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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI,
MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI,AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
E PIÙ
CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
DELLA
ALLE ERESIE, Ai CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
VESCOVILI, AGLI SCISMI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE,
ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI,
CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
CHE ALLA CORTE E

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXVIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
*\&\ & ^

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui

l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni

relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORI CO -ECCLESIASTICA.

TOR TO R
J.ORRECREMATA o TURRECRE- i43i lo nominò Maestro del sagro pa-
MATA o TORQUEMADA Giovanni, lazzo apostolico, e lo spedì per teologo
Cardina /^.Nacque in Vagliadolid inlspa- al concilio di Basilea, del quale riparlai

gna, e preseli cognome da una terra ap- a Svizzera, dove gli fu commesso l'esame
partenente alla sua nobile casa, nella Ca- sulla controversia della Concezione Im-
stiglia vecchia presso Palencia. Professò macolata della B. Vergine Maria (V.),
la regola di s. Domenico nel convento di ora dogma di fede pel narrato con tene-
Vagliadolid, dove fece rapidi progressi ne- ra e divota esultanza a Teatine; e dove
gli studi, a'quali si applicò ancora in Pa- combattè valorosamente contro gli ussiti,
rigicon tanto fervore, che l'unico piacere esostennecon forza le ragioni della s. Se-
che provava era nell' acquisto delle co- de. Indi e colla stessa qualifica , insieme
gnizioni scientifiche , per cui teneva per col cardinal b. Albergati, si condusse al

nulla le vigilie e le fatiche più gravi e diu- concilio generale che Papa avea trasfe-
il

turne. Quindi non tardò ad essere rico- rito in Ferrara, donde passò a Firenze

nosciuto per uno de' più famosi teologi e quando vi fu traslocato, ed in cui colla
canonisti del suo tempo. Ottenuto il gra- sua robusta eloquenza fece ammutolire
do di maestro tornò in Ispagna, ed essen Marco arcivescovo d'Efeso e fiero avver-
do zelante custode delle regole e costitu- sario della chiesa latina. Ivi tanto scrisse,
zioni dell'ordine, fu eletto priore del con- ragionò e si adoperò, con pazienza ed e-
vento di s. Paolo di Vagliadolid, poi in nergia,e cogli esempi di condotta irrepren-
quello di Toledo nel qual ministero si
, sibile, che finalmente si ottenne la sospi-

diportò in maniera, che eguale all'amo- rata unione delle chiese latina egreca. In-
re fu ii ebbero suoi
rispetto che per lui i caricato in seguito con V arcivescovo di
fiati. Divulgatasi anco perremote re- le Spalatro e due altri, del ministerodi nun-
gioni la fama del suo profondo sapere, non zio apostolico, per stabilirla pace tra 're di
meno che delle sue virtù, Eugenio IV nel Francia e d'Inghilterra, trovandosi nel-
4 TOR TOR
J'Angiò ebbe la notizia, che Eugenio IV ria fu benemerito per le preziose opere da
nel concilio fiorentino a' i8t)icembre 1439 lui donate, edificando pure la ricca e ma-
l'atea creato cardinale prete, e poi gli con- gnifìca cappella della ss.Annunziata, esot-
ferì per titolo la chiesa di s. Sisto, donde to questo titolo vi fondò il sodalizio poi
secondo Cardella passò al vescovato d'Al- arciconfraternita (la quale ora nobil-
bano, ma rUghelli non ne parla neW'I- mente restaurò la cappella, nella gene-
talia sacra; e poscia a quello di Palestri- rale riduzione della chiesa a gusto goti-
naueIi455,cioèdiamministraloreecom- co,che descrissi nel voi. LXXV, p. 216,
mendatore, il che nota Petrini nelle Me- ed a*25 marzoi855 in essa vi si tornò a
morie di Palestrina, mentre Pio II nel celebrare la cappella papale per la festa
1460 Io dichiarò effettivo vescovo, e nel della ss.Annunziata), che ha per morale,
seguente anno il Papa onorò di sua pre- benefico e generoso istituto di contribuire
senza la città, ma ne'suoi aurei Commen- con opportuni sussidiidiDotea'oiaritaggi
tari la dipinse troppo in istato deplora- delle povere e onoratezitelle, e alle mona-
bile, che realmente non era tale; indi Pio cazioni di quelle impotenti a effettuare la
li trasferì il cardinale nell' altro vesco- loro pia vocazione,e ne fa la dispensa per la

vato suburbicario di Sabina nel r 464? al festa della ss. Annunziata. Istituto che ce-
dire di Sperandio nella Sabina sagra e lebrai in tanti luoghi,comenel voi. LVIII,
dell' Ughelli, e Petrini anticipa tale desti- p.147: nondimeno qui mi limiterò al se-
nazione a' 1 o maggio 463. Inoltre Euge
1 guente cenno. Dopo che il cardinale per
ilio IV l'inviò legato ala tere al re di Fran- onorare la B. Vergine istituì sotto la sua
cia contro l'antipapa Felice Vdi Savoia, invocazione la societàdi 200 cittadini ro-
per confermarlo nell'ubbidienza e divo- mani, e ne formò le costituzioni, secondo
zione della s. Sede, presso di cui nell'as- le quali univausi in alcuni giorni nella
semblea di Bourges ne sostenne con gran delta chiesa, essi neh 465 stabilirono di
vigore i diritti, e restituitosi a Roma me- rendersi prossimo, raccogliendo
utili al

ritò dal Papa il glorioso titolo di Difen- le limosine per dotare povere fanciulle; in-

sore della fede. La fermezza di questo di Gregorio XIII nel 1 58 1 eresse la pia
v
grand'uomo nelle materie riguardanti il unione in arciconfraternita, e successiva-
dogma e la cattolica religione, fu tale, che mente molti benefattori, fra'quali Urba-
ne per preghiere, né per minacce giara • no VII> promossero con pii legati e doni
mai avrebbe ceduto d' un punto, da ciò l'eccellente intrapresa. Pio VII vi deputò
che la sua mente e il suo animo avesse un cardinal visitatore e Gregorio XVI ,

creduto poter nuocere alla verità ortodos- ne restituì la libera amministrazione al so-
sa. Gli fu commesso dal Papa l'esame del- dalizio sotto la protezione del cardinal Vi-
le Rivelazioni di s. Brigida , delle quali cario, e neli85o furono distribuite 632
dopo accurato e diligente studio diven- doti per la complessiva somma di scudi

ne impegnatissimo difensore. Ridusse al 20,020. Neh 855 poi se ne distribuiro-


seno della chiesa cattolica due principi e no 679 per la somma di scudi 21,375,

retici, assai potenti nella corte del re di dallaquale però furono detratti scudi
Boemia. Compartì immensi benefìzi al 1000, onde impiegarsi a soccorrere po- i

convento e Chiesa dis. Maria sopra Mi- veri orfani del cholera che afflisse Ro-
nerva del suo ordine de' Predicatori (V.), ma i854, secondo il volere del Pa-
nel
di cui fabbricò 1' ampio chiostro e l'ab- pa. Tenacissimo il cardinal Torreere-
bellì di pitture, rappresentanti le storie mata delle costituzioni dell'ordine da lui
del Testamento vecchio e nuovo. Edificò professato, non volle giammai cambiare
la volta di quella vasta chiesa, e alcune neppure la forma dell'abito, ritenendo nel
parti del convento, della cui privata libre- cardinalato lo slesso metodo di vita, che
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avea intrapreso da fiate. Essendo stato colle Meditationes in vilam Christi del
fatto nel i455 da Calisto III peli. abba- medesimo cardinale, Coloniae 1607 e An-
te commendatario dell'abbazia di Subia- tuerpiae 1607.
co (V.) t ebbe l'onore di ticevervi Pio II TORREGIANl Luigi Mari a, Cardino*
(il cardinale abitò pure in Subiaco, oc- le. Patrizio fiorentino, applicatosi in Ro-
cupandosi nella riforma degli statuti ab- ma allo studio delle leggi, sotto Innocen-
baziali, il casamento in via della Valle, zo XIII die le prime mosse nella carrie-
cbe appartenne a'Contestabile, cognome ra dell'ecclesiastiche prelature, ed essen-
derivato a tal famiglia per avere alcuno dosi fatto merito non ordinario nel cover-
esercitato la carica di contestabile in Su- no di varie città dello stato pontificio, la
biaco, ufficiale comandante di 5o solda- sua prudenza e integrità ricevè il giusto
ti, che eleggevano 1' abbate di s. Scola- compenso da Denedetto XIII, che gli as»

stica e 1' università di Subiaco, per im- segnò un luogo tra' ponenti di consulta.
pedire le risse eomicidii che per ispiritodi Fu quindi nel 1738 promosso da Clemen-
parte succedevano tra'primari sublacen- te XII al posto di segretario dell'immu-
si),che avendogli conferito il vescovato di nità, eneli743 da BeuedettoXIV a quel-
Leon, non potè prenderne possesso per la lo della consulta, dove avendo dato chia-
manifesta contrarietà d' Enrico IV re di ri segni di valore e disinteresse, a'2b no-
Casliglia,che pertinacemente glielo im- vembre 1753 lo creò cardinale diacono
pedì, lo che fu cagione di molestie e di- de' ss. Cosma e Damiano. Iuoltre lo di-
sturbi fra il re e il Papa. Da Pio II nel chiarò protettore dell'ordine de' minori e
1460 ebbe altresì i vescovati di Mondo- de* riformati, del 3.° ordine degli Olive-
nedo e Orense nella stessa Spagna. Final- tani e di Monte Vergine. Clemente XIII
mente dopo aver scritto molte opere, che nel 1758 meritamente lo nominò suo se-
risentono della barbarie e secchezza sco- gretario di stato, e lo annoverò presso-
lastica di sua epoca, delle quali ci die l'e- ché a tutte le congregazioni cardinalizie
satto catalogo rOldoino Ro- ne\\* Ateneo di Roma. Perseverò nell'importante ca-
mano, ed pp. Quietif ed Echard, Degli
i rica in tutto lo scabroso pontificato di Cle-
scrittori domenicani; e dopo aver man- mente XIII, dopo la cui morte avendo
tenuto stretta corrispondenza co' primi maggior agio di frequentare le congrega-
letterati contemporanei, comeBiondo,Pe- zioni a cui era ascritto, oltre al farlo con
rotti, Campano, cardinal Bessarione e al- sollecitudine e diligenza mirabile t
espo-
morte in Roma neh 468 a'26 set-
tri, la neva in esse con franca ingenuità e pre-
tembre lo trasportò pieno di meriti, co- cisione i suoi sentimenti. La sua casa era
me ci giova sperare, alla regione de' bea- l'asilo de'bisognosi, verso i non me-
quali
ti, in età di sopra 80 anui, e fu sepolto no in vita che in morte mostrò inaisem-
nella detta chiesa di s. Maria sopra Mi- pre viscere di carità e di compassione. In-
nerva, col solo nome e titoli vescovile e tervenne a' conclavi di Clemente XIII,
presbiterale, scolpiti sulla lapide sepolcra- Clemente XIV, e Pio VI, il quale gli as-

le, che riporta l'Ughelli. Nella stessa chie- segnò la carica di segretario del s. ofBzio.
sa, al destro lato della sua cappella della Una morte repentina lo trasportò in un
ss. Annunziata, si vede il bel monumen- momento dal tempo all'eternità in Roma
tino col busto del cardinale in metallo as- neli777,d'8o anni. Rimase sepolto nella
sai naturale e ornati simili, avendolo e- s. Giovanni de'fioren-
chiesa naziouale di
relto con magnifica iscrizione il sodalizio tini, nella tomba che vivente erasi costrui-
da lui istituito e tuttora floridissimo. Da ta nella cappella di s. Filippo Neri, da lui
Francesco Sverzio si ha la Vita del car- quasi del tutto rinnovata, e con ecclesia-
dinal Tur recremata in latino , che sta stica magnificenza abbellita e ornata.Que-
.

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slo porporato fu uomo d' ingegno pene- ce dell'ordine, aggiungendogli il titolo ad
trante e sottile, amante del giusto e del una commenda coli' assegnamento di 4
retto, iufalicabile e paziente Dell' eserci- leghe quadrate di terra nell' impero del
zio delle sollecite e gravi cure annesse al Brasile. Il prelato savio e virtuoso , ac-
i,uo ministero. Amatore della giustizia e cettando nobilmente la decorazione ono-
ammiratore dell'innocenza, sebbene per- rifica , nella persuazione dell' annuenza

seguitata accanitamente da' potenti, co- pontificia ne ricusò ogni emolumento.


,

nobbe che la lega de'filosofi increduli erasi Giovanni VI nel decreto regio pel rista-
proposta per fine d'annientare la religio- bilimento dell'ordine, stabilì: Che il re ne
ne col distruggere prima que-
i gesuiti, e fosse sempre il gran maestro, il principe

sti difese vigorosamente per coscienza. reale erede della corona gran commen-
TORRE ROTONDA. Sede vescovile datore, e gli altri principi della famiglia
d'Africa nella provincia di Numidia, sotto reale gran croci; giacché divise 1' ordine

la metropoli di Cirta, ebbe a vescovo Do- in gran croci, in commendatori ed in ca-


nato che nel 4 1 * intervenne alla confe- valieri. Aggiunse poi a quest'ordine una
renza di Cartagine e segui il partito de' medaglia d'oro ,espri mente da un lato una
donatisti. Morcelli, Afr. dir. t. i. torre,dall'altro l'epigrafe: Calore e Leni-
TORRE e SPADA .Ordine militare ed dadc. Questo medesimo motto forma la

equestre di Portogallo, istituito dal re Al- leggenda della croce dell'ordine di Torre
fonso V quando creò 27 cavalieri in me- e Spada, mentre la sua faccia rappresenta
moria del numero d'anni cheavea quan- il busto del re.

do prese Fez ai mori di Marocco, il che TORRE TAMALL1ENSE. Sede ve-


verrebbe a corrispondere verso V anno scovile d'Africa della provincia Bizacena,

145*9. Altri però riportano la conquista sotto la metropoli d'Hadramito, e si co-


di Tatigcr nel regno di Fez al 147 ', per noscono i seguenti vescovi. Gaudenzio tro-
la quale e altre fatte dal re nell'Africa fu vossi al couciliodi Cartagine nel 348, Sa-
chiamato l' Africano. In processo di tem- brazio intervenne alla conferenza di Car-
po decaduto l'ordine cavalleresco dal suo tagine nel 4 1 1 j e Penlasio sottoscrisse
lustro, lo ristabilì nel dicembre 1808 il la lettera che il concilio Bizaceno inviò nel
re di Portogallo Giovanni VI, quando vi- 64» all'imperatore Eraclio Costantino
vente sua madre Maria
era reggente del-I contro monoteli ti. Morcelli, Afr.chrX.
i 1

la monarchia portoghese. Imperocché a- TORRES. V. Sassari.


vendo i francesi insistito che fossero chiusi TORRES Pietro, Cardinale. F.Ro-
agl'inglesi i porti di Portogallo, disgu- driguez Pietro.
stati gli esclusi si portarono con una flotta TORRES Lodovico, Cardinale. Ro-
a bloccare il porto di Lisbona, onde il reg- mano , ma originario di nobile famiglia
gente prese la determinazione di trasfe- spagnuola(dello stabi li mento inRoma del-
rirsi nel Brasile colla reale famiglia, e di la nobile famiglia e del suo palazzo feci

stabilirsi nella capitale Rio Janeiro. Ad e- parola nel voi. LII, p. 284: forse appar-
ternare quindi la memoria di questo tra- tenne ad essa quel conclavista Ferrante,
^Incamerilo singolare, e per premiare chi di cui riparlai nel voi. XVI, p. 1 3), dopo
crasi reso benemerito nel suo servizio, vol- aver applicato allo studio di giurispru-
le ripristinare il reale ordine portoghese denza nell'università diPerugia o forse nel
diTorre e Spada. Siccome seguì la corte collegio della Sapienza vecchia, ottenu-
r
mg. Lorenzo Caleppi nunzio di Lisbona, ta in Bologna la laurea di dottore, si tra-
e perciò ili." nunzio del Brasile e il i.° a sferì in Sicilia presso lo zio Luigi arcive-
esser ivi creato cardinale, il re per la sti- scovo di Monreale, e in età di 20 anni si
ma che ne faceva lo nominò 1

gran ero- die con fervore ad aiutarlo nella cura pa-
TOH TOR 7
florale di quella diocesi, in qualità di vi* souiuiinistròa'primi tantoché bastasse lo-
cario generale. Condottosi a LI orna, tu (at- ro a menar vita comoda e agiata, e dispen-
to vicario di s. Lorenzo in Dainaso, cano- sò agli altri larghe Iimosine,oiide prov-
nico Liberiano e scrittore apostolico; riu- vederne a'bisogni, laonde si meritò il glo-
scì talmente segnalati! nell'ecclesiastica e- rioso titolo di padre de' pò veri. In tempo
iudizioue che dipoi fu incaricalo da Paolo
}
di carestia conducevasi in persona per la
V d'ordinare il Pontifica leRotnanojnsie- città, a oggetto d'informarsi delle mise-
me con altri dotti prelati, e di rivedere a rie de'bisognosi, visitandone con singoiar/
istanza del gran cardinal Baronio, che l'a- diligenza le parrocchie. Recava sovente il

vea in alta stima e sommo pregio. le sue. ln- ss. Viatico agl'infermi, e se il bisogno Io
nolazioitin\ Martirologio RomanoAu ta- richiedeva lasciava loro copiosi so v venir-

letempo contrasse stretta amicizia col ce- meli ti. Predicava il popolo, e
vangelo al

leberrimo poeta Torquato Tasso, che di- ne'dì festivi istruiva con somma pazienza
morando in Roma usava conversare con i fanciulli ne'misteri della fede e uè' do-
uomini dottissimi, uno de'quali era il pre- veri della morale cristiana. Manteneva pa-
lato^ l'altro l'Antoniano fornito di squisi- recchi vicari abilissimi, e uondimeno vi-
ta letteratura, co'quali Tasso tratteuevasi sitava ogni anno l'arcidiocesi,avendo sul-
molte ore in eruditi ragionamenti. Morto la lingua e molto più nel cuore la gran
lo zio, per favore di Filippo II ottenne da massima intesa da pochi: Che non già a'
Sisto V ne'primideli588ilsuo arcivesco- vicari, ma sibbeue a' vescovi, posti dallo
vato di Moureale, eoa pensione di 1 0,000 Spirito santo a reggere la Chiesa di Dio,
scudi a favore del cardinal Bouelli. D'or- incombe 1' obbligo della cura pastorale.
dine di Sisto V pose fine alle controver- Colmo di sante opere, rese lo spirito al suo
sie insorte tra 1' arcivescovo di Palermo Creatore inRoma nel 1 6og, d'anni 58, ed
e il suo capitolo. Stimalo da Clemente ebbe tomba nella chiesa del suo titolo sot-

Vili, fu destinato visitatore generale di to rozza lapide, posta innanzi l'altare mag-
tutte le chiese di Roma. Paolo V in pre- giore, con semplicissima iscrizione scolpi-
mio del suo sapere e virtù, aghi 1 settem- ta e che vivente erasi da se stesso com-
bre 606 lo creò cardinale prete di s. Pan-
1 che il car-
posta. L'Amidenio lasciò scritto,
crazio, basilica che imprese a rinnovare dinale arricchì i suoi parenti, e che non
quasi da'fondamenti con isplendida ma- vi fu uomo che quanto lui ambisse il car-

gnificenza, quantunque la morte gì' im- dinalato, da cui Clemente Vili lo tenne
pedì portare a perfezione. Di più Paolo sempre lontano. Queste sono calunnie ed
V nel 1607 lo ascrisse alla congregazione esagerazioni viziose, di cui abboudano le

de'rili e ad altre, e dichiarò bibliotecario biografie di quell'acre scrittore, il quale


di s. Chiesa, lu Monreale fondò il semi- di propria autorità censurò 1 personaggi
nario, a cui donò la propria biblioteca co- più rispettabili e degni. Il cardinale stam-
piosa di scelti libri, e comparti immensi pò il sinodo celebrato dallo zio in Mon-
benefìzi alla sua chiesa, non meno che alla monache, la
reale, scrisse le regole per le
a
città, con arricchire la 1 . di vasi sagri, di storia di sua chiesa, quella del monaste-
preziose suppellettili, di lampade di gran ro di s. Maria Nuova, alcuni ragiouamenti
valore, d'un nuovo pavimento di marmo, sulla Salve Regina, e alcun' altre opere
e di due conche per l'acqua santa, per gran- di minor conto. Il cardinal Baronio gli de-
dezza e vaghezza mirabili, oltre due no- dicò il voi. XI de'suoi Annali ecclesia-
bili cappelle che vi fece costruire; ed a- sticijed Aldo Manuzio e GianoNicioE-
dornò la 2.' con vari generi di edilìzi e di ritreo gli scrissero parecchie lettere. La
bellissime fontane. Sollecito del bene de' sua memoria è iu pereuue benedizione.
suoi famigliari e del sollievo de' poveri, La nobile famiglia de'suoi pareuli mar-
8 TOR TOR
diesi De Torres, è più d' un secolo che in molte cause gravi e interessanti. Elet-
si è stabilita nella città dell' Aquila, ove to dal capitolo di Toledo in arcivescovo
fiorisce. di quella città, non potè ottenerne le bol-
TORRES Cosimo, Cardinale. Nobile leda Innocenzo IV, perchè questi credè
romano e oriundo spagnuolo, nipote del troppo utile e necessaria 1' opera sua in
precedente, 01 nato di ragguardevole let- Roma, per valersene in servigio della chie-
teralura, avendo dato saggio di straordi- sa universale. Altri però con Bzovio an-
nario talento nel riferire le cause nel tri- nalista sono di contrario sentimento, e
bunale di segnatura, dove mostrossi assai sostengono che fu realmente arcivescovo
efficace ed energico, fu destinalo nunzio di Toledo, e che oltre le bolle riportò da
di Polonia,dove diporto»! con tanta sod- Onorio 111 lettere commendatizie al re s.
disfazione del re Sigismondo 111, che ri- Ferdinando III, ad Alfonso X suo primo-
masto pienamente appagato del suo pro- genito e al capitolo della metropolitana.
cedere, ottenne che Gregorio XV a'5 set- In vece Cardella co'registri Vaticani so-
tembre 1622 lo creasse cardinale prete di stiene, che in luogo dell'arcivescovo Ro-
S.Pancrazio, e protettore di Polonia pres- derico Zimenes, non già il Torrez, ma gli

so la1. Sede. Urbano Vili, al cui concla- successe Giovanni cappellano pontificio e
ve intervenne, nel 1624 gli conferì il ve- nipote del vescovodi Burgos. Pare clieO-
scovato di Perugia, diocesi che governò norio III l'inviasse ad Alessandro II re di
con gran fama di pietà, zelo e prudenza, Scozia, per domandare soccorsi alla cro-
in cui celebrò il sinodo che poi fece stam- ciata diTerra Santa, e tutto ottenne per
pare. Per nomina del re di Spagna, il Pa- quella sagra guerra come leggo in Le-
.

pa nel i634 'o trasferì all'arcivescovato sleo, De origine Scotorum p. 23 1. Morì


d\ Monreale, dove nel 638 tenne il sino-
1 nel 254,senza sapersi in qual luogo,dopo
1

do diocesano, che parimenti fu pubblicato essere intervenuto a'sagi comizi di Gre- i

colla stampa nella stessa città, avendo già gorio IX, Celestino IV e Innocenzo IV,
sino dal 1 635 incominciata la visita gene- a parecchie bolle de' quali appose la so-
rale dell'arcidiocesi, nella quale con gran- scrizione del proprio nome.
dissimo zelo emendò quanto eravisi in- TORRI Costanzo o Costantino, Car-
trodotto non conforme alle leggi canoni- dinale. V. Boccafuoco Costanzo.
che ed ecclesiastiche. Attaccato da lenta TORSO Jacopo, Cardinale. V. Jaco-
idropisia, sperando di potersene liberare po da Udine, ed Udine.
col beneficio dell'aria nativa, si traj>ferì TORTI VOLI, Turtibulum. Sede ve-
in Roma; ma in breve la violenza del male scovile e antica città d'Italia, nella pro-
lo ridusse alla tomba
642,di 58 anni
nel 1 vincia di Capitanata del regno di Napoli,
come lo zio, e presso di lui futumulato lontana da Benevento per via di Paduli
nella titolare basilica di s. Pancrazio con e Roseto 3o miglia, e 8 da Lucerà. Ro-
illustre elogio. Meritava certamente più vinata la città dalle vicende de'tempi, di-
lunga vita, perchè all' insigne letteratura venne feudo rustico con comodo palazzo
di cui era fornito, congiunse le più belle del duca Piguattelli di Monte Calvo. La
e amabili qualità. Era amico generoso, sin- sede vescovile già esisteva nel io3 suf- 1

cero, e insignemente officioso. fraganea della metropolitana di Beneven-


TORREZ Egidio, Cardinale.Spagnuo- to, poiché narra il Sai neìli, Memorie degli
lo e canonico della chiesa di Burgos, nel arcivescovi di Benevento .che in tale anno
dicembre 12 16 Onorio IN lo creò cardi- curn Turtibule usi Episcopo, fu mandato
nale diacono de'ss. Cosma e Damiano. Fu da Papa Pasquale II in Dalmazia, Unghe-
amministratore del monastero di Farfa in ria e Belgrado il cardinal Agostino del ti-

Sabina, e giudice ne' tribunali di Roma tolo de'ss. Quattro Jpochrisarius. Que-
T OR TOtt 9
sto vescovo non fu conosciuto da Ughelli, ma trovasi ora interamente distrutta, per
il quale nell' Italia sacra, t. 8, p. 389: aver incorsa la sorte di varie altre fortez-
Turtìbulenses Episcopi , dice che igno- ze del Piemonte da quel re eziandio re-
rasi il nome del suoi. vescovo, il quale staurate o accresciute, che il trattato di
venne postulato per sede di Firenze dal
la pace co'francesi nel 1796 prescrisse do-
capitolo di quella chiesa nel 236 kal. no- i versi smantellare. Poco degne d'osserva»

vemb. al Papa Gregorio IX. Gli altri ve- zione tuttavia sarebbero rimaste si l'une,
scovi sono: Stefano da Ferenti no o de Fer- che mutazioni del sistema
le altre, per le

rentino monaco cisterciense di Fossanuo- politico in Europa, e per l'apertura del-

va, eletto dall'arcivescovo di Benevento l'Alpi ne sarebbe stata ad ogni modo sce-
e confermato nel i 254 da Innocenzo IV; mata l'importanza, non se i loro avanzi
Egidio neoccupava la sede nel 286, e con
1 facessero ancor fede appunto delle virtù
altri vescovi confermò l'indulgenza con- pacifiche dell' encomiato re. E' pur sede
a
cessa alla chiesa parrocchiale di s. Vin- d'un tribunale dir. istanza, e delle au-
cenzo di Tivoli; Bartolomeo nel 1 3oo; fr. torità della provincia e del mandamento.

Giordano deh 366 per la sua povertà fu La cattedrale è una bella chiesa sagra alla
dispensalo dalle tasse delle bolle, commu- B. Vergine Assunta in cielo e sotto l'in-
ni subsidiojh\ Bartolomeo di Benevento vocazione di s. Lorenzo martire, con fonte
domenicano nel i36y, fatto da Urbano battesimale ch'è l'unico della città. Piife-
V; Giovanni intruso come eletto neh 383 riscel' Ughelli, Italia sacra t.
4, p. 623,
dall'antipapa Clemente V 1 ,che solvit so-
1 Derthoncnses Episcopi. Cathedral Ec-
litimipensum ^'Bartolomeo vescovo di Le» clesiam primi UH christijìdelibus ere-
sina neli4°9 fu trasferito a questa chiesa xerunt apud quam in acclivo colle re-
)

dal Papa Gregorio XII. Quindi soppres- giaspene et munificentissimas episcopa-


sa la dignità vescovile, la diocesi di Torti- lcs canonicasque aedes exaedificarunty
ì

voli fu unita al vescovato di Lucerà (F.). quae deinceps praeterito saeculo a re-
TORTONA (Derthonen). Città con re- giis ministris ann.i 554 ^ n niunitissimam
sidenza vescovile, grande e antica del Pie- arcem accomodata, nec sine magno Der-
inonte, negli stati sardi , nella divisione thonensium moerore alibi translata ac
d'Alessandria, da cui è distante 1 o miglia, a fundamentis constructa nova est ca-
da Voghera vaga e piacevole quasi
città thedralis, ubi SS. corpora etc. et reli-
altrettante, e da Torino 5o, comechè si- quiis ss. Marlyrum Apolloniae, Vitalis
tuata in cielo ameno tra Genova e Pia- et Agricolae solemni pompa ab episco-
cenza, colla quale confina Voghera. E' ca- po Gambara translata fuere. Fra le san-
poluogo della fertile provincia del suo no- te reliquie vi in grande venerazio-
sono

me e del mandamento egualmente omo- ne il corpoMarciano martire, suoi
di s.

nimo, presso la sponda destra dello Seri- vescovo e patrono della città, ed corpi i

via in pianura, ed appiè d'un'altura sul- de'ss. Innocenzo e A.riberto vescovi e que-

la quale ancor veggonsi gli avanzi del ce- st'ultimo martire. II capitolosi compone
lebre e già munito castello di Tortona, e di 3 dignità, la maggiore essendo l'arci-

delle sue importanti fortificazioni. Que- diacono (prima essendo di 5, cioè l'arci-

sta rocca, situata iu eccellente posizione, diacono, il preposto, il primicero, l'arci-


dopo l'acquisto che ne fece il re Carlo E- prete e il decano, con 7 canonici,
altri 1

mauuele 111, col paese denominato il Tor- secondo 1' Ughelli), di 16 canonici com-
tonese, di cui pure era capoluogo Tortona, prese le prebende teologale e penitenzia-
in virtù della pace conclusa a Vienna nel ria , e di altri preti e chierici addetti al

1789, fu da quel monarca resa formida- servizio divino. Il palazzo vescovile, buo-
bile per le opere di difesa che vi aggiuuse; no e decoroso edifìcio, è alquanto distante
io TOR TOR
dalla cattedrale. Fra le altre chiese, sono solitos admoneri eum a sefractus panis
parrocchiali seuza batlislerio quelle di s. maduisset cruore: quae quis non v ideai
Maria de'Canali, di s. Giacomo, di s. Mat- fabulosa esse, dignaque anilibus coro-
a

teo, di s. Michele, la i. già insigne col- iiulis? Al tempo de' romani divenne co-

legiata cou preposto e canonici. Vi sono lonia e fu commerciantissima, chiamata


un monastero di religiose, ed i cappucci- Coloniam Juliam Derlhoiiam. Soggiac-
ni, alcuni sodalizi, fra'quali inerita men- que successivamente a'goti ed a'iongobar-
zione quello dell'oratorio della B. Vergi- di, i quali tolsero alla chiesa romana il p i-

ne Annunziata per le pie e generose ope- trimonio che possedeva colle Alpi Co-
vi

re che esercita, due ospedali, il monte di ziej le quali con Tortona e le altre città
pietà, l'ainpioseminario cogli alunni, il col- che comprendevano, restituì a Papa Gio-
legio regio,e vari altri stabilimenti istrutti- vanni VII nel 707 A liberto II re de' lon-
vi e benefici. Tortona fu patria di molti gobardi. Nel 773 distrutto regno lon- il

uomini illustri per santità di vita, dignità gobardico, Tortona divenne dominio de-
ecclesiastiche e per la scienza. Mi limiterò gl'imperatori franchi e germanici, facen-
a ricordare cardinali Enrico Rampino,
i do parte dello stato di Milano più tardi.
Gio. Paolo Chiesa, Carlo Alberto Caval- Mentre in Pavia trovavausi nell'877 Pa-
chi/ii, che poco mancò ad essere eletto Pa- pa Giovanni Vili, e l'imperatore Carlo II

pa, e Francesco Guidobono Cavalchila. il Calvo, il nipote di questi Carlomanno


Di Bosco poi diocesi di Tortona, furono scese dall'Alpi con un esercito per com-
il glorioso Papa s. Pio V, ed il suo nipo- battere lo zio. Sbigottito per tale notizia
te cardinal Michele Bonetti, a cui Filippo l'imperatore si fuggì con Giovanni Vili a
11 die la stessa terra di Bosco con titolo di Tortona, nella qual città non sì tosto l'im-

marchesato. La città conta più di i o,5oo peratrice Puchilda ebbe dalle mani del Pa-
abitanti; possiede de'palazzi e delle belle pa l'imperiale cousagrazione,che essa pre-
case, ha manifattura di seterie, per la gran che seco avea la fuga per Mo-
se col tesoro
copia di sete che produce, e fabbriche di riaua. Si trattennenondimeno alquanto
preziose slolIe.Abbonda di granaglie,legu- colPapa 1' imperatore in Tortona ; ma
mi, riso, vino, bestiame, e funghi che iu quando inlese ravvicinamento di Carlo-
notabile quantità manda a Genova. Tra manno precipitò frettoloso in Savoia, e il

Tortona e Voghera si passa il fiume Ca- Papa immediatamente tornò a Rom a. Per
lorie, e l'occhio si spazia iu bella campa- quanto dirò a Toscanella, sembra che
gna sparsa d'inuuinerabili alberi di tuo V imperatore si fermasse in Pont-Yon,
rocelsi, e negli amenissimi luoghi de'din- dove il pontiGcio legato Giovanni vesco-
torni. Tortoua , Derthona , Darthana, vo Tosca uiese gli presentò l' impera tri -
Terdonam e Torlonum nella Liguria, ce- ce. Indi Tortoua si eresse in repubbli-

lebrala dagli scrittori antichi, si vuole e- ca, e come le altre città italiane si go-
dilìeata da'liguri, o secondo altri da'galli vernò colle proprie leggi. Eletto in Clu-
penetrali in Italia sottoBrenuo,che la chia- tiy Papa Calisto II, uel recarsi a Roma
marono Antilia e poi Terdona ab eventi- t
si fermò in Tortona, al modo narrato
bus tribus,quimortalium videntur rape- da Ughelli. Neh 55 l'imperatore Fede-
1

re adi ni ratio ne ni, vomii riporta l' Ughelli. rico per compiacere Pavia, e in odio del
I

.Varrai/ 1 cniiii primu/n praedurum sa- vescovo di Tortona fedele a Papa Ales-
xuni uber rimani exsudasse oleum j se- sandro III, prese Tortona, l'arse e abbat-
minio in s. Joannis Baptistae pervigi- tè da'fondamenti, come poi dirò. Indi i

Ho te imeni alioq itili scaturiginem liber- milanesi la riedificarono, si formò poscia


tini.-, lagnasse aquisj tertio nobiles quos- come le altre città italiane iu repubblica,
que Dcrtlioncnses propinqui fati fuisse e ne fu conte il proprio vescovo, e poi fo-
TOR T OR ic

ce parte del ducato di Milano, e alle va- na vi restasse nella seguente notte con ,

rie sue molteplici vicende andò soggetta. pubbliche dimostrazioni segnalarono la


Neh 538 recandosi Paolo IH a Nizza per loro divozione al vicario di Cristo, e mol-
Carlo V con Francesco I, pare
pacificare ti l'accompagnarono a piedi sino alle ripe
chea'3 maggio si recasse da Piacenza aTor- della Scrivia. Poco dopo gli austro-russi
tona. Neh 734 s'impadronì della città il tolsero a'fraucesi Tortona e il Piemonte,
marchese di Maillebois, che poi il duca di ma in conseguenza della strepitosa vitto-
Modena gli ritolse alla testa degli austria- ria riportata a Marengo, l'una e l'altro to-
ci, dopoché era stata riunita Tortona ai sto tornarono nel dominio di Francia, e
domimi dell'augusta casa di Savoia ,
per sotto l'imperoTortona fece parte del di-
quanto già notai. Pio VI nell'essere con- partimento di Marengo, finché neli8i4
dotto alla sua penosa deportazione a Va- divenne nuovamente soggetta alla monar-
lenza di Francia, l'onorò di sua presenza chia sarda.
nel 799, quando già francesi che lo te-
1 i La sede vescovile è una delle più. anti-

nevano prigione se n'erano impadroniti che degli stati sardi di Terraferma, poi-
nel 796, e avendo fatta saltare in aria la
1 ché ne'primordii della Chiesa ricevè il sa-
ricordata fortezza. Dopo avere il Papa lutare lume anno 73 di
della fede. Neil'
pernottato a' 18 aprile in Voghera , nel nostra era, Marciano o Marziano I, di-
s.

palazzo de'conti Dattili, s'incamminò per scepolo di S.Barnaba, ne fu eletto peri.


Tortona, incontrato divotamente in folla vescovo, e governò la chiesa /\.5 anni san-
da'torlonesi, alcuni de' quali però vi ac- tamente,decapitato a'6 marzo circa il 20 1

corsero per curiosità o per ischerno, co- regnando l'imperatore Adriano, sebbene
me narra con particolari dettagli il Bal- il Martirologio romano riferisca aver pa-
dassari del seguito pontifìcio, e descritto- tito glorioso martirio sotto Traiano, ma
re del viaggio, Relazione de'patimenti di esso era morto nel 1 7. Il suo corpo ven- 1

r
Pio VI. Il vescovo mg. Fassati accolse ne deposto da s. Secondo d'Asti in un'ur-
con venerazione nell'episcopio il veneran- na di terra cotta, e sepolto con l'iscrizio-
do Pio VI, a cui prodigò le più delicate ne: Hic rea uiescit corpus Mar tiani, epi-
cure: diversi del corteggio furono corte- scopi et mar ty ri's. Il martirio essendo sta-
semente e lautamente ospitati dalla rag- to ordinato da Saprazio Pelleta prefetto
guardevole famiglia Ratti. 11 Papa con- romano in Asti, egli fece poi altresì deca-

cesse diverse facoltà straordinarie al ve- pitare s. Secondo. Gli successe s. Àriber-
scovo, secondo i bisogni della diocesi, e to ordinato verso il 128, e dopo i5 anni
ricevè benignamente al bacio del piede colla corona del martirio riposò nel Signo-
diversi tortonesi che lo bramarono, es- re a'5 maggio. Il can. Bima nella Serie

sendo nella massima parte sinceramente cronologica de' vescovi di Tortona, an-
affezionati alla religione e ossequiosi al su- ticipa l'elezione di s. A liberto al 1 20. Que-
premo capo della Chiesa. Per l'inflessibi- gli inoltre afferma che neli52 gli succes-
le e riprovevole durezza dello spietato co- se s. Ammonio , che I' Ughelli vuole nel
mandante di piazza, ad onta che la Seri via 161, e dopo io anni morì a' io gennaio.
per le pioggie si fosse gonfiata, convenne Indi circail 175 s. Terenziano, martiriz-

al Papa nel suo stato infermiccio e lagri- zato nel 186, e la sua festa celebrasi il

mevole partire nelle ore pomeridiane del i.° settembre. Nel 187 s. Costanzo o Co-
20, e guadalo il fiume e la Bormida tro- stantino, che dopo 5o anni di vescovato
1

vossi a riceverlo mg. Mossi vescovo d'A- ottenne palma del martirio. Nel 240 o
la

lessandria, per la qual città si diresse.! buo- 246 s. Lorenzo, anch'esso martire dopo
che tanto eransi premurosa-
ni tortonesi 2D anni. Nel 272 s. Anastasio che passa-
mente adoprati perchè il Papa in Torto- li nella sede 5 anni, patì il martirio. Nel
ii tou TOR
277 Marcellino martirizzato nel 291
s. Ambrogio di Milano e Massimo di Tori-
nel 294* In questo gli fu surrogato il suo no, i quali ne scrissero le lodi, negli alti
diacono s. Giuliano, che dovè soccombe- del concilio leggendosi questo suo voto.
re a penoso martirio per non aver voluto Pallàctium f qui sec.tam Ariiì vel efus do-
offrire l'incenso agl'idoli, dopo 6 mesi o ctrinam damnare nòluit, ut caeteri con*
nel 3oo circa, fuori porta Pavia: fu sepol- sortes mei damnavere et ego condenti lo:
to di notte da Quinzio presso il fiume Ge- Exmpcranlius episc. Derton. Ma se l'U-
lubio, creduto l'odierno Scrivia. Verso il che governò 4° anni, non pa-
ghelli dice

3 o o il 3 5 s. Meliodoro levita, ordina-


1 i re giusta la data del suo annotatore. Nel
to da s. Materno vescovo di Milano, del- 4o4 o nel 4*5 s. Marziano II, e sedè i5
la quale metropolitana divenne suffraga- anni. Nel 4^1 s> Quinto o Quintino o
lieo il vescovo di Tortona. Nel 3 18 s. ln- Quinziano, intervenne al concilio di Mila-
nocenzio figlio di Quinzio tortonese e di no 4^2. Nel 472 s. Marcello. Nel 4<S£
del
nobilissima madre, consagrato da Papa s. s. Albino non conosciuto da Ughelli. Nel

Silvestro I a'24 settembre d'anni 33: se- 498 s. Albonio o Saturnino, fu al sinodo
condo Bollandisti non sarebbe parti lo per
i romano del 4g9, e governò con prudenza
la sua diocesi prima del 326, perchè a- sino al 568, in cui gli successe Giovanni
vrebbe da Roma date le disposizioni acciò li, dal cari. Bima registrato al 557. Nel
fossero riparati i disordini cagionati dai 579 o 58o Sisto santissimo e probo. Nel
presidenti gentili, ad onta chel'imperalo- 602 o ne! 614 Procolo Peno visse 47 an-
re Costantino Iavea concesso il libero cul- ni nel vescovato, che avendo recato mo-
to a'cristiani; ed osserva il can. Bima, che lestie al monastero di Bobbio , Papa O-
forse per questo l'Ughelli lo registra nel norio I lo prese sotto la sua protezione.
326, Egli fece eseguire gli ordini pon- Malliodoro si sottoscrisse nel 649 al con-
tifìcii e imperiali, obbligando colla pena Laterano, mininius cpiscopusDer-
cilio di

d'esilio tanto i gentili che gli ebrei ad ab- tonensis. Nel 660 Beato, cui successe nel
bracciare la fede cattolica: distrusse i tem- 662 Lorenzo intervenuto al sinodo di Mi-
pli di Giove e di Ercole, e la sinagoga con- lano dell'arcivescovo Mansueto. Nel 679
vertì in chiesa di s. Stefano, fondò un mo- Àudacio fu al concilio di Roma, e dopo di
nastero di sagre vergini, ricuperò i beni lui sederono nel 70 tOttavio, nel 7 1 1 Be-
di sua chiesa, e fece costruire la primiti- nedetto, nel 727 Tondero di santa vita,
va cattedrale ei2 chiese minori in onore nel 744 Giacomo, nel 753 Giuseppe, nel
de' 12 Apostoli. Trovò corpo di s. Mar-
il 765 Fla viario, nel 786 Girolamo, nel 793
ciano coll'anipolla e la sponga del vivido Desiderio, nel 799 Roberto, uell'8o8 Va-
suo sangue, e con solenne pompa lo de- lerio, nell'828 Giovanni III, nell'838 Rof-
pose nella chiesa edificata in onore del suo fredo, nelP848o858 Teodolfo, che nel-
nome e consagrata a'20 ottobre. Gli atti F876 fu al concilio di Pavia, ove Papa Gio-
dell'invenzione del corpo di s. Marciano vanni Vili fece confermare l'elezione di
li riprodusse l'Ughelli. Morì s. Innocenzo Carlo il Calvo, ed a quello di Ravenua.
trionfante de'suoi nemici e calunniatori ai Nell'878 Giovanni IV, nell'890 Gerar-
17 aprile 34^, glorificato da Dio con mol- do, nell' 898 lldegtno, nel 90 Garebal- 1

timiracoli. Nel 343 Giovanni I, qualifi- do. nel9i3 Benedetto II, nel 926 Andrea
cato per santo dal Massa e dal Galizia, e Rada nobile piacentino, di cui V Ughelli
sedè 2 anni. Nel 364 o nel 3y4, e secon- pubblicò il testamento, monumento di sua
do il Coleli nel 38r,s. Esuperanzio oSu- divozione verso la B. Vergine. Nel 940
peranzio già canonico di Vercelli e disce- Giovanni V, nel g43 Geriprando o leri-
polo di s. Eusebio, che nel 38 i assistè al prando,che intervenne nel 9)2 al concilio
concilio d'Àquileia contro Palladio, co'ss, d' Augusta, e sottoscrisse diversi atti. Nel
4

TOR TOR i3

984 Eriberto, nel 987 o 997 Litifredo, hai. maji, cu/usa. ad fundamcntum ne-
nel 1 oo4 Agirio che fu alla dieta di Ron- quitta vicinorum fiat desolata, et in l il.

caglia con l'arcivescovo di Milano per Te- maji per Mcdiolancnses est medificaia,
lezione del re d'Italia. Pietro del ioI 1 et miserunt Epistola cwn tribus donis,
intervenne al sinodo di Pavia neh 046, e scilicettubae aeneae ad convocandum
\isse chiaro per virtù sino al 1 07 7. In que- populum, vexillo albo cimi Cruce rubca,
sto Oddone, nel 084 Vido o Vidone, nel
t in quo edam erat Sol significata lìledio-
I io5Laaibat*do e fu al sinodo di Milano, lanum, et Luna significans Terdonam;
nel 1 1 1 1 Pietro II, ma consagrato neh 120 miserunt edam sigillum ad sigillandum
dall'arcivescovo di Milano Giordano nel- UtteraS) in quo erant sculptae duae civi-
la chiesa di s. Marziano, in occasione che tate s^ Mediolanum vide lice t, et Ter do-
Papa Calisto II fu nella città. Il vescovo na: quoniam sicut Sol et Luna sunt lu-
tenendo un legno in mano, investi con- i minaria hujus mundi\ sic Mediolanum,
Tortona del Monte Àrimannoe del
soli di et Terdona sunt totius luminaria regni.
castello, riservandosi alcune facoltà; e qui Profugit deinde Obertus episcopus ad
dirò con l'Ughein, che il vescovo di Tor- Alexandrum III iram Friderici 1, et
tona: IlabetduoOppida, Salcunum,Ca- Victoris V antipapae declinans, a quo
stellettum alterimi prò medie tate tpro al- plura ornamenta
retulit privilegiorum
tera EcclesiisPapiensi} ac Januensi sub- anno 6 sicut antea ab AdrianoIV re-
1 1 1

jccta. Episcopus Comes Derlhonae sub- tulerat. Oberto I pieno di meriti, inter-
scrìbiturj in vigiliti Oppida, ac Villas venne neh 1 79 al concilio generale di La-
liberam habuit, et absolutam jurisdi- tetano III. Gli successe neh 1 83 Ugone,
ctionem cimi mero et mixto imperio } ac che foedus iniit, et concordiam cumeon-
omnimoda gladii potestate. In cujusju- sulibus Dertlionensibus prò jugaticis a-
risdictionis argumentum hactenusex ve liisque ' juribus sui Episcopatus, il cui at-
tustissima consuetudine, denunatum en- to riprodusse Ughelli, fatto nel palazzo
sem a latere deferre jubet. Pietro II in vescovile, in cui Ugone è chiamato Epi-
pena della poco onorevole sua condotta scopum Comitem Derthonensem, e fu
et
fu privato della dignitàepiscopale nel con- sottoscritto l'atto al suono delle campa-
cilio di Pisa da Innocenzo 1 1. Nel 1 1 34 Gu- ne. Questo vescovo fu caro a Federico I,

glielmo, neh 53 Oberto


1 I preposito dei il quale confermò tutti i privilegi conces-
canonici regolari di Mortara,acui Papa si alla chiesa di Tortona dagl'imperatori
Adriano IV con amplissimodiploma con- suoi predecessori. Neh 186 il vescovoGan-
fermò beni di sua chiesa, prendendola
i dolfo, eletto da Papa Lucio III, ottenne
sotto la protezione di s. Pietro , enume- la conferma delle prerogative e privilegi
rando nel diploma le singole possessioni, goduti dalla sua chiesa. Neh 196 gli suc-
come si può vedere nell'Ughelli. Oberto cesse il vescovo Ottone , al quale scrisse
I nel 1 1 58 fu alla dieta di Roncaglia, e Innocenzo III, quibus Mi potestà tem fa-
per mostrarsi fedele al Papa Alessandro ciebat religiosos viros suae diocesis coni-
111 incorse V indegnazione del suo fiero pellendi ad observantiam regularem.
nemico l'imperatore Federico I,onde vi- Anno 97 Commune prò una parte Ci-
1 1

de co'suoi occhi l'estremo eccidio di Tor- vita tis, prò alia parte marchionem Al-
tona, cosi narrato dalla Chronicidavipov- lertum Malaspinam, ejusdem nepotem
tata da Ughelli. Ann. 55xri hai. mar- 1 1 investivisse Othonem. Neh 202 Opizzo-
iti, prima e t secundaferia in tran tis Qua •
ne, che concesse privilegiai monastero di
dragesimae Terdonensis civitas, et sub- s. Maria de Peroalio; neh 220 Pietro III
iti bium, obsessa est ab imperatore Fri- Buselto di Torlo, rinunziò nel 1 235 la se-

dcrìco et eatlcm civitas capta fui t xiv


ì de a favore del nipote e concittadiuo Mei-
i4 TOR TOR
chiorre Busetto, già preposto della catte- mandasse d'essere assolto, ne potesse pre-
drale e fu vittima sventurata del furore sentarsi al Papa, poiché avea giurato di
di Guglielmo VII il Grande, potentissi- stare a'suoi comandi e dato sicurtà d'ub-
mo marchese di Monferrato, che lo fece bidire perfettamente, gl'ingiungessero che
uccidere dalle sue truppe nel pomerio del- andasse pubblicamente a piedi nudi, dal
l'espugnata città, restandovi insepolto mi- luogo nel quale fu preso il vescovo fino al-
seramente. Pertanto narrano il Rinaldi la chiesa di Tortona, e dalle porte di Ver-
Annali ecclesiastici e l'UghelIi, che
negli celli e di due altre città, cioè Ivrea e Alba,
avendo Guglielmo VII neh 284 con gran- fino alle chiese cattedrali di quelle a pie-
de impeto assediata e presa Tortona , i di, non portando veste veruna sopra la to-
suoi soldati vi presero il vescovo e lo mi- naca e senza niente in testa. Che se tut-
sero in prigione, ove corso il marchese di tociò non faceva il marchese, con autori-
Monferrato gli fece levare ceppi; e per- i tà apostolica Io privassero insieme alla sua
chè alcuni parenti di lui tenevano certa posterità d'ogni padronato, feudo e enfi-
rocca ben guernita alla difesa, vi fu man teusi, ed altra cosa che teneva dalla chie-
dato il vescovo Melchiorre accompagnato sa di Tortona, alla quale il tutto ritor-
da più masnadieri, acciocché gl'induces- nasse liberamente; che la posterità sua
se a dare la fortezza; e mentre sopra di non potesse sino a 4 generazioni ottenere
ciò si parlamentava, fu ucciso il vescovo benefizio alcuno da quella chiesa; che il
con 3 altri. Udito l'atroce eccesso, il mar- marchese restituisse le castella e poderi, e
chese mostrò di sentirne molto dolore, e le terre ad essa appartenenti: che dopo e-

fece fare al cadavere grandissime e bellis- seguite le cose imposte,assol vesserò il mar-
sime esequie. Poco dopo il nuovo Papa chese secondo la consueta forma della
Onorio IV indignato per l'assassinio e per Chiesa, comandandogli che facesse un al-
la gravissima olfesa fatta alla libertà ec- tare alla detta chiesa e Io dotasse di an-
clesiastia, commise con sua lettera all'ar- nue i5 libbre di Genova pel mantenimen-
civescovo di Conza , ed domenicano e
al to di due preti che ivi di continuo dimo-
provinciale dell' ordine in Lombardia e rassero ; che dovesse finalmente passare
Dell'Insubri*, di prendere severa cogni- oltremare per la crociata, o andare in pel-
zione del crudele e sacrilego avvenimen- legrinaggio a visitare il santuario di s. Gia-
to. Ordinatosi quindi almarchese di com- como di Compostella,ed inoltre gl'ingiun-
parire innanzi alla s. Seóe per giustificar- gessero digiuni, orazioni e altre opere pie,
si, allegò più. scuse, fra le quali , che se secondo la qualità dell'eccesso e avessero
fosse partito dal Monferrato, il suo stalo slimato bene per l'anima sua. Ancora vol-
soggiacerebbe a molti evidenti pericoli; il le Onorio IV, che dopo l'assoluzione gli
suo non aver che 7 anni, il conte
figlio comandassero da sua parte.che allorquan-
di Savoia essere suo nemico genovesi , i do cessassero le scuse dal marchese addotte
non permettergli d'entrare inGenova;non per sicuramente poter venire a Roma, si

esser sicuro viaggiare per mare su legno presentasse fra un anno avanti la s. Sede
genovese, per gli odii de'pisani, non poter per udire e adempiere efficacemente ciò
venire sopra una nave raonese, ed esser- che gli fosse ordinato. Notai a Monfer-
gli chiusi tutti i passi. Le quali cose udi- EATo,chedipoiGuglielmo VII morì in una
te il Papa, richiedendo per una parte l'e- gabbia di ferro! Quindi Onorio IV elesse
normità dell'eccesso rigore, e per l'altra in vescovo Giacomo II Calcinano di Tor-
se valevano le scuse, l'equità esigeva che tona degli umiliati, dottore esimio ne'sa-
la clemenza temperasse I' asprezza del- gri canouijcheil can.Bima ritarda al 1 288,
la giustizia. Ordinò quindi all'arcivesco- il quale egregiamente governò sino al

vo e al provinciale, che se il marchese do- 1 3oo. In tale anno gli successe Pietro IV
TOR TOR i £
Tasio di Pavia , che introdusse i dome- Giovanni XXIII nello stesso anno elesse
nicani in Tortona; nel i 3og il torlonese vescovo della patria Enrico Rampino no-
Manfredo Calcinano; nel i 3 i 3 Tiberio bile toi tonese, che con atto presso P ri-
Tornano nobilissimo di Milano e cano- ghelli neli4>4 confermò al duca di Mi-
a
nico della metropolitana, poi traslato a lano Filippo M. Visconti l' investitura
Brescia; da dove Giovanni XXII nel 323 1 del feudo del castello di Surla detto il Ve-
trasferì a Tortona Princivalle Fieschi no- scovato e parte de'domiuii temporali del-
bilissimo genovese, col quale il senato di la chiesa di Tortona, della quale il ve-

Tortona per molli anni fu in gravi dis- scovo s' intitolava pure conte, colle sue
sidi, occasione jugatici (ut vocant:/octf- pertinenze e regalie qual feudo libero ;

lia, cose preziose, come gioie e altri or- nel i437 Pavia e poi a Mi-
fu trafilalo a

namenti, ma nel nostro caso piuttosto do- lano e creato cardinale. Nel 1437 da Co-
quod ho-
nativi, regalie, censi tributari) mo vi fu trasferito Giovanni VII Barba-
minvs Eniscopa lui olmo jcii cidem sella- vara milanese, legato del duca di Mila-
tili a temporibus Vgonis episcopi solve- no a Papa Eugenio IV. Nel 1 /\.5i Fabri-
hant. Le quali deplorabili contestazioni zio Maritano nobile milanese, che vis-
I

furono terminate nel palazzo del comu- suto un anno, Eugenio IV neh 453 no-
ne in Porta dorata nel 347, P er 'atto di i minò il suo cubiculario Bartolomeo Ca-
concordia e transazione concluso tra Raf- stiglione nobilissimo milanese d' esimia
faele Fiesco conte di Lavagna e procura- virtù, morto neh 4-55. In questo gli suc-
tore del vescovo e conte di Tortona suo cesse Giovanni Vili Marino; nel 1462
parente, e Giovanni Ferracavallo sinda- Michele Marnano nobile milanese, am-
co della città, e riportato da Ughelli. Cle- ministratore di Nocera e Foligno, e tras-
mente VI nel i348 elesse Giacomo Vi- lato a Piacenza. Nel i^j6 Fabrizio II
sconti nobile diMilano e canonico della Mai liano parente del precedente, e in sua
metropolitana. Nel 363 d'Albenga vi tu 1 morte nell'anno stesso gli successe a Pia-
traslato Giovanni VI de'marchesi Ceva, cenza con dispiacere de' tortonesi. Nel
che nel 386 a mezzo del suo vicario nel
1 1477 Giacomo IV Botta nobile pavese;
castello di Surla di questo fece investir- neh496 Giovanni IX Zazio di Pavia, al

ne Gio. Galeazzo Visconti signore di Mi- quale Massimiliano Sforza duca di Mila-
lano, con mero e misto impero, ed ogni no, con diploma presso l'Ughelli, confer-
giurisdizione, qual feudo libero, nobile mò i privilegi e le giurisdizioni del vesco-

e antico, e il Visconti fece al vescovo il vato. Nel i5a8 Uberto Gambara bre-
giuramento di fedeltà. Nel documen- sciano, di somma estimazione, celebre
to d' infeudazione, riportato da Ughelli nunzio apostolico, prolegato, di Bologna
coti quello della ratifica fatta dal vescovo e chierico di camera,e cardinale nel i548,
In s. Giorgio di Tortona, il vescovo s'in- per cui rinunziò la sede al nipote Cesare
titola: Dei grafia Episcopus Derthonen- Gambara, il quale colla sua prudenza e-

sis et Comes
temporalihus generalis.
in gregiarnente governò il Piceno,enel 1 584
Ma poi il Visconti espulse da Tortona Gio- edifìcòil palazzo vescovil(j ,leggendosi nel-
vanni VI, che morì esule nel i3c)2. Nel l'iscrizione che vi pose: Antiqua Episco-
1 3g3 gli successe Antonio, che morto nel porum sed olim in summo colle sita et
i 394,in questo Papa Bonifacio IX gli sur- Caroli V imp. jussu Arci construendae
rogò Pietro V De Giorgi pavese, che fu destr ucta, atquc a Philippo II regè ae-
nel 1 4og al sinodo di Pisa, Derthonae do* re propterea penso, Caesar Gambara
minio Philippo Marine VicecomitiMe' etc. Morto nel 5g gli successe nel 5§i
1 r 1

diolani duci procuravit deferendum, e il nipote Matteo o Maffeo Gambara, che

nel 1 4 3 passò
f alla sede di Novara. Papa celebrò 5 sinodi, lodalo per pietà e sin-
8

i6 TOR TOR
gelare equità, morì cieco nel 6 1 2. Pao- 1 vo l'odierno mg/ Giovanni Negri di Fon-
lo V in tale anno gli sostituì Cosmo Dos- tanetto arcidiocesi di Vercelli, in quel se-
serio pavese,generale de'barnabiti, dotto minario lodato professore di teologia e ca-
e piissimo, fatto già da Clemente Vili vi- nonico penitenziere della metropolitana,
sitatore delle chiese di Roma, ottimo pa- dicendolo vir gravitate, integritate, ze-
store, riformatore de' costumi e limosi- lo aniniarum> et prudentia praeditus,
niero. Nel 1620 Paolo Arese nobile mi- ac optimis imbutus moribus } dignus prò -
lanese, dotto teatino e facondo predica- pterea censetur^ qui praefatae Eccle-
tore, illustrò colle sue virtù la sede, ri- siae in Episcopum praeficiatur. Narra
nunziò nel 1 644'Perciò Urbano "Vili con - il n.° 33 del Diario di Roma i833, che

feiì il vescovato a Francesco Fossati di nella domenica de'2 aprile nella chiesa
1

