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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI,
MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI,AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
E PIÙ
CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
DELLA
ALLE ERESIE, Ai CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
VESCOVILI, AGLI SCISMI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE,
ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI,
CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
CHE ALLA CORTE E
COMPILAZIONE
VOL. LXXVIII.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
*\&\ & ^
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORI CO -ECCLESIASTICA.
TOR TO R
J.ORRECREMATA o TURRECRE- i43i lo nominò Maestro del sagro pa-
MATA o TORQUEMADA Giovanni, lazzo apostolico, e lo spedì per teologo
Cardina /^.Nacque in Vagliadolid inlspa- al concilio di Basilea, del quale riparlai
gna, e preseli cognome da una terra ap- a Svizzera, dove gli fu commesso l'esame
partenente alla sua nobile casa, nella Ca- sulla controversia della Concezione Im-
stiglia vecchia presso Palencia. Professò macolata della B. Vergine Maria (V.),
la regola di s. Domenico nel convento di ora dogma di fede pel narrato con tene-
Vagliadolid, dove fece rapidi progressi ne- ra e divota esultanza a Teatine; e dove
gli studi, a'quali si applicò ancora in Pa- combattè valorosamente contro gli ussiti,
rigicon tanto fervore, che l'unico piacere esostennecon forza le ragioni della s. Se-
che provava era nell' acquisto delle co- de. Indi e colla stessa qualifica , insieme
gnizioni scientifiche , per cui teneva per col cardinal b. Albergati, si condusse al
nulla le vigilie e le fatiche più gravi e diu- concilio generale che Papa avea trasfe-
il
turne. Quindi non tardò ad essere rico- rito in Ferrara, donde passò a Firenze
nosciuto per uno de' più famosi teologi e quando vi fu traslocato, ed in cui colla
canonisti del suo tempo. Ottenuto il gra- sua robusta eloquenza fece ammutolire
do di maestro tornò in Ispagna, ed essen Marco arcivescovo d'Efeso e fiero avver-
do zelante custode delle regole e costitu- sario della chiesa latina. Ivi tanto scrisse,
zioni dell'ordine, fu eletto priore del con- ragionò e si adoperò, con pazienza ed e-
vento di s. Paolo di Vagliadolid, poi in nergia,e cogli esempi di condotta irrepren-
quello di Toledo nel qual ministero si
, sibile, che finalmente si ottenne la sospi-
diportò in maniera, che eguale all'amo- rata unione delle chiese latina egreca. In-
re fu ii ebbero suoi
rispetto che per lui i caricato in seguito con V arcivescovo di
fiati. Divulgatasi anco perremote re- le Spalatro e due altri, del ministerodi nun-
gioni la fama del suo profondo sapere, non zio apostolico, per stabilirla pace tra 're di
meno che delle sue virtù, Eugenio IV nel Francia e d'Inghilterra, trovandosi nel-
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J'Angiò ebbe la notizia, che Eugenio IV ria fu benemerito per le preziose opere da
nel concilio fiorentino a' i8t)icembre 1439 lui donate, edificando pure la ricca e ma-
l'atea creato cardinale prete, e poi gli con- gnifìca cappella della ss.Annunziata, esot-
ferì per titolo la chiesa di s. Sisto, donde to questo titolo vi fondò il sodalizio poi
secondo Cardella passò al vescovato d'Al- arciconfraternita (la quale ora nobil-
bano, ma rUghelli non ne parla neW'I- mente restaurò la cappella, nella gene-
talia sacra; e poscia a quello di Palestri- rale riduzione della chiesa a gusto goti-
naueIi455,cioèdiamministraloreecom- co,che descrissi nel voi. LXXV, p. 216,
mendatore, il che nota Petrini nelle Me- ed a*25 marzoi855 in essa vi si tornò a
morie di Palestrina, mentre Pio II nel celebrare la cappella papale per la festa
1460 Io dichiarò effettivo vescovo, e nel della ss.Annunziata), che ha per morale,
seguente anno il Papa onorò di sua pre- benefico e generoso istituto di contribuire
senza la città, ma ne'suoi aurei Commen- con opportuni sussidiidiDotea'oiaritaggi
tari la dipinse troppo in istato deplora- delle povere e onoratezitelle, e alle mona-
bile, che realmente non era tale; indi Pio cazioni di quelle impotenti a effettuare la
li trasferì il cardinale nell' altro vesco- loro pia vocazione,e ne fa la dispensa per la
vato suburbicario di Sabina nel r 464? al festa della ss. Annunziata. Istituto che ce-
dire di Sperandio nella Sabina sagra e lebrai in tanti luoghi,comenel voi. LVIII,
dell' Ughelli, e Petrini anticipa tale desti- p.147: nondimeno qui mi limiterò al se-
nazione a' 1 o maggio 463. Inoltre Euge
1 guente cenno. Dopo che il cardinale per
ilio IV l'inviò legato ala tere al re di Fran- onorare la B. Vergine istituì sotto la sua
cia contro l'antipapa Felice Vdi Savoia, invocazione la societàdi 200 cittadini ro-
per confermarlo nell'ubbidienza e divo- mani, e ne formò le costituzioni, secondo
zione della s. Sede, presso di cui nell'as- le quali univausi in alcuni giorni nella
semblea di Bourges ne sostenne con gran delta chiesa, essi neh 465 stabilirono di
vigore i diritti, e restituitosi a Roma me- rendersi prossimo, raccogliendo
utili al
ritò dal Papa il glorioso titolo di Difen- le limosine per dotare povere fanciulle; in-
sore della fede. La fermezza di questo di Gregorio XIII nel 1 58 1 eresse la pia
v
grand'uomo nelle materie riguardanti il unione in arciconfraternita, e successiva-
dogma e la cattolica religione, fu tale, che mente molti benefattori, fra'quali Urba-
ne per preghiere, né per minacce giara • no VII> promossero con pii legati e doni
mai avrebbe ceduto d' un punto, da ciò l'eccellente intrapresa. Pio VII vi deputò
che la sua mente e il suo animo avesse un cardinal visitatore e Gregorio XVI ,
creduto poter nuocere alla verità ortodos- ne restituì la libera amministrazione al so-
sa. Gli fu commesso dal Papa l'esame del- dalizio sotto la protezione del cardinal Vi-
le Rivelazioni di s. Brigida , delle quali cario, e neli85o furono distribuite 632
dopo accurato e diligente studio diven- doti per la complessiva somma di scudi
retici, assai potenti nella corte del re di dallaquale però furono detratti scudi
Boemia. Compartì immensi benefìzi al 1000, onde impiegarsi a soccorrere po- i
convento e Chiesa dis. Maria sopra Mi- veri orfani del cholera che afflisse Ro-
nerva del suo ordine de' Predicatori (V.), ma i854, secondo il volere del Pa-
nel
di cui fabbricò 1' ampio chiostro e l'ab- pa. Tenacissimo il cardinal Torreere-
bellì di pitture, rappresentanti le storie mata delle costituzioni dell'ordine da lui
del Testamento vecchio e nuovo. Edificò professato, non volle giammai cambiare
la volta di quella vasta chiesa, e alcune neppure la forma dell'abito, ritenendo nel
parti del convento, della cui privata libre- cardinalato lo slesso metodo di vita, che
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avea intrapreso da fiate. Essendo stato colle Meditationes in vilam Christi del
fatto nel i455 da Calisto III peli. abba- medesimo cardinale, Coloniae 1607 e An-
te commendatario dell'abbazia di Subia- tuerpiae 1607.
co (V.) t ebbe l'onore di ticevervi Pio II TORREGIANl Luigi Mari a, Cardino*
(il cardinale abitò pure in Subiaco, oc- le. Patrizio fiorentino, applicatosi in Ro-
cupandosi nella riforma degli statuti ab- ma allo studio delle leggi, sotto Innocen-
baziali, il casamento in via della Valle, zo XIII die le prime mosse nella carrie-
cbe appartenne a'Contestabile, cognome ra dell'ecclesiastiche prelature, ed essen-
derivato a tal famiglia per avere alcuno dosi fatto merito non ordinario nel cover-
esercitato la carica di contestabile in Su- no di varie città dello stato pontificio, la
biaco, ufficiale comandante di 5o solda- sua prudenza e integrità ricevè il giusto
ti, che eleggevano 1' abbate di s. Scola- compenso da Denedetto XIII, che gli as»
stica e 1' università di Subiaco, per im- segnò un luogo tra' ponenti di consulta.
pedire le risse eomicidii che per ispiritodi Fu quindi nel 1738 promosso da Clemen-
parte succedevano tra'primari sublacen- te XII al posto di segretario dell'immu-
si),che avendogli conferito il vescovato di nità, eneli743 da BeuedettoXIV a quel-
Leon, non potè prenderne possesso per la lo della consulta, dove avendo dato chia-
manifesta contrarietà d' Enrico IV re di ri segni di valore e disinteresse, a'2b no-
Casliglia,che pertinacemente glielo im- vembre 1753 lo creò cardinale diacono
pedì, lo che fu cagione di molestie e di- de' ss. Cosma e Damiano. Iuoltre lo di-
sturbi fra il re e il Papa. Da Pio II nel chiarò protettore dell'ordine de' minori e
1460 ebbe altresì i vescovati di Mondo- de* riformati, del 3.° ordine degli Olive-
nedo e Orense nella stessa Spagna. Final- tani e di Monte Vergine. Clemente XIII
mente dopo aver scritto molte opere, che nel 1758 meritamente lo nominò suo se-
risentono della barbarie e secchezza sco- gretario di stato, e lo annoverò presso-
lastica di sua epoca, delle quali ci die l'e- ché a tutte le congregazioni cardinalizie
satto catalogo rOldoino Ro- ne\\* Ateneo di Roma. Perseverò nell'importante ca-
mano, ed pp. Quietif ed Echard, Degli
i rica in tutto lo scabroso pontificato di Cle-
scrittori domenicani; e dopo aver man- mente XIII, dopo la cui morte avendo
tenuto stretta corrispondenza co' primi maggior agio di frequentare le congrega-
letterati contemporanei, comeBiondo,Pe- zioni a cui era ascritto, oltre al farlo con
rotti, Campano, cardinal Bessarione e al- sollecitudine e diligenza mirabile t
espo-
morte in Roma neh 468 a'26 set-
tri, la neva in esse con franca ingenuità e pre-
tembre lo trasportò pieno di meriti, co- cisione i suoi sentimenti. La sua casa era
me ci giova sperare, alla regione de' bea- l'asilo de'bisognosi, verso i non me-
quali
ti, in età di sopra 80 anui, e fu sepolto no in vita che in morte mostrò inaisem-
nella detta chiesa di s. Maria sopra Mi- pre viscere di carità e di compassione. In-
nerva, col solo nome e titoli vescovile e tervenne a' conclavi di Clemente XIII,
presbiterale, scolpiti sulla lapide sepolcra- Clemente XIV, e Pio VI, il quale gli as-
le, che riporta l'Ughelli. Nella stessa chie- segnò la carica di segretario del s. ofBzio.
sa, al destro lato della sua cappella della Una morte repentina lo trasportò in un
ss. Annunziata, si vede il bel monumen- momento dal tempo all'eternità in Roma
tino col busto del cardinale in metallo as- neli777,d'8o anni. Rimase sepolto nella
sai naturale e ornati simili, avendolo e- s. Giovanni de'fioren-
chiesa naziouale di
relto con magnifica iscrizione il sodalizio tini, nella tomba che vivente erasi costrui-
da lui istituito e tuttora floridissimo. Da ta nella cappella di s. Filippo Neri, da lui
Francesco Sverzio si ha la Vita del car- quasi del tutto rinnovata, e con ecclesia-
dinal Tur recremata in latino , che sta stica magnificenza abbellita e ornata.Que-
.
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slo porporato fu uomo d' ingegno pene- ce dell'ordine, aggiungendogli il titolo ad
trante e sottile, amante del giusto e del una commenda coli' assegnamento di 4
retto, iufalicabile e paziente Dell' eserci- leghe quadrate di terra nell' impero del
zio delle sollecite e gravi cure annesse al Brasile. Il prelato savio e virtuoso , ac-
i,uo ministero. Amatore della giustizia e cettando nobilmente la decorazione ono-
ammiratore dell'innocenza, sebbene per- rifica , nella persuazione dell' annuenza
nobbe che la lega de'filosofi increduli erasi Giovanni VI nel decreto regio pel rista-
proposta per fine d'annientare la religio- bilimento dell'ordine, stabilì: Che il re ne
ne col distruggere prima que-
i gesuiti, e fosse sempre il gran maestro, il principe
sti difese vigorosamente per coscienza. reale erede della corona gran commen-
TORRE ROTONDA. Sede vescovile datore, e gli altri principi della famiglia
d'Africa nella provincia di Numidia, sotto reale gran croci; giacché divise 1' ordine
equestre di Portogallo, istituito dal re Al- leggenda della croce dell'ordine di Torre
fonso V quando creò 27 cavalieri in me- e Spada, mentre la sua faccia rappresenta
moria del numero d'anni cheavea quan- il busto del re.
stabilirsi nella capitale Rio Janeiro. Ad e- parola nel voi. LII, p. 284: forse appar-
ternare quindi la memoria di questo tra- tenne ad essa quel conclavista Ferrante,
^Incamerilo singolare, e per premiare chi di cui riparlai nel voi. XVI, p. 1 3), dopo
crasi reso benemerito nel suo servizio, vol- aver applicato allo studio di giurispru-
le ripristinare il reale ordine portoghese denza nell'università diPerugia o forse nel
diTorre e Spada. Siccome seguì la corte collegio della Sapienza vecchia, ottenu-
r
mg. Lorenzo Caleppi nunzio di Lisbona, ta in Bologna la laurea di dottore, si tra-
e perciò ili." nunzio del Brasile e il i.° a sferì in Sicilia presso lo zio Luigi arcive-
esser ivi creato cardinale, il re per la sti- scovo di Monreale, e in età di 20 anni si
ma che ne faceva lo nominò 1
.°
gran ero- die con fervore ad aiutarlo nella cura pa-
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florale di quella diocesi, in qualità di vi* souiuiinistròa'primi tantoché bastasse lo-
cario generale. Condottosi a LI orna, tu (at- ro a menar vita comoda e agiata, e dispen-
to vicario di s. Lorenzo in Dainaso, cano- sò agli altri larghe Iimosine,oiide prov-
nico Liberiano e scrittore apostolico; riu- vederne a'bisogni, laonde si meritò il glo-
scì talmente segnalati! nell'ecclesiastica e- rioso titolo di padre de' pò veri. In tempo
iudizioue che dipoi fu incaricalo da Paolo
}
di carestia conducevasi in persona per la
V d'ordinare il Pontifica leRotnanojnsie- città, a oggetto d'informarsi delle mise-
me con altri dotti prelati, e di rivedere a rie de'bisognosi, visitandone con singoiar/
istanza del gran cardinal Baronio, che l'a- diligenza le parrocchie. Recava sovente il
vea in alta stima e sommo pregio. le sue. ln- ss. Viatico agl'infermi, e se il bisogno Io
nolazioitin\ Martirologio RomanoAu ta- richiedeva lasciava loro copiosi so v venir-
letempo contrasse stretta amicizia col ce- meli ti. Predicava il popolo, e
vangelo al
leberrimo poeta Torquato Tasso, che di- ne'dì festivi istruiva con somma pazienza
morando in Roma usava conversare con i fanciulli ne'misteri della fede e uè' do-
uomini dottissimi, uno de'quali era il pre- veri della morale cristiana. Manteneva pa-
lato^ l'altro l'Antoniano fornito di squisi- recchi vicari abilissimi, e uondimeno vi-
ta letteratura, co'quali Tasso tratteuevasi sitava ogni anno l'arcidiocesi,avendo sul-
molte ore in eruditi ragionamenti. Morto la lingua e molto più nel cuore la gran
lo zio, per favore di Filippo II ottenne da massima intesa da pochi: Che non già a'
Sisto V ne'primideli588ilsuo arcivesco- vicari, ma sibbeue a' vescovi, posti dallo
vato di Moureale, eoa pensione di 1 0,000 Spirito santo a reggere la Chiesa di Dio,
scudi a favore del cardinal Bouelli. D'or- incombe 1' obbligo della cura pastorale.
dine di Sisto V pose fine alle controver- Colmo di sante opere, rese lo spirito al suo
sie insorte tra 1' arcivescovo di Palermo Creatore inRoma nel 1 6og, d'anni 58, ed
e il suo capitolo. Stimalo da Clemente ebbe tomba nella chiesa del suo titolo sot-
Vili, fu destinato visitatore generale di to rozza lapide, posta innanzi l'altare mag-
tutte le chiese di Roma. Paolo V in pre- giore, con semplicissima iscrizione scolpi-
mio del suo sapere e virtù, aghi 1 settem- ta e che vivente erasi da se stesso com-
bre 606 lo creò cardinale prete di s. Pan-
1 che il car-
posta. L'Amidenio lasciò scritto,
crazio, basilica che imprese a rinnovare dinale arricchì i suoi parenti, e che non
quasi da'fondamenti con isplendida ma- vi fu uomo che quanto lui ambisse il car-
gnificenza, quantunque la morte gì' im- dinalato, da cui Clemente Vili lo tenne
pedì portare a perfezione. Di più Paolo sempre lontano. Queste sono calunnie ed
V nel 1607 lo ascrisse alla congregazione esagerazioni viziose, di cui abboudano le
so la1. Sede. Urbano Vili, al cui concla- successe Giovanni cappellano pontificio e
ve intervenne, nel 1624 gli conferì il ve- nipote del vescovodi Burgos. Pare clieO-
scovato di Perugia, diocesi che governò norio III l'inviasse ad Alessandro II re di
con gran fama di pietà, zelo e prudenza, Scozia, per domandare soccorsi alla cro-
in cui celebrò il sinodo che poi fece stam- ciata diTerra Santa, e tutto ottenne per
pare. Per nomina del re di Spagna, il Pa- quella sagra guerra come leggo in Le-
.
colla stampa nella stessa città, avendo già gorio IX, Celestino IV e Innocenzo IV,
sino dal 1 635 incominciata la visita gene- a parecchie bolle de' quali appose la so-
rale dell'arcidiocesi, nella quale con gran- scrizione del proprio nome.
dissimo zelo emendò quanto eravisi in- TORRI Costanzo o Costantino, Car-
trodotto non conforme alle leggi canoni- dinale. V. Boccafuoco Costanzo.
che ed ecclesiastiche. Attaccato da lenta TORSO Jacopo, Cardinale. V. Jaco-
idropisia, sperando di potersene liberare po da Udine, ed Udine.
col beneficio dell'aria nativa, si traj>ferì TORTI VOLI, Turtibulum. Sede ve-
in Roma; ma in breve la violenza del male scovile e antica città d'Italia, nella pro-
lo ridusse alla tomba
642,di 58 anni
nel 1 vincia di Capitanata del regno di Napoli,
come lo zio, e presso di lui futumulato lontana da Benevento per via di Paduli
nella titolare basilica di s. Pancrazio con e Roseto 3o miglia, e 8 da Lucerà. Ro-
illustre elogio. Meritava certamente più vinata la città dalle vicende de'tempi, di-
lunga vita, perchè all' insigne letteratura venne feudo rustico con comodo palazzo
di cui era fornito, congiunse le più belle del duca Piguattelli di Monte Calvo. La
e amabili qualità. Era amico generoso, sin- sede vescovile già esisteva nel io3 suf- 1
Sabina, e giudice ne' tribunali di Roma tolo de'ss. Quattro Jpochrisarius. Que-
T OR TOtt 9
sto vescovo non fu conosciuto da Ughelli, ma trovasi ora interamente distrutta, per
il quale nell' Italia sacra, t. 8, p. 389: aver incorsa la sorte di varie altre fortez-
Turtìbulenses Episcopi , dice che igno- ze del Piemonte da quel re eziandio re-
rasi il nome del suoi. vescovo, il quale staurate o accresciute, che il trattato di
venne postulato per sede di Firenze dal
la pace co'francesi nel 1796 prescrisse do-
capitolo di quella chiesa nel 236 kal. no- i versi smantellare. Poco degne d'osserva»
vemb. al Papa Gregorio IX. Gli altri ve- zione tuttavia sarebbero rimaste si l'une,
scovi sono: Stefano da Ferenti no o de Fer- che mutazioni del sistema
le altre, per le
va, eletto dall'arcivescovo di Benevento l'Alpi ne sarebbe stata ad ogni modo sce-
e confermato nel i 254 da Innocenzo IV; mata l'importanza, non se i loro avanzi
Egidio neoccupava la sede nel 286, e con
1 facessero ancor fede appunto delle virtù
altri vescovi confermò l'indulgenza con- pacifiche dell' encomiato re. E' pur sede
a
cessa alla chiesa parrocchiale di s. Vin- d'un tribunale dir. istanza, e delle au-
cenzo di Tivoli; Bartolomeo nel 1 3oo; fr. torità della provincia e del mandamento.
Giordano deh 366 per la sua povertà fu La cattedrale è una bella chiesa sagra alla
dispensalo dalle tasse delle bolle, commu- B. Vergine Assunta in cielo e sotto l'in-
ni subsidiojh\ Bartolomeo di Benevento vocazione di s. Lorenzo martire, con fonte
domenicano nel i36y, fatto da Urbano battesimale ch'è l'unico della città. Piife-
V; Giovanni intruso come eletto neh 383 riscel' Ughelli, Italia sacra t.
4, p. 623,
dall'antipapa Clemente V 1 ,che solvit so-
1 Derthoncnses Episcopi. Cathedral Ec-
litimipensum ^'Bartolomeo vescovo di Le» clesiam primi UH christijìdelibus ere-
sina neli4°9 fu trasferito a questa chiesa xerunt apud quam in acclivo colle re-
)
voli fu unita al vescovato di Lucerà (F.). quae deinceps praeterito saeculo a re-
TORTONA (Derthonen). Città con re- giis ministris ann.i 554 ^ n niunitissimam
sidenza vescovile, grande e antica del Pie- arcem accomodata, nec sine magno Der-
inonte, negli stati sardi , nella divisione thonensium moerore alibi translata ac
d'Alessandria, da cui è distante 1 o miglia, a fundamentis constructa nova est ca-
da Voghera vaga e piacevole quasi
città thedralis, ubi SS. corpora etc. et reli-
altrettante, e da Torino 5o, comechè si- quiis ss. Marlyrum Apolloniae, Vitalis
tuata in cielo ameno tra Genova e Pia- et Agricolae solemni pompa ab episco-
cenza, colla quale confina Voghera. E' ca- po Gambara translata fuere. Fra le san-
poluogo della fertile provincia del suo no- te reliquie vi in grande venerazio-
sono
.°
me e del mandamento egualmente omo- ne il corpoMarciano martire, suoi
di s.
nimo, presso la sponda destra dello Seri- vescovo e patrono della città, ed corpi i
via in pianura, ed appiè d'un'altura sul- de'ss. Innocenzo e A.riberto vescovi e que-
la quale ancor veggonsi gli avanzi del ce- st'ultimo martire. II capitolosi compone
lebre e già munito castello di Tortona, e di 3 dignità, la maggiore essendo l'arci-
delle sue importanti fortificazioni. Que- diacono (prima essendo di 5, cioè l'arci-
mauuele 111, col paese denominato il Tor- secondo 1' Ughelli), di 16 canonici com-
tonese, di cui pure era capoluogo Tortona, prese le prebende teologale e penitenzia-
in virtù della pace conclusa a Vienna nel ria , e di altri preti e chierici addetti al
1789, fu da quel monarca resa formida- servizio divino. Il palazzo vescovile, buo-
bile per le opere di difesa che vi aggiuuse; no e decoroso edifìcio, è alquanto distante
io TOR TOR
dalla cattedrale. Fra le altre chiese, sono solitos admoneri eum a sefractus panis
parrocchiali seuza batlislerio quelle di s. maduisset cruore: quae quis non v ideai
Maria de'Canali, di s. Giacomo, di s. Mat- fabulosa esse, dignaque anilibus coro-
a
teo, di s. Michele, la i. già insigne col- iiulis? Al tempo de' romani divenne co-
ne Annunziata per le pie e generose ope- trimonio che possedeva colle Alpi Co-
vi
re che esercita, due ospedali, il monte di ziej le quali con Tortona e le altre città
pietà, l'ainpioseminario cogli alunni, il col- che comprendevano, restituì a Papa Gio-
legio regio,e vari altri stabilimenti istrutti- vanni VII nel 707 A liberto II re de' lon-
vi e benefici. Tortona fu patria di molti gobardi. Nel 773 distrutto regno lon- il
uomini illustri per santità di vita, dignità gobardico, Tortona divenne dominio de-
ecclesiastiche e per la scienza. Mi limiterò gl'imperatori franchi e germanici, facen-
a ricordare cardinali Enrico Rampino,
i do parte dello stato di Milano più tardi.
Gio. Paolo Chiesa, Carlo Alberto Caval- Mentre in Pavia trovavausi nell'877 Pa-
chi/ii, che poco mancò ad essere eletto Pa- pa Giovanni Vili, e l'imperatore Carlo II
marchesato. La città conta più di i o,5oo peratrice Puchilda ebbe dalle mani del Pa-
abitanti; possiede de'palazzi e delle belle pa l'imperiale cousagrazione,che essa pre-
case, ha manifattura di seterie, per la gran che seco avea la fuga per Mo-
se col tesoro
copia di sete che produce, e fabbriche di riaua. Si trattennenondimeno alquanto
preziose slolIe.Abbonda di granaglie,legu- colPapa 1' imperatore in Tortona ; ma
mi, riso, vino, bestiame, e funghi che iu quando inlese ravvicinamento di Carlo-
notabile quantità manda a Genova. Tra manno precipitò frettoloso in Savoia, e il
Tortona e Voghera si passa il fiume Ca- Papa immediatamente tornò a Rom a. Per
lorie, e l'occhio si spazia iu bella campa- quanto dirò a Toscanella, sembra che
gna sparsa d'inuuinerabili alberi di tuo V imperatore si fermasse in Pont-Yon,
rocelsi, e negli amenissimi luoghi de'din- dove il pontiGcio legato Giovanni vesco-
torni. Tortoua , Derthona , Darthana, vo Tosca uiese gli presentò l' impera tri -
Terdonam e Torlonum nella Liguria, ce- ce. Indi Tortoua si eresse in repubbli-
lebrala dagli scrittori antichi, si vuole e- ca, e come le altre città italiane si go-
dilìeata da'liguri, o secondo altri da'galli vernò colle proprie leggi. Eletto in Clu-
penetrali in Italia sottoBrenuo,che la chia- tiy Papa Calisto II, uel recarsi a Roma
marono Antilia e poi Terdona ab eventi- t
si fermò in Tortona, al modo narrato
bus tribus,quimortalium videntur rape- da Ughelli. Neh 55 l'imperatore Fede-
1
re adi ni ratio ne ni, vomii riporta l' Ughelli. rico per compiacere Pavia, e in odio del
I
.Varrai/ 1 cniiii primu/n praedurum sa- vescovo di Tortona fedele a Papa Ales-
xuni uber rimani exsudasse oleum j se- sandro III, prese Tortona, l'arse e abbat-
minio in s. Joannis Baptistae pervigi- tè da'fondamenti, come poi dirò. Indi i
ce parte del ducato di Milano, e alle va- na vi restasse nella seguente notte con ,
nevano prigione se n'erano impadroniti che degli stati sardi di Terraferma, poi-
nel 796, e avendo fatta saltare in aria la
1 ché ne'primordii della Chiesa ricevè il sa-
ricordata fortezza. Dopo avere il Papa lutare lume anno 73 di
della fede. Neil'
pernottato a' 18 aprile in Voghera , nel nostra era, Marciano o Marziano I, di-
s.
corsero per curiosità o per ischerno, co- regnando l'imperatore Adriano, sebbene
me narra con particolari dettagli il Bal- il Martirologio romano riferisca aver pa-
dassari del seguito pontifìcio, e descritto- tito glorioso martirio sotto Traiano, ma
re del viaggio, Relazione de'patimenti di esso era morto nel 1 7. Il suo corpo ven- 1
r
Pio VI. Il vescovo mg. Fassati accolse ne deposto da s. Secondo d'Asti in un'ur-
con venerazione nell'episcopio il veneran- na di terra cotta, e sepolto con l'iscrizio-
do Pio VI, a cui prodigò le più delicate ne: Hic rea uiescit corpus Mar tiani, epi-
cure: diversi del corteggio furono corte- scopi et mar ty ri's. Il martirio essendo sta-
semente e lautamente ospitati dalla rag- to ordinato da Saprazio Pelleta prefetto
guardevole famiglia Ratti. 11 Papa con- romano in Asti, egli fece poi altresì deca-
cesse diverse facoltà straordinarie al ve- pitare s. Secondo. Gli successe s. Àriber-
scovo, secondo i bisogni della diocesi, e to ordinato verso il 128, e dopo i5 anni
ricevè benignamente al bacio del piede colla corona del martirio riposò nel Signo-
diversi tortonesi che lo bramarono, es- re a'5 maggio. Il can. Bima nella Serie
sendo nella massima parte sinceramente cronologica de' vescovi di Tortona, an-
affezionati alla religione e ossequiosi al su- ticipa l'elezione di s. A liberto al 1 20. Que-
premo capo della Chiesa. Per l'inflessibi- gli inoltre afferma che neli52 gli succes-
le e riprovevole durezza dello spietato co- se s. Ammonio , che I' Ughelli vuole nel
mandante di piazza, ad onta che la Seri via 161, e dopo io anni morì a' io gennaio.
per le pioggie si fosse gonfiata, convenne Indi circail 175 s. Terenziano, martiriz-
al Papa nel suo stato infermiccio e lagri- zato nel 186, e la sua festa celebrasi il
mevole partire nelle ore pomeridiane del i.° settembre. Nel 187 s. Costanzo o Co-
20, e guadalo il fiume e la Bormida tro- stantino, che dopo 5o anni di vescovato
1
vossi a riceverlo mg. Mossi vescovo d'A- ottenne palma del martirio. Nel 240 o
la
lessandria, per la qual città si diresse.! buo- 246 s. Lorenzo, anch'esso martire dopo
che tanto eransi premurosa-
ni tortonesi 2D anni. Nel 272 s. Anastasio che passa-
mente adoprati perchè il Papa in Torto- li nella sede 5 anni, patì il martirio. Nel
ii tou TOR
277 Marcellino martirizzato nel 291
s. Ambrogio di Milano e Massimo di Tori-
nel 294* In questo gli fu surrogato il suo no, i quali ne scrissero le lodi, negli alti
diacono s. Giuliano, che dovè soccombe- del concilio leggendosi questo suo voto.
re a penoso martirio per non aver voluto Pallàctium f qui sec.tam Ariiì vel efus do-
offrire l'incenso agl'idoli, dopo 6 mesi o ctrinam damnare nòluit, ut caeteri con*
nel 3oo circa, fuori porta Pavia: fu sepol- sortes mei damnavere et ego condenti lo:
to di notte da Quinzio presso il fiume Ge- Exmpcranlius episc. Derton. Ma se l'U-
lubio, creduto l'odierno Scrivia. Verso il che governò 4° anni, non pa-
ghelli dice
Silvestro I a'24 settembre d'anni 33: se- 498 s. Albonio o Saturnino, fu al sinodo
condo Bollandisti non sarebbe parti lo per
i romano del 4g9, e governò con prudenza
la sua diocesi prima del 326, perchè a- sino al 568, in cui gli successe Giovanni
vrebbe da Roma date le disposizioni acciò li, dal cari. Bima registrato al 557. Nel
fossero riparati i disordini cagionati dai 579 o 58o Sisto santissimo e probo. Nel
presidenti gentili, ad onta chel'imperalo- 602 o ne! 614 Procolo Peno visse 47 an-
re Costantino Iavea concesso il libero cul- ni nel vescovato, che avendo recato mo-
to a'cristiani; ed osserva il can. Bima, che lestie al monastero di Bobbio , Papa O-
forse per questo l'Ughelli lo registra nel norio I lo prese sotto la sua protezione.
326, Egli fece eseguire gli ordini pon- Malliodoro si sottoscrisse nel 649 al con-
tifìcii e imperiali, obbligando colla pena Laterano, mininius cpiscopusDer-
cilio di
d'esilio tanto i gentili che gli ebrei ad ab- tonensis. Nel 660 Beato, cui successe nel
bracciare la fede cattolica: distrusse i tem- 662 Lorenzo intervenuto al sinodo di Mi-
pli di Giove e di Ercole, e la sinagoga con- lano dell'arcivescovo Mansueto. Nel 679
vertì in chiesa di s. Stefano, fondò un mo- Àudacio fu al concilio di Roma, e dopo di
nastero di sagre vergini, ricuperò i beni lui sederono nel 70 tOttavio, nel 7 1 1 Be-
di sua chiesa, e fece costruire la primiti- nedetto, nel 727 Tondero di santa vita,
va cattedrale ei2 chiese minori in onore nel 744 Giacomo, nel 753 Giuseppe, nel
de' 12 Apostoli. Trovò corpo di s. Mar-
il 765 Fla viario, nel 786 Girolamo, nel 793
ciano coll'anipolla e la sponga del vivido Desiderio, nel 799 Roberto, uell'8o8 Va-
suo sangue, e con solenne pompa lo de- lerio, nell'828 Giovanni III, nell'838 Rof-
pose nella chiesa edificata in onore del suo fredo, nelP848o858 Teodolfo, che nel-
nome e consagrata a'20 ottobre. Gli atti F876 fu al concilio di Pavia, ove Papa Gio-
dell'invenzione del corpo di s. Marciano vanni Vili fece confermare l'elezione di
li riprodusse l'Ughelli. Morì s. Innocenzo Carlo il Calvo, ed a quello di Ravenua.
trionfante de'suoi nemici e calunniatori ai Nell'878 Giovanni IV, nell'890 Gerar-
17 aprile 34^, glorificato da Dio con mol- do, nell' 898 lldegtno, nel 90 Garebal- 1
timiracoli. Nel 343 Giovanni I, qualifi- do. nel9i3 Benedetto II, nel 926 Andrea
cato per santo dal Massa e dal Galizia, e Rada nobile piacentino, di cui V Ughelli
sedè 2 anni. Nel 364 o nel 3y4, e secon- pubblicò il testamento, monumento di sua
do il Coleli nel 38r,s. Esuperanzio oSu- divozione verso la B. Vergine. Nel 940
peranzio già canonico di Vercelli e disce- Giovanni V, nel g43 Geriprando o leri-
polo di s. Eusebio, che nel 38 i assistè al prando,che intervenne nel 9)2 al concilio
concilio d'Àquileia contro Palladio, co'ss, d' Augusta, e sottoscrisse diversi atti. Nel
4
TOR TOR i3
984 Eriberto, nel 987 o 997 Litifredo, hai. maji, cu/usa. ad fundamcntum ne-
nel 1 oo4 Agirio che fu alla dieta di Ron- quitta vicinorum fiat desolata, et in l il.
caglia con l'arcivescovo di Milano per Te- maji per Mcdiolancnses est medificaia,
lezione del re d'Italia. Pietro del ioI 1 et miserunt Epistola cwn tribus donis,
intervenne al sinodo di Pavia neh 046, e scilicettubae aeneae ad convocandum
\isse chiaro per virtù sino al 1 07 7. In que- populum, vexillo albo cimi Cruce rubca,
sto Oddone, nel 084 Vido o Vidone, nel
t in quo edam erat Sol significata lìledio-
I io5Laaibat*do e fu al sinodo di Milano, lanum, et Luna significans Terdonam;
nel 1 1 1 1 Pietro II, ma consagrato neh 120 miserunt edam sigillum ad sigillandum
dall'arcivescovo di Milano Giordano nel- UtteraS) in quo erant sculptae duae civi-
la chiesa di s. Marziano, in occasione che tate s^ Mediolanum vide lice t, et Ter do-
Papa Calisto II fu nella città. Il vescovo na: quoniam sicut Sol et Luna sunt lu-
tenendo un legno in mano, investi con- i minaria hujus mundi\ sic Mediolanum,
Tortona del Monte Àrimannoe del
soli di et Terdona sunt totius luminaria regni.
castello, riservandosi alcune facoltà; e qui Profugit deinde Obertus episcopus ad
dirò con l'Ughein, che il vescovo di Tor- Alexandrum III iram Friderici 1, et
tona: IlabetduoOppida, Salcunum,Ca- Victoris V antipapae declinans, a quo
stellettum alterimi prò medie tate tpro al- plura ornamenta
retulit privilegiorum
tera EcclesiisPapiensi} ac Januensi sub- anno 6 sicut antea ab AdrianoIV re-
1 1 1
jccta. Episcopus Comes Derlhonae sub- tulerat. Oberto I pieno di meriti, inter-
scrìbiturj in vigiliti Oppida, ac Villas venne neh 1 79 al concilio generale di La-
liberam habuit, et absolutam jurisdi- tetano III. Gli successe neh 1 83 Ugone,
ctionem cimi mero et mixto imperio } ac che foedus iniit, et concordiam cumeon-
omnimoda gladii potestate. In cujusju- sulibus Dertlionensibus prò jugaticis a-
risdictionis argumentum hactenusex ve liisque ' juribus sui Episcopatus, il cui at-
tustissima consuetudine, denunatum en- to riprodusse Ughelli, fatto nel palazzo
sem a latere deferre jubet. Pietro II in vescovile, in cui Ugone è chiamato Epi-
pena della poco onorevole sua condotta scopum Comitem Derthonensem, e fu
et
fu privato della dignitàepiscopale nel con- sottoscritto l'atto al suono delle campa-
cilio di Pisa da Innocenzo 1 1. Nel 1 1 34 Gu- ne. Questo vescovo fu caro a Federico I,
de co'suoi occhi l'estremo eccidio di Tor- vita tis, prò alia parte marchionem Al-
tona, cosi narrato dalla Chronicidavipov- lertum Malaspinam, ejusdem nepotem
tata da Ughelli. Ann. 55xri hai. mar- 1 1 investivisse Othonem. Neh 202 Opizzo-
iti, prima e t secundaferia in tran tis Qua •
ne, che concesse privilegiai monastero di
dragesimae Terdonensis civitas, et sub- s. Maria de Peroalio; neh 220 Pietro III
iti bium, obsessa est ab imperatore Fri- Buselto di Torlo, rinunziò nel 1 235 la se-
fece fare al cadavere grandissime e bellis- seguite le cose imposte,assol vesserò il mar-
sime esequie. Poco dopo il nuovo Papa chese secondo la consueta forma della
Onorio IV indignato per l'assassinio e per Chiesa, comandandogli che facesse un al-
la gravissima olfesa fatta alla libertà ec- tare alla detta chiesa e Io dotasse di an-
clesiastia, commise con sua lettera all'ar- nue i5 libbre di Genova pel mantenimen-
civescovo di Conza , ed domenicano e
al to di due preti che ivi di continuo dimo-
provinciale dell' ordine in Lombardia e rassero ; che dovesse finalmente passare
Dell'Insubri*, di prendere severa cogni- oltremare per la crociata, o andare in pel-
zione del crudele e sacrilego avvenimen- legrinaggio a visitare il santuario di s. Gia-
to. Ordinatosi quindi almarchese di com- como di Compostella,ed inoltre gl'ingiun-
parire innanzi alla s. Seóe per giustificar- gessero digiuni, orazioni e altre opere pie,
si, allegò più. scuse, fra le quali , che se secondo la qualità dell'eccesso e avessero
fosse partito dal Monferrato, il suo stalo slimato bene per l'anima sua. Ancora vol-
soggiacerebbe a molti evidenti pericoli; il le Onorio IV, che dopo l'assoluzione gli
suo non aver che 7 anni, il conte
figlio comandassero da sua parte.che allorquan-
di Savoia essere suo nemico genovesi , i do cessassero le scuse dal marchese addotte
non permettergli d'entrare inGenova;non per sicuramente poter venire a Roma, si
esser sicuro viaggiare per mare su legno presentasse fra un anno avanti la s. Sede
genovese, per gli odii de'pisani, non poter per udire e adempiere efficacemente ciò
venire sopra una nave raonese, ed esser- che gli fosse ordinato. Notai a Monfer-
gli chiusi tutti i passi. Le quali cose udi- EATo,chedipoiGuglielmo VII morì in una
te il Papa, richiedendo per una parte l'e- gabbia di ferro! Quindi Onorio IV elesse
normità dell'eccesso rigore, e per l'altra in vescovo Giacomo II Calcinano di Tor-
se valevano le scuse, l'equità esigeva che tona degli umiliati, dottore esimio ne'sa-
la clemenza temperasse I' asprezza del- gri canouijcheil can.Bima ritarda al 1 288,
la giustizia. Ordinò quindi all'arcivesco- il quale egregiamente governò sino al
vo e al provinciale, che se il marchese do- 1 3oo. In tale anno gli successe Pietro IV
TOR TOR i £
Tasio di Pavia , che introdusse i dome- Giovanni XXIII nello stesso anno elesse
nicani in Tortona; nel i 3og il torlonese vescovo della patria Enrico Rampino no-
Manfredo Calcinano; nel i 3 i 3 Tiberio bile toi tonese, che con atto presso P ri-
Tornano nobilissimo di Milano e cano- ghelli neli4>4 confermò al duca di Mi-
a
nico della metropolitana, poi traslato a lano Filippo M. Visconti l' investitura
Brescia; da dove Giovanni XXII nel 323 1 del feudo del castello di Surla detto il Ve-
trasferì a Tortona Princivalle Fieschi no- scovato e parte de'domiuii temporali del-
bilissimo genovese, col quale il senato di la chiesa di Tortona, della quale il ve-
Tortona per molli anni fu in gravi dis- scovo s' intitolava pure conte, colle sue
sidi, occasione jugatici (ut vocant:/octf- pertinenze e regalie qual feudo libero ;
lia, cose preziose, come gioie e altri or- nel i437 Pavia e poi a Mi-
fu trafilalo a
namenti, ma nel nostro caso piuttosto do- lano e creato cardinale. Nel 1437 da Co-
quod ho-
nativi, regalie, censi tributari) mo vi fu trasferito Giovanni VII Barba-
minvs Eniscopa lui olmo jcii cidem sella- vara milanese, legato del duca di Mila-
tili a temporibus Vgonis episcopi solve- no a Papa Eugenio IV. Nel 1 /\.5i Fabri-
hant. Le quali deplorabili contestazioni zio Maritano nobile milanese, che vis-
I
furono terminate nel palazzo del comu- suto un anno, Eugenio IV neh 453 no-
ne in Porta dorata nel 347, P er 'atto di i minò il suo cubiculario Bartolomeo Ca-
concordia e transazione concluso tra Raf- stiglione nobilissimo milanese d' esimia
faele Fiesco conte di Lavagna e procura- virtù, morto neh 4-55. In questo gli suc-
tore del vescovo e conte di Tortona suo cesse Giovanni Vili Marino; nel 1462
parente, e Giovanni Ferracavallo sinda- Michele Marnano nobile milanese, am-
co della città, e riportato da Ughelli. Cle- ministratore di Nocera e Foligno, e tras-
mente VI nel i348 elesse Giacomo Vi- lato a Piacenza. Nel i^j6 Fabrizio II
sconti nobile diMilano e canonico della Mai liano parente del precedente, e in sua
metropolitana. Nel 363 d'Albenga vi tu 1 morte nell'anno stesso gli successe a Pia-
traslato Giovanni VI de'marchesi Ceva, cenza con dispiacere de' tortonesi. Nel
che nel 386 a mezzo del suo vicario nel
1 1477 Giacomo IV Botta nobile pavese;
castello di Surla di questo fece investir- neh496 Giovanni IX Zazio di Pavia, al
ne Gio. Galeazzo Visconti signore di Mi- quale Massimiliano Sforza duca di Mila-
lano, con mero e misto impero, ed ogni no, con diploma presso l'Ughelli, confer-
giurisdizione, qual feudo libero, nobile mò i privilegi e le giurisdizioni del vesco-
e antico, e il Visconti fece al vescovo il vato. Nel i5a8 Uberto Gambara bre-
giuramento di fedeltà. Nel documen- sciano, di somma estimazione, celebre
to d' infeudazione, riportato da Ughelli nunzio apostolico, prolegato, di Bologna
coti quello della ratifica fatta dal vescovo e chierico di camera,e cardinale nel i548,
In s. Giorgio di Tortona, il vescovo s'in- per cui rinunziò la sede al nipote Cesare
titola: Dei grafia Episcopus Derthonen- Gambara, il quale colla sua prudenza e-
sis et Comes
temporalihus generalis.
in gregiarnente governò il Piceno,enel 1 584
Ma poi il Visconti espulse da Tortona Gio- edifìcòil palazzo vescovil(j ,leggendosi nel-
vanni VI, che morì esule nel i3c)2. Nel l'iscrizione che vi pose: Antiqua Episco-
1 3g3 gli successe Antonio, che morto nel porum sed olim in summo colle sita et
i 394,in questo Papa Bonifacio IX gli sur- Caroli V imp. jussu Arci construendae
rogò Pietro V De Giorgi pavese, che fu destr ucta, atquc a Philippo II regè ae-
nel 1 4og al sinodo di Pisa, Derthonae do* re propterea penso, Caesar Gambara
minio Philippo Marine VicecomitiMe' etc. Morto nel 5g gli successe nel 5§i
1 r 1
nel 1 4 3 passò
f alla sede di Novara. Papa celebrò 5 sinodi, lodalo per pietà e sin-
8
i6 TOR TOR
gelare equità, morì cieco nel 6 1 2. Pao- 1 vo l'odierno mg/ Giovanni Negri di Fon-
lo V in tale anno gli sostituì Cosmo Dos- tanetto arcidiocesi di Vercelli, in quel se-
serio pavese,generale de'barnabiti, dotto minario lodato professore di teologia e ca-
e piissimo, fatto già da Clemente Vili vi- nonico penitenziere della metropolitana,
sitatore delle chiese di Roma, ottimo pa- dicendolo vir gravitate, integritate, ze-
store, riformatore de' costumi e limosi- lo aniniarum> et prudentia praeditus,
niero. Nel 1620 Paolo Arese nobile mi- ac optimis imbutus moribus } dignus prò -
lanese, dotto teatino e facondo predica- pterea censetur^ qui praefatae Eccle-
tore, illustrò colle sue virtù la sede, ri- siae in Episcopum praeficiatur. Narra
nunziò nel 1 644'Perciò Urbano "Vili con - il n.° 33 del Diario di Roma i833, che
feiì il vescovato a Francesco Fossati di nella domenica de'2 aprile nella chiesa
1
Milano procuratore degli Olivetani e ab- interna della casa della Missione il car-
bate di s. Maria Nuova di Roma, versa- dinal Fransoni, assistito da'prelati Della
to nella letteratura. Neh 653 Carlo Se- Porta e Bottiglia, poi cardinali, consa-
r
ptala nobile milanese e arciprete della grò vescovo di Tortosa mg. Negri, e ve-
1
patria metropolitana, e gli successero nel scovo d' Alessandria mg. Dionisio An-
i683 Carlo Francesco Ceva nobile di drea Pasio torinese, alla presenza di mol-
r
Milano e di quella chiesa canonico peni- li distinti personaggi. Mg. Negri meritò
tenziere e vicario generale, e nel 1 70 1 che gli encomiati Papa e re lo facessero,
Giulio Resta nobile milanese, già referen- iIi.°prelato domestico e assistente al so-
dario e lodato preside di Norcia^ Jesi e glio pontifìcio, il 2. commendatore de*
Civitavecchia, Nel y44 Giuseppe Lui-
1 fi'- ss.Maurizio e Lazzaro. Sollecito e prov-
gi de Àndujar domenicano, del Forte di vidissimo pastore, celebrò il sinodo dio-
Fuenles diocesi di Como e oriundo spa- cesano e lo pubblicò con molta lode: Sy
gnuolo, traslalo da Bobbio.Nel 1 783 Car- nodus Dioecesana s. Ecclesiae Dertho-
lo MorizioPeiretti. Nel 1796 fr. Pio Fas- nensis quamExcellentissimus ac Reve*
sati di Casale domenicano, che dopo a- rendissimus Dominus Dominus Episco-
ver compianto con Pio VI le Iagrimevoli pus Joannes Negri habuit diebus 6, 7
vicende de'tempi, sotto il governo fran- et 8 septembris i843, Derthonaeex ty-
cese vide soppressa neli8o3 da Pio VII pographoeo Episc. F. Rossi 844- Nello 1
Casale fatta suffraganea della metropoli- vede tra le insegne, oltre la mitra e il pa-
tana di Torino; per cui rinunziato il ve- storale, anche la spada in memoria del
scovato, si ritirò in patria ove morì. Nel principato temporale de'predecessori, in-
]8o5 fatto vescovo di Casale Gio. Cri- titolandosi Princeps Campi Beati. Que-
sostomo de Villaret parigino, già d' A- sto sinodo fu ed è assai ammirato quale
miens, ripristinato nel 18 14 il governo monumentoirn portantissimo e imperitu-
sardo abdicò nell'ottobre, e morì a Pari- ro della dottrina e pietà del celebrato ve-
gi nel 1824. Lo stesso Pio VII ad istan- scovo. Ogni nuovo vescovo è tassato ne'
za del re Vittorio Emanuele I, ripristi- libridella camera apostolica in fiorini
nò la sede vescovile di Tortona, la dichia- 800, ascendendo le rendite della mensa
rò suffraganea della metropolitana di Ge- a circa scudi 4°o° nonnullis oncribus
nova e lo è tuttora, ed a'2 dicembre 8 1 1 1 gravati. Ampia è la diocesi che si esten-
preconizzò in vescovo Carlo Francesco de a quasi i5o miglia, avendone circa 3
Carnevale patrizio di sua patria Torto- di circuito la città, e contiene molti luo-
na, e morto neli83r. Gregorio XVI nel ghi e 282parrocchie comprese alcune suc-
concistoro de* 5 aprile 1 8 33, per nomina
1 cursali, divise in 12 distretti o regioni e
di re Carlo Alberto, preconizzò in vesco- vicariati, inclusi vamente alle parrocchie
,
TOH TOR »
7
della città ed a quelle suburbane de'Cor- terno ridotto tutto piegato alla scabrosità
pi Santi. del terreno; l'Opera a Corno ch'è costrut-
TORTOSA. V. AnTarada, e Tolosa ta sullo stesso contrafforte su cui giace il
per averla conquistata nel 1 1 02 dal conte castello e fa parte sporgente del suo siste-
Raimondo IV. ma di difesa; il forte d'Orleans costruito
TORTOSA (Derthusien).C\llà con re- dopo guerre di successione per la mo-
le
sidenza vescovile della Spagna, nella Ca- narchia e assai più proprio a compiere l'a-
talogna, compresa nella provincia di Tar- zione difensiva dell'Opera a Corno, con-
ragona e a 16 leghe da essa distante , da tro gli attacchi diretti sull'alto ripiano de'
Valenza 37.Giace in ameno e fertilesuolo, Carmi, di quello che a proteggere le o-
fra'monti e la pianura in cui si avvalla- pere della pianura nella parte inferiore
no le acque del Tebro o Ibero, a poche della città. Havvi pure una testa di ponte
miglia dalla sua foce nel Mediterraneo sulla riva destra del fiume,e ancorché sem-
all'estremità della piccola penisola d'Al- plice, è dessa in sì efficace maniera dalle
faques. II fiume va radendo il piede delle opere della città fiancheggiata, ch'è diffi-
case^inserrandosi alquanto e sopra e sotto cile di prenderla, ove queste pure non sia-
nel mezzo sopra un masso di roccia che mente il capitolo era di canonici regolari
sporge più che gli Ebro, e
altri verso l* di s. Agostino.L'odierno, secondo la detta
benché angusto ha però pel suo dominio, proposizione concistoriale, si dice compo-
siccome si alza sui dintorni a cavaliero, sto di 12 dignità, di cui lai." è il priore
un'azione efficace alla difesa generale. La maggiore, di 20 canonici comprese le pre-
cinta poi ivi è doppia, altrove è sempli- bende del teologo e dei penitenziere, to*
ce o preceduta da forti; dappertutto però tidem rationariis> tribus dìaconis, sex
essa offre difficoltà non poche agli attac- subdiaconis, atque scptem supra vigiliti
chi, e perchè gli attacchi sono colti di fian- beneficiatis divino servitio addictis.k te-
co o di rovescio da forti chesi elevano sui nore del concordato o convenzione stipu-
colli dominanti. Tali forti sono la Tene- lata dalla regina Isabella II colla s. Sede
xa nella parte superiore della città, ch'è neli85i, che riportai nel voi. LXVIir,
propriamente un fronte bastionato con in- p*i9g, dovrebbe essere quale nel mede*
VOL. LXXVIII.
i8 TOH TOR
simo lo descrissi insieme alle rendite , e Berengario V venuto in cognizione delle
similmente dissi la statuita mensa del ve- straordinarie prodezze faltedalgentileses-
scovo. Nella città vi sono 5altre chiese par- so, istituì a loro favore l'ordine delle cava-
rocchiali, 3 delle quali munite del s. fonte, Scure (V.). Questo esempio
lieresse della
3 monasteri di religiose, diversi sodalizi, fu imitato nel secolo XIV dalle donnedi
I* ospedale, il seminario. Prima delle af- Placencia contro i portoghesi aiutati da-
fliggenti condizioni della Spagna, le cui Giovanni I re di Gastiglia
gl'inglesi, laonde
ultime deplorai a Toledo, 9 erano le case fondò per premiarle l'ordine della Bau*
religiose inTortosa.Ameni sono passeggi i da (V.). Anche in altri tempi Tortosa di-
pubblici, ed il clima mitissimo. Vi si fab- venne memorabile ne' fasti militari, sic-
bricano acquavite, seterie, lavori al torno, come contrastata con accanimento da fa-
sapone, maiolica, carta, e vi si preparano mosi capitani. Nel 1649 l'assaltò il fran-
corami; attiva n'é la pesca, essendo la sua cese maresciallo Scomberg dalla pianura
rada accessibile a' mediocri bastimenti, al bastione s.Pietro,e s'impadronì di Tor-
energico essendone il commercio. Questo tosa; ma passati due anni venne ricupe-
abbraccia precipuamente il vino e l'olio, rata dagli spagnuoli sotto Filippo IV. Nel-
i grani e il sale; grosse imbarcazioni pon- la famosa guerra di successione, occupò
no risalire il fiume sino alla città, dov'è nel 1708 la città co'suoi francesi il duca
TOR T OR '9
sti e gl'italiani si propose la conquista dì promesso il loro onore, più che la vita-
Spagna per sostenervi il fratello Giusep- 11 bellissimo e famigerato assedio di Tor-
pe che avea dichiarato re, Tortosa di tosa servi alla fama de'francesi: senza gl'i-
10,000 abitanti avea 8000 uomini di pre- taliani non si faceva; e gì' italiani tenuti
sidio, e molte provvisioni; ma gli anglo- lontani, ma protettori, non si dissiparo-
ispani loro nemici sommavano a 20,000 no, e ne' perigli furono più grandi. Su-
nel 1 8 io. I generali Suchet e Macdooald chet espugnò Tortosa nel 1 8 1 1 1 francesi
con apparecchio formidabile marciarono furono tacciati d'avere esposti nelle guer-
suTortosa,tanto più meraviglioso in quan- re di Spagna gl'italiani. Scrive il general
to che trova vansi in mezzo agli eserciti ac- Vacani nelle sue storie,che gl'italiani spes-
caniti degli spagnuoli uniti agl'inglesi di so lasciati con pochi uomini in difficili po-
Catalogna , di Valenza e di Castiglia. Il siture, spesso mandati a perigliosi assalti,
maresciallo Suchet più accorto del duca spesso;negati d'aiuti, chiarirono amici e ne-
d'Orleans, edotto de'suoi errori, fu a bel mici che cervelli vale vanoquanto le brac-
i
segno per respingere i posti esterni, invi- cia: gl'italiani non mai affievolirono, e di-
luppare la piazza occupare all' intorno , minuiti di numero crebbero d'animo, par-
tutti i risalti per difendere e coprire. Ha- vero raddoppiarsi allorché li spazzava la
bert stette alla testa di ponte; Vallee gè* mitraglia nemica.» Quelli ch'ebbero par-
nerale dell'artiglieria imitò V Orleans e te alla loro studiata separazione, mentre
con un ponte volante facilitò il contatto gli altri armata erano tenuti
corpi d'
reciproco de'carapi. A' 16 dicembre Ro- congiunti ad alte imprese, se nou furonvi
guiat generale del genio stabili d'assalire mossi dall'invidia o dalla gelosia, il pos-
Tortosa pel lato della pianura fra l'Ebro sono essere stati da priucipii ancor più
e il forte d'Orleans, comunque i forti di ignobili, da quelli cioè di esporre e fama,
quest'ultimo sembrar potessero minaccio- e vita a un tempo stesso di una truppa
si alla marcia degli attacchi nel sottopo- dotata, al dir di molti, di valore, di di-
sto piano, e comunque il prestarsi co' par- ma pur troppo tenuta da altri
sciplina,
chi d'artiglieria inferiormente alla parte poco meno al leata che ausiliaria, meno da
sinistra dell'Ebro con alla schiena e Tar- nazione libera che nazione tributaria e
ragona e il mare apparisse un'impresa te- schiava." Restituita la Spagna a'suoi re,
meraria. Due finti attacchi al forte d'Or- Tortosa soggiacque ad altre vicissitudini,
leans e alla lesta di ponte, e due simili alle e nel 1 82 i fu devastata dalla febbre gial-
alture doveano lasciar comodo all'attac- la, che ne portò via gran numero di gente.
co principale, fingere quello che in elfetto La sede vescovile fu istituita in Tortosa
operò l'Orleans: intanto trasportavansi le avanti il 55o, fatta sulfraganea della me-
cose necessarie alla trincea dell' attacco tropolitana di Tarragona e lo è ancora.
principale, e nonostante il cannoneggiar Ne furono primi vescovi Orso che sotto-
della piazzasi adempiva la trincea e si dap- scrisse al concilio di Tarragona del 5 1 6, e
presso ad essa, che parve non che mera- Maurelio che intervenne a quello di Leri-
viglia, miracolo. Gl'italianifurono posti da nel 524. Nel grande scisma d'occidente
a campo a cielo scoperto a Tarragona,fra all'antipapa Clemente VII successe in A-
Lerida e Tortosa a far viveri e foraggi vignone l'autipapa Beuedetto XIII, e fu-
a proteggere i lavori che si moltiplicava- rono ubbiditi dalia Spaglia e da Tortosa.
no d'approcci, costruzioni di batterie, pas- Sottrattasi parte della Spagna da Bene-
saggi di fossi, apertura di breccie, sino alle detto XI li, dopo il sinodo di Pisa, ove nel
convenzioni d' accordo cogli spagnuoli ;
i4°9 l'eletto Alessandro V scomunicò
spesso isolali, sempre in inauipoli diversi l'autipapa, che il concilio avea deposto,
con grave pericolo di ciascuno di essi, coni» Beuedetto XIH si ritirò io Perpìg nano t
20 . TOR TOR
ed in Pauiscola (F.) nella diocesi diTor- nel 1 42^, ma solo fu riconosciuto dagli a-
tosa e poco lungi dalla cittadella quale poi ragonesi, regnando Papa Martino V elet-
stimenli seguiti con tutte le formalità a composto di tutti i prelati e principali ec-
21 novembre i4>2 colla tradizione del- clesiastici de' regni d'Aragona e di Valea-
l'anello; ed il re fece giuramento di fe- za, e del principato di Catalogna. Nel con-
deltà sugli evangeli, e quello d'omaggio cilio fu dato perfetto fine allo scisma du-
ligio col porre le sue mani tra quelle del- ralo quasi 5i anni con sommo discapito
l' autipapa, baciandogli i pollici posti in dell' unità delia Chiesa, venendo in esso
forma di croce, il piede e la mano. Bene- confermata la rinunzia dell'antipapa Cle-
detto XII 1 con tutto il ceremoniale aven- mente VIII,efuricouosciutoda tutti Mar-
do tenuto due volte a mensa il re co'falsi tino V, Inoltre nel concilio nel fine della
suoi cardinali e gì' infanti, la regina de- 4 sessione si lessero 20 regolamenti o ca-
sinò nella propria camera. Altra volta il noni, intorno alla vita e costumi de' chie-
re pranzò cogli anticardinali nell'episco- rici, e le doti richieste in quelli che de-
pio, e con essi assistè a 'divini uffici celebra- vonsi eleggere per occupare i benefizi. In-
ti dall'antipapa nella cappella segreta e in torno la proibizione di portare abiti di co-
pubblieOjSedendo il re dopo i cardinali ve- maniera poco con-
lore e d'essere vestito in
scovi, ed il suo primogenito dopo il cardi- forme allo staloecclesiastico,Sopra la con-
nali ."prete, mentre l'altro figlio si assise danna de'eoncubinarii. La maniera d'i-
dopo il cardinal 1 .°diacono;ricevendo il re struire il popolo. L'ordine di battezzare
e gl'infanti il bacio di pace da'cardinali, nello spazio d'8 giorni i figli de' novelli
ed i figli la passai onoa'cardinali che sede- cristiani, Contro la negligenza degli ab-
vano dopo di loro. Continuando Benedet- bati nel correggere i loro religiosi. Contro
toXIll a dimorare colla curia in Torlosa, i chierici e i religiosi, che confessa vano sen-
nel 4 3 vi ricevè due ambasciatori diGio-
1 • za averne ottenuta la permissione degli
vanni 11 re di Castiglia e Leon, che furo- ordinari. Contro prelati che s'impadro-
i
no ammessi all'assistenza de'divini uffici. nivano collo spoglio de'beni de'defunti ec-
Diverse di queste cose le narrai ne' voi. clesiastici. Sopra sacerdoti che hanno cu-
i
di Ferdinando I, non solo fu dal re ab- ut intellexìnius, contro coloro i quali ci-
bandonato, ma dichiarato antipapa, scel- tano gli ecclesiastici davanti a'giudici se-
lerato e perturbatore della Chiesa. Per cui colari per opprimerli. Labbc 1. 1 2, Ardui-
con grosse squadre Benedetto XIII si ri- no t. 8. Ma pochi anui dopo Tortosa fu
tirò a Paniscola e ivi mori. In Paniscola nuovamente ravvolta nello scisma, poiché
il suo vescovo Ottone fu uuo
gli succise neirantipapato Clemente V1U degli spu-
TOR TOR . 21
gnuoli che nel conciliabolo di Basilea e- ne parve impresa tanto eccedente alle sue
lessero nel 1439 contro il legittimo Eu- forze, che taluno osò tacciarlo tli presun-
genio IV l'antipapa Felice V, il quale lo zione. Ma egli colle copiose rendile d'una
creò anticardinale. Però conosciutosi da giusta parsimonia ridusse a compimento
Ottone grave errore, neh 44^ »'i nU11 -
il il collegio, se non con invidia, con mera-
ziò ai Papa l'insegne e il titolo di sua falsa viglia certamente de'grandi. Frattanto per
dignità e tornò alla sua ubbidienza come la morte di Filippo l re di Spagna, il suo
p.161, e narra Ciacco-
rilevai nel voi, IV, primogenito Carlo I, poi celebre e potente
nio, Vitae Cardi nali um, t. 2, p. 939, che imperatore Carlo V, sotto la cura dell'a-
ce riporta lo stemma, Eugenio IV assol- vo paterno Massimiliano I, giunto che fu
vendolo dall'iucorse censure. Ne'primi an- alla puerizia e all'età di 7 anni, trai tossi
ni del secolo XVI Tortosa ebbe a vescovo per lui la scelta d'un maestro, che gì' i*
un celebre cardinale, che divenne Papa, stillasse nell'animo colle lettere la pietà,
di Florenzi dal nome del padre Floren- ve e candido trattare d' Adriano, il suo
divenuto Papa non volle in vece as-
zio, e sapere e prudenza guadagnò al nipote
,
sumere altro nome. Privo pure di mezzi l'animo del vecchio e possente re d'Ara-
per applicarsi agli studi, se li procacciò gona, il quale nominò e designò Adriano
a Lovauio in uno di que'collegi che ali- al vescovato di Tortosa, colla dignità di
menta vano per carità alcuni bisognosi sco- generale inquisitore della fede nelle Spa-
lari e denominato Portium. Fece tosto mi- gne.Seguendo la divina provvidenza a sol-
rabili avanzamenti nelle più severe disci- levare per vie impensate il dotto e virtuoso
pline, e riuscì negli anni i più verdi rag- vescovo di Tortosa, ad istanza di Massimi-
guardevole per dottrina e per innocenza liano I nel 5 7 Leone X lo creò cardinale,
1 1
di costumi. Intanto godendo bella fama, quando già Carlo I passato neh 5 6 nella 1
mosse Margherita figlia dell'imperatore Spagna avea preso possesso di tutta la mo-
Massimiliano I e governatrice delle Fian- narchia; e divenuto neh 5 19 imperatore
dre a conferirgli la parrocchia di Goetea Carlo V e perciò costretto a tornare in
in Olanda ; indi fatto decano della prin- Germania ,
pensò a deputare il cardinal
cipale chiesa, e poscia vicecancellieiedella Florenzi all' amministrazione di que're-
celebre università di Lovanio, cominciò gni. Fu a ciò persuaso da Guglielmo o
a fondarvi unnuovocollegio,ove altri stu- Carlo Croy, quale per discostare nuo-
il
denti poveri ricevessero il beneficio ch'e- vamente Adriano dal suo fianco, gli di-
gli avea ricevuto, allora chiamato Adria- mostrò che a niuno meglio che al cardi-
no e poi Pontifìcio, gli altri essendo quelli nale poteva un tal carico addossarsi , sia
detti Lilium, Falconimi!, e Castrense ,
qual dottissimo teologo e profondo giu-
olire il ricordato Portium. Tale foudazio* reconsulto, sia per la venerazione ch'era-
22 TOR TOR
si acquistata sullo spirito de'popoli, sia per suo famigliare che lo accompagnava (e poi
la fede radicata in lui suo antico allievo. vicario generale di Gio. Marlinez Siliceo
Adriano però per la ritiratezza a cui lo arcivescovo di Toledo e precettore di Fi-
portava il proprio naturale, e per la tor- lippo II ), osserva nella Descrizione del
bidezza che scorgeva negli umori, mostrò viaggio. » Qui fu dove per la 1
.'
volta spe-
«Iella ripugnanza; ma poi dalle stringen- rimentammo negli abitanti di questi pae-
ti istanze di Carlo V fu necessitato a con- si una certa indifferenza d'umanità e di
discendere. L'Or tiz Descrizione di
nella costumi, mentre in Castiglia fummo trat-
Adriano VI , dice che fu Carlo V che tati con molta cordialità, e Aragona con
in
presentò a Leone X il maestro Adriano molta religione". Il Papa ebbe alloggio
pel vescovato di Tortosa. Nel governo del- nel palazzo vescovile, e il dì seguente, fe-
la Spagna il cardinale vinse la sedizione sta del Corpus Domini, il Papa portò col-
popolare, mandando al supplizio Padilla le sue mani il ss. Sagramento, accompa-
e Bravo, e da'francesi ricuperò Pamplo- gnandolo prelati con molti cavalieri ve-
i
na. Morto Leone X, mentre il cardinale stiti a gala e gran folla di popolo. Il Pa-
bero dato il loro consenso (allega il Bur- stemmi del cardinale stesso. I vi si legge es-
manno, nelle note alla Vita Hadriani VI sere stalo il VapB Ecclesiae Dertusensi
}
so del Sagro Collegio, anzi senza che gli Cardinalis Dertusen faciundum cur.
altri cardinali sieno di ciò consapevoli; su L'elogio e meriti del cardinale Enchen-
i
cello II, riportate dal Rinaldi all' anno a p. 22 contiene del dotto avv. Carlo Fea:
i555. Collegium Cardinalium supra Difesa istorica del Papa Adriano VI
omnia purgare consti titerat, nec quem- nel punto che riguarda la infallibilità
quam praeterea in eorum numerum, le- de' sommi Pontefici in materia di fede.
gè veteri repetita, sine omnium consen- Il propugnatore non menoconfuta la pro-
in sostanza non fece altro, che quasi di chitte, già arcivescovo di Guatimala, colla
passaggio proporre una questione scolasti- ritenzione del titolo arci vescovilejnel 1 786
ca alla quale forse mai più non pensò.
, Vittoriano Lopez Gonzalo di Tergaga ,
Essendo ben diverso il paragone con Pio traslato da Tlascala; nel 1790 fr. Autouio
li, che egualmente da privato, tanto avea Giuseppe Salinas minore osservante di
detto e scritto, e moltissimo avea influito Hellin; nel 1 8 4Ernanuele Ros-y-Medra-
1
nel conciliabolo di Basilea. L' opera fu no di Orense; nel 1824 Vittore Damiano
stampata in Parigi nel i5i2 e nel i5i6 Saez Sanchez Mayor della villa di Budia.
mentre era vescovo di Tortosa, clandesti- Per sua morte il Papa Pio IX nel conci-
namente furando il mss. all' autore, per storo de'3 luglio 1848 preconizzò l'odier-
1
timore ch'egli non lo sopprimesse, e «sen- no vescovo mg. Damiano Gordo-y-Saez
za ch'egli vi avesse dato l'ultima mano, di Cantaloyas diocesi diSiguenza,già ret-
come espressamente rimarca il Moringo, tore e professore di filosofia e teologia di
TOR TO S 2j
Siguenza,canonicodella cattedrale diTor- per il lato di ostro-libeccio il mare Me-
losa, e della medesima governatore eccle- diterraneo. Però dichiara il celebre Re-
siastico, vicario generale capitolare della pelli, che il vero confine geografico della
città e diocesi, lodato per probità, scienza Toscana antica, o piuttosto di quella a'
ecclesiastica e sperienza. Ogni nuovo ve* tempi della repubblica romana, è tutto-
scovo è tassato ne'libri della camera apo- ra sconosciuto, per mancarsi di notizie e
stolica in fiorini 2660. La diocesi è al- testimonianze autorevoli per sapere qua-
quanto ampia e contiene 161 parrocchie lifurono popoli aborigeni d'Etruria, e
i
"VII sotto la metropoli di Messina, e poi nanzi che in questa celebratissima con-
riunita a Cefalu. Inoltre Alaesa seu Ila- trada si propagassero le varie razze de'
laesa fu pure sede vescovile di rito greco, liguri, vinti poi ed espulsi dall' A penni-
sotto l'eguale metropolitana di Siracusa. no Frignano
del Mugello, di Pistoia, del
Quest'antica città sulla costa settentrio- ec. dalle romane legioni. Bensì che nel
nale di Sicilia, al presente non è che un penultimo secolo della repubblica roma-
borgo chiamato Tosa e Tusa nella valle na la Toscana fosse circoscritta tra l'Ar-
Demona, per cui passava il fiume chia- no, il Tevere, V A pennino e il mare Me-
mato Alesius e oggi Pittineo. Appartie- diterraneo lo disse chiaramente Polibio,
ne alla provincia e distretto di Messina, in guisa che il lato più angusto partiva
quasi 3 leghe da Mistretta e 2 da s. Ste- dalle Balze di Vergherete) neh' Umbria
fano. Giace in cima a una montagna, a Sarsinatense,dove sorge il Tevere, fino al
poca distanza dal mare Tirreno. Fa rac- monte della Falterona,dove nasce l'Ar-
colta e traffico d'olio, seta, lino e manna. no; mentre illato più esleso dovea cor-
Annovera circa 4ooo abitanti. Era feu- rispondere a quello litoraneo, da ostro
do della famiglia Branciforti de'principi a ponentecontemplando il punto più me-
di Scordia. Si può vedere Rocco Pirri, ridionale la foce sinistra del Tevere a O-
Sicilia sacra p. 4^9- slia fino allosbocco dell'Arno presso Pi-
TOSCANA, ETRURIA, Thuscia o sa, che allora era il punto più occiden-
Tuscia, Hetruria. Granducato d'Italia tale. Lungo però tali due fiumi di con-
nella parte centrale, Ira ^i° 22 e 44°' 2 fine esistevano alcune città antiche situa-
di latitudine nord, e tra 7 56 e
9 5j di te sul lato opposto e fuori de'limitidel-
longitudine formalo dagli stati di Fi-
est; l'Etruria, le quali sebbene una di esse,
renze, Pisa, Siena, Lucca^ìaìlo stato de' come Tiferno, ora Città di Castello, fos-
Presidii (di cui a Sicilia, Siena e Spa- se di là dal Tevere, e Fiesole sulla de-
gna), dall'isola d'Elba, dal principato di sila dell'Arno, nondimeno si considera-
Piombino e sue dipendenze, e dagli an- rono ambedue comprese nella Toscana
tichi feudi imperiali di Vernio, Montau- antica, e in vece Pisa per quanto situata
to, e Monte s. Maria. La Toscana, che at- fra l'Arno e il Serchio fu riguardata da'
tualmente occupa circa due terzi dell'an- più come separata dalla confederazione
tica Etruria, confina da ostro-scirocco a etrusca, riguardandola qual colonia del-
maestrale collo stato pontifìcio, da mae- la Grecia ; e restò questione irresoluta,
strale a ponente co'ducati di Modena e di se Pisa posta ne'confini dell'Etruria me-
Parma e col regno di Sardegna, avendo dia uè facesse mai parte, ovvero della Li-
vol. ixxviii. 3
26 TOS TOS
guria orientale, o se appartenesse all'E- gì Patrimonio di s.P/Wno, mentre la lo-
lmi ia Circompadana. S'ignora pure l'e- ro Toscana Regale non oltrepassò con- i
poca tlelle prime conquiste fatte da' ro- fini meridionali del fiume Fiora chia- ;
sopra i liguri apuani e marittimi fra gli si suddivide va: i.°\aToscana Rega le,Tu>
anni 55g~74 avanti l'era corrente, con- scia Regni, dipendente da're di Lombar-
segnò il litorale fra l'Arno, l'Alpe Apua- dia, della quale molti geografi disegna-
na e la Magra a'popoli di Pisa e di Lu- no la Magra per confine occidentale, la
ni, comprendendo in quest'ultima città il cresta tortuosa dell' Apennino centrale
vasto suo porto e golfo di Spezia. I quali per confine settentrionale, il litorale per
popoli sin d' allora erano socii di nome limile australe, Toscanella per termine
romano, finche sotto l'impero d'Augu- orientale; i.° la Toscana Ducale, detti
sto i Toscana furono portati
limiti della talvolta Tuscia Longobardorum, sollo-
definitivamente al fiume Magra, che lo posta a'duchi di Spoleto con Orvieto, Boi-
Genovese parte dal Toscano. Ma que- sena, Bagnorea e altre città di cui par-
sta divisione politica dovea essere ben di- lo a Viterbo ; 3.° la Toscana Suburbi»
versa dalla ripartizione economica, poi- caria, dipendente dall' impero greco e
ché in tal caso Limi sarebbe rimasta nel poi da' Papi, della quale era capoluogo
suolo toscano, mentre il suo porto con una Roma, ossia faceva parte del ducato ro-
gran parte della Lunigiana suo territo- mano e poi formò la provincia di Viter-
rio veniva dato alla Liguria. Siffatta di- bo e il ducato di Castro (T.J. La Tosca-
visione non era alla morte d'Augusto ge- na Regale pertanto, fu quella provincia
neralmente adottata. Pegli altri lati i con che anco sotto il governo de'Carolingi si
fini della Toscana restarono come quelli appeWbToscana de' Longobardi. Tuscia
degli ultimi tempi della repubblica fino Longobardorum , coroechè all'imperato-
all'età dell'imperatore Giustiniano I. Pe- re Lotario 1 una legge
fosse attribuita
lò i confini della provincia in discorso speciale che suddivideva questa porzio-
verso il lato orientale cominciarono a su- ne in 4g" v erni,i di cui capoluoghi sai eb-
bire una modificazione sino da Giustinia- bero stati indicali a Lucca, a Firenze.
no 1, allorché espulsi i goti dall'invaso do- a Siena, e forse a Chiusi, poiché man-
miniod'Italia nel 553 di nostra era,quel- cano documenti sufficienti a dimostrare
l'imperatore ordinò, che fra il Tevere, il tale divisione. Il Reumont riferisce che
Savio e il Monte Feltro
una nuo- si creasse la provincia di Tuscia fece parte del re-
va provincia, cui per qualche tempo fu gno de'longobardi, trovandosi divisa in
dato il nome d'Alpi Apennine, più tardi due parti: Tuscia Regni conducati diLuc-
della Massa Trabai ia (della quale si for- ca, di Firenze e di Chiusi; e Tuscia Lon-
mò in seguito uno de' Presidati Ponti- gobardorum, contenente il ducato di Ca-
jìeii), Masse Verona, ossia di Val di Ve- stro. Quanto a'eonfini geografici dellaTo-
rona, e di ftagno. Assai maggiore però di« scana sotto le repubbliche del medioevo,
venne la ristrettezza della Toscana orien- la storia delle repubbliche di Pisa e di
tale sotto il regno de'longobardi, i quali Lucca dopo il secolo XI trattano del do-
dividendola in 3 parti, cioè in Toscana minio eh' ebbero queste due città nella
Suburbicaria , Regale e Ducale, non oc- Lunigiana, anche sulla destra e di là dal-
cuparono mai stabilmente la i a , delta og- . la Magra, senza dirci però se Lerici e Por-
TOS TOS 27
to Venere no compresi
allora fossero o litorale maremmano e nell'isole dell'El-
nella Toscana. Rispetto poi alla Carfagna- ba, Pianosa, Montecristo ec, e perchè do-
na, essa fece parte non solo ne'primi se- po il 1814 furono riuniti al granducato
coli dopo il ooo della repubblica di Luc-
i colle isole uominate il principato di Piom-
ca, ma ancora a'tempi del governo di Ro- bino ed i Presidii di Orbetello. Era re-
ma dopo la cacciata de'liguri dall'A pen- stala in mezzo alla Toscana la repubbli-
nino degli etruschi, mentre la sua catena ca di Lucca, poi ridotta a ducato, meno
occidentale, centrale dalle sorgenti della una parte della Garfagnana toccata al du-
Magra fino al Monte Coronare, posto fra ca di Modena con tutti gli ex feudi della
le due Balze e Verghereto , divideva la Lunigiana, dove agli stati della repubbli-
Toscana dalla Lombardia, dal Bologne- ca di Genova sottentrò il dominio del re
se, dall'Esarcato di Ravenna, dall'Urbi- di Sardegna. Le variazioni accennate con-
nate e dalla Pcntapoli (terrestre o mon- sistono, in conseguenza dello stabilito nel
tana o mediterranea o Flaminia), ed al- congressodi Vienna, che per diplomatiche
lora sembra che si perdesse memoria
la convenzioni del 1 844» k,lte tra'governi to-
della provincia dell'Alpi Apennine fonda- scano, modenese e lucchese (per quando
ta da Giustiniano 1, intorno alle sorgen- il duca di Lucca fosse stato reintegrato
ti del Tevere, del Savio, della Maiecchia del ducato di Parma, come tosto si veri-
e del Metauro. Fu poi sotto il dominio ficò) , il regnante granduca Leopoldo II
della repubblica Ooreutina quando il suo cede al duca di Parma territori di Pon- i i
Massa Trabaria è compenso che ri- il solo Dall'altro canto il granduca restituì al
masealla Toscaua di quanto Leone X con- duca di Modena territori*! della Lunigia-
i
cesse a detta repubblica in compenso dei na che gli spettavano, di Gallicano, Mon-
somministrati 800,000 ducali d'oro, pel lignoso e Minucciano, già nel ducato di
conquisto del ducato d'Urbino). Final- Lucca, e le frazioni de'vicariati di Fiviz
mente il Repetti, circa i confini geografi- zano, Barga e Pietrasanta. Queste permu-
ci della Toscana nello stato attuale, dice te si effettuarono negli anni 847-48? co " 1
che il perimetro di essa dal lato meridio- me e meglio dissi ne' voi. L1V , p. i32,
nale, come pure dal lato settentrionale, LVII, 44» e luoghi ivi indicati, e dovrò
p.
non variò durante il governo granducale riparlarne con particolari in fine dell'ar-
(egli ciòpubblicava nel 846, onde le va- 1 ticolo. Così la Toscana, oltre gli altri no
riazioni che noterò spettano al 1847-48), minati paesi, perde Pontremoli città ve-
durante il quale per altro si estese sotto scovile e capoluogo della Lunigiana To-
le due dinastie de' Medici e Austro-Lorc- scana o Granducale , che possedeva dal
nese regnante, dal lato occidentale nella 1 65o; ed acquistò la città arcivescovile dì
Lunigiana e oltre la Magra con l'acquisto Lucca col suo ducato. Prima di tali cani
di vari paesi, i più lontani de'quali furo- biamenti la topografia della superficie cWI
no di Calice e Veppo nella diocesi di Pon- granducato di Toscana avea 3 raggi, cioè
tremoli nel vallone della Vara. Si estese di Pontremoli il più considerabile, di Pie-
bensì nel corrente secolo dalla parte del trasanta e di Fivizzano situali al nord-
9.8 TO S TOS
ovest: ili. "compreso tra gli stati sardi, lo toferraio, detta già Cosmopoli per un tem-
stato di Parma, ed ducati di Modena e
i po, il quale oltre un grandioso e sicuro gol-
di Lucca; due altri rinchiusi fra questi
i fo trovasi fortificato dalla natura e dal-
dueultimistati.il mare Tirreno, sul qua- l'arte. Per essere slata l'isola concessa in
ca, Pisa, Siena, Arezzo, Grosseto, Li- spensabile qui con semplice digressione
vorno compresa l'isola dell'Elba. Parec- dare un cenno dell'isola immortalala dal-
chie isole dipendono dalla Toscana, oltre lo strepitoso avvenimento. L'intera isola
altre minori isolette o scogli. Le isole del- dell'Elba è divisa in 4 comunità, cioè Por-
l'arcipelago Toscano propriamente sono toferraio la principale e la più forte; Mar-
8, due delle quali, la Palmaria e la Ca- ciana la più industriosa; Lungone la più
praia, spettano al re di Sardegna; le al- comoda; e Rio la più ricca per le sue im-
tre 6 al granducato. Di queste 6, due so- mense miniere di ferro. E' distante circa
no disabitate dagli uomini, Montecristo e 8 miglia dalla terraferma e dal porto di
Giannutri; due altre appena abitate da Piombino, e conta un giro di circa 60 mi-
guarnigioni militari e da pochi uomini di glia con una superfìcie di quasi 85 mi-
mare, Gorgona e Pianosa; e le altre due, glia quadrate. Eanno parie di quest'iso-
maggiori per estensione, Giglio ed Elba, la due isolotti o scogli, Palmaiola e Cer-
abitale da molte famiglie e ridotte in cor- boli ,
posti nel canale che divide il pro-
po comuuilà. L'isola Montecristo èia
di montorio di Piombino dalla costa orien-
più elevata, la meno portuosa , e la più. tale dell'isola dell'Elba. In generale il cli-
lontana dall'altre del continente toscano. ma è temperato e sano, meno nel piano
L'isola Giannutri è l'isoletta la più meri- di Lungone e in qualche altra insenatu-
dionale,di figura semilunare. L'isola Gor- ra, massime là dove all'acque marine si
gona è un isolotto quasi da ogni lato im- promiscuano quelle terrestri de'suoi tor-
portuoso, con un solo scalo e un piccolo renti quando vi ristagnano. Non vi è poi
castello. L'isola Piauosa, di figura triango- situazione nell'isola che non oiFra un a-
lare, quasi del tutto piana, è dipendente spetto magico , variato e sorprendente,
dalla sua vicina dell'Elba. L'isola del Gi« d'ogni parte l'occhio scuoprendo prospet-
glio è la più abitata dopo quella dell'El- tive variate e pittoresche. Considerata l'i-
ba e di figura ovale, difesa da molte tor- sola dell'Elba dal lato della sloria natu-
ri: vi siraccoglie molto vino, e conliene rale, si può chiamare il più dovizioso ga-
in abbondanza un bel marmo. L'isola del- binetto mineralogico della Toscaua. E'
l'Elba, Iloa oliva de' latini, e Aethalia questo il silo la natura
dove sembra che
o Oelìialìa de'greci, è l'isola regina del- abbia voluto riunire mi piccolo diame-
io
la rei pelago Toscano e la più grande, ric- tro sorprendenti fenomeni, e tali da ri-
ca di seni e di porti, fra'quali è famoso il chiamarvi costantemente di lei cultori, i
capoluogo del suo governo e città di Por- spiuli e allettali, non solamente dalla sin-
TOS TOS 29
golare coslituzione geognostica di questi ca o a Pisa. Nel secolo XI però l'isola del-
monti , ma ancora dalla ricchezza delle l'Elba sembra che restasse sotto la spe-
miniere, e dalle preziose variate cristal- ciale dipendenza de'reggitori del comune
lizzazioni de'molti minerali ohe in quelle di Pisa, cui venne tolta da' genovesi nel
rocche si aggruppano e in belle forme si 1 290, 6 anni dopo la fatai giornata del-
accoppiano. Quindi visono marmi bian- la Meloria. La ricuperarono primi a pat- i
chi e colorati , e si può dire ogni genere ti onerosi dettati da'secoudi mercè d'un
di metallo. Fra'molti che ne scrissero ri- 1309: in tale occasione mer-
trattato nel i
essa è rammentata a'tempi d'Alessandro colle leggi di Pisa, finche neli3g9 il ca-
Magno nell'opera attribuita al suo mae- pitano e tiranno di quel popolo Gherar-
stro Aristotile, De mirabilibus ausculta- do, figlio di Giacomo I di Appiano, ne-
tionibus y sotto nome di ferro Populonio, goziò e vendè la patria, e con essa tutto
non solamente perchè l'isola appartene- il dominio pisano al duca di Milano Gio.
-squisito il miele: non manca di volatili e per successore Domenico Rinaldo Orsini
di selvaggina, ed ilmare offre abbondan- suo genero e marito della figlia Caterina,
tissime e variate pescagioni, avendo pure il quale col soccorso de'fiorentini eseue-
saline. Ha una rendita imponibile di più si seppe resistere nel 44& a d Alfonso
1 V
che 4o°>ooo lire. In quanto alla storia re d'Aragoua. Dopo molte vicende succe-
civile e politica dell'isola dell'Elba man- dute per la morte di Caterina, neliooc
cano notizie certe sino al secolo XI del- Cesare Borgia tolse a Giacomo IV d'Ap-
l'era nostra; le anteriorimeno dubbiose piano, coli'aiuto de'senesi, l'isola dell'El-
sono che nel VI secolo l'isola dipendeva ba e altri paesi. Nulla ostante, dopo la
dal governo civile ed ecclesiastico di Po- morte di Papa Alessandro VI Borgia, po-
pulonia (V.) , e che in essa il santo ve- tè Giacomo IV neli5o3 tornare in pos-
scovo di quella chiesa Cerbone, ed suoi i sesso de'suoidomimi e si pose sotto la pro-
preti si rifugiarono dalla persecuzione di tezione della Spagna, ed assoggettò il suo
Gummaritt duca longobardo,quando tut- statoali'imperatoreMassimiliaooI,in qua-
ta la volterrana maremma e la città di Po- lità di feudo imperiale. Neil 534, in mez-
pulonia fu messa a ferro e fuoco. Durante zo a una perfetta calma, sbarcò nell'iso-
il dominio de'longobardi l'isola dell'Elba la dell'Elba il famoso corsaro Barbarossa,
merini la costruzione de' 3 punti da esso fortificazioni del Portoferraio, nel 1596
lui disegnati. Fu quindi dato il uome di profuse un'enorme moneta per fabbrica-
Falcone alla fortezza eretta sulla promi- re sul corno sinistro di quel seno la gran-
nenza maggiore posta a settentrione del diosa fortezza che ivi si vede , dove pel
porlo; si appellò Stella l'altra fortezza sul- corso d'uà secolo e mezzo stette di presi-
la prominenza a grecale del paese, poiché dio una numerosa guarnigione spagnuo-
le di lei fortificazioni trovami disposte a la, rimpiazzala nel j5g dalle truppe del
t
guisa di raggiera; e fu detta Linguetta la re delle due Neh. °del 1794 sbar-
Sicilie.
solida torre ottangolare situata all'estre- carono a Portoferraio 4ooo realisti emi-
mità d' una lingua di terra sull'ingresso grati da Tolone sopra legni inglesi. Indi
interno del porto. Alle quali forti (ìcazio- dopo che le truppe della repubblica fran-
ni, eseguite con mirabile sollecitudine e cese ebbero occupalo Livorno, sopra que-
diligenza,il granduca che a tutto provve- sta piazzasi diresse un'armata inglese dal-
deva dalle sue stanze di Livorno, fece ag- la Corsica, ed in forza d'una convenzione
giungere un recinto interno al sottoposto 1796, dal presidio del gran-
de' io luglio
paese di gagliardissime mura, chiaman- duca diToscana fu ceduta agl'inglesi. Que-
dolo dal suo fondatore col vocabolo Co- sti poi nell'aprile 1797 dovettero ricon-
smopoli. Il territorio in quell' occasione segnare la piazza al suo legittimo sovra-
assegnato a Porto Ferraio si estendeva no, ma nell'aprile 1799 l'isola dell'Elba
dentro terra per un raggio di circa due cadde sotto il dominio del direttorio fran-
miglia ne' limiti a un dipresso di quelli cese. 11 presidio napoletano della fortezza
che costituiscono l'attualecomunità.II fo- di Lungone sostenne un assedio, ed insor-
nale esistente sulla punta estrema del for- ti gli elbani uniti a dette truppe napole-
te Stella, fu fatto innalzare nel 1788 dal tane assediarono le repubblicane francesi
granduca Leopoldo!. Barba rossa essendo nelle fortificazioni di Portoferraio, ob-
tornalo nel 1 55 f a molestare l'isola, inva- bligandole alla resa a' 17 luglio 1799, e
no assediò Portoferraio, anzi dovette riti- quindi vi fu ristabilito il governo del
rarsi pegli aiuti inviati da Cosimo I. Nel granduca Ferdinando III. Fu tale la fé*
TO S TOS 3i
deità degli elbani verso quel principe, die Fontainebleau l'ii aprile 18 i4> obbligò
energicamente si ricusarono di conse- Napoleone I dalla Francia a recarsi nel-
gnare Portoferraio, quando pel trattato l'isola designata per sua scelta, e formar-
de* 9 febbraio 1801 di Lune ville, pre- ne un principato assoluto da possedere in
vio l'indennizzo nella Germania promes- piena sovranità, sua vita durante. Vi ap-
so al granduca, l' isola dell' Elba essen- prodò la sera de'3 maggio 1814, e Por-
do stata ceduta insieme colla Toscana al- toferraio ad un tratto passò al colmo del
l' infinite Lodovico di Borbone duca di giubilo, in vedere suo sovrano chi avea
Parma nuovo re di Etruria moderna, i fatto tremare l'Europa per più lustri. Pe-
francesi quindi pretesero d'occupare quel- rò memorabili vicende che resero cele-
le
la parte dell' isola che dipendeva anco- bre dell'Elba e famoso Portofer-
l'isola
ra dal governo granducale, e Lungone raio, pel nuovo principato d'un Napoleo-
colla parte dell' isola spettante al princi- ne I, ch'egli avea scelto per soggiornarvi
pe di Piombino, colla promessa a questi finche fosse vissuto, oltrepassano di poco
di compensarlo nel regno di Napoli. JMa i ro mesi. Imperocché nel cougresso di
il presidio di Portoferraio unito a'corag- Vienna il celebre ministro francese Tal-
giosi abitanti si opposero e resisterono a- leyrand dichiarò che bisognava far trion-
nimosi alle forze unite di terra e di mare fare le dinastie legittime, ch'erano in con*
spedite dalla Francia per riconquistar l'i- t rasto colle ancora esistenti rivoluziona-
sola; laonde ogni sforzo riuscì vano, finche rie; perciò doversi allontanare Napoleone
Ferdinando III, dopo la conclusione del dall'Europa,e trasferirlo all'isola di s. Lu-
trattato d'Àmiensde'2 5 marzo 1802, non cia o di s. Elena; togliere il ducato di Par-
inviò al comandante di Portoferraio la ma e Piacenza al suo figlio , e cacciare
sua annuenza per sottomettersi al gover- Gioacchino dal regno di Napoli, restituen-
no francese, cui era stata ceduta tutta l'El- do quegli stali a'ioro antichi sovrani. Si
ba. Le 7 parrocchie, cui eransi ridotte stabilì di fatti sul fine di gennaio 18 1
.">
di
quelle dell'isola d'Elba, furono staccate trasferire Napoleone I a s. Eleua. Venti
dalla diocesi di Massa-Marittima, e date to Napoleone I in cognizionedi tali discus-
alla diocesi di Aiaccio in Corsica. L'isola sioni minaccievoli e di quanto erasi stabi-
dell'Elba venne da prima separatamen- lito a suo riguardo, ed insieme trovando
te amministrata, poi a'7 aprile 1809 riu- per lui favorevoli le circostanze attuali di
nita al ristabilitogranducato di Toscana Fraucia, volle tentare di ristabilirvi il suo
sotto 1'ammiuistrazione di Elisa Bonapar- potere e profittarne. Prevenuto il reGioac-
te Baciocchi, sorella dell' imperatore dei chino suo cognato di tutto, nella sera dei
francesi Napoleone I , da esso pur fatta 26 febbraio 181 5 alle ore 8 imbarcossi
principessa di Piombino sino dah8o5 e sopra il suo bi ick da guerra, e seguitato
dominio della Francia, la qua-
sotto l'alto da 8 bastimenti di trasporto colla sua
le teneva un presidio nell'isola dell'Elba. truppa ch'era vi salita 4 ore prima, e com-
Ma quell'uomo straordinario essendo sta- posta di circa 1000 uomini della guardia,
to vinto nella Russia dal gelo e dal fuo- di cui 84 polacchi, e di 5oo voloutari prò-
co a Mosca, alla Beresina, a Lipsia nella venieuti dalla Corsica e di pochi stranie-
Sassonia, e perfino sotto le mura di Pa- ri. Consisteva questa piccola squadra nel
rigi, si trovò finalmente costretto a ridur- brick l'Incostante, che portava 18 grossi
re il suogrande e potentissimo impero al- pezzi d'artiglieria da 24; nel brigantina
la piccola isola dell'Elba, erigendo in ca- senza cannoni montali; d'un carico d'ar-
pitale e residenza del gran genio la pic- tiglieria d'assedio ivi raccolta alla rinfu-
cola e bella città di Portoferraio. Questa sa; d'ima polacca francese, il cui equipag
inaspettata metamorfosi politica, decisa iu gio portava la nappa bianca e la baudic-
,
3i TOS TOS
ra di Luigi XVIII redi Francia; due bar- Parigi (/ .), dove ora regna il nipote im-
clic di Ilio, che potevano contenere 3oo peratore Napoleone III, che gli ha fatto
uomini per ciascuna; 3 speronare, fra le compiere il magnifico mausoleo erettogli
quali la Carolina, ed un altro legnetto dal re Luigi Filippo. Così Portoferraio e
coni 4 mattina del 27 (metta
cavalli. Alla l'isola dell'Elba, dopo una varia catastro-
flottiglia fu veduta presso Capraio, e de- fe di i i anni, furono restituiti dalle poten-
luse le crociere inglese e francese disposte ze alleale al suo legittimo sovrano Fer-
ne'vicini paraggi. Un bando era stato af- dinando III, sebbene alle sue truppe fa-
fìsso in alcune parti dell'isola che annun- cesse breve resistenza il comandatile la-
vasi in Livorno, enon arrivò nell'isola che dati francesi che vi si trovavano furono
4o oi e dopo la partenza dell'imperatore. trattali con distinzione. Avendo essi chie-
Porloferraio, abbastanza ben munito, era ste notizie dell'imperatore al comandan-
difeso da due uffiziali chiamati Lapi. La te fiorentino, questi rispose loro, che Na-
sua guarnigione si componeva di 4° gra- poleone I magnanimità la
tollerava con
natieri, e d'un battaglione franco dell'isa- dolorosissima sua condanna: que'soldati
la d'Boo uomini. L'impavido e audace Na- proruppero in un dirotto pianto! Il gran-
poleone I, senza sgomentarsi che il ten- duca annullò qualunqueatto derivato dul-
tativo d'Antibo eragli fallito, per avere il ia convenzione militare fatta co' francesi
i.° marzo a Cannes città di Francia nel lazzo , ora del governatore civile e mili-
dipartimento del Varo nella Provenza, e tare dell'isola dell'Elba, di Portoferraio,
'^inoltratosi nella Francia, fu accolto dai essendo un avvenimento memorabilissi-
soldati e dal popolo con entusiasmo tale, mo, venne impressa in lettere d'oro so-
che in pochi giorni arrivò trionfante a Pa- pra la porta maggiore del forte della Stel-
rigi, donde n'era fuggito Luigi XVIII. Ma la, presso il quale era la reggia di Napo-
la comparsa non meno improvvisa che leone I, la seguente iscrizione. Napolco-
avventurosa di Napoleone I in Francia, a nis Magni Galliae Imp. Ilaliae Rcg.
riassumere il potere imperiale, non oltre- Praesentia Decorata Civitas iv non.
passò ioo giorni, giacche a' 18 giugno
i maj. mdcccxiv Posuit iv calend. mari,
j'8 1 5 la famosa giornata di Vaterloo (di die Reddilus in Galliam mdcccxv. In
cui anche nel voi. L, p.i47)> tirò dietro Portoferraio vi è la sola chiesa parroc-
nuovamente l'intera perdita di tuttol'im- chiale e arcipretale, dedicata alla Nativi-
pero, non che dell'umile principato del- tà di Maria Vergine, compresa nella dio-
l'Elba, che Napoleone di mal'animo per 1 cesi di Massa Marittima, già di Popu-
sua perpetua residenza avea accettato. lonia, nel compartimento di Pisa. Le no-
Quindi per la quiete d'Europa, e ad on- tizie del principato di Piombino, a quel-
ta delle proteste di Napoleone I, egli ven- T articolo di rinvio promisi di riportarle
ne rilegato all'isola di s. Elena nell'ocea- in questo; siccome esse si rannodano a
no Atlantico equinoziale, fra l'Africa e quelle dell'isola d'Elba, che gli è rispet-
l'America , della quale riparlai nel voi. to e pel canale marittimo di Piombino 8
XXXV, p.i ig, dicendo pure che essen- miglia distante, che fece parte del mede-
do ivi morto, le sue spoglie mortali furo- simo principato , ora col Repetti princi-
no trasportate uella chiesa degl'Invalidi di palmente trovo meglio di qui riferirle
T O S TO S 33
scusa tornare a interrompere le narra/io- rino,i boschi e le granaglie, oltre la pesca di
riltima e 20 miglia da essa lungi com- , tendosi in pubblica utilità, anche pel van-
partimento di Grosseto e già nel com- ,
taggio procurato alla città collo stabili-
partimento di Pisa. E' situata sulla punta mento delle sue fornaci da mattoni e d'o-
meridionale del promontorio di Populo- gni sorte di materiale di terracotta. Al-
nia, clie ha al suo levante il Porto Vec- quanto al nord di Piombinosono le rui-
chio di Piombino, già appellato di Fale- ne di Populonia ,
grande e celebre città
sia, poi Faliegi, nel 1678 dichiarato porto etrusca. Il Iago di Piombino, Vetulonius
franco dal principe Nicolò Ludovisi. A di- Z^cu.?, riceve la Cornia e scaricasi nel ma-
fendere la città, oltre la naturale sua gia- re Tirreno. La rendita del principato si
citura, concorse l'arte mediante imi ben in- calcola a più di 200,000 franchi, e gli a-
teso cerchio dimuraedi fossi guardati da bitanti a quasi 20,000. Incerte sono le no-
3 fortilizi, a settentrione dalla Porta di tizie storiche di Piombino avanti il 1 000,
Terra, a grecale dalla Rocchetta pianta- se pure non si volessero innestare a quelle
ta sopra uno scoglio sporgente in mare del paese di Falesia che fu ne'diutorni ,
sulla puuta estrema del promontorio, e con porto e stagno pescoso di tal nome.
a maestrale dal Castello che risiede so- La i." memoria sembra rilevarsi dal di-
pra il palazzo della Cittadella ode* prin- ploma d'Ottone I del 969 a favore d'un
cipi a cavaliere di Piombino sopra allo fedele di quell'imperatore, cui donò di-
stretto. Il palazzo regio, bello ed elegante, versi beni situati ne' contadi dell'alta I-
gode una magnifica veduta marina. La talia, e in quelli Bulgariense e Plum-
chiesa parrocchiale arcipretale di s. An- biense. Nel i 1 1 4- Uberto abbate de' be-
timo in s. Michele, già di s. Lorenzo, pri- nedettini di s. Giustiniano di Falesia,
ma fu trasferita in quella di s. Antimo nel monastero edificato nel 1022 da'figli del
secolo XIII, poi nella chiesa più vasta di conte Teuderigo per rimedio dell' ani-
s.Michele nel 1807, denominata di s. A- me loro, sotto la podestà della santa Se-
gostino perchè nel precedente anno l'a- de, rinunziòdiverse possessioni e 3 porzio-
veano lasciata i soppressi agostiniani ro- ni del castello, rocca, poggio, torri e ca-
mitani, dove esistono vari depositi sepol- se dentro e fuori di Piombino, a favore
crali degli Appiani. Vi sono pure le chiese dell' opera della primaziale di Pisa, con
di s. Francesco già de'frati minori con- compensi per restaurare la detta sua chie-
ventuali, che prima della loro soppressio- permuta l'abbate la fece nel 1 35
sa; altra 1
ne erano passati nel monastero delle eia- col l'arci vescovo Lanfranchi. Paredu nque
risse , e di s. Anastasia già di dette mo- che l'origine del paese, con rocca e mura
nache, l'ospedale della ss. Trinità de'ben- castellane sia anteriore al secolo XII, roc-
fralelli, scuole elementari, e tribunale di ca e castello guardati e governati da'pi-
a
1 . istanza: la popolazione somma a più di sani. Neh 124 genovesi con una flotti-
i
de, concedendo all' abbate la facoltà di se molto tempo che fuorusciti pisani sol-
i
prendere da qualsiasi vescovo il crisma e levarono Piombino, del cui castello s'im-
l'olio santo, d'ordinare chierici e di con- padronirono; ma accorsovi Benedetto fi-
sagrare purché comprese nel di-
le chiese, glio di Gambacorti, colla morte de' capi
stretto territoriale di Piombino eh' era , faziosi restituì la quiete alla terra. Nel
giurisdizione del suo monastero di s. Giu- 1 376 Gregorio XI partì co'cardinali da A-
stiniano. Colla stessa bolla il Papa confer- vignone per restituire la residenza papale
mò all'abbate il padronato di varie chiese a Roma,accorn pagliato da una flotta, sbar-
della Maremma Masselana e Volterra- cando a Pisa a'6 novembre, e gli furono
na, compresa s. Lorenzo 1. 'parrocchia di fatti grandi doni, come pure a'cardinali;
do che niuno presumesse fondarvi chiese. donde partito e con una burrasca conti-
Per tuttociò il Papa impose all'abbate l'an- nua giunse a Corueto a'5 dicembre, e poi
nuo censo d'un bisanzio o marabottino. proseguì per Roma. Dal 399 in poi la 1
sa, che per un capitano vi faceva amrni- tolo ad una signoria nuova. Dopo la ca-
uistrare la giustiziamosi in Populonia, por- tastrofe che costò il dominio di Pisa e la
to Buratti e nell' isola dell' Elba; i quali vita a Pietro Gambacorti, il suo segreta-
capitani sino dal secolo XIII ebbero un rio ser Jacopo figlio di ser Vanni d'Ap-
furono terminate con un lodo a favore del no, che tendeva a insignorirsi di Pisa,
vescovo , tranne una coi risposta di cera presto aderì alla proposta fattagli di ven-
allemonache. Piombino neh 283 fu in- dere quella città e il suo contado mediante
vestitada numerosa flottiglia genovese,co- l'offerta di 200,000 fiorini d'oro, e della
TOS TOS 35
nero presidiate le fortezze della città e del nato a Jacopo d'Appiano suo padre d'al-
suo territorio; e dopo pagati 100,000 fio- tra moglie di casa Elei, ed Antonio suo
rini aGherardo di Appiano, e data sicur- nipote figlio di Vanni d'Appiano. Final-
tà per altrettanta somma, egli montato mente al suo figlio infante assegnò in tu-
sopra una galera armata si fece traspor- tore comune di Firenze, cui lo racco-
il
dopo la morte del duca di Milano, il ti* scrisse co'suoi alla cittadinanza fiorenti-
3oo fiorinid'oro mensili per provvisione dal Pontefice, ma dalla città, furono ben
coli' obbligo di far guerra a volontà de* accolli, onorati e di ricchi doni presen-
a
fiorentini contro Filippo M. duca di Mi- tati. Jacopo II con nera ingratitudine cor-
lano; nella qual circostanza si doveano da- rispose a'iuminosi benefizi de' fiorentini,
re all'Appiano 5o lance ei5o fanti spe- collegandosi nel i43i coi duca di Mila-
sati, rilasciando a di lui prò tutti i luo- no loro fiero nemico e mentre essi era-
ghi che avesse militarmente occupato del- no in guerra con Siena. In conseguenza
la giurisdizione di Pisa,dovendoegli man- di ciò molti paesi della Maremma soggetti
dare a Firenze ogni anno un palio nel gior- a'fiorentini si ribellarono, mentre Jacopo
no di s. Gio. Battista. Poco sopravvisse II tolse loro Monteverdi,e molte robe de'
Gherardo, e con testamento de'25 aprile cittadini che si trovavano in Piombino
i4o5 destinò d. Paola Colonna sua mo- fece prendere e si ritenne. Ma dopo la vit-
glie (nel Coppi, Memorie Colonnesì, tro- toria d' Anghiari del 1 44° riportata da'fio-
vo contemporanea una Paolella figlia rentini sui milanesi comandati dal Picci-
ci' Agabito Colonna di Genazzano, il cui nino, il signor di Piombino e d. Paola sua
fratello fu poi Martino V) signora dello madre, pensando meglio a'easi loro, cer-
stato finche vivea, quindi istituì erede e carono e ottennero di rinnovar l'amicizia
successore il figlio pupillo Jacopo II, la- con Firenze, ed essa prese di nuovo Ja-
sciando scudi 3ooo per dote a Caterina copo II in accomandigia. col godimento
sua figlia nubile, mentre l'altra figlia Vio- a'fiorentini dell'antiche franchigie nel do-
lante erasi maritata al signore di Came- minio di Piombino. Mentre Balduccio
rino. Nel caso poi che mancassero i suoi d'Anghiari capitano di ventura avea oc-
discendenti, volle che succedessero per e- cupato Suvereto, mori senza figli Lucre-
gual porzione il di lui fratello Emanuele zia de' conti Fieschi di Lavagna, moglie
36 TOS T OS
di Jacopo II, il quale poco dopo la segui sercito napoletano,e nel giugno 44$ 1 sl a v*
«ella tomba o di veleno, redi-
d'afflizione vicinò a Piombino mostrando ogni sforzo
mendo d. Paola Suvereto con grossa mo- peraverlo, senza riguardo che lo stato fos-
neta e 1000 fiorini d' oro pagati dal co- se accomandato da'sanesi, da'quali l'Orsi-
mune di Piorubiuo. Sebbene lo stato ap- ni era stato favorito d'aiuto con 3oo fanti
partenesse a Emanuele assente e dimo- per guardia di sue terre. da Ma l'Orsini
rante in Troia, d. Paola arbitra assoluta valente uomo, quando nemico av-
vide il
cozzo Domenico Rinaldo Orsini cbe avea curò impedirgli l'arrivo delle vettovaglie
maritato a d. Caterina sua figlia, mentre per mare. Quindi vedendo egli non ba-
l'Orsini era generale de'sanesi. Frattanto stare sanesi a difenderlo, invocò e otten-
i
Emanuele inlesa la morte del nipote pri- ne l'aiuto della signoria di Firenze, a mez-
vo di prole, si recò a Firenze e Siena senza zo animoso gonfaloniere Luca Pitti
dell'
trovar protezione, perciò si rivolse a Bai- e di Cosimo de' Medici il Vecchio, che lo
daccio perchè volesse tornare colle sue ma- fecero soccorrere energicamente per terra
snade alla testa di lui a impossessarsi di e per mare. Vedendo Alfonso V che in-
Piombino: l'impresa essendo fallita, Ema- vano attorniava Piombino, dove suoi pa- i
nuele tornò a Troia, e Barlaccio ne! set- tivano infiniti disagi, prima d' abbando-
tembre 44 1 l fa falto assassinare da' fio- narne l'assedio volle tentare un ultimo
rentini. La repubblica di Siena non solo sforzo, dopoaverinfiauamatoi suoi a por-
accettò per 5 anni inaccomandigia d. Pao- tarsi valorosamente. Però I' Orsini erasi
terina ci' Appiano, sicché d' allora in poi danno recò agli assalitori l'acqua bollen-
ella resse lo stato coll'Orsini di lei marito, tissima con calcina viva, e il punto dove
diesi applicò ad accrescere le fortificazio- combatteva l'Orsini contro il Cardona.Nel
ni esteriori della Rocchetta e della Porta calore del furioso assalto comparve la ca-
di Terra di Piombino, e fece pur costrui- valleria fiorentina, onde il re fu costretto
re il palazzo di giustizia e degli anziani di ritirarsi, e considerando la dillicoltà d'in-
Piombi no. Continuando lo stato nella tran- signorirsi di Piombino avendo perduto
quillità e prosperità, fu restaurata la chie- più di 25oo soldati, se ne parti, dopo a-
sa parrocchiale di s. Lorenzo,ora distrutta, ver minacciato a'fiorentini aspra guerra.
nella piazzetta di Piombino,e vennero fab- Appena l'Orsini si vide liberato dal gra-
bricati nuovi mulini a beneficio della co- ve pericolo, lasciato Piombino guardato
munità. Sapeva l'Orsini che Alfonso V re da forte presidio, si recò a Firenze a rin-
d'Aragona e di Sicilia, che avea sposato graziare la signoria, che con lauto dispen-
d. Celia sua figlia naturale ad Emanuele dio gli avea mauleuuto lo stato, ed eb-
d'Appiano, per rappresaglie fatte da'suoi be la condotta di capitano della repubbli-
corsari su bastimenti piombinesi avea a- ca colla pensione dii5oo fiorini il mese,
nimodi togliergli lo statojdifatti neh 447 sì perchè la guerra gli avea assorbì lo tu Ito
il re marciò in Toscana alla lesta dell'e- l'entrate, sì perchè slaudo egli a Piombi-
TO S TO S 37
no lenesse colle sue genti in freno i sol- sidenza di Piombino, fece fabbricar la Cit-
dati napoletani lasciati dal re di presidio tadella per sua abitazione, abbandonan-
a Castiglion della Pescaia, e da Ini conqui- do il palazzo vecchio di piazza, antica se-
stalo nel 1 448- Tornato l'Orsini a Pioni- de de' suoi maggiori. Fu solto la Citta-
bino,espugnò Castiglione, meno la rocca della che pochi anni dopo fu edificato il
neli45i, avendo lasciato pel governo un casato d'Aragona a quello degli Appiani.
consiglio di reggenza. Per acclamazione A render più valida la regia protezione,
degli anziani di Piombino fu acclamalo Jacopo IH accolse in Piombino una guar-
loro signore Emanuele d'Appiano che vi- nigione napoletana, e in tal guisa gli Ap-
a
vea in Troia, protetto dal suocero Alfonso piani si sottomisero la r. un gio-
volta ad
V, e divenuto ben affetto de'senesi e fio- go straniero, e sposò Batlistina de' Fre-
rentini, ad onta che gli Orsini tenessero gosi.Jacopo III al pari de' principi suoi
in mano le fortezze, parte delle quali fu- antecessori avea Magnifico Mi-
i titoli di
rono redente col denaro e parte a forza lite,Signore e Conte di Piombino, e mo-
d'armi riconquistate. Così Emanuele si vi- rendo neh 47 7 lasciò al primogenito Ja-
de pacifico signore di tutto lo stato, rin- copo IV d'Appiano d'Aragona la sovra-
novando l'accomandigia con Siena e Fi- nità dello slato di Piombino. Questo prin-
renze; ma il dominio di questo principe cipe, benché in tenera età,d'eccellente in-
ben amato morendo nel i4^7>
fu breve, dole e d'ottime massime, coli' assistenza
e lasciando governo e signoria di Piom-
al e favore della signoria di Siena e di Fer-
bino il suo figlio Jacopo 111 d' Appiano dinando I re di Napoli prese le redini del
d'Aragona. Più prosperi di quelli del pa- governo, e toslo ripristinò gli antichi sta-
dre furono primordi di Jacopo III asserto
i tuti, restituendo a'piombinesi i privilegi
figlio legittimo d'Emanuele, contro 1' o- concessi dal di lui avo e tolti dal padre;
pinione che poi dichiarò Papa Paolo II, i quali statuti furono più tardi pubblicati
ma non egualmente a lui prosperi riusci- in doppia lingua a Piombino nel princi-
rono gli anni successivi. La sua condotta pato di d. Isabella ed. Gregorio Boncom-
immorale e arbitraria mosse varie fami- pagni Ludovisi. Jacopo IV si maritò a d.
glie a cospirare contro di lui nella capi- Vittoria figlia d'Antonio Piccolomini du-
tale, ed egli si vendicò de'congiorali colla ca d'Amalfi e di d. Maria d'Aragona na-
morte, la prigionia e 1 esilio. I fuorusciti turale del re Ferdinando I. Divenuto ti£
commossero il duca di Milano Galeazzo fiziale superiore del pontificio e regio e-
a
M. Sforza a impadronirsi di Piombino, sercito inviato contro i fiorentini dopo la
e poco mancò che di nottetempo noi pren- congiura de'Pazzi, sebbene si portasse va-
desse. Frattanto Jacopo 111 dubitando di lorosamente nella battaglia combattuta
macchinazioni più serie contro la sua re- fra Colle e Poggibonsi, restò prigione de'
38 TOS TOS
fiorentini. Riscattato e tornato alla sua re- di R.omagna, caduta quasi tutta in pote-
sidenza Jacopo IV, ebbe a soifrirenon po- re, con altre provincie e vicariati ponti-
che inquietezze perle allumiere eli Mon- ficii, del duca Valentino Cesare Borgia
na sul diritto di quelle miniere, fu con- gnore e di buon capitano, dovettero capi-
venuto fra le parli che peri 2 anni il si- tolare col duca Valentino, ricevendo esso
gnor di Piombino, mediante il pagamento e le sue genti dentro le mura e consegnan-
bino, dicendo che solo fu a Orvieto e Pe- A' 28 febbraio partirono a cavallo per
rugia, ed avrebbe proseguito per Venezia, Corneto il vescovo di Nami Guzman fa-
se non era sicuro di tornare a Roma. In ve- migliare pontificio, con altri 100 fami-
ce il Novaes nella Storia cV Alessandro i.°marzoAlessandro VI
gliari pontificii. Il
VI, riferisce che neli5oi fu a Piombi- entrò nella sua galera co' 6 cardinali, il
no, che avea costretto ad arrendersi dal sagrista e gli altri famigliari; il duca Bor-
l'usurpazione degli Appiani al suo domi- gia colla gente sua montò in altra gale-
parti da Roma a cavallo con 6 cardinali del Monte Argentalo, già promontorio
e 7 prelati compreso il tesoriere, e il du- Cosano, nella diocesi di Soana), in quo e-
ca Borgia, per Cerveteri, Corneto e per ratpulcherrima navis anglicana, quam
mare a Piombino con 6 triremi, dopo a- vidit Papa ab extra, sed noluit in ca
\er pernottato a Palo e in Corneto nel ascendere, et mansit ibidem illa nocte.
palazzo Vitelleschi. Arrivò a Piombino Sabbatho 5 martii licei mari, et tempo*
dopo vespero il cardinal Giovanni Bor- re turbato ambae galeae prosecutae
gia con circa 80 persone di famiglia a'20 sunt iter suum versus Cornetum, adeu-
febbraio, nel qua! giorno e ora il Papa jus conspectum applicuerunt. Dux na*
s'imbarcò in una galera con 5 cardinali, vis periculum suspicatus circa horam
e duca Borgia, con quasi r 00 persone,
il prandii descendit de galea ad barchet-
e circa il mezzodì del 2 pervenne a Piom-
1 tam, in qua venit in terram, et misi t prò
bino e vi restò sino al 24, prendendo pos- equis Cornetum j post quorum adven*
sesso del principato temporale per la chie- tum equitavitCornetum: Papa vero cum
sa romana. Nel dì seguente con una ga- galea sua non potili t attingere por tum j
lera, Alessandro VI co'6cardinali si tras- ex quo omnes in galea per ferriti, et ex
ferì all'isola dell'Elba e vi rimase sino al- lurbatione maris commoti hinc et inde
la sera de' 26, nella quale si restituì a in galea, sunt prostrati, solo Papa dem~
a
Piombino. A'27 domenica 3. dt quare- pto, qui in sede sua in puppifirmiter,
sima fu parato l'altare maggiore della et intrepide sedens perpexit omnia; et
chiesa di s. Agostino con croce preziosa, cum mare versus galeam forlitcr sae-
ed ivi il cardinal Borgia celebrò pubbli- viret,dicebatPapa, Jesus, et signo cru-
camente la solenne messo (come nella pie* cis se signabat. Inlerpellavit saepe
nau-
cedente domenica avea fatto nel palazzo tas, uteibum parar cut prò prandio, quo
di Corneto) in paramenti violacei pre- propter maris perturbationem, et venti
iiosi, assistito dal diacono e suddiacono continuationem ignem fieri non posse
come nella cappella pontifìcia, ed il Pa- excusabantj tandem mari aliquantu-
pa v'intervenne vestito di piviale e mitra lum pacificato frìxcrunt certo pisces,
preziosa con altri 5 cardinali, 3 de'quali quosPapacomedit. In scro ejusdem sab-
assisterono il Papa, due da diaconi e uno bathi Papa in galea sua cum comitiva
8
4o TOS TOS
rcdiit ad Portimi TTereulis, et Uhi no- principato il figlio Jacopo V. Sposato que-
rie misi tCorne limi prò equitaturis,quae sti a Maria d'Aragona, figlia del duca di
in dominion sequenii venerunt.Domini- Villa Hermosa e nipote di Ferdinando V,
ca IV quadratesimac 6 mensis martiis e restato vedovo si maritò successivamen-
SS. D. N. cum eardinalibus audivit mis- te a Emilia e Clarice sorelle Hidolfì, ni-
sam rectoris parochiae Portus Hercu- poti di Leone X, e per ultimo celebrò le
lis in quaderni Ecclesia, sive Sacello, nozze con Elena Salviati che gli die suc-
ubi cani legitc. . . . Feria i circa 3 oram cessione. Ottenne dall'imperatore e re di
noetis SS. D. N. cum eardinalibus ', et Spagna Carlo V l'investitura dello stato
familia sua verni Cornctum, ed ivi re- di Piombino co'concessi privilegi^ di po-
stò sino al mercoledì, e nelle ore pomeri- tere aggiungere nel suo stemma l'aquila
diane passò aCivitavecchia,ovedormìco* imperiale. Fino al 53g le tenute di Valli
1
6 cardinali e il duca. A' i o andò a Palo e e Montione restarono unite alla camera
vi pernottò, rientrando in Pioma nel dì apostolica, quando il cardinal Alessandro
seguente. Dopo tultociò Jacopo IV nello Farnese amministratore vescovile di Mas-
stesso i5o2 si rivolse all'imperatore Mas- sa le conseguì per quella mensa dallo zio
similiano I, e ottenne per se e pe'suoi e- Paolo III. Si oppose Jacopo V, in guisa
redi l'investitura del principato di Piom- che il cardinale imploiò il braccio seco-
bino, dove fortunatamente ritornò nel lare per entrarne in possesso, ma inutil-
no ei Jacopo IV, al
suoi uflìziali. Inoltre Pe'maneggi di Francia e de*
sca vazioni.
riferire dell'encomiato Repetti, invocò e turchi temendosi neh 534"» imminen-
ottenne pure la prolezione di Filippo I te disastro in Italia, Carlo V ordinò a un
re di Spagna e figlio di Massimiliano I, suo generale che insieme a Cosimo I po-
per essere succeduto nelle ragioni de' re nesse il litorale toscano in istato di più
di Napoli (sarà meglio ritenereFerdinan- sicura difesa, onde al duca di Firenze fu
do V d'Aragona il Cattolico; egli fu re aifidato l'incarico di guardar Piombino
non Filippo I, e
di Napoli e di Sicilia, e e tutta la sua costa. All'avvicinarsi della
si recò a Napoli neli5o6), quaudo ivi si flotta turca, Jacopo V permise per neces-
porlòneIi5o7(era morto neli5o6)sbar- sità che truppe medicee, sotto il coman-
eòa Piombinoinvitatovidalui,nelIaqua- do del capitano Otto da Monlauto, pre-
le occasione il re lo dichiarò generale e sidiassero Piombino, le quali comincia-
gli affidò il comando di 4°° ^ ant '
Pa s " rono ad aumentarne le fortificazioni. Av-
gnuoli ch'erangli già stali inviati permet- vicinatasi la poderosa flotta turca coman-
tersi in guardia da'genovesi. Finalmente data dal feroce e abile corsaro Barbai os-
con diploma di Massimiliano,degli 8 no- sa, fortunatamente il vento contrario gli
vembre 509, 1 la signoria di Piombino fu impedì l'ingresso nel canale di Piombi-
dichiarala feudo imperiale, con facoltà a no, ma si diresse sventuratameule sulla
Jacopo IV e a tulli i suoi successori di vicina isola dell'Elba, ove il pascià rila-
poler coniare monete d'oro e d'argento. sciò all'arbitrio d'un brutale equipaggio
Nel 5 1 Jacopo IV prima di morire ot-
1 1 e di un'indomita soldatesca turca ogni li-
tenne dagli anziani e dal popolo di Piom- bertà di fare sopra quegl' infelici isolani
bino, che tosse riconosciuto successore nel severa vendetta. Nel i535 il pascià Bar-
TOS TOS 4i
barossa di nuovo veleggiò sull'isola del- so senz' effetto il tempo, per le lagnanze
l'Elba, e giunto a Porto Ferraio spedì un di Cosimo I l'imperatore fece trattare con
naviglio a Piombino, per rinnovare la ri- d.Elena Sai viali tutrice del figlio Jacopo
chiesta del fanciullo figlio di Sinai» pa- VI, la permuta dello stato e il compenso;
scià, che preso da una galeotta piombi- ma essa virilmente si ricusò essendo in ,
nese era stato battezzato e godeva l' af- corrispondenza co'francesi. Intanto Car-
fètto di Jacopo V, in cambio del quale e- lo V incaricò il duca di Firenze della di-
sibì la liberazione di tutti i cristiani deb fesa dell'isola dell'Elba e la fortificazione
lo stalo di Piombino ch'egli teneva schia- di Porloferraio, e poi con diploma de'4
vi. Couvenuti su tale riscatto, s'mviaro- maggio i54& lo investi dello stato di Piom-
110 dal pascià 12 galere turche a Piom- bino qual feudo imperiale, non ostante
bino per ricevere il prediletto giovinetto, le proteste di d. Elena; onde Cosimo 1 lo
il quale appena messo il pie sopra la ga- fece, occupar dalle sue truppe e deputò in
lera del comandante fu abbracciato da governatore politico ecivile Girolamo Al-
tutto l'equipaggio, e salutato da una sal- bizzi. La vedova di Jacopo V, appena ri-
va generale dell' artiglierie e da stre- tiratasi a Genova, spedì alla corte di Spa-
pitose acclamazioni. Dopo tale tripudio gna il figlio Jacopo VI, già prossimo al-
l'armata turca salpando alla volta di Le- l'età maggiore, affinchè assistito dall'ope-
vante, lasciò piombinesi e le marem-
i ra de'genovesi e del confessore di Carlo V,
me toscane. Liberato in tal guisa lo sta- colla sua presenza potesse ispirare nell'a-
to degli Appiani dal Darbarossa, il du- nimo dell'imperatore il pentimento d'a-
ca di Firenze fece chiedere a Carlo V la ver ordinato un atto contrario alla giusti-
consegna libera di Piombino, sia pe'ser- zia. Infatti vi riuscì, e Carlo V non tardò
vigi resi, sia perchè non vi era sito più di comandare a Cosimo I la restituzione
opportuno di quello alle flotte delle po- dello stato e fortezze di Piombino, dichia-
tenze nemiche, le quali nutrissero bra- rando d'aver ecceduto ne'poteri metten-
ma di conquistare la Toscana o il regno dolo in possesso di quella signoria. Colpi-
di Napoli. Carlo V nel i5^.5 incaricò il to Cosimo I di così repentina mutazione,
generale spagnuoloDe Luna di trattare inutilmente fece rammentare a Carlo V la
\0L. LXXM1I. 4
42 To s TOS
do il Mendozza difendere bastantemente ni e il popolo di Piombino si trovarono
Piombino dalla flotta turca e del princi- in libertà d'eleggersi un altro signore, e
pe di Salerno, gli ordinò l'imperatore di preposti il granduca di Toscana e la re-
mettere in possesso dello stato il duca di pubblica di Venezia, prevalse il parti lo dei
Firenze a titolo di deposito e custodia, con congiurati d'offrire al comandante della
l'obbligo di restituirlo ad ogni richiesta: guarnigione spagnuola la sovranità di
laonde a' 1 2 agosto Signorotto da Mon- Piombino. Questi però l'aceettò in nome
tatilo generaledel duca prese formale pos- di Filippo II re di Spagna, mentre il gran-
sesso di Piombino , Populonia, Scai lino, duca Ferdinando I procurò die la vedova
Suvereto e Burlano in terraferma, di Piio, d. Isabella Mendozza e i figli dell'ucciso
Capoliveri, Marciana, Poggio ed annessi, fossero sai vati dal furore de'congiurati (on-
oltre Cosmopoli o Portokrraio nell'isola de sembra calunnia l'incolpazione ad. Isa-
dell'Elba. Indi per tale acquisto Cosimo I bella d'aver fatto barbaramente trucida-
nel 1 553 sborsò a Carlo V altri 16,000 re il marito, cedendo alle insinuazioni del
ducati d'oro. Terminata la famosa guer- comandante spagnuolo suo amico), e che
ra di Siena e la consegna di quella città i popoli dell'Elba e quelli di terraferma
col suo territorio a Cos'uno 1, questo prin- limitrofi al suo stalo si mantenessero fe-
cipe in vigore del trattato di Londra dei deli al pupillo Jacopo Cosimo a cui spet-
29 maggio 557 fu obbligato di cedere lo
1 tava la successione. A 'reclami (alti a Fi-
Piombino agl'imperiali per resti-
>tato di lippo II, si rispose con aumentare il "pre-
tuirsi agli Appiani ,, tranne Porloferraio sidio d'Oibetello, coil'occupazione di Ilio
con due miglia quasi di circuito, il quale e delle sue miniere del granduca che l'a-
davano la cesta inaiittima, e poi dichia- la d'Appiano sorella di Jacopo VII, oltre
rò il proprio figlio Alessandro luogotenen- altri, i quali lutti attendevano che l'im-
TO S TOS 43
Spagna col pagare a titolo di laudemio l'occupazione del 1 799, furono spogliati
800,000 fiorini del Reno alla camera im- da 'francesi dello stato avito,governavaoo
periale , non trovandosi i nuovi investiti il principato mediante due ministri, uno
in grado di sborsare quella vistosa som- di giustizia e l'altro di finanze, mentre pel
nia,dopo prorogato il tempo del pagamen- militarepiombinesi dipendevano dal co
i
di femmine agli Appiani. Quindi il prin- nati anche priucipi dell'estinta repubbli-
cipe d. Nicolò Ludovisi a'20 maggio del ca di Lucca. Qui noterò col eh. anualista
lo stesso ib34 fece prendere formale pos- Coppi che nel 80, Portoferraio con
1 1
1679, e moiì u » el à pupillare. Suoi eredi parono tutta l'isola dell'Elba, con gravis-
furono i riportati a Ludovisi famiglia e simo danno de'principi Boucompagni-Lu
Jjon compagni famiglia, poiché per mari- dovisi. Avea il re di Napoli ceduto a Frau
taggio le ricchezze, le prerogative e il prin- eia Porto Longone etuttociòche poteva
cipato di Piombino de'Ludovisi si com- appartenergli nell'isola dell'Elba, unita-
pendiarono ne'Boncompagni discenden- mente al principato di Piombino, e allo
ti da Gregorio XII 1. 1 Boncompagui-Lu- slato de'Presidii in Toscana, onde la re-
pretendente escluso; ma però l'infante di principe a ri volgersi ali. "console, rua que-
Spagna Carlo re di Napoli e di Sicilia ne sti Io rimandò al re come signore diret-
riconquistò il diritto in seguilo. Quando to e cessionario. Ad onta che il re inter-
1 priucipi Ludovi&i-Boncompagui, dopo pose i suoi buoni uffizi con Francia , ad
44 T° s TOS
onta dì tutte le posteriori rappresentan- scudi romani. Dopo
tuttociò il granduca
ze,tulto fu inutile. Ed il principe di Pioni, di Toscana Ferdinando II I incaricò il cav.
bino per un trattato concluso fra due go- Federico Capei a prendere formale pos-
verni senza il suo intervento ,
perde un sesso dello stato di Piombino col fare di
patrimonio che suoi antenati neh 634
i questa città la residenza d'un vicario re-
aveano comprato per la somma d'un mi- gio, la cui giurisdizione civile e crimina-
lione e cinquanta mila fiorini, e che al- le non oltrepassa il perimetro territoria-
lora gli rendeva 273,000 fianchi all'an- le della sua comunità. Il distretto però di
no, come afferma lo stesso Coppi citan- Piombino continuò a fare parte come iu
do Martens. Nel 8 4 alla caduta di Na-
1
1
antico del compartimento di Pisa, finché
poleone I, il principe d. Luigi Boncom- con moto proprio granducale de' 3i di-
pagni-Ludovisi a mezzo dell'avv. Vera ro- cembre i836 fu aggregato al comparti-
mano reclamò al congresso di Vienna la mento di Grosseto.
rapitagli sovranità di Piombino; in guisa Nel granducato di Toscana, ad ecce-
che se coll'articoloioo di quel trattato fa zione delle coste, lunghesso le quali sten-
convenuto neh8i5 che il suo priocipa- donsi le Maremme, pianure basse, palu-
tovenisse incorporato in sommo dominio dose, quasi deserte e malsane (migliora-
e sovranità al granducato di Toscana, vi te in notabile buona parte anche dal re-
fu anco la condizione che il principe Bon- gnante granduca, come dissi a'Iuoghi lo-
compagni-Ludovisi dovesse ricevere dal ro, e andrò riferendo in progresso del-
granduca una compensazione annua pei l'articolo), dal mare separate per mezzo
suoi beni allodiali e per le miniere dell'i- di colline di terra d'alluvione formate dal
sola dell'Elba, comprese le usine e saline, flusso e riflusso, e che hanno una super-
ovvero altrettanti fondi e somme di de- ficie di circa 33o leghe quadrate, il ri-
naro costituenti una rendita eguale; il che manente di questa ridente e feconda con-
ebbe effetto mercè d'una convenzione spe- trada gode di piacevole temperatura e sa-
ciale terminata nello stessoi8i 5 sotto la lubre, ed è montagnosa: la catena degli
garanzia imperiale , restando il titolo di A pennini penetrandovi al nord, riesce ai-
Prìncipi di Piombino a* Boncompagni- Test, dopo mandato nell'interno nume-
Ludovisi, che in Roma risiedono nel Pa- rose ramificazioni, tra le quali aprousi a-
lazzo Piombino (V .). Ecco poi come l'en- mene e fertili valli, e vi forma losparti-
comialo Coppi riporta l'operato del con- mento delle acque tra "baci ni del mar Tir-
gresso di Vienna sul principato di Piom- reno e del mare Adriatico: al ."apparten- 1
bino. Dichiarò che il principe Ludovi- gono la Serchia, che non fa che bagna-
si-Boncompagni conservasse per se e i re l'estremità nord-ovest; l'Arno, il fiu-
suoi legittimi successori tutte le proprie- me più importante, che traversala par-
tà che la sua famiglia possedeva in que- te settentrionale dall'est all'ovest; l'Ora -
sto principato, nell'isola dell'Elba e nel- broneal sud, ed Tevere all'est, che qua -
il
le sue dipendenze prima dell'occupazio- si subito penetra negli stati pontificii. Dal
ne francese del 1799 ; e che fosse inol- mare Adriatico dipeudono il Reno, il Se-
tre indennizzato dal granduca di Tosca- nio, il Montone e altri, i quali più non
na, per la supremazia concessagli e sovra- hanno in Toscana che le loro fonti. Al-
nità del principato di Piombino e sue di- l' est presentasi il rialto elevato e palu-
pendenze, di tutte le rendite che la sua doso d'Arezzo, notabile pel lago che n<
famiglia percepiva da'diritti di regalia pri- occupa il centro, e le cui acque scolano
ma del 1801. Dipoi il principe di Piombi- ad una volta nelF Arno al nord, per la
no cede tutti i suoi beni e diritti al gran- Chiana toscana, e nel Tevere al sud per
duca, e ne ritrasse la somma d'800,000 la Chiana romana. L'avv. Castellano nei
TOS TOS 45
suo Specchio geografico, chiama I1 Ar- le, e del sovescio o concime vegetale, per
no primo fiume della Toscana, il quale vincere la sterilità generale. Tutta volta vi
scaturisce dalla montagna di Falterona, sifanno raccolte ubertose e abbondanti,
e dopo un corso di 7 leghe volgesi al nord- poiché s varia tissimon'è il suolo e reso col-
ovest, e quindi verso Fireuze prende la le lavorazioni generalmente pingue; col-
direzione occidentale per gittarsi dopo tivandovisi particolarmente grano, raaiz,
Pisa nel Mediterraneo. Delle 55 leghe che granturco, patate, le piante leguminose
percorre, la metà è navigabile con zat- massime le fave e piselli, per non dire al-
un canale pratica-
tere e piccole barche : tro; il riso coltivasi nelle parti paludose.
to neli6o3 ne agevola il tragitto da Pi* I principali frutti e più abbondanti sono
sa a Livorno. Dice suo principale influen* l'uva, le olive, le raelaraucie, i limoni, i
Tuscum, e l'altro Mare Adriatico dal abitanti spiegano molta maestria e indu-
nome della loro possente colonia di Ha- stria iu certe occasioni, singolarmente nel-
dria della quale riparlai a Rovigo, nel-
ì
l'irrigazione delle loro terre. I ruscelli e
la provincia da'romani poi detta Trans- torrenti che scendono dagli Apenniui,do-
padana. E' la Toscana senza contraddi- po le grandi pioggie, trascinano seco mol-
zione una tra le più belle parti dell' I- ta fanghiglia e arena, che colmandone i
talia (F.), venendo chiamata Firenze il letti, cagionano inondazioni e danno ori-
tili pianure amene sorgono talvolta ari- vitano l'uicon veniente per via di dighe e
de e tristi monlagne.U terreno di alluvio- incassature ingegnosissime. L'orticoltura
ne onde il suolo toscano si forma, osser- e giardinaggio souo praticati a perfezione
va il Castellano, poco risponderebbe alla mediante l'artificiale irrigamento,ed han-
coltura senza l'operosa industria de' co- no luogo ne' chiusi ricinti copiosi agru-
loni, che si valgono del concimo anima- mi, ed uua quantità prodigiosa di fiori di
46 TOS TOS
tulle le specie, singolarmente a Firenze, verse specie di tante acque converrebbe
onde si fa traflico in qualunque stagione. fare un lunghissimo elenco, come nume-
Sonovi buoni pascoli sulle sponde de'fiu- rosi sono gli scrittori che le analizzarono
ini e nelle Maremme: il numero de'ca- e celebrarono a vantaggio della sofferen-
valli, pecore e bestie cornute è assai con- te umanità. Mi limito dunque a ricorda-
siderabile, onde se n' esporla nelle altre re che l'egregia opera del benemerito Re-
parli d'Italia quantità grande. 1 cavalli petti, di tulle le acque minerali e termali
ine grosso mediante l'importazione rego- chezze per il paese, ed è riconosciuto nel
lare di bestie svizzere; la lana delle pe- commercio perla migliore qualità che si
valli ; ed un numero copiosissimo di buoi mata, e per andare ad unire le sue acquo
e maiali si traggono dal Casentino, i cui a quelle dell' A mone, olfresi un impor-
monti somministrano pure ottima e sva- tante e grazioso spettacelo, che dilettan-
riata selvaggina. I dintorni di Pisa, sino do gradevolmente la vista desta l'interes-
dalla metà del secolo XVII, posseggono se de'riguardanti. Fatta copiosa la Buia
ima mandria di cammelli. Non è la To- dalle acque dell' A mone, e resa perciò più
scana ricchissima nelle miniere di metal- orgogliosa e rapida, muta spumante le
li, però vi si trova del rame, del piombo onde con istrepitoso declivio, e sbocca a
e del mercurio, già avendo celebrato l'i- traverso un selvoso in parte nudo ine-
sola dell'Elba per le sue famose minie- gualmente scosceso masso, in cui improv*
re di ferro. Gli A pennini danno cave no- visamente rompendo djvidesi in più brac-
tevolissime di marmo, alabastro, cristal- cia, che romoreggiando precipitano fra
lo di rocca e salgemma; come anche pie- gli annosi tronchi e gli scogli acuminati.
Ire calcaree, arenarie, ed una specie di Queste ripetute cascatesi hanno foggia-
macigno detto pietraforte, che adoperasi to altrettanti cavi bacini, che cadenti ac-
ne'migliori toscani edifìzi. Meritano spe- cogliendole in seno, ad altri nuovi sotto-
ciale menzione le così dette pietre Paesi- stanti più larghe le versano con sempre
ne, veramente singolari, poiché e natu- leggiadre e sempre scherzevoli pompe ove
ralmente nella loro superficie presenta- perpendicolari, ove serpeggianti, ove a
nosvariali quadri rappresentanti vedule ventaglio scorrenti. Che se il sole inve-
campestri, paesetli, castelli diruti, caso- ste co' raggi que' voluminosi fiocchi suo-
lari, bufère ed altre cose curiose a veder- nanti, sorprendente è la meraviglia per
si. Parte importantissima delle produzio- le iridi molteplici e vivissime, mentre le
ni naturali del suolo toscano sono le mol- onde ripercosse da slanci impetuosi, e
te e svariate acque minerali e termali, sollevati gli spruzzi in minutissime stille,
delle quali è largamente fornito, edica- quasi a riverbero delle iridi maggiori, ne
cissimea moltissime infermità, anche cro- creano infinite movibili, che salgono, di-
niche, per le quali hanno meritamente scendono, s'incrociano, si modificano a
acquistalo fama principalmente gli stabi- mille guise, presentando indicibili acci-
limenti di Cascia IMI, Chianciano e Mon- deuti all'occhici ucantato del paesista, che
tecatini. A voler nominare soltanto le di- a traverso di tante vivacità di colori ve-
T O S TOS 47
de nell'inverno masse di gelo vestir for-
le to ingrata a quelli che hanno dimorato
ine diverse, tutte nuove, bizzarre e so- in Roma, dove la pronunzia è d'una dol-
lide. Così nnche la Toscana vanta la sua cezza notabile, sicché ne provenne l'an-
cascata di acque,in quella deliziosa di Val- tico 'ecomune detto: lingua toscana in
bora, circondata da austera maestà na- bocca romana, per significare la purez-
turale. Fra le manifatture della Toscana, za eia grazia insieme congiunte alla mae-
Firenze somministra lavori di stucco, mar- stàdella pronuncia. Idioma che un moder-
mo e alabastro, bellissimi musaici in pie- no qualificò bellissimo sopra tutti, e che
tra dura, lavori di metalloe incera, galloni fu maestro al mondo di sapienza e di civil-
d'oro e d'argento fini e falsi, tabacco, sete- tà; e rilevando che i toscani sono maestri
rie rinomate, taffetà, raso, drappi lisci e o- della lingua domestica. Dell'origine e
perati, ombrelle, calzette, alcuue stoffe di grandi pregi della Lingua italiana o tosca-
lana, begli arazzi, cappelli di paglia stimati na o volgare, ne riparlai a Scrittura, nel
i migliori d'Europa, utensili di ferro, ool- *vol. LXXI, p. 1 3 i , e altrove, celebrando
triaratorii, vasi particolari d'argilla, con- i siciliani e i toscani benemeriti della me-
fetture, birra, fiori finti, vetri, saponi, car- desima, ed eziandio a Teatro pei soave
rozze, essenze, liquori, finissime porcel- uso che ne fa la Musica profana ; come-
lane e altro. Lucca fa grande commercio che eminentemente adorna di bellezze e
d'olio squisito, e produce manifatture ec- ricchezze, armonia e maestà, forza ed e-
cellenti d'ogni sorte di tessuti di lana, co- spressione. Egualmente notai a'suoi luo-
tone e seta. Pisa, già principale emporio ghi, quanto la Crusca, che in Firenze si
italico del Mediterraneo, ha i suoi pro- attribuì il sacerdozio della patria lingua,
dotti, così Siena e le altre illustri città e fusempre e anco attualmente intenta (per
luoghi della regione. Livorno sommini- quanto riportai nel voi. LX1II, p. 8) al- 1
canapa, tela da vele, olio, vini, lavori d'a- vrane bellezze del nativo e nobilisimo i-
labastro, formaggio, ferro, pelli ec. I to- dioma, per correr dietro pusillanimi e
scani generalmente sono ben fatti e tra sbrigliati a'vocaboli stranieri ed a' fran-
tutti gl'italiani notabili per la dolcezza del cesumi, in che si delizia 1' età moderna;
tratto, la civiltà delle maniere, la fran- contribuendo con tal vituperio al quoti-
chezza mista a innata urbanità; sono al- diano decadimento di nostra favella, po-
tresì industriosi e di sottile ingegno; atti nendo così in non cale la maggior gloria
economi e sobrii. Le
agli affari, accorti, che la nemica fortuna non potè rapirci,
donne sono belle e bene educate, di modi e distruggendo quasi il solo monumento
gentilissimi. EinToscaoa,e singolarmen- che ancora rimane in piedi dell' antica
te in Siena con maggior grazia ed elegan- nostra grandezza, e tutto questo mentre
za, che parlasi più puramente la sonora con aperta contraddizione ci vantiamo
e soave lingua italiana, la più armonio- italianissimi. La Toscana conserva l'an-
sa delle lingue; ma un accento uaturale tico suo splendore, poiché le lettere, le
ciascun ramo dell'umano sapere, e la lo- scana, terra feracissima in ogni tempo di
ro mano ingegnosa seppe vivamente ani- grandi ingegni, cosicché egli è forse im-
mare i sassi e le tele. I famosi Orti Ru- possibile di trovare in tutta la superficie
cellai servirono di modello alle letterarie del globo un egual tratto di paese che ne
adunanze, e la prima scintilla di quella abbia mai generato altrettanti. Il che so-
vivida luce, che dilatossi poi con inestin- prattutto si avvera di quell'età, di cui
guibilifiamme, balenò dalle sue antiche ora discorriamo, che fu la prima delle ri-
accademie del Cimento e della Crusca. nate lettere, giacché dove mai troveran-
Ben a ragione la Civiltà cattolica, i* se- nosi tanti e sì illustri intelletti quali e
rie, 1. 1
1 , p. 4^6, nel dare erudita contez- quanti ne partorì la sola Toscana in que'
za di Tre scritti inediti e Intorno alcu- suoi secoli d'oro, che furono il secolo di
ne opere, di Leonardo Pisano matema- Dante Lorenzo il Magnifico e
e quel di
tico del secolo XIII, scritti e notizie pub- di Michelangelo? Ora queste condizioni
blicati dopo dotte e indefesse indagini dal di tempo e di patria che accompagnaro-
eh. linceo d. Baldassarre Boncompagni- no il risorgimento delle lettere, delle arti
Ludovisi de'principi Piombino, si e-
di e d'ogni più amena coltura, furono vere
spresse come segue. » Quel risorgimento eziandio delle scienze naturali giunte og-
delle lettere e d' ogni arte bella che ap- gidì a sì mirabili progressi, e di quella in
parve sì splendido nella seconda mela del ispecie che tra esse è la più elevata e se-
quattrocento e toccò poscia nel cinque- vera, voglio dire della matematica. An-
cento suo pieno meriggio, ebbe se ben
il ch'esse videro la prima luce della loro au-
si guarda la sua aurora fino a due otre rora nella nostra ftaTiae principalmen-
secoli innanzi tra quelle ombre di tene- te in Toscana, e benché non pigliassero
brosa ignoranza; in cui si suole rappre- grande splendore se non nel secolo XVI f
sentare avvolta Petà di mezzo. Già se ne da Galileo e dalla sua celebre scuola, pur
veggono primi albori in sullo scorcio del
i cominciarono fin dal secolo XIII ad al-
XII secolo, quali splendono poi nel XIII
i beggiare e a crescere rompendo la folta
assaipiù chiari, e vanno quindi vieppiù notte in che erano giaciute per tanti se-
si
e dignità ecclesiastiche, come narrai pre- zioni di rare medaglie e altri cimelii, di
sarebbe sufficiente un grosso volume. Gli nell'architettura, sia nella scultura, sia
ordini religiosi ch'ebbero dilla iti Tosca- nella pittura e in ogni genere d'ornato.
na, furono seminari di santità, dottrina Nella Toscana si ammirano in gran nu-
e virtù, e molti lo sono ancora; come le mero magnifiche chiese, sontuosi palazzi
congregazioni de' Camaldolesi Eremiti e altri edilizi, oltre i teatri. Molte chiese
e Monaci, de Vallombrosani, degli O- potino dirsi musei e pinacoteche, princi-
livetani, de' Canonici regolari, de Giro- palmente in Firenze, illustratedal p.Giu-
lamini, de' Chierici regolari della Ma- seppeRicha gesuita, Notizie (sieriche del-
dre, di Dio, dell'ordine òq Servi di Ma- le chiese fiorentine. Tutte le arti del di-
ria, e di altri de'quali pure feci articoli, segno fioriscono nella Toscana, che pos-
come de'toscani fondatori di altri ordini siede pure notabili stabilimenti tipogra-
e congregazioni religiose, ed eziandio de' fici. Bernardo e Domenico Cennini furo-
non più esistenti, come de' Girolamini no i primi che stampassero libri in Firen-
r
eremiti di Fiesole (/ .). Anche il sesso ze; e il loro Virgilio col commentario di
femminile vanta in Toscana molte beate Servio ha la data del i47 2 Poco dopo -
e sante, secolari e religiose. Nel bel pae- fr. Domenico da Pistoia e fr. Pietro da
se vi sono quasi tutti gli ordini regolari Pisa domenicani, che assistevano le reli-
di uomini e di donne, e possiede parec- giose del loro istituto del monastero det-
chi santuari, di cui parlai a' loro luoghi. to di s. Jacopo di Ripoli, introdussero nel-
Il Riccardi nella Storia de' santuari pili la casa di loro abitazione l'arte tipogra-
s. Maria de'Mi-
celebri , tratta di quelli di fica, che si faceva a spèse di tali mona-
racoli a Lucca, di Maria dell'Umiltà e
s. che. In principio stamparono piccole cose
del Letto a Pistoia, di s. Maria delle Car- e una Grammatica del Donato fu forse
ceri a Prato,di s. Maria Annunziata a Fi- la 1 .'Tra la fine del 1 476 e principio del
il
renze, di s. Maria di Monte Nero presso seguente anno stampò la Vita di s. Ca-
si
crudi tor um, n' era il correttore. Ad istan- 1841 a 1,489,980, Trovo poi nella sta-
za di esso fu data mano alla stampa del- tistica del i853, che nel [852 gli abitan-
761,140. Laonde in un solo anno essa vò alla cifra di 7 milioni di lire. L'assegna-
aumentò di 25,363. Se un tale risulta- mento fissa al sovrano, che in altri paesi
to di crescente popolazione per lungo dicesi listacivile, èdi 2 milioni e 764,000
correr d' anni andasse avverandosi con lire. Il ministero degli esteri cou 3 lega-
questa misura, eccederebbe senza al- zioni a Roma, a Vienna e a Parigi, e 24
cun dubbio la media di molli paesi fio- consolati in altrettante città marittime,
renti per abbondanza di suolo e per este- ebbe un dispendio di 276,400 lire. 11 Mo-
si commercii. La popolazione stessa di- nitore Toscano pubblicò un real decreto,
stintane'due sessi, ascendeva iti detta ul- secondo il quale il bilancio preventivo del-
tima epoca, gli uomini 897,939, le don- l'entrate e delle spese generali dello stato
ne 863, 20 distinta nelle religioni, cat-
1 : i pel [856 resta determinato nelle somme
tolici sommavano 1,731,690, gli etero- qui appresso: entrate 37, 7 i6,4oo;s^e- lire
dossi 2o38, gli ebrei 74» 2. Fra'cattoli- se lire 37,728, 00. La pubblica istruzio-
1
imponendo l'obbligo del reclutamento a della sua guardia, die il torto così mar-
tutti giovani, compiuto che abbiano il
i ciò a questi, che incontanente li disciolse
loroig.mo anno di età; dà liceuza però a e esiliò di Toscana. Né si parlò più di trup-
ciascuno di sostituire a se stesso un cam- pa in Toscana fino all'epoca del gover-
bio,purché sia di specchiata condotta mo- no Napoleonico, e la memoria spaventosa
rale e politica, e venga guarentito dal so- delle coscrizioni francesi dura ancora ne-
stituente: gli ebrei vengono esclusi dal ser- gli animi del popolo delle campagne, ch'è
vizio militare personale, ma debbono pe- nemico del mestiere delle armi e talmente
rò sostituire un cambio per ciascuno di restìo al servigio militare, che a qualun-
essi a proprie spese. La durata della ca- que più grave sogrifìcio andrebbe incon-
pitolazione, ossia del servizio obbligato- tro, anziché a, prestarsi volonteroso co-
rio, è di 8 anni; ed un decreto posteriore me in altri paesi al reclutamento; ma la
stabilì per detto anno il contingente mi- tutela dell'ordine pubblico e l' indipen-
litare ini5oo uomini, estratto fra tulli i denza dello stato lo esigono. 11 /Monitore
compresi mediante estrazione a sorte.
, Toscano pubblicò poi il decreto graudu-
Sembra che il quadro delle truppe tosca- calede'2 febbraio 856,col quale si ordinò
1
di oltre a 2000 uomini. La fanteria di li- ne del codice penale militare, e della leg-
nea è divisa in 8 battaglioni, che som- ge che costituisce la compagnia di casti-
rito militare. Dopo che pubblicai i vo- senz'aldina spesa,alla nobiltà della città
lumi in cui potevano aver luogo le se- cui appartiene, o più prossima al luogo
guenti istituzioni, esse ebbero effetto per di sua origine, e questa nobiltà sarà per
decreti del regnante granduca Leopoldo conseguenza ereditaria. 9.°! sotto-uffiziali
a
11, e qui vi supplisco. Decorazione d'an- e soldati insigniti della decorazione di 3.
zianità. Fu istituita a' 19 dicembre i85o classe avranno diritto ad un'altra paga
per gli uffiziali di qualunque grado delle 100 all'anno, e ne godranno finché
di lire
reali truppe toscane, conseguibile dopo non pervengano al grado duffiziali. Ri-
compiti 3o anni di non interrotto servi- formati per età o per salute, mentre ne
zio. Contemporaneamente fu determina- sono ancora al possesso, la conserveran-
ta altra decorazione simile con leggenda no vita durante, senza pregiudizio del sol-
diversa, da potersi conferire senz' alcun do di ritiro a cui avessero titolo secondo
riflesso all' anzianità, a tutti quegli uffi- i regolamenti. ro.°La decorazione dell'or-
ziali che per qualche speciale o segnalata dine consiste in una croce a 5 spicchi ,
azione si fossero resi benemeriti dello sta- riuniti ad uno scudo di forma circolare,
to. Dipoi il granduca volendo ampliare avente sul diritto la cifra: L. II, con at-
quel mezzo di onorifica rimunerazione, torno l'epigrafe: Merito Militare. Sul ro-
onde essere in grado di poter premiare a- vescio l'indicazione dell'anno dell'istitu-
a n
dequatamenle, secondo le circostanze, co- zione 1 853. Le decorazioni di i. e 2. clas«
°
TOS TOS 53
se, distinte per grandezza, saranno legate sente decreto, in quella classe che sarà de-
corona reale me- terminata dal sovrano grati maestro. 2 1.°
in oro, colla dell'isteSso
a
tallo. Le decorazioni di 3. classe avran- Le medaglie di merito militare, istituite
no la legatura e la corona di argento. con decreto de' 9 maggio 84 ,già confe-
1 1 1
1 1.° La croce dovrà tenersi appesa con rite o che verranno conferite in appresso,
nastro rosso e nero; per la larghezza e di- saranno portate al nastro prescritto ne'
stribuzione de'colori conforme a'modelli cavalieri di 3." classe del nuovoordine.il
contemporanea mente approvati. i2.°l ca- Monitore Toscano quindi, riportato dal
valieri di redasse porteranno la croce ap- n.°j6de\Giornale diRoma i85hdescv\se
pesa pendente sul petto. Quelli di
al collo la solenne inaugurazione del nuovo ordine
a a
2. e3. classe la porteranno sulla parte si- equestre del Merito militare istituito dal
nistra del petto. 1 3/Nel caso di morte d'un granduca Leopoldo II e da lui eseguita a'
cavaliere dell'ordine, gli eredi del medesi- 26 marzo in Firenze nel regio palazzo di
mo saranno tenuti di rimettere al ministe- residenza, nella sala detta delle Nicchie,
ro della guerra la decorazione. i4.°Gli af- con quel decoro che si conveniva alla cir-
fari dell', ordine saranno trattati nel mi- costanza. Solo accennerò, che assistero-
nistero della guerra. Il ministro segreta- no alla ceremonia i priori, bali e cavalieri
rio di slato pel dipartimento della guer- di s. Stefano I, ed i grancroci, commen-
ra sarà gran cancelliere dell'ordine, an-
il datori e cavalieri di quello del Merito di
che quando non abbia grado militare, e s. Giuseppe. Il granduca portando al collo
non possa perciò essere insignito della de- la decorazione del nuovo ordine si assise
corazione. i5.° La consegna della deco- sotto il trono, avente alla sua destra sul
razione dell'ordine all'insignito si farà o il suo figlio l'arciduca
ripiano di quello
direttamente dal sovrano gran maestro, Ferdinando gran principe ereditario, ed
ove e come piace al medesimo, o per mez- accanto al trono le cariche di corte e i mi-
zo d'un suo delegato; ed in questo 2. caso nistri segretari di stato. Il ministro gran-
si farà avanti la truppa riunita sotto lear- cancelliere in nome sovrano annunziò a'
tni, colle fot me che sa ranno slabi lite. 1 G.° candidati che venivano ammessi a riceve-
1 forestieri che verranno insigniti dell'or- re dalle mani del gran maestro la deco-
dine saranno dispensati da ogni formalità razione dell'ordine, al quale egli erasi de-
e riceveranno la decorazione e il diploma gnato nominarli i primi, volendo che quel
pel canale del mini stero della guerra. 1 7. segno di onore fosse per essi testimonian-
gl'insigniti potranno essere privati della za insieme della loro fedeltà e buoni ser-
decorazione nel caso che se ne rendesse- vigi, e maggiore incitamentoa sempre più
ro indegni con una condotta disdicevole meritare del principe e del paese per sen-
al loro grado, e contraria al loro dove- timenti ed opere di virtù, illustrando l'or-
re. 1 8.°Le determinazioni in tal propo- dine di cui entravano a far parte, giusti-
sito emanano dal sovrano gran maestro ficando l'onorificenza conseguita, e facen-
dietro ie preventive circostanziale infor- dosi esempio degno di un'emulazione a
mazioni del gran cancelliere dell'ordine. tulli coloro che seguono la nobil carrie-
i q.° Le disposizioni del sovrano decreto ra dell'armi. Alle quali parole il generale
de' 19 dicembre i85o, in quanto concer- maggiore cav. Federico Ferrari da Gra-
nono l'istituzione della decorazione, Fe- do in nome di tulli canditati convenien- i
deltà e Valore, restano revocate. 20. temente rispose con forinola di solenne
Tutti coloro che avranno già ottenuta la promessa che divenne normale per tutti
decorazione anzidetta , riceveranno in i nuovi insigniti. Dopo di che ciascuno de'
cambio la decorazione dell'ordine del Me- candidati accompagnali al trono da'cava-
rito militare, nuovamente fondato col pre- valieri di §, Stefano e di s. Giuseppe, ri-
54 TOS xo s
ceverono dal granduca con benigne pa- nel paese nuove industrie, promuovendo
role la decorazione; la fuuzionefu chiusa o migliorando quelle che esistono o in ,
con decreto dato in Firenze a'2 giugno i alla pubblica riconoscenza. 6.° I decorati
i852 , e riprodotto a p. 5ao del Gior- di 1/ classe riceveranno da noi insieme
nale di Roma \ 852, dichiarò. Che consi- colla decorazione un diploma che attesti
classi della decorazione. 11 distintivo della scovati, ed tre ad essi uniti, i seguenti.
i
I." classe consisterà nella corona reale so- Arezzo, Cortona Montalcino Monte , ,
vrapposta alla medaglia, mentre che quel- Pulciano, tutti immediatamente soggetti
a
la di 2. classe terminerà con un gam- alla s.Sede. Lo erano pure Pescia e Vol-
bo lavorato a foggia di foglie di quercia. terra, ma il regnante Pio IX le dichiarò
4°La decorazione potrà essere portata al- suffraga tiee della metropolitana di Pisa
l'occhiello dell'abito appesa ad un nastro nel 855. Colle, s. Miniato, Pistoia unito
1
di due colori bianco e rosso a più righe a Prato , Fiesole , Borgo s. Sepolcro ,
minute: ma è inibito di far uso del nastro Modigliana, tutti suffragane! della metro-
senza la decorazione. 5.° La decorazione politana di Firenze. Grosseto, Chiusi u-
non si domanda, ma si accorda ultronea- nito a Pienza, Massa Marittima, Soa-
mente dal sovrano sia al seguilo delle pub- ria unito a Pi tigliano, tutti suffragarti
bliche esposizioni di prodotti industriali, della metropolitana di Siena. Livorno,
sia in altre circostanze che facciano palese Pontrcmoli, Massa di Carrara, già tut-
il merito del soggeUo, che introducendo ti sulh aganei della metropolitana di Pi-
T OS TO S 5j
sa, ma nell' odierno arcivescovato del della proposizione concistoriale per V o-
caidinal Cosimo de Corsi fiorentiuo, a' dierno suoi. "vescovo mg.' Mario Melini
19 dicembre 1 853 traslatovi da Jesi, di Monlalcino, già canonico della catte-
nel formarsi la provincia ecclesiastica di drale di Pienza e rettore del suo semina-
Modena (co' suoi vescovati già suffraga- rio, pro-vicario generale di quella dioce-
ne! di Bologna, ed a questa vennero in si,preconizzato nel concistoro de' 9 di- 1
vece assegnate per suilraganee le sedi ve- cembre 1 853, siccome ornalo di que'pi e-
Faenza, ora suffraga-
scovili di Forlì e di gi riferiti dal Papa nella della proposi-
nee della metropolitana di Ravenna, il ùoaeMod\f>\ÌBaa(Mutilan) ) Mutilianiimi
che però avrà effetto alla vacanza ili que- Castrimi Mutilimi seu Mutillium, nella
sta ultima metropolitana) e questa sede valle e presso il torrente o fiumana Mar-
eretta in metropolitana nel 1 855, per zeno, piccola e nobile città con residenza
quanto dichiarai nel vol.LXXVH, p. 273 vescovile della Romagnad Granducale nel-
(dicendo pure dell' ordine equestre di s. la Toscana; perciò la diocesi forgiata ap-
Con tardo d'Este,istituito dal regnante du- parteneva col territorio a quelle di For-
ca di Modena Francesco V ), le fu assog- lì, Faenza, Bertinoro e Sarsina unite, men-
gettala la sede vescovile di Massa di Car- tre Modigliana propriamente era nella
rara, anco perchè la etile fa al presente diocesi di Faenza, già terra cospicua con
pai le di quel ducato: in vece a Pisa fu- sovrastante castello, dov'ebbe sede il i.°
rono soltoposte le suddette sedi di Pescia stipite de'celebri conti Guidi, di cui par-
e /"o/terra. Quanto a Pontremoli, come lai in tanti luoghi. Modigliana è lontana
notai in principio, forma ora parte del du- q miglia da Faenza ei5 da Forlì, in si-
tura di mia opera compendiosa esige, al- diviso in due quartieri, il i.°è la parte più
trimenti se dovessi descrivere come me- velusla del paese, denominala il Castel-
rita la celeberrima Toscana, sarebbe ar- lo, l'altro moderna chiamata
è la parte
dua egrave impresa non proporzionata il Borgo; ad ambedue si accede sul pon-
alla mia insufficienza. te triturrito che cavalca la fiumana del
Siccome Modigliana dal regnante Pa- Tramazzo. Nella parte antica o Castello
pa Pio IX fu eretta in sede vescovile a'^ trovasi il pretorio , che fu il palazzo dei
luglio i85o, colla bolla Ea quo licei im- conti Guidi, lo spedale fondato da'Rou-
merito quando già avea pubblicato da
,
coni nel 1 643, il monte di pietà aperto uel
qualche annoia lettera M, non avendo- 17 38 da Costanza Severoli, il collegio Ca-
ne fatto articolo, oia in breve ne farò cen- lasanzio e chiesa degli scolorii, che intro-
no, dovendo prima avvertire che da rag- dotti nel 1689 occupano il convento e la
guardevole persona fui indotto in errore chiesa de'domenicani. Nel Borgo poi esi-
nel dire la nuova sede, ne' voi. LUI, p. stono le fabbriche più decenti, alcuni con-
226, LXVI, 6o,suffraganea della me-
p. venti, vari stabilimenti pubblici e priva-
tropoli di Siena; qui ini correggo con qua- ti, e la cattedrale. Questa già collegiata e
lificarla invece suffraganea delia metro- pieve, è sagra a s. Stefano protomarlire,
politana di Firenze, e ciò con l'autorità buono edifìzio con battisteri©, e cura d'a-
5G TO S T O S
nime amministrata dal priore. D'antica impresa il motto: Pandi t Ttcr , ed alla
origine, fu riedificata nel secolo XV, e se- quale mi si fece l'onore di aggregarmi nel
condo il Repelli consagrata a'18 ottobre i845' anzi mi vanto appartenere anche
i5o6 da Papa Giulio II, che vi celebrò all'accademie toscane della Valle Tiberi-
la messa, dopo aver passato una notte in na, dell'Aretina, della Valdarnese di Mon-
Modigliana, quando si recò a Bologna per tevarchi, della Casentinese di Buonarro-
liberarla dal dominio de'Benti voglio, pre- ti, e degli Euteleti di s. Miniato, il che ri-
gante oratorio della Madonna del Canto- 1757, e finalmente con nuovi regolamen-
ne, antica e di vota chiesina. Il capitolo si tifu a piìi utile e più esteso scopo nel
compos* colle soppresse collegiate di s. 1795 destinata sotto gli auspicii del gran-
Stefano e di s. Bernardo, e si formò di 3 duca Ferdinando IH. Havvi inoltre nel-
dignità, lai. "delle quali è il detto priore, la città un piccolo teatro costruito nel
di io canonici compresi il teologo e il pe- 1794 dal cav. Bandita modiglianese, ed
nitenziere, di 6 beneficiati o mansionari, ora proprietà dell'accademia de' Sozofi-
e di altri preti e chierici addetti al servi- li. Vi è pure un'accademia filarmonica, e
zio divino. L'episcopio fu stabilito poco una cassa di risparmio. Modigliana conta
distante dalla cattedrale. Vi sono altre fra gliuomini di merito, autori d'opere
chiese, ma non parrocchiali, i cappuccini più o meno pregiate, 3 fratelli Fontana,
della Madonna della Pace sul monte Sion cioè il conte Agostino dottore nell'una e
r
con copiosa libreria e chiesa originata nel nell'altra legge, mg. Giovanni che fu ve-
1 56 1, un monastero di religiose per l'e- scovo di Cesena dove neh 7 16 mori, e il
ducazione delle donzelle, e gli altri ricor- p.Fulviogesuita. Anche il p. Pietro Cain-
dati pii istituti; quanto al seminario, di- padelli cappuccino fu autore d' una dis-
mo della popolazione. Fra le manifattu- Guido ebbe principio la sua casa, nipote è
re quella della seta va accrescendosi e mi- parente di quel principe, dal quale fu fat-
gliorandosi, pe'continui impulsi che rice- to contedi Modigliana nel 967. Il Repet-
vè, specialmente dalla cooperazione del ti invece ritiene, che autore più remoto
perspicace Giovanni Zauli nobile possi- della famiglia de'conti Guidi sia il ricor-
dente modiglianese; poiché non solo egli dato conte Teudegrimo I palatino di To«
fuili.°ùeli82 3 a introdurre inModiglia- scana,e che dal suo matrimonio colla con
na una filanda a vapore, ma ne andò per- tessa Ingeldrada nacquero il conte Guido
fezionando meccanismi in guisa, che nel
i maritalo a d. Gervisa, e Ranieri che fa
1 838 fece innalzar da'fondamenti in una diacono, e ne riporta le testimonianze.
sua vasta possessione suburbana un nuo- Mentre uel 967 etano in Classe di Raven-
vo edilìzio per uso d'altra filanda a va- na Ottone I e il Papa Giovanni XIII, l'ar-
pore e di bigattiera, illustrata dall'erudi- civescovo Pietro chiese loro giustizia con-
r
to modiglianese d. Fraucesco Verità. E- tro il diacono Ranieri, che poc' anzi era
siste ancora una fornace di terraglie in entrato armata mano a dilapidare il suo
Modigliana, dove si con lano molti artisti episcopio di Ravenna, dove arrestò e mi-
pittori d'ornato. Modigliana sembra che se in carcere il prelato, portando seco il
debba V etimologia del suo nome al Ca- tesoro della chiesa. Citato Piauieri a coai-
strimi Mutilum, rammentato da T. Li- parire avanti il tribunale e restando con-
vio, appartenente alla regione de'galli boi, tumace, fu prouunziata sentenza a favor
e lo conferma Muratori, che dichiarò Mu- di Pietro, e condannato alla restituzione
ti 'luminine Mutìliaiia^ vetustissimumop- di tutti i possessi e cose mobili tolte alla
pidum. Dopo gli avvenimenti de' romani, mensa Ravenna, sotto pena di 200 man-
di
narrati da Livio, la storia tace sino al de- cosi d'oro. Quindi il Repetti rigetta gli al-
clinar del IX Imperocché il .°do-
secolo. i tri racconti sull'origine e principio di si-
cu mento relativo alla corte di Modigliana gnoria su Modigliana de'conti Guidi. Con-
nel territorio faentino trovasi in una car- viene che la loro discendenza crebbe e si
Guerra IV deh i45, qualificato per il più conte Guido Guerra VI costituì il ramo
polente signore della Toscana; e quale de'eonli di Modigliana e di Poppi, detto
confederato co'sanesi e lucchesi, neh 1^6 questi di Battifolle, mercè due figli avuti
respinse le masnade de'fiorenlini intente da Giovanna de'marchesi Palla vicini,cioè
ad assalirlo nel suo castello di s. Croce. Il il conte Guido Novello e il. conte Simone,
di lui figlio Guido Guerra V nel 1 1 85 a'quali Federico II nel 1247 spedì u,ì di-
contado. Pare che nel 1 1 9 1 allo stesso conte di Porciano, che possederono indivisi an*
l'imperatore Enrico VI concedesse l'ono- che Monte Varchi, Monte Murlo ed Em-
rifico privilegio, col quale a lui e suoi e- poli, che dopo il 12 54 alienarono alla re-
redi furono confermali in feudo molti ca- pubblica fiorentina. Uno di essi ebbe a
stelli, paesi e villaggi sparsi per la Roma- figlioMarcualdo di Dovadola, che fu uno
gna e per tutta la Toscana, nominando de' campioni della parte guelfa mentre ,
peh.°, come degli altri maggiore, Muti- Guido Novello di Modigliana fu seguace
liaiìimi cimi rocca et castello et cum to- dell'opposto partito. Questi nel 12 52 alla
ta cìirte ejusdem. Nel ?g5 Guido Guer- 1 testa de'ghibellini assalì il castel di Figli-
ra V T 11 novembre comparve fra' ma- ne, e nel 1 253 stando
Bagno in Ilo- presso
gnati al congresso del Borgo s. Genesio, magna, fece quietanza di Poppi col fra-
per aderire alla lega guelfa de'comuni e tello Simone e co'nipoli; indi dal 26 al 1 1
dinasti della Toscana seguaci di quel par- 1266 governò la Toscana qual vicario di
tilo, coutro la fazione de'ghibellini. Nel- re Manfredi capoparte ghibellino, e nel-
lo stesso anno si vuole che il conte si das- l'anno precedente comandò l'esercito sa
se in accomandigia col suo castello e ter- nese contro fiorentini a Colle di Val d'El-
i
ritorio di Modigliana al comunedi Faen- sa. Laonde avendo poi i fiorentini supe-
za. Non crede certo il Repetti l'aneddo- rati i fulminarono un bando
ghibellini ,
to della bella e virtuosa Gnaldrada, che nel 268 contro Guido. Novello di Modi-
1
poi fu sposa di Guido conte di Poppi, da gliana, Simone di Poppi, ed i loro figlie
altri creduto figlio di Guido Guerra V, e nipoti. Avanti quest'epoca e nel 1258 si
sposato la sorella di Pietro Tra versali di poco dopo questi fecero concordia con
Ravenna, dal qual matrimonio nacquero Faenza pe'castelli di Modigliana, Ceppe-
5 figli maschi. Nel 1220 il conte Guido rano e Pietra Mora. Neli270 seguì una
Guerra VI signore di Modigliana, insie- capitolazione fra' comuni di Forlì e Mo-
me agli altri 4 suoi fratelli ottenne un , digliana, a nome della quale si sottoscris-
diploma dall' imperatore Federico li, in sero fratelli Guido Novello e Simone, e
i
conferma di quanto il padre suo avea con- Teudegrimo di Porciano loro zio. Dal con-
TOS TOS 59
te Bandi no di Guido Novello nacquero deie dalla borsa di quello di Castrocavo
Giovanni e Francesco che nel 35o furo- i Dopo il concordato del i445, che dichia-
no ricevuti in accomandigia da Firenze, rò Modigliana col suo territorio distret-
col castello di Modigliana e con tutto il re- tuale del dominio fiorentino, il paese con-
stante del loro dominio. Accesasi la guer- tinuò a reggersi nella forma accennata si-
ra tra il Papa Gregorio XI e fiorentini, i no ah 5i 1, nel capitanalo di Gastrocaro
Modigliana essendosi posta in libertà, con essendo compresa la podesteria di Modi-
cacciare conti Guidi che alquanto la ti-
i gliana. E siccome fu ordinato che gli no
ranneggiavano, dopo aver patito le armi mini del capitanato fossero obbligati di
inglesi collegate col Papa, si die col suo pagaie all'ospedale degl'Innocenti di Fi-
distretto alla repubblica fiorentina con renze un aumento sulle condanne detto
atto de'2 agosto 1377: la signoria ne ac- caposoldo, modiglianesi reclamarono
i se -
nunzio al suono della campana del palaz- signoria di Firenze staccò la podesteria
zo di essa. Fra' capitoli della convenzio- di Modigliana da detto capitanato, dalla
ne, la signoria a meglio assicurare la li- quale epoca in poi il podestà ottenne fa-
bertà de'modiglianesi, stabili che ogni 6 coltà di giudicare nelle cause miste e cri-
mesi alla presenza del sindaco deputalo minali. Divenuto duca di Firenze Ales-
dal consiglio generale di Modigliana, sa- sandro de Medici, la comune di Modiglia-
rebbe estratto dalle borse dei cittadini ua lo supplicò a confermarle le antiche
guelfi fiorentini destinati a castellani di capitolazioni, e specialmente quelle rela-
i.°grado ne'forlilizi del suo contado, un tive alla podesteria separata dui capitana
la rocca, con istipendio da pagarsi dagli criminale e jmista, e fu esaudita nel 1 536.
abitanti. La signoria di Firenze approvò Tali privilegi subirono una leggera mo
gli statuti di Modigliana nel 1377 e nel dificazione nel \5^i d'ordine Cosimo
di
1 386; e poscia a istanza del comune fu- I, pe'delitti più gravi, il cui giudizio do
rono riformati neli44^> a motivo d'esser vesse spettare al capitano di Castrocaro,
stato il paese occupalo poc'anzi dalle sol- confermarono successori. Finché
ciò che i
datesche del duca di Milano e da altri ne- avendo nel 1772 Leopoldo deliberato I
Co TOS TOS
toposlo al commissario della Rocca s. Ca- di del clero. 4»° Di un'associazione di lut-
suario, e pe'giudizi criminali e cause civi- to l'Episcopato toscano per diffondere i
li a quel tribunale di 1/ istanza. Nel se- buoni libri in opposizione aitanti avversi
guente anno il regnante granduca onorò alla religione che si stampano o s'intro-
Modigliana col titolo di città nobile, col- ducono dall' estero nelle diocesi toscane.
la speranza di presto adempiere i voti de- 5.° Dell'uniformità da tenersi nell'adu-
gli abitanti per l'erezione del seggio ve- nanze de'sinodi provinciali, che avranno
scovile, come fu effettuato. Ogni nuovo luogo in breve. 6.° Di un metodo genera-
vescovo fu lassato ne' libri della camera le di conferenze del clero sulle materie
apostolica io fiorini 44^> e P er mensa fu- morali, come pure delle conferenze di spi -
rono assegnati 23oo scudi. La diocesi è rito tanto pe'sacerdoti che pe'chierici. 7.
sufficientemente grande, e comprende i Della più. frequente e più eslesa istruzio-
luoghi e le parrocchie esistenti in Tosca- ne del popolo per mezzo de'catechismi. Lo
na, e già appartenenti a'vescovi di Faen- stesso Giornale aggiunge, che vescovi i
così a Pistoia del suo.Per quanto dissi cacemente, che dal di fuori non siano por-
a Sinodo, nel 1849 anche l'episcopato to- tati e spaisi libri tra il popolo, i quali ne
scano determinò di tornare a radunarli, corrompano costume, e ne scemino o
il
provinciali e diocesani. Peli. "l'arci vesco- guastino la religione. Fu concluso poi quel
vo di Pisa annunziò con lettere pastora- concordato preparatorio d'altro più com-
li al suo clero
la convocazioue dell'eccle- pleto e definitivo, fra la Toscana e la san-
siastica assemblea, ordinando a tutti i fe- ta Sede, di cui ragionerò verso il fine di
deli di sua arcidiocesi preghiere a Dio pa- questo articolo in due luoghi. Nel 1 85
dre de'lumi e guida della Chiesa, perchè a'28 ottobre il regnante Leopoldo 11 con
diriga le menti e il cuore degli ecclesia- decreto pubblicalo dal Monitore Tosca-
stici a verità e virtù. Nel gennaio i85o co- no, ricompose le università toscane in gui-
minciarono in Firenze le conferenze epi- sa che offrono un solo e uniforme sistema
scopali della Toscana, alle quali interven- d'insegnam.ento, e provvedendo non tan-
nero i 4 arcivescovi del granducato, ed i to a'ragionevoli risparmi di varie ammi-
vescovi della provincia ecclesiastica di Fi- nistrazioni, quanto ad una più equa ripar-
renze. Nelle congregazioni degli arcivesco- tizione di studi, facendo tacere quegl in-
vi e vescovi della Toscana tenute in Fi* segnamenti, che oltre ad essere prematu-
renze nel detto mese, riferisce il Giorna- ri nei tirocinio accademico, o inopportu-
le di Roma a p. 1 06, che in esse vennero ni , sopraccaricavano i giovani di lezioni
parte discussi immediatamente e parte accessorie,e rendevano meno rapido e meo
fissati pe'concilii provinciali del grandu- sicuro il loro progresso nelle più essenzia-
cato seguenti articoli. 1 ,°Del bisognod'ar-
i li discipline. Pertanto dichiarò il grandu-
monia fra'due poteri. i.° Della necessità ca, due università di Pisa e
che le di Sie-
di ravvivare la disciplina del clero, e sta- na formassero una sola generale e com-
bilire a tal uopo congregazioni perma- pleta università, distribuita nelle facoltà
nenti de'più distinti ecclesiastici. 3.° Del- che notai ne'due articoli. Sinché nelle due
la uniformità e miglioramento degli slu- città uon sia ordinato un liceo, si stabilì
T O S TO S 61
di mantenere in Pisa (V Atene della To- se qual principio savissimo e fondamen-
scana) le lezioni delle istillile civili e cri- tale la dipendenza delle scuole tutte dai
minali per coloro che vogliono intrapren- vescovi, questi eccitarono con belle circo-
dere gli studi necessari onde abilitarsi al lari lo zelo e la vigilanza de'parrochi so-
notariato, agl'impieghi minori di giudi- pra di tutte le scuole della propria par-
catura, ed in genere a tutti quegl'impie- rocchia, sia perchè veglino sopra la scel-
ghi pe'quali siffatti studi si richiedono. Ed ta de'maestri e de'libri, sia perchè si oc-
in Siena, profittando ancora d'alcuni in- cupino da per loro stessi dell' istruzione
segnamenti del collegio Tolomei, si con- religiosa de'giovani, sia perchè informino
servarono e respettivamente istituirono le due volte all'anno impreteribilmente, e
cattedre necessarie all'anno preparatorio più spesso ove occorra, le curie vescovili
in tutte le facoltà, non che al corso degli sopra il buono o cattivo andamento delle
studi farmaceutici fino al 2. anno delle scuole nominate. K da augurarsi che que-
pratiche. Nell'università di Pisa si aboliro- sta pastorale vigilanza, esercitata con effi-
no le cattedre di filosofia del diritto, sto- cacia e senza intermissione, sia mezzo po-
ria e archeologia, lingua copta, sanscri- tente d'educare alla religione e alla fede,
ta ed elementi di lingua chinese, pedago- coll'aiuto d'un'istruzione appropriata al-
gia e metodologia , storia della filosofia , le diverse classi della società , le tenere
veterinaria, agraria e pastorizia; la catte- menti de* giovani toscani che a sì giusta
dra di storia del diritto fu intitolata sto- ragione formarono oggetto delle sollecitu-
ria del diritto romano: parimenti fu abo- dini del legislatore. Nel 1 853 si formò l'ar-
lita in Pisa la clinica ostetrica, la quale chivio centrale di stato, perciò interessa
però si fece sussistere nella scuola di com- di qui riportare il riferito dal Monitore
plemento e perfezionamento. In Siena ces- Toscano de'14 febbraio. I sovrani decre-
sarono le cattedre di geometria analitica ti che riunirono in un medesimo luogo i
legge sopra la pubblica istruzione, per la ta lode alla munificenza di Leopoldo II,
quale,ollre a due grandiosi licei che si apri- per avere provveduto che fossero degna-
rono in Firenze e Pisa, al culto delle let- mente conservate tante carte preziosissi-
tere greche, latine e italiane, ed alle di- me, e non più da' soli stranieri studiati
matematiche e filosofiche, in mol-
scipline que'docuuienti, da cui ponno soli tosca- i
Quindi sommariamente si discorre dal numero di coloro che ponno essere prio-
Moniloi e quante nuove ricchezze abbia ri. La carica del gonfaloniere dura \ an-
aggiunto a'ricchi archivi dello stato, cioè ui. Il consiglio generale si forma per trat-
delle Riformagioni dove i documenti del- ta a sorte fra tutti i possidenti impostati
la repubblica fiorentina si custodiscono, all'estimo di ciascun comune. I priori re-
e del Mediceo aumentato nelle preceden- sidenti nel magistratosi tolgono dalla me-
ti sue 10,000 e più filze. È nuovamente tà de' possidenti impostati all'estimo per
lodando decretati provvedimenti sopra
i ordine di maggior quota di rendita , o
gli archivi, e la fiducia de'privati i quali massa imponibile , col sistema misto di
a pubblica utilità consegnano all' archi- tralta e di elezione. Sono esclusi dal far
vio centrale dello stato que'tesori che non parte del consiglio e del magistrato gl'im-
tulli i nipoti sanno egualmente pregiare piegati comunali e governativi, e chiun-
e nemmeno custodire; ricorda quindi la que non ha compiti 25 anni. Il consiglio
sapienza di Leopoldo I, che non dubitò di generale del comune nomina deputati i
francamente pronunziarlo nel suo motu- al riparto della tassa di famiglia, delibe-
proprio de'^4 dicembre 1778, col quale ra sugli stipendi degl'impiegati comuna-
ordinò la riunione di tutte le pergamene li, sulle loro nomine e conferme de'medi-
disperse per gli archivi dello stalo nel ci , chirurghi condotti e levatrici , sulle
nuovo archivio diplomatico, e invitando approva il
stende, sulle spese comunali, ed
le famiglie a deporvi le proprie, provve- bilancio preventivo e consuntivo del co-
dendo in la) modo a quella conservazio- mune. Il magistrato composto del gonfa-
ne che può talvolta giovare all'interesse, loniere e de'priori delibera sopra tutti gli
e sempre al decoro. Il Monitore Toscano affari che riguardano l'amministrazione
egualmente nel' 853 pubblicò il moto 1 delcomune degl'istituti che vi dipendono,
proprio granducale de' 28 settembre, le ammette reclami degli stipendiati comu-
i
dati di pagamento, presiede pubblici in- reconsulti lo studio d'un progetto di le-
canii, rappresenta il comune ne'coulrat- gislazione criminale. In 6 anni di lavoro
ti, in giudiziose occorre, ec; invigila sul- questi studi furono compili; e il consiglio
le rendite comunali, ordina 1* esecuzione di stato potè a suo beli' agio rivedere il
de'lavori approvali dal magistrato comu- progetto, e rivisto presentarlo alla sanzio-
nale, procura l'osservanza de'regolameu- ne sovrana. Col 1. "settembre! 8 53 il Co-
ti di polizia municipale} sopravvede a tut- dice Penale andò in vigore nella scala :
presentarsi al consiglio generale o al ma- i85i pubblicò un rapporto del cav. Peri
gistrato, sugli affari di maggior rilievo, e sopri nlendente generale agli stabilimenti
tiene le corrispondenze, ee. Il cancellie- carcerali della Toscana, diretto al mini-
re ministro del censo, come attuario e con- stro di giustizia e grazia , col quale rese
sultore legale negli affari di competenze contode'progressie dellostato attuale del
comunali , assisterà alle adunanze tanto sistema penitenziario introdotto da vari
del consiglio generale, che del magistra- anni inToscana, e portato a'suoi più com-
to, e senza prender parte alle discussioni pleti ordinamenti negli anni 1 849 e 85o. 1
e deliberazioni de' due collegi, dovrà vi- Ilrapporto non considera che tostato dei
gilare soltanto sull' osservanza della leg- i85o, sotto l'aspetto economico e disci-
ge. Inoltre dovrà assistere il gonfalonie- plinare , della moralizzazione, e dell'in-
re in tutte le operazioni che sono indica- fluenza della segregazione sullo stato men-
te nella presente legge". Seguono le mul- tale de'condannati, la cui media giornalie-
te per chi si rifiuta far parte della rappre- ra fu di 52o reclusi ne'di versi stabilimen-
sentanza comunale, e se appartenendovi ti penitenziari , de'^uali 477 continua-
non inette un sostituto. Con questa ri- mente occupati ne'lavori de'di versi opi-
forma delle leggi municipali, o ritorno ai ficii, e il rimanente tra infermi , inope-
sistemi e alle costituzioni comunali anti- rosi, in punizione, inservienti, ec. Conso-
che, fu abolita la libera elezione fatta per lanti oltre ogni dire furono i risultati del-
voti da'ciltadini de'rappresentanti il co- la moralizzazione ottenuta per via del si-
mune, si richiamarono a vita le borse dei stema in vigore; il che devesi sommamen-
priori e de'consiglieri, e la tratta a sorte te alle benefiche cure della evangelica So-
de'cittadini imborsati, come a'tempi del- cietà di Patrocinio, la quale presta la sua
l'aulica Firenze. Verso la metà deli 853 opera di moralizzazione intrapresa ne'pe-
fu pubblicato in Toscana il nuovo Codice nitenziarijCon affidare i liberati a specia-
Penale. Fino allora i tribunali toscani a- li patroni; benefica azione estesa da un an-
veano per norma le leggi criminali Leo- no anco alle femmine per la loro morale
poldine del 1786, ed altre leggi, bandi e rigenerazione. Eguali vantaggiosi risulta-
regolamenti parziali posteriori, cioè fino ti si ebbero, quanto all'influenza della se-
non poca importanza, perocché gli espe- faticabile, inesauribile. Che il benemerito
rimenti del sistema penitenziario cellula- p. Pendola, autore di varie opere sull'in-
re adottato in Toscana, ponno contribuì' segnamento de'sordo-muti, scrisse il libro
re assai allo scioglimento delle gravi que precipuamente per preparare un nuovo
stioni agitate dagli statisti intornoa'di ver- metodo, o per sciogliere que'problemi che
siordinamenti carcerarii. Lo scopo del ancora sono sul medesimo dibattuti. Di-
rapporto è di dare ragguaglio di ciò che ri- piuta la condizione deplorabile del sordo-
guarda la condotta tenuta da'eoudanna- muto abbandonato a se stesso, ponendo-
ti dopo la loro liberazione dall'ultima me- lo a confronto col sordo -muto educato,
tà del 1
849 fino a tutto il 1 85 1 con mi-
, cita fatti e nomi di sordo-muti , celebri
gliori risultati di quelli recati nella prece- nelle lettere, nelle scienze, nelle arti. Ri-
dente statistica. Intorno a 1227 liberati, porta la statistica di tutte le scuole pei
de'qnali 162 maschi e 65 femmine, riu-
1 sordo-muti fondate in Italia, con notizie
scirono d'ottima condotta 621 maschi e storiche sui progressi e metodi. Parlan-
25 femmine, di mediocre 17 1 maschi e 1 do della scuola di Siena, come autore d'un
femmina, di cattiva 370 maschi e 3g fem- Corso d'insegnamento per il sordo-mu-
mine. All'articolo Prigione ricordai le o- to italiano, da lui pubblicato nel 1842,
peresui nuovi sistemi penitenziari del to- espone quello nel 1 854 dato alla luce dal
scano commendatore Primo Ronchivec- suo collega p. Bianchi, vice-direttore del-
chi (già delegato governatore di Livorno lo stesso stabilimento. Parlando poi dei
dopo la rivoluzione del 849, a cui succes-
1 lavori da farsi de'sordo-muti, dislingue i
se l'odierno cav. Luigi Bargagli), come vari linguaggi loro convenienti, segnalan»
dello stabilimento di Firenze, essendove- do il mimico come la lingua vera del sor-
ne pure a s. Gimiguano, a Volterra a , do-muto, il dattilologico anch'esso neces-
Lucca femminile e maschile, ec. In To- sario, l'articolato come improprio, la cui
scana oltre gli stabilimenti e istituti d'o- improba fatica non è compensata da van-
gni specie, educativi, ecclesiastici, scien- taggio, ripudiando il sistema francese di
tifici, artistici, numerosissimi sono i bene- rotazione, ec. L'antica ed edificante bene-
fici, caritatevoli e generosi, come monti i merita pietà toscana, non solamente a uti-
di pietà, gli ospedali, gli ospizi, i sodalizi, le e vantaggio spirituale e corporale dei
quelli della pubblica e privata beneficen- suoi concittadini e connazionali fondò in
za in favore del povero, ed avvi pure l'i- patria chiese, spedali, ospizi, e altri sta-
stituto da' Sordo-Muti. Nella Cronaca di bilimenti d' opere pie e caritatevoli, be-
Milano, del cav. Ignazio Cantù, anno 2. nefiche e religiose; ma perchè i toscani da
a p. 7, A. Pestalozza eruditamente rende tempo remoto sono sparsi per tutto il
ragione del libro intitolato : Sulla edu- mondo, pel traffico, mercatura e altre in-
cazione de' sordo-muti in Italia , studi dustrie, in che si distinsero i pisani veleg-
TO S T S 65
ni e connazionali , onde prenderne cura raggiarono nell* arricchirla di privilegi.
se bisognosi con soccorsi, dola me le zitel- Paolo HI nel i54o le accordò la f icoltà
le, riceverli ne'loro spedali se inférmi, ac- morte ogni anno un con-
di liberare dalla
coglierli ne'loro ospizi se pellegrini, e mo- dannato per qualunque delitto; privilegio
rendo seppellirli e suffragarli. Di più mol- pienamente confermato dal successore
ti virtuosi e zelanti toscani, oltre il contri- Giulio III. Indi s. Pio V autorizzò i con-
buire alle nazionali pie fondazioni negli frati a eleggere a loro beneplacito il cap-
stati esteri, cooperarono ancora all'erezio- pellano e confessore, con facoltà di poter
ne di sodalizi e benefici stabilimenti loca- celebrare la messa avanti giorno a quelli
li; de'quali e de'nazionali tuttora ne fio- che debbono giustiziarsi, non che di con-
riscono decorosamente in Roma diversi, fessarli e di assolverli da'easi riservati, an-
cbe descrissi a'ioro articoli, in uno «'pri- corché compresi nella bolla in Cocna Do-
vilegiad essi accordati da'Papi. Dell'ul- mini, e di conceder loro l'indulgenza ple-
tima specie qui ricorderò seguenti, i naria in forma di giubileo. Benedetto XI
L' Arciconfratevnita di s. Giovanni neh 75 confermò tutti
1 i privilegi concessi
Decollato detta dellaMisericordia( V.) } all'arciconfrateruita. Pio VII le conservò
istituita da molti fiorentini dimoranti in quello della liberazione de'condannati al-
Roma per assistere condannati all'ulti- i l'estremo supplizio, nell'abolizione di tali
mo supplizio, aiutarli alla buona morte privilegi , come notai al suo articolo. E
e seppellirli nel cimiterio della loro pie- Gregorio XVI nel 1840 concesse l'indul-
gievole chiesa nel rione Ripa in via di s. genze dello scapolare del Carmine, appe-
Gio. Decollalo, presso la via e piazza dei na confrati lo pongono a'pazienti. Nel-
i
Cerchi (ora stabilita per l'esecuzione del- la bella chiesa dell'arciconfraternita, nel
le pene capitali, mentre prima avea luo- i.° altare a destra vedesi la nascita del
go ne'sili indicati ne'vol. XXXII, p. 20 Battista di mano di Giacomo Zucca; nel
e 2 1, LXVI, p. 20) o Madonna de' Cer- 2. vi è s. Tommaso che pone dito il nel
chi (pel riferito nel voi. LX1I, p. 232, de- costato del Redentore,opera a fi esco d'uno
scrivendo l'oratorio omonimo), nella par- scolare di Giorgio Vasari aretino; nel 3.°
rocchia della Chiesa di s. Maria in Co- osservasi la Visitazione di Maria, dipinto
smedin. Istituito il sodalizio nel 1488 nel- a olio con sopra altre figure a fresco di
la chiesa di s. Biagio della Pagnotta (che Roncalli. I sei santi dipinti inforno all'ar-
descrissi nel voi. LI, p. 326), fu trasferi- co della cappella maggiore, sono affreschi
ta in quella di s. Maria della Fossa da In- di Gio. Cosci; la tavola del suo altare col-
nocenzo Vili (così delta per la sepoltu- la Decollazione di s. Gio. Ballista è una
ra che ivi si dava a'poveri giustiziati, nel- delle buone opere del Vasari, di cui è di-
la prossimità della rupe Tarpea sul mon- segno l'ornato: egualmente le pitture che
te Caprino, ove a quel tempo eseguivan- sono sotto l'arco dell'altare sono di scuo-
si le condanne di morte, mentre nel fiorentina. III. "altare a sinistra è quel-
490 1 la
fare la capitale giustizia sulla piazza del Giovanni apostolo ed evangelista entro la
Ponte s. Angelo, dove il sodalizio fabbri- caldaia, quadro copioso di figure all'in-
cò una conforterìa), che approvata l'ar- torno, condotte da Battista Na idilli fio-
ciconfraternita e ornandola di privilegi, rentino, il quale colorì altri santi nel di
fra'quali d'essere soggetta al solo prelato sopra; nel 3.° altare le figure laterali, e la
uditore generale della camera apostolica, gloria de'santi nella volta sono opere di
concesse la chiesa a'confrali, i quali la ri- Jacopiuo del Conte fiorentino. Sulla por-
fecero da'foudamenli, ornandola con pit- ta di fianco entrando in chiesa é dipinto
ture assai pregevoli. I successivi Papi ga* il Battesimo di disio da Monanuo Mo-
66 TOS TOS
nanni fiorentino. Il s. Gio. Battista che seppellire per carità i defunti poveri, re-
predica, coloritosopra la porta che va nel stando però a lei sola il pio costume di rac-
chiostro, è del Cosci, che unito al Naldi- cogliere e seppellire annegati nel Fe-
gli
ni e al Roncalli, fecero gli Apostoli e al- vere e i morti nelle campagne; che con
tre figure superiormente presso il soffitto. l'arciconfraternita de'sauesi, di cui vado
Nelle cantonate del claustro sono due al- a far ricordo, furono le prime a intro-
tari, in uno vedesi la Decollazione di s. Gio. durre in Roma la divozione delle Qua-
Battista, creduta copia del Muziano, e nel- rant' ore (J^.), eh sanese anzi lai. "in mo-
l'altro la resurrezione di Lazzaro con mol- do privato; che l'arciconfraternita di s.
te figure,non opera del Cosci come pre- Maria fu pure in Roma lai. "a dar prin-
tendono alcuni, ma di Giovanni Ballino- cipio ad altre pie pratiche, come d' an-
ci. Congiunto alla chiesa è l'oratorio del- dare in processione alla visita delle Set-
la compagnia, ove pure sono pitture as- te Chiese, non che recarsi in pellegrinag-
sai belle. Nell'altare scorgesi la Deposizio- gio alla Santa Casa di Loreto, ad in-
ne dalla Croce, opera slimata la miglio- contrare fuori le porte nel Giubileo le
re di Del Conte; il s. Andrea e il s. Barto- confraternite filiali che recansi a lucrar-
lomeo Francesco Salvia-
da'lati sono di ne l'indulgenza, ed in qitesto pure fu i-
drò appena accennando, ne' voi. XXIX, mentre la spirituale la concesse alla con-
p. 278 e seg., XLIX, p. 247* LV, p. i4 gregazione della Regina degli Apostoli
ei6, LXVII, p.i 01, e altrove, per collo- (/^J,ossiadeirApostolatocattolico,la qua-
carvi i d'ambo sessi, onde elimi-
poveri i le possiede incontro la propria chiesa e ca-
nare T immorale accattonaggio, che de- sa a loro date dallo stesso Papa. L'ordine
plorai anche aSussimi. Dipoi Innocenzo si obbligò a un sussidio mensile a'sacer-
XII stabilì l'ospizio Sistino soltanto pe' doti che vi erano, e la pia congregazio-
vecchi e vecchie indigenti, unendolo al- ne de'Cento Preti e Venti Chierici ritor-
l'Ospizio apostolico di s. Micliele (F.), nò alla chiesa de'ss. Michele e Magno. Tot-
nel quale il successore Clemente XI tra- tavolta nel i844 Gregorio XV (credette
sferì gli uni e le altre (il cui numero ora di restituire all' Ospedale di s. Spirito
vuoisi ampliato dal Papa regnante, di- in Sassia l'incarico di ricevere i militari
minuendo quello delle zitelle, le quali in infermi, e l'ospedale militare restò sop-
Roma hanno altri Conservatorii). Sicco- presso, rimanendovi ad abitare il parro-
me lo speziale Vestii di Como, vedendo co e commendatore dell'ordine Geroso-
che in Roma non eravi particolare spe- limitano, che con titolo di rettore avea
dale pe' sacerdoti e solo V Ospizio di s. in custodia l'adiacente chiesa conventua-
Lucia de' Ginnasi (F.) pe'sacerdoti pel- le, ove celebrava con l'ordine le sagre fun-
avea fondato un piccolo spedale
legrini, vi zioni, ed il locale fu dichiarato ospizio Ge-
pe'sacerdoti bisognosi infermi (e qui mi rosolimitano. Il regnante Pio IX (come
piace avvertire, che i sacerdoti infermi riporta il Giornale dilìoma de*2 settem- 1
benfralelli nel loro Ospedale di s. Gio- ecclesiastico, intesa a porgere con ospe-
vanni di Dio), ne affidò la direzione alla dale e ospizio benefica ospitalità a'poveri
congregazione de' Cento Preti e Fenti e infermi sacerdoti romani ed esterni, che
Chierici, già eretta nella chiesa de'ss. Mi- logori dalle fatiche del ministero, cer-
chele e Magno, della quale riparlai ne* chino un asilo ove condurre tranquilli i
voi. LI, p. 245, LXII, p. 54. In seguilo loro giornee a provvedere ancora col mez-
essendo stata la congregazione trasporta- zo loro la cultura spirituale de'contadini
ta nella chiesa del collegio Sistino, in que- che vengono a lavorare le campagne di
sto vi collocò il piccolo ospedale de'sacer- Roma. Considerando poi il Papa le ingen-
doti , divenendo il locale in processo di ti spese che richiedevansi per vedere in-
Ospizio de Cento Preti, per cui invalse con analoga notificazione del cardinal Pa-
la falsa credenza che ivi fosse stato un o- trizi suo vicario generale (a cui affidò il re-
spizio ospedale per 100 preti, maitre il gime e l'amministrazione dell'opera pia,
68 TOS TOS
mentre per l'assistenza spirituale de'preti lata a'cs4 agosto 1 855 col ven. bali fr. Fi-
malati, e aiuto de'parrochi della campa- lippo Colloredo luogotenente dell'ordine
gna, tanto per la celebrazione della messa Gerosolimitano. Fra le altre cose questi
nelle feste,quanto per l'insegnamentodel- personaggi statuirono,che l'uso della chie-
ia dottrina cristiana a'fanciulli e fanciulle, sa e dell'abitazione fosse per un dodicen-
destinò i sacerdoti della suddetta congre- nio, abilitandosi l'ordine a fare nell'abi-
gazione dell'Apostolato cattolico), si fa- tazione qualunque cambiamento, senza
cesse un pietoso ed efficace appello a'fe- poi pretenderne compenso, mentre la pi-
deli, e in modo particolare agli ecclesia- gione d'annui scudi 35o dovuta al soda-
stici di qualunque condizione , e perciò lizio lucchese fosse a carico dell'ammini-
anche alle corporazioni regolari, perchè strazione del nuovo ospizio ecclesiastico.
volessero compiacersi per amore di Gesù. Che se nel dodicennio l'ordine ricevesse
Cristo di concorrere con una offerta men- stabilmente la chiesa e locale promessi,
sile allo scopo indicato. Di piti il Papa de- l' ospizio ecclesiastico potesse affittare la
putò una commissione di 12 ecclesiastici detta abitazione e pianterreni, e quindi
per coadiuvare amministrazione il
nell' consumati Ì12 anni restituirli al sodali-
cardinal vicario, e prendere le misure ne- zio lucchese. Che l'altare maggiore della
cessarie per aprire quanto prima l'ospe- chiesa veniva riservato agli ecclesiastici
dale e l'ospizio, che si stanno riducendo dell'ordine Gerosolimitano in tutte le fe-
e ultimando. Trovando poi il Papa a pro- ste dell'anno dalle orei 1 antimeridiane
posito e relativa a questa istituzione del- al mezzodì, e dalle 10 allei 2 pure anti-
l' opera pia dell'ospizio ecclesiastico , la meridiane ne'giorni di comunione gene-
chiesa e l'ospizio Sistino suramentovati, rale dell'ordine, e nella festa del patro-
posseduti dairordineGerosoIimitano,que« no di esso s. Gio. Battista l'intera gior-
sto cede liberamente tutto il locale colle nata de'24 giugno, oltre il tempo occor-
sue rendite. Quindi il Papa perchè sì ce- rente alla precedente novena.Finalmente,
lebre e benemerentissimo ordine non a- che in detto altare ne'giorni feriali il com-
vesse a mancare in Roma, ove risiede col mendatore priore e gli altri ecclesiastici
s. convento il ven. bali luogotenente del- cappellani dell' ordine vi potessero cele-
l'ordine stesso, di propria chiesa per ce- brar la messa a qualunque ora. Quindi
lebrarvi le sagre funzioni, e dell'abitazio- mg/ fr. Girolamo Feliciangeli (già inca-
ne contigua pel parroco priore commen- ricato d'affari delia s. Sede presso il gran-
datore e altri addetti^ con suo breve de'ao duca di Toscana), cameriere segreto d'o-
marzo 855 ordinò. Che finché non aves-
1 nore del Papa e protonotario apostolico,
se stabilito all'ordine altra chiesa e locale quale commendatore priore del ven. ospi-
per l'ospizio Gerosolimitano e chiesa con- zio Gerosolimitano e rettore parroco del-
ventuale, temporaneamente per le sagre la chiesa conventuale del medesimo, ver-
funzioni gli assegnò la chiesa della ss. Cro- so la fine del novembre 855 1 si recò ad
ce e s. Bona ventura de'lucchesi,e per abi- abitare nel casamento de'lucchesi. Siena
tazione del parroco priore commendatore (V.) possiede in Roma la chiesa di s. Cate-
ili.° piano del casamento di proprietà e rina da Siena con arciconfraternita, che
attiguo a detta chiesa nazionale, con pian- alle figlie delle nazionali dispensa doti: ri-
terreni pegli addetti , senza che i diritti parlai della chiesa nel voi. LXX, p. 16, e
della confraternita de'lucchesi venissero del sodalizio nel voi. LXXV, p. 216, ri-
punto lesi. Tutto poi combinarono il car- ferendo il suo intervento, con quello del
dinal Patrizi, ed il'cardinalD'Andrea qnal ss. Rosario, alla solenne processione per
visitatore apostolico della chiesa e soda- la traslazione del corpo di s. Caterina da
lizio de'lucchesi, con convenzione stipu- Siena, dall'altare laterale al maggiore e
TOS TOS 69
splendido della chiesa di s. Maria sopra uffizio si dedicarono vestiti di sacco nero,
Minerva magnificamente restaurata e ri- il quale cessato il morbo cambiarono io
dotta al primitivo stile gotico. Firenze colore ceruleo che conservasi tuttora. In-
(nel quale articolo parlando del diviu nocenzo Vili approvò la loro compagnia
Michelangelo che ne fece disegni , esso i e le regole che compilarono nel costituir-
per fallo tipografico è detto Michele), vi si in pia unione, le quali furono iu segui-
possiede la chiesa di s. Giovanni de* fio- to confermate e modificate da'Papi ricor-
rentini, edificata in onore di s. Gio. Bat- dati ne'citati articoli,e per ultimo nel 1784
tista e de' ss. Cosma e Damiano patroni da Pio VI, con quelle regole che sono iu
di Firenze, coli' Arcìconfraternita di s. vigore. Cariche principali di questa con-
Gio. Battista dcjiorentini detta della gregazione era il Console, e due Con- i
y
Pietà , ed annesso spedale e vicino ora- siglieri delT'università de mercanti, che
torio di s. Gio. Battista o Pietà de' fio- esercitavano un ricco ed esteso commer-
rentini. Ad essa Leone X concesse la par- cio in Roma, tenendo i loro banchi iu
rocchia e il battisterio, non solo pe' par- quella parte della città in prossimità dei
rocchiani, ma altresì per tutti fiorentini i ponte Angelo , che conserva ancora il
s.
feste principali che vi si celebrano, una è detti mercanti ambirono d'avere un tri-
quella di s. Stefano I a*2 agosto da'cava- bunale privativo e regole particolari pel
i448 nella pestilenza di Roma, per ope- presso la cancelleria nazionale fiorentina.
ra d'alcuni pii fiorentini, iu vedere che Non la trovai nel Bullarium Roinanum,
non si trovava chi volesse assistere gli at- bensì viene in esso ricordata, come vado
taccati e seppellire i morti, al cui pietoso a riferire. Nel l. 3, par. 3, p. 469 di del-
7o
TOS TOS
lo lìullarium, trovo la bolla Pastorali* siglieri e a due de'loro famigliari di por-
qffìcii dcbitum, de* io settembre i5i9 : tare per loro difesa le armudifeusive e of-
Jurisdictio, et alia privilegia Consulis, fensive.Permise finalmente che nel luo-
etConsiliariorum } et Universitatis Mer- go del consolato si costruissero carceri
eatorum Flore litinorum in alma Urbe. pubbliche pe'nazionali fiorentini, debito-
In essa si dice > che il Papa a petizione dei ri o colpevoli d'alcun delitto, non ostan-
capitani partis Guelfae et Consulum te qualunque contraria costruzione pon-
Communilatis civitalis Florentiae 3 ed a tificia o municipale, statuto e consuetudi-
favore de'mercanti, banchieri e fondoca ne, privilegi e indulti, ec. Siccome all'ar-
ri fiorentini dimoranti in Roma, dopo a- ticolo Consoli pontificii parlai ancora
vere approvato con lettera apostolica (la del consolato di altre nazioni, e di quello
già rammentata) gli statuti della nazione di questa in Pioma e ne'douiinii della s.
fiorentina esistente in Roma, essendo con- Sede, così cavai dall'archivio Vaticano i
sole e notaio Rernardo de Bini, nuova- titoli de'inonumeuti che di tali consoli in
mente la confermò. Pertanto, per tutte le esso esistono, fra'quali alcuni appartengo-
cause, liti, questioni e controversie che in- no al consolato fiorentino in Roma,qui av-
sorgessero, facoltizzò i consoli e consiglie- verto che quello riportalo all'annoi 535,
ri pro-tempore del sodalizio a procede- benché vi sia quello del i5i 5, debba piut-
re e decidere con sentenza, e questa fare tosto dire 5 9, poiché temo che il dot-
1
1
r
eseguire (exceplis illis) , ed occorrendo to tng. Marino Marini prefetto dell'archi-
anche far tradurre in carcere i delinquen- vio Valicano abbia errato nella trascrit-
ti o debitori, quindi esigere gli emolumen- ta data, mentre riguarda la concessione
ti e penali nella ricordata lettera ponti- di Leone X siili' elezione del console dei
ficia contenuti; senza le quali dichiarò che fiorentini, con due consiglieri e un can-
sarebbe stala nulla la loro giurisdizione, celliere, qui jndicaturam habet, e d'al-
nella quale non dovessero intromettersi, tronde il Papa era morto nel 52 1. 1 det- 1
islrumeuti, inclusivamente a' testamenti, tentino Clemente VII Medici con bolla
rogati da detto notaro ad altri archi vi, ma de' io maggio 1 534- Già Leone con X
che si dovessero conservare nel suo nota- altra bolla de' 12 gennaio 519 avea ac- 1
rile e nazionale. Ordinò pure, che tanto cordato a'fiorentiui la facoltà di erigere
il console quanto i consiglieri della nazio- una chiesa, che servir dovesse di parroc-
ne fiorentina, e gli altri ad essa apparte- chia a'fìorentini dimoranti in Roma, o-
nenti, per ispeciale onore e favore, per vunque abitassero, col privilegio di sod-
qualunque delitto o per debiti o altri ti- disfarvi al precetto pasquale senza il bi-
toli (non tamenlaesae majestatis), po- sogno di riportare la licenza del parroco
tessero carcerarsi ed esaminarsi, se non del luogo ove dimoravano, dovendosi
alla presenza del console e d'uno de'con- rapporto ad essi ritenere la nuova chiesa
siglieri. Concesse di più al console, a'eon- quando fosse eretta per vera parrocchia.
1
TOS TOS 71
Di detta chiesa ne avea fatto i) disegno di eleggere a suo beneplacito il curato e
Michelangelo Buonarroti a somiglianza gli altri preti inservienti, non che altri di-
del Pantheon. Spaventò la spesa e restò ritti di pontifìcia concessione. Ma non al-
quindi scelto disegno di Giacomo
l'altro trettanto può dirsi del tribunale privati-
della Porta, sebbene alcuni ritengano che vo accordato da Leone X, giacché dipoi
sia del Sansovino., per edificarla sull'area Innocenzo XII nella riforma de'tribunali
dell'antica chiesa di s. Pantaleone. Intan- di Roma, colla bolla o decreto Ad radi-
to Paolo III con bolla de'5 maggio 1 535 citus, de'3 1 agosto 1
692, Bull. Rom. t.
nesso alla chiesa nelle case ch'erano desti- lariter providendum. Lasciando così in-
nate al convitto de'preli, che anticamen- tatto il notaio o cancelliere del soppresso
te l'officiavano, a petizione dell'universi- tribunale, continuando ad agire come per
tà de'giovaui fornari, vi fu fondato a'20 l'avanti. Quindi Benedetto XIII prorogò
giugno 1606 uno spedale pe'poveri ma- a tempo le facoltà del uotaro della nazio-
lati della nazione, sotto il dominio, padro- ne fiorentina, restringendo con decreto dei
nato e patrocinio della compagnia, con- 28 aprile 1728 le facoltà del notaro,depu-
forme restò stabilito nel!' adunanza dei tando una cougregazione per definire gli
conflati. In conseguenza di che, a' 23 d» atti che si potessero fare dal medesimo :
detto mese, vigilia di s. Gio. Battista, l'u- però nulla si fece. Divenuto Papa il fio-
niversità presentò solenueinenlealla chie- rentino Clemente XII, colla bollaExpo-
sa la sua bandiera in segno di sudditan- ni nobis, de'4 gennaio 1 73 Rom. 1
, Bull.
za. Per l'ospedale fu gittata lai. 'pietra ai t. 1 3, p. 1 5g Confirmatur concessio a
:
20 dicembre 1607 dal cardinal Bandi ni, Leone X anno 1 5 5facta Notano etCan-
dopo aver celebrato all' altare maggiore cellario nationis Florentinae de Urbe }
della contigua chiesa, da cui si parli prò- ut quaecumque acta judicialia et con-
cessionalmenle, coli' intervento dell' am- tentiosa libere et licite conficerc possiti
basciatore di Firenze, de'preli della chie- quodofflciumin Urbe restituì tur. Adun-
sa, console, governatore e altri della com- que ritenuta la soppressione del tribuna-
pagnia. Minacciante I* ospedale ai nostri le privativo, autorizzò il notaio a fare li*
spese della benemerita compagnia, la qua- riunendo così come per lo avanti il dop-
le risarcì pure e ridusse ad uno stato di pio uffizio di causidico e notaio. Per que-
di vola convenienza le sottoposte stanze, sti ed altri benefìzi da Clemente XII fat-
ancora celebri per avervi l'apostolo di Ro- ti alla patria, per gratitudine gli fu eret-
gli esordi della celebre sua congregazione zione, presso la sagrestia della chiesa na-
óe\Y Oratorio^.), essendovisi riunitoeou zionale di s. Giovanni de' fiorentini, che
12 compagni, fra'quali il gran cardinale avea nobilitato della facciata diesi am-
Barotiio, di cui tuttora esiste la lapide di mira. Però dopo la sua morte, dispiacen-
Cuoco perpetuo della santa società.Si con- do a'notari capitolini (de* quali riparlai
serva ancora dal sodalizio illeso il diritto aSenato romano) e camerali la sussisten-
della parrocchia, ed il privilegio che ha za del notaio fioreutiuo , e 1' estensione
72
TOS TO S
de'suoi privilegi, fu la questione giuridi- chiesa, spedale e oratorio, dava luogo al-
camenteda'meclesimi introdotta, evenne la scelta del notaro ,
quale dovea essere
rimessa per la decisione alla congregazio- approvato dalla congregazione generale,
ne tuttora esistente per la riforma de'tri- dietro la quale approvazione si procedeva
bunali, presieduta allora dalcardinal Geo- da'deputati delegati all'occorrente stipu-
tili, e portata a discussione con l'interven- lazione di contratto coll'eletto notaro. A-
to del preiato della chiesa mg/ Banchie- vendo però Benedetto XIU con breve dei
ri, ordinato, con decreto de'9 aprile 1743 1 5dicembre 1729 tolta l'azione della con-
niitia dell' attuale notaro d.' Gaetano quali in parte hanno il solo nome comu-
Sciarra. L'utfizio notarile sino a pochi an- ne a quelli del sodalizio, sul quale il con-
ni addietro rimase nelle case dell'orato- sole generale toscano non ha alcuna in-
rio suddetto de' fiorentini, nella via del fluenza. Poiché l'arciconfraternita, come
Cousolato e ad esso adiacenti; quindi tro- l'altra di s. Gio. Decollato, ritengono tut-
\asi trasferito nella vicina via del Banco ta l'indipendenza che aveano le istituzio-
di s. Spirito al n.° 44» accanto al porto- ni nate sotto tempi repubblicani, icui me-
ne del Palazzo Niccolini in Banchi (F.) t todi, trasfusi in tali pii stabilimenti, si os-
ora Amici, vedendosi sulla porta d'ingres- servano ancora. Ni una azione privativa
so una tabella con questa iscrizione: Of- nella scelta del notaro ebbe mai il conso-
ficio Notarile dell'I. R. Consolato Fio- le che pe'propri affari tiene la corte di To-
rentino. 11 sistema primitivo osservato scana in Roma. La sua destinazione sta-
nella nomina del notaro, portava che il bilisce una essenzialissima differenza co-
console e idue consiglieri dell'università gli antichi consoli dell'università de'fio-
de'mercanti scegliessero il soggetto, stan- rentini, e specialmente de'mercanti, che si
do a'gmra/jsunimentovati il diritto d'ap- eleggevano particolarmente dalla stessa
provare la fatta scelta. Abolito il tribuna- università a senso delle già notate Ordì»
le e scomparsa l'università de' mercanti nanze del Consolato di mare. Il console
fiorentini, per le variate circostanze dei toscano di Roma, per ragione di naziona-
tempi, nelle riforme degli statuti essendo lità, avea il diritto d'essere aggregato al-
ri} in difetto de'mercanti, fu dali 661 in leva essere destinato alla carica di conso-
poi prescelto a coprire l'uffizio di console le della medesima , ma niun diritto gli
(che consisteva in una carica dignore del- compete per la semplice sua qualifica di
la compagnia), quello che si trovasse più rappresentante e impiegalo granducale, e-
rispettabile della fratellanza , il quale in sigendo lo statuto, che non possa occupa-
unione con tutti fratelli componenti la
i re la carica il detto console nella compa-
congregazione segreta, cui spelta l'ammi- gnia, se prima non sia stato aggregato al-
nistrazione e direzione degli affari della la medesima col vestire il sacco. L'indi-
1
TOS TOS 73
pendenza della compagnia nel far uso del o pensionali di Toscana, cioè que'giovani
suo diritto, in rapporto all'autorità resi- che la corte di Toscana tiene nel mede-
denziale toscana, si verifica rapporto an- simo, studenti nelle 3 arti del disegno, e
cora alla prefettura degli archivi, da cui dove eglino espongono a pubblica mostra
dipendono i notati romani , dovendo la le proprie opere ué'loro studi. Ne' voi. 1
, p.
persona del notato eletto officiare il pre- 297, X, p. 99, notai che da tempo anti-
1
lato presidente di detti archivi, e fargli co- co, uscendo il console generale di Tosca-
noscere semplicemente la seguita sua no- na in formalità dal palazzo Altovili (di
mina, ferma restando però l'ubbidienza questa nobile e illustre famiglia fiorenti-
del detto notaro a tutte le leggi discipli- na,de'personaggi e prelati che vi fiorirono,
nari della prefettura degli archivi, per es- delle loro benemerenze civili e religiose,
sere come uuo de'notari di Roma. E quan- copiose notizie riporta l'Ai veri, Roma in
to al console toscano in Roma aggiunge* ogni stato, t. 2, p. 1 00 non che del
e seg.,
io. Pio VII nel 800 colla bolla Post dia-
1 palazzo sulla piazza di ponte s. Angelo e
turnas: Super restauratione regiminis incontro al Castello, perciò sito eccellen-
Pontificii, decretò. » Sarà deputata una te per veder la sua girandola. Narra dun-
particolare congregazione, la quale, sen- que, che Bindo Aitovi ti fu padre d'Anto-
titi anche de'probi e periti negozianti, pro- nio, il quale sposò la nipote d'Innocenzo
cederà all'esame delle forme esteriori dei Vili, che fu ili. "a recarsi colla famiglia
consolati d'Ancona, Civitavecchia, e altri in Roma, ove colle sue comprò ricchezze
simili, e compilerà in correlazione delle molli beni e case, fra le quali memora- la
piazze estere un codice di leggi di com- ta, onde la piazza prese il nome di Alto-
mercio da osservarsi in qualunque luogo viti quando Biodo giuniore figlio d'An-
dello stato ecclesiastico. S'intenda abolita tonio generosamente la rese più. spaziosa
qualunque altra privativa di foro potes- con atterrare alcune case e restaurando
se esistere in Roma e nello stato ecclesia- splendidamente il palazzo ueli5t 4- U suo
stico, rimettendo i litiganti a' giudici or- figlio Gio. Battista fu depositario genera-
dinari". Ora in Roma vi è un cancellie- le e segreto dis. Pio V, comprò molti ca-
re console, invece del console generale to- sali in Roma, ed abbellì la vigna pater-
scano già residente in Roma nel magni- na situata nella ripa opposta del Tevere
fico Palazzo di Firenze (di cui riparlai incontro alla via dell'Orso e avente l'in-
nel voi. LV, p. 122 e altrove), posto nel- gresso per porta Castello, la quale ornò
la piazza di questo nome, e proprietà del di bellissime statue trovate nella villa A-
granduca di Toscana (il quale inoltre in driana di Tivoli e acquistate dal duca di
Roma anticamente possedeva il palazzo Savoia, al quale il padre avea fitto un
della Villa Medici e il Palazzo Mada- prestito allorché fu assalito dagli eretici.
maà\ cui riparlai nel voi. LXXI V, p. 36o, La ridusse a villa e divenne celebre per
ed a Tobre), con quelle prerogative de- la gran loggia che vi fece vagamente di-
gli altri Consoli, nel quale articolo regi- pingere da Giorgio Vasari, onde dopo la
strai, i consoli e vice-consoli toscani resi- famosa loggia, situata pure sul fiume, del-
denti nello stato pontifìcio, ed i consoli e la Farnesina dipinta da Raffaele, acqui-
vice-consoli pontificii residenti in Tosca- stò tale rinomanza, che meritò la pubbli-
na; ed oltre il console generale in Roma cazioue de' disegni incisi, nell'opera clas-
vi fupure il vice-console di Toscana, men- sica del Piranesi. Il celebre Benvenuto Cel-
tre Lucca ancora vi teneva residenti il con- imi, sommo nell'arte di niellare, ne scolpì
sole generale e il vice-console, prima che il busto in marmo, ed è forse l'unica scul-
fosse riunita alla Toscana. In quel palaz- tura in pietra conservata di tale artista),
zo il console sorvegliava i provvigionati col treno di carrozze per orarsi nella vi-
VOL. lxxviu. 6
-
74
T o s T OS
gilia e festa di s. Gio. Ballista (abbiamo Porla) sulla riva del Tevere , e in parte
iliPmolàM.'VmduHidi, Jnliqukates C/tri- basata, specialmente l'apside, sullo stesso
f danne de cultu s. .Toh. Baplistae, Ro- fiume, questo bellissimo tempio non po-
inae i 755) alla vicina chiesa nazionale, teva coli' andar degli anni non sentire i
nel passare per la piazza, per singoiar pri- funesti effetti della sua località. Infatti l'ac-
vilegio pontifìcio il Castel s. Angelo losa- que filtrando ne' sotterranei cominciaro-
lutava con salve di artiglierie, cioè nella no a rodere e minacciare grossi piloni, i
sera della vigilia con 3o colpi di canno- che sostengono 1* ardita cupola di Carlo
ne, e con 20 nella mattina seguente. Que- Maderno,enel pavimento produssero mol-
sto privilegio, che probabilmente avran- ti e pericolosi avvallamenti. Per cui nel
no concesso o Leone Xo Clemente VII, bisogno d'impedire che il guasto si faces-
ì' stato conservato per le stesse circostan- se maggiore e divenisse poi irreparabile,
te all' in Ro-
odierno ministro residente il zelante preside degli stabilimenti pii to-
r
ma granduca di Toscana presso la s.
del scani in Roma, mg. Corsi decano della
JSede. Imperocché notai nel voi. LUI, p. rota e poi cardinale, d'accordo colla be-
189, che il granduca accreditò Y attua- nemerita deputazione della chiesa, pen-
le saggio suo ministro di residenza iu Ro- sò a'necessari restauri, affidandone l'ese-
ma, con dimora nel suddetto palazzo; ed cuzione al valente architetto prof. Gaspa-
r
il console generale cav. eomm. France- re commend/ Salvi toscano di origine, e
sco Pandolfini divenne segretario di lega- mancato or son due anni all'onore del-
zione. Ma il granduca Leopoldo II, con l'arti. Quindi il Giornale \wva le parzia-
tuttora; essendo console di Toscana re- muri e i fondamenti de'molti sepolcri, che
sidente in Ancona il marchese Agostino racchiudono le ceneri d'illustri e beneme-
Ti ionfi.Consolegeneralepontifieio in To- riti losca ni; rinnovandosi il pa violento lo-
scana e residente in Livorno, è il cornuti.* goro e avvallato, tutto iu marmo
bianco
Vincenzo Calza. Rimarcai nel voi. XXV, e bardiglio, esegnilo dal bravo artista Fer-
p. 22, descrivendo la chiesa di s. Giovan- dinando Monachesi, conservandosi iuge-
ni de'fìoren tini, che pe'suoi grandi risiali guosameule le pietre sepolcrali, anco con
riallora si uffiziava nel vicino oratorio na- rinnovarsi nella massima parte, non che
zionale, i quali terminali si riaprì al cullo le sottoposte divisioni delle sepolture spet-
divino nel 1 85 1 . Pertanto riportasi dal n.° tatili alle rispettive famiglie patronali. In-
nomaslico del regnante granduca di To- decoroso il culto di vino,e mancate le rendi-
scana, con pompa solenne e con grandis- te per le vicende politiche che funestarono
simo concorso di fedeli venne riaperta la il tramonto del secolo passato, non ostan-
chiesa nazionale di s. Gio. Ranista cle'lìo- te la pia arciconfraternila non venne me-
lenlini, dopo due compiuti lustii dacché no; piena di zelo pel decoro della casa del
era stata chiusa. Biella con disegno del Signore, si fece un dovere di pienamen-
Sansovino (dunque è da preferirsi all'opi- te secondare le intenzioni del presidente
nione che ne attribuiva il diseguo a Della cardinalCorsi; lodevole impresa uella qua
T OS TOS T5
le gli occorse spendere circa 4o,ooo scu- stanze di s. Filippo, allo slato in cui al
di.Così il fedele che entra nel maestoso timi mentesi trova, con ammirazione di
tempio, dopo aver mirati nelle cappelle il quelli che ben conobbero lo slato deplo-
quadro stupendo de'ss. Cosma e Damia- rabile, a cui si trovavano ridotti que'lo-
no di Salvatore Rosa, e dipinli del Lan- i cali, non essendo sta lo dall'encouiiato de-
franco e di altri valenti artisti, si arresta putato in pari tempo ricusata la cura di
a osservare i molli e importanti restauri provvedere la chiesa delle tanleesì sva-
degli altari, e specialmente del maggiore riale suppelletlili, utensili, arredi e bian-
architettato dal Iiorromini, e pel quale cheria, indispensabili ad una chiesa, che
prontamente accorse anche la nobile ca- in se riunisce la qualifica di parrocchia.
sa Falconieri, restaurando di questa sua Tanli e sì ben eseguiti restauri non po-
cappella gentilizia i sotterranei, i monu- tevano a meno di* attrarre numeroso po-
menti esistenti nella medesima , il pavi- polo in questa bellissima chiesa nel i.°
mento, e marmi che fregiano le pareti
i giorno di sua apertura. Alcuni vescovi e
laterali. L'ingrandimento della mensa, le cardinali vi celebrarono la messa:e il mar-
decorazioni al paliotto con ispecchi di ver- chese Scipione Bargagli ministro residen-
de africano e rosso mitico, sono princi- i te del granduca presso la s. Sede, cav.
pali lavori che fece eseguire la beneme- grancroce di più ordini (e consigliere in-
rita deputazione, onde rendere sempre più limo attuale di stato, fiuanze e guerra),
maestevole questo maggiore altare. 11 fé v'intervenne io forma pubblica, assisten-
dele mira pure i i3 altari forniti di bel- do alia messa soìenur, pontificala con iscel-
lissimi candellieri e controlumi nuovi, non ta musica dall'arcivescovo di Traianopo-
che tabelle dell'altare, il tutto di metallo li (già di Lucca) mg/ Stefanelli toscano.
patinalo, eseguiti dall'argentiere Filippo E invitali dall' encomiata deputazione, di
Pacelli sul disegno del Salvi; mira il bat- cui ognuno iti tale occasione dovette am-
opportu-
tislerio trasferito io luogo assai mirare il risultato felice di lauto alacre
no e chiuso da una cancellala in una del- impegno , vi assisterono tutti i prelati e
l'antiche cappelle,! confessionali rinnova- ed più distinti laici e
altri ecclesiastici, i
ti e i bussoloni alle porte, il tutto con di- damedel granducalo,che in Roma hanno
segno e sotto la direzione dell'egregio ar- stanza (vi furono invitati con biglietti an
chitetto Valentino Severini, il quale con co de' romani, fra'quali ini onoro esserne
mollo accorgimento, mediante ben co- stato uno, e mi fece molto piacere, ezian-
slrulla scaia , mise in comunicazione co- dio per soavi riminisceuze, poiché il mio
modissima la chiesa coll'abitazione de'sa- avo materno era oriundo di s. Miniato,
cerdoti addelti alla medesima, e dell'an- ove gli resi aifettuosameule un tribolo di
nesso spedale spettante al sodalizio fin dal giustizia).! toscani recaronsia dovered'ac
1729. Anche l'organo per opera de'fra- correre a questa sagra ceremonia, e per
telliPriori venne restaurato in modo, che rendere grazie a Dio di aver potuto re-
può reggere al confronto de' più stimati stituire all'antico suo cullo il magnifico
moderni. Nulla fu dimenticato dall'ope- tempio di s. Giovanni de'fiorentini, e per
rosissima deputazione, a mezzo del rispet- festeggiar colla prece il giorno onomasti-
tabile e nobile toscano avv. Giuseppe A- co dell'amato loro monarca e padre. A-
lessamlri. La deputazione si trovò piena- vendo descritto [echiese di Roma in que-
mente soddisfatta dell'operato zelante, stamia opera, ho voluto profittare del-
nella direzione e sorveglianza del depu- l'occasione per accennare il nobile restau
tato nobile Alessandri, il quale si rese me- 10 e abbellimento del discorso lem pio, sic
ri levole dell'accordatagli fiducia, col por- come vado praticando con altri, sebbene
lare il materiale della chiesa , spedale e già li avessi descrilti.ilche precipuamente
76
TO S TOS
feci a Titoli cardinalizi, ed a Tempio -per nomina ,ma per commendatizia del go-
per quelli di s. Paolo, di s. Maria sopra verno toscano, e vi siede come uditore ro-
Minerva, e di s. Nicola in Carcere. Tut- mano, sebbene fu surrogato al posto va-
tora i deputati de'sodalizi di s. Gio. Bat- cato per la promozione alla sede episco-
r
tista de'fiorentini, di s. Gio. Decollato, e pale di Valladolid dell'uditore mg. Ri-
di s. Caterina da Siena, quali rappresen- vadeneyra spagnuolo. Imperocché egli fu
tanti i deputati delle nazioni fiorentina e ammesso nel sagro tribunale, come udi-
sanese, godono ed esercitano il pontificio tore di rota spagnuolo : fatto poi a' 27
privilegio, comerilevai nel voi. IX, p. 58, gennaio i854 l'attuale uditore spagnuo-
62 ed altrove,di portare per un tratto di lo mg. 'Emanuele Rodriquez-y-Sanchez,
r
via le aste del baldacchino, sotto il quale mg. del Magno fu dichiarato uditore di
incede il sommo Pontefice col ss. Sagra- rota romano. L' odierno avvocato con-
nicnlo nella processione del Corpus Do- cistoriale è monsignor Cesare Lippi di
mini. Anzi allearciconfraternite di s. Gio. Lucca, anche votante di segnatura, de*
Battista de'fiorentini e di s. Gio. Decol- quali collegio e tribunale è sotto-decano.
lato, fu loro in unione accordato un posto Leggo nel Bernino, // Tribunale della
a diritta e a sinistra per la via che percorre s. Rota p. 48 e seg., sulla nazionalità de-
la processione, precisamente al principio gli uditori di rota, che uno è sempre to-
del Colonnato, verso la parte che guarda scano, quindi aggiunge. » Sotto l'ispezio-
la porta Cavalleggieri. Che altresì prosie- ne di esplicito o d'implicito pri vi legio, eh e
gua la dimostrazione onorifica e antica al a noi non consta, sostiene un luogo fìsso
rappresentante della Toscana e del suo so- nella s.Romana Rota un soggetto toscano,
vrano, delle salve d'artiglierie del Castel e benché il sopraccitato cardinal de Luca
s. Angelo, per la ricordata vigilia e festa (Relat. Rom. dir. discep. 3a, n.° 20) am-
di s. Gio. Battista, allorché in forma pub- metta una certa specie di alternativa fra
blica trapassa la prossima piazza del ponte la città di Perugia, che nella sua lata si-
s.Angelo,lo testifica annualmente il Gion gnificazione è parte della Toscana sog-
naie di Roma. Questo inoltre riferisce, getta al Papa, e la città di Siena o Pisa,
che il marchese Bargagli ministro resi- o altra qualunque città di quella superio-
dente, per tale festività si reca alla chiesa re e più alta provincia; tuttavia la pra-
nazionale decorosamente cogli addetti al- tica insegna altri menti,onde assolutamen-
la granducale legazione, e con essi assi- te ammettere non si debba l'alternativa
ste alla messa solenne , ordinariamente riferita dal de Luca. Conciosiacosachè si
pontificata da un vescovo , e poi nobil- annotano ne'soli due secoli decorsi (stam-
mente accoglie nelle sale attigue al tem- pò l'opera nel 17 17), 7 uditori di rota
pio le felicitazioni della massima partede' perugini, succeduti per linea retta l'uno
molti sudditi toscani dimoranti iu Roma, all'altro dal 1559." Di che, col Mariotti,
non che altri ragguardevoli personaggi ro- e con quanto avvenne dopo di questi, ne
mani ed esteri, e con gentilezza fa servire trattai nel voi. LII, p. 54- Indi soggiun-
1
TOS TOS 77
suale prerogativa delle accennate cune, Biblioteca del viaggiatore delle strade
agginngesi la gloria dell'industriosa sol- ferrate.» Similmente volendo tessere bre-
lecitudine di que' connazionali soggetti, vemente la storia delle strade ferrate, uo-
pronti ad apprendere, inclinati a colli- po è menzionare qualmente la Toscana,
vare, e ben disposti dalla natura e dal- che forma in tal guisa V Italia centrale,
l'ingegno ad ogui scienza. " Degli Av- non si lasciò precedere da alcun altro stato
vocati concistoriali trattai in molti ar- in questa importante bisogna. Quasi uel
ticoli, in quello però ed a Lucca notai, tem pò slesso che si apriva la linea da Mila-
che Clemente XIII accordò un posto per- no a Monza, aprivasi in Toscana il tratto
petuo nel cospicuo collegio alla nazio- da Livorno a Pontedera, ch'è il 3.° della
ne lucchese, privilegio da esercitarsi dalla strada da Livorno a Firenze. Volgendo
città e repubblica di Lucca, poi esercitato l'annoi847, aprivasi il tronco da Pisa a
dal duca. Trovo nel Cartari, Advocato- Lucca: sul principiare del 1848 aprivasi
rum s. Consisterti Syllabum, che Leone quello da Firenze a Prato, che ora va fi-
X trovandosi colla curia in Firenze, ili. no a Pistoia, donde comunica con quello
dicembrei 5i 5, dichiarò avvocati conci- di Lucca. Terminavasi la linea da Livor-
storiali , Pietro Guicciardini fiorentino, no a Firenze denominata Leopolda, ed a-
de consensucardinalium^ curii nullus ex privasi col nome di Strada ferrata cen-
Urbe Consistorii Pontificii advocatus trale Toscana quella, che da Firenze
Florcntìnam petiisset civitatemj e Lan- conduce a Siena, donde un grandioso pro-
cillotto Politi saoese. Dopo l'incorpora- getto la guiderebbe a Roma passando per
zione politica del ducalo di Lucca al gran- Radicofini. Tratta vasi eziandio ora fra
ducato di Toscana, la nomina dell'avvo- pochi anni di costruire una linea, la qua-
cato concistoriale è devoluta al grandu- le da Livorno si dirigesse aali stati ro-
ca, in favore d'un lucchese. Anche la To- mani, costeggiando il mare ed attraver-
scana ha le strade ferrate e le linee te- sando le Maremme in tutta la loro lun-
legrafiche. Narrai aSTRADA,ove parlai del- ghezza. Ma quand'anche siffatta linea fos-
le ferrovie e de' telegrafi , ossia nel voi. se stata prolungata insiuo a Roma, co-
LXX, 1 6
62, 63, che le strade fer-
p. 1
, 1 1 sa allatto improbabile, abbisognerebbe
rate introdotte in Toscana sono quelle da anni e secoli forse, prima che le relazio-
Firenze, a Pisa e Livorno; da Pisa, a Luc- ni tra Livorno e Ptoma un ali-
offrissero
ca e Pescia; da Firenze, per Prato a Pi- mento sufficiente al mantenimento di u-
stoia; da Empoli a Siena, e delle loro di- na linea estesissima, la quale non potreb-
stanze. Della strada ferrata centrale To- be contare per nulla i prodotti de' paesi
scana e quanto la riguarda, per discen- intermedii, posti lunghesso la via." Quan-
dere da Sieua a Poggibonsi, e di là per to al telegrafo, quando fu introdotto in
la Val d'Elsa inoltrarsi fino presso Em- Toscana e comunicato cogli stali di Mo-
poli e ivi unirsi alla strada Leopolda. Del- dena e Parma, e della Lombardia, oltre
la convenzione conclusa tra lo stato pa- lo stato pontifìcio per Bologna, ne ripar-
pale e i governi di Toscana, Modena, Par- lai ne' voi. LXX, p. 171,174, LXXIV, p.
ma e Austria, per la costruzione delle li- i63. I lavori intrapresi per stabilire una
uee onde congiungerle a quel-
di ferro vie, linea telegrafica che mettesse in comuni-
regno Lombardo-Veneto, perlaTo-
le del cazione immediata Bologna e Roma, eb-
scana essendo stato deputato commissa- bero felice compi mento nei febbraio 1 855»,
1
rio il comineud. Alessandro Manetli. Di e Uri." esperienza si fece a' 26, e così fu
diverse ferrovie toscane e de'progetti d'al- riunita all'Estense. Trovo nel n.° 5l) del
tre strade ferrate, parla il Repetti a p. xv Giornale di Roma de'i3 marzo i855,
della sua Introduzione, Si legge nella che la telegrafia elettrica negli stati E-
.
rR TOS TOS
«.tensi forma oggi un mino interessante la giche. Il germe ebbe o-
poi del telegrafo
pei congiunse le sue linee telegrafiche con articoli e gli altri che andrò ricordan-
quelle della lega austro-tedesca, colla qua- do, e meglio assai i seguenti autori, al-
le lo stato Estense trovasi riunito fino dal tre opere avendo già ricordato parlando
principio del 1802 per il che vi ha in
,
delle citlà toscane, innumerabili posse-
una continuità di cor-
qualsiasi incontro dendone la Toscana e con documenti il
ro rete telegrafica col medesimo, Lo stato Sante Bartoli, Gli antichi sepolcri ro-
pontifìcio dietro apposito concordalo si mani ed etruschi, Roma 1704 cou rami.
unì all'Estense colle slesse massime adot- Anton Francesco Gori, Musami Ktrti-
tate dal duca di Modena nella convenzio- scum, exhihe.ns insignia veterum etru-
ne telegrafica coll'impero Austriaco, col scorum monumenta aereis tahulìs, eie.,
ducato di Parma e col granducato di To- Floreuliaei737. Ignazio Ursolini, Pon-
scana; ed intraprese immediatamente la tifìces etCardinales uationis fiorenti-
costruzione delle sue linee telegrafiche, nac, Romae 1708.
Orsini, Storia delie
sicché Bologna si mise in comunicazione monete de'granduchi di Toscana della
con Modena nell'ottobre 1 853, ed essen- casa Medici, Firenze 17 56. Memorie i-
do compi la tutta la linea da Bologna per sloriche degli uomini illustri della. To-
Ancona, Foligno, Roma e Terracina, si a- scana, Livorno 1757. J. M. Bruti, Fl<>-
prirono tosto colf Estense le corrispon- reniinae historiae, Logduoi J 5&X Vai-
denze per tutto lo stato pontificio fino al chi, Storia delle rivoluzioni di Firenze
confine napolitano. Di là segue poi la li- sotto i Medici, Colonia 72 .Manni, No- 1 r
do fu aperta sino dal principio deh 855, Galluzzi, Istoria del granducato di To-
e trovasi ora in piena attività anche per scana sotto il governo della casa Mali-
servigio de'privati, essendosi in tal modo ci, Firenze 1781: altnijFii'enze 83o. Po- 1
per una parte facilitato il trapasso de'di- tare de' vasi antichi cavate dalle colle-
spacci direlli dalla Toscana al Piemonte zioni del eav. Hamilton) tradotta e pub
ed oltre, e per l'altra offerta una nuova blicata da Francesco de Sanctis, Roma
\ia per quelli che movendo da queste sta- 1 8 1 4 ^ou la vole in lame. Antichi vasi di
lloni cisapennine fossero a. spedirsi alla pinti della collezione Feoli, descritti da
direzione suddetta. Orinai le ferrovie e Secondiano Campana ri A\oim\ io' 3 7 .Mi -
la navigazione a vapore souo divenu- cali, Storia degli antichi popoli italiani,
te ai. che potenti mezzi di guerra, e uti- Milano i836.Emanuele Gei ini, Memorie
lissimi alle grandi combiuazjoui strale» istorie/te d' illustri scrittoli e di uomini
TOS TOS 79
insigni dell'antica e moderna Lunigia- uà gran parte dell'antica Etruria, la qua
na, Massa 1829. Confronto de paesi del- le era assai più estesa della Toscana at
la Toscana, Firenze 1 793. No tizie sto- tuale.Era occupata da diversi popoli chia
rielle de'palazzi e ville appartenenti al- mali Etruschi, Tuscii, Tuscaniensis.Dì-
la real corona di Toscana, Pisa 8 5. 1 1 «ita dalla Liguria mediante la Macra ,
Savi, Ornitologia toscana, Pisa 1827. dal Lazio e dall'/"////*/ ia mediante il Te-
Giuseppe Giulj, Storia naturale di tut- vere. Al nord-est una porzione dell' A-
te V acque minerali di Toscana, Firen- penuino la separava dal paese de'popoli
ze 833. Della zecca e delle monete de-
1 boii e senoni, ed al sud-ovest era bagna-
gli antichi marchesi della Toscana, ra- ta dalla porzione del Mediterraneo chia-
gionamento del eav. Giulio Corderò mato Mare Toscano, Tuscumo Thyr re-
San-Quintino. Vincenzo Ercole Emilia* nimi, onde popoli furono detti anche
i tir-
tonio Fé r rieri, Descrizione geografica .v<7 abbia origine dal greco, sacrifico, poi-
della Toscana, Firenze 1839. Orlandi- ché gli etruschi erano un popolo religio-
11
i Zuccagni, Descrizione coreografica so e dato perciò a'sagiifizi, e furono cosi
della Toscana. Tavole cronologiche e detti quasi sacrificatori, secondo Feslo
sincrone della storia fiorentina compi- e Servio. Altri credono, come
dissi a Ne-
late da Alfredo Reumont d' Aquisgra- h, che fu detta Civitas Hetruriae, che
no, Firenze 184.I. Nardi, Istorie della questa parte di Toscana pontificia si de-
città di Firenzecon annotazioni di Ar- nominò Tuscia dalle turificazioni che i
co- fisico-storico della Toscana, conte- no due popoli distinti, anzi diversi, quali i
granducato, ducato di Lucca, Garfa- Dionisio, erano della schiatta pelasga, del-
gnana e Lunigiana, compilato da Etna- la quale in tanti luoghi lagionai, parlan-
miele Repetti, Fu enze 1 833. Introdu- do delle origini de'popoli italiani; ma gli
zione al Dizionario, ec. con Supplemen- etruschi sopravvennero d'altronde esono
to al Dizionario, ec, Firenze 845-46. 1 di gente e di lingua diversa, secondo li
Opera preziosa, critica, elaboratagli cui Niebuhr, opinione a cui non aderisce il
mi vado giovando. Le nuove catacombe Micali. Plinio, seguendo Erodoto, crede
di Chiusi recentemente scoperte nella gli etruschi veuuli dalla Lidia, € condot-
contrada che appellasi s. Caterina, il- ti in Italia dal loro re Tirreno. Altri vo-
lustrate da tng.r Domenico Barlolini, gliono che Tirseni o Tirreni venga dal
Dissertazione, Roma i852. Saggio di greco, edificio, munito, cioè dall' uso di
lingua etnisca e di altre antiche d'Ita- ricingere e muuirecon forti mura le loro
9
lia per servire alla storia de popò li, e città. Altri sostengono che il primitivo no-
delle lingue e delle belle arti, dell'alt. me degli etruschi, e che seco trassero dal
Luigi Lanzi, Firenze 1824* Ora il sacer- nome generale della nazione Rasena o
r
dote d. Pietro Prezzoiini, Uà cominciato dall'aulica loro stazione, si tu quello di
a pubblicare in Firenze la sua Storia re- Rasenaci o Raseni; poi greci li dissero
i
tissiiua contrada, che tiene il luogo d'u- dice Stiaboue. Qui poi noterò con Diom-
8o TOS TOS
sio, che fu un tempo, in cui nnclie lati- i ne scacciarono toscani. Avvertono vari
i
ni, gli umbri, gli ausonii ed altri popoli scrittori, che s'intendono sempre per e-
d'Italia, da'greci furono appellati Tirre- truschi gli abitatori fra la Magra e il Te- t
ni. Non mancano sostenitori, che gli etru- vere, poiché osserva Polibio, che sin dal
schi fossero un popolo originario italia- suo tempo erano in errare quelli quali, i
no, con proprie istituzioni, dottrine e ar- quando si parlava degli stati dagli etru-
ti ; bensì ammettono che la nazione etni- schi posseduti, credevano parlare di ciò
sca, allorché ebbe commercio co* popoli che possedevano, e non di ciò che avea-
orientali e meridionali, traesse da loro mi- no posseduto quando occuparono da una
glioramento a se stessa nel vivere civile; parte le pianure tra l'Apenninoe le Al-
sostenendo la nazione etnisca originaria pi, e dall'altra quelle di Capua e di No-
italiana, cioè di schiatta e d'istituzioni, e la, parte che si disse Etruria Cistiberina,
no, F Ombrane, la Chiana, il Tevere. I menti scavati in vari luoghi del regno di
maggiori laghi erano il Trasimeno e il Napoli, presso Padova, nel Veronese e al-
BolsenOjOra nella Etruria o Toscana pon- trove. Sono celebrile due lapidi romane
tifìcia, e ne parlai a Perugia e Viterbo, trovate anni addietro ne'colli più setten-
nelle quali provincie esistono : nell' ar- trionali delVeronese, dalle quali si ap-
ticolo Patrimoni della Chiesa romana, prende che gli abitanti di que'monti chia-
dicendo della provincia delta Patrimo- mavansi anticamente gli Armanti, do-
nio o Toscana pontifìcia, di cui è capitale ve sembra di riconoscere vestigio dell'an-
Viterbo, registrai le città etnische ch'e- tico nome etrusco Aruns. Scrive Eliano,
rano o sono sedi vescovili della stessa pro- come era fama, essere state anticamente
vincia. Ciascun cantone dell'Etruria era in Italia 1
197 città, sotto il quale nome
distinto da un nome particolare, poiché è da credere che fosse compresa ogni ter-
gli etruschi formarono tre corpi diversi, ra considerabile.Ora moltissime, e la più
quelli dell'Etruria, della Campania e del parte di queste saranno appartenute agli
Po, non dipendendo in nessun modo gli etruschi, signori quasi di tutta Italia. Di
uni dagli altri. Alla venuta nel Lazio del molte città occupale dagli etruschi feci
troiano Enea, dice Livio, l'Elruria em- parola nel voi. XXXVI, p. 197, parlan-
pieva del suo nome e impero per terra e do dell'origine de' popoli d'Italia. In mol-
per mare tutta la lunghezza dell' Italia ti luoghi ragionando dell' Umbria, di-
(F.) dall'Alpi al mare di Sicilia o Sici- chiarai cogli scrittori che ne trattano, che
liano; e nota come de'due mari, che l'ab- glietruschijSaliti in tanta celebrità e gran-
bracciano, l'uno era detto Toscano, e l'al- dezza d'impero su gran parte d'Italia fin
tro AdriaticodaAdria colonia etnisca. Ag- da più secoli innanzi Roma, ebbero con-
giunge Livio, che le colonie degli etruschi tesa di maggioranza co* popoli umbri;
aveanooccupatoi passi tutti di qua dal Po della qual contesa fu conseguenza l'innal-
sino alle Alpi, eccettualo un angolo sul zamento de'primi, la caduta de'secondi,
mare.Per autorità di Plinio si ha,che le fo- a 'quali, come ci tramandò Plinio, gli e-
ci del Po furono scavate da'loschi; e dove truschi debellarono 3oo citlà;avvenimen-
Polibio esalta pianure di Lombardia
le to che Dionisio riferisce accaduto 5 secoli
come le più felici d'Europa,dichiara anco- prima della fondazione di Roma, e secon-
ra che furono prima tenute da' tirreni, do Vairone 434 anni soltanto. Non é sen-
come Bologna, Mantova, Modena e Par- za difficoltà lo stabilire ove queste real-
e quando se ne impadronirono gal-
tita; i mente fossero, ma non é difficile a vede-
li, dicono gli autori coucordemeule, che re che tale conquista si eslese auco sulle
TO S TOS 81
terre che gli umbri aveano tolte a'siculi to, come la più comune opinione, sono:
ed a' liburni, e che poi furono in parte Vetulonia, di cui dice Silio Italico, esse-
occupale da' galli. Che è quanto a dire restata un tempo l'onor della gente Meo-
sulle lene ancora di qua dal fiume Efino, nia (della quale feci cenno a Polimarzio
e quindi ancor sullaRomagua.UDempste- oggi Bomarzo, città etrusca della lucu-
ro nella sua Etruria Regalis, die il ca- monia Falisca.ed ivi riparlai di Faleria,
talogo di sopra ioo città etrusche, e di mentre di Falisca ragionai a Monte Fia-
ciascuna di esse ha paratamente tratta- scone e articoli relativi), e da essa essere
to,non senza molli equivoci, come osser- venuto l'uso di far precedere al 1. "magi-
che non ha mai saputo d'aver altro pre- ive età il principato dell' Etruria , e che
gio, che d'esser stala la villa di Catullo. Pirgo ancora, sebbene non sembrasse ap-
Vi computa ancora Bresciae J\lilano,che partenere alle precipue città confederate,
ognun sa essere state edificate da'galli. 11 pure nel tempo che gli etruschi erano pi-
Pan \ mio annovera con più verisimiglian- rati sembrò fosse la loro metropoli. Pare
za tra le prime 12 città Verona, atteso però che nell'età più vicina alia conquista
il silo e 1'
antichità immemorabile, e le che fecero i romani dell'Etruria, Chiusi
anticaglie etnische qui vi scavate, e l'esser- fosse la capitale floridissima e potentissi-
si chiamato da Catullo Lidio, ch'è
inoltre ma di quesla nazione. Porseuna così ce-
quanto il lago di Garda,
a dire etrusco, lebre nella guerra co'romani, onde rista-
polazioni nelle Alpi,o in molte e ampie rono presi da insolito timore quando sep-
valli alle Alpi adiacenti, dalle quali venne pero chequel re di Chiusi movea alla vol-
poi a costituirsi la Rezia. Oli etruschi cir- ta di Roma (V.) col bellicoso suo eserci-
cumpadani battuti da'galli presso al Tici- to. Da Plinio si deduce che Porseuna im-
no, si ritirarono 111 que'monli sotto il du- perava all' intera Etruria ; ed afferma
ce R.elo, come può vedei si in Plinio, e qui Dempsteroche per circa 5ooaoni si man-
rimasero, il che già notai a Svizzera; on- teune Chiusi nel principato dell" Etruria
de «i* lem pi di Livio, retti cambiati per
i più o meno florido e poteule. Dichiaragli -
l'asprezza de'luoghi non rileneauu dell au- cali, che iu Chiusi più che nell'altre città
T O S TO S 83
prini ipali d'Etruria si trovano ogni ili a macchina di legno costruita a guisa di
dovizia monumenti preziosissimi di prima monumento funebre, o catafalco, da ser-
antichità; il che fa conoscere quanto fos- vire solamente pe'fuuerali di quel re, e poi
se civile, eulta e nobile la reggia di Por- dopo talceremonia disfatto, di cui però
senna. Quanto al suo famoso laberinto ,
per la grandiosa mole ne rimaneva pres-
descritto da Vairone e ricordato da Pli- so i posteri la memoria. L'antica Campa-
nio, ambedue però conclusero doversi a- nia si disse anche Etruria Cistiberina, e
scrivere alle favole etrusche, non trovan- Nola era tenuta capitale di quelle genti;
dosi di tal monumento alcun rudere, seb- le altre precipue città che formavano l'E-
bene vuoisi che avrebbe superato nella truria Cistiberina e soggette a Nola, era-
mole le stesse piramidi egizie: tuttavia no Capua, Clima, Pozzuoli e altre della
pretese Dempslero, che al suo tempo e- Campania. Circa governo degli etruschi,
il
ii&tessei'O alcuni cunicoli del laberinto sot- quanto può ricavarsi dagli storici autichi
to Chiusi;ma secondo altri non poteva- si è. Chetra'oorpi divisi dal Tevere e dal-
per le praticate osservazioni hanno por- risce Livio replicatamene, come raduna-
tato per risultato che veramente sotto la va alle volte la generale assemblea ad Fa-
parie più alta del monte su di cui è fon- mmi Voltumnae (Voltunua era la dea
data Chiusi, e principalmente sotto la lun- della Benevolenza, così chiamata da bene
ga linea dal giuoco del palone fino alla volendo} gli etruschi che le tributavano
cattedrale dove rimaneva l'antica Acro- un culto particolare, si radunavano nel
poli, si è rinvenuto un buon numero di cu- suo tempio a concilio per tratiare i grau-
nicoli da costituire un vero laberinto; e di affari), o per eleggervi il supremo e co-
siccome dice Plinio che il laberinto di Por- mune Pontefice, per trattare gli altari dei
seuna avea il doppio scopo, di sepolcro diversi stati, o per deliberar sulla guerra;
cioè a quel principe, e di difesa a'clausi- e così una volta fu deciso di non assumer-
ni coulro gli attacchi de'nemici esterni, e la nell'assedio che i romani facevano dei
ritrovandosi questi cunicoli appunto sot- veieuti, e un'altra di prenderla, quando
to l'antica Acropoli, ch'è quanto dire nel fu stabilito, al dir di Dionisio, che tutte le
luogo di difesa, stima mg, Bartolini che città etrusche facessero guerra in comune
cjuesti cunicoli costituissero il laberinto di contro il re Tarquinio, e quella che ripu-
Porsenna, dove quel principe era sepolto, gnasse fosse esclusa dal corpo. Le stesse
e che formava questo suo sepolcro per la città e popolazioni non essere così vinco-
memoria delle sue militari prodezze qua- late tra loro che non reggesse ciascuna
si un nuovo palladio a difesa de'nemici. con particolare diritto, e che molte volte
11 non trovarsi poi alcun rudere esteriore un sol popolo o alcuni non volessero la
del sontuosissimo mausoleo fa credere al guerra, o non facessero pace. Così 5 sole
dotto prelato che la descrizione che ne fe- città accordarono l'aiuto a'sabini, e i vol-
cero Vairone e Plinio fosse del modello te chiesero pace a'romani 3 sole città. Lo
o disegno che aveano avuto gli etruschi scopo delle guerre degli etruschi non era
in mente d'eseguire, e che poi non essen- Io scacciare e il distruggere gli abitatori
do andato ad effetto era rimasta soltanto delle terre combattute e vinte, ma sibbe-
fra loro l'idea tradizionale di tale magni- ne quello di soprastare a' medesimi coi
fico progetto, Oppuie che quella fosse una dominai li, e lo diceStruboue.Secoudo que-
84 TO S TOS
sii, gli umbri, poiché furono dagli etru- Vairone chiama regolo dei
de' veienti, e
schi debellati, si confederarono a loro nel- medesimi De he ri. Vairone, Dionisi e Giu-
l'imprese. Plinio asserisce che gli umbri stino dissero Mesenzio, che pugnò contro
ebbero parte cogli etruschi, non tanto nel- Enea, in difesa di Turno re de' rutuli, re
la conquista, quanto nella signoria della degli etruschi, di Lio e di Cere, e di que-
Campania. Dionisio trovò gli umbri e gli st'ultima altrettanto riferisce Virgilio. Pei*
etruschi uniti insieme alla spedizione di conciliare siffatte contrarietà può ricor-
Cuma. Diverse altre testimonianze com- rersi a'tempi, a'iuoghi diversi, e al diver-
provano il lodevole sistema di colleganza so senso in cui si è preso dagli scrittori il
degli etruschi co'popoli conquistati, accor- vocabolo di Re. Servio afferma più vol-
ta politica che poi seguirono i romani con le, che Ì12 popoli ebbero altrettanti re,
tanto immenso successo. Molte iscrizioni, uno de' quali sovrastava a tutti gli altri.
ove apparisce promiscuità di cognomi, pa- Con ciò s'intende come lo slesso re si tro-
lesano che gli etruschi stessi s'imparenta- vichiamato re d'un popolo particolare, e
vano cogli stranieri e co' vinti, e che costo- insieme degli etruschi in universale. Fa-
ro partecipavano in Etruria a' diritti ci- ceasi inoltre l'elezione de' re e comuni e
vili di cittadinanza. Prudenti gli etruschi particolari per via di dieta , e così
si ha
nelle vittorie, quanto valorosi nelle bat- il governo regio aggiunto al popolare. Al-
taglie, usarono mitezza co' popoli soggio- cuni moderni dierouo la serie de're etru-
gali, esi(Ialtamente,che piacque loro, de- schi conosciuti, altri contandone 3o, altri
posti facilmente gli sdegni, di unirsi con 5o , altri 60. Dempslero cominciò con
essi e di formare insieme un popolo solo. Giano, r.°principe, al suo dire, subito do-
Tuttavolta di frequente si legge negli po il diluvio, e raccoglie i nomi de're d'E-
scrittori che gli etruschi cacciarono gli
, truria di i5oo anni; ma i critici dichia-
umbri o altri popoli dalle contrade che rarono il catalogo di Derapstero e di altri,
dominavano; forse saranno casi parziali, che o presero favole per istorie, o fanno
ovvero si deve intendere esclusi dal po- re toscani quanti trovano itali antichi qua
tere e dal dominio, naturale diritto che e là nominati , o deducono i nomi de're
esercita qualunque conquistatore. Il go- dalle città, come il re Clusio da Chiusi, o
verno degli etruschi pare che fosse regio, per altre somiglianti guise senza bastevo-
e molti passi d'antichi scrittori lo attesta- le fondamento li contano e li moltiplica-
no. Così Livio dice che Romolo i.° re di no. E' meraviglia che in tulli questi ca-
Roma, prese l'uso de' quali a littori (de' taloghi sia stato tralasciato un re, che tra
Iìoma, così degli costumanze e-
altri usi e gli antichi potea mettersi con più auto-
trusche,come religiose, adoltateda'roma- rità, cioè Arimuo di cui parla Pausania,
.°
ni) dagli etruschi, i 1 2 popoli de'quali crea- trattando de'donari o donativi che pel 1
vandosi Lar "Por senti) e Lar Tolumnius. truria. L'encomiato avv. Castellano, al-
Ma più veramente si stima, che Lar in l'articolo Gran Ducato di Toscana ecco }
be, Lucumone e Arunte; meglio ne par- 3.° 1 Cortonesi, Cortonenses, i quali oc-
lo all'indicato articolo. Trovo nella Mito- cupavano una parte dell'odierno territo-
logia di tutti ipopoli del mondo, che Lu- rio Fiorentino al di sopra dell' anzidetto
cumone era il principe o capo particola- lago. 4-° Gli Aretini, Arredili, che da A-
re di ciascun popolo degli antichi etru- rezzo dilatavausi ne'dintorni di Fiesole,
che siccome l'Etruria dividevasi in
schi; e e da Firenze sino a Pistoia. 5.° I Volter-
12 popoli, così ciascun di essi avea il suo rani, Volaterrani, che da Volterram-
Lucumone; ma uno di essi godeva un'au- gombravano la costa mediterranea di Pi-
torità maggiore degli altri. I privilegi di- sa e di Livorno. 6.°
1 Vetulonii, che dal-
stintivi de' Lucumoni consistevano nel se- la distrutta città,onde assumevano il no-
dere in pubblico in una specie di cattedra me, dominavano una parte del Sanese e
d'avorio, nell'essere preceduti da 12 lit- Io stato di Piombino. 7. I Rosellani;/?M-
tori, nel portare una tunica di porpora sellani, abitatori della Maremma Sanese
ricca d'oro, con uno scettro alla cui estre- e del paese di Castro, della di cui capi-
mità eravi un' aquila. Il comune degli tale Roselle esistono appena poche rovi-
scrittori opina, che ognuna dellei2 prin- ne. 8.°1 Tarquinii, che dal capoluogo co-
cipali cittàd'Etruria avesse il suoLucumo- sì denominato, le contrade occupavano di
ne ossia Re, e fossero unite fra loro con Cornetoe Civitavecchia. 9. IV ulsini cen-
una confederazione; ed essendo gli etru- tralizzati nella città di Bolsena, e di là
f
schi bellicosi, in caso di guerra si sceglie- sparsi ne territori! di Monte Fiascone e
c
va dalle città confederate uno de' Lucu- di Orvieto. 1 o. l Ceretani, cheaveano per
moni che dovesse prendere la direzione capoluogo r antica Cere oggi Cervcleri,
dell'esercito quasi generale in capo, e al- e su Palo e Bracciano signoreggiavano (dei
lora la città il di cui Lucumone occupa- quali ultimi due luoghi tornai a parlare
va tale incarico prendeva l' ascendente uevol. L1V, p.23o,LVIII J p.i2o). n.°
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] Fnlisci, che dall'estinta Falena davnn che si accennano copiosi esempi dal Pas-
leggi ad una parie dell'attuale provincia seri nella 1. "delle sue Lettere Roncngliesi
pontificia del Patrimonio di v. Pietro o inserite dal p.Calogero nella Raccolta
Viterbo. \i.° \ Yeienli, che dalla celebre d'Opuscoli, t. 71, p. 353, il che ricordai
Vcio imperavamo agli abitanti del
città di a Scrittura, dicendo che romani pare i
Monte Cimino, ed a que'di Nepi, Su tri, che tale arte l'apprendessero dagli etru-
e Baccano (di cui nel voi. LV11I, p. 7), i i schi e da'greci. Di più nella decadenza del-
infino al suburbicario confine di Roma. la lingua presero a scrivere gli etruschi
Le 5 ultime Lucumonie pertanto e la 2.* anche co' caratteri latini, come osservasi
trovansi da molli secoli incorporate nel- in più monumenti, anzi alcuni di questi
lo stato pontificio, in buona parte per la si trovano scritti in etrusco e spiegali iu
donazione della gran contessa Matilde, e latino, il che ha dato fondamento a de-
quindi la presente Toscana racchiude le terminare il valore dell'etrusco alfabeto,
altre 6 Lucumonie. Gli etruschi forma* su di che può vedersi il mentovato Maf-
rono la possente confederazione delle 12 fei, Osserv. letter. t. o,p. 33 5.01tre quan-
Lucumonie cisapennine e transapennine, Lingua sull'idioma etrusco e lo-
to dissi a
sotto reggimento la civiltà italica è
il cui scanico, per l'alfabeto etnisco si può ve-
stata condotta alsuo più bel fiore; e le cam- dere quanto notai ne' voi. XX. XVI, p.i 66,
pagne di Velulonia,di Pisa, di Videi, dal- LIV, p. 35. Gli antichi etruschi si segna-
la banda del Tirreno; di Felsina, di Pe- larono nelle scienze e nelle arti , ciò che
saro, d'Adi da quella dell'Adriatico, fu-
ia, celebrai ne'tanli relativi articoli, anzi qui
rono rese tanto opime. Gli eruditi volen- dichiarerò che non la finirei mai se do-
do dinotare l'antica lingua italiana non vessi ricordaregl'innumerabili luoghi do-
parlano che dell'etnisca o toscana, e ciò ve parlai della religione, pregi e cositi man-
perchè gli etruschi oltre ogni altro popo- ze tutle di questo antichissimo e colliri-
lo italico steseroil loro dominio e man- ino popolo, per cui dappertutto dovei ra-
darono colonie per tutta l'Italia, e perchè gionarne. Senza favellale delle divinità
gli etruschi di mezzo, detti più propria- adorate dagli etruschi, fondamentale prin-
mente tali, più lungamente degli altri po- cipio della loro religione fu il dualismo,
poli italici ritennero la loro lingua, essen- cioè due potenze contrarie, necessarie e-
do stati gli ultimi ad essere domali da'ro- umanazioni della suprema intelligenza de-
mani. Dell'antico alfabeto etrusco, oltre miurgica, grandeauima del mondo e prin-
il ricordato Lanzi, parla di esso il pure cipio generatore di tutte le cose. Le etru-
rammentato Goti che gli dà t 1 lettere pri- sche leggi teocralico-sacerdotali erano ri-
mogenie, e 4 aggiunte oltre all' aspirata piene di tanta saggezza , che bastavano
II; il Borgnit, che fìssa il numero delle per se medesime all'incremento della na-
lettere a 24; e il Malici che ne assegna zione. Tagete, secondo la credenza etru-
26, benché di sole 21 determini il valore. sca, maestro di religione e civile sapienza,
Ilcarattere di queste lettere è più verisi- le rivelava; e chi le udiva le trascrisse, e
mile che sia derivato dal fenicio o assi» io; le tramandò alla posterità. Principaledei-
e manca nelle stesse lettere PO. A Let- tà degli etruschi fu Bacco, chiamato col
tera riportai l'opinione che Demaralo fa nome etrusco di Manlù. Questo culto era
aulore dell'alfabeto etrusco; ed a Lingua da prima, qual si fu nella sua origine al-
quella del diverso numero delle lei tere del- trove, salutevole all' ordine dell' umana
l'alfabeto, e che vuoisi esservi 3 alfabe- 1 vita, poiché ni una laidezza vi si mesco-
ti etruschi e tutti varianti. Nello scrivere lava, ed era tutto rivolto a persuader l'uo-
usavano gli etruschi la maniera orienta- mo al vivere onesto per ben meritare del-
le,portandosi dalla destra alla sinistratici la divinila nella vita futura. Degenerati
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i misteri di Bacco in Italia, con turpezze lo scrivere toscano. Ma il Malfei con as-
le più nefande pei la depravazione dei sai forti ragioni lo vuole etrusco, il (pia-
,
costumi, con orgie segrete e notturni tri- le vuole pure etrusco il coturno tragico,
pudi, rimase il culto ne'templi, e i bacca- e Ovidio l'appella lidio. E' noto che ro- i
nali furono proibiti dal senato romano; ed mani presero dagli etruschi anche i ludi
allora o quando si costumò di bruciare scenici, l'arte inimica e la teatrale, e dai
i cadaveri, decadde verso il VI secolo di loro paesi fecero venire gl'istrioni. Di que-
Koma l'uso de'famosi vasi fittili, de'quali sto vasto e svariato argomento con qual-
andrò a far cenno, particolarmente nelle che diffusione in tutte le sue parli ne tor-
pompe funebri, e in poco tempo l'arte fu nai a trattare a Teatro, descrivendo pu-
obliata del tutto. Livio attesta, aver essi re gli anfiteatri e quanto in essi face va -
grandemente atteso agli studi, e all'inve- si. Però tutti i giuochi eie pompe, la poe-
stigazione della natura. Scrive Diodoro, sia e la musica, e gli spettacoli, ne' religio-
che ne'libri dell'etnisca disciplina si ve- sissimi etruschi erano sempre a decoro
deau dipinti più specie d'uccelli, che co- della religione e quasi atti di culto esterno,
me alFrrma Plinio, non eransi veduti nei e formarono il bello intellettuale della na-
passati secoli, ed erano mancati. Dal che zione. "A Sutri, cospicua etrusca città di
si può raccogliere quante antiche osserva- remola antichità, nel descrivere l'anfitea-
zioni avessero fatte sugli animali gli etru- tro scavato nel tufo, dichiarai il parere di
schi. Oltre alle opere perite , Snida alla quelli che lo vogliono etrusco, poiché an-
parola Tyrrhenia fa menzione d'un au- che gli etruschi ebbero anfiteatri, non di
tore toscano, il quale avea scritto la sto- materiale, ma scavati nel tufo. Inoltre gli
mondo, e una dis-
ria della creazione del etruschi dierono perfezione alle scienze
sertazione sulmodo, con cheqnesta gran- geodetiche. Essi che sì strettamente lega-
de opera era stata compiuta in 6 giorna- rono la politica colla religione, e le leggi
te. Vairone, e dopo di lui Censoiiuo, ci- e le arti costumi informavano da quel-
e i
tano molti storici etruschi, i quali avea- la, aveano posto l'agrimensura sotto gli
iio accuratamente descritte le gesta della aruspici che consagravano i coufìni dei
loro nazione, e Plinio e Seneca fanno men- territorii e delle Strade (ove ragionai de-
zione di Umbrizio Migliore d'Aquila, e di gli agrimensori presso romani auliclù), i
Cecina storici etruschi. Immensa è stata ponendoli sotto la tutela della divinità. Gli
la moltitudine degli scrittori etruschi, di etruschi furono eccellenti nelle arti, mas-
cose augurali e attinenti a' Sacrifizi. A sime nel maneggio de' metalli e ne'lavoi i
Superstizione riparlai degli auguri e degli de' vasi. La statua togata del museo Medi-
aruspici, scienze inventate o almeno per- ceo, la Chimera di bellissimo metallo, e
fezionate dagli etruschi, da'quali e come più altre opere vuote dentro, e lavorale
moltissime altre cose l'appresero i roma- con tutta perfezione, ne fanno prova ma-
ni ene fecero grandissimo uso. Dalla quan- nifestissima. Tuttora ne sopì avanza gran
tità e varietà di armonici strumenti, che quantità de'loro vasi di terra leggeri e du-
si trovano nelle figure elrusche, si dedu- rissimi, e dopo tanti secoli intatti, talché
ce essersi questi popoli assai dilettati nel- sembrano di fabbrica recente. Tali vasi
la musica; e dall'uso che aveano di can- con maggior eccellenza si lavoravano nel-
tare in versi le lodi de'loro Dei e l'impre- la terra di Pomarance nel Volterrano ed
se de' loro eroi ricavasi essere stati assai in Arezzo ,
questi di color azzurro e la
dediti auche alla poesia. Vairone parla maggior parie rosso, quelli di bella e lu-
d'un Volumuio scrittore di tragedie elru- cida vernice nericcia, e spesso dipinti con
sche: l'Olivieri incliua a credete quest'au- figure storiche e mitologiche ,
anche di
tore romano, e iusieme assai perito nel- buon disegno, e con geroglifici rappreseli-
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tanti le favole e le deità della nazione. pere poi illustrative de' vasi etruschi, del
Meravigliosa fu l'arte degli etruschi in dotto Secondiano Campanari di Tosca-
siffatte stoviglie d'ogni specie di vasella- nella, in quell'articolo le registrai; così
me in terra cotta, ed abbellano nostra- i parlai pure de' sepolcri e urne etrusche.
li e gli stranieri musei. Grande era l'uso Ivi si vedono la mescolanza del genere
di queste figuline in Italia, per la pompa straniero coll'indigeno, prove di comuni-
de'sagrifizi e de'funerali, perle sagre lu- cazioni e di commercio vicendevoli di po-
strazioni e libazioni, pel vivere domestico,- polazione; miti e rappresentanze di costu-
e per la solennità de'ludi religiosi e civi- mi sagri e profani, da'quali si può argo-
li. I vincitori de'certami atletici venivano mentare la religione o stabile o varia, e
premiati d'uno o più vasi, principalmen- le diverse istituzioni civili e religiose de-
te con l'epigrafe panatenaici. U uso per gli etruschi.Questi assai valsero nella Scul-
altro distinto e quasi primario che se ne tura (come rilevai in tale articolo ragio-
faceva, era d'ornarne i sepolcri. Quivi si nando delle arti del disegno e nuovamen-
riponevano che aveano servito pei
i vasi te della Pittura, e inoltre vi celebrai un
funebri conviti dell'estinto, o per le asper- gran numero di toscani moderni artisti
sioni di liquori sul cadavere o sul rogo; eccellenti e i loro capolavori), e tanto, che
quelli diche l'estinto medesimo era stato a'tempi di Cassiodoro correa opinioneche
premiato nell'atletiche prove, o donato in agli etruschi si dovesse l'invenzione delle
vita dall'amore o dall' amicizia; e quelli statue. Per il famoso Giove Ca-
formare
pure che gli erano prediletti negli usi del pitolino, non di Grecia , ma di Fregelle
vivere famifiare; a cui si aggiungevano gli (di cui a Ponte Corvo), prese l'artefice il
altri, de' quali spontaneamente gli veni- reTarquinio Prisco. Fu scritto che in Boi-
va fatta offerta nelle funerarie querimo- sena si trovassero nella sola città 2000
nie da'parenti e dagli amici. Dal collocar- statue allorché fu espugnata da' romani.
si i vasi etruschi ne'sepolcri ne derivò la Molto valsero similmente gli etruschi nel-
loro conservazione, e il gran numero che l'architettura, avendo essi dato il nome al
possediamo. Il Museo Gregoriano Etru- i.°e più aulico ordine della medesima il
sco (V.) nel Vaticano, formato dalla sa- Toscano; conviene esso più di tutti pei*
pienza e magnificenza di Gregorio XVI, porte, finestre e ponti di castella, di torri,
possiede un tesoro di monumenti etruschi porti di mare e fortezze, siccome più ro-
della più grande importanza, scavati nel- busto e più durevole. Peritissimi nell'ar-
1' antica Etruria,ora Toscana pontificia, chitettura militare, le loro città principa-
come in Videi, in Ceri, in Tarquinia, in li erano munite di torri e di mura fortis-
Toscane Ila. in Polimarzio, in Or te, ec, sime, composte a sterminati massi. Osser-
oltre la famosa statua militare in bronzo vò l'Alberti, che ne'lavori etruschi il ca-
scavata a Todi. Le arti belle sono il lin- pitello d'ordine dorico, nel suo fregio sem-
guaggio de'popoli che le professano, on- bra spiccare costume tosco di tirar tut-
il
l'arti medesime. Ivi si ammirano una co- ec. Per erigere il Tempio di Giove Ot-
piosa collezione di vasi etruschi d'ogni for- timo Massimo Capitolino {ose narrai del-
ma e grandezza, bronzi, ori di lusso mu- lafamosa quadriga di creta fatta in Veii)
liebre, sculture, pitture e anche camere o Tarpeio, da ogni parte dell' Etruria, e
sepolcrali, de'sepolcri etruschi avendo ri- non di Grecia, fece venire Tnrquinio Pri-
parlato a Sepoltura, e nel citalo artico- sco gli artefici. Tra le mura meglio lavo-
lo ricordai diverse opere illustrative de- rate diesi trovassero a'suoi tempi, com-
gli accennali monumenti etruschi. Le o- putò Vitruvio le auliche d' Arezzo. Tra
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le Vairo-
parti della casa, l'atrio insegna mente taluno chiama vasi egizi. All'età
ne die si era denominalo da' Toschi A- successi va, cioè al 3.° e 4-° secolodi Roma,
triati, che l'aveano messo in uso; quindi e specialmente a quest'ultimo, in cui l'ar-
l'atrio toscano Viti uvio lo dice il più sem- te fece stupendi progressi, ponno rifei ir-
plice di tutti. Toscanico fu anche detto si tutti gli altri vasi, ne' quali però scor-
quel cavo degli edifizi , di cui parla Vi- gessi contiuuo avanzarsi dell'arte dal me-
truvio. 11 cav. Guazzesi, nella Disscrt. so- diocre al meglio, d'eleganti foggie e di
pra gli Anfiteatri Toscani e principal- pitture mirabili, rappresentauti storie e-
mente dell'Aretino, nel t. 2 de'dotti Sag* roiche e religiose di greca dottrina. Di
gì de II' Accademia Etnisca di Cortona, gran pregio sono pure i vasi di terra ne-
sostiene e pretende che il detto anfiteatro ra, etruschi come i rossigni, a differenza
sia stato opera degli etruschi prima di R.o- degli altri denominati vasi greci della det-
111 a, contraddicendo in ciò il march. Maf- ta 3/ età. Molti vogliono chei vasi di que-
fei ne' suoi Anfiteatri, e per non osser- st'ultima specie sieno venuti sempre dalla
vatisi il modo di fabbricare degli antichi Grecia in Italia, per Demarato fabbrica-
etruschi con pietre quadre e grandissime, tore di figuline, pieni di fasto e di lusso
e per tacere di tale opera tutti gli anti- moderno, e dalla sua scuola si fecero va-
chi scrittori. Finalmente, rimettendomi anche gli etruschi nella manifattura
lenti
peraltre arti, in cui si resero eccellenti gli al pari de'greci, in un'arte nata fra loro,
etruschi, come nella plastica (fu quella gre- senza tralasciare la lavorazione de'vasi pri-
ca portata da Corinto in Etruria da De- mitivi più. semplici e al modo nazionale
ruarato) e nella pittura, agli analoghi ar- antico, comechè di minor dispendio o per
ticoli ; e le svariale pitture che vedonsi recare varietà nell'uso che ne facevano le
negl'ipogei di Tarquinia e di Chiusi, quel- persone meno facoltose. Il non vedersi poi
le de' vasi etruschi , massime della greca ne' vasi così delti greci che sole epigra fidi
scuola da Demarato aperta in Tarquinia carattere e lingua greca, questo può pro-
e propagatasi nelle città vicine, attestano vare l'ellenismo invalso iti Etruria,e che
quanto la pittura fu carissima agli etru- fu cagione in gran parte di sua rovioa, co-
schi. L'arte de'vasi etruschi ebbe le sue me poi dirò; o veramente può far suppor-
diverse età, che alcuni distinguono : dai re che gli slessi etruschi, riguardando ta-
primi secoli dell'era etrusca, e precipua- li stoviglie di gusto assolutamente greco,
mente dall'introduzione in Italia del cul- volessero munirle talvolta d'iscrizioni gre-
to di Bacco, fino all'iniziarsi del 1 .°secolo che, anche per acquistar pregio a quelle,
di Roma. A questa età si attribuiscono i essendo la nazione divenuta vaga di cose
vasi di terra colla indurati al sole e cotti elleniche e schiva delle nazionali. Dissi già
con magistero ignorato, i quali serbano che l'arte dopo il 6.° secolo di Roma deca-
lucentezza e colore traente plumbeo, e al dendo fu totalmente obliata, non però iti
su'quali sono disegnate a stampa di bas- tale secolo o nel successivo, poiché ne pri-
sissimo rilievo simboliche rappresentanze, mi tempi dell'impero in alcuni luoghi an-
relative alla così detta Dottrina dell' E- cora fabbricarono e con maggiore per-
si
rebo, ossia alle cose e a'misleri della vi- fezione. Deve avvertirsi con Ateneo, do-
ta futura a cui Mantù presiedeva. All'im- versi agli etruschi l'invenzione della trom-
mediata età posteriore, cioè nel volgersi ba e de'corni da guerra, e dell'uso di com-
deli. "secolo di Roma e da questo al 2. battere a pie fermo in battaglione, da essi
si riferiscono que' vasi di terra cotta di- preso poi da'romani. Tra gli altri usi in-
pinti in colore rossigno, su'" quali vedon- trodotti dagl'ingegnosi etruschi, ricorde-
si effigiate in pittura mostruose forme e rò che ad essi deve riferirsi l'uso del rogo-
varie specie d' animali e che impropria- beuchè ancor costumassero seppellire ca-
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da veri interi, come apparisce in più ipo- chiesto di volontario aiuto le città più for-
gei, che degli antichi etruschi si scuopro tid'Italia per la conquista di Cartagine,
gilato e la lotta, lo indica Prudenzio, ac- tà, e così resero ambedue l'isole loro tri-
compagnata a suon di flauto, lo dice Era- butarie; come tributarie fecero l'isola del-
tostene; e la stessa idea de'trionfi de'ro- l'Elba, non che tutte l'altre isolelle situa-
mani fu imitazione delle pompe etrusche. tene! mar Toscano. Essi furono gl'inven-
Horo riferisce a'toschi il trionfo de'roma tori dell'ancora a bidente, non che dello
ni in cocchio dorato tirato a 4 cavalli; co- sprone aggiunto a'navigli da guerra. Fre-
me da'toschi pur venne la corona d'oro, quenti furono le loro navigazioni tanto
che sostenevasi sul capo del trionfante, e per la Spagna, quanto pe' lidi africani e
che perciò, come leggesi in Plinio, nomina- per V Egitto. Si occuparono pure delle
vasi etnisca. A dir breve, avverte Tertul- scienze astronomiche, indispensabili alla
liano, che i Giuochi e gli Spettacoli nel- loro estesa navigazione. Circa le forze ter-
l'Etruria , come atti di religione furono restri, ricordisi rammentalo Mesenzio,
il
istituiti. Dissi a Ceremonie, che il voca- accorso in aiuto di Turno, nella guerra
bolo derivò dalle azioni religiose di cullo contro Enea e Porsenna contro Roma.
,
scriveva la religione, la quale poiché in- no immense paludi, dicrono il corso a ca-
dicevasi la guerra, voleva dalle milizie il nali navigabili, e diressero ampie e lunghe
giuramento dell'unione e dello scontrare strade. Gli antichi toscani batterono Ma*
piuttosto la morte che l'onta della scon- neta, e se ne vedrebbero tult'ora in gran
fìtta. Non è quindi meraviglia se gli etru- copia, come querelasi il Maifei, se l'igno-
schi furono grandi maestri di guerra. Nar- ranza di quelli a cui furono offerte, mal
ra Diodoro, che toscani possenti ancor i conoscendole, non l'avessero rigettate co-
per forze navali, signoreggiando gran tem- me spregevoli ; cosicché se ne fusero un
po il mare, dierouo il nome di Tirreno al numero infinito, sino a formarsene in al-
more Italico. Anzi aggiunge, che tenta- cuni paesi le intere campane. Ne resta-
rono gli etruschi di mandar colonie fin no contuttociò molle in più gabinetti. So-
di là dalle colonne d'Ercole, in un'isola no di getlo, e bella raccolta ne ha pub-
dell Oceano scoperta da'fenicii,che si o- blicata il Buonarroti ne\Y Etruria Reale
pina essere un'isola «Ielle Canarie. Ero- del Dempstero. Di queste monete la più
doto poi c'istruisce, che a'tempi di Ciro frequente, e che solo può dirsi volgare, ha
avendo i focesi occupato la Corsica, e in- in lettere etrusche l elatri. attribuita dal
quietando il mare, fatta lega i cartaginesi Maifei o a Velletri o ad Alatri. I suoi li-
e gli etruschi, diedero a'focesi una terri- pisono Giano Bifronte, il Delfino e la Cla-
bile rotta, e che la città di Agilla o Cere va. Riporta lo slesso Buonarroti una gran
ebbe in questa guerra la principal parte. moneta di Gubbio, in cui si legge in etru-
Livioci fa sapere, che avendo Scipione ri- sco 1cuvini, e segna di qua una Rota, di
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là una Mezzaluna colla nota dell'asso lib al perfezionamento, favorito da un clima
lira le. Ve ne leti pure dell'altre, che han- felice e da fortunata posizione geografica,
no da una parte una Rana d'aito rilievo, potè con pochi procacciati soccorsi giun-
e dall'altra un'Ancora con 3 globetti e gere a tanta cima di senno da esser chia-
colle lettere Wj\e quali monete vuoisi mato giustamente il padre dell'italica ci-
dal MafTei, che appartengano a Bolsena. viltà, e lasciare di se splendida e impe-
Ma il cav. Biccobaldi nella Dìssert. stori- ritura ftuna. La prepotente fortuna del
co-crìtica, studiasi di mostrare come tan- 1 ornano impero, cui non bastava la terra
a
to lai. in cui si legge J ciaf ri, quanto que- alle conquiste, passò sopra a questa me-
st'ultime colle lettere W, appartengono morabile nazione e la calpestò,dopo averla
a Volterra, che in etrusco stima fosse detto prima temuta e poscia ingannata; e l'or-
Felatri; ciò che comprova e dagli antichi goglio di Roma si adoperò, perchè a quel-
sigilli della città, in cui si trova ora una l' infelice non anco il nome,
restasse ne
semplice V, ed ora anche due Tl\ e dal ingratamente dimenticando che princi- i
l'avervi vicino a Volterra una nobil terra pi! di sua colossale e sterminata possan-
detta Monte Veltraio o Voltraio, nel qual za eranle provenuti in gran parte da lei,
nome vedendosi aflìnità con quel di Ve- come osserva e dichiara con sapiente e-
latria pare che Monte Veltraio valesse lo loquenza il eh. Emiliani surricordato.
stesso che Monte di Volterra. Ma la sua Quelle cagioni le quali originarono l'in-
più antica memoria è del 967, bensì di- grandimento degli etruschi, come iti al-
gnanime imprese, e colle intime fòrze sol- gare stolto delle menti, originò la deca-
tanto concessegli dalla natura crebbe in denza e la rovina della nazione. La re-
civiltà; un popolo che coll'armi recò alle pubblica federativa etrusca, dovea, e per
genti da lui conquistate la civiltà sua me- sua natura e per le circostanze de'tempi
desima, e preparò cosi alle future gene- che concorsero, del tutto soccombere. Se
razioni i mezzi della umana felicità; e po- durò più secoli a tenersi in vigore, ne fu
scia dopo non molti secoli di sua esisten- potente motivo sopra ogni altro la reli
za disparve dal mondo, al sopravvenire gione, chen' era la macchina motrice e
d'un altro popolo, che sortogli improv- e conservatrice. Sursero le ambizioni de-
visamente vicino, dopoché ebbe tolte da gli uomini, e principalmente de'capi delle
lui la religione, le leggi, le arti, i costumi, diverse lticumonie, e fransero spesse volte
gl'intimo guerra, lo vinse, lo prostrò, lo i palli di unione e di concordia con giu-
disperse; un popolo siffatto merita la com- ramenti solenni stipulati. Chi indisse la
passione, la riverenza e la riconoscenza di guerra agli stranieri e chi fermò la pace
tutta la posterità. Questi fu il popolo e- senza il consentimento dell'intera nazio-
trusco, che giovandosi della potenza e del ne. Talvolta una lucumonia fece guerre
naturale organismo dell' uomo, teodenti disperate all'altra, e cercarono di distrug-
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gersi a vicenda, come narra Livio. Niu- scipline e costumanze. L'astuta Roma ne
noormai più conveniva alle universali a- faceva tesoro, e procacciavasi principal-
dunanze della nazione. Que'grandi par- mente cognizione nell'arte della guerra.
lamenti soliti a tenersi nel tempio di Vol- Per qualche tempo fu, o sembrò alrne-
tumna (il p. Ranghiasci nelle sue erudite no, concordia mirabile fra le due nazioni,
Memorie di Ncpi, dice che Lai o Lu- i ti cioè finché Roma potè librare le proprie
cumoni erano magistrati che presiedeva- forze con quelle della vicina; e poiché eb-
no all'osservanza delle leggi, e di quan- be colei trovate queste inferiori, dimen-
do in quando univansi nel tempio di Vol- tica de' doni ricevuti, si fece ad affligge-
turno o sia Giano, per discutere e deli- re l'infelice con ostilità d'ogni maniera.
berare nelle bisogna di maggior impor- Correva il V secolo della romana repub-
tanza), quando i bisogni delia comune blica, e l'Etruria era di già scaduta dal-
patria lo richiedevano, non venivano più la sua primaria forza e grandezza; come-
convocati; e indarno la religione, di che chè la battaglia al lago di Vadimone (che
siffatti ordinamenti civili erano dettati , ora dal vicino Bassano si appella , nella
nerichiamo l'osservanza. Cosi dissenzienti provincia di Viterbo: Valdimone o Pro-
le parli infievolirono disgiuute la virtù e teo fu pure il nome d'una deità elrusca,
Ja potenza della nazione, e quindi venne chiamata Protos Theos, come a dire Pri-
ilgrand'urto al rovinare di essa. Si ag- mo Dio, poiché tale egli era in Toscana,
giunga la trascuranza e il disprezzo delle al riferire dell'Adami, Storia di VoUeno
periore venne invasa e depredata da galli dire a questi ultimi,a ver essi trovato tanta
che irruppero ferocissimi, prima dell'an- mirabile il valore degli etruschi nel com-
no di Roma 63 sotto la condotta di Sì-
1 battere, che sembrò loro d'aver pugnato
goveso e l'abbatterono, poi galli senoni i con uomini nuovi e non con un popolo
completamente la soggiogarono nel 36o. tante volte da essi abbattuto e vinto. Os-
L'Etruria dell'Italia inferiore fu corsa e serva eruditamente il eh. Emiliani che ,
licoso, e cadde per opera loro nell'anno prosegui con abbandonare le loro primi-
33o di Roma. Restava l'Etruria media, tive istituzioni, onde ne furono corrotti
ossia il fiore della nazione, ed era questa i costumi. Era il carattere della uazione
riservata, come l'altre ancora a suo tem- severo, malinconico, superstizioso nella
po, cioè circa al cadere del V secolo di religione, e qualche volta feroce, come ri-
Roma, uon tanto al valore militare de* levasi da'monumenti etruschi e special-
romani, quanto alla scaltrezza loro; nel mente ne'più antichi, come eziandio ri-
mentre che romani, cartaginesi e sira- marcò il Winckelman, nelle forme spa-
cusani s'impadronivano, non senza vio* ventevoli graffite, o dipinte o in rilievo.
lazionede'patti,per parte specialmente de' Le costumanze etnische, perfino ne'ludi
secondi, delle marittime forze dell'Elru- sagri, teneano del terribile e del feroce,
ria e delle sue isolaue colonie. Da umili e i combattimenti de' gladiatori fu loro
esordii crescevarapidamente e gagliarda invenzione, come di sopra accennai e trat-
la romana potenza. L'Etruria se la ve- tai altrove. Nel 399 di Roma allorché ,
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roce, alteggiavansi a modi tenibili e spa- ca in Roma, sostituita all'etrusca, rese gli
ventosi; aggiunsero delle orecchie agli el- animi irreligiosi e rotti a ogni maniera di
mi, e li sormontarono di punte di ferro vizi. Così quando l'Etruria prese a imi-
con ismisurate eresie e pennacchi; si cre- tare i greci costumi, fu rapidamente pie-
spavano e attorcigliavano mustacchi i na di vizi d'ogni maniera, che vieppiù
non che le chiome, e queste quasi a guisa fecero sentire la debolezza della sua pri-
di giube leonine. Ma cambiò ben presto maria politica istituzione. Ricca de'soavi
la nazione etrusca questo fiero carattere, doni della natura, opulenta di procaccia-
e lo trasmutò in molle ed elFemminalo. Il te dovizie, lieta di fortunati eventi suc-
commercio coll'estere nazioni avea fatto cedentisi l'uno dopo l'altro continuamen-
gli etruschi assai troppo vaghi di costu- te, amò in fine i molli riposi della vita;
manze straniere, le quali perchè smodate e animi caduti nell'inerzia si apriro-
gli
o empie di loro natura, o non confaceo- no a' sensi corrompitori d' ogni virtù.
tesi a'fondamentali principii della nazio- Quindi non più la frugalità , la tempe-
ne, insinuandosi lentamente negli animi ranza del vivere antico;pingui e frequenti
fecero depravare.La religione loro gran
li furono le mense da vincerne sibariti, mol- i
macchina motrice dell'istituzioni civili, si li e affettate le vesti e tutti gli arredi do-
alterò pe'miti specialmente greci che vi mestici, ed ogni voluttà si mischiò ne' co-
s'fntrodussero/i quali piacquero maggior- stumi etruschi. I misteri di Bacco si de-
mente quando l'intelletto e la mano por- generarono per opera d'un sacerdote gre-
tentosi di ZeusiediFidia,epiù tardi d'À- co, e di Pacula Minia sacerdotessa capua-
pelle e di Protogene, ne dierono gli stu- na, che v'introdussero libidini e manie-
pendi simulacri. Vinte le menti da quel- re licenziose, onde baccanali furono poi
i
elleniche fossero alcuna volta tramutate riservatezza e la castità non erano più le
di nome e anche di forma, nondimeno col- virtù che un tempo avean reso chiare le
le nuove credenze si scemò la credenza donne etrusche, le quali si abbandona-
antica e diminuì la fiducia alla dottrina ronoa ogni lussuria e divennero rinomate
e autorità del sacerdozio. Quiudi gli Dei per eccessi libidinosi. Queste fin qui nar-
per la voce sacerdotale non più valsero rale furono le principali cagioni della de-
a destare negli animi i salutari timori, cadenza degli etruschi, i quali perderono
a ricondurvi gli utili pensieri, a suscitar- in fine ogni speranza di risorgimento, al-
vi la possente favilla dell'amor patrio e lorché la prepotenza romana li assog-
dell'unione nazionale, a costringerli agli gettò giuridicamente al suo dominio, e
alti ardimenti, a* sagrifizi della vita, co' tolse ad essi il governo federativo, facen-
tremendi giuramenti dalla religione pre- do d'ogni città tanti municipii che dovea-
scritti. Il grecismo s'introdusse per tutta no unirsi a lei, e da lei medesima dipen-
TEtruria, anzi per tutta l'Italia, e di se denti. L' ordine sacerdotale, che forma-
stesso dava impronta a tutto; alla reli- va il potente corpo aristocratico della re-
gione, a'coslumi, alle scienze, allearti; e pubblica etrusca, fu irato da prima con-
alterando e togliendo così l'italo-etrusca tro gli oppressori della nazione, poscia si
originalità, portava estremo danno per- unì ad essi, e divenne anche istrumeu-
nicioso alla nazione. Narra Livio, che Sci* to della grandezza loro. Così cadde, non
pione venue incolpato d'aver corrotta la senza lotta però lunga e forte, un popo-
gioventù romana, con averla invaghita lo originario italiano, secoudo il parere di
delle costumanze greche. Dicono Tacilo molti critici, che per se medesimo e col-
e Yelleio Patercolo, che l'educazione gre- le intime forze della natura francheggia-
94 TOS TOS
ta in progresso tla pochi estranei intel- cispadani loro limitrofi. Che se quegli au-
lettuali soccorsi avvedutamente procac- tori si accordano nel l'asserire che le 1 2 cit-
ciati, era pervenuto de'primi del tuonilo tà principali ossiano capi d'origiue degli
ad una civiltà che fu il principio della ci- etruschi, reggevansi in istato federativo da
viltà d'Italia. Il Repelli stimò di evitare un i.°magistrdlochiamalolucumone, essi
i tempi della nazione elrusca, alla quale altronde discordano nell'indicazione delle
suole accordarsi una splendida antichità r 2Lucumonie,ossia delle capitali delPao-
inviluppala costantemente tra l'incertez- tica Elruria. Inoltre dichiara Repetti, che
ze e le congetture, e si limitò nel percorre- appartiene all'eia favolosa quella de' vasti
re brevemente i (> periodi successivi delle seni marinimi, che poi co'noon di Sta-
principali vicende politiche della Tosca- gno d'Orbetello, e di Paduli di Castiglio-
na, cioè li divise: .°Sotto Roma
i repub- ne, di Scarlino e di Piombino, mantenuti
blicana. 2.°Sotto Roma imperiale. 3. "Sot- sisono fino alla nostra età, accresciuti an-
to i barbari. 4-° Sotto gl'imperatori sas- che da altri laghetti, lagune e paduletle
soni, bava ri e svevi. 5.° Sotto le repub- prodotte da'tomboli, o da'terreni avval-
bliche del medio evo. 6.° Nello stato at- lati, per modo che quasi tutti que'seni di
tuale. Lo terrò presente e me ne giove- mare dovettero avere una diversa confi-
vero. Egli dice, che la prima conquista gurazione che ora non hanno. Fraltauto
che fecero nelPEtruria orientale immani, avvenne che uno de'4 seni marittimi surn-
dopo la battaglia accaduta presso Viterbo mentovati, quello d'Orbetello, conservasi
(cioè ove fu poi edificato), fu verso l'anno quasi come ne' primi tempi storici, rin-
e ridotti all'ubbidienza in 16 giorni colla fitta provincia della crescente Roma, ol-
9G TOS TOS .
Arezzo; P ultima delle quali si rese cele- Catacombe di Chiusi, che pare veramen-
bre eziandio pe' suoi delicati e leggeris- che come da Ro-
te fosse consiglio divino,
simi vasi dipinti, e leggermente colorati ma capitale del mondo quasi da centro
in rosso, e ciò nel tempo che lo stesso A- per la predicazione di s. Pietro si span-
rezzo dava saggi insigni di valentìa nello dessero i «aggi di questa divina luce per
scolpire e fondere in bronzo statue, ani- tutto l'orbe, come ne insegna s. Leone l
mali e chimere, al pari di Perugia e diCor- nell' Jloniil. de ss. Aposi. Petro et Pau-
tona, e meglio che Volterra colle molle lo, così al paridi questa dalle altre pre-
sculture de'suoi alabastri e de'suoi ipo- cipue città si diffondesse alle rispettive re-
gei. Divenuta t' E ti uria provincia roma- gioni. Altrettanto avvenne nell' Elmi ia,
na, il governava teneva
preside che la dove sebbene parecchie fossero le città
l'ordinaria residenza in Chiusi, ch'era principali di quelle genti, ciò nondimeno
slata prima della conquista l'ultima ca- sembra che Volterra e Chiusi a preferen-
pitale della nazione. Se dopoché Roma za dalle altre ne fossero le capitali. Quin-
repubblicana ebbe incorporata al suo do- di è che s. Lino, che da Volterra trae-
minio l'Etruria cessarono gli scrittori di va la sua origine, fu uno de'primi disce-
questa nobile e bella parte d'Italia, a mag- poli di s. Pietro, e l'immediato successo-
gior diritto può dirsi che la sua storia si re di lui nel romano pontificalo nell'an-
fuse nella romana a'tempi dell' impero, no 69. Sappiamo da'Padri e dulie parti-
ne seguì i destini egli avvenimenti. Ma colari venerande tradizioni della chiesa
prima che io venga a parlare della To- romana, che s. Pietro spesso servi vasi de'
scana sotto il dominio diRoma imperiale, suoi discepoli s. Lino, s. Cleto, s. Clemen-
fa d'uopo che accenni l'avventurosa in- te 1 e altri, per propagare presso le genti
troduzione del cristianesimo, parzialmen- vicine al suolo romano 1' evangelo, e che
te avendone trattato negli articoli delle a nome di lui fondarono chiese, ordina-
città vescovili, massime nell'arcivescovili rono vescovi e preti. Ciò posto, niuua me-
di Firenze, Pisa, Siena e Lucca. raviglia deve recare se s. Lino etrusco d'o-
L'evangelica luce appunto illuminò la rigine,allasuagenle,e precipuamente alla
Toscana appena i principi degli Apostoli propria patria, e a Chiusi che n'era la cit-
nefecero scintillare daRoma i fecondi rag- tà principale,recasse per comando di s.Pie-
gi. Fissata da s. Pietro la sua cattedra a- tro la luce evangelica. E' questa la preci-
poslolica in Roma nell'auno^della cor- pua tradizione delle chiese di Etruria; ne
r
rente era a' 18 gennaio, secondo la più mg. Bartolini può convenire totalmente
a
comune opinione, vi predicò la dottrina con l'erudito scrittore Francesco M. Fio-
ih Gesù Cristo, e tosto si sparse nella cir- rentini, che nello scorso secolo pubblicò,
costante e vicina Toscana. Firenze rice- Deprima Thusciae christianilate, do-
vè il lume della fede oda'ss. Pietro e Pao- v»j asserisce poggiato a documenti uou
lo, o da'loro discepoli; in Fiesole si crede molto critici, tali riconosciuti anche poi
che la spargesse s. Romolo discepolo di s, dall'illustre Foggi ni, De ilin. d. Pelri e-
Pietro, e da lui inviato a dilfonderla; Sie- xercitat., e da'Rollandisti, J9e act. s. Ro~
na vuoisi convertita alla religione cristia- nudi ep. Fesul. ad diem 6 julii , che i
na da s. Crescenzio discepolo di s. Paolo; primi propagatori del vangelo in Etru-
Pisa vantalo stesso s. Pietro promulgato- riafurono a Pisa, Perino, Antonio e Tor-
le delle verità evangeliche, e anzi si gloria pete; a Chiusi e Colle, Marziale e Apol-
per laToscana ad esserne stata illu-
i ."in linare il ravennate, che secondo una sto-
r
minata; vanto che pretendono pure Vol- ria non molto veridica, dice mg. Rarto-
terra e Chiusi. Dichiara mg/ Darloliui lini, dopo aver predicalo quivi il van-
Dell' encomiata Dissertazione, le nuove gelo passò a fondare nell'Emilia la chiesa
T O S TO S 97
diRavenna'ja Volterra e Fiesole,Romolo, bedue pe'monumenti che descri-
insigni,
Paolino e Frontino, tutti discepoli di s. ve e riproducendone le numerose iscri-
Pietro, e quindi Lino posteriore a questi zioni e le piante, ambedue espressamente
nella predicazione evangelica. Noti nega scavati da'eristiani per seppellirvi i loro
il dissereute prelato, che tutti i nominati defunti, essendosi scoperto quello di s. Ca-
vescovi potessero essere discepoli di s. Pie- terina nel 1848, e che ambedue queste ca-
tro, e da lui spedili eziandio ne'vari anni tacombe tanto pregi evo! e interessanti al-
i
sentire che Lino sì celebre anche nelle let- na dell'Etruria,come lo era stata del prin-
tere di 6. Paolo, e che fu riputato di tanto cipato civile.
e che le precipue chiese da esso fondate prima governata da'pretori istituiti dal-
fossero quelle di Volterra e di Chiusi, sul l' imperatore Adriano del 1 17, cui suc-
quale primato lo stesso Fiorentini consen- cederono i correttori. Che se popoli e- i
te col prelato. Ma questi soggiunge, che truschi dovettero cedere a molti legionari
sembra a Chiusi fosse maggiore il nume- di R.oma una parte de' loro averi e ter-
ro de' cristiani come città forse più po- anteriormen-
reni, se la vittoria riportata
polata di Volterra e più centrale, per le te ad A2Ì0 da Augusto portò il colpo più
ragioni che riporta. Solo con lui riferirò fatale alla repubblica romana, contutto-
clie Chiusi ebbe molti martiri sino dalle ciò le città delia Toscana non sembra che
prime persecuzioni coutro cristiani, co- i perdessero né anche allora le forme di
muni all'Etruria e specialmente a tal città municipio.Poichè molte città continuaro-
che n'era la principale, quindi sepolti nel no a governarsi secondo le proprie leggi
eimiterioche i cristiani aveano scavato vi- antiche, ancora quando dovettero riceve-
cino a'muri della medesima, presso il po- re nel senoloro molte colonie militari. Co-
dere della clusina matrona s.Mustiola ver- sì quelle dedotte ne'primi tempi dell'im-
gine e martire, e per esservi deposta ne pero, ed anco del triumviratod'Augusto,
prese il nome, e poi vi fu eretta una ba- a Luni, a Firenze, a Perugia, a Pisa, ad
silica; cimiterio che discoperto nel secolo Arezzo, per tacere di altre città maritti-
XVII e poi abbandonato, neh 83 o fu re- me mediterranee della bassa Italia, con-
e
so praticabile e restituito alla divozione tultociò quelle stesse città governavansi
de'fedeli e al decoro della città, la quale secondo le patrie leggi e statuti propri. Il
a mezzo di questo monumento 1' addita Hepetti è di parere, che molte opere di
al mondo come culla della (ade cristiana belle arti, tenute peretrusche,quivisi per-
nell'Elruria, come chiesa di fondazione fezionarono nel secolo d'Augusto, quan-
apostolica, e come centro da cui si diJFuse do s'introdussero ue'monumenti e ne'vasi
ne'popoli toscani la luce evangelica. Anzi fìttili nomi latini, ora soli, non di rado
reno non ponno considerarsi l'uno conti- parti più occidentali dell' Etruria si ese-
nuazione dell'altro: ambedue ampli, am- guirono copioseescavazioni de'u.armi lu-
-
98 TOS TO S
neusi , alle quali presedeva un maestro rono anche in Toscana nel i.° secolo della
greco ed un ragioniere, entrambi della Chiesa. Resta ancora a sapere, quando la
classe degl'ingenui o liberti; e nella fine diocesi di Firenze oltrepassasse il giogo
deli. secolo dell'impero nelle cave di Lu- dell'Apennino, poiché fino almeno al se-
ni si scuoprì del marmo bianco statuario colo X, la sua criniera servì di limite e
preferibile anche al pario. Sotto l' impe- fu il confine naturale assegnato alla To-
ro di Traiano, cominciato Tanno 98, si scana con l'Esarcato, sia dalla parte del
prolungò poco dopo la nuova via Cassia Santeruo,couieda quella del Senio in R.O-
che da Chiusi conduceva a Firenze, men- magna. Comunque sia, dalla parte di ter-
tre sotto il successore Adriano, il gover- ritorio transapennino, fin dove s'innoltrò
natore dell' Etruria Elio Antonino, che la diocesi fiorentina, non si hanno me-
che al nord minacciavano l'impero, nel con tanto danno & Italia e della Tosca-
33o trasportò la sua sede in Co stanti'nopo- na, che ne seguì le sorti, gì' imperatori
li. Il governo e il senato di Roma nel re- d'occidente ficendo residenza in Roma,
staurare le grandi Strade le dava in ap- in Mdano,ed in Ravenna principalmen-
palto a'rispetti vi curatori delle vie, previa te. Uno degli ultimi avvenimenti precur-
l'approvazione de' consoli; però dopo la sori della caduta del romano impero, in-
metà del IV secolo dell'impero esegnata- teressa specialmente Firenze, allorché sot-
mente sotto gl'imperatori Valente, Gra- to il dominio d'Onorio imperatore del-
Poscia Papa s. Leone I il Grande che , nuti da Odoacre. Fu egli che promosse
alcuni vogliono toscano, nel fói colla mi- con saggi regolamenti il commercio, che
rabile sua presenza, non molto lungi da procurò di fare rifiorire l'agricoltura an-
Mantova, ottenne che Attila re de'feroci che in Toscana, dove si vuole che per cu-
unni, ritirasse il suo esercito dall'Italia, ra sua, se pure non fu per opera del pre-
che avea riempito di stragi e di rovine. decessore Odoacre , si propagasse la 1
.*
pari di tutta Italia, si manifestò in detto talia di 33 anni, negli ultimi del quale
anno dopo la morte del vilissimo impe- fu Papa il sanese s. Giovanni I, lasciò a'
ratore d'occidente Valentiniano III, po- vinti toscani le leggi proprie, e si conser-
co innanzi che l'estrema rovina dell'im- varono sotto di lui molte cariche del go-
pero fosse riserbata al condottiero degli verno romano per quanto restassero tra-
eruli Odoacre, che spogliando dell' im- impero: la-
volti vari offici del distrutto
pero Romolo Augustolo ultimo impera- li furono massimamente consolari, can- i i
rie di grandi sventure sotto il governo di per conciliarsi l'amore de'divoti, non so-
que'barbari, a partire dal regno di Odoa- lo non fece alcuna innovazione nel cul-
cre; le quali sventure continuarono sot- lo religioso, ma giunse persino a fare de'
to i goti e i Longobardi (V.) y
fino alla doni alla basilica Vaticana, talché si di-
riprislinazione dell'impero d' occidente rebbe ch'egli non avesse
barbaro che di
fatta da Papa s. Leone III nella persona il nome; tuttavia lo fuco») s. Giovanni I
di Carlo Magno, sebbene ciò non portasse e con altri, come Boezio e il non meno
maggior tranquillità all'infelice contrada illustre suocero di questi Simmaco. Si
già si florida. Gli eruli lasciarono sussi- può vedere la Civiltà' cattolica, 3/ serie,
stere gli ordini antichi sì civili che mili- t.
449» cne dà egregiamente, come
1, p.
tari ed economici ,
quali furono da essi sempre, dotta contezza del libro: Intorno
trovati alla caduta del romano impero, al luogo del supplizio di Severino Boe-
non cambiando che il titolo d'impero in zio, memoria del preposto Gio. Bosisio,
regno d' Italia, allorché il nome del re con un appendice intorno alla santità
Odoacre fu sostituito all'altro di Zenone dello stesso Boezio, Pavia 855. I tem- 1
imperatore greco d'oriente, a cui spella- pi cambiarono, gli ultimi anni di Teo-
va quello d'occidente dopo la deposizio- dorico furono il fosco tramonto d' un
ne del debole Romolo Augustolo. Però giorno sereno, e neh' uomo che appena
dopo 7 anni di regno Odoacre, rotto in
1 avea lasciato desiderio d'un principe la-
due battaglie, dovette cedere V Italia al tino e cattolico, apparve troppo il goto e
più valente conquistatole Teodorico re l'ariano, e io spirito che lo animava. Tut-
ioo TOS TOS
tavolta non si può negare, che le lettere colgodimento delle 9owaneRegalie(r.).
che il suo segretario Cassiodoro scrisse Nel V e VI secolo una gran moltitudine
sulla necessità d'equiparare l'imposte al- di monaci, che vissero sotto la discipli-
la natura e al prodotto del suolo, dimo- na dis. Basilio, vennero dall'Egitto e dal-
ale all'ordinamento durevoledel suo re- quali Monte Cristo e la Gorgona. Oltre
gno. A poco a poco le campagne d'Ita- a ciò monaci seguaci dell' ordine di s.
i
lia Toscana
e quelle in particolare della Benedetto, negli ultimi tempi di Teodo-
si rifecero de'perduli abitatori, dove suc- rico abbandonarono il mondo per riti-
cessivi drappelli di goti vennero a stabi- rarsi ne'luoghi più solitari, dove lunga-
litela loro dimora, mentre il 3.° delle ter- mente fiorirono le virtù cristiane; men-
re lasciate in gran parte vacanti dagli e- tre s. Scolastica sorella di tale istitutore,
Fìlli d'Odoacre divenne parte del regio die leggi e discipline alle vergini «anti-
demanio, come il territorio di Val di Cor- moniali e poi dette monache. Uno de'rao-
ina, dove sorse presso l'antica Vetulonia nasteri dell'odierna Toscana, che risata
il Bagno detto tuttora del Re. La virtù Teodorico, è quello fondato dal
all'età di
poi e la santità de* vescovi, nel I V e V ravennate s. Ilario sopra Galeata, dove
secolo, ossia ne' primi tempi dell'istitu- siraccolse un buon numero di monaci.
zione di altre molte diocesi ecclesiasti- Perla mansuetudine di certi barbari ver-
che, fu in molte provincie cotanto singo- so i vescovi si variò in Italia e modificò la
lare e meravigliosa,che giovò assaissi- condizione degli ordini e delle curie, in-
mo ad ingenerare nelle genti barbare ri- troducendovi la podestà vescovile, non
spetto e venerazione al nome cristiano e per legge di principe, ma pel fatto del
alla legge evangelica ; cosicché al dire, soccorso recato a'deboli per elfetto de'ini-
troppo genericamente, d'un istorico ita- ti molle virtù da essi iu
consigli e delle
liano, nella signoria d'Italia degli eruli e tempi Di tratto in trat-
difficili praticale.
goti si estinse totalmente l'idolatria; ma to non fuvvi più officio municipale per
peiò fu protetto e professato T arianesi- mezzo del quale non si facesse ricorso a'
mo, e minacciati di morte lutti catto-
i pastori ecclesiastici, pregati dal popolo a
lici d'Italia, se non rendevansi in orien- intervenire con l'austerità de'loro costu-
te dall'imperatore Giustino I le chiese mi e modo di vivere. In tal guisa per lun-
più decretò Teodorico, per
agli ariani; di ga stagione i vescovi d'Italia, quasi co-
suggerimento d'un ebreo, che si doves- stretti, posero la mano in ogni negozio
sero dagli ariani occupare le basiliche degli ordini e delle curie, per guarirne i
ti de' quali furono onorali delle prima- lafeudalitào gl'istituti della barbarie non
rie cariche nelle loro città, e persino del- ponevano, come sovente accadde nel Me-
la dignità senatoria, sebbene allora dive- dio evo, la spada iu pugno alle persone
nuta priva di gloria; sicché da simile in- di chiesa ne'campi di battaglia. Queste
fluenza e dalla pietà de' fedeli ebbe prin- gravi osservazioni sono del eh. Carlo Tro-
cipio tanto in Toscana quanto in Lom- ia,Storia d'Italia del Medio evo. Il ca-
bardia quella ricchezza e possanza che i rattere di Teodorico non fu perfetto, uè
vescovi ottennero poi grandissima negli in tutto soddisfece gl'italiani, usati da se-
affari politici del regno, e in gran parte coli a riguardarsi signori del mondo ul-
TOS TOS 101
lora conosciuto : denigra la faina cìi Teo- zione e a condurre il loro re Vitige pri-
dorico non solo la morte di Simmaco e gioniere a'picdi dell'imperatore nel 54o,
di Boezio, che compiansi a' suoi luoghi, quando poco mancava alla totale conqui-
ma l'atroce ingiuria ch'egli fece al nome sta d'Italia il sospettoso Giustiniano I ri-
fievolita si fosse la sua rinomanza, pure cuperar l'Italia. Dopo molti vani tenta-
la forinola della cittadinanza romana con- tivi ne affidò l'impresa all'eunuco Nar-
ferita da un rito religioso nella chiesa e sele, il quale riuscì col suo valore a cac-
poi nel foro, contribuì a tener viva nel- ciare quasi da tutta la penisola ogni soi ta
l'Italia de'secoli bassi la gloria di Roma di governo gotico. Frattanto un podero-
eziandio fra 'barbari; i quali se volevano so esercito di franchi, condotto da Buce-
concedere a'ioro servi il maggior grado lino eda Lotario,calato dall'Alpi in Lom-
possibile di libertà, quasi dimentichi del- bardia, s'innoltrò verso l'Italia meridio-
l'essere barbarico, recitavano le parole nale, quando Narsete nel 553 spedì loro
usate dalla chiesa romana in prò de'servi incontro una parte del suo esercito, men-
di tutte le razze. Nella bocca del barbaro tre egli col restante si mosse contro i su-
in tale occorrenza il titolo di cittadino perstiti goti alla conquista della Tosca-
romano tornava per breve ora, grazie al na. Firenze, Volterra, Pisa e altre mino-
costume religioso, ad essere il precipuo ri città gli aprirono le porte; la sola Luc-
titolo di grandezza, di fama e d'onore. In- ca gli fece ostinata resistenza, ma alla fi-
tanto I' italiana penisola era agitata da ne anch' essa cedette, nel tempo che i
orribili guerre de'goti contro i greci che franchi raggiunti sul fiume Volturno, fu-
sempre signoreggiavano le Calabrie ossia rono ivi rotti e dispersi dal generale gre-
la Magna Grecia, per cui gl'imperatori di co.Durò Narsete a governar l'Italia per
Costantinopoli si credevano sempre gli molto tempo a nome di Giustiniano ; I
unici eredi di Roma. Governava sin d'al- ma dopo 6 1 anni, salito sul trono Giusti-
lora le cose d'oriente l'ambizioso Giusti- no lì, o la gelosia della sua grandezza, op-
niano I sotto il nome del vecchio Giu- pure il genio di novità facesse bramare
stino I, cui nel 527 succede nell'impero, agl'italiani un cambiamento, il senato di
quando da poco era mancato il re d' I- Roma per la sua avarizia, anziché i mot-
talia Teodorico senza figli maschi. Che teggi dell'imperatrice Sofìa, chiese a Giu-
se il regno de'goti non si eslinse che 16 stino liil suo richiamo. Formatosi l'Esar-
anni dopo la sua morte, la gloria però cato d'Italia (P .)con provincie soggette
del regno gotico si spense con Teodori- al greco impero, Ravenna fu stabilita sede
ta clie rinnovatasi, solo ebbe fine nel se- Sede, e di opporsi alle violenze de'ministri
colo XV. ludi divampò (ìerissima dispu- imperiali. La Pentapoli, V Esarcato, il
dionale, e quasi annichilò il potere de- clamarono vero sostegno della cattolica
gl'imperatori di Costantinopoli. L'impe- religione, nel propugnare intrepido il cui-
TO S TOS io3
io alle ss. Immagini e alle ss. Reliquie. ne delle più famose abbazie: la dinnan-
Narra l'Amiaui, nelle belle Memorie iste- zi la caduta del regno longobardo, quan-
riche di Fano, che s. Gregorio li persua- do i più. ricchi tentarono dì salvare il lo-
legati coli' esercito romano per opporsi gurando di donarlo agli oratorii, ospeda-
agl'imperiali, i quali usurpandosi le ren- li e monasteri, in cui essi stessi presedet-
dile del Patrimonio di s. Pietro, inquie- tero, destinandone in seguito il padrona-
tavano fortemente laChiesa. Secondo l' A -
to e l'amministrazione de'beni donati ai
a
miani, in questo tempo la Toscana vivea loro figli ed eredi; mentre la 2. epoca ap-
bensì con costumi e leggi longobarde, ma partiene all' età de' Carolingi. Spettano
come separata dal loro regno non dipen- all'età longobarda 1' abbazie di s. Poli-
deva dal re Luitprando. Nello spazio di ziano e di Frediano presso Lucca; di
s.
contano in Italia i5
longobardi che
re , teverdi nella Val di Cornia ; di s. Bar-
riportai all'articolo Italia e ne riparlai tolomeo di Pistoia; di s. Bartolomeo in
a Pavia loro sede, duede'quali si distin- Recavata a Ripoli di Firenze; di s. Sal-
sero in politica, cioè Luitprando e Pmta- vatore sul Monte Amiata, ec. Apparten-
ri ,
per aver dato al paese che signoreg- gono poi all'epoca de'tempi Carolingi le
giarono le prime leggi scritte, dalle qua- ricche abbazie di s. Antimo in Val d'Or-
li si apprende che il codice giudiziario era eia; dell' A ulla in Val di Magra; di Setti-
stato approvato da'principali longobardi mo presso Firenze;di s. Savino presso Pi-
e dall'esercito, mentre il potere legislati- sa; di s. Salvatore a Sesto nel Lucchese;
vo era diviso fra il re, i magnati e i capi di s. Salvatore della Berardenga presso
dello stesso esercito. Il re Rachis lasciò il Siena, ec. Il rammentato re Astolfo, do-
regno ad Astolfo per vestir la cocolla mo- po aver occupata Ravenna, minacciò Ro-
nastica a Monte Cassino imitato dalla , ma facendo strage ne'luoghi circonvicini.
moglie e dalla figlia, che fabbricato poco Il Papa Stefano li detto HI ricorse al po-
Carlo Magno, ad imitazione di Pipino lo Magno l'antica Toscana colle altre cit-
suo padre, ingrandì la Sovranità de Ro- tà , dette oggi del Patri/nonio, cioè Vi-
mani Pontefici e della s. Sede, .con quei terbo, Soana, Orvieto, Bagnorea, ec, fos-
va^li dominii che riportai in quell'arti- se eretta in marchesato, smembrandola
colo , fra* quali la Toscana Longobarda, così dal ducato di Spoleto, cui la suppon-
cioè Città di Castello, Orvieto, Bagno* gono unita a'tempi de'longobardi, e che
rea, Viterbo, Ferenlo, Marta Soana,, a queste Romano col nome di duca pre-
Populonia, Roselle, ec. Di questa dona- siedesse per il medesimo re per l'ammi-
zione Carlo Magno pose l'autentico atto nistrazione della giustizia (lo stesso Fat-
sull'altare che sovrasta la tomba dis. Pie- teschi già avea detto, considerare Roma-
tro, e giurò di mantenerla; il tutto con- no uno di que'duchi che da Roma Pa- il
ploma di Lodovico 1 sono mentovate, per prannominale, e l' islessa Tuscania non
non dir altro). Per queste e altre asserzio- fossero compresi a'tempi Carolini nel du-
ni, io rimando il gentile lettore al citato cato romano , e che con piena sovranità
articolo. Riferisce opportune nozioni il non comandasse in esse il romano Pon-
Fatteschi, nelle Memorie islorico-dìplo- tefice, ponendovi a suo piacimento duchi
ma tielie de' duchi ria topografia de' tem- e conti per amministrar la giustizia a quei
pi di mezzo del ducato di Spoleto, a p. popoli. Più oltre ancora stende vasi il do-
j
Adriano 1. Che nelle prime ponesse co- gli stati da lui aggiunti vi comprese il du-
vico I Pio , nella quale confermasi alla polcro, e altrettante volte arricchì di nuo-
Chiesa romana le donazioni fattele dal- vi e insigni doni il s. Apostolo. Lai /sua
Marcharn Tu-
l'avo e dal genitore, lesse venuta in Roma fu nel 773, ed a'2 1 apri-
scanam, invece di Martham, Tuscanam, le raffermò ad Adriano I la donazione di
ec. Abbaglio che con ogni chiarezza mag- suo padre, e l'accrebbe de'ducati di Spo-
giore vedesi tolto nella donazione mede- leto e di Benevento, e dell'isola di Corsi-
sima ripetuta da Ottone I il Grande, e ca, e di una pensione sopra il ducato To-
da s. Enrico II, in cui si legge: Martham, scano , con diploma che il re pose sulla
Bledam, Tuscanam, ec. Non sono di al- confessione di s. Pietro, e sottoscritto da
cun vigore le autorità che soglionsi cita- tutti ì vescovi, abbati e grandi ch'erano
re del s. Pontefice Gregorio VII, di s. Pier seco. L'altra veuutafu nel 774, ed a que-
Damiano, e del Cronografo di Farfa; poi- sta è da riferire il dono della Toscana dei
ché questi scrissero all'XI secolo, quando, Longobardi. Prima di tali doni e della
conforme si disse, dominavano almeno in venuta di Carlo in Roma, molti spoletini
Corneto marchesi e duchi della Tosca-
i i e reatini si offrirono al Papa, gli giuraro-
na, e qual Marca Toscana tenevasi dagli no fedeltà e si fecero tonsurare alla roma-
scrittori di que'ternpi. Bisognerebbe però na, cioè barbe che portava-
si recisero le
una testimonianza sicura del IX secolo per no all'uso longobardo (in che furono imi-
autenticare l'esistenza della pretesa Mar- tati immediatamente nello stesso 774 dai
ca Tuscania a' tempi di cui si ragiona, fermani, osimam, anconitani, e altri po-
escluso 1' equivoco preso dal Sigonio nel poli della Pentapoli, dell'Esarcato, dell'E-
suo Epitome". Il citato Atuiani narrando milia, dell'Umbria e dell'altre proviucie,
VOL. LXXV1II. 8
jo6 TOS TOS
come afferma Sigonio e allri scrittori) ; convicini e loro pertinenze/ Nardini, La
clonò in conseguenza Carlo quel ducalo i Pentapoli Nepesina ; Antonio Massa, De
cui popoli erano già offerti al Papa. Ah
si
F
origine et rebus 'ali scorimi'./Bussi, [sto-
tro dono Cai lo ad Adriano I, e que-
fece. ria dì Viterbo; Annibali, Notizie di Ca-
sto abbracciò ccnsum et pensiones, seu stro e suo ducato ; ed il p. Ranghinsci.
catterà» donationes. quae anima tini in Tornando alla Toscana Longobarda da
palatium Regis Longobar dorimi inferri Carlo Magno donata a s. Pietro, compren-
solebant, sive de Tuscia. Questo dono non deva: Castellimi Felicita ti s, Urbeni ve»
fu di terre, ma di alcune pensioni de Tu- terem, Balneum Regis, Viterbium, Or»
scia, cioè del ducato Toscano. Questo du- tem,Martanì, Bledam, Tuscanain^Sua-
cato va distinto dalla Toscana de'Longo- nam, Populonium, Roselles. E di questo
bardi, e dall'altra Toscana che faceva par- dono parlano 4 lettere che Adriano 1 scris-
a
te del ducato Romano; per la qua! cosa gli se a Carlo. Nella i. del 776 si mostra in
scrittori più recenti chiamarono il duca- tal possesso del Castello di Felicità (o Cit-
to Toscana Regale, k questa si attribui- tà di Castello, o Civita Castellana, sebbe-
scono le città di Luni, Pisa, Lucca, Vol- ne da una lettera di Pasquale 11 a Enri-
terra, Siena, Firenze, Pistoia, Arezzo e co V del 1 1 12, si dimostri chiaro che il
Chiusi nuovo. La Toscana Regale, col re- Castello di Felicità era diverso da Civita
gno Italico, ubbidì poi sempre agl'impe- una delle città della
Castellana), ch'era
ratori, all'opposto dell'altre due, giacché mentovala Toscana, che assolutamente la
l'una di esse per donazione, cioè la To- dice sua ; ma in quello stante si querela
scana de'Longobardi, e l'altra per spon- di Reginaldo già gastaldo del Castello e
tanea dedizione, cioè la Toscana del duca- allora duca di Chiusi, per aver ardito per
lo Romano
o Toscana de'Romani, chia- semetipsum cimi exercitu in tandem
mata oggi Patrimonio di s. Pietro , indi- civitatem nostrani Castelli Felicitatis
cata ne' diplomi imperiali, in Tusciae properans ,eosdem Castellanos abstulit.
partibus , passarono in dominio della s. Per la qual cosa lo prega di rimuoverlo
^ede. Nella Toscana ora Pontificia e de- da Chiusi, e di allontanargli un molesto
nominata Patrimonio di s. Pietro, e già vicino. Il Castello della Felicità fu tra'luo-
de'Romani , vi fu la Pentapoli Etrusco, ghi che all'arrivo di Carlo Magno in Ita-
o Toscana, poi detta Nepesina, e conte- liaabbandonarono il re Desiderio, e spon-
nente le 5 primarie popolazioni del terri- taneamente si dierono al Papa Adriano I,
torio* Falisco. Gli uni la composero: Fa- con tutti gli abitanti del ducalo di Fer-
lena capitale di dette città Falische, al- mo, Osimo e Ancona. In altra lettera del
la quale pretende essere succeduta Mon- 787 gli raccomanda di spedire nuovi mes-
te Fiascone. Nepi, che dopo la rovina di si qui nobis contradere debeantjìnes Po-
,
CivitaCastellana , insieme a Faleria. Al- negligenza do'suoi messi, per non aver e-
tri dicono formata la Pentapoli Toscana seguito gli ordini, ncque de Roscllis, et
colle città di Ferento che sorse vicino a Populonio,nequepartibusBeneventanis.
Viterbo,d\Falisco creduto YoóìemoFal- Torna finalmente in discorso delle città
lari, di Nepi, di Fidene, e di Villa. Ma- della Toscana de'Longobardi in altra let-
gna il cui sito è contrastato. Per questo tera dell'anno medesimo in questi termi-
alUoIaberintoislorico-topografìco si pon- ni: Sed sieittin partibus Tusciae ch'ita*
no vedere gl'indicali urtinoli; il Degl'Ef- tcs idest Suanam, Tuscanam, Biternum,
fetti, Memorie del Soralle, e de luoghi et Balneum Regis, cacterasquecivitates,
TOS TOS 107
3
cum eorum, B. Pe-
finii) us et territoriis 5. De' duchi e principi antichi a" Italia,
tro offerentes condonastis, ita in co mo- riferisce che Fiorentini e Dalla Rena, giù
do civitates in partii) un Beneventanis diziosi scrittori , furono d' opinione, che
contradere nobis facialis. Tutte le nomi- al pari di Benevento e Spoleto, anche la
nate lettere sono nel Codice Carolino t. Toscana divenisse Ducato sotto i re lon
i, epist. 55, 88, 89, 9*2, non che in Vita gobardi. Imperciocché Fredegario nella
s. Hadr. Lodovico I il Pio, Ottone I, Ot- Cronicaó fa vedere nel secolo VII, Tan
tone II, Ottone III, e s. Enrico II confer- sonem Ducem provineiani Tuscanar ;ma
marono le restituzioni e doni di Carlo
i Muratori osserva, non potei si inferire con
Magno. Quanto alla Toscana de'Romani certezza, che costui
comandasse a tutta la
colle parole riferite, in Tusciae partibus, Toscana, polendo significar quelle paro-
idest: Portimi, Centunicclla< ) ec. Quan- le ch'egli era uno de'duchi della provin-
to alla Toscana de'Longobardi con que- cia di Toscaua,e non già governatore di
ste parole: Iteminpartibus Tusciae Lon- tutta la Toscana. Inoltre i citati autori
gobardorum Kastillum Felici tatis, TJr- affermano che in Toscana furono fregia-
bivetum, Balneum Regis , Ferenti, Ca- ti del titolo ducale Allonisirno, Walper-
strimi Bitervum (Viterbo), Orelas (Or- to, Oberto, Alberto e Tachiperto prima
to dominio Carlo Magno e suoi successo- vernatori (V.) d'una sola città, conclude
ri, l'espressero così. Ncc non et censum che nulla si può dedurre da quella inizia-
etpensionem, seu ceteras dationes,quae tiva; e crede verosimile, che coloro regges-
annuatim palatium regis Longobar-
in sero la sola città di Lucca, perchè sola-
dorum inferri solebant, sive de Tuscia, mente negli strumenti di tal città si trova
sive de ducato Spoletino (il quale poi eb- il nome loro. Diceaver egli rinvenuto nel-
idem Pontifex eidem de supradictis Du- usava pe' duchi di Benevento e Spoleto,
catibus idest Tuscano et Spole tano suae ma non mai la provincia di Lucca. Con-
auctoritatis praeceptum coiifirmavit getturarono i due nominati scrittori e il
(cioè con diploma). Eo scilicet modo, ut Pagi, che Desiderio prima dell'assunzio-
a rinis singulis praedictis census ad par- ne al regno fosse duca della Toscana; pe-
tem ccclcsiae s. Petri per solvatur. Sai- rò Muratori secondo la cronica di Dando-
va super eosdem Ducatos nostra in omni- Io, lo dice qui Dux Istriae erat, auxilio
bus dominatione, et illorum ad nostrani Papae factus est rex Longobardorum.
partem subiectione. II Muratori neììeDis- Paolo Diacono non disse che anticamente
serL sopra le Antichità italiane t dissert. laToscana fosseeretta io ducato,meolre fu
108 TOS TOS
esatto in riportare duchi longobardi di i tre autorità sovrane. Dice Repetti, che
Benevento, Spoleto e Friuli, sebbene la Pisa fornì a Carlo Magno un maestro in
Toscana fosse provincia tanto ragguarde- Pietro Diacono (lo fu ancora il più ce-
vole. Conviene sul già ricordato duca Chi» lebre Alenino, di cui oltre alla biografìa
sina Ch'itati•, contro il quale ricorse A* tanto ne parlai), per quanto il suo disce-
d ria no I, ed inoltre nel Codice Carolino polo ignorasse le lettere, siccome non sa-
si fa menzione di Gundibrandus dux ci- peva scrivere il gran Teodorico (onde qua-
vitalis Florentiae. Adunque non uno, ma le inalfabeta notai nel voi. LXVI, p. 84?
piii duchi avea la Toscana nel secolo VII!, come faceva le sottoscrizioni, mentre in-
indi nel seguente della provincia realmen- vece di queste riparlai dello spacco della
te si formò un ducato, come sono prossi- Croce nel voi. LX1II, p. 1 5), entrambi
mo a trattarne. Forse n'ebbe di tutta il ignoranti, ma ambedue superarono i dot-
governo Bonifazio li, che nella spedizio- ti, Carlo Magno piti di Teodorico, facen-
ne contro corsari d'Africa sembra aver
i do ogni sforzo per risvegliare l'amore al-
comandato Tusciae Comitibus. Il vede- le scienze e alle Lettere belle nell' Italia
re chiamati Conti gli altri governatori di e in Francia ove aprì Scuole. La dinastia
Toscana, porge indizio di seguiti muta- Carolingia stabilita da Carlo Martello, Pi-
menti. Pare poi certo a Muratori, che pino e Carlo Magno, giunta al più alto
Adalberto I e Adalberto II, da'quali pa- splendore, sotto quest'ultimo, morto nel-
re discesa la serenissima casa d'Este, che 1*8 4» cominciò a declinare, ed figli del i
1
Toscana tutta. Termina Muratori col di- tà litoranee devastare a riprese da' Sara-
re, che Lucca fu tenuta capo di Toscana, ceni,Normanni e altri. Finché la Tosca-
ma Liutprando nomina Pisàm t
loslorico na fece parte del regno Italico, goti e i
auae est Tusciae provinciae caput, e ciò quindi i longobardi la ressero inviando a
perchè duchi ora risiedevano in Lucca
i governarla, difenderla e amministrarla i
e ora in Pisa. Ed eccoci ormai alia me- duchi di provincia, ed i gastaldi o gover-
morabile epoca per tutta Europa, in cui natori delle città e distretti. All'epoca dei
neir 800 Papa s. Leone III ristabilì lo Carolingi alcuni di que'gaslaldi furono de-
spento Impero d 'occidente, pi ^clamando- corati del titolo di duchi, poscia di mar-
ne Imperatore Carlo Magno cui figli , i chesi e finalmentedi conti, nominati sem-
già Adriano I avea unti re, cioè Pipino pre dagli stessi re. Con questi nomi fu-
d'Italia e Lodovico I à'Aquitania, di che rono distinti durante il lungo periodo nel
riparlai a Tolosa. Fu allora, che Carlo regno i principali ministri regi della To-
Magno donò all'abbazia delle Tre Fon- scana, benché in questa come nell' altre
tane la città di Cosa, oggi Ansedonia, con provincie italiane, que' sommi magistra-
Orbetello, tutto il suo distretto, e le isole ti fossero soggetti nel)' esame delle cau-
vicine con 1 00 miglia di mare. Il codice lon- se in ultima istanza a' giudici supremi
gobardico fu corretto e accresciuto di va- itineranti denominali musi regii , per
rie leggi i m portau ti,che inserironsi ne' Ca- quanto dissi a Placito, stabiliti da Carlo
pitolarij e fu pure opera di Carlo Magno Magno; al quale si devono pure le cariche
l'istituzione de' Giudici, che esercitavano supreme de' Conti Palatini o conti del s.
la giustizia suprema indipeudente da al- palazzo, giudici superiori che nelle guerre
T OS TO S 109
dovean d' ordine del sovrano recarsi al- dovico I Pio successero a' conti mar-
il i
l'esercito, come al tempo de' longobardi, chesi, i quali doveano difendere le diver-
insieme coloro amministrali, e inclusiva- se Marche della Toscana. Da questi offi-
mente a'vescovi e abbati feudatari, giu- qualche volta appellati duchi, inco-
ciali,
dicando in ultima istanza le cause al re mincia il novero de'governatori di Tosca-
riservate; mentre al regio erario apparte- na. Bonifacio I, equal contedi Lucca (ar-
di questi brevi cenni; mentre per gl'impe- mato duca e marchese in vari monumen-
ratori e re che andrò nominaudo, le loro ti. Servì con zelo Lodovico II imperato-
Francia, Germa-
serie e notizie riportai a re, che in ricompensa gli donò alcune con-
nia, Italia, ec. Essa vi premette l'osser- tee in Provenza. Nell'878 Carlomanno re
vazione, che soggiogata l'Etruria da' ro- di Baviera e d'itulia, istruito chePapa Gio-
mani dopo lunghe guerre, 280 anni a- vanni VIII gli anteponeva il re di Fran-
vanti la nostra era cristiana, restò som- cia per dargli la vacaute corona imperia-
messa al romano impero fino all'invasio- le, scrisse a Lamberto duca di Spoleto e
ne de'barbari, avvenuta verso il finir del ad Adalberto I cognato di esso, onde im-
V secolo. Sotto il domiuio de'goti per 60 pegnarli a fare cambiare al Papa le sue
anni circa fu governata da un prefetto di disposizioni. Dessi portatisi in Roma ar-
quella nazione. Nel 568 avendo longo- i ditamente se ne impadronirono, lo ten-
bardi conquistata sui goti la Toscana, no- nero sotto sicura custodia, e obbligarono
minarono a reggerla de'duchi amovibili, i romani a giurar fedeltà a Carlomanno.
che poi si estiosero nel 774? n un colla > Giovanni Vili eva-
Partiti essi dalla città,
longobarda dominazione.Carlo Magno di- so dalla prigione li scomunicò, anco quali
struttore di questa monarchia, sottomise predatori del suo stato, e si ritirò in Fran-
la Toscana a'conli. Sotto il regno di Lo- cia. Adalberto I uell' 879 si pacificò col
i.o TOS TOS
Papa, che I' assolse dalle censure. Morì tò con sì stupenda magnificenza, che il re
nell'Hgo e gli successe nel marchesato il disse a' suoi domestici : In verità questo
figlio Adalberto 1 il Ricco ,cosi detto per-
1 marchese dovrebbe piuttosto appellarsi
chè fu il più opulento principe del suo re , poiché egli non differisce da me che
tempo,e si rese molto illustre e prepoten- pel nome. Riportale tali parole al mar-
te in Italia. Nel gennaio 8g4 l'imperato- chese, egli s'iusospelìì che gli avesse inge-
re Arnolfo scese in Italia per sottomette- rito gelosia, per cui si riconciliò con Be-
re le ci Ita che ricusa vano ubbidirgli;e com- rengario I. Per la potentissima autorità
presi di terrore i marchesi delle varie fron- che avea in Roma, Adalberto li nel 904
tiere, si affrettarono a incontrarlo e a ren- fece richiamare dal popolo romano Ser-
dergli omaggio, ed Adalberto II col fra- gio 111, il (piale cacciò in prigione il pre-
tello Bonifacio furono di questo numero; decessore Cristoforo. Il marchese procu-
ma volendo mettere un prezzo alla loro rò la rovina di Luigi III e vi riuscì nel
sommissione, furono imprigionati e poi 905, indi morì in Lucca ove fu sepolto: s'i-
tosto liberati, dopo aver prestalo il giu- gnora l'anno e credesi nel 9 7, ma sembra 1
ramento di fedeltà. Né 1' uno né 1' altro die sia stalo prima. Gli successe il primo-
l'osservarono, collegandosi contro Arnol- gettito Guido, nato da Berta figlia di Lo-
fo con Berengario I re d'Italia Adalber- tario re di Lorena e vedova del conte d' A r-
to Il nell'896. In questo per la potenza les, pel favore di Berengario! imperato-
del marchese fu eletto Papa Stefauo VII, re e re d'Italia, il quale poi nel 9 9 mal- 1
che sacrilegamente oltraggiò il cadavere contento di^ Guido e di Berta, li fece ar-
di Papa Formoso che avea coronato Ar- restare e rinchiudere in carcere a Manto-
nolfo. Nell'898 Adalberto II, seguendo le va; senonchè non avendo potuto insigno-
parti di Berengario I, prese l'armi contro rirsi delle piazze di Toscana, videsi obbli-
Lamberto imperatore e re d'Italia suo e- gato a rimetterli iti libertà. Nel 925 mar- il
mulo, che era stato riconosciuto da Papa chese in seconde nozze sposò la famosaMa-
Giovanni X, contro il quale il marchese a-
l rozia, vedova d'Alberico I conte Tuscu-
vea contribuito all'intrusione di Sergio III latto e marchese di Camerino, figlia del-
de'Conti Tusculaui,cbe cacciato da Ro- la cortigiana Teodora, e madre d'Albe-
ma si recò fuggiasco per la Toscana. Quin- rico II che poi tiranneggiando Roma\V.)
di il marchese accampò con agguerri-
si se uè intitolò principe, nella qual città es-
to esercito vicino a Borgo s. Donnino per sa era potentissima ed avea fatto elegge-
assediarlo; ma Lamberto marciando con- re pel suo favore il Papa che regnava Gio-
tro di lui, e sorpresi i soldati ebbri di vi- vanni X. Nello stesso anno Ugo conte di
no, lo mise in rotta. Adalberto II fu pre- Provenza eutrò in segrete iutelligenzecon
so in una mangiatoia ov'erasi nascosto, e Berta sua madre, e con Guido e Lamber-
condotto al vincitore, fu con altri portalo to suoi fratelli uterini, onde spogliare Ro-
nelle prigioni di Pavia. Morto nello stes- dolfo Il redi Borgogna o Arles della co-
so anno Lamberto, il marchese fu posto rona d'Italia, e procacciarsela perse. La
in libertà da Berengario 1, che lo ristabi- sorella uterina Ermengarda marchesana
lì nel suo governo e gli rese tulli suoi be- i d'Ivrea fu l'anima dell'intrigo, e perven-
lìi. Nel 900 però disgustatosi il marche- ne a farlo eleggere nel 926. Mostrando-
se contro Berengario I, invitò Luigi 111 re siil Papa Giovanni malcontento di X
diPro\enza a impadronirsi del regno d'I- Guido e Marozia , per avergli in Roma
talia,il quale avendo accettalo la chia- usurpata l'autorità temporale, gli sposi
mata, nel 901 vi scese e tolse la corona onde prevenire le misure da lui prese per
a Berengario I, indi nel 902 si recò a vi- rientrare ue'suoi diritti, nel 928 inviato-
sitare Adalberto li, che lo ricevè e Irat- uo satelliti al palazzo Laterali cose, i qua-
T O S TO S in
lidopo aver ma ssacrato sotto gli occhi del g36 la fece arrestate insieme al marito»
Papa, l'ietto di lui fratello, arrestarono dopo aver fatto spargere voce ch'essi vo-
lui stesso e lo gettarono io oscura prigio- leano detronizzarlo; li spogliò di tulli i
ne, ove a'* 2 luglio venne strangolato o sof- loro tesori , fece chiudere Bosone in un
focato con un gua nciale. Nel seguente 929 carcere, e rinviò Willa in Borgogna. Non
morì Guido lasc iando della .'moglie
1 il fi- si sa cosa avvenisse in seguito di Bosone.
glio Adalberto, da cui Muratori fa discen- Nello stesso936 Ugo creò marchese di
dere la famiglia d'Esle. Gli successe il fra- Toscana il suo figlio naturale Uberto o
tello Lamberto, valoroso e potente: dava Umberto, o come dissi a Spoleto, Gedal-
ombra a Ugo re d'Italia suo fratello ute- do o Tudaldo, e gli die il titolo di conte
rino, che avea sposata l'avvenente e im- del s. palazzo; indi nel t)^3 aggiunse a tan-
pudica vedova Marozia sua parente, e fa- ti favori il ducato di Spoleto e il marche*
ceagli temere non pensassero signori ita- i sato o ducato di Camerino. Uberto venne
liani, malcontenti del suo reggimento, di spogliato di questi due stati, al più tardi
dargli la corona d'Italia. D'altronde avea nel 946* Nou si conosce l' epoca di sua
Ugo dal iato paterno un fratello nomina- morte e non prima del 961. Egli lasciò
to Bosone, il quale ardentemente deside- da Guilla o Willa sua sposa, figlia di Bo-
rava il marchesato di Toscana. Allora il nifacio duca di Spoleto, Ugo che segue, e
I
furbo Ugo fece spargere che la defunta Waldrada o Gualdrada moglie di Pietro
Berta madre di Lamberto non avea avu- CandianoIVdoge di Venezia. Ugo WG ran-
to figli d'Adalberto II, e che il marchese, de divenuto marchese, vide poi rifugiarsi
il defunto Guido ed Ermengarda erano in Toscana il Papa Giovanni XVI trava-
nati d'altra donna, da Berla sopposta al gliato da Crescenzio Nomentano, ma to-
marito per continuare l'autorità sovrana sto romani lo richiamarono per timore
i
sul marchesato* dopo la morte di lui. Lam- dell'imperatore Ottone III. L'avo di que-
berto non solili iu pace l'atroce calunnia, sti, e prima assai di tale epoca, l' impe-
e chiese di provare con duello la legitti- ratore Ottone I il Grande spogliò del re-
mità di sua nascila. Ugo presentò persuo gno italico Berengario II e il suo figlio
campione certo Theduiuo, che fu morto Adalberto. Dopo Carlo Magno non era
da Lamberto o dal campione di lui, Ugo comparso in Italia, anzi in tutta I' Eu-
trovossi coperto di confusione , ed acca- ropa, un sovrano del suo merito e che u-
nito di perdere il fratello uterino, impie- nisse al pari di lui la saviezza nel gover-
gò tante astuzie, che alla fine nel 93 se r nare e il valore nelle battaglie. Egli sta-
ne impadronì, e fattigli cavare barbara- bilì l'ordine nelle cose d' Italia, di cui
mente gli occhi, die la Toscana al fratel- si prese corona che restò all'impero, e
la
lo paterno Bosone: Lamberto tuttavia so- non senza superare grandi ostacoli fece
pravvisse vari anni alla sua disgrazia. Bo- rispettare a'romani, poco avvezzi ad ub-
sone già era sposo di Willa figlia d' un bidire, il sacerdozio e l'impero. Si crede
signore borgognone, da cui erano nate 4 che pel 1 ."l'imperatore accordò alle cillà
figlie e la primogenita delle quali Willa a- italiane il diritto d'eleggersi i propri ma-
vea sposato Berengario marchese d'Ivrea, gistrati municipali , sebbene in Toscana
poi Berengario li re d' Italia (dopo Lo- tale diritto da molto tempo preesisteva. Gli
tario che re Ugo suo padre avea associa- successe nell'impero e nel regno d'Italia
to al regno). La moglie di Bosone era a- il figlio Ottone II, il quale non ne ereditò
vara, e si permise ogni via per ammas- le magnanime qualità, come fu inferiore
sare ricchezze. Il re Ugo, egualmente a- di molto all'avo il di Ottone 1 1,
lui figlio 1
vido che sua cognata e similmente poco che visitò più volte sempre colla
l'Italia
scrupoloso nella scelta de'mezzi, nel luglio madre Teofania e col suo fedele Ugo mar-
ii2 TOS TOS
chesedi Toscana, co! quale si portò in Ro- avvicinarsi del mondo. Che mar-
la fine i
ma domare la
a tirannia ili Crescenzio chesi di Toscana da elettivi eransi resi ere-
Nomentano. Ugo 989 divenne anche
nel ditari mentre
, popoli nel desiderio di
i
duca di Spoleto, e nel 995 duca o mar- rendersi indipendenti da quelle servitù o
chese di Camerino. Nel 993 avea egli ri- di resistere all'autorità marchionale e im-
cevuto l'ordine dall'imperatore Ottone III periale si dierono a fomentare le fazioni
di portarsi a vendicar la morte di La tuie- de' G uelfi eGhibellini(^/^.j.L'av veni men-
Dulfo principe di Capua, assassinato dai to politicoche die le prime mosse all'in-
propri sudditi ribellati. Si pose in marcia dipendenza italiana fu dopo il 1000, al-
per assediar la città, ed a lui si congiunse lorché valicato il termine prefisso dalle
Frasirnondo conte di Chieti; obbligò ca- i predizioni sulla fine delmondo, il terrore
puani a consegnargli gli assassini, de'quali si dopo la caduta del-
dileguò, e gl'italiani
ne fece impiccar 6, egli altri condannò a l'impero d'occidente, dopo la morte d'Ot-
differenti pene. Ugo dee aver certamente tone HI e l'estinzione con lui della casa
fatte non poche altre imprese di rinoman- imperiale di Sassonia, pensarono non so-
za, per meritarsi il soprannome di Gran- lo a darsi nuovamente in Arduino un re
de. Moiì al più. presto sul finir deli 101 italiano, che poi restò soccombente nella
senza posterità, come vuole Repetti in lotta coll'imperatore s.Enrico II redi Ba-
una sommossa in Roma, suscitata per la viera; ma ancora a costituirsi indipenden-
decapitazione di Crescenzio, ed ignorasi ti dall'impero, nella lusinga forse che Ot-
l'erede de'beni allodiali. Muratori suppo- tonelll avea decretato,© meglio PapaGre-
ne, che la sua immensa successione pas- gorio V suo parente, che gì' imperatori
sasse per parte di femmina, sorella, figlia d'occidente dopo la sua morte dovessero
o zia, agli antenati di casa d'Este, e che eleggersi da'principi di Germania tanto
questa famiglia divenisse cosi in podestà ecclesiasticiche secolari, formanti il col-
di Rovigo, Este,e molte altre terre nel Pa- legio degli Elettori del s. Romano Im-
dovano e nel Ferrarese. Succedette nel go- pero(V.). Quindi è che molti italiani, con-
verno della Toscana Adalberto IH Al- vinti di non aver che sperare dall'impe-
berto primogenito d'un marchese di tal ratore, cercavano fra loro un appoggio
nome (sarà meglio riconoscervi Adalber- reciproco, talché associandosi promette-
tofigliodi Guido che dissi progenitore de- vansi gli uni cogli altri aiuto nella dife-
a
gli Estensi), che si qualificò possente mar- sa propria. Venezia fulai. a incorpora-
chese di Toscana. Si congettura da Mal- re al suo dominio tutte le città dell'Istria
let, ch'egli ebbe 4 figli, quali formarono i con altri paesi e isolette di Dalmazia. Al-
le primarie famiglie d'Italia, cioè rami i l'epoca stessa Napoli, Gaeta e Amalfi,
d'Este, di Malaspina e di Pallavicini, ol- respingendo gli assalti de'duchi longobar-
tre un 4-° che durò poco, ovvero al dire di di Benevento, si costituirono in regi-
di altri è quello di Ruffo o le Roux, spar- me libero. Dice il cav. Cibrario, Econo»
so in Italia e Francia. Osserva a quest'e- mia politica del Medio £V>o:»Che la for-
poca il Repetti, che fra le maggiori isti- ma con cui queste ordinarono a
città si
ì pisani veder Lue e a non. potino. Appe- Ivrea, divenuta sedede're d'Italia Beren-
na que'cittadini ebbero fatto un primo e- gario II, e Arduino che fu l'ultimo de'ce-
tpert mento dell'armi, e tostochè le forze lebri marchesi d'Ivrea e l'ultimo de' re
tedesche si allontanavano dall' Italia, le italiani II recente e celebre biografo Voigt
città principali s'ingegnarono di riprodur- dichiarò esser nato s. Gregorio VII nella
re fra le proprie mura un simulacro del- città di Soana ossia Soana in Toscana, e
la repubblica romana con l'elezione dei un cittadino romano fale-
forse figlio d'
consoli e de' rettori annuali o semestrali, gname. Dopo il marchese Adalberto III,
nominali dal popolo; incaricati gli uni di nel o 4 circa era duca e marchese di To-
i «
comandare all'esercito, gli altri di ammi- scana Reginario o Reiniero o Ranieri del
nistrare con le rendite pubbliche la giu- Monte s. Maria , figlio del marchese U-
stizia. Aggiunge il Repetti: » Che se que- guccione. I saraceni assalendo di frequen-
sta nuova libertà ebbe ad essere bene spes- te i lidi de'dorainii pontificii, E'apa Bene-
so compressa dalle forze imperiali, ven- detto Vili con animo generoso si appli-
ne il tempo in cui ciascun paese dell'Ita- cò a reprimerli; e però radunala una flot-
lia tutta ricevè un nuovo appoggio dalla ta nel 1016 li attaccò ne'mari di Tosca-
Corte di Roma, quando appunto gover- na, riportando compita vittoria, onde re-
narono la Toscana due donne, la vedova stituì la tranquillità anche alle Marem-
cioè e la figlia del marchese Bonifacio lon- me e litorale Toscano. Morto nel 1024
gobardo. E vaglia il vero che la penisola s. Enrico II, ed eletto il bavarese Corra-
tutta deve molta riconoscenza al Ponte- do II il marchese Reginario fu
Salico, il
fice s. Gregorio FIIfF.), tostochè que- tra'signori italiani che rifiutarono di ri-
sti eccitava ne'popoli l'indipendenza dal- conoscerlo, il che fa manifesto quanta li-
l' imperatore allora regnante". Noterò bertà già godessero gl'italiani. Pavia ri-
che sulla patria di s. Gregorio VII v'ha cusò di riceverlo, ed il marchese di To-
incertezza: gli uni lo vogliono romano, gli scana colle sue genti impedì il passaggio
altri di Soana d'JLtvmia, la quale opinio- delle truppe imperiali per la Toscana, le
ne è pur seguita dal Breviario romano, quali accompagnavano a Roma Corrado
anzi alcuni lo dicono assolutamente del- li, che a'26 marzo 1027 vi ricevè da Papa
te) nel medio evo assai celebre; valle am- succedettero ne' di lui beni allodiali. 11
,
n4 TOS TOS
passaggio di Corrado II in Italia si rese la Lombardia, e che poi fecero parte del
memorabile per la legge ch'egli emanò ricco e vasto patrimonio della sua figlia
sulla successione de'feudi, i quali isti tut- gran contessa Matilde (f.), magnanima
ti da'longobardi eransi resi più generali, eroina della s. Sede. Inoltre Corrado II
di o benefizit beue spesso nascevano scom- le sue genti e gli abitanti, i quali uccisero
pigli a causa di successioni. Perciò nel il suo coppiere; ciò che eccitò la di lui col-
i 02(5 Corrado II, innanzi di recarsi in Ro- lera in modo, che sortito dalla città or-
ma, emanò una legge nella dieta di Ron- dinò al marchese Bonifacio II di condur-
Piacenza (e perciò ne
caglia presso feci gli milizie onde farne l'assedio. parmi- I
parola in tale articolo) da servir di nor- giani, visto contro di loro il marchese, si
regi jnissi, o da altri commissari, senza deltà da Bonifacio li, e dal canto suo giu-
causa conosciuta dal re, giacché tutti i rò conservare al marchese la vita e le di-
feudi dovea no passare per successione dal gnità di duca' e marchese, cosa veramente
padre ne'figli e nipoti, e in difetto di que- insolita, e che fece dire al poeta Doniz-
sti, ne'fi atelli del padre e suoi discendenti. zone nella Vita di Matilde: Nullus dux
L'imperatore neli027 nominò duca unquam meruit tam fo edera eulta. Nel
e marchese di Toscana Bonifacio II il Pio, io38 Bonifacio II ospitò splendidamente
figlio di Tebaldo contedi Modena, Reg- nella magnifica sua villa di Vivinaia po-
gio, Mantova, Ferrara, Cremona (V.) sta sul poggio di Monte Carlo nel terri-
ed altre città, nipotedel conte Alberto Az- torio lucchese, Corrado II coli' impera-
zone signore di Canossa di Reggio. De* trice e il suo figlio , oltre tutta la corte.
suoi ascendenti di legge longobarda, par- Bonifacio II rimase egualmente fedele al-
lai a Lucca e in tutti i ricordati articoli l'imperatore Enrico III figlio di Corrado
in che trattai dell'augusta casa d'Este; ed II, e nel i o/\i l'aiutò a prendere nella Sviz-
il Repelli ne ragiona nel cap. 6 dell' Ap^ zera il castello di Morat presso Neucha-
pendice al Dizionario della. Toscana , tel, nel regno dell' alta Borgogna, i cui
avvertendo che la gran contessa Matilde popoli eransi ribellati. Enrico neIio4ó
III
dopo aver lasciato verso il o8 il gover- i i passati i monti e giunto a Mantova, ven-
no Toscana, dichiaiossi d' origine
della ne regalato da Alberto visconte di quella
e legge salica. Noterò, che Bonifacio II città, cioè vicario di Bonifacio II, di 100
da alcuni fu chiamato HI, per la ragione cavalli e di 200 uccelli da preda, ciò che
che dissi del I. Era egli associato fin dal die all'imperatore alta idea dell'opulen-
ioo4 alle dignità di suo padre, cui poi era za d' un signore che avea un officiale si
succeduto nel io 12. Essendo ne'favori e magnifico al suo servigio; egli al suo ri-
devotissimo di Corrado II, ottenne pure torno ricambiò il visconte con pellicce, al-
la conferma di molti feudi che godeva uel- lora in gran uso, e l'invitò a pranzo: ma
5 ,
TOS TOS 1 1
Alberto si scusò poiché non avea l'onore vo parente Goffredo III il Barbuto o il
neppure d'essere ammesso alla tavola del lece hio duca della bassa Lorena, per ge-
suo signore, e solo ubbidì con permesso losia dell' aumentata potenza di questi ,
di Bonifacio 11. Questi fu tacciato d'es- venne fatta arrestare in uno al figlio da
sere un avido usurpatore di beni eccle- Enrico III, in un viaggio ch'egli fece in
siastici, però se ne pentì con confessione Italia nel io55, sotto pretesto che il ma-
a Guido abbate di Pomposa, che gli die trimonio erasi concluso senza il suo con-
per penitenza una disciplina sanguinosa, senso. Condusse Beatrice in Germania
forse obbligandolo purea restituir mal il e lasciò Federico in Italia per essere in-
tolto: sia qualunque la verità, no»» trovo fermo d'un male, da cui poco dopo morì.
giusto il Soprannome di P/o, che gli fu Lo sposo di Beatrice, Goffredo III, sde-
dato; dappoiché si conoscono le imperiali gnato del trattamento fattole sotto la fe-
annullazioni delle consuetudini perverse de d'un salvacondotto che lo stesso im-
del marchese Bonifacio 11 state duramen- peratore aveagli dato, si ritirò nel pro-
te imposte , e che la sua tirannide resta prio ducalo con ferma determinazione di
coperta dalla sua inclinazione religiosa, vendicarsi di tale affronto. Beatrice nel
che però fa contrasto ed è in opposizio- io55,dopo la morte del figlio, venne ri-
cibile fu il lusso ch'egli spiegò ne 3 mesi sola del maritaggio di Beatrice con Boni-
impiegati a festeggiare queste nozze, ce- facio li, clausola che dovette essere auto-
lebrate a Marego città del Mantovano. I rizzata da Enrico III, onde dar qualche
molini situati sulle riviere vicine, macina- soddisfazione aFederico duca dell'altaLo-
vano aromi che profumavano l'aria d'in- rena, padie di Beatrice, il quale vantava
torno; i vini più squisiti attingevansi co- prelese sul legno dell'alta Borgogna. Inol-
me acqua ne'pozzi, e le secchie di cui la tre devesi notare con Repetti,che nel io 55
gente servivasi erano attaccale a catene già era seguito il matrimonio della gran
d'argento che pendevano da corde tessute contessa Malilde con Gotlifredo o Gof-
d'oro e d'argento; tutti i mense
vasi delle fredo il Giovane nato dalla 1
,"
moglie di
erano degli stessi metalli. La musica e gli Gottifredo o Goffredo il Secchio. Quel
spettacoli concorsero a rendere più. bril- Goffredo marito di Matilde e duca di Lo-
lanti le feste; e tutte le persone che vi si rena pur detto il Gobbo. Non senza
, fu
trovavano, ebbero prove della liberalità anacronismo V Arte di verificare le date
diBonifacio li, partendone cariche di pre- dice Malilde naia nel 1046, e maritata
senti. Portandosi esli da Mantova a Ci-e- vivente padre suo a Goffredo il Gob-
il
mona, traversando una folta foresta, fu bo, dopo aver detto morto Bonifacio li
ferito da una freccia avvelenata, per cui nelio52. Di altri anacronismi, senza ri-
ne moiì a'7 maggio o5*2, lasciando del1 levarli ne feci correzione, per rispetto a
2. suo matrimonio Federico che segue, quell'opera classica. Questi rilievi solo li
Beatrice a questo premorta, e la celeber- faccio, per ricordare sempre, che tutti fal-
rima Matilde. Federico detto pure Boni- liamo. Per eguale rispetto vado emendan-
facio, succedette fanciullo al genitore sot- do e taccio, gli anacronismi di Repetti
to la tutela di Beatrice sua madre, che ri- così dotto, così critico, così diligente. Se
maritatasi sul fiuir delio53 al pur vedo- tutto non mi sarà dato conoscere , e in
i.6 TOS TOS
epoche così tenebrose, par giustizia non 28 dicembre Gerardo colnomedi Nicolò
dovermisi attribuire a errore,ma di non li, e volle ritenere la sua chiesa di Firen-
mia pochezza co-
averli tutti potuti nella ze; partendo questi per Roma, accompa-
noscere. Perciò debbo ancor notare, che gnato da Goffredo III, tenne un concilio
avendo dovuto in tanti luoghi parlare de* a Sutri, co'vescovi di Toscana e di Lom-
due Gofhedi padre e figlio, ambedue du- bardia, per confermare la deposizione di
chi di Lorena e mariti di due marchesa- Benedetto X. Neil 061 tornando Nicolò
ne di Toscana, forse come altri avrò con- IIa visitare il suo vescovato di Firenze,
fuso le azioni di uno con quelle dell'al- ivi morì a' 22 luglio. Gli successe Ales-
tro, ed il presente articolo potrà servire sandro Il già vescovo di Lucca, chiesa che
a chiarire siffatti abbagli, sul padrigno e ritenne e volle poi visitare da Papa. Sde-
siili." marito di Matilde, il quale ultimo gnali Enrico IV e la madre della seguita
in opposizione alpadre fu di voto a En- elezione, senza esserne fatti consapevoli,
rico IV. Frattanto che Beatrice era pri- secondo il riprovevole abuso insorto, gli
gione in Germania accaddero grandi av- fecero eleggere contro l'antipapa Onorio
venimenti. Papa Vittore II andò in Fi- II, nell'ottobre. Questi colle truppe im-
renze per incontrarvi Enrico III nel i o55; periali nel 1 062 si portò a Roma per met-
e passalo da lui in Germania nel io56 tersi in possesso colla forza del preteso pon-
assistè alla sua morte; l'imperatore affi- tificato, si accampò ne'prati di Nerone e
dò alla sua tutela e a quella della
moglie molta gente uccise a'2 4 aprile nel batte-
imperatrice Agnese il figlio Enrico IV, re la città. Avendo Alessandro II chiamato
che poi fu famoso persecutore della Chie- dallaToscanaGoffredoIII,questoacerrimo
sa. Ritornato Vittore lì in Toscana nel nemico d'Enrico IV fautore dell'anlipa-
1 o5j, morì in Firenze a'28 luglio, e do- pa,glipiombò sopra colle sue forze,e l'anti-
po 5 giorni in Roma fu eletto successore papa a grande stento colla fuga potè sal-
Stefano IX detto X, fratello di Goffredo vare la vita tutto ferito, e sborsando mol-
III duca di Lorena e marito della mar- to denaro. Avendo il normanno Riccar-
chesana di Toscana, la quale già l'impe- do principe di Capua invaso alcuni do-
ratrice avea restituita al suo sposo, e ri- mimi della Chiesa, nel 1066 il Papa gli
tornata in Toscana insieme a Goffredo III marciò controcoll'esercito diGoffredo III,
l'amministrava, sia come proprietaria u- che combattendo con felice evento , co-
sufrulluaria e quale tutrice di Matilde. strinse Riccardo alla pace, colla media-
Stefano X considerando Enrico IV fau- zione di Guglielmo Testa Ardita conte
tore d'eretici e avverso alla s. Sede, di- di Borgogna, dopo vari fatti d'armi più.
visava collocare corona imperiale sul
la brillanti che decisivi, e ricevute molte ric-
capo del potente proprio fratello, e reca- chezze si restituì colle sue genti in Tosca-
tosi da lui in Firenze ivi morì a'2g mar- na. Per la fama che godeva di valoroso,
zo io58. romani desideravano a succes-
I appena egli apparse che Riccardo coll'e-
sore Gerardo vescovo di Firenze, ma una sercito abbandonò la Campagna di Ro-
fazione intruse l'antipapa Benedetto X, ma, e solo Giordano di lui figlio gli ten-
contro le ingiunzioni del Papa defunto, ne fronte fortificandosi in Aquino. Du-
che avea ordinato non doversi procedere rante quest' impresa, Enrico IV scese in
all'elezione, finché non fosse tornato il Italia col disegno di togliere a'normanni
gran cardinale Ildebrando, pois. Grego- le terre invase alias. Sede, per quindi pa-
rio VII, che avea spedito legato ad Eu- con Alessandro II e riceverne la
cificarsi
rico IV. Venuto Ildebrando in Toscana, corona imperiale, e giunse sino ad Aosta.
fece adunare nel duomo di Siena un con- Era uso che il marchese di Toscana do-
cilio, ove depostosi l'intruso, fu eletto a* vesseinconlrare l'impera torealloi che pas-
T OS TOS 117
sa va i monti; ma Goffredo III nulla fece, do eransi intavolate trattative di ricon-
onde offeso Enrico IV di tal mancanza, la s. Sede). Ciò avven-
ciliazione tra lui e
e diffidando d'altronde di sua fedeltà, se ne in epoca lagrimevole e funesta, prin-
ne tornò io Germania. Nel 1070 mori cipalmente per Y Italia e per Gernidn'ni,
Goffredo HI a^SjSettembre, senza lascia- perla terribile differenza insorta dopo l'as-
dopo la morte di Bonifacio li: ciò viene enormi abusi vigenti, tra il Sacerdozio
qualificato da Repetti, primo e forse u- e l'Impero, ch'è quanto dire tra il Papa
nico esempio di successione delle donne ed Eurico IV tenace sostenitore dell'/«-
al governo della Toscana. Dice inoltre che vesliture ecclesiastiche (J .). Deplorabile
Goffredo il Vecchio dopo il suo sposali- e vasto argomento, che per ragione di sto-
zio con Beatrice, avea presieduto a 'giudizi ria dovetti ripetere in tanti luoghi, e delle
marchionali della Toscaua,ora colla mo- grandi benemerenze di Matilde colla s.
glie ed ora solo; quindi lui morto, potè Sede e con s. Gregorio VII, che costan-
Beatrice ritenere le redini del governo temente difese dal perfido Enrico IV colla
marchionale insieme alla gran contessa sua potenza e colle armi che più volte ,
Matilde propria figlia ed erede del patri- capitanateda lei riportarono vittoria. lu-
monio paterno di Bonifacio li e al pari utilmente si fece mediatrice tra il tristo
che de'suoi titoli. Repelli chiama Gotti- principe sostenitore dell' antipapa Cle-
fredo I il Vecchio, Gottifredo li il Gio- mente III e degli eretici, persecutore cru-
vine, e riferisce che quest'ultimo finché dele della Chiesa e de'suoi degni ministri,
fu in Italia e che stette in buon'armonia col venerandos. Gregorio VII nel suo for-
colla moglie e co'Papi, partecipò anche tissimo castello di Canossa, ove l'assolse
del governo della Toscana , onde alcuni dalla scomunica. Questi iulelici e molte-
storici lo dissero marchese di Toscana e plici avvenimenti politico-ecclesiastici fu-
così il padresuo.Matilde nel febbraio 1076 nestarono le coscienze, e posero a soqqua-
restò vedova di Goffredo (altri dissero nel dro gli spiriti de'due diversi partiti. Ve
1086, ma qui trovo migliore l'altra epo- ne furono anche in Toscana di aderenti
ca), fatto uccidereda Roberto I conte di a Enrico IV, enon pochi de'vassalli della
Fiaudra nemico d'Enrico IV, e dopo due marchesana le ricusarono ubbidienza; ve
mesi perde la madre Beatrice, oude ri- ne furono per la malvagità de'tempi an-
mase sola al governo degli ampii suoi do- che di ecclesiastici, ma simoniaci, concu-
mini! e arbitra de'beui di sua illustre casa. cubinari e scismatici. Da simili combu-
Essa percorse la Toscana tenendo placiti stioni se la pontificia autorità fu rinfran-
in Firenze, in Volterra, in Pisa, e ciò sen- cata e resa indipendente laChiesa dall'Im-
za fare alcuna menzione, contro l'uso,del- pero pel suo imperturbabile propugna-
l'imperatore allora regnante (Enrico IV tore s. Gregorio VII, ne profittarono i po-
a rigore non si può dir tale, non essen- poli italiani per progredire nella loro e-
do stato coronato, anzi per cagione sua mancipazione dal potere assoluto de'so-
fu alterata la cronologia, essendo stato vrani.Lucca, Firenze, Pisa , Siena, Pi-
ommesso, chiamandosi il suo figlio En- stoia, ed altrecittà loscanegià fornite del-
rico V col nome d'Enrico IV; forse per le loro magistrature civiche, si liberaro-
questo Matilde ommise di nominarlo); no in gran parte dal dominio de'mai chesi
essa ne' placiti e altri supremi atti solo e vicari imperiali, la cui autorità più in
rammentava d'essere Gran Contessa per apparenza che in sostanza d'allora in poi,
la grazia di Dio (vi aggiunse il nome benché interrolta,ci viene dalla storia pre-
d'Enrico IV e quelli del suo regno quau- sentata. Nel pontificato di s.Gregorio VII
1,8 TOS TOS
non solamente per sua opera si consoli- a s. Pietro la signoria diToscana e diLom-
dò la sovranità temporale della chiesa ro- bardia, e perchè il documento fu invo-
7
mana ma moltissimo si aumentò colle
, lalo da qualche partigiano d'Enrico IV ,
della Lombardia e di tutta la Carfagna- postolo la donò Matilde. In seguito non la-
na (V.)j domimi che enumerai a Sovra- sciarono di molestarla gl'imperatori, pre-
nità' e con quali riserve vitalizie, cioè nel tendendo che loro appartenesse. Gl'un-
1077 o ^78 a s. Gregorio VII, e nel pugnatori della sovranità de' Papi e ligia
1 02 con rogito solenne li confermò aPa-
1 quella degl'imperatori, hanno declamato
squaleII;avendo notato negli articoli spe- contro tali donazioni, qualificandole ille-
ciali delle città e altri luoghi, che diversi- gali.Le chiamano segrete donazioni e ,
per le vicende de'tempi erano pervenuti niali di Matilde , in franco allodio e de'
in potere degli avi di Matilde. Valga per quali poteva liberamente disporre, altre-
un esempio il riferito dall' Adami, Sto- sì feudi che possedeva sotto dipenden-
ria di Volseno t. 2, p. j5, parlando del za diretta dalla corona d'Italia, e perciò
secolo XI. Riconosceva in questi secoli la feudi dell'impero di cui non avea il di-
Toscana differenti signori ; imperocché ritto di disporre. Che i Papi non fecero
quantunque tutta intera giuridicamente questa distinzione, ed arrogaronsi indi-
ella appartenesse alla s. Sede, per le do- stintamentegli uni e gli altri, tanto in di-
nazioni di CarloiMagno, di Lodovico I, e ritto che in fatto. Che gl'imperatori dal
di Ollonel fatta nel 967, contuttociò veli- loro canto si opposero ad un'usurpazio-
ne sovente smembrata, o per investiture ne così contraria a' diritti dell' impero ;
fatte dalla medesima s. Sede, o dalle oc- e le crudeli discordie ch'essa eccitò non
cupazioni de're d'Italia in tempi così tor- finirono che dopo la rivoluzione di ihie
bidi e bellicosi, come quel li furono; e quin- secoli. Io narrai queste gravi vertenze e
di trovasi spesso fatta menzione de' du- le pretensioni imperiali sulle donazioni di
chi, de' marchesi e de' conti della To- Matilde, e raccontai pure che gì' impe-
scana. A cagione dunque di guerra, egli ratori coscienziosi domandarono a'Pa-
crede che s'introducessero nel possesso di pi rinvestitura di parte del patrimonio
Jiolsena e d'altre terre i potentissimi an- di Matilde, come di Mantova, Parma,
tenati di Matilde, delle quali essa ricevu- Reggio, Modena, Garfagnana (1 .) e
tone per eredilà il dominio, la medesima loro territorii, e l'ottennero a vita col-
legovernò da sovrana; ma per nulla in- 1' annuo censo di 100 libbre d' argento,
superbita da questa signoria, né da quella col patto ancora di restituirlo alla loro
che vastissima possedeva in Lombardia, morte tutto intero e senza lesione al do-
sottoscriveva i suoi diplomi con questa u- minio romana Gli scritto-
della chiesa 1
milissima forinola: Mathi Ides Dei gra- ri del dominio temporale della Sede a-
fia Si Quid Est. Quest' insigne eroina si postolica ne riportano i documenti. Ma-
compiaceva tanto di Bo!sena,cheper gran tilde si meritò da'Papi i più gloriosi ti-
tempo vi si (ermo, e ad onore della voi- toli d'onore e dignità, come i\\ figlia pre-
senese s. Cristina martire le edificò una diletta di s. Pietro, di Generale di s.
bella chiesa e vi fece porre il corpo tro- Chiesa, e Vicaria d'Italia, ec. INel 1 080
vato nella vicina isola Mariana, ordinan- la marchesana mandò truppe a Ravenna
do che la città d'allora in poi si chiamasse percacciarue l'antipapa Clemente III, ma
di s. Cristina. Indi con testamento lasciò furono battute da quelle d'Enrico IV alla
TOS TOS 119
Volta nel Mantovano. Firenze sempre a- della s. Sede; il quale atto fu anche rin-
clerente di Matilde e di vota a s. Gregorio novalo nel r 102 dalla donatrice medesi-
VII, venne assediata nell'aprile 1081 da ma nella sua rocca di Canossa, e ciò do-
Enrico IV, eccitato a ciò dagli scismatici, po ch'erari separata senza divorzio dal 1."
assedio che durò sino al seguente luglio marito. Nel venerdì santo logr Enrico
o prima senz'alrun effetto. Nel 1082 En- IV tolse a Matilde Mantova, da Ini bloc-
rico IV tornò in Toscana e diede il gua- cala nel precedente luglio, conquista se-
sto al paese, senza prendere alcuna piaz- guita da tutte le terre al di là dal Po. Nel
za. Nel luglio 1084 l'esercito di Matilde 1093 sorprese le truppe di Matilde co-
pose in fuga quello d'Enrico IV, che sotto mandateda Ugo II marchese d'Este, mol-
gli ordini del marchese Olherto assedia- te ne uccise e fece prigioniere, le altre fug-
va il castello di Sorbara nel Modenese. girono; e continuò le sue conquiste, tra-
Perseguitato s. Gregorio VII dall'impla- lasciandole per tornare in Germania. La-
cabile Enrico IV, parti da Roma e riti- sciò l'esercito sotto il comando di Corra-
ratosi in Salerno morì nelio85. Per
vi dosuo figlio, che Matilde collo sposo ten-
pochi mesi gli successe Vittore 111, e do- tarono di guadagnare. Urbano li per con-
po di lui nel 1088 fu eletto Urbano II. siglio della contessa nel luglio 1094 partì
Questi per opporre ad Enrico IV e al suo per laLombardia,onde consolare colla sua
antipapa una forza che li potesse eonte- presenza que'popoli: alla fine dell' anno
nere, esortò la vedova Matilde disposa* giunse in Toscana accoltovi con gran di-
re Guelfo o Volfone V duca di Baviera vozione da Matilde e vi celebrò il Natale.
e nipote del marchese d'Iiste, di somma Indi Papa nel 1095 pas>ò a Piacenza e
il
1
potenza, ciò ch'ella eseguì nel 089, colla 1 vi promulgò lai." Crociata per la libe-
condizione, dallo sposo accordata, di con- razione della Terra Santa da' saraceni,
servare nel toro maritale illesa l'onestà e ed in queste guerre sagre si segnalò il va-
Ja pudicizia; dopo avere rifiutato la mano lore di molti toscani croce.signati. Con
di Roberto figlio di Guglielmo I il Con- GuelfoV alla testa, le truppe diMatilde nel
guistatore re d'Inghilierra. Per questo 1 096 riportarono vittoria su quelle d'En-
matrimonio non poco si rattristò Enrico rico IV. Il duca disgustato della moglie
IV,sul riflesso che il duca era bellicoso co- che disprezzava lo, soprattutto dopo che
me il padre, ed ambedue forti sostegni del d'Enrico IV aveano cominciato
gli affari
l'alto matrimoniale fra la marchesa e il suppose che principal causa di questa se-
duca si fosse pattuito,! he nel caso di mor- parazione fosse l'essere Guelfo V venuto
te della sposa, i beni allodiali e tutti i luo- in cognizione della donazione fatta da Ma-
ghi, corti e paesi della ricca casa di Bo- tilde alla s. Sede, per cui vedendoci de-
nifacio li di lei padre avessero a ricadere luso nelle sue speranze d'eredità, non vol-
in quella del marito. Riflette però Repet- le aver più che fare con essa. Matilde non
ti, che s'è vero in legge, che il distruggere provò alcun rammarico per la sua par-
un atto di donazione inter vivos distrug- abbandonaro-
tenza; e Guelfo col padre
ga qualsiasi rogito in contrario, bisogna no per dispetto il partito del Papa e rien-
ammettere che quella clausola del con- trarono in quello d'Enrico IV; indi sce-
tratto mairi moniale non tenesse, essendo sero in Italia a portarla guerra a Matil-
stato preceduto il matrimonio col duca di de, però senza successo. Nell'autunno del
Baviera dall'islru mento di donazione fat- 1 101 ella marciò alla testa del suo eser-
ta nel 1077 dalla gran contessa a favore cito sopra Ferrara, ch'erasi ribellata da
i2o TOS TOS
vari anni. I ferraresi visto tale esercito, qualche tempo d'aver duchi, poiché Luc-
ed i che veneziani ed raven-
vascelli i i ca si vuole che sin d'allora s'incominciò
nati conducevano a Matilde per aiutar a governare da se, e Pisa si rese indipen-
per mare l'assedio, si arresero senza di- dente. Enrico V calato in Italia, a danno
fendersi. A vendoparmegiaui oltraggia-
i della s. Sede si usurpò i domimi diMa-
to il cardinal Uberti nunzio di Papa Pa- tilde, invitato da'suoi partigiani a pren-
squale II presso Matilde, questa trovan- derne possesso. Osserva il Repetti sul go-
dosi in Modena raccolse le milizie e mar- verno marchionale di Beatrice e Matilde,
ciò su Parma, la quale subito si sottomi- che il partito da loro preso a favore de'
se, e il cardinale le impetrò il perdono. Papi contro gl'imperatori, aprì a' popoli
Essa, secondo Repetti, pare che dopo il soggetti un campo opportuno per eman-
I 1 07 e dopo l'assedio di Prato, non pre- ciparsi dal dominio imperiale: talché do-
siedesse più al governo della Toscana, sul- po il governo assoluto e marchionale della
la quale crede che cessasse d'ogni giurisdi- gran donna, di lei successori, o uon fu-
i
zione marchionale. Poiché negli pub- atti rono più come per l'innanzi cotanto ser-
blici non vi comparisce più qual marche- vilmente ubbiditi, o poco eglino si man-
sa, né con viene che la gran contessa ritor- tennero al comando nella qualità di vi-
nasse a comandare in Toscana nel 1 1 1 2 cari degl'imperatori, e talvolta furono ar-
qual marchesa, nel cui tempo era gover- mata mano respinti da'popoli. Ne' regni
nala da un vicario imperiale d'Enrico V, d'Enrico Ve di Lotario II non trovatisi
succeduto ai padre Enrico IV, dicendo che governatori amovibili di Toscana, co'
che avendo tralasciato d'usare il titolo di titoli di presidenti e marchesi, ili.°de'quali,
marchesa, si chiamava contessa. Crede in- secondo Repelli, e immediato successore
oltre che il non trovarla più governali'!- dopo Matilde, fu il marchese Rimberto o
ce della Toscana, derivò forse da misu- Roberto, ucciso sotto Monte Cascioli, pic-
re politiche prese da Enrico V, e docu- i colo castello preso e disfatto nel 1 1 1 3 da'
menti posteriori ali 107 sono tutti datati fiorentini, ludi nel 6 Robodoue o Rat- 1 1 1
da s. Cesario presso Bologna, da Ronde- bodo, che neh 1 19 non era più in digni-
no di Reggio, da Polirone sul Po, e da tà. Corrado duca di Ravenna fu fatto mar-
altri paesi di Lombardia. Matilde si dis- chese da Enrico V in detto anno. Al suo
gustò con Enrico V quando questi s'ini- tempo cominciarono le famose guerre di
micò con Pasquale II, indi acconsentì al- rivalità tra Pisa e Genova, durate per
le proposizioni d' accomodamento, e si secoli. Corrado morì o cessò di governar
portò da Canossa a Bibianello, ove lac- la Toscana nel 1 1 3 poiché in questo tro-
1 ,
de, mercè l'annuo tributo diioo libbre cipe si comportò da meritarsi l'affezione
d'argento, e lo confessa X Arte di verifi- de' popoli, ma mori nel 167; e Guelfo 1
la sovranità pontificia. Peròi lucchesi non tuì erede Enrico il Leone, suo uipole, pe-
volendo alcun comandante, rigettarono rò con l'obbligo di pagargli certa som-
il marchese, gli fecero guerra e lo caccia* ma di denaro. Non facendosi egli carico
rono, quantunque in certo modo e quali di pagar questo debito, Guelfo VI cam-
alleati dell'imperatore fosse sostenuto da' biò disposizione, e per punirlo cede e im-
pisani, presso i quali si rifugiò. Neh 37 i pegnò neli 169 tutti i suoi beni all'im-
Lotario II accorse in aiuto d' Ingilberto peratore Federico I,col quale anche Pa-
e lo ristabilì. Cessato di vivere in Germa- pa Urbano III nel 1 186 si lamentò,perchè
nia Enrico, l'imperatore Corrado III creò riteneva e avea disposto del patrimonio
marchese Ulderico o Ulrico conte di Len- di Matilde, spettante alla s. Sede. Guel-
feburgo sotto il cui governo le guerre
, fo VI morì Germania neh 195, dopo
in
de'lucchesi, pisani e genovesi cagionava- aver concesso a Lucca 6 miglia di giu-
no in Toscana disordini gravissimi. Nel risdizione nella città e dintorni. Già sino
1 153 Guelfo oWelfo VI d'Esle, fratello dah 83 eransi finalmente nel congres-
1
d'Enrico il Superbo, ricevè dal nipoteFe- sodi Piacenza stabiliti preliminari del- i
derico I di Svevia re de'romani l'inve- la famosa pace d' Italia, sottoscritta a Co-
stitura della Marca di Toscana, e quella stanza, tra Federico I e le città collega-
de'beni allodiali di Matilde e del ducato di te dellafamosa ^ga Lombarda, cioè di
Spoleto, qual nipote di Guelfo V Bava- Lombardia, Marca e Romagna. L'impe-
ro-Estense2.°marito della gran contessa, ratore convenne, che le città comprese
onde s'intitolò: T l elplius Dei gratin dux nella pace, restassero in possesso- di loro
Spoleti, MarcliioTusciae,Princeps Sar- libertà, delle regalie e delle consuetudi-
dinia e ae Corsicae > et Domimi.? totius ni, ossia de'diritti che da gran tempo go-
Doni us Comitissae Mathildis. Dunque devano, con riservare agl'imperatori l'al-
errò Pellini, nella Storia di Perugia, ri- to dominio, l'appellazione e qualche al-
portando che nel 54 Federico I donò 1 1 tro diritto riferito altrove più volte. In
allaChiesa il marchesato di Toscana, il du- sostanza tali riserve furono quasi vani ti-
cato di Spoleto e il principato di Sarde- toli e sterili atti d' omaggi, e la lega osò
gna già della contessa Matilde. Anzi nel porre de' limiti al potere imperiale del
detto anno recatosi Federico I in Tosca- valoroso e prepotente Federico I. Incre-
na, accolto con grandi onori anche da'luc- dibile fu l'allegrezza di tutta la Lombar-
chesi e pisani, per comporre le vertenze dia per questa pace, mediante la quale ri-
rona imperiale da Adriano IV, questo ve- con governo diverso da quello de'secoli
dendolo veuire con un esercito e quasi co- precedenti, che in tanti luoghi ho descrit-
me nemico, cinse di mura e di torri Ha- to. Negli atti della pace, presso Muratori,
7
dicofani (f .), ch'era dominio della s. Se- non vi lessi alcuna città di Toscana com-
de, ed a Qui ri co volle che ad essa giu-
s. presa; tuttavia nelle città toscane viep-
rasse fedeltà prima d'entrare in Roma. più si regime indipendente e
sviluppò il
Nel 1 1
59 Guelfo VI aiutò l'imperatore a democratico, e non tardarono ad eriger-
ridurre Crema eh 'erasi ribellata, e nel se- si manifestamente in repubbliche,ad onta
guente anno tornò in Germania, lascian- che Federico I neh i85 alle città losca-
voi.. LXXVIII.
9
19.2 TOS TOS
ne restrinse le regalie consuete e il rispet- dissero Ghibellini o Gibellini. Di que-
tivo contacio, tranne Pisa e Pistoia. Suc- st'ultima fazione erano principalmente i
per tutta la sua vita conservasse la Tosca- più potenti e più agguerritele due fazio-
na e gli altri beni della successionedi Ma- ni si distinsero per alcuni usi, come ne'
r
tilde, ma dopo la morte del fratello vi go- segui esterni, negli Stemmi (p .),ne\ la for-
r
dè poca autorità. Imperocché Enrico VI ma delle Torri (f >) che in immenso nu-
ordino morendo che si restituisse alla s. mero possederono, e alla loro volta ab-
Sede le terre della conlessa Matildee quel- batterono , nelle perpetue guerre di di -
le altreda lui occupate, sapendo bene che struzione durate più secoli. Inoltre le due
ilpadre suo Federico avea promesso a 1 fazioni costumarono proprie e particola-
Papa Alessandro III di restituirgli il pa- ri foggie nella forala delie case, delle fi-
trimonio della gran contessa, ma poi nella nestre e persino ne'campanili, il che pu-
pace di Venezia se lo riserbo. L'energico re rilevai a Torre Campanaria, e nel voi.
Innocenzo IH, dopo avere tatto lega colle LXXVI, p. 76; e quanto alle finestre, i
città toscane, tranne Pisa e Pistoia, do- guelfi leusavano con telati a croce in pie-
po avere ricuperato le marche d'Ancona, tra, ed ghibellini con due archetti per Io
i
di Camerino e di Fermo, che Enrico VI più acuminali con colonnetta nel mezzo.
avea date a Marcualdo; e volendo in se- Gli odii de'due partiti si accrebbero per la
fi: quelli che slavati per l'imperatore si nocenzo IH che lo coronò, e tosto ingra-
TOS TOS 123
temente anch'esso usurpo alIaChiesa par- mechè divìse e discordi per le fazioni de'
te del patrimonio di Matilde, onde fu sco- guelfi e de'ghibellini, chiamate pure de'
municato e deposto. Appena Papa Ono- Bianchi e ile Neri (tQ, cioè i bianchi si
rico VI, ma presto tornò a usurparlo, di- p. 289. In tale memorabile e funesto pe .
Tenne persecutore della Chiesa, forse peg- riodo uscirono dal loro seno i più grandi
gio dell'avo Federico I, ed acerrimo fau- ingegni che celebrai ne'loro articoli. Fu
tore e sostenitore del ghibellinismo, perciò allora che Pisa ebbe sommi legislatori in
più volle da'Papi scomunicato e deposto Borgondio, celebri architetti in Bonan-
dall'impero. no, distinti pittori in Giunta detto Pisa-
Ormai tutla quanta la Toscana si go- no, sebbene di Calci, ed egregi scultori in
vernò a repubblica e con reggimenti mu- Nicolò Pisano: le glorie marittime de'pi-
nicipali, mediante i corpi decurionali e sani, le loro conquiste, sono troppo no-
magistrati consoli, podestà, rettori, prio- te nell'Isole Baleari, e in quelle di Sar-
ri, anziani e gonfalonieri, i quali molle degna e di Corsica, e sì ancora nelle cro-
città, terre e castella della medesima gli ciale di Siria. Nella loro città aprirono un
aveano mollo fempo innanzi al 1200. In emporio libero a'mercanti di tutte le na-
Toscana non potè durare lungamente al zioni; ma poi finirono con essere signo-
pori d'altre provincie d'Italia un domi- reggiati da diversi prepotenti, e conqui-
nio esteso di feudatari, massime dopo che stati da' fiorentini, le discordie co'quali
le città toscane, fatte forti e indipendenti, rimontano al 1220. Comparì Dante in
costrinsero i magnali di contado a cedere Firenze che fece sfolgorare in Italia il ge-
a quelle le loro rocche e castella, a pren- nio nelle lettere, come sfolgorò la sua pa-
dere stanza in città, ed a pagare un annuo tria nelle arti, nelle armi, ne'consigli, neh
tributo. Nel generale entusiasmo per una le ricchezze e nella mercatura. Pretese-
agitatissima e sanguinosa libertà, gli uo- ro* alcuni di fare risalire l'origine della
mini si trasportarono al di là de'giusti li- libertà fiorentina al 962, pe'privilegicon
miti, talché ogni popolo si considerò tanto cessi a Firenze da Ottone I: allora con-
più indipendente, quanto più avea mez- tava 6 miglia di circuito, e verso quel tem-
zi di mantenersi libero, formando quasi po vi si stabilirono le famiglie degli U-
esclusivamente le proprie leggi e statuti, berti, de'Lamberti e altri di stirpe ger-
in guisa che in Toscana dopo il 1 200 sor- manica, che figurarono nella sua storia
sero tante repubbliche e repubblichelte antica. Nel 1078 Firenze fece il 2. suo
quante furono le città, le terre e perfino cerchio delle mura; e neh 107 fioren- i
che e famose le repubbliche di Firenze, to. I nobili del contado vinti dal comu-
Pisa, Siena, e Lucca che durò più di tut- ne, vennero obbligati a farsi cittadini. Nel
te con alternative vicende politico-reli- 1 1 88 Federico I portatosi a Firenze, mo-
giose e dopo tante pèrdite del suo terri- strandosi favorevole a Pisa e Pistoia, pel-
torio. Ciascuna di esse ebbe le sue epoche le lagnanze de'nobili del contado fioren-
brillanti di gloria, ed i particolari loro fa- tino, per 1' occupazione e distruzione di
sti furono deturpali dallo sparso sangue molti castelli, lo diminuì e tolse al co-
cittadino che innaffiò le patrie pianure,co- mune alcune regalie. Però neh 192 i fio-
n4 TOS TOS
rentini crocesignati, avendo fallo prova un piccolo giglio rosso sopra la testa in
del loro valore nella conquista di Damia- campo bianco. L* arme del popolo fu la
ta, la giurisdizione del contado fu estesa croce rossa in campo bianco. Firenze,
al circuito diio miglia fuori della città. grande, ricca e potente, die a conoscere
Firenze conta suoi consoli e il suo po-
i d' avere una fondata sperienza intorno
destà sino da'primi anni del secolo X IT, l'arte di governare, sia nell'usare i ma-
e nel 1200 ebbe il podestà forestiere in gistrati fiorentini alcune elargizioni ver-
Paganello da Porcari. 11 podestà di giu- so i vassalli che aderivano al loro invito,
stizia fu messer Gualderotto da Milano, come nel punire coloro che ricusavano
eletto nel 1207, durando un anno l'ufli- di ubbidire, escludendo questi da'diritti
zio. Neli2i5 inesser Buondelmonte de' di cittadinanza, dalle compagnie o Uni-
Buondelmontijdivotoal Papa, avendo ri- versità artistiche, ed ammonendo o e-
cusato di sposare la fidanzata, della fami- siliando i più faziosi coll'espugnazione
glia Amidei ligia all'imperatore, per spo- diroccamento delle loro torri in città, del-
sare un'altra dicasa Donali, fu ucciso nel lerocche e delle castella in contado,ocol-
giorno di Pasqua dagli Uberti, Lamberti, l'incorporare il loro distretto al contado e
Gangalandi, Fifanti e altri, per vendicare giurisdizione della repubblica. Allorché lo
la ripudiata della gente Amidei. Questo spirito democralicOjfavoreggiato dal guel-
fatto die principio a nuove discordie citta- popolo cominciò a
fismOjSi rese più. forte,il
dinesche, nelle quali tutte le case si divise- prendere nuovi spedienti per abbassare la
ro in due parti, che presero i nomi di fa- prepotenza della nobiltà. La signoria di Fi-
zioni di guelfi e di ghibellini. Nel 1218 renze impiegò somme enormi per dilata-
i fiorentini fecero giurare ubbidienza da re il suo dominio colla comprita di mol-
tutto il contado alla signoria del comu- te castella e corti, acquistate da prepo-
ne. Per la divisione de'nobili e popolo in tenti signorotti e tirannetti; laonde fu os-
due parti, essi aderirono ora a'guelfi, ora servalo, che ni un distretto o contado fu
a* ghibellini. Il popolo nondimeno fino a così caro prezzo acquistato,quanto quel-
da'primi tempi fu favorevole a'guelfi, e lo che andò formando il comune di Fi-
di qui venne, che quantunque i ghibel- renze, eminentemente guelfo. Firenze co-
lini restassero vittoriosi in più combatti- lonia di fiesolani e d'origine etnisca, col
menti, non poterono mantenere la loro progredir degli anni giunse a signoreg-
preponderanza se non per via degli aiuti giare la Toscana. Altra repubblica nobi-
stranieri. La vittoria di Carlo I d'Angiò le e potente fu Siena, che all'incominciar
sopra Manfredi chiuse per sempre al ghi- del secolo XIII andò tarpando le ali a'
bellinismo le porte di Firenze: a nulla più potenti magnati del suo contado, e
valsero gli sforzi d'Enrico VII, la vittoria ad obbligarli a molte cose. Essa sostenne
d'Uguccione a Monte Catini, ne la gran- una guerra accanita contro l'emula Fi-
dezza di Castruccio, perchè Firenze ri- renze e la lega guelfa toscana, che riuscì
mase costante nel guelfismo. Mentre ar- per le conseguenze forse la più memo-
devano tali ci vili contese fu cambiata l'ar- rabile delle repubbliche italiane del me-
me antica del comune. Il gonfalone metà dio evo, riportando sanesi la famosa vit-
i
bianco e metà rosso fu abbandonato; l'al- toria d'Arbia e di Monl'Aperto, che im-
tra insegna del giglio bianco in campo merse nella desolazione le famiglie di Fi-
rosso, fu mutata in quella del giglio ros- renze e anche di Lucca: la Toscana quin-
so in campo bianco: il gonfalone aboli- di fu riformata a stato ghibellino impe-
to rimase alla fazione ghibellina. La par- riale, con principi! oligarchici, onde Luc-
te guelfa prese per insegna un'aquila ros- ca avendo resistito e negato di aprire le
sa che ha sotto i piedi un drago verde, e porte a'viucitori, per qualche tempo ser-
TOS TOS 125
ri d' asilo e baluardo de' guelfi toscani. Castruccio di tiranneggiare la patria, pel
Siena sali allora all'apogeo di sua gloria, suo genio guerriero e politico più rinoma-
e prelese d'annientare l'esistenza di Fi- to di sua età; egli prese a regolare ghi- i
renze, con esigerne la demolizione, e che Toscana per farli operare d'ac-
bellini di
in Empoli si stabilisse la metropoli di To- cordo con quelli di Lombardia, e fece cose
scana, essendo unita a Manfredi capopar- lodevoli per Lucca, aspirando a rendere e*
te ghibellino e usurpatore di Sicilia. Di- reditaria la sua signoria. Gli riuscì domi-
venne poi Siena guelfa, e con Firenze fra nare buona parte di Toscana, e mentre si
le repubbliche guelfe di Toscana ebbe il proponeva di conquistarla interamente, i
coraggio di chiudere le porte all'impera- fiorentinipromossero contro di lui una po-
tore Enrico VII acerrimo nemico de'guel- tente lega guelfa, ch'egli completamente
fi. Tiranneggiata da'Petrucci, dopo osti- vinse adAltopascio(sollo questo nome nel
nata guerra; Siena fu penultima repub-
la secolo precedente nellaToscana era stato i-
rie. Inoltre Enrico IV le concesse il ter- 1' avo Ildebrando, i conti Guidi e conti i
do detto. Dopo
morte dell'imperatore
la imperiale, si assoggettò poi al re di Boe-
Enrico VI neli 197 le città e magnati di mia, fu occupata da'pisani, finche ricupe-
Toscana tennero una dieta in s. Geuesio rò la libertà e si modellò nel reggimento
la cittadinanza di es>a, finche Firenze al ri (e tornai a farne cenno nel voi. LXlV,p.
pari di Pisa essendo passala dallo stato di 287): e per sopirle e pacificarle inutilmen-
libertà alia tirannide, questa servì di sca- te si adoperarono Alessandro IV a mez-
la alla distruzione delle due repubbliche. zo del cardinal Beccaria, e Gregorio X in
Dice il Repelli , che Pietro e Giovanni persona. Pisa, Siena e Lucca, scosso il gio-
Gambacorti in Pisa, Cosimo il Fecchio e go imperiale, provarono gli stessi edetti
Lorenzo de Medici in Firenze, si puòquaai della discordia. Al fomentatore del ghi-
asserire che con un'influenza grandissima bellinismo Federico II, successe il figlio
sopra que' popoli preparassero la tomba naturale Manfredi che s'impadronì del re-
al governo repubblicano della loro pallia. gno di Sicilia, senza curarsi del nipote
Pisa dopo essere caduta in potere d'un Coi radino l'ultimo legittimo degli svevi,
traditore segretario, cadde in mano della e delle sue proteste. Ebbe 1' audacia di
sua odiata rivale, che trailo la ciltà e il portar le armi, anche saracene, ne'domi-
suo contado come un paese di conquisi.», uii della Chiesa, e capoparte ghibellino
finché 22 anni dopo Firenze ebbe a sog- soccorse i ghibellini di Toscana e di Lom-
giacere alla stessa aorte, conquistata dalle bardia. Aiutò i sanesi ghibellini, contro i
armi di quella casa potentissima che un i fiorentini e altri guelfi nel 1260, nella
secolo innanzi quasi adorava nella perso- disastrosa giornata di Moni' Aperto, per
na di Cosimo il / (((ìlio coi titolo di Pa> la quale divenne vicario di Toscana e vi
tire della patria. Le due superstiti repub- esercitò la suprema autorità, ficendo ri-
bliche, Siena e Lucca, che l'occhio Medi- siedere in Siena il suo vicario. i\eli263
ceo guarda va coni nquietudine,rispetto al- Lucca divenne ghibellina con tutto il re-
la i ."presto se ne impadronì; quanto alla sto della Toscana.Tuttavia non tardò il
piìi vecchia repubblica dellaToscana, Luc- tempo in che declinando il partito impe-
ca, essa seppe mantenersi libera dal i 100 riale ghibellino, si trovò costretto di ce-
circa fino al 1
799, mercè l'unione de'suoi dere a'guelfi la supremazia politica io To-
aristocratici senatoii, stata fino allora ap- scana. Firenze in mezzo alle agitazioni che
pena di nome dipendente dagl'imperato- sembrava dovessero distruggerla, eslese
ri, edopo aver figurato qual ducato, ven- la sua signoria al di fuori, sottomise le vi-
ne riunita alla Toscana. Dopo questi fu- cine città e divenne finalmente la capita-
gaci tratti sull'origine delle repubbliche le e la dominati ice di tutta la Toscana.
toscane, il di più potendosi leggere a'io- Le allre potenze italiane inutilmente ten-
ro articoli, ripiglio la narrazione generi- tarono impedirne progressi. i Il reggimen-
ca delie principali vicende storiche della to di Firenze repubblicana subì molte va-
Toscana, cou particolari speciali su Fi rea- riazioni. Da prima fu governata da 36 an-
TOS TOS 127
ziani con alla testa un capitano e ut> po- rono con tal mezzo di fare loro sforzi on- i
destà; poscia nel 1 267 clava la signoria per de stabilire l'oligarchia. Né molto andò
1 o anni al francese Carlo I d' Angiò re che sulle rovine della nobiltà antica, una
di Sicilia, investito de'due regni dal Pa- nuova ne sorse di ricchi popolani. Ab an-
pa Clemente IV, il quale bandita la cro- tico i soli nobili erano addestrati nell'ar-
ciata contro Manfredi nemico della Chiesa te del guerreggiare, e l'avidità delle ric-
questi vi perì scomunicato. Pertanto le re- chezze contribuì a rendere i fiorentini a-
pubbliche italiane e ghibelline ingelosite lieni dal mestiere dellearmi.Perfar frou-
di Carlo I, invitarono Corradiuo nipote te al partito ghibellino, fu dunque neces-
di Federico li per cacciarlo dal regno, e sario chiamar principi stranieri, a' qua-
gli fornirono poderosi aiuti, fra 'quali i pi- li fu concessa, per tutto il tempo che di
sani; ma restò disfatto e fu decapitato a loro ebbero bisogno, un'autorità quasi dit-
Napoli, con estremo abbattimento d'ani- tatoria, in apparenza limitata da alquan-
mo e dolore de'ghibellini. Di più. Clemen- te restrizioni. Questo fu il motivo che la
te IV nominò Carlo I , come capoparte casa d'Angiò, sostegno principalissimo de*
guelfo, vicario di Toscana, vacante l'im- guelfi nelle guerre, fu quella a cui più
pero pe'cootendenti, a condizione di la- spesso ricorse la repubblica fiorentina. Le
sciare subito tale titolo appena vi fosse un corporazioni delle arti, che nel 25oeran- 1
sommo potere. Tutta la Toscana si ridus- vicariato di Toscana, oude Rodolfo I ri-
se a parte guelfa, ad eccezione di Pisa e vestì del titolo di suoi vicari quasi tutte
Siena. Perchè sotto il pretesto di mante- le signorie delle repubbliche toscane, con
ner puro lo spinto guelfo, si pervenne ad annuo tributo o regalia alla camera au-
escludere dagli uffizi un gran numero di lica. Nel 1280 morì Nicolò III, ed ghi- i
famiglie, mediante \e ammonizioni clic ve- bellini di nuovo furono cacciati, per cui
nivano fabbricate da detto magistrato dei sosteguo iu Fireuze erano stali in luogo
capitani di parte guelfa, i più putenti fluì* di 12 governatori buon'uomini stabiliti
128 TOS TOS
i4, cioè 7 del partito guelfo e 7 del ghi- ro nome dalle fazioni insorte in Pistoia,
bellino, che il Papa dovea eleggete, e do- nelle contese de'quali con poco senno eran-
veano reggere annualmente. Nel 282 in- 1 si immischiati i fiorentini, facendo veni-
vece de' buon'uomini si crearono 3 prio- re a Firenze i capi delle due fazioni, che
ri delie arti maggiori di calunnia ossia dei presto la posero in discordia. De'bianchi
mercanti, de' cambiatori e della laua. Il era capo messer Vieri de'Cerchi, di fami-
loro uffizio durava 2 mesi, e poi se ne ag- glia nuova ma ricca e polente; capo dei
giunsero altri 3 delle arti de'medici, spe- neri era messer Corso Donati, chiamato
ziali e della seta: il numero delle arti da il barone per la sua superbia, di casa no-
cui si eleggevano i priori fu portato a 1 2, bile ma poco ricca. Tutti i grandi di Fi-
india 7 arti maggiori ei4 minori. A que- renze parteggiarono o per gli uni o per gli
sti priori spettava il potere esecutivo: fu- altri, attenendosi a'biauchi le antiche fa-
rono ammessi a detto oflizio grandi e po- miglie ghibelline fatte guelfe, con molte
polani, ma i primi solamente quando e- aumen-
case di popolani eartefici. Gli odii
rano ascritti a una delle arti. Presero quin- tandosi, i manda-
capitani di parte guelfa
di il titolo di signori, furono alloggiati nel rono due ambascerie a Bonifacio VI 1, ed è 1
palazzo della signoria, e si die loro udì- probabile che Dante fosse del numero de-
ziali e guardie , tuttociò eccitando gravi gli ambasciatori, indi venne eletto all'uf-
rancori tra la nobiltà e il popolo. 1 nobi- fizio di priore, come narra il ch.Reumont
li erano divisi tra loro: i Cerchi e i Do- nelle sue dotte Tavole della storia fio-
nati formarono due fazioni che dividea- rentina, assai importanti e diligenti. Es-
no la città e la misero in confusione e in se contengono conordine cronologico sto-
tumulto, e si finì con aperta guerra. In- ria politica, storia letteraria, storia arti-
tanto nel 1289 ritornando Carlo II d'An- stica, e avvenimenti contemporanei, nou
giò, figlio e successore di Carlo I, dalla pri- solo di Firenze, ma di tutta la Toscana,
gionia del re d'Aragona a Napoli, nel mag- ed anche del resto d'Italia, massime cen-
gio giunse a Firenze e vi lasciò il suo ca- trale, ed alcune eziandio d'oltremonte. La
pitano Amerigo di Narbona. Esacerbati |)arte bibliografica,massime della Tosca-
glianimi si venne in campo alle armi, e na, è ricchissima. Papa Bonifacio Vili vo-
V 1 del seguente giugno accadde la ri-
1 lendo ristabilire la tranquillità nella To-
nomata battaglia di Campaldino nel Ca- scana, vi chiamò Carlo di Valois, fratello
sentino. Gli aretini cogli altii ghibellini, di Filippo IV re di Francia, qual pacie-
capitanati dal vescovo d' Arezzo, tnesser re de'bianchi e de'neri, ed anco per com-
Guglielrnino de'Pazzi, e da Buonconte di piacere i secondi, non essendo riuscito a
Montefeltro, furono sconfìtti da' guelfi concordarli il suo legato cardinal Matteo
guidati da messer Amerigo capitano re- d'Acqnasparta, che sdegnato ne partì la-
gio, messer Vieri de'Cerchi, Corso Dona- sciando interdetta la città. Recatosi nel
ti ed altri: vi morì il vescovo Buonconte, i3oi a Firenze Carlo di Valois, la trovò in
etra i combattenti si trovò Dante Alighie- poterede'bianchi, ma poco avveduti: il po-
ri. 1 fiorentini presero e disfecero buon polo fiorentinojcome a pacificatore, gli ri-
numero di castelli aretini, e inutilmente mise la signoria e guardia della città, ed e-
assediarono la città, e prépondérante di- gli giurò di mantenerla in istato di tran-
venne in Toscana il partito guelfo. I fio- quillità edi pace; ma ben lungi dal mante-
rentini ,dopo guerra, si pacificarono coi nerla promessaci dichiarò pe'neri e lasciò
pisani, e assoggettarono al comune mol- che rientrasse inFirenzeCorsoDonati loro
ti castelli toscani. Dopo diversi tumulti capo e tutti gli altri dellostesso partito che
Firenze vide nel i3oo il principio delle n'erano stati espulsi. Questa misura cagio-
parti de'bianchi e de'neri, le quali prese- nò l'apertura delle prigioni, la cacciala dei
TOS TOS 129
priori, onde la città trovossi senza gover- ciò un'epoca lacrimevole per l'Italia, poi-
no: si commisero dappertutto omicidii, ché eletto neli3o5 Clemente V, preferì
saccheggi, incendii e rovine di case,dentro le rive del Rodano a quelle del Tevere
la città come nel contado. Si elessero nuo- (f^.)) al diredi Petrarca, con [stabilire la
vi gonfalonieri e il priore, tutti di parte residenza pontificia in Francia nella cit-
nera, e sesser Cante da Gubbio per po- tà d' Avignone (V.) t ove rimasero altri 6
."
destà. In queste zuffe s'incontra per la i successori, con luttuose conseguenze. Per
volta il nome della famiglia de* Medici l'assenza de'Papi da Roma, incrudelirono
(V.) 9 detti dal Compagni potenti popola- le fazioni e crebbe l'anarchia in Italia.
ni. Dante trovavasi in Roma presso Bo- Aspirando Corso Donati a rendersi sovra-
nifacio Vili, il quale rimandò a Firenze no di Firenze, scoperto 1' ambizioso suo
il cardinal d' Acquasparta, mostrando di disegno, fu dichiarato ribelle e traditore,
voler accomodare i neri e accomunare gli ed ucciso in una sommossa. Dovendosi re-
uffizi, ma non conseguì l'intento, e la cit- care a Roma per ricevervi la corona im-
tà rimase scomunicata. Nel 3oi 1 i bianchi periale Enrico VII, sida fece precedere'
furono interamente banditi da Firenze, e Lodovico di Savoia fatto senatore di Ro-
Dante essendo in Roma fu condannato , ma, il quale co'suoi ambasciatori si por-
ed esiliato da Cante come contumace, sot- tò nel 3 o in Firenze, per pacificare gli
1 1
to pretesto d'aver magi- commesso nella aretini co' fiorentini, e questi si ricusa-
stratura baratterie, e d'essersi mostrato rono. Giunto similmente in Firenze Ro-
avverso a'clisegni del Papa e di Carlo di berto re di Sicilia, invano si adoperò per
Valois; indi si die il guasjo alla sua casa ristabilire la pace tra'guelfi e neri divisi,
e alle altre sue possessioni. I neri signo- che aveano ripreso dominio sul popolo
il
reggiarono Firenze, e Carlo di Valois do- e sulla città. 1 fiorentini temendo Enrico
po aver così mal corrisposto all'intenzioni VII gran fautore de'ghibellini e bianchi,
di Bonifacio Vili, partì per Roma e pas- si fortificarono e collegarono co'bologne-
sò a Napoli per l'impresa di Sicilia, onde si e con tulli i guelfi toscani. Dante scris-
vendicare i vesperi siciliani. Dante si riti- se una lettera a'popoli e principi italiani,
rò presso Uguccione della Faggiuola, e poi invitandoli a darsi di buon animo ad En-
presso Bartolomeo della Scala in Verona rico VII, ed a questi altra ne inviò ecci-
ed altri. AfflittoPapa Benedetto XI per tandolo in nome de' fuorusciti fiorentini
le guerre civili di Toscana, e bramoso di ad affrettare il suo passaggio in Toscana,
pacificar le fazioni, nel i3o4 inviò a Firen- per cui fu nuovamente esdiato dalla pa-
ze per legato il famoso cardinal Alberi- tria con decreto de'6 settembre 3 .L'im- 1 r r
ni da Prato; cercò di favorire i bianchi e peratore offeso perchè i fiorentini non vol-
di abbassare neri, ed a nulla riuscendo
i lero ricevere i suoi ambasciatori, li con-
partì lasciando interdetta la città pegli ol- dannò alla privazione d'ogni libertà e pri-
traggi ricevuti; onde a vendicarlo il Pa- vilegio, formando il progetto di sottomet-
pa scomunicò i neri e i guelfi, e con essi terli al suo dominio. 11 perchè re Rober-
que'di Lucca e diPrato.ma poco dopo mo- to capoparte guelfo, mandò
gente armata
rì a'6 luglio i3o4 '° Perugia, con sospet- a Firenze, ed amunire Roma il fratello
to di veleno, e fra gl'incolpati vi furono i Giovanni principe d'Acaia e Morea, e lo
fiorentini. Alcuni giorni dopo, i ghibelli- fece soccorrere dalla lega guelfa toscana.
ni e i bianchi fuorusciti tentarono un' im- Dopo essersi l'imperatore coronalo in Ro-
presa contro Firenze, e sebbene gridasse- ma, non senza gravedifficollà, passòacon-
ro pace, furono respinti e fugati dal popo- quistare varie città diToscana di suo parti-
lo: tra'fuoruscili, oltre Vieri de'Cerchi, si to o intimorite,ma accampandocontro Fi-
vuole che fosse aucoDante. Intanto comin- renze e trovandosi debole per assalirla, die
i3o TOS TOS
il guasto ai contado e fu costretto a par- signoria della città al suoprimogenitoCar-
tire. Voleva muover guerra a Roberto, a lo duca di Calabria, il quale nel seguen-
cui fiorentini aveano dota la signoria
i tei326 spedì Firenze per suo vicario
in
per5anni,quandolocolselamorteaBuon- Gualtieri di Brienne duca titolare d'Atene,
convento e fu sepolto a Pisa. Nel i 3 4 fé* 1 giacche la gran compagnia de'catalani a-
ce progressi contro guelfi il ghibellino i vea conquistato il ducato sopra suo padre,
Ugo della Faggiuola, altro formidabile ucciso nella battaglia diCefisa,ecolla mag-
nemico de'fiorentini e capitano de'pisani; gior parte de' francesi rifuggiti di Grecia
prese Lucca e assediò Monte Catini in Val passò la sua gioventù alla corte di re Ro-
diiNievolenel i3 5, anno in cui Dante eb- 1 berto. Gualtieri accompagnato da 4°o
be l'ultima condanna di bando da Firen- cavalieri prese possesso di Firenze, e fece
ze. Nel 3 5 nella battaglia di Monte Ca-
i 1 giurare dal popolo fedeltà al duca di Ca-
tini, i fiorentini e i collegati guelfi capita- labria a' 17 maggio. 11 duca seguito da
nali da Filippo di Taranto e Pietro con- 2000 cavalieri vi arrivò, nel luglio accob
te di Gravina fratelli di re Roberto, fu- to con feste e alloggiato nel palazzo del
rono sconfitti da Uguccione, che insigno- podestà, e venne eletto a signore della cit-
ritosi diPisa minacciòinvadere tutta la To- tà peno anni. Mentre si facevano gli ap-
scana: fra'morti si contarono Pietro,e Car- parecchi di guerra contro i lucchesi e Ca-
lo figlio di Filippo. 1 guelfi divisi tra lo- struccio, il cardinal Giovanni Orsini lega-
ro, fu limitato il potere del regio vicario. to di Giovanni XXII bandì la crociata
Nel(3i6 Uguccione fu caccialo da Pisa, contro il signore di Lucca, lo scomunicò e
e poi da Lucca, della quale divenne signo- privò d'ogni dignità, permettendo a tutti
re Castruccio che battè i fiorentini a Val di nuocerlo, e tosto cominciò la guerra. I
gano della Torre, ove finì di scrivere il antipapa Nicolò V. Il duca di Calabria ve-
3.° canto del' suo inimitabile poema della dendo minacciato il proprio regno, lasciò
Divina Commedia. Nel 32 o recossi a Ra- 1 Firenze a'28 dicembre del precedente an-
venna presso Guido Novello da Polenta, no, senza aver fitto nulla per essa nella
ed ivi morì neh 32 1, e restò sepolto nel guerra, e invece fatto spendere a'iioren-
monumento che descrissi all'indicato ar- tini nella sua dimora 900,000 fiorini d'o-
ticolo. Cessò neh 322 la signoria di Ro- ro. Firenze così riraaSe indipendente, e si
berto in Firenze, ove si elessero il podestà riordinò a repubblica con nuovi consigli e
e capitano del popolo, prendendo agli sti- magistrati, poco dipoi morendo Castruc-
pendi Raimondo di Cordona nel 1 325; an- cio che avea conquistato Pistoia, la qua-
no pienamente rotto co'fìo-
nel quale fu le ripresero i fiorentini neh 3 29. Fu nel
rentini a*23 settembre ad A ltopascio,pres- settembre 328 che scese nella tomba Ca-
1
Lucca, Gerardo Spinola genovese, e poi mati ila cui era circondalo, il tiranno fece
Can Grande della Scala signore di Vero- fortificare il palazzo de'priori sua residen-
na, contro il cui nipote Mostiuo neh 336 za. Staccò egli dalla giurisdizione di Firen-
i fiorentini si collegarono co' veneti e mi- ze le città dalla repubblica conquistate, al
lanesi. Se essi nel 1 33 i perderono Pistoia, fine di assicurarsene l'immediata sovra-
neh 337 acquistarono Arezzo, signoreg- nità; provocò in fine con tante maniere
giata fino allora da' Tarlati sostegno del l'odio de'fiorentini, che ogni classe del po-
ghibellinismo, e vi restarono compresi an- polo si dichiarò contro di lui. Simultanea-
che conti di i Mon lauto de'Darbolani in mente si formarono da'di versi ordini del-
Val Tiberina, la memoria più recondita la città tre separate cospirazioni contro di
967; ed inoltre
di tali signori risalendo al lui, e tutte scoppiarono terribilmente ai
nel 34o fiorentini ebbero la terra di Bar-
1 i 26 luglio 1 343; ed a'3 agosto il vescovo
ga situata in Garfagnana, e anticamente Acciaiuoli (la cui famiglia più tardi con-
soggetta a'iucchesi: però la guerra finì col- quistò sui catalani ducato d'Atene, con il
pera del suo ducato, e per caso ritornato gnoria, salva la sua persona e la sua gen-
a Firenze mentre il popolo irritato per te, ed a'6 partire e ritirarsi in Francia,
la perdita di Lucca ne accusava il de- oveGiovannilI lo fece contestabilejpoi pe-
bole governo, onde profittando del mal- ri nella battaglia in cui lo stesso re fu fat-
contento gli fu agevole a f irsi eleggere si- to prigione. Quindi fu ordinato celebrar-
gnore. Sedusse egli tutti i partiti con va- si di tal cacciata anniversario di festiva
ne promesse, e gl'inganno con falsi giura- commemorazione nel giorno di s. Anna,
menti; ma non ebbe appena ottenuto il coll'interventodi tutti i magistrati e del-
sovrano potere, quando 1*8 settembre fu le arti nella cappella della santa in Orsan-
proclamato signore perpetuo, diesi ab- michele , dove ancora sogliono spiegarsi
bandonò alle più vergognose passioni, go- le bandiere delle arti.
vernando dispoticamente con severità, ed Ristabilita in Firenze la tranquillità,
annullando l'autorità del popolo. Raccol- i aveano molto contribuito a
nobili che
se enormi somme colle più ingiuriose e- distruggere il governo dispotico, entra-
sazioui, fece perire sul palco un gran nu- rono nell'ufficio del priorato, in quello de'
mero di rispettabili cittadini, concluse coi 1 1 e de'gonfalonieri delle compagnie del
pisani una pace vergognosa, ma che raf- popolo, e in tutti gli altri uffizi. La città
fermava la sua tirannia, e die uno scan- fin allora divisa in sestieri venne o sesti,
dalo fino allora forse sconosciuto coll'ira- ripartita in 4 quartieri con nuove inse-
pudenza de' suoi depravati costumi. Im- gne. Breve fu la concordia, e sollevatosi
perocché abbattuti i potenti, cercò di far» il popolo contro i nobili li destituì dalle
i32 TOS TOS
magistrature, riformò il governo che re- na, Volterra e 9. Miniato, ed i fiorentini
stò interamente nelle sue mani; e dopo gli pagarono 100,000 fiorini d'oro. Que-
terribile zufta tra i nobili e il popolo, i sti conquistata Bibbiena nel 1 36o,riceve-
priori, il gonfaloniere e gli altri magistrati ronoin guardia Voi terra. Nel 1 362 si riac-
furono scelti interamente fra' popolani, cese la guerra fra Firenze e i pisani mal-
per cui molte famiglie nobili della città contenti pel trasportato commercio al
e del contado si ascrissero al popolo. I fio- porto di Talamone, ambedue le signorie
rentini si pacificarono co' pisani, lascian- assoldando le[compagniedi ventura, e fi-
doli nel possesso di Lucca, mediante com- nì colla pace deli 364 e con utile de'fio-
penso di [00,000 fiorini d'oro. A'falli- rentini, dopo reciproci danni. Carlo IV
tnenti e tremenda carestia nel i
347, suc * tornò in Toscana neh 368 e volle eser-
cesse la spaventevole peste del i348, che citare la sua autorità, ponendo vicari im-
desolò Firenze dal marzo al settembre periali in Pisa, Lucca, e Siena la quale
con 6oo morti il giorno, e rapì più di poi lo costrinse a partire. Bernabò Vi-
1 00,000 persone, compresi rifuggiti del i sconti signore di Milano, uno de' vicari,
coutado; giacche la città allora contava difese s. Miniato ribellatosi a' fiorentini,
circa 90,000 abitanti, 25,ooo de' quali che 370. In questo fio-
lo ripresero nel 1 i
atti allearmi, con 3 ospedali, e 1 io chie- rentini entrarono in lega colPapa Gre-
se, 46 delle quali appartenenti a corpo- gorio XI, contro Bernabò, per consiglio
razioni religiose. Tutto il rimanente di degli Albizzi, capi della fazione aristocra-
Toscana, e la più gran parte d'Italia pa- tica di parte guelfa, emula e in gara co*
tirono il medesimo malore. Nel i35o e Ricci ch'erano alla testa de'sospetti di ghi-
nel 1 35 1 ifiorentini presero Colle e s. Ge- bellinismo.Nel 1 375 il cardinal Noellet le-
mignano, e ricuperarono Prato e Pistoia. gato di Bologna volendo toglier Prato a'
Ma considerandosi Firenze per la sua po- fjorentini,questi corruppero il capitano di
stura come la rocca de' guelfi contro la ventura Augut chedovea impadronirse-
prepotenza de' Visconti capo-parte ghi- ne, coni3o,ooo fiorini e annua pensio-
bellini e dominatori della Lombardia, nel ne, e quindi fecero lega con Bernabò Vi-
1 35 1 principiò la guerra col Visconti si- scontijCo'lucchesi e sanesi, e la regina Gio-
gnore di Milano, che terminò colla pace vanna I, e fecero inoltre sollevare diverse
del 353. In questo giunse a Firenze il
1 città dello stato ecclesiastico, oltre Bolo-
gran cardinal Albornoz,già arcivescovo gna, inviando ad esse ed a'romani ban-
di Toledo, spedilo legato in Italia da Inno- diere colla parola Libertas in lettere d'o-
cenzo VI per pacificare i domimi pontifi- ro; onde il Papa li scomunicò e interdisse
cie ricuperarli dall'usurpazione de'pre- Firenze nel 1376; eguale interdetto ful-
potenli signorotti. Anche la Toscana do- minò contro Genova e Pisa per non a-
vè pagare il tributo al famoso fr. Mon- ver cacciati i fiorentini, i quali furono e-
reale provenzale capo di masnadieri, i fio- spulsi d'Avignone residenza pontifìcia e
rentini con 25,ooo fiorini d'oro e i pisani dappertuttOjCon grave danno de'loro com-
con 16,000, oltre altri doni, il rubacchiato merci. I fiorentini mandarono loro am-
e il danneggiato. Vendicò tutti, con far- basciatore al Papa Donato Barbaclori, a
gli mozzare il capo, il famigerato tribu- lagnarsi contro i presidi pontificii; e or-
no o senatore di Roma Cola di Rienzo, dinarono a'preti di riaprire le chiese e ce-
di cui riparlai nel voi. LXXVI, p. 172. lebrare le messe non ostante l'interdetto.
Nel 1 355 portandosi Carlo IV in Roma Bernabò Visconti s'adoperò invano per
coronarsi imperatore, quale altro figlio ristabilire l'armonia tra il Papa e la re-
di Enrico VII, ma di parte guelfa, giunto pubblica fiorentina. Questa inoltre inviò
iu Pisa, si sottomisero a'suoi ordini Sie- ambasciatrici in Avignoue s. Caterina da
TO S TOS i33
Siena, la quale riuscì a placare alquanto era in grandissimo fa vore,pegHnsinuanti
Gregorio XI, ma la rottura tosto s'ina- suoi modi e per la sua generosità. Salve-
Nel suo zelo religioso, anch'essa fran-
sprì. stro propose a'i8 giugno una legge per
camente l'esortò a restituire a Roma la scemare l' autorità de' capitani di parte
residenza pontificia, per ristabilire la pa- guelfa, e di concedere agli ammoniti una
ce e per evitare l'imminente scisma; riuscì via per essere richiamati agli uffizi. Ri-
nel i.° intento, non già nell' altro , dipoi gettata la legge da'priori, scoppiò la con-
ottenendo dal successore l'assoluzione de* giura e tumulto de'Ciompi (così detto dal-
fiorentini. Gregorio XI scosso da tante si- ia condizione di coloro che riportarono
mili rappresentanze, partì d' Avignone, quella non lunga vittoria dell'infima ple-
ed entrò trionfalmente in Roma a' 7 gen- 1
be, pettinatori e scardatori della lana ),
naio 1 3 77; ma presto se ne pentì veden- che fece insorgere popolo a rubare e ad
il
il nuovo Papa li correggeva,e smaniosi di si, creò cavalieri e s'impadronì del palaz-
A vignone,si ribellarono e sci-
ritornare in zo della signoria. Entrando in esso Mi-
smaticamente a' 20 settembre elessero chele di Landò pettinatore di lana, por-
l'antipapa Clemente VII; il quale porta- tando il gonfalone della giustizia, fu pro-
tosi in Avignone vi stabilì una cattedra clamato gonfaloniere della plebe, e così
falsa e perniciosa ,dandoprincipioal gran- il governo divenne democratico. Egli si
ché i fedeli divisi nell'ubbidienza tra'Pa- minuto fu fatto abile all'ufficio de'priori e
molti non sapevano chi realmente fosse sistenti si aggiunsero quelle de' tintori e
il legitlimo,per cui seguirono il deplora- de' farse Ita ri; si stabilì che 5 tra'priori deb-
bile scisma diverse nazioni, e tra quelle bano nominarsi nell'arti minori, e 4 nel le
restale fedeli, oltre quasi tutta l'Italia, vi maggiori; il gonfaloniere scambievolmen-
fu la Toscana, che però intese anch'essa te dalle une e dalle altre. Michele con al-
le lagrimevoli conseguenze della spezzata tre provvidenze giunse a ristabilire la
l'affettuose prediche di s. Caterina da Sie- suoi fautori, depose dal regno dì Sicilia
na, per la pace e la moderazione. Salve- Giovanna 1 feudataria della s.Sede^cliia-
stro o Silvestro de Medici il Chiarissimo, niòadessoCarlolllDurazzo.Veuuloque-
ch'era stalo gonfaloniere nel 1870, ed e- sti neli38o in Italia per impadronirse-
rasi adoperalo invano per pone un ar- ne, entrò in Toscana e prese Arezzo, a i-
gille alla potenza dell'aristocratico par- stigazione de' fuorusciti fiorentini, tro-
tito venne elelto gonfalo-
degli Albizzi, vando il contado di Fùeuze difeso dal-
niere nel 378; non osando capitani am-
1 i l'Augure con4o,ooo fiorini che gli sbor-
monirlo per paura del popolo, presso cui sò il comune proseguì il suo viaggio. Nel
i34 TOS TOS
1 382 si fecero più acerbe le violenze e le vere il Visconti, che pretendeva d'essere
accuse promosse da'nobili ch'erausi falli riconosciuto, dall'autorità di siffatta lega,
capi della plebe; prevalse la fazione de- agevole fu al Malatesta di andarlo a tro-
gliA Ibizzi per abbassar la potenza del po- vare a Milano e di stabilire con esso nel
polo minuto e riformare gli uffizi, e Mi- 1397 una tregua di io anni, pubblicata
chele di Landò fu esiliato. Pretendendo nel febbraio, qual capitanogenerale della
gli Angioini, seguaci dell'antipapa, al re- lega. Nel 1398 morto l'Appiano, il figlio
gno di Sicilia, un esercito francese ne vendè al duca di Milano il dominio di Pi-
nardo alla conquista, ed entrato in To- sa, riservandosi la signoria di Piombino
scana s'impadronì d'Arezzo, la cui citta- e dell'isola dell'Elba; e le guerre tra il du-
della era occupata dal vicario di Carlo III, ca e i fiorentini si riaccesero, quest'ulti-
ed i fiorentini comprarono da'f'raucesi la mi facendo lega con Roberto di Wittels-
città per 5o,ooo fiorini in uno alla for- bach duca di Baviera e re de'romani, co'
tezza. Nel 386 trovandosi il Papa Urba-
1 veneziani ed Carrara. La morte del du-
i
con Firenze, Pisa e diversi principi italia- rimasero in uso sino a'nostri giorni. Lo
ni neh 392, anno in cui fu ucciso il Gam- Statuto Fiorentino fu stampato anche a
bacorti signore di Pisa, da Jacopo d'Ap- Friburgo neli 778. Sulle leggi fiorentine
piano che s'impadronì della signoria. Nel si potino vedere: N. Salvetti, De ortu et
1393 fu gonfaloniere di giustizia Maso progressu legislationis inEtruriae, Flo-
Albizzi,e le violenze del suo partito mos- rentiae 77 Antìquitates Florentinae
1 1 :
e nelle altre città pontificie. Posto in do- sforzi per ottenere un abboccamento tra
TO S TOS i35
Gregorio XII, e l'antipapa venuto a Sa- certo è che il legittimo Gregorio XII non
vona e Porto Veuere, dal parlamento di Io convocò, anzi riprovò, e che fece più
Parigi dichiarato scismatico e perturba- male che bene, accrescendo lo scisma in
tore della Chiesa; ma non fu possibile ac- vece di estinguerlo; poiché mentre i fe-
XIII. Una parte de'cardinali si ricoverò con 3 che trattaronsida Papi, e per tali
a Pisa, sottrattasi all'ubbidienza di Gre- riconosciuti da principi e popoli; dunque
gorio XII. appellando al concilio e al fu- il sinodo Pisano mancò pure di unità di
turo Papa; ed a quelli si unirono gli an- . ricognizione, oltreché si fece giudice e de-
ticardinali the aveano abbandonato l'an- pose il legittimo Gregorio XII che poi ,
menti contro l'assemblea che andavasi a tuala sulla riva sinistra del Tevere, re-
fare in Pisa. I cardinali credendosi auto- stando nella campagna Malatesta colle
rizzati a poter celebrare un concilio, l'in- truppe fiorentine. Sdegnato Paolo Orsi-
cominciarono a Pisa a' i5 marzo 1409, ni contro Ladislao per non averlo eletto
quindi a'5 giugno vennero dichiarati sci- senatore di Roma, nel fine di dicembre
smatici e deposti Gregorio XII e Bene- insorse col popolo, cacciando dalla città
detto XIII, ed a'26 in loro vece i cardi- le genti di Ladislao e i Colonnesi. Nel i.°
nali e auticardinali riconosciuti per veri deli4'o Paolo fece alzar le armi d'Ales-
elessero Alessandro V, il quale riconob- sandro V, ed entrare in Roma il Mala-
be per cardinali suoi i elettori. Sia pure testa colla bandiera del giglio, e fu co'fio-
legittimo o illegittimo il smodo di Pisa, rentini alloggiato a Campo di fiore. In-
i36 TOS TOS
tauto Luigi II tornò in Toscann e si licen- scisma l'imperatore Sigismondo fece con-
ziò, per restituirsi in Provenza, da Ales- venire Giovanni XXI li alla convocazio-
sandro Velie fu a Prato ed a Pistoia. Tor- ne del famoso concilio di Costanza, e dal-
nato Ladislao nel regno cercò senza esito l'imperatore vi fu invitato il Papa Gre-
di pacificarsi co'fiorentini. Recatosi Ales* gorio XII, il quale ricusò riconoscerlo per
dio V in Bologna vi morì la notte venen- concilio, chiamandolo congresso intima-
do il 4 maggio, e il cardinal Coscia bro- to dall'usurpatore del pontificalo; ma a-
gliando co' cardinali ivi presenti, riuscì nimato per la pace della Chiesa, ordinò
d'essere sostituito al defunto col nome di al suo cardinal legato di ridurlo a forma
Giovanni XXIII, e vieppiù strinse ami- di concilio generale. In esso lo spergiuro
cizia co'fiorenlini, ch'erano in istato flo- Giovanni XXIII vi fu deposto, Grego-
rido pegl' immensi vantaggi che recò al rioXII virtuosamente rinunziò il ponti-
commercio l'acquisto di Pisa. Luigi II tor- ficato, e l'antipapa Benedetto XIII fu de-
nato in Italia si recò a Bologna da Gio- posto e scomunicato; quindi V 1 1 novem-
vanni XXI 11, che accompagnò per Firen- bre i4'7 fu eletto Papa Martino V, da
ze e Siena a Roma; indi col suo aiuto e tutti riconosciuto , e perciò terminò lo
con quello del comune di Firenze entrò scisma, e definitivamente più lardi. I do-
nel regno di Napoli, e malgrado la vit- mimi pontificii trovandosi sconvolti, e
toria di Roccasecca, non polendo impa- pressoché occupati da'prepotenti, il Papa
dronirsi della capitale, tornò in Roma e tardò di recarsi a Roma, e viaggiando per
a'5 agosto s'imbarcò per la Provenza. Nel la Svizzera, pel Piemonte si recò a Firen-
1 4 1 1 seguirono accordi tra Ladislao ei 26
ze a' febbraio i4' 9, e confortato dal
fiorentini che acquistarono Cortona per comune si fermò a provvedere 1' occor-
no Ladislao neh 4*4 P er ' e Sl,e mne s' posizione di Nicolò da Uzzano, cittadino
pacificò con Firenze, con dispiacere di di grande autorità, il quale consideran-
Giovanni XXIII. A terminare l' infelice do il favore di cui godeva presso la plebe
TOS TOS i3 7
la famiglia de Medici, temeva che Y ac- rugino, uno de'più grandi generali d'I-
crescimento del loro potere non mettesse suo tempo, e furono valorosi ca-
talia del
a pericolo la libertà dello stato. Questo pitani figli Francesco, e Giacomo prin-
i
mo del 1253 estinto e dal quale credesi imposte per la guerra produssero mal-
originato quello de'Medici di Milano, da contento^ aumentandosi dissapori tra* i
cui uscì Pio IV. Da Averardo provenne grandi e il popolo, Rinaldo degli Albizzi
Averardo gonfaloniere deh3i4*. egli fu propose di scemare l'autorità della ple-
padre di Giovenco e di Salveslro o Silve- be e di ridurre a 7 le arti minori. Nicolò
stro il Chiarissimo, da cui nacque Ave- da Uzza no, sebbene del suo partito de'
rardo detto Bicci del 35y, figlio del qua-
1 grandi e perciò contrario alla fazione po-
le fu il suddetto Giovanni, il cui glorioso polare, dimostrò essere pericoloso di ten-
ramo pure si estinse. 11 ramo di Gioven- tar novità contro la plebe senza guada-
co, che vanta Leone XI, tuttora fiorisce gnarsi i Rinaldo abboccatosi
capi. Perciò
f
in Firenze, ed a Napoli ne principi d'Ot- con Giovanni de Medici principale tra es-
taiano,come narrai a Medici famiglia. In si, cercò di trarlo alla sua opinione, ma
tale articolo inoltre scrissi in breve le bio- lo trovò avverso a qualunque innovazio-
grafìe di 1 1 cardinali della medesima, de' ne, onde si aumentò l'autorità e il favo-
quali 4 furono Papi, due rinunziarono re del Medici, il quale così divenne quasi
poi la porpora, uno per montare sul tro- capo del partito popolare.Morì neh 4 2 9>
no toscano, l'altro per continuare la sua lasciando da Picarda di Boeri sua sposa
prosapia e non ebbe prole. Nell'eruditis- due figli il maggiore chiamato Cosimo
:
sime Tavole della storia fiorentina del- il Vecchio, da cui derivarono Papi Leo- i
Milano Filippo M. a Visconti, che occupò to servì utilmente Firenze, di cui fu va-
diverse città della Chiesa, ed fiorentini i rie volte gonfaloniere, e che mantenne in
elessero capitano generale Carlo Malate- pace per la saggezza de'suoi consigli. La
sta signore di Rimini; e neh 4^5 abban- casa de Medici fatta prudente dall'espe-
donò i loro stipendi per quelli del Viscon- rienza, camminò sempre verso l'intento
ti, il celebre capitano Nicolò Piccinino pe- suo di dominare, con passi più lenti e più
VOL. LXXVIII. 10
m
sicuri.Procedendo con prosperi successi
to s
rolla
OT S
con denaro) fu imprigionalo Cosi-
la il duca di Milano, questi
lega contro mo de Medici e chiuso in una camera del
soccorseLucca,contro della quale gli mos- palazzo de'Signori, mentre la fazione ite-
se guerra Firenze ueli43o. In quest'ali- gli Albizzi teneva lutta la città in sogge-
nel 1 4<)5 vennero espulsi, si trovò che in so l'avvenuto a Cosimo suo amico, si re-
5oanniaveano guadagnalo circa 5o mi- cò colla brigata alla Lastra suburbano di
lioni di fiorini. Avea Martino V esortato Firenze e tornò presto a' suoi quartieri.
Eugenio IV che gli successe nel 43 in- 1 i però temendosi del popolo, fu vinto (si
vano sì adoperò per la concordia, pro- vuole mediante le somme dispensate da
gredendo aspra guerra (Va'due popoliate- Cosimo) nella balia o parlamento, in cui
vastando fiorentini il ducato lucchese
i l'interopopolo esercitava l'autorità su-
sino alle porle della città, sotto gli occhi prema, ad onta dell' opposizione di Ri-
dell'imperatore Sigismondo, che andan- naldo che ponderava I' insuflieienza del
do a Roma per ricevere la corona impe- temperamento, di confinarlo per 5 anni
riale, fu a Firenze, Lucca e Siena. Final- a Padova, ed altri di sua famiglia a Ro-
mente nel i433 si fece la pace tra'fioren- ma, Napoli, Ancona e altrove. Cosimo u-
tini e veneti da una parte, e dall'altra il scito dal palazzo,non senza pencolo tra-
duca di Milano, i sanesi, lucchesi e geno- versò la piazza, e partito per Padova ivi
vesi. Nel precedente anno era morto Ni- fu grandemente onoralo da'veneti, e più
colò da lizzano, che sebbene opposto al lardi gli fu permesso abitare in Venezia
partito de' Medici, ne' quali scorgeva il nel monastero di s. Giorgio. sospetti e 1
nell'Europa e nell'Asia. A sua istigazio- stoli, ov'erasi portato ilPapa per più si-
ne ili. settembre 1 433 fu eletto gonfa- curezza, finché egli vedendo sollevali
i
pontifìcio. Nuova guerra ebbe luogo in chiusero nella prigione delle Stinche. Indi
Romagna tra il Papa in lega co'fiorenti- si cercò con ogni sforzo d'indebolire il par-
ni e veneti, contro il duca di Milano, il tito de'uobili, avversi a' Medici. Il conte
cui capitano Piccinino disfece i collegati Francesco Sforza,fìngendosi mandato dal
presso Imola, imprigionando il loro capi- concilio di Basilea in Romagna a'dannidi
tano Nicolò da Tolentino, nel quale ar- Eugenio IV, nondimeno sembra che con
ticolo dissi di sua morte, de'suoi pregi e questi si fosse pacificato, poiché si recò a
degli onori funebri resigli da' fiorentini. Firenze, e il comune gli die un ballo sulla
Il 1. Settembre si creola nuova signoria, piazza de'Signori e un torneo in quella di
composta di persone favorevoli a'Medici. s. Croce. Ciò avvenne dopo la pace fatta
L'Albizzi, trovandosi col Barbadori e Pal- tra'florentini e veneziani col duca di Mi-
la Strozzi, cercò d'indurre la loro fazione lano. Dipoi la signoria di Firenze prese il
Eugenio IV. Intanto che il Papa ragio- cardinal Albergati per disporre le cose;
nava con esso, la sua brigata si disperse; indi nel 1437 dichiarò sciolto il concilio
incoraggila la signoria,fece suonare a stor- siccome molti padri si osti-
di Basilea, e
mo le campane, accorrendo i cittadini ar- narono a continuarlo, il Papa li condan-
mali una moltitudine di contadini. In
e nò, e qualificò la conventicola verocou-
tale scompiglio si creò una balìa o parla- ciliabolo. L'Albizzi recatosi presso il du-
mento popolare, dalla quale Cosimo de ca di Milano l'istigò alla guerra contro i
i4o TOS TOS
fiorentini, e inviò a loro danno il Piccini- condo Ferlone, De'viaggi de' Pontefici,
no, che poi rivolse le armi contro il Pa- partì per Siena, di cui era stalo vescovo,
pa, come in seguito fece lo Sforza passa- e poi per Roma a compiere in Laterano
to agli stipendi del duca di Milano, per il concilio genera le fiorentino, come avea
aspirare alla mano di Bianca sua natura- notificato in esso a' 26 aprile del prece-
le. Cosimo vagheggiò il conquisto di Luc- dente anno. Neh 444 la fusione Medicea
ca, col pretesto di liberarla dalla tiran- dominante si acloprò per consolidare sem-
nia diGuinigi,ma dovè abbandonare l'im- pre più il suo potere, e nulla si ommise
presa. Scoppiata la peste in Ferrara, il Pa- perchè la somma delle cose fosse tutta
pa con bolla de* io gennaio 4^9 1
trasfe- nelle mani degli amici di Cosimo, e per
rì la continuazione del concilio generale levare ogni autorità a 'contrari. Trovan-
a Firenze t e ne riparlai in tanti luoghi, a- dosi Alfonso V in guerra co'veneti e dis-
Tendoimpegnatoa'fiorentini per4o,ooo gustato de'fiorentini, pegli aiuti dati al
scudi la mitra papale o triregno, per fa- suo competitore, onde fare un diversivo
cilitami viaggio a'greci nel recarsi al con- neh 447 fece entrare le sue milizie nelle
cilio. A' 1 6 Eugenio IV preceduto dalla terre di Firenze, al cui danno inutilmen-
^.Eucaristia partì da Ferrara, nel dì se- te si recò a Siena perchè a lui si unisse. I
bre elessero l'antipapaFelice V (WSavoia. te, come fino allora si era praticato; ed i
gi fu sconfitto interamente presso An- colla mediazione del Papa a' iq giugno
ghiari nella Valle Tiberina, la quale fece fecero pace con Alfonso V, convenendo
poi parte della repubblica, da'fiorentini che se insorgessero poi dissensioni si ri-
comandati da Micheletlo Attendolo e da mettessero all'arbitralo pontificio. Tut-
Gio. Paolo Orsini. Nel i44 2 S1 |eco a Fi- tavolta trovo che ne] 1 4-5 1, per la stret-
renze Renatoci' A ngiò pretendente del re- ta amicizia tra' fiorentini e il nuovo si-
gno di Napoli contro Alfonso V d'Ara- gnore di Milano, Alfonso V e i venezia-
gona, ed ottenne l'aiuto di Sforza co'de- ni inlimarono di sgombrare da'loro stali
nari de'fiorentini e veneziani. A'7 gen- a'fiorenliui. Questi si risolsero alla guer-
naio 144 3 Eugenio IV, od a'7 marzo se- ra, in lega col duca e co'genovcsi, inen-
TOS TOS 141
tre i veneti si collegarono co'sanesi a lo- chi.Nel recarvisi nel 1 4^9< da Siena (do-
ro danno. Recandosi nel 1
4)2 Federico ve benedì la Rosa ci* oro e la donò al
Illa Romaper essere coronato re d'Ita- senato per distinzione) giunse a Firen-
lia e imperatore, si fermò aFirenzee vi ze a*25 aprile, ricevuto con grande ono-
tornò dopo la coronazione.- Scoppiò la re, feste e magnificenza da Cosimo, che
guerra in Lombardia tra* veneziani e lo si può dire governava la repubblica, e re-
Sforzatili Val di Chiana tra Alfonso Ve putavasi più ricco particolare d' Eu-
il
i fiorentini, contro il quale gli suscitaro- ropa pel gran commercio esercitato dal-
no il rivale Renato d' Angiò, che calato la sua attività. Si trovarono pure a Fi-
in Italia laseiòa'loro stipendi il figlio Gio- renze Gio. Galeazzo figlio del duca di Mi-
vanni. Nel i453 Nicolò V addolorato in lano, altri signori italiani e molti amba-
vedere i in mi nenie la caduta del greco ini» sciatori, tutti ricevuti dal Papa. Moren-
pero, e di Costantinopoli assediata dal- do a'2 maggio l'arcivescovo s. Autonino,
l'armi vincitrici de'turchi,si adoperò con ne'funerali celebrati nella chiesa de'suoi
ogni sforzo per pacificare i belligeranti, domenicani, volle intervenirvi Pio li, che
esortandoli a rivolgere le loro armi con- a'5 maggio partì per Bologna. Nel con-
tro gl'infedeli, nemici del nome cristia- gresso di Mantova onde intraprendere la
no, che minacciavano tutto l'occidente. guerra contro i turchi, fu deliberato che
Cadde Costantinopoli e finì il greco im- tutte le nazioni dovessero contribuire soc-
pero; i che ne fuggirono por-
dotli greci ne promisero anche fiorentini e
corsi, e i
tarono in Italia, massime in Firenze e Ro- sanesi. Nelgennaio 1460 Pio II partì da
ma, molte opere greche, ed ebbero mu- Mantova, e nel declinar di gennaio ripas-
nifica accoglienza da Cosimo e da Nicolò sò per Firenze, trattato splendidamente,
V. Dopo pace e lega stretta nel i4^4
la indi passò a Siena. Nel«46i in conside-
tra'fiorentini, veneziani, duca di Milano, razione delle grandi qualità di suo padre,
Estensi e bolognesi; per le cure di Nicolò venne eletto Piero o Pietro I il Gottoso,
V, vi compreso anche Alfonso V.
fu poi figlio di Cosimo de Medici, gonfaloniere
Frattanto il partito di Cosimo cominciò di giustizia, e fu l'ultimo gonfalonierato
a dividersi in se medesimo; cessò il pote- esercitato da uno di sua casa; e portan-
re dittatorio della balìa e si chiusero le dosi in Roma Carlotta regina di Cipro si
borse dalle quali si traevano i nomi de' fermò Morì nel 463 Giovan-
in Firenze. 1
ressi, l'autorità rimase sempre nelle sue tenti del suo partito oppressero il popolo
mani. Neh 458 ordinandosi il nuovo ca- con rapine e violenze; talché la repubbli-
tasto, i grandi cittadini sdegnati pel nuo- ca senz'aver guerra di fuori, fu malmena-
vo aggravio ricorsero a Cosimo, che mo- ta da'suoi concittadini medesimi, e inve-
strandosi contrario a'partiti violenti, ne ce di ricuperare la libertà, agrari passi
polo, i dotti, e gli artisti colmati delle sue deva sulla pubblica opinione. Il limitato
beneficenze. Il suo governo fu dolce e pa- suo ingegno e le sue fisiche indisposizio-
cifico, durante i quasi 34 anni in cui fu ni rendevanlo inabile alle lettere e agli af-
l'arbitro della repubblica, ed il consiglie- fari ; egli tuttavia avea esercitato la sua
re della più parie delle città e de'signori dignità con moderazione finche visse il
le belle arti, e de'loro cultori, che con re- moltissimi crediti di suo padre, perchè il
gia magnificenza costantemente protesse. patrimonio trovavasi io qualche disordi-
Learli, le scienze, il commercio e altre vir- ne; ma con questa importuna domanda
tù che nel precedente secolo aveano po- si creò molti nemici. Si formarono quin-
sto il seggio loro in Firenze, onde glie ne di in Firenze due fazioni, quella de' Me-
derivò potenza, opulenza e gloriosa riflo- dici, chiamata (\e\pianoj l'altra detta del
stra vasi per naturale inclinazione eper po- il Neroni, Agnolo Acciainoli e Nicolò So-
litica. Amava e favoriva le arti; protegge derini. Era egli presso ad incappare nei
va le lettere, portato a ciò forse dalla na- suoi nemici , ma la provvidenza per vie
tura del secolo, piuttosto che dal proprio singolari fece cadere a vuoto la trama, dal-
suo genio. Co'suoi aderenti era liberale, la quale erasi ritirato il Pilli. Scoperto il
ed anche al popolo usava larghezze: ma delitto, i principali della fizione del pog-
quando bisogni dello stato si accrebbero
i gio furono confinati altrove o si salvaro-
per le spese fatte nelle guerre, i novelli ca- no colla fuga, ed il Pitti fu privato d'o-
richi parvero più intollerabili, anche per- gni autorità; quindi venne decido di eleg-
chè il paese era afflitto da inforlunii di va- gere i priori non più a sorte. Gli esuli in-
rio genere.Se poi si consideri lo stato politi- dussero muover guerra al
i veneziani a
co,tutlo il reggimento era,comeadire,con- comune nel 1467, inviando contro Firen-
centrato nella fazione che riconosceva Co- ze con essi l'esercito comandato dal ca-
simo come suo capo. Tutte le provvisioni pitano loro Colleoni. A'veneti si unirono
che al suo tempo furono vinte, tendevano i signori di Pesaro, di Forlì, della Miran-
arestringereilnumerodiquellichegover- dola ed altri. I fiorentini dal canto loro e-
na vano, e a raffermare il potere in una sola con Ferdinando I re di Na-
ransi collegati
famiglia. Fu però necessaria la forza per poli e colduca di Milano, avendo scelto
dar l'ultimo crollo alle libertà popolari; e a comandante di loro milizie Federico
a farciò pese niano,coll'assensodiCosin)o, duca d' Urbino. Dopo indecisa battaglia
Luca Pitti, mirando pur sempre a coprire alla Moliuella, nel territorio d'Imola, se-
la dittatura colleappareuze della legalità." guì la pace a*25 aprile i4G8, che Papa
TO S TOS 143
Paolo II atea proclamato solennemente vieppiù stringere il potere in mano di po-
inRoma nella festa della Purificazione, coi chi, si annullarono i consigli del comune
nominati e altri principi d'Italia, essendo* e del popolo, e si die altra forma alle ma-
gli a cuore di unirli tutti contro i turchi. gistrature, riducendosi il numero de'cor-
Però* in Firenze i principali tra gli esuli pi delle arti da 2 i a 1 2. Nel 47 2 insorse
1
dini, accusali di corrispondenza co'fuoru Soderini e altri che opinavano per la cle-
scili. I figli di Piero nati da Lucrezia Tor- menza, gli fece muover guerra, onde espu-
nabuoni, Lorenzo il Magnifico e Padre gnata da Federico duca d' Urbino capi-
ddle Ietterei e Giuliano, eseguirono una tano del comune, fu deplorabilmentesac-
giostra sulla piazza di s. Croce, per le noz- cheggiata e si costruì nella città la rocca
ze del i.°coo Clarice Orsini romana. Nello o torre del Maschio. Indi il comune nel
stesso anno il comunecoinprò per 3o,ooo 1 47^ s' collegò co' veneti e Mi-
il duca di
fiorini Sarzana, Sarzanella e altri castel- lano. Ed eccoci alla strepitosa congiura
li della Lunigiana. Ne' suoi ultimi anni, de'Pazzi scoppiata in Fireiizc^àx cui e deb
Piero de Medici era talmente oppresso le sue gravi conseguenze ragionai in tan-
dalla golia e da altre infermità che ap- ti articoli, avendo difeso Sisto /^ dalla
pena la lingua poteva usare, per cui si do- taccia di complicità nella biografia. Impe-
vè contentare d'ammonire i violenti del rocché dicesi che essa derivò dal malumo-
suo partito, pregandoli a voler vivere ci- re del Papa contro i fratelli Medici, per
vilmente e godersi la patria salva piutto- cagioni pubbliche e privale, aizzato dal ni-
sto che distrutta. Mori a'3 dicembre 1 4^9» pote conte Girolamo Riario, siguore di
lasciando oltre nominati due figli, Cian-
i Forlì e d'Imola. I Pazzi, antichissima fa-
ca maritata a Guglielmo de Pazzi, e Nan- miglia fiorentina, stretti parenti de' Me-
niua moglie di Bernardo Rucellai. Seb- dici Guglielmo essendo coguato di Lo-
,
bene il governo del padre non fu esente renzo, tuttavia gli eia no avversi per ge-
da artifizi e da malafede, ebbe ancora le losia di loro progrediente grandezza, e per
r icordate parti assai buone, e fu molto tol- 1' eredità Borromeo tolta a Giovanni de
lerabile in confrouto del figlio, che a lui Pazzi, e per gare uegli aliati mercantili,
grandemente inferiore lasciò fare a' suoi poichéambedue le case teuevanobancoin
perversi partigiani, laonde il periodo in Roma, dove il Papa tolse ancora a' Medici
cui egli apparentemente moderò il freno la tesoreria per conferirla a'Pazzi. France-
della repubblica, fu una continua serie di sco Sai viali,promosso dal Papa all'arcive-
congiure, di esilii e di persecuzioni. Tom- scovato Pisa, a malincuore de'Medici,
d'i
maso Soderini, uomo principalissimo nel- che volevano impedirgliene il possesso, Ja-
la città, radunati gli amici li persuase a copo suo fratello,Jacopo di PoggioBraccio-
confermare ne' figli di Piero, Lorenzo e linied altri, entrarono nella congiura. La
Giuliano, quell'autorità che il loro avo e venuta in Firenze nel i^jS del cardinal
padre aveano goduta. Lorenzo presso cui Raffaele Riario, prò uipote del Papa, fece
rimase la direzione de'pubblici affari, fu risolvere ad effettuarla.Essendo andato a
l'uomo più grande e insieme più fortuna- vuoto ii Medici al-
diseguo d'assassinare i
to de'Medici. Eletto nel i47 [ ^i sto IV, ia villa Fiesolana, ora Mozzi, si stabili il
egli fu uno tra gli ambasciatori per feli- 26 aprile festa di Pasqua, nella quale il
citarlo, e il Papa
nominò suo tesorie- lo cardinale insciente dovea celebrar la mes-
re generale (però non conosciuto dal Vi- sa nella metropolitana. Durante l'ufficio,
tali : forse saia stato suo banchiere) e gli Giuliauo de Medici fu ucciso da Bernar-
die in allìllo le allumiere della Tolfa. Per do Bandini e da Francesco de Pazzi; il fra-
144 TOS TO S
tello Lorenzo fu ferito da Antonio Maf- cono che anzi egli procurò di frenare con- i
l'arcivescovo di Pisa tentò d'impadronirti farlo credere non consapevole della con-
del palazzo della signoria, però mostran- giura, ma venne posto in prigione; e po-
do poca risolutezza, venne fatto prigione scia fiorentini a istigazione di Lorenzo
i
col Bracciolini egli altri seguaci/lai gonfa- tentarono d'occupare alcune città pontifi-
loniere Cesare Petrucci partigiano de'Me- cie. Irritato Sisto IV, scomunicò Loren-
dici, e da'signori assistiti dalle.guardie del zo, i magistrati della città, i complici di la-
palazzo. Mentre Jacopo de Pazzi percor- li delitti, e sottopose all'interdetto Firen-
reva con armati la città, senza poter muo- ze per la morte violenta del Salviati. Do-
vere il popolo a sollevarsi, dappertutto si nato Acciaiuoli, mandato in ambasceria
\e\ò\\ gv'iào: Palle palle! (i Medici avea- a Roma, tentò invano di placare il Papa.
no nello stemma 6 e più anticamente 8 Fu quindi adunata un'assemblea di ve-
palle di colore rosso in campo d'oro, so- scovi e altri prelati del dominio fiorenti-
pra una delle quali Luigi XI re di Fran- no a' 2 3 luglio, e presieduta da Gentile
ciapermise a Piero di mettervi gigli di i de Becchi d' Urbino vescovo d'Arezzo e
Francia in campo azzurro; e la fazione già precettore de'figli di Cosimo, egli ar-
Medicea prese da tale stemma il nome dì accusare Sisto IV d'essere stato l'isti-
de' Pai le sehi, e soleva gridare Palle pal- gatore della congiura, e si vuole ch'ebbe
le nelle commozioni e ne'fesleggiamenti, luogo l'audacia d'una controscomunica.
come fecero in Roma i fiorentini quando Il Papa fatta lega co'sanesi, con alcuni
fu pubblicalo Leone X e quando prese feudatari di Romagna, fra' quali il ni-
possesso: scrissero alcuni che tali palle ri- pote conte Girolamo Riario primeggia-
cordino 1' origine della famiglia Medici, va, e col duca di Urbino, ed unite le sue
da barbieri-chirurghi, per esprimere le milizie alle napoletane, nel ^ece 1 4-79 ' e
palle di sapone o le garaffe per le coppet- entrare nel dominio de'fìorentini, a'qua-
te a taglio, o come altri vogliono le pillo- li si allearono i veneti, il ducagli Mila-
le medicinali; altra diceria pretende che no e quello di Ferrara feudatario della
discendessero o da un medico di Carlq s. Sede mentre Sarzana fu occupata dai
}
Magno, o da'carbonai di Mugello, o dagli genovesi. Lorenzo non fidando nella for-
osti di Firenze; siamo tutti derivati da tuna dell' armi, dopo la rotta patita dai
Adamo e da Eva !) e muoiano i tradito' fiorentini arditamente corse a Napoli nel
ri! Gli aderenti de'Medici presero le ar- dicembre per pacificarsi col re, e col suo
mi, e in poco tempo uccisero o imprigio- fino accorgimento 1' ottenne a'6 marzo
narono tutti i cospiratori. L'arcivescovo i48o. Tornato in patria, il Papa conti-
Salviati, il Bracciolini, Francesco e Jaco- nuò i preparativi per proseguir la guer-
po de Pazzi ed altri furono impiccati al» ra, ma la presa d'Otranto fatta da'turchi
le finestre del palazzo; quasi tutta la fa- (s' incolpa Lorenzo di tale diversivo), e
miglia de' Pazzi fu distrutta, tranne Gu- l'ambasceria inviata da'fìorentini per ri-
glielmo cognato de' Medici, benché non conciliarsi colla Chiesa, l'indusse al per-
esente da sospetto. IlBandini fuggito a Co- dono e all'assoluzione dalle censure. Vo-
stantinopoli, non potè evitare il patibolo, lendo il Papa punire il suo vassallo duca
avendone Maometto II ordinato l'estra- di Ferrara, nel 1 4^^ lo fece assalire uni-
dizione. Il cardinal Riario, che nel tram- to a' veneti, il duca venendo soccorso dai
busto sbigottito erasi rifugiato presso l'al- fiorentini e dal re di Napoli; ma poi ve-
tare maggiore, fu salvato dalla furia po- dendochei veneziani,continuando le con-
polare a intercessione di Loieuzo (altri di- quiste, aspiravano a impadronii j>i di Fer-
TO S TOS i4^
rara, si pacificò, e strinse una formidabi- rapì Lorenzo a' vi vi di 44 ann ' in Ca reg-
le lega contro i veneziani, li scomunicò e gi l'8 api-ilei 492. La di lui morte fu im-
poi li méntre stava per annienta-
assolse, putata alla temerità e superstizione di
le la grandezza de' Medi ci. fiorentini pre- I Pietro Leoni, celebre medico di Spoleto,
sero le Napoli contro gl'in-
parti del re ili fatto venire per curarlo; poiché profes-
sorti baroni, e ripresero Pietrasanta eSar- sando egli l'astrologia giudiciaria , avea
zana a'genovesi. Intanto Lorenzo maritò predetto che Lorenzo guarirebbe senza il
sua figlia Maddalena a Francesclietto Ci- soccorso delle medicine, che non gli som-
bo figlio d'Innocenzo Vili, il quale creò ministrò. Smentita dal fatto tal vana pre-
cardinale Giovanni figlio di Lorenzo, che dizione, Pietro primogenito del defunto
fu poi Leone X, allora di i/\. anni, e per- vendicò la morte del padre, precipitando
ciò il i ."cardinale e Papa di sua stirpe. La il medico inun pozzo, e così Leoni veri-
grandezza di Lorenzo vieppiù progreden- ficò l'oroscopo che di se stesso avea fatto,
do, nel i49° fece sfolli per conservar la cioè che per im preveduto caso perirebbe
pace in Italia e l'equilibrio politico, giac- annegato. Lorenzo il Magnifico e il Pa-
ché godeva l'estimazione tanto co' prin- dre delle Muse, detto pure Lorenzo I,non
cipali sovrani, quanto co'principi minori, ebbe titolo di principe, ma governò vera-
essendosi interposto con successso in favo- mente da signore assoluto. Le congiure
re del Papa, per la cessazione della tiran- tramate contro di lui, non già coll'inten-
nia di Buccolino in Osimo. Egualmente to di rendere a Firenze la libertà, ma per
Firenze progrediva in floridezza, ma so- invidia e per odio contro una casa di cit-
prattutto nelle cose estrinseche, perchè il tadini tanto eminenti, altro eifetto non eb-
gran lusso avea portato la decadenza di bero che dare al suo nome maggior cele-
molti patrimoni,iusieme a quellode'Medi- brità e più salde radici al suo potere, co-
ci, le cui ricchezze era no cominciate a decli- me osserva ilReumont. Egli aggiunge:
na re negli ultimi tempi di Cosimo. Però Oscurano la fama di Lorenzo atti di cru-
l'amore de'comodi della vita e de'pubbli- deltà e di violenza, come il saccodi Vol-
ci abbellimenti riuscì assai favorevole al- terrajatlidi poca probità, che si volle scu-
le arti che onorò: il fiorentino Michelan- sare col pretesto de'pubblici bisogni. Egli
gelo Buonarroti sommo pittore, scultoree compì l'opera cominciata dall'avo Cosi-
architetto, auche poeta, per più anni se- mo, e lasciò la patria corrotta ne'costumi,
dè alla mensa di Lorenzo, amando d'es- e debole, malgrado lo splendore esterno,
sere circondato da'più valenti artisti, per le ricchezze e l'estese sue relazioni co'piu
impiegarne il loro ingegno, e da'Ietterati, colti e potenti popoli del mondo. La glo-
come Pico della Mirandola, Poliziano ed ria che diffusero sulla vita e sul governo
altri, egli stesso coltivando le lettere e la di lui i suoi amici e potenti discendenti, la
poesia. Ormai trascorso più d'un mezzo protezione di cui fu largo alle scienze, al-
rentino e di tutta la Toscana per assiste- Pazzi e altri, nel dì seguente furono richia-
re la famiglia; pertanto si recò in Firen- mati. Carlo Vili portatosi a Pisa, i pisa-
ze, ma ne partì alla fine di luglio per l'e- ni proclamarono la loro libertà il 17; in-
lezione d'Alessandro VI. Appena morto di il re passò in Firenze, dove sebbene ma-
Lorenzo, si vide Firenze combattuta e tra- gnificamente accolto, le sue superbe pre-
sportata da quel turbine che mise sosso- tensioni vennero ribattute dall'ardire di
pra efece rovinare lo stato politico di qua- Pier Capponi, il quale alla sua presenza
si tutta Italia: epoca deplorabile, da cut stracciò le proposizioni dell'accordo, col-
originò l'universale desolazione, la perdi- le famose parole: Voi date pur fiato alle
ta d'ogni libertà, ladecadenza dello spi- vostre trombe; e noi suoneremo le nostre
rito nazionale, lo sconvolgimento delle re- campane! Tuttavolta si fece una più di-
lazioni col l'estero; in fine l'umiliante pre- screta convenzione, e fra'pnbblicati arti-
ponderanza del dominio straniero. La re- coli a'26 novembre nella cattedrale, vi fu
pubblica fiorentina rapidamente perven- quello, che le fortezze dovessero rimane-
ne, barcollando a balzi, all'ultima sua di- re sotto la protezione del re sino alla con-
struzione. Nel 149 ^ Piero si disgustò con quista del regno; ed invece dell'esorbita li-
Lodovico il 71/o/o, che avea tolto al nipo • te somma domandata 120,000 dal re, soli
te Gio. Galeazzo Sforza il ducato di Mi- fiorini. Avea pur preteso il dominio di Fi-
lano; mentre per brama di cambiare l'au- renze, ed il ristabilimento de'Medici. Tro-
torità concessagli nellosplendore d'un tro- vo nell' Arte di verificare le da te ,cheCav-
no, persuase nel 1
4q4 ' fiorentini a colle- lo Vili profittando della rivoluzione di
garsi con Alfonso redi Napoli, contro
li Firenze, vi entrò da conquistatore; suoi i
il quale marciava Carlo Vili redi Fran- soldaticommisero molte ostilità, e la pre-
cia per togliergli il regno qua! erede de- ziosa biblioteca di Lorenzo il Magnifico
gli Angioini. Perciò giunto Carlo Vili a divenne preda d'un'orda di briganti. Ta-
Ponlremoli, assediò la rocca di Sarzanel- le fu la perdita fatta allora dalla repub-
lo; agitata ne fa Firenze, ed il pusillani- blica delle lettere, che i rimasugli della
me Piero impaurito, si recò al suo campo biblioteca, ricuperati da'rapitori da Ca-
presso Sarzana a sottomelterglisi,e con ac- terina de Medici, costituirono il più cu-
cordo cede a 'francesi le foltezze dello stato, rioso o vago di sapere e di godere, nella
onde il relè tenesse sino al fine della guer- biblioteca reale di Parigi. Inoltre leggo
ra. Sdegnati i fiorentini del vergognoso nelle Memorie
di Giovanni fi Bentivo-
trattato concluso senza loro partecipazio- glìo, allora dominatore di Bologna, che
ne^ disapprovato dal famoso democratico nel ricevere Piero, lo ratnpagoò qua! vit-
TOS TO S i4 7
Umé del timore, e che un principe non gli le fortezze; quegli però ricusò di con-
dovea scender dal trono che spento (il ro- segnare Pisa, e vendè a' genovesi Sai za-
vescio giunse ancora per lui, e malgrado na, ed a' lucchesi Pietrasanta e Motroue.
il dichiarato, si contentò di finire i suoi Espulsi gli ebrèi da Firenze, invece si e-
giorni nell'esilio). Il conte Gozzadini auto- resse il monte 1496 in Firen-
di pietà. Nel
re delle Memorie, narra inoltre, che Me-
i ze ri fu grandissima commozione prodot-
dici in Bologna seppero la dolorosa no- ta da'sermoni di fr. Girolamo Savonaro-
vella del sacco dato al palazzo loro, e la la, il quale ammonì tutti di emendare i
re insigni di pittura, di gli plica (o glittica, siastici eilgovernodi Papa Alessandro VI,
opere d'intaglio e d'incisione in pietre du- eccitando gli affollati uditori a una rifor-
re), di scalpello, di tanti preziosi codici da ma generale. Fr. Domenico da Pesci a suo
Cosimo e da Lorenzo per ogni dove rac- correligioso, e al par di lui dotato di ta-
colti. Dall'accoglienza di Giovanni li, vi- lenti e facondia, colle sue prediche appog-
dero i Medici che poco o nulla aveano a giò e lodò quelle del Savonarola. Segui-
sperare in Bologna, quindi Piero andò a rono per la città processioni di peniten-
Venezia, il cardinaleeGiulianoa Pitiglia- za, sulla piazza de' Priori furono arsi mol-
no, allora feudo degli Orsini in accoruan- tissimi libri cattivi, quadri osceni, oggetti
digia della repubblica di Siena, da dove di lusso e altro, spontaneamente portati
il cardinale viaggiò in Francia, Germania, da'eittadini. Il Papa avea esortato fr. Sa-
Genova, e poi si fermò a Città di Castel- vonarola ad astenersi dal predicare, e ve-
lo.A*2 dicembre il popolo fiorentino con- nendo accusato d'eresia fu chiamato a Ro-
vocato a parlamento, dopo aver creata la ma per difendersi. Nel 1497 Piero e Giu-
balia ,
procede alla riforma dello slato, liano de Medici fecero nuovi infruttuosi
spintovi da' parlari di zelo amaro di fòt. tentativi per rientrare in patria, e Pietro
Savonarola. Nel 1 4-9^ fr* Savonarola ri- cui l'aiuto de'sanesi giunto a porta s. Pier
pigliò le sue prediche piene di facondia, Gattolini fu obbligato a retrocedere. La
con troie sregolatezze de'fiorentini immer- parte contraria a fr. Savonarola cercò
si nella mollezza, attaccando nello stesso d'impedirgli colla forza il predicare, giac-
tempo i Medici, che prima l'aveano pro- ché continuava a declamare contro Ales-
tetto per trarne partito; esortò alla rifor- sandro VI, per cui nacquero disordini nel-
ma de costumi, e dello stato a favore del- la metropolitana, e il popolo armato l'ac-
la libertà del popolo, onde il suo credito compagnò al suo convento
Marco. di s.
sempre più si aumentò. De'suoi aderenti Indi a' 12 maggiofu scomunicato dal Pa-
si formò la setta de piagnoni, la contraria pa, come eretico e contumace; e senz'ef-
che vedeva in lui un esallato fu denomi- fetto la signoria si adoperò per indurle il
nata degli arrabbiati: tra quella de'pri- Papa a clemenza. Siccome Bernardo del
ini si contarono Francesco Valori e Pao- Nero, già gonfaloniere, e altri principali
lo Antonio Soderini. Reduce Carlo Vili cittadini, furono decapitati a istigazione
da Roma passando per la Toscana , fr.
,
del Valori, per aver trattato co' fuorusci-
Savonarola, che quale ambasciatore del- ti; grandissimo fu il risentimento degli ar-
la repubblica avea tenuto già con lui va- rabbiati contro fr. Savonarola, riguar-
rie conferenze, andò a trovarlo in Poggi- dandolo fmtore di tal deliberazione, per
borni, e col solilo suo coraggio lo ammo- l'influenza che avea sul governo. Nel 1498
nì a mantenere la giurata fede al comune per le gravi minacce fatte da Alessandro
di Firenze, ma solo ne riportò promesse. VI, di confiscare i beni de'mercanti fio-
Nondimeno ordinò poi a d'Entrangues, rentini in Roma, fr. Savonarola si asten-
lasciato al comando di Pisa, di restituii- ne per qualche tempo dal predicare, ma
i48 TOS TOS
poco dopo il gonfaloniere Giuliano Salvia- ordini pontificii, segue l'opinione di Ber-
li T incaricò delle prediche quaresimali castel e dice: Savonarola non fu ne ere-
nella metropolitana. Ivi predicò l'ultima tico, né martire. Egli più verosimilmen-
volta il i ."marzo, e a' i 8 in s. Marco. In- te, e in certe epoche di sua vita, fu un cer-
tanto il francescano fr. Francesco da Pu- vello riscaldato e un fanatico, che biso-
glia, predicando nella chiesa di s. Croce, gnava rinserrare e non bruciare. La guer-
dichiarossi pronto allaprova del fuoco, ra continuò tra'florentini, e i pisani soc-
cioè a passare fra a un rogo arden- mezzo corsi da' veneziani; si pa-con questi i primi
te, per provare, sortendone illeso (come tono neh 499? wa pisani ricusaro-
cifica i
co: d' ordine della signoria furono presi bellòa'fiorentini Arezzo, ove penetrarono
fr. Savonarola, fr. Domenico da Pescia e Piero e Giuliano de Medici, non che Cor-
fr.Silveslro Mai udì, mentre il Valori ven- tona, la Val di Chiana, Borgo s. Sepolcro,
ne ucciso nella propria casa. Fatto il pro- Alighieri e altri luoghi. Il re di Francia
cesso a'frati, che dicesi alterato dal nota- avendo mandato truppe a'fìorentim, Bor-
io, a'23 inaggio Savonarola e i due com- gia per non inimicarsi il re, ordinò a Vi-
pagni, dopo essere stati degradati , subi- tellozzo di ritirarsi, consegnando Arezzo
rono il supplizio del fuoco nella piazza dei «'francesi, i quali colle altre terre lo resti-
Signori, e le loro ceneri si gettarono nel- tuirono a'fiorentini. Questi a' io settem-
l'Arno. Di \\\ Savonarola parlano di ver- bre crearono gonfaloniere di giustizia a vi-
amente gli scrittori, alcuni da rivoltoso ta, che prima durava due mesi, il vecchio
e scellerato, altri qual profeta e marti- Pietro Soderini, moderato, integerrimo e
re, il No vaes nella Storia d' Alessandro senza figli. Nel 1 5o3 continuando la guer-
Vl ì
biasimandolo per aver disprezzato gli ra cou Pisa, il Borgia avea disegualo far-
TO S TOS .4(1
sene signore, quando morì Alessandro VI ga. A ciò ripugnando il gonfaloniere So-
a'18 agosto e terminò il suo potere: il sa- derini, "Giulio ordinò al vicerèdi Napo-
li
lsese Pio III, che gli successe, visse 26 gior- li Raimondo Cardona, capitano gene-
di
ni; indi fu dello Giulio II nipote di Sislo rale della lega, d'entrare in Toscana, se-
IV. Dopo aver tentalo invano Piero de guito dal cardinal Giovanni de Medici le-
Medici di rientrare in Firenze, erasi pei; gato pontificio.! fiorentini armarono con
dispetto dato a servir Francia, ma al pas- poca energia, ed il viceré prese d'assalto
saggio del Garigliano Napo- r.c! regno di Pialo a'i 2 agosto, che soggiacque al sac-
li, annegò a'28 dicembre i5o3 di 35
si co. Titubando il governo, fatti arditi Al-
anni, e venne sepolto in magnifica tom- bizzi, Vettori, Valori e altri seguaci dei
ba a Monte Cassino. Da Alfonsina Orsini Medici, congiurarono contro Soderini, il
sua sposa ebbe due figli, Lorenzo detto quale sbigottito si ricoverò a Siena a'3o
Lorenzino e il Popolare, il Giovane, poi Agosto, e per Ancona andò a Ragusi. Al-
duca d'Urbino, e Clarice che si maritò a lora una deputazione coll'arcivescovoPaz-
Filippo Strozzi. Seguitando con alterna zi si recò dal viceré per trattare l'accor-
fortuna la guerra co'pisani, nel 5oy 1 i re do. 1 Medici furono restituiti nella città
di Francia e d'Aragona si accordarono che come privati, i fiorentini entrarono nella
Pisa tornasse •'fiorentini, cessando il i.° lega, obbligandosi pagarle i4o, 000 du-
d'aiutarla, colla gratificazione di 5o,ooo cati. Si crearono 20 cittadini per far la ri-
ducati per ciascuno. I pisani esausti dalla forma, e si nominò gonfaloniere per un an-
lunga lotta e bloccali neli5oc), cedei ono no Gio. Battista Ridolfi. L'i 1 settembre
per capitolazione l'8 giugno. Nel 5 o fu 1 1 i5i2 il cardinal Giovanni entrò in-Fireu-
scoperta dallo Strozzi la congiura di Prin- ze, accompagnato dal fratello Giuliano e
zivalle della Stufa, contro il gonfaloniere dal nipote Lorenzo, dal viceré e da'eon-
Soderini. Nel i5i 1 fu decretato che ledo- dottieri dell'esercito. Giuliano avendo coi
ti non sorpassassero 1600 fiorini, e si fece suoi occupalo il palazzo, fece radunare il
lega con Siena, ed il governo permise a Pi- popolo, dal quale furono revocate le leggi
sa il conciliabolo contro Giulio II. Questi dinanzi fatle e creata la balìa. Nel 1 5 3 1
gli oppose la promulgazione del concilio congiurarono control Medici, Pietro Bo-
generaledi Laterano V, epieno disdegno scoli e Agostino Capponi, e a'22 febbra-
\er favorito i francesi suoi nemici, fulmi- plici confinati.Morto Giulio II nel giorno
nò l'interdetto contro i fiorentini e i pi- precedente, l'i marzo il cardinal Giovan-
1
sani, i quali opponendosi agli scismatici ni fu creato Papa e prese il nomedi Leone
l'indussero a partire. Giulio II nel i5i2 X, che nel solenne Possesso fu festeggia-
levò l'interdetto, ma sdegnalissimo contro lo da 'fiorentini in Roma con 7 archi trion-
il governo di Firenze, si die maggiormen- fali e altre dimostrazioni di gioia, di tut-
te a favorire il partito de' Medici, volen- to avendone parlato a'suoi luoghi,e il Can-
do effettuarne il ristabilimento eh' erasi cellieri ne pubblicò le descrizioni nellaóVo-
proposto da vari anni, e fece legato delle ria de' possessi. Poscia dichiarò generale
milizie pontificie e di Romagna il cardi- di s. Chiesa e gonfaloniere della medesi-
nal Giovanni. Quindi declinando le cose ma il fratello, ed a'23 settembre fece car-
de' francesi in Italia a fronte della vittoria dinale e arcivescovo di Firenze il cugino
di Ravenna, contro di essi il Papa si col- Giulio de Medici, figlio postumo di Giu-
legò con Massimiliano I imperatore, il re liano ucciso nella congiura de'Pazzi, e poi
d'Inghilterra, e Ferdinando V re d'Ara- Clemente VII. In Fireuze si die ilgoverno
gona e di Sicilia, ed intimò a'fiorentini di della città quasi totalmente in mano di Lo-
separarsi da Francia e di entrar nella le- renzo, ed i lucchesi restituirono Pietrasan-
i5o TOS TOS
taeMotrone. IlSodcrinichiamalodal Pa- pane e alle salve delle artiglierie. Nel di
pa in Roma, vi si stabilì, e Giuliano de seguente tenne concistoro, nel quale desti-
Medici nel *5i4sposando Filiberta diven- nò legati per incontrare il re di Francia
i
ne duca di Nemours, e perciò cognato del nel recarsi a Bologna. Indi in lettiga e con
duca di Savoia ezio del re di Francia. Nel nobile cavalca ta,co'cardinali in cappe pao-
i5i5i fiorentini entrarono nella lega col nazze, si recò a visitar la chiesa della ss.
dinal Soderini, fratello del già gonfalonie- dinali in mozzetta e senza solennità. Nel-
re^! quale dal Papa era tenuto il più, savio la festa di Natale recatosi il Papa in s. Gio-
de'fìorentini, cioè lo nominò nel concisto- vanni, benedì lo Stocco, che dopo aver ce-
ro di Viterbo. Continuando il viaggio, da lebrato la messa nella metropolitana do-
Orvieto entrò nel territorio fiorentino ai nò a' suoi concittadini nella persona del
1 4 novembre, preceduto dal ss.Sagramen- gonfaloniere Ridolfì e de'pi iori, e con es-
to, e per Cortona ed Arezzo, concedendo so li fece accompagnare al palazzo della
ad esse e agli altri luoghi l'indulgenza ple- signoria da'prelati. Per la festa di s. Ste-
naria; pervenne a' 3o al monastero su- fano il Papa assistè alla solenne messa ce-
burbano di Firenze delle monache di s. lebrata in s. Lorenzo, alla cui chiesa do-
Gallo, e nella chiesa fece riporre la ss. Eu- nò un vaso di cristallo per la ss. Eucari-
caristia. Ivi assunse il piviale prezioso e ca- stia del valore di 3ooo ducati. Nella stes-
valcando co'cardinali in cappe rosse, fece sa tenne iJ vespero della Circoncisione, la
il suo formale ingresso in Firenze, ordi- cui festa celebrò il Papa nella metropoli-
nando al suo tesoriere di spargere al po- tana, assistendo alla messa che il cardinal
polo 3oooducati,il tutto dettagliatamen- Riario (quello stesso che ivi trovossi allo
te descritto nel diario di de Grassis, pub- scoppio della congiura de' Pazzi) decano
blicato dal p. Gattico. Entrò nella città del sagro collegio, disse nello slesso altare
preceduto dal ss. Sagramenlo e da nume- in cui Leone X avea offerto il s. Sagri-
rosa processione e corteggio, recandosi al- fizio nel Natale. A'3 febbraio i5i 6 il Pa-
la metropolitana, indi in rocchetto e sto- pa partì da Firenze, per restituirsi a Ro-
la passò ad abitare in s. Maria Novella. ma. Leone X die al fratello Giuliano e al
Grandi furono gli applausi e i festeggia- nipote Lorenzo l'impresa per loro conio,
menti, frammisti al suono di tulle le cara* della diseccazione delle Paludi Pontine,
TOS TOS i5i
dalla quale incominciata operazione deri- quel regno, come moglie d'Enrico li, e
varono de' vantaggi, ma insorse poi litecon madre di Francesco 11, Carlo IX ed En-
Tcrracìna. Si lusingava Leone X, che al- rico III. Nel i5i 9 morì a'23 aprile Mad-
ia morie di Ferdinando V potesse inve- dalena, e 5 giorni dopo la seguì di 26 an-
stire del regno di Napoli Giuliano ed a , ni nellatornba Lorenzo, lasciando la delta
Lorenzo dargli la Toscana in sovranità; figlia, ed Alessandro suo naturale e rico-
meditava pure d'infeudare alla sua fami- nosciuto per figlio, nato dalla schiava mo-
glia Parma e Piacenza. A' 17 marzo mo- resca Anna (altri lo supposero figlio di Cle-
rì Giuliano senza prole, di 38 anni, lascian- mente VII), poi r.°duca di Firenze, col
do il solo naturale Ippolito, che Clemen- quale restò estinto il ramo di Cosimo il
te VII dipoi creò cardinale. Questo Giu- Vecchio. Lorenzo de Medici detto pure
liano II prese ad esempio il padre Loren- Lorenzo II, per distinguerlo da Lorenzo I
zo il Magnifico, eguadagnossi col suo spi- il Magnifico, era ben fallo della persona,
rito e coli 'affabilità il cuore de'fiorenlini. ma mancava dellequalità necessarie a chi
Accusato di felloniaFrancescoI duca d'Ur- comanda: naturalmente pigro eaccidioso,
bino e nipote di Giulio II, lo spogliò del non era tolto da'piaceri anche fra le più
ducato, e delle dignità di Prefetto di Ro- importanti bisogne. Si vede la bella sua
ma e di Generale di Chiesa Leone X, s. tomba e quella di Giuliano II suo zio, ad
e tutto conferì al nipote Lorenzo de Me- essa vicina, nella sagrestia nuova di s. Lo-
dici, che a'i 7 maggio partì da Firenze per renzo, ambedue opere di Michelangelo.
recarsi all'acquisto del ducato, come nar- Il ducato d'Urbino fu riunito alla s. Sede,
rai nel voi. LI I, p. 1 93. Queste disposizio- e la contea di Monlefeltro colla fortezza
ni, e l*aver il Papa tolto il governo di Sie- di s. Leo, qual feudo imperiale, fu data
na, di cui erasi dichiarato protettore e fat- a'fiorentini e ne prese possesso Francesco
ta lega colla sua repubblica, a Borghese Vettori. Lo zio cardinal Giulio de Medi-
Petrucci, il fratello di questi cardinal Al- ci assunse il governo della repubblica,
fonso neh 517 cospirò per uccidere Leo- mercè il titolo di legato di Firenze e di
ne X. Scoperta l'iniqua trama, il cardinale tutta la Toscana, conferitogli dal cugino
fu strangolato, giustiziati i suoi complici, Leone X; il quale si trovò il solo discen-
3 cardinali, fra'quali Soderini, priva li della dente legittimo in linea mascolina del ra-
porpora, emultalo di 100,000 scudi il car- mo primogenito di sua famiglia. Egli ri-
dinal Riario pernon averne dato avviso. stabilì l'ordine legale nell'elezione de'ma-
Or vedendosi Leone X in queste gravi cir- gistrati,che ricominciò a farsi per sorte.
costanze poco amato da' 3 cardinali che 1 Nell'amministrazione degli affari ene'mo-
componevano il sagro collegio, il i.° lu- di suoi, il cardinale sagace si portò di ma-
glio volle accrescerlo di 3i altri cardina- niera, che superò ogni buona espilazio-
li, affine di polersi attendere da questi ne. Sotto il reggimento de'Medici, la cit-
maggiore attaccamento alla sua perso- tà non mai governata con maggior ap-
fu
na, e perciò vi comprese altri 5 parenti e parenza di libertà di quel che fosse al suo
altri amici. Nel 5 8 Lorenzo de Medici
1 1 tempo. Tornando il cardinale in Pioma,
si portò in Francia onde tenere al s. fon- rimase in Firenze a farne le veci il cardi-
te in nome dello zio Leone X il Delfino, nal Passerini di Cortona. Insorte alcune
e nel giorno seguente alla ceremonia, nel gelosie di stato tra il Papa e Francesco I
castellod'Amboise sposò Maddalena figlia re di Francia, Leone X fece lega con Car-
di Giovanni III conte de la Tourd'Auver- lo V imperatore, e fra 'patti questi promi-
gneedi Boulngne.e di Giovanna de Bour- se di proteggere la famiglia Medici, di da-
bon de'reali di Francia, da'quali nacque re ad Alessandro de Medici f 0,000 du-
la celebre Caterina che divenne regina di cali di rendita, e al cardinal Medici una
i5a TOS TOS
pensione simile sull'arcivescovato di To- nal Passerini tentarono d'impadronirsi
ledo. Ma sul più bello di queste speran- di Perugia, che con l'aiuto del duca avea
ze,Leone X di 46 auni moiì il i. dicem- ripreso Orazio Baglioni, il cui padre Gio.
quando le sue bande di soldati, pel gran- contro il cardinal Medici, a'7 giugno fu-
de amore che gli portavano, presero il rono decapitati Diacceto e Alamanni, ed
lutto e lagramaglia, e la loro ferocia non i salvati colla fuga furono dichiarati ri-
meno che la loro prodezza faceva crede- belli. A' a3 agosto ii Papa arrivò a Li-
re che Giovanni non avesse cessato di co- vorno, ricevuto da'cardiuali Medici, Pe-
mandarli), figlio di Giovanni (il quale col trucci, Passerini, Ridolfi e Piccolomini,
fratello Lorenzo aveauo nel 1 494 cam- tutti toscani; col i.°Adriano VI s'intrat-
biato il loro nome in quello di Popola- tenne a solo nella piccola barca che lo
ni, dichiarandosi altamente in favore del- condusse al porto, e tanto familiarmen-
la libertà fiorentina) del ramo di Loren- te, che sembrò d'avere un presentimen-
zo Medici il Vecchio fratello di Cosimo ii to che dovea succedergli. Ivi il Papa ri-
Vecchio, che avea sposato Caterina Sfor- cevè pure gli omaggi degli ambasciatori
za vedova del summentovalo conte Gi- fiorentini, e recatosi a Roma accolse il du-
rolamo Ria rio, e perciò e come nato a ca d'Urbino e lo reintegrò del suo stato.
Forlì pai lai di lui anche nel voi. XXV, In questo tempo, convinto ii cardinal So-
p. 269. Giovanni o Lodovico pel suo va- derini di pratiche con Francia, contro
lore fu denominato ancora X Invincibile, l'imperatore Carlo Ve il Papa,questo lo
Siena, e i.°granduca di Toscana. Indi per sua esaltazione, subito gli perdonò gene-
opera principalmente de'cardinali Medi- rosamente tutto ii passato. Nel maggio
ci e Gaetani, a'q gennaio 522 fu eletto 1 i524 Clemente VII incaricò il cardinal
Papa Adriano Vi, vescovo di Tortosa e Passerini del governo di Firenze, ed egli
assente qual governatore della Spagna. stabilì la sua residenza nel palazzo de'Me-
Il duca d' Urbino abbandonò l'impresa dici; indi a'3o luglio Ippolito de Medici,
di Siena : le truppe fiorentine e il cardi- naturale di Giuliano duca di Nemours e
1
repubblica di Firenze. Il Papa mandò poi gognosa, che sagrifìcò Roma, le cui mi-
con Caterina unico rampollo legittimo nerale Guido Rangone. Avendo il Papa
della linea diCosimo Padre della pa- co'fiorentini tentato colla forza mutar il
sente pericolo quasi l'unica risorsa di Cle- Medici consigliarono il cardinal Passeri-
mente VII. In fatti, cominciata la guerra ni ad agire gagliardamente per reprime-
in Lombardia, egli arrestati tedeschi nel i re il movimento popolare; poiché man-
Mantovano, li circondò, e con mirabili cando di risoluzione e di coraggio, trepi-
mosse pervenne a chiuderli nel parco di dante sulle provvidenze proposte, non
Governolo, luogo fortissimo,ov'erano co- riuscì a impedire una forte radunanza di
stretti a morire di fame, se si fossero o- cittadini, tutti avversi allo stato attuale
stinali a rimanervi; e già Giovanni si sti- delle cose, la quale decretò. Che Ippoli-
mava vittorioso, allorché rientrando nel to e Alessandro de Medici, insieme al car-
suo campo ricevè una palla di cannone dinal Passerini, dovessero partire dalla
falconetto in una gamba e gliela fracas- città, consegnando le fortezze dello stato
VOL. LIXVIII. 1
i54 TOS TOS
in mano n 'cittadini. A'i6 maggio fu in- ce la ceremonia di scnoprire sulla porla
caricato lo Strozzi a partecipare questa del palazzo della signoria il ss. Nome di
deliberazione n 'giovani Medici nel palaz- Gesù, re del popolo fiorentino. Cappo- Il
zo loro: le sue parole accompagnate da- ni neh 529 cercò d'accordarsi col Papa,
gli aspri modi della moglie Clarice, per e perciò gli arrabbiali provocarono tu-
isfogare il suo sdegno contro essi non ri- multi, lodeposero egli sostituirono Fran-
guardandoli per legittimi eredi della gran- cesco Carducci, e così la fazione demo-
dezza di sua famiglia, disposero il cardi- cratica ebbe la preponderanza. Ippolito
nale a partire co' due Medici per Pisa, de Medici, destinato consorte a Isabella
per evitare maggiori disordini e pericoli, figlia di Vespasiano Colonna fu creato ,
seguiti dallo Strozzi. Dalle sue mani fug- cardinale da Clemente VII. Questi solle-
girono scaltramente a Lucca, senza con- citato dal re di Francia a dichiarare Carlo
segnar le fortezze, le quali poi s'ebbero V decaduto dall'impero,il Papa rifletten-
gnedi Clemente VII, la cui statua e quel- siglio di Michelangelo Buonarroti, eletto
la di Leone X furono infrante, insieme a de'nove della miliziani fecero bastioni e si
quelle di Lorenzo il Magnifico e di Giu- restaurarono le mura del quartiere «l'Ol-
liano; non cbe abbattuti o cancellati gli trarno, olire la fortificazione del monte
stemmi de'Medici, scolpiti o dipinti. 1 1 po- s. Miniato, sotto la sua direzione: le quali
polo prese le armi, si rinnovòil reggimen- non essendosi poi trovate opportune, Mi-
popolare com'era prima del i5i2, ed
to chelangelo fuggì da Firenze. All'accordo
Capponi fu acato gonfaloniere di giù-
il di Barcellona, seguì a'5 agosto la pace di
stizia per un anno. La repubblica quin- Cambray tra l'imperatore e il re di Fran-
di strinse lega co' re di Francia e Inghil- cia,con tacita esclusione de'fìorentini,e.he
terra, co'veneti e il duca di Ferrara ,e rior- inutilmente reclamarono. Carlo V ordinò
ganizzòle Bande neredi Giovanni de Me- quindi al principe d' Orange l'assalto e
dici, sotto il comando d'Orazio Baglioni. l'occupazione di Firenze e del suo stato, a
Nel i528 la moderazione di Capponi riu- requisizione del Papa, il quale fece perciò
scì malgradita alla fazione più violenta de- eseguire grandi armamenti in Roma,e col-
gli arrabbiati3 che voleva spingere le co- l'esercito pontifìcio marciarono Camillo,
se agli estremi; nondimeno fu confermalo Marzio, Pirro. eSciarra Colonna; mentre i
nel gonfalonierato dal gran consiglio de* fiorentini nominarono capitano generale
cittadini, e coll'assistenza del clero si fe- delie milizie cittadineStelanoColonna, già
,
delle Baude nere, nominato commissario duca Alessandro, che nel giorno seguente
generale con potere assoluto, quando la venne dichiarato capo della repubblica
città era ridotta agli estremi per la fame, mediante diploma de'2 1 ottobre del pre-
depauperali i cittadini pel mantenimen- cedente anno , letto pubblicamente dal
to delle truppe e travagliati dalla peste, Musceltola. Tale decreto non annienta-
scendendo dalle montagne di Pistoia per va l'antico governo, poiché lasciava a'fio-
liberarla dall'assedio, presso Gavinana a* rentini la libertà di creare i propri ma-
3 agosto i53o fu attaccato dal principe Di questi seguirono diversi cara-
gistrati.
brizioMaramaldo capitano imperiale, che cambiamento totale nella forma del go-
barbaramente lo trucidò. Fu sepolto in verno. Neil 532 per disposizione di Cle-
Gavinana, per cui si legge nel ms. Rie- mente VII, e col consiglio principalmente
cardiano: Ed era ragione che il maggior di Francesco Guicciardini lo storico e di
uomo che nella guerra vantasse la repub- Baccio Valori, elevati alla magistratura,
blica fiorentina, avesse per sepoltura il venne a' 4 aprile convocato il popolo a
monte Apennino. La città inteso l'assas- parlamento. In questa, che fu l'ultima a-
sinio di Ferruccio, ne fu costernata per dunanza di tal genere, si elessero 1 2 rifor-
tanta perdita; e Malatesta Baglioni ricu- matori con piena autorità di riformare lo
sto dal comando, ed egli allora rivolse le nuova costituzione. Per tanto restòabolito
artiglierie contro di essa, per cui dopo ben il magistrato della signoria insieme al gou
-
dro alla chiesa di s. Giovanni. Rientrati da essi deliberò di farlo morire per una
nel palazzo pubblico, Alessandro fu po- mina.Rimproverato gravementeda Paolo
sto al possesso dal gonfaloniere, e procla- HI, passò in Fondi, e morì presso Itri a*
mato dalla signoria sulla ringhiera del pa- 1 o agosto, dicesi avvelenato d'ordine del
lazzo come legittimo signore e capo dello duca. Il suo cardinalato fu biasimevole,
risorse potente ma
Leone X, cittadina in cardinali e de'Papi che vado nominando,
e divenne principesca per Clemente VII. oltre le loro notizie, vi dissi quelle pure
Nel febbraio 1 533 il Papa e Carlo V tor- riguardanti la Toscana, oltreché, ripeto,
narono ad abboccarsi in Bologna ,vi si por- vanno tenuti presenti gli articoli Firen-
tò pure il duca e poi accompagnò l'im- ze, Medici famiglia, e quelli delle altre
peratore a Genova; nel quale anno Cate- città toscane. A* 19 dicembre Alessandro
rina de Medici fu dallo zio Filippo Stroz- recossi a Napoli per giustificarsi con Car-
zi condotta a Marsiglia, dove recatosi lo lo V dell'accuse dategli da'fuorusciti fio-
zio Clemente VII la sposò con Enrico fi- rentini. Neh 536 non solo l'imperatore
glio di Francesco 1. Caterina prese poi ad si dichiarò in favore del duca, che tornò
aia de' suoi figli la madre di Alberto di a Firenze nel marzo, ed egli stesso por-
Gondi, fiorentino condotto a Lione dal tandovisi a'28 aprile gli die in isposa la
padre banchiere, che introdusse il figlio figlia naturale Margherita d'Austria. Nar-
in corte ed avanzare il fece rapidamente rai a' citati articoli e accennai di sopra,
col favore della regina: divenne marescial- chedalla linea di Lorenzo il Vecchio, fra-
lo di Francia, barone di Retz, generalis- tello di Cosimo Padre della patria,pe\
simo di Francia, e morì colmo di onori suo figlio Pier Francesco derivarono due
e di beni, fiorendo nella sua discenden- rami, uuo di Giovanni avo di Cosimo I,
za de
T
Gondy de Retz, diversi illustri e 3 l'altro di Lorenzo, che si denominarono
cardinali. Nel 1 534 co'denari principal- Popolani, estinguendosi il i.° in Loren-
mente del detto Filippo s' incominciò a zino (così detto perla sua breve statu-
fabbricare la fortezza di s. Gio. Battista, ra) il Bruto Fiorentino, nato nel i5i4
e Papa morì a'28 settembre. La con-
il e morto nel i548, le cui sorelle Laudo-
dotta del nuovo duca die tosto motivo a' tnia e Maddalena sposarono Piero e Ro-
fiorentini di piangere la perduta libertà. berto figli di Filippo Strozzi. Che Loren-
Alessandro dissoluto e crudele, si procu- zino cugino di Cosimo I, agognando di
rò nemici persino nella propria famiglia. liberare la patria dalla tirannia d' Ales-
Cogli esilii, le condanne e le confische, sandro e dal governo monarchico, conce-
tenue a freno i suoi nemici; la morte di pì, maturò ed eseguì il disegno, assistito
Clemente VII che lo amava, accrebbe la da un sicario, e alcuni dicono eccitato dal
sua diffidenza e crudeltà, perchè rende- menzionato Filippo quale ardente demo-
va più polenti i suoi nemici. Nel 1 535 co- cratico, d'uccidere proditoriamente il du-
minciò T inimicizia tra il duca Alessan- ca Alessandro, attirandolo insua casa per
dro e la famiglia Strozzi, per offesa fatta appagarlo in una sua dissolutezza , che
TOS TOS i5 7
tanto avea vagheggiato, recandovisi ma- ve del predecessore. Onde impedire che
scherato. Il duca5 anni fu assassinato
di 2 tale elezione non desse motivi di timori,
nella notte del 5
6 geunaioi537,econ
al fu avvertito il popolo, eh' erasi limitalo
lui si estinse la linea di Cosimo Padre, del- il potere ducale,dando a Cosimo I un con-
la patria; poiché da Margherita d'Au- siglio, e fissandola somma che il pubbli-
stria non ebbe prole, ed essa si maritò nel co tesoro do vea fornirgli per sostenere eoa
i538 con Ottavio Farnese duca di Par* decoro la dignità. Il popolo accolse con
ma (V.\ e solo lasciò 3 figli naturali, Giu- graudi acclamazioni il nuovo principe, il
lio che più tardi fu generale delle galere quale non mancando di senno, portò sul
dell'ordine di s. Stefauo I, Giulia sposa trono un carattere severo e sospettoso, ed
di Francesco Cantelmi e Porzia die si , allontanò poi il cardinal Cibo che gl'ispi-
fece monaca. Lorenzino fuggito a Vene- rava diffidenza pe'benefizi da lui ricevu-
zia, ov'era lo Strozzi tenuto per capo de- ti. Il Vitelli già capitano delle guardie del
gli esiliali, ivi alla sua volta fu raggiunto duca defunto, s'impadronì della fortezza
dal pugnale vendicatore degli amici di sua di Firenze in nome dell' imperatore, il
vittima, o d'ordine dell'ambasciatore di quale fece pure presidiare quelle di Pi-
Cosimo I suo cugino. Quindi insorsero va- sa e Livorno. Paolo III che voleva innal-
ri pareri per la successione, ch'era stata zare la sua casa Farnese a pregiudizio de'
assicurata a'discendenti legittimi d'Ales- Medici, cagionò non poca inquietudine a
sandro, e in sua mancanza a quelli di Lo- Cosimo I; ed cardinali Salviati, Ridolfì
i
renzino. Una gelosia inveterata avea se- eGaddi, con gente armata si recarono in
parato da lungo tempo i due rami de' Toscana, facendo il simile Roberto Stroz-
fratelli Cosimo Vecchio e Lorenzo il
il zi in Val di Chiana. Il duca fece un ac-
Vecchio. 11 cardinal Cibo figlio di Mad- cordo co'cardinali, e decretò pene seve-
dalena sorella di Leone X e consigliere rissime contro al tenere corrispondenza
dell' ucciso, che col suo accorgimento e co'ribelli banditi. A '"2 1 giugno Carlo V
prudenza, aiutato dalle truppe di Carlo V riconobbe legittima la sua elezione. Tut-
comandate d*l Vitelli, avea impedito o- ti gli esiliati o forzati ad emigrare da A-
gni politico mutamento, ricusò geuero» lessandro e dopo la sua morte, essendosi
samente il principato di Firenze, cooie imiti in Bologna sotto gli ordini di Filippo
alienila Vialardo nella sua Vita stampa- Strozzi, s'avanzarono in Toscana, protet-
ta a Venezia neli6i3; anzi la stabili di ti dal re di Francia e dicesi pure da Paolo
nuovo nella casa Medici colla sua auto- III. La loro vanguardia il i ."agosto s'im-
rità calmate le guerre e i tumulti degli padroni del castello di Monte Murlo, tra
esaltati. Egli propendeva pel bastardo Pistoia e Prato; ma nel dì seguente i de-
Giulio, e poi favorì Cosimo I ; Palla R.U- mocratici e le loro genli furono vigoro-
cellai voleva proclamar la libertà; Fran- samente assaliti dagli spagnuoli d'ordine
cesco Guicciardini e Francesco Vettori di Cosimo l, innanzi che si aumentasse-
postisi poi alla testa del partito più nu- ro; e vinti dal Vitelli con istrage, si fece-
meroso, che domandava per capo dello ro prigionieri Filippo Strozzi loro capo,
stato Cosimo 1 de Medici detto il Gran- Valori, Albizzi e altri, fuggendo Piero
de y figlio di Giovanni delle Bande ne- Strozzi, li duca, tranne ili. "ritenuto in
del numero de.' ribelli, contro i quali si fe- eo e Berrettone benedetti, e il duca dipoi
cero altre severe leggi. nuovi e I cristiani die Lucrezia sua naturale in isposa a Fa-
gli ebrei espulsi dal Portogallo furono sta- biano figlio diBaldo*ino,indi moglie d'Al-
biliti nelle pianure pisane. Il duca aven- fonso II duca di Ferrara. Siena capitolò
do ereditato lutti beni patrimoniali de' i a' 1 7 aprile 1 555 }
e Carlo V padrone del-
due rami di sua famiglia, riguardati co- lo stato ne investì in vicarialo il figlio Fi-
me le più opulenti case d'Italia, una parte lippo II re di Spagna, restando per allo-
de'suoi capitali gl'impiego nel commercio, ra deluse le speranze di Cosimo I,che con-
e si associò a un gran numero di banchi tava divenirne signore in compenso delle
d'Anversa, Lione, Londra e Augusta: fe- grandi somme da lui imprestate pelcon-
ce anch' egli il commercio ne'suoi stati, quisto. I francesi che abbandonarono Sie-
arrogandosi il monopolio delle cose che na, accompagnati da gran numero di sa-
vendeva, e cercando così i lucri nella mi» nesi,si ridussero a Montalcino, dove Pie-
TOS TOS i5 9
io Strozzi e i fuorusciti a' 2 maggio co- Strozzi tornato in Francia fu ucciso a
stituirono una nuova repubblica, trasfe- a Thion ville. Finalmente a'i5 luglio o
rendovi quella di Siena. In detto anno fu meglio a'4 agosto i55a, Montalcìnoe le
concessa a 'distrettuali la cittadinanza fio- altre piazze delSanese,sgombra te da'frau-
rentina. Neil 556 s'introdusse il giuoco cesij furono consegnate a Cosimo I: in tal
del lotto inToscana, e fu promessa la fran- modo termiuò l'ultimo rifugio della re-
chigia della persona e de'beni a'nuovi a- pubblica di Siena. Nello stato in cui era
bitatori di Livorno. Piero Strozzi reca- l'Europa, un piccolo principe poteva spe-
tosi a Roma, Caraffa nipoti di Paolo IV
i rare di mantenersi e ingrandirsi più colle
si dichiararono nemici di Filippo II, al- aderenze e colle negoziazioni,che per mez-
leati de' francesi e fautori de' fuorusciti. zo delle armi. Cosimo I mirava soprattutto
Ciò produsse la' deplorabile guerra della a conservare il suo credilo in Roma, s'im-
Campagna Romana, di Filippo II contro pegnò a riconoscere per parente il cardi-
Paolo IV, che descrissi nel voi. LXV,p. nal Gio. Angelo de Medici di Milano, fra-
2 34 e seg. Prima che si stipulasse la pa- tello del marchese di Malignano, e fece
ce, il Papa ad istanza del re di Francia di tulto co'cardinali a lui beneaffetti per-
creò cardinale cugino della moglie Lo-
il chè a'26 dicembre 55c):
fosse elettoPapa 1
fìliazzi ministro in Roma del duca, nar- litorale da' pirati e da'turchi, istituì l'or-
randogli le insopportabili imposizioni che dine militare navale ed equestre, e sagra
il cardinal Carlo Caraffa aveà messo al cle- religione di s. Stefano I Papa mar tire j
to pure parlando di Orbetello all' arti- sicurezza del Medi terraneo e difesa del cri-
colo Tre Fontane, dalla cui abbazia di- stianesimo. In conseguenza della venuta
pende nello spirituale. L'accorto re con in Roma di Cosimo I, il vescovo di Bo-
tale riserva conservò un freno sulla To- logna Giovanni Campeggi bolognese fu
scana, e formò un aiuto agli altri suoi dal Papa dichiarato i.° nunzio di Firen-
stati d'Italia. Se Cosimo I si trovò cosi ze, come trovo nelFUghelli, Italia sacra
duca del vagheggiato dominio di Sieua, 1. 1, p. 4o: mittente Pontifice. apud Co-
stornando maneggi de'Caraffa, e perciò
i smum I Florentinorum ac Seneiisium i
e pegli acquisti che andò facendo, si trovò ducenty primum Nuncius profectus.est.
dominatore di quasi tutta la Toscana, do- Inoltre l'Ughelli lo loda per virtù e som-
vette però restituire agli Appiani il prin- ma prudenza,e lo dice da Pareozo tra-
cipato di Piombiuo. Della parte che pre- slato a Bologna nel 1 553, il che ripete nel
se Cosimo
personalmente nella guerra
I t. 5, p.
4 l 6t parlando di lui nella serie
da Barga:
di Siena, scrisse Pietro Angeli de' vescovi di Parenzo, come io pure dissi
Commentari us de Bello Seneusi ad Co- in quell'articolo. Tuttavolta ora leggo
smum Mcdicem, Florentiae 1809. Piero nel Faleoni, Memorie historiche della
,
integrità e ottime qualità, fu chiamalo a ni de Medici, uno de'figli del duca, mori
Ronia e fallo presidente ogovei natore del improvvisamente alla metà di novembre
concla\e ove fu eletlo Pio IV, il qualeco- in Pisa, o a Rosignano castello delie Ma-
noscendone le virtù e la destrezza nou , remme, dove cucciava co'suoi fratelli: cor-
meno che le graziose maniere, l'inviò go- se voce che fosse stato ucciso da d. Gai-
vernatore nella Marca a sedare i tumulti zia uno di essi. Poco dopo ivi morì pure
insorti nella sede vacante. A vendo egre- d. Garzia,e si afferma che suo padre l'uc-
giamente corrisposto alla pontifìcia fidu- cise di propria mano per vendicar la mor-
cia il,Papa lo destinò poscia nunzio a te del cardinale; finalmente la duchessa
Cosimo 1 duca di Toscana. Si mostrò su- Eleonora, oppi essa di dolore per la morte
periore a quel carico, e ne' suoi discorsi de" due figli , li seguì in Pisa poco dopo
così ben composto di virtù e nobiltà, che nel sepolcro, e il duca suo marito fu ac-
golare a quel priucipe,si fece oggetto d'am- ce attribuì tali morii ad un morbo pe-
mirazione, e meritò che per la continua* che dominava allora nelle Ma-
stilenziale
zionedel conciliodiTrento fosse con mag- remme. Altri narrano, che nel 562 Co- ì
gior sua gloria mandato da Pio I V a Filip- simo 1 perde due figli, Giovanni cardi-
po li re di Spagna, ed a Sebastiano re di nale di 19 anni, e d. Garzia di 1 5. Corse
Portogallo, che lo ricolmarono di Iodi, di fama che questi avesse ucciso l'altro alla
onori e di doni; e morì nella sede di Bolo- caccia, e il duca fattolo venire nella
che
gna pieno di benemerenze. Questi dunque camera ov'era il cadavere del cardinale,
fu il i ,° Nunzio apostolico di Firenze e di il sangue della ferita cominciò a bollire;
Toscana, con amplissime facoltà, per pre- ciò che vedendo il padre, preso da dispe-
siedere agli affari di giurisdizione eccle- razioue, con impeto tolse dalla cintura di
siastica. Di più Pio IV prese delle dispo- d. Gai zia il pugnale, col quale avea com-
sizioni intorno agli spogli ecclesiastici del- messo il fratricidio, e glielo immerse nel
le abbazie, de'monasteri ede'benefizi non seno. La duchessa madre non sopravvisse
concistoiiali della Toscana, in favore del- che pochi giorni a'figli,e la sua morte col-
la duchessa Eleonora, poi del duca, a con* mò Cosimo di dolore. Essa ammiran-
I
dizione che fossero erogati in opere pie; do Lucrezia romana, per la sua castità,
disposizioni però che furono abolite da s. l'avea presa per emblema nell'allodi pian-
Pio V. Dimorando in Roma il duca, a me- tarsi il pugnale nel petto e di pronuncia-
diazione di Pio IV, riammise alla sua gra- re: Famam servare memento! Ella lasciò
zia il cardinal Strozzi, Roberto Strozzi 3 Francesco Maria, Ferdinando e
figli,
gli Altoviti,e Giuliano de Medici vesco- Pietro;e2 figlie, Lucrezia sposa d'Alfonso
vo di Beziers e fratello di Lorenzino. Ab- II duca di Ferrara, e Isabella (della quale
biamo nelle Lettere de'Principi, Vene- infelice riparlai nel voi. LXV1I, p. 90),
zia 58 1, t. 3, p. 1 12: Lettera di Donno
1 maritata a Paolo Giordano Orsini. Pio
Ippolito Ghigguola a Gio. Battista Gavar- IV, amico di Cosimo I, per recargli qual-
do, da Roma i5 dicembre i56o, sopra che consolazione, pochi giorni dopo a'6
l'entrata dei duca Cosimo 1 in Boma. Il gennaio i563 gli fece cardinale il figlio
duca invilo poi i greci a stabilirsi in Pisa. Ferdmaudo di i4auni. tNoudimeno di-
TO S TOS iGi
sgustato del mondo pei* le sue sci agnre do- reclami. 11 duca per non lasciar ombra ili
mestiche, e indebolito da'dolori del inai dubbi sulla purezza di sua ^ede, mandò
di pietra, determinò i) i.° maggio i564 a Roma il favorito segretario Pietro Car-
di rinunziare il governo primogenito
al nesecchi, die convinto d'eresia fu punito
Francesco Maria I, volendolo formare a- colla morte; ed é falso che il Papa abbia
gli affari pubblici , riserbandosi il titolo perciò convenuto col duca, di accordar-
eia suprema podestà; ed il figlio 1*1 i giu- gli la nobilissima preminenza designata
gnoassunse il carattere di reggeute,il qua- dal predecessore. Neh 567 s. Pio V ono-
le nei i 565 sposò Giovanna arciduchessa rò Firenze col donativo della Rosa d'oro
d' Austria figlia dell' imperatore Ferdi- benedetta, e la Corsica più volle si offrì
Duca; titolo nuovo in Italia e in qualche funzione col testo del p. Richa, questi la
modo ancora in Europa, poiché quantun- chiama regina. Nel i56g fu istituito l'ar-
que lo avessero l'imperatore e il redi Po- chivio Or San Michele (del tabernacolo
lonia, l'uno come signore di Slesia, l'altro celebre della Madonna di Or San Michele
come signore di Lituania, era congiunto parlai nel voi. LXX1I, p. 208), e l'archi-
e quasi confuso col titolo della maggior vio generale per tutti i contratti e altre
dignità imperiale e regia, e quanto al si- scritture pubbliche. Papa ordinò seve- Il
Cosimo!; imperocché
casse l'intimila con Alfonso 11 duca di Ferrara (V.) feuda-
già senatore, dal duca era stato inviato tario vassallo delia s. Sede, per la pre-
due volte ambasciatore a Paolo III, in suo cedenza, s. Pio V volle terminarla ed e-
nume prese possesso dello stato e ducea di Inumare ulteriori contrasti, con effettua-
Siena e ne rimase governatore benché , re quanto erasi proposto il suo predeces-
Pio IV in quell'anno lo avea elevalo alla sore, per la particolare propensione che
porpora. L'eletto fu s. Pio V, il quale nel ancor egli avea pel duca di Firenze e di
i566 rinnovando le costituzioni contro Siena, dopo le pratiche diplomatiche di
gli assassini e banditi, convenne con Fi- questi durate dueanni. Pei tanlocolla bol-
lippo Il pe'suoi stali d'Italia, e con Cosi- la Romanus Pontifcjc^c'2 7 agosto 56g, 1
mo I ,
per la scambievole estradizione e Bull. Rom. t. 4> par. 4> P- ?4i l'orno e
consegna de' rei; indi fece nuovi regola- insignì del titolo di Gran Duca di To-
menti intorno alla giurisdizione dell'in- scana, e dichiarò ed elevò il suo stalo in
quisizione in Toscana, restringendo tutta Gran Ducato. Ciò eseguì il Papa senza
l'autorità in un frate de'conventuali, a- preventiva interpellazione di altri sovra-
bolendo l'antica deputazione dell'inqui- ni, per togliere ogni contrasto,ad esempio
sizione, e ordinando che i processi s' in- de'suoi predecessori, che onorarono altri
viassero a Roma, per cui il governo fece principi con titoli di dignità e di onore,an-
162 TOS TOS
cordi è feudatari o dipendenti dall'Impe- d'oro, colle figure della Fede, Speranza e
ro oda alcun Regno. Dichiarò nella bolla, le armi pontificia e granducale;
Carità, e
essersi a ciò determina to di moto-proprio, non che un formale prezioso e ricchi pa-
per la stima che faceva del duca Cosimo 1, ramenti sagri. Il tutto s. Pio V esegui a
pe' meri ti ch'egli avea per la fede e colla s. fronte delle gagliarde opposizioni e rap-
Sede, e fra questi di averlo sempre in tutto presentanze fatte in Pvoma dagli agenti e
compiaciuto; di avere alle sue preghiere ambasciatori de'duchi di Savoia, di Fer-
somministrato denari e soldati in soccorso rara e di Mantova, e ad onta delle prote-
di Carlo IX re di Francia, figlio di Ca- ste dell'imperatore e del re di Spagna, il
terina de Medici, contro i ribelli eretici 1.Considerando Firenze feudo dell'impe-
Ugonotti guerreggianti, e datogli in pre- ro, il 2. riguardando Siena feudo di Spa-
stito 1 00,000 scudi. La bolla gliela rimise gna. A tutti vittoriosamente rispose s. Pio
;. Firenze pel suo nipote Michele Ghislieri V col rammentare il fatto da' Papi a lo-
Bonelli, col disegno della rea corona, fat- 1 ro stessi e ad altri sovrani, come raccon-
to di propria mano, colla quale l'avreb- tai nel voi. LXVII, p. 265. All'ambascia-
be coronato. La bolla fu pubblicata nella tore imperiale poi, che prima di entrare
metropolitana di s. Marta del Fiore a' 3 i il Papa in cappella per la coronazione, al-
dicembre, ove pontificò la messa di rin- la presenza di 3 cardinali nella camera
graziamento a Dio l'arcivescovo Alloviti, del la Falda protestò contro di essa, s. Pio
alla presenza del granduca, portatovi in V si riservò di tenerne proposito nel pros-
sedia per la gotta, de'suoi figli, del nun- simo concistorOjOve con apostolica costan-
zio pontificio, degli ambasciatori, de'48 za rispose Con qual fondamento di ra-
:
senatori, de' magistrati e altri principali gionecontrovertete alla Chiesa questa po-
della città. Per tutto il giorno suonarono destà? Chi altri, se non la Chiesa ha da-
le campane a festa, la sera si fecero fuo- to agi' Imperatori il nome e l'onore della
chi d'artificio,con salve d'artiglierie.D'or- dignità loro? Chi ha dato ad essi 1' impe
dinedel Papa,il nipote non accettò i gran- 10? Chi ha trasferito questo dall'Oriente
diosi regali preparati; e Cosimo I spedì in Occidente, se non i Pontefici miei pre-
ambasciatori a quasi tutti i principi cri- decessori?Abbiamo: Coronazione del Se-
stiani, per participar loro l'onore fattogli renissimo Signore Cosimo I Medici G rati
dal sommo Pontefice. All' articolo Duca Due a di Toscana, fatta dalla Santità
riportai il novero degli attuali sovrani che diN. S. Pio Vin Roma, sotto il d'i 5 mar-
ne portano il titolo, e di quelli ancoraché zo 570, con
1 il viaggio, regia entrata di
sono grand nchi ne' loro stati, tutti titoli Sua Altezza in Roma, descritta daMar-
posteriori a quello del granduca di To- SS. D.
cello Vestrio Barbiani. Litterae
scana. A Corona ducale descrissi quella N. Pii V
super creatione Cosmi I Me-
fatta eseguire daCosimo 1, secondo il dise- dicesinMagnumDueemProvinciaeEtru-
gno di s. Pio V, del valore di circa 20,000 1 riae ci suhjectae, Florentiae 1570. Let-
scudi, secondo il Novaes, colla quale a'4 tera d' Alessandro Pazzi alean. Giulia-
ovvero a'5 marzo i5jo il Papa solenne- no Buondelmonti, nella Vita di Cosimo
mente coronò Cosimo I nella cappella Si- Idi Lorenzo Canti/li, Firenze 8o5. Leo- 1
stina del Vaticano, sedendo il principe tra' nardo Sai viali, Orazione per la corona-
cardinali, e donandogli eziandio la Rosa zione di Cosimo I Medici, Fiorenza 570. 1
d' oro benedetta. In tale articolo ripar- Domenico Moreni, Della solenne coro-
la ideila funzione della coronazione, e d's- nazione del Duca. Cosimo I Medici in
sipure dello scettro conferito in essa al Gran Duca di Toscana/alta dal Som-
granduca; il quale sostenne al Papa lo mo Pontefice s. Pio V. Ragguaglio di
strascico del Manto, e gli donò un calice Cornelio Firmano ceremonierc ponti/i-
tos TOS i63
eio riprodotto con note e illustrazioni, valutata 200,000 lire: nella forma era ra-
Firenze 18 9. Borgia, 1
Memorie ìstoriehe diata , modellata su quella degli antichi
di Benevento, t. 3, p.i io, il quale con- re, e adorna d'un emblema
giglio rosso,
futa Muratori, per avere negli Annali d' /- Lo scettro era
della repubblica fiorentina.
talia con acrimonia descritto l' operato d'argento lungo due palmi, e avea un
di s. Pio V. Il p. Ridia, Notizie delle Chie- giglio rosso sopra una palla, che teneva
se Fiorentine, t. Re-
6, p. 2 53, riporta la nella baseuno smeraldo di ricco valore, e
lazione della solenne incoronazione di per ciascuna cima un rubino di minor
Granduca di Toscana, fatta das. Pio grandezza. Postosi il granduca inginocchio-
V nella persona di Cosimo I. Il p. Maf- ni avanti al Papa, prestò il seguente giu-
7 ramento." Io Cosimo deAIedici granduca
fei nella Vita di s. Pio Z , cap. 19, descri-
ve il regio trattamento fatto dal Papa a di Toscana prometto et giuro alla sagro-
Cosimo I, e la solenne funzione della co- santa apostolica Chiesa, et a questa san-
ronazione. Nel t. 4, p. 33 del Saggiato- ta Sede, et a voi Pio per divina provi-
re Romano fu pubblicato il documento dentia Papa V la solita obbedienza et de-
inedito: Della coronazione diCosi/no in votione sì come ho costumalo per li miei
Granduca di Toscana.Con queste due ul- oratoli et che debbono li principi cristia-
time relazioni riferirò altri particolari, in ni, offerendomi pronto con ogni mio po-
tocco di velluto nero. Canio la messa del- tirò due passi indietro genuflesso. Alza-
a
la Domenica Laetare, come quare-
4« di tosi il Papa in piedi, senza mitra disse, Pa-
sima, il cardinal Savelli. Il granduca pre- ter noster^xn tono alto e il resto io piano,
se luogo e sedè fra' due ultimi cardinali con altre preci. Poi avvicinatosi Cosimo I
Jesus Christus qui cum Palre et Spiri' due lati, e gli die la benedizione.
cia ne'
tu Sancto vivitet regnai in saccula, ctc. Tornato il granduca al suo posto, assistè
Poi gli die lo scettro dicendo: Accipe Vir- al termine della messa, e genuflesso alla
gain directionis eljustitiac in nomine Pa- benedizione del Papa , il quale concedè
tris ty et Filii^r et Spiri tus Sanctus +J+ l'indulgenza maggiore del solito. Poi ripre-
Amen,per quam valeas unicuiquesecun- sa la corona e lo scettro nella mano sini-
dum merita sua tribuere sivc boni fue- stra, colla destra sostenne la coda del pi-
rint, sive mali, semper Deum ante oculos viale pontificio, uel recarsi il Papa alla
habens a dextris vel a sinùtris, sed cum camera de' paramenti colla Rosa d* oro
o nini chari tate bonos foveas,malos coer- benedetta iu mano, come l'uno e l'altro
ceas 9 ut omnes intelligant te juslitiam aveano fatto nel portarsi in cappella. Tra-
dilexisse et iniquitatem odio Imbuisse, versando le sale regia e ducale, la nobiltà
quam gratiam tibi concedere dignetur e il popolo ch'eranvi accalcati, gridarono
quiestbenedictus in saecula saeculorum. ad alta voce: Palle, palle, e fu stimato
Amen. Finita quest'orazione, sua Altezza assai siffatto plauso. Nella della camera,
baciò il piede e il ginocchio al Papa,il quale il granduca genuflesso tra'due cardinali,
chinatosi lo baciò in ambedue le guancie. ricevè dal Papa il donativo della Rosa
Ritiratosi indietro, e sempre genuflesso, d'oro, il quale recitò la consueta forino-
il Papa si levò iu piedi e senza mitra disse: la nel dargliela. Partito il Papa, il gran-
Deus Pater aeternac gloriae sit adjutor duca si ritirò presso le sue stanze, iu quel-
dinali Madruccie Alciati, ultimi dell'or- ro diritti. Magnifico fu il corteggio col qua-
dine de'preti, e tra essi tornò a sedere. Al- le Cosimo recossi iu Roma, ove spese te-
l
l'Evangelo si alzò, dopo aver dato al Co- sori immensi per regalare ciascun ordine
lonna la corona e all'Orsini lo scettro, e di persone, e ne partì a'i3 marzo. Giun-
dopo il Credo ripostosi a sedere , i due to a Firenze, a'29 sposò Camilla Martel-
principi gl'imposero in capo la corona e li, di oscuro lignaggio, in seguito dell' e-
gli dierouo mano. All'offer-
lo scettro in sortazioni del Pupa; u'ebbe due figli, Pie-
torio, col descritto accompagnamento, re- tro eGiovanni che si segnalarono nell'ar-
catosi sua Altezza dal Papa, genuflesso mi, ed una figlia, Virginia maritata a Cesa-
gli offrì in 7 bacili, portati da 7 suoi gen- re d'E«>te,poi solo duca di Modena quando
tiluomini, il vaso e i paramenti necessa- Sede riunì al suo diretto dominio il
la s.
ri per la celebrazione della messa e surri- ducato di Ferrara. Nel 1573 nacquero
cordati; i quali doni, ad uno ad uno dal gare per la contea di Pitigliano , feudo
Papa ricevuti benignamente, li consegnò imperiale degli Orsini, la quale con quel-
al sagrista. Il granduca gli ribaciò il piede la diSoraoo e quella di Moute San Sa-
TOS TOS i65
vino ch'essi ebbero invece dell'altra, co- parer florido lo stato delle finanze soltan-
me dissi nell'indicato articolo, dipoi s'in- to per mezzi forzati e riuscì oltremodo ,
corporarono alla Toscana nel 608 e nel 1 dannoso alla vera prosperità del paese. Le
1640. La salute di Cosimo I vieppiù in- leggi diCosimo sono in gran parte sangui-
I
debolitasi, tribolato dalli gotta, ebbe due nose; ma di molte di esse non può negar-
assalti apopletici,eil 3." lo mise nella tom- si l'opportunità qualora si consideri lo sta-
ba a'2 1 aprile 1 574 di 55 anni. Cosimo I to politico della Toscana, e l'alternativa
possedeva le qualità di corpo e di spirito alla quale i nemici stessi di questo prin-
che costituiscono grandi principi. Ecco-
i cipe lo aveano ridotto. La fortuna altresì
ne il ritrattoscrittodalch. Reumont.» Co- gli fu sempre ed in tutto propizia. Nel
descrissi a'rispettivi luoghi): l'Italia stessa se il più fatale de'suoi oppressori, Carlo
decimili a lui, dal cinquecento in qua,n'eb- V. Essi, per valermi delle parole d'uno
be pochissimi. Egli giunse a creare e por- storico recente, si servivano di que'popo-
re un ordine in quel caos di passioni e di li come di tizzoni, che lanciava-
italiani,
cose in cui tutti gli animi fluttuavano, no nel campo nemico destinandoli a con-
quando giovane ed inesperto prese in ma- sumare se stessi. Verso la fine del suo re-
no lo scettro. Il suo governo fu dispotico gno, Cosimo I vide le famiglie, già nimi-
e crudo; si nutrì di spogliamenti e di con- cissime, degli Strozzi, degli Altoviti, ed al-
fische, e non badò alla qualità de'mezzi tri, deporre gli antichi rancori ed accor-
de'quali servivasi per procacciare la rovi- darsi seco per ritornare in patria: e quan-
na di quelli che gli erano avversi; ma be- do venne a morte, lasciò spento affatto
neficò in molti e diversi modi il paese: e quello spirito d'indipendenza che prima
mentre egli calcava in brutal modo le cer- di lui era soltanto assopito; lasciò non cu-
vici de'male obbedienti della capitale, co- rali e senza significato gli onori ci vici, qua-
i
minciò per le sue cure a risorgere la sven- li erano già stati l'oggetto della comune
turata Pisa j e con essa cominciarono a ambizione; lasciò ridotta a un vano nome
fiorire più altri luoghi, già trattati tiran- la fiorentina cittadinanza, già ricercata da
nicamente, secondo il costume di tutte le principi e signori indipendenti; lasciò do-
repubbliche antiche e recenti, dagli orgo- cili e avvezzi al giogo quelli che 3o anni
gliosi fiorentini. Le naturali ricchezze del- innanzi si reputavano eguali suoi, ed an-
la Toscana parvero aumentarsi sotto il suo che i migliori della città. Del privato ca-
governo: dico, parvero, giacché quel siste- rattere di quest'uomo non si appartiene
ma di gabelle, di accatti e di esazioni, che di parlare a chi non si propose di tessere
da Cosimo I fu portato all'eccesso, e me- in questo luogo una minuta istoria del-
diante il quale egli seppe tener sempre la sua vita. Quanto egli fece a prò delle
ben fornito il suo tesoro (mentre Carlo V, arti e delie lettere, è già noto a lutti , e
Francesco I, Filippo II, Enrico 11 si tro- da ancora debitamente apprezzato.
tutti
vavano quasi in continue angustie), fece E' ben vero che le arti al suo tempo de-
,
la quiete che dopo tanti disastri fece ri- quantunque le loro frequenti contraddi-
torno. La stessa casa de' Medici esercitò zioni offendessero il suo dispotismo con-
per suo proprio conto un estesissimo traf- tegnoso. Educato dalla madre alla spa-
fico, che di dopo il sof-
nuovo la fece ricca gnuola, non vedeva mai nulla che per mez-
ferto decadimento. Fu soltanto dopo la zo de'suoi ministri o de'suoi favoriti. An-
morte di Ferdinando I che tale esercizio tonio Serguidi di Volterra, e la famosa
venne abbandonato, forse come non più. Cianca Cappello veneziana, venuta in Fi-
creduto con veniente alla dignità principe- renze fin dal 563, di cui era appassiona-
1
sca. L'arte della lana impoverita pe'distur- tamente invaghito, erano le sole persone
bi degli ultimi anni della repubblica, tor- colle quali dimetteva il suo orgoglio, ed
nò a rifiorire, benché molto men proficuo ambedue ne abusarono scandalosamente.
fosse divenuto il commercio col levante. Avea però un genio particolare per la
Quella della seta mantennesi, presso a po- chimica, laonde i dotti nelle scienze natu-
co, nel medesimo grado. Altri generi d'in- rali trovarono presso lui facile accesso.
dustria, i quali erano andati in disuso, ri- Nello stesso 1
574 Gregorio XIII, alla cui
sorsero a nuova vita: si riattivarono mi- elezione avea concorso il cardinal Ferdi-
niere e cave, e con ottimi provvedimen- nando, trasferì da Pistoia alla sede di Fi-
ti si misero a profitto le naturali e mal renze Alessandro Ottaviano de Medici
note ricchezze dello stato. L'agricoltura de'principi d'Ottaiano, già ambasciatole
fece cospicui miglioramenti; benché poco in Roma del suo cugino Cosimo I a s. Pio
progrediti, generalmente parlando, fosse- V, poi cardinale e Papa, come dirò. Al-
ro i sistemi allora vigenti. Le perdite che cuni distretti della Lunigiana, già de'mar-
i toscani e gli altri italiani far dovettero diesi Malaspina, si riunirono al grandu-
ne' cambi mentre ardeva la guerra tra cato. Il cardinal Ferdinando sdegnato del-
l' impero e la Francia, non possono in nes- la condotta voluttuosa del granduca, nel
sun modo imputarsi al granducaCosimoI: dicembre si ritirò in Roma; l'altro frale!
non mantenne. Per sospetti d'infedeltà il nobili veneti, salutati nell'ingresso dalla
duca di Bracciano Paolo Giordano Orsi- fortezza da basso; ed a'28 arrivarono due
ni fece strangolare la moglie Isabella so- ambasciatori della repubblica di Venezia,
rella del granduca. Nel i5j5 avendo O- mandati a congratularsi col granduca, di-
razio Pucci tramato una congiura, il gran- chiarando essere stata adottata Bianca per
duca lo fece perire, e ordinò la confisca figlia della repubblica e di s. Marco. A' 12
de'beni senza processo, di tutte quelle pri- ottobre il granduca andò al duomo con
marie famiglie sospette ree di complicità. tutti i senatori in abito rosso, ove il ve-
Celebrandosi in Roma l'universale Giu- scovo di Fiesole pontificò la messa solen-
bileo ts'\ si recò Francesco I. Quindi aven- ne dello sposalizio, e i due ambasciatori
do Gregorio XI li ordinalo l'apertura del- veneti coronarono la sposa, la quale inco-
la visita apostolica in Toscana, il grandu- ronata se ne tornò a palazzo in lettiga
ca con risentimento se ne querelò e fece scoperta in mezzo a' due ambasciatori a
resistenza alle prescrizioni pontificie. Con- cavallo, poi regalati dal granduca di col-
tinuando la corte imperiale a contrastare lane d'oro, ch'ebbero pure altri nobili ve-
Il re di Spagua fece altrettanto, perchè rio XIII a mezzo del vescovo della Cava,
Francesco I invece di mantenersi indipen- e ristabilì la pace. Nel 58o la Toscana j
dente come il padre, si mostrò ligio a quel- fu infestata da'banditi, e da Alfonso Pic-
la corte. Universalmente riconosciuto per * colonnini duca di Monte Marciano e capo
granduca, Francesco I pretese avere la su- di masnadieri. Neh 582 si stabilì in Fi-
premazia sugli altri principi d'Italia; ma renze l'accademia della Crusca, e il gran
dipoi gli elettori dell'impero nel 1082 di- dizionario compilato dagli accademici si
pure le case di Mantova e d'Urbino, di- suddetto duca di Monte Marciano, essen-
sputando a tali duchi il titolo et Altezza do stato preso, fu giustiziato a' 16 marzo
ch'egli stesso assumeva. Il cardinal Fer- 1 5g restando così la Toscana liberata
1 ,
Firenze il giorno della morte, subito vi re e presidiare il castello di Y(F, isola del-
fu proclamato granduca, con acclamazio- le Pomegues, presso Marsiglia, per pro-
ni tanto più sincere, in quanto che erano teggere quota contro il duca di Savoia;
fondate sull'alta slima ch'egli erasi acqui- ciò che in appresso die motivo a molti di-
stata colle virtù sue. Salilo al trono tro- sgusti con Francia e altre corti, come la
vò immensi tesori accumulati dal fratello, Spagna fomentata dal fratello Pietro che
che l'avea dichiarato erede, e pose ogni ivi risiedeva. Egli ria cardinale nel 1572 a-
cura per impiegarli pel bene dello stalo. vea intrapresi lavori e bonificamenti uella
TOS TOS 169
Val ili Chiana; ora nel i 5q2 ordinò quel- anno sarà creato car-
ce che nel corrente
li per risanare la Marea» ma Sanese; furo- dinale. Ferdinando I profittò della pace
no demoliti i ripari per la pesca al lago di dell' Europa per tentare colle sue gale-
Castiglione, e si restituì lo scolo alle acque, re de' cavalieri drs. Stefano I delle im-
indi si mandarono colonie a Soana e in prese contro gP infedeli ; furono conti-
Equipaggiò una flotta pe'ea-
aliti luoghi. nuamente in corso contro i turchi, e soc-
valieri di Stefano 1\ colla quale suoi
s. i corsero i drusi della Soria ribellatisi alla
ammiragli dierono la caccia a'eorsari che Porta ottomana. Vieppiù staccandosi da
infestavano le coste d'Italia, e fecero quel- Enrico IV, e stringendo ulteriori legami
l'imprese iu Grecia e sulle coste d'Africa colla corte di Spagna, nel 1608 il grandu-
che celebrai in tale articolo. iNel i5g3 som- ca die una prova decisiva dell' amicizia
ministrò soccorsi all'imperatore Rodolfo sua per la casa d'Aus^id, facendo sposa-
li contro i turchi; e siccome avea repli- re al suo primogenito Cosimo II, Maria
cala meo te e molto aiutalo Enrico IV re Maddalena arciduchessa d'Austria,sorel-
di Francia per conseguire quel trono, coo- la diFerdinando arciduca di Gratz poi
però alla sua conversione dal calvinismo. imperatore Ferdinando II, della regina di
Per queste benemerenze, Clemente Vili Spagna e della duchessa di Savoia. Mori
Aldobrandini fiorentino,ma nato a Fano, Ferdinando I d' idropisia ai 7 febbraio
gl'invio in dono la Rosa d'oro benedetta. 1609, piatito caldamente e sinceramen-
L'unione della casa di Francia con quel- te da' toscani per le sue grandi qualità,
la de'Mediei divenne in seguito più inti- lasciandolo milioni in oro e due milioni
ma, matrimonio di Enrico IV con Ma-
pel di pietre preziose; poiché forse nessun
lia nipote del granduca e figlia di Fran- principe seppe meglio combinare l'econo-
cesco 1, effettuato a'3o aprile 1600. Tut- mia privata colla magnificenza nelle pub-
tavoha la leggerezza di Maria, il poco suo bliche spese. Fu sepolto nella reale cap-
alletto per la di lei famiglia, la condotta pella de'depositi, presso il fratello e il pa-
de'fiorentini suoi favoriti resero dipoi inu- dre, e vi furono poi tumulati il figlio, il
tolse loro i mezzi di soccorrerlo. Da tale glie di- Federico Ubaldo duca d'Urbino, e
momento ei si studiò di riacquistare la gra- poscia di Leopoldo arciduca d'Austria.
zia della Spagna, e la morte dell'infesto Di Ferdinando I scrisse il Reumont.» Po-
e irrequieto fratello Pietro avvenuta a , sto dalla fortuna tra un padre e un fra-
Madrid a'2.5 aprile 1604, agevolò il rista- tello poco amati, e tra' successori più di
bilimento della buoua armonia. Intanto lui deboli, Ferdinando I lasciò fama ouo-
per le premure de' re di Francia e eh Spa- rata: e meritolla, se si consideri quali fos-
gna, co' numerosi cardinali loro aderen- sero le sue intenzioni per fare risorgere il
ti, ili.°aprile i6o5 fu eletto Papa il car- benessere del granducato, quali le opere
dinal Medici de'principi d'Ottaiano, che da lui eseguite (che riportai a'Ioro luoghi),
prese il nome di Leone XI e visse soli quale lo spirito di moderazione e di equi-
26 giorni nel pontificato. Un illustre di- tà da cui fu sempre animato. Se per lui
1
scendente di sua prosapia, mg. Fran- non parlassero fuorché benefizi fatti a i
sero pi ofoiiclo dissimulatore, perché Usuo degli Sforza di Santa Fiora; e poi la contea
linguaggio era sempre in contraddizione di Castel Ollieri, appartenuta agli Ollie-
colle sue anoni)". UGalluzzi diceebe Fer- ri; ed il feudo di Terra rossa, posseduto dai
dinando I fu il ."prìncipe di sua famiglia
1 Malaspini. Morto nel 1 610 Enrico IV, la
veramente deploralo ila tutti suoi sud- i regina Maria de Medici restò reggente di
diti; lo dice sincero, ma riservalo, fermo Francia nella minorità di suo figlio Lui-
nelle risoluzioni, coraggioso e grande nel- gi XI 11, da nacque
gran Luigi XIV.
cui il
re, cbe il suo governo fu moderato e giu- dagnarono il suo inlimo favore in guisa
sto, e sì tranquillo cbe fece obbliare a Fi* chela dominarono interamente,cou risen-
lenze le disgrazie provate sotto gli altri timento de'fiancesi, massime de'principi
suoi principi. Protesse le belle arti e i dot- del sangue. La regina fece i coniugi mar-
ti, e la musica teatrale per lui fece rapi- chesi d'Anci e, piccola città diPicardia det-
di progressi, onde la corte di Toscana fu ta Albert, e Concino maresciallo di Fran-
considerala scuola di buon gusto in tale cia e suoi -."ministro. Avendo il marescial-
genere. Cosimo 11 cbe gli successe gli fu lo d'Aucre, come s'intitolava Concini, ar-
di mollo inferiore in capacità e vigore di restalo il principe di Condè capo de'mal-
carattere. Con grandi lavori accrebbe il contenli, il principe con molti grandi si ili-
porto di Livorno, per mantenervi la net- spose alla guerra. La ìegina volle com-
tezza e la salubrità. Amico di Ferdinan- batterla con3 armate,ma tutto ad un trat-
do duca di Mantova, il quale poi ne spo- to finì la guerra colla morte di Concini,
sò la sorella, nel 161 3 lo soccorse contro fallo trucidare a' 14 aprile 161 7 da Lui-
il duca di Savoia per la successione del gi Xlll per scuoterne l'insoffribile orgo-
Monferrato. Aumentò la flotta dell'ordi- glio. Di più ilre rilegò a Bloissua madre,
le languore, ilquale unito a una flussione e per lui le reggenti tutrici, rinunzia rotto
di petto, lo condusse al sepolcro di Stilli- al fiorentino Urbano Vili Barberini ad
ni, a'28 febbraio 62 i. Lasciò seguenti
1 i ogni ragione sullo stato d'Urbino, il qua-
figli. Ferdinando II ebe gli successe, Gio. le per la sua qualità di feudo, in caso d'e-
Carlo cardinale neh 644) Mattia, Fran- stinzione del ramo mascolino della Rove-
cesco morto Leopoldo car-
a Ratisbona, re, spettava alla s. Sede; facendosi pure
dinale nel 1667; e due figlie, Margherita accordo sui beni allodiali del duca d'Ur-
moglie di Odoardo Farnese duca di Par- bino. Nel 162 7 a'<4 luglio Ferdinando II
ma, e Amia sposata a Ferdinando Carlo prese le redini del governo, e mancando-
arciduca d'Innspruek. Tutti gli ordini del- gli la con veniente altezza di carallere,pro-
lo stato piansero sinceramente un sovra- segui lunga pezza a dipendere da'eousi»
no, per le qualità del cuore amato da tut- gli di Giuliano de Medici arcivescovo di
ti, com'egli amava i suoi sudditi. La cle- Pisa, e di Orso Delci, ministri delle reg-
menza, la tolleranza e la moderazione lo genti. Il granduca si recò in Roma a os-
distinsero; di umore gaio e pacifico riuscì sequiare Urbano Vili, ospitato con regia
grato a chi Io avvicinava. Osserva il Reu- magnificeuza; e sostenendogli la coda del
liront, che Cosimo II non fu privo di buo- manto IV domenica di quaresima
nella
na volontà, ed ebbe a cuore eziandio la ebbe in dono la Rosa d'oro benedetta j\n
gloria militare della Toscana. Ma con lui quale Urbano Vili donò pure alla madre
ebbe principio la decadenza troppo visi- Maria Maddalena d'Austria nel 1628. In
bile e nou più. interrotta dello sialo: co- questo Ferdinando II si recò in Praga a
minciò d'allora la progressiva diminuzio- trovar lo zio Ferdinando II imperatore,
ne delle sostaste, e furono quasiché a nul e fu accollo con tenerezza. SifKilti viag-
la ridotti il commercio e l'industria. Di gi perfezionarono la sua educazione dili-
questi danni in parte non deve darsi a lui gente, e svilupparono Io spirito sottile di
la colpa; ma in parte è ben vero che le cui era dotato. Col maritare la ricorda-
sue leggi li cagionarono. Durante il set- ta sorella al duca di Parma Odoardo Far-
tennio della debole reggenza che segui nese,pose fine alle rivalità che diviso avea-
per disposizione di Cosimo II, delle gran- uo lungamente i Farnesi ed i Medici. Nel
duchesse Cristina Lorena e M." Mad- di i63o la peste afflisse la Toscaua, Firenze
dalena d' Austria, ava e madre del mi- e il suo contado, e rapì 6900 vittime non
nore Ferdinando II, al suo non lungo ostante i soccorsi prodigati dal granduca.
governo, mali si accrebbero, uè dimi-
i A tali deve aggiungere lo ste-
calamità si
nuirono sotto il regno del successore, rile raccolto; e laguerra suscitata perla
benché dotato di talenti e di lodevoli pre- successione del ducato di Mantova,obbli-
rogative. La reggenza delle lutrici, con gò il granduca a soccorrere gli spaguuo-
pieno esercizio di sovranità, ma col pare li, disgustando i francesi belligeranti. Nel
re d'un consiglio di stalo, volendo allon- i633 il celebre Galileo Galilei fu chia-
tanare la guerra dalla Toscana, osservò malo in Roma dall'Inquisizione: gli adu-
un'esatta neutralità in quella che facevan- latori o a dir meglio traditori de'principi,
si Francia e Spagna iultalia. Essendo mor- cheli vorrebbero disubbidienti alla Chie-
to l'ereditario del ducato d'Urbino, lasciò sa, onde dar l'esempio d'essere in libertà
dalla vedova Claudia de Medici, sorella a'propii sudditi di fare altrettanto con lo
i
72
TOS TOS
io , tacciarono di debolezza Ferdinando di pretensioni giurisdizionali, successe im
II,perchè non l'impedì! Mi limito ad in- fermento prodotto dall'ambizioni? de' Bar-
vitare a leggere: Galileo e V Inquisizio- berini nipoti del Papa, quali anela vano i
etini segreti della s. Sede ,ec.Roma 1 8 So. cusandosi, di carattere ardente e impetuo-
Nel medesimo 1 63 3 il contagio penetrò di so, neh 64' accesela guerra col Papa, non
nuovo in Firenze, e fece strage a Livorno, curando la mediazione del gì anduca. Que-
a Volterra e in altre città, con ristagno sti però nel 1642 fece lega co'veneziani e
del commercio e miseria degli abitanti. La col duca di Modena, per la reciproca di-
contea di Santa Fiora de Sforza (F.) covili fésa nell'insorte discordie, e il principe
fu riunita al granducato; e il duca di Lo- Mattia ebbe il comando generale delle
rena e la sua famiglia cercarono un asi truppe toscane. Il duca Odoardo passò col
stato occupato da'francesi. Intanto Mat- la ricupera di Castro, occupato dalle mi-
tia e Francesco fratelli del granduca agli lizie granduca si avvicinò al co-
papali. Il
stipendi dell'imperatore loro zio, guerreg- gnato, e fece con lui un trattato a Castel
giavano con onore in Germania contro i Giorgio nel territorio d'Orvieto, e nel
protestanti collegati della Svezia, sotto 1643 concluse con esso lega contro il Pa-
Wallenstein, e ambedue col generale Ot- pa, recandosi personalmente al campo in
tavio Piccolomini contribuirono a scopri- Val di Chiana. L'esercito toscano prese Cit-
re il tradimento di tal generale, e Fran- tà della Pieve e Castiglione del Lago, di-
cesco perì avantiRatisbona nel 1 634-Mat- sfece le milizie pontificie a Mongiovino
tia pas>ò agli stipendi di Spagna, e torna- nel territorio di Perugia, e bloccò questa
to in Toscana il fratello gli conferì il go- città; mentre l'impresa de' papalini con-
verno di Siena. A'6 luglio 1637 lo zio del tro Pistoia riuscì vana. Si disse, che l'in-
granduca, cardinal Carlo de Medici, giun- certezza del granduca , e le lentezze dei
se in Roma accompagnato da 4° lancie veneziani nocquero al duca di Parma piti
spezzate e corazze, che seguivano la car- che le armi o le pratiche de'suoi nemici;
rozza, oltre soliti palafrenieri che la pre-
i esse gli strapparono di mano la vittoria,
lo, per cui erasi offeso il cardinale, il qua- pentirono d' averla imperocché fu
fatta ,
restò morto, avea preso mollo interesse e tre nazioni. Finalmente a mediazione di
fatto grandi offerte a'Gaetani controCo- i Ferdinando II e del duca di Modena, fra
lonnesi. dunque fece accom-
Il contestabile le parti fu stipulata la pace in Venezia ai
pagnarsi con più gente del solito, onde i 3i marzo i644? P er a Toscana firman- '
due partiti cominciavano a portar di not- dola Gondi. Cominciata la guerra di Can-
te armi da fuoco. Urbano Vili dispose dia uel 1 645, che con gran vigore fu con-
che si aumentasse la milizia, e la sua au- tinuata per 25 anni) Papa Innocenzo X
torità dissipò i malumori. A queste gare prestò subito soccorso a'veueziaui, che la
TO S TOS i
73
sostenevano contro con alcunei turchi , con Vittoria. Ma
non appena fu celebra
galere della Marina pontifìcia, eli Napo- to il matrimonio di Cosimo HI, che la
li, di Toscana e di Malta, in tutte 2 3, del- corte di Toscana ebbe motivo di pentir-
le quali nominò generale Nicolò Ludovi- sene. Margherita d'Orleans dopo averda-
si duca di Piano e principe di Piombino, tq il suo cuore al principe Carlo IV di Lo-
che avea sposata sua nipote. Nel 646 per 1 rena, ella più non vide che con preoccupa-
le guerre tra Francia e Spagna, la Tosca- zione sfavorevole quello ch'era sottenlra-
na si conservò neutrale, e vide francesi i to al suo amante. Ogni cosa le spiacque
far l'impresa contro i porti spagnuoli nel- in Toscana, la nazione, suoi usi, le sue i
do, i quali visitando le basiliche in abito lenza delle passioni di Margherita dege-
umile, dierono non poca edificazione. Di- nerava quasi in pazzia , e per quanti sa-
poi istituita l'accademia del Cimento, per grifizi facesse il virtuoso Cosimo III, nou
l'osservazioni della natura e sulla fisica riuscì a vincerne l'ostinazione e l'avver-
sperimentale, il principe Leopoldo, che la sione. Tultavolta ella nel 1667 partorì
fondò nel 1637 con Torricelli, Redi e Vi- Maria Anna Luigia, frutto d'una momen-
\iani, ne divenne presidente; accademia tanea riconciliazione, ma di nuovo tornò
ch'ebbe breve esistenza di due lustri per a mostrare la contrarietà pel marito e per
5
la discordia de suoi membri, non senza la suocera, e più volte tentò di fuggire tra-
lasciare rinomanza pe'suoi lavori. Abbia- vestita, onde tornare in Francia. Ferdi-
mo del dolio Giovanni Targioni Tozzet- nando II afflitto per tanta insopportabile
ti, Atti e memorie inedite dell' accade- stranezza e stravaganza, procurò d'allon-
mia del Cimento. Ferdinando dopo II , tanar da lei lo sposo, per dare all'animo
di aver avuto 1161164*2 da sua moglie un suo tempo di
il calmarsi. Fece viaggiare
solo figlio, che fu Cosimo III, si alienò da il figlio Cosimo III per l'Italia, la Germa-
lei: l'indole gelosa e superliziosa , dico- nia e l'Olanda. Cosimo III mostrò che il
no alcuni , religiosa affermano gli altri, conversare co'dotli attirati nella corte di
della granduchessa Vittoria della Rove- suo padre non era riuscito atfàtto inutile
re, non poteva piacere a suo marito, e fu per lui. Visitò in seguito la Spagna, il Por-
dessa che educò il detto figlio. Ferdinan- togallo, l'Inghilterra e la Francia, e tornò
do li sperava di correggere difetti e la i in Toscana nel febbraio 1670. Prima di
pietà di esso, ammogliandolo neh 661 per quest'epoca, Ferdinando II nel 1662 fu
contrapposto a Margherita Luigia, figlia mediatore de'gravi dissapori insorti tra il
di Gastone di Borbone duca d' Orleans, Papa Alessandro VII Chigi sanese, e il
fratello di Luigi XIV. Tale principessa, re di Francia Luigi XIV, per le conferen-
celebre per bellezza, vivacità e grazia ze tenute in Pisa, per cui ivi si concluse
francese, avea troppa stravaganza, legge- la pace a' 12 febbraio 1664. Nunzio di
rezza e bizzarria, per uua corte nella qua- Alessandro VII in Toscana fu destinato
le i costumi erano più. ancora spagnuoli fino dal 1660 Stefano B rane acci , già
che italiani. Già nel declinar del 1660 era designato inquisitore a Malta, fatto ar-
nato al granduca il secondogenito Fran- civescovo d'Adrianopoli inpartibus, in-
cesco Maria, dopo 1 8 anni di separazione di uuuzio di Venezia e poi cardinale. A
i
74
TOS TOS
questo Papa nel 1667 altro toscano suc- fu accolta dalla corte di Luigi XIV , in
cesse in Clemente IX Rospigliosi di Pi- modo che la clausura non la privasse di
stoia, il quale nella prima promozione quasi alcuno de' piaceri al suo inerenti
creò carili naie Leopoldo de Medici fratel- giudo. In Toscana amata da quel-
ella era
lo di Ferdinando II. Questo granduca due li del suo pensare, quanto mal veduta da
mesi dopo dal ritorno del figlio Cosimo essi la granduchessa Viltr ria. Si cattivò del
III in Firenze, morì d'idropisiaa'24 mar- pari l'affezione di Luigi XIV e della sua
zo 1670, dopo a ver fornito a' veneziani mi- corte, mediante le sue grazie e il suo spi-
lizie navali in soccorso di Candia assedia- rito,con rancore di Cosimo 111; e manten-
ta da'turchi; e colla lode di aver gover- ne segreta corrispondenza epistolare con
nalo sudditi con mirabile prudenza econ
i d. Ferdinando suo figlio principe eredi-
matore delle lettere e protettore de'dotli, dre per la sua pietà. Cosimo IH nella sua
come sua famiglia, fu grande po-
tutti di tenerezza paterna, non volle usare di rigo-
litico euno de'più destri principi d'Eu- re col figlio, e nel 1 689 lo sposò a Violan-
ropa. Cosimo 111 fino da' primi mesi del te Beatrice di Baviera sorella della Delfi-
suo regno lasciò scorgere una mente li- na, la quale per disgrn zia della casa Me-
mitata, una prodigalità sproporzionata al •
dici fu sterile. Ritornando a'pri mordi del
le sue facoltà, bensì molta religione, ed regno di Cosimo III, il Papa Clemente X
alquanta alterigia. Sua moglie sempre sidedicò a pacificare in Roma le differen-
traviata da avversione per lui, non trovan- ze tra gli ambasciatori del duca di Savoia
dolo amabile, pure ai/\ maggio 167 1 gli e del granduca, i quali pretendevano la
pallori un altro figlio Gio. Gastone, ma precedenza I' uno sopra 1' altro. Il santo
da tal momento qualunque
ella rigettò Padre si adoperò in sì delicato punto con
idea di riconciliazione. A' 22 dicembre tanta prudenza ed equità, che delti mini- i
1672 la granduchessa andò a dimorare al stri, i quali per farsi da esso loro ragione
Poggio a Caiano, dichiarando che non a- s'erano veduti per la città con gente ar-
vrebbe più. riveduto il suo marito. Chie- mata, rimasero pienamente soddisfatti. Il
deva con istanza non una separazione, ma Muratori ne tratta agli armi 1
67 1,1674,
un annullamento di matrimonio, al qua- 1675 degli Annali d'Italia. Il successo-
le affermava di non aver mai dato il suo le Innocenzo XI nel 686 elevò al cardi- 1
a
consenso, sperando di sposare inseguito nalato Francesco M. de Medici fratello
il principe Carlo I V di Lorena, cui amava di Cosimo III; al quale granduca e succes-
sempre con pari e biasimevole ardore, e sori, neh 691 fu conceduto il titolo di Al'
col quale manteneva un riprovevole epi- tazza Reale. Prima di questo tempo, al-
stolare commercio.Ma CosimoI 1 non cre- 1 lorché Luigi XIV rivocò il famoso edit-
dette acconsentire a un divorzio, e non to di Nantes, che favoriva g!i eretici, Co-
lasciò intentato mezzo alcuno onde per- simo III non volle ricevere tal peste reli-
suaderla a una riunione; cardinali, am- giosa e politica, che emigrava da Fran-
basciatori, ministri porlavansia visitarla cia, nelle Maremme toscane, il che se gli
da parte del granduca, senza effetto. Fi- procacciò l'ammirazione de'saggi e de' ve»
nalmente perduta Cosimo III ogni speran- ri cattolici, mosse la bile de' tristi scritto-
ziazioni con LuigiXIV, acconsentì alla sua nella reputazione, dipingendolo con acer-
partenza. La principessa chiese di ritirar- bi colori. Quindi il granduca manto la
si nel monastero di Montinari re, promet- virtuosa sua figlia Maria Anna Luigia a
tendo di sottomettersi alla disciplina re- Gio. Guglielmo elettore palatino e ve- ;
ligiosa. Giunse a Parigi nel luglio 1675, e dendo continuare la sterilità nella saggia
,
T O S TOS i
75
principessa Violante, avvisò di ammoglia- Cosimo con breve apostolico dichiara-
III
vargli una sposa ricca, anziché scegliere li- nominate insigni reliquie, ed ove non è
na la quale potesse piacergli. La detta figlia permesso V accesso se non a' canonici; si
cognata di suo
scelse pel fratello la savia vestì nella cappella Paolina di sottana lun-
marito, A mia Maria Francesca di Sassonia ga paonazza, rocchetto e cotta con ber-
Lauenburg, vedova del principe di Neu- retta, e guanti rossi, ed in tal guisa fu con-
burgo, e Gio. Gastone sposò 11^1697,
la dotto dalla guardia svizzera pontificia io
e fermò la residenza presso di lei a Reich- detta chiesa, nella quale non solo salì a
stadi in Boemia, ma presto si accorsech'e venerare le ss. Reliquie, ina anche le mo-
ra stalo sagrificato. La sposa era priva di strò e ne fece ^ostensione al popolo, a ven-
grazie e di spirito, non che di gradevole do da un lato e dall' altro due canonici
fisonotnia, solo intenta alle faccende do- numerari assistenti, e con esse, secondo si
mestiche. Gio. Gastone, a cui piacevano costuma, diede la sagra benedizione. Do-
le società, le arti e il bel clima della To- po di che discese nella sagrestia, dove spo-
scana, si vide con profondo dolore con- gliatosi de'delti paramenti, fece dare 5o
finato in una triste solitudine. L'arrogan- piastre di regalo agli svizzeri. E qui no-
za nell'ammonirlo e l'economia della mo- terò, che alla morte di Cosimo III, il ca-
glie, senza scorgere in lei alcun segno di pitolo Vaticano, considerandolo già suo
fecondità, fece risolvere il principe a par- canonico,gli celebrò un funerale, descritto
tire all'improvviso per Parigi, dove sua neln.°gc)i del Diario di Roma del 1723
madre l'accolse con somma tenerezza e il come notai nel voi. VII, p. 248 e altrove.
presentò a Luigi XIV. Nondimeno Gio. Il granduca fece alcuni doni al Papa, fra'
ina temo errore di data, poiché il Novaes trimonio diGio. Gastone, per dargli un'al-
nella Storia iVInnocenzo XII, lo dice tra moglie; ma il processo riuscir poteva
venuto a Roma in moggio, e il can. Stroc- lunghissimo e lasciava prevedere un in-
chi, Compendio degli anni santi, dichia- certo risultato. Perciò nel 1709C0SÌ1110UI,
ra che Cosimo III giunse in Roma il dì prevedendo non lontana 1'
estinzione di
della Pentecoste. Certo è, che leggo nel sua casa Medici, rivolse i suoi pensieri al-
Bull. Basii. Vatìc. t. 3, p. 28, il breve lo stabilimento della successione, intavolò
Dum nobilitatem titani, col cjuale Pa- il trattati per guarentire la libertà di Firen-
pa Ma gnumEtruriae Ducevi crea't cano- ze,poiehè per un istante divisò di tornare a
nicum super numerarium, con lutti i pri- repubblica laToscana,dopo l'estinzione di
vilegi de'numerai'i, portartela data^/ei 1 sua prosapia, convenendone l'Inghilterra
700.U breve fu sottoscritto dal car-
juniiì e l'Olanda. Tuttavia Cosimo III preferì
relici, il che rinnovò nel declinardel suo nunzia 16 giugno 1709, e nell' istesso
a*
pontificato; e nel 1709 l' impegnò a fa- anno Francesco, che mal volentieri avea
vore di Pesaro, onde eliminare i danni deposta la porpora e ricchi benefizi colla i
recati- dalla rottura delle chiuse. Cosimo protettola della corona di Spagna (diver-
III restaurala l'abbazia cislerciense di si cardinali Medici furono Prolettori di
Buonsolazzo, presso Firenze, vi collocò quella corona), sposò Eleonora Gonzaga
gli esemplari Tr appis ti (V.) fatti venire figlia di Vincenzo duca di Guastalla e di
da Francia dalla celebre Trappa del p. Sabionetta;ma un'ultima disgrazia prepa.
Rancé: l'abbazia di Buonsolazzo fu poi rata era alla casadeMedici anche in questo
soppressa nell'anno 1782, come tante 4-° matrimonio. La principessa disgusta-
altre case religiose. Le speranze sospi- ta dall' aspetto e dall'età del suo sposo,
rate per la successione della casa Medi- ricusò ostinatamente di accordargli i suoi
ci sempre più andavano allontanando-
, diritti; e malgrado l'intervento di auto-
si. Il principe ereditario Ferdinando, an- revoli ecclesiastici e del suo confessore ,
ch' egli ammogliato a principessa priva persistè nel rifiuto. Francesco mortificato
di grazie, secondo la sua non lodevo- ed afflitto per aver senza frullo sacrificato
le inclinazione, cercò delle distrazioni nel ilsuo grado, la sua fortuna e il suo ri-
carnevale di Venezia, dove però per- poso, ammalò di cordoglio, e morì idro-
de colla salute l'ultima speranza di rin- pico a'3 febbraio 1711,6 con lui si spense
novare la sua famiglia. Lo stato d'infer- per la casa Medici ogni successione. Im-
mità cui era ridotto, fece desiderare a Co- perocché la figlia di Cosimo III ancora,
simo III il ritorno del secondogenito. Do- la palatina Anna Maria, era sterile, per
po lunghe e infruttuose negoziazioni per cui Clemente XI, che desidera va che la ca-
riconciliare la principessa di Sassonia con sa Palatina si conservasse, scrisse al gran-
suo marito, e persuaderla ad accompa- duca perchè esortasse la figlia a indurre il
ro forze; ma la morte dell imperatore Giu- vedova nel 7 6 era tornata in Firenze.
1 1
la detta principessa. Questa non avendo principali piazze, cioè Livorno e Porto-
fì«Ii, in tal «uisa si venne a riconoscere ferraio,rice vesserò per maggior sicurezza
il diritto ereditario d'una femmina, e di una guarnigione svizzera. Inoltre la Si-
conseguenza si chiamavano le altre dopo cilia,ch'era stata data con titolo di regna
di lei. Borboni discendenti da Maria de
I al duca di Savoia si riunì al reame ili
,
Carlo VI, ch'era stato escluso dalla suc- quale ricusò d'aderire al trattato, non vo-
cessione austriaca alla monarchia di Spa- lendo riconoscere la Toscana siccome feu-
gna, e quindi dalla quadruplice alleanza do dell' impero; ma dichiaratale guerra
nel 17 18, formata per mantenere l'equi- dalla quadruplice alleanza, vi aderì in pai-
librio italiano fra le dinastie Borboniche te all'Aia nel febbraio 720, non ostante
1
e Austriache, e si può dire dividendo l'Ita- che pe'ducati di Parma e Piacenza inva-
lia fra esse. La quadruplice alleanza com- no protestassero! Papi Clemente XI e In-
posta dell'imperatore, della Francia, del- nocenzo XIII, come appartenenti alla s.
l'Inghilterra e dell'01arida,stabilirono col Sede, in tempo de'quali oltre altri furo-
p. 52 (ora colle Notizie di Roma pro- predilezione mostrata alla figlia contro il
corte di giovani ch'erano di tempera ila- funzione che Roma non avea più veduta
re alla sua conforme, i quali l'aiutavano dopo quella dell'aretino celeberrimo Pe-
a distrarsi dalla tristezza di stia situazio- trarca. Tornata la granduchessa in Firen-
ne. Avvenne un cambiamento rapido ne' ze, il Papa le mandò in dono la RosacCo-
costumi, quando egli successe al padre: il ro benedetta, funzione che si fece nella
r
popolo toscano, che sottoCosimo 111 era- nunziatura di mg. Pallavicino sunnomi-
si mostralo il più religioso, tornò di su- nato e con quella pompa narrata in quel-
bito gaio e vivace. Ed è perciò che a Ga- 1' articolo. Nello stesso anno portandosi
stone diversi storici prodigarono elogi ,
Benedetto Xlll in Viterbo acousagrare
per detrarre contro il genitore, sia per di- Clemente di Baviera elettore di Colonia
minuite imposi/ioni, sia per un governo in arcivescovo di tale chiesa , si recò ad
più libero, onde i toscani ricominciarono assistere alla funzione la di lui sorella
ad affezionarsi alla casa Medici nel mo- granprincipessa Violante. Nel trattato di
mento che stava per estinguersi. Nel 724 i Siviglia, de'"2q novembre «729, si con-
protestò contro il trattato di Londra, e fermò la successione della Toscana, e di
contro I' introduzione delle guarnigioni Parma e Piacenza, da quelle potenze che
estere in Livorno e nelle altre fortezze. ricordai nel vói. LXVIII, p. 147, in fa-
Nel 1725 Callo VI convenne nel ricono- vore dell' infinte d. Carlo. Nel 1730 la
scere Carlo di Borbone alla successione di Toscana fu rallegrata in venerare nuo-
Toscana. Nondimeno il granduca sep- vamente sulla cattedra di s. Pietro un con-
pe resistere per un tempo alternativa- nazionale, in Clemente XII Corsini fio-
mente alle corti di Madrid e di Vienna rentino, e fu benefico co'suoi concittadini
con grande fermezza; né volle ricevere e col capitolo della patria metropolitana,
T infinte stabilito suo successore ne'pro- concedendo il pallio al vescovo d'Arez-
pri stati, né le guarnigioni spaglinole ne' zo. Fece successivamente nunzi aposto-
suoi porti; ed opponendo l'ima all'altra lici di Firenze, Fabrizio Serbelloni arci-
le potenze della quadruplice alleanza, so- vescovo di Patrasso, Gio. Francesco Stop-
stenne malgrado tutti la sua indipenden- pani arci vescovo di Corinto, Alberico Ar-
za. A questo contribuì la giustizia e il ri- chinto arcivescovodiNicea,dipoi tutti car-
perare arbitrariamente. La gran princi- figlio del 2. °d. Carlo di Borbone. Il re pro-
pessa vedova Violante nel 1 7 i4avea fatto mise in nome dell' infinte di mantenere
un viaggio nello stato pontificio, per vi- illesa la costituzione del governo di To-
sitare il santuario di Loreto ; correndo scana, i privilegi e le prerogative della cit-
i8o TOS TOS
là Ji Firenze, l'ordine di s. Stefano I, le cito di Parma e a'a ottobre di quello di
franchigie del commercio, e di riconosce- Piacenza. Nel 1
7 33 Livorno fu occupato
re il titolo di granduchessa e il diritto di dal conte di Montemar colle truppe spa-
reggente alla sorella del granduca Anna gnuole;indi insorta la guerra per la mor-
Maria Palatina, se fosse sopravvissuta al te del re di Polonia, ci. Carlo conquistò
fratello. Tutti i beni stabili della casa Me- il regno di Napoli e quello di Sicilia;
dici seguir doverono la sorte della sovra- sconvolgendosi in tal modo le condizioni
nità; ma degli arredi e cose preziose ri- politiche d'Italia, e cambiò la sorte della
masero dispositori Gio. Gastone e Anna Toscana. Il granduca restò neutrale e ,
s' abbandonò totalmente a Giulio Dami da questi scegliesse il Papa qual più gli
suo cameriere, suo favorito e distributo- fosse iu grado. A Cosimo III, perla sua
re di tutte le grazie. A'27 dicembre l'in- pietà e divozione verso la s. Sede, avea-
fante d. Carlo approdò in Livorno, ed a' no precedenti Pontefici condisceso
i a sce-
9 marzo 1782 fece la sua entrata in Firen- gliere chi a lui fosse più gradito, e que-
ze; il granduca accolse con molta cordiali- sto privilegio personale di Cosimo III pre-
tà il successore,che ricevè gli omaggi della tendeva ancora con impegno il suo figlio
popolazione a'?.4 giugno nella festa di s* regnante. Non era Clemente XII aifatto
Gio. Battista, prendendoli titolo di Gran alieno di seguire in ciò le orme del suo pre-
Principe ereditario di Toscana. Il Nar- decessore Benedetto XIII, dovendosi prov-
di, De' titoli del re delle due Sicilie, spie- vedere di pastore la chiesa di Poscia, da
ga tal titolo, e riporta gli esempi di quelli quello eretta iu vescovato, vacata del suo
che l'usarono; ragionando ancora del ti- 1. "vescovo; ma vi erano in questo tempo
tolo di Gran Duca dato a Cosimo I, e motivi per non attendere le raccomanda-
che si potè dire allora titolo raro e inau- zioni del granduca, e però il Papa scelse
dito, almeno in Italia, poiché nel nord i uno che ad esso non piacque. Questi seb-
titoli di granduchi di Lituania e di gran* bene dichiarasse di rinunziare volontieri
duchi di Moscovia si coni penetrarono alla pontificia elezione, io vece fu costretto
ne' re di Polonia e negli Czar di Russia per forza a dimettersi. Clemente XII sen-
(i quali poi lo dierono a'Ioro figli, ovve- za smontare dal suo proposito, volle che
ro quello di Gran Principi, ch'essi stessi escluso il candidato, che prima avea ri-
aveano portatole perciò splendido e sin- gettato, fossero altri di nuovo nominati.
golare qualifica siffatto titolo; onde l'im- 11 Papa T ottenne, e contento di questa
cedenza sugli altri duchi, e che gli am- osservò sempre dipoi cogli arcivescovati
basciatori granducali incedessero imme- e vescovati della Toscana. A' 3 ottobre
diatamente dopo la serenissima repubbli- 1 735 all'Aia si segnarono gli articoli pre-
ca di Venezia. Indi d. Carlo nell'istesso liminari di pace; e le potenze che per man-
anno, ad onta delle proleste di Clemente tenere P equilibrio dell'Italia fra le case
XI 1, si recò a prendere possesso del du- d' Austria e di Borbone, aveauo voluto
TO S TOS 181
die il granducato di Toscana appartenes- granduca a'5 febbraio. Intanto Gio. Ga-
se alla caso di Boi bone, crederono altura stone continuava a giacere in letto, con
conveniente di assicurare la sovranità e- mente indebolita, e gl'indegni che lo cir-
ventilale della medesima, e si dasse a un condavano aveano ridotto il governo in
principe amico della casa d'Austria, e col degradante anarchia. Travagliato dalla
quale eranvi trattative di matrimonio col- pietra edalla gotta, spirò a'g luglio prima
la celebre M." Teresa figlia dell'impera- che avesse potuto concludere col succes-
tore Carlo VI, ed erede degli stati e delle sore il trattato da lui abbozzato, per l'e-
glorie dell' augusta casa d' Habsburg (si redità del mobiliare, de' suoi beni allo-
effettuò a'2 febbraio i 736), cioè a Fran-
1 diali, d'un valore incredibile, situati non
cesco HI duca di Lorena e di Bar, per in- 60I0 in Toscana, ma a Roma, nello stato
dennizzarlo de'suoi stati ceduti a Stani- pontifìcio e in altri paesi, noti che pe'di-
slao Lesczynski già re di Polonia, suoce- ritti di sua sorella. Ma la principessa Pa-
ro di Luigi XV re di Francia dopo la , latina trovò ne' riguardi del nuovo gran-
morte del quale doveano essere incorpo- duca, e nel rispetto del principe di Craon
rati alla Francia, come avvenne a'22 feb- da lui incaricato di governar la Toscana,
tosi l'accordo da Gio. Gastone, domau- 4o,ooo scudi fiorentini. Avanzarono pre-
dò scherzosamente, se gli venisse poi dato tensioni Carlo di Borbone re delle due
anche un 3.° erede, e qual figlio la Fran- Sicilie, per la sua adozione, ed il suo pa-
cia e l'impero volessero dargli per suc- dre re di Spagna; vi furono proleste per
cessore! Intanto il conte di Montemar fe- parte loro a Firenze e Roma, e poi tulio si
re delle due Sicilie (F.): inoltre il re Car- sinteressati ministrida lui scelti, per fa-
lo portò pure il titolo di Ducade'Presi- re osservare la giustizia e scemare l'im-
dii Toscani, e lo continuò il successore, poste. Il Galluzzi egualmente lo dipinge
come rilevai nel voi. LXV, p. 269, 270, di bell'ingegno, che avea saputo coltivare
280,284, parlando della loro riunione al- mercè la ragione e la sana filosofia (del
la Toscana. Così Gio. Gastone si vide ob- secolo XVIII), e per l'estese sue cogni-
bligato a riconoscere un nuovo erede del zioni fu ammirato dal popolo,da'dolti e
suo trono in Francesco 1 1 1 .Nel 1737 laTo- da'filosofi (cioè quelli del medesimo se-
scana fu evacuata dalle truppe spaglino- colo XVUl). Aggiunge, che non si potreb-
le, alle quali subentrarono le guarnigio- be desiderare in un principe più bellequa-
ni tedesche, e giurarono ubbidienza al lilà morali di quelle ch'egli possedeva; e
iftì TOS TOS
3
finche potè esercitare le facoltà del suo serie, l. 6, p. 465, e i. serie, t. 3, p. I\\i
spinto e le forze sue corporali, applicossi fa la* rivista della Storia civile di Ila. To
indefessamente per la felicità de\uoi sud- .scava.dal\ rjZ rj ah 848 di Antonio Zo-
diti, laonde primi 7 anni del di lui reggi-
i bi, Firenze i85o-53, la quale dipoi fu
mento poleronsi annoverare tra'più bril- posta all'Indice de' libri proibiti, con de-
lantiche abbia la Toscana goduti nell'e- creto óe'5 settembre 1854. In essa la Ci-
poca sua più gloriosa. 1 difetti dell'ulti- viltà mostrò torti intendimenti che scor-
i
curi garanti delle virtù sue. Gli elogi pro- veduti pubblicisti. Un cattolico che osa
digali a Gio. Gastone si spiegano facilmen- ricantare le auliche nenie, lagnandosi che
te. Egli colla sua protezione sostenne la V Autorità pontificia, quantunque fosse
Scila di que'liberi Muratori, che tanta potenza straniera , immis chiavasi in
parte ebbero poi nel generale sovverti- molti affari interni dello stato un tal ,
ria: giacché su tal proposilo nessuno de* glio,che un'invenzione politica e un mez-
suoi principi erasi mostrato adatto dege- zo di governo. Nò miglior viso potrà fa-
nere dall'esempio de'progenitori. Le ar- re alla storia del Zobi chiunque, dimen-
ti invece aveano partecipato alla sorte co- tico del cattolicismo , sa però ricordarsi
mune. Non che il me-
talenlo fosse veuuto d'esser uomo e di vivere in questo secolo.
no; ma il guslo era mancalo, mancata la Dopoché tanti spiriti eruditi ed acuti han-
buona direzione, la semplicità e l'altezza no compreso e pronunzialo altamente che
dell'animo in quelli che le professavano. la separazione de'due poteri è la base di
Gli artisti di que'tempi, in oggi dimen- quella vera libertà sociale di coscienza,
ticali quasi lutti, non attesero se non che che martiri suggellarono
i col loro sangue;
a vincete difficoltà le quali a bella posta dopoché il Guizotnotò nella civiltà mu-
amavano di crearsi, e caddero iu carica- sulmana l'unione de'due poteri qual ve-
ture ridicole, e stranezze affatto vuote di ra causa del dispotismo e della degrada-
senso comune." La Civiltà cattolica^.* zione, venire in Italia ad adulare codar-
TOS TOS i83
damenle chi pretese ( si allude al »nn* bellissimo degli stali d'Italia, per lo più
duca Pietro Leopoldo ossia Leopoldo I) dicon vero; e deprimendo la casa de' Me-
arrogarsi la direzione delle coscienze e dici pensauo di gratuirsi chi regna senza
delle vocazioni,de Viti e della calila, de' timore d'esser disdetti, siccome coloro ohe
sagramenti e de'conuuhi, de'teologi e del- presumono, niuno dovere nimicare il lio-
le loro sentenze, egli è sì strano anacro- ue che posa dopo la vittoria. Ma in ciò
nismo da muovere a pietà anziché a sde- errano grandemente poiché la casa re- :
gno Curiosa poi è la teologia del Zo- gnante ha iu se tanto splendore, che per
bi, quando entra nelle ragioni canoniche; farlo viemeglio rilucere non ha mestieri
e valga per lutti gli esempli che si potreb- che altri le ponga dietro a sbattimento
bon recare, il ragionamento che trovia- ombre sozze ed atre: che il sole risplen-
mo nel t. 2, p. I2i, ove per dimostrare de pure da se, senza aver d'uopo de'con-
che il sacerdozio bisogna die si accon- trasti della notte. Né il disdire agli sto-
tenti dell'autorità esercibile nel tempio rici menzogneri dee tornar grave a'mo-
sulle anime, e lasci al laicato la cura narchi presenti, a'quali la gloria che giu-
di quel die rimane al di fuori, ne am- stamente mercaronsi colla propria virtù e
metta quella mistificazione (sic) di giu- l'alto animo loro rende grato che si smen-
risdizione spirituale e temporale ec, ne tiscano menzognere accusazioni che da-
le
traddizione colla coscienza cattolica e col- ritorno di Ferdinando III ne' suoi stali,
le dottrine sociali". Inoltre la Civiltà cat- s'ebbe parecchie correzioni e così fu ri-
tolica dimostrò brevemente quanto egli stampata a Livorno nel 1820. Aggiunge-
sia calunnioso contro Medicea, e la casa rò, che vantaggi immensi procurati alla
i
sopra tutto per quali cagioni la Storia Toscana dalla stirpe Medicea sono senza
civile della Toscana del Zobi , studisi spirito di parte e con indeclinabili docu-
di muoverle addosso l'odio comune e il menti constatati dall'eruditissimo ingle-
disprezzo de'toscani. Pertanto osserva la se Guglielmo Roscoe, nella T ita di Lo-
Civiltà, che gli storici toscani che scris- renzo de Medici detto il Magnifico) in
sero dopo l'avvenimento al granducato qua non ci ha quasi scrittore toscano che
Lorena, argomentan-
dell'inclita casa di toccando delle migliora nze operate óò*
dosi di magnificare le nobili imprese di Lorenesi nel granducato, non gridi a cie-
queila a scapito de'principi della casa de lo contro il governo Mediceo, cui essi im-
Medici, che nel governo della Toscana li precano per isciocco, improvvido, tiran-
precedettero, non furono onesti nel fine, nesco, e vi dipingono la Toscana sotto
lodando Lorena per deprimere Medi-
i i quella dinastia pel più misero e infelice
ci." E in questo gli storici hanno doppio stato d'Italia. Vi parlano d'angherie, di
partito alle numi: poiché esaltando la ca- balzelli, d'ignoranza, di povertà, di tor-
sa di Lorena ne' beui che recò a cotesto pidezza, di prostramento d' ogni arte e
i84 TOS TOS
commercio, e di tale e tanto abbandona- lati, pe'vecchi, per le vedove e i pupilli,
menlo d'ogni sorla d'agricoltura, che vi olire inill' altri sovvenimenti pubblici e
paia la Toscana essere divenula salvali- privati!Quindi fa giustamente osservine,
ca, e tutta delle più fitte ed aspre bosca- che ogni angolo di Firenze attesta il con-
glie ricoperta. Ormai questo vezzo si è trario, degli scrittori ingiusti eo'Mediei,
fatto sì naturale negli storici e negli eco- poiché- Comunque tu ti volga o guati,
-
nomisti, cbe non parrebbe loro buona vedi lo splendore, il senno e la magnifi-
creanza il procedere innanzi nelle narra- cenza della casa de'Medici,i portenti d'ar-
zioni e ne' ragionamenti, se prima non te sotto la Loggia de'Lanzi, il Perseo di
hanno vuotato un gran vaso d'ingiurie, Benvenuto Cellini, la Proserpina di Gian
di scherni e di vituperio contro i Medi- Bologna, il David di Michelangelo, l'Er-
ci; né s'avveggono che sì i toscani e sì gli cole del Bandinelli, il Nettuno dell'Am-
stranieri oggimai lo recarono a noia, e
si manato, la Statua equestre di bronzo, e
gli scrittori ne deridono come piacenlie- gli altri bronzi di quella fontana mera-
ri soverchio bassi e indiscreti." Sdegnata vigliosa,che rendono quella piazza lo stu-
la Civiltà dello scrittore Zobi, riporta le pore del mondo. Queste sono tutte ope-
seguenti parole del suo proemio. Il mio re de'Medici. Similmente lo sono il gran-
principale intendimento e stato d'espor- de edilìzio degli Uffìzi, il salone del Co-
re le riforme e gli ordinamenti intro • mune (il i.°archiletlura, il 2.° pittura di
scienze, alle lettere, alle arti, con dire lo da Vinci, i Buonarroti, gli Andrea del
storico, e parlando di Lorenzo il Magni- Sarto, gli Albani, i Correggi, i Tiziani, i
ne9 per gratitudine volsero a servilità ; e ci, Guido Reni e cent'altri grandi mae-
i
sa purezza e dal nervo e robustezza pri- Qua! reggia di re e imperatori può van-
mitiva. Che allo Zobi tenne bordone l'e- tar altrettanto? E pure si osa maledire
conomista autore de' Cenni sui provve- alla memoria de'Medici, quando gli stra-
l'agricoltura del tempo de'Medici, pure namonti, quali per tanti anni santifica-
i
censurata, e col confronto della morali- rono Toscana colle missioni. E parlan-
la
tà delle ville toscane d'allora a quelle d'og- do di Ferdinando suo primogenito, dice
gidìNon nega la Civiltà, che
1 reggi- il il Zobi, che odiava la mal regolata pie-
mento de'Medici non avesse suoi difet- i tà del padre, e disprezzava coloro che
ti, ed anco massicci, siccome è proprio di l'attorniavano, per lo più frati d' ogni
tutte le umane istituzioni; e non impu- colore, e finti divoti. Poi dicendolo bi-
gna per nulla che la dinastia Lorenese non gottissimo Cosimo, aggiunge il quale :
taggi; ma sbugiarda quegli scrittori che de in Faticano anche oggidì una pittu-
de'Medici'fanno una razza maledetta co- ra a fresco che rappresenta la vestizio-
me quelle de' Tieste e degli Atridi, che ne di Cosimo III. Su questo punto la Ci-
porgono più comuni argomenti alle
i tra- viltà si contenta di ricordare, che En-
gedie del teatro greco. Di più rileva, che rico IV re di Francia teneasi a singola-
la cosa è giunta a tale di sfrontatezza e re onore l'essere ascritto anch'egli fra'ca-
d'insania, che qualche grave e segreta ca- nonici delLaterano. Mi permetterò ram-
gione dee pur muovere tali storici ed e- mentare iu proposito, che in tanti luoghi
conomisti a mentire: ed essi la ci porgo- notai, che l' imperatore si considerava
no molto dichiaratamente nel loro odio canonico della basilica Vaticana, il re di
verso la Chiesa e la s. Sede. Imperocché Francia della Lateranense, il re di Spa-
i maggiori rimbrotti che si diano a'Me- gna della Liberiana, ed il re d'Inghilter-
dici sono 1' essere stati soverchio ligi a' ra protettore dell'Ostiense. Che nella Co-
Papi,ed avere mostrato alcuni e promosso ronazione degV Imperatori (V.), prima
in Toscana una pietà che agli occhi de'no- della funzione V Imperatore ( V.) era ri-
stri Giansenisti (V.) e semigiansenisti, e cevuto in s. Pietro dal capitolo Vatica-
giansenisti d'un terzo e sin d'un quarticel- no tra'suoi canonici, e dopo la funzione
lo, sono opere di somma viltà e dappo- passando alla basilica Lataranense veni-
caggine. Infatti, cominciando da Cosimo va aggregato tra'canonici, ove deponen-
I, il Zobi dice, che per aver dal Papa il do corona imperiale, riceveva la cotta
la
titolo di granduca dovette fare di molte e la berretta, edun ducato per la distri-
concessioni alla corte di Roma a detri- buzione di quel giorno, ec. Anzi quando
mento della podestà laicale. Ilmedesimo Clemente VII coronò Carlo V in Bolo-
scrittore dà spesso il titolo amaro e in- gna, da Roma vi si trasferirono alcuni
giusto di pregiudizi e di superstizioni a canonici Lateranensi e Vaticani, e colle
molte istituzioni cattoliche del principa- soliteceremonie lo annoverarono al loro
to Mediceo. Secondo esso la corte de'Me- capitolo. Che gl'imperatori quali canoni-
dicidormiva il sonno dell'ignavia, inter- ci di s. Pietro, vestiti di cappa canonica-
rotto ad intervalli da' gemiti de' popoli le, ascendevano a venerare il Volto san-
VOL. LXXVIII. i3
i86 TOS TOS
to(T\) y e le altre reliquie maggiori ; e che Sedia Romana avuti in conto di guelfi
diversi altri sovrani perappagare la loro (giacché s'è rinnovellato cotesto nome in
divozione furono da' Papi fatti canonici Italia) o ligi della Chiesa: tanto paventa
Vaticani. Questi fatti non hanno bisogno no di perdere la riputazione di liberi scrit-
di commenti. Continuando ìmCiviltà cat- tori se ammettessero che Pietro Leopol-
tolica la sua rivista sulla Storia di Zo- do volea di fermo come imperatore disfar
bi, fa notare per contrario a'Medici: » Che ciò che fece più giovane come granduca
il merito più ragguardevole del grandu- di Toscana. L' noto a Firenze che Leo-
ca Pietro Leopoldo di Lorena fu, secon- poldo I (come imperatore II) venuto colà
do cotali scrittori della lega Zobi, l'ave- da Vienna nel 791 a porre in trono Fer-
i
re vietato le Mani Morte, disfatte alcu- dinando III suo figliuolo, in fra gli altri
ne Confraternite, incameratine i beni, fu visitato da Scipione Ricci vescovo di
e operato di piopria autorità molte altre Pistoia {V.). Quest'infelice prelato, fatto
cose raggnardanti la religione. Tutte le zimbello de'giansenisti che c#condavano
altresapientissime riforme di questo gran il trono di Leopoldo I, fu molto adden-
principe non istanno,giusta l'opinione di tro nella famigliarità del granduca rifor-
costoro, a petto di quelle che fece per in- matore, quale massime in occasione del
il
ceppare la libertà della Chiesa. Di que- conciliabolo di Pistoia, gli scrisse soven-
sto trionfano, a questo appongono la fe- te. Ma Leopoldo avea recalo da Vienna
licità della Toscana, per questo è lo sta- altri pensieri ed altri intendimenti più
to più invidiabile d'Italia: sebbene que- conformi a imperatore cattolico, il quale
sta felicità fu in vero più emulata, che vedea le tristi conseguenze delle leggi di
invidiata da altri principi italiani. Leo- Giuseppe II e delle sue. Alla prima visita
poldo I s'encomia appunto di quello che dunqueche gli fece il Ricci, Leopoldo l'ac-
i buoni cattolici non averiano voluto che colse con molte carezze e gli disse: - Mon-
in principe cattolico si fosse lodato, e cre- signore, conservate ancora per caso le
dono che Leopoldo 1 sarebbe stalo più mie lettere? - Maestà, rispose il vescovo,
grande, e avrebbe maggiormente pro- se le conservo? Souo il più prezioso mo-
mosso il bene del granducato, se atten- numento del mio archivio. - Ebbene, ri-
gno la religiosa e civile sapienza del ma- che non lo voglio ricevere. - In anticamera
gnanimo augusto e degli alti dignitari del- vi avea parecchi gentiluomini, che intese-
lo stalo). E molti de' toscani sei sanno; ro quel complimento, e dopo molti anni,
ma dissimulano per ispirilo di parte, e trovandoci noiaFirenze, uno di quelli nar-
per non essere appo gli avversari della roccelo a verbo; né il Ricci riebbe più le
TOS TOS ,87
sue lettere: tanto l'imperatore bramava l'altrui perfidia. Termina
con la Civiltà,
sopprimere i documenti de'suoi primi er- deplorare che Pietro Leopoldo morì in
rori, e toglier esca a'malignidiavversare apparenza ostile alla Chiesa, da lui fatta
Di cotesta resipiscenza di Pietro
la Chiesa. gemere e avversata lungamente, ma se
Leopoldo ci parlava sovente il conte O- fosse vissuto l'avrebbe reintegrata; essere
pizzoni cavaliere d'onore di S. A. I. e R. a sperare, come morto per sì nobile cau-
a
l'arciduchessa M. Luigia, sorella del gran- sa , il Signore Iddio V avrà coperto colle
duca regnante Leopoldo II, gentiluomo sue misericordie. «Or dunque a por fine
di gran Saviezza, pietà e pratica delle cor- alle nostre considerazioni sopra il Zobi,
ti; e lo avemmo eziandio da alcuni anti- noi arbitriamo co' veraci sapienti delle co-
chi gentiluomini della corte imperiale a se di stato,che Pietro Leopoldo fu vera-
Vienna. Se non che i giudizi di Dio, sa- mente grande in molte riforme civili; ma
pientissimi e inaccessibili all'uomo, dispo- non per cotesto Medici furono poi tan-
i
sero , certo per fini della sua giustizia e to piccini da meritarsi il compianto e le
della sua gloria, che Pietro Leopoldo non scherne de'toscani,i quali dicendone per
potesse effettuare i suoi divisimene di ri- vezzo tanto male, si mostrano ingrati non
tornare a piena libertà nelP impero la s. meno che irriverenti ed ingiusti contra
Chiesa , e permise che gli uomini empii que'principi, i fermo co-
quali furono di
gliene impedissero l'adempimento. Impe- loniche primi promossero mirabilmen-
i
rocché non sì tosto s'avvidero, a certe pa- te il progresso della presente civiltà non
role e a certi atti dell'imperatore, che a- solo d'Italia, ma di tutta Europa".
vea mutato sentenza, ch'essi entrarono nel Francesco II capo stipite della regnan-
reo pensiero di toglierlo dal mondo, non te dinastia Austria-Lorena non meno ,
essendo mai mancati Louvel e i più re- i di Toscana che dell'impero d' Austria, 3
centi Libeny. Egli è pietoso l'udire par- i giorni dopo la morte di Gio. Gastone, cioè
ticolari della morte di
grand'uomo, egli sì a'i2 luglio 737, ricevè dal suo suocero
1
29 aprile pel ducato di Milano; il gran- na Chiesa. Ora il nuovo granduca Fran-
duca la raggiunse a Reggio, e separatose- cesco li nel 1738 affacciò pretensioni sul
ne poscia di nuovo per portarsi a Torino, Monte Feltro, non meno che sopra feu- i
vi sovrani portarono con loro un alto con- Imperocché morto il principe di Scavoli-
cetto delle belle, deliziose e grandiose cit- no e conte di Carpegna, ultimo di sua fa-
tà toscane, simili alle quali certamente non miglia, in Roma nel suo Palazzo Carpe-
le potea mostrare il per altro ragguarde- gna (Z7.), ministri del granduca prete-
i
vole ducato della Lorena. granduca per Il sero che il principato di Scavolino fosse
governare la Toscana, con moto-proprio caduto di diritto alla confinante Toscana.
de'25 aprile, formò un consiglio supremo Clemente XI difese il marchese Cavalie-
l
di reggenza sotto la presidenza del prin- ri romano, che per essere figlio d'una so-
cipe di Craon, e composto del conte E. di rella del principe di Scavolino e conte di
Richecourt, G. Antinori , P. Neri, P. A. Carpegna avea ereditato il principato; e
Guadagni, A. Tavanti ealtri. Ed oltre ta- molto piti iu vigore della convenzione fat-
le consiglio ne creò due altri separati, uno ta pochi anni prima della morte del prin-
detto della guerra, e l'altro per le finanze. cipe e conte, fra Girolamo Grimaldi per
Di questi rende ragione il nunzio
consigli parte del Papa, e l'imperatore Carlo VI,
Honorati, nella Relazione di cui parle- nella quale si stabilì: Che al principe di
rò poi. La privativa del lotto fu concedu- Scavolino e conte di Carpegna succedereb-
ta in appalto. Nel 1740 l'Arno fece una bero in quello slato suoi eredi, senza che
i
scudi per supplire alle spese dell'occupa- mostranze all'imperatore Francesco I, pel
zione. Terminata così la controversia il , trattato di pace stipulato colle reggenze
Papa avvisò il conlediCarpegnae il Mar- afi icane, come pregiudizievoleal commer-
chese Cavalieri , per ricuperare l'antico cio e alla sicurezza de'suoi sudditi e di tut-
possesso, ili.°dello stato e contea di Car- ta l'Italia, per l'ammissione accordala ai
pegna,eil 2.°del principato di Scavolino. legni barbareschi ne'porti della Toscaua.
Nel 1 742 nacque l'arciducaGiuseppe,gran Le sue doglianze non furono attese, per-
principe di Toscana, poi imperatore Giu- chè tra le due corti era fi quella rottura
seppe II; e nel gennaio 1742 forti terre- che narrerò, onde tutte le potenze italia-
moti afflissero la Toscana, principalmente ne furono costrette ad armarsi contro la
Livorno. Il granduca Francesco li a' i3 pirateria, tenendo in corso de'bastimen-
settembre 1 74-5 fu eletto imperatore col li, che potessero proteggere il loro rispet-
nome di Francesco 1; e nello stesso anno tivocommercio. Nel 748 era stato fatto
1
e nel 1749 fu fatto presidente del consiglio cominciò a fabbricare il sobborgo orien-
di reggenza il conte di Richecourl: gli a- tale di Livorno, agli abitanti del quale po-
cattolici furono abilitati a conseguire l'e- co dopo si accordarono esenzioni, e fu nel-
redità, si fece la legge sui feudi e sui feu- la città rinchiuso a'nostri giorni median-
ne della statua dell'economista arcidiaco- loia in poi ambo le parti procurarono Pac-
no Sallustio Bandini di Siena. Nel i 757 il comodamento dell'affare. Lo trattò prima
maresciallo marchete Autonio Botta A- il Franchini agente granducale
pistoiese
pera de'mezzi per migliorare l'aria in Val fu sostituito mg. Migazzi, il quale aven-
di Nievole. Aliai. "guerra Silesiaca per la do poi ottenuto l'arcivescovato di Malines,
successione Austriaca, che terminò colla nel partire da Roma lasciò le trattative
pace di Breslavia e la cessione della Sle- al conte o barone di s. Odili ministro in
sia alla Prussia , successe quella d'Italia, Roma, che nel 1754 le terminò a'i4 mar-
nel 1
744 ' a 2 '" guerra Silesiaca, e nel ij56 zo, avendo superato le difficoltà principa-
la 3." guerra Silesiaca ode'7 anni: per que- li di ristabilir nella Toscana il tribunale
sta neh 758 si fece leva di truppe in To- dell'Inquisizione con alcune moderazioni,
scana. Prima di questo tempo e nel 1
754 dopoché fosse entrato in Firenze il nun-
erasi riaperta la nunziatura apostolica di zio apostolico. Ma siccome a'fiorentini e
Firenze, con Antonio Biglia milanese ar- altri toscani dispiaceva molto l'editto del-
civescovo di Corinto, dopoché il nunzio la romana Inquisizione, così il ministro s.
Archinto nel 1 746 da Benedetto XIV era Odili, per preliminari di questo trattato,
stato mandato in Polonia. La chiusura domandò ch'esso fosse solennemente ri-
della nunziatura era derivata, perchè il trattato. Era ciò veramente senza esem-
1
destinato mg. Simone Bonaccorsi di Ma- pio, e per l'avvenire sarebbe stato di gran-
cerata (fatto poi segretario de' vescovi e re- dissimo danno. Risoluto però Benedet-
golari, e da Clemente XIII cardinale), non to XIV di compiacere quanto potes-
potè ottenere il benep acito di Francesco !
I, se giustamente V imperatore granduca,
per cagione delle differenze insorte fra la trovò un temperamento per farlo senza
s.Sede e il governo della Toscana. Comin- discapito della s. Sede. Adunati pertanto
ciarono queste nel 1
744 P ei " ' e brighe na- i cardinali del s. Offizio nella casa dell'o-
te a motivo dell'Inquisizione di Firenze. ratorio di s. Filippo Neri, per occasione
Avendo questo tribunale proceduto con della cappella papale a*26 maggio, il Pa-
rigore contro certo abbate, che si cono- pa comunicò ad essi la sua determinazio-
sceva per uomo libertino, credè la reg- ne, e fu questa. Che nel seguente giorno,
genza Toscana, che il di ritto dell'Inquisi- di buon mattino fosse letto un biglietto
zione si fosse esleso oltre il convenevole, del cardinal Valenti segretario di stato,
e perciò prese a lagnarsi con Roma per in forma di bando, alla presenza di due
lettere, e ad intimare al p. inquisitore che famigliari del conte di s.Odill,che servisse-
non si arrischiasse più di fare certe car- ro di testimoni, nel quale si annullasse il
ronsi in Firenze alcuni libri con propo- to fosse per pochissimo tempo affisso nei
sizioni libere, senza l'approvazione de'su- luoghi soliti. In tal guisa restò concluso
periori ecclesiastici, onde Roma pure si la- l'accomodamento, dal quale si seppe, che
gnò di questo colla reggenza; ma non ve- l'Inquisizione si restituiva nella Toscana,
dendone profitto alcuno, il Papa fece e- ad uso di Venezia, sotto la presidenza
manare dalla congregazione del s. Oflizio del nunzio pontificio e dell'arcivescovo,
un editto, col qualedichiaravansi proibiti e la presenza in tutte le adunanze di 3 se-
tutti i libri già pubblicale da pubblicar- natori secolari , senza però il voto nelle
TOS TOS igt
risoluzioni. Giunse il nuovo nunzio Biglia scana. Accolto con grandi dimostrazioni
a'5 settembre in Firenze, ove entrò col- di gioia, agli applausi successero i lamen-
l'onore dovuto al suo carattere, e d'accor- ti contro la condotta del maresciallo Bot-
do col conte di Richecourt, presidente del ta governatore del granducato. Egli ri-
consiglio della reggenza, finì di regolare cevea tutti, senza essere prima annunzia-
quanto era stato convenuto intorno alla li, e così ricevea anco i diplomatici; pre-
giudicatura del restaurato tribunale mi- tendeva la precedenza
nunzi e sui car-
sui
sto dell'Inquisizione. Il nunzio Honorati Volle segnalare Leopoldo I il suo
dinali.
chiama infausta la convenzione di Bene- avvenimento al trono toscano con un o «»e-
detto XIV sopra il s. Oflìzio di Toscana, nerale perdono a'colpevoli verso lo stato.
non firmata dalle due parti, essendo un Nel seguente anno, per la carestia che as-
semplice foglio intitolato: Istruzione per sai afflisse la Toscana, e anche l'Italia, fe-
il s. Offizio di Firenze. Poiché il riaper- ce venire con enormi dispendi da' paesi ,
to tribunale sortì un fine affatto diverso, vicini e da'lontani eziandio, grande quan-
e rimase quasi sempre inoperoso e lan- tità di granaglie, e le distribuì poscia con
guente. Dice che il tribunale si compose sua perdita a'cotnpratori; e per mettere
di 3 prelati, cioè il nunzio, l'arcivescovo i poveri in istato di sussistere colle loro
di Firenze e l' inquisitore, in qualità di fatiche, convenne col duca di Modena di
giudici. 3 vicario uditori in qualità di con- fare una grande strada di comunicazio-
siglieri, 3 assistenti laici deputati dal prin- ne fra le rispettive capitali. Applicossi an-
cipe, l'avvocato de'rei e il cancelliere. Al che al ristabilimento e miglioramento del
prelatoVitaliano Borromeo milanese,arci- le Maremme di Siena, e con precisee sag-
vescovodiTebe,fatto nunzio diFirenze nel gie misure pose la Toscana in istato di ri-
1756, per sua promozione alla nunziatu- cuperare a poco a poco la salubrità e la
ra di Vienna, successe nel novembre j5g 1 popolazione. Infitti avendo trovata que-
Bernardino Honorati di Jesi arcivescovo sta ascendere a 94^,063 sudditi, la la-
di Sida: ambedue poi cardinali, e perciò sciò nel791 dii,o58,93o, e come notai
1
le notizie de'nunzi di Firenze elevati a ta- l'aumento fu poi sempre progrediente. Di-
le dignità, si ponno leggere alle loro bio- chiarò Grosseto capoluogo della provincia
grafie. Nel 1 765 il secondogenito dell'im- inferiore sanese,per la quale formò un'am-
peratore e dell'imperatrice M." Teresa, ministrazione speciale con immediata di-
Pietro Leopoldo Giuseppe arciduca d'Au- pendenza dalla corona. Fece preparare la-
stria e governatore generale per la ma- vori per l'arginatura del fiume Ombra-
dre di tutti suoi stati di Lombardia, ai
i ne e per l'asciugamento delle paludi, me-
16 febbraio si maritò a Maria Luigia in- diante canali e declivi per facilitare lo sco-
fanta di Spagna; indi a' 18 agosto morì lo dell'acque. A'2 ottobre si dimise il ma-
l'imperatore Francesco le come grandu- resciallo Botta, e il granduca nominò i.°
ca Francesco II. In tutti gli stali e poi an- ministro di stato il conte Francesco Or-
che nell'impero gli successe Giuseppe II, sini diRosenberg. Ne! 1767 soppresse le
tranne il granducato di Toscana, che a te- matricole dell'arti e mestieri, e gli nacque
a
nore dello statuito venne conferito a Pie- la primogenita \l. Teresa. Clemente XII [
r
tro Leopoldo I o Leopoldo I a' 2 3 dello promosse mg. Honorati alla nunziatura
stesso mese, ed il nuovo granduca giun- di Venezia, e fu poi cardinale, e destinò
se a Firenze a'3 settembre, rallegrando- a quella di Firenze l'arcivescovo di Filip
la colla residenza della corte granducale, pi Giovanni Archinlo milanese, anch'esso
che sospirava da circa 28 anui, da lui ri- poi cardinale. Il nunzio Honorati raccol-
pristinata e continuata dall'imperiale sua se tutte le memorie delle cose da lui trat-
discendenza che tuttora regna uellaTo- tate per 7 anni nell'apostolico ministero
1
92
T O S TOS
della nunziatura di Toscana, e le riunì in zinne generale". Questa ebbe luogo a'24
forma di Cronaca, essendo in Venezia, e settembre 17^9, colla dichiarazione dei
la pubblicò colle slampe: Relazione del- nunzi regi, fra'quali quello di Napoli (nel-
la Nunziatura di Firenze. Volle intito- la cui lista eravi stato compreso Inonora-
larla al fratello Filippo canonico di s. Pie- ti), e la 2." dichiarazione e coll'Honorati si
tro e cameriere d' onore di detto Papa, fece a'24 novembre , e siccome era com-
perchè se ne servisse di materiali onde missario e governatore di Loreto, come lo
compilarne altra ampia, distinta e ben or- era stato il Serbelloni, così domandò e
nata relazione in latino, nel quale idioma ottenne come lui l'indulto di ricevere in
clude ove 3 ove 4 prelati all'unico ogget- istanza, e più rare le cause portate in gra-
to d'intendere dalle corti, se le persone do di appellazione da'vescovi alla nunzia-
loro sono gradite, con riservare poi libe- tura. Quindi proveniva che due giudici i
ra a se la scelta; in conseguenza delle qua- uditori non aveano gli emolumenti, sopra
li risposte, nella mattina medesima in cui i quali erano fondati i loro stipendi, e quel-
crea i cardinali (fra'quali i nunzi di i. "or- lo ch'era più, i ministri subalterni della
dine), finito il concistoro fa pubblicare cancelleria erano costretti a sollecitarsi un
immediatamente ancora la loro dichiara- impiego altrove onde sostentarsi. S' ag-
zione. Con pratica diversa procede rispet- giungeva a questa deficienza di rendite,
to a' nunzi residenti presso le corti infe- un'altra di non minor considerazione. Si
riori (o nunziature di i.° ordine), i quali teneva contoe si amministravano dal nun-
ilPapa nomina a dirittura non mandan- zio i frutti vacanti delle chiese vescovili e
do per essi lista, ne essendo solito di pas- degli altri benefizi concistoriali, insieme
sare per conto di essi ad uffizio alcuno, ec- col ritratto degliSpogli ecclesiastici de'
cetto che per il solo nunzio di Firenze; il nunzio diToscana
vescovi defunti, per cui
dappoiché il granducato di Toscana è pas- assumeva il titolo di collettore generale
sato nellemani e dominio dell'imperato- degli spogli di ToscanaAn premio di ta-
re è invalso uno stile, in vigore del quale le amministrazione, la camera apostolica
il Papa prima di pubblicare il nunzio, che gli accordava nel rendimento de'conti il
ha già destinato, usa l'attenzione di farlo i4 penoo, la quale somma era devolu-
notificare a Cesare come granduca (egli ta parte al nunzio, e parte a'ministri del-
intende parlare quando era vivente l'im- la cancelleria. Ma o che il Papa lasciasse
peratore Francesco 1) per mezzo del nun- le sedi poco vacanti, o che facilmente do-
zio di Vienna, il quale esplora in sì fatta nasse a'vescovi successori i frutti vacanti,
guisa ilgradimento della persona. Dopo o che donasse, secondo i casi, agli eredi i
ricevutene le sicurezze lo pubblica insie- frutti rimasti inconsunti alla morte de' ve-
me cogli altri nunzi rimanenti. Ma questa scovi, ne veniva di conseguenza , che la
no in grado di somministrarli. Allorché alla testa delle guardie pontificie de'ca vai-
poi il nunzio Honorali fu trasferito alla leggieri e degli svizzeri portaronsi a com-
nunziatura di Venezia, implorò e conseguì plimentarli. II conte di Rosenberg, mag-
la somma di t>cudi 5oo per le spese di giordomo del granduca, li ringraziòin no-
viaggio, come l'aveano ricevuta i prede- me dell'imperatore e del suo sovrano, di-
cessori Pier Luigi Caraffa e Colonna Bran- cendo loro che determinatisi gli augusti
ci (ambedue poi cardinali), quantun-
forte fratelli di voler godere con libertà la vista
que non fosse solito dare tali sovvenzioni degli oggetti rimarcabili di Roma, erano
'prelati che vanno nelle nunziature d'I- risoluti di rimanere incogniti, ringrazian-
talia. D'allora in poi fu stabilito di som* do le dette guardie d'onore. Non potero-
ministrare 5oo scudi ad un nunzio che da no però dispensarsi dal visitare in Vati-
una nunziatura d'Italia passasse ad altra, cano il conclave a*2 1 marzo, ove l'impe-
ed altri 5oo scudi quando da es*a si re- ratore entrando come un privato, prece-
casse nunzio oltremonle. Nel 1768 a' 12 duto dal granduca, volle retrocedere per
febbraio nacque in Firenze il primogeni- la clausura e qual semplice cavaliere to-
to Francesco, poi glorioso imperatoreFran- gliersi dal fianco la spada; ma i cardinali
cesco granduca abolì le privative,
11; ed il non solo l'invitarono a entrare, ma si op-
i monopoliijle immunità, così pubbliche posero al deporre la spada, protestando
come privale. Il granduca fece una con- che dessa, sostegno della religione catto-
venzione collaFrancia, per l'abolizione del- lica, della s. Sede, e della libertà dell'e-
l' A Ibinaggio, acciò i rispettivi sudditi po- lezione del nuovo Pontefice, di cui allora
tessero liberamente succedere nell'eredi- erano essi occupati, dovea rimanere al suo
tà loro devoluta nello stato dell'altro. Di fianco. Di tutto meglio riparlai nel voi.
altre simili convenzioni dallaToscana con- LXVIII,p.i i,raa iviavendocitatoil voi.
cluse con altri stali, parlai a Testamento, LXIII, p.177, ove riferii la spiritosa ri-
ragionando dell' A Ibinaggio. A' 2 febbraio sposta dell'imperatore, per fallo tipogra-
i
769 morì Clemente XIII, ed in sede va- fico il numero X fu posto prima del L.
cante granduca volle porre ad effetto il
il Nel trattenimento de'principi co'cardina-
disegno, formato già fino dal precedente li, per informarsi de'modi come procede-
anno, di visitare Roma onde conoscere le vano gli scrutini, l'imperatore si meravi-
principali rarità della metropoli delle bel- gliò del diverso colore dell'abito del car-
le arti e del cristianesimo. Leopoldo I vi dinal Ganganelli, perchè era l'unico car-
giunse a' 6 di marzo, e andò ad abitare dinale regolare di essi e de' minori con-
nella sua Villa Medici^ inviandogli il sa- ventuali, il quale prontamente gli disse:
gro collegio que* donativi di cui feci pa- Ch'era un religioso di s. Francesco 3 che
rola ne' voi. XV, p. 290 (ove pur dissi i fe- portava la livrea della povertà. E que-
steggiamenti fatti a lui e al fratello), XLf, sti fu il Papa dipoi eletto. L'imperatore
p. i56. Poco dopo l'imperatore Giuseppe partì a'3o marzo per Napoli, ricevuto a
II suo fratello, cui simile curiosila avea Portici dal re suo cognato e dalla regina
spinto a percorrere l'Italia, venne a fargli sua sorella, con ogni dimostrazione di te-
graia sorpresa, in un calesse senza segui- nerezza e d'onore. Dopo aver esaminato
lo e sotto il nome di contedi Falchenslein, quanto travi di curioso e d'importante,
cioè a'i5,ed entrò nella sua camera men- partì per Firenze, ove arrivò l'i 1 aprile,
tre trova vasi ancora in letto. Non è a dir- avendolo preceduto il fratello a'5 da Ro-
i
94
TOS '
TOS
ma. Durante il di lui soggiorno in Firen- ducato i territori* di Calice e di Veppo
ze,che fu di 4° giorni, a'6 maggio la gran- nella Lunigiana,«ià de'marchesi Malaspi-
duchessa sua cognata sgravossi del secon na. Nel 1771 Clemente XIV promosse \Y
dogenito,che fu chiamatoFerdinandoGiu- nunzio Marcolini a segretario di consul-
seppe, poi granduca Ferdinando III, padre ta, e gli sostituì Gio. Ottavio de'marche-
del sovrano che regna. Nel medesimo an- si Mancinforte Sperelli d'Ancona, dichia-
no si creola camera della comunità, s'in- randolo a'i 7 giugno arcivescovo di Teo-
cominciarono ad abolire vincoli che im- i dosia, poscia cardinale, come lo diven-
pedivano la commerciabilità della pro- ne il Marcolini. Ho notato di sopra, che
prietà fondiaria, e emanarono altre leg-
si nelle mie biografie di tutti i cardinali vi
gi conlro la proprietà di Mano Morta. A' sono pure quelle de' nunzi di Firenze
19 maggio fu eletto Papa Clemente XIV, decorati della s. porpora; però rimarcai
il quale in memoria dell' avvenimento nel voi. LX, p. 223, che la biografia del
straordinario dell'ingresso dell'imperato- cardinal Marcolini, per inconcepibile e-
re e del granduca in conclave, dove niu- quivoco, non fu stampata al suo luogo, on-
110 mai entrò dopo la chiusura se non , de vi supplii nel citato, ma lo dissi perito
cardinale, fece scolpirne la ricordanza nel- di veleno. Venni poi a conoscere, che il
la sala regia del Vaticano, sopra le por- mio cenno biografico fu riconosciuto e-
te della scala regia e su quella che con- satlissimo dal degno pronipote dell'otti-
duce alla scala del Maresciallo del Con- mo cardinale, il saggio e nobilissimo con-
clave (dignità che tuttora esercita la prin- te Camillo Marcolini (il cui padre, nipo-
per tale carica, vacata per morte del geni- Allighieri informata, la prima cantica
tore, di cui abbiamo del eh. p. Alessandro della Divina Commedia. Investigazioni
Checcncci delle scuole pie Necrologia : di F. Lanci, Roma 855. Ora la medita- 1
del principe d. Agostino Chigi, Roma zione sul grande fiorentino cammina se-
1 855). Indi il nuovo Papa fece suo segre- riamente alla testa di tutti gli studi, sem-
tario de' Memoriali il nunzio Archinto, pre fecondi, perchè viemmeglio s'intenda
ed sua vece nominò Marc' Antonio dei
in il sommo poema nel secolo dell'inclito au-
conti Marcolini di Fano, e lo fece consa- tore, e nel poema la sua epoca, ed insie-
grare arcivescovo di Tessalonica. Inoltre me la politica e la civiltà del medio evo,
Clemente XIV dichiarò contea il feudodi periodo dal glorioso poeta riassunto, per
Pitignano posseduto dall'antica famiglia così dire, prima che sparisse al tempo che
Zajana Firidolfi, con tutti gli onori e pri- fu) e corrispondente alle memorie e do-
vilegi che godono i conti e titolati dello cumenti raccolti nell'archivio dell'illustre
stato pontificio. Il Repetti dice che tale famiglia, che fanno fede della lunga e so-
luogo si chiama pure s. Maria alla Ca- lerte carriera prelatizia del cardinale. Sol-
nonica in Val di Greve, nella diocesi di tanto riuscì strana lanotizia ch'egli pe-
Fiesole e compartimento di Firenze, del- risse di veleno , di che non è tradizione
la cui omonima chiesa parrocchiale gode nella nobile casa. Dalla relazione de'chi-
lenta raorte.Tuttociò lo seppi,oon mai per lustre defunto. Nel 1771 il granduca fe-
reclamo, ma per un' incidenza per me ,
ce uu nuovo ordinamento pe' tribunali;
assai onorevole e confortante, e tanto più e nel 1772 stabilì un nuovo sistema go-
m* intesi spinto a frugare nel mare ma- vernativo ed economico per tutte le co-
gnimi de'miei studi, ove ricavai la ferale munitàdel granducato, cominciando dal-
notizia : delle altre tutte avendone ritro- le città di Volterra e di Arezzo, non che
vato le fonti , solo di essa e con pena le un nuovo regolamento nel dicastero di
mie indicibili ricerche riuscirono infrut- giustizia dello stato fiorentino. Portatosi
tuose, solo rammentandomi che prima di a Vienna colla granduchessa, tornò in Fi-
le con laboriose e pazienti ricerche, meo- nomisti, matematici e periti agronomi, per
trechè la parte biografica de'cardinali del fare l'ispezione della Maremma sanese e
mio enciclopedico Dizionario) sebbene di de'lavori in esso cominciati,quindi si fecero
grande importanza, in confronto del suo il fosso navigante con regolatori, la caterat-
vasto complesso, nelle proporzioni non è ta grande della palude di Castiglione, l'ac-
poi una delle principali; avuto riguardo quedotto diCastiglione,la darsena diGros-
non si occu-
a 'biografi de' cardinali che seto e altre utilicose.il nuovo Papa Pio VI
parono che di quel solo argomento, d'al- dichiarò chierico di camera il nunzio Wan-
tronde bello e nobile, comechè traman- cinforteSperelli,e gli surrogò nella nunzia-
da alla Storia le gesta de'principi della turaCarlo Crivelli di Milano,che nel conci-
Chiesa Romana. Per amore al vero, an- storo dell'i 1 settembre proclamò arcive-
zi per ossequio e grato animo, profittai scovodi Patrasso.Nellostesso*r775Pio VI
con piacere di questo r ."incontro per mo- ebbe compiacenza di vedere terminata
la
sime pe'speciali dettagli, ed è perciò che serve di frutti, se non che sull'arcivesco-
tutte le biografie le feci succinte; laonde vato di Pisa e sul vescovato d'Arezzo. Nel
mi lusingo di compatimento a questa bre- 1776 il granduca abolì lecomandateeal-
V
196 TOS T OS
1777 creò il
tre prestazioni servili, e nel sunto da Ferdinando II, che avea pensa-
tribunale supremo di Firenze. Nel 1778 to d'incaricarne il celebre Galileo Galilei,
poi abolì gli asili e le giurisdizioni parzia- ma perla guerra insorta fra il duca di Par-
li esercitate dalle curie vescovili negli af- ma e Urbano Vili restò il trattato inde-
fari secolari, onde insorsero gravi dissapo- ciso. Fu dunque riproposto a Pio VI, che
li colla s. Sede, per cagione delle tante in- tosto rabbracciò,scegliendo per suo com-
novazioni in materie ecclesiastiche, che de- missario mg/ Pelagallo, per matematico
plorai superiormeute e altrove. Concluse il p. Gaudio e per ingegnere il Piroli; co-
Leopoldo I un trattato di pace e di com- me per parte della Toscana fu da Leo-
mercio coli' impero africano di Marocco. poldo I scelto il luogotenente Scaramuc-
Fece terminare la strada maestra che da ci per commissario e in sua vece l'udito-
Pistoia conduce per la montagna al con- re Gianni, per matematico Pietro Fello-
fine modenese, passando da s. Marcello, nie per ingegnere Giuseppe Sai velli. Non
mentre dalla frontiera di Bosco Lungo si- reslò subito deciso quest' affare , ma nel
no a Modena, la strada fu fatta dal duca 1778 con definitivo istromento stipulato
di Modena Francesco III. E qui dirò, che a'4 febbraio, venne ultimato con soddi-
tra le strade maggiori fatte sotto il gover- sfazione delle due corti. Non però fu po-
onde spesso nascevano motivi di dissapo- bisogno di tutta la moderazione del Pa-
ri fra'due stati limitrofi. A tempo d'Euge- pa, per evitare una manifesta rottura con
nio IV fu proposto l'affare di questi con- Leopoldo I; d'altronde tutto intento alla
fini, ma
per varie combinazioni restò in- temporale de'propri sudditi, be-
felicità
uso di quel libro d'oro, condannato e velli e lo fece chierico di camera, e più
proscritto da diversiPapi,e principalmen- tardi fu cardinale; inviò in sua vece per
te da Innocenzo Xe
Clemente XI. Con- nunzio a Firenze Luigi Ruffo Scilla, che
temporaneamente e dopo la morte del- l'i 1 aprile preconizzò arcivescovo d'A-
l'imperatrice M." Teresa, vieppiù il fra- pamea.Nel 1786 ilgranduca decretò il
tello Giuseppe II progredì nel suo impe- regolamento sulla procedura criminale,
ro le non meno lagrimevoli e pregiudi- quindi nel febbraio mandò a'vescovi de*
zievoli innovazioni riguardanti la disci- suoi stati una circolare, che si legge nel
plina ecclesiastica, oltre l'editto di tolle- I'ercasteljóVor/V* del cristianesimo,{. 35,
ranza su culti, onde mosse Pio VI
lutti i n.°262,sui regolamenti riguardanti prin-
a recarsi nel1782 a Vienna, ma con po- cipalmente la disciplina degli ecclesiasti-
co successo. In questo tempo si volle far ci,comunicando loro le proprie viste ri-
credere, che Pio VI volgesse in pensiero guardo alla riforma di molti abusi, pro-
di trasformare l'Italia in una grande re- ponendo loro mezzi che si potrebbero
i
pubblica federale, di cui avesse da essere impiegare; perchè i pastori e tutto il cle-
Roma la capitale, e supremo capo il sovra- ro attendessero degnamente agl'impor-
no Pontefice; e si pretese pure che Giusep- tanti esercizi del ministero sacerdotale, e
pe Il avesse concepito il divisamento d'u- perchè il popolo sodamente istrutto de*
nire l'intera penisola d'Italia al corpo Ger- veri principi*! della religione supplisse ai
manico, e di restaurare a Roma l'impero doveri della medesima. Invitò ciascun ve-
d'occidente. Quindi le leggi fatte da Giu- scovo ad esaminare gli articoli, che in ri-
desse come in tutte le altre cause crimi- Se si debbano sopprimere tutte le par-
nali ecclesiastiche. Di più ordinò la riso- rocchie di nomina del popolo. Raccoman-
luzione de'fìdecom messi dividui, prepa- dare il rivendicare i diritti primitivi del-
rando così la via all'intera abolizione de* l'autorità de'vescovijusurpati in gran par-
fidecommessi d'ogni specie. Nel 1783 a- te dalla Corte di Roma, e singolarmen-
bolì le prerogative de'cavalieri di s. Ste- te le Dispense da questa pure usurpatesi,
fano I, lasciando però le commende in d' cgni specie e inclusive alle matrimo-
forma di primogenitura. Giuseppe II, vo- niali, e quali accordarsi. Dimostrò la ne-
lendo restituire la visita al Papa, a'6di- cessità d'un metodo uniforme pegli stu-
198 TOS TOS
di ecclesiastici, e regolare le massime col- tura della Madonna, esacerbali i pratesi
la dottrina di s. Agostino. Stili' ordina- siammutinarono e insorse gravissimo tu-
zione de'chieiici e sacerdoti, perchè la vo- multo. Anche a Pistoia scoppiarono del-
cazione sia veramente ecclesiastica, come le scintille foriere d'un grave incendio. Il
la scelta de'parrochi e confessori. Espose sinodo avea abolito alcune feste, compre-
l'incongruenza de' patrimoni simulati, e sa quella del protettore s. Atto. Il popolo
il vescovo Ricci convocò il famoso sino- nodi diocesani, prevedendo che sarebbe-
do o conciliabolo di Pistoia (V.)s men- ro tra loro contraddi ttorii ed opposti; per-
tre in Germania si adunava il congresso ciò credettedi far prima adunare un con-
o conciliabolo d' Ems (V?)> con dichia- cilio nazionale, secondo i canoni e le co-
razione sulle pretese libertà della chiesa stumanze della Chiesa. Siccome però la
diGermania. Nello stesso anno 1786 Leo- stessa diversità di pareri se fosse stata por-
poldo I abolì i privilegi de' feudatari, e tata al sinodo nazionale avrebbe prodot-
con tale disposizione rimasero terminate ti i medesimi effetti che temeva nsi da'si -
quelle ch'erano state prese nel 1
749. Non nodi di ciascuna diocesi; così a fine di
contento il vescovo di Pistoia e Prato, li- riunire tutte le particolari opinioni in una
bero panegirista di Giansenio, Bajo e sola comune veduta, si stimò util cosa far-
Quesjiello 3 eòe\Ya\\ov vivente arcivesco- lo precedere da una privata assemblea di
vo Lione Antonio di Montazet, di a-
di tutti i Toscana, dove si po-
prelati della
vere col suo sinodo ridotto templi del- i tessero discutere, preparare e fissare gli
l'Altissimo ad una pretesa antica nudità, articoli da determinarsi e decidersi nel
e ridotto il culto esteriore come pratica- concilio, senza temere in esso alterazioni
vasi in tempo Persecuzioni della
delle e scissure, e fu stabilito Firenze (V.) per
r
Chiesa (7 .) sotto presidi romani e gl'im-
i la celebrazione dell'assemblea.Questa eb-
peratori idolatri; dopo di aver con esso be principio a'23 aprile 1787, e si sciolse
soppresso tutte le come la
pie pratiche, a'5 giugno, non avendo voluto gli arci-
divozione all'adorabile Sagro Cuore di vescovi e vescovi di Toscana sentir par-
Gesù (V.) 3 e decretato di non volere che lare del sinodo pistoiese, mostrando quasi
sussistessero in ogni chiesa altri altari che tutti contro di esso mirabile fortezza e
il maggiore,e perciò d'avere spogliato tut- petto sacerdotale, e così liberarono il bel
te le chiese di sua diocesi degli ornamenti paese da un funesto scisma; per cui l'in-
preziosi e dell'argenteria degli al tari, scris- felice vescovo Ricci fece di tutto presso
se al suo vicario di Prato (/^.),di toglie- ilgranduca, perchè fosse troncato nelle
re l'indulgenze; ed essendosi sparso che sue sessioni. Quindi il governo toscano
voleva togliergli anche la s. Cintola Cin- con editto de'20 settembre 1 788 soppres-
TOS TOS 199
se e per sempre abolì il tribunale aposto- Irice Caterina II. Questa venuta in co-
lico della nunziatura apostolica eli Firen- gnizione dell'ardita impresa, sequestrò i
ze, dopo più di 4oo anni di sussistenza, beni a Radzivill, il quale così costretto a
e dove una volta lo sciagure to vescovo ripa triai e per ricuperarli, abbandonò in
Ricci aveà coperto il posto di uditore; sic- Roma l'orfanella.TemendolaCaterina II,
ché furono commesse le cause nello spi- risolse di farla perire. A mezzo d'un a-
rituale a'3 arcivescovi toscani di Firenze, gente, le fece offrire la mano del suo con-
Siena e Pisa ; e si fece sapere al nunzio fidente favorito conte Alessio Orloff, esi-
Ruffo Scilla, che in lui non si sarebbe più gendo questi la condizione che lo elevas-
riconosciuta altra qualifica, che di sem- se all'impero allorché fosse divenuta im-
plice inviatoo ministro diplomatico del peratrice di Russia. Petrowna acconsen-
sovrano Pontefice. Però Pio VI frattan- tì, e tosto comparso il conte la sposò, e da
to ordinò alla dateria apostolica, di non Roma la condusse a Pisa, ove splendida-
dar corso a veruna dispensa per la To- mente per due mesi trattò la sposa. In-
scana, qualora i documenti non fossero tanto, con generale sorpresa, comparve
legalizzati dal nunzio. Non per questo a innanziLivorno un'imponente flotta rus-
vantò mai il Papa doglianza alcuna col sa, e la contessa Petrowna volle recarsi
granduca, vedeudo l* infelice spirito del a contemplare i legni di sua nazione. Ivi
secolo, che anzi per dargli un attestato di giunta, il i comandanti russi le
console e
sua buona volontà, aderì alla richiesta prodigarono omaggi e onorificenze. Re-
fattagli da lui, di erigere la chiesa colle- calasi poi a visitare la squadra in pom-
giale di Ponlremoli nella Lunigiana; ma posa scialuppa, in altra avendo preso po-
siccome non aderì ad approvare il sog sto il conte Orloff con ufliziali russi, non
getto proposto peri. "vescovo, così la bol- appena l'infelice Petrowna pose piede so-
la più tardi la spedì, insieme alla preco- pra un de'legni di Caterina II, tra le ac-
bolenti riforme ecclesiastiche del vesco- partì. Il conte tornato al porto, deplo-
vo Ricci, un egualmente romanzesco e rò il destino della sfortunata, ed un gri-
anche tragico episodio venne nella regio- do d'orrore rimbombò ila Livorno a Fi-
ne per un momento a distrarre la pub- renze e in tutta Toscana. Leopoldo I,
blica attenzione dalle contestazioni reli- sensibile a tanta sciagura e tradimento,
giose. Elisabetta imperatrice di Russia, fi- inviò corrieri e lettere a Giuseppe lied
glia di Pietro I il Grande, morendo nel a Caterina II, senza però osare di fare ar-
1761 avea lasciato la figlia naturale Pe- restare il conte ed i suoi complici. I suoi
trowna Tarakanoff, che faceva segreta -
messaggi e pratiche furono inutili. Pe-
mentre educare, e nata dal suo matrimo- trowna al suo sbarcare sulla spiaggia
nio clandestino con Alessio Razumoski. del Raltico, fu rinchiusa inun carcere e
Il polacco principe Radzivill, scoperto il ivi perì, vittima una barbara politi-
d'
mistero, per mire ambiziose e di amor ca. vSiccome andava molto denaro fuori
patrio, credè d'aver trovato un mezzo di dello stato pontificio pel giuoco del Lot-
sottrarre la Polonia dal giogo russo. Per- to (F.) di Toscana (dopo l'introduzione
tanto egli s'impadronì dell'orfana giovi- de'telegrafi, per questi ora giunge in Mo-
netta, la condusse a Pioma e fece educa- ina l'estrazione e si pubblica subito, ma
re da esperti istruttori, per ricondurla poi pel pagamento a' vincitori si attende la
negli stati russi ed opporla all' impera- ratifica che porta il corriere), Pio VI sta-
,
mase in vigore anche dopo la restaura- poi eletto imperatore. Egli ed il fratello
zione della famiglia regnante, dimodoché Ferdinando IH furono testimoni, e po-
più non esistono altre primogeniture, trebbesi aggiungere pel granduca anche
tranne quelle dell'ordine di s. Stefano I. una delle vittime di tutti rivolgimenti i
cui sovranità formalmente rinunziò all'ar- per mantenere il buon ordine, rattempe-
ciduca secondogenito Ferdinando III, ed rando tuttavia il rigore delle leggi; senza
a'3o settembre senza contrasto fu eletto adottare un partito contro il Ricci, che a'3
imperatore col nome di Leopoldo lì. In giugnoi7go erasi trovato costretto a ri-
detto mese Ferdinando granduca di
III nunziare alle due sedi vescovili, seppe far
Toscana, principe reale d'Ungheria e di cessare le dissensioni, alle quali le strava-
a
Boemia, sposò la principessa Luigia M. ganti e sediziose riforme di quel vescovo
Amalia figlia di Ferdinando IV re delle aveano dato causa. Sempre animato dallo
due Sicilie. spirito di moderazione, avrebbe voluto
TOS TOS 20 r
si prepara ndo contro la rivoluzione france- repubblica francese, e ricevè il suo inviato
se,una perfetta neutralità, e consei volla La Flotte, protestandosi della più stretta
anche per qualche tempo. II che vuoisi neutralità fra la Toscana e la repubbli-
attribuire in parte a saviezza, ed in parte ca francese. Avendo inoltre olìerto al Pa-
a necessità : senza fortezze, senza baluar- pa la sua mediazione con essa, per le con-
di proporzionati ad una lotta, non aven- tese suscitate dall'uccisione dell'audace
do allora per esercito che alcune centi- Basville, non ne profittò Pio VI, dicen-
naia d'uomini, la florida Toscana rischia- do non temere e bastare a protegger-
di
va soltanto di perdere preudendo le ar- lo la potente destra di Dio e la giustizia
mi. Invano dicevasi, la Francia agli estre- della sua causa. L'accordo di neutrali-
mi è più. debole che formidabile. Ferdi- tà tuttavolta fu biasimato, e ne cadde
nando III, secondo alcuni, operò quindi la responsabilità sul marchese Manfre-
di buon senno nel resistere lungamente dini suo ministro; imperocché a Pari-
a'tentativi del gabinetto austriaco, e par- gi a' 2 gennaio era stato decapitato il
1
stenza era sincera, per cui niuna poten- granduca. Ma l'Inghilterra impadronitasi
za neutra d'Italia ispirava alla repubbli- di Livorno, ed espugnata Tolone, Ferdi-
ca francese maggior fiducia del grandu- nando III si determinò a licenziare da'
ca. Nel medesimo 1792 Ferdinando III suoi stati i rappresentanti francesi, e ad
vietò l' estrazione de' generi frumentari entrare nella contraria alleanza, costret-
indigeni, e ordinò la compilazione del co- tovi precipuamente dagl'inglesi che tra-
dice toscano. Pio VI promovendo alla sformarono la Toscana in una delle loro
r
nunziatura di Vienna mg. Ruffo-Scilla stazioni navali. Desiderando dipoi il gran-
(in detto anno e non nel 1795, come scrissi duca di ritornare alla neutralità colla re-
nella sua biografia) poi cardinale, inviò a pubblica francese, ne sottoscrisse il trat-
Firenze per successore Gio. Filippo Gal- tato a'9 febbraio 795, e per conseguen-
1
in esso compresa, come della proibizio- nunzio Scolti, dipoi cardinale, dichiarò
a
ne pattuita per alcuni tratti della linea di nunzio di Firenze il romano Antonio M.
confine, per l'erezione di nuove fabbri- Odescalchi, e ili.°giugnoi795 lo nomi-
che,ad una determinata distanza. Col bre- nò arcivescovo d'Iconio. Intanto divenuto
ve venne inserito anche il presente trat- Bonaparte comandante dell'armata fran-
tato concluso a'17 del precedente gen-
, cese in Italia, padrone di tutta la peni-
r
naio, per la s. Sede da mg. Carlo Maria sola superiore, quantunque la condotta
Federici segretario della cifra, e pel gran- di Ferdinando III non fosse riuscita ostile
duca dal cav. Gio. Gianni incaricato d'af- a'francesi dopo il trattato mentovato, e
fari presso la medesima s. Sede. JNelgeu- sebbene avesse più che adempiuto a'do-
VOL. LXXVIII. >4
202 TO S TOS
veri della sua neutralità , la sua condi- seo, compreso la Venere de'Medici. Bo-
scendenza non potè guaieulirlo intera- naparte considerò come suo ostaggio il
una divisione di truppe francesi passan- no Porlo Ferraio, capitale dell'isola del-
do l'Apennino dalla parte di Piacenza, si l'Elba, per cui il granduca fece protesta
dirigesse alla volta di Pistoia, ov'egli en- di siffatta violazione; essi poi l'abbando-
trò a'26, come per traversare la Toscana narono dopo la perdita della Corsica. Nel
orientale. granduca celereniente gl'in-
Il maggio 797 1 i francesi evacuarono Livor-
vio il marchese Manfredini e il principe no, ed a'3 ottobre nacque in Firenze al
Tommaso Coi sini, pei fai gli cambiare de- granduca il primogenito e regnante Leo-
terminazione, giacche la Toscana avea ne- poldo II. Dopo I' armistizio di Bologna,
gato il passaggio alle truppe napoletane Pio VI inviò a Firenze monsignor Ca-
e pontificie. Bonaparte finse di modifica- leppi e il p. Soldani per trattare la pace
re gli ordini ricevuti, a condizione d'oc- co'commissari francesi Saliceti e Garrau,
cupate Pisa e lutto al più del territorio ma per le esorbitanti pretensioni di que-
circon viciiiOjdicendo che ogni via eia buo- sti non ebbe luogo, dopo incessanti trat-
na per andare a Roma. La scaltrezza di tative, spese e regali preziosia'eommis-
Manfredini restò delusa, non così quella sari. 1 francesi nel
797 avanzarono
1 nel- si
degl'inglesi, che prontamente con 00 ba- 1 lo stalo pontificio, onde Pio VI per sal-
stimenti caricarono le mercanzie per la vare il rimanente, dopo aver invocalo la
Corsica, e sui quali Bonaparte avea fallo mediazione del re delle due Sicilie, del
isuoi disegni. Quando dunque Murai, do- granduca e del ministro di Spagna, si sot-
po a ver passato l'A rtio a'26 giugno, trasse tomise alle durissime condizioni dettate a
sopra Livorno e Siena a'27, vi trovò po- Tolentino (l\) da Bonaparte. L' intera
che mercanzie inglesi,e in breve vi giunse invasione de'dominii della s. Sedeerade-
lo slesso Bonaparte; indi si recò a Firen- cretata dal direttorio di Francia, laonde
ze, ove
granduca avea tolto il portafo-
il a'28 dicembre per fornirne prelesto, fe-
glio dellaguerra a Serrati, per darlo al ce adunare nella Villa Medici di Roma
cav. Fossombroni. Ferdinando III lo ac- 3oo emissari,"! quali uscendo tumultuan-
colse co'più grandi onori e gli die un pran- do gridarono: Viva laLibertà. Nel tram-
zo magnifico, mostrandogli i capolavori busto e sulle scale del palazzo Corsini vi
della galleria; ma fin d'allora Bonaparte restò ucciso il general Duphault. Questo
stabilìper principio, che tra le indennità bastò perchè il general Berlhier marcias-
da pagarsi alla Francia,vi avrebbero parte se su Roma, sotlo pretesto di punire i col-
i quadri e monumenti di scultura del tnu-
i pevoli, come die a intendere a'rappresen-
TOS TOS 2o3
tanti delle potenze amiche, ed al cav. Lui- astenne di andarvi più in persona, con-
gi Angiolini incaricalo residente di To- tentandosi di vegliare alle sue occorren-
scana. Giunti in Roma vi proclamarono la ze. Ormai persuaso il granduca , che le
zio di Firenze, the gli fece da segretario municazioni tra l'esercito che avea invaso
di stato negli affari della chiesa universa- Roma e quello dell'Italia settentrionale,
le, e dall' arcivescovo della città monsi- presero Lucca senza opposizione a'3 gen-
gnor Zondadaii poi cardinale.Narrai qua- naio, sopprimendo l'antico governo; ma
li pulitezze gli usò il granduca, cosa fece i doverono abbandonarla agli au-
francesi
il Papa nel suo soggiorno in Siena, e nel- striaci nel luglio, quali vi stabilirono una
i
Sardegna il pio Carlo Emanuele V colla 1 petute istanze di farlo partire dalla To-
a
regina la ven. M. Clotilde recatisi a Fi- scana, la quale per la vicinanza a Roma
renze, portarono alla Certosa ad osse-
si in mano de'napoletani, in quel momento
quiare Pio VI, accompagnati da Ferdi- dava loro serie apprensioni. Nuovamente
nando III, il quale particolarmente più il ministro Rheynard si portò da Ferdi-
volte visitò il Papa, prevenendo i suoi bi- nando III e lo pregò a nome del diretto-
sogni e procurandogli ogni comodità e rio di Parigi di cercare qualche pretesto
soddisfazione. Si confortarono scambie- per allontanare da'suoi stati un ospite di
volmente e piansero sui comuni disastri tanta importanza e di tanto pericolo. Ben-
e di quelli de'i ispettivi loro sudditi e del- ché il granduca nella sua cauta condotta
l' Italia tutta, incoraggiandosi a vicenda avesse giusto motivodi temer di tutto con-
in sopportare le maggiori avversità che tro di se, quando non si prestasse alla vo-
si presagivano. Pio>eguiva il granduca le lontà del direttorio, ebbe nondimeno il
per non ingerire sospetto a'francesi; e il cesi lo aveano condotto nel suo territo-
granduca facendo violenza a se stesso, si rio, senza neppure dargliene precedente
204 TOS TOS
avviso a tempo debito; e se ora dovesse cese residente in Bologna. Laonde il mar-
allontanarlo dalla Toscana, avrebbe dato chese Manfredini vi si recò subito, ed in-
gli ordini per la partenza, ma spettare alla vece gli convenne portarsi a Mantova dal
Francia di trasportarlo altrove , non a- generalissimo Scherer dell'esercito d'Ita-
vendo egli la crudeltà d'intimare al ve* lia,non avendo il generale di Bologna au-
nerando e infermo vecchio che partisse su- torità di trattare.Mentre in Firenze si e-
bito dalla Certosa. Così il granduca si di- rano alquanto tranquillali gli animi,i con-
simpegno dal prendere parte a una mi- dottieri repubblicani a' 22 marzo sotto-
sura inospitale contro 1' oppresso Pon- scrivevano in Lombardia proclami per i
tefice, e insieme lesiva alla propria indi- impadronirsi immantinente della Tosca-
pendenza; ma invece dovè quasi precede- na. Delto fatto, francesi penetrarono nel
i
re nella partenza quella del Papa. Sapu- granducato a'24, e nelle ore pomeridia-
tosi da' francesi che il granduca propen- ne del 2.5 in Firenze, condotti dal gene-
deva a rivolgersi contro di loro ed a riu- ral Gaulhier, avendo già il general Miol-
nirsi agli alleati, e che continuava gli ar- lis occupalo Lucca, Livorno e Porto Fer-
fausta che giunse a Firenze a'21. insie- luogo , e la sicurezza di sua persona. A'
me all'altra che soldatesche repubblica- 27 marzo allo spuntar dell'alba, Ferdi-
ne erano partite di Bologna per entrare nando 111 e la sua famiglia uscirono da
in Toscana. Non è a dire quanto fosse lo Firenze e poterono liberamente recarsi a
spavento e la costernazione che si sparse Venezia e poi a Vienna, com2 carrozze
nella corte, e 1' imminente pericolo del per la via di Bologna, scortalo da un di-
granduca e del suo popolo fu subito no- staccamento di cavalleria francese: e que-
tificato a' ministri esteri residenti iu Fi- sto solo fu compenso che
il gli die la re-
renze. Con quello di Francia Reinhard pubblica dopo tanti riguardi usali ad essa.
o Rheynard, il ministro del granduca eb- 11 granduca potè con mezzi pecuniari ot-
be colloquio, dimostrandogli come il suo tenere il permesso di passare senza osta-
signore avea fedelmente osservato le con- coloco'suoi in mezzo alle legioni francesi.
venzioni, che se il direttorio bramava più. Gli fu conceduto anco di portar seco, ol-
sicure cauzioni lo dicesse, pronto il gran- tre a quella porzione di lesori che gli ve-
duca a qualunque sagrifizio per stare in nivano anche alquante mobiglie
lasciali,
pace con Francia. Rispose Reinhard che del palazzo Pitti, alcuni quadri e molte
tutto ignorava, e il proseguimento della statue di sommo pregio. L'infausto an-
sua dimora in Firenze n'era la conferma; nunzio fu portato al Papa, il quale non
potersi perciò rivolgere al general fran- tardò a sentirsi intimare seccamente da
TOS TO S ao5
un generale francese di disporsi a parti- nald si ritirò dalla provincia sanese. A'9
re, per andare a Parma, perchè così era giugno gli aretini entrarono in Cortona,
stato stabilito e decretato; e nella seguente la quale con Arezzo furono come le basi
notte, Pio VI due ore dopo la mezzanotte principali di quest'energiche e patrie di-
dovette porsi in viaggio. Cessò quindi la mostrazioni. A' 29 giugno Siena venne
nunziatura dell' Odescalchi, in seguito occupata da'sollevati, onde il presidio fran-
fatto vescovo di Jesi, rinunziando il car- cese si ritirò nella fortezza. Indi a'5 lu-
dinalato eh 'eragli stato offerto, per quan- glio i francesi sgombraronoFirenze in con-
to notai nel voi. XLV1U, p. 268. Rein- seguenza della vittoria riportata su Mac-
hard qual commissario del direttorio e donald presso la Trebbia dall'armata au-
preposto al governo della Toscana, ordi- stro-russa condotta da' generali Melas e
nò a'magistrati di continuare le loro fun- Souwarow.Seguì quindi la resa della for-
zioni in nome della repubblica francese, tezza di Siena, e l'8 luglio gli austriaci co-
e quale governo provvisorio nominò a mandati dal barone d'Aspre, del corpo
rappresentarlo Chiarenti, Gores e Pun- di Klenau, occuparono Firenze; succes-
telli. Presto segui la confisca de' beni e sivamente Pisa fu abbandonata da'fran-
delle merci appartenenti alienazioni ne- cesi, Livorno capitolò, e Porto Ferraio si
miche della Francia. Furono posti in ven- rese. Gli aretini, volterrani e altre mi-
i
ni, la riportò a Firenze dopo la partenza mando truppe austriache. Gli are-
delle
de'francesi. Dolenti i toscani per la par- tini capitanati da Inghirami, ripatriaro*
presa la sua spiritosa moglie Alessandri- i.° console della repubblica francese, av-
na. A/i4 una truppa di polacchi, man- vocata a se l'autorità, con l'alleato re di
dati inVal di Chiaua dal general Doia- Spagna spiegò l'intenzione di dar la To-
browski comandante di Perugia, fu re- scana a'Borboni di Parma (f.), poiché
spinta dagli aretini; e il general Macdo- la Francia mal poteva soffrire un fratello
2o6 TO S TOS
dell'imperatore in seno dell'Italia ov'essa francese general Mnrat. Seguì il blocco di
intendeva regnare. Incominciò la nuova Porto Ferraio e la fortezza la resero gl'in-
guerra d'Italia colla vittoria riportata a glesi a'francesi, dopo trattati di pace con-
i
Marengo a'i4 giugno. Indi e ad onta di clusi tra loro. Il nuovo Papa Pio VII de-
tulli gli sforzi di Sommariva, i francesi stinò pro-nunzio di Firenze, presso il re
r
rientrarono in Toscana nell' ottobre, ed Lodovico I, mg. Emanuele de Gregorio
a'i5 a Firenze occupata dal general Du- segretario del concilio, in seguito cardi-
pont: Livorno si arrese a' francesi a'16. nale ; e cpiando pas*ò per la Toscana la
Gì' inglesi però occuparono Porto Fer- veneranda salma di Pio VI per tumular-
raio. Gli austrioci si ritirarono, e gli are- si nella basilica Vaticana, volò a Pisa
tini fecero resistenza, sostenendo un com- a' 9 febbraio 1802 per tributarle il suo
battimento presso il ponte della Chiana. ossequio, anzi siccome nel voi. XXV, p.
I francesi ne assaltarono la città a' i 8, e 4i dissi che il prelato cantò la messa nella
presa Arezzo nel dì seguente fu abbando- certosa di Montaguto presso Firenze, ne'
nata al sacco. 11 general Miollis (che poi solenni funerali celebrati da'certosini, la
comandò Roma) fu nominato comandan- data del 1800 va corretta in 1802. Indi
te delle truppe stanziate in Toscana. In il prelato si restituì a Roma, perchè il Pa-
r
essa vi entrò nel gennaio 80 1 1 un esercito pa nominò nunzio di Firenze mg. Giu-
napoletano, sotto gli ordini del general seppe Morozzo di Torino, che a'29 mar-
Da mas, ma fu disfatto presso Monte Reg- zo 1802 preconizzò arcivescovo di Tebe;
gioni nel sanese dal general Pino, coman- per le vicende politiche di Toscana, che
dante l'avanguardia francese. Quindi Sie- sto per accennare , il Morozzo cessando
na l'occuparono francesi, ed napoletani
i i la nunziatura, tornato in Roma fu fatto
si ritirarono. A '9 febbraio seguì il trattato segretario de' vescovi e regolari, e poscia
Francia e l'imperatore
di Luneville, tra la cardinale e vescovo di Novara. A'2 giu-
Francesco 11, in conseguenza del quale \\ gno 1802 il re Lodovico I associò la re-
a
granduca Ferdinando III rinunziò alla gina M. Luisa al governo del regno, indi
Toscana, mediante la promessa fattagli seguirono buone di sposizioni riguardanti
d'un'indennizzazionenellaGermania;e la gli affari ecclesiastici ; e morì in Vienna
de'francesi,e poi anche re d'Italia, Bona- fallo apporre il suggello sopra tutti gli ar-
parie col nome di Napoleone I (per cui chivi e registri delle comunità religiose,
l'i agosto l'imperatore Francesco II si
1 stender volle anch'egli l'ardita mano al-
dichiarò imperatore ereditario d' Austria l' promulgando due decreti
incensiere,
col nome di Francesco I, e poi a'6 ago- l'uno a'4 aprile 806 da Piombino e l'al-
1
sto 1806 rinunziò alla dignità d' impe- tro a' 1 2 da Lucca. Co! i.° decreto esten-
ratore romano-germanico, cessando cosi dasi al principato di Piombino il Con-
l'impero d'occidente ripristinato da s.Leo- cordato fra Pio VII e la repubblica
ne 111), egli desiderò che il Papa si recasse Francese (V.) , e col 2. applicavasi al
a coronarlo in Parigi; pei ciò passando per principato Lucca il Concordato tra
ili
laToscana, ne'luoghi ricordali a'Ioro arti- Pio VII e la repubblica Italiana (V.)
coli,giunto in Firenze a'5 novembre fu divenuta poi regno d' Italia (quanto alla
a
ricevuto dalla piissima regina !M. Luisa nomina de' vescovi, di quelli nominati
con ogni ossequio ed onore nel suo palaz- da Napoleone I, oltre quanto dirò fra po-
a
zo, e vi cresimò il re figlio (la figlia M. co parlando della sede di Firenze , e di
Luisa Carlotta infanta di Spagna e poi altre cose riguardanti il concordatoci può
principessa di Sassonia la cresimò in Ro- vedere il voi. LUI, p. 1 32, 33, 4^)- Col
1
1
ma, come notai nel voi. LUI, p. 1^7); e r.°decreto interdiceva la giurisdizione del
narrai il non meno splendido e riverente legittimo vescovo di Grosseto e Mattalia»
accoglimento fatto al Papa nel suo ritor- riltima nel principato di Piombino, affi-
no dalla stessa virtuosa regina a*6 mag dandola al vescovo d'Aiaccio; col 1? in-
gioì 8o5, nella quale occasione, a media- timavasi all' arcivescovo di Lucca ,
per
zione della regina, il Ricci già vescovo di mezzo del ministro delle finanze, checes-
Pistoia fece a Pio VII in iscritto la sua savano affatto le funzioni del tribunale ec
formale ritrattazione. Prima di partire, il clesiastico, rimaner dovendo la giurisdi-
Napoleone I a' 18 marzo i8o5 donò alla al principe di Lucca e Piombino quella
sua sorella Elisa Bonaparte Baciocchi il lettera che riportai a Lucca, dichiaran-
principato di Piombino; eresse la repub- do irregolari suoi due decreti e ordini, e
i
blica di Lucca in ducato, riunendovi il du- che l'applicazione de'due concordati non
calo di Massa e Carrara ex feudi della Lu- poteva aver luogo. Nel precedente anno
nigiana, e lo concesse egualmente alla stes- i8o5 motivo dello
già a'25 dicembre, a
sa sorella e al suo marito principe Feli- scioglimento impero romano-ger-
dell'
ce Baciocchi, i quali fecero la loro solen- manico, non che pel trattato di Presbur-
ne entrata Lucca a* i4 luglio. Mi ri-
in go, in conseguenza della vittoria riportata
porta l'ab.Bellomo, Continuazione della da Napoleone I ad Austerlitz, l'arciduca
2o8 T O S TO S
Ferdinando III dove rinunziare al fratello ed essendo morto il dotto arcivescovo di
r
Francesco I l'elettorato e ducato di Sa- Firenze mg. Antonio Martini di Prato»
lisburgo, ed in vece fu dichiarato eletto- la sede restò vacante sino al 1 8 4> sotto
1
re, e poi avendo consentito alla Confede- l'amministrazione del vescovo di Nancy-
razione del Reno, a'a5 settembre 1806 Antonio Eustachio Osmond dell'arcidio-
anche granduca diTVurtzburg (V.J.Neì cesi di Parigi. Quanto agli arcivescovi e
sazione del suo governo, e partì insieme siffatti capitolari amministratori, ripor-
coll'infanle figlio e con l'infanta figlia per tati nelle Dichiarazioni e ritrattazioni
laSpngna,essendosi loro promesso in com- dcgU indirizzi umiliati a Pio VII da-
penso una porzione del Portogallo, onde gli arcivescovi, vescovi e capitoli d' I-
portarsi al nuovo regno (sembra che do- talia. Fra di essevi sono: La dichiara-
vesse formarsi colla città di Porto e la Lu- zione del capitolo melropolitanodi Firen-
litania setlenli *tonale),a seconda della con- ze circa la passata invasione del vescovo
venzione segreta di Fontainebleau tra la di Nancy nell'amministrazione della dio-
Francia e la Spagna, colla quale avea Na- cesi. La protesta del capitolo fiorentino
poleone! stabilito dividersi il Portogallo; contro l'indirizzo pubblicato a nome del
quindi la nuovo fu occupata
Toscana di medesimo. La replica dello stesso capitolo
dalle truppe francesi. Nel medesimo an- ad una lettera a lui diretta dal vescovo
no a' 1
9 marzo Ferdinando 111 istituì l'or- di Nancy. Non che la ritrattazione all'in-
r
dine equestre del Merito, sotto il titolo di dirizzo del vescovo di Grosseto mg. Fa-
s. Giuseppe sposo Maria Vergine, nel
di brizio Sei vi di Sonano diocesi di Soana.
dì della sua festa. E Napoleone 1 nel me- Nelle sìesseDichiarazioni e ritrattazioni
desimo 807 dichiarò la Toscana provin-
1 vi è quella di Carlo GiuseppeTardi torine-
cia dell'impero francese, e ne fece pren- se,non solo per a vere accettato il vescovato
dere possesso dal general Pieille che avea di Vercelli per nomina di Napoleone I e
occupato Firenze col resto della Toscana, poi l'elezione di vicario capitolare del ca-
che così cessò d'essere regno d' Elruria. pitolo; ma ancora perla commissione a-
L'occupazionedellaToscana produsse una vuta nel 1808 per le chiese della Toscana,
sensazione dispiacevole a Roma , che la protestando che non si arrogò alcuna giu-
considerò fondatamente qual preludio di risdizione o facoltà di organizzarne le
simile sorte a se imminente, per le con- chiese , e che non adempì l' incarico di
tinue vessazioni e crescenti minacce che prendere Io stato de' beni ecclesiastici e
ricevea dall'imperatore. Però a'^4 mag- di proporre le provvidenze opportune a'
gio1808 la Toscana fu riunita formal- bisogni del clero toscano; ed inoltre che
mente all'impero francese per formarne difese i diritti delle chiese di Toscana, e
parie integrante, sotto il titolo di gran- ne salvò i beni dal demanio. A' 2 marzo
ducato di Toscana, e divisa ne' diparti- 1809 con senatus-consuìto governo ge- il
menti dell'Arno, del Mediterraneo e del- nerale de' dipartimenti toscani venne e-
l'Ombrone. Una giunta straordinaria pre- rello da Napoleone 1 in gran dignità del-
sieduta dal tenente generale barone Me- l'impero francese sotto il titolo di Gran
limi, fu incaricala d' introdurre le leggi Ducato; ed a'3 marzo con altro decreto
francesi; si soppressero gli ordini religiosi; lo conferì alla sorella principessa Elisa Do-
TOS TOS 209
nnpnrte Baciocchi duchessa eli Lucca e sapendo sopra quali soccorsi poter con-
principessa di Piombino. La nuova gran- tare per parte del capo della sua propria
duchessa giunse in Firenze il i.° aprile, caso, certo di vedere in ogni lotta delle
indi n'e) si stabilì che la lingua italiana po- potenze tedesche colla Francia, il suo
tesse del pari che la francese adoperarsi paese divenire il teatro dell'operazioni
ne'tribunali e negli otti notarili. Si fece- militari, sottoscrisse la ricordata confe-
diocesi de' dipartimenti dell' Arno, del salto alla potenza morale del protettore
Mediterraneo edell'Ombrone fanno par- della confederazione, sostituita in certo
te della Chiesa Gallicana.W Concorda- modo impero. Ferdinando HI dovè
all'
to (F.) stipulato fra Noi e il Santo Pa- rassegnarsi alla sua posizione, e compa-
dre il 26 messidoro anno ix (i5 luglio rire in disaccordo col fratello, e fingere
1801 anno rx. della repubblica: quanto de'sentimenti favorevoli pel dominatore
alle leggi organiche del cultocattolico, ag- della Francia. Dall'altra parte quest'ul-
giuntevi di proprio arbitrio dal corpo le- timo gli dimostrava in apparenza molti
gislativo , ne parlai nel voi. XXVII , p. riguardi, molta fiducia, e dava opera di
1 1 7, e altrove), sarà pubblicato in questi attaccarlo al suo carro col mezzo di lusin-
dipartimenti per servir di regola e dì leg- ghiere speranze, ma
probabilmente senza
ge. Il Nostro decreto del 7 marzo 1806, intenzione di realizzarle giammai. Egli
concernente l'amministrazione delle dio- raggiunse di questa guisa la malagevolee-
cesi delle metropolitane di Torino (F.) poca del 1809 (in cui nella guerra tra la
e di Genova sarà eseguito nelle diocesi Francia e l'Austria fu presa Vienna,ef«itto
di questi dipartimenti.il nostro ministro il Schònbrunu,nelquale
trattato di pace a
de'culti è incaricato dell'esecuzione del Francesco dovè cedere, oltre Salisbur-
1
predente decreto. Firmato Napoleone, ec. go, una parte de'suoi slati, e porzione a
Per copia conforme, il prefetto del dipar- favore dei sovrani della confederazione
timento dell'Arno, cavaliere dell'impero, renana, perdendo cosi tre milioni e mez-
ufììziale della legione d' onore J. Fau- zo di sudditi; prendendo Napoleone I il
restituì a Pio VII. In questo tempo la gran- gennaio nominato il principe Giuseppe
duchessa Elisa partì da Firenze il r. feb- Rospigliosi,suogran ciamberlano,in com-
braio, ed avendo Murat intrapreso l'oc- missario e ministro plenipotenziario, per
cupazione della Toscana, a'6 i napoleta- prender possesso a quel tempo opportu-
TOS TOS a.i
no che gli fosse stato designato dal com an- clini regolari d'ambo i sessi; ed organizzò
dante supremo dell'esercito austriaco in 4 camere di soprintendenza comunitati-
Italia.Questo tempo sembrò al Bellegar- va a Firenze, Pisa, Siena e Grosseto, e nel
de che fosse giunto appena l'armata fran- 181 5 vi aggiunse quella d'Arezzo. 11 re
cese nella metà d'oprile avea convenuto di Napoli Murat, che ad onta dell'allean-
di sgombrare l'Italia, ed allora difilli ne za coll'Austria, talvolta avea tenuta una
fece la richiesta al re Murat che l'occu- condotta equivoca quanto Io riguar-(di
pava colle sue truppe. Il Rospigliosi si re- da parlai a SiCfUA ), vedendo difficile il
cò per tale effetto presso quel sovrano, sostenersi sul trono e che sarebbe stato
che allora era in Parma, e quivi unita- restituito a Ferdinando IV re di Sicilia,
mente al conte di Mier, ministro dell'im- il quale ricusava ogni altro compenso, per
peratore d'Austria presso lo stesso re, a' le discussioni che si facevano dagli allea-
20 aprile sottoscrisse col duca di Gallo ti Vienna, si pacificò se-
nel congresso di
ministro napoletano, una convenzione, gretamente con Napoleone l, si armò e
nella quale in sostanza fu stabilito che unì co'partigiani d'Italia per l'unione na-
il possesso della Toscana sarebbe rimesso zionale neli8i5. Appena seppe che Na-
al granduca il r. "maggio. Così di fatti se- poleone 1 era evaso dall'isola dell' Elba,
gui, ed il Beilegarde inviò il general Mha- fece avanzare la sua armata sul Po, per
remberg ad occuparla temporaneamen- conquistar gli stati che 1' Austria posse-
te con un corpo di truppe austriache (co- deva in Italia; e domandò il passaggio per
me fece di Lucca). Il principe Rospiglio- Io stato pontificio, per impadronirsi del-
sinel prendere in Firenze possesso del la persona del Papa e farlo condurre a
granducato in nome di Ferdinando III, Gaeta, onde servire d'ostaggio se Napo-
confermò provvisionalmente le leggi vi- leone I fosse stato arrestato, come si e-
genti. Quindi furono a poco a poco rista- spresse in Bologna la principessa Elisa ;
biliti quasi interamente gli antichi ordi- per cui Pio VII celeremeute, passando
namenti. II granduca ritornò dipoi a Fi- per Toscana, per Siena, Firenze e Livor-
renze, lasciando il granducato di Wurtz- no, si portò a Genova. Dichiarando Mu-
burg, ed a' 1 o settembre vi fu accollo dal rat, che la causa diNapoleone l era la sua,
popolo con trasporti della più. viva gioia, e che non gli era mai stata straniera, si
e con tale entusiasmo che provò senza pose in guerra aperta colPAustria v e age-
dubbio, quanto intollerabile fosse riusci- volò il riconoscimento di Ferdinando IV
ta l'anteriore dominazione, il tutto pro- al regno di Napoli. Avendo nel marzo
cedendo dalle buone memorie da lui la- riunite 3 divisioni nelle Marche, in tut-
sciate nella Toscana. Ed egli seppe mo- to di circa 29,000 uomini, per la via
strarsene degno, calcando l'orme de'più. di Perugia spedì Toscana 4j4 00 u0 *
in
saggi sovrani che abbiano governato la mini della guardia, condotti in due divi-
cospicua regione, massime dopo la restau- sioni da'tenenti generali Livron ePignat-
razione del suo trono, per la maggiore telli-Strongoli, coll'istruzione d'avanzar-
maturità di giudizio formata cogli anni si quindi a Bologna o a Modena, secondo
e con l'esperienza. Successivamente di- le circostanze; calcolando principalmen-
spose nuovi regolamenti per l'ammini- te sui partigiani dell'indipendenza e del-
strazione della giustizia, sulle norme del l'unione italiana; laonde pubblicò un cor-
sistema esistente prima della rivoluzione, rispondente manifesto a tulli gl'italiani,
Jesi unì a un distaccamento austriaco con- era colla madre in Austria presso l' avo
dottovi dal general Nugent. Ciò impedì Francesco I, il quale non volleche seguis-
che la guardia napoletana potesse avan- sero il di lui fato), pose sotto una specie
zarsi sino a Bologna, com'era stato desi- di custodia lo stesso Napoleone I, e l'in-
gnato. Gli agenti di Murat poi si adope- dusse a recarsi a Rochefort città dell'Au-
rarono per eccitare ne' paesi invasi gli a- nis, dipartimento della Guarente inferio-
bi tenti a insorgere per l'indipendenza na- re, collo scopo di passare negli Stati Uni-
zionale; ma non poterono radunare che ti America. Gli alleati ricusarono di
d'
poche centinaia di militari, co'quali dipoi trattare con lui, ed a'7 luglio occuparono
fu formato un battaglione, come narra il nuovamente Parigi. A'3 Napoleone I era
eh. annalista Coppi. Sempre più gli au- giunto a Rochefort e poco dopo passò al-
striaci stringendo i corpi di Murat, questi la vicina isoletta d'Aix, trovando per par-
ordinò alle divisioni della guardia di ab- te delgoverno provvisorio di Francia due
bandonar la Toscana, e si ritirarono an- fregate per condurlo in America; e per
che prima che ricevessero tal comando ai assicurarlo dagli attacchi inglesi, avea il
i 5aprile, sgombrando Firenze;e per Bor- governo chiesto passaporti a Wellington.
go s. Sepolcro, Perugia e Foligno si reca- Ma questi non credette darli; quindi per
rono verso Pesaro. Nello stesso giorno Nu- esservi avanti Rochefort una crociera in-
gent entrò in Firenze cogli austriaci e to- glese, Napoleone I non potè partire. Al-
scani, indi a'20 vi fece ritorno Ferdinan- lora egli concepì e abbandonò diversi pro-
do 111, cessato lo spavento che avea inti- getti, e finalmente risolvè di passare pres-
morito sino l'Italia settentrionale, aven- so gl'inglesi. A tal effetto a'i3 scrisse al
do ormai Murat dovuto deporre l'intra- principe reggente d'Inghilterra, che aven-
presa della riunione dell'Italia, per cui fe- do terminato la sua carriera politica, bra-
ce proposizioni pacifiche, le quali furono mava di mettersi sotto la protezione del-
respinte. Avanzandogli austriaci energi- le sue leggi, ed offrirgli così la più bella
camente le operazioni militari, vinsero e pagina di sua storia. Fece intanto preve-
disfecero Murat a Tolentino a'2 e 3 mag- nire il capitano Maitland, comandante del
gio, onde ritiratosi prima a Capua, pas- vascello Bellerofonte, ch'era il più. vici-
sò poi in Francia, e sbarcando quindi a no, che sarebbe passato al suo bordo, e vi
Pizzo di Calabria fu arrestalo e fucilato. andò a' (5. Maitland lo condusse sulle co-
Pio ^//partito da Genova a' 1 8 maggio, ste dell'Inghilterra, ed allora il governo
dipoi per Pistoia, Prato, Firenze e Siena inglese colle altre potenze, considerando-
rientrò ne'suoi slati. A' 18 giugno per la lo prigioniero, ad onta delle proteste di
battaglia di Waterloo, Napoleone I fu de- Napoleone 1, a'7 agosto lo condusse al-
bellato per sempre: tornato a Parigi per l'isola di s. Elena, per rendergli impossibi-
riparare il sofferto disastro, tosto s' ac- le qualunque intrapresa contro il riposo
corse che la nazione non era piti disposta d'Europa. Bensì gli fu permesso di con-
a secoudarlo,anzi la camera de'pari e quel- durre seco generali Bertrand, Montho-
i
la de'rappresentanti minacciò di deporlo; loti (di cui nel voi. LXI X, p. 26), e Gour-
ed esso per prevenire un tal nuovo scor- gaud,con Las Casas ciambellano, e diver-
no, a'23 di giugno dichiarò:» Di offrirsi sepersone di servizio. L'impresa tentata
hi sa grifi zio all'odio de'nemici della Fran- da Napoleone l accelerò il tine del con-
cia, ed annunziare il suo figlio col titolo gresso di Vienna, a cui prese parte per la
TOS TOS a1
principi Corsini. Al granduca Ferdinando mento delle paludi, si fabbricarono nella
111 e a'suoi successoti venne dal congres- Valle bellissime case per le regie fattorie,
so assicurata la sovranità della Toscana, e si aprirono in ogni direzione ameni via-
con aggiungersi al suo territorio gli anti- li fiancheggiati d'alberi. La regia deputa-
chi PresidiiSpagnuoli (come dissi di sopra, zione degli ospedali e luoghi pii venne in-
dalla Spagna passali alla corona del regno caricata del riordinamento de'patrimoni
delle due Sicilie) nella Maremma sanese; appartenenti a'medesimi. Fu concluso il
i già feudi imperiali di Vernio, di Mon- trattato di pace colla reggenza di Tunisi,
tatilo, e di Monte s. Maria (delle famiglie ma la carestia, seguita dal tifo petecchia-
Bardi, Barbolani, Bourbon del Monte); le afflisse la Toscana,e si protrasse al 18 1
7.
e la parte dell'isola dell'Elba già appar- In questo a'28 ottobre l'arciduca Leopol-
a
tenente alla corona del regno delle due do gran principe ereditai io sposò M. An-
Sicilie. d'un trattato col
In conseguenza na Carolina pi incipessadi Sassonia; fu ri-
principe Boncompagno-Ludovisi venne , pristinato l'ordine militare de'cavalieridi
poi aggiunto al granducato anche il prin- s. Stefano I, venne rinnovato quello del
cipato di Piombinoci cui titolo rimase al Merito di s. Giuseppe, fu creata una de-
suo antico possessore. A M." Luisa di Bor- putazione per la direzione del nuovo ca-
bone,già regina d'Etruria, venne assegna* tasto, fu istituito l'ufiizio dello stato civi-
lo lo stato di Lucca, col titolo di ducato, le, e si die principio alla strada regia che
to a'suoi luoghi, che nel i 8i7 fu promes- governo pontificio nella direzione di Città,
sa a'Borboni di Lucca la restituzione dei della Pieve ed Orvieto. Ferdinando III
ducati di Parma, Piacenza e Guastalla. dalla defunta moglie, oltre il primogeni-
Inoltre nel 18 1 5 si stabilirono l'ospizio to, ebbe due M/ Lui-
fìgliejl'arciduchessa
d'Orbatello per la maternità, e la Pia ca- gia, e l'arciduchessaTeresa nel 1 8 1 7 ma-
sa di lavoro. La reintegrazione delle case ritata a Carlo Alberto duca di Savoia-Ca-
religiose de' due sessi, che già accennai, rignano poi re di Sardegna virtuosa re- ,
ebbe effetto per l'autorità del breve, Li- gina che morì in Torino nel 855. A'6 1
teris vestris, de'i3 agosto 18 16, Bull. aprile Ferdinando III passò a secon-
182 1
a
Rom. cont. 1. 14, p. 204, diretto da Pio de nozze con M. Ferdinanda Amalia prin-
VII agli arcivescovi di Siena, di Firenze cipessa di Sassonia. Nel 1824 ordinò i la-
e di Pisa, nec non dilectis filiis resti- vori idraulici nella Val di Nievole, e le
tuendis regularium ulriusque seocu do- cateratte al Ponte a Cappiano per impedi-
mibus per universam Hetruriam cerno- re l'introduzione dell'acque torbide nel-
nice deputatis. Fu riaperta la nunziatu- la palude di Fucecchio: nel 17 80 il padre
ra di Firenze, ma col semplice uditore suoavea fatto abbassare la pescaia al pon-
della nunziatura avv.PietroValentini. Nel te, annullando le disposizioni colle quali i
delle colmate, erano grandemente avan- stanza. Ferdinando III dopo il suo ultimo
zati alla morte del granduca, e furono ritorno a Firenze gustòdi tranquillo ripo-
poi con egual zelo continuali dal succes- so, dopo circa 20 anni di agitazione. La
sore, in modo che quasi 20 anni dopo fu- giustizia, le finanze, le belle arti, i miglio-
rono ridotti a perfezione. Oltre l'ascinga- ramenti industriali e commerciali, ogget-
2 ,4 TOS TOS
li tulli favolili del suo zelo, l'occuparono fante diSpagna, per morte della madre
a
senza interruzione. Pieno di lumi e di tol- duchessa M. Luisa. Nel 182 5 Leopoldo
leranza, dacché il caltolicismo era la re- 11 organizzò il dipartimento dell'acque e
ligione dominante, seguì dell'amministra- strade, e fece cominciare i lavori per apri-
Rione francese tuttociò che riguardava co- re 3 nuove strade: quella della Cisa in Lu-
me semplice e più vantaggioso, vale a di- uigiana; l'altra che da Arezzo conduce per
re quasi ogni cosa. Si oppose di tulio il Borgo s. Sepolcro al confine, continuata
poter suo alle reazioni, e realizzò per quan- dal governo pontificio per la Valle del Me-
to era possibile di farlo, dopo i narrati e tauro ad Urbi no; e la 3.' che passando per
sì vasti rivolgimenti, la conciliazione dei s. Gaudenzio e seguendo il fiume Monto-
parliti. I suoi stali divennero l'asilo delle ne, mena a Rocca s. Casciano, Dovadola
persone d'ogni opinione; perciò negli ul- e alle frontiere presso Forlì: questa stra-
timi tempi la Toscana fu di tutta l'Ilalia do, che per la valle del Montone condu-
il paese ove maggior libertà.
si visse colla ce in Romagna, nel i836 fu terminata.
La pace nella Toscana non vi fu altera- Nel 1826 si stabilì la banca di sconto sot-
ta pe'sconvolgimenti t\e Carbonari e al- to la prolezione del governo. Pendeva da
tri Scttari } che fecero rivoluzionare il Por- molto tempo fra il governo pontificio e
togallo, la Spagna, il regno delle due Si- quello di Toscana una questione sulla per-
cilie, il Piemonte. Ferdinando 111 morì ai tinenza della villa e del territorio di Co-
iBgiugnoi 824: ama-
colto ed affabile, fu spaia, esistente fra Città di Castello e Bor-
to dal popolo in vita e compianto in mor- go s. Sepolcro. Essa fu accomodala indet-
te. Scrisse di lui il Reumout.» Quale sia to anno colla divisione della cosa contro-
slato lo spirilo che animò quel principe versa. Il villaggio di circa 3oo abitanti,
umanissimo e veramente benefico} quali fu nella porzione toccala allo stato ponti-
sien oggi le massime e le tendenze lode- fìcio, e fu appodialo al comune di s. Giusti-
volissimeda cui prende norma il governo no, distretto e diocesi di Città di Castel-
dell'augusto suo figlio e successore, lo di- lo. Nel 1827 Leone XII col breve, Ex
mostrano il progresso sicuro e continuo multìs eximiisque virtutibu$% de'i3 no-
delle pubbliche istituzioni, delle scienze e vembre 182 7, Bull. Rotti, eont. t. 17, p.
delle leltere; l'avanzamento notabile del- 295, concesse il titolo di Camerieri ono-
l'agricoltura, delle arti più utili e dell'in- rari del Papa , con facoltà d' indossare
dustria; i miglioramenti legislativi e am- l'abito paonazzo e la cappa rossa fodera-
ministrativi, lo stalo fiorente del pae^e, e ta di pelli d'ermellino nell'ecclesiastiche
i generosi sforzi che hanno per iscopo di funzioni, a'cappellani curati il lustris Do-
far partecipare al general ben essere quel- mus magni Etruriae Dueis. Furono pub-
le parti di esso che per colpa de'secoli e- blicati dal governo i regolamenti sugli af-
se del popolo porla e professa a'suoi re- scano conclusero una convenzione perla
gnami. Contrassegni di tal fatta mai non reciproca consegua de'disertori e de' rei di
si dissero uè si diranno fallaci". alcuni determinati delitti; da doversi rin-
Leopoldo li che gli successe, trovò lo novare di quinquennio in quinquennio, si-
stalo paterno bene ordinato e tranquillo. no a dichiarazione in contrario d'uno dei
Poco avanti era salito sul trono di Lucca due governi. Simile convenzione ebbe luo-
il principe Carlo Lodovico di Borbone iu- go nel 829 tra l'Austria e la Toscana. In
1
5
TOS TOS 2 1
segnatura, ponente del buon governo, as ne Italia, ed suoi statuii in sostanza con-
i
sessore del governo e del vicariato, vice- tenevano, come li svelò il supplemento al
legato di Ferrara, protonotario apostoli- n.°] 7 delle Notizie del Giorno di Roma
co, e vicario della basilica Lateraneuse, ed del 1 832, a vere per iscopo di migliorare la
e'i5 marzo lo preconizzò arcivescovo di condizione politica d'Italia, mediante uno
IN'azianzo. A'26 aprile si aprì alla presen- scoppio rivoluzionario generale, senza al-
za del granduca e delia granduchessa il cuna transazione col nemico. Ogni fede-
i.° canale diversivo dell'Ombroue, lungo rato doversi bene armare, e ispegnere col
5 miglia, si fecero le arginature de'fìumi braccio e infamare colla voce i tiranni e
della Cruna e della Fossa, e si cominciò la tirannide (ossia sovrani eie monarchie,
i
ratta Ximenes di 3 miglia e più, e intor- e di cercare per ogni via che gli uomiui
no allago di Castiglione della Pescaia; l'ar- della Giovine Italia ottengano la direzio-
ginatura del fiume Sovata, il molo di Fol- ne della cosa pubblica. L'insurrezione del
lonica, ec. Intanto la rivoluzione liberale i83i, come non si propagò in Toscana,
di Parigi e di Francia, che nell'anno pre- lo ripeterono molti scrittori contempora-
cedente avea scosso l'Europa, portato al nei. Solo dirò col Coppi, che la Toscana,
facendosi forte del promulgato principio renze, che facesse il servizio della capita-
del non intervento e nello speralo aiolo le, nel caso che la truppa dovesse invigi-
di Francia. A'3 febbraio si tentò in Mo- lare a'eonfìni.Il duca di Lucca, il quale
dena la rivoluzione, e nel ducalo faziosi i da alcuni anni dimorava in Germania, te-
liberali la fecero scoppiare in vari luoghi, e meva, non senza fondamento, che sud- i
poiinModeua stessa. A'5 incominciò a Par- diti approfittassero della prima occasione
ma, nel precedente giorno essendo princi- per sottrarsi al suo dominio. Quindi per
piata in Bologna, ignorandosi ch'era ter- allettarli, soppresse o diminuì alcuni dazi
minata la sede vacante a'2coil'elezione di nell'aprile. Riferisce lo slesso annalista che
Gregorio XV J, e si dilatò teriibiluuuite nel i832 iu Toscana s'iucomiuciò a ma-
2.6 TOS TOS
ni Tettare spirito rivoltoso, per unir l'Ita- sieme fu sempre sollecito della salute del
lia in un governo costituzionale, del qua- gregge, padre de'poveri, caro a tutti, an-
le ne fosse capo un creduto figlio di Na- che per la dolce indole dell'animo e per
poleone. Intanto a'2 4 mallo molila gran- gli affettuosi e ingenui modi che sapevano
ii uchessaM." A una Carolina, lasciando una cattivargli il cuore d'ognuno. Nello stesso
figlia l'arciduchessa Ferdinandina, mari* i83?.si aprì il2.°canalediversivotra l'Olii-
tata poi al principe Lutpold di Baviera. brone e il lago di Castiglione; si fecero
La granduchessa Marianna neh 834 fon- l'arginature della Cornia, e lavori intor-
dò in Firenze il reale| istituto dell'An- no al lago di Piombino, oltre l'emissario
nunziata, oggidì presieduto e protetto del lago di Rimigliano. Il nunzio di Firen-
dall'augusta sorella di granduchessa lei, zemg/Brignole temporaneamente,dopo il
M. a Ferdinanda. Quest'istituto, che ono- cardinal legato Opizzoni e il commissario
ra Firenze, ed ove molte delle più colte straordinario nelle 4 legazioni del cardinal
e gentili dameToscana e d'Italia han
di Albani, nello slesso i832 fu nominalo in
ricevuto il tesoro d'una educazione scel- aprile dal Papa anch' egli commissario
r
tissima, deve amg. Gio. Ballista Panet- straordinario, per cui passò in Bologna.
ti di Signa prima vescovo di Fiesole e poi Crescendo il fermento in Toscana, i fazio-
r
arcivescovo di Pisa, non che a mg. Fran- si sparsero un proclama nella vigilia del
cesco Bronzuoli di Firenze vescovo di Fie- protettore s. Gio. Battista e profanando*
sole, quegli ottimi principii di religiosa lo. Imperocché in esso rammentarono la
più splendido e magnifico elogio, cele- rannia. 11 governo disprezzando tali leg-
brandolo per prelato di grandi e aposto- gerezze, ammonì alcuni di quegli ardenti e
liche virtù, di singoiar dottrina, di zelo inesperti liberali,cacciòdalla Toscana vari
indefesso per la Dio e per la
gloria di sa- forestieri, complici o fautori di quelle idee,
lute delle anime. Era stato in prima ec- e la cosa svanì. Rimarca il Coppi, che il fi-
rentina, e sapiente riformatore dell'edu- to duca di Beichstadt e che per le sue do-
catorio delle fanciulle povere detto della ti erasi acquistata la di lui benevolenza, e
ss. Concezione in via di Foligno. Gover- pe'progressi negli studi militari nominato
nò il vescovato di Fiesole in tempi diffi- tenente colonnello, morì di manifesta eti-
cilissimi, ed in sì vasta diocesi, l'alacrità sia a'22 luglio d'anni 22; così estinguen-
del suo spirito, la prudenza somma e la dosi la discendenza di Napoleone I,e la ca-
r
la nunziatura di Firenze m<* Felician- della Garfagnana eappartenenti alla chie-
geli e partì con quel prelato, ch'ebbe pure sa e al patrimonio ecclesiastico di Lucca,
Luc-
l'incarico di sistemare gli affari di che uniti a'fondi già indemaniati e poi ri-
ca che da circa 20 anni pendevano. Al- cuperati ascesero alPiugente somma di li-
r
lorquando mg. Brignole passò in Bolo- re lucchesi 1,379,303. Questi servirono.!
gna, mg/ Feìiciangeli era restato in Fi- distribuirli a i 3 corporazioni religiose di
renze quale incaricato d' affari interino, ambo i sessi,della medesima Lucca, le qua-
e perciò continuò la trattazione degli af- li poi si addossarono il peso temporaneo
fari cominciati dal nunzio, che appena delle pensioni vitalizie , arretrate e cor-
tornato a Firenze fu promosso al teso- renti, sia a 70 individui circa rimasti al
rierato. Talvolta i Papi commisero de- secolo, per Io scioglimento delle corpora-
gli affari ecclesiastici dello stalo di Luc- zioni religiose, con equa e proporzionata
ca, prima che fosse riunito al granduca- distribuzione, sia a 122 individui rientra-
to, a' loro rappresentanti in Firenze, ed ti ne'con venti e monasteri, in tutti 1
92 in-
eccone uno degli ultimi esempi. Nell'ar- dividui de'due sessi; e furono assegnati iu
ticolo Lucca, non solo parlai della cit- beni fondi per la somma di lire 4-53, 309:
tà, dell'arcivescovato, deìlo stato, repub- le altre lire 923,994 servirono per l'estin-
blica e ducato, ma ancora di Viareg- zione del credito del governo, per le con-
gio, diCamaioredi Versilia, di Bagno o tribuzioni ed imposte, pe'parrochi e im-
Bagni di Lucca, di Marlia, ec. Dicendo poste da pagarsi da'medesimi, per la spe-
di Viareggio, narrai che in quella citta sa de'culti e sue annue gravezze, e final-
popolata di circa 7000 anime, e sempre mente per le benedettine riunite nel mo-
crescente, non potendo esservi sufficiente nastero della Zecca, finche esso non sia
l'unica chiesa parrocchiale di s. Antonio, provveduto di mezzi sufficienti. Questa
r
il duca Lucca Carlo Lodovico decretò
di complicata e ardua operazione, mg. Fe-
nel 839 che vi si erigesse una 2/ chiesa
1 ìiciangeli l'eseguì con tale una precisione,
parrocchiale con convento di religiosi, e da non potersi bramare la maggiore. Leo-
vicinissima alla spiaggia del mare, per- poldo Il partì da Firenze e giunse in Ro-
chè questo ogni anno si ritira per circa ma «'2 5 moggio dello stesso 1 833, sotto
voi. ixxvni. i5
218 TOS TO S
il nome di conte di Pitigliaoo, e si reco al ni benestante di Livorno, conte Agostini
suo palazzo di Firenze, accompagnato dal di Pisa, Vaselli professore di Siena, Con-
cav. Ginori gran ciambellano e da altri tucci professore del collegio di Pistoia. Si
di sua corte. Osservalo ciò che di più sin- scoprì quindi, non sussistere congiura for-
golare è nella gran città, nella seguente male, ma Siena una so-
essersi istituita in
sera poi fossi, accompagnato dal conteLut- cietà segreta denominata Congrega pro-
zow ambasciatore d'Austria, non che dal vinciale sanese, diretta a turbare l'ordine
suo nobile seguito, a visilareGregorioXVl pubblico. In Livorno essersi formala una
nel Vaticano, dal quale fu accolto colla cassa per sovvenirci liberi uomini tradi-
più effusa paterna amorevolezza. Indi nel ti dalla fortuna, ed essersi raccolte circa
giorno appresso granduca in si pose il 7000 lire.Questo denaro essere stato spe-
viaggio per Napoli, ove a'7 giugno sposò dito al genovese Giuseppe Mazzini, ludi
la principessa M." Antonietta di Borbone, nel dicembre gli arrestati furono per la
sorella del regnante re delle due Sicilie. maggior parte rilasciati ed alcuni libe- ,
sultano Abdul-Hamed un trattato di pa- riparlai nel voi. LXXII1, p. 2o3, dicen-
ce perpetua e di libero commercio, dichia- do che la chiara e robusta penna del vi-
rando che nel medesimo fosse compreso centino cav. Filippo Scolari, avrebbe da
il granducato di Toscana, ed porti e le i parsuo vendicato l'oltraggiata verità del-
isole al medesimo sottoposte; cos'i Leopol- la sloria, deturpata anche dal Guerraz-
do li ne sottoscrisse un altro col sultano zi,con quella romantica da lui compo-
Mahmud 11, col quale sì determinarono sta.In fatti nel i855 a Milano, co' tipi
vari articoli, per facilitare e vieppiù esten- Borioni e Scotti, il cav. Scolari permise
dere le relazioni fra' rispettivi sudditi, e la pubblicazione della sua: Beatrice Cen-
consolidare e restringere maggiormente ci causa celebre criminale del secolo
la perfetta aniic'ma, che da sì lungo tem- XVI, Memoria storica. In essa a far lu-
po sussisteva tra 'due sovrani e i loro sta- cido il giusto intendimento di questa sua
ti. Racconta ilCoppi, che nel principiar onorevole e importante novella studio-
di settembre, furono arrestati in Toscana sa fatica, vi appose in fronte il testo del
33 individui sospetti di complicità nella da lui tanto illustrato Dante: La verità
trama italica. Essi erano per la maggior nulla menzogna'j rodi. Così il sa vio e seni -
parte ragguardevoli, e fra gli altri vi fu- pie religioso letterato, accennando cau-
rono gli avvocati Pieri e Vincenzo Salva- tamente le particolarità che avessero po-
glieli di Firenze, Angiolini di Pisa, Fran- tuto oltrepassare i limiti morali della de
cesco Domenico Guerrazzi
Livorno, e di cenza, dell'onestà e del decoro, egregia-
Gio. Antonio Venturi di Pistoia, Cai lo Bi- mente dichiarò la veridica storia del eia-
TOS TOS 219
moroso fatto, tanlo esagerato e denigra- Loreto Santucci di Mentana, distretto di
to a grave scapilo di venerabili autori- Tivoli, già arciprete della sua patria, mi-
tà, per l'introdotte circostanze calunnio- nutante della segreteria di stato e custo
se e mendaci, ad offesa della cattolica re- de generale d'Arcadia, colla qualifica d'in-
ligione, in varie guise e sempre colle tin- caricato d'affari in Firenze. Sostenne giu-
te de'protestanti; concentrandosi perciò stamente la gran vertenza col ministero,
nel deplorabile argomento quanto più dalla quale uscì vittoriosamente, intorno
d'immoralee avverso si volleal Pontifica- la precedenza dovuta in corte all'incari-
to romano riunire, ed eziandio all'ordine cato pontificio a preferenza del ministro
pubblico,equale poteva essere vergato da di Svezia acattolica. La questione diplo-
penne nemiche. Tale storia del Guerrazzi matica, esaminata anche dal nestore del-
già con decreto della congregazione del- la diplomazia europea principe di Metter-
l'indice de'i4 dicembre i854,fu messa meli e i.° ministro dell'imperatore d'Au-
all'indice de'libri proibiti; e ne die contez- stria Francesco I, trovolla condotta ma-
za la Cronaca di Milano del cav. I. Can- gistralmente, e ne tributò al Santucci i
tù, t.i, p. 5 ei2. Egli è inoltre autore di più onorevoli encomi. Neh 838 Leopol-
quegli altri romanzi e scritti istorici, che do IIcou molo-proprio provvide all'am-
ricordò la Civiltà cattolica, serie i.\ t. ministrazione della giustizia civile e crimi-
i o,p. 704, serie 2.", t.3, p. 466). Nel 834 1 nale, colla regia consulta e corte eli cas-
si stabili l'uffizio pei la conservazione del sazione, colla corte regia di Firenze, coi
catasto e la direzione generale dell'acque io tribunali collegiali di 1. "istanza in Fi-
e strade, e si emanarono regolamenti in renze, Livorno, Pisa, Siena, Pistoia, Arez-
favoiedelcommerciodiLivorno.Nel 835 1 zo, Grosseto, Monte Pulciano, s. Minia-
poi fu messo in attività nuovo catasto il to, e Rocca s. Casciano; cogli uditori giu-
a
incominciato da Ferdinando III, e si die dici di ì. istanza in Pontremoli e Porlo
principio alla nuova circonvallazione del- Ferraio, co'5o vicariati regi, e colle 60
la città di Livorno, includendosi in essa, podesterie. S'incominciarono altri lavori
co'dirilti di porto franco, anche i sobbor- idraulici nella Val di Chiana, e si aprì una
ghi; indi soggiacque alla Pestilenza del maggiore mediante la
uscita alle piene
cholera, e poscia nel 1837 furono aperte depressione della chiusa de'raonaci bene
le nuove barriere, e vi fu stabilita la ban- dettini presso Arezzo. Nel i83g il gran-
ca di scouto. Neh 835 il granduca ema- duca col re di Sardegna suo cognato con-
nò la legge sulla successione degli esteri cluse un accordo sulla giurisdizione ma-
in Toscana, che riportai al citato artico- rittima e l'entrata forzala de'bastimenti
lo Testamento. Nel i836 fu sottoscritta ne'rispettivi porti;il re di Sardegna lo fe-
in Firenze una convenzione della Tosca- ce pure col duca di Lucca. In giugno eb-
na colla Sai degna, per l'arresto e la re- be luogo una magnifica festa popolare in
ciproca consegna di tutti i malfattori sud- Firenze, offerla da Leopoldo II nel palaz-
diti de'due stati, che si rifugiassero in uno zo Pitti e nel giardino di Boboli; ed in
di essi. Fu destinala Follonica nella Ma- novembre segui la solenne inaugurazione
remma a centro dell'amministrazionedel- de'tribunali. Neh84o a'22 maggio l'im-
le miniere e fonderie di ferro del grandu- peratore d'Austria e il re di Sardegna sti-
cato. All'incaricato d'affari della s. Sede pularono una convenzione per garantire
mg/ Feliciangeli,clie successivamente di- le proprietà delle produzioni dell'ingegno
venne quale già lo descrissi parlando de- e dell'arte, onde favorire e incoraggiare
gli stabilimenti pii toscani in Roma, ces- le scienze e le arti a vantaggio de'rispet-
sando l'ultimo d'agosto 1 836, subito livi autori, onde impedire eilicacemente
Gregorio XVI gli die in successore d. la contraffazione di loro opere. Invitati ad
220 TOS TOS
aderire alla convenzione gli altri governi polcro gentilizio nella chiesa della Pietà,
d'Italia, fecero la loro adesione il Papa, il eretta sul fine del secolo passato dal suo
granduca di Toscana, il duca di Lucca, il zio Gaetano Santucci, e sull'urna volle che
duca di Modena, la granduchessa di Par- si scolpisse l'epigrafe: Ossa Peccatori*.
ma. Con regolamenti in Toscana fu com- Però il suo nipote d. Domenico Santucci
pito il riordinamento dell'amministrazio- pubblicò nel t. i4, p. 3i dell' Album di
ne giudiziaria; altri si emanarono per Tu- Roma: Cenni intorno alla vita di mgS
ni versila e gli studi. Si fecero i lavori pre- d. Loreto Santucci. Lo celebra per viva"
paratore per Ja strada ferrata da Firenze ce e colto ingegno, qual nitidissimo poeta
a Livorno, e per la strada daPistoia al con- italiano, e per altre egregie doti. Dice che
fine Bolognese , e si fece la strada della oltre il Saggio della versione Oraziana e
Torretta. Di tali ferrovie e dell'altre fatte le poesie (fra le quali: Poche Rime, Peo-
in seguito, come dell'introduzione de'te- nia 1 835), già pubblicate, ne lasciò altret-
legrafì, ragionai in principio di quest'arti- tante inedite, ed ancora un corso di Spie-
colo. Si continuarono i lavori nelle Ma- gazioni del Vangelo, vari panegirici e ra-
remme sanesi; e nella palude di Castiglio- gionamenti accademici, un trattalello sul-
do con foce nel mare; potendosi quindi di Gessner, e molte scritture che potreb-
condurre al mare una maggior quantità bero servir di modello a chi si dedica al-
d'acque, dopo deposte le torbe, poi si pro- la carriera diplomatica. Termina Cenni i
lungarono gli aperti e ricordati canali di- colla bella iscrizione che fu posta nella
versivi dell'Ombrone. Nel 1841 il gran- delta chiesa ,
per onorarne la memoria.
duca sottoscrisse altro trattalo di com- Gregorio XVI nel medesimo 84' nomi-
1
nello scopo di assicurare a'suoi sudditi il la patria collegiata (di cui farò parola a
godimento di quelle facilità e di que* van- Traslazione), già professore di filosofia
taggi, che i commercianti stranieri gode- nel seminario diocesano, indi addetto al-
vano allora negli stati musulmani. L'inca- la nunziatura apostolica della Svizzera di
r
ricato pontificio mg/ d. Loreto Santucci mg. De Angelis, ora cardinale arcive-
nello stesso 1 84 1> nel 5.° anno del suo mi- scovo di Fermo, cui successe quale intera
nistero fu colpito in Firenze d'apoplessia; nunzio, ed allora minutante della segre-
sebbene rimanesse liberissimo di mente, teria di stato, e poscia lo dichiarò suo ca-
tuttavia richiese al Papa, che l'avea fatto meriere segreto soprannumerario. Nel di-
suo cameriere segreto soprannumerario, scorso congresso di Vienna del 1 8 1 5> era-
di tornare in Roma e fu esaudito. Ama- si stabilito, come accennai, che allorquan-
to e slimato dal corpo diplomatico, dai ve- do fosse venuto il caso della ri versione di
scovi di Toscana, da'letterati e dagli ar- Lucca alla Toscana, il granduca dovesse
tisti, si procacciò pure la benevolenza del- cedere al duca di Modena alcuni distret-
l'augusta famiglia regnante, per la giovia- ti, i quali paesi per la loro geografica po-
lità del suo ingegno e amena letteratura; sizione imbrogliavano le rispettive frou-
descrivendo in versi assai leggiadramen- tieremodenesi e toscane. I due sovrani in-
te alcuni usi di coite, la vaghezza d'alcu- con essi il duca di Lucca, fu-
teressati, e
ne ville toscane, i caratteri d'alcuni per- turo duca di Pai ina, Piacenza e Guastal-
sonaggi. Cessò di vivere in Roma nel 1 84^, la, desideravano di rimediare a questo in-
e secondo il suo volere fu trasportata la conveniente, e nel tempo stesso migliora-
spoglia mortale in JMcutana e posta uel se- re maggiormente i confiui de'propri sta-
TO S TOS 22 1
lo Gazzetta dì Firenze del i848),nel qua- di questi due vicariati di Barga e Pietra-
lora isolate di territori» loro. Ciò per al- stabilirviuna linea di frontiera regolare
tro non potere altrimenti aver luogo, se col duca di Modena, solo possessore de'fon-
1' imperatore d' Austria ed il re di Sar- di egualmente isolati in Lunigiana. Il du-
besi allo scopo, ove si aprissero apposite to di Pietrasanta, che trovavasi allora di-
trattative in Firenze. Il re di Sardegna, viso fra quest'ultimo territorioToscano e
tenendo non meno a cuore di dare a'so- l'attiguo Montignoso a lui de-
Lucchese di
micizia, avere pur esso acconsentitoa par- scana cedere al futuro duca di Parma va- i
un trattato, nel quale in sostanza si con- re annesse. Per rettificare i rispettivi con-
venne ne'seguenti articoli. »L'infante,du- fini, il futuro duca di Parma cedere a quel-
ca attuale di Lucca, futuro di Parma, Pia- lo di Modeua, Albiano, Ricco, Terraros-
cenza e Guastalla, trovando sommamen- cambio distret-
sa e Calice, e riceverne in i
compete sopra Guastalla e sull'Oltr' En- percepisse o potesse percepirsi per conto
za. Restare però convenuto fra l'impera- dello stato. Pioggie dirotte cadute in To-
tore d' Austria ed il re di Sardegna, che scana a' 2 novembre fecero crescere ad
tutta la porzione di Lunigiana, come so un'altezza straordinaria l'acque dell'Ar-
pra assegnata al futuro duca di Parma, e no e de'suoiinfluenti, e specialmente quel-
che comprendeva la massima parte dei Chiana, della Sieve e dell'Ombro-
le della
territori*! allora toscani di Pontremoli eBa- ne. Quindi inondazioni in tutte le valli e
gnone, non che i distretti allora estensi di specialmente in quelle dell'Arno,il qua-
parmegiani attigui agli stati sardi, dovrà pi di mezzo, per depositi di terra e di sas-
essere costato all'epoca medesima delle ri- si lasciati da'fiumi eda'torrenti nella par-
versioni, con imparziale spirito d'equità da te meridionale della valle, questa s'impa-
una commissione austro-sarda, e nel ca- ludò, e cambiala pendenza le acque co-
so inverosimile di dissenso, convenirsi sin minciarono a scaricarsi nell'Arno, che ab-
d'allora fra le due corti di riferirsene al- bandonalo il ramo Tiberino si diresse in-
l'arbitraggio della s. Sede". Nel 1
844 Sl teramente verso Firenze. Nella metà del
sottoscrisse pure in Firenze una conven- secolo XVI eranvi in Val di Chiana pa-
zione, in forza della quale il granduca di ludi dell'estensione di circa 32 miglia qua-
Toscana e il re di Francia stabilirono di drate, es'incominciarono a fare alcuni la-
arrestare e consegnarsi reciproca niente,ad vori per bonificazione con canali di essi-
eccezione de' loro nazionali, gl'individui cazione. Sul fine poi del secolo XVII si
se e quali lavori si dovranno ulteriormen- lata Concezione^ cioè nel voi. LXXII I, p.
te fare. Nel 184^ in Ravenna si commi- 91, per avere con felice e edificante pen-
sero assassinii politici, rei furono condan- i siero fatta una professione di fede, sulla de-
nati, indi Gregorio XVI diminuì di due cretata definizione del medesimo dogma,
terzi la pena inflitta a' 67 individui. Ma e volle che l'emettessero anco il clero, il
in pari tempo si cospirava altrove. Era- magistrato e popolo di sua diocesi, che
il
tari e de'loro congiunti, che aveano ecci- quella diocesi dell'ottimo vescovo Cane-
tato i processi della commissione di Pia- strari e nuovamente professore di filoso-
venna. I profughi Renzi e Celli di Rimi- fia in quel seminario, indi nel novembre
11 i si recarono a Marsiglia e Barcellona a 1839 uditole de^a nunziatura di Torino
324 TO S TOS
coll'eccellente mg/ Massi, morto il quale ti; ed a favore del quale rinunziò anche
a' io gennaio 84' lesto incaricato d'af
i in Dome de'suoi eredi e successori, in or-
furi lino al termine del maggio; e quindi dinealle speciali convenzioni stipulate nel
con mg/ Gizzi, poi cardinale, nuovo nun- precedente giorno, ogni diritto a lui, suoi
zio. Allorafu nominalo uditoredella nun- eredi e successori spettante sullo stato di
ziatura di Svizzera, ma avendolo mg/ Lucca. Però riservò a se e al principe
Gizzi chiesto di rimanere con lui in lai Ferdinando suo figlio il titolo di duca di
qualifica, il Papa vi condiscese, avendolo Lucca e di principe di Lucca, lino a che
già fallo suo cameriere segreto d'onore; si facesse luogo a loro favore alla river-
partendo poi tal prelato da Torino nel sione del ducato di Parma, ne' casi pre-
settembre i843, rimase mg/ Sacconi in- visti da'trallati. Dichiarò finalmente il du-
caricalo d'affari sino al novembre 844» 1 ca di Lucca, sciolti tutti gli abitanti del
in cui fu promosso a Firenze e vi si re- ducalo di Lucca da ogni vincolo di fedel-
cò alla fine dello slesso anno. Con trai» tà e sudditanza che tenevanli obbligati
tato de' 2 giugno 1847 tra il granduca alla sua persona; e mentre revocò ogni
di Toscana e il duca di Lucca, fu aboli- governativa delegazione fatta al consiglio
ta la linea daziaria intermedia a'due sla- di stato del ducato , colla sua ordinanza
ti, e resa comune al ducato di Lucca la data in Massa Ducale a' 12 del preceden-
legge e tariffa doganale vegliatile uel gran- te settembre, ingiunse al consiglio stesso
ducato limitrofo, acciocché gli abita ali dei di rimetterne formalmente e pienamen-
due stati, che a termini dell'art. 102 del- te il governo a S. A. I. e R. il Granduca
l'Alio del congresso di Vienna de'9 giù di Toscana, oa chi dall' A. S. saia inca-
gnoi8i5 ede'sufcseguenli trattali, dovea- ricalo di ricevere il solenne possesso del-
do essere un giorno riuniti sotto uno stes- lo sialo di Lucca. Nello slesso giorno 5 ot-
so governo, godessero anticipa lamente uei tobre duca di Lucca comunicò all' ar-
il
lo stato medesimo, cou accelerare la com- ottobre marchese Pier Francesco Ri-
il
pleta riunione dello stesso alla Toscana, nuccini, in nome del granduca di Toscana
era venuto alla determinazione di abdica- Leopoldo 11, qual suo regio commissario
re, siccome di certa scienza e libera vo- speciale e straordinario, prese possesso per
lontà abdicò la sovranità del ducalo di la Toscana della città e territorio di Luc-
Lucca, all'effetto medesima potesse
che la ca; ed avendo il marchese in modo degno
trapassare immediatamente in S. A. 1. e R. e felice disimpegnato l' onorevole e de-
il Granduca di Toscana Leopoldo li, al licato uffìzio, dal granduca fu autorizzato
quale sarebbe per la massima parte de- a fregiarsi della grancroce in brillanti del-
fittiti va mente devoluta pel disposto del l'ordine del Merito di s. Giuseppe, il qua-
topgiesso di Vieuua e susseguenti tratta? lelutuiuosodistinlivogli fu trasmesso cou
T O S TOS 22 5
possesso del granduca sul ducato di Lue- regnare sopra di loro con giustizia e di
ca,si fece luogo con ciò alle riversioni dello vegliare sulla loro prosperità, e compresi
st;ilo Estense; ma avendo il governo To- quelli che dopo il 5 novembre eran«i al-
scano benȓ riconosciuto formalmente il lontanati da Fivizzano, mentre per le di-
diritto di tal riversione, stipulata nei trat- mostrazioni avvenute nell'intervallo di
tati da eseguirsi subito dopo essere perve- tempo, promise che non sarebbe loro re-
nuta Lucca in suo potere, e promesso d'in- cata alcuna molestia. A' 12 dicembre il
viare i commissari suoi per la consegna granduca con due motu-propri dispose.
de'rispettivi territori!, poi credette di a- Che l'unione dello stato di Lucca al gran-
stenersene per motivi suoi propri. Tutta- ducato reudendo insudiciente all'ammi-
vollail governo Toscano non si oppose,al- nistrazione della giustizia l'attuale corte
loraquandoi commissari Estensi del duca regia di Firenze; che dovendosi istituire
di Modena ne'giorni 22, i5 e 26 ottobre nel granducato un'altra corte regia, ra-
presero formale possesso de'paesi già luc- gione di politica convenienza consigliava
che delle piccole frazioni de' vicariali di cessata amministrazione centrale. Pertan-
Barga e Pielrasanla devoluti all'Estense to stabilì nella città di Lucca una corte
sovranità di Francesco V, retrotraendosi regia di pari grado a quella di Firenze,con
tale cessione per ogni effetto al giorno 1 1 giurisdizione civile e criminale, composta
ottobre. Indi a'5 novembre il commissa- d'un presidente, d'un vice-presidente e di
rio Estense prese possesso del territorio io consiglieri. Eslese la giurisdizione del-
di Fivizzano, ch'era nelle medesime con- la corte regia di Lucca a' circondari del
dizioni, capoluogo del vicarialo omonimo tribunale di 1. "istanza che pure istituì, e
in Val di Magra e diocesi di Ponlremoli, de'tribunali di r /istanza di Livorno, di Pi-
già nel compartimento di Pisa, giacente sa, di Portoferraio e di Ponlremoli. Sta-
trasducali di Modena e Massa. Insorte ai bilì inoltre in Lucca un tribunale colle-
a
5 novembre alcune momentanee differen- giale di 1 . istanza con giurisdizione civile
ze su Fivizzano col governo di Modena, e criminale, composto d' un presidente
e composte coll'interveuto dell'incaricato e di 5 uditori distribuiti in due turni, ci-
pel congresso di Vienna dovea possedere le quali si raccontarono gli avventateli ti.
a quell'epoca, vicarialo che volle rilene- Ma i nemici del cattolicismo, della mora-
re il granduca, mediante la cessione del- le e dell'ordine pubblico, colle loro false
la città vescovile di Pontretnoli in com- storie per sostenne le loro utopie, fatal-
penso; finalmente il duca di Modena ce- mente forse in parte avranno ottenuto il
dette al duca di Parma i leu ito ri i di Vil- pravo intento propostosi, fidati in que'tri-
lafranca, di Mu lazzo, ee. Perciò Carlo I[ sti veri pronunziati dal fiorentino Mac*
s'intitolò duca di Parma e Piacenza, con- chiavelli e dal francese Voltaire: Dite bu-
te diPontremoli, marchese di Villafran- gie, dite bugie, dite bugie , qualcuno ci
ca,Mulazzo e Dagnoneec. Ora mi si apri- crederà! Calunnia, calunnia, calunnia;
rebbe un vasto campo per descrivere le qualche cosa, resta! À fronte che la mag-
misere e luttuosissime condizioni a cui gior parte di tali opere abbiano nou poco
soggiacque l'Italia, ed in parte eziandio la aumentalo l'indice de'libri proibiti; e ad
Toscana, perla terribile rivoluzione che onta di quanto sci isserò per confutare la
pose a soqquadro tutta quanta la peniso- colluvie d'inverecondi scritti contempo-
la, ed oltremonte infra nse il trono del sa- ranei, alcuni saggi e coraggiosi scrittori,
gacissimo Luigi Filippo, onde la Francia e la benemerentissima Civiltà cattolica
tornò repubblicana, e turbò l'ordine del di Roma, Armonia di Torino, il Catto-
l'
Sicilia, Sardegna, Torino, Setta, So- vica; e che le leggi dell'arruolamento mi-
ci ALisMO,ec. ec, le quali ebbero per preci- litare erano obbligatorie per lutti i cit-
puo scopo de'libertini demagoghi, il sov- tadini. Essere la persona del granduca in-
vertimento in Europa dell' ordine reli- violabile e sagra, ed a lui appartenere il
gioso, morale e politico. potere esecutivo, qual capo supremo del-
Nel novembre 1847 m o* Sacconi fu lo stato, ec. I ministri essere responsabili.
promosso a internunzio apostolico di Mo- Il potere legislativo doversi collettiva-
naco di Baviera, indi a'27 maggio 85 1 mente esercitare dal granduca, e da due
fatto per breve arcivescovo di Nicea e con- assemblee deliberantijcioè: il Senato com-
sagrato in Pioma dal cardinal Fransoni, posto di senatori in numero non limita-
non che promosso per lo stessoregno a to, nominati a vita dal granduca, con uf-
nunzio apostolico;ed a' 1 3 agosto del 8 ì 3
1 ficio gratuito, di diritto essendolo i prin-
venne destinato nunzio apostolico di Pa- cipi della famiglia regnante, dovendone
ove trovasi: coni' egli è onorato in
rigi, pure far pnrte gli arcivescovi e vescovi; i
lazzi, ville e giardini, al cui mantenimen- pendenza dal duca di Modena, perspou-
to dover supplire Io stato. Quando il prin- taneamente e liberamente tornare all'u-
cipe ereditario toccherà l'età maggiore, nione della Toscana, dalla quale erasi di-
doversi assegnare dallo stato annua ren- staccata contro l'espressa sua volontà. Il
trimonio privato, e poterlo aumentar con tazione accettava la loro dedizione. Quin-
nuovi acquisti. Conservò la nobiltà tosca- di a'26 aprile seguì quella del ducato di
na con tutte le sue onorificenze, e dichia- Massa, aggregandosi alla Toscana e rico-
rò appartenere al granduca la creazione noscendo Leopoldo 11 per sovrano costi-
di nuovi nobili. Conservato l'ordine sa- tuzionale; il simile fece quello di Carraia,
gro e militare di s. Stefano I, colle sue e gli ex feudi della Lunigiana,fra'vi va Pio
prerogative e statuti; così i'ordine del Me- IX, viva Leopoldo II, viva l'Italia Irion-
sto statuto lo pubblicò pure il Supple- berto, il quale con l'insorta Venezia vo-
mento al n.° i5 della Gazzetta di Roma leva formare, unitamente alla Lombar-
del 1848. Nel declinar di marzo per le dia in sommossa, un regno monarchico
turbolenze politiche del vicino ducato di costituzionale dell'alta Italia, ereditario
Modena, donde era partito il duca Fran- nella sua famiglia. Carlo Alberto nel pre-
cesco V, furono guarniti più fortemente cedente marzo contro gli austriaci avea
i confini toscani, anzi provvisoriamente cominciato la guerra per l'indipendenza
occupali i ter ri toni Estensi confinanti col italiana, associandosi a lui anche vari cor-
già ducalo di Lucca ecol vicariato di Pie- pi della Toscana e dello stato pontificio,
trasanta, e ritenuti in semplice presidio nell' elfervescenza generale degli animi
dalle truppe granducali, onde prevenire bollenti di espellere dall'Italia i tedeschi.
i mali che potevano risultare dall'immi- Leopoldo II a' 12 maggio con suo atto si
nente movimento popolare di Massa Du- determinò di pienamente aderire agli e-
cale, come avvenne e così in Carrara, al spressi voti degli stati di Massa e Carra-
grido di Viva l' indipendenza italiana ,
: ra, della Garfagnana e degli exfeudi della
Pio IX, Leopoldo II e Carlo Alberto re Lunigiana, al cessare del ducale gover-
re di Sardegna; e proclamando la pro- no di Modena, con aggregarli al grandu-
pria indipendenza dal duca di Modena. cato di Toscana ,
proponendosi nel più
Altrettanto avvenne nella Garfagnana E- breve tempo i modi convenienti a intro-
stense. Questa come i ducali di Massa e durre in essi stati e lerritorii le leggi e
convenzione dopo la ratifica delle alte tratti di giuspadronato laicale, sarà per-
parti contraenti. Art. 1 .° I vescovi saran- messo a'tribunali laici di giudicare le que-
no pienamente liberi nelle pubblicazioni stioni sulla successione al giuspadronato
relative al loro ministero. 2. La censu- medesimo, sia che vengano agitate fra'veri
ra preventiva dell'opere riguardanti ma- o pretesi patroni, sia che lo sieno fra gli
terie religiose ex professo sarà esclusiva- ecclesiastici da essi presentati. E nelle cau-
mente riservata agli ordinari. Apparten- se matrimoniali, comprese quelle de'spon-
gono a quella classe tutti libri o scritti i sali, dopo le sentenze emanate a norma
ne'quali sotto qualsivoglia titolo si trat- de'sagri canoni dall'ecclesiastica autorità,
tino -dj proposito argomenti di s. Scrittili potranno i tribunali laici giudicare degli
ra, Catechismo, Liturgia, Ascetica, Omi- effetti civili che da esse derivano. g.° Per
letica, Teologia dogmatica o morale, Teo- la suddetta ragione la s. Sede non farà dif-
logia naturale, Etica, Storia sagra ed ec- ficoltà che i magistrali laici giudichinogli
clesiastica, e Gius canonico. Inoltre agli ecclesiastici per tutti i delitti estranei alla
stessi vescovi sarà sempre libero l'uso del- religione e contemplati dalle leggi crimi-
l'autorità loro propria per premunire ed nali dello slato; salvo all'ecclesiastica au-
allontanare i fedeli dalla lettura di qua- torità il libero esercizio della correzione
lunque altro libro pernicioso aila religio- disciplinare , come pure del diritto suo
ne ed alla morale. 3.° vescovi saranno I proprio ne' titoli attinenti alla dottrina,
liberi di affidare a chi meglio stimeran- al ministero e al costume, io." Ne'reati
no 1'
ufficio della predicazione evangeli- qualificati come contravvenzioni, qual è
ca, daudo comunicazione in uu modo qua- la violazione, delle leggi di finanza, i tri-
lunque all'autorità governativa de' no- bunali laici applicheranno agli ecclesia-
mi de'predicatori che volessero chiama- stici solamente la pena pecuniaria, esclusa
re al di fuori dello stalo. 4-° Tutte le co- ogni altra pena corporale. 1 i.° Quando
municazioui de' vescovi e de'fcdeli colla uu ecclesiastico sia riconosciuto reo di do-
5
2 3o TOS TOS
litioche importi pena infamante, vena verno della diocesi si osserveranno le di-
alla privazione di tutti odi parte de'di- zo 1848. L.+J+ S. Carlo Card. Vizzar-
ritti civili avrebbe prodotto la condanna Giulio Beninscgni." Fer-
delti. L. +Jt S.
al genere di pena corrispondente al titolo dinando 11 re delle due Sicilie, come il
di reato. 1 2.° Tanto nell'arresto quanto granduca era stato costretto a dare la co
nella detenzione degli ecclesiastici sotto stituzione ; ma gì' irrequieti faziosi con
processo si useranno tutti i riguardi con- nuove pretensioni inammissibili a' 1
so dicondanna alla pena di morte p rou ini- dall' animo invitto del re, che ridonò la
ziata contro un ecclesiastico, gli alti del pace e la quiete al suo popolo, e più tar-
processo e la sentenza verranno comuni- di domò pure la ribellala Sicilia. La pre-
cati al vescovo per la degradazione del tesa guerra della vagheggiata indipenden-
condannato a tei mine de'sagri canoni. Se za italiana, che da principio ebbe qualche
il vescovo non vi trova difficoltà esegui- successo, nel progresso e fine fu disastro-
sce la degradazione entro il termined'un sa, colle più fatali conseguenze, con im-
mese. In caso diverso senza emanare al- menso spargimento di sangue e di pian-
cun provvedimento il vescovo espone a to. II 2Q maggio sorse sinistro alle armi fe-
condo le disposizioni canoniche. Non si fa- delle finestre. Parte si pose in campagna
ranno per altro alienazioni, uè locazioni per conii e per quadrali a romper l'im-
a lungo tempo, senza un precedente con- peto della cavalleria tedesca che carica-
senso del sovrano. 1 5.°ln tutte le altre cose va furiosameutein quella dislesa di pia-
riguardanti la religione, la chiesa ed ilgo- no; altri per drappelli a scaglioni infesta-
TOS T O S 23.
vano cidi luto diritto il corno sinistro «.Iella scrrimo, che l'uomo non pensando di se
battaglia ; molti avendo fatto ridotto e e di sua eterna salute, rischia i beni e la
gambe de'cavalli, e spazzavano i gruppi però che piovvero sopra Toscana le rima-
di massa che veniali serrati all'assalto del- se uua gloria, che ninna emulazione mai
l'argine di cpiel poco di trinciera di can- le contese; ed è la grazia, l'amanita, la
noni: ma gli austriaci tonavano con 5o facilità, la costumatezza, e gli ouorali mo-
bocche di cannoni, e poste parte a fronte di e le buone consuetudini con che si con-
e parte per lato, cou obici e pezzi corti di tenne l'eletta gioventù di questa felice e
gran portala, sotto i quali si diradavano florida contrada, nel suo passaggio per le
le file toscane, e saltavano per aria le mu- terre di Lombardia alla guerra dell'in-
nizioni e i ricettacoli del campo con una dipendenza. 1 volontari che vi trassero,
rovina spaventosa e terribile. Quella prò ti*MM la feccia de' cospiratori, si porta-
de gioventù non atterrila a taula smisu- rono tanto onesti, manierosi e gentili pres-
lata percossa di morte, si batteva intre- so le città e luoghi che attraversarono,
pida e ferma, oppoueudo per ben 5 ore che rapirono a stima e benevolenza i più
a quell'impetuoso torrente distruggitore cospicui cittadini e paesani di quelli. E cou
la diga de'saldi petti, e dell'ostinata vo- questo molli valorosi che s'eran gittali a
lontà, ferma di vincere o di morire. Oh quell'impresa per ingannevole giudizio e
quante giovinette e delicate vite mieteva studio d'amor di patria, che reputavano
quel giorno infausto sui sanguinosi cam- illusi debito di buon cittadino, dieronoin-
pi di Montanara e Cullatone la scimitar- diziodi cuore veracemente cristiano; pro-
ra degli usseri, la picca degli ulani, e il fessando franca e generosa la pietà chea»
fuoco vivissimo de'moschelli e dell'arti- vean succhiato col latte. Ne ciò tolse loro
glierie! •» Tu bella Toscana tei sai. Voi prodezza e magnanimità, anzi l'avrebbe;
madri aretine, pisane, fiorentine e sauesi poiché per la buona coscienza battendosi
ne siete pubblici testimoni che vostri , i iutrepidi e sicuri, stettero a pie fermo sot-
pianti non sono ancora asciutti, e le ferite to lo scroscio di tante formidabili artiglie-
de'vostri cuori uon sono per anco ram- rie, e all'urlo tremendo di si fiero com-
ni argina le. 1 vostri figliuoli, che v'alleva- ballimenlo. Chi uon moriva di colpo, ma
ste in grembo a tanta cura, cui stillaste iti polea proferire alcune parole prima di
petto la pietà verso Dio, e le virtù che a- spirare, quelle paiole non erano, per ef-
dornano la giovinezza cristiana, i figli vo- fetto del loro aftasciuameuto, che un gri-
stri furono traditi allo studio di Pisa, in do di : Viva l'Italia, morte allo straniero;
barbicato nella fellonia contro i diritti si- seno, trarne una sagra immaginetta ap-
gnori d'itatia, nella irriverenza cuiitro la pesa al collo, o uua reliquia, o lo scapo-
Chiesa, nell'oblivione delle cose superne, lare della Madonna, e calcarla sulla fe-
nel disamore di Dio. Errar grave e mi- rita, e accostarla piameule alla bocca, e
2 3?. T O S TOS
in quel santo bacio spirare in un atto di pre amica. Che un abbominevole fanati-
contrizione e diamole! Nella chiesa di s. smo, la smania d'arricchire e d'ingran-
Croce di Firenze furono poste delle ta- dire a spese del popolo, e le mire ambi-
vole di bronzo con incisi i nomi de'tosca- ziose per arrogarsi governo medesimo, il
berto fu costretto a'g agosto a conveni- veniva contrastato da una fazione. A' 6
re ad un armistizio col feld-maresciallo agosto il granduca di Toscana con pro-
Rudelzky, laonde questi fece successiva- clama dichiarò, non disperare de'fati d'I-
mente occupare tutta quella parte di stati talia e continuare nel proposito che fece
e fortezze d'Italia, presi o datisi a Carlo Al- associare le sue armi a quelle di Carlo Al-
berto, tranne a Venezia, per essersi nuo- berto; ma non essendo in grado di resi-
vamente costituita in repubblica indipen- stere a un nemico vincitore, e che avea
dente. La convenzione d'armistizio si leg- invaso il territorio di due stati limitrofi,
ge a p. 643 della Gazzetta di Roma , aver bisogno di tempo per riparare alle
ed il 3.° articolo dice : » Gli stati di Mo- perdite sofferte, e per salvare il paese da
dena, di Parma e la cillà di Piacenza col subito pericolo e da fatali calamità, onde
raggio di territorio ad essa spettante nella i confini dellostato non sieno violali, con-
qualità sua di piazza da guerra, verranno venire il mantenimento dell'ordine inter-
sgombrale dalle truppe di S. M. il redi no e non dare occasioni a tumulti, pronto
Sardegna 3 giorni dopo la notificazione sempre di sostenere la causa nazionale. In-
della presente." Ma tedeschi aveano già
i di con notificazione de'7 agosto, il gover-
occupato il ducato di Modena. Imperoc- no toscano rassicurò gli animi che pe'buo-
ché un'armata austriaca comandata dal ni uffici del ministro inglese residente in
tenente maresciallo Welden avea occu- Firenze e dell'incaricalo della repubbli-
pato le provincie settentrionali dello stato ca francese, il tenente generale Welden
pontifìcio, dirigendo a'3 agosto un pro- avea dichiarato, che confini della To- i
clama agli abitanti delie legazioni, dicen- scana saranno rispettati dalle armi au-
do che il Papa più volte avea protestato striache, purché l'ordine interno si con-
di non voler guerra, ispirato dal sagro- servi nel granducato, e non si facciano le-
santo ufficio da cui è investito, nondime- ve in massa, ne alti di aggressione; per-
no truppe pontificie e gli svizzeri da lui ciò il governo confidare nel senno e nella
assoldati pugnarono contro 1' Austria a lealtà delle popolazioni toscane, per con-
Treviso ed a Vicenza, e vinti capitolaro- servare quella quiete tanto necessaria per
no, obbligandosi per 3 mesi di non ripren- la salvezza della patria. E che eguali uf-
der l'armi contro 1' imperatore. Le sue fici il ministro inglese avea praticati pres-
mosse esser dirette contro le bande, chia- so general Pergias comandante il cor-
il
d'ingannare il buon popolo con menzogne dimenti per guarnire la frontiera, e per
e sofismi e d'infondere un odio ingiusto essere pronti ad ogni possibile eventua-
ed assurdo contro una potenza slata seni- lità. Nella mezzanotte di detto giorno en-
9
TO S TOS 2 33
trarono in Modena gli austriaci compo- Civiltà cattolica^ 2.' serie, 8, pubbli-
t.
prudenza. Il ritorno del duca di Modena ne armata, che audacemente assalì il Pa-
cella sua capitale fu preceduto da un suo pa Pio /A'nella sua pacifica apostolica re-
proclama degli 8 agosto dato in Manto, sidenza, forzandolo a ulteriori concessio-
va; annunziando che recavasi a riprende- ni e dinuovo ministero. Venulo il Papa
re l'esercizio della sovranità ed a rimar- in cognizione, che non ostante stava per
ginar le piaghe delle passate agitazioni, esplodere altra ribellione, onde obbligar-
prodotte da una minorità turbolenta, la lo a rinunziare alla sovranità temporale,
quale giovò alle mire ambiziose d'alcu- che pure avea modificata coll'accordato
no de'governi vicini, ed ebbe parte alla Statuto costituzionale, prudentemente e-
distruzione d'uno stato indipendente. Ri- vase dalla città la sera de'24, e recatosi
conoscere per nemici quelli ches* impa- a Gaeta vi ricevè magnifico e riverente
dronirono de'suoi stati, e ciò soltanto fin- ospizio li re delle due
da Ferdinando
ché essi abbiano restituito tutto quanto Sicilie.Nel seguente mese abdicò l'im-
gli competeva dell'eredità de' suoi mag- pero austriaco Ferdinando I,e gli succes-
giori, ed in forza detrattati da lui in ogni se il nipote regnante Francesco Giusep-
tempo scrupolosamente osservati. Con- pe I, che liberò l'impero dall'anarchia e
fidare nella gran maggiorità de'suoi ama- lo rese più. possente, rispettato e fioren-
tissimi sudditi rimasti fedeli, che coope- te. Inoltre nello stesso mese fu eletto pre-
reranno colle loro forze al ristabilimento sidente della repubblica francese Luigi
sovrano e dell'ordine pub-
del legittimo Napoleone nipote di Napoleone I, poi im-
blico.Accordò un'amnistia generale, ec- peratoreNapoleoue III. Roma restata nel-
cettuando pochi capi o promotori del-
i la desolazione sotto il crudo giogo de'de-
l'insurrezione, a' quali lasciava il tempo magoghi, questi col governo intruso con-
d'allontanarsi dallo stato, ed eccettuan- vocata un'Assemblea Nazionale o Costi-
do pure macchiato di delitti
chi si fosse tuente Romana, proclamarono in essa nel
comuni. A'g agosto il corpo diplomatico Campidoglio la repubblica romana a'
residente in Firenze, fece una protesta febbraio 1 849) e ne ^ se g uente mese ,st i*
al general Welden, appena seppe che a- tuì un triumvirato composto di Armel-
vea fatto bombardare Bologna. Rientra- Mazzini e Saffi. Ne'successivi mesi del
lini,
to Francesco V in Modena, con atto del- precedente anno anco nellaToscana le co-
l' i i agosto sciolse la reggenza da lui isti- se volsero agli estremi, non ostante la vi-
se, che chiamati all'incarico di governa- fautori di riforme era un incenso prodi».
re lo stalo in tempi singolari per tanto torio che finirebbe presto in crucifige :
mo alla porta armi e bagaglio. La Costi- la solenne riapertura delle rinnovate as-
tuente proclamammo ne'nostri scritti, la semblee legislative col nuovo consiglio
Costituente proclamiamo adesso nel no- generale.Nel discorso deplorò i tempi che
programma. La Costituente consiate
stro correvano pieni d'ansietà e di speranze,
nel volo di23 milioni di uomini (allu- supreme, e di dolore sofferto
di necessità
dendo a tutla l'Italia), rappresentati le- pel sangue generosamentesparso in Lom-
gittimamente, intorno forma degli
alla bardia da'prodi toscani. Che per le quo-
ordini governativi che meglio loro con- tidiane commozioni de'popoli abbisogna-
tengano; ma la Coslituente ha da essere va di provvedimenti vigorosi e duraturi.
pegno di amicizia, non offesa di popoli a- La finanza angustiata esigere non meno
mici, molto meno impedimento a conse- pronti provvedimenti. E poiché i molivi
guire la suprema delle necessità nostre, della guerra non cessavano e i pericoli du-
la indipendenza italiana. Quindi pi-epa- ravano, egli corrispondeva a'voti de'suoi
T O S TOS a35
popoli. Deplorò che la concordia fra il presentanti alla Costituente Italiana; ma
Papa e i suoi popoli non erasi mantenu- la rappresentanza del popolo dovere es-
ta, e confidare che presto si ristabilisse, sere composta di uomini che abbiano la
meritando il supremo Gerarca lutti i ri- fiducia del popolo, e perciò doversi eleg
guardi. Che la Costituente pubblicata in gere dal suffragio universale, e che seb
Toscana non dovea essere principio di dis- benedetti inToscana potessero essere cit-
soluzione, ma di forza e d'armonia: do- tadini d'altre provincie italiane, poiché i
pegli uomini che si studiò sempre di go che ponga insieme le forze, che s'impa-
vernare con amore; laonde se i presenti dronisca del movimento, e lo diriga pie-
e posteri gli confermeranno tale titolo,
i no di vita e di energia alla conquista del
sarà questa la più gloriosa ricompensa l'indipendenza .... La Toscana, iniziando
che abbia mai saputo desiderare il prin- il nobile concetto, fece opera grande e
cipe loro. La proclamazione della Costi- meravigliosa. Ma più. grande e più degna
tuente Italiana avvenuta in Roma, come opera è la vostra, o romani, che riduce
che iniziata già in Toscana, fu festeggiata stead atto l'italianissimo divisamene....
con dimostrazione popolare in Firenze la Mentre non omettiamo cure e pensieri
sera de' 19 gennaio ; quindi fu stabilito perchè la Toscana non sia ad altri in se-
d' inviare a Roma deputali toscani alla guirvi seconda, noi vi salutiamo, o citta-
Costituente Italiana, sulle basi del suffra- dini ministri, come salvatori della patria.
gio universale diretto e mandato illimi- L'ora del nuovo cimento si appressa. E
tato. Nel discorso analogo, per l'adozio- voglia Dio, ne'suoi alti decreti affienar-
ne di tale disposizione, fra gli applausi la: sicché fine abbiano una volta l'isola-
pronunziato dal Montanelli nel consiglio mento di Venezia, le ansie della Sicilia,
generale, dichiarò: che la Costituente da il martirio della Lombardia .... La Costi-
luiproclamala anteriormente avea un tuente segnala la instaurazione d'un nuo-
doppio fine. ."Porre il principio della so-
1 vo diritto pubblico in Europa." Eppure
vrani là nazionale che dovrà decretare le a'3o gennaio in Siena, da quelli che nou
sorti finali delle genti italiane. 2. Istitui- s'illudevano delle utopie della Costituen-
re un centro il quale unificasse frattan- te e di tutte le altre perniciose innovazio-
to le forze divise. E che i toscani come i ni, chiamati come altrove, codini, retro-
primi a proclamare la Costituente, do- gradi, oscurantisti, neri e reazionari, sot-
vea no essere anche i primi a risponde- to le finestre del granduca, quand'egli ap-
re alla chiamata, con inviare i loro rap- pena giungeva nella città,ovepassava l'iu-
236 TO S TOS
verno la reale famiglia, e al suo affacciar- già del re cognato presentava sicurezza
sialla finestra, alto gridarono: Abbasso per se e per la sua reale famiglia, laonde
Ja Costituente Italiana Viva il governo 1 con questa si sottrasse da Siena a'7 feb-
di Napoli Morte a' liberali Abbasso i
1 1 braio,fingendo una passeggiala. Un'ora
circoli Abbasso i repubblicani VivaLeo-
! ! prima avea veduto il Montanelli, e poche
poldo 11 e la sua famiglia! I progressisti ore dopo gli notificò la sua effettuata ri-
rimarcare, che quel principe, il quale po- secondo giornali Non potere uu princi-
i :
chi giorni prima avea segnato davanti al pe cattolico aderire alIaCostiluente. Pub-
suo ministero, al parlamento, al senato blicò poi lo stesso Monitore Romano a p.
toscano, alla nazione italiana, il solenne 58 la seguente lettera diretta al presidente
atto di adesione alla Costituente Naziona- Montanelli. « Nel lasciar Siena non creda
le, tacque a tale dimostrazione, chiama- che sia in me il progetto di abbandonar la
ta reazione, e non trovò nel cuore una pa • Toscana, cui sono troppo affezionato. Rac-
jola per ismentire quanto poco prima a- comando vivamente e con fiducia fami - i
vea deliberato, cioè quanto era stato co- gliari miei, ed in Firenze ed in Siena: che
stretto a fare perle imponenti e violen- sono ignari del tutto del progetto mio.
ti circostanze. Gravi lamenti perciò si fe- Prego di lasciare che mi seguitino quelli
cero, esigendosi lo scioglimeuto e riorga- di cui ho strettamente necessità, die so-
nizzazione della guardia nazionale di Sie- no appunto quelli che ho qui in Siena: e
na, ed essere indispensabile rendere im- prego ancora a voler facilitare il modo
potenti d'agire i retrogradi, chiamati da' che mi seguitino li equipaggi miei e della
tristi, spietati nemici del risorgimento ita- famiglia, quelli che ho parimenti in Sie-
liano; poiché altra volta i sauesi aveano na, che senza di ciò si rimarrebbe privi
gridato : La Costituente Italiana è un'in- di quello è strettamente necessario alla
venzione del Montanelli toscano, la qua- vita. Intendo compresi nel numero delle
le spinge il popolo ignorante al macello persone l'aio de'miei figli o il cavalier di
della guerra e alla miseria; e parlarono lorocompagniaelamia segreteria. Preu-
con senno, quando avvisarono il popolo dendola direzione della strada regia Ma-
di non cedere alla violenza di pochi tri- remmana le persone del mio seguito tro-
sti o pazzi che la lodano, giacché Roma veranno l'indicazione del luogo dove io
non la Piemonte non l'appro-
vuole e il mi sarò diretto. E con distinta stima mi
va, e solo ambedue accedere a una lega. confermo. Siena 7 febbraio 1849. & ììo a ^'
Pertanto gl'illusi scongiurarono con se- fezionalissimo Leopoldo." Altra lettera
ducenti parole isanesi, a "non farsi ingan- ragionala dello stesso giorno pure si leg-
nare da'nobili e da altri reazionari a dan- ge nel Monitore, e diretta al medesimo
no d'Italia, e di non far dire a' nemici: Montanelli, nella quale il granduca fra le
Siena, che raccolse l'ultimo so-
la città altre cose gli dichiarò. La vera causa d'es-
spiro della libertà italiana, ha pur essa sersi recalo a Siena, fu che per evitare a'
sul fronte uno sligmata di vitupero e d'in- 22 gennaio gravi turbamenti, permise la
famia 1 Considerando il granduca quanto discussione del progetto per l'elezione de'
l'anarchia progrediva in proporzioni gi- rappresentanti toscani alla Costituente I-
sua persoua e il suo paese alla sventu- gli occhi d' Italia e del mondo ne com-
ra massima, qual è quella d'incorrere e pongano uno solo." Il giorno medesimo
di fare incorrere tanti buoni toscani nel- il triumvirato de' membri del governo
le censure fulminate dalla Chiesa, dover- provvisorio notificò in Firenze con pro-
si ricusare di aderirvi. E siccome il ritor- clama. Che il principe gli avea abban-
no a Firenze poteva esporlo alla libertà donati ne'supremi momenti di pericolo.
del voto che gli competeva, in tanta esal- I principi passano: i popoli restano. Per-
tazione di spiriti, cosi credeva allontanarsi ciò il popolo
assemblee legislative a-
e le
dalla capitale e da Siena, acciò non si di- ver loro affidato il governo. Raccoman-
cesse che per sua causa questa città diven- darono il coraggio e l'unione, poiché l'av-
ne campo di reazione. Sperare che Dio a- venimeuto sarà come piuma caduta
lieve
vrà cura del suo diletto paese, e pregare dall'ala d'uccelloche passa. Viva la Li-
a dare pubblicità a questa dichiarazione, bertà! Indi nel giorno seguente trium- i
e che se non fosse notificata nella sua in- viri decretarono che in fronte alle deci-
tegrità, sarebbe costretto d'eseguirla dal sioni de'tribunali dello stato e degli atti
luogo ove la Provvidenza vorrà che si tra- de'pubblici notarili nome di Leopoldo
sferisca.Leopoldo II colla famiglia gran- lì, si sostituisse: Governo provvisorioTo-
ducale si recò prima a Porto s. Stefano, scauo. Si sciolserodal giuramento al gran-
ove si portò il corpo diplomatico e poi , duca guardia cittadina e le truppe stan-
la
i o febbraio abolì il consiglio generale de' to l'incaricato d'affari pontificio mg. Mas-
deputati e il senato, e concentrò i poteri soni. Inoltre la repubblica romana dispen-
legislativi in una sola assemblea compo- sò la propria legazione in Firenze dal rila-
sta di 120 rappresentanti del popolo, e- scio de'passaporti, visti, atti di legalizzazio-
letti col Suffragio universale diretto, e nel ne, dichiarando che fino a nuova disposi-
governo provvisorio. La proposta delle zione nel territorio della repubblica var-
leggi spettare all'assemblea legislativa e ranno per lo stesso efTetto le firme dell'au-
al ministero. La sanzione e la promulga- torità toscane, e così agevolare la vicina
zione al governo provvisorio. I rappre- fusione fra 'due stati. Dipoi il Canestrini
sentanti doversi eleggere da'12 Compar- fu fallo incaricato d'affari. Il conte Ce-
timenti, quanti erano allora, in ragione sare de Laugier generale delle milizie to-
di popolazione. Ecco il novero de'Com- scane si al granduca, e da
conservò fedele
parlimenti: Fiorentino, Lucchese,Pisano, Massa emanò proclama inculcando
w\\ ,
Livorno, Elba, Massa e Carraia, Luni- fitto al sovrano (li riunirsi sotto le sue ban-
giana, Garfagnana. L'assemblea Costi- diere, per liberare il granducato dall'op-
tuente Toscana fu convocata pel i5 mar- pressione d' un governo intruso e resti-
zo, poi prorogata pel 25. Nella sera de' tuirloalladivozionedel granduca; il qua-
12 febbraio una moltitudine immensa in- le a' 1 7 febbraio aveagli ordinato d'assu-
gombrando la piazza del Popolo in Fi- mere il comando supremo della truppa e
renze, volea ivi piantare l'albero della li- adoprarsi per ristabilire la sovranità co-
bertà tra le grida di Viva la repubblica stituzionale; quindi a'22 ricevè altro di-
italiana. Arringata da Guerrazzi, si per- spaccio del granduca, che partito a'20 da
suase ad attendere quanto avrebbero pro- s. Stefano per Gaeta col marchese Scipio-
clamato sulla forma del governo i depu- ne Bargagli ministro presso la s. Sftle, sul
tati che doveansi eleggerecol suffragio u- vapore inglese Bul-Dogh (a' 21 seguito
uiversale diretto. Il governo dichiarò ces- siili' altro vapore inglese il Porcospino ,
il governo della repubblica romana, con Laugier, ed anco del generale Alfonso La
annuo appuntamento di lire 5ooo, asse- Marmora piemontese, il quale poi entrò
gnandone 4000 all'avv. Manichelli di- nella Lunigiana in forza d'alcune dispo-
chiaratosegretario di tal missione, dispen- sizioni concordate col governo toscano.
satone il cav. Pandolflni, a cui si con- A'27 febbraio furono elevali per tutte le
servò il consolato generale e quanto go- piazze di Firenze gli alberi della libertà,
deva in uno all'abitazione nel palazzo di coronati di fiori e sormontali delle ban-
FircnzcDall'altro parte la repubblica 10- diere tricolori e dell'antico berretto de-
TOS TOS 23 9
mocratico, il che venne imitato dal resto mistizio tra l'Austria e la Sardegna, fu
di Toscana. Questa inaugurazione fu fit- denunciato e la guerra ricominciò; così
ta alsnonodi campane, spari di moschet- furono ripresele ostilità fra le due armate,
ti, rollo de'tambnri e il suono di musici diminuendosi perciò gli austriaci del du-
•tronfienti. Ve noto in cognizione il gover- cato di Modena , e dichiarando il duca
no che in molti luoghi, specialmente di Francesco V di non allontanarsene fin-
campagna, gli elettori ricusavano di con- che potesse al paese giovare la sua pre-
correre alle elezioni della nuova assem- senza tuttavolta per gl'imminenti com-
:
blea, per timore delle censure della Chie- battimenti di Lombardia, parti la notte
sa, con circolare all' Episcopato toscano de' 18, lasciando guarnigione austro-e-
l'invitò a significare a' parrochi, eh' essi stense nella cittadella di Modena, recan-
sarebbero responsabili se i popolani si a- dosi con un battaglione a Brescello e tra-
stenessero dal prender parte all'elezioni. sportandovi la sede del governo.
Il redi
L'arcivescovo di Pisa mg/ Panetti, co- Sardegna Carlo A Iberto a' 4 partì da To- 1
me dicesi d'alcun altro vescovo, inviò a' rino per Alessandria, onde porsi alla te-
parrochi di sua arcidiocesi una circolare, sta del suo esercito, dopo aver inviato un
dichiarando opinare non incorrersi la pe- proclama alle nazioni della civile Euro-
na di scomunica per l'elezione de'37 de- pa, per giustificare il ritorno a quella via
putati alla Costituente Italiana. La circo- a cui l'avea chiamato il voto de' popoli
lare fu riprodotta a p. 1 84 del Monitore italiani, deliberati a riconquistare la lo-
Romano, e si andò procedendo all'elezio- ro nazionalità, e per aver violato in più
ne e proclamazione de'deputati. A'6 mar- modi l'Austria le stipulazioni espresse del-
zo il governo decretò: L'Assemblea To- l'armistizio. Inutilmente si affaticò il mi-
scana è investita del potere costituenté,per nistro inglese per distorlo dalla guerra :
decretare se e con quali condizioni lo Sta- il re seccamente gli rispose. Dio la vuole,
toToscano debba unirsi a R.oma, e per la nazione la reclama, il mio onore la e-
comporre insieme a 'deputati dello Stato sige. Al proclama di Carlo Alberto, incer-
Romano la Costituentedell'Italia Centra- to modo, rispose il conte Radetzky , col
le. AvendoLeopoldo II a'20 febbraio fatta manifesto alle truppe da lui comandate.
in Porto s. Stefano una protesta a'mem- A'2 5 con discorso d'apertura del trium-
bri del corpo diplomatico, di lutto l'acca- virato, solennemente s'inaugurò in Firen-
duto; il triumvirato toscano a'4 marzo e- ze l'AssembleaCostituenteToscana, la qua-
mano una contro-protesta all'Europa, e le la notte del 27 al 28 decretò la rico-
si legge a p. 1
74 del Monitore Romano. stituzione d'un potere esecutivo provviso-
Intanto il governo provvisorio nel timo- rio,per governare lo stato,e ne rivestì il già
re fondato di veder minacciate le frontie- triumviro Guerrazzi, con facoltà straor-
re dal general Laugier, da'piemontesi, e dinarie per provvedere a' bisogni della
dagli austro-estensi, mobilizzò la guar- guerra e Però
alla salvezza della patria.
dia nazionale e vieppiù aumentò i suoi ar- ne!giorno23 pressoNovara la lotta tratta-
mamenti, e per la difesa dell'Alpi Apua- detzky e Carlo Alberto era già finita colla
ne guardate dal proprio general d'Apice, piena vittoria degli austriaci eia sconfìtta
formò il battaglione Apuano di bersaglie- de'sardi. Il re abdicò la corona al figlio
ri; inoltre formò due campi, uno a Pistoia, Vittorio Emanuele II e partì per Porto
a4o TO S TO S
sto Piemonte soccombente, potè dopo
ii za della sua missione. Egli a nome del
Ja sconfìtta evitare colla mediazione delle Principe assume la direzione degli affa-
potenze e per le circostanze d'Europa, l'oc- ri, e si riprometle di liberarvi dal dolore
cupazione straniera de'viucitori, ma do- di una invasione." Contemporaneamente
\è però subire quel grave contributo di 1' Assemblea Costituente Toscana si di-
guerra die gl'imposero gli austriaci, e ri- chiarò in permanenza, e di prendere d'ac-
scattarsi a denaro, comprando la pace. cordo col generale della guardia naziona-
Questa fu stipulala poi a'6 agosto, e fra le e del municipio i provvedimenti neces-
le condizioni il resi obbligò ad evacuare sari alla salvezza del paese. Tuttavolta il
quelle parti di territorii de'ducati di Mo- rappresentante del potere esecutivoGuer-
dena, di Parma (che momentaneamente razzi, in aggiunta a'i4 milioni di lire de'
aveano ripreso i sordi), Piacenza e To- boni del tesoro emessi col frutto del 6 per
scana, che prima della guerra non appar- 100, ne autorizzò altra quantità in 2 mi-
tenevano al Piemonte, a forma de'prece- lioni, egualmente fruttiferi e garantiti con
denti trattati in vigore al i.° marzo 1848. ipoteca speciale.Egli però nello stesso gior-
La vittoria dunque austriaca di Novara no venne arrestato nel palazzo Vecchio,
obbligò la Toscana a restituire al duca di e chiuso poi nel forte di Belvedere. Inol-
ParmaPontremoli e alti iluoghi,e al duca tre il municipio che avea in nome di Leo-
di Modena, Massa e Carrara, la Garfagna- poldo II preso le redini del governo, col
na,Fivizzano eallre parti dellaLunigiana; detto nome di Commissione governativa
nondimeno essa noi fece, e come dirò gli Toscana, governando Firenze, per voto
austriaci e gli estensi li ricuperarono. 1 di- espresso dell'intera popolazione, pubbli-
sastri dell'armi piemontesi riuscirono do- cò altri atti, fra' quali, proclamò il rista-
lorosi pure al governo toscano, però fe- bilimento della monarchia costituzionale,
ce di lutto per infondere coraggio al po- circondata da istituzioni popolari, propo-
polo ed eccitarlo alla difesa della patria nendosi l'adesione formale de' municipi!
e alla guerra per vendicare e fare risor- delle provincie. Sciolse la guardia muni-
gere l'Italia; il Guerrazzi particolarmente cipale toscana, per ricostituirla sotto la de-
accese alla difesa i suoi concittadini livor- nominazione di guardia di sicurezza pub-
nesi. duca di Modena a'3o marzo si re-
Il blica. Rivocò la legge stataria e la com-
stituìda Brescello nella sua capitale. In- missione militare, del precedente potere
tanto nello spirar di marzo, la Val di Chia- esecutivo. Proibì a lutti coloro che com-
na insorse armata al grido: Viva Leopol- ponevano l'Assemblea CostituenteTosca-
do II. Iu Firenze a' 2 1 aprile il popolo con- na, in tale qualità di adunarsi, e di pub-
citato , atterrati gli alberi della libertà blicare qualsivoglia atto. Vietò pure i cir-
rialzò le armi granducali suono della al coli e qualunque riunione politica, e com-
campana di palazzo Vecchio; ed in mez- pose il ministero con 6 nuovi ministri. Su-
zo alle acclamazioni dell'affollata molti- bito il municipio di Pisa fece piena ade-
tudine nella piazza del Granduca, il mu- sione all'attuale Commissione governati-
nicipio erettosi in Commissione gover- va della Toscana, e gli altri successiva-
nativa Toscana, associandosi 5 idonei cit- mente l'imitarono, Lucca, Siena e le al-
tadini, cioè Gino Capponi, Bettino Ri- tre città e luoghi, tranne Livorno, e per
casoli, Luigi Serristori, Carlo Torrigia- un tempo anche Pistoia. Si rialzarono con
ni, Cesare Capo-quadri, pel gonfalonie- stemmi granducali, e si cantò il
festa gli
re impedito facendone le veci ih. "priore Te Deum nelle calledrali e altre chiese.
Orazio Cesare Ricasoli, proclamò. « Cit- La commissione governativa nello stesso
tadini! Nella gravità della circostanza il giorno 12 aprile invitò la truppa stan-
vostro Municipio sente tulla l'imporlan- ziale al giuramento di fedeltà al grandu-
TOS TOS 2'm
ca, e alle libertà costituzionali nelle qnali conio, ooo austi iaci,ed avea occupato per
il paese volea essere consolidato, essendo Carlolla'5 aprile Parma, quindi a'i3 per
ciascuno libero di non prestarlo, e di po- esso fece occupare anche Pontremoli egli
ter contare sul suo concorso e disciplina altri luoghi che gli appartenevano. Quan-
e quelle del prof. Mannucci presso il go- estensi per ricuperarli. Laonde in Friz-
verno di Roma; d'Andrea Luigi Mazzini zano entrò duca di Modena a'i4
lo stesso
presso il governo di Sicilia; di Lodovico aprile, indi a'i6 s'impadronì d'altri luo-
Frappolli pressoi governi della repubbli- ghi della Lunigiana, non che della Gar-
ca francese, dell'Inghilterra e del Belgio; fagnana, di Massa e Carrara, e Guastal-
e del prof. Luigi Mozzi a Costantinopoli: la, cosi reintegrandosi compiutamente dei
rivocò pure le nomine di segretari delle suoi domimi. Laonde la commissione go-
legazioni, di Menichelli per quella di Ro- vernativa di Firenze a'23 aprile credette
ma, di La Cecilia per quella di Parigi ,
di dover protestare contro la occupazio-
e di Dragomanni per quella di Costan- ne di Pontremoli, della Lunigiana, della
tinopoli. In pari tempo ripristinò ne'mi- Garfaguana, di Massa e Carrara. Già a' 7 i
delle loro funzioni il marchese Scipione invitare il granduca Leopoldo Ila ritorna-
Bargagli ministro residente presso la s. Se- re ne'suoi stati, e gli presentarono quel-
Avendo il precedente governo levato un creto del i.° maggio inviò a Firenze per
imprestito coatto e proporzionato, sugli suo commissario straordinario il conte
individui e società commerciali di più e- Luigi Serristori, qual provvisorio reggen-
levata fortuna, compresi tutti i corpi mo- te del granducato, per redimere lo slato
rali, non solo la commissione abrogò tale da una fazione e ripristinarvi preceden- i
bia i nemici dell'ordine, per cui nacque- popolare di Pistoia avea protestato con-
ro non pochi conflitti che alterarono la tro il proclama del municipio di Firenze,
pubblicaquiete.il general d'Apice coman- come lesivo a'dirilti della nazione e del-
dante del i.° corpo d'osservazione, rico- l' assemblea. Così il popolo di Livorno ,
rari, per esporgli come l'ordine e la quie- taglia di Novara occupata la Toscana, che
te eransi ristabiliti in tutta la Tosca- associatasi fin dal 1848 col Piemonte nel-
na, ad eccezione di Livorno, ed in tale la guerra contro l'impero d'Austria, era
stalo di cose insistere presso di lui, affin- col Piemonte rimasta soccombente. Quel-
chè almeno limiti alla sola Livorno il con- lo stato ben altrimenti più grande e im-
centramento delle sue truppe. Tutti mi- i portante sotto i rapporti politici, potè e-
nistri nello stesso tempo dierono la loro vitar l'occupazione al modo narrato. La
dimissione; ed il commissario conte Ser- Toscana invece col debito istesso della
ristori nominò un nuovo ministero. Nello guerra perduta, e di più uscita nel 12 a-
stesso giorno il maresciallo barone d'Aspre prile dall'anarchia, benché per saggio im-
annunziò con proclama a'toscani,che d'or- pulso suo proprio, ma inerme
ed estenua-
dine del conte Rodetzsky, ed a tutela dei ta, con Livorno ostinato nella ribellione,
diritti del legittimo sovrano Leopoldo li divisa da'partiti, e disorganizzata in tut-
era entrato nel loro territorio per conso- to, col subire l'occupazione d'altronde ine-
lidare l'ordine, che una fazione perversa vitabile delle forze imperiali, pur seppe
avea rovescialo con insoffribile anarchia, provvedere alla sua sicurezza, e invece di
della quale avea trionfato il loro buon padrone, le ebbe ausiliarie. E come tali
senso. E cheil commissario generale Ser- furono e si mantengono, e come tali le qua-
ristori adempirà suoi incombenti, ed af-
i lificò la convenzione de'2 2 aprile 8 10, e 1
fidarsi alla sua cooperazione per più fa- come tali rispettano l'indipendenza del go-
cilmente rendere salda la pubblica e pri- verno, l'opinione del paese, né ebbesi fin
vata sicurezza. Il barone d'Aspre giunto qui minima cagione di lamento.
a'7 maggio a Lucca, fece sciogliere e di- Papa avendo domandato l' inter-
Il
sarmai e la guardia nazionale, non che di- vento armato dell'imperatore d'Austria,
sarmare e congedare bersaglieri parmi- i del re delle due Sicilie, della regina di
giani e piacentini al servizio dellaToscana. Spagna e della repubblica francese, per
Dopo questo proclama, il municipio di Fi- liberare i suoi stati dalla fazione che li
pio aderì al governo di Leopoldo II. Il dette a tutti gli occorrenti provvedi men-
TOS TO S 243
li delle circostanze, e destituì il Monta- governo anarchico del terrore, cessando
nelli dalla cattedra di diritto toscano ci- la repubblica romana. Le bande che ne
vile e commerciale nella università di Pi- uscirono, di circa 5ooo avventurieri, ca-
sa, essendo fuggito a Parigi. Il marescial- pitanate da Garibaldi, scorazzarono e ta-
lo d'Aspre, dopo aver liberata Livorno glieggiarono diverse città e luoghi di To-
dalla fazione che l'opprimeva, per com- scana, spargendo in quelle popolazioni lo
piere le sue operazioni militari che si col- spavento, e gravemente danneggiandole
legavano col rimanente dell'armata au- colle sue masnade; che perseguitate dalle
striaca in Italia, con proclama de'24 mag- truppe toscane e singolarmente austria-
gio annunziò il suo imminente arrivo in che, moltissimi nello stato ponlificio,ov'e-
Firenze come amico e alleato, invitando rano ritornate, nell' Umbria e nella Ro-
i fiorentini ad unirsi a lui per meglio con- magna, vi furono fatti prigioni , altri vi
Coccelia , e della guerra il conte Cesare luoghi vicini, ricevuto dal presidente del
de Laugier. Inoltre dichiarò il granduca, due suoi colleglli
consiglio de'ministri, da
che colla pubblicazione di questo decre- prendendo allog-
e dal conte Seri istori; e
to cessava la commissione straordinaria gio nel casino del duca di Parma, ivi ac-
affidata al general maggiore conte Serri- colse la deputazione del municipio di Fi-
stori, e trasfuse nel riferito consiglio dei renze, presieduta dal gonfaloniere cav. U-
ministri, fino a nuove disposizioni, i pote- baldino Peruzzi. Questi lesse un indirizzo,
ri eccezionali conferiti al medesimo com- col quale espresse il giubilo e l'ossequio
missario straordinario. Quindi lo stato to- de'toscani, e particolarmente de'fiorenli-
scano ripi ese la bandiera e la coccarda che ni, pel fausto suo ritorno; a cui il grandu-
avea all'epoca della promulgazione dello ca rispose con affettuose parole, dichia-
statuto. A'7 giugno si portò in Firenze da randosi grato a'fiorentini che presero l'i-
i notissimi combattimenti, entrò in Ro- stoia con editti celebrarono il gaudio che
nicti e la liberò dal durissimo giogo del provavano le loro popolazioui per si de-
m tos
siderato ritorno, dicendo che una fazione gli studi, emanando
TOS
la legge sul pubblico
111 a nò nuove prove di sua clemenza, de- de ferrate ed i telegrafi; che fece compi-
cretando l'oblio ad ogni ingiuria contro lare il nuovo codice penale, migliorando
la sua persona e reale famiglia. Con que- gli stabilimenti carcerarcene riformò il re-
sta finalmente a* 29 luglio Leopoldo II golamento comunale. Intanto calmate iti
rientrò in Firenze, tra le salve dell'arti- generale le agitazioni, U governo attese al
glierie del forte di s. Gio. Daltista, il suo- miglioramento dell'amministrazione fi-
no di tutte le campane e bande mu-
delle nanziaria e municipale. I consigli munici-
sicali, gli applausi i più fragorosi, che eoa pali ne'primi mesi del i85o cominciaro-
islancio d'amore gli tributò il popolo, e la no a raccogliersi, e tosto si occuparono del
visibile commozione del principe, così in vantaggio da promuovere nelle singole co-
parte compensato dalle trascorse amarez- muni. Alcuno però manifestò una certa
ze. Smontato alla chiesa della ss. Annun- sollecitudine per la posizione del governo,
r
ziata, fu ricevuto da mg. Ferdinando Mi- e poscia diversi municipii decretarono in-
uucci arcivescovo di Firenze, e da tutte dirizzi al granduca, perchè volesse degnar-
le autorità civili e militari. Rese solenni si di accelerare la riattivazione dello Sta-
azioni di grazie a Dio colla famiglia rea- lutoCostituzionale da lui coucesso allaTo-
le, e passò al palazzo Fitti sua residenza scana; ma che assai a destare
ciò era più
sovrana. La sera tutta la città apparve in una massa combustione anche
di facile
splendidamente illuminata, e la gioia Cu un incendio. Indi cominciò una polemica
universale; giunse poi al colmo quando il di giornali ,
parecchi a sostegno di quel-
granduca percorse le vie iti earrpzza, pe- l'intempestiva inchiesta, altri a combat-
netrato da tante calde dimostrazioni, in- terla d'incompetente, altri d'inopportuna.
cessanti e vivissime. Dipoi seguirono al- Così delle popolazioni vario fu il parere,
-
tre pubbliche feste. Fra le opere che de- opposti i desideri !. 11 governo fece prima
scrisserogli accenuati avvenimenti, la Ci- sentire iudirettamente a'muuicipii,ch'essi
viltà cattolica ne fece rivista, e die con- uscendo dalla loro competenza, e in cam-
tezza e ne formò giudizio delle seguenti bio dell'amministrazione comunale inge-
a
nella 2. serie. Nel 4 18: Memorie
t. 2, p. rendosi negli atti del governo, davano e-
della guerra d'Italia degli anni iS^S- sempi di riprovevole spirito, e trascura-
1849 di un Veterano Austriaco, Mila* vano veri vantaggi de'loro paesi. Poscia
i
noi 852. Nel t. 4, p. 90'- Galeotti, Consi- vietò tra certi limiti la stampa, soppres-
derazioni politiche sulla Toscana Fi- , se vari giornali, e proibì la diffusione del
renze i85g. Nel t. 5, p. 227: Ricordi sul- giornale il Nazionale. Tuttavia dal mini-
la Commissione Governativa Toscana stero vennero avvertiti i gonfalonieri dei
del 849 di L. G. de Cambrai Digny t
1 municipii, che governo studiava il ino.
il
Firenze i853. Nel t. 3, p. 66, e t. ro, p. mento favorevole,per poter convocare eoa
672: Memorie sull'Italia, e specialmen- vero giovamento dello stato le domanda-
te sulla Toscana dal 8 4 (il 5» o., di Giù-
1
1
le assemblee, ed intanto non accrescesse-
seppe Montanelli, Torino i853. Il gran- ro con intempestivo ardore le difficoltà.
duca Leopoldo II pel ben essere del suo Le dicerie cessarono quando uscì l'editto
popolo, dopo le narrate epoche, si appli- di proroga della costituzione, anco per-
cò a recargli molti vantaggi. In principio chè la pubblica attenzione si rivolse al
ragionai, come ricompose le università de- viaggio intrapreso dal granduca a Vicu-
TOS TOS 247
na, al quale si dierono varie interpreta- Toscana degnamente vi figurò e fu ono-
zioni, come pure per averlo seguilo ili.* rata con altre medaglie di particolare con-
ministro. Narrai nel voi. LUI, p. 23o,che siderazione, ne'suoi diversi prodotti, anco
a'20 dicembre i85o fu concluso tra il go- chimici, i diversi generi di manifatture e
verno pontificio e quello del granduca un massime di pietre dure e preziose.
di arti,
trattato doganale, per reprimere con cau- E qui inoltre mi piace aggiungere, che
tele semplicissime il contrabbando frau- in Firenze il regio museo di fisica e sto-
dolento esercitato sulle frontiere de' due ria naturale venne arricchito di nuove
stati limitrofi a gravissimo loro danno , magnifiche collezioni botaniche, e d'una
con facilitazione e tutela al commercio e scelta libreria scientifica. E' questo un
all'industria onesta. Dipoi terminata la prezioso retaggio che l'illustre botanico
convenzione, fu rinnovata a'i 7 febbraio inglese Filippo BarkerVebb legò al gran-
i856, salve alcune modificazioni utili a- duca, in argomento della molta estima-
gl'interessi commerciali e industriali de' zione in cui lo teneva, in uno a Firenze,
rispettivi stati. 11 granduca sotto il no- antica cultrice delle scienze naturali. Di-
me di contedi Pitigliano si recò in Ro- cesi che il granduca a degnamente cor-
ma e vi giunse la sera <\e'5 aprile 1 85 1, rispondere alla generosa intenzione del
prendendo alloggio al suo palazzo di Fi- testatore, farà innalzale apposito edifi-
renze; la mattina de'6 assistè alla cappel- cio, destinato a conservare que'tesori di
la pontificia della domenica di Passione, scienza, a profitto degli studiosi e pere-
quindi recossi ad ossequiare il Papa Pio te ina re la sua riconoscenza verso il be-
IX. Nella mattina degli 8 partì per Napo- nemerito inglese. Anche la Galleria fio-
li, ad abbracciare la consorte e la figlia. rentina, detta degli Uffizi, ha in questi
L'ordine pubblico ormai era rassicurato, ultimi tempi messe in mostra e rese utili
no, oltre altre fra le quali la grande me- gran Raccolta Medicea,'incominciata dal
daglia, della quale specie altra n'ebbe la cardinal Leopoldo de Medici, e messa in
Francia, altra l'Austria. Anzi per non ri- ordine del rinomato scrittore di arti Fi-
tornare su questo argomentoaggiungerò, lippo Baldinucci, e posteriormente arric-
che nell'altra esposizione universale fran- chita da tutti i grand uchi di Toscana.
cese tenuta a Parigi nel i855,e che fu una Questo Gabinetto della Galleria degli Uf-
nuova dimostrazione alle meraviglie in- fìzi è veramente meraviglioso, poiché nel
ziandio perle opere di belle arti che con- nite le più famose scuole di pittura ita-
tribuirono alla sua gloria; in essa pure la liana e straniera. Sembra ora rinascere
246 TOS TOS
il desiderio nel pubblico di vedere ese- alcuni punti di affari ecclesiastici. Ln San*
guila la facciata Firen- del duomo di N. S. PioPP. IX, e S. A. f. e K. Leo-
tilà di
ce un nuovo disegno di tal facciata tut- ch'esse hanno con quelle della Chiesa
to messo a colori, e meritò encomii. negli attuali dominii granducali, sono ve-
InToscana cominciò la guerra allaChie- nuti 1 ispettivamente alla nomina de'loro
sa, iniziata in nome dell'autocrazia monar- plenipotenziari. Sua Santità ha nomina-
chica, fino da'lempi di Cosimo 1, e durò si- te l'E.mo Giacomo Anto-
s |g/ cardinale
no a'dì nostri e agli ultimi giorni delle ri- pellisuo prò segretario di stalo, eSua Al-
r
volture demagogiche. Era antico deside- tezza ha nominato sua Ecc.za il sig. se-
rio e voto quindi de'buoni cattolici tosca- natore Giovanni Baldasseroni cav. gran
ni, di vedere il loro principe e il loro go- croce di più distinti ordini, consigliere in-
verno d'accordo coll'a ti lorità suprema del timo attuale di stato, finanze e guerra, e
Pontefice, in ciò chespetta alla ( hiesa;de- presidente del consiglio de'ministri; i qua
siderio ch'era maggiore eziandio negli a- li plenipotenziari incaricati a trattare li
nimi de'cattolici dell'ex ducato di Lucca vari punti della della legislazione relativi
alla Toscana aggiunto. Fino dal 844 '"'* 1 all'oggetto, cambiatisi li pieni poteri, han-
conobbe il governo questo dovere, e sotto no frattanto convenuto negli articoli qui
il ministero Ridolfì ne'primi del i 848 fu- appresso che avranno piena esecuzione
,
rono avviatele pratiche, e intavolate trat- due mesi dopo il cambio delle ratifiche
tative per un Concordato e quale lo ripor- delle alle parli contraenti. Art. i.° L'au-
tai di sopra, concluso allora onde stabilire torità ecclesiastica è pienamente Kberd
di comune accordo le principali norme nelle incumbenze del sagro minuterò. E
colle quali doveano regolarsi le cose della dovere dell'autorità locale concorrere con
religione e della Chiesa ne'dominii gran- li mezzi che sono in sua facoltà a proteg
ducali, per quindi poi ridursi in formale gere la moralità, il culto e la religione, al-
do concluso a motivo del parlamento na dali che l'offendono; come pure di pre-
rionale, non fu condotto a termine Taf- starsi a dare allaChiesa l'appoggio che oc-
fare così rilevante, ad onta che perfino corra per l'esercizio dell' autorità episco-
nel ministero democratico di Montanel- pale. i.° I vescovi sono piena meute libe-
li, Guerrazzi e compagni ne fece argo- ri nelle pubblicazioni relative al loro mi-
mento di speranze nel loro program- nistero. 3.° E' riservata esclusi vamentea-
ma, e finalmente dopo il ritorno del gran- gli ordinari rispettivi la censura preven-
duca in Toscana, il suo ministero ne die tiva dell' opere e degli scritti che trattano
a'vescovi ferma e chiara promessa, come ex professo di materie religiose. Rimane
premuroso onde porre in armonia le leg- poi agli slessi vescovi sempre libero l'uso
gi civili dello stato co' rapporti loro con dell'autorità loro propria per premunire
quelle della Chiesa. La Civiltà cattoli- ed allontanare li fedeli dalla lettura di
a
ca, serie i. , t. 6, p. iSn, fa le sue os- qualunque libro pernicioso alla religione
servazioni Sugli articoli concordati
: e alla morale. 4«° 1 vescovi saranno liberi
tra il governo Toscano e la s. Sede. di affidare a chi meglio stimeranno rulli-
Questi riporta e sonoi seguenti.'» Artico- zio della predicazione evangelica. 5. Tut-
li concordati finora tra la s. Sede e l'I. R. te lecomunicazioui de'vescovi e de'fede-
governo del granducato di Toscaua sopra li colla s. Sede saranno libere. 6.°La s.Se
T O 5 TOS 2Ì7
eie consente che le cause civili riguardai) ecclesiastico ed il culto divino. Di questi
ti le persone e beni degli ecclesiastici, del
i delitti prenderà cognizione l'autorità ec-
pai i che quelle che riguardano attivamen- clesiastica per applicare a 'rei pene cano-
te e passivamente il patrimonio della chie- niche. Non esistendo però nel granduca-
sa e della causa pia vengano deferite ai to in materia criminale altri tribunali che
tribunali laici. j^Le cause riguardanti la laici, infliggenti pene coercitive nell'ordi-
fede ed i sagra menti, le sagre funzioni, e ne temporale, e non volendo che la per-
le altre obbligazioni e diritti annessi al sa- turbazione pubblica resti per questa par-
gro ministero, ed in genere tutte le altre te impunita , i vescovi previa comunica-
cause di loro natura spirituali o ecclesia- zione delle necessarie notizie ne singoli ca-
stiche , appartengono esclusivamente al si, contemplati però dalle attuali leggi to-
petitorio che nel possessorio le questioni porto dell'offesa fatta all'ordine pubblico
sulla successione al patronato medesimo, e per impedire lo scandalo che ne deriva.
sia che vengano agitate fra veri o prete- Ma qualora venissero ristabilite negli at-
si patroni , sia che Io siano fra gli eccle- tuali dominii granducali o la pena di mor-
siastici da essi presentati. c).° I tribunali ec- te, o altre pene infamanti, presentemen-
clesiastici giudicano delle cause matrimo- te abolite, il governo granducale si con-
niali, giusta il canone xii sessione xxiv del certerà colla s. Sede su questo argomen-
s. concilio di Trento. Riguardo agli spon- to, i i.°jVe' reati qualificati come contrav-
sali, ritenuto il disposto del citato decre- venzioni, quali' sono violazioni delle leggi
to Tridentino e della bulla Aite torcili fi- di finanza , sulla caccia ed altri simili, i
deij 1' autorità ecclesiastica giudica della tribunali laici applicheranno agli ecclesia-
loro esistenza e valore, all'effetto del vin- stici solamente la pena pecuniaria, esclu-
colo che ne deriva, e degl' impedimenti sa ogni altra corporale. 1
1.° Tanto nell'ar-
che ne potrebbero nascere. Per gli elletti resto, quanto nella detenzione degli eccle-
meramente civili, i tribunali laici conosce- siastici sotto processo, saranno usati tutti
che le cause criminali degli ecclesiastici separati; come pure degli arresti esegui-
per tutti i delitti contemplati dalle leggi ti sarà dato prontamente avviso all'auto-
criminali dello stato, estranei alla religio- rità ecclesiastica, i 3.°l beni ecclesiastici so-
ne, vengano deferite al giudizio de'tribu- no liberamente amministrati da' vescovi
nali laici, li quali applicano loro le pene e da'reltori delle parrocchie e de benefi-
dalle leggi stesse prescritte, che subiranno zi durante il possesso che hanno de' me-
bili al giudizio de' tribunali laici, s'inten- sistenza del governo, è tenuta da una com-
dono quelli conosciuti nel diritto canoni- missione mista di ecclesiastici e di laici pre-
co sotto il nome di delitti meramente ec- sieduta dal vescovo , osservate le coudi-
clesiastici, qwali sono l'apostasia, l'eresia, zioni, le cauzioni e le regole occorrenti per
lo scisma, la simonia, la profanazione dei la conservazione ed amministrazione dei
sagramenti,ed ogni violazione degli oflizi detti beni, ed a condizione che Steno im-
particolarmente riguardanti ii ministero piegale nella totalità per il servizio e per
2/48 TO S TOS
i bisogni delle chiese del granducato. Tan- no pieno effetto le disposizioni interinai*
to in questo caso, quanto nell'altro con- niente convenute negli articoli di esse,
templato nel precedente articolo, non po- specialmentea difesa de'dii itti della Chie-
trà devenirsi all'alienazione, loca/ione per sa, ma eziandio che sarà dalle medesime
lungo tempo di detti beni, edalla lorosot- rimosso colla maggior possibile sollecita*
toposizione ad oneri reali, senza il prece- ne tuttociò che avversa diritti della Chie- 1
dente consenso ne'i ispettivi casi tanto del- sa. E siccome molte cose che sono tutta-
la Sede quanto del governo. 5. °Ogni
s. 1 via da comporre, suscitarono giusti timo-
•volta che si tratti di legati pii, e di dero- ri nelle coscienze, così il Papa disse all'E-
gare alle particolari disposizioni permu- piscopato Toscano, che sarà sua cura l'e-
tando la destinazione de'beni ecclesiasti- sporre particolari bisogni
i di ciascuna dio-
ci, l'autorità ecclesiastica e l'autorità se- cesi alla s. Sede. Ma poco dopo che Degli
colare andranno di concerto ed impetre- articoli concordali era stata resa la liber-
ranno l'assenso, ove fa di bisogno a secon- tà alla Chiesa, comparve sui giornali una
da óe's. canoni, dalla s. Sede, salve sem- circolare ministeriale de'3o giugno, col-
pre a'vescovi le facoltà loro accordale in la quale si dichiarava ritenersi dal gover-
alti di s. visita da's. canoni, e specialmen- no, che l'articolo 5.°» Tutte le comuni-
te dal s. concilio di Trento. 11 cambio del- cazioni de* vescovi e de'fedeli colla s. Se-
le ratifiche de'presenti articoli avrà luo- de saranno libere " sia senza pregiudizio
go entro lo spazio di due mesi, oal più pre- del Regio Exequa turche deplorai anco
sto se sarà possibile. In fede di che li ple- nel voi. LXI, p. 1
54), di cui a forma del-
nipotenziari hanno sottoscritto il presen- le leg^i toscane e consuetudini doveauo
te apponendovi il loro sigillo. Roma i5 essere muniti gli atti provenienti da este-
di apri!ei85i.G.Card. Àntonelli.G. Bal- ra autorità! In proposito può leggersi la
dasseroni". Noterò, al tre intelligenze pas- Civiltà cattolica, 1 ."serie, t.
7, p. 27: Ser-
sarono poi governo granducale e la
fra il vilità ed audacia del giornalismo cat-
s. Sedea'9 dicembre 1 854, riguardanti la tolico j t.
g, p. 4°7 Paure: insidiose del
parte amministrativa e più particolar- Costituzionale di Firenze..M'auguro che
mente delle claustrali, e delle opere alle si verifichi presto quanto si dice, che si
quali per le veglianti leggi toscane è af- stanno facendo trattative per togliere il
leggi vigenti ne'detti suoi doroinii e di com- va l'acque d'un territorio di circa 72 mi-
porle in armonia con tutte quelle che alle glia, e sovente nell'inverno gonfiava tal-
nutrire giusta fiducia che non solo avran- go di comune proprietà tra il granduca-
IO s TOS 249
to e Io stato di Lucca, e il doversi ambe- definitivamente e generalmente abolita.
due gli slati trovare d' accordo per pro- Ordinò inoltre, che le leggi vigenti in ma-
sdogarle, sostenerne la spesa, ripartirne teria di stampa sarebbero prese ad esame,
l'utile, fece sì che non se ne venisse mai a all' effetto di stabilire quel sistema, che
capo; però riunito il ducato di Lucca al- valga a guarentire erticaceinenteil rispet-
la Toscana, cessò ogni ostacolo e fece sol- to alla religione, alla morale, e all'ordine
a
lecito il granduca di procacciare a' suoi pubblico. La Civiltà cattolica, i. serie,
strata dall'infelice esempio, senta più pre- buendogli un 1 .°e un i.° segretario. Del fa-
sto il bisogno di confidare nel consolida- moso processo politico di Guerrazzi, già
mento della podestà libera e forte, e del- capo del governo provvisorio, ed ex ditta-
l'ordine, lo sviluppo d'ogni ben essere del tore della Toscana, la Civiltà cattolica ne
a
paese, di quello che desiderare di veder ragiona in più luoghi, come nella i. se-
risorgere forme di governo, le quali non rie.t. io,p.
704, e nella 2. "serie,
t. 3,p. 2 1 1
cero di se mala prova nel breve periodo Mazzoni ex triumviri, furono incolpati rei
di loro esistenza , come in altri stati ita- di lesa maestà. Osserva, che ne' dibatti-
liani. Per questo decreto rientrò la regia menti, Guerrazzi parlò lungamente, ma
autorità nella pienezza de' suoi poteri, i in modo enfaticOjScomposto e disordinalo,
ministri come consiglieri del principe, ed pieno di sarcasmo controigiudicie il go-
esecutori degli ordini suoi, tornarono ad verno, e povero di sostanza e sodezza di
essere responsabili al granduca, certifican- raziocinio. Fu condannato dalla corte re-
do colla loro firma gli alti sovrani. Con- gia di Firenze, a i5anni d'ergastolo, e a 5
servando il granduca il consiglio di stato anni di vigilanza dopo espiata la pena; al-
stabilito a'i5 marzo 1848, lo separò dal tri due ebbero quasi simile condanna. Gli
consiglio de'ininistri. La guardia civica fu altri molti contumaci , condannati pure
VOL. LXXVIU. *7
?.5o TO'S T O S
ad ergastolo a o a detenzione tem-
vila, l'importante piazza di commercio, e si di-
poraria in casa di forza, o ed esilio per- ce occorrere la spesa di io milioni, per le
petuo. Tra'primi si compresero Monta- sue grandiose costruzioni. L'attuale porto
nelli e Mazzoni, e Mordi ni ex ministro, è piccolo e troppo poco profondo, sicché
lutti rifugiati in Francia. La condanna i bastimenti d' alto bordo e i navigli da
pel Guerrazzi fu un colpo di fulmine, lu- grande carico non possono uè entrare
vi
singandosi dell'esilio, mediante la sua di* né stare. Guerrazzi che conosceva più che
fesa fatta nelle stampate Memorie, apo- chiunque altro Livorno e il suo commer-
logia di sua vita politica. Co' compagni cio, avea ideato un progetto d'émpia-
ricorse al tribunale supremo della corte mento interno e di scavatura artificiale
di cassazione, perchè asseriva avergli pro- del vecchio porto, per ottenere entrata e
messo la commissione governativa a' 1 2 a- stanza sicura da'venti alle navi di qualun-
prHei84òdl lasciarlo fuggire e non man- lunque portata. Ma il suo disegno fu la-
tenne la parola. Supplicato granduca da
il sciato in disparte come troppo difficile e
Guerrazzi e da due altri, 3 giorni dopo il lungo, e si ebbe in vece ricorso a un mo-
principe con atto di clemenza commutò la do di costruzione sottomarino per grava-
pena nell'esilio Cuori d'Italia. Dice laCà'/Z- re sulle sabbie del profondo letto del ma-
tà'.cattolica, è. forza pur convenire, che a re al di fuori del porlo attuale le fonda-
Guerrazzi e alla sua ambizione stessa do- menta d'un muraglione o diga che chiu-
vè la Toscana di non essere caduta all'è- desseun novello bacino sicuro dall'urto
stiemo de'disordini e delle rovine dema- de'vcnli e de'marosi, e facile all'entrare
gogiche. Ed egli ben Iosa, anzi è fama aver e all'uscir de'navigli. Questo sistema non
detto nell'atto che fu preso: Se fiorenti- i è nuovo, anzi in Italia è antichissimo, ed
ni avessero due dita di cervello, e mez- è invenzione de'romani,il che ben dimo-
z'oncia di gratitudine, mi dovrebbero al- strano le costruzioni del porlo di Civita-
zare una statua. Inoltre la stessa Civiltà vecchia (della quale riparlai a Tarquinia
cattolica nella 2. "serie,4> p. 190, fece
t. ed a Tesoriere). Esso consiste nell'aifon-
la Rivista a'seguenti analoghi e relativi dare grossi cantoni o sassi grandi formati
opuscoli. Difesa fatta dalVavv. alfon- con un complesso di mistura di cemen-
so Andreozzi nella causa dì lesa mae- to, pozzolana e ghiaia, di figura cubica di
stà contro F. D. Guerrazzi ed altri, Fi* io metri quadrati in volume, quali as- i
lenze 1 853. Appendice alla difesa nel- sodandosi mirabilmente nell'acqua e pel
la causa ec^delVavv. A. Andreozzi, Fi- grande peso e gravità loro restando I un
renze 853. Difesa di
1 Leonardo Roma- sopra 1' altro immobili, offrono sopra le
nelli scritta dall' avv. Adriano Ma ri, Fi- acque un solido piano ove fondare le co-
renze 1 853. Orazione detta in sua difesa struzioni. commend. Alessandro Cial-
Il
da F.D. Guerrazzi avanti la corte reale di di Roma, nell'aprile 853 pubblicò in1
diFirenze ,W\ giugno i853. Livorno ripre- Firenze: Risultamenti di studi idrodina-
se molta dell'antica attività, e un avvenire mici, nautici e commerciali sul porto di
assai fausto gli viene preparalo dalle sem- Livorno e sul miglioramento ed ingran-
pre sollecite cure del granduca per que- dimento del medesimo. Dalo un cenno
st'importante città, che è denominala la sull'infelice slato del porto della bella e
chiave del commercio dell'Italia centrale; industre città di Livorno, dimostra la ne-
modo che in breve diverrà ampio e sicu- costituzione idrografica della spiaggia e-
ro eziandio per le navi d'alto bordo, per costa compresa fra Piombino e la Spezia,
giovare nolabilmeutc a'trullichi di quel- e più particolarmente del lido fra Alou-
TO S TOS 2 5i
tenero, la Melorin e la foce dell'Arno. De* di, lesse nell'accademia de'Georgofili una
seri ve la durala de' ven ti,e de* veni regnan- i Memoria l'ingegnere Felice Francoli, in-
te e dominante, la traversìa del litorale, di stampata: in sostanza è l'analisi in bre-
del lido e quella del porto, il motode'flulli ve dell'opera discorsa e de' due progetti
e la direzione di essi. Classifica le correnti, del Cialdi. Inoltre sulla stessa opera Ri-
la dilezione, la velocità ed effetti delle me- sultali ec. abbiamo del eh. ingegnere ve-
desime. Dice delle materie mosse da'flutti neto Giovanni Casoni, e letto nell'i, r. isti-
e dalle correnti, e gli effetti di esse. Indi tuto di scienze lettere ed arti di Venezia:
fa la succinta descrizione e breve pare* Estratto di un Ragguaglio con osserva-
rede'principali progetti presentati al go- zio ?ii, Venezia 1 854- In Roma neh 855
verno per migliorare il porto di Livorno, l'encomiato commend. Cialdi ci die: Ri-
prima della presentazione del progetto (o- sultati di studi idrodinamici, nautici e
ra in esecuzione) del cav. Vittorio Leo commerciali sul porto di Livorno e sul
poldo Poirel ingegnere, presidente del miglioramento ed ingrandimento del
corpo degl'ingegneri di Francia, che nel medesimo, Appendice seconda. Riporta
i 84^ eseguì i nuovo porto d'Al-
lavori del il Giornale di Roma del 853, nel n." 1
geri , e direttore supremo de' lavori del 171: La notificazione del commend. avv.
porto nuovo di Livorno. Descrive succin- Primo Ronchivecchi delegato straordina-
tamente tale progetto, con l'applicazione rio della città e compartimento di Livor-
degli studi locali al progetto medesimo e no, per la solenne inaugurazione da farsi
conseguenti risultati. Dimostra la neces- ili.° agosto, de' lavori preordinati dalla
sità d'un nuovo progetto che risolva con sovrana sapienza al miglioramento e in-
utilità e convenienza il problema , e di grandimento del porto di Livorno; fun-
questo ne dà l'analisi. Riporta il paralello zione che si celebrerà alla torre del fanale
idrodinamico, nautico, commerciale ed e- dal vescovo di Millo in partibus e am-
couomicofradue de'descritti progetti, con ministratore di Livorno mg/ Girolamo
osservazioni generali. Finalmente esami- Gavi livornese, alla presenza del grandu-
nato il 2. progetto del Poirel con Appen- ca e reale famiglia; insieme al program-
dice, termina polla conclusione, degna co- ma della funzione stessa e benedizione de'
me tutto della sua profonda perizia nau- blocchi destinati a inaugurare i lavori col
tica e vaste cognizioni idrauliche, che ce- loro getto in mare. Nel n.°i78: Un eru-
lebrai a Tevere e altri articoli ivi ricor- dito articolo de'livornesi, sul porto e città
dati; dagl'intendenti della scieuza lodato di Livorno, di quanto vi operarono i do-
per lo spirito d'indagine, per la esaltezza minatori di Toscana, e principalmente la
de'criterii dell'applicare a'vari casi le pro- munificenza di Leopoldo con dichia-
11,
prie osservazioni, la leale imparzialità con razioni di profonda riconoscenza de'me-
cui confuta gli altrui pareri, e la mode- desimi. Nel n.°i8i: La descrizione della
razione usata nell'avanzare propri sug- i seguita inaugurazione de'la vori d'ingran-
gerimenti; ciocche costituisce le preroga- dimento e di miglioramento del porto di
tive singolari diquell'uomo distinto, fi- Livorno, e della religiosa ceremonia ce-
gli trattò l'argomento del porto di Li- lebrata ili. agosto i 853; coli* assistenza
vorno con quell'amore della scienza re- del commend. Alessandro Manetti diret-
clamato dalla gravità dell'assunto e dal- tore del dipartimento generale d'acque e
generale pel vantaggio del go-
l'interesse strade, e dell'ingegnere in capo del corpo
verno granducale e della Toscana, cui \\\ degl'ingegneri francesi cav. Poirel. Il tut-
immediata mente congiunto quello dell'I- to colla massima pompa, e tra il suono
talia centrale.Posciaa'5giugnoi853degli delle bande e le salve di o colpi di can-
1 1
Studi sul Porto di Livorno ,del eh. Cial- none, il vapore il Giglio ad un cenno del
252. TOS TOS
granduca fece il gettito de' blocchi del le da'due augusti personaggi, i quali poi
nuovo antemurale che cingerà il porlo, in 1'accompagnarono sino alla carrozza. Il
mezzo a gran folla di navigli e di barche granduca e il granprincipe dopo avere vi-
te mattina il granduca col principe figlio, austriache che occupano la Toscana sono
accompagnati dal ministro marchese Bar- notabilmente diminuite, e si crede che al
render conto; ora la scella di tali operai, loi i,ei5dal mare Tirreno oTusco o Me-
mercè una concessione della s. Sede, ri- diterraneo. L'abitato prima era assai più
mane nel principe, ma però è limitata da esteso, come si vede dalle visibili rovine e
una terna di nomi che vengono proposti dalie antiche muraglie con baloardi; anti-
dalla commissione mista: ed a questa è de- camente racchiudeva 7 colli distinti,ed ora
voluto sia il rendiconto, sia ogni altro af- soli 5, essendo restati fuori i due maggio-
fare che riguardi i beni de' monasteri e ri , onde la parte abitata da quasi 35oo
delle case religiose. D'altra parte è da ri- individui, benché non piccola e con circa
conoscere che oggidì lo spirito del gover- due miglia di circuito cinto di mura tor-
no toscano non è più ostile e avverso al- reggiane, non metà dell'antico. I due
è la
l'autorità e libertà della Chiesa, ma all'in- colli rovinati, uno si chiamava Monti, ed
poldino , tultavolta è a sperare che quel ancora dentro la città e denominati P02- o
governo animato da' sentimenti religiosi gio, Monlascido, s. Pellegrino o Zampel-
che lo distinguono vorrà porre in opera legrino, Cavali ione, e Poggio di Giove, poi
que'mezzi, i quali valgano a far «scompa- Poggio s. Giovanni. Quantunque la città
rire quanto prima l'edifizio medesimo". antica comprendesse tutti i 7 colli, pure
Avendo più volte parlato del giuoco del era divisa in 4 principalissime parti, l'una
Lotto, e anche per aggiunta a tale arti- dall'altra così distinta, che ciascuna potea
colo dirò.Che Roma e la Toscana ne han- dirsinon piccola città. Il eh. avv. Secon-
5
le era l'Acropoli dell'antica città. E così no della città. Essa è decorosa e sagra a
erano fatte le altre mura di cinta della cit- s. Giacomo Maggiore apostolo, con bai-
tà stessa, delle quali di recente si scuopri- listerio e cura d' anime, amministrala
rono alcuni resti presso il flumicello IMu- da due canonici, come leggo nell'ulti ma
schia, assai grosse e massicce; e cosi di al- proposizione concistoriale. Il capitolo si
tre non poche di che vanno seminati cer- compone delle due dignità, lai/del pri-
ti luoghi ora selvaggi del territorio, che micerio, l'altra dell'urei prete, di o cano- i
colo X passarono le Alpi, non fu più guer- nuovo organo della cattedrale, elegunte,
ra da combattere iullalia; ma contro quel sonoro e soave, che a' 5 marzo di detto
le baude di feroci scorridori, armarono anno risuonò armonioso, dolce e insieme
villaggi, case e persone. E allora le città robusto sotto isuoi archi maestosi, con so-
i innovarono mura sfasciale dal tempo
le miere maestrevolmente elaborato, costi-
e da'barbari, e si munirono d'ogni ma- tuendo registri la parte più sublime di
i
niera, erigendo presso i»pa!azzi pubblici tanto lavoro. Di questo eccellente organo
rivellini e rocche fortissime. 11 vecchio pa- ne fu artefice il peritissimo Angelo Mot et-
lazzo de'Priori di Tuscania, di cui resta- imi di Perugia, per le cure indefesse del
no ancora in piedi grandi avanzi di mu- l'arciprete d, Giulio di Lorenzo collo nel-
raglia e di toni, che levò di pianta e sì be- le musicali cognizioni. L'episcopio era in
ne seppe restaurare l'egregio Igino lltar, cattivo slato, e trovasi alquanto distante
indi vennero pubblicali con incisione nel- dalla cattedrale; il palazzo vescovile anti-
Y Album, dimostra abbastanza, come que- co è affatto diruto. Vi sono due allre chie-
sti edifizi municipali fossero forti per na- se parrocchiali, munite del s. fonte, una
tura e per silo, e quali sorprendenti pro- delle quali è la basilica e collegiata insigne
gressi aveano fatto gl'italiani nell'arti pri- dellaVi. Vergine Assunta, denominata s.
ma del secolo XV. L'aulico Puvcllino poi Maria Maggiore, con capitolo di canonici
presso Toscanella col detto palazzo anti- col priore, che indossano la mezzetta so-
co, e già de'priori, egualmente in buona pra il rocchetto, i quali comechè la chie-
parte dirupato, fu con disegno riprodot- sa è siluala fuori della città in una valle,
Tartaglia, che qual vicario di Toscanel- seguendo nelle altre la loro ullizi attira in
la la tiranneggiò, il cui disegno eziandio città, cioè nella chiesa non antica de' ss,
pubblicòil Campanari \\a\VAlbum, la tor- Secondiano, Ma r celi ia no e Vertano, mar-
re chiamandosi della Vela. Anche oggidì tiri e primari patroni della città e diocesi,
in Toscanella vi è il palazzo pubblico. An- dopo essere stati trasferiti i loro corpi dal-
tiche cattedrali di Toscanella furono le li! chiesa di s. Pielroin quella di s. Loren-
chiese di Maria Maggiore e di s. Pie-
s. zo. 11 Turriozzi discorre di questa chiesa
tro, ambedue descritte con Dis.scrta- di s. Maua Maggiore detta in l\inlheuu
wVwedul medesimo Campanari, alle qua- o iu Pautauo, di cui s'ignora l'epoca pie-
TO S TO S 255
cisa di sua edificazione, essendo varie le 4 colonne, destinato a leggervi il Vangelo,
tradizioni; cerio è che vanta una rispet- ec.Trovasi in cima la confessione o sia al-
tabile antichità, sebbene dalle due lapidi tare grande, ove si celebra verso il popo-
che riporta apparisce chela consacratone lo e l'oriente; viene appresso un emiciclo,
seguì nel i 206. Già da molti secoli esiste- in mezzo al quale con 3 gradini è colloca-
va, poiché è certissimo, che circa la me- ta l'antica cattedra vescovile di peperino,
tà del secolo VII fu da essa trasferita la e dall'una e dall'altra parte é disposto il
cattedra vescovile iris. Pietro, anzi s. Leo» luogo, ove sedevano i sacerdoti; finalmen-
ne IV nella sua bolla Convenit apostoli- te inmezzo alla nave sinistra si vede un
co, deli. marzo 852, diretta al vescovo maestoso fonte battesimale pel battesimo
Tuscanensi Virobono, espressamente di- d'immersionejdi figura oltangolare.Le ro-
chiara, che questa chiesa lungo tempo a- vine e frequenti saccheggi sostenuti dal-
n
vanti fu lai. del vescovato: Ecclesiam s. la città hanno distrutto le altre memorie
Marine, quae olim caput episcopii exti- di questo ragguardevole tempio. Vi é pu-
tit. Inoltre prova la sua antichità la strut- re un'iscrizione gentile scolpita in peperi-
tura del tempio, uniforme in tutto a'riti no sotto il seguo dell'ascia. Sebbene ver-
stume degli antichi cristiani. Si scorge in alla chiesa di s. Pietro, ridotta forse cir-
mezzo di essa un occhialone a'di cui lati ca quel tempo alla magnificenza che tut-
sono simboleggiati 4 Evangelisti. Le 3
i tora si vede, non restò perciò abbando*
grandi porle davano ingresso alle 3 navi, natala chiesa di s. Maria Maggiore, in cui
poiché la terza fu da'canonici serrata con rimase un capitolo di canonici, col prio-
muro nel secolo passato. Due Leoni (P^.) re per presiederlo, posto sotto la protezio-
di marmo stanno guardiani alla porta di ne de'Papi da Alessandro 111, e in segui-
mezzo (del quale costume rifeci parole to in segno dell'antica cattedralità nel
nel voi. LXXVI,p. 285, 286), ch'è del- 1746 ordinò la s. congregazione de' riti,
le 3 ampia. Opina il Campanari,
la più. che la solenne processione del Corpus Do-
che questi animali alludauo a quel leo- mini s'incominciasse in questa chiesa, per
ne della tribù di Giuda, che è Cristo; o terminarla poi nell'attuale cattedrale. Me-
alla vigilanza in che dee starsi 1* uomo rita va tale prerogativa e distinzione la
d'ogni tempo, sicché sia degno di fuggire chiesa di s. Maria, per essere slata la 1.*
la ria veulura. La detta porta grande, so- cattedra, in cui sederono i primi vescovi
pra la quale posa un piccolo portico di co- toscauesi, e lo meritava molto più perii
lonne lunghe e magre, è ornata di bassori- prezioso deposito di vari corpi de'ss. Mar-
lievi di marmo con l'Agnello pasquale, il tiri che vi riposano, in
24 e uumero di ,
sagrifizio d' A bramo, la fuga di Gesù in sono de'ss. Poliziano e Cornelio Papi (ma
Egitto, Balaam respinto dall'Angelo, e s. il Piazza neU' Emerologio di Roma, dice
Pietro alla mano sinistra di s. Paolo, qua- che s. Prassede di tal città crede di pos-
le luogo più onorifico in oriente, come di- sedere il corpo di s. Poliziano, e cosi la
chiarai pure nel voi. LXXVll,p. 20, su di 1 cattedrale di Velletri,in fivore della qua-
che può vedersi ancora quanto ne dice il le riporta 7 requisiti; e che il corpo di s.
Campanari a p. 28 della citata Disserta- Cornelio si venera nella basilica di s. Ma-
zione j il tutto di struttura tale che basta a ria in Trastevere pure di Roma. Per
dimostrare l'antichità del tempio. Esso é conciliare le opinioni, come all' articolo
diviso in 3 navate,e alla destra delia nave Traslazione, anco qui ripeterò, che di
di mezzo è ancora intatto il vaghissimo frequente de'cuipi santi si prese una par-
pulpito o ambone di marmo sostenuto da ie pel tulio), Coucordio, Comunio, Do-
2?6 TOS TOS
minano, Polito, Tisidio, Resliluto, Secon- muraglia, e saldo sia il
le travi la forte
dice lunga palmi 146 architettonici e lar- venuto un monumento più prezioso. E-
$>a all'ingresso 84, e d'altri 4 più ancora gualmente nell' Album, il Campanari ci
s'allarga là dove ha principio il santuario, die l'incisione dell'ambone, che loda per
a cui si ascende per 3 gradini. Osserva che le sue eleganti sculture ornamentali, e ne
le navi divise da due ordini di colonne, su dichiara gli usi; in altro luogo riprodus-
cui voltano belli e sfogati archi a punto se il disegno di 3 capitelli bizzarri della
fermo, e sulle quali si levano altissime le stessa collegiata, per dare un esempio del
pareti della nave principale, non belle e fare capriccioso de' nostri architetti dei
vaghe d'allro fregio che d' una semplice tempi di mezzo, e perchè si veda come
cornice ch'esce dolcemente dalla dirittu- in quelli gli artefici erano costumi e na- i
ra del piano ov'è aflìssa poco al di sopra turalisti nell'arte; che se mancavano di
del cerchio degli archi, ed a cui fanno so- forza a produrre il bello imitativo, atten-
stegno piumacciuoli o scedoni della stes- devano a percuotere fortemente sensi i
inentovata, che nell' Album, dicendola tri del 1 3oo : cioè a dire d'una scuola ita-
l'opera più bella, più singolare e più pre- liana, che avea fatto di già grandi prove
giata, e che sola l'ornamento d'u-
feria per liberarsi dalPimitazionedel greco sii-
na città metropoli.»» In una parete altis- le. Che se in parte la disposizione, le at-
tettonici (che dritta s'alza al di sopra quella monotonia comandata forse dalle
della tribuna, e che essendo l'aspetto spirito religioso deli'argomento,palesano
primo de! nobile edilìzio si sforzarono ancor qui una certa influenza della scuo-
sempre gli artefici di darle maestà gran- la greca sulla latina od italiana, trovo che
dissima e decoro), prese l'antico artefice le carni meglio dipinleecon maggior ve-
a dipingere il risorgimento de' morti, il rità non hanno più l'aspetto dispiacevole
lai) ed in pai te dello stesso Dante Alighie- no brune le tinte, lumeggiate qua e colà
ri; imperciocché vi è figurato un diavo- con chiaro-scuri distribuiti talvolta al-
lo gigantesco a bocca spalancata, entro la l'azzardo, ma tratteggiate alcun'altra con
quale certi diavoletti infornano con un pennello fino e men duro. E questo fu il
tridente l'anime de'dannati nuotanti nel principio del miglioramento della pittu-
fuoco; ed egli addentandole le inghiotte ra in Italia; nella quale l'arte, abbando-
e le rende per il di solto, donde precipi- nata laGrecia, progredì benché lentamen-
tano e si perdono nella bocca d'un dra- te verso la perfezione, che seppe alla fi-
va l'Orgagna per modo quasi somiglian- Campanari dice dell'interesse di tal pit-
te nel suo Inferno in s. Maria Novella a tura per la storia del disegno, opera pre-
Firenze, che dispose secondo l'invenzio- ziosa, che pochi conoscevano fuori de'to-
ne del divino Alighieri, e nella storia al- scanesi e pochissimi ne sapevano il valo-
tresì del Giudizio universale del campo- re, abbisognando d'una mano benefica e
santo di Pisa. Perchè lasciando di pren- perita che ne ristorasse patiti danni, e i
dere argomento dall'unica corona di che la nettasse della polvere e del fumo che
vanno fregiati i Triregni (F.) di que'san- nascondono molte sue bellezze e quasi per
ti Pontefici fra' beati del cielo (costume intero non poche figure. Quindi cano- i
che rimonta all'età di Bonifacio Vili o nici della collegiata basilica, intenti sem-
di Clemente V,dice il Campanari), il più pre ad accrescere onore alla patria, ot-
sicuro argomento a portar giudizio sulla tennero dal ministro del commercio e bel-
vera epoca di questa pittura deve desìi- le arti, che una sezione della coiuuihsio-
2 58 TO S TOS
ne consulti vn per la conservazione de'mo- giore in Toscanella, monumento fra'piu
nomeuti antichi si recasse sul posto per ragguardevoli dell'arti cristiane, era no sla-
verificare l'eccellenza e nobiltà di tali pit- ti intrapresi e compiti i lavori per togliere
tine, delle (piali tanto il pregio è mag- le terre da vicino a'muri della chiesa, per
giore, (pianto più grande la singolarità e dare alle acque il loro scolo, e così rimuo-
la scarsezza; specialmente poi se trattasi vere l'umidità, ch'era la causa principa-
non d'un quadro di poche figure, ma d'u- le del guasto delle pitture; e che si pen-
na storia o d'un poema come questo, do- sava al restauro del dipinto, nettandolo
ve figure in foltissimo numero sono rap- dalla polvere e dal fumo, facendo questa
presentate. Dopo la metà del 85o giun-i notabile dichiarazione. » Quest* affresco,
sero in Toscanella i celebralissirni consi- dal quale vuoisi che il Buonarroti traes-
glieri dellacommissione commend. Te- suocelebratissimo dipin-
se ispirazione al
nerani e cav. Minardi, professori dell'ac- to della Cappella pontificia (f7 .) Sistina,
cademia dis. Luca, ili .°nella scultura e segna il principio elei migliortwnento della
il2.°uella pittura; i quali vista la stupen- pittura in Italia, nella quale l'arte abban-
da opera ne commendarono altamente il donando la Grecia, progredì benché len-
grande artificio, riconoscendovi la mano tamente verso la perfezione, che seppe al-
d'un pittore che lasciato già il gretto della la fineraggiungere 3 secoli dopo". La C£»
scuola greca, studiata attentamente e irni- viltà cattolica de'7 luglio 855, fece eco 1
voti che giusta la preghiera fatta al gover- come opera importante per la storia del-
no pontific'iOjche sempre contò fra le mol- l'arti, considerata l'antichità sua e la fa-
te sue glorie quella di consei varei preziosi ma che abbia fornito il concetto al celebre
monumenti della veneranda antichità, si dipinto di Michelangelo nella cappella Si-
decretasse l'erogazione d'una somma pel stina, Essendo quest'opera quasi coperta
restauro di sì interessante pittura; che di dalla polvere,sono stati già destinati i fou-
tali beneficenze ebbero già i toscanesi altra di necessari perchè venga nettata e rimes-
solenne prova, nel grande restauro ordi- sa nel suo antico stato". Della nominata
nato da Pio VII dell'altro antico tempio chiesa di s. Pietro apostolo di Toscanel-
di s. Pietro per voto della suddetta com- la, il Turriozzi ne tratta, al modo che va-
missione, la quale recossi a vederlo co'pro- do a riferire. Anch'essa è fuori della cit-
pi i occhi e che tanto celebrò allora la pit- tà, ma dentro l'ambito antico in eminen-
tura del Giudizio, Dipoi il Campanari nel- te colle in contrada la Civita, incomincia-
X Album c\t6 gennaio 855, con gioia si i ta come credesi da s. Deodato circa la me-
compiacque che il benefico governo aven- tà del III secolo, compila dal b. Felice per
•do ordinato di presto ristorare danni di i quanto permesso veniva dalle persecuzio-
opera sì preziosa, giàeransi terminati non ni, e dopo l'editto dell'imperatore Costan-
pochi lavori per toglierla all'umidità del- tino 1 restituita la pace alla Chiesa, ridot-
l'acque, volendo che fosse risarcita e net- ta in quella sontuosa forma in cui trova-
tata dalla polvere e dal fumo che occul- si. Sia vera o no tale tradizione, certo è
tavano molle sue bellezze. Prima di tale che questo tempio riconosce la sua edifi-
epoca avea detto il Giornale di Roma dei cazione da tempi assai antichi e rimoti,
3o novembre 853, che il governo nel di-
i e il solo rito che vi si praticava co'pree-
visamente di riparare a* guasti avvenuti sisleuti monumenti ne sono sicure pro-
al gran dipinto del Giudizio universale, ve. Imperocché avanti la porta maggio-
ch'è nell'antica basilica di s. Maria Ma^- re distintamente si riconoscono le rovi-
TO S TOS a59
ne del vestibolo destinato pe' piangen- sa oveil sacerdote celebrava rivolto al po-
ti, una delle classi a cui era imposta la polo e all' oriente. Dall'una e dall' altra
Pciiìtoiza (F.) solenne, a' quali eia in- parte si scorgono parimenti in forma di
terdetto l'ingresso al Tempio. Si uni- altari ledue mense, nelle quali alla sini-
sce al vestibolo la facciata colla sua por- stra tenevano preparati paramenti del
si i
la grande, clic guarda l'oriente, ornata so- vescovo o sacerdote celebrante, ed alla de-
pra d'un piccolo portico composto di 12 stra i vasi sagri coperti con veli, destina-
colonne di marma iutersialo con lavori a ti per l'uso del sagri tizio, e con essi l'eu-
musaico, in ogni parte del (piale vi sono logie o sia il pane benedetto proveniente
materia simboli dei
in rilievo della slessa i dall'oblazione de' fedeli, che al fine della
4 Evangelisti coli' Agnello pasquale da ca- messa veniva distribuito a quelli che non
po. Nel rimanente è tutta di marmo, con sierano comunicati. Nel circuito interio-
musaici, figure di rilievo, ed altri lavori e re, formato di circolo dimidiato ornato di
simboli che allora costumavano. Nell'in- varie pitture rappresentanti i 1 1 Apostoli,
teriore è distinta la chiesa in 3 navi con è distinto il luogo de'sacerdoti, ed in mez-
inestimabile pavimento di musaico, diviso zo sopra 3 gradini la cattedra vescovile di
con muro per gli uomini e per le donne. marmo, cosicché sedendo il vescovo, sta-
Al capo delle navi, sostenute da grosse co- va ancor egli voltato al popolo ed all'o-
lonne di prezioso marmo, viene il presbi- riente, e perchè impedendo la confessio-
terio e il santuario cinto della stessa pie ne la vista del popolo, non potea il ve-
tra, a cui si ascende per 5 scalini, sul 3.° scovo dalla cattedra predicare, non man-
de'quali esiste a sinistra il pulpito o am- ca pur verso di esso il luogo per quest'ef-
bone di pietra, ove leggevasi. dal suddia- fetto nel medesimo altare. Sopra la cat-
cono l'epistola, e dall'alito lato destro so- tedra è collocata Sa- la custodia del ss.
navate dette speciose, alla di cui custo- quali si discende nel sotterraneo, ossia con-
dia stavano dalla parte degli uomini gli fessione adorna di molte colonne di vari
ostiari, in quella delle donne le diacones- e preziosi marmi. Qui trovasi l'altare, in
se, acciò niuno interdetto si accostasse al- cui nel 648 furono collocati i corpi de'ss,
l'altare, e lealtre due chiamate sante, che Secondiano, Marcelliano e Veriano pro-
conducono al santuario e sotto la custodia tettori, di cui la mensa è formata da una
de'suddiaconi. In mezzoal santuario è po- tavola di marmo, in cui leggesi l'iscrizio-
sta la confessione, composta di t\ colonne ne : Sextus Scantius Sexti filiiis qua-
di marmo, sulla quale posa il baldacchi- tuorvir de suo positi t della quale il Tur-
}
no, intorno a cui si legge il nome di quel riozzi ragiona iti altro luogo. In questo
Riccardo Toscanus, Cenlumcel-
yy/vze.s«Z tempio circa lametà del secolo VII dal-
licus, atque Bledatius, del quale il Tur- la chiesa di s. Maria Maggiore fu trasfe-
riozzi parla altrove^ sotto a questo la meu- rita la cattedra vescovile, che riteuue iiuo
2 Go TO S TOS
al secolo XVI, allorché restato già que- soccorpo del tempio ,
prima che fossero
sto pei saccheggi come fuori della città, trasportati nella chiesa di Lorenzo; que- s.
il vescovo cardinal Gambara nel 572 tra- i sto e altro che mi astengo ripetere, aven-
sporlo la sede nella chiesa di s. Giacomo dolo già narrato, prova la sua grande an-
col capitolo, ov'è al presente; v'istituì un tichità, e l'epigrafe memorata scolpita in-
benefìzio semplice con l'obbligo della mes- torno al fastigio del grande altare, allu-
sa in tutte le feste, e nel 1 5j5 v'introdus- siva all'unione al vescovato Tuscaniense,
se i girolamini del b. Pietro da Pisa. In* di quelli di Centocelle o Civitavecchia e
torno alla chiesa e colle non si vedono che di Bieda, poco prima del iog3 in cui fu
macerie e rovinali edifizi, tra'quali si di- edificato l'aliare, essendo ad esso la chie-
stinguono quelli della canonica e palazzo sa preesistente, il principio della quale de-
allatto rovinate, parte dimezzate, ed altre sì lunga serie d' anni il tempio soffrì al-
quasi in tutto sane. 11 pregio finalmente cuna alterazione, né cambiamento, con-
di questo tempio ha indotto più volle i servando il magnifico edilìzio in tutte le
Papi a concorrere alla di lui restaurazio- sue membra l'integrità delle pristine for-
ne, a tenore della memoria riprodotta da me e quale uscì dalle mani de' primi fab-
Turriozzi, cioè da Eugenio IV neli44-3, bricatori, pregio assai raro ne' templi di
d;i rsiculò II neli5i2, e da
V, da Giulio rimota età. Riguardo poi all'architettu-
Clemente XII 1734, a'quali si puòag-
nel ra di questa chiesa e al pregio ch'ella ha
giungere il ricordato Pio VII, essendo per rapporto alla storia dell'arti, il can. Far-
le vicende ridotto a estrema desolazione, rocchi non credè poterlo meglio indica-
e così lo restituì alla pristina forma e an- re, che riportando la breve e accurata de-
tico splendore, riaprendosi al cultodivino scrizione che ne die il toscanese Vincen-
solennemente dopo avere ricuperato l'an- zo Campanari, padre dell'encomiato av-
tico decoro; della quale opera si deve ri- vocato (il quale ancora nella suddetta
conoscenza all'amor patrio del suo cele- Dissertazione ne die altra bella descri-
berrimo segretario di stato cardinal Con- zione), nella sua Dissertazione sull'ur-
salvi, ed al cardinal Turriozzi, ambo cit- na ed epigrafe d' Arante figlio di Lare,
tadini diToseaneila.il Turriozzi riprodus- rinvenuta presso le mura di questo lem-
se ancora altre 7 delle principali iscrizio- pio, onde ne darò un cenno. Fu esso di-
ni ed epigrafi antiche, scolpite in marmo viso in chiesa superiore e inferiore, comu-
in varie parti del tempio, esistendovi pu- nicanti fra loro per due scale magnifiche.
re altre lapidi di sepolcri gentileschi e di La chiesa inferiore forma un solo coi pò,
cimiteri cristiani, ma guaste ecorrose. Nel- compreso l'emiciclo dell'apside, ed ha 28
V Album il Olii. Giovanni Farrocchi con colonne di bei marini e graniti. La supe-
erudito articolo ci diede il prospetto ester- riore divisa in 3 navate, ha il presbiterio
no del tempio di s. Pietro di Toscanella che si solleva alto per 5 gradini di marmo,
o Tuscania. Chiama il tempio nobilissi- quasi luogo più eccelso e sublime: la sua
mo per antichità d'origine, per bellezza lunghezza è palmi 75, la larghezza 78.
di 1
di struttura, per la magnificenza del di- In mezzo e nel centro alla curva dell'apsi-
segno, la cui origine elicei isalire a età lon- de è la sedia o cattedra marmorea del ve-
tanissima, poiché esiste tuttora l'iscrizio- scovo, da dove scorgeva egli tutti, clero e
ne del 64B, nel quale vi si collocarono i popolo, fiancheggiata da uno stallo o sedi-
ricordati corpi de'3 santi patroni princi- le di pietra più in basso, per uso de'suoi
pali di Tosciinella, indicante il sito ove preti e chierici assistenti: altro sedile eon
giacevano una cappellelta quadrata in
in postergale di pietra cinge il presbiterio
mezzo all'abside sullo il pavimento del dove sedevauo i cunouici. Così il sautua-
TOS TOS ?Xm
rio è disgiunto dalla nave per una cinta rodi pietra che colle colonne divide le na-
di lastre di marmo, ornale di croci e d'a- vi, di poco si pavimento e chiu-
leva sul
rabeschi diversi, aperta nel mezzo per da- de gl'intercolunni, acciò ninno potesse pas-
re accesso a'sacerdoti. La cinta si disten- sare nel mezzo o da un lato all'altro, ove
de e prolunga le due estremità entro il segregati erano gli uomini e le donne, in-
santuario e il presbiterio, chiudendo da vigilati da'diaconi e dalle diaconesse, che
tre canti il coro co'detli sedili, tranne dal alloga vano ciascuno alle proprie sedi. Roz-
iato dell'altare; il quale l'impello al tro- zo è il lavoro degli scalpellini più che scul-
no vescovile sorge maestoso in sul mez- tori, che frammischiarono a'più vaghi la-
zo, di figura quadra, che per somiglian- vori del romano scalpello; difettose sou
za delia torma pare un tumulo; dove so- pur le pitture, perchè le arti erano anco-
no scompartite 4 nicchie che serbano le ra nella barbarie. L'arte architettonica
reliquie de'marliri. Sostentilo da 4 anti- non badò alla rigorosa esattezza delle mi-
che colonne di marmo, allo elevasi sull'ai- sure e della simmetrìa. Si cavavano dai
larei tabernacoioo fastigio, e tulio lo co-
1 vecchi templi di Tuscania colmine e capi-
pre a maniera di padiglione, all'uso del- telli diversi, e cosi come venivano alle ma-
l'antiche basiliche. Questa era la parte piti ni si posero in opera , senza regolare di-
illustre del tempio. Presso al santuario è stribuzione; onde trovansi capitelli più.
l'ambone, ma fuori de'cancelli o della cin- larghi sopra colonne più sottili, e alcune
ta di muro che lo racchiude. Le forme pri- di queste quali senza base, quali senza ca-
mitive dell'edilizio cristiano sono conser- pitello, e quali senza ambedue. Le file
vate iulatle; magnifico n'è il disegno, so- delle colonne non sono in rettissima linea,
lidissima la costruzione; il pavimento or- uè eguali gl'intercolunni. La gran nava-
nato di musaici. La facciala, rivolta all'o- ta si allarga di mano in mano che si di-
riente, è ricca di marmi e di sculture. Vi scosta dall'ingresso, forse per correggere
è dinanzi un grand'alrio, che dall'un la- il restringimento della visuale, credendo-
to ha torri fortissime di doppia muraglia, lo un difetto delle fabbriche. Si fece stra-
dall'altro il vecchio episcopio, di fronte un zio di 3 bellissime colonne di marmo ca-
arco mobile per cui si entrava. L'esterio- ristio per faine 5, e d'altri oggetti prege-
ri pareli del tempio presentano un ordi- volissimi, de'quali quelli avanzali all'ope-
ne d'ornati erano tut-
alla gotica; l'interne ra si gettarono sotto il pavimento per em-
te dipinte, né potevansi scegliere più con- pitura, anche intere colonne e altri pez-
•venienti soggetti di pittura de' superstiti zi d' ollima conservazione estratti a suo
intonachi sui grand'archi del presbiterio. tempo. Nello stesso Album, l'avv. Cam-
Al di sopra dell' apside è rappresentala panari, con disegno inciso, riprodusse lo
un'Apocalisse: nello sfondo del medesimo spaccato della chiesa di s. Pielro in To-
un Salvatore in forma gigantesca nell'at- scanelia, e con altro la chiesa sotterranea
to di salirai cielo, festeggiato dagli Angeli e imponente, dicendo il tutto innalzato
e ammirato da' 12 Apostoli schierali più sulle rovine di etruschi e romani monu-
in basso. Nell'altre pareti si vedono pro- i menti, de'quali sono anche oggi semina-
digi e i principali falli de'ss. Pietro e Pao- ti gli avanzi. Anche in tale giornale lette-
lo, già in 8 grandi riquadri. Gli archi, con- rario e di belle arti, egli celebra la gran-
tro l'ordinario stile de'secoli in cui fu e- dezza di sua mole e delle forme, la solidi-
retlo il tempio, sono di sesto rotondo, e tà e magnificenza dell' opere, l' integrità
nell'un di essi l'archifettoci lasciò una ca- delle parti, e un'ornata leggiadria e va-
pricciosa prova del suo genio ardimento- ghezza o luce che vi risplende da tulle
so. Dopo il secolo XI la chiesa fu accre- le cose ben composte, ed un insieme che
sciuta di due arcate verso l'iugresso. U mu- la rende maestosa, bella e veneranda. Di-
262 TOS TOS
ce la chiesa divisa in due parli, nel santua- to dalla fosca luce che vi penetrava dalla
rio o bercia, nella nave o atrio interno; tela inoliata dell'angusta finestra rotonda.
non essendo qui vestibolo o altro edilizio In questo sotterraneo si crede che di mez-
esteriore che di essa faccia parte. Simile za notte si recassero i sacerdoti per reci-
a una nave, ha lunga la forma, e guarda tarvi il mattutino, pio costume che dura-
oriente; siccome a quella parte è voltoli va ancora ne'secoli X e XI, per quella vi-
tabernacolo, i primi raggi del sole nascen- ta comune che facevano nelle loro case
te lo ferisce e illumina; onde a quello ch'è presso il tempio, non diversa dalla forma
fonte di tutti i lumi l'altro sommo e divi- di vivere monastico; e qua co'cauonici re-
no sole s'accoppii, donde trae il suo chia- cavasi il vescovo, parimenti di notte al
ne, perchè siccome di là venne il princi- tuonavano a una voce il Gloria. Cessata
pio di luce e fu l'oriente lai.* patria no- la vita comune e regolare del clero, cessa-
stra, colà dirizziamo la divota preghiera rono pure le vigilie e salmodie notturne.
per farvi ritorno. Del resto la descrizione In Toscauella vi sono pure altre chiese,
presenta poca importanza dopo il fin qui ed un monastero di monache; prima era-
riferito, solo ne tolsi qualche parola che no due, le agostiniane colla chiesa di s. A-
aggiunsi per schiarimento a quella del pa- gostino, e di s. Chiara colla chiesa di s.
dre suo, dal quale differisce nelle misure Paolo. Delle due chiese e conventi de're-
del tempio, dicendolo lungo palmi roma- ligiosi minori conventuali di s. Francesco
ni 207, largo per ogni lato g3. Densi e de'minori osservanti di s. Donato o Ma-
riesce più interessante per '«svariata eru- donna del Riposo, questi tuttora esisto-
dizione, l'illustrazione riportata dall' avv. no. 11 p. Casimiro da Pvoma, Memorie del-
Secondiano nella Dissertazione. Verten- le ehiese e conventi de [frati minori della
do alla chiesa sotterranea il diseguo si , provincia romana ,tratta nel cap. ^.Del-
presenta con g arcuazioni, che sembrano la chiesa e del convento di s. Maria del
formare altrettante navi divise da colori- Riposo presso a Toscauella. Dopo aver
ne antiche di romani edilizi e di svariati parlato eruditamente della città, lo sto-
marmi e graniti, quali col sommo scapo rico riferisce, che tanto dentro ,
quanto
volto all'ingiù, quali con capitelli piti bre- fuori di Toscanella, molte chiese, con-
vi o più grandi del diametro delle colon- venti e monasteri furono edificati dalla
ne, or ciiiudrie, ora sceme, quando gon- pietà de'toscanesi, de'quali nella 1." metà
fie o spirali, per non essersi nel IX secolo del secolo passato appena il nome era ri-
sione che al sacrario stesso soggiaceva cui tcrbo, nel tempo di Desiderio re de' lon-
volta è sostenuta dalle dette colonne. Ve- gobardi e d'Adelchisio suo figlio. L'ab-
donsi ancora i cerchielli di ferro o le a- bate di esso godeva un'amplissima giu-
nella imperliate nell'alto delle volte che risdizione, secoudoehè risulta dalla con-
sostenevano lampade a olio, onde illumi- ferma cle'privilegi fatta al suo monaste-
nare il santo luogo scarsamente rischiara- ro da Clemente ili neh 189, da Celesti-
TO S TOS 263
no nel| 193, da Innocenzo III iielngB,
III forza del quale nel 1 274 dalp.Barlolomeo
e finalmenie da Nicolò Orsini capitano d'Amelia, inquisitore dell'eretica pravità,
generale del Patrimonio nel 1875, il qua- essendo slati confiscati i beni d' Angelo
le dichiarò, chemonastero di s. Salva-il Boccacepolla, signore di Castel G bezzo nel
tore di Monte Amìalajurisdictionempri- contado Toscanese, per essere slato tro-
wativam quoadomnes habet in Ecclesiis valo colpevole d'enorme eresia, fu con-
et bonis s. Restitutae, s. Sabini, s. Petri, segnato il prezzo de'medesimi al sindaco
s. Slephani in Tarquinia, s. Donati in del comune della citlà di Toscana, accioc-
Tuscana. Oltre a questi monasteri devesi ché in favore di detta fabbrica fosse con-
annoverare il convento e la chiesa di s. sumato. Nel 257 Alessandro IV col bre-
1
slati ricevuti nella città di Toscanella. Per chierici di Toscanella e altre grazie. Da
la qual cosa il p. Casimiro volle prima no- tale Papa e da altri successori furono ac-
tare, che s. Francesco d' Asisi passando cordati alla chiesa di S.Francesco altri te-
per Toscanella, a milite quodamhospi- sori spirituali, riportati dal p. Theuli,nel*
tiodevote susceptusjiliiìm ejus unicum a 1' Apparato Minoritico j ma non meno
ìiativitate contractiim admullam ipsius generosi si mostrarono i toscanesi verso
instantiam manu allevans, sic subito in- de'frati,donando loro con abbondanza i
collimeli reddidit, ut videntibus cunctis beni della terra. La fabbrica della chiesa
protinus consolidarentur omnia corpo- fu compila colle loro limosino e arricchita
ris membra j
puer sanus ejjeetus, et
et di molti stabili, ritenuti da'frati sino al
jortis confestim exurgeret, ambulans, et pontificato di Nicolò V, nel cui tempo ze-
cxiliens, et laudans Dewn. Del cui pro- lando l'altissima povertà solennemente da
digio in Toscanella ancora serbasi tradi- essi professata, chiesero e ottennero dal
zione, e si addita il luogo preciso in cui medesimo neh fói di poterli totalmente
fu operato. Predicando inoltre nella piaz- lasciare. Però niun effetto ebbe tale facol-
negli presentato un cieco, ed un putto di la quale scorgendo con quanta facilità sa-
6 anni, così assiderato nelle membra del rebbesi potuto contribuire al manteni-
corpo, che non potea muovere un passo; mento della chiesa e del convento, qualora
e quello col segno della croce risanò l'uno il bisogno Io avesse richiesto, se in benefì-
e l'altro, con incredibile stupore di tutte cio eli essi si fosse applicalo il fruito di que'
il popolo. 11 perchè eccitali i toscanesi al- capitali come per lo innanzi erasi pratica-
l'amore verso de'frati minori, stabilirono to, pensò di ricorrere allo slesso Nicolò V
di edificare un convento, cui poco dopo acciò si degnasse rivocare la licenza. Laon-
il fallo narralo fu dato principio; poiché de incaricò due suoi concittadini, i quali
.°
Innocenzo IV col breve Quoniam, del 1 col titolo d'oratori di Toscanella dovea-
luglio 1 15 1 ,
presso il p. Casimiro, conces- no portarsi in Roma per intervenire alia
se 4o giorni d' indulgenza a tutti quelli solenne coronazione di Federico III re
che pel compimento della fabbrica della d'Italia e imperatore, secondochè il Papa
nuova chiesa de'frati minori avessero con- gli avea ordinato, con istruzione prodotta
tribuito alcuna limosina. Lo stesso Papa dal p. Casimiro. Quest'ignora se gli ora-
col breve Vcstrae mcritis, de'2 1 dicem- lori spiegarono al Papa
commissione la
bre 1253, assegnò e applicò in benefìcio del comune; certo è che non molto dopo
della medesima chiesa le cose malamente il comune supplicò con lettera il Papa, af-
necessari a'frati. Dal che si può inferire veder derelitta la chiesa di s. Maria del
che almeno una porzione di detti beni fos- Riposo, tornai ono nuovamente a scongiu-
se venduta e col ricavato s'incominciò una rare i religiosi minori osservanti, promet-
biblioteca e qualche altra fabbrica, rima- tendo loro di restaurare il convento, di
nendosi l'altra al dominio de'frati, i quali sostenerli con abbondanti limosine e di
perciò da Calisto III furono assolti dal pa- sovvenire tulle le loro necessità; ed inter-
gamento della decima, che tutti i possi- posto il loro vescovo col cardinal Mattei
denti beni immobili doveauo indispensa- protettore dell'ordine, a' 1 4 agosto 1599
bilmente sborsare; con breve de'22 ago- i frati accettarono di nuovo il convento.
sto 1 4^7 indirizzato al p. Francesco da La detta chiesa si crede che anticamente
Viterbo, nunzio e commissario apostoli- spettasse a'monaci benedettini, indi rifab-
ca della crociata contro i turchi nella pro- bricata da' fondamenti neh 49-5 da A u-
vincia del Patrimonio. Dacché dunque i de Mezzi pani cornetana, come dalla
relia
frati di Toscanella vollero ostinarsi nella memoria scolpita nella facciata,sulla qua-
ritenzione de'beni, direttamente opposta le è 1' arme del comune di Toscanella e
alla professione del loro istituto, i reli- ancora sull' arco della volta dell' aliare
giosi zelanti denominati dell'Osservanza, maggiore, per dinotare che anco essa con-
ì quali non potevano né volevano in ve- corse alla fabbrica e al compimento del-
rmi conto ciò soffrire, si separarono da la facciata terminata neh522. La chie-
quelli, e partirono dalla città di Toscana; sa è a 3 navi, delle quali quella di mezzo
dalla quale essendo stati sempreamati con è sostenuta da io colonue di peperino.
sincerità d'affetto, furono efficacemente Neil' altare maggiore la tavola colorita
richiesti a volervi tornare verso il fi ne del rappresenta la D. Vergine ossequiata da-
i5i4, offrendo loro un'altra chiesa e uà gli Angeli, avente a lato i prolettori ss.
altro convento, due anni innanzi abban- Secondiano, Veriano e Marcelliano, cor- i
donato da'carmelitani. I frati minori os- pi de'quali si venerano con grande osse-
servanti condiscesero alle replicate istan- quio da' toscanesi uella chiesa di s. Lo-
ze de'toscanesi, e questi con tanto ardo- renzo. Sotto tali immagini lateralmente
re si adoperarono per ottenere la consueta sono dipinti s. Gio. Battista, e s. France-
licenza , che Leone X col breve Nuper co d'Asisi, e sotto di loro alcuni misteri
conununitas, che si legge nel p. Casimi- del Redentore. Ciascuna delle navi late-
ro, de'3i gennaio 5 15, concesse a' frati
t rali comprende 4 altari ornati di stucchi.
la chiesa e il convento di s. Maria del Ri- In capo a quella posta in conni Evangelii
poso già de'carmelitani, nel suburbio di vedesi la Presentazione al tempio di Ma-
Toscanella. Pertanto i minori osservanti ria, dipintada eccellente pennello in gran
ne presero possesso , ma non vi dimora- tavola. Negli altri altari sono degne di par-
rono più di 64 anni, forzali ad abbando- ticolare osservazione 3 tavole dipinte da
nare il convento dalla rovina che minac- Scalabrino pistoiese,esprimenti laNalivilà
ciava e dalla malignità dell'aria che li fa- di Gesù, l'Adorazione de'Magi, e la De-
ceva soggiacerea gravissime infermità,con posizione diGesù dalla croce. Nel coro due
risoluzione de'26 gennaio 1579 comuni- simili tavole rappresentano ilBaltesimo di
cala al comune. Nondimenoa'igfebbraio Cristo, e S.Girolamo penitente, forse colo-
dello slesso anno successero nella chiesa rite dallo stesso pistoiese,già esistenti in al-
e convento i frati agostiniani dell'osser- tri altari, e surrogate da mediocri tele di-
vanza della congregazione di s. Maria del- pinte. La chiesa fu consagrata a'3 marzo
1
la Consolazione; ma ancor eglino non po- i533 da mg. Loreu/.o Santarelli vesco-
T O S TO S 265
vo Polliteli, maforù, in onore della Ma- Pavv. Campanari con eleganza parlò del"
donna del Riposo o Quiete. 11 p. Casimi- l'apertura degli studi scolastici del semi
ro riporta le iscrizioni sepolcrali della nario di Toscauella, nel giorno del Patro-
chieda, e alcune di toscanesi illustri, co- cinio della B.Vergine,n»ediantedottoede-
me di Cesare Ciotti di somma pietà, Ru- rudil o discorso latino dell'arciprete d. Giu-
tilio Pacifici di eccellenti virtù; e il no- seppe di Lorenzo professore di teologia
vero delle reliquie che in essa si venera- morale del medesimo, sull'utilità dello
no. Indi descrive il monastero di s. Paolo studio della storia sagra ed ecclesiastica, e
delle monache del 3.° ordine di s. Chia- dicendo che se lo studio della storia è gran
ra, sottoposte immediatamente al vesco- tesoro d'esperienza e luce della vita, quan-
vo. Le loro prime religiose aveauo pro- to utile maggiore reca quello della sto-
fessato la regola di s. Benedetto in Cor- ria sagra, necessario a chi professa la scien-
tona, donde l'uggite nel 1258 per la de- za intorno gli attributi della divinità, cioè
solazione recata alla città da'fìorentini e la teologia, che non le cose sensibili e in-
dagli aretini, giunte in Toscauella furo- tellettuali, ma iusegna, che
le spirituali
no dal comune collocate nel mouastero s'apprendono per fede non per ragioni;
di Cavaglione, così detto dal nome della essendo pur nece;»saria al buon .morali-
contrada e da un foute omonimo, aven- sta, che della scienza ragiona de' costu-
done diversi la città. Nel 1259 Alessan- mi, e d'aiuto a' canonisti e a' dottori in
dro IV soggettò il monastero immedia- ragione canonica,giovando finalmente ad
tamente alla s. Sede, gli uni l'altro di s. accrescere la pietà, a rassodare e fortifica-
Giuliano, ambedue già de'benedeltiui, e re nella fede. Enumerali i sublimi pregi
l'arricchì di molte possessioni. Dopoché dell'infallibile origine della storia sagra,
le monache abbracciarono la regola del fece voti perchè nel seminario, che per la
3 ,° ordine, aggiunsero al nome di s. Ma- fama d' eccellenti maestri tanto crebbe
ria quello di s. Elisabetta. Divenuto trop- in breve tempo in grandissima riputazio-
po angusto, e non potendo le monache ne, si dasse presto agli alunni un insegna-
senza gran difficoltà custodir la clausura, tote e institutore di questa nobilissima
furono trasferite monastero di s. Paolo
al delle sagre scienze. Egualmente fece voti
già di certi monaci, ad istauza del comu- perchè il bellissimo discorso dell'illustre
ne, che ne avea caldamente pregato il ve- concittadino e ornamento patrio, sia pe'
scovo amministratore cardinal Garubara, suoi rari pregi pubblicato colle stampe,
e s. Pio V benignamente lo concesse nel onde con efficacia promuovere maggior-
i5yo; tuttavolta crede il p. Casimiro, che mente ne'loscanesi perpetuo desiderio di
tale traslazione fosse seguita più d'un se- chiara e illustre fama. E che la bell'ope-
colo inuanzi,aveudolo l'annalista p.Wad- ra fosse intitolata a quel grande maestro
dingo registrato nel i44'> Monasterium di pietà e di religione, a quel vigilantis-
s. Pauli de Tuscanella. Nella città vi so- simo padre e provvidentissimo del bene
no delle confraternite, come quella del del suo seminario, ch'è l'amato vescovo
Gonfalone. Narrai nella biografia del piis- il cardinal Gaspare Bernardo Pianetti,
simo cardinal Severoli, vescovo di Viter- che tutta volse sempre la sua sollecitudi-
bo e Toscauella, che vedendo quest'ut- ne a migliorarne l'educazione, l'econo-
lima città priva del seminario vescovile, mia, l'ammaestramento. Quindi encomiò
lo fondò con cospicua biblioteca; erezio- il can. Giovanni Farrocchi professore di
ne alla quale contribuì Pio Vii benefl- belle lettere italiane e latine nel semina-
cenlissimo, e ne fu benemerito promoto- rio, perchè dava alle stampe que'uobili,
re iltoscanese Franeesc'AnlouioTurrioz- soavi e affettuosi suoi versi alti a incita-
1
zi. Neil Album de' 27 novembre 1802 re i suoi allievi a virtù. Delle uiuaificeu-
VOL. LXXVIU. 18
s
*66 TO S TOS
ze dell'odierno vescovo di Viterbo e To- nierc della patria e sindaco generale del
scanella cardinal Pianetti,come delle sue comune, gradi che inque'tempi non sole-
virtù e beneficenze, avea il eh. avv. Cam- vanii conferire se non a soggetti superiori
panari pubblicato una sua epigrafe, nel* n tutti gli altri nella nobiltà e nella dot-
V Album de'28 febbraio iS5i, che quasi trina; come pure furono conferiti all'an-
per intero qui riproduco. Quoti super ce- tica famiglia Bassi, la quale per l'attinen-
lerà beneficia - Pientissimo li ber alita ti za con quella de'Ludovici, passò in essa il
ril- Quodq.in celiarli Justianam- Vete- lorica di Cicerone, e fece più opere per
rem tabularli mirimi artispictoriae mo- ammaestramento de'fanciulli, come leggo
numentimi - Impensa sua inferendam nel Dizionario storico dell'ab. L'Advo-
jusscrit - Luminibusquc immissis - Alta- cat. 11 patrio storico arciprete Francesco
re in cujus tutela est exornaverit- Pa- AntonioTurriozzi, della cui bell'opera ini
vita, nelle dignità civili ed ecclesiastiche, nal Ercole Consalvi di Luigi Cardinali,
nelle scienze e in altro. Troppo lungo sa- Pesaro 824, è dello: hic Roma e ortumj
1
rebbe tesserne l'elenco, e solo, olire quelli perciò non pare,comepi eteseroalcuni,che
che vado rammentando, ricorderò se- i sia nato e battezzato in Toscanella), ma
.°
guenti. Il giureconsulto Pepone che pel 1 oriundo di Toscanella, nato dalla sorella
prese a spiegare le leggi in Bologna sullo del cardinal Carandini, immortale porpo-
scorcio del secolo XI, probabilmente fu di rato che celebrai in tanti articoli, oltreché
Toscanella, allora Toscania, e dagli alti nella biografia. Il cardinal Girolamo d'
pubblici di essa prova che il nome di Pe-
si Andrea, a Una le abbate commenda la rio di
pone appartenne fino ab origine alla ce- Snbiaco e prefetto della congregazione
leberrima famiglia Farnese (P'.), che da' dell'indice, mentre era delegato aposto-
più vecchi tempi ebbe dimora nel distret- lico di Viterbo, persuase il municipio ili
to di Tuscania, come poi dirò. Paolo de Toscanella ad erigere nell'aula comunale
Ludovicis da Toscanella avvocato conci- un busto marmoreo .su rocchio di colon-
sloriale,che nella festa dell'Ascensione de' na al gran cardinal Consalvi. Il cardinal
16 maggio 1482, nella basilica di s. Pie- Fabrizio Tur r rozzi ( V.). Vincenzo Cam-
tro homeliam peroravit vener andus pa- panari dotto e sapiente, archeologo pro-
ter Paulus Toscanella ex ordine judi- fondo e poeta insigne, nome caro e be-
cum Rotae palatinae, vir integerrimae nemerito alla patria, illustre alle lettere.
Jamiliae, et surnmae. auctoritatis apud Il non men celebre e degno figlio avv. Se-
omnescuriales. Sì manifèsta ciò anche da condiano,con eloquenza affettuosa ne scris-
e faconda bi evita dando saggio delle mol- Ingeniofide constantia- Omnibus -Do-
teplici sue opere edite e inedite, di tutto ni fori <aue rarissimo - Amici D.D. -Ro-
1
facendone gustare le principali bellezze, mae mdcccxxif. Altri ammiratori del su-
persino de'parziali componimenti poetici blime melilo del famigerato diplomati-
leggiadri o gravi. In una parola, ben disse co ecclesiastico, gli decretarono medaglia
il figlio quanto padre fece, scrisse e o-
il per pubblico omaggio e per onorarne la
però pel pubblico bene, ed a prò degli memoria con allusioni alle virtù e ahi
,
studi, delle scienze e dell'aride di quanto talenti dell'uomo illustre, che incise l'e-
amor infiammato il suo cuore,
di patria fu simio cav. Girolamo Girometti. Da un la-
e che in ogni maniera illustrò, giovò e ten- Io è l'immagine del porporato vestito di
ne in onoranza, fungendo ilgonfaloniera- mozzetta ; nel rovescio si vede la figura
to più volte, non che consigliere della con- di Minerva, co'suoi emblemi de'la civetta
gregazione governativa di Viterbo, l'ab- e del serpenle,oltie un ramo d'alloro,sor-
bellì non meno con ristorare le pubbli- reggendo colla sinistra l'asta, e posando
che vie, rafforzare le mura urbane, rin- la destra sul timone d'un vascello. In gi-
novare! grandi acquedoUijiisarcire il con- ro é scolpita la leggenda: Quo Fas et Glo-
vento de'francescani,che con aprire nuo- il molto:Dc
ria ducunt.Solio alla figura é
vi passeggi, nuove strade esterne, e farvi Amìcor. Sententia. Romae mdcccxxiv.
nuovo campo pel mercato ne'dì della fie- Anche l'incisione di questa medaglia tro-
ra, oltre l'averla difesa con successo; vinse vasi nell'Elogio. Giornale di Roma da'
II
seminario si fece a'giovani suoi concitta- zio, d'essere morto in Toscanella sua pa-
diniamorevole insegnatole e maestro in tria tra' conforti della religione il mar-
tuttequante le discipline; perciò appena chese Secondiano avv. Campanari » uo-
morto, fu da tutti sinceramente pianto e mo distinto nell'archeologia sagra e prò-
2GS TOS TOS
fa un, come ne fanno bella prova
molte le lo.Più non diremo, nella fiducia che mag-
sue opere pubblicale colle slampe." Suo giori notizie si conterranno nell'eloquente
profondo ammiratore, e onorato di sua orazione funebre recitata presente il ca-
r
pregievole benevolenza, doppiamente ne davere dal R.mo sig. d. Vincenzo Lau-
deplorai la grave e immatura perdila. renli canonico teologo della cattedrale ,
1
Quindi I Album degli 8 dicembre i855 mentre clero e cittadini celebravano al-
pubblicò l'articolo ueerologico scritto dal l'illustre defunto solenni esequie, testimo-
eh. prof. Francesco Orioli, specialmente nio del pubblico dolore e deila slima che
dolente per essergli mancata la collabo- s'era procacciata da'suoi concittadini. "Il
razione promessagli nell'edizione d'un te- precedente Album deli. settembre an-
soro dell'iscrizioni toscane nella lingua na- nunziò memorata storia col titolo: Tu-
la
ra; indi compiange che l'avv. Secondia- la seguente idea. Questa storia di Tosca-
no Campanari, nato d'una famiglia delle nella è insieme l'istoria d'Italia, da'primi
più rispettale e amate di Toscanella,morì tempi degli etruschi fino al i84o; è di-
quando parea destinato a esser lungo or- visa in due volumi, l'uno di testo, l'altro
namento d'Italia e della sua città. Lo lo- di documentile nel «."saranno aggiunti cir-
dinaria, come ricompensa di sue fatiche. le riforme a cui die principio, i rivolgi-
Riferisce inoltre, che scrisse e stampò a più menti onde fu deciso della condizione ci-
riprese, be'lavori,de'quali altri certamen- vile della sua terra e di tante altre a lei
te daranno il catalogo, sforzandosi egli di vicine; come Canino, Cellere, Piansano,
spiegar ogni antichità figurata, od ogni e- Tessennanoe di meglio che 5o castelli che
pigiale in italiche perdute favelle, e sem- s' avea a* suoi comandamenti. Tocca di
pre con plauso, e non di rado persuaden- Montalto di Corneto e d' Orvieto , che
,
do ch'ei s'era imbattuto nel vero. » Vici- strettesi conoscanosi formarono unioni e
no già alla sua fine or si trovava in corso leghe con patti solenni a difendere se ed
d'un' opera molto elaborata intorno alla offendere altrui; così di Monieliascone, di
storia di Toscanella, non senza il corre- Ve tra Ila, di Marta ed alni paesi. Né ta-
do numerosi documenti inediti, e di
di ce dell'arti, delle lettere, delia religione,
disegni tratti da quel che di meglio o ri- de'uobili ingegni che sursero ne'secoli più
mane o è scavato nel territorio di quel- beati o più infelici; poiché è lode singo-
l'antica città, vog li opere architettoniche, lare di ciascun luogo di questa nostra pe-
orificerie, bronzi, vasellame, sarcofagi o nisola, che mai non rimase senza (pud-
simile.Speriamo che il manoscritto non che gloria; e in mezzo ancora alle mag-
ancor dato a stampa sia già completo e giori perturbazioni trovò argomento d'at-
lu morte nou sia sopravveuula a Uoucar- cuua cousolazioue e speranza. Delle altre
TOS TO S 169
sue opere e pubblicate, mi limiterò a ri- Toscanella, e di più a questa città die-
cordai e le seguenti che posseggo. Disser- rouo per cittadini Papi s. Eutichiano,
i
ramo di questa famiglia,e lo ailerma l'avv. Ancarano, per l'educazione di vari gio-
Campanari, prese domicilio nella città vani; la quale circostanza gli fa credere
stessa di Toscanella, doveavea conside- che la stessa famiglia conservasse quasi per
rabili beni, e ve li ebbe fino al 56o circa. 1 istituto questa predilezione verso quel-
Nella quale epoca la duchessa Girolama l'università. NeIi4-55 essendosi i Faine-
Orsini vedova Farnese (che già da un se allargati ancora in Capodimonte pres-
lempoeranodivenuti prima duchi di Cd* so il lago di Bolsena, siccome allargati s'è
stro e poscia di Parma e Piacenza) fon- rano in Farnese e in altre terre dello sla-
dò in Viterbo il monastero detto da lei to che poi fu detto di Castro, tentarono
della Duchessa, assegnandogli in parte di d'occupare i diritti che il comune di To-
dotazione i beni che i Farnese possede- scanella possedeva sulla tenuta di Pian-
vano in Toscanella. Si ha da altri atti pub- sano,de'quali poco innanzi aveano ripor-
blici, che Angelo Farnese fratello di Pao- tato conferma da Martino V. Trovasi nel
lo 111 partecipò nel 1 534 «I magistrato l'archivio municipale la corrispondenza
l'assunzione del medesimo al pontifica- epistolare fra' Farnese e il consiglio di
to, come prima neh493 gli avea notifi- Toscanella intorno siffatta questione, in
cato la sua promozione al cardinalato ; cui quelli pillando assai alto mostrano
nella quale occasione il pubblico consi- di voler sostenere le loro ragioni per aver
glio molto si rallegrò e fece gran festa, buoua l'occupazione di quelle tenute, ed
perchè tratta vasi d'un suo compatriolta. il consiglio rispoude con altrettanta fer-
Veramente Paolo IH nacque in Roma, mezza di voler sostenere le sue : manca
altri però dicono in Canino feudo di sua però il seguito dell'affare. Senonchè To-
casa. Diversi scrittori dissero Paolo IH di scanella ha perallre pubbliche carte, che
,
270 T OS TOS
il lettore pontificio del Patrimonio inibì costruirne a piccola disianza una nuova,
ad ià la ti za de'toscanesi alla Simiglia Far- come rilevò a p. 1 q 1 il prof. Orioli in una
nese di proseguir oltre nel suo tentativo, erudita lettera in argomento scritta al
e li chiamò al suo tribunale pei rendere Campanari, con diversi schiarimenti, co-
giustizia a chi ineritala l'avesse. Esiste tut- mechè luogo appartenuto in remotissimi
tora nel territorio di Toscanella la torre tempi all'Elruria e iu meo remoti a Ro-
dettaPietroCola,ch'era pavimenti il nome ma pagana, sia per la natura del luogo,
d'un Farnese,aggiunta a un castello posta sia pei l'abbondanza de'geolileschi sepol-
nella tenuta oggi delia Pian di Vico. E cri anche recentemente trovati appresso.
GianCola o Nicolò fu iì padre del suddetto Il prof. Orioli pensa che il Castellimi ap-
alla deputazione del sindaco per riceve- to de'Cimini, e dal lato occidentale giun-
re ilgiuramenlo di sommissione, ed in se- geva al mare. Ora la vecchia e la nuova
guito nefu stipulalo isti umento,nel quale Rocca è dell'ospedale di s. Spirito e lutto
tra le altre cose Nicola padrone di esso insieme quel teuimento vastissimo che
promise di far guerra e pace, di sommi- dellaRocca pur si chiama, e dove è quel-
nistrar gente armata contro ogni perso- 1' immenso bosco forte e selvaggio che
na e luogo; di teuer detto castello alla pa- presterà più che 3o mila tronchi d'anti-
ce e alla guerra a piacere di Toscania, di che querce a cuoprire il suolo della via
far ogni auno portar l'alloro per la no- ferrata da Napoli a R.oma. Piispampani,
minata festa, e di giurare ogni anno gli al- comunque racconti lo storico di Castro,
tri podestàe capitano del popolo.
onori al che Pietro Farnese e il conte Guido di
L'avv.Campauarinelt.2i,p. i45dell'^/- Orso daPitigliano l'atterrassero nel 34^ 1
Castrimidìrutum Ri spampani, con pat- quanto dalle stesse leggi severe ch'ella si
Pietro Borgia prefetto di Roma, prima e XIV. Siccome in questi nuovi governi
essendolo stato Guglielmo Gatti, e avanti con governarsi con proprie leggi, era una
di lui il cardinal Vilelleschi, vicario tem- conquista de* nazionali sopra le preten-
porale del medesimo. L'abbattuto e de- sioni dell' impero che andavasi indebo-
solatoCastello venne nuovamente in pro- lendo, così comparivano in tutto rigoro-
prietà di detto spedale, e fu ristorato nel si, paurosi e diffidenti, e questa diffiden-
1587, come apparisce dalla lapide che ri- za è il carattere proprio degli antichi sta-
porta, dal commendatore
medesimo del tuti di Toscania. Nulla vi è più solenne-
Ruino. Poi abbandonato, 19 anni dopo mente inculcato, che il prevenir gli at-
il commendatore Estense Tassoni fab- tacchi de' signori delle castella e di altri
bricò la nuova Rocca, come oggi -si ap- potenti a danno del comune. Sono ba- i
pella, poco lungi dal vecchio Castello, ri- ioni tenuti d'occhio come nemici, non po-
producendo la lapide che ciò ricorda. Di tendo essi senza licenza abitar nella città
recente fu restaurata dal polacco Igino It- o ne'castelli de'nemici, ueppur un giorno
tar nobile toscanese, come fece di altri e una notte se noi permetteva il magistra-
monumenti di che è seminata Toscauel- to, e ad ogni mandato del podestà dovea-
la e il suo vasto distretto. Di più il Cam- no recarsi da lui a fargli riverenza e pre-
panari, nel!' Albumi. 19, p. 36 e 60 in- stargli ubbidienza. Se erano baroni di ca-
serì due vedute del castello diruto di A 11- stelli di certa qualità doveano pagare un
ca rano di Toscanella, e degli avanzi del censo o tributo in dato giorno festivo; nou
castello di Castellacela del medio evo, ed potevano per causa qualunque imprende-
uno di quelli su'quali Toscanella eserci- re cosa senza il volere degli officiali del
tava in que'tempi il suo dominio, che a- comune. Se recavano danno o a'eittadini,
scendevano a 33, oltre altri. Eccone no- i a qualche castello e colle scorrerie a ca-
mi, pubblicati prima di lui dal Turno** vallo, oltre l'emenda doveano pagar 100
zi, il quale di tutti riporta alcune noti- marche d'argento di multa; se i consigli
zie, cioè di quelli che esistono (e de'quali de'toscanesi rivelavano in di pace tempo
parloa Viterbo) o di cui se ne vedono nel o di guerra, che riguardassero parti-
sia
vasto territorio toscanese rimasugli del- i colari o pubbliche cause, pena il capo; e
le rovine qua e là. Canino, Celleri, Civi- se ribelli marciavano contro Toscania coi
tella, Leona, s. Savino, Piansano, Anca- nemici o li aiutassero, incorrevano nella
rano, Tessennano, Montebello,Conligna- pena di morte
e nella confisca de'beui a
no, Caslellardo,Piandana, Celliano, Man- vantaggio della camera del comune; con-
ziano, Carcarella, Musignano, Acqnabo- fìsca a cui soggiacevano macchinatori di i
ne appartenesse alla città sotlo pena di , l' Album con incisione fece esprimere di-
nullità e diioo marche d'ai -genio; era vie- verse foggie di sepolcri etruschi trovali
tato ue'casteHi impone pedaggi che gra- nell'antica Toscania, insieme alla veduta
dassero le possidenze toscanesi. Gli uomi- interna della grolla delta della Regina, a-
ni del distretto e le contee doveano in qua- il padre suo con salde mura e ripari
vetido
lunque cosa ubbidir al comune, podestà munilo questa famosa tomba etnisca ch'e-
e sua curia, e per ogni disubbidienza era- ra per venir meno; e nel t. 22, p. 3 3 1
rico viterbese, il quale dicendo che 8 ca- mere corre un zoccolo o banchina su cui
stelli appartenevano alla stia patria Vi- disponevansi le urne ; altri sepolcri han-
terbo, ebbe il coraggio di annoverarvi an- no pure il vestibolo che mette a t\ue grot-
che la città di Toscania, che dovea vene- te situate paralellamente di faccia alla por-
rare se non come madre, almeno come ta, e con finestre che altrove non veduti •
una delle più illustri città e signora di quei si; altri sono composti di due camere, e
medesimi luoghi che dal secolo XI 1 al
,
il piano non essendo ad angolo retto, s'al-
XIV egli attribuisce a Viterbo, onde per larga in ragione che dall'entrata s'allun-
confutarlo pubblicò i pubblici e particola- ga al fine della grotta. L' ingresso della
ri documenti su ciascuno de'33 sunnomi- grolla della Regina è esposto all'oriente,
nati, tralasciando di parlare d'altre terre il si vede ha una cimasa for-
pilastro che
e castelli su cui Toscania esercitò la sua mata una gola rovescia assai rozza le
ci' ;
giurisdizione. Ora Toscanella è sede del colonne rozze ancor esse posano in lena
proprio governatore, e dal suo govei nodi • senza base, e portano a bachi o i membri
pendono le comuni d'Ai lena,Cani no, Cel- più alti de' capitelli delle colonne di al-
lereeTessennano. Anticamente Toscania tezze diverse. Le volte di tali camere se-
ebbei suoi bagni romani, e Pavv. Campa- polcralisono talvolta piane, talvolta a
nari, amante delle patrie memorie, nel t. doppio pendio più o meno ripido ecaden-
Q.iàt\YJlbimi ì \). 245 e 25g, ne pubblicò le, sulmezzo delle quali corre l'asinelio
partedella pianta e descrisse nelle sue par- (ira ve posta in cima al comignolo del tet-
ti, dicendo che secondo la regola di V itru- to) o come una trave incavata che aves-
\io i tusca netti fabbricarono le loro terme se a sostenere il comignolo d'un letto. In
nel basso della città,ove i circostanti cdifizi altri sepolcri di forma quadrala è il sof-
difendevano dall'impeto e dal freddo dei fino intagliato a volta piramidale con a-
parie di tali antiche terme presso il lem- come in quella parte superiore di legno
pio di s. Maria a spese comuni con un Tur- che descrive Vitruvio ne' tempi toscani,
liozzi; come eziandio scoprì entro la cit- in modo che la volta piova a due acque.
tà e ristorò un magnifico* acquedotto d'o- Riguardo poi alle urne di peperino e di
pera tuscanica. Altri scavi furono fecon- terra colta, non deve meravigliare la ma-
di di vasi e monumenti etruschi, e lo ri- teria, non solo perchè ue'fuucrali la leg-
TO S TOS a73
gè fremita condeterminata somma la va- polcrali non ti porge la giusta idea della
nità del lusso, ma sì ancora perchè la ere* grandezza di pensare e del lusso insieme,
ta quando pure fu l'arte in fiore, e prima della ricchezza edella grandezza d'un po-
e poi fu sempre la materia principale de- polo? E arrogi che sì fatti lavorìi non so-
gli artisti, tanto pe' bassorilievi che per le no già fattura di tristi scalpellini (e ne so-
statuee i vasi dipinti. I lavori di terracot- no prova gli esempi artistici ed eleganti
ta erano in tanto pregio presso gli anti- riprodotti dallo scrittore nelle rappresen-
chi, che tra
opere d'arte delle quali
le i tateurne etnische). Perchè a ragione scri-
romani coloni andavano in cerca a Corin- vea quel grandissimo illustratore della sto-
to, non meno di quelle di bronzo, fecero ria e della lingua degli elrusci, Luigi Lan-
tesoro di quelle d'argilla; quindi innume» zi,che un solo di cosiffatti monumenti (che
rubiti divinità furono espresse in terra cot- che ne pensino gli stranieri) è l'ornamen-
ta, ed urne di lai materia di diverse gran- to più bello e pregiato di che possano mai
dezze e forme trovaronsi nella ricca Pom- ornarsi i più famosi musei d' Europa".
pei;!, e in mille luoghi deh'Etruria, dovi- Abbiamo dell'arciprete Antonio Turrioz-
ziosi e opulenti.» Ma s'è vero, siccome è zi : Lettera a mg.'' Pier Luigi Galletti
verissimo, che I' agiatezza e la possanza vescovo di Cirene , sopra alcune grotte
d'un popolo si misura dalla grandezza an- antiche di Toscanella, Roma 78 i 1 .Egli
zi dalla grandiosità de' suoi monumenti; stesso le scoprì in grandissimo numero nel
qual è di grazia maniera di sepoltura più precedente anno, nel ricercare alcune ac-
splendida, più nobile e solenne (parlo sem- que minerali smarrite, e si crede che fos-
pre de' tempi ultimi della nazione' tosca sero le primitive abitazioni d'un numero-
non più conquistatrice e guerriera, ma so popolo. Sono queste grotte intagliate
sonnolenta, invilita per ozio, per troppo o- nel tufo e variano l'ima dall'altra solamen-
pulenza infingarda; motivi di decadenza te nella grandezza e ne'comodi, propor-
nazionale, che dichiarai a Toscana par- zionatamente alio stato di que'che l'abi-
lando dell'Eli uria antica e sue diverse par- tarono. I letti co'guanciali sono pure in-
ti) di quella usata da'tuscanesi nel tumu- tagliati nel masso, e in alcune stanze ve
lare i cadaveri? Grosse e massiccie urne ne sono t\ue o tre. Alcune abitazioni han-
di pietra, dove scolpiti sono fatti mitologi- no una stanza, altre di più e sino a quat-
a
ci, miti religiosi, umani sagrifìzi, scene ilia- tro, per lo più la i. del tutto libera di let-
che ed acherontiche allusive al trapassare ti, ma con focolari e sedili intorno, pari-
dell'anime da questa ad altra vita miglio- menti tagliati dal tufo, né mancano di fi-
re, chiuse il più delle volte da coperchio nestrini e altri buchi artefatti: alcuna ha
di gran mole su cui giace semiseduta o gia- una specie di piccolo forno. Tre grotte
cente la statua del morto pretto e marna- hanno l'apparenza di carceri; altra grotta
a
to com'egli era da vivo, fregiato dell'inse- di due stanze, nella 2. vi è un sedile se-
gne della sua dignità e vestito degli abi- micircolare, forse destinata a uso pubbli-
li suoi convivali; sono quelli i superbi a- co di tribunale odi assemblea. A lire grot-
velli dove gli alterosi tuscanesi deponeva- te più alle hanno finestrini quadrati o acu-
no i corpi de'loro trapassati. Lasciate che minali l'uno sopra l'altro a guisa di co-
di poca bontà e poco gentile ne sia la ma- lombai. Tutte queste grotte sono poste
teria, poiché l'artefice etrusco non usò che in ordine regolare, in diversi ordini di
raramente il marmo, e solo allo spirar del- graduazione a foggia quasi d' anfiteatro.
ia toscana potenza vi provò lo scarpello, Ritiene il Tu mozzi, che queste grotte sie-
effigiandovi greche favole, o riti funebri 110 state l'abitazioni de'primi etruschi, i
nazionali ;
questo tempestar di scolture quali venendo nella contrada da lontani
(lungo e costoso lavoro) semplici urne se- paesi e sbarcando in terra iucoguila, do-
2 74 TOS TOS
verone nat u ralm ente fuggire i luoghi a- identifica mente Sopra di questo no-
tale.
perti, e sta1>i I irsi ne' più occulti per loro me, dice essere fabbricata la macchina dei
maggior sicurezza. Osserva anche il cele- medesimi storici, quali lasciando a par-
i
bre Passeri, nelle sue opere riguardai) li te il naturale significato de' vocaboli, a-
gli etruschi, pe'quali ebbe entusiasmo, es- veano fallo di tutto per raggiungere il lo-
sere slato costume de' primi etruschi di ro scopo; e di recente il Mariani, il Dussi,
fabbricarsi i loro tugurii scavando dove il Correltini, tutti intesi ad esaltare la lo-
trovavano meno impedimento. Vuoisi poi ro Viterbo, oltre il dotto ab. Fame, colle
probabile, che gli etruschi dopo d'aver Memorie apologetiche in risposta alle
stabilita la loro potenza nel paese, uscis- opposizioni contro ildecreto del re De-
sero di sotterra per fabbricare ne! piano, siderio, non ostante ripugna an-
le quali
e riserbassero le grotte per sepolcri. Infat- cora a molti critici. Pertanto e non aven-
ti il Turriozzi trovò più d' un vano pie- do ancora alcuu loscanese vendicato col-
no di ossa e crani umani, con pezzi di va- le slampe la verità della storia riguardan-
si e altri frantumi etruschi di terra cot- te la propria patria, non posta mai in que-
ta. Queste grotte, qualunque aspetto in stione fino a tali scrittori, s'indusse a pub-
vogliansi riguardare, sono un monumen- blicarne le Memorie istoriche. Ma 1' ab.
to irrefragabile dell'antica Tuscauia, ora Faure nel 1779 pubblicando il t. 2° di
Toscanella. Già nel 1778 in Roma avea sue Memorie, vi aggiunse: Appendice al-
il Turriozzi pubblicato: Memorie istori- le Memorie apologetiche del marmo del
che della città Tuscania che ora volgar- re Desiderio per servir di risposta a
,
mente dicesi Toscanella, colla pian la del- quanto recentemente contro di esso si op-
la città e quella (bell'agro Tosca nese e sue pone nel libro intitolato: Memorie isto-
adiacenze. Ne dierono contezza V Effeme- riche ce. di F. A. Turriozzi. Nello slesso
ridi letterarie di Roma del 1
778 a p.409, anno 1' Effemeridi letterarie di Roma
encomiando l'autore per aver saputo con nelle p. 235, 242, 25 resero ragione del-
1
per aver tentato alcuni storici dell'illustre antico marmo si conserva in Viterbo nel
Viterbo di spogliarla de' suoi pregi e re- palazzo de IMagistrato diviso in due par-
mota antichità. Concludendo, si conleu- ti. Si soggiunge un Appendice pei: sod-
che negli ultimi tempi suoi,eransi stam- do vi è il suo popolo, e reguano de'popo-
pate, colla scorta di Giovanni Annio da lari pregiudizi, per non dire errori. La ce-
Viterbo, altre storie di quella città, aven- lebre controversia sul decreto del re De-
ti principalmente in mira gli sci Ultori di siderio a favor di Viterbo si divide in due
esse, per rendere chiara ne'secoli la pro- principali questioni. Lai/ è se Giovanni
pria patria, di attribuirle il celebre nome Annio da Viterbo (del quale parlai in di-
di Tuscana e Tuscania, e spogliarne u versi luoghi e nel voi. \LI. p. 11 3), sia
un tempo Toscanella, quale è la sola, che stato l'autore di questo decreto, fingendo-
possa fuori d'ogni dubbio vantarsi d'ette! lo a suo capriccio, e furbescamente o in-
T OS TOS 275
adendolo egli stesso, o facendolo incide- vorrebbesi inferire che anco l'editto Desi-
re da altra mano, come un antico monu- deriano fosse stato suo lavoro. Nell'apolo-
mento di quel principe, in cui finì il re- gia di Annio, il Faure superò quella del
zione e il lunghissimo esercizio da lui a- strò l'insussistenza delle loro critiche os-
vuto nelle disputazioni di scuola, e in tut- servazioni. Però dichiararono V Effemeri-
te e due si dichiara e si mostra vero cara- di. « Noi non diremo essere egualmente
pione de* viterbesi. lii.°a dichiarare An- soddisfatti di tutte le sue risposte, siccome
nio fingitore del decreto fu il p. Panvinio noi siamo tampoco dell'ordine da lui te-
egli de'seguaci, senza che ninno ne dasse convincente, ne più plausibile, anche per
ragione. Venne finalmente il p. Gaspare e popolarità dello stile, e che
la facilità
Beretta e uella sua Tavola corografica potrà questa servire a tutti di regola e per
dell* Italia del Medio Evo, si avvisò di non abbandonarsi ad una critica smode-
dire il perchè si dovesse ad Annio attri- non fidarsi di certa voga, che
rata, e per
buire quell'impostura, con dire che An- in grazia di alcuni celebri autori prendo-
nio tanta affectatione loquitur, di tale no talora senza il dovuto esame opinioni
editto, ut ejusdem edicti dare se prò- falsissime'Mndi passano a parlare de\Y Ap-
dal auctorem. 11 Faure a questa pretesa pendice dei Faure, contro le Memorie dei
affettazione di À uuio contrappone io ra- Turriozzi. La dicono consistere in 3 pa-
gioni che giustificano quel dotto dome- ragrafi. Neli.°sifa l'esame del capo ulti-
nicano maestro del s. Palazzo. Si trae dal- mo delle Memorie, nel quale si è prete-
le sue prove: i.°Che l'alabastro o marmo so dall'autore di dimostrare la falsità del
viterbese era nolo prima di Annio. 2. Che decreto di Desiderio. Nel 2. si esamina
anzi era stalo trovato nel 12 19 fra le ro- ciò che sparsamente si legge in quelle Me-
vine dell'antica torre Demiata, onde an- morie relativamente all'impugnazione del
che il Lami che col suo ingegno volle tro- decreto; dal quale esame prende il Fau-
vare ragioni a persuaderne la falsità, lo re occasione di discorrete sulf antichità
confessò già esistente nel secolo X11I. 3.° de' vescovi di Viterbo. Qui più forse, di-
Che Annio mai l'ebbe sotto gli occhi, so- cono Effemeridi , che in tutti gli altri
1'
lo servendosi d'una copia altrui alterata luoghi, fa egli qualche sforzo d'ingegno,
per commentarlo e pubblicarlo nel 1 4-9^- che non sempre è segnale di buona cau-
JlFaure volle pure giustificare Annio dal- sa! Ma è da lodare l'ingenuità dell'auto-
le accuse del Vossio e di altri gravi scrit- re, nel torre di mezzo dalla serie de' ve-
tori di aver pubblicalo 5 altre tavole ei 1 scovi viterbesi certo Leone intruso non
antichi autori trovali in Mantova; e con- ha molto per una falsa lezione d'una car-
fessando che essi già esistevano nelle bi- ta Farfeuse, beuchè da essa ricava qual-
blioteche; ancorché (ossero vere le finzio- che vantaggio a Viterbo. 113.° paragrafo,
ni di tanti libri e monumenti, mal (pillali ^uipiicenieute dichiarano X Effemeridi,
276 TOS TOS
essere una buona vagliatura in 3 articoli richiesta del senato di Viterbo. Riferisco-
di parecchie altre cose riguardanti Tosca- no che BorghinijCluverio, Muratori e al-
nella, paragonata nelle Mcmorieóel Tur- tri marmo di Viterbo
considerarono il
letteraria a sua gloria. Questa trionfale ri- Milano: Dissertationem Italiae Medii
conoscenza de'viterbesi, V Effemeridi lo- Aevi censurac III, Filerbicnsis, Veneta
darono quale luminoso esempio alle al- et Brìxiana, cum responsi* tribus prò
tre città, se vogliono impegnare uomini Anonymo Mediolanensi , fece ogni sforzo
grandi nella difesa de'loro pregi, con un per togliere di mezzo gli argomenti del Ma-
genere di ricompensa allatto a lusingare riani, che al p. Beretti rispose coli' opu-
gli studiosi avidi sempre dell'immortali- scolo nel 1730 in Roma: Breve notizia
tà e della gloria, più che delle ricchezze delle antichità di Viterbo. Il Lami entrò
e del fasto, quali cose transitorie. Inoltre ancor esso in questa disputa, e sebbene
V Effemeridi fanno questa dichiarazione, nelle sue Lezioni sopra le antichità To-
la quale forse agl'imparziali riuscirà sin- scane, riputasse impostura il Marmo Vi-
golare, sia per quanto aveano detto in lo- terbese, tuttavolta prese a difenderlo da
dedel Turriozzi, sia per quanto poi lobia* molte accuse dategli da'uouiinati Borghi-
simarono, coinè dissi e riferirò, sebbene in ni, Cluverio, Beretti e Muratori, dichia-
breve. « Noi non siamo mai più contenti, rando plausibili gli scritti pubblicali dal
che quando ci si presenta 1' occasione di Mariani su questo argomento, e dicendo
dare de'convenienti e giusti encomi al ve- quanto al decreto Desiderano. »Le cose
ro merito. Questo dovrebbe esser l'ogget- contenute in quel decreto, o sono ignote
to di tutti i fogli lellerarii (!): si dovrei). all' istoria, che abbiamo; e questo non fa
be esser più solleciti o più gloriosi d' aver che non possano essere vere, pur troppo
trovata una vera bellezza , che un gros- mancandoci le memorie di cose infinite:
solano difetto; e si dovrebbe preferire la o sono manifestamente concordi all'anti-
distribuzione d' un ben inleso elogio ad ca storia; e meritano da noi tanto più di
una censura (protesta che tosto dimenti- credenza: nell'apparente ripugnanza al-
cò !
), rare volte utile, sovente indiscreta, l'antica storia sono pure in qualche guisa
e sempre umiliante per lo spirito uma- conciliabili colla medesima; e non abbia-
no! Tale è certamente l'oggetto delle no- mo motivo nessuno di rigettarle, lo non
stre Effemeridi" Della disputa celebre
. ho veduto ancora un'obbiezione convin-
presso gli eruditi dell'editto di Desiderio centeedimostraliva per dichiarai equesto
re de'longobardi,ne dierono chiara e suc- decreto una favola". Mentre per i'Appen-
1
cinta notizia i dotti mg. Stefano Evodio <//<r del l'ab.Fa tire gli erudì ti erano preoc-
r
Assemani e mg. Stefano Borgia poi car- cupali di essa e delle sue Memorie apolo-
dinale, che si legge a p. vii delle Memo- geticlie, poco dopo use'i alla luce del vi-
rie apologetiche dell'ai). Paure, nella lo- terbese avv. Eugenio Sarzana: Della ca-
ro approvazione delle medesime falla a pitale de' Tuscanicnsi e del suo vesco-
TOS TOS 277
vato. Si vendica la città eli Viterbo da confessare di non sapere il tempo in cui
intanto usurpa ed oppone il libro inti- fu edificata Toscanella, anzi col dire: non
tolato: Memorie istorichc della città Tu- doversi andar rintracciando la fondazio-
scarda che ora volgarmente dicesi 7 o- ne di Toscanella da tempi troppo rimo-
scanella pubblicate neh 7 7 8,Monte Fra- li; e col cader egli stesso in altre contrad-
scone 783. 11 p. ab. Ranghiasci nella Bi-
i Parecchie erudite discussioni del
dizioni.
bliografia storica dello stato pontificio, Saizana fanno veder privo di fondamen-
osserva che V Effemeridi letterarie di Ro- to l'assunto del Turriozzi. Indi dice, con-
ma (del 1783 alle p. 3o6 e 3i4), dopo a- cesso per ipotesi, che Toscanella dalla sua
vere riferito con lode il libro del Turrioz- fondazione portasse il nome TuscaniaiVA-
zi, pubblicatosi quello del Saizana ne re- la provincia, da ciò per l'appunto deduce
strinsero il merito, su del quale egli non non esser la vera aulica città Tuscania,
era punto per decidere. Sebbene io vada già Tuscia Turrenia Etruria, In seguito
profittando del Turriozzi, in quest'artico- rileva, avendo Toscanella, secondo Tur-
lo, eolla debita critica discreta e propor- riozzi, portato sin dalla fondazione il più
zionata alla condizione di mia opera, per lardo latino nome Tuscania della provin-
dovere d'imparzialità, darò pure un al- cia unitamente col depravato Tuscana,
tro sunto delle opinioni dell' Effemeridi. cioè Tuscanana o Tasca
piccola, da ciò
Dopo aver esse protestalo la strana vicen- precipuamente si apprende, non esser l'an-
da a cui soggiacciono i periodici nella ri- tica cillà Tuscania'già T'uscìa, aiu\ per
vista delle opere, per cui non di rado so- lo contrario dimostrasi la sua origine non
no colti in contraddizione, tuttavia l'uf- mollo aulica. Indarno poi dicesi,cheilTur-
ficio di chi dà contezza delle letterarie riozzi si adula ad alcuni moderni sci illo-
produzioni è quello di dare una nuda re- ri e geografi per provar la sua opinione,
lazione di ciò che contengono, senza eri- poiché il Saizana dimostra i loro abba-
gersi in giudice nelle contese fra gli au- gli. 11 1° capo raggirasi in provare, To-
tori. Né doversi imputare a colpa il Ta- scanella non esser la vera antica città Tu-
riate di parere, quando una delle parti scalda capitale de Tuscaniesi, ossia Tu-
ha prodotti nuovi e irrefragabili docu- scia Turrenia Etruria, per la sua distan-
menti, e quali uomini essere sottoposti a za daRoma oltre 5o miglia, per esser situa-
errare. Pertanto V Effemeridi dichiarano, la sulla via Clodia (o Claudia o Cassia per
che ilSarzana nel i.°capodelsuo dotto la- quanto dirò),e per giacere sulla destra riva
voro, prevalendosi delle dottrine dell'e- del fiume Marta, da'quali argomenti ap-
ruditissimo Mariani (delle cui opere par- punto pretende Turriozzi rappresentarla
lerò a Viterbo), dimostra contro il Tur- metropoli degli etrusci, mentre tali pro-
riozzi, Toscanella non essere la vera an- prietà di ubicazione si verificano in Vi-
tica città Tuscana o Tuscania, se prima terbo. Colla tavola itineraria di Teodosio
non si supponga o non si stabilisca essei* I, Saizana dimostra gli abbagli del me-
il
vi slata anticamente una ciltà di tal no- desimo nel fondarsi su di essa, poiché la
me, se niun tempo si determini della fon- vera sua lezione non è città Tuscania,
dazione di essa Toscanella, né si dichia- ina Tuscana, il qual vocabolo supposto
ri,comeil nome di Tuscana o Tuscania ancora che fosse notato innanzi al secolo
in lei sia. L'avversario stesso gli sommini- V da chi ne fui. "autore, dev' esser spie-
stra le prove della sua asserzione col ne- gato come adietlivo del sostantivo Colo-
ga re, contro il sentimento di autichi e mo- nia, che vi fu espresso o vi fu sottinteso,
derni storici e geografi, che siavi slata al- quando però non voglia intendersi adiet-
cuna città nomata Toscana o 'Tuscania, tivo della terra di Marta in quel silo in-
ovvero Tuscia, Etruria e Turrenia, col dicata; avvegnaché la colonia Tuscania
278 TOS TOS
rappresentata compiutamente da Usuar- dichiarato che il contado Tuscaniese è il
do, Colonia Tusciae t erav'i prima di det- Viterbese, e per conseguenza, dichiarano
to secolo sebbene informe. Col testo quin- l' Effemeridi, si prova che i Tuscaniesi so
di di Cicerone, della 12." Filippica Etru- no i Viterbesi; quella città il cui sito pre-
riam discriminat Cassia, il quale con sente corrisponde all'antico, cosi le deno-
truria, dove abitava Lento Cesonio, pro- ni, le testimonianze degli scrittori, tutto
va il Sarzana non poter essere Tosca nel- provando l'identità coll'antica metropoli
la quella città dal Tui riozzi situata sulla Tuscaniese, anche per quanto si dice dal
via Clodia. Nel capo 3.° il Sarzana prosie- Sarzana di Longola o Turrena nuova,
gne a vieppiù convincere, che Toscanel- una delle 4 cittadelle dell'antica metropo-
la non fu l'antica metropoli dell'Etruria, liTuscaniese. Che la cittadella o castello
dimostrando essere una tarda colonia di d'Albano, delta Bet-Terbon, che in ebrai-
Tuscauiesi, quali come sostiene furono i
i co significa città di Terbo, cioè di Torebo
Viterbesi. Il dominio di Viterbo sul ter- detto Turreno, il qual nome fu comuni-
ritorio Tarquiniese acquistato dopo la di- cato all'intera tetrapoli quando fu cinta
struzione di Tarquinia, è ili. "forte argo- dimura dal re Desiderio, e con poco cam-
mento che adduce per comprovare il suo biamento di lettere denominata Viterbo.
assunto. Il luogo del martirio e delia tra- Segue f illustrazione della carta Farfen-
slazione de'ss. Secondiano, Marcelliano e se, dallaquale si ricava contro Turriozzi,
Veriano prolettori di Toscanella, espresso che nel 767 fioriva un Leone vescovo di
Colonia Tusciae da Usuardo scrittore del Viterbo; e poi confuta la sua proposizio-
secolo Vili, e contemporaneo di Desiderio ne, che Viterbo non fu città sino al 1 ig3.
rede'longobardi,gli somministra altra pro- L'essere stato Viterbo, per testimonianza
va; come pure l'informe colonia Tuscana pure di Turriozzi nomato sempre Ca-
,
todo, ch'è l'ornamenlo principale di tali pitale della Pentapoli Etrusca gli successe
produzioni; benché per altro sia l'autore Nepi, per cui la Pentapoli in seguito si dis-
degno di scusa in ciò, e per la farragine se anche Nepesina. La città di Nepi posta
delle cose, che ha dovuto trattare, e per nel territorio falisco,come Falerio etrusco,
la sollecitudine con cui ha operato per il- fu anco denominata Tuscia o Thusciae
lustrate pregi della sua degna patria, e
i Civitas Hetruriae, nomi che pretendono
per soddisfare le brame de' valorosi suoi Toscanella e Viterbo, in uno alla prima-
concittadini; e poteva aggiungere, come zia della Pentapoli. Sussisteva la Penta-
li nominò il Sarzana nella prefazione, Fi- poli Nepesina quando l' apostolo s. Pietro
lippo Piada, co'figli Vincenzo e Domeni- mandòla essa a promulgar l'evaugeloil
co, che l'invitarono alla confutazione se- suo discepolo s. Tolomeo antiocheno, in-
verissima , e forse all' eccesso impudente sieme al discepolo di questi s. Romano ne-
negativo contro il vescovato e concatte- pesino convertito alla ftn\e; ih.°qual ve-
dralilù di Toscanella! poteva dir pure, che scovo della Pentapoli, il i.° qual vescovo
il dotto ab. Zaccaria nel favoievole giu- della propiia patria Nepi, per governare
dizio sull'opera di Sarzana, e inserito in i concittadini che avessero abbracciato il
essa, disse d'aver seguilo quasi in tutto le cristianesimo. Si vuole che s. Romano fu
opinioni del Mariani, illustrate e poste in deputato da s. Pietro di predicare Gesù
miglior lume! e che se lutti uou retto*- Cristo anche a Sulri) e ch'egli sparse il
280 TOS TOS
lume della fede pure in altri luoghi cir- ra il successore denominandosi Claudio II,
convicini. Non mancano sostenitori, che si potrebbe forse conciliare la diversa ver-
dichiarano s. Tolomeo i. "vescovo di Ne- sione, e si salverebbe l'epoca del marti-
pi, e che lui vivente gli successe s. Roma- rio de'ss. Tolomeo e Romano, che comu-
no, e che dopo il loro glorioso martirio nemente si afferma avvenuto nel e non I
ne occupò la sede s. Milione. Siccome nel- nel III secolo, tanto più che pel I secolo
la primitiva Chiesa sipermettevano più sono uniformi le testiuiouianze degli sto-
vescovi in una città, sembra meglio rite- rici. Il eh. p. Ranghiasci s'indusse a va-
nere, che s. Tolomeo fu vescovo di Nepi, riare d'opinione, dopo letta la Disserta-
ma come vescovo o arcivescovo principa- zione di Simone de Magislris,e cogli eru-
le di tutta la Pentapoli detta pure Tu- diti argomenti da lui svolli, si persuase
a
scia, vocaboli comuni anche a Nepi, men- per la 2. epoca e rigettò lai.* Disputan-
tre di questa era vescovo particolare s. R.O- dosi a vicenda l'onore dell' antico seggio
mano,atnbedueordinati da s. Pietro, seb- vescovile/Toscanella eVilerbo, rilevasi da-
bene alcuno voglia s. Rornanoordinatoda gli storici veramente imparziali, che To-
s. Tolomeo, considerato anche apostolo scanella almeno dal 59 5 ebbe certissima-
della regione. Sotto l'impero di Claudio mente i suoi particolari vescovi, che Vi-
e nell'anno 5i entrambi patirono il mar* terbo invece pretende suoi, e ciò per cre-
tirio, a'24 agosto secondo il martirologio dersi ambedue essere l'antica Tuscia me-
di s. Pietro di Toscanella nel suburbio , tropoli della Pentapoli Ettusca. Preten-
di Nepi, extra muros civitatis Pentapo- sioni che si sarebbero dovule dileguare,
lini Tusciae, e perciò furono sepolti pres- dopoché nelle catacombe di Nepi si rin-
so dette mura con altri martiri. Si ponno vennero i corpi de's>s. Tolomeo e Roma-
vedere l'Ughelli, Italia sacra, Nepesini no, ed altri martiri; il che a taluno servi
EpiscopijN aldini, La cattedra vescovi- di prova che in quel sito fu la vera capi-
le di s. Tolomeo in Nepi e la Pcntapo- tale della Pentapoli, ossia Nepi metropo-
li Nepesinaj ed il p. Ranghiasci, Memo- li delle 5 città etrusche, dopo la distruzio-
rie istoriche diNepi già territorio Fali- ne di Falerio. E' indubitato che Viterbo
sco e capitale della Pentapoli di Tosca- fu canonicamente eretta in sede vescovile
na. Quest'ultimo, col quale procedei a Ne- da Celestino II nel 92 o nel 98; laon-
1 1
1
1 1
riche della città di Nepi già capitale del- li negano non pochi critici, ad onta delle
la Pentapoli etnisca, per le ragioni che asserzioni di Mariani, Sarzana ed altri sto-
adduce cambiò di parere, dichiarando che rici viterbesi; i quali critici anzi ritengo-
i ss. Tolomeo e Romano furono mandati no, che i vescovi immaginari o pretesi da
in 77*7/.sc/tfesuburbicaria,daPapa s. Dio- Viterbo prima di detta epoca, lo furono
nisio dopo il 268, il i."come vescovo di tut- di Toscanella, nella cui diocesi si compi eli-
ta la Pentapoli e il 2. di Nepi, ove ambe- deva il Castello di Viterbo. Densi da Ce-
due risiedevano, indi ivi martirizzati sot- lestino III, non solameute fu elevata Vi-
to l'imperatore Claudio 11 il Gotico ; no- terbo a sede vescovile, ma le fu unita
tabile variazione, che registrai a Sutri,co- quella di Toscanella (piale concattedrale,
inedie sede vescovile unita a quella di Ne- non che quelle di Bieda (della quale ri-
pi. Ora temo che per Claudio li debba- parlerò a Viterbo) o Blcra, e di Centocel-
si piuttosto riconoscere Claudio 1 diesali leo Civitavecchia (di cui riparlai nel voi.
impero nell'anno 4' di nostra era e
all' LXXlI,p. 275, dicendo che neh 854 * u
regnò sino al 54; poiché egli successe a disgiunta dal vescovato di Porto a cui era
Claudio Tiberio, che io certo modo si po- slata unita, ed invece venne unita alla se-
trebbe anche chiamare Claudio 1, ed allo- de di Cor ne io 9
la quale perciò fu separala
TOS TOS a8i
da MonteFiascone: ora e nell'aprile 1 8^6 quante volte si che essa sia la ve-
verifichi,
il governo pontificio concesse alla socie- ra città Tuscana o Tuscania, poiché so-
tà Casavaldes, di eseguire e poi esercita- gliono questi aversi comunemente per si-
quella di Toscauella,oude il vescovo diTo- renia, Etruria e Tuscia sieno ad essa ap-
scanella a un tempo lo era di Bieda e di partenenti. Lasciando il Turriozzi di dar
Civitavecchia. In processo di tempo, per giudizio su tal questione, si limita a voler
l'ingrandimento di Viterbo, la sua sede e provare che Toscanella sola fu quella che
la città preminenza su tulle le
prese la ebbe il nome di Tuscana e Tuscania, per
Patrimonio
altre città delia provincia del coni un consenso degli scrittori e geografi
di s. Pietro, che tuttora gode, restando antichi e moderni, di cui riporta le testi-
colonia F'a lisca... De caeiero Aretini ve- nunc Tuscanella, e nella stessa forma con
feres... Blerani ... Ferentinum(o$%\a Fe- Rollin ne fanno la delineazione gli scrit-
rente). ..T?epet...Praefectur a Claudiafo- toi i nelle loro antiche tavole ocarle.Quan-
roClodiiyStaloncs, Tarquiniensis, Thu- to alla Strada Clodia, da altri chiamala
scanienses, Vejentani, Visentini, Vola- Claudia e Cassia, dirò alcune paiole col
terrani cognomine He frusci, Jfulsienses-. dotto Nibby, Analisi della Carta de din-
Non specifica Plinio il ove fos-
silo preciso torni di Roma. La via Cassia prese lai no-
se a'suoi tempi la cittàTuscania, di cui i me come lastricata da Cassio, e condu-
abitatori appellò Tuscanienses. Nota pe- ce va a Firenze. L'Itinerario d'Antonino
rò quivi il Cluverio esser quella ebe ora e la Carta Peutiugeriana la designano col
giacente alla ripa del fiume Marta, chia- nome di Clodia cioè Claudia, perdio nel
masi volgarmente Toscanella,e col me- i.° trailo è collaClaudia in una mede-
desimo si accordano gli accennati scrit- sima diramando la Cassia dalla Fla-
via,
tori. A indagare con più di precisione il minia al Ponte Milvio. La Cassia è più
silo di Tuscania,per combinarlo con quel- antica, come costruita nel .°pei iodo del
1
lo in cui giace Toscanelia, il Turriozzi fe- secolo VII di Roma, e ne'primi anni del
ce l'esame della tavola Teodosiana del seguente Cicerone la chiamò con tal no-
3g5 circa. Dichiara quindi,che partendo- me. Fiacco e Ovidio, posteriori all'ora-
sida Roma per la via Clodia, si ha diret- tore romano, l'appellarono Claudia. Fu
tamente il viaggio che conveniva fare per così chiamata per corteggiare Claudio Ti-
andare a Tuscana t il quale nella tavola berio figliastro del vivente Augusto, sotto
venne così descritto. Roma, Sextum .... il quale venne lastricata, e che poi gli suc-
Foroclodii, Olerà (cioè Blera o Bieda, cesse nell' impero. Tale strada si formo
essendosi errato di usare 1* O pel B, avver- qua! i.° tronco della Cassia, ed essendo
tendoCluverio,cbeda Roma al ForoClau- ambedue divenute una sola e identica, fu
dio correvano 32 miglia di disianza) xvr, pure detta Claudia. Fu poi chiamata Clo-
Marta Tuscana vini (intervallo di mi- dia per l'analogia della pronunzia fra il
hineponuntur adMartam am-
g\\a, quae dittongo au e la vocale o più o meno lar-
nem,etoppidum Tuscaniam).Dovea dun- gamente Però a me pare che
espressa. ,
scania , poiché si vede in un medesimo sava la via. Anche Nibby afferma, che la
luogo e in una slessa distanza da Roma, Carta Peutingeriana dimostra che al X
prima il fiume Maria, indi la città Tu- miglio la via Claudia o Clodia diraman-
scana. Perciò in tale luogo preciso appun- do a sinistra passava per « Forum Clo-
to giace Toscanelia, sulla via Clodia, di dii, Ischia, Blera o Bieda, Marta fi., Tu-
cui nou meno che in )3ieda se ne scorgo- scana o Toscanelia, Matcrnum" presso
,
TO S T O 1 28I
Canino. Altro ramo delia Cassia corri- Tuscanam ì Tuscanae
e degli alti falli in
sponde all'odierna strada postale di Vi- in ecclesia s. Laurentii,in pala fio s. Do*
terbo. Il Turriozzi continuando a voler di- nati, ante palalium s. Donati ; cioè di
mostrare sussistere il nome di Tuscana quella stessa Tuscana ilei 768,rimarcan-
ne'secoli seguenti, riporta l'iscrizione del do il Turriozzi, essere tuttociò avvenuto
piombo d'autentica del 64.8, della tratta- prima del decreto di Desiderio, che di
zione de'ss. Protettori. t(+ Anno Domi- nuovo qualifica falso. Quindi in conferma
ni ccccccxlviii Ind. vi. Corporei san- dell'asserto, riporta le parole di altri do-
ctorummartyrum Secundiani, Marcel- cumenti pubblici dell'8o 1 e altri anni di
liani, Viriani et Deodati a domo sari- tal secolo, e di altri de'secoli posteriori,
r forum translata sunt inch'itatem Tu- ne'quali sempre si parla della civitatc Tu-
scanam. Questi santi nel 25 1 comincia- scanae suo territorio, iden tifici a Tosca-
rono a soffrire tormenti in Cencelli, o
i nella; come pure un brano della bolla di
Centocelle oggi Civitavecchia, da dove s. Leone IV diretta al vescovo Virobono
so quel luogo, nel 648 si trasportarono in si legga senza prevenzione, e poi si giu-
Toscanella,che il piombo chiama ch'ita* dichi, e non potrà non riconoscersi, che
tem Tuseanam }
\\e\\a quale eletti per prin- la città di Toscanella anticamente si ap-
cipali prolettori tuttora i toscanesi ne ve- pellò sempre Tuscana e Tuscania. L'at-
nerano i ss. Corpi. All'iscrizione del piom- tuale diminutivo le derivò per la no-
bo corrispondono le approvate lezioni del- tabile sua diminuzione, cagionata dalle
l'uffìzio di loro festa." Tuscaniampergunt, guerre, da'saccheggi, dalle fazioni; e per-
ibique subsistunt : Tuscanienses vero chè iromani la chiamarono Toscanella,
in Ecclesia s. Petri reliquias colloca- Tuscanella, con decreto del i3oo, per
runi. In un documento del 739, che ri- essersi rivoltata colle armi Tuscana con-
produsse il patrio storico, viene indicala tro Roma; laonde ebbe quella condan-
la città Tuscana, colle medesime con- na che riportai nel voi. LXXIV, p. 272,
trade, fossi e vocaboli, co'quali trovasiTo- che scolpita in marmo esiste nel palazzo
scanella; non che altro migliore del 768, di Campidoglio, tal quale alla pubblica-
col quale Ululone abitante del Castel- ta dal Galletti, Inscript. Rom. t. 2, p. 4;
lo Veterbo fece convenzione con un mo- dal Turriozzi stesso; e dal Vitale, Sto-
naco di s.Salvatore di Monte Armata^l'al- ria diplomatica de' senatori di Roma
cuui terreni spettanti alla loro chiesa di p. 206, da Fra
lui riscontrata e corretta.
s.Donato de chntate Tuscana. Tale chie- le altre cose si dice: Campanam
populi
sa denominati monaci nella ciltà restò in portas deducere Romani, odo luden-
piedi per più secoli, e chiaramente ne in- tes romanos mietere ludis (cioè 1' ob-
dicano il sito e 5 istrumenti
adiacenze i bligò di mandare 8 toscanesi giostratori
riguardanti monaci di Monte A-
i detti a Roma pe'famosi giuochi di Agone e di
miata,a'quali sempre apparteneva la chie- Testacelo, de'quali riparlai a Senato, co-
sa di s. DonatOjdel 283, 284,e del 29 1
r 1 1 me le altre comunità di Sutri, Corneto,
ne' quali atti replicatamele si parla di ec^maJori pena populi pie tate remissa.
2 84 TO S TOS
Dal quale decreto si rileva le ricchezze del- di agro Toscanese e mollo meno che ap-
la citlà, il diritto- die avea di governarsi, partenesse a' Tarquiniesi. Conviene che
e di cui ne fu privala esoggettata alle h'ggi l'agro Etrusco fosse Toscanese, non Tar-
romane, com'è manifesto dalle parole: ti- quinese, bensì occupato da'Tarquiniesi,
bi demptapotestas summi regiminis, ex- cui lo tolsero romani circa il 569 di Ro-
i
tat data juribus Urbis. Questa poten- ma, deducendovi la colonia de'Gravisci.
te e ricca città per la involta fu allora dal Prima di tal epoca e nel 366 romani, al i
suo nome Toscana detta Toscanella, sen- dir di Livio, piombati sul territorio Tar-
za dimettere quello latino di Tuscaniae quinese, distrussero Cortnossa e Coitene-
e Tuscanensis, forse per più umiliarla ; bra sul confine di esso,e questa 35oo pas*i
sebbene non manchino monumenti po- dal lago Vulsiniense e dal fiume Marta,
steriori ne'quali fu chiamata Tuscana, e l'altra più vicino al lago; mentre il ter-
riportati in bel numero dal Turriozzi, del- ritorio Tarquieniese non si estendeva si-
lo stesso secolo XIV e del XV, anzi an- no al lago, ed i due nominali castelli e-
cora del senatore di Roma Paganino del la rano il confine dell'agro loro, e giaceva-
Torre di Milano, che funse il senatorato no a sinistra del fiume Marta, quando al la
nel 1 3o5 3o6, come leggo nel cav.
e nel 1 destra sorgeva Tuscana oggi Toscanella,
Pompilj Olivieri, // Senato Romano p. per cui segnava il confine a'territorii de'
228, ed il quale chiamò la città Tusca- due popoli. Turriozzi ribatte pure la sup-
na e non Toscanella. Sul palazzo comu- posizione che Toscanella fosse una colonia
nale di Toscanella ne'seguenti versi i to- di Tuscania, per aver scritto 1' Usnardo
scanesi ricordano i vari nomi con cui fu in Colonia Tusciae natalis ss. Mariy-
chiamata la loro patria. Saleumbrona rum Secundiani, Veriani et Marcellia-
olim , Tyrrlienia , Etruria dieta - Tu- nij e siccome loro corpi sono in Tosca-
i
scia , Tuscania, vix Tuscanella vocor nella e se ne celebra la festa, non a '9 a-
nunc. Passa quindi il Turriozzi a scioglie- gosto ma agli 8, egli spiega che per Co-
re alcune difficoltà opposte dagli storici di lonia intese dire nel suo martirologio que I
-
Viterbo, vale a dire se Toscanella era nel- l'aulore,il luogo del seguito martirio nel
l'agro di Tarquinia, perchè ciò ammesso 25 i,e non quello ove nel 648 furono tra-
non poteva ivi essere laTuscania, che do* sportati e doveesistono, dichiarando nuo-
vea avere il suo distiuto e separato ter- vamente per Colonia il luogo di Cencclli.
gro lo credè il medesimo del Toscanese. sato che la sua patria sia la vera e an-
Dichiara perciò che nomi Etruria ed E- i tica Tuscania, ragiona del suo primitivo
truscus non mai appartennero a partico- stato e le varie vicende del suo governo
lare città o territorio, ma solo comuni al- civile,e perchè antichissima non crede cer-
la regione e a'popoliche l'abitavano, spie- carne l'origine in tempi incerti, favolosi
gando nel vero senso il passo di Livio ma- e remoti. Dice che il solo viterbese An-
linteso dal Mariani, in cui non si parla nio, poi copialo da altri, pretese di pio-
TO S TOS 285
vare con «na lapide che slava sopra una tà metropoli d' un popolo, il che dimo-
porla «Iella città, che la fondasse Ascanio stra che Tuscania era una delle grandi e
re del Lazio e figlio di Enea; onde l'avv. illustri città, riunendo egli la qualitàd'a-
po del celebratissimo regno de'popoli e- le religiose della sede vescovile, che dipoi
Irosohi, la città di Tuscania fu una delle racconterò. Laonde dirò, che dessa come
XII metropoli, dinastie o principati, ed le altre città etnische fu conquistata da'
a niun' altra inferiore, essendo il suo go- romani, e ne seguì le guerre, destini e i
verno regolalo da'propri lucumoni o pic- le vicende, che in tanti articoli riportai.
coli re, quando non voglia credersi che Perciò soggiacque alle irruzioni barbari-
ivi fosse il capo di essi; giacché riferisce il che, e fu dominata dagli eruli, da'goti e
ricordato Giaunotti, che a'suoi tempi fu- e da'longobardi principalmente, in epo-
rono trovati due sepolcri con scheletri a- che interrotte. Alboino re de'longobardi
venti la corona in capo con lettere anti- occupò parte della Toscana nel 56q, com-
che. Le lapidi che esistono in Toscanella, presa Tuscana, e prese il nome di Tosca-
e che riprodusse, danno un'idea del siste- na de'Longobardi: quindi Tuscana fu ca-
ma e della condizione dell'antica città, es- po di gastaldato, ed ebbe al suo gover-
sendovi pure memoria cheadoravasi il dio no un gastaldo longobardo. 11 Turriozzi
Silvano, oltre gli altri numi cui rende- dice che questi gastaldi erano prefetti del-
vano culto gli etruschi. All' epoca della le città e provincie, la giurisdizione de*
dominazione romana ebbe le magistra- quali non si estendeva sui nobili, ma sol-
ture de'quatuorviri semplici, magistrati tanto sopra il popolo. 11 Campauari di-
supremi, come i consoli di Roma , oltre ce che il Castaldo che governava Tusca-
altri quatuorviri, che presiedevano alla nia, era il primo fra'magistrati, che pre-
giudicatura delle cause civili; de'decurio- siedeva alia milizia, e amministrava giu-
ni,che godevano gli onori de'senatori ro- popolo. Altra parte restò nel do-
stizia al
privali. Si hanno inoltre che memorie , giuramento; per cui ribellatisi all'empio
in Tuscania fiorirono Sesto Scanzio qua- principe, il ducato romano, con Roma e
tuorviro, il che giustifica alla città la qua- 7 città della Campania spontaneamente
lità di municipio; Lucio Numno e Caio riconobbero per sovrano s. Gregorio IT,
Velilio ambedue quatuorviri juridicwi- incominciando così il principato tempo-
do, o sia giudici delle cause civili; Caio rale della Chiesa romana. Di conseguen-
Cepione decurione toscanese e perciò , za di verse città della Toscana Romaua, co-
membro del senato che avea la città e del- me appartenenti a detto ducato, divenne-
l'ordine del dccurionato, e Calindri dice ro suddite della s. Sede. Luilpraudo re
che fu fatta città nel 5c)5 di Roma; il de- de'longobardi, avendo di prepotenza oc-
cuiiaie Onncubi, ulhzio proprio delle cit- cupalo Amelia, Orte, Poliiuarzio, Bieda
286 TOS TOS
e la valle grande del territorio di Sutri, mandasse in esse il romano Pontefice, po-
spettanti alla romana Chiesa, di più mi- nendovi a suo piacimento tinelli e con-
nacciandosterminio a'romani, mosse Pa- ti per amministrar la giustizia a que'po-
pa s. Zaccaria di recarsi nel <j t\i dal re poli. Pili oltre ancora steudevasi il do-
a Terni. Ricevuto con grandi onori, lo pa- minio del romano Pontefice nella To-
cificò ed ottenne la restituzione de'terri- scana Longobarda, rilevandosi dalle let-
lorii invasi. Alla partenza del Papa, Luit- tere Caroline 88 eg-2, che olii e a Viterbo,
prando lo feceaccompagnare da 4 prin- Tuscania, Bagnorea ed Orvieto, anche
pali di sua corte, ordinando loro di met- Chiusi, Populonia e Roselle erano state
terlo in possesso delle citta toltegli. Uno dal re Carlo date in dono al s. Pontefi-
di essi fuRaningo o Ramiugo gastaldo ce Adriano Che nelle prime ponesse co-
I.
deroso aiuto di Carlo Magno re de'fran- e di s, Enrico 11. Ne' monumenti scritti
clii, ilquale calato in Italia e vinto De- io quelle parli leggesi costantemente il no-
siderio, l'imprigionò nel 773 e die (ine me del romano Pontefice nelle note tem-
al regno longobardo. Carlo Magno uon po rafie, lo che denota la di lui sovranità;
solamente restituì al Papa le terre occu- né mai altro dinasta o signore incontrasi
pale da'longobardi, ma per divozione a ne'medesimi fino al cadere del secolo X,
s. Pietro clonò alla Chiesa romana, oltre quando non saprei per qual combinazio-
altri stali, la Toscana de'Longobardi, YV ne, cominciano a comparire dominanti in
sciae Longobardorum, che poi fu chia- Corneto e nel Comitato Toscanense du- i
deva, fra le quali nomina Tuscanam, Ca» Toscanella,come dicesi in oggi. Nei riferir*
Balnenm Regis, etc. curii omnibus adia- Pio, nella quale confermatisi alla Chiesa
centibuset terrUoriisjAuwaziowa che con- romana le clonazioni fattele dall'avo e dal
fermò Lodovico il Pio, con di-
il figlio 1 genitore, lesse Marcham Tuscana/u, in-
ploma dal quale trassi le riportale parole. vece di Martham, Tuscanam etc. Abba-
Narra il Fatleschi, Memorie isterico-di- glio che con ogni chiarezza maggiore ve-
plomatiche de' ducili e del ducato di Spo- desi tolto nella donazione medesima ripe-
leto p. 59, di avere alcuni scrittori pre- tuta daO Itone 1 ilGVn/*r7eedas,EnrieolI,
teso, che Carlo Magno eresse in marche- tu cui si legge Martliam,Blcdam, Tusca-
sato la Toscana de' Longobardi, cioè Vi- nam eie. Non sono d'alcun vigore le au-
teibo, Tuscania, Orvieto, Bagnorea, ec, torità che soglionsi citare del s. Ponte-
smembrandola dal ducato longobardo di fice Gregorio VII, di s. Pier Damiano, e
Spoleto; ma egli lo dichiarò falso, poiché nel cronografo di Farla ;
poiché questi
T estensione del ducalo non oltrepassò il scrissero neh XI
quando, confor-
secolo,
Tevere.» Né può in modo alcuno dubi- me si disse, dominavano almeno
in Cor-
nouiinate, e Tistessa Tuscania non fossero qual Marca Toscana tene vasi dagli scrit-
comprese a' lem pi Carolini nel ducato ro- tori di que'tcmpi. Bisognerebbe però una
mano, e che eoo piena sovranità non co- lestiinouianzu sicura dei IX secolo per
.
TOS TO S 187
autenticar l'esistenza della pretesa Mar- i ribelli e contumaci di Toscanella fu al-
ca Tuscania a' tempi di cui si ragiona, la te*ta il podestà, il quale nell'ingresso
escluso l'equivoco preso dal Sigonio nel all'uffizio dava nella chiesa cattedrale di
mata Patrimonio di s. Pietro, ed inclu- sero la carica di podestà le più illustri fa-
sivamente a questa città. Essa come le miglie della città e forastiere, e rispon-
altre nel medio evo si governò con pro- desse questo iu qualità di presidente del-
pi ie leggi e statuti, magistrali municipa- la rispettabile signoria estesa della città
li e podestà, de'quali parlai di sopra, in- e sopra l'ampio suo territorio, nondime-
sieme alla signoria che esercitò sui castel- no il suo uffizio durava soli 6 mesi.Que-
li e terre baronali di sua giu.risdizione.Ol* sto magistrato l'eleggeva la città, che seb-
tre l'alta dominazione pontificia, e quel' bene nel 1 337 si restituisse alla diretta
la degl'imperatori e re, la contrada sog- ubbidienza della s. Sede, per lungo tem-
giacque a diversi altri priucipi o potenti po ritenne il diritto di tale elezioue, es-
signori iu varie epoche : il Monaldeschi sendovi documenti di esse e di conferme
ne' Commentari ',
riferisce che gli Aldo- pontifìcie fino al cader del secolo XVI,
brandeschi conti di Soana dominarono le cui forinole si leggono ne'pubblici re-
alcun tempo Toscanella e Grosseto, per- gistri. In mancanza del podestà, il magi-
ciò fecero loro guerra i sanesijed il p. Ca- strato stesso reggeva il governo, tanto nel
simiro nelle Memorie riporta, che 1 con- civile, che nel criminale. E qui aggiun-
ti dell' Anguillara (de' quali riparlai a gerò, siccome in seguito podestà procu- i
Torbe) s' insignorirono di questa città e ravano d'alterare la legge di tener seco
vi dominarono dal 967 sino ali 066, in il giudice, non mancò la vigilanza di Ni-
cui furono cacciali dagli uomini d'arme colò V di rinnovarla e corroborarla con
fedeli alla Chiesa romana, quali non po- i questa disposizione.espressa nel suo pon-
tevano più tollerare la loro tironuia. Ag- tificio breve. Statuimus quod de caete-
giunge il p. Casimiro, che i signori di Bi- ro quìlibet potestas prò Ecclesia ad of-
senzo, della famiglia Aldobrandesca, nel ficiavi potestariae vestrae accedens te-
1080 cianai intitolali conti di Toscana, neatur et debeat assessorem, seu judi-
e la signoreggiarono più d'un secolo. Non- cem idoneuniy et sufjìcientem scarni da-
dimeno racconta il Turi iozzi, che la cit- cere, prout ex forma Statutorum vc-
tà dal IX secolo in poi, dopo aver soste- strorum tene tur etdebet. Come ancora,
nuto in quc'torbidi tempi molte e diver- perchè dalla curia della provìncia del Pa-
se vicende, si governò da se stessa per va- trimonio, con intromettersi nelle cause
ri secoli, e a somiglianzà delle più illu- civili e criminali della città, veniva di-
stri città d'ilalia, benché quivi risiedesse sturbata la libera giurisdizioue del po-
il proconsole e capitano generale de'ro- destà, Sisto IV cou suo special breve di-
mani deputato contro i ribelli della ro- chiarò, che iu avvenire tutto dovesse di-
mana repubblica, e specialmente contro sbrigarsi dal medesimo podestà,quale giù-
288 TO S TOS
dice ordinario deputato dalla s. Sede. De- passò 8 giorni a Toscanella ; poi andò a
cernimus, quod de cactero nulliu bari- Corneto ad abitare il palazzo da lui ivi
sellus, schalcus, seu expeditor po.ssit, fatto fabbricare, ripigliandovi alcuni di-
aul debeat in ista nostra civitate Tu- ritti da altri usurpati; poscia recatosi a
scan. 9 vel ejus districhi de civilibus, et Sutri, tornò a Roma alla metà di novem-
criminalibus causisquoquo modo se in- bre. Il Turriozzi riporta il documento del
tromittcre, sed ca omnia per potestà- 1223, dal quale si ricava, che i castelli di
tem dictae no s trae Civita tis prò tempo- Carcarella, Piandiana,Cegliano, Malizia-
re cxisten. tamquam judicem ordina- no, Lardo e altri, in segno di soggezione
rium alias a Sede apostolica de-
vobis a Tuscania, doveano ogni anno dare al
putatimi debitae cxecutioni demanden- comune alcuni consueti cerei, alili dell'al-
tur. Il podestà circa la metà del secolo loro, nella festa de'ss. Protettori, ed il lut-
Trovo nel Bussi, Storia di Viterbo, tri racconta quello del 1280 seguito col-
p. 47, che Enrico VI figlio dell'impera» la peggio de'toscanesi; vantando d'essere
tore Federico I, donò o restituì al Papa riuscito a'viterbesi d'aver nelle mani le
alla s.Sede, per cui il possesso de' Papi ne tolo di gonfaloniere, ma bensì con quel-
fu turbato sino al secolo XIV, quanto al- lo di capitano del popolo, come prova da-
la provincia del Patrimonio, ed il figlio gl' istrumenti coevi da lui prodotti nel-
Enrico VI credette che gli appartenesse- Y Appendice de'documenli delle Memo-
ro. Venuto a morte Enrico VI, ordinò ria storiche e.f\ esistenti nell'archivio co-
'
}
che si restituisse alla s. Sede tulle le terre munale di Toscanella. In uno di questi,
da lui occupate, ed Innocenzo III le ri- dello stesso i23o, si legge come la terra
però colla (orza del suo grande animo, e di Monlalto mandò ambasciatori in Tu-
molte visitò personalmente. In fatti rilevo scania per stipolare col sindaco comma*
dal Turriozzi che il Papa trovandosi in nis Tuscanae, l' istrumenlo di ratifica
Toscanella neh 199, a'i5 ottobre spedi dell'antica soggezione, ed annullare qua-
una bolla a'conti e baroni di Sicilia, co- lunque altro atto fatto in danno di Tu-
mandando loro di prestare aiutoal re Fe- scanae. Dichiara Casimiro da Ro- il p.
derico II; ed altre bolle spedì all'arcive- ma nelle sue Memorie, che nel principio
scovo di Lione a' 2 1 ottobre. Sembra che del secolo XIII reggeva la città Pania-
due volte sia slato in Toscanella Inno- leone romano, capitano del senato e po-
cenzo III, poiché leggo nel suo biogra- polo romano; a cui nel 1280 successe An-
fo il chiarissimo Hurler, Storia d' In- drea Roffredo, chiamato proconsole e su-
nocenzo ITI, t. 2, p. 72, che nel 1207 .si premo podestà della città di Toscana, la
recò a Viterbo, e dopo lunga dimora o- quale nel 1233 rese ubbidienza e prestò
noi
ò
pure della sua presenza altre città, e il giuramento di fedeltà a Gregorio l.\ e
TO S TOS 289
aliti s. Se<ìe, alla quale il persecutore di mandi della città, e far portare ogni an-
essa Federico II imperatore la tolse nel no l'alloro nella festa de'ss. Protettori, e
i240, essendosi pure impadronito d'Orle, quanto altro narrai di sopra. Nel 1298
Civita Castellana, Corneto, Su tri e Mon- con istromento, pine presso il Turriozzi,
te Frascone. Federico li concesse mol- Guittuzzo di Biseuzo ratificò la soggezio-
ti privilegi a Toscanella, tra 'quali l'abi- ne antica de'castelli diMontebello, Con-
litò, senza pagare alcun denaro, di poter- tignano e Leon a, e promise libero pasco-
-
sanguinoso e crudele. Il perchè essendosi che altro non sia stato se non la ribellio-
mosso contro di esso Orso de'fìgli d'Or- ne de' medesimi contro del senato e po-
so, ossia della famiglia Orsini, restò signo- polo romano ; il che sembra volersi de-
re di Toscanella, con titolo di supremo notare dal verso: Si rursus far ere ten-
podestà e di vicario naturale, col qual ti- tent fortassis in Urbem. E da quell'epo-
tolo suoi discendenti per molti anni la
i ca, rimarca Calindri, Tosca- la città di
1 259 si trae, che i toscani assolsero i ca- cora dichiarò ignorare il motivo della pu-
ninesi dalla ribellione e altri delitti, e que- nizione de' losca nesi, e gli sembra essere
sti ultimi confermarono al sindaco uni- stata qualche strepitosa ribellione, giac-
ve.r sitati s civitatis Tuscanae, di uuovo ché in tali tempi per ragione delle fazio-
la loro antica soggezione e ubbidienza a ni guelfe e ghibelline , e della mollipli-
Tuscania, con altre promesse, fatte con cità de'tiranni, le ribellioni erano in'ìla-
giuramento dal sindaco e da 3 ambascia- lia frequentissime. La pena adunque, che
lori caninesi } obbligandosi a ritenere il po- da'romani venne loro imposta, fu di dove-
destà nominato dal comune di Toscanel- re restar privi della facoltà o diritto del
la. Da altro documento del 1263 si ve- proprio governo, e conseguentemente di-
de come Nicola di Guidotto di Bisenzo pendere in tutto dalle determinazioni di
sottomise a Tuscania il castello di Pian- noma. Che dovesse somministrar ogni an-
zano, e promise ubbidienza nella manie- no a Roma duemila rabbia di grano, ov-
ra che la prestavano i castelli di Tessen- vero pagare mille libbre di denaro. Che
nano, s. Savino e Civitella; e successiva- dovesse recare colà la campana del pub-
mente pose in possesso del suo castello il lieo, e le porle della città (secondo il co-
sindaco diTuscania a nome della città me- stume de'tempi, prima de'quali viter- i
desima. Dello stesso 1263 è il documen- besi nel 170 vincitori de'cornelani, tol-
1
to di Nicola di Ranuccio signore del ca- sero loro le porte della chiesa di s. Pie-
stello d'Anca ratio, col quale promise di tro, e le collocarono innanzi quella di s.
tener pronto il suo castello a tutti i co- Silvestro in Viterbo; ed i romani uvea-
2QO TOS TOS
ilo nel 1200 superali i viterbesi, aveano minata nel i3oo da'toniani contro de'to-
tolto loro la campana del comune, Hu: ili- scanesi; la qua! cosa non essendo stata con
ce»! riponessero in Campidoglio, e la ca- fermata e ratificata dal popolo romano
lcila colle cliiavi di porta Sabicchia, die (che si governava da se, per essere Papi i
appesero all'arco di s. Vito in Roma, co- \nsfvignone,e perciò non abbastanza forti
me narrai nel voi. LXXVI, p. 1 68). Che per farsi ubbidire in quanto riguardava il
ogni anno mandar vi dovesse 8 uomini dominio temporale), dovettero toscane»! i
pel castello di Cellere,conistiomento pub- bia di grano ob dirimi nefas,d\ che l'a-
blicato da Turriozzi. Da altro di tale an- vea multata Bonifacio Vili, chiamatala
no, lo stesso Curzio, procuratore di Pie- altresì a maggior vilipendio col diminu-
tro di Ranuccio, detto altrimenti Pietro tivo nome di Tuscanella), apparendo ciò
di Campiglia, giurò soggezione alla cit- dalla quietanza in carta pergamena, con-
tà Tuscanae del castello di Musigna- servata nell'archivio di Toscanella, ricco
no. Ambedue gli atti si fecero alla pre- di molte antiche memorie, ben disposte
senza del nobiluomo Lorenzo di s. Al- e meglio conservate. Ma quaulo alla rein-
berto roma norum proconsole e capitano tegrazione a Toscanella di governarsi da
generale de' senatori di Roma e del po- se, sembra che la disposizione pontifìcia
poloromano conlra rebelles potestotis abbia avuto effetto, come accennai supe-
etcommunis civitatìs Tuscanae, et Ste- riormente; imperocché dice il Turriozzi
phani Jacobini de judicibus de Urbe in proposito! che sebbene Toscanella pel
potestate civitatìs Tuscanae, et corani dovuto attaccamento sempre professato
loto populo Tuscanen, congregato. Il alla s. Sede sua antica sovrana, a'26 gen-
sini conte dell' Anguillaia. Neh 34- i suc- ce Turriozzi). Onorò poi di sua presen-
cesse a Rosso in questa signoria il suo fra- za Toscauelia, e vi diede l'abito bianco
telloMatteo con titolo di conte, ed a questi Giovanni Colombino, fon-
religioso al b.
Giovanni figlio dello stesso Rosso. Contro datore <\q Gesuati (F.) la cui congrega-
t
a questi prese subito le armi Giovanni de zione avea approvalo in Viterbo quando
Vico Prefetto di Roma (F.), e s'i in pad io- da Corneto il Papa si condusse in Roma.
ni di Toscanella , che presto gli Cu tolta Ma Urbano V nel 370 tornò in Avigno-
1
dal cardinal Albornoz. Questo celebre le- ne, lasciando nuovamente i suoi dominii
gato e vicario generale del Papa Innocen- sotto la prepotenza de' signorotti. Fran-
zo VI nell'Italia, per raffrenarci prepo- cesco de Vico prefetto di Roma, abusan-
lenti tirannetti, e ricuperarci doiniuii ec- do dell'assenza de' Papi da Roma, occupò
usurpatasi recò nella
clesiastici città ac- Viterbo,e usurpò altri luoghi di s. Chiesa;
scanella dalla colpa e pena incorsa per es- cero colf uccisione di molti soldati, e colla
sersi lasciata dominare dal de Vico, con prigionia di altri. Intanto Gregorio XI a
logito di ser Pietro Boncampi notaio e terminare la baldanza di tanti usurpato-
cancelliere di Toscauelia. Da quel tem- ri e cedendo alle replicate istauze devo-
po in poi, la città riconobbe il dominio niani, volle restituire a Roma la residen-
della Chiesa; tultavolta una certa auto- za papale. Giunto a Corneto e celebratovi
rità vi esercitarono anche conservatori i il Natale, a'5 gennaio 377 encomiò la fe-
1
do iu Corneto. Indi per evitare caldi di i pendi di Gregorio XII), pregò i toscanesi
Roma, nel maggio per Viterbo si condusse a ricevere parte di essi iu Toscauelia, e
t
2Q2 TO S TOS
jlopo aver essi condisceso,in corrisponden- ra il titolo di conte sino a 3." generazio-
za del benefizio, venne egli poco appres- ne, col peso di somministrare ogni anno
so, ut mus vipera, ignis in sinu, serpens un astore o falcone gentile nella festa de*
in gre mio remuneravi t hospites suos, ss. Pietro e Paolo. Narra l'avv. Campa-
nani proditorie usurpans sili dominium nari , nella sua Disseriazione , che nel
civitatis,praedatus est eos, opponens eis marzoi4>7 Sl porlo in Toscanella Paolo
prò excusalione tanti sccleris , quod Orsini con 2000 soldati, ricevuto come
quaerabant proditionem ejus. Audivi amico; ma
improvvisamente cominciò a
Gregorius XII, et ingemuit, sed quod lamentarsi de'cittadini che avessero con-
remedium afferret,noii habui t.Cou testa- giurato di fargli vergogna, indi col ferro
no un tal fattogli scrittori, presso il Mu- e il fuoco straziò e derubò orrendamen-
ratori, Script, rer. Ital., dicendo che Pao- te la misera città, ammazzando crudel-
lo Orsini militando al soldo pontificio, né mente gran numero di abitatori. E segui-
essendo slato soddisfallo, Tuscanellam tando il saccheggiamentoe le uccisioui più
orripuit, et depopulatus est eam. Anzi giorni, né maggior rispetto portando alla
un altro narra, che nel marzo venne con maestà della religione e all'orrore del sa-
2000 lancie in Toscanella, ove fu con be- crilegioche portato avesse costui alle vite
nignila come amico ricevuto, et tandem e all'avere degl'innocenti cittadini, lutto
convicians eos de conjura contra eum mise a guasto e a devastamento, tutto di-
facto, omnes fuit depraedatus , etfecit sfece e disertò. Indi eletto Martino V, non
se dominimi Tuscanellae. Aggiungerò solo confermò il tulio al Tartaglia, ma l'8
col p. Casimiro, che Gregorio XII a'
7 settembre 1420 avendo dichiarato contea
agosto i4°7 (forse stretto dalla necessilà Toscanella e unitole castelli diMonlalto, i
de' turbolentissimi tempi), dichiarò vica- diMarta, del Monte detto della Badia, di
rio di Toscanella e di Marta, Paolo Or- Piansano, di Fusignano, di Castel delle
sini per lospazio di cinqueanni, sotto l'an- Gronde, di Castell'Eraldo, e di Castello
nuo censo d'un cane da caccia colle sue del Cardinale, ne investì medesimamen-
reti, secondo l'autore della Dissert. De te l'istesso Tartaglia, anche a favore de*
Duca tu Castri, et Roncilionis. Circa alla suoi figli nati e da nascere, purché fos-
concessione all'Orsini aliqua Oppida, ol- sero legittimi e naturali. Dal narrato del
tre Toscanella, sembra fòlla nel i4o 8, co- p. Casimiro, differisce nella durata del vi-
a'23 gennaio i4'0. Ciò non ostante, lo E. per se, et suos gubernalores tenea-
stesso Giovanni XXIII dipoia'27 settem- tur, et debeat d. Civita lem, et borni/ics,
bre i4'^» trasferì il vicarialo di Tosca- et abitatorcs ejusdem conservare, prò-
nella, di Canino, di Ciucelle e di Sipic- tegere, et de fendere, et sub pacifico, et
ciano nella persona d' Angelo de Lavello tranquillo staiu tenere, et gubemarc.
sopranuouiulo Tartaglia, cui diede uuco- 11 perchè furouo spedili a Martino V
, TOS TO S 293
gli oratori a prestargli ubbidienza, por- in vicariato Toscanella, doveavea 2^00
tando seco le cbiavi e sigillo della città, cavalli di buon apparerò edera despo- >
Dirò io, che ciò a v ven ne per opera di Sfor- glie che poneva a'grandi cittadini e popo-
za il Grande gonfaloniere di s. Chiesa, lani nobili gravissime. Udita la sua mor-
di cui era slato seguace, e passato poi agli te, i toscanesi tripudiarono come aves-
stipendi dell'emulo Fortebraccio, questi sero riportato vittoria; e siccome il Tar-
per più inimicarlo col suo rivale, gli do- taglia era stalo avido rubatole , e delle
nò i di lui feudi nello stato di Siena. Ma sostanze de'toscanesi erasi smisuratamen-
Tartaglia entrato al servigio di Martino te arricchito, decretò il pubblico consi-
V nel \^ii si trovò di nuovo subordi- glio, poter ognuno ricuperare il toltogli
nato a Sforza, che ne fece aspra vendetta, in ogni modo, dopo essere il comune tor-
dopo averlo torturato per sapere l'intel- nato in possesso degli occupati castelli.
ligenze con Braccio, al cui campo passa- Quindi ilpopolo entrato a furia in sua
rono i di lui soldati per vendicarlo. Buon casa, la saccheggiò, e abbattè di 5o brac-
soldato, mediocre generale, era più ido- cia la grossa torre altissima (i cui avanzi
neo a effettuar gli altrui progetti che a ancora comunque corrotto ne portano il
farne. Con qualche variante racconta nome, memoria eterna di sua prepoten-
l'avv. Campanari nella Dissert. come lo za e tirannia), che le altre tutte soper-
Sforza avendo ottenuto in vicariato da chiava, anco quelle del podestà e della si-
Martino V Toscanella, ed altre città nella gnoria. Dipoi non fu però così pacifico lo
Marca e altrove, il Tarlaglia divenuto di stato di Toscanella come speravasi, poi-
lui nemico e postosi asoldo de'nemici del- ché narra il che Tartaglia fu tira-
Bussi,
lo Sforza,av venne nella battaglia di Avet- to al soldo pontificio per reprimerne l'ol-
ta,dovesi trovarono insieme,chela parte tracotanza e per ricuperar le terre del-
del Tartaglia fu vinta, ed egli fatto prigio- la Chiesa da lui occupate, onde lo Sfor-
ne, sul campo stesso di battaglia come tra- za d'accordo col Papa lo fece morire. Ciò
ditore venne impiccato. Inoltre nell'Al- saputo da'vilei besi, sotto la condotta di
bum t. 22, p. io l'avv. Campanari ci die Pier Beroldo Farnese e de'priori, reca-
il disegno delle sue case e torre mozzata ronsi ad assediar Toscanella , che tosto
di Toscanella co 'suoi stemmi, e scrisse di ritornò ubbidienza pontificia, e con
all'
gli occupò poi nel i435, secondo Calin- chi e tenevano la città, e lo stato in pau-
dri, Toscaneria che soffri sacco e demo- re, in travaglio e in guerra, le fece assal-
lizioni, non ostante la valida resistenza tare e distruggere dalle genti sue d'ar-
de'toscanesi bramosi di conservarsi sem- me condotte dal valoroso cornetano car-
pre fedeli alla s. Sede. Dopo qualchean- dinale Vitelleschi generale di s. Chiesa;
110 riuscì a'toscanesi di sottrarsi dalla ti- e da quel tempo finirono per sempre quel-
rannia di Sforza, e di nuovamente re- le private fortezze, che inutilmente era-
stituirsi alla soggezione di s. Chiesa, colla no state già altra volta vietate, e che a di-
quale vennero pure ad altre capitolazio- spetto del divieto più che scemare s'ac-
ni a'3 ottobre i443 ove specialmente sta-
}
crebbero e si afforzarono di nuove difese.
tui i ouo. Imprimìs quod dieta civitas Tu- Molti pensano che d'allora cominciasse la
scan. sit, et esse debeat una cimi ejus ter- decadenza di Toscanella,da non poter più
ritorio, et districtu sub dominio, guber- risorgere a bello e florido stalo.Ma ilCam-
natione, protectione, et defensione S. /?. panari crede doverlo attribuire all'ab-
E. et praefali D. N. Papa e, et non de- bandono dell'agricoltura, onde i campi
beat per camdem Sanctitatem, vel sue- in parte incolti e inselvatichiti, in parte
cessores ejusdem concedere dictam civi- deserti o paludosi, convertironsi in am-
talem cimi ejus districtu alieni domino, pie foreste. Aggiunge che la popolazione
etauod Sanctitas prnefati D.N. Papae, ritiratasi nella città, stipata in case basse
et ejus successores leneantur cives, in- e in ist rette vie tortuose, rese il soggior-
coia?, et habitatores dictae civitalis et no umido e pieno di nocevoli esalazioni,
eorum bona mobilia, et stabilia salvos, onde in vece d* aumentare si assottigliò,
et salva faccre, eX eos defendere, et prò- anco per l'epidemie e le carestie frequen-
tegereab ornili molestante persona. An- ti. Ricavo dai p. Gallico, De itincribus
che il p. Casimiro riferisce che Eugenio Rom. Pontificum 3 p. 4, che Sisto IV nel-
IV promise a'toscanesi, eziandio a nome 1' ottobre 1480 si recò a Civitavecchia,
de'suoi successori, di non più alienare dal- donde passò a Tosca nella. A Comelo in-
la soggezione immediata alla s. Sede la super sequenti die jovis qui mcnsis e-,
loro città, il che fu inviolabilmente os- ratxi recedens Tuscanellam delatus est
servalo. Non lasciò lo Sforza intanto di vili millibus passuum distante a Cor-
tentare ogni via di rendersi nuovamente ncto imbribus nihilominus vtnientem, et
padrone e signore di Toscanella,ma Irò- abeuniem semper in Trbcm vomitanti*
\ò sempre il popolo forte e costante nella bus. Sequenti die a Tusca nella opjndo,
fedeltà al Papa, a cui venne esortato a per- ubi canocte quieterai, T iterbium vcuit.
TO S TOS i
95
Nei 1 4^4 Toscanella soggiacque a mici- ribus, et communi rivitatii noslrae. Tu-
diale e feroce pestilenza, per cui non piti scamllac. In esso loda la fedeltà de'to-
si trovavano medici per assistere gì' in- chiama la città coi titolo onorifico
scanesi,
fermi^ veni vano abbandonati dagli sfessi di Fidelissimam, e l'esorta a ben guar-
congiunti per campar la vita. Alqnal ma- darsi e preparare la difesa. L'avvertenza a'
lanno si aggiunse quasi permanente leb- toscanesi forse derivò onde non si espo-
bra , oltre altre deplorabili infermità di nessero all'infortuniocui erano soggiaciu-
cui sono piene le leggende di qoe'tempi. ti nel 1 4q5« Questo lo narra il Bussi, (piale
Nello stesso pontificato di Alessandro V 1, atto di benevolenza praticato da'viterbe-
Tosca nel la ebbe l'onore di riavere nelle si col popolo di Toscanella. Reduce Car-
sue mura il Papa. A'28 ottobre 493 A- 1 lo Vili conpartedel suo esercito dal con-
lessandro V I si recò a Viterbo, provenien- quisto del regno di Napoli, perle ragio-
te da jVepi; vi si trattenne io giorni, poi ni ereditate da'duehi d'Angiò,si fermò in
andò Tosca nella, ed in altri luoghi cir-
a Viterbo, ed una pai te di sue truppe co-
costanti, con 8 cardinali e quasi tutta la mandate da Matteo Borbone in numero
corte. Narra l' avv. Campanari quante d'8ooo uomini, Don potendo esservi allog-
provvisioni fece il comune pel trattamen- giale, nel giorno della Pasqua Rosala si
to del Papa,de'card inali ede'primari del- recarono a Toscanella, la quale negando
la corte; e che donò ad Alessandro V1 15 loro di riceverle e di somministrare le
some d' orzo, 12 some di vino, i5 paia richieste copiose provvisioni , il coman-
di polli, r 2 some di pane bianco, 6 vitelli, dante ordinò di dar fuoco ad mia porta
io castrati, e 3o libbre di cera lavorata Questa distruttale truppe
della città. vi
in candele, 6 scatole di confetti, 4 dimar- entrarono con molta furia, passando a fil
zapani e 600 manciate di fieno. Agli 8 di spada tutti quelli che incontrarono, a
cardinali comune regalò 6 some
il d'or- riserva delle donne, de'fanciulli e d'al-
zo per ciascuno, e così io paia di polli, cuni altri pochi che ripararono nelle torri
una vitella, 2 castrati, 2 some di pane, e in altre parti di difficile accesso; quindi
2 scatole di confetti e una di marzapa- rubarono quanto poterono nel saccheg-
ne, 2 cerei, 2 libbre di cera, 100 man- gio. Ciòfatto,i francesi partirono con gran
ciate di fieno e o some di legna. Né me- 1 quantità d'oroed'argento,lasciando la cit-
già capitano della guardia, presentandolo potea esser di buono. Pervenuta la notizia
il comune dii5o manciate di fieno, di 3 di tanta strage e rovina diToscanella, alla
some di vino, 2 5 some di legna, 4 paia comunità di Viterbo, il magistrato se ne
di polli,5 some d'orzo, 3 some di pane, afflisse e commosse, onde presentatesi
mezza vitella e un castrato. Al conte di subito al re, instanlemente lo supplicò
Pitigliano finalmente, ed a messer An- che si degnasse comandare la liberazio-
gelo da Farnese, die al 1 .°6 some d'oizo, ne de' prigionieri fatti dalle truppe e la
4 boccié di vino e 8 paia di galline; pre- restituzione del tolto a'toscanesi.ll re per
sentò il 2. di 3 some d'orzo, 2 boccie di esaudirli immediatamente scrisse al co-
vino e 4 paia di polli. Conservando beni- mandante Matteo, che prontamente si e-
gna memoria de'toscanesi, furono poscia seguissero le brame del magistrato. Questi
avvisati dal Papa del tradimento ordito non solo spedi le lettere al detto coman-
da CarloOrsinieda Vitellozzo Vitelli,per da nte,ma inviò due ambascia tori a Tosca-
recarsi da Sonano a Toscanella per de- nella, per notificare a'desolati abitanti il
predarla breve Cune nuper, de' 23
, col da loro fatto, e confortarli, offrendosi a'io-
dicembre 497, hora sexta noctisjpremv
1 ro soccorsi, pe'quali vi si recarono non po-
Tuniozzi, e diretto Dilectis Jìliis prio- che divote confraternite, con medici, chi-
-
296 TO S TOS
ringhi e medicamenti per curare i feri- dall'alto de'cieli accolse benigna le fervi-
ti, l'aitilo il re, e non avendo il coman- de preci, e benché di pieno giorno e di
dante eseguito ancora l'ingiunzione rice- tempo estivo, stese sì densa caligine so-
vuta, il comune di Viterbo a istanza de' pra la città tutta, a modo che tolse a quel •
toscanesi spedì in Siena a Carlo Vili una l'orde d'uman sangue assetate, non solo
commovente lettera, rinnovando le sue laconoscenza de'loro, cosicché vicende-
suppliche a favore di quegl'infelici. Al- volmente ed all'insaputa uccidevans i, ma
lora il re inviò al comandante un ordine quel che più monta la vista di tante pu-
precettivo pel pronto rilascio de'prigio- diche donzelle designate alle loro libidi-
uteri, e di restituire il denaro e tutto il ni. Grato il toscanese popolo alle bene-
tolto a Toscanella; il che venne finalmen- ficenze sparse su di esso dalla celeste Ma-
te eseguito. Il can. Sarnani di Toscanel- dre, non fu tardo a fabbricarle un tem-
la, nel 1. 1
8, p. i o5 de\V Album colla ve- pio, ove dipinta vedesi tuttora, e venera-
duta del ricordato antico Rivellino della ta con ispecial culto la prodigiosa imma-
città, fece il racconto storico di tale de- gine, e quindi obbligandosi con solenne
plorabile disastro, il quale recò tanti dan- voto ne celebra in ogni anno con pom-
ni irreparabili alla patria, dicendo che i poso rito la festevole ricordanza. Ter-
toscanesi nel maggio 4q5 respinsero
i co- mina con dichiarare, che per tacere d'al-
raggiosamente Panliguardia o retroguar- tre fabbriche di minor conto perite io
dia di Matteo diBorbone, né permisero di quel memorando assalto, presentava il
alloggiare nella città. Nel i. °sconlro 3oo prospetto dell'antico Rivellino, costruito
de'piùauimosi cittadini caddero colla spa- con grandezza e magnificenza, diligente-
da imbrandita vittima dell'amor patrio; mente disegnato dal toscanese Vincenzo
e taledisav ventura non fu che breve pre- Marcelliani, benemerito per togliere dal-
ludio agli stupri, agl'incendi, alle rapi- l'oblio in cui giaccionsi dimenticati tanti
ne e ad ogni altra specie di brutalità com- altri nobili monumenti
patrii. Quindi il
messa da'furibondi assalitori, irritati dal prof. Orioli, a giustoonore della sua il-
rifiuto. Quindi dice, che allora fu che l'a- lustre patria Viterbo, a p. 22 dello stes- i
cropoli e la chiesa di s. Pietro, non che so Album, in giunta del precedente ar-
la basilica di s. Maria, ambedue monu- ticolo, pubblicò gl'interessanti particola-
menti interessantissimi per la scuola del- ri, tratti dall'inedito libro de'Ricordi de'
l'arti, rimasero fuori della cerchia delle Sacchi, secondo quel che annotava Fran-
mura urbane, vedendosi così esse ridot- cesco Alessandro di quel casato, scritto-
te a minor confine : allora fuche il mo- re contemporaneo e in parte testimone
nastero delle Clarisse in Cavaglione fu di vista, per riferirsi non meno a Tosca-
pressoché adequato al suolo, e costret- nella che a Viterbo, per quanto narra,
te le claustrali a riparare in altro luogo. cioè parte del già riportato col Bussi, ma
«Giada ogni banda le voraci fiamme, ed con più dettaglio, rilevando come viter- i
tì per Civitavecchia. Neh 597 Toscane!- Campanari nella Dissert. dell' antiche
nuovamente onorata dalla presenza
la fu chiese di s. Pietro e di s. Maria Mag-
Clemente Vili vi si recò do-
pontificia. giore di Toscanella, dice che essa vanta
menica 27 api ile a ore 22 con 7 cardina- a primo suo vescovo s. Tolomeo alunno
li e tutta la corte. Il comune eresse archi e discepolo di s. Pietro, e per serie non in-
trionfali e fece altre solenni dimostrazio- terrotta i più chiari e santi vescovi, sotto
ni di giubilo. II Papa era stato in Viter- de'quali nelPVIII e nel IX secolo furono
bo, ed a s. Martino del Monte; indi da edificali dalla splendidezza de' tuscanien-
Toscanella passò a Civitavecchia e si re- si i nominali due antichi templi, i di cui
stituì in Roma. Del resto Toscanella se- pregi con molteplice archeologica ed arti-
guile vicende politiche della provincia di stica erudizione fece bellamente rilevare,
Viterbo e di Roma. Solo dirò, che Pio trattando ancora della disposizione e com-
VI col breve Exponi nobis, de'2 settem- partimento de'più antichi templi cristia-
bre 1 785: Confi rma ntur statuta civita- ni, degli abbellimenti di tali fabbriche, an-
tis Tuscanellae super aggregatone ad co simbolici ed allegorici, e persino della
Consilia et nobilitatela. 11 breve e le 8 foggia di vestire degli uomini dedicati alla
rubriche si leggono nel t.
7, p. 42 4 del chiesa, e di diverse liturgie e riti. Impor-
Bull. Boni. coni. tanti sono gli atti da lui riprodotti tle'ss.
La fede cristiana fu predicata ne' pri- proiettori della città Secondiano, Varia-
mi tempi della Chiesa, e probabilmente no e Marcelliano; e siccome Bolla udisti i
bia avuto questa città il proprio vescovo, la chiesa di s. Pietro nella maniera che
,
T OS l' O S 299
permettevano le frequenti persecuzioni tridocumenti s'intitolò vescovo di Tuscia,
mentre il Campanari ascrive tanto tale e poi non trovasi sino al 192 altro vesco 1
tem pio, cioè l'esistente come si vede, quan vo così intitolato,sibbene vescovo o di Tu
to l'altro di s. Maria Maggiore, già ambe- scia, o di Tuscania o di 9. Pietro di To-
due cattedrali, intornoa'secoli Ville IX. scana, nome della cattedrale d'allora di
Successe a s. Deodato il b. Felice, che cir- Toscanella, ed alcuni si dissero Viterbicn-
ca il 290 si vuole , al dire di Turriozzi, sis per quanto noterò; laonde vogliono i
che compisse la fabbrica di s. Pietro, seb critici che il vescovo Leone forse così s'in-
bene non di quella magnificenza, colla titolasse per risiedere in Viterbo, già esi-
quale si vede oggi. Indi non si conoscono stente come provò pure l'avv. Campanari
altri pastori sino a Virbono I o Urbano. contro il dotto Gaetano Marini, che avea
Dice Turriozzi che Urbano Episcopo», asserito non potersi concludentemente
Ecclesiae Tuscancnsis* Tuscanis si sot- provare la sua esistenza nel secolo IX. Già
toscrisse ne'concilii romani del 5g5 e del in principio notaiil documento Amiaten-
dice presso le Oper. s. Gregorii, p. 1 29 1 : iti Tuscana, etc. actum in castro Viter-
Vivbonus Episcopus Civitatis Fuscanen- bii. Il vescovo Mauro dicesi dal Turrioz-
sis, o Tuscancnsis, dovendo essere errore zi successo a Vitaliano nel 649, leggendo-
la lettera F. Col nome dunque di Virbo- si iu tale anno nel celebre concilio romano
sibus, tra essi lo registra. E' vero che tro- ti dei suoi predecessori,confermò il ve-
vasi nel regesto Farfense, Leo Episcopus scovato Toscanese uell' 802, e non nel-
civitatis Castri J ilerbii del 767, per gli l'847Come vuole Turriozzi, il Papa s. Leo-
scrittori viterbesi tanto celebrato, come- ne 1 V colla famosa bolla Convertii Aposto-
che con esso si fondano in sostenere l'an- lico, presso il medesimo a p. io5, notan-
tichità di loro sede vescovile; però in al- do che questa bolla privilegio ne vedi-
j
3oo TO S TOS
state con suinptwn valeat deperire, fu fat- pus Tuscanensis, che intervenne in Ro-
ta inserire in altra lettera d'Innocenzo III ma a 'sinodi di s. Leone IV dell'853 e di
data nell'anno X del suo pontificato, e ri- s. Nicolò I deh"86i; in seguito nell'876
portata dal Baluzio, t. i t Ep. \/±i Innoc. o877co'vescovi di Siena e di Arezzo (l'U-
III. In questa bolla, diretta da s. Leoue ghelli dice invece PelroForosemproiiien-
1V, / cu. Fiat. Virobono Tuscanensi E- si legato apostolico et Joanne Aretino),
piscopo % ejusque successoribus in perpe- daPapaGiovanni Vili fu mandato a Pont-
tiumi, sono specificati minutamente con- i Yon in Francia , come legato apostolico
fini, i luoghi, le giurisdizioni e le possessio- a presiedere al concilio che vi si tenne, ne-
ni della diocesi e cwitate Tuscana, con- gli atti del quale si legge: Johannes Tu-
ferma tidoEpiscopatum Tuscanensem, ed scanensis Episcopus legatus s. Sedis a-
a questo soggetti, fra'luoghi della diocesi posto licae.quae suprascripta sunti/iter-
essendovi anche compreso Comitatum et fui, consensi, et subscripsi. Egli nel sino-
territorium Viterbiensem, Castri Viter- do fece le prime funzioni, e sedè alla de-
bii,plebems. Laurentiit s\ccome da lungo stra dell'imperatore Carlo 11 il Calvo, al
tempo di pertinenza della cattedrale di quale pi esentò coronata l'imperatrice Ri-
Tuscania, e dice ilTurriozzi,fors'ancliedai childe , la quale era stata consagrata in
primi secoli della Chiesa, quando abban- 7or/o/*« da Ilo stesso Giovanni Vili. Piac-
donò il culto dell'idolatria e abbracciò la conta Turriozzi, che dispiacendo a Core-
religione cristiana. Egli rilevò pure, che tini di confessare che Viterbo era diocesi
negli atti de'ss. Valentino e Ilario del 3o6, di Tuscania, stabilì non senza contraddi-
Viterbo già si chiamava con questo nome, zione un nuovo sistema, cioè che Viterbo
e che Tuscania era città e luogo diverso nel secolo IX fosse nullius , e qual altra
da esso. I due martiri convertirono a Ge- Roma fosse governala da un vicario del
sù Cristo i viterbesi, ed i loro corpi si ve- Papa producendo col Lelio, Bertrando
,
nerano nella loro cattedrale. Fa pena in dell' 85o e Gerardo dell' 875, ambedue
leggere gli scrittori viterbesi, che acceca- arcipreti di s. Lorenzo e chiamati D.Pa-
ti da malinteso amor di patria, ad onta pae Ficarii. Si veda il medesimoT imboz-
che Viterbo ridondi di fasti celebri e il- zia p. 84- Giovanni III Episcopus Tusca-
lustri, e sia tuttora florida, possente e me- nensis y al dire di Turriozzi fu presente al
tropoli d'una delle più ragguardevoli prò* concilio romano dell' 898 di Papa Gio-
\incie dello stato pontificio e decorata del vanni IX, come pure all'altro da questi
bel nome di Patrimonio di s. Pietro osi- celebrato nel 904 per annullare i decreti
no di negare fede alla pontificia bolla, per di Stefano VII contro il predecessore For-
escludere a Toscanella la condizione di se- moso. Qui il Turriozzi commise un ana-
de vescovile anteriore e più antica della cronismo. Giovanni IX ciò fece neli'898
loro, e audacemente persino pretendono e moli nel 900. Nel 904 poi invase nuo-
che il diploma sia inventalo o perlomeno vamente il pontificato Sergio III, che an-
carpito da'toscanellesi, mentre trovasi ri- zi si dichiarò contro Formoso, e annullò
portato presso tanti scrittori veridici, ed gli atti di Giovanni IX. Verso o prima di
il Campanari ne sostenne la data del To' :*>?.. questo tempo l'imperatore Leone VI il
In questo assunto si distinsero con ecces- Filosofo nella sua Novella o costituzione,
sivo culore e contraddizione i viterbesi in cui enumerò vescovati d'oriente edoc-
i
Mariani e il suo seguace Sarzana, de'qua- cidente, vi comprese li terbi fon, cioè Vi-
lie delle loro pretensioni abbastanza par- terbo, come sostengono i viterbesi. Osser-
lai in principio, vale a dire in proporzio- va però il Turriozzi, che il testo greco non
ne del mio compendioso sistema. Dopo nomina Viterbo, ma si legge soltanto O-
Virobono 11 si trova Giovanni 11 Episco- pilcrvalos. Dissi altrove, parlando delle
, °
mano Pontefice, per ingrandir quelli del Papa Benedetto IX a favore della chiesa
patriarca di Costantinopoli. Si crede pro- di Selva Candida : Bonizo presbyter, et
babile, che come nel 767 il vescovo Leo* vice Dominus s. Rufinae, et designatila
ne si disse Episcopus Civitatis Castri Vi- grafia Dei episcopus Tuscanensisj quin-
terbii, così anche a detta epoca facesse di nel sinodo romano dello stesso Bene-
il vescovo Tuscaniense, per aver anch'e- detto IX del io44> per la conferma del
gli stabilito la sua residenza in Viterbo, patriarcato di Grado, si legge per ben due
o incremento o per la decadenza
pel suo volte sottoscritto: Ego Bonizo Tuscancti-
di Tuscania, giacché abbiamo numerosi sis ccclesiae episcopus interfui et sub-
esempi nella storia delle chiese vescovili, scripsi. L' Ughelli che seguendo Lelio a-
che vescovi ti* una chiesa talvolta rite-
i vea registrato G. all'anno io3o, quale 2.
nendo il anche presero il tito-
loro titolo, Plterbiensis episcopus farsa anticipando
lo del luogo ove fecero temporanea o sta- il vescovato a Giselberto, di cui in appres-
bile residenza, tornando poi a qualificar- so, tra' vescovi Tuscaniensi riportò Boni-
si soltanto con quello della naturale loro zo eletto, e sottoscrivente il detto privile-
sede. Sul vescovo Leone meglio è vedere gio ne!io33, e poi lo dice intervenuto al
il Tuniozzi, nell'importante documento sinodo di Roma del 1 o44- Dopo di Boniz-
che riporta nelle p. 82 e i55. In questo zone, Turriozzi riferisce Benedetto episco-
tempo, come si ha dal Cohellio, Notitia pus de Tuscana, come\eg*es\ in un istru-
Cardinalati^, citato dal Tuniozzi, par- mento per la vertenza tra Berardo abba-
lando di Tuscania già da Lodovico 1 con- te di Farfa e Raniero abbate de'ss. Cosma
fermata nella sovranità della s. Sede, l'im- e Damiano di Roma (cioè di s. Cosi ma to
peratore Ottone I a'23 febbraio confer- ora delle Francescane), ove il conte Ge-
mò a Giovanni XII Papa, che l'avea co- rardo figlio di Raniero, al quale l'abbate
ronato, i domimi temporali di s. Chiesa. Ugone avea commesso tutte le celle e pre-
Ilcm in partibus Tusciac Longobardo- di che avea in Marchia Tuscana,senien-
ruta, Castellimi Felicitatis (che alcuni zio nel 1048 a favore del monastero di
credono Civita Castellana, come dirò a Farfa. Tale istrumento lo scoprì e pub-
Tosco)., Lrbein Veterem, Balneum re- blicò il p. ab. Galletti, poi vescovo di Ci-
gima , Ferentum , Vitcrbium , Ortem , rene, nella ricordata sua Lettera sopra
Martain, Tuscaniam (distinta da Viter- alcuni antichi vescovi di Viterbo, e in-
bo, e così pure ho letto nel Cohellio uel serita nel Giornale de' letterati di Roma
la, e così quella di Viterbo, furono e tut- no anche Raniero tra'vescovi diTuscania,
tora sono immediatamente soggette alla mentre comesi vedrà egli fiorì neh 199.
s. Sede. Vittore II fu l'immediato succes- Sedendo Riccardo nella cattedra Toscane-
sore di s. Leone IX nel io55, e così mi se,ne! 1 086 gli furono uuite e assoggettate
confermo nell'opinione che N. e Ingilber- le chiese vescovili diBieda e Centocelle,per
to sia un medesimo pastore che governò cui nel 1093 si ha memoria del vescovo
la chiesa Tuscanese ue'memorati pontifi- Riccardo nell'alta re grande dell'antica cat-
cati, e perchè il Barouio in qualche monu- tedrale di s. Pietro con questa iscrizione,
mento lo trovò forse denominato Episco- scolpila nella cintura interna dell'altare e
pus FiterMentis, f\'% questi lo registrò TU- che ricorda la consagrazioneche ne fece,
ghelli,epoi il Bussi e altri storici viterbe- riportata dal Turriozzi e dal Campanari
si. Questo sarà derivato dall'alternata re- uella Dissertazione.-^ Riccardus Prue-
TOS TOS 3o3
sul Tuscanus, Centomcellicas, atquc decessole, converrà ritardare di qualche
Bledamu +f+ Sii Riccarda* paradisi se- anno, e dopo di esso, il vescovato di Ro-
rieparato*. Amen. +j> Ego Petrus pres- dolfo. Poiaggiunge l'Ughelli: Viterbien-
bytcr hoc opus fieri iussi (siccome due ses Gelasio II Pontifici novam ad Pon-
volte la riprodusseanche Ughelli, qui fe- tificatimi asswnptioncm (fu eletto a* 25
ce una variante, eil aggiunse: Petrus gennaio 1 1 18: in quest'anno l'imperatore
presi. Bledanus, Raynerus presb. Ur- Enrico V con diploma a favore dell'ab-
bevetan.) *(> Anno ab Incarnatione Do- bazia di Farfa, dice: In Tuscanams. Ma-
mìni millesimo nona gè si ino III. In tal riae de Minio ne... In Viterbios. Marine t
modo Riccardo, per la seguita unione, s. Angeli, s. Alexandri ... In territorio
s* intitolò vescovo di Tuscania , Sieda Tuscano s.Mariae in Mìnione cumGual-
e Civitavecchia , e lo rimarcò ancora il do età: tutte testi mouianze, che distinguo-
p. Casimiro da Roma. L'unione eli Civi- no Tuscanada Viterbo) grntulaturos, in-
tavecchia e di Bieda con Toscanella se- ter alios legatos misisse Rodulphum, cu-
gui senza lesione alcuna de'diritti di cat- jus perspecta prudentia erat, et in ex-
tedralità delle prime, come si manifesta plicandis negotiis dcxteritas singularis.
dal riportato titolo preso da Riccardo. Su Excessit annoi 128. Indi l'Ughelli gli dà
Riccardo merita leggersi quanto ne scrisse in successore Pietro I Episcopus Viter-
Turriozzi a p. 86. Riccardo pare quelPN. biensis et Tuscanel. anno 28. Ritengo 1 1
che Ughelli registrò 4-° vescovo di Viter- che debba preferirsi la testimonianza del
bo, perchè da Lelio nominato nel 096, i patrio storico Turriozzi,per diminuire due
e dicendo di lui: Urbanum II, Romam anni di vescovato a Rodolfo, e anticiparli
redeunteni solemni rito recepisse idem a Pietro I. Imperocché egli dice: Pietro di
refcrl. Turriozzi gli die per successore N. Castro Tuscanus episcopus, ne\i 126 sot-
episcopus Tuscanensis, che nel 1 1 08 sot- toscrisse la bolla di Papa Onorio II con-
toscrisse col priore di Centocelle la dona- fermatola de'privilegi della chiesa Pisa-
zione fatta da Nicolò Adilario e Mi Ione di na, e consagrò l'altare della nuova chiesa
Pelruccio d'un pezzo di terra per la fab- di s. Francesco di Vetralla, lasciando qui-
brica della chiesa della ss. Trinità in con- vi la memoria: Ego Petrus episcopus Tu-
trada Pian di Mola territorio Toscanese. scanensis condo hic reliquias. L'Ughel-
Questi e i 4 seguenti vescovi non furono li aggiunge, che di lui si fa memoria in
conosciuti dall'Ughelli tra'vescovi Tusca- un documento riguardante la chiesa di s.
niesi, mentre tra quelli di Viterbo regi- Stefano di Viterbo, da lui riprodotto, in
stra Rodolfo viterbese ignorato da Tur- cui Pietro è detto Episcopi Viterbiensis.
riozzi, e Pietro: ed io seguendo Turrioz- E che al suo tempo Innocenzo II Papa,
zi li Verso
riporterò, insieme a Rodolfo. s. Laurentii Viterbiensis
a'5 aprile 1 142
il 1 11 oGuidone o Guido Tuscanensis epi- ecclesiam sub apostolica Sedis, sancti-
scopusj riconosciuto pure dal Galletti nel que Petri protectione suscepitj eodem-
1 1 1 1, che aumentando la sua episcopale a uè anno Petrus e vivis esse de sii t. Ma
giurisdizione, ad essa vi sottopose la chie- lo credo morto prima, come rilevasi dal
sa di Pietro, posta supra ripam cecie-
s. Turriozzi con dire, che Nicolò Tuscanen-
side Marine in castello Corgnito, do-
s. sis episcopi leggesi in più. luoghi , e nel
cumento riferito dalla Lettera citata. L'U- 1140 in una donazione fatta al vescova-
ghelli qui nota l'accennato Rodolfo Gat- to Tuscanese, desumendo il nome dalla
ti, / itsrbìensium Praesul, temporibus cattedrale, chiamasi vescovo di s. Pietro,
Paschalis Papae II anno 1 1 06, per te- nuova testimonianza della preminenza e
stimonianza di Lelio. Ma se il documen- antichità della sede vescovile di Tuscania.
to di Galletti dice vescovo nel 1 1 1 1 il pre- Poiché in una pergamena dell' archivio
3o4 TOS TOS
Amiatense si legge: Johannes abbai, et rie di quelli Tiiscaniensis,^ neirineomin-
rectors. Saviniin comitalu Tuscano fiat, ciare quella de' vescovi Viterbiensìs nel
et donai Nicolao vai. Epìscopo s. Pctri 1 o 1 5, innanzi che Viterbo fosse eretta in
eie Tuscana nonnulla bona, in contrata vescovato e congiunta all'anteriore sede
P a llis Dianac. Bensì Turriozzi riconosce di Tuscania, in ambedue le serie ripeten-
die la chiesa di s. Lorenzo fu ricevuta da done alcuni, come Cencio o Genso di cui
Innocenzo 11 sotto la protezione della s. ignorò che intervenne al concilio genera-
Sede, insieme al suo arciprete. Narrai di le di Laterano 111 neh 170,, celebrato da
sopra che a questa epoca la chiesa di s. Papa Alessandro III, ove si sottoscrisse h-
Pietro era ancora la cattedrale di Tusca- piscopus Tuscanensisy e non Viterbien-
nia; e che quella di Viterbo fu ed è sotto sis come pretesero gli storici viterbesi. In
l'invocazione di s. Lorenzo martire e pa- tale anno quel Papa prese sotto la sua pro-
trono della città. Sembra quindi certis- tezione la chiesa collegiata di s.Maria Mag-
simo e indubitato che Nicolò era vescovo giore di Tuscania, con bolla diretta Mar-
di s. Pietro di Tuscania, ora Toscanella, dochaeo priori s. Mariae Tuscancnsis
e non di Viterbo, che però era compreso ejusquefra tribus presenti e futuri in per-
nella sua diocesi, e talvolta i vescovi vi fa- petuo in cui si notano ancora le sue 8
,
cevano la residenza, che poi divenne l'or- chiese, I' ospedale e le possidenze e vari
dinaria. Indi fu vescovo Cencio o Censius, privilegi: la bolla Cum nobis, sottoscritta
o Genso o Gersone, dice Ughelli Episco- da Alessandro III e da 9 cardinali, si ri-
pio Viterbiensisab Eugenio IIIpost diu- porta nel!' Appendice da Turriozzi. Ri-
tinam vacationem anno 1 1 49 electus, del marca questi. >• L'Ughellio, a cui fu igno-
quale si fa menzione in un istrumento del to il lodato vescovo (cioè in certo modo,
1 160 riguardante una donazione fatta al- perchè V Appendix che contiene vesco- i
colarum partem coegit demigrare Vi- dice fòsse il già ricordato Gensone o Gen-
terbium. Poscia neh 173 i viterbesi furo- tile, come vuole Turriozzi, che lo quali-
no assolti dall'imperatore Federico 1 per- ficò scismatico; ma facilmente si scorge
secutore della Chiesa e di Papa Alessan- l'errore, perchè Cencio era il vescovo di
dro III, e sostenitore degli antipapi che a- Toscanella, ne Viterbo avea ancor vesco-
veagli suscitato contro.Per cui Turriozzi vi". Anche Alessandro III neh 181 con-
sospetta che Gensone fosse un vescovo sci- fermò e prese sotto la sua protezione la
smatico deputatodall'antipapaCalisto III, chiesa di s. Lorenzo di Viterbo, divenu-
cioè quel Gensone di cui parlerò, giacche ta già collegiata, con arciprete e canoni-
egli diceche quali aderenti di parte im- ci. Perchè narra Turriozzi, Viterbo era-
periale dovettero riconoscere; e che un si ingrandito dopo la distruzione di Peren-
tempo abitarono Viterbo l'antipapa Pa- to città vescovile 7 miglia distante, i cui
squale III e il successore Calisto IH. Indi abitanti si trasferirono in Viterbo, insie-
lUghelli riporta alcuni documenti sul mo- me colle ss. Immagini, le reliquie de' san-
nastero di Martino dell'ordine di s. Be-
s. ti, il corpo di s. Bonifacio vescovo, le di-
nedetto del monteCimino,! ifòrmato da'ei- gnità e i benefizi ecclesiastici. L' Ughelli
slerciensi. Il dottissimo storico fece confu- a Gensone o Gersone die in successore mi
sione nel riportare soli 1 1 vescovi nella se- Gentile di Viterbo, e questo fa miei veni-
T O S TOS 3o5
re a!ddto concilio, e seguendo il viterbe- cessore Rainerio nel 1 19-2, e dice che al
se Cordini lo ilice morto nel 181. Bepu- i suo tempo per essere divenuta diruta To-
lo, come ne dubitò lo stesso Ughelli, che scanella, Dieda e Civitavecchia gliscentit
Gentile fu confuso con Gensoo Geusouc; le congiunse a Vjjerbo; e che morto nel
poi riporta Gottifreilo Tignosi nobile ili 1 193 Rainerio, gli successe Giovanni car-
Viterbo, che Ughelli pretende eletto ve- dinale, al quale fa succedere nel 99 al- 1
1
scovo nel i i 84, mentre ancora Viterbo tro Rainerio, e così di uno ne fece due, e
non poteva avere il vescovo, ed anche in prima di Giovanni die un vescovo che non
questo fu poi seguilo dal Coretini,ch'è uno si riconosce per tale , mentre si è detto
degli storici viterbesi sostenitori del pa- ch'egli già era vescovo nel 1 1 S6; così sem-
trio episcopato innanzi tempo. Lo loda pre più trovasi senza critica e alterata la.
per somma eloquenza e dottrina, che fu serie Ughelliana, oltre gl'immaginari ve-
segretario diCorrado I II, Federico I ed En- scovi degli storici viterbesi,appunto per-
rico VI, e che mori in patria nonagenario chè volle creare colLelio un vescovato pri-
neh IQI. Non pare ch'egli fosse vescovo, ma della sua canonica e verissima erezio-
anche per riportare il Turriozzi Giovan- ne. L'Cghelli prima d'incominciar la se-
ni VI loto bardo Tu sentine cavitati* epi- rie de' vescovi Viterbiensis avea riporta-
scopus, che tale apparisce nel i i88 nel to la bolla Dudum y
colla quale s. Celesti-
privilegio d'Enrico VI a favore del mo- no V, al modo che vado a narrare, co-
nastero di s. Paolo di Roma. Nel 1 89 Pa- 1 strinse alla rassegnazione e ubbidienza i
pa Clemente III lo creò cardinale prete toscanesi, che ricusavano di conoscere per
del titolo di s. Clemente, una bolla del
in vescovo di Viterbo il proprio loro pasto-
quale si legge: Ego Johannes tit. s. Cle- re. Sui vescovi dati a Viterbodall'Ughel-
mentis cardinali* Tuscanus episcopus li,con diffusione li confutò Turriozzi. Con-
subscripsi. Come pure in altra bolla del- viene premettere, che l'antipapa Clemen-
lo stesso 1 189, confermatoria de'beni al- te HI o Giliberto, acerrimo nemico di s.
lodiali del conte di Sulzbach, trovasi sot- Gregorio VII, e fautore di Enrico IV (la
toscritto: Johannes tit. s. Clementis car- di cui parte tenevano viterbesi, non sen-
i
diria lis et Tuscanen episcopus. Egli do- za larga rimunerazione per attestato dei
nò in Tuscania a'monaci cliiniacensi una medesimi loro scrittori, al dire di Turrioz-
cappella, confermata a'medesimi da'Papi zi, e del cardinal Roselli d'Aragona, scrit-
Clemente III e Innocenzo III. Nel 191 1 tore delle Vite de' Papi, presso il Mura-
nel diploma di Papa Celestino III dato , tori, Script, rer. Ital. t. 3, par. 1 . p. 58 o e
al monastero di s. Clemente in Pescaria, 58y),avea eretto in sede vescovile Viterbo
si sottoscrisse: Johannes tit. s. Clementis verso 1086, indi nel 1093 le avea uni-
il
ne'tempi successivi di più nominarsi Sie- petute istanze per l'effettuazione. Queste
da e Civitavecchia, sebbene non furo- istanze rinnovò il successore Rainerio o
no mai da pontificio decreto soppresse. Raniero con lagnanze al podestà di Vi-
Adunque, ed in progresso di tempo Bie- terbo, riportate da Turriozzi a p. 90; per
da perde il titolo, e Civila vecchia fu nuo- cuii viterbesi assegnarono alla loro men-
vamente separata ai nostri giorni, re- sa vescovile il castello di Bagnala e Mon-
siandò tuttora unite aeque principali- te Valenzano, con analogo istrumeuto;
ter, Viterbo e Toscanella. Questa u- dotazione che fu confermata da Innocen-
nione segui nel vescovato del cardinal zo III nel 1 202 colla seguente bolla direi-
Giovanni, che si trovò pel primo vesco- ta a Rainerio Viterbiensi Episcopo, e
vo delle due chiese, oltre i precedenti ti- riferita nell'Appendice dai Turriozzi. So-
toli di Bieda e Centocelle che avea porta- lent annuere Sedes apostolica piis vo-
to, onde in appresso e gli s'intitolò Epi- tis, petentiumprecibus Javo-
et honestis
scopati Tuscancnsis et } iterbiensis } e con reni benevolum impertiri. Ea propter
questo titolo successivamente sottoscrisse vener. in Cfiristo frater tuis justis pò-
l'8 marzoi 193 al privilegio concesso da stulationib us grato concurrentes asseu-
Celestino III al monastero di s. Lorenzo su ecclesiam s. Mariae de Palanzano
d' A versa;a'i4 marzoi «96 viene ricor- curri universis appenditiis, et pcrtinen-
dato in altra bolla dello stesso Papa, col- tiissuis,castrumctiam Baine ariae curri
la quale confermò una sentenza in favore toto tenimento, etjure suo, quod tihi, et
del vescovo di Nardo, e contro l'abbate ecclesiae a s. Laurentii Vitcrbiensis in
di Maria di quella diocesi; come nel 1 98
s. 1
dote prò animarum suarum salute dc-
sottoscrisse la bollad'Innocenzo IH pel derurit, sicutea /uste possides, et quie-
monastero di s. Salvatore di Siena, e nel terà in instrumento exinde con fedo ple-
1
199 fu traslato al vescovato suburbiea- nius noseitur continerc, Ubi, etpraedì-
rio d'Albano.Anche il Novaes nella Sto- ctae ecclesiae jarn apostolica auctori-
ria di Clemente lff narrando l'esalta- y
talt confi rmamus, et praesentis scripti
zione al cardinalato da lui fatta di Grò- patrocinio communimus. Nulli ergo o-
Viinni vescovo di Toscanella J dichiara : mnino nominimi liceat liane paginata
-
di Toscanella, e l' innalzò all' eguale pre- co la bolla colla quale Celestino V co-
a
minenza della 2. Ex privilegio fel. me. manda a'toscanesi che ubbidiscano all'u-
Caelestini PP. Ili praedecessoris no* nione delle cattedre. Dilecto Filio.... Re-
stri cognovimus evidenter, quod ipse fi- dori in spiritualibus et tanporalibus
dali, et devotionem vestram attendens Patrimonii s. Petri in Tuscia. Duduni,
de communi fra tram suor uni Consilio sicut audivimus, fel. record. Celestinus
Viterbiense Oppidum honorabili Civi- PP. Ilipraedecessor noster Viterbien,
tatis nomine insigniviti et pontificalis Tuscanen, Centumcellen, et Bletanam
cathedrae dignitatc donavit, authori- ecclesias univi t, prout in ipsius praede-
tate statuens apostolica, ut Viterbien- cessoris literis plenius contineturj sed
sis ecclesia cum Tuscanensi, Centum- quia clerus, etpopulus Tuscanensis ei-
cellensi, atque Bledensi pontificalem dem unioni parere, et ven. fr. nostro e-
obtinerct deinceps dignitatem, Nos an- piscopo Viterbien. et Tuscanen. dene-
tan, quifidem, et devotionem vestram gat obedire,nos eis sub certa forma no-
ipsa praesentia corporali certius su- slris damus literis in mandatis hufus-
mus experti, beneficium principale pie- modi unioni pareant, et episcopo obe-
nius interpretari volentes Ulani Fi-
, diant memorato. Datum Tlieate X kal.
ter bicnsi sedi erga Centumcellensem , novembris anno 1. Noterò, che se Bieda
et Bledcnsem dioecescs ìionorijiccntiam perde poi il suo titolo di vescovato, re-
confirmamus, quam circa ipsa Tasca stando come Civitavecchia unita a To-
ne usis sedes dignoscitur hactenus ha- .scanella, e perciò con Viterbo; lui tavel-
buisse, cui V iterbiensis ecclesia specia- la il vescovo cardinal Severoli, molti an-
lità' est unita. Stala tatuai illarum se- ni prima che la sede di Civitavecchia fos-
di uni Caitumcellensis videlicet t
et Ble- se reintegrata, negli atti che riguardava-
daisis in suo jure mane/ile. Nulli cr- no la cillà si sottoscrisse vescovo di Ci-
3o8 TO S TOS
vitavecchia, e volle perpetuarne la me- Io ripeterò,nientemeno principalmente
moria in una lapide, ove fece scolpire in sostennero. Che Toscanella non è Tu-
marmo il suo stemma gentilizio, col suo scania già capitale de' tuscaniesi, ma es-
nome e titolo di Episcopus Ccntumctl- sere Viterbo. Che fu fondata da' viterbesi
larum, cioè sulla porta della cancelleria nel secolo VII, e perciò loro colonia e sta-
vescovile di Civitavecchia, oltre i titoli di ta sempre nel contado Viterbese. Che non
Viterbo e Toscanella. II Bussi, dopo aver ha mai avuto alcun vescovo proprio. Che
chiamato opinione corrente, che la chiesa non è concattedrale di Viterbo. Che non
diToscanella fosse stata unita daCelestino ha mai avuto cattedra vescovile erettale
J 11 al vescovato di Viterboldopoavere in* da alcun sommo Pontefice! In tal modo
terpretato la parola audivimus della bol- si può anche negare l'esistenza del sole
la, semplice tradizione! pure loda la pron- e della luna! Con pretendere che Vi-
ta ubbidienza al Papa Celestino V delle terbo sia l'antica Tuscia o Tuscania, gli
genti di Toscanella, quali buoni e fedeli scrittori viterbesi vogliono che tutti i ve-
sudditi di s. Chiesa! Non contenti gli sto- scovi che si trovano col suo nome sieno
rici viterbesi di negare credenza alla bol- di Viterbo, e ciò colla più manifesta con-
la Conventi apostolico di s. Leone IV, traddizione. Il Papa Celestino HI erigen-
pretendono ancora che ripugni quella doViterboin vescovato, è chiaro che pri-
d'Innocenzo III, che semplicemente la ri- ma non lo era ; e nell'unirlo a quello an-
produsse ad istanza de'toscanesi, perchè tico di Tuscia, prova la sua anteriorità,
non andasse perduto il privilegio della e che la città e la sede erano affatto di-
conferma perpetua del loro vescovato; e da quelle di Viterbo, e
stinte e diverse
così pure l'altra bolla d'Innocenzo III, non che questa fosse a un tempo Tuscia
scania o Toscanella, ma dessa non fu che privilegio d'Innocenzo III, in cui è detto:
una riproduzione della bolla di s. Leone Ut Viterbiensis Ecclesia cum Tutta-
IV, al cui tempo tale era la condizione di nensi.....illamPiterbiensi sedi erga Ceri-
Viterbo, e non mai disposizione d'Inno- turncellensem, et Bledcnsem dioeccses
cenzo III. Dal sin qui detto con «storica honori/ìcentiam confirmamus quam ,
scanelia il Papa Innocenzo 111 nell'ot- scordie a motivo dell'unione, e colla sua
tobre 1 199, restituì la chiesa a' mona- destrezza compose a concordia la città ,
ci di s. Salvatore del Monte Amiata, fi- e ridusse anche Corneto e tulio il resto
ni di vivere nel 1221. Innocenzo IV e- della diocesi di Toscanella alla sua ub-
lelto nel 1 243, con due lettere notificò la bidienza; ma i cornetani convennero di
sua esaltazione al papato, al capitolo et prestargli ubbidienza non come vescovo
clero Tuscanensi, ed al populo Tusca- di Viterbo, ma come vescovo di Tosca-
scancnsi t
e nel 1244 fece Scambio Tu- nella, e che le cause di appellazione si do-
scanensis et V ilerbiensisepiscopuSjùsse- vessero decidere in Corneto o in Tosca-
guandogli per sosten lamento, vita durau- uella, e non mai in Viterbo. INel 1 32 Au-
è
neto, altro avendone convocalo neh 3*3 intervenne al concilio di Trento , di cui
in Viterbo. In questo reintegrò il prio- scrisse gli atti ini 1 tomi, oltre un elegan-
re della collegiata di Maria Maggiore
s. te volume di discorsi, con Girolamo Mac-
ne'suoi antichi privilegi, con documento cabei vescovo di Castro, nobile toscanese
1
i46o, Dei et Apostolicae Sedis grada ne di s. Giacomo 3oo scudi ritratti dal
Tuscanen. et Viterbien. episcopi, già e- sito del caduto monastero di s. Paolo, e
rano soppresse le abbazie di s. Giuliano sborsati dal comune per nuovamentefab-
e di s. Giusto nel territorio di Toscauel- bricarlo, così fu posta nella facciala la di
la, e incorporate alla mensa vescovile, hi luimemoria: Jo. Frane. Card. De Gam-
quello del vescovo Matteo Cibo, nella à." bara Episc. Thuscancn. Nel 1576 cele-
festa di Pentecoste del i49^> Toscanella brò il sinodo, in cui ordinò che nel mat-
soggiacque al narralo Gerissimo sacco del- tutino e nel ve«pero,//* ch'itale 3 ct dioece-
l'esercito di Carlo Vili, indicato dal Tur- si Tuscanellae B. Jacobi commemoratio
ri ozzi colle parole: post Ulani gallorum fiat, cui dedicataestccclesia. Carlo Mon-
saevi tieni, et inauditam depopulationem tigli nel 1 576 prese possesso solenne nella
in chitatem, tempia, conch'es, et liberos cattedrale di Toscanella, nel 1 584 convo-
noslrosj tantoché rovinala in parte la cit- cò il sinodo, e nel 1587 fece transazione
tà, il capitolo della cattedrale si trasferì colla camera apostolica, cedendole il ca-
ad ufficiare la chiesa della Madonna del- stello di Bagnaia e suoi parchi, porzione
la Rosa, ed il vescovo a risiedere presso la di dote della mensa vescovile di Viterbo,
medesima nell'altro suo palazzo. II mede- ed ottenne in compenso l'esenzione tota-
simo vescovo già avea neli493 ricevuto le da tultociò che riguarda il diritto ca-
in Toscanella Alessandro VI. Ivi neli5o5 merale nelle tenute della mensa vescovi-
il vescovo Ottaviano Visconti de Ria- le di Toscanella. Nel seguente annolaco-
rj, vi accolse Giulio 11, il quale ad esem- munità fece il nuovo palazzo vescovile uni-
pio d'Eugenio IV e Nicolò V, donò i3o to alla cattedrale di s. Giacomo, essendo
scudi pel risarcimento della cattedrale di già rovinato l'altro di s. Pietro. Neh 594
s. Racconta Turriozzi che nel se-
Pietro. prese con pompa in Toscanella il solenne
coloXVI si davano possessi delle preben-
i possesso Girolamo Malleucci di Fermo,
de ecclesiastiche, con imporre la berretta Episcopus Tuscanensis et l ìterbiensh,
sul capo del prebendato geuuflesso,il qua- e poi vi ricevè Clemente Vili. Nel 1602
le giurava l'osservanza degli statuii e con- partirono dalla chiesa di s. Pietro i frati
allo pubblico la restituì all'episcopale giu- Notizie, i titoli di rinvio, per i vescovati
risdizione. Tenne varie ordinazioni e fun- uniti, nel 1750 per la involta leggo: 7o-
zioni pontificali in Toscanella, e moren- scanclla, Fedi Viterbo; laonde gli scrit-
do in Viterbo fu sepolto uella cattedrale. tori viterbesi del secolo decorso, ancorché
Tiberio Muti a'3 dicembre 161 1 prese
i avessero voluto ignorare tutto quanto so-
possesso della cattedrale di Toscanella,nel- no andato in breve dicendo, bastava che
la quale in seguito fece pontificalmente avessero sotto gli occhi tale legale nomen-
l'ingresso, e vi celebrò il sinodo nel 1 6 1 4- clatura,oltre le solenni e pubbliche/Vo^o-
In questo essendo nata discordia tra il ca- sizioni concistoriali che si stampano e si
pitolo di Toscanella e l'altro di Viterbo riferiscono nel preconio dal Papa in conci-
sopra il primato della cattedra vescovile, nuovo vescovo, ove si legge:
storo per ogni
e ventilata la causa in Roma nel tribuna- Ecclesiarum Viterbien. et Tuscanen. in-
le della rota in mancanza della bolla d'u- vicem unitarum; e poi si ripete invicem
nione, decise Cathedra* Tu-
il tribunale: perpetuo canonice unitas .... Fiterbium
scanen. et Viterbìen. esse aeque pria- et Tuscania in Provìncia Patrimonii, s.
cìpaliter unita. Divenuto cai dinaie il ve» Sedis sunt immediate subjectae. Quin-
scovo Muti, il i.° marzo 1622 consagrò di nella proposizione si dà distinta rela-
l'altare maggiore e la cattedrale in ono- zione tanto della chiesa e diocesi di Vi-
re di s. Giacomo Maggiore apostolo, co- Tusca-
terbo, che della chiesa e diocesi
me apparisce dall'iscrizione riportata da nia e Tuscanen .... Diocceses unitati
seti
Turriozzi. Fece varie altre funzioni pon- sunt amplae,etquamplurima sub se lo-
tificali e donativi alla chiesa; e nel i635 ca complectuntur. Divenuto il vescovo
convenne alla confinazione della tenuta Conti Papa Innocenzo XIII neh 721, me-
di s. Giuliano, mensa vescovile di Tosca- more della sua cattedrale di Toscanella,
nella, colla duchessa di Parma e di Ca- di suo moto-proprio le assegnò per 25
a
stro. 11 cardinale Francesco M. Brancac- anni dalla mensa vescovile 60 scudi d'an-
ci Episcopio Tuscanensis et Piterbien- nua pensione. Gli successe Adriano Ser-
sis, convocò 8 sinodi diocesani, edificò nel- ma Ilei Episcopus Tuscanensis et Fitcr-
la cattedrale la cappella de' ss. Giusto e biensis, visitò più volte la diocesi e consa-
Giuliano padronato de'vescovi di Tosca- grò varie chiese. Il vescovo A lessandroAb-
nella, e l'arricchì di varie suppellettili. 11 bali, ad esempio del vescovo cardinal
cardinale fece varie funzioni in Toscanel- Francesco Brancacci, nel 1746 pubblicò
la, e nel nobile palazzo e giardini presso l'editto sull'esenzione e privilegi delle te-
s. Silvestro, lasciato per legalo a' vescovi nute della mensa vescovile di Toscanel-
di Toscanella da AlfonsoDonnini loscane- la. II vescovo cardinal Raniero Simonet-
se, S. P. Q. R. Scribae,\\e\ 6^3 per gra-
1 ta morendo nel r
749 lasciò ricchi doni al-
to animo gli pose la memoria pubblica- la chiesa di Toscanella. 11 successore car-
ta da Turriozzi. Andrea Santacroce Epi- dinal Giacomo Oddi riguardò con par-
scopus Tuscanensis et Fiterbiensis, do- zialissimo affetto la cattedra toscanese, fa-
po aver 70 1 solenne ingresso in
fatto nel 1 cendole ricchi donativi, e neh 767 otten-
Toscanella, compose varie dissensioni tra ne da Clemente XIII l'annua pensione di
il clero e la città. Nel
1 7 6 cominciarono 1 scudi5o da pagarsi in perpetuo dalla men-
in Roma a pubblicarsi le Notizie di Ro- sa vescovile alla sagrestia di detta chiesa.
ma o Almanacchi, e nel 17 18 principia- Per tali e altre beneficenze il capitolo gli
rono a pubblicare l'elenco de'vescovi,e pel fece scolpire nella cattedrale un'iscrizio-
i.° registrarono il cardinal Michelangelo ne di perenne riconoscenza, che riporta
Conti, vescovo di Viterbo e Toscanella. Turriozzi. Questi termina la sua serie con
Incominciato poi a introdursi nelle slesse Francescangelo Paslrovichi Episcopus
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3.2 TOS TOS
Tuscancnsis et T'ilerbicnsis del 1773, apparteneva l'affare che trattava. I ve-
che visitò più volte la diocesi. Avverte scovi successori non mancarono d' esse*
inoltie Turriozzi, che essendo allora il re amorevoli con ToscanelLi, come dissi
vescovo delle due chiese unite, cioè di del cardinal Antonio Gabriele Severoli e
Tosca nel la e di Viterbo, in lutti gli atti dell' attuale cardinal Gaspare Bernardo
sidava il titolo d'ambedue, anteponendo Pia net ti.
sempre il nome di quella diocesi, a cui
L.XJ V»
BX 841 .N67 1840
SMCR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)