto colla chie-
sto in azione, di tutti gli eroismi dello ze- sa cattolica; le quali servono ancora a pro-
lo, cou tulli i deliri! del fanatismo; di tut- vare la necessità degli ordini regolari nel-
te le pratiche più nobili della pietà, eoa la Chiesa, risultante da'principii stessi che
tutti gli orrori della profanazione e del costituiscono la società cristiana. Dice poi
sacrilegio; di esempi toccanti della cari- chela storia degli ordini religiosi presen-
tà p:ù sublime, co't ratti della più abbiet- ta 4 grandi epoche segnalate: quella degli
a
ta ferocia; di martini generosi e di per- Anacoretica cui testa brilla $.Paoloi.
secuzioni spietate; di fondazioni prezio- eremita; quella de' Monaci, guidali dal
se e di lagrimevoli distruzioni; di luttuo- grans. Benedetto j(\ue\\a degli ordini Ven-

se perdite per la Chiesa e di consolanti dicanti, di cuis. Francesco éCAsisi è il

conquiste; sicché non vi è secolo dell'era primo condottiero e modello; e quella fi-
volgare, sei secoli si eccettuino delle per- nalmente de"lislituti
o diversi de' Chierì-
secuzioni pagane, in cuiil genio del be- ci Regolari, de' quali s. Gaetano Tiene
ne abbia praticato maggiori eroismi di è il comune istitutore e patriarca. Quin-
santità, e in cui il genio del male siasi se- di l'autore produce tra' detti santi i rap-
gnalalo per mezzo di più grandi e più mo- porti di somigliauza,oltrechè nel carattere
Ora il eh. autore del Di-
struosi delitti. proprio di loro santità e nella pratica del-
scorso è intento in esso a provare, che s. l' evangelica povertà, rapporti di somi-
Gaetano sia l'istrumento di cui Dio siasi glianza nell'essere stati tutti e 4'pati'iar-
servito per operare tutto il bene che iu ehi degli ordini regolari seguiti da altri
quel secolo si operò, come Lutero è sta- illustri eroi cristiani, e rapporti di somi-
to l'istriunento di cui si è servito l'infer- glianza nella prodigiosa fecondila delle
no per lare tutto il male che vi si fece; loro fondazioni, e nell'estensione prodi-
che ili. die l' impulso allo zelo per le- giosa delle loro benefiche influenze. I tea-
sosi alla difesa e allo sviluppo di tutte tini diconsi semplicemente Clerici Regu-
le velila; come il 2." apri la porta alla pro- lares, per antonomasia, perchè furono i

pagarono di tulli «li cuori, e ciò uuu pruni, comechè s. Gaetano u' è il padre
TEA TEA i3 7

e il fondatore comune. Tra' vantaggi se- uno alla chiesa dal vicino palazzo del-
gnalatissitni che l'ordine teatino ha re- la / alle, nell'area dell'antica chiesa di
cato alla Chiesa, f« rilevare il numero s. Sebastiano in l ia Papae, del (piai vo-
grande di pastoriche riceverono da esso cabolo resi ragione a Strada, cioè per es-

l'Italia, la Spagna, lu Francia, la Germa- sere quella per la quale i Papi dal La-
nia, la Polonia; i lumi sparsi e le ricer- lerano si recavano al / liticano e vice-
che lahoriose fatte dai teatini stille anti- versa, particolarmente nel solenne Pos-
chità cristiane e sopra i sagri riti, poiché sesso del Papa. Inoltre la chiesa e la ca-
gli autori classici in materia di riti sono sa occupano il sito ove fu il bel palazzo
quasi tutti leatini;le tante eresie smasche- de' Piccolo/nini (/'•), i quali essendo sa-
rate, confu>e e fugale particolarmente ne'si e restando verso I' ingresso dell' at-
dall'Italia; e l'illustri conquiste l'atte alla tua le casa l'adiacente piazzasi disse di. fife-
religione, nella chiesa armena riconcilia- na. e corrisponde verso la chiesa de' sa-
ta colla chiesa Ialina dal p. Galano; nel- voiardi già Francia, e il vicolo del-
di

l'immensa isola di Corneo conquistata al- l'abbateLuigi,così denominato per la de-


l.i lede dal p. Ventimiglia; nella Giorgia, forme statua che ivi si vede, e della qua-
la Mingreha,i regni di Cu rial, di Idclcan, lecome famosa per salire parlai descri-
di Narsinga, di Golgonda, Goa, Malacca, vendo il contiguo Palazzo Stoppani,ora
Coruorino,Giava e Sumatra, contraile in- Vidoni. 11 Panciroli, Tesori nascosti dì

n. dliate da'sudori e dal sangue del p. Giu- ll< mia, dicendo qualche parola della chie-
dice, del p. Stefano e di altri innumerabili sa di s. Andrea, perchè pubblicò l'opera

lìgli ili s. Gaetano,esistendo ancora in Goa nel 1G00, racconta che dietro di essa e
una numerosa casa teatina, i di cui indivi- nell'ultima sua parte esisteva a piazza di
dui scorrono l'Indie orientali in missioni. Siena un palazzo che fu de'due cardinali
Dopo aver enumerato l'azione lenta e na- sanesi Piccolomini poi Papi Pio //(per
scosta di s. Gaetano, ma prosperosa e fe- la cui elezione nel 14-58 fu saccheggiato
conda, nella riforma di vari istituti e nel- e rovinato dalla plebe, togliendovi anche
lo stabilimento di nuove fondazioni; e- delle pietre, come rilevai nel voi. XI, p.
gualmente prosperosa e felice nella ri- 67), e Pio ///,• e quanto alla piccola chie-
forma del cinto religioso; prosperosa e fe- sa dis. Sebastiano oCasliano, la sua piaz-

conda eziandio nello spirito di pietà, di za si appellava Massima perchè eretta sul-
carità, di zelo risvegliatosi nella Chiesa; la cloaca di tal nome, in cui era stato get-
lilialmente dell'azione di s. Gaetano len- tato corpo del santo dopo il martirio
il

ta e nascosta, ma efficace e feconda nel* e le battiture colle verghe d' ordine di


1' a\er sollevato il cristianesimo contro Domiziano nella vicina piazza di Cam-
l'errore, esclama il facondo ed erudito p. po di Fiore; da dove e attaccato ad un
\ nitura: » Eccovi dunque un santo do- uncino lo levò la pia matrona Lucina, al-
tato da Dio d'un'anima, d'un cuore uni- la quale eragli apparso s. Sebastiano nel-
versale, le cui sollecitudini si estendono la notte, insegnandole ove giaceva il suo
a tutta (pianta la Chiesa, le cui influen- Corpo nascosto, perchè lo trasportasse
ze, le cui riforme abbracciano tutto in- nelle catacombe di Calisto, siccome ese-
tero il cristianesimo, il cui fervore, il cui gui, e dalla chiesa che su tale cimilerio
zelo da per tutto penetra, per avvivar si eresse in onore di s. Sebastiano, anch'es-
tutto, e da per tutto sì manifèsta," so ne prese il nome. Altri credono confu
( luesa e casa di s. indrea della sala cloaca nella (piale gli alti del marti-
t <illc di Roma de Teatini, nel rione s. no di s. Sebastiano dicono che fu trova-
Eustachio. Sorge maestosa sulla mozza to il suo corpo, colla cloaca dove fu edi-
della I <*//., dcnuuiiuuiiuue che prese iu ficala la chiesa di s. Sebastiano in / ia
1 38 T E A TEA
Panne, in allensìum, in Platea
I in I meritae clerici regulares. Si vuole che d.
Maxima. Molti scrittori peiò sostengo- Costanza dopo donato il palazzo si ritiras-
no, che il santo corpo fu rinvenuto da Lu- se in Napoli, nel monastero delle domeni-
cina, nel luogodella cloaca sopra la qua- canedellaSapienza,soggettoa'leatini (col-
le fu fabbricala la delta sua chiesa, ove l'abito di quelle religiose è dipinto il suo
ne'tempi antichi era l'Euripod' Agrippa, ritratto in grande quadro, esistente nel
o secondo altri la scena del Teatro di piano terreno di detta casa di Roma). Con
j'oinpeo,\e cui rovine si videro nell'eri- autorità di Sisto V la chiesa fu spianata
gervi sopra l'odierna tribuna, e ne'bassi del lutto, insieme colla sua casa, e la cura
tempi un portico in cui fecero clamorosa (non però i diritti parrocchiali che furo-
rissa que'della famiglia della Valle, co' no trasferiti nelle parrocchie vicine,secon-
potenti Colonna, come narra il Diario do il Bovio, o meglio in quella di s. Lo-
dell'Infessura.Si può vedere il Martinelli, renzo in Damaso, come vuole il Ratti, Del-
Roma ex ethnica sacra.che mollo ne par- • la famiglia Sforza, t. 2, p. 363), le cap-
la a p. 58 e 393, provando eruditamen- pelle, le sepolture, le rendite furono tra-
te che il venerabile corpo fu gettato nel- sferite con suo breve de' 18 agosto i5qo
la cloaca Massima presso il Circo Massi- nella nuova, dimodoché l'aitar maggio-
mo ed il Settizonio, dopo essere stato tra- re e i due laterali si doverono fare entra-
fitto con frecce; altrettanto fa il Cancel- re per memoria nella chiesa di s. Andrea,
lieri a p. D2 delle Sette, cose fatali di Ro- nellaquale si dovesse dipingere dalla par-
ma, rendendo ragionedell'equivoco, par- te destra l'immagine del s. A postolo e nel-
lando della Chiesa di s. Sebastiano al- la sinistra quella di s. Sebastiano, e che
la. Polveriera (/;.); ed il Bovio, La pie- il rimanente restasse per uso della scali-

tà trionfante nella fondazione della ba- nata e piazza della medesima, uè ad al-
silica di s. Lorenzo in Damaso. qua- il tri usi servisse la sua area. La tribuna e
le ne tiene proposilo a p. 82, come an-
1 l'altare principale della chiesa corrispon-

tica cbiesa filiale di delta basilica, con par- de all'attuale cappella Barberini, avendo-
rocchia che comprendeva 48 famiglie e la eretta il cardinal Maffeo Barberini poi

rendeva i3o scudi l'anno: però Cancel- Urbano Vili, comesi legge dalla lapide
lieri che ne' Possessi de' Pontefici, a p. che vi pose nel i6i6e riprodotta da Mar*

21 4, riporta alcune erudite notizie sul- tinelli. Assunse la magnanima impresa di

la chiesa e sopra quella che le fu sosti- fabbricare la chiesa degua del s. Aposto-
tuita, allerma che a quelP epoca la par- lo Protoclelo (ossia primo chiamato, poi-
rocchia di s. Sebastiano era soggetta alla ché dopo essere sialo discepolo di s. Gio.
diaconia di s. Eustachio. Essendo per an- Battista, fu ili.°da Gesù Cristo chiamato
tichità la chiesa rovinata, d. Gostanza/Ve - all'apostolato), fratello maggioredi s. Pie:
colo/nini duchessa d'Amalfi donò a'tea- £/'o(uelquale articolo, ed in quelli di Pro-
tini il suo gran palazzo, acciocché diroc- cessione Russia, S\ nt
;
Andrea e Tarta.
cata la chiesa altra ne costruissero in o- ria, meglio riparlai delle gloriose gesta
noredi s. Andrea apostolo patrono di sua di s. Andrea e delle sue preziose reliquie:
famiglia, e vi formassero la loro casa. Leg- di quelle che si venerano in Roma, e del-
go nel Venuti, Roma, moderna,
624, p. le chiese ivi a lui dedicate, ne fece il no-
nella descrizione della chiesa di s. Andrea vero Piazza nell' Emerologio di Roma a
della Valle de'teatini, che a questi d. Co- p. 709, dicendo che in quella de'teatini
stanza nel 089 donò il suo palazzo, e per-
1 si conserva un suo dito, forse donalo da

ciò religiosi in un cantone della casa po-


i d. Costanza), e che partecipasse della sua
sero questa iscrizione: Constantiae Pie- sontuosa basilica, il cardinal Alfonso Ge-
culominac Arag. A malplria duci opti/ne sualdo (/ .) arcivescovo di Napoli e de-
TE A TEA 139
cnno del sagro collegio, che nel 1591 vi numento di Pio II. I bellissimi ed elegan-
gittò la 1 .'pietra, e nel 1 Goo disse il Pan- ti disegni incisi de'monumenti di Pio II

ciroli che procedeva la fabbrica Della e e l'io III, sono riportati nel Ciacconio,
magnifica ; ma colpito dalla morte nel / ihtf /'onli/ieia/i. t. 2, p. 1 028, e t. 3, p.
ibo3 14 febbraio, restò imperfetta la
a' 216. Il Ciacconio riporta ancora l'iscri-

grandiosa opera. Subentrò al prosegui- zione fatta scolpire dal cardinal Alessan-
mento della fabbrica l'animo splendido dro Peretti Montalto in s. Andrea della
del cardinal Alessandro l\rctti(f .)Mon- Valle per Pio II, in cui si legge: Cimi
talto, degno nipote del gran Sisto V, le Pii III iiepotus ossibus summo transla-
die forma più magnifica e quasi l'ultimò, tus ìionore hic honorifice tumulaturkal.
colla spesa di 160,000 scudi d'oro. Nar- febr. An. 1623 (deve essere errore tipo-
ra il Valeria nel Diario, che il cardinale grafico, meglio 161 3). Il p. Donarmi ge-
nel setlembreiGi 1 prima di partire per suita riprodusse 1' iscrizione, Nuniism.
Dagnaia fu a vedere la fabbrica che pro- Pont. t. r,p. 69. Inoltre il Ciacconio at-

cedeva coll'anuuo assegno di 4ooo scudi tes'a parlando di Pio III: Huiusce Poh-
d'oro, ed ordinò che se ne dassero altri ti/icix ossa permìssu Pauli J transla- ,

3ooo acciò si due cappel-


finissero l'altre ta siuit ab Alexandro Peretta Montai'
le, e che fosse terminata per quaresima to S. II. E. Vicecancellario ad cecie'
tutta la navata fino al principio della tri- siam v. Andrene a se exstructam. Si
buna. Indi per aver Paolo V fatto demo- può vedere il Torrigio, Grotte Valica-
lire la cappella di s. Andrea esistente nel- ne, col quale mi sono uniformato sull'e-
la Chiesa di .v. Pietro in / atìcano (V.) poca del trasporto de' due Papi, benché
per l'ingrandimento della basilica, eretta comunemente si assegni al i6i4> for-
da Pio II ( J .) e dove fu sepolto col ni- se indicandosi il compimento del collo-

pote Pio IH (/ .), nella quale il 1 .°già a- camento nel sito ove sono. Inoltre egli
vea riposta Andrea, il car-
la testa di s. dice che l'istorie degli ornamenti di que-
dinal Moolaltocol permesso del Papa nel sti sepolcri di marmo furono lavorate ila

1610 trasportò nella sua chiesa di s. An- Pasquino da Monte Pulciano (cioè vi la-
drea cadaveri de'due Papi (in quell'an-
i vorò cognominati scultori), e riporta l'i-
no essendo morta d. Costanza, forse eb- scrizione che rimarcai. Siccome nelle
be d conforto di vedere tale traslazione), Grotte Vaticane vi sono alcuni marmi
e nel 1 6 4 1 li fece collocare in alto in luo- appartenenti a Pio II ed a Pio III, ed an-
ghi eminenti, uno incontro l'altro, nella che le loro urne che ne racchiusero i cor-
navata di mezzo sopra gl'ingressi latera- pi, leggendosi tuttora scolpiti i loro no»
li delle porte minori, insieme co' nobili ini, questi monumenti non più li conten-
depositi di marmo scolpili da Nicolò del- gono dopo il trasferimento in s. Andrea
la Guardia e Pietro Paolo da Todi, di- della Valle ove riposano,e restarono le ur-
scepoli di Paolo Promano, e che stavano ne nelle Grotte Valicane come cenotafì ,
nella memorata cappella, e dal cardinale e li riporta nelle tavole 4^ e 4o ia dotta
decorosamente e con magnificenza fatti e critica opera di Filippo Dionisi, Sacra-
situare sulle pareti corrispondenti, ove a- rum l'aticanae bosilicac Cryptarwn
vea posto le spoglie mortali de'due Papi; monumenta. Il quale scrittore prova che
com questi vennero a riposare onorata - di fattoi corpi furono trasportati in s. An-
niente in un tempio dedicato ;tl santa lo- drea, ed altrettanto affermano gli altri il-

ro p;iti ono, ed ei etto nella loroantica ca- lustratori delle Grotte Vaticane. Nulla in
sa pel donativodella pia loro parente, co- contrario si legge ned' ippendix u\ Dio-
me volle ricordare il cardinal l'erutti nel- nisi; de' non meno dotti Sarti e Settele.

l'iscrizione che fece scolpile sotto il mo- Questa dichiarazione era troppa Decessa*
i4o TE A TE A
i ia, per non indurre vede io sospetto chi ca annualmente. Egli se fosse vissuto a-
nelle Grotte le due urne marnioreedi Pio vrebbe foderato tutte le pareti di la-
Ile Pio III, che forse ancora contenessero stre di marmo volendo rendere la sua
,

i loro avanzi mortali. Di più aggiungerò chiesa una piccola basilica Vaticana. 11
che sull'urna di Pio II in s. Andrea, ol- cardinal Francesco consagrò con istraor
tre il suo corpo scolpito giacente sulla dinaria pompa e maestà la chiesa di s
medésima, nel davanti si legge: Pìiis II Andrea, con intervento d' innumerabile
P. P. Su quella del nipote similmente la popolo, non neli04q come scrissero al
sua figura è scolpita distesa sull'urna, e tri, ma nell'anno sautoiGjo, il che tro

nel davanti è inciso : Pius III. Nelle ri- vo confermato nel contemporaneo Ricci
cordate due iscrizioni fatte scolpire dal De' gitt/iilei universali , p. 269; quind
cardinal Alessandro dopo il trasporto, errò Bovio nel dirla consagrata da Ales
quella del sepolcro di Pio li dice: In Pi- Sandro VII. Siccome mancava d'una fac
colonùnorum Domo .... Pii II P. M. ciata corrispondente all'interna sua ma
Montini, restituii et ornavit. A. S.l6 4- 1 gnifìceuza.eol consenso di Alessandro VII
L' iscrizione di Pio III parimenti incisa il cardinale Francesco le assegnò per i5
sotto il di lui sepolcro dice: Alexander anni scudi 2000 sulle proprie reudite, che
Perettus S. R. E. Card. Sepulcru Pii lasciò in morte a tale oggetto, ed il Papa
flfP. M. et Pii II adverso posila Paulo volle che si mettessero a frutto per for-
ì l\ M. concedenti e 7 alicano transla- mare 5o,ooo scudi, che tanti ne occor-
tu magnificentius reponendo curavit.A. revano, e per tale annuenza fu posto sul-
S. i 6 i 4. L'annalista Rinaldi riferisce,che la medesima anche lo stemma d'Alessan-
Pio 111 fu seppellito un sepolcro di
in dro VII. Tanto riferisce il Ratti, citando
marmo nella cappella di s. Andrea in s. Ciacconio, e fu ripetuto da Cancellieri.
Pietro, accanto a quello dello zio Pio li, Io però notai nella sua biografia, che la
i tpiali poi il cardinal Alessandro Peret- somma fu assegnata sui benefizi ecclesia-
tiMontai to trasportò nella chiesa di s. stici goduti dal cardinale, che morì nel
Andrea della Valle. 11 Piazza neh' Effe i655. Prima ch'egli fosse cardinale e per
ineridc attenua a p. 4o3 dichiara che
I la sua cura pel termine dell'augusto tem-
1' elegante sepolcro insieme col corpo di pio vi è una C.'nzone per la real fab-
Pio 11, fu traslèrito nella chiesa di s. An- brica della chiesa di s. Andrea della
drea della Valle. Anche il Novaes nella Falle all'Ill.mo e Rm° Sig. il Sig. ab.
Storia di Pio II e di Pio III all'erma, d. Francesco Peretti, Roma 1627. Il ci-
che co'loro corpi furono trasportati se- i tato p. Conanni, NumismataPontificum,
polcri in s. Andrea. Il citalo Piatti nella sto- t. 2, p. 65o, riporta e descrive la meda-
na della famiglia Peretti, diceche il cardi- glia coniata da Alessandro VII colla sua
nale Alessandro mori nel 6x3 senza aver 1 effigie, e nel rovescio il disegno della fac-
potuto vedere del tutto ultimata la super- ciata, con l'epigrafe s. Andreae Aposto-
na e vasta mole da lui innalza ta,della qua- lo Romae. ed il conio ancora esiste nel-
le restarono patroni i di lui nipoti e di- la zecca papale e lo apprendo dalla Se-
scendenti il cardinal Francesco Peretti
, rie de'eonii. Anche il p. Bonanni dice che
(t Maria Felice, ultimi della stirpe
Je d. la chiesa sorge ove fu già il teatro di Pom-
di Sisto /. Racconta il Bovio, che il car- peo, con disegno e modello di Pietro Pao-
dinale Alessandro, presago di sua im- lo Olivieri romano scultore e architetto
matura morte, ottenne da Gregorio XV (leggo in Milizia, Le vite depili celebri
Ja sopravvivenza di dieci anni Mille ren- arcfùtettifihe non potè vederla finita. per-
dile di sue abbazie di scudi 6000 e -più, chè morto nel 1 5<)t) e sepolto in s. Maria
du impiegarsi pel termine della fubbri- sopra Minerva, però la ridusse a qualche
TEA TEA i|r
buon termine secondo Bagliori: rieb- no non fu esegnilo, onde la facciata è sui
be pure mano il p. d. FrancescoGrtmaldi disegni più nobili e maestosi di Rainaidi;
tentino),e direzione di CarloMaderao (.ni- che sebbene rigurgiti di risalti e di fron-

tore del coro e della cupola, die per es- tespizi, è però magnifica e ornata. L'in-
sere semplice il severo Milizia la dice buo- terno della chiesa è in forma di croce la-
na); essendo la facciata esterna composta tina, ha una gran navata con cappelle
di travertini, e costruita co'proventi che sfondate e cupolette, proporzionata cro-
dopo la morte del cai di nal Francesco e- ciera e coro semicircolare: Cancellieripre-
rano devoluti alla s. vSede e da Alessan- tende che consimile al duomo di Fro-
sia

dro VII applicali all'edilìzio, ciò che si ac- quanto all'architettura. La


sìiìonc , cioè
cenna nell'iscrizione che nel prospetto in- doppia cupola ha 74 palmi di diametro,
terno vi fu dal Papa collocala neh 655, ed è perciò la più vasta di tutte le cupo-
in cui s'incominciò la costruzione con di- le di Roma dopo la Vaticana : ultima
segno del cav. Carlo Rainaidi. che l'ornò mente il governo vi fece delle riparazio-
colle statue colossali de'ss. Gaetano e Se- ni, e ricoprì al di fuori di lastre di piom-
bastiano, scolpite da Domenico Gnidi, dei bo. I peducci o pennacchi furono dipinti
ss. Andrea apostolo e Andrea Avellino (al- da Domenico Zampieri detto il Donieni-
lora beato), scolpileda Ercole Ferrara (in chino, esi riguardano come una delle o-

uno alla Fama); mentre gli angeli e altre pere più insigni di lui, che vi espresse i

statue sulla porla sono sculture di Gia- 4 Evangelisti, in figure di straordinaria


como Antouio Fancelli. Osserva Cancel- grossezza e alte palmi ai. Questi angoli
lieri che questa facciata è delle più alle dipinti con istile sollevato e di gran ma-
di Roma, e forse la maggiore dopo la Va- niera, nella forza, nella proporzione e nel-
ticana, la Lateranense, la Liberiana e di l'artifizio giovarono moltissimo al cav.

s.Croce in Gerusalemme; ch'è tutta d'or- Giovanni Lanfranco che dipinse la volta
dine corintio sotto, e composito disopra. della cupola medesima, poiché le sue fi-
Vi coniò 17 figure, tra quelle de'sanli che gure appariscono di minor grandezza e
sono nelle nicchie e gli angeli, 4 de'quali più dolci. Lanfranco impiegò 4 anni nel
in bassorilievo rimarcando mancare il
, suo classico e laborioso lavoro, ed è sti-

grande angelo alla sinistra del prospetto; malo una delle migliori sue opere. Egli
nel fregio della cornice del 1. "ordine si rappresentò la gloria celeste, esprimendo
legge:Alexandri I 11 l'.M. s. Andrene la Regina degli Angeli sopra un Irono di
Apostolo Ah. Saluta MIH'IJ 11 Mi- . candide nubi, accompagnata da un coro
lizia dice che la facciala è stimata la più e cherubini, rivolta al centro del
d'angeli
grandiosa dopo la Vaticana e quasi dello più luminoso abisso, nel quale ilsuodi-
slesso calibro di quella di s. Ignazio, ma vin Figlio l'attende in mezzo a uno stuo-
forse più grande: è a due ordini, ha co- lo di santi ; a destra della ss. Vergine vi

lonne accoppiate, ma ciascuna sopra pie- sono s. Andrea e s. Gaetano e più vii ino
distalli, ha risalti e frontoni sopra fron- alla Madonna è s. Pietro con s. Andrea
toni, e molti altri abusi. Il Bastioni, Le Avellino. Nel termine dell'aria si vede il

vite de'mtlorifiicullori e architetti p.3og, seggio della gloria beata, ebe principia da
dichiara che la facciata è di Carlo Ma- una sfera composta di vapori celestiali ,

derno e fu incisa sulle stampe, oltre il co- che partecipa il colore come luminoso
ili

ro, la tribuna e la bellissima cupola, così e di aereo, sopra cui posano assisi quan-
compiendo la chiesa. Tuttavia non deli- tità d' angeli che formano concerto ar-
bo tacere col Pascoli, / ite de pittoi i, monioso, come per festeggiar l'arrivo dul-
scultori e cu 1 hi tetti moderni 1. 1 ,p. 3ocj, ia Vergine. L'idea della gloria, la vaghez-

e col Venuti, che il disegno del Madei- za e l'artificio de' colori nell'espressione
1 4^ TEA TEA
dello splendore, e l'armonia soavedel tilt- no del cav. Calabrese o Mattia Preti, e
lo, diegran lume a'piltori in silfàtoge- sono li maggiori d<i lui fatti in Iloma. E-
nere di lavoro. Del Domenicliino sono gli vi rappresentò i 3 principali fatti del-
pure le pitture della volta della tribuna, santo titolare. Le al-
la crocefìssioue del

ed il riparto degli stucchi. Egli vi dipin- treduepitture minori e laterali sopra gli
*e nel vano di mezzo la vocazione di s. archi, sono de'bolognesi Cignaui eTaruf-
l'ietro e di s. Andrea : nella parte destra fi, una delle quali esprime quando la te-

la flagellazione del 2.°, pittura eseguita sta dell'apostolo fu portata in Ancona. Or


con partito diverso da quello da lui te- cominciando dalla j.* cappella a sinistra
nulo nella cappella adiacente alla chiesa del principale ingresso della chiesa, essa è
Andrea e Gregorio 1 al monte Ce-
de'ss. la succennata eretta dall'architetto Mat-
lio; incontro a questa poi espre>se il san- teo da Città di Castello d'ordine del car-
to nel momento d'essere condotto al sup- dinal Barberini poi Urbano VII I, nobilis-
plizio. Nella parte acuta delle costule del- sima e ben ornata pel pavimento, per in-

la tribuna, ov'èvano del semicircolo, è


il crostatura e per l'altare di marmi misti
dipinta la gloria del s. Apostolo. Termi- e bellissimi, oltre diversi ornamenti di
nate le costole è un riquadro colla cor- stucco messi a oro, con colonne di verde
nice di stucco, come tutti gli altri dora- antico. Nel mezzo è la pittura di Maria
to, in cui dipinse quando s. Andrea in- Assunta in cielo;dal latodrittoè lasuaPre-
sieme con s. Giovanni apostolo ed evange- sentazioneal tempio, e dal sinistro la Vi-
lista, passando presso il Precursore s.Gio. sitazione: di sopra nelle lunette altre due
Battista, questi addila il Salvatore di lon- storie, e ne'lriangoli sono effigiati i Pro-
tano. Sul cornicione che gira intorno la feti a olio sullo stucco, e sulla volta ai-
chiesa, ne' vani delle 3 finestre, il Dome- cimi angeli e putirai, tutte opere di Do-
nichino dipinse 6 Virtù: cominciando a menico Passignani, di cui è pure il dise-
J
sinistra la i. è la Carità, seguono la Fé- gno degli ornati della cappella. A destra
de, la Religione, il Disprezzo del mon- sono le statue di s. Marta del Mochi, e di
do, la Fortezza, e Contemplazione del-
la s. Gio. Evangelista del Buonvicino: a si-

le cose celesti. Le due finestre laterali nistra quelle di s. Gio. Battista di Pietro
a
sono a fjggia di conchiglia, e in mez- Bernini, e di s. M. Maddalena di Cristo-
zo al due
fionJespizio di esse sono figu- foro Stati di Bracciano, che scolpì pure
ve Terminali nude che legano un feslo- la statua di mg/FrancescoBarbei ini(pro-
ne di frulla che circonda la conchiglia, tonotario partecipante, fratello d'Urbano
ed alcuni pulti scherzanti che hanno tol- YIII e quivi sepolto), cioè sotto la porti-
to da quel festone varie pere, con allusio- cella a manca, ov'è un s. Sebastiano a o-
ne all'impresa della famiglia Peretti, cui lio dipintodal Passignani. Incontro all'ili-

app;n teneva il cardinal Alessandro oidi- lima statua e sotto l'altra porticella sono
ualore del lavoro. Sono stimati capi d'o- scolpiti in bassorilievo di porfido i ritrai-

pera di pittura gli affreschi della tribuna ti de'genitori d'Urbano Vili, eseguiti da
dal cornicione in su, come i ricordati E- Guglielmo della Porta. Il Torrigio a p.
vangelisti. Nella calcografia camerale vi 367 riporta diverse iscrizioni sepolcrali
èia collezione delle celebri pitture di- esistenti nella cappella, ed una riguardan-
pinte a fresco dal Domenicliino, cioè i
4 'e la memoria della precedente chiesa di
Evangelisti ne' pennacchi della cupola e s. Sebastiano, e precisamente perchè cor-
le pilline dell'abside, non che le pitture risponde al sito ove fu trovato il santo nel-
della cupola di Lanfranco: tulle sono in- la cloaca, secondo alcuni, e vi si eresse la
ci*e e riunite in libri; I 3 granili dipinti sua chiesa; ed aggiunge che Urbano Vili
pure a fresco da basso della tiibuua so- concesse indulgenze pe'suffiagi che ogni
TEA TEA 143
lunedì sera ivi facevansi per 1 anime del la, colla sua effigie insieme a quella del-
Purgatorio. Meglio ne traila il Piazza nel- la già vivente madre Pellegrina, ora an-
VEusevologio Romano, Irai, j deUeCon- ch'essa defunta: ninno di essi vi è tuinii-
fraternite, cap. i5: Del ss. Redentore a lato. Dopo la porla minóre, l'alture di
,v. Andrea della 1 alle. Riferisce che Ur- marmo con simile balaustra della crocie-
hano Vili l'arricchì di singolari privilegi, ra, ha il grande e bel quadro d'Andrea
dichiarando l'altare privilegiato, e la det- Caraassei di Revagna, che erroneamente
la indulgenza eoa esposizione del ss. Sa- disse Nibby, nella Roma nel 1 8 38 rap- ,

gra mento ne* lunedì dalle ore 21 sino al- presentare s. Gaetano in atto di scrivere il

la sera, divozione che tuttora si eseguisce, più essenziale articolo delle costituzioni
Vi eresse il detto sodalizio,cui si die prin- dell'ordine de'chierici regolari daluifon-
cipio col consenso del suo fratello cardi- «lato: stando genuflesso il santo tiene gli

nal Antonio pio-vicario di Roma a' io occhi rivolli al cielo, ovegli apparisce Ge-
magqioi638, imponendosi a'eonfrati di su Cristo in candida veste, accompagua-
render conio delle rendite a'cardinali vi- to da un gruppo d'angeli; egli tiene col-
cari. Ne fu pio scopo di giovare alla con- la destra il globo, eda piedi sul paviraen-
versionede'peccatori e di suffragare i ile- to èun angelo sostenente una tavola, sul-
funtijO quanto altro descrive Piazza, che la quale il santo ha scritto: Respirile tro-

chee inoltre essere i confrati comparteci- latilia coeli et considerate Mìa agri, vo-
pi dell'opere buone della religione te;iti- lendo significare con questo la Pro v video-
na, e che fu a loro assegnata la nobile e za divina ,
per quanto narrai di sopra.
ben provvista eappella del ss. Crocefisso. Niente di lutto questo: essendomi porta-
Dnpo la cappella Rai berilli, segue quella to a esaminarloho trovato, diesi, rappre-
già de'Rucellai e ora padronato del mar- senta nel quadro, quando la R. Vergine
ebese Gio. Pietro Campana, architettata consegna il s. Bambino nelle braccia di s.
dallo stesso Matteo da Città di Castello, Gaetano nella basilica Liberiana, il che
ornala di due colonne di breccia paonaz- raccontai superici mente. Tutte e tre le

za e di alili stupendi marmi, rappreseti- immagini sono decorate ili corone argen-
tando il quadro dell'aliare il b. Giovali- tee , del qual metallo è il giglio a piedi
ni Marinoni teatino ed bb. Tommasi , i del santo, e d'argento sono le lettere e le
e Rurali cardinali teatini. Ivi è il sepol- filettature del libro aperto che si vede
ero del celebre ed elegantissimo letterato dappresso, e con queste parole: Quaeri-
r
mg. Giovanni della Casa autore del Ga- teprimum regnum Z?ei, e riguardanti l'i*

lateo ed arcivescovo di Benevento, il cui stillilo della Provvidenza. I fiori intorno


epitaffio compose l'illustre letterato con- per ornamento al quadro sono di Laura
temporaneo Pietro Vittori. freschi so- I Bernasconi, discepola di Mario Nuzzi det-
no delcav. Roncalli, ed putti ni negli an- i lo Mario de'Fiori per la naturalezza con
go!i della cupola di Gio. Rattisla Crescen- cui gli eseguiva. Nelle pareti laterali in 4
zi romano. Il quadro di s. Sebastiano nel- grandi affreschi mediocre merito, vi-
di
la cappella appresso, lo colorì Gio.de Vec- di espresse le principali gesta di s. Gaeta-
chi: i dipinti laterali, di buona scuola, rap- no. Passandola porta della sagrestia èia
presentano fatti de'>s. Lorenzo, Romano cappella della Madonna della Purità, già
e Sebastiano. In questa eappella vi sono gentilizia del cardinal Stopparti, edora
due cenotafi o monumenti di marmo del cardinal Pietro / idonit I J, ambedue
bianco, uno dell'avv. Vincenzo Giusep- ivi sepolti. Dice Nibby, che gli angeli li

pe Cini defunto e col suo ritratto insie- disegnò Lanfranco, e la s. Famiglia stil-

ine a quello del vivente figlio Raffaele; l'altare è d'Alessandro Francesi napoleta-
l'allro della figlia Luisa in Faccini defuu- no. Gli angeli non più esistono, gli odici-
.44 TEA TEA
ni essendo mediocrissimi a tempera, né più magnifica splendidezza, concedendo
vi Cu mai las. ma semplicemen-
Famiglia, pure indulgenza plenaria a chi visitava
te la di vola immagine della Madonna del- nella festa della Purificazione la Madon-
la Purità col s. Bambino. Forse questo na della Purità esposta negli altari delle

quadro sarà stato circondato in alto dai chiese teatine. 11 senato romano fece con
detti angeli e in basso da' ss. Giuseppe, solenne messa pubblici ringraziamenti. Il

Gioacchino e Anna, come lo descrisse Ve- Pallavicino di venuto cardinale fece espri-
nuti. Nel restauro della cappella esegui- mere in rame il miracolo successo , con
to dal cardinal Vidoni, morto ueli83o, ghirlanda di spighe e gigli intorno al ca-
probabilmente furono coperti con im- po della Madonna, e lateralmente genu-
biancatura tali santi e angeli. Sotto l'al- flessi i ss. Gaetano e Andrea Avellino, e
tare si corpo di s. Fortunato
venera il la città di Roma di fianco. Indi a'7 di-

martire. Il HombeW'i, Raccolta dell'imma- cembre 1678 il capitolo Vaticano con co-
gini della B. Vergine ornate della co- rone d'oro formalmente ne ornò il capo
rona, d'oro, t.i, p. <j5 : Madonna delia- della Madonna e del s. Bambino, e sotto
Purità in s. Andrea della J alle, narra l'immagine per memoria furono espresse
che in Napoli la piissima famiglia Berna u- le spighe legale in un mazzo, le quali non

da Mendoza possedeva e venerava un'an- più esistono. Del resto il Bombelli ripor-
tica efligie di Maria col s. Bambino in tò la vera immagine della Madonna del-

braccio, e il sacerdote d. Diego supersti- la Purità. Nella parte l'impello a questa


te di essa, bramoso d'accrescerle il culto, cappella , ossia dell' epistola dell' altare

nel 1641 ladonò alla chiesa di s. Paolo maggiore (il quale è isolalo, ed eretto con
de'teatmi in Napoli, e la traslazione segui disegno del Fontana in marmo con simi-
con magnifica pompa. Noterò, che l'im- le balaustra e tabernacolo: questo a tem-
magine della lì. Vergine della Purità fu po del Venuti egli dice che non esisteva,
chiesta e donata al servo di Dio p. d. Giu- ed invece un gruppo d'angeli di marmo
seppe Caracciolo teatino, il quale facen- che reggevano la ss. Croce; e qui rileve-
dola solennemente trasportare in delta rò, che i teatini quando colla pisside co-

sempre più ne promos-


chiesa, ne ispirò e municano i fedeli, il chierico accompagna
se la venerazione. Ciò destò una genera- il sacerdote con torcia accesa) a destra del-
le divozione verso la s. Immagine, gareg- la chiesa, vi è la cappella del ss. Croce-
giando sodalizi e le case religiose a far-
i fisso che venerasi sull'altare, ed è tutta
ne eseguire delle copie, e la 1/ che uscì di bellissimi marmi con colonne di mar-
dal regno è quella che si venera nella det- mo nero; non esiste affatto il quadro con
ta cappella, ove appena esposta grande ne 1* Assunta che il Nibby dice pittura del
fu la venerazione. Dopo aver la B. Ver- messinese Antonio Ricci detto Barbalun-
ginedispensatomollegrazie,nel 1648 con- ga. A dritta della cappella trovasi l'ora-
solò il comune di Roma e dello stato pa- torioe l'altare del sodalizio del Divino A-
pale nella carestia che l'affliggeva. Ne im- more, con quadro moderno esprimente
plorò il patrocinio mg.' Lazzaro Pallavi- laB. Vergine, ed ss. Gaetano e Andrea i

cino che piesiedeva all'annona, con voto Avellino, i cui confrati vestono sacchi ne-
di celebrarne solennemente la festa in ren- ri con cinta e mozzetla paonazza, tutto di
dimento di grazie, qualora a'vesse soccor- lana. La confraternita vi fu introdotta
soRoma nell'urgente bisogno. Contro l'e- nel 1 75 1, quando il cardinal Guadagni
spettazione di lutti, nel 1649 la raccolta vicario di Roma trasferì in questa chie-
de cereali fu copiosa, che il prezzo del
.Ci sada quella di s. Dorotea l'oratorio del
giano diminuì più della metà. Innocen- Divino Amore. Ne approvò gli statuti e
zo X volle che si adempisse il volo colla l'eresse cun tal titolo in arciconfratemi-
TEA TEA i.;7

Uj sotto l'invocazione dell' Immacolata car le pitture guaste, ed in imitare e ac-


Concezione, e de' ss. Gaetano e Andrea compagnare le mancanti. 11 quadro della
Avellino. Ne discorre il Piazza neìVEuse- cappella che segue, dopo la porta mino-
vologìo, irat. 7 delle Confraternite: D< l- re, fudipinto dal viterbese Inuloloineo
la Confraternita del Divino Amore a s. Cavarozzi dello Crescenzi, per avere im-
Maria in f ia Lata. Siccome il da lui ri- parato la pittura dal suddetto Crescenzi,
ferito si rannoda agli oratori! sotto tale in- e vi espresse egregiamente s. Carlo Borro-
vocazione istituiti da s. Gaetano, e per- meo orante innanzi la B. Vergine col di-
ciò riguarda quello della chiesa di s. An- viri Figlio e con angeli. Da un lato esi-
drea, uè darò un cenno. I congregati del- ste il grandioso monumento sepolcrale e-
l' oratorio diDorotea si chiamarono
s. relto alla contessa Prassede Tornati Ro-
generalmente Soldatesca del Divino A' bilaut di Asti, con disegno e sculture del
more, e furono dispersi dopo il tremendo commend. Giuseppe de Fabris. La cap-
saccheggio di Roma del 1527. Iddio peto pella contigua è padronato itegli Strozzi,
nel H>r>4risvegliò nel cuore il ristabilimen- e dicesi con sicurezza fatta sopra un di-
lo nella chiesa di s. Maria in Via Lata, per segno di Michelangelo^ almeno ne ha lo
lo zelo del suo canonico Girolamo Bar- stile. Ricca di scelti marmi, cou 1 2 colon-
berai fiorentino, eoo heneplacitc, privile- ne di raro marmo pidocchioso, che altri
gi e indulgenze d'Alessandro VII, stabi- dicono lumachella, sull'altare è una Pie-
lendo 1' oratorio in quello sotterraneo e tà copiata in bronzo dall'originale dello
celebre per le molte cose operatevi nella stesso Michelangelo esistente in s. Pietro.
loro dimora da'ss. Pietro, Paolo e Luca, Le statue laterali, pure di bronzo, rap-
sotto il titolo delDivino Amoreedell'lm- presentano Rachele e Lia, e sono copie
macolata Concezione di Maria, la cui fe- di quelle di Raffaele da Montelupo che
sta fu statuito celebrare solennemente, si vedono nel ceuolafio di Giulio li in s.

insieme a quella di Luca, e con regoles. Pietro iu Vincoli. Inoltre vi sonodella no-
prese ancora da quelle di s. Francesco di bile famiglia 4 monumenti sepolcrali o
Sales nella sua vita divota, con quelle pie urne di marmo nero, e sono degni di os-
pratiche descritte da Piazza, come di rac- servazioneiduebelli candelabri di bron-
cogliere limosine per le persone bisogne- zo per le loro forme, avendone simile la
voli e vergognose. Lo stesso Piazza nel cappella Barberini, e l'altare maggiore
Irat. 1 1 Delle accademie Romane, nel con l'arme del cardinal Peretti. L' ulti-
cap. 5 ragiona di quella del Divino A- ma cappella, dice Milizia, l'architetlòCar-
more. già istituita da s. Gaetano de'pre- lo Fontana, pel cardinal Marzio Giuriti
lati ecclesiastici a s. Dorotea in Tras- che vi fu sepolto in un al nipote cardinal
tevere. Celebra il virtuoso e morale sco- Gio. Francesco Ginetti'xn nobili deposi-
po dell'istituzione, e il suo fondatore s. li colle statue genuflesse, ed ora è padro-
Gaetano gran maestro di spirito,nella cui nato de'loroeredi Lancellotti. Questa ma-
religione teatina rivive l'accademia e l'o- gnifica cappella è tutta incrostata di mar-
ratorio del Divino Amore, quale scuola mi preziosi, e ornata d'3 colonne di ver-
di perfetto spirito ecclesiastico. Dopo l'o- de antico, 4 sull'altare e 4 ue'due nomi-
ratorio del Divino Amore, segue l'alta- nati depositi. L'alto rilievo dell'altare e-
re di marmo con balaustra simile della sprime oltre la B. Vergine col s. Bainhi-
crociera, dedicato a Andrea Avellino, s. 110, e s. Gio. Battista, l'Angelo che invi-
il cui gran quadro eseguì Lanfranco iu 8 ta s. Giuseppe a fuggire in Egitto, e lo
giorni, ed Antonio Amorosi vi dipinse so- scolpì Antonio Raggi, autore dell'effigie
pra l'aggiunta della gloria d'angeli, colla in profilo del cardinale edificatore della
stessa maniera, essendo valente in 1 itoc- cappella, oltre la Fama e lo stemma gen-
vol. LXXin. io
146 TEA TEA
lilizio. Il paliotto dell' altare è lutto ili 1 7.49- Cancellieri, De Secretariis Chri-
plasma di smeraldo. Le altre scul-
pezzi di stianorwn t. 3, p. 1 2 1 7 Scriptores de re- :

ture rappresentanti 4 Virtù e l'altra Fa- bus gestisci gloria posthumas.Andreae.


ma coll'arma medesima sono di Alessan- Ogni anno a' 7 agosto con istraordinaria
dro Rondone. Tra gli altri monumenti pompa visi celebra la festa di s. Gaetano, e
sepolcrali esistenti in questa chiesa, ricor- nel 1847 con maggior solennità per ricor-
derò quello del conte Gaspare Tiene di rere il 3.° centenario'^! sua beata e invidia-

Vicenza col busto e due Virtù in figura, bile morte. Come i teatini celebrarono que-
architettalo e scolpito da Domenico Gui- sta preziosa rimembranza
del santo fon-
di, e si vede presso la porta minore del datore e padre, dell'apostolo della Prov-
sinistro Iato. Nella mela del secolo passa- videnza, del patriarca di tutto il regolare
to i teatini rifecero pavimento, con mat-
il chiericato, si legge nel n.° 64 del Diario
toni e grandi fascie di marmo. Nella de- di Roma del 1847. Non solo alla sua fe-
corosa sagrestia, con belli armadi di noce sta assistè i I cospicuo collegio de'protono-
con ornamenti intagliali, il quadro dell'al- tari apostolici partecipanti, che lo vene-
tare esprimente Gesù sulla croce colla B. ra per patrono, ma eziandio il capitolo
Vergine e s. Giovanni a'iati, è di buona della basilica di s. Lorenzo in Damaso, in
mano: l'altro cheNibby,seguendo Venuti, memoria de'22 anni che uffizio in questa
dice esistere sulla porta, rappresentante la chiesa mentre si restaurava la sua bab-
Maddalena che unge i piedi del Reden- bea, cioè dal 1
7QQ al 1 820, nel quale pe-
tore, è copia d'altro di Paolo Veronese e- riodo vi trasferirono la loro parrocchia.
seguila da Mattia Preti, però non lo tro- A Epifania, a Presepio, a Ottava nar-
vai. Questo vasto tempio situato nel cen- rai come in questa chiesa il servo di Dio
tro di Roma è frequentatissimo, e nella d. Vincenzo Palloni (ov'egli avea ricevu-
festa dell'Apostolotitolare alcuni sulle sue to col battesimo il dono di quella fede e
scale vendono per divozione de'rami co' di quella grazia santificante che i re Ma-
frutti dell' albero detto legno santo, sul gi riceverono nella capanna di He/lem-
quale vuoisi ches. Andrea abbia patito il me), fondatore della congregazione della
martirio della crocefissione sopra due Immacolata Regina degli Apostoli (f7 -),
tronconi di legno obliquamente incrociati v'introdusse, e si prosiegue da' suoi figli,

nel mezzo, dopo aver predicato su di essa la mirabile e sontuosa celebrazione del-
per due giorni (contro la comune opinio- l'ottavario di tal solennità e con Presepio
ne, alcuni slimano che morisse sopra cro- co'ss.DIagij spettacolo della religione cat-
ce dritta, come la dipinse Raffaele nel pa- tolica edificante e grandioso, degno della
lazzo Vaticano, e che fosse di legno d'o- metropoli del cristianesimo. Imperocché
livo); croce che fu presa per insegna eque- splendidi apparati, e copiose faci e lumi-
stre, ed in conclave si usada'cardinali nel- narie accrescono al magnifico tempio mae-
le loro celle. Dopo che nel 1 848 fu rapi- stà e bellezza: il mistero della vocazione
ta la testa di s. Andrea che Pio II avea ri- de'gentili espresso in tante maniere dal-
posta nella basilica Vaticana, il suo felice l'altee dalla sagra scienza, ricorda il pro-
ìitrovamento dal regnante Pio IX fu ce- digioso principio della chiesa cattolica. Al-
lebrato colla esposizione solenne in que- la loro volta oratori di varie lingue pre-
sta chiesa, e con quel magnifico trasferi- dicano la divina parola 3 volte il giorno,
mento in delta basilica, che descrissi nel e altrettali ministri della riconciliazione
voi. LV , p. 265. Su questo apostolo si stanno da mane a sera ne'confessionali :

ponuo vedere: C. Gir. Wegg, De mar- religiosi d' ogni ordine, e chierici d' ogni
tirio s. Andveae aposl. e graec. in hit. grado sono solleciti alla maestosa celebra-
versa, notisel dissert. illustrata, Lipsiae zione de' divini uffizi, e fumano di con-
TEA TEA i4 7
tirino i «agri altari d'incensi e di profumi afferma il Melchiorri nella Guida di llo-
nella molteplice varietà de riti in cui ri- ìna, che decori l'interno oratorio il qua-
splende l'unità cattolica; al sacerdote Ia- dro dell'Assunta del ricordato Barbalun»
lino che solennemente immola l'immaco- ga: neppure esiste l'oratorio, ma ima sem-
lataOstia sull'ara massima, succede il gre- plice cappella. Il Piazza ne\V Eusevologio
co, il grcco-melchita, il Siro, il ruteno, il Hoiaano, nel trattato delle librerie roma-
caldeo, l'armeno, d maronita e ogni al- ne,discorre nel cap. 1 Della libreria dis,
7:
tro che alla chiesa d'oriente appartiene. Andrea della I alle de padri'TcatiniAn
Quindi è meraviglioso il vedere, nobili e comincia col ripetere la sentenza di Sene-
plebei, dotti e ignoranti, indigeni e fore- ca: Che e un vero morire chi non sa far
6tieri } di tutte le lingue,di tutte lestirpi.che altro che vivere, mentre do vrebbesi scol-
ricovrati medesimo tempio, adorano lo
al pire sul fontespizio di tutte le biblioteche,
stessoDio, professano medesimo culloja il a conforto di quelli che esercitano gli spi

slessa credenza, ubbidiscono all'uniforme riti della mente per lasciar memoria glo
legge; in una parola, solo Roma all'om- riosa d'esser vissuti. Poichénon conoscen-
bra della Sede apostolica può operare sif- dosi altro vivere più da uomo, che allun-
fatto portento della fusione e unificazio- gar la vita collo studio, che riesce sempre
ne delle genti, istituzione al tultoeminen- più dolce e attraente quanto più cresco-
temeute cattolica, sotto il doppio rappor- no gli anni, perché allora s'intende me-
to della fede e della carità. Essendo que- glio il vivere, quando manchiamo alla vi-

sto il precipuo scopo della pia e recente ta; perciò il detto savio, laddove gli altri

istituzione, si comprova da tutti gli ordini cercavano il riposo nella vecchiezza, egli
della gerarchia ecclesiastica, che ne pren- con più alacrità applicò per rinvenire gli

dunoa vicenda parte attiva e zelante nelle occulti segreti della filosofia morale. Que
sagre funzioni, cardinali, vescovi, prelati, sto bel modo di vivere, anco secondo le

clero secolare e regolare, alunni de'semi- massime della filosofia cristiana, apprese
nari e collegi, terminandosi col TeDeum. 10 i saggi fondatori delle religioni e i lo-
Ben conveniva che in un tempio teatino ro seguaci, provvedendo con non minore
con tanta splendidezza si celebrasseil mi- sollecitudine le librerie loro per istruii::
stero del Presepio cotanto caro a s. Gae- l'intelletto e farlo servirealla gloria di Dio
tano, i cui figli furono tra'primi a intro- e a vantaggio de'fedeli. Quantunque i tea-
durre la Novena del suo s. Natale, e in tini sieuo fondati principalmente sulle più
Bologna neli6i(>, come leggo nel vesco- sublimi massime deH'evangelo,aoiarono
vo Compagnoni, Memorie della chiesa sempre di formare biblioteche, perchè fos
e de vescovi (l Ostino, t. 4> p» 270. Co- serodi patrimonio dell'ingegno, della pie-
me degnamente poi i teatini celebrarono tà e della sapienza. In una decorosa sala
la definizione dell'Immacolata Concezio- pertanto di questa casa riunirono ogni sor-
ne, diesempre propugnarono e ne pro- te di scelti libri,che ascesero sopra a 5ooo,
pagarono la divozione anche nelle remo- olirei mss. di molli loro e altri illustri scrit-
te regioni, lorimarcai ne' Cenni che pre- tori. Mi sorprende che l'eruditissimo Piaz-
cedono quest'articolo. La bella e propor- za abbia ignorato, che per ulteriore elar-
zionata casa de'leatinijCOutigua alla chie- gizione di d. Costanza Piccolominì, i li-

sa, la devono pure alla munificenza did. bri greci e gli altri che formavano parte
Costanza Piccolomiui, ed alle spese del lo- della biblioteca domestica del dottissimo
ro ordine. Fu costruita con disello del Pio II, li donò a' teatini di questa casa.
cav. Rainaldi insieme alla scala grande, Dipoi Clemente XI nel curare il magni-
tranne la porteria ingresso architettura fico incremento della biblioteca Vatica-
ilei Marruccelli ; uou é poi fero quanto na, della quale riparlai a Staml 1
\, otlcn-
148 TEA TEA
ne di riunire ad essa il non piccolo nu- ma per farvi un pispisglorio di cellula in
mero de' voi nini greci di Pio li e posse- cellula. Se vogliamo teatro , facciamolo
duti da'leatini, grati a'beneficii ricevuti e come insegnano Vitruvio e Palladio, e
alla canonizzazione di s. Andrea Avellino, tanti altri, i quali dimostrarono che nel-
da lui eseguita nel i 7 1 2 colla bolla jYu/ii- l'interno deve il teatro essere per gli spet-
quam. concedendo indulgenza plenaria al- tatori gradinato semicircolarmente, e al-
la loro chiesa nella sua festa. Urbano Vili l'esterno decorato in modo che si ricono-
ne avea introdotta la causa, e Clemente sca subito per teatro. I moderni architet-
X lo avea beatificato: grande è la divo- ti non faranno mai alcuna cosa gran-
zione che i popoli hanno per sì gran san- de in genere di teatri, se non tornan-
to,come protettore contro l'apoplessia, di do alle forme degli antichi. Sembra che
cui egli fu vittima nell'introito della mes- da alcun tempo in qua si siano fatti al-
sa. Ne pubblicarono la vita i teatini pp. cuni passi per la riforma dell'architettu-
Bolvito, Castaidi, Magenis e Frangipani ra teatrale; molte verità e molte avver-
Mirto. tenze importantissime si contengono nel-

TEATRI e ANFITEATRI DI RO- le Osservazioni sui difetti prodotti nei


MA. V. Teatro e Anfiteatro. teatri dalla cattiva costruzione delpal-
TEATRO e ANFITEATRO, Thea- coscenico, diP.Landriani, pubblicate in
trum, Ampliitheatruin. 11 teatro è quel- Milano negli anni 18 5 ei8 18. Il teatro 1

l'edificio a foggia di semicircolo, con pal- moderno non ritiene che il nome degli an-
chetti o loggie separate all'intorno, le cui tichi, mentre questi aveano anfiteatri se-
parti principali sono la platèa, l'orchestra, micircolari, circondatida portici e forniti
la scena o il palco scenico, e dove si rap- di sedili di pietra, i quali circondavano
presentano per io più gli dram-
spettacoli uno spazio detto orchestra, e davanti a
matici, le tragedie, le commedie, le mu- questa era il palco o pulpito, dove stava
siche, i balli. L'anfiteatro è una fabbrica la scena formata da una grande facciata
di figura ovale o elittica, con più ordini apiùordinidi colonne, e dietro era il pro-
di scaglioni a cerchio, ed un'aia nel mez- scenio, ove gli attori si preparavano, con
zo chiamata arena , dove anticamente altri grandi portici più in là. Noi non ab-
combattevano i gladiatori, e si facevano biamo all'incontro che sale, e talvolta me-
altri giuochi pubblici, siccome è usanza schine, alcune fatte a guisa di campana,
ancora d'oggidì. Gli antichi ebbero cir- altre in forma di ferro da cavallo, e po-
non abbiamo che
chi, stadi, anfiteatri; noi che semicircolari. Si fanno teatri per le
teatri equalche anfiteatro. Trovo nel Vo- dimostrazioni di anatomia edi fisica; que-

cabolario dell'arti del disegno, aver Le ste sono sale soveute circolari o semicir-
Grand scritto un parallelo dell'architet- colari, disposte in anfiteatro, affinchè tut-
tura antica e moderna, ed osservato che ti gli spettatori possano comodamente ve-
noi abbiamo sostituito alla disposizione dere le operazioni d'esperienze diesi fau-
semplice e grande de' teatri antichi le i- no nel mezzo della sala medesima, o al-
dee più meschine e le più magre suddi- l'estremità del semicircolo. Col nome poi
visioni; di fdtto la forma prolungata dei d' anfiteatro si chiamarono dagli antichi
tempo stesso inco-
nostri teatri riesce al alcuni teatri, nome che indica bastante-
moda al maggior numero degli spettatori, mente ch'erano composti di due semicer-
eforma spesso un effettospiacevole all'oc- mezzo a'quali trovavasi l'arena pei
chi, in
chio. Milizia nel Dizionario delle bel-
Il combattimenti e altri spettacoli. Crescen-
le arti del disegno, dichiarò che nostri i do bisogno dello spazio, semicerchi
il i

teatri sono una specie d'alveari, dove si alcuna volta si allontanarono, e ne risul-
ya non per vedere, uè per udire drammi, tò la forma ovale invece della circolare.
TEA TEA 149
Le precinzioni, i gradi, i cunei, erano par- banchi, saltimbanchi, buffoni, ballerini da
ti interne degli anfiteatri; le porte fotte corda, musici, suonatori, istrioni, giulla-
a volta dicevansi vomitorii. Anfiteatro di- ri, poeti popolari, trovatori, pantomimi,
cesi ne'teatri moderni la parte del l'ondo recitandosi pure commedie estemporanee
del teatro posta dirimpetto alla scena, nel- da'mimi. Che nel secolo XV dagl'italia-
la quale dispongono gradi o sedili. Il
si ni si cominciò a ripristinare l'arte comi-
teatro Olimpico di Vicenza ha un gran- ca e tragica, e poi si aggiunse la musica
dioso anfiteatro; molti se ne veggono an- alla tragedia: ne'precedenti secoli XIII e
che ne'teatri diFrancia. Ne'giardini si fan- XIV già face vansi rappresentazioni d'imi-
no anfiteatri di verdura. Prima parlerò tazione e per lo più di sagro argomento,
de' tea tri, poi degli anfiteatri. Però ad e- il che ricordai
in vari luoghi, e delle po-
vitare ripetizioni, qui ricorderò i princi- sterioriche si eseguivano nell'anfiteatro
pali articoli in cui ragionai di quanto è del Colosseo feci menzione in quell'arti-
ad essi relativo; di altri ne farò in segui- colo e altrove. Riparlai del Carnevale,
to menzione;indicazioni che potranno ser- del Carnevale di Roma anche a Senato
vire a schiarimento delle svariate cose che Romano. Che gli antichi magistrati de'ro-
accennerò senza diffondermi. A Maschera mani in tempo della repubblica furono
o coperta della faccia per non essere co- avversi all'erezione de'teatri, temendola
nosciuto, e maschera del capo fu detta la corruzione del popolo, e che Ovidio con-
Parrucca (f .), dissi che quella del tea- Augusto a sopprimerli.
sigliò saggi ro- I

tro deve la sua origine all'arte dell'imi- mani declamarono quando furono dalla
tazione, e in quali modi lo fecero i primi Grecia introdotti in Roma gl'istrioni, ri-

attori tragici o drammatici, per rappre- levando quali nazioni furono contrarie.
sentare personaggi in diversi generi, età e Riprodussi le opinioni d'alcuni avversi a-
sesso; quindi e come si formarono le dif- gli spettacoli teatrali, in opposizione alla
ferenti maschere sceniche, comiche, tra- perfezione cristiana e alla purità de' co-
giche e satiriche poiché la Satira (} .)
,
stumi, per le licenze che talvolta si com-
allora entrava nell' azione drammatica, mettono. A Spettacolo notai che con que-
ricordando l'opera di Ficoroni. In quan- sto vocabolo si qualificano pure le rap-
te altre circostanze si usarono le masche- presentazioni del teatro, le opere in musi-
re. I divieti contro l'uso della maschera, ca, commedie, tragedie, balli, festini e si-
della legge mosaica e della Chiesa, massi- mili. Quali spettacoli e Feste (f^-) si fe-

me a 'chierici. Come s'introdussero le ma- cero nell'antichità, e che dagli etruschi e


schere nel Carnevale ( I .), e ne'balli in da'grecisi vogliono originati i giuochi sce-
maschera. AGiuoco parlai de'divertimen- nici e le rappresentanze teatrali. CheSpar-
ti e sollazzi di varie specie ed epoche, pub- ta ne fu contraria, e non ebbe ne circhi,
blici e privati, ed in ispecie de'greci e ro- né anfiteatri. In che consistevano presso
mani, circensi, gladiatori! negli anfiteatri, igreci e romanii giuochi del circo, ed i
i

escenici di commedie, tragedie, drammi, combattimenti gladiatori!, de'quali trat-


satire e mimi rappresentati ne'teatri, e ne tai eziandio a Sem avo. Quanto Roma spe-
ragionai ancora nei tanti articoli che vi se nella costruzione de'circhi, de'teatri e
hanno relazione, come a IMf.se per l'epo- degli anfiteatri, per la predominante pas-
che in cui celebravansi. Degli spettacoli e sione del popolo agli spettacoli e alle fe-
giuochi pubblici del Medio evo, e anche ste; e che gli avanzi de'snperstiti li descris-
militari come i Tornei (/'.). sostituiti ai si ne'luoghi ove sono. Che i disordini ca-
combattimenti degli anfiteatri ede'circhi. gionati dagli spettacoli provocarono la ri-

Delle magnifiche Corti bandite della fa- provazione non meno de' pagani, che dei
volaRolondax/aa l'intervento de' cantim- l'api, de'Padri e desmodi, ed altresì dei
i5o TEA TEA
teatri fomentatori di passioni e scuola di siccome Dee capaci d'ispirar loro quel-
corruzione,solo tollerandoli laChiesa e ve- l'entusiasmo e quell'estro tanto all'arte
gliando a impedir mali maggiori. A Poe- loro necessario. Clio presiede alla storia ,

sia dichiarai essere un'arte che ha perfine l/<7/>r)/wm-,ossiala melodiosa, regna sul-
d'imitare co' versi e dilettare, essendo i la tragedia, una delle cui parti essenziali

versi pel poetauna materia sua propria, erano altre volte i canti e i cori: l'icono-

non altrimenti che ima tela e colori pel i logia la rappresenta calzata di coturno,
pittore, le note pel musico, il marmo per tenendo in una mano scettri e corone, e
lo statuario. Che la poesia altresì ha per un pugnale insanguinato nell'altra: tal-
iscopo d'istruire dilettando, migliorare i volta è seguita dal Terrore e dalla Pie-
costumi e la condizione degli uomini. Di tà. Talìa, ola fiorente, presiede alla com-
sua origine, de'suoi diversi generi, in prin- media e ai divertimenti, anche all'agri-

cipio eroico e satirico, ed in appresso dal coltura: l'iconologia la rappresenta coro-


i. "derivò la tragedia, dal 2. la comme- nata d'edera con maschera in mano e cal-
dia. Che i poeti furono ancora cantori, e zata di stivaletti a mezza gamha, calzari

cantarono la storia e la morale; e qne'di diversi da'eoturni tragici e pur chiamali


Provenza e altri le avventure e i roman- socco: talvolta le vien collocata a fianco

zi. In Roma fu da principio la poesia po- una scimmia, simbolo dell'imitazione. /*"'/-
co stimata, indi eminentemente vi fiorì terne, ossia la giocosa e rallegrante, pre-
nella lingua del Lazio; e nell'epoca del ri- siede al flauto e agli strumenti da fiato,
sorgimento delle Lettere, in Italia rinac- e la sua giurisdizione estendevi sulla mu-
que gloriosa nel nobile idioma. Indicai le sica strumentale; sono suoi attributi la co-
diverse specie di poesia , fra le quali la rona di fiori, il flauto e altri strumenti e
drammatica che comprende la tragedia, le carte di musica. Tersicore, ola sollaz-
la commedia in prosa, la làrsa produzio- zevole e gioconda, ha inventato l'arpa, e
ne comica d'un solo atto, la tragicomme- presiede alla danza e ai giuochi; diverti-
dia e il melodramma o opera in musica. va col ballo le sue sorelle muse, e d'ordi-
Finsero filosoficamente poeti nove sorel • i nario rappresentasi coronata d' alloro e
le dee delle scienze e delle arti, chiama- avente in mano unflauto o una cetra, ov-
te Muse e nate da Giove e da Mneino- vero un doppio flauto, dirigendo i suoi
sine. Quando esse stavano sul favoloso O- passi in cadenza; talora ha in mano un
limpo, cantavano le meraviglie degli Dei, tamburello; le piume che sul capo le a-

conoscevano il pascalo, il presente e l'av- gita il vento, il suo piede sostenuto per
venire, e nulla allegrava cotanto la coite aria dalla leggerezza, la gioia che brilla
celeste, quanto le loro voci e i loro con- negli occhi suoi, caratterizzano la danza
centi, siccome istruite di tuttociò che ha e i giuochi che debbono al genio di que-
relazione colla Musica e per cui fu dato sta musa. Erato, o l'amorosa, die vita

loro ilnomedi Muse; dicendo poeti che i alla lira e al liuto, presiede alle galanti

fu data loro per madre Mnemosine, dea appassionate o erotiche poesie, ossia alla
della Memoria e figlia del Cielo e della poesia lirica e all'anacreontica: coronata
Terra, e quella che somministra la ma- di mirto e di rose, tieneuna lira e un ar-
teria de'versi e de'poemi. Avendole par- co simbolo di quello d'Amore. Calliope ,
torite sul monte Piero, le Muse furono il cui nome annuncia la bella voce, è la
anche dette Pieradi: in Roma pure ebbe- dea sovrana de'nobili e sublimi canti, e
10 Tempio, sotto il nome di Camene. Ma presiede all'eloquenza e all'epica o eroica
non furono esse mai tanto onorate quan- poesia, perciòEsiodola chiama la più po-
to da'pocti, che non tralasciano giammai tente delle sue sorelle e la fedele compa-
d'invocarle al principio de' loro poemi gna de're: si rappresenta cinta la fronte di
TEA. TEA i5i
corona d'oro, ed ornata di ghirlande d'al- vocano l'indegnazioue de'buoni fedeli in
loro; tiene nella destra una tromba, e nel- udire prostituito colla profana e strana
l'altra i 3 migliori poemi epici l'Iliade, l'O- mescolanza d'armonia il santo luogo di
dissea e l'Eneide. L lutniii è la musa che orazione, nel tempo celebra-
altresì della
presiede all'astronomia. Poli/inia,cosi det- zione de'venerandi misteri, e del sagro-
moltitudine dellecanzonuè la dea
ta dalla santo e tremendo Sagrifizio, e persino sa-
dellamusica vocale e della rellorica; ri- crilegamente ae\[' Ostensione del Corpo
guardata come inveutrice dell'armonia, e Sangue Gesù Cristo, e nella sua au-
di
perciò viene e spressa con una lira, e pre- gusta presenza. Laoude riportai divieti i

siede purealla memoria e alla storia. Co- de'coucilii e de' vescovi, e le pene inflitte
ronala di fiori, talvolta di pei le e pietre dalla Chiesa, e nominatamente contro gli
preziose, con ghirlamle che le stanno in- organisti che più di frequente osano di
torno. In atto d'arringare tiene uno scet- commettere sì gravi irriverenze; e facen-
tro, orni rotolo colla parola sinulere, per- dosi colpevolidi scandalo e di disubbi-
chè lo scopo della rettorica consiste nel dienza alla Chiesa, si rendono responsa-
persuadere; alcuni altri rotoli posti a'suoi bili delle conseguenze prodotte da' loro
piedi portano i nomi di Cicerone e De- arbitrii irreligiosi. Chi spelta a sorve-
mostene.Alla lesta delle Muse si suole rap- gliarli per impedire questo male, se non
presentare A pollo, coronato d'alloro, col- 10 fanno, dovranno anch' essi renderne
la lira in mano, quale loro fratello, gui- conto a Dio. E' noto come il grande mae-
da e presidente a'Ioro concerti, perciòdel- stro e sommo genio del cav. Gioacchi-
to Musagete. Sebbene a Canto, a Canto- no Rossini (gloria vivente di Pesaro e
ri, a Musica, a Organo^ Prosa, a Ritmo di Lugo), ragionando sulla qualità di mu-
propriamenle tenui ragione della Musi- sica che meglio si conviene a' differenti
ci!sagra, molte nozioni e l'origine sono generi, disse più volte, che reputava do-
comuni al canto, al suono e alla musica versi la musica sagra, affinchè ottenga il
profana, così l'armonia e la melodia, ar- suo scopo di sublimar 1' animo dei cre-
ti tutte che si rilèriscouo a'secoli più li- denti all'adorazione della Divinità, al-
moli, anzi alla stessa origine dell'uomo e la contemplazione de'sanli misteri di no-
degli uccelli. Del possente e mirabile do- stra religione, doversi, ripeto, far esegui-
minio che esercita la musica sull'animo re da sole voci umane, senza alcun soc-
umano, massimamente la sagra, impe- corso d'alcun istrumento, formando nu-
rocché i maestri di essa alle ispirazioni del merose masse armoniche, per le quali
genio loro uniscono quelle che provengo- comporre cauli solenni edignitosi, come
no dalla maestà veneranda de' misteri sièsemprepraticato nella CappellaPon-
di nostras. Religione, che tutto sublima I grandi maestri di sagre armonie
tifìcia.
e magnifica meravigliosamente. Ricor- sanno eccitare nel popolo quelle soavi e-
dai quauto fecero Papi e concili! per
i i mozioni, che ci vengono dalla grandez-
impedire e rimuovere I' enorme abuso za e dalla sublimila di nostra s. religione.
della biasimevole introduzione del canto 11 grave, vasto e delicato argomeuto del
e del suono profano nella casa del Signo- teatro, in breve lo svolgerò, discorrendo
re, e per ultimo Gregorio XVI per certi in prima dell'origine e progressi de'tea-
motivi teatrali di cauli e suoni tanto ri- tri antichi, oltre quauto vi si rappresen-
provevoli e pregiudizievoli, siccome cau- tava, e particolarmente delle vestigia e-
sa di grande distrazione e di dissipamen- sisleuti ni Roma ,
giacche di quelli che
to, dal di volo raccoglimento col quale si sussistono altrove, non mancai di farne
lieve stare nel Tempio l .)di Dio e solo | memoria. Come gli antichi cristiani era-
intenti sAlàPreghiera. Siffatte liccuze pro- no contrari a iulervcuue a'leatri essen-
,52 TEA TEA
doloro vietato. Quanto inveirono la Ghie- vol.LVllI,p. 211. Siamo autori di com-

sa e i saggi sulle rappresentanze sceniche media nel teatro di questo mondo, scris-
di commedie, tragedie e balli, e come i se s. Paolo a' corinti. In tali sensi paila-

tealri s'introdussero nel cristianesimo e rono pagani e filosofi Epitetto e Sene-


i

mila stessa Roma, anco con rappresen- ca. La vita nostra non solo è commedia,

tazioni sagre. Poi dirò dell'origine e pio- ma tragedia, anzi l'unae l'altra, cioè tra-
gresso de' teatri moderni e italiani, e de- gicommedi;i. Quando nasciamoentriamo
gli edilìzi odierni diPioma, poiché di quelli in iscena con lagrime, alle quali spesso

principali delle altre citlàe luoghi egual- succedono,come nella commedia, lieti av-
mente a'Ioro articoli ne feci menzione o li venimenti. Al contrario molti godono per
descrissi. Faròquindi eziandio nuovamen- qualche tempo beni transitorii di questa
i

te cenno della primaria origine della tra- fugace vita, e poi finiscono miserabilmen-
gedia, della commedia, della musica, del te, onde per essi è tragedia e non com-

ballo e delle diverse rappresentanze tea- media. Altri vannoallernando, ed ora so-
trali. Indi con pena dirò l'attuale deplo- no giocondi e contenti, ora mesti e scon-
rabile condizione del teatro, poiché è ne- solali. Nella scena di questo mondo com-
cessarioche la morale sia la base di lut- parirono per attori due filosofi Demo-
i

te l'opere teatrali, il biasimo e l'applauso crito ed Eraclito, uno de' quali sempre
sia ne' discreti limiti della moderazione, piangeva la miserabile condizione degli
singolarmente in un secolo che si vanta uomini, e l'altro si rideva di loro pazzie
civile e illuminato per eccellenza. Gli o- che vedeva ogni giorno. Due sono le prin-
dierni teatri hanno degeneralo strana- cipali cause per le quali convenientemen-
inente dalla loro primaria e onesta istitu- te si dice questo mondo essere un teatro,
zio ne di ammaestrare al bene, di solle- e la nostra vita una commedia. Lai/
vare l'animo, d'eccitare all'amore della la brevità della vita, perchè appena com-

"virlù e all'abbonimento del vizio. Ormai pariamo nella scena del mondo, che fini-

scilo per lo più divenuti impudentemen- ta la nostra parie ci ritiriamo e nascon-


te pubblica scuola d'immoralità e trion- diamo per non tornar mai più. Tali ap-

fodel vizio. Di che allarmati i governasi punto, secondo i precetti dell'arte, sono
sono trovati nella necessità di promette- le commedie e le tragedie, cioè opus ^i-

re premi a'savi autori di commendevoli niusdiei. hai.' causa puòessere la varie-


coraponimenti, s'i dal lato morale e socia- tà de'casi e degli avvenimenti, parte pro-
le, che da quello della buona arte dram- speri e parte avversi, che nella vita urna-

rnatica in prosa e in verso. Finalmente na si sperimentano, e nelle commedie e


terminerò con tenere laconico proposito tragedie soglionorappresentarsi.PeròDio
degli anfiteatri, per quanto già dichiarai humiliat et j
t av/////^.conformeagl'imper-
ne'luoghi ove furono esonoancora. Molti scrutabili consigli della sua altissima sa-
scriltoriefìlosofisagrieprofani paragona- pienza. I tanti svariati argomenti conte-
rono la vita umana a una commedia, o nuli in quest'articolo, pel nesso che han-
rappi espilazione finta, nella quale chi so- no tra loro, preferii nel medesimo di riu-

sliene la persona del re,chi quella di filoso- ni ili, per occupare minor spazio e insieme
fo, chi di soldato, chi d'uomo d'altra pio- evitare indispensabili ripetizioni. Laon-
fessione,chi di giovane, chi di vecchio, chi de avendosi ragionevole riguardo alla
di povero,chi di ricco. Augusto rappresen- loro importanza e complesso, l'articolo
tòilsuoregnaresul mondoa unacomme- certamente non si troverà prolisso, co-
dia, e nell'agonia interpellò gli astanti, me potrebbe sembrare a chi limitando-
cheseavea bene recitatola partesual'ap- si a osservare il titolo e il fine.tale lo giù-

plaudissero, come fecero, il che narrai nel dicasse senza leggerlo. Dichiarazione che
TEA TEA i53
può applicarsi agli altri consimili arti- ta i teatri della Grecia trovavansi nel re-
coli. cinto de' templi di Bacco, e perciò forse
I persiani, gli assiri, gli egiziani e al- dicevansi anche inventati da quel nume.
tre antiche nazioni hanno avuto i loro Le città persino pili infime della Grecia
giuochi, le loro corse, le loro danze, in possedevano un teatro, perchè gli spet-
una parola i loro diverti nienti e le loro tacoli drammatici erano con passione a-
feste puhhliche: ma i greci pennini eb- mati da quel popolo, e rappresentandosi
hero i teatri, e ad essi dohbiamo l'in- in onore degli Dei, una porzione forma-
venzione delle sceniche rappresentanze, vano del culto, e talvolta servivano anco-
di cui comunemente si fissa epoca ver- I ra all'assemblee popolari. I greci dunque
so l'anno 534 o 5(>2, ovvero 5r)0 avan- dierono i primi le regole per la costru-
ti l'era nostra o volgare, per le più rego- zione de'teatri, e L'arte insegnarono di di-
lari sue forme. Siffatti spettacoli non a- pingere e di ornare in vari modi la scena;
veano luogo che io certi tempi dell'an- i romani alla loro volta non fecero che
no, e peculiarmente durante la celebra- ingrandire questi edifizi, ed accrescere il

zione delle feste di Bacco. Tespi presso i lusso degli ornamenti. I teatri si costrui-
greci fu ili. che per le sue rappresenta- vano, per quanto era possibile, sul pen-
zioni faceva girare di luogo in luogo suoi i dio d'un colle, perchè facilmente stabiii-
attori sur un teatro amhulaute,che altro vansi in tal modo i gradini. Si cercava di
non era se non un carro. Eschilo in appres- collocarli in luoghi ove l'aria fosse pura
so immaginò di costruire un teatro sur un e salubre, e non esposti a mezzogiorno,
palco, e di ornarlo nelle decorazioni con- pecche essendo questi edifizi scoperti, i

venevoli all'argomento. Il i.° teatro d'A- raggi del sole non offendessero gli spet-
tene fu fabbricato di tavole, ma avendo tatori. La detta forma semicircolare avea
un giorno rovinato per la troppa (pian- l'apertura chiusa per traverso da un edi-
tila degli spettatori, talea vveuiinenlu de- lìzio, onde tutto il teatro divideasi in 3

terminò gli ateniesi a fabbricarne uno di parti principali : il semicircolo era occu-
pietra. Questa fu la vera origine di lutti pato da' sedili degli spettatori ; la scena
i magnifici teatri che poscia sorsero in tut- era posta nell'edilìzio che chiudeva il se-
te le città della Grecia, ad eccezione pe- micircolo; tra queste due parli era la 3.'
rò di Lacedemone o Sparta, e di cui So- cioè l'orchestra. Né diversi erano teatri i

focle avea latto nascere l'idea a'suoi con- de'greci da quelli de'rocnani, se non per
cittadini. Si attribuisce a Temistocle l'a- alcune particolari disposizioni dell'orche-
ver fallo pel i.° erigere in Grecia il i.° stra medesima e della scena. I gradini e-
teatro di pietra, edilìzio che servi di tipo a rano talvolta distribuiti in diversi piani,
tulli gli altri costruiti in legno da'greci e cioè 3 ne'grandie 2 ne'piccoli. ed in que-
dai umani. greci davano a'ioro
I teatri la sti pure le separazioni venivano indica-
forma della navata delle nostre chiese : te col nome di precinzioni. Le riunioni
il loro interno era circolare ad un'estre- de'sedili posti tra due scale erano dette
mità e quadrato dall'altra; il semicirco- cunei, dal che chiaro risulta essersi mo-
lo conteneva gli spettatori collocati sopra dellati i teatri egli anfiteatri sulla forma
gradi circolaci che innalzatosi in anfi- forse molto più antica de'circhi. Il Circo,
teatro, e formavano molli piani, gli uni Circus, era un genere di costruzione po-
sopì apposti agli altri insino alla cima del- il che si
co differente dall'anfiteatro, per
l'edilìzio, mentre il quadrato lungo ser- sono alcuna volta confusi que'due nomi.
viva agli attori e agli spettacoli. I teatri Più analogo per la sua forma allo stadio
dopo i templi riguardavano come gli e- de'grecifluogoove si esercitavano gli atle-
difizi più importanti : nell'età più remo- ti e che faceva parte degli antichi gin-
i54 TEA TEA
nasi, de'quali parlai a Liceo: secondo Vi- autori che ne trattano. Alcuni teatri avea-
travio era più lungo che largo e circon- no un portico dietro !a scena, e altri an-
dato di gradi, su'quali potevano collocar- co un tempio unito al teatro medesimo.
si numerosi spettatori. Stadio, Studi uni, Il carattere di tutti questi edilìzi era quel-
dicevasi ancora il luogo ove celebra vali- lo della solidità, della grandiosità, della
si i giuochi solenni, especialmente le cor- magnificenza, non disgiunta dalla consi-
se. Lo stadio d'Olimpia era lungo 600 derazione del comodo collocamento de-
piedi: si distingueva in 3 parti, l'ingres- gli spettatori. Neil' Effemeridi letterarie
so, la parte di mezzo, e il (lue o la meta), di Roma del 823, t. 12, p. 4-4-» Vl è a
1 1
'

il circo era oblungo, e terminava in li- Lettera delle linee de' sedili de' circhi,
nea retta a quell' estremità ov' erano le teatri e anfiteatri d\ Angelo Uggeri. I più
carceri, dalle quali uscivano i carri per antichi e savi architetti preferirono la li-

fare le corse intorno alla spina; e questa nea protuberaute alla posteriore sempli-
costituiva la maggior differenza tra il cir- cemente incisa per la divisione de'sedili,

co e l'anfiteatro. La spina consisteva in per unoo due posti, non solo per la mag-
un rialzo isolato posto in mezzo e lungo gior conservazione e solidità, ma per im-
l'arena: era abbellita da statue e obeli- pedire che l'acqua restassestagnante nel-
schi. L' interno non differiva da quello la linea d'avvicinamento, e per tal mo-
degli anfiteatri. L'esterno consisteva in tivo dierono a' sedili un declivio per fa-
due portici colonnati l'un sull'altro con cilitarne lo scolo, innestando il grado d'un

terrazzo sovrapposto, ed alcune torri al- sedile sopra il grado del sedile sottopo-
l'estremità e verso il mezzo, le di cui ci- sto. Si ponno vedere Bulengero, De thea-
me, come «[nella pure del terrazzo, era- tro ludisque scenicis, Tricassibus i6o3.
no decorate di sculture. teatri essendo 1 Histoireuniverselle des thécitres de tou-
del tutto scoperti, s'immaginò di ripara- tes les nations, Paris 779. Storia e de~
1

3
re gli spettatori con un gran velo o con scrizione de principali teatri antichi e
molte tele, che furono dette Velario e moderni corredata di tavole per cura
Tenda. Velarium o T eia, la cui dispo- di Giulio Ferrari, con osservazioni ili

sizione è pur ancora un problema per gli Paolo Landriani,Milano 83o.Cav. Lui- 1

antiquari non meno che per gli artisti. gi Grifi, Ragionamento sulle iscrizioni

Si pretese ultimamente la scoperta nel- intorno a? teatri antichi e a' giuochi in


1' anfiteatro di Verona della situazione essi rappresenta ti..nelle Dissert. delVac-
centrale, o v'era posta un'antenna, la qua- end. Rom. d'Archeologia 1. 12, p. 33. Il

le forse sosteneva le vele, giacché diver- Buonarroti, Osservazioni sopra meda-


samente la curva catenaria troppo pro- glioni antichi, ne fa pure sugli ornati de'
lungata, ne avrebbe impedita o renduta teatri e circhi pubblici in occasione di
incomoda e forse perniciosa l'applicazio- giuochi, di statue degli Dei e principi, e di
ne. Parimenti a' tempi nostri l'architet- colonne preziose di marmo, che poi si le-
to cav. Valadier costruì un velario sul- vavano; e che talvolta per tali festeggia-
l'anfiteatro d'Augusto o Correa, ma pre- menti si fecero templi di legname o al-
cipitò per l'improvvida economia dell'im- tra materia di poca durata, per ornameli-
presario che a'ferri volle frammezzati de- tode'teatrie de'circhi, il tutto esprimen-

gli assi di legno. Tornerò a farne parola dosi nelle medaglie e medaglioni. Che i

dicendo degli anfiteatri. Nondimeno di luoghi pubblici destinati alle feste era-
questi sopra-cielo si può vedere il Tafuri, no presi per un contrassegno della no-
Dell' invenzioni uscite dal regno di Nei' biltà e gentilezza de'ciltadini, i più amo-
poli, presso Calogeri, Opuscoli t. 12, p. revoli de' quali facevano a gara di pro-
353, il quale oltre il parlarne riporta gli muovere que'soutuoM edilìzi, e far che la
TEA TEA j55
loro patria avesse tutte quelle cose, ch'e- secondo Adami. Già da' primi tempi di
rano nell'altre città, comesi cava da più Romoloaltri giuochi non ebbe Roma che
luoghi di Dione. Che nelle tragedie com- icircensi, (piando neh' anno 3()0 di sua
parivano gli Dei e i personaggi tutti ve- fondazione, essendo gravemente trava-
stiti di panno sino a'piedi. Quantunque gliata da pestilenza,cui ogni medicina riu-
alcuni teatri ebbero la nobiltà della sce- sciva inutile, chiamò dalla Toscana gl'i-
na ricercata da Vilruvio, nelle rappresen- strioni o commedianti (erano gl'istrioni
tazioni eroiche, ad ogni modo gli orna- figli de' Art'/, cheda giovinetti si applica-

menti di colonne, frontespizi e altre fab- vano a quell'esercizio, e ballando e scher-


briche reali fissi pigliavano tutta la fac- zando con atli osceni rappresentavano or-
ciala, nèaveano le vedute in prospettiva dinata mente sul teatro le favole), perchè
e in dentro, ed erano privi delle nostre col canto, col suono, co'balli, co' gesti e
scene messe in opera lai.' volta al rina- facezie loro, da lunga e profonda alUizio-
scere di tutte le arti a tempo de' nostri ne i romani sollevassero, il quale rime-
bisavoli;avendo avuto gli antichi sola- dio, sebbene vano riuscisse, fu tanto ap-
mente certe poche macchine golfe e gros- plaudito da'romani,che non ne obliaro-
solane, per gli accidenti e comparse de- no mai più la costumanza. Ma benché in
gli Dei. L'Adami Storia dì l blse-
nella Roma il piaceredi tal divertimento si pro-
no antica metropoli della Toscana, ra- curasse ogni giornod'ingegnosamenle ac-
gionando del suo teatro e di sua origine, crescerlo con nuove invenzioni, la pom-
riferisce che dilatati i confini della città, pa e il diletto non giunse a fusi spetta-
molti convicini popoli alla società loro i colo dell'umana fortezza, finché debella-
volsencsi ammisero, co' quali passale le ta Volseno, fatto pacifico e più frequen-
diurne fatiche, allorché awicinavasi la te il passaggio de'romani e la dimora in
primavera in deliziosi boschi adunavansi. Etruria, sembrò gratissimo a quegli ani-
Ivi con rozze e non eulte parole,servendosi mi bellicosi il fiero e sanguinolento giuo-
duna semplicetta musa, prenunziavano co de'gladiatori. L'anno dunque di Ro-
col canto la prossima felicità della novella ma 4o°j facendo Marco e Decio Giunii
stagione. Di questi intese parlare Cassio- Bruti con solenne pompa funerali del i

doro, allorché scrisse a Simmaco suocero padre, fecero combattere per la i.« volta
di Boezio Torquato, dicendo che la forma alla presenza del popolo 3 coppie di gla-
del teatro, a cui l'ombra densissima del diatori nel Foro Romano. L'introduzio-
bosco dette il nome
di Scena, altra non ne dall'Etruria in Roma de'giuochi sce-
era che quella dove pastori ne' primii nici, dice l'Amati, si prova non solamen-
tempi con varie mutazioni di voce canta- te coll'autorità di T. Livio, di Biondo da
vano diversi soggetti di piacevoli cose. Cre- Forlì chea'toscani dà il primo luogo nel-
sciuti poi in abbondanti dovizie i volse- l'invenzione de' teatri e degli spettacoli
nesi, cambiarono i ristretti abituri in su- scenici, e da Polidoro Virgilio nel trat-
perbi e magnifici edilìzi, sicché gareg- tato degl'Inventori delle cosej ma ezian-
giarono co' romani non solo ne' giuochi dio dall'etrusco origine della voce [di-io-
scenici, ma eziandio ue'piii crudeli spet- non può dubitarsi che giuochi
ne: cosi i

tacoli d'uomini e ili fiere. Ridotta in pode- de'gladiatori dalla regionemedesima non
stà de' romani \ olseno, stabilitosi il com- vi derivassero, poiché il nome di Lani-

mercio fra l'etrusco e il popolo latino, in sta, che (lavasi da' romani a coloro che
breve comunicaronsi quanto aveano di compravano, nudrivaooed esercitavano
piii particolare, in uno al meravigliosoge- i gladiatori, era etrusco affatto e signifi-
nio [«egli spettacoli, e Volseno sopra ogni cando carneficeJ ed i gladiatori denomi-
altra città elrusca ne fu la ritrovali ice nali /c/iu\ provenivano dall'omonima
i56 TEA T E A
città toscana. A (l'erma Vitruvioche gl'ita- se le prime commedie e tragedie latine
liani non da'greci oda altri popoli appre- foggiandole sulle greche, e fondò così il

sero i gladiatori! spettacoli, ma da'loro teatro latino. Ma non si potè così presto
maggiori, vale a dire dagli etruschi, il die togliere al popolo il gusto d'interloquire,
comprova monumenti peri tutta Toscana per così dire, cogli attori durante la rap-
disolterrali, in cui sono scolpiti molli com- presentazione, onde negl' intermezzi fra
battimenti di gladiatori e d'altri uomini, un atto e l'altro i giovani presenti si di-
che s' uccidono con arme usate e talora vertivano a rappresentare farse che deri-
strane, nonché l'asserto dal Mall'ei , che vando da Atclla (città etrusca nel cui an-

tali spettacoli si facevano da'romani, pre- fiteatro si rappresentavano quelle picco-


sone dagli etruschi il costume, non solo le commedieo farse satiriche e burlesche;
nel teatro, ma ancora ne'conviti. Il Nib- diversa da AIella di Campania vicino ad
by, Roma nell'anno 838. par. 2.' Antica, i A versa) furono appellate atellane, e che
tratta a p. 5jS: De'Teatvi e de Portici essendo estranee al componimento che si

annessi, di loro origine presso romani, i recitava furono designate col nome di e-
de'giuoehi che vi celebravano, e delle par- xodia. Laonde giuochi teatrali o sceni-
i

ti che li costituivano. Ne darò un estrat- ci si composero di pantomime, satire a-


to. Fino all'anno di Roma 3c) 1 i romani tellane, commedie e tragedie. In principio
furono contenti, quanto a' divertimenti, a Roma si dierono questi spettacoli nel-
de'giuoehi circensi; ma in quell'anno im- 1' arena del circo e ne'fori ed il popolo ,

perversando la peste, esauriti tutti gli al- assisteva in piedi, come oggidì dinanzi ai
tri mezzi, si volle tentare l' introduzione saltimbanchi. L'incivilimento progressi-
de'giuoehi teatrali che ludi scenici sì dis- vo e il commercio più attivo, che i roma-
sero.Que'pritni giuochi nella loro rozzezza ni ebbero co'greci stabiliti nell'Italia me-
consistevano in una danza informe pan- ridionale e soprattutto colla Sicilia, li por-
tomimica a suon di tibie (strumento da tò a conoscere quanto più comodo fosse
fiato usato nell'antiche commedie, forse l'assistere a quelle rappresentazioni sopra
lo stesso che il flauto,o meglio il piffero che sedili, come a'giuochi circensi, quindi fe-
lo somiglia, e di suono acuto), alla quale cero de' teatri temporanei di legno, ma
gli astanti prendevano parte con motteg- neppure questi furono giudicati sufficien-
gi; ma siccome non trovarono nel circon- ti: quindi da tali teatri si volle passare ai
dario di lioma chi sapesse eseguirla, per- fissi, motivo dall'annua ri-
e se ne trasse
ciò chiamarono gli attori dall' Etr uria: e correnza de'giuoehi megalesi che si cele-
perchè tali giuocalori dicevansi da' latini bravano a onore di Cibele nel circo, e di-
ludioncs, nome derivato da ludus, giuo- nanzi al suo tempio nel Monte Palatino,
co, e dadi etrusci histered histrio, per- i quali erano principalmente teatrali e
ciò ne venne, che poscia histrio fu sino- presieduti dagli edili curuli (magistrati
nimo dì attore teatrale. A poco a poco di- che in uno agli altri descrissi a Roma, col-
poi presero una forma più regolare, e dai le loro differenti specie, e altrove), e in lo-
motteggijda'versi che chiama vansi fescen- ro mancanza dagli edili plebei. I censori
nini perchè venivano àmFescennium città Messala e Cassio conoscendo la tendenza
etrusca non lungi da Falerii (di che par- popolare e volendo lusingarla, nel 5gcj di
lai a Civita Castellana e negli articoli Roma immaginarono di costruire un so-
analoghi), si passò alla satira regolare che lido teatro presso l'angolo boreale del Pa-
Livio chiama impletas modis saturasi latino adiacente al Lupercale, luogo pros-
e finalmente circa l'anno 5i2 di Roma !\f. simo al tempio di Cibele e aderente ai Fo-
Livio Andronico, liberto di RI. Livio Sa- ro Romano, afBne di dare maggior como-

linatore e precettore de'suoi figli, compo- do al popolo ne'giuochi scenici della dea.
TEA TEA i5 7
Questa innovazione fu riguardata perni- da sugli spettatori. Curione che l'innalzò
ciosa e nocev olissi ma alla gravità de'co- nel declinar ilei VII secolo di Roma, nel-
stumi dal console P. Cornelio Scipione le sue prodigalità non ascoltò i consigli di
Nasica, onde dopo essere slato comincia- Cicerone già suo tutore: fu egli il princi-
to l'edilìzio, e dopo essere stati prepara- pale strumento della guerra civile tra G.
ti molti materiali, fu demolito e dispersi Cesaree Pompeo, e morì nel 706. Quin-
i materiali, per decreto del senato, il (pia- di a'tempidi Cicerone (il quale parlò con
le nel senatusconsulto aggiunse che niu- disprezzo di quesla specie di passatempo),
no entro le mura e fuori di esse nel rag- era già andato in disuso il costume di non
gio d'un miglio potesse metter sedie o go- sedere a'giuochi scenici, poiché ne'famo-
dere assiso di tali spettacoli. JVon descri- siteatri temporanei eretti da Scauro e da

vendo Mibby i teatri di legno eretti in Ro- Curione nel fìnir del VII secolo di Roma,
ma, ne darò un'idea con altri scrittori. I e in quella stessa epoca nel 699 Roma vi-

romani non ebbero per lungo tempo se de il 1 .'tea Irò solido per opera di Pompeo,
non che teatri di legno: terminati giuo- i il quale volendo isfuggire malgrado la
chi si disgiungevano. Questi edifìzi in so- sua possanza alle osservazioni che pote-
stanza non consistevano che in una sce- vansi fare circa tal novità, costruì sulla
na senza gradi per gli spettatori, quali i sommità de'gradini un tempio di Vene-
per conseguenza erano obbligali a tener- re Vincitrice, e nell'invitare il popolo al-
si in piedi durante tutta la rappresenta- la dedicazionelochiamo al tempio di Ve-
zione. Il i.°che presso romani fececostrui-
i nere, al quale,aggiunse, hosoltoposlo dei
re un M. E-
tealro di legno con sedili, fu gradini per assistere a'giuochi: tanto ne-
milio Lepido. In seguito romani imitan- i cessaria era ancora la circospezione. In-
do la magnificenza de' greci, M. Emilio fatti la scena fu fatta di legno e mobile.
Scauro eresse un tealro composto di 3 or- G. Cesare non volendo essere inferiore al
dini d'architettura, e sostenuto da 36o suo em ulo e genero Pompeo, poco prima
colonne, di cui le più elevate erano di le- di sua morte cominciò a preparare l'area
gno doralo, quelle del mezzo di cristallo d'un altro teatro, progetto che poi fu com-
di monte, e le ultime di marmo di Cre- pilo dal nipole Augusto l'anno di Roma
ta. Negl'intervalli vi eranocollocate 3ooo 74', e lo chiamò di Marcello, per me-
statue di bronzo, e lutto l'edificio conte- moria di tenerezza e d' amore: lo slesso
neva 80,000 persone. Scauro mori nel anno pochi mesi innanzi un altro ne avea
666 di Roma. C. Scribonio Curionefece ed ifìca lo e dedica toCornelioBalbo,e que-
parimenti edificare due grandi teatri in sti 3 teatri furono isoli che avesse Roma
legno, con tanto ingegno costruiti, che fa- antica da'tempi d'Augusto fino al secolo
cendosi girare su de'perni,si faceva a pia- V di nostra era e alle prime invasioni dei
cere cambiar di luogo alla scena e agli barbari, e colla continuazione degli spet-
spellatoli. Quanto però JNibby dice di tacoli scenici. Augusto punì la licenza di
quelli di Curione, lo riferirò parlando de- Stefanione attore nelle togate, col farlo
gli anfiteatri, perché fornì l'idea di tali battere colle verghe per trina theatra.
edilìzi. In questi edifìzi che contenevano Tali giuochi JNibby crede cessati verso l'e-
sino da 60,000 persone, si erano con in- poca della guerra gotica sollo Giustinia-
dicibde lusso praticati de'zampilli d'ac- no 1, coruechè altamente micidiale a Ro-
qua odorosa, che serpeggiando attraver- ma. La descrizione ornamentale e splen-
so le statue, le quali ornavano le parti su- didissima de' sontuosi teatri di Pompeo,
periori, mentre servi vano a purgar l'aria di balbo e di Marcello, si può leggere ne-
allenila da riunioni cotanto numerose, gli storici che citerò, limitandomi poi con
cadevano da ogni parte a guisa di 1 ugia- JN ibby a darne un'idea quanto alla costi u -
i 58 T E A T E A
zione, e ad alcune altre notizie. I romani davano spettacoli ne'tealri di natura da
mentre presero dagli etruschi primi i dover occupare questa parte, salirono co-
giuochi scenici, ebbero da'greci non solo me era naturale sui primi gradini che l'at
il loro miglioramento, Dia ancora la for- torniavano. La parte semicircolarecosti-
ma delle parti costituenti un teatro, me- tuente il posto degli spettatori fu da'ro-
110 leggiere modificazioni ch'esigevano gli mani designata col nome di cavea, alme-
usi. Adottarono il nome pure dell'edili- no finoa'tempi di Cicerone, perchè avea
lìOfChechiaxnàrootìTheatruni, e derivati- la forma concava, veduta dall'alto (cavea
te dal verbo, sto a vedere, e com'era na- fu pure delta quella specie di grotta sot-
turale eziandio quelli delle parti. La for- terranea a volta , nella quale tenevansi
ma era semicircolare e la disposizione dei chiuse le bestie feroci sotto i gradini del-
giadini fu greca, ma ne'particolari della l'anfiteatro): i greci per la ragione me-
pianta vi furono modificazioni, onde Vi- desima la dissero il concavo. Quella de-
truvio distinse i teatri latini da'greci, e stinata agli attori delle rappresentazioni
la differènza principale sembra che con- tragiche, comiche e satiriche fu appella-
sislesse Dell'allontanare più o menolnsce- ta scena da' romani, nome tratto da'gre-
na da'gradini, vale a dire, che nel teatro ci perchè originalmente coperta da ten-
greco lo spazio dell' area sotto i gradini, de 5 eche presentava l'apparenza d'un ta-
cile noi diremmo la platèa, supponendo- bernacolo. L'origine del nome di orche-
io un circolo, ne'tealri greci avea la for- stra della parte intermedia, è stata indi-
ma di 3 quarti di circolo, ne'romani quel- cata poc'anzi. Quindi le parti costituenti i

la d'un semicircolo perfetto: fatto che si teatri romaniriducevano a tre, cavea,


si
a
riconosce ne'tealri esistenti, poiché quel- orchestra e scena. E quanto alla i. , la
li eretti da'greci non presentano pianta disposizione era la medesima di quella
semicircolare, ma d'un circolo troncato che descriverò parlando degli anfiteatri:
•verso la scena; mentre i romani sono se- coslituivasidi precinzioni,e di portico su-
micircoli perfetti, più o meno disgiunti perirne: i gradini da sedere venivano ta-
dalle decorazioni della scena. La difleren- gliati da scalette (scalarla) per la corno-
za nacque dall'uso: i greci che considera- dita d'accedervi, che partivano dalle por-
vano l'area ossia la platèa odierna, come te (vomitoria), che intromettevano nella
destinata agli spettatori, dovettero lascia- cavea: de'gradini primi 1 4 più prossimi
i

re uno spazio intermedio fra il palco de- all' orchestra furono destinati a'eavalieri.
gli attori , e quelli che assistevano allo L'orchestra, come notai, fu il luogo de-
spettacoIo,spazio destinato principalmen- stinato a' senatori, quando lo spettacolo
te a'eori e alle danze, e denominato con non esigeva che la platèa rimanesse sgom-
vocabolo significante danza. 1 romani ri- bra, ed allora passavano nei gradini più
tennero il nome d'orchestra che dierono prossimi. La scena finalmente veniva co-
a cièche noi chiamiamo platèa, madie stiluita da quella parte, dove gli attori
non fu destinata allo slesso uso,imperoc- recitavano, la più aderente all'area, e che
che era particolarmente propria de'sena- dall'essere circa 6 piedi innalzata sul pia-
tori, e pare che questa fosse l'origine del no ch\ama\a$\ pitipi tum o pro-
di questa,
podio o piedistallo continuato, rialzo di scemimi: dietro di questa parte erano i
muro che circondava l'anfiteatro eforma- luoghi dove gli attori si vestivano e si ri-
va una specie di galleria odi corridoio posavano, che chiamavasi postscenium.
tutto all'intorno, il quale avea una lai- La scena era la parte più magnifica del
ghezza bastante per contenere diversi or- teatro, e costituiva una bella facciata or-
dini di sedili; dappoiché non potendoise- nata di colonne avari piani, e di statue,
natoli rimanere nell'orchestra, quando si che allcttava gli spettatori anche quando
TEA T E A i kj

non si davano rappresenlazioni: era un velario e come negli anfiteatri. 11 teatro


vero edilìzio magnifico, e non come dice reudevasi sonoro per mezzo di vaM di
Nibby una gabbia <li meschine decorazio- bronzo, disposti in modo particolare en-
ni, non dirò di Roma, diesi vuoi depri- tro vani esistenti fro'gradioi, ina parlau-
mere dagli stranieri, ma ancora di quelli done Vitruvio con poca chiarezza, die o-
tanto decantati di altre citlà dell'Euro- rigine a molti sistemi. Aggiunge che die-
pa. La scena era in parie fissa, in parte tro la scena doveano costruirsi Portici
mobile, che si adattava secondo le rap- (/ .),ne'quali il popolo potesse ritirarsi in
presentazioni. E
quanto alla i. alle volte caso di pioggia improvvisa, e dove icori
era formata da due ovvero da tre ordini potessero fermarsi per entrare con bei-
di colonne, secondo l'altezza del teatro; l'ordine nella scena, e fra gli altri esem-
e la parte di mez70 designavasi col nome pi nomina in primo luogo i portici diPom-
di reggia, le laterali con quello di ospi- peo. Aggiungerò, che le azioni teatrali in
zù (hospitalia): vale a dire che perso- i uso presso gli antichi romani, e denomi-
naggi principali entravano per le porte di nate ludi scenici, possono ridurreaque-
si

mezzo, secondarli per le \aleva\\: jìodium


i ste 4 specie: salirti, mimi, commedia e
chiamavasi il muro di rialto della scena tragedia. Ne'suoi principi] la satira era
stessa ossia del palco verso l'orchestra: come una commedia ridicola, sparsa di
pulpitum il palco propriamente detto. La molta maldicenza e motteggi, accompa-
2.* O parte mobile detta versatilis e ductì- guata da musica e danza, e ben diversa
lis, era formata da trigoni o macchine da quelle lasciateda Orazio, Persio e Gio-
ti iangolarijle quali giravansi e secondo la venale, che non furono certamente com-
rappresentazione aiutavano l'immagina- poste pel teatro. I mimi erano poemi as-

zione degli spettatori coll'imitare il sito sai più. licenziosi e piccanti della cornine-
della scena che si rappresentava. Un ten- dia ordinaria: questi non si distingueva-
done chiudeva ciòche oggi suol chiamar- no in atti, ed erano recitati e cantali da
si bocca d'opera, e questo dicevasi auleum un solo attore chiamato panfonu'/iius.per-
e siparium.W quale nome die origine al che buffonescamente contralìaceva le a-
nomedel moderno sipario: esso però non zionidi tutti gli uomini, imitandoli in mil-
calavasi ma alzavasi per chiudere, e ciò le guise, e ponendosi in mille ridicole po-
facevasi col mezzo d'un meccanismo esi- si ture per fare ridere gli spettatori. I più
stente sotto il palco. Mentre nostri siparii i famosi autori de'mimi sonoLaberio e Pu-
o tende li usiamo come gli antichi, il movi- blioSiro, che fiorirono a tempo di G. Ce-
mento però è diverso: invece che l'odier- saie. La commedia si presso romaniche
i

no sipario si alza al cominciar della rap- i greci si distingueva in antica e moder-


presentazioue e si abbassa al suo fine, la na; quella era più libera e più ripiena di
tela degli antichi abbassavasi per aprir maldicenze e di sale; questa era più civi-
la scena, e si alzava negl'intermezzi, af- le e modesta. Egli è però vero che quan-
fine di preparare lo spettacolosusseguen- tunque ella fosse più aggiustata, e di sti-
le; quindi alzare ed abbassare la tela si- le più terso,contutlociò a poco a poco visi
gnificava per essi precisamente l'opposto aggiunsero moltecose dell'antica comme-
di quello che noi intendiamo con tali vo- dia e singolarmente a quelle, che chiama-
caboli.Pare che anche il sipario degli an- te atellane, ebbero poi il nome di e.enr-
tichi fosse dipinto, e rappi esentasse per dium t valea dire conclusione o termine,
lo più fatti storici, come facciamo noi, ov- Differente è dalla commedia la tragedia,
vero si suole dipingere quadri di paesi', tantoa riguardo del soggetto, quanto del-
mchiteltuie e talvolta quadri allegorici, tostile. La commedia è una rappresenla-
Glsspellatori venivano copei ti dal solecol rione naturale, che si aggira intorno ad
160 TEA T E A
nvventui'e,e comunemente a soggetti doz- vano nel teatro da'gladi a tori, sebbene ta-
zinali e comuni: lo stile è semplice e pia- li spettacoli fossero assai comuni e ordi-
no, conveniente a persone particolari, e nari a ogni condizione di persone. Il di-

tale in somma che scuopre il rango e la vieto alle donne d' intervenire alle lotte
qualità di coloro che l'usano. Servivansi degli atleti,pare che fosse pel pudore ,
altre volte commedianti d'una tal sorta
i perchè solevano combattere co'corpi nu-
di calzatura bassa, chiamata soccits, da Questo salutare rigore si rallentò, non
di.

cui non solo venivano distinti, ma resi an- sempre osservandosi che alle donne fisse
cora più agili nell'uso e movimenti dei interdetto l'ingresso alle feste e giuochi
piedi. Per lo contrario la tragedia è una teatrali, come si trae da Ovidio, De ar-
seria e grave rappresentazione di qualche te amandi lib. che dichiarò teatri fo-
i , i

fatto funesto,seguito da personaggi dicon- menti all'amore. Stazio riferisce che noti
to e ragguardevoli o per la loro qualità erano in Grecia ammesse le donne a'so-
o per il loro merito. Quindi lo stile della lenni giuochi olimpici; e il citato Valerio
tragedia è più sostenuto e sublime, acciò Massimo osserva che se ne fece eccezio-
meglio si confacela alla grandezza e digni- ne a Berenice, per avere avuto padre e
tà di chi parla. A fine poi di dare agli at- fratelli vincitori ne' medesimi. Pausania

tori nelle tragedie aria da eroi, e farli com- dichiara la legge greca che escludeva le
parire più sostenuti e maestosi , fu loro don ne da'giuochi olimpici, sotto pena d'es-
dato una specie di stivaletti, che uniti al- ser precipitate dal monte Tipco. Abbia-
la scarpa coprivano tutto il piede ed una mo da Varrone, che padri di famiglia
i

parte della gamba, detti cothurnì. Oltre di Pioma pel timore d'essere ritenuti trop-
i teatri erano in Roma altresì 4 pubblici po lungamente ne' teatri dall'attrattiva
edifìzi a foggia di piccoli teatri, cui dava- delle rappresentazioni, portavano nel se-
no il nome di Odeum. Quivi si raduna- no loro delle colombe domestiche, lequa-
va la gente per sentire i musici quando li servivano per mandar notizie di se stes-
cantavano per conseguire il premio pro- si alle loro case, per mezzo di biglietti che
posto a chi rimasto fosse vittorioso, e qui- attaccavano allezampedi que' volatili. Di
vi ancora si facevano le prove della mu- tale uso parlai ancora nel voi. LXX, p.
sica, che doveasi poi cantare nel gran tea- [ 58. Diversi autori scrissero sui teatri di
tro. Quando la disciplina della romana re- Roma e di altri luoghi. Gioacchino San-
pubblica fu alquanto più severa, si tene- drart, Theatrum Romae antiquaeet no-
vano lontane le donne da'pubblici spet- \>ae,Norimbergae 1675. Chiaramonti,
non potevano andare, alme-
tacoli, a'quali Delle scene e de' tea tri,Cesea a 6 7 5. Ma f- 1

no senza licenza de'mariti loro, al senno fei, De' teatri antichi e moderni, Verona
de'quali pare che fosse riservalo il giudi- 1753. Signorelli, Storia critica de tea-
care, se que'giuochi e feste potessero riu- tri antìcìd e modernij Discorso da ser-
scire uocevoli al decoro e onestà matro- vire di lume alla detta storia , Napoli
nale.Narra Valerio Massimo che Sempro- 1777-83-87 e 181 3. D'Apuzzo, Sopra
nio Sopho o il Savio ripudiò la moglie, i teatri moderni e sopra gli archi di

per essere andata senza sua licenza a ve- trionfo degli antichi, Roma 1 8 1
7. Il Nib-
dere certi spettacoli. E pure dice Plutar- by ci lasciò la descrizione de'3 seguenti an-
co, ch'erano giuochi funerali (de'quali ri- tichi teatri di Roma, de'quali sussistono
parlala Sepoltura), forse meno atti di lo- pochi avanzi, di cui per ordine alfabeti-
ro natura a recar nocumento a' buoni co- co darò un cenno.
stumi. Scrive Svetonio, cheAugusto non Teatri antichi di Roma.
permetteva che le donne vedessero se non Teatro e Critto-Portico di Balbo. Il

da lontano i combattimenti che si face- nipote del celebre L. Cornelio Balbo, Cor-
TEA TEA 161
nello Balbo il G-aditano, si distinse pel va- s. Maria in Cacabcris, della quale parlai
luce col quale soggiogòiGaramauli e n'eb- nel \ol. XXIII, p. i/i?.. Pnsso questo
."
be il trionfo nel 704 di Homi;), il 1 .1 ri- teatro e quello di Marcello erano i Por*
portarlo d'origine straniera all'Italia, fu tiri d'Ottavia e di Filippo; quello di Ot-
come lo era stato lo zio uno de'piti ioli- taviaebbe origine da quello di Metello,
mi amici d'Augusto,a cui per far cosa gra- e racchiuse templi di Giove Statore e di
i

ta coli immense ricchezze conquistate edi- GiunoneReginnda Curia, e la Schola del-


ficò inRoma un teatro con magnifico porti- ta di Ottavia. La pianta del magnifico e

co coperto, chiamati Theatrwn e Crypta grandioso portico d'Ottavia si può vede-


Hi ///<!. e venne dedicato nel 74 mei ritor- re ioNibbyeinMelchiorri. Del portico di
torno d'Augusto in Roma, capace di più Filippo che conteneva il tempio d'Ercole

che 3o,ooo spettatori. L'eresse poco di- Musege te, come d'altri portici, parlai an-
scosto dal Tevere presso In sponda sini- cora a TiìMPio,descrivendo templi di Ro- i

stra, in sito basso e perciò soggetto a i- ma pagana; così di quello d'Ottavia e di


nondazioni, onde ne'giuochi ili sua dedi- altri portici di templi romani.
cazione Angusto vi accedette in barca. Si Teatro di Marcello. Giulio Cesare vo-
crede che dallesue rovine si (orinasse quel- lendo edificare un teatro come quello di
la gibbosità di terreno detto Monte diCen- Pompeo, lo cominciò, ma noi potè finire
ci {F'.), perchè la famiglia di tal nome vi prevenuto dalla morte: Augusto lo com-
edificò il palazzo, ora de'conti Bolognetti pì e Io appellò di Marcello dal nome di
e de'marcbesi Sampieri, ed un piccolo a- Marco Claudio Marcello suo nipote come
vanzo rimane lungo la via, che da tal pa- figlio della sorella Ottavia, il quale accop-
lazzo conduce a quello de'Branca, al pre- piava in se tutti i pregi degli uomini subli-
sente Palazzo Santacroce / .),e la piaz- ( mi, erala delizia dello zio, l'idolo devo-

za della scuola degli Eh rei. Neil f 4^3 do- niani dovea succedere nell' impero del
;

vea esistere qualche avanzo notabile, ri- mondo, e chi sa qual sarebbe divenuto,
cordandosi col nome
Tlieatrum Jnto-
di ma 20 anni avanti la nostra era morì di
nini, per la vicinanza del Ponte Sisto al- 18 anni. Il lutto per tale perdita fu uni-
lora chiamalo d' Antonino, dipoi per le versale e profondo; egli però nella memo-
tante devastazioni cui soggiacque si cre- ria de'colti resterà finché rimarranno vi-
dè essere esistito altrove, finché le ricer- vi gli aurei versi di Virgilio, che nel com-

che archeologiche di Piranesi lo trovò piangerne l'acerba e fatale morte l'immor-


dove realmente surse. Si chiamò Crypta talò. G. Cesare nel volerlo edificare for-
in genere anche un poi lieo coperto il- mò l'area distruggendo le case e i templi
luminato dalle finestre in alto, o Critlo- che ivi trovavansi, e n'ebbe taccia d'aver
Portico. diverso perciò da un portico abbattuto de'luoghi sagri e d'essersi ap-
aperto ossia peristilio formalo da colon- propriato grandi ricchezze trovale in
le

ne e ila pilastri isolati. L'uso di tali Crit- quelle demolizioni. Augusto lo terminò
to-'Portici era di passeggiare più al co- nel 741 di Pioma, 1 o anni dopo la morte
perto dall' intemperie, onde più freschi dell'amato nipote (secondo Dione, o nel
erano nell' estate perchè meno acces«ibi- 743 come vuole Plinio), e a lui lo dedi-
li al sole, più asciutti e tepidi nell' in- cò con feste sontuose, e nelle caccie furo-
vernò come al coperto dalle pioggie e dal no uccise Goo bel ve africane. La statua d'o-
freddo. Alle sue rovine si die dagli anti- ro di Marcello fu coronata d'ordine d'Au-
quari il nome ili l'artico di Filippo e di gusto, e collocata in sedia curule in luo-
Gneo Ottavio, ma era diverso come in- go disliuto Quel-
nel teatro fra'mngistrati.
dicai a quell' articolo. Di quello di Balbo la in Augusto in tal giorno, es-
cui sedeva
se ne vedono avanzi presso la chiesa di sendosi disunita, cadde supino. 11 teatro
VOL I.XXIII. 1 1
iG?. TEA TE A
soffrì nell'incendio di Nerone, e Vespasia- bello a Lucio II, onde il successore Eu-
no ne ìicdificò la scena, e con nuova de- genio scomunicò, e poco dopo nella
III lo

dicazione celebrò magnifici giuochi, fra' sommissione de' romani perde la dignità
quali spettacoli di musica, e regalò a'prin- usurpala. In lutti questi avvenimenti è da
cipali attori somme
denaro e molle co-
di supporre che molto soffrisse il teatro di
roned'oro. Alessandro Severo volle rifar- Marcello ch'era il centrodel potere de'Pier
lo, avendo sofferto tanto ch'era divenuto Leoni, 1 quali continuarono a figurare si-

inservibile. Nel principio del V secolo ser- no al principio del secolo seguente, e per
viva ancora e capace di contenere 3 0,000 via di matrimoni è dubbiose si fusero nel-
spettatori. Dopo la morte di s. Gregorio la famiglia de' Savelli. Verso il declinar
VII, neh 086 fu ridotto a fortezza e chiu- del secolo XIII il teatro era ancora in pos-
so entro le case del potente Pier Leone, sesso de'Pier Leoni, i quali sembrano già
il quale vi riceverò Urbano 11 nel ìoqc), estinti nel 1 280, ed a loro non più apparte-
e in esso morì; il successore Pasquale li neva il palazzo fabbricato sul teatro. Sicco-
lasciando Roma per andar in Puglia lo fe- me le costruzioni d'opera saracinesca, che
ce Prefetto di Roma (/ .). e commise a chiudono tulle le arcuazioni dell'ambu-
lui ed a Leone Frangipane il governo del- lacro esterno del teatro verso piazza Mon-
la città. Neil 1 16 volendo Pietro far crea- tanara e la via de'Sugherari appartengo-
re prefetto di Roma il suo figlio, contro no al 2. periodo del secolo XI li, come
la volontà del popolo, questo corse ad as- quelledi Castel Savello presso Albano, che
salire il castello dalla pai \.e<\\Pi azza Mon- descrissi Dell'indicato articolo, del palazzo
tanara. La sua potenza giunse a tal se- e castello de'Savelli sul Monte Aventino,
gno che sostenne Gelasio 11 e fece ricono- costruito nel 28G, sembra a Nibby poter
1

scere Calisto II contro l'antipapa rifugia- congetturare ebe una donna de'Pier Leo-
to a Sntri, e secondo qualche scrittore e- ni si maritò in casa Savelli circa il 1280,
ra tale l'annoi i3o, da voler imporre al- e per l'esaltazione d'Onorio IV Savelli
la Chiesa per antipapa il suo figlio Ana- nel 285 avendo la sua famiglia ricevuto
1

cleto li, che altri con IS'ovaes dicono fi- gran incremento nella possanza, può es-
gliod'un ebreo; poiché Lodovico Agnello sersi operata la nuova fortificazione del-

Anastasio nell' Istoria degli Antipapi, l'antica casa de'Pierleoni. E' però vero che
lo dice figlio di Leone
nato da Pietro non si ha memoria diretta del possesso di
giudeo battezzato da Leone IX, che a-s. questo monumento per parte de'Savelli a-
vea colle usure ammassate grandissime vanti al secolo XV, e si vuole rinnovato
somme d'oro, e rese possente Pietro. Que- il palazzo con diseguo di BaldassarePe-
sti non contribuì all'intrusione del figlio, ruzzi, passando poi il palazzo per compe-
1

poiché era già morto, come narra mg. ra negli Orsini, onde ora si dice Palaz-
Nicolai, Della basilica di s. Paolo p. 286, zo Orsini (T .). Dalle rovine del teatro si

essendo almeno morto un anno avanti formò il piccolo Monte Savelli, ne riman-
l'antipontificato del figlio, che se vivente gono tuttavia visibili considerabili avanzi
avrebbe impedito. Pier Leone fu tumu- e sono più grandi de'3 teatri un dì esi-
i

lalo a diritta del portico presso la porta stenti in Roma. Da questi si riconosce che
santa della chiesa di s. Paolo nella via il teatro era costituito da due precinzioni

Ostiense, in un sarcofago scolpilo nella de- coronale da un portico superiore, the e-


cadenza delle ai ti. rappresentante Rlarsia Eternamente era composto di 3ordini,due
scorticata da Apollo, con iscrizione me- arcuati con mezzecolonne d'ordine dorico
r
tiica, che descrisse e illusilo mg. Nicolai. sotto, d' ordine ionico sopra, i.° esempio
L'allro suo figlio Giordano si fece creare superstite della soprapposizione de^li or-
Patrizio di Roma (f y .) nell 1 4 3, e si ri- dini in Roma. A questi ordini succedeva
TEA TEA i63
i!
3° senz'archi, probabilmente con fine- modello per determinare le proporzioni
stre rettilinee, ornato di pilastri corinti, de due ordini dorico e ionico sovrappo-
e questo è oggi interamente perduto. L'in- sti l'uno su l'altro.
terno è tutto sconvolto per le costruzioni Tendo, /'artico e Curi,/ di Pompeo,
palazzo e delle case che Io coprono Dissi già che questo fu .°
ilei : il i teatro solido
di tratto in tratto però s'incontrano i nul- costruito in Roma l'anno Gc)C) della città.

li intermedi d'opera reticolata, mentre e come Gneo Pompeo Magno che ne fa


lutto l'esterno e tutte l'arenazioni erano l'autore volle schermirsi dell' infrazione
di travertino. Della scena è ancora visi- del senatusconsulto non abolito, cotl'e-
bile in via Savelli un piccolo tratto ap- dificare in mezzo alla cavea sulla sommi-
partenente all'angolo orientale del pro- tà de'gradini un tempio a Venere Vin-
scenio. Perlustrando i sotterranei, le bot- citrice, chealtri diconodella Vittoria,qua-
teghe, i cortili, le case e gli altri fabbri- si che i gradini fossero una parte di quel-
cali moderni che lo coprono, tante vesti- lo, e perciò nell'invito che pubblicò per
gia si trovano da poter formare una pian- la sua dedicazione chiamava il popolo non
ta completa di questo monumento insi- al teatro, ma al tempio, al quale aggiun-
gne. Una ne pubblicò Io stesso Nibby, e geva aver sottoposto de'gradini (serven-
il Melchiorri nella Giada di Roma, aven- do però per salire e per sedere), perchè
do egli già con un articolo pubblicatodal- il popolo potesse con comodo assisterea'
V Effemeridi di Roma del 1823, t. io, p. giuochi, e perciò mobilee di legno fece la
348, reso conto del teatro, su quanto ne scena. In magnificenza restò superiore a'
scrisse 1' architetto Saponieri nella Rac- teatri dipoi edificati di Balbo e ili Mar-
colta delle più insigni fabbriche di Ro- cello. Vi die spettacoli di musica e di com-
ma misurate e dichiaratet eillustrate da battimenti atletici, e nel circo celebrò u-
Filippo Aurelio / isconti. La scena era ua gara di cavalli e stragi d'animali fero-
verso la ripa del Tevere e si prolungava ci di tutte le specie, poiché 5oo leoni fu-
dall'angolo del vicolo della Campana fi- rono in 5 dì consumatici 8 elefanti com-
no appresso il pollone del Ghetto degli e- batterono contro legionari. Racconta Dio-
brei per circa 4^o piedi : la cavea girava ne che il teatroni fabbricato co'denan di
attorno a questo spazio pel vicolo della Demetrio Pompeo, e a lui die
liberto di
Campana,la via de'Sughera ri ,e traversan- l'onore del nome, perchè gli erano stati
do le case e i cortili che sono fra la via del- somministrati accompagnandolo Delle sue
la Catena, e quella di Ponte Quattro Ca spedizioni. Rimasto preda del fuoco nel-
pi, andava a raggiungere l'altra estremità la scena sotloTiberio, questi ne intrapre-
della scena, cioè l'occidentale. Il tratto su- se ilrestauro, che compì Caligola, indi fu
perstite della parte e>terna mentre si fa di nuovo dedicalo da Claudio, il quale gli
ammirare per la purità dello stile degli or- restituì il nome di Pompeo che gli avea
dini, e serve di modello, mostra traccie tolto Caligola, e pose quello di Tiberio al-
evidenti de'replicali incendi, a'quali que- la scena per averla riedificata, e vi cele-

sto celebre edificio andò soggetto


DO sia ne' brò gli spettacoli. Di più presso il teatro
tempi antichi, sia nel medi*/ evo. Le pio- eresse un arco di marmo a Tiberio, che
porzioni sono così belle che'fecero credere decretato dal senato non era stato mai e-
a molti, che Vitruvio ne fos>e l'architet- seguito; ed una statua colossale di Giove
to. La materia impiegatavi è di pietra ti- nel campo Marzio, ebe per la vicinanza
burtina, gabbia e albana. Il teatrodi .Mar- ni teatro fu dellaJupiter Pompejanus.T$e~
cello per la sua ragionata grandezza e ione lo fece indorare tutto nell'interno in
per lo stile di architettura così perfetto un sol giorno, onde mostrarlo nella festa
beo a ragione fu preso e si ha sempre a teatrale 1 'L'uniate re d'Armenia, e le ve-
i64 TLA T EA
le distese nell'aria per difendere dal sole rancio Svetonio che il dì innanzi gl'idi di
erano di porpora, e nel centro di esse ve- marzo, in che il dittatore Giulio Cesare fu
dovasi rappresentalo in ricamoNeroneche spento, notossi come un re d'uccelli (re-
guidava il carro, ed intorno splendevano galiolus) portando in bocca un ramoscel-
stelle d'oro. Andò soggetto a nuovo incen- lo di lauro s'introdusse nella curia pom-
dio nell'anno 80 di nostra era a'tetnpi di peiana , dove inseguito da uccelli di va-
Tito, che lo restaurò magnificamente, al- rie specie usciti dal vicino boschetto, fu
trettanto facendo Domiziano. Era in tut- messo a brani. Nel secolo XV vedovasi an-
to il suo splendore negl'imperi di Traia- cora una parte del teatro non lungi dalla
no e di Alessandro Severo. JNel 249 sog- Piazza di Campo di Fiore, occupata però
giacile interamente ad altro incendio sot- da edilizi [nivali, si trovarono vari mo-
to Filippo, in un all' JScatonstilo o Cento numenti epigrafici, uno de' quali presso
Colonne, cioè il portico dietro la scena, il cortile della Chiesa dis.Lorenzo uiDa-

che serviva a diporto puhhlico, ed a ri- maso, ricordava il genio del teatro, Ge-
pararegli spettatori del teatro dalla piog- 1ti ui n Theo tri Pompejamj e nel i52 5
gia improvvisa. Quella rovina fu ripetuta dietro la chiesa di s. Maria di Grotta-
poco dopo, e sotto Carino nel darsi una pinla (di cui riparlai ne Cenni storici in-
rappresentazione spettacolosa andò a fuo- torno al dogma dell'Immacolata Con-
co la scena, die poi da Diocleziano fu fat- cezione, a p. 42 di questo volume), di pa-
ta più magnifica. Esisteva nel principio del dronato degli Orsini, si cavò un marmo
V secolo, e capace di 27,580 spettatori coll'epigrafe 1 eneris 1 ietrieis. ed ivi e-
(Melchior-ri dice 80,000), e restauralo da ra il suo tempio, corrispondente pure al-

Arcadioeda Onorio per danni sofferti nel- l'odierno e contiguo Palazzo Pio e allo-

l'esterno da un terremoto. Si continuò ad ra degli Orsini. La pianta del tempio di


aver cura di questo teatro anche durante Venere e del portico dietro la scena detto
il regno de'goti, poiché Teodorico incari- Hecatonstylon o delle 00 colonne fino al- 1

cò Simmaco prefetto di Roma di risarcir- l'epoca di Carino, e poi rifatto da Diocle-


lo. Avvenute le grandi rovine di Roma ziano appellato Portieus Jovia dal cogno-
poco dopo la morte di quel re, non si per- me da lui assunto, si ha ne'frammenti del-
de la memoria di quel teatro, anzi era suf- l'Icnografia di Roma a segno che questa
ficientemente conservato nel principiodel può servire di guida nella confusione de'
secolo IX, e si ricorda ancora nel 1 i43. fabbricati moderni che neoccupano ilsito,

Sul declinar del secolo XIII annidaron- elevestigie non sono del tulio scomparse
si gli Orsini sulle sue rovine, i quali suc- sotto il palazzoPioenellecasedella Piazza
cessivamente andarono fabbricando case dis. Maria di Grottapinla, della via e piaz-
addosso agli avanzi superstiti, a segno di za delParadiso,e della via o vicolo di Grot-
farne a poco a poco sparire ogni forma, tapinla. Il tempio di Venere dominante
e fu una delle parti di Roma in cui essi si- la cavea, nel mezzo di questa sorgendo cor-
gnoreggiavatiOjCome notai nel vol.L V III, risponde ov"è oggiil palazzo Pio,occupan-

p. 278, dicendo de'luoghi in cui ne bassi do lunghezza quasi tutta la facciata del
di

tempi eransi fortificati magnati romani, i palazzo ch'è sulla piazza del Biscione; a
mentre Colonna dominavano il Mauso-
i desila e a sinistra la cavea da un lato rag-
leo d' Augusto, Pier Leoni il teatro di
i giungeva l'imbocco della via de'Chiavari
Marcello, Frangipani l'anfiteatro Fla-
i quasi dirimpetto alla porticella di s. An-
vio. Nel i3oo la contrada avea il nome drea della Valle de Teatini, e dall'altro
adSeptemLaurum,forse perchè vi rima- le case più oltre della piazzetta di s. Bar-

nevano lauri dell'antiche passeggiate pian- bara de' Librari: la scena poi occupava in
tate du Pompeoconplalaniefonluue nar- lunghezza 55o piedi parteudo dal risalto
}
TEA TEA i65
che forma la croccia occidentale della ed era una curia contigua al portico e al
chiesa di s. Andrea della Valle, andando teatro. Ivi era la sua statua alta 12 pal-
quasi a raggiungere de'Giubbona- la via mi, ma giacente come narra Plutarco, pro-
ri. Dietro la scena era il portico Ecaton- babihnente rovesciata dopo la sua cadu-
stilo quadrilungo, con giardini in mezzo ta, verso la quale il congiurato Cassio ri-

ed essedre intorno rettilinee e curvilinee, volse gli occhi (piasi per acquistarne co-
li quale approssimativamente veniva coni- raggio, e nel dibattimento dell'uccisione,
preso fra la croccia di detta chiesa, e le Cesaresia per céso,sia perchè da'eongiura-
vie del Sudario, Torre Argentina, s. An- ti vi fosse spin!o,portossi verso il piedistal-
na e de'Chiodaroli, e traversando la via lochela reggeva in origine e ivi digoitosa-
de'Chiavari raggiungeva l'estremità me- mente cadde trafitto. Le turbe del popo-
ridionale della scena. Le strade indicate lo,eccitatea tumulto da M. Antonio, cor-
servono solo per dimostrare non i limili sero alla sala e l'incendiarono, ed in de-
e la estensione precisa del portico, ma fan- testazione della morte dello zio Cesare fu
(laineiitojessoaveayoo piedi di lunghezza, fatta chiudere da Augusto, che inoltre fe-
terminando nel palazzo Cesarmi, incon- ce trasportare la statua di Pompeo dalla
tro all'odierno teatro di Torre Argenti- curia sopra un arco ogiano, incontro alla
55o di larghezza. A Cancelleria A-
ria, e porta regia del teatro ossia riinpetto al-
rosTOLicA narrai, che verso il suo palazzo l'asse della scena. IVibby conviene sull'i-

innalzavasi la famosa curia di Pompeo a' denticità della statua di Pompeo esisten-
piedi della cui statua i congiurati uccisero te nel palazzo Spada di Roma; osserva poi
l'emulo e suocero G. Cesare, statua ora che forse l'invidia de'Cesari fece sparire
esistente nel Palazzo Spada,dì cui ripar- la corona di quercia che cingeva la testa,

lai nelle biografie Sr ad a. Appiano narrati- e sulle spalle appariscono l'estremità de'
do la morte di G. Cesare, cosi comincia. lemnisci: un braccio e due dita sono la-
» Eranvi spettacoli nel teatro di Pompeo, voro moderno. Nibhy.pubblicò la pianta
e dovea tenersi il senato in una delle sale del teatro e portico di Pompeo, tratta da
ivi dappresso, com'era costume in tali cir- quella del commend. Canina,
costanze : Bruto di buon mattino, come Ad onta della predominante passione
pretore, alzò il tribunale ch'è dinanzi al che i popoli d'ogui età ebbero pegli spet-
teatro, e rendeva tranquillamente giusti» tacoli e pe'teatri, oltre quanto già toccai
zia a coloro che la domanda vano. "Quin- sull'avversione di uon pochi saggi sì tra*

di si vede che lo storico alludeva a que- greci che tra' romani, che riprovarono
sto portico, che a guisa di basilica vastis- ancora le commedie, riferisce Plutarco,
sima dava campo alle udienze, e del qua- che Solone condannò le tragedie fino dal-
le profittò Bruto per esercitare il suo mi- la loro origine, e che gli ateniesi crede-
nistero senza dar ombra e nello stesso , vano, che ipoemi drammatici fossero co-
tempo peresser pronto adognievenlodel- se sì indecenti e insopportabili, che vi eia
la congiura, essendo uno de'capi, benché una legge tra loro, la quale proibiva agli
favolilo e dicesi pur figlio di Cesare; la areopaghi di far le commedie o tragedie, e
cui tragica fine descrissi a Uoma: colla scu- che lacedemoni non solfi ivano che nelle
i

sa de' giuochi i congiurali aveano prepa- lorocittàsi rappresentassero commedie


rato un gran numero di gladiatori in lo- tragedie, per timore di non ascollare nel
10 soccorso entro il teatro. Pompeo nella divertirsi, coloroche rappresentavanoco-
curia, ueMintoi ni della moderna casa de' se contrarie alle patrie leggi. Platone a per
barnabiti a s. Carlo a'Catinari, avea edi- suasione di Socra te gettò le sue commedie
beato una sala perchè il senato nella crr- nel fuoco, onde poi lo stc->so filosofo potò
costanza de'giuochi potesse ivi adunarsi, scrivere nella sua Repubblica: Noi non ri «
i GG TEA TEA
leviamo nella nostra città uè la tragedia, religione cristiana, copiosamente esposte
uè la commedia, perchè sono contrarie con prove dall' autore del Trattato rie
alla semplicità de'eostumi,e ad altro non giuochi e de*divertimenti permessi oproi-
servonoche ad innaffiar l'erbecattive,cioè biti a' cristiani, Roma 1768. Tratta poi
a fomentar le passioni, le quali bisogue- nel cap.io: Gli spettacoli teatrali sono
rebbe interamente estirpare. Aristotile contrarialla professione cristiana, e ah
voleva che legislatori non permettesse-
i la purità rie' costumi. Unanime consen-
to a'giovani d' andare alle tragedie, af- so degli autori più gravi nel condannar-
(iucliè non s'imbevessero in quella tene- li. Il divertimento del teatro, siccome va-

ra età delle perniciose idee di stragi e di gheggiato in ogni epoca dalle nazioni, seni-
tradimenti. Le leggi romane non manca- pie trovò eloquenti apologisti, quali cer- i

rono di condannar le commedie, perchè carouo tutte le vie per giustificarlo non
avendo notato d'infamia commedianti, i solo, ma altamente encomiarlo,
pure di
sembra che volessero distruggere da'fon- come un sollievo allo spirito e quale islru-
dawenti il teatro medesimo,vietandocon zione morale per evitare le passioni che vi
questa gravissima pena l'esercizio d' un sono rappresentate. Osserva però Tertul-
tale mestiere. Ovidio di Sulmona (T .). liana, che l'ignoranza delio spirilo urna-
benché non fosse certamente di rigida no none mai tanto prosontuosa, né pre-
morale, già dissi che chiedeva ad Au- tende mai di meglio filosofine e razioci-
gusto, che i teatri fossero distrutti come naie, che allorquando si vuole proibire
seminari d'iniquità, scogli della pudici- ad essa I' uso di qualche divertimento e
ziaper radunarvisi uomini e donne per di qualche piacere, di cui è in possesso e
vedere ed essere veduti. Tacito racconta che crede poter legittimamente e inno-
ne'suoi annali, che i più savi de'romani eoamente godere. Allora è quando ella si

detestarono le commedie e i comici; e fi- mette in parala, e diviene sottile ed fi-


nalmente il ricordato Seneca gran ino- geguosa; s'immagina mille pretesti perso-
ràlista de'gentili, dice che non vi è cosa stenere il suo diritto, per timore di re-
più dannosa, che trattenersi in qualche star priva ili ciò che la lusinga, e giunge
spettacolo, poiché allora vizi più facil- i finalmente a segno di persuadersi, che ciò
mentes'insinuano per mezzo deìpiacere. ch'ella desiderava sia lecito come onesto
Trasentili medesimi vi fu pure chi ben e innocente. Da questo principio nascono
comprese quanto fosse nocivo alla gioven- ogni giorno i rilassameuti della morale cri-
lù non solamente il rappresentare, ma sliaua. In vece i difensori de'teatri sosten-
ancora l'essere spettatore de' teatrali di- gono che gli spettacoli teatrali sono di-
vertimenti. Riporta Plinio di Quadratil- letlevoli, autorizzati dall'opinione cumu-
la matrona romana, che per quanto ella ne, frequentati da persoue gravi, e forse
fosse trasportata pe'mimi e pantomimi, talvolta da ecclesiastici, sono permessi da'
fino a farne ben sovente il suo domestico principi, recanoulililà eguadagno agli ar-
di verlimento nella propria casa, non per- t'isti e ad altri, dunque sono leciti, onesti
mise mai per altro, che Quadrato suoni- e innocenti. Il dottores. Agostino nelle sue
potè, il quale con vivea insieme, visi tro- Confcssioìii piange amaramente il tra-
.

vasse presente, né andasse a'pubhlici tea- sporto da avuto pe'teatri, ne'quali di-
lui
ti'i, e quando ancora egli divenne d'età ceche vi trovava l'immagiuedellesue mi-
niatura e ammogliato. Tutte le autorità serie, e il fomite de'suoi sregolati amori,
de'ss. Padri sono conformi su questopun- E questo è appunto uno de' motivi, pet-

to, così i decreti de'concilii, e l'autorità cui tanto sono amati i teatri da'moderni
eziandio delle s. Scritture, sopra le qua- cristiani, perchè molti vi trovano rappig-
li si fondano tutte le altre verità della seutate le loro passioni, ed espressi al vivo
TEA TEA 167
gl'intrighi de'loro profani amori, e quel- tri spettacoli , e persino agli Sposalizi
lo che gli attori dicono e rappresentano (/'.). Giuliano 1'
Apostata inve"i contro
sulla scena molti spettatori lo eseguisco- i sacerdoti pagani che si recavano a'tea-
no in realtà nella loro viia domestica. Lat- tri , ed ordinò che si allontanassero dal
tanzio Firmiano detestò la libertà impu- ministero de'numi ; di più proibì loro il

dica, colla quale le donne comparivano commercio con gl'istrioni, i ballerini ei


nelle scene, e le parole licenziose e diso- condottieri di carrismi ponendo loro di non
neste pronunziale da'comici.Gli argomen- riceverli nelle proprie case.LaChiesa tolle-
ti de'cotnmedianli non erano che osceni- ra i teatri, ma coll'a ver condannato com- i

tà, e tanto più nocevoli, quanto maggiore medianti e altri attori sceuici, venne a di-
era 1' eleganza del dire e l'arte de' gesti. sapprovare l'intervento nei teatri agli
Lattanzio sentenzia le commedieanliche, spettatori, llconciliodi Cartagiuedel 1 qS
ammaestramenti e introduzione a'veri a- scomunicò quelli che in giorno di festa
dulterii. Se ne'tealri moderni non si ve- solenne fossero intervenuti agli spettaco-
dono quelle sfacciate e disoneste licenze, li, invece d'andare agli uffizi della chiesa.
che sirappresentavano ne'teatri demen- Il concilio d'Elvii acelebrato dopo 3ooil

tili, per cui furono altamente riprovati da' proibì alle cristiane di sposare i comme-
ss. Padri, vi hanno però luogo quegl'in- dianti, e l'esercizio dell'arte d'auriga e di
segnameuti immorali e queglincitamen- pantomimo. Quello di Cartagine ilei 3 1

tial male, che deplorerò co'conlempora- separò dalla comunione de' fedeli quelli
nei in fine, e perciò sono sempre perico- che guidavano carri nel circo, e le altre

losi. Il p. Mamachi, De costumi de'pri- persoue da teatro; altrettanto nell'islesso


mitivi cristiani, dice che essi non amia- anno decretò il concilio d' Arles , ed iu
vano al teatro, perchè erano impudichi i quello tenuto nel 3 1 7 esclusedallacomu-
gesti degl'istrioni, perchè visi rappresen- nione cattolica gl'istrioni, i saltatori, i com-
tavano amori disonesti, e pei' evitare
gli medianti, finché esercitavano tal profes-
lo scambievole vedere ed essere veduti. sione. Il 3.° concilio di Toledo dichiarò
Presso di essi non era buona scusa il di- doversi eliminare I' irreligiosa consuetu-
re, che per compiacere ad un amico era- dine di quanto soleva praticare il popo-
si lasciato condurre al teatro, perchè ivi lo nelle leste de'santi, invece d'attende-
si rappresentavano le cose da burla, sen- re a 'divini uflìzi, abbandonandosi a'sol-
za potersi trarne vantaggio per l'anima. lazzi di balli, ed a turpi cantilene. Il con-
Che si astenevano i primitivi cristiani cilio di Costantinopoli del 6f) 1 privò del-
dall'andare al teatro, perchè non era lo- la comunione della chiesa gl'istrioni, ed
ro lecito far ciò, che in esso vedevano, agli altri di travestirsi da commedianti.
perchè sono nella s. Scrittura proibiti, e Ne'secoli seguenti non mancarono divie-
perchè gli uomini si travestivano e face- ti pubblici, ma l'abuso prevalse, e si ri-
vano le parti di donna. Quindi cristia- i tenne l'uso de'teatri e moltiplicò, ad on-
ni primitivi non aveano teatri, non rega- ta dello zelo de'Papi e de'vescovi per im-
lavano i recitanti o ballerini, ed in niun pedirlo. Se ne'giorni delle Feste ( I .) so-
tempo era loro lecito di andarvi. | pre- no proibite le opere servili, mollo più lie-
sidiche concedevano giuochi teatrali i ve esserlo il teatro, il che condannarono
non erano lodati da'ss. Padri, ma disap- iss. Padri, conciliai Papi, e gli slessi im-
i

provati, onde non pochi lanciarono la di- peratori romani d'oriente e d'occidente
gnità piuttosto che permetterli. Gli eccle- eolle leggi ci vili, come Graziano, Valen-
siastici non v'intervenivano, essendo lo- tuomo 1 e Teodosio I, proibirono gli spet-
ro proibito dalla Chiesa d'assistere alle tacoli teutrali e circensi nella Domenica
commedie, alle tragedie, a'balli e ad al- (7'.), per non confondere il culto divino
>>,; TEA TEA
colle fai."* profanità , ed affinchè tutti i proibì severissimamente e con pene rigo-
fedeli fossero occupati nel culto di Dio. rose, nelle vigilie de'giorni consagrati al
Gl'imperatori Leone I ed Auteinio, per servizio divino, le pubbliche gozzoviglie,
la santificazione delia domenica, non so- il canto e la danza, ch'egli con itulegna-
lamente vietarono le commedie, il circo zione chiama oltraggi fatti a Dio e sacri-
e gli spettacoli delle fiere, ma se in tal leghe empietà, come
d'andare a'ballerini
giorno cadeva l'anniversario della nasci- iu truppa nelle domeniche. Carlo Magno
ta dell'imperatore, ordinarono che la so- interdisse in questi giorni persino la cac-
lermi tasi trasferisse ad altro giorno. In tal cia e tutti i passatempi. Lodovico I suo
minio gl'imperatori cristiani che aveano figlio vietò tutte le brigate vane e ozio-
a cuore il coito divino e la santificazione se, le canzoni e le danze. Avendo la poe-
delle feste, tolsero ai popolo l'occasione di sia fatto rivivere in Francia sotto Carlo
profanarle con assistere agli spettacoli. La Magno i compositori di canzoni e di a-
Chiesa non ha mai cessato d'impedire ta- rie grottesche, introdussero successiva-
li disordini, condannando le commedie, i mente vari giuochi per rallegrare il po-
balli , le maschere e altri spettacoli nei polo, nelle contrade e nelle case partico-
gorni festivi. 1 Papi nel tollerare i teatri lari, ovvero giuochi di mano,gesti. smorfie
ue'Joro temporali domimi nelle stagioni e a iti somiglianti da fai- ridere; da essi de-
del carnevale, di primavera e dell'autun- rivarono i giullari e i buffoni, che nel se-
no, non lo permettono nelle Feste e Vi- colo X furono introdotti uelle corti e qua-
gilie solenni, ne' ì'"e ner dì, peli' Avvento, sigeneralmente mantenuti, anche dadi-
nella Quaresima, nella Setti/nana san- versi vescovi. Si narra che Carlo Magno
ti/,ncW'Anno santo o Giubileo, e in al- nel 789 soppresse gl'istrioni indecenti, il

tri sagri tempi, come nella novena pe'ss, che die luogo ad un abuso infinitamente
Pietro e Paolo. Gli antichi franchi non a- più condannabile, cioè alle rappresenta-
veano alcun gusto pe'giuochi del teatro, zioni di farse conosciute sotto il nome di
non intendendo le opere greche e latine feste c\e Pazzi (l .), le quali si eseguiva-
perciò composte, e niuna ne aveano nel- no nelle chiese, allorché vi si celebrava
la loro lingua. Per cui dopo eh' ehbero la festa del santo e in altre solennità. Pro-
conquistato Magonza, Treveri, Colonia, fanazione che la Chiesa abolì con perseve-
Lione e altre città delle Gallie, essi ab- rante zelo. Il re di Francia Filippo Au-
batterono tutti i teatri. Ad esempio dei gusto 11 deh 180 cacciò dalla sua corte i

.'ranchi, i visigoti gli abolirono nella Spa- commedianti e gl'istrioni; e s. Luigi IX


gna. Teodorico re de'goti non volle sof- òdi 26 non ritenne che un solo musico,
i

frirli in Italia, tuttavia poi li tollerò inal- per farsi cantare cantici e salmi. I poeti
cune circostanze, ma suo malgrado. Luso venuti d'Italia si accrebbero molto inPro-
de'teatri sussistette neU'imperod'Oriente venza e nel contado d'Avignone nel XIII
-sino a' tempi della sua caduta, particolar- e nel XIV
secolo, dove per altro aveano
mente in Antiochia e Costantinopoli, ma fiorito anche da molto tempo trovato- i

lu sempre combattuto e condannato se- ri. Alcuni di quelli rappresentarono sui


veramente da'paslori zelanti del bene del- teatri o sopra palchi delle storie pie, trat-
leanime; non vifu però tollerato nelledo- te da'libri santi , il qual uso cominciò a
meniche e nelle feste. Non è meraviglia introdursi anco in Parigi sul cominciar
che non si trovi alcuna legge fra quelle del secolo XIV. Boileau li chiama una tor*
della Francia, dell'Inghilterra e dellaSpar ma di pellegrini rustici che alzarono il lo-
gna, perchè tutti i giuochi pubblici era- ro 1. "teatro in quella capitale. Era no sta-
no banditi negli antichi tempi , tranne ti pochi anni, quando neh 74 r sottoFran-
quelle diChildcbcrloI re de'franchi, che cesco I,il parlamento proibì tali rappre-
TEA T E A 1
69
seriazioni, in cui sotto la maschera della dicazioni, e proceduto con molta circo-
pietà le cose sante erano sovente piota- spezione e cautela sopra un punto che fe-
nate, e oltraggiata la religione. Gli argo- risce la sensibilità dell'universale inclina*

menti erano ancora la caduta d'Adamo, zione. Certamente la Chiesa fu più rigo-
l'Incarnazione, la Passione di Cristo, ec. rosa salutarmente ne'primi tempi del cri-
in uso pure in certi monasteri. Si addu- stianesimo, e tutta intenta ad allontanai'
Ceva per inolivi di queste rappresentazio- le cause che potevano fare ricadere i pri-
ni l'istruzione degli astanti; ma come si mi fedeli nell'idolatria; sempre però cou
potevano acconciare le buffonerie con gli indefèsso zelo curò la cristiana perfezio-
adorabili misteri, senza una specie di pro- ne, e se tollera l'umana debolezza e il di-
fanazione? Dopo
regno di Francesco I,il letto de'teatrali piaceri, deve pren- non si

le rappresentazioni [nolane cominciaro- dere per apparente connivenza, anzi non


no a rinascere in Francia ma soltanto , lascia di declamarvi contro e di gravemen-

nella corte voluttuosa d' Enrico HI del te avvertire i suoi figli della loro fallacia
i574> ' commedianti formarono un cor- e de'pel'icoli che contengono. Tale fu il

po destinalo a lusingare e nudi irire le pas- costante e uniforme sentimento de'ss. Pa-
soni, come si può vedere in Le Bruti, dri e de'sinodi, sui balli ancora, che s. Ba-
Trattalo de'giuochi del teatro. In quel* siliochiamò pubblica scuola d'impurità;
lo del citato anonimo e pubblicato in Ro- s. Ambrogio dice che il ballo è compa- il

ma, si ragiona nel ca p. 2: De'balli, del- i gno de' voluttuosi piaceri e della lussu-
le maschere edaltri divertimenti carne- ria, perciò vuole che le vergini cristiane
valeschi. Egli dichiara, die i balli, i fe- se ne allontanino; e s. Gio. Crisostomo
stini sono cattivi quanto le commedie, per non parla con minor forza contro le dan-
quanto i difensori di questi profani pia- ze, nelle quali i ministri delle tenebre in-
ceri portino in loro difesa l'autorità del gannano e seducono gli uomini. Dice Ter-

vescovo s. Francesco di Sales per giusti- tulliano, l'arte che regola gesti e le dif-
i

bearli; ma il santo concluse per ritenerli ferenti positure del corpo, è consagrata
pericolosi, che dovrebbe bastare a'buo-
il alla mollezza di Venere e di bacco, dei-
ni cristiani per evitarli: e poi sono tali e tà della dissolutezza. ISè giova il dire, che
tante le precauzioni e le circostanze che si balla per divertimento lecito e onesto
richiede s. Francesco di Sales da coloro e in presenza di molti, poiché se questa
che intervengono a questi divertimenti, circostanza impedisce i disordini esterni
cb'è un caso mollo difficile il metterle in e visibili, non impedisce quelli del fragile
reale esecuzione. Primamente egli vuole cuore umano. 1 più savi e onesti tra'gre-
che si vada al ballo per necessità, e non ci e tra' romani antichi ebbero estrema
per elezione e per piacere. Che per impe- avversione pel ballo. Demostene innanzi
dire le cattive impressioni che sì perico- agli ateniesirimproverò le genti partigia-
losi divertimenti ponno fare nel nostro ne di Filippo redi Macedonia, perchè do-
spirito, si penano nel-
consideri che molti po aver molto bevuto, non a veano avu-
l'inferno pe' peccati commessi nelle dan- to rossore di ballare, e persino caccialo
ze, per non dir qui altro onde non sem- dalla loro campagnia le persone oneste,
bri che io voglia fare da predicatore o un le quali non potevano solhir la danza.
trattato ascetico; ma se si aprirà qualche Giammai si vide ballare alcuna dama ro-
libro de'saggi e virtuosi che in bene pub- mana, che fòsse in riputazione di casta.
blico, temporale e 6pirituale,scrissero im- Sallustio riferisce di Sempronia,che sape-
parzialmente sui teatri e loro rappi esen- va ballai e e cauta re, meglio di quello die
taziooi, di leggieri si vedrà aver io appe- convenisse ad una fémmina onesta. Cice-
na dato vaghe, superficiali
ipci e semplici iu- rone pei 01 aiulo per Murena, dice che Cu-
i
7o
TEA TEA
Ione rimproverò d'aver ballato nel-
gli pub mettere in dubbio, che ad essi è proi-
l'Asia; e questo rimprovero riuscì sì già- bito il ballo da'sagri canoni, ed eziandio
ve, che Cicerone non osò difenderlo in al« d'esserne spettatori, divieto che ripelero-
tra maniera, che negando assolutamente no diversi sinodi. Quello citato di Laudi-
questo fatto, e quindi soggiunse.»» IViun cea proibisce a'ehiericidi trovarsi presen-
uomo sobrio si è veduto mai ballare, né ti a qualunque spettacolo profano, sebbe*
iu privato, né in qualche convito mode- ne per nozze, ordinando di partir dal con-
rato e onesto, se pure non fosse pazzo", vito prima che vi entrino suonatori. 11 i

Francesco Petrarca non dubitò di quali- concilio d'Agde prese la stessa detenni*
ficareil ballo per ammaestramento d'ini* nazione, e quello di Trento ne rinnovò le
pudicizia, per azione indegna di uomo o- leggi, come in appresso fecero molti sino-
nesto, e dalla quale non si può riportare di diocesani e provinciali co'loro decreti,
che vergogna. Egli è uno spettacolo egual- come può vedersi in benedetto XIV, De
mente inutile e intemperante, occasione Synodo dioeccsttnaWh. 7,cap. 7 1, 11. "i 1.
di dissolutezza, e la folla degli spettatori Sesti ni nel trattato del Maestro di Ca-
1 1

scusa molte cose che in altri luoghi lave- mèra, dichiara nel cap. t, che quando r i

recondia non potrebbe soffrire." La mol- cardinali sono invitati agli sposalizi dei
titudine favorisce e seconda la sfrontate!- magnali, vi vanno in abito cardinalizio,
za de'più malvagi. La notte, che d'oidi- estannoaldar dell'anello e al pranzo con
nario si sceglie pe' halli, essendo nemica rocchetto scoperto; ma se dovessero resta-
dei pudore e protettrice de'delitti, anima re a vedere il ballo, vestiranno della sot-
i più timidi per eseguire arditamente! lo- tanaeferraiuolosolamen te.Interveneudo
10 più malvagi disegni. Così sidà nuovo a tragedie e produzioni simili ne'collegi
campo al libertinaggio, e si fa un di ver- e seminari non v'incedono in abito car-
timentodel peccato. Le fanciulle sono tra- dinalizio, ma coli' ordinario e coperti di
sportale dalla gioia nel vedere che la leg- cappello o almeno di berretta. Qui noterò,
gerezza de'loro corpi seconda quella dei che sei cardinali si trovano nelle grandi so-
loro spiriti, e si credono d'essere più per- cielà,aH'incominciardella danza parto-
fette per saper ben ballare, che per saper no o si ritirano in altre stanze. Il più vol-
ben vivere. Alla fine die piacere si può te citato e rigido anonimo discorre nel
a vej-e per un divertimentocheaffatica più cap. Delle commedie private de'col-
1 1:

di quel che sollevi, e che non è meno ridi- legi e de* monasteri di religiosi e religio-
coloche vei"OHnoso?Veramenteselastra- se. Osserva che la commedia essendo di*
o O
vacanza non si fosse come naturalizzata venuta comune nelle città cristiane e fre-
o
co'nostri costumi, noi chiameremmo paz- quentata da ogni sorte di persone, non

zia quella che si chiama gentilezza. In- fu più a poco riguardata come un
poco a

fatti con ragione s'invitano i suonatori, abuso; quindi alcune persone ecclesiasti-
afiìnchè l'animo essendo occupato nel che e regolari crederono esser lecito e o-
suono, gli occhi non restino tanto offesi nesto divertimento farle rappresentare
il

da' movimenti irregolari e dalle licenze o rappresentarle essi medesimi nelorocol-


de'ballerini. Ciò vuol due, che una fol- legi e monasteri. In principio si couten-
lia ne cuopre un'altra". Il concilio diLao- tarono di fare qualche opera sagra, dipoi
di cea del 32o circa proibì a'fedeh il hai- le tragedie ,
e lilialmente le commedie
lare anche in occasioni ili sposalizi. Quel- qualche volta poco dissimili da quelle che
lo rammentato di Costantinopoli proibì si rappresentano ne'pubblici teatri. Egli

le pubbliche e le private danze, non so- pertanto ripiova l'uso introdotto ue'col-
lamente agli ecclesiastici, ma ancora a'se- legi di far rappresentare da'gicvani che
colali. Riguardo agli ecclesiastici non si ivi si trovano in educazione, tragedie e
TEA TEA 171
commedie, enumerauilone le pregiudizie- pubblico pe' loro costumi, le persone di
voli conseguenze, e destando in loro tra- qualche moralità ripugnavano di farne
sporto per questi piaceri. Nel i.° concilio parte. I n seguì toi loro costumi si modifica-
provinciale di Milano s. Carlo Borromeo rono, non molti però essendo i morigera-
proibì a'collegi e seminari a lui soggetti ti, nel generale disconoscendosi la digni-

le rappresentanze sceniche, benché ili sa- tà di loro sociale missione, perchè il po-
grò argomento; decreto che appi ovòs. Fio polo abbia ne'suoi stessi divertimenti un
V, ed estese areligiosi, ed a quelli puree- mezzo di più al savio progredimento di
senti dalla giui isdizioneepiscopale.In Ro- sua civiltà. Scriveva di recente un saggio.
ma nel i 574 Gregorio XIII proibì siffat- «Si potrebbe ridurre a vera pubblica u-
te rappresentazioni ne'collegi e seminari, tilità le recite di drammatiche composi-
come cose molto pericolose, e di gran di zioni, purché scritte queste conveniente-
slraziouea'giovani, ebiasimò in concisto- mente a'pubblici bisogni, e conveniente-
ro i cardinali per la facilità colla quale mente rappresentale da costumati com-
v'intervenivano. Daciòpreudeargomen- medianti. Si pongan peri) questi al vero
to il severo anonimo, per disapprovare loro posto nella società , si esiga da essi
le rappresentazioni che facevansi tra're- pure, al par de'lelterati, come addetti a
ligiosi e religiose, essendo la vita mona- professione impegnata alla buona riusci-
stica vita di perfezione e di penitenza, per ta de'pubblici costumi, una garanzia di
cui 1 indiziarono al mondo per attendere onorato e leale esercizio, e quindi non sia
unicamente a Dio. Però l'introduzione di più lecito ad ognuno indistintamente ed
tali rappresentanze ne'collegi e luoghi re- a capriccio il darsi ad essa; ed allora da-

ligiosi in Carnevale di Roma,


tempo del ta opportuna importanza alla professione,
ebbero per iscopo di dare un innocente e conveniente regolamento all'esercizio ili
trattenimento alla gioventù, e insieme di essa, pollassi pur anche aspettarsene ri-

1 ichia mare l'in ter vento degli estranei, on- sultati migliori. Una riforma provvida e
de allontanarli da'pericoli carnevaleschi, regolare in Italia allo stabilimento del-
e per altri morali riflessi. Il vescovo Sar- l'arte comica d'ogni specie, eserciterebbe
nelli, Lettere ceri. t. 6,lett. i:Delle COTTI' una salutare influenza sul lesto d'Euro-
medie profane, dopo aver inveito contro pa, con gloria degl'italiani e con felici con-
di esse, dice che gli ecclesiastici si devono seguenze sociali". A Dottriva CRISTIANA
astenere dall'intervenirci e molto più dal arcicosfraternita, parlando della cele-
recitarle; e che la Chiesa proibisce di pro- bre disputa annuale, stabilita per eccita-
muovere agli ordini sagri i commedian- re i giovani a impararla a memoria, no-
ti.Imperocché l'antica Chiesa li dichia- tai che talvolta si dava a tali dispute una
rava pubblicamente scomunicali, confor- rappresentanza sagra, simili a quelle del
mea'decreli de'concilii, ed in tutte le do- secolo X VI,delIe quali la biblioteca Cor-
meniche dopo la spiegazione del vange- firn possiede una copiosa raccolta. A Mu-
lo delle messe parrocchiali ne rinnovava sica sagra riparlai dell'origine de'dram-
la sentenza. Conviene però tenere presen- mi sagri nella metà del secolo XV, e come
te, che Deprimi secoli del cristianesimo, s. Filippo Neri fondatore de' Filippini o
tra gli avanzi del paganesimo, i comme- congregazione dell' Oratorio (V-)s per al-
dianti essendo tenuti per inferni, sentina lontanare da'profàni divertimenti i seco-
di vÌ7Ì, e maestri di scuola insidiosa d'ùu- lari, introdusse ne'suoi oratorii gli ora-
moralità, perciò quelli che si dedicava- torii in musìea serali (furono così chia-
no alla recita di composizioni tragiche e mati dal luogo dell' oratorio in cui so-
comiche, erano genie scapestrala, sciope- no cantati), per cui alcuni attribuisco-
rata, la leccia della società. Riprovati dal no a lui l'origine de' drammi sagri cau-
t7a TEA TEA
tali e aceompagoati da musica istromen- gua fuorché la latina, ma siccome questa
lale, con composizioni de'pitt bravi mae- veniva oguor più corrompendosi e dalle
stri della nobile arte, ed hanno luogo rovine di essa già cominciavasi a formar-
lui loia. Alcune ei udizioni sui medesimi si un nuovo idioma (della cui origine ri-

si leggono a p.20, Della col/uni scien- feci cenno nel voi. LX.XI, p. 1 3 ), crede 1

ti) e : di s. Filippo Neri, ragionamento die Guglielmo IX conte di Poitiers terso


di Francesco defunti Fabi Montimi. A la One del secolo XI e al principio del XI l

Sacerdozio parlai delle danze che alle di- scrivesse poesie provenzali, onde a que-
vinità del paganesimo si facevano nel cele- sti concede il primato nella poesia vol-

brare le loro feste, e nel rèndergli il cul- gare, il che veramente è controverso pel
lo. All'articolo Pranzo ricordai i luoghi Nel t. 4 poi,hb.
riferito nel citato articolo.

o\e ragionai della cantata con istru men- 3,cap. 2, tratta della poesia provenzale,
ti , che avea luogo nel palazzo del Papa punto storico che chiama intralcialissi-
nella notte del s. Natale; ed in quello di nioepienodi favole. In un codice di poe-
Siviglia, oltre il detto nel voi. LXV1II, sie provenzali scritte nel 1 2 j4, esistente
p. 53, descrissi la sagra danza che si fa nel- in Modena nella biblioteca Estense, poe- i

la metropolitana in diversi tempi, a ono- ti provenzali sono detti Giullari ossxaBuf-


re ili Dio; e qui dirò che paggi che l'e- i foni, poiché sfidavansi Ira loro innanzi a'
a
seguiscono, per l'8. del Corpus Domini principi e a'gran signori, porgendo colle

vestono di bianco e rosso, per 8. della l rime improvvise materia di trattenimen-


ss. Concezione di celeste e bianco. 11 Pa- toedi riso agli spellatoli. Più spesso que-
li, 1 die ciò permise, avendolo prima ne- sti poeti appella vansi Trovatori, dal tro-
gato, ne restò commosso quando il capi- vare inventare ch'essi facevano concetti i

tolo di Siviglia mandò a Roma i giovani e le rime per la poesia. Le loro poesie e-
danzatori colla loro musica, e vedendo- rano comunemente d* amore, e proba-
lidanzare disse ch'erano angeli. Gli stra- bilmente le romanzesche vicende da al-
nieri che vedono tali danze, essi pure dan- cuni raccontate nelle vite di questi poe-
no commozione. Inol-
particolari segni di ti, non ebbero altra esistenza che nella

tre rammentiamoci che il santo re David poetica loro fantasia, per cui credeva-
danzando, suonando e cantando inni e no di superare i loro rivali fingendo lun-
salmi per glorificare Iddio, precede l'Ar- ghi viaggi da essiper amore intrapresi,
ca del Testamento nel trasportarla de- duelli per amore sostenuti, erbe, beverag-
corosamente dalla casa d'Obededon nel- perfino demonii adoperati per
gi, veleni, e

la sua re""ia di Gerusalemme. La dan- accendere amore; disperazioni e morti per


za sagra fu esercitata in remoti tempi da- ullimocagionatedaamore:talchè pare che
gli egiziani, dagli ebrei, da greci e da ro- costoro altra occupazione non avessero,
mani nelle loro ceremonie religiose. che amare e cantare, e amando e cantan-
Nell'articolo Sicilia, col Petrarca e al- do impazzire. Spesso però ad onta dell'e-
tri, dichiarai che si attribuisce a'sicilia- saltata fantasia, da vano saggio di sapere,

ni la lode tli aver i primi usato della ri- e nelle loro poesie trovatisi molti sentimen-
ma italiana, poiché l'invenzione della ri- ti vivi e ingegnosi. I principi italiani ga-

ma è antichissima presso tutte le nazio- reggiavano nel chiamarli alle loro corti e
ni.Ma il dottissimo modenese gesuita p. onorarli, tra' quali gli Este marchesi di
Girolamo Tiraboschi, Storia della let- Ferrara (!'.), ottenendo d'esser co'loro
tenitura italiana, t. 3, lib. 4>cap. 4> tu " versi celebrati. La Lombardia e il Piemon-
cencio de'principii eie! la poesia proven- te erano fecondi di coltivatori della poe-
zale e dell'italiana, la quale sino al seco- sia provenzale: i più rinomali furono Fol-
lo Ali non aveu usala in Italia ultra lin- chetto detto di Marsiglia, ma genovese di
TEA TEA 173

patria, e IVicoletto da Torino, ed italia- do eccitavano coraggio, consolavano i-di-


sgraziati e gli aldini anelanti di riveder
no ancor sembra Pietro della Carovana,
Iìonifacio Calvi e Bartolomeo Giorgi ve- l'amata patria, col potere del canto e del
neziani, e il famoso Sordello mantovano, suono. Avendo questi poeti molla inven-
il piìi illustre fra tutti. Il Lichtentbal,/)/- zione, e trovando concetti felici, bei pen-

zionario e bibliografìa della mitsica, ne sieri e immagini ridenti, contribuirono

discorre agli articoli Cantori provenza- molto a dare alla poesia e al canto una

li e àe'Menesirieri, i quali originati pro- dii ezionepiù nobile de'meneslrieri erran-


1

babilmente dagli antichi Batdi( I .)o da ti. Aggiunge ch'eranvi fra trovatori ie,

commedianti latini, errando colle loro fa- principi, cavalieri e preti d'ogni specie, e

miglie cantavano musica profana, cercan- che brillarono inEuropa dal 1 1200 1 i3o
do dappertutto divertire i grandi e i ric- fino a Giovanna I regina di Sicilia e con-

chi cogli elogi, le donne vane colle adu- tessa di Provenza morta nel 1 38?.. La lin-

lazioni, e la basse classe del popolo colle eila di cui si servivano i ti ovaioli clua-

bullonerie; oltre l'arpa aveauo vari stru- rnavàsi la romana, ed era un misto del-
menti, e tra le diverse denominazioni, se- l'antico romano con vari dialetti, e per-
condo le varie loro occupazioni, ebbero ciò erano pure denominali poeti m/ua-
pur quella di Troubadours dopo essere »i.OsservaTiraboschi,che nel secolo X 111
stati .scomunicati e dichiarati infami, ma non essendo ancora ben formata la lin-
nati da'menestrieri suonatori d'ogni spe- gua italiana, difficilmente poteva alletta-
cie e varie classi di poeti, tali corpi comin- re i poeti a usarne cantando: al contra-

ciarono ne'secoli XIII e XIV sotto la pro- rio la lingua de'provenzali, già da mollo
tezione de' magistrati diveise unioni, la tempo usata, e per cos'i dire arbitra della
i . delle quali fu l'ondata in Francia ver- rima, sembrava al poetare più opportu-
so d i33o sotto il nome di Confrérie de na, e perciò anche in Italia molli l'ante-
s. Julien des Ménestrieres. Confermata ponevano alla Balìa .Ma dappoiché questa
nel i 33 i. la società si elesse un capo o pie- venne successivamente acquistando nuo-
posto col titolo di re, e presero per protet- ve bellezze, gl'italiani presero più univer-
tore s.GYnc.v/o commediante, che sostenne salmente ad 'usarla nella prosa e nel ver-
il martirio a Roma nel 2860 nel 3o3,dopo so, potendo essa gareggiar con ogni altra

avere sul teatro innanziDiocleziano beffeg- lingua con sicurezza di non venir meno
giato ceremoniedel battesimo, per fare
le nel paragone. Dopo l'invasione de'barba-
ridere gli spettatori, chedisprezzavano la ri e singolarmente de'longobardi non si
religione cristiana e i suoi misteri, l'ero trova per lungo tempo alcun indizio di
Iddio avendolo nello stesso punto chia- componimenti o di azioni drammatiche
mato, seriamente domandò il battesimo, lecitale sui teatri. Dramma si ilice un
ed esortò gli spettatori a l'are altrettan- componimento poetico rappresentativo;
to, e in vere riceve glorioso martirio. Che ed i francesi lo definiscono, poema com-
vi furono 3 omonimi santi, 1' indicai ne' posto per il teatro, e rappresentante un'a-
luoghi citati a San Gentsio. Quanto a' zione tanto comica che tragica. più an- 1

cantori provenzali o trovatori o Trou- tichi poemi drammatici, dice Tiraboschi,

badours, dice Lichlenthal, che vari auto- sono le 6 commedie di Roswida badessa
risono di parere, che tutti canti ih Ile i di Gandersheim, scritte sulla line del se-
moderne lingue popolari abbiano avuto, colo X le quali, benché si pr< figgesse d'i-
.

generalmente pai laudo, la loro origine ini- mitar TerenziOjSono però scritte in prosa.

bìProvenza, come menestrieri, e dall'en-i Do altro poema rappresentato in Germa-


tusiasmo per la cavalleria e per le Cro- nia nel secolo Xll è una tragedia o com-
ciale, nelle quali poetizzando e can Iìhi- media intitolala: Ludus Post halìsdead-
r
74 TEA T E A
ventu et interilu Anlichristi.Ognuu vede me in ogni altro genere di letteratura,
qual sorta di dramma poteva a que'tem- fu la maestra di tutte le altre nazioni.
pi rappresentarsi, apparendo sulla scena Tuttavia opina il Carli, che l'Italia non
il Papa, I' imperatore, con altri sovrani solo fu la prima a gustare il diletto delle
d'Europa e d'Asia, e l'Anticristo accom- tragiche rappresentazioni , ma sino dal
pagnalo dall'Eresia e dall'Ipocrisia, e per- i3oosi videro tragedie non solamente in
sino la sinagoga col gentilesimo. Narra- Iatino,come pensa Crescùnbeni con altri,
no alcuni che Anselmo Faidit poeta pro- ma in italiano ancora, come fu la rappre-
venzale divenne buon comico, vendendo sentazione dell' Inferno fatta neh3o4 in
anche a caro prezzo le commedie e le tra- Firenze, dal che si vede che questo gene-
gedie che faceva, e venuto in Italia rap- re di rappresentare in italiano ha avuto
presentò una commedia nelle terre di Bo- Origine più lontana, e fors'anche nel se-
nifacio marchese di Monferrato verso la colo XIII; bensì il gusto di rappresenta-
flnedel secolo XII. Questo veramente sa- re alla greca venne dipoi nel secolo XV.
rebbe il più antico monumento d'azione Ne'primi anni del secolo XV si continuò
drammatica rappresentata in Italia. Ti- a usar della lingua latina per tali poesie,
raboschi teme che il racconto sia favolo- come praticarono Pier Paolo Vergerio
so, ritenendo che i poeti provenzali non con una commedia, Gregorio Corraro con
si dierono mai a tal sorta di poesie. In un tragedia, Ugolino Pisani con commedia,
antico catalogo de'podestà di Padova si e altri. Bernardino Campagna scrisse li-
legge al 1243: In quest' anno fu fatta la na tragedia sulla Passione di Cristo, e la
rappresentazione della Passione e Risur- dedicò a Sisto IV. Di ninno de'mentovati
rezione di Cristo nel Pia della Valle. Si- e altri componimenti drammatici si può
mili altre rappresentazioni de'misteri del- affermare che fossero pubblicamente rap-
la Passione di Cristo si fecero nel Friuli presentati. I primi benché assai rozzi sag-
nel 1297; prima del qual tempo o dopo gi di poesia drammatica italiana sono le

praticava altrettanto il sodalizio delGon- rappresentazioni de'sagri misteri. Fra es-


faloue(dicui riparlai nel vol.LIX,p. 3 1), 1 si abbiamo: La rappresentazione del N.
istituito in Roma nel 1263 comesi trae S. Gesù Cristo, la quale si rappresenta
dagli statuti. Si vuole che tali rappresen- nelColliseo di Roma, il venerdì santo eol-
tazioni si facessero con dialoghi, o piut- ia sua. ss. Risurrezione, stampata più vol-
tosto non si contentassero di muti gesti te e opera di Giuliano Dati fiorentino ,

e di atteggiamenti studiali. Alcuni preten- di Bernardo di Mastro Antonio romano,


dono che in Italia nel secolo XI11 fossero e di Mariano Particappa./7y^/;/Y777?o e l'I-
in uso le rappresentazioni teatrali, ma non sacco, farsa in ottava rima di FeoBelca-
si conosce alcuna azione drammatica di l'ijper la involta fu recitata in Firenzenel
quell'epoca. Del secolo XIV di poesia tea- i449- Ma queste e altre successive e si-

trale italiana non si hanno componimen- mili rappresentazioni non pare che possa-
ti, bensì in latino due tragedie composte no veramente rappresentazioni tea-
dirsi
da Albertino Mussato, ^Ezzelino q\'A~ trali. Roma papale, dopo le ricor-
Nella
chìllejìa commedia Philologia, scritta in date rappresentanze sagre, dopo i Gino-
gioventù dal Petrarca; e la tragedia sulla chi e le rappresentanze del Carnevale di
caduta di Antonio dalla Scala, di Gio. Ro/naàeì medio evo, derivato anche dal-
Manzini dalla Motta di Lunigiana. Que- le Strenne (V.), trovo che il famoso Giu-
sti componimenti non furono che abboz- lio Pomponio Leto bastardo dell'illustre
zi di poesie teatrali, ma in tal modo si a- casaSanseverinOjdotto celebre per la sua e-
pn la via a' valorosi poeti che venne- rudizione e bizzarria, presso S.Andrea del-
ro poi, e cosi l'Italia anche in questo, co- la Valle di Roma, e forse nel luogo ove
TEA TEA 175
poi fu edificato il Palazzo Stoppani( /'.), no l'azione d'un giorno solo, e volle dare
restituì a Roma l'antico teatro, con eser- in sì lieta circostanza un nobile tratteni-

citare i giovani suoi discepoli nella leci- mento a Roma. Egli la dedicò al cardi-
ta delle commedie de' latini comici Te- nal Riaiio che la fece recitare nel Palaz-
renzio e Plauto, come apprendo da Can- zo dilla Cancelleria apostolica 1 .). da 1

cellieri, Mercato p. 84- Aggiunge Ti- lui riedificato ove già fu il teatro di Pom-
raboscbi che le fece rappresentare an- peo. Dell'opera di Verardo furono fatte

cora ne' cortili de' più illustri prelati, e 4 edizioni, che pure ricorda Cancellieri.
a
anche altre de' poeti moderni, e così eb- Questa fu la i. prova del nuovo teatro di
he la gloria d' avere rinnovato il tea- Roma, per cui Gio. Sulpizio da Veroli,
tro. Per la sua fama, solendo incominciar nella dedicatoria che fece al cardinaledel-
le sue lezioni allo spuntar del giorno, al- l' Architettura del suo rarissimo Vilru-
enili de' suoi uditori vi si recavano sino vio, l'esortò d'innalzare nel suo palazzo,
dalla mezzanotte per procurarsi da sede- à\cenàog\i:Innocentius / IIIverot ad Si-
re. Caduto in disgrazia di Papa Paolo II, slum IT .et Paulina l Isuperandum ere*
moi lo questi nel ' 4"
g°dè il favore de' ' >
etus} omnia praeclara, et popularia co-
successori Sisto IV e Innocenzo Vili, e gitat .... Quarca te quoque Theatrum
morì in Roma nel '497- Caldo ammira- novum Iota Urbismagnis votis expectat.
tore di Roma antica ede'suoi monumen- Accinge, te ocius ad liane beneficentìam
ti che illustrò, e alla cui conservazione fu alacriter exhibendam. Quid enimpopu-
preposto e benemerito, s' inginocchiava larius? ciuid gloriosius ista tua actione
ogni giorno innanzi a un altare eretto al fodere possis? illud unum igitur su-
. . .

sro fondatore Romolo, e solennizzò l'an- jìerest.ut meliorem locum ex T itruviiin-


ni versano del natale dell'eterna città, al stituliones constituas, in quo Juventus ti-
modo che riportai nel voi. LVI1I, p. 182, l>i deditissima ad majorum se imitatio-
e si continua dalla cospicua e pontifìcia Tieni in recitandis Poema/is. Fabulìsque
Accademia romana cP archeologia^} .) actandis.iii Dcorum honorem, festis die
da lui fondata. Ch'egli abitò col Platina bus exerecat, honestisque spectaculis et
sul monte Quirinale o propinquo all'E- moveat pupulum, et exìàlaret. Lodan-
squilino, lo dissi nel voi. L,p. 23 1. In dolo poi, come ristauratore delle antiche
questo, ed a p. 5, descrivendo Vospìzio
1 rappresentazioni, prosiegue : intra suos
de? Convertendo, notai he nel palazzo di- 1 Penates, tamquam in media Circi Ca-
poi vi furono recitale da una scelta società vea, foto consessi/ umbraeulis (celo, ad-
di giovani studiosi dell'idioma latino, le mìssopopulo, et pluribus tuiordinisspe-
commedie di Plauto e diTerenzi o, ad esem- ctatoribus honori/ìce exceptis.ìnoUrencì
pio di Pomponio. Narra Cancellieri, No- carnevale deli 4^4 dello stesso Verardo
tizie storielle e bibliografiche p.26q,ehe fu rappresentato in Roma nel palazzo Pi-
il 1 .°a introdurre e fui mai e nuovamenle glimi a piazza Farnese (poi di Francesco
il teatro in Roma fu il cardinal Raffaele Fusconi da Norcia archiatro d' Adriano
Ria rio camerlengo e nipote di Sisto IV, VI), la tragedia del Costantino poscia ,

celebrando nel 492 1 la presa di Grana- stampala con altre sue commedie e tra-
Spagna sui mori, in Piaz-
ta fatta dal re di gedie Ialine e italiane egregiamente scrit-
za avana, ludos equestres, quos hasti-
ì te in prosa. Dice Tiraboschi, che prima
ludia appellant, fieri parabit. Avendo di questo tempo assai magnifiche dovet-
Carlo Verardo cesena te, s^ià cameriere se- tero essere le rappresentazioni che il car-
greto di Paolo 11, descritta la storia della dinal Pietro Riario, altro nipote di Sisto
i onqnìstfl in prosa Ialina, venne a forma- 1\ ,fece vedere a'ronia dì all'occasione del
re2j sLcneocompaiseche rappiesenlavn- passaggio d'Eleonora d'Aragona che au-
1 76 TEA TEA
dava sposa nel Ercole I duca di Ferrara eccettuato V Orfeo d'Angelo Poliziano, fi 1-
nel i4?3. Si rappresentò la Storia di Su- rono quelle che con gran pompa die Et"
sanna, la Natività di Gesù Cristo, ed al- cole I duca di Ferrara. 11 i.°suo spettaco-

tri argomenti sagri. Avverte nondime- lo fu nel i486, in cui fu rappresentalo il

no, che non al cardinale Pietro, ma al Menechmio di Flauto; poi nel 1


487 il Ce-
cardinale Raffaele Riario si attribuisce la falò dello stesso Plauto, traduzione di Ni-
gloria d' aver rinnovata in Roma l'idea cola de'signori di Correggio. Nel 1
4o '
'

P ei
delle vere rappresentazioni teatrali, fi- le nozze di suo figlio Alfonso 1 con An-
gli pi ìi volte condusse gli accademici di na Sforza, fu fatta la commedia d' Ini-

Pomponio Leto a far le loro rappresen- fitrione di Pandolfo Collenuccio, e altre


tazioni, ora in Castel s. Angelo, ora in commedie. Nell'agosto il duca colla cor-
mezzo del Foro Romano, ed ora in sua te andò a Milano per far ivi certe comme-
a
propria casa, alle quali intervenne lo stes- die, e il duca Lodovico M. Sforza vi le-
so Papa Innocenzo Vili. Narra pure Ti- ce aprire un teatro. Ercole I inoltre nel
ra boschi, che non era però in R.oma an- 1499 fece rappresentar la commedia di

cora nel 1 492 nno stabile teatro,poichè fra Sosio di Terenzio e un'altra di Plauto:
le molte feste per l'espugnazione di Gra- altre commedie si recitarono nel decor-
nata fatte in Roma, il cardinal Raffaele so dell'anno, e molti da Veoezia vi si re-
fece formare un teatro per rappresenta- carono per godere tali spettacoli. Le com-
re l'opera delVerardi segretario de'brevì, medie recitate nella corte ferrarese fu-
scritta in prosa latina, tranne l'argomen- rono in lingua italiana: molti scrissero ap-
to e il prologo che sono in versi iambicì: positamente per quel teatro, altri tradus-
non ha divisione di alti, e si può anzi dire sero le commedie di Plauto. Fu dunque
più un'unione di dialoghi che un'azione il teatroEstense inFerrara il più magnifi-
drammatica. Tra le più antiche opere co di (pianti in quel secolo si vedessero in
drammatiche, anzi come il i.° saggio di Italia. Prima però erasi veduto in Manto-
Melodramma (specie di breve spettino- va un magnifico teatro, ed eravisi rappre-
lo, in cui la declamazione semplice, sia in sentato il detto Orfeo, azione a cui devesi
versi o in prosa, viene adattata e accom- il primato su tutti i componimenti dram-
pagnata da musica strumentale, la quale matici in lingua italiana di quel secolo,
serve ad esprimere e rinforzarci senti men- al dire di Tiraboschi: i cori che Polizia-
ti Chiamasi monodram-
in esso contenuti. no v'introdusse somigliano cogli antichi
ma se vi recita una sola persona ; duo- tragici greci e latini, poiché l'azione può
di amma,sedue vi declamano. Lichtenlhal chiamarsi tragedia. Egli la compose in

crede inventore del melodramma motler- due giorni a istanza del cardinal France-
noRousseau) viene annoverata la magnifi- sco Gonzaga, e riuscì la più antica azio-
daBergonzodiBotta inTorlo-
ca festa data ne drammatica italiana e lai." rappresen-
na nel ^.8q, quando vi passò Isabella d'A-
1 tazione teatrale scritta con eleganza e beu
ragona sposa di Giangaleazzo Sforza duca regolata, dopo le Rappresentazioni de sa-
di Milano; ma non sembra che questa pos- gri misteri. Il Carli, Dell'indole del tea-
sa chiamarsi azione teatrale, quando que- tro tragico, discorso accademico, pres-
sto nome non si qualunque
voglia dare a so Calogerà, Opuscoli t. 35, p. i52, dice

dialogo.. Anche quella solennissima Rap- che il susto delle tragedie in Italia ven-
presentazione della Risurrezione diCri- ne dopo il secolo XV e risvegliò gì inge-
sto, che un frate francescano fece dar nel gni italiani, e la musica già erasi insinua-
i47-5 in una radunanza d'8o,ooo uomi- ta nelle pubbliche rappresentazioni ver-
ni, non par certo che fosse cosa dramma- so 1480, anzi crede che essendo essa nel
il

tica. Le più auliche tra le azioni teatrali, bel paese antica quanto la poesia, le rap-
TEA TEA 177
presentazioni in verso e in rima dal i 200 li fu Benedetto Ferrari detto Tiorba, co-
in poi non linciassero da essa disgiunte; me celebre suonatore ili tale strumento,
ilCrescimbeni però attribuisce al secolo e di lui riparlerò. Dice inoltre Carli, che il

XVI l'ingresso della musica nelle pubbli- buon effetto ch'ebbe la musica sulle sce-

che rappresentazioni, ina perfettamente ne, e l'esito fortunato che sortì WPastor
nel suo line, pure con Lich-
come riferirò fido e ['Aminta, bastò per lume a Otta-
tenthal. Ben è vero, ripiglia il Carli, che vio Rinuccini fiorentino per abbandonar
nel secolo XVI la musica fu compagna del- le tragedie e per tentargli uomini con u-
le tragedie, e queste propriamente non na specie di composizioni, che si chiama-
comparvero prima, ciò che non sussiste rono Drammi, fatti sul gusto del Guarirli

pel narrato di Tiraboschi, se pure non vo- e del Tasso, adattabili tutti interamente
glia intendersi la tragedia giunta alla sua alla musica, per incontrare colla doppia Li-

perfezione. Quindi si cantavano cori e in- mone di questi incanti musica e poesia, un
termedi!, prima però della Calandra, di doppio applauso e vantaggio, onde nel
cui parlerò poi, magnificamente rappre- XVI comparì colli
principio del secolo l

sentata da'fiorentini a Lione nel J48 a- 1 Dafne, iodi cogli altri due suoi drammi.
vanti Enrico 11 e Caterina de Medici: que- DiceTiraboschi, parlando dell'introduzio-
sta fu la prima commedia ched'ltalia pas- ne de'drammi in musica nel teatro italia-
sò in Francia, ad onta che l'autore del- no, cheRinuccini ebbe la gloria, se non di
l' Histoire de Li musique, Amsterdam averli immaginati prima d'ogni altro, al-

1 720, dia il primato alla Cassandra giun- meno pel 1 di scriverli felicemente che :

tavi dopo nel 1577. Dipoi Enrico ili die la Dafne fu posta iu musica dall'altro fio-
in Parigi un fermostabilimentoalla com- rentino Jacopo Peri, e rappresentata nel
media italiana iu detto anno, già intro- i5q4 in casa di Jacopo Corsi con molto
dotta in Baviera nel 1 56c). Intermedii sem- applauso. Quando nel 600 con regal ma-
1

brano chiamare cpie' che nel bel


potersi gnificenza si celebrarono inFirenze le noz-
teatro artefatto si cantarono in Roma a' ze di Maria de Medici con Eurico IV re di
i3 settembre i5i 3 pe'principi Medici fra Francia, si rappresentò colla musica del
le sontuose rappresentanze fatte per l'è- Caccini e di Peri I' Euridice di Rinucci-
lezionedel loro parente LeoneX. Nota pu- ni. Il Ferrari lo seguitò, ma crede Carli
re Carioche secondo il ricordato autore che le loro opere non si cautaronocheper
.'
la 1 opera in musica erasi rappresentata occasione di nozze di principi nelle grati

in \ enezia uel 485: raminga,


1 La verità sale. Finalmente ['Andromeda di que-
il disinganno, l'inganno d'amore j ma st'ultimo fu lai. "a comparire nel pubbli-
per verità 200 anni dopo, cioè verso la co teatro in Venezia nel 687, e fu la i. 1

metà del secolo XVII, essendone stato au- pure ad introdurre l'uso del soldo iu cosi
tore Francesco Sbarra lucchese. Tutta vol- fatti spettacoli. Questa talmente incontrò,
a
ta afferma Lichtentha),chelaiche . città e talmente incontrarono tutte le teatrali

dopo Firenze vide un'opera in musica fu composi/ioni fatte a somiglianza di que-


Venezia e Claudio Monteverde cremo-
, sta, che a quella sola maniera di compor-
nese vi die pel i.° la sua Arianna, e quin- re tutte le muse che del teatrale concor-

di nel i G07 il suo Orfeo: dipoi gli spet- so preudeansi cura immediatamente si de-
tacoli e i teatri si moltiplicarono a Veue- dicarono. La nascitade'drammi fu per al-
zia, e nel 1680 vi furono aperti 7 teatri lora la morte delle tragedie, e questa fu
dell'opera, e per lo più compositori e
i i l'epoca di loro apoteosi tornando esse ad
poeti furono veneziani o dello stato vene- abitare tra'Dei di Grecia,ad ecce/ione del-
to. Tiraboschi dice che il i.'a fare rap- le sale delle case private e de'convenii re-
preseutare in Venezia i drammi musica- ligiosi ove si ritirarono, e forse di miglior
VOL. LXXUI. 12
if8 TEA TEA
t:onio delle passate. In una parola, le tra- fude ed Euripide. Indi fiorì il romano Pie-
gedie che prima si recitavano pubblica* tro Metaslasio figlio d'un artigiano e uno
niente, si rifugiarono esiliate nelle priva de' principi dell'italiana poesia. Così da'
te sale, e proscritte furono però godute drammi ebbero le tragedie una volta la
tra'pochi amanti di lettere, e le composi- morte, e un'altra il risorgimento. Ritor-
sioni di musica elicsi rappresentavano tra nandoa'primordii del secolo XVI,dichia-
privati in occasioni di nozze e simili, an- raTiraboschi,che lai. 'tragedia italiana de-
darono sui teatri. Ciò che perde l'Italia, gna veramente di questo nome, fu la Sofo-
sollecita acquistòFrancia,oveTodel cRon- nisba àe\ conteGio.GiorgioTrissino poeta
zard furono promotori di tragedie, finché epico, scritta secondo le leggi e il costume
neliG35 s'udì il Cid di Corneille, sotto greco, ond'egli ebbe il vanto d'essere il i.°
la protezione del cardinal Richelieu; indi a usar in tal genere di componimento il

venne il soavissimo Piacine, che sempre verso sciolto: fra'uiolti suoi pregi ha i suoi
risplendette tra gli altri che gli successe- mancando dello stile grave e su-
difetti,

ro. Questi maestri del teatro francese, ac- blime proprio della tragedia, oltre l'esser
coitisiche l'austerità degli antichi non sa- troppo allettata imitazione delle maine-
rebbe stata applaudita dal mondo già rad- re greche. La Sofonìsba di Trissino e-
dolcitone'cost unii con quella sorte dicom- clissò Tal tra Sofonisba:di Galeotto delCa im-
posizione in musica; così videro benissi- retto, lai/ tragedia italiana regolare, se-
moi sommi pregiudizi ed errori in cui con condoalcuni. Indi verme la Rosmunda di
questi incorrevano gl'italiani. Scelsero pe- Giovanni Piucellai, il quale la superò col-
io la via di mezzo, ed intrecciando in tra- \' Oreste, e di esse si die il medesimo giu-
gico argomento degli episodii, alti a ri- dizio dato a Trissino. Dietro ad esse me-
svegliar più la tenerezza che lo spavento, ritano menzione la Tullia di Martelli, scel-
seppero farsi padroni del cuore di tutto il lerato argomento, e specialmente la cele-
mondOjdappertultoinlroducendosi le tra- bre Canove di Sperone Speroni medico
5
gedie di Corneille e di Raciue. In Italia archiatra di Leone X, Papa mecenate de
particolarmente tal credito acquistarono, letterati, de'poeti e degli artisti; l'Orbec-
che il teatro non conobbe altre tragedie che di Giraldi, la migliore sua produzio-
ne le francesi, e così gl'italiani beverono ne; ['Edipo di Gio. Andrea dell'Anguil-
più saporita quell'acqua che zampillò nel lara di Sutrij le tragedie di Luigi Grot-
loro terreno: drammi dunque e tragedie to detto il Cieco d' Adria, perchè cieco
francesi furono in Italia per vario tempo quasi findalla nascita; ilTancredi dei coa-
ti trattenimento del carnevale. Riscossi te Federico Asinari d'Asti. Altri iu detto
finalmente dal lungo letargo gì' italiani, secolo si dierono a ravvivare la comme-

mercè il valore di alcuni ricovrali in llo« dia, prendendo a modello i comici latini
ma, si ricuperò il buon gusto dell'urna- Plauto e Terenzio, e le prime commedie
ne lettere, e fra gli altri generi di poesia non furono che loro traduzioni. Più fre-
moderò anche quella del teatro il vene- quente uondimeno fu l'uso di comporre
ziano Apostolo Zeno, che pel i

intimò nuove commedie in versi o in prosa, e di
la fuga agl'impossibili della scena, ridu- farlepubblicamenterappresentare.Gran-
cendo l'azione a un verosimile grave, e- de fu il numerodi tali componimenti, ma
roico e istruttivo. 1 suoi drammi non so- ad esso noti corrispose il valore,poichè le
no che piccole tragedie, bensì insinuò pel commedie in ogni età e presso ogni na-
i. le tragedie intere, onde al suo esempio zioue furono assai più rare che le buone
molti valenti italiani s'ispirarono nel gu- tragedie, uè è difficile intenderne la ra-
slo teatrale, e in pochi anni si videro tari- gione. Nelle tragedie la gravità deterso-
le tragedie fedeli imitazioni de'tragici So- uaggi che vi s'introducono, e la graudez-
TEA. TEA i
79
7;i dell'azione che si prende a soggetto, la ancora al tragico coturno volle accoppia
solleva perse stessa non poco, e giova an- re il socco comico, e il fece con prospero
cora talvolta a coprirne alcuni difètti. Ma successo nella commedia de' Simillimi'.
la commedia i cui personaggi sonocomu lo stesso deve dirsi dell'Alamanni autore
Demente popolari o privati, e l'azione an- della Flora. Gio. Giorgio A ri goni in li"
cora suol essere domestica e familiare, pei" gua astigiana compose delle farse,e Giani
sna natura è ordinariamente bassa e tri- mariaCecchi fiorentino fra gli scrittori di
viale; e s'ella non è sostenuta da una cer- commedie in verso, a niuno forse si può
ta stile, eh' è tanto più diffi-
eleganza di paragonare. Maggiore ancora fu il nu-
cile ad ottenersi, (pianto meno debl)' es- mero delle commedie composte in prosa.
sere ricercata, e <\ un ingegnoso, ma in-
t \ La conlesa che allora nacque tra gli eru-
sieme naturale e verosimile intreccio di diti italiani, se alla commedia convenga

vicende e di piccole rivoluzioni, cade dei la prosa o il verso, opina Tiraboschi, non
tutto a terra. Questa difficoltà di ben riu- sarà forse decisa mai, dipendendo dalle
scire nelle commedie fu quella per av- diverse maniere con cui si considerano
ventura che indusse molti comici a pro- gli oggetti. Macchia vello
L' Ariosto e il

curare iti quell'età alle loro azioni l'ap- verso il 1 498 furono probabilmente pri i

plauso che non ispiravano d'ottenere a- mi a scrivere commedie in prosa. Ma la


1
gevolmente per altra via, con una sfac- i. che fu accolta con plauso non ordi-
ciata impudenza nelle parole, ne' gesti, nario fu la Calandra del cardinal Bib-
nelle azioni, come esprimesi Tiraboschi. biena, già maestro e segretario di Leone
l'oche dunque sono le commedie in que- X che lo elevò alla porpora, anco per a-
sto secolo sci ilie, che si possano proporre ver contribuito in conclave alla sua esal-
a modello di tali componimenti. All'ac- tazione, facendo credere che il suo padro-
cademia senese de' bozzi devesi princi- ne di 37 anni avrebbe corta vita (in fatti

palmente il vanto d'aver promossa la co- morì «li 46). Incaricato in difficili affari,

mica teatrale poesia. Leone X diedi tali vi soddisfece con somma destrezza: d'in-
rappresentazioni si dilettava forse più che dole sollazzevole e inclinata a' piaceri, sep
al suo grado non convenisse, ogni anno pe accoppiare alle fatiche gli amori. Pro
laccali venire in Roma, e nelle private sue tesse il gran Raffaele, e gli avea fidanza-
stanze godeva d'udire le scherzevoli loro ta la nipote che avrebbe sposato, se l'im-
farse. Molte in fatti sono le commedie, matura morte noi rapiva alla gloria del-
se pur con tal nome si ponno chiamare, le arti, come di fresca età morì il cardi-
di quegli accademici. Lodovico Ariosto baie ambizioso del pontificato, e perciò
fu il l.° B scriver commedie degne di que- decadutodalla grazia di Leone X. Quan-
sto nome, secondo le leggi degli antichi to alla Cali! mira, la lodai nella biografia
maestri, e Alfonso I duca di Ferrara, non del cardinal Divizi da Bibbiena morto nel
meno magnifico de'sooi antenali,fèce nel- 1 52o, perchè al dir di molli e di Crescili! -

la sua corte alzare uno stallile teatro, se- beni fu lai." commedia italiana pubbli-
condo il disegno dato dall'illustre poeta, cata in prosa, e gareggia con Plauto. Ven-
perchè vi fossero rappresentate le sue ne recitata nel carnevale da alcuni nobili
commedie, il che fecero più volte (pie* giovani romani per dare un divertimen-
gentiluorai, recitandovi lo stesso d. Fran- to ad Isabella d'Esle marchesa di Man-
cesco liglio del duca il prologo della Le- tova, indi stampata neh \ 111 Roma,»: ">.>,

na. Ercole Bentivoglio scrisse il Geloso, ristampata molle volle ivi e altrove. Non
i Fantasmi e i Romiti, e al verso sdruc- solo fu appiauditissima, come una delle
ciolo usato dall' Ariosto, sostituì felice- migliori cìie allora ammirasse l'Italia, ma
mente l'endecasillabo piano. 11 Trissino bccondo il Giovio v'intervenne lo stesso
180 TE A TEA
Leone X, sebbene non fosse molto adat- lini ferrarese, e per la prima volta fu rap-

tata alla sua suprema dignità: fu poi rap- presentato in Torino con magnifico ap-
presentata in Mantova, in Urbino e al- paiato per le nozze di Carlo Emanuele f

trove. Altro ecclesiastico di questi tempi duca di Savoia con Caterina d' Austria.
censuralo fu il cardinal Ippolito de Me- Per questa tragicommedia si accese gran
dici, nipote di Leone X e cugino di Cle- guerra tra gli eruditi italiani, ma il tem-
mente VII, passando il suo tempo al tea- po giudicò in favore, sebbene seducente
tro a godersi le commedie, ed alla Cac- in modo dannoso alla morale. Leggo in

cia. Molte commedie pubblicò in prosa Lichtenthal che nel finire del secolo XVI
Pietro Aretino degne di lui, e famose per vari uomini di particolare merito volle-
l'impudenza mordace e oscena con cui so- ro a Firenze ristabilireinltalia un dram-
no scritte: fu dello il flagello de'prin- ma simile a quello degli antichi, ed alla
C7D2J quali perisebivare i suoi ardili trat- loro adunanza si attribuisce 1' invenzio-
ti satirici gli facevano regali considera- ne dell'odierna Opera in musica, voca-
bili; ma in Venezia fu spaventalo da Pie- bolo indicante le differenti composizioni
tro Strozzi, colla minaccia dì farlo pu- musicali, spettacolo drammatico e lirico,
gnalare in letto, se non tacea di lui. Più in cui si riuniscono tutte le attrattive del-
altre ne abbiamo di diversi autori, fra' le belle arti. La melodia trascurata da
quali h Balie delRicci,e particolarmen- tanto tempo, riprese nuovamente suoi i

te lodato il calzolaio fiorentino Celli pel- diritti naturali, musica innata


essendo la

le sue Sporta e l'Errore: tra gli scritto- nell'uomo e gli è tanto necessaria quanto
ri dimimieberappresentazioni nello stes- la lingua; restringendo l'armonia nesuoi

so secolo XVI, due singolarmente ebbe- convenienti limiti,considerando con mag-


ro gran nome, Calmo in dialetto veneto, gior ragionevolezza e senno il testo nel
e Ruzzante in quello rustico padovano rapportod'unione colla musica, e svilup-
precipuamente. Riguardo alle tragicom- pando finalmente a poco a poco l'indole
medie non si offre cosa degna di parti- della moderna musica. A tale epoca non
coiai- lode. Quanto a' drammi pastorali, conoscevasi quasi altra musica vocale
gl'italiani furono i primi a darne l'esem- fuorché la musica, sagra, cioè quella del-
pio, poiché nulla di questo genere ci han- le messe, de'salmi, de'mottetti e de'ma-

no tramandato gli antichi : qualche sag- drigali. Le opere de'ricordati Peri e Cac-

gio solo erasi veduto nel secolo preceden- cini erano interrotte di quando in quan-

te col ricordato Cefalo. La lode di que- do da un coro, non essendo ancora co-
sta invenzione si deve ad Agostino Bec- nosciuta l'aria, che alcuni vollero altri -
cali ferrarese, che neh 554 fece rappre- buire allo stesso Peri, ma al più imper-
sentare in Ferrara ad Ercole li il suo Sa- fetta, dovendosi riportare l'introduzione
grijìzio. Il suo esempio animò gli altri, al secolo seguente, in cui l'arie del cau-

ma tutti si eclissarono nell' Annata di to e la musica strumentale andarono mi-


TorqualoTasso: alcune donne vollero in gliorando con variate forme. La nuova
ciò segnalarsi, fra le quali l'Andreini pa- specie di musica altro non era che la i.
dovana comica di professione e onestis- base del nostro recitativo, e chiamavasi
sima, colla sua Mirtilla. A questo gene- allora musica rappresentatwo.
in islile

re appartengono drammi i pescatorii, o- Siffatto difettoso veune assai


recitativo

ve in vece de' pastori s'introdussero i pe- migliorato nel i65o, dal maestro della
scatori, di cui si ha dal padovano Onga- cappella pontificia Giacomo Carissimi; e
ro V Alceo. Fra tutte però le azioni tea- di poi i Zeno e Metastasio die-
celebrali
trali di questo secolo, niuna eccitò si gran rono al testo dell'opera una riforma più
grido, quanto il Pastorjìdo del cav.Gua« conveniente al buon gusto. Aggiungerò
TEA TEA 181
qui eziandio con Lichtenthal, che lai.'o- altro a somiglianza in Sabbionetta. Ap-
pera tedesca fu Dafne del poeta Marti- prendo dal Milizia, Le vite de'pih cele
no Opitz, messa in musica dal maestro bri architetti, che Palladio avea fatto per
di cappella Enrico Schiitz, e rappresen- vari spettacoli temporanei due teatri di

tata con molto applauso in Dresda nel legno all'antica, uno a Vicenza, l'altro a
1G27: nel i658 si rappresentò a Parigi Venezia. Quindi 1' accademia patria, di
la opera francese Pontone, poesia del-
1
.''
cui era membro e confondatore, gli or-
l'ab. Penili, con musica del Cambert: le dinò quello stabile; ed egli Io fece di sin-

prime opere originali inglesi furono po- golare struttura, e riuscì un beli' orna-
ste sulle scene negli anni 16G0- 1669, e mento d'Italia, e lo descrive. Al Palladio
quelle della Spagna nel 1719- Le parli si attribuisce ancora il famoso teatro di
costituenti l'opera moderna sono in ge- Parma, cui il Bernini die l'ultima mano,
nerale la sinfonia, l'introduzione, la ca- come dicesi; ma veramente è di Lionello

vatina, l'aria, il duetto, il terzetto, il quar- Spada pittore, e di Gio. Ballista Magna-
tetto, il quintetto, il sestetto, il finale, il ni architetto. Non mancarono allora at-
coro, la marcia, l'aria di ballo. Gl'italiani tori eccellenti, pel cui valore le azioni tea-

distinguono 4 sorta d'opere: la sagra, la se- trali sembrarono acquistar maggior pre-
ria, la semiseria, la bulla. 1 francesi distin- gio. Inoltre all'ingegno de' poeti, alla ma-
guono due generi di spettacoli lirici, la gnificenza de'principi, alla vaghezza de-
grand'opera e il dramma. I tedeschi so- gli ornamenti, alla bravura degli attori
no più ricchi di simili distinzioni d'ope- si aggiunse l'istituzione d'alcune accade-
OD
ra : eglino hanno la grand'opera, I ope- mie, per adoperarsi principalmente a far
ra seria, la tragica, l'eroica, la romanti- fiorire sempre più felicemente la poe-

ca, l'allegorica, d melodramma militare sia teatrale. In Firenze circa la metà del
e l'opera comica. Rimarca Tiraboschi secolo XVI
furono fondate quelle de-
che tali furono i felici progressi che nel gl' Infuocati, degV Immobili, de'Sorgen*

secolo XVI fece in Italia la teatrale poe- ti, ciascuna delle quali aveva il proprio

sia, che tutto concorse a rendere il tea- teatro, e sforzavasi a gara di rendere il

troitaliano oggetto d'ammirazioneed'in- suo illustree famoso: nobile idea che ces-

vidia. 1 colti poeti rinnovarono la scena sò cogli speculatori impresari, de' quali
greca e la latina, e mostrarono che non poche volte il pubblico è soddisfatto, al-

era impossibile agl'ingegni italiani di pa- l'interesse spesso sagrificando il decoro e


reggiarsi ad Euripide e Sofocle, a Flau- i propri doveri. Tal era finalmente l'ar-

to e a Terenzio. La magnificenza de pi in- dore col quale tutta l'Italia nel porten-
cipi e talvolta ancora de' privali innalzò toso secolo XVI era rivolta a'teatrali spet-
teatri che parvero gareggiare col lusso tacoli, che le stesse persone meno istrui-

degli antichi romani. Merita essere ricor- te e di condizione servile vollero talvol-
dato nuovamente il teatro Olimpico di taaver parte alla gloria che vedeano ren-
Vicenza, fatto a spese della celebre ac- dersi a' più rinomati attori. Francesco
cademia Olimpica, e ne fu architetto l'il- Maria Molza e Claudio Tolouiei fra gli
Andrea Palladio, mor-
lustre vicentino altri vollero farne prova, ed essendo in
to nel 78o prima che fusse compito
1 : corte del sunnominato cardinal Ippolito
non essendo forse ben riuscito di con- de Medici, ecomposta avendo una com-
durlo a fine il figlio Siila, ciò esegui il media, la dierono a imparare agli staf-
celebre Vincenzo Scamozzi pur vicenti- fieri, cuochi e famigli di stalla del cardi-
no. Questo teatro riscuote le meraviglie li ili', iquali s'i felicemente in ciò riusci-
di chiunque l'ammira. Lo Scamozzi poi rono che tutta Roma accorreva ad udir-
d'ordine del duca Vespasiano n'eresse un li (ciò avvenne negli ullimi del pontifica-
i8a TEA. TEA
lo di Clemente VII, o al più nel princi- lato per dimostrare l'inconveoienza ele-
nio di quello di Paolo 111). Il teatro co- gli spettacoli profani ne'giorni festivi, ed
mico italiano fìnodal secolo XV cornili- I in chiamandole offen-
ispecie le danze,
ciù ad essere rinomato anche fuori d'I- sionum et peccatorum seminarla. Per
talia, come sono andato accennando, e in cui la città di Milano inviò ambasciatori
Germania singolarmente a'tempi di Fer- a Gregorio XIII, querelandosi contro la
dinando I deh 558 e di Massimiliano II proibizione.Il Papa fece esaminare la

che gli successe nell'impero nel i 564,sot- causa da una congregazione, e quantun-
to i commedia veneziana riguar-
quali la que alcuni teologi si mostravano favorire
davasi come il divertimento e lo spelta- le pretensioni de'milanesi, tuttavia con-
colo più piacevole, anzi alla corte di Ba- fermò lo stabilito dal zelante pastore. Il
viera recitossi in taìi epoche da diversi Tiraboschi ragionando degli scrittori di

gentiluomini una commedia all'uso ve- poesie tragiche del secolo XVII, diceche
neziano e ne' soliti dialetti d'Arlecchino, se ne potrebbe dare un lungo catalogo,
Panlaleone, Dottore e Brighella. se si volesse avere riguardo più al nume-
In Roma nel secolo XVI, oltre il nar- roche alla sceltezza; per cui gl'italiani fu-
rato, m'istruisce Cancellieri a p.5o"i,Sto- rono allora segno agl'insulti degli stranie-
ra/ de' possessi di' Pontefici, della coni- ri, e rimproverando loro le irregolari tra-

media recitata in Campidoglionel 55o, i gedie e le scipite commedie italiane, ri-


e delle altre splendide feste celebrate dal petevano fastosamente nomi francesi di
i

senato e popolo romano, per solennizza- Corneille, di Racine, e di Molière riguar-


re l'elezione di Giulio III. La brevità non dato il padre della loro commedia. Ma
permettendomi dare un saggio del ripor- se è vero che questi scrittori furono i pri-
tato da quel grande erudito, mi conttn- mi in Francia a confluire alla loro per-
terò riprodurre il titolo dell'opuscolo per- fezione la tragedia e la commedia, vero
ciò stampato. Triomphante festa fatta è però ancora che gì' italiani nel secolo
dalli signoriromani per la crea liane di precedente aveano avuto scrittori di tra-

P. Giulio III con il significato delle fi- gedie e commedie molto pregievoli, men-
gurefattenelVapparare della scenadel- tre in Francia appena conoscevasi il no-
laComediaj dove particolarmente se in- me di tali componimenti, e le produzio-
tende il bel Prologo della Co/ncdia,ct ni italiane d'ogni genere e già descritte,
se dichiarano tutti
ì
giuochi de'cavalli, furono primi esempi di siffatte poesie,
i

caccie di tori, el altri bellissimi conviti, che dopo il risorgimento delle lettere si
Roma. Abbiamo nella Storia dis. Pio 7 ., vedessero; ed i tre luminari francesi no-
di Novaes, che Papa con rigorosa piani-
il minati non Sdegnarono di valersi più voi-
malica nel i
5y riformò il lusso e Tabu-
i te delle loro fatiche, e di recare nella lo-
so degli ecclesiastici negli abiti, vietando io lingua diversi pezzi tragici e de'comici
loro d'intervenire a'giuochi,alle cornine- italiani. Sei francesi andarono innanzi, il

die, a'balli, a' teatri, alle giostre, a'ban- fecero seguendo le orme de'noslri mag«
chetti, ed altri disordini a'medesimi scon- giuri, i quali aveano spianato e agevolato
venevoli. Ilsuccessore Gregorio XIII, ol- il sentiero. Intorno a ciò è degno d'esser
tre quanto dissi di sopra, indignato per Ietto il Paragone della poesia tragica
essersi fatta in Roma una commedia as- d'Italia con quella di Franeia, del ber-
sai disonesta, vietò in Roma le commedie, garuasco conte Pietro Caleppio. Nondime-
e proibì agli allori di recitai le ancora nel- no tra le tragedie italiane del secolcXVII,
le case particolari, ne'giorni di festa e n<*i che anco al presente non meritano d'es-
venerdì. Al suo tempo l'arci vescovo di Mi- ser dimenticale, vanno nomi nate 4 di Mei -
Jano s, Carlo Borromeo compose uu Irai- chiorreZoppio bologuese fondatore del-
TEA TEA i83
l\iccademiade'Gelati;l'^/T//^7/?<7<z di An- principaloggetto dell'attenzione de' poeti.
tonio Decio; quelle di Giambattista An- Celebre per questo genere fu singolarmen-
dreini comico di professione, e vuoisi che te il teatro eretto in Piazzola presso Pa
dal suo Adamo prendesse occasione il ce- dova da Marco Contarmi, ove nel 1680
lebre Milton che l'udì recitare in Milano, si videro girar sulla scena tirate da super-
per comporre il suo Paradiso perduto bi cavalli sino a 5 ricchissime carrozze, e
il Tancredi del conte Ridolfo Campeggi carri trionfali e 100 amazzoni e 100 mo-
bolognese; il Solimano del conte Prospe- ri, e 5o altri a cavallo, e cacce e altri so-
ro Uonarelli anconitano; le Gemelle Ca- lenni spettacoli. Le corti di Modena e di
poanee 1' //< i/>/>n d'Ansaldo Ceba; le tra- Mantova fecero di ciò pompa verso la fi-
gedie sagre e profane del gesuita p. Or- ne del secolo, quasi a gara d'un lusso ve-
Scamacca di Lentini; quelle di Gi-
tensio ramente reale. La musica e quella parti-
rolamo Smeducci (ìorcntit)o, autore pure colarmente de'teatri era salita in alto pre-
di diversi drammi musicali; [' Erminigil' gio nel 1690, attendendosi dappertutto
do del celebre cardinal Sforza Pallavi- a sontuose opere in musica, ed i musici e
cino gesuita; la Cleopatra, la Lucrezia, le cantanti decorarono del titolo di
si

il Medoroe il Cresodeì cardinal Giovan- virtuosi e virtuose. Specialmente Vene-


ni Delfinoj X'Aristodemo del conte Car- zia colla splendidezza delle sue opere in
lo Dottori; la Rosminda e la Belisa d'An- musica e con altri divertimenti, attraeva
tonio Musattola napoletano. Più infelice a se nel carnevale un incredibile numero
ancora nel secolo \\ Il fu la sorte della di stranieri, tutti vogliosi di piacere e di-
commedia in Italia, la quale venne tal- sposti a spendere. Poco dunque importa-
mente degenerando, ch'essa non fu più va che i drammi fossero regolari, verosi-
comunemente che un tessuto di bullone- mili gli avvenimenti purché magnifica
,

rie, e spesso ancora ripiena di oscenità e fosse la scena e ammirabili le comparse;


di lordure. Quindi appena Tiraboschi fa ed i poeti di altro non erano solleciti che
menzione della Tancia di Michelangelo di piacere agli occhi degli spettatori. Que-
fiuonarroti il Giovine nipote del grande sto è il carattere di quasi tutti i drammi
di tal nome, e si mostrò felice imitatore di questo secolo. I più rinomati scrittori
di Plauto e di Terenzio. Numerosi furo- di drammi, se non per l'eccellenza alme
no gli scrittori de'ili animi pastorali, ma no pel numero, furono Salvador'*, Tron-
quasi tutti difettosi; ebbe principalmen- Barelli,! suddetti Sbarra e Ferrari anche
te plauso Filli di Sciro, di Guidubaldo compositori di musica, Fauslini, Cicogni
ì!. Rovere, rappreseli tata da-
niaielli della che dicesi il i.°a introdurre le ariette, u-
gli accademici Intrepidi di Ferrara. lu sandole lai. 'volta nel suo GiasonejCa-
mnn genere di poesia teatrale fu in que- storeo, Aureli, Derni, Corrado parmigia-
sto secolo l'Italia sì ardentemente rivolta no che in Venezia sontuosamente rappre-
come a'drammi per musica; ma invece di sentò sua Divisione del mondo, Mor-
la

riceveredal generale entusiasmo maggior selli, Silvano, d'Averara, per tacer d'al-

perfezione, furono anzi condotti auna to- tri. Al genere drammatico ridursi ponno

taldecadenza,come dopo Zeno e Metasta- glioralorii per musica, genere di compo-


si tornò a dee idere. Pareva in que' tem- nimento cui Tiraboschi
dà a questo seco-
pi che tutto lo studio de'poeti dramma- lo la sua origine, Francesco Bald ucci mor-
tici s'impiegasse nel sorprendere e riem- to neli(>4> ne die primi esempi, e Do- i

pire di Stupore gli ascoltanti con solenni menico Giborti stampò nel 1672 in Mo
meravigliose comparse. La magnificenza luco l rania con g ora t ori per music
I
i 1.

de'principi e de'privati io queste decora- I" R'J celebre pe'drammi clu;


zioni contribuì a fere eh e sero il compose il prelato Rospigliosi, poi Cle-
1
84 TEA l' K A
mente IX, i quali si recitavano nel teatro triInnocenzoXll, eletto a' 2luglioi6() r, i

della famiglia Barberini, e gli enumerai e perciò meglio è ritenere sotto il prede-
nel voi. LIX, p. 161. Nell'articolo Sve- cessore, fu edificato in Roma il pubblico
zia con qualche diffusione celebrai la dot- eslabile Teatro di Tordinona, ora d'./-
tissima regina Cristina e il suo soggiorno pollo , il che non si era mai in addietro
in Roma ove inori, munifica protettrice veduto nell'alma città sotto Papi, poiché i

de' poeti, de' letterati e degli artisti. Ivi quei à'Alibert, Pace, Capranica, I alle
narrai come fu divertita da un dramma e di Torre Argentina furono costruiti nei
sagro nel palazzo apostolico, dopo aver primi anni del secolo seguente, £ poi gli
pranzato con Alessandro VII; che fu fe- I zelanti cardinali e prelati rappre-
altri.

steggiata da'principi Barberini con tornei sentarono al Papa Innocenzo XII lo scan-
e poetiche azioni rappresentate sulla sce- dalo che si sarebbe dato alle altre città

na,colla melodia d'eccellenti cantori e col- dello stato, vedendo nella città santa un
la vaghezza di meravigliose apparenze; teatro slabile; e benché molti altri si op-
che il principe Pamphilj nel suo palazzo ponessero a tali istanze.il Papa nel 1697
le fece godere vari drammi in musica; che acquistò il teatro e lo fece chiudere, a fi-

la regina nel suo palazzo dava musiche ne d'impedir la recita delle commedie, co-
sagre, con sermoni de'più riputati predi- me narra Novaes,o pare certo, come vuo-
catori; e che col profondo e vasto suo sa- le l'autore del Trattato de'giuoehi, che
pere valse a migliorare l'italiana poesia rimborsati i proprietari lo facesse demo-
e letteratura , derivando dall'accademia lire; bensì riedificato poi, tornò ad agire
da lei istituita in sua casa quella celebre nel seguente pontificato. Equi col Mili-
d'Arcadia, che ritornò la Poesia (/'.) al- zia farò cenno dell'erezione di quegli al-
le pure e belle sue forme. Non riuscirà del tri teatri da italiani edificati, e da lui ri-

tutto inutile che io riporti qui alcune pa- cordati. Giacomo Torelli nobile di Fano
iole del p. Luigi Albrizio gesuita, Predi' ebbe singoiar talento per l'architettura
i-a tare apos to lieo ( / ) d U r ba n o V 1
n•
.
'
1 1 1 teatrale. Inventò nella sua patria alcune
nocenzo X e Alessandro VII. Nella pre- macchine sceniche, che per la novità fu-
fazione delle Prediche fatte nel palazzo rono sì applaudite, che la fama lo trasse
rtpostolico^oma 652, Venezia 663, di- 1 1 a Venezia ove ne produsse delle nuove con
chiara lo stato di sagra eloquenza in quel- mirabili decorazioni. Ivi nel teatro de'ss.
l'epoca, e pub
suo dire servire di lezio-
il Gio. e Paolo inventò macchina da la bella
ne ad alcuno.» Io non ho mai fatta pace mutar in un mez-
tratto tutte le scene per
con certe leggerezze, per non dire scurri- zo di leva o di argano mosso da un peso,
lità, dal teatro alla chiesa, e dalla scena il che fu comunemente abbracciato da
trasportate sui pulpiti, non polendo sof- tutti i teatri ben ordinati. In Francia si

frire, che l'officio apostolico per colpa di fece ammirare da Luigi XIV colle sue
alcuni si vegga degenerato nell'istrionico, straordinarie macchine e fuochi di gioia,
]\Ia non per questo ho creduto di dove- e vi costruì il piccolo teatro di Borbone,
re imitare che sotto nome di pre-
altri, e sbalordì tulli colle sue rappresentazio-
dica fanno comparire in pergamo trave- ni. Ritornato ricco in patria nel 1662 a
stila la satira. L'armano di mor-
denti per sue spese e di 5 cavalieri fanesi fabbricò
dere e la guerniscono di acutezza per pun- il teatro della Fot luna, che per ampiez-

gere, e mentre vogliono comparire ari- za di scene, vaghezza e bizzarria d'archi-


starchi,non curanti la grazia de'grandi, tettura divenne rinomato in Europa. Nel
si mostrano adulatori vilissiini dileltican- 1 669 incendiatosi il teatro diVienna, l'im-
do le orecchie del popolazzo". A tempo peratore volle che si riedificasse sul mo-
d'Alessandro Vili Oltoboni,o secondo al- dello di quello di Fauo. Mentre il re di
TEA TEA i85
Francia desiderava che ne costruisse uno descrivendo la sua patria Penna s. Gio-
a\ersailles,morì nel f>7<S.l'YancescoGal-1 vanni (di cui [tarlai nel voi. XL,p. 3 4 )» 1

li di Bibbiena, morto nel i r3<), in Vienna parlando del teatro pubblico, dice que-
fabbricò un gran teatro, altro superbo co- sle verilà." A'nostri giorni, ne'quali il lus-
struì in Lorena, altro in Verona per in- so signoreggia per lutto con tanto danno
carico del marcheseMaffei e di commissio- delle famiglie (che direbbe se vivesse nei
ne dell'accademia filarmonica, e riuscì u- nostri memorabili tempi?), castelli più i

node'più ben intesi d'Italia:inRoma v'in- piccoli si studiano di sorpassare le prime

nalzò il teatro Albert. Ecco come Mili- terre, e queste pazzamente cercano d'e-
zia descrive il teatro di Verona. ''Portico mulare le più ricche città, e la erezione
avanti, scale magnifiche a'4 angoli, sale, d'un teatro stabile sembra una cosa del-
comodi corridori. L'orchestra è divisa dal- le più essenziali, laddove in addietro era

l'uditorio, non dovendo niuuo degli udi- un distintivo delle sole città più cospicue.
tori essere offeso dallo strepilo degli stra- Dal vortice di questo general fanatismo
nienti; ed il palcoè in giusto silo, così che trasportati anche miei cittadini si deter-
i

gli attorinon vengano mai veduti di fian- minarono essi pure di formare uno sta-
co. Tra l'uditorio e la scena sono le por- bile teatro". Neh ."anno del secolo XVII l

le d'ingresso nella platèa all'uso degii an- l'u Papa Clemente XI, che pel ter-
elettoil
tichi teatri romani e greci; non dovendo ribile Terremoto^? ,)che afflisse Roma nel

mai la porta essere l'i


m petto alla scena, 1703, oltre il voto che fece d'osservarsi
e perchè quello è il miglior luogo che non la vigilia della ss. Purificazione e altre pri-
va sbregato ad una porta, e perché in- vazioni, ordinò che per 5 anni non si fa-
debolisce la voce'. In tal città nel 1782 cessero pubblici divertimenti, spettaco-
ilmarchese Girolamo Theodoii romano li, teatri e commedie. Nel 1706 aven-
eresseil teatro di Torre Argentina. Do- do saputo che in Aquila alcuni chieri-
menico Antonio Vaccaio, nato nel 1680, ci eransi preparati a recitare una com-

in Napoli sua patria costruì in pochissimo media, egli tosto con uu breve, presso il
silo il teatro Nuovo. Nicola Salvi romano, /ini/. ^Itigli, t. 8, p. 4°9> '° proibì sot-
morto nel 1
701, ebbe coni missione da Au- to le pene già imposte da' sagri canoni,
gusto Il redi Polonia ed elettore di Sasso- essendo le recite teatrali indegne del ca-
nia, di mandargli un disegno di tealroal- rattere clericale, ancorché di sagro ar-
l'antica per Dresda, con sale e stanze con- gomento. Leggo nel n.° i3o del Diario
venienti non solo per uso di esso, ina an- di Roma del 17 18, che nel giovedì sera
che per giuoco, musica e hallo. Primeg- di carnevale nel seminario Romano e in
giano in Italia i teatri di s. Carlo di Va- tutti i collegi di Roma si die principio al-
poli, e della Scala di Milano^ i quali de- le recite solite farsi ogni anno ne' giorni
scrissi a' loro articoli, come avverbi di carnevaleschi; e nel collegio dementino
aver pi alleato co' principali degli altri si doveano recitare l' Alcibiade finto e il

luoghi. Nel secolo XVIII e nel corrente, Mitridate, opere francesi tradotte. Nel-
non solo le piccole città, ma ancora le co- le rappresentanze particolari di qualche
muni di lene e castelli gareggiarono iu dramma cantato, si solevano dispensare
ostentazione nell'erezione de' teatri, con da chi faceva 1' invito, i libretti di esso
eccedenti ornati e lusso, in preferenza di e li lume necessario a leggerli
cerini pel
qualche necessario stabilimento o di mi- contemporaneamente. Nd n.° 3i)0 del
gliorare la condizione de' sagri templi ,
l)i<tri<> di Romadeì 720 trovo che inRo- 1

spesso inferiori all'eleganza, profusione e ma agivano teatri d'Ahbert, di Capra-


i

vastità de'teatri. Il Colucci nel t. 3o del- nica e di Pace, e si aprivano dopo l'Epi-
le Antichità picene, pubblicalo nel 1
796, fania,!^ gennaio: ora incominciano a'20
i86 TEA TRA
dicembre. Considerando ClemcnteXI che ricolo di morire. Clemente XII permise
le commedie e le tragedie inventate per a Cesena l'uso del teatro, prima concesso
la correzione de' costumi e per I eccita- e poi negato. Caduto infermo e aggravan-
mento alla virtù, a suo tempo erano di- dosi il male, a'27 gennaio 1
740 subito se-
venute più atte alla corruzione di quelli condo il consueto si sospesero teatri, seb- i

e al disprezzo di questa, per levarne gl'in- bene morì a'6 febbraio. Il Cancellieri nel
trodotti abusi, con editto de' 5 gennaio Mercato, p. 84 narra che Francesco Lo-
>

1721, cbe si legge nel Bull, cit., p. 293, renzini custode generale d' Arcadia nel
stabilì quanto per tale saggio fine crede- 1 734 formò in Roma un teatrino in una
va necessario, benedetto XIII per ottene- sala del palazzo Stoppani, e vi fece reci-
re colle preci de'fedeli la sospensione dei tare Miles Qloriosus di Plauto, che ri-
il

divini flagelli, minacciati con terremoti, scosse l'universale ammirazione. Ma poi


pioggie continue e altre calamità, colla per proseguire queste rappresentazioni in
bolla('»///y'«vfr/.?.de'2gennaioi728,Z?»//. luogo più comodo, aprì un ben idealo
Rom. 1. 12, p. iGq, pubblicò un giubileo benché piccolo teatro nel vicolo Leutari
di due settimane per tutta l'Italia e isole in una casa già del cardinal Di vizi. Che

adiacenti, doveudosi perciò sospendere i nel carnevale 1 736 si fece la recita degli
pubblici teatri, commedie, la musica,
le Adelfi, di Terenzio nel teatro latino vici-
i balli. APampi.ona notai, come Benedet- no a s. Lorenzo in Damaso, dagli acca-
to XIII assolse la città dal voto di non demici latini, coli' intervento di cardina-
piùammeltere commedie e altre rappre- li, prelati, ambasciatori, cavalieri edame.
sentanze teatrali, purché non fossero di- Clemente XII gli mandò per ogni recita
soneste, e per non pregiudicare l'ospeda- 5o scudi in regalo; ed il marchese Mat-
le de'bastardi proprietario del teatro. A- teo Sacchetti nell'intima sera die agli at-
hitando Clemente XII il palazzo Quiri- tori la generosa cena ch'era solito loro im-
1

nale, il maggiordomo mg. Acquaviva fe- bandire. Questo teatro era pure del Lo-
ce eseguire alla sua presenza una canta- renzini,e vi furono recitate altre comme-
ta in musica intitolata, Il s. Andrea Cor- die dagli arcadi, ne'postei iori anni, e vi
tini, cb'era antenate del Papa, nella se- fu il real principe di Sassonia. Narrai nel
ra del 2. mereoledì di quaresima. In que- voi. L, p. 72, cheil cardinal Ottoboni ver-
sto tempo talvolta in Roma e altrove si so questo tempo fece rappresentare i bu-
sono permesse le cantate del salmo Mise- rattini mobili nel suo teatrino posto al
rerà (/-"".) e dell'inno Stabat Metter (F .). pianterreno del suo palazzo Fiano, i qua-
A' 8 genna'101735 morì in Roma la re-
1 li si continuarono sino agli ultimi anni eli

gina Maria Clementina sposa di Giacomo nostra epoca. Esso serviva per rappresen-
JII re cattolico d' Inghilterra. Clemen- tarvi graziosissime azioni di ballo, musi-
te XII allorché seppe ch'era in perico- ca e commedie colle marionette o burat-
lo di vita, fece sospendere le rappresen- tini,dove precipuamente divertiva la fa-
tanze teatrali, sebbene fosse la stagione ceta maschera romana del Cassandra. I
ilei carnevale, e le illuminazioni pel nuo- sali, le arguzie e motti piacevoli di
i tal per-
vo cardinal Spinelli, ordinando alle chie- sonaggio,
DO ' vi attiravano ogni
o sera mime-
se la colletta Pro infirma, e dopo mor- roso concorso di spettatori. Nel citato voi.
ta l'applicazione della messa conventuale. parlai de'burattini,de'quali tratta ancora
Notai all'articolo Sede apostolica vacan- il p. Lupi, Dissertazioni, t. 2, p. I 7: Dis-
te, che in Roma e in tutto tostato pon- seri. 2, Sopra i burattini degli antichi,
tificio, per tutta la sua durata, si sospen- ossicino statuine artificiosamente mobili,
dono lutti i teatri, anzi l'interdizione in- i (piali si seppellivano con que' fanciulli
comincia dalla sera in cui il Papa è in pe- che morivano in tenera età; e questo uso
TE v TEA 187
era comune si a'gentih chea'cristiani. Le minato delle Muse al vicolo del Fico.
donzelle gentili solevano odi ire a Venere Ilo voluto qui far menzione di tali tea-
ne* loro matrimoni le loro pupe o pupid- trini romani, per dispensarmi dal fune
di o bambole infantili, per cattivarsi 1 i poi appositi articoli. InRonia anche il con-
dea a prosperarle, facendo ad es»a il sa- testabiled. Lorenzo Colonna ebbe un tea-
grilìzio de" trastulli già loro più gradili. trino di burattini nel suo palazzo, ove il

Il Doldetii aelV Osservazioni sopra ì sa- cav. Filippo Aeriamoli, che si fece ammi-
gri cimiteri de' cristiani, racconta die rare in molti teatri d'Italia, per inventa-
questi ad esempio de' gentili seppelliva- re, disporre e perfezionare le macelline e
no i loro figliuoli co'burattini e altri slru- le trasformazioni, vi rappresentò pure la

roenli dei loro innocenti divertimenti, e Noce di Benevento (di chea Superstizio-
ne trovò nei medesimi corridori ove e- tve) ossia il Consiglio delle streghe, e fu
rano depositate le reliquie de' martiri. una delle sue più celebri rappresenta-
Riporta diversi vocaboli co' quali era-
i zioni. Di più espresse Campi Elisi ne\ i

no chiamati, e gli autori che di tali fi- teatro di Tordinona, e in quello di Ca-
gurine leccio menzione. Nel precedente prauica l' Inferno. Ma ogni altra sua o-
secolo il divertimento de' burattini si fa- perazione fu superata dal famoso teatri-
ceva in piazza Savona, e formavano il di- no che do-
in piccole figure di burattini,
letto del dottissimo Leone Allazio che re- nò Ferdinando gra.i principe di Tosca-
a
cavasi o^ni giorno a goderli; eguale tra- na. Era egli formato di ?.[ mutazioni di
sporto ebbe il famoso Bayle,assai dilettan- scene e di 124 figure, tulle con tal arte
te delle marionette, e lo riferisce Cancel- fabbricate, ch'egli solo colle sue mani di-

lieri. Sino agli ultimi anni, nel palazzo giù rigeva tutta l'opera, non facendosi in al-
de Cupise poi del marchese Ornani, dal- tro aiutare, che nel preparare le scene,
la parte di piazza Navona, agi col nome adattare a'Ioro canali le ligure, che a for-
di Teatro OrnanijCOii qualche rinoman- za di contrappesi ne'delli canali mirabil-
za nel basso popolo, il teatrino de'burat- mente si muovevano, e disporre le mac-
tini,a'qnali è succeduto un teatrino di uo- chine pel prologo e pegl'intennezzi da luì

mini, e ove si recitano commedie e trage- inventale. 1 burattini, che i francesi chia-

SUO proprietario fu deno-


die, quindi dal mano Marionettes, da' greci furono ap-
miniìoTeatroEmiliani^che ora nel io5:> pellati Neurospasta, parola che signifi-

lo ba abbellito e illuminato a gaz, col si- ca oggetti messi in moto da nervi o da


stema introdotto in moltissimi teatri. Del- piccole corde, con che sarebbe ben indi-
l'illuminazione a gaz parlai nel voi. LXX, cata la natura stessa e il fine della cosa:

p. i |S in
?
ano a quando cominciò in par- dice Aristotile, che se coloro 1 quali fanno
te delle strade di Roma. Altro teatrino agire e muovere piccole figure o fantoc-
di burattini era quello posto nel vicolo cidi legno, tirano il filo corrispondente
del l'avene. Nella stagione del carneva- ad alcuno de'loro membri, quel membro
le 1 854-5 5 presso la piazza di s. Andrea tosto ubbidisce, e si vedono quindi gira-
della Valle', da un lato del palazzo del re il collo, piegarsi la testa, muoversi gli

marchese Caprauica e nel sito in cui fu occhi, e le mani prestarsi all'atto o al ino-
già una stamperia, si aprì un grazioso tea vìmento che si richiede, tutta insomma
trino di burattini, egualmente illumina- la persona che sembra viva e annuita. I
to n gaz e pereti d' alcuni mesi innanzi burattini da' latini antichi si chiamaro-
al precedente; laonde in Roma siffatte il- no Tmagunculas Sigillària, Mobile ti-
luminazioni nei teatri incominciarono in ; itimi, e per muoversi con fili sottili o di
tali due teatrini. Contemporanea fu l'a- nervi. Nervìs alieni mobilia lì^im. \
pertura del teatrino di marionette deuo* vis altractìlia, Calenationesmobiles,Lì-
1 88 TE A TEA
gneolas Immillimi fìgurasj e dagl'Italia* do di altri), quanto la coloriscono quei,
ni Burattini, figurine^fantoccinif stalla- che o per genio di deridere ciò che non
ne, bambole, di cenci, di legno e d'avo- sannojoper mancanzadiriflessioneed'ac-
rio, con molli de'quali si rappresentano corgimento ne favellano con poca stima.
le coni medie e halli accompagnati da rn ti-
i Così non accadesse, come pur troppo fre-
sica, dietro le scene parlando per essi, e quentemente succede, di trovarci arresta-
anche cantando uomini e donne. L'uso ti nella intelligenza degli antichi scritto-
giocoso di queste puerili figure mobili a ri, sagri egualmente e profani, o nell'e-
fòrza di fila, passò ben presto, insieme col- spressione propria ed elegante de' nostri
le delizie dell'Asia e della Grecia, a'ialini concetti, perchè privi di certe piccole, ed
vincitori di quell'ingegnose nazioni; ond'è all'apparenza disprezzevoli notizie, man-
che si trova negli sciittori i più colti me- chiamo di quel lume, che necessario sa-
moria di queste figure mobili al tirarsi rebbe aflin di procedere con ispeditezza
de' cordoncini, a 'quali erano raccoman- nello scuoprimento o nella sposizione del
date le piccole vertebre, e le membra di vero(ch'è(|iianto dire benemerito chi la-
queste staluine. Oltreché servirono an- boriosamente e con pazientissime ricer-
che agli antichi di trastullo de' bambi- che le raccoglie e pubblica). Che però, ac-
ni, teneri oggetti dell'amor nostro, e per cademici eruditissimi, né impudenza dee
premi alla tenera età, ed eccitamento a comparirvi l'assumere, che iohofittoper
operare virtuosamente e studiare; e- argomento alle mie odierne ricerche, una
ziandio furono impiegate da' giuocolie- cosa che ameno accorti sembra re anzi po-
ri per rappresentare azioni comiche e lla inetta e puerile; uè inutile fatica dee
tragiche per trattenimento del minuto credersi l'aver di cosa sì piccola intrapreso
popolo e degli slessi bambini; e non man- a favellarvi... Argomento piccolo, egli è
carono talora persone oneste e qualifi- vero, ma pure, se mal non ini lusingo, di
cale, che se ne servirono a sollievo le- erudizione, di utilità, anzi anche di lustro
cito delle loro conversazioni. Dichiara il non affatto piccolo: in tenui labor, al te-
dotto p. Autonmaria Lupi, nella citata nuis non gloria". iNou mancano teatri
dissertazione, pubblicata con altre dal non ambulanti di burattini, ed anni addietro
meli dotto p. F. A.Zaccaria. » La cogni- eranvene anche in Roma. Questi burattini
zione dell'antiche costumanze anche nel- differiscono in ciò che non sono mossi per
le cose più tenui e più minute, che me- di sopra da'fili, ma per di sotto dalla ma-
no curate vengono da quei a'quali dili- no di chi li fa agire. Il piccolo teatro am-
genza superstiziosa ed inetta sembra il bulanteesiste ancori nella Cina da tem-
tener conio di sì piccole erudizioni, non po immemorabile. Differisce solo un po-
è però sempre tanto inutile (mi scriveva co nell'aspetto, ed è più semplice. In pie-
il sommo cav. Ricci l'i dicembre 844»
i i di sur uno sgabello l'uomo che mette in
per quanto dissi a Rieti, parlando sulla movimento fantocci o pupazzi è invilup-
i

diffusione di qualche minuzia: Che nella pato dalle spalle sino a piedi in una tu-
storia non è poi da sprezzarsi, poiché po- nica, la quale chiusa alle caviglie delle
ca favilla in alcuni punti di vista gran gambe e allargautesi in alto, lo fa rasso-
fiamma seconda. Saggia sentenza, che for- migliare alla guaina d'una statua. Sulle
se niuno più di me sperimentò con suc- spaile porta una larga scatola che s' in-
cesso: l'erudizioni che riunii a Croce ed nalza fin sopra la testa e forma il teatro.

a Scrittura, sullo spacco della croce, val- Le mani invisibili del ciarlatano portano
sero a vincere nel tribunale della s. Pio- i personaggi di legno, e mio agire con
li fa

ta una causa; e questo non è per me u« destrezza e vivacità straordinaria, moven-


uico esempio, e per nou farne vanto lac« doli co'fili disposti sotto i loro piedi. Allor«
TEA TEA 189
che ha finito racchiude la truppa comica viro per secondarie rappresentazioni di
de'fniitoccini e la veste nella scatola che commedie maschera
e fìnse, spesso colla
sicuette comodamente sotto
il braccio, co- del Pulcinella, e anticamente pine con
sa che certo non
potrebbe fare co' no- si intermezzi di musica vocale accompagna-
stri casotti o baracche. Ma il vero van- ta dagl'istrumenti. Da alcuni anni resta-
taggio che il teatro ambulante eh burat- to chiuso, finì coll'atterrarsi.
tini, di quella parte dell'Asia, ha sul no- Benedetto XI V dopo aver in vari luo-
stro, dicesi consistere in questo, che le ghi delle dotte sue opere condannate le

piccole commedie rappresentate da cine- commedie, come pure Della no tifinizione


si con figuline di legno sono molto più 37, pubblicata allorché era arcivescovo
svariate, e soprattutto più spiritose e mo- di sua patria Bologna, e nel cap. 61 De
rali delle nostre; poiché è noto, che nel- synodo dioecesana, colla bolla enciclica
la Cina anco le classi più povere hanno Praeclara decoro, de' cj gennaio 1748,
un certo grado d'istruzione. Anche tur- i Bull. Magn.l. 18, p. 3 14, diretta a tut-
chihanno ciarlatani, saltimbanchie com- to l'episcopato dello stato pontificio, di-
medianti agitatori di burattini, assai più chiarando che con pena tollerava il car-
destri ancora de'nostri. nevale e i suoi divertimenti, per evitare
Il Bernardini che d' ordine di Bene- mali maggiori, i cui disordini sono con-
detto XIV nel 7.44 pubblicò la Descri-
i trari alle massime del cristiano, vietò ol-
ttone de' Rioni di lumia, asserisce che tre altri abusi di prolungare oltre la mez-
allora in essa esistevano i teatri di Ali- za notte dell'ultimo giorno del carneva-
bert, Argentina, Capranica, Pallaccor- le i teatri, i festini e le maschere, come
da ora Metastasio, Tor di Nona, Val- ancora l'uso di queste ne' giorni di ve-
le, ed inoltre Pace, e de' Granari, non nerdì e in quelli festivi; rinnovò inoltre
più esistenti, il qual ultimo era nel rio- la proibizionedifareil teatro o altri spet-
ne Parione nel vicolo de' Granari, così tacoli ne'venerdi e nelle feste di precetto,
detto da alcuni magazzini di grano ivi si- ina il decreto si osserva soltanto pel ve-
tuati. Quanto al teatro Pace, minaccian- nerdì, essendo inosservato quello delle
do rovina, fu demolito dal proprietario feste, tranne le solenni. Clemente XIII
nello scorcio del i 853, ed in vece vi ha per la morte in Roma di Giacomo III re
fabbricato un casamento. Dalle descrizio- d'Inghilterra, avvenuta il i.° gennaio
ni che di esso ho letto, qui ne do questo 1 7G6, ordinò la sospensione dell'apertu-
cenno. Il teatro Pace esisteva uel rione Pa- ra de'teatri, chedovea seguire la sera del
rione e nella via di tal nome, il quale lo ?., e restarono chiusi siuo a quella degli
ripete dalla vicina C/</<v,z dis. ìlari,; del- 8 che principiarono ad agire, e da tutte
l'i Pace (di cui riparlai nel voi. LXIV, le basiliche, collegiate e chiese insigni gli

p. 1
7e 1 8). Si vuole essere stato il i tea- fece celebrare una messa solenne di re-
tro moderno eretto in Roma, dopo quel- quie. Nel 1767 afflitto lo stato papale
lo diTardinone certo è che agiva nel; da diverse calamità, Clemente XIII fe-
1720, come già dimostrai, e secondo la ce ordinare dal governatore di Roma,
sua forma fu fabbricato quello di Pallac- che in questa città e nel suo distretto nel
corda, cui successe quello di Metastasio. raggio di 40 miglia, il carnevale si cele-
Non avea facciata esterna, ed il suo in- brasse senza le maschere, e senza i tea-
terno era di forma quadrilunga, come i tri e i permettendo le sole corse de'
balli,
teatri costruiti altrove nel secolo XV. Fu cavalli. Morto repentinamente il Papa
più volte restauralo e abbellito, ma l'es- nella notte venendo il 3 febbi aio, giusta
sere dì legno, la sua piccolezza, quella il costume si sospese interamente il car-

della platèa e de'palchelti, lo iècero ser- nevale, i teatri, i festini e ogni altro di-
i do TE A T E A
ver li mento. Ne'/)iari di Roma de! i
7
-
1

j paragone de'grcci tragici co 'francesi; del


apprendo, die nel teatro d'Argentina si paragone de'comici francesi co'greci e co'
rappresentava un dramma in musica, con Ialini; dell'uso della religione nella tra-
intermezzi di ballo; in quello d' Alibert gedia; dell'opera seria e della commedia.
tlelto delle Dame un dramma giocoso in A p. 35o ragionando del teatro italia-
musica, con intermezzi Tordi-
di ballo; a no, deplora la sua condizione nel seco-
nona si rappresentava la tragicommedia, lo XVII e nel principio del XVIII, poi-
con intermezzi in musica; a Valle com- ché sbandito ogni legame di regolarità,
medie, burlette e farsetta in musica a 5 vo- e lasciate le tragedie e le castigate com-
ci; a Capranica la commedia con farsetta medie, altro non presentava che pasticci
in musica a 5 voci; e nel teatro della Pace drammatici, al dire del marchese Scipio-
la commedia e intermezzi in musica a 4 ne Ma dei veronese. Questi dispiacente
voci. Diversi Papi nelle vicende politiche della depravazione del teatro italiano,che
de'tempi, come a'nostri, sospesero i tea- tanto pregiudizio recava al sano costu-
tri e nel carnevale le maschere. Amareg- me buon nome nazionale, invitò il
e al
gialo Pio VI per la decapitazione del vir- Gravina e altri dotti poeti a comporre
tuoso Luigi XVI re di Francia e dagli drammi regolari e onesti, quali però non i

avvenimenti, nel 7q3 pub-


altri dolorosi 1 si meritarono tale accoglienza da poter
blicò un giubileo straordinario per im- superare il cattivo gusto allora dominan-
plorare da Dio misericordia pe'mali che te. Più ebbero propri sfor-
felice successo i

ancora sovrastavano, proibendo il car- zi il quale si propose


dello slesso MalTei,
nevale e qualunque rappresentanza tea- di dilettare senza far parola di matrimo-
trale per tutto l'anno; divieto che rinno- nio e d'amore benché onestissimo. Allo-
vò nel i
7C)4)P ei c
'
' 1 t ; i 1 epubblicani fran- ra fu ch'egli compose la sua famosa !/c
cesi minacciavano I' intera occupazione rope, nella quale non avvi alcun alleilo
dello slato pontifìcio, e ne procuravano molle ed effemminato, ma l'amore sol-
la democratizzazione. INel 1797 ripetu- tantod'una madre fa tutto il giuoco della
tosi il pericolo, Pio V I fece chiudere i tea- favola, e 1' interesse il più tenero nasce
tri per impedire l'unione di molta gen- dalla più pura virtù: gli alletti naturali
te, e proibì le maschere nei carnevale, d'una madre che piange per morto il pro-
promulgando un giubileo, missioni, pre- prio figlio ancor vivo, e ch'ella stessa va
ghiere e digiuni. Mancando nel Tirabò- per errore a trucidare, fanno nell'animo
sebi la Storia della letteratura italia- più profonda impressione che i trasporti
na del secolo XVIII, vi supplirò per d'una passione non sempre ordinata dal-
l'Italia coll'altro dottissimo gesuita spa- la natura, ma accesa soltanto dalla cieca
ginalo Giovanni A ndres, Dell' origine, e debole sensibilità. Questa tragedia per
progressi è .stato attuale di ogni lette- la bellezza dell'argomento, per la felicità

ratura t. 2. In questo tratta pure della della condotta, pel calore degli affetli, e
poesia in generale, dell' epica, della di- 1' armonia e per la
principalmente per
dascalica, della drammatica, della lirica nobiltà, benché non esente da imperfe-
d'ogni nazione. Quindi del teatro mo- zioni, incoutiò talmente il genio univer-
derno e cle'poeti italiani, spagnuoli, fran- sale, che replicatamene si recitò ne* tea-
tesi e perciò di Crebillon e Voltaire, ol- tri e si stampò,facendo in gran parte cam-
tre altri poeti drammatici, tragici, comi- biare il gusto del teatro italiano. La Me-
ci e di drammi seri. Del teatro inglese, del rope, come il Oddi Corneille, meritò di
tedesco, dell'olandese, del danese, del po- essere tradotta in (piasi tutte le lingue
lacco, dello svedese, del russo, dello spa- europee, e forma l'epoca del ristoramen-
glinolo e del teatro italiano; non che del todel teatro italiano. Imperocché il Già-
TEA T E A 1
9
\ ina recò maggior giovamento alla buo- chio. Egli tolse episodii e lunghe parlate,
na poesia colle sue regole die colle sue prese uno stile stretto e vibralo, e corre ra-
tragedie, e il Conti alquanto più dram- pidamente alloscioglimento,dove s'affret-
matico levò maggior grido col suo Cesa- ta sempre l'animo dello spettatore. Eg'i

re, col Giunto Hrulo e cogli altri tragici cacciò dal teatro le pedone non necessa-
drammi, ma non potè farla convenien- rie all'azione, sbandì subalterni amori, i

te impressione nei popolo e ne' poeti, per che tanto luogo empiono nelle scene fran-
introdurre nelle scene italiane d neces- cesi, che distraggono e infastidiscono l'a-

sario cambiamento. Sola la ìlerope di nimo degli spettatori e de' lettori; ed al


IMall'ei ottenne que' vanti the meritaro- contrario occupò il teatro di caratteri
no l'attenzione di tutti i teatri, e d'essere grandi, di passioni veementi e atroci, di
presi per esemplari: essa è l'unica tra- scene terribili, di espressioni forti e ardi-
gedia italiana classica e magistrale, loda- te, Tutto questo pro-
e di spirito tragico.
ta e studiata da' nazionali e dagli stra- dusse in un entusiasmo
quasi tutta 1 1 alia

li ieri. L'esempio del la. Merope eccitò gl'in- per le tragedie d'Alberi, che formarono
gegni di molti a coltivare con lodevole in qualche modo l'orgoglio nazionale, e

zelo la tragedia, studiandosi di tenersi riconoscendo lui pel solo tragico.Non man-
lontani dagli sregolali disordini del seco- carono nondimeno alcuni tra gli stessi i-
lo X VII, e d'elevarsi sugli slancili voli eie' taliani, che non seppero pienamente ap-

freddi drammatici del \\1. Fra' tanti provare il suo gusto drammatico, e far e-
scrittori di tragediead imitazione delMaf- co agli encomii che largamente gli si tri-

fei,si fece nome alquanto distinto il fer- butavano, come Calsabigi, Cesarotti, e più
rarese Alfonso Varano, col Giovanni di apertamente Bettinelli alzò la voce per le-
Giscala Demetrio, tragedie lodate
e col vare il fàscino prodotto dalla novità di sue
per la forza e robustezza dello stile, più che tragedie e scoprendone le sconcezze. Do-
pel fuoco e calore degli affetti chedovreb- po la sua morte si volle imparzialmente
beroeccitare.Inoltre il teatro veronese fu esaminare il vero merito d' Alberi, con
arricchito dalle tragedie d'Ippolito l'in- ragionata critica, massime sulla morali-
demonte. I gesuiti colle loro funzioni ac- tà delle composizioni , ridotta alla ven-
cademiche, per dare un utile esercizio detta e al suicidio, insolenze de sudditi e
nell'azione teatrale a'giovani studiosi lo- de'bgli contro i sovrani e i genitori, tutta
ro allievi, non poco contribuirono all'a- la virtù riposta nel dispregio della vita
vanzamento della tragedia italiaua; la propria e dell'altrui, e nell'amore alla li-
(piale per la gravità e per la forza dello bertà, e quest'amore nell'odio e oltraggio
stile, e per l'armonia ed eleganza del ver- de' superiori, e nel furore di cacciar dal
so, uon poco deve a'celebn gesuiti Gra- inondo i li ranni. L'esame cri lieo del la com-
nelli e Bettinelli. Il conte Vittorio Alhe- posizione drammatica risultò di molli di-
11 d'Asti, col nobile, sublime e ardito suo fetti. Collo stesso spirito vigoroso e forte
genio, die all'Italia l'onore d' un teatro si presentò sul teatro il ferrarese Vincen-
tragico, di cui si credea mancare, e dal zo Monti, e colle sue tragedie si fece pro-
i. apparir sulle scene riscosse generale clamare poeta tragico: ma quantunque il
plauso in tutta l'Italia, e chiamò anche suo Critico fosse più pieno di sentimen-
I attenzione e lo studio dell'altre nazioni. ti patriottici e democratici, e più adatta-
Egli in qualche modo fece cambiar d'a- to all' idee e alle circostanze del tempo,
spetto il teatro tiau co; levò la freddezza in cui fu pubblicato, non potè giungere
e il languore dell'auliche tragedie italia- alla celebrità dell'Aristodemo, non com-
ne \i arrecò un fuoco e un ardore, the posto con quell'idee. Lo stile nobile e so-
ad alcuno sembra luii poche volte sovci stenuto cuu dignità, la vei sdicazioue flui-
192 TEA TEA
da e armoniosa, il dialogo naturale e pu- ri, somma disinvoltura per cavarsi fuori
lito, conveniente alle persone che parla- dagl'imbarazzi diffidi, e quell'umore pia-
no, la sposizione della favola spontanea cevole e quella graziosita amena, che fan-
e chiara, e soprattutto ben con-
gli alfetti no ridere i colti e gì' incolli spettatori e

dotti. Ad onta de'pochi suoi difetti, mal- che formano il maggior pregio d'un co-

gradogli spettri e le tombe che poco piac- mico poeta. Se avesse studiato attentamen-
ciono, e sono mezzi tragici divenuti or- te buoni esemplari, se avesse ascoltato
i

mai troppo comuni e volgari, innalzano il giusto sentimento delle persone dotte,

1' Aristodemo sulla maggior parte delle senza lasciarsi strascinare dagli applausi
tragedie italianee sopra le altre dello stes- del popolo, potrebbe forse l'Italia vanta-
so Monti, ed è un tragico componimento re un poeta comico, che niente cedesse a'
che onora il teatro italiano. La piacevole migliori francesi, e forse eguagliato o su-
amenità della lingua italiana eilgeniodel- perato il gran Molière creduto da alcuni
la nazione facilmente portata a tirar pia- impareggiabile. Il Curioso accidente, il

cere da tutto, ed a far risultare il ridico- Mairi/nonio per concorso, il Burbero be-
lo da'piccoli avvenimenti, dice l'Andres, nefico, composti nell'ultimo periodo del
dovrehbono avere resa la commedia ita- suo comico corso, mostrano quanto si po-
liana superiore a tutte le altre, se fosse na- teva aspettar da lui, se in età più oppor-
to un genio felice, che a' vantaggi della na- tuna avesse avuto il buon gusto della co-
tura avesse aggiunti que'sussidii che l'ar- mica poesia. E' indubitato però, che Gol-
te fornisce a chi studiosamente la coltiva. doni viene riguardalo il padre della com-
Ma sfortunatamente pel teatro questo fe- media ilaliaua, che le sue commedie so-
lice genio non era nato ancora, o non uo grandemente benemerite del teatro i-
•vi si era applicato colla dovuta attenzio- taliano, per averlo in gran parte purgato
ne, e la commedia italiana nou avea fat- dalle sconvenevoli farse, e dall'assurde e
to molto più lieti progressi che la tragedia. scipite azioni che miseramente lo defor-
Nella commedia italiana si provòMafìei, mavano, e per avergli aperta la strada del-
ma non potè ottenere da Talia quella be- la vera comica piacevolezza. Dopo il Gol-
nigna assistenza per la commedia, che sì doni furono lodali il Chiari, 1' Albergali,
liberalmente gli avea dispensato 1' altra il Viili; ma non tolgono al Goldoni il glo-
musa Melpomene per la tragedia. Ven- rioso nome antonomastico di Comico ita-
ne finalmente il celebre veneziano Carlo liano. Il Goldoni, il Mallei e 1' Alfieri, 3
Goldoni, l'unico poeta comico che possa geni tanto diversi, hanno la gloria comu-
vantar 1' Italia, che abbia dato più gran ne d'essere gli unici che abbiano trasmes-
copia di commedie, ma lontane dall'ele- so il nome italiano a'teatri oltramontani,
ganza e dalla delicatezza di Terenzio, e per la commedia il 1
."
e gli altri due per
dalla maestrevole arte e dalle finezze di la tragedia, secondo l'opinione di Andres.
Molière. Naturalezza e verità sono due Alle teatrali composizioni finora mento-
principalissime doti d'una commedia, e vate sono da aggiungersi due altri gene-
comuni sono a quasi tutte quelle di Gol ri, ne'quali regnano senza contrasto gl'i-
doni, produceudo la vera illusionedratn- taliani, e questi sono l'opera in musica, e
matica,e sembra trovarci sul fattoche rap- la pastorale, della quale già parlai. Dice
presentasi. I suoi diversi difetti furono e- l'AIgnrotti, di tulli modi che per reca- i

sposti da Andres, nondimeno uon gli ne- re nell'anime gentili il diletto furono im-
ga un occhio critico per vedere le imper- maginali dall'uomo, forse il più ingegno-
fezioni della società, un vasto genio per so si è l'opera di musica. 1 poeti cesarei
trovare varietà di caratteri, una vivace italiani Stampiglia, Zeno e Metastasio so-
fantasia per presentarle co'veri loro colo- no i rifuroiatoii del lirico teatro; e però al-
TEA TEA
93 i

l'imperiai corte diVienna de vesi in parte i ri. Dove più luminosamente campeggia
progressi dell'opera italiana. lli.°a dare Metastasioècertamentenelmaneggiodel-
qualche giustezza e regolarità a' melo- le passioni , e nella finissima espressione
drammi fuSdvioStampiglia; ma Apostolo degli affetti; ma soprattutto l'amore etral-
Zeno li forma molto migliore, e li
ridusse a tato da lui con tale destrezza e maestria,
recò a tanta maggior perfezione, che a lui die lo fa vedere in tulli i suoi atteggia-
si rende la lode di ."riformatore e di vero
i menti, ne lascia profondo seno nel cuore
padre dell'opera italiana. Egli introdusse dove non penetri la sua filosofìa, né se-
soggetti grandi e reali , conobbe nobili i greta piega che non is volga la delicata sua
caratteri e i convenienti costumi, seppe eloquenza. La forza del ragionamento e
mettersi in situazioni interessanti , ed e- il nerbo dell'eloquenza sono sorprenden-

sprimersi con fuoco e calore. Lo Zeno por- ti, singolarmente in que'drammi che con-

tò maggiore perfezione e sublimità allo tengouo materie nuove e sublimi, e che


stile, e più sonorità e armonia alla versi- abbondano d'interessanti situazioni.! suoi
fìcazioneebe non erasi fino allora sentita; caratteri non cedono per l'esattezza e ve-

egli in somma die all'opera nuova forma, ri là a' migliori caratteri degli altri poeti.

e l'innalzò all'onore di vero dramma e di Chi mai come Metastasio ha avuto la s.i-

regolare poema. Tultavolta i suoi dram- gacità poetica e musicale di schivare tot-
mi restarono molto lontani dalla perfezio- te le parole meno acconce pel canto, di
ne, a cui doveano pervenire. Comparve studiare una felice combinazione di siila-

finalmenle Pietro Metastasio dopo Zeno, be per la soavità e armonia de'suoni, di


e fu il vero sole che portò il chiaro gior- frammischiare a tempo versi ettasiliabi i

no al melico emisfero, oscurando all'atto cogli endecasillabi, di variare adattata-


le altre stelle, che potevano solamente a- mente i metri nell'arie, d' applicare dap-
versplendore nelle tenebre e nell'oscurità pertutto quella cadenza, que'salti, que'ri-
della notte. A stimare giustamente il me- posi, quegli accenti che più lirica e can-
rito di Metastasio, ben
farebbe d'uopo di tabile rendono la poesia? I suoi versi sono
conoscere la natura e l'indole del melo- d'una tal fluidità, sonorità e armonia, che
dramma, e fissare confini che lo divido-
i sembra non si possano leggere che can-
no dalla tragedia, ciò che non è stato f»t- tando. La rapidità del recitativo dà mag-
io finora, ad eccezione dello spagnuoIoAr- gior forza alle cose che vi si dicono, mag-
teaga, autore dell'opera più compita sul- gior fuoco e calore all' azione, e serve
la musica,e ricevuta con universale appio- insieme di grande aiuto e facilità pel can-
vazione.HCalsabigi rilevò con lunga edot- to. Icori non messi inopportunamente
ta dissertazione le bellezze dell'opere di in tutti gli atti, ma introdottivi a tempo,
Metastasio, in un quadro esalto del genio dove l'azione stessa li richiede, sono d u-
e sapere di quel grand'uomo che non si na tal bellezza, che fanno amare non che
potrà mai lodare abbastanza, ed i suoi di- perdonare l'uso loro, venuto in fastidio
felli una savia critica dovrà facilmente per la inopportunità degli antichi e per
perdonargli per la natura stessa di sue la scipitezza de'moderni nelle tragedie de-
composizioni. Le azioni de' suoi drammi gl'italiani e nell'opere de'francesi. Mela-
sonosempre grandi ed eroiche.edegnedel stasio può gareggiare co' migliori tragici
canto della stessa Melpomene,ancor quan- ne'pregi drammatici, ed è senza contra-
<lo contengono amoreggiomenti e ma- slo superiore a tutti ne' lirici; ed entrò a
tri moni. La condotta poi è disposta con parte con Corneille, Racinc e Voltaire nel-
tale sviluppo d'accidenti, che non lascia l'alto onore d'esser proposto per uno de-
ntai languir la scena, e tiene sempre so- gli esemplari a' compositori di drammi
speso e impegnato l'animo degli spettato- tragici; quanto agli scrittori lirici, Mela-
voi.. lxxiii. i 3
i
94 TEA T E A
slasiosolo è l'unico modello. L'opera buf- delle particolari differenze fra gli apoean-
ili che cominciò al tempo medesimo che ti o impresari e gli allocati de' palchi; di
la seria, non seppe poi lare sì gloriosi a- tutto dovendo farne inteso il governato-
vanzatnenti, eresiò una composizione im- re, ad arbitrio del quale assegnò un Ino
perfetta, in cui la musica è Iroppo supe- go gratuito e conveniente in ciascuno spet-
riore olla poesia. Al sentir la musica del tacolo alla deputazione, come loro re-i-

Jesi DO Pergolcsi e d'altri eccellenti mae- denza per esercitare la sorveglianza. Di


stri, applicala a simili poesie, si accende poi venne aggiunto alla deputazione de'
nell'animo un giusto sdegno di vedere pro- pubblici spettacoli, 1' assessore generale
stituite le grazie d'una amena ed espres- di polizia, oltre il segretario della depu-
siva musica alle più irragionevoli impro- tazione, come notai Dell'indicato artico-
prietà e alle scempiaggini più grossolane. lo. Il prelato governatore nella sera del-
L'opera bulla a tempo dell'Andres, cioè nel l'apertura del teatro regio, della stagio-
secolo XVIII, era ancora un nuovo cam- ne di carnevale, nel palco della deputa-
po che rimaneva interamente da coltiva- zione e decorosamente faceva servire di
re a'moderni poeti. JNel 800 divenutoPa- i rinfreschi gli apocati de' palchi del 2.° e
pa l'io VII, narra l'annalista Coppi, che 3. "ordine. Nelle provinole dello stato pon -

temperò l'antica austerità di Roma, per- tificio i cardinali legali e i prelati delegati
mettendo maggior frequenza e ornamen- ne'leatri e altri pubblici spettacoli hanno
to de'teatri, poiché giudicava essere più il loro palco gratuito e sogliono interve-
conveniente alla morale i pubblici spet- nirvi. I governatori di Roma ned' editto
tacoli, ne'quali la moltitudine esige perse che pubblicavano pel permesso de'teatri
stessa la decenza, che le privale conver- e pel buon ordine ricordavano, che seb-
sazioni in cui la ristretta famigliarità e il bene teatri moderni abbiano degenera-
i

giuoco hanno spesso conseguenze colpevo- to stranamente dal primario loro oggetto
li (di tale avviso fu pure Gregorio XVI, di piacevole, utile e pubblica istruzione,
nel cui pontificato il pubblico con plauso ciò nonostante potuto rendersi decenti,
e soddisfazione godè magnifici teatri, con onesti e dilettevoli, riunendo insieme l'e-

Sceltissimi soggetti). Ricavo dalla costi- salto adempimento de'do\eri degl'impre-


tuzione di Pio VII, Post diuturnas, de' sari, l'opera degli attori Dell'eseguire co-

3o ottobre 800, 1 p. 3o, l'istituzione d'u- me si conviene le loro obbligazioni, ed il

na deputazione 6 cavalieri romani per


di contegno degli spettatori, lenendosi lonta-
la soprintendenza ad ogni sorte di pub- ni da ogni azione, che offenda la decenza o

blici spettacoli della città di Iioina, rima- turbi la pubblica tranquillità. L'antica ro-
nendo presso il prelato Governatore di mana istituzione òt?Pompieri [
I .'spegni-

Roma 1 ice-Camerlengo, l'emanazione toi''! d'incendii, fu rinnovata iti Pronta nel


del permesso de'medesimi, tutto ciò che 1 8 o
1 e poi meglio organizzata, e con suc-
appai Itene alle persone privilegiate (prin- cesso furono posti a vegliare anche sul-
cipi reali.corpocliplomaticoealla nobiltà), l'incolumità de'teatri. Le società accade-
il diritto della legislazione da pubblicarsi miche che nel secolo Mediceo chiamato
pel buon 01 dine e tranquillità degli stessi no il buon gusto sul nostro teatro, e che
spettacoli, e l'esercizio delle pene sui tra- prime accesero in que'tempi la bella scin-
sgressori. Confermò al cardinal vicario la tilla che in progresso tanto si propagò a

giurisdizione sulla qualità morale degli illustrare le nascenti scene d' Italia e di
spettacoli, e al governatore quella sulla Francia, sorsero ancora nel secolo XIX
loro qualità politica. Dichiari) appartene- a stringere le anime gentili ne'piìi dilet-
re alla deputazione la decenza degli spet- tevoli nodi, per l'esercizio e incremento
coli che si rappresentano, la definizione della musica e del dramma. Con quoto
TEA TEA i e) 7

intendimento in Roma furono quindi i- della deputazione de'puhbliei spettacoli,


stituile due accademie nel pontificato di pubblicò un regolamento sui teatri e altre

Leone XII, la Filarmonica e la Filodram- rappresentanze di spettacoli; e mg." Gri-


matica romana. La ."ebbe a principal sco-
i maldi, uno de'suoi successori, emanò nel
po d' esercitarsi nobilmente tanto nella i833l'edittocon quelle disposizioni di poli

musica vocale quanto nella strumentale, zia sui teatri, chesi riportano nel t. 5»,p. O.j. 5

e vi si ascrissero i primi e più chiari pro- della Raccolta delle leggi del pontificato
fessori di musica sì romani che stranieri, diGregorioXVI.il Papa Pio IX neh. "otto-
non die degli accademici dilettanti del bre 847, nell'organizzazione del consiglio
i

canto e del suono. Eia iella ìÌ.ì un pre- e senato di Roma, attribuì alla magistra-
sidente e da un consiglio che si occupa- tura romana, e come riportai nel voi. LI \.
va dell'occorrenze dell'accademia. Parec- p. 77, i pubblici spettacoli ei teatri d'o
chie volle nel corso dell'anno soleva dare gni specie,per cui la magistratura dalsuo
pubblici e gratuiti saggi di musica slru- seno adunò una deputazione pe' pubbli-
mentalee vocale, eseguendo con esattezza ci spettacoli. Il cav. Vincenzo Colonna fa-

i migliori spartiti de'piùaccredilali mae- cente funzione di senatore di Roma, pub


stri. Avea le sue sale nei palazzo Lancel- blicò nel n.° a58 del Ci ionia le di Roma
loti presso piazza Navona, in via della del 1 853, quest'avvisodell' « 1 novembre,
Cuccagna, denominazione forse presa da •«All'oggetto di procurare il miglioramen-
quella che fai evasi indetta piazza in tem- to delle produzioni teatrali, il superiore
po del Ingo; ma dopo l'ultime vicende po- governo ha divisato di distinguere con
litiche I' accademia Filarmonica si sciol- premi quelle le quali si rinvenissero com-
se. L'accademia Filodrammatica fu fon- mendevoli così dal lato della morale, co-
dato collo M-opo della precedente e poco me da quello della buona arte dramma-
ad essa posteriore, ma per esercitarsi nel- tica. Siffatta risoluzione essendo stata co-
la declamazione italiana, e prese stanza municata al Comune col Tinca ri CO di coa-
nel palazzo Sforza Cesarmi, ove ha un diuvarne l'intento, la Magistratura invita
piccolo, grazioso ed elegante teatro, il cui tutti coloro che dimoranti nella sua giu-
ingresso è al vicolo del Pavone. I dilettan- risdizione municipale componessero pro-
ti e colli soci accademici vi rappresenta- duzioni teatrali, in cui si rinvenissero le

no commedie e tragedie d'ogni specie, a sovraccennatedue condizioni, a volerglie-


cui il pubblico può trovarsi presente a le presentare. La consegna potrà eseguir-
mezzo di biglietti gratuitamente distri- si in nome dello stesso autore, quantoser-
buiti. E' governata da un presidente, con vando l'incognito, mediante l'epigrafe con
consiglio e segretario, che si occupa di un biglietto: e di ogni lavoro consegnato
quanto appartiene all'accademia, la qua- si farà dal segretario analoga ricevuta. Es-
lefiorisce. L'accademia Filodrammatica si componimenti poi verranno esaminali
romana sa tenere da se lontani tutti (pie' dalla deputazione degli spettacoli per ef-
componimenti del moderno teatro che ol- fettuarsene, giusta le norme comunicale,
traggiano la morale, gettano lo scherno la trasmissione alla superiorità." Nel D.
sui doveri della famiglia e materializza- 276 di detto Giornale si legge:» I tea-
no l'uomo, portando a cielo i suoi vizi e tri, che 1' olile associando al dilettevole,
le sue passioni riprovevoli. Spesso l'acca- dovrebbero essere un continuo ammae-
demia associa alla gentile Talia, la sedu- stramento al bene, nell'atto che solleva-
cente Euterpe coU'incanlesimo delle pro- no l'animo, e colle loro rappresentazioni
prie attrattive, rendendo così più splendi eccitare all'amore della virtù e all'abbor1
do e brillante il serale trattenimento. Mg.' rimento del vizio, a'di nostri sembrano per
Beroetti governatore di Roma presidente lo più divenuti una scuola d'immoralità
i
96 TEA TEA
per il mal vezzo introdótto eli continua -
dicon notificazione de*2G marzo rinno-
mente presentare sulle scene italiane o- vò il divieto delle clamorose disapprova-
peredove assai spesso trionfa il vizio e ri- zioni in teatro; e proilù l'ingresso in pla-
mane oppressa la virtù, e non sempre vie- tèa coli' ombrello o col bastone, quali i

ne rispettata come si conviene la morale si potranno depositare nel prossimo loca-


<:la pudicizia. La qua! cosa nella sua sa- le a tal uopo destinato, ove saranno cu-
pienza considerando la Santità di nostro stoditi gratuitamente.
Signore, il regnante Pontefice, ordinava I seguenti principali teatri attuali di
1

al suo ministro dell'interno mg. Mertel, Roma agiscono tutti nel carnevale, con
di spedire a lutti i delegati delle provin- isvariate sceniche rappresentanze, e al-
ciedellostato pontificio una circolare, con cuni anco nell'altre stagioni; però ne'cen-
che tracciando Io scopo vero delle teatra- ni descrittivi seguirò Y ordine d' alfabe-
li rappresentazioni, esortasse ad impedi- to. Prima farò menzione dell' idea e del

re che sieno messe sulle scene azioni dram- progetto di tre teatri più decorosi da e-
matiche contrarie anche in modo il più rigersi in Roma. Neil' Effemeridi lette-
remoto alla morale, al costume e al de- rarie di Roma del 1 82 i , nel t.
4i P- 7 '»
coro. Esiccome una cattiva scuola ha sven- con encomii e biasimi si rende ragio-
turatamente educato la più parte degli ne dell' opuscolo con disegni e piante
scrittori a seguire nelle loro opere una via di Sangiorgi Idea d'un Teatro (adat-
:

falsa a perniciosa, il sommo Pontefice, per talo al locale detto delle Convertite nel-
richiamare la drammatica al suo vero sco- la strada del Corso di Roma ), Roma
po.ha ordinato che delega ti i ecciti no gl'in- 182 1. Si loda e poi si critica il severo e
gegni a colti varequesto genere importan- turgido architetto Milizia, che giovando-
te di letteratura, a scrivere opere teatrali si della felice restaurazione prodotta nella
sia in prosa, sia in verso, ed a proporre Pittura e nella Scultura, alto tuonò con-
premi, tutte volte chele produzioni fos- tro le licenze architettoniche de'suoi tem-
sero commendevoli e dal lato dramma- pi, e con robusto animo invocò i sempli-
tico, e dal Iato morale e sociale. Ond' è ci e puri concelti de'greci ede'romani mo-
che mg.' Mertel, interprete dell'oracolo numenti; ma fatalmente l'architettura è
di sua Santità, incaricava i delegati ad in- destinata a subordinarsi a'climi, agli usi
viare accompagnate da proprie osserva- delle città, a'eomodi e a'eapricci che i pro-
zioni le opere che fossero loro presentate, prietari richiedono, per cui spesso le con-
o ad avvertire gli autori di spedirle di- viene agire in contraddizione coH'arle, il

rettamente al ministro dell'interno, ove che avviene pure ne'teatri moderni, sen-
da persone idonee appositamente desti- za curarsi quella linea di convenienza,den-
nate verrehhero esaminate. Nutriamo la tro di cui pur l'uso vuole che tali edifizi
maggior fiducia che tale sovrana dispo- si contengano. A ricordare, se non a sta-
sizioneconseguisca pienosuo effetto; che
il bilire, una colai linea di convenienza ar-
sia di nohile eccitamento agli onesti in- chitettonica, furono rivolti i due opusco-
gegni, e serva a ricondurre al vero suo li pubblicati in Romae in Napoli nel 8 1 1

fine la drammatica, considerala come di- dall'autore dell'articolo dell' Effemeridi,


letto e come ammaestramento. "Nel 855 1 e intitolati Cenni intorno i teatri ?no-
:

il prelato Antonio Matteucci vice camer- derni e sopra gli archi di trionfo de-
lengo direttore generale di polizia diven- gli antichi, di Nicola D' Apuzzo, il qua-
ne presidente della mimici pale deputazio- le lodò l'opera laboriosa di Carlo Cecce-
ne de' pubblici spettacoli, e il conserva- ga Saggio su l'architettura greca-ro-
:

tore di Roma, che prima fungeva tal ca- mana, applicata alla costruzione del
rica, fu dichiarato vice-presidente. Quia- teatro moderno italiano, e su le mac-
TEA TEA 197
chine teatrali, Venezia 18 17. Sostiene il ma nel 1.
19, p. 25, pubblicò le dilucida-
Sangiorgi, che il moderno teatro, per gra- zioni e piano economico dell' ingegnere
vissime ragioni, non ha quasi nulla eli co- Luigi Fedeli sull'idea e suo progetto (il
mune col teatro antico. Fra 'di lui pregi, quale colle pianlearchitettonicheavea re-
che si t'aniio rilevare dall'autore dell'ar- so di pubblico diritto colle stampe sino
ticolo, vi è quello importante del rinno- dah5aprilei85o; le piante architettoni-
vamento d'aria nella sala degli spettato- che si trovano nel citato Album a p. 43 e
ri, poiché in Parigi nel 1 820 un certo nu- 69, cou tavole dimostrative incise, com-
mero di compositori, esecutori e spetta- prensiva mente alle piante archi tei toniche
tori ricorsero al governo acciò si provve- de'teatri di Napoli e di Milano, pel con-
desse ad una maggior salubrità dell'aria fronto al progettato di Pioma, onde pro-

ne'tealri, perchè il celebre Howard e al- vare che dovrebbe riuscire ili. "fra tutti
tri chimici francesi fecero esperienza, che i teatri d'Italia) del nuovo stabilimento
soprattutto nell'estate, l'aria che si respi- teatrale da costruirsi in Roma uel mede-
ra in teatro è più nocevole di quella degli simo silo già delle Convertite (nel quale
stessi spedali: a Londra, a Monaco, a Pie- essendovi stata la fabbrica de''Tabacchi,
troburgo erasi trovato il modo per rime- a questo articolo feci parola della locali-
diare a sì gravi pericoli. Ciò che costituì tà), dovendo occupare 1' ampia area di
la novità è insieme il singoiar pregio ilei tutta l'isola non solo, fra le strade della
Sangiorgi nell'Idea di Teatro, è la sala Mercedeedi s. Claudio, ma sinoalla chia-
degli spettatori di figura curvilinea, ove vica del Bufolo, e perciò comprendere la
non si trovano uè colonne, né gradina- piazza di s. Silvestro e la grande e adia-
ta, ma palchetti e platèa, e la vaghezza cente riunionedi fabbricali e formanti al-
degli ornati e decorazioni de'palchetti, e- tra isola. Che dovrebbe risultare il i.°fra
spriinendo con maggior proprietà la leg- tutti i teatri d'Italia,comeall'idea del pub-
gerezza della struttura di legname, che blicato disegno dell' architetto ingegne-
deve formare l'interna parte de'modernt re, la cui principale e grandiosa facciata
teatri. 11 D' A puzzo propose un sistema di esterna di 3 ordini e ognuno con 1 2 co-
decorazione sull'andare dell'architettura lonne, olirei pianterreni e il loggiato, de-
gotica o cinese, con un piccolo rilievo sul- corato di statue e nel cui mezzo è lo stem-
le sagome, tenendo
linee principali delle ma del senato e popolo romano; e nell'in-
per fermo che nulla ne patirebbe la so- terno con 6 ordini ciascuno di 4 palchet- '

norità. Però disapprovò la figura dell'ar- ti, compresi in 1° ordine quel-


mezzo del
co scenico di Sangiorgi, come barbara- li del governatore diRoma (ora Vice-Ca-
meute gotica, e che forse l'idea d'una ric- merlengo direttore generale di polizia ,

ca tenda raccomandata ad aste verticali per l'indicato uel voi. LUI, p. ig4, 229),
sarebbe riuscita più conveniente. Ricor- e del senatore di Roma (per cui il muni-
da l'accordo che deve regnare tra l'inter- cipio dovea essere azionista e comprare 1

na e l'esterna maniera dell'architettura ; palchi del 2. ordine, ripartendo gli altri

dice sciupato lo spazio nel distribuire la 1 oalla diplomazia per quarti). Chelosta-
serie folta di f.ibbricuccie tra il portico biliuien lo dovrebbe essere eseguito da un
esterno e l'ambulacro de'palchetti; nou solido intraprendente, in forza di 656 a-
volle portare giudizio sulle due tacciate zioni, quante ne presentavano li primi 4
e particolarmente verso la via del Corso, ordini del teatro divisi in quarti di pah
che non gli sembi 'ò mollo commendevo- chetli (come sogliono dividersi gli affit-
le, pel suo lungo li ontespizio sopra un at- ti di es^i, per soddisfare possibilmente al-
tico rientrante, e forse ini isibile al giusto la diplomazia, alla nobiltà romana, ed
| uutudi veduta. Neh 852 Album tkBiQ*
[' all'agiata popolazione), ciascuna di quelli
1
98 TE A TE A
del 2.° ordine per la diplomazia e nobiltà gni con ogni accessorio combinato di i\8
romana discucii 3ooo, di quelli del i.° hagnaruolee una vasca natatoria; indi u-
e 3.°di scudi 2 100, e di quelli del /{. or- na gran trattoria capace di contenere a
dine di scudi i 200: lulte le azioni frutti- mensa e dar sfogo a 4oo individui. Nei
fere al 4 peri 00 e pagabili in 6 anni, epo- diversi piani poi che compongono l'inte-

ca stabilita per l'ultimazione dell'edilìzio, ro edilìzio, oltre tutti i locali che si addi-
al cui punto esso sarebbe consegnato al cono ad un gran teatro, si avrebbe pure
municipio romano, il quale per acquistar- l'accademia combinata da 3
di s. Cecilia
ne la proprietà dovrebbe retribuire gli \iiite sale e n. 8 vani ad u>o di scuole, ed
1

5 peri 00 sino all'ammortiz-


azionisti del in fine n.° 84 appartamenti d'affitto da 6
zazione del debito, operazione da farsi in a o vani in ciascuno di essi". Altro pro-
1

j2 anni, restando gli azionisti in premio getto artistico d'un nuovo teatro muni-
proprietari de'loro quarti nella stagione cipi le in Roma per gli spettacoli scenici
di carnevale, dovendo però pagare al me- d'ogni maniera, fu ivi impresso e pub-
desimo municipio la consueta tassa. Tut- blicato fino dal giugno 1 853, con magni-
te le azioni formerebbero un prestito di fica edizione nella tipografia Mengoni,
scudi 1,377,600, tanti quanti ne occor- con questo titolo: Progetto d'un teatro
rerebbero per la perfetta costruzione del municipale del conte Antonio Lovatti,
nuovostabilimento, a tenore del piano di pubblicato per cura di Romualdo Gerì'
esecuzione dell'archi letto ingegnere, com- tilucci. Ne darò un breve cenno. ET cor-
preso l'acquisto e compensi de'fabbricati redato il progetto di 4 bellissime tavole
da demolirsi. Oltre l'approvazione del go- architettoniche, egregiamente incise, e
verno, esigersi da esso un fondo d'annui rappresentanti : la Pianta dell'area del
.seudi36,ooo per l'ammortizzazione, tran- teatro; il Prospetto verso la nuova piaz-
nei 000 da erogarsi per le spese straordi- za di s. Silvestro in Capite acquarellato;
narie d'impianto. Si calcolarono tutte le il Prospetto rivolto nella via del Corso,
rendile del teatro per l'impresario, colla ov'è il Casino o luogo di ritrovo per la
solita scorta del governo, in circa annui socievole conversazione e leciti diverti-
scudi 4o,ooo perchè dar potesse un'ope- menti ; la Sezione longitudinale o spac-
ra regia conveniente al teatro e alla ca- cato acquarellato, e dimostrante le diffe-

pitale; che terminata l'ammortizzazione renti altezze interne delle gallerie, de'cor
dopoi 02 anni, il municipio diverrebbe li- ridori, de' palchi, delle gradinate, della
bero padrone di tutte le rendile dello sta- platèa e del palco scenico, come pure il

bilimento, compresi gli accessori! de'fab- fianco della gran sala del Casino. Il ge-
bricati fruttiferi, in quasi scudi 02,000, nio per le opere di belle arti del eh. Gen-
e governo rima ri ebbe esonera lo da qua-
il lilucci, esperto fautore di esse (anco pel
lunque scorta. 1 fabbricati fruttiferi sono dichiarato ne' voi. XXX VII, p. 2r)f), e
questi. «II nuovo stabilimento, ove ver- LXV, p.12), principalmente eccitò fini-
rebbe compreso il teatro, questo avrebbe tore ad affidare alla sua fiduciosa amici-
j se d'intorno un gran loggiato coperto zia progetto artistico da esso concepi-
il

e intelaialo da cortili, da piazzali coperti to e condotto con coraggio eguale all'in-


e passeggi, ove si trovano ripartitamente gegno, colla sua illustrazione, ch'egli per
disposteli.'' 48 botteghe, ei 6 grandi ma- soverchia modestia avea tenuto a lungo
gazzini d'affitto a forma di gran bazar. Ne' quasi nascosto, per attendere il tempo op-
diversi piani che compone l'intero stabili- portuno per mostrarlo con profìtto. Quin-
mentasi avrebbero i locali opportuni per di il Geiitiluccijdopo avere genei osamen-
la loggia, borsa e camera di commercio; te futo stampare e incidere le tavole del
si avrebbe pine uno stabilimeuto di ba- grandioso progetto artistico, dottameli-
TEA TEA 199
te elaborato dall'eucomiato romano ar- Tra le aree acconcie all' elevazione del-
chitetto, die ben a ragione vantasi d'es« l'edifìzio, aoch'egli preferì all'ubicazione
sere slato ammaestralo dal celebre cav. del teatro Capranica da multi vagheggia-
Raffaeie Stein, nubilmente lo dedicò al la, la suddetta superficie che si denomi-!
municipio romano, come ([nello ebe [>e- n a l'isola delle Convertite, la ([naie oltre
netrato del desiderio universale e delia il presentare minore dispendio e minori
dignità di Roma, onde appagarlo nel con- ostacoli nell'acquisto delle case da demo-
siglio de'26 aprile i8;»3 avea richiama- tirsi, in confronto dell'area del teatro Ca-
lo il decreto consigliare de' 2 1 maggio pranica, è situata sulla nobile via del Cor-
I 8 7 2 , con cui erasi ammessa la propo- so, centro del commercio giornaliero, riu-

sta della costruzione d'un novello edili- nione del mondo elegante, luogo ebe nel
zio pe'pnbblici spettacoli nell'alma città, carnevale si fanno quegli eclatanti diver-
maggiore in ampiezza a'precsistenti. Per- timenti, ebe godono tanta rinomanza.
tanto il Genti lucci Io pregò, omle si de- L'isola delle Convertite ha da >\tì lato la

gnasse accordare la sua autorevole prò- via del Corso, lateralmente quelle delle

te?ioue all'interessante lavoro, ebe avea Convertite e di s. Claudio de'Dorgoguo-


merilaloil plauso e l'amrnirazionedi mol- ni, e di dietro la piazza della Chiesa di
lissimi fra quelli die in Roma primeg- s. Silvestro in Capite. L'editore Genti-
giano nel culto delle belle aiti. Comecliè lucci intende d'applicare le linee del pia-

rispondente per vastità, magnificenza, no in qualsivoglia locale o area ebe fosse


centralità e comodità,al l'esigenze de'tem- per iscegliere il municipio, promettendo
pi, al desiderio de'ciltadini, al convenieu- a tal uopo, se bisognasse, d'aggiungere
te decoro della capitale, cui difetta di si- una 5." tavola con pianta architettonica,
mile edilìzio; e perciò reclamalo da tutti in cui sieno delineati altri progetti, con
i romani, eziandio per non essere più in modificazioni adattabili ognuno al loca-

queslo inferiori alle città e comuni delle le prescelto. Osservando l'architetto che
provincie che posseggono teatri munici- i moderni teatri di Roma, tranne il Ca-
lia! i. Che se il progetto artistico avesse a- [iranica, sono privi di piazza innanzi al
voto la soi te d'essere prescelto, allora egli loro ingresso, si propose inoltre la demo-

si sarebbe fatto mi dovere di presentare lizioue delle case e delle casipole, ebe se-
ai medesimo municipio le due altre par- parauo le due piazze di s. Claudio de Bor-
ii Piano di esecuzione, ed
integrali, cioè il gognoni e di s. Silvestro in Capite per
il Piano economico, che fanno seguilo al formare la piazza, ed anche per dare ai-
progetto stesso, e che apporteranno il rin- l'edilizio un aspetto maestoso ed elegan-

veuimen(ode'mezzipecuniari,coscienzio- te. Ideò paralleli alle ricordate vie di s.

semente presunti dall'autore nella sua il- Claudio e delle Convertite, l'erezione di
lustrazione, ed mi notevole risparmio dal due portici lungoognuno6o metri,ecom-
Gen li lucci procurato sulle cifre ivi nota- posti da 1 5 arcate; sia per comodità delle
te. <)ia laro parola del progetto arlisii- carrozze, che introdotte dal lato dell aur-
eo. A decorare Roma d'un nuovo teatro, [diala piazza di s.Sil veltro, uscirebbero sul
il conte Lovalti immaginò un piano va- (orso, mentre i pedoni hanno ingresso e
sto, in guisa d.j formare un grande e de- sortila di fronte alla piazza nel portico
coroso monumento dell'arte romana; nel- semicircolare, potendo da [lottici aver e-

I I sua illustrazione dando ragione dell 1 sito d\ ognuna delle due parti 1 2 carroz-
sceltadel luogo, degli s(-oinpartinieiiti,del- /e in fila al coperto. I portici si aprono
l'armonia, e della solidità di esso, non che ih j
saloni, affinchè gli aspettanti le cor-
della spesa presunti va occorrenlealla fuh- rozze non sieno subitamente esposti al-
brica, spiegando parte a parie le tavole. l'aria. Sui saloni sboccano 6 larghe scale,
200 TEA TEA
2 delle quali mettono alla piato;» é alla quinte e de'fesloni o panneggi pendenti
gradinata; 2 altre che olire agi' indicali dall'alto; la composizione delle scene pro-
luoghi, l'anno capo agli ordini de'palchi; seguenti ne'lati con un soliìtto inclinalo.
le ultime 2 semicircolari danno accesso Scelse a materia di costruzione, la sca-
a'nominati punii, e servono a condurre gliola o solfato di calce per le pareti, l'a-
al Casi do annesso. 1 pianterreni si forma- bete e il ferro per l'occorrente legno o me-
no di due stanze per la vendita de' bi- tallo, poiché stabilì le travature de' solai

glietti per la platèa e gradinala, e per le e de'tetli in ferro, lauto a scansare il pe-
chiavi de'palchi; da un locale di ricove- ricolo degl incèndi, quanto perchè se uè
ro alle carrozze privilegiate, dal quartie- ottiene spesa più mite. Compiono l'iusie-
re de'vigili o pompieri, e contenente con- me gii ornamenti de' palchi, di siile del
serve d'acqua da servire in caso d'incen- secolo XV, con colonnette di ferro fuso
dio, e per uso delle rappresentanze sce- a parapetti, e per le altre decorazioni co-
niche; dal quartiere della guardia; dalle lonnine spirali e fiorami, pulti e altre so-
officine, dal magazzino de' falegnami e miglianti gaiezze dorate. Altre corrispon-
macchinisti; da due cordonale per tras- denti decorazioni l'architetto stabilì nel*
portare facilmente sul palco scenico ca- la bocca dell'opera, nel sol'tilto e nell'in-
valli, macelline, e quanto vi occorra di teriore parie de' palchi. Formò egli an-
greve; e da 9 camere pel caffè e per la trat- cora un terrazzo parallelo al lubbione
toria, cui dal canto del Corso si aggiun- qual deliziosa passeggiata per l'estate, po-
gono porticati ov'è dato godere del pub- nendo nello stesso lubbione 7 grandi fi-
1

blico passeggio. La saia del teatro, oltre nestre pronte a rinnovar 1' aria o a dal-
la platèa, che hai Biliare di banchi e seg- la luce agli spettacoli diurni. Dispose le

giole, coutiene le gradinale a 5 scaglio- stanze pe'cuslodi e guardarobe, pe'sarti,


ni, le quali negli altri teatri di Roma at- pegli attrezzisti, pe' coristi e corifei, per
tuali non esistono, e fornite di sediolecon le coriste e corifee; molti camerini per
line appositi ingressi. Di più s'innalzano gli attori, il palco, le gallerie coperte, le
sulla slessa sala due loggie o palchetto- n sale, il salone pel Casino, le quali al-
ni laterali prossimi al palcoscenico; non l'occorrenza potrebbero dare un nuovo
che 5 ordini di palchi, e il così delto lub- sfondoalla scena,essendole parallele,Iaon-
bione. 1 palchi sono 4' per ordine, uè' de da 3o metri di profondità salirebbero
«piali potino godere da g ai 2
la visuale a 5i; un salone superiore pe'scenografi,
persone, e avendo ciascuno de' primi 3 donde potrebbero calare le tele al posto,
ordini il camerino di società all'ingresso, Gappartainenti perattori.una vasta guar-
tranne il terzo che ne ha soli 3 La pla- 1 . daroba per custodia degli abiti o altro. 11

tèa può contenere 5^20 persone, alle qua- complesso appena vado
di questi oggetti
li aggiunti 3 5o delle gradinate, 45o del- nominando, non essendomi permesso ag-
le loggie o palchettoni, 4^o del lubbio- giungere di più. Le ragioni esposte dal-
ue,2,400 de'5 ordini, in tutto somme- l'autore, per ciò ch'è forma rientrante e
rebbero 4^3o spellatoli. La forma adot- piramidale all'interno della sala, sono ba-
tala dall'autore è quella dell'anfiteatro, sale sulla convinzione che la sala sia di-

per la ragione del diritto comune di udi- sposta in guisa da scansare ogni azione
re e di vedere, e per le leggi dell'acusti- retrograda, acciò il suono si diifooda, me-

ca, delle quali l'architetto particolarmen- diante forma convenevole delle pareti,
la

te si preoccupò, per trarne lutti i vantag- che non disperda la voce, che non renda
gi, onde rendere la sala armouiosa e con suoni confusi, che non geuei l'eco, e che i

.. omento di suono. A ciò si associa l'in- ii suoiio primitivo si possa intendere do-
cliuazione del soliìtto, l'abolizione delle vunque e quasi nel medesimo islaute. La
TEA T E A 201
nuova composizione della scena è delia- di, somma ch'egli non pose nel preven-
la dall'architetto in modo di vedere eli- tivo delle Spese occorrenti, avendo imma-
minati pei sempre gì insulsi festoni pan* ginato che il teatro si dovesse edificare in
oeggi clic stanno indifferentemente nella area già allatto libera), eccone una sem-
campagna, nella reggia, nella piazza, nel- plice indicazione. Il piano di esecuzione
la prigione, deformità sopportata finora propone: i.° di emettere una quantità di
daH'al)iUidine;e que' pezzi di camera, quel- cartelle colorate al portatore al g4 peri r.o
le colonne, quegli alberi che camminano rimborsabili con estrazione annua alla pa-
al volere del macchinista. 11 conte Lovat- ri e col frutto del 5 per 100 pe'5 anni ne'
ti attenendosi presso a poco all'archi tet- (piali si fabbricherà il teatro, e del 2 e mez-

tura del suddescrito teatro di Marcello,si zo per 100 negli anni susseguenti l'aper-
valse della suaforma semicircolare in ar- tura; i possessori delle quali cartelle acqui-
inazioni dalla partedella piazza con por- steranno diritto ad un 4-' di palco per tan-
tici su d'una curva, sovrastati da'portici te cartelle; 2. traccia uu'am ministrazio-
superiori die tengono luogo di gallerie, ne per vegliare all' annuo introito delle
eie arcate di trapasso servono al transi- cointeressenze pel soddisfacimento pro-
to delle carrozze, tutto palesando che la gressivo delle rendite, e pei l'annua am-
fabbrica contiene un teatro. Dal lato del mortizzazione delle cartelle; 3." stabilisce
Corso il colonnato inferiore e il superio- una dote presuntiva di circa scudi 5 j,ooo
re danno l'idea d'appartenere a una gran all'impresario nelle 3 principali stagioni;
sala, eche vi sia uu Casino o luogo di riu- 4-° prevede il caso della non piena riu-
nione per la conversazione, giuochi leci- scita della reudita totale delle mentova-
ti, mu>ica, ballo, e altri passatempi pro- te cartelle colorate, e ve ne sostituisce al-
pri d'uomini civili e colli. lli.° ordinedel trettante bianche a eguali condizioni, me-
prospetto esterno della via delCorso è do- no il diritto a' quarti de' palchi, ma col
lieo, il 2.' jonico, il 3.° corintio: superior- frulloannuo anche dopo 1' apertura del
mente vi è un attico che corrisponde al 5 per 100 5.° coordina ; i prezzi da (is-

terrazzo. 1 1 concetto architettonico di que- sarsi per la serale concorrenza ;


6.° sug-

sto teatro l' impronta dell' unilà, del


ha gerisce vari mezzi di recare rendite ed
comodo, armonia nelle sue parti ; e
dell' utilità per isvincolare il teatro comunale
capace di servire non meno agli spettaco- dal debito contratto /quantunque coll'am-
li scenici, ma pel Casino anche il centro 11101 tizzazione prescritta, anche senz'altri
d'altri divertimenti e convegno della cit- proventi, sarà affrancalo il teatro, colle
tadinanza istruita, e de' moltissimi fora- somme che si pagano ora per l'aflitto, nel
slieri che recatisi in Roma ad ammirar- termine Le dimostrazioni poi
di f±o anni.
ne le grandezze. Quanto a'due piani di e- del piano economico pongono in luce
secuzione e di economia, promesssi nel- l'amministrazione teatrale: 1. durante
la dedica del progetto artistico al muni- gli anni della fabbricazione; 2. dopo il

cipio romano dall' ingegnoso e operoso i.°anno dell'apertura; 3." del definitivo
Cculilucci, affine di raggiungere la rag- affrancamento del fondo in conseguenza
guardevole somma di scudi 55o,032, che delle operazioni. L'interessante e nuovo
si richiedono ad eseguirlo, secondo il pre- giornale Eptacordo d'i Roma, del quale
\'

ventivo dell'architetto (però non compre- poi farò encomii, non solo di recente. e-
sa la somma occorrente per l'acquisto e gregiailiente descrisse il progetto artisti-
demolizione de'fabbricati che ora forma- co, e i piani di esecuzione e di economia,
no l isola delle Convertile, e delle case e e icsc i dovuti elogiagli autori, ma giu-
casipole che separano le due piazze, dal- slamenle e con quella imparzialità di cui
l'architello calcolala circa 200,000 scu- già ha dato saggio, fece eco all'estere ac-
2oa TEA TEA
endemie che ben giudicarono dell'opera l'ordine Gerosolimitano, e di alcun e fa mi «
ai-chi tettonica del conte Lo vai ti con pub- glie coni proprietà rie per gli altri tre quin-
bliche dimostrazioni, ed applaudì al zelo ti, finché alcuni anni addietro l'acquistò
e criterio del Geo ti lucci, facendo voli per il prìncipe il. Alessandro Torlonia. Di>^i
I effettuazione sollecita del vasto proget- pure che venne denominato Teatro del-
to, cerio che frutterà gloria agli ordina- le Dame, perchè fu ih. "teatro di Roma
ter. i e al munifico magistrato romano, in cui si eseguirono spettacoli d'opere re-
ed aumento di decoro a Pioma. 11 padre gie ed eroiche, con drammi in musica e
dell'architetto, conte Clemente, anch'egli balli grandi ,
perciò un tempo proprio
contribuì all'ornamento della patria pel principalmente per la nobiltà e per la

palazzotto eretto per suo conto sulla Pìaz- classe doviziosa. E' il più vasto di Roma,
za del Popolo {}y -\ maestoso ingresso ma la sua forma quanto alla sala e pia-
primario di Roma, d'uniforme diseguo tèa è difettosa, poiché quasi è quadra. Ha
all'altro del principe Torlonia; e prò- 6 ordini con comodi palchi, platèa spa-
gettò di nobilitare l'altro principale in- ziosissima, palco scenico di sorprendente
gresso della città della Porta s. Giovati- estensione. La decorazione interna non è
ni, con proporre l'edificazione a sue spe- spregevole, ma va privo di prospetto e-
sed' una cavallerizza coperta di cui man- sterno. Meno muri maestri e le scale, il
i

chiamo, della caserma de'dragoni, d'un resto dell'edilizio è tutto di legno che lo
borgo con 3 ale di fabbriche, e di erige- rende incomodo e pericoloso. Forse pe?
re in mezzo quella colonna che ora si sta cause decadde dal suo splendore, ser-
tali

innalzando all'Immacolata Concezione in vendo al presente per rappresentazioni di


piazza di Spagna, e perciò pubblicai il 2.° ordine. Fino ah 84o nel carnevale vi

progetto in questo stesso voi. a p. si davano splendide feste da ballo in ma-


77.
Teatri moderni di Roma. schera e dette festini, al qual uso il luogo
/Gilbert, nel rione Campo Marzo, al è veramente assai acconci o;ma nel seguen-
pi incipiodella strada cheda piazza diSpa- te anno s'incominciarono a dare nel tea
gna conduce alla fontana del Babuino,e tro di Torre Argentina, e poi anche in
trovasi a mano destra l'ingresso che ad quellod'Apolloo Tordinona.il crìticoMi-
esso conduce, quantunque l'edifìzio s'in- li zia ecco come giudicò quest'edilizio. > Il

nalzi aldi là della via dell'Orto di Napoli, Bibbiena fu a Roma, e vi fece il teatro
no me non preso da quello diesi dice pos- degli A liberti; ina perchèquivinon vi era
sedeva il re di Napoli ed ereditato da'Far- forse un Malfei (come in Verona), che ne
nesi, come crede alcuno, poiché i Farne- dirigesse la costruzione, l'unico pregio di
si soltanto erano proprietari della villa e questo teatro si riduce alla grandezza,
orti detti Farnesiani, e che descrissi nel Cattivo sito, meschini ingressi, «cale in-
•vol. XXII I, p. 209 e seg.; ma dall'avere felici, corridori scomodi; e quel ch'è peg-
presso l'orto ne'lempi antichi gii stadi e le gin figura impropria, e palchetti in fuo-
abitazioni diversi pittori di Napoli. Altro ri e centin iti. Se Roma antica ebbe i più
ingresso è nel vicolo Alibert, e fu cosi il grandiosi e magnifici teatri del mondo,
teatro chiamato dalla famiglia de' conti Roma moderna, benché ne abbia molti,
dopo la demo-
Alibert che lo fece erigere, li ha tutti difettosi e per la forma e per
lizione del teatro di Tordi Nona da essi la politezza" (Milizia morì nel 1798, e
costruito ed aperto, nei primi del secolo l'opera fu stampata in Roma nel 1768).
XVIII da Francesco Galli da Bibbiena, Apólloo Tordinonà, nel rione Ponte
e già agiva neh 720 come notai disopra, presso Ponte s. Angelo, il più ricco e il
n
Poi divenne possesso per due quinti e de- più bello di Roma. Si chiama purecol ì.

rivaligli dallo spoglio del cav. Vaini, del- nume pei che la strada e parte dell'area
TEA TEA ao3
in cui trovasi eretto, ebbe giti la denomi- ti dellagioventùcol prestigio d'un'imma-
nazione un vasto edificio e
ti a da una tor- ginazione sbrigliata e d'un'ardentè paro*
re che ne'secoli dimezzo si appellava Tor la. E tanto è più malvagia, quando, per
di V'orza, e tanto quella che questa servi- distruggere le idee religiose e morali nei
rono ad uso di pubbliche Carceridi Ro- popoli, il racconto altera il vero, e semi-
ma (f .), fino al pontificato d'Innocenzo na idee false e massime perverse. Tale o-
N,che nel 1 64" fece edificare il luogo per pera fece F. D. Guerrazzi col suo roman*
le pnbbliche prigioni lungo la via Giulia, zo la Beatrice Cenci (Storia del secolo
Era prefetto del carcere tli Tor di Nona, XI T), il quale dopo essere stato posto li-

e insieme della curia giudiceordinario di beramente in commercio anche tra noi,

Roma il Soldano(fr.). Nella torre fu rin- fu poscia proibito (dalla congregazione


chiusa Beatrice Cencijd'infelice fama,pri- dell'Indice con decreto de' i4 dicembre
ina di andare al patibolo, la quale avve- i 854)- Or bene,
scemate tristissimi
a i

nenie e nobile romana oggidì sipreten- ellelti di quel romanzo, il cav. FilippoSco-

de da alcuni far comparire vittima della lari di Venezia ha compilato sopra auten-

prepotenza umana, per vituperare il ve- liei documenti una storia della Cenci, il

iterando pontificato romano e oltraggia- quale libro utile e severo sarà tra breve
re il glorioso e giusto Clemente I f fi. co» pubblicato in Milano". Ne' Cenni storili
false e obbrobriose calunnie, mutilando- dellaven. Àrcìconfraternita della Ca-
si e alterandosi la storia secondocbè me ritàins. Girolamo, Roma 1 845, del (piai
glio tornò allo sfogo di loro passioni, per benemerito e illustre sodalizio riparlai a
infiammare popoli con tinte seducenti
i s. Girolamo della Carità si dice che o- ,

e romantiche alla simpatia e difesa d'u- riginònel i5i8anehepeldisbrigodei pro-


na parricida. Perchè l'inesorabile Ponte- cessi de'carcerali e loro liberazione. Quin-
fice ordinò al governatore di Roma Ta- di che assunse il pagamento al soldano
vi r/iit l'esecuzione della sentenza per Te- o capitano delle carceri del vitto de' de-
sernplare giustizia, lo narrai ne'vol. XIV, tenuti in segreta, per impotenza de'qua-
p. 5o, LlX,p. 3o, e ne'molti articoli re- Ji nel soddisfarlo ne veniva tardata la fi-

lativi, adterrorem e per frenare le con- beraziotie,edentrolecarcei'i stesse di Tor


simili e contemporanee atroci uccisioni di Nona un ospedale con lutti soo-
eresse i

commesse in Roma tra' nobili. Beatrice corsi corporali e spirituali. Mosso Paolo
Cenci rinchiusa in delta torre, fu il sog- IV da tanta religiosa pietà del sodalizio,
getto d'un quadro del cav. De Vivo, che e sdegnato dell'angarie e soprusi del sol-
«lescrisse V Album nel t.i5, 344> ne '"
p. dano di Tor di Nona, che comprava l'of-

l'atto che prega il Fai inaccio suo difen- ficio del soldanato per scudi 3730, alli-

sore (di cui nel voi. XLV, p. 238 e altro- dò al sodalizio il governo economico di
ve), di far pale»e al Papa la sua innocen* tale carcere,in vestendolo pure dell'oftìzio
za; mentre Guido Reni ne faceva quel ri- del soldanato e de'suoi emolumenti deri-
tratto cb'è nel Palazzo Barberini e con ', vanti in parte dalla giurisdizione del sol
innumerabili copie sparse per Roma e dano in alcune cause ci vili e criminali, e
altrove, a motivo dell' acerbità de' casi in parte da alcune tas^e sui carcerali, ed
e di sua avvenenza. Di queste rigorose insieme all' obbligo di somministrare il

giustizie parlò Cancellieri nel Mercato vitto a'earcerati di segreta, previo il colli-
ri p. 18G. Nella Civiltà cattolica^ %* penso di bai. 1 5 al giorno per ciascuno in
sene, t. 10, p. 1 i"2, si legge: •
Malva- rimborso, e di stipendiai e ministri cu i

già opera
certamente quella del rende-
è studi della prigione. Indis. l'io V nel 1 )(iS
re popolare la storia ili certi grandi de- effettuò l'investitura, premessa la cernie-

li tli, innestandola ne' cuori appassiona* grazione al soldano della somma pagala
ao4 TEA TEA
nel l'acquisto dell'offizio, colle prerogative carceri di Borgo , di Ripetta e di Coi t e
inerenti, riunendo pure nel sodalizio gli Savella, per il che si era non poco accie"
emolumenti dell' òlfizio del notaio e del sciuto il numero de'carcerati nella Pri-
giudice del soldanalo, ed inoltre gh donò gione Innocenziana (dal 169G al 702,se- 1

l'edilizio di Tor di Nona colle case annes- condo un calcolo medio, la cifra de'car-
se, con facoltà di tenervi un'osteria esen- cerati eia 65 per giorno da mantenersi,
te dalla ordinando altresì die la
gabella, e mentre il sodalizio perde la giurisdizione
camera apostolica reintegrasse l'areieou- giudiziaria del soldano, e l'esenzione del-
da somministrarsi ai
tra terni la del vitto la gabella de'vini dell'osteria delle carce-
carcerali condannali a pene afflittive. Di ri diTor di Nona, e dopoaversostenuto
piti s. Pio V decretò, che se le carceri di enormi spese per migliorarne il carcere,
Tor di Nona fossero demolite, il sodali- di poi ebbe compensi). Àia non ritraen-
zio avesse piena facoltà di domandare la done che un frutto tenue e fallace, pen-
restituzione del prezzo sborsato per l'ac- sò di convertirlo in teatro, di cui manca-
quato del soldanalo, e delle spese succes- va Roma e o v'era tanto desideralo; ed ot-
sivamente Prosperando
falle nell'edifizio. tenutane col pontificio permesso anche la

d sodalizio al governo economico e cari- privativa (probabilmente da Alessandro


tativo delle carceri di Tor di Nona, (man- Vili Oltoboui veneto e di benigno tem-
do Alessandro VII compì leuuove car- peramento), ricedè posteriormente il lo-
ceri del predecessore Innocenzo X (il cui cale per la detta destinazione, ed in sub-
stemma con raro esempio vi eresse, con- enfiteusi perpetua al conte d' Alibeit
servandone il nome, il che a cagione di per 1' annua prestazione di scudi 980 ,
lode rimarcai nel voi. LXVI, p. 77), nel quante volte il teatro agisse, riducibile a
i(i"*S volle affidarne al sodalizio le vigi- scudi 4J0 ogniqualvolta restasse questo
lanti cure e il governo economico, con- inoperoso. Così Roma dopo tanti secoli ri -

fermandogli privilegi ed emolumenti


i elio vide un teatro stabile dentro le sue mura,
godeva. Rimaste in tal guisa inoperose e fu il [."teatro moderno in essa innalzato,
inutili le antiche e famose carceri di Tor e per magnificenza e opere che rappresen-
di Nona, tuttoché vi fossero buone ragio- ta in questo secolo diventò il teatro re-
ni per ritenere, che lediGzio slato fosse gio, il 1. teatro dell'alma città sulla spon-
definitivamente e perpetuamente ceduto da del 7efere3 alle cui inondazioni è al-
in piena e libera proprietà all'arciconfra- quanto soggetto nell'ingresso. M'istruisce
lemita, pur non ostante pretendendo la Cancellieri nelle Dissertazioni epistola-
camera apostolica, che la cessione doves- risopra Cristoforo Colombo, p. 8 ,che 1 1

se intendersi come precaria e soltanto du- questo grande scuopritore dell'America,


ratura finché realato fosse l'uso cui era non senza meraviglia, non destò V estro
stalo destinato, piacerne ad Alessandro VII di qualche immaginoso poeta a farne mae-
conciliare con equo lemperameuto l'in- stoso e interessante argomento d'una no-
sorta questione, concedendolo nel 66 r 1 bile tragedia su le nostre scene, che an-
con enfiteusi perpetua all'areicoulrater- che Melpomene non siasi impegnata ad
itila per l'annuo canone di scudi 100. Non con Calliope a celebrar l'e-
unirsi a Clio e
senza grave dispendio il ridusse essa da roe, che immensamente accrebbe domi- i

prima in parte ad uso d'abitazione, ed in mi della Spagna e ingratamente fu cor-


parte ad uso di fienili; dovendo curare risposto. Bensì con bella e virtuosa gara
l'aumento di sue rendile pel suo maggior fu dalle due muse sorelle Musica e Poesia
dispendio cui and') esposta, per le molte servito da un dramma per musica di Cra-
innovazioni avvenute nell'ordine della teo Pradelini, intitolato: fi Colòmboovve-
procedura, e la soppressione delle altre 10 l'India scoperta, dedicalo all' III.""*
TEA TEA ao5
al Fcc ma principessa d. Maria Ottobo- giore furiosamente lo consunte nel 1 780
ni (pronipote d'Alessandro \ III morlo il e ridusse in cenere. Divenuto preda del
i ."febbraio 1
69 ),da rappresentarsi nel
1 le fiamme, l'infortunio acquistò qualche

(entro Tardinomi Vanno i(><>r, ad


ili rinomanza per Giuseppe Carlelti: Ina
istanza di Francesco Leoni libraro in ilio di Tordinona, Poema giocoso^o-

piazza Madama. In Roma per France- ma e Venezia 1781. Questa composizione


sco Buagni 1 69 con 1 licenza de'supei iori in bernesco è bizzarra e piacevole. Rie-
e con figure. Questa notizia la sommini- dificato nel 1 78 j furono pubblicali; Giu-
strò a Cancellieri il principe d. Pietro Ga- seppe Tarqui ni, Descrizione del teatro di
brielli . il quale col suo finissimo gusto Tor di Nona, Roma 78 5. Notizie e do- 1

seppe riunire una scelta biblioteca (e del- cumenti sulla nuova fabbrica d> l teatro
la quale acquistai moltissimi e pregievo- di Tor di Nona, Roma 1786. Ma per li
li più rara e bella Raccolta
libri), colla poca solidità de'fondamenti in riva a del

ili componimenti italiani d'ogni genere, to fiume presto cadde, onde ne fu affida-
atti a rappresentarsi; indicandogli pure ta la cura di rifabbricarlo per intero in

altre produzioni posteriori di commedie, materiale alì'imolese cav. Cosimo Morel-


di drammi in musica e di balli, compia- li architetto favorito di Pio VI, autore del
li fu celebralo Colombo, anche ne' tea tri palazzo Brasila e del seminario di Su-
di Roma, e riportatico'loro titoli da Can- biaco, fatti edificare dal Papa (e di quan
cellieri, sebbene Materia ila Coturni e to P Alberghetti descrisse nella Storiati' I-
non da Sacelli, Dunque si può stabilire mola, t. 3, p.120, come de teatri d'Imo-
ebe il 1 ."teatro pubblico in Roma non so- la e poi incendiato, di Macerata, Jesi, O-
lo fu questo di Tor di Nona, ma ebe agì simo, Fermo, Forlì, Ferrara ealtri, aven-
nel 6q .Se non cliepocodopocnel 1697,
1 1 do dato i disegni pel nuovo teatro patrio
come già rilevai di sopra, Innocenzo XII e per quello della Fenice di Venezia), e
non credendo convenienti alla dignità di riuscì fabbrica sontuosa, con ottimedeco-
Rotna papale e del centro del cristianesi- razioni interne, specialmente di belle pit-
mo pubbliche teatrali rappresentanze,
le ture a chiaroscuro nel davanzale de' pai
fecedemolire il teatro. Quindi fu, che a cbetli, e rappresentanti fotti di stoiia ro-
compensare il conte Aliberl dell'enormi mana; per cui 11,-1 1 ra Novaes, che invitalo
spese sostenute per ridurre il locale a tea- Pio \ 1 a vederlo vi si recò (e non pare
tro, il Papa gli cede in piena e assoluta RenedelloXIV come altri pretesero), ed
proprietà l'intiero edifizio, come afferma- ilmordace e satirico Pasquino scrisse au
no i citati Cenni storici, e poscia l'A liberi dacemenle sul teatro: Indulgenza piena
fabbricò il teatro che dal suo nome tut- ria (dicesi per ina v vertenza di non aver
tora si chiama. Ad emendare poi il dan- deposta Ìb stola nell'enlrarvi). Neli7g5
no, che l arcicotifraternila dì s. Girolamo pubblicò in Roma con figure Felice Gior-
venne a risentire per la perdila dell'en- gi, Descrizione storica del teatro di Tot-
fiteusi e della pattuita corrisposta. Inno- di Nona. Laonde il Giorgi descrisse, non
cenzo XII la esonerò dal pagamento del- edificò il come pretende Mariano
teatro,
la somma dovuta alla camera aposlolica. Vasi, Itinerario istruttivo di Roma, ivi
Nel seguente pontificato di Clemente XI stampatone! 1804, a p- 35y. Nel seguen-
il teatro di Tor di Nona fu riedificalodal- te 1nuovamente in esso si recitarono
7C)fì

l'archiletlo cav. Carlo Fontana, che es- commedie e rappresentarono tragedie e


sendo morto come leggo in Milizia nel drammi in musica, balli decorosi e altri

J
7 1 4> perciò a quell'epoca già esisteva. spettacoli; pei ónci 1
707 testò Mi-peso con
Pare che in seguito s< "giacesse a un in- lutti gli n Iti i teatri pei leti iste e rammen-
cendio ea cambiamenti, altro però e mag< tate vicende. Nibby e Melchiorri, il 1 ."col-
206 TEA TEA
la RomanelVanno i 838.il 2. "colla Gui' prospetto esterno, somigliando il prece-
da metodica di /Ionia, descrissero i tea- dente a quello d' uu gran casamento, e
tri di Roma, e con essi segnatamente [irò- perchè questo non volevasi demolire, co-
cedeiò »i descrivere il veramente regio sìl'architetto, alquanto verso il ponte, vi
teatro d'Apollo, ridotto tale per gusto e aggiunse l'odierna facciata con 2 colonne
magnificenza del principe d. Alessandro e 2 pilastri di marmo carislio, oltre non
Torlonia, e gli ho pure presenti ne'cen- poche altre decorazioni di diverso gene-
ni sogli altri teatri. Ne' primi del corrènte re sì in istucco che in marmo, di que-
secolo il teatro fu comprato dal duca di sto essendo lo stemma gentilizio del pi in-
Bracciano d. Giovanni Torlonia, e dopo cipe proprietario e le due statue che so-
la sua morte diventò proprietà dell'eneo- vrastano Questa facciata con-
l' edilizio.
miato figlio d. Alessandro. Questi nella tiene tre porte per cui si ha ingresso in
sua connaturale splendidezza e gran pio- ispazioso e ben adorno vestibolo, da dove
motore delle arti (come può vedersi ne- si passa ad una propinqua sala, e da que-

gli articoli Palazzi Torloiv] a eViLLAToR- sta si ascende per comoda e abbellita sca-
li onta), volle rifarlo quasi al lutto nuovo, la, con istatue e lavori di stucco, la quale

e però neli83o mandò ad effetto il suo conduce in altra sala che precede alla sala
iiobileconcepimetilo, servendosi all'uopo del teatro e serve di trattenimento al pò-
del concittadino valente e fecondo archi- polo, ed è pure abbellita da 8 statue di
tetto cav. Giuseppe Valadier romano. Fu plastica di bel lavoro, alcune delle qua-
fillora rifatto l'interno della sala o platèa li sono copie. In seguito poi, mirando il

tuttoin materiale, con ornamenti vaghis- principe d. Alessandro a sempre più ac-
simi di pitture a chiaroscuro, di dora tu- crescere i comodi e lo splendore del suo
re, di specchi, di marmi e di quanto al- magnifico teatro, fece di mano in mano
tro possa desiderarsi di decoro in un pri- aggiungervi altre sale per usi diversi, e
niario teatro di Roma : il palco scenico queste volle venissero dipinte da valenti
venne allungato di mollo per comodo e artefici, fra'quali Podesli, Coghelti, Pao-
ampiezza degli spettacoli coreografi dei letti, Capalti, Tojelli, lutti gareggiando
balli, e furonvi aggiunte tutte le comodi- nobilmente nel decorare que'luoghi con
là opportune pegli attori, non meno che opere pregevoli per invenzione, disegno
per macchine. Leggo nelle_7\V)//r/V//, /07--
le ,
e colorito. La sala del teatro è molto va-
110 alla vita delcav. G. 1 alarlier,àt\ eh. sta; la platèa ha banchi a seggiole, decenti
architetto cav. Gaspare Servi, che il Vaia- e comodissime; i palchetti o loggie de'
dier a togliere di mezzo un gravissimo ordini son ampli edecorali;il luogo rima-
sconcio, percuilecoroparsede'melodram- ne illuminato da un grandissimo lampa-
mi ede'balli,non avendo prossimo locale dario di cristallo elegantissimo. Il princi-
incui vestirsi,e talvolta in mezzoalleopere pe proprietario annesso al suo palco vi ha
travestirsi, erano costrette di passare per un nobile appartamento per uso privato,
le scale del teatro a fine di recarsi nella ed in alcune circostanze vi die bellissime
guardaroba, immaginòefececoslruiresul feste. Il palco scenico è profondo assai, ma
Tevere un'arditissima scaia che ammira- non largo in proporzione, e ciò a causa che
si dagl'intelligenti. Né con brevi parole l'edificio ha da un lato la pubblica via e
può descriversi quanto egli operò per reo- dall'altro fiume che ne lambisce le illu-
il

dere armonico il teatro, con fare \\\\ vuo- ra.Oggi il teatro d'Apollo suole essere de-
tosotloal palco, aprendo ochiudendo va- sii nato nella stagione del carnevale alle

ni,e trasportando altrove i camerini per rappresentazioni di drammi lirici di gra-


far sì che il raggio sonoro non ne venisse ve argomento e di balli spettacolosi, per
assorbito e stornato. Siccome mancava di lo che si suol dare il nome ùì opera regia
TEA TEA. 507
ni complesso tli quanto vi si rappresenta. Melastasio Pallaccorda, nel rione
Talvolta ebbero in esso luogo festini o i CampoMarzo,e nella viadi ini nome pres-
ièste di ballo, cbe prijnn esclusivamente so e incontro al palazzo di Firenze. Ivi

si facevano nel teatro Alibei I, e con inag- esisteva una casa ili proprietà dell'arci-
giore splendidezza di quest'ultimo si ese- confraternita e / niversità dis. Giusen-
guirono. pe de'falcgnami (per cui tuttora ima la-
Augusto o Correa. Ne parlo in fine al pule ilice appartenerle il diretto domi-
paragrafo degli Anfiteatri. mo), dentro la quale essendovi un gran
Capranica, nel rione Colonna, ailia- editile, alcuni tirolesi venuti in Roma vi
tenie all'almo Collegio Capranica (di fecero de'gruoc/u a palla sulla corda, quin-
di i riparlai nel voi. LXX, p. 227), nella di i (rateili Rotati vi fabbricarono (Nib«
piazza omonima. In origine l'eressero i by e Melchiorri l'attribuiscono olla fami-
Ncgroni nobili romani oriundi di Geno- glia Corea o Correa) nel secolo passalo
va, nel principio del secolo decorso, indi un piccolo lealro(egià esisteva nel 1
"44)>
lo cedtTono a'marcbesi Capranica, la cui cbe prese il nome di Pallaccorda e lo
proprietà tuttora è loro interamente, es- comunicò alla sua via. Da principio vi si

sendovi però parecchie altre famiglie che fecero rappresentazioni d' ogni genere,
vi hanno diiilto su di alcuni palchetti, quindi anebe i burattini, e poscia com-
Non ba alcuna facciata esterna, e sino medie, e spesso colla faceta maschera del
da ultimo l'ingresso era indecoroso, la Pulcinella (di cui dissi alcuna parola nel
scala non buona, incomode le scalcile a voi. LXXI, |i. 28, parlando di Acerra).
palchetti, i quali suddividono in 6 ordini. Ridotto il teatro inservibile, fu acquista-
Quesli sconci gravi, oltreché il teatro eia lo da' detti proprietari, dal cav. Pietro
tullodileguo, furono motivoche un leni- Baracchini e da Felice Quadrarci quali
pò restò inoperoso, quantunque la sua lo demolirono, e comprati altri locali, nel
l'urina interna .sia buona quanto nella sa- i84« gettarono fondamenti dell'attua*
i

la e Già co-
platèa, che nel palco scenico. le,e di nuovo lo fabbricarono t-utto di ina-

ine notai esisteva nel 1720, e vi furono teiiale e più grande dell'antico ch'era di
rappresentate musiche e commedie, poi legno, con 5 ordini di palchetti, corredai*-
decadde introducendo visi volgari proilu- dolo di tutte le comodità ed erigendovi
zioni, e persino burattini, ad onta cbe
i sopra £ convenienti appartamenti. Ne fu
per la sua centi ale situazione, e per la architetto Nicola Carnevali,il quale seb«

sua giusta grandezza potrebbe rendersi il bene giovane die bel saggio di se, perchè
più comodo leali o di Roma, essendo l'u- ha buona facciata, ben ornata, gl'ingres-
nico ili essa che abbia innanzi la piazza, si adattali e agevoli, le scale sono corno-
come notai ili sopra. Di recente fu rico- de: l'internoèsemplice,etultodiscagtio*
slruito di materiale nel 854) con dise- 1 la, decorato con gusto di bellissimi stuc-
gno dell'architetto cav. Gaspare Servi, e chi di Fumagalli, e vi lavorarono i più
ornato con qualche eleganza, e migliora- riputati pittori e ornatisti. Il soffitto ba
la la convenienza dell'ingresso. Lo ridus- gentili pilline, degno ili
il sipario è Io-
se a 5 ordininoti comodi corridori, in for- de. L'apertura ebbe luogo neli83g col
ma regolale, rimovendo gli ambulacri in- novello e onorevole nome del romano e
comodi e indecenti. Il teatro agisce, e vi sommo poeta Metastasio, i cui pregi ac-
si fanno commedie, musiche bulle, ese r- tennai superiormente, ludi il Quadrali
cizi ginnastici e altre rappresentazioni. Il vendè la sua porzione del teatro e labbri-
Cancellieri cita questo opuscolo; Disin*- cali annessi al cav. Baracchini, che nere*
ganno alt''amico Carissimo^ intorno al sia assoluto padrone. Al presente sogli o-
teatro Capranica, slamatilo in Genova, no rappresentarsi tragedie e commedie
208 TEA TEA
da primarie compagnie comiche, e vi ha con un canone perpetuo, restandone il

luogo nuche la musica buffa, oltre altri lie- 2. "proprietario.


Nibby e Melchiorri qua-
ti tra ttenimenti. Nella corrente stagione lificarono il teatro Valle di giusta gran-
della primavera 855, vi agisce una com-
1 dezza, e lo crederono il 2. teatro in Ro-
pagnia comica che recita le sue produ- ma tutto costruito di materiali. Che la
zioni in idioma francese. facciata non sarebbe sgradevole, ma non
/ alle, nel rione s. Eustachio, dietro il si può godere per la strettezza della stra-
palazzo de'marchesi Capranica, nella via da. Per 3 portesi ha ingresso in un am-
che prese nome dal vicino palazzo del- bulacro, che lateralmente ha le scale che
la / alle. Ricavo dal Cancellieri, Cam- mettono a'palchetti de'5 ordini, scale de-
pane 56, per testimonianza de! dia-
p. i gne d'ammirazione per la loro comodi-
rista Valesio. » Mercoledì 26 giugno 1726 tà e arditezza del disegno. L'interno ha
siè dato principio alla fabbrica di un nuo- platèa di bella forma, ma con sala troppo
vo teatro, nel palazzo già della famiglia alta,ha pitture pregevoli per diligente e-
della Val le, dove per lungo tempo fu l'ac- secuzione del Gianni, ma poco si godono
cademia di Francia (dal 1 665 in poi d'or- perchè soverchiamente minute. Il palco
dine di Luigi XIV, per insinuazione di scenico è bastantemente capace, e serve
Colbert, sotto la direzione di Carlo Er- benissimo alle rappresentanze de' melo-
rard), e la spesa la fa Camillo Caprani- drammi giocosi in musica, e diversi riu-
ca, avendolo preso in affitto per anni q scirono applauditissimi. E qualche tem-
un certo Ottonaio di casa Valle, ivi vi- po che solo vi agiscono comiche compa-
cino, cioè sulla piazza di s. Andrea della gnie per la recita di tragedie, commedie
Valle." Venuti che pubblicò la Roma
Il e farse, delle più accreditate nella decla-
moderna dopo la metà del secolo passa- mazione, tanto nel carnevale, che nelle
to, lo dice piccolo e ch'era stato ridotto stagioni di primavera e autunno.
ultimamente in buona forma, per servi- Torre Argentina, nel rione s. Eusta-
re ad ogni sorta di tragedie e commedie, chio, ne'la strada del suo nome, che Io
in versi e in prosa, anche con intermez- prese dalla vicina torretta già nelle case
zi in musica a 5 voci. Riferisce il cav. Ser- de'Cesarini.URatti, Della famiglia Sfor-
vi,Notìzie del cav. T'aladier. che il mar- za t. 2, p. 2 56, 2 58, 26C) e 28 1 parlan-
,

chese Capranica venuto nella determina- do della storia della famiglia Cesarmi ,

zione di rifabbricare il teatro, che minac- confutò l'Amydeno,chenel suo mss. sul-
ciava rovina, per la vecchiezza de'mate- le famiglie nobili di Roma erroneamen-
riali e cattiva costruzione, circa nel i.° te riporta avereun Cesarmi vescovo di
periodo della metà del corrente secolo ,
Argentina fabbricato una casa di archi-
ne affidò I' impresa al cav. Valadier, u- tettura tedesca, con una torre alta, sulla
nita niente all'altro architetto cav. Giu- quale sta scritto in 4 cantoni Argentina.
seppe Cam pò rese, i quali si servirono del Anche Nibby e Melchiorri presero ab-
medesimo non vasto locale, e seppero ca- baglio nel riferire che il palazzo e la pic-
varvi tutti que'comodi che attualmente cola torre furono fabbricate da un car-
vi si godono. Mentre si rifabbricava pre- dinal vescovo d'Argentina, vocabolo ve-
cipitòun arcone, onde il Valadier aven- ramente latino, poiché in italiano dicesi
done sofferte del le critiche si difese stam- Strasburgo. Niuno de'Cesarini fu vesco-
pando un' eloquente giustificazione con vo d'Argentina, ed il vero fondatore del-
analoghi disegni. Il teatro riuscì armo- l'edilizio fu il cardinal Francesco Argen-
nico, elegante, solido, con bellissime e a- tino o Argentina (figlio di un aleman-
gevoli scale. Dipoi il marchese Caprani- no, ma nato a Venezia), cognome preso
ca lo vendè al cav. Pietro Baracchini, e dall'omonima città (di cui era il padre, e
TEA TEA 209
lo afferma pure Cancellieri a p. 182 delle sala e platèa rese celebre il teatro, in ispe"
Dìssert. epìst.), eresLlocavd'ioaìe neh >i i eie per la sua armonia che vi risuona, e
da Giulio II. Fu il cardinal Giuliano Ce- perciò non mancarono scrittori di quel-
sarini ginniore, che prima ili questo
il 1'epoca che lo proposero a modello de'
tempoavea comprato palazzo [nesso la il buoni teatri. Ne'primi anni del corrente
Torre Argentina, appartenuto ad un ve secolo fu dato dal duca Sforza Cesarmi
scovo, come attesta contemporaneo Al- il in enfiteusi a Pietro Cai toni impresario
bei'tini (e l'Argentino era vescovo di Con- di teatri, il quale poco dopo vi fece fare
cordia), e poi da lui amplialo e ornato di un prospetto con atrio dall'archi tettoPie-
portici sontuosi, con colonne preziose, e tro Holl. Leggo la descrizione critica di
con scala bellissima; indi morì nel 1 5 1 o. P. G. della decorazione esteriore, nelle
In (|uel tempo era frequente l'uso che le Memorie romane d'antichità < belle di'-
casede'cardiiiali dovessero avere una tor- ti del 1826, t. 3, p. 3 16. Consiste la sua
re, e questo palazzo era rimpelto all'altro fronte in " arenazioni d' opera bugnata
incominciato da mg. ""GiorgioCesarini, nel- in doppio ordine: al di sopra de' secon-
le case di sua prosapia, poscia dal cardi- di archi è un bassorilievo assai grande,
nale suo fratello terminato, e tuttora del- scolpito d'emblemi più guerreschi che tea-
la nobile famiglia Sforza-Cesarini. Con- trale sopra èilcornicione,cheoltreall'es-
clude Ratti che il cardinale Argentino co- sere meschino sostiene un falso attico col-
struì il palazzo e la torre, e come oriundo l'iscrizione: Alle arti diMelpomene} Ew
d'Argentina gli die il nome, che poi si co- terne, e ili Terpsicore, la cui 2.'' riga è
municò alla strada contigua e al magni- coperta per metà dallo sporgere del cor-
fico teatro eretto in quel medesimo sito nicione, con altre censure. Fra queste di-
uel vj 3 2 dal duca Giovanni Sforza, come rò dell'interno, che il vestibolo ornalo di
già a v cadetto nel 1.
1 , p. 3 56 e 363, con colonne doriche,! cui intercolunni apro-
disegno del marchese Girolamo Theodo- no di fronte l'ingresso al teatro, si rimar-
li,del quale ecco l'opinione del rigorista ca perchè non fu mantenuto lo stesso nu-
Milizia. »E passabile ancora la figura del mero de'gradini in ciascuna delle ascese
teatro Argentina, quantunque ella non che conducono al piano superiore; e che
sia né circolare, né elittica.come dovreb- la sala grande e vestibolo d' ordine co-
1
be essere, ma a ferro di cavallo, che ver- rintio della 2. montata, poteva decorar-
so il palco fa due lati quasi retti. Questo si secondo Vilruvio, mancando di elegan-
teatro è d'una snllìciente grandezza; ma za, e le pareti del4-°lafo affatto nude. Di
poverello e per il sito e per gli accessorii poi nel 1837 ilCartoni,co'disegni delcav.
dell'ingresso, delle scale e degli anditi". Pietro Camporese, rinnovò il teatro per
Indi Milizia combatte l'asserzione che il intero nel suo interno, mutandolo in ma-
disegno fosse ih Frediani, poiché il Theo- teriale. In sostanza il prospetto si coni
doli era degno cavaliere da non usurpar- pone d'una loggia o portico terreno con
si il vanto altrui, intelligente architetto 4 colonne di granito, e nel di sopra ha
e capacissimo di cose migliori del teatro, lagran sala o loggia coperta; termina l'o-
alla cui costruzione assistè. 11 Venuti l'en- pera una specie d'attico con due lame che
comiò per vastità e vaghezza, rappresen- reggevano l'arme gentilizia degli Sfbrza-
tandosi a suo tempo drammi musicali e ; Cesarini. L'interno ha 6 ordini di palchet-
\ asi lo disse uno de' più belli e grandi timolto comodi la platèa è vasta assai
;

di Roma. Descrivono Nibby e Melchior- con banchi a seggiole. L'ornato del Cam-
ri, che il teatro fu costruito in legno, me- porese è ricco e gaio, e le pitture tanto
no le scale, e la giusta misura della cur- del sipario, che de'davanzali de'palchet-
va, che costituisce la forma interna della ti sono debile di lode. Il palco sceuico è
VOL. LXXIII. 14
2 i o TEA TEA
nmplissimo, e però dà, luogo a rappre- sol vocabolo si volle dichiarare
il propo-

seti la re qualsivoglia spettacolo. Questo nimento nuova periodica pubbli-


della
teatro, fìncliè quello d'Apollo non fu ri- cazione, cui auguro prospero prosegui-
dotto allo slato presente, servì all'opera mento. Dichiarate propriamente le cose
regia, e in esso si eseguivano le musiche che in esso si sarebbero trattate, a secon-
più rinomate e i balli più spettacolosi. da del titolo, di lettere e arti belle, in i-

Oggi sogliono rappresentarvisi tragedie e specie lutto quanto che riguarda tea- i

commedie, da ottime compagnie comi- tri » Che son molta scuola, dovrebbe-
che; talvolta vi si tennero festini e feste da ro essere, di vita, di bel costume e dimo-
ballo nel carnevale, che riuscirono mol- ralità, se guardiamo diritto al fine a che
to brillanti per l'acconcezza e vastità del sono istituiti comechè sì fatto lor fine
,
,

luogo. Di nuovo si sono rappresentate le scrittoli, attori, uditori, spettatori paio-


musiche, ed eseguito anche qualche bal- noomai contai lo per nulla,e averloscam-
lo. Finalmente sono circa io anni che il biato con un fine di ozioso e sovente per-
teatro l'ha acquistato il principe d. A- nicioso trastullo. Ciò è dire, che favellau-
lessandro Torlonia, che vi operò muta- po de'tealri avremo a occuparci di tutto
menti, molti restauri e ornamenti, e vi che vi si fa, vi si recita, vi si canta, vi si
pose suoi stemmi gentilizi.
i suona, opere ed operanti, principale ed ac-
Roma mancava d'un periodico teatra- cessorio, commedia, tragedia, dramma
le. Mentre leg'gevo gli stamponi di que- d'ogni forma, declamazione, musica, or-
mi furono portati primi 8
st'articolo, i Né di qualche ammo-
chestra, coreografia.
numeri di mia associazione a quello che nimento c'interdiremo il diritto versoque'
daho marzo 855 si pubblica nella me-
1 che vanno ad udire, a vedere, ad applau-
desima 3 volte ai mese. Esso ha per tito- dire, a disapprovare, a giudicare,non sem-
lo: IJ Eptacordo, Giornale Poligrafi- pre secondo giustizia. Ma non la sola mu-
co de Teatri, Belle Arti e Varietà. N'è sicao letteratura de' teatri ci permette-
direttore responsabile il eh. V. Prinzival- remo di citare al banco della ragione. Ci
Ji, di cui feci onorevole menzione in al- arroghiamo di fare il medesimo dovun-
tri luoghi. Ora dunque e solamente per que l'uno o l'altra la si dimostri in pub-
annunziare il vuoto riempito, e per l'am- blico sotto qualunque veste; ed'ogni spet-
mirazione che il suo complesso ini ha de- tacolo o libro che sia bene sottoporre ad
stato, ad onta dell'incompleta lettura de- esame, o per cercare d'illustrarne il me-
gli8 numeri, non permettendomi di più rito, o per notare quel che sembra me-
onde meglio gustarli posatamente, il do- no degnod'approvazione o di lode, luche
vere di respingere stamponi alla tipo- gli ci studiereme, per quanto è da noi, d'a-
grafia,qui trovoopporluno e mi piace dar- stenerci da modi inurbani e da censure
ne un fugacissimo cenno.Dappoichè ne os- mcn che discrete; come nessuno dee te-
servai, oltre il diletto, l'utile che ne deri- mere, aspettarsi o pretendere che proce-
va per la sua importanza morale, la sag- diamo col turibolo in mano a incensare
gezza, la moderazione, 1'
amena lettera- vivi o morti, amici o potenti della città,
tura e la bella erudizione, col quale lo- per favore, per mala condiscendenza, per
devolmente viene tonnato: tutto corri- preghiera, o, che peggio è, per prezzo."
spondente al suo chiaro e semplice pro- Quindi, ben a ragione, segue un articolo
gramma contenuto nel n.° i. In questo si in lode del celebre cav. Gioacchino Ros-
dice: L' Eptacordo è la lira di inaugurando Eptac ordo
7 corde, sini, I' del suo
che dan ciascuua un suono diverso, e tut- gran nome. « Voi siete l'arte; e quando
te insieme formano l'armonia piena. E' il si parla di musica, non si può a meno di
simbolo delle 7 arti liberali. Così con un non consolidarvi con essa, come coli' Al-
TEA TEA air
lighieri si consolida la poesia, con Raffae- vi come una piramide nell'edizione com-
le la pittura , la scultura con Michelan- pleta delle vostre ( Jpere.Noi andiamo qui
gelo. Voi, come Durante a'suoi giorni, sa- ripetendo sui teatri le vostre composizio-
peste uscire dalle pastoie, che la gravità ni; ed abbiamo un pubblico che le accoglie
de pedanti applicava irremissibilmente a con entusiasmo, ed è abbastanza discre-
tutti gl'ingegni in [scuola. Risaliste alla to per ricusare suoi applausi al canto de-
i

virginità della natura; e col lampo d'un clamato, tortuoso, smozzicato, strillato,
genio perspicace ed operoso misuraste ad abbaiato ec.,e aquella mania che ha fatto
un tratto quanto era da abolirsi, (pianto dellamusica non già l'arte del diletto, ma
da salvarsi, (pianto da aggiungersi alla fe- bensì quella del contristamento. Noi non
lice pratica di un' ai teche Rousseau eb- abbiamo una corona, ma
in nostro potere
be la temerità di trasformar in numeri- se l'avessimo noi v' inviteremmo a rice-
ca, col pretesto d'elevarla al grado di scien- verla dalle mani d'Apollo in Campidoglio
tn. Piaceste e piacerete incessantemente per salute del naufragante principio mu-
sopra tutti, perchè attingeste alla natura, Questoèil voto del nostro cuore....
sicale.

imitandone, non contraflacendonel'indo- Vivete lieto, quanto faceste e farete lieti


le e le bellezze, perchè nelle vostre com- gli altri 1 » Interessanti poi e svariati so-
posizioni sempre ben filate faceste uso del- no gli articoli dell'Eptacordo, le riviste
la logica non del calcolo, ma bensì del sen- drammatiche de'teatri eaccademiedi Piu-
timento: perchè aveste la forza di trasfe- ma, dello stato pontifìcio, non meno che
rire voi stesso in mezzo a'personaggi, e a' del resto d'Italia e d'Europa; la cronaca
tempi delle vostre partiture, e non già la teatrale interna ed esterna; le notizie del
pazza pretensioned'iucurvarequelli eque- la corrente stagione teatrale, e degli arti
sti all' esigenze dell'età vostra. E quando sti teatrali, cantanti, comici, ballerini e
gl'impresari ei virtuosi vi si fecero innan- suonatori degli stessi teatri e dell'accade-
zi per invitarvi ad essere un Borromiui in mie anche private; le novità musicali; la

musica, voi squadraste loro sul viso quel- cronaca di belle arti; le notizie biografiche
la franca e memorabile risposta: nudale e necrologiche; le miscellanee, ed anche
pel vostro viaggio che ci rivedremo airi- gli annunzi bibliografici, tra'quali ricavili
torno, e taceste. Eloquente silenzio! che quellodell'avv.Ciconelti,del cvàRagiona
per più di 20 anni ha risposto a tutti gl'im- mento poi farò parola, e quello di Luigi
portuni che vi stimolavano a rientrare Enrico Franceschi, Studi teorico-pratici
nell' arringo delle scene. Voi chiudeste sull'arte di recitare e di declamare nel-
gloriosamente col Teli, perchè quello e- le sue corrispondenze coll'oralnria. col-
ra il sommo, a cui potesse spìngersi in ar- la drammatici/ e colla musica. Quest'o-
te la forma pensata. Dopo di là, è l'ec- pera contiene luttociò eh' è necessario a
cellenza dell'esempio, e non già l'artista, sapersi dall'oratore sagro e ci vile, dall'at-
che dee parlare. E relativamente a voi, tore comico e tragico, e toccando anche
parla ancora, e più potentemente parie* dei legami tra'suoni della voce parlante
là quanto più sfolgorati saranno i travia- e quelli della musica, somministra utili
menti, e più moltiplicato sarà il sensodel- avvertimenti tanto a'maestri composito-
la sorpresa e dell' effetto. Si lavori pine ri, che a'eantanti. E senza dubbio que-

sugli estremi, dimenticando la voce uma- sto libro il 1 ."in Italia che consideri farle
na e le corde di mezzo; il frastuono, il di- della recitazione e della declamazione in
saccordo, lo sbancamento non potrà a me- tutti i suoi gradi e nelle vane sue forme.
no non soppraggiungere tanto più fa*
di Meglio se ne dà contezza da 11' Eptacordo
tale agli art isti, quanto meno schivato te- (arroga che io qui noti, anco pel toecuto
muto.... 11 Ricordi a Milano sia sull'eriger- di sopra, che la Cicilia cattolica^ 1.' se-
a 1 TEA TEA
rie, t. ro, p. G89, ci avverte, di proporsi lo diSavona del Bettoli, del Carlo Feli-
trattare dell'eloquenza sagra, ed intanto ce di Genova del Barabino, non che del
giustissimamente lamenta la prostituzio- Carcano in Milano, e di que'di Cremona,
ne che a'noslri giorni se uè fa da alcuni prescia e Mantova del Canonica. Per al-
ineloquenti oratori, profanatori del sagro tro anco questi, come si osserverà nell'ap-
'pergamo) e frodanclodel suo scopo la no- plicazione de'precetti, onde a vere un tea-
bilissima tra le arti). Nella rapida lettu- tro ove il tutto sia ragionato e adatto al
ra de'memorali primi 8 numeri dell'E"- bisogno, non possono dirsi perfetti. Il tea-
ptacofdo,lra gli articoli che mi fecero più. tro, perchè possa servire alla istituzione
impressione, mi limiterò a nominare i se- sua. deve uniformarsi nella figura e nella
guenti : L'architettura del teatro. Una grandezza al genere degli spettacoli che
necessaria prolesta. L'ultimo canto di vi si rappresentano. Là dove si recita la
Pergo lesi, lo Si a ha tMa ter. commoven- Commedia ivi è necessario raccoglimen-
te,/^ musica sagra. Il bando alle prò- to e limitata grandezza, essendoché la vo-
finzioni straniere. L n teatro municipale ce degli attori non dev'essere forzala, ma
in Roma. Di questo più sopra ne diedi ra- deve escir naturale, e dovunque ha da u-
gione. Di tali articoli, importa che iodica dirsi presso che nelle sue medesime infles-

poche paiole su quelli àe\V architettura e sioni. 11 teatro per la Musica bufìa dev'es-
della /nasica sagra, in aggiunta e perchè sere alquanto più spazioso, perchè il can-
si rannoda al narrato e a quanto mi resta to non è il parlar naturale, ma sì be-
ancora a dire. E incominciando dal l.°, ne un accentar spinto, ed suoni degl'i- i

premesso il riconoscerei greci inventori struinenti sebbene in non molta copia,


,

del dramma e del teatro, e che dal carro hanno ad avere un largo che ne tolga i
di Tespi, si passò da loro all'erezione del rimandi e ne tenga lontana la confusio-
i ."teatro in pietra per opera di Temisto- ne. Il teatro per la grande Opera che ha
cle, edilizio che servì dì tipo a'posteriori, molteplici esecutori, e dove pur soglionsi
dividendosi nella sala, orchestra e prosce- rappresentare balli pantomimici e dan-
i

nio; indicato degli storiografi degli antichi zanti, offrir deve vasto locale, sia per ciò
teatri, e dello stile e magnificenza di que- che appella a sala d' uditorio, sia per il
sti, e della questione se l'origine di essi palco scenico nel quale si richiedono co-
debbasi agli assiri e a'peruviani, passa a modila tali da tener eliminati que'naovi-
narrare de'leatri moderni d'Italia dal se- menti continui di macchinee macchinisti
colo passato fino a noi. » che per I teatri che ingombrano gli spazi laterali delle
la loro forma e figura meglio seppero gua- scene ed impediscono spesso l'azione re-
dagnarsi la comune approvazione, per la golare degli spettacoli. La figura o forma
sala d'uditorio, la foggia de' palchetti e della sala che sopra le altre si giudicò mi-
delle gallerie, per la comodità de'paichi gliore è quella della curva elittica. La me-
scenici adatti a'svariati generi degli spet- desima fa valere di ritorno la voce, e non
tacoli, per la posizione dell'orchestra che richiede altro per ottenere lutto l'effetto
oggi è il luogo dove assidonsi coloro che possibile che di rivolgere 1' attenzione a
traggono la voce dagl'istrumenli, sono : due cose. La .è t quella di rivestire il suo
il teatro di Mantova del Galli Bibbiena, circuito di materia sonora sì come il le-

quello di Verona del Maffei, l'altro di gno od mattone in foglio; e l'altra d'e-
il

Fano del Torelli, e quelli d' Imola del vitare tuttociò che potrebbe contrariare
Morelli. d'Argentina in Roma del 7Vo- la libertà de'rimantli delle voci. L'altez-
doli, della Fenice in Venezia del Selva, deve proporzionarsi alla lar-
za della sala
del s. Carlo in Napoli del Vaccaro, del- ghezza del palco scenico. Quanto più es-
la Scala in Milano de\Piermarini} d\ quel- so è stretto, lauto più dev'essere minore
TEA TEA 2i3
la elevazione del soffitto; perchè in tutte degli strumenti, edenominato Oratorio
circostanze tirandosi de' raggi visuali dai sagro, o il canto dello Stabat Materdel
posti laterali superiori si possa o vedere Rossini. Nelle chiese durante il corso qua-
gii oggetti sotto al di sopra di 3o gradi, e resimale si eseguiscono musiche mirabi-
cioè che sian capaci di procurare ancora li per merito d'arte e pel sublime loro ef-
qualche piacere all'aspetto degli oggetti fetto. «La musica sagra in Italia è in non
medesimi. Il palco e le loggie devono es- poca decadenza: a mezzoleagitazioni del-
servi disposte a modo che coloro quali i la vita, a mezzo una società, che sembra
si con vengono possano godere senza in- non abbia altro pensiero che un'esisten-
comodo dello spettacolo, trovarsi in tea- za materiale, ne'cultori della musica sono
tro come in società, e non venga defrau- come venute meno le grandi inspirazio-
dato d più piccolo angolo. I parapetti per- ni religiose. Onde nel bisogno di pur scri-

ciò non denno tenersi tanto alti, ec." Nel- vere musica per religiose solennità, di ver-
YavlìcoloMusica sagra, principia VEpta- si maestri portano nel tempio quella pom-
cordo dall'ossei' vare, che allorquando in- pa equel lussodi note, che ben sta se do-
comincia la quaresima, in Roma sono si- mina nella musica de'teatri e dell'acca-
lenziosi e muti teatri
i non per questo
, demie. Quindi , siffatti maestri allorché
manca la musica di sollevare gli animi presentano a'fedeli reminiscenze teatrali,
colle sue armonie. Se tace ne' teatri la che distraggono dalle cose religiose, e por-
musica profana, che l'animo ricrea nel tano la mente al profano, allorché alla
Barbiere e ne\Y Otello, che scuote e agi- musica di chiesa e per la troppa durata
ta nel Guglielmo Teli, desta una soave e per il concertamenlo delle voci e degl'i-
melanconia nella Norma, insinua religio- stromenli. danno una forma, un caratte-
so rispetto nel Nabucco, infonde un'ar- re allatto profano, tradiscono la loro mis
cana dolcezza nella Lucia; se ne'teatri ta- sione, mostrano di non essere penetrati
ce musica de'rinomati maestri contem-
la dell'olìizio, che viene loro affidato; e così
poranei, non è però Roma priva di quel- l'arte loro anziché innalzare I' animo al
le gradite impressioni che suole destare dilellodelle cose religiose, serve a far pro-
l'arte ilei canto e del suono. » Alla musi- fanare il tempio dove si accorre come ad
ca profana viene sostituita la sagra; quel- un teatro, desideroso ogni profano di es-
la che inspirata dalla grandezza della fe- sere ricreato dalla musica. Per scrivere
de, dall'amore delle cose superne, vale a armonie di chiesa, non basta essere va-
ridestare nell'anima de'credenti que'su- lente nel contrappunto, aver genio musi-
blirai sentimenti, per cui dimenticando, cale: ci vuole sentimento religioso, un'a-
anzi disdegnando la terra. portiamo ilpen- nima che sappia ispirarsi alle grandezze
siero a vagheggiare il bello della secon-
O OD del bello religioso, il quale non è tanto
da vita, a riposar l'anima agitata dalle il- una teoria, quanto un alfetto. In Roma
lusioni del inondo nella contemplazione però, nella città, in cui scrissero il Pa-
del sommo bene, ch'è Dio. Alla musica lestina, l'Allegri, il Jomeili e il Rasili,
profana, chespesso contamina l'anima in- nella città in cui tutto è religiosa ispira-
nocente, e fomenta le passioni creale dal zione, non mancano a'dì nostri maestri
genio del male, viene sostituita musi- la che ben si guardano dal profanare la mu-
ca sagra, die tutta pure nobilita l'anima sica sagra, e penetrati dal sagro loro do-
e la rende migliore". Pertanto la gioven- vere, cercano le ispirazioni non nella scuo-
tù particolarmente, domeni-
si reca ogni la de' profani, ma di que'grandi, che por-
ca all'oratorio de' filippini dove viene , tarono la musica religiosa alla sua mag-
sempre eseguito uno spartito d'argomen- gior altezza. E se ciò sia vero ce ne ren-
to sagro, cantalo coll'accompaguamento dono testimonianza i maestri Meluzzi, Al-
2.4 TEA T E A
dega, Cnpocci e qualche altro: ce ne ren- no, perchè il cuore non invecchia: la mu-
dono testimonianza le cantate eseguite sica avrà i suoi capricci, le sue mode: ma
specialmente nella settimana santa, du- quella ch'è ispirata dal cuore e dalla fede
i aule il mattutino delle tenebre, o per le la più ardente, sarà sempre nuova e var-
3 ore d'Agonia e la Desolata. Di ciò al- là sempre a dominare l'anima nostra. E
tamente ce ne compiacciamo, e se le no- andiamo assai lieti nel vedere come un
stre parole fossero ascoltate, vorremmo giovane maestro della cappella pontifìcia
dire a que'maestri, che profanano la mu- abbia tentato di coraggiosamente segui-
sica sagra: cessate, che per noi la vostra re le orme di questi geni eletti della rim-
1

arle è una sventura: non abbiamo hi- sica. Egli è Domenico Mustaphà;
il sig.

sogno di essere distratti in chiesa, ma ri- e il nuovo Miserere da lui scritto venne
concentrati; abbiamo bisogno di musi- la i .'volta eseguito dopo mattutino del- il

che brevi e gravi, non di musiche, che si le tenebre di venerdì: l'effetto fu mirahi-
fmno durare lunghe ore, di musiche eia- le e universale. Grande tentativo che de-
morose, che non sanno eccitare nessun ve ricolmare di contento il Mustaphà per
religioso sentimento. Non sono moder-
i essere bene riuscito in esso. La cappella
ni maestriili musica da teatro che vi pos- Vaticana pure, alla cui direzione quell'i!»
sono esser guida; ma que'grandi, le cui lustre capitolo ha sempre collocato gran-
opere anche di presente sono nuove, per- di maestri, merita speciale ricordanza,
che il bello e il buono non mutano mai. I cantori della medesima vi eseguiscono
E la musica di questi grandi viene a pie- anche con islrumenlazione musiche scril-
ferenza eseguita nelle basiliche di Roma te da'valenti loro direttori. Z ingarelli, Jo-
durante la settimana santa, e principal- melli e Basili sono nomi, che danno gran-
mente nella cappella pontifìcia, la quale de riputazione a questa cappella, e du-
liaun genere di musica tutto suo proprio, rante la settimana santa ii popolo, e spe-
lila ch'è "rande, maestoso, sublime, cli'è cialmente «li stranieri, accorronoad ascol-
il vero tipo della musica sagra, llsuoar- tare il Miserere di questri maestri, con
eluvio è ricco delle produzioni create dal somma abilità eseguilo da'eantanti di es-
genio beato del Palestrina, chea ragio- sa. E nessuno v'ha che assistendo alle sa-

ne viene ammiralo come il maestro più gre ceremonie alla Sistina o nella cappel-
grànde della musica sagra. I canloridella la ilei capitolo Vaticano, non porti seco

cappella pontificia nello eseguire la mu- la grande impressione che in lui ba desta-
sica de' maestri che hanno arricchito il to la musica ivi udita. Chiunque questa
loro archivio, hanno tale una valentìa musica antepone alla teatrale, perchè que-
tradizionale che non mai altrove si pò- stafa in lui una impressione momentanea
Irà dare alla musica del Palestrina e del- e vaga, ma quella una impressione dura-
)' Allégri quell'effetto mirabile, che viene tura e profonda. Onde se tacciono i lea-
da loro. Chiunque assiste alle ceremonie tri, ben altro compenso abbiamo nella inu-
della settimana santa, da quali sentimeli- sica sagra",
ti di tristezza non è penetrato assistendo Della Tragedia, della Commedia,
al canto delle Lamentazioni di Geremia della Musica, del Ballo.
eseguile sulle note quando del Palestri- Le principali produzioni dunque dei
na, quandodell'Allegri ? L'anima si com- teatri sono la Tragedia, la Commedia,
pone ad una involontaria melanconia, la la Musica, il Ballo. oltre altre rappresene
quale cresce, e anche ti strappa una lagri- lazioni sceniche. Di ciascuna farò ora cen-
ni a, quando odi il canto del Miserere scv'xi- no della primaria origine, per dir poi quat-
to dall'Allegri, dal Bai e dal Daini. Que- che parola, del molto che vi sarebbe a di-
sk- suno composizioui, che non invecchia- re, sullo stato attuale del teatro. Si cele-
TEA TEA 2 1

bravano principalmente in tempo della compagno a quel nacque


i.°atlore, quindi
vendemmia da'greci delle feste in onore il dialogo: tatto questo passo, cori non i

di Bacco, se gì immolava un beccoo ma* servirono più che d'accompagnamento, e


Schio della capra, per invocare la prospe- il dramma eroico fu creato. Solone rim-

rità dellevendemmie, e in odio delle ro- proverò Tespi di mentire pubblicamen-


vine che un animale di quella specie avea te, ed egli rispose che non vi era male dir

fatto alle viti d'Icaro, che pel i.°avea isti- qualche menzogna pei giuoco. Banditoda
tuito quelle feste: durante il sagrilìcio il Atene,Tespicorsepe'borghi vicini co'suoi
popolo e i sacerdoti , carolando intorno attori, e lo stesso carro che li trasportava
l'altare, cantavano in coro a gloria di quel servi va loro per teatro e scena.
Recitarono
nume degl' inni, che la qualità della vit- da prima voltoimbratlatodi fangoedi
col
tima fece nominare Tragedia o canto di biacca, finché Tespi immaginò la masche-
becco. Un uomo travestitodaSilenOjtnon- ra di semplice tela.
Tutte le parti dell'arte
tatosur un asino, seguito da altri uomini, drammatica, di cui Tespi avea avuto ap-
imbrattati di fango, tutti collocati sopra pena un barlume, circa io anni dopo ven-
carri, passeggiavano ne'borghi, cantando nero da Eschilo e da Sofocle perfeziona-
le lodi del dio del vino, quindi si premia- te. Eschiio introdusse due attori negli e-
va colui che avea cantato con maggior pisodi, e diede loro delle
maschere, degli
valore, con una pelle di becco colma di vi- abiti convenevoli a' personaggi che rap-
no. Da siffatta solennità mezzo burlesca e presentavano, e per calzatura i coturni,
mezzo licenziosa derivò la grave e seria l'er tal modo fece intraprendere un'azio-
tragedia, vocabolo derivante dalle vo- ne: con elevato stile e assai più pomposo
ci greche becco e canto, poema rappre- di quello del poema epico, Eschiio seppe
sentativo ch'è imitazione di azione gran- introdurvi l'esposizione, il nodo, la pas-
de fatta da personaggi illustri con parlar sione, l'interesse, lo sviluppo e lo sciogli-
grave. Dice il Carli, l'azione è quel tal fat- mento; ma questo genere di tragedia di-
to,che a pubblica vista sulla scena si e- venne sotto la sua penna aspro, fragoro-
spone,eche ha il suo cominciameuto, mez- gigantesco; ed ecco la tragedia
so, focoso,

zo e line. Nella l/ sua infanzia il poema nascente ben conformata in tutte le sue
tragico non era che un' informe tela di parti, priva però di quella politezza che
racconti buffoneschi ,
acconciati in istile l'arte e tempo danno alle nuove inven-
il

comico e frammisti a'eanti del coro che zioni. Era riservato a Sofocle di portar la
intuonava la canzone delle lodi di Bacco. tragedia al più alto punto di perfezione,
A fine di rendere la festa più gradita e di- e di ridurla alle regole della decenza e del
minuir la noia che poteva provenire dal- vero. Euripide è forse più tenero e più
lamonotonia de' cori del canto e del bal- commovente di Sofocle, ma e"li è meno
lo, s'imuiagiuòd'iutrodurre y\n altoreche elevato e meno nervoso di lui. A Sofocle
tramezzi) il cauto con qualche racconto, ead Euripide la tragedia deve il suo per-
cui si die il nome di episodio, e si fu de- fezionamento, e ne formarono uno spet-
bitore di questa novità a Tespi d'Icaria tacolo commovente pel modo con cui sep-
534 anni avanti la nostra era, il quale da pero ingegnosamente far agire le più gran
principio fece narrare le principali azio- di passioni e più tenevi sentimenti che
i

ni che si attribuì vano a Dicco, fatto ar- ponno occupare il cuore umano. Sofocle
dito dall'esito felice, egli mescolò alle lo- però intese meglio il linguaggio della na -

tti di quel nume alcuni soggetti che gli e- tura, il suo stile per la sua dolcezza seb-
rano stranieri, e divise il suo r.icconto in bene gli meritasse il titolo di Ape del-
molte paraonde aumentare il piacere per l' avea nondimeno sufficiente ele-
ittica,
mezzo della varietà, lu breve si diede un vatezza per dare alla tragedia un aspello
2 G i
TEA T E A
commovente e insieme maestoso. Egli pliranno a queste poche parole i seguenti
giunse a occupar le nienti durante tutta Tragoediae graece,
scrittori. Euripidis,

l'azione, econ assai cura congegnò i versi: Antuerpiae 1571. J. A. Starkii, De Mi-
s'innalzò col suo genio e col suo lavoro schilo et ejus imprimis tragoedia quae
siffattamente, die le sue opere sono dive- Prometheus vìnctus inscripta est, Got-
nute l'esempio del hello e il tipo d'ogni lingaei 763. Sofocle, Le tragedie recale
regola. Aristotile nell'arte poetica die le in versi italiani da Mass. Angelelli con
regole generali sulla tragedia, tratte dai note. Bologna 824. L. A. Senecae, Ope-
1

greci, onde si possa divenir perfetti tra- ra integris J. Lipsii, J. F. Gronoviiet


gici. La tragedia de'greci è semplice, na- selectis variòrum comment. illustrava-
turale, di facile concepimento, poco com- st eloda mi Qji'.Tragediaeciininotisva-
1

plicata. L'arlevisi nasconde, poiché l'a- //wf/w.Lugdun.hat. 65 ,Delphis 1728. 1 1

zione si prepara, si rannoda, si scioglie Annibale Marchese, Tragedie cristiane,


senza sfòrzo; è il capolavoro del loro ge- Napoli 729. V. Gravina, Della trage~
1

nio earte, perfezioni che non trovansi nei dia, Napoli 1731. V. Alfieri, Tragedie,
poemi tragici de' romani pervenuti sino Padova 1809, Brescia 8 1 1 o, Firenze 18 i4-
a noi. La Grecia fece innalzare 3 statue Raccolta di tragedie, Milano 1825. Ur-
di rame a Esch ilo, Sofocle e Euripide: del- bano PaganiCesa, Gì ^s7V/<77/r/o//7 pel tea-
la famosa statua di Sofocle da Gregorio tro tragico italiano, Venezia 1826. A.
XVI posta nel suo Museo La leranense Manzoni, Tragedie e poesìe varie, Orvie-
(di cui riparlai nel voi. LX1V, p. i66e to 836. lJ ompeoCanqiello,7Yr/£YY/jV,Pe-
1

altrove), si può vedere quell'articolo. La sarò 1827. Audres, Dell' origine della,
tragedia o dramma eroico non fu da'ro- letteratura, 2, p. 212 Della poesia
t. :

mani conosciuta, che circa i 60 anni do- drammatica e origine della tragedia. Se
po di Sofocle e Euripide. 1 primi poeti tra- la tragedia è un poema rappresentativo

gici in principio si contentarono di tra- eh' è imitazione di azione grande e grave


durre l'opere de'greci, e il ricordato Li- d'illustri personaggi, è pu- la commedia
vio Andronico fu ili.°che espose tragedie re un poema rappresentativo, ma rappre-
sul teatro a imitazione di Sofocle; quindi senta un'azione piacevole di private per-
fiorirono Pacuvio che si distinse, e Accio sone, e che iuducentlo gli spettatori a ri-
pose sulla scena rappresentazioni più re- dered'alcuni umani difetti, si propone di
golari e meglio scritte. Questi felici prin- purgare i costumi. Si fa derivare il vo-
cipii infusero ne'romani nobile emulazio- cabolo dal greco villaggio e poema, co-
ne, e li condusse al perfezionamento del- me canzone di villaggio, ovverocon altro
la tragediajma disgraziatamente non ci ri- greco vocabolo significa girare masche-
mangono che alcuni lavori del filosofo Se- rale pei- le vie cantando e danzando. ì&-
neca precettore di Nerone, ma non para- leva Magri, che capo de'comici e sopra-
il

gonabili alle tragedie greche. Dicesi Tra- stante al teatro, latini lochiamarono Ar-
i

gicommedia poema rappresentativo


il chiteater e Archimimus. La coni media,
misto di tragedia e commedia. Sembra secondo la più parte degli scrittori, deve
che gli antichi noi conoscessero, ma però la sua origine agl'informi poemi che si can-
Aristotile rampognò gli ateniesi perchè tavano in Grecia e particolarmente nel-
amavano le tragedie di lieto fine, e con- l'Attica per le vendemmie. In que'giorni
dannavano Euripide perchè terminava le consagrati a Bacco, una parte de' vendem-
sue catastrofi quasi sempre funestamen- mia tori si travestiva a foggia di Satiri o
te. Gl'inglesi pretendono d'aver introdot- diSileni.e quegli nomini rozzi, montati so-
to tragicommedie; è certo però che in
le pra i carri, nell'andare e nel venire dal
Italia si conoscevano prima di loro. Sup- luogo ove si premevano le uve e si pie-
TEA TEA 217
parava il vino, ponendosi in ridicolo avi- quale conservava qualche cosa di sua o-

ceoda, caricavano talvolta ci ingiurie co- 1 igiue e della libertà in cui crasi mostra-
loro clieincontravano. Pare però cheque- la in principio,dicendo buffonerie e lan-
sla sarebbe piuttosto l'origine de'sollazzi ciando ingiurie contro passeggici dal» i i

e de'giuochi, come delle mascherate, che l'alio del carro dell'inventore della tra-
delle commedie; ed è perciò che occorre gedia. Divenula regolare e degna d' un
tener presente (pianto sull'origine delle gran teatro, per qualche tempo non sof-
tragedieedelle commedie dissi superior- fri molla riserva nella licenziosa Atene,

mente, e della parte che vi ebbero gli e- ove anche ghDei erano segno della bile sa-
trusci, almeno di quelle introdotte tra'ro- lirica de'poeti,e qualunque pungente friz-
mani, e della derivazione della cornine- zo era ben ricevuto, purché la commedia
dia dalla tragedia, come per la parte sa- l'osse giocosa e atta a rallegrare il popo-
tirica. medesimi scrittori aggiungono,
I lo e Tre poeti prin-
condita con salealtico.
che durante i sagrilizi in onore di bacco, cipalmente illustrarono la commedia an-
i conladini u ubriachi cantavano versi o tica. Aristofane, Eupoli più mordace di

strofe da loro composte. Le danze, i gesti, esso, e Cratino. Aristofane compose 54


gli atteggiamenti ridicoli e licenziosi ac- produzioni e sole 1 1 giunsero sino a noi.
compagna va no tali baccanali. Tuttavia In esse ammirasi quel sale e spirito a t-
quelle farse dierono a'poeli l'idea di seri- lieo, al quale la stessa lingua latina non
vere questa sorta di composizioni , e di ha mai potuto arrivare. Ninno meglio di
andare recitandole di villaggio in villag- lui seppe a (ferrare ed esporre difetti e i

gio, montali sopra carri o carretti, come le ridicolosità di quelli che voleva rappre-
il tragico l'espi. Ma per la loro sfrenala senlare. Lesue produzioni sono piened'a-
licenza non si permise l'ingresso nelle ci t- cuti motteggi e di tratti d'ingegno, ma è
tà, onde per lungo tempo la commedia imperdonabile per I' oscenità che vi ha
restò sconosciuta ad Atene, e perchè suoi i mescolato. Come Eschilo che introdusse
cambiamenlinoufuronoegualmentepro- la danza nella tragedia, fece altrettanto
gressi vi come quelli della tragedia, che or- Aristofane nella commedia. A questa com*
mai era giunta alla sua pei lezione, prima media successe la nii-ditt. meno satirica e
che si fosse cominciato a corti vai* la com- meno mordace de\V antica, senza nomi-
media. Finalmente verso l'anno 562 a- naie alcun individuo conforme alla legge
vanti l'era nostra o volgare, si cominciò proibitiva promulgata da' magistrali. Si
a rappresentar commedie 111 Atene, e si cominciarono allora a cercare traili ridi- i

proposero altresì premi a'poeli comici e coli nella società, e a delineare caratteri
agli attori, ed allora quel genere di poe- veri e riconoscibili, onde la commedia ot-
mi pigliò un aspetto totalmente diverso, tenne il vantaggio ili più finamente sod-
Gii autori comici disposero le loro favo- disfare la vanità de'poeti e la malizia de-
le coli' ordine medesimo delle tragedie; gli spettatori . A'prinii procurò il piacere
chiamarono in loro soccorso la musica, e di làr indovinare i loro sentimenti e allu-
ni 1 icchiiono le rappresentazioni loro di sioni, agli spettatori quello di colpire nel
vestiario, di decorazioni, di macchine, e segno, nominando chi rappresentavano
con tutto questo complesso formarono ti- le maschere e le caricature. La co 01 me-
no spettacolo ciie cominciò a presentare dia durò in questo stato sino ad Alessa n-
qualche regolarità. In Atene la cornine- dro il Grande, che frenò la licenza poe
dia pigliò 3 forme di verse, tanto per l'in- bea che troppo aumentavasi. Ciò diede
gegno de'poeti, che per le leggi de'magi- origine alla commedia che fu detta «Mo-
strati, che vi recarono diverse mutazioni. va,e poteva dirsi la più bella, essendo fede-
Prima comparve la commedia antica, la le imitazione della vita comune; perfezio*
a 1
TEA T E A
uamento di cuiAteneandò debiti ice a Me- presentanti l'avventure de'ciltadini me-
nandro, quale colla bellezzadelle siieo-
il no ragguardevoli, quindi chiamate toga-
pere annientò la gloria de' poeti che l'a- te. Altre ne inventò il grammatico Melis-

veano preceduto. Guadagnò gli animi de- so, e chiamate trabeate, figurandovi ma-

gli:spettatori col linguaggio più scelto, coi gistrati esacerdoli,che vestivano la Ira bea
versi più armoniosi, e collo stile o il mo- o clamide. Le altre inferiori si appellaro-
do di scrivere più decente: egli si propo- no tabernariae, e rappresentavano co- i

se a un tempo di divertire, istruire e cor- stumi de' plebei. Le commedie o farse a»


reggere. Avendo condilo suoi drammi i tellane servivano d'intermezzi. Ai roma-
con sale attico, giammai si allontanò dal- nipiacquero mimi o imitatori, essendo la
i

le leggi austere della decenza, e fu ili. mimica una specie di poesia drammatica.
per cui la grazia e l'acutezza comica ino- Vi furono due specie di mimi, per gli uni
strossicon tutte le sue attrattive. Si acqui- de'quali era onesto l'argomento come la

stò una gloria immortale. Allorquando rappresentazione, la quale molto accosta-


avea compiuto il disegno d'un dramma, va^ alla commedia, e perciò formò una
benché non neavesse scritto ancora un sol specie delle commedie de'romani; gli al-
verso, si reputava giunto al termine del ili mimi erano imitatori licenziosi di buf-
suo lavoro. L'amore fu l'anima delle sue fonate e sovente ne formavano il caratte-
opere; lo dipinse sotto tutte le forme, con re le oscenità che rappresentavano. I mi-
tulle le sue delizie e i suoi alfaimi, con mi compari vano sulle scene senza calza-
lutti i suoi vizi, per provocarne il biasimo menu, il che fece talvolta nominare la lo-
e ispirarne il disprezzo; ma tale morali- ro com media scalza, mentre negli altri
tà è di rado il frutto che si ricava dagli generi gli attori portavano il socco o lo
amori imperocché la scena in-
del teatro, stivaletto,come nella tragedia servivate
fiamma più passioni, che non ne correg- si del coturno. Avevano la testa rasa co-

ge. Menandro ebbe ad emulo Filemone, me buffoni de' bassi tempi, e come al-
i

alti o celebre poeta comico. Presso i ro- cuni allori l'ebbero nelle farse. Gli abili
mani la commedia cominciò nel tempo loro erano di pezzi di diversi colori cu-
stesso della tragedia, con versi fescennini citi insieme, come quelli de' nostri truf-

e licenziosi,con danze indecenti, cui suc- faldini. Talvolta per eccitar maggiormen-
cessero poemi o farse denominale sali-
i te le risa del popolo comparivano sulla
le, non senza molleggi, ma più castigate scena con vesti magnifiche , senatorie e
e piacevoli. Livio Andronieocominciò pel anche di porpora, che facevano contrasto
i.°ad esporre commedie e tragedie lati- col capo raso e piedi scalzi o con sem-
i

ne, composte a imitazione delle greche e plici pianelle. I mimi di Roma univano la

conargomento purgreco. Queste comme- licenza de'motti ede'discorsi, ed ogni sor-

die furono dette palliate, e togate quel- ta d'atteggiamenti ridicoli. Interveniva-


le tolteda argomento romano, perchè la no ne'funerali avanti il feretro, contraffa-
Ioga era l'abito comune de 'romani, co- cendo costumi e le azioni del definito,
i

me il pallio lo era de'greci. Le togate e- col portamento e coi gesti; e quello che

rano però di di versa specie, le une essen- ciò faceva dicevasi archimi/no. Abbiamo
do drammi serii, che partecipa vano del ca- di Engel, Lettere sulla mimica, Milano
rattere della commedia, o semi-serie: in 1820. La commedia latina rimase infor-
queste gli allori rappresenta vano i prin- me sino a Plauto di Sarsina che quasi ,

cipali personaggi dello stato, e siccome ve- la portò alla sua perfezione: fu stimato
stivano la pretesta o toga orlata di por- perla purezza, energia, abbondanza ed e-
pora, così quelle commedie furono dette leganza di sua elocuzione; gran conosci-
jHttfstateM^ìiO'^ avi erano le al tre e rap- toredclmolteggiojfelicisouo i suoi schei-
T E A TEA aio
zi; egli soprattutto ha quella comica for- memorie, commedie e drammi, Venezia
za, che forma il merito principale delle o- 1788: Collezione completa delle comme-
pere ili questo genere. Egli non fu egua- die colle memorie della siili cita. Piacen-
gliato, e fors'anche superato, che da Te- za 1827: Raccolta delle commedie e me-
renzio di Cartagine, il cui talento gran- morie. Firenze 1828. Gio. Battista Nasi,
dioso consisteva neh' arte di dipingere i Cinque lettere sulle cagioni dell'odier*
costumi e d'imitar la Datura. Usuo Elt- no decadimento del lenirò comico ita-
iiiK <i epoca in lutti successi del tea-
fece i liano, Milano 1824. Biblioteca le, tirale,
tro; luminosa [uova dì quel trionfo è che Roma 1 8 1 5. Teatro contemporaneo ita-
il componimento fu rappresentalo o\ne liano e s tra m'ero ,Y enezìn 1837.Gio.Ghe-
volte in un giorno, nel mattino e alla se- rardo de Bossi, Del teatro moderno co-
ra, la qual cosa non era mai ad altri av- mico italiano e del suo restauratore C.
venuta. Egli è l'autore latino che più d'o- Goldoni, Bassano [ 794. G. G. de Bossi,
gni aldo si avvicinò a quella delicatezza Commedie, Bassauo 1790. Raccolta di
e purità piena d'eleganza, che appellasi commedie, Milano 827. Opere edile ed.
l

atticismi). La maestà del popolo romano inedile del conte Gio. Giraud, Roma
non gli permise d'insultare il governo, con 18 fO.Nota, Teatro comico. Torino 1842.
quel genere di satira che Atene tanto ap- La musica è l'arte d' esprimere senti-
plaudiva in Aristofane. Investigava egli i menti determinati mercè suoni rego- i

costumi de'cittadini, non già le delibera- lati, l'arte di combinare i suoni in modo
lo ni del senato o l'amministrazione ile' aggradevole all'orecchio, la scienza della
consoli: la commedia avvicinatasi al vero proporzione della voce e de'suoni, scien-
6copodi correggerei costumi. Molte opere za che merita esser tenuta in altissimo pre-
abbiamo commedie del teatro gre-
sulle gio, e definita da alcuno una trasforma*
rammenterò al-
co, Ialino e italiano; ne zione gloriosa della parola, sia ohe si sen-
cune. Aristophanis, Comoediae I X cimi forma del canto umano, sia che
ta sotto la

commentariis antiquis grucce, Floren- rimanga nello stato di musica istromen-


tiaeiD2 5, Dasileae 527: Comoediae gr.
1 tale, e perfezionata artificiosamente colle
in lat. trànslatae ah A. Justìnopo tita- leggi misteriose dell'armonia e del ritmo.
no, Venetiis 538. MenandrietPJulemo-
1 La musica è una paiola vestita della mas-
ras reliquiae quotquot reperiri potile- sima forza, che parla colla voce di tutti
rimt. graece et latine, cimi notis II. Gro- gli alleiti e si ratlempra ad ogni inclina-

tti et ./. qui etiamnovam omnium


Clerici, zione dell'animo, e ne vince quelle resi-
tr rsionemadornavitt \msle\odatùì 1709. stenze che con altri mezzi erano insupe-
Plauti, Comoediae cum comm. varior.ex rabili; per la qual cosa essa \a molto più
recens, Gronovii, Lug. Bat. 1669: Cimi innanzi della poesia, della pittura, della
interpr, et notis in usu Delphini, Parisiis scultura e dell'eloquenza. La musici è in-
1
679: Cu/71 notis LambinijLugduriì 622: 1 olile l'arte di formare con suoni la me-
Exrecens.J. I. I ulpi cum notis select., lodia e l'armonia: l'armonia consiste nel-
Veueliis 1788. P. Terentii, Comoediae l'espressione di più suoni in un tempo stes-
cimi comment. /E. Donati et sciatile no- so; la melodia consiste in più suoni l'uno
tile 64+: Recens. et
curine.. Lugd. Bat. 1 dopo l'altro. Tutta voi la, dice Lichtenthal,
notis Farmi , Amslelodami
et Bentlei li parola Musica derivata dal greco odal-

i" -. Terenzio, he commedie tradotte la parola Musa, poiché si ci edeche le Mu-

ni lingua toscana, Roma G 1 1 2: Trailo t- se abbiano inventato quest'arte piacevo-


te in verso sciolta n rincontro del fi sto le, non fu ancora definita in modo sod-
da Luisa Bargalli, Venezia 1735. Carlo disfacente. I greci attribuivano un senso
Goldoni, Opere complete contenenti le più ampio al vocabolo. Egli no vi compi cu-
iio 1 li A TE A
(levano non solo l'arie che mediante il suo- gono in Lichlenthal ed in altri scrittori.

no eccita qualunque siasi sentimento, ma 11 paralello dunque fra la musica da chie-


poesia, l'arie del ballo, la rel- sa e la musica da teatro consiste: .°
ancora la i 11

torica, la grammatica, la filosofia, e quel- soggetto della prima è generalizzato: es-


le arti e scienze die gli antichi romani sa esprime sentimenti del mondo radu-
i

chiamavano studia liunuinitatis. Soltan- nato nel tempio, mentre quello della se-
to in seguito coll'ampliarsi di queste ar- conda è relativo soltanto a'seutimeuli di

ti e scienze, si videro costretti di separa- alcuni individui sulla scena, i." L'ogget-
re l'ima dall'altra. Non essendo possibile to della musica da chiesa è un ideale che
che le facoltà intellettuali d'un uomo so- porta il carattere dell'infinito, la Divini-
lo le abbracciassero tutte, quindi si con- tà; quello della musica da teatro è l'uomo,
servò al vocabolo Musica il suo vero si- secondo le sue qualità e azioni. 3.° La ten-
gnificalo. Ne'niù remoti tempi uuivansi denza della musica da chiesa è di concen-
pine la poesia e la danza alla musica; in trare i sentimenti de'fedeli in un solo, la
appresso ne fu separata la danza, e la mu- divozione; quindi i tempi lenti, la musi-
sica colla poesia rimasero compagne in- ca artificiale per invitare alla meditazio-
separabili per una lunga epoca, serven- ne; la musica teatrale consiste, all'oppo-
do gli strumenti soloall'accompagnamen- sto, nel produrre la varietà de'sentimen-
lo del canto. Bensì dicesi Musica da bal- ti, per cui le siconcede una maggior li-
lo, la musica destinata ad animare pas- i bertà di melodie, di ritmi, ec. Perciò è
si e i movimenti del ballerino: vi èia mu- riprovabile il trasporto della musica di
sica da ballo di società o di sala, che ha teatro nella chiesa, e tanto più Io è nel
dell'ariette proprie d'un carattere deter- punto il più sagrosanto in cui dobbiamo
minato, come la contraddanza; la musica essere raccolti e assorti in Dio, e non mai
da ballo di teatro, appartenente al bal- divagati da profanità. Essendo la musica
lo pantomimico. Dicesi Cantante a Can- innata eoll'uomo, osserva Lichtenthal,chi
tore quello che esercita 1' arte musicale si vuole immaginare mi inventore della
mediante la voce umana. Si hanno can- musica, s'immagina cosa che non fu, né
tanti di soprano di mezzo soprano, di , poteva essere. La natura procede a tal ri-

alto, di tenore, di baritono e di basso. I guardo nella musica come in tutte le al-
cantanti da teatro si dicono anche atto- tre arti e cognizioni nostre; essa ne spar-
ri allorquando rappresentano fiuti perso- se il seme dappertutto, e più o meno non
naggi, unendo al canto l'azione. Le Can- poteva fue, senza operare contro le sue
lattici o Cantanti donne, si dividono in leggi immutabili. Ciò non vale solo circa
soprane econlralte. Dicesi Istrunienlisla la musica generale, ma circa le sue sin-
chi professa l'arte del suono d'uno o piìi gole parti ancora, come l'invenzione de-
strumenti. suono è quella sensazione
Il gli strumenti. Tutte le arti e le scienze de-
prodotta sul nostro organo uditorio dalle vono, comegli uomini stessi, trovarsi per
vibrazioni d'un corpo sonoro, comunica- un dato tempo nell'infanzia prima di svi-

tegli mediante l'aria. Il suono è per l'udi- lupparsi gradatamente alla maturità vi-

to, ciò che la luce è per la vista. Dell'o- rile e allo stato di perfezione. iVou esiste
rigine e progresso della musica, credo di dunque propriamente nel senso volgare
averne detto abbaslanza a Musica sagra, un iuventore della musica, laonde non
nelle proporzioni relative a un Diziona- si deve cercarne l'inventore fuori di noi:
rio di erudizione, e colle stesse e con car- la mimica vien dal cuore e va al cuore, ed
ta misurata aggiungerò qualche cenno un immediato sentimento interno indus-
sulla musica teatrale. Questa però ha le senecessariamente l'uomo a cantare come
distinzioni da quella di chiesa che si leg- a parlare. Molli però lavoiarouo al ini-
TEA TEA 221
gliornmcnto oalla perfezione di qualche moniche complicazioni fu L'unico vantag-
parte della musica, t lo dissi a Musica ed gio ricavato da siffatta scoperta. Frattan-
a tulli gli articoli the la riguardano, co- to era comparsa una nuova aurora sul-
me in quelli di Canto e Cantori. I popoli l'orizzonte occidentale d'Europa, parti-
dell' antichità che porta cono l'arte a un colarmente riguardo alla coltura della
grado di perfezione, furono successiva- poesia e della musica, riferibile verosimil-
mente gli egizi, gli ehrei, gli etruschi gre- mente al lusso sempre crescente de'lem-
ci ed i romani, sotto la favorevole influen- pi cavallereschi, che favorirono special-
za di loro costituzione di un dolce clima, mente il canto de'poeti esuddescritto. Nel
dimodoché non solo a'tempi loro sovra- secolo XV emigrando greci in Italia vii

stavano alle altre nazioni della terra, ma sparsero di nuovo gli scritti de'loro ante-
si attuarono altresì tutta l'attenzione del- nati, ed eccitarono nuovamente l'amore

la posterità. Fiorì principalmente tra'gre- dell'arti e delle scienze, le quali già si tro-

cie romani per lefeste puhhliche da lo-


i vavano in felice progredimento. Quindi
ro introdotte, massime da'greci che in o- fu ristabilito dramma nel secolo XVI
il

noie della musica introdussero famosi i al modo narrato, simile a quello della tra-
giuochi pitici, quali furono senza dub-
i gedia degli antichi greci, e ne derivò l'in-

bio il precipuo motore de'maggiori pro- venzione dell'opera moderna dello spet-
gressi musicali di quella nazione a pre- tacolo drammatico e lirico posto in mu-
ferenza di tutti gli altri popoli dell'anti- sica, successivamente migliorato, onde si

chità. romani fecero uso della musica,


1 moltiplicarono per l'Italia e in Francia,
ma non ebbero una proprielà naziona- ed altrove, con quelle diverse sorta d'o-
le, anzi si servirono di quella de'greci, im- pere che già riportai, e si giunse al secolo

piegando nelle solennità pubbliche perla XVI li e al corrente iu cui la musica salì

maggior parte artisti di tal nazione: non eminentemente al suo splendore, pel ge-
poteva poi Ira essi tanto prosperare, aven- nio d'un bel numero di gran maestri be-
do esclusiva predilezione per le virtù e- nemerentissimi della soave arte, e valga
roiche, e musica era considerata qua-
la per tutti il nominare unRossiui,Donizzet-
si come un esercizio appartenente agli ti, Bellini, Pacini e un Giuseppe Verdi di
schiavi. Ne'secoli del medio evo la musi- Dusseto nel Parmigiano, glorie italiane e
ca si trovò rilegata ue'chioslri, cambian- celebratissimi. A questi si può aggiunge-
do adatto flsonomia, però facendo pro- re l'altro italiano cav. Pietro Raimondi
gressi importanti nella parte materiale e romano, il quale nell'agosto 852 nel tea- i

meccanica, e nel suo rinascere se ne ca- tro di Torre Argentina di Roma fece e-
varono vantaggi essenziali pel migliora- seguire \\suoG-iuse.ppe,Ue ovatov'ù in una
mento dell'arte, per quanto aveano ope- poesia di Giuseppe Sapio, a benefizio dei
rato nella notazione musicale amplifica- poveri inabili professori, appartenenti al-
ta nel VI secolo Papa s. Gregorio I, e nel la pontificia congregazione e accademia
XI monaco Guido d'Arezzo pel suo nuo-
il di s. Cecilia di Roma, della «piale parlai
vo metodo per imparare canto con ar- il a Musica sagra. Imperocché quest'insi-
te: in quest'ultimo secolo Franco di Co- gne corporazione, la cui principal cura
lonia pose i fondamenti della musica fi- è la diffusione in Roma della sana mu-
gurata; l'invenzione dell'armonia fu cir- sica, ha ancora fra'suoi disegni quello di
ca in quel tempo notabilmente perfezio- sollevare dallo stato di miseria i profes-
nata. Ma intanto che da vasi opera al per- sori che per infermità e per vecchiezza
fczionnroenlo dell'armonia, si trascurò la sono resi inabili all'esercizio di loro ar-
melodia, ignorandosene l'indole; di ma- te. Il i.° oratorio fu intitolato Pulijar,
niera the il compone a più voci con ai- il 2." Giuseppet il ò.° Giacobbe ,che me-
222 TEA TEA
ritarono un trionfo il più luminoso, u- ne fece altissime lodi, narrò le grandi ova-
ni versali clamorosissimi applausi, evvi- zioni e caldi festeggiamenti de'colli e in-
i

va fragorosi e interminabili, e la repli- telligenti suoi concittadini (i quali sono


ca di8 volte, ad onta del caldo della sta- que'giudici che indicai nel voi. LVIII, p.
gione. Furono 3 opere diverse eseguite si- i 55), le dimostrazioni falle" al maestro dal

multanea mente! A molli sembrava d'un- Papa, dal municipio romano e da altri,

possibile riuscita, ma l'uomo sommo sep- e lo rese pubblico e solenne nel Giorno,"
pe immaginare e condurre a termine ve- le di Roma 8t>2, a i p. 728, e nel Supple
intuente un'opera colossale. Gli eseculo- mento al n.°io.2. Giuseppe Boudini iu-
ri pòrtati al numero di pitiche 4-QO, serri- seri nel t. 19, p. 218 de\\' Album la Lei-
Lio avessero un animo solo, poiché come trivia Silvio Pellico sull'armonia Triu-
il titolo del nuovo lavoro, ciascuno di es- na del maestro cav. Pietro Raimondi ro-
r
SÌ ora tori ha diversa anche l'azione e par-
i mano.TLt\ il maestro di musica mg. Pio-
ti tutte sue proprie, e si eseguirono eia- troAlfieri ne\G ior naie di Roma <\t\ 8)3, 1

scuno da se con uno special corpo di can- p. 999, ci diede una splendida necrolo-
tanti e suonatori egregiamente. Questo la- già del Raimondi, ragionò dottamente di
voro musicale in 3 sparliti, uno diverso sue opere,e nedeplorò la perdita, la qua-
dall'altro, fu ammirato per ardita inveii- le segui dopo essere stato scelto maestro

zione, e parto d'un sublime ingegno ita- di musica della basilica Vaticana: il ita-
liano,veramente grande opera, che cinse lo Album riprodusse la necrologia a p.
di mentala immortale corona l'illustre 2q6 e vi aggiunse il ritratto del Raimon-
maestro di contrappunto e composizione di. La scienza estetica abbozzata perlai/
nelconservatoriodi Palermo, il qualeap- volta circa mela del secolo scorso dal
la

posilamente per farla rappresentare in filosofo alemanno A. G. Raumgarten, è


Roma Giammai compositore ve-
ripatriò. ormai riconosciuta dal mondo letterario
rimo forse seppe mostrare uniti come in come parte e>senziale della filosofìa della
questi 3 drammi biblici poelicodell'in- il musica : essa si occupa col bello e subli-
venzione, la maestria della disposizione, me, col gusto, col giudizio del gusto sles-
l'eleganza delle forme, l'armonico risai- so, onde si chiama pure dottrina del
to delle gradazioni, e quel misto di dot- gusto e filosofia delle belle arti. Fu ap-
ti ina e di gusto in che si comprende l'in- plicata alla musica istrmnentale e voci-
canto dell'arte. La smania di perfezionar le^ alla comica, alla mimica, all'arte del
la scienza dell'armonia, de'graudi mae- ballo, agli esercizi ginnastici, all'arte poe-
stri della scuola tedesca, di voler cercare tica e rettorica , con grande vantaggio,
ilsublime nel dillicile, di mettere in con- L'Aiuhes nel t. 4, cap. 7 tratta dell' ^"m-
tinua gara di sforzi e di stranezze la vo- stica, c\oè della dottrina e teoria del suo-
ce umana e l'orchestra, non sedusse Rai- no e dell' odilo in generale, ossia l'esa-
uiondi. 11 merito dell'inaudito prodigio me delle attinenze che ha la risonanza
da lui operato nella fusione di questi 3 de'corpi sonori coll'orecchio umano,a dif-

oratorii in uno solo, fu paragonato nell'ef- ferenza della musica che tratta del suo-
fétlo ollreogni due meraviglioso, essere nocomecapacedi produrre melodia ear-
nella musica ciò eli' è in pittura il Giù- monta. Della musica riposta fra le scien-
dizio Finale di Michelangelo. Sidisseche ze matematiche, di sua origine e scritto-
1armonia di Raimondi può rappresenta- ri. Della scienza acustica de'greci, e de-
luse pursi vuol ragionare, l'armonia del- gli effetti della musica greca. Della mu-
l'in tei a società, che la somma delle al- sica de' romani, degli arabi e della Chie-
treequasil'unilicazioueloroin essa. L'en- sa. Dell'introduzione della musica nella
comiala accademia ne die dolio giudizio, poesia volgare, delle pubbliche scuole di
T E A T LA 2 > 3

musici, del ristoramenlo ili essa e tle'snoi za pubblicò in Pai ma nel 8o3, dice che 1

scrittori. Di Pietro Metastasio, Opere non pub attribuirsi altra origine al bal-
drammatiche, abbiamo molte edizioni, lo, se non quella di tutti grandi movi- i

comedi Firenze --So, Avignone 1809, 1 menti dell'animo, che appartengono al-
Milano 1820. Majer, Discorso siili' ori- le passioni e che al corpo si comunica-

gine, progressi e stato attuale della mu- no il buon gusto poi e l'ingegnò forma-
:

sica italiana. Padova 8?. Raccolta di 1 1 . rono a poco a poco della danza un'arte,
melodrammi scrii. Milano 1822. Rac- la quale non si limita s'inolivi e alle rap-
colta di melodrammi giocosi. Milano presentanze naturali che nascono da un
1822. Luigi Cuccetli, Biblioteca dram- sentimentod'allegrezza, masludiasi d'in-
matici/ italiani] antica emoderna. Mi- trodurre, per quanto è possibile, le belle
lano 189.9. Viollet, Drammatica. Mila- positure, i bei gesti, ei più ordinali mo-
no 833. Giuseppe Baini, [Attera sull'a-
1 vimenti del corpo. Per ballo s' intende
io intitolato: Saggio sopra Uiden- generalmente uno spettacolo le cui parti
ti là musicale e poetico. Fi reo-
de* ritmi essenziali costituiscono la danza eseguita
7018?. 1. D. Vaccolini, Della musica in da varie persone, e la rappresentazione
Italia. Bagnacavalloi844> Della musi- di qualche azione con gesli, il tutto ac-
ca, ragionamento dell'ade. Filippo Cic- compagnato dalla suddetta musica. Il bal-
conetti, Roma 1 855. Il savio autore vor- lo è un divertimento antichissimo, e la
rebbe ripristinato il vero bello musicale, sua origine si perde nell'età più remote.
principalmente sui teatri. A tale effetto Si ballava sul principio per esprimere la
consiglia una storia della nobile arie, nel- gioia, e tali moli regolari del corpo fece-
la cjuale sieno sviluppali i capi d'opera ro ben tosto immaginare un divertimen-
che dall'antico al moderno si meritaro- to più complicato. Chiamasi balletto una
no la giusta generale approvazione. Inol- piccola azione pantomimica con musica
tre lodevolmente deside 1 a, che non si ve- e danza. Essa è per lo più molto sempli-
stano più di note certi deplorabili argo- ce, e consiste solo in alcune scene panto-
menti che impunemente portano I' im- mimiche, ili genere pastorale o comico,
pronta dell' immoralità. Finalmente fa ed il resto di vari generi di piccole dan-
votiperchè contemporaneamente sulle ze. La Pantomimica è l'arie che insegna,
scene si alternassero le musiche ilei Jo- senza I' aiuto della favella, ma soltanto
melli, Cimarosa, del Paesiello, del
del co' movimenti, segni e gesti , esprime-
Rossini e di altri che scrissero con intera re le passioni, caratteri, gli avvenimen-
i

filosofìa, onde sono segno d'ammirazio- ti, e qualunque rappresentazione; l'arte


ne a'veri dotti e intelligenti della soave dell'imitazione co'gesti. Perciò dicesi/V///-
ri te. Pietro Lichtenthal, Dizionario e bi- tomimo l'imitatore d'ogni cosa e sorla di
bliografia della musicai Milano 836, 1 teatralicomponimenti. greci e J roma- I

ci diede tutta la parte 2.' riguardante la ni ebbero commedianti pantomimi che

letteratura generale e critica della m tisi- rappresentavano qualunque azione, e-


ca antica e moderna, copiosissima ed e- sprimendo il carattere e i costumi degli
niditissima. La Coreografìa o Coi egra- uomini, con destrezza e versatilità mera-
iia è l'arte di descrivere le figure delle vigliosa, sino a cambiar di volto ad ogni
dante, e 1 passi da farsi sopra le note del -
movimento, a seconda delle passioni die
l'aria. Il ballare si definisce muovere i spiegavano; e spesso giungevano in uno
pedi, andando e saltando a tempo di SUO- slesso tempo a simulare e conti aline due
er diletto e pei festeggiare; e dicesi caratteri opposti : ma in appresso forma-
anche danzare, saltare, tripudiare. Mo- 10110 una corporazione separata, e si at-

reaudi s.Merv in un librocbesulla Dan- tennero alla sola rappresentazione de'ge-


224 TE A TEA
sii, il sentimento e la tessitura d'un' a- rappresentando il corso degli astri ed i

zione regolare. In principio i pantomimi principali fenomeni dell'uni verso. I greci


erano accompagnati da un solo Cauto, al presero dagli egiziani le loro danze, le Io-

quale si aggiunsero poi altri strumenti, io scienze, e la loro mitologia comune,


ed anche le voci umane de'cori, e così di- Si sa 1' uso che ne fecero ne' loro spetta -
vennero drammatiche più re-
le azioni coli pubblici, e particolarmente ne'cori e
colali. L'arte pantomimica dopo la mor- nella tragedia. Stesicoru, uno de'più an-
te d' Augusto fu in Roma spinta al più ticlii lmera o
poeti della Grecia, nato a
allo grado di perfezione, rappresentan- IJyniera in Sicilia, circa due anni a va li-
do qualunque sorta di argomento tragi- ti la morte di Omero, fu dapprima chia-

co e comico. Abbiamo di N. Calliaco, De mato Tisiaj ma avendo aggiunto a'due


ludis scenici* mimovwn et pantomimo- movimenti de'cori delle danze religiose,
rum, Patavii i
7 1 3. La s. Scrittura e in- un tempo di stazione e di riposo, duran-
segna, clic il ballo formava una delle par- te il quale si cantava ['epodo, ebbe per-

ti principali delle grandi feste religiose ciò il nome di Stesicoro e in seguito fu


degli ebrei: i leviti intrecciavano danze dettoStesicore. Alcuni credono che ini me-
sagre per ringraziare e lodare Dio. In di- ra,oggi Termini, da Stesicoro sia stata re-
verse occasioni di pubblica allegrezza si citala la prima commedia. Plutarco fan-

eseguivano danze sagre,tanlo per mostra- noverò tra' primi musici Alessandro il ;

re la pubblica riconoscenza e per onora- Gra mie collocava tra' libri degni d'essere
re l'Essere Supremo, quanto per testili- letti da' re,quello da lui composto sulla/io-

care la pubblica gioia. Già ricordai che vina di Troia; e Quintiliano dice, che se
le danze sagre furono in uso presso molti Stesicoro avesse saputo moilerarsi,avreb-
popoli antichi; e che del cristianesimo se bequasieguagliatoOmero. Alcuni preten-
ne ha un avanzo nella Spagna, simboleg- donoche i greci colla loro ballata (ora can-
giando il beatissimo giubilare de'santi in zone del ballo, perchè solevasi cantar bai-
cielo fra' Cori degliAngeli. Il gesuita Me- lando,specie d'ode la più antica di tutte le

netrier, Trattato de'balli, che pubblicò canzoni italiane), usavano di cantar le lo-

nel 1682, dice aver veduto canonici di i ro odi e i loro inni nell'atto di danzare a-
alcune chiese, che nel giorno di Pasqua vanti gli altari delle loro divinità; quin-
pighavano per mano giovanetti del co- i di è che regolavano i loro canti col tem-
10, e danzando cantavano religiosi inni pò con cui reggevasi la danza. Il ballo ani-
di allegrezza. I galli, gli spaglinoli, i te- meltevasi nella filosofia di Platone, di A-
deschi, gl'inglesi conservavano ne' bassi ristotile, di Plutarco e di Luciano, e si

tempi le sagre danze, che voglionsi pure usava per ispirare le più lodevoli passio-
esercitate in cine Pranzi'de'primilivi cri- ni. Pretendono alcuni, che l'arte di dan-
stiam chiamali Agapi. II ballo nelle In- zare sulla corda fosse inventata poco elo-
die orientali tuttora è una parte consi- pò que'giuochi, in cui i greci danzavano
derabile ilei culto religioso degl'idolatri, sulle otri di cuoio gonfiate, giuochi che
e si esercita ancora da'sacerdoti, il che si furono istituiti in onore Bacco circa
di
praticò pure nell'antico paganesimo. Al- 1 345anui avanti la nostra era. Quelle o*
cimi abitanti dell'Africa hanno un ballo tri istradarono la pratica della equitazio-
superstiziosOjChe tengono come sagro, e ne, sulla quale è fondala l'arte de Balle-
che fa entrare il ballerino in una specie riràda corda. Girolamo Mercuriale nel-
di divino entusiasmo, durante il quale es- la sua Ginnastica espose 5 figure di bal-
so predice il futuro e annunzia oracoli, lerini da corda ricavate da antiche gein-
Gli egiziani sono stati i primi i quali del- me incise. Grodeck pubblicò nel 702 in 1

le loro danze fecero geroglifici d'azione, Danzica toma Dissertazione suquesti bai-
TEA TEA 22 >

lei ini, e crede che comparissero la prima medi fica ojoyeux, che fece obliare la sua
volta in Roma nel 5oo dopo la sua fon- origine, quale pel ." vestì d'una certa
il i

dazione, e furouo allora denominati ^ù- regolarità balli composti perla corte rea-
i

v(iml>oli o danzatoli sulla corda, delti le. Pretendono francesi d' avere avuto
i

pure artisti di agilità, e più comune- pe' primi le danzatrici, ma non ebbero
mente acrobati. Nata l'aite in Grecia e donne ballerine avanti il secolo di Luigi
propagata in Italia, s'introdusse in Fran- XIV, e da quell'epoca credono essi in-
cia, ove fu particolarmente coltivata sot- cominciato l'uso di mescolare nel ballo i

to lai. "e 2.' dinastia di que're, poiché non due sessi. Ma siccome 1' uso delle balle-

davansi feste solenni al popolo senza i rine è derivato dall'oriente, può credersi
bulloni, i pantomimi ed i funamboli, che quest'uso radicato da principio in Italia,

rappresentarono i più antichi e frequen- e molli esempi eziandio se ne vedono nel-


ti spettacoli di quella nazione. La storia le rappresentazioni pantomimiche e nelle
ciha conservato nomi de'due primi isti-
i feste date da' principi italiani ne' secoli
tutori dell'arte pantomimica. Datile d'A- XVI e XVII. Se dunque una bellissima
lessandria inventò il ballo comico, e Pi- e agilissima donzella comparve nel ballo
lade il ballo serio: ambedue fiorirono e // trionfo dell''Amore9 a s. Germano in

furono onorati in Roma. Le loro danze Laye a van(,i al re, e quindi sul teatro del-
erano un quadro fedele di tutti movi- i la regia nccademia di musica e già del-
menti del corpo, e di un'invenzione in- l'opera, egli è perchè tuttora si conser-
gegnosa che serviva a regolarli, siccome vava costume di fare rappresen-
il goffo
la tragedia, rappresentando le passioni, tare da uomini personaggi delle fem- i

serve a rettificare moti dell'animo. Il i mine. A quel i.° ballo mescolato di uo-
ballo passato da'greci a'romani, vi servì mini e di donne pigliarono parte i prin-
all'istesso uopo sino ad Augusto. Traia- cipi stessi e le primarie dame della corte,
no poi abolì siffatte rappresentazioni tea- e quella mescolanza tanto piacque agli
trali, le quali ricomparvero ancora lun- spettatori, che in tutti i teatri di Parigi

go tempo dopo di lui, ma accompagna- s' introdussero le ballerine. E qui note-


te con oscenità, onde Papi, vescovi, i i i rò, che in Roma le cantanti s'introdus-
concilii procurarono di eliminarle, e fu- sero col secolo presente, nel passato can-
rono succedute da que' giuochi e spetta- tando gli uomini vestili da donna. Ciò
coli de'secoli di mezzo summentovati. Il non deve recar sorpresa, per quanto rac-
già ricordato Rergonzodi Rotta, oltre il contai sul ritardato stabilimento del tea-
i.° saggio del melodramma, fece rinasce- tro nella R.oma cristiana. Di mano in
re il ballo verso la fine del secolo XV in mano che divennero generali in
i balli

una splendida festa, da lui data a Torto- tutta I' Europa, le varie nazioni ne ab-
na pel passaggio d' Isabella d' Aragona, bellirono successivamente loro teatri i

nuova sposa del duca di Milano Gio. Ga- impiegandoli ancora a celebrare i matri-
leazzo, e trovò presto imitatori per tutta moni de' sovrani, le nascite de' principi,
l'Italia. Ma la decadenza delle piccole e i gloriosi avvenimenti nazionali, il carne-
insieme splendide corti d'alcune poten- vale principalmente; imperocché dan- la

ze d'Italia, feceandare un'altra volta in za, come la musica per mezzo de'suoni,
essa in disuso la danza e balli, e gl'ita- i colle attitudini della persona e coli' e-

liani per allora perderono il loro gusto spiessivo linguaggio del gesto denota l'in-
per questi spettacoli; ma in Francia vi ri- terne commozioni dell'animo, fu perciò
presero tutto il loro splendore. 1 francesi che il ballo, il suono, il canto, festeggia-
però lo devono all'italiano Raltasariui o no sempre il carnevale, segni esterni del-
Baldassarini, più conosciuto sotto il no- la gioia che infervora gli spiriti. 1 balli tea

VOL. 1 XX III. i5
226 TE A TEA
tidli dividonsi in generale in seni, buffi e rappresentanze e spettacoli teatrali laure-
ili mezzo carattere; in particolare, in isto- nografia. Questa è l'arte die insegna a
liei, favolosi e poetici. Questi ultimi so- disegnare le cosecome appaiono alla vista,
no i più ingegnosi e tengono per la mag- parte essenzialissima della pit lutti die ha
gior parte della storia e della favola. Tra per base la prospettiva, senza In quale non
le classi del ballo alcuni assegnano per la si ponno disporre scene di buon efletto,

prima la grottesca, che gl'italiani porta- E l'arte di dipingere le scene e le deco-


rono in Francia, e richiede grandissimo razioni, ed anche per rappresentare un
vigore negli esecutori. Il ballo patitomi- edilizio, una città, un paese in prospetti-
niico, il quale nella Francia deve la sua va. Fu molto praticata dagli antichi, e-
gloria a Novene e Gardel, ed in Italia a sisteva a tempo d'Eschilo, come attesta
Salvatore Vigano, è la i. ''e la più im por- Vitruvio; e più o meno rozza o gentile
9
tante specie. In esso la danza, la patito- dovette esistere fino dal i. momento in
mima regnano sovranamente; il cotti pò-' cui si esposero rappresentazioni dramma-
sitore dell' azione è inventore e poeta, e tiche. Nella scenografia teatrale sempre
l'csecuzionedella musica è del lutto cou- si distinsero e si distinguono tuttora gli

fidata all'orchestra. Poiché questo spet- artisti italiani,! quali passarono a decora -

tacolo ha delle regole particolarie delle re i principali teatri d'Europa; ed inLorn-


parti essenziali, come il poema epico e bardia, massime in Milano, fece grandissi-
drammatico. Non v'ha nazione che non mi progressi. La scena da principio non fu
abbia la sua danza improntata dal carat- che una capanna, un viale, un portico cam-
tere originale, dall'indoIe,da'costunii che pestre; poi un carro a foggia di scena, acni
la distinguono, tramandata per genera- si un impalcato di tavole, ed in
sostituì
zioni da epoche più o meno remote, con- processo di tempo venne applicata al tea-
servata alla condizione originaria presso tro, indicò il muro che ne formava il fon-
ie genti della campagna come una cara do, equindi tutto lo spaziosul qualecom-
tradizione, modificata nelle città special- parivano gli attori. Ebbero quindi gli an-
nidile dal passaggio dell'età successive, tichi scene tragiche grandiose di templi,
dalla squisitezza de'costumi edalla convi- di reggie, di piazze pubbliche, di città, di

venza con altre nazioni. E'un errore popò- eampi o alloggiamenti militari, e comi-
lare il credere che il morso della tarantola che di case private, e satiriche di monti
di Puglia e di Taranto [T .), produca l'è- e boscaglie. Il vocabolo scena o luogo fin-
sfrodi ball a re, e che si guarisca da tal cuor- to sul palco de' comici, servì altre vol-
so danzando colla musica. Negli Opuscoli te per indicare il teatro, la tragedia, la
del Calogerà vi sono nozioni sull'in ven- commedia rappresentata da'eomici. Il vo-
zione de' balli regolari, da chi praticali cabolo scena proviene da ombra e Ino-
anticamente, e quando usati; loro dille- goombreggiato,perchèavanti che lacom-
renze, sanazioni sagre, militari per ad- media si trasferisse in Atene da'villaggi,
deslraie i soldati alla guerra, de' conviti, ne'quali avea sortita la sua prima origi-
1 primi autori che scrissero sulla teoria ne, le rappresentazioni esponendosi all'a-
del ballo furono italiani. Rinaldo Corsi petto, si usava la precauzione di colloca-

pubblicò neli557 l'opera Del ballo Fa re alberi o rami verdi di essi intorno al
brizio Garoso neli.582 il libro Del bai- luogo, in cui dovea fingersi la cosa rap-
lerìnoj poi Magri scrisse il Trattato teo- presentata, onde impedire agli attori che
retico-pratico del ballo; e Riveri sulla fossero incomodati dal sole.
Pantomima. Contribuisce e giova al tea- Arduo e grave sarebbe alla mia debo-
tro,ealle azioni della tragedia, della coni- lezza il dare un qualunque giudizio sul-
media, della musica, del ballo e ad altre l'odierno teatro, sia nella parte letteraria
TE A TE A. 2a 7
enilistica, sia nella morale del complesso plice stonatura, umiliando quello che a
delle rappresentanze teatrali. Laonde ap- veano onorato poc' anzi. Il cav. Ignazio
pena mi limiterò ad accennale alcuni de' Cantìi nella Cronaca giornale di scien-
contemporanei die ne scrissero, e come i ze, lettere, arti, economia e industria,
governi riguardino l'attuale teatro, aven- che incominciò a pubblicare a' 5 gennaio i

do già notato le provvidenze emanate dal i 7 7 in Milano, a p. 56 rendendoragio


!S

governo pontificio per Roma e sue pro- ne del Manfredi, tragedia e notizie sto*
vincie. Primamente ripeterò co'saggi e i rie/tedi Cariti Corrhetti, dichiara:» Ri-
discreti, che gli applausi agli attori non teniamo che la tragedia sia il punto cul-
debbono eccedere moderazione, e
dalla minante delle difficoltà, e che anche più i

convertirsi in fanatismo ed in entusiasmo grandi geni abbiano dovuto durare fa-


i

irragionevole, producendo disapprovazio- tiche immense per avere il saluto di poe


ne ne'più, strapazzo agli artisti e perdi- ti drammatici. Bisogna possedere in emi

tempo. La disapprovazione e la critica non nente grado l'abilità di attrarre l'animo


debbono con bassezze umiliare e degra- degli spettatori, di eccitare la loro curio-
dare eccessivamente chi n'è segno, il «pia- si là, di precipitare l'azione, di colpire l'u-
le vieppiù si avvilisce. Gli estremi della ditorio con un vero predominio di situa-

lode e del biasimo sono sempre censura- zioni audaci e di meraviglioso effetto; bi-
bili; peggio se l'ima o l'altra derivano da sogna essere appassionati, ardenti. senz'es-
partilo, nel quale caso non hanno alcun sere esagerati. Che il dramma sia Bello al-
valore, ed il saggio pubblico disprezza sif- la lettura non basta, deve reggere altresì

fatte ingiuste dimostrazioni, e le qualifica alla rappresentazione, E se, a malgrado


eccesso di passione, o tatto o giudizio poco di ciò, alcune gloriose tragedie formeran-
rettoe derivante da prevenzione. Tutavolt no sempre l'ammirazione della letteratu-
ta non debbo altresì tacere col Carli, che ra, la regola generale non recede dinanzi

circa il teatro, luogodi spettacolo stabilito a questa individualità. Guai se lo stile


appunto pe'meno istruiti, il giudizio delle manca di lucidezza e di splendore; se l'in-

donne, de'giovani e della plebe è più sti- treccio sente ola trascuranza dell'improv-
mabile, come avverte Aristotile. Imper- visazione ola fatica della figliazione! Mol-
ciochè siccome in queste pubbliche azio- le delle qualità necessarie di poeta dram-
ni non si studia altro che risvegliare gli matico saranno facilmente concesse al-
nlTetti, così non essendo il popolo preve- l' autore della tragedia di cui parliamo ;

nuto e lasciando fare alla natura e al cuo- quasi sempre egli rivela dell'attitudine
re ciò ch'eglino vogliono, l'azione farà in nella tessitura del suo dramma; qua e là si

lui sempre piùcomruozione,chese si con- scorgono belle scene, sono delle parti
vi

siglierà colla natura medesima. Perchè le così felici che fanno dimenticare agevol-
passioni alia vista di teatrale rappresen- mente anche le meno fui tonate, quelle
tazione prendine in noi qualche direzio- cioè dove il poeta troppo sicuro di se cade
ne non vi è bisogno di scienza e di filo- nella trascuranza della facilitalo quelle per
sofia, basta esser uomini. Lo stridere con- contrapposto, dove il poeta appare ane-
tro i drammi e le tragedie, perchè non vi lante di soverchia fatica." D. Sacchi pub-
si trova perfezione, non serve a nulla;
la blicò nel t. 3 dell' Album di Roma a p.
perchè popolo basta un sol tratto onde
al i 873o3 un articolo intitolato: Notizie
e
si commuova, e molli snlTrono un'opera sulla commedia in Italia. Dopo averne
intera per gustar solamente una scena. Al- tracciato I' indole e il genere della lette-

tri si pongono in contraddizione nell'ap- ratura, [lassa a ragionare di sua introdu-


plaudir tutta l'azione, mostrandosi severi zione in Italia, insieme alle tragedie e a'

censori per lieve motivo, per una seni- drammi, delle qualità nazionali che deve
ai8 TEA TEA
avere per correggere costumi e vizi ur- i i di vile nella storia de'popoli, di crudele
bani, ond'essere una commedia civile, co- nella loro immaginazione, e di lurido nel-

me kce Goldoni, che riprese l'indole che la società, per farlo argomento a' loro
conveniva al suo secolo e al proprio mini- drammi. Quindi col testimonio de'falti,
siero, e grandemente lo loda. Aggiunge diceche il Prinzivalli prese ad esaminare
che sebbene con minor genio e spontanei- le varie opere, colle quali fra noi si fa stra-

tà, s'attennero a 'giorni nostri l'Albergati, zio ogni giorno della morale e dell'uma-
che punse gentilmente le caricature de' nità. Scelte le più applaudite, ne analizzò
suoi bolognesi ; Gherardo de Rossi, che le parti con ferro anatomico, e ne segna-
morse quelle de'roruani; e meglio di loro lò i difetti, l'immoralità, il ridicolo ver-
con un far più gaio e disinvoltura di con- sato sulla pietà, il matrimonio colpito da
dotta, Giraud. Ma intanto Federici met- crudeli sarcasmi, l'orribili trame, i fred-
tea di moda il sentimentalismo, vagheg- di suicidii, pretendendo alcuni dramma-
giato da alcuni;ripullulò il romanticismo, tici che la danza e la gioia sieno le sole fe-
e si consigliarono nuove follie: solo fra tau- licità della terra. Rammenta le colpe, i

to minacciato buio suise Alberto Nota ,


terrori e le bestemmie cui s'ingemmano i

e seguendo Goldoni, studiò rappresenta- drammi; maligna tendenza di blandi-


la

re l'indole della società in cui vivea,con re, a preferenza de'grandi, gli uomini del

opportune mezze tinte, perchè difficile il popolo, facchini, e


i celli da galera tra-
i

carattere nazionale presente, pe'costumi sformati in eroi. Rimarca gl'insegnamen-


e pe' vizi. Dopo enume-
Nota, i cui pregi che il denaro è cosa più santa del
ti tristi,

ra, nominò con Gaetano Bar-


distinzione giuramento, che la probità femminile è
bieri e Francesco Augusto Don. A que- menzogna; quadri di ributtanti scanda-
i

st'ultimo Gio. Battista Marinelli diresse li, d'immoralità vergognose, i fomenti a

la lettera che pubblicò Y Albumi, io. p. viziose tendenze, il condannarci dram- i

2 34,coIla quale chiamandolo suo maestro mi ad assistere continuamente ad agonie


emoderno Terenzio, favorito di Melpo- strazianti per veleni propinati. Così fu cor-
meneediTalia,gli rende conto del ragio- rotto il gusto, e si dimenticò, che la vera
namento intorno allo stato presente del- e la miglior commedia è l'italiana, con
l'arte drammatica in Italia, dal sullodato quell'arte che ridendo corregge i costu-
Vincenzo Prinzivalli letto nell'accademia mi; e spregiandosi un Goldoni, si buon
fa

d'Arcadia nel 853. Ricordato il teatro de-


1 viso alle produzioni straniere. Lodò l'il-
gli antichi, e coloro che elevarono la com- lustre veneto, l'Albergati, il de Rossi , il

media al dignitoso ufficio di censura, e co- Sografì, il Giraud, il Nota, il Bon e altri
me da Plauto e Terenzio fu esercitato in che abboniscono dal sentimentalismo, e
Roma antica, in cui videro parodiati nel
si da'costumi tanto diversi da quelli che po-
teatro gli stessi difetti de' grandi, dopo i se in iscenaMolière nel secolo d'oro fran-
quali degradandosi, Roma imperiale fu cese. Rese poi omaggio di lode agli scrit-
costretta a bandir gl'istrioni. Esaminati tori napoletani, che producono sulla sce-
i pregi e i difetti dell'antico teatro, che na lavori ricchi de' sali attici, delle gra-
gli scrittori morali delle prime età nostre, zie e della gentilezza di cui fu squisito
esecrando le rappresentanze sceniche, le maestro Menandro. Rammentò quin-
chiamarono pubblica scuola di seduzio- di benemeriti nomi
i di Ventignano, di
ne e di errore, scese a parlare de'nostri Cosenza, di Riccio, di Lauziers e di altri.

tempi,e sostenne che la gloria del teatro Passati in rassegna i drammi di nuova e
moderno declinò, dacché s'incominciò in criticabile fattura, massime que'di storie
Italia a far lieta accoglienza a'poeti d'ol- falsate, onde il teatro moderno avvallato
tremolile, che trascelgouo quanto v' ha ne' vizi, è pur contaminato dalla inenzo-
TEA TEA 22q
gna. Tn ultimo dice, che il Prinzivalli, a t'issimi, furono d'avviso chei Giornalisti-
migliorar le condizioni del nostro teatro, no memorie letterarie de'Ioro tempi. Quel-
invito l'accademie italiane, e l'Arcadia che lodi Lipsia si occupa principalmente del-

seppe nel secolo decorso colpir del ridi- l'estetica musicale,ramo scientifico di cui
colo i poeti leggieri e adulatori, a voler la maggior parte de'suoi contemporanei
con mente e cuore promuovere que-
zelo, artisti musicali in Italia non sembrava-
sta bianca importante di letteratura ita- no ancora conoscerne la Flo-
definizione.
liana, perchè l'arte drammatica sia de- riferisutapesinsaltibitsomnialibant —
gna de'tempi, la morale sia pura, la sto- Omnia nos itidem Lucano lib. 3. Invei-
}

rla sincera; perchè infine la scelta de'sub- sce come eransi rappresentate in Napoli
bietli e la condotta ispiri nell'animo de- (con altri celebrai a Napoli, a Sicilie Due
gli spettatori sentimenti nobili e genero- e altrove, non solo che niuno osò centra-
si, palpiti di emulazione, lacrime di pen- stare b\\' Italia il primatodella musica su
timento. Per tutto questo, mi compiac- tutte lenazioni, ma quanto principalmeu-
cio di avere potuto di sopra aggiungere, te fiorì in Napoli) le celebri composizioni
dopo compilaziouedel presente ai tico-
la di Haydn , Rossini, Paesiello, Generali,
lo, che il romano Eptacordo abbia nel eh. Weigl e altri, da chi le dirigeva; indi pas-
Prinzivalli un direttore responsabile cosi sa artisticamente a dare il giudizio sulle
illuminatOjSavioemorale.Nel t. 6 dell' Ef- medesime, rilevandone i meriti e i difetti,
fenici idi letterarie diRomaàe\i8ìì,ap. nonescluso [ÌMosè, di cui non tacelemol-
5o,si riporta di F.R. accademico filarmo- te bellezze e tratti sublimi di quel genio
nicodi Bologna, l'estrattodi sua lettera, o raro formatosi sui modelli patiti eesteri,
riproduzione d'altra scritta a lui da un dot- qual ape industre colse il migliorsuceod'o-
to tedesco dell' arte musicale peritissimo, gni fiore. Lamenta inoltre la smania insa-
Sullo stato presente della musicain Na- ziabiledi no vita, degenerata iuistravagau-
;»)//.lncomincia il bolognesecol deplorare za: allontanandosi troppo dalla semplici-
la decadenza della musica italiana, offren- tà, si bandì la logica e si usò un lineuassio
do continui argomenti di corruzione, I ac- inintelligibile; la mozione degli affetti si

cademie, i teatri e perfino i nostri augu- perde, perchè in vece di parlare al cuo-
sti tempii, ed esclama col poeta: Italia, re si cercava di sbalordire, e l'immagina-
Italiat h questo sonno, omor^Quest'ar- zione slanciandosi al di là della natura in-
te divina, destinata a innalzare e subii- frangeva tutte le leggi della ragione e del
mare gli umani alletti, divenuta vile tra- buonsenso. Cimarosa, Guglielmi, Paesiel-
stullo della moda (tiranna regolatrice de' lo, Zingarelli ealtri classici ottennero i più
cervelli leggieri), dal seggio di regina gloriosi trionfi colle opere loro, ma niu-
dorninaliice de' cuori, era ormai disce- nodi essiallontanossi da quelle regole, che
sa, divenuta povera ancella e negletta sono invariabili per natura. La brama di
giacente al suolo. Indi principia il tede- novità trascinava nel disordine, toglieva
sco a meni vigliare come la sola Germa- il carattere all'azione, e la distinzione al
nia avea allora appositi giornali per la drammatico o tragico, al serio e al bulfo;
censura de'componimenti, sì teorici, che l'istromentalespesso interrompeva il sen-
pi alici della musica; e che l'estetica mu- so della poesia, il ritmo non si osservava,
sicale era poco conosciuta dagli artisti la musica era una sola, e il capriccio for-
musicali in Italia; mentre cheè celebre la ma va tutte le regole. Alcuni dopo pochi
gazzetta musicale ili Lipsia, ila lui qua- mesi di studio pretendevano d'esser di-
lificata il più competente tribunaledi mu- venuti maestri in figura, come avessero
sica. Rammenta che Apostolo Zeno, Maf- l.i scienza infusa di Salomone; mentre il

lei, Lamv, Zaccaria, Fabroui e alln dot- famoso Jomelli esscudo nella più glorio-
2 3o TEA TEA
sn carriera teatrale andò a studiare in Bo- quégli autori degni piuttosto di amrno-
logna, per non trovarsi più imbarazzalo. Minienti, siccome fomite di pazzo orgoglio
Sulla musica della chiesa in Nàpoli : Or da cui presi commendati con bugiarde
i

qui cominciali le dolenti note declamò '.. parole, si credono aver tocca la meta del-
ancorpiù, vedendola introdotta e domina- la perfezione, e restano nulli per se e per
i e sfacciatamente sullecantoriecolle lasci- che impresero a coltivare,
l'arte o scienza
vie musicali della scena, o non cantala col- Ciò avviene quotidianamente, ed in impe-
la divozione dovuta al sagro tempio, con eie nella difficile arte della musica, e sin-
gesticolazioni e caricature indecenti, tran- golai mente nella sagra. Molti maestri trai-
ne le poche musiche della cappella reale lano siffatto genere di composizione, ma
e quelle dirette dall'illustreZingarelli, da pochi convenientemente, pochissimi lo-
per tu Ito essendosi perduto il senso e ilgu- ile voi mente, appunto perchè poco sanno,
ito pe» quella musica
-
sublime che santi- e credono d'essere maestri eli color che
fica gli animi, e provoca il renitente cuo- sanno. Introdusse la chiesa ad accompa-
re dell'uomo all'adorazione ili Dio. Ter- gnamento delle sue ispirate salmodie, e
minò col ripetere le parole del sommo Ar- degli altri sublimi suoi canti quella mu-
teaga spaglinolo e scrittore italiano di co- sicache oggi chiamasi alla Pales trina, da
se teatrali, morto nel 170)9. » Maestri e quel grande ch'ebbe tal città per patria,
musici del nostro tempo, che col fasto prò- che si distinse in ciò a preferenza d'ogni
prio dell'ignoranza vilipendete le gloriose altro, e vide vestire le sue funzioni eccle-
fatiche degli altri secoli, ditemi se alcun si Mastiche quella gravità, che ricordavano
trova fra voi che sappia tanto avanti ne* quel divino che talvolta si ravvisa anche
principii filosofici dell'arte propria, quan nelle umane cose. Allorché poi a quelle
to sapevano quegli uomini che voi ono- splendide maniere si sostituì il canto de-
rate coll'urbano titolo di seguaci deIran- nominato figurato o composto (quello cioè
cidume?" Gli fece eco G. G. nel 1. 5 del-1 in cui si praticano delle note di misto va-
V Album p. 2c5, poiché, premesso che l'i- loie, a dilferenza del canto corale, o fer-
storia della musica è semplicissima, nel ra- 11100 ecclesiastico, composto di note prin-
pido progresso sviluppato da' Palestrina, ci pali uniformi), subì la musica sagra per
Allegri, Morales, nel genere sagro,si rivolse cagione degl'imperiti maestri scadimenti,
al genere 'strumentale coli' Haydn, Mo- mentre per qualche raro valente compo-
zard, Beethoven, quindi ritornò in Italia sitore salì anuovo lustro, laonde questo
al presente secolo nel genere melodram- canto ebbe in ogni età fautori e con- i i

matico con Rossini, Bellini e Donizetti, e trari. Per comporre musiche sagre cou-

poscia dichiara: » Una meraviglia è ila venienti, bisogna penetrarsi de' sublimi
osservarsi nella storia dell'arte, che meli- concetti del s. re David, perchè divenga-
le nel secolo XVIII mondo era
tutto il no poesia sublime, pensieri eminente-
i

invasodal gusto depravato brocco tnen- .


-
mente divini, elevato lo stile. Il maestro
tre la pittura, la scultura ed architettu- allo studio meccanico della musica deve
ra, uon che la letteratura erano nella più unir quello della lingua, della buona fi-
gran decadenza, la musica toccava all'api- losolìa, e della storia sagra per intendere
ce dell'ingegno umano per mezzo di uo- e penetrare, e sentir nell'anima i concetti
mini che vestivano perocché e balla-
le del real Profeta, e gli altri canti che usa
vano il minuetto!" Circa alla musica sa- la chiesa, per adattarvi melodie idoneee
gra, arroge quanto disse P. G. nell'arti- tali da rendere più efficace l'impressione
colo ÙeW'jélbum t. 2 1, p. 227: Poche pa- delle parole e la forza de' sentimenti. E-
role sopra la musica sagra. Saviamen- gli è per questo che spesso si odono nel-
le biasima le profuse immeritevoli lodi a la casa di Dio cantilene da teatro leggio-
T E k TEÀ 2Ji

re ed emunte accompagnare i più gravi sa il brio e insieme il dignitoso, il grave


pensieri, le più profonde sentenze, provo- e il sublimissimo, colla fecondità più sva-
cando il risentimento de'più tolleranti, l'a- riata e più intelligente, senza che parte-
gii è per questo che si sentono motivi af- cipino del teatro; della musica del quale,
fettuosi e sdolcinati applicati a parole fi- come della sagra, il prelato ragiona eru-
brate di minacce e di maledizioni, e wal- ditamente, per l'eccellenza di quest'arte
zer adatta ti a sentimenti di doloreedisde- liberale. Perciò egli riguarda maestri e i

gno! Se ciò udissero Galestrina, Gugliel- compositori di musica poeti per eccellenza
mi, Allegri, Coirono, Mozart, Terziani, nella favella più gagliarda e più multifor-

Cienciarelli e Grazioli, l'esecuzione de'lo- me che l'uomo possa adoperare,oude il ve-

ro salmi o altro da loro con tanto studio scovo Gerbet gran filosofo religioso fran-
posti in musica con profondi sentimenti cese,!:) definì una trasformazione glorio-

sagri, inorridirebbero frementi per l'in- sa della parola; e che devesi saper gra-
giuria fatta alla santità del luogo, alla do alla stampa e massime alla litografia,

dignità elei la musica e alla solennità del- che da parecchi anni ci salvarono e per
l'auguste funzioni. Fra'viventi maestri di 1' avvenire serberanno all' immortalità
Roma nella musica sa»ra, particolarmen- tanti parti felici dell'armonica poesia, che
te encomiò Salvatore Meluzzi e Gaetano senza di quelle sarebbero iti perduti, come
Capocci, rilevando gl'individuali e distin- sventuratamente accadde delle melodie
ti loro pregi; desiderando che quali capi- che uscirono dal genio di cento Orfei de
scuola dell'età nostra, vengano seguitati da secoli scorsi, onde si dilettarono i nostri

tutti quelliche vogliono dedicarsi alla mu- padri e legenti civili dell'età più antiche.
sica sagra, e così non più udiremo nel luo- A p.78 del ripetuto Album dichiarò P.
go santo musiche ili aria più profana che P. che una delle felici innovazioni recale
sagra e partecipanti delle teatrali. N.Cee- al moderno teatro musicale, si è la gran-
chi nello stesso Album
298, ci die- a p. de parte che occupa oggi la situazione
de l'analisi della Messa di He quieia con\- drammatica situazione che il composi-
;

posta dall'amore filiale del maestro Ba- tore cerca di mantenere, e che 1' artista
rocci, per la defunta sua madie, rilevan- cantante cerca d'accrescere. La Germa-
done particolari pregi estetici, espressi-
i nia per ciò che tiene all'espressione della
vi e armoniosi, propri del mestissimo ri- musicala Francia per ciò che tiene a quel
to funebre e del solenne canto cristiano. la dell'azione, sono le due nazioni che per

Inoltre a p. i .{8 l'illustre prelato Stefano questa parte hanno maggiormente meri-
Rossi, considerando che fra le arti nobili tato della musica moderna. LaFranciaso-
e liberali eh' ebbero meno generosa sto- prattutlo, coll'educare i futuri artisti del
na una era la musica, come fra'personag- teatro melodrammatico non meno alla de-
gi che subirono fatalmente il maggior o- clamazione che al canto, è quella che pi o-
blio trovò quelli che professarono la scien- ducein maggior copia egregi cantanti che
za dell' armonia, così raccolse e pubblicò sono a un tempo attori eccellenti. Di F.
le notizie del cav. Pietro Persichini roma- Orioli a p. 369 e 4.04 dell'. 7/Wu, sono
no, la cui penna si occupò dell'armonie le Considerazioni sulle odierne condì-
de'teatri e .s'ispirò nelle musiche sagre, di zioui della musica in Italia. Dottamen-
. ii ne sentì tutta la sublimità e la forza; te ragionando delle connaturali disposi-
quindi le intitolò con lettera a Luigi Vec- amo d'ogni popolo,e degl'italiani abitatili
i

chiotti maestro della cappella della s. Ca- meridionali d'Europa, nati sotto zona fe-
m di Loreto, che siede in Italia Iri'pn- lice,dove il senso fisico è più svegliato e
mi scanni della musicale scienza, e che tro- più vivo, e risponde più presto all'impres-
vò modo a riunire nell'armonie di clne- sioni esterne, prima col corpo e indi pel
2 3ì TEA TE A
corpo coll'animo: lo dice popolo a cui cie- sempi degli antichi maestri parchi negli
lo e terra diede e dà, colla maggior pron- accompagnamenti, quali soprattutto evi-
i

tezza e spontaneità del sentimento, in tut- tarono il frastuono degli strumenti trop-
to die a sensazione appartiene, maggio- po sonori, che col rumore soverchio, se
re anche la spontaneità e la potenza del non istordiscono il senso acustico, lo fan-
diletto, il quale ne deriva. Or la musica no almeno mauco delicato e quindi man-
essendo cosa appunto di sensazione, e so- co geutile, e meu fino apprezzatole di que*
pra l'altre dilettevole e produttrice d' ufi minimi, in che sta la virtù principale del
piacere die s'innalza verso le regioni ete- commuovere. Questo pregiudizio viene
reedello spirito, e vi commuovono l'a (Fel- prodottodallostrepitoche assorda de'tim-
lo in tutte le sue forme più solenni, se- pani (specie di strumento militare come il

gue di qui che in noi gli organi musicali tamburo, che si suona a cavallo) dell'or-
(orecchio e gola), ed il giudizio interiore chestra, de'tam-tam (o gon-gon o piccolo
ch'è ad essi collegalo, partecipano di ne- tamburo, strumento orientale da percos-
cessità tra' primi de' già detti privilegi. sa, d' una vibrazione straordinaria che ,

Perciò i suoni e canti uditi cifanno im- serve a dare segnali, e producente un
i

pressione più profonda, la quale va a di- suono grave e forte, accompagnato da un


rittura appunto alla parte effettiva per eco sostenuto, ed esprime terrore e spa-
commuoverla fortemente e soavemente, vento) e delle gran casse (o tamburoni di
l'er tali e altre ragioni che adduce, fum- grande dimensione,che si adoperano nelle
mo (inora maestri e interpreti di musica musiche militari e nella banda de'suona-
i più dilettevoli e più moventi che
i il mon- tori d'ogni specie di strumenti da (iato
e da

do abbia conosciuto, li piacere musicale percossa), dal muggito


tuono delle e dal
derivare dalla melodia, e dall' armonia nuove trombe di Sax. I nostri avi, cheo-
ch'è subordinata all'altra come principa- sano alcuni tacciar di poco intendimento,
le; per cui nella melodia precipuamente comprendevano certamente che la prin-
sta la virtù del muovere l'aiFetto, aven- cipal dignità della musica è la voce uma-
do l'armonia quella di ornare. Laonde se na, o di quegl'istrumenti che più ad es-
l'ornamento è troppo, la parte più digni- sa s'accostano. E fiuchè il cantare non fu
tosa e nobile della musica, l'armonia, si urlare, e finché alle nostre gole non si die
perde o diminuisce. Siccome noi italiani ufiicio di zuffoli (che hanno ilsuono acu-
per natura sentiamo molto, e nello squi- to e stridulo), ma si lasciò quello più no-
sito sentir nostro più che in altro ci di- bile d' esserorgano specialmente espres-
lettiamo, giovati dal naturale istinto, sin sivo, noi fummo migliori cantori d'Eu-
i

qui uou avevamo commesso l' errore di ropa e più pregiati. Qui il grave scrit-
i

sminuire l'effetto delle nostre musiche,op- tore riparla delle particolari e naturali

I
ii unendo con fracassi dell' armonia le prerogative degl'italiani nell'udito, nel-
spontanee melodie (egualepregiudizio re- 1' espressione, nel discernimento, e nella
ca alle bellezze dello sviluppo della me- spontaneità d' ispirazione per trovar fe-
lodia gì' intemperanti applausi anticipa- licemente la combinazione delle note, e

ti, con isdeguo de'saggi e intendenti spet- di quanto rende speciale la vera musica
ta lori, e con pregiudizio eziandio degli italiana; per cui quando la musica era ne'
sforzi decantanti, i quali restano confusi suoi limiti, cantavano meglio di tutti, e-
dal frastuono dell' inopportuno plauso ,
rano principi delle belle melodie, e nin-
perdendosi cos'i le più soavi e delicate sue no contrastava loro il predominio; onde
pili li), che generavamo quasi senza sfor- gli oltramontani per emularli si fecero di

zo. La moda ci afferrò pe' capelli e stra- loro scolari, sia compositori, come Mo-
scina irragionevolmente, e contro gli c- zart, che cantanti e cantatici. Ora da
TEA TEA a33
questo primato di gloria e tli mogistero negli sbalzi, nelle bravure, o nella forza
ogni giorno più scendiamo, tra perchè il dell' urlo. Rileva 3 principali difetti nel-
secolo ci ha educati e ci viene educando la musica moderna. III. è quello che ha
agli eccessi, tra perchè i forestieri sono me- tutto perdere all'arte de' canti e suoni la
no sensitivi di noi, non possedendo una principal sua prerogativa d'arte popola-
delicatezza di tatto musicale pari alla no- che seguitando il moderno an-
re. 11 i.° è

sila, venuta è prima tra essi e indi tra noi dazzo, ogni giorno più illanguidisce e di-
laconsuetudine della musica moderna e viene ottusa la delicatezza del sentimen-
ultimo modo: musica la quale ha or-
ti' to alfetlivo. Il 3." più specialmente ci ri-

mai bisogno per far effetto di chiedere guarda e nuoce in più modi. La musica
all'armonia, giacché la melodia non ha- italiana de'teatri era una volta quasi la
filerebbe a tanto, l'urlo, il tumulto, la per- sola desiderala in Europa; la compone-
tin bazione del senso, fatto ottuso a lutto vano maestri italiani, e cautavano ran-
che non è farle, che non è eccessivo. E tori italiani. Poiché la potenza della me-
questo chiamano esser più maschi, ^lii vi- lodia, nell'invenzione e nell'esecuzione fu
ri/i., .qualcuno direbbe più imbestiali* specialmente nostra. Oggi la concorren-
ti, e incamminati a ferità, e quindi a bar- za straniera ci ha guastato questa priva-
btuie, cerio non più italiani, noi che ci tiva,con parecchie pregiudizievoli conse-
^for^iamo divenire italianissimil Siffatto guenze. I cantori di forza e i compositori
oidine di cose nou deve durar sempre, né di bravura uccidono ogni giorno più la
durar più: bisogna rinsavire e riprende- musica italiana. La grazia è divenuta li-
re un po'd'amor proprio e del nostro ve- na superfluità, o un ornamento, al quale
io interesse. I progressi oggi fatti nell'ai'- poco si bada. In un'opera di tealro mi- i

ìnonia non si devono escludere da' teatri seri cantanti non han più lunghi riposi
i

e dalle orchestre: le combinazioni armo- demeritativi, e non con fi uà n più il mas-


ini he accompagnino, ma
non dominino, simo della loro potenza nelle parti vera-
Si provino pure nello sforzalo e lumul- inente cantate. Han bisogno d'aifaticar la
tuoso, dov'è il principal regno loro, ma voce per lunghe 3 o 4 ore, e le trachee
n'escano presto per tornare subordinate cosisi rovinano. I polmoni boreali sistan-
e secondarie. A questo patto l'Italia ripi- cano meno de'nostri polmoni meridiona-
glierà in ciò la dignità sua, e la vera mu- li. La dolcezza , la perfetta intonazione
sica italiana da cui ha fuorvialo. Loda Del- l'agilità lungamente serbata è impossibi-
a
moderni diconopoveroar-
Imi, che alcuni le.La Civiltà cattolica, 2. serie, t. 7, p.
monista, mentre non sanno però non ri- 537, encomia e rende conto del libro in-
inanere presi al visco delle sue ricchezze titolato; Sulle condizioni dell' odierna
melodiche, e all'insidia de' suoi cauti da musica italiana, ragionamento di Vin-
Sirene (delle quali parlai nel vol.LXVH, cenzo Petra, Napoli 1 854- L'autore dà u-
p. ìZ.\ Le antiche musiche lasciavano
). na giusta idea della musica, rimovendo
scoperte e dominanti le voci, come regi- prima quelle definizioni, che vorrebbero
ne che sono in ogni concerto quando in- soverchiamente o material la, riducendo-
tervengono. Con dottrina d'un'altra ma- la a puro diletto de' sensi, o «pirilualeg-

niera ora si fa dominar gli strumenti es'iu- gialla, trasformandola in puro calcolo o
troducono le voci umane come serve non ammaestramento. Egli dice che la mu-
comesignoie,costringendolea lottare con sica ècommozione degli alletti per via
quelli, e ad uscire dalla loro condizione d'imitazione col canto e co'suoni, i qua*
naturale, più fatta per esprimere modu- li potino essere o successivi nella melo-
lazioni d'affetto, la cui significazione più dia o contemporanei nell'armonia. Dalle
spicca, u così dire, nelle mezze tinte, che quali premesse inferisce quanto sia pie-
?3i TEA TE A
celiente la strumen-
musica vocale alla tuito per sollevare lo spirito e nel mora-
tale, la melodia all'armonia, e quanto sia le correggere i costumi, è divenuto scuo-
propria degl'italiani tale precedenza. Da la di demoralizzazione e di crudeltà, e la
questa idea generale della musica, passa fonte donde si derivano primi e più sen- i

]' autore a ragionare della sagra e della sibili insegnamenti d'incredulità edi cor-
profana: e intorno alla sagra, come ((nel- ruzione, come lo sono i pestiferi romanzi.
lo cui il sentimento cristiano non la cede Di questi ultimi ecco il saggio giudizio che
per nulla alla perizia musicale, diligente e ora neha dato cav. Ignazio Cantù, nel-
il

coscienziosa, deplora altamente, come og- la Cronaca a p. 247- "^ e finzioni di


sua
gidì ogni uomo assennato, quella pt ori- molti romanzi hanno così stancatoli cuo-
nazione del tramutare la /nagion di Dio. re colla loro macchina mal ordinata, col-
luogo di penitenza e d'orazione, in ostel- le loro passioni fdse ed esagerate, colle
lo di bagordi e di danze, introducendo- loro creazioni fantastiche e bizzarre, che
vi motivi teatrali; nel che, dice egli, non il cuore sente più che mai il bisogno di
isteltero sempre in guardia anche isom- tornar al vero, di togliersi dalle false la-

mi fra'moderni maestri, dimostra che


e grime e dai falsi sorrisi, per venire abor-
a perennare com'altri il loro nome, molto risi e alle lagrime vere; di togliersi a que-
meglio adoprerebbero ponendo profon-
si sta anarchia di lettere, di opinioni, di si-

do studio in qualche componimento sa- stemi, a quest'indisciplina, per venire alla


gro, che nelle fuggevoli amenità teatra- regolarità degli studi positivi". Neil' Al-
li. Poi toccando della manìa tedesca onde bum si leggonodiversi articoli riguardan-
sembra invasata l'Italia, mostra, senza ti la danza di alcune nazioni; quelli pe-
frodare della debita lode i tedeschi, stolto rò relativi alle danzatrici nostrali del cor-
essere musico italiano, che obliando il
il rente secolo, con alcune nozioni intorno
patrio vanto di melodia pretende sci miot- al dramma in musica posteriore alla dan-
taili pedantescamente nell'intralciatissi- za, la quale contribuì alla sua invenzio-
ma armonia. Dopo aver fatto voti perchè ne,sono nel 1. 1 3 , p. 4 ' 3, e nel t. i o, p.
tornino nelle nottre chiese capila vori dei i 333. Ivi si dice, che il ballo è un genere
secoli passati, tanto più esperti de'moder- di spettacolo più antico dell'opera, stan-

ni nell'esprimere il sentimento cattolico, do anche all'opinione del doltoorieutali-


scende per ultimo a ragionare del teatro, sla Morenas, che fa risalire l'esistenza del
mostrando tanto essersi perduto dell'ani- dramma lirico nell'India molto al di là
ma, quanto vi si è moltiplicata la mate- della spedizione d'Alessandro il Grande,
ria strumentale; tanto perduto di com- e Morenas vide rappresentare in variecit-
mozione, quanto accelerato colla rapidi- tà di quel vasto impero drammi cantati

tà delle volate, de'tnlli, delle ri (io ri lo re. con cori e sinfonie; sebbene gl'indiani ora
La musica in tal guisa è divenuta uno non sieno più inventori, né imitatori, in-
sforzo di agilità di gareggiare co'giocolie- differenti alle scienze e alle arti, già col-

li e saltatori: fa stordire per la celerità, tivate da loro con successo in epoca in


non intenerire pel sentimento: è rossigno- cui il velo dell'ignoranza copriva ancora
lo che canta, non s,\ì\ uomo ragionevole gran parte del resto del mondo. Adunque
che par la ed esprime. Conclude encomian- il dramma cantato, la specie d'opera che
do tre grandi moderni, paragonando il
i essi posseggouo,si vuole anteriore a tut-
Rossini a Colombo scopritore d'un mon- to quello che in questo genere produsse-
do novello, il Donizetli all'Ovidio della ro lealtre nazioni. La danza regolare non
musica, il Bellini al Petrarca, del quale ha potuto esistere senza musica; la me-
come imitò la dolcezza, così riuscì talvol- lodia segnò la cadenza, ed primi passi del i

ta alla sazievole sdolcinatura. Il teatro isti- duuzatore furono foruiati filile canzoni.
TEA TEA 23j
I greci rappresentarono delle azioni in IebreEmpusa. Questa danzatrice avea li-

pantomima, prima di recitare con melodia na tale mobilila di gesti, girava con tan-
Je loro tragedie. Al rinascere delle arti e ta velociti» che sovente le sue gambe e le
delle scienze si volle far risorgete il dram* sue braccia involavansi alla vista degli

ina declamato da attori che regolavano spettatori piti attenti, che alla fine non
i

la loro intonazione sull'accompagnamen- sapevano più ben distinguere la sua fi-


to della sinfonia: si volle fjr parlare una gura. A chi vide delle corse di carri, ciò
quantità di personaggi con cori di diver- non deve recar meraviglia: i raggi delle
si aveano pra-
caratteri, cou)e altre volte ruote girano con tanta prestezza ch'è im-
ticato Sofoclee Seneca. Aggiunge l'auto- possibile di distinguerli, o veder persino
re dell'articolo, die dopo aver per lungo se vi sieno. Snida, Aristofane e Eustazio
tempo cercato qua! fosse la tragedia gre- per meglio descrivere la prodigiosa leg-
ca, verso 4 r 5 si credè trovarla nell'o-
il i gerezza d'Empusa la paragonarono ad un
pera; ed applaudiamoci pure di questo er- fantasma. Il perchè la mitologia fece di
rore, giacché esso ci ha fatto conoscere un Empusa uno spettro, che Ecateo Proser-
nuovo spettacolo di molto superiore alla pina dea dell' inferno mandava agli uo-
tragedia in quanto alla forza dell'esecu- mini per atterrii li. La mitologia la dice
zione, all'apparato e alla verità dramma- un fantasma sotto la forma di femmina,
tica. 1 gran halli con macchine e decora- e di forme spaventevoli. Platone parlan-
zioni, ne'quali le paiole, o declamate, o do della danza dichiara esservi 3 parti do-
cantate spiegavano quello che il hallo non minanti nell'uomo: l'irascibile, il concupi*

avrebbe potuto con bastantechiarezzae- scibile e il ragionevole; che il mimo le rap-


sprìmere agli spettatori, erano conosciu- presenta tutte: l'irascibile nell'esprimere
ti anche prima di quell'epoca. Questi hal- il furore, il concupiseibilefacendo l'aman-
licontribuirono all'invenzione dell'opera te appassionato, ed il ragionevole quan-
molto più che non vi contribuì quello che do la sua parte non eccede i limiti dei
si sapeva della tragedia antica, e l'imita- sentimenti moderati. Il ballo classico e-
zione che se ne voleva fare. Poiché i gre- sige gioventù, vigore, bellezza di forme e
ci, i romani, gl'italiani, i francesi balte- di artificio. Le più famose ballerine che
rouo la medesima strada pel dramma re- calcano i primi teatri europei conviene
citato e cantato, è da presumersi che gl'in- pure che sovente si presentino al pubbli-
diani facessero altrettanto. Le baiadere o co colle loro mazurche, polke e stirienue,
danzatrici indiane, le quali si consacrava- perchè così vuole la moda, e guai ad una
no a onorar gli Dei, seguendoli nelle pro- danzante se ad essa non presentasse suoi i

cessioni ballando e cantando dinanzi al- sacrifizi. Si lamenta a' giorni nostri l'ec-

le loro immagini, rappresentavano pure cessive ovazioni e frenetici applausi, chei

un'azione con de'gesti e con de'passi pri- talvolta prodigarono ad alcune balle-
si

ma che l'opera seria o l'opera comica fos- rine, per mellifluità di smorfie mimiche,
se nata a BenareS o a Calcutta: bacco era e peragilità di danza; anche con modi de-
stato il loro maestro. Vuole Platone che gradanti la dignità dell'uomo, per quel
prima di formare lo spirito, si ponga tut- cieco fanatismo che non conosce freno.
ta la cura a mettere ben in ordine il cor- La stampa mora le con ti mia mente decla-
po. Si applaudono nostri ballerini quan-
i ma, che fra'numerosi agenti della pubblica
do girano sopra se stessi con una certa demoralizzazione, unoebe ha il suo centro
Le loro pirouettest dice anoni-
lapidila. I d'azione nellecitià, l'altro nellecampagne,
mo, non sono nullameno che giuochi da sono il teatro e lo spaccio ambulante dei
ragazzi, de'saggi di scolai uccio, se si pa- cattivi libri. Deplora eziandio la saggia
ragonano alla prodigiosa agilità della ce- stampa, che fino agli estremi ha spinto la
a36 TEA TEA
sfrenatezza moderno. Non havvi
il teatro vogenere,in quanto che offendono la buo-
passione perversa che un dramma non ab- na morale ed i costumi, mettendo in de-
bia glorificala; come non havvi nobile e risione principii che si debbono rispetta-
santa virtù ch'egli non abbia esposta ai re, e che intaccano in modo considerevo-
suoi ascoltatori nell'atteggiamento più at- le questa s. religione che professiamo; sa-
to a renderla odiata e beffeggiata. Il tea- pendo che compagnie drammati-
esistono
tro ha prodigato a piene mani gl'insulti che ambulanti, lequali dimentichede'pro-
a tuttodì) die è destinato alla venerazio- pri doveri e dello scopo della missione tea-
ne, e l'apoteosi a ciò che merita l'abbo- trale, si occupano a presentare al pubbli-
ininio. Ila oltraggiata la storia, alteran- co farse scritte incastiglianoe dialettoca-
dola per piegarla alle sue combinazioni talano, le cui produzioni altamente ripro-
drammatiche; ha oltraggiata la morale, va il grado di civiltà e di coltura, che van-
gettando lo scherno sui doveri della fa- ta il hanno indotto a or-
nostro secolo, ci

miglia; ha oltraggiata la fede, materializ- dinare quanto segue". Rinnovò quindi la


zando l'uomo, col portare a cielo i suoi prescrizione che non si possa fare alcuna
vizi, colmostrare ognora in aspetto sedu- rappresentanza,senza l'approvazione del-
cente le sue passioni. E a questa fonte che la censura teatrale, ne stabili le multe e
si dissetano tutte quelle immaginazioni penea'contravventori, proibendo di por-
alterate, cui le calme emozioni d'una e- re in iscena parodie che direttamente o
sisteuza onesta non giungono a render indirettamente oltraggino i principii re-
paglie; e la cui sete non può spegnersi se ligiosi, la sana morale ed i buoni costu-
non bevendo alla fiala ardente delle pas- mi; e chi si facesse ciò lecito, sarebbe car-
sioni scatenate. A questa scuola appren- cerato e posto a disposizione de'tribuna-
dasi come s'inganni un genitore, come si li criminali. Lo stesso Giornale poi del
deluda una giovaue, comesi burli un ma- i854 riferisce a p. 283, che nel marzo in
rito e peggio. Riporta il Giornale di Ro- Parigi fu con decreto de'ministri di stato
ma deli 852 a p. 3g4> che nell'aprile il e dell' interno costituita la commissione
ministro dell' interno di Parigi avendo incaricata di premiare in concorso le mi-
convocato direttori de'26
i teatri di quel- gliori opere rappresentate nell'anno de-
la capitale, espresse loro le intenzioni del corso sui teatri della stessa città, con 4
governo, per ciò che riguarda le tendenze premi: uno di 5ooo franchi all'autore di
spesso deplorabili della letteratura dram- un'opera drammatica di 5 o in 4 alti, in
matica contemporanea. Il ministro con verso o in prosa, rappresentata sul teatro
poche parole nette e precise espose loro, francese, e giudicata d'aver soddisfatto a
«piale egli f intendeva missione del teatro tutte le condizioni di scopo morale e di
e la sua influenza sui costumi, ed annun- uno di 3ooo franchi
brillante esecuzione;
ziò a 'direi lori stessi la sua risoluzione beu all'autore d'un'opera simile, almeno di
ferma, di non soffrire sulla scena nessuna 4 alti, che in differente proporzione ab-
opera capace di eccitare le passioni e per- bia corrisposto sul detto teatro alle stes-
pubblico. Narra il Gior-
'serlire lo spirito uno di 0000 franchi all'au-
se condizioni;
naledi /iV>//^deli853a p. o3o, che nel- 1
4 atti, rap-
tore d'un'opera simile di 5 o in
la Spagna il governatore civile di Barcel- presentata con buon successo in qualun-
lona a' 24 ottobre pubblicò la circolare que teatro eccettuato il suddetto, e ten-
che ripi oduce,agli alcadi de' rispettivi go- dente all'educazione delle classi laborio-
verni.» Gli scandalosi abusi che in alcu- se mediante la propagazione di sane idee
ni luoghi di questa provincia si sanno e lo spettacolo di buoni esempi; uno fi-
commettendo, col permettere le rappre- nalmente di 3ooo franchi all'autore ili

suuluzioui d'opere drammatiche di culti- un'opera ahueuo di 4 alti, rappreseulutu


TEA TE A 23 7
come sopra, che in qualsiasi genere nh- dia ebbe ostracismo, e s' incominciò a
1'

bia raggiunto in modo vicino alla prece- produrre drammi senza nomi, cui I im-
dente il medesimo scopo. Quindi il Gior- peratore ha assai bene definiti chiaman-
nale a p. 5|i racconta che nella seduta doli tragedie delle fantesche. L'oratore fe-
de'sr) maggio del corpo legislativo, nel licitandosi di vedere istituito un premio
discutere il bilancio pel l855 si fecero al- annuo per le opere d'alta portati dram-
cune osservazioni critiche intorno a'sus- matica, insistè perchè la tragedia ripren-
sidii accordali sui fondi del ministero di da il suo poslo di potenza intellettuale; ma
statoa molli teatri, dall'onorevole mem- disse che per conseguire questo scopo bi-
bro Belmontet. E per far apprezzare che sogna che i sussidii servano a ricostituire
il sagriiìcio de*2C) milioni latto dal i <S3o la potenza dell'arte e suoi prosperamen-
i

a vantaggio de'teatri sussidiati non ha im- ti. E tlopo d'aver ricordata la ripugnanza
pedito la decadenza dell'arte drammati- che Napoleone I manifestò pili d'una vol-
ca, l'oratore premise alcune considerazio- ta per certe teatrali produzioni, in cui l'in-

ni primordiali , sul carattere e lo scopo giuria era prodigata a'suoi nemici, l'ora-
delleletterein generee dell'arte dramma- tore fa le meraviglie, che la censura tea-
tica in ispecie.Quest'arte, disse, dovei co- traleabbia negli ultimi tempi lasciato Ira-
stituire un corso di buona lingua e di al- durre sulla scena in modo grottesco le te-

ta filosofia; che il teatro dev'essere scuo- ste più eminenti d'Europa. Vorrehbeche
la pratica e vivente, i suoi insegnamenti fosse stabilita una grande commissione di
forti, e sane le moralitèi. In mancanza di esame dell'operedraminatiche, e che fos-
teatri secondari, che, secondo la sua opi- se composta di membri tolti dal senato,
nione, sono divenuti botteghed'immora- dal corpo legislativo e dalla magistratu-
lità,vorrebbe almeno che grandi teatri, i ra. Sostenne per ultimo , che mediante

quelli che sussidia lo stato, fossero scuola buoni può far rifiorire la trage-
sussidii si

di buon gusto e di alla morale; e disse al dia in Erancia. Nel medesimo 853 la Ci - i

contrario, ch'essi si prostituiscono troppo viltà cattolica, 2/ serie, t. 3, p. 208, ci


spesso alle teorie del vizio piacevole. E disse quali furono teatri del Piemon- i

occupandosi specialmente di ciò che con- te in quest'ultimi anni, colle parole del
cerne la tragedia, l'oratore ricorda il gu- cav.Galvagno ministro degl'interni, in una
sto particolare che Napoleone I avea per circolare del 1 852 agl'intendenti sopra la

questo genere di letteratura; lodò questo revisione teatrale.» Le produzioni teatra-


principe d'aver all'ombra della gloria fat- liche ora godono d'un maggior credito,
ti rifiorire i capilavoi i dell'arte tragica, e sono generalmente informate da un per-
d'aver messi in onore i grandi maestri di nicioso scetticismo intorno al principio
quest'arte; dice che Corneille ha insegna- della domestica autorità, oda una mal'in-
to alla Francia il grande, Piacine il bello lesa ammirazione per tulli gli alti delle

e il puro, e vorrebbe che gli studiosi fos- passioni più sfrenate ... Quindi le nostre
sero chiamati alla contemplazione di la- scene rigurgitano de'diammi che" tanno
li capilavori drammatici, per la cui rap- l'apologia de' duelli, del suicidio, dell'a-
presentazione lo stato ha credulo prodi- dulterio, e che in genere mostrano 1 uo-
gar sussidii. L'oratore avendo chiesto per- mo soggetto alle proprie passioni come
chè quest'alto protettorato fu sì mal com- ad una specie di fatalismo". Indi osserva,
preso; rispose, perchè erasi perduta la tra- che non visi pose in fatto riparo, solo il mi-
dizione del grande a forza di mostrare spi- nistero prese lo spedienledi assegnar va-
rito; che ìldecadiniento morale derivò dal ri premi agli autori di que'lre o quattro
decadimento politico: l'altra scuola fran- drammi che ogni anno fossero giudicali
cese essersi perduta col t'impero; la Lrage- iniglioii sotto l'aspetto dell'arie e della
238 TEA TEA
buona morale; enei far questo il minisit'0 mimi, quali snervavano
i la virtù del po-
si vide cosi retto di confessare che ne'lea- polo con loro baie invereconde, o ne of-
fri di Piemonte » ol vero si è sostituito lo fendevano le dignità colle satire imperti-
stra vagante, al buono il tornaconto di cer- nenti. Né solo vegliarono a castigare il

ti partiti sotto specie di alti intendimeli- teatro le leggi, ma a difesa di esse alto le-
ti sociali, al bello le lusinghe di smodale varono imperturbabili la voce i savi d'o-
passioni". L'attualee deploranda condi- gni tempo, indicando il pericolo che so-
zione e natura del teatro, conosciuta dai vrastava al buon senso e all'onestà pub-
governi e da'saggi, fu presa seriamente in blica, e distogliendo buoni cittadini dal-
i

considerazione anco dalla Civiltà cottoli- la scuola di malvagità che sono teatri i

co, siccome coerente al suo lodevolissimo corrotti. Quest'ufficio cos'i geloso di pub-
istituto e tutta intenta a propugnare la blici censori, ne' tempi in cui viviamo,
vera civiltà e il catolicismo dell'umana l'hanno assunto in parte molti giornalisti,
società, nello stretto salutare loro senso; non pochi de'quali si dierono il vanto di
quindi la 257, della a."
discusse nel t. 5,p. sentinelle avanzate della civiltà, per gri-
selle, con franco discorso che disvela le dare l'allarme nello scorgere d'insidie e
principali piaghe del moderno teatro, col di pericoli. Taluno con filosofica gravità
titolo ti i £ ii censore de teatri: nel Gusto rivelò all'Italia, Le piaghe del teatro i-

letterario, ne\\' Indole patria, nell'Idea toliono, per l'arte comica e drammatica
politica, nel Sentimento morale, nella dal i
847 circa in poi; ma le indagini di sì

Frequenza de' teatri con che si chiude gran malesi limitarono all'ignoranza let-
l'impoi tanteargomeiitoesi scioglie il pio- teraria, psicologica e fisiologica, in cheso-
blema, traendosene le conseguenze prati- no i comici e tragici attori che recitano
che nella conclusione, sotto la denomina- sulle scene. Nulla si dice, dissimulandosi
zione: Lacensura,i promotori.e gli spet- da molti, delle piaghe più purulenti ecan-
totori. Pel tanto sin qui detto in questo erniose degli scandali, inverecondie, ven-
ampio e complicato estesissimo a rgomen- dette e tradimenti che si mostra no al pub-
to, ormai appena mi è lecito dare un'i- blico sulle scene e ne'librelti diesi stam-
dea generale di questo scritto, con seni- pano; senza considerare l'erudizione let-
plici e fugaci estratti, con pena dovendo teraria e la morale, solo si prende in mi-
sagrificaie leprove de'fatti, tacendole per ra il buon gusto in letteratura. In gene-
brevità. Il teatro italiano è un gravissimo rate, quanto al gusto letterario del tea-
argomento e degno di tutta la considera- tro , le opere di prosa che vanno ora in
zione del filosofo e del politico cristiano, iscena, almeno in diversi slati, sono mi-
Sono i teatri quel sensibile linguaggio, col sere traduzioni di moderne commediole
quale s'introducono nelle varie classi del francesi, ove né il filo è semplice, né lo
popolo la verità o gli errori, si destano le scopo dell'azione è decoroso, né i senti
passioni alla virtù o al vizio,propongo- si menti hanno leggiadrezza e candore, né
no aH'nmitazione buoni o malvagi esem- il linguaggio è nostro. Ivi non si svolgo-
pi: ne ciò con ordinaria efficacia. Impe- no tranquillamente le vicende d'un'azio-
rocchè, circondando di soavi attraimeli- ne, ma si rappresentano a salii alcuni fat-
ti le rappresentanze teatrali, si fa servire ti d'una lunga serie d'anni e spes-
isolati
olla persuasione il più forte stimolo d'un so d'una vita intera, a'quali con ragione
animo volgare, qual è il diletto. Onde sa- si dà nome di quadri scenici: mancano
vio avvedimento degli antichi legislatori d'ogni verosimiglianza e probabililà.dau-
fu già di frenare con buone leggi la liceo- dosi a'personaggi temperamenti eccessi-
za de'commedianti e depoeli dramma- vi e bizzarri; non proprietà o naturalez-
tici; e spesso furono messi al bando quei za di modi, in una parola ogni ragione
T E A T E A 23g
«lei bello è cancellala, unicamente mirali •
suoi costumi, dappoiché ogni dramma o
dosi a sbalordire gli spettatori con ina- corregge i vizi, o desta le passioni della
spettate stranezze. Si contamina in tal ino- moltitudine, ne la coi lezione, né l'eccita-
do il teatro, mentre nella contemporanea, mento seno o probabili se non si
utili ,

letteratura si hanno egregie commedie i- tocca quello che più da vicino e diretla-
I. diane, che attingono a' nostri costumi, mente riguarda il popolo a cui si (avella.
con lepore attico, gai ho di scene e vaghez- Allora solamente sarà consentito di tra-
za di Le commedie transalpine e
stile. sportare gli spettatori lontani dalla loro
transmarine ci van corrompendo gusto, il terra e fuori delle loro costumanze, (pian-
to riducono grossolano. Più frequenti del- do fosseaperlissima la relazione che la fo-
lecommedie sono drammi lirici o ine- i resliera azione si paino e dome*
unisce al

lodrammi in musica, nella più parte del stico vantaggio. Sventuratamente non av-
Romani, del Camma rano, del Rossi, del viene cos'i ora nell'Italia, tranne i picco-
Giuliani, del Ferretti, del Mafiei, del Pia- li teatri del popolo più minuto, ove d'or-
te, e di qualche altro scrittore di minor dinario le rappresentanze sono cadute al
conto. Meno poche eccezioni, d'ordinario fonilo, per dipingersi costumi sconci eab-
nella favola o tessiluia, o alterazione sto- bietti, ovedel sentimento pai rio non por-
rica, più rivali anelano ad una mano; un gesi che la scorza più lorda, ove infine
genitore per orgoglio, o avarizia, o \en- si cerca di guastar vieppiù la genie voi-
tletta, o capriccio avversa le geniali indi- gare e abbassarne l'animo. Ad eccezione
nazioni della figlia; alcuni episodii,un pa- di questi perniciosi teatri, gli altri o me-
io di duelli in fine e un paio d'ammazza- no plebei o più nobili s'adornano di fa-
nienti, per lo meno, sono tutta lasuppel- \olefoi essere, prnpongouoeseinpi remo-
lettile de' drammi: l'indole
vagheggiali ti dalla nostra civiltà, imitano una bar-
poi de'personaggi, comunemente, gli af- bara invasione, trasferendoci a secoli ere-
felli, i sentimenti sono diversi assai dalla gioni remoli, a rimembranze morte osca-
nostra. Dove un umore festoso e ci ude- dute, senza destare un sentimento. Vi so-
le,amoroso e scellerato; dove dissimula- no argomenti italiani e ricevuti con pia-
zione di donna a lungo protratta odio , cere dagli spettatori, ma sono i più rari
profondo ,desidei io pungente di vendetta, e i più viziosi. L'idea politica de'dram-
Guardatopoi teatro moderno sotto la-
il mi presenti italiani non è solamente inen
spetlo letterario, esso è meschino, inele- buona, ma guasta ed enoimemente cor-
g:mle e vizioso, pieno di parole con falsi rotta, ancorché moderati da quali he di-
significati, con istrani e forestieri innesti, sciplina pubblica. Sembra che il fine se-
Nell'aspetto patrio de'uiodei ni teatri, so- greto della maggior pai te delie correnti
no essi remoli dal vero e giusto spirito e più volgari produzioni, quellosiadi scre-
ciltadino e nostrano, che dovrebbero le- dilare l'autorità, d'infamare i nobili, di
nei vivo nel popolo; mentre i drammi o- sollevare gl'irrequieti spiriti del popolo;
i iginati dal culto leligioso, s'ingrandirò- mettendo in vista i delitti di questo oquel
no coll'amor patrio. Ciascun popolo in o- pi incipe, le infamie di questo o di quel-
gni età ebbe ne 'teatri l'eco de'propri co- l'ottimate, le violenze sonerie da questo
stumi, tendente e vizi, perché quasi sem- o da quel popolano. Rarissimamente si
pie i poeti comici attesero a coi reggete rappresenta un principe con aspetto no-
i loio spettatori, o conduceudo sul palco bile, generoso, disinteressato, umano; ma
scenico i laidi e deformi loro vizi per pa- ordinai iamente adultero, sdegnoso, ven-
lesai ne la bruttura, o i buoni costumi per dicativo, ingiusto, crudele, malvagio. Ad
Confermarli nella comune usanza. Il tea- eccitar gli animi a rivoltarsi, di lieqiien-
tro d un popolo fuoguora il riscontro dei le si rappresentano congiure ordite per
a io TEA TE A
riscattarsi dall'oppressione de'prtncipi e bandonarlo ad una totale libertà , bensì
grandi baroni, posti sulle scene in atto di potrà sempre attenuarne la perniciosa in-
fareil thanno,con allegorie e allusioni ma- fluenza almeno nell'immediato suo edit-
nifestissime. Pascendo quotidianamente to. Altra piaga del teatro è il Lusso (!".)
le fantasie d'un popolo con simili imma- che vi si ostenta anche da chi non può
gini, grandemente ci scapita la riveren- farlo, fomentando la vanità femminile i

za all'autorità, la soggezione alle leggi, la teatrimolto illuminati, esseudosi osser-


pazienza nelle sventure, la virtù del sud- vato che prima che lo fossero il rovino-
dito fedele. Alle discorse piaghe del tea- so lusso era minore. Riprovò il lusso ai
tro, la peggiore è sentimento morale,
il nostri giorni anche il Belli, Sul digiu-
manifesta essendo nelle malvagie rappre- no, p. 88 e seg. Terminerò col ripetere un;»
sentanze l'immoralità che si propone al grave esclamazione e deplorazione del
popolo, sia negli esempi, sia ne'principii; marchese Selvatico, pronunziata nel Di-
e ne corrompe non meno il cuore, che il scorso letto nella distribuzione de'premi
giudizio pratico e speculativo. Non solo nell'accademia delle belle arti a Venezia
vi si dà l'esempio cattivo e lo scandalo a'20 agosto i854, cue l'encomiato cav.
pericoloso, ma vi s'insegna altresì colle in- Cantù ripetè a p. 18 di sua Cronaca, nel- 1

sidie la maniera più accorta di fare il ma- l'articolo Belle arti: Protezione agli ar-
le, anzi puhblicandoloper bene e per van- tisti. » Povero artista! Quand'egli pensa,

to. Quindi parricidii, seduzioni, adulterii, che l'oro e gl'incensi un dì consecraligli


avvelenamenti, suicidii, duelli, uccisioni, dalla patria, son gettati adesso a' mimi,
tradimenlijodii e furiose vendette che fan- a'cantori e all'effimero lusso di fuggitive
no abbrividir il sanguee arricciare i peli, pompe teatrali; quando egli rammenta,
dal ribrezzo e dall'orrore di tante fune- che là dove un giorno la gloria lo avreb-
ste e feroci azioni. Questi rei esempi si be coronato d'allori, la fortuna di ricchez-
producono per avvezzare gli spettatori al- ze e di gradi, ora si aggirano pochi ami-
le iniquità rappresentate, nelle quali si ci ad attorniarlo". Degl'impugn.ilori del
congiuugono la loro difesa e apologia, in- teatro, oltre il detto in principio, si può
vece di riprovaz/one. All'ira dunque das- vedere il Zaccaria, Storia lette/aria d'I-
si amplissima ove trion-
nel teatro palestra talia, t.
7, p. 44^j cne C1 ' a e P"'l a di di-
drammatici, scusata ed ezian-
fa negli eroi verse opere, come Della cristiana mo-
dio encomiata, a dispetto della ragione e derazione nel teatro, del p. Ottonelli. Ab-
della divina legge; e tutto questo ne'tea- biamo pure di mg/ Giovanni Marchetti:
tri d'uu popolo cristiano, con insulto in- Riflessioni sulla questione morale circa
verecondo continuo del sentimento reli- ì teatri, Colle 1 82 1; e quelle opere del p.
gioso, il quale fu in ogni età e presso o- Concilia e del p. Bianchi, che ricordai
gni popolo rispettato, con giusto fremito nelle loro biografìe.
de'sa v^che deplorano il complesso de'ma- Degli anfiteatri e. particolarmente
li che recano la frequenza de'teatri, e mos- di Roma.
sero i governi a raddoppiare la loro vi- Il nome di anfiteatro è di origine gre-
gilanza su di essi con discipline morali e ca, sebbene i greci non fossero gl'inven-
politiche,acciò presentino ai sensi e all'im- tori della fabbrica che lo portava, poiché
maginazione la virtù, perchè cosi le pas- fu questa tutta d'invenzione romana, co-
sioni sensibili aiutino la volontà ragione- ma sostiene il Nibby, Roma nelV anno
vole a praticare il bene. Se la censura non 1838, par. ." autica, Degli anfiteatri, p.
1

potrà del tutto rendere morale il teatro, 873. I greci chiamavano Spectaculum
poiché corrompe troppo visibilmente i una fabbrica o un luogo di forme e parti
pubblici costumi e perciò non è lecito ab determinale,uel quale davauo rappreseti-
T E A TEA 24t
drammatiche, nome che venne a-
Iasioni protettore de'cavalli e che secondo l'an-
dottato da'i'omani, che lo tramandarono tica teogonia, ramo della teologia paga-
a'popoli moderni, eguali chiamano Tea-
i na che insegna la gencologia degli Dei,
tro l'ed.fizio dove si vanno a godere gli fece sorgere quel quadrupede nel contra-
spettacoli scenici. E come il nome, così sto con Minerva; e ne trattai anco a Sa-
pine la forma fu seguita, la quale di na- bina pel clamoroso rapimento di sue don-
tura sua è semicircolare, piìi o meno geo- zelle.Il i.° circo fu il Massimo stabilito da

metrica, forma procedente dall'uso, poi- Tarquinio Prisco, successivamente furo-


ché nella parte semicircolare o curvili- no edificali circhi di Flaminio, di Flo-
i

nea siedono gli spettatori, e nella retta che ra, di Sallustio, di Caio Nerone, di Adria-
unisce l'estremità del semicircolo, gli at- no, di Eliogabalo, di Alessandro Seve-
tori danno le loro rappresentazioni. Ma i ro, di Romolo figlio di Massenzio e detto
giunchi che davansi nell'anfiteatro esige- di Caiacalla. Di questi e) circoli erano af-
vano uno spazio maggiore di quello del fatto pubblici il Massimo, il Flaminio,
teatro ordinario, e perciò rimanendo inu- quello di Flora e quello di Alessandro:
tile la parte rettilinea, e dall'altro canto gli altri erano dentro i giardini imperia-
esigendo la natura de' giuochi uno spa- li), solo edilìzio pegli spettacoli che allora
zio piuttosto circoscritto, enon soverchia- in Roma esistesse, furono uccisi a colpi

mente vasto, venne l'idea d'unire insie- di strali. Quello spettacolonon fu una cac-
me due teatri. Da tale unione derivò un cia, ma un macello, perchè romani vol- i

edilìzio di forma eliltica ossia ovale, la cui lero sbarazzarsi di quel peso, che non po-
area interna fu destinata a piazza pegli tevano mantenere, ed assuefare la vista
spettacoli, ed i sedili disposti intorno pegli a qui Ile grandi moli, che doveano soven-
spettatori presentaronol'aspettod'un tea- te combattere a campo aperto. Da tale
tro in giro, e perciò si die nome di Ani-
il circostanza nondimeno cominciò a insi-
phitheatrum a tutto l'edilìzio, nome che nuarsi negli animi del popolo il traspor-
iromani composero delle voci greche Cir- lo per simili giuochi, che le guerre co'
cum, Spectaculum, cioè un luogo da ve- cartaginesi alimentarono. Poichèquel po-
dere da ogni parte. I greci facilmente a- polo faceva divorar dalle fiere i ribelli,

dotlarouo questo nome così direttamen- e così puniva Amilcare mercenari in- i

te procedente dalla loro lingua; conside- sorti che faceva prigioni, esponendoli vi-
rando peiò ch'era particolarmente desti- vi alle bestie feroci, crudele costume da'

nato all'uso della caccia di helve, lo ap cartaginesi portato dall'Asia, dond' era-
pellarono ancora Teatro da caccia. Cir- no originari e ove si usava in tempi re-
ca tale destinazione particolare degli an- moti, come apparisce dal profeta Danie-
fiteatri, per la quale vennero inventati, le esposto a'Ieoni. I greci ne presero il co-
Nibby i icorda, che nel Ì02 di Roma L. Stume da' persiani, onde alcuni ad c>m at-

Cecilio Metello proconsole e pontefice, re- tribuirono l'invenzione di tali spettacoli.

duce dalla Sicilia, dove avea riportato la Introdotti in Roma, essa nel suo anno 568
1.'
vittoria segnalata di Palermo, condusse per M. Fulvio Nobiliore vide per la

in Roma l43 eh lauti presi in quella cir- volta lo spettacolo degli atleti, e la cac-
costanza a 'cartaginesi, i quali introdotti cia de'leoni e delle pantere. Allora, co-
nel Circo Massimo (ilei quale e di altri cir- me poi, si fecero venir dall'Africa, senza
chi parlai a Roma e articoli relativi, e gli badar alla specie e perciò denominate hel-
spettacoli piìi antichi ch'ebbero i roma- ve africane e lybicae. 1 romani ad esem-
ni furono quelli del circo, poiché Romo- pio de'cartaginesi, ad esse esposero i di-
lo stesso gl'introdusse quando celehrò le sertori stranieri e i fuggiaschi : lale pena
leste consuali a onore ili Nettuno, uume fu poi eslesa a'eittadini romani nelle pio-

VOL. LXX1I1. 16
>.'
v >. TEA TEA
viride. Tania magnificenza di giuochi ari- insiemela comodila del teatro pegli spct-
dò crescendo, volendo chi li dava sorpas- talori alla vastità del circo pegli spetta -

sai- sempre qne'chegli aveano preceduti, coli, vaslilà che però doveasi aneli' essa
Scevola nella sua edilità die pel i
."
la cac- ridurre in modo che
più circoscritta fo.s
ria di molli leoni, eioo n'esihi Siila nel- se l'arena. L' idea della nuova fabbrica
le feste di sua pretura,, e fu allora che per fu fornita da'giuochi splendidi dati verso
lai." volla lasciati sciolti nell'arena del l'anno 69^ di Roma dal sunnominato C.
circo, furono dati da uccidere ad arcieri Scribonio Curione pe'fnnerali del padre,
spedili a ciò dall'Africa dal re Bocco. Sor- poiché non potendo sorpassare Scanio
passò questa splendide/za Scauro perla nella sontuosità de' giuochi, procurò vin-
sua edilità, mostrando i5o belve africa- cerio coli' artifizio ; laonde costruì due
a
ne, e per la i. un ipopolamo e 5
volta grandissimi lentri di legno, uno all'altro
coccodrilli, pe'quali scavò un canale. Più addossati, perchè lo strepito di que'che
sontuose ancora furono le feste che die sedevano nell'uno non recasse fastidio a
Pompeo nel circo per festeggiarla dedi- que'che stavano nell'altro: e questi due
cazione del suddesciitto suo teatro, in 5 teatri giravano sopra un bilico, onde ter-
giorni essendosi uccisi 5oo leoni, e nell'ili- minatele rappresentazioni drammatiche
limo 18 elefanti attaccati da' legionari, e mimiche si disfacevano le scene, ed i

(ViulioCesare ne diede altre più grandi e due emicicli con tutti gli spettatori chiù-
magnifiche, allorché dedicò il suo Foro devansi insiemee formando un teatrocir-
e suo tempio a Venere Genitrice: du-
il colare presentavano nell'arena un cam-
rarouo 5 giorni, si fece spettacolo d'una pò dove si potessero dare i giuochi gla-
girafla, e in fine tolte le mete ebbe Ino- diatorii. Meccanismo sorprendente, che
go un fìnto combattimento di 5oo fan- Plinio non sa dichiarare, se meritasse più
ti,3oo cavalli e 20 elefanti. giuochi cir-
1 ammirazione 1' inventore o il ritrovalo,
censi erano, come gli altri, parte della re- l'artista o chi l'eseguì, il coraggio di chi
ligione presso romani, quindi venivano
i l'ordinò, o l'imperturbabilità del popolo
da ceremonie religiose preceduti, e par- romano, che si sottomise ad un esperi-
licolarmente da una specie di processo- mento così rischioso. La macchina agì per
ne detta pompa; quindi si facevano le cor- due giorni, ma nel 3.° non si osò di farla
se de'carri e de'cavalli, le oorse a piedi, girar di nuovo, e lasciati due emicicli i

poi il pugillato e la lotta, tutto con ispet- congiunti si costruirono in mezzo ad essi
tacolosa magnificenza. Ne'circhi si face- le scene temporanee che poi si disfecero,
•va pure lo spettacolo Ludiis Trojae, i- restando sempre fermi gli spettatori. Nel-
slituito da Enea, e consisteva in una spe- le indicatefestedate da G. Cesare nel 708
eie di cavalcala eseguita da garzoni di fu eretto ad esempio di Curione un an-
due eia diverse, che facevano vari eser- fìtealro di legno, e nel 724 Tito Statilio
cizi ed evoluzioni. Servì pure il circo pe' Tauro ne costruì uno di pietra nel Cam-
giuochi venalorii e gladiatori^ comuni pò Marzo, e successivamente ne venne-
iigli anfiteatri. Essendo giunta tan t'oli re ro fabbricati altri ne' municipii e nelle
la magnificenza di epiesti spettacoli, e di- colonie italiche, come pure nellealtre cit-
venendo ogni dì più comuni, siccome gli tà dell'impero. Ove fui 0110, ne'rispettivi
edilìzi destinali a'giuochi, come i circhi articoli li ricordai, così descrissi i gran-
ed non presentavano la comodi-
i teatri diosi avanzi de'superstiti, ed altrettanto
là opportuna per darvi le caccie, e d'ai- praticai co'circhi e co'teatri. Degli anlì-
Ironde non offrivano la sicurezza neces- teatri specialmente a Poi.A,a Verona, a
saria pegli spettatori, perciò fu d'uopo Rimiri, a Capua, a Sutri. In quesl'ulti-
immaginare un edifìzio nuovo che unisse ino articolo descrivendo l'imponente suo
TEA TEA 243
anfiteatro, lo dissi interamente scavato belve, a' giuochi gladiatori! ed alle finte
dentro il colle tufaceo, riportando le o- battaglie navali, e Roma
ebbe pure due
che l'attribuiscono agli
pi n ioni di quelli naumachie. E combattimenti
quanto a'

antichi etruschi, e di quelli che nedico- de'gladiatori, questi allorché furono in-
tio edificatore lo stesso Statilio Tauro. A trodotti in Roma l'anno 4qo dopo la fon-
sostenimento della prima opinione si ri- dazione della città da'due fratelli Bruti
porta la testimonianza di Milizia.» pri- I Marco e Decimo o Decio, onde onorare la
mi anfiteatri romani non furono che va- memoria del padre, furono dati nel Foro
ste piazze sca vate nella terrario ve gli spet- Romano, e poi sino all'epoca d'Augusto
tatori sedevano intorno i gradini di ter- solevano darsi ne'fori, a segno che Vitru-
ra erbosa. Più gradini vi si volean fare, vio dice che in Italia foi doveano farsi
i i

più si approfondava lo scavo. Si fecero non di forma quadrata, come nella Gre-
indi gli scalini di legno che si levavano fi- cia, ma quadrilunga, perchè per uso in-

nita la festa; ma per gl'incendii ed i fra» veteralo vi si davano gli spettacoli gla-
cassamene, fra' quali fu terribile quello diatori!. E in fatti quelle piazze circon-
clif idene, dove morirono migliaia di spet- date da portici a due piani, e da edifi/i
tatori, si fecero costruire di pietra". Da pubblici con portici anch'essi e gradini,
ciò alcuni ne ritraggono la conseguenza, favorivano il concorso del popolo a quegli
che dove vi fosse stato comodo si scavas- spettacoli, che si davano gratuitamente;
sero anfiteatri nel tufo anche da'romani ma dopo la costruzione degli anfiteatri
ad esempio degli etruschi. Anche Ancona siriconobbe in questi edifìzi maggior con-
ebbe un rinomalo anfiteatro, e sul quale venienza e maggior comodità per tal uso,
abbiamo: Lettera dell'ab. Leoni istorio- e lungo sarebbe descrivere quali e quau-
grafo anconitano risguardante V anfi~ to grandi spettacoli di tale specie si des-
,
teatro yincona,\v\iS i, con tavole. Si i sero nell'anfiteatro Flavio di Roma, dal
osserva ancora, che Vitruvio, quel grande momento di sua dedicazione, fino a quel-
maestro dell'a rie archi tettonica, con tem- lo dell'abolizione definitiva di tali giuo-
poraneo d'Augusto, ci lasciò precetti per chi sanguinari sul principio del secolo V
costruire ogni sorta di edilizi, fra'quali i dell'era nostra. Anche finte battaglie na-
teatri murati; ma nulla disse degli anfitea- vali o naumachie furono date negli an-
.'
sebbene li ricordasse incidentemente
tri, fiteatri. Questi spettacoli furono per la 1

parlando de'lempli d'Ercole, senza però volta introdotti daG. Cesare oe'gran giuo-
rimarcare se di pietra fossero o di legno. chi ricordati per la dedicazione del suo

Tutti gli anfiteatri che si conoscono so- foro; e poscia furono ripetuti dal nipote
no posteriori non eccettua-
a quell'epoca, Augusto, il quale non solo scavò presso
to l'anfiteatro Flavio o Colosseo di Ro- ilTevere nelle vicinanze del suo Mauso-
ma, succeduto al Tauro, secondo il pa- leo uno stagno temporaneo, .ma ancora
rere di molti. Narra Nibby,che Augusto, costruì appositamente un edilizio sulla
alle cui insinuazioni Statilio edificò il suo sponda transtiberina presso giardini di i

anfiteatro, ebbe il progetto di costruii ne Cesare, e detto Stagnum Vavale. Li die-


uno degno di Roma nel centro della cit- rono poi Tito, e il fratello Domiziano nel-
tà, dove poi fu da Vespasiano eretto il l'anfiteatro Flavio, anzi il 2. °
imperatore
Flavio; quindi egli crede potersi stabili- sembra che altamente li amasse, poiché
re la massima, che ninno degli anfiteatri espressamente scavò un gran stagno pres-
superstiti d'altrove sia anteriore alla dit- to il Tevere, e edificò ancora una nau-
tatura di G. Cesare. Immaginata questa machia, che poscia fu demolita e fornì ma-
nuova specie di fabbrica per darvi spet- teriali pel eslauro del Circo Massimo fat-
1

tacoli, 1' uso ne fu esleso dalle caociedi ui da Traiano. ^ eueudo a'pat liculuii di
244 TEA TEA
questi giuochi diversi che (lavatisi nell'an- sì detto per contenere belve vive, ampio
fiteatro, / enatio appella vansi quelli pro- edilìzio con celle pegli animali feroci ; e
priamente delle belve, perchè figurava campi e selve pel nutrimento de' cervi,
una Caccia: Munus il combattimento de' delle damme, delle lepri e altre bestie sel-
gladiatori, perchè riguardavasi come un vatiche, che si esibivano ne'giuochi. Que-
officio a 'morti, ovvero perchè era un re- sto gran vi vario stava verso le porte Pre-
galo che (lavasi al popolo: e Naumachia neslina e Maggiore, e custodito era da'
quello delle navi. Come gli altri spetla- soldati dellecoorti pretorie e urbane. Col-
coliformavanoquestipure parte della re- le stesse gabbie si trasportavano le belve
ligione pagana, ed erano sagri, la caccia dal vi vario all'anfiteatro o al circo, espo-
a Diana, e il combattimento gladiatorio a nendole nel dì precedente alla vista del
Marte. Questi giuochi durante la repub- popolo nell'arena e quindi si ritiravano.
blica furono dati particolarmente da co- Questo spettacolo presentava punti mol-
loro eh' erano rivestili da magistrature, to variati, voli, scene mitologiche, come
specialmente dagli edili per accattivarsi Orfeo attirante le belve colla melodia del-
la benevolenza del popolo, e farsi così stra- la cetra e della voce; Prometeo che la
da alle magistrature supreme:
tempo in favola dice che pel primo formò l'uomo
poi dell'imperodagl'imperatori eda quel- di loto, e avendo irritato Giove, questi
li che venivano promossi al consolato. Le da Mercurio lo fece condurre sul mon-
occasioni iu che si davano giuochi era- i te Caucaso e 1' attaccò a una rupe in cui

no di due specie, altre di data determi- un avoltoio dovea divorargli eternamen-


nata, come lefeste, il natale de'Cesari, gli te il fegato. Sovente pure l'arena cam-

anniversari di qualche avvenimento fau- biavasi in selva, o aprivasi in una vo-


sto ec; ed altre di data incerta, come l'as- ragine dalla quale uscivano belve. Né
sunzione all'imperooal consolalo, la de- sempre combattimenti erano cruenti,
i

dicazioned'una fabbrica pubblica, la par- poiché di frequente consistevano in lotte


tenza dell' imperatore per la guerra, la fra bestie innocue a vari giuochi adde-
vittoria, il trionfo, i Umerali di personag- strate; talvolta con queste si univano fie-
gi ragguardevoli ec.Soveute pur accade- re, ma ammaestrate a non nuocere. So-
va che i ricchi lasciavano alle città in te- vente però i giuochi erano cruenti con
stamento legati per la celebrazione di tali combattimenti fra belve, o attaccaudole
giuochi. Varie provincie dell'impero, ed gli uomini armati magnificamente a pie-

anche paesi stranieri fornivano le belve


i di e a cavallo, con aste e strali scaglian-
pe'giuochi di Roma e di altre città poste dosi sulle belve, mostrando insieme arte
sottola dominazioneromana:gli orsi trae- e coraggio, comechè a ciò istruiti e non
vansi da' boschi della Caledouia e della condannati a morte. Bensì talvolta il com-
Pannonia, i leoni e le pantere dall'Afri- battimento non era volontario, ma obbli-
ca e particolarmente nella Tengi tana: dal- gatorio in pena a'servi colpevoli da'pa-
la Persia venivano le tigri : dall'India il droni, o dall'autorità pubblica a' delin-

crocola e il rinoceronte: dall'Egitto i coc- quenti. I rei poi di delitti gravissimi non
codrilli e gl'ipopotami. Le cacciedi tali aveano scampo, ed erano inermi e iegali
belve facevansi fare da chi voleva dare i esposti a tal pena, dandosi però allo spet-
giuochi, ed eranvi appositi cacciatori per tacolo l'apparenza meu triste. I cristiani
pigliarle senza danneggiarle e saperle con- erano sovente condannati ad esser divo-
durre a Roma, con barche o carri, legate rati dalle fiere, colla gloria del martirio,
o chiuse in gabbie rozze di legno, indi si come lo fu s. Ignazio d'Antiochia nell'an-
depositavano iu luogo sicuro, ed in Ro- fiteatro Flavio, le ss. Perpetua e Felicita
ma era vi perciò il recinto Vivarìum % Gn* iu Africa, ed altri molli. Costantino 1 il
TEA TEA 245
Grande moderò i giuochi delle fiere, e e gentile. avverte clies. Telemaco è chia-
vi tolse il crudele, riduceiuloli a spetta- mato ancora col nome di s. Almachioo
colo apparente e di caccia sicura, e così Almacchìo ( I J.e ne parla ili.°gennaio,
fu continuato ne'secoli IV e V; finché ca- dicendo che il suo culto fu introdotto nel-
cluto l'impero d'occidente nel 4?6 non la piccola chiesa dell'anfiteatro dal servo
furono aboliti e si continuarono sotto i re di Dio p. d. Carlo Tommasi teatino, il qua-
goli, ma dopo il 5 q e 5s3
1 ili nostra era, le nell'ingresso dell'anfiteatro vi alzò lo
altri non ne ricorda la storia. I gladiatori stendardo della ss. Croce, per la cui dife-
dalla Campania introdotti in Roma, era- sa quivi si sparse tanto sangue innocen-
110 una chisse di gente che davasi a tal me- te da' più valorosi campioni della Chie-
stiere, ed luoghi pubblici destinati in
i sa. Le naumachie si dierono di rado 11 e-
Roma pe' loro esercizi e abitazione, ap- gli anfiteatri, non presentando 1' arena
pellavansi Ludi t
a foggia di piccoli anlì- spazio sufficiente per l'ordinamento dei-
teatri, chiamandosi i loro maestri hard- le navi e le manovre. Le parti costi-
stae. Simili a'pubblici erano Ludi pri-
i tuenli gli anfiteatri erano esterne e in-
vati de'grandi, e Cesare in uno di Capua terne: alle prime appartenevano le ar-
ila vea riunito 5ooo gladiatori, occorren- cuazioni che formavano portici a più
do spese enormi per mantenerli e stipen piani per la comoda comunicazione de*
diarli. Talvolta a tal mestiere erano dan- gradini interni, e per servir di ricovero
nati gli schiavi, i prigionieri, i delinquei!- agli spettatori in caso di pioggia. Queste
ti, e questi a tempo o a vita. La loro di- parti esterne erano costituite con corri
sciplma teneva alla militare insieme alla doi per passeggiarvi che si chiamavano
servile, giurando i gladiatori allorché e- ambulacra: di accessi in piano alle scale,
ratio ingaggiati, dovendo prestar ubbi- che appellavansi itinera: e di scale, sea-
dienza cieca al loro signore: ve n'erano lae, onde salitegli scalini. Le parti inter-
a piedi, a cavallo, sopra i carri, più nu- ne principali erano l' drena e la cavea:
inerosa essendo la classe di quelli a pie- e quanto all'arena essa era di forma eli t-
di: specialidenominazioni li distingueva- tica ossia ovale, e nell'asse maggiore era-
no. Erano armati interamente quasi co- no le grandi porte per l'introduzione del-
nie legionari, o come galli, con reti e
i i le fiere e delle macchine anfiteatrali: que-
tridente, o armati come traci di spada i sta ne' grandi anfiteatri era sostrutta, e
ricurva. Quelli a cavallo pugnavano a vi- ne'sotterranei,hypogaea, facevansi ma-
siera calata, con due spade, lanciavano novrare macchine pegli spettacoli ini-
le

corde onde impacciare i loro antagoni- provvisi. La cavea ch'era la parte pegfi
sii e quindi li ferivano. I gladiatori che spettatori ebbe tal nome dalla sua forma
combattevano sui carri, usavano questi concava o ad imbuto: essa dividevasi in
della forma gallica e britannica. Costan- podijim, praeciiictiones, e portìcus, ne-
tino I proibì i giuochi sanguinari de'gla- gli anfiteatri maggiori: ne'minori in i><)-

diatori, e commutò pe'delinqaenti la pe- dium, e praecinctio o gradus. Podiurn


na in quella di lavorare alle miniere. Ca- appellavasi il terrazzo, che immediata-
duta in disuso la legge, il monaco Tele- mente circoscriveva l'arena, terrazzo, che
iliaco si recò in Pioma per farli cessare, e dislaccandosi dal pendio de'gradmi come
sceso nell'arena, restò vittima del suo ze« il piede, dava origine al suo nome: era
lo. poiché i pagani 1' uccisero a furia di la parie più distinta e più prossima allo
sa>M e fu ascritto tra'martiri, onde firn- spettacolo, quindi l'imperatore, la fimi-
peratore Onorio abolì per sempre l'imi- glia imperiale, i principali magistrali, le
mino spettacolo. Il Piazza noi I
'
Emeró* vestali, il pretore e l'edile de'giuoclii vi
logìo di Roma cristiana, ecclesiastica aveano luogo, e perciò era la parte più
246 TEA TE A
ornala. Praecinctiones chiamavano gli no riparati da'rnggi del sole e dalla piog-
ordini diversi de'gradini, come quelli che gia per mezzo di tende, vela, di colori di •

venivano separati fra loro da gradini più versi, e queste costituivano il l elarium.
alti che formavano come tante cinte o fa- Neil' anfiteatro Flavio i 240 modiglioni
scie^ che perciò dicevansi ancora battei : servivano a sostenere e i vani a contener
queste praecinctiones a misura che slon- altrettante travi verticali fasciate di bron-
tànavansi dal podio divenivano meno di- zo, dette inali, destinate a reggere il ve-
stinte, poiché prima venivano i gradini lario. Da ciascuna trave partiva una cor-
occupati dall'ordine equestre, da' magi- da che si annodava ad una dissi pensile
strati minori, come pure da' diversi col- pur di canapa, e sopra questi 240 raggi
legi o corporazioni secondo il loro rango, tendevansi le strisce triangolari di lino
poscia assideva nsi Esemplici cittadini, e in per mezzo di carrucole, strisce che non
ultimò luogo davasi posto a'proletari: av- avendo più d'8 piedi alla base si andava-
vertendo però che le donne erano sem- no successivamente tendendo, secondo lo
pre separate dagli uomini. In ques'e p re- stato del sole, rimanendo così coperti gli
cinzioni, balteus chiamavasi la fascia o spettatori e scoperta l'arena. Era neces-
gradino più alto e che separava una pre- sario coprire gli spettatori che stavano
ciuzioue dall'altra: iter il corridore, che fissimolte ore esposti a' raggi cocenti del
immediatamente andava dietro il balteo: sole, causa che non esisteva pe'giuocato-
vnmitoria le porle per le quali il popolo ri, quali oltre a non istare fermi, si mu-
i

sboccava sui gradini o sedili: scalarla i tavano continuamente. Nerone una vol-
piccoli gradini corrispondenti a'vomitorii ta coprì 1' anfiteatro con tende cerulee
onde poter comodamente salire e scende- stellate. All'articolo Roma ricordai vari
re per collocarsi sopra i sedili; e siccome scrittoli de'tealri, degli anfiteatri e de'cir-
i vomitorii erano disposti a scacco, sicco- chi; altrettanto feci dove parlai delle su-
me lo spazio fra 3 scalali costituiva un perstiti rovine di tali edilìzi, e Milizia lo
cuneo, perciò questo veniva col nome di fece nel Dizionario delle belle arti del
cuneus designato, ed era una delle gron- disegno, e nelle Vite de'più, celebri ar-
di sezioni della cavea : linea poi ne' sedi- chitetti d'ogni nazione e d' ogni tempo,
li stessi era una striscia che distingueva precedute da un saggio sopra l'architet-
tra loro i posti, locus il posto assegnato. tura. Si ponno inoltre vedere I. C. Bu- :

Ed a tale uopo perchè non nascesse con -


lengero, De I enatione, Circi et Amphi-
fusione, ciascuno avea una tessera d'in- theatri,Parm'ìS 5cjo. Ottavio Forsari,Z?e
i

gresso, nella quale veniva indicato il cu- balneis et de gladiatoribus , Helmsta-


neo, il gradino e il posto o i posti, come dii 720. Gio. Poleni, Degli antichi tea-
1

gli odierni biglietti pe'posti della platèa; tri e anfiteatri. Vicenza y 3 5. Bianconi, 1

ed a ciascun vomitorio stavano gli ulh- Descrizione de' circhi, particolarmente


ziali destinati a'posti, che dicevansi dissi- di quello di Caracolla e de'giuochi in
gnatores, poi trìbunwn voluptatum, in- essi celebrati, con note di Carlo Fea, Ro-
caricati perciò al buon ordine degli spet- ma 789. Matteo Torelli, Dissertazione
1

Finalmente «li anfiteatri grandi


tacoli. storica sopra gli anfiteatri in geìiere ,
venivano coronati da un portico di co- Roma 8 3. 1 romani antichi ebbero 3 an-
1 1

lonne di pilastri, che costituiva la parte fiteatri solidi e stabili: Y anfiteatro di Sta-
superiore dell'ultima precinzione.Nonera tilio Tauro, V anfiteatro Castrense,}''an-
lecito assistere agli spettacoli di qualun- fiteatro Flavio volgarmente detto il Co-
que sorte se non vestiti in abito di for- losseo. Dell' anfiteatro di Sta tilio Tauro
malità, riguardo a'g rad uà ti, ed in toga i di pietra eretto nel 724 di lioma,nelCam-
Semplici cittadini. Gli spettatori veniva- po Marzo, non rimangono avanzi visibi-
TEA. TEA. 2 \i
li, ed il Monte Citorioformò dal-f/'.Jsi e per fuoco de'barbari, quanto ancora pel
lo sue rovine, ed al quale appartenevano mal governo che ne fecero chi l'occupò
sedili t'inventili Dell'edificare il Palaz-
i
e per l'incuria di custodirne l* integrità,
zo della Curia Innocenzìana (} .), e nel che furono benemeriti principalmente
in
costruire la casa e chiesa de'pp. della Mis- Pio l IL Lenta- XII e Gregorio \l /,
sione (/ .). Caligola vi celebrò degli spet- ed il successore regnante Pio IX pose lo-
tacoli, quantunque poi l'abbandonò per ro per memoria dell'operato iscrizioni
la sua piccolezza: la costruzione del son- marmoree, operò da un lato qualche
e vi
tuoso anfiteatro Flavio lo fece dimenti- restauro nel 8 j >. Imperciocché fu Teo-
1

caie, nondimeno esisteva ancora nel prin- dorico rede'goli il i.°ad accordare il per-
cipio del secolo V. Dell' a//// teatro Ca- messo di prendere materiali del Colos- i

strense, eretto forse dopo Tiberio e cer- seo ad uso delle fabbriche moderne, e fòr-
tamente non dopo Nerone, con bella co- s anche egli se ne servì per estendere i
struzione laterizia di mattoni sottili ben sobborghi di Moina. Questo grandioso edi-
collegali, di cui esistono avanzi preziosi fra lizio, chiamato scheletro di gigante sbra

la Porta s. Giovanni e la Porta Mag- nato, più volle soggiacque alle rovine pro-
giore, legati colle Mura di Roma dopo- dotte dal Terremoto ( / '.). per cui buona
cbè Onorio nel 4o3 lo concatenò co! suo porzione delle parti cadute contribuirono
recinto, ne parlai in quegli articoli, a Ro- anche all'erezione del Palazzo apostoli-
ma Usuo nome derivò
e in altri relativi. co dis. Mino (V.), del Palazzo della

da! Ludi Castrense^ detti pure WunusCa- Cancelleria (F.),de\ Palazzo Farnese
streìise, giuochi cosichiamati perchè ce- (l J, e quegli altri palazzi e fabbriche che
probabilmente de'pre-
lebrati da'soldati, ricordai a Colosseo. Nel principio del se-
toriani e delle coorti urbane cui era af- coloX Visi cominciò a rappresentarvi con
fidatala custodia del Vi vario delle belve, drammi la storia della Passione di Gesù
prossimo all'anfiteatro. Fare che questo Cristo, e nel declinar di esso si volle ridur-
avesse due precinzioni, oltre il podio. Del- re a stabilimento per l'arte della Lana
la l'orla Pretoria e del Castro Pretorio (/ )yiudi l'arena da Clemente X fu consa-
parlai ne' voi. LlV,p.iG8e it>r),LV, p. grata alla stessa Passione e in memoria
i 1 2. Dell'anfiteatro Flavio detto il Co- ilei ss. Martiri che ivi riceverono la
palma
los reo, portento della grandezza romana, del martirio. Dipoi a suggerimento del b.
the nelle sue grandiose rovine torreg- Leonardo da PortoMaurizio.nel 1749 Be-
giando maestosamente arreca singoiar lu- nedetto XIV v'istituì VArciconfn /tenu-
fctro alla moderna Roma, ne trattai a Co- ta degli amanti di Gesù e Maria, e vi
losseo, a Roma e negli altri analoghi ar- eresse la Pia Crucis ( I '.), vieppiù san-
ticoli. Fu paragonato colle meraviglie (che tificando cosi un luogo sanguinario e di
enumerai Del voi. LWI1I, p. 127) del strage, ed il servo di Dio si riunì a lui ai
mondo antico, e fra'tauti monumenti an- 26 novembrei75i. Diche nel Colosseo
tichi superstiti di Roma, è l'unico cui si e cou missioni (nella chiesa del ritiro ih
potè tracciare una storia quasi seguila, dai s. Bonaventura ove si venera il corpo, e
tanti suoi insigni illustratori,affermando- nell'oratorio del sodalizio con sagre pom-
siche conteneva 87,000 spettatori. Egliè pe), se ne celebrò ili.°e solenne centena-
questo forse l'edificio più grandioso ed de- rio nel 18 m , descritto dal o.°a5l del
gan te che la mano ti' uomo abbia innalzato (i/ornale di Roma, dalla Civiltà ratto-
per meravigliare il moudo;maguifìco mo- li- t. 7«p. 5i 1 e
, .
720, e dal eh. avv. Pie
numento che veramente impone venera- troCastellano eoo l'opuscolo: Crocese Co-
zione per la classica antichità, il cui de- losseo, Esegesi della festa secolare in-
perimento avvcuuc uou lauto per ferro diatila del b. Leonardo da Porto Man-
248 T E A TEA
vizio in Roma, e del previo straordina* detto marchese Vivaldi, e dedicata a Pio
rio giubileo e relativo numisma,Fo\igao VI. Rilevai pure nel citato luogo, e qui
l85l. Della chiesa e ospizio non più esi- più estesamente ripeterò, di aver letto nel
slenti,dis. Giacomo pe' pellegrini spaglino- n.°57o del Diario di Roma de'17 gin-
li con sodalizio, eretti presso e contiguo ^noi'/So. » Avendo alcune persone olle-
ai Colosseo, parlai nel voi. LXY III, p. 4o. nulo il permesso da'superiori di poter da-
A'ari modelli furono fatti del gran monu- re il divertimento della giostra o sia cac-

inenlo, di varie materie, e da ultimo con eia della bufala e del toro, hanno questi
una materia quasi lapidea, imitante i dif- scelto il sito nel palazzo Correa a strada
ferenti marmi co'quali era decorato il su- Pontefici (su tale nomenclatura della via
perbo colossale edilìzio, dal romano ar- esternò alcune congetture il Rufììni nel
chi tetto Francesco Pieroni, nella grandez- Diz. delle strade di Roma, nell'artico-
za d'un centesimo dal vero, con quella di- lo Pontefici via de'), luogo ameno e co-
ligenza e artifizio che encomiarono l'Ai" modo agli abitanti di questa metropoli,
bum nel t. 21, p. 347, ed il Supplemen- che vorranno concorrere a tale diverti-
to al n.° io del Giornale di Roma del mento, che però oltre l'essere il sito mol-
1 855. Quanto dK Anfiteatro Correa, o to spazioso e di una rotondità perfetta ,

</'. tugusto, nel rione Campo Marzo, eh- quasi tutta muragliata a guisa tì'Anfitea-
bequesto nome per occupare il Mausoleo tro,denominato il Mausoleo di Augu-
d' Augusto, che descrissi nel voi. LXIV, sto, vede al presente tutto circondato
si

p. 4 1, e dalla famiglia de'marchesi Cor-


1
da numerosi e comodi palchetti per la no-
rea che acquistò (era de'Soderini e già lo bilia sì romana che estera, ed altre per-
possedevauo neh55i) l'area, gli avanzi sone , oltre delle gradinate per gli altri
e il palazzo, e ridusse lai ."a giardino, co- spettatori, il tutto lavorato senza rispar-
nie neh y44 attestò Bernardini, De Rio mio di spesa, per sicurezza de'concorren-
ni di Roma : nel r 75 1 il palazzo era di ti. A detto divertimento si darà principio
mg.' Sebastiano M. Correa assessore del- dopo la festa de'ss. Pietro e Paolo, con
l'accademia degl'Infecondi. Alcuni dico- vaghe e armoniose sinfonie di strumenti
no che i marchesi Correa lo riducessero musicali, che verranno replicate di tanto
adanfileatro,erigendo una fabbrica circo- in tanto per maggior divertimento degli
lare, la quale corona le antiche sostruzio- astanti". Dal fin qui detto sembra poter-
li!, e fu questa disposta a contenere la- si stabilire, che non i Correa edificarono
rena, le gradinate,! palchi chiusi e una il silo che si chiama anfiteatro, e meglio
loggia scoperta io alto, potendovi com- il Viscardi o piuttosto que'che essendo lui

prendere più migliaia di persone. Tutta- proprietario dell'area e adiacente palaz-


\ia non avendone trovato memoria in Ve- zo, ne assunsero l'impresa e lo ridussero
unti, Roma moderna, stampata nel 1 7G7, a forma e uso;e che nel 780 incomin-
tal 1

e per quanto riferisce Cancellieri nel Mer- ciò ad agire colle giostre, tuttavolta pre-
cato, che già citai nel voi. XXXI, p. 179, valendo volgarmente il supporlo forma -
sembra che l'anfiteatro attuale piuttosto to da'Correa e con tal nome anche deuo-
lo formasse sulle costruzioni circolari e so- minato, sebbene propria mente si chiami
,
lidissime il marchese Francesco Saverio Anfiteatro del Mausoleo d Ajugusto.ì$o->
Vivaldi A rmentieri, e nel 1780 fu stani- tai nel voi. LXXI, p. 274, chea'24 di-
pata la descrizione del Nuovo Anfitea- ce rubre 1783 nel palazzo prese alloggio
tro edificali) nel Mausoleo cP Augusto, Gustavo III re di Svezia e vi restò nel
Piùfu incisala veduta di porzione del une- suo soggiorno in Roma, visitato da) l'i in
desimo e il disegno di sue rovine che in peratore Giuseppe li. In seguito nail'an-
es£o si andavano scavando per opera di lìtealro alle giostre furono aggiunti ueb
TEA TE B a4 9
rincominciar di questo secolo i serali fno- chi di cavalli e di equitazione, e spesso su
chi artificiali detti Fuochetti o feste not« d'un teatro amovibile si rappi esentano
turne, che si facevano nelle feste d'esla- tragedie e comniedie.Deiranfiteatro e dei
te,, con due orchestre e gaia illuminazio- divertimenti pubblici che ivi si dierono,
ne. Ilcav. Servi nelle Notìzie intorno al e di quanto altro riguarda l'antico suo
cav. / aladier architetto^ dice che fu par* splendore e gli obelischi che ne furono
lodi sua irrequieta fantasia l'idea di cuo- tratti, oltre i citati articoli, ne parlai nei
prire il Mausoleo d'Augusto, in cuiavea- voi. LI V, p. qo, L\
56, inclusi va- lll,p. i

no luogo le giostre, come già loaveaco- mente a un esperimento che ivi fece il he-
perlo nelle due feste notturne ivi date dal ncmcrilo corpo de'pompieri pontificii,
governo a Francesco I imperatore d'Au- TEIÌAIDE. / Tebe. .

stria (inventò magni6co palco, e fece e- TEBALDESCHI Francesco, Cardi-


Sfguire nel Mausoleo una pittoresca gi- naie. Ebbe Roma per patria e pare d'o-
randola, copiosa, bizzarra e ben distribuì- scura famiglia; essendo priore di s. Pie-
tà, onde poi lìnchè visse diresse quella o tro in Vincoli, o più veramente decano
il Fuoco artificiale di Castel s. Angelo) de'canonici di s. Pietro in Vaticano, ri-

e al re di Napoli. Il Valadier però pie- tenendo questo benefizio, Urbano V a'22


stillò il suo ben inteso e calcolalo proget- settembre 368 in Monte Fiascone, seb-
1

to all'impresario delle giostre Gio. Pater- bene assente, lo creò cardinale prete e poi
ni, ed in quello voleva che sul circo stes- gli conferì per titolo la chiesa di S. Sabi-

se stabilmente una gran gabbia di fèrro uà, onde fu denominato il cardinale di


fuso, sopra cui si sarebbero poste e a prò- s. Pietro. In seguito fu fatto canonico e
prio talento levale le cortine; ma la ini- tesoriere della chiesa di Langres. Urba-
provvida economia dell'impresario deci- uo V Io deputò con altri 3 cardinali a ri-

se che a' ferri fissero intramezzati degli cevere la solenne professione di fede da
assi di legno. L'acque e il sole produsse- Giovanni 1 Paleologo imperatored'orien-
10 un immancabile e fatale ellelto. La le nella chiesa di s. Spirilo di Roma nel
gabbia si sgavezzò, e frantumata precipi- 1 36c). Fondò una cappella e 3 beneficia-
lo nel circo. Benché la costruzione fosse ti nella basilica Vaticana, con copiose ren-
slata eseguita mentre l'architetto era ma- dite e l'obbligo del coro. Intervenne in
lato in letto, pure non lasciò questo tra- Avignone all'elezione di Gregorio X I, il
gicoepisodiodi acerbamente amareggiar- quale con amplissima autorità lo dichia-
lo; però furono udite le sue forti ragioni, rò legato di Roma, della Sabina della ,

fu accolta e approvata la sua apologia, e provincia di Marittima e Campagna, del


si venne alla convinzione, che se la gab- Patrimonio e del ducalo di Spoleti, con-
bia si lu-^e lavorata sulle idee precise da Irò ribelli e ti t'annetti prepotenti, che
i

lui esternate nel suo progetto, avrebbe re- abusavano dell'assenza de' Papi da Roma,
fistilo all'acqua, al sole e alle congiure i quali tutti ridusse al dovere e tolse lo-
de'venli. Il governo ('assolse dalla multa ro l'usurpalo. Avendo Gregorio XI re-
con l'impresario, il quale solamente fu ri- stituita la pontificia dimora in Roma, ivi
conosciuto reo del fallo. Leone XI 1 e l'io morì nel 1378. Temendo romani che il i

\ ì\\ pio buono le giostre, e il divieto si successore potesse nuovamente partirne,


estese alle provincic dello stalo pontificio, si presentarono Conclave {!'.), minac-
al

per eliminare le disgrazie che vi accade- dando cardinali se non eleggevano un


i

vano. Forse per timore dell'umidità noi- romano,essendo quasi tutti francesi, men-
turna, poco dopo cessarono ancora i fuo- tre romani ciano soltanto cardinali Te- i

diati; onde d'allora in poi I' anfiteatro baldeschi e Jacopo Orsini. Eletto in ve-
serve a diurni spettacoli ginnastici^ giuo- ce l'8 aprile Libano V I napoletano e ar-
2 ?o TEB TEB
civescovo di Bari, raccontai ne'vol. Ili, e piacevolezza di costumi. Fu sepolto nel-
[>.202, LVIII, p. 3o4 ed altrove, che i la chiesa di s. Maria sopra Minerva, pres-
romani per equivoco a vendo creduto fos- so alla porta laterale al manco latodi quel
se francese, assalirono il conclave, e per tempio, in cui fu eretto un monumento
fienaie la furia del popolo i cardinali ve- lavorato sul gusto antico, con iscrizione
stirono da Papa il decrepito cardinal Te- in versi che ricorda persino l'ora del suo

baideschi. Calmali! romani, corsero a ve- decesso, senza dire l'età, negligenza assai
nerare il concittadino, ma egli non po- frequente ne'vetusti epitaffi.

lendo più resistere pel male che faceva- TEBE. Sede arcivescovile di Grecia
no alle chiragrose sue mani in baciarle e nella Beozia, provincia di Livadia, capo-
ribaciarle, dichiarò chi era il vero Papa, luogo di distretto, distante più d'i 1 le-

onde popolo sdegnato eoo impeto si sca-


il ghe da Atene, e con meno antico, voca-
gliò sul conclave, volendo uccidere gli e- bolo chiamata pure Thivao Thivcà. Gia-
le tt ori. Per l'interposizione d'alcuni au- ceva la città alta o nuova sopra d' una
torevoli si quietò e riconobbe Urbano VI. assai amena altura denominata Cadmea,

li cardinale nel medesimo anno morì in in mezzo a estesa valle incoìta, traversa-

Roma, e fu sepolto nella basilica Vatica- ta da'fìumicelli Canavari e Israeno; ferti-

na con semplice epitaffio. li però ne sono i dintorni di vino, olio,


TEB ALDI Domenico o Tommaso, Car- tabacco e cotone. Ancora la cingevano le

dinale. Inglese dell'ordine de'predicato- mura antiche rozze e mezzo diroccate, e


ri, per la sua pietà e profonda dottrina prima d'entrare nella città eravi la cinema
mosse Riccardo li re d'Inghilterra ad e- dis. Luca, la sola delle 5 che prima sor-

leggerlo per suo confessore, e poco dopo gevano suburbane, e pare che fosse sta-
Urbano VI nel dicembre 38 locreò car-
1 s ta fabbricata sulle rovine del tempio d'A-
dinale prete di s. Pietro in Vincoli. Al- pollo lsmenio, il cui pavimento in musai-
cuni dubitano di questa creazione, la qua- co dicevasi appartenergli. 1 cristiani vi a-
le è difesa con gran ardore dal Cavalie- veano le chiese di s. Nicola, di s. Cateri-
ri nel suo libro de Cardinali domenicani. na, di s. Andrea, di s. Stefano, della Pre-
TEBALDO Jacopo, Cardinale. Nato sentazione della B. Vergine al tempio, del
in Collescipoli, ma cittadino e nobile ro- Salvatore, di Demetrio, rovinate nella
s.

mano, altri dicendolo figlio d'uno di Col- greca 1 ivoluzione contro turchi, insieme i

lescipoli venditore d'olio per Roma. Me- ad altre; la chiesa della il Catolicou perì
diante ostinalo studio e seria applicazio- nell'incendio del 1 780. Essendo la città in
ne, divenuto eccellente giurista e dotto- rovinoso stato, nel 840 venne tracciato
1

re di gran fama, dopo aver esercitati con un piano regolare per riedificarla. Ma il

lode i governi del ducato di Spoleti e del- furioso terremoto de' 8 agosto 1 853 tut- 1

la città di V nel 4^0 lo


Perugia, Nicolò 1 to interamente distrusse, crollando gli e-
fece vescovo di Monte Feltro; pe'suoi me- difizi sagri e profilili, le due moschee dei
riti e pel favore di Simone suo fratello, in- turchi, le case parie in pietra e parte in
signe medico assai amato da Calisto 111, fu legno. Il disastro si eslese a 17 villaggi
da questi a'170 18 dicembre 4^6 crea- 1 vicini, e altre città, con vittime sepolte e
to cardinale prete di s. Anastasia, e poi feriti, restando la popolazione senza tet-
eletto arcivescovo di Napoli non ne pre- to, priva d'acqua che prima avea in ab-
se possesso per averlo ceduto al cardinal bondanza, espogliata di tutto. Della rino-
Oliviero Caraffa. Si trovò pi esente «'con- mata città non rimasero tracce: così pe-
clavi di Pio 11 e Paolo II, e soccombè al- rì la celebre capitale della Beozia, la pa-
la morte iuRoma nel 466, universalmen-1 tria di Pelopitle, d'Epaminonda, di Pin-
te compianto per l'innata sua benignità daro e di Plutarco, divenuta uu mucchio
T E I) TEI! i~i
di rovine.L'orribile terremotocngionòde- secondaria, e poscia nuovamente prima-
plorabili guasti nell'Attica, e per la stia ria. Onde piena di forza, perchè fornita
veemenza ne risentirono le case più so- di cittadini forti e intrepidi, ruppe 1' al-
itele d'Atene. A Tebe si ripeterono le de- leanzacoutratla con Atene,e allora fu riat-
Bolanti scusse a'24 agosto, continuando a laccata dagli spartani eoa tanta violenza
crollar gli edifizi con gran fracasso: si rio- che tutti la giudicarono perduta. A sal-
novarouo a*2r) e 3o settembre, e ponen- varia surse Epaminonda gran
ed politico
do l'orecchio io terra si sentiva vu\ con- eminente guerriero, il (piale vintoesba-
tinuo rombo come di lontano cannoneg- ragliato interamente il nemico, penetrò
giamento.il suolo essendo in continuo mo- nel Peloponneso, e attraversalo il fiume
viraento di tremore. L'antica Tebeavea Eurola corse all' assedio di Spaila con
,

una cìnta considerabilissima, e la nuova proponimento di distruggerla, il che poi


o Cadmea appena occupa il sito della ve- non fece. Ma con Epaminonda perì an-
tu&ta fortezza o Acropolìs.Dovea il suo coni la gloria di Tebe; imperocché, tran-
principio a Cadmo i.°suo re, ma cresciu- ne la casa di Pindaro, fu distrutta coll'uc-
ta cotisiileiabilmenle,qnelia pai teche già- cisione di Gooo abitanti e col bando di
ceva sull'altura si ch\amòCadrneada\ no- 3o,ooo da Alessandro il Grande, e non
ine del fondatore, e fu considerata come più risorse fino a Cassandra figlio d'An-
la cittadella relativamente alla città bas- tipatro aiutato dagli ateniesi, messeni e
sa. Essendosi Anfione e Zeto impadronì- megalopolitani. Essendosi i tebaui ilichia-
ti del paese alla testa d'un esercito, con- rati per Mitridate nella guerra co'roma-
gi unsero la città alta colla bassa città, e ni, Siila li ridusse all'ultima miseria e pri-
le imposero il nome di Tebe. Omero di- vò di tutte le prerogative, le quali riacqui-
ce che la chiusero con 7 porte denomi- sta rono da altri romani. Al tempo di Pan-
nate Elettride, Pretide, Neitide, Creoea, saoia tutta la città bassa eia in rovina,
Altissimo, Ogigia e Omoloide^ e vi eres- eccettuati i templi, solo era popolata la cit-
sero torridi spazio in ispazio. Anfione fu ladella, cui chiamavano semplicemente
il s Mercurio un altare, e
.°ad innalzare a Tebe, e la quale fiorì sotto gl'imperato-
il nume ne ricompensò lo zelo col dono ri greci, e sotto i Ialini dopo che i fran-
d'una lira meravigliosa, onde poeti can- i cesi e i veneti presero Costantinopoli nel
tarano che al suo suono portentoso il re 1 20/L Nel 278 Nicolòcastellano
I di s. O-
trasse dietro di sei sassi e innalzò le mura uier vedovo di Maria d'Antiochia, aven-
ti bane; indi persuase gli abitanti della do impalmata Anna Comnena vedova del
compagna a stabilirsi dentro di esse. Venu- principe d'Acaia, andò a stabilirsi con lei
ta Tebe in rinomanza pel valore degli a- nella Morea. Colle sue grandi ricchezze
bitanti, sostenne lunghe e ostinate guer- potè far innalzare in Tebe un gran Castel-
re con felice e infelice successo: di essa fu- lo, che da lui prese il nome, facendovi ma-

rnilo re Edipo, Eleocle e Polinice; fu cin- gnifiche abitazioni in forma di reggia.


ta d'assedio prima di Troia, e impotente Questo grandioso edilìzio fu poi distrut-
ti reggersi da sola nella guerra del Pelo- lo da'catalani chea grande stento se n'e-
ponnesosi congiunse con Sparta. Dipoi es- rano impadrouiti,elo abbatterono teraen-
sendosi costituita con regime democrati- do che se ne impossessasse duci d'Atene il

co, fu assalita e quasi distrutta dagli spar- Goltierodi Brieune, laonde poi appena vi
lani, e in bando ne andarono la più par- restò una Ione Dell'estremità della Cad-
te de'ciltadini, fra cui Pelopide. Ma que- mea. Tebe fu conquistata dal francese La
,
slo prode potè ricuperare la sua patria, Roche,uoode graodi vassalli del rediSa-
logliendola all'altrui dominio, e allora co- Ionico, Bonifacio di Monferrato, indi fi
miuciò Tebe a risorgere e a divenir città unita alla signoria d'Atene, e in essa fil
25a TEB T EB
stabilita la zecca dellemonete che dovea- ha di Pindaro: quello di Meneceo, diesi
no servi re per quei nuovo principato. Con- die la morte per l'oracolo di Delfo, stava
quistatada'turchi divenne capoluogo del presso porta Neitide, e a lato ad esso
la

sangiacato di Negroponle, indi a' giorni mostravasi il sito dove scambievolmen-


nostri diventò parte del nuovo regno di te si uccisero i figli d'Edipo, a perpetuar
Grecia. Avanti Tot libile terremoto pochi la memoria del qual funesto com batti
vestigi rimanevano delle sue tante magni- mento,eretta una colonna vi si appese uno
ficenze, ma facendosi degli scavi proba- scudo di marmo. Oltre le rovine della ca-
bilmente se ne otterrebbero feraci e im- sa di Pindaro, eranvi quelle della cappel-
portanti risultati. Dappoiché presso la la da lui edificata a Cibele, colla sua sta-
porla Omoloide fu già il tempio d'Apollo tua di marmo del monte Pentelico.e in
dal fiume detto lsmeiiio,cheavea lestatue cui solo entravasi un giorno dell' anno.
di Mercurio fatta da Fidia e la Minerva Temi pure vi avea tempio, così Giove A-
da Scopa. Vicino alla porla Eletti ide mo- goreo, le Parche ma senza statue, Erco-
stra valisi lerovinedella casa che abitò An- le Riconoluste e altri. Il bosco sagro di
fitrione «piando fu costretto a lasciar Mi- Cereree Proserpina era a2 5stadi da Te-
cene.Avea Ercole Promaeo un tempio be, e solo gl'iniziati a'ioro misteri pote-
pressola stessa porla, colla statua mar- vano penetrarvi. Vedeasi a Tebe la sta-
morea del nume. In quello d'Aminone, il tua di Venere Urania fitta cogli speroui
poeta Pindaro vi dedicò la statua scolpita delle navi che avea dalla Fenicia condot-
da Calamide. Presso a questa sorgeva il to in Grecia Cadmo, ed era la più anti-
tempio della Fortuna, la «piale dea tene- ca esistente in Grecia. La fede cristiana
va in braccio Pluto fanciullo.Credeasi che fu predicata in Tebe neh. "suo secolo, e
il tempio di Cerere Tesmofora o legisla- insieme di vennesede vescovile, s. Rufo es-
trice fosse un tempo la casa di Cadmo, e sendone stato il ."vescovo, di cui fa men-
i

della dea non mostravasi che il busto.ce- zione s. Paolo nell'Epist. a'romaui, cap.
lato il rimanente della statua. Stava il tea- 16, vers. 3, ordinato da s. Pietro: gre-
i i

tro dalla parte di porta Pretide, e vicino ci ne celebrano la festa l'8 aprile." Giulio
un tempio di bacco Lisio. Pur nello stesso suo successore sottoscrisse la lettera del
quartiere vedeasi il tempio di Diana Eu- concilio di Sardica alle chiese. Questa se-
c!ea,eScopa ne avea fatto la statua. Il so- de dellaa." provincia ecclesiastica d Achea
prannome di Euclea equivalendo a buo~ Eliade, nell'esarcato di Macedonia, pa-
na riputazione, in tutte le piazze di lieo- triarcato di Costantinopoli, diventò me-
zia era n vi aliali di delta dea, sui qua- tropoli nel secolo IX, co' vescovati suffra-
li le giovani fidanzate co' futuri sposi gatici di Zaradouia, Castoria e Pelope, i

facevano de' sagrifizi. Anfioue e Zelo quali lo furono pure dell'arcivescovo la-
vi aveano comune il sepolcro sopra un tino istituito nel 1207 da Innocenzo III,

nioulicello,da cui gli abitanti di Tito- ma s'ignora il nome di quello che lo fu


rea nella Focide prendevano ogni anno pel i.°, così del 2.° dell 2 io, del 3.° del
della terra per ispargerla sul sepolcro 1 241 , e del 4-°del 1 26 1 , nella serie ripor-
d' Antiope, così sperando di render più. tata d<d p. Le Quien, Oriens christianus,
fertili le loro terre e nuocere a quelle t. 3, p. 1081. L'arcivescovo Nicola I nel
de' tebani. Nella via Calcide era la tom- i3o8 fu deputato da Papa Clemente V
ba di Meìenippo stato tra' massimi capi- a portarsi in Cipro per pacificare il re En-
tani. Giuve Altissimo presso l'omonima rico li col fratello Almanco principe di
porta avea tempio. 11 sito loia ricordava Tiro, che si contrastavano 1'amminÌNtra-
un luogo d'esercizio, e in mezzo allo sta- zione del regno. Lostesso Papa nel 1 3o8
dio della corsa de'cavalli sorgeva la lom- fece arcivescovo di Tebe fi". Isuardo Tac-
T E B TED 2 73

coni di Pavia penitenziere domenicano, rozzo poi cardinale. Leone XII a' 2 ot-
l'inviò a Roma suo vicario per riparare tobre 1826 al marchese monsignor
ei
Pic-
all'incendiala basilica Laleraiiense, e gli tro Ugo Spinola genovese, quando lo fe-

commise resamedellecaliinniecontro Bo- ce nunzio di Vienna, poi creato cardina-


nifacio Vili; indi gli affidò l'amministra- le e pro-datario da Gregorio XV I. Questo
r
zioue del patriarcato d' Antiochia e della Papa 8 febbraio 839 l'attribuì a mg.
a' 1 1

chiesa di Pavia. Accusato nel i 3 iq di ri- Pasquale TominasuGizzi diCeccano nun-


bellione aGio vanni XX II, fu spoglia lo del- zio di Svizzera, che poi elevò al cardinala-
le dignità. indi nel i 32 5fu reintegrato del- to. Pio IX nel concistoro de' 16 marzo
la sede di Tebe, e deputato a Filippo prin- i8d2 lo conferì a mg." Gaetano Redini

cipe diTaranto eaGiovanni principe d'A- patrizio di Sinigaglia,internunzio aposto-


caia, acciò si unissero con Roberto re di lico del Brasile, e commissario apostolico
Sicilia e co'veneli per guerreggiare i tur- di Bologna e delle 4 legazioni, promuo-
chi. Neh 344 sedeva N. mentovato nelle vendolo a nunzio di tale impero: il car-
lettere di Clemente VI
e Innocenzo VI. dinal Lodovico Altieri lo consagrò nel suo
Questo Papa ne! 3 "io" da Smirne trasfe-
1 titolo di s. Maria in Portico, assistito da-
rì a Tebe Paolo I e pare francescano. Nel gli arcivescovi di Cagliari e di Monaco.

l'òGG da Gerace vi fu traslato Simone o TERE. Sede vescovile di Tessaglia, de-


Simeone basiliano, altri lo dicono dome- nominala Phtiotìca e Zeiton, sotto l'ar-
nicano, il the non sembra, essendosi con- civescovato di La rissa da cui è distante 4o
fuso con altri, ed anco con un Simone la- miglia, comechè situata sul golfo Matta-
conico : Gregorio XI nel 1 3 7 4 1° inviò no, presso il fiume Sperchio. Eretta nel
nunzio al patriarca per di Costantinopoli, IV secolo, ebbe a vescovi greci Cleonio
reintegrare unione della chiesa orien-
1' che nel 325 intervenne al concilio di Ni-
tale con l'occidentale. Paolo 11 romano cea; Mosca che sottoscrisse la lettera del
già vescovo dlsernia, essendo arcivesco- concilio di Sai dica alle chiese; Dione che
vo di Monreale, nel 3i)(> Bonifacio IX 1 assistè nel43 al concilio generale d'Efeso;
1

glicommendi) la chiesa di Tebe fura et Elpidio che fu al sinodo romano di Pa-


proventus : Gregorio Xll nel 1407 gli pa Bonifacio Il del 53 1, e Adriano che vis-
coufeiì il priorato di s. Eusebio de' cele- se a'tempi di s. Gregorio I Papa. Oriens
stini di Roma, e Martino V rieli4'8 lo chrìstianus t. 2,p. i 22. In quest'opera nel
fece arcivescovo diTessa Ionica. Lo slesso t. 3, p. c)()o si registrano i vescovi latini
Gregorio Xll in suo luogo provvide la ch'ebbe Tebe di Tessaglia, cioè Nicola nel
chiesa diTebe con fr. And rea Fornari pisa- i334 trasferito ad Accia e morto in A-
no e domenicano, morto in essa nel 4 or). 1 vignone neh 348, e Giacomo di Firenze
Alessandro V nel i4 io gli sostituì fi*. Ni- francescano versò il suo sangue per Ge-
cola Trevisani veneto domenicano e pro- sù Cristo nell'impero de' medi coll'altro
flessore di teologia; indi furono arcivesco- suo correligioso fr. Guglielmo di Campa-
vi Giacomo, poi fi. Giovanni di Pon tre- gna nel 3G2. 1

moli francescano, eletto nel i4' 8 da Mar- TEBE o DIOSPOLIS, Thebais Ma-
tino V. Nel - 3 Sisto IV nominò IV. Za-
1 ì gna. Sede arcivescovileeciltàcelebredel-
netti di Ldine francescano. Tebe, The- la 2.' provincia di Tebaide dell'alto l'E-
binimi, divenne un titolo ai ci vescovile gitto, nel patriarcato d'Alessandria, delta
///partibus the conferisce la santa Se- Diospoli o città di Gioveo meglio del So-
de, e ^li ultimi che ne buono insigni- le (poiché quella chiamala di Giove fu ve-
ti, dopo il celebre Lorenzo Litta cardi- ramente Diospoli o Lidda di Palestina),
nale nel 1801, sono i seguenti. Pio \ II e in arabo I Imi. Le sue magnifiche rovi-

a' 2(j marzo ib)02 lo die u Giuseppe Mu- ne, 15 leghe dal Cairo, occupano lungo
1
i 7 j. T E li T E D
il Nilo uno spazio ili circa 3 teglie all'est popolazione, riferisce con enfasi, ch'essa
e all'ovest del fiume, sino alie montagne potea al bisogno far usci re da ciascuna del-
d'Arabia e di Libia, cioè riempiono due i le sue porte 0,000 combattenti. S tra bo-
ì

lati della valle, che hanno insieme quasi ne che accompagnò Gallo, al cui tempo
3 leghe di larghezza, che provano la sua eragià rovinata e in decadenza, la descris-
grandezza passata e l'opulenza ili sue rie- se qual era a'suoi tempi, cioè 18 secoli e
che/ze, che a gara celebrarono i poeli e più addietro, nel modo il più splendido,
storici.La gran Diosvolis che greci no- i i superstiti due colossi di pietra, i 1 40 se-

marono Tebe, dice Dìodoro di Sicilia, che polcri de' re egizi della 18." e 1 g.' dina-
iivca 6 leghe di circuito 018 miglia ita- stia, famose caverne scavate a punta di
liane, altri lo portarono a g leghe: pei* scalpello nella rupe e costrutti in una ma-
lungo tempo fu riguardata come capitale niera meravigliosa, gli obelischi con di-
di tutto YEgìtto (/ .). poi soltanto dell'al- verse iscrizioni denotanti le ricchezze, la
to Egitto; ma quésta superba città sog- potenza e l'estensione dell'impero de'so-
giacque alla stessa sorte di Menfi e Ales- vrani d'Egitto, il quale comprendeva la

sandria. Il suo fondatore Busi ride vi e- Scizia, la Daltriana, I' India e la Jonia :

resse sontuosi edilizi, che dotò di ricchi esse descrivevano ancora della grandezza
presenti. La celebrità della sua potenza de'tributi che aveano imposto, e il nume-
e delle sue ricchezze riempi l'universo, e ro di loro truppe, le quali montavano a
meritarono gli encomii d'Omero. Questo un milione di soldati. Tebe era la residenza
poeta per le sue ino porte, pe'numerosi degli antichi re d'Egitto. Gli avanzi d'un
vestiboli de'siìoi templi, la chiamò Era- tempio quadrilungo di vasta estensione, e
tonpile o Città di Cento Porte. Forse nin- delle sueenormi colonne, non che le sue
na città ricevè mai tante offerte d'oro e mura sonocopertedigeroglifìci.che dovet-
d'argento, d'avorio e di statue colossali, tero costare immenso lavorojquelli del pa-
e d'obelischi d'un sol pezzo. Soprattutto lazzo e regia di. Meninone, magnifico edilì-

«'ìnmiiravansi in essa 4 templi principali, zio, ed altri monumenti storici sono della
de quali il più antico era d'una grandez- massima importanza. Il cav. Alessandro
za e d'una sontuosità sorprendente, per Smith, che viaggiò nell'alto e basso Egit-
avere mezza lega di circuito; muri di 3o to, dopo aver dimorato circa 3 mesi ne'

piedi di grossezza, e di 8o d'elevazione, contorni di questa antichissima e celeber-


ne facevano il recinto: a questa grandezza rima metropoli, scrisse la Lettera dello
conispondevano le ricchezze e i suoi innu- stato attuate di Tebe al cav. Italinsty
merevoli ornamenti, e molti re contribui- ministro plenipotenziario di tutte le Rus-
rono ad abbellirlo. Questo tempio ancora sie presso la s. Sede, e la pubblicò nel-
sussiste, ma suoi ornamenti perirono
i Y Effemeridi letterarie dilioma del 820, 1

quandoCambise incendiò i templi dell'E- t.i, p. 243 e 323. L'antica Notizia gre*
gitto: poscia fu privalo delle sue ricchezze ca fa menzione di Tebe come un vesco-
da Tolomeo Filopatore, in [iena d'aver ab- vato della 2/ Tebaide, eretto nel IV se-
bracciato il partito di sua madre; final- colo sotto la metropoli di Tolemaide
mente sotto l'impero d'Augusto, Elio o mentre Tebaide avea Antinoe pei*
la 1.*

Cornelio Gallo governatore pe' romani metropoli con 8 vescovi suffragatici. La


della provincia, per motivi di ribellione in- sede vescovile di Tebe sembra dagli atti
crudelì contro Tebe e la distrusse dopo de'concilii,che fosse in seguito innalzata
la battaglia d'Azio. Da quell'epoca piom- alrango di metropoli, in fatti nelsecoloIX.
bò in uno stato di decadimento, dal qua- godeva tal dignità, ed ebbe pure de'vesco-
le non potè più risorgere. Pomponio Me- vi copti. Fu Tebe che die nome il all'antica
la, che più d'ogni altro u'esageiò la sua Tebaide, gran paesedcll'Egilto verso l'È-
T E B T E B 2 5 7

tiopin, il quale non ebbe sempre i mode- e in cui l'amore e la fede per Gesù Cri-
Mini confini; quindi la Tebaide fu divisa sto andavano del pari col più gran co-
in due parti, l'ima alla destra del Nilo, e raggio, e colKi più provetta esperienza di
l'altra alla sinistra. IS'ella i .
'

divisione del- guerra, avea sotto i suoi ordini altri tif-

l'impero laTebaide fu compresa sotto l'E- iìziali dixtinti per bontà e valore. La le-

gitto: nel IV secolo la Tebaide contavasi gioneTebana era composta di i o,ooo uo-
per una delle 3 provincie, dalle quali l'E- mini, o come altri vogliono ili 66oo co-
gitto veniva composto, secondo A minia- me tutte le altre legioni, e al dire ili s. Eu-
no Marcellino. Ma nella Notìzia di I. di- cherio la legione Tebea era composta di
ne ì I il Filosofo, è divisa in due pro- 6666 prodissimi, convertiti alla fede dal
chiamata Tebaide i. "e l'altra
vincie, l'ima vescovo di Gerusalemme Zambda. Que-
Tebaide Antinoe e Tolemaide per
2. ,con sta legione fu nel numero di quelle che
metropoli. La Notìzia di .ferocie nomi- l'imperatore Diocleziano fece passare da
na dillerentemente queste due provincie, oliente in occidente per distruggere i cri-

chiamando I' una Provincia Thebaidis stiani che si moltiplicavano, col pretesto
proxima, e l'altra Provincia Thebaidis di combattere gl'insorti tiranni Amando
non concorda colla No-
.superiori.?. Cos'i e Eliano, secondo l'annalista Rinaldi.Que-
tizia di Leone J I nel numero de'vesco- s'i nana all'anno 297 che Diocleziano a-
vati, essendo metropoli dcllaTebaide pros- vendoli a taleelfetlo fatti venire in Roma,

sima Ermopoli, Tebaide superio-


e della l'apas. Marcellino fece loro una pia e di-
re Tolemaide si compren-
e nella quale vota esortazione,colla quale vieppiù li con-
de Diospolis Magna ossia Tebe. LaTebai- formò nella s. fede. Indi l'imperatore ordi-
de ne'lasti ecclesiastici non solo fu celebre nò afa legione di partire e di combattere
pe'suoi numerosi vescovati, ma eziandio nel paese de'gauli al di là dalie Alpi i ba-
pe'suoi moltissimi Solitari, che l'illustra- calili,popolo delleGallie insorto per ven-
rono colla santa vita e colle penitenze, e dicar Carino ucciso daDiocleziano. Questi
per la legione Tebea o Tel ana che die si Massimiano egli all'ulù la spe-
associò
tanti eroi martiri invitti. Nella Tebaide e- dizione, quale avendo ordinato all'eser-
il

ian\i un grandissimo numero di cristia- cito unsagrifizio agli Dei del paganesimo
ni, e la legione militare levata da essa e- per ottenere buon successo alle armi im-
ra tutta composta di cristiani pieni ili fe- periali, la legione Tebana abbonendo l'i-
de e di pietà; e s. Maurizio ( / .) che si cre- dolatria ricusò di onorare filsi numi e i

de essei ne sialo il principale comandante, di distruggere confratelli cristiani, quindi


i

non vi ammetteva probabilmente alcuno si allontanò per andare ad accampai si ad


die professasse diversa religione. Ubbidi- Agauno nel Vallese; e per tale disubbi-
va no essi all' imperatole con un rispello dienza, Massimiano irritato, prima per in-
senza limili, ma l'ubbidivano dopo Dio, timorirla ordinò che replicatamentesi de-
e in lultociò che non si opponeva alla sua cimasse, e poi vedendogli altri costatili nel
santa legge, l'iodi ne'combattimenti, a- loro proponimento fece trucidare tutta la
dempivano a'Ioro doveri con singolare e- beata legione, senza che facesse la meno-
sattezza; ed in mezzo alle dissipazioni in- ma 1 esistenza, e furono tutti martirizzati,
separabili dalla vita militare, menavano avendoli celebrali Svizzera, pel loro e-
a

vita raccolta, modesta, umile e peniten- roismo religioso, facendosi uccidere co-
te.L'impero non avea soldati migliori, me agnelli senza muovere lamento. Di-
poiché quelli ebe hanno pei" noi ma mia vi im martirologi notano la loro festa a
pietà solida, sono semprei pruni ne'ioro >.
settembre, in cui si colebia quella di
obblighi, e i più aulenti a praticarli. Mau s. Maurizio. Quanto a' vescovi di Tebe,
rizio invecchialo sotto il peso delle armi, l' Óriens christìanus 1.2,0.61 i, riporta
2 56 T E B TE C
pel r.'Melezio ariano, Erone,Stefano mei- vito di 'vergini, ch'ella era assai versata
chi ta, e Kalta giacobita, i! quale trovossi nella filosofìa profana, che possedeva ogni
all'assemblea tenutasi al Cairn nelioSG sorla di belle lettere, e che parlava con
in presenza del visir. Tel)e, Thebarum, forza ed eloquenza del pari che con dol-
divenne titolo arcivescovile in partibus cezza e facilità. Aggiunge ch'essa fu con-
che conferiscono l'api, e ne' registri con-
i vertita al cristianesimo da s. Paolo, e di-
cistoriali sotto di esso vi sono i titoli ve- venne assai esperta nelle cose della reli-
scovili in partibus di Antinoe, Tespe e gione. Secondo l'opinione più verosimile
Antinopoli, già sedi vescovili dell'Egitto. la sua conversione avvenne in Iconio cir-
TEBE o DIOSPOLIS, Thebais Par- ca l'anno 4"J- ' discorsi dell'Apostolo le
va. Sede vescovile della 2." provincia di fecero comprendere tutta l'eccellenza del-
Tebaide, eretta nel V secolo sotto la me- lo stato verginale, sicché ella fece risolu-
tropoli di Tolemaide,nel patriarcato d'A- zione di sceglierlo, e perciò rifiutò un ma-
nord della precedente, e per
lessandria, al ritaggio assai onorevole. I suoi parenti,
non confondersi con essa fu qualificata col non conoscendo il motivo della condot-
nome di Tebe la Piccola. Trovasi in al- ta ch'ella teneva, posero in opera minac-
cune Notizie un' altra Tebe o Diospoli ce e carezze per farla acconsentire al pro-
(7 .)con litolodi vescovato della stessa pro- postole matrimonio, e il magistrato mi-
vincia della 2/ Tebaide, distinguendosi nacciolla della severità delle leggi. Tecla
come 3 città diverse, ed in conseguenza trionfò di tutti questi assalti, e vedendosi
formavano esse 3 chiese differenti. quindi un po'libera, fuggì da' suoi per-
TEBEUTA.Sede vescovile,ciUào77*t;- secutori, e
t-iti rossi presso s. Paolo per
bertinus vico della Bizacena in Africa, sot- trovarvi qualche conforto. Il giovane al
to la metropoli di Adramito. Perseveran- quale era stata promessa in isposa, la fe-
zio suo vescovo nel 383 si recò al conci- ce cercare da tutte le parti, sì per sod-
lio di Cabarsussa, ma si unì co'donatisti disfare la sua passione, come per vendi-
e sottoscrisse la lettera che i massi mia- carsi del di lei rifiuto. Indi avendola ri-
nisti mandarono a tutti i vescovi d'Afri- trovata, né potendo trarla a'suoi voleri,
ca. Morcelli,Afr. chr. t. r. la denunziò a'magistrati come cristiana.
TEBESSA o TEBESTE. Sede vesco- Ella fu esposta nuda nell'anfiteatro, do-
vile, ecittà ragguardevole della Numidia ve tranquilla in mezzo alle fiere, stava con
e colonia detta pure Tkevesle s sotto la impazienza aspettando il momento in cui

metropoli di Cirta Giulia, che alcuni re- fosse fatta in brani da que'terribili ani-
gistri concistoriali dichiarano sullraganea mali; ma i leoni e altre bestie, dimentichi
di Cartagine, Tebeslan. Ne furono ve- della loro naturale fierezza, si coricarono
scovi Lucio che trovossi nel 349 a con - ' a'suoi piedi e li lambirono (piasi in segno
cilio di Cartagine; Libico che fu alla sua di rispetto. Poi fu legata a'tori per esse-
conferenza del 4' ' » ove ,ie gò l'erronee re squarciata, e ne restò liberala da un
proposizioni de'donalisti; e Felice esiliato angelo, in sembianza di s. Paolo. Un'al-
come cattolico da Unnerico re demanda- tra volta, per visibile protezione del cie-
li nel 484. Morcelli, Afr. chr. t.i. Tebe- lo, uscì dalle fiamme senza averne rice«
ste, Tebesta //, è un titolo vescovile/^ /;<7r- vuto il menomo nocumento. S. Grego-

tibus, sotto il simile arcivescovato di Cir- rio Nazianzetio, s. Metodio ed altri scrit-

ta, che conferisce la s. Sede. tori che narrano questo prodigio, ag-
,

TECLA (s.), vergine e martire. Nac- giungono che la santa fu liberata da mol-
que nelFlsauriao nella Licaonia, e fu uno ti altri pericoli, a'quali la rabbia de'suoi
de'più ornamenti del secolo degli a-
belli persecutori 1' aveva esposta. Tecla ac-
postoli. Riporta s. Metodio nel suo Con- compaguòs. Paolo iu parecchi suoi viaggi
T E C T E D 2~
7
apostolici, onde informarsi alla perfezio- Chiesa fa tanta slima di s.Tecla, che nel-
ne cristiana. Passò il rimanente ile' suoi le preci per gli agonizzanti, aggiunge l'in-

giorni nel ritiro, morì nell'Isauria, e fu vocazione: Libera rum Domine sicut li

sepolta a Seleucia capitale di quella pro- herasti Teclam (!< tribus atrocissimis
vincia. Sotto i primi imperatori cristiani tormentis.Nelln via Ostiense si trovò me-
fu fabbricata una chiesa stilla sua tona moria d'una chiesa a lei dedicata, ov'e-
La, ove accorrevano pellegrini da tutte rauo sepolti ss. Felicissimo, Adauto ed
i

le parti, e vi si operarono un gran nume- Bemesio. Di altra e con monastero pres-


rodi miracoli. Queslacbiesa l'eresse l'im- so il Vaticano, là menzione l'Ughelli, la
peratore Zenone, il quale professava di cui memoria rinnovò Clemente Vili nel
aver avuto pe'suoi meriti l'impero; dap- Conservatorio delle Proiette (ì ./. edi-
poiché dopo la sua apparizione lo ricu- ficandone la chiesa per le monache di s.

però. La cattedrale di Milano, per la Tecla, ad istanza del cardinal Baronio,


gran divozione che ne avea s. Ambrogio, che ne fu divotissimo. Di tali religiose ri

r dedicala in onore di s. Tecla, e vi fu per parlai nel voi. XL1X, p. 2rp. L'annali-
lungo tempo conservata una parte delle sta Rinaldi dichiara quali atti di s. Tecla
sue reliquie. S. Gio. Crisostomo, s. Gre- sieno veri e genuini, e quali apocrifi.
gorio Nazianzeno, s. Agostino ed altri le TECLA (s.), martire nella Palestina.
danno il titolo di vergine e di mai tire, a- Sofferse vari tormenti per la fede, men-
vendolelesue sofferenze giustamente me- tre regnando Diocleziano, infieriva la
ritato questo secondo titolo, benché De- persecuzione contro cristiani, ed Urbano
i

da nel suo martirologio dice ch'ella morì preside della Palestina segnalava contro
in pace, la quale sentenza è confermata di essi la sua rabbia e la sua crudeltà.
da molti gravi autori. La sua festa si ce- Condotta quindi a Cesarea, per essere e-
lebra a'^3 di settembre. Come s. Prisca sposta alle belve, fu sbranata nell'anfi-
romana e battezzata da s. Pietro, fu chia- teatro l'anno òo.\. Tanto la chiesa gre-
mata protomartire delle donne nell'oc-
la ca, che la Ialina onorano la sua memo-
cidente, così s.Tecla fu denominata prò- ria il giorno ir) di agosto.
tomartire delle donne nell'oriente,ed an- TECLA (s.), abbadessa in Alemagna.
co primogenita di s. Paolo,non solamente Inglese di nascita, prese il sagro velo a
per averla essoconverlita, ma altresì per Wimburn nella contea di Dorset, e pas-
averla consigliata esser meglio restar ver- sata poi in Alemagna a richiesta di s. Bo-
gine. Anche dal Menologio de' greci è nifacio,divenne abbadessa di Kitzingen,
chiamata protomartire, per essere stata lungi 3 miglia da Wurtzburg. Ciò avven-
fra le donne lai.* ad esporre la vita per ne presso a poco nel 725, nel tempo in cui
la fede, e lasciato lo sposo terreno per Ge- molte sante donne d' Inghilterra gover-
sti Cristo, sostenne martini per mante-
i naronocon molta edifìcazioue diversi mo-
nergli la lede promessa e la fedeltà dello nasteri fondati nella Baviera e nella Tu-
stato verginale. Il Piazza nell'-E/nero/o- ringia. S. Tecla fioriva circa la metà del
gio dì Roma, ò\cè che Gregorio Nisse-
s. secolo Vili, ed è onorata a' l5 di ottobre.
uo lasciò scritto, che ne'primi secoli per TE DEL"MLAUDAMUS,c;/v7//V//7//«
mostrare la santità d'una gran donna, si actio, Stn>p/ieati<> Eucharistica,Deo im-
soleva paragonare a s. Tecla. Aggiunge, mortales gratias agere. Inno e can-
riti'

eh è venerata in Tarragona in modo sin- tico di ringraziamento e di lodi a Dio, per


golare, per essere la metropolitana sotto pubblica esolenne allegrezza, e partedel-
la sua invocazione, e per custodirvisi il l'uffizio divino, chiamato pure inno Im-
suo beato corpo. Molte città e luoghi la brogiario o Ambrosiano, perchè comu-
vantano protettrice, come Trieste. La nemente si attribuisce a s. Ambrogio che
VOt. LXX1II. '7
2 >8 TE D TE D
l'incominciò, dopo avere amministrato rità di s. Dacio, osserva il p. Menochio,
il battesimo a s. Agostino cbe lo prose- è molto grave per la santità della vita e
gnì. L'inno incomincia colle parole Te per l'antichità,come riferisce S, Gregorio
Deum laudamus . si recita o canta per I, Dìalogh. lib. 3, cap. 4- Narra Magri
beneficii ricevuti da Dio, e straordinaria- e conferma Menochio, che in Milano vi-
mente con ceremonie più o menosolen- cino alla basilica Ambrosiana o Ambio-
ni per ringraziare pubblicamente Iddio siana è una piccola chiesetta, nella quale
d' un qualche felice avvenimento per lo si dice per antica tradizione, esservi stato
stato o per corporazioni, ed al termine battezzato s. Agostino, come si raccoglie
de' festeggiamenti di cristiana divozione, dalle sue pitture e iscrizione. E fama, che
In una parola è l'inno della riconoscen- da questa chiesetta alla basilica i due ss.

za, e qui fervorosamente lo canto anch'io dottori ispirati da Dio recitarono il cnn-
per esserci arrivato, col più intimo e prò- lieo Te Deum. che perciò venne poi re-
fondo sentimento dell'animo, ricolmo d'i- citato dallepersone di vote percorrendo lo
^esprimibile gratitudine verso il sommo spaziotra la chiesetta e la basilicali soli che
Datoredi tutto. Dicesi ordinariamente in in compagnia alternatamente. Dichiara
fine del mattutino, ne'giorni che non so- inoltreil p.Menochio,non dover recar me-
no semplici ferie, nelle domeniche di qua- raviglia, che due santi improvvisamen-
i

resimae d'avvento, eccettuato l'ordine di te proruppero in questa divina lode, non


s. Benedetto, cui regola vuolechesican-
la mancando poeti che
obbligano a can- si

ti il Te Deum
durante l'avvento e la qua- tare colle cadenze e corrispondenti rime
resima, non eccettuata neppure la setti- sopra qualsivoglia materia proporla, il che
roana santa. Il Magri nella Notizia de'vo- diciamo improvvisare, e riporta le tesli-
caboliecclesìastic^neìYarlicoloTeDeum moniauze del greco Teocrito e del latino
laudamus, Io dice cantico composto nel Virgilio. In conferma che può averlo a'
388 da'due splendidi luminarie dottori ss. Ambrogio e Agostino ispirato in quel
della chiesa latina s. Ambrogio e s. Ago- punto Iddio, il p. Menochio riproduce gli
stino, nel giorno che il 2.° rinacque a Cri- esempi dell'antico Testamento co'cantici
stocol battesimoche ricevè dal i.° chel'a- composti e improvvisati per divina ispi-
vea convertito, ecitandolo i essi subito a vi- razione, quindi recitati e cantati imme-
cenda dopo il s. lavacro, un versetto per diatamente, come ritiene quello de'3 fan-
ciascuno dal principio al fine, come after- ciulli nella fornace di Babilonia, ad onta
ma il p. Menochio nelle Stuore , centu- delle contrarie sentenze. Comunissima è
turiafi. , cap. 72: Se il cantico de'dotto- dunque l'opinione che attribuisce l'inno
ri ss. Ambrosio e Agostino fu da essi ini- Ambrosiano a'ss. Ambrogio e Agostino,su
provvìsamente composto. Sebbene alcuni di che può vedersi ancora Durando, Ra- il

autori attribuiscano tutto il cantico al so- 3,n/ 3 r,eMenardo, Sacra-


lion.\\b. 5, e.

lo S.Ambrogio, nondimeno non dobbia- mentarium Greg. Magni p. 3qq. Non è


mo scostarci dalla comune tradizione del- però l'opinione del tutto sicura, dubitan-
la Chiesa, come nota il p. Lorino sopra il dosi da alcuno sulla geriuità della Crona-
salmo 27, e lo conferma s. Dacio vesco- ca di s. Dacio; non mancando poi chi at-
vo di Milano fiorito nella prima metà del tribuisce l'inno a s. Ilario di Poitiers; chi
secolo VI, nel lib. cap. o della Crona-
1 , 1 a Sisebuto monaco, Hymnus Sisebutimo-
ca che porta il suo nomee pubblicata nel- naelii, esiste in un codice della Vaticana
la storia delLandulfodalMara tori, iScrn??. riferito dal cardinal Bona, De divÌTuPsal-
ItaÌA. io, indi citato dal cardinal Bellar- mod. e. 26, e in uno di Parigi presso Du
mino in questo proposito, Debonìs operi- Cange, e l'autore del Discorso siili* esi-
bus in par tìcularihb.1, cap. i'4< L'auto- stenza del corpo di s. Bartolomeo io Be-
T E n TED 2.T9
noverilo, a p. 47> dimostra cliV: compo- bl'Ogio era morto nel 3c)l), è credibile 1j
nimento del monaco Sisebnzio, e dice pro- cesse l'aggiunta e fosse autore de'q memo-
var» dal vecchio Breviarìum del mona- rati versi; quale giunta è diversa dallo sti-

stero diMonte Cassino. Usserio nel lil>. le 1/ composizione, senza badare a


della
De symbolìSf rammenta un codice Gal- mettere ogni verso da se, ma legarne tre
licano in cui al Te Deum si premette il in uno di detti 9 versi, cioè da Te aeter-
titolo. Ifyiiìints s. Vicctii. Il vescovo Sar- nnin Palrem. inclusivamente al verso Te
néìììyLett eccl. 1. 1 o. leti. "7: Chi sia Vau- martyrum, tutti versi presi da s. Cipria-
tore dell' inno Te Deum, di lodi a Dio, no nel hb. De
mortalitate (Brev. Rom,
ch'è molto frequente negli uffizi ecclesia- lect. 6,in die octava omnium Sanctorum),
stici e io altre occorrenze;e!iehiara,che seb- scritto nel 256, dove dice: ////< ApostO'
bene avesse egli altro ve detto che l'inno di- lorum gloriosus Chorus. Illìc Provile-
cesi composto da s. Ambrogio e da s. A- tarumexultantium niunerus.Illic Mar-
goslino quando fu battezzato, come scrive tyrum innumerabilis populusele. Dipoi
s. Dacio, avverte che la sua Cronaca vie- per attaccare versi de'ss. Ambrogio e A-
i

ne posta in dubbio da' moderni scrittori gostino, soggiunse s. Abundio: Te per or-
milanesi, i quali cou miglior giudizio, co- bem terrarum sanctaconfitetur Ecclesia
me pensa Gavanlo, affermano tutto l'in- Patrem immensae majestatis etc. In se-
no essere di s. Ambrogio (arroge il dirsi guito Papa s. Gelasio del 4q2 decretò che1

comunemente per sinonimo del TeDeum, si cantasse nAV Uffizio divino. Con que-
Inno Ambrosiano), perchè non contiene ste opinioni, ritiene Sarnelli potersi sal-
forma di dialogo. L'opinione poi del Sar- vare la tradizione antica, d'avere l'inno
nelli è quella di seguire il Breviario roma- nel più composto i ss. Ambrogio e Ago-
no che dice: Hymnus ss. And>rosii.etAu- stino, donde furono presi versetti: Di- i

gustini. Ma con questa riserva, che l'in- gitare Domine, per le ore canoniche di
no, d'allora non era tutto lo stesso che il prima e di compieta, e non lo furono a-
presente, al quale egli crede fu fatta qual- vanli Cassiano fiorito nel 434> come vuo-
che aggiunta, come in somiglianti cose è leRadulfopropos.i 4- Indi Sarnelli ripor-
intervenuto. Egli congettura che allora ta il già riferito dal Magri, e cita il p. Me-

il Te Deum fosse composto de' seguenti nochio. Conclude, checon questa sua spe-
versi. Te Deum laudamus, Te Dominum culazione si salva ia tradizione antica, la
confi temur. Indi om messi 9 de'successi- Cronaca di s. Dacio, il Breviario mss. del
vi versi dell'odierno, seguire: Patreniim- collegio Aniciano antichissimo di Roma,
mensaemafestatis,e<\uanla vieneappres- e sopra tutto il Breviario romano: sedvi-
so, che óixe ponno dire un verso per cia- deant peritiores, a'quali si rimette, do-
scuno senza dimicliare il senso. Tutto poi vendo ancor noi lodare sempre Dio che
il principio dal 2. verso, Teaeternum l'a- mi aperto, ed in operto, sempre ci colma
In in. e 1 . deV) ORimessi, gli pare compo- di benefizi, come dice s. Agostino. Il mi-
sizioned'un altro, e fatta non all'improv- lanese eruditissimo PiazzaEmerologio ,

viso, ma studiosamente, forse per render- di lìoma p. 299, parlando a' 5 maggio
lo più lungone non avendo potuto aggiun- della memorabile conversione e battesi-
gere al (ine, aggiunse al principio, e ciò ri- mo di s. Agostino, fi la digressione 27:
cava da più motivi che adduce. Solo qui Te Deum laudamus e sin; origine. Chia-
importa che io ripeta con lui, essere cre- ma troppo grave ingiuria quella che pa-
dibile che Abundio, dotto vescovo di Co-
s. re farsi alla venerabile tradizione della
mo e di grande erudizione, intervenuto Chiesa,il mettersi in controversia che l'in-
al sinodo di Milano del Ritenuto dal ve- no Te Deum laudamus da e**a frequen-
scovo s. Eusebio (rammento che s. Am- temente, e cou molta consolazione de'lè-
o.Go TED TED
deli us.'ilo non solamente nel coro e nel le bymmts. quo assidue Eeelesiam tem-
divino uffizio, ma in tulle le occorrenze pi// resonant, a viris sanctìssimis ad fi-
direndere pubbliche e private grazie a ntili usque contextus est. Il dolio gesui-
Dio de'benefizi ricevuti, non sia stato con ta Zaccaria, Storia letteraria //' Italia
celeste avvenimento, e miracolosa im- t. 64, rendendo conto della disser-
3, p. 1

provvisa concordia e alternativa vicenda tazione d'un suo confratello, e riportata


incominciato prima da s. Ambrogio, poi in quelle del p. Azevedo altro gesuita: De
proseguito da s. Agostino colle parole Te e/i 11 lieo Te Dcum, a n auctores cantiei
Domi/ami/ onf/lemur.ìn occasione del se- Te Deum sintss. Ambrosius, et Augu-
gnalato acquisto fatto allaChiesa per mez- stìnus.W quale dopo avere riportato le va-
zo del battesimo ricevuto dui medesimo rie sentenze degli scrittori, dopo avere per
s. Agostino, celebralo con grande solen- ordine cronologico disposti gli autori, i

nità e pubblica allegrezza di tutto il po- quali parlano di quest'inno dal 5o4 al se-

polo di Milano. Ne merita piena fede ciò colo XV, dopo avere recati i -diversi ti-

clie scrisse il Puricelli, confutato con eru- toli che ne' mss. si danno al Te Deum,
dite riflessioni dal Bosca nel suo Marty- viene a propone le sue congetture sopra
rol. Mediolan. bac die; cioè essere stato l'autore di esso, e crede: i.° Essere questo
questo meraviglioso inno composto pri- di s. Ambrogio, e fatto innanzi che s. A-
ma da s. Ambrogio e da esso pubblica- goslino fosse battezzato: 2. Che proba-
lo nella Chiesa, poi ritenuto a memoria bilmente avealo nel suo battesimo can-
e cantalo nella celebre funzione da lui talo s. Agostino, il quale da catecumeno
fatta del battesimo di s. Agostino; come l'avea appreso, modulante etiam Ambro-
poi altrove, mutando opinione con ir- 1'
sio solemniter eum totopopulo. Non solo
refragabile autorità delle tradizioni anti- s. Gelasio 1 introdusse il Te Deum. nel-
chissime, tiene essere stata l'intenzione di l'uffizio divino, ma ordinò che si cantasse
quest' inno pieno di concento e melodia dopo il 3.° notturno, che significa il tempo
celeste, miracoloso ritrovamento del cie- della grazia, come se in questo avendo tro-
lo per canonizzare l'eloquente santità e vato Ci isto, esclamassimo Te Deum lai/'
spirilo del s. dottore battezzante, e il go- rftfWM.v.coojeosserva Ugone,Z)rO/?/'r. lib.

dimento spirituale e felicità del sublime 2,cap. q. Riferisce Radulfo Glaber, Sist.
ingegno anima grande del battezzato,
e lib. 3, cap. 3, che sul terminar del secolo
ambedue prima grandezza
poi stelle di X nelle Gallie si tennero vari concilii sul-
del firmamento ecclesiastico. Costante- la questione, perchè i monaci anche ne'
mente approva il comun consenso della tempi dell'avvento e della quaresima re-
Chiesa l'eruditissimo cardinal Bona, ap- citassero il Te Deum, e ciò eonlra Ec-
poggialo all'autorità del dottissimo Lo- clesiae romanae morem. Dal che rileva-
lino, a cui fu grande scorta l'antichissi- si, e l'uso già introdotto generalmente, e
ma salmodia del Breviario ambrosiano in il rito che ancor si osserva di ommelte-
cui a quest'inno quotidiano viene posto re il Te Deum ne'delti (lue tempi, per
in frontespizio: Hymnus ss. Ambrosia et mantener le vestigia del rito antico. Ag-
Augustini. Si aggiunge il Breviario del giunge Magri, che i monaci benedettini
celebre ordine di s. Agostino, in cui nella cantandolo in tulle le domeniche dell'an-

2/ lezione del 6. "notturno si legge: T'irne no, nella controversia perciò nata tra gli
Ambrosius, ut seribit s. Datius, ob lau- abbati ed i vescovi, risposero gli abbati che
ti viri convèrsionem Deo gratin s aetu- ciò facevano per ordine del fondatore lo-
rus. Te Deum laudamus praeee/iuil . ro s. Benedetto, le cui regole erano state
Angustino vìcìssim respondente, Te Do- approvate da s. Gregorio I, onde i ve-
minimi eonjilemur. Alque ita faeerc il- scovi si quietarono. Inoltre dice,che si que-
TED TED 261
slionò fra gli autori, se il Te Deum ap- nemmeno nelle ferie fuori del
inclusive, e
partenga al Mattutino ovvero alle Lau- tempo pasquale. Quando si dice, si ora-
di3 perchè Innocenzo III, e. Consilium de mette sempre il q.°o il 3.° responsorio, e
celebrai. Miss., pare che all'ermi essere si dice subito dopo l'ultima lezione. Quan-
parte delle laudi. Però il comune de'dot- do poi non si .dice, si porrà in suo luogo
tori insegna essere parte del mattutino, il <i.° o il 3.° responsorio ; detto il quale,
e la conferma nella notte di
pratica lo tosto s'iucomincieranuo che le laudi; ciò
Natale, nella quale si termina il mattu- si fapure quando si dice il Te Deum,
tino col le Dittili. Quando dunque In- fuorché nella notte del s. Natale, in cui
nocenzo III dice essere il TeDeurh par- dopo si dice subito l'orazione, e poi si ce-
te delle laudi mattutine, per queste in- lebra messa. Neil' articolo Cappelle
la

tese il mattutino colle laudi. Il Saltel- pontificie notai quando si canta in esse
li tratta nel t. 4, IcLt .Quando non au-
8: il Te Deum ordinariamente, come nella
cora si recitava nelU uffizio l'inno Te notte di Natale, edopo la messa della Pu-
Deum, cantava per segno di
che cosa si rificazione per essere stata Roma preser-
ringraziamento a Dio. Osserva che non vata dal Terremoto (/ .); e che nella vigi-

mancano Sitimi d'allegrezza registrati lia dell'Immacolata Concezione il Papa


romano, dove tratta delle pre-
nel Rituale co' cardinali si reca nella Chiesa de' ss.
ciPro graliarum actione. Come il sal- \ Il {postoli, ove intuona il Te Deum e
mo 65, Jubilate Deo omnis tcrraj e il poi com parte la benedizione col ss. Sagra -
salmo 8o, Exultate Deo adjutori nostro. mento; indi e dopo il vespero della vigilia
Crede quindi equivalente al Te Deum, della Circoncisioue, o ultimo giorno del-
seuza dire d'altri Inni e Cantici (J ".), si l'anno, il Papa e i cardinali si portano

cantasse 1' inno angelico Gloria in ex- nella chiesa del Gesù, ed il decano del
celsis Deo, cantalo dagli angeli nel Vo- sagro collegio intuona il Te Deum e poi
tale di Cristo al Presepio, a cui aggiun- dà la benedizione colla ss. Eucaristia. E
sero il restante gli apostoli. Il «piale inno qui noterò, che nello stesso gioruo, do-
è anche d'allegrezza e corrisponde
al Te po il sermone e la compieta, si canta lo
Deum, perchè regolarmente quando nel- stesso inno nella chiesa di s. Maria d\ /-

l'uffizio si dice Te Deum. nella messail raceli di Roma, per uso introdotto fin
si dice il Gloria in excelsis Deo. Si può dal principio del secolo XVII, in ringra-
•vedere Deo gbatias, Alleluia, Rosan- ziamento de'benefizi riportati da Dio in
na, Laudi. L' ab. Diclich, Dizionario tutto il decorso dell'anno, e questo per
sacro- liturgico, riferisce all'articolo Te opera d'un religioso minor osservante, il

Deum, che si dice in tutte le feste fra quale però voleva che fosse onorato il ss.
l'anno, tanto di 3 quanto di e) lezioni, e Sagrameulo esposto ila 3G j lumi, quan-
per tulle le ili loro ottave, eccettuala la ti appunto sono giorni dell'anno, come i

lesta de'ss. Innocenti, purché non venga suo tempo fu sempre praticato,
in fatti a
in domenica; si dirà però nel giorno 8.° il che apprendo dal p. Casimiro da Ro-

Si dice eziandio in tutte le domeniche dal- ma, Memorie della chiesa di s. Maria
la Pasqua di Risurrezione inclusive sino in Araceli p. 32 1. Dissi aucora a Cap-
all'Avventò exclusivet e in tutte le ferie pelle pontificie, cioè nel voi. V 1
1, p. 1 60,
del tempo pasquale, cioè dalla domeni- che dopo avere il cardinal decano reso
3
ca in Albis sino all'Ascensione, eccettua- al novello l'apa la 3. adorazione, intuo-
a
la la feria 2. delle Rogazioni, nella qua- n Te Ditim, che si prosiegue mentre
1 il

le non si dice. Non si ilice poi nelle do- fumo altrettantoal medesimo nuovo Pa-
meniche dell'Avvento, uè della Settua- pa nella basilica Vaticana, per la segui-
gesima sino alla domenica delle Palme la elesione. Questo rito è aniichissimoj
a6 3 TE D TEG
imperocché leggo nel Rinaldi all'anno divoto giubilo, compresi di religiosa le-
i 24, n.° 7, che eletto il Papa si cantò con
i
coro ringraziamo solennemente
tizia, in

molta allegrezza il Te Deum laudamus, Diode'grandi benefizi ricevuti lo lodia- :

e pare clic fosse già antica consuetudine, mocon tutta la Chiesa, lo celebriamo nel-
Di più notai nel citato voi. p. 214, che la sua eternità, nella sua immensa mae-
nella cappella pontificia si cantava solen- sta, nella sua gloria che riempie il paca-
nemenle il Te Deum, per l'elezione del- diso e la terra. Riconosciamo che tutta
l'imperatore del s. romano impero, e per quanta la terra, le gerarchie celesti,! co-
ijuella del re di Polonia; e riportai di%er- ri degli angeli l'adorano e lodano inces-
si esempi dell'inno cantato per consegui- santemente col trisagio. Veneriamo l'e-
te vittorie contro turchi e gli eretici, per
i
terno Padre, l'unigenito e sempiterno Fi-
la liberazione dalla peste e per altre lie- glio, il paracielo Spirito Sauto. Rendia-
te circostanze, che non mancai registra- ino grazie a Cristo che per l'umana re-
re a'iuoghi loro. Il Papa si recava in cap- denzione si rinchiuse neh' illibato seno
nella insedia gestatoria con manto bìau- della Immacolata Vergine; poiché
ss.

co e mitra di lama d'oro, ed i cardinali trionfatore della morte ci aprì il regno de'
111 vesti e cappe rosse, sebbene in tempi cieli, ove siede gloriosamente alla pater-

in cui talecolore viene escluso, e così ve- na destra, e da dove verrà a giudicarci,
stiti si recavano ad assistere a'simili Te Perciò lo supplichiamo, pel suo Sangue
Deum, che si cantavano nelle cinese na- prezioso, a benedirci colla sua eredità (il

zionali, In queste si canta pure il Te clero), questa pure reggere ed esaltare,


Deum per la ricuperata salute de'sovra- e salvarci lutti nel dì tremendo, annove-
ri, per l'assunzione al trono d'alcuno, pe' randoci tra'suoi santi per benedirlo quo-
loio sponsali, per la nascita de'loro figli, lidianamente in nostra vita, e laudarlo
Talvolta v'intervenne pure, oltre i cardi- persemprene'secoli. A tale effetto noi mi-
nali, la Camera segreta del Pr//,Y/.Quan- seri invochiamo a degnarsi d'esserci pro-
do i cardinali Protettori (l J prendono pizio del suo aiuto per non offenderlo,
possesso di loro chiese si canta WTeDeum, implorando pietà, e dieci diffonda la sua
Come Pio VII nel i8i5 solennemente inesauribile misericordia; e confidando
lidia basilica Vaticana rese grazie a Dio, tutte le nostre speranze in essa, ci lusin-
pel ricupero de'dominii della s. Sede, con ghiaino di non restar confusi eterna men-
famoso Te Deum, appositamente coni- te nelle tenebre. 11 Te Deum cantato in
posto sulla cantilena del canto Gregoria- coro a voce di clero e di popolo, tiene so-
no, e col mottetto Oremus prò Pontifi- venie luogo d'ogni più bella armoniosa
«e, dal celebre mg.' Giuseppe Raini mae- ed espressiva musica. Questo maestoso e
stro della cappella pontificia, lo rilevai commovente cantico, complesso di bel-
nei voi. Vili, p. 4 2 kX,
j
P- 87. Rimar- lezze, fu da molti tradotto in volgare e
cai a Sassonia, e qui in parie ripeterò,che commentato. Tra quelli che lo volsero
alla morte del valoroso Maurizio di Sas- in versi ricorderò il biava, Melodie sa-
sonia maresciallo di Francia, la regina di gre p. 34: // Te Deum. Abbiamo di Giti-
questa disse; Essere ben non ti usta cosa di seppe Ger. Semenzi,// cauto del rìngra-
poter cantare un De profundis per un zìamento a. Dio Creatore e Redentore
uomo, le cui brillanti vittorie avevano del mondo, parafrasi mistica dell'inno
fatto cantare tanti Te Deum, per aver de'ss.Andìrogio e dgosti/io,M\lai\o 6Sj. 1

professato il luteranismo. Che nella sola Francesco Giuseppe Mona, Hymni lati'
chiesa cattolica può ottenersi la salute e- ni medii aevi, Carlsruhiii853.
terna, ne riparlai nel voi. LXXI, p. 1 83 TEFLIS. V. Tiflis.
e 184. Nell'inno Te Deum noi pieni di TEGEA. Sede vescovile d'Arcadia
TE G T EH a63
«lei Peloponneso, della 3." provincia d'A- ch'era l'antica capitale del regno, e 4 5o
chea o Eliade, neh' esarcato di Macedo- ila Costantinopoli. Giace sul fiume Jage

nia, sotlo la metropoli di Corinto, nella ran una bassa pianura arenosa poco
in
diocesi dell'Illiria orientale, eretta nel V fertilesebbene innaffiata, malsana nell'e-
secolo. Il suo vescovo Ofel imo nel 45 as- 1 state ed esposta a calori ardenti. Forma
sistè al concilio di Calcedonia. ( ìrien dir. s Teheran un quadrilungo di circa una le-
t. 2, p.1 55. Tegea, Tegean, è un titolo ga e un terzo di ci r conferenza ,ed è cinta da
vescovile in juirtibus, dell'eguale arci ve- grossemura rinfrancate da torri e prece-
scovato di Cori nto,che con ferisce la s.Sede. dute da una larga fossa. Vi si entra per
TEGERNSEE. Monasterodella dioce- 6 grandi porte adorne in cima di figure
si di Frisinga in Baviera, sulla sponda del- di tigri e altri animali feroci. Nell'inter-
l'oraotiimo lago, dove fu tenuto un con- no sonovi molti siti vuoti e giardini, ed
cilio iieH'8o4, per leruiinare alcune dif- orti piantati d'alberi fruttiferi: del resto

ferenze tra 'monaci e A Itone loro vescovo, le case di terra diseccate al sole come uel
al quale furono condannati a restituire resto della Persia, le moschee, i bazar, il

molle chiese parrocchiali, ch'essi ritene- palazzo del re o sciali e tutti gli altri e-

vano senza titolo di possesso legale. Man- difizi presentano l'aspetto d'una gran cit-
si, Supplem., t. 2, p. 747- Quest'antica tà nuova e rifabbricata da tempo poco
e ricca abbazia fu secolarizzata nel 1802, lontano. Il palazzo regio, situato al nord
i vastissimi edilìzi furono da Massimilia- della città, ne occupa più d'un 4°' è di
no I re di baviera convertili in castello da forma quadrala e inunilissimo, serve di
caccia, per l'ahhondaule selvaggina del- fortezza, né lascia cosa a desiderare perla
le vicine montagne. Circondato il luogo bellezza e grandezza de'fabbricati, il lus-
e il lagoTegernseedi selvesuperhe, e per- so de' giardini e la copia d'acque, in uno
ciò assai pittoresco, nel circolo presidiale de'quali giardini trovasi il serraglio cir-
dell' Isar, divenne sede d' un cantone di condato da alte mura e da guardia vigi-
come ancora d'un tribu-
boschi e saline, lante difeso, ed il solo sciali vi può pene-
nale rinomate essendo le sue saline di
,
trare. Tra gli edilizi della città non si fan-
Reichenhall e di Rosenheim. no rimarcare che una sola tra le 7 mo-
TEGLA, TEGLATA, TEGULA. Se- schee, colla cupola rivestita di lamine d'o-
de vescovile dell'Africa occidentale nella ro, e da 5o caravauserrai. e quasi
1 altret-
Numidia, sotto la metropoli di Cirta. Si tanti bagni pubblici obezestein. La situa-
conoscono vescovi Donato che trovossi i zione di Teheran, lontana dalle strade
co'donalisti alla conferenza di Cartagine maestre, vi paralizza l'industria e il com-
nel ) 1 1, e Donaziano vescovo cattolico e- mercio che riduconsi a ocelli di consu-
siliato da EJnnerico re de' vandali, per a- uio: vi si fabbricano tappeti di lana fel-

vere ricu>alo sottoscrivere l'erronee pro- trala d'uso generale tra 'persiani, e qual-
posizioni ile' donatisti alla conferenza di che utensile di ferro. Nell'inverno la po-
Cartagine del 4^4- Morcelli,. ///•. chr. 1. 1 polazione ondeggia tra'jo 60,000 abi-
e

TEGULA. Sede vescovileanlica diSar- tanti; nell'estate più di 7 decimi vanno a


degna, di cui none rimasto che il nome, vivere soLlo tende nelle pianure di Sul-
eretta nel \ Il secolo sotlo la metropoli di tania {!'.) o Sultanich o Multameli, che
Cagliari. Vedasi il p. M. ilici , Sardinia lo sciali Khoda -Bend avea fatto la capi-
sacra. tale del suo impero, onde divenne estesis-

TEHERAN. Cita capitale della Per- sima e floridissima; ma le discordie civili


sia 1 1 .). nell'Irac Ad jeoii, capoluogo ilei ne cominciarono la rovina, che Tamer-
Beglei heglik del suo nume, a 1 "1
leghe dal lano compi, e suoi avanzi occupano im-
i

mai' Caspio, a 4o circa da Hispahan (


J '.) menso spazio, suasislcudo accora la ma-
264 TEH TEL
gnifica moschea del fondatore, oltre due è qualche ministro europeo con famiglie
altre. Lo sciali di Persia da parecchi an- cattoliche , e da ultimo 1' ambasciatore
ni suole in tale stagione stabilire suo
il francese eresse nel suo palazzo una cap-
campo soggiacente a tal città, per guar- pella pel eulto cattolico. Si desideravano
darsi dall'insalubrità del clima di Tehe missionari, appartenendo la giurisdizioue
ìan, e lo è pure nell'autunno. L'impuri spirituale al vescovo dTlispahan.
là del clima è grande ostacolo all'accre TEI o TEO.S. / . Susos.
scimento della popolazione di Teheran TELA o TAL. Sede vescovile delle
Presso di questa lo sciali e sopra una col proviucia d' Adiabenn, nella diocesi de'
lina ha un palazzo e giardini magnifici caldei sul Tigri.Ne furono vescovi Si-
rinfrescati da buon numero di correnti meone che nel 266 assistè all'elezione del
1

d'acque. Teheran era sotto i sufi una cit- cattolico Denha II, poi a quella di Jabal-
tà poco importante, indi nel passato se- laha IV; e Jesuiab che intervenne al con-
colo gli afgani dopo la battaglia di Sal- cilio del cattolico Timoteo
due II : questi
tnan-abad la pigliarono e distrussero qua- prelati sono altresì qualificati come ve-
si interamente. Poscia dal reggenteKerim- scovi di Berbera o Burbera o Barbaria,
Kan fu rifabbricata, ed il fondatore della perchè in quel tempo la detta chiesa era
regnante dinastia Aga-Mohammed-Kan unita a quella di Tal oTela. Oriens chr.
nel i
704 vi trasportò la sededel governo, t. 2, p. 1 33.
perchè Ilispahau sempre più progrediva TELA TELA-MAUZALAT. Sede
nella decadenza, l'ampliò e la fortificò, e vescovile giacobita, della diocesi d' An-
abbellì il successore Felh-Ali, in che fu tiochia, nella Mesopotamia presso l'Eu-
imitato notabilmente da IMohammed fi- frate, la cui città fu ristabilita dall'impe-
gliod'Abbas Mirza. Sotto il deltosuo pre- ratore Costanzo nel 35o,che le die il no-
decessore, nel febbraio 1829 la plebaglia me di Costantina. Ebbe a vescovi, Gio-
ii ritata portossi all'ambasciata russa, e vi na nominato da Cosroe II re di Persia, e
uccise l'ambasciatore ed una parte delle ordinato dal mafriano o primate d'orien-
persone addette all'ambasceria; pi ima che te verso il 616; Paolo autore duna ver-
1'
tempo
autorità avesse di disperderla. sione dell'antico Testamento in siriaco;
Questo ammutinamento fu conseguenza Giovanni morto nel 769,011! successe Sa-
della guerra colla Russia, e della cessio- bino. Oriens chr.t. 2, p. i5ai.

ne ad essa della provincia d' Erivan. Il TELA D" ARSAKIA. Sede vescovile
trasporto della residenza sovrana in Te- giacobita della diocesi d'Antiochia, così
heran si attribuisce alla prossimità sua al- chiamata come situata sull'omonimo fiu-
la frontiera russa, ch'è leu tana 100 leghe, me dell'Armenia, fra Tigranocei ta e Ar-
e da questa città può meglio venire os- tassata.Ignaziosuo vescovo fiorì nel 1264.
servata;non che alla centralità della con- Oriens chr. t. 2, p. i523.
trada pòsta in mezzo alle orde nomadi, TEL-APHAR. Sede vescovile giaco-
delle quali lo sciali compone la sua ar- bita dipendente dal mafriano, situata tra
mata in gran parte. In quello stesso an- Singara eMosul nella Mesopotamia. Nel
noi 829 vi apparì il cholera, disparendo- 1 167 il monaco Abujaser fu stabilito ve-
ne l'inverno dopo, per fare strage altro- scovo dal mafriano (.iiovanui di Sarug.
ve e tuttora ci flagella e tiene in appren- Oriens dir. t. 2, p. 1G01.
sione, poiché in Koina, ove sembrava a- TEL-BASEPi. Sede vescovile nella
Ver avuto la tomba nel 1807, meno mi- diocesi d'Antiochia presso Aleppo nella
cidialericomparve nellaa/ metà del 1 854 Siria, ene fu vescovo neh 129 Bar-Tur-
e protrasse la sua durata con diverse vit- ca, poi trasferito a Sinnada, a Mabug, a
time. Notai a Persia; che iu Teheran vi Chabora; deposto per la sua scandalosa
TEL TEL 265
vita e divenuto odioso a tatti, fu assassi- insalubre, è oggi quasi deserta, enon rap-
nato da alcuni armeni. Orienschr. t. 2, presenta ebe un meschino villaggio; tut-
p. 15^4. lavolta vi si tengono due bere nell'ulti-
TEL-BESME TELA-DBESME o ma domenica di seltenibreel' [ 1 novem-
TEL-BESMAI.Sede vescovile della dio- bre, ma il miglior traffico si fa a Solopa-
cesi d'Anliocliia, situata presso Marda ca. Appena vi resta in piedi la cattedra-
nellaMesopotamia. Giovanni vescovo di le antica dedicata alla ss. Croce e lungi
Alarda nel 25 governava contempora-
1 1 5oo passi dalla città, cioè a'tempi del Sa r-
nea mente le chiese diTel-Besme, diCba- nelli.cbe l'afferma nelle Memorie crono-
phartut, di Darà, di Nisibi, d'Haraa e ili logiche de'vescovi e arcivescovi di Bene»
Cbabora, e morì nel iG5. (ìncus citi-. 1 vento, p. 2^3, aggiungendo ebe vi pren-
t. 2, p. 1 525. devano possesso vescovi, e visi celebrava i

TELEPTE TELLA. Sede vescovi- messa ne'dì festivi per alcuni coloni abi-
le della BÌ7aceua nell'Africa occidentale, tanti, quali ultimamente non arrivava-
i

sotto la metropoli d Aditimelo, la cui cit- no a 5o. E fama ebe dalle rovine di Te-
1

tà fu pure colonia. Si trovano vescovi i lese fu fabbricato a 4 legheda Piedimon-


Giuliano intervenuto nel 255 al concilio te il castello di Cerreto, dove fino dal G 1 1

ili Cartagine, pel battesimo dato agli e- risiede il vescovo, benché esso pure sog-
retici; Donaziano ebe fu alla conferenza giacque a gravi disastri, nel 1 656 per la

di Cartagine del 4 '' '> Frumenzio esilia- peste ebe vi fece perire la metà circa del-
to nel 4^4 ""a Unnerico re de vandali co- la popolazione, la quale ora è più di 5ooo;
gli altri vescovi cattolici ebe trovaronsi indi restò alfatto spianato dal terremoto
olla conferenza di Cartagine. JMorcelli ,
del 5 giugno 1688, ma poi fu assai ben ri-

AJr.chr. Li. Il Rinaldi all'anno 4 18, n.° fabbricato, e trovasi di bella appariscen-
3 1, chiama Teleptai. "sede della provin- za con magnifica cattedrale e quale ne
cia Bizacena,e ebe in tale anno ivi si ce- parlai a Ceureto stesso, con diverse fab-
lebròun sinodo presieduto dal nominato briche di panni comuni, e vi si tengono
Donaziano per definire la causa ebe si
,
5 annue fiere, raccogliendosi nel suo ter-
disputava de'pelagiani, e fu ordinato di ritorio vini eccellenti. L'ultima proposi-
leggersi l'epistola decretale di Papa s. Si- zione concistoriale , ecco come descrivo
licio a'vescovi africani; donde rilevasi l'os- Cerreto, vicino a Telese. La città di Cer-
servanza della chiesa d'Africa verso i de- reto contiene 1 000 case, la cattedrale buo-
creti de' Papi. Teleple, Telepten,è ora un no edifizio è consagrata alla ss. Trinità,
titolo vescovile in partibus, sotto l'egua- e vi è l'unico battisterio della città, essen-
le arcivescovato d'Adrumeto, o secondo do affidata la cura d'anime all'arciprete
altri registri concistoriali di Cartagine, 2/ dignità del capitolo. Questo si compo-
che si conferisce dal Papa, ne dell'arcidiacono .'dignità, 1 le altre so-
TELEGRAFO. / Strada, . no il primicerio maggiore e il primicerio
TELESE Thelesin). Città con i resi- minore, con 1 canonici comprese le pre-
1

denza vescovile in Cerreto, della provin- bende del teologo e del penitenziere, 4
cia di Terra ili Lavoro, nel regno delle beneficiati mansionari , ed altri preti e
due Sicilie, distretto di Piedimonte, a 5 chierici addetti al servizio divino. L'epi-
da Caserta e a da Solopaca borgo scopio è prossimo alla cattedrale e trova-
il< Ila monte 'laburno, il quale
valle del si in buono stato. Non vi sono altre par-
e in progressivo aumento di prosperità, rocchie in Cerreto, bensì diverse cinese,
pe'moderni edilìzi che vanno accrescen- un convento di religiosi, un monastero di
! industrialo rende interessante.Im- monache, alcuni sodili zi, l'ospedale, il

perocchè Telese, situata in una pianura munte di pietà e il seminario. L'Ughelii


266 TEL TE L
die ne\Y Italia sacra riporta i vescovi eli R. arcidiacono dell. 1 cattedrale fu eletto
Telese, t. 8, p. 3G7, riferisce che in Cer- dal discordante capitolo e confermali) da
reto eravi la collegiata di s. Marti no, con Gregorio IX nel 1 240. Rao o Raone cir-
arciprete e 1 1 canonici, ed essa tuttora e- ca il 1 286, nel (piai anno essendo mor-
siste colla pari occhia e s. fonte. Telese,ce- to, il capitoloelesse Salerno e Onorio IV
lebre e antica, al tempo della repubblica l'approvò. Pel suo decesso nel i'Ì25 pel
romana era potentissima e una delle 7 ri- suffragio de' canonici gli fu sostituito il

nomate del Sa n aio ; ed Annibale dopo primicerio loro Francesco Pellegrini, ma


l'occupazione di Benevento, rivolse le sue non si trova confermato dal Papa, anzi nel
armi contro Telese, e facendosene padro- 1 326GiovanniXXl fececonsagrareRiso. I

ne apri alle sue truppe V ingresso nella Nel 32f) Tommaso, morto in Avignone
1

Campania. Dipoi fu distrutta da'romani nel 1 34o,incui Benedetto XII


gli surrogò

sotto il consolalo diSillajin seguito trium- i altroToramaso. Nel Matteo d'Ac- 1 34^ fr.

viri vi stabilirono una colonia, e il suo di- quaputrida francescano; nel 3 4B l'altro 1

stretto fu assegnato a'soldati di Augusto, francescano fr. Domenico nominato da


divenendo importante. Fili volte fu pre- Clemente VI. Neh 353 Innocenzo VI da
sa e abbattuta, eancora si vedono gli a- Vulturara vi trasferì Giacomo di (.erre-
vanzi delle mura di cinta e dell'anfitea- Io, di cui è memoria nella lapide che ri-
tro. Ad un miglio da questa cinta trovati- corda avere Gio. Bartolomeo edificato il
si poi le rovine della Nuova Telese, stata tabernacolo e contribuito all'erezione del
edificata verso la metà del secolo XI, e campanile. Altro Giacomo nel 1 387 era
distrutta dal terremoto del 1 688. Colà vicario di Sabina e neh3q8 fu traslato
[nesso sorge il villaggio attuale, e si tro- a Neocastro. Nel 1 4^ 1 3 IMarcuzio Angeli
va una sorgente Solforosa usata nelle ma- napoletano e canonico di Sorrento, ed eb-
lattie croniche. Il Biondo e l'Alberti di- be lungo vescovato. Nel 4^4 &' s " c cesse 1 1

cono, che in Telese nasca un fiume di ac- Fernando Gimel Gorre aragonese; nel
que tanto fredde, che non genera pesce 14^9 Meolo Mascabruni canonicodi Be-
alcuno. Telese è lontana da Benevento per nevento, traslato a Muro. Matteo de Giu-
la via di Ponte e s. Maria della Strada 4 ! dici di Fiano e arciprete dis. Stefano nel-
miglia. Nota il Coleti che nel sinodo ro- la diocesi di Nepi nel i464'> ''idi Troilo
mano del 487 v'intervenne Agnello Tc- Agnesi nobile napoletano, poi di Lavello
lesìnus, Tolesinus o Torcélinus secondo e di Guardia Alferia. Da Lavello invece
le varianti de'codici, e l'Arduino lo chia- vi fu trasferito nel 1487 fr. Pietro Pala-
ma Torcellanus. lli.°vescovo conosciu- gario di Traili dottore e teologo france-
to è Menna episcopus Telèsinus, che fu scano, indi sulfraganeo di Ferrara: scrisse,
al sinodoromano tenuto da s. Gregorio
o Deingemds ddolescentium moribus. An-
1 nel novembre del 600; il 2.° è Giberto drea Ricci nobile napoletano morì nel
del 1075, secondo l'emendazione di Co- l5i 5, onde a'2? maggio Leone X die in
leti, sulfraganeo della metropoli di Bene- commenda la chiesa al cardiualLuigi d'A-
vento, imperocché nel sinodo romano del ragona (T •)> il quale poco dopo la ras-
C)0q, Papa Giovanni XIII elevando ad ar- segnò a Biagio Caropipe di Cerreto nel
civescovato la sede di Benevento, tra le 1. "giugno, già primicerio di s. Maria «al

suffraganee che gli attribuì vi comprese Martyrese canonico Liberiano ili Roma,
Telese e lo è tuttora. Indi fiorì Tomma- di angeliche qualità e limosiniero. Nel
so verso il 1 1 oo, ed è sepolto nella catte- 1 vì4 da Massa Populonia vi fu trasla-
e
drale in sepolcro marmoreo con iscrizio- toGregorio Perusci rouiano;avendoabdi-
ne di versi leonini. Pietro intervenne nel cato neh 5i j gli successe Mauro de Pie-
t 1
79 al concilio generale di Lateranolll. tis mantovano, acculilo pontificio. Nel
T E L TEL 267
533 Sebastiano Ronfigli anconilnno,che
i e abbate de'canénici regolari Lateranen*
riounziando neh io, Paolo III nominò *>
si, morto nell'ottobre 1 G3G e sepolto nel-
vescovo Alberico Giacqui nto nobile diCa- la chiesa della ss. Trinità presso i suoi pre-
serla dottissimo ed eloquente. Neh 548 decessori. Libano Vili neh G37 elesse il

Giovanni Reroaldo palermitano, chiaro parente Pietro l'aolo de Rustici nobile


nelle lettere e negli studi eruditi, stimato fiorentino cassinese, e poi lo trasferì ad 1-
da Tu ni versa le,t rasili to
1 <i s.Agataneli556. sernia nel 1 643; io (piolo <;li surrogò Pie-
JNel seguente anno l'aolo IV elesse il suo tro Ma rioni nobile di Gubbio,celebre av-
segretario, come lo era stato de'predeces- vocato della romana curia, «lotto e chia-
6ori,Angelo Massarelli di s. Severino nel ro per virtù. Neh 661 Fabrizio ac- Mu
Piceno e priore della patria collegiata, il- clùdi Pontremoli, già vicario di Beneven-
lustre e glorioso per vasta dottrina, insi- to e Perugia, lodato pastore. Nel 65q Pie- 1

gne per pietà e altre da Pio IV fit-virtù, tro Francesco Moja somasco milanese, e-
to segretario del concilio di Trento, cui i gregio oratore; nel 167J fr. Domenico Ci-
atti con nobile e facondo stile descrisse: to domenicano, traslalo daLicia; nel G8 1
\
inori nel i 55G in Roma e fu sepolto in s. Gio. Raltista de Rellis salernitano; nel
Maria d'Araceli con onorevole epitallio i6q3 Riagio Gamb.iro di Napoli e par-
riportato da Ughelli, indi corretto dal p, roco della metropolitana. Qui finisce la
Casimiro da Roma, Memorie della elite- serie de' vescovi nell' Italia saciui, e la
sa di s. Maria in Inree/i, p. 283, il (pia- compiròcolleiVbftzie di Roma. Nel 1722
le ne celebra le distinte doti e il profon- Francesco Raccari di Ca precotta diocesi
do sapere, e riporta il titolo di sue ope- di Tri vento; nel 1 73G Antonino Falango-
re. L'illustre degno ve-
concittadino, ora la di Sorrento; neh-47 Filippo Gentile
scovo diPesaro,dottameute nel 837pub- 1 di Riscari diocesi di Troia; nel 1771 Fi-
'
blicòin Macerala: Elogio storico di mg. 1 liberto Pascali di s. Vito diocesi d'Ostu-
. (rigelo Massarelli dis, Severino vesco- ni. \ acala la sede nel 1 788, nel 1
792 Vin-
vo di li-lese e segretario del concìlio di cenzo Lupoli di Fratta Maggiore dioce-
Trento. Gli successe fr. Cherubino La- si d'Aversa. Vacò la sede nel 1800 circa,
vorio di Cascia, dotto e probo agostinia- e Pio VII a'21 dicembre 18 1 8 preconiz-
no, e Sagrista pontifìcio. Nel i5y? l'otti- zò Ralfaele Longobardi napoletano dei
mo Annibale Cattaneo patiizio napole- pii operai, e fu l'ultimo vescovo di Tele-
tano, sepolto nella chiesa della ss. Trini- se, ed ih .°di Alifee Telese unite. Poiché
tà di Cerreto. Neil 584 ir - Gìq. Stefano colla bolla Adorandi Servatoris nostri,
de Orbita spaglinolo domenicano, indi ri- deh. "gennaio 1820, Pio VII unì Telese
nunziò, enei 58y gli successe Cesare Rel-
i al vescovato d Ali fé '
, colla residenza del
lochi di Fano. Neil 5q6 Eugenio Sa vini vescovoinCerreto. Laonde innanzi di pro-
nobile di Ferino, eletto da CietnenteVIII seguire la cronologia de* vescovi d'Aide e
che a lui diresse la bella lettera Cwnnos, Telese, riporterò quelli d'Alife, avendo-
presso l'I gbelli; lodato per somma dot- li serbati per questo articolo onde si ef-
ti ina e prudenza. Nel 1 6<>4 da Castro d'O- fettuasse la nuova sperata divisione, che
tranto vi fu traslato d. Placido Faba bo- poi ebbe luogo come dirò.
lognese oli tetano; nel 1606 Eugenio Ca- „ ////«-città [iure antichissima dellaTer-
lanco di lui tona barnabita d'esimia dot- ra di Lavoro a due leghe da Piedimon-
trina e di «ingoiai probità; neli6o8Gio. te, e da Benevento 3o miglia per la via
Francesco Leo della diocesi d'Ivrea, ec- di Guardia e Cerreto, nella a.' regione
cellente giureconsulto, protonotario e già degl'irpim e già celebre come la descrissi
vice vescovo di Bologna; neli6i3 Sigi* al suo articolo, possedendo un considere-
sm.uui.lo Gambacorta patrizio napoletano \ulc busco che si estende nelle campagne
3 68 . TEL T E L
meridionali sulle rive del Volturno, ma tervenne al sinodo romano di Papa Ni-
però appena enumera i5oo abitanti cir- colò li. Già nel 0)69 Papa Giovanni XIII
ca. Notai in detto articolo che la sua cat- avea assegnato Alile tra le suffragante del-
tedrale è sotto l'invocazione di s. Sisto I l'arcivescovo di Benevento, e lo è anco-
Papa e martire. Quanto alla questione ra. Jl 3.° vescovo che si conosca è Baldui-
sull'identicità del corpo di tal santo, che no,che nel 1 1
79 fu al concilio generale di
Aliti; ritiene possedere nella cattedrale, pia Laterano HI; indi N. a cui scrisse Inno-
credenza che hanno altre 3 chiese, ne trat- cenzo 111, di spettare a lui lo scomunica-
tai alla sua biografìa. Àlife tra'suoi illu- re que'chierici che nelle cause ecclesiasti-
stri vanta Giovanni Magno protonotario che presumevano anteporre il giudizio
sotto Manfredi, JNicola Alunno gran can- secolare: vivea ancora nel 200, e fors'an- 1

cellieredel regno di Giovanna 1, il patrio che sotto Onorio 111. Nel pontificato del
vescovo Giovanni Alfìero consigliere del cui successore Gregorio IX, il vescovo N.
famoso re Ladislao, e il cardinal France- o lui divolo e ubbidiente, perciò incorse
sco Renzio ( I .). Pe'patiti disastri e per l'odio dell'imperatole Federico II nemi-
l'aria malsana, il vescovo d'Alife trasferì co della Chiesa, il quale prima l'esiliò e
la sua residenza a Piedimonte, città posta poi lo pose in carcere, ove miseramente
alle falde del monte Matese a i 6 leghe da terminò di vivere, sfogando quel principe
Napoli, bagnala da un torrente che me- la sua fierezza auco su d'Alife. Neli25i
diante il Torà no influisce nel vicino Vol- Innocenzo IV creò vescovo Alferio cano-
turno. Acquistò celebrità ancor prima che nico della cattedrale, e nel 1254 trasfe-
divenisse capoluogo di distretto, pe'suoi rendolo a Viterbo, nominò in sua vece
squisiti vini bianchi e rossi chiamati pai- fr. Romano vice-priore del convento dei
làrelli. Vi si tengono fiere, e compren- suoi domenicani di Roma. Nel i3o5 fiorì
de nel suo distretto oltre il proprio cir- Pietro, nel 1 346 morì Nicola, e Clemen-
condario, quello di Cerreto, in tutti 8. Ha te VI gli Tommaso de Fontibus
sostituì
un grande palazzo, parecchi belli edilìzi, canonico Teano. Neli35o Bertrando,
di

2 collegiate e 8 altre chiese, conventi dì nel 356 Andrea salernitano, che suppli-
1

irati, monasteri di monache, ospedali e il cò col popolo Innocenzo VI onde edifi-


seminario. Conta più di 6ooo abitanti care il convento di s. Francesco, ed alla
che hanno manifatture e cartiera, fabbri- sua epoca fiorì il celebre alifano Alunno
che d'ognisorta di cotone e principalmen- ricordato, e questi fu sepolto in s. Maria
te di filatura, producendo lavori bellissi- dell'Ascensione coli' epitaffio riprodotto
mi. Nelle vicinanze di Piedimonte si sca- da Ughelli, nella nobile tomba che viven-
vano delle miniere di rame. Nondimeno te erasi fabbricata. II vescovo Guglielmo
in Alife pure il vescovo ha l'episcopio, ma sedeva solto Urbano VI, e dopo di lui e
l'ordinaria residenza la fa iu Piedimon- verso il 1389 è registratoli rammentato
te. Ughelli celebra l'antica Alife, le sue Giovanni Alferio nobile alifano, il quale
amenità e abbondanza d'acque, ma poi nel 390 eresse e dotò la chiesa di s. Ma-
1

il eorso dell'acque essendosi interrotto, l'a- ria Maddalena, e dichiarò padronato di


ria si corruppe, e della sua passata opu- sua famiglia: perla sua prudenza, virtù
lenza e grandezza non vi resta che la me- e pietà fu caro a re Ladislao che Io dichia-
moria e qualche avanzo; e nello stesso t. rò suo consigliere. Morì neii4 12 e nel )

8, p. 206, riporta la serie de'vescovi d'A- 1 4 3 gli successe Angelo di s. Felice ar-
1

life , incominciando da Chro che sotto- cidiacono d'Alife; quindi neh458 Anto-
scrisse al sinodo romano di Papa s. Sim- nio Moretti,che rovinando l'antica catte-
maco uel 49g ° " e ^ 5oo.Dopo di lui non drale, la demolì e costruì la nuova, e fu
trovatisi altri sino a JN. che ueliojQ iu* sepolto iuuauzi la porta maggiore cou i-
TEL TEL 26^
stemma. Neh483
scrizione, sua effigie e terminandosi la serie de' vescovi AliTmi
Giovanni Bartolo, nel i486 Giovanni ile nel!' Italia sacra, la completerò colle/Vo-
Zefra toletano, poi nel 5o4 Angelo Sac- i tizie di Roma. Neh 7.30 Gaetano Ivone
ro di Oliveto morto nel 52f). In questo 1 di Filetto diocesi di Capaccio; nel iy33
fu vescovo Bernardino Fumarelli tosca- Pietro Abbondio Battiloro d'Ai pino, tra-
no di s. Geminiano, eletto «li Minervino, slato daGuardia Aliena; nel 17 35 Egi-
in seguito traslato a Sulmona. Neh 532 dio Antonio Isabelli di Potenza; nel y53 1

Michele Torelli poid'Anagni,nel 1 T4 1 Ip- Innocenzo Sanseverino di Nocera de' Pa-


polito Marsigli di Latino, nel i54<3 Seba- gani, traslato da Monte Marano; neh 757
stiano Pighinil} .) udiloredi rota,lrasla- Filippo Sanseverino parente e concitta-
toa Ferentino ed a Siponto, e cardinale. dino del precedente; nel 1770 Francesco
Nel 1
548 Filippo Sarngli nobile fiorenti- Sanse verino de'pii operai, di Maralea dio-
no.abbate olivetano illustre per virtù; nel cesi di Cassano; nel 1
776 Emidio Genti-
1 )56 Antonio Agostini di Saragozza e- le di Biccheri diocesi di Troia: ebbe lun-
gregiogiureconsulloe uditore di rota, poi ghissimo vescovato, ed a suo tempo nel
aTarragona. Nel 566
traslato a Lerida ed 1 1 820 seguì l'unione di Telese ad Alife, ma
Giacomo Giberti de Noguera spagnuolo; credo che le Notizie di Roma non sieno
nel 1567 Angelo Bossi di Terni, ov'è se- esatte continuandolo a registrare per ve-
r
pollo nella (attediale con epitaffio. Nel scovo ài Alife nel 1821, insieme a mg.
1 568Gio.BatlistaSanlorio tarentino,con« Longobardi come vescovo di Telese, ma
sagrato nella cappella pontificia dal car- con l'aggiunta di Cerreto unite; però in
dinal Santorio, indi Maggiordomo di Si- quelle del 822 ad Alife si dice vedi Te-
1

sto V e traslato a Tricarico colla nunzia- lese, ed a Telese e Alife unite si dice ve-
r
tura di Svizzera. Neh 586 fr. Enrico Ci- scovo mg. Longobardi. Neh 824 Leone
r
ni conventuale siracusano e consagrato in XII dichiarò vescovo di Alife eTelese mg.
ss. XII Apostoli dal cardinal Santorio,dot- Gio. Battista de Martino napoletano dei
to e versatissimo negli studi astrologici. pii operai; indi neh 826 alle due chiese
Neh5c)8 fr. Modesto Gavazzi conventua- trasferì da Bossano mg.' Carlo Puoti na-
le ferrarese; nel 1 G08 fr. Valerio Seta ve- poletano. A suo tempo can. Giovanni il

ronese de'servi di Maria, sommo teologo, Bossi pubblicò: Cu te/Ingo de' vescovi di
encomiato pastore. Nel 625fr. Girolamo 1 Telese, Napoli 1 826. Il regnante Pio IX
Zambeccari nobile bolognese domenica- nel concistoro di Gaeta de'22 dicembre
no, poi di Minervino, da dove neh 633 1848, preconizzò vescovo d'Alile e Te-
invece passò a questa sede il carmelitano lese mg.' Gennaro di Giacomo napoleta-
fr. Giovanni Bossi di Nola. Neh 63() Pie* no, della metropolitana vicario curato e
tro Paolo Medici nobile fiorentino, vit- canonico, dicendo la proposizione conci-
tima della pestilenza del 1 656, nella qua « storiale che le due diocesi unite si esten-
le intrepido con edificazione provò che il devano per più di [\v> miglia, e la men-
pastore deve dare la vita pel gregge. Nel sa ascendeva a 3ooo ducali liberi. Dipoi
i658 Ir. Enrico Burgensis generale dei lo slesso Papa colla bolla, Compertum
servi di Maria, morto dopo 8 giorni dal Nobis exploratumque est. i\e 6 luglio
suo ingresso in A lite. Neh (in) Sebastia- i852, separò e disgiunse la sede d'i Zie-
no Dosseua nobile milanese, barnabita e lese ossia Cerreto àa quella d' ////ce nuo-
66\ DomenieoCarac-
oratore esimio; nel 1 vamente l'eresse e reintegrò in sede ve-
Gaeta lodato; nel i(>"6 C.iuscppe
ciolo di scovile separata, restando mg.' di Giaco-
de Lazara chierico regolare minore; nel mo soltanto vescovo d'Alile; e nel conci-
iyo3 Angelo M." Pollili nobile cameri- sloro de'27 giugno 1 853 dichiarò vesco-
ucsc, giù vicelegato di Bologna. Con esso vo di Telese ossia Cencio, Episcopali*
270 TEL TEL
r
lui lesine Thetesìnae seu Cerretdriae , mente a'') gennaio ilei i )\, nel qnnl gior-
mg.' Luigi Sodo napoletano,lrasferendo- no se ne celebra In festa. Fu sepolto nel
lo da Cotrone. Oltre il già riferito, si leg- Vaticano presso il corpo di s. Pietro, ed
gè nella proposizione concistoriale, chela in quella basilica tuttora si venerano le
stabilito per mensa 33oo ducati , e per sue ossa. Vacò la s. Sede 7 giorni,
tasse 100 fiorini, e la diocesi per circa 25 TELIAO o TELIOO (s.), vescovo di
miglia di territorio. Landaff. Nacque nel paese di Galles, vi-
TELESFORO (s.), Papa IX. Preledi cino a Monmouth, ed era fratello di A-
nazione greco, che altri dicono nato in naumede, la quale nel 490 si maritò a Bu-
Terra Muova, cioè Turio (1 .) nella Ca- die re de'bretoni armoricani. Fu educato
labt'ia chiamata Magna Grecia, figlio di sotto la custodia di s. Diibrido vescovo di
anacoreta, ovvero egli stesso anacoreta, o LandalF, e qualche tempo dopo l'anno
secondo altri canonico regolare, mentre 5oo andò in pellegrinaggio a Gerusalem-
ancora si vuole annoverato tra' religiosi me con s. Davidde e s. Paterno, suoi con-
carmelitani, fu creato Papa |'8 aprile del discepoli. Rifiutò il vescovato di Dol, che
142. Ebbe il rammarico di vederle stra- il clero e il re Budic volevano ch'egli ac-
gi che portò alla Chiesa la persecuzione cettasse; ma poi ritornato in Inghilterra
accesa dall'imperatore Adriano. Dicesi, vennesuo malgrado innalzato a quello di
però non senza contraddizione dei cri- Landa fi. Col suo sapere, colla sua pietà
ch'egli abbia confermato con decre-
liei, e col suo zelo egli fece fiorire quella cine-
to l'uso introdotto dagli apostoli del di- sa, e dimostrò la sua magnanima carità
giuno della Quaresima (F.). Si vuole pu- durante un contagioso morbo che deso-
re da molli, ch'egli comandasse a ciascun |ò il paese di Galles. Morì santamente ver-
Sacerdote la celebrazione di tre Messe so il 58o, in una solitudine ov'erasi ri-
(P.) nella notte di Natale; e che però tirato per apparecchiarsi al gran passa g*
ninno fuori di tale solennità potesse ce- gio dell'eternità. La sua festa si celebra il

Jebrare il s. Sacrifizio prima dell'ora di g febbraio.


Terza: ma 1' una e l'altra disposizione TELMESSO, Telmissus. Sedevesco-
\iene supposta da una sua decretale ri- Vile della provincia di Licia, nell'esarca»
tenuta apocrifa, e che anzi neppur con- lo d'Asia, sotto la metropoli di Mira, e-
tiene siffatti ordinamenti, come può ve- reità nel V secolo, situata ne'confìni del-
dersi nel Bona, Rerum liturg. I. i,cap. la Caria e della Licia, presso il fiume Xan-
2i,n. 5. Altri voglionoaver egli aggiunto to. Ne furono vescovi Ilario di cui fi meo*
nella prima messa di Natale all'innoange- zione s. Basilio nella lettera n.° 4o3,eZe-
lico Gloria in excelsis Deo (P .), le altre nodoto che intervenne al concilio di Cai-
seguenti parole. IlCasanata fa questo Pa- cedonia nel fól. Oriens chrA.l, p. 972.
pa autore d'un libro di Profezie, che mss. Telmesso, Tehnessen, divenne un titolo
si conservava in una biblioteca di Vene- vescovile in partibus, del simile arcive-
zia; ma esso fu riconosciuto opera d'un scovato di Mira, che conferisce la s. Sé-
altro Telesforo romitodel 1 386, come at- de. Per ultimo ne furono insigniti Fgna-
testano Wion nel Ligno Crucis,* il Pos- zio Bourget, e nel concistoro de' 19 giù-r
sevino ntW Apparato. La lettera decre- gno 843 Gregorio
1 XVI l'attribuì a mg.
tale diletta a tutti i fedeli, e attribuita al MatliaPollitzerd'Oblasdiocesi di Bruno,
medesimo Pontefice, porta seco il carat- canonico della metropolitana di Vienna,
tere d'apocrifa. In 4 ordinazioni nel di- quando lo dichiarò ausiliare di quell'ai"
r
cembre creò 12 ovvero i3 vescovi, i5 civescovo mg. Milde.
preti e 8 diaconi. Governò n anni, 8 me- TELMO o ELMO (s.).r. Pietro Gon-
si e 18 giorni. Patì il martirio gloriosa- zales (s.).
T E L T E M 27 r

TEL-PATRICIA. Sede vescovile già- tutta solennità collocò sulla piazza di [ta-
cobi la presso Melitene nell'Armenia mi- rala la pietra fondamentale pel monu-
nore, ch'ebbe a vescovi Dionigi neho?.r), mento chiusa in una capsula, altre aven-
e Timoteo neh 191. Oriens chr. t. 2, p. done posto l'arciduca Alberto e i generali
presenti. L'attuale vescovo alla testa del
TEMENOTIRA, Temenotyra. Sede clero esegui la benedizione e il ceremo-
vescovile della 1
.' provincia della Frigia niale di rilo,tulto riportandosi co'partico-
Pacaziana, nella diocesi d' Asia, solto la lari nel Giornale 'li Roma 85a \ a p. 583;
metropoli di Laodicea, eretta nel V seco- quindi a p. 83 7 gen-
del 1 853 si legge a' 1

lo. Ne furono vescovi Mattia, pel quale naio essersi eseguita l'inaugurazione del
Nunecbio suo metropolitano sottoscrisse monumento dedicato dall'imperatore a'

al concilio di Calcedonio nel 4-5', e Gre- valorosi difensori della fortezza. Poi a p.
gorio che sottoscrisse il VII concilio ge- 743 si riporta la scoperta archeologica
nerale.Oriens chr. t.r, p. 808. di glande importanza fatta nella Bulga-
TE MESA. / Tempsa. . ria, imperocché si rinvennero due iscri-
TEMESWAR (Temesvarien). Città zioni greche: l'una in Analdolkios fa co-
con residenza del vescovo di Chonad o noscere la situazione dell'antica Tomi o
C>tinnd, nel quale articolo descrissi pu- Tomes, celebre per l'esilio e rilegazione
re Temesivar nel banato d'Ungheria, ap- d'Ovidio; l'altra in Vania stabilisce l'i-

partenuta già all'antica Bulgaria, sede dentità di questa città di Odessus. Prima
della corte superiore tli giustizia pel voi- d'ora, parlandosi di Tomes, veniva cre-
vodato di Serbia e il banato di Temes- duta TemesAvar o all' imboccatura del
"vvar; laonde aggiungerò le notizie poste- Dnieper, ed in quest'ultimi paesi erede-
riori alla pubblicazione dell'articolo. Gre* vasi pure situata l'antica Odessus. Per
goi ioXVI donò alla cattedrale corpo il siffatte scoperte laliulgaria rientra in pos-
di Marciano marlire,ivi tenuto in gran
s. sesso delle sue più illustri città, quindi è
venerazione. Per la rinunzia del vesco- inammissibile l'annunziata identificazio-
r
vo mg. Lenovicz di Mi^kolcz aicidiocesi ne di e diDionisiopoli. Laonde avea
Va ina
d'Agria, il regnante Pio IX nel concisto- detto Novaescbe Papa Coitone del 686
il

ro i\e'5 settembre 1 85 r gli sostitiù l'at- era nato in Temeswar, città famosa del-
tuale mg/
Alessandro Csajàghi di Bacs la bassa Misia nella Bulgaria per l'esilio

arcidiocesi di Colocza, già canonico di d'Ovidio, ed educato in Sicilia. Seguen-


quella metropolitana, professore di sto- dolo, nella biografia di Conone, lo dissi
ria ecclesiastica e gius canonico nel suo soltanto oriundo di Tracia, nato in To-
liceo, e arcidiacono di Bacs. L'ultima pro- mis/ma educato inCìlicia; ìndi all'artico-
posizione concistoriale dice che la diocesi lo Patria, riportando quelle de'Papi, di-
si estende in 6 comitati e in 3 distretti con- chiarai Conone di Tracia, per evitare
finiari, per 448 miglia ordinarie. Per l'in- questioni. IS'cl declinar del 1 S 7 t la Por-
surrezione e ultima guerra d' ngheria / ta ottomana approvò il progetto d una
(/ .),la fortezza diTemeswar eroicamente società inglese per la costruzione d una

si difese107 giorni, indi la sua liberazione strada ferrata: la Turchia farà costruire
fu propugnala nella memorabile battaglia a proprie spese il tratto fino ad Alexinac,
dn'c) ;»gosto regnante imperato-
1 !">((), e il presso Nissa, e gl'inglesi da Alexinac fi-

re d'Austria Francesco Giuseppe decre- no a Semendria. La Servio vi si asso, ie-

tò l'erezione nella città d'un imperituro rà nella costruzione del trailo da Alexi-
monumento, eziandio in grata ricogni- nac lino a Belgrado. Nello scorcio poi del
zione delle gioì iose gesta ili sua ai mata. 1 S5 1
il governo austriaco stipulò un con-
A tale eliello egli a' r 5 gùignoi 8J2 con tratto colla società di capitalisti austro-
272 T E M TE M
francesi. Poi-ciò In società acquistò per un ri per arrestarlo; ma Temistocle ricusò di
periodo di 90 anni l'esercizio delle ferro- palesare luogo del di lui ritiro, e dichiarò
il

vie da Bodeubacb a l'i iinn e Olmiilz, del- loro ch'egli pure professa va la religione cri-
la ferrovia orientale (ino a Szoluolf eSze- stiana. Perciò fu preso sul momento e con-
gedin (la quale prima di Temeswar sino dotto al governatore della Licia. Avendo
al 1 y3 1 fu la residenza del vescovo di egli confessata costantemente la fede, fu'

Chonad o Csanad); da Orawie- di quelle lacerato a colpi di sferza e disteso sopra


71 fino a Basciaschi, da Szegedin fino a l'eculeo; indi strascinato nudo sopra ciot-
Temeswar, ora in corso di costruzione. toli e punte di ferro, spirò in mezzo a'tor-
La società si obbligò di costruire una fer- menti. I greci e i latini l'onorano a'ai di-
rovia che congiunga Temeswar col Da- cembre.
nubio, e di pagare 65,5oo,ooo fiorini in TEMJVO, Tenie?ius.Sede vescovile del-
oro o argento, ed il governo garanti l'in- la provincia e diocesi d' Asia, chiamata
teresse del 5 per 100. puveTliemnos, e per corruzione Tymbra,
TEM ISCHIA. Sede vescovile dell'e- Tyiìinus. Ti/non, eretta nel V secolo. Ne
sarcato di Ponto, nella provincia d'EIe- furono vescovi, Eustachio pel quale Ste-
noponto della metropoli flAniasia, nella fano suo metropolitano fece sottoscrive-
Cappadocia. Sotto questo nome diversi i re nel 4^t a l concilio di Calcedonia da
geografi sagri che ho esaminati non ne Esperio di Pitane; Teofilo assistè e sot-
parlano, tranne il Baudrand, Novum le- toscrisse 1* VI II concilio generale. Oriens
xicon geographicum, all'articolo Themi- dir. 1.
1, p. 708.
scyra.cìie dice chiamata pureLirio,Fa- TEMONI A o TEM UNI A. Sede ve-
nagoria, Temir, Temisera. Temiscira la scovile d'Africa nella provincia Bizacena,
chiama città di Cappadocia e marittima, sotto la metropoli d' Adrumeto. Ebbe a
presso Ostia Iridis fluvii, in Ponti Gei- vescovi Cresconio che nel 4* fLl a " a
I [

latici et Polemoniaci confinio,olim epi- conferenza di Cartagine; Cresconio lì nel


scopalis sub archiepiscopo Amaseno.Te- 484 esiliato da Unnerico re de' vandali
miscira, Themiscyren, divenne un tito- per contrariare i donatisti; Vittorino che
lo vescovile in partibus .sotto il simile ar- sottoscrisse la lettera dal concilio Bizace-
civescovato d'Amasia, che conferisce la s. no nel 64 mandata
1 a Costantino Augu-
Sede. Dissi a Gnesna, che Gregorio XVi sto figlio d'Eraclio contro i mouoteliti.
nel ) 841 dichiarando sutTraganeodi quel- Mor celli, Ajr. clir. t. i.

la metropoli il vivente mg. Brodziszew-


1

TEMO. Sede vescovile della Sarde-


ski, canonico e vicario generale della me- gna, eretta nel VI secolo sotto la metro-
desima, gli attribuì il titolo di Temisci- poli d'Arborea o Oristano, alla quale fa
ra. Leggo poi nella sua proposizione con- riunita nel secolo XII, dopo la rovina del-
cistoriale, che prima di lui il titolo di Te- la città. Ma t tei, Sardinia sacra.

miscira era stato conferito al defunto Gi- TEMPE. Sede vescovile della i, a pro-
rolamo Sarroch, e che Theiniscyra ci- vincia di Tessaglia, sotto la metropoli di
vitas episcopalis Cappadociae in ora Ut- Larissa. Tempe, Tenipen. divenuta tito-

/orali Ponti Euxini j'acens, sub infide' lo vescovile/» partibus, sotto l'eguale ar-
lium potcstate. civescovato di Larissa, lo conferisce la s.

TEMISTOCLE (s.), martire. Pastore, Sede. Pio VII vi nominò Francesco Car-
nato nel territorio di Mira nella Licia, e lode'principi d'Hohenlohe Waldemburg
fiorito circa la metà del III secolo. Un cri- Schillingsfurt, che poi a' aprile 18 18 6
stiano perseguitato da'pagani venne a na- trasferì ad Augusta; indi nel 82 lo con» 1 1

scondersi sul monte dov' egli pasceva la ferì a Giacomo Lodovico Brue de Saint-
sua greggia. Sopravvennero i persecuto- Buzzille di Tulle.
T E M TEM 273

TEMPI Luca Melchior, Cardinale. ligiosi, sodalizi,co]lcgio,ed episcopio in cui


Patrizio fiorentino, clic dopo aver appli- ilvescovoalterna la residenza con Castel-
calo nel 1' università di Pisa allo studio laragonese (f .). Sono rinomati pro- i

delie leggi, recatosi in Roma si die ad ap- sciutti e la carne salata di Tempio, ne'cui
prendere la pratica della curia sotto la di- dintorni si fa molto vino, vi si allevano
rezione dell'avvocato poi cardinal Lan- bestiami, ma vi si esercita il contrabbando
fredini suo concittadino. Aggregato tra i coli' isola di Corsica. La provincia omo-
protonotari apostolici , fu deputato nel nima che occupa il nord est dell'isola, ne'

i 7 if)daClementeXI al governodi Faen- primianni del corrente secolo si formò col'


za. Innocenzo XI 11 dopo 3 anni lo desti- la parte settentrionale di quella d'Ozieri,
nò alla vicelegazione di Ferrara, donde e il distretto componesi di 9 comuni. Co-
pas>ù di nuovo governo di parecchie
al me già accennai ad Ampurias, ora parle-
città dello stato pontificio. Clemente XII rò del suo vescovato, che unito a quello
nel 1736 lo destinò alla nunziatura di di Civita, fu trasferito da Terranova ov'e-
Ri usselles, e dopo 2 anni a quella di Co- ra stato trasportato, a Castellaragonc-
lonia. Benedetto XIV lo trasferì all'altra se e poi anche a T'empio, onde questo ve-
di Portogallo, india'26 novembre 753 1 scovato nelle Notizie di /{orna si chiama

lo creò cardinale prete de' ss. Quirico e di Ampurias e Tempio, Ampurien et


Giulitta,e l'ascrisse alle congregazioni dei Tempieri, ossia Castellaragonese. Pro-
vescovi e regolari, della consulta, immu- cederò col p. Mattei, Sardinia sacra, p.
nità e propaganda. Contribuì col suo suf- 180, Ecclesia Ampuriensis,p.ij5, Ec-
fragio all'elezione di Clemente XIII, do- ; col can. Bima, Se-
clesia Civitatensis
po la quale incontrò in Roma il line del rie cronologica de' vescovi di Sardegnaj
Viver suo nel 762, d'anni 74, e fu sepol-
1 e colla bolla di Gregorio XVI, Quam-
to in mezzo alla chiesa di s. Croce in Ge- vis aequam, de'26 agosto i83g. Ampu-
rusalemme, altra titolare a cui era pas- rias, Emporium Oppidum, sorgeva alla
sato, sotto ben adorna lapide, sulla qua- sinistra del fiume Coghinas, i cui avanzi

le leggesi il nobile epitaffio, postovi dal sono nel villaggio di Sedini, posto in mez-
marchese Luigi suo nipote. Fu lodato co- zo a montagne fertili di pascoli e giani.
me pieno d'umanità e di beneficenza, d'in- Antichissima, vuoisi edificata da' focesi,
tegri e moderati costumi, e di un carat- quindi nel principio del secolo XI divenne
tere sì placido e tranquillo, che non l'a- sede vescovile, con cattedrale sotto l'in-
vrebbe alterato qualsivoglia sinistro in- vocazione di s. Pietro dell'Immagine, suf-
tonilo. fraganea della metropoli di Sassari, e lo è
TEMPIO (Tempio,). Città con resi- tuttora. Ih. ° vescovo che si conosca è Bo-
denza vescovile di Sardegna, divisionedel no, che trovasi ricordato nell'allodi fon-
Capo Sassari, capoluogo di provincia edi dazione del monastero di s. Nicolò segui-
distretto, 9 leghe da Ozieri e 12 da Sas- la nel 1 1 1 3 ; indi nel 1 1 1 6 Nicolò che il

sari, sede di prefettura. Giace sopra una p. Mattei ignorando il predecessore ripor-
montagna presso e al nordovest de'mon- ta al 1 1 06; Comita de Martis nel t i 70, e
ti Limbara, ben edificata in salubre e bel- intervenne al concilio generale di Lale-

lissimo clima, alquanto freddo. La catte- rano III; neh 187 Pietro de Martis; nel

drale è sotto l'invocazione dell' apostolo 23 Gennadio; poi Gavino; uel 3o fv.
1 1 1 1

s. Pietro, con capitolo composto di digni- Bartolomeo di Malacria francescano di


tà, canonici, fra '(piali il parroco, e le pre- Pisa, consagrato dall'arcivescovo di Sas-
bende del teologo e penitenziere, di be- sari con facoltà di Bonifacio VIII,chepri-
neficiati, e di altri preti e chierici addetti \ò ilcapitolo del gius di eleggere il pa-
al di\ ino servigio. Possiedecouventi di re- store. Neh3o8 Giovanni; neh3o8 Già-
vol. l xx ni 18
2 74 TE M T E M
conio di Fara; nel i345 Bertrando ; nel colo XII. Tale diocesi compresa nel giu-
i 879 Pietro poi d'Aiaccio; nel i4oo Pie- dicalo Gallurese, in quanto alle relazioni
tro Benedetto Giovanni; nel 1
4 1 2 Tom- coll'arcivescovo di Pisa e alla dipendenza
maso; neh 4^8 Gavino già canonico del- dalla s. Sede, corse le stesse sorti di quel-
la cattedrale; nel i44^ Sisinnio traslato la di Gallelly, e quali le indicai. Quan-
da Sulci; nel i44<^ Gonnario gadulese ca- to a Terranova, nella divisione del Capo
nonicod'Ampurias;nel 1
4-4 f) GiUitooGe- Sassari, provincia e distretto di Tempio,
lasio; nel i454 Antonio eletto in grave e- in fondo al golfo del suo nome, è non lun-
tà ; nel 14^0 Nicolò di Campo canonico gi dal Capo Ceraso in pianura malsana.
della cattedrale di Sassari; nel Lo- 1
r '9 tr. Evvi una bella chiesa antica, già catte-
dovico Giovanni francescano, abbate di drale di s. Simplicio del vescovo di Civi-
s. Michele di Piano e priore di s. Marti- ta che vi risiedeva. Il porto è riparato da
no di Castellaragonese, dignità compati- tutti i venti, ma non praticabile che da
bili co'i egolari innanzi al concilio di Tren- bastimenti sottili, comecliè quasi colmato
to. Nel 1487 fr. Diego agostiniano; nel aU'ingresso;Uiltavia offre opportuno sboc-
1 4q4 Francesco Manno canonico di Sas- co agli abitanti delle contrade montuose
sari sua patria, sotto il quale la sede ve- ond'è cinto, e se ne esportano grani e be-
scovile con bolla diGiulio 11 deghS dicem- stiami. Ne' dintorni sono delle saline, la
bre 5o 3 fu trasferita a
1 Castel Geuovese, vicina costa è deserta, con buone rade o-
ossia Castellaragonese, detto pure Castel ve si contrabbando considerabile. A-
fa
SardOjChe elevasi sopra una rocca alla fo- dunque a Pausiana o Fausiana successe
ce del Frisano, e forma una piazza fòr- Civita, ed a questa Terranova, vedendosi
te per la naturale sua posizione in riva al avanzi dell'antica città. III. vescovo co-
mare, che la circonda tranne un piccolo nosciuto di Civita è Bernardo del 1 173;

istmo, con cattedrale di s. Antonio abba- indi Filippone deli 223, che sottoscrisse
te già de'benedettini, ricca di pieziosi mar- la lettera sinodica del concilio nazionale
mi, donde si gode estesissimo orizzonte. con 3 vescovi liguri, ed Oherto vescovo
Quindi lo stesso Giulio 11 con bolla de' d'Asti a Papa Gregorio IX; neh 3 29 fr.
5giugnoi5o6 unì la sede d'Ampuriasa Lorenzo da Viterbo domenicano, insigne
quella di Civita ch'era esente e sotto l'im- 344 n *-B<?inardoR.ubeo fran-
teologo; nel 1

mediata soggezione della s. Sede, aven- cescano;Raimondo poi traslato a Maria-


dola sottratta Innocenzo III dalla dipen- na morì neh 35 fr. Tommaso Sferra- 1 ;

denza di Pisa, a cui l'avea attribuita Inno- to francescano nel detto anno, indi pas-
cenzo li. Civita fu già ove sorge il villag- sò a Cagli; nel 1 53 Gerardo francesca-
3
gio di Terranova, e sotto l'impero roma- no trasferito da Caorle; neh4oo Simo-
no chiamavasi Olbia. e nella sua decaden- ne Margens, e successivamente Andrea,
za Fausìana, nome che all'epoca dè'giu- Sa nei poi di Minervino, indi Agosti no. Nel
dici di Sardegna cambiossi in Civita. De- ]443 Antonio Fontanes francescano;
f''.

gli antichi vescovi di Fausiana Plani- nel 1 460


Roderico da Sessa francesca-
fr.

siana, riportati dal p.Mattei a p. 17 col- 1 no, maestro in teologia, per cessione del
le sue notizie, serbaronsi solamente no- i prccedente;nel 490 Pietro Stornello do-
1

mi eli s. Simplico martire nel 3o4,al qua- menicano, al cui tempo si effettuò la ri-
la fu intitolata la chiesa cattedrale della cordata unionedi Civita ad Ampurias ae-
diocesi, e di Vittore fiorito nel pontifica- que principaliter, colla condizione che il

to di s. Gregorio I. Le mcmoiie poi de' vescovo portasse il titolo di Castellara-


vescovi di Civita, che chiamaronsi anche gonese, d'Ampurias e di Civita. Dopo il

diTerranova ne'tempi posteriori sotto il vescovoManno successero, nel 5 1 5 Lodo- 1

governo de're d'Aragona, risalgono al se- vicoGonzales spagnuolo; nel 1 538 Giorgio
T E M TEM 17"
d'Afferà spngnuolo; nel 1 545 fr. Lodovico idi in de'marchesi di Solerai-
di Cagliari
de Coi tes agostiniano spagnuolo; nel i ) 58 ni, arciprete di Civita, poi arcivescovo di
Francesco Tliomn di Maiorca beneme- Oristano. Nel 1741 Salvatore Angelo Ca-
l'ilo de' canonici, traslato a Lerida ; nel dello nobile di Cagliari e canonico della
i ìj% Pietra Narro abbate benedettino medesima; 1764 Pietro Paolo Carta
nel
spaglinolo, poi promosso a Oristano; nel di Silanus 1772 Francesco Ignazio
; nel
"ì-
i 5 GaspareVincenzoNo velia spagnuo- Guiso di Cagliari; nel 1779 Gio. Anto-
lo, ìndi arcivescovo di Cagliari; nel i
5y9 nio Arras Minutili di Nuoro; nel 78 Mi- t i

Michele Rubio cisterciense tli Saragozza; chele Pes di Tempio; nel 1808 Giusep-
nel ÌSG Giovanni Sauna
i di s. Lussnr- pe Stanislao Paradiso di Cagliari ; nel
gin Bosa e decano della catte-
iliocesi di 1823 StanislaoMossa di Sassari, morto nel
draled'Ales, gran limosiniere, ed estima- 1827. Gregorio XVI nel concistoro de*
tore della couipagniadiGesù,cui apn due 1 7 aprile 1 833 preconizzò l'odierno ve-
r
rase a Cagliari ed a Sassari. Nel i 608 Fi- scovo mg. Diego Capece nobile di Tem-
lippo di Marina spaglinolo dell'ordine ili pio,canonico di Cagliari, e poi commen-
Monlesa; nel 1 6 3 Giacomo diPassamar
i datore de'ss. Maurizio e Lazzaro. A que-
sassarese, che ritrovò il corpo di s. Sim- sto Papa il capitolo di Tempio avanzò
plicio martire vescovo di Pausiana, indi calde istanze, allineile soppressa la sede
arcivescovo di Sassari. Nel 1622 Giovan- vescovile di Civita esistente nella chiesa
ni dellaBronda sassarese canonico di Ca- di s. Simplicio vicino al villaggio di Ter-
gliari; neh633 Andrea Manca di Sassa- ranova, si degnasse trasferire la cattedra -

ri chepoi rinunziò; nel 644 Gavino Man- 1 lità alla loro collegiata di s. Pietro. Ira
ca Figo di Sassari cpnsanguineo del pre- perocché essendo distrutta Civita per le
decessore; nel 16 "2 Gaspare Li lago di Ca- vicende de'tempi e pel furore delle guer-
gliali, già vescovo tli Bosa e poi promos- re, rimase solo la cattedrale, nellecui vi-
so a Sassari. Nel 16 56 Lorenzo Sampero cinanze accorrendo il popolo si formòTer-
canonico di Cagliari; nel 1 66c)Pietro d'A- ranova,ma la cattedrale era priva di cano-
lagon di Cagliari canonico della cattedra- nici, con rendite appena bastanti pel par-
le, poi arcivescovo d'Oristano; nel 1672 roco del villaggio di 3oo abitanti di luo- 1

(Giuseppe vSanchiz maestro generale de' go insalubre. Quelle doti che mancava-
mercedari spaglinolo, egregio predicato- no a Terranova e che sono convenienti al
re, traslnto a Segovia e a Tarragona. Nel decoro della sede vescovile, si trovavano
i6-3 fr. Gio. Battista Sorribas carmeli- riunite nella cittàdi Tempio, popolala di

tano Valenza e regio predicatore; nel


di famiglie distintela cui collegiata eretta da
679 GiiiseppeAccorrà Figo canonico de-
1 Gregorio XV, era ricca di sagresuppellet-

cano di Cagliari sua patria, elemosiniere tili, col capitolo composto del decano di-

regio, traslato a Oristano; nel 1 685 Fran- gnità, di 1 4 canonici, compresi il curato e
cesco Sampero arciprete di .Sassari ; nel ilteologo, e di 7 beneficiati, perciò degna
1

1 688 Michele Villa di Sassari, celehrò-il d'essere elevata a cattedrale. PertantoGre-


sinodo deli6o5. Nel 1702 fr. Diego Po- gorio XVI, mosso da queste e altre ragio-
zulodi Cagliali domenicano; nel 1727 fr. ni, colla suddetta bolla soppresse la cat-

Angelo Cidcerino nobile di Cagliali, con- tedrale di Civita presso Terranova, ri-
ventuale dottissimo, e commissario gene- ducendola a semplice parrocchia, dichia-
rale del suo ordine. Nel 1 '36 Gio. Leonar- rando Tempio città vescovile, eia colle-
do Sauna di Cagliari, e di essa canonico e giata di s. Pietro cattedrale, unendola per
vicaria generale, giudice apostolico della petuamente aeque principalitef a quel-
Sardegna per le appellazioni, traslato a la d'Ampurìas, le cui due diocesi si do-

Busa. Nuli 737 Vincenzo Gio. Vico To- vessero governare dal vescovo d'Ampli-
2 7G TE M TEM
riasediTempio.Così il vescovo attuale lo più parte de' Salmi (/'.); poiché avendo
divenne della propria patria, essendo pu- concepito l'idea di erigerlo lui, Dio gli fé*

re il pastore prò tempore abbate di s. Ma- ce sapere dal profeta Nathan che questo
ria di Tergo di s. Pancrazio di Nursi»,
, onore era serbato al figlio, perchè quanto
di s. Nicolò di Silanos, e priore di s. Bo- a lui troppo sangue avea egli sparso nelle
nifacio di Sassari e di s. Martino di Ca- guerre, per occuparsi d'un'opera così san-
stel Sardo. La mensa ascende a scudi ta, laonde si contentò di farne i prepara-
3ooo, le due diocesi sono amplissime, e tivi. Poi ne riparlerò. tempio de* Tur-
11

si estendono per circa 3oo miglia, conte- chi (P.) è la Mosrhea (J .). Il tempio de'
nendo molti luoghi. popoli della Cina, della Tartaria e del-
TEMPIO o TÈMPLO, Templum,Ae- V Indie orientali [V.) è la Pagoda o Pa-
des sacra, Basilica, Delubrum, Fammi, gode, nome pure dell'idolo loro adoralo
Ecclesìa. Edilizio sagro destinato all' e- in tale tempio. Nell'India esiste il lempio
sercizio pubblico di uu(TW/oreligioso,tan- di IagguernatjOve tuttora continuano sa- i

to per gì''Idolatri, che pe''Cristiani, sia grifizi umani, ed ogni anno il popolo su-
pel Sacrifizio, sia per la Preghiera, sia persliziososi reca a tingere col propriosan-
per trattare delle cose di Religione j ed gue le arene dorale, sulle quali spirano
in quello de' cristiani, chiamato più co- le vittime, per guadagnare una sognata
munemente Chiesa, anche per ammini- felicità, poiché anco que'rozzi popoli sel-
strare Sacramenti, celebrare le Litur-
i vaggi bramano l'immortalità, e credono
gie, ed Funerali a' Defunti con pii Suf-
i di giungervi per mezzo di quell'orribile
fragi, ed in alcuno per darloropure la Se- culto. Una favola bastò per indurre que'
polturaj dicendosi Duomo per eccellen- barbari a fondare un tempio di 7 piani e
za la Metropolitana, la Cattedrale, o la ordini, diventilo a poco a poco unode'più
chiesa principale o più magnifica de'luo- ricchi dell'universo, e più famosi per le
ghi.Di tutto resi ragione a'ricordati artico- migliaia di vittime umane ivi immolate,
li e ne'moltissimi che vi hanno relazione, per l'imposture audaci de Bramini (E.).
come de'loro diversi vocaboli; e le chiese Pare impossibile che in quella regione,
cristianefuronoe sono altresì denominate ove da lungo tempo penetrarono gli eu-
Templi o Tempii, fìasiliche,Titolo, Dia- ropei, vi sieno ancora innumerabili esseri
conia, e con antichi vocaboli Memoria, umani così eccessivamente creduli, che a-
Tahernacolo (J '.) del Signore; poiché noi dorino leoni con teste d'uomini, elefanti
riguardiamo nostri templi per la casa
i con 7 proboscidi, cavalli con 7 teste, ser-
di Dio in terra, pel santuario suo, pel pa- penti, scimmie, pietre, alberi e altri ri- ,

lazzo dell'Altissimo, per il luogo veneran- dicoli simulacri ne'templi. A Sacerdozio,


do di orazione: in altro senso diciamo con ufficio e dignità del sacerdote, parlai di
s.Paoloe con l'Apocalisse tempio la Chie- quello degli ebrei, de'cristiani, e degl'ido-
sa (I .) di Gesù Cristo ossia la Catloli- latri oministero sagro del culto delle fal-

cajed insenso spirituale chiamiamolem- se divinità, oltre quanto di essi vado di-
pio di Dio, il corpo e l'anima del giusto, cendo parlando delle nazioni e precipua-
come disse Io slesso apostolo in altre sue mente antiche, come negli articoli Reli-
epistole. Per Tempio s'intende ancora in gione, Idolatria, Mani, Gentile o Gen-
particolare e per antonomasia, il celebre tilesimo, Pagano o Paganesimo, Poli-
tempio degli ehi eiaGerusalemme, fabbri- teismo, Superstizione, e Sagrifizio per
calo al vero Dio da Salomone, co'mate- quello che si faceva ne'templi, oltre le Lu-
reDavid suo padre, che
ria li preparati dal strazioni ed Espiazioni praticate pure
la Chiesa onora come un santo penitente, dagli ebrei. A Sacerdozio dissi pure delle
un patriaica e un profeta, l'autore della Sacerdotesse, dedicate come i sacerdoti
TEM TEM 277
al servizio de'templi e al cullo degl'idoli, davano ne'templi i falsi numi, cioè da'fur-
pe'riti de'falsi numi. Ricordai i principa- bi e impostori loro sacerdoti e dalle lo-
li Dei onorati da' romani e da altre na- ro sacerdotesse; e famose per gli oracoli
zioni, con molti de'templi esistenti nel- furono le Sibille (V.)t chiamate profetes-
l'antica Roma; gli auguri, gli aruspici e se da'gentili,nel qua le articolo ri parlai del-
altri collegi sacerdotali specialmente de' l'Ara primogeniti Dei, che per l'oracolo
romani, inclusivatuente alle loro / està* della sibilla Tiburtina vuoisi che Augu-
li (/ .). Inoltre a Sacerdozio, a Pontefi- sto erigesse in Campidoglio, su di che fu-
ce, a Stola riparlai del Pontefice Mas- rono pubblicate altre testimouianze negli
amo de' romani, dignità riunita poi ne- Annali delle scienze religiose, serie 2.
a
,

gl'imperatori,e ritenuta anco da alcuni di 1. 1 1, p. 44 {• Molte erudizioni riguardan-


quelli cristiani a vantaggio della propa- ti i Roma sono negli articoliME-
templi di
gazione dell'evangelo, come dovrò poi ul- se, Giorni, Feste, Giuocui perquelli che
teriormente dichiarare. Ora la Civiltà si celebra vano a onore degli Dei,e negli al-

cattolica! 2/ serie, t.
9, p. 265, col criti- tri che vi hanno relazione. Gli antichi a si-

co, dotto ed erudito articolo: Del Ponte- militudine de'templi fabbricarono de'pic-
fice Massimo oresso perchè i romani, e chiamati Aedicida, De-
coli tempietti,

ì primi imperatori cristiani continuas- labrum, Sacellum, e Lucus il bosco sa-


sero a fregiarsi di questo titolo y li di- gro: ma di questi e altri vocaboli de'luo-
fese giustamente da quegli scrittori che ghi consagrati al culto degli Dei, ne par-
considerando la questione da un solo la- lerò in progresso e particolarmente con
to, gravemente Spasimarono quegl'impe- Nibby. Imperocché di molte e di varie
ratori cristiani che continuarono a por- forme e grandezze furono templi, di- i

tare un titolo d'una religione ch'essi con- stinguendosi comunemente


col vocabolo
dannaronocome falsa, superstiziosa eem- Teinpluni quello di forma grande ; con
pia. Inoltre confutò le false asserzioni di quello di Aedes e Fammi quelli di me-
Michele Amari (nella Storia de'Musul- diocre grandezza; Acdicula, Delubrum,
mani di Sicilia, il cuii.° voi. fu proibi- Sacellum si nominarono piccoli templi, i

to della s. congregazione dell'Indice con equivalenti alle nostre cappelle o oralo-


decreto de' 2 2 marzo 855), per credere 1 rii; Lucus poi era propriamente una sel-
che il potere pontificale fu continuato ad va cousagrata a qualche favolosa divini-
esercitarsi dagl'imperatori greci (e che al- tà, il cui simulacro talvolta ergevasi in
la caduta del loro impero passò ne'Czar), alcuna edicola. Vi furono anche tempiet-
e col diritto d'entrare nelle pertinenze ec- ti portatili, piccole macchiue dette pure
clasiastiche, e di dettare leggi dogmati- tabernacoli e edicole, che trasportavau-
che e disciplinari alla Chiesa, seguendo si da un luogo all'altro co' patrii Dei e

l'errore comune nella sostanza agli storici con quelli domestici o penati, sopra car-
protestanti, e agli altri educali alla loro ri detti tlicche gestatorie. Altri tempietti
scuola, i quali non trovarono altro modo portatili fabbricarono gli antichi a simi-
che questo per giustificare se slessi d'a- litudine de' veri, per fomentar la divozio-
ver prostrata la loro setta al pie de'troni, zione de'lontaui veneratori, come noi pra-
e strettala co'ceppi del poterecivile. Quin- tichiamo col modello del s. Sepolcro, e
di la Civiltà, con altri sapienti articoli, solevano farsi d'argento e altre materie,
mostrò e provò colla storia e col diritto quindi anche darsi iu premio de'vincito-
pubblico, i veri diritti della Chiesa e l'e- ri ne'famosi giuochi che con tanta pom-
stensione del suo potere, da cui chiara- pa si celebravano dagl'idolatri, massime
mente apparisce i limiti segnati al potere in Asia, e rappresentanti templi più ce- i

civile A OR.vcoLOpai lai delle risposte che lebri della Ciccia. Tempietti lissi e un
278 T E M TE M
ebbero pine gli etrusci, ed Ialini
niol)ili i Irò di lui la città, sotto pretesto di voler
chiamati edicole singolarmente nelle cam- difendere il culto di loro Dea. Poiché u-

pagne e nelle principali Strade (/*.), ol- sarono anche gentili di far /7>//perot-
i

tre le edicole ch'erano negli stessi templi tener qualche cosa da'uumi, e di sospen-
di ardi, e delle celle interiori. Di più nel- dere ne'loro templi tavolette dipinte col-
li' case private eranvi edicole e tempietti la grazia die credevano avere ricevuta;
fi>si,come le nostre cappelle o oraloni do- e costumavano im-
d'offrire somiglianti
tnestici, per le quali eranvi Dei e sagri- magini agli Dei, falle non di terra per non
iizi particolari, e per lo più erano situali oltraggiarli (ma pure come dirò vi sono
in quella parte dell'abitazione denomina- esempi contrari), ma di metallo o d" ar-
ia Penetrale, Laiaiiian, Sacrariiun, i genio, ed offrivano ancora le proprie im-
eni idoli dicevansi lari e penali proietto- magini o quelle de'loro figli Ae-
enipoti.
n delle famiglie che loro prestavano quel des argentea* Dianae, si chiamavano le
culto che in tanti luoghi dichiarai. Avan- sue slatuine d'argento colle loro caselle
li questi piccoli Dei e tempietti facevansi o piccoli tabernacoli, ed il tempio di Dia-
que' pri vati sagrifizi che Cicerone deno- na abbondava di tali doni. Inoltre Huo-
minò Penetra Haf bene spessocon fiori, vi- narroti discorre de' templi espressi nel ro-
llo, latte, unguenti, incensi e alcuna voi- vescio delle medaglie e rappresentanti le
ta con vittime. Dalla forma de'tempielti loro celle interiori dove stavano i simu-
originò quella del Tabernacolo, e perciò lacri; e que'falli per condurvi gl'idoli nel
in quell'articolo pine ne tratto. Abbia- lepompe sagre. Opina che le medaglie
model can. Filippo Venuti, Dissertaziò- ponuo ancora rappresentare templi picco-
rie sopra i tempietti digli antichi, Ro- li d'argento, che forse davansi in premio,
ma t y38. Il Buonarroti, Osservazioni so- ma per lo più esprimono i templi co'si-
pra medaglioni antichi, parla de'
alcuiti mulacri degli Dei e imperatori, posticci
templi posticci temporanei per adornare e fatti a tempo per ornamento cle'circbi
i citelli ed Teatri (/ .) in occasione de'
i e de'teatri ne'giuochi che vi si celebrava-
giuochi, per segno di quello a cui si cele- no. Di piùBuonarroli rimarca,cbe templi i

bravano e per fare i sagrifizi: de' templi antichi per lo più non erano molto gran-
piccoli pe'lari domestici e falti forse co- di e nella loro altezza aveano un ordine
megli sludioli pei conservare legioiee co solo, ed a proporzione aveano le porle ai-
se preziose: de'lempli che si douavanoe teassaie vicine al tetto. Nel vol.LXVHI,
«letti tesori e dattiioteehe, adornati col- p. 1
27, pai laudodelle mera vigliedel moli-
le statuine come grandi: deìempielti co-
i
do, vi enumerai il tempio di Diana in E-
me ciboriì o piccole celle posti dentro i feso, quello d'Adriano a Cizico, il tempio
grandi templi; e di quelli d'argento die di Gerusalemme, la chiesa di s. Pietro di
sidistribuivano ne' giuochi, particola!- Roma. Dichiara il Vocabolario dell'ar-
inente a similitudine del famoso (empio di ti del disegno, che i tempii furono forse
Diana in Efeso, e fois'anclie per vendersi i primi monumenti della bella arcliitet-
a que' superstiziosi che lo visitavano con tura, ma si meraviglia della differenza che
fervore. L'annalista Rinaldi descrive la passa da quelli antichi a'moderni. Quin-
persecuzione patita da s. Paolo in Efeso, di osserva , che dopoché gli altari cessa-
derivata da Demetrio argentiere e dagli rono d'essere i luoghi aperti formali di
altri dell'arte sua a ciò da esso istigali, per- poca terra o di cenere, o eretti compen-
chè mancavano di guadagno nel vende- diosaruente nelle pi ivate abitazioni; si vi-
le l'immagini di Diana, predicando l'a- dero sorgere presso diversi popoli, e for-
poslolo non essere Dei simulacri diesi i se contemporaneamente, gli edilizi più
fuiuocollemaui.Laoudesollevarouocou- solidi, più maestosi, più magnifici, dedi-
T EM TE AI a 79
enti sotio diversi nomi e diverse allego- segni, le antiche medaglie greche e roma
r
rie all'Essere supremo, al principio imi- ne. Il Pantlieon (/ .) ili Roma è ancora
versale della natura e del mondo. Una cel- il più bello tra tulli gli edifici che ila 'ori-
la colla statua del nume, contornata ili spa- stiani sono stati dedicati al culto relitto.-
ziosi portici, con magnifiche facciate, col so, edelsuo progrediente isolamento paiv
peribolo (cortile o recinto attorniato di lai nel voi. LXX, p. 141,1 .{<S. Maraii'o-
uiuro, che circondava molli tempii a 11 ti- ni ci diede la dotta opera, di cui assai mi
chi, e li separava così da' terreni circostan- giovai: Delle cose gentilesche e profeta
li: si collocavano in questo spazio statue, ne trasportate ad uso e ad ornamento
altari, monumenti e anche piccoli lem- delle chiese. Ivi tratta quando ebbero o-
j
.ietti ; aleniti periboli erano vastissimi), rigine i templi e loro forme di fi Mira sfe-
con altri edilìzi attinenti, olii iva un aspet- rica e alcuni aperti nella cima,o quadran-
ti) dignitoso, un istradameulo alla vene- golare più comune, tutti con maestosis»
razione, un comodo grandissimo a'sacer- simi portici ornati con singolari colonne,
iloti, al popolo, a' sagriti», alle pubbli- dentro e fuori vestiti di marmi, nonché
che adunanze, talvolta ancora al ricove- de' loro titoli diversi; come si consacra-
lo, alla sicurezza de' cittadini, non meno vano con superstiziosi riti da' pontefici i

che fatti depositari delle ricchezze de'cit- templi, dopo che gli auguri ne aveano de-
tadini, siccome riguardali luoghi sagri e signato l'area col lituo o bastone non mol-
ilisicurezza. Dal numero delle colon- lo lungo ravvolto nella sommità, a somi-
ne della fronte e della facciata priucipa- glianza del pastorale de' vescovi; e che i

le, furono delti [tempii medesimi tetra- templi degl'idoli non furono mai dedica-
stili, esastili, ottastili, decastili. La for- li agli Dei Alani, ch'erano l'anime de'de-

ma ordinaria de'lempli antichi era un qua- fuuti pagani, sebbene li trattassero come

drilungo, alcuni però ne vengono acceu- divinità con titolo meramente onorario,
nati di forma circolare, e questi erano wo- giudicando i gentili nella loro morale
uopteri o peripteri. Questi furono i pri- ch'essi fossero una cosa sagra, perchè spi-
mi tempii coperti, e forse nacque da essi rituali e spogliati del corpo terreno; onde
il costume introdotto in epoca posterio- tutte le ceremonie che prestavano alle loro
le d'applicare a tutti tempii una coper-
1 ceneri o ossa, si riferivano alle loroauime
Ima e un tetto. Viiruvio distinse di ver- ecome onore dovuto alla loro memoria.
se specie di tempii, cioè in antis, pieno- Con Tacitopoi,///.s7. lib. 4,c53, riporterò
stilo, anfiprostilo, peri/itero, pseudodi- leceremonie usate nella riedificazione del
ptero, diptero, iptero, e monoptero, no- tempio di Giove Capitolino. La cura del
mi tratti da' frontespizi, dagli ordini del- lavoro fu allidata a Lucio Vestiuo di soni-
le colonne, e dal numero delle ali. Lecel- ma reputazione- Secondo l'uso e«*li coli-
le (o parti interne del tempio, ilsanlua- sullo gli aruspici, cheiu simili circostan-
rio, dove trovatasi la statua della divi- ze prescrivevano (pianto dovea farsi; e
pità: esseerano d'ordinario lunghe il dop- questi dichiararono doversi i ruderi del
pio della larghezza; alcune celle aveano tempio precedente e incendiato, alfine di
varie divisioni, ed alcuni tempii aveano non esporli a profanazione e perchè non
più celle) erano ornate di statue, e soven- venissero impiegali in altro uso, "ettaro
tedi pitture. Alcuni di quegli edilìzi era- dentro paludi ; doversi edificare il tem-
ilo circondati da un bosco sagro. Molli a- pio nuovo sulle vestigia stesse del prece-
vanzi d'antichi templi ancora si conser- deute,cioè strettamente conservarne l'am-
vano, e de' più rinomali ove esistono uou piezza tal quale era stata destinata in pi in-
maocodi fune menzione, di molti ci han- cipio, poiché gli Dei non volevano cani-
no trasmesso le forme e per così due idi- biar la forma primitiva diloro sede. Laou-
2 8o TE RI TE RI

tic a'21 giugno dell'anno 70 di nostra lutto o in parte si diroccarono prodigio-


era, essendo il di sereno, tutto lo spazio samente. Giunse tant'oltre l'odio de'pri-
destinatoal tempio venne circondato con mi cristiani contro tempii degl'idoli, che
i

bende e con corone, e vi entrarono i sol- alcuni non ebbero timore di abbatterli o
dati die aveano un nome di fausto au- incendiarli. Però la Chiesa non approvò
suriOjportandoramid'alberigratiagl'Id- mai tal fatto come
mentre tale ze- lecito,

dii; poi le vergini vestali con garzoni e lo troppo violento era un incentivo a in-
douzelle, che aveano padre e madre vi- crudeiire la Persecuzione de'gentili. Né
venti, lavarono il sito designalo con ac- ciò lecitamente potè farsi anche sotto
qua pura tratta da sorgenti e da'fìumi. gl'imperatori cristiani senza l'autorità lo-
Allora Elvidio Prisco pretore, andando 10, i come pontefici massimi de'gen-
quali
a lui dinanzi Plauzio Eiiano pontefice, tili avevano amplissima. Fu il re Nu-
1'

dopoaver purgata l'area col sagrifizio di ma che istituì presso romani il ponti- i

vena, pecora e toro, e dopo aver sull'a- fìcato massimo,eminente dignità in prin-

ra riposte l'interiora delle vittime, invo- cipio a'soli Patrizi riservata, ma in se-
cò Giove, Giunone, Rlinerva, e gl'Iddìi guito la plebe conquistò anche il diritto
prolettori dell'impero, onde le cose pi in- diasceudervi,eguagliandocosì la propria
cipiale facessero prospere, e coll'aiuto di- classe a quella del patriziato, anzi ollen-

vino le iorosedi cominciate dalla religio- ne per legge di sceglierlo ne' comizi po-
ne degli uomini portassero in allo, e toc- polari. Avendo Siila frenalo il potere del-
tò le bende dalle quali era avvinta la pie- la plebe e fatto trionfare 1' aristocrazia,
tra, ed alle quali erano connesse le funi: quel diritto fu conferito a'collegi de'sa-
cd insieme gli altri magistrati, sacerdoti, cerdoti. Tornò poi nelle mani del popolo,
senatori, cavalieri, ed una gran parte di a cui il Antonio per restituii -
ritolse RI.

popolo unendo i loro sforzi con impegno lodi nuovo a'collegi, e Giulio Cesare scal-
e letizia tirarono giù ilgran sasso: e con tramente se lo procacciò. Caduta la re-
questo furono gettati ne'fondamenti pez- pubblica, fu attribuito al suo nipote Au-
zi d'oro e d'argento, e primizie di me- gusto, dal quale lo ereditarono i suoi sue-
talli, che non aveano sentito il fuoco, co- cessori tiell' impero, conservandosi però
me sono prodotti. Ingiunsero gli aruspi- dal senato il diritto di conferir questa ca-

ci,che non venisse alterato il lavoro con rica agli eletti al trono, e dal collegio de'

pietre o con oro destinalo ad altro uso. Pontefici quello di recar loro la candida
Solo fu accresciuta l'altezza dell'edilìzio, stola, veste propria di quel supremo gra-
poichè in questo avea acconsentito la re- do sacerdotale. Il sommo pontificato at-
licione, e credevasi che mancasse alla ma- tribuito agi' imperatori romani, non fu
guifìcenza del tempio primitivo. Rilor- un semplice titolo d'onore, ma vera di-
ttando a RIarangoni, osserva che ne'prin- guilà con uffici importantissimi, princi-
cipii del cristianesimo essendo i tempii palmente appartenendo loro il potere su-
quasi in numero infinito cosi a Roma co- premo sopra le cose e sopra le persone sa-
nie per tutto il mondo, i primitivi fedeli gre, onde aveano giurisdizione su tutti i
concepirono sommo abbonimento a que- numerosi collegi de'Ponlefici, in Roma e
Mi asili della superstizione idolatrica, per per tutto l'impero, non che la soprinten-
tui l'entrarvi era giudicato lo slesso che denza delle ceremonie e de'sagrifizi. Sot-
Jàre ritorno al gentilesimo; onde sovente to pretesto di religione l'imperatore iu-

i persecutori idolatri forzavano i martiri fluiva sopra tutti gli affari dell' impero,
ad entrare ne'medesimi; ma non rado di regolava i fasti, oppone vasi a'disegni de'
per le loro orazioni al vero Dio, caddero supremi reggitori della cosa pubblica, di-
mirante le stallie degl'idoli, e i tempii iu rigeva i consigli de'magistrati, uè model-
TEM TE M 28 £

lava le sentenze e ne impedivo l'esecu- lo potenza delle tenebre, ed esortando i

eione. Né il pontefice massimo era pira- popoli colla persuasione al cristianesimo,


to obbligalo a rendei' conio del suo ope- tollerò pure per prudenza gli aruspici,
rare al senato o al popolo, neppure era ma li dichiarò rei di superstizione, ordi-
soggelto ad alcune pene, per l'immensa uando die ne' soli templi e luogbi pub-
venerazione cui era presso tutti. Tutta- filici potessero consultarsi dal popolo, vie-
volta gl'imperatori non solevano esercì- laudo rigorosamente loro e a lutti i sa-
lar l'uffizio comeebé impediti dalle gucr- cerdoti pagani l'ingressonelle case de'cit-
re, e obbligali a passare buona parte di ladini. Interdisse la Magia (della quale
loro vita fuori di Roma, tranne Claudio, riparlai a Strega e a Superstizione) qua-
Adriano e Alessandro Severo che lo fon- loia si adoperasse a dannodella vita e del-
sero. Cosi la potenza imperiale avellilo la pudicizia, dichiarandola superstizione
raccolto in se stessa lutti i titoli delle su- se impiegata a curar le infermità. Costan-
preme magistrature della cessata repub- tino I non forzò alcuno ad abbracciar il

blica, col pontificalo pose al eolmo la pie- cristianesimo, ma però decretò che i go-
ncz7a del potere, onde l'imperatore ve- vernatoli delle provincie e gli nfìiziuli dì

niva riguardalo come una Divinila, Per- maggior grado si astenessero ne 'templi e
ciò alcuni imperatori cristiani con più- altrove dalle gentilesche immolazioni, e
dentissìma economia ne ritennero il ti- si guardassero bene dal prender parte a
tolo a utilità del nascente cristianesimo; qualsivoglia ceremonia d'idolatria. Con-
che se l'avessero rinunziato, scemando il servò i privilegi de'pontefici, ma proibì
prestigio di loro suprema autorità, a vreb- si consagrassero nuovi idoli, spogliò ile'

bero dato un pretesto a'pagani di ribel- loro ricchi ornamenti i templi e i inonu-
larsi e ringagliardito il gentilesimo; poi- menti de'bugiardi numi, e fuse le loro sta-
dio quello che nel pontificato gli sareb- tue principali, impiegandone il metallo in
be successo, avrebbe procurato di rinvi- opere di beneficenza. Nelle pubbliche vie
gorire gli sforzi del patriziato e del pò- di Costantinopoli, da lui edificata, espo-
polo per sostenere la vacillante idolatria, se a'dileggi della moltitudine gl'idoli più
Rivestiti gl'imperatori cristiani della stola venerati dell'antichità, estritolò più mo- i

ponlificale poterono imbrigliare gli ani- struosi. Penetrò inoltre ne'misteriosi re-
biziosi e fanatici pontefici pagani, rom- cessi de'templi, e li dischiuse agli sgnar-
perne e dividerne gli sforzi, abolir le ce- di delpopolo ingannato da secoli, soia-
renionie più vituperevoli e ignominiose, scherando l'imposture degli oracoli, e di-
e lastricar la via allo slancio della con- sperdendo fantasmi spaventosi onde li
i

versione universale, e proleggendo il cri- aveano circondati le arti ingannevoli de'


stianesimo li rese potenti ad assicurare cupidi sacerdoti. Fece chiudere le porte
all'impero 1 assoluto trionfo della religio- di molli templi proibendone l'accesso, e
ne cristiana. Gl'imperatori cristiani pò- molti ne atterrò come postriboli d'infa-
lerono ritenere il litolodi Pontefice mas- mia e di vitupero, vietando pure in gè-
simo senza taccia di superstizione, poiché nerale l'uso de'sagrifìzi. Così profitti) qual
on s'impacciarono mai di vitlimeed'im- pontefice massimo dell'assoluto arbitra-
molazioni ne'templi, né mai visitarono i lo sopra le cose dell'idolatria che gli con-
templi degl' duli, né incominciando da
;

feriva la carica ond'era rivestito, per l'in-


Costanlino 1 il Grande, che fu ili, ini- elemento del cristianesimo, con zelo re-
peraloie cristiano a ritenere il pontifica- ligioso regolato dalla prudenza, onde e-
lo,permisero che in essisi tenessero le lo- vitare tumulti e sollevazioni. Giudicò e-
10 immagini. Se egli tollerò il gentilesi- ziaudio non doversi per allora commu-
tilo, chiamò però le sue leggi e il suo cui- tare i templi medesimi iu chiese, poiché
5 S* TE M T E M
gl'idolatri entrandovi, facendo mostra di lo nella via Ostiense, dal suo discepolo s.

aderire alla nuova religione, avrebbero in Timoteo e da Lucina, appellate furono


< isi continuala la loro antica superstizio- Trofei degli Apostoli, venerali anche in
ne. A tale elletto volle allontanarsi fino tempi delle persecuzioni del-
in que'pi imi
dalla forma e dal titolo de'lempli idola- la Chiesa da lutti i fedeli, che dalle più
tri, e nell'ei igei e da'fòndaineuti in Roma, lontane parli vi si trasferivano a venerar-
in Costantinopoli e altri luoghi 4° so " li, e sopra di esse poscia Costantino I e-
tuosissime cinese usò la forma delle Ba- resse le loro insigni basiliche. Quanto a
si lidie (/ .), edilìzi ove si trattavano le co- quella di s. Paolo ne riparlerò in fine, di-

se pubbliche e sedevano i giudici per le cendo della splendido compimento e con-


cause, le quali non erano consagrate, non sagrazione della nuova basilica. Manda-
considerandosi da' gentili per religiose, to da s. Pietro per vescovo di Pavia s. Si-
ma d'uso pubblico; adottò pure tal for- ro, questi presso Alessandria Irovò due
ma affinchè la maestà di tal sorte di fab- templi, uno dedicato a Nettuno e alle Nin-
briche riuscisse di maggior splendore al fe, l'altro a Esculapio, e quest'ultimo con-
culto distianole la loro meravigliosa am- sagrò a Dio, dedicandolo al Salvatore del
piezza fosse capace di contenere la molti- mondo, dopo aver illuminato lutto il po-
tudine sempre crescente, per la progres- polo e convertito alla fede. Poco dopo la
siva emirabilecon versione de' pagani. Co- sua morie, l'altro tempio pure fu con-
stantino piatici) anco in oriente, ove nel-
I vertilo in chiesa e dedicato a Dio, sotto
la detta città avea trasferita la sede del- il titolo e invocazione del medesimo s. Si-

l'impero, la medesima regola circa il proi- ro. Questi vivente consagrò in Asti alla
bire i sagrifìzi tanto pubblici, che priva- B. Vergine regina del cielo, il tempio di

ti agl'idoli, e sulla chiusura de' templi ;


Giunone ridotto a chiesa, ordinandovi i.

tuttavia tanto in Oliente quanto in occi- vescovo s. Giovenzio. Ciò dice Marango-
dente e in Roma rimasero un grandissi- ni, poiché il can. Bima e teologo di quel-

mo numero di templi in piedi, solo di- la cattedrale, nella Serie de'vescovi del
sti uggendo quelli di esecranda e abbomi- regno di Sardegna, ritarda al 261 l'e-

nevole superstizione,efra'quali non pochi rezione della sede, e riporta ."vescovo 1 s.

famosi, onde eliminare le disonestà che Evasio di Benevento. Il .° vescovo di Pa- 1

vi si commettevano, ed alcuni ne corn- dova s. Prosdocimo, inviato da s. Pietro,


ili nlò inchiese e consagiò al culto del ve- convertì il tempio di Marte nella chiesa
lo Dio, dopo essere stati purgati dalle pro- di s. Sofia, cioè Io consagiò alla Divina

fanità. Già gli anteriori cristiani, osserva Sapienza; ed in Vicenza nel monte Su-
Marangoni, aveano giudicato non discon- mano dedicò alla Madre di Dio il tempio
venire il servirsi de'lempli profani in os- di Plutone deità infernale, distruggendo-
sequio di Dio, e tramutarli in chiese al ne I' idolo. Altri simili esempi si ponno
di lui culto dedicandoli, quantunque ciò vedere in Marangoni. I figli di Costan-
di rado avvenne per l'acerbità delle per- tino I, Costante 1 e Costanzo, allorché gli

secuzioni de'gentili. In prova riporta gli successero nel 337 non Sl dilungarono
esempi del tempio d' Apolline nel Vali- quanto a'templi degl'idoli da' sentimenti
cano, il quale essendo forse abbandona- patemi, pubblicando leggi contro di essi
to servi a'discepoli di s. Pietro per dar- e il loro culto, e ordinarono la chiusura
gli sepoltura; e poco dopo l'altro disce- de'lempli fuori le mura di Roma e altro-

polo del principe degli Apostoli, s. Ana- ve. Costanzo inoltre proibì con rigorose
cletoPapa del o3, vi edificò sopra il bea-
i pene gì' indovini, dichiarò gli operatori
lo corpo una memoria ocappella,che in- di magia nemici dell'umanità e rei di le-

sicuiecoH'allra eretta sul corpo di s. Pao- sa maestà; rinnovò la legge contro i sa-
T E M TE M 283
grifi/i, dando l'ultimo crollo al pagane- L'empio principe morì nel 363 e fu ae-
miiio, e ordinò che si rovinasse I aitare clamato successore Gioviano, che siceo-
della Vittoria del senato romano, prò- mezelante cristiano ricusò la dignità, prò*
muovendo in Roma la piena distinzione testando di non voler imperale sii inili-
cominciata dal padre,
dell' idolatria, già ziecbe professavano il gentilesimo, per cui
quantunque seguace dell'eresia d'Ario, e tulio l'esercito ad una voce esci, uno di vo-
perciò molto oppose a 'dogmi cattolici,
si ler essere distiano. Accettando la corona
IVel 36 divenuto imperatore Giuliano
1 fece chiuderei templi idolatri e tolseisan*
I' Apostata, abiurato il cristianesimo e girinosi sagrifizi; proibì la magia e di-
professando l'idolatria, volle esercitar l'uf- chiaro il cristianesimo essere la sola reli-
fizio di Pontefice massimo, rialzò l'alta- gione da venerarsi. Valenti niano Ichcnel
re della Vittoria, riaprì i templi degl'i- 364 o''
Sl, ccesse, tentò sulle prime prose-
doli d' oriente e occidente, obbligò i cri- guire l'opera da lui cominciala, proibeu-
stiani a riedificare o a sborsare il denaro do i sagrilizi notturni; ma atterrito da'
per i icostruire gli abbattuti, e restituì a' clamoi ide'superstiti non curò l'os-
gentili,
sacerdoti de falsi numi i loro gradi, emo- servanza delle leggi contro di loro ema-
lumenti e onori; onde il gentilesimo rac- naie, anzi poi permise gli aruspici e i sa-
cnl.se gì' infiacchiti spirili tornando alla crilìzi cogli antichi riti, disponendo però
lotta per riacquistare il perduto dominio, che questi ultimi si facessero coll'incenso
ma invano e per breve tempo. L'astuto e non colle carni delle beslie, tollerando
Giuliano rammaricato del vivere virino- l'altare della Vittoria in Roma. Diehia-
so de' cristiani, e perciò assai diverso da rato per I' oriente suo collega il fratello
entello degl'idolatri, dubitando cheadon- Valente, questi abbracciò la setta ariana,
la ilei suo fervore le cose de'crisliaui su- apostatò dalla fede, e die libertà ad ogni
pelassero tutti i suoi sforzi, pensò di or- setla in materia ih religione, ed a'gentili
naie e ridurre i templi degl'idoli al ino- d'esercitare pubblicamente le loro super-»
do delle chiese cristiane. Quindi ordinò stizioni, divenendo persecutore crudelis-
che vi fosse la forma del presbiterio e del si ino de'caltolici. Valentiniano I nell'oc-
coro, co'seggi o stalli maggiori e minori, cidente nondimeno per timore che i sol-
assegnando i primi a'maestri e dottori, a' guardia de' templi i-
dati cristiani posti a
quali impose di leggere le dottrine del gen« dolatri, onde impedire che loro corre- i

tilesimo e che le predicassero al popolo, ligionari li assalissero e sturbassero ne'lo-


ed in giorni determinati i ecitassero alcu- io giuochi e feste, si contaminassero con
ih- pi eci solennemente. Ordinò ancora che quelleceremouie supersliziose,lo vietò.La
w fossero luoghi assegnali a guisa di ino- provvidenza divina a vea destinato nel 37?
nasteri di uomini e donne, acciò appli- Graziano in oriente, e nel 3-g Teodosio
cassero allo studio delle stesse dottrine ;
1 il Grandetti occidentea vedere e in par-
istituì ospizi pe' pellegrini e pe'poveri,e te ad effettuare l'estremo sterminio del-
per conti aliare maggiormente col genti- l'idolatriaa Cresciuto immensamente nel-
(esimo le co>e più sagrosante delcristia- l'impero il cristianesimo, dilatatasi la fé-

nesimo, stabilì una remissione di peccati, de nel patriziato romano,e caduto nel mas»
dopo una certa penitenza da imporsi, e simo avvilimento il paganesimo, Grazia*
inventò una somiglianza delle lettere che no ricusò con disprezzo vestire la stola di
ila vano vescovi accomandandosi scam -
i 1 pontefice massimo, dignità ritenuta da-
bievolmente pellegrinile lullo per procu-
i gì' imperatori cristiani, per essere in gra-
raredi porre in credito I agonizzante genti- do ih miglio assicurare l'assiduto predo*
k simo. e [>er iscuoterlo al sacerdozio paga- mi modella verace religione. Con Grazia-
no propose ad esempio quello cristiano, no dunque si spense allatto la dignità e
a84 TE M TE M
il titolo ili Pontefice massimo negl'impe- Quindi parla delle leggi d'Onorio, per im-
ratori; il che- dovette uecessa riamente ac- pedire che si atterrassero ulteriormente i

cadere, siccome sciolti i collegi de' Pon- tempii nell'Africa, onde evitare le solleva-
tefici e abolito il sacerdozio pagano, on- zioni avvenute in Fenicia, ma li fece spo-
de dovea con esso terminare quel titolo gliare de'simulaci ideile false divinità e dei
che rappresentava il supremo grado del superstiziosi orna menti .Quando poi Teo-
collegio pontificale. Oltre a ciò Graziano dosio II restò solo al governo de'due im-
spiantò da'fondamenli l'altare della Vit- peri orientale e occidentale, coll'ottima
toria, non curando i lamenti de' pochi se- educazionedella sorella s.Pulcheria, mag-
llatoti che ancora rimanevano; abolii pri- gior premura dimostrò nel propagare la

vilegi e le immunità de'sacerdoti pagani religione e nell'abbattere totalmente l'i-

e delle vestali; incorporò al fisco le ren- dolatria. Promulgò una legge, ordinan-
dite destinale al culto gentilesco, dichia- do che superstiti tempii si atterrassero,
i

rando beni di statoque'destinati al man- di maniera che di essi non rimanesse ve-

lenimento de' sacerdoti o delle vestali o stigio. Non essendo stato completamen-

de' templi; giacché questi non potevano te ubbidito da'prefetti delle prò vincie,due
secondo le leggi romane ricevere l'eredi- anni dopo con altra legge prescrisse la di-
tà, se non per facoltà e privilegio, che si struzione de'tempii rimasti, e che posta-
concedeva per decreto del senato o per fa- vi l'insegna e vessillo della cristiana re-

vore degl'imperatori, onde godere l'im- ligione, la croce, fossero purgati e al ve-
munità dell'asilo, del quale però non tut- ro Dio applicati. Il commentatore Got-
ti aveano la prerogativa, che istituita da tofrido, diceche Teodosio II non ordinò

Dio fu da'greci e romani trasferita a'Io- l'atterramento de'tempii, ma lo spoglio


I'jO templi profani. Dopo l'operalo da Gra- de' loro ornamenti superstiziosi. 11 con-
ziano, altro non rimaneva a Teodosio l temporaneo Teodoreto vescovo Cirense,
che disperdere gli ultimi avanzi dell'ido- riferisce che tempii ia parte furono di-
i

latria sbarbicandone possibilmente le più roccati e in parte convertiti in chiese, e


profonde radici, ed egli egregiamente cor- co'materiali de'primisi edificarono nuo-

rispose alla grande impresa. Non solo re- ve chiese. Anzi Niceforo aggiunge, che
sistè all'istanze pel ristabilimento dell'al- Teodosio II dedicò alle reliquie di s. I-
tare della Vittoria, in che contribuì lo ze- gnazio d'Antiochia l'antico tempio della
lo di Papa tu Damaso I, e mantenne le Fortuna. Riflette Marangoni, che ad on-
leggi de'suoi predecessori contro l'idola- ta delle leggi diTeodosio II, non tutti i
triche osservanze;ma proibì rigorosamen- tempii furono purgati e convertiti al cul-
te d'entrar ne'templi degl'idoli, minac- to divino, poiché in Rom» e altrove ve
ciò morte a chi in pubblico o in pri-
la ne rimasero molti interi; ed in Africa per
vato immolasse vittime a'numi, e la con- esservi ripullulata l'idolatria. Ne rimase-
fisca de'beni a chiunque osservasse qual- ro ancora in altre parti d'Italia, in Ger-
sivoglia ceremonia gentilesca;fece distrug- mania, in Francia, ne riporta le testimo-
gere le statue degl' idoli, conservando a nianze, e passa a parlare de'tempii genti-
solo ornamento delle città le più pregie- leschi di Roma, restali dopo Teodosio II
voliper l'arte; demolì commutò inchie- e poi cambiati in chiese. Dopo queste ge-
se cristiane i templi idolatrici,ed energica- nerali nozioni,premesse per miglior in-
mente espulse dall'impero le contamina- telligenza diquanto vado a dire sull' o-
zioni del paganesimo. Tutto viene com- riginede'templi,parleròquindi prima del-
provato da'fatti storici riportati dal Ma- le erudizioni generiche sopra i luoghi con-
rangoni, nel descrivere lo stato de'tem- sagrati al culto degli Dei, poi degli anti-
pii degl'idoli sotto i discorsi imperatori. chi templi di Roma pagana, indi del lem-
TEM TEM 28 >

pio eretto al vero Dio in Gerusalemme, grati agli Dei, affinchè questi servissero
e per ultimo delle chiese de'cristiani. come di recinto e muro alle medesime,
La gratitudine mosse l'uomo alla ve- e fossero come asili della superstizione;
nerazione, e fino da'primi tempi questa Dunque prima del tempio di Salomone,
immolò V itti/ne e Sagrifizi al Creatore, la slessa Scrittura riconosce il tempio gen-
colle Oblazioni delle primizie della ter- tile di Dagon ove filistei collocarono
, i

ra. L'aere aperto, l'ampia volta del cielo l'Arca di Dio da loro predata agli ebrei.
erano il tempio de'primi secoli. L'onni- Anzi dice pure, che la madre di Samue-
potenza del Facitore supremo fu ben pre- tempio in Silo poiché ivi
le poi tossi al ,

sto riconosciuta, posta rimpetto all'uma- era l'Arca di Dio nel Tabernacolo (V.)t
na fiacchezza. La necessità del bene la , questo chiamandosi anche tempio, ben-
ripugnanza al male composero ^Preghie- ché propriamente noi fosse. L'autore del-
re e le addirizzarono a quest'Essere infi- l'opuscolo stampato a Vicenza, Origine.
nito. Si popolò la faccia della terra, e si de'tempii,owerose il tempio diDelfo .sia

propagarono le preci e Inni di lode al- $ il più antico, non a questo di Apollo, ma
la Divinità. Dice il Marangoni, che varie dà l'anteriorità a quelli
di Dagone, di Do-
sono le opinioni circa la i .'invenzione di dona,di Tiro, del golfodi Persia, edi Sa-
fabbricare templi i in onoredegl'idolhDio- lomone, non dovendosi confondere luo- i

gene Laerzio l'attribuì a Epimonide di ghi in cui si rendevano gli oracoli, poi di-
Candia, e Vitruvio scrisse che Pithio ar- venuti templi, co' templi propriamente.
chitetto, primad'ogni altioin Prijene fab- I templi presso iprimi egizi, fenicii e gen-
bricò un tempio a Minerva; ma Erodo- tili erano tutti Sepolcri e monumenti e-
to e Strabone ne attribuiscono 1' inven- retti alla memoria degl'illustri defunti :

zioneagli egizi. Alcuni riportano la i. '


fab- in questi luoghi si facevano le preci , le

brica de'templi de'gentili a Belo padre di adunanze pubblichee civili, igiudizi.Co»


JN'inoi.°ie degli assiri, il quale a lui l'eres- sì ne'primi tempi del cristianesimo si con-

seinBabilonia nell'annodel mondo3 80, i vertirono in chiese le tombe de'martiii,


come scrisse Beroso caldeo, oppure da Se- de'confessori e delle vergini, dedicandosi
miramide secondo Xenofonte e Diodoro a Dio sotto la loro invocazione. Il Venu-
di Sicilia;per cui osservando Gioseffo nel- tichiama laberinto di varie opinioni la
I' /inficiata giudaiche, che essendo stato ricerca per determinare quando gli uo-
eretto il tempio di Gerusalemme al vero mini spinti da religione cominciassero a
Dio nell'anno 3 02, perconseguenza Sa-
1 fabbricare i templi alle superiori intelli-

lomone sarebbe il 1." inventore e fabbri- genze, cioè alcuni recinti di mura adorni
catore de'templi. Ma la s. Scrittura rife- intorno e poi ancor di tetto coperti,
all'

risce che Dio molle volte ordinò agli e- ove principalmente e sicuramente potes-
brei che distruggessero le Are o A Ilari sero indirizzare le loro orazioni, stabili-
degl'idoli, in qualunque luogo le avesse- re gli altane scannarvi le vittime; dicen-
ro trovate, gli alti luoghi e le superstizio- do ancora rimanere oscura e indetermi-
se selvelte, non che gl'idoli, né fa men- nata l'epoca del principio dell'idolatria
zione di templi sino ali. "libro de'Re, par- delle genti. Non conviene sub' opinione
lando del tempio di Dagone presso fi- i di quelli che reputano i templi contem-
listei; perehè gentili solevano innalza-
i poranei col mondo, poiché i primi nostri
re le are pel culto de'làlsi numi, all'aper- padri che della grandezza e maestà di Dio
to delle campagne, nelle pubbliche vie, ebbero forse più chiara contezza che noi
sulle colline e cime de'monti; ed inoltre non abbiamo, facilmente ripugnarono dal
intorno alle are piantavano alcuni bo- chiuderla dentro recinto murato; giacché
schetti d'alberi di varie sotii purecousa- l'iuunensitàe La gloria di Colui che lui-
a 3 li T E i\I T E M
to muove- Per V universo penetra e. ri- celiarne affatto la memoria ne'posferi, i

Splende. Del qual sentimento furono Io quali poi tante belle e misteriose spiega
stoico Zenone ed Ei adito. Platone nel li- zioni vi adattarono, ciascuno secondo l'i-

bro delle Leggi, espressamente proibì o- dea che a vea della sua deità benefica, pro-
gni sorta di templi, asserendo che agli Dei duttrice e conservatrice della fertilità, ali-
tulle il mondo era tempio. Non allrimeu- bondanza e ricchezza del suo paese. Final-
ti risposero a 'calunniatori gentili i vene- niente, come avviene di tutte le arti, che
labili Padri della nascente chiesa distia- per gradi si raffinano, cominciarono a for-
ila, allorché li rimproverarono di non a- marsi dagli artefici le statue degli Dei di
ver tempio alcuno, ove il loro Dio si ado- miglior forma, maniera e proporzione, e
lasse , cagione di ciò la loro povertà o più somiglianti al corpo umano di cui li
la persecuzione de' tiranni. Introdottasi credevano rivestiti ; sebbene in principio
dopo il diluvio l'adorazione de' falsi Dei, non ardirono di separarne le gambe e le
sembra manifesto che non subito si fàb- braccia, le quali restarono attaccate e di-
bricassero i templi, ma che le semplici e stese sul busto, e di simil fatta ve ne sono
rozze are,e le statue degli Dei ne'collj e nei etnische ed egizie. Ridusse poi queste con
luoghi più insigni, fossero esposte all'aria miglior gusto, e avendone aperto legaui-
aperta comecbè fabbricate goffamente di he e le braccia die loro un tal qual movi-
pietra o di stipiti negligentemente taglia- mento Dedalo'giudiziososcultore,cheper-
ti, ovvero colonne o bastoni fìtti in ter- ciòfu creduto aver trovato il segreto di far
la per ricordanza delle gesta de'memora- camminarelestatue.CresciutopeiTuma-
bili loro eroi. Crede il Venuti, che quel- na industria il pregio alle statue degli Dei
le ridicole figure di Dei tanto da alcune e degli eroi, parve cosa indegna che ope-
città religiosamente venerate, ed espresse re di tanta fatica e riguardate come co-
per gloria costantemente nelle loro ino- sa miracolosa, rimanessero esposte all'm-
nete, ora in forma di Termini o Ermi (di giurie delle stagioni, che le deformassero
cui riparlai a Scultura dicendo dell'ori- e rovinassero; molto più che alcune di es-
gine sua, ed a Strada ove si collocavano), se erano tinte di vari colori, particola!'?
o di sassi in una tal guisa tagliati, o di mente l'etrusche,peraccrescer loro maestà
statue sostenute da pali e da spiedi, sieno e naturalezza. Il primo e più pronto pipa-
gli antichissimi Dei conservati nella pri- roa tal inconveniente pare che fosse quel-
miera effigie per vano scrupolo d'altera- lo di trovare qualche antico tronco elui-
zione dalla loro venerabile antichità. E- bero, in cui la natura avesse formato una
gliannovera fra questi, Giove Casio, Eu- tal cavità a foggia di nicchia, alla quale si

romeo, Cario, Labradeno, Venere Pafia, potesse riporre l'effigie delDiojaffer mando
Diana Efesia, e Magnesia, ed alcuni altri Plinio che gli alberi furono i templi degli
che si scorgono nelle medaglie, de' quali Dei. E da ciò forse avrà tratto il suo prin-
parlando Pausiana disse: Fu costume a cipioilcostumedi riporre dentro i templi
tutti i greci per lo più antico di adorare le statue degli Dei in quelle cavità di mn-
invece delle statue di Dei quelle rozze pie- raglia fatte apposta eda Vitruvio nomi-
tré. 1 Calati e Modi che spesso si vedono nate loculi. Di detti alberi si tenne poi
in capo di Serapide, d'Iside, di Giove Arn- gran cura da'supersliziosi, fra 'quali fu ve-
nione, e di altri Dei dell'Egitto i.°alber- iterabile e famoso l'elee del Valicano con
go di superstizione, sono un avanzo della iscrizione etrusca.E simili a questi furo-
rozzezza delle prime Deità, e parte della no onorati con feste, balli, ville e coro-
sommità delle colonne che le rappreseli- ne, e alcune volte con sagrifui come agli
tano, seibateci nel ridurle a foggia urna- Dei,e furonvi in vicinanza fabbricati i tem-
ila dalla scrupolosa attenzione di noncau- pli.Tale fu il principio del celebratissimo
T E M T E M 287
tempio Diana ih Efeso, cioè dal lron«
di mini o de'sacerdoti di quel nume, riten-
co d'un olmo, per l'opinione che ciascun gonsi d'una più remota antichità.] lem-
Dio godesse dulia protezione d'un albe- pli in pietra e in marmo furono innalzati
ro proprio; "e non oscura reliquia di simile quando l'architettura el>l>e fatti alcuni
principio de' templi sono quelle piccole progressi, e giovò al suo incremento, co-
immagini intagliate nell'antiche gemme Die alla scultura la Ini inazione delle sta-
di piccole e rozze statuine consagrate prò- tue che si venerarono per simulacri d'i-

babilmente agliDei agricoli, viali e compi- doli; perciò la religione contribuì al pro-
talizi. Cos'i consagrati gli alberi degli Dei, gresso e perfezionamento di due nobilis-
si passò a venerare i boschi interi,ovequel- siine arti, l'architettura arte per eccellen-

ti alcuno volta erano stali piantali: di que- za o arte di fabbricare secondo lepropor-
sti il folto orrore e il silenzio facilmente zioni e le regole determinale dalla nalu-
ispirarono nell'animo idee di timore e per- ra e dal gusto, e la scultura oartedifur*
ciò di Divinità. Bellissima è la descrizio- mare ogni sorla di figure per mezzo dol-
ile che ci lasciò Lucano, del bosco presso lo scalpello o altro strumento tagliente e
Marsiglia atterrato da' soldati di Giulio incisivo, onde si disputò sulla precedenza
Cesare; e di simili sorte di selve, appella- e primato colla pittura, ossia l'arte d'imi-
te religiosi lochi, piantarono nella Pale- lare sopra d'una superficie tutti gli og-
sliua empii re, e poi da'giusti loro succes- getti visibili, per mezzo del disegno e dei
sori estirpale in osservanza della divina colori, impiegata anch'essa al culto e per

legge, come abbiamo dalla Scrittura. Fin questo sviluppata in gran parte ne' suoi
qui\\\ pennato da'popoli alla conservazio- pregi. Ne'templi oltre le staine principali
ne de'simulacri delle statue da venerarsi che si adoravano nelle celle, altre statue

fra loro, per preservarli dall'ingiurie del- e altre sculture li decoravano. Egualmen-
l'aria e dalle tempeste, allorché a'bugiar- le il loro interno abbellivasi di pitture al-
di numii voti pù frequentemente porge- Itisi ve agli Dei e agli Eroi, venerati come
vano, e questo inalila maniera non pò- semi-dei, a'quali erano templi consagra- i

te vasi ottenere checon un edifizio coper- ti. In principio dell'erezione di templi so-

lo. Un tal comodo era del tutto necessa- lidi, onde conservare l'antiche costumali-
rio all'umana socielà , onde in ciò facil- ze, si continuò a piantarvi intorno de'bo-
mente convennero le nazioni più colte, e sebi, a circondarli di mura e di siepi, e

le ricchezze poi acquistale da' greci e la que'boschi si tennero per sagri alla divi-

vana loro superbia li ridusse a quel l'est re- nità. In breve s'innalzarono templi in o-
1110 lusso che fece meravigliare. E dun- noie degli Dei nelle città dall'architetto-
que comune consenso degli scrittori, che ra, e la scultura produsse meglio le sta-
gli uomini da principio si riunirono nei tue loro. All'Egitto comunemente si at-

luoghi alti e sulle montagne per indiriz- tribuisce I' origine della costruzione «lei

zare i loro voti alla Divinila, in epoca do- templi, o edilìzi consagrati al cullo religio-
ve le arti architettonica e scultoria erano so, ed il gusto per questo genere di edi-
sconosciute; scelsero in appresso il follo fizi fu di là introdotto presso gli assiri, i

de' boschi per rendere ad essa omaggio, fènici! e i siri; però Erodoto dice che i fe-

indi circondarono que' luoghi di mura- nicii e i siri fabbricarono templi contem-
glie, mali lasciarono scoperti, all'ine di pò- poranea mente agli egizi, e Forse in epoca
ter continuamente fissare gli sguardi lo- ancora più remota ne Fabbricarono gli a-
ro verso il cielo, e alla fine fabbricarono i bitanti delle regioni posleal sud ovest dei-
templi. tempio di Belo a Babilonia vuol-
Il l'Asia. Ti a 'primi costruttori di edilìzi pel

si il più antico di lutti; ma quelli di Bra- cullo della Divinità, debbonsi pure anno-
ina nell'Indie, secondo l'opinione de'bra- verace gli etrusci. In seguilo passò il co-
2 88 TEM TEM
stame nella Grecia colle colonie, e da es- altre nazioni: divenuti quindi eccellenti
sa fu accolto in Roma: é incerto se i gre- in tulle le arti, dierono a'templi loro for-
ci nobilitarono i templi col proprio genio, me maestose, superarono tutte lealtre na-
o colle idee ad essi comunicate dagli e- zioni, e solo alcuna volta furono imitali
trusci, dagli egizi oda'fenicii. Alcuni popo- e quasi emulali da' romani, che le opere
li, come i persiani, gl'indiani, i geli, i da- loro pigliarono per modelli. Pel gran nu-
fermi si mantennero nell'opinione, die
ti, mero de' templi che sorgevano solidi e ma-
non doveansi racchiudere gli Dei in alcun gnifici in tutte le città e anebe ne'villag-
edilìzio formato dalla mano dell'uomo, gi della Grecia, celebri ancora sono gli a-
per quanto magnifico potesse essere, ma vanzi di quelli di Minerva ad Atene , di
quell'idea fu superata dalle nazioni inci- Diana in Efeso, d'Apollo Gio-
in Delfo, di

vili te del mondo. In appresso ciascuna di- ve in Olimpio, di Giove Eliconio in Pa-
vinità ebbe suoi templi particolari,a'qua-
i ulonia, d'Apollo Triopio nell'Asia mino-
li si attribuì il nome loro, ed ivi più fio- re, di Venere a Pafo ed a Citerà, a 'qua-
rente e più praticalo fu il suo culto. Le litutti solo paragona vasi quello di Gio-

città ch'erano a que'numi dedicate, eclie ve Capitolino in Roma. Quello di Giove


fregia vansi dell'ambizioso titolo di sagret Eliconio fu forse il i ."saggio dell'architet-
traendo profitto dal gran concorso di po- tura ionica, come della dorica quello d'A-
polo che interveniva d'ogni parte alle lo- pollo Triopio. Alfine d'aumentare la ve-
ro feste solenni, prendevano sotto la pro- nerazionea'templi, gli antichi non rispar-
tezione loro que'ch'eranvi tratti dalla re- miarono né le sontuosità degli edilizi, né
ligione, dalla curiosità o dal libertinag- la magnificenza delle decorazioni, né la
gio; li difendevano a guisa di persone in- pompa delle ceremonie. I decantati mi-
violabili, e combattevano per la sicurez- racoli e prodigi eccitarono ancor mag-
i

za de'Ioro templi con quello stesso zelo, co- giormente il rispetto e la divozione po-
mesi trattasse della salvezza della patria. polare, né eravi quasi tempio che godes-
Ciascun popolo edificai templi a norma se di qualche fi ma, die di esso non si pub-
della propria indole, de'piopri costumi, blicassero mirabili avvenimenti. Negli ti-

ed anche della pratica adottata per la co- ni, i venti non agitavano giammai le ce-

struzione delle proprie abitazioni ; quin- neri dell'altare ove si bruciavano le vit-
di i trogloditi (abitatori di caverne e sot- time, negli altri non mai cadeva stilla di

terranei, per difendersi dal freddo e dal pioggia, comeché scoperti: la semplicità
caldo, e principalmente gli abitanti del- religiosa e credula de' popoli riceveva cie-
la costa lungo il mare Rosso, dall'Egitto camente queste artificiose meraviglie, e
sino all'Oceano,il cui paese chiamossiTro- lo zelo interessato de'sacerdoti le sostene-
gloditice) adorai ono laDivinità nelle grot- vano alacremente. 1 primi templi non e-
te, ed i popoli abitatori delle capanne pi- rano vasti, e forse non furono se non cel-
gliarono da queste modello per la strut-il le, bastanti solo a contener la statua del
tura de'Ioro templi. Narra Pausiana, che nume, o al più anebe un altare, d'ordina-
in epoca antichissima l'oracolo d'Apollo, rio collocato innanzi ad esso, meno ele-
che poi divenne celebre sotto il nome di vato però della base della statua medesi-
Delfico, veniva consultato sotto una ca- ma, e rivolto verso oriente. Nella cella en-
panna intrecciata di rami d'alloro, pian- travano') sacerdoti, il popolo si riuniva al-
ta sagra a quel nume;ecbe quello di Gio- l'intorno in occasione de'sagrifìzi, donde
ve a Dodona era stabilito sotto un'anti- venne probabilmente l'idea di fabbricare
ca quercia. Perciò alcuni credono che i grandi recinti, e di circondare la cella di

greci dalla capanna fossero condotti all'e- portici, ove il popolo potesse ricoverarsi
dificazione de'lempli, senza il soccorso di in caso di pioggia; e l'architettura tras-
TEM TEM 289
se grandissimo profitto dalla disposizione reto (/ '.). Quanto alle fa visse, dice Nib-
delle colonne variata ne' diversi portici, by, erano cisterne dove riponevahsi pu-
la quale produsse scene di prospetti fa re gli utensili e altri oggetti del culto di-
graiuliosa e piacevole, presentando l'idea venuti inservibili. Eruditamente tratta
della solidità. Sovente i templi si fabbri- De Favissis EthnicorumfiaaceMieviiDe
carono sopra un terreno più allo di quel- secretariis p. 1 5 1 ; ed Enrico Spoor, Fa-
lò degli edifizi circostanti , e attorniali vìssae Intii/uit. romanae et grdecae,
quindi di gradini, die servivano loro di Ullrajecli 1709. Ne'templi la statua del
basamento. La situazione de' templi va- nume d'ordinario avea rivolta la faccia
riava secondo le diverse divinità alle qua- verso l'occidente; prescrizione che ne'pri-
li erano consagrati, ed anche secondo i mi secoli e in altri successivi fu pure os-
punti cardinali, a'qnali volevano diriger- servata nella costruzione delle chiese cri-
si. 1 templi di Giove, Giunone e Minerva stiane.l templi egizisi distinsero per gran-
erano collocati in modo che fossero vedu- dezza, pe'di versi ornati e recinti, e per la
ti t\à tutti o dalla maggior parte degli a- copia esingoiar distribuzione delle colon-
bi tanti della città, non meno de'forestie- ne; que'recinti si moltiplicavano talvolta
ri che vi arrivavano; que'di Mercurio, I- gli uni dentro sino alla cella, ove
gli altri

side e Serapide si collocavano nelle piaz- probabilmentenutrivasi l'animale sagro;


ze e ne'pubblici mercati; quelli d'Ercole in questa non entravano che sacerdoti, i

presso i ginnasi o i luoghi destinati agli e quanto più. essa era semplice, altrettan-
spettalori; que'di Cerere, Marie, Venere to magnifici per lusso architettonico era-
e Vulcano fuori della città;così purequel- no i recinti, i portici e il loro ingresso,
li d'Esculapio affinchè i malati respiras- vicino al quale si collocavano d'ordinario
sero un'aria libera, e dell'infermerie oa- leoni, sfingi, statue colossali e obelischi,
sclepii o farmacie, pressotempio di quel il Ne'templi antichi degli egizi, come de'gre-
nume, riparlai aSpEZULE.AItri templieb- ci, per Io più era collegata la semplicità,
bero contigui ginnasi, pritanei e luoghi di delle forme, colla grandiosità delle mas-
adunanza pe'magistrati, ed anche il teso- se, e l'unità più perfetta colla magnificen-
ro per deporvi i donativi delle greche cit- za di quegli edifici, che ricchi e maestosi
tà; altri templi ebbero adiacente Erario \' erano per la loro forma medesima, gran-
o Tesoro (J Jpubblico. Nel 854 in Ro- 1 di senza essere colossali, semplici nella
ma negli scavi fatti nel sotterraneo della parte loro interna, e solo abbelliti talvol-
camera capitolare e della chiesa e Ospe- ta nel recinto esteriore. Nelle medaglie
dale de'benfratelli all' isola Tiberina, si greche e romane trovano spesso le for-
si

scoprì aver. esistito \efavissae del tempio me varie de'templi antichi, e anco di al-
di Giove Licaonio, se pure non sono del cuni de'quali la storia non offre notizie,
contiguo tempio d'Esculapio. Erano le Per l'architeltura de'temphantichi di di-
fa visse a somiglianza di pozzi profonda- verse nazioni, si ponno vedere i seguenti
inente scavali, ue'quali si riponevano i/ o- autori. Vitruvio, Dell' architettura con
li ( / Jo cose votive e gli altri doni olfer- il suo commento e figure in volgar //Vi-

ti al tempio, quando questi cominciava- gua rapportato per M. Giambat Capo-


no ad ingombrarlo soverchiamente. Ap- rati. Perugia 1 53G. Vitruvio, Archi (et tu-
punto tali oggetti votivi sono quelli tro- ra latina e italiana, tradotta da Galia-
vati in Roma in gran numero, cioè gain- ni, Napoli 758. Rergeo, De privatprum
1

be, mani, piedi, profili del volto ec. , il publicorumque aedificiorum Urbis Ro-
tutto in terracotta, tranne uno scolpito mae eversorum, Fiorentine i58q. A. Pai-
inavorio. Anche di versi Santuaricrislia* ladio, Iquattro libri di architetturale-
ni h auno tesoro, come la s. Casa di Lo*
il nezia 58 1Tetitr.olf, Cenni sulV archi'
1 .

vol. lxxiii. 19
2 go T E M T E M
tettura egiziana, Roma 1 838. Francesco Aetles intendevano un edilìzio sagro, che
Taccani, Esame sitila storia dell' ar- avea parti determinate. Templum poi, da
cliilettitra, Milano 1 844- Del medesimo, cuiderivòa noi quello di tempio, non era
Storia dell' arcliiletlurti in Furopa, co- sempre un edilìzio, ma bensì un luogo
minciando dalla sua origine fino al se- inaugurato, sia che fosse uno spazio aper-
colo XVII, rettificata in corrisponden- che fosse recinto o coperto; non era
to, sia

za alla storia della ch'i Ita de'popoli ed però di necessità al sagro culto, poiché le

alla naturale progressione delle idee, curie Ostilia, Giulia e di Pompeo, e per-
Milano 855. Ne rende ragione il cav.
1 sino i Rostri (tribune o pulpiti che esiste-
Ignazio Cantù
a p. 44 della Cronaca. ' vano nel Foro romano, da' quali arrin-
Luigi Canina, Architettura antica e- gavano gli oratoli al popolo, chiamati Ro-
giziana, greca e romana, Roma i83c)- stra dopo che furono adornati co' rostri
i8^4» ficca di tavole egregiamente in- di bronzo punte delle navi, con cui gli
cise in rame. Ora dovendo accennare in antichi colpivano ne' combattimenti i va-
generale altre nozioni sulla forma e le scelli nemici per danneggiarli e farli co-
parti de'templi antichi, preferisco di se- lare a fondo, cioè con que'rostri che i ro-
guire il dotto Nibby, nell'anno Roma mani tolsero alle navi degli anziati.de'qua-
a
1838, par. i." e 2. antica, tanto più che li riparlai a Porti) erano Tempia, men-
poi principalmente con lui e per ordine tre non eranodeslinati al culto, bensì con-
alfabetico descriverò in breve numero- i siderati luoghi sagri , come pure dice il

si e più rinomati templi di Roma paga- commend. Canina netta Descrizione del
na, i cui avanzi o indizi sicuri sono spar- Foro romano.Ma questo non esclude,che
si nelle varie sue parti, o^esi può con cer- sovente anche gli edilizi e i luoghi desti-
tezza determinare il sito. Di altri templi non fossero de' Tempia, cioè
nati al culto
parlai negli articoli delle chiese, odi que- de luoghi inaugurati. Quindi non tutte le
gli altri edilìzi che furono eretti sopra o Aedes erano Tempia, mentre le Aedes
presso le loro rovine. Di alcuni templi il erano sempre consagrate al culto, né tut-
Nibby ci die pure la pianta e il prospetto ti i Tempia erano templi a nostro modo
con incisioni; altrettanto fecero gli altri d'intendere.ossia luoghi consagrati al cul-
descrittori de'medesimi, come il marche- to, sebbene fossero sempre inaugurati. Per
se Meleti iorri nella Guida metodica di Fammi, voce che die origine alle città e
Romaj dalle quali tavole si prende un'i- villaggi moderni d'Italia che si appella-
dea della loro imponente maestà e ma- no Fano (con aggiunta pure d'altro vo-
gnificenza. La copia di tali edilizi dimo- cabolo, e ve ne sono esempi anche in A-
stra la religione,la superstizione e la splen- sia e altrove), inlendevasi uno spazio di
dida magnificenza de'romani. Anche nel- con ce-
terra consagrato e circoscritto
l'opera classica del Piranesi sono illustra- remonie sagre del pontefice pagano, e
ti con disegni diversi templi antichi diRo- dichiarato solennemente come destinato
ma compreso il Pantheon. I luoghi con- ad essere un tempio, loeus tempio effatus.
sagrati al culto degli Dei erano vari per E come l'etimologia di Fanum procede
istituzione, per uso e per forma, quindi dal verbo fari, pronunziare, cosi da quel-
con diversi nomi indicavansi. I moderni lo derivò la parola profanimi, che desi-
sogliono chiamare templi tutti gli avanzi gnava un luogo fuori del consagrato, prò
di edilìzi che credono essere stati destina- fono. Sulla voce Delubrum grammati- i

ti al culto; gli antichi però li distingueva- ci non vanno d'accordo, e pare che deli-

no e classificavano co'ricordati vocaboli in basi intendere particolarmente un tempio


Accie s, Tempi uni, Delubrum, Teseti, Ae- con recinto sagro attorno e consagrato a
tlicula, Sacellum e Lueus, Col nome di più numi. Per T'esca intende vasi un luo-
TÈ M TE M 291
go consagrato a'numi in contraila solili- vasi al ripiano del tempio. Da questi prò
gae deserta. Aedicula diminutivo di Ae- gressi che successivamente si fecero, deri-
de* indica va tra tempietto isolato o un la- vò che presso i romani i templi venivano
bernacolo,o nicchia entro un tempio mag- costituiti da 3 parti necessarie, il gradus,
giore. Saeellwn diminutivo di Sacrum, il la cella. Quanto all'ara, imo-
porticus,
corrisponde talvolta a cappella, valea di- munenti mostrano ch'era sempre a' pie
re una piccola cella senza portico, conte- de'gradini del tempio e allo scoperto, di
nente la statua del nume al qualeera con- forma rettangolare o circolare secondo la
sagrata, e alle volte un luogo consagrato volontà di chi erigeva il tempio. Nibby
senza tetto. Lucus finalmente appella vasi corregge l'invalsa erronea opinione adot-
un hosco sagro, la cui etimologia per au- lata nelle rappresentanze teatrali muder-
titesi derivar si suole a non lucendo, co ne, come pure dagli artisti che vollero e-
ine quello che per la densità degli alberi sprimere fatti antichi, i quali posero le are
secolari che lo costituivano non dava a- nel portico o nella cella del tempio, non
dito alla luce di penetrare. Quanto alla calcolando che il fumo che si alzava nel-
origine delle parti che costituivano tem- i la combustione delle vittime avrebbe ob-
pli, in Italiacomealtrove si cominciò dal- bligato a fuggire lutti gli astanti. V'era-
l'innalzare altari ne'campi e ne'boschijon- no bensì ne'portici e dentro le celle pie-

de onorare la divinità con sagrifizi, ori- cole are per bruciar incensi per sparge-
ginede'.F7/m/.de'/w/(7 e de' 1 \-sai: poscia re libazioni, o semplicemente di volo. L'a
agli altari si volle aggiungere un'immagi- ra grande a pie de'gradini sorgeva tal vol-

ile del nume che s'intendeva onorare, il ta anch'essa sopra uu alto ripiano, al qua -

quale da principio fu una rozzissima rap- le ascendevasi pure per gradini, ma non
presentazione, accompagnata da simboli giungeva mai al piano della cella. Quan-
più o meno strani secondo la natura dei to alla forma i lemplisuperstiti e la pian-
luoghi. o i progressi che si erano fatti nel- ta capitolina lamio conoscere che molto
l'incivilimento. Questo simulacro rima- meno comune è la curvilinea della ret-
neva troppo esposto all'intemperie del- tangolare; infatti fra' templi antichi au-
l'aria e alle profanazioni, perciò si volle cora esistenti in R.oma,quelliappartenen-
coprirlo e chiuderlo in una cameretta, o- ti aliai. 'categoria riduconsi a 5, cioè di
rigine delle aediculae e delle celiar. Quei Ercole Custode, il Pantheon, di Venere
che accorrevano a sagrificare anch'essi , ue'giardini di Sallustio, di Vesta al Foro,
volleroavere un ricovero nell'intemperie, e di Vesta sul Tevere. Ne'tempi più an-
e questo die origine a'portici che in pria* tichi sì in Roma che nelle città circonvi-
cipio furono eretti solo dinanzi a'templi, cine era rito di rivolgere la frontede'tem-
poscia furono protraiti dintorno, e final- pli verso mezzodì, come il principale in
inenteperdare maggior spazio furono du- Roma Giove Capitolino, di Giove La-
di
plicati e triplicati, costituendo così lama- ziale sul monte Albano (di cui riparlai nel
gmlìcenza principale dell' edilizio; e per voi. LI, p. 227), di Giunonea Gabio, del-
dare a questo maggior imponenza l'innal- la Fortuna a Palestrina, di Ercole a Ti-
zarono sopra il livello dell'area, onde co- voli, diDiana all'Aricela, di Giuuone a
sì gli astanti potessero veder da lontano Lanuvio (di cui a Lazio) ec, e lo dimo-
il simulacro uell'atFollaaicnlo che accade- strano gli avanzi. Quest'uso si andò mo-
va durante le sagre cerenionie; e questa dificando, almeno lino dal VI secolo diRo-
fu l'origine de'gradini, i «piali presso i io- ma, come dimostrano 3 templi erelli neli

inaui furono sempre di numero dispaio, Foro Olitono, e queto della Fortuna Vi-
perchè dovendosi [>er rito salire col pie- rile presso il Te vere. Sul finir della repub-
de destro il i.°, collo stesso piede ascende- blica Vilruvio dichiarò, òhe quando non
aga TEM TEM
frappoueyasi ostacolo locale templi do- i Danzi e di dietro, formando cosi due fac-
veano essere in tal guisa collocati che la ciate,veuivano detti <7////i////;/v>s/) •//. e tale
statua posta nella cella l'osse rivolta ad oc- era tempio di Venere e Roma: quelli
il

àdenlejadvespertinamcoeliregionemj che aveano il portico ancora ne'lati, di-


in modo che coloro che andavano a fare cevansi peripteH,àa\ greco ala, com'era
i sagrifizi guardassero verso oriente , e quello di Cerere e Prosei pina: che se le
contemporaneamente verso il simulacro, colonne ne'lati non erano isolate, ma iu-
Questo medesimo scrittore soggiungerle Destate ne'muri della cella, come in qnel-
allorquando un ostacolo si frapponeva, i lo della Fortuna Virile si osserva, chia-
templi doveano collocarsi in guisache pò- mavamipseudo-perìpteri, fidisi peritteri:

tesse di là scoprirsi la maggior parte del- allorché aveano una doppia fila di colon-
la città; che se stavano lungo i fiumi, ver- ne intorno, dicevansi dipteri, e se ne a-
so questi doveano rivolgersi. Il notato cir- veano c\i\e di fronte e una ne'lati erano
ca l'origine delle parti costituenti i lem- pseudo-dipteri, come quello di Venere e
pli, e l'uso al quale erano destinate, di- Pioma sulla via Sagra. Oltre il simula-
mostra che le parti esterne, come quelle ero del nume, la cella sovente conteneva
che servivano al popolo assistente, erano altre statue e [littore, e perciò si vedono
molto ampie, mentre l'interno della cel- negli avanzi superstiti nicchie in alcunedi
la destinato solo a contener la statua e come in quelle del tempio di Vene*
esse,
allrioggettisagri,eramoltoiistrelto:sem* reeRomapiù volle citato, lu alcune del*
pie però intendendo de'templi costrutti le celle il simulacro ergevasi in mezzo; più
originalmente per tal uso, non di quegli ordinariamente innalzavasi in fondo, do-
edifizi che talvolta riducevansi a templi, ve non di rado formavasi una specie di
ovvero di que' templi ne' quali il senato tahernacolo,come nel tempio diGioweTo-
dovea adunarsi, come in quello della Con* nante. Alcune celle aveano in fondo un
cordia, poiché allora le celle erano più am- luogo appartato ove il simulacro chiude*
pie. I gradini alle volle non esistevano che vasi; questo era il socrariwn o penetra-
nella houle, e questo più ordinariamen- le, del quale vi è un esempio nel tempio
te; alle volte giravano intorno al peristi- di Venere Sallustiana. Nel tempio di Ve-
Jio, come nel tempio di Venere e Roma, sta poi appellavasi penus il recesso, nel
1 portici poi erano una parte cosi integra- quale custodi vasi il famoso Palladio.
le e indispensabile, che davano il nome De' tempii di Roma pagana.
architettonico a' templi medesimi, come Tempii dell' J linone, di Bacco e del
dimostra Vitruvio, dal quale si trae, che DioRedieolo. Sono nella via Appia (del-
il più semplice era quello formato dal prò- la quale riparlai a Strada), fuori della
lungamento de'muri laterali della cella e Porta, s. Sebastiano già Capena, i due
da due o quattro colonne fi a questi, e sic- primi a sinistra, l'altro a destra, tutti non
come que' muri prolungati offrivano di lungi due miglia dalla porla. Quello di
fronte l'aspetto di pilastri, the romani i Aimone sagro a Cihele, come notai nel
chiamavano antae, perciò tali templi di- voi. LIV, p.164 e altrove, già nel leni*
cevansi da loro, in antis. Di tal catego- men'o de'Calfarelli, e perciò dello della
ria non rimangono avanzi in Roma, e Vi* Cacarella, oggi Toi Ionia, rivolto al ri-
truvioricordòi 3 sagri alla Fortuna pres- vo Aimone che quasi gli lamhiva gra- i

so porla Collina. 1 templi che aveano il clini. Imoderili lo chiamano del Dio Re-
portico solo nella fronte, come quello di dicolo, che Nibhy con ragioni rigetta. Si
Antonino e Faustina ancora superstite, conserva interamente la cella iuteriore
appella varisi ^)7-o.<;7r7/, dal greco colonna, costrutta tutta d' opera laterizia la più
sostegno: quelli che aveano il portico di- perfetta, con mattoni rossi e gialli, e con
TE M TE M a93
ornati della slessa materia.Viene attri- la via Appiaentrola vigna Amendola, nel
buito all'epoca di Nerone. Il tempio di sito perciò chiamato Campus Rediculi.
Bacco fu denominato comunemente del- Tempio d intonino e Faustina, oegi
le Camene, ed anche dell' Onore e della chiesa di s. Lorenzo in Miranda degli Sper
Virtìi, con errore dimostrato da Nibby, %iali{ì .).

poiché essi aderenti alla porta Capena , Tempio e Colonna di Marco Antoni-
quello di Bacco è 3 miglia distante, e sino no. t,a Colonna la descrissi ne' voi. XIV,
dal io i i divenne chiesa di Urbano che
s. p. 3i5, 3i6,3i 7 ,L,p. 288,LII,p.28i.
descrive Marangoni o p. 26?., checonNar- Il tempio fu edificato presso tale colonna,

dini chiama tempio ili Bacco Silvigero sebbene si dà comunemente il nome di


e ne illusila le iscrizioni, essendo la fac- tempio d'Antonino alla Dogana (/ .) di
ciala nobilitata da4 grosse colonne di mar- terra a Piazza di Pietra (V.). Quantun-
mo. 11 tempio fu eretto nel secolo III ili que non rimangano vestigia apparenti del
nostra era, insieme all'ara rotonda ch'è tempio, si conosce che esisteva almeno fi-
nel portico: formasi d'una cella d'opera no al V secolo, probabilmente nel sitoog-
laterizia con simili frontone e ornati,ed'un gi occupato dal Palazzo Cliigi (F.). Il

portico tetraslilo formato da dette colon- tempio e la colonna dopo la morte del-
ne, che Nibby giudica d'altro edifizio. La l'imperatore Marco Antonino furono e-
volta conserva vestigie degli stucchi anti- relti a lui e alla moglie Faustina per de-
compartimen-
chi che l'orna vaoo,di visi in creto del senato. Equi con Nibby mi cor-
ti ottangolari e quadrati. Nel mezzo so- reggo per aver seguito molti che attri- i

nogli avanzi d'un bassorilievo con due li- buiscono l'erezione a detto Marco e in o-
gure. Si vuole che un Papà vi orasse e bat- noie del padre Antonino Pio, opinione
tezzasse ne'lempi della persecuzione, for- erronea sanzionata dalle lapide posta da
se quando fatto nido di ladroni era stato Sisto V sul piedistallo della colonna da
abbandonato. Perciò s. Pasquale I lo con- lui rinnovato.
vertì in chiesa sotto l'invocazione di s. Ur- Tempio aVApollo Palatino. Sul ripia-
bano I, che si crede da alcuni fosse il Pa- no del Monte Palatino (t'.), oltre la ca-
pa che vi si ritirò. Poi Urbano Vili re- sa Augusto edificò su questo monte ov'e-
staurò l'intero edilizio. Nel 1001 viavea ra nato, il tempio magnifico d'Apollo e
falli altri ristami l'abbate Pioderico Boni- quello di Vesta, perchè a quel nume at-
zocon pitturedi qualche pregio e forse ese- tribuì la vittoria d'Azio, che lo rese pa-
guile da lui: esse esprimono storie evan- drone dell'impero, e percorrere la fama
geliche, la vita di s. Cecilia battezzata da che la sua madre Azia fosse restata incin-
s. Libano I, i corpi de'quali ritrovò s. Pa- ta da quel Dio sotto le forine di Drago-
squale I nel cimiteno di Pretestalo e di ue(in seguito, parlandodel Tempiod'E-
Calisto; altre rappresentano le gesta del sculapio, dirò de'dragoni e serpenti sa-
sanlo titolare. Quanto al sito del campo gri, venerati pure da'romaoi). Vi aggiun-
e I ino del genio del Ritorno, designato se, oltre l.i piantata di alberi, i portici e
col nome di
Rediculus, Rediculi Fa/ium, la biblioteca greca e latina, con l'opere
così appellalo perchè essendosi Annibale de'poeti che aveauo riscosso il plauso uni-
accostato a Roma era tornato indietro da versale, e ne parlai a Biblioteche ni R.o-
quel luogo atterrito da apparizioni. Fu sn: in essa divenuto vecchio vi tenne so-
dunque ìmì fino, cioè un locus tempio ef- vente il senato, e passò in rassegna le de-
fatus, e non un tempio propi lamenta, ed curie de'giudici. Con solenni feste fece la
il nume Rediculus a redeundo,
fu detto dedicazione del tempio e della bibliote-
e non Ridiculus a ridendo. Il fammi di ca. 11 portico avea sollilli dorati e tutto
questo genio fu a destra e al 2.° miglio del formata di J2 colonuc di giallo aulico,
2[ì \ TEM TEM
e negli intercolunni ciano le statue delle sta ila fiera pestilenza, fu fatto voto d'er»

5oDanaidi, olire quella del padre. Corri • gere un tempio ad Apollo, che riguarda-
spondenti alle Danaidi nell'area aperta, vasi causa e rimedio delle malattie conta-

ai Irettante statue equestri di bronzo rap* giose, e venne edificato fuori la Porta
presentavano i figli d'Egisto. In mezzo al* Carmentale, ove nell'adiacenze fu poi
l'arca di marmo la statua d'Apollo era fabbricato il Teatro(Pr.)ài Marcello. Nel-
« (lìgia la suonandola lira; e intorno all'ai- l'incursione gallica dell'anno diRoma366
tare a pie de' gradini del tempio erano fu arso, indi riedificato e dedicato di nuo-
4 buoi di bronzo opera di Mirone. In mez- vo nel 4o3.Non sapendo più i romani co-
vo del posteriore lato dell'estesissima a- me liberare il suolo italico da'carlagine-
reasorgeva tempio lutto di marmo, sul-
il si, decretarono giuochi solenni ad Apol-
la cui sommità del frontespizio vedevasi lo e Latona, e sacrifizi a que'numi, e co-
il cocchio del Sole in bronzo dorato: nel sì ebbero origine giuochi Apollinare In
i

timpano poi erano le sculture de'figli di questo tempio,come posto fuori delle mu-
Anterno. La porta era ornata di ba«so- ra di Roma, il senato talvolta vi die u-
i -i lievi d'avorio, rappresentanti i galli fui- dienza alegati delle potenze nemiche; co-
llimati da Apollo nelP impresa sacrilega me pure vi si adunò per darla a'eapitani
contro Delfo, e la morte delle Niobi fui- vittoriosi, oa'loro legati che domanda va-
ininate dal nume stesso e da Diana. La no l'onore del trionfo. Annessa al tempio
cella conteneva la statua del Dio toccan- eravi una vasca d'acqua perenne, ed ines-
te la lira, scolpita da Scopa, fra quelle di so si ammiravano la statua d'Apollo di Fi-
3
Latona e Diana: sotto la base della I. fu- lisco di Rodi, quelle di Latona, di Diana

rono riposti libri sibillini, de'quali ra-


i e delle q Muse, di jVpoUo nudo, e altra
gionai a Sibille. Nella cella eravi pure un sua colla lira lavoro di Temarchide. E'
candelabro a forma d'albero, dal quale probabile che solfrì nell'incendio dell'an-
pendevano lucerne a guisa di poma, da no 80 di nostra era, nondimeno esisteva
Alessandro il Grande lolto a Tebe e do- nel secolo IV.
nato al o Cy-
tempio d'Apollo in Cuma Tempio d'Augusto. Morto quest'i mpe-
una cuslo-
ine d'Asia. In essa era inoltre latore nell'anno 4 di nostra era, il sena-
1

dia contenente gemme, dedicata da Mar- pure un tempio sulla falda


to gli decretò
cello nipote d'Augusto. Oltre a ciò era n- del Monte Palatino dalla parte che do-
vi tripodi d'oro, fatti col denaro trailo mina il Foro romano, che la sua vedova
dalle statue d'argento erette ad Augusto Livia edificò con Tiberio che gli successe,
t: ch'egli fuse. Nella biblioteca altra sta- il (piale sebbene lo lasciasse imperfetto, vi
tua di Apollo di lavoro etrusco avea 5o collocò una pittura di Nicia esprimente
piedi d'altezza, non sapendosi se più ani- Giacinlo, della quale Augusto mollo si di-
mirarsi la perfezione del bronzo o la bel- che avea portalo seco da Ales-
Iettava, e
lezza della figura. II tempioe le fabbriche sandria. Fu poi nell'anno Zj dedicato da
annesse rimasero incendiate nel 363, ed Caligola, con sontuose feste e bella mecia-
a slento poterono salvarsi i libri sibillini, glia col prospetto del tempio. Claudio nel-
ela religione cristiana che andava fioreti- l'anno 4 1 decrei a rido onori divini a Livia
do si oppose lem-
alla riprisliuazione del sua ava, anco ad essa dedicò il tempio e
pio, di cui appena rimangono tracce, mas- le erse una statua, ordinando alle vesta-

sime nella villa Mills. Quanto al tempio li che le facessero sacrifizi. Nell'anno 6?
di Vesta, sorgeva in quella pai te di del- andò a fuoco nell'incendio di Nerone,
la villa verso il Circo Massimo. quando Roma fatalmente arse per g gior-
Tempio tì\ (pollo presso il teatro di ni, e perì una radice di cinnamomo di pe-

Marcello, Nel 323 di Roma, afflitta que- so straordinario. Immediatamente fu rie-


TE M TE M 29 5

nuovo neh 5g da Antonino


clipeato, e di falda meridionale del monte Celio, e quel-
Pio, ed in luogo di 6 nelle medaglie si la settentrionale volgarmente creduta il

vedono 8 colonne. Sebbene in origine fos- Celk>lo,sulqualeéla PortaLatina,ov'era


se dedicalo soltanto ad Augusto, dipoi pa- l'antro e la (onte. Del tempio rimango-
re ebe fosse comune a tutti i Cesari divi- no poche memorie negli scrittori, e seb-
nizzatile perciò chiamalo Aedes Coèsa- bene concordi Dell'attribuire a Numa la
rum. consagrazione del luco alle Cameneo Mu-
Tempio di Bacco sul Palatino. Fu e- se,nondimeno non si hanno notizie del
tb ficaio sid colle sotto Augusto presso ,
tempio prima del 55o di Roma, allorché
quello di Cibele, eia biblioteca d'Augu- il poeta Lucio Accio o Azzio eresse a se
sto, ove poi si (ormarono gli orti de' Far- stesso nel tempio delle Camene una sta-
nesi (P.). tua gigantesca bencbè fosse di bassi sta-
Tempio di Bellona. Nell'area dell'O- tura: altri dicono ebe l'erse al poeta Mi.
Hate di Tor de'Specchi, A ppio Claudio il Fulvio Nobiliore. Il bosco sagro fu pure
C/ecO,auloi*e della celebre via Appia, vin- consagrato da Ninna nel luogo de'suoi
citore degli etrusci e de'sanniti, nella guer- congressi con Egeria e colle Muse, dov'era
ra contui di essi, fece voto d'erigerlo nel- caduto dal cielo l'ancile o scudo. Oggi uè
l'anno di Roma 457, l'effettuò e ogni an- del luco, né del tempio rimangono trac-
no se ne celebrava la dedica. L'ornò con ce, essendo erroneo il riconoscere per tem-
clipei o scudi di bronzo portanti l'imma- pio delle Camene il suddetto convertito
gini de'suoi antenati e i titoli e gli onori in chiesa di s. Urbano. Notai a Riccia che
ottenuti da loro. La cella fu ampia, onde alcuni posero la spelonca e la finte d'E-
il senato vi teneva adunanza, sia per af- geria aricina, aulica ninfa del Lazio, mo-
fili interni, e più. ordinariamente aller- glie e consigliera nel governo di Roma al
tile si trattava di ebebiarare la guerra ai re Numa, nel bosco sagro a nella Diana
nemici, dare udienza a'Ioro ambasciato- valle Aricina, e che Io storico Lucidi con-
li, e per decretare il trionfo domandato cordando le diverse opinioni, disse con-
d.i'capitani romani. In questo tempio si venire ad ambo i luogbi quanto si scris-
lanciava l'asta verso quella parte ove sta- se sull'immaginaria Egeria. Laonde sem-
va il paese cui diebiaravasi guerra; e Mar- bra, al dire di Nibby, die la spelonca.
co Antonino nel partire coutro gli scili ne fonte di Roma fosse un'imi tazione di quel-
rinnovò la ceremonia, dopo la qua! epo- le d' Alicia, ovvero ebe abusivamente fu
ca non più si ricorda. L'intimazione die ilato il nome d'Egeria al fonte consagra-
della guerra facevano gli araldi feciali, la lo da Numa nel bosco delle Camene, do-
liportai nel voi. LV1I1, p. 186. ve ogni giorno andavano ad at-
le vestali

Tempio delle Camene. Unode'più an- tinger l'acqua per astergerei! tempio di
licbi di Roma, fuori le sue mura e pros- Vesta. Della spelonca e della fonte non
simo alla porla Capena, come rilevai par- listano vestigia, forse per lo sfaldamento
landone nel voi. LIV, p. 164, nella valle del Celio die l'avrà ricoperte. A'moder-
Egeria oggi Calfarella, situato in un bo- ni (ino al secolo XVI piacque ravvisare
sco sagro o lucus, dentro il quale vene- la >pelonca d'Egeria nell'antro pittoresco
lavasi l'antro dello di Egei ia e una fonte e uou naturale, esistente nella valle Caf-
chiamata delle Camene. Quell'antro sta- fo ella, 1 buone miglia da porta Capena.
va in una valle detta Egeria e delle Ca- il quale è un ninfèo di qualche
villa pri-
mene, e vi si discendeva uscendo da por- vaia eretto ci rea
tempi di Vespasiano, or-
i

la Capena per una via, e l'autro slava nato di statue e rivestilo di (ini marmi,
presso la via Appia, cioè nella valle clic e delle statue rimane ancora in fondo
si dilunga da occidente a oriente tra la quella del l'unte lucale,di cui l'acqua con-
ag6 TE IVI T E M
dottata sgorga per 3 bocche restaurate nel radunanze del popolo di viso in comizi cu-
1 828 per le cure di Fea, che con opusco- riati, o alla Grecostasi edilìzio annesso al
lo smenfi vittoriosamente la pomposa de- comizio che serviva di trattenimento a-
nominazione datale di Grotta d'JEgeria. gli ambasciatori stranieri, avanti che ve-
Dell'acqua ne feci parola ne' voi. XXV, p. nissero introdotti nel senato o quando ne
160, L1V, p. i65. attendevano le deliberazioni, che preude-
Tempio di Castore Polluce. Giacque e. vansi da'senatori adunali nell'adiacente
nel Toro romano (nel quale ora sono sta- Curia Ostilia o nel vicino tempio della
ti ripiantati gli alberi cle'3 viali, che di- Concordia.
strusse lademagogia repubblicana del Tempio eli Cerere, Proserpina e lac-
1848, alhorate die ripetevano l'origine co. Fu sotto al lembo del Monte Aven-
da Alessandro VII e da nitri Papi, come tino (l .') presto alle carceri del circo Mas»
notai a Strada), presso il lago o fonte di simodi Roma. ha. questo e il Tevere, sul-
Giuturna.di fronte al colle Palatino, e- le cui rovine fu eretta la Chiesa, di s. Ma-
retto dal dittatore Aulo Postnmio pel vo- ria in Cosmedìn(ì .). Nel 2.')7 di Roma
to l'atto l'anno di R.oma 22 5, per la bat- il dittatore Aulo Posto mio in angustie per
taglia del lago Regillo vinta suiTarqui- mancanza mentre era per
di vettovaglie,
ni a mezzo della cavalleria, di cui si ri- guerreggiare co'latini, fece voto e depo-
teneva domatore Castore, e nel 270 fu de- sitò il denaro per erigere un tempio a Ce-
dicato dal figlio; indi cadente per vetu- rere, a Libera ed a Libero, nomi corri-
stà nel 63 7 fu riedificato da L.Cecilio Me- spondenti gli ultimi a Proserpina, e lac-
tello Calvo colle spoglie tratte da'dalma- co o Giacco figlio di Cerere, e fu edifica-
ti da lui vinti, onde ebbe il cognome di to e dedicato nel 260 da S. Cassio Viscel-
Dalmatico. Era grande e magnifico, con- lino console, il quale poi messo a morte
teneva statue e donativi, coperto da un per affettata tirannide, de'suoi beni furo-
so/fitto, e le colonne del portico erano di no fitte statue di bronzo, per ornamento
massi di pietra locale rivestiti di stucco e de'lempli e particolarmentedi questo, con
imbiancati. Avendo sofferto molto, nel iscrizione dichiarante la derivazione. Nel
668s'infraprese l'intero restauro. Nel702 307 per la sicurezza personale de'magi-
per l' incendio della Curia probabilmen- che la famiglia di quel-
strati, fu stabilito

te mollo soffrì, ed Augusto die l'incarico li,che avessero loro recata ingiuria, sa-
a Tiberiodi nobilmente rifabbricai locol- rebbe stata venduta presso questo tem-
dedicato nel 730.
le spoglie de'vinti, e fu pio, dove già tenevano tribunale e udien-
Divenuto Tiberio imperatore, cambiò il za gli edili della plebe, a'quali per decre-
tempio in vestibolo del suo palazzo, e po- to de'consoli venne affidata la custodia dei
nendosi a sedere tra le statue de'fratelli senatusconsultijcheper l'innanzi andava-
Castore e Polluce si faceva adorare da no soggetti ad alterazione e soppressione.
que'che entravano, chiamando que'Dio- Nel 579 nel tempio fu celebrata una sup-
scuri suoi portinai. Morto Caligola tornò plicazione solenne per placar gli Dei,aca-
il tempio allo stato primitivo, indi Domi- gione del fiero terremoto di Sabina. Poi
ziano lo riedificò più magnifico, e tale ri- venne ornato con opere di plastica e di
mase fino alla caduta del paganesimo. Non pittura da Damofilo e Gorgaso, le statue
è vero che le 3 colonne che si vedono nel de'quali di terra colta erano sui timpa-
Foro romano, presso la chiesa di s. Maria ni: questi furono primi lavori greci fat-
i

Liberatrice deW Orlate di s. Francesca ti in Roma ne'templi, mentre per l'innan-

romana, sieno avanzi del tempio di Ca- zi erano tutti etrusci. Rifatto da Augu-

store e Polluce; esse appartengono al Co- sto, enei 770 dedicato da Tiberio, ledet-
mizio, luogo dove seguivano le pubbliche te statue furono disperse, e le opere di
TE M TE M 297
plastica e pittura si segarono e poste in vantaggiosa, con cinta ili portico sontuo-
quadri. Dagli avanzi del tempio apparisce so e detto Porticus Claudia. Comincia-
ch'era ottastilo-perittero-acroslilo con ai'- lo da Agrippina moglie di Claudio, qua*
eh tiravi di legno, restando 9 colonne di si lo distrusse Nerone nel protrarre al Ce-
marmo bianco visibili sebbene incastrate liolaCasa Aurea o palazzo imperiale. Re-
ne'mari ;
gli avanzi de' la cella sono gran- stringendosi questo nel Palati no da Vespa*
di massi quadrilateri di travertino e tu- siano, egli magnificamente riedificò il tem«
fa già rivestiti di marmo. pio, di cui non rimangono vestigia sopra
Tempio di Cibele. Nella falda del col- terra. L'area contiene latomie vastissime
le Palatino dominante il clivo della via di tufà,clie fornirono in origine i mate-
Sagra, e celebre, il cui simulacro da Pes- l'iali alle fabbriche più antiche di Roma,
situili te giunse nel 548 di Roma, e lem- ed oggi presentano belle scene. Le gran-
poraneamente fu deposto in quello della diose sostruzioni impropriamente sono
Vittoria, per attendere l'edificazione del chiamate Linfeo di Nerone, perchè le sue
suo tempio subito incominciata, che riu- arenazioni per condurre l'acqua Claudia
sci il più nobile de'preesisten ti. L'edifica- sul Celio terminano in questo punto. Quel
rono censori iM. Livio Salutatore, e C.
i nome conviene alle altre soslruzioni, che
Claudio Nerone, la cui figlia C.Claudia re- erroneamente molti denominano Curia
calasi a Ostia tirò col suo cingolo la nave Ostilia che fu nel Foro romano. Vespasia*
che conduceva la Dea ch'era restìa a ri- no,colmato lo stagno inferiore, ornò verso
montare il Tevere, e così purgossi dalle la via Trionfatela faccia della sostruzione
sinistre voci che correvano su di lei. Co- laterizia con magnifica opera arcuata a 3
Slruito'il tempio, M. («ionio Bruto lo de- piani, di cui sono belli avanzi sotto il ri-

dico 3 anni dopo, co'primi giuochi sce-


1 tiro de passionisi, tranne il superiore di-
tlicio rappresentazioni di Teatro chiama- strutto. Tale luogo vuoisi stato vi varino
ti Megalesiaci, i quali poi si celebrarono serraglio di belve e formato da Domizia-
nell'anniversario col trasporto del simu- no pel vicino anfiteatro Flavio, di cui ri-
lacro in Roma, tenuto in gran venerazio- parlai a Teatro.
ne per l'acrolito o pietra nera caduta dal Tempio della Concordia. Nella falda
cielo di forma conica, che la Dea teneva del Monti' Capitolino ( } J.surseov'è l'o-
nella bocca. Questa pietra a'27 marzo si dierna cordonata adiacente al Carcere

distaccava dalla statua e porla vasi sopra Tulliano, e vi resta un masso imponen-
un carro aperto a lavare insieme cogli u- te ilei celebre edilìzio, eretto con sanzio-
del culto della Dea, da 'propri sa-
tensili ne del senato per voto di Furio Camillo,
eerdoli chiamali Galli, uscendo per por- per laconcordia fra'pa trizi e plebei, che i

la Capena al confluente dell'Aimone nel si ottenne coll'accordarea'pIebei,cheuu


Tevere. In seguito il tempio fu riedifica- ile' consoli fosse scelto dall'ordine loro,
to da L. Cecilio Metello il Dalmatico e Forse nel 669 di Roma soffrì neil'incen-
da Angusto; disti utto dall'incendio di Ne- dio del Campidoglio, ma sembra che Ca-
tone, lo tosto ricostruito di forma rolon- lido edificatore del Tabulano, risai -cis.se il

da sormontato da cupola dipinta con


e tempio ove s'adunò nel 690 il senato per
i tagini di Coi ibanti, e rimase fino al- la congiura di Caldina, poiché la cella era

l'estinzione del paganesimo. di considerabile estensione e alta a tener*


Tempio di CI, indio. Venne eretto sul vi tali adunanze. Tiberio volle riedificar*
Monti- Celio (/ .) 1 impello al 'Pala tino, lo dimarmo bianco con nobilissimo pa*
ove ora è il giardino de Passionisti, e la vimento, per imporgli suo nomee quel- i!

uno de'più magnifici di Roma per vasti- Io del morto Druso, e


fratello lo dedicò
tà e de'più imponenti per la situazione nel 727. ludi fu restaurato da altri im-
a98 TE M TEM
peratori, forse Antonino e Severo, ed an- sa. 11 eh. archeologo sostiene, che 3 furò*
che da Costantino 1, ma sembra all'alto no iti Roma i templi dedicati allaConcor-
non vero. Inqneslo tempio si ammiralo* dia: ili.°eben piccolo fabbricato nel Ò3X
no monumenti insigni dell'arte di pillu- sull'Arce da L. Manlio per volo, dopo aver
rae scultura; la statua sedente della Con- spento una sollevazione militare, quan-
cordia avea la cornucopia nella sinistra e do era pretore in GaHia,-ed ove si segnò
la patera nella destra. il 5 febbraio qual d'i festivo per esservi
Tempio della Concordia di Livia. Au- slato appellato Augusto Pater Pallide:
gusto eresse il Portico di Livia col dena- il i." meno significanlefursedel i .°, fu co*
io ricevuto in eredità da Vedio Pollione, struiloda L. Opimio console nel 633, per
famoso pel sfrenato bisso, colla condizio- a ver dato termine alla sedizione de'Grac-
nedi erigere una bell'opera al popolo io- chi, e prossimo all'arco di Fabiano: il 3.

mano, e gli die il nome di Livia sua mo- più cognito e più celebre, e il solo che a-
glie nel 765 di Roma, costruendolo sul- vesse il nome di Concordia, fu il sudde-
la casa di Vedio, che sorgeva fra l'odier- scritto di F. Camillo. Perciò esclude af-
na casa e giardino de'inaronili, e le vie fatto l'erezione ed esistenza del tempio,
delColosseo e dellaPolveriera,e riuscì una che si volle denominare della Concordai
delle fabbriche principali di lioma. Augu- di Livia.
sto ciò fece, per dare un potente ammae- Tempio di Diana Aventìnense.Ya di-

stiameuto deprimente 1' eccessivo lusso, rimpettoalla Chièsa di s. Sabina sul ver-
ch'egli prevedeva pernicioso alla stabilità lice più alto del Monte Aventìno(P .), co-
deli' impero, e nocivo alla società. Den- nume a tutti i popoli del Lazio (come lo
troal portico poi vuoisi cbeLivia edifieas- era quellodi Diana in Efeso alle città dei-
se e dedicasse magnifico tempio, il qua-
il la Ionia che a spese comuni lo fabbrica-

le co! portico esisteva ancora nel V secolo Fono), poiché re Servio Tullio ansioso di
di nostraera.Ma di recente il dottoab.Ma- stringere maggiormente i legami fra'la-

tranga, Discorso, la città di La/no, con tini e i romani, l'edificò magnifico l'an-
Appendice, // Portico di' Livia scaper- no di Roma 198, e dedicandolo a' 1 3 ti-
fò nelle vestigia delle antiche mura E- gosto celebrò la festa federale, che poi o-
1

squiline co dipinti ritraenti le avventure gni anno si rinnovò, incidendosi il trat-


di Ulisse (de' quali parlai a Terracini tato in bronzo che si pose nel
un cippo di

ch'è l'antica Lamo), eruditamente dichia- tempio. Situato questo in luogo eminen-
ia : che il portico di Livia dedicato nel temente forte, servi più volte di ricove-
-;65 in onore di Caio e Lucio Cesari, è un 10 nelle dissensioni civili, e divenne cele-
errore; rendendo ragione dache nato, co- bie. Per le premure d'Augusto, lo riedi-
me corretto, eche venne confuso col por- fico Lucio Comincio, e vi aggiunse un por-
tico d'Ottavia. Che non fu vastissimo, né lieo di colonne che preseli suo nome.Que-
fabbrica principale di Roma. Che non vi sto vastoe magnifico tempioera pentte-
fu dappresso nègiammai incluso il magni- ro-ottaslilo, con pronao vastissimo, ossia
fico tempio delia Concordia. Che Tiberio spazio compreso tra le colonne, ed alqua-
nel 747 dedicò colla madre Livia il por- le si saliva per 5 gradini. L'area sagra era
lieo edificato da Augusto per uso del pò- fiancheggiata dal portico diCornificio,for-
polo romano e nell'area di Vedio Pollio- mato da doppia fila di colonne, ed alia-
ne, perchè si perdesse la memoria di sua rea ascendevasi per due scale laterali. Se-
casa lussuriosa, essendo egli solo rinoma- concio il più antico costume avea la fran-
to per ingenti ricchezze e per ferina cru- te rivolta verso mezzodì, e rimase in pie-
deità, nutrendo di carne umana le mure- di sino al principio del V secolo dell'era
ne che formavano le delizie di sua meu- nostra.
T E M TE AI 299
Tempio di Diiove. Sul colle Palatino retto il tempio rotondo e perittero, poi
verso il G 19 di Roma fu eretto, appella- riedificatoda Siila versoil 674. Ne rima-

lo Aedes Dììovis, poiché Diiovis e Die- ne un avanzo nella casa già de'Somaschi
spiter furono nomi co' quali ne' lempi
i (/'.) e ora de'carmelitani.
più antichi romani chiamarono Giove,
i Tempio d'Ercole Miiseeete. Nel lato
cioè nume del giorno o l'aere immediata' occidentale e presso Portico d'Ottavia
il

niente congiunto alla lena. (de'portici riparlai a Teatro), ne'dintor-


T'empio cFElìogabalo. L'imperatore ni di Piazza Tartarughe, erge vasi l'al-
di questo nome del 1 1
- ili nostra era l'e- tro portico quasi eguale in grandezza a
magnifico al suo Dio Eliogabalo,sul
dificò quello,e solo diverso nella disposizione del
monte Palatino presso la parte da lui a- peristilio, che conteneva il tempio nel 5 r
7^.
bitata, forse quella che domina immedia- di Romafondato da M. Fulvio Nobilio-
tamente la via Sagra dall'arco di Tito a re conquistatore deil'Acaroania edell'E-
quello di Costantino, e vi raccolse tutte le tolia, e occupatore dell'isola di Cefalonia
cose più sagre di Roma, come il simula- donde trasse ?.85 statue di bronzo e 23o
cro di Cibele, il fuoco di Vesta, il Palla- di marmo che mostrò nel suo trionfo. Vi
dio, gli Ancili, ec. allineile nel suo nume collocò le statue delle Muse tolte in Am-
tutti gli alleisi riducessero. Il simulacro bracia e le fatiche d'Ercole lavoro di Li-
di esso era un accolito o pietra nera ro- sippo.che prese dal tempio d'Ercole pres-
tondala nella parte inferiore e accumula- so Alizia nell'Acarnania. In questo tem-
ta di sopra a guisa di cono. Quanto al Pal- pio Ercole eravi pure rappresentato suo-
ladio del Tempio di I està, per preser- nando la lira colle Afuse. Lo riedificò Au-
varlo da ogni furto, n'erano stati forma- gusto a insinuazione del pad regno Q. Mar-
li molti altri consimili e fra essi mischia- cio Filippo, il quale vi aggiunse il porti-
to. Eliogabalo di forza e con prepotenza co, che fu detto di Ercole e di Filippo, or-
entrò nel luogo riservato ove gelosamen- nato d'insigni pitture di Zeusi, Aulifilo e

te si custodiva il Palladio, ma avendo pre- Teodoro. Danneggiato nell'incendio gran-


so unode'fittizi l'infranse, e tolta una sta- de dell'anno 80 ili nostra era, esisteva an-
tua di Pallade, la pose nel suo tempio. La cora nel IV secolo della medesima.
Chiesa di s. Sebastiano alla Polveriera, Tempio <T Ercole Vincitore. Lucio
fu della in Pallaria, per tradizione che Mummio distruttore di Corinto, per vo-
ivi fosse stato il tempio d'Eliogabalo, ove to fatto nel G08 in quella guerra, l'edifi-
si conservò per un tempo il supposto ve- cò nel ForoBoarioa pie del Palatino, non
ro Palladio; ma meglio è tenere che tal l'i lungi dalla Chiesa dis. Anastasia e pres-
denominazione derivasse alla chiesa da so al sacello della Pudicizia Patrizia, in
Palatium. Dopo la morte d'Eliogabalo forma piccola e rotonda e ornato con pit-
il tempio fu abbandonato, e le cose sagre tura del poeta Pacuvio figlio della sorel-
furono restituite a'iuoghi loro. Alcuni cre- la d' Ennio. Presso di esso passavano i

dono che sulle rovine del tempio sia stata trionfi, e allora la statua del nume vesti
fabbricata la Chiesa dis. Sebastiano al- vasi coll'abito trionfile, antico simulacro
la Polveriera. di cui si fa rimontare l'origine a Evandro,
T mpio d'Ercole Custode. Dalla par- donde rilevasi l'antichità dell'arte statua-
ie del Circo Flaminio, corrispondente al- ria in Italia. Si nota come prodigio, che
l'odierna vi» Con, ni, dov'erano le Car- nel tempio non entravano né cani, né mo-
ceri sotto la tutela del nume, nel 565 di sche, e durò l'edifizio almeno sino al IV
Roma fu posta la statua d'Ercole Magno secolo dell'era corrente.
Custode, a seconda della risposta de' ti bri Tempio dfEsculapio, dì Fauno e di
Sibillini consultati da'decem viri, e vi fu e- Giove. Furouo edificati nell'isola Tibeii-
3oo T E M TE M
na o Licaonio, di cui riparlai a Roma, eiì vaci, i più sagri e misteriosi si riconob-
a PonteFabricioc Ponte Cestio. Quello bero serpeuti o dragoni alali, famiglia-
i

d'Esculapio fu dedicato il i.°deI46adiRo* ri all'uomo quanto qualsivoglia docile e

ina, dopo la grave Pestilenza (J .) che mansueto animale. serpeuti o dragoni


I

mosse iromani a consultare libri sibilìi- i sagri si adopera vaco anche ne'sagrifizi di

ni, che prescrissero di portare a Roma dal Esculapio e della Salute, ed Esculapio fu
celebre tempio del nume presso Epidau- sposo rappresentato sotto le sembianze di
io uno de dragoni o serpenti sagri ad es- serpente, e dato a lui per simbolo e com-
so , riguardati come simboli viventi di pagnoinseparabilejlaSalute pure non mai
quella divinila, e che essendo scomparso senza il serpente elfigiavasi. Ecco perchè
in quest'isola die origine al tempio, ove vediamo nelle officine degli speziali le fi-

poi fu fabbricala Chiesa di s. Bario-


la g u re de'ser penti dipinte oscolpile, ed an-
lpmeo,\ecu\ colonnee altri marmi in par- co de'serpenti veri diseccati. I romani fu-

te probabilmente sono del tempio anti- ronodivolissimi d'Esculapioe della Salu-


co. La protome di Esculapio col serpente te, onde nelle case allevavano molti ser-
attorcigliato allo scettro ancora riconosci- pi che denominavano serpi d'Esculapio,
bile sulla sostruzione di travertino fog- scrivendo Plinio: Anguis Aesculapìus E-
giala come una nave, che reggeva que- pidauro Romam adductus est,vulgoque
sto tempio, ne mostra la posizione. Sul- pascitur, et in domibus: ac nisiincendiìs
la soglia della cella leggevasi una ricelta faentina exurerentur, non esset foecim-
di teriaca contro i morsi degli animali ve- ditatieorumresistereAn Epidauroeran-
lenosi. 11 pretore C. Lucrezio nel 583 l'or- vi serpenti e dragoni sagri, e si nudri va-
no eoa tavole dipinte prese nella Grecia, no pure nel monte Tilaue in Sicionia nel
Essendo Esculapio il dio della Medicina tempio d'Esculapio. Osserva Elia no nel-
(e perciò ne [tarlai in quell'articolo, a Spe- la Storia degli animali, che serpente il

ziale e altrove), si portavano gl'infermi attribuito ad Esculapio non è altro che


in questo tempio onde esservi risanati, e il mansueto serpente Paria o Zana; quin-

di sopra ne ricordai le olferte voti ve.Sicco- di ancora ne'voli che all'altare d'Escu-
me a'tempi di Claudio erasi introdotto il lapio si appendevano, il serpente era tal-
r
riprovevolee inumano abuso. che in luo- volta effigiato. Il d. De Matlheis, Dis-
go di far curare i servi alcuni crudeli pa- seriazione siili''infermerie degli antichi
droni gli esponevano in quest'isola, l'ini- loro differenza da' moderni ospedali,o&-
peratore ordinò che i servi esposti se gua- serva che Esculapio fu sempre il nume
l'ivano erano liberi di fatto. Questo tem- principale della medicina, e i suoi templi
pio sussistè lino al V
Quanto ai secolo. conosciuti col nome particolare di Asce-
serpenti o dragoni sagri, abbiamo di Gio- lepi furono assai numerosi e famigerati,
vanni Lami la Dissertazione soprai ser- distinguendosi fra' più antichi e insigni
a
penti sagri, dai è la 2. del t. 4 de' Saggi que'di Titane nel Peloponneso, di Tricca
diDissert. deli accad. di Cortorea.E'di- nella Tessaglia, di Ti torca nella Focide,
visa in 4 parti, cioè de' serpenti venerali d'Epidauro, di Coo, di Megalopoli nel-
come Dei, degli Dei adorati sotto l'i mina- l'Arcadia, di Cilene in Elide, di Pergamo
giue de'serpenti, de'serpenti dati per coni- in Asia. Tutti questi templi godevano ge-
pagni e simboli alle Deità, de'serpenti a- nerahnente d'una situazione e d'un cir-
doprati ne'sagrifizi e ceremonie sagre, os- condario, qualesi conveniva alla divini*

servati nesdi augurii creduti Amuleti o là salutare cui erano dedicali. Deliziose
Talismani (J .) ein qualche altra manie- colline, luoghi ferlili e salubri, boschetti
la onorati. Tra gli animali comuuemeu- egiardini amenissimi, e spesso la vicinan-
te stimati più accolli, più saggi e più vi- za del mare li rendevano tanto più favo-
TEA! TE M 3o r

revoli e propizi alla salute. Erano fabbri- (levano di rendersi propizio con antece-
cali quasi sempre fuori elei la città lo luo- denti espiazioni, sagiifizi e preghiere; ov-
ghi aperti, ora elevali e ora encomiati da vero dimorandovi per un hallo ili tem-
belle pianure: nelle loro vicinanze esiste- po più o meno lungo ad usar vari rime-
vano quasi sempre delle sagre foreste, le di proporzionali alla loro condizione, cal-
quali npn solo tenevano lontani e ripara- la diversa specie delle loro malattie.
vano i venti nocivi, run colle loro bene- Tempio di Fauno e di Giove. Il tem-
fiche esalazioni contribuivano a purificai' pio di Fauno Tiberina do-
fu nell'isola
l'aria: fonti d'acqua purissima o termale ve il Tevere incontrandola si biforca ,
scorrevano a piccola distanza da essi. Nar- cioèdietrola chiesa eYOspedale de'Ben-
ra Plutarco che per la maggior salubrità Jratelli. Costruito nel 558 di Roma da-
del luogo fu prescelta in Roma l'isola Ti- gli edili plebei C. DomizioEnobaibo e C.
berina a contenere tempio e la casa
il sa- Scribonio Curione colla multa imposta a
gra all' Esculapio venuto da Grecia. Ad 3 pecuari, nel 56o fu dali.° dedicato di-
alcuni di questi templi erano annessi gin- venuto pletore. Congiunto a quello d'E-
nasi destinati a ristabilirgli ammalati ero* sculapio fu quello di Giove o / ediove o
ilici con esercizi di corpo, bagni, frizioni Lìcaonio, eretto da L. Furio Pui pureo-
e altro. 1 feriti e gl'infermi viaggiavano ne console nel 557, che ue avea fatto vo-
verso questi templi, e vi trovavano non di to, mentre era pletore nella guerra gal-
rado la salute, non tanto pc'rimedi spes- lica^ fu dedicato nel 50o da C. Servilio
so vani e superstiziosi, quanto per le uti- duumviro. Questo e quello di Fauno e-
li accidentalità cagionate dalle distrazio- rano prostili-letrastili, poiché non avea-
ni del viaggio, o per la salubrità del luo- no di fronte che il portico ornato di 4 co-
go ov'erano situali i templi, eanco per la lonne.
confidenza o esaltamento di fantasia scos- Tempio delia-Fèbbre. Era un Fano del
emonie religiose cui
sa dalle molteplici cei colle Palatino con ara antichissima, la cui
doveano sottoporsi. Il mal esito «Iella cu- origine JNibby l'attribuisce all'insalubrità
ra ascrive vasi a mancanza di fiducia odi della contrada: ancora esisteva a'tempi di
ubbidienza. Ogni asclepio era considera- Tiberio. I romani e altri popoli innalza-
to come un santuario, ninno poteva av- rono altari e templi alla Dea Febbre, co-
vicinarsi senza purificazioni e espiazioni, me notai nel voi. LV, p. qq. Pare che in
tutto era sagro ciò che lo circondava. A tv Pioma ne fossero eretti due altri. In questi
tonino Pio tempio d'Epidauro aggiun-
al templi porlavansi i rimedi prima di dar-

se bagni, e un luogo destinalo per le don-


i li a' malati, e SÌ lasciavano qualche tem-
negra video partorienti^ un altro pe'mo- po esposti sopra l'altare della Dea, alla
ribondi, affinchè quelle uon partorissero, quale si prodigavano i titoli ili divina, dì
e questinon morissero a cielo scoperto, .stinta, di grande. I greci però ue fecero
non polendo ciò accadere dentro lo stes- un perchè nella loro lingua puretos
L)io,

so tempio, che ne sarebbe rimasto pollu- è mascolino. Si può vedere l'erudita Me-
to e profanato. Gli asclepi dunque era- moria dell' influenza del cielo romano
no pubbliche infermerie, veri ricettacoli sulla salute degli uomini, dei prof, di me-
r
d'infermi d'ogni specie, che vi accorreva- dicina d. Pier Luigi Valentini, della qua-
no anco da lontani paesi per trovarvi cal- le si legge un estratto nel t. i3, p. 241
ma e rimedio alle loro infermila. Né già Effemeridi letterarie di Roma ; e
dell'

senza dimora, consultando semplicemen- quanto scrissi sull'aria di Roma nel voi.
te quegli oracoli, ma restandovi almeno L\ III, p. 11 1.
a dormile alcune nulli per riavere in so- Tempio della Fede. Venne edificato
gno cousigli e soccorsi dal nume, che ere* in epoca remota sul Palatino da Roma fi-
3o2 TE M T E M
glia d'Ascanio, e si conservava a'tempi di dusse l'acqua Alsieatina.LefostedellaDe;i
Tiberio, chiamandolo Vittore Massimo si celebravano ai\ giugno.
Tcmplum Questo culto istituito
Fì'dei. Tempio della Fortuna I lui usqueDiei.
nel Lazio prima di Romolo, secondo al- L'eresse sul PalatinoCalulo, perchè nel-
tri da Enea, venerava la Dea della huo- la gran battaglia contro i cimbri, veden-
na fede e della fede pubblica, e due ma- dosi attaccato dall'immensa oste barbari-
ni giunte n'erano il simbolo. I suoi sagri- ca, fece voto di consagrare una statua e
tìzierano sempre senza effusione di san- un tempio alla Fortuna di quel giorno, e
gue. Riferisce Cicerone, che Attilio Cala- questo monumento die nome al vico Pa-
tino fabbricò un tempio allaFedesulCam- latino Huìusgue Diei, ed ebbe de'giuo-
pidoglio, presso quello di Giove. chi particolari annuali. La Fortuna /ùj .<y;/-
Tempio della Fortuna. Sulla sinistra ciens ebbe anche una statua sul Palatino,
sponda del clivo di Campidoglio torreg- che pure die un nome al vico della stes-
già il portico del tempio esastilo eli colon- sa regione. Cicerone definisce ledueFor-
ne di granito, che ha 6 colonne di fronte Urne Fortunaque sit vel huiusce dici,
:

di granilo bigio e 2 di fianco di granito nani valetin omnes dies,vel respiciens


rosso formate di rocchi appartenuti a co- ad opera ferendam.
lonne diverse, ond'è stato più volte indi -
Tempio della Fortuna Vergine. Ser-
cato colnomedi portico del le otto colon- vio Tullio l'eresse nel Foro Boario presso
ne. Le colonne hanno capitelli ionici, le la fonte Muscosa poi delta di s. Giorgio,
basi sono diverse, poiché l'edifizio andò e perì nell'incendio de!53g di Roma,tran-
soggetto ad un incendio, e nella ripara- ne la statua del re vestito con due toghe
zione si servirono de' materiali del lem- e sebbene di legno dorato, ed anche il si-
pio primitivo e di altrove, indizio di lem- mulacro della Dea era rappresentata coti
pi di decadenza. Sembra in origine che il due toghe ondulate di lana, lavoro di Ta-
tempio avesse 3 colonne per parte, com- naquilla,niogliediquel re.Nel54oi trium-
presa l'angolare, ma di queste mancano viri lo riedificarono di nuovo, e più ma-
le due estreme. Dopo che il tempio del- gnificamente Lucullo, ed esisteva a'tein-
la Concordia rimase smantellato e ingom- pi di Plinio.
bro, questo per lungo tempo ne portò il Tempio della Fortuna Virile. Vie An-
noine. IVel i 4^5 era cjuasi intero e fascia- co Marzio l'edificò, o secondo altri Ser-
to di marmi, dipoi i romani demolirono vio Tullio nel 196 di Roma, quando eres-
ia cella e una parte del portico. Arse fui- se il precedente, sulle rive delTevere, ove
tintamente a'tempi di Massenzio, e cor- fu poi edificata la chiesa di s. Maria E-

rendo lutti a estinguer l'incendio fu uc- giziaca,che descrissi nel voi. LI, p. 32 5,
ciso un soldato che bestemmiava la Dea, e pare che piuttosto succedesse al tem-
il che mosse a sedizione i soldati che vo- pio di Giove e del Sole per questa i^cri-
levano far man bassa sulla città, se firn- zione riportata dalVenutinella/tom^ wo-
peratore non li pacificava. derna: Hoc dudum fuerat Fanum per
Tempio della Fortuna Forte.TLva ne- tempora prisca — Constructum PhoehOj
gli orli di Giulio Cesare che legò al popò- mortiferoque Jo\'i. Si conserva in buona
lo romano e situati in Trastevere, ed il parte d'ordine ionico, telrastilo, pseudo-
tempio sorgeva nel biforcamento delle peritlero sopra un bel basamento di tra-
stradedi Fiumicino edi Monte Verde, ove ver ti no, lungoioo piedi e largo 5o. Sa-
fuiono trovati pregevoli monumenti. Pa- grifìcavasi alla Dea ili. "aprile dalle don-
re che Cesare stesso l'erigesse, e nella pia- ne ne'bagni, perchè nascondesse difetti i

mira scavò una naumachia temporanea, de'loro corpi. Incontro al tempio e pres-
resa slabile dal ni noie Augusto che vi con- so il Ponte Rotto, esiste una fabbrica di
T E M TEM 3«)">

stravagante forma, di costruzione Interi- tribuni! in lode di Stefano Colonna il

zia e decorata d'antichi marmi intaglia- / "ecchio. Ora essendo slato di nuovo im-
ti, appartenuti ad altri edifizi e posti al- pugnato l'onore dal Petrarca fatto colla
la rinfusa e senza gusto. Il volgo la chia- canzone al Rienzi, fu nel corrente i8^5
inava Gasa di Pilato, ma certamente lo pubblicato in Ferino l'opuscolo intitola-
fu di Nicolò di Crescenzio capo di fmo- to:Sulla canzone del Petrarcache in-
ne in Roma nel secolo IX. ed era forti fi- comincia: Spirto gentil che quelle mena*
cala gagliardamente. E perciò si vuolecbe bra reggi. Nuove osservazioni di Zefiri-
ad essospetti la più lunga iscrizione che no Re. Fra altre prove, egli vi comprese
principia: Nonfidi ignarus cuius domus quella autorevole dell'insigne storico e ce-
haec Nicolausje le sigle che sono all'in- lebre scrittore de'nostri giorni, cav. Ce-
torno diconsi appartenenti invece al fa- saie Cantò, dichiarata nella Storia de'po-
moso Cola di Rienzo, ossia l'eloquentis- poli italiani. Confessa il prof. Re, che l'e-
simo Nicola di Lorenzo Gabrini tribuno trarca si pentì delle lodi prodigale al tri-

di Roma nel secolo XIV, nel quale arti- buno, dal cenno pendevano desìi-
di cui i

colo narrai le famigerate e singolari sue ni di Roma, ed acerbamente lo ricopro*


gesta rivoluzionarie. Ad onta che lo De- vero quando inclinò alia tirannia; ma OS-
gin il Vasi nell'Itinerario dì Roma,d\- servò non reputare ragione, per negare
tendo che la casa la fabbricò in detto se- essere a lui prima diretta la famosa can-
colo Crescenzio figlio di Teodora mi
, e zone.
pare con anacronismo ,
essa appartenne Tempio del Genio aureo del popolo
in detta epoca al Rienzo. Nell'architrave romano. Nel Foro romano fu edificato
curvo d'una finestra si legge scolpito que- questo tempio o edicola, pressoal m onu-
sto verso latino, che si attribuisce al l'è- mento eretto al Genio dell'Esercito, e se-
amico del tribuno: Adsum Roma-
tra rea condo Nibby, tra quello d Saturno e l'an- i

nisgrandis honor populis. L'edifìziocon golo settentrionale, ed essendo perito, An-


noine archeologico chiamato Monsone t reliano pose la statua dorata del nume
benché composto di materiali così diver- nel suo sito presso i Rostri. Però si deve
nondimeno attesta l'amore che l'ani-
si, tenere presente la rinvenuta lapide del
moso tribuno e vagheggiatore di ri pr isti- Genio del popolo romano, nell'estremità
naie la repubblica romana, portava pei settentrionale della basilica Giulia l'anno
marmi antichi di cui era raccoglitore. Or- i 853, e quanto fu pubblicato del coiu-
maida tutti viene riconosciuta e chiama- niend. Canina, ne\Y Album t. 20, p. 79.
la: Casa di Cola di Rienzo. Questi ven- Tempio della Gente Flavia. L'eresse.
ne pur qualificalo dotto ne'classici, uni- sul Monte Quirina le Domiziano nella ca-
co conoscitore e interprete delle antiche sa paterna quando divenne imperatore,
iscrizioni e de' romani monumenti, onde ove fu poi edificata la Chiesa di s. Gaio.
meritò d'essere celebrato anche dal J e- l e lo destinò pure a ricevere le ceneri di
trarca, eolia famosa e bella canzone: Spir- sua famiglia, e infatti vi furono riposte
to gentil,\a quale ZefiriuoRe
il eh. prof. quelle della nipote Giulia figlia di Tito,
rivendicò al Rienzi Gavalier elie tuìta
, e poianco lesile dalla propria nutrice Fil-
ftalia onora, nelle molle note e osserva- fide che le mischiò con quelle di Giulia
zioiii dell'antica / ita di quell'uomo per medesimo, onde per l'odio non venissero
belle opere e follie reso celebre, e quale profanate. Fu assai magnifico ed esisle-
importante monumento storico e filolo- va nel IV secolo dell'era volgare,
gico vi aggiunse un esleso commentario, Tempio di Giano nelFArgileto. Pres-
appuuto per rendere al Rienzi i versi del so il Foro Olitorio e il teatro di Marcel-
Tetrarca, confutando chi avea tculato al- lo, l'edificò Duillio che vinse in inaici car-
3o4 TE M TE M
torinesi nel 4r> Roma. Augusto lo ri-
t ^'
Ivi ne'primi tempi di Roma eran vi sor-
fabbri co e omo colla statua elei nume tra- genti d'acque calde, die si confusero col-
sportata dall'Egitto, opera di Scopa odi le Lanlole,le quali pure si diseccarono col-

Prassitele, indi nel 770 dedicato da Ti- rasciugar del Velabro. Di questo e del-
berio. Rimase in piedi fino alla caduta del le acque del Velabro riparlai nel voi.

paganesimo, ese ne vedono gli avanzi nel- LVIll,p. 69 1 e 1


7 1 . Del cao. Venuti si lui

le sue vicinanze al Ponte Fabrizio (T .), la Dissertazione, sopra tèmpio ili Gin- il

negli ermi quadrifronti, che anticamente no, presso il t. 4 delle Dissert. di Cor-
erano in maggior u una ero. teìna, ove s\ legge che Romolo l'eresse sen-

Tempio di Giano nel Foro Transito' za porte, le quali aggiunse Numa e serrò:
rio. Fu celebre il tempio di Giano Qua- sotto il consolalo di T. Manlio fu chiu-
drifi onte e Quirino, perchè se ne attribuì- so e aperto di nuovo, ed Augusto lo chiù-
sce I' origine a Romolo dopo 1' alleanza se tre volte ; altre chiusure si ponno ve-
colla Sabina (l~.) ov' era venerato, per dere nel Venuti, la sua apertura equiva-
]aconcordia de' due popoli, diverso dal lendo a dichiarazione o tempo di guer-
precedente situato sulla riva sinistra del ra. Sul tempio di Giano scrissero pure il

Tevere, e dal tempio di Giano Gemino Piale e l'Amali.


o Bifronte eretto da Numa nel basso Ar- Tempio di Giove e Giunone. Pressoil
glielo, pianura tra la rupe Tarpeia e il Teatro di Balbo, Augusto col suo Por-
Tevere, più vicino a questo fra il Foro lieo d' Ottavia vi racchiuse i templi di
Olilorio e Ponte Quattro Capi o Fabri- Giove Statore e di Giunone Regina, vi fé»
ciò, presso le acque Lautole. 11 tempio di ce la Sehola o luogo per conversare, e u-
Giano Quadrifronte fu nel lato e preci- na sala per adunarvi il senato, detta Cu-
samenle ne'contorui dell'arco di Settimio ria Octaviae. II tempio di Giove fu edi-
Severo (di cui a R.oma), onde confinava ficaio da Q. Cecilio Metello il Miteedo-
co'Fori di Cesare, d'Augusto e Romano nieo nel 606 di Roma, architetto fu Er-
a occidente, presso Tria Fata, dove og- modio e fu il [."tempio di marmo a ve-
gi sono la Chiesa di s. Adriano, e quella dersi in Roma, con sagro recinto e però
di s. Martina che descrissi nel voi. LXIII, considerato un delubro. La statua del mi-
p. 5o. Venne riedificato daDomizianOjCon- me era capolavoro di Policle e Dionisio
servandosi ancora il simulacro di bronzo figli di Timarchide; conteneva pure il Pa-
con 1 faccie, una rivolta verso il sole che nee l'Olimpo lottanti. gruppoinsigned'E-
nasce e l'altra verso il sole che tramon- liodoro, la Venere in allo di bagnarsi e
la, secondo Procopio, al cui tempo era Dedalo di Policarmo, e il Giove d'avorio
ancóra intatto, preso iu Falerii e ivi tra- di Pasitele, statue tolte portate da Mace-

sporlato. Il tempio era pure di bronzo, di douia. Il tempio di Giunone poi era stato
forma quadrata e grande quanto per pò- antecedentemente edificato da M. Emilio
ter coprirne la statua, perciò un'edicola Lepido e dedicato nel 575,inadempimen-
alla circa 1 o piedi, con 4 porte quante e- to del voto fatto nella guerra contro i figu-
rano le faccie, al dire di Nibby, e queste ri: la statua della Dea era di Dionisio,quel-
erano disposte secondo venti cardinali,
i lell'Esculapioe Diana di Prassitele, quel-
e siccome antecedentemente erano 2, que- la di altra Giunone di Policle, e la statua

sta differenza fu la causa dell' errore di di Venere di Filisco, tuttepostevi da Me-


Procopio. Queste porte i romani chiude- tello. Ambo i templi nel 721 furono rie-
vano durante la pace, e tenevano aperte difìcatidaAugustocollespogliedellaguer-
in tempo di guerra. Avanti all'edicola ra dalmatica, allorché col nome della so-
era l'ara, e da ultimo fu trovato il poz- iella Ottavia fabbricò il portico, serven-
zo sagro pel sangue e ossa delle vittime, dosi di Sauro e Batraco architetti, i quali
TEM TE IVI 3.»;

non potendovi mettere i loro nomi ne fi- verso Lucrezia. Promulgata la repubbli -

gurarono il simbolo nel toro della base ca di Roma, lo dedicò nel i.°anno M. O
delle colonne, cioè una lucertola il l . , ti- razio Pulvilloconsole e pontefice, con ini-
na rana il 2. "Nel trasporto però delle sta- perterrito animo, ad onta che nella firn*
tuede'numi nelle celle, per isbaglio si pò- zione seppe la morte d'un figlio. Tarqui-

se quella di Giunone nel tempio perii- nio Superbo avea fatto lavorare da un
il

tero di Giove, e quella di Giove in quel- vasaio di Veii una quadriga di creta, rap-
lo esastilo e prostilo di Giunone; equivo- presentante il carro di Giove, per collo-
co che fu mantenuto quasi fosse una vo- caria sul fastigio del tempio. Nel tempij
Ionia de'numi medesimi. Dinanzi a'due della cottura si gonfiò eccessivamente, e
templi Metello avea schierato 75 statue convenne rompere la fornace per cavar-
di bronzo, rappresentanti i cavalieri ami- la. I veienti riguardando questo prodi-

ci d'Alessandro il Grande, periti nel pas- gio, come un evidente presagio della fis-
saggio del Granico, che quel principe fé- tura grandezza del popolo che sarehbe 1 i-

ce fa re da Lisippo ecollocò in Dioo Dium inasto possessoredel carro, ricusarono di


cittadella Macedonia. Inoltre Metello tra' cederlo a' romani, i quali doverono ini

due templi avea edificato portici, che fu- padronirsene colla forza, per giungere a
rono abbattuti nell'erezione di quello situarlo nel luogo destinato;indi lo riguar
d'Ottavia. Tutte queste fabbriche, insie- darono per uno de'simulacri co'quali era
me alle pitture e «culture, capilavori che collegata la loro potenza. Nel 670 di Roma
Augusto avea collocati nella Schola. non il tempio magnificamente riedificato
fu
che la biblioteca da Ottavia dedicata al da Siila più ricco, colle colonne tolte a
figlio Marcello, perirono nell'incendio del- quello di Giove Olimpico d'Atene,cioè 3
l'anno 80 di nostra era. Dipoi Settimio fila e di fianco da 2; indi compito e de-

Severo e Caracalla riedificarono il por- dicatoda Catulo nel 684, perì nell'incen-
tico edue templi, che rovinati o per ter-
i dio nel 70 di nostra era. Fu consumato
remoto per incendio nel 442 furono me- 3 volte dal fuoco per avere di legno gli

diocremente restaurati. JNe'dinlorni del- architravi del portico, e del lacunare o


la Chiesa di s. Angelo in Pescherìa se ne soffitto che nel G r idi Roma avea per la
ammirano gli avanzi, e sopra il tempio 1." volta dorato Lucio Muinmio dopo a-
di Giove fu eretta la Chiesa di s. Maria, ver trionfato di Corinlo. iN'el seguentean-
in Campitela. no lo rifabbricò Vespasiano da'fondamen-
Tenipio di Giove Ottimo Massimo ti, quali furono gettati con quelle solen-
i

Capitolino. Fece parte del Campidoglio ni ceremonie che narrai in principio con
(J .). centro della potenza romana, sul Tacito, a'cui particolari molti altri e im-
Mnnte Capitolino, le cui due cime si portanti aggiunse Svetonio nella Vita di
dissero Capitolium e Arx. la 1/ avendo Vespasiano e. 8, cioè che l' imperatore
dato nome al celeberrimo colle per la te- stesso pel 1

pose mano a togliere i rude-
sta recisa di fresco e rinvenuta nel gettar ri del vecchio tempio, e ne portò una par-
j fondamenti del tempio, da Tarquinio lesulle sue spalle, fattochenon si accorda
Prisco per voto della guerra sabina colle con Tacito, chedimostra essere allora Ve-
prede fatte agli apiolani, cioè sulla cima spasiano assente da Roma. Il tempio per
orientale oggi coperta dalla Chiesa e con- espresso volere degli aruspici ricostruito
vento di Mdria Araceli. Tarquinio
8. £ collaprecedente estensione, solo guada-
il Superbo lo compì col denaro ricavato gnò in altezza. Dopo q anni rimasto di
dalla guerra de'volsci nella presa di Sue*- nuovo preda delle fiamme, Domiziano
sa Pomezia, ma al punto di dedicarlo fu nel rifabbricarlo fece venire le colonne
privato del trono per rallentato del figlio dal monte Pentelico nell'Attica, ma lavo-
vol. Lxxnr. 20
3oG TE M TEM
rate in Roma perderono nella proporzio- questo tempio furono ancora le edicole
ne, riuscendo troppo sottili. Tarquinio della Giovenlù e di Termine. Nella cella
."
avea speso uelle fondamenta del i teui- poi in genere era il tesoro capitolino, sta
4o,ooo libbre d'argento, 4.
pio il ° era di bili lo da Camillo nel soglio della statua
tale ricchezza che la sola doratura asce- di Giove: ivi fino ad Augusto furono co-
se a piùdii2,ooo latenti, corrispondenti studiti i non che doni de-
libri sibillini, i

a 12 milioni di nostra moneta romana, dicati da' romani, e mandali da' principi
Questo tempio sempre esastilo ebbe 6co- stranieri,come di verse insigni statue. Mol-
lonne di fronte d'ordine corintio, e que- ti di tali donativi furono distrutti negl'i n-

ste triplicate e con intercolunni inegua- cendii del tempio il quale cou>ervavasi ,

li, cioè massimo era il medio, minori la- i intatto nel 4o4di nostra era. Ma ben pre-
terali, minimi gli estremi: ora avendo 8 > 1 sto cominciò la spogliazione, poiché le por-
piedi di larghezza ne segue che le colonne te nel 4°8 ' e tolse Slilicone, e il tempio
tbbei'09 piedi di diametro. Di fianco poi nel 455 fu saccheggiato e per metà de-
8 eranole colonne e un pilastro,e gl'inler- rubato il meraviglioso aureo tetto da Gen-
colunui ciascuno di 1 diametri. Questo serico re de' vandali, e quindi abbando-
tempio anche acrostilo, avea gli architra- nato alla rapacità e alla distruzione, sul-
vi di legno fasciati di bronzo dorato, come le rovine fu edificata la suddetta chiesa,
le statue,! bassorilievi, tutti gli ornamenti Tempio di Giove Propugnatore o Di'
del timpano e probabilmente anche capi- i femore. Esisteva sul Palatino l'annodi
telli delle colonne, come lo eranole tegole Roma q42, probabilmente nella stessa ca-
certamentesullequalierastatocolatomol- sa di Tiberio, e vi si radunava un colle-

to oro. Laonde gli antichi frequentemen- gio di sacerdoti per le sostituzioni di lo-
te dierono l'epiteto -d'aureo al Cam pido- ro in luogo di quelli che morivano, forse
glio, origine del nome
Aurocielorimà- di quello de'salii palatiniistituiti da Numa.

sto nel medio evo alla punta sulla quale Tempio di Giove. Statore. Dopola pa-
sorgeva il tempio, e che moderni tra- i ce fra Romolo e Tazio re di Sabina, due \

sformarono in Araceli o Aracoeli. Il p. re eseguirono i voti falli durante la pu-


Casimiro da Piouia, Memorie istoriche gna, e Romolo sul Palatino slabih di co-
della chiesa e convento di s. Maria in A* struire questo tempio presso \aPorta Mu-
raceli, crede derivato il vocabolo dall'i- gonia, verso ove poi fu edificata la casa
scrizione Ara primogeniti Dei, che voi- di Tarquinio Prisco, nell' angolo della
gannente si crede aver fatto porre Augu- Chiesa di s. Anastasia e della Chiesa
sto nell' ora qui da esso fabbricata, di che di s. Teodoro. Il cognome di Slator de-
con lui parlai descrivendo la chiesa e ne rivo nel frangente della fuga de' romani,
riparlai aPalazzo apostolico d'Araceli cioè col voto di Romolo l'averli fatti star

compreso nel convento, dicendo pure col fermi all'attacco, a stando. Un simile vo-
p. Casimiro, che il tempio diGioveCapi- to a Giove Statore d'erigergli un tempio,
tolino fu edificato su quello di Giove Fé- rinnovò poi nel 4^8 di Roma M. Attilio
retrio eretto da Romolo .° re di Roma. 1 Regolo, nell'assalto pericoloso che soslen-
La poita della cella era fasciata di lami- ne contro sanniti, se l'esercito gli aves-
i

ne d'oro e ornala di bassorilievi, e in lòti- se fallo fronte, si constitisset, e venne e-


do erano le 3 edicole di Giove, Giuuo- seguito, anzi fu questo del Palatino, poi-
ue e Minerva la statua del nume era as-
: che Romolo non l'avea effettuato e solo
sisa con corona radiata, co:> asta ridiasi- determinalo il sito per la fondazione.Con
lustra e fulmine nella destra; in origine sumato dal fuoconel 65di nostra era sot-

di terra cotta e colorita di minio, poi fu to Nerone, fu riedificato e rimase alme-


di bionzo dorato e finalmente d'oro. In no fino alia caduta del paganesimo.
T EM E T M
3o r
Tempio di Giove Tonante. Alle falde lavoro di l'istauro de' primi tempi della
del Campidoglio dalla parte del Foro ro- decadenza. Fu l'istaurato da Settimio Se
inatio, parallelo altempio della Concor- vero e Caracalla esisteva nel, V secolo, e
dia, sussistono oltre un inasso 3 colonne l'ultima sua rovina fu il fuoco, essendo il

scanalate d'ordine corintio, sostenenti il tempio a soffitto: probabilmente penili


loro iota volameli to. Due delle (piali ap- alcuna delle grandi catastrofi cui soggiac-
partengono alla fronte del tempio, ed una que il Campidoglio dopo la caduta del-
al lato, vale a dire che in esse si ha l'an- l'impero d'occidente, e forse in quella di
golo orientale dell'edificio esastilo ossia Roberto Guiscardo nel 1084.
con 6 colonne di fronte: sulla linea cor- Tempio di Giove Pittore. Nel 4 "9 di
revano sole due colonne, compresa l'an- Roma nella famosa battaglia contro i

golare col pilastro coi rispondente all'an- sanniti, in cui sagrificossi per la patria il

ta della cella, di cui rimane il podio e il 2. Decio, il suo collega Q. Fabio Rullia-
piano, ed addossato alla sostruzione del no fece voto d'erigere in Roma un tem-
Tabularlo è il masso o piantato del ta- pio a Giove Vincitore, e di bruciare in suo
bernacolo the conteneva la statua del nu- onore le spoglie de'vinti, e questo dopo
me eoo asta Della sinistra e il fulmine nel- la vittoria eseguì sul colle Palatino nel
la destra. Augusto viaggiando di notte gli Gig di Roma, edesisteva al principio del
passò dappresso un filmine, onde invaso nostro V secolo.
da timore trepidava a lampi e a' tuòni, Tempio di Giulio Cesare. I triumvi-
per cui portava sempre seco una pelle di ri prima della battaglia di Filippi nel 7 12
viti-Ilo marino, come preservativo, ed a- di Roma ne gettarono i fondamenti nel
vea una camera riservata e munita ove Foro romano, prossimo Ca-
a quello di
si ricoverava ne'temporali. Pel pericolo store e Polluce e alla basilica Giulia (in-
incorso edificò il tempio e lo dedicò nel cominciata dal dittatore Giulio Cesare a
y32 di Roma, denominandolo Tonante 5 uavi di pilastri, fu per incendio magni-
perchè nel sagrifizio si udirono tuoni. La ficamente ristorala e ingrandita da Augu-
novità e la sua splendidezza vi attrasse sto, indi vi si agitarono le cause centum-
molta gente a detrimento del culto diGio- virali, presiedute da un pretore col con-
ve Capitolino, onde una notte apparve siglio di 180 giudici divisi in 4 tribunali:
ad Augusto il nume, querelandosi come di recente meglio fu scoperto il vasto pa-
se fosse stato degradato, ed Augusto si vimento presso la Colonnadi Foca, il che
scusò col dire d'aver consagrato il Tonan- rimarcai nel voi. LUI,p. 2 i4,enelu.°i 74
te come portinaio del Capitolino, e fece del Giornale di Roma del i8o3, se ne
perciò l'indomani appendere campanelli ponuo leggere le importanti notizie. Dap-
nel timpano, come quelli che si teneva- poiché U scoperta del suo pavimento di
no alle porte delle case. Questo edifizio vari e scelti marmi, servì a meglio cono-
fu ornato di statue insigni, la principale scere la sua forma, ed a definire la vera
essendo quella del nomee lavoro celebre posizione delForo romano, occupandone
di Leocare scultore fiorito a'tempi di Fi- quasi per intero uno de' lati maggiori ,

lippo padre d'Alessandro il Grande: e- presso il tempio di Vesta. Siccome con-


ravi inoltre un Giove di bronzo deliaco siderato uno pe'più grandi edilizi di tal
di Policleto, e dinanzi le colonne ango- genere, e di aver servito quasi di base per
lari le statue di Castore e Polluce lavoro stabilirei precetti che furono scritti da Vi-
encomiato di Egesia. Lo stile delle colon- truvio sulle basiliche in particolare, cir-

ne presenta il lavoro de'tempi augusta- ca nell'epoca di sua prima costruzione;


ni, non così quello del zoccolo e della cor- così vuoisi che tale edilìzio servisse poi di

uice di molteplici e ricercali ornati, cioè modello per l'edificazione d' altre simili
3o8 TE M TE M
fabbriche, ed anco allo stabilimento ilei di nostra era. Quanto al tempio dellaPie-
primi templi eretti al culto cristiano, che tà e in parte de'laterali, dipoi fuvvi edi-

furono costruiti sulla stessa forma basi- ficata sopra la Chiesa dis. Nicola in Car-
licale per essersi essa rinvenuta la più cere (di cui riparlai ne' voi. LXI, p-4 r >

propria, e perciò denominaronsi pure ba- 44j 4^> LXW,p. 108), esistendo ragguar-
siliche); lo terminò Otlavianoe dedicò nel devoli avanzi e colonne nel suo sotterra-

721 allo zio e padre adottivo Divo lidio, neo, nell' interno della chiesa e nelle par-
iscrizione che lece scolpire nella fronte del ti esterne laterali del suo grandioso cor-
tempio, la cui statua era effigiata come uu nicione. Ora la chiesa riceve grandi re-
augure, velata e col liuto. Forse dinanzi al stauri, il capilolo uflìeia temporaneamen-
tempio il popolo eresse a Giulio Cesare la te la chiesa di s. Omobono dell' Univer-
colonna di marmo numidico coll'iscrizio- sità artistica e sodalizio de'sartori. Intan-
ne Parenti Palriac,e[-iev lungo tempo si to in conseguenza degli scavi del 1 848 fatti

costumò di sacrificarvi, far voti, e com- ne'3 templi, si eresse una scala presso quel-
pone liti. Il tempio fu alto e periltero so- la che conduce alle stanze capitolari, per
pra 3 gradini, con 8 colonne di fronte, e
1 avere l'accesso agli avanzi sotterranei del
rimase in piedi almeno fino al V secolo lempit) della Pietà, ed a quelli adiacenti
dell'era volgare. di Matuta e della Speranza, di tulli es-
Tempio di Giunone Lucina. Sorse so- sendosi discoperta gran parte nel 1848,
pra una punta del monte Cispio sul colle come rilevai nel voi. LUI, p. 201. Quello
Esondino, presso I' odierno monastero della Pietà fu edificato da M. Acilio Gla-
delle filippine, con bosco sagro luco, for- brione,pel voto fallo nel 563 di Roma al-
se causa del cognome della Dea a cui fu lorché vinse Antioco alle Termopili, in-
dalocomequella cheavea il principio del- di dedicatolo anni dopo dal figlio, che vi

la luce. L'origine è di aulica data, e nel- pose dinanzi la statua equestre di bronzo
l'alea costruita nel 879 eli Roma era un dorala del padre, che fu lai. "a vedersi in
albero di loto più antico di essa, dove ap- Italia. Avverte Nibby che moderni han- i

pendevano i capelli che il pontefice ton- no sovente confuso il tempio della Pietà,
deva alle vestali nella loro consagrazio- che lesto intatto sino al V secolo di no-
ne, e perciò dicevasi eapillata. Il tempio stra era, con quello eretto in memoria del-
esisteva ancora al finir del VI secolo, e vi la Pietà Romana, o filiale, così detto per
è tradizione chesuesienole bellissime co- quella esercitata da una figlia verso la ma-
lonne di marmo proconnesio che sosten- dre o secondo altri verso il padre Cimo-
gono l'aula grande della basilica Libe- ne condannato a morir di fame, ch'essa
riana. nutrì col proprio latte acciò non perisse
Templi di Giunone Matuta, della Pie- d'inedia. Il luogo ove ciò accadde era un

tà, e della Speranza. Nel 55j di Roma Carcere, che per l'eroico esempio fu con-
G. Cornelio Cetego sul punto di venire vertilo in piccolo tempio, cioè in Sacel-
a battaglia contro i galli cisalpini, insu- luni. non più esistente in tempo di Plinio.

bri e cenomani, fece voto di ergere un tem- Perciò credeNibby, che il sacello fosse co-
pio a Giunone, se in quel giorno avesse sti dove poi fu edificato il Teatro di
uilo
rollo e fugalo i nemici. L' esegui presso Marcello,*! deve riguardarsi come uno di
quellodella Speranza, e 4 anni dopo lo de- que'lempli da G. Cesare perciò demolili.
dicò nel Foro Olilorioo mercato degli er- 11 celebre Aulo Attilio Calatolo console

baggi. Fra'due templi fu edificato quel- nel 496 e 5oo di Roma, e vincitore nel
lo della Pietà.Il tempio di Matuta pro- 4q7 comandati da Amilca-
de' cartaginesi
babilmente fu risarcito da Augusto, ere- re in battaglia navale, eresse il 'empio del-
siò iulalto lino al termine del IV secolo la Speranza, pel volo fallo durante la
TEM TEM 3o 9
guerra Nel 543 fu colpito dal
ili Sicilia. late e d'ordine ionico: di fronte e di die-
fulmine, e 5 anni dopo venne altamente troera doppia la linea delle colonne,sem-
danneggiato da un incendioche consumò plice quella di fianco. Lo stile degli ornati
quasi tutta la contrada, essendo allora pò- de' capitellisono d'ordine corintio, e di
sto fuori della Porta Carmentale. Nel quello de' capitelli dell'anta se ne loda la
54o fu riparato d'ordine del senato da perfezione. Rimangono 3 colonne, le ante,
triumviri a tal uopo destinati, insieme ad i pilastri della cella, lo stipite della porta
altri templi guasti dal fuoco. Rimase di di essa, una parte del muro, e il pilastro
nuovo in preda delle fiamme poco prima angolare posteriore verso mezzodì. Il tecu-
del 773 di Roma, ed Augusto dopo la vii- pio a settentrione di quello della Pietà,
toria d'Azio ne intraprese il restauro, che forse di Mattila, trovasi compreso fra il

jierò non fu compito se non dopo la sua muro settentrionale della chiesa e l'orato-
inorle, onde fu consagrato da Germani- rio annesso di s.Nicola,è pureesastilod'or-
co nel 770, e così rinnovato rimase fino dine ionicocon basi corintie, ma di traver-
alla caduta del paganesimo. I 3 templi co- tino, elecolonne non sono scanalate. Esso
me notai erano prossimi tra loro e in u- occupa un'area larga 5o piedi, lunga 82:
na medesima linea, solo divisi da un in- ha due linee di colonne di fronte, raasen-
tercapediue ; due d' ordine dorico, ed u- za portico di dietro; ne' lati ehhe sole 8
no ionico, composti di peperino e traver- colonne, oltre l'anta, e ne rimangono io
tino: il più piccolo era quello di Matuta, piedi l'idtimeG. Il 3. "tempio e prohahil-

e negli scavi operati nel 1808 per cura mente della Speranza è di travertino, e
del cav. Valadier meglio si conobbe il lo- vuoisi che avesse molte parti di legno e
ro piantato e la distribuzione, ed essere anco 1' intavulamento : d'ordine dorico
in mezzo il maggiore della Pietà, tutti col- senza hase,èdi proporzioni minori de'due
la faccia rivolta verso levante precisameli- precedenti, occupaudo un'area di 32 pie
te come la sovrastante chiesa. Quello di di e mezzo di lunghezza e 80 di larghez-
Matuta viene pure chiamalo Giano- di za. E' esastilo-perittero : ehhe 6 colonne
ne Sospita o Salvatrice, altri credono di fronte et idi fianco, delle quali sono
corrispondere tal Dea ad Ino o Leucotoe visibili 5 del settentrionale Iato.addossate
de' greci, nutrice di Bacco. De* 3 templi alla chiesa. Altre particolarità si potino
sono ancora superstiti gli avanzi nell'in- leggere in Nibby. Nell'area del Foro O-
teruo della chiesa di s. Nicola in Carcere, litorio, forse rimpetto
tempio della Pie- al
nel suo sotterraneo, e nelle laterali parti tà, fu quella colonna Lattaria, dove si e-
esteruedellasommitàossiasopraleuavate sponevano bambini nati furtivamente,
i

minori della chiesa. AntonioLabacco,^///- ond'essere allattati, e di cui parlai ne'vol.


tichità di Roma(i\\ stampate neli552,e XIV, p. 3i4, XLIX, p. 3oo, e altrove,
riprodotte in Venezia nel 5^j e nel 570)1 1 L'antichissima insigne diaconia cardiua-
a
con figure, tra queste per lai. volta ne lizia e collegiata di s. Nicola in Carcere,
die la pianta colle tavole ?.3 e i\, la qua- sotto l'invocazione diNicolò arcive<co- s.

lefu rettificata ne'ricordati scavi del 1808. vocìiMira, hencliè comunemente si chia-
Da questi si conferma che la chiesa di s. mi in Carcere Tulliano, perchè vuoisi
Nicola in Cai cere contiene tutto intero il fabbricata sopra di esso, altri sostengono
tempio centrale della Pietà, eh' era più che venne edificata sugli avanzi o pres-
\asto degli altri due di Mattila e della Spe- so il carcere Decemvirale,costrui loda Ap-
ranza. La sua area era larga 5o piedi e pio Claudio l'anno 3oo 3o2 di Roma,
lunga 10S. La sua forma esastilo pseu- di cui parlai a Cabcbri ni Roma e in al-
do-diptero consisteva in 6 colonne di fi mi- tri luoghi. Del ( kircerc Tulliano no trat-
te eiidi fianco, tutte di peperino scasa- lai ae'luoghi citati nel voi. LXUI,p. 109,
3 io TEM TE M
è ad Università artistiche, dicendo di le e l'altro tempio della Pietà, per la sua
quella di s.Giuseppede'fdegnami.La que- vicinanza al teatro di Marcello. Forse per
slionefu trattata anche da ultimo con cri la sua vicinanza al carcere Tulliano, o per
ticaed erudizione, dal Cancellieri nelle qualche comunicazione tra esso e il De-
Notizie del Carcere Tulliano detto poi cemviraie, fu impropriamente della per
Mainertino alle radici delCampidoglio, 1' ordinario la chiesa di s. Nicola in Car-
perciò nega che fosse dove poi surse la chie- cere Tulliano. L'aulica chiesa e basilica,
da di s. Nicola, e dichiara essere stato il De- diaconia cardinalizia e parrocchia con ca-
cemvirale, ove essendo Ciinone condan- pitolo collegiale (che forse verrà aumen-
nato a morir di fame, l'amorevole figlia tato di due altri canonici), di s. Nicola in
avendo ottenuto di visitarlo, previa dili- Carcere, più volte restaurata e da ultimo
gente ricerca se portava seco cibo per pro- nel 1807, si forma di 3 navi divise dai
lungargli l'esistenza, comechè puerpera, colonne antiche e probabilmente appar-
l'ingegnosa pietà filiale pose le sue mam- tenenti a'descntti 3 templi, con nave tra-
melle a succhiare al vecchio padre, da cui versa o crocerà. In mezzo a questa sor-
riconoscendola vita, gliela restituì col bel geva l'altare maggioreisolato, innanzi al-
cambio di figlia in madre e nutrice. Fin- l'apsideo tribuiia,sovrastandoesso la con-
ché sorpresa dall'accortezza de' custodi, fessione o crypta. La sua mensa era so-
nelle sue visite, narrato il successo a'con- stenuta da urna antica d'un pezzo di por-
soli C. Quinzio e M. Attilio , ammiran- fido verde scurocolla testa di Medusa, con
do questi la nobile e affettuosa filiale in- sopra il baldacchino retto da 4 colonnedi
dustria, non solo condonarono la vita al portasanta. Olire questo altare e quello
delinquente, ma provveduti ambedue a sotterraneo della crypta, vi erano altri 5

spese pubbliche di chesostentarsi per l'av- altari.Tra questi l'esistente altare del ss.
venire, eressero nel sito del carcere un tem- Sagramento a destradi chi guarda la tri-
pio alla Pietà Romana. Altri, come dissi, butiamoli quadro della Cena delBaglioni,
per delinquente vollero la madrejaltri che già colla cappella fu eretto dal cardinal
il tempio fu innalzato non sul carcere, ma Aldobrandiid diacono della medesima e
nell'abitazione della virtuosa figlia, ove poi arcivescovo di Ravenna, il quale ge-
poi fu costruito il teatro di Marcello. Do- nerosamente ridusse ancora la chiesa nel-
po il Leonardo Adami pub-
Cancellieri, laforma in cui si trovava prima degli at-
blicò in Roma nel 8o4, Ricerche intor-
i tuali grandi ristami; ed inoltre il cardi-
no al sito preciso del Carcere Tulliano, nale comprata l'area d'un vicolo, vi for-

il quale ammettendo l'eroismo dell'amor mò la presente piazza e ivi fece l'odier-


filiale, lo dicesuccedutoin questosito,non na facciata e ingresso principale, l'antico
però nel carcere Decemvirale,ma nel car- essendo da v\\\ allro lato. Nel 2. altare
cere Tulliano, sui cui avanzi fu fondata dell'ingresso della nave minore, era vi la
la diaconia di s. Nicola, confutando Can- cappella de' famosi Pier Leoni, ch'ebbe-
cellieri per a ver sostenuto essere aggiacci- ro palazzo nel propinquo Teatro di Pom-
le al Marnertino, con apparato di erudi- peo (/ .), e vi si venerava l'antica e mi-
zione e di critica, e perciò s. Pietro con- racolosa immagine del Redentore croce-
dannato a morte non fu chiuso in altro fisso con 4 chiodi. Perle varie vicende che
cai cere che nel Tulliano. Ma
comune il patì il sagro edifizio, per le diverse lavo-
degli archeologi, non dividendo come fe- razioni operatevi e soltanto in parte ul-
ce Leonardi, carceri Marnertino e Tul-
i timate, la sua solidità soffrì notabile de-
liano, fa d'uopo riconoscere la chiesa di s. perimento, e quanto eravi restato d'an-
Nicola succeduta nel sito di detti templi, tico in molte parli stava per rovinare.
e presso ove fu già il carcere Decemvira- Oltre la conservazione d'una chiesa tan-
TE M TE !Vf 3 u
lo venerabile, eia importante altresì per lo. La riparazione notabile de'maocanti
l'archeologia e I' arie la conservazione fondamenti, e delle mura cadenti. La so-

de'notabili avanzi de' 3 templi sui quali slituzione d'una colonna di granito ros-
sorge; laonde determinò il governo pou- so orientale, con sua base e capitello, al-
lifìeio, col beneplacito del regnante Pio l'antico e inconcludente rudere a sinistra
IX, alla sua generale restaurazione. L'ac- della nave maggiore. Il discoprimento
cademia ili s. Luca approvando per l'è- delle ultime costruzioni, a ridosso degli
secu/.ione un progetto, stabilì die tranne antichi interni avanzi de'templi. La re-
la parte decorativa, occorreva pe' lavori mozione e distacco degli affreschi della
scudi i 7,5oo, che poi si riconobbero af- volta e pareti dell'antica crypta, per ri-

fatto insufficienti, e bisognò ragionevol- metterli nella nuova, o meglio collocarli


inente quasi triplicarla, bensì compresi nelmusco Lateranense, od a seconda del
gliabbellimenti. Imperocché la duezio- come pitture che ricor-
pontifìcio volere,
ne del lavoro affidala all'egregio archi- dano primi tempi dell'arte. Di livellare
i

tetto c.iv. Gaspare Servi, questi pe' suoi il pavimento della tribuna, in proporzio-

savi artistici rilievi venne pure incarica- ne del resto della chiesa; e di formare ta-

to di fare un nuovo progetto, e nell'ot- le pavimento e gli altri di marmo itine-

tobrei853 meritò col ricordalo aumen- stato con breccia di Cave. Di aprire lene-
to ili fondi P approvazione del ministero cessane finestre, per rendere più lumi-
dei commercio e lavori pubblici, e quel- nosa la chiesa. Il restauro e Pampliazio-
la speciale del Papa. Dalla lettura d'un ne delle contigue stanze della canonica e
ristretto del inede«imo progetto, e dalle sua guardaroba. La ricostruzione della
ime osservazioni e ricerche falle sul Ino- cryptaxu dimensioni maggiori della pre-
go nell'aprile 855, sul molto operalo e
i cedente, e con 3 altari sotterranei, rimos-
sul da farsi, ricovai quelle nozioni che va- so il passaggio sotterraneo a'3 templi,con
do a riferire, nel più importante e prin- iscalini vestiti di marmo per discendervi
cipale. L'architetto in prima precipua- e con griglie di parapetto, cuoprendo le
mente si propose di potersi vedere ila' pareti con lastre di marmo e breccia, co-
forestieri e studiosi i superstiti avanzi in- sì ilpavimento della crypta. Nell'altare
terni, sotterranei, ed esterni de' templi di mezzo stabilì un'urna o mensa vuota
della Pietà, della Speranza e di Giuuo- per riporvi le ossa de'ss. martiri; e dispo-
ne Mattila, senza più frastornare la di- sedie le pareli e le volte della stessa cry-
vozioue de'fedeli oranti nella chiesa o as- pta vengano dipiutealla foggia delle an-
sistenli a' divini nllizi, nelP interno me- tiche e distaccate. Il sovrastante altare
diante cancellata di ferro e con ingresso maggiore isolato, doversi formare colla
appartato, e nell'esterno con separato in- precedente urna di porfido, con piedi di
gresso e comode scale sia per ascendere leone di metallo dorato, tabernacolo e
alle parti superiori de'mede.sitni profani baldacchino decorato con cassettoni,e so-

lempiijche per discendere ue'loro sotler- stenuto da 4 colonne d'alabastro orien-


ranei, onde osservarne gli avanzi. Perle tale d'Egitto, con piedistalli, basi attiche

parti superiori formò loggie pensili con e capitelli d' ordine corintio di marmo
pavimenti ili cocciopisto, mattonato e la- bianco, e di questo anco i gradini. I pie-
stre di rame, per garantire sottoposti i distalli e le basi con cornici e specchi di
soffitti delle na va tei le dall'acque [piova- breccia rincassati, e decorati i piedistalli
ne, dopo che t.iii parli furono meglio di- con piccole armelte di metallo dorato del
scoperte nelle lavorazioni in discorso. Pontefice. A". j angoli della mensa di mar-
Quanto alle altre operazioni stabilì,e nel- mo doversi porre altrettanti pilastri di

la massima parte portò già a tompuneu- mai ino bianco. L'erezione d altri 3 ulta-
3 1 TEM TE M
ri, cioè : la cappella del titolare 6. Nico- pareli dell'attico della nave di mezzo, con
lo nave traversa o crocerà, nell'op-
nella 14 quadri affresco e ciascuno esprimen-
posto lato di quella del ss. Sagramento, te le celebri gesta di s. Nicola arcivesco-

con due delle colonne di portasanta del- vo Mira, detto anche di Bari, sotto la
di

l'antico baldacchino; la cappella pel ss. cui invocazione è la basilica, con loro cor-
Crocefisso, colle altre due ricordate simi- nici dorale. Due però di tali quadri ne'
li colonne, da erigersi nella nave miao- triangoli mistilinei dell'arco grande, do-
re a destra di chi entra in chiesa, cioè sei*» ver figurare i protettori ss. Pietro e Pao-
v'irsi dell'oratorio del sodalizio di cui par- lo, Caterina e Lorenzo. Altri simili af-
lerò. Incontro ad essa formarsi la como- freschi, ma più grandi, doversi eseguire,
da cappella con sua cupola pel coro d'in- due nell'apside egualmente co'fasti trat-
verno de' canonici, ossia nella nave mi- ti dalla vita di s. Nicola, tanto beneme-
nore a sinistra, con istalli di noce e qua- rito della religione cattolica, essendo sta-
dro della Beala Vergine Assunta. Di la- te distrutte le auliche pitture come cat-
sciare intatto il rammentato altare del ss. tive; e due nella sua nave di crocerà, le
Sagramento, la cui cappella essendo pa- cui pareti si dipingeranno con marmi
dronato del principe Aldobrandini, nel- bianchi e colorati. Nell'apside inoltre oc-
la sua religiosità certamente la farà risto- correre di rinnovare l'antico coro cano-
rare. E così la chiesa e la confessione in- nicale co'sedili di noce. Nella stessa ero-
vece de'7 precedenti altari ne avrà 8. Di cera, rimpetto al bel monumento sepol-
formare il nuovo battistero a destra del- crale del cardinal Gio. Battista Rezzoni^
l'ingresso della chiesa, in forma di taber- co (A.), la pietà fraterna dell'illustre pre-
nacolo che segna un poligono di g lati, con lato Bernardo Zacchia erigerà un nobi-
cancellata di ferro e cristalli; con setiui le avello al cardinal Giuseppe Zacchia
bianchi e gialli, pavimento di lastre di (V.)> stato come l'altro precedente dia-
marmo, e lanternino in alto per la luce. cono della chiesa. Si spera finalmente la
Volle pure l'architetto stabilire l'erezio- rinnovazione della facciata esterna e l'am-
ne d'un locale per l'organo. La demoli- pliazione dell'adiacente piazza; volendo-
zione delle volte pericolanti delle navi mi- si pure eliminare la sconcezza e l'irrive-
nori, e la sostituzione di solari e soffitti renza delle bestie da soma che solevano
.•die precedenti rovinose volle, e le pare- fermarvisi, con tirare nel principio della
ti con pilastri di bardiglio fiorito. Di l'i- piazza una .catena di ferro. Siccome nel-
lare i lacunari del soffitto della nave prin- ta navata minore a destra viene incorpo-
cipale e di quella traversa di camera can- rato l'oratorio della confraternita del ss.
na, dipinti a marmo bianco, e le pareti a Sagramenlo e di s. Nicola, mediante a-
marmi ponendo nel soffitto del-
colorati; pertura del muro, onde formarvi la cap-
la nave di mezzo gli stemmi lumeggiati pella del ss. Crocefisso, cos'i pare proba-
.ioro del Papa Pio IX, del cardinal Pie- bile, che il detto sodalizio possa essere tra-
tro Marini attuale zelante diacono della sferito nella vicina chiesa di s. Maria in
chiesa, del reverendissimo capitolo, non Vincis, la cui proprietà diretta è del ca-
che l'arme gentilizia di mg. 1 Giuseppe pitolodi s. Nicola, e ne parlai altrove, co-
ferrali ministro delle finanze, Di ab-
ec. me ne'vol. LXI, p. 4'> LX11I, poi, ove
l><dlire i lacunari della slessa nave media descrissi eziandio la chiesa di s. Martina
e della crocerà, con arabeschi e cassetto- dell'accademia di s. Luca, da Sisto V li-

ne con cornici intagliate e dorale, di 24 nda a questa di s, Nicola in Carcere. Nel-


rosoni e di 56 borchie pure intagliali e la memorata mia visita nella medesima,
dorali. Di decorare con aliti ornamenti per vederne le progredienti lavorazioni
il reslo del sagro edilizio, e massime le e farne poi l'eseguita breve descrizione,
TEM TEM 3.3
con gran piacere non solamente trovai la cordonata di Campidoglioj gli Ohe-
compita la parte muraria, ed eseguita e- //w/</ della Rotonda e della Minerva. In-
^regiamente e con sol idi tìi ma assai a- , cerio èchi fabbricasse questi delubri, e già
vauzata la parie decorativa, ed il tulio esistevano a' lem pi di Vespasiano. 11 cui •

non meno operato con lodevole econo- to egizio, insinuato in Roma nel suo VI
mia. Vi è quindi fondata lusinga, die pri- secolo, espulso nel 6q'), rientrato pel fa-
ma del decimale del 18J7, sarà la pie- vore di RI. Antonio, discacciato di nuovo
gievolissima chiesa riaperta al cullo di- da Tiberio, riapparve sotto Nerone e vi
vino decorosa meo te, con ritornarvi ad uf- radicò fortemente fino alla caduta del pa-
fi/iailad mio capitolo, mediante le zelan- ganesimo per la protezione di Vespasiano,
ti cure del cau. d. Baldassare Riarsili dal Domiziano, Adriano, Coniodo,Caracalla e
medesimo deputato all'andamento solle- Giuliano. Crede Nibby^chequegl'impera-
cito della fabbrica e lull'allro relativo. tori molto spendessero a rendere più ma«
Tempio diG limone Regina, Sul Monte godici due templi, ornati da molte co*
i

Aventino, ne\ clivo per cui si sale allaC7i/t'- looue, e che forse da essi furono Iraspor-
.*// ili s. Sabina, l'edificò F. Camillo dit- tate nella Chiesti dis. Muriti in Traste-
tatore dopo la presa di Veii l'anno 061 vere, varie delle colonne di granilo che
«li lioma, e vi collocò il simulacro della formano la nave, poiché capitelli ionici i

Dea preso in quella città etnisca. Colpito che le sormontano hanno l'immagini d'l«

nel 546 dal fulmine, fu ordinato alle ma- side, Sei apule e A r poetate.

U'one romane di portare doni solenne- Tempio della Lauti Nottiluca. Chic-
mente alla Dea e fare le supplicazioni op- sto fu sul Palatino, e cosi denominato per-
portune, e venne eseguilo con pompa di che nella notte riluceva, indi restò invi-
processione. Fu rifatto da Augusto, ri- luppato nelle costruzioni imperiali.
ma>e in piedi fino alla caduta del paga- Tempio di Mai te fuori della porta
iie-imo, e la costruzione della chiesa ili Gapena. Il più antico ch'ebbe il nume
s.Sabina nel 4^5 circa ne portò imman- della guerra nelle varie regioni di Iìoma,
Labilmente la rovina, poiché le sue belle e posto sul colle che guardava la porla
colonne di marmo non è improbabile che situata alle falde del Celio, e sulla spon-
apparlenessero al tempio, da destra dell' Appia, circostanze che si

Tempio di Giunone Sospita. Sul col- riuniscono sulla cima del colle chednmi-
lc Palatino, .presso il tempio ili Cibele, fu na la Chiesa di s. Cesareo. Nel 368 di
edificalo questo dentro gli orli Farnese, Pioma fu dedicatoa Riarte Gradivo per vo-
da Augusto che ne fece la dedicazione, e to fatto nella guerra gallica, da T. Quin-
Luiilinuò ad esistere nel IV secolo, zio duumviro per le cose sagre, cioè uno
d'
Templi 'Iside e Serapide. Due lem- de'custodi de'hbri conduce la
sibillini: vi

pli contigui ha loro e ambedue destinati salita delta CUvus Marlis. Pare chela sta-
iti culto egizio, prossimi \\ Sepia, ove fu- tua del nume l'erigesse nel 532 M. Clau-
rono fabbricati Palazzi Doria eDeCa-
i dio Marcello console, con gruppo di lu-
lolis, poi Sinionelti e ora Piombino, ed pi sagri al medesimo, onde la contrada eb-

occuparono pure l'aree della Chiesti di bepure il nome di Simulami Luporiim.


i.Stefano del Cocco, e della Bibliole- Presso il tempio si conservava la pietra
ca Casanatense, ove e negli scavi si tro- Lapis Manalis, che io caso di gl'ansio-
•vaiono preziosi monumenti, come le sta- cita portavasi per Roma onde ottener la
tue del Nilo e del Tevere indicanti l'in- pioggia, per cui derivò il suo nome Jfti-
liesto della religione egizia nel Lazio, ora nalis, cioè quoti aauas manaret. I sol-
iiel Museo / aticano e in l'augi; i leo- dati reduci dalla guerra appendevano le
ni del Musco Gregoriano Egizio} e del- loro armi a questo tempio, da dove avea
3.4 TEM TEM
principio la cavalcata de' cavalieri, che fa- re le contrarie opinioni. Osserva Nibby,
cevasi agl'idi di luglio in memoria della essere probabile che dopo la proibizione
vittoria riportata al lago Regillo. Inoltre del culto antico decretata da Graziano,
nel tempio di Marie Gradivo si custodi- Valentiniano Teodosio I, sul finir del
II e

va il lituo augurale o pastorale di Ro- IV secolo, e messa compiutamente in e-


molo, che rimase illeso dal fuoco; come secuzione da Onorio nel ."periodo del V,
1

pure gli Ancili, eguali allo Scudo caduto il tempio, tolto tuttociò ch'era di culto,

dal cielo sotto Numa, coll'avviso degli a- continuasse a servire per certe adunanze
ruspici, che l'impero romano si sarebbe del senato, e fosse designato col nome di
conservato finché si custodisse in Roma, Secretàrium Sènatus. Consumato que-
onde ne furono fatti i i simili e fra essi mi- sto dal fuoco, forse per l'incendio del 409
schiato il perchè da niuno potes-
celeste, d'Alarico, lo riparò Flavio Annio Etica-
se conoscersi e rapirsi. Si custodivano an- rio Epifanio prefetto di Roma del 4 12 #

cora alternativamente nel tempio di Mar- incendio che denominato ignis fatalis ,

teQuirino. E' rappresentato il tempio pel fece dare altempio il nome di Templum
i.°a sinistra dell'attico dell'arco di Co- Fatale. La vicina via Marforio, della qua-
stantino, per chi guarda il Celio, ed esi- le parlai nel voi. h, p. 3oi, per la bella
steva ancora nel V secolo. Può credersi statua dell' Oceano del foro d' Augusto,
che gli fossevicino il Senctculum ad por- prese il nome da Martis Forum, ossia dal
tarli Capenarn.o che la cella stessa servis- tempio di Marte e foro d'Augusto, ch'e-
se per l'adunanze del senato. ra nella sua integrità almeno fino al .°pe- 1

Tempio di Marte bifore. Augusto nel riodo del V secolo. Stefano Piale ci die-

734 di Roma lo decretò per la ricupera de la Lettera del tempio di Marte Ulto-
dell'insegne e prigionieri romani da Fra- re e de' tre Fori antichi di Cesare, d'Au-
arte re de' parti, ad imitazione di quello gusto e di Nerva, pubblicata nel 1. ,par. 2 1

di Giove Feretrio,per riporvi le insegne; delle Dissert. dell' acead. romana d' ar-
l'edificò a Marte Vendicatore nel proprio cheologia, a cui fu indirizzala; e {'Effe-
foro presso il romano e I' arco di Setti- meridi di Roma del 1821, nel t. 3 la Let-
mio, ch'era, se non grande, certamente tera a Stefano Piale dell'ai. Angelo Ug-
più esteso e magnifico di quello contiguo geri, Roma 1821, sulla dissertazione del
diG. Cesare. Era il tempio rotondo e d'or- medesimo.
dine corintio, e lo dedicò nel j5i, desti- Tempio di Matuta.Yu eretto da reSer-
nandolo alle adunanze del senato in cer- vio Tullio nel settentrionale lato del Fo-
te occasioni e per deliberare la guerra, on- ro Boario, dov'è oggi la Chiesadi s. Gior-
de fu designato col nomedi Secretàrium gio, econsumato con quello contiguodel-
Senatus, per esservi l'archivio e la custo- la Fortuna dall'incendio terribile del 53g

dia delle cose sagre e vasi del popolo ro- diPioma. Indi nel 54o furono creali trium-
mano, come rilevai ne' voi. LX, p. 5j 1
t
e viri per la riedificazione, e innanzi ad es-

LXI1I, p. 5i dicendo della chiesa di


, s. so nel 556 costruì due fornici L. Sterti-
Martina che si vuole edificata sulle rovi- nio pretore di Spagna colle spoglie ripor-
ne del tempio, così secondo alcuni e Pal- tate. Già il tempio era slato rifatto lai.*

ladio quella della ss. Annunziata, di cui volta da F. Camillo nel 35g e dedicalo
nei voi. LV, p. io6,e sul recinto del fo- nel 36o, e continuò ad esistere almeno fi-
ro d'Augusto, non di Nerva come molti no al V secolo dell'era volgare o nostra.
1

scrissero. Bensì prova iNibby, come dirò Questo tempio era particolarmente desi-
parlando del Tempio di Nerva* che su gnato col nome il'Aedes Ma tris Matti'
questo fu edificata la chiesa dell'Annun- tae,e le feste in onore della Dea dice vali-
ziata e il contiguo monastero; senza tace- si Matralia, nelle quali era vietato alle
TEM TEM 3 1

serve l'accesso al tempio per una tradi- dito al culto di Minerva nel 91 di Roma
zione txiisticn, e si offrivano libazioni bru- le edificò un tempio magnifico fiancheg-

stolile. pache de' Gracchi vi pose una


Il giato con portici, sagro recinto che chia-
tavola dipinta clonata a Giove, rappresen- mi) Foro di Palladio dal denominarsi Mi-
tante le pugne e la conquista della Sai- nerva anche Fallacie, ed in esso fu poi co-
degna fatta dall'avo T. Sempronio nel
,
struita la chiesa e convento di s. Maria
5 5, dopo aver preso o uccisi 80,000 ne-
1 in macello Marlyrum, per quanto dissi
mici, liberando e ristabilendo cosi le pub- nel voi. LIF, p. 5y. Fu pure detto Fo-
bliche rendite. ro Pervium, sinonimo eh Transitoriumt
Matuta. ì . Tempio di Giunone Mei' derivante dalla posizione nel transito dal-
tuta. la parte occidentale di Roma all' orien-

Tempio di Mercurio al Circo Mas- tale, e Forum


Nervac, perchè Nerva lo
simo. Surse presso il lato del circo (di cui compì uno al tempio alto e magnifi-
in

riparlai a Roma ed a Teatro) addossato co. Quindi Traiano suo figlio adottivo,

alle falde dell'Aventino, di l'orma Idra- adiacente eresse un tempio a Nerva, Tem-
sti lo con portico sostenuto da ermi in luo- plum Divi Nervae, con are, pulvinari, fla-
go di colonne, e co'simboli di Mercurio mine o sacerdote istituito a suo onore ;

nel timpano, cioè la testuggine, il gallo, cioènon potendoentrare compito Fo-


nel
l'ariete, il caduceo, il pegaso alato e la ro Palladio, ne fece come un' aggiunta
borsa : dentro la cella il nume era rap- verso il luogo ove poi fu eretto il mona-
presentato in piedi, colla borsa nella de- stero de'basiliani e dipoi delle domeni-
stra e il caduceo nella sinistra. Il volo d'e- cane neofite, di cui nel voi. LV, p. 106 ;
rigerlo rimase negletto, poiché consa- profittando a tal uopo d'un muro altis-

grata l'area nell'anno 65 di nostra era, simo con massi di pietra albana o pepe-
fu adempito sotto Marco Aurelio del 16 r, rino rozzi in parte, edificato nell'era re-
ed esistè fino al i.° periodo del V secolo. pubblicana, legati con perni di legno a co-
Tempio di Mercurio alla porla Ca- da di rondine. Del tempio presso l'arco de'
pena. Fu presso di essa edificato per se- Pantani, uno de' fornici del Foro Tran-
natusconsulto e dedicato nel ?.5g di Ilo- sitorio, rimangono in piedi 3 colonne di
ma, da M. Leloi io i.° centurione a tal ce- marmo bianco scanalate, appartenenti al
remooia prescelto dal popolo nella ver- portico laterale, il pilastro addossato al
tenza insorta tra' consoli a chi di loro ne muro di cinta, e una parte del soffitto e
spettasse 1' onore. A pie di cjuesto anti- dell'architrave, i cui capitelli ed il lacu-
chissimo tempio sgorgava una sorgente nare del portico sono di mirabile stile; a
perenne e limpida, che perciò ebbe no- destra si vedono gli avanzi di due emici-
me di .((pur Mei-curii ; e coni' era con- cli che circoscriveano l'area sagra, ne'
sagrata al nume, cosi i mercanti nell'an- quali appariscono due ordini di nicchie
niversario della dedicazione si recavano rettilinee per Iestatue;rimane inoltre par-
al tempio ad attingervi l'acqua, onde a- te del muro della cella corrispondente al-
spergere le merci 00' rami d'alloro, che in le colonne di massi di travertino. Nel 537
essa immergevano. Dinanzi al tempio era era il foro ancora intatto, ma dopo quel-
l'area contenente I' altare, grande e ro- l'epoca il suo fato fu comune con quello
tondo. Dell'acqua di Mercurio o Argen- degli altri fori contigui, vale a dire che
tina riparlai a Fontane di Pcomv e Del rimase in piedi fino al secolo Vili, pro-
voi. LIV, p.i65. babilmente senza gravi lesioni, tranne
Templi (li Minerva al Foro Transi- quclledelle statue e oggetti di bronzo ca-
torio, e (li Verva. Nel Foro Transitorio gionate dalle miserie de' lem pi e dallo spo-
di Nei va, Domiziano prima di oso de- glio di Gustante li. L' abbandono e sue-
3i6 TEM TEM
cessiwa rovina avvenne circa il secolo X, di Cartagine, poiché fu dato dal pubbli-
e nel <)cp sulle rovine del tempio di Ner- co agli seribaso poeti teatrali e agl'istrio-
va già erasi edificalo il monastero di s. ni, perchè ivi potessero adunarsi e portar
Basilio, una delle principali abbazie dillo- doni a Livio Andronico, che scrivea e re-
ma. l'ailando del Tempio di Marte Ul- citava commedie, ed avea scritto un car-
tore, e in altri luoghi, dissi l'opinioni di me che fu cantato dalle vestali, pe' van-
aleuni,che il monastero basiliano,ora del- taggi riportati da'romani su'carlaginesi.
le domenicane, fosse eretto presso gli a- Augusto lo riedificò e dedicò di nuovo.
vanzi di tale monumento. Nel voi. XL VII, Tempio di Minerva Campense. Nel
p. 275 narrai il desolante disastro della 6g2dilloma lo costruì Pompeo Magna,
caduta delle fondamenta della parte me- icui avanzi si videro sino al secolo XVI,
ridionale con l'infermeria del monastero, con gran portico le cui colonne si fecero
e come Gregorio XVI accorse a confor- crollare per farne calce! Nell'area già era-
tare le religiose. Qui aggiungerò, che si vi stata eretta la Chiesa di s. Maria so-

legge nel u.° 72 del Diario di Roma del pra Minerva. della qualeedel tempio più
184^, a vere talePapa,dopoIa rovina, or- innanzi riparlerò, e poi l'adiacente con-
dinato di riedificare alquanto più indie- vento, riempiali edilìzi riparlai nel voi. LV,
tro il muro di clausura, con che rimase p.97. Nel giardino fu trovata la bellissi-
scoperto il lato sinistro del tempio di Mar- ma statua di Minerva, ora nel Museo Va-
te Ultore, come ivi si dice, e disotterra- ticano, e poco lungi altra, trasferita nella
to lino alla base, e sgombre da ogni tetto Villa Ludovisi.
u ingombro di muro le 3 colonne ancora Tempio di Minerva Medica. M. Cras-
esistenti di quel magnifico edilizio, e ri- so della famiglia Licinia ebbe gli orti o
mossa la bottega di scalpellino ch'era visi giardini omonimi sul Monte Esquilino,
formata. Questa operazione procurò dopo J
la e la morte dell'imperatore i . Lici-
salvezza di quanto resta del monumento, nio Valeriano passarono al fisco mperia- i

imperocché con levare la terra attorno al- le nel 260 di nostra era. Il suo figlio P.
lacolonna più prossima al recinto antico, Licinio Gallieno ne amò particolarmen-
si scoprì esser guasta dal fuoco e spezzata te il soggiorno, l'ornò di monumenti e di
per guisa verso l'imoscapo, che dubitassi nuovecostruzionijfra queste è ancora su-
non potesse reggere tanto spazio quanto perstite una sala magnifica che il volgo
bastasse a cingerla di aste e di 'cerchi di appella tempio di Minerva Medica. La
laro, il che eseguitosi, fu resa salda e ca- pianta di quest'edilizio è decagona, e fe-
pace di sostenere i marmi del fregio. E ce parte di fabbrica di maggior estensio-
se il campanile erettovi sopra non fosse ne : occupano la parte inferiore g grandi
stato demolito, nel rovinar che fece quel nicchie e la porta, con vestigia di lastre
lato del monastero, sarebbe venuta me- di porfido. Il tempo e gli arbusti che so-
no in breve tempo pel peso della torre, no cresciuti sulla volta, in gran parte crol-
né la terra che la copriva poteva sostener- lata pelfulmine che la colpi nei 1828,
la. Si posero ferri anche sui capitelli, spac- hanno fatto di questo rovinoso edilizio uno
cati dalla soverchia mole della torre cam- de' monumenti più pittorici di Roma, e
panaria. perciò sovente disegnato e dipinto. Nib-
Tempio di Minerva Aventinense. Sul by eruditamente e con bella critica pro-
colle Aventino, di cui riparlai a Savelm va che l'edilìzio non fu né tempio, né ba-
famiglia che lo dominò, presso il porti- silica, né terme, come molti erroneamen-
co di Cornificio e il tempio di Diana, già te crederono, ma una sala degli orti Li-
esisteva esaslilo-perittero con 6 colonne ciniani, costruita durante l'impero di Gal-
di iruutee i3 di fianco, nella 2/ guerra lieno.
TEM T E M 3. 7

Tempio di Nervat Tetnpìo di Mi- I . pido ed non potevo farsi un segri -


al Ire,
nervo, al Foro Transitorio. fi? io cumulativo. Questo rito non impe-

Tempio e portico di Nettuno, Esiste- ili va che in un solo tempio vi fossero d'u«

va tempio quando Agri ppa nel "28 ili


il na medesima deità più simulacri; owe-
Roma,in memoria delle vittorie riporta- 10 che nello stesso tempio vi fosse vene-
te, edificò il portico detto di {Nettuno per- rato qualche altro nume] che avesse qual-
che conteneva il tempio sagro a quel nu- che relazione collaDeilà pi incipale.Quin-
rne, che alti dissero impropriamente ha-
i di Marcello dovè al tempio di già eretto,
silica, ed suoi avanzi detti volgarmente
i aggiungerne altro col titolo di Aedes} ir-
del tempio d'Antonino o di M. Aurelio, tutisj ina prevenuto dalla morte, e dopo
che in parte ripetei nel descriverli a Do- averli adornati colle vinte spoglie, locom-
gana di terra, e formanti la facciata del pi il figlio e dedicò nel 54-8, i romani per
suo edilìzio, ove si vedono le tracce del lai. volta ammirando le opere de'greci
grande incendio dell'anno 80 di nostra artefici tolte a Siracusa. Vespasiano lo

era; tuttavolta continuò ad estere iute- lece restaurare e dipingere da due pitlo-
10 lino al IV secolo. Alcuni de'piedislalli ri insigni, ed ambo i tèmpli erano in pie-

che sostenevano dinanzi alle colonne nel- di ancora nel principio del V secolo, già
l'area le statue d'alto rilievo esprimenti congiunti insieme e parallèli con ilucfac-
le provincie romane, le aveano
quali vi date.11 simulacro dell'Onore era virile e

erette quelle colossali d'Adriano e Anto- coronato d'olivo, quello della \ irlìi mu-
nino, sono sparse ne' palazzi Farnese, liehre e galeata, come furono espressi nel-
de' Conservatori, Citici, e Odescalehi, le medaglie; vedendosi nel rovescio l'Ita-

ne! Museo Capitolino e a / illa Pam- ha e Roma personificale in allo di darsi


philj. la mano, cornucopia, Roma
l'Italia colla

l'empio delU Onore e della T'irtti.'Son calcando il globo come dominatrice e ar-
deve confondersi con altro tempio di lai bilia de' destini del mondo, e col paiizo-
nome, già esistito nel silo chiamato Tro- nio simholo di sua forza militare. 1 cava-
fei di Mario, eretto da C. Mario sul culle lieri romani coronati di olivo in Campi-
Esquìlino colle spoglie riportate sui eira- doglio, in memoria della vittoria ripor-
bri, teutoni e altre orde sellentiionali. tata al lago Regi Ilo, dal 4^0 di Roma in
Fuori e presso Porta Capena, alquan-
la poi si recavano in cavalcata dal tempio
lo distante dal tempio delle Camene, Q. di Marte a quelli della Virtù e dell' O-
Fabio Massimo nella guerra contro li- i noie, pompa che dicevasi la festa dell'O-
gtiri dedicò nel 520 di Roma il tempio noie e della Virtù. Il Tiranesi nella sua
della Virtù cioè il valore militare, e quel- grand'opera credè templi essere nel sito
i

lo dell'Onore che poi M. Claudio Mar- ove fu eiella la suddetta chiesa di s. Ir-
cello rinnovò, per voto fatto nel 53 1 sul bano alla Caffarella, ma con Nibby e Ma-
punto ili cimentarsi co'galli,e ripetè nel rangoni dimostrai di sopra essere stalo
545 all'assedio di Siracusa, quando poi sagio a Racco.
volle dedicarlo si opposero i Pontefici, so- TempiodelF Orco. Fu sul Palatino nei
slenendo non potersi consagrare una cel- tempi più antichi, e durò lino all'impero
la a due numi, perchè in caso di fulini- d'Eliogabalo.
ne o altro prodigio sarebbe stala dillicile Tempio della Pace. Erettone! Foro
l'espiazione, non sapendosi a chi de'due romano con sagro recinto, Forum Pa-
dovesse immolarsi la vittima; imperoc- cis nel 7 5 di nostra era da \ espasiano,
t

che ad eccezione d'alcune determinale di- ne parlai nel voi. L\ Il I, p. 1 70. Qui so-
vinità che andavano unite, come Castore lo dirò, che Tana era quadrilunga cinta
e Polluce, Apollo e Diana, Venere e Cu- da pollici, in fondo alla quale rivolto a
3i8 TEM TEM
occidente il tempio, e lateralmente ad es- no a stento salvare il Palladio. Ora del
so unita alla cella a destra e sinistra la grandioso edilizio resta in piedi una par-
biblioteca in cui adunavansi i letterati, e te laterale, formata da 3 maestosissime

la sala del tesorOjin modo d'occupare qua- e imponenti arcate, le quali servivano di
situtto il lato minore orientale. Tutto il cappelle, e prendevano tutta la lunghez-
tempio era largo circa palmi 3oo, e lun- za della navata, secondo il Vasi, Itinera-
go intorno a 44^- La Dea Pace eravi ef- rio di Roma. L'arco di mezzo è fatto a
figiata in atto di porgere colla destra il guisa di tribuna, e lutti e 3 sono ornali
ramo d'olivo, e tenendo nella sinistra la nell'alto di cassettoni, i cui rosoni furo-
cornucopia. In questa vasta e sontuosa no imitati per la splendida basilica Va-
fabbrica, ricchissima d'opere d'arte e di ticana; e nel basso vedonsi le nicchie per
oggetti preziosi, che attirava la curiosità le statue e le porte di cotnunicazioue. L'al-
di tutto il mondo, poiché tra le altre co- tra parte corrispondente a questa è an-
se ricordatisi i vasi d' oro del tempio di data tutta in rovina, come anche la gran

Gerusalemme, da Vespasiano e Ti-


presi navata di mezzo, di cui sono rimaste le
to nella conquista della Giudea, un JNilo sole vestigie della volta. Sui pilastri del-
coni 6 putti indicanti cubili dell'inon- i le 3 arcate sonovi frammenti del corni-
dazione in basalte color ferrigno, la sta- cione in marmo ch'era sostenuto da 8 co-
tua di Naucide trasportata d'Argo, un Ga- lonne. Il suo interno era coperto e orna-
nimede celebre, il Jaliso pittura famosa to di pitture e sculture depiù celebri mae-
di Protogeue, la Scilla di JNicomaco, l'e- stri del suo tempo: forse il piano superio-
roe di Parrasio: eravi inoltre un tesoro re servi da biblioteca, come rileva ilMel-
di ricchezze di particolari come luogo sa- chiorri; la costruzione è bella e solida.
gro e sicuro. Di che Marangoni dice co- Tempio del Pantheon. J . Pantheon
stume praticato con altri templi, ovequa- e i voi. LVlII,p. 171, LXX, p. i4oei48,
si erari pubblici depositavansi molle ric- ed il Piranesi, t. 6, pari. 1, De tempii an-
chezze, siccome tenuti luoghi sagri e di pie- tichi, che contiene il celebre Panteon, Pa-
na sicurezzza; onde Cesare in quello della rigi! 836. Dovrò riparlarne, dicendo dei
Dea Opis, sorella o moglie di Saturno, si- tempii del vero Dio.
tuato sul Campidoglio, depose 700,000 Tempio della Pietà. V. Tempio di
sesterzi, equivalenti a 7,000, 5oo scudi,
1 Giunone Ma tuta.
poi dissipati da M. Antonio. iNeliqi del- Tempio di Portiamo. Fu eretto pres-
l'era volgare il maguifico tempio cogli an- so l'antico porto del Tevere fuori della
nessi edifizi fu incendiato, e tutto fu pre- Po/'toTrigemina, nelle vicinanze dellaSa-
da delle fiamme, onde molti a un trailo lara deposito del Sale presso l'arco, e re-
impoverirono per aver perduto le depo- stò in piedi (ino al V secolo di uoslra era.
stevi ricchezze: appena si poterono salva- Tempio di Quirino. Nuota Pompilio
re vasi di Gerusalemme, rapiti poi da
i ne ordinò l'erezione in onore del prede-
Genserico re de' vandali e trasportati a cessore Romolo sotlo il nome di Quiri-
Cartagine, donde Belisario li portò a Co- no, sul colle Quirinale, di cui e del tem-
stantinopoli, e Giustiniano I li mandò in pio riparlai a Palazzo apostolico Quiri-
dono alla chiesa di Gerusalemme.il fuoco nale. Papirio Cursore fece voto di riedi-
non si polè arrestare, epropagossi alla vi- ficarlo, e l'esegui il figlio dedicandolo nel
cina via Sagra, e per essa al Palatino e al 46o di Roma, e ornò colle spoglie de'san-
palazzo imperiale, dove rimasero consun- » iti. Fu colpito dal fulmine e danneggia-
te le grandi biblioteche d'Apollo e la Ti- to da un incendio, danni riparali nel7o5,
berina, e giunse fino al tempio di Vesta e nel 708 vi fu dedicata 1' immagine di
con lauta rapidità che le vestali poterò» Giulio Cesare colla epigrafe Inviata Deo.
T E M TEM 3 1

Angusto Io riedificò di pianta e dedicò eresse aSaturno in questo sito, o che pri-
nel 737, cou magnificenza diptero-olla- ma ancora della venuta di quell'eroe in-

siilo, d'ordine dorico con doppio portico nalzai ono i pela«gi. Tullio Ostilio dopo a-
con 8 colonne di fronte ei 5 di fianco, e ver trionfato degli albani e de'sabini, cou-
perciò 72. Intorno all'area sagra Augu- sagrò il tempio del quale avea fatto vo-
ro costruì altro portico, molto frequenta- to, ed allora furono istituiti i saturnali,
lo dagli oziosi. Altrierroneamente pose- ile'. piali ragionai in tanti luoghi. Altri ne
ro nella regione VII altro tempio di Qui- attribuiscono la costruzione a Tarquinio
rino. Il vero fu dietro la chiesa di s. An- il Superbo, eia dedicaal dittatore T. Lar-
drea ile' Gesuiti, e restò in piedi fino al gio; altri lo dicono eretto per decreto del
1. "periodo del V secolo dell'era volgare. senato. Prima che fosse consacrato nel
Tempio di Ramnusia. Fu sul monte 257 di R.oma, Valerio Pubhcola lo desti-
Palatina e sagro a Nemesi. nò a custode del denaro pubblico, e fu det-
Tempio di Romolo e Remo. Vuoisi e- perchè la /moneta de'romani
to erario 1

sislito nel vestibolo dell' odierna Chiesa rame, uso al quale servi poi costan-
fu di
de ss. Cosina e Damiano (di cui riparlai temente fino alla radula dell'impero oc-
nel voi. XX Vl,p. 1
77), secondo altri ov'è cidentale, e fu detto quello riservalol'y^e-
la Chiesa di s. Teodoro, come dissi nel rarium Sanctiusj perchè dicesi che nel
voi. LV1II, p. 172 (o meglio il tempio o regno di Saturno (del quale tenui propo-
piuttosto un altare, innalzato dagli ar- sito a Lazio, a Piuma, a Sutri e in altri
cadi pe^agrifìzi palrii, ove poi fu posto articoli),non avvenne alcun furto e lutti
il] simulacro di bronzo rappresentante i comune, e per aver egli
beni erano in
la Lupa lattante Romolo e Remo nella introdotto l'uso d'imprimere le lettere e
spelonca, la quale si pone Ira la chiesa di battere moneta. Altri spiegano lo sta-

di s. Teodoro e quella di s. Maria Libe- bilimento dell' erario nel tempio di Sa-
ratrice, che sussistè sino al V secolo e poi turno, comechè credulo custode de'teso-
fu ingombra dallo scoscendimento delle ri, e vendicatore de'ladn; e perchè si at-

fàbbriche del palazzo imperiale),altri qui- tribuì a quel nume l'introduzione della
vi, facendone due, pongono il tempio di moneta in Italia. La custodia dell'era-
Romolo, e nella 1 /chiesa quello di Remo. rio era principalmente affidata a'questo-
Il tempio prostilo-esastilo ebbe un por- x\,quaestores ab aerario Saturni, i qua*
lieo rettilineo di 6 colonne di marmo ca- li aveano una specie di fanti sotto di loro

ristio, delle quali due rimangono in pie- col nome di viaiores: vi furono pure i tri-

di io ss. Cosma e Damiano, con cella ro- buni del tesoro tratti dal popolo, Tribu-
tonda fra due sale rettilinee. Fu edifica- ni Aerarii, custodi del tesoro pubblico.
to da Costantino I il Grande prima di sua Non debbo lacere, che tanto ne' tempi an-
fin. ile adesioneal cristianesimo, indi fu ri- tichi,quanto a que'di G. Cesare conser-
dotto a chiesa nel VI secolo. vavasi nel tempio di Diana Ariana, di cui
Tempio di Saturno. Fu nell'angolo trattai a Riccia, i tesori della sagra mo-
occidentale delForo romano a pie della neta del popolo romano; e Cesare al ri-

radice del Munte Capitolino, presso una d'Appiano Alessandrino, Bell. eh'.
ferire
delle salite a cui ascende vasi. Ebbe un'ara prese da questo luogo il denaro con
lib. 5,

e un eoeiiih idum dinanzi con soffitto do- promessa di restituirlo con usui a. Il p. Vol-
lalo, cioè un area in mezzo alla quale era pi, Latius velia, lib. i3, cap. 2, è di opi-
un altare, e di fianco sale per le cene sa- nione, che il custode della sagra moneta,
gre, ed ivi con rito greco a capo scoper- che nel tempio di Diana Ariana oNemo-
to sagri fica vasi. La sua origine si fi rimon- rense si conservava, fosse chiamalo Ser-
tale all'ara che Ercole cogli epei o elei vo y^rar/'/Ojdeduceudolo da un'iscrizione
320 TEM TE M
ch'è nel palazzo Chigi di Riccia. Il Ma- come proprie ilei romano impero. A pie
rangoiii elice che molti altri luoghi furo- deltempio poi di Saturno era la celebre
no in Roma appellati Erarii, per la con- Colonna Milliaria di bronzo dorato, di
servazione del denaro pubblico ,
poiché cui riparlai a Strada, e dalla (piale si pi*
olire l'era rio della repubblica, Augusto e- gliavano misure delle miglia per tutte
le

resse quello pegli stipendi militari, e fu pò- le città d'Italia: era chiamata miglio d'o-
sto nel tempio di Saturno affinchè fosse ro, per essere dorata come la palla che la
sotto la sua tutela. Dissi a Moneta, del sovrastava, la quale significava il mondo,
tempio di Giunone Moneta diRoma^res- di cui Roma il tem-
n'era capo. Avanti
so il quale era la zeeea,a fianco del tempio pio Saturno furono collocale le ceneri
di

di .Satin noe per quanto narrai, li tempio d'Oreste re di Micene, trasferite da Ari-
primitivo di Saturno rimase fino al i.°pe- eia, e riguardate col Palladio, cogli An-
nodo del secolo Vili di Pioma,ed allora fu cili, colla Quadriga di Creta de'veienti, e
riedificato magnificamentedaL.Munazio con altri simulacri, per una delle 7 cose
Planco colle spoglie riportate sopra i re- fatali di Roma. Il tempio era in piena con-
ti rezi nel 71 1. Al tempio si saliva per servazione nel V secolo di nostra era, e
gradini, e l'accesso al tesoro era pel tem- non è vero che sopra vi sia stata edificata
pio, che n'era come il custode, le cui stan- la Chiesa di s. Adriano dell'ordine della
ze prolunga valisi per didietro presso l'o- Mercede.
dierna chiesa dell' Ospedale della Con- Tempio del Sole Serapide sul Qui-
solazione, nel tempio di Opis che la mi- rinaie. Fu forse nella via de'Cornelii, ove
tologia die per moglie a Saturno, ove co- esigevano le statue del Nilo e del Tevere
ine già notai di sopra, Cesare pose il suo che oggi ornano Fontana, di Campi- la

peculio a non confonderlo col pubblico, doglio j pare che M. Antonino,


l'edificasse
Quanto a'tesori conservati in questo tem- altri dicono Aureliano, altri lo dissero tem-

pio, de'nominati ealtri ministri che licu- pio della Salute, ma esso non fu in que-
slodivano, meglio ne parlo a Tesoriere, sta parte, e Io notai a Palazzo apostoli-

ove pure dico del Fiseo, erario privato co Quirinale. Gli avanzi si riducono a
degl'imperatori. Riponendosi in questo pochi massi di marmo esistenti nel già r-
terupio lutti i tesori della repubblica ri- dino del Palazzo Colonna, e dimostra-
cavati da'tributi, eravj un continuo flus- no la vastità del tempio,
so e riflusso di popolo, e di nazioni stra- Tempio della Speranza. V. Tempio
niere delle provincie e regni soggiogati di Giunone Malata.
dal valore romano. Qui si conservò an- Tempio di Tellure. Fu edificato, se-
che l'archivio di tutte le scritture pub- condo alcuni, in quel luogo che ricordai
bliche, le quali poi furono bruciate d'or- nel voi. LXIII, p. gg, in una parte ov'era
dine d'Augusto, amante della pace uni- stata la casa di Spurio Cassio, la quale per
versale, onde cosi terminare tutti i litigi decreto pubblico fu demolita nel 271 di
politici e civili, con distruggerne i docu- Pvoma per delitto di allettata tirannide,
menti. IVeI tempio
in pubbliche tavole a nella via che conduceva alle Carine, una
vista di tuttierano descritti nomi degli i delle parti più nobili di Pioma antica, nel-
ambascialori che dalle diverse contrade l'intervallo ùa' Monti Quirinale eEsqui-
recavansi in Roma, acciocché aspese pub- lino, e ne conserva il nome la chiesa di
bliche fossero mantenuti. Ivi si conser- cui feci parola nel voi. X LI V, p. 1 5g. L e-
vavano l'insegne militari del popolo io- lezione si attribuisce a P. Sempronio So-
mano, formate di figure di vari animali, che verso il
io conquistatore del Piceno,
altri di metallo, altri di velo rosso dipin- ^S6 di Roma
pugnando, per un leggero
ti, Ira le quali primeggiavano le aquile terremoto promise un tempio alla Dea, e
T E M TEM 32i
l'effettuò sull'area ove poi surse la torre nilenza, per le preghiere di quel gran Pa-
de' Conti. Fu inaugurato, e presso al lem- pa. Costante II nel 663 spogliando con
pio fu eretta una cella a La verna. Era pro- rapacità lloma del prezioso eh' erale re-
stilo con porlico di colonne di granito ros- stato dopo tanti saccheggi, si prese pure
so, con area sagra innanzi, con cella vasta i bronzi mobili, le Statue e gli ornamen-
e dipinta, e nelle pareli era pure dipinta ti delle superbe opere di Traiano, le qua-
l'Italia per celebrarla dal canto dell'agri' li nel secolo \ HI sussistevano ancora; ma
coltura, simboleggiando Telline Ter- la il tolto da Costante II, tranne il già in-
ra. Il senato vi si radunava, cume dopo viato a Costantinopoli, divenne preda dei
la morte di Cesare per convocazione di saraceni, quando espugnarono Siracusa
M. Antonio, perorando Cicerone in Givo* dopo la sua morie
ivi accaduta; così quei

re dell'amnistia. Esistè almeno fino al V barbari s'impadronirono delle cose pre-


secolo dell'era volgare. ziose del conquistatore della loro patria
Tempio diTrcùanoXt imperaloreTra- Arabia. La rovina totale del foro, della
iano verso il i i 3 dell'era volgare edilieò basilica e del tempio, la produsse un in-
il magnifico foro omonimo, di cui ci re- cendio ne'secoli IX o X, nel quale l'area
stano notabili avanzi, ela grandiosa Co- del foro era ingombra di rovine, e la con-
lonna (J Traiana, innalzata in suo o-
.) trada dicevasi Caloleo o Caloleone, origi-
n ore dal senato e popolo romano; \i ag- ne del nome Campo Carleo che porta la
giunse la magnifica basilica Ulpia colle bi- vicina via. In molti luoghi parlai delle
blioteche, le cui ultime scoperte registrai chiese e monasteri eretti nell' area del fo-
a Puzza del foro Traiano; ed in mezzo ro, tempio e basilica, che lungo sarebbe
ad un'area sagra circondata da portici co- qui ricordare.
struì l'imperatore il tempio, che dopo il Tempio di J enere Genitrice. Giulio
suo decesso nell'apoteosi (della cpiale ri- Cesa re dittatore l'eresse nel suo foro, pres-
parlai nel voi. LXIV, p. 121), onde col- so il Foro romano, ove poi fu edificata la
locarlo tra gli Dei, il cugino e figlio adot- chiesa di s. Martina e la casa dell'accade-
ti vo Adriano che gli successe, egualmen- mia di s. Luca, come dichiarai nel voi.
te per onorare V ottimo principe a lui lo LXIII, p. 5i; onde allora, al dire d'Ap-
consagrò , e fu splendidissimo edifizio. piano, avendo Cesare eretto il tempio a
Questo centro della magnificenza antica, A enere, quale stipile di sua stirpe e co-
opera del tempo in che la gloria di Ro- me madre d'Enea, alla quale appartenne
ma ascese all'apice del potere, fu rispet- Romolo fondatore di Roma, per voto fat-
tato nelle prime scorrerie de'barbari, mal- to sul punto di combattere a Farsaglia,
grado la ricchezza de'suoi ornamenti ili lo cinse d'un recinto sagro non molto va-
bronzo e di marmo, insigni per l'arte; sal- sto, quadrilungo e ornato di portici, ed
\osm pure negli eccidii avvenuti in Peo- il quale ordinò che pe'romani fosse come

nia durante la guerra gotica di Giustinia- un foro, non già di commercio, ma di af-
no I, e nel terminar del VI secolo la bi- fari, ed accanto alla Dea pose una bella

blioteca serviva ancora alle adunanze dei immagine di Cleopatra. Riuscirono il fo-
dotti che vi recitavano componimenti; i ro e il tempio così magnifici, che si giun-
per cui s. Gregorio si muoveva a pietà I se a dire essere per ricchezza molto più
di Traiano ogni volta che passava pel suo bello del romano adiacente, il quale ri-
foro e complesso di sontuosità che rac- cevendo dal nuovo accrescimento di di-
chiudeva ina è storiella, come narrai a
; gnità, allora fu designalo col nome di
Inferno e altrove, la pretesa liberazione granile, e lo meritava per aver l'area di
dell'anima di Traiano infedele, persecu- 2or,6oo piedi quadrali, mentre il Foro
tore delia Chiesa, senza battesimo uè pe- di Cesare uvea 33,7 5o P'
eu"'> c '°^ l)OC o più
VOL. LXXUI. 21
322 TE M TE M
citila 6." porle del Foro grande. Cesare nel abbandonalo all'intemperie e a'moltepli-
708 di Roma dedicò il foro e il tempio ci eccidii dell'orde barbariche, questa ma-
con molti spettacoli di caccie, di gladiato- guifìcamole era ancora in piedi nel Gi5,-
ri e di corse. La sola area gli co>!ò più di poiché Papa Ouoiio 1 nella venuta d'E-
25o,ooo compiendone lavori Au-
scudi, i radio in Roma, ottenne la sua copertu-
gusto. In mezzo e avanti al tempio ani- ra di tegole di bronzo per la basilica Va-
miravasila statua equestre (oltre altra lo- licana, le quali probabilmente derubaro-
ricata) di Celare in bronzo doralo, il cui no i saraceni quando la saccheggiarono
cavallo, opera di Lisippo,avea antecedei)- nell'846. Quindi la sua scoperchiatura e
temente portato quella d'Alessandro il il suo smantellamento produsse la cadu-
Grandej solo fu alterato ne' piedi, per la immediata del tempio, e vi contribuì
renderlo simile al cavallo usato da Cesa- l'essere ricchissimo di vari marmi e di ai-
re. La statua di Venere in terracotta la tri materiali di decorazione, offrendo le

lavorò Arcesilao , alla quale il dittatore parti che cadevano una specie di cava pe-
diè un usbergo di perle britanniche. Den- gli edifizìchesi andavano costruendo rid-
irò tempio poi consagrò sei astucci di
il le vicinanze, demolendosi pure i rimasti
gemme, e dinanzi ad esso collocò due la- in piedi, come la Chiesa di s. Maria Nuo-
vole di Aiace e Medea, dipinte da Timo- va degli Olivetani, oltre altre chiese, non
inacoe pagate 72,000 scudi. V'istituì pu- meno che torri e fabbriche de'prepoten-
re un collegio di sacerdoti e giuochi ari- ti faziosi di Roma. Così il tempio andò
11 uà li. Nel 608 di nostra era, nel l'area del disparendo dal VII al XII secolo, e del tot-
foro, già divenuto parte de! romano, fu e- to nel XV e X\ I pel rinnovellameulo di
Colonna di Foca dall'esarca di
retta la Roma, imperocché i superstiti materiali
Ravenna Smaragdo, il quale con ri prò- furono impiegati in molte fabbriche, co-
vevole adulazione nella lapide gli profu- me il Palazzo apostolico di s. Marco,
se i litoii di ottimo, clementìssimo e pus- eretto anche cou quelli del Colosseo. Jn-
simo principe, mentre era un vero tiran- contro a questo elevavasi a mezzo di so-
no pieno di vizi 1 struzioni il tempio sopra un ripiano lian-
Tempiodi 1 eneve e Roma. Ebbe pu- cheggiato da portici di colonne di grani-

re altre denominazioni, tempio dellaFor- to bigio, e molli rocchi ancora ivi esisto-
tuna di Roma, tempio di Roma , Tetti' no insieme a basi corintie ed a frammenti
plum l rbis, l rbis Fanum, Delubrum di capitelli. ^ i si ascendeva per scale si-

Romae, ed anco d' Augusto, e sur se fra tuate agli angoli dalla parte del Colosseo,
l'arco di Tito e l'anfiteatro Flavio. Adi- e per una grande scala dalla parte del fo-
niostrare il senio per
ca 1
le arti e le sue co- ro. Dovendo dedicarsi a due diverse di-
gnizioni architettoniche, Adriano fece e- vinità, fu fatto con celle separate, le qua-
gli slesso il disegno e lo fondò nel 121 di li però erano a contattocol dorso: in fon-
nostra era, in occasione de'suoi quinquen- do a ciascuna era una vasta apside o tri-
nali,il dì anniversario della fondazionedi buna, esistendo ancora quella l'impello al
Roma^nài dedicato nel 35 co'sopranno- 1 Colosseo, la quale conteneva la statua dei-
mia Venere di Felice,» Roma AìEterna. la Dea assisa e sopra un basamento. Due
Antonino Pio die l'ultimo compimento al colonne monumentali di marmo «polli-
tempio, e nel 3oy per essere arso fu ri- no sostenevano le statue forse d'Adriano

fabbricalo da Massenzio, e fu riguardalo e di Sabina. tempio sorgeva ne! centro


Il

quindi come uno degli edifizi più insigni dell'area, con un portico all'intorno del-
di Roma. Nel 3t)i per le leggi imperato- la cella, e doppio nelle facciate, poiché ne

rie di Teodosio 1 fu chiuso, in uno a tut- avea due, una dalla parte del furo, e fal-
ligli alili templi antichi pagani. Sebbene tra che guardava l'anfiteatro. Ognuna d;
TEM TE INI 323
queste dava l'accesso ad una cplla di una fin della cella di quell'edilìzio, e forse art-
delie due divinila. La doppia (ionie del cora il nucleo del muro, riconoscendo pe-
tempioera ornata di bassorilievi analoghi rò nel rinveslimenlo laterizio esterno un
al culto delle deità interne. Il portico ret- lavoro de'bassi tempi. Il tempio di Vesti
[angolare attorno a veaig4 palmi di lar- si fece rotondo, perchè rotonda è la ter-

ghezza e ?.34 «li lunghezza, ed era soste- ra, di cui Vesta era la personificazione,
nulo da 38 colonne per lato. Nel tempio come il fuoco sagro che continuamente
coniavano o per ogni fronte, 6
poi se ne 1 ardeva in mezzo ad esso era simbolo del
1
internamente e 56 ne' lati. Neil interno fuoco centrale animatore della terra. Ma
d'ambo le celle erano (> colonne di poi lì- laMitologia però c'insegna^he Vesta ma-
do. Le apsidi erano adorne di marini (i- die di Saturno fu di sovente presa perla
rissimi, e la volta era dorata con casse t- Terra; e Vesta figlia di Satinilo e vergi-
toni romboidali ci i stucco. Le aule poi e- ne era la dea del fuoco, il cui culto l'or-

nino ornate nella volta di cassettoni qua- ma va ili." dovere delle vergini / estati
tirati. Dal piano della piazzatici Colosseo (I '.). Quindi pare che il tempio fosse con-

fino all'apice del frontone, questo sontuo- sagrato alle due dee, e forse lo conferma
so edilìzio avea 1 3o piedi antichi d'altez- la medaglia di Giulia moglie di Settimio

za, vale a dire soli 27 meno della faccia- Se vero,col l'iscrizione:/ esta.e I està ILi-
t 1 Vaticana, calcolata dal ripiano delle ter. Dell'antico culto del fuoco tra molle
scalefìnoalla sommità de'balaustri. One- nazioni, inclusivamenle a'greci e roma-
slo è uno de'lempli di cui il dotto Nibby ni, di quello perpetuo che entrava tra' ri-
ci die la pianta e il disegno de'suoi avanzi, ti privati, di sua forza espiatoria, di sua
Tempio dì 1 enere Sallustiana. Caio provenienza dal tempio degli ebrei, del
Sallustio Crispo coll'estorsioni fittene!- suo culto ostinato dopo il cristianesimo,
la propretura diNumidia, che rigidamen- eruditamente tratta il .Martinelli nel t. 3
le condannava negli altri, costruì orti son- della Colle-ione classica o tesoro delle
luosissimi che presero il suo nome, pres- antichità-Ai Cancellieri, Lesettecose fa
so Porle Salarae Nomentatia, che
le tali dì Roma antica, alla di cui conserva-
poi passarono nel demanio imperialee di- zione era attaccata la salute e la gloria
vennero le delizie degl'imperatori, brìi- dell'eterna città, che si teneva per certo
ciati dipoi da Alarico re de'goli nel 4oqdi e infallibile, come notai a Roma, che do-
nostra era. Contenevano [iure il tempio vesse avere perpetua durata, a'dillereu-
di S enere, nome che suol darsi ad una za di tutte le altre, comprendevano an-
sala elitliea superstite. cora il Palladio. Vai iesono leopinioni de-
Tempiodi l espasiano. Chiamalo pu- gli scrittori sopra la qualità e la forma di
re di Tito, L'edificò nel Foro romano il questo famoso simulacro di Pallide, che
fratello Domiziano figlio di Vespasiano, Cancellieri riporta, fra le quali una gran
rimpello a'Rostri e vicino al tempio di Sa- pietra nera. La Mitologia la chiama ce-
tili no, e rimase in piedi almeno fino al lehre statua di Minerva di legno alta 3
principio del V secolo di nostra era. cubiti. La Dea era in atto di camminare,
io di festa nel Foro romano, avente nella destra l'asta, e nella sinistra

Presso al tempio di Castore e Polluce e la conocchia e il fuso : una specie d'au-


il Giuturna.reNuma l'edificò di
lago di toma che da se stesso si moveva. Secon-
forma rotond mei sito corrispondente ove do altri, era dessa fatta della ossa ili Pe
poi suise la Chiesa di s. Teodoro (altri lope. Troia Ilo avo di Pria-
Regnando in
pretesero ove fu edificata \ Chi a di <•. mo, diesi che fosse caduto dal cielo in
:
;medin), per cui dalla sua Ilio, cittadella fabbricata dallo stesso Ilo,

forma crede Nibby che conservi d dianie- inculi e Dardano fabbricava il tempio al-
324 TE M TE M
Ja Dea, dove da se stessa si scelse il sito ma 36 elefanti, essendo
i imminente il pe-
e adattò. Consultato l'oracolo d'Apollo, ricolo di veder consunto dalle fiamme il

rispose che la città si sarebbe conserva- Palladio e gli altri oggetti, a 'quali si ci e-
la, finché quel prodigioso simulacro fos- deva legata la prosperità e l'indipenden-
se restato entro le sue mura. Assediando za di Roma, non curando la propria vi-
i greci Troia, e istruiti che non l'avreb- ta, si lanciò intrepidamente in mezzo al

bero espugnata se uon fosse tolto il Pal- fuoco e gli riuscì di prendere il Palladio
ladio, lodato l'incarico ad Olisse ed a Dio- e gli altri oggetti, che le vestali
fuggendo
mede per rapii lo. Diomede soppiantò la aveano Avendovi perduto la vi-
lasciato.
sagacità d'Ulisse, e se ne impadronì. Di- sta, in ricompensa gli fu accordato il sin-
poi Diomede lo consegnò al troiano Enea, golare privilegio di potere recarsi in coc-
il quale co'Dei Penati lo portò in Italia chio nel senato, e altri onori. Da tale at-

e lo depositò in Lamento (di cui come del- to di pietà verso numi derivò al ramo i

le seguenti a Lazio) e in Lavinio, dou- de'MetellidiL.Cecilio,ii cognome di Pius.


defo trasferito in Albalonga da Ascanio,e Riedificalo il tempio, nel 5.[3 fu sul pun-
poi in Roma da Nuuia e collocato nel tem- to d'essere incendialo di nuovo nella co-
pio di Vesta. Ivi si custodiva nel suo più spirazione de'campani ritenuti iu Roma:
inlimo recesso dalle vestali, che l'incensa- lo salvarono i 3 schiavi,cui fu donata la li-

vano, «è mai si faceva vedere ad alcuno. bertà, e solo perì Atrium Regium atti-
l'

Molle sono le erudizioni riferite da Can- nente al tempio, già reggia di N urna, ove
cellieri sul Palladio, anche bibliografiche. adunavasi il senato ,
giacché noi poteva
Il Palladio acciò non fosse rapilo, era fra fare nel tempio per non essere a tale ef-
diversi fittizi, come il rammentato preso fetto inauguralo, e perché vistavano le

da Eliogabalo e posto nel suo tempio. Il vergini vestali. \ 'era inoltre il bosco sa-
luogo ove custodi vasi, solo in alcuni gior- gro, che dilungavasi sotto la falda del Pa-
ni dell'anno si apriva dinante le feste a latino verso il Velabroe detto Lucus Ve-

onore della Dea, che perciò 7 eslaliaò'ice- stae. In tempo d'Augusto tempio e l'a- il

vansi, a'q giugno. Questo luogo detto Pe- trio soggiacquero a terribile inondazione
nusei'B sagro, ed in esso potevano soltan- del Tevere nel -300701 di Roma, e vi
to penetrare le vestali e i pontefici; on- fece guasti considerabili nelle due fabbri-
de il crudele Eliogabalo commise una pro- che, ludi nel 65 dell'era volgare nell'in-
fanazione, poiché pare che non esercitas- cendio di Nerone vennero consumate dal
se l'uffizio di pontefice massimo, ovvero fuoco, salvandosi il Palladio, co'Dei Pe-
tale incolpazione gli derivò dal suo rapi- nali del popolo romano, secoudo Tacito.
meli lo. Il tempio probabilmente fu arso Ma gli Dei Penati di Troia, pare che si

da'galli nel 365 di Roma, avvicinandosi custodissero presso l'odierna chiesa di s.

i quali le vestali che custodivano nel tem- Maria Liberatrice, che descrissi nel voi.
pio il fuoco sagro, fuggirono a Cere por- XL\ III, p. 20 1, nella Subvelia ocella o-
tando seco le cose più sagre, e quelle che scura e non grande. tempio di Vesta 11

non poterono trasportare sotterrarono fu immediatamente forma rotonda rie- iu

entro vasi nelle vicinanze della casa del dificato da Nerone, ma ancora una volta
flamine quirinale, forse vicino alla cloaca fu preda delie fiamme nel iq sotlo Co- 1

Massima di Roma, sito chiamato poi dai modo, nell'incendio del suddetto tempio
vasi Doliola. e confuso col Monte Testac- della Paceede'più belli edilìzi della cit-
elo. Fu riedificato dopo quella catastro- tà. Allora fu che il Palladio si videa oc-
fe, e arse di nuovo nel 5 12, onde L. Ce- chi nudi, poiché levesfali sacerdotesse di
cilio Metello pontefice massimo,che trion- Vesta, togliendo il tarilo venerato simu-
fatore de' cartaginesi avea portato in Ro- lacro , lo trasportarono rapidamente iu
TE M TE M 325
mezzo alla via Sagra nelle cameredell'ira- a forma di campana, avea cima un
nella

peratore. Sembra che il tempio, per la ri- occhio da cui ricevea il suo lume, come
contata medaglia , venisse riedificato da quello del Pantheon), e solo si conserva-
Settimio Severo del i cj3. Dipoi nel 382 no pochi frammenti del soffitto del por-
per legge di Graziano e de' successoli il tico, fuori di luogo, ornati di cassettoni
tempia fu chiuso e cessò di ardere il fuo- con rosoni, che sono dello stile de'capitel-
co sagro, ad onta delle rimostranze di li. La cella ha 54 piedi di diametro ed è

Simmaco prefetto diRoraa. L'ultima pro- costruita di massi quadrilateri di marmo


fanazione del tempio e del Palladio, co- lunense mirabilmente commessi, sul ba-
me delle altre cose arcane e fatali di Ro- samento e di fuori ornata di bugnato mol-
ma, fu opera ili Stilicene ne' primi anni lo gentile. Si vuole che fosse coperta di
del secolo V. L'edilìzio però probabilmen- cupola sferica ornata internamente di cas-

te rimase intero fino al saccheggio di Gen- settoni e rosoni: la porta e due finestre che
serico re de' vandali nel 455, il quale par- servivano a illuminarlo, ancora si ricono-
ticolarmente depredò i bronzi e scoper- scono. Questo tempio fino dal pontifica-
chiò i tetti coperti di quel metallo; e sul- to di Sisto IV nell'anno santoi475 (co-
le sue rovine fu eretta nel VI secolo la sud- me ho Tello nella lapide marmorea del
detta chiesa di s. Teodoro. pavimento avanti la porta), fu dalla fami-
Tempio di I està sul Tevere. Alcuni glia Savelli consagrato al protomartire s.

con Tito Livio, col Marliano e Martinel- Stefano, come vogliono Pancirolie Mar-
li lo credono di Ercole I incitore, che tinelli, /{uniti ex filmica sacra, poi be-

invece con Nibby ho descritto di sopra e nefizio semplice e tuttora padronato dei
nel Foro Boario, di forma rotonda, com'è Giustiniani, secondo il Combelli: Panci-
quello elegante ch'egli attribuisce a Ve- roli noverò 7 chiese in Roma sotto l'in-
sta Madre, esistente nella Piazzi/ della vocazione del protomartire del cristiane-
Bocca della l erità, quasi di contro alla simo, e Piazza nell' Epierologio di Roma
chiesa di s. Maria in Cosmedm. Panciro- dicet 7 citando Martinelli, ma in esso ne
h ne' Tesori nascosti ili Roma lo dice an- leggo 27 comprese lesuburbane. Fu det-
tichissimo, ed eretto da ÌS'uma; ma con- to s. Stefano delle Carrozze, non dalla
vien credere che fosse poi riedificalo, al- prelesa vicina strada omonima, come di-

trimenti non sarebbe così nobile e di mar- ce Venuti nella Roma moderna (forse a
mi buoni. E perittero-icosislilo, cioè con suo tempo lo era). la quale è ne'rioni Co-
20 colonne intorno; ha in tutto 80 piedi lonna e Campo Marzo, mentre il tempio
ilidiametro, e sorgeva sopra 7 gradini, dei è in quello di Pupa, nome preso per es-
quali ora non ne restano che fondamen- i servi state ne' dintorni leabitazionide'car-
ti. Delle 20 colonne del peristilio o ricin- rettici i, al dire di Panciroli, il quale os-
to interno una sola ne manca, esse sono serva, che siccome Vesta finsero i poeti
ili marmo bianco lunense scanalate, d'or- penetrati ice di lulte le cose interne, e per
dine corintio con base attica senza plin- aver s. Stefano nel martiriocolla vista pe-

to: hanno 3 piedi antichi di diametro e netrati tutti i cieli, e veduto Jesumston-
circa 3o di altezza compresa la base col tem a dextris Dei, perciò meritamente
capitello. 1 capitelli sono fra loro di lavo- pure il no
fu intitolato a suo onore. Ila
ro diverso: la proporzione delle colonne me di s. Maria del Sole, poiché raccon-
e lo >tile delle 1>.im e de' capitelli fanno tasi che verso il 1 G5o passeggiando per la

credere a Nibby essere tempiocontem- il vicina riva del Tevere Girolarua Lenti-
poraneo di Tiberio. L'in la vola mento e la ni nobile romana, vide galleggiar sull'ac-

copertura mancano affatto (Marangoni qua un'effigiedeba D. Verginedipinta sul-


dice che quoto tempio sferico, innalzato la cai la, la prese e portò alla morella. Que-
3a6 TE M T E M
sia In chiuse in una cassa, indi a non mol- allo sgombrarne» to del (empio, e alle pie-
to apertala vide uscir da essa come un ziose ricerche che si fanno da quella dot-
raggio di sole, e segnalandosi quindi per ta società. A difesa del monumento, fra
molte grazie, fu dalla pia dònna posta in le colonne davanti furono posti cancelli di
questa chiesa e denominata perciò s. Ma.' ferro, ed altri in basso lateralmente, per
rìadelSole. Il Bombelli, Raccolta del- conservare la parte posteriore. La chiesa
l'immagini della B, / ergine A. i, p. 65, non è affitto ufficiala, ed appena per la
dice che l'immagine è dipinta sid imito e festa della Natività si accendono alenili
ne riporta l'effigie col s. Bambino in seno lumi nell'altare, oltre la lampada quoti-

in atto d'insegnar coll'indice della destra diana postavi dalla pietà del custode del
la sua divina Madre, reggendo colla si- lempio,e neppure vi si celebra in tal gior-

nistra il mondo. IVprodigi da essa ope- no la ojessa !

rati, il capitolo Vaticano con corone d'o- Tempio di1 iriplaca. AqneslaDea de-

ro a' i 8 maggio i66q coronò le due ina.- stimata a comporre le discordie fra il ma-
magini.ll Crescimbeni, Stato della chie- rito e la moglie, prima dell'epoca impe-
sa di v. Marinili Cosmedin, riporta i di- riale fu sul Palatino eretto un sacello, che
segni d'alcuni [rammenti marmorei del- durò fino alla caduta del paganesimo. L'e-
ia volta del tempio, che attribuisce a Nu- tisiologia del nome Viriplaca è chiara,
ma, e siccome la chiesa era divenuta qua- perchè -deriva dal placarsi degli uomini,
si ignota, Clemente XI la restaurò e ne istituzione leudenteapacifjcarlefamiglie.
ripristinò il culto. Inoltre descrive la ta- Tempiodella I itloria>Su\la cima del-
vola dell'altare maggiore, che crede di- l'angolo settentrionale del nobilissimo e
pinta nel secolo XIV (mi pare che solo celebre colle Palatino fu edificato nell'era
abbia il pregio dell'antichità), e rappie- primitiva o di Evandro, che Dionisio ri-

senta Cristo in mezzo, a destra di s. Gio. corda co'sagi ifizi anniversari chesccondo
Callista e di s. Paolo, a sinistra di s. Gio. il rito stabilito ivi continuavano a fusi
Evangelista e di s. Pietro: nella parte in- nel suo tempo. Il tempio venne riedifica-
tei iore s. Stefano in mezzo, a destra di s. to da L. Postulino edile conile co'dena-
Andrea e d'altro s. Martire, a sinistra di ri dall'ammende, e dedicalo es-
ritratti
s. Lorenzo e di s. Francesco. Perciò os- sendo console nel /pei di Piuma, e die no-
scrva che le situazioni de'santi sono con- me alla salita e clivo del Palatino , che
fuse, e non proprie de' greci e de'lalini. vi si ascendeva dall'arco di Tito vol^en-
Solto a tale dipinto v'f è l'immagine del- do a ponente. Presso il tempio M. l'or-
la C. Cambino, che a me
Vergine col s. ciò Catone nel 55f) consigiò un'edicola
puresembrami colorita sul muro, con co- della Vinaria J ergine per voto. fatto. Il
rune d'argento, essendo slate derubate le tempio rimase almeno fino al devaslalo-
auree, nell'unico altare di marmi colora- re incendio Neroniano.
ti. Informi muri coprivano gl'intercolun- De' templi del vero Dio,
ni, e meschine fabbriche erano stale fat- Tempio di Gerusalemme o di Saio-
la dentro il portico; deformità tolte nel mone, e de' Templi degli Ebrei. L' u-
iSio, allorché la parte antica e ben con- diverso lutto è un tempio che Dio rieoi-
servata del tempio rimase interamente pie della sua gloria e della sua presen-
scoperta, e cos'i resta più vaga la vista di za. Nondimeno gli uomini gli consagra-
questo bel monumento, uno de'pochi che rono in tulle l'epoche ile' luoghi eh' E-
quasi conservasi nella sua integrità, alme- gli onorò d'una presenza speciale. Fa- I

vo in buona parte. La romana accade- Inarchi gl'innalzarono aliai in que'h'io- i

inia d'archeologia lo tolse ad impresalo! ehi dov'era loro apparso. Tempio del Si-
niotlo: In aprieum proferetj alludendo gnore per eccellenza si chiamò quello e-
T E M TE M 32 7
tli/ìcato ni vero Dio dal re Salomone in o Nino Giovane, fondatore dell'impero
il

Gerusalemme. Lo descrissi in quell'arti- degli assiri, che l'avea soccorso; e dono


colo o voi. XXX, a p. i 3, 1 ), 17, lino alla d'aver spinto l'empietà fino ad innalzare
p. 29. a Tabernacolo, ad OBACOLO, e 111 altari profani in ogni contraila di Gei u-
tutti gli altri die lo riguardano per le Mie salemtne, fece chiudere il tempio. Re Im-

partì e pelsuo culto e ritoj e per questo zechia,che avea ristabilito il cultodel Si-
e pc'suoi ministri negli articoli Saghifi- gnore nel suo tempio, nel 3a 78 fu obbli-
zro, Sacerdote, Sommo, Leviti, Decime, gatodi consegnar tutte le ricchezze a Sen-
ed in tutti (pianti in essi citati. Solo di- nacherib re d'Assiria, per potersi sottrar-
rò, che questo magnifico edilizio superò re col suo popolo alla schiavitù: in seni-
in sontuosità tutti i templi innalzati lino to procurò in ogni maniera di ristabilire
a quel punto all'Essere supremo, poiché il tutto nel suo primiero stato. Re Planas-
si propose Salomone, che il tempiodel Si- se nel 33o6 profanò il tempio, collocan-
gnore non avesse altro simile nell'uni ver do degl'idoli nel l'atrio di questosagroedi-
so. Salomone v'impiegò sì strabocchevo- anche nello slesso tempio fino al
fizio.ed
le copia di denaro, che sembra di presen- 3328, epoca in cui Dio permise che quel-
le incredibile, se il traffico ch'egli facevi l'empio principe cadesse nelle mani di As-
colta Indie e le coste dell'Africa per mez- saradonc re degli assiri, che avea traspoi -

zode'porti del mare Rosso, non assegnas- tata la sede dell'impero, ed ove fu coli-
se la vera origine di tante ricchezze, ol- doltoco'ferria'piedi calle mani: riconob-
uno a
tre quelle lasciategli dal padre, in he però egli il suo delitto, e ritornato che
immensi materiali preparati per elevarlo, fu dalla cattività ne'suoi stati, riparò al-
i'iìi di 200.000 operai furono impiegali le sue profanazioni. Re Giosia nel 338o
per spazio di 7 anni, tanto nella fabbri-
lo procurò con tutte le sue forze di ristabi-
lì, quanto nel trasporto de'materia]i,e nel lire gli edilizi del leni pio,e proibì chel'Ar-
taglio delle piante nelle foreste del Moti- ca venisse d'or innanzi portala da unluo-
/c Libanoj altri diminuiscono il numero goin unaltro, com'era stato fallo prima,
degli operai a 160,000. Il vastissimo re- Iltempio preso, spoglialo e distrutto da
cinto indicalo dagli autori e seri libri sa- Nabucodònosor re d'Assiria, Ira gli anni
gri sotto il nome di Tempio, consisteva 3409 e 34 6, restò sepolto sottolesuero-
1

in molte corti e fabbriche destinate non viuefinoal 34G8, esussistè in quello sla-
solo n'sagrifìzi e alle preghiere, ma anco- to sino al tempo in cui Ciro re di Persi 1

ra all'alloggio de'sacerdoti, de'leviti e di dopo aver sottomesso medi e babilo- i i

tutti coloro ch'erano attaccati al servizio nesi alla sua ubbidienza,


a istanza di Zo-
del tempio, presso questo adunandosi il robabele permise Ebrei dà ritornare
agli
gran Sinedrio 1 1 ./ o senatodegli antichi in Giudea e di rifabbricare il tempio del
ebrei. Di tulio trovasi la descrizione nel- Signore; ma non venne ristabilito inte-
la Scrittura sagra. tempio fabbricato
ì\ ra mente se non nel 3480, in che ne fu fa t-
da Salomone solfri molte rivoluzioni, che ta la nuova dedicazione sotlo Zaccaria e

descrive la stessa Scrittura. Nell'anno del Aggeo profetica Neeinia Aquestidunque


- te red'Egitto prese Gè- col favore d'Artaserse Longimano re di
rusalemnie e porlo via i tesori del tem- Persia, fu permesso di compiere la riedi-
pio. Nel >i j
(
> Joas re di Giuda raccolse ficazionedel a." tempio, al quale sia per
molto denaro per fui: le necessarie ripa- mezzo di Esdra avea d re offerto donali -

razioni al tempio, e tale lavoro fu comiu- vi. N eetnia avendo mandato poi a
cei ci-
cialoseriamente due anni dopo. Achaz re re il fu ... che ardeva nell'aulico
di ('.nuli dopo il 3 '.li
ì spogliò il tempio tempio e che aveano nascosto
i sacerdoti
per inalidirne 1 lemuri a Teglutphulasar iuuu.pozzo asciutto e profondo prima del-
3^8 T E M T E M
la schiavitù di Tìaljilonia (delle schiavitù voce di Dio, finché successe il erari fatto
degli ebrei parlai a (Giudea, Siria e Sem a- salutare per tutti, dell' incarnazione del
vo),enonavendovi trovato che un'acqua Verbo. Imperocché nella morte del Re-
fangosa, la fece spandere sull'altare, e le dentore, squarciatosi da allo in basso il

legna bagnate dall'acqua stessa si accese- velo del tempio posto avanti ili. laber-
10 appena compari il sole. Questo mira- nacolo ov'era il candelliere, la mensa e il

colo essendo venuto in cognizione di Ar- turribolo, cioè quello che separava il pò-
taserse, egli fece circondare da un muro polo da'sacerdoti, l'altro coprendo il Sent-
ii luogo ov'era stato nascosto il fuoco sa- età Sanctorum, fu veduta uscire dal tem-
gro, ed accordò a 'sacerdoti grandi privi- pio una colomba, come asserisce s.Efrern.
Jegi. Iltempio profanato di nuovo da Ad- In quell'istante ancora il Terremoto [J.)
tioco Epifane nel 383^, venne purifica- fececadere l'architrave del lem pio; ed Eu-
1o da Giuda Maccabeo, e ristabilito co- sebio testifica obesi udironogliangeli pre-
me meglio potè nel 384o. Riedificato da sitlenti del tempio dire: Transeamus ex
Zorobabele, venendo a patire nel suo ma- his sedibus. Finalmente nell'anno 70 di
teriale, continuò in quello stato fino a che nostra era, fatalmente fu ridotto in cene-
Erode il Grande pensò di rifabbricar- re da' romani e del tutto distrutto, allor-
io interamente, ma assai diverso dal i.° che Tito presa Gerusalemme, la sgrazia-
in magnificenza , bensì sui di lui fonda- ta città fu incendiata, contro la sua vo-
menti. Gli ebrei sotto il nome di 2.° lem- lontà. Così fu adempita la predizione di
pio intendono tanto quello di Zorobabe- Gesù Cristo, il quale avea assicurato, che
le, quanto quello rifatto da Erode. Però non vi sarebbe restata pietra sopra pie-
per la presenza di Dio nel Tabernacolo, tra, eziandio ue'fondamenli. In odio dei
bisogna attenersi a quello di Salomone, cristiani sforzandosi Giuliano V Apostata
che conteneva 5 miracoli o meraviglie : di rifabbricarlo, dagli scavati fondamen-
1. VEfod (1 .) detto la veste sacerdotale, ti uscirono fiamme, che uccisero gli ope-
ossia P l rìm e Thummim, con cui vesten- rai, onde abbandonò l'impresa. Molti an-
dò il sommo sacerdote, mediante il Ra- lori scrissero e pubblicarono la descrizio-

zìonale (/ .) conosceva le cose arcane, e ne de! meraviglioso tempio di Salomone,


riceveva una divina illustrazione di men- fra i quali Retando, Antiq. sacrae vet,
le. 2. Il dono della Profezia (J.) fre- Ilebr. par.i,cap. 6 e 7; Prideaux, Hist.
cjuente finché durò il tempio di Salo- des Juifs, t. 1; il p. Lami, Introduzione
mone. 3.° L'Arca santa dell'alleanza, del allo studio della s, Scritturajò. Calmet,
Testimonio o del Testamento (T .), di cui Dissertalion sur les Temples anciens ;
anche riparlai all' articolo Tabernaco- e più dettagliatamente il gesuita p. Vil-
lo. 4-° La presenza di Dio tra' cherubi- lalpando, InExechie lem explanat. et ajh
ni che colle loro ali coprivano l'Arca, la paratus templi Hierosolymitardj Wal-
quale si manifestava, rispondendo a vo- ton, Bibbia, ma è un estratto del prece-
ce chiara, sopra ciò che veniva consulta- dente, il quale servì di guida a tutti gli
lo, per cui appellavasi V Oracolo di Dio. altri posteriori; Martinetti Collezione
,

5° Il miracolo del fuoco celeste, che con- classica. 1.3. Siccome poi tultociò che ne
stimava le vittime. E dunque fuor di dub- dissero i rabbini fu ricavato dal Talmud
Lio la presenza di Dio nel tempio di Sa- (/ .), il quale fu composto mollo dopo la
Jomone. Avvenuta per altro la cattività rovina del tempio di Gerusalemme, così
d' Israele, cessarono le 5 meraviglie, e non vi si può prestar fede alcuna. iXèdo-
J'ovesciato il tempio da'babilonesi, l'Arca vrà meravigliare che tanti scrittori non
venne occultala, uè mai si saprà dovefos- sieno fra loro d'accordo in tulli i dettagli,
se trasferita. Tacque dopo quest'epoca la essendovi molte cose che doverono indo-
T E M T E M 32 9
vinnre per semplice congettura, La Scrit- dono di possedere il vero tempio del mon-
tura fa menzione di altri le tn I i degli e- te Ganziti) e la vera legge, e perciò sono
In ei, come quello che Sannabalal costruì nemicissimi degli su diche può
altri ebrei,

sontuosamente nel monte Garuino in gra- vedersi del poliziotto Giobbe Ludolfò, E-
zia di Manasse suo genero,fi atello del Mim- jn ululiti- Samaritana^ Sicliemitarutn ,

mo sacerdote Jaddo, che conilo la legge llelstedii 1G88. 1 samaritani sichemili sa-
ne avea sposata la figlia e perciò stranie- g ri fica no in certe lèste nel monte Gali-
ra: cos'i apostatando dagli ebrei si accostò zia), osservano il precetto circa il modo
a 'samaritani, quali non a rea no in conni-
i di mangiar l' agnello pasquale, e fanno
ne cogli ebrei i sagri Ozi e le cer emonie nel molle altre cose prescritte dalle leggi di
tempio; e così facendo scisma si chiamò Mosè, e tralasciale dagli ebrei dopo la di-
sommo sacerdote, e die origine a costan- struzione del tempio. Giovanni Eli 1 per lo,

ti contrasti fra gli ebrei e i samaritani. L'e- De gioì ni Templipòsteriorisjnseiita nel


rezione del tempio samaritano si riporta Li del Thesaurus novus theologico /Jii-
all'anno del mondo 3633. Poco durò ivi fo/og\,Amstelodami 7 32, prò va con pro- 1

il culto di Dio, poiché Antioco Epifane fonda erudizione ebraica, che inutilmen-
lo consagrò a Giove Ospitale, e Giovanni te gli ebrei cercavano la presenza di Dio
li cano I redi Giuda lo rovesciò dopo 200 dopo ili. "tempio, giacché non potevano
anni, colla città di Samaria l I .1 capita- trovarla che nel Messia, che fu il tempio
le del regno d'Israele dopo la separazio- posteriore del Dio vivente. Privati gli e*
ne delle Tribh% da quello di GiudeaoGìu- brei ilei tempio, restarono colle Sinago-
da. dopo essere slate residenza de' re d'I- :,/»(/'.). luoghi di radunanza, di orazio-
sraele Sichem, poi Napoli o Napoluza ni, diprediche e altre spirituali funzioni,
(/ .). e Tbersa. Erode il Grande restau- però piene di superstizioni.
rò Samaria che chiamò Sebaste, e prete- Tciiipio cheesi [iure la Chiesa de'cri-
se rifabbricare il tempio, per contentare sliani dedicala a Dio Signore, sotto l'in-
i samaritani scismatici degli ebrei: il tem- vocazione di Muriti Vergine o de' San-
pio poi da Erode rifabbricato in Geru- ti. Dice il / ocabolario dell'arti del di-
salemme in 8 anni, e che vi si duiò in lut- segno, aveano templi, noi per
gli antichi

to a lavorare per .jl) , lavorandovi forse lo più non abbiamo se non chiese. Il tem-

8000 persone, fu profanato di notte dai pio dovrebbe essere costrutto di grandi
samaritani, spargendo ne' portici ossa dei pietre riquadrale, decorato di un solo or-
morii, e cosi per lutto il tempio, indispet- dine, posto su di un basamento con po-
titi perchè il re Tolomeo Fiiometore a- chi scalini, con intercolunni tutti eguali,
« sentenziatoprimato tra'due templi il con un solo frontespizio che lo rendesse
in li sore del gerosolimitano. Si parla an- RUgusloe maestoso. Entrando, si dovreb-
che d'un tempio fabbricato da Onia figlio be scoprire tutto al momento; non vi do-
del sommo sacerdote Onia 111 in Egitto, vrebbero essere cappelle sfondate,cbe gua-
colli permissione ilei Tolomeo Fiiome-
re stano l'architettura prospettiva (non
e la
tore, ma fu tenuta prevaricazione. A que- cupole, dice il non ornamenti i-
Milizia),
sto può aggiungersi quello che indica E- nutili, non grossi pilaslri, che uuocono al-
cdleo, De Judaeis, cap. 6, in Gerusalem- la vista e al comodo; ma colonne isolate,

me ne tempi suoi. Ma inutilmente si cer- tutte dello stesso ordine. Ma tra noi, ben-
ca iti questi templi la presenza di Dio, co- ché moltiplicato sia straordinariamente il

me eia in quella di Salomone, poiché i numero delle chiese, non si faranno mai
libri santi non li riconoscono per legitti- templi dignitosi, finché il cullo non saia
mi templi ilei Dm vivente. Sussistono an- ridotto alla sua primitiva santità, purità e
che ogg.di i samaritani siihemiti, che ci e- semplicità. A quest'ultime equivoche prò
33o TEM T E RI

posizioni, gli oppongo gli articoli Discipli- lene i55i. Filippo Picinelli, II mondo
na ecclesiastica, Liturgia, Uno e gli al- simbolico ossia università d? imprese
tri analoghi. Piuttosto devesi declamare sedie, spiegate e illustrate, con sentcn-
contro que'ujódemi architetti, che nell'e- ze e erudizioni sagre e profane, Mila*-
rezione delle chiese portano l'espressione noi653. Godon Saint-Jean, Essaisurle
dell'indifferenza religiosa che deplorabil- Symbolisrne architectural des eglises3
niente domina in questo secolo XI X. Poi- Caen i8'l7. Dizionario d arclieo logia '

che taluni le formano senza affatto tipo re- sagra, il quale con/iene per ordine al-
ligioso che muova a venerazione, ma con fabetico cognizioni sicure e complete sul-
forme, simboli e ornati da sale di piacere, le antichità e le arti ecclesiastiche, cioè:
hallolUsano ornati a vaporedi
di teatro, di V architettura, la scultura, la, pittura,
breve esistenza, carichi di poco durabili il musaico, lo smalto, i vetri, V- ori/iee-

decorazioni. Ormai non vi è più la mae» ria, la ceramica, con descrizioni ed am-
slosa semplicità, ed i sobri e i dignitosi or- maestramenti estesissimi su tutte le par-
namenti propri della chiesa di Dio, del san- ti dello addobbo di chiesa, come alta-

to luogo (li orazione. Diversi scrittori e- rì,fontibattesimali, cattedre, stalli, cori-


inclitamente trattarono dell' idea vera- fessionali, vasi sagri, vesti ecclesiastì-
inente mistica e simbolica delle chiese, che, ec. compilato dal sig. r ab. Bouras-
corroborata da'passi della Scrittura e de' sé, Parigi 18Ì4 presso l'ai». M'fgne. Se ne
Padri, e provando non essere altrimenti dà contezza negli Annali delle scienze re-
derivala dall' immaginazione de' model- ligiose, 1. " serie,
t. i3, p. 3 4, quale in- 1

ni, come pretesero alcuni, ma in vece o- trapresa dell'infaticabile editore di Pa-


riginare dalle venerabili prescrizioni del- trologia, lab. Migue. Si loda la compi-
la Chiesa. All'articolo Simbolo e Simbo- lozione quale miniera d'inesauribile eru-
lica cristiana, dichiarai che il cristiane- dizione, si encomia l'opera perla sua li-

si mo ebbe ed hai suoi simboli e la sua sirn- tilità, salvo in alcuno degli articoli, ove
bolica con diversi e belli significati, trai- può facilmente rettificarsi alcuna asser-
ti non meno dall'anticochedal nuovoTe- zinne. L'estetica, propriamente scienza
stamento, pel confronto tra la figura e il delle sensazioni, ora si è applicato il suo
figurato, adombrata e preparata nel Te- nome alla filosofia delle belle arti, o al-
stantentó Pecchio, e verificata e perfe- la scienza di derivare dalla natura del
zionala nel Testamento Nuovo {} .). Che gusto la teoria generale e le regole delle
i cristiani ebbero per tempo una sim- arti del disegno. Il eh. architetto e inge-
bolica assai ricca, e ne' loro templi e al- gnct'e milanese Annibale Piatti, Tratta-
tri luoghi di cullo dierono occasione ad to teorico-praticoper l'erezione de' sa-
una serie speciale di rappresentazioni grì templi, Milano 1846, nel riassunto
simboliche e mistiche, onde i simboli sui conclusionale sulla composizione delle
sagri edilìzi presero un grande svilup- chiese, avverte che osi riguardi il nume-
po, massime ne' monumentali; e che ro e la natura, e la varietà delle sue par-
gìi studi simbolici sono intrinsecameli- ti componenti tanto in se stesse, quan-
te necessari agli artisti, di molti de' qua- to relativamente; si riguardi il modo di
line resi ragione, e tutti formati per- compartirle con certo e giusto ordine; <j

che si tenesse sempre avanti agli occhi le pure si consideri, che ha ila comporre
si

verilà della cristiana religione mediatile e tener insieme in una sol massa ed in un
diverse rappresentazioni e ornamenti de- corpo più cose con buona unione, e con
colativi delineati, scolpiti e dipinti. Agli stabile congiungimento; sempre egli è di
autori ivi riportati, qui aggiungerò: L. G. necessità, che il lutto partecipi e abbia in
Gyraldi, Aenigmàta et Symbola, basi- se della forza, e relazione d'ogni parte, a
TEM TEM 33
cui congiunge o si mescola, odi cui si
si la solidità della fabbrica, se il richiede
compone, che altrimenti per la discordia la qualità dell' architettura, impiegarvi
e per la disconvenienza combatterebbero qualche lavoro di genere o dorico, o jo-
assieme, e si distruggerebbero. Tuttociò ideo, o corintio. Aggiunge, che per mas»
quanto sia difficile ad ottenersi, non crede sima generale le chiese nella loro corni-
cile vi possa esser alcuno che non lo sappio; 7 ione debbono tenersi ni più semplice che
ma tempo crede ancora, che
nello stesso sia possibile. Esse differiscono da'tempii
nessuno vorrà ignorare essere una cosa *s- degli antichi, i quali ammettevano i -<a-

senzialissima al bello e olla perfezione del- cerdoli e gl'iniziati nel sagro recinto, meri-
l'edilìzio. Avverte inoltre, che la compii- tre il popi. lo rimaneva sotto il peristilio
cazione e troppa composizione delle parli o nelle adiacenze. Le chiese cattoliche so-
dec fuggirsi ancora per un'altra ragione, noordinariamentedivi$ein4parti*. il por-
la (piale è questa. Il line delle chiese ri- lieo, le navi laterali, la nave di mezzo, ed
cerea, ehe (piando vi si entra vi si scur- il coro. Quanto alla forma si distinguono
gauo le cose in maniera che spirino un soprattutto le chiese a croce greca, cioè
cerio raccoglimento di mente, e diriga- costruite a 4 lati eguali, dalle altre a ero*
no il riguardante alla modestia e alla ve- ce latina, in cui uno de'lati è più alimi-
nera/ione. Converrà dunque schivare tut- goto, ed è questa forma più ordinaria
la

tociò che può distrarlo da queslo,oim- tanto nelle chiese del medio evo, quanto
pedi rio ; e perciò sarà necessario che la nelle moderne. La forma d'una croce sa-
(luesa non sia composta di parli ascose, rà sempre preferibile, come quelle de' tem-
o sì moltiplicale, che imprimano voglia pi apostolici a noi tramandate, e come
di divagarsi, o ne mostrino bisogno; uè scorgesi nellesagre basiliche maggiori ro«
ad ogni passo lo spettatore trovi una no- mane, mentre la forma rotonda In piò in

vita, ed una .sorpreso come in uno villa uso ne' templi degl' idoli. Nel t. 3 degli
di delizia, per cui venga incitato rag- Annali delle scienze religiose, 2." serie,
girarsicon irriverenza e disturbo. Laon- p.3oo,si dà conto della Lettera aldiret~
de sarà sempre un buonissimo principio tore dell'assemblea generale della chic-
quello, che al primo entrare in una chic- sa libera di Scozia, del vescovo Gillis,
sa conosca subito in generale la sua co-
si Edimburgo 1 846. Parlando dell'archilei-
Minzione, e quali possano essere le sue turo ecclesiastico, a cagione d'una chiesa
parti: come per esempio, se è quadrila- eretta da'presbiteriani di Glascow in isli-

lera, o in croce greca o latina, e di (pian- le antico decoralo inglese, in cui spicca-
le navi, e se ha cupola, o (piai altra for- no in alto sulla gran porta le statue (le-
ni, 1, e qual sii l'ordine e l'ornalo, e do- gli eresiarci)! Lutero, Knox, Calvino e
ve Meno le cappelle, e le altre cose SO mi- Melville, e intorno quelle d'altri Prote-
glianti. Di più avverte principalmente, stanti (J^.) santi in pietra, rimproverò a*
che nella fabbi ica e nell'ornato della cine- protestanti che da'granai ove predicava-
sa, delle cappelle, dell'altare o di qualun- no, migliorando gusto, con disonesto pia-
que altra parte che abbia relazione all'u- gio resero l' incinteli ma caltoiica segno
so e al decoro della chiesa stessa, non si e divisa di loro conventicole, prendendo
esprima o rappresenti alcuno qualsiasi la- a prestanza le decorazioni cattoliche per
v'oro che sia alieno alla pietà calla l'eli- travisar l'antica fede da queste simboleg-
gione,o vera mente profano, deforme, vo- già la Successore degli antichi vescovi cai-
luttuoso, turpe od osceno, o che in fine toliei , diesi gloriavano d'essere gli ar-
ostentaudo popolare magnificenza di- (Inietti delle proprie cattedrali, rampo-
stintivi di famiglia offra l'aspetto di ope- gnòi settari presbiteriani,che sarebbe mal
ia gentilizia. Ciò non pei lauto si putrii per inlesa tolleranza il concedei loro il ori
33i T E M T E M
gio d'impunità nel procurared'ingannare lo, laute mani in tempi così diversi ser-
i semplici del paese, e indurre a poco a pò- v'irono ad un sol pensiero: non un fre-

co gli altri a dimenticare che tutta la ma- gio, non una guglia, che non abbia un
guilicenza nell'arte dell'edificare chiese è significalo, equeste idee individuali si con-
proprietà esclusiva di cpiel mondo catto- sodarono a compiere nel tempio cristia-
lieo di cui centro è Roma. L'architetlu- no il concetto generale della chiesa.» La
ra cristiana di qualunque stile non mai si Vergiue, posta sul punto culminante del-
acconcerà di buon garbo alle proporzio- l'edilizio, cinta da più basse guglie sor-

tii presbiteriane: la sua grandiosità di l'or- reggenti stelle, simboleggia la gloria ce-
rne, la bellezza de' suoi ornati rampollò leste della Donna a cui il tempio è dedi-
da una scuola di domina troppo più e- cato, e a cui gli astri sono sgabello. Gli an-
ievala che non è quella di Calvino; e Par- geli disposti a grado a grado, figurano i

te sua deve sempre rimanersi ancella a cori che dintorno innalzando canti festo-
ni! ella teologia che le die nascimento. O- si, tributano a Maria riverenza ed omag-

gili cattedrale gotica era per così dire un gio. E santi eretti su guglie minori
i e ,

allodi fede in pietra, che testimoniava l'è- i guerrieri che la spada consacrarono al

sistenza d'un mondo credente in realtà e culto di Dio, e gli apostoli che chiama-

noii in figura,e che alto annunziava il quo- rono la gente alla luce della fede, e mar- i

tidiano adempimento sui suoi altari di tiri che versarono il sangue a testimonio

quella sagrosanta parola che a'protestan- del Vangelo, collocati sulla piattaforma del
ti non è più dato d'ascoltare: Prendete tempio, rappresentano la base della Ghie-
e mangiate: questo e il mio Corpo. I pre- sa trionfante. E la storia del popolo e-
tesiriformali della sedicente chiesa libe- breo, negli ultimi posti dell'edifizio.figura
ra di Scozia (ì".), devono credere, come il trionfo che la Chiesa di grazia riportò
credevano e credono cattolici innanzi i , sulla Chiesa di natura e della quale è una
che pòssino fabbricare come cattolici, i gloriosa figliuola. E le guglie aeree ardi-
Non devono uscir fuori della falsa chiesa ta mente slanciate verso il cielo, leggiere e

presbiteriana, ma sì fuori della riforma trasparenti, traforate in minutissimi iata-


avanli che possino aver la menoma pre- sono un'emblema de' voti che i fedeli
gli,

tensione all'ecclesiastica architettura; de- dalgrembodellaChiesa innalzano alla fon-


vono credere la reale presenza del divi- te del bene; sono un'immagine delle aspi -

no Signore nella ss. 2?«carisfcìz,altrimen- razioni intime, che esalano verso il cielo;
ti le pietre non intenderanno quando si la varietà della forma delle sculture de-
vorrà alzarle maestose. Essere poi stra- gli ornati ritraendo la varietà della crea-
no e riprovevole d' innalzare un mono- zione e l'unità che tutto in un sol corpo
mento al fanatico gran riformatore Knox collega, mostra L'unica origine eli quest'o-
nel silo stesso ove dimorò, cioè una cine- pere: e lino la luce che penetra attraverso

sa di architettura pari a quella della chie- le retriere colorate co'fasti de'saoti e del-
sa contro cui egli infierì dovunque con un- l'Uomo incarnato, fanno intendere lame-
nico zelo ! Il cav. Ignazio Cantù, egregio diazione diCristo e degli eletti tra l'uomo e
scrittore, a p.108 della sua Cronaca pub- il cielo. Si gelti anche uno sguardo alla cat-

Micò un bell'articolo suN Estetica, e ra- tedraledi s. Pietro, per rinvenire altresì il

giouando dell'idea mistica delle cattedrali concetto altissimo dell'artista. Va a vecler-

del medio evo, dichiara il tipo più perfetto la al tramontar del sole, ch'è forse l'ora più
della simbolica architettura di tal epoca favorevole per giudicare questo magnino-
la cattedrale di Milano; che sebbene dal co poema d'architettura, poiché in quel-
li 383 a noiun numero prodigioso d'ai'- l'istante il basso della nave è leggermen-
te ti vi concorse a condurla a compilimi- te avviluppato nell'ombra, e l'altare del-
T E M T E IVI 333
la confessione di s. Pietro, le vetriere clic Quale n'è la coudizione? Quella vasta ita-
lo illuminano trapassale da'raggi clorali vaia, colle sue cappelle laterali a forma di
della luce conciliano alla basilica una mae- cioce, e che rappresenta il corpo di Cristo

sia,una grandezza meravigliosa. L'idea nella sepoltura, quel mistero, quella se«
predominante fu di mostrar che la cine- mi tenebrìa, quella Ione principale, che,
sa cattolica, nella sua spiritualità, lelati- immagine della spirituale autorità, si al-
vamente all'altre religioni, sta come la za tra le nubi? tutto questo non dice che è
chiesa di s. Pietro in confronto agli edi- l'edifizio dello spirito eolla materia? Fac-

fizi ond'è circondata, cioè luogo ele\alo, ciamoci innanzi. L'architetto non ha fat-
pacifico, luogo di riposo, ove doviehbe- to tutto. In questi nicchi alhergano sta-
ro ni 01 ii e tutti i movimenti più agitati lue, quasi popolo di pietra natone! uio-
dcgl' interessi della terra. Di falli la Cine- numento. 11 pensiero scritto nelle volte e
sa nella mente dell architetto è, rispetti- ne'pilastri si presenta più chiaro negli at-
vamenle all'universo, ciò che s. Pietro è li, nella postura e perfino nel panneggia-
rispetti vanente a Pioma. Come la Chiesa mento di questi personaggi. Ile, vescovi,
penetra sotterra, si elc\a ne' cieli, tende imperatori, che leggono eternamente ne'
lesuehraccia ad accoglici e tutto, cos'i que- loro libri di pietra, raggiano lutto il me-
sto tempio maiala le sue fondamenta si* destino spirilo. Qual macerazione! quale
no alle viscere della terra, eleva la sua cu- umiltà! qual divozione! Una è l'anima che
pola maestosamente ne'cieli, e col vasto respira nellefci me della scultura e in quel-
colonnato diesi allunga circolar mcnle di- le dell'ai ehi lettura. Né basta. La casa tic-I-
nanzi, tende le braccia a tutto l'universo. l'Invisibile non è sólamente un'opera d'ai>
In forza di questo concetto complessivo chilelli e di slaluarii; anche i dipintori vi
scompaiono tutte le nozioni dell'arte, o hanno adoperatala mauo. Il tempio è ri-

piuttosto tutte le magnificenze dell'arte, vestilo internamente de'loro freschi del


ricevendo da questa incomparàbile basi- X11I e XIV secolo. Questi saranno o le
lica più splendore di quello che essa nou invetriate del nord, o i musaici bisanli-
riceve da loro. E ciò e si vero che il ha- ni, o piuttosto le pitture eh Giotto, di 13uf-
rocchismo che potrebbe rimprovera-
si falmacco, dell' Orcagna, del da Fiesole,
re a molti monumenti
e a molte statue, nelle chiese della Toscana. E ivi ancora

si perde nell'imponente maestà dell'unto- qual culto ha la passione delGolgola! Qual


ne, nello splendore dell'umanità. Ecco il regno ha lo spirilo! Qual elevazione fuor
fitto; ora il simbolo Comes. Pietro èia — della materia e del corpo! Partili che mal
capitale di Roma, così Lorna è la capi- saprebbe l'uomo insinuarsi più oltre net-
tale dei mondo spirituale. La fondazione l'impero dell'anima; eppure non ho an-
eli questa città discende fino nelle visce- cor terminato, e vi sono ben altre mela-
le della storia, e qui da per lutto senti u- viglie. La cattedrale è mula, ma tosto li-

na voce cattolica che parla all'anima. Pos- dremo the parla, e la musica farà coro-
siamo ad essa in modo speciale applicare uà alle arti sorelle, e sino alle silenziose

le seguenti parole così espressive che un volle s'innalzerà il canto. E quale saia?
illustre uomo applicava a tulle le chiese 11 canto gregoriano, e l'espressione di que-
del medio e\o: Figuriamoci, dice Quinet, ste liturgiche melodie è talmente con for-
ai pensiero una cattedrale. Ln numero me a quella del monumento, che voi di-
prodigioso d'artisti concorse a condurla reste i canti diffondersi dalle labbra del-
a termine. Tutti senza conosceisi.con mez- le statue, e dal vario popolo dell'invetria-
zi differenti, hanno espressa una mede- te e denotili, come da un gran coro di
sima idea; e l'arte pi uua.quella che a tutte esseri soprannaturali." Negli articoli Go-
le alti e è foudainculo, ai è l'archilellura. Ti, S\ Em, e iu quelli che descrissi le cine-
334 TE M TE M
se e altri edilizi, fabbricati con gustò go- chiamano, il die più volle notai. Nel Vo-
tico, ogivale, d'archi acuii, composto, o cabotano delie arti del disegno, t. r,lib.
arabo tedesco, dichiarai ch'è un nome da- i,cap. x: Dell' architettura gotica e sos-
to forseimpropriamente ad un gusto in- soriica,s\ dichiara, che nulla di più impro-
trodolto nelle arti dopo la caduta del firn- prio, secondo alcuni, del nome dato a que*
pero romano, che fu disti ulto da'goti e da St architettura. qualora non voglia riguar-
altri barbari venuti dal settentrione. La darsi come invenzione de'goli. lmpeioc-
rozzezza e la magrezza delle forme, i toni che ivi si dice, caduto il romano impero,
crndi,i colori interi e non rolli ,n è ili gì a da- cadde ancora il buon gusto dell'arie, e gli
ti, le lìgurecorleesenza molo,i capelli trat- artisti ignoranti o incapaci a mantenere
latigrossolanamente ed panneggiamenti i le belle proporzioni degli antichi, cotuin-
inflessibili,glialberìfigurati diversamente ciàrono a costruire edifizi che si avvici-
da quello che sono nella natura, costituì- navano al gotico fino da prima dell' ùi-
scono caratteri della pittura e della scul
i vasione gotica. Abbandonata la semplici-
tuia nell'età in cui il gusto gotico domi- là dell'architettura, trascurato lo studio
nava. L'architettura tuttavia di que'tetu- della scelta e dell'economia degli orna-
pi, ch'è forse più saracena che gotica, in menti,- non si volle più ragionare sull'u-
una certa sveltezza e leggerezza che ari- lilità reale, o sulla convenienza de'diversi
milizia l'ardire, mostra alcune bellezze, membri architettonici, e si sostituì a quel-
Per lechiese poi il gusto gotico riesce mae- l'aspetto di solidità, che tanto lusingava
stoso, imponente, simbolico e di voto; por* l'occhio negli autichi edifizi, una manie-
la un'impronta misteriosa e religiosa. So- ra di costruire capricciosa, ardita e leme-
slengono alcuni che la tendenza delle for- rana, che a prima vista poteva sorpren-
ine ogivali quando si applica alle chiese dere ed intimorire lo spettatore. Quindi
cattoliche, sembra che meglio si addica agli angoli rei ti, alle forme circolari, sot-
per le sue sublimi colonne, eccedenti in tenlrarouo angoli acuti e segmenti (osem-
altezza le co munì classiche dimensioni del- menti, parti d' un cerchio composto tra
1 architettura greco-romana. Poichèdico- qua hi voglia a reo e lasua eorda)ancora più
no, che gli archi acuminali come fiamma acuti di curve irregolari. Da principio si ap-
simboleggiano le preci chesielevanoal eie- poggiarono volte immense sopra pilastri
lo, avendo l'architettura cristiana il prò- massicci e pesanti; poscia si elevarono vol-
prio carattere del simbolismo. Ordine go- te alliscine sopra fasci, o riunioni di co-
lico si chiama quella costruzione di ma- lonne leggerissime, ed anche incavate. Gli
ni era tedesca, di proporzioni non punto angoli divennero tutti obliqui; le inter-
simili a'5 ordini dell'architettura antica, sezioni (tagli scambievoli di dueo più li -

cioè dorico, ionico, corintio, toscano (for- nee, e i punti dove due linee s'interseca-
ste anteriore a' eletti de' greci), romano o noi delle curve furono accompagnate da
composito; ma di stile barbaro, con co- maschere goffe e ridicole; ìe colonnette ed
lonne sottilissime e lunghe olire misura, ipilastri furono coperti di fogliami biz-
av volle spesso, ed in più modi snervate e zarri e di animali fantastici; le finestre fa-
postele une sopra le allrecon una quanti* rono ingombrate di frastagli innumera-
tà di piccoli tabernacoli e piramidi, risalti, bili, attraverso a 'quali la luce penetrava
rotture, meiisoline, fogliami, animali e vi- a stento; il merito del lavoro consisteva
licci, ponendosi .sempre cosa sopra cosa, nel tagliar la pietra non altrimenti che si

senza alcuna regola, ordineo misura. Ma farebbe del legno; si abbandonò olerà i

alla maniera e gusto gotico, sembra non mente la strada additala dalla natura, e
potersi ri golosamente da re il nome di or- non si pensò che a sopraccaricare gli e-
dine, col quale molli impropriamente lo difizi di oiuatnenli, come se questi pò-
TEM T E M 335
tessero tenere il luogo della bella natio a- io altezza e solidità). che imbarazzano I tu-

ie semplicità. Dice [une il / ocabolario3 terno, e die lo dividono d'ordinario in


eli 'è però cosa degna d'osservazione, clic forma di croce. Perfino le grondaie sono
1'
architettura delta gotica in Italia con- snato rate colla rappresentazione di uorai-
servò ancora qualche vestigio della gre- ni e d'animali, e le finestre colle loroscul-
ca, ildie può riconoscersi nella chiesa di ture hanno sovente l'aspetto della volta
s. Paolo a Roma fabbricata da C'ostali- maggiore d'ira tempio. La stravaganza di
lino I (verso 3^4, ampliata da Valenti-
il questa architettura, e specialmente degli
niano II, Teodosio I, Arcadio, e compi- archi diagonali delle volte, fece nascereil
ta verso il 3q 5 da ( morio: poiebbero Ino- pensiero ad alcuni scrii lori moderni, die
go gli abbellimenti che descrissi nell'in- realmente a' popoli chi Nord potesse at-
ei cito articolo). Si lece in seguito ona ine- Iribnirsi l'invenzione di quelle forme; e
scolanza del gusto moresco, ossia di quel- che essi ne avessero pigliala I' idea nella

lo sparso in Europa da' saraceni della riunione di due alberi chinali l'uno ver-
Spagna, col greco che ancor dominava so l'altro, il che sovente avviene nelle fo-
in Italia, e col gotico che si era in t rodo t- reste, nelle quali pure Li frequenza degli
to; e da questa mescolanza nacque lo sti- alberi avrebbe potuto fornir l'idea di am-
ie detto da alcuni arabo-tedesco, forma- massai' le colonne. Su questo principio i

to dalla unione del moresco e del greco rami affastellali intorno ad un tronco a-
col germano-gotico. Di questo sono le cat- vrebbero dalo origine «'pilastri aggrup-
ledrali Pisa, d'Orvieto,
ili di Siena,eu- pati,che sostengono i gotici edilìzi; ed i

un parte del duomodi Firenze. Nella Spa- rosoni ed i frastagli delle finestre dell'au-

gna primi edifizi gotici erano stali mas-


i lidie chiese, non sarebbero se non l ef-
sicci mori v'introdusse-
egiganteschi; ma i fello dell'imitazione dell'effisttodi luce in-
ro un'eccessiva delicatezza e una profu- (eri otta, prodotta da ramiedalle foglie de-
sione d'ornamenti, massime di fogliami gli alberi nelle più dense boscaglie. L'ar-
e di frulli, donde nacque Io stile sa race- cbiteltura sassònica non è propriamente
no o arabesco. mori evitavano con di- I se non la gotica che passò in Inghilterra,
ligenza le figure d'uomini e di animali; e che molli credono portata colà da oor-
i francesi all'incontro, massime negli edi- manni dopo la loro conquista, o da frau-

fìzi cristiani, prodigavano ne' loro ornati chi o da'dnnesi. Si osserva in questa ar-
ie figure de' nani o de' giganti, de' grifi e chitetlura la delicatezza de'membri, e non

delle sfingi. Molte «Ielle antiche cattedra- vi vede quella profusione d'ornamenti
si

li d'Europa mostrano ad evidenza, cb'e- di scultura che si ravvisa altrove. ma- 1

ransi perfino perdute le tracce dell'alili- naci inglesi dierono a quel genere di co-
ca architettura. Questi edifizi detti goti- strnzione il nome di opere romane, ed al-

cipresentano pesanti facciate cariche d'u- eu'ui ili fatto vi riconoscono uu'imilazio-
na quantità di figure barbare talvolta, e ne dell'architettura romana degenerata,
talvolta ridicole e indecenti; vi si vedo- come nel grandioso edilizio dell'abbazia
no costantemente 3 porte alte. e strette, di "West min-ter. Il conte Strafico nel suo
che servono di asi n torri talvolta aids- I dotto di-corso eu questo argomento, è di
siine; vi si vede un un mero prodigioso ili parere che 1'
architettura della gotica -ia

pilastri forme diverse,


intagliali in mille originariadel paese e della nazione de'go-
al di sopra de'quali s'innalzano volle ap- ti, e in progresso partecipò della greca e
mente sulla fronte delleco- della romana. Come queste due, per lo
baine (malgrado I' apparente debolezza stabilimento degli ordini e perla pai tede-
delie colonne e de' pilastri, le costi ozio- corativa, nacquero dalla forma delia ca-
lli di stile gotico soi in cuciono per la Io- panna (de'popoli agricoltori, quando co-
33G T E M T E M
minciarono a formarle ci i legno: i roma- fabbricarono i loro templi e altri edilìzi,
ni riceverono gl'insegnamenti dell'archi- prima di legno e noi di mattoni. Quello
tettoia dagli elrusci, che furono grandi ar- stile si stabili probabilmente in Germa-
chi tetti, ed in seguito molto impararono nia anziché altrove, e perciò non è ine-
da'greci, ossia abbracciarono il loro gu- raviglia che dagl'italiani sia stalo nomi-
slo, ma rimasero ad essi inferiori; però nato tedesco, maniera tedesca, o archi-
iromani perfezionarono l'ornato, e ini- tettura germanica. Nella Germania tale
maginarono costruzioni forse neglette da' siile fu bizzarramente accresciuto nella
greci, come le vie pubbliche, gli acque- parte decorativa, e poi s'introdusse l'u-
dotti, le cloache, gli anfiteatri, gli archi so delle basi e de' capitelli delle colon-
trionfali e altre forme di edilizi propri de' ne a imitazione delle fabbriche di slrut-
romani), cos'i la gotica derivò dalle par- tura romana. 11 Fischer pretende uega-
licolaricircostanzeeconsueludini diquel- re a'goti l'uso delle arti, e che non fura-
la nazione. Usciti i goti dalla Scandia, par- no i primi in Italia a costruire volte di se-
te della Scandinavia (di cui a Svezia), e slo acuto, le quali avanti l'invasione go-
passati in parte nella Dacia, nella Tra- tica già esistevano, e che l'architettura
eia e nella Mesia, ila Diceneo furono istruì- denominata gotica è propriamente l'ale-
li in varie scienze, specialmente nella i\- manna, la quale fiorendo ue'secoli XI e
sica e nelle matematiche. Ora conser- XII, servi d'esemplare e modello a tutti
vaudo essi le principali impressioni che i popoli d' Europa, e si sostenne sino al
aveano ricevuto del culto religioso ne' secolo XV. Il conte Strafico non è dique-
boschi, di alberi cioè solitari o di nudo stoavvisoe l'impugna. L'architettura go-
e nodoso tronco, e di alberi aggruppati tica divenne pesatile e massiccia, allorché
e affastellati, che i loro rami stendeva- i lombardi o longobardi, dopo cacciali i
no in varie direzioni, con quelli de' vici- goti dall'Italia, l'occuparono, predomi-
ni alberi incrocicchiandosi, (ormando per naudo allora lo stile di eccessiva robuslez-
tal modo una sorte di letto, e vuoti spa- za, introdotto dallo studio di sicurezza oel-
zii lasciando altrove, pe'quali passava la la castella e altri simili edifìzi. L'archilet-
luce;le idee medesime applicarono a'Iuo- tura gotica inoltre pigliò dall'orientale fi-
ghi rinchiusi pel raccoglimento conve- dea delle cupole nella crociera de'leoipli.
niente della popolazione all'esercizio del Leggo neh' autore della magnifica ope-
cullo, e con costruzioni di legname imi- ra, Cinese principali d'Europa, Milano
tarcno la naturale figura de' boschi ove 1824? descrivendo quel duomo, che olire
celebravano i misteri di loro religione, quanto di più grande, di più ricco, di più
Quindi le colonne esili e le atfastellate, le maestoso ci abbia lasciato la gotica ar-
aperture per dar adito alla luce formate chitettura: > Qualunque però sia L'ori-

a seslo acuto, il tetto parimenti in volte gine di questa vaga e libera architettu-
di sesto acuto, i fogliami traforati nelle ra, fatto è ch'ella ha pure i suoi pregi,
finestre alla foggia de'naturali, gli archi E senza prendere ad un coufron-
istituire
sorgenti immediatamente da' tronchi o to tra essa e l'architettura greca e roma-
dallecolonuesenza trabeazione. Soggiun- na, si può dire non pertanto, che se que-
ge il conte Stratico, se si trova ragione- sta, parlando specialmente de'templi, al-
vole, che dalle capanne siasi pervenuto la religione de' gentili, tutta per cosi dire
al tempio di s. Pietro di Roma, si potrà fisica, ottimamente s' accordava, quella
ammettereegualmente, che da quelle pri- sembra forse meglio confarsi alle misli-
nie idee de'boschi siasi a grado a grado checredenze de'cristiani. Le navale stret-
pervenuto alla costruzione del duomo di te,acuminateesostenuteda numerose co-
Milano. 1 goti passali nella Germauia, vi louue, de' gotici edifizi, la fioca luce che
TEM TE M 337
lasciano in essi penetrare finestre lunghe» l'adorazione della divinità- SecondoEro-
anguste, e quasi otturate da un'infinità doto, i primi popoli che edificarono tem-
d'ornati, inclinano l'animo a religiosa pii coperti furono gli egizi, («lande fu il

dispongono adivoto raccoglimeli-


pietà, lo tempio di Belo; vastissimo e magnificen-
to, ed anche mal suo grado gl'incutono tissimo queilo ili Salomone, celeberrimi»
quel timoroso rispetto die si deve alla ancora pe'tanti strepitosi avvenimenti, eoi
Divinità." fino alla sua totale distruzione soggiac-
Nicola d' A puzzo architetto, ne\V fc/J'e- que. Ma toccava a'greci, moderatori d'o-
meridi letterarie diéioma del 1822, nel gni bell'operaumana, il dare a'tempii un
t. 8, p.i34, pubblicò VIntroduzióne <id ordinamento uniforme e regolare,ponen-
un trattato completo sopra i tempii dei dosi un argine alle bizzarrie cui and iva
cristiani che si dicono chiese. Ne darò soggetta la composizione di tali edilizi,
per la sua importanza un breve sunto. I Dalle regole de'greci, descritte da VilnY-
tempii de'cristiani hanno alcune qualità vio, i romani pochissimo si allontanami
comuni cogli edilìzi sagri alle divinità di no, edificando tempii numerosi e magni-
tutti gli altri popoli, e ne hanno alcun'al- liei per tutta la loro vastissima domina?
tre che ad essi medesimi, ovvero agli u- zione. Anticamente etano situati in mu-
si cui sono destinati, specialmente appar- do che il popolo nel farvi le sue preghie-
tengonsi. Poiché tutte le opere degli no- re trova vasi rivolto verso occidente, in tal
mini, che la religione riguardano, tenti- guisa essendo edificato il tempio di Silo-
te furono sempre mai come le più irapor- mone. Dipoi fu data loro una situazione
tanti, edella maggior eccellenza; così far- opposta, addirizzandone l'estremo supc-
chitetlura, opera meravigliosissima degli riore a oriente. La loro forma e posizio-
esseri intelligenti, non ha soggetto più su- ne topografica era relativa a'nunji cui e-
blimedella religione, uè v'ha cosa al mon- ranoconsagrati: tempii rotondi ordina-
i

do che più di questa a tutta la possibile riamente dedica vansi aVesta, Diana, Mer-
sua perfezione la chiami. Nelle primitive curio, Ercole, ec. Diradatesi le tenebre
società gli uomini adoravano Dio, Fat- del gentilesimo e dell'idolatria, per quel
loie e Datore di tutte le cose, allo scoper- lume sempre vivo della cristiana religio-
to. Imperocché pensavano che questa stu- ne, altro modo sorse di prestar al vero
penda macchina del mondo, governata Dio culto verace e santo, non macchiato
colla soavissima armonia del movimen- d'impuro sangue, né a turpi sozzure e lai
to de'cieli, essendo il più grande oggetto dezzecommisto;che venne a traverso del-
della loro ammirazione, il mezzo purees- le dominazioni barbariche, a dettar 110-
ser dovesse ond'eglino si elevassero all'i- velia forma di tempio al secolo del risor-
dea della potenza infinita, la quale tan- gimento dell'arti in Italia. I primitivi cri-
te meraviglie operava. Ma osservando poi stiani, onde involarsi all'acerbe persecu-
che all'applicazione dello spirito, dagli e- zioni della Chiesa, fatte dagP idolatri, si
sercizi di religione richiesta, era necessa- riunivano a esercitar i loro uffizi religio-
so un luogo raccolto e ritirato, abban- si nelle case privale catacombe. e nelle
donarono allora le vaste pianure, le mon- adunanze e luoghi in cui si te-
Siffatte i

lagne, i boschi, ove già le loro preci e i nevanofurono nominate indistintamente


riti eseguivano , e si posero a fabbricar cliicsc; del (piai vocabolo si servirono gli

tempii. Questa voce significando un luo- apostoli , traendolo dagli ebrei ellenisti
go sagro aperto, destinato a contemplar (cioè quelli che abitavano l'Egitto e gli
il cielo, i primi tempii consisterono in seni- altri luoghi ov'era sparsa la lingua greca),
plici recinti di mura, avendo nel mezzo che l'usavano presso a poco nel significa-
una loro parte scoperta che serviva per to di sinagoga. Ne'primi periodi della lq-
voi.. IXXIII. 17.
338 TEM TE RI

io edificazione, le chiese venivano il più vantare la speciale loro caralteiislica. l\Ta

che potevasi separale da ogni alita fab- poiché gli architetti italiani, dal fondo
laica profana, essendo circondale da ve- de'tenebrosi secoli di ferro, schiusero gli

stiboli, giardini e altri edilizi d'uso cecie- occhi all'antico splendore delle nostre ar-
siaslico. Le chiese, come i tempii del pa- ti, Ben si avvinarono di proscrivere que'
ganesimo, erano rivolte verso l'oriente tanti fasci di pertiche, e quel tritume di
per simbolo della luce, ritenendosi per ornamenti aridi e rozzi, che ne'tempii de'
simbolo delle tenebre l'occidente. A mol- cristiani ricordano la rugginosa vena de'
te disastrose vicende andarono soggetti gotici costumi, a traverso della quale pas-
questi sagri edilìzi, finché nel ioo3,dde- so già la più vera e la più santa fra tutte
guatasi la paura della creduta imminen* le religioni. Ancorché vogliasi attribuir
te distruzione del mondo (per cui ipopo- alcuni pregi all'architettura gotica, deve-
li erano giaciuti nell'infingardaggine), in- si nondimeno riconoscerla inferiore di
cominciarono a gara cristiani a fabbri-i gran lunga all'architettura greco-roma-
car chiese durevoli, che piegarono verso na (che racchiude i noti e ricordali 5 or-
la gotica maniera, diverse dalle precedei!- dini classici, fuori de' quali non vi è ne
ti e dalle posteriori al risorgimento del- perfetta bellezza, né buon gusto : eppure
l'architettura italiana. Essendo della la moda delle furine gotiche si applicò e
maggior sublimità per qualsivoglia nazio- tuttora si usa ne'mobili, negli arnesi, ne-
lle, gli edilìzi die si consagrano al culto gli ornamenti domestici, ed in alcune fab
divino, e comeché in essi devesi ravvisa- liriche), il di cui sistema ad ogni richie-
re P impressione del sentimento morale degan-
sta di raffinato senso di bellezza
dell'uomo trasportato alla massima sua temente soddisfa. Tenendosi inoltre per
elevazione, l'oggetto loro principale e il noi in somma venerazione tuttociò dieci
loro principio fondamentale dev'essere viene da'greci e da'romani, che sono sta-
mi complesso di bellezzeche limpidopro- ti nostri avi gloriosi, ragion vuole che a'
ceda da tal sublime sentimento, non che loro sublimi e mirabili concepimenti ci
dal modo di renderlo estrinseco per mez- volgiamo ogni volta che vorremo rive-
zo degli umani uffizi. Questo principio lui- slire le opere nostre di maestosa gran-
Io metafìsico e tutto ideale, èia sola co- dezza e di severa dignità. Ottimo consi-
sa che l'architettura delle chiese averde- glio fu perciò quello di sostituire all'ar-
ce di couuine con l'architettura degli al- chi lettura gotica la greco-romana nella
tri popoli. Ma questo medesimo principio composizione delle nostre chiese, tanto
è quello d'altronde, che producendo una più che le belle forme, di cui questa olire
necessaria diversità di caratteristica fra i tesoro, non disconvenienti si trovano al
tempii di tulle le religioni del mondo, ri- concorso di quella distinta idea che vuol-
chiede che il concetto d'una chiesa sia af- si formare per simili edilìzi; essendo pur
fatto differente da quello d'ogni altro tem- state le chiese in origine accomodate en-
pio. La pagoda cinese, la moschea mao- tro fabbriche greco-romane. Se non che
mettami, il tempio egizio, il greco, l'in- grave oltraggio noi faremmo all'eceellen-
diano, porla in fronte a chiare note scoi- za della nostra religione, se per inchinar-
pila una non equivoca caralteiislica in ci riverentemente innanzi all'archilellu-
tssi trasfusa dal profondo sovrano senti- ra greco-romana, volessimo trascurare i

mento di religione degli uomini. Le no- principali requisiti degli edilìzi ad essa
sire chiese,ove fossero concepite e oidi- consagrali, e toglier loro perfino i mezzi
nate alla gotica maniera, ch'é la sola che onde servire agli olìici ecclesiastici , che
originalmente medesime ap-
sia slata alle certamente non hanno nulla di comune
plicala, non mancherebbero pur esse di con quelli del paganesimo, e che non vi
TEM T E M 33 9
lin potere né onoranza che valga miai- creila lai. "chiesa a modo di croce, elio

telarne la specie. Perla qual cosa seni- fu quella di s. Pietro di Roma (ne edili
Ina necessario che i templi cristiani al- co pure delle altre in Rom.i, oltre l'arci-

tro non conservino dell'architettura gre- basilica La tera Dense, in altre parti d'Eu-
co-romana, che soli elementi; sicché la
i ropa, cosi nell'Africa e in Oriente): lai.
principale distribuzione della pianta ed cupola poi fu eseguita sotto l'impero di
elevazione, non che la composizione e or- Giustiniano I, che incominciò a regnare
dinamento degli ornati secondari sieno nel 027, in s. Sofia di Costantinopoli: di
argomenti di speciale proprietà delle cine- campanili molti esempi si potrebbero ad-
se, le quali per tal cagione vengono di- dune, ma tutti foggiati alla maniera go
poi da qualsivoglia altro tempio accon- tica; il solo tra essi cui con mirabile suc-
ciameute distinte e diversificate. Quan- cesso sia stata applicata l'elementare ar-
to alla forma d'una chiesa, del suo com- chi lettura greco-romana, è il campanile
partimento, de'suoi ornati, perchè possa di Chiara di Napoli, che può servire
s.

risultar coerente, conviene por mente a di modello, opera di Masuccio II del se-
tutte quelle cose che gli usi ecclesiastici colo XIII. Varie chiese furono successi-
richiedono, e senza necessità di far mio- vamente composte a forma di croce, ma
ve invenzioni, sarà faci le opera il soddisfa- non tutti gli architetti che n'ebbero iu- I

re a tutti i medesima. La
particolari della combenze si mantennero osservatori ri-
croce, quel venerando segno che ci ri- gorosi di regole semplici e uniformi. Vari
membra il cardine principale di nostra scrittori moderni si avvisarono scredila-
sagrosanla religione; la cupola, conside- re un simile sistema, onde fra le scuole

rata e a buon diritto sostenuta come la s'insinuò il dispregio verso la figura es-
piri segnalata e ardita invenzione degli senzialmenteallechiese convenevole, cre-
ili -L'Ili tetti cristiani ; il campanile, opera dendosicheil vizio fosse in questa.anziche
anch'essa ardita, e immediatamente sog- nelmododiordiuarlaeornarla.Operanoii
getta a officio ecclesiastico, saranno i 3 vana quindi sarà da reputarsi quella di ri-
dati essenziali per regolare la distribuzio- chiamarein vitailsuo venerevole imperio,
ne della pianta, ed elevazione d'ima cine- investigando le vie per le quali possa «io-
sa in guisa che, con la elementare archi-
; strarsicomposta a maestosa eleganza, e
lettura greco-romana, cioè co' rapporti vantar pregi ili ammirabile bellezza. La
ben proporzionali de'vacuico'solidi,ecol- forma delle basiliche profane,dicono aldi-
là giudiziosa scelta de'più eleganti oidi- ni, più d'ogni altra si conviene allechie-
111 architettonici, e di ciò che con quelli se, perchè in quelle i primi cristiani era-
serba ìntima corrispondenza, veugasi di- no soliti adunarsi ad esercitare gli uffizi di

poi a comporre un tutto insieme che im- religione, essendo stato alle chiese stesse
prima nel tempio cristiano quella tal ca- conservato per tale memoria anche il no-
ratterislica che a distinguerlo chiaramen- me. Questi ediGzì ecclesiastici furono ac-
te sia valevole da qualsivoglia altro tem- comodati allora agli usi ecclesiastici, cioè
pio a qualunque altra religione consa- (piando sorgendo da' suoi fondamenti il
grato. Assai aulica è la forma de'tcrupli cristianesimo, fra' secoli di barbarie e
cristiani, cioè di quella che indicherò poi, d'ignoranza , nou potevasi né sapeva»
rammentando quanto io ne scrissi (e che pensare ad una forma di chiese che al fi-
incontrò il gradimento dell'encomiato ne loro particolarmente convenisse» ira-
Ratti, il quale a mia confusione volle in- perciocché se noi osserviamo le odierne
titolarmi il suo bellissimo e utile Tr<it- basiliche avere una forma quasi del tut-
tato per perezione, de'sacri tempii)^ poi- to simile a quella delle basiliche de'gen-

chè sullo Costantino I, nel 3 190 324, fu tili, nou dee inferirsi che ciò derivasse da
340 TE M TEM
un I)d sentimento di convenienza con- no edificate nelle scorse epoche italiane

cepito in quell'epoca, ma che fosse sol- da architetti d'alta rinomanza. Additano


tanto un ripiego ollerlosi il più accon- tra le ultime, ed erette ne'primi anni del
cio al bisogno. Né maggior peso accre- secolo corrente, il tempio di s. Alessan-
sce all' opposizione il dire, che siccome dro in Varsavia jvaitazioae del Pantheon,
le basiliche servivano un giorno a riunir quello della B. Vergine in Torino, e quel-
molle persone per trattare faccende mer- lo di s. Francesco di Paola in Napoli. Gra-

cantili, cos'i numerosi cristiani ponuo in


i vissimo a prima giunta sembra il comples-
esse adunarsi per trattare il gran affare di so de'suffragi che la figura rotonda del-
loro eterna salute; dappoiché tanto incon- le chiese può riunire a suo favore; ma pu-
sistente è per se stessa questa proporzio- rediceilD'Apuzzo, che vado compendian-
ne, che al primo enunciarsi, per combat- do, questi spariscono come nebbia al so-

tuta e vinta si mostra, non potendosi so- le col semplice enunciarsi delle poche e-
stenere veruna sostanziale analogia, sen- videutissime proposizioni. Non è dicevo-
za pericolo di turpitudine, tra quel luo- le la figura sferica a'tempii de' cristiani :

go dove i negozi mondani si avvicenda- i.° perchè non olire nel suo assieme una
no, e quello dove si eseguiscono le pieto- caratteristica particolare a codesti sagri
se opere di religione, così augusta e san- edilìzi, i quali è necessarissimo che l'ab-
ta com'è la cristiana. Altri sostengono, che biano, per distinguersi da ogni altro tem-
altra forma non deve prender un edilizio pio appartenente ad altra religione :

a Dio sagro, chela rotonda, comesi os- perchè in essa non può darsi armonica di-
servava nella remola antichità, ricorda- stribuzione a tutti gli altri argomenti di
to dalla Scrittura, cioè un tempio di 7 co- uso e di convenienza che vi si richiedono;
lonne cou una in mezzo e le altre nella quali sono doppio vestibolo o grande
il

periferia, onde vuoisi che il tempio filisteo spazio dell'ingresso, il campanile (ovvero
che Sansone fece crollare, scuotendo due se si crede opportuno di far due campa-
sole colonne, fosse rotondo. Affermano di nili, annessi alle chiese o pure da essi di-

piùi medesimi, chela figura rotonda con- sgiunti), la sagrestia, le cantorie, il collo-
viensi meglio che altra ad ogni tempio, camento degli altari; dovendosi ricorda-
perchè in certo modo rappresenta l'im- re, che non v'ha perfetta analogia tra le
magine della figura sferica di tutto il mon- figure circolari e le rettangolari :
3.° per-

do, sopra del quale Iddio come essere per- chè la cupola, quale fu inventata dagli ar-
fettissimo e necessario divinamente impe- chitetti cristiani, e quale conviene serbar-
ra. Né si rimangono dal riferire che gli si alle chiese, non può in essa ottener fa-
architetti stessi cristiani, fra'quali il Pal- vore, poiché l'altezza interna in tal caso
ladio, punto non limitandola scelta del- diviene di soverchio eccedente; conviene
la figura per le chiese, tengono però per poi esaminare se sia sempre necessario far
più bella e più regolata la rotonda e la doppia la cupola, e qual sia la curva e l'or-
quadrangolare. Quindi allegano i molli nalo più conveniente : f\.° perchè la for-
esempi di tempii rotondi sparsi per l'anti- ma rotonda presenta il grave incon venien-
chità romane, fra' quali signoreggiando te di non potersi estendere a grande am-
maestosamente con pompa di bellezze ar- piezza, la quale imperiosamente viene ri-

chitettoniche il Pantheon di Pioma (con- chiesta dalla maggior parie delle chiese,
sagrato a tutti i Dei del paganesimo), co- ed anche compartirle con 3, ovvero in 5
sì questo come bellissimo e perfettissimo navate ossiano ale, dove è bell'opera u-
modello propongono. E più si
di chiesa sare colonne isolate, riuscendo di maggior
rafforzano in siffatte argomentazioni nel- decoro delle ale poi ficaie esterne: 5.° per-
l'ossei' vare che varie chiese rotonde furo- chè se poi non altro che l'autorità debba
TE M TEM 341
tenersi sufficiente a favorirne l'uso, devc- ben inteso però, che si ab-
zi ecclesiastici;

si riportare alla più rispettabile dell'auto- bia sempre in mira la severità del bello
rità in tatto di discipline architettoniche, architettonico, né si couceda licenza al-
a'greci. I greci non fecero tempii rotondi: l'immaginazione dell'uomo di abbando-
la lanterna di Demostene (o Diogene?) e la narsi all'idee grottesche, alle bizzarrie, al-
torre iliCereste, che sono soli edilìzi greci i le stravaganze, per le quali sovente osser-
circolari, furono bensì privi di portici ret- viamo rimanersi deturpata la dignità del
tilinei, e non ponno indicarsi come le mi- nostro culto religioso. Fra tutte le figure
gliori fabbriche greche , né come le più di croce, quella che evidentemente è la
sontuose e più favorite innalzatealle Dei- più bella, più semplice e più convenien-
tà del paganesimo. Tratta, è vero, Vitru- te all'armonica distribuzione di una chie-
vio de'tempii monotlero e perittero; ma sa, eche perciò deve preferirsi alle altre,
oltreché non attribuisce ad essi alcuna ma- è la Né per questo dovrà cre-
croce greca.
niera di pronao (spazio compreso tra le dersi che troppo angusto campo si lasci
colonne esteriori del tempio) rettangola- all'invenzione; poiché ninna cosa impedi-
re, né famenzione di nessuna figura ret- sce che visi operino tutte quelle varietà

tilinea a'medesimi per sistema congiun- che provengono dallo studio degli edilizi
ta (Vitruvio nulla disse del Pantheon; é greco-romani, dal buon giudizio dell'ar-
dubbio che la cella e il portico sieno co- chitetto scelte, e col necessario buon gu-
se fatte e concepite in una stessa epoca: sto disposte. Dal picnostilo all'arcostilo,
bella I' interna parte del tempio, bellis- dall'in antisall'ipetro.dal dorico più sem-
simo il suo portico, ma tra l' interna di- plice al corintio più sfarzoso, sembra che
stribuzione e il portico esterno non v'ha benissimo vi si possano trasfondere tutte

nessuna bella analogia, quindi è un vero le maniere d'intercolunni, tutte le com-


errore l'imitarne il congiungimento, se- posizioni degli aspetti de'teinpii, e tutte
condo l'opinione d'A puzzo), ed egli li no- le diverse simmetrie degli ordini architet-
mina quasi per incidenza, coraeché tal- tonicida Vitruvio derivateci, e dalla con-
volta solevansi dedicare a'numi seconda- templazione degli antichi monumenti, e-
li. 6.° Gioverà riflettere in fine, che non vitandole lascivie Borrominesche. Volen-
baste che un edifizio sia assolutamente dosi prescrivere confini entro
i i quali deb-
bello per farne una chiesa; deve esso tro- ba contenersi l'architettura delle moder-
varsi adattato agli usi ecclesiastici; né i ne chiese, concedendo ad essa ciò chele
tempii rotondi ponno a questi usi accon- mancava nella sua acerba giovinezza, e
ciamente servire. None dato inventar nuo- ciò che perde nella sua decadenza, par che
ve forme di tempii o chiese, né per esse le si possa assegnare l'epoche d'Augusto,
richiamare al mondo i tempii del genti- di Tito e di Traiano, in cui questa disci-
lesimo, ma è sagro nostro dovere il con- plina, giusta l'avviso di Leon Battista Al-
servare quelle che la nostra cristiana re- berti, De
re aedificatoria hb. 6, cap. 4,
ligione ci ha naturalmente esibito. Que- pervenne alla sua maturità; tanto più che
ste sono le figure di croce greca, o lati- non potrebbe conciliarsi la greca sempli-
na, o patriarcale (o Croce doppia o con cità col sistema di distribuzione che vuoi-
due traverse o navi forma del- crociere, si seguire ne'tempii cristiani, i quali an-
la quale parlai ne' voi. XV11I, p. 254, che per riguardo alla loro origine richie-

e LI, p. 298), ed altra simile. In que- dono sontuosità e ricchezza di ornamen-


ste figure altronde ponno ottenersi con ti, regolati con metodo semplice e unifor-

giusti rapporti geometrici e con bell'ar- me. Oltre altri precetti, il D'Apuzzo, per
monia, una comoda disti ibuzione di lotte istruirsi a fondo stili' architettura delle
quelle discorse parti necessarie agli uili- chiese, iuvila a leggere vari autori, fra i
342 TE M TE M
qualiAllazio, De veierum templh ; Whe« Nel mio articolo Chiesa Tempio, do-
ìert Dellastruttura delFanliche chiese; po aver parlato del suo vocabolo e de'
Arnaldi, Delle basiliche mitiche; Agin- diversi suoi sinonimi, svolsi in breve il

mezzo de'mo-
courl, Storiti dell' arte col vasto argomento in 7 paragrafi. I.Ori-
munenti (Ialiti san decadenza nel <<•- U gine delle chiese e loro uso. II. Descri-
i ola fino al suo risorgimento nel \ l T, zione della struttura della chiesti. III.

Mantova 1841 -A questi aggiungerò:L.Al- Licenza del vescovo per l'erezione del-
lazio, De templis graecórumjde Narthe- la chiesa, e ceremonie sagre pel get-
ce Eccles.vcteris3el de graecorum opina- tito e benedizione della prima pietra e
tionibus,Co\oti\ae Agrippinaei645. Insi- principio de' fondamenti. IV. Benedi-
gniumRomae templorumprospectusex- zione e consagrazione. delle chiese. V.
terioresinfèrioresqìie a celébrioribus ar- Quando accade, che la chiesa, si possa
chìtectura inventi, Romae 1684. Studi e debba di nuovo consagrare: Chiesa
d'architi ttitra tratti da più chiese diRo- violata, e sua riconciliazione. VI. Anni-
ma, opera de'piu celebri architetti da- verstirio e dedicazione delle chiese. \ìì.
ta in luce da De Rossi, Roma 7 1 Va- 1 1 . Della venerazione che si deve alla chie-
lenti, De sacrorum Aedium apud Chri- sa, e di altre notizie che la riguarda-
slìanos amplitudine et ornatura. Caese- no. Terminai 1' articolo colle notizie bi-
nae 784. Luigi Canina, Ricerche siili ar-
1 bliografiche sui sagri templi cristiani. A
1 hitettura più propria de' templi cri- Basilica trattai de'suoi vocaboli, origine

Roma l84-3 (questo valente aiclii-


stiani, e parti, e delle attuali basiliche patriar-
telloe dotto archeologo, nell'accademia cali e minori di Roma. I cristiani nell'e-

romana d'archeologia de'3 maggio 855, 1 dificare le loro basiliche sagre, imitaro-
con dissertazione trattò delle ultime sco- no e quasi copiarono la forma delle an-
perte fatte nel lato orientale del Pan- tiche de'pagani.Le basiliche presso gli an-
theon, dimostrando qual lume siane deri- tichi romani non erano che un elegante
vato alla più intiera e miglior notizia disi e magnifico giro di portici, che chiudeva
celebre monumento). A lonioi\ibby,Z>c7-11 nel suo centro un ampio spazio, anch'es-
la forma e delle parti degli antichi lem- so coperto ove alzavano
, magistrati il i

l
'li cristiani, dissertazione pubblicata nel loro tribunale, e rendevano pubblicamen-
1. 1 , p. 4o 1 delle Dissert. dell' aecad. ro- te giustizia in faccia a lutto il popolo: Ca-
mana di archeologia. Questi ancora ri- tone il censore fu ili.°in Piuma che edi-
corda un bel numero di scrittori più me- ficò una basilica; in seguito però se ne e-

ritevoli, che trattai ono de'templi cristia- di fica rouo tante che P. Vittore ne contò
ni.La dissertazione venne riprodotta nel- fino ai q. Il portico terreno ne sosteneva
la Roma
nelVanno 838. par 1/ moder- 1 un altro sopra di se, ed ordinariamente
na, art. Delle basiliche, delle chiese,
1 : ne avea un altro all'intorno. Quella par-
<d altri luoghi sagri; dopo aver serv ito te ove situa vausi giudici chiamavasi Tri-
i

altresì di discorso preliminare all'impresa bunal, ed avea la forma d'un semieirco-


lodevole di Gulhensohn eKnappdi dare i lo, vedendosi in prospetto da ambo lati i

disegni delle chiese antiche più insignitile i pulpiti o bigonce pegli oratori. Il popo-
esist ono inRoina e nel le sue adiacenze. Del- lo spettatore prendeva luogo all'intorno,
l'architetto Gio.MicheleK.napp si ha pure non solamente sul pianterreno, ma altre-
la raccolta delineata e pubblicata col tito- sì nell'ordine superiore de'portici. Detta-
lo : Monumt riti dell'antico culto cristia- gliate notizie su tali basiliche ci lasciaro-
no, ossia raccolta di tavole rappresen- no Yitruvio, Palladio, Alberti, Scamoz-
tanti le sagre basiliche e chiese di Roma, zi eCiampini. I cristiani ne adottarono la

dal lì sino al XIII secolo, Roma 83g. 1 forma interna, il doppio giro de' portici
TE INI T E M 343
terreni, il semicircolo alla testa della fab- ilo, avendole descritte ove esistono. Dieen-
chiamarono Tribù*
brica, clic aocli'essi do poi quanto riguarda la storia delle na-
ovvero Absis ed Apsis, ed pulpiti
iinl. i ordini regolari d'ambo ses-
zioni, degli i

a'Iuogbi opportuni per la lettura dell' A-'- si, de' sodalìzi, delle università artisti-
pistole e degli Evangeli, chiamati Ani' che, e di altre corporazioni, descrissi le

bones. E forse quel recinto, ond'era cir- loro chiese di Roma,


ed a quest'articolo
condato il presbiterio della chiesa di s. riportai vari autori che scrissero in gene-
Clemente, fu preso anch'esso dall'antiche rale di tulle le nominate, i parziali aven-
basiliche, ove sembra naturale che si do- doli ricordati a'iuoghi loro. Ne'numero-
vesse usare per tenete indietro la turba sissìmi articoli di questo mio enciclopedi-
degli spettatori, e lasciar innanzi a 'giudi- co edificio cartaceo (di cui la [.'pietra e le
ci un conveniente spazio pe'HUganti, pei fondamenta, sebbene sproporzionate alla
difensori e pe'testimoni. Cos'i vi fecero i sua progressi va e colossale struttura, furo-
poi liei superiori, come si vede ancora nel- no fortificate dal generoso compatimento
la chiesa di s. Agnese fuori le mura (ora e da'benevoli incoraggiamenti, che larga-
effetti vamente operandosi inesca que'tio- mente a mia confusione raccolsi da'rispet-
labili restauri e abbellimenti che accen- labili associati e dagl'indulgenti numerosi
nai in questo slesso volume a p. io3), dei lettori; i quali tulli fortificarono il mio
quali servironsi per situarvi donne, non le animo a progredire imperturbabile con
essendo allora confuse cogli uomini. Ma dimensioni più grandiose, e perciò feci Io-

toltasi in appresso questa distinzione, ed 1*0 solenni ringraziamenti a Storia, che


essendo perciò inutile quel portico supe- tulio registra, per esprimervi l'indelebile
riore, tirarono in vece di quello un'alta mia riconoscenza, che qui rinnovo nel sa-
pa rete, nella quale aprirono grandi fine- grò tempio, in cui torno a il mio
olfrire
sire e numerose, per rendere così l'edilìzio povero lavoro a chi benignamente mi die
piìi luminoso, che in origine per maggior mezzi, lume e lena, a concepirlo e a svi-
1 accoglimento, e per rendere più misteno- lupparlo. l'Onnipotente Idtlio, perchè rie-

se le sagre ceremonie facevano oscuro. Cin- sca in sua gloria, per quindi terminare lie-
sero pui sempre tutto l'edilìzio di muro lamento il già intuonato inno Te DeumS,
pieno, anch'esso però munito di finestre storico-geografici, ho descritto altresì le
a suoi luoghi, perchè i sacerdoti e ildivoto chiese del mondo, d'ogni nazione e rito,
popolo non fossero incomodali dalla so- Metropolitane , Pri/aaziali, Arcivescovi*
verchia azione dell'aria, e dallo strepito li, J"escavili. Abbazialì,\ Duomi, le Cut-

delle botteghe vicine, e del popolo che gi- tedrali, ed anche le principali chiese,e tal-
lava in que'conlorni. Un portico aperto, volta le minori ancora e gli oratoi ii. A di-
che più s'accostasse alla forma dell'antiche spensarmi da quanto mi resterebbe a dire
basiliche, l'allottarono i cristiani per co- sui lempli cristiani, sì antichi che moderni,
prire e adornare il vestibolo di loro cine- con vedute di altri punti di vista, oltre i
se. Tale era la forma sì della basilica Va- già citati e tutto quanto il dettagliato a
ticana che di s. Paolo, erette da Coslan- Chiesa, ricorderò in corsivo altri articoli
tino I. dipoi alteriate e ampliate. All'ai- nei (piali ragionai delle parti e del cultodei
ticulo Chiese 01 Uom \, di tutte feci la de- sagri templi, a Pietra avendo parlato di
scrizione, e ne riparlai a'relatm articoli, quella de'fondaineiilijCOSÌal'iAZZA di quel-
come Titoli, Diaconie, Collecute, Set- le che le decorano, a Scala per ascender-
te chiese di Roma, Pabbocchie di Roma, vi. All' Oriente erano in generale rivolte
Oratobio, Scalv Santa, come Sanimi- le chiese, e ciò per allusione al sole di giu-
ncai quale articolo rimarcai le chiese più oppure a'iuoghi ne'quali misteri
slizia, i

insigni e di maggior venerazione del 111011- avcuuo avuto il loro rompimento. Que-
344 T E M TEM
sia dilezione però non era esclusiva quan- ma d'entrare in chiesa si potessero mon-
do ragioni locali impedivano di seguirla. dare, simboleggiavano la purità dell'ani-
Welle chiese di forma oblunga dividami ma e delle azioni, di cui devono esser for-
le |>iii li che le costituiscono in esterne e in- niti quelli che al Santo de' Santi si avvi-
terne: alle prime appartengono il vestibo- cinano. Sopra i portici poi talvolta erano
lo e l'atrio; alle seconde la nave, il coro e le abitazioni de'pellegrini, che intrapren-
il santuario o bema. Anche ne'lempli an- devano i sagri Pellegrinaggi : dietro i

tichi , di cui è tipo la Chiesa di s. Cle- portici laterali erano pure le abitazioni
mente (per cui ne riparlai in più luoghi), dei sagri ministri addetti al servizio del
eravi una gran porta per mezzo della qua- tempio. Indi per3 ovvero 5 Porle delle
le enlravasi in un Vestibolo scoperto di chiese (e queste talvolta aveano lateral-
figura quadrata con Atrio circondato so- mente simulacri di Leoni o altri anima-
vente dal Portico interno di colonne, si- per simbolo onde rammentare a'fede-
li,

mile a' Chiostri dell'odierne case religio- li il timore dello sJegno di Dio, se alcu-
se. Sotto di questi portici si ricoveravano na irriverenza avessero commesso nella
i Poveri, a'quali era permesso il chieder sua casa), si entrava nel tempio o corpo
^Elemosina e i Sussidii presso la porta principale della chiesa e parte interna ,

immediata della chiesa, come i ciechi e al- chiamalo altrimenti basilica, ma alquan-
ti indigenti nelle Quarant'ore, non do-
i to differente da quelle di cui parlano Vi-
vendo nell'interno disturbare il raccogli- truvio e gli altri eruditi che delle basi-
mento de'fedeli.Nel mezzo sorgeva \\Fon- liche profane degli antichi diffusamente
te o più fonti purificanti, ch'erano pure trattarono, e meno vaste delle presenti
nell'antico tempio di Salomone, affinchè chiese aveano l'aule. Contigui alla chiesa
i fedeli facessero la Lavanda delle ma- stavano due altri edifizi minori, il Batli-
ni e del volto, prima di recarsi a fare o- stcrio e la Sagrestia ovvero Vestiario o
razione. A tali fontane ne'tempi posterio- Tesoro, e questo talvolta con Archivi e
ri furono sostituite quelle conche o Pili Biblioteche, il che ricordai pure nel voi.
di Acqua benedetta (di cui riparlai a Set- LXIX, p. 22 1. L'aula interna della chiesa
timana santa), che al presente si vedono era divisa in 3 o in 5 navate, separate da co-
nelle nostre chiese. In fondo al vestibolo lonne o da pilastri. Le più antiche basili-
scoperto trovavasi un altro coperto o a- che, come quelle de'pagani, erano nell'in-
ti io ,
quasi eguale al prooao de' greci, il terno a due piani di portici, ed un esempio
quale era riservato agli Energumeni os- ne rimane intatto nella ricordata Chiesa
1
sia a' Penitenti già ammessi aliai. delle di s. Agnese fuori le mura, costrutta da
4 Succedeva immediatamente l'a-
classi. Costantino I; altro meno completo è nella
trio detto pure nartece (di cui anco nei Chiesa di s, Lorenzo fuori le mura: nel-
vol.XXXUI, p.66, LX1I, p.i 19: alcuni la Chiesa poi di s. Quattro, eretta da s.
dissero due narteci, i.°e 2. °), o con mag-
i Melchiade prima del pontificato, muri i

gior proprietà ferula, significando Fla- laterali della nave maggiore si alzano a
gello , a' Catecumeni o
che assegnavasi guisa di loggie. Presso i greci i portici su-
Neofiti, Pagani, Ebrei, Eretici, cioè ai periori erano destinati per le donne, e nel-
penitenti ammessi nella a." classe. L'area le basiliche profane stavano le donne a u-

scoperta dell'atrio era alle volte pianta- dirvi giudizi.


i La navata di mezzopiù am-
ta d'alberi, ed è naturale che i mistici fos- pia dell'altra serviva principalmente per
sero preferiti, come la palma, il cedro, il la Processione, che precedeva eseguiva
cipresso, la vite, la rosa. I fonti salienti la celebrazione de'diviui misteri. Ivi pu-
ch'erano nel mezzo, e in mancanza di que- rerimanevano que'peccatori che percor-
sti un Pozzo o cisterna, perchè i fedeli pi i- revano l'ultimo periodo di loro Peniteli'
TEM TEM 3|T
za. Le navate laterali servivano al ceto ghi alle monache e religiose: iu molle
de'iedeli separato de'due sessi: cortine ti- cinese dipoi furono introdotti pel canto i

rate fra le colonne impedivano la vista re- Pueride CItoro). La sublime e mirabile

ciproca. Per la nave principale si giunge- armonia del canto e della vera musica
va fondo della chiesa, ov' era situato
in sagra, è il più bell'ornamento del culto
Y Altare co' Gradi o Gradini, edietrodi divino. Le arti belle non fanno di sé più
esso il Presbiterio, quindi entratasi per splendida mostra, che allorquando servo-
laPorta santa nel Santuario o Sancta no a gloria del cullo cattolico. Erano an-
Sanctorum, cui si ascendeva per la So- ticamente preposti al coro il Primicerio
Ica , il cui uso è però controverso. Ivi i e il Precintole. Anco negli antichi tem-
preti ufliciavano il Servizio divino, ed era pi, eranvile tende alle porte delle sagre-

chiuso da veli e cortine, solo accessibile a- stie, de' cori e delle chiese, come vedesi
gli ecclesiastici, dovendo l'imperatore sta- nella lettera di s. Epifanio vescovo di Sala-
re fuori del coro, cioè in oriente dentro i mina, a Giovanni vescovo di Gerusalem-
cancelli, in occidente fuori di essi (a Chie- me nel Vsecolo.Eranvenealle porte del-
1

sa notai, che s. Ambrogio in Milano in- le sagrestie, come vedesi nel concilio ro-
vilo l'imperatore Teodosio 1 il Grande. mano del 743 celebrato da Papa s. Zac-
ad uscireda'caucelli e dal recinto del san- caria. Era vi anche il velo in faccia al san-
tuario, ove non avevano diritto di stare tuario oaltare maggiore, il quale velochia-
che i soli sacerdoti. »» La Porpora fa i inavasi pure brandeum. Nel can. 3 del 1

principi, ma non i Sacerdoti." Onde u- concilio di A'ai bona del 089 si legge l'ob-
scito l'imperatore, fra'laici. Tor- si mise bligo antico di tutti iministri, ed ezian-
nalo non rimase più
in Costantinopoli, dio de'suddiaconi, di dovere con prestez-
nel santuario dopo ['oblazione, e quan- za alzar le portiere o tende nel passare
do l'arcivescovo Nettario gli fece dire di de'canonici, altrimenti punivano seve- si

riprendere il suo luogo ordinario, rispo- ramente. Nel secolo XVI


essendo anda-
se sospirando: » Ho conosciuto finalmen- te in disuso le tende a' cori, s. Gaetano

te la differenza che avvi tra il sacerdo- le prescrisse a' suoi Teatini nel riforma-

zio e l'impero. Io sono attorniato da a- re la situazione del coro, e venne imita-


dulatori, e non ho trovato che un uomo to da molli cleri. Accanto alle balaustre
il mi abbia dettola verità.... s. Am-
(piale slava P Ambone, elevato, dello oggi Pul-
bi ogio." Questi inoltre ebbe il coraggio, pito, che talora erano due. Tutte queste
dopo la strage di Tessa Ionica, di nega- ultime cose descritte contenevansi in uno
re allo slesso Teodosio 1 1' ingresso nel spazio, che avea forma di calcidico ossia
tempio, e uon ve lo ammise che dopo la l'essedra, o Apside ovvero Abside, vale
penitenza canonica, e dopo d'aver pub- a due un grande emiciclo, che perciò de-
blicamente detestato il suo grave fallo tra* nomi navasi anche conca e Tribuna oTrì-
penitenti). La Cattedra. Sedia, o Tro- banale j perchè in certo modo gli uffizi
no del vescovo poi sorgeva sull'ultima e- che vi si praticavano aveano una qualche
stremila dell'interno compartiineuto.Da- somiglianza con quello che si operava nei
vauti all'altare e aderente e più in basso tribunali delle romane basi lidie , ed eia
al santuario, un luogo rinchiuso da Ba- elevato dal piano di tutta la chiesa per al-
laustra Iti o cancelli costituivi! il Coro co- quanti scalini. L'aliare più elevato e iso-
g'i Stalli, rimpetto cioè all'aliare, or di lato nel mezzo del santuario (oimavasi
forma rettilinea, or 'di forma curvilinea: d'uua tavola di marmo, d'argento o d'o-
serviva pel Canto ecclesiastico (il (piale ro arricchita con gemine. Questa tavola
è vietato alle donne, e nell'ufficiatura del- slava innalzata sopra 4 sostegni, comune-
la chiesa solo si permeile iu alcuni luo- mente a forma di piccole colouuelte, e ai-
34« TEM TEM
t un vasi sopra qualche
la Sepoltura di furono luoghi de' primitivi cristiani, per
i

/IA//7//<',ond'ècheal presente non si con- celebrare la Liturgia e la sagra Sinossi,


sagra altare senza Reliquie. Si chiamò pu- non pare che cinese pubbliche formali
re Dh-inoria e Confessione, con sotterra- sorgessero in Uoma
innanzi Alessandro
neo rispondente alla tomba, sulla quale Severo,cheascese all'impero nel 222, con
per la Fenestrella si calavano per divo- rescritto del quale il Papa s. Calisto i fab-
zione i f'eli. A'4 angoli dell'aitale 4 c0 * bricò la Chiesa dis. Maria in Trasteve-
lonne sostenevano una specie di Baldac- re, e fu la !.' die nella città si eresse in
chino o Tabernacolo, con tende laterali faccia al paganesimo, su di che è a veder-
che in unoall'altare lo copriva, di cui so- si quanto dissi di quell'imperatore a Ro-
no memoria gli odierni conopei, e chia- ma. Tuttavolta diversi scrittori,sì pei l'av-
inavasi Ciborio per aver la forma d'una versità de'tempi e il conflitto ostinato col
coppa rovesciata, ed era sovrastato dalla paganesimo, sì per lo stato disciplinare e

croce. Coi rispondente al mezzodel taber- liturgico,chea poco a poco si andò forman-
nacolo sospende vasi una colomba d'oro do secondocbè le circostanze esigevano,
o d'argento, destinata a simboleggiare la dicono ebe templi cristiani prima die Co-
i

presenza delloSpirilo santo, e insieme cu- stantino I dasse la pace alla Chiesa e ne
stodiva la ss. Eucaristia, e meglio ne ten- permettesse il culto pubblico, ne' ponti-
ni proposito a Tabernacolo, parlando di ficati di s. Melehiade del 3 1 e di s. Sil- 1

sue custodie. Lateralmente all'aitarci dia- vestro /del 3 4> non poterono avere tut-
1

coni assistevano neìDiaconico. LePi tiare te le parli precise e determinale, qui ri-

di tali chièse si facevano aMusaicofivvero cordate, e quella magnificenza che tro-


a fresco. Con esse rappresentavansi le più viamo avere poscia ottenuta, per tale e-
belle storie dell'antico e delnuovo Testa- poca di trionfo e di tranquillità. Di sua
mento, che servivano comedi libro a'uie- natura fu tosto accordato alle cinese il

10 isti uiti nellecosedella cristiana religio- diritto dell'asilo e dell' Immunità eccle-
ne: soventesimboliche econ misteriose al- siastica, con altri molti privilegi: in pro-
legorie. A si mi li ludi ne di ciò ebe opera vasi gresso di tempo vi s'introdussero prati-
neltempio di Gerusalemme, in chiesa le che Superstiziose, ed anche indecenti cori
Donne venivanoseparate dagli Uomini: le rappresentanze proprie del Teatro, co-
prime e secondi venivano distinti secon-
i me le feste de' Pazzi; deplorabili abusi
do i gradi. A destra della confessione era no die con perseverante zelo eliminarono i

gli uomini,a sinistra le donne. Nella i. "par- Papi, i concilii, i vescovi. Sul rispetto e
te delle navi minori, a destra per gli uo- venerazione dovuta a'templi del Dio vi-

mini, a sinistra per le donne fu il luogo vente, ragionai in più luoghi. Di tutte le
pe' personaggi più distinti : quello asse- colpe che oltraggiano la maestà e la gran-
gnalo per donne fu detto matroneunt,
le dezza di Dio, una delle più meritevoli de'
quello degli uomini andron. Vegliavano suoi castighi è la profanazione de' suoi
a tale separazione, per le donne le Dia- templi; e tali colpe sono altrettanto più
conesse e Suddiaconesse, per gli uomini gravi, ih quanto che le disposizioni die
gli Ostiari che tenevano separati dal
li la religione richiede da noi quando vi as-

clero, i quali inoltre custodivano le dila- sistiamo, devono essere più sante. » En-
vi della chiesa, e facevano osservare il si- trò Gesù nel tempio di Dio, e scacciò tut-
lenzio e la modestia. A tutto questo pre- ti quelli che compravanoe vendevano nel

siedevano, alle donne i Suddiaconi, e i tempio": s. Matteo 2 r, 12. Ogni chiesa


Diaconi agli uomini. Tranne gli Orato- ebbe l'immagine del Salvatore. Vi sife-
rii, le Cappelle privale, le Memorie de' cero la sagre Agapi (delle quali riparlai
mattili, le Catacombe e Cimiteri, che a Pranzo), poi abolite per gl'introdotti
TE W TEM 347
busi. In seguito nell'interno delle cine- nella chiesa, lo dissi a Preghiera. Per or-
se furono eretti più altari e le Cappelle, namento delle chiese tutte le arti gareg-
e negli altari si collocarono le sagre Im- giarono in abbellirle, ed alle finestre si

magini della B. N'ergine e cle'santi (dice posero / etri dipinti. Nelle pareli si so-
il Rinaldi che nelle pareti, oltre le storie gliono appendere le Tavole votive. Con-
dell'antico e nuovoTestamento, si dipin- tigno alle chiese furono costruiti il Pa-
gevano quelle de'martirii de'santi; e che triarchio, 1'
Episcopio, la Canonica, il

il concilio d'Elvira vietò le pitture nelle Monastero, il Convento, per ahitazione


cinese sulle muraglie, onde nella Spagna del patriarca, dell'arcivescovo, del vesco-
si cominciò a dipingere lesale immagi- vo, de'canonici, de' religiosi, delle religio-
nisi! tavole o Quadri, perchè questi nel- se. I Fasti delle chiese furono registrati
le persecuzioni potevano nascondere,
si ne' Dittici sagri, nella Matricola,ne\ Mite-
mentre le altre pittine erano esposte a- tirologio. Pel mantenimento dell'edilizio
gli oltraggi dc'gentili; e che a' tempi di della chiesa, per l'esercizio del Culto di-
s. Silvestro e di Costantino I già eran-
I vino, per la celebrazione delle sagre Ce-
vi leStatue del Salvatore e degli Apo- /•emonie, per la Salmodia, in più luoghi
ed alla Croce da per tutto fu ag-
stoli), regolata dal Primicero, per la Predica,
giunto il Crocefisso, nel quale articolo per le pratiche Divote, per le Feste, co-
resi ragione dell'antico rito di porre alla se tutte che ampiamente trattai negl'in-
venerazione de'fedeli un Crocefisso gran- dicati e che le ri-
innumerabili articoli
de nell'ingresso delle chiese, mentre i gre- guardano, mediante Oblazioni de' fe- le

ci lo situarono sull'architrave dell'altare deli^ quelle pe'poveri e anche per la chie-


maggiore. A Ritratto dissi di quello che sa si ponevano nella cassa pubblica Ga-
si pone nelle feste delle chiese, del Papa, zof/'laeio. collocata dentro sagri templi),
i

<• de'cardinali titolari, diaconi e prolet- si formò Rendita ecclesiastica


la de' Beni
tori delle medesime. Nel voi. LXVI,p. di chiesa, onde sopperire a tutte le spese,
71 tenni proposito dell' efligie de' Papi alle quali in alcuni luoghi presiedono i

colla chiesa in mano, espressi nelle chie- Fabbricieri, i Santesie \ Sindaci. Per lo

se che ediiicarouo,e delle iscrizioni e stem- stipendio del C/ero, pel servizio delle chie-
mi gentilizi de' benefattori o edificatori se e amministrazione de' Sagramenti,
delle chiese, come pure degli stemmi po- furono assegnate le Sportule, quindi isti-

sti ne' dona ti vi fatti ad esse. Negli edilizi tuiti i Benefìzi ecclesiastici e le Digni-
delle chiese furono aggiunti i Campanili tà de' Capitoli delle chiese. La festa del-

o Torri Campanarie colle Campane,* le chiese è \'


Anniversario della loro De-
gli Orologi, a d'appresso si costruirono i dicazione o Con.iagrazione: nel fi I V del
Cimiterii. Neil' interno delle chiese vi si citato articolo Chiesa riportai un elenco
ei estero Organi per la Musica sagra (di di chiese consagrate da' Papi di altre par- ;

che forte riparlai a Teatro pel confronto lai a Chiese di Roma, di altre nelle chie-

di quella profma che abusivamente vi se sparse per l'Europa, descrivendo le cit-


s'introduce). Vi furono aggiunti i
Confes- tà e i luoghi ove furono i Papi, ed or ora
sionali pe/'Confessori e Penitenzieri. Si vado a descrivere la recente consagrazio-
fece il Sacrario ; e dopo I' introduzio- ne eseguita dal regnante Pio IX della ba-
ne di seppellire i fedeli nellechiese, si for- silica Ostiense. Le feste nelle chiese si ce-
marono le Sepolture, e molte con mau- lebrano con solenne apparato di pompa
solei piìi o meno magnifici. Per sedere ecclesiastica, fra' profumi deli' [ncenso.con
s' introdussero 1 Banchi e le Sedie, a co- copia di Pumi, e spargimento di Fiori e
modo del popolo; Genùflessorii per prò /'ronde (osserva Rinaldi che anticamen-
tirarsi in ginocchio: dello stare in piedi te vi fa il rito di mettere delle Spine mii
348 TEM TEM
sepolcri de'martiri e sulle porte delle chie- calo, furongli restituiti come al loro le-

sa,quando queste si abbandonavano), cou gittimo padrone, e consagrati al suo cul-


magnificenza di Paramenti, Arredi, Sup- to diventarono la sua dimora. Il Rinal-
pellettili, Utensili e, falsi sagri, di cui di inoltre tratta del rispetto e venerazio-

è custode Sagrestano. Dalle il feste del- ne alle chiese, di più profanatori irrive-
le chiese derivarono Mercati, i le Fiere, renti, depredatori e violatori di esse, ter-
quindi originarono le Terre e le Città, ribilmente puniti con quegli esemplari
e persino le Abbazie, le Pievi, i Priora- castighi di Dio che riporta; ed eziandio
ti, i / escovati. L'annalista Rinaldi parla dellesevere punizioni divine contro quel-
«Ielle prime chiese erette dopo la morte li che fanno della chiesa un parlatorio,
e risurrezione del Salvatore, cioè quella singolarmente durante Divini uffizi, a i

de'3 Pastori nella torre Antonia, al fon- non deplorare di peggio e triste; e con-
te; diGiacobbe e in modo di croce, sul- tro pure i sacrileghi usurpatori de' Be'
la tomba di s. Lazzaro, nel luogo dell'A- ni delle, chiese. Quanto alla venerazione
scensione del Signore sul Tabor e che della casa di Dio, ripeterò con un valen-
non fu mai potuta coprirejche fecesi chie- te oratore: >» Ma non sono questi templi
sa il luogo della Cena o Cenacolo degli vuoti , simili a quello di Gerusalemme,
apostoli dove riceverono lo Spirito San' dove tutto succedeva in ombra e in figu-
a
t:>, ove s. Pietro pel i.° vi celebrò la i. ra. II Signore abita va anche allora in que'

Messa o s. Sagrifìzio, per tuttociò chia- luoghi, dice il Profeta, ed il suo trono era
mata chiesa, Sion omnium Eeelesiaruni ancora dissopra le nubi; ma dacché de-
maxima: a Gerusalemme, Palestina, Si- gnossi venire su questa terra, conversa-
ta \, e loro città vescovili, descrivendo i re cogli uomini e lasciarci delle mistiche
luoghi santi, descrissi le chiese e i santua- benedizioni, il pegno reale del suo Cor'
riche furono innalzati ove il Signore o- pò e del suo Sangue realmente contenu-
però tante meraviglie, ove nacque, abitò ti sotto que'segni sagri, l'altare del cielo
e fu sepolto. Osserva Rinaldi che già in non ha più alcun vantaggio sul nostro;
tempo degli apostoli vi furono chiese la vittima che noi immoliamo su di esso,
ossia alcuni luoghi chiamati Chiesa, ove è l'Agnello di Dio: il Pane di cui noi par-

i fedeli facevano le sagre adunanze. Pri- tecipiamo, é il cibo immortale degli an-
ma che si potessero fibbricare, serviva- geli e degli spiriti beati; il Pino mistico
no a quest'uso lecase private, cioè le parti che noi beviamo, è nuova bevanda di
la

più ampie di esse e dette cenacoli. Essen- cui s'inebria nel regno del Padre celeste;
dosene fabbricate ne'primi tempi, gl'im- il Cantico sagro che noi cantiamo, è quel-
peratori ne ordinarono la distruzione, lo che l'armonia del cielo fa incessante-
massime Diocleziano. Venuto in Roma mente echeggiare intorno al trono del-
s. Pietro e alloggiato nella casa di Pu- l'Agnello: finalmente i nostri templi so-
dente, la convertì in chiesa, vi celebrò la no que'uuovt luoghi che il Profeta pro-

messa dopo il suo arrivo, vi esercitò


i.' metteva agli uomini. Noi non vi vedia-
l'apostolico suo ministero, ed è la Chie- mo allo scoperto, è vero, tuttociò che ve-
sa, dis. Pudenziana. Delle primitivechie- desi nella celeste Gerusalemme; imper-
se di Roma, oltre il narrato, parlai a'Io- ciocché noi non vediamo quaggiù che a
ro luoghi. Sontuosi edilizi s'innalzarono traverso un velo e come in enigma: ma
quindi nelle diverse città, Dio del cie-
il noi lo possediamo, noi lo gustiamo, ed il

lo e della terra dopo la promulgazione cielo non ha più nulla dissopra della ter-
dell'evangelo rientrò ne'suoi diritti, poi- ra.... Portiamo dunque in questo santo

ché i templi stessi de'falsi numi, in cui il lungo una pietà tenera e attenta, imo spi-
Demonio era stalo sì lungamente iuvo- ri lo di preghiera, di compunzione, di iati-
TEM TE M
3 io
coglimento, di azione di grazie, di ado- epoche, per buon governo de* porro'
il

razione e di loile I nostri templi sono chi e di' fedeli alla loro eura a pillali,
la più dolce consolazione delle nostre pe- ordinata dall'Em.mo cardinal Patrizi
ne, il solo asilo dell'afflizioni, la sola ri- vicario generale in /!<>ma e suo distretr
sorsa ne'bUogni, il sollievo più sicuro da' lo, della Santità di V. S, P. Gregorio

travagli e dalle cure del inondo; in una XVI, Roma 1842. Avendo stampato e
parola cerchiamo in essi quella pace inal- pubblicato il voi. LX1V, che contiene l'ar-

terabile, di cui troveremo la plenitudine ticolo Sepolture, neh 853, trovo oppor-
e la consumazione co'beati nel tempio e- tuno qui inserire la circolare dipoi stam-
terno della celeste Gerusalemme, in Pa- pata, e diretta ai reverendi pai rocchi di
radiso." Tanto e meglio dichiara l'elo- Roma, a'6 febbraio 1 854 dal medesimo
quente p. Massilon vescovo di Clermont, cardinal vicario Patrizi, d'ordine del re-

nel suo Quaresimale: Sul rispetto do- gnante Papa Pio IX.» Conosce bene il
Quanto poi a' Cimiteri di
vuto a* templi. Santo Padre dalle tante suppliche che gli
Roma, ed alle Sepolture delle Chiese di vengono umiliate, che va sempre crescen-
Roma, qui rammento di avere ne* due do in molli il desiderio che loro con- i

primi articoli riportala l'ingiunzione e- giunti, ed essi stessi quando avranno ve-
manata dal cardinal vicario nel pontifi- dulo 1' ultimo giorno di loro vita, sieno
cato di Gregorio XVI, di seppellire i ca- sepolti nelle chiese, anziché trasportali al
daveri nel nuovo pubblico cuniteriodi s. pubblico cimiterio. A mettere qualche ar-
Lorenzo in Agro Verano, vietandosi l'e- gine all'affluenza di tali istanze, vuole la

lezione della sepoltura nelle chiese e le Santità Sua che chiunque da ora innan-
nuove concessioni di luoghi particolari zi, avendo motivi plausibili d' addurre
per tumulare i fedeli, perciò proibite an- per godere di una tal grazia, debba on-

cora le costruzioni di nuovi sepolcri nel- ninamente sborsare un'elemosina di scu-


le chiese sebbene parrocchiali, ed altresì di dieci romani; restando però sempre

gli acquisti, le concessioni, le donazioni, fermi lutti e singoli gli obblighi, cui già
i passaggi de'sepolcri gentilizi già esisten- erano soggetti que'che ottenevano di es-
ti, da famiglia in altra famiglia, da per- sere sepolti in qualche chiesa di Roma.
sona in altra persona. Che tutti i cadave- La delta elemosina si duplicherà qualo-
ri dovessero tumularsi concassa nel pub- ra non ad un semplice individuo, ma a
blico cimiterio, ad eccezione di quelli de' tutta la famiglia, si bramasse eslesa la
Papi, sovrani e principi di sangue regio, grazia in discorso. Queste elemosine me-
cardinali, vescovi, prelati di fiocchetli, e desime si conserveranno da noi gelosa-
tutti coloro che di già posseggono cappella mente per essere tulle impiegale a van-
con sepolcro gentilizio o famigliare, e ad taggio del ridetto pubblico cimiterio, se-
eccezione pure di alcuni appartenenti a condo la niente di Sua Santità. Ad og-
sodalizi. Che però volendo i possessori de* getto pei tanlo che sia conosciuta la vo-
sepolcri gentilizi godere dei privilegio lontà di Sua Beatitudine so tale rappor-
d'essere limati ne'loro sepolcri, debbono a to, ne diamo particolarmente avviso a tul-
spese di loro eredità farsi oltre la cassa di li i reverendi pairochi, perchè all'occa-
legno, altra sopra-cassa di piombo snida- sione rendano istruiti que' fra' loro par-
ta all'intorno, ancorché sieno persone pri- rocchiani che esternassero desiderio di es-
vate. Queste e altre disposizioni si leg- sere dispensati dalia legge che riguarda la
gono nella circolare del cardinal vicario comune sepoltura all'Agro Verano". Al
a'parrochi, riportata a p. 3 i della Col- presentesi dice, che il cimiterio di s. Lo-
lezione delle pili interessanti istruzioni renzo e l'omonima contigua basilica, ver-

e notificazioni pubblicate iutto diverse ranno dati in custodia areligiosi cappuc-


35o TE M T E M
cidi; e che il cimileriosi renderà decoroso, dello stalo presente e di quanto vi resta

e con altra migliore chiesa nel suo mez- a fare.


zo. Si vanno sempre innalzando decorose Nell'articolo Chiesa di s. Maria sopra
chiese per tutto il mondo, per la fecon- Minerva, la dissi edificata sulle rovine o
da e florida propagazione del cristiane- presso quelle del tempio ricordato di Mi-
simo, massime ne* / icari/iti apostolici nerva Campense, o secondo Marangoni
il cui numero felicemente è in progressi- Minerva Calcidica, da altri chiamato Fa-
vo incremento. N 1 1 853 si costruì a E- man Winervaej eretto, come alcuni cre-
lifi-House, vicino a Bristol, nella fonde- dono, da Pompeo in rendimento di gra-
ria Ilemmings, una chiesa interamente zie per le vittorie da lui riportate, ed in
di ferro,per Melbourne nell'Australia vicinanza de' templi del Buon Evento, d'I-
meridionale nell'Oceania, onde servire da side, e di Serapide. Che tempio nel V
il

chiesa parrocchiale. Essa ha una nave e secolo convertito in piccola chiesa, nel y4 1

la crociera, pulpito, leggìo, fonte batte- Papa s. Zaccaria la concesse alle mona-
simale, sagrestia ed altari,egualuieute tut- che grechebasiliane, poi passate in Campo
to di ferro. L'edifizio è lungo 70 piedi e Marzo. Nel 1273, e non altrimenti, con
circa 5o largo, e potranno starvi como- approvazione di Gregorio X, l'ebbero do- i

damente sedute 700 e più persone. An- menicani ossia 1' ordine de' Predicatori,
nesse al tempio sono due gallerie. Le pa- i quali subito si accinsero a rifabbricarla
leti esterne sono di ferro crespo galva- più grande, quindi nello slesso secolo XIII
nizzato per renderlo inattaccabile dalla incominciarono le sue ampliazioni e or-
ruggine; le interne però liscie e foderate namenti, con architetture del domenica-
di legno, ed ornate io hel modo di stoffe no fr. Sisto correligioso e compagno del
ed altro. Tutto l'edilizio costò 1000 lire celebre fr. RJstoro. Da un breve di Ni-
sterline. Si costruì ancora la casa pel par- colò 111 de' 2 4 giugno 1280 si ha che la

roco, composta di una stanza da ricevi- chiesa attuale si fabbricava; opere pla-
mento, cucina, camera da pranzo, al- rimuin sumptuose, disse poi Bonifacio
tra da dormire, la dispensa, la stanza pel Vili a '2 gennaio 2cp. Successivamente
1 1

servo, tutte larghe abhastauza e como- fu ridotta all'attuale vastità per opera di
dissime. La spesa totale della casa parroc- benefattori. Imperocché la volta di mezzo
chiale ascese a i5o lire sterline. Ora in e grande la costruì il cardinal Torrecre-
Roma formano la pubblica ammirazio- mata, e si manifesta di stile diverso da'
ne l'ultimazione della riduzione in for- piloni ; abbellirono e aggiunsero la cro-
ma gotica della chiesa di s. Maria sopì a cera o nave traversa e due navi la- le

Minerva, e lo splendido progrediente to- terali diversi nobili romani; la facciala


tale compimento della riedificazione e se- Francesco Orsini la porla di mezzo il
;

guila consagrazione della basilica di s. cardinal Domenico Capramca: la tribu-


Paolo, di cui \ado a parlare come pro- na dipoi fu riedificata da' Savelli signo-
3
misi nell articolo Subiaco. Pertanto di ri di Palombaro, con architettura di Car-

ainhedue passo a renderne ragione, sic- lo Maderno, ed il coro l'aggiunse il car-


come monumenti cristiani che onorano dinal Savelli. Inolile dichiarai nel memo-
Roma e le belle ai li, e il secolo in cui vi- rato articolo, che questa maestosa chiesa
viamo: quanto a s. Paolo per aggiun-
e forse é la sola iti Roma, che nelle sue pro-
gere qualche schiarimento al brevissi- porzioni e inispecie nelle volle abbia con-
mo riepilogo che darò del mio articolo, servalo 1'
aspetto e le forme dell' antica
onde meglio si comprendano le princi- architettura italiana, semplice e senza or-
pali opere successivamente edificale do- nati di sorte (tranne le cappelle), sebbe-
po che lo pubblicai, per porgere un'idea ne mollo partecipasse della maniera go-
TE M TE M 3 5i

tica.Modesta semplici là che rammentala to ornalo di metalli dorati, vi sarà ira-

mancanza d'ogui ornamento e dettaglio, sferito da quello a destra di esso il cor-


di cui andavano fregiati templi ogiva- i pò di s. Caterina da Siena in ricca urna;
li. Essa oltre la crocerà, ha 3 altre navi, e lateralmente nella parte opposta alla sta-
A'tanti pregi di quest'insigne tempio fa- tua del .Salvatore, vi sarà collocata la sta-
tavano contrasto le volte di macigno prò- tua di s. Gio. Battista del valente scullo-
fonde 3 palmi, ma nude affitto e senza or- re prof Giuseppe Obici, ora essendovi po-
llati, pilastri o nudi o mezzo sformati da
i sto il suo modello; cioè ove prima era il

lapidi, e da busti e monumenti sepolcrali gruppo in marmo della B. Vergine, con


disordinatamente collocati in varie epo- Ge>ù Bambino e il Ballista, lavoro coni-
che, il pavimentoaflatlologoro.ealtreco- petente di Francesco Siciliano, ma non
sedie mal s'addicevano alla dignità del simmetrico alla figura del Salvatore, mi-
culto cattolico, che fu sempre a cuore de' labile lavoro di Michelangelo. Le finestre
domenicani. Questi pei tanto vennero nel- sono già decorate di vetri colorali bellis-
la lodevoledelerminazioned'interamente simi, opere del ravennate Antonio Moro-
restaurai lacou ecclesiastica magnificenza, ni ;
particolarmente le 6 grandi vetriere
di gusto gotico, a fronte dell'ingenti soni- del cero, e le 3 della facciata principa-
me occorrenti per l'imponente impresa, le, tutte opere del valente pittore ruila-
JNell'articolo Predicatori ordine, nell'ag- nese Giuseppe Bertini , e sono altre sue
giungere altre notizie riguardanti la chie- gloriose prove del pensiero ispirato dal-
sa (non meno contigui convento, biblio-
i l'estetica e dalla fede, rome si esprime il

teche e chiostro), notai i suoi grandiosi cav. Ignazio Cantù nella sua Cronaca a
restauri e riforma, per opera del valen- p.67, ed aggiunge: » Tulli sussidii del- i

tissimo architetto domenicano fr. Giro- l'immaginazione dell'arte concorrono in


Jamo Bianchedi, che lodai nel voi. LV, queste 6 vetriere, che riproducono ilPro-
p. 88 e c)8, incominciali nel principio del tornarli re, i ss. Domenico, Vincenzo Fer-
1848 (per cui la cappella papale della mi, e Papa Pio V; le ss. Caterina della
ss. Annunziata da quell' anno inclusiva- Ruota da Siena. Poche volte
e Caterina
mente al corrente fu celebrata nel pa- il bello seppe mostrarsi cos'i forte ed elo-

lazzo apostolico, tranne 1849 e i85o il quenle nella casligatezza del disegno, nel-
ìn cui il Papa regnante trovavasi a Gae- la vivacità de'coloii, nell'elleno vagli issi-
la e Portici) per ridurla all'antica sua for- mo ed originale, nell'ispirazione tulta cri-
ina gotica e ogivale, nella quale è sola ed stiana, magica, attraente. Quel Vincenzo
unica in Roma (gli archi acuti essendo già Ferreri rapisce come una figura del Cre-
stati discoperti nel 1824, quando vi fu ce- spi. Pittore e poeta pose la sua anima in-
lebrata solennemente la seguita beatifica- (era in questa graud'opera, con tutta l'un-
zione tlel b. Francesco Possadas domeni- zinne, la tenerezza, la grafia, che il cou-
cano), e quanto di più rimarchevole era- cello innestò alla vita di questi sanli. Cia-
vìm operato. iNel voi. LXX, p. 36, ricor- scuno di questi suoi quadri è un dram-
dando la visita che fece alle lavorazioni ma compiuto, che lascia nell'animo dello
nel decorso ottobre 1 854 il Papa Pio IX, spellatole un'ultima impressione devo-
rilevai che armonizzando col-
i dipinti la; gli parla il linguaggio proprio d'una

lo stile architettonico del tempio copro- religione sublime che colloca i suoi eroi
no la tribuna e le volle, in uno alleope- in un vago misterioso fra la terra ed ilcie-

re moltissime falle a scagliola, ed alle bel- lo.. . .Sotto le vóitedella chiesa della Ali-
le vetriale colorate di figure e variati e- nerva, dove stanno già tante Opere de'pri-
legantissimi ornali. Che sotlo il nuovo al- mi creatori della pittura, questi vetri ri-
lare maggiore, il quale dovrà essere tilt* produrranno la lede ancor vergine de'
352 TEM TEM
tempi antichi, e il bello «lei concelto asso- tolti, simmetria
e con miglior consiglio e
cialo al bello delle forme, sarà un nuovo furono trasportati, parte dietro gli slessi
attestalo dell'estetica perfezione." Quan- pilastri corrispondenti alle navi minori,
to al un giova-
ravennate IMoi oni, egli è parte nelle pareli di contro di tali navi,
ne valente, tutto inteso a condurre l'ele- e alcuni furono collocati nelle cappelle di
gante arte vetraria dipinta ad altissimo esse, le quali cappelle pure vanno restau-
segno di perfezione nello stato pontificio, randosi e si abbelliscono di nuovi orna-
ov'era stata già quasi dimenticata, ed ha menti da' patroni. Merita che io faccia
stabilito le sue fornaci e laboratorio in speciale e onorevolemenzione del bellis-
Roma presso laMadonna de'Monti.FYa le simo affresco del sullodato cav. Podesti.
pitture delle volte vanno rammentati gli Egli nel fine della parete della nave mi-
affreschi di Bernardino Riccardi da Par- nore sinistra ha dipinto a fresco col no-
ma, che nell'aprile delle speranze nel sud- to valore il monumento sepolcrale ili sua
detto mese fu falciato dal morbo crudele famiglia Vi dipinse l'Angelo
ivi esistente.

che ci addolorava, compianto e celebrato che porta in cielo un amato bambino suo
il suo ben ammaestralo ingegno, nello sii- figlio, ed è lavoro che richiamerà l'ammi-
le monumentale dell'arti cristiane confa- razione degl'intelligenti. Tutto il comples-
centi alle chiese, dal prof. Orioli con ar- M." sopra
so dell'eseguito nella chiesa di s.

ticolo necrologico pubblicato nel t. 2 i


,
Minerva, forma un insieme imponente, di
p. 345 dell' Album di Roma. L'egregio decoroso, di elegante e d'incantevole, pel
pittore seppe continuare quel che altri a- tipo religioso che vi trionfa in ogni sua par-
veano cominciato, con tanta facilità e con te. La nave traversa o crocerà della chiesa
sì grande accorgimento adattare alla con- temporaneamente fu aperta al pubblico
venienza del luogo e del tempo le figu- culto per la festa di s. Domenico, per quel-
re bellissime onde fece ornato l'apsideo la del ss. Rosario nel decorso anno, e nel
tribuna e le volte della nave grande, che dicembre ultimo pel triduo in onore del
il sommo cav. Federico Overbeck, gran definito dogma dell'Immacolata Conce-
maestro in ogni argomento cristiano, di- zione, che ricordai in fine dell'articolo
chiarò avere ottimamente saputo com- Teatine, celebrando sì glorioso avveni-
prendere e incarnare il cristiano concet- mento. Stabilmente poi sembra che tor-
to, deplorando ch'egli fosse innanzi tem- nerà ad essere ufficiata a'4 del futuro a-
po perito, senza poter tutta compiere un'o- gosto 1 855, per la festa di s.Domenico
pera ideata ed eseguita con tanta sapienza; fondatore dell'inclito ordine. Adunque si
comechè abbiavi chi sopra cartoni da lui i riaprirà nella vigilia, e si dice con certez-
lasciati condurrà a bel termine quella fa- za che il Papa Pio IX, benefico anche con
tica (nella volta della nave maggiore ver- questa chiesa, si recherà a consagrarvi l'al-

so il principale ingresso, e l'ha già egre- tare maggi ore, ed a celebrarvi la messa.
giamente eseguila co' 4 ultimi Apostoli), Nell'artÌColoCHIESADIS.PAOLO jp(7^ ,
/V//--

cioè il cav. Ga varchili, già uno degl'intimi cale nella via Ostiense fuori le mura ih
suoi ede'colleghi nella nobile arte; tanto Roma, Porta s. Paolo, nar-
cioè fuori là
più degno di commendazione, perchè con rai (dopo averne fatto argomento d'una
un disinteresse più unico che raro, esegui- dissertazione che recitai a' i4 febbraio
rà tutto principalmente a profitto dell'in- 1842, nell'illustre e romana accademia
consolabile Virginia Bai locci, degnissima Tiberina, cui mi pregio appartenere, va-
vedova (dopo 35 giorni di matrimonio) le a dire prima che si pubblicasse tale ar-
e discepola tlel defunto. I monumenti se- ticolo, sebbene il voi. XII che lo contie-
polcrali ch'erano a ridosso de'pilastri del- ne porti la data del 1 84 1, perchè nel de-
la nave grande, tutti quanti sono stati clinar di esso s'incominciò la stampa e si
TEM TEM 353
compì 1842) die dalla Porta Trige-
Del sistono esalte opere che descrivono l'an-

mina perveniva sotto un ordine di


vi si tica e demolita basilica Vaticana, in essa
portici coperti (al dire del Severano for- se ne potrà prendere una compita idea.
mati di colonne di marmo, coperti di piom- Tornando al mio articolo, raccontai che
bo, e lunghi 1 5 stati ii : a' tempi di Proco- serbata la stessa forma, gl'imperatori Va-
pio già esistevano), de'quali dopo il secolo lentiniano li, Teodosio 1 e Areadio nel
X non si hanno notizie. Dichiarai i suoi 386 ne ordinarono l'imponente ainplia-
cospicui pregi, singolari prerogative, Por- zione a Sallustio preletto di Roma, onde
ta santa, e contiguo monastero de'bene- Papa s. Silicio nel 3qo consagrò di nuo-
dettiui Cassi/tesi (/ .) del benemerentissi- vo il tempio, e verso il 3 9 5 compì l'edi-
mo ordine ch'ebbe culla Subloco e me- in lìzio l'imperatore Onorio,successi varien-
glio si promulgò in Monte Cassino (P'.J: te ornato e nobilitato da altri augusti, ol-

qualità che celebrai anco a Roma, a Li- tre l'imperatrice Galla Placidia.Dicemg.'

mina Apostolorum, ed a Sepolcro de'ro- Nicolai, che Valentiniano II e suoi col- i

mani Pontefici, non solo per esservi quel- leglli nel demolire e rifabbricare la basi-
lo d'alcuni, ina per contenere la metà de' lica, si servirono de precedenti materiali,
corpi de'ss. Pietro e Paolo, ovvero il so- e che del resto niente più rimase della ba-
lo corpo di s. Paolo, nella quale biogra- silica Costantiniana. Molti Papi gareggia-
fìa riparlai ancora di sue feste, inclusiva- rono in abbellirla, e pe'primi s. Leone I

mente a quella di sua Conversione e dil- del 44° e s- Simmaco del 498 nelle pa-

la Commemorazione. Che il corpo del di- reti della nave di mezzo vi fecero esegui-
vino apostolo e dottore delle genti s. Pao- re due ordini di pitture esprimenti vari

lo fu sepolto nel sito ove ora sorge la con- fatti dell'antico e del nuovo Testamento,
fessione, e Papa s. Anacleto del o3 vie- 1 e specialmente degli Atti degli Apostoli,
resse sopra un oratorio. Che l'imperato- cioè le prime nel muro meridionale, le se-

re Costantino I verso il 3c)4 vi edificò sul conde nel settentrionale o lato opposto.

medesimo una magnifica basilica, che de- Inoltre sotto tali dipinti s. Leone vi fe- I

dicò Papa s. Silvestro I con solenne con- ce rappresentare la Cronologia de' ro-
sagrazione a' 8 novembre, riponendo la
1 mani Pontefici co'loro Ritrattila pittu-
sua testa con quella di s. Pietro nell'ar- ra, continuata da s. Simmaco e da altri
cibasdica Lateranense, ed ambedue vene- successori, e ne riparlai a Stola, sotto a'
riamo col nome di ss. Teste ( J .). Noterò quali si vedevano gli ornati d'arabeschi di
con mg.' Nicolai, che la forma della basi- stucco. Vedevansi tali immagini in altret-
lica fabbricata da Costantino I era simi- tanti circoli e di quella forma che gli an-

le a quella dell'antica basilica Vaticana, tichi chiamavano Clypeataei fra l'uno


pure da quell'augusto edificala, benché e l'altro circolo erauo segnati gli anui, me-

per altro fosse più piccola nella primiti- si e giorni che ciascun Papa avea occu-
va origine l'Ostiense, e con soffitto nu- pata la Sede apostolica. Questi ritratti e-

do. Nel resto di poco differiva dalla Va- rano sopra la cornice io uua fascia pro-
ticana, poiché (|uesta avea una sola na- tratta per tutta l'estensione della nave di
ve traversa, mentre s. Paolo n'ebbe due ine2Zo,uon meno che della traversale.Fra
(
per cui (piando vi fu aggiunto il muro tanti altri Papi benemeriti della basilica,
divisorio che ricorderò, prese in certo mo- qui solo ricorderò s. Leone III, per aver-
do la figura ili croce patriarcale greca). Di la in gran pai te distrutta il terremoto, or-
più in s. Paolo sulle colonne appoggiavano dinando che ogni mercoledì vi andasse la
degli archi assai curvi, mentre neh' an- processione da s. Sabina. lieuedelto III
tica di s. Pietro da una colonna all'altra rifece il portico strada coperta che dal-
non vi erano clic ai Jnlravi. E siccome c- la porta Ostiense couduceva alla basilica,

VOL. LXX.UI. 23
354 TEM TE M
ed un altro simile ne edificò dalla porla di deva dalla parte della sagrestia); rimos-

s. Lorenzo (ino alla sua chiesa e 5." ha- se il coro, l'antico presbiterio ornalo da
silica patriarcale, parimenti situata fuo- 20 colonne di marmo, e i due amboni
ri mura. Vicino alla basilica di s. Pao-
le simili, tulli ingombri levati per ingran-
lo,per purgar l'aria de'dintorni, ed a suo dire il sito e isolare l'altare papale che so-
pì opugnacolo e difesa da' masnadieri e vrasta la stessa confessione, oude adat-
dalla irruzioni de'saraceni che vi si reca- tarlo alla da lui rinnovata celebrazione
vano pel Tevere (il quale per la sua pros- delle cappelle pontificie. Ptifece o ristorò,
simità al tempio poco lungi, formava
vi con legni naturali ben intagliati, i lacu-
anticamente una specie di porto, dove ap- nari del soffitto della nave traversa o ero •
prodavano e sbarcavano quelli che per la cera; alle cui testate dipoi Clemente Vili
via di mare venivano e partivano da Ro- aggiunse due altari per parte. Clemente
ma: in fatti vi sbarcarono Gregorio XI XI eresse la basilica in parrocchia, poi-
nel 1377 e AdrianoVl nel i522,oltrerim- che essendo la basilica amministrata fin

peratore Federico III neh 452; e prima dagli antichi tempi da'monaci, per mol-
di essi vi s'imbarcò nel 1 204 Pietro II re lo tempo non era stata parrocchia, essen-
d'Aragona, e lo rilevai ne' voi. XXXV, do per questo riguardo soggetta alla Ciac
p. 256, LXVI11, p. qo), Giovanni Vili sa di s. Maria in Cosmedin, la cui giu-
fabbricò una piccola città o borgata, dal risdizione parrocchiale vastissima esten-
suo nome detta Giovannipoli (1 .): esi- devasi da dentro Roma sino fuori delle
steva sul fine del secolo XI, e pare anco- mura Clemente XI ri-
a'eonfini d'Ostia.
ra neh 236; spellava al monastero di s. flettendo essere troppo incomodo peglia-
Paolocollasua mola e torre,» hiamata pu- bitanti delle campagne sì grande distan-
re nelle carte antiche Oppidum e Castel' za dalla chiesa di s. Maria, neh 708 fece
limi. Nicolò III oltre la suddetta seriede' erigere la patriarcale basilica di s. Paolo

Pontefici un' altra ne fece fra la cornice in parrocchia, previo il consenso del ca-
e i capitelli delle colonne d'ambidue i la- pitolo della basilica di s. Maria in Cosme-
ti,collocandone 20 per ciascuna parte, din; il quale però nel concederlo si riser-
quante appunto erano le colonne, e di più vò ogni ragione del gius primitivo, di ma-
altri 8 nel muro occidentale. Questo Pa- niera che non s'intendesse ceduto alla ba-
pa fece altrettanto nelle basiliche Late- silica di s. Paolo altro che l'esercizio del-

ranensee Vaticana, nelle pareti dellequa- la cura d'anime. Benedetto XIII contri-
li anticamente vi erano pure pitture rap- bui co'monaci a rinnovare il portico co'
presentanti fatti Testamento,
dell'antico marmi e colonne dell'antico qnadripor-
G io vanni XXII compì que'musaici della lieo rovinato, sul solo lato della facciata,
facciata esterna cominciati da'monaci (al- nella quale occasione si ristorarono i mu-
lora cliiniacensi) che descrissi. Sisto V vi saici della parte superioredellostesso prò-
operòmolti miglioramenti, ma tolse l'ac- spetto esterno. Benedetto XIV l'istaurò i

cesso all'oratorio o confessione sotterra- musaici interni della tribuna, ristorò le

nea, rimovendo la scala da cui si scende- pitture della cronologia de'Papi, le quali
va all'altare della confessione e all'orato- essendo a fresco in luogo così umido a ca-

rio di s. Giuliano (sodo al cui ailare era- gione del prossimo Tevere e non sempre
uo i corpi de'ss. Celso, Giuliano, Basilis- ben custodito, eranodall'ingiurie del lem-
sae Marzianilla martiri; era ornato di pit- pò maltrattate: di più fece dipingere i ri-

ture che descrive mg.' Nicolai, e da esso tratti di quelli che mancavano sino a lui,

si andava al citnileriodi s. Lucina seuio- i quali furono continuati da'suoi succes-


ie; la porla dell' oratorio di s. Giuliano sori. Nel citato articolo descrivendo lo sta-
lli chiusa nel 1 587, e tullavolta vi si ascen- to della basilica in forma di croce Ialina
TE M TEM 355
o quale trova vasi a'i 5 luglio iS^.la dissi volta della cupola Vaticana, ed ancora c-
con - porte, 3delle quali di bronzo. avendo sistevano in buona parte. La travatura del
ing. 'Nicolai illustrato la maggiore di esse, soffitto sembrava una selva di legname,
con 5 navale con solììtti del tutto nudi, con abeli di smisurata grandezza: questi
oltre quella traversa della crocerà, la qua- travi antichi i più lunghi erano di I 20 pal-
le soltanto avea il ricordato soffitto co* la» ini.Ma questa celeberrima basilica, Tu-
cunari, e alle cui tesiate erano due altari nica di Roma che conservasse l'antica for-
per pai te, già rammentali. Cheavea4°r- ma e maggior numero di memorie pre-
dilli di colonne die dividevano la chiesa ziose di sua primiera fondazione Costan-
nelle 5 navate, 4oin quella di mezzo, cioè lituana, a' 16 luglio 1 82 3 miseramente pe-
20 per parte, e qo nelle navi minori, ol- ri per furioso incendio. In si deplorabile ca-
lie altre 38 colonne del grande arcoe de- tastrofe restarono soltanto, l'altare papale
gli aitati, compreso il maggiora della tri- col pregevolissimo tabernacolo in l'orma
buna rimpetto a quello della confessione piramidale con ornamenti «olici, iuco-
e suedue edicole, laterali al quale erano e miuciato a edificare nel 1285 (non inte-
sono tuttora esistenti, nel modo che in se- 1 aulente proporzionato all'altezza e alli-

gnilo descriverò, quelli del ss. Sagrameli- piezza del tempio, onde non impedire la

to e del ss. Crocefisso (nelle navate mi- veduta del musaico dell apside), restando
noiierauodueallaridi gotico disegnonon prodigiosamente illesi, in uno alla sotto-

più in uso); non cbe comprese le colon- posta confessione e suo altare; lecappel-
ne dell' arcone e del muro che divideva le del ss. Sagramento e del ss. Crocelis-
la nave traversa, il quale arcone faceva so (questo insigne simulacro mentre sta-
simmetria col grande arco trionfale, For- va nella nave traversa a sinistra dell'al-
te questo muro ne' tempi più barbari fu tare, trovandosi S.Brigida, della quale me-
aggiuuto ,
per sosleuere le lunghissime glio celebrai a Svezia le virtuose esante
travìdei tetto: la confessione restava in gesta, a pregaie nell'oratorio della am-
mezzo e tra I' arco grande e l'arcone, ed fessione,l'immagine del Redentore si vol-
alle 4 testate della crocerà, per la divi- tò verso di essa; laonde ne nacque tale
sione del muro i 4 altari venivano tra lo- grandissima divozione, cbe a'tempi ili Be-
lo separati: questo muro divisorio per uedetto XUI fu trasferito nella cappella
alleggerirlo era sostenuto da grandi co- ove trovasi alla somma venerazione non
lonne con soprapposti archetti e in parte meno del popolo romano, die de' fedeli
pieno. Comprese le 12 colonne del porti- d'ogni regione. Trovo conveniente di qui
co, s. Paolo ne conteneva i3o,cioè 24 pure ricordare, che s. Ignazio fondatore
di paonazzetto, 28 di porfido rosso, 1 1 dellasempre benemerita e veneranda So-
di granilo rosso o bipio, 1 di cipollino , cìetà de' Gesuiti, recandosi co'suoi vii-
fi \ di marmo paride 2 di marmo salino, tuosi compagni alla visita delle 7 cinese,
Si poteva dunque chiamare una foresta fece unitamente a' medesimi professio-
(ìi re. lumie auliche. Il pavimentodella na- ne solenne della sua mirabile regola, a-
ve traversa era quasi tulio di mattoni, vanii un'immagine della B. Vergine che
tranne un pezzo a sinistra della COnfeSSÌO- allora si conservava nell'altare ilei ss. Sa-
ne, avanzo dell'antico pavimento di uni- gra mento, e poi si trasferì nella cappella
saico. Il pavimento delle 5 navi forma ilei ss. Crocefisso, per cui i benedettini a
vasi da piccoli frammenti irregolari di tramandare a'posteri la memori. di tale 1

marmi, lapidi e sarcofagi tolti da'eimite- avvenimento posero una lapide Sotto l'un-
ii e da' sepolcri de' gentili. Sopra questo mngine, che riporta mg.' Nicolai); le s>.
pavimento Michelangelo vi sepnò la linea Reliquie, e il mirabile candelabro crislia-

per determinare la curva dell' immensa no di marmo pel cereo pasquale; la Eie-
356 T E M TE U
ciata esterna, il campanile, il contiguo ino- to. A secondare il desiderio degli eruditi e
nastero fabbricato con architettura goti- di quanti zelano la conservazione degli an-
ca in parte, e l'elegante chiostro vastissi- tichi monumenti, che ardentemente bra-
mo e assai pregievole per l'iscrizioni an- mavano che il tempio risorgesse coufòr-
tiche, e pe'suoi ornamenti gotici formali me era l'antico, veramente di tipo cristia-
da centinaia di colonnine lisce e spirali, no che incuteva venerazione, decretò Leo-
con musaici e archetti di sesto acuto, o- ne XII che si dovessero inviolabilmente
pera curiosa de'secoli XII e XIII, ma ve- osservare le anteriori sue forme e propor-
r
ramen te vago come lo chiama mg. Nico- zioni architettoniche, meno le cose inlro-
la M. Nicolai. Questi si rese benemerito dotte nell'età posteriori e qualche regio*
della basilica, delle lettere e delle arti, ini- nato ornamento, riservando ne' dubbi il

perocché nel i8i5 per buona ventura e giudizio al magistero della dotta accade-
dedicala a Pio VII (implorando la sua mia di s. Luca. Il Papa prepose all'ope-
munifìcenza a restituire al suo lustro u- ra l'architetto Pasquale Celli, e per sua
uà basilica celebre per la santità del luo- morte Gregorio XVI nel 833 gli sostituì 1

go, e tanto illustre pegli avvenimenti ac- comruend. Luigi Polelli archi-
l'attuale
cadutivi; imperocché si dolse che l'edifi- tetto direttore, che ne cura alacremente
zio per l'ingiurie del tempo decadendo o- e colla nota perizia il totale compimento,
gni giorno, procedeva a inevitabile rovi- Dopo avere Leone XII preparato gran
na, essendosi la facciata dal lato del Te- parte de'materiali, e spinto lopera a no-
vere distaccata per vari palmi con una labilissimo avanzamento, terminò di vi-

fenditura che minacciava cadere; tetti i vere nel 1829. Pio Vili che gli successe
in molti luoghi necessitavanod'essere rin- a'3 marzo ne protesse
1 progresso ne' il

novati, e ilmusaico della facciata perdu- 20 mesi del suo pontificato. In quello di
to in gran parte andava ogni giorno ca- i5 anni, 3 mesi e giorni 20, di Gregorio
dendo), pubblicò in Pioma la sua dotta o- XVI, il tempio giunse al massimo suo in-

pera : Della Basilica di s. Paolo. Egli elemento, per l'impulsochecoslantemen-


accuratamente la descrisse qual era pri- te gli die dal 2 febbraio 83 in cui fu su- r 1

ina del lagrimato e fatale eccidio, bella- blimalo al triregno. Geloso osservatore
menle descrivendo e illustrando con ta- deliesaggie e lodevoli prescrizioni del pre-
vole e disegni incisi, la pianta, gli spacca- decessole Leone XII, si oppose vigoro-
ti,il prospetto, i musaici, la porta di bron- samente alle novità che si tentavano in-
zo, l'urna o sarcofago di Pier Leone (di trodurvi, ed eliminò le incominciale. A.-
cui riparlai a Teatro di Marcello), e il mante dell'antiche e venerande memo-
candelabro. Questo strepitoso disastro che rie sagre, volle che procedesse il sontuo-
commosse tutto il mondo, fu celalo all'in- so edificio con isplendida magnificenza,
fermo e glorioso Pio VII, il quale moien- ma tal quale al precedente, meno le con-
cio poco dopo a'20 agosto, Dio suscitò il "venute ragionevoli riforme nelle parli po-
coraggio apostolico del degno successore steriormenteaggiunte,come l'altare mag-
Leone XII il quale con quelP animoso
, gioredella tribuna, ei! murodivisoriodel-
suo gran zelo che celebrai purea Roma, ia nave Ira versa, alle cui testatesi riedifìca-

provocati gli aiuti della cristianità, ne in- rono due soli ma


grandi altari, e con mi-
traprese gloriosamente la riedificazione glior consiglio due laterali e con cappelle
neh 82.5; dopo essersi consigliato co'dolti se ne aggiunsero a'memorati superstiti,
ecogliai listi più insigni, istituendo \aCon- Onde cosi avere il vero tipo ò\\n tempio
gregazione speciale per la riedificazio- del V secolo., e si ammirasse nuov amenle
I

ne della basilica, di s. Paolo, a curare nel soffitto nudo delie 5 navateconcstupo-


e presiedei e al suo magnifico risorgi men« re il prodigio d'una sei va pensile in allo e
TE INI TE M
35 7
formata da rare.imponenti e gigantesche splendido di rari marmi, elevandosi nel
travi. Quanto di principale sottoGregorio mezzo maestosa sedia pontificale marmo-
XVI fu eseguito fino al termine del 84 i <> rea, ove
prima era stato l'aggiunto vi altare
epoca della slampa del mio articolo,in es- maggiore. A'iati della tribuna, oltre ledue
so lo dichiarai. Acciò meglio comprendi- si antiche cappelle salvate dall'incendio e
ne le opere posteriori che dovrò in bre- quindi ristorate, si costruirono in aggiun-
ve descrivere sino ad oggi, è d' uopo che ta quelle nobilissime di s. Stefano e di s.

io qui ne f iccia un generico cenno, e qua- Benedetto mirabilmeute


colle loro statue
le dovea essere il vasto tempio, secondo lo scolpite: lai." sarebbe decorata con due
n
statuito a quell'epoca. La navegrandeeb- bellissimi grandi quadri laterali, la 2. con
be in piedi 4o grandi colonne e 4 pilastri. 12 colonne del famoso Veii donate da
Delle 42 arcate marmoreechedoveanogi- Gregorio XVI. A'fìanchi dell'arco trion-
rar sulle colonne, erasi costruito più. della fale e presso la- confessione si doveano e-
4. pas le. Sopra tali pareti, che poi doveansi levare le già scolpite statue colossali de'
ornare di pitture edella pontificia crono- ss. Pietro e Paolo. Rialzato il pavimento
posava la sorprendente incavallatu-
logia, delle j navi per preservarlo dall'inonda-
ra del tetto: le navi laterali doveano di- zione del vicino Tevere, cui andava sog-
vidersi da altre 4° colonne e 4 pilastri getto. Doveansi erigere le 4colonneei pi-
quadrati, la maggior parte delle quali e- lastri meravigliosi, forse per decorazione
t'ansi erette sulle loro basi e giù sostene- interna delle porte principali, dell'alaba-
vano i rispettivi capitelli, come le altre no- stro d' Egitto donato con altri massi da
minale. La nave della crocerà felicemen- quel viceré a Gregorio XVI, per quanto
te compita, cou magnifico soffitto di lacu- narrai Dell'indicato articolo, dichiarando
nari (ne' quali trionfano gli stemmi di ancora suoi singolari pregi
i quali non ; i

Leone XII, Pio Vili, Pio VII, e del con- può vantare qualunque monumento d'I-
tiguo monastero, ed in mezzo ad essi la talia e d'Europa. Dissi pure, quanto agli
granile arma di Gregorio XVI,ch'è l'unica altri prestabiliti lavori, che l'esterno del
esistente ned' interno della basilica), con tempio sarebbe rinnovato, e nuovo si fa-
pavimentodi marino,del quale si vedeva- rebbe il portico e il quadri portico, cos'i
no rivestite le pareli con colonne e pila- le pareti esterne. Nuova altresì la torre
stri creili in ciascun lato. Instaurati tutti campanaria di grandi dimensioni d'ar-
gli antichi musaici, in un a parte di quel- chitettura romana, e già in costruzione
li del prospetto esterno trasportati nel- a vari ordini e figure, tra il portico che
1' interno, e collocati sopra le pareti de' guarda la città, e la vicina porla minore
due archi, dell'apside e di quello di Pia- e laterale della basilica, sulla via Ostien-
cidia, ambedue nella parte corrispon- se. Questo portico verso dovea es-
la città

dente nave traversa; innalza-


alla stessa sere maestoso e abbellito dar 2 colonne.
te le due smisurate colonne del gran- In tali modi, fatta più splendida e son-
de arco trionfale. Ciascuua delle due te- tuosa la basilica Costantiniana, avendo ga-
state della nave traversa nel suo mez- reggiato le fiorenti belle arti per renderla
zo avea un grande altare con bellissi- degna dell'Apostolo delle genti, del secolo
mo quadro, e 4 statue laterali. Nel cen- XIX, di Roma sede e maestra delle me-
tro di questa crocerà sorgeva il taberna- desime, edel pontificato di Gregorio XVI.
colo restaurato, facendo come prima bal- Questi vedendo recato a felicissimo com-
dacchino al sottoposto altare papale, cir- pimento i nave traversa (meu-
lavori della
condato da balaustrata, e confessione con tre i nave grande faceva pro-
lavori della
nuova cappella sotterranea. La tribuna gredire con alacrità e col metodo il più e-
sunerbaineute decorata, e il pavimento couomico e piti sicuro per l'arte), quindi
358 TE AI TE AI
volendola restituire al pubblico colto di- mi del cardinal Anton Domenico Gara-
vino e alla venerazione dell'Apostolo del- bermi segretario per gli affari di st;ito io-
le genti, a'5 ottobre 1840 (giorno che il terni e zelante presidente della congrega-
Papa, come espressamente dichiarò nel- zione speciale per la riedificazione del sa»
l'allocuzione, scelse per dare un pubblico grò tempio (che eseguì i riti preparatori!
e solenne attestato di ossequio e d'animi- alla consagrazione), e quello del cardi-
razione a Leone XII ebe lo avea creato nal Antonio Tosti pro-tesoriere generale
cardinale, il cpiale in tal giorno era stato e perciò deputato della congregazione,
solennemente coronato col triregno, ed a- benemerentissimo dell'incremento della
vea decretato la riedificazione della ba- nuova basilica nel suo lungo ministero,
silica, secondo le antiche forme e le di- Essendosi terminato dipoi verso la città il
sposizioni sue architettoniche, e che in- sunnominato portico, vi fu collocata la
di ne vide cominciati e accelerati lavori i suddetta iscrizione in marmo sovrastata
con pieno gaudio del suo animo gran- dallostemina marmoreo diGregorioX VI,
de e ilivotissimo del s. Apostolo), dopo la e quelli de' due ricordati cardinali foro*
benedizione della crocerà o nave travet'- no scolpiti a pie dell' iscrizione medesi-
sa, solennemente consagrò l'altare papale ma: sopra poi gli archi delle testate sono
colle ceremonie che descrissi, e usando purelearmi gentilizie de'eardinaliMallei
([nella croce astata di cui riparlai nel voi. e Anlonelli, per quanto dirò. Per la fe-
LI, p. 2f)8. Ascese peli. "nella ricordata sta successiva della Conversione, Grego-

sedia pontificale, vi pronunziò in latino rio XVI riabilitò l'abbate del monastero

un'omelia o allocuzione commoventeede- a celebrarvi in tal giorno il sagrifizio pon-


gna profonda dottrina; indi pel 1-
di sua mente, ed in quella della Cornine-
li ficai

celebròla messa della dedicazionesul con- monizione vi si portò a dire la messa bas-
sagrato altare. Le particolarità tutte del- sa, e ad assistere a quella pontificata da
labenedizione della navata, commessa dal hiì 1 escovo assistente al soglio, ripristi-

Papa al p. d. Gio. Francesco Zelli abbate nandola cappella prelatizia istituita daDe-
di s. Paolo, edella consagrazione dell'ai- detto XIV. Così Gregorio XVI in quel
tare, si leggono insieme all'allocuzione in giorno sagro alla Commemorazione dei-
latino e in italiano, nella descrizione edi- l'Apostolo, colla sua pietà e divozioneper
ficante e affettuosa, scritta consentimeli- esso, nell'intervenire alla funzione, riunì
to religioso, del cav. Luigi Moreschi se- alquante di quelle ceremonie che già in
gretario della congregazione speciale pre- diversi tempi siusarono dal fervore de'
posta alla riedificazione dell'augusto tem- Papi verso s. Paolo, nella cui biografia
u
pio, che pubblicò nel Supplimentodel n. lericordai, e dove ne narrai riti e le par- i

83 Diario dìRomaùì detto anno. La


del ticolarità. Gregorio XVI continuò costa n-
maestosa sagra funzione, avendo colpito temente finché visse a fare in tutto ogni
e penetrato il sentimento religioso del eh. anno altrettanto, in che viene tuttora i-

cav. Ignazio Cantò, che ne fu spettatore, untato dal Pontefice successore. Ora col
affettuosamente la celebrò dopo
la morte periodico foglio ufficiale di Roma, inco-
del Papa con Gregorio A/ /
l'opuscolo: niinciando dal 1842 riporterò 1' estrat-
Sommo Pontefice, Cenni, Milano 846. 1 to delle successive lavorazioni eseguite fi-
A memoria perenne della benedizione del- no ali 855; non però col le proporzioni che
la principale sua parie edella consagra- esigerebbe l'ampiezza del soggetto, ma
zione dell'altare papale, nel fausto gior- con quelle che nonno rannicchiarsi nel-
110 ch'ebbe luogo, leggevasi a caratteri d'o- l'anguste pagine d'una parte d'articolo di-
ro l'iscrizione che pure pubblicò il Slip- venutoalquantoprolisso nel trattare il va-
plimcuto del citato Diario, fra gli stein- sto e nobile argomento. Si vedranno co-
TEM TEM 35 9
si l'epoche in cui si principiarono, In vo- no ancora stavano lustrandosi. Buona pn-
rarono e compirono le diverse opere egli te ilei tetto che copre oltre la metà della

ornamenti, e quando s'incominciarono le nave grande, era eostruito. I massi del


altre che si reputarono convenienti, me- vaghissimo alabastro d'Egitto eransi ri-

diante i progetti architettonici, i disegui dotti aforma regolare di fusti di colonne


eia soprintendenza de'lavoridel sapiente d'ordine corintio, lunghe pi ìi di 3ì pal-
couumend. Polelti, per un'impresa applau- mi architettonici romani a' quali non .

dita da tulle le nazioni, perchè inleres- mancavachela lustratura, permegliogo-


6anle la religione, le belle arti e gl'impor- ilere la sorprendente trasparenza e lucen
tanti studi della sagra archeologia. Au- varietà delle sue macchie coto-
tez/.a, la

tore del pubblicato nel foglio ulliciale è gnino e bianco candido. Le solide fonda-
I' encomialo cav. Moreschi. A. lui fu dato menta e la vasta platea del nuovo camp-i-
ragionarne con coi nino venie unzione, si n- ni le erano compi le, e molto avanzate tut-
golar diligenza e bella erudizione,non me- te l'architetture del portico rivolto alla
no che artisticamente, come quello cheti ciltà. Nel n.° 23 del Diario di Roma del
ha dato l'eruditissime e pregie voli disser- i84> si legge la seguita copertura del-
tazioni e descrizioni di due insigni no- le navi minori, ed il compimento degli ai-
muliniti della basilica: Osservazioni sul- chi e delle cornici ili marmo bianco car-
la sedia pontificale ch'era ne II" absi* rarese per la nave grande; e che l'impre-
se, ec. ; Descrizione del tabernacolo clie sa del nuovo tempio ormai andava toc-
orna la confessione della basilica di s, emulo il lauto desiderato line della coni-
Paolo, salvalo dall' incendio e riposto pietà sua riedificazione; porgendosi voli
sopra la confessione medesima per de- che Gregorio XVI benedicesse la nave
crelo di Gregorio \7 /. D'ambedue ne grande e le navi minori, come nel 1840
parlai a Sedia de' Papi, e a Tabernaco- avea benedettola nave traversa e consa-
lo. Suoi pertanto sono ancora gli artico- grato l'altare papale. Il 11. ° 86 del Diario
li che celebrarono l'accesso dei Papi Gre- di Roma del i845> celebra la visita falla

gorio XVI, e Pio IX regnante alla basi- alla basilica da Gregorio XVI a'2 1 otto
lica, e quelli riguardanti la festa annua bre, alfine d'ammirare a parte a parte i

della Commemorazione, i quali ultimi so- principali lavori, e d'incoraggiare con o-


glionsi pubblicare ne' primi del mese di gni maniera di modi il tanto bramato suo
luglio. Con que>te visite che gli encomia- compimento della magnifica riedificazio-
ti l'api fecero alla basilica Ostiense, eh- ne, che richiamava sempre più ogni sua
bero nel loro instancabile zelo per iscopo, cura e sollecitudine. Che nella cappella
l'osservare ì progredienti lavori, l'anima* del ss. Crocefisso osservò il nuovo pavi-
re i personaggi che vi presiedono e gli ar- mento di scelti marini a vari colori, col-
listi che vi lavorano, al perfetto e solle- l'iscrizione che ricorda il pietoso e lodevc-
cito compimento del meraviglioso lem- le decreto sovrano di avervi o sepolte le

pio, dalla pontificia munificenza e dalla ceneri, o fattivi collocare gli epitaffi nuo-
pietà cristiana restituito al suo splendo- va mente scolpiti de' cardinali Benedetto
re. Riferisce il n.°7 3 del Diario di Roma Sala e Gio. Bernardino Scotti, e di ni".
I.SJJ2, che un numero considerevole di Pier Luigi (.alletti vescovo di Cirene co-
niassi di marino carrarese erano prepara- noie dell' online cassinese, cui sepolcri i

ti per la continuazione degli archi della erano in varie parli della nave traversa
nave grande, e pe'capitelli che restavano prima del distruttore incendio della bi-
a scolpirsi per le navi minori. Molte co- silici. Nella limitrofa cappella poi dis.Ste
loime di granilo già erano innalzate nel- l'ano,ammira il Papa masuifìci lavori 1

le 4 uavi minori, le poche che restava- già eseguili e iu csccuzioue per ornarne
36o T E INI T EM
Je pareti co' più belli marmi antichi, d'a- le incavallature del vaslo tetto, acciò nel-
fricano nel zoccolo, di granito rosso nei la loro semplicità facessero bella mostra;
pilastri, di breccia detta dì sette~bassi nei e per ognidove grandi opere di traverti-
riquadri; e veniva con piacere rassicura- no lavorate per la nominata cornice, che
to che già era in pronto il pavimento d'al- ricorrendo per tutta la lunghezza della
tri marmi pregevoli con belli scomparii- nave deve pure formare soglia delle sue
ruentijecbe i professori FrancescoCogliet- grandi finestre. Udì con soddisfazione che
ti e cav. Francesco Podesti imploravano tutti ferramenti per le 5 incavallature
i

di presentargli gli abbozzi de'd uè granili e per le grandi finestre erano già ridotti
quadri per le pareti laterali della cappel- alla loro forma e misure; che già erano
la, rappresentanti due fatti dell'eroica vi- segati grandi diametri di granito rosso e-
ta di quel protomartire di s. Chiesa; ol- giziano per comporue il vasto pavimen-
treall'allroabbozzo del martirio di s. Lo- to, le cui lastre o di marmo
bianco o di
renzo già ideato dal medesimo prof. Co- bardigliogià erano ue'magazzini della ba-
ghetti per l'altare della cappella destina- silica, insieme con lutti quegli altri mar-
ta nuovamente al coro de'monaci, e già mi pavimento tanto della na-
necessari al
cappella del Sagramenlo (quadro che
ss. ve grande, quanto delle 4 navi minori. Al-
essendo ormai vicino al suo compimen- le quali rivolgendo il Papa losguardo, ne
to, senio encomiare pel concetto, la com- vedeva la copertura compita ne'due pe-
posizione, lo stile, e l'artificio dell'esecu- ristili al destro lato dell'ingresso della ba-
zione, con cui ha espresso l'invitto cam- silica; talché in qualunque parte si giras-
pionee arcidiacono di s. Chiesa). Passando se per questa ben intesa selva di colon-
il Papa a considerare due grandi altari
i ne, ognunoera trasportato da meraviglia
nelle testate della nave traversa, esternò il e incanto, cambiandosi ad ogni passo la
si io parere per coprire gl'intercolunni, per sua scena prospettica, e godendosi di tut-
Jormare e arriccliirue le mense e per le ta la vaslità del sagro edilìzio, col pene-
altre loro architetture con preziose pie- trare che faceva 1' occhio a traverso dei
tre, con metalli e parecchi lavori dell'ar- bellissimi fusti di esse colonne. Portando-
ti belle, pel più nobile e ricco ornamen- si poi il Papa in ogni altro luogo dell'e-
to de'due altari. Indi Gregorio XVI re- dilìzio e nelle officine, dappertutto vide o
catosi alla nave grande si fermò sul limi- marmi sotto lo scalpello degli artefici, o
tare tutto contento al vedere gli archi di materiali d'ogni specie già preparati nei
marmo a destra e a sinistra , compiti di magazzini e ne' vari siti della fabbrica, e
scultura nella loro maggior perfezione, e sem pie più con piena e lieta fiducia si con-
le cornici parimenti di marmo già poste fermò nell'assicurazionedatagli dall'egre-
in tutto il lato destro dell'ingresso del tem- gio e sapiente architetto direttore, che
pio, con sopravi già costruito il muro di cioè nel correre del futuro anno poteva-
mattoni finoalla soglia delie grandi fine- no vedersi coperte la nave grande e le al-
stre, ove fra non molto doveasi colloca- tre due navi lateralije poi continuati lavo- i

le una gran cornice di travertino così per ri con tale alacrità di restituire tutto inte-

abbellimento d'architettura, come per ro l'edilìzio presto al culto divino e alla


maggior solidità delloslesso muro. Rima- glorificazione dis. Paolo apostolo, mercè
sero inoltre appagate lesue brame in ve- della completa consagrazione che tutta la
der pronti nel piano di delta nave gran- cristianità desiderava dalla suprema sua
de, molti massi di marmo scolpiti a cor- autorità apostolica. Questa fu l'ultima vi-

nice pel sinistro lato, e tulto il materiale sita che fece Gregorio XVI al nuovo gran
di terra cotta pel corrispondente muro; le tempio, eeome sempreavea praticalo nel-
bellissime travi d'abete già squadrale per le precedenti, esternò la sua massima sud-
TE M T EM 36
disfazione vivamente congratulandosi
,
norcvoli membri componenti la congre-
con tutti quelli che ne dirigevano ed ese- gazione che ne dirigevano la riedificazio-
guivano l'ultimazione. Dessi f'urono,ollre ne, perchè seppero così bene corrisponde-
icardinali Segretari ili stato e segreta- re a tante sollecitudini, come pure all'ar-
ri per gli all'ari di stato interni, presiden- chitetto direttore pel molto magistero nel-
ti della congregazione, gli altri cardinali l'arte manifestato eziandio nell'architet-
e preiati componenti la medesima, il pre- ture della risorta basilica;quali sensi di i

lato tesorieregenerale siccome speciale piena soddisfazione replicò in tutte le po-


deputato (ora è pro-deputato mg.' Ange- steriori visite, come già notai, e di cui va-
loM.* Vannini commissario generale della do a parlare, con aumento d'ammirazio-
r. camera apostolica, del quale riparlai a ne e di religioso giubilo, in vedere così e-
Tesoriere generale); il direttore archi- iniueutemente abbellita la casa di Dio, e
tetto coinniend. Polelti, che distinse ogni la dimora delle sante spoglie d'uno de'più

volta con particolari encomii e con non grandi eroi del cristianesimo. Tutto pre-
equivoci contrassegni di gradimento; lo- muroso il Papa Pio IX pel definitivo com-
dando altresì tutti gli addetti alla riedi- pimento della basilica Ostiense, tornò a
ficazione, il cav. Moreschi segretario e gli visitarla poco dopo, e quindi vi fu ancora
architetti rincontri, non meno die i valen- a' 1 2 novembre 84^- per Cl " appreudesi
1

ti artisti. dal n. c)2 ilei Diario di Roma, quanto fu

Passato Gregorio XVI agli eterni ripo- compreso di esultanza nell'osservare dal
si il i
.° giugno i 846, a' 16 gli successe il piano della nave grande le molte incaval-
sommo Pontefice Pio IX che regna. lln.° lature già poste sugli alti muri dell'im-
D4 del Diario di Roma del 1
846, narra- menso tetto di quella principal parte del
te le festività (.Iella Commemorazione ce- tempio; così per osservare da vicino la va-
lebrale nella basilica Ostiense a*3o giugno stità di quelle incavallature, e per avere
dal nuovo Papa, in tutto secondo il pra- ogni perfetta idea del dillicile lavoro, vol-
ticalo dal predecessore defunto, siccome le ascendere a tanta altezza (come avea
animato anch'egli della più viva divozio- fatto il predecessore con quelle della na-
ne verso il Dottore delle genti, riferisce ve traversa); talché passando agiatamen-
che dopo compiuti gli atti di religione, te fra le 82 incavallature già compite, re-
entrò nella uave grande della basilica per stò meravigliato del sorprendente loro ef-
osservare i grandi lavori che assicura- fetto, lieto in sentire che col cadere del-
vano il termine de Ila magnifica e solleci- l'anno sarebbe coperto il resto della nava-
ta riedificazione. E nel vedere non solo ta. Rivide il Papa il nuovo bellissimo mo-
innalzate, sopra gli alti muri di essa na- dello in legno della proporzione da 1 a5o
ve,m delle4^ vastissime incavalla tu re (es« palmi architettonici romani, fallo già e-
scudo le altre 4 navi minori già coperte seguire colla massima precisione dall'ar-
del tetto in ogni loro parte), ma ancora pre- norma de'lavori che
chitetto direttore per
parata un'immensa quantità di marmi e restavano da eseguirsi, dando il modello
graniti, di legnami e di ferramenti d'o- una piena idea delle primitive basiliche
gni specie per la costruzione; mentre am- della cristianità, delle quali l'antica basi-
mirava benefici effetti delle sollecitudi-
i lica di Paolo conservava in massima
s.

ni del venerando suo antecessore Grego- parte forme e le proporzioni architet-


le

rio X.VI, il quale nelle gravi e immense toniche, mantenute nella sua riedificazio-
cure del memorabile suo pontificato tao- ne. Vide inoltre il Papa le preziose colon-
tozelo poseall'impresa del sagro edilizio, ne e rari pilastri dell'alabastro egiziano
i

laonde se n'era reso altamente benemeri- summentovato, ed i sontuosi lavori per


to; retribuì pure un ampio elogio agli o- la cappella di s.Slefano.JNotai nel voi. LUI,
S6a TEM T EM
». 08 e 1
9 1, che il Papa fece trasporta- taglio in legno. Vide già cominciali i la-

re dalla basilica alla piazza Vaticana le vori di stucco sull'immense pareti della
due rammentate statue colossali de' ss. stessa nave grande, e venne assicurato es-

l'ietto e Paolo, indi ordinò che si collo- sere pronti tutti i marmi di diversi colo-

cassero agli angoli esterni del principio ri pel suo magnifico pavimento. Conti-
tlella gradinala della basilica di s. Pietro. nuandosi con impegno il regolare e sol-
Nell'articolo Musaico narrai che il Papa lecito progredimento de'lavori della ba-
commise allo studio Vaticano del musai- silica, si ha dal n. "85 del Diario di Roma

co la formazione de' ritratti de* romani del 1847, die il Papa recandovisi a' 19 ot-
Pontefici, per la nuova serie e cronolo- tobre.e fermatosi nella nave traversa, tro-
gia da collocarsi nella basilica Ostiense, vò nel basamento del 2. "ordine architet-
mentre l'antica era di semplice pittura, tonico il tipo in pittura a olio di 262 qua-
commettendo a diversi pittori ritratti i dri per la cronologia de'Pontefici ordina-

medesimi, per poi essere condotti in mu- ti a 26 o 27 egregi artisti, per esser poi
saico , sotto la vigile soprintendenza del condotti in musaico, i quali già erano in-
commenti. Filippo Agricola ispettore del- tenti alla pittura delle 64 immagini dei
le pitture pubbliche e direttore dello stes- Papi perornare la detta nave, dall'imma-
so celebre studio del musaico Vaticano. gine di s. Pietro a quella di Giovanni IV.
Il n.° 54 del Diario di Roma del 1847, Il Papa approvò il savio avvisodell'archi-
riportando l'intervento del Papa alla ce- tetto direttore, riconosciuto per tale an-
lebrazione della festa della Commemora- che dall'accademia dis. Luca, sia rispet-

zione, dice che discese alla porta del nuo- to alla ragione di ammettere una sola li-
vo atrio che dà ingresso alla sagreslia,ch'e- nea delle immagini de'Papi nella nuova
ia stato arricchito di bellissime architet- basilica, sia rispetto alla luce che sulhoien-
ture lavorate sopra gli avanzi de'marmi tissima avranno quelle che dovranno per
bianchi dell'arso edilizio, nella cui som- necessità collocarsi nelle navi minori, sia
mila si pose corrispondente iscrizione in finalmente rispeltoal conservare l'antica e
lettere di meta Ilo dorato. Termi nate le sa- classica forma rotonda, ovvero clipeata,
gre funzioni, il Papa si recò a vedere la di tali ritratti. Nella nave grande vide co-
cappella di s. Stefano, ch'era stata quasi minciati i lavori di stucco pel 2. ordine
compita, sontuosa non meno per learchi- architettonico di sì vasto peristilio, in cia-
tetture, che pel pregio de'marmi ond'è scuno de'4 lati; che la ricca trabeazione
in tutte le sue parti coperta e ornata, e del medesimo ordine architettonico era
per la perfezione de'corrispondenli lavo- stata condotta a (ine con perfezione d'ar-
ri. Passato nella nave grande, la trovò non te, abbozzati i suoi capitelli corinti, i pi-

solo coperta del tutto col suo vasto tetto, lastri di stucco lucido già ridotti alle lo-
compiendosi così la copertura de'5 peri- ro sagome. Vide un considerevole nume-
stili, ma eziandio già in parte nobilitata ro di rosoni egregiamente intagliati in le-

co'nuovi da lui decretati lacunari (soffit- gno pel lacuna reo soffitto della nave gran-
ti compartiti a varie figure poligone, or- de da lui ordinato; ed un'immensa mas-
nate con sagome osacome intagliate e ro- sa di lastre di marmo bianco carrarese,
soni, ornamenti fatti a foggia di rose), che dibardiglio,di granito rosso egiziano pei
ne doveano coprire le incavallature d'a- pavimenti della nave stessa, oltre che dap-
beto, come la nave traversarlo cassetto- pertutto materiali d'ogni specie già pre-
ni del quale erano posti al sito loro, pro- parati e pronti per la loro collocazione.
ducendo un bellissimo effetto sia per le Il n.° 222 della Gazzella di Roma del
giuste loro proporzioni, sia per la scelta 1848 racconta la visita falla alla basilica
degli ornali, sia in fine pel diligente in- dal Papa a'2li ottobre, ove trovò liuito
TEM TEM 363
1! magnifico lacunare o soffino della nave eclisso, il Papa lo venerò sopra il ricco pa-
grande, ed eseguili egregiamente gli stuc- rato di velluto rosso e oro da lui regala*
chi delle alte pareti del 2.° ordine archi- lo, e si compiacque della decorata volta
tettonico della medesima, tuttodisponen- a chiaroscuro ili ligure, ornati e dorata-
dosi per la doratura del lacunare, pel va- re. Nelle 5 navale rette vide rialzato il pia-
sto pavimentomarmi e granito, e per
di no con massiccio murato a volte pei tot-

le architetture marmoree che do veauo or- ta la vasta estensione, compiuta la soffiti»

naie le porte interne, le pareti delle navi taa lacunari dell'ampia navata media ter*
laterali, e le altre parti del risorto edili- minata d'intaglio, e molto avanzata nel-
zio. Nella nave traversa osservò il lavoro le dorature; incominciale le soUìtte pur
dell' impellicciatine del suddetto alaba- ila lui decretate delle navi laterali; inco-
stroegiziano negl'intercolunni de'dueal- minciato il rivestimento di marino delle
tari ne'lati minori, e vi ammirò posle al navate estreme. Nel n.° 1 1 del Giornale
loro sito 37 immagini de'Papi dipinte a di Romadeli 85 i,e come già ricordai nei
olio, delle 261 per la nuova cronologia voi. LUI,p.a3o, siannunzia avere il Fa-
ostiense, per poi eseguirsi in mtisaico;del- pa ordinato la costruzione d'un superbo
le quali cose feci cenno nel voi. LUI, p. tabernacolo, giusta il progetto e disegno
no 1, mentre a p. a 26 feci parola della vi- dell'architetto direttore, che lo compóse
sita de* 1 o giugno 8 >o.Di questa
1 il n.°i35 co'suimnentovati \ gran fusti di colonne
del Giornale di Jii>//u/ riferisce avere il d'alabastro egiziano già l'usati, ornandolo
Papa trovatogli altari laterali della ero- ne'pieilistalli di metalli dorati e pietre pre-
cera rivestiti cos'i col detto alabastro, co- gevoli; il quale tabernacolo sarà per con-
ine col fior di persico della più bella qua- servare e maggiormente custodire quel*
fermò a vedere le 10 immagini del-
lità. Si lo architettato nel secolo XIII sul sepol-
ta cronologia de'Papi già trasportate in ero del s. Apostolo,e rimasto illeso dalle
musaico e collocate al posto, lodando la voraci fiamme deli823. Si ricordano le

perfetta esecuzione, l'accordo e il legame pontificie largizioni di Pio IX, tanto per
mirabile che ne nasce co'due grandi mu- la doratura del vasto lacunare della na-
saici dell'arco di Placidiae della tribuna, ve retta, che per arricchire con preziosi
e la magnifica decorazione che (ormano parali di velluto paonazzo e oro la grati-
nile pareti del vasto edilìzio. Osservò le de edicola ove venerasi il ss. Crocefisso;
parli delle mense che doveano ornare gli esommamente dono della statua di
il

altari laterali della nave traversa, elega n- marmo, rappresentante la sa. me. di Gre-
te lavoro ricco d'impellicciatine delle pie- gorio XVI (che descrissi a Ospedale dis.
tre più preziose che fanno di loro bella Giacomo pel qualeera slata scolpita), sta-
alleanza, cioè eli malachite che ne firma- Ina chesituata nel nuovo tempio, attesta-
no la principale parte, dall'imperatore di rà a'posteri la gran parte presasi ria quel-
Puissia Nicolò I donale a Gregorio XVI, l'immortale Pontefice in un'opera sì sa-
e da questi destinate per tali altari, di la- grae magnifica (tempora nea meni e fu col •

pislazzuli dono del cardinal Antoni-Ili se- locala presso l'ingresso dalla parte della
gretario di stalo e presidente della con- sagrestia, nella stanza delta del .M irtiro-
gregazione per la riedificazione della ba- logio). Di più si narra come il Papa Pio
silica, di ag.tte, di quarzo rosa, di astra- IX pose a disposizione la somma di scudi
can dorato, di porfido rosso; abbelliti e 1
3o,OO0 del suo privato peculio per la co-
nobilitale da' più scelti ornamenti e di fi- struzione della facciala principale della
gureintered'angeli in metallo dora to,mo- basilica.secondoch'è delineata nel 3. "pre-
dettali e fusi perfettamente e sorreggenti getto presentato dall'assidua opera dei-
palme. Visitando la cappella del ss. Cro- l'architetto direttore, e scelto a preferen»
364 TEM TE M
za degli altri dalla pontificia accademia V secolo, fatto eseguire da s. Leone I e
di 6. Luca, perchè soddisfece maggiormen- restaurato da'suoi successori, conservati-
le al carattere architettonico dell'antiche dosi sempre il suo tipo originale, le cui
basiliche cristiane. Indicai nel voi. LUI, parli di ligure, di simboli e d'iscrizioni,

p. 232,e diffusamente si legge nel n.°l4Q tratti dal cap. 4 dell'Apocalisse, erano sla-
tlel Giornale dì Romaiche il Papa a'3o te diligentemente staccate dal vecchio ar-
giugno 1 85 1, recandosi a celebrare e ad co minacciante mina nel i8a5, dal valen-
ussistere alle consuete funzioni della ha- te cuusaicista cav. Giacomo Raffàelli per
silica, perla festa della Commemorazione disposizione di Leone XII, acciò potesse
di s. Paolo, indi passò a osservare i nuovi far nuova e più bella mostra di se nel ri-
rilevanti lavori. Ammirò lo stupendo di- sorgente tempio; supplendosi colle porzio-
pintodelcav. Podesti, collocato nella par- ni mancanti tutta la pittura del musaico,
te destra della cappella di s. Stefano; le ed imitandosi scrupolosamente l'antico,
immagini de'Papi egregiamente espresse d'un disegno in acquarello,
colla scorta
in musaico per la cronologia e già poste fattoprima della distruzione dell'arco. Si
a'Ioro luoghi; i marmi bellissimi pel su- appreudedal n.°i 5o del Giornale di Ro-
perbo tabernacolo o ciborio, in la vorazio- ma del 1832 lo stato progrediente della
ne; i graniti e gli altri marmi colorati per basilica, osservato dal Papa nellafesta del-
la nuova mensa, di granito rosso in fot'» laCommemorazione, particolarmente nei
ina d' urna, e pavimento della cappella terminati intagli pe' lacunari delle navi
del ss. Crocelìsso. Il vasto lacunare della minori e perciò pronti alla doratura , e
nave mezzo lo trovò compiutamente
di quelli cominciati perle navi estreme; uel
dorato, producendo il più gradevole ef- proseguimento de'lavori del nuovo porli-
fetto pel compartimento generale del sof- co della facciata principale, architettato
fitto, la proporzione delle parti, la coni- eoi carattere dell'antiche basiliche cristia*
posizione e varietà degli ornati intaglia- ne, portico che si dovrà alla munificen-
ti in legno; quelli de' due lacunari delle zadel Papa per la rilevante somma di suo
navi minori erano già finiti e pronti al- peculio perciò offerta. Trovò finiti i lavo-
la doratura, e terminata la decorazione ri del pavimento della cappella del coro
per la parete interna dell'ultima nave mi- de'monaci,già del ss. Sagra mento, e quel-
fiore a sinistra, eincominciati i lavori nel- li de'due grandi altari della nave traver-

la parete destra: pareli che perciò furono sa, sia colle dorature degl'intagli in mar-
ornate con fusti di pilastri di bellissimo ino delle loro trabeazioni, sia coll'esserue

marmo caristio e detto cipollino, con ca- stato ornato il fregio con corrispondente
pitelliebasi di marmo d'ordine corintio, iscrizione al soggetto del dipinto postovi
ed inlerpilastri alternali d'altro marmo a pubblica venerazione prima della bene-
caristio, e del numidico e del iassense, det- dizione di essa navata, e sia ancora coU
ti giallo antico e porta-santa , intelaiati l'esservi state situale grandi balaustrate
con marmi bianchi carraresi fino alla so- di marmo, simili a quella dell'altare del-
£lia delle finestre che ricorrono lungo i la Confessione, con pilastrini di porfido,
lati di esse due pareti , le quali per tali avutisi per tipo que'parapelti o grate di
architetture riceverono il più splendido cui ci è rimasto qualche bell'avanzo nei
ornamento, in consonanzacolle altre par- classici monumenti dell'antichità. Richia-
ti del sontuoso edifizio. Di tutto il fon- mò la particolare attenzione del Papa, il

tefice esternando l'alta sua soddisfazione, restauro del memorato importantissimo


ed eziandio per lo statuito onde restaura- ruusaicoonde orna vasi la vasta fronte dei-
re e porre sol gran d'arco di Placidia,quel l'antico arco trionfale o di Placidia, che
classico mouumeuto dell'arte musiva del divide la navegraude dalla traversa, ope-
TE M TEM 3G5
rato nel nuovo colle primitive proporzio- pio, delle gettale fondamenta con massi
ni, incominciato e portalo a prospero fine di travertino e della formazione del nu-
nel pontificato di Pio Vili, da parecchi cleo de'4 grandi suoi piedistalli; non che
egregi artisti, colla responsabilità de'pe- della seguila erezione a'20 del preceden-
rilissimi mosaicisti della rev. fabbrica di te dicembre di 2 de'4 monoliti d'alaba-
s.Pietro,Gherardo Volponi e Rafòele Ca- stro d'Egitto, alti palmi architettonici ro-
direzione del commend.
stellini, sotto la mani 32:o6, destinati a fusti delle colon-
Agricola.Venne quindi ordinato dal Pa- ne di tal monumento, ambedue innalza-

\ia che le memorie riguardanti questo


, ti in un medesimo tempo al posto loro sul-

nuovo ornamento della nave reità, si e- le proprie basi nel lato del tabernacolo ri-

sprimessero a perpetua ricordanza in due volto alla tribuna; mirabile operazione


iscrizioni, da porsi ne'piè dritti dell'arco cheinS minuti ebbe contemporaneo prin-
medesimo, da decorarsi di marmi antichi cipio e fine, facendo subito mostra ili lo-

di vari gradevoli colori (le iscrizioni che ro imponente bellezza. Vi furono presen-
danno in succinto la storia ilell'arcoequel- ti il cardinal Autonelli e mg.' Vannini,
la del classico musaico, co'venerati nomi olire altri personaggi. I medesimi col re-

di s. Leone I, Leone XII, Pio Vili e Pio gnante re di Baviera Massimiliano, con
IX, si leggono a p. G 6 del Giornale di
1 3 altri cardinali e prelati, a' 20 gennaio
Roma deli 854)- JNella nave traversa vi- assisterono alla collocazione sulle loro ba-
de il Papa le a lire effigie de'suoi prede- si degli altri 2 monoliti dello stesso ala-
musaico e collocale
cessori trasportate in bastro nel lato dell'altare papale rivolto
a'iuoghi loro, e dichiarò volere che per alla sua nave retta, seguita con pari sol-
mezzo anche di pitture nel 2.° ordine ar- lecitudine e felicità de'primi. Merita che
chitettonico della stessa nave, si rendesse io col n.° 87 di detto Giornale* qui ricor-
più che inai magnifico e dignitoso 1 inte- di la consagrazione a'i 7 aprile falla nel-
ro superbo edilizio. Gli furono mostrate la basilica dal cardinal Della Genga Ser-
le malachite, i lapislazzuli pegli sfondi ilei maltei, degno nipote diLeoneXII che ma-
piedistalli, e le lastre di pietra perl'impel- gnanimo ne ordinò la riedificazione, di
licciature delle fascie e deglispeechi de'4 mg.'d.MarianoFalcinelli Antoniaccid'A-
zoccoli del nuovo tabernacolo, esegate le sisi (di cui e del suo sapere feci motto nel
lastre per ciascun lato di tali zoccoli e piedi- voi. XVI, p. 2q), già abbale dell'insigne
stalli corrispondenti, da unmassoche può monastero di s. Paolo, in vescovo di For-
dirsi unico avanzo dell'antichità. Il lavo- lì.La ceremonia fu eseguita nell'apside,
ro delle lastre sorpassò l'espeltazione, per- ove s'innalzarono gli opportuni altari e
chè eseguilo colla più bella e rara specie formato il coro con nobili paramenti e con
di pudinghi antichi, conosciuti sotto il no- ogni dignità. L'augusto rito riuscì deco-
me di breccia verde d'Lgitto, quali con- i roso e commovente. 11 Papa avendo so-

lenendo molli frammenti, e di non comu- stituito alpromosso abbate, in nuovo ab-
ne superfìcie, di porfidi, di granili, di ba- bate della basilica e monastero Ostiense,
salti, di quarzi di diversi colori, invilup- ed insieme ordinario di JNazzano, Lepri-
pati da un feldspato compatto e durissi- guano e Civitella (de'quali luoghi e ab-
mo al taglio, fanno un'aggregazione così bazia nullius ne riparlai nel voi. LV1II,
gradevole alla prendono micosi
vista, e p. 1 2 1 , 1 22, 1 24, i cui annessi diritti ba-
lerso pulimento, da non potersi a parole ronali, per secondar le brame del cardi-
lodare e descrivere. Il n.°i8del Giorna- nal Consalvi, furono riuunziati nel 18 1
8),
le di Roma del 853 dà contezza della co-
i il p. d. Simplicio Pappalettere di Bar-
strizione del nuo\o tabernacolo degno letta, il predecessore e vescovo di For-
ddlu maestà e magnificenza dclsagiotew- lì monsignor Falcinelli a' 24 aprile ese-
366 T E I\I T E M
guì decorosamente nello stesso apside del- la conversione di Saulo, presente e con-
ia basilica la di lui solenne benedizione senziente). Vide poste in opera le già de*
in abbate di S, Paolo, al modo descrii- scritte meravigliose mense de'due grandi
lo nel n.° c)T del Giornale. Riferendo- altari ne'lati minori della nave traversa,
si poi nel n. 147 la consueta celebrazio- essendovi nuche iti esse riposte (cioè al-
ile de'sagri riti per la festa della Gomme- lorchè sarebbero consagrali ) le reliquie
monizione, si fi» quindi la relazione dei de'ss. veneravano negli al-
Martiri che si

nuo\i lavori che il Papa si recò dipoi a lari della medesima nave prima dell'in-
guslaie, pel costante impegno e vivo zelo cendio. INella nave minore sinistra trovò
dell'ullerioresplendidoabbelliaientodel- compita la doratura d'ambedue i lacuna-
la basilica. In un lato della nave traversa, ri, per cui vieppiù rifulse cpiello della na-
nel 2. "ordì ne archi lei tonico, trovò le pio- ve media; e considerandoil Papa che l'ini-

ve delle pitture da eseguirsi in affresco, peratoreOnono colla sua munificenza, nel


giusta il suo applaudilo e sublime divisa- compiere il distrutto tempio, avea coper-
iiiento diretto a rendere vieppiù venerati- lo le travi nude de' letti di lamine dorate,
da la casa di Dio, ed a richiamare alla ordinò che fossero pure dorale le soffitte
mente de'fedeli le principali gesta de'ss. estreme, onde tutto vi corrispondesse in
Pietro e Paolo, i quali resero felice l'elei"- dignità e ricchezza. Fermatosi nella nave
na Ruma e illuminarono tutto il mondo di mezzo, godè la vista del nuovosontuo-
colla diffusa luce dell'evo ngelo. Entrato so tabernacolo soli' altare papale della
nella cappella di s. Stefano, per la involta confessione, chenellasua massa e propor-
li scuopiì il dipinto collocato nella parete zioni egregiamenlecorrisponde all'archi-
sinislra, in cui il prof. Coghetli ha espres- tetturedel lem pio, a quelle dell'arco trion-
so magistralmente il momento in cui l'in- fide e dell'apside, non che al m usaico dei-
vitto prolomarlire fu strascinato fuori del la calotta o sua volta tonda. Il taberna-
concilio o sinagoga de'liberlini (si cliia- colo già avea suoi piedistalli co'zocco-
i
4
mavaiio così quelli ch'erano stati condot- li coperti delle ricordate pudinghe, 2 dei
ti prigionieri a Roma da Pompeo, e che quali piedistalli erano coperti di metalli
poi furono rimessi in libertà: tra 'cospira- dorali a vari colori, arricchiti cogli sfondi
lori contio il santo, essi furono i più ac- delle descrìtte pietre, e cogli stemmi del
canili) in Gerusalemme per essere lapi- Pontefice. Richiamò l'attenzione di que-
dalo (cioè dopo che libertini, non aven- i sii, proseguimento della cronologia dei
il

do poluto nella dispula con s. Stefano re- Papi musaico, lavori della cappella
iti i

sistei e alla sua sapienza ed allo Spirilo che dei Coro, quelli per la nuova fronte prin-
parlarono per bocca sua, subornali falsi cipale del leropio, e quelli pel compimen-
leslimotii l'accusarono di bestemmia con- lodella torre campanaria. Passatonel ino-
lio Mosè e contro Dio, l'obbligarono a na stero , mirò il Papa con piacere il ti-

comparire dinanzi al sinedrio o concilio pò in metallo de'4 capitelli corinti pe'fu-


de'giudei presieduto dal sommo sacerdo- sii delle colonne del tabernacolo, per lo
le Caifa), e meritò che il Papa decorasse stile degli ornati a ciò scelti dal l'archilei"
del cavalierato il valente autore, cornea- lo direttore, per la fusione e cisello in o-
vea onorato il eav.Podesti, pel quadro in- gni sua parte perfetto. Nel 1
854 P el
'
' a
contro che fa euritmia in quella ricca e Commemorazione di s. Paolo, r inno va n-
sontuosa cappella (e rappresentante la la- dosi verso quel gran dottore delle genti
pidazione del protomartire" nel submbio dal regnante Pio IX il iribulod'ossequioe
di Gerusalemme, quale preteso beslem- con qne'sagri riti prescril-
di venerazione,
miatore, che invece pregando per loro il tidas. Gregorio I 4 e stabiliti da Benedetta
Signore, i ss. Padri a questo attribuirono XIV e Gregorio XVI di gloriose memo-
TE RI TE RI 3G 7
rie, riporta il n.°i 48 del Giornale di Ho- nologia pontificia, eseguita parie in pit-
ela, che compiutesi le sante cei emonie, il tura a olio e parte in musaico, stata giù
Papa volle appagare le sue ardenti lira- situata al proprio posto, così nella nave
nie di osservare ciò che di più importante traversa, come nella nave grande, e nel-
erasi eseguito nel risorto edilizio. In prima le due navi laterali della basilica. Così la

fa speciale menzione dell' intera soffitta pittura di 262 ritratti de'souimi Ponte*
della basilica divisa in 5 lacunari, sì pel suo liei, dalla venerata immagine del princi-
scompartimento, à per la variala scelta pe degli apostoli S. Pietro, a quella indù»
degli ornati, massime nel vastissimo e bel- si ve di Pio IX, fu condotta a buon line;

lis.simo lacunare della nave di mezzo, e sì e la pittura inmusaico de'i itratti a olio
per la precisione degl'intagli in legno, die procede con ogni alacrità nello studio di
delle corrispondenti dotatine, alle quali tal preziosa arte nel Valicano. Questi ri-

ne'piecedenti giorni era stata data 1 ulti- tratti in musaico sempre più fanno mi-
ma mano nelle óue navi estreme. Tre di rabilc accorilo cogli altri musaici antichi
essi lacunari sono distinti co' magnifici del tempio , fanno decoro e nobilitano
stemmi di Pio IX (cioè quelli della nave grandemente le immènse pareti dell'ali-
grande e delle due navi laterali minori), gusto tempio. Piacque quindi al Ponle-
e due colle iscrizioni che indicano l'anno lice anche di fermarsi nella nave di mez-
IX del suo pontificato (ossia le navi eslre- zo, ove si gusta non meno la vastità del-
nie), in che per sua sovrana munificenza la basilica, che l'effetto meraviglioso pro-
era stata portata a felice e perfetto fine dotto dall'ampia selva de'90 monoliti di
quell'immensa solìilta dorata; mentre in granito bianco e nero, tutti ne'precedeu-
sippositi luoghi (delle na\i minori Bolla n- ti anni dure rocce del Scin-
tagliati dalle

to) sono le targhe del cardinal Antonelli pione, i formano fusti delle colon-
quali i

presidente della congregazione preposta ne e de'pilastri che formano 5 peristili i

alla riedificazione, e del pio deputalo di della nave retta; che sebbene a ogni pas-
r
essa mg. Vannini, alle zelanti premure so ne fanno cambiar la scena prospettica,
de'quali devesi il termine di tanto ricco pure lasciano godere di tutta la vastità
lavoro. Altrettanta onorevole menzione dell'edilìzio. Ivi il Papa ammirò il nuovo
fece il cav. Moreschi, segretario, e auto- sontuoso tabernacolo, i cui egregi lavo-
re intelligente e facondo dell'articolo del ri in metallo pe'capitelli e quelli ile'ba-
Giornale, come de'preeedenli e successi- samenti erano in parte ultimati e in par-
vi, delle colossali architettine di marmo, te messi al posto; mentre gli eleganti or-
o già messe al posto, o già pronte a col- nati aggiunti alla sua cupola, e i
4 a "ge-
locarsi nella parete interna della facciata li modellati con purgatissimo stile e che
principale della basilica, e composte di stanno verticali sulle colonne d'alabastro
due preziose colonne e di G supcibi pila- egiziano (allora gli uni ili legno egli ai-
tili di alabastro egiziano, colle rispetti- tii di gesso indoralo), collocati quali li-

ve trabeazioni corintie della più perfetta pi pe'coi rispondenti lavori in metallo, nel
scultura. Questearcbitetture formano per modo che avrebbe risoluto il Pontefice,
così dire un arco di trionfo a 3 fornici, Questi Ira gli altri lavoii die volle esa-

(piante appunto sono le porle che apro- minare, si fermò particolarmente ili quel-
no l'ingresso alla nave grande; porte ezian- li della facciata principale esterna, e in
dìo architettate dallo squisito ingegno del quelli della maestosa torre campanaria,
coromend. Potetti, ed operate con accu- al cui termine non mancava che innai-
ratezza ed eccellenza d'artifizio. Alla viva saie e porre al luogo le colonne d'ordì-
soddisfazione del Papa, altra gratissima necorintio. Passando per ultimo nel con-
ci aggiunse nel vedere l'intera nuova ciò- tigno monastero, vide la nuova bibliole-
368 TEM TE M
ca con sagace architettura adattata in un che le arti abbiano in questo nostro se-
angolo de' vasti corridoi, e ridotta spazio- colo innalzato alla religione del culto cri-
sapegli opportuni lavori eseguitivi, come stiano; il Papa Pio IX, che per atfretta-
pure i lituitrofi gabinetti di fìsica, storia re la completa riedificazione dedicò tan-
naturale e altre scienze, congratulando- te cure e fece tante generose olferte, con-
sene col p. abbate Pappalettere; e secon- siderò non esservi migliore circostanza
do la consueta benignità s'intrattenneal- perfarnela solenneconsagrazione,di quel-
quanto co' membri della congregazione la della presenza in Pcoma di tanti cardi-
perla riedificazione della basilica, co'per- nali, arcivescovi e vescovi, accorsivi per
sonaggicheaveanoassistitoallesagrefun- udire nel dì 8 dicembrei854 dal suo o-
zioni, e colla monastica famiglia, tutti ani- iaculo nel tempio Valicano, la defìnizio-
mellendo al bacio del piede. Ritornando ne dogmatica dell'Immacolato Concepi-
il Papa a'ic) ottobre a visitar la basilica, mento della ss. Vergine (che con religio-
narra n.°a4 de\ Giornale tURoma,che
ii ' sa esultanza celebrai co'miei Cenni sto-
passato nel monastero a desinare, animi- rici intorno al dogma dell' Immacolata
se alla sua mensa l'abbate di governo p. Concezione di diaria T ergine Madre
Pappalettere, il p. abbate d. Paolo Theo- di Dio. Del suo antico culto e festa. De-
doli , deputato dell'ordine benedettino finizione dogmatica sopra V Immacola-
presso la delta congregazione, e gli altri to Concepimento di Maria ss. Dimostra-
monaci. Il p. Pappalettere, grato a tanta zioni solenni e universali di giubilo re-
clemenza, offrì in dono al Papa 3 oggetti ligiosopersì eclatante avvenimento. Stu-
di arte cristiana. Il i
.'è un sarcofago mar- dioso lavoro che pubblicai appresso l'ar-
moreo istoriato co'simboli cimiteriali del ticolo Teatine della ss. Immacolata Con-
Battesimo, dell'Eucaristia e dellaRisurre- cezione, a p. ^i di questo volume, ed of-
zione. Il 2.° è parimenti un sarcofago di frii in dono a'miei rispettabili e benevoli
marmo, piccolo di dimensione, prezioso associati), quasi volendo che fossero pre-
pel lavoro. Ambedue opere de'primi 3 se- senti come per attestare a'fedeli delle Io-

coli del cristianesimo, e trovati nel cimi- io diocesi, com' erasi compita la basilica

tei io di s. Lucina. Il 3. "oggetto è una bel- Ostiense, per la riedificazione della qua-
lissima colonna di marmo tutta lavorata le anch'essi aveano inviato il loro tribu-
a bassorilievi, e già nella basilica destina* lo, oltre la munificenza de' predecessori
ta a reggere come candelabro cristiano il Leone XII, Pio Vili e GregorioXVI, ri-
cereo pasquale,di cui parlai superiormen- sorta perciò come fenice dalle sue ceneri
le. I monaci nel secolo XVI lo collocarono più gloriosa e splendida; imperocché se
nel cimiterio soprapponendovi una ero- il deplorabile incendio fu riguardato co-
ce con iscrizione nella base. Il Papa gra- me una pubblica sventura, la riedifiea-

ziosamente accolse 3 oggetti destinali- i zione della basilica odierna si considera


doli al museo cristiano (incomincialo da quale insigne ed eminente trionfo della
Gregorio XVI nel suo Museo Gregoria- religione e delle arti. Destinata pertanto a
no Lateranense, di cui riparlai nel voi. questa solenne ceremonia,econ una pom-
LXIV, p. 66), che i nella sua munificen- pa che mai la più grande, la domenica de'
za rende ogni giorno più prezioso e più io dicembre! 854, con que'consueti riti
ragguardevole. della benedizione e cousagrazione delle
Condotta la meravigliosa basilica qua- chiese, che dettagliatamente descrissi nel

si a fine, e tutto decretato pel totale suo voi. XI, p. 238 e seg., e ne' relativi arti-
compimento, onde è il tempio più vasto e coli per altre nozioni, il Papa invitò ad
maestoso che siasi edificato all'età nostra, assistervi quanti cardinali, arcivescovi e
e forma uno de' più grandi monumenti vescovi si trovavano in Roma. 11 cardiual
T E M T E M 3G 9
Patrizi vicario dì Roma
con notificazio- mg/Malteucci vice-camerlengo di s.Chie-
ue avvisò a lutti fedeli dimoranti in Ilo-
i abbate Pappalettere colla ino-
sa, dal p.

rila, quali confessati e comunicati aves-


i naslica famiglia, e da altri abbati e mo-
lerò accompagnato in detto giorno nella naci pur cassinesi, venuti anche da altri
basilica la processione del le sagre reliquie, monasteri per assistere alla solenne con-
ovvero se presentì alla benedizione che sagrazione del maestosissimo tempio alla
avrebbe il Papa compartita dopo la con- loro custodia e ufficiatura affidalo. Il Pa-
sagrazione, ovvero avessero visitalo nel pa passando per la porta laterale a sini-
corsodel medesimo giorno la basilica, con- stia che dalla sagrestia mette nella basi-
cedeva l'indulgenza plenaria, la quale si lica, ne attraversò la nave grande, e por-

potrebbe conseguire pur da (jiielh che si tossi nella cappella delle ss. Reliquie e-
fossero recati a visitarla durante l'ottava, spessamente temporaneamen-
costruita
a
cioè a tutta la 3. domenica dell'avven- te per questa funzione da un lato del por-

to. Notificò inoltre avere il Papa stabili- lieo, che sorge dinanzi la facciata mag-

io per anniversario di questa consagra- gioie del tempio. Ivi sedutosi nella secha
zione ili 8 novembre di ciascun anno, co- gestatoria, intuonò subito l'antifona, che
ine lo era prima, e di concedere a chimi- precede isalmi penitenziali e questi dis« :

que visiterà la basilica 5o anni d'iudui- se a voce bassa, nel mentre ch'erano al-
geuze. Tutte lo nominate indulgenze es- ternativamente recitati da' cantori della

sere applicabili all'anime del purgatorio, cappella pontificia. E compiuta la recita

Nella mattina di quel fausto giorno il Pa- de' salmi, assunse gli abiti pontificali di
pa si portò con nobile treno e corteggio color bianco e propri alla grande ceremo-
alla basilica, ricevuto dal cardinal Mario nia, che andava a incominciare: indi ac-
Mallei vescovo di Porto e s.Ruflina e sotto- compagnatoda mg.' Lorenzo Lucidi e da
decano del sagro collegio (il quale può mg.' FrancescoPenlini (espressamente in-
vantare grandi benemerenze per la feli- limati dalla scbedula del prefetto delle ce-
ce prosecuzione della fabbrica del nuovo uno diacono e l'altro
i-emonie pontificie),
tempio, tanto come già tesoriere genera- suddiacono della cappella pontificia (il
ledi Leone XII. Pio Vili e Gregorio XVI, suddiaconom questo ministero avea assi-
e perciò stato deputato alla sua riedifi- stilo puieGregorioXVI,allorchèa'5otto-
cazioue, quanto come segretario per gli brei 840 restituì al cultopubblico la basi

aliaci di stato interni di Gregorio XVI, lica,consagrandonesolennemente l'altare


nella qua! carica la presiedette collo stes- papale; mentre gli fece da diacono il pre-
so impegno anteriore), che nella sera pie- lato ora cardinal Nicola Paracciani-CIa-
cedente, per commissione pontificia, co' relli, come diacono dell 1 cappella ponti-
monaci benedettini avea fa Ito le sagre fin- ficia), vesti ti de' para in enti bianchi del lo-
zioni preparalorie(la benedizione dell'ir- ro ordine (cioè al modo che riportai nel
tjiui episcopale, e detta Gregoriana for« volume rammentato), andò ad assidersi
se perchè prescritta da s. Gregorio I: si sul trono eretto nell'atrioo portico (tem-
denomina episcopale perchè la benedizio- poraneamente formato per la funzione)
ne la deve lare il vescovo consagiatore di fronte alla porla principale della ba-
della chiesa e dell'aliare.,' mentre l'acqua silica, e ricevette all'ubbidienza i cardi-
per gli Agnus />><>/. de'qua li riparlai a Sv- nali (invitati nel portico con ischedula in-
ferstizio.ve, soltanto la benedice il Pa- sieme agli altri personaggi, per le ore 8
pa), in uno alla disposizione delle sante antimeridiane, in vesti e cappe rosse: sul
Reliquie per collocarsi nell'altare da con- numero de'quali, come di quello de' ve-
sagrarsijnonchedal cardinalAntonellico- scovi può vedersi (pianto notai ne'ricor-
me protettore dell'ordine cassinese, da dati mici C\ imi sull'Immacolata Conce-
VCL. LZXIII, 24
37 o TE M TEM
'/ione: tutti i cardinali presenti in Roma far, principe; vestras ec, per riprende-

v'intervennero, tranne i cardinali Mac- re l'aspersorio e muoversi ad aspergere


chi, Bianchi, Simonetti e Gazzoli, impe- le pareti esteriori
del tempio sotto il por-
ditida indisposizioni), cioè 5o in vesti e tico, incominciando dalla parte destra, e
cappe rosse, unitamente a beni 4° arci- procedendo alla sinistra. Intanto canto- i

vescovi e vescovi, che sedevano in un tri- ri cantavano, che Dio benedicesse questo

piiceordinedi banchisti vesti ecappe pao- santuario innalzato al suo nome. Tre vol-
nazze, o per deficienza di queste in man- le il Papa battè alla porta coll'asla della
tellelta e rocchetto), ed agli abbati mi- croce, e 3 volte fece il giro per aspergere
trati (vestiti di mozzetta e mantelletta, as- le pareti. Nelle parole che in questa ce-
sumendo la cappa il solo p. Pappaleltere remonia pronunziò, chiese al Signore il

abbate di s. Paolo, come nella consagra- vincolo indissolubile della carità, e che
zione di Gregorio XVI Pavea indossata ninna divisione sorgesse in chi vive sotto

l'abbate d'allora). Recitata dal Papa l'o- il medesimo pastore : inoltre chiese al Si-
razione preparatoria, incominciò il canto gnore che conservi la chiesa immacola-
delle litanie de'santi e fu continuato fino ta, che visiti ciò che il Pontefice ha visi-

al versetto, Ab omni malo: Libera nos tato, e benedica ciò che ha benedetto. Do-
Domine. Allora il Papa uscito dalla chie- po di aver il Papa per la 3." volta battu-
sa fece ritorno al trono del portico, in- to alla porta, segnata colla punta dell'a-

torno al quale intanto trovavansi già ve- sta della croce, sul limitare di essa, la for-
stiti in istola, piviale e mitra, tutto di co- ma della croce, indi apertasi la porta, pre-
lor bianco, i cardinali Sterchx arcivesco- gò pace alla casa del Signore e a chiunque
vo di Malines, de Ronald arcivescovo di vi avrebbe dimorato. E nel mentre che i

Lione, Sclnvartzenberg arcivescovo di cantori della cappella cantavano le varie


Piaga, de Carvalho patriarca di Lisbona, antifone, il Papa avanzossi fino a mezzo
Wiseman arcivescovo di Weslminsler, e il tempio, e là s'inginocchiò verso l'alta-

Scitow>ki arcivescovo di Strigonia, tutti re della confessione, invocando l'aiuto del-


deputati dal Pontefice a compiere con lui lo Spirito Santo col canto del / eni crea-
le benedizioni delle mura esterne del tem- tor Spirititi. Terminato quest' inno, fu
pio co'l'acqua che già avea benedetta la proseguito il canto delle litanie, durante
sera innanzi il cardinal Matlei, a ciò e- il quale il Papa levossi in piedi, e dal tro-
spressamente destinato. Mentre 6 cardi- i no fece colla destra 3 segni di croce, pro-
nali nominati compivano la ceremonia nunziando ad alla voce le parole prescrit-
della benedizione di dette mura, accom- te in tal ceremonia. Al canto delle lita-

pagnali dal clero, e ciascuno aspergendo nie teune dietro il cantico di Zaccaria Be-
la parte loro stata assegnata, il Papa be- nedictus, ripetendosi ad ogni verso dal
nedì il muro della facciata sotto il porti- coro de' cantori l' antifona, con che si e-
co. Compiutasi dal Papa questa benedi- sclama quanto da rispettarsi il tem-
sia

zione, egli tornò in faccia alla porta mag- pio, uon altro essendo che la casa del Si-
giore, e deposto l'aspersorio recitò la su- gnore, lutatilo il Papa si portò alla gran
blime orazione,collaqualesi chiede a Dio, sedia collocata sotto l'apside, e di là mos-
che si degni d'essere il protettore del tem- se ad aspergere muri dell'apside mede-
i

pio alla di lui gloria iunalzato. Indi pre- sima e delle due cappelle contigue (di s.
sa in mano la croce astata, senza l'imma- Stefano e di s. Benedetto), nell'atto che
gine del Crocefisso (cioè quella che poi de- i6 suindicati cardinali incedevano come-
scriverò), si accostò alla porta e percuo- che da lui delegali alla benedizione de'
tendola colla parte inferiore dell'asta, la muri interni laterali della basilica coll'ac-
depose dopo di aver dello; Attolitepor- qua giegoiiaua o episcopale, hi quale era
TEM TEM 37 i

sfata nella sera precedente benedetta an- ne, tutti vestiti in piviale di lama rossa
ch'essa dal cardinal Maltei, come già ri- e colla mitra bianca di tela incapo. Cir-
levai. Dopo ciò il Pontefice fece ritorno conciavano l'urna ?. monaci cassinosi por-
i

alla sedia dell'apside, da cui nuovamen- tando toreie accese, precedendo un cliie-
te poi discese per incedere alla beuedizio- rico col turibolo incensando le ss. Reli-
ne del pavimento, seguito da' ricordati quie. Aleni re la processione girava inlor-
cardinali, i quali quando furono nel mez- no alla basilica, il Pontefice andò ad a-
zo della basilica si divisero in due ali, 3 spettarne il ritorno al trono innalzato sot>
da una parte e 3 dall'altra, onde benedi- to il portico, ove giunte le ss. Reliquie e
re il pavimento nelle parti laterali, e con- deposte da'vescovi sopra talamo apposi-
temporaueamente il Papa benediceva il tamente preparato, il Papa circondato
medesimo fino alla porta maggiore. E da'cardinali, e da tutti gli arcivescovi e
fatto ritorno sempre benedicendo a mez- vescovi, e gli altri prelati, pronunziò Taf-
zo del tempio, asperse ad oriente ed oc- fé t tu osa ed eloquente omelia, Quanta //-

cidente, a mezzogiorno ed a settentrio- rumi jucunditate hodierno die officia-


ne; indi cantò il prefàzio e benedi il ce- imir, di cui ne darò un sunto. In questa
mento, che dovea servire all'altare da con- il Pontefice dichiarò l'esultanza del suo
sagrarsi, e dedicato alla Conversione di s. animocommosso nel Signore, poiché per
Paolo. Compiuta questa ceremonia, si ri- la singola!' divozione verso l'apostolo s.

condusse all'altare delle ss. Reliquie, pie- Paolo, godeva di restituire al culto divi-
ceduto da'cardinali che lo aveano assisti- no e di consagrare la basilica dedicata al-
to nelle benedizioni, e seguilo dal sagro lo stesso Apostolo dottore delle genti, o-
collegio, dagli arcivescovi e da' vescovi, ve sorge il suo sepolcro e trofeo, lieto del -

non che da'vari collegi della prelatura in la numerosissima e giocondissima pre-


cappa, e dagli altri che hanno luogo nel- senza de' venerabili suoi fratelli, celebran-
te cappella pontificia (però secondo V In- do le gloriose gesta di quell'illustre bau-
timutio «.Iella schedula e il consueto, gli ditore del vangelo. Perciò giustamente
uditori di rota, un chierico di camera e tutti i popoli cattolici si fecero un vanto
i volanti di segnatura di giustizia sul roc- di venerare questo tempio innalzato dap-
chello assunsero la colta, per assistere il prima da Costantino I, in vario modo ri-
Papa nella funzione), dal principe assi- fatto da'successori, e da'Papi con gran-
stenle al soglio, dal maestro del s. ospi- dissimo dispendio restauralo e magnili-
zio,edalla magistratura romana, tutti ni- camente ornato. Il perchè quando fu pre-
dossandogli abiti loro propri. Prima che da delle fiamme la vastissima e meravi-
le ss. Reliquie, collocate in un'urna chiù- gliosa sua mole,i predecessori Leone XII,
sa, venissero introdotte nel tempio, furo- Pio Vili e Gregorio XVI, per l'esimia
no cantate l'antifone allusive alla cere- loro pietà versoil s. Apostolo, non ebbe-

tnonia di quel momento e il salmo g4> ro maggior pensiero di quello di assidua-


Indi ebbe iucominciamento la proccssio- mente riparare con ogni impegno sì gran-
oc Venivano fra' primi preceduti dalla di rovine. Quindi non risparmiarono né
loro croce astata in mezzo a due accoliti cure, né consigli, né spesa alcuna tratta
con candela accesa i monaci cassinesi ed dall'erario pontificio con (piasi immensa
i vari loro abbati; seguiva poscia l'urna quantità di denaro, la consagrarono al-
r
delle ss. Reliquie portata da mg. Rau- la riedificazione del tempio, e la pietà di
scher arcivescovo di Vienna, da mg.'Car- tutti i fedeli eccitarono a contribuirvi,on-
cia Questa arcivescovo di Compostela, desorgessed'uno splendore che mai il piò
ila rag.' Fi ausoni arcivescovo di Torino, grande. Da ciòavveune, che il lodato pre-
da mg.' Debelay arcivescovo d' A vigno- decessole Gregorio XVI, vedendo con
372 TEM TE M
compiacenza costruiti muri d'ambo i i la- quali portate da'4 arcivescovi sull'altare,
ti nella parie anteriore del tempio, innal- ed estralta dal diacono assistente dall'ur-
zale tutte le colonne, e interamente com- na la cassetta d'argento che le racchiude-
pila la nave traversa io un coli' apside, va, il Papa le mostrò al popolo (ostensione
potè a seconda de' suoi grandi desideri! soltanto propria del sommo Pontefice,
consagrare l'aliare maggiore. Appena e- mentre in tutto il resto i riti della consa-
gli innalzalo al pontificalo, volendo emu- grazione del tempio sono simili a ipielli

lare gli esempi di tali predecessori, e spin- praticati da'vescovi eche descrissi nel luo-
to da eguale pietà verso s. Paolo, ad on- go già citato), e quindi le collocò nel se-
ta delle tristissime vicende de'tempi, nul- polcrino e le incensò. Poi segnata col cri-
la avea lascialo intentato perchè il tem- sma la pietra che le dovea coprire, con
pio in ogni sua parie fosse compito e or- questa chiuse il sepolcrino e ben sigillato;
nato.Avendo le sue cure coll'aiuto divi- segnando collo slesso crisma la lapide, e
no conseguito il desiderato fine, in quel da ultimo per ogni parie fece I' incensa-
giorno con rito solenne e coli' assistenza zione dell'altare. Cantandosi i salmi, ilPa-
de' venerabili fratelli, consagrava il tem- pa coll'olio de'catecumeni fece 5 croci, una
pio con grande consolazione dell' animo. in mezzo e 4 ah' estremità della mensa
Iodi ammoni tulli i fedeli a frequentar- dell altare, cui poscia incensò : rinnovò
lo con venerazione qnal casa del Signo- le croci e le incensazioni, e durante il can-
re, acciò in esso vengano esaudite le pieci to unse coll'olio de' catecumeni le parli

de'suppliclievoli. Esorlò per ultimo i ve- laterali dello stesso altare. Finite tali un-
nerabili fi ateli: e i ditelli figli tutti a i m plo- zioni, il Papa recossi alla sedia dell'apsi-
rar l'ai ulo di s. Paolo, nelle gravissime ne- de, ove gli si presentarono innanzi o car- i

cessità della Chiesa e della società, per la dinali in istola e piviale bianco, cioè i 6
loro pace e tranquillila, ed acciò tutle le già rammentati, ed i cardinali Falconie-
nazioni nell'unità della fede confessinoGe- ri arci vescovo di Ravenna, Bonnel-y-Or-

sii Cristo e sieno degne dell'eterna vita. be arcivescovo di Toledo, Gousset arci-
Dopo l'omelia, il cardinal Serafini soste- vescovo di Reims, e Matlhieu arcivesco-
nendo la rappresentanza di arcidiacono vo di Besancon, a ciascuno de'qtiali il Pon-
(o primo a priore de'diaconi), stando alla tefice commise la consagrazione d' una
sinistra del Irono lesse due decreti del i delleio croci esistenti nella nave grande
concilio di Trento, indicali nel Pontifi- (vale a dire, le due de' pilastri laterali del-
cale romano. Quindi il Papa recatosi sul- la porta maggiore, e le otto de' pilastri
la soglia del tempio, consagrò due cro-
le delle navi estreme). Mitiislratoe benedet-
ci degli stipiti, il che fatto, venne intro- to l'incenso prima nel suo, poi ne' turi-

dotta in chiesa l'urna delle ss. Piebquie, boli de' i o cardinali, nel mentre che que-
preceduta dalla croce papale, seguila da' sti si divisero a consagrare le dette croci,
G cardinali funzionanti, poscia dal Pon- il Papa passò a consagrare quelle due la-

tefice, dal sagro collegio, dagli arcivesco- terali (ne'pilastri) dell'apside. Fatta que-
vi, da' vescovi, da' prelati e dagli altri. sta ceremonia, il Papa ritornò all'aliare
Giunta l'urna all'altare dedicato allaGoa- deila Conversione di s. Paolo, e là si fece

versione di Paolo nella nave traversa,


s. a incensarlo, indi a benedir l'incenso che
fu col locata su apposi lo talamo eretto pres- dovea ardere sull'altare islesso, ad asper-
so di esso; e allora furono tosto cantati i gervi acqua benedetta; a far 5 croci, cia-
salmi i4q e l5o. Indi il Papa incominciò scuna di 5 grani d'incenso, ne'luoghi ove
la consagrazione dell'altare medesimo,se- furono falte le croci coll'olio e il crisma;
gnando il suo sepolcrino col crisma, do- e sopra ogni croce d'incenso pose una pic-
ve m doveano collocare le ss. Reliquie, le cola croco di candela, che venne acccsa i
TE M TEM 37 3
perchè si consumasse coll'incenso. Dipoi doralo compimento, mercè le solerti cu-
cantò il prefazio, e col crismi fece una cro- re dell'encomiata congregazione, l'inge-
ce eli fronte all' altare, e quindi unse le gno e l'arte del direttore e degli esecuto-
giunture de'4 angoli di esso, e compiuta ri di tutte le mirabili opere die dovizio-
la consagrazione, l'altare venne subito or- samente raccbiude.Soldati francesi e pon-
nato de'sagri utensili e ornamenti ch'e- tificii stavano schierati lungo la via e sul-

rano già stati benedetti; finalmenteall'af- la piazza della basilica, in bel ordine e
follalissiruo popolo, ebe da tutte parti era parata. Tutto descrisse la relazione pub-
accorso nel nobilissimo tempio, compar- blicata dal Giornale di Roma e intito-
ii l'apostolica benedizione. Dopo la quale lata: La solenne consagrazione della ha
il diacono (secondo la riportata precedei]- si lira di s. Paolo ilio dicembre i854,

lenotificazione)pubblicò l'indulgenza ple- ed il n.°28 ideilo stesso Giornale, il qua-

naria per quelli cb'erano presenti, e per le sebbene notificò che quanto prima dal
quelli die nello stesso giorno o durante la congregazione preposta alla riedifica-
l'ottava avessero visitato la basilica : an- zione del tempio sarebbe dato separa
si

nunziò ancora, die il Papa Pio IX stabi- tamente dettagliato ragguaglio dell'au-
liva come anniversario di questa consa- gusto tempio, dello stato attuale de' la-
grazione il i 8 novembre, nel qual giorno vori, edellealtre particolarità relative al-
ogni anno compartiva l'indulgenza di5o la ceremonia, finora nulla fu pubblica-
anni. Finalmente il Papa nella cappella lo, benché la medesima commissione lut-
di s. Benedetto, attigua a quella del Coro, to diligentemente registrò ne'suoi atti,ed
depose gli abili sagri e indossata la moz- a suo tempo tutto degnamente renderà
zetta e la stola, ascollò la messa letta dal ili pubblica ragione. Ed è perciò che in-
cardinal Sisto Riario-Sfoi za arcivescovo tanto in molte cose vi supplii colla mia
nuovo altare consagrato al-
di iNapoli, nel tenuità, oltre il racchiuso fra parentesi,
la Conversione di s. Paolo. All'imponen- ed oltre quanto dirò per ultimo sullo sla-

te e augusta ceremonia, die durala circa to attuale del sagro edilizio. Quanto alla
6 orerebbe termine verso le 2 pomeridia- croce astata adoperata dal Papa nella sa-
ne, intervennero corpo diplomatico, il
il gra funzione, siccome fu eseguita secon-
generale di divisione Allouveau di Mont- do quella che si vede nel Macri, come mi
realcomandante l'armala francese in Ro- proposi, vado a riferire alcune erudi
ma, unitamente alla sua ufficialità, la più zioni.
parte de'principi e altri signori romani, Domenico Macri tanto nel Ilierole-
i membri componenti la congregazione xicon, che nella Notizia de' vocaboli ec-
speciale per la riedificazione della basili- clesiastici^ nel vocabolo Baculus dice che
ca insieme col segretario, con l'architetto il Papa non usa \\ B acolo (l r .) t detto an-
direttore ed i 3 architetti rincontri, e un cora Feritici) Bastone, Pastorale (/ .).

numero grandissimo di romani e stranie- Nel Hierolexicon riporta la figura ch'e-


ri. E quando il glande e maestoso lem - gli possedeva esprimente s. Gregorio I

pio fu aperto al pubblico,immediata men- Papa penula o antica pia-


vestito della
te fti riempi di popolo numerosissimo, neta, àe\ pallio, delle scarpe crucigere,
quantunque non fosse favorevole lu sta- colla colomba all'orecchio, e col diadema
gione, ed ognuno potè ammirare la ma- quadro, segno che fu fatta o meglio co-
gnificenza deda riedificata basilica, osser- piata da altra eseguita ancor vivente. Es-
vare la ricchezza e varietà de'marmi, ed sa ha in mano il bacolo ossia un'asta drit-
ilcomplesso gigantesco ili sue splendidez- ta colla Croce (A'.) in cima, cioè questa
ze, applaudendo Papi die aveano co- i I è di quella forma che il p. Booauni ge-
miuciala, proseguila e tratta al suo deai- suita ucì Catalogo degli ordini equestri
VOL. LXXIII. 1
1*
374 TEM TE M
e jnilitari, riportando verso il fine le va- ferita e riprodotta dal Macri nel vocabo-
rie forme delle croci di decorazione, chia- lo Mitra del Hierolexicon, e dal p. Bo-
ma patente, che sebbene partecipi della nanni a p. a5o. Questi parlando del pa-
inforcata, nella croce della figura di s. storale de'vescovi greci, e riportandone
Gregorio I la biforcatura nelle punte pro- la figura a p. 3 12 e 326, dice a p. 3 6, 1

priamente non apparisce; laonde le con- che talvolta è terminato con una picco-
viene con più di ragione il vocabolo di la traversa, che forma la lettera T, altre
patente. Riferisce Macri nella Notizia,
il volte si vede ornato di due serpenti, così
che tale croce è simile a quella che ado- il bacolo de'vescovi siri, ed a p. 3^6 che
perano i Maroniti (V.) ; quindi
vescovi quello degli forma di Tau
armeni è in
soggiunge, ch'essi usano un bacolo che fi- (V.), ma ambedue le forme simboleggia-
nisce in cima con una sfera (corpo o glo- no la croce. Finalmente a p. 322 dichia-
bo perfettamente rotondo),sopra del qua- ra che il vescovo maronita usa per pa-
le vi è la croce. Nel Hierolexicon però, storale una verga, nella cui sommità è un
ecco come il Macri descrive il bacolo pa- globo simile a un pomo granato con una
storale de' vescovi maroniti. Maronita- piccola croce. Noterò che vescovi arme- i

rum antem episcopi in summìtate bacil- ni moderni usano il bacolo come vesco- i

li gioitimi allattando chrystallinwn, et vi latini. La Croce Pontificia (/",) ora

saepe gemmatimi cimi Cruce supèrposi- fatta pel Papa, è di metallo dorato e di
taferunt, quae forma etiam a latinis elegante lavoro in tutto (l'asta apparte»
antiquitus gerebatur. Poi riporta que- neva al pastorale del cardinal Fornari.e-
sta testimonianza d'Isidoro. »IIic bacu- sistente nella sagrestia papale), nella for-
lus ex Ugno effìcitur, christal-
osse, et ma secondo la figura suddescritta del Ma-
lina, vel deaurata spherula co/ijugilur, cri, e conveniva che io ne rendessi ragio-
in supremo capite insignitur, in extre- ne, dopo il narrato nel voi. LI, p. 298,
mo ferro acuitur". Ac codem modo s. e perchè dal Papa si adopera nel consa-
Gregorii I baculus fuerat, ut in sub/e- grare chiese, altari, battisteri, e nell' a-
cta figura ostendìtur.... Ferula timi ex prire le Porte sante, qual segno della su-
subfecta figura s. Gregorii I Magni ap- prema sua autorità.
paret, quae ex monumentis Alphonsi l\ Gior na le di Roma co\ n. ic)^pubh\\cò

Ciacconi a d. Laurent io de Mariis ro- in latino e italiano l'omelia che fece ilPapa
mano mihi donata fidi. Lo stesso p. Bo- durante la solenneconsagrazionedella ba-
nani u, La Gerarchia ecclesiastica con- silica. Il n.°43 de\Y Album d\ R.oma, t. 2 1,

siderata nelle vesti sagre e civili espres- ci diede in disegno inciso l' interno del
se e spiegate colle immagini, a p. 2 36 tempio, esprimendo il Papa in atto di scri-
riprodusse la figura di s. Gregorio 1 in- vere colla punta dell'asta della croce (non
cisa in forma più grande della pubblica- del pastorale come ivi viene espresso)sopra
ta da Macri. Dipoi nel cap. 60: Del pa- ilpavimento, ed un bell'articolo del eh.
storale, insegna episcopale, riferisce che Q.Leoni che porta per titolo: Solenne con •

non sempre si adoperò di egual forma, tal- sagrazione della basilica Ostiense. Do-
volta usandosi un semplice bastone. Che po aver accennato la distruzione dell'an-
alcune volte a'bastoni di legno aggiun- teriore basilica e la ricostruzione dell'o-
gevano nella cima una croce, come an- dierno tempio, magnificandone lo splen-
che oggidì si costuma da' Ruteni (V.). e dore, accenna il perduto per le fiamme di-
si vede espressa nella detta immagine di voratrici, e il sostituito dal zelo costan-
S.Gregorio Papa; o pure terminava con
1 te di4 Papi, ad onta delle ristrettezze eco-
un solo globo, come si vede nell'imma- nomiche di tempi calamitosi; enumera i

gine di Gelasio II presa dal Cajetauo, ri- principali suoi ornamenti e marini pie-
TEM TEM 37 5
con rimarcare principalmente le sue
riosi, tenuemente gran tempio, lo splendore
il

88eolonne (cioè comprese quelle che no- accresciuto al capo della cattolica fede,
mina poi, giacché 80 sono le colonne di per la splendida corona che lo circonda*
granito delle navi, oltre 8 simili pilastri, va di tanti principi e vescovi di s. Chiesa,
due colonne di egual marmo colossali raccolti presso il suo Irono per la più (àu-
dell' arco, e sei d' alabastro) di granito sta delle circostanze, a tale effetto ri por-

del Sempione e le due colossali ili granila laudo i nomi e cognomi de'cardinali, pa-
delf Elba, sulle quali posano altrettanti ca- Inarchi, arcivescovi e vescovi presenti in
pilelli d'ordine corintio e di marmobian- curia. » Dimodoché asserir si deve, che
co, invece di quelli delle colonne antiche tutto l'orbe cattolico rappresentalo dalle
accozzate da diversi monumenti pagani, sue guide spirituali assistè a questo me-
per la maggior parte di stucco; dice ac- molando avvenimento: e la gran basilica
crescere poi la meraviglia, 4- stupende Ostiense resterà monumento non solo del*
colonnelli alabastro orientale, ed altre l'arte e della magnanima contenzione de-
due dell'alabastro medesimo, di colossa- gli uomini, ma ancora di quella universale
li dimensioni, e donale a Gregorio XVI concordia, che stringe e raccoglie sotto l'tt-

nel 1 84 i dal viceré d'Egitto. Pertanto lo- nico suo sovrano Pastore il gregge eletto
ilaaltamente le infaticabili cure delle di Dio!» Gregorio XVI per dimostrare ai-
commissioni dirigenti e de'cardinali che un pubblico seguo
l'architetto Potetti eoa
le presiederono, ed ora il cardinal An- la sua soddisfazione, pel magistero arti*

louelli che tanto zelo vi dimostrò, e il.suo stico con cui dirigeva lavori della risor- i

deputato mg/ Vannini; lo studio e le fa- genie basilica, lo creò cavaliere dell'ordì'
lidie dell'architetto direttore commend. nodi s. Gregorio Magno da Ini istituito.

Poletli, al cui merito toccò la gran ven- Riporta n.°2q6del Giornale di Roma
il

tura di architettare e restituire una mo- de'3o dicembre 8 >4, che il Papa Pio IX 1

Iesi vasta, e di congiungere inseparabil- volendo dare al medesimo architetto e


nienteil suo nome a quello d'un monu- professore Luigi Potetti, un nuovo atte-
mento che resterà testimonio a'posteri del stato della sua sovrana soddisfazione, per
valore artistico del nostro secolo, e dal il lodevole operato nella riedificata basi-
quale le future età trarranno adequalo bea di s. Paolo, l'avea promosso a coni-
giudizio de'suoi talenti e dello stato del- meiiilatoredellostessoordine.il n.°i8del
l'arte moderna in Italia; volle pure se- Giornale di Roma del 1 855 deplora la
guatare il segretario cav. Luigi Moreschi, morte e fa un bell'elogio del defunto e di-
ade cui premure dice, che scarso seni- stinto architetto Pietro Bosio di Cremo-
brerebbe qualunque encomio. Dichiara na,i."architetto rincontro della basilicaO-
inoltre esserela basilica di s. Paolo il lem- stiense.da Gregorio XVI nominato cava-
pio dell'arte nostra contemporanea, rap- liere del suo ordine di s. Silvestro I, e da
presentata eziandio dagli esiraii pittori, Pio IX cavaliere di s. Gregorio Magno,
scultori e altri artisti, le cui opere in esso dopo la recente dedicazione della basili-
siammirano, ricordando più i valenti. Fi- ca, in contrassegno di soddisfazione e be-
no mente dice, che a colmare
1 la gioia 11 • nevolenza. Aggiungerò che essa venne dal
riversale pel restituito monumento cri- Papa anche confermata, non solamente
stiano, il sommo Pontefice Pio IX si ac- al lodato segretario cav. Moreschi, col con-
cinse alla solenne consagrazione dell'in- f 1 i mento dell'ordì ne medesimo di s. Gre-
ter.i basilica, con quell'augusta funzione gol 10 Magno, a vendologià Gregorio XVI
e santità di rito che lo compunse nella»- decorato dell'insegne equestri di s. Silve-
sistervi, restando penetrato il suo animo slroI Papa; ma eziandio a'due architet-
mirando il Papa uell allo di benedir so li rincontri coute Virginio Vespignani u
3 7 C> TEM TE M
Camillo Guglielmetti, insigniti del cava- lo trovai nella divota visita che ne feci ai

liei;rito di s. Silvestro I Papa. Questa coni- 7 maggioi855, eccone un laconico cen-


pendiata riunione d'importanti nozioni, no.llquadriportico èincominciato coll'es-
in seguito e per continuazione e compi- sere state gettate le fondamenta nel lato
mento di quanto già pubblicai a Chiesa che forma la fronte principale della ba-
lli s. Paolo e altrove, forse servila a da- silica. Si sta lavorando la parte superiore
re un'idea del meraviglioso e sorprenden- della facciata esterna. Delle 7 porte di es-
te complesso della splendidezza del sagro sa nell'interno del tempio, la maggiore e
edilizio, che risorto a dignità di nostra s. principale avrà il magnifico cornicione in-
religione e ad ulteriore lustro dell'aiti tagliato di marmo bianco già pronto, per
belle, formerà epoca nella storia di esse e collocarsi sopra alle due colonne e a'due
molto più in quella del cristianesimo, co- pilastri di massi d'alabastro, che vidi sta-
mechè riedificato a maggior gloria del va- bihli nel luogo loro. Il cornicione verrà
sod'eleziones. Paoloecomprotettoredel- sovrastato dallo stemma di Pio IX, con
la metropoli della chiesa universale. No- ornati e statue tuttodì marmobianco. Le
zioniche per qualche tempo suppliranno altre due porle maggiori e laterali alla
alla mancanza che si ha d'una descrizio- principale, e con essa rispondenti alla na-
ne del nuovo magnifìcentissimo tempio, vedi mezzo e grande, avranno elleno pu-
il quale poi certamente avrà degni e dot- re stipiti intagliati e scorniciali di marino
ti illustratori artistici, che ne celebrerai bianco, pilastri e contropilastri d'alaba-
no degnamente tulli quanti suoi inno- i stro, per sorreggere i cornicioni intaglia,»
mera bili e nobilissimi pregi, cioè allor- ti di marmo opere tutte che si
bianco ,

quando sarà del tutto compilo. Se pie- il stanno ultimando. Le altre 4 porte mino*
cedente tempio fu già venerato per la sua ri, e corrispondenti alle navi minori e ai-

antichità, il nuovo è ammirato per la sua le navi estreme, saranno decorate di sti-
pili splendida maestà e unione di classi' piti intagliati e scorniciati di marmo bian-
che opere di belle arti. Se mai sempre uni- co e di altre archi letture, egualmente qua-
gergalmente fu rinomalo l'avello del glo- si pronte per porsi al posto. Da ogni ma-
lioso s. Paolo, ora a'fasli antichi si aggiun- ve e da ogni porta si vedono in fondo gli

seroi moderni d'eminente rilevanza. Per nave gra li-


altari della crocerà, cioè dalla
gi i articoli compilati dal cav. Moreschi, e de e sue 3 porte quello papale della con-
de'quali mi giovai, con tanta preeisione,sa- fessione, nel cui sotterraneo visibile ve n'è
pere e intelligenza, sulla progressiva sto- un altro, ambedue consagrati. Rispondo-
ria della basilica, e per quelli che andrà no le altre navi e porte, quella a sinistra
pubblicando, si avrà egli il ben giusto me- estrema s. Stefano non mi-
alla cappella di
ri to di agevolare all'avventuroso storico cora consagrata, nave adiacente mino-
la

del risorto tempio la sua classica desoli- re e sua porta alla cappella del ss. Ciò-
zinne artistica. Mi è noto poi, che la con- cefisso, dove anche si veuera il ss. Sagra-
gregazione preposta alla riedificazione mento, il cui tabernacolo vaghissimo e no-
della basilica patriarcale di s. Paolo in- bile, ornato di pietre preziose, è quello
tende pubblicarne gl'importanti atti, col- che stava nell'antica cappella dello stesso
le incisioni in rame che si stanno ese«uen- ss. Sacramento, architettato da CarloMa-

do, di piante, spaccati, sezioni architetto- derno, e ora rimpiccolito nella forma, 011-
nicheee., sotto la direzione del commend. de non impedire la vista del ss. Crocefis-
Polelti; complesso di nozioni storiche ed so. rispondono le altre navi e porte a de-
arlistiche, che formeranno la magnifica e slra, la minore alla cappella del Coro, l'a-
veridica descrizione e illustrazione del- discente estrema e sua porta alla cappel-
l'auguslo tempio. Quanto allo stalo m che la di s. Benedetto. In foudo di quest'ulti-
TE M TEM 37f

ma nave a destra vi è la statua sedente s» la mensa di que'che figurano apo- eli

di Bonifacio IX ricordalo di sopra. Sono £toli,e dalia loggia i Papi compartooo la


illuminate le 5 navi da 43 grandi finestre solenne benedizione,come lucale piùa- il

con cristalli e tela ri ili ferro: cioè la nave dado per contenere 1262 quadri della se-
di mezzo ne ba 1 o per parte, e 3 sopra le rie cronologica de' Papi, essendo lungo
grandi porle; le navi estremerò per eia- palmi 7, largo palmi T7 e alto palmi
">
1

scuna. Le finestre delle navi estreme so- 100, illuminato da q balconi esteriori e
no tramezzate da pilastri marmorei eoa da 5 grandi finestre che guardano l'ioler-
simili capitelli e basi, e da nicchie ove si no della chiesa. Eretto questo portico su-
ponno codoca re delle sia tue: le loro p ire- peri ore da Paolo V, egli ed Urbano Vili
ti sono di inarmo bianco, con ispecchi o ebbero in idea di farlo dipingere, il 1 .'dal
lastre di bellissimi marmi colorati. pa- I cav. Lanfranco, il 2.°dal cav. Bernini; ma
vimenti delle 5 navi sono ancora di mat- rimase senza elfetto, come ancora l'ordi-
timi, traimela gran fascia o guida di la- nazione datane al cav. Passignanidiespri*
sire di marmo mezzo della nave mag-
nel mervi la vita di s. Pietro, secondo i di-
giure, clieessendo in forma ili croce si pio- segni di Lanfranco. Alessandro VII lo ri-

ti ae alle 4 navi laterali. La serie Cl'Onolo- dussein miglior forma, e Pio \ olire va- I

gica de'Papi incomincia dall'effigie di s. ri restauri e abbellimenti fece vi colloca-

Pietro sul cornicione a destra di chi guai'- re i 1 2 cartoni, ebe rappresentano i Pro*
i\.\ la tribuna o apside: occupano i ritrat- feti dipinti nella nave di mezzo della Ba-
li de'successori la linea della crocerà ona- Lateranense). Procedendo per la
silicei

ve traversa, prosiegue sulle linee latera- nave di mezzo alla nave traversa di ero-
li tanto della nave di mezzo, che nelle mi- cera, vi si ascende per 4 scalini, ora di le-
nori comprese le mentre
loro 4 testate, gno, standosi per compiere que'di mar-
li- testate delle navi estreme hanno eia-
j. mo, col resto de'lavori del pavimento. Pro-
6cu na il luogo per 5 ritratti. Procedendo babilmente la gran parte già fatta degli
nella nave maggiore, giunti alle colonne uni e dell'altro, non fu ancora posta in
1 5." e 16." della parte destra, fra di esse e opera, per non esporla agl'inevitabili sfre-
sopra gli archi destri della nave minore, gi de'lavoranti. A pie delle scale della na-
siammirano le effigie de'Papi Leone XII, ve di mezzo,
vedono lateralmente su
si

Pio Vili, Gregorio XVI, e Pio IX che re- temporanei piedistalli due modelli ori- i

glia, riedificalo ri del tempio e ultimi deb gin ali in gesso delle statue de' ss. Pietro
la cronologica serie. La cronologia in pi t- e Paolo fatte eseguire in marmo daGre-
tura è compita e consegnata: quella in mu« gorio XVI, e dal successore collocate sul-
saicojOgiìi posta in opera, o depositata nel- la piazza Vaticana, di che già parlai. I pie
lo studio del musaico nel Vaticano/) sot- dritti dell'arco di Placidia hanno perora
to lavorazione, formasi di85ritratti;quin- dipinti que'marmi colorali che l'abbellì-
di si procederà a formare di musaico gli rami), eie ricordale iscrizioni, le quali si
Bltri. Noterò, che la cronologia dipinta a eseguiranno in lettere di metallo, Perve-
olio e servila per quella di musaico, l'ac- nuli alla nave traversa e all'altare papale,
quistò la rev. fabbrica di s. Pietro, per lo la sua balaustra deve regolarizzarsi, ed ù
stesso prezzo che la commissione di S.PaO- simile a quella degli altari glandi delle te-
lo pagi) a'26 pittori che l'eseguirono; e state della slessa crocerà. Il tabernacolo
così anch'essa avrà de'Papi s'uni-
la serie moderno che sovrasta l'aulico, ha nella
le all'Ostiense,e forse li collocherà sul por- sommità della calotta la Croce, e negli
lieo superiore e vestiboli della loggia del- angoli 4 ligure dorate degli Angeli in pie-
tà basilica Vaticana (o»e«Gregorio XVI di, modello di quelle'di bronzo dora lo che
stabili che uel giovedì santo s'imbandii- vi si collocheranno. La volta tonda della
600U J ->
:

378 TEM TE M
calotta è ornatissima di figure e tutta do- due specchi laterali vi fu dipinto a olio s.

rata. Ne'drappelloui del baldacchino, il Stefano lapidato, ed a fresco s. Paolo gua-


verde richiama la malachitedelle basi del- ritodalla cecità. Esse pitture sono un tipo
le^ grandi colonne di massi d'alabastro, per risolvere definitivamente sul partito
le quali hanno bronzo dora-
capitelli di da adottarsi, onde arricchire il 2. ° ordi-
to, e di malachite si orneranno gli stessi ne architettonicodeil'intero sagro edificio,
drappelloni. Le due basi che guardano siccome di sopra dichiarai. Il grandealta-
J'apside le trovai compite e decorate eia- re dell'Assunzione di Maria Vergine non
senna dello stemma di Pio IX. iu metallo è ancora consagrato. Le due cappelle del
dorato, e l'avranno pure le due altre basi ss. Crocefisso (ove come dissi è pure ve-

rispondenti alia nave di mezzo, le cui pre- aerato il ss. Sigraruento) e del Coro de'
zioseimpellicciature in due parti di una e- monaci, hanno bussoloni con cristalli. La
rano terminate. Nell'apside e ne'6 inter- torre campanaria manca pocoalsuo com-
pilastri si collocherà un'iscrizione magni- pimento, in uno al suo tempietto mono-
fica iu marmo, per memoria della seguita tero di 12 colonne, colla sua cupola. S'i-
solenneconsagrazione di Pio IX. La nave gnora il numero delle campane che ver-
tra versa è illuminata da i4gi*andi finestre, l'à determinato.
Nel 2. ordine architettonico dell' altare TEMPIO DI SALOMONE. V. Tem«
grande della Conversione di s. Paolo, ne' pio.

FINE DEL VOLUME SETTANTESIMOTERZO.


BX 841 .M67 1840
SI1CR
fioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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