Milano procuratore degli Olivetani e ab- interna della casa della Missione il car-
bate di s. Maria Nuova di Roma, versa- dinal Fransoni, assistito da'prelati Della
to nella letteratura. Neh 653 Carlo Se- Porta e Bottiglia, poi cardinali, consa-
r
ptala nobile milanese e arciprete della grò vescovo di Tortosa mg. Negri, e ve-
1

patria metropolitana, e gli successero nel scovo d' Alessandria mg. Dionisio An-
i683 Carlo Francesco Ceva nobile di drea Pasio torinese, alla presenza di mol-
r
Milano e di quella chiesa canonico peni- li distinti personaggi. Mg. Negri meritò
tenziere e vicario generale, e nel 1 70 1 che gli encomiati Papa e re lo facessero,
Giulio Resta nobile milanese, già referen- iIi.°prelato domestico e assistente al so-
dario e lodato preside di Norcia^ Jesi e glio pontifìcio, il 2. commendatore de*
Civitavecchia, Nel y44 Giuseppe Lui-
1 fi'- ss.Maurizio e Lazzaro. Sollecito e prov-
gi de Àndujar domenicano, del Forte di vidissimo pastore, celebrò il sinodo dio-
Fuenles diocesi di Como e oriundo spa- cesano e lo pubblicò con molta lode: Sy
gnuolo, traslalo da Bobbio.Nel 1 783 Car- nodus Dioecesana s. Ecclesiae Dertho-
lo MorizioPeiretti. Nel 1796 fr. Pio Fas- nensis quamExcellentissimus ac Reve*
sati di Casale domenicano, che dopo a- rendissimus Dominus Dominus Episco-
ver compianto con Pio VI le Iagrimevoli pus Joannes Negri habuit diebus 6, 7
vicende de'tempi, sotto il governo fran- et 8 septembris i843, Derthonaeex ty-
cese vide soppressa neli8o3 da Pio VII pographoeo Episc. F. Rossi 844- Nello 1

lasua sede di Tortona e unita a quella di stemma gentilizio dell'illustre prelato si

Casale fatta suffraganea della metropoli- vede tra le insegne, oltre la mitra e il pa-
tana di Torino; per cui rinunziato il ve- storale, anche la spada in memoria del
scovato, si ritirò in patria ove morì. Nel principato temporale de'predecessori, in-
]8o5 fatto vescovo di Casale Gio. Cri- titolandosi Princeps Campi Beati. Que-
sostomo de Villaret parigino, già d' A- sto sinodo fu ed è assai ammirato quale
miens, ripristinato nel 18 14 il governo monumentoirn portantissimo e imperitu-
sardo abdicò nell'ottobre, e morì a Pari- ro della dottrina e pietà del celebrato ve-
gi nel 1824. Lo stesso Pio VII ad istan- scovo. Ogni nuovo vescovo è tassato ne'
za del re Vittorio Emanuele I, ripristi- libridella camera apostolica in fiorini
nò la sede vescovile di Tortona, la dichia- 800, ascendendo le rendite della mensa
rò suffraganea della metropolitana di Ge- a circa scudi 4°o° nonnullis oncribus
nova e lo è tuttora, ed a'2 dicembre 8 1 1 1 gravati. Ampia è la diocesi che si esten-
preconizzò in vescovo Carlo Francesco de a quasi i5o miglia, avendone circa 3
Carnevale patrizio di sua patria Torto- di circuito la città, e contiene molti luo-
na, e morto neli83r. Gregorio XVI nel ghi e 282parrocchie comprese alcune suc-
concistoro de* 5 aprile 1 8 33, per nomina
1 cursali, divise in 12 distretti o regioni e
di re Carlo Alberto, preconizzò in vesco- vicariati, inclusi vamente alle parrocchie
,

TOH TOR »
7
della città ed a quelle suburbane de'Cor- terno ridotto tutto piegato alla scabrosità
pi Santi. del terreno; l'Opera a Corno ch'è costrut-
TORTOSA. V. AnTarada, e Tolosa ta sullo stesso contrafforte su cui giace il

per averla conquistata nel 1 1 02 dal conte castello e fa parte sporgente del suo siste-
Raimondo IV. ma di difesa; il forte d'Orleans costruito
TORTOSA (Derthusien).C\llà con re- dopo guerre di successione per la mo-
le

sidenza vescovile della Spagna, nella Ca- narchia e assai più proprio a compiere l'a-
talogna, compresa nella provincia di Tar- zione difensiva dell'Opera a Corno, con-
ragona e a 16 leghe da essa distante , da tro gli attacchi diretti sull'alto ripiano de'
Valenza 37.Giace in ameno e fertilesuolo, Carmi, di quello che a proteggere le o-
fra'monti e la pianura in cui si avvalla- pere della pianura nella parte inferiore
no le acque del Tebro o Ibero, a poche della città. Havvi pure una testa di ponte
miglia dalla sua foce nel Mediterraneo sulla riva destra del fiume,e ancorché sem-
all'estremità della piccola penisola d'Al- plice, è dessa in sì efficace maniera dalle
faques. II fiume va radendo il piede delle opere della città fiancheggiata, ch'è diffi-

case^inserrandosi alquanto e sopra e sotto cile di prenderla, ove queste pure non sia-

la corrente in largo alveo e assai profon- no al tempo vivamente


stesso battute e
do, che il diviene ancor più allorquando assaltate. Tortosa è pur sede d'un gover-
ì venti cacciano le acque del mare con- natore militare e civile, qual piazza forte,
tro del fiume. 1 vi è un ponte
barche nel- di come da 6 castelli, e
difesa vi si entra per
la parte più. stretta, ed è il solo che tro- 4 porle. Anguste ne sono le vie e in ge-
vasi su questo gran fiume nel lungo tratto nerale male insiniciate, come le case vec-
di cammino daSaragozza alla sua foce.SuI- chie male fabbricate; oltre la pubblica
la sinistra le estremità de' vari contrafforti fontana, gli edilìzi più rimarchevoli so-
che discendono dal monte di Nostra Si- no il palazzo della contessa di Vall-Cabra,
gnora dell'Alba precipitano ripide nel pia- il palazzo vescovile e la cattedrale che gli
no della città e ne frastagliano le forme è prossima. Questa chiesa di stile gotico,
in più burroni di diversa longitudine e am- grande e ben ornata, e nella quale am-
piezza. Sulla diritta i colli perdonsi a dol- miratisi de'bassirilievi di Cristoval di Sa-
cissimo pendio della pianura, e si aprono lamanca, secondo 1' ultima proposizione
a più strade che conducono ne' regni di concistoriale esige delle riparazioni, ecosì
Valenza e d'Aragona. Quindi èche la biz- l'episcopio. E' sotto l'invocazione della B.
zarra natura del sito ha resa del pari ne- Vergine Maria de Stella, con battisterio
cessariamente varia e a saliscendi bizzar- e cura d' anime affidata al capitolo che
ra la cinta della città. Un castello le giace la fa esercitare da ^rationarios. Antica-

nel mezzo sopra un masso di roccia che mente il capitolo era di canonici regolari
sporge più che gli Ebro, e
altri verso l* di s. Agostino.L'odierno, secondo la detta
benché angusto ha però pel suo dominio, proposizione concistoriale, si dice compo-
siccome si alza sui dintorni a cavaliero, sto di 12 dignità, di cui lai." è il priore
un'azione efficace alla difesa generale. La maggiore, di 20 canonici comprese le pre-
cinta poi ivi è doppia, altrove è sempli- bende del teologo e dei penitenziere, to*
ce o preceduta da forti; dappertutto però tidem rationariis> tribus dìaconis, sex
essa offre difficoltà non poche agli attac- subdiaconis, atque scptem supra vigiliti
chi, e perchè gli attacchi sono colti di fian- beneficiatis divino servitio addictis.k te-
co o di rovescio da forti chesi elevano sui nore del concordato o convenzione stipu-
colli dominanti. Tali forti sono la Tene- lata dalla regina Isabella II colla s. Sede
xa nella parte superiore della città, ch'è neli85i, che riportai nel voi. LXVIir,
propriamente un fronte bastionato con in- p*i9g, dovrebbe essere quale nel mede*
VOL. LXXVIII.
i8 TOH TOR
simo lo descrissi insieme alle rendite , e Berengario V venuto in cognizione delle
similmente dissi la statuita mensa del ve- straordinarie prodezze faltedalgentileses-
scovo. Nella città vi sono 5altre chiese par- so, istituì a loro favore l'ordine delle cava-
rocchiali, 3 delle quali munite del s. fonte, Scure (V.). Questo esempio
lieresse della
3 monasteri di religiose, diversi sodalizi, fu imitato nel secolo XIV dalle donnedi
I* ospedale, il seminario. Prima delle af- Placencia contro i portoghesi aiutati da-
fliggenti condizioni della Spagna, le cui Giovanni I re di Gastiglia
gl'inglesi, laonde

ultime deplorai a Toledo, 9 erano le case fondò per premiarle l'ordine della Bau*
religiose inTortosa.Ameni sono passeggi i da (V.). Anche in altri tempi Tortosa di-
pubblici, ed il clima mitissimo. Vi si fab- venne memorabile ne' fasti militari, sic-
bricano acquavite, seterie, lavori al torno, come contrastata con accanimento da fa-
sapone, maiolica, carta, e vi si preparano mosi capitani. Nel 1649 l'assaltò il fran-
corami; attiva n'é la pesca, essendo la sua cese maresciallo Scomberg dalla pianura
rada accessibile a' mediocri bastimenti, al bastione s.Pietro,e s'impadronì di Tor-
energico essendone il commercio. Questo tosa; ma passati due anni venne ricupe-
abbraccia precipuamente il vino e l'olio, rata dagli spagnuoli sotto Filippo IV. Nel-
i grani e il sale; grosse imbarcazioni pon- la famosa guerra di successione, occupò
no risalire il fiume sino alla città, dov'è nel 1708 la città co'suoi francesi il duca

un porto che fa alcune esportazioni e il d'Orleans e dopo un brillantissimo asse-


piccolo canottaggio. Delizioso il territo- dio, per Filippo Vdi Borbone re di Spa-
rio e ubertosissimo, contiene miniere di gna. A quell'epoca un falso attacco fu con-
ferro, piombo, mercurio, calamina, allu- dotto contro il forte la Tenaxa; l'attacco
me e carbone fossile; cave di marmo, a- vero fu diretto sull'altura contro i forti
labastro, diaspro de'colori più belli e don- de'Carmi e di s. Spirito. La notte del 26
de estraggonsi colonne magnifiche, sali- ottobrei7i 1 ebbela Starhemberg. Il du-
ne considerabili e acque minerali. Tor- ca di Vendòme giaceva in Tortosa tran-
tosa, Dertosa, Derthusìa, è antichissima, quillo, come già Villeroy in Cremona, al-
ed i romani la dichiararono municipio, lorché il principe Eugenio cogl'imperiali
dopoché due Scipioni vi combatterono
i lo sorprese nella piazza; i generali Sta-
Asdrubale e Imilcone, accordandole vari rhemberg Wesel, accompagnati da'ge-
e
privilegi. Fu poi presa nel 716 da'mori nerali Stanhope,Estren e Roannes, si av-
saraceni, e quindi diventò argomento di vicinarono improvvisamente e di tanto al-
parecchie pugne accanite tra'mori ei vi- la piazza sopra due direzioni da'loro cam-
sigoti-spagnuoli, finché il conte di Bar- pi di Tarragona, che mentre gli uni s'im-
cellona Raimondo Berengario V a'primi possessavano della mezzaluna del Tem-
la tolse neli 4*, dopo aver sposato Pe-
1 pio e applicavano le scale al bastione di
tronilla regina erede del regno d'Arago- s. Giovanni ed i petardi alle porte, gli al-
na, per cui a questo regno la riunì, onde tri assalivano dall'opposto lato il borgo
segui le sue vicende e quelle della Spa- Reucollins e la falda dell' alture del ca-
gna. I mori tentandone la ricupera con stello.Tutlo fu dapprima vittoria nelle file
grande ardore,l'assediarono nel 149, e la
1
imperiali , disordine e scompiglio nelle
più parte de'difensori cristiani ne rimasero francesi; ma qui, come a Cremona, andò
vittime; onde essendo la città prossima ad allora l'esito fallito per la virtù de'pochi
essere espugnata, si armarono virilmente difensori, per l'accordo mancato fra gli
le donne alla difesa della pericolante pa- assalitori. Dopo quella formidabile e lun-
tria, e tali segnalate prove dierono di co- ga guerra, nel 1708 Filippo V fece eri-
raggio, che obbligarono i maomettani a gere il forte d' Orleans. Allorché Napo-
sciogliere l'assedio e ritirarsi. Raimondo leone I imperatore de'francesi, con que-
, .

TOR T OR '9
sti e gl'italiani si propose la conquista dì promesso il loro onore, più che la vita-
Spagna per sostenervi il fratello Giusep- 11 bellissimo e famigerato assedio di Tor-
pe che avea dichiarato re, Tortosa di tosa servi alla fama de'francesi: senza gl'i-
10,000 abitanti avea 8000 uomini di pre- taliani non si faceva; e gì' italiani tenuti
sidio, e molte provvisioni; ma gli anglo- lontani, ma protettori, non si dissiparo-
ispani loro nemici sommavano a 20,000 no, e ne' perigli furono più grandi. Su-
nel 1 8 io. I generali Suchet e Macdooald chet espugnò Tortosa nel 1 8 1 1 1 francesi
con apparecchio formidabile marciarono furono tacciati d'avere esposti nelle guer-
suTortosa,tanto più meraviglioso in quan- re di Spagna gl'italiani. Scrive il general
to che trova vansi in mezzo agli eserciti ac- Vacani nelle sue storie,che gl'italiani spes-
caniti degli spagnuoli uniti agl'inglesi di so lasciati con pochi uomini in difficili po-
Catalogna , di Valenza e di Castiglia. Il siture, spesso mandati a perigliosi assalti,
maresciallo Suchet più accorto del duca spesso;negati d'aiuti, chiarirono amici e ne-
d'Orleans, edotto de'suoi errori, fu a bel mici che cervelli vale vanoquanto le brac-
i

segno per respingere i posti esterni, invi- cia: gl'italiani non mai affievolirono, e di-
luppare la piazza occupare all' intorno , minuiti di numero crebbero d'animo, par-
tutti i risalti per difendere e coprire. Ha- vero raddoppiarsi allorché li spazzava la
bert stette alla testa di ponte; Vallee gè* mitraglia nemica.» Quelli ch'ebbero par-
nerale dell'artiglieria imitò V Orleans e te alla loro studiata separazione, mentre
con un ponte volante facilitò il contatto gli altri armata erano tenuti
corpi d'
reciproco de'carapi. A' 16 dicembre Ro- congiunti ad alte imprese, se nou furonvi
guiat generale del genio stabili d'assalire mossi dall'invidia o dalla gelosia, il pos-
Tortosa pel lato della pianura fra l'Ebro sono essere stati da priucipii ancor più
e il forte d'Orleans, comunque i forti di ignobili, da quelli cioè di esporre e fama,
quest'ultimo sembrar potessero minaccio- e vita a un tempo stesso di una truppa
si alla marcia degli attacchi nel sottopo- dotata, al dir di molti, di valore, di di-
sto piano, e comunque il prestarsi co' par- ma pur troppo tenuta da altri
sciplina,
chi d'artiglieria inferiormente alla parte poco meno al leata che ausiliaria, meno da
sinistra dell'Ebro con alla schiena e Tar- nazione libera che nazione tributaria e
ragona e il mare apparisse un'impresa te- schiava." Restituita la Spagna a'suoi re,
meraria. Due finti attacchi al forte d'Or- Tortosa soggiacque ad altre vicissitudini,
leans e alla lesta di ponte, e due simili alle e nel 1 82 i fu devastata dalla febbre gial-
alture doveano lasciar comodo all'attac- la, che ne portò via gran numero di gente.
co principale, fingere quello che in elfetto La sede vescovile fu istituita in Tortosa
operò l'Orleans: intanto trasportavansi le avanti il 55o, fatta sulfraganea della me-
cose necessarie alla trincea dell' attacco tropolitana di Tarragona e lo è ancora.
principale, e nonostante il cannoneggiar Ne furono primi vescovi Orso che sotto-
della piazzasi adempiva la trincea e si dap- scrisse al concilio di Tarragona del 5 1 6, e
presso ad essa, che parve non che mera- Maurelio che intervenne a quello di Leri-
viglia, miracolo. Gl'italianifurono posti da nel 524. Nel grande scisma d'occidente
a campo a cielo scoperto a Tarragona,fra all'antipapa Clemente VII successe in A-
Lerida e Tortosa a far viveri e foraggi vignone l'autipapa Beuedetto XIII, e fu-
a proteggere i lavori che si moltiplicava- rono ubbiditi dalia Spaglia e da Tortosa.
no d'approcci, costruzioni di batterie, pas- Sottrattasi parte della Spagna da Bene-
saggi di fossi, apertura di breccie, sino alle detto XI li, dopo il sinodo di Pisa, ove nel
convenzioni d' accordo cogli spagnuoli ;
i4°9 l'eletto Alessandro V scomunicò
spesso isolali, sempre in inauipoli diversi l'autipapa, che il concilio avea deposto,
con grave pericolo di ciascuno di essi, coni» Beuedetto XIH si ritirò io Perpìg nano t
20 . TOR TOR
ed in Pauiscola (F.) nella diocesi diTor- nel 1 42^, ma solo fu riconosciuto dagli a-

tosa e poco lungi dalla cittadella quale poi ragonesi, regnando Papa Martino V elet-

si recò a dimorare. 11 p. Galtico,.4cto cete- to nel concilio di Costanza. L'antipapa ri-

remonialia^ p. 1 62 e seg., descrive il sog- nunziò la pseudo-dignità a'26 luglio 1429,


giorno fatto dall'antipapa Benedetto XI li ericonobbe Martino V, mediante l'opera-
in Tortosa colla sua curia, e le funzioni, to del cardinal Pietro de Foix legato d'A-
concistori e glandi atti che vi celebrò, vi- ragona, al quale prestò la sua ubbidien-
sitato a' 12 novembre i4'2 con solenne za ius. Matteo, terra contigua a Paniscola,
ingresso da Ferdinando 1 re d'Aragona, i cui scismatici abitanti furono assolti dal
dalla regina e da'ieali infanti, che infeu- Papa. Quindi nell'istesso anno fu celebra-
dò de* regni di Triname o Sicilia, di A- to in Tortosa un concilio/adunato dal car-

ragona, Sardegna e di Corsica; iuve-


di dinal Foix quale legato della s. Sede , e
5

stimenli seguiti con tutte le formalità a composto di tutti i prelati e principali ec-
21 novembre i4>2 colla tradizione del- clesiastici de' regni d'Aragona e di Valea-

l'anello; ed il re fece giuramento di fe- za, e del principato di Catalogna. Nel con-
deltà sugli evangeli, e quello d'omaggio cilio fu dato perfetto fine allo scisma du-
ligio col porre le sue mani tra quelle del- ralo quasi 5i anni con sommo discapito
l' autipapa, baciandogli i pollici posti in dell' unità delia Chiesa, venendo in esso
forma di croce, il piede e la mano. Bene- confermata la rinunzia dell'antipapa Cle-
detto XII 1 con tutto il ceremoniale aven- mente VIII,efuricouosciutoda tutti Mar-
do tenuto due volte a mensa il re co'falsi tino V, Inoltre nel concilio nel fine della
suoi cardinali e gì' infanti, la regina de- 4 sessione si lessero 20 regolamenti o ca-
sinò nella propria camera. Altra volta il noni, intorno alla vita e costumi de' chie-
re pranzò cogli anticardinali nell'episco- rici, e le doti richieste in quelli che de-
pio, e con essi assistè a 'divini uffici celebra- vonsi eleggere per occupare i benefizi. In-
ti dall'antipapa nella cappella segreta e in torno la proibizione di portare abiti di co-
pubblieOjSedendo il re dopo i cardinali ve- maniera poco con-
lore e d'essere vestito in
scovi, ed il suo primogenito dopo il cardi- forme allo staloecclesiastico,Sopra la con-
nali ."prete, mentre l'altro figlio si assise danna de'eoncubinarii. La maniera d'i-
dopo il cardinal 1 .°diacono;ricevendo il re struire il popolo. L'ordine di battezzare
e gl'infanti il bacio di pace da'cardinali, nello spazio d'8 giorni i figli de' novelli
ed i figli la passai onoa'cardinali che sede- cristiani, Contro la negligenza degli ab-
vano dopo di loro. Continuando Benedet- bati nel correggere i loro religiosi. Contro
toXIll a dimorare colla curia in Torlosa, i chierici e i religiosi, che confessa vano sen-
nel 4 3 vi ricevè due ambasciatori diGio-
1 • za averne ottenuta la permissione degli
vanni 11 re di Castiglia e Leon, che furo- ordinari. Contro prelati che s'impadro-
i

no ammessi all'assistenza de'divini uffici. nivano collo spoglio de'beni de'defunti ec-
Diverse di queste cose le narrai ne' voi. clesiastici. Sopra sacerdoti che hanno cu-
i

LXV,p. 216, LXY1I, 3i5,LXVIII, p. re d'anime, e all'amministrazione de'sa-


p. 104. Deposto Benedetto XIII nel i4i5 gramenti nelle cappelle o nelle case pri-
anche dal sinodo di Costanza, sebbene a- vate. Fu altresì ordinalo di leggere ne'si-
vesse contribuito all'elevazione al trono nodi la bolla di Bonifacio Vili Quidam ,

di Ferdinando I, non solo fu dal re ab- ut intellexìnius, contro coloro i quali ci-
bandonato, ma dichiarato antipapa, scel- tano gli ecclesiastici davanti a'giudici se-
lerato e perturbatore della Chiesa. Per cui colari per opprimerli. Labbc 1. 1 2, Ardui-
con grosse squadre Benedetto XIII si ri- no t. 8. Ma pochi anui dopo Tortosa fu
tirò a Paniscola e ivi mori. In Paniscola nuovamente ravvolta nello scisma, poiché
il suo vescovo Ottone fu uuo
gli succise neirantipapato Clemente V1U degli spu-
TOR TOR . 21
gnuoli che nel conciliabolo di Basilea e- ne parve impresa tanto eccedente alle sue
lessero nel 1439 contro il legittimo Eu- forze, che taluno osò tacciarlo tli presun-
genio IV l'antipapa Felice V, il quale lo zione. Ma egli colle copiose rendile d'una
creò anticardinale. Però conosciutosi da giusta parsimonia ridusse a compimento
Ottone grave errore, neh 44^ »'i nU11 -
il il collegio, se non con invidia, con mera-
ziò ai Papa l'insegne e il titolo di sua falsa viglia certamente de'grandi. Frattanto per
dignità e tornò alla sua ubbidienza come la morte di Filippo l re di Spagna, il suo
p.161, e narra Ciacco-
rilevai nel voi, IV, primogenito Carlo I, poi celebre e potente
nio, Vitae Cardi nali um, t. 2, p. 939, che imperatore Carlo V, sotto la cura dell'a-
ce riporta lo stemma, Eugenio IV assol- vo paterno Massimiliano I, giunto che fu
vendolo dall'iucorse censure. Ne'primi an- alla puerizia e all'età di 7 anni, trai tossi
ni del secolo XVI Tortosa ebbe a vescovo per lui la scelta d'un maestro, che gì' i*

un celebre cardinale, che divenne Papa, stillasse nell'animo colle lettere la pietà,

dotto e virtuoso, ma poco conosciuto, anzi e come Adriano fu riconosciuto degnissi-


calunniato assaijper cui oltreal detto alla mo nell'uno e nell'altro pregio, fu da Mas»
biografìa e in tanti luoghi, aggiungerò su similiano scelto per maestro del nipote
di lui altre nozioni; potendosene leggere Carlo I. Ma Guglielmo o Carlo Ceures o
la storia uelGiovio, Vita HadrianiVl Croy signore di Chievres belga, ch'era di
Pont, Max., Florentiae 1 55 ; enei Ciac- 1 questi governatore, scorgendo dipoi che
conio, Vitae Pontificum ) t. 3, p. 4^3, ove il principe non amava lo studiose non per
riporta la sua effigie, lo stemma e il ó'w l'arte militare, s'ingegnò d' allontanarlo
segno del suo monumento sepolcrale, del dal suo fiancOjCollo splendido titolo d'am-
quale parlai nel voi. LXIV,p. 109. Adria- basciatore nella Spagna al re Ferdinan-
no Florenzi d'Utrecht, di basso lignaggio, do V
avo materno di Carlo I, ed al quale
privo di cognome, ond'egli prese quello egli dovea succedere in altri regni. 11 soa-

di Florenzi dal nome del padre Floren- ve e candido trattare d' Adriano, il suo
divenuto Papa non volle in vece as-
zio, e sapere e prudenza guadagnò al nipote
,

sumere altro nome. Privo pure di mezzi l'animo del vecchio e possente re d'Ara-
per applicarsi agli studi, se li procacciò gona, il quale nominò e designò Adriano
a Lovauio in uno di que'collegi che ali- al vescovato di Tortosa, colla dignità di
menta vano per carità alcuni bisognosi sco- generale inquisitore della fede nelle Spa-
lari e denominato Portium. Fece tosto mi- gne.Seguendo la divina provvidenza a sol-
rabili avanzamenti nelle più severe disci- levare per vie impensate il dotto e virtuoso
pline, e riuscì negli anni i più verdi rag- vescovo di Tortosa, ad istanza di Massimi-
guardevole per dottrina e per innocenza liano I nel 5 7 Leone X lo creò cardinale,
1 1

di costumi. Intanto godendo bella fama, quando già Carlo I passato neh 5 6 nella 1

mosse Margherita figlia dell'imperatore Spagna avea preso possesso di tutta la mo-
Massimiliano I e governatrice delle Fian- narchia; e divenuto neh 5 19 imperatore
dre a conferirgli la parrocchia di Goetea Carlo V e perciò costretto a tornare in
in Olanda ; indi fatto decano della prin- Germania ,
pensò a deputare il cardinal
cipale chiesa, e poscia vicecancellieiedella Florenzi all' amministrazione di que're-
celebre università di Lovanio, cominciò gni. Fu a ciò persuaso da Guglielmo o
a fondarvi unnuovocollegio,ove altri stu- Carlo Croy, quale per discostare nuo-
il

denti poveri ricevessero il beneficio ch'e- vamente Adriano dal suo fianco, gli di-
gli avea ricevuto, allora chiamato Adria- mostrò che a niuno meglio che al cardi-
no e poi Pontifìcio, gli altri essendo quelli nale poteva un tal carico addossarsi , sia
detti Lilium, Falconimi!, e Castrense ,
qual dottissimo teologo e profondo giu-
olire il ricordato Portium. Tale foudazio* reconsulto, sia per la venerazione ch'era-
22 TOR TOR
si acquistata sullo spirito de'popoli, sia per suo famigliare che lo accompagnava (e poi
la fede radicata in lui suo antico allievo. vicario generale di Gio. Marlinez Siliceo
Adriano però per la ritiratezza a cui lo arcivescovo di Toledo e precettore di Fi-
portava il proprio naturale, e per la tor- lippo II ), osserva nella Descrizione del
bidezza che scorgeva negli umori, mostrò viaggio. » Qui fu dove per la 1
.'
volta spe-
«Iella ripugnanza; ma poi dalle stringen- rimentammo negli abitanti di questi pae-
ti istanze di Carlo V fu necessitato a con- si una certa indifferenza d'umanità e di
discendere. L'Or tiz Descrizione di
nella costumi, mentre in Castiglia fummo trat-
Adriano VI , dice che fu Carlo V che tati con molta cordialità, e Aragona con
in
presentò a Leone X il maestro Adriano molta religione". Il Papa ebbe alloggio
pel vescovato di Tortosa. Nel governo del- nel palazzo vescovile, e il dì seguente, fe-
la Spagna il cardinale vinse la sedizione sta del Corpus Domini, il Papa portò col-
popolare, mandando al supplizio Padilla le sue mani il ss. Sagramento, accompa-

e Bravo, e da'francesi ricuperò Pamplo- gnandolo prelati con molti cavalieri ve-
i

na. Morto Leone X, mentre il cardinale stiti a gala e gran folla di popolo. Il Pa-

trovatati in Vittoria, sebbene poco cono- pa somigliò a un altro David a cagione


sciuto nella curia romana, a' 9 gennaio dello spirituale gaudio, che in questa so-
ì522 fu eletto Papa con istupore univer- lennità dimostrò , terminata la quale se
sale; elezione che dicesi fitta per essere il ne tornò al palazzo da gran comitiva se-
cardinale tenuto per favoritoda Carlo V,e guito.Sebbene questa città sembrasse d'es-
perciò meglio d' ogni altro poteva abbat- seremossa ad allegria pel felice arrivo d'un
tere la crescente eresia di Lutero. 11 ve- tanto pastore, in realtà noti si fecero quei
scovo di Tortosa, accettando ripugnante segni di trasporto, come ne' regni di Ca-
il chiamò Adriano VI. Do-
pontificato, si stiglia e d' Aragona, e lo rimarca Ortiz ,

po promulgatele regole di cancelleria, de- che aggiunge: pensano e opera-


i catalani
putò per l'esame delle suppliche e pel ma- no in altra maniera, ei loro costumi trop-
neggio degli affari pontificii il Tavera, più. po sono differenti dagli altri spagnuoli.
tardi cardinale; il dottore Coldesanzu già Frattanto Adriano VI vegliava sopra og ni
suo vicario generale nel vescovato di Tor- cosa, e pensava tanto alla spedizione dei
tosa, dotto e molto esperto nelle cose del- negozi, quanto a preparare il viaggio per
la curia; Paternia abbate della collegiata mare in Italia. Essendo già imminente il
di Vittoria e l'Ortiz. Ad essi aggiunse il
; tempodella navigazione, e volendo il Pa-
suo uditore e segretario Teodorico Ezio, pa lasciar nelle Spagne un suo vicario ge-
creandolo datario, uomo eccellente per sa- nerale, die in Tortosa la carica di nunzio
pere,timorata coscienza, virtuosa dolcezza apostolico a d. Bernardino Pimeutel. Di-
e peritissimo nella scienza della curia. Ai morando il Papa nella ben fortunata Tor-
12 marzo Adriano Vi partì da Vittoria tosa, che colla sua presenza era stata con-
per Roma, con viaggio trionfale inceden- decorata, e la cui chiesa avea poco innan-
do per la Spagna. A' i3 giugno, accom- zi governata in qualità di vescovo, instan-
pagnato da gran corte e popolo, da Sara- do ormai il tempo della partenza, all'im-
gozza s'avviò per la già sua sede di Tor- provviso e a 3 ore pomeridiane deh" 8 lu-
tosa, trattato alla Pigna magnificamente glio partì con un caldo gagliardissimo da
dal suo signore conte Sastago; pernotta- Tortosa verso il famoso porto dell' Am-
to nelle terre di Caspi e di Favera, non polla, distante 4 leghe, ed ivi imbarcato-
senza gran fatica, pe'luoghi disastrosi, per- si, giunse a' io a Tarragona. L'impensa-
venne a Tortosa la vigilia del Corpus Do- ta partenza del Papa da Tortosa e in ora
minij e pel ponte di barche incatenate ar- sì inopportuna destò un parapiglia nella
tifieiosameule entrò nella città. L' Oitiz città, correndo arcivescovi, vescovi e uo-
TOR TO R 23
biliper seguirlo avidamente, onde buo- zio. Onde quasi tutti si davano a credere
na parte dell'accompagnamento giunse al e desideravano, che invece del datario ve-
porto verso sera. Arrivato Adriano VI in scovo di Tortosa, piuttosto fosse aggre-
Roma, subito fece il suoamico, concittadi- gato al loro collegio cardinalizio il mae-
no e agente Enchenvoer (F.) datario (no- stro Teodorico Ezio sullodato, segretario
tai nel voi. LXVI, p. 95, che co'Ioro con- del Papa che avea destinato di farlo car-
cittadini d'Utrecht introdussero l'attuale dinale. Ma
Adriano VI, anche per l'istan-
scrittura nella dateria) e vescovo di Tor- ze del conte di Cabra duca di Sessa am-
tosa. Nel seguente anno ammalatosi gra- basciatore di Carlo V, creò cardinale En-
vemente il Papa, suoi famigliari fiam-
i chenvoer a' io settembre 1 52 3, conferen-
minghi presentivano imminente la di lui dogli il già suo titolo cardinalizio, cioè 3
morte, e perciò gli fecero grandi istanze, giorni innanzi alla sua morte, arricchen-
onde venisse creato cardinale Enchenvoer dolo altresì di molti benefizi, e conferman-
vescovo di Tortosa, anco affinchè essi non dolo pure nel vescovato di Tortosa e in
restassero abbandonati, seDio pe'suoi giu- altri ufiìzi. Questo porporato per gratitu-
dizi lo avesse tolto di vita. Adriano VI o dine, dal Vaticano a sue spese fece tra-
per le persuasioni de'suoi famigliari o per sferirne le spoglie mortali nella chiesa na-
altri motivi, avea ciò ardentemente desi- zionale cle'teutonici o germanici di s. Ma-
derato. Avverte l'Orliz, che se i cardinali ria dell'Anima, e un sepolcro di
gli eresse
avessero tenuta per certala prossima mor- marmo assai bello e magnifico, cou ono-
te delPapa, difficilissimamente ne avreb- revole iscrizione posta in mezzo a' due
,

bero dato il loro consenso (allega il Bur- stemmi del cardinale stesso. I vi si legge es-
manno, nelle note alla Vita Hadriani VI sere stalo il VapB Ecclesiae Dertusensi
}

di Gerardo Moringo, in questo luogo il Antistes,e terminando colle parole: JVi-


dubbio, se il Papa possa creare in Cori' Ihelmus Enckenvoirt illius benignità te
cistoro alcun Cardinale senza il consen- et auspiciis tt. ss. Jo. et Pauli presbyler

so del Sagro Collegio, anzi senza che gli Cardinalis Dertusen faciundum cur.
altri cardinali sieno di ciò consapevoli; su L'elogio e meriti del cardinale Enchen-
i

di che ponno vedersi gì' indicati articoli. voer si lesiono


OC nel Ciacconio. Dissi i>ià
O
Inoltre Burmanno , che sembra ritenere nella biografia di Adriano VI,ò\ avergli
l'Ortizcon animo mal prevenuto contro alcuni rimproveralo d'aver scritto men-
Enchenvoer, invita a leggere le note di H. tre era teologo di Lovanio: plures Pon-
V. R. fatte a Ma Storia ecclesiastica di fuerunt haerelici. Notai chi lo di-
tifices
Heussen,t. 2, p. 1 35. Dichiara quindi De fese, equi aggiungo, che ponno vedersi:
Lagua, annotatore d'Ortiz, limitarsi sul Bellarmino, De Rom. Pont. lib. 4 e. 2, }

delicato punto solamente aggiungere le e Melchior Cano, lib. 6, cap.i. 11 t. 7 del-


parole del Panvinio nella Vita di Mar- l'Effemeridi letterarie di Roma del 822 1

cello II, riportate dal Rinaldi all' anno a p. 22 contiene del dotto avv. Carlo Fea:
i555. Collegium Cardinalium supra Difesa istorica del Papa Adriano VI
omnia purgare consti titerat, nec quem- nel punto che riguarda la infallibilità
quam praeterea in eorum numerum, le- de' sommi Pontefici in materia di fede.
gè veteri repetita, sine omnium consen- Il propugnatore non menoconfuta la pro-

su legere, quaesitis quoque in eorum e- posizione gallicana: Che in materia di fe-

lectionibus summorum virorum testiniO' de il sommo Pontefice non è infallibile;


niis), poiché Enchenvoer era un uomo 0- ma che lo è soltanto la Chiesa radunata o
dioso, e poi era stato poco innanzi cono- con o anche senza di lui; che difende
lui,

sciuto in uffizio, e perciò i cardinali lo ri- Adriano VI d'avere scolasticamente pro-


pillavano come indegno del loro consor- ferito, essendo privalo membro dell'uni-
24 TOR TOR
versila di Lovanio: Che il sommo Ponte- niente affezionato alle prerogative del Pa-
fice preso separatamente dalla Chiesa ro- pa. L'edizione romana fu eseguita da al*
mana, ossia personalmente,può errare con tri, alta sua insaputa e prima che il Pa-
sua determinazione, o decretale in cose pa arrivasse in Roma, ed è falso eh' egli
che tocchino la fede, asserendo anche una ebbe la vanità coraggiosa di farla fare.
eresia» Lo difende quindi dalle calunnie Appena venne nefu sdegna-
in cognizione
che Adriano vescovo di Tortosa, cardina- to assaissimo! come dichiarò Corrado Ve-
le e Papa, mai sempre in tali suoi diver- gerio segretario imperiale di Carlo V, nel-
si stali abbia insegnalo la stessa dottri- la stampata: Funebris O ratio in morte ni
na; e che nell'ultimo di Papa, anziché ri- divi Hadriani VI Pont. Max. Roma in
trattare, come già Pioli neh 463, la sua Rev* St R. Eccles. Card* Consessu. Ec-
opinione, intese ripeterla e confermarla, cone il testo: Quolicetpraelo postmodum
col dare alle stampe il suo libro Coni* ab amicis tradita fuè rint; (ile tamen et
:

mentarius inlibrum Sententiarum quar* ìgnoravit) etòuum rcscivisset, plurimum


tum Pclri Lombardi : Quaest. de sacr, fiat indignatus. L' asserto dall' avv. Fea
Confirmatione ) giunto egli appena dalla è comprovato con quanto già avea stam-
Spagna in Roma nel 522. Quelli che ciò pato il sunnominato De Lagua, parlando
1

riferisconOjCon raffinata malizia,encomia- delle opere di Adriano VI. Laonde è fal-


rono Adriano VI, per poi fortificarsi del- so che Adriano da vescovo di Tortosa, da
la di lui autorità ad altro oggetto, cioè cardinale e da Papa continuò a insegna-
per dar peso alla di lui privata opinione. re e a predicare la detta sua privata opi-
Dal contesto e dalle parole sembra chia- nione,cioè proposto quasi di passaggio una
ro, avere il professore Adriano ristretto questione scolastica. Nel i5j5 fu tenuto
l'errore possibile ne'Papi come a dottori in Tortosa un altro concilio, relativamen-
privati;non mai quali capi della Chiesa te alla disciplina ecclesiastica. Altro vesco-
romana, come si pretende da alcuni spie- vo di Tortosa degno di special menzione
gando a loro modo la proposizione. Al- è il cardinal Agostino Spinola, da Urba-
trimenti non lo avrebbe stimato pe'suoi no Vili fatto vescovo di Tortosa. Nelle
talenti il rigido Giulio li,che volea ser- Notizie di Roma sono registrati i seguen-
virsene, se non si fosse impegnato a far ti 1720 Bartolo-
vescovi di Tortosa. Nel
da aio e precettore al giovane Carlo V. meo Comancho-y-Modueno di Montoro;
Ne cardinali lo avrebbero eletto Papa,
i nel 1757 Francesco Borrull di Valenza;
se egli avesse spiegate con tanto coraggio nel 1 759 Luigi Garcia Mauero di Sotillo;
massime contrarie alle romane in un pun- nel j65 Bernardo Velarde di Santillana;
1

to di prima classe. II professore Adriano nel 779 Pietro Cortes-y-Gorranz di Bel-


1

in sostanza non fece altro, che quasi di chitte, già arcivescovo di Guatimala, colla
passaggio proporre una questione scolasti- ritenzione del titolo arci vescovilejnel 1 786
ca alla quale forse mai più non pensò.
, Vittoriano Lopez Gonzalo di Tergaga ,

Essendo ben diverso il paragone con Pio traslato da Tlascala; nel 1790 fr. Autouio
li, che egualmente da privato, tanto avea Giuseppe Salinas minore osservante di
detto e scritto, e moltissimo avea influito Hellin; nel 1 8 4Ernanuele Ros-y-Medra-
1

nel conciliabolo di Basilea. L' opera fu no di Orense; nel 1824 Vittore Damiano
stampata in Parigi nel i5i2 e nel i5i6 Saez Sanchez Mayor della villa di Budia.
mentre era vescovo di Tortosa, clandesti- Per sua morte il Papa Pio IX nel conci-
namente furando il mss. all' autore, per storo de'3 luglio 1848 preconizzò l'odier-
1
timore ch'egli non lo sopprimesse, e «sen- no vescovo mg. Damiano Gordo-y-Saez
za ch'egli vi avesse dato l'ultima mano, di Cantaloyas diocesi diSiguenza,già ret-
come espressamente rimarca il Moringo, tore e professore di filosofia e teologia di
TOR TO S 2j
Siguenza,canonicodella cattedrale diTor- per il lato di ostro-libeccio il mare Me-
losa, e della medesima governatore eccle- diterraneo. Però dichiara il celebre Re-
siastico, vicario generale capitolare della pelli, che il vero confine geografico della
città e diocesi, lodato per probità, scienza Toscana antica, o piuttosto di quella a'
ecclesiastica e sperienza. Ogni nuovo ve* tempi della repubblica romana, è tutto-
scovo è tassato ne'libri della camera apo- ra sconosciuto, per mancarsi di notizie e
stolica in fiorini 2660. La diocesi è al- testimonianze autorevoli per sapere qua-
quanto ampia e contiene 161 parrocchie lifurono popoli aborigeni d'Etruria, e
i

Diuuile del battisterio. fino dov' essi occuparono la giogaia del-


TORUSK o TORRUSKOI, Toru- l' A pennino tra le sorgenti della Magra e
scuittk Sede arcivescovile di Moscovia, quelle del Tevere. Come pure ignorasi
riunita a quella di Susdal. tuttora fino a qual punto allora si esten-
TOSA o TOSA, Alaesa> Halacsa. desse, a partire dalla costa dell'Apenni-
Sede vescovile di Sicilia eretta nel secolo no meridionale, la dimora de'toscani in-

"VII sotto la metropoli di Messina, e poi nanzi che in questa celebratissima con-
riunita a Cefalu. Inoltre Alaesa seu Ila- trada si propagassero le varie razze de'
laesa fu pure sede vescovile di rito greco, liguri, vinti poi ed espulsi dall' A penni-
sotto l'eguale metropolitana di Siracusa. no Frignano
del Mugello, di Pistoia, del
Quest'antica città sulla costa settentrio- ec. dalle romane legioni. Bensì che nel

nale di Sicilia, al presente non è che un penultimo secolo della repubblica roma-
borgo chiamato Tosa e Tusa nella valle na la Toscana fosse circoscritta tra l'Ar-
Demona, per cui passava il fiume chia- no, il Tevere, V A pennino e il mare Me-
mato Alesius e oggi Pittineo. Appartie- diterraneo lo disse chiaramente Polibio,
ne alla provincia e distretto di Messina, in guisa che il lato più angusto partiva
quasi 3 leghe da Mistretta e 2 da s. Ste- dalle Balze di Vergherete) neh' Umbria
fano. Giace in cima a una montagna, a Sarsinatense,dove sorge il Tevere, fino al
poca distanza dal mare Tirreno. Fa rac- monte della Falterona,dove nasce l'Ar-
colta e traffico d'olio, seta, lino e manna. no; mentre illato più esleso dovea cor-
Annovera circa 4ooo abitanti. Era feu- rispondere a quello litoraneo, da ostro
do della famiglia Branciforti de'principi a ponentecontemplando il punto più me-
di Scordia. Si può vedere Rocco Pirri, ridionale la foce sinistra del Tevere a O-
Sicilia sacra p. 4^9- slia fino allosbocco dell'Arno presso Pi-
TOSCANA, ETRURIA, Thuscia o sa, che allora era il punto più occiden-
Tuscia, Hetruria. Granducato d'Italia tale. Lungo però tali due fiumi di con-

nella parte centrale, Ira ^i° 22 e 44°' 2 fine esistevano alcune città antiche situa-
di latitudine nord, e tra 7 56 e
9 5j di te sul lato opposto e fuori de'limitidel-
longitudine formalo dagli stati di Fi-
est; l'Etruria, le quali sebbene una di esse,

renze, Pisa, Siena, Lucca^ìaìlo stato de' come Tiferno, ora Città di Castello, fos-
Presidii (di cui a Sicilia, Siena e Spa- se di là dal Tevere, e Fiesole sulla de-
gna), dall'isola d'Elba, dal principato di sila dell'Arno, nondimeno si considera-
Piombino e sue dipendenze, e dagli an- rono ambedue comprese nella Toscana
tichi feudi imperiali di Vernio, Montau- antica, e in vece Pisa per quanto situata
to, e Monte s. Maria. La Toscana, che at- fra l'Arno e il Serchio fu riguardata da'
tualmente occupa circa due terzi dell'an- più come separata dalla confederazione
tica Etruria, confina da ostro-scirocco a etrusca, riguardandola qual colonia del-
maestrale collo stato pontifìcio, da mae- la Grecia ; e restò questione irresoluta,
strale a ponente co'ducati di Modena e di se Pisa posta ne'confini dell'Etruria me-
Parma e col regno di Sardegna, avendo dia uè facesse mai parte, ovvero della Li-
vol. ixxviii. 3
26 TOS TOS
guria orientale, o se appartenesse all'E- gì Patrimonio di s.P/Wno, mentre la lo-
lmi ia Circompadana. S'ignora pure l'e- ro Toscana Regale non oltrepassò con- i

poca tlelle prime conquiste fatte da' ro- fini meridionali del fiume Fiora chia- ;

mani nell'Etrnria occidentale. Il perime- mando Toscana ducale quella soggetta


tro della Toscana si allargò poi dalla par- a'duchi longobardi di Spoleto fino ad A-
te occidentale non solo sotto il romano mclia (di cui riparlai a Spoleto) pi esso
impero, ma fino da quando la repubbli- il ponte Felice sul Tevere. Quindi tro
ca romana mediante le vittorie riportate vasi, che sotto i longobardi la Toscana

sopra i liguri apuani e marittimi fra gli si suddivide va: i.°\aToscana Rega le,Tu>

anni 55g~74 avanti l'era corrente, con- scia Regni, dipendente da're di Lombar-
segnò il litorale fra l'Arno, l'Alpe Apua- dia, della quale molti geografi disegna-
na e la Magra a'popoli di Pisa e di Lu- no la Magra per confine occidentale, la
ni, comprendendo in quest'ultima città il cresta tortuosa dell' Apennino centrale
vasto suo porto e golfo di Spezia. I quali per confine settentrionale, il litorale per
popoli sin d' allora erano socii di nome limile australe, Toscanella per termine
romano, finche sotto l'impero d'Augu- orientale; i.° la Toscana Ducale, detti
sto i Toscana furono portati
limiti della talvolta Tuscia Longobardorum, sollo-
definitivamente al fiume Magra, che lo posta a'duchi di Spoleto con Orvieto, Boi-
Genovese parte dal Toscano. Ma que- sena, Bagnorea e altre città di cui par-
sta divisione politica dovea essere ben di- lo a Viterbo ; 3.° la Toscana Suburbi»
versa dalla ripartizione economica, poi- caria, dipendente dall' impero greco e
ché in tal caso Limi sarebbe rimasta nel poi da' Papi, della quale era capoluogo
suolo toscano, mentre il suo porto con una Roma, ossia faceva parte del ducato ro-
gran parte della Lunigiana suo territo- mano e poi formò la provincia di Viter-
rio veniva dato alla Liguria. Siffatta di- bo e il ducato di Castro (T.J. La Tosca-
visione non era alla morte d'Augusto ge- na Regale pertanto, fu quella provincia
neralmente adottata. Pegli altri lati i con che anco sotto il governo de'Carolingi si
fini della Toscana restarono come quelli appeWbToscana de' Longobardi. Tuscia
degli ultimi tempi della repubblica fino Longobardorum , coroechè all'imperato-
all'età dell'imperatore Giustiniano I. Pe- re Lotario 1 una legge
fosse attribuita
lò i confini della provincia in discorso speciale che suddivideva questa porzio-
verso il lato orientale cominciarono a su- ne in 4g" v erni,i di cui capoluoghi sai eb-
bire una modificazione sino da Giustinia- bero stati indicali a Lucca, a Firenze.
no 1, allorché espulsi i goti dall'invaso do- a Siena, e forse a Chiusi, poiché man-
miniod'Italia nel 553 di nostra era,quel- cano documenti sufficienti a dimostrare
l'imperatore ordinò, che fra il Tevere, il tale divisione. Il Reumont riferisce che
Savio e il Monte Feltro
una nuo- si creasse la provincia di Tuscia fece parte del re-
va provincia, cui per qualche tempo fu gno de'longobardi, trovandosi divisa in
dato il nome d'Alpi Apennine, più tardi due parti: Tuscia Regni conducati diLuc-
della Massa Trabai ia (della quale si for- ca, di Firenze e di Chiusi; e Tuscia Lon-
mò in seguito uno de' Presidati Ponti- gobardorum, contenente il ducato di Ca-
jìeii), Masse Verona, ossia di Val di Ve- stro. Quanto a'eonfini geografici dellaTo-
rona, e di ftagno. Assai maggiore però di« scana sotto le repubbliche del medioevo,
venne la ristrettezza della Toscana orien- la storia delle repubbliche di Pisa e di
tale sotto il regno de'longobardi, i quali Lucca dopo il secolo XI trattano del do-
dividendola in 3 parti, cioè in Toscana minio eh' ebbero queste due città nella
Suburbicaria , Regale e Ducale, non oc- Lunigiana, anche sulla destra e di là dal-
cuparono mai stabilmente la i a , delta og- . la Magra, senza dirci però se Lerici e Por-
TOS TOS 27
to Venere no compresi
allora fossero o litorale maremmano e nell'isole dell'El-

nella Toscana. Rispetto poi alla Carfagna- ba, Pianosa, Montecristo ec, e perchè do-
na, essa fece parte non solo ne'primi se- po il 1814 furono riuniti al granducato
coli dopo il ooo della repubblica di Luc-
i colle isole uominate il principato di Piom-
ca, ma ancora a'tempi del governo di Ro- bino ed i Presidii di Orbetello. Era re-
ma dopo la cacciata de'liguri dall'A pen- stala in mezzo alla Toscana la repubbli-
nino degli etruschi, mentre la sua catena ca di Lucca, poi ridotta a ducato, meno
occidentale, centrale dalle sorgenti della una parte della Garfagnana toccata al du-
Magra fino al Monte Coronare, posto fra ca di Modena con tutti gli ex feudi della
le due Balze e Verghereto , divideva la Lunigiana, dove agli stati della repubbli-
Toscana dalla Lombardia, dal Bologne- ca di Genova sottentrò il dominio del re
se, dall'Esarcato di Ravenna, dall'Urbi- di Sardegna. Le variazioni accennate con-
nate e dalla Pcntapoli (terrestre o mon- sistono, in conseguenza dello stabilito nel
tana o mediterranea o Flaminia), ed al- congressodi Vienna, che per diplomatiche
lora sembra che si perdesse memoria
la convenzioni del 1 844» k,lte tra'governi to-
della provincia dell'Alpi Apennine fonda- scano, modenese e lucchese (per quando
ta da Giustiniano 1, intorno alle sorgen- il duca di Lucca fosse stato reintegrato
ti del Tevere, del Savio, della Maiecchia del ducato di Parma, come tosto si veri-
e del Metauro. Fu poi sotto il dominio ficò) , il regnante granduca Leopoldo II

della repubblica Ooreutina quando il suo cede al duca di Parma territori di Pon- i i

governo estese il dominio non solo nella tremoli, Bagnone,Filattiera,Grappoli,Lu-


Lunigiana, ma ancora sopra molti paesi suolo, ec. Invece il duca cede il ducato di

dell'Esarcato, nelle diocesi transapennine Guastalla al duca di Modena e altri terri-


d'Imola, di Faenza, di Forfì, di Berti- torii, in cambio del vicariato di Pietrasan-
noro e di Sarsìna (tutti domimi della s. tacheriteneva il granduca. Con altra con-
Sede), e finalmente nella Massa Trabaria venzione del 1847, conclusa tra il gran-
diSeslino nella valle dellaFoglia ossia l'an duca di Toscaua e il duca di Lucca, que-
tico Isauro (il territorio di Sestino nella sti rinunziò a quello il ducato di Lucca.

Massa Trabaria è compenso che ri- il solo Dall'altro canto il granduca restituì al
masealla Toscaua di quanto Leone X con- duca di Modena territori*! della Lunigia-
i

cesse a detta repubblica in compenso dei na che gli spettavano, di Gallicano, Mon-
somministrati 800,000 ducali d'oro, pel lignoso e Minucciano, già nel ducato di
conquisto del ducato d'Urbino). Final- Lucca, e le frazioni de'vicariati di Fiviz
mente il Repetti, circa i confini geografi- zano, Barga e Pietrasanta. Queste permu-
ci della Toscana nello stato attuale, dice te si effettuarono negli anni 847-48? co " 1

che il perimetro di essa dal lato meridio- me e meglio dissi ne' voi. L1V , p. i32,
nale, come pure dal lato settentrionale, LVII, 44» e luoghi ivi indicati, e dovrò
p.
non variò durante il governo granducale riparlarne con particolari in fine dell'ar-
(egli ciòpubblicava nel 846, onde le va- 1 ticolo. Così la Toscana, oltre gli altri no
riazioni che noterò spettano al 1847-48), minati paesi, perde Pontremoli città ve-
durante il quale per altro si estese sotto scovile e capoluogo della Lunigiana To-
le due dinastie de' Medici e Austro-Lorc- scana o Granducale , che possedeva dal
nese regnante, dal lato occidentale nella 1 65o; ed acquistò la città arcivescovile dì

Lunigiana e oltre la Magra con l'acquisto Lucca col suo ducato. Prima di tali cani

di vari paesi, i più lontani de'quali furo- biamenti la topografia della superficie cWI
no di Calice e Veppo nella diocesi di Pon- granducato di Toscana avea 3 raggi, cioè
tremoli nel vallone della Vara. Si estese di Pontremoli il più considerabile, di Pie-
bensì nel corrente secolo dalla parte del trasanta e di Fivizzano situali al nord-
9.8 TO S TOS
ovest: ili. "compreso tra gli stati sardi, lo toferraio, detta già Cosmopoli per un tem-
stato di Parma, ed ducati di Modena e
i po, il quale oltre un grandioso e sicuro gol-
di Lucca; due altri rinchiusi fra questi
i fo trovasi fortificato dalla natura e dal-
dueultimistati.il mare Tirreno, sul qua- l'arte. Per essere slata l'isola concessa in

le il granducato possiede oltre a 5o leghe dominio e breve soggiorno di Napoleone


di coste, non vi forma che piccolo nume* I imperatore de'francesi (de'rami de'suoi
io di seni, tra 'quali si hanno a dislingue- antenati di s. Miniato e di Sarzana t par-
re golfi di Piombino e Grosseto, e so-
i lai a tali articoli), che nella storia militare
prattutto quello d'Orbelello e Porto Er- e politica del mondo occuperà sempre un
cole, che determinano In penisola rimar- posto eminente, poiché dopo aver vinto
cabile di Monte Argentaro, al continen- 100 battaglie e conquistata la metà del-
te attaccata mediante una lingua di ter- l'Europa, quivi formò la sua reggia, an-
ra straordinariamente angusta. Presente- gusta sede da lui dopo pochi mesi abban-
mente granducato è diviso in 7 Com-
il donala per correr dietro a quella sorte che
partimenti o provincie,cioè: Firenze LuC' t
gli avea voltale le spalle; così credo indi-

ca, Pisa, Siena, Arezzo, Grosseto, Li- spensabile qui con semplice digressione
vorno compresa l'isola dell'Elba. Parec- dare un cenno dell'isola immortalala dal-
chie isole dipendono dalla Toscana, oltre lo strepitoso avvenimento. L'intera isola
altre minori isolette o scogli. Le isole del- dell'Elba è divisa in 4 comunità, cioè Por-
l'arcipelago Toscano propriamente sono toferraio la principale e la più forte; Mar-
8, due delle quali, la Palmaria e la Ca- ciana la più industriosa; Lungone la più
praia, spettano al re di Sardegna; le al- comoda; e Rio la più ricca per le sue im-
tre 6 al granducato. Di queste 6, due so- mense miniere di ferro. E' distante circa
no disabitate dagli uomini, Montecristo e 8 miglia dalla terraferma e dal porto di
Giannutri; due altre appena abitate da Piombino, e conta un giro di circa 60 mi-
guarnigioni militari e da pochi uomini di glia con una superfìcie di quasi 85 mi-
mare, Gorgona e Pianosa; e le altre due, glia quadrate. Eanno parie di quest'iso-
maggiori per estensione, Giglio ed Elba, la due isolotti o scogli, Palmaiola e Cer-
abitale da molte famiglie e ridotte in cor- boli ,
posti nel canale che divide il pro-
po comuuilà. L'isola Montecristo èia
di montorio di Piombino dalla costa orien-
più elevata, la meno portuosa , e la più. tale dell'isola dell'Elba. In generale il cli-

lontana dall'altre del continente toscano. ma è temperato e sano, meno nel piano
L'isola Giannutri è l'isoletta la più meri- di Lungone e in qualche altra insenatu-
dionale,di figura semilunare. L'isola Gor- ra, massime là dove all'acque marine si
gona è un isolotto quasi da ogni lato im- promiscuano quelle terrestri de'suoi tor-
portuoso, con un solo scalo e un piccolo renti quando vi ristagnano. Non vi è poi
castello. L'isola Piauosa, di figura triango- situazione nell'isola che non oiFra un a-
lare, quasi del tutto piana, è dipendente spetto magico , variato e sorprendente,
dalla sua vicina dell'Elba. L'isola del Gi« d'ogni parte l'occhio scuoprendo prospet-
glio è la più abitata dopo quella dell'El- tive variate e pittoresche. Considerata l'i-

ba e di figura ovale, difesa da molte tor- sola dell'Elba dal lato della sloria natu-
ri: vi siraccoglie molto vino, e conliene rale, si può chiamare il più dovizioso ga-
in abbondanza un bel marmo. L'isola del- binetto mineralogico della Toscaua. E'
l'Elba, Iloa oliva de' latini, e Aethalia questo il silo la natura
dove sembra che
o Oelìialìa de'greci, è l'isola regina del- abbia voluto riunire mi piccolo diame-
io
la rei pelago Toscano e la più grande, ric- tro sorprendenti fenomeni, e tali da ri-
ca di seni e di porti, fra'quali è famoso il chiamarvi costantemente di lei cultori, i

capoluogo del suo governo e città di Por- spiuli e allettali, non solamente dalla sin-
TOS TOS 29
golare coslituzione geognostica di questi ca o a Pisa. Nel secolo XI però l'isola del-
monti , ma ancora dalla ricchezza delle l'Elba sembra che restasse sotto la spe-
miniere, e dalle preziose variate cristal- ciale dipendenza de'reggitori del comune
lizzazioni de'molti minerali ohe in quelle di Pisa, cui venne tolta da' genovesi nel
rocche si aggruppano e in belle forme si 1 290, 6 anni dopo la fatai giornata del-
accoppiano. Quindi visono marmi bian- la Meloria. La ricuperarono primi a pat- i

chi e colorati , e si può dire ogni genere ti onerosi dettati da'secoudi mercè d'un
di metallo. Fra'molti che ne scrissero ri- 1309: in tale occasione mer-
trattato nel i

corderò: Ermenegildo Pini, Osservazio- cantied più ricchi cittadini si trovaro-


i

ni mineralogiche su la miniera di ferro no dal governo obbligati a somministra-


di Rio ed altre parli dell'isola d'Elba, re la somma di 56,ooo fiorini d'oro, de-
Milanoi777. Pietro cav. Carpi, Osser- stinata a pagare l'imposizione per l'acqui-
vatola naturali all'isola dell' Elba Mo' t
sto dell'Elba, col ricevere in cambio una
deuai827. La miniera del ferro ha dato proporzionata partita di vena della mi-
una remota celebrità all'isola dell'Elba : niera di Rio. L'isola dell'Elba si governò

essa è rammentata a'tempi d'Alessandro colle leggi di Pisa, finche neli3g9 il ca-
Magno nell'opera attribuita al suo mae- pitano e tiranno di quel popolo Gherar-
stro Aristotile, De mirabilibus ausculta- do, figlio di Giacomo I di Appiano, ne-
tionibus y sotto nome di ferro Populonio, goziò e vendè la patria, e con essa tutto
non solamente perchè l'isola appartene- il dominio pisano al duca di Milano Gio.

va al distretto di Populonia, ma perchè Galeazzo Visconti. Di che venne egli ri-


erano in Populonia e poi nel territorio munerato con grossa somma di moneta e
di Piombino i forni, ne' quali anche nei con rilasciargli il libero dominio e gover-
primi secoli dell'era volgare quel minera- no della porzione più remota del con-
le si fondeva, non potendosi ciò fare nel- tado pisano, cioè della maremma e ter-
l'isola per mancanza dell'opportuna ac- ritorio di Piombino, insieme colle isole
qua. I vini sono di ottima qualità, scar- dell'Elba, di Pianosa edi Moutecristoche
seggiano i cereali , copiosi i pascoli, tra i allora ne dipendevano. Morto nel i4%
bestiami il più abbondante è il caprino, Giacomo d'Appiano senza eredi, ebbe
II

-squisito il miele: non manca di volatili e per successore Domenico Rinaldo Orsini
di selvaggina, ed ilmare offre abbondan- suo genero e marito della figlia Caterina,
tissime e variate pescagioni, avendo pure il quale col soccorso de'fiorentini eseue-
saline. Ha una rendita imponibile di più si seppe resistere nel 44& a d Alfonso
1 V
che 4o°>ooo lire. In quanto alla storia re d'Aragoua. Dopo molte vicende succe-
civile e politica dell'isola dell'Elba man- dute per la morte di Caterina, neliooc
cano notizie certe sino al secolo XI del- Cesare Borgia tolse a Giacomo IV d'Ap-
l'era nostra; le anteriorimeno dubbiose piano, coli'aiuto de'senesi, l'isola dell'El-
sono che nel VI secolo l'isola dipendeva ba e altri paesi. Nulla ostante, dopo la
dal governo civile ed ecclesiastico di Po- morte di Papa Alessandro VI Borgia, po-
pulonia (V.) , e che in essa il santo ve- tè Giacomo IV neli5o3 tornare in pos-

scovo di quella chiesa Cerbone, ed suoi i sesso de'suoidomimi e si pose sotto la pro-
preti si rifugiarono dalla persecuzione di tezione della Spagna, ed assoggettò il suo
Gummaritt duca longobardo,quando tut- statoali'imperatoreMassimiliaooI,in qua-
ta la volterrana maremma e la città di Po- lità di feudo imperiale. Neil 534, in mez-
pulonia fu messa a ferro e fuoco. Durante zo a una perfetta calma, sbarcò nell'iso-
il dominio de'longobardi l'isola dell'Elba la dell'Elba il famoso corsaro Barbarossa,

e tutto il litorale toscano dipendevano dal saccheggiando Rio e facendone schiavigli


duca della Marca Toscana residente aLuc- abitanti: di nuovo l'isola fu danneggiata
3o TOS TOS
uel 1 544 d a f ue Eia mancato già
l
' p>«** ' 1 555 una flotta turca unita ad altra fran-
da 3 anni Jacopo Appiano V dinasta di cese comparve a'7 agosto davanti all'El-
Piombino, che lasciò un figlio pupillo sot- ba con animo d'insignorirsi di Portofer-
to la reggenza della madie, quando nel- rato. Smontò a terra le sue truppe dalla
l'api ilei 548 gli apparati di varie poten- parte di porto Lungone, prese Capolive-
ze indussero I* imperatore Carlo V a far ri, Giogo, sopra mon-
assalì la fortezza del

consegnare una porzione dell' isola del- te Giove , e devastò le terre di


Rio e di
l'Elba, cioè il territorio di Porto Ferraio, Marciana, mettendo a sacco e fuoco tutta
al duca di Firenze Cosimo 1 per fortifi- la contrada, e facendo turchi schiavi cir- i

carlo e presidiarlo. Quest'ultimo paese è ca 900 abitanti; ma Portoferraio gagliar-


così ben favorito dalla natura , che me- damente provvista da Cosimo I di solda-
diante un colle bicipite posto alle sue spal- tie di munizioni, restò illesa da Unito dan-
le, il seno del Ferraio resta quasi chiuso no e sorpresa. In tutto il restante dell'iso-
dall'aperto mare, ed ha poi al suo ingres- la dell'Elba, costituente le 3 comunità di
so ima lingua di terra, che stendendosi in Marciana, Lungone e continuarono Ilio,

mezzo al golfo, viene a formare la bocca a comandare Piombino, se si


i principi di
del porto. Furono infatti da Cosimo I in- eccettui il porto di Lungone, nel quale il
viati al Ferraio con 1 00 soldati, 3oo gua- governo di Filippo II re di Spagna, sotto
statori e muratori per intraprendere sot- aspetto di ricovrarvi una flotta di galere,
to la direzione dell'architetto militare Ca- ma in realtà per tenere in soggezione le

merini la costruzione de' 3 punti da esso fortificazioni del Portoferraio, nel 1596
lui disegnati. Fu quindi dato il uome di profuse un'enorme moneta per fabbrica-
Falcone alla fortezza eretta sulla promi- re sul corno sinistro di quel seno la gran-
nenza maggiore posta a settentrione del diosa fortezza che ivi si vede , dove pel
porlo; si appellò Stella l'altra fortezza sul- corso d'uà secolo e mezzo stette di presi-
la prominenza a grecale del paese, poiché dio una numerosa guarnigione spagnuo-
le di lei fortificazioni trovami disposte a la, rimpiazzala nel j5g dalle truppe del
t

guisa di raggiera; e fu detta Linguetta la re delle due Neh. °del 1794 sbar-
Sicilie.

solida torre ottangolare situata all'estre- carono a Portoferraio 4ooo realisti emi-
mità d' una lingua di terra sull'ingresso grati da Tolone sopra legni inglesi. Indi
interno del porto. Alle quali forti (ìcazio- dopo che le truppe della repubblica fran-
ni, eseguite con mirabile sollecitudine e cese ebbero occupalo Livorno, sopra que-
diligenza,il granduca che a tutto provve- sta piazzasi diresse un'armata inglese dal-
deva dalle sue stanze di Livorno, fece ag- la Corsica, ed in forza d'una convenzione
giungere un recinto interno al sottoposto 1796, dal presidio del gran-
de' io luglio
paese di gagliardissime mura, chiaman- duca diToscana fu ceduta agl'inglesi. Que-
dolo dal suo fondatore col vocabolo Co- sti poi nell'aprile 1797 dovettero ricon-
smopoli. Il territorio in quell' occasione segnare la piazza al suo legittimo sovra-
assegnato a Porto Ferraio si estendeva no, ma nell'aprile 1799 l'isola dell'Elba
dentro terra per un raggio di circa due cadde sotto il dominio del direttorio fran-
miglia ne' limiti a un dipresso di quelli cese. 11 presidio napoletano della fortezza
che costituiscono l'attualecomunità.II fo- di Lungone sostenne un assedio, ed insor-
nale esistente sulla punta estrema del for- ti gli elbani uniti a dette truppe napole-
te Stella, fu fatto innalzare nel 1788 dal tane assediarono le repubblicane francesi
granduca Leopoldo!. Barba rossa essendo nelle fortificazioni di Portoferraio, ob-
tornalo nel 1 55 f a molestare l'isola, inva- bligandole alla resa a' 17 luglio 1799, e
no assediò Portoferraio, anzi dovette riti- quindi vi fu ristabilito il governo del
rarsi pegli aiuti inviati da Cosimo I. Nel granduca Ferdinando III. Fu tale la fé*
TO S TOS 3i
deità degli elbani verso quel principe, die Fontainebleau l'ii aprile 18 i4> obbligò
energicamente si ricusarono di conse- Napoleone I dalla Francia a recarsi nel-
gnare Portoferraio, quando pel trattato l'isola designata per sua scelta, e formar-
de* 9 febbraio 1801 di Lune ville, pre- ne un principato assoluto da possedere in
vio l'indennizzo nella Germania promes- piena sovranità, sua vita durante. Vi ap-
so al granduca, l' isola dell' Elba essen- prodò la sera de'3 maggio 1814, e Por-
do stata ceduta insieme colla Toscana al- toferraio ad un tratto passò al colmo del
l' infinite Lodovico di Borbone duca di giubilo, in vedere suo sovrano chi avea
Parma nuovo re di Etruria moderna, i fatto tremare l'Europa per più lustri. Pe-
francesi quindi pretesero d'occupare quel- rò memorabili vicende che resero cele-
le

la parte dell' isola che dipendeva anco- bre dell'Elba e famoso Portofer-
l'isola

ra dal governo granducale, e Lungone raio, pel nuovo principato d'un Napoleo-
colla parte dell' isola spettante al princi- ne I, ch'egli avea scelto per soggiornarvi
pe di Piombino, colla promessa a questi finche fosse vissuto, oltrepassano di poco
di compensarlo nel regno di Napoli. JMa i ro mesi. Imperocché nel cougresso di
il presidio di Portoferraio unito a'corag- Vienna il celebre ministro francese Tal-
giosi abitanti si opposero e resisterono a- leyrand dichiarò che bisognava far trion-
nimosi alle forze unite di terra e di mare fare le dinastie legittime, ch'erano in con*
spedite dalla Francia per riconquistar l'i- t rasto colle ancora esistenti rivoluziona-
sola; laonde ogni sforzo riuscì vano, finche rie; perciò doversi allontanare Napoleone
Ferdinando III, dopo la conclusione del dall'Europa,e trasferirlo all'isola di s. Lu-
trattato d'Àmiensde'2 5 marzo 1802, non cia o di s. Elena; togliere il ducato di Par-
inviò al comandante di Portoferraio la ma e Piacenza al suo figlio , e cacciare
sua annuenza per sottomettersi al gover- Gioacchino dal regno di Napoli, restituen-
no francese, cui era stata ceduta tutta l'El- do quegli stali a'ioro antichi sovrani. Si
ba. Le 7 parrocchie, cui eransi ridotte stabilì di fatti sul fine di gennaio 18 1
.">
di
quelle dell'isola d'Elba, furono staccate trasferire Napoleone I a s. Eleua. Venti
dalla diocesi di Massa-Marittima, e date to Napoleone I in cognizionedi tali discus-
alla diocesi di Aiaccio in Corsica. L'isola sioni minaccievoli e di quanto erasi stabi-
dell'Elba venne da prima separatamen- lito a suo riguardo, ed insieme trovando

te amministrata, poi a'7 aprile 1809 riu- per lui favorevoli le circostanze attuali di
nita al ristabilitogranducato di Toscana Fraucia, volle tentare di ristabilirvi il suo
sotto 1'ammiuistrazione di Elisa Bonapar- potere e profittarne. Prevenuto il reGioac-
te Baciocchi, sorella dell' imperatore dei chino suo cognato di tutto, nella sera dei
francesi Napoleone I , da esso pur fatta 26 febbraio 181 5 alle ore 8 imbarcossi
principessa di Piombino sino dah8o5 e sopra il suo bi ick da guerra, e seguitato
dominio della Francia, la qua-
sotto l'alto da 8 bastimenti di trasporto colla sua
le teneva un presidio nell'isola dell'Elba. truppa ch'era vi salita 4 ore prima, e com-
Ma quell'uomo straordinario essendo sta- posta di circa 1000 uomini della guardia,
to vinto nella Russia dal gelo e dal fuo- di cui 84 polacchi, e di 5oo voloutari prò-
co a Mosca, alla Beresina, a Lipsia nella venieuti dalla Corsica e di pochi stranie-
Sassonia, e perfino sotto le mura di Pa- ri. Consisteva questa piccola squadra nel
rigi, si trovò finalmente costretto a ridur- brick l'Incostante, che portava 18 grossi
re il suogrande e potentissimo impero al- pezzi d'artiglieria da 24; nel brigantina
la piccola isola dell'Elba, erigendo in ca- senza cannoni montali; d'un carico d'ar-
pitale e residenza del gran genio la pic- tiglieria d'assedio ivi raccolta alla rinfu-
cola e bella città di Portoferraio. Questa sa; d'ima polacca francese, il cui equipag
inaspettata metamorfosi politica, decisa iu gio portava la nappa bianca e la baudic-
,

3i TOS TOS
ra di Luigi XVIII redi Francia; due bar- Parigi (/ .), dove ora regna il nipote im-
clic di Ilio, che potevano contenere 3oo peratore Napoleone III, che gli ha fatto
uomini per ciascuna; 3 speronare, fra le compiere il magnifico mausoleo erettogli
quali la Carolina, ed un altro legnetto dal re Luigi Filippo. Così Portoferraio e
coni 4 mattina del 27 (metta
cavalli. Alla l'isola dell'Elba, dopo una varia catastro-
flottiglia fu veduta presso Capraio, e de- fe di i i anni, furono restituiti dalle poten-
luse le crociere inglese e francese disposte ze alleale al suo legittimo sovrano Fer-
ne'vicini paraggi. Un bando era stato af- dinando III, sebbene alle sue truppe fa-
fìsso in alcune parti dell'isola che annun- cesse breve resistenza il comandatile la-

ziava la sua partenza. 11 commissario in scialo in Hortofen aioda Napoleone I. L'i-


gleseChampbell, incaricato di sorvegliare sola fu consegnala al granduca che ne ,

ogni menomo alto di Napoleone I, trova- prese possesso a' 9 agosto 8 5, e 1


sol- 1 1 i

vasi in Livorno, enon arrivò nell'isola che dati francesi che vi si trovavano furono
4o oi e dopo la partenza dell'imperatore. trattali con distinzione. Avendo essi chie-
Porloferraio, abbastanza ben munito, era ste notizie dell'imperatore al comandan-
difeso da due uffiziali chiamati Lapi. La te fiorentino, questi rispose loro, che Na-
sua guarnigione si componeva di 4° gra- poleone I magnanimità la
tollerava con
natieri, e d'un battaglione franco dell'isa- dolorosissima sua condanna: que'soldati
la d'Boo uomini. L'impavido e audace Na- proruppero in un dirotto pianto! Il gran-
poleone I, senza sgomentarsi che il ten- duca annullò qualunqueatto derivato dul-
tativo d'Antibo eragli fallito, per avere il ia convenzione militare fatta co' francesi

presidio fallo prigioniero il capitano e 25 per la consegna di Portoferraio ,


perchè
uomini che vi avea inviato per sedurlo, quella guarnigione non apparteneva ad
con miglior ventura e successo sbarcò il alcun governo. La residenza fatta nel pa-

i.° marzo a Cannes città di Francia nel lazzo , ora del governatore civile e mili-
dipartimento del Varo nella Provenza, e tare dell'isola dell'Elba, di Portoferraio,
'^inoltratosi nella Francia, fu accolto dai essendo un avvenimento memorabilissi-
soldati e dal popolo con entusiasmo tale, mo, venne impressa in lettere d'oro so-
che in pochi giorni arrivò trionfante a Pa- pra la porta maggiore del forte della Stel-
rigi, donde n'era fuggito Luigi XVIII. Ma la, presso il quale era la reggia di Napo-
la comparsa non meno improvvisa che leone I, la seguente iscrizione. Napolco-
avventurosa di Napoleone I in Francia, a nis Magni Galliae Imp. Ilaliae Rcg.
riassumere il potere imperiale, non oltre- Praesentia Decorata Civitas iv non.
passò ioo giorni, giacche a' 18 giugno
i maj. mdcccxiv Posuit iv calend. mari,
j'8 1 5 la famosa giornata di Vaterloo (di die Reddilus in Galliam mdcccxv. In
cui anche nel voi. L, p.i47)> tirò dietro Portoferraio vi è la sola chiesa parroc-
nuovamente l'intera perdita di tuttol'im- chiale e arcipretale, dedicata alla Nativi-
pero, non che dell'umile principato del- tà di Maria Vergine, compresa nella dio-
l'Elba, che Napoleone di mal'animo per 1 cesi di Massa Marittima, già di Popu-
sua perpetua residenza avea accettato. lonia, nel compartimento di Pisa. Le no-
Quindi per la quiete d'Europa, e ad on- tizie del principato di Piombino, a quel-
ta delle proteste di Napoleone I, egli ven- T articolo di rinvio promisi di riportarle
ne rilegato all'isola di s. Elena nell'ocea- in questo; siccome esse si rannodano a
no Atlantico equinoziale, fra l'Africa e quelle dell'isola d'Elba, che gli è rispet-
l'America , della quale riparlai nel voi. to e pel canale marittimo di Piombino 8
XXXV, p.i ig, dicendo pure che essen- miglia distante, che fece parte del mede-
do ivi morto, le sue spoglie mortali furo- simo principato , ora col Repetti princi-
no trasportate uella chiesa degl'Invalidi di palmente trovo meglio di qui riferirle
T O S TO S 33
scusa tornare a interrompere le narra/io- rino,i boschi e le granaglie, oltre la pesca di

ni riguardanti la bella, nobilissima e ce- njare.Iia buoni pascoli e miniere, segnata-


lel untissima Toscana. mente una ricchissima d'allume in Mon-
Piombino, Plombiauto, e anticamente cone. Il padule o palude di Piombino
Populinum ossia \a piccola Pupulonia,co- formasi da un vasto e variabile ristagno
ine nata dalle rovine della grande di si- d'acque, formalo da più rivi che scendono
tui! nome; precola città marittima munita dal Campigliese e più dal fiume Cornia;
di mura e di due fortezze con rada e ca- i bonificamenti cominciati nel 83 1 1 pro-
nale di mare, stata capoluogo dell'omo- gredirono vantaggiosamente, rimoveudo
nimo principato, nella diocesi di MassaMa- i danni e l'infezione che recava, e conver-

riltima e 20 miglia da essa lungi com- , tendosi in pubblica utilità, anche pel van-
partimento di Grosseto e già nel com- ,
taggio procurato alla città collo stabili-
partimento di Pisa. E' situata sulla punta mento delle sue fornaci da mattoni e d'o-
meridionale del promontorio di Populo- gni sorte di materiale di terracotta. Al-
nia, clie ha al suo levante il Porto Vec- quanto al nord di Piombinosono le rui-
chio di Piombino, già appellato di Fale- ne di Populonia ,
grande e celebre città
sia, poi Faliegi, nel 1678 dichiarato porto etrusca. Il Iago di Piombino, Vetulonius
franco dal principe Nicolò Ludovisi. A di- Z^cu.?, riceve la Cornia e scaricasi nel ma-
fendere la città, oltre la naturale sua gia- re Tirreno. La rendita del principato si

citura, concorse l'arte mediante imi ben in- calcola a più di 200,000 franchi, e gli a-
teso cerchio dimuraedi fossi guardati da bitanti a quasi 20,000. Incerte sono le no-
3 fortilizi, a settentrione dalla Porta di tizie storiche di Piombino avanti il 1 000,
Terra, a grecale dalla Rocchetta pianta- se pure non si volessero innestare a quelle
ta sopra uno scoglio sporgente in mare del paese di Falesia che fu ne'diutorni ,

sulla puuta estrema del promontorio, e con porto e stagno pescoso di tal nome.
a maestrale dal Castello che risiede so- La i." memoria sembra rilevarsi dal di-
pra il palazzo della Cittadella ode* prin- ploma d'Ottone I del 969 a favore d'un
cipi a cavaliere di Piombino sopra allo fedele di quell'imperatore, cui donò di-
stretto. Il palazzo regio, bello ed elegante, versi beni situati ne' contadi dell'alta I-
gode una magnifica veduta marina. La talia, e in quelli Bulgariense e Plum-

chiesa parrocchiale arcipretale di s. An- biense. Nel i 1 1 4- Uberto abbate de' be-
timo in s. Michele, già di s. Lorenzo, pri- nedettini di s. Giustiniano di Falesia,
ma fu trasferita in quella di s. Antimo nel monastero edificato nel 1022 da'figli del

secolo XIII, poi nella chiesa più vasta di conte Teuderigo per rimedio dell' ani-

s.Michele nel 1807, denominata di s. A- me loro, sotto la podestà della santa Se-
gostino perchè nel precedente anno l'a- de, rinunziòdiverse possessioni e 3 porzio-
veano lasciata i soppressi agostiniani ro- ni del castello, rocca, poggio, torri e ca-

mitani, dove esistono vari depositi sepol- se dentro e fuori di Piombino, a favore
crali degli Appiani. Vi sono pure le chiese dell' opera della primaziale di Pisa, con
di s. Francesco già de'frati minori con- compensi per restaurare la detta sua chie-
ventuali, che prima della loro soppressio- permuta l'abbate la fece nel 1 35
sa; altra 1

ne erano passati nel monastero delle eia- col l'arci vescovo Lanfranchi. Paredu nque
risse , e di s. Anastasia già di dette mo- che l'origine del paese, con rocca e mura
nache, l'ospedale della ss. Trinità de'ben- castellane sia anteriore al secolo XII, roc-
fralelli, scuole elementari, e tribunale di ca e castello guardati e governati da'pi-
a
1 . istanza: la popolazione somma a più di sani. Neh 124 genovesi con una flotti-
i

2iooindividui. I suoi prodotti principali glia, comparsi avanti Piombino, posero


sono il bestiame bovino, cavallino e peco» fuoco al castello e al borgo, esportando a
34 1QS TO S
Genova uomini, donne, fanciulli e il de- ilconte Guido da Montefeltro podestà e
naro che poterono prendere. Altro assalto capitano generale di Pisa, iuviò a Piom-
ostile dierouo le galere genovesi neh 12 5, bino gente armata a cacciarne i fuorusciti
e s'impadronirono del castelloche i pisani col l'atterra re le loro torri e abi tazioni. Do-
aveano restaurato. Innocenzo III neli2i5 minando Pisa Pietro Gambacorti, verso
dichiarò l'abbazia d( Falesia sopra Piom- ih 3^2 fece edificare in Piombino la chie-
bino immediatamente soggetta alla s. Se- sa di s. Michele col suo stemma. Non cor-

de, concedendo all' abbate la facoltà di se molto tempo che fuorusciti pisani sol-
i

prendere da qualsiasi vescovo il crisma e levarono Piombino, del cui castello s'im-
l'olio santo, d'ordinare chierici e di con- padronirono; ma accorsovi Benedetto fi-
sagrare purché comprese nel di-
le chiese, glio di Gambacorti, colla morte de' capi
stretto territoriale di Piombino eh' era , faziosi restituì la quiete alla terra. Nel
giurisdizione del suo monastero di s. Giu- 1 376 Gregorio XI partì co'cardinali da A-
stiniano. Colla stessa bolla il Papa confer- vignone per restituire la residenza papale
mò all'abbate il padronato di varie chiese a Roma,accorn pagliato da una flotta, sbar-
della Maremma Masselana e Volterra- cando a Pisa a'6 novembre, e gli furono
na, compresa s. Lorenzo 1. 'parrocchia di fatti grandi doni, come pure a'cardinali;

Piombino, concedendo libera sepoltura vi dimorò 8 giorni, indi ripreso il mare

dentro il territorio di Piombino, ordinan- si rifugiò per una tempesta a Piombino,

do che niuno presumesse fondarvi chiese. donde partito e con una burrasca conti-
Per tuttociò il Papa impose all'abbate l'an- nua giunse a Corueto a'5 dicembre, e poi
nuo censo d'un bisanzio o marabottino. proseguì per Roma. Dal 399 in poi la 1

La giurisdizione ci vile e politica sul castel- storia municipale di Piombino comin-


lo, distretto e abitanti di Piombino con- cia a divenire importante, poiché il ca-
tinuava ad appartenere governo di Pi-
al stello fu scelto a residenza e quindi die ti-

sa, che per un capitano vi faceva amrni- tolo ad una signoria nuova. Dopo la ca-
uistrare la giustiziamosi in Populonia, por- tastrofe che costò il dominio di Pisa e la

to Buratti e nell' isola dell' Elba; i quali vita a Pietro Gambacorti, il suo segreta-

capitani sino dal secolo XIII ebbero un rio ser Jacopo figlio di ser Vanni d'Ap-

giudiceassessore.Avendoi monaci abban- piano s' impadronì del potere, dominò


donalo il monastero di Falesia, nel i5>j 1 quasi 6 anni assoluto signore in Pisa e ,

Alessandro IV l'aggregò alle Clarisse di s. morendo nehSgS tramandò illeso il do-


Maria di Piombino, le quali volendo sot- minio al suo figlio Gherardo. Questi pri-
tenlrare nella giurisdizione quasi episco- vo dell'ingegno paterno, sopraffatto dalle
pale de'benedettini, fu cagione di lunghe politiche ingiunzioni fattegli da' ministri
dispute co' vescovi di Massa Marittima, e di Gio. Galeazzo Visconti duca di Mila-

furono terminate con un lodo a favore del no, che tendeva a insignorirsi di Pisa,
vescovo , tranne una coi risposta di cera presto aderì alla proposta fattagli di ven-
allemonache. Piombino neh 283 fu in- dere quella città e il suo contado mediante
vestitada numerosa flottiglia genovese,co- l'offerta di 200,000 fiorini d'oro, e della

mandata dall'ammiraglio Corrado Doria, signoria di Piombino, di Populonia, Scar-


allorché affroutò quella pisana composta lino, Suvereto, Boriano, e dell'isole del-
di 4o galere nel porto vecchio di Piom- l'Elba, di Pianosa e di Moutecrislo, paesi
bino, già di Falesia. Poco dopo agitala lutti che facevano parte ilei territorio del-
Pisa da'partiti, de'quali restò tragica vit- l' estinta repubblica pisana. Stabilite in
limail famoso coute Ugolino co' !>uoi, rnoU questa forma le cose, a' 9 febbraio
1
1
3gg
ti cittadini esuli furono accolli in Piom- fu consegnata la città di Pisa al vicario del
bino e vi si fortificarono; laonde nel 1
289 duca di Milano, in nome del quale ven-
e

TOS TOS 35
nero presidiate le fortezze della città e del nato a Jacopo d'Appiano suo padre d'al-
suo territorio; e dopo pagati 100,000 fio- tra moglie di casa Elei, ed Antonio suo
rini aGherardo di Appiano, e data sicur- nipote figlio di Vanni d'Appiano. Final-
tà per altrettanta somma, egli montato mente al suo figlio infante assegnò in tu-
sopra una galera armata si fece traspor- tore comune di Firenze, cui lo racco-
il

tare a Piombino, che destinò a residenza mandòcaldamenteeche deputasse un go-


della signoria eh' erasi riservata. Assicu- vernatore al pupillo, olirei contutori mo-
ratosi Gherardo uno stato per se e per la glie e nipote, e altri 4 personaggi, due de'
sua discendenza, si giovò de'tesori acqui- quali di Piombinola cambiarsi ogni an-
stati colla vendita di Pisa per fortificarvi no. Nel maggio la signoria di Firenze no-
Piombino e per innalzarvi un confacen- minò tutore del principino Filippo Ma-
tc palazzo di residenza (ora uffizio doga- galotti, e nel 1406 rinnovò l'atto di ac-
nale), nel tempo che cercava di render- comandigia per altri 4 anni a favore di
si benevoli que' popoli colla concessione Jacopo II, con riduzione di provvisione a
d' alcuni privilegi e la conferma de' loro i5o fiorini mensili, e fece cingere il pu-
A meglio convalidarsi nel potere,
statuti. pillo cavaliere col cingolo militare, e l'a-

dopo la morte del duca di Milano, il ti* scrisse co'suoi alla cittadinanza fiorenti-

gnore di Piombinosi rivolse a cercare Ta- na. L'accomandigiasi rinnovò nel 1 4- « 3,


micizia della repubblica fiorentina, che neh 4^9 fu ridotta perpetua con diverse
ottenne con convenzione de' 16 giugno capitolazioni , nel tempo cioè in cui Ja-
i4o4; onde ih.° signore di Piombino fu copo II, sua madre e due sorelle si reca-
accolto inaceomaudigia, tutela, prolezio- rono in Firenze a ossequiare Papa Mar-
ne ed alto dominio, con tutto il suo sta- tino V
Colonna (che certamente pare fra-
to per 6 anni a patti favorevoli, cioè di quali principi non solo
tello di d. Paola); i

3oo fiorinid'oro mensili per provvisione dal Pontefice, ma dalla città, furono ben
coli' obbligo di far guerra a volontà de* accolli, onorati e di ricchi doni presen-
a
fiorentini contro Filippo M. duca di Mi- tati. Jacopo II con nera ingratitudine cor-
lano; nella qual circostanza si doveano da- rispose a'iuminosi benefizi de' fiorentini,
re all'Appiano 5o lance ei5o fanti spe- collegandosi nel i43i coi duca di Mila-
sati, rilasciando a di lui prò tutti i luo- no loro fiero nemico e mentre essi era-
ghi che avesse militarmente occupato del- no in guerra con Siena. In conseguenza
la giurisdizione di Pisa,dovendoegli man- di ciò molti paesi della Maremma soggetti
dare a Firenze ogni anno un palio nel gior- a'fiorentini si ribellarono, mentre Jacopo
no di s. Gio. Battista. Poco sopravvisse II tolse loro Monteverdi,e molte robe de'
Gherardo, e con testamento de'25 aprile cittadini che si trovavano in Piombino
i4o5 destinò d. Paola Colonna sua mo- fece prendere e si ritenne. Ma dopo la vit-
glie (nel Coppi, Memorie Colonnesì, tro- toria d' Anghiari del 1 44° riportata da'fio-
vo contemporanea una Paolella figlia rentini sui milanesi comandati dal Picci-
ci' Agabito Colonna di Genazzano, il cui nino, il signor di Piombino e d. Paola sua
fratello fu poi Martino V) signora dello madre, pensando meglio a'easi loro, cer-

stato finche vivea, quindi istituì erede e carono e ottennero di rinnovar l'amicizia
successore il figlio pupillo Jacopo II, la- con Firenze, ed essa prese di nuovo Ja-
sciando scudi 3ooo per dote a Caterina copo II in accomandigia. col godimento
sua figlia nubile, mentre l'altra figlia Vio- a'fiorentini dell'antiche franchigie nel do-
lante erasi maritata al signore di Came- minio di Piombino. Mentre Balduccio
rino. Nel caso poi che mancassero i suoi d'Anghiari capitano di ventura avea oc-
discendenti, volle che succedessero per e- cupato Suvereto, mori senza figli Lucre-
gual porzione il di lui fratello Emanuele zia de' conti Fieschi di Lavagna, moglie
36 TOS T OS
di Jacopo II, il quale poco dopo la segui sercito napoletano,e nel giugno 44$ 1 sl a v*
«ella tomba o di veleno, redi-
d'afflizione vicinò a Piombino mostrando ogni sforzo
mendo d. Paola Suvereto con grossa mo- peraverlo, senza riguardo che lo stato fos-

neta e 1000 fiorini d' oro pagati dal co- se accomandato da'sanesi, da'quali l'Orsi-
mune di Piorubiuo. Sebbene lo stato ap- ni era stato favorito d'aiuto con 3oo fanti
partenesse a Emanuele assente e dimo- per guardia di sue terre. da Ma l'Orsini
rante in Troia, d. Paola arbitra assoluta valente uomo, quando nemico av-
vide il

di PiombinOjper meglio assicurarsi del po- vicinarsi da Campigliaalle mura di Piom-


tere, vi associò il valoroso conte di Taglia- bino, gli chiuse le porte sul viso, e pro-

cozzo Domenico Rinaldo Orsini cbe avea curò impedirgli l'arrivo delle vettovaglie
maritato a d. Caterina sua figlia, mentre per mare. Quindi vedendo egli non ba-
l'Orsini era generale de'sanesi. Frattanto stare sanesi a difenderlo, invocò e otten-
i

Emanuele inlesa la morte del nipote pri- ne l'aiuto della signoria di Firenze, a mez-
vo di prole, si recò a Firenze e Siena senza zo animoso gonfaloniere Luca Pitti
dell'

trovar protezione, perciò si rivolse a Bai- e di Cosimo de' Medici il Vecchio, che lo
daccio perchè volesse tornare colle sue ma- fecero soccorrere energicamente per terra
snade alla testa di lui a impossessarsi di e per mare. Vedendo Alfonso V che in-
Piombino: l'impresa essendo fallita, Ema- vano attorniava Piombino, dove suoi pa- i

nuele tornò a Troia, e Barlaccio ne! set- tivano infiniti disagi, prima d' abbando-
tembre 44 1 l fa falto assassinare da' fio- narne l'assedio volle tentare un ultimo
rentini. La repubblica di Siena non solo sforzo, dopoaverinfiauamatoi suoi a por-
accettò per 5 anni inaccomandigia d. Pao- tarsi valorosamente. Però I' Orsini erasi

la, ma ancora l'Orsini e la moglie co'lo- meravigliosamente preparato a sostener


ro dominii; e neh44 2 portatosi Eugenio 1' assalto della fortezza della cittadella e
IV in Siena, con magnifico apparato vi degli altri punti, con sassi, artiglierie, saet-
a
fu accolto, e nella 4- domenica di quare- tarne^ d'animosi giovani avea cintole mu-
sima donò all'Orsini solennemente la Ro' ra. Cominciatosi con gran vigo-
l'assalto
.sa d'oro (V.) da lui beuedetta. Nel 1 44^ re, non è a dire quanto operarono Alfonso
morì d. Paola Colonna, la quale destinò V e l'Orsini all'espugnazione e alla difesa,
al governo di Piombino sua figlia d. Ca- animando gagliardamente loro. Grave i

terina ci' Appiano, sicché d' allora in poi danno recò agli assalitori l'acqua bollen-
ella resse lo stato coll'Orsini di lei marito, tissima con calcina viva, e il punto dove
diesi applicò ad accrescere le fortificazio- combatteva l'Orsini contro il Cardona.Nel
ni esteriori della Rocchetta e della Porta calore del furioso assalto comparve la ca-
di Terra di Piombino, e fece pur costrui- valleria fiorentina, onde il re fu costretto
re il palazzo di giustizia e degli anziani di ritirarsi, e considerando la dillicoltà d'in-

Piombi no. Continuando lo stato nella tran- signorirsi di Piombino avendo perduto
quillità e prosperità, fu restaurata la chie- più di 25oo soldati, se ne parti, dopo a-
sa parrocchiale di s. Lorenzo,ora distrutta, ver minacciato a'fiorentini aspra guerra.
nella piazzetta di Piombino,e vennero fab- Appena l'Orsini si vide liberato dal gra-
bricati nuovi mulini a beneficio della co- ve pericolo, lasciato Piombino guardato
munità. Sapeva l'Orsini che Alfonso V re da forte presidio, si recò a Firenze a rin-
d'Aragona e di Sicilia, che avea sposato graziare la signoria, che con lauto dispen-
d. Celia sua figlia naturale ad Emanuele dio gli avea mauleuuto lo stato, ed eb-
d'Appiano, per rappresaglie fatte da'suoi be la condotta di capitano della repubbli-
corsari su bastimenti piombinesi avea a- ca colla pensione dii5oo fiorini il mese,

nimodi togliergli lo statojdifatti neh 447 sì perchè la guerra gli avea assorbì lo tu Ito
il re marciò in Toscana alla lesta dell'e- l'entrate, sì perchè slaudo egli a Piombi-
TO S TO S 37
no lenesse colle sue genti in freno i sol- sidenza di Piombino, fece fabbricar la Cit-
dati napoletani lasciati dal re di presidio tadella per sua abitazione, abbandonan-
a Castiglion della Pescaia, e da Ini conqui- do il palazzo vecchio di piazza, antica se-
stalo nel 1 448- Tornato l'Orsini a Pioni- de de' suoi maggiori. Fu solto la Citta-
bino,espugnò Castiglione, meno la rocca della che pochi anni dopo fu edificato il

superiore; ma sopraggiunta una flottiglia tempio di s. Antimo, nel quale vennero


napoletana il castello fu ricuperato dagli trasportate le prerogative della i." chiesa
aragonesi. Nel i45o la peste orribilmente plebana di s. Lorenzo. Jacopo 111 avendo
imperversò in Piombino, e ne fu vittima occupato Castiglion della Pescaia, s'ini-
ancor l'Orsini; quindi pacificandosi fio- i micò Ferdinando I re di Napoli, figline
rentini con Alfonso V, vi compresero la successore d'Alfonso V; indi Papa Pioli
vedova d. Caterina signora di Piombino, obbliga Jacopo III a cederglielo per in-
a patto ch'essa dovesse pagare ogni anno vestirne il suo nipote Andrea Piccolomi-
al re di Napoli il tributo d'una coppa d'o- nij allora fu che Jacopo III si pacifìcòcol
ro del valore di 5oo fiorini d'oro, rinno- re di Napoli, che nel i 463 lo ricevè in rac-
vando l'accomandigia
o- P e »'
tutto lo stalo. comandato col suo sUilo , e gli concesse
Ritiratasi d. Caterina in Scarlino, vi morì d'innestare l'arme de'reali di Napoli e il

neli45i, avendo lasciato pel governo un casato d'Aragona a quello degli Appiani.
consiglio di reggenza. Per acclamazione A render più valida la regia protezione,
degli anziani di Piombino fu acclamalo Jacopo IH accolse in Piombino una guar-
loro signore Emanuele d'Appiano che vi- nigione napoletana, e in tal guisa gli Ap-
a
vea in Troia, protetto dal suocero Alfonso piani si sottomisero la r. un gio-
volta ad
V, e divenuto ben affetto de'senesi e fio- go straniero, e sposò Batlistina de' Fre-
rentini, ad onta che gli Orsini tenessero gosi.Jacopo III al pari de' principi suoi
in mano le fortezze, parte delle quali fu- antecessori avea Magnifico Mi-
i titoli di

rono redente col denaro e parte a forza lite,Signore e Conte di Piombino, e mo-
d'armi riconquistate. Così Emanuele si vi- rendo neh 47 7 lasciò al primogenito Ja-
de pacifico signore di tutto lo stato, rin- copo IV d'Appiano d'Aragona la sovra-
novando l'accomandigia con Siena e Fi- nità dello slato di Piombino. Questo prin-
renze; ma il dominio di questo principe cipe, benché in tenera età,d'eccellente in-
ben amato morendo nel i4^7>
fu breve, dole e d'ottime massime, coli' assistenza
e lasciando governo e signoria di Piom-
al e favore della signoria di Siena e di Fer-
bino il suo figlio Jacopo 111 d' Appiano dinando I re di Napoli prese le redini del
d'Aragona. Più prosperi di quelli del pa- governo, e toslo ripristinò gli antichi sta-
dre furono primordi di Jacopo III asserto
i tuti, restituendo a'piombinesi i privilegi
figlio legittimo d'Emanuele, contro 1' o- concessi dal di lui avo e tolti dal padre;
pinione che poi dichiarò Papa Paolo II, i quali statuti furono più tardi pubblicati
ma non egualmente a lui prosperi riusci- in doppia lingua a Piombino nel princi-
rono gli anni successivi. La sua condotta pato di d. Isabella ed. Gregorio Boncom-
immorale e arbitraria mosse varie fami- pagni Ludovisi. Jacopo IV si maritò a d.
glie a cospirare contro di lui nella capi- Vittoria figlia d'Antonio Piccolomini du-
tale, ed egli si vendicò de'congiorali colla ca d'Amalfi e di d. Maria d'Aragona na-
morte, la prigionia e 1 esilio. I fuorusciti turale del re Ferdinando I. Divenuto ti£
commossero il duca di Milano Galeazzo fiziale superiore del pontificio e regio e-
a
M. Sforza a impadronirsi di Piombino, sercito inviato contro i fiorentini dopo la
e poco mancò che di nottetempo noi pren- congiura de'Pazzi, sebbene si portasse va-
desse. Frattanto Jacopo 111 dubitando di lorosamente nella battaglia combattuta
macchinazioni più serie contro la sua re- fra Colle e Poggibonsi, restò prigione de'
38 TOS TOS
fiorentini. Riscattato e tornato alla sua re- di R.omagna, caduta quasi tutta in pote-
sidenza Jacopo IV, ebbe a soifrirenon po- re, con altre provincie e vicariati ponti-
che inquietezze perle allumiere eli Mon- ficii, del duca Valentino Cesare Borgia

tione,lequali insiemecolla vicina tenuta di figlio d'Alessandro VI, quando I* ambi-


Valli da'vescovi di Massa se gli contrasta- zioso duca stesso volgendo le sue armi ver*
vauo.Uno di essi, il vescovo Ghianderoni, so la Toscana, chiese a'fioreotini passo e
peristromento del 4-7^, avea ceduto 1
alla vettovaglie peluoghi del comune, senza
camera apostolica nelle mani di Sisto V, I esprimere qual cammino avesse a tenere.
mediante l'annuocenso di 4oo ducati d'o- A tale inchiesta aderirono i magistrati in-
ro, qualunque ragione e diritto sulle te- timoriti dalle fortunate imprese e dalla
nute di Montione e Valli situate nel ter- numerosa osle che conduceva l' audace
ritorio di Piombino. Ciò fece il Papa per duca, mediante convenzioni del maggio
procurare alla camera apostolica l'esclu- 1 5o i , che le due parti non dovessero aiu-

sivo commercio deH'allumedell'Allumie- tare inemici dell'altra, e che la repub-


re di Tolfa, delle quali riparlai nel voi. blica fiorentina non dovesse impacciarsi
L1X, p. i3o, il cui prodotto dovea im- della guerra che il Borgia intendeva fare
piegarsi per guerreggiare i turchi, a sal- al signore di Piombino per quanto fosse
vezza della cristianità minacciata formi- dalla repubblica raccomandato. Il duca
dabilmente. Ma tal canone senza riscatto intanto marciò col suo esercito nel terri-
sembrando gravoso a Papa Innocenzo torio di Piombino, dove in pochi giorni
Vili, con breve del 1 484 liberò la came- prese Suvereto, Scarlino, l'isole dell'El-
ra apostolica dal peso del censo, rivolgen- ba e della Pianosa. In tale emergente Ja-
done l'aggravio sulla mensa vescovile di copo IV non vedendo riparo che bastasse
Massa,che indennizzò mediante la conces- a tanta piena, e la residenza stessa in pe-
sione de'beui dell'abbazia de'vallombro- ricolo di cader in mano del duca, dopo
sani di s. Donalo di Siena dopo la morte avere raccomandato il piccolo primoge-
del commendatario. Il Cesaretti nella Sto- nito alla custodia d'Antonio Filicaia, a'7
ria di Piombino, soggiunge che intanto agosto s'imbarcò in Piombino per Livor-
i Papi non cessavano di mandare scomu- no, e di là corse a gittarsi nelle braccia
nichee di citar più volte Jacopo IVacom- del re diFrancia Luigi XII, affinchè col
parire in Roma, ma tutto invano. Il si- di lui favore nell'avito dominio fosse con-
gnore di Piombino, continuando nel pos- servato. Infatti per quanto da'piombinesi
sesso delle due tenute, affittò le sue al- stretti d'ogni parte da numerosa oste si
lnmierediMontione,finchè nel 1 490 men- usasse ogni possibile precauzione di di-
tre agita vasi la causa avanti la rota roma- fesa, pure trovandosi privi del loro si-

na sul diritto di quelle miniere, fu con- gnore e di buon capitano, dovettero capi-
venuto fra le parli che peri 2 anni il si- tolare col duca Valentino, ricevendo esso
gnor di Piombino, mediante il pagamento e le sue genti dentro le mura e consegnan-

di iooo ducati da Parsegli dalla camera do loro le fortezze. Frattanto il signor di


apostolica, si dovesse astenere dall'esca- Piombino, dopo aver tentato inutilmen-
vazione di quelle vene d'allume e d'ogni te protezione e soccorso dal re di Francia,
altro minerale dentro il distretto di Valli ebbe la notizia che il Papa Alessandro VI
e Montione. Nel i4<)6 Jacopo IV prese navigando si era trasferito a Piombino
servizio militare colla repubblica di Sie- per trionfare col figlio della sua vittoria,
na, e poi co'fiorenlini in guerra co'veneti e che di quello stato erasi impadronito,
fautori del bandito Piero de Medici. Cre- sotto pretesto di alcune ragioni che fino
scevano sempre più sul finir del secolo dal secoloXI vi avea la s. Sede, forse per
XV i disordini e i pericoli per le guerre causa del monastero di Falesia, pi ulto-
T OS TOS 39
sto che per concessioni imperiali.. Il Fel- da \ due cardinali e il du-
.°pretc; gli altri
lone, De viaggi de* Sommi Pontefici, ca Borgia sederono in banco ordinario,
ignorò questo d'Alessandro VI a Piom- tutti cardinali avendo assunte le cappe.
i

bino, dicendo che solo fu a Orvieto e Pe- A' 28 febbraio partirono a cavallo per
rugia, ed avrebbe proseguito per Venezia, Corneto il vescovo di Nami Guzman fa-
se non era sicuro di tornare a Roma. In ve- migliare pontificio, con altri 100 fami-
ce il Novaes nella Storia cV Alessandro i.°marzoAlessandro VI
gliari pontificii. Il
VI, riferisce che neli5oi fu a Piombi- entrò nella sua galera co' 6 cardinali, il
no, che avea costretto ad arrendersi dal sagrista e gli altri famigliari; il duca Bor-
l'usurpazione degli Appiani al suo domi- gia colla gente sua montò in altra gale-

nio,donde tornando da quest'impresa col ra. Voluerunt navigare solatio: super-


duca e altri signori, a' 5 marzo entrò in venit tempus contrarium^ex quo non pò-
Massa, ove restò alcuni giorni a spese de' tuerunt secare navigare, nee voluere re-
sanesi. Ma il p. Gattico, De itineribus dire Plumbinum. Manserunt propterea
Boni. Pont., a p. 6, pubblicò il diario del in galeis usquein diem veneris \mar-
contemporaneo Burcardo: Iter Alexan- tii supradicti,quo in mane ante diem
driPP, VI Plumbinum. In esso si legge, arripuerunt iter versus Portimi Ilercu-
che Alessandro VI a* 17 febbraio i5o2 lis (situato nell'estrema punta orientale

parti da Roma a cavallo con 6 cardinali del Monte Argentalo, già promontorio
e 7 prelati compreso il tesoriere, e il du- Cosano, nella diocesi di Soana), in quo e-
ca Borgia, per Cerveteri, Corneto e per ratpulcherrima navis anglicana, quam
mare a Piombino con 6 triremi, dopo a- vidit Papa ab extra, sed noluit in ca
\er pernottato a Palo e in Corneto nel ascendere, et mansit ibidem illa nocte.
palazzo Vitelleschi. Arrivò a Piombino Sabbatho 5 martii licei mari, et tempo*
dopo vespero il cardinal Giovanni Bor- re turbato ambae galeae prosecutae
gia con circa 80 persone di famiglia a'20 sunt iter suum versus Cornetum, adeu-
febbraio, nel qua! giorno e ora il Papa jus conspectum applicuerunt. Dux na*
s'imbarcò in una galera con 5 cardinali, vis periculum suspicatus circa horam
e duca Borgia, con quasi r 00 persone,
il prandii descendit de galea ad barchet-
e circa il mezzodì del 2 pervenne a Piom-
1 tam, in qua venit in terram, et misi t prò
bino e vi restò sino al 24, prendendo pos- equis Cornetum j post quorum adven*
sesso del principato temporale per la chie- tum equitavitCornetum: Papa vero cum
sa romana. Nel dì seguente con una ga- galea sua non potili t attingere por tum j
lera, Alessandro VI co'6cardinali si tras- ex quo omnes in galea per ferriti, et ex
ferì all'isola dell'Elba e vi rimase sino al- lurbatione maris commoti hinc et inde
la sera de' 26, nella quale si restituì a in galea, sunt prostrati, solo Papa dem~
a
Piombino. A'27 domenica 3. dt quare- pto, qui in sede sua in puppifirmiter,
sima fu parato l'altare maggiore della et intrepide sedens perpexit omnia; et
chiesa di s. Agostino con croce preziosa, cum mare versus galeam forlitcr sae-
ed ivi il cardinal Borgia celebrò pubbli- viret,dicebatPapa, Jesus, et signo cru-
camente la solenne messo (come nella pie* cis se signabat. Inlerpellavit saepe
nau-
cedente domenica avea fatto nel palazzo tas, uteibum parar cut prò prandio, quo
di Corneto) in paramenti violacei pre- propter maris perturbationem, et venti
iiosi, assistito dal diacono e suddiacono continuationem ignem fieri non posse
come nella cappella pontifìcia, ed il Pa- excusabantj tandem mari aliquantu-
pa v'intervenne vestito di piviale e mitra lum pacificato frìxcrunt certo pisces,
preziosa con altri 5 cardinali, 3 de'quali quosPapacomedit. In scro ejusdem sab-
assisterono il Papa, due da diaconi e uno bathi Papa in galea sua cum comitiva
8

4o TOS TOS
rcdiit ad Portimi TTereulis, et Uhi no- principato il figlio Jacopo V. Sposato que-
rie misi tCorne limi prò equitaturis,quae sti a Maria d'Aragona, figlia del duca di
in dominion sequenii venerunt.Domini- Villa Hermosa e nipote di Ferdinando V,
ca IV quadratesimac 6 mensis martiis e restato vedovo si maritò successivamen-
SS. D. N. cum eardinalibus audivit mis- te a Emilia e Clarice sorelle Hidolfì, ni-
sam rectoris parochiae Portus Hercu- poti di Leone X, e per ultimo celebrò le
lis in quaderni Ecclesia, sive Sacello, nozze con Elena Salviati che gli die suc-
ubi cani legitc. . . . Feria i circa 3 oram cessione. Ottenne dall'imperatore e re di
noetis SS. D. N. cum eardinalibus ', et Spagna Carlo V l'investitura dello stato
familia sua verni Cornctum, ed ivi re- di Piombino co'concessi privilegi^ di po-
stò sino al mercoledì, e nelle ore pomeri- tere aggiungere nel suo stemma l'aquila
diane passò aCivitavecchia,ovedormìco* imperiale. Fino al 53g le tenute di Valli
1

6 cardinali e il duca. A' i o andò a Palo e e Montione restarono unite alla camera
vi pernottò, rientrando in Pioma nel dì apostolica, quando il cardinal Alessandro
seguente. Dopo tultociò Jacopo IV nello Farnese amministratore vescovile di Mas-
stesso i5o2 si rivolse all'imperatore Mas- sa le conseguì per quella mensa dallo zio
similiano I, e ottenne per se e pe'suoi e- Paolo III. Si oppose Jacopo V, in guisa
redi l'investitura del principato di Piom- che il cardinale imploiò il braccio seco-
bino, dove fortunatamente ritornò nel lare per entrarne in possesso, ma inutil-

i5o3. Imperocché i piombinesi avendo mente; mentre il signor di Piombino non


inteso che Alessandro VI era morto a' 1 solo reclamò l'alto dominio dell'impera-
agosto, ribellatisi a'ministri del duca Va- tore, ma impegnò in quest'affare Cosimo I
lentino, a'21 coU'aiutode'fìorentini cac- duca di Firenze, col quale avea contrat-
ciarono dalla rocca e dalla loro città i sol- tato il fitto delle miniere di Montione:
dati di quel prepotente eambizioso tiran- contullociò CosimoI dovè sospendere l'e-

no ei Jacopo IV, al
suoi uflìziali. Inoltre Pe'maneggi di Francia e de*
sca vazioni.
riferire dell'encomiato Repetti, invocò e turchi temendosi neh 534"» imminen-
ottenne pure la prolezione di Filippo I te disastro in Italia, Carlo V ordinò a un
re di Spagna e figlio di Massimiliano I, suo generale che insieme a Cosimo I po-
per essere succeduto nelle ragioni de' re nesse il litorale toscano in istato di più
di Napoli (sarà meglio ritenereFerdinan- sicura difesa, onde al duca di Firenze fu
do V d'Aragona il Cattolico; egli fu re aifidato l'incarico di guardar Piombino
non Filippo I, e
di Napoli e di Sicilia, e e tutta la sua costa. All'avvicinarsi della
si recò a Napoli neli5o6), quaudo ivi si flotta turca, Jacopo V permise per neces-
porlòneIi5o7(era morto neli5o6)sbar- sità che truppe medicee, sotto il coman-
eòa Piombinoinvitatovidalui,nelIaqua- do del capitano Otto da Monlauto, pre-
le occasione il re lo dichiarò generale e sidiassero Piombino, le quali comincia-
gli affidò il comando di 4°° ^ ant '
Pa s " rono ad aumentarne le fortificazioni. Av-
gnuoli ch'erangli già stali inviati permet- vicinatasi la poderosa flotta turca coman-
tersi in guardia da'genovesi. Finalmente data dal feroce e abile corsaro Barbai os-
con diploma di Massimiliano,degli 8 no- sa, fortunatamente il vento contrario gli
vembre 509, 1 la signoria di Piombino fu impedì l'ingresso nel canale di Piombi-
dichiarala feudo imperiale, con facoltà a no, ma si diresse sventuratameule sulla
Jacopo IV e a tulli i suoi successori di vicina isola dell'Elba, ove il pascià rila-
poler coniare monete d'oro e d'argento. sciò all'arbitrio d'un brutale equipaggio
Nel 5 1 Jacopo IV prima di morire ot-
1 1 e di un'indomita soldatesca turca ogni li-
tenne dagli anziani e dal popolo di Piom- bertà di fare sopra quegl' infelici isolani

bino, che tosse riconosciuto successore nel severa vendetta. Nel i535 il pascià Bar-
TOS TOS 4i
barossa di nuovo veleggiò sull'isola del- so senz' effetto il tempo, per le lagnanze
l'Elba, e giunto a Porto Ferraio spedì un di Cosimo I l'imperatore fece trattare con
naviglio a Piombino, per rinnovare la ri- d.Elena Sai viali tutrice del figlio Jacopo
chiesta del fanciullo figlio di Sinai» pa- VI, la permuta dello stato e il compenso;
scià, che preso da una galeotta piombi- ma essa virilmente si ricusò essendo in ,

nese era stato battezzato e godeva l' af- corrispondenza co'francesi. Intanto Car-
fètto di Jacopo V, in cambio del quale e- lo V incaricò il duca di Firenze della di-
sibì la liberazione di tutti i cristiani deb fesa dell'isola dell'Elba e la fortificazione
lo stalo di Piombino ch'egli teneva schia- di Porloferraio, e poi con diploma de'4
vi. Couvenuti su tale riscatto, s'mviaro- maggio i54& lo investi dello stato di Piom-
110 dal pascià 12 galere turche a Piom- bino qual feudo imperiale, non ostante
bino per ricevere il prediletto giovinetto, le proteste di d. Elena; onde Cosimo 1 lo

il quale appena messo il pie sopra la ga- fece, occupar dalle sue truppe e deputò in
lera del comandante fu abbracciato da governatore politico ecivile Girolamo Al-
tutto l'equipaggio, e salutato da una sal- bizzi. La vedova di Jacopo V, appena ri-
va generale dell' artiglierie e da stre- tiratasi a Genova, spedì alla corte di Spa-
pitose acclamazioni. Dopo tale tripudio gna il figlio Jacopo VI, già prossimo al-
l'armata turca salpando alla volta di Le- l'età maggiore, affinchè assistito dall'ope-
vante, lasciò piombinesi e le marem-
i ra de'genovesi e del confessore di Carlo V,
me toscane. Liberato in tal guisa lo sta- colla sua presenza potesse ispirare nell'a-
to degli Appiani dal Darbarossa, il du- nimo dell'imperatore il pentimento d'a-
ca di Firenze fece chiedere a Carlo V la ver ordinato un atto contrario alla giusti-
consegna libera di Piombino, sia pe'ser- zia. Infatti vi riuscì, e Carlo V non tardò
vigi resi, sia perchè non vi era sito più di comandare a Cosimo I la restituzione
opportuno di quello alle flotte delle po- dello stato e fortezze di Piombino, dichia-
tenze nemiche, le quali nutrissero bra- rando d'aver ecceduto ne'poteri metten-
ma di conquistare la Toscana o il regno dolo in possesso di quella signoria. Colpi-
di Napoli. Carlo V nel i5^.5 incaricò il to Cosimo I di così repentina mutazione,
generale spagnuoloDe Luna di trattare inutilmente fece rammentare a Carlo V la

coll'Appiauo della cessione e ricompensa sua fedeltà e il vistoso credito di circa


del suo stato; e siccome Jacopo V cadde 4oo,ooo ducali; ed a'24 luglio1 548 do-

gravemente infermo, il generatesi assicu- vè riconsegnare spagnuolo Mendoz-


allo
rò del suo stato appena morto, occupan- za la piazza col distretto di Piombino, a
dolo in nome dell'imperatore per conser- riserva delle fortilicazioni del Porloferra-
varlo al pupillo Jacopo VI figlio del de- io e dell'entrate del ferro di quell'isola sta-
funto. Per questo stato di cose Cosimo I promessa di re-
te a lui affittate, previa la
insistè vieppiù coli Carlo V per la cessio- ad ogni ordine dell'imperatore,
stituirle
ne, onde rimperatore,ch'era unode'tuto- purché questo fosse accompagnato dal
li diJacopo VI, ingiunse al De Luna di rimborso dell'imprestilo e delle spese.Con-
prender possesso formale dello stato di titillarono le truppe spagnuole a ritenere
Piombino, senza che fosse ceduto a Co- Piombino a titolo di deposito, finché Ja-
simo 1, mentre dovea mantenere il presi- copo VI non ricompensasse Cosimo I de-
dio spagouolo e curare le fortificazioni con gl'iraprestiti e spese fatte. Però nel 552 1

dispendi. Impegnato Carlo V colle guerre trionfando i francesi sugli spagnuoli, il

contro i protestanti, nel 1346 ottenne da duca d'Alba comprendere a Carlo V


fece
Cosimo 1 l'imprestilo di 200,000 scudi, essere necessaria l'amicizia di Cosimo I, e
con promessa di dargli 1' investitura e il dargli qualche soddisfazione nelle penden-
possessodi Piombino dentro 9 mesi. Scoi- ti turbolenze de'sauesi. Quindi non puleu

\0L. LXXM1I. 4
42 To s TOS
do il Mendozza difendere bastantemente ni e il popolo di Piombino si trovarono
Piombino dalla flotta turca e del princi- in libertà d'eleggersi un altro signore, e
pe di Salerno, gli ordinò l'imperatore di preposti il granduca di Toscana e la re-
mettere in possesso dello stato il duca di pubblica di Venezia, prevalse il parti lo dei
Firenze a titolo di deposito e custodia, con congiurati d'offrire al comandante della
l'obbligo di restituirlo ad ogni richiesta: guarnigione spagnuola la sovranità di
laonde a' 1 2 agosto Signorotto da Mon- Piombino. Questi però l'aceettò in nome
tatilo generaledel duca prese formale pos- di Filippo II re di Spagna, mentre il gran-

sesso di Piombino , Populonia, Scai lino, duca Ferdinando I procurò die la vedova
Suvereto e Burlano in terraferma, di Piio, d. Isabella Mendozza e i figli dell'ucciso
Capoliveri, Marciana, Poggio ed annessi, fossero sai vati dal furore de'congiurati (on-
oltre Cosmopoli o Portokrraio nell'isola de sembra calunnia l'incolpazione ad. Isa-
dell'Elba. Indi per tale acquisto Cosimo I bella d'aver fatto barbaramente trucida-
nel 1 553 sborsò a Carlo V altri 16,000 re il marito, cedendo alle insinuazioni del
ducati d'oro. Terminata la famosa guer- comandante spagnuolo suo amico), e che
ra di Siena e la consegna di quella città i popoli dell'Elba e quelli di terraferma
col suo territorio a Cos'uno 1, questo prin- limitrofi al suo stalo si mantenessero fe-

cipe in vigore del trattato di Londra dei deli al pupillo Jacopo Cosimo a cui spet-
29 maggio 557 fu obbligato di cedere lo
1 tava la successione. A 'reclami (alti a Fi-
Piombino agl'imperiali per resti-
>tato di lippo II, si rispose con aumentare il "pre-
tuirsi agli Appiani ,, tranne Porloferraio sidio d'Oibetello, coil'occupazione di Ilio
con due miglia quasi di circuito, il quale e delle sue miniere del granduca che l'a-

fu lasciato liberamente al duca di Firen- vea inappaltodall'uccisoAlessancho. Non-


ze. III. "agosto i559 Girolamo naturale dimeno nel 1591 furono arrestati molli
di Jacopo V prese possesso di Piombino complici dell'assassinio, e si ottenne dal
e del suo stalo per Jacopo VI d'Aragona governatore spagnuolo la consegna di
di lui signore, e questi nelP ottobre con Piombino e dello stato a nome del pupil-
giubilo de'piombiuesi ritornò alla residen- lo che si chiamò Jacopo VII, sotto la tu-
za de'suoi antenati. Due anni dopo lo stes- tela dello zio Alfonso d'Appiano d'Ara-
so Jacopo V 1 ottenne dall'imperatore Fer- gona. Nel i594 Jacopo VII ottenne dal-
dinando I, oltre la conferma dell'investi- l'imperatore Ridolfo II, oltre l'infeuda/.io-
tura del fendo, la legittimazione del suo ne di Piombino, l'erezione del suo stato
figlio Alessandro, abilitandolo co' figli di in principato, ma senza successione morì
poter succedere nella signoria di Piombi- di 22 anni nel 1600. Estinta la linea so-
no, a paltò di ricevere nella Cittadella di vrana degli Appiani, insorsero varie con-
Piombino una guarnigione spaglinola. Nel troversie perla moltiplicitàde'pretenden-
i564 Jacopo VI fu eletto dal duca di Fi- li, tra 'quali 3 figli di Carlo Sforza d'Ap-
renze generale delle sue armale die guar- piano discendente di Jacopo III, d. Isabel-

davano la cesta inaiittima, e poi dichia- la d'Appiano sorella di Jacopo VII, oltre
rò il proprio figlio Alessandro luogotenen- altri, i quali lutti attendevano che l'im-

te nel governo Piombino e di tutto lo


di peratore Ferdinando II, a cui era stata ri-
stato; ed alla sua mot te fu solennemente messa la causa, vi provvedesse. Ma Fer-
riconosciuto per signore. Non era appena dinando II dopo aver con decreto della
Alessandro salito sul li 0110 paterno, quan- camera aulica nel 1624 dichiarata l'inve-
do cominciò a rendersi intollerabile a' vas- stitura del feudo di Piombino in favore
salli sino al punto d'essere trucidato a'28 di detti figli di Carlo Sforza, il cui ceppo
settembre 1589, P el npera di molti con- "
esiste tuttora in Piacenza, obbligandoli a
giurali delle primarie famiglie. Gli anzia- prendere la sotlo investitura dal re di
-

TO S TOS 43
Spagna col pagare a titolo di laudemio l'occupazione del 1 799, furono spogliati

800,000 fiorini del Reno alla camera im- da 'francesi dello stato avito,governavaoo
periale , non trovandosi i nuovi investiti il principato mediante due ministri, uno

in grado di sborsare quella vistosa som- di giustizia e l'altro di finanze, mentre pel
nia,dopo prorogato il tempo del pagamen- militarepiombinesi dipendevano dal co
i

to, finalmente l'imperatore dichiarò 3 i mandante d'una guarnigione napoletana


fratelli Sforza d'Appiano decaduti da o- compresa sotto il comandante de' reali
gni diritto al feudo. Finalmente con de- Presidii del re delle due Sicilie, residente
creto de'24 marzo i634,dato in Napoli nel in Porto Lungone all'isola dell'Elba. Fu
palazzo reale., dagli ambasciatori straordi- nell'estate 801 che i francesi impadroni'
1

nari dell'imperatore Ferdinando 11 e di ronsi del Piombinese dominio prima in


Filippo IV re di Spagna, fu investito del terraferma e poi nell'isola dell'Elba, e che
feudo di Piombino d.NicolòLudovisi prin- invece d'incorporarlo ai nuovo regno d'E
cipe di Venosa e nipote di Gregorio XV, truria, come si prometteva col trattato di
ivi presente e" accettante per se e pe'suoi Luneville de'9 febbraio 1801, lo aggre-
figli ed eredi tanto maschi quanto fem- garono al loro impero, finché a' 16 marzo
mine, con l'obbligo di pagare in due tem- 1 8o5 l'imperatore Napoleone I qual fèu-
pi determinati alia camera aulica un mi- do dell'impero francese diede Piombino
lione dì fiorini del Pveno, secondo il nar- col restante del suo stato nel continente
rato da Repetti. Altri poi dicono, che l'im- a Elisa di lui sorella, moglie di Felice Ba-
peratore dispose del principato a favore ciocchi, e loro discendenti maschi, i quali
degli eredi IMendozza, da'quali l'acquista- coniugi poco dopo, mediante il trattato di
rono i Ludovisi, attinenti anch'essi per via Bologna de'23 giugno 8o5,furono boati* 1

di femmine agli Appiani. Quindi il prin- nati anche priucipi dell'estinta repubbli-
cipe d. Nicolò Ludovisi a'20 maggio del ca di Lucca. Qui noterò col eh. anualista
lo stesso ib34 fece prendere formale pos- Coppi che nel 80, Portoferraio con
1 1

sesso di Piombino e degli altri paesi di guarnigione inglese, fu bloccato da'frau-


quello stalo. Gli successe nel 1670 il figlio cesi insieme all'isola dell'Elba, e l'ebbero
d. Gio. Battista Ludovisi, che fu padre di in forza pure del trattato di Londra con-
a
d. Nicolò M. lasciato successore di lui nel cluso nell'ottobre: quindi i francesi occu-

1679, e moiì u » el à pupillare. Suoi eredi parono tutta l'isola dell'Elba, con gravis-
furono i riportati a Ludovisi famiglia e simo danno de'principi Boucompagni-Lu
Jjon compagni famiglia, poiché per mari- dovisi. Avea il re di Napoli ceduto a Frau
taggio le ricchezze, le prerogative e il prin- eia Porto Longone etuttociòche poteva
cipato di Piombino de'Ludovisi si com- appartenergli nell'isola dell'Elba, unita-
pendiarono ne'Boncompagni discenden- mente al principato di Piombino, e allo
ti da Gregorio XII 1. 1 Boncompagui-Lu- slato de'Presidii in Toscana, onde la re-

dovisi ottennero da'redi Spagna succes- pubblica ne disponesse a piacere. Di con-


sivamente l'investitura del feudo princi- seguenza Bonaparte i.° console della re-
pesco di Piombino. In Piombino rimase pubblica, occupò pure le proprietà parti-
sempre la guarnigione spagnuola, finche colari del principe di Piombiuo. Questi
l'imperatore Carlo VI giunse a discacciar- reclamò al re di Napoli, il quale trovate
nela, in conseguenza della guerra di suc- giuste le laguauze, e confessato d'aver ce
cessione alla monarchia di Spagna e quale duto il suo e le altrui proprietà, invitò il

pretendente escluso; ma però l'infante di principe a ri volgersi ali. "console, rua que-
Spagna Carlo re di Napoli e di Sicilia ne sti Io rimandò al re come signore diret-
riconquistò il diritto in seguilo. Quando to e cessionario. Ad onta che il re inter-
1 priucipi Ludovi&i-Boncompagui, dopo pose i suoi buoni uffizi con Francia , ad
44 T° s TOS
onta dì tutte le posteriori rappresentan- scudi romani. Dopo
tuttociò il granduca
ze,tulto fu inutile. Ed il principe di Pioni, di Toscana Ferdinando II I incaricò il cav.
bino per un trattato concluso fra due go- Federico Capei a prendere formale pos-
verni senza il suo intervento ,
perde un sesso dello stato di Piombino col fare di
patrimonio che suoi antenati neh 634
i questa città la residenza d'un vicario re-
aveano comprato per la somma d'un mi- gio, la cui giurisdizione civile e crimina-
lione e cinquanta mila fiorini, e che al- le non oltrepassa il perimetro territoria-
lora gli rendeva 273,000 fianchi all'an- le della sua comunità. Il distretto però di
no, come afferma lo stesso Coppi citan- Piombino continuò a fare parte come iu
do Martens. Nel 8 4 alla caduta di Na-
1
1
antico del compartimento di Pisa, finché
poleone I, il principe d. Luigi Boncom- con moto proprio granducale de' 3i di-
pagni-Ludovisi a mezzo dell'avv. Vera ro- cembre i836 fu aggregato al comparti-
mano reclamò al congresso di Vienna la mento di Grosseto.
rapitagli sovranità di Piombino; in guisa Nel granducato di Toscana, ad ecce-
che se coll'articoloioo di quel trattato fa zione delle coste, lunghesso le quali sten-
convenuto neh8i5 che il suo priocipa- donsi le Maremme, pianure basse, palu-
tovenisse incorporato in sommo dominio dose, quasi deserte e malsane (migliora-
e sovranità al granducato di Toscana, vi te in notabile buona parte anche dal re-
fu anco la condizione che il principe Bon- gnante granduca, come dissi a'Iuoghi lo-
compagni-Ludovisi dovesse ricevere dal ro, e andrò riferendo in progresso del-
granduca una compensazione annua pei l'articolo), dal mare separate per mezzo
suoi beni allodiali e per le miniere dell'i- di colline di terra d'alluvione formate dal
sola dell'Elba, comprese le usine e saline, flusso e riflusso, e che hanno una super-
ovvero altrettanti fondi e somme di de- ficie di circa 33o leghe quadrate, il ri-
naro costituenti una rendita eguale; il che manente di questa ridente e feconda con-
ebbe effetto mercè d'una convenzione spe- trada gode di piacevole temperatura e sa-
ciale terminata nello stessoi8i 5 sotto la lubre, ed è montagnosa: la catena degli
garanzia imperiale , restando il titolo di A pennini penetrandovi al nord, riesce ai-
Prìncipi di Piombino a* Boncompagni- Test, dopo mandato nell'interno nume-
Ludovisi, che in Roma risiedono nel Pa- rose ramificazioni, tra le quali aprousi a-
lazzo Piombino (V .). Ecco poi come l'en- mene e fertili valli, e vi forma losparti-
comialo Coppi riporta l'operato del con- mento delle acque tra "baci ni del mar Tir-
gresso di Vienna sul principato di Piom- reno e del mare Adriatico: al ."apparten- 1

bino. Dichiarò che il principe Ludovi- gono la Serchia, che non fa che bagna-
si-Boncompagni conservasse per se e i re l'estremità nord-ovest; l'Arno, il fiu-
suoi legittimi successori tutte le proprie- me più importante, che traversala par-
tà che la sua famiglia possedeva in que- te settentrionale dall'est all'ovest; l'Ora -

sto principato, nell'isola dell'Elba e nel- broneal sud, ed Tevere all'est, che qua -
il

le sue dipendenze prima dell'occupazio- si subito penetra negli stati pontificii. Dal

ne francese del 1799 ; e che fosse inol- mare Adriatico dipeudono il Reno, il Se-
tre indennizzato dal granduca di Tosca- nio, il Montone e altri, i quali più non
na, per la supremazia concessagli e sovra- hanno in Toscana che le loro fonti. Al-
nità del principato di Piombino e sue di- l' est presentasi il rialto elevato e palu-
pendenze, di tutte le rendite che la sua doso d'Arezzo, notabile pel lago che n<
famiglia percepiva da'diritti di regalia pri- occupa il centro, e le cui acque scolano
ma del 1801. Dipoi il principe di Piombi- ad una volta nelF Arno al nord, per la
no cede tutti i suoi beni e diritti al gran- Chiana toscana, e nel Tevere al sud per
duca, e ne ritrasse la somma d'800,000 la Chiana romana. L'avv. Castellano nei
TOS TOS 45
suo Specchio geografico, chiama I1 Ar- le, e del sovescio o concime vegetale, per
no primo fiume della Toscana, il quale vincere la sterilità generale. Tutta volta vi
scaturisce dalla montagna di Falterona, sifanno raccolte ubertose e abbondanti,
e dopo un corso di 7 leghe volgesi al nord- poiché s varia tissimon'è il suolo e reso col-
ovest, e quindi verso Fireuze prende la le lavorazioni generalmente pingue; col-
direzione occidentale per gittarsi dopo tivandovisi particolarmente grano, raaiz,
Pisa nel Mediterraneo. Delle 55 leghe che granturco, patate, le piante leguminose
percorre, la metà è navigabile con zat- massime le fave e piselli, per non dire al-
un canale pratica-
tere e piccole barche : tro; il riso coltivasi nelle parti paludose.
to neli6o3 ne agevola il tragitto da Pi* I principali frutti e più abbondanti sono
sa a Livorno. Dice suo principale influen* l'uva, le olive, le raelaraucie, i limoni, i

te Chiana, considerabile palude che ra-


il fichi e altri. I vini di Toscana sono ge-
dunando l'acque de'monti ve ne scarica neralmente buoni , e come più generosi
la maggior parte, e versa la minore nel e squisiti, quasi tenendo il primato in I-
Tevere. Gli altri tributari suoi sono l'Am- talia, si considerano V aleatico, il chian-
bra, il Sieve, il Pesa, l'Eoa, l'Elsa, l'E- ti, il canaiolo, il moscatello; l'olio è un
ra, il Biseuzio e l'Ombrone pistoiese. Si prodotto importante, come rimarchevo-
scaricano inoltre direttamente nel mare le è quello de'bachi da seta. Ne'siti alpe-
il Magra, che muovendo dagli Apennini stri suppliscono al grano le castagne. Ol-
inette foce presso il golfo della Spezia, e tre del fieno de'prati si fa uso dell'erba
segna il confine tra gli stati Toscani e Sar- medica, e della lupinella seminata nelle
di; il Serchio che dagli stati di Modena pianure, né mancauo il lino, la canape, la
e Lucca scende uel territorio pisano, e robbia, il guado e altre utili piante. So-
l'Ombrone sanese che bagna le marem- no gli oli veti assai fiorenti, le varie spe-
me, e non lungi da Grosseto termina il cie d* alberi fruttiferi vedonsi sparse ne'
suo corso. Infiniti poi sono torrenti, le
i frequenti verzieri, e ne' molteplici gelsi
immane e ruscelli minori, che innaffian- trova pascolo il baco da seta. Precipua-

do le campagne si fanno strada al mare. mente si resero benemeriti dell'agricol-


Le più salutifere minerali sorgenti flui- tura, Cosimo I, Leopoldo I, Ferdinando
scono nei territorio pisano e lucchese. An- II e Leopoldo 1 1, per quauto fecero splen-
1

ticamente la Toscana facendo parte del- didamente a migliorarla e in ispecie nel-


l'Etruria o paese degli etruschi o etru- le Maremme, anche per rimuoverne l'in-
sci, questi davano il loro nome a'due ma- salubrità. Non è l'agricoltura moutata
ri d'Italia, poiché uno appellavasi Mare sopra un gran piede, tuttavolta sagaci i

Tuscum, e l'altro Mare Adriatico dal abitanti spiegano molta maestria e indu-
nome della loro possente colonia di Ha- stria iu certe occasioni, singolarmente nel-
dria della quale riparlai a Rovigo, nel-
ì
l'irrigazione delle loro terre. I ruscelli e

la provincia da'romani poi detta Trans- torrenti che scendono dagli Apenniui,do-
padana. E' la Toscana senza contraddi- po le grandi pioggie, trascinano seco mol-
zione una tra le più belle parti dell' I- ta fanghiglia e arena, che colmandone i
talia (F.), venendo chiamata Firenze il letti, cagionano inondazioni e danno ori-

Giardino d'Italia; eppure, a lato di fer- giue ad impaludamenti oggi toscani e- : i

tili pianure amene sorgono talvolta ari- vitano l'uicon veniente per via di dighe e
de e tristi monlagne.U terreno di alluvio- incassature ingegnosissime. L'orticoltura
ne onde il suolo toscano si forma, osser- e giardinaggio souo praticati a perfezione
va il Castellano, poco risponderebbe alla mediante l'artificiale irrigamento,ed han-
coltura senza l'operosa industria de' co- no luogo ne' chiusi ricinti copiosi agru-
loni, che si valgono del concimo anima- mi, ed uua quantità prodigiosa di fiori di
46 TOS TOS
tulle le specie, singolarmente a Firenze, verse specie di tante acque converrebbe
onde si fa traflico in qualunque stagione. fare un lunghissimo elenco, come nume-
Sonovi buoni pascoli sulle sponde de'fiu- rosi sono gli scrittori che le analizzarono
ini e nelle Maremme: il numero de'ca- e celebrarono a vantaggio della sofferen-
valli, pecore e bestie cornute è assai con- te umanità. Mi limito dunque a ricorda-
siderabile, onde se n' esporla nelle altre re che l'egregia opera del benemerito Re-
parli d'Italia quantità grande. 1 cavalli petti, di tulle le acque minerali e termali

io generale sono di mediocre qualità, es- ne dà opportune notizie, rammentando


sendo migliori i muli, gli asini, le capre, pure gli scrittori delle medesime. La cava

porci. Si mantiene la razza del bestia- sola del sai borace è una sorgente di ric-

ine grosso mediante l'importazione rego- chezze per il paese, ed è riconosciuto nel
lare di bestie svizzere; la lana delle pe- commercio perla migliore qualità che si

core ordinariamente è grossolana. Osser- conosca. Presso la terra di Marradi nella


va l'avv. Castellano, che non solo in To- Romagna Toscana, ed a non lunga di-
scana abbonda il bestiame grosso e mi- stanza dal poco considerevole fiume no-
nuto, ma che la sola Maremma nudrisce matola I3ura,che scende per iscorrere nel-
piùdi3oo,ooo pecore, più di 3o,ooo ca- la sottoposta valle da essa Valbura chia-

valli ; ed un numero copiosissimo di buoi mata, e per andare ad unire le sue acquo
e maiali si traggono dal Casentino, i cui a quelle dell' A mone, olfresi un impor-
monti somministrano pure ottima e sva- tante e grazioso spettacelo, che dilettan-
riata selvaggina. I dintorni di Pisa, sino do gradevolmente la vista desta l'interes-
dalla metà del secolo XVII, posseggono se de'riguardanti. Fatta copiosa la Buia
ima mandria di cammelli. Non è la To- dalle acque dell' A mone, e resa perciò più
scana ricchissima nelle miniere di metal- orgogliosa e rapida, muta spumante le

li, però vi si trova del rame, del piombo onde con istrepitoso declivio, e sbocca a
e del mercurio, già avendo celebrato l'i- traverso un selvoso in parte nudo ine-
sola dell'Elba per le sue famose minie- gualmente scosceso masso, in cui improv*
re di ferro. Gli A pennini danno cave no- visamente rompendo djvidesi in più brac-
tevolissime di marmo, alabastro, cristal- cia, che romoreggiando precipitano fra
lo di rocca e salgemma; come anche pie- gli annosi tronchi e gli scogli acuminati.
Ire calcaree, arenarie, ed una specie di Queste ripetute cascatesi hanno foggia-
macigno detto pietraforte, che adoperasi to altrettanti cavi bacini, che cadenti ac-
ne'migliori toscani edifìzi. Meritano spe- cogliendole in seno, ad altri nuovi sotto-
ciale menzione le così dette pietre Paesi- stanti più larghe le versano con sempre
ne, veramente singolari, poiché e natu- leggiadre e sempre scherzevoli pompe ove
ralmente nella loro superficie presenta- perpendicolari, ove serpeggianti, ove a
nosvariali quadri rappresentanti vedule ventaglio scorrenti. Che se il sole inve-
campestri, paesetli, castelli diruti, caso- ste co' raggi que' voluminosi fiocchi suo-
lari, bufère ed altre cose curiose a veder- nanti, sorprendente è la meraviglia per
si. Parte importantissima delle produzio- le iridi molteplici e vivissime, mentre le

ni naturali del suolo toscano sono le mol- onde ripercosse da slanci impetuosi, e
te e svariate acque minerali e termali, sollevati gli spruzzi in minutissime stille,

delle quali è largamente fornito, edica- quasi a riverbero delle iridi maggiori, ne
cissimea moltissime infermità, anche cro- creano infinite movibili, che salgono, di-
niche, per le quali hanno meritamente scendono, s'incrociano, si modificano a
acquistalo fama principalmente gli stabi- mille guise, presentando indicibili acci-
limenti di Cascia IMI, Chianciano e Mon- deuti all'occhici ucantato del paesista, che
tecatini. A voler nominare soltanto le di- a traverso di tante vivacità di colori ve-
T O S TOS 47
de nell'inverno masse di gelo vestir for-
le to ingrata a quelli che hanno dimorato
ine diverse, tutte nuove, bizzarre e so- in Roma, dove la pronunzia è d'una dol-

lide. Così nnche la Toscana vanta la sua cezza notabile, sicché ne provenne l'an-
cascata di acque,in quella deliziosa di Val- tico 'ecomune detto: lingua toscana in
bora, circondata da austera maestà na- bocca romana, per significare la purez-
turale. Fra le manifatture della Toscana, za eia grazia insieme congiunte alla mae-
Firenze somministra lavori di stucco, mar- stàdella pronuncia. Idioma che un moder-
mo e alabastro, bellissimi musaici in pie- no qualificò bellissimo sopra tutti, e che
tra dura, lavori di metalloe incera, galloni fu maestro al mondo di sapienza e di civil-
d'oro e d'argento fini e falsi, tabacco, sete- tà; e rilevando che i toscani sono maestri
rie rinomate, taffetà, raso, drappi lisci e o- della lingua domestica. Dell'origine e
perati, ombrelle, calzette, alcuue stoffe di grandi pregi della Lingua italiana o tosca-
lana, begli arazzi, cappelli di paglia stimati na o volgare, ne riparlai a Scrittura, nel
i migliori d'Europa, utensili di ferro, ool- *vol. LXXI, p. 1 3 i , e altrove, celebrando
triaratorii, vasi particolari d'argilla, con- i siciliani e i toscani benemeriti della me-
fetture, birra, fiori finti, vetri, saponi, car- desima, ed eziandio a Teatro pei soave
rozze, essenze, liquori, finissime porcel- uso che ne fa la Musica profana ; come-
lane e altro. Lucca fa grande commercio che eminentemente adorna di bellezze e
d'olio squisito, e produce manifatture ec- ricchezze, armonia e maestà, forza ed e-
cellenti d'ogni sorte di tessuti di lana, co- spressione. Egualmente notai a'suoi luo-
tone e seta. Pisa, già principale emporio ghi, quanto la Crusca, che in Firenze si
italico del Mediterraneo, ha i suoi pro- attribuì il sacerdozio della patria lingua,
dotti, così Siena e le altre illustri città e fusempre e anco attualmente intenta (per
luoghi della regione. Livorno sommini- quanto riportai nel voi. LX1II, p. 8) al- 1

stra copiose manifatture di corallo e sa- la sua perfezione, ed alla conservazione


pone. Empoli le porcellane e altre stovi- della sua purezza e riputazione, coll'in-
glie, Pescia la carta, Volterra marmi e ala- cremento di nuove voci, e colla rimozio-
bastrine. ec.Livorno,PortoferraioePioui- ne di corruzioni e viziature. I caldi ama-
bino sono principali porti della Toscana:
i tori eammiratori dell' italiano idioma,
ih.°fa da se solo quasi tutto il commer- onde primeggi elevato gloriosamente fra'
cio marittimo del paese, e se ne esporta- viventi linguaggi, si accendono d'ira e di
no cappelli di paglia rinomati, legnami sdegno magnanimo, ià vedere fatalmen-
da costruzione, potassa, sego, seta grezza, te di frequente noi italiani, riuegar le so-

canapa, tela da vele, olio, vini, lavori d'a- vrane bellezze del nativo e nobilisimo i-
labastro, formaggio, ferro, pelli ec. I to- dioma, per correr dietro pusillanimi e
scani generalmente sono ben fatti e tra sbrigliati a'vocaboli stranieri ed a' fran-
tutti gl'italiani notabili per la dolcezza del cesumi, in che si delizia 1' età moderna;
tratto, la civiltà delle maniere, la fran- contribuendo con tal vituperio al quoti-
chezza mista a innata urbanità; sono al- diano decadimento di nostra favella, po-
tresì industriosi e di sottile ingegno; atti nendo così in non cale la maggior gloria
economi e sobrii. Le
agli affari, accorti, che la nemica fortuna non potè rapirci,
donne sono belle e bene educate, di modi e distruggendo quasi il solo monumento
gentilissimi. EinToscaoa,e singolarmen- che ancora rimane in piedi dell' antica
te in Siena con maggior grazia ed elegan- nostra grandezza, e tutto questo mentre
za, che parlasi più puramente la sonora con aperta contraddizione ci vantiamo
e soave lingua italiana, la più armonio- italianissimi. La Toscana conserva l'an-
sa delle lingue; ma un accento uaturale tico suo splendore, poiché le lettere, le

spietatissimo la fa parere talvolta alquau- scienze e le arti vi godettero sempre prò-


48 TOS TOS
tezione e incoraggimento. Firenze, In gen- gè di progresso non uniforme ma vario
til metropoli del granducato, si suole secondo il variare delle condizioni politi-
chiamare per più rispetti P Atene d' I- che più o men favorevoli alla civiltà ri-
talia. Le lettere, le scienze e l'arti belle nascente, e il più o men abbondare d'ec-
sono tuttora in Toscana felicemente col- cellenti ingegni atti a rigenerarla e cre-
tivate, ed a' rispetti vi articoli delle princi- scerla. E l'Italia, come ognun sa, fu la pa-
pali città toscane lo celebrai, dicendo del- tria felice di questo incivilimento novel-
le accademie, università e stabilimenti lo; qui esso nacque, crebbe e grandeggiò
scientifici, artistici e benefici che fiori- dapprima, e quinci poi propagossi alle al-
scono in questa regione gentile e tran- tre genti d'Europa, le quali non che o-
quilla, ed in progresso aggiungerò in que- sassero mai contrastarle una gloria sì bel-
sto articolo altre nozioni. Anche P avv. la, s'accordano anzi tutte nell'attribuir-
Castellano celebra l'amore delle scienze gliela,e lei riveriscono qual madre e mae-
e delle arti ch'é stato sempre l'appannag- stra prima della moderna col tura, come
gio de'gentili abitatori della Toscana, da' già dell'antica ri veri vasi presso gli anti-
quali attinse Roma antica i primi semi chi la Grecia. Ma se in Italia vi è con-
della civiltà e del pubblico diritto. Quin- trada a cui tocchi una parte più ricca di
di è che in ogni età vi fiorirono maestri in tal gloria, questa è senza dubbio la To-

ciascun ramo dell'umano sapere, e la lo- scana, terra feracissima in ogni tempo di
ro mano ingegnosa seppe vivamente ani- grandi ingegni, cosicché egli è forse im-
mare i sassi e le tele. I famosi Orti Ru- possibile di trovare in tutta la superficie
cellai servirono di modello alle letterarie del globo un egual tratto di paese che ne
adunanze, e la prima scintilla di quella abbia mai generato altrettanti. Il che so-
vivida luce, che dilatossi poi con inestin- prattutto si avvera di quell'età, di cui
guibilifiamme, balenò dalle sue antiche ora discorriamo, che fu la prima delle ri-

accademie del Cimento e della Crusca. nate lettere, giacché dove mai troveran-
Ben a ragione la Civiltà cattolica, i* se- nosi tanti e sì illustri intelletti quali e
rie, 1. 1
1 , p. 4^6, nel dare erudita contez- quanti ne partorì la sola Toscana in que'
za di Tre scritti inediti e Intorno alcu- suoi secoli d'oro, che furono il secolo di
ne opere, di Leonardo Pisano matema- Dante Lorenzo il Magnifico e
e quel di
tico del secolo XIII, scritti e notizie pub- di Michelangelo? Ora queste condizioni
blicati dopo dotte e indefesse indagini dal di tempo e di patria che accompagnaro-
eh. linceo d. Baldassarre Boncompagni- no il risorgimento delle lettere, delle arti
Ludovisi de'principi Piombino, si e-
di e d'ogni più amena coltura, furono vere
spresse come segue. » Quel risorgimento eziandio delle scienze naturali giunte og-
delle lettere e d' ogni arte bella che ap- gidì a sì mirabili progressi, e di quella in
parve sì splendido nella seconda mela del ispecie che tra esse è la più elevata e se-
quattrocento e toccò poscia nel cinque- vera, voglio dire della matematica. An-
cento suo pieno meriggio, ebbe se ben
il ch'esse videro la prima luce della loro au-
si guarda la sua aurora fino a due otre rora nella nostra ftaTiae principalmen-
secoli innanzi tra quelle ombre di tene- te in Toscana, e benché non pigliassero
brosa ignoranza; in cui si suole rappre- grande splendore se non nel secolo XVI f
sentare avvolta Petà di mezzo. Già se ne da Galileo e dalla sua celebre scuola, pur
veggono primi albori in sullo scorcio del
i cominciarono fin dal secolo XIII ad al-
XII secolo, quali splendono poi nel XIII
i beggiare e a crescere rompendo la folta

assaipiù chiari, e vanno quindi vieppiù notte in che erano giaciute per tanti se-
si

crescendo di splendore e dilatandosi d'o- coli in occidente. " Innumerabili sono


rizzonte nell'età segueute,beu che cou leg- quindi celebri e gl'illustri toscani che
i fio-
TO S tos 4a
rirono in ogni epoca per santità di vita musei di statue e altre sculture, di colle-

e dignità ecclesiastiche, come narrai pre- zioni di rare medaglie e altri cimelii, di

cipuamente nelle biografìe de'santi, de' storia naturai»', di botanica, di anato-


vescovi, de'cardinali e de' Papi, e di que- mia, di macchine di fisica; quindi vi so-
sti ultimi ne feci l'enumerazione a Pa- no eziandio musei di fisica e storia natu-
tria; non che per valorose gesta e mili- rale, di numismatica e di preparazioni
tari imprese'per tutti i rami delle scien- anatomiche anche in cera e celebratissi-
ze e dell'erudizione, in ogni arte mecca- me. E' pur doviziosa di pinacoteche e
nica e bella, virtù e magnanime azioni, insigni biblioteche con preziosi codici e
de' quali ragionai alle loro patrie o di- mss., private e pubbliche, cospicui essen-
cendo delle loro mirabili e numerosissi- do gli archi vii per monumenti di som-
me opere; il perchè se volessi solo indi- mo pregio istorico. Le città e le chiese
carne celebrati nomi, certamente non
i sono ripiene de' capolavori dell' arte, sia

sarebbe sufficiente un grosso volume. Gli nell'architettura, sia nella scultura, sia
ordini religiosi ch'ebbero dilla iti Tosca- nella pittura e in ogni genere d'ornato.
na, furono seminari di santità, dottrina Nella Toscana si ammirano in gran nu-
e virtù, e molti lo sono ancora; come le mero magnifiche chiese, sontuosi palazzi
congregazioni de' Camaldolesi Eremiti e altri edilizi, oltre i teatri. Molte chiese
e Monaci, de Vallombrosani, degli O- potino dirsi musei e pinacoteche, princi-
livetani, de' Canonici regolari, de Giro- palmente in Firenze, illustratedal p.Giu-
lamini, de' Chierici regolari della Ma- seppeRicha gesuita, Notizie (sieriche del-
dre, di Dio, dell'ordine òq Servi di Ma- le chiese fiorentine. Tutte le arti del di-
ria, e di altri de'quali pure feci articoli, segno fioriscono nella Toscana, che pos-
come de'toscani fondatori di altri ordini siede pure notabili stabilimenti tipogra-
e congregazioni religiose, ed eziandio de' fici. Bernardo e Domenico Cennini furo-

non più esistenti, come de' Girolamini no i primi che stampassero libri in Firen-
r
eremiti di Fiesole (/ .). Anche il sesso ze; e il loro Virgilio col commentario di

femminile vanta in Toscana molte beate Servio ha la data del i47 2 Poco dopo -

e sante, secolari e religiose. Nel bel pae- fr. Domenico da Pistoia e fr. Pietro da

se vi sono quasi tutti gli ordini regolari Pisa domenicani, che assistevano le reli-

di uomini e di donne, e possiede parec- giose del loro istituto del monastero det-
chi santuari, di cui parlai a' loro luoghi. to di s. Jacopo di Ripoli, introdussero nel-
Il Riccardi nella Storia de' santuari pili la casa di loro abitazione l'arte tipogra-
s. Maria de'Mi-
celebri , tratta di quelli di fica, che si faceva a spèse di tali mona-
racoli a Lucca, di Maria dell'Umiltà e
s. che. In principio stamparono piccole cose
del Letto a Pistoia, di s. Maria delle Car- e una Grammatica del Donato fu forse
ceri a Prato,di s. Maria Annunziata a Fi- la 1 .'Tra la fine del 1 476 e principio del
il

renze, di s. Maria di Monte Nero presso seguente anno stampò la Vita di s. Ca-
si

Livorno, di s. Maria del Conforto in A- terina da Siena, composta da Raimondo


rezzo, ed altre immagini miracolose del daCapua, la quale ebbe credito e spaccio
1796. Inoltre delle sagre immagini pro- grande. Dipoi s'impresse il Confessionale
digiose della B. Vergine di tutta la To- di s. Antonino arcivescovo di Firenze, poi
scana, abbiamo V Atlante Mariano del le Regole grammaticali di Gio. Batti-
p. Gmnppenberg gesuita, che ne discorre staGuerino, e L'arte del ben morire del
ampiamente. Nel santuario del monte cardinal di Fermo, e tutto questo nel
Verna o Alvergna s. Francesco d'Asisi vi 1477. S'introdusse anche presso detto
ricevè le ss. Stimate (f^.). Vanta la To- monastero l'arte di gettare i caratteri; e
scana un ricco e inestimabile tesoro di in un libro antico di conti si trovano re-
5o TOS TOS
gistrate tutte le spese fatte per servire al- di Firenze e Livorno; la 1/ delle quali cit-

la formazione eli caratteri e altre cose ne- tà nel 85 conlava


1 1 1 io, 343 abitatori,
cessarie all'uso di stampa. Alcune reli- e 84,907 la 2/ E per venire ora ad ac-
giose aiutavano a compone, e il celebre cennare con ordine retrogrado la popo-
ser Bartolomeo Fonzio, di lungo ra- cui a lazione di 3 decenni, nel 1820 ascese a
giona il dotto Gio. Lami nelle Dclicìac 1,172,342, nel 83 a 1,365,703, nel 1 1

crudi tor um, n' era il correttore. Ad istan- 1841 a 1,489,980, Trovo poi nella sta-
za di esso fu data mano alla stampa del- tistica del i853, che nel [852 gli abitan-

le Stive di Stazio, e di altri libri latini ti del granducato si aumentarono, risul-


tradotti in toscana lingua. Si trovano li- tando di 1,778,021, e nel 1 853 erano
bri stampali in questa stamperia fino al giuntial numero di 1,796,076, e nel

i484> ne quale anno essendo mancato


' i855 ad 1,816,466 abitanti, secondo
di vita fr. Domenico, mancò ancora la {'Almanacco Etrusco del [856. 11 Bi-
stamperia, dopo di essere durata 8 anni e lancio di Revisione per l'anno 1 853,
poco più. Abbiamo: Notizie istoriche so- sulle finanze 'della Toscana, presentato
pra la stamperia diliipolije quali pos- dal ministero all'approvazione sovrana
sono servire all'illustrazione della sto- e quindi fatto di pubblica ragione, fa a-
ria tipografica fiorentina, raccolte e scendere l'entrate dello stato per detto
pubblicate dalp, Vincenzo ineschi do- F annoalla somma di 36 milioni e 376,400
menicano, archivista del convento di », lire toscane: le spese si valutarono a 36
Maria Novella, Firenze 78 1 r .Dagli An- milioni e 3o8,8oo; quindi la tenuissima
nali statistici che si pubblicano in Fi- differenza di 67,600 lire. Le spese ven-
renze per cura dell'erudito capo della se- gono distribuite ne'7 ministeri dell'inter-
zione statistica nel ministero degli affari no, degli esteri, dell'istruzione pubblica,
ecclesiastici,meritano d'essere riporta- della grazia e giustizia, degli affari eccle-
te le seguenti notizie. Prima noterò, che siastici, delle finanze e della guerra. Fra
coli' aggregazione del Lucchese al gran- gli articoli d'aggravio il cumulo degl'in-
ducato, questo acquistò 175,160 indi- teressi de'debiti dello stato ascese a 4 mi-
vidui. Nel i85o la popolazione di To- lioni e 4Ì7>7 2 ° me - La spesa del mini-
scana ascendeva a un milione e 780,777 siero della guerra, e della ricomposizione
individui; e nel 85 1 a un milione e1 e nuovo ordinamento delle milizie,si ele-

761,140. Laonde in un solo anno essa vò alla cifra di 7 milioni di lire. L'assegna-

aumentò di 25,363. Se un tale risulta- mento fissa al sovrano, che in altri paesi
to di crescente popolazione per lungo dicesi listacivile, èdi 2 milioni e 764,000
correr d' anni andasse avverandosi con lire. Il ministero degli esteri cou 3 lega-
questa misura, eccederebbe senza al- zioni a Roma, a Vienna e a Parigi, e 24
cun dubbio la media di molli paesi fio- consolati in altrettante città marittime,
renti per abbondanza di suolo e per este- ebbe un dispendio di 276,400 lire. 11 Mo-
si commercii. La popolazione stessa di- nitore Toscano pubblicò un real decreto,
stintane'due sessi, ascendeva iti detta ul- secondo il quale il bilancio preventivo del-
tima epoca, gli uomini 897,939, le don- l'entrate e delle spese generali dello stato
ne 863, 20 distinta nelle religioni, cat-
1 : i pel [856 resta determinato nelle somme
tolici sommavano 1,731,690, gli etero- qui appresso: entrate 37, 7 i6,4oo;s^e- lire

dossi 2o38, gli ebrei 74» 2. Fra'cattoli- se lire 37,728, 00. La pubblica istruzio-
1

ci erano gli ecclesiastici 0,348, religiosi


1 i ne vi figura per 844>8oo lire. Il debito
3076, le monache 3918. Si osserva che pubblico itiToscana è una istituzione
più della 9/' parte della popolazione del- nuova del [853, ne il paese avea ancora
la Toscana è agglomerata ne'due centri esposto il suo credito sui pubblici mei-
TOS TOS Si
cali delle borse europee, mentre già tutti date dalle bande o milizie volontarie ch'e-
quasi tutti gli altri stali e governi han- rano presso a poco della natura delle guar-
no da un mezzo secolo in qua se non e- die civiche. Pietro Leopoldo I d' Austria
saurito, ampiamente profittato di questa fidava più nella vigilanza della polizia e
sorgente di pecuniari soccorsi. Il Moni- de'bargelli che nelle milizie, e le licenziò
tore Toscano de'20 febbraio! 853 pub. totalmente; anzi a causa d'una rissa in-
blicò il regolamento sulla leva militare, sorta in Firenze fra 'sbirri e granatieri i

imponendo l'obbligo del reclutamento a della sua guardia, die il torto così mar-
tutti giovani, compiuto che abbiano il
i ciò a questi, che incontanente li disciolse
loroig.mo anno di età; dà liceuza però a e esiliò di Toscana. Né si parlò più di trup-
ciascuno di sostituire a se stesso un cam- pa in Toscana fino all'epoca del gover-
bio,purché sia di specchiata condotta mo- no Napoleonico, e la memoria spaventosa
rale e politica, e venga guarentito dal so- delle coscrizioni francesi dura ancora ne-
stituente: gli ebrei vengono esclusi dal ser- gli animi del popolo delle campagne, ch'è

vizio militare personale, ma debbono pe- nemico del mestiere delle armi e talmente
rò sostituire un cambio per ciascuno di restìo al servigio militare, che a qualun-
essi a proprie spese. La durata della ca- que più grave sogrifìcio andrebbe incon-
pitolazione, ossia del servizio obbligato- tro, anziché a, prestarsi volonteroso co-
rio, è di 8 anni; ed un decreto posteriore me in altri paesi al reclutamento; ma la
stabilì per detto anno il contingente mi- tutela dell'ordine pubblico e l' indipen-
litare ini5oo uomini, estratto fra tulli i denza dello stato lo esigono. 11 /Monitore
compresi mediante estrazione a sorte.
, Toscano pubblicò poi il decreto graudu-
Sembra che il quadro delle truppe tosca- calede'2 febbraio 856,col quale si ordinò
1

ne al completo, compresa la gendarme- definiti va mente, che sopra la classe de'gio-


ria, e i corpi de'cacciatori di confine , e vani nati dal 1. "gennaio i836 al 3i di-
della costiera o litorale marittimo, deb- cembre inclusive sarà levato un contin-
ba essere progressivamente condotto a gente di numero 2000 uomini, destinali
i4,ooo uomini, dicuiiOjOOO di truppa a passare eflettivamenle al servizio delle
attiva, e 4 di riserva, o milizia provin- armi; contingente ripartito fra' diversi
cialenon assoldata. La gendarmeria a pie- compartimenti del granducato. Lo stesso
di e a cavallo fu compiutamente organiz- Monitore nel fine di marzo pubblicò uà
zata, e compresa in un solo reggimento decreto granducale, per la promulgazio-

di oltre a 2000 uomini. La fanteria di li- ne del codice penale militare, e della leg-
nea è divisa in 8 battaglioni, che som- ge che costituisce la compagnia di casti-

mano a circa 5ooo uomini, pochissima go, ed un esemplare stampato fu inviato


la cavalleria, più. numerosa l'artiglieria alla cancelleria di ciascuno degli uditori
da piazza, ch'è destinata a guarnire i forti militari di Firenze, di Livorno e di Por-
dell'Elba e del litorale. Pei ciò la spesa del toferraio, ad ogni comando di piazza e di
ministero della guerra, che in detto anno corpo, alla cancelleria d' ogni tribunale
a
1 853fu statuita a 7 milioni di lire, dice- dii. istanza e ad ogni pretura; non che
si che potrà arrivare a 10 milioni allor- alla cancelleria della cortesuprema di cas-
ché l'armata sarà giunta al suo pieno. La sazione, ed all'archivio del comando ge-
Toscana non si è forse mai trovata od as- nerale delle rr. truppe. E divisa la To-
soldare tanta truppa quanto al presente. scana, come dissi, in 7 provincie o com-
1 granduchi Medicei non furono mai mi- partimenti: Firenze, Pisa, Siena, Lucca,
litarle solda vano un corpo di lance sviz- Arezzo, Grosseto e Livorno con l'isola del-
zere o tedesche per guardia delle loro per- l'Elba (prima erano due governi civili e
sone, e le fortezze e presidii erano guai*- militari, Livorno e sue comunità, e l' i-
5* TO S TOS
sola dell'Elba e sue comunità); ed è Fi- loro che nella carriera delle armi, ren-
renze la capitale del granducato e resi- dendosi per fedeli servizi benemeriti del
denza del sovrano, delle autorità e del , principe e dello stato, acquistano titolo
corpo di plomatico,fra il quale d'un incari- ad essere specialmente distinti ad esem-
cato d'affari pontificio, che di presente è pio degli altri che seguono la stessa car-
r
mg. Vincenzo Massoni: prima ebbe un riera; perciò il granduca, sentito il suo
Nunzio apostolico. Il governo,monai ciu- consiglio de'ministri, essendo in Pisa, a'
co assoluto, ha per capo il sovrano che 19 dicembre 853 1 istituì l'equestre Or-
trattasi co'titoli d' Altezza Imperiale e dine del Merito militare. Ecco il decreto
Reale Serenissima , ed egli prende per che riportò il n.°i del Giornale di Ro-
titoli: Leopoldo II per la grazia di Dio ma del i854. Articolo 1 .° E' istituito nel
principe imperiale d* Austria, principe granducato un nuovo ordine equestre sot-
reale d' Ungheria e di Boemia, arcidu- to il titolo di Ordine del Merito milita-
ca d* Austria , Granduca di Toscana, re. i.° Il sovrano è il gran maestro del-
Duca di Lucca ec.ec. Il primogenito s'in- l'ordine. 3.° I gradi ne'quali il nuovo or-
titola, Granduca o Granprincipe ere- dine si distingue saranno 3 : cavalieri di
ditario. granduca è gran maestro de-
Il prima, di seconda, di terza classe. 4° La
gli ordini equestri di Toscana. Essi sono: collazione dell'ordine dipenderà intera-
I .° L'insigne ordine di s. Stefano I(V>), mente dalla volontà sovrana colle regole
celebree benemerito per militari imprese che appresso. 5.° La decorazione potrà es-
navali contro i pirati infedeli. 2.° L'or- sere concessa non solo a'sudditi toscani,
dine di Giuseppe (V.) del Merito ci-
s. ma anche agli esteri. 6.° Le decorazioni
vile. 3.° L' ordine della Fedeltà (V.) o di 1* e 2. a classe si concederanno per re-
Croce bianca del Merito militare , nel gola solamente agli uffiziali. 7." La deco-
quale articolo parlai pure della Medaglia razione di 3. "classe potrà essere conferita,
d'anzianità militare qual decorazione. Pe- oltre gli uffiziali, anche a'sotto-uffiziali e
rò tanto per tale medaglia ,
quanto per soldati. 8.° Il gradodi cavaliere di 1/ clas-
l'ordine della Fedeltà, conviene tener serei caso che sia attribuito a persona non
presente quanto dirò dell' Ordine del Me- nobile, gli darà diritto d'essere ascritto,

rito militare. Dopo che pubblicai i vo- senz'aldina spesa,alla nobiltà della città
lumi in cui potevano aver luogo le se- cui appartiene, o più prossima al luogo
guenti istituzioni, esse ebbero effetto per di sua origine, e questa nobiltà sarà per
decreti del regnante granduca Leopoldo conseguenza ereditaria. 9.°! sotto-uffiziali
a
11, e qui vi supplisco. Decorazione d'an- e soldati insigniti della decorazione di 3.
zianità. Fu istituita a' 19 dicembre i85o classe avranno diritto ad un'altra paga
per gli uffiziali di qualunque grado delle 100 all'anno, e ne godranno finché
di lire
reali truppe toscane, conseguibile dopo non pervengano al grado duffiziali. Ri-
compiti 3o anni di non interrotto servi- formati per età o per salute, mentre ne
zio. Contemporaneamente fu determina- sono ancora al possesso, la conserveran-
ta altra decorazione simile con leggenda no vita durante, senza pregiudizio del sol-

diversa, da potersi conferire senz' alcun do di ritiro a cui avessero titolo secondo
riflesso all' anzianità, a tutti quegli uffi- i regolamenti. ro.°La decorazione dell'or-
ziali che per qualche speciale o segnalata dine consiste in una croce a 5 spicchi ,

azione si fossero resi benemeriti dello sta- riuniti ad uno scudo di forma circolare,
to. Dipoi il granduca volendo ampliare avente sul diritto la cifra: L. II, con at-
quel mezzo di onorifica rimunerazione, torno l'epigrafe: Merito Militare. Sul ro-
onde essere in grado di poter premiare a- vescio l'indicazione dell'anno dell'istitu-
a n
dequatamenle, secondo le circostanze, co- zione 1 853. Le decorazioni di i. e 2. clas«
°

TOS TOS 53
se, distinte per grandezza, saranno legate sente decreto, in quella classe che sarà de-
corona reale me- terminata dal sovrano grati maestro. 2 1.°
in oro, colla dell'isteSso
a
tallo. Le decorazioni di 3. classe avran- Le medaglie di merito militare, istituite
no la legatura e la corona di argento. con decreto de' 9 maggio 84 ,già confe-
1 1 1

1 1.° La croce dovrà tenersi appesa con rite o che verranno conferite in appresso,

nastro rosso e nero; per la larghezza e di- saranno portate al nastro prescritto ne'
stribuzione de'colori conforme a'modelli cavalieri di 3." classe del nuovoordine.il
contemporanea mente approvati. i2.°l ca- Monitore Toscano quindi, riportato dal
valieri di redasse porteranno la croce ap- n.°j6de\Giornale diRoma i85hdescv\se
pesa pendente sul petto. Quelli di
al collo la solenne inaugurazione del nuovo ordine
a a
2. e3. classe la porteranno sulla parte si- equestre del Merito militare istituito dal
nistra del petto. 1 3/Nel caso di morte d'un granduca Leopoldo II e da lui eseguita a'

cavaliere dell'ordine, gli eredi del medesi- 26 marzo in Firenze nel regio palazzo di
mo saranno tenuti di rimettere al ministe- residenza, nella sala detta delle Nicchie,
ro della guerra la decorazione. i4.°Gli af- con quel decoro che si conveniva alla cir-
fari dell', ordine saranno trattati nel mi- costanza. Solo accennerò, che assistero-
nistero della guerra. Il ministro segreta- no alla ceremonia i priori, bali e cavalieri
rio di slato pel dipartimento della guer- di s. Stefano I, ed i grancroci, commen-
ra sarà gran cancelliere dell'ordine, an-
il datori e cavalieri di quello del Merito di
che quando non abbia grado militare, e s. Giuseppe. Il granduca portando al collo
non possa perciò essere insignito della de- la decorazione del nuovo ordine si assise
corazione. i5.° La consegna della deco- sotto il trono, avente alla sua destra sul
razione dell'ordine all'insignito si farà o il suo figlio l'arciduca
ripiano di quello
direttamente dal sovrano gran maestro, Ferdinando gran principe ereditario, ed
ove e come piace al medesimo, o per mez- accanto al trono le cariche di corte e i mi-
zo d'un suo delegato; ed in questo 2. caso nistri segretari di stato. Il ministro gran-
si farà avanti la truppa riunita sotto lear- cancelliere in nome sovrano annunziò a'
tni, colle fot me che sa ranno slabi lite. 1 G.° candidati che venivano ammessi a riceve-
1 forestieri che verranno insigniti dell'or- re dalle mani del gran maestro la deco-
dine saranno dispensati da ogni formalità razione dell'ordine, al quale egli erasi de-
e riceveranno la decorazione e il diploma gnato nominarli i primi, volendo che quel
pel canale del mini stero della guerra. 1 7. segno di onore fosse per essi testimonian-
gl'insigniti potranno essere privati della za insieme della loro fedeltà e buoni ser-
decorazione nel caso che se ne rendesse- vigi, e maggiore incitamentoa sempre più
ro indegni con una condotta disdicevole meritare del principe e del paese per sen-
al loro grado, e contraria al loro dove- timenti ed opere di virtù, illustrando l'or-
re. 1 8.°Le determinazioni in tal propo- dine di cui entravano a far parte, giusti-
sito emanano dal sovrano gran maestro ficando l'onorificenza conseguita, e facen-
dietro ie preventive circostanziale infor- dosi esempio degno di un'emulazione a
mazioni del gran cancelliere dell'ordine. tulli coloro che seguono la nobil carrie-
i q.° Le disposizioni del sovrano decreto ra dell'armi. Alle quali parole il generale
de' 19 dicembre i85o, in quanto concer- maggiore cav. Federico Ferrari da Gra-
nono l'istituzione della decorazione, Fe- do in nome di tulli canditati convenien- i

deltà e Valore, restano revocate. 20. temente rispose con forinola di solenne
Tutti coloro che avranno già ottenuta la promessa che divenne normale per tutti
decorazione anzidetta , riceveranno in i nuovi insigniti. Dopo di che ciascuno de'
cambio la decorazione dell'ordine del Me- candidati accompagnali al trono da'cava-
rito militare, nuovamente fondato col pre- valieri di §, Stefano e di s. Giuseppe, ri-
54 TOS xo s
ceverono dal granduca con benigne pa- nel paese nuove industrie, promuovendo
role la decorazione; la fuuzionefu chiusa o migliorando quelle che esistono o in ,

colla letturad'un atto solenne. Prima di altromodo giovando distintamente all'in-


questo tempo il granduca Leopoldo li , cremento di esse, abbia acquistato titolo

con decreto dato in Firenze a'2 giugno i alla pubblica riconoscenza. 6.° I decorati
i852 , e riprodotto a p. 5ao del Gior- di 1/ classe riceveranno da noi insieme
nale di Roma \ 852, dichiarò. Che consi- colla decorazione un diploma che attesti

derando dovunque l'industria, non pro- la riportata collazione, ed esprima la cau-


a
mossa con mezzi artificiali e non nutrita sa che vi ha dato motivo. I decorati di 2.
fra'privilegijSia rilasciata alle regole della classe riceveranno in quella vece un cer-
libera concorrenza, meritano più che al- tificato rilasciato nel nostro uome dal mi-
trove stima e riconoscenza coloro che o- nistro delle finanze, del commercio e de'
ìioralamenle ad essa applicando giungo- lavori pubblici. 7. Oli esteri abitualmen-
no ad ottenere ad utilità del paese cospi- te dimoranti iti Toscana, e che qui ab-
cui risultati, interamente dovuti al pro- biano stabilito manifatture e fabbriche di
prio ingegno ed alla più commendevole prodotti industriali, ed abbiano così gio-
perseveranza. E volendo cheque'soggetli valo all'industria del paese, potranno es-
i quali per tal modo si sono resi beneme- sere insigniti della decorazioue al pari de-
riti dello stato, possano essere pubblica- granducato di Toscana ha
gli statisti." Il

mente distinti d'onorevoli contrassegni, dominante il cullo cattolico, e presente-


che valgano a loro di premio, ed alimen- mente contiene 4 arcivescovati, cioè Fi-
tino negli altri una nobile e generosa e- renze, iSYe7i<2,P/.?tf,consuffraganei,e Luc-
m illazione; sentito il consiglio de'ministri, ca senza suffraganei; e 18 vescovali, tre
venne nella determinazione d' ordinare de' quali ne hanno uni li altri tre, senza
quanto appresso. « i. 'E' istituita la deco- contarvi che a Massa Marittima antica-
razione del Merito industriale a distin- mente fu unita la sede di Populonia, co-
guere e rimunerare chiunque abbia real- me a Grosseto si fece con quella di Ro-
mente e notoriauieuU: acquistati titoli di selle (della quale parlai anche a Soana),
benemerenza verso l'industria toscana. 2. una delle primarie città etrusche e una
La decorazione consisterà in una meda- delle 12 Lucumonie o capi d'origine del-
glia d'oro avente sul diritto l'effigie del l'Etruria, ecomprendeva nella sua giu-
sovrano fondatore, e sul rovescio l'epigra- risdizione lamaggior parte dell' attuale
fe: Alla Industria. 3.° Due saranno le Maremma Grossetana. Sono poi 18 ve- i

classi della decorazione. 11 distintivo della scovati, ed tre ad essi uniti, i seguenti.
i

I." classe consisterà nella corona reale so- Arezzo, Cortona Montalcino Monte , ,

vrapposta alla medaglia, mentre che quel- Pulciano, tutti immediatamente soggetti
a
la di 2. classe terminerà con un gam- alla s.Sede. Lo erano pure Pescia e Vol-
bo lavorato a foggia di foglie di quercia. terra, ma il regnante Pio IX le dichiarò
4°La decorazione potrà essere portata al- suffraga tiee della metropolitana di Pisa
l'occhiello dell'abito appesa ad un nastro nel 855. Colle, s. Miniato, Pistoia unito
1

di due colori bianco e rosso a più righe a Prato , Fiesole , Borgo s. Sepolcro ,

minute: ma è inibito di far uso del nastro Modigliana, tutti suffragane! della metro-
senza la decorazione. 5.° La decorazione politana di Firenze. Grosseto, Chiusi u-
non si domanda, ma si accorda ultronea- nito a Pienza, Massa Marittima, Soa-
mente dal sovrano sia al seguilo delle pub- ria unito a Pi tigliano, tutti suffragarti
bliche esposizioni di prodotti industriali, della metropolitana di Siena. Livorno,
sia in altre circostanze che facciano palese Pontrcmoli, Massa di Carrara, già tut-
il merito del soggeUo, che introducendo ti sulh aganei della metropolitana di Pi-
T OS TO S 5j
sa, ma nell' odierno arcivescovato del della proposizione concistoriale per V o-
caidinal Cosimo de Corsi fiorentiuo, a' dierno suoi. "vescovo mg.' Mario Melini
19 dicembre 1 853 traslatovi da Jesi, di Monlalcino, già canonico della catte-
nel formarsi la provincia ecclesiastica di drale di Pienza e rettore del suo semina-
Modena (co' suoi vescovati già suffraga- rio, pro-vicario generale di quella dioce-
ne! di Bologna, ed a questa vennero in si,preconizzato nel concistoro de' 9 di- 1

vece assegnate per suilraganee le sedi ve- cembre 1 853, siccome ornalo di que'pi e-
Faenza, ora suffraga-
scovili di Forlì e di gi riferiti dal Papa nella della proposi-
nee della metropolitana di Ravenna, il ùoaeMod\f>\ÌBaa(Mutilan) ) Mutilianiimi
che però avrà effetto alla vacanza ili que- Castrimi Mutilimi seu Mutillium, nella
sta ultima metropolitana) e questa sede valle e presso il torrente o fiumana Mar-
eretta in metropolitana nel 1 855, per zeno, piccola e nobile città con residenza
quanto dichiarai nel vol.LXXVH, p. 273 vescovile della Romagnad Granducale nel-
(dicendo pure dell' ordine equestre di s. la Toscana; perciò la diocesi forgiata ap-
Con tardo d'Este,istituito dal regnante du- parteneva col territorio a quelle di For-
ca di Modena Francesco V ), le fu assog- lì, Faenza, Bertinoro e Sarsina unite, men-
gettala la sede vescovile di Massa di Car- tre Modigliana propriamente era nella
rara, anco perchè la etile fa al presente diocesi di Faenza, già terra cospicua con
pai le di quel ducato: in vece a Pisa fu- sovrastante castello, dov'ebbe sede il i.°
rono soltoposte le suddette sedi di Pescia stipite de'celebri conti Guidi, di cui par-
e /"o/terra. Quanto a Pontremoli, come lai in tanti luoghi. Modigliana è lontana
notai in principio, forma ora parte del du- q miglia da Faenza ei5 da Forlì, in si-

calo di Parma e Piacenza e parte di quello }


tuazione amena, salubre e vantaggiosa pu-
di Modena, comechè nella provincia diLu- re pel commercio colla Romagna propria
nigiana. Di tulle le nominate città arcive- o papale, comechè giace Bell'estremo lem-
scovili e vescovili diToscana,avendo scrit- bo de'coutrafforti dell'Apennino, fra'tìu-
to articoli, e così dell'abbazia mv/Z/ws del- mi Montone e Lamone, capoluogo di co-
le Tre Fontane, che ha diversi paesi to- mune e di giurisdizione, sede d'un vica-
scani nella sua diocesi, essi ponno in parte rio regio e di altre autorità, nel compar-
supplire al laconismo di questo,che la na- timento di Firenze. suo fabbricato è
Il

tura di mia opera compendiosa esige, al- diviso in due quartieri, il i.°è la parte più
trimenti se dovessi descrivere come me- velusla del paese, denominala il Castel-
rita la celeberrima Toscana, sarebbe ar- lo, l'altro moderna chiamata
è la parte
dua egrave impresa non proporzionata il Borgo; ad ambedue si accede sul pon-
alla mia insufficienza. te triturrito che cavalca la fiumana del

Siccome Modigliana dal regnante Pa- Tramazzo. Nella parte antica o Castello
pa Pio IX fu eretta in sede vescovile a'^ trovasi il pretorio , che fu il palazzo dei
luglio i85o, colla bolla Ea quo licei im- conti Guidi, lo spedale fondato da'Rou-
merito quando già avea pubblicato da
,
coni nel 1 643, il monte di pietà aperto uel
qualche annoia lettera M, non avendo- 17 38 da Costanza Severoli, il collegio Ca-
ne fatto articolo, oia in breve ne farò cen- lasanzio e chiesa degli scolorii, che intro-
no, dovendo prima avvertire che da rag- dotti nel 1689 occupano il convento e la
guardevole persona fui indotto in errore chiesa de'domenicani. Nel Borgo poi esi-
nel dire la nuova sede, ne' voi. LUI, p. stono le fabbriche più decenti, alcuni con-
226, LXVI, 6o,suffraganea della me-
p. venti, vari stabilimenti pubblici e priva-
tropoli di Siena; qui ini correggo con qua- ti, e la cattedrale. Questa già collegiata e
lificarla invece suffraganea delia metro- pieve, è sagra a s. Stefano protomarlire,
politana di Firenze, e ciò con l'autorità buono edifìzio con battisteri©, e cura d'a-
5G TO S T O S
nime amministrata dal priore. D'antica impresa il motto: Pandi t Ttcr , ed alla
origine, fu riedificata nel secolo XV, e se- quale mi si fece l'onore di aggregarmi nel
condo il Repelli consagrata a'18 ottobre i845' anzi mi vanto appartenere anche
i5o6 da Papa Giulio II, che vi celebrò all'accademie toscane della Valle Tiberi-
la messa, dopo aver passato una notte in na, dell'Aretina, della Valdarnese di Mon-
Modigliana, quando si recò a Bologna per tevarchi, della Casentinese di Buonarro-
liberarla dal dominio de'Benti voglio, pre- ti, e degli Euteleti di s. Miniato, il che ri-

cisamente nel portarsi da Forlimpopoli cordo a cagione d'onore e di gratissimo


per Cast roca t*o a I mola nel p. Gattico sun-
, animo. Conta il suo i.° albore nel 1660,
nominato chiamandosi il luogo Mudia- quindi fu ravvivata dagli scolopii, più
nam. Sotto coro della cattedrale è l'ele-
it tardi rinnovala sotto l'attuale titolo nel

gante oratorio della Madonna del Canto- 1757, e finalmente con nuovi regolamen-
ne, antica e di vota chiesina. Il capitolo si tifu a piìi utile e più esteso scopo nel
compos* colle soppresse collegiate di s. 1795 destinata sotto gli auspicii del gran-
Stefano e di s. Bernardo, e si formò di 3 duca Ferdinando IH. Havvi inoltre nel-
dignità, lai. "delle quali è il detto priore, la città un piccolo teatro costruito nel
di io canonici compresi il teologo e il pe- 1794 dal cav. Bandita modiglianese, ed
nitenziere, di 6 beneficiati o mansionari, ora proprietà dell'accademia de' Sozofi-
e di altri preti e chierici addetti al servi- li. Vi è pure un'accademia filarmonica, e

zio divino. L'episcopio fu stabilito poco una cassa di risparmio. Modigliana conta
distante dalla cattedrale. Vi sono altre fra gliuomini di merito, autori d'opere
chiese, ma non parrocchiali, i cappuccini più o meno pregiate, 3 fratelli Fontana,
della Madonna della Pace sul monte Sion cioè il conte Agostino dottore nell'una e
r
con copiosa libreria e chiesa originata nel nell'altra legge, mg. Giovanni che fu ve-
1 56 1, un monastero di religiose per l'e- scovo di Cesena dove neh 7 16 mori, e il
ducazione delle donzelle, e gli altri ricor- p.Fulviogesuita. Anche il p. Pietro Cain-
dati pii istituti; quanto al seminario, di- padelli cappuccino fu autore d' una dis-

ce la proposizione concistoriale, nondum sertazione sopra il passaggio dell' A penni-


tamen perfir doni mandatimi. Ri m petto no fatto d'Annibale, e d'una lettera apo-
all'antica pievedi s.Stefauo esiste va il bat- logetica contro l'ab. P. Amati pubblicata
tisteri© di s. Gio. Battista, demolito nel in Faenza nel 1 77 1 . Spetta al p. Gabrie-
1697 per dilatar la piazza di s. Stefano, le Sacchini cappuccino un ms. intitola-
dopoché la pieve nel 1660 ottenne da A- to: Storia della Modigliana. Vi fioriro-
lessandro VII la collegiata di \i canoni- no anche valorosi nelle armi e nelle arti.
ci colla dignità del preposto pievano. Pa- Vanno di più rammentati due Ronconi e
r
re che il preposto già esistesse, e fra gl'illu- un Borghi, un mg. Ravagli, un p. Alber-
stri che vi fiorirono, diversi salirono alle to Papiaui delle scuole pie, un p. Fran-
dignità vescovile e cardinalizia , come il cesc' Anton io di lui fratello minore osser-
cardinal sldimari delibi 1. La chiesa già vante, e un Savelli ch'ebbe fama di distin-
collegiata di s. Bernardo fu fondata nel to giureconsulto. Nel secolo XVII furono
i645 insieme con 4 cappellani, per Usci- cardinali Gio. Francesco Guidi di Bagno,
ta d'un modiglianese. Esistevano in Mo- e Nicolò Guidi di Bagno, e nel seguente
digliana e nel suo territorio camaldole- i Romualdo Guidi, probabilmente discen-
si, i canonici regolai idi s. Antonio di Vien- denti da'eonti Guidi antichi sigoori diMo-
na, domenicani, e le monache agostinia.
i digliana. Gli abitanti della città superano
ne e domenicane. Vi è in Modigliana, sot- i 35oo, essendo Modigliana e Marradi i
to la prolezione granducale, l'accademia due più grossi paesi della Romagna Gran-
letteraria degl' Incammina (1 , che ha per ducale. 11 vicariato di Modi^liuua è il me-
TO S TOS 57
glio coltivato di tale contrada, giacche in forza d'acquistarlo, ma il conte osò con-
esso sono comuni gli uliveti, i vigneti, i durre il prelato prigione nella rocca di Mo-
morigelsiealtre piante fruttifere. In que- digliana. Tale narrativa in tutte le circo-
sta parie dell'aulico contado di Faenza^ stanze non è sicura. Gli scrittori che han-
la coltivazione dell'olivo conta un'epoca no trattato della nobilissima e potente fa-
delle più antiche fra'paesi dell'alta Italia. miglia de'conli Guidi, tutti la fanno ve-
Non manca di cereali, e di altri prodotti nire in Italia dalla Germania coll'impera-
in abbondanza e di sopravanzo al consu- tore Ottone I il Grande^ e che dal conte

mo della popolazione. Fra le manifattu- Guido ebbe principio la sua casa, nipote è
re quella della seta va accrescendosi e mi- parente di quel principe, dal quale fu fat-
gliorandosi, pe'continui impulsi che rice- to contedi Modigliana nel 967. Il Repet-
vè, specialmente dalla cooperazione del ti invece ritiene, che autore più remoto
perspicace Giovanni Zauli nobile possi- della famiglia de'conti Guidi sia il ricor-
dente modiglianese; poiché non solo egli dato conte Teudegrimo I palatino di To«
fuili.°ùeli82 3 a introdurre inModiglia- scana,e che dal suo matrimonio colla con
na una filanda a vapore, ma ne andò per- tessa Ingeldrada nacquero il conte Guido
fezionando meccanismi in guisa, che nel
i maritalo a d. Gervisa, e Ranieri che fa
1 838 fece innalzar da'fondamenti in una diacono, e ne riporta le testimonianze.
sua vasta possessione suburbana un nuo- Mentre uel 967 etano in Classe di Raven-

vo edilìzio per uso d'altra filanda a va- na Ottone I e il Papa Giovanni XIII, l'ar-
pore e di bigattiera, illustrata dall'erudi- civescovo Pietro chiese loro giustizia con-
r
to modiglianese d. Fraucesco Verità. E- tro il diacono Ranieri, che poc' anzi era
siste ancora una fornace di terraglie in entrato armata mano a dilapidare il suo
Modigliana, dove si con lano molti artisti episcopio di Ravenna, dove arrestò e mi-
pittori d'ornato. Modigliana sembra che se in carcere il prelato, portando seco il

debba V etimologia del suo nome al Ca- tesoro della chiesa. Citato Piauieri a coai-
strimi Mutilum, rammentato da T. Li- parire avanti il tribunale e restando con-

vio, appartenente alla regione de'galli boi, tumace, fu prouunziata sentenza a favor
e lo conferma Muratori, che dichiarò Mu- di Pietro, e condannato alla restituzione
ti 'luminine Mutìliaiia^ vetustissimumop- di tutti i possessi e cose mobili tolte alla
pidum. Dopo gli avvenimenti de' romani, mensa Ravenna, sotto pena di 200 man-
di
narrati da Livio, la storia tace sino al de- cosi d'oro. Quindi il Repetti rigetta gli al-
clinar del IX Imperocché il .°do-
secolo. i tri racconti sull'origine e principio di si-

cu mento relativo alla corte di Modigliana gnoria su Modigliana de'conti Guidi. Con-
nel territorio faentino trovasi in una car- viene che la loro discendenza crebbe e si

ta deli'896, e si vuole da alcuni che poi propagò, ma tra le diversegenerazioni so-


fosse donata agli arcivescovi di Ravenna, stiene quella de' conti di Modigliana fra
onde acquistarono de'diritti su Modiglia- le più anziane; indifa menzione di vari
na. Si racconta, che nel 924-n'era signo- di essi colla scortasempre di documenti,
ra la ravennate contessa Ingeldrada figlia per donazioni pie o permute di beni da
del duca Martino, e teneva splendida cor- loro fatte, massime alla cattedrale di Pi-
te nel castello di Modigliana quando vi ca- stoia, ove erasi scelto il sepolcro Teude-
pitò il conte Teudegrimo I palatino di To- grimo I, che avea dimorato in tale città.
scana, che divenuto suo sposo, egli e la di- A tempo del cardinal s. Pier Damiani fio-
scendenza divennero signori di Modiglia- rirono il chiarissimo conte Guido Guer-
ua.Recatosi il conte inRavenna e mostran- ra II, nipote di Teudegrimo III, e la se-

do l'arcivescovo Pietro pretensioni sopra renissima contessa Ermelliuasua consor-


il castello di Modigliana , si provò colla te, e molte memorie di loro produce }
e
voi. LXXVHI. 5
58 TOS TOS
che Guido Guerra li vivea ancora nel cesso a Guido Guerra
palatino di To- V
1099, trovandolo a far la sua corte alla scana e loro genitore. Questi 5 fratelli a-
gran conlessa Matilde in Firenze, e la se- veano palazzo anche in Firenze, ove nel
guì in Lucca ed in Lombardia al suo ca- 122 5 comprarono varie castella e corti
stello di Bi escello presso Reggio, e ivi di- nella valle di Bagno. Morto Ruggiero uno
chiarato figlio adottivo quanto alla do- di essi senza prole, gli altri medicante una
nazione fatta a quel monastero. Suo figlio nuova divisione di bèni divennero capi di
fu il conte Guido Guerra III residente in altrettante diramazioni della slessa fami-
Pistoiae da esso nacque il conte Guido
', glia. In vigore di tuttociò avvenne, che il

Guerra IV deh i45, qualificato per il più conte Guido Guerra VI costituì il ramo
polente signore della Toscana; e quale de'eonli di Modigliana e di Poppi, detto
confederato co'sanesi e lucchesi, neh 1^6 questi di Battifolle, mercè due figli avuti
respinse le masnade de'fiorenlini intente da Giovanna de'marchesi Palla vicini,cioè
ad assalirlo nel suo castello di s. Croce. Il il conte Guido Novello e il. conte Simone,
di lui figlio Guido Guerra V nel 1 1 85 a'quali Federico II nel 1247 spedì u,ì di-

corteggiava l'imperatore Federico I nel ploma da Cremona. Gli altri 3 fratelli di


suo passaggio per Firenze, e lo persuase Guido Gueira VI fecero rami de'signo- i

a togliere alia città la giurisdizione del suo ri di Dovadola e Tredozio di R.omena, ,

contado. Pare che nel 1 1 9 1 allo stesso conte di Porciano, che possederono indivisi an*
l'imperatore Enrico VI concedesse l'ono- che Monte Varchi, Monte Murlo ed Em-
rifico privilegio, col quale a lui e suoi e- poli, che dopo il 12 54 alienarono alla re-
redi furono confermali in feudo molti ca- pubblica fiorentina. Uno di essi ebbe a
stelli, paesi e villaggi sparsi per la Roma- figlioMarcualdo di Dovadola, che fu uno
gna e per tutta la Toscana, nominando de' campioni della parte guelfa mentre ,

peh.°, come degli altri maggiore, Muti- Guido Novello di Modigliana fu seguace
liaiìimi cimi rocca et castello et cum to- dell'opposto partito. Questi nel 12 52 alla
ta cìirte ejusdem. Nel ?g5 Guido Guer- 1 testa de'ghibellini assalì il castel di Figli-
ra V T 11 novembre comparve fra' ma- ne, e nel 1 253 stando
Bagno in Ilo- presso
gnati al congresso del Borgo s. Genesio, magna, fece quietanza di Poppi col fra-
per aderire alla lega guelfa de'comuni e tello Simone e co'nipoli; indi dal 26 al 1 1

dinasti della Toscana seguaci di quel par- 1266 governò la Toscana qual vicario di
tilo, coutro la fazione de'ghibellini. Nel- re Manfredi capoparte ghibellino, e nel-
lo stesso anno si vuole che il conte si das- l'anno precedente comandò l'esercito sa
se in accomandigia col suo castello e ter- nese contro fiorentini a Colle di Val d'El-
i

ritorio di Modigliana al comunedi Faen- sa. Laonde avendo poi i fiorentini supe-
za. Non crede certo il Repetti l'aneddo- rati i fulminarono un bando
ghibellini ,

to della bella e virtuosa Gnaldrada, che nel 268 contro Guido. Novello di Modi-
1

poi fu sposa di Guido conte di Poppi, da gliana, Simone di Poppi, ed i loro figlie
altri creduto figlio di Guido Guerra V, e nipoti. Avanti quest'epoca e nel 1258 si

da cui nacquero 8 figli. Dice indubitato strinsero in lega i comuni di Bologna e di


che il conte Guido di Modigliana avea Faenza contro conti di Modigliana, ma
i

sposato la sorella di Pietro Tra versali di poco dopo questi fecero concordia con
Ravenna, dal qual matrimonio nacquero Faenza pe'castelli di Modigliana, Ceppe-
5 figli maschi. Nel 1220 il conte Guido rano e Pietra Mora. Neli270 seguì una
Guerra VI signore di Modigliana, insie- capitolazione fra' comuni di Forlì e Mo-
me agli altri 4 suoi fratelli ottenne un , digliana, a nome della quale si sottoscris-
diploma dall' imperatore Federico li, in sero fratelli Guido Novello e Simone, e
i

conferma di quanto il padre suo avea con- Teudegrimo di Porciano loro zio. Dal con-
TOS TOS 59
te Bandi no di Guido Novello nacquero deie dalla borsa di quello di Castrocavo
Giovanni e Francesco che nel 35o furo- i Dopo il concordato del i445, che dichia-
no ricevuti in accomandigia da Firenze, rò Modigliana col suo territorio distret-
col castello di Modigliana e con tutto il re- tuale del dominio fiorentino, il paese con-
stante del loro dominio. Accesasi la guer- tinuò a reggersi nella forma accennata si-
ra tra il Papa Gregorio XI e fiorentini, i no ah 5i 1, nel capitanalo di Gastrocaro
Modigliana essendosi posta in libertà, con essendo compresa la podesteria di Modi-
cacciare conti Guidi che alquanto la ti-
i gliana. E siccome fu ordinato che gli no
ranneggiavano, dopo aver patito le armi mini del capitanato fossero obbligati di
inglesi collegate col Papa, si die col suo pagaie all'ospedale degl'Innocenti di Fi-
distretto alla repubblica fiorentina con renze un aumento sulle condanne detto
atto de'2 agosto 1377: la signoria ne ac- caposoldo, modiglianesi reclamarono
i se -

cettò la dedizione con piacere, calcolan- condoi raccomandali del co-


patti, essere

do l'importanza di questa piazza di fron- mune di Firenze e non sudditi, ed otten-


tiera, previa la consueta solennità dell'an- nero l' esenzione. Verso questo tempo la

nunzio al suono della campana del palaz- signoria di Firenze staccò la podesteria
zo di essa. Fra' capitoli della convenzio- di Modigliana da detto capitanato, dalla
ne, la signoria a meglio assicurare la li- quale epoca in poi il podestà ottenne fa-
bertà de'modiglianesi, stabili che ogni 6 coltà di giudicare nelle cause miste e cri-
mesi alla presenza del sindaco deputalo minali. Divenuto duca di Firenze Ales-
dal consiglio generale di Modigliana, sa- sandro de Medici, la comune di Modiglia-
rebbe estratto dalle borse dei cittadini ua lo supplicò a confermarle le antiche
guelfi fiorentini destinati a castellani di capitolazioni, e specialmente quelle rela-
i.°grado ne'forlilizi del suo contado, un tive alla podesteria separata dui capitana

castellano per Modigliana per custodirvi lo di Castrocaro, con giurisdizione civile,

la rocca, con istipendio da pagarsi dagli criminale e jmista, e fu esaudita nel 1 536.
abitanti. La signoria di Firenze approvò Tali privilegi subirono una leggera mo
gli statuti di Modigliana nel 1377 e nel dificazione nel \5^i d'ordine Cosimo
di

1 386; e poscia a istanza del comune fu- I, pe'delitti più gravi, il cui giudizio do
rono riformati neli44^> a motivo d'esser vesse spettare al capitano di Castrocaro,
stato il paese occupalo poc'anzi dalle sol- confermarono successori. Finché
ciò che i

datesche del duca di Milano e da altri ne- avendo nel 1772 Leopoldo deliberato I

mici della repubblica fiorentina. Essen- un nuovo compartimento ne'tribunali di


dosi perciò dichiarali i modiglianesi , di giustizia della Toscana, in Modigliana fu
pieno diritto appartener la terra, uomini eretta la residenza d'un vicario minore,
e distretto di Modigliana al comune di con giurisdizione civile e criminale non
Firenze, questo li esentò per 6 anni dal- solo nella terra e distretto comunitari vo
l'annua tassa o sussidio delle lance, ridu- di Modigliana , ma ancora in quella di
cendo la consueta tangente di 36o fiori- Ti edozio. In questa occasione restarono
ni d'oro a 200, e condonando l'arretra- soppresse le due podesterie, e fu amplia-
to. Dall'altro canto Modigliana si obbli- to in Modigliana il fabbricato del palaz-
gò rifare muri della rocca o fortezza, con
i zo pretorio, che oredesi l'antica abitazio-
perimetro di più ampio spazio; di paga- ne de'conti Guidi. In tempo della domi-
re i salari a'retlori, podestà e castellani; nazione francese Modigliana fu capoluo-
di ricevere cogli abitanti del distretto e- go d'una sotto-prefettura del dipartimen-
a
sclusivamente il sale da Firenze, ne' mo- to dell'Arno, con tribunale dii. istanza.
di e prezzi convenuti; e che 1' estrazione Finalmente neli837 il vicarialo di Mo-
del castellano della rocca bi dovesse preu- digliana per le filatelie di polizia fu sol-
1

Co TOS TOS
toposlo al commissario della Rocca s. Ca- di del clero. 4»° Di un'associazione di lut-
suario, e pe'giudizi criminali e cause civi- to l'Episcopato toscano per diffondere i

li a quel tribunale di 1/ istanza. Nel se- buoni libri in opposizione aitanti avversi
guente anno il regnante granduca onorò alla religione che si stampano o s'intro-
Modigliana col titolo di città nobile, col- ducono dall' estero nelle diocesi toscane.
la speranza di presto adempiere i voti de- 5.° Dell'uniformità da tenersi nell'adu-
gli abitanti per l'erezione del seggio ve- nanze de'sinodi provinciali, che avranno
scovile, come fu effettuato. Ogni nuovo luogo in breve. 6.° Di un metodo genera-
vescovo fu lassato ne' libri della camera le di conferenze del clero sulle materie
apostolica io fiorini 44^> e P er mensa fu- morali, come pure delle conferenze di spi -

rono assegnati 23oo scudi. La diocesi è rito tanto pe'sacerdoti che pe'chierici. 7.
sufficientemente grande, e comprende i Della più. frequente e più eslesa istruzio-
luoghi e le parrocchie esistenti in Tosca- ne del popolo per mezzo de'catechismi. Lo
na, e già appartenenti a'vescovi di Faen- stesso Giornale aggiunge, che vescovi i

za, Forlì, Bertinoro e Sarsina. toscani, raccolti in conferenze a Firenze,


Nella Toscana furono celebrati diver- prima di fare ritorno alle loro diocesi in-
si sinodi e concilii, come a Firenze, Pisa, dirizzarono una rispettosa petizione al
Siena e Lucca, che descrissi a tali arti- granduca. In questa toccarono del bisogno
coli, e degenerali di Firenze e Siena ri- di torre quanto più presto sia possibile
parlai a Sinodo insieme a quello di Pi- quelle difficoltà che ancora restavano tra
sa, ove dissi pure del suo Conciliabolo e la s. Sede e la Toscana, ed» provvedere effi-

così a Pistoia del suo.Per quanto dissi cacemente, che dal di fuori non siano por-
a Sinodo, nel 1849 anche l'episcopato to- tati e spaisi libri tra il popolo, i quali ne
scano determinò di tornare a radunarli, corrompano costume, e ne scemino o
il

provinciali e diocesani. Peli. "l'arci vesco- guastino la religione. Fu concluso poi quel
vo di Pisa annunziò con lettere pastora- concordato preparatorio d'altro più com-
li al suo clero
la convocazioue dell'eccle- pleto e definitivo, fra la Toscana e la san-
siastica assemblea, ordinando a tutti i fe- ta Sede, di cui ragionerò verso il fine di
deli di sua arcidiocesi preghiere a Dio pa- questo articolo in due luoghi. Nel 1 85
dre de'lumi e guida della Chiesa, perchè a'28 ottobre il regnante Leopoldo 11 con
diriga le menti e il cuore degli ecclesia- decreto pubblicalo dal Monitore Tosca-
stici a verità e virtù. Nel gennaio i85o co- no, ricompose le università toscane in gui-
minciarono in Firenze le conferenze epi- sa che offrono un solo e uniforme sistema
scopali della Toscana, alle quali interven- d'insegnam.ento, e provvedendo non tan-
nero i 4 arcivescovi del granducato, ed i to a'ragionevoli risparmi di varie ammi-
vescovi della provincia ecclesiastica di Fi- nistrazioni, quanto ad una più equa ripar-
renze. Nelle congregazioni degli arcivesco- tizione di studi, facendo tacere quegl in-
vi e vescovi della Toscana tenute in Fi* segnamenti, che oltre ad essere prematu-
renze nel detto mese, riferisce il Giorna- ri nei tirocinio accademico, o inopportu-
le di Roma a p. 1 06, che in esse vennero ni , sopraccaricavano i giovani di lezioni
parte discussi immediatamente e parte accessorie,e rendevano meno rapido e meo
fissati pe'concilii provinciali del grandu- sicuro il loro progresso nelle più essenzia-
cato seguenti articoli. 1 ,°Del bisognod'ar-
i li discipline. Pertanto dichiarò il grandu-
monia fra'due poteri. i.° Della necessità ca, due università di Pisa e
che le di Sie-
di ravvivare la disciplina del clero, e sta- na formassero una sola generale e com-
bilire a tal uopo congregazioni perma- pleta università, distribuita nelle facoltà
nenti de'più distinti ecclesiastici. 3.° Del- che notai ne'due articoli. Sinché nelle due
la uniformità e miglioramento degli slu- città uon sia ordinato un liceo, si stabilì
T O S TO S 61
di mantenere in Pisa (V Atene della To- se qual principio savissimo e fondamen-
scana) le lezioni delle istillile civili e cri- tale la dipendenza delle scuole tutte dai
minali per coloro che vogliono intrapren- vescovi, questi eccitarono con belle circo-
dere gli studi necessari onde abilitarsi al lari lo zelo e la vigilanza de'parrochi so-
notariato, agl'impieghi minori di giudi- pra di tutte le scuole della propria par-
catura, ed in genere a tutti quegl'impie- rocchia, sia perchè veglino sopra la scel-
ghi pe'quali siffatti studi si richiedono. Ed ta de'maestri e de'libri, sia perchè si oc-
in Siena, profittando ancora d'alcuni in- cupino da per loro stessi dell' istruzione
segnamenti del collegio Tolomei, si con- religiosa de'giovani, sia perchè informino
servarono e respettivamente istituirono le due volte all'anno impreteribilmente, e
cattedre necessarie all'anno preparatorio più spesso ove occorra, le curie vescovili
in tutte le facoltà, non che al corso degli sopra il buono o cattivo andamento delle

studi farmaceutici fino al 2. anno delle scuole nominate. K da augurarsi che que-
pratiche. Nell'università di Pisa si aboliro- sta pastorale vigilanza, esercitata con effi-
no le cattedre di filosofia del diritto, sto- cacia e senza intermissione, sia mezzo po-
ria e archeologia, lingua copta, sanscri- tente d'educare alla religione e alla fede,
ta ed elementi di lingua chinese, pedago- coll'aiuto d'un'istruzione appropriata al-
gia e metodologia , storia della filosofia , le diverse classi della società , le tenere
veterinaria, agraria e pastorizia; la catte- menti de* giovani toscani che a sì giusta
dra di storia del diritto fu intitolata sto- ragione formarono oggetto delle sollecitu-
ria del diritto romano: parimenti fu abo- dini del legislatore. Nel 1 853 si formò l'ar-
lita in Pisa la clinica ostetrica, la quale chivio centrale di stato, perciò interessa
però si fece sussistere nella scuola di com- di qui riportare il riferito dal Monitore
plemento e perfezionamento. In Siena ces- Toscano de'14 febbraio. I sovrani decre-
sarono le cattedre di geometria analitica ti che riunirono in un medesimo luogo i

e descrittiva , e di calcolo differenziale e più ragguardevoli archivi fiorentini e ne


integrale, che appartenevano alla facoltà commisero il riordinamento , riuscirono
di mate maliche, e quella di lettere greche, graditissimi a quanti amano le care e
italiane e latine che restò nella facoltà di splendide memorie di sì illustre paese
filologia. Poscia nel t852 fu emanata la qual è Toscana, e procacciarono mol-
la

legge sopra la pubblica istruzione, per la ta lode alla munificenza di Leopoldo II,
quale,ollre a due grandiosi licei che si apri- per avere provveduto che fossero degna-
rono in Firenze e Pisa, al culto delle let- mente conservate tante carte preziosissi-
tere greche, latine e italiane, ed alle di- me, e non più da' soli stranieri studiati
matematiche e filosofiche, in mol-
scipline que'docuuienti, da cui ponno soli tosca- i

non in tutte le città, paesi e co-


te se i i ni far nascere un efficace e solenne lin-
muni di Toscana si aprirono le scuole mi- guaggio. Prima che la nuova istituzione
nori e gratuite pel popolo. Il decreto gran- potesse dar saggi de'frutti sperati, spon-
ducale co! quale fu stabilito nel i853 il taneamente e con animo signorile il mar-
liceo in Firenze, dispose che in esso oltre chese Lorenzo Ginori Lisci di Firenze, sa-
gli studi propri di questo genere di scuo- pendo che nella biblioteca trasmessagli
le, si potrà fare anche ih.°anno univer- da'benementi suoi maggiori erano carte
sitario in tutte le facoltà. Questo liceo per- di raro pregio, e di non punto privata
ciò abbraccia la sezione ginnasiale e la fi- importanza, ha voluto che venissero a ri-
losofia. Le cattedre che compongono la congiungersi negli archivi dello stato con
/sezione sono a carico dell'amministra-
1 altre carte, che parevano desiderarle co-
zione coraunitativa, le altre sono a cari- me deserte compagne. Quest' atto volle
co del regio erario, E poiché la legge po- esser pubblicato, colla speranza che se uè
62 TO S TO S
ripeta l'esempio in Firenze, dove tanti <li ne : ed essi insieme al gonfaloniere for-
siffatti rimangono ancora supersti-
tesori mano la rappresentanza comunale. Il gon-
ti alle ingiurie del tempo e degli uomini. faloniere è scelto dal governo, ma tra il

Quindi sommariamente si discorre dal numero di coloro che ponno essere prio-
Moniloi e quante nuove ricchezze abbia ri. La carica del gonfaloniere dura \ an-
aggiunto a'ricchi archivi dello stato, cioè ui. Il consiglio generale si forma per trat-
delle Riformagioni dove i documenti del- ta a sorte fra tutti i possidenti impostati
la repubblica fiorentina si custodiscono, all'estimo di ciascun comune. I priori re-
e del Mediceo aumentato nelle preceden- sidenti nel magistratosi tolgono dalla me-
ti sue 10,000 e più filze. È nuovamente tà de' possidenti impostati all'estimo per
lodando decretati provvedimenti sopra
i ordine di maggior quota di rendita , o
gli archivi, e la fiducia de'privati i quali massa imponibile , col sistema misto di
a pubblica utilità consegnano all' archi- tralta e di elezione. Sono esclusi dal far
vio centrale dello stato que'tesori che non parte del consiglio e del magistrato gl'im-
tulli i nipoti sanno egualmente pregiare piegati comunali e governativi, e chiun-
e nemmeno custodire; ricorda quindi la que non ha compiti 25 anni. Il consiglio
sapienza di Leopoldo I, che non dubitò di generale del comune nomina deputati i

francamente pronunziarlo nel suo motu- al riparto della tassa di famiglia, delibe-
proprio de'^4 dicembre 1778, col quale ra sugli stipendi degl'impiegati comuna-
ordinò la riunione di tutte le pergamene li, sulle loro nomine e conferme de'medi-
disperse per gli archivi dello stalo nel ci , chirurghi condotti e levatrici , sulle
nuovo archivio diplomatico, e invitando approva il
stende, sulle spese comunali, ed
le famiglie a deporvi le proprie, provve- bilancio preventivo e consuntivo del co-
dendo in la) modo a quella conservazio- mune. Il magistrato composto del gonfa-
ne che può talvolta giovare all'interesse, loniere e de'priori delibera sopra tutti gli
e sempre al decoro. Il Monitore Toscano affari che riguardano l'amministrazione
egualmente nel' 853 pubblicò il moto 1 delcomune degl'istituti che vi dipendono,
proprio granducale de' 28 settembre, le ammette reclami degli stipendiati comu-
i

cui disposizioni cominciarono ad avere nali per decidere se debbano continuare


effetto col .°del i854, col quale venne ri-
1 a servire o cessare; interviene alle pub-
formato il regolamento comunale de'20 bliche comparsele. Le adunanze tanto
novembre 84g,dichiarando che ogni leg-
1 del consiglio generale, quanto de' magi-
ge, ordine e istruzione anteriori al rego- strati, sono dichiarale legali quando vi as-
lamento, concernenti comuni restano i sisteranno due terzi de' membri: le deli-
non abrogali dal niolu- pro-
in vigore, se berazioni saranno viute a pluralità di vo-
prio. « Con questo ogni comune è rappre- ti segreti, pel consiglio generale vi saran-
sentalo da un consiglio generale , da un no necessari però due terzi di voti. Il gon-
magistrato e da un gonfaloniere. Il con- faloniere, capo de' vari olfizi del comune,
siglio generale si compone del gonfalo- ha diritto di convocare, presiedere,sospen-
niere, de' primi residenti nel magistrato dere e sciogliere le adunanze del consiglio
e de'consiglieri stabiliti dalla legge: il ma- generale e del magistrato: in esse ha l'i-
gistrato poi sicompone del gonfaloniere niziativa: conserva sotto la sua responsa-
e de'priori in quel numero ch'è stabilito bilità le.carte spettanti all' amministra-
dalla legge. I consiglieri durano un anno, zione, forma gli stali preventivi e con-
i priori due, ma quesli si rinnovano ogni suntivi, sospende gl'impiegati d'accordo
anno per metà. Il numero de'priori e,dei co'priori, e di propria autorità può sospen-
consiglieri è detcrminato in ragione della dere gl'inservienti e scacciarli, se colpe-
popolazione del circondano d'ogni comu- voli, ma con deliberazione del magistra
TO S TO S 63
to ; dà esecuzione alle deliberazioni del le credutosi in dovere di prevenire i desi-
consiglio generale, spedisce, firma i man- derii de'riformisti, confidò a 3 abili giu-

dati di pagamento, presiede pubblici in- reconsulti lo studio d'un progetto di le-
canii, rappresenta il comune ne'coulrat- gislazione criminale. In 6 anni di lavoro
ti, in giudiziose occorre, ec; invigila sul- questi studi furono compili; e il consiglio
le rendite comunali, ordina 1* esecuzione di stato potè a suo beli' agio rivedere il

de'lavori approvali dal magistrato comu- progetto, e rivisto presentarlo alla sanzio-
nale, procura l'osservanza de'regolameu- ne sovrana. Col 1. "settembre! 8 53 il Co-

ti di polizia municipale} sopravvede a tut- dice Penale andò in vigore nella scala :

te le istituzioni e fondazioni di utilità e delle pene il massimo grado è la pena di


comodo pubblico dipendenti dal comune, morte, il minimola riprensione giudizia-
prepara tulle le notizie e informazioni da le. Il Monitore Toscano de'3 novembre

presentarsi al consiglio generale o al ma- i85i pubblicò un rapporto del cav. Peri
gistrato, sugli affari di maggior rilievo, e sopri nlendente generale agli stabilimenti
tiene le corrispondenze, ee. Il cancellie- carcerali della Toscana, diretto al mini-
re ministro del censo, come attuario e con- stro di giustizia e grazia , col quale rese
sultore legale negli affari di competenze contode'progressie dellostato attuale del
comunali , assisterà alle adunanze tanto sistema penitenziario introdotto da vari
del consiglio generale, che del magistra- anni inToscana, e portato a'suoi più com-
to, e senza prender parte alle discussioni pleti ordinamenti negli anni 1 849 e 85o. 1

e deliberazioni de' due collegi, dovrà vi- Ilrapporto non considera che tostato dei
gilare soltanto sull' osservanza della leg- i85o, sotto l'aspetto economico e disci-
ge. Inoltre dovrà assistere il gonfalonie- plinare , della moralizzazione, e dell'in-
re in tutte le operazioni che sono indica- fluenza della segregazione sullo stato men-
te nella presente legge". Seguono le mul- tale de'condannati, la cui media giornalie-
te per chi si rifiuta far parte della rappre- ra fu di 52o reclusi ne'di versi stabilimen-
sentanza comunale, e se appartenendovi ti penitenziari , de'^uali 477 continua-
non inette un sostituto. Con questa ri- mente occupati ne'lavori de'di versi opi-
forma delle leggi municipali, o ritorno ai ficii, e il rimanente tra infermi , inope-
sistemi e alle costituzioni comunali anti- rosi, in punizione, inservienti, ec. Conso-
che, fu abolita la libera elezione fatta per lanti oltre ogni dire furono i risultati del-

voti da'ciltadini de'rappresentanti il co- la moralizzazione ottenuta per via del si-

mune, si richiamarono a vita le borse dei stema in vigore; il che devesi sommamen-
priori e de'consiglieri, e la tratta a sorte te alle benefiche cure della evangelica So-
de'cittadini imborsati, come a'tempi del- cietà di Patrocinio, la quale presta la sua
l'aulica Firenze. Verso la metà deli 853 opera di moralizzazione intrapresa ne'pe-
fu pubblicato in Toscana il nuovo Codice nitenziarijCon affidare i liberati a specia-
Penale. Fino allora i tribunali toscani a- li patroni; benefica azione estesa da un an-
veano per norma le leggi criminali Leo- no anco alle femmine per la loro morale
poldine del 1786, ed altre leggi, bandi e rigenerazione. Eguali vantaggiosi risulta-
regolamenti parziali posteriori, cioè fino ti si ebbero, quanto all'influenza della se-

al 847; ma un corpo di leggi che abbrac-


1 gregazione sullo stato mentale de' dete-
ciasse tutto un sistema punitivo, da ap- nuti,comprovata dalle relazioni de'diret-
plicarsi alle molte e svariate categorie di toride'mauicomi di Toscana. Ouora l'u-
delitti che offendono la società, era cosa manità gli attuali sislemi penitenziari in
di cui sempre e molto erasi parlato, e mai confronto de'precedenti,e che la Toscana
nulla operato. Fu ne'primi bollori di ri- deve a'pertinaci sforzi e alla sapiente di-
forma deh 847, che il governo granduca- rezione del cav. Peri. II Monitore Tosca-
64 TOS TOS
no ile li oprile 1 853 riporta un cenno sta- de'sordo-muti, 1 855. Dichiara che l'edu-
tistico delle carceri del granducato, trat- cazione de'sordo-muti è uno di que' rami
to dallo stampato Rapporto e statistica moderna civiltà, che si deve special-
della
carceraria del soprintendente generale mente a'benefici influssi di quella religio-
degli s tabi limen ti penitenziari di Tosca- ne, che nelle opere della carità e nel sol-
na a S. E. il ministro di grazia e giu- lievo de'mali , che premono sull'umana
stizia per Vannoi%5i. Lo dice lavoro di specie, mostrò sempre industriosa, in-
si

non poca importanza, perocché gli espe- faticabile, inesauribile. Che il benemerito
rimenti del sistema penitenziario cellula- p. Pendola, autore di varie opere sull'in-
re adottato in Toscana, ponno contribuì' segnamento de'sordo-muti, scrisse il libro
re assai allo scioglimento delle gravi que precipuamente per preparare un nuovo
stioni agitate dagli statisti intornoa'di ver- metodo, o per sciogliere que'problemi che
siordinamenti carcerarii. Lo scopo del ancora sono sul medesimo dibattuti. Di-
rapporto è di dare ragguaglio di ciò che ri- piuta la condizione deplorabile del sordo-
guarda la condotta tenuta da'eoudanna- muto abbandonato a se stesso, ponendo-
ti dopo la loro liberazione dall'ultima me- lo a confronto col sordo -muto educato,
tà del 1
849 fino a tutto il 1 85 1 con mi-
, cita fatti e nomi di sordo-muti , celebri
gliori risultati di quelli recati nella prece- nelle lettere, nelle scienze, nelle arti. Ri-
dente statistica. Intorno a 1227 liberati, porta la statistica di tutte le scuole pei
de'qnali 162 maschi e 65 femmine, riu-
1 sordo-muti fondate in Italia, con notizie
scirono d'ottima condotta 621 maschi e storiche sui progressi e metodi. Parlan-
25 femmine, di mediocre 17 1 maschi e 1 do della scuola di Siena, come autore d'un
femmina, di cattiva 370 maschi e 3g fem- Corso d'insegnamento per il sordo-mu-
mine. All'articolo Prigione ricordai le o- to italiano, da lui pubblicato nel 1842,
peresui nuovi sistemi penitenziari del to- espone quello nel 1 854 dato alla luce dal
scano commendatore Primo Ronchivec- suo collega p. Bianchi, vice-direttore del-
chi (già delegato governatore di Livorno lo stesso stabilimento. Parlando poi dei
dopo la rivoluzione del 849, a cui succes-
1 lavori da farsi de'sordo-muti, dislingue i

se l'odierno cav. Luigi Bargagli), come vari linguaggi loro convenienti, segnalan»
dello stabilimento di Firenze, essendove- do il mimico come la lingua vera del sor-
ne pure a s. Gimiguano, a Volterra a , do-muto, il dattilologico anch'esso neces-
Lucca femminile e maschile, ec. In To- sario, l'articolato come improprio, la cui
scana oltre gli stabilimenti e istituti d'o- improba fatica non è compensata da van-
gni specie, educativi, ecclesiastici, scien- taggio, ripudiando il sistema francese di
tifici, artistici, numerosissimi sono i bene- rotazione, ec. L'antica ed edificante bene-
fici, caritatevoli e generosi, come monti i merita pietà toscana, non solamente a uti-
di pietà, gli ospedali, gli ospizi, i sodalizi, le e vantaggio spirituale e corporale dei
quelli della pubblica e privata beneficen- suoi concittadini e connazionali fondò in
za in favore del povero, ed avvi pure l'i- patria chiese, spedali, ospizi, e altri sta-
stituto da' Sordo-Muti. Nella Cronaca di bilimenti d' opere pie e caritatevoli, be-
Milano, del cav. Ignazio Cantù, anno 2. nefiche e religiose; ma perchè i toscani da
a p. 7, A. Pestalozza eruditamente rende tempo remoto sono sparsi per tutto il
ragione del libro intitolato : Sulla edu- mondo, pel traffico, mercatura e altre in-
cazione de' sordo-muti in Italia , studi dustrie, in che si distinsero i pisani veleg-

morali-storici -economici di Tommaso giando tra'primi pe' mari, così altrettanto


Pendola delle scuole pie direttore del y
iecero in moltissime città e luoghi stra-
/'. Istituto toscano de' sordo-muli in Sie- nieri,per l'esercizio di opere cristiane e pel-
na, ivi, tipografia del ìv istituto toscano ali umani sovvenimeuti a'iorocoucitladi-
V

TO S T S 65
ni e connazionali , onde prenderne cura raggiarono nell* arricchirla di privilegi.
se bisognosi con soccorsi, dola me le zitel- Paolo HI nel i54o le accordò la f icoltà
le, riceverli ne'loro spedali se inférmi, ac- morte ogni anno un con-
di liberare dalla
coglierli ne'loro ospizi se pellegrini, e mo- dannato per qualunque delitto; privilegio
rendo seppellirli e suffragarli. Di più mol- pienamente confermato dal successore
ti virtuosi e zelanti toscani, oltre il contri- Giulio III. Indi s. Pio V autorizzò i con-
buire alle nazionali pie fondazioni negli frati a eleggere a loro beneplacito il cap-
stati esteri, cooperarono ancora all'erezio- pellano e confessore, con facoltà di poter
ne di sodalizi e benefici stabilimenti loca- celebrare la messa avanti giorno a quelli
li; de'quali e de'nazionali tuttora ne fio- che debbono giustiziarsi, non che di con-
riscono decorosamente in Roma diversi, fessarli e di assolverli da'easi riservati, an-
cbe descrissi a'ioro articoli, in uno «'pri- corché compresi nella bolla in Cocna Do-
vilegiad essi accordati da'Papi. Dell'ul- mini, e di conceder loro l'indulgenza ple-
tima specie qui ricorderò seguenti, i naria in forma di giubileo. Benedetto XI
L' Arciconfratevnita di s. Giovanni neh 75 confermò tutti
1 i privilegi concessi
Decollato detta dellaMisericordia( V.) } all'arciconfrateruita. Pio VII le conservò
istituita da molti fiorentini dimoranti in quello della liberazione de'condannati al-
Roma per assistere condannati all'ulti- i l'estremo supplizio, nell'abolizione di tali
mo supplizio, aiutarli alla buona morte privilegi , come notai al suo articolo. E
e seppellirli nel cimiterio della loro pie- Gregorio XVI nel 1840 concesse l'indul-
gievole chiesa nel rione Ripa in via di s. genze dello scapolare del Carmine, appe-
Gio. Decollalo, presso la via e piazza dei na confrati lo pongono a'pazienti. Nel-
i

Cerchi (ora stabilita per l'esecuzione del- la bella chiesa dell'arciconfraternita, nel
le pene capitali, mentre prima avea luo- i.° altare a destra vedesi la nascita del
go ne'sili indicati ne'vol. XXXII, p. 20 Battista di mano di Giacomo Zucca; nel
e 2 1, LXVI, p. 20) o Madonna de' Cer- 2. vi è s. Tommaso che pone dito il nel
chi (pel riferito nel voi. LX1I, p. 232, de- costato del Redentore,opera a fi esco d'uno
scrivendo l'oratorio omonimo), nella par- scolare di Giorgio Vasari aretino; nel 3.°
rocchia della Chiesa di s. Maria in Co- osservasi la Visitazione di Maria, dipinto
smedin. Istituito il sodalizio nel 1488 nel- a olio con sopra altre figure a fresco di
la chiesa di s. Biagio della Pagnotta (che Roncalli. I sei santi dipinti inforno all'ar-
descrissi nel voi. LI, p. 326), fu trasferi- co della cappella maggiore, sono affreschi
ta in quella di s. Maria della Fossa da In- di Gio. Cosci; la tavola del suo altare col-
nocenzo Vili (così delta per la sepoltu- la Decollazione di s. Gio. Ballista è una
ra che ivi si dava a'poveri giustiziati, nel- delle buone opere del Vasari, di cui è di-
la prossimità della rupe Tarpea sul mon- segno l'ornato: egualmente le pitture che
te Caprino, ove a quel tempo eseguivan- sono sotto l'arco dell'altare sono di scuo-
si le condanne di morte, mentre nel fiorentina. III. "altare a sinistra è quel-
490 1 la

d'ordine dello stesso Papa si cominciò a lo del Crocefisso; nel 2. vi è dipinto s.

fare la capitale giustizia sulla piazza del Giovanni apostolo ed evangelista entro la
Ponte s. Angelo, dove il sodalizio fabbri- caldaia, quadro copioso di figure all'in-
cò una conforterìa), che approvata l'ar- torno, condotte da Battista Na idilli fio-
ciconfraternita e ornandola di privilegi, rentino, il quale colorì altri santi nel di
fra'quali d'essere soggetta al solo prelato sopra; nel 3.° altare le figure laterali, e la
uditore generale della camera apostolica, gloria de'santi nella volta sono opere di
concesse la chiesa a'confrali, i quali la ri- Jacopiuo del Conte fiorentino. Sulla por-
fecero da'foudamenli, ornandola con pit- ta di fianco entrando in chiesa é dipinto
ture assai pregevoli. I successivi Papi ga* il Battesimo di disio da Monanuo Mo-
66 TOS TOS
nanni fiorentino. Il s. Gio. Battista che seppellire per carità i defunti poveri, re-
predica, coloritosopra la porta che va nel stando però a lei sola il pio costume di rac-
chiostro, è del Cosci, che unito al Naldi- cogliere e seppellire annegati nel Fe-
gli

ni e al Roncalli, fecero gli Apostoli e al- vere e i morti nelle campagne; che con
tre figure superiormente presso il soffitto. l'arciconfraternita de'sauesi, di cui vado
Nelle cantonate del claustro sono due al- a far ricordo, furono le prime a intro-
tari, in uno vedesi la Decollazione di s. Gio. durre in Roma la divozione delle Qua-
Battista, creduta copia del Muziano, e nel- rant' ore (J^.), eh sanese anzi lai. "in mo-
l'altro la resurrezione di Lazzaro con mol- do privato; che l'arciconfraternita di s.
te figure,non opera del Cosci come pre- Maria fu pure in Roma lai. "a dar prin-
tendono alcuni, ma di Giovanni Ballino- cipio ad altre pie pratiche, come d' an-
ci. Congiunto alla chiesa è l'oratorio del- dare in processione alla visita delle Set-
la compagnia, ove pure sono pitture as- te Chiese, non che recarsi in pellegrinag-
sai belle. Nell'altare scorgesi la Deposizio- gio alla Santa Casa di Loreto, ad in-
ne dalla Croce, opera slimata la miglio- contrare fuori le porte nel Giubileo le
re di Del Conte; il s. Andrea e il s. Barto- confraternite filiali che recansi a lucrar-
lomeo Francesco Salvia-
da'lati sono di ne l'indulgenza, ed in qitesto pure fu i-

ti. Le storie di s. Giovan-


s. Zaccaria, di mitata dagli altri sodalizi. Egualmente a'
ni che predica, e del Battesimo di Cristo fiorentini si debbono in Roma i felici pri-
sono lavori giovanili dello stesso Del Con- mordi delle istituzioni eminentemente
te; la prigionia di s. Gio. Battuta è di Del caritatevoli del celeln'atissimo Ospizio e
Franco da Venezia; la cena d'Erode e il Arciconfraternita della ss. Trinità de*
r
ballo d'Erodiade sono di Pirro Ligorio; pellegrini e convalescenti (f .) e dell'ir- t

la Visitazione e la nascita di s. Giovanni ciconfraternita(V.)(X\ s. Girolamo del:


furono condotte dal Salviati, e meritaro- la Carità (^J, la quale inoltre ammi-
no d'essere incise in rame. Appresso vi è nistra h\ Prelatura (P.) Amadori istitui-
il cimiterio de' giustiziati. Bartolomeo ta da Felice Amadori fiorentino a favo-
Bandinelli fiorentino lasciò erede l'arci- re d\\n connazionale, per la gratuita di-
confraternita della Misericordia, con l'ob- fesa de'poveri, vedove, pupilli, orfani,che
r
bligo d'erigere il Collegio B anelinelli(K.) ora gode mg. Antonio Pellegrini-Ama-
peri i figli de'confrali o altri fiorentini. dori, il quale il Papa che reguanel feb-
Ì3el sodalizio tratta pure il sanese Camil- braio i856 elesse uditore di rota, non
lo Falliteci, V Opere pie dell' alma città in luogo del perugino marchese Spinello
di Roma, eh' è il più antico ed egregio Antinori che si dimise dall'uditorato nel
scrittore di sì ampio argomento, il qua- precedente dicembre, ma per raccoman-
le dice, che i confrati nella festa di s. Gio. dazione del granduca Leopoldo li. Per
Decollato con bell'apparato bruciavano i non dire d'altre benemerite istituzioni de-
capestri di que' ch'erano stati impiccati rivate inRomada'toscani, passo a fare ri-
nel periodo d'un anno (pena di morte or- cordo delle loro chiese e ospedali nazio-
mai non più. io uso nello stato papale, es- nali che hanno in Roma. Lucca (P.) vi
sendovi sostituita la decapitazione o fuci- ha la chiesa della ss. Croce e s. Bonaven-
lazione). Rimarca inoltre il Fanucci, che tura de lucchesi, nella contradadi tal no-
al sanese Crescenzio Selva sacerdote si de- me, con confraternita e contiguo spedale
ve l'istituzione dell' Arciconfraternita di nazionale, che descrissi nel citato articolo.
s. Maria dell'orazione e morte, e di es- Siccome nella chiesa de'lucehesi al presen-
sa riparlai ne' voi. LV, p. 338, LVI, p. te vi celebra ancora lesagre funzioni il so-

i 1 4e i 1 5, ad esempio della quale s'intro- vrano e sagro militare ordine Gerosoli-


dusse da' sodalizi, massime nazionali, di mitano, di cui riparlai a Rodi, mi è indi-
TOS T OS 67
spensabile una breve digressione, e ser- finedella congregazione è tutto spirituale.
virà per dare notizia d'una nuova bene* Gregorio XVI volendo formare un ap-
fica istituzione che in Roma si sta effet- posito spedale pe' Soldati delle Milizie
tuando. Presso il Ponte Sisto (F.), Si- pontificie, nell'ospizio Sistino, questo do-
sto V edificò la chiesa di Francesco con
s. nò colla chiesa all'ordine Gerosolimitano
ospizio, che descrissi insieme a quanto an- egliene affidò la cura temporale nel 835, 1

drò appena accennando, ne' voi. XXIX, mentre la spirituale la concesse alla con-
p. 278 e seg., XLIX, p. 247* LV, p. i4 gregazione della Regina degli Apostoli
ei6, LXVII, p.i 01, e altrove, per collo- (/^J,ossiadeirApostolatocattolico,la qua-
carvi i d'ambo sessi, onde elimi-
poveri i le possiede incontro la propria chiesa e ca-
nare T immorale accattonaggio, che de- sa a loro date dallo stesso Papa. L'ordine
plorai anche aSussimi. Dipoi Innocenzo si obbligò a un sussidio mensile a'sacer-
XII stabilì l'ospizio Sistino soltanto pe' doti che vi erano, e la pia congregazio-
vecchi e vecchie indigenti, unendolo al- ne de'Cento Preti e Venti Chierici ritor-
l'Ospizio apostolico di s. Micliele (F.), nò alla chiesa de'ss. Michele e Magno. Tot-
nel quale il successore Clemente XI tra- tavolta nel i844 Gregorio XV (credette
sferì gli uni e le altre (il cui numero ora di restituire all' Ospedale di s. Spirito
vuoisi ampliato dal Papa regnante, di- in Sassia l'incarico di ricevere i militari
minuendo quello delle zitelle, le quali in infermi, e l'ospedale militare restò sop-
Roma hanno altri Conservatorii). Sicco- presso, rimanendovi ad abitare il parro-
me lo speziale Vestii di Como, vedendo co e commendatore dell'ordine Geroso-
che in Roma non eravi particolare spe- limitano, che con titolo di rettore avea
dale pe' sacerdoti e solo V Ospizio di s. in custodia l'adiacente chiesa conventua-
Lucia de' Ginnasi (F.) pe'sacerdoti pel- le, ove celebrava con l'ordine le sagre fun-
avea fondato un piccolo spedale
legrini, vi zioni, ed il locale fu dichiarato ospizio Ge-
pe'sacerdoti bisognosi infermi (e qui mi rosolimitano. Il regnante Pio IX (come
piace avvertire, che i sacerdoti infermi riporta il Giornale dilìoma de*2 settem- 1

in Roma sono ricevuti da tutti i pubblici bre 8 55, e


1 la Civiltà cattolica nel 1. 1
2,
a
spedali in camere separate, e inoltre so- p. io3 evede'20 mar-
della 2. serie)con bt
no accolti con molta carità e riguardi da' zo 855 eresse V Opera pia dell'ospizio
1

benfralelli nel loro Ospedale di s. Gio- ecclesiastico, intesa a porgere con ospe-
vanni di Dio), ne affidò la direzione alla dale e ospizio benefica ospitalità a'poveri
congregazione de' Cento Preti e Fenti e infermi sacerdoti romani ed esterni, che
Chierici, già eretta nella chiesa de'ss. Mi- logori dalle fatiche del ministero, cer-
chele e Magno, della quale riparlai ne* chino un asilo ove condurre tranquilli i

voi. LI, p. 245, LXII, p. 54. In seguilo loro giornee a provvedere ancora col mez-
essendo stata la congregazione trasporta- zo loro la cultura spirituale de'contadini
ta nella chiesa del collegio Sistino, in que- che vengono a lavorare le campagne di
sto vi collocò il piccolo ospedale de'sacer- Roma. Considerando poi il Papa le ingen-
doti , divenendo il locale in processo di ti spese che richiedevansi per vedere in-

tempo piuttosto un ricovero di poveri pre- cominciare con sollecitudine e progredi-


ti bisognosi d'assistenza e riposo, e anche re con felice successo opere così vaste, ol-
abitazione d'altri preti che pagavano una tre l'avere destinato al nobile scopo il bel-
meusualità, onde erroneamente prese il lissimo e ampio locale e sue rendite che
nome, da quello della congregazione, di dirò, ed anco nuovi fondi, volle che
altri

Ospizio de Cento Preti, per cui invalse con analoga notificazione del cardinal Pa-
la falsa credenza che ivi fosse stato un o- trizi suo vicario generale (a cui affidò il re-

spizio ospedale per 100 preti, maitre il gime e l'amministrazione dell'opera pia,
68 TOS TOS
mentre per l'assistenza spirituale de'preti lata a'cs4 agosto 1 855 col ven. bali fr. Fi-
malati, e aiuto de'parrochi della campa- lippo Colloredo luogotenente dell'ordine
gna, tanto per la celebrazione della messa Gerosolimitano. Fra le altre cose questi
nelle feste,quanto per l'insegnamentodel- personaggi statuirono,che l'uso della chie-
ia dottrina cristiana a'fanciulli e fanciulle, sa e dell'abitazione fosse per un dodicen-
destinò i sacerdoti della suddetta congre- nio, abilitandosi l'ordine a fare nell'abi-
gazione dell'Apostolato cattolico), si fa- tazione qualunque cambiamento, senza
cesse un pietoso ed efficace appello a'fe- poi pretenderne compenso, mentre la pi-

deli, e in modo particolare agli ecclesia- gione d'annui scudi 35o dovuta al soda-
stici di qualunque condizione , e perciò lizio lucchese fosse a carico dell'ammini-
anche alle corporazioni regolari, perchè strazione del nuovo ospizio ecclesiastico.
volessero compiacersi per amore di Gesù. Che se nel dodicennio l'ordine ricevesse
Cristo di concorrere con una offerta men- stabilmente la chiesa e locale promessi,
sile allo scopo indicato. Di piti il Papa de- l' ospizio ecclesiastico potesse affittare la
putò una commissione di 12 ecclesiastici detta abitazione e pianterreni, e quindi
per coadiuvare amministrazione il
nell' consumati Ì12 anni restituirli al sodali-

cardinal vicario, e prendere le misure ne- zio lucchese. Che l'altare maggiore della
cessarie per aprire quanto prima l'ospe- chiesa veniva riservato agli ecclesiastici
dale e l'ospizio, che si stanno riducendo dell'ordine Gerosolimitano in tutte le fe-
e ultimando. Trovando poi il Papa a pro- ste dell'anno dalle orei 1 antimeridiane
posito e relativa a questa istituzione del- al mezzodì, e dalle 10 allei 2 pure anti-
l' opera pia dell'ospizio ecclesiastico , la meridiane ne'giorni di comunione gene-
chiesa e l'ospizio Sistino suramentovati, rale dell'ordine, e nella festa del patro-
posseduti dairordineGerosoIimitano,que« no di esso s. Gio. Battista l'intera gior-
sto cede liberamente tutto il locale colle nata de'24 giugno, oltre il tempo occor-
sue rendite. Quindi il Papa perchè sì ce- rente alla precedente novena.Finalmente,
lebre e benemerentissimo ordine non a- che in detto altare ne'giorni feriali il com-
vesse a mancare in Roma, ove risiede col mendatore priore e gli altri ecclesiastici

s. convento il ven. bali luogotenente del- cappellani dell' ordine vi potessero cele-
l'ordine stesso, di propria chiesa per ce- brar la messa a qualunque ora. Quindi
lebrarvi le sagre funzioni, e dell'abitazio- mg/ fr. Girolamo Feliciangeli (già inca-
ne contigua pel parroco priore commen- ricato d'affari delia s. Sede presso il gran-
datore e altri addetti^ con suo breve de'ao duca di Toscana), cameriere segreto d'o-
marzo 855 ordinò. Che finché non aves-
1 nore del Papa e protonotario apostolico,
se stabilito all'ordine altra chiesa e locale quale commendatore priore del ven. ospi-
per l'ospizio Gerosolimitano e chiesa con- zio Gerosolimitano e rettore parroco del-
ventuale, temporaneamente per le sagre la chiesa conventuale del medesimo, ver-
funzioni gli assegnò la chiesa della ss. Cro- so la fine del novembre 855 1 si recò ad
ce e s. Bona ventura de'lucchesi,e per abi- abitare nel casamento de'lucchesi. Siena
tazione del parroco priore commendatore (V.) possiede in Roma la chiesa di s. Cate-
ili.° piano del casamento di proprietà e rina da Siena con arciconfraternita, che
attiguo a detta chiesa nazionale, con pian- alle figlie delle nazionali dispensa doti: ri-
terreni pegli addetti , senza che i diritti parlai della chiesa nel voi. LXX, p. 16, e
della confraternita de'lucchesi venissero del sodalizio nel voi. LXXV, p. 216, ri-

punto lesi. Tutto poi combinarono il car- ferendo il suo intervento, con quello del
dinal Patrizi, ed il'cardinalD'Andrea qnal ss. Rosario, alla solenne processione per
visitatore apostolico della chiesa e soda- la traslazione del corpo di s. Caterina da
lizio de'lucchesi, con convenzione stipu- Siena, dall'altare laterale al maggiore e
TOS TOS 69
splendido della chiesa di s. Maria sopra uffizio si dedicarono vestiti di sacco nero,
Minerva magnificamente restaurata e ri- il quale cessato il morbo cambiarono io
dotta al primitivo stile gotico. Firenze colore ceruleo che conservasi tuttora. In-
(nel quale articolo parlando del diviu nocenzo Vili approvò la loro compagnia
Michelangelo che ne fece disegni , esso i e le regole che compilarono nel costituir-

per fallo tipografico è detto Michele), vi si in pia unione, le quali furono iu segui-
possiede la chiesa di s. Giovanni de* fio- to confermate e modificate da'Papi ricor-
rentini, edificata in onore di s. Gio. Bat- dati ne'citati articoli,e per ultimo nel 1784
tista e de' ss. Cosma e Damiano patroni da Pio VI, con quelle regole che sono iu
di Firenze, coli' Arcìconfraternita di s. vigore. Cariche principali di questa con-
Gio. Battista dcjiorentini detta della gregazione era il Console, e due Con- i

y
Pietà , ed annesso spedale e vicino ora- siglieri delT'università de mercanti, che

torio di s. Gio. Battista o Pietà de' fio- esercitavano un ricco ed esteso commer-
rentini. Ad essa Leone X concesse la par- cio in Roma, tenendo i loro banchi iu
rocchia e il battisterio, non solo pe' par- quella parte della città in prossimità dei
rocchiani, ma altresì per tutti fiorentini i ponte Angelo , che conserva ancora il
s.

esistenti in Roma, al cui arbitrio rimise nome Banchi. La detta università e-


di
di riconoscerla in luogo di loro vera par- rasi costituita a senso deW'ordinanze del
rocchia nella comunione di Pasqua. Di- celebre Consolato di Mare, che nato m
poi Clemente VII nella detta chiesa della Valenza Spagna e abbracciato dalle
di
nazione fiorentina vi trasportò il s. fonte piazze principali di commercio, era stato
e la cura d'anime. Anche Olimpio Ricci, anche in Roma ricevuto nel 107 5, aven-
9
De giubilei universali, p. i
g3, narra che done i romani neh. "marzo giurata l'os-
Leotie X fu quello che alla chiesa di s. servanza nella basilica Lateranense, co-
Giovanni de'fiorentini concesse i narrati me si trae dal Casaregi, che citai a Con-
privilegi. Egli inoltre racconta, che fra le soli. Potenti per ricchezza ed influenza i

feste principali che vi si celebrano, una è detti mercanti ambirono d'avere un tri-

quella di s. Stefano I a*2 agosto da'cava- bunale privativo e regole particolari pel

lieri dell'oidi ne: nel voi. LXX, p. i o e 1


6, disbrigo delle controversie, e ne avanzaro-
rilevai le vestizioni e funerali fatti nella no istanze al Papa che loro accordò am-
chiesa da questi cavalieri. Della chiesa a bedue le cose. Pertanto il fiorentino Leo-
3 navate, separate da pilastri, e con cap- ne X Medici eresse in Roma il tribuna-
pelle sfondate , riparlai in molti luoghi, le privativo del Consolato per le cause dei
come a Filippini, s. Girolamo della. Ca- nazionali fiorentini da conoscersi dal con-
rità , e ne'vol. LII, p. 22 5, LV, p. 267 sole e consiglieri, o loro assessore, e con
ed altrove. Ora dirò meglio sì del soda- facoltà di poter eleggere un cancelliere (o
lizio che della chiesa, e di quanto riguar- notaro matricolato, sive descriptus in ar-
da il Consolato e uffizio notarile de' fio- cliivio Romanac Curiae) da durare a vita
rentini, di cui altresì parlai in alcuni dei o ad tempus, a piacere de'due consiglie-
luoghi citati, ed istituito presso il detto o- ri, e da approvarsi da 20 almeno de'co*
ratorio nazionale, onde la via prese e con- sì detti giurati, che costituivano il con-
serva il nome di Consolato. Più positive siglio dell'università edecidevano tutti gli
notizie adunque dell'accennate sono le se- affari; e ciò per l'autorità della bolla Eas
guenti. Originò 1' arcìconfraternita nel auae prò commodo, de' 2 giugno 5i 5,
1 1

i448 nella pestilenza di Roma, per ope- presso la cancelleria nazionale fiorentina.
ra d'alcuni pii fiorentini, iu vedere che Non la trovai nel Bullarium Roinanum,
non si trovava chi volesse assistere gli at- bensì viene in esso ricordata, come vado
taccati e seppellire i morti, al cui pietoso a riferire. Nel l. 3, par. 3, p. 469 di del-
7o
TOS TOS
lo lìullarium, trovo la bolla Pastorali* siglieri e a due de'loro famigliari di por-
qffìcii dcbitum, de* io settembre i5i9 : tare per loro difesa le armudifeusive e of-
Jurisdictio, et alia privilegia Consulis, fensive.Permise finalmente che nel luo-
etConsiliariorum } et Universitatis Mer- go del consolato si costruissero carceri
eatorum Flore litinorum in alma Urbe. pubbliche pe'nazionali fiorentini, debito-
In essa si dice > che il Papa a petizione dei ri o colpevoli d'alcun delitto, non ostan-
capitani partis Guelfae et Consulum te qualunque contraria costruzione pon-
Communilatis civitalis Florentiae 3 ed a tificia o municipale, statuto e consuetudi-
favore de'mercanti, banchieri e fondoca ne, privilegi e indulti, ec. Siccome all'ar-
ri fiorentini dimoranti in Roma, dopo a- ticolo Consoli pontificii parlai ancora
vere approvato con lettera apostolica (la del consolato di altre nazioni, e di quello
già rammentata) gli statuti della nazione di questa in Pioma e ne'douiinii della s.

fiorentina esistente in Roma, essendo con- Sede, così cavai dall'archivio Vaticano i

sole e notaio Rernardo de Bini, nuova- titoli de'inonumeuti che di tali consoli in
mente la confermò. Pertanto, per tutte le esso esistono, fra'quali alcuni appartengo-
cause, liti, questioni e controversie che in- no al consolato fiorentino in Roma,qui av-
sorgessero, facoltizzò i consoli e consiglie- verto che quello riportalo all'annoi 535,
ri pro-tempore del sodalizio a procede- benché vi sia quello del i5i 5, debba piut-
re e decidere con sentenza, e questa fare tosto dire 5 9, poiché temo che il dot-
1
1
r
eseguire (exceplis illis) , ed occorrendo to tng. Marino Marini prefetto dell'archi-
anche far tradurre in carcere i delinquen- vio Valicano abbia errato nella trascrit-
ti o debitori, quindi esigere gli emolumen- ta data, mentre riguarda la concessione

ti e penali nella ricordata lettera ponti- di Leone X siili' elezione del console dei
ficia contenuti; senza le quali dichiarò che fiorentini, con due consiglieri e un can-
sarebbe stala nulla la loro giurisdizione, celliere, qui jndicaturam habet, e d'al-
nella quale non dovessero intromettersi, tronde il Papa era morto nel 52 1. 1 det- 1

sotto pena di scomunica, giudici di Ro-


i ti mercanti, che in pari tempo costituiva-
ma ecclesiastici o civili; sottoponendo al- no la pia aggregazione della Pietà, si riu-
la stessa censura o interdetto chiunque nivano nella prossima chiesa de'ss. Tom-
avesse indebitamente percepito denaro maso e Orso, odi s. Orsola, avente allora
spellante e appartenente al consolato fio- la cura d'anime. Desiderando essi d'ave-
rentino. Dispose inoltre, che quanto aves- re in proprietà tal chiesa, ne trattarono
sero trattalo e convenuto i mercanti fio- la cessione col vescovo Cristoforo Casa-
rentini per le loro mercature , i consoli neye che 1' avea in commenda, e con ti-
e il proprio cancelliere notaro pubblico tolo oneroso conseguirono il loro inten-
non fossero tenuti di portarne gli atli e to, venendo approvata la cessione dal fio-

islrumeuti, inclusivamente a' testamenti, tentino Clemente VII Medici con bolla
rogati da detto notaro ad altri archi vi, ma de' io maggio 1 534- Già Leone con X
che si dovessero conservare nel suo nota- altra bolla de' 12 gennaio 519 avea ac- 1

rile e nazionale. Ordinò pure, che tanto cordato a'fiorentiui la facoltà di erigere
il console quanto i consiglieri della nazio- una chiesa, che servir dovesse di parroc-
ne fiorentina, e gli altri ad essa apparte- chia a'fìorentini dimoranti in Roma, o-
nenti, per ispeciale onore e favore, per vunque abitassero, col privilegio di sod-
qualunque delitto o per debiti o altri ti- disfarvi al precetto pasquale senza il bi-
toli (non tamenlaesae majestatis), po- sogno di riportare la licenza del parroco
tessero carcerarsi ed esaminarsi, se non del luogo ove dimoravano, dovendosi
alla presenza del console e d'uno de'con- rapporto ad essi ritenere la nuova chiesa
siglieri. Concesse di più al console, a'eon- quando fosse eretta per vera parrocchia.
1

TOS TOS 71
Di detta chiesa ne avea fatto i) disegno di eleggere a suo beneplacito il curato e
Michelangelo Buonarroti a somiglianza gli altri preti inservienti, non che altri di-

del Pantheon. Spaventò la spesa e restò ritti di pontifìcia concessione. Ma non al-
quindi scelto disegno di Giacomo
l'altro trettanto può dirsi del tribunale privati-
della Porta, sebbene alcuni ritengano che vo accordato da Leone X, giacché dipoi
sia del Sansovino., per edificarla sull'area Innocenzo XII nella riforma de'tribunali
dell'antica chiesa di s. Pantaleone. Intan- di Roma, colla bolla o decreto Ad radi-
to Paolo III con bolla de'5 maggio 1 535 citus, de'3 1 agosto 1
692, Bull. Rom. t.

lasciando alla confraternita la chiesa di s.


9, p. 264j soppresse i giudici e tribunali
Orsola ad uso di oratorio, trasportò la giu- particolari di Roma, e ne abolì le giuris-
risdizione parrocchiale de'ss. Tommaso e dizioni. Nondimeno Quo vero dichiarò:
Orso o Orsola , alla nuova eretta chiesa ad interesse notariorum, necnon ad ar-
di s. Gio. Callista de'fìorenlini, della qua- tes, et Consulatus Urbis censuit eadem ,

le ne tuttora in possesso il sodalizio. An- congregatio posterum particu-


, esse iti

nesso alla chiesa nelle case ch'erano desti- lariter providendum. Lasciando così in-
nate al convitto de'preli, che anticamen- tatto il notaio o cancelliere del soppresso
te l'officiavano, a petizione dell'universi- tribunale, continuando ad agire come per
tà de'giovaui fornari, vi fu fondato a'20 l'avanti. Quindi Benedetto XIII prorogò
giugno 1606 uno spedale pe'poveri ma- a tempo le facoltà del uotaro della nazio-
lati della nazione, sotto il dominio, padro- ne fiorentina, restringendo con decreto dei
nato e patrocinio della compagnia, con- 28 aprile 1728 le facoltà del notaro,depu-
forme restò stabilito nel!' adunanza dei tando una cougregazione per definire gli
conflati. In conseguenza di che, a' 23 d» atti che si potessero fare dal medesimo :

detto mese, vigilia di s. Gio. Battista, l'u- però nulla si fece. Divenuto Papa il fio-
niversità presentò solenueinenlealla chie- rentino Clemente XII, colla bollaExpo-
sa la sua bandiera in segno di sudditan- ni nobis, de'4 gennaio 1 73 Rom. 1
, Bull.
za. Per l'ospedale fu gittata lai. 'pietra ai t. 1 3, p. 1 5g Confirmatur concessio a
:

20 dicembre 1607 dal cardinal Bandi ni, Leone X anno 1 5 5facta Notano etCan-
dopo aver celebrato all' altare maggiore cellario nationis Florentinae de Urbe }

della contigua chiesa, da cui si parli prò- ut quaecumque acta judicialia et con-
cessionalmenle, coli' intervento dell' am- tentiosa libere et licite conficerc possiti
basciatore di Firenze, de'preli della chie- quodofflciumin Urbe restituì tur. Adun-
sa, console, governatore e altri della com- que ritenuta la soppressione del tribuna-
pagnia. Minacciante I* ospedale ai nostri le privativo, autorizzò il notaio a fare li*

giorni rovina, fu restaurato di recente in bere, licite, et valide omnia, et quae-


uno alla chiesa, come poi diiò, a cura e eumque actajudiciaria, oltre rogare, il

spese della benemerita compagnia, la qua- riunendo così come per lo avanti il dop-
le risarcì pure e ridusse ad uno stato di pio uffizio di causidico e notaio. Per que-
di vola convenienza le sottoposte stanze, sti ed altri benefìzi da Clemente XII fat-
ancora celebri per avervi l'apostolo di Ro- ti alla patria, per gratitudine gli fu eret-

ma s. Filippo Neri fiorentino cominciato to un busto marmoreo con analoga iscri-

gli esordi della celebre sua congregazione zione, presso la sagrestia della chiesa na-
óe\Y Oratorio^.), essendovisi riunitoeou zionale di s. Giovanni de' fiorentini, che
12 compagni, fra'quali il gran cardinale avea nobilitato della facciata diesi am-
Barotiio, di cui tuttora esiste la lapide di mira. Però dopo la sua morte, dispiacen-
Cuoco perpetuo della santa società.Si con- do a'notari capitolini (de* quali riparlai
serva ancora dal sodalizio illeso il diritto aSenato romano) e camerali la sussisten-
della parrocchia, ed il privilegio che ha za del notaio fioreutiuo , e 1' estensione
72
TOS TO S
de'suoi privilegi, fu la questione giuridi- chiesa, spedale e oratorio, dava luogo al-
camenteda'meclesimi introdotta, evenne la scelta del notaro ,
quale dovea essere
rimessa per la decisione alla congregazio- approvato dalla congregazione generale,
ne tuttora esistente per la riforma de'tri- dietro la quale approvazione si procedeva
bunali, presieduta allora dalcardinal Geo- da'deputati delegati all'occorrente stipu-
tili, e portata a discussione con l'interven- lazione di contratto coll'eletto notaro. A-
to del preiato della chiesa mg/ Banchie- vendo però Benedetto XIU con breve dei
ri, ordinato, con decreto de'9 aprile 1743 1 5dicembre 1729 tolta l'azione della con-

dell'uditore del Papa* Conseguenza di tal gregazione generale, e ristretta la libera


questione fu la conservazione del privile- azione degli alFari alla congregazione se-
gio competente alla compagnia della Pie- greta, da questa quindi si è costantemen-
tà, di continuare ad avere e nominare il te proceduto alla scelta del notaro, come
notaio rogante quale altro notaro roma- praticò di recente per l'attuale. Qui deb-
no; e de* Notori dì Roma riparlai a Scri- bo fare debita e speciale distinzione, per
ni ario e Testamento. Questo privilegio evitare equivoci o amalgama di cose, dai
ch'ebbe principio colla prima nomina fat- consoli dell'antica università de'fiorenti-
ta dalla compagnia nell'ottobre 1 5i sen- 1 , ni,che duravano un auno nella loro cari-
za interruzione ha proseguito e prosegue ca, a'posleriori consoli generali del gran-
fino al presente, conforme lo prova la no- ducato di Toscana residenti in Roma i ,

niitia dell' attuale notaro d.' Gaetano quali in parte hanno il solo nome comu-
Sciarra. L'utfizio notarile sino a pochi an- ne a quelli del sodalizio, sul quale il con-
ni addietro rimase nelle case dell'orato- sole generale toscano non ha alcuna in-

rio suddetto de' fiorentini, nella via del fluenza. Poiché l'arciconfraternita, come
Cousolato e ad esso adiacenti; quindi tro- l'altra di s. Gio. Decollato, ritengono tut-
\asi trasferito nella vicina via del Banco ta l'indipendenza che aveano le istituzio-
di s. Spirito al n.° 44» accanto al porto- ni nate sotto tempi repubblicani, icui me-
ne del Palazzo Niccolini in Banchi (F.) t todi, trasfusi in tali pii stabilimenti, si os-
ora Amici, vedendosi sulla porta d'ingres- servano ancora. Ni una azione privativa
so una tabella con questa iscrizione: Of- nella scelta del notaro ebbe mai il conso-
ficio Notarile dell'I. R. Consolato Fio- le che pe'propri affari tiene la corte di To-
rentino. 11 sistema primitivo osservato scana in Roma. La sua destinazione sta-
nella nomina del notaro, portava che il bilisce una essenzialissima differenza co-
console e idue consiglieri dell'università gli antichi consoli dell'università de'fio-
de'mercanti scegliessero il soggetto, stan- rentini, e specialmente de'mercanti, che si
do a'gmra/jsunimentovati il diritto d'ap- eleggevano particolarmente dalla stessa
provare la fatta scelta. Abolito il tribuna- università a senso delle già notate Ordì»
le e scomparsa l'università de' mercanti nanze del Consolato di mare. Il console
fiorentini, per le variate circostanze dei toscano di Roma, per ragione di naziona-

tempi, nelle riforme degli statuti essendo lità, avea il diritto d'essere aggregato al-

rimasta la carica di Console e Consiglic- la compagnia, e per ragione di dignità so-

ri} in difetto de'mercanti, fu dali 661 in leva essere destinato alla carica di conso-
poi prescelto a coprire l'uffizio di console le della medesima , ma niun diritto gli
(che consisteva in una carica dignore del- compete per la semplice sua qualifica di
la compagnia), quello che si trovasse più rappresentante e impiegalo granducale, e-
rispettabile della fratellanza , il quale in sigendo lo statuto, che non possa occupa-
unione con tutti fratelli componenti la
i re la carica il detto console nella compa-
congregazione segreta, cui spelta l'ammi- gnia, se prima non sia stato aggregato al-
nistrazione e direzione degli affari della la medesima col vestire il sacco. L'indi-
1

TOS TOS 73
pendenza della compagnia nel far uso del o pensionali di Toscana, cioè que'giovani
suo diritto, in rapporto all'autorità resi- che la corte di Toscana tiene nel mede-
denziale toscana, si verifica rapporto an- simo, studenti nelle 3 arti del disegno, e
cora alla prefettura degli archivi, da cui dove eglino espongono a pubblica mostra
dipendono i notati romani , dovendo la le proprie opere ué'loro studi. Ne' voi. 1
, p.
persona del notato eletto officiare il pre- 297, X, p. 99, notai che da tempo anti-
1

lato presidente di detti archivi, e fargli co- co, uscendo il console generale di Tosca-
noscere semplicemente la seguita sua no- na in formalità dal palazzo Altovili (di
mina, ferma restando però l'ubbidienza questa nobile e illustre famiglia fiorenti-
del detto notaro a tutte le leggi discipli- na,de'personaggi e prelati che vi fiorirono,
nari della prefettura degli archivi, per es- delle loro benemerenze civili e religiose,
sere come uuo de'notari di Roma. E quan- copiose notizie riporta l'Ai veri, Roma in
to al console toscano in Roma aggiunge* ogni stato, t. 2, p. 1 00 non che del
e seg.,
io. Pio VII nel 800 colla bolla Post dia-
1 palazzo sulla piazza di ponte s. Angelo e
turnas: Super restauratione regiminis incontro al Castello, perciò sito eccellen-
Pontificii, decretò. » Sarà deputata una te per veder la sua girandola. Narra dun-
particolare congregazione, la quale, sen- que, che Bindo Aitovi ti fu padre d'Anto-
titi anche de'probi e periti negozianti, pro- nio, il quale sposò la nipote d'Innocenzo
cederà all'esame delle forme esteriori dei Vili, che fu ili. "a recarsi colla famiglia
consolati d'Ancona, Civitavecchia, e altri in Roma, ove colle sue comprò ricchezze
simili, e compilerà in correlazione delle molli beni e case, fra le quali memora- la

piazze estere un codice di leggi di com- ta, onde la piazza prese il nome di Alto-

mercio da osservarsi in qualunque luogo viti quando Biodo giuniore figlio d'An-

dello stato ecclesiastico. S'intenda abolita tonio generosamente la rese più. spaziosa
qualunque altra privativa di foro potes- con atterrare alcune case e restaurando
se esistere in Roma e nello stato ecclesia- splendidamente il palazzo ueli5t 4- U suo
stico, rimettendo i litiganti a' giudici or- figlio Gio. Battista fu depositario genera-
dinari". Ora in Roma vi è un cancellie- le e segreto dis. Pio V, comprò molti ca-
re console, invece del console generale to- sali in Roma, ed abbellì la vigna pater-
scano già residente in Roma nel magni- na situata nella ripa opposta del Tevere
fico Palazzo di Firenze (di cui riparlai incontro alla via dell'Orso e avente l'in-

nel voi. LV, p. 122 e altrove), posto nel- gresso per porta Castello, la quale ornò
la piazza di questo nome, e proprietà del di bellissime statue trovate nella villa A-
granduca di Toscana (il quale inoltre in driana di Tivoli e acquistate dal duca di
Roma anticamente possedeva il palazzo Savoia, al quale il padre avea fitto un
della Villa Medici e il Palazzo Mada- prestito allorché fu assalito dagli eretici.
maà\ cui riparlai nel voi. LXXI V, p. 36o, La ridusse a villa e divenne celebre per
ed a Tobre), con quelle prerogative de- la gran loggia che vi fece vagamente di-
gli altri Consoli, nel quale articolo regi- pingere da Giorgio Vasari, onde dopo la
strai, i consoli e vice-consoli toscani resi- famosa loggia, situata pure sul fiume, del-
denti nello stato pontifìcio, ed i consoli e la Farnesina dipinta da Raffaele, acqui-
vice-consoli pontificii residenti in Tosca- stò tale rinomanza, che meritò la pubbli-
na; ed oltre il console generale in Roma cazioue de' disegni incisi, nell'opera clas-
vi fupure il vice-console di Toscana, men- sica del Piranesi. Il celebre Benvenuto Cel-
tre Lucca ancora vi teneva residenti il con- imi, sommo nell'arte di niellare, ne scolpì
sole generale e il vice-console, prima che il busto in marmo, ed è forse l'unica scul-
fosse riunita alla Toscana. In quel palaz- tura in pietra conservata di tale artista),
zo il console sorvegliava i provvigionati col treno di carrozze per orarsi nella vi-
VOL. lxxviu. 6
-

74
T o s T OS
gilia e festa di s. Gio. Ballista (abbiamo Porla) sulla riva del Tevere , e in parte
iliPmolàM.'VmduHidi, Jnliqukates C/tri- basata, specialmente l'apside, sullo stesso
f danne de cultu s. .Toh. Baplistae, Ro- fiume, questo bellissimo tempio non po-
inae i 755) alla vicina chiesa nazionale, teva coli' andar degli anni non sentire i

nel passare per la piazza, per singoiar pri- funesti effetti della sua località. Infatti l'ac-
vilegio pontifìcio il Castel s. Angelo losa- que filtrando ne' sotterranei cominciaro-
lutava con salve di artiglierie, cioè nella no a rodere e minacciare grossi piloni, i

sera della vigilia con 3o colpi di canno- che sostengono 1* ardita cupola di Carlo
ne, e con 20 nella mattina seguente. Que- Maderno,enel pavimento produssero mol-
sto privilegio, che probabilmente avran- ti e pericolosi avvallamenti. Per cui nel
no concesso o Leone Xo Clemente VII, bisogno d'impedire che il guasto si faces-
ì' stato conservato per le stesse circostan- se maggiore e divenisse poi irreparabile,
te all' in Ro-
odierno ministro residente il zelante preside degli stabilimenti pii to-
r
ma granduca di Toscana presso la s.
del scani in Roma, mg. Corsi decano della
JSede. Imperocché notai nel voi. LUI, p. rota e poi cardinale, d'accordo colla be-
189, che il granduca accreditò Y attua- nemerita deputazione della chiesa, pen-
le saggio suo ministro di residenza iu Ro- sò a'necessari restauri, affidandone l'ese-
ma, con dimora nel suddetto palazzo; ed cuzione al valente architetto prof. Gaspa-
r
il console generale cav. eomm. France- re commend/ Salvi toscano di origine, e
sco Pandolfini divenne segretario di lega- mancato or son due anni all'onore del-
zione. Ma il granduca Leopoldo II, con l'arti. Quindi il Giornale \wva le parzia-

decreto de'3o settembre 853, soppresse 1 li lavorazioni e abbellimenti; io solo dirò


il consolato toscano in Roma, ed in sua che furono validamente fortificate le ba-
vece istituì un postò di cancelliere conso- si dell'apside, i corrosi piloni della cupo-
le della legazione e dipendente dalla le- la, e riparate le lesioni ue'soltoslanti ar-
gazione granducale ivi residente (che ha chi e lefondamenta; fu liberato il pavi-
pure 3 addetti), nominando per litolare mento dalla grandissima umidità con di-
del medesimo Rodolfo Pandolfini, e lo è verse notevoli costruzioni , e restaurati i

tuttora; essendo console di Toscana re- muri e i fondamenti de'molti sepolcri, che
sidente in Ancona il marchese Agostino racchiudono le ceneri d'illustri e beneme-
Ti ionfi.Consolegeneralepontifieio in To- riti losca ni; rinnovandosi il pa violento lo-
scana e residente in Livorno, è il cornuti.* goro e avvallato, tutto iu marmo
bianco
Vincenzo Calza. Rimarcai nel voi. XXV, e bardiglio, esegnilo dal bravo artista Fer-
p. 22, descrivendo la chiesa di s. Giovan- dinando Monachesi, conservandosi iuge-
ni de'fìoren tini, che pe'suoi grandi risiali guosameule le pietre sepolcrali, anco con
riallora si uffiziava nel vicino oratorio na- rinnovarsi nella massima parte, non che
zionale, i quali terminali si riaprì al cullo le sottoposte divisioni delle sepolture spet-
divino nel 1 85 1 . Pertanto riportasi dal n.° tatili alle rispettive famiglie patronali. In-

271 Giornale di Roma dello stesso


del oltre abbisognando la chiesa de'sagri uten-
anno, che sabato 5 novembre, giorno o-
1 sili e altri ornamenti necessari a rendere

nomaslico del regnante granduca di To- decoroso il culto di vino,e mancate le rendi-
scana, con pompa solenne e con grandis- te per le vicende politiche che funestarono
simo concorso di fedeli venne riaperta la il tramonto del secolo passato, non ostan-

chiesa nazionale di s. Gio. Ranista cle'lìo- te la pia arciconfraternila non venne me-
lenlini, dopo due compiuti lustii dacché no; piena di zelo pel decoro della casa del
era stata chiusa. Biella con disegno del Signore, si fece un dovere di pienamen-
Sansovino (dunque è da preferirsi all'opi- te secondare le intenzioni del presidente
nione che ne attribuiva il diseguo a Della cardinalCorsi; lodevole impresa uella qua
T OS TOS T5
le gli occorse spendere circa 4o,ooo scu- stanze di s. Filippo, allo slato in cui al
di.Così il fedele che entra nel maestoso timi mentesi trova, con ammirazione di

tempio, dopo aver mirati nelle cappelle il quelli che ben conobbero lo slato deplo-
quadro stupendo de'ss. Cosma e Damia- rabile, a cui si trovavano ridotti que'lo-
no di Salvatore Rosa, e dipinli del Lan- i cali, non essendo sta lo dall'encouiiato de-
franco e di altri valenti artisti, si arresta putato in pari tempo ricusata la cura di
a osservare i molli e importanti restauri provvedere la chiesa delle tanleesì sva-
degli altari, e specialmente del maggiore riale suppelletlili, utensili, arredi e bian-
architettato dal Iiorromini, e pel quale cheria, indispensabili ad una chiesa, che
prontamente accorse anche la nobile ca- in se riunisce la qualifica di parrocchia.
sa Falconieri, restaurando di questa sua Tanli e sì ben eseguiti restauri non po-
cappella gentilizia i sotterranei, i monu- tevano a meno di* attrarre numeroso po-
menti esistenti nella medesima , il pavi- polo in questa bellissima chiesa nel i.°
mento, e marmi che fregiano le pareti
i giorno di sua apertura. Alcuni vescovi e
laterali. L'ingrandimento della mensa, le cardinali vi celebrarono la messa:e il mar-
decorazioni al paliotto con ispecchi di ver- chese Scipione Bargagli ministro residen-
de africano e rosso mitico, sono princi- i te del granduca presso la s. Sede, cav.
pali lavori che fece eseguire la beneme- grancroce di più ordini (e consigliere in-
rita deputazione, onde rendere sempre più limo attuale di stato, fiuanze e guerra),
maestevole questo maggiore altare. 11 fé v'intervenne io forma pubblica, assisten-
dele mira pure i i3 altari forniti di bel- do alia messa soìenur, pontificala con iscel-
lissimi candellieri e controlumi nuovi, non ta musica dall'arcivescovo di Traianopo-
che tabelle dell'altare, il tutto di metallo li (già di Lucca) mg/ Stefanelli toscano.
patinalo, eseguiti dall'argentiere Filippo E invitali dall' encomiata deputazione, di
Pacelli sul disegno del Salvi; mira il bat- cui ognuno iti tale occasione dovette am-
opportu-
tislerio trasferito io luogo assai mirare il risultato felice di lauto alacre
no e chiuso da una cancellala in una del- impegno , vi assisterono tutti i prelati e
l'antiche cappelle,! confessionali rinnova- ed più distinti laici e
altri ecclesiastici, i

ti e i bussoloni alle porte, il tutto con di- damedel granducalo,che in Roma hanno
segno e sotto la direzione dell'egregio ar- stanza (vi furono invitati con biglietti an
chitetto Valentino Severini, il quale con co de' romani, fra'quali ini onoro esserne
mollo accorgimento, mediante ben co- stato uno, e mi fece molto piacere, ezian-
slrulla scaia , mise in comunicazione co- dio per soavi riminisceuze, poiché il mio
modissima la chiesa coll'abitazione de'sa- avo materno era oriundo di s. Miniato,
cerdoti addelti alla medesima, e dell'an- ove gli resi aifettuosameule un tribolo di
nesso spedale spettante al sodalizio fin dal giustizia).! toscani recaronsia dovered'ac

1729. Anche l'organo per opera de'fra- correre a questa sagra ceremonia, e per
telliPriori venne restaurato in modo, che rendere grazie a Dio di aver potuto re-
può reggere al confronto de' più stimati stituire all'antico suo cullo il magnifico
moderni. Nulla fu dimenticato dall'ope- tempio di s. Giovanni de'fiorentini, e per
rosissima deputazione, a mezzo del rispet- festeggiar colla prece il giorno onomasti-
tabile e nobile toscano avv. Giuseppe A- co dell'amato loro monarca e padre. A-
lessamlri. La deputazione si trovò piena- vendo descritto [echiese di Roma in que-
mente soddisfatta dell'operato zelante, stamia opera, ho voluto profittare del-
nella direzione e sorveglianza del depu- l'occasione per accennare il nobile restau
tato nobile Alessandri, il quale si rese me- 10 e abbellimento del discorso lem pio, sic
ri levole dell'accordatagli fiducia, col por- come vado praticando con altri, sebbene
lare il materiale della chiesa , spedale e già li avessi descrilti.ilche precipuamente
76
TO S TOS
feci a Titoli cardinalizi, ed a Tempio -per nomina ,ma per commendatizia del go-
per quelli di s. Paolo, di s. Maria sopra verno toscano, e vi siede come uditore ro-
Minerva, e di s. Nicola in Carcere. Tut- mano, sebbene fu surrogato al posto va-
tora i deputati de'sodalizi di s. Gio. Bat- cato per la promozione alla sede episco-
r
tista de'fiorentini, di s. Gio. Decollato, e pale di Valladolid dell'uditore mg. Ri-
di s. Caterina da Siena, quali rappresen- vadeneyra spagnuolo. Imperocché egli fu
tanti i deputati delle nazioni fiorentina e ammesso nel sagro tribunale, come udi-
sanese, godono ed esercitano il pontificio tore di rota spagnuolo : fatto poi a' 27
privilegio, comerilevai nel voi. IX, p. 58, gennaio i854 l'attuale uditore spagnuo-
62 ed altrove,di portare per un tratto di lo mg. 'Emanuele Rodriquez-y-Sanchez,
r
via le aste del baldacchino, sotto il quale mg. del Magno fu dichiarato uditore di
incede il sommo Pontefice col ss. Sagra- rota romano. L' odierno avvocato con-
nicnlo nella processione del Corpus Do- cistoriale è monsignor Cesare Lippi di
mini. Anzi allearciconfraternite di s. Gio. Lucca, anche votante di segnatura, de*
Battista de'fiorentini e di s. Gio. Decol- quali collegio e tribunale è sotto-decano.
lato, fu loro in unione accordato un posto Leggo nel Bernino, // Tribunale della
a diritta e a sinistra per la via che percorre s. Rota p. 48 e seg., sulla nazionalità de-
la processione, precisamente al principio gli uditori di rota, che uno è sempre to-

del Colonnato, verso la parte che guarda scano, quindi aggiunge. » Sotto l'ispezio-
la porta Cavalleggieri. Che altresì prosie- ne di esplicito o d'implicito pri vi legio, eh e
gua la dimostrazione onorifica e antica al a noi non consta, sostiene un luogo fìsso
rappresentante della Toscana e del suo so- nella s.Romana Rota un soggetto toscano,
vrano, delle salve d'artiglierie del Castel e benché il sopraccitato cardinal de Luca
s. Angelo, per la ricordata vigilia e festa (Relat. Rom. dir. discep. 3a, n.° 20) am-
di s. Gio. Battista, allorché in forma pub- metta una certa specie di alternativa fra
blica trapassa la prossima piazza del ponte la città di Perugia, che nella sua lata si-
s.Angelo,lo testifica annualmente il Gion gnificazione è parte della Toscana sog-
naie di Roma. Questo inoltre riferisce, getta al Papa, e la città di Siena o Pisa,
che il marchese Bargagli ministro resi- o altra qualunque città di quella superio-
dente, per tale festività si reca alla chiesa re e più alta provincia; tuttavia la pra-
nazionale decorosamente cogli addetti al- tica insegna altri menti,onde assolutamen-
la granducale legazione, e con essi assi- te ammettere non si debba l'alternativa
ste alla messa solenne , ordinariamente riferita dal de Luca. Conciosiacosachè si
pontificata da un vescovo , e poi nobil- annotano ne'soli due secoli decorsi (stam-
mente accoglie nelle sale attigue al tem- pò l'opera nel 17 17), 7 uditori di rota
pio le felicitazioni della massima partede' perugini, succeduti per linea retta l'uno
molti sudditi toscani dimoranti iu Roma, all'altro dal 1559." Di che, col Mariotti,
non che altri ragguardevoli personaggi ro- e con quanto avvenne dopo di questi, ne
mani ed esteri, e con gentilezza fa servire trattai nel voi. LII, p. 54- Indi soggiun-
1

di lauti rinfreschi. La Toscana di più si o- ge il Bernino. « L'altra parte della To-


nora di avere in Roma, oltre molti altri scana soggetta al dominio di Firenze go-
prelati, i prelati Uditore di Rota e V Av- de anch'ella luogo in Rota ne'suoi con-
vocato concistoriale nazionali. Di pre- nazionali a elezione e piacilo del Ponte-
sente l'uditore di rota è il suddetto mon- fice, non solamente Quia, soggiunge ilei-
signor AntonioPellegrini-Amadori tosca- tato de Luca, meritimi liabct altera Ifv-
r
no.Quantoa mg. Gio.Alcssandrodel Ma- tr uriti, in qua lega rivi Ics, poòt
gno diChianni diocesi di Volterra, egli en- rum causalem inventionem, cunabula
trò nel tribunale della rota nel 1 84$, non habucrunt, ma eziandio perchè alla u •
°

TOS TOS 77
suale prerogativa delle accennate cune, Biblioteca del viaggiatore delle strade
agginngesi la gloria dell'industriosa sol- ferrate.» Similmente volendo tessere bre-
lecitudine di que' connazionali soggetti, vemente la storia delle strade ferrate, uo-
pronti ad apprendere, inclinati a colli- po è menzionare qualmente la Toscana,
vare, e ben disposti dalla natura e dal- che forma in tal guisa V Italia centrale,
l'ingegno ad ogui scienza. " Degli Av- non si lasciò precedere da alcun altro stato
vocati concistoriali trattai in molti ar- in questa importante bisogna. Quasi uel
ticoli, in quello però ed a Lucca notai, tem pò slesso che si apriva la linea da Mila-
che Clemente XIII accordò un posto per- no a Monza, aprivasi in Toscana il tratto
petuo nel cospicuo collegio alla nazio- da Livorno a Pontedera, ch'è il 3.° della
ne lucchese, privilegio da esercitarsi dalla strada da Livorno a Firenze. Volgendo
città e repubblica di Lucca, poi esercitato l'annoi847, aprivasi il tronco da Pisa a
dal duca. Trovo nel Cartari, Advocato- Lucca: sul principiare del 1848 aprivasi
rum s. Consisterti Syllabum, che Leone quello da Firenze a Prato, che ora va fi-

X trovandosi colla curia in Firenze, ili. no a Pistoia, donde comunica con quello
dicembrei 5i 5, dichiarò avvocati conci- di Lucca. Terminavasi la linea da Livor-
storiali , Pietro Guicciardini fiorentino, no a Firenze denominata Leopolda, ed a-
de consensucardinalium^ curii nullus ex privasi col nome di Strada ferrata cen-
Urbe Consistorii Pontificii advocatus trale Toscana quella, che da Firenze
Florcntìnam petiisset civitatemj e Lan- conduce a Siena, donde un grandioso pro-
cillotto Politi saoese. Dopo l'incorpora- getto la guiderebbe a Roma passando per
zione politica del ducalo di Lucca al gran- Radicofini. Tratta vasi eziandio ora fra
ducato di Toscana, la nomina dell'avvo- pochi anni di costruire una linea, la qua-
cato concistoriale è devoluta al grandu- le da Livorno si dirigesse aali stati ro-
ca, in favore d'un lucchese. Anche la To- mani, costeggiando il mare ed attraver-
scana ha le strade ferrate e le linee te- sando le Maremme in tutta la loro lun-
legrafiche. Narrai aSTRADA,ove parlai del- ghezza. Ma quand'anche siffatta linea fos-
le ferrovie e de' telegrafi , ossia nel voi. se stata prolungata insiuo a Roma, co-
LXX, 1 6
62, 63, che le strade fer-
p. 1
, 1 1 sa allatto improbabile, abbisognerebbe
rate introdotte in Toscana sono quelle da anni e secoli forse, prima che le relazio-
Firenze, a Pisa e Livorno; da Pisa, a Luc- ni tra Livorno e Ptoma un ali-
offrissero
ca e Pescia; da Firenze, per Prato a Pi- mento sufficiente al mantenimento di u-
stoia; da Empoli a Siena, e delle loro di- na linea estesissima, la quale non potreb-

stanze. Della strada ferrata centrale To- be contare per nulla i prodotti de' paesi
scana e quanto la riguarda, per discen- intermedii, posti lunghesso la via." Quan-
dere da Sieua a Poggibonsi, e di là per to al telegrafo, quando fu introdotto in
la Val d'Elsa inoltrarsi fino presso Em- Toscana e comunicato cogli stali di Mo-
poli e ivi unirsi alla strada Leopolda. Del- dena e Parma, e della Lombardia, oltre
la convenzione conclusa tra lo stato pa- lo stato pontifìcio per Bologna, ne ripar-
pale e i governi di Toscana, Modena, Par- lai ne' voi. LXX, p. 171,174, LXXIV, p.
ma e Austria, per la costruzione delle li- i63. I lavori intrapresi per stabilire una
uee onde congiungerle a quel-
di ferro vie, linea telegrafica che mettesse in comuni-
regno Lombardo-Veneto, perlaTo-
le del cazione immediata Bologna e Roma, eb-
scana essendo stato deputato commissa- bero felice compi mento nei febbraio 1 855»,
1
rio il comineud. Alessandro Manetli. Di e Uri." esperienza si fece a' 26, e così fu
diverse ferrovie toscane e de'progetti d'al- riunita all'Estense. Trovo nel n.° 5l) del
tre strade ferrate, parla il Repetti a p. xv Giornale di Roma de'i3 marzo i855,
della sua Introduzione, Si legge nella che la telegrafia elettrica negli stati E-
.

rR TOS TOS
«.tensi forma oggi un mino interessante la giche. Il germe ebbe o-
poi del telegrafo

pubblica amministrazione, sia pel conti- rigine dalle antiche


Torri d'Italia e di
nuo servigio che ne ottiene lo stato, sia Toscana. Pel sin qui detto e per quan-
per T utile clie ne piovano privati e il i to mi resta compendiosamente a riferi-
commercio nel corso giornaliero degli af re, delle "principali cose della Toscana,
a
fìri,come dappertutto. Dall'epoca della i . ripeto che a tanta brevità, secondo le
istituzione della medesima sino al giorno proporzioni di questo mio Dizionario,
d' oggi, una gran parte degli stati euro- potranno in parte supplire tulli i citati

pei congiunse le sue linee telegrafiche con articoli e gli altri che andrò ricordan-
quelle della lega austro-tedesca, colla qua- do, e meglio assai i seguenti autori, al-
le lo stato Estense trovasi riunito fino dal tre opere avendo già ricordato parlando
principio del 1802 per il che vi ha in
,
delle citlà toscane, innumerabili posse-
una continuità di cor-
qualsiasi incontro dendone la Toscana e con documenti il

rispondenza immediata anco con paesi lustrativi. Istorie fiorentine di Scipione


lontanissimi. Gli stali italiani confinari Ammirato }
con V aggi unte di Scipione
coll'Estense rannodarono pure la lo- essi Ammirato il Giovane, Firenze 1647.

ro rete telegrafica col medesimo, Lo stato Sante Bartoli, Gli antichi sepolcri ro-
pontifìcio dietro apposito concordalo si mani ed etruschi, Roma 1704 cou rami.
unì all'Estense colle slesse massime adot- Anton Francesco Gori, Musami Ktrti-
tate dal duca di Modena nella convenzio- scum, exhihe.ns insignia veterum etru-
ne telegrafica coll'impero Austriaco, col scorum monumenta aereis tahulìs, eie.,
ducato di Parma e col granducato di To- Floreuliaei737. Ignazio Ursolini, Pon-
scana; ed intraprese immediatamente la tifìces etCardinales uationis fiorenti-
costruzione delle sue linee telegrafiche, nac, Romae 1708.
Orsini, Storia delie
sicché Bologna si mise in comunicazione monete de'granduchi di Toscana della
con Modena nell'ottobre 1 853, ed essen- casa Medici, Firenze 17 56. Memorie i-
do compi la tutta la linea da Bologna per sloriche degli uomini illustri della. To-
Ancona, Foligno, Roma e Terracina, si a- scana, Livorno 1757. J. M. Bruti, Fl<>-
prirono tosto colf Estense le corrispon- reniinae historiae, Logduoi J 5&X Vai-
denze per tutto lo stato pontificio fino al chi, Storia delle rivoluzioni di Firenze
confine napolitano. Di là segue poi la li- sotto i Medici, Colonia 72 .Manni, No- 1 r

nea telegrafica fra Terracina e il regno di tizia\dé'senatorifiorentinifi'wtme 177 1

Napoli, per la concordò analoga


quale si J. C. A. A., Serie de' duchi e marchesi di
convenzione fra lo stalo papale e il regno Toscana, Firenze 778. Descrizione di1

stesso. Finalmente la comunicazione fra tutte le famiglie della nazione fioren-


l'Estense Massa di Cari ara e il regno sar- tina Firenze 1780 con rami. Riguccio
t

do fu aperta sino dal principio deh 855, Galluzzi, Istoria del granducato di To-
e trovasi ora in piena attività anche per scana sotto il governo della casa Mali-
servigio de'privati, essendosi in tal modo ci, Firenze 1781: altnijFii'enze 83o. Po- 1

per una parte facilitato il trapasso de'di- tare de' vasi antichi cavate dalle colle-
spacci direlli dalla Toscana al Piemonte zioni del eav. Hamilton) tradotta e pub
ed oltre, e per l'altra offerta una nuova blicata da Francesco de Sanctis, Roma
\ia per quelli che movendo da queste sta- 1 8 1 4 ^ou la vole in lame. Antichi vasi di
lloni cisapennine fossero a. spedirsi alla pinti della collezione Feoli, descritti da
direzione suddetta. Orinai le ferrovie e Secondiano Campana ri A\oim\ io' 3 7 .Mi -
la navigazione a vapore souo divenu- cali, Storia degli antichi popoli italiani,
te ai. che potenti mezzi di guerra, e uti- Milano i836.Emanuele Gei ini, Memorie
lissimi alle grandi combiuazjoui strale» istorie/te d' illustri scrittoli e di uomini
TOS TOS 79
insigni dell'antica e moderna Lunigia- uà gran parte dell'antica Etruria, la qua
na, Massa 1829. Confronto de paesi del- le era assai più estesa della Toscana at

la Toscana, Firenze 1 793. No tizie sto- tuale.Era occupata da diversi popoli chia
rielle de'palazzi e ville appartenenti al- mali Etruschi, Tuscii, Tuscaniensis.Dì-
la real corona di Toscana, Pisa 8 5. 1 1 «ita dalla Liguria mediante la Macra ,
Savi, Ornitologia toscana, Pisa 1827. dal Lazio e dall'/"////*/ ia mediante il Te-

Giuseppe Giulj, Storia naturale di tut- vere. Al nord-est una porzione dell' A-
te V acque minerali di Toscana, Firen- penuino la separava dal paese de'popoli
ze 833. Della zecca e delle monete de-
1 boii e senoni, ed al sud-ovest era bagna-
gli antichi marchesi della Toscana, ra- ta dalla porzione del Mediterraneo chia-
gionamento del eav. Giulio Corderò mato Mare Toscano, Tuscumo Thyr re-
San-Quintino. Vincenzo Ercole Emilia* nimi, onde popoli furono detti anche
i tir-

v\,Riflessioni storico-politiche sui popo- reni e la stessa Etruria venne denomina'


li etruschi, discorso, Roma 1840. An- la Tirreniae Thyrrenia. Vuoisi che Tu-

tonio Fé r rieri, Descrizione geografica .v<7 abbia origine dal greco, sacrifico, poi-

della Toscana, Firenze 1839. Orlandi- ché gli etruschi erano un popolo religio-
11
i Zuccagni, Descrizione coreografica so e dato perciò a'sagiifizi, e furono cosi
della Toscana. Tavole cronologiche e detti quasi sacrificatori, secondo Feslo
sincrone della storia fiorentina compi- e Servio. Altri credono, come
dissi a Ne-
late da Alfredo Reumont d' Aquisgra- h, che fu detta Civitas Hetruriae, che
no, Firenze 184.I. Nardi, Istorie della questa parte di Toscana pontificia si de-
città di Firenzecon annotazioni di Ar- nominò Tuscia dalle turificazioni che i

bibyFiveme 842. Antonio Ferrini, Com-


1 tirreni oriundi di Macedonia facevano
pendio di storia della Toscana dall'o- a'ioro numi, poi detti da'latiui Etrusci e
rigine degli etruschi fino a' nostri tem- Tusci. Non debbo tacere che sonovi alcu-
pi3 Firenze 1 844- Dizionario geografi- ni che credono tirreni e gli etruschi sia-
i

co- fisico-storico della Toscana, conte- no due popoli distinti, anzi diversi, quali i

nente la descriziorle di tutti i luoghi del poscia si mescolarono: tirreni, secondo


i

granducato, ducato di Lucca, Garfa- Dionisio, erano della schiatta pelasga, del-
gnana e Lunigiana, compilato da Etna- la quale in tanti luoghi lagionai, parlan-

miele Repetti, Fu enze 1 833. Introdu- do delle origini de'popoli italiani; ma gli
zione al Dizionario, ec. con Supplemen- etruschi sopravvennero d'altronde esono
to al Dizionario, ec, Firenze 845-46. 1 di gente e di lingua diversa, secondo li

Opera preziosa, critica, elaboratagli cui Niebuhr, opinione a cui non aderisce il
mi vado giovando. Le nuove catacombe Micali. Plinio, seguendo Erodoto, crede
di Chiusi recentemente scoperte nella gli etruschi veuuli dalla Lidia, € condot-
contrada che appellasi s. Caterina, il- ti in Italia dal loro re Tirreno. Altri vo-
lustrate da tng.r Domenico Barlolini, gliono che Tirseni o Tirreni venga dal
Dissertazione, Roma i852. Saggio di greco, edificio, munito, cioè dall' uso di
lingua etnisca e di altre antiche d'Ita- ricingere e muuirecon forti mura le loro
9
lia per servire alla storia de popò li, e città. Altri sostengono che il primitivo no-
delle lingue e delle belle arti, dell'alt. me degli etruschi, e che seco trassero dal
Luigi Lanzi, Firenze 1824* Ora il sacer- nome generale della nazione Rasena o
r
dote d. Pietro Prezzoiini, Uà cominciato dall'aulica loro stazione, si tu quello di
a pubblicare in Firenze la sua Storia re- Rasenaci o Raseni; poi greci li dissero
i

ligiosa del popolo fiorentino. Tirseni o Tirreni j e Tuscia Toscani o


La Toscana è una illustre e celebra- Etrusci li chiamarono romani, come
i

tissiiua contrada, che tiene il luogo d'u- dice Stiaboue. Qui poi noterò con Diom-
8o TOS TOS
sio, che fu un tempo, in cui nnclie lati- i ne scacciarono toscani. Avvertono vari
i

ni, gli umbri, gli ausonii ed altri popoli scrittori, che s'intendono sempre per e-

d'Italia, da'greci furono appellati Tirre- truschi gli abitatori fra la Magra e il Te- t

ni. Non mancano sostenitori, che gli etru- vere, poiché osserva Polibio, che sin dal
schi fossero un popolo originario italia- suo tempo erano in errare quelli quali, i

no, con proprie istituzioni, dottrine e ar- quando si parlava degli stati dagli etru-
ti ; bensì ammettono che la nazione etni- schi posseduti, credevano parlare di ciò
sca, allorché ebbe commercio co* popoli che possedevano, e non di ciò che avea-
orientali e meridionali, traesse da loro mi- no posseduto quando occuparono da una
glioramento a se stessa nel vivere civile; parte le pianure tra l'Apenninoe le Al-
sostenendo la nazione etnisca originaria pi, e dall'altra quelle di Capua e di No-

italiana, cioè di schiatta e d'istituzioni, e la, parte che si disse Etruria Cistiberina,

avente i propri principii fondamentali. I ossia di là dal Tevere. Il sentimento de-


fiumi principali dell'Etruria erano l'Ar- gli scrittori è stato confermalo da'monu-

no, F Ombrane, la Chiana, il Tevere. I menti scavati in vari luoghi del regno di
maggiori laghi erano il Trasimeno e il Napoli, presso Padova, nel Veronese e al-
BolsenOjOra nella Etruria o Toscana pon- trove. Sono celebrile due lapidi romane
tifìcia, e ne parlai a Perugia e Viterbo, trovate anni addietro ne'colli più setten-
nelle quali provincie esistono : nell' ar- trionali delVeronese, dalle quali si ap-
ticolo Patrimoni della Chiesa romana, prende che gli abitanti di que'monti chia-
dicendo della provincia delta Patrimo- mavansi anticamente gli Armanti, do-
nio o Toscana pontifìcia, di cui è capitale ve sembra di riconoscere vestigio dell'an-
Viterbo, registrai le città etnische ch'e- tico nome etrusco Aruns. Scrive Eliano,
rano o sono sedi vescovili della stessa pro- come era fama, essere state anticamente
vincia. Ciascun cantone dell'Etruria era in Italia 1
197 città, sotto il quale nome
distinto da un nome particolare, poiché è da credere che fosse compresa ogni ter-
gli etruschi formarono tre corpi diversi, ra considerabile.Ora moltissime, e la più
quelli dell'Etruria, della Campania e del parte di queste saranno appartenute agli
Po, non dipendendo in nessun modo gli etruschi, signori quasi di tutta Italia. Di
uni dagli altri. Alla venuta nel Lazio del molte città occupale dagli etruschi feci

troiano Enea, dice Livio, l'Elruria em- parola nel voi. XXXVI, p. 197, parlan-
pieva del suo nome e impero per terra e do dell'origine de' popoli d'Italia. In mol-
per mare tutta la lunghezza dell' Italia ti luoghi ragionando dell' Umbria, di-
(F.) dall'Alpi al mare di Sicilia o Sici- chiarai cogli scrittori che ne trattano, che
liano; e nota come de'due mari, che l'ab- glietruschijSaliti in tanta celebrità e gran-
bracciano, l'uno era detto Toscano, e l'al- dezza d'impero su gran parte d'Italia fin

tro AdriaticodaAdria colonia etnisca. Ag- da più secoli innanzi Roma, ebbero con-
giunge Livio, che le colonie degli etruschi tesa di maggioranza co* popoli umbri;
aveanooccupatoi passi tutti di qua dal Po della qual contesa fu conseguenza l'innal-
sino alle Alpi, eccettualo un angolo sul zamento de'primi, la caduta de'secondi,
mare.Per autorità di Plinio si ha,che le fo- a 'quali, come ci tramandò Plinio, gli e-
ci del Po furono scavate da'loschi; e dove truschi debellarono 3oo citlà;avvenimen-
Polibio esalta pianure di Lombardia
le to che Dionisio riferisce accaduto 5 secoli
come le più felici d'Europa,dichiara anco- prima della fondazione di Roma, e secon-
ra che furono prima tenute da' tirreni, do Vairone 434 anni soltanto. Non é sen-
come Bologna, Mantova, Modena e Par- za difficoltà lo stabilire ove queste real-
e quando se ne impadronirono gal-
tita; i mente fossero, ma non é difficile a vede-
li, dicono gli autori coucordemeule, che re che tale conquista si eslese auco sulle
TO S TOS 81
terre che gli umbri aveano tolte a'siculi to, come la più comune opinione, sono:
ed a' liburni, e che poi furono in parte Vetulonia, di cui dice Silio Italico, esse-
occupale da' galli. Che è quanto a dire restata un tempo l'onor della gente Meo-
sulle lene ancora di qua dal fiume Efino, nia (della quale feci cenno a Polimarzio
e quindi ancor sullaRomagua.UDempste- oggi Bomarzo, città etrusca della lucu-
ro nella sua Etruria Regalis, die il ca- monia Falisca.ed ivi riparlai di Faleria,
talogo di sopra ioo città etrusche, e di mentre di Falisca ragionai a Monte Fia-
ciascuna di esse ha paratamente tratta- scone e articoli relativi), e da essa essere
to,non senza molli equivoci, come osser- venuto l'uso di far precedere al 1. "magi-

\ano critici. Quel che vi ha da notare


i strato 12 scuri ei2 fasci. Cortona o Cro-
in questo proposito si è 1' originale isti- tonio, detta da Stefano metropoli dell'E-
tuto degli etruschi di dividersi in 12 cit- truria (molte altre città etrusche si die-
tà, o siano repubbliche o siano popolazio- rono questo vanto). Bolsena stimata, co-
ni, o dinastìe come le dice Polibio, o prin- me allenila Valerio Massimo, la capitale
cipali come vuole Dionigi. E questo fe- della Toscana tutta, ornata prima di buo-
cero gli etruschi secondo che si ritrae da ni costumi edi leggijma datasi poi al lusso,

Livio, da Mrabone, e da altri nelle 3 par- sempre immorale e rovinoso,ed all'intem-


ti d'Italia che possedettero. Le 12 prin- peranza, venne a termine d'essere gover-
cipali città dell'Etruria di mezzo, prima nata e dominata da'servi,e Plinio la chia-
sede degli etruschi, secondo Dempstero ma città opulentissima,ove narra, chearse
furono Veio, Tarquinia, Faleria, Ve- un fulmine. Non si sa che volesse
tutta per
tulonia, Chiusi) Populonia, Corytus o ove dice, che Pirgi no-
significar Servio,
Cortona, Volsina o Bolsena, Cere o A- minata da Virgilio col titolo d'antica, fu
gylla, Fiesole, Luni, Arezzo. Di tutte nobilissimo castello degli etruschi,quando
scrissi articoli e ne riparlai in diversi al- davano opera alla pirateria (era porto e
tri, perchè poi ebbero la sede vescovile, arsenale di Ceri, come dissi a Tarquinia.
tranne Vetulonia della quale parlo a Vi- metropoli dell'Etruria marittima), e che
terbo, che si vuole ad essa succeduta, al- qui fu la metropoli. Livio nel V secolo di
tri credendola 1' attuale Piombino, altri Roma dice, che come capitali degli etru-
l'odierno Castiglion Bernardi, ma trop- schi erano Arezzo, Perugia e Cortona, e
po discrepanti sono l'opinioni degli ar- in altro luogo con Arezzo e Cortona vi
cheologi moderni sull' ubicazione della pone in luogo di Perugia nel numero del-
celebre Vetulonia. Noterò, che dagli abi- le capitali Bolsena. De'volterrani, al dir
tanti di Fiesole, lungi 3 miglia dall'Ar- di Servio, credono alcuni che sia stata Po-
no, ebbe principio la città di Firenze, che pulonia loro colonia; con che viene a por-
sotto Augusto essendo colonia militare si Volterra dell'ultima antichità, dicen-
avea proprio territorio.Gli antiquari han- dosi da Virgilio che Populonia mandò ad
no molto parlato di Firenze Romana, ed Enea 600 bravi soldati; e nota Dionigi
anche Etrusca. Le 12 principali città e- com'era la sola delle antiche città primi-
trusche, francamente le assegna anche il tive d'Etruria, per essere stata residenza
Biondo, e dopo di lui altri molti, tutti di re potente. Stancò la fama col suo la-
però tra loro discordanti. Ma potendosi berinto, e col nome del re Porsenna, che
iptendere per città, comunità e corpi ci- altri comunemente dicono in vece re di
vili, poteva un corpo solo aver più città, Chiusi; e Virgiliola nomina fra quelle che
ovvero niuna città e sole terre: prenden- fiorivano alla venuta d' Enea. 11 Fonta-
dosi anche strettamente, non è si facile lo ni ni, De antiqui Hortae, mette Orta
t. in
stabilire quali fossero le capitali. Quelle Toscana tra le 12 etrusche, assai contrad-
di cui si può aileroiure con più fonda uiui- detto dal MafFei nelle Osservazioni lett.
82 TO S TOS
Quanto all'Etruria di là dal Tevere e del- tico etrusco se non l'accento. Non solo al-
le sue ci Uà, Straboue ci dà Capita non cuni affermano essersi gli etruschi per /*Vr«
solo per una delle i 2, ma per la principa- rara avanzati per Rovigo sulla sinistra
le di lutte le città dell'Etruria da quella del Po, e pel Ticino nel paese de'grigio-
parie; indi Nola, essa pure fabbricata da' ni, ma vi sono-'argomenti che fanno cre-
toscani al dire di Velleio Patercolo. Poz- dere che dominassero pure nel Tiralo. Il
zuolo fu due volte della da Pausania cit- Ilicali, seguendo Livio, divide l'Etruria

tà de'tineni. Olenus Calenus, narra Pli- in meridionale e settentrionale, nella 1/


nio, ch'era un celeberrimo indovino del- regione come città principali pone Chiu-
l' Etruria consultato dal senato romano, si, Cortona , Arezzo e Perugia ; nella
per sapere che significasse l'essersi trova- a." regione Volterra, fetulonla, Rossel-
to nello scavare fondamento del mon-
il la, (di cui a Massa Marittima), Tarquinia,
te Tarpeo un capo umano; pure vi fu Ga- Cere, Polsino e Veii. Delle quali tulle,
leno nella Campania, la quale passava per olire il Micali, trattano il Guarnacci, O-
Etruria; e Strabone nomina Macina, co- rigini italiche ;\\ Mazzoldi, Dell'origine
r
me edilizio degli etruschi. Dell'Etruria italiche, ed altri. Osserva mg, Bartolini,
dalia parte dell'Apennino si ha , che da che nell'Etruria sebbene parecchie fosse-
essa «li etruschi, al dir di Plutarco, avea- ro le città principali degli etruschi , ciò
no 8 città quando furono assaliti da'galli
i nondimeno sembra che Volterra e Chiu-
al tempo di Tarquinio Prisco re di Ro- si a preferenza delle altre fossero le capi-
ma. Principale città di questa parte di E- tali. Che Vetulonia qualche tempo impe-
ti uria fu Felsinia ora Bologna, secondo rò all'Etruria, ne'primi tempi Cere ebbe
Plinio, il quale pone fra esse Adria e Man- il primato degli etruschi , Tarquinia fu
tova. 11 Dempstero assegna le 12 città pri- città regina dell'Etruria, Voi* tuia fu an-
mitive anco da questa parte, mettendo in ch'essa capitale di quelle genti, Arezzo,
i.° luogo Sermione, terra del Veronese, Cortona e Perugia ebbero ancora in ul-

che non ha mai saputo d'aver altro pre- ive età il principato dell' Etruria , e che
gio, che d'esser stala la villa di Catullo. Pirgo ancora, sebbene non sembrasse ap-
Vi computa ancora Bresciae J\lilano,che partenere alle precipue città confederate,
ognun sa essere state edificate da'galli. 11 pure nel tempo che gli etruschi erano pi-
Pan \ mio annovera con più verisimiglian- rati sembrò fosse la loro metropoli. Pare
za tra le prime 12 città Verona, atteso però che nell'età più vicina alia conquista
il silo e 1'
antichità immemorabile, e le che fecero i romani dell'Etruria, Chiusi
anticaglie etnische qui vi scavate, e l'esser- fosse la capitale floridissima e potentissi-
si chiamato da Catullo Lidio, ch'è
inoltre ma di quesla nazione. Porseuna così ce-
quanto il lago di Garda,
a dire etrusco, lebre nella guerra co'romani, onde rista-

e l'avere veronesi sulle loro rive Tuscu-


i regno l'espulso Tarquinio il Su-
bilire nel

laua terra di antico nome. Riguardo a


, perbo, avea portato la città di sua residen-
questa parte vi furono alquante città e po- za ad uu tanto lustro, che romani fu- i

polazioni nelle Alpi,o in molte e ampie rono presi da insolito timore quando sep-
valli alle Alpi adiacenti, dalle quali venne pero chequel re di Chiusi movea alla vol-
poi a costituirsi la Rezia. Oli etruschi cir- ta di Roma (V.) col bellicoso suo eserci-

cumpadani battuti da'galli presso al Tici- to. Da Plinio si deduce che Porseuna im-

no, si ritirarono 111 que'monli sotto il du- perava all' intera Etruria ; ed afferma
ce R.elo, come può vedei si in Plinio, e qui Dempsteroche per circa 5ooaoni si man-
rimasero, il che già notai a Svizzera; on- teune Chiusi nel principato dell" Etruria
de «i* lem pi di Livio, retti cambiati per
i più o meno florido e poteule. Dichiaragli -

l'asprezza de'luoghi non rileneauu dell au- cali, che iu Chiusi più che nell'altre città
T O S TO S 83
prini ipali d'Etruria si trovano ogni ili a macchina di legno costruita a guisa di
dovizia monumenti preziosissimi di prima monumento funebre, o catafalco, da ser-
antichità; il che fa conoscere quanto fos- vire solamente pe'fuuerali di quel re, e poi
se civile, eulta e nobile la reggia di Por- dopo talceremonia disfatto, di cui però
senna. Quanto al suo famoso laberinto ,
per la grandiosa mole ne rimaneva pres-
descritto da Vairone e ricordato da Pli- so i posteri la memoria. L'antica Campa-
nio, ambedue però conclusero doversi a- nia si disse anche Etruria Cistiberina, e
scrivere alle favole etrusche, non trovan- Nola era tenuta capitale di quelle genti;
dosi di tal monumento alcun rudere, seb- le altre precipue città che formavano l'E-
bene vuoisi che avrebbe superato nella truria Cistiberina e soggette a Nola, era-
mole le stesse piramidi egizie: tuttavia no Capua, Clima, Pozzuoli e altre della
pretese Dempslero, che al suo tempo e- Campania. Circa governo degli etruschi,
il

ii&tessei'O alcuni cunicoli del laberinto sot- quanto può ricavarsi dagli storici autichi
to Chiusi;ma secondo altri non poteva- si è. Chetra'oorpi divisi dal Tevere e dal-

no appartenergli perchè il sepolcro di


,
l'Apennino non vi sia stata alcuna colle-
Porsenna era fuori di Chiusi nella pianu- ganza, non trovandosi mai che 1' uno si
la, e perchè nella base quadrata di tal se- movesse per l'altro. Esservi stata lega tra
polcro rimaneva il laberinto. Le scoperte le 12 città d'ogni corpo, e le altre annes-
però avvenute ne' nostri giorni in Chiusi se a queste. Dell' Etruria di mezzo, rife-

per le praticate osservazioni hanno por- risce Livio replicatamene, come raduna-
tato per risultato che veramente sotto la va alle volte la generale assemblea ad Fa-
parie più alta del monte su di cui è fon- mmi Voltumnae (Voltunua era la dea
data Chiusi, e principalmente sotto la lun- della Benevolenza, così chiamata da bene
ga linea dal giuoco del palone fino alla volendo} gli etruschi che le tributavano
cattedrale dove rimaneva l'antica Acro- un culto particolare, si radunavano nel
poli, si è rinvenuto un buon numero di cu- suo tempio a concilio per tratiare i grau-
nicoli da costituire un vero laberinto; e di affari), o per eleggervi il supremo e co-
siccome dice Plinio che il laberinto di Por- mune Pontefice, per trattare gli altari dei
seuna avea il doppio scopo, di sepolcro diversi stati, o per deliberar sulla guerra;
cioè a quel principe, e di difesa a'clausi- e così una volta fu deciso di non assumer-
ni coulro gli attacchi de'nemici esterni, e la nell'assedio che i romani facevano dei
ritrovandosi questi cunicoli appunto sot- veieuti, e un'altra di prenderla, quando
to l'antica Acropoli, ch'è quanto dire nel fu stabilito, al dir di Dionisio, che tutte le

luogo di difesa, stima mg, Bartolini che città etrusche facessero guerra in comune
cjuesti cunicoli costituissero il laberinto di contro il re Tarquinio, e quella che ripu-
Porsenna, dove quel principe era sepolto, gnasse fosse esclusa dal corpo. Le stesse
e che formava questo suo sepolcro per la città e popolazioni non essere così vinco-
memoria delle sue militari prodezze qua- late tra loro che non reggesse ciascuna
si un nuovo palladio a difesa de'nemici. con particolare diritto, e che molte volte
11 non trovarsi poi alcun rudere esteriore un sol popolo o alcuni non volessero la

del sontuosissimo mausoleo fa credere al guerra, o non facessero pace. Così 5 sole
dotto prelato che la descrizione che ne fe- città accordarono l'aiuto a'sabini, e i vol-
cero Vairone e Plinio fosse del modello te chiesero pace a'romani 3 sole città. Lo
o disegno che aveano avuto gli etruschi scopo delle guerre degli etruschi non era
in mente d'eseguire, e che poi non essen- Io scacciare e il distruggere gli abitatori
do andato ad effetto era rimasta soltanto delle terre combattute e vinte, ma sibbe-
fra loro l'idea tradizionale di tale magni- ne quello di soprastare a' medesimi coi
fico progetto, Oppuie che quella fosse una dominai li, e lo diceStruboue.Secoudo que-
84 TO S TOS
sii, gli umbri, poiché furono dagli etru- Vairone chiama regolo dei
de' veienti, e
schi debellati, si confederarono a loro nel- medesimi De he ri. Vairone, Dionisi e Giu-
l'imprese. Plinio asserisce che gli umbri stino dissero Mesenzio, che pugnò contro
ebbero parte cogli etruschi, non tanto nel- Enea, in difesa di Turno re de' rutuli, re
la conquista, quanto nella signoria della degli etruschi, di Lio e di Cere, e di que-
Campania. Dionisio trovò gli umbri e gli st'ultima altrettanto riferisce Virgilio. Pei*
etruschi uniti insieme alla spedizione di conciliare siffatte contrarietà può ricor-
Cuma. Diverse altre testimonianze com- rersi a'tempi, a'iuoghi diversi, e al diver-
provano il lodevole sistema di colleganza so senso in cui si è preso dagli scrittori il

degli etruschi co'popoli conquistati, accor- vocabolo di Re. Servio afferma più vol-
ta politica che poi seguirono i romani con le, che Ì12 popoli ebbero altrettanti re,
tanto immenso successo. Molte iscrizioni, uno de' quali sovrastava a tutti gli altri.
ove apparisce promiscuità di cognomi, pa- Con ciò s'intende come lo slesso re si tro-
lesano che gli etruschi stessi s'imparenta- vichiamato re d'un popolo particolare, e
vano cogli stranieri e co' vinti, e che costo- insieme degli etruschi in universale. Fa-
ro partecipavano in Etruria a' diritti ci- ceasi inoltre l'elezione de' re e comuni e
vili di cittadinanza. Prudenti gli etruschi particolari per via di dieta , e così
si ha
nelle vittorie, quanto valorosi nelle bat- il governo regio aggiunto al popolare. Al-
taglie, usarono mitezza co' popoli soggio- cuni moderni dierouo la serie de're etru-
gali, esi(Ialtamente,che piacque loro, de- schi conosciuti, altri contandone 3o, altri
posti facilmente gli sdegni, di unirsi con 5o , altri 60. Dempslero cominciò con
essi e di formare insieme un popolo solo. Giano, r.°principe, al suo dire, subito do-
Tuttavolta di frequente si legge negli po il diluvio, e raccoglie i nomi de're d'E-
scrittori che gli etruschi cacciarono gli
, truria di i5oo anni; ma i critici dichia-
umbri o altri popoli dalle contrade che rarono il catalogo di Derapstero e di altri,
dominavano; forse saranno casi parziali, che o presero favole per istorie, o fanno
ovvero si deve intendere esclusi dal po- re toscani quanti trovano itali antichi qua
tere e dal dominio, naturale diritto che e là nominati , o deducono i nomi de're
esercita qualunque conquistatore. Il go- dalle città, come il re Clusio da Chiusi, o
verno degli etruschi pare che fosse regio, per altre somiglianti guise senza bastevo-
e molti passi d'antichi scrittori lo attesta- le fondamento li contano e li moltiplica-
no. Così Livio dice che Romolo i.° re di no. E' meraviglia che in tulli questi ca-
Roma, prese l'uso de' quali a littori (de' taloghi sia stato tralasciato un re, che tra
Iìoma, così degli costumanze e-
altri usi e gli antichi potea mettersi con più auto-
trusche,come religiose, adoltateda'roma- rità, cioè Arimuo di cui parla Pausania,

ni) dagli etruschi, i 1 2 popoli de'quali crea- trattando de'donari o donativi che pel 1

to in comune il re gli davano un littore fra're barbari o stranieri mandò al tem-


ciascuno. Altrove poi riferisce lo stesso pio di Giove Qlimpico, che conserva van-
Livio, che avendo i veienti, per noia del- si al suo tempo, cioè una sedia reale o
le dissensioni partorite dal crear magi- trono. La somiglianza del nome Arimno
strati ogni anno, eletto un Re, questo fat- con Rimini, lo fece credere ad alcuni fon-
to offese mollo gli animi de' popoli etru- datore di essa, mentre è noto che Rimini
schi, non meno per odio al Regno , che fu colonia degli umbri. Diversi scrittori
alla persona eletta. Dall'altra parte Livio de're etruschi formarono 4 serie: la 1
."
dei
ci narra le gesta di Porsenna re di Chiu- discendenti di Giano, chiamati Janni, e
si, e Dionigi ci racconta, che da tutta l'E- riguardati come altretlantiDei^as/ quel-
truria raccolse l'esercito conti o Roma. la de'coriutii, i regni de'quali sono oscu-
Tolumuio, ce lo dà Livio stesso, qual re li; la 3/ è quella de'Larthi, più illustre
TOS ToS Vi
qoeha dei
e più vicina a'romani; e la 4«* sulle altre a modo di capitale; onde in tal
Lucumoni. Alcuni hanno creduto che il modo può pure spiegarsi, perchè di ver-
re degli etruschi si chiamasse Lartc, tro- se città elrusche dissero metropoli d'E-
si

vandosi Lar "Por senti) e Lar Tolumnius. truria. L'encomiato avv. Castellano, al-
Ma più veramente si stima, che Lar in l'articolo Gran Ducato di Toscana ecco }

etrusco fosse un semplice antinome, e di quanto relativamente riporta. Dopo che


là lo prendesse LarErminioconsole di Ro- i galli discesi in Italia tolsero all'antica E-
ma nell'anno 3o6. L'autoredel-
di questa truria i possedimenti transapennini, ed in-
VEpitome de' Nomi, a pie di Valerio Mas- nanzi che i romani dilatassero al di là del
simo , dice Lar Larlìs pracnomen est. Tevere le conquiste, rimase il nome di
Com u nemen te si tiene, che Lucumone vo- Etruria alle regioni poste fra l'anzidetto
lesse dire Re, e che allei 2 città presiedes- fiume ed il Magra, che si divisero in 13
sero i 2 lucumoni. Vuole Dionisio,che pro- prefetture, ciascuna delle quali veniva go-
priamente tal voce non fu che un nome vernata da un Lucumone o capo del po-
proprio, e narra che una città etnisca polo, ed ili. Tra essi avea anche sugli al-
mandò in aiuto di Romolo un guerriero tri Lucumoni podestà suprema. Tal era
famoso per nome Lucumone: e Livio di- ilnovero delle genti nell'Etruria compre-
ce, che in tempo d'Anco Marzio redi Ro- se in quel tempo. i.°I Chiusini, Clusini,
ma, quivi venne un Lucumone, uomo le- che avendo la città di Chiusi per capitale,
sto e ricco, il quale era figlio di D<. inara- stanziavano in una parte del territorio di
to da Corinto, che essendosi stabilito in Siena e in quel d'Orvieto. i.° I Perugi-
Tarquinia, e presavi moglie etrusca, a- ni, PerMwz/,ch'estendevansi dalle sorgen-
vea posto per nome a'due figli che n'eb- ti del Tevere insino al Iago Trasimeno.

be, Lucumone e Arunte; meglio ne par- 3.° 1 Cortonesi, Cortonenses, i quali oc-
lo all'indicato articolo. Trovo nella Mito- cupavano una parte dell'odierno territo-
logia di tutti ipopoli del mondo, che Lu- rio Fiorentino al di sopra dell' anzidetto
cumone era il principe o capo particola- lago. 4-° Gli Aretini, Arredili, che da A-
re di ciascun popolo degli antichi etru- rezzo dilatavausi ne'dintorni di Fiesole,
che siccome l'Etruria dividevasi in
schi; e e da Firenze sino a Pistoia. 5.° I Volter-
12 popoli, così ciascun di essi avea il suo rani, Volaterrani, che da Volterram-
Lucumone; ma uno di essi godeva un'au- gombravano la costa mediterranea di Pi-
torità maggiore degli altri. I privilegi di- sa e di Livorno. 6.°
1 Vetulonii, che dal-

stintivi de' Lucumoni consistevano nel se- la distrutta città,onde assumevano il no-
dere in pubblico in una specie di cattedra me, dominavano una parte del Sanese e
d'avorio, nell'essere preceduti da 12 lit- Io stato di Piombino. 7. I Rosellani;/?M-
tori, nel portare una tunica di porpora sellani, abitatori della Maremma Sanese
ricca d'oro, con uno scettro alla cui estre- e del paese di Castro, della di cui capi-
mità eravi un' aquila. Il comune degli tale Roselle esistono appena poche rovi-
scrittori opina, che ognuna dellei2 prin- ne. 8.°1 Tarquinii, che dal capoluogo co-
cipali cittàd'Etruria avesse il suoLucumo- sì denominato, le contrade occupavano di
ne ossia Re, e fossero unite fra loro con Cornetoe Civitavecchia. 9. IV ulsini cen-
una confederazione; ed essendo gli etru- tralizzati nella città di Bolsena, e di là
f
schi bellicosi, in caso di guerra si sceglie- sparsi ne territori! di Monte Fiascone e
c
va dalle città confederate uno de' Lucu- di Orvieto. 1 o. l Ceretani, cheaveano per
moni che dovesse prendere la direzione capoluogo r antica Cere oggi Cervcleri,
dell'esercito quasi generale in capo, e al- e su Palo e Bracciano signoreggiavano (dei
lora la città il di cui Lucumone occupa- quali ultimi due luoghi tornai a parlare
va tale incarico prendeva l' ascendente uevol. L1V, p.23o,LVIII J p.i2o). n.°
K6 TO S T OS
] Fnlisci, che dall'estinta Falena davnn che si accennano copiosi esempi dal Pas-
leggi ad una parie dell'attuale provincia seri nella 1. "delle sue Lettere Roncngliesi
pontificia del Patrimonio di v. Pietro o inserite dal p.Calogero nella Raccolta
Viterbo. \i.° \ Yeienli, che dalla celebre d'Opuscoli, t. 71, p. 353, il che ricordai
Vcio imperavamo agli abitanti del
città di a Scrittura, dicendo che romani pare i

Monte Cimino, ed a que'di Nepi, Su tri, che tale arte l'apprendessero dagli etru-
e Baccano (di cui nel voi. LV11I, p. 7), i i schi e da'greci. Di più nella decadenza del-
infino al suburbicario confine di Roma. la lingua presero a scrivere gli etruschi
Le 5 ultime Lucumonie pertanto e la 2.* anche co' caratteri latini, come osservasi
trovansi da molli secoli incorporate nel- in più monumenti, anzi alcuni di questi
lo stato pontificio, in buona parte per la si trovano scritti in etrusco e spiegali iu
donazione della gran contessa Matilde, e latino, il che ha dato fondamento a de-
quindi la presente Toscana racchiude le terminare il valore dell'etrusco alfabeto,
altre 6 Lucumonie. Gli etruschi forma* su di che può vedersi il mentovato Maf-
rono la possente confederazione delle 12 fei, Osserv. letter. t. o,p. 33 5.01tre quan-
Lucumonie cisapennine e transapennine, Lingua sull'idioma etrusco e lo-
to dissi a
sotto reggimento la civiltà italica è
il cui scanico, per l'alfabeto etnisco si può ve-

stata condotta alsuo più bel fiore; e le cam- dere quanto notai ne' voi. XX. XVI, p.i 66,
pagne di Velulonia,di Pisa, di Videi, dal- LIV, p. 35. Gli antichi etruschi si segna-
la banda del Tirreno; di Felsina, di Pe- larono nelle scienze e nelle arti , ciò che
saro, d'Adi da quella dell'Adriatico, fu-
ia, celebrai ne'tanli relativi articoli, anzi qui
rono rese tanto opime. Gli eruditi volen- dichiarerò che non la finirei mai se do-
do dinotare l'antica lingua italiana non vessi ricordaregl'innumerabili luoghi do-
parlano che dell'etnisca o toscana, e ciò ve parlai della religione, pregi e cositi man-
perchè gli etruschi oltre ogni altro popo- ze tutle di questo antichissimo e colliri-
lo italico steseroil loro dominio e man- ino popolo, per cui dappertutto dovei ra-
darono colonie per tutta l'Italia, e perchè gionarne. Senza favellale delle divinità
gli etruschi di mezzo, detti più propria- adorate dagli etruschi, fondamentale prin-
mente tali, più lungamente degli altri po- cipio della loro religione fu il dualismo,
poli italici ritennero la loro lingua, essen- cioè due potenze contrarie, necessarie e-
do stati gli ultimi ad essere domali da'ro- umanazioni della suprema intelligenza de-
mani. Dell'antico alfabeto etrusco, oltre miurgica, grandeauima del mondo e prin-
il ricordato Lanzi, parla di esso il pure cipio generatore di tutte le cose. Le etru-
rammentato Goti che gli dà t 1 lettere pri- sche leggi teocralico-sacerdotali erano ri-

mogenie, e 4 aggiunte oltre all' aspirata piene di tanta saggezza , che bastavano
II; il Borgnit, che fìssa il numero delle per se medesime all'incremento della na-
lettere a 24; e il Malici che ne assegna zione. Tagete, secondo la credenza etru-
26, benché di sole 21 determini il valore. sca, maestro di religione e civile sapienza,
Ilcarattere di queste lettere è più verisi- le rivelava; e chi le udiva le trascrisse, e
mile che sia derivato dal fenicio o assi» io; le tramandò alla posterità. Principaledei-
e manca nelle stesse lettere PO. A Let- tà degli etruschi fu Bacco, chiamato col
tera riportai l'opinione che Demaralo fa nome etrusco di Manlù. Questo culto era
aulore dell'alfabeto etrusco; ed a Lingua da prima, qual si fu nella sua origine al-
quella del diverso numero delle lei tere del- trove, salutevole all' ordine dell' umana
l'alfabeto, e che vuoisi esservi 3 alfabe- 1 vita, poiché ni una laidezza vi si mesco-
ti etruschi e tutti varianti. Nello scrivere lava, ed era tutto rivolto a persuader l'uo-
usavano gli etruschi la maniera orienta- mo al vivere onesto per ben meritare del-
le,portandosi dalla destra alla sinistratici la divinila nella vita futura. Degenerati
TOS TO S
i misteri di Bacco in Italia, con turpezze lo scrivere toscano. Ma il Malfei con as-
le più nefande pei la depravazione dei sai forti ragioni lo vuole etrusco, il (pia-
,

costumi, con orgie segrete e notturni tri- le vuole pure etrusco il coturno tragico,
pudi, rimase il culto ne'templi, e i bacca- e Ovidio l'appella lidio. E' noto che ro- i

nali furono proibiti dal senato romano; ed mani presero dagli etruschi anche i ludi
allora o quando si costumò di bruciare scenici, l'arte inimica e la teatrale, e dai
i cadaveri, decadde verso il VI secolo di loro paesi fecero venire gl'istrioni. Di que-
Koma l'uso de'famosi vasi fittili, de'quali sto vasto e svariato argomento con qual-
andrò a far cenno, particolarmente nelle che diffusione in tutte le sue parli ne tor-
pompe funebri, e in poco tempo l'arte fu nai a trattare a Teatro, descrivendo pu-
obliata del tutto. Livio attesta, aver essi re gli anfiteatri e quanto in essi face va -
grandemente atteso agli studi, e all'inve- si. Però tutti i giuochi eie pompe, la poe-
stigazione della natura. Scrive Diodoro, sia e la musica, e gli spettacoli, ne' religio-

che ne'libri dell'etnisca disciplina si ve- sissimi etruschi erano sempre a decoro
deau dipinti più specie d'uccelli, che co- della religione e quasi atti di culto esterno,
me alFrrma Plinio, non eransi veduti nei e formarono il bello intellettuale della na-
passati secoli, ed erano mancati. Dal che zione. "A Sutri, cospicua etrusca città di

si può raccogliere quante antiche osserva- remola antichità, nel descrivere l'anfitea-
zioni avessero fatte sugli animali gli etru- tro scavato nel tufo, dichiarai il parere di
schi. Oltre alle opere perite , Snida alla quelli che lo vogliono etrusco, poiché an-
parola Tyrrhenia fa menzione d'un au- che gli etruschi ebbero anfiteatri, non di
tore toscano, il quale avea scritto la sto- materiale, ma scavati nel tufo. Inoltre gli
mondo, e una dis-
ria della creazione del etruschi dierono perfezione alle scienze
sertazione sulmodo, con cheqnesta gran- geodetiche. Essi che sì strettamente lega-
de opera era stata compiuta in 6 giorna- rono la politica colla religione, e le leggi
te. Vairone, e dopo di lui Censoiiuo, ci- e le arti costumi informavano da quel-
e i

tano molti storici etruschi, i quali avea- la, aveano posto l'agrimensura sotto gli
iio accuratamente descritte le gesta della aruspici che consagravano i coufìni dei
loro nazione, e Plinio e Seneca fanno men- territorii e delle Strade (ove ragionai de-
zione di Umbrizio Migliore d'Aquila, e di gli agrimensori presso romani auliclù), i

Cecina storici etruschi. Immensa è stata ponendoli sotto la tutela della divinità. Gli
la moltitudine degli scrittori etruschi, di etruschi furono eccellenti nelle arti, mas-
cose augurali e attinenti a' Sacrifizi. A sime nel maneggio de' metalli e ne'lavoi i
Superstizione riparlai degli auguri e degli de' vasi. La statua togata del museo Medi-
aruspici, scienze inventate o almeno per- ceo, la Chimera di bellissimo metallo, e
fezionate dagli etruschi, da'quali e come più altre opere vuote dentro, e lavorale
moltissime altre cose l'appresero i roma- con tutta perfezione, ne fanno prova ma-
ni ene fecero grandissimo uso. Dalla quan- nifestissima. Tuttora ne sopì avanza gran
tità e varietà di armonici strumenti, che quantità de'loro vasi di terra leggeri e du-
si trovano nelle figure elrusche, si dedu- rissimi, e dopo tanti secoli intatti, talché
ce essersi questi popoli assai dilettati nel- sembrano di fabbrica recente. Tali vasi

la musica; e dall'uso che aveano di can- con maggior eccellenza si lavoravano nel-
tare in versi le lodi de'loro Dei e l'impre- la terra di Pomarance nel Volterrano ed
se de' loro eroi ricavasi essere stati assai in Arezzo ,
questi di color azzurro e la
dediti auche alla poesia. Vairone parla maggior parie rosso, quelli di bella e lu-
d'un Volumuio scrittore di tragedie elru- cida vernice nericcia, e spesso dipinti con
sche: l'Olivieri incliua a credete quest'au- figure storiche e mitologiche ,
anche di

tore romano, e iusieme assai perito nel- buon disegno, e con geroglifici rappreseli-
88 TO S TOS
tanti le favole e le deità della nazione. pere poi illustrative de' vasi etruschi, del
Meravigliosa fu l'arte degli etruschi in dotto Secondiano Campanari di Tosca-
siffatte stoviglie d'ogni specie di vasella- nella, in quell'articolo le registrai; così

me in terra cotta, ed abbellano nostra- i parlai pure de' sepolcri e urne etrusche.
li e gli stranieri musei. Grande era l'uso Ivi si vedono la mescolanza del genere
di queste figuline in Italia, per la pompa straniero coll'indigeno, prove di comuni-
de'sagrifizi e de'funerali, perle sagre lu- cazioni e di commercio vicendevoli di po-
strazioni e libazioni, pel vivere domestico,- polazione; miti e rappresentanze di costu-
e per la solennità de'ludi religiosi e civi- mi sagri e profani, da'quali si può argo-
li. I vincitori de'certami atletici venivano mentare la religione o stabile o varia, e
premiati d'uno o più vasi, principalmen- le diverse istituzioni civili e religiose de-
te con l'epigrafe panatenaici. U uso per gli etruschi.Questi assai valsero nella Scul-
altro distinto e quasi primario che se ne tura (come rilevai in tale articolo ragio-
faceva, era d'ornarne i sepolcri. Quivi si nando delle arti del disegno e nuovamen-
riponevano che aveano servito pei
i vasi te della Pittura, e inoltre vi celebrai un
funebri conviti dell'estinto, o per le asper- gran numero di toscani moderni artisti

sioni di liquori sul cadavere o sul rogo; eccellenti e i loro capolavori), e tanto, che
quelli diche l'estinto medesimo era stato a'tempi di Cassiodoro correa opinioneche
premiato nell'atletiche prove, o donato in agli etruschi si dovesse l'invenzione delle
vita dall'amore o dall' amicizia; e quelli statue. Per il famoso Giove Ca-
formare
pure che gli erano prediletti negli usi del pitolino, non di Grecia , ma di Fregelle
vivere famifiare; a cui si aggiungevano gli (di cui a Ponte Corvo), prese l'artefice il
altri, de' quali spontaneamente gli veni- reTarquinio Prisco. Fu scritto che in Boi-
va fatta offerta nelle funerarie querimo- sena si trovassero nella sola città 2000
nie da'parenti e dagli amici. Dal collocar- statue allorché fu espugnata da' romani.
si i vasi etruschi ne'sepolcri ne derivò la Molto valsero similmente gli etruschi nel-
loro conservazione, e il gran numero che l'architettura, avendo essi dato il nome al
possediamo. Il Museo Gregoriano Etru- i.°e più aulico ordine della medesima il
sco (V.) nel Vaticano, formato dalla sa- Toscano; conviene esso più di tutti pei*
pienza e magnificenza di Gregorio XVI, porte, finestre e ponti di castella, di torri,
possiede un tesoro di monumenti etruschi porti di mare e fortezze, siccome più ro-
della più grande importanza, scavati nel- busto e più durevole. Peritissimi nell'ar-
1' antica Etruria,ora Toscana pontificia, chitettura militare, le loro città principa-
come in Videi, in Ceri, in Tarquinia, in li erano munite di torri e di mura fortis-

Toscane Ila. in Polimarzio, in Or te, ec, sime, composte a sterminati massi. Osser-
oltre la famosa statua militare in bronzo vò l'Alberti, che ne'lavori etruschi il ca-
scavata a Todi. Le arti belle sono il lin- pitello d'ordine dorico, nel suo fregio sem-
guaggio de'popoli che le professano, on- bra spiccare costume tosco di tirar tut-
il

de in questo mirabile museo si vedono i to a religione, mettendo tra mezzo a'tri-


progressi della civiltà nel progresso del- glifi la patera, il capo del bue sagrificato,

l'arti medesime. Ivi si ammirano una co- ec. Per erigere il Tempio di Giove Ot-
piosa collezione di vasi etruschi d'ogni for- timo Massimo Capitolino {ose narrai del-
ma e grandezza, bronzi, ori di lusso mu- lafamosa quadriga di creta fatta in Veii)
liebre, sculture, pitture e anche camere o Tarpeio, da ogni parte dell' Etruria, e
sepolcrali, de'sepolcri etruschi avendo ri- non di Grecia, fece venire Tnrquinio Pri-
parlato a Sepoltura, e nel citalo artico- sco gli artefici. Tra le mura meglio lavo-
lo ricordai diverse opere illustrative de- rate diesi trovassero a'suoi tempi, com-
gli accennali monumenti etruschi. Le o- putò Vitruvio le auliche d' Arezzo. Tra
T O S T O S 89
le Vairo-
parti della casa, l'atrio insegna mente taluno chiama vasi egizi. All'età
ne die si era denominalo da' Toschi A- successi va, cioè al 3.° e 4-° secolodi Roma,
triati, che l'aveano messo in uso; quindi e specialmente a quest'ultimo, in cui l'ar-
l'atrio toscano Viti uvio lo dice il più sem- te fece stupendi progressi, ponno rifei ir-

plice di tutti. Toscanico fu anche detto si tutti gli altri vasi, ne' quali però scor-
quel cavo degli edifizi , di cui parla Vi- gessi contiuuo avanzarsi dell'arte dal me-
truvio. 11 cav. Guazzesi, nella Disscrt. so- diocre al meglio, d'eleganti foggie e di
pra gli Anfiteatri Toscani e principal- pitture mirabili, rappresentauti storie e-
mente dell'Aretino, nel t. 2 de'dotti Sag* roiche e religiose di greca dottrina. Di
gì de II' Accademia Etnisca di Cortona, gran pregio sono pure i vasi di terra ne-

sostiene e pretende che il detto anfiteatro ra, etruschi come i rossigni, a differenza

sia stato opera degli etruschi prima di R.o- degli altri denominati vasi greci della det-
111 a, contraddicendo in ciò il march. Maf- ta 3/ età. Molti vogliono chei vasi di que-
fei ne' suoi Anfiteatri, e per non osser- st'ultima specie sieno venuti sempre dalla
vatisi il modo di fabbricare degli antichi Grecia in Italia, per Demarato fabbrica-
etruschi con pietre quadre e grandissime, tore di figuline, pieni di fasto e di lusso
e per tacere di tale opera tutti gli anti- moderno, e dalla sua scuola si fecero va-
chi scrittori. Finalmente, rimettendomi anche gli etruschi nella manifattura
lenti
peraltre arti, in cui si resero eccellenti gli al pari de'greci, in un'arte nata fra loro,
etruschi, come nella plastica (fu quella gre- senza tralasciare la lavorazione de'vasi pri-
ca portata da Corinto in Etruria da De- mitivi più. semplici e al modo nazionale
ruarato) e nella pittura, agli analoghi ar- antico, comechè di minor dispendio o per
ticoli ; e le svariale pitture che vedonsi recare varietà nell'uso che ne facevano le

negl'ipogei di Tarquinia e di Chiusi, quel- persone meno facoltose. Il non vedersi poi
le de' vasi etruschi , massime della greca ne' vasi così delti greci che sole epigra fidi
scuola da Demarato aperta in Tarquinia carattere e lingua greca, questo può pro-
e propagatasi nelle città vicine, attestano vare l'ellenismo invalso iti Etruria,e che
quanto la pittura fu carissima agli etru- fu cagione in gran parte di sua rovioa, co-
schi. L'arte de'vasi etruschi ebbe le sue me poi dirò; o veramente può far suppor-
diverse età, che alcuni distinguono : dai re che gli slessi etruschi, riguardando ta-
primi secoli dell'era etrusca, e precipua- li stoviglie di gusto assolutamente greco,
mente dall'introduzione in Italia del cul- volessero munirle talvolta d'iscrizioni gre-
to di Bacco, fino all'iniziarsi del 1 .°secolo che, anche per acquistar pregio a quelle,
di Roma. A questa età si attribuiscono i essendo la nazione divenuta vaga di cose
vasi di terra colla indurati al sole e cotti elleniche e schiva delle nazionali. Dissi già
con magistero ignorato, i quali serbano che l'arte dopo il 6.° secolo di Roma deca-
lucentezza e colore traente plumbeo, e al dendo fu totalmente obliata, non però iti

su'quali sono disegnate a stampa di bas- tale secolo o nel successivo, poiché ne pri-
sissimo rilievo simboliche rappresentanze, mi tempi dell'impero in alcuni luoghi an-
relative alla così detta Dottrina dell' E- cora fabbricarono e con maggiore per-
si

rebo, ossia alle cose e a'misleri della vi- fezione. Deve avvertirsi con Ateneo, do-
ta futura a cui Mantù presiedeva. All'im- versi agli etruschi l'invenzione della trom-
mediata età posteriore, cioè nel volgersi ba e de'corni da guerra, e dell'uso di com-
deli. "secolo di Roma e da questo al 2. battere a pie fermo in battaglione, da essi

si riferiscono que' vasi di terra cotta di- preso poi da'romani. Tra gli altri usi in-
pinti in colore rossigno, su'" quali vedon- trodotti dagl'ingegnosi etruschi, ricorde-
si effigiate in pittura mostruose forme e rò che ad essi deve riferirsi l'uso del rogo-
varie specie d' animali e che impropria- beuchè ancor costumassero seppellire ca-
VOL. IXXVUI. 7
9° TO S TOS
da veri interi, come apparisce in più ipo- chiesto di volontario aiuto le città più for-
gei, che degli antichi etruschi si scuopro tid'Italia per la conquista di Cartagine,

no, massime in Volterra. Il certame dei ottenne da Volterra armamento navium


gladiatori Funerali dice Ateneo che ro- ì
i et frumentum. La stessa favola riferita da
mani lo presero dai tirreni. Il certame dei Igino, che fa i toscani tramutati in del-
cavalli, come si trae da Tacito; il corso fìni, è argomento del loro potere sul ma-
delle quadrighe, viene insegnato da Soli- re. Non solo dominarono la Corsica, ma
no e da Festo ne'vcienli; il giuoco del pu- occupata la Sardegna vi fondarono la cit-

gilato e la lotta, lo indica Prudenzio, ac- tà, e così resero ambedue l'isole loro tri-
compagnata a suon di flauto, lo dice Era- butarie; come tributarie fecero l'isola del-
tostene; e la stessa idea de'trionfi de'ro- l'Elba, non che tutte l'altre isolelle situa-
mani fu imitazione delle pompe etrusche. tene! mar Toscano. Essi furono gl'inven-
Horo riferisce a'toschi il trionfo de'roma tori dell'ancora a bidente, non che dello
ni in cocchio dorato tirato a 4 cavalli; co- sprone aggiunto a'navigli da guerra. Fre-
me da'toschi pur venne la corona d'oro, quenti furono le loro navigazioni tanto
che sostenevasi sul capo del trionfante, e per la Spagna, quanto pe' lidi africani e
che perciò, come leggesi in Plinio, nomina- per V Egitto. Si occuparono pure delle
vasi etnisca. A dir breve, avverte Tertul- scienze astronomiche, indispensabili alla
liano, che i Giuochi e gli Spettacoli nel- loro estesa navigazione. Circa le forze ter-
l'Etruria , come atti di religione furono restri, ricordisi rammentalo Mesenzio,
il

istituiti. Dissi a Ceremonie, che il voca- accorso in aiuto di Turno, nella guerra
bolo derivò dalle azioni religiose di cullo contro Enea e Porsenna contro Roma.
,

esteriore, che si praticavano nell'etnisca Cose stupende e meravigliose operarono


Cere. Gli antichi toscani assai furono po- gli etruschi per terra, a fine di francheg-
tenti nelle forze militari navali e terrestri. giarsi col l'industria fra' popoli soggiogati
Ciascun etrusco atto alle armi era mili- e i L'amore al commercio fu
liberi vicini.

tare, e la necessità dell'ubbidire gliela pre- grande e straordinario; diseccaro-


in essi

scriveva la religione, la quale poiché in- no immense paludi, dicrono il corso a ca-
dicevasi la guerra, voleva dalle milizie il nali navigabili, e diressero ampie e lunghe
giuramento dell'unione e dello scontrare strade. Gli antichi toscani batterono Ma*
piuttosto la morte che l'onta della scon- neta, e se ne vedrebbero tult'ora in gran
fìtta. Non è quindi meraviglia se gli etru- copia, come querelasi il Maifei, se l'igno-
schi furono grandi maestri di guerra. Nar- ranza di quelli a cui furono offerte, mal
ra Diodoro, che toscani possenti ancor i conoscendole, non l'avessero rigettate co-
per forze navali, signoreggiando gran tem- me spregevoli ; cosicché se ne fusero un
po il mare, dierouo il nome di Tirreno al numero infinito, sino a formarsene in al-

more Italico. Anzi aggiunge, che tenta- cuni paesi le intere campane. Ne resta-
rono gli etruschi di mandar colonie fin no contuttociò molle in più gabinetti. So-
di là dalle colonne d'Ercole, in un'isola no di getlo, e bella raccolta ne ha pub-
dell Oceano scoperta da'fenicii,che si o- blicata il Buonarroti ne\Y Etruria Reale
pina essere un'isola «Ielle Canarie. Ero- del Dempstero. Di queste monete la più
doto poi c'istruisce, che a'tempi di Ciro frequente, e che solo può dirsi volgare, ha
avendo i focesi occupato la Corsica, e in- in lettere etrusche l elatri. attribuita dal
quietando il mare, fatta lega i cartaginesi Maifei o a Velletri o ad Alatri. I suoi li-

e gli etruschi, diedero a'focesi una terri- pisono Giano Bifronte, il Delfino e la Cla-
bile rotta, e che la città di Agilla o Cere va. Riporta lo slesso Buonarroti una gran
ebbe in questa guerra la principal parte. moneta di Gubbio, in cui si legge in etru-
Livioci fa sapere, che avendo Scipione ri- sco 1cuvini, e segna di qua una Rota, di
TOS TOS 91
là una Mezzaluna colla nota dell'asso lib al perfezionamento, favorito da un clima
lira le. Ve ne leti pure dell'altre, che han- felice e da fortunata posizione geografica,

no da una parte una Rana d'aito rilievo, potè con pochi procacciati soccorsi giun-
e dall'altra un'Ancora con 3 globetti e gere a tanta cima di senno da esser chia-
colle lettere Wj\e quali monete vuoisi mato giustamente il padre dell'italica ci-
dal MafTei, che appartengano a Bolsena. viltà, e lasciare di se splendida e impe-
Ma il cav. Biccobaldi nella Dìssert. stori- ritura ftuna. La prepotente fortuna del
co-crìtica, studiasi di mostrare come tan- 1 ornano impero, cui non bastava la terra
a
to lai. in cui si legge J ciaf ri, quanto que- alle conquiste, passò sopra a questa me-
st'ultime colle lettere W, appartengono morabile nazione e la calpestò,dopo averla
a Volterra, che in etrusco stima fosse detto prima temuta e poscia ingannata; e l'or-
Felatri; ciò che comprova e dagli antichi goglio di Roma si adoperò, perchè a quel-
sigilli della città, in cui si trova ora una l' infelice non anco il nome,
restasse ne
semplice V, ed ora anche due Tl\ e dal ingratamente dimenticando che princi- i

l'avervi vicino a Volterra una nobil terra pi! di sua colossale e sterminata possan-
detta Monte Veltraio o Voltraio, nel qual za eranle provenuti in gran parte da lei,

nome vedendosi aflìnità con quel di Ve- come osserva e dichiara con sapiente e-
latria pare che Monte Veltraio valesse lo loquenza il eh. Emiliani surricordato.
stesso che Monte di Volterra. Ma la sua Quelle cagioni le quali originarono l'in-

più antica memoria è del 967, bensì di- grandimento degli etruschi, come iti al-

pendeva da Volterra. Rimarcai a Todi, tre nazioni, racchiusero i semi de'trava-


che possiede molte monete etrusche, la cui gliosicambiamenti che ne produssero il
collezione non cede chea quella colla leg- decadimento. La princi pai causa di que
genda l'elettri. Delle celebri tavole di sto e della rovina degli etruschi, dice il

bronzo esistenti in Gubbìo àliì\ che alcu- t


lodato Emilianijfu nell'istituzione sua pri-
ni pretendono etnisca e più umbra, cosa i maria politica, o sia nella forma del lo-

contengono e se propriamente incise in ro governo; istituzione che in principio


caratteri etruschi, o meglio l'antico um- soccorsa da altre consentanee, e sostenuta
bro, lo dissi in quell'articolo. dal carattere nazionale, valse ad ingrati
Un popolo che comparso sulla faccia dirla, ma che poscia all'ampliarsi del do-
della terra, dilatò il suo impero per ma- minio, all'indebolirsi di quelle ed al va-

gnanime imprese, e colle intime fòrze sol- gare stolto delle menti, originò la deca-
tanto concessegli dalla natura crebbe in denza e la rovina della nazione. La re-
civiltà; un popolo che coll'armi recò alle pubblica federativa etrusca, dovea, e per
genti da lui conquistate la civiltà sua me- sua natura e per le circostanze de'tempi
desima, e preparò cosi alle future gene- che concorsero, del tutto soccombere. Se
razioni i mezzi della umana felicità; e po- durò più secoli a tenersi in vigore, ne fu
scia dopo non molti secoli di sua esisten- potente motivo sopra ogni altro la reli
za disparve dal mondo, al sopravvenire gione, chen' era la macchina motrice e
d'un altro popolo, che sortogli improv- e conservatrice. Sursero le ambizioni de-
visamente vicino, dopoché ebbe tolte da gli uomini, e principalmente de'capi delle
lui la religione, le leggi, le arti, i costumi, diverse lticumonie, e fransero spesse volte
gl'intimo guerra, lo vinse, lo prostrò, lo i palli di unione e di concordia con giu-
disperse; un popolo siffatto merita la com- ramenti solenni stipulati. Chi indisse la
passione, la riverenza e la riconoscenza di guerra agli stranieri e chi fermò la pace
tutta la posterità. Questi fu il popolo e- senza il consentimento dell'intera nazio-
trusco, che giovandosi della potenza e del ne. Talvolta una lucumonia fece guerre
naturale organismo dell' uomo, teodenti disperate all'altra, e cercarono di distrug-
92 TOS TOS
gersi a vicenda, come narra Livio. Niu- scipline e costumanze. L'astuta Roma ne
noormai più conveniva alle universali a- faceva tesoro, e procacciavasi principal-
dunanze della nazione. Que'grandi par- mente cognizione nell'arte della guerra.
lamenti soliti a tenersi nel tempio di Vol- Per qualche tempo fu, o sembrò alrne-
tumna (il p. Ranghiasci nelle sue erudite no, concordia mirabile fra le due nazioni,
Memorie di Ncpi, dice che Lai o Lu- i ti cioè finché Roma potè librare le proprie
cumoni erano magistrati che presiedeva- forze con quelle della vicina; e poiché eb-
no all'osservanza delle leggi, e di quan- be colei trovate queste inferiori, dimen-
do in quando univansi nel tempio di Vol- tica de' doni ricevuti, si fece ad affligge-
turno o sia Giano, per discutere e deli- re l'infelice con ostilità d'ogni maniera.
berare nelle bisogna di maggior impor- Correva il V secolo della romana repub-
tanza), quando i bisogni delia comune blica, e l'Etruria era di già scaduta dal-
patria lo richiedevano, non venivano più la sua primaria forza e grandezza; come-
convocati; e indarno la religione, di che chè la battaglia al lago di Vadimone (che
siffatti ordinamenti civili erano dettati , ora dal vicino Bassano si appella , nella
nerichiamo l'osservanza. Cosi dissenzienti provincia di Viterbo: Valdimone o Pro-
le parli infievolirono disgiuute la virtù e teo fu pure il nome d'una deità elrusca,
Ja potenza della nazione, e quindi venne chiamata Protos Theos, come a dire Pri-
ilgrand'urto al rovinare di essa. Si ag- mo Dio, poiché tale egli era in Toscana,
giunga la trascuranza e il disprezzo delle al riferire dell'Adami, Storia di VoUeno

proprie e primarie costituzioni, la depra- antica metropoli della Toscana), nel-


vazione de'costumi, indi l'invasione del- l'ultima guerra fatta da'volsenesi con l'a-
l'armi straniere. L'Etruria dell'Italia su- iuto di altri etruschi contro romani, fece i

periore venne invasa e depredata da galli dire a questi ultimi,a ver essi trovato tanta
che irruppero ferocissimi, prima dell'an- mirabile il valore degli etruschi nel com-
no di Roma 63 sotto la condotta di Sì-
1 battere, che sembrò loro d'aver pugnato
goveso e l'abbatterono, poi galli senoni i con uomini nuovi e non con un popolo
completamente la soggiogarono nel 36o. tante volte da essi abbattuto e vinto. Os-
L'Etruria dell'Italia inferiore fu corsa e serva eruditamente il eh. Emiliani che ,

conquistata da sanniti, altro popolo bel- il decadimento degli etruschi cominciò e

licoso, e cadde per opera loro nell'anno prosegui con abbandonare le loro primi-
33o di Roma. Restava l'Etruria media, tive istituzioni, onde ne furono corrotti
ossia il fiore della nazione, ed era questa i costumi. Era il carattere della uazione
riservata, come l'altre ancora a suo tem- severo, malinconico, superstizioso nella
po, cioè circa al cadere del V secolo di religione, e qualche volta feroce, come ri-

Roma, uon tanto al valore militare de* levasi da'monumenti etruschi e special-
romani, quanto alla scaltrezza loro; nel mente ne'più antichi, come eziandio ri-
mentre che romani, cartaginesi e sira- marcò il Winckelman, nelle forme spa-
cusani s'impadronivano, non senza vio* ventevoli graffite, o dipinte o in rilievo.
lazionede'patti,per parte specialmente de' Le costumanze etnische, perfino ne'ludi
secondi, delle marittime forze dell'Elru- sagri, teneano del terribile e del feroce,
ria e delle sue isolaue colonie. Da umili e i combattimenti de' gladiatori fu loro
esordii crescevarapidamente e gagliarda invenzione, come di sopra accennai e trat-
la romana potenza. L'Etruria se la ve- tai altrove. Nel 399 di Roma allorché ,

dea a poco a poco giganteggiare a lato, e combatterono in livore de'Tarquini de-


non la temea, perchè non fu accorta di tronizzati, contro i romani, si videro in
prevederne destini. Generosa le fu do-
i campo armati di vivi serpenti e di faci ac-
natrice d'ospitalità, di riti, e di civili di- cese. Per ritrarre io se stessi un'aria fé-
,

TOS TOS 93
roce, alteggiavansi a modi tenibili e spa- ca in Roma, sostituita all'etrusca, rese gli
ventosi; aggiunsero delle orecchie agli el- animi irreligiosi e rotti a ogni maniera di
mi, e li sormontarono di punte di ferro vizi. Così quando l'Etruria prese a imi-
con ismisurate eresie e pennacchi; si cre- tare i greci costumi, fu rapidamente pie-
spavano e attorcigliavano mustacchi i na di vizi d'ogni maniera, che vieppiù
non che le chiome, e queste quasi a guisa fecero sentire la debolezza della sua pri-
di giube leonine. Ma cambiò ben presto maria politica istituzione. Ricca de'soavi
la nazione etrusca questo fiero carattere, doni della natura, opulenta di procaccia-
e lo trasmutò in molle ed elFemminalo. Il te dovizie, lieta di fortunati eventi suc-
commercio coll'estere nazioni avea fatto cedentisi l'uno dopo l'altro continuamen-
gli etruschi assai troppo vaghi di costu- te, amò in fine i molli riposi della vita;
manze straniere, le quali perchè smodate e animi caduti nell'inerzia si apriro-
gli

o empie di loro natura, o non confaceo- no a' sensi corrompitori d' ogni virtù.
tesi a'fondamentali principii della nazio- Quindi non più la frugalità , la tempe-
ne, insinuandosi lentamente negli animi ranza del vivere antico;pingui e frequenti
fecero depravare.La religione loro gran
li furono le mense da vincerne sibariti, mol- i

macchina motrice dell'istituzioni civili, si li e affettate le vesti e tutti gli arredi do-
alterò pe'miti specialmente greci che vi mestici, ed ogni voluttà si mischiò ne' co-
s'fntrodussero/i quali piacquero maggior- stumi etruschi. I misteri di Bacco si de-
mente quando l'intelletto e la mano por- generarono per opera d'un sacerdote gre-
tentosi di ZeusiediFidia,epiù tardi d'À- co, e di Pacula Minia sacerdotessa capua-
pelle e di Protogene, ne dierono gli stu- na, che v'introdussero libidini e manie-
pendi simulacri. Vinte le menti da quel- re licenziose, onde baccanali furono poi
i

le forme, ne desiderarono riti corrispon- i soppressi. La rettitudine e la proibità,bau-


denti. Quantunque in Etruria le divinità dite dagli animi de'capi della nazione; la

elleniche fossero alcuna volta tramutate riservatezza e la castità non erano più le

di nome e anche di forma, nondimeno col- virtù che un tempo avean reso chiare le
le nuove credenze si scemò la credenza donne etrusche, le quali si abbandona-
antica e diminuì la fiducia alla dottrina ronoa ogni lussuria e divennero rinomate
e autorità del sacerdozio. Quiudi gli Dei per eccessi libidinosi. Queste fin qui nar-
per la voce sacerdotale non più valsero rale furono le principali cagioni della de-
a destare negli animi i salutari timori, cadenza degli etruschi, i quali perderono
a ricondurvi gli utili pensieri, a suscitar- in fine ogni speranza di risorgimento, al-
vi la possente favilla dell'amor patrio e lorché la prepotenza romana li assog-
dell'unione nazionale, a costringerli agli gettò giuridicamente al suo dominio, e
alti ardimenti, a* sagrifizi della vita, co' tolse ad essi il governo federativo, facen-
tremendi giuramenti dalla religione pre- do d'ogni città tanti municipii che dovea-
scritti. Il grecismo s'introdusse per tutta no unirsi a lei, e da lei medesima dipen-
TEtruria, anzi per tutta l'Italia, e di se denti. L' ordine sacerdotale, che forma-
stesso dava impronta a tutto; alla reli- va il potente corpo aristocratico della re-
gione, a'coslumi, alle scienze, allearti; e pubblica etrusca, fu irato da prima con-
alterando e togliendo così l'italo-etrusca tro gli oppressori della nazione, poscia si

originalità, portava estremo danno per- unì ad essi, e divenne anche istrumeu-
nicioso alla nazione. Narra Livio, che Sci* to della grandezza loro. Così cadde, non
pione venue incolpato d'aver corrotta la senza lotta però lunga e forte, un popo-
gioventù romana, con averla invaghita lo originario italiano, secoudo il parere di
delle costumanze greche. Dicono Tacilo molti critici, che per se medesimo e col-
e Yelleio Patercolo, che l'educazione gre- le intime forze della natura francheggia-
94 TOS TOS
ta in progresso tla pochi estranei intel- cispadani loro limitrofi. Che se quegli au-
lettuali soccorsi avvedutamente procac- tori si accordano nel l'asserire che le 1 2 cit-

ciati, era pervenuto de'primi del tuonilo tà principali ossiano capi d'origiue degli

ad una civiltà che fu il principio della ci- etruschi, reggevansi in istato federativo da
viltà d'Italia. Il Repelli stimò di evitare un i.°magistrdlochiamalolucumone, essi
i tempi della nazione elrusca, alla quale altronde discordano nell'indicazione delle
suole accordarsi una splendida antichità r 2Lucumonie,ossia delle capitali delPao-
inviluppala costantemente tra l'incertez- tica Elruria. Inoltre dichiara Repetti, che
ze e le congetture, e si limitò nel percorre- appartiene all'eia favolosa quella de' vasti
re brevemente i (> periodi successivi delle seni marinimi, che poi co'noon di Sta-
principali vicende politiche della Tosca- gno d'Orbetello, e di Paduli di Castiglio-
na, cioè li divise: .°Sotto Roma
i repub- ne, di Scarlino e di Piombino, mantenuti
blicana. 2.°Sotto Roma imperiale. 3. "Sot- sisono fino alla nostra età, accresciuti an-
to i barbari. 4-° Sotto gl'imperatori sas- che da altri laghetti, lagune e paduletle
soni, bava ri e svevi. 5.° Sotto le repub- prodotte da'tomboli, o da'terreni avval-
bliche del medio evo. 6.° Nello stato at- lati, per modo che quasi tutti que'seni di
tuale. Lo terrò presente e me ne giove- mare dovettero avere una diversa confi-
vero. Egli dice, che la prima conquista gurazione che ora non hanno. Fraltauto
che fecero nelPEtruria orientale immani, avvenne che uno de'4 seni marittimi surn-
dopo la battaglia accaduta presso Viterbo mentovati, quello d'Orbetello, conservasi
(cioè ove fu poi edificato), fu verso l'anno quasi come ne' primi tempi storici, rin-

47 3 di Roma 281 anni avanti l'era


(circa chiuso cioè fra'tomboli, un promontorio
corrente), essendo comandati da Tiberio ed una lingua di terra, dove non sboccò
Coruneanio, dopo il quale avvenimento mai un corso d'acqua di qualche entità,
l'Etruria perde perfino il nome di nazione mentre che negli altri tre di Castiglione
(a Roma parlai d<l le principali guerre co- della Pescaia, di Scarlino e di Piombino,
gli etruschi, e meglio negli articoli delle già di Falesia, come notai iti principio,
città, poi vescovili, contro le quali furo- ebbero foce fino da tempi remotissimi de'
no più diiette,come Teii principalmente; corsi non piccoli d'acque, fra'quali la Bru-
così di qualche altra posteriore contro i na ossia Salebroua neli.°,laPecora nel2.°,
falisciche osarono provocarla verso il5 1 2, la Cornia nel 3.° Quando la Toscana fa

e ridotti all'ubbidienza in 16 giorni colla fitta provincia della crescente Roma, ol-

morte di 5,ooo de'loro soldati, come leg-


1 treché contava 12 cillà capital-, avea pu-
go in Livio, insieme alla pure posteriore re più o meno eslesi tnunicipii e conta-
ribellione degli aretini, ec). La mancanza di. Tali furono fra le città municipali, nel-
di storici toscani, soggiunge, e la neces- le parli meridionali, al riferire di Repelli,
sità di leggerne gli avvenimenti in iscrit- quelle di Cere, Tarquinia, Faleria, ora
toli loro nemici , o veneratori di Roma Fa II ari presso Civita Castellana (della
(i romani furono accagionati d'orgoglio quale riparlai anche all'articolo Tosco),
e d' ingratitudine, con aver lascialo po- di Feti oggi Bolsena ( non ci convengo
che memorie de'vinti etruschi, e cancel- per quanto dirò a quell'articolo, ed è poi
lata col brando la sepolcrale sua iscrizio- notissimo che Veii è adallo diversodaVol-
ne!), uon lasciano veder gli etruschi in bel- seno ora Bolsena); e nella parte più set-
1' aspetto; e dopo la detta vittoria su di tentrionale Perugia: mentre nell' Elru-
essi riportata, tulli gli scrittori greci e Ia- ria centrale, a partire dal litorale, esiste-
lini non parlano più di guerre etniche, vano le cillà de'volsci presso Toseancl-
ma solamente di quelle intraprese molli la co' suoi porti di Gradisca e di Cosa
anni dopo contro i liguri e contro i galli presso il lago d'Orbetello, quelle di Sua-
TOS TOS 95
na, di Saturnia, di Roselle, di Vetulonia, dell'Etruria romana, sembra che il siste-

e di Volterra la più grande e la meglio ma municipale non restasse affatto di-


conservala di quante uè esistevano nel- strulto,siecome lo danno a conoscere le leg-
l'Elruria marittima anche dopo la con- gi introdotte nelle colonie di diritto latino
quista di Roma; alla quale ultima città e romane dedotte inCosa nel 48 diR.om i,

appartennero i porti di Populonia e di quindi in Arezzo, in Pisa, in Lucca e in


Vada Volterrana. Internandosi poi verso altre città dentro i confini e anche fuori
levante e settentrione si ritrovano tutto- dell'Etruria^enza togliere adatto agli an-
ra le città etnische di Chiusi, di Arez- tichi cittadini le proprie leggi ed i ma-
zo, di Cortona e di Fiesole, contutto- gistrati, solile darsi a'muuicipii, ed anco
ché quest'ultima, al pari diTiferno o Cit- a quelle città ch'erano rette da'magisti ali
tà di Castello, a rigore di termini fosse di Roma , laonde quelle città potevano
fuori dal territorio assegnalo all'Etrui ia, essere nuinicipii o anche prefetture e nel
essendo lai.* piantata sopra un colle di tempo stesso colonie; ma meglio ancora
oltr'Arno, il quale fiume servi di limite lo determinò la legge fitta adottare iu Ro-
all'Elruria sotto Roma, cioè dopo che i ma dal senato sotto il tribunato di Caio
liguri aveano occupato nelle parti occi- Gracco, allorché fu concessa a tutti i po-
dentali Lucca e Limi, due città pur esse poli d'Italia la cittadinanza romana. Al-
d'origine etrusca, e menile l'altra di Ti- l'articolo Chiusi, il Repetti, discorrendo
ferno è di là dal Tevere che al pari del- della ricca copia de'suoi vasi e delle iscri-
l'Arno servi di limite all'Etruria roma- zioni bilingui scolpite sui travertini o nel-
na. All'incontro la città di Pisa, situata le figuline,iu un'epoca posteriore alla con*
alla confluenza del Serchio nell' Arno, e quista di Roma, disse che il popolo chiu-
vicinissima al mare, fu edificata da una sino dovè conoscere per lunga età le sue
colonia greca, che sempre indipendente leggi patrie e la lingua propria, innanzi
si mantenne dalla federazione degli etru- che all'etnisca accoppiasse la lingua del
schi. A 3 epoche principali si rammenta Lazio. Gli scavi fatti e le scoperte che van-
da'romaui l'Etruria dopo divenuta loro no facendosi d' oggetti etruschi special-
suddita: la .' volta quando molte città.
i mente nel contado chiusino, giovano mi-
nell'anno 548 di essa fornirono genero- ra bilmeu te a giudicare dello stato dell'arti
samente di copiosa messe in vettovaglia belle negli ultimi tempi dell' etrusco re-
e in ajtre merci e suppellettili la flotta de- gno o ne'primi secoli della conquista fat-
a
stinata contro Cartagine; la 2. volta al- tane da'romaui, di che fanno fede molti
lorché Caio Mario approdò col suo na- oggetti con iscrizioni in caratteri tuttora
vigliodall'Africa al portodi Talamoneper etruschi. Repetti ripete coll'arguto stori-
portar la guerra contro Siila suo potente co Pignoni. «Siamo giusti, non si ponga
e più fortunato rivale, nell'anno di Ro- a confronto l'Etruria colla Grecia de'tera-
ma 677; finalmente uella 3/ volta quan- pi di Pericle, ma si convenga che essa era
do L. Domizio Enobarbo signore del ter- piuttosto maestra di se stessa, anziché di-
ritorio Cosano 4 anni dopo il suo conso- scepola di altra nazione." Che sei toscani
lato, nel 700 di Roma, adunò ne' porli non hanno lavori etruschi da porre in con-
di Cosa una flottiglia montata da que'ma- fronto cou quelli di Fidia, se ne contano
rinari per recarsi in aiuto de'marsigliesi per altro non pochi lavorati con tanta
allora assediati da Giulio Cesare, nel tem- maestria che a quelli si appressano. Av-
po ch'egli comandava colle legioni roma- vegnaché Chiusi non solo si distinse nel-
ne nelle Gallie (ina contro la repubblica l'intaglio delle pietre dare, ina nella quan-
romana per la quale eransi dichiarali i tità di vasi di plastica, uella quale arte
marsigliesi). Frattanto rispello al governo primeggiarono le città di Tarquinia e di
,

9G TOS TOS .

Arezzo; P ultima delle quali si rese cele- Catacombe di Chiusi, che pare veramen-
bre eziandio pe' suoi delicati e leggeris- che come da Ro-
te fosse consiglio divino,
simi vasi dipinti, e leggermente colorati ma capitale del mondo quasi da centro
in rosso, e ciò nel tempo che lo stesso A- per la predicazione di s. Pietro si span-
rezzo dava saggi insigni di valentìa nello dessero i «aggi di questa divina luce per
scolpire e fondere in bronzo statue, ani- tutto l'orbe, come ne insegna s. Leone l

mali e chimere, al pari di Perugia e diCor- nell' Jloniil. de ss. Aposi. Petro et Pau-
tona, e meglio che Volterra colle molle lo, così al paridi questa dalle altre pre-
sculture de'suoi alabastri e de'suoi ipo- cipue città si diffondesse alle rispettive re-
gei. Divenuta t' E ti uria provincia roma- gioni. Altrettanto avvenne nell' Elmi ia,
na, il governava teneva
preside che la dove sebbene parecchie fossero le città
l'ordinaria residenza in Chiusi, ch'era principali di quelle genti, ciò nondimeno
slata prima della conquista l'ultima ca- sembra che Volterra e Chiusi a preferen-
pitale della nazione. Se dopoché Roma za dalle altre ne fossero le capitali. Quin-
repubblicana ebbe incorporata al suo do- di è che s. Lino, che da Volterra trae-
minio l'Etruria cessarono gli scrittori di va la sua origine, fu uno de'primi disce-
questa nobile e bella parte d'Italia, a mag- poli di s. Pietro, e l'immediato successo-
gior diritto può dirsi che la sua storia si re di lui nel romano pontificalo nell'an-
fuse nella romana a'tempi dell' impero, no 69. Sappiamo da'Padri e dulie parti-
ne seguì i destini egli avvenimenti. Ma colari venerande tradizioni della chiesa
prima che io venga a parlare della To- romana, che s. Pietro spesso servi vasi de'
scana sotto il dominio diRoma imperiale, suoi discepoli s. Lino, s. Cleto, s. Clemen-
fa d'uopo che accenni l'avventurosa in- te 1 e altri, per propagare presso le genti
troduzione del cristianesimo, parzialmen- vicine al suolo romano 1' evangelo, e che
te avendone trattato negli articoli delle a nome di lui fondarono chiese, ordina-
città vescovili, massime nell'arcivescovili rono vescovi e preti. Ciò posto, niuua me-
di Firenze, Pisa, Siena e Lucca. raviglia deve recare se s. Lino etrusco d'o-
L'evangelica luce appunto illuminò la rigine,allasuagenle,e precipuamente alla
Toscana appena i principi degli Apostoli propria patria, e a Chiusi che n'era la cit-
nefecero scintillare daRoma i fecondi rag- tà principale,recasse per comando di s.Pie-
gi. Fissata da s. Pietro la sua cattedra a- tro la luce evangelica. E' questa la preci-
poslolica in Roma nell'auno^della cor- pua tradizione delle chiese di Etruria; ne
r
rente era a' 18 gennaio, secondo la più mg. Bartolini può convenire totalmente
a
comune opinione, vi predicò la dottrina con l'erudito scrittore Francesco M. Fio-
ih Gesù Cristo, e tosto si sparse nella cir- rentini, che nello scorso secolo pubblicò,
costante e vicina Toscana. Firenze rice- Deprima Thusciae christianilate, do-
vè il lume della fede oda'ss. Pietro e Pao- v»j asserisce poggiato a documenti uou
lo, o da'loro discepoli; in Fiesole si crede molto critici, tali riconosciuti anche poi
che la spargesse s. Romolo discepolo di s, dall'illustre Foggi ni, De ilin. d. Pelri e-
Pietro, e da lui inviato a dilfonderla; Sie- xercitat., e da'Rollandisti, J9e act. s. Ro~
na vuoisi convertita alla religione cristia- nudi ep. Fesul. ad diem 6 julii , che i
na da s. Crescenzio discepolo di s. Paolo; primi propagatori del vangelo in Etru-
Pisa vantalo stesso s. Pietro promulgato- riafurono a Pisa, Perino, Antonio e Tor-
le delle verità evangeliche, e anzi si gloria pete; a Chiusi e Colle, Marziale e Apol-
per laToscana ad esserne stata illu-
i ."in linare il ravennate, che secondo una sto-
r
minata; vanto che pretendono pure Vol- ria non molto veridica, dice mg. Rarto-
terra e Chiusi. Dichiara mg/ Darloliui lini, dopo aver predicalo quivi il van-
Dell' encomiata Dissertazione, le nuove gelo passò a fondare nell'Emilia la chiesa
T O S TO S 97
diRavenna'ja Volterra e Fiesole,Romolo, bedue pe'monumenti che descri-
insigni,
Paolino e Frontino, tutti discepoli di s. ve e riproducendone le numerose iscri-
Pietro, e quindi Lino posteriore a questi zioni e le piante, ambedue espressamente
nella predicazione evangelica. Noti nega scavati da'eristiani per seppellirvi i loro
il dissereute prelato, che tutti i nominati defunti, essendosi scoperto quello di s. Ca-
vescovi potessero essere discepoli di s. Pie- terina nel 1848, e che ambedue queste ca-
tro, e da lui spedili eziandio ne'vari anni tacombe tanto pregi evo! e interessanti al-
i

del suo apostolato e pontificato ad evan- la sagra archeologia, dimostrano chiara-


gelizzare rEtruria,ma non può a lui con- mente che Chiusi era la metropoli cristia-

sentire che Lino sì celebre anche nelle let- na dell'Etruria,come lo era stata del prin-
tere di 6. Paolo, e che fu riputato di tanto cipato civile.

inerito di succedere allo stesso s. Pietro Ritornando a parlare della Toscana


nella cattedra romana, non fosse il preci- sotto il dominio di Roma imperiale, è or-
puo luminare evangelico presso i popoli mai una questione non più dubbia, che
dell'£tru ria, da 'quali traeva sua origine, la Toscana sotto gì' imperatori fosse da

e che le precipue chiese da esso fondate prima governata da'pretori istituiti dal-
fossero quelle di Volterra e di Chiusi, sul l' imperatore Adriano del 1 17, cui suc-
quale primato lo stesso Fiorentini consen- cederono i correttori. Che se popoli e- i

te col prelato. Ma questi soggiunge, che truschi dovettero cedere a molti legionari
sembra a Chiusi fosse maggiore il nume- di R.oma una parte de' loro averi e ter-
ro de' cristiani come città forse più po- anteriormen-
reni, se la vittoria riportata
polata di Volterra e più centrale, per le te ad A2Ì0 da Augusto portò il colpo più
ragioni che riporta. Solo con lui riferirò fatale alla repubblica romana, contutto-
clie Chiusi ebbe molti martiri sino dalle ciò le città delia Toscana non sembra che
prime persecuzioni coutro cristiani, co- i perdessero né anche allora le forme di
muni all'Etruria e specialmente a tal città municipio.Poichè molte città continuaro-
che n'era la principale, quindi sepolti nel no a governarsi secondo le proprie leggi
eimiterioche i cristiani aveano scavato vi- antiche, ancora quando dovettero riceve-
cino a'muri della medesima, presso il po- re nel senoloro molte colonie militari. Co-
dere della clusina matrona s.Mustiola ver- sì quelle dedotte ne'primi tempi dell'im-
gine e martire, e per esservi deposta ne pero, ed anco del triumviratod'Augusto,
prese il nome, e poi vi fu eretta una ba- a Luni, a Firenze, a Perugia, a Pisa, ad
silica; cimiterio che discoperto nel secolo Arezzo, per tacere di altre città maritti-

XVII e poi abbandonato, neh 83 o fu re- me mediterranee della bassa Italia, con-
e
so praticabile e restituito alla divozione tultociò quelle stesse città governavansi
de'fedeli e al decoro della città, la quale secondo le patrie leggi e statuti propri. Il

a mezzo di questo monumento 1' addita Hepetti è di parere, che molte opere di
al mondo come culla della (ade cristiana belle arti, tenute peretrusche,quivisi per-
nell'Elruria, come chiesa di fondazione fezionarono nel secolo d'Augusto, quan-
apostolica, e come centro da cui si diJFuse do s'introdussero ue'monumenti e ne'vasi
ne'popoli toscani la luce evangelica. Anzi fìttili nomi latini, ora soli, non di rado

ha il singolare pregio, come Siracusa, di uniti ad altri in lingua etrusca,e benespes-


avere Chiusi doppio cimiterio, uno di-
il so accoppiati a' nomi degli artefici servi
stinto dall'altro, cioè di s. Mustiola e di o liberti di prosapie illustri romane che
s. Caterina, collocali in due opposte si- perle meusede'Luculli li lavoravano.Allo
tuazioni, e che per l'ineguaglianza del ter- fclesso secolo de' primi imperatori nelle

reno non ponno considerarsi l'uno conti- parti più occidentali dell' Etruria si ese-
nuazione dell'altro: ambedue ampli, am- guirono copioseescavazioni de'u.armi lu-
-

98 TOS TO S
neusi , alle quali presedeva un maestro rono anche in Toscana nel i.° secolo della
greco ed un ragioniere, entrambi della Chiesa. Resta ancora a sapere, quando la
classe degl'ingenui o liberti; e nella fine diocesi di Firenze oltrepassasse il giogo
deli. secolo dell'impero nelle cave di Lu- dell'Apennino, poiché fino almeno al se-
ni si scuoprì del marmo bianco statuario colo X, la sua criniera servì di limite e
preferibile anche al pario. Sotto l' impe- fu il confine naturale assegnato alla To-
ro di Traiano, cominciato Tanno 98, si scana con l'Esarcato, sia dalla parte del
prolungò poco dopo la nuova via Cassia Santeruo,couieda quella del Senio in R.O-
che da Chiusi conduceva a Firenze, men- magna. Comunque sia, dalla parte di ter-
tre sotto il successore Adriano, il gover- ritorio transapennino, fin dove s'innoltrò
natore dell' Etruria Elio Antonino, che la diocesi fiorentina, non si hanno me-

ad Adriano succede col titolo di pretore, morie valevoli a contestare un'antichità,


innanzi che salisse sul trono di Roma, fu che risalga al di là del secolo XIII. Ne'suc-
restaurata la via Aurelia Nuova o Emi- cessivi tempi furono fondate in Toscana
lia diScanio fino almeno a Pisa, nella diverse insigni abbazie, ed in Firenze fu
qual città l'imperatore Antonino lasciò celebre quella de'beuedettini, della quale
maggiori memorie del suo dominio che abbiamo; Ragionamento dell' origine e
in ogni altro paese della Toscana. Frat- badia Fioren-
de"primieri tempi della
tanto l'imperatore Costantino I avendo tina ì
Piomai773. La divisioue dell' im-
ridonata la pace alla Chiesa e reso libero pero in Orientale e in Occidentale ne af-
ilsuo culto, a meglio respingere barbari i frettò la decadenza, e del 2. la rovina ,

che al nord minacciavano l'impero, nel con tanto danno & Italia e della Tosca-
33o trasportò la sua sede in Co stanti'nopo- na, che ne seguì le sorti, gì' imperatori
li. Il governo e il senato di Roma nel re- d'occidente ficendo residenza in Roma,
staurare le grandi Strade le dava in ap- in Mdano,ed in Ravenna principalmen-
palto a'rispetti vi curatori delle vie, previa te. Uno degli ultimi avvenimenti precur-

l'approvazione de' consoli; però dopo la sori della caduta del romano impero, in-
metà del IV secolo dell'impero esegnata- teressa specialmente Firenze, allorché sot-
mente sotto gl'imperatori Valente, Gra- to il dominio d'Onorio imperatore del-

ziano e Valentiniauo 1, sembra che si a ili


1
-
l'impero d' occidente, dopo che Alarico
dasseroìe cure delle strade maestre a'siu- re de' Goti [V.) assali il cuore dell'impe-
goli municipii; talché esiste tuttora nel ce- ro con formare nel 4o3 l'assedio di Ro-
lebreCamposantodi Pisa una colonna che ma; quindi Fla vio Stilicone uno degli ul-
segnava le IV miglia dalla città di Pisa, timi generali romani, alla testa d'un'ar-
oltre l'iscrizione d' un cippo trasportato mata greca, nel f\.o5 chiuse in mezzo a'
a Nocchi e appartenuto al comune di Lu- monti fra Fiesolee.il Mugello un' immen
ni. Fu in questo ultimo tempo appunto sa turba di barbari, e riunita sotto la con-
che il governo imperiale cristiano fino , dotta di Radagasio che minacciò a Fireu -

da Costantino I, riconobbe in Toscana e ze con assedio e allaToscana il maggiore


in tutto T impero le diocesi ecclesiasti- esterminio. Radagasio fu uno de' capi ger-
che, nel tempo e mentre nel 3 76 proibi- ii» un che scese in Italia con una molti-
va le assemblee degli eretici, sicché quasi tudine di svevi, vandali, borgognoni, a-
ogni città,eapoluogo d'un municipio,d'al- lani, e di goti in sì gran numero che gli
loia in poi potè contare la cattedra d'un storici gli dierono il titolo di re de'goti:
vescovo proprio, il quale dovea estende- fatto cou molti altri prigione, gli fu tron-
re la sua giurisdizione su tutto il distretto cato il capo. I barbari del settentrione, pro-
o territorio assegnato a quel municipio; fittando della decadenza dell'impero occi-
alcune delle sedi vescovili però comi ucia -
dentale, continuarono ad invadere buona
TOS TOS 99
parie d'Italia, punendola a ferro e fuoco, de'goti,che lo fece morire. Costui, che u-
e nel 4°8 Alarico fece capitolare Roma nivaa'talenti militari i politici,adottò spe-
e nel seguente anno vi entrò per tradi- cialmente maniere italiane senza tra-
le

mento, dandole un furioso saccheggio. scurare metodi d'amministrazione te-


i

Poscia Papa s. Leone I il Grande che , nuti da Odoacre. Fu egli che promosse
alcuni vogliono toscano, nel fói colla mi- con saggi regolamenti il commercio, che
rabile sua presenza, non molto lungi da procurò di fare rifiorire l'agricoltura an-
Mantova, ottenne che Attila re de'feroci che in Toscana, dove si vuole che per cu-
unni, ritirasse il suo esercito dall'Italia, ra sua, se pure non fu per opera del pre-
che avea riempito di stragi e di rovine. decessore Odoacre , si propagasse la 1
.*

Ottenne pure, che Genserico re àevan- piantagione dell'olivo in un tempo, in cui


dali iuA 455 fermasse le sue ostilità con-
t
le terre della penisola erano state ripar-
tro romani e si contentasse del sacco di
i tile col vincitore,o lasciate incoi te,o trop-
Roma. Il cambiamento politico più no- po ristrettamente da alcuni possessori col-
tabile ch'ebbe a risentire la Toscana al tivate. Teodorico nel lungo suo regno d'I-

pari di tutta Italia, si manifestò in detto talia di 33 anni, negli ultimi del quale

anno dopo la morte del vilissimo impe- fu Papa il sanese s. Giovanni I, lasciò a'
ratore d'occidente Valentiniano III, po- vinti toscani le leggi proprie, e si conser-
co innanzi che l'estrema rovina dell'im- varono sotto di lui molte cariche del go-
pero fosse riserbata al condottiero degli verno romano per quanto restassero tra-
eruli Odoacre, che spogliando dell' im- impero: la-
volti vari offici del distrutto
pero Romolo Augustolo ultimo impera- li furono massimamente consolari, can- i i

tore d'occidente, nel 47 6 prese il nome cellieri, e i quanto s'in-


conti de'goti, per
di re d'Italia, e perciò i possidenti italiani troducessero anche in quel regno de'no-
a
dovettero cedere la 3. parte de'loro beni mi nuovi, come di saioui,ec. Ad onta che
agli eruli vincitori. Da quel tempo in poi Teodorico fosse ariano, rispettò nel prin-
cominciò per Toscana oppressa una se-
la cipio del suo regno cattolici a segno, che
i

rie di grandi sventure sotto il governo di per conciliarsi l'amore de'divoti, non so-
que'barbari, a partire dal regno di Odoa- lo non fece alcuna innovazione nel cul-
cre; le quali sventure continuarono sot- lo religioso, ma giunse persino a fare de'
to i goti e i Longobardi (V.) y
fino alla doni alla basilica Vaticana, talché si di-
riprislinazione dell'impero d' occidente rebbe ch'egli non avesse
barbaro che di

fatta da Papa s. Leone III nella persona il nome; tuttavia lo fuco») s. Giovanni I

di Carlo Magno, sebbene ciò non portasse e con altri, come Boezio e il non meno
maggior tranquillità all'infelice contrada illustre suocero di questi Simmaco. Si
già si florida. Gli eruli lasciarono sussi- può vedere la Civiltà' cattolica, 3/ serie,
stere gli ordini antichi sì civili che mili- t.
449» cne dà egregiamente, come
1, p.

tari ed economici ,
quali furono da essi sempre, dotta contezza del libro: Intorno
trovati alla caduta del romano impero, al luogo del supplizio di Severino Boe-
non cambiando che il titolo d'impero in zio, memoria del preposto Gio. Bosisio,
regno d' Italia, allorché il nome del re con un appendice intorno alla santità
Odoacre fu sostituito all'altro di Zenone dello stesso Boezio, Pavia 855. I tem- 1

imperatore greco d'oriente, a cui spella- pi cambiarono, gli ultimi anni di Teo-
va quello d'occidente dopo la deposizio- dorico furono il fosco tramonto d' un
ne del debole Romolo Augustolo. Però giorno sereno, e neh' uomo che appena
dopo 7 anni di regno Odoacre, rotto in
1 avea lasciato desiderio d'un principe la-
due battaglie, dovette cedere V Italia al tino e cattolico, apparve troppo il goto e
più valente conquistatole Teodorico re l'ariano, e io spirito che lo animava. Tut-
ioo TOS TOS
tavolta non si può negare, che le lettere colgodimento delle 9owaneRegalie(r.).
che il suo segretario Cassiodoro scrisse Nel V e VI secolo una gran moltitudine
sulla necessità d'equiparare l'imposte al- di monaci, che vissero sotto la discipli-
la natura e al prodotto del suolo, dimo- na dis. Basilio, vennero dall'Egitto e dal-

strano moderazione e saviezza di quel


la la Siria in Italia, scegliendo a preferen-
principe. Con
tali atti Teodorico prov- za l'isole dell'arcipelago Toscano, fra le

ale all'ordinamento durevoledel suo re- quali Monte Cristo e la Gorgona. Oltre
gno. A poco a poco le campagne d'Ita- a ciò monaci seguaci dell' ordine di s.
i

lia Toscana
e quelle in particolare della Benedetto, negli ultimi tempi di Teodo-
si rifecero de'perduli abitatori, dove suc- rico abbandonarono il mondo per riti-
cessivi drappelli di goti vennero a stabi- rarsi ne'luoghi più solitari, dove lunga-
litela loro dimora, mentre il 3.° delle ter- mente fiorirono le virtù cristiane; men-
re lasciate in gran parte vacanti dagli e- tre s. Scolastica sorella di tale istitutore,
Fìlli d'Odoacre divenne parte del regio die leggi e discipline alle vergini «anti-
demanio, come il territorio di Val di Cor- moniali e poi dette monache. Uno de'rao-
ina, dove sorse presso l'antica Vetulonia nasteri dell'odierna Toscana, che risata
il Bagno detto tuttora del Re. La virtù Teodorico, è quello fondato dal
all'età di
poi e la santità de* vescovi, nel I V e V ravennate s. Ilario sopra Galeata, dove
secolo, ossia ne' primi tempi dell'istitu- siraccolse un buon numero di monaci.
zione di altre molte diocesi ecclesiasti- Perla mansuetudine di certi barbari ver-
che, fu in molte provincie cotanto singo- so i vescovi si variò in Italia e modificò la

lare e meravigliosa,che giovò assaissi- condizione degli ordini e delle curie, in-
mo ad ingenerare nelle genti barbare ri- troducendovi la podestà vescovile, non
spetto e venerazione al nome cristiano e per legge di principe, ma pel fatto del
alla legge evangelica ; cosicché al dire, soccorso recato a'deboli per elfetto de'ini-
troppo genericamente, d'un istorico ita- ti molle virtù da essi iu
consigli e delle
liano, nella signoria d'Italia degli eruli e tempi Di tratto in trat-
difficili praticale.
goti si estinse totalmente l'idolatria; ma to non fuvvi più officio municipale per
peiò fu protetto e professato T arianesi- mezzo del quale non si facesse ricorso a'
mo, e minacciati di morte lutti catto-
i pastori ecclesiastici, pregati dal popolo a
lici d'Italia, se non rendevansi in orien- intervenire con l'austerità de'loro costu-
te dall'imperatore Giustino I le chiese mi e modo di vivere. In tal guisa per lun-
più decretò Teodorico, per
agli ariani; di ga stagione i vescovi d'Italia, quasi co-
suggerimento d'un ebreo, che si doves- stretti, posero la mano in ogni negozio
sero dagli ariani occupare le basiliche degli ordini e delle curie, per guarirne i

cattoliche in certa domenica,ch'egli igno- pubblici mali; e non di rado la riveren-


rava dover essere l'ultimo giorno di sua za verso di essi operò grandi prodigi,
vita. I più de' vescovi del V secolo erano quando la soverchia prosperità non cor-
personaggi grandissimo riguardo, mol-
di rompeva cuori, e quando gli abusi del-
i

ti de' quali furono onorali delle prima- lafeudalitào gl'istituti della barbarie non
rie cariche nelle loro città, e persino del- ponevano, come sovente accadde nel Me-
la dignità senatoria, sebbene allora dive- dio evo, la spada iu pugno alle persone
nuta priva di gloria; sicché da simile in- di chiesa ne'campi di battaglia. Queste
fluenza e dalla pietà de' fedeli ebbe prin- gravi osservazioni sono del eh. Carlo Tro-
cipio tanto in Toscana quanto in Lom- ia,Storia d'Italia del Medio evo. Il ca-
bardia quella ricchezza e possanza che i rattere di Teodorico non fu perfetto, uè
vescovi ottennero poi grandissima negli in tutto soddisfece gl'italiani, usati da se-
affari politici del regno, e in gran parte coli a riguardarsi signori del mondo ul-
TOS TOS 101
lora conosciuto : denigra la faina cìi Teo- zione e a condurre il loro re Vitige pri-
dorico non solo la morte di Simmaco e gioniere a'picdi dell'imperatore nel 54o,
di Boezio, che compiansi a' suoi luoghi, quando poco mancava alla totale conqui-
ma l'atroce ingiuria ch'egli fece al nome sta d'Italia il sospettoso Giustiniano I ri-

romano col decreto di togliere ad essi la chiamò Belisario da quell'impresa. Per-


facoltà di far testamento! Caduta era la ciò si rianimarono i deboli avanzi del go-
possanza di Roma, ne più sussistevano tico regno, e Giustiniano I, che appena
le formidabili sue legioui, poiché come avea i mezzi di difendere il greco impero,
l'Etruria che fu soggiogala dopo aver ab- anelava sempre a quello d'occidente, per
bandonato l'arte della guerra, altrettan- cui in vece d'assicurare'il centro de'suoi
to erale avvenuto, restando oppressa dal- regni dalle scorrerie de'barbari, che ar-
l'orde bellicose del settentrione. Ad on- rivavano sin presso le mura di Costanti-
ta però che avesse perduto l'impero e af- nopoli, impiegava tesori e armi per ri-

fievolita si fosse la sua rinomanza, pure cuperar l'Italia. Dopo molti vani tenta-
la forinola della cittadinanza romana con- tivi ne affidò l'impresa all'eunuco Nar-

ferita da un rito religioso nella chiesa e sele, il quale riuscì col suo valore a cac-
poi nel foro, contribuì a tener viva nel- ciare quasi da tutta la penisola ogni soi ta
l'Italia de'secoli bassi la gloria di Roma di governo gotico. Frattanto un podero-
eziandio fra 'barbari; i quali se volevano so esercito di franchi, condotto da Buce-
concedere a'ioro servi il maggior grado lino eda Lotario,calato dall'Alpi in Lom-
possibile di libertà, quasi dimentichi del- bardia, s'innoltrò verso l'Italia meridio-
l'essere barbarico, recitavano le parole nale, quando Narsete nel 553 spedì loro
usate dalla chiesa romana in prò de'servi incontro una parte del suo esercito, men-
di tutte le razze. Nella bocca del barbaro tre egli col restante si mosse contro i su-
in tale occorrenza il titolo di cittadino perstiti goti alla conquista della Tosca-
romano tornava per breve ora, grazie al na. Firenze, Volterra, Pisa e altre mino-
costume religioso, ad essere il precipuo ri città gli aprirono le porte; la sola Luc-
titolo di grandezza, di fama e d'onore. In- ca gli fece ostinata resistenza, ma alla fi-

tanto I' italiana penisola era agitata da ne anch' essa cedette, nel tempo che i
orribili guerre de'goti contro i greci che franchi raggiunti sul fiume Volturno, fu-
sempre signoreggiavano le Calabrie ossia rono ivi rotti e dispersi dal generale gre-
la Magna Grecia, per cui gl'imperatori di co.Durò Narsete a governar l'Italia per
Costantinopoli si credevano sempre gli molto tempo a nome di Giustiniano ; I

unici eredi di Roma. Governava sin d'al- ma dopo 6 1 anni, salito sul trono Giusti-
lora le cose d'oriente l'ambizioso Giusti- no lì, o la gelosia della sua grandezza, op-
niano I sotto il nome del vecchio Giu- pure il genio di novità facesse bramare
stino I, cui nel 527 succede nell'impero, agl'italiani un cambiamento, il senato di
quando da poco era mancato il re d' I- Roma per la sua avarizia, anziché i mot-
talia Teodorico senza figli maschi. Che teggi dell'imperatrice Sofìa, chiese a Giu-
se il regno de'goti non si eslinse che 16 stino liil suo richiamo. Formatosi l'Esar-

anni dopo la sua morte, la gloria però cato d'Italia (P .)con provincie soggette
del regno gotico si spense con Teodori- al greco impero, Ravenna fu stabilita sede

co.Imperocché salito Giustiniano I sul dell' Esarca o luogotenente imperiale per


trono orientale, tosto eseguì il progetto governarla. Gli scrittori sonodivisi ne'pa-
di riconquistar l'Italia con affidarne L'in- reri se ciò avvenisse sotto Narsete o dopo
carico al gran Belisario che pose alla te- la sua morie. Pi iva l'Italia di due uomini
sta d'una piccola armata; e quantunque così grandi, Belisarioe N.usete, passò pre-
egli riuscisse a vincere quella valorosa ua- sto dal giogo de'goti a quello de'Iougobar-
2

io2 TOS TOS


di,comandali dal feroce Alboino loro re ratore Leone III abbracciando l'eresia de-
nel 568. Le poche truppe imperiali si $ iconoclasti, dichiarò guerra crudele al-
chiusero nelle città murate, ma a poco a le ss. Immagini, ed attentò alla vita di Pa-
poco tutta la parte superiore della peni- pa s. Gregorio II. Questi avendolo inutil-
sola fu conquistata da'longobardi, da'qua- mente ammonito, lo scomunicò, e assol-
li ebbe il nome di Lombardia che tutto- vè gl'italiani dal giuramento di fedeltà e
ra conserva; indi non solo alla Toscana e da' tributi; onde verso il yZo molte cit-
all'Umbria toccò la stessa sorte, ma ad tà si resero indipendenti, altre si diero-
una parte eziandio del regno attuale di no ai longobardi, e Roma col suo duca-
Napoli; talché l'esarca Longino poco più to spontaneamente si sottopose all' ub-
di Ravenna colla Pentapolie Roma go- bidienza civile e al principato tempora-
vernava. Prima a risentire danni del fe- i le de'Papi, ond'ebbe origine la loro So-
roce conquistatore fu Populonia con tut- vranità (V.). Il ducato di Roma si com-
to il suo distretto, e l'ultime ad aprire le poneva di quelle città in quell' articolo
porte a'iongobardi sembra che fossero, a descritte, fra le quali diverse dell'antica
ponente la città di Pisa, a levante quel- Etruriao Toscana de'Piomani, come Por-
la di Soana. Una delle particolarità in- to s Civitavecchia, Ceri, Sidri, Ncpi, Gal-
trodotte anche fra* toscani da'longobardi lese, Bieda, Orte, Bomarzo o Polimar
fu quella de feudi. Il sistema che intro- zio, Amelia, Todi, Otricoli, Perugia ed
dusse l'esarca Longino nelle città italiane altre. Si deve notare, che la Toscana dei
restate dipendenti da' greci imperatori, Romani fu detta edivisa inToscana Cis-
die occasione alla nuova divisione di go- ciminia, ed in Toscana Trasciminia,se-
verni che fecero longobardi. Poiché Lon-
i condochè erano e sono le sue città e luo-
gino aboliti in Italia i nomi di presidi, di ghi situati di qua o di là dal Monte Ci-
collettori e di consolari, stabiliti nel ro- minio, ambedue celebri; ma quanto alle
mano impero e continuati sotto il regno città e luoghi di ciascuna, campo fecondo
de'goti, mandò in ciascuna città a gover- di archeologici combattimenti, per ulti-
narla uno col titolo di Duca (F.), imi- mo moltissime notizie raccolse l'encomia-
tato in ciò da'longobardi. Dall'epistole di to p. Ranghiasci, il quale nelle sue Me-
S.Gregorio 1 Papa del 590, si ha che la morie di Nepie suoi dintorni, aggiunse
Chiesa romana già da molto tempo pos- quelle: Dell' antico tempio di Diana nel-
sedeva de Patrimoni pingui e importan- la Falle Sub- Penloniaj e le Memorie
ti, uno de'quali
era quello di Toscana, ed is loriche apologetiche de' dintorni alla
a ciascuno dava un difensore, o retto*
si città di Nepi, cioè del Veii Etrusco, di
re, o notar o per amministrarlo e gover- Falerii antico e de luoghi e città ad es-
narlo, nominando il Papa personaggi a i so soggetti col designarne la vera posi-
cui affidò l'amministrazione del patrimo- zione. GÌ' italiani erano malcontenti di
nio Toscano. Quel Papa nel 6o4 ebbe a Leone IH sino dalla sua assunzione al tro-
successore Sabinianodi Volterra. Nel 7 1 no, e ne'loro parlamenti erasi risoluto di
si accese una disputa diocesana fra il ve- proseguire l'imposizioni pel mantenimen-
scovo di Siena e quello ò? Arezzo a ca- to dell'esercito romano, il quale avea per
gione di giurisdizione ecclesiastica, dispu- incombenza di sostenere il Papa nella s.

ta clie rinnovatasi, solo ebbe fine nel se- Sede, e di opporsi alle violenze de'ministri
colo XV. ludi divampò (ìerissima dispu- imperiali. La Pentapoli, V Esarcato, il

ta teologica, la quale produsse un gran- Piceno e altre provincie tutte armarono


de cambiamento politico nell'Italia meri- a difesa di s. Gregorio II, e tutti Io ac-

dionale, e quasi annichilò il potere de- clamarono vero sostegno della cattolica
gl'imperatori di Costantinopoli. L'impe- religione, nel propugnare intrepido il cui-
TO S TOS io3
io alle ss. Immagini e alle ss. Reliquie. ne delle più famose abbazie: la dinnan-
Narra l'Amiaui, nelle belle Memorie iste- zi la caduta del regno longobardo, quan-

riche di Fano, che s. Gregorio li persua- do i più. ricchi tentarono dì salvare il lo-

se ducili di Spoleto e di Toscana a col-


i ro patrimonio all'ombra della Chiesa, fi-

legati coli' esercito romano per opporsi gurando di donarlo agli oratorii, ospeda-
agl'imperiali, i quali usurpandosi le ren- li e monasteri, in cui essi stessi presedet-
dile del Patrimonio di s. Pietro, inquie- tero, destinandone in seguito il padrona-
tavano fortemente laChiesa. Secondo l' A -
to e l'amministrazione de'beni donati ai
a
miani, in questo tempo la Toscana vivea loro figli ed eredi; mentre la 2. epoca ap-
bensì con costumi e leggi longobarde, ma partiene all' età de' Carolingi. Spettano
come separata dal loro regno non dipen- all'età longobarda 1' abbazie di s. Poli-
deva dal re Luitprando. Nello spazio di ziano e di Frediano presso Lucca; di
s.

due secoli, da Alboino al re Desiderio si t. Pietro a Camaiore;di s. Pietro a Mcn-

contano in Italia i5
longobardi che
re , teverdi nella Val di Cornia ; di s. Bar-
riportai all'articolo Italia e ne riparlai tolomeo di Pistoia; di s. Bartolomeo in
a Pavia loro sede, duede'quali si distin- Recavata a Ripoli di Firenze; di s. Sal-
sero in politica, cioè Luitprando e Pmta- vatore sul Monte Amiata, ec. Apparten-
ri ,
per aver dato al paese che signoreg- gono poi all'epoca de'tempi Carolingi le
giarono le prime leggi scritte, dalle qua- ricche abbazie di s. Antimo in Val d'Or-
li si apprende che il codice giudiziario era eia; dell' A ulla in Val di Magra; di Setti-
stato approvato da'principali longobardi mo presso Firenze;di s. Savino presso Pi-
e dall'esercito, mentre il potere legislati- sa; di s. Salvatore a Sesto nel Lucchese;
vo era diviso fra il re, i magnati e i capi di s. Salvatore della Berardenga presso
dello stesso esercito. Il re Rachis lasciò il Siena, ec. Il rammentato re Astolfo, do-
regno ad Astolfo per vestir la cocolla mo- po aver occupata Ravenna, minacciò Ro-
nastica a Monte Cassino imitato dalla , ma facendo strage ne'luoghi circonvicini.
moglie e dalla figlia, che fabbricato poco Il Papa Stefano li detto HI ricorse al po-

distanteun monastero vi si rinchiusero. tente aiuto di Pipino rede'franchi e dei


Ciò avvenne per l'esortazioni fatte al re loro capi, i quali calati in Italia e asse-
daPapas.Zaccaria,sulla vanità dellegran- dialo in Pavia Astolfo l'obbligarono a re-
dezze umane. Penetrati da tale verità, mol- stituire alias.Sede l'Esarcato di Raven-
ti magnati in que'lempi si re-
principi e na eh' erasi ad essa già dato, e con altre
sero monaci ,e nella Toscana sorsero varie terre ampliò il principato sovrano della
abbazie, ed un gran numero di monasteri romana Chiesa, le chiavi delle quali Pi-
di religiose. L'abbazia diMonle Amiata fu pino fece porre sul sepolcro di s. Pietro,
fondata da Ersonenel 745;quella diMon- in signum veri et perpetui domimi. Po-
teverdi venne eretta nel precedente 744 co sopravvisse all' umiliazione Astolfo, e
da s.Walfredo longobardo diPisa e dal suo nel 756 gli successe Desiderio comandan-
cognato Gundualdo di Lucca, nel tempo te de'longobardi in Toscana, o duca o
ch'essi fecero costruire fuori di Pietrosa n- governatore, o com' altri vogliono d' I-
ta sulla Versilia il monastero di s. Salva- stria,contribuendo alla sua esaltazione il
-tore, per rinchiudervi le loro mogli con Papa. L'ingrato principe, sebbene contro
circa altre 3o donne. Molti piccoli mona- le vessazioni de'greci erasi unito alla di-
steri di uomini e di donne furono fonda- fesa d'Italia colle ducee di Benevento, di
ti tra il 700 e il
774 in Lucca e nella sua Spoleto e di Toscana, la relazione delle
diocesi, in Firenze, in Pisa, in Pistoia e quali co' longobardi consisteva nella co-
ne' loro distretti. Due epoche principali munione delle loro leggi , essendo sotto
lianuo segnalato in Toscana la fondazio- la protezione di s. Pietro , non solo non
1*4 TOS TOS
compì la restituzione alla s. Sede de'suoi 5q, parlando di certo Romano dell'816
domimi, ma eccitò longobardi di Tosca-
i che si dice dux nel Catalogo Farfense, e
na e di Spoleto a prendere le armi con- d'aver tenuto un Placito (V.) in Viler-
tro la Chiesa; quindi f ieppiù travaglian- bo. Dopo aver Fatteschi confutato le pre-
do Papa Adriano I, e ineditando la rovi- tensioni del Muratori, ligio alla sovranità
na di Roma, questi si rivolse a Carlo Ma- laica e contrario alla pontificia, come si

gno re de' franchi, il quale assediato in dimostra il Repetti appellando a docu-


jPavia Desiderio, nel 773 lo fece prigione menti lucchesi e particolarmente relativi
e die termine al regno longobardo lo Ita- alle Maremme Toscane, dice quanto se-
lia, che riunì dopo il conquisto delia Lom- gue. >* Non mi è ignoto esservi degli scrit-
bardia alla sua monarchia. tori, quali han preteso, che dal re Car-
i

Carlo Magno, ad imitazione di Pipino lo Magno l'antica Toscana colle altre cit-
suo padre, ingrandì la Sovranità de Ro- tà , dette oggi del Patri/nonio, cioè Vi-
mani Pontefici e della s. Sede, .con quei terbo, Soana, Orvieto, Bagnorea, ec, fos-
va^li dominii che riportai in quell'arti- se eretta in marchesato, smembrandola
colo , fra* quali la Toscana Longobarda, così dal ducato di Spoleto, cui la suppon-
cioè Città di Castello, Orvieto, Bagno* gono unita a'tempi de'longobardi, e che
rea, Viterbo, Ferenlo, Marta Soana,, a queste Romano col nome di duca pre-
Populonia, Roselle, ec. Di questa dona- siedesse per il medesimo re per l'ammi-
zione Carlo Magno pose l'autentico atto nistrazione della giustizia (lo stesso Fat-
sull'altare che sovrasta la tomba dis. Pie- teschi già avea detto, considerare Roma-
tro, e giurò di mantenerla; il tutto con- no uno di que'duchi che da Roma Pa- il

fermando il suo figlio Lodovico I il Pio pa spediva ad amministrarla giustizia ai


e altri imperatori, con que'solenni diplo- propri sudditi in diverse città del ducato
mi di cui trattai nel citato articolo e nei romano, come Totone duca di Ncpi, A-
tanti che vi hanno relazione. Mi sorprese gatone duca di Perugia, Matolino duca
in leggere nell'egregio Repelli, in diversi di Tivoli). Leggansi però quanto si vuo-
luoghi, espressioni avverse alla sovranità le Paolo Diacono, Anastasio Biblioteca-
della santa Sede, e ingiuriose a Carlo Ma- rio, equanti altri autori ci restano de'tern-
gno; dicendoche Carlo Magno è fama che pi Longobardici e Carolini, mai si trove-
confermasse le paterne donazioni (e re- rà, che il dominio del duca di Spoleto ol-
stituzioni), e che ve ne aggiungesse delle trepassasse il Tevere, o che que'duchi ili*
nuove fatte forse verbalmente al Ponte- latasseio i loro confini di giurisdizione fino
fice Adriano I, fra le quali contadi di i alle città sopraddette. E se Ariolfo secondo
Populonia e di Roselle che la Corte di duca spoletano trovossi con Gummarit,
Roma (non solo a tale articolo, ma anche Nordolfo ed altri duchi della Toscana al-
a Sede Apostolica, dichiarai il maligno l'assedio ed espugnazione di Soana, vi fu
abuso che si fa di tale vocabolo) non eb- quale ausiliare, vicendevolmente aiutan-
be mai nella Toscana, dove né anche Car- dosi que' barbari alla conquista de' paesi
lo Magno colle sue genti era ancora pe- loro vicini. Né può in modo alcuno du-
netrato (ammesso e non concesso, nel di- bitarsi, che Viterbo colle altre città so-

ploma di Lodovico 1 sono mentovate, per prannominale, e l' islessa Tuscania non
non dir altro). Per queste e altre asserzio- fossero compresi a'tempi Carolini nel du-
ni, io rimando il gentile lettore al citato cato romano , e che con piena sovranità
articolo. Riferisce opportune nozioni il non comandasse in esse il romano Pon-
Fatteschi, nelle Memorie islorico-dìplo- tefice, ponendovi a suo piacimento duchi
ma tielie de' duchi ria topografia de' tem- e conti per amministrar la giustizia a quei
pi di mezzo del ducato di Spoleto, a p. popoli. Più oltre ancora stende vasi il do-
j

TOS TOS io5


minio del romano Pontefice nella Tosca- nel t.r, p. 96, la conferma della donazio-
na Longobarda, rilevandosi dalle lettere ne fatta da Pipino e ripetuta dal figlio Car-
Caroline 88 e g2 , che oltre a Viterbo, lo Magno, sopra la tomba di s. Pietro al-
Tuscania, Bagnorca ed Orvieto, anche la presenza di Adriano I, di tutto il clero
Chiusi, Populonia e Roselle erano state e magnati romani, di tutti gli ordini mili-
dal re Carlo date in dono al s. Pontefice tari regi e d'immenso popolo, dice che fra

Adriano 1. Che nelle prime ponesse co- gli stati da lui aggiunti vi comprese il du-

stantemente il romano Pontefice chi a suo cato di Toscana. Quindi soggiunge.» Il


nome vi amministrasse la giustizia, si ren- ducato di Toscaoa donatoallaChiesa com-
de manifesto da Anastasio, da'monumen- prendeva Città di Castello detto antica-
ti Farfensi e Amiatini, e dalle costituzio- mente Castrum Felicitatis (fu confuso
ni di Lodovico I Pio, del gran Ottone I, con Civita Castellana, e ripeto che ne
e di s. Enrico II. JNVmonumeuti scritti in riparlerò a Tosco), Orvieto, Bagnorea,
quelle parti leggesi costantemente il no- Ferento, Viterbo , Marta, Populonia,
me del romano Pontefice nelle note tem- Soana e Rosella j ed il rimanente il re
porarie, lochedenota la di lui Sovranità Carlo ritenne in suo dominio". Che la vit-
né mai altro dinasta o signore incontra- toria del re Carlo su Desiderio portò al-
si ne'medesimi fino al cader del secolo X, l'Italia la sospirata pace, che V Esarcato
quando non saprei per qual combinazio- prese il nome di Romania o Romagna,
ne, cominciano a comparire dominanti in e la Pentapoli quello di Marca d'Anco-
Corneto, e nel comitato Toscanense i du- na. Inoltre arroge che io riproduca, con-
chi e marchesi della Toscana. Pare che il il dimo-
tro le assertive del eh. Repetti,
Sigouio fosse pietra d'inciampo a tali scrit- Breve istoria del do-
strato dal Borgia,
tori, che vogliono la Marca di Toscana minio temporale della Sede Apostolica,
o Toscanella, come dicesi in oggi. Nel ri- p. 275 eseg. Carlo Magno divotissimo di
ferire egli la citata costituzione di Lodo- s. Pietro, 5 volte si recò a venerarne il se-

vico I Pio , nella quale confermasi alla polcro, e altrettante volte arricchì di nuo-
Chiesa romana le donazioni fattele dal- vi e insigni doni il s. Apostolo. Lai /sua
Marcharn Tu-
l'avo e dal genitore, lesse venuta in Roma fu nel 773, ed a'2 1 apri-
scanam, invece di Martham, Tuscanam, le raffermò ad Adriano I la donazione di
ec. Abbaglio che con ogni chiarezza mag- suo padre, e l'accrebbe de'ducati di Spo-
giore vedesi tolto nella donazione mede- leto e di Benevento, e dell'isola di Corsi-
sima ripetuta da Ottone I il Grande, e ca, e di una pensione sopra il ducato To-
da s. Enrico II, in cui si legge: Martham, scano , con diploma che il re pose sulla
Bledam, Tuscanam, ec. Non sono di al- confessione di s. Pietro, e sottoscritto da
cun vigore le autorità che soglionsi cita- tutti ì vescovi, abbati e grandi ch'erano
re del s. Pontefice Gregorio VII, di s. Pier seco. L'altra veuutafu nel 774, ed a que-
Damiano, e del Cronografo di Farfa; poi- sta è da riferire il dono della Toscana dei
ché questi scrissero all'XI secolo, quando, Longobardi. Prima di tali doni e della
conforme si disse, dominavano almeno in venuta di Carlo in Roma, molti spoletini
Corneto marchesi e duchi della Tosca-
i i e reatini si offrirono al Papa, gli giuraro-
na, e qual Marca Toscana tenevasi dagli no fedeltà e si fecero tonsurare alla roma-
scrittori di que'ternpi. Bisognerebbe però na, cioè barbe che portava-
si recisero le
una testimonianza sicura del IX secolo per no all'uso longobardo (in che furono imi-
autenticare l'esistenza della pretesa Mar- tati immediatamente nello stesso 774 dai
ca Tuscania a' tempi di cui si ragiona, fermani, osimam, anconitani, e altri po-
escluso 1' equivoco preso dal Sigonio nel poli della Pentapoli, dell'Esarcato, dell'E-
suo Epitome". Il citato Atuiani narrando milia, dell'Umbria e dell'altre proviucie,
VOL. LXXV1II. 8
jo6 TOS TOS
come afferma Sigonio e allri scrittori) ; convicini e loro pertinenze/ Nardini, La
clonò in conseguenza Carlo quel ducalo i Pentapoli Nepesina ; Antonio Massa, De
cui popoli erano già offerti al Papa. Ah
si
F
origine et rebus 'ali scorimi'./Bussi, [sto-
tro dono Cai lo ad Adriano I, e que-
fece. ria dì Viterbo; Annibali, Notizie di Ca-
sto abbracciò ccnsum et pensiones, seu stro e suo ducato ; ed il p. Ranghinsci.
catterà» donationes. quae anima tini in Tornando alla Toscana Longobarda da
palatium Regis Longobar dorimi inferri Carlo Magno donata a s. Pietro, compren-
solebant, sive de Tuscia. Questo dono non deva: Castellimi Felicita ti s, Urbeni ve»
fu di terre, ma di alcune pensioni de Tu- terem, Balneum Regis, Viterbium, Or»
scia, cioè del ducato Toscano. Questo du- tem,Martanì, Bledam, Tuscanain^Sua-
cato va distinto dalla Toscana de'Longo- nam, Populonium, Roselles. E di questo
bardi, e dall'altra Toscana che faceva par- dono parlano 4 lettere che Adriano 1 scris-
a
te del ducato Romano; per la qua! cosa gli se a Carlo. Nella i. del 776 si mostra in
scrittori più recenti chiamarono il duca- tal possesso del Castello di Felicità (o Cit-
to Toscana Regale, k questa si attribui- tà di Castello, o Civita Castellana, sebbe-
scono le città di Luni, Pisa, Lucca, Vol- ne da una lettera di Pasquale 11 a Enri-
terra, Siena, Firenze, Pistoia, Arezzo e co V del 1 1 12, si dimostri chiaro che il

Chiusi nuovo. La Toscana Regale, col re- Castello di Felicità era diverso da Civita
gno Italico, ubbidì poi sempre agl'impe- una delle città della
Castellana), ch'era
ratori, all'opposto dell'altre due, giacché mentovala Toscana, che assolutamente la
l'una di esse per donazione, cioè la To- dice sua ; ma in quello stante si querela
scana de'Longobardi, e l'altra per spon- di Reginaldo già gastaldo del Castello e
tanea dedizione, cioè la Toscana del duca- allora duca di Chiusi, per aver ardito per
lo Romano
o Toscana de'Romani, chia- semetipsum cimi exercitu in tandem
mata oggi Patrimonio di s. Pietro , indi- civitatem nostrani Castelli Felicitatis
cata ne' diplomi imperiali, in Tusciae properans ,eosdem Castellanos abstulit.
partibus , passarono in dominio della s. Per la qual cosa lo prega di rimuoverlo
^ede. Nella Toscana ora Pontificia e de- da Chiusi, e di allontanargli un molesto
nominata Patrimonio di s. Pietro, e già vicino. Il Castello della Felicità fu tra'luo-
de'Romani , vi fu la Pentapoli Etrusco, ghi che all'arrivo di Carlo Magno in Ita-
o Toscana, poi detta Nepesina, e conte- liaabbandonarono il re Desiderio, e spon-
nente le 5 primarie popolazioni del terri- taneamente si dierono al Papa Adriano I,
torio* Falisco. Gli uni la composero: Fa- con tutti gli abitanti del ducalo di Fer-
lena capitale di dette città Falische, al- mo, Osimo e Ancona. In altra lettera del
la quale pretende essere succeduta Mon- 787 gli raccomanda di spedire nuovi mes-
te Fiascone. Nepi, che dopo la rovina di si qui nobis contradere debeantjìnes Po-
,

Faleria diventò metropoli della Pentapo- pulonienses seu Rosellanenses, sic ut e a


lie si chiamò Nepesina. Sutri, Or le, e antìquitus fuerunt. Ma nell'anno appres-
Fescennio la quale vuoisi succeduta da so dovette Adriano 1 richiamare al re la

CivitaCastellana , insieme a Faleria. Al- negligenza do'suoi messi, per non aver e-
tri dicono formata la Pentapoli Toscana seguito gli ordini, ncque de Roscllis, et
colle città di Ferento che sorse vicino a Populonio,nequepartibusBeneventanis.
Viterbo,d\Falisco creduto YoóìemoFal- Torna finalmente in discorso delle città
lari, di Nepi, di Fidene, e di Villa. Ma- della Toscana de'Longobardi in altra let-

gna il cui sito è contrastato. Per questo tera dell'anno medesimo in questi termi-
alUoIaberintoislorico-topografìco si pon- ni: Sed sieittin partibus Tusciae ch'ita*
no vedere gl'indicali urtinoli; il Degl'Ef- tcs idest Suanam, Tuscanam, Biternum,
fetti, Memorie del Soralle, e de luoghi et Balneum Regis, cacterasquecivitates,
TOS TOS 107
3
cum eorum, B. Pe-
finii) us et territoriis 5. De' duchi e principi antichi a" Italia,
tro offerentes condonastis, ita in co mo- riferisce che Fiorentini e Dalla Rena, giù
do civitates in partii) un Beneventanis diziosi scrittori , furono d' opinione, che
contradere nobis facialis. Tutte le nomi- al pari di Benevento e Spoleto, anche la
nate lettere sono nel Codice Carolino t. Toscana divenisse Ducato sotto i re lon
i, epist. 55, 88, 89, 9*2, non che in Vita gobardi. Imperciocché Fredegario nella
s. Hadr. Lodovico I il Pio, Ottone I, Ot- Cronicaó fa vedere nel secolo VII, Tan
tone II, Ottone III, e s. Enrico II confer- sonem Ducem provineiani Tuscanar ;ma
marono le restituzioni e doni di Carlo
i Muratori osserva, non potei si inferire con
Magno. Quanto alla Toscana de'Romani certezza, che costui
comandasse a tutta la
colle parole riferite, in Tusciae partibus, Toscana, polendo significar quelle paro-
idest: Portimi, Centunicclla< ) ec. Quan- le ch'egli era uno de'duchi della provin-
to alla Toscana de'Longobardi con que- cia di Toscaua,e non già governatore di
ste parole: Iteminpartibus Tusciae Lon- tutta la Toscana. Inoltre i citati autori
gobardorum Kastillum Felici tatis, TJr- affermano che in Toscana furono fregia-
bivetum, Balneum Regis , Ferenti, Ca- ti del titolo ducale Allonisirno, Walper-

strimi Bitervum (Viterbo), Orelas (Or- to, Oberto, Alberto e Tachiperto prima

te), MartamTuscanam (Toscanella),


, dell'anno 800; e poi Allone, Wicheramo,
Suanam, Populonium, Rosellas cum o- Bonifazio I e Bonifazio II suo figlio, pa-
mnibus adiacentibus et territoriis mari- rimenti chiamali duchi in queste contra-
timis, ec. Quanto alle pensioni sul du- de, quindi crederono che tutta la Tosca-

cato Toscano o Toscana Begale, o utile na governo sottoposta. Però


fosse al loro
dominio sulla medesima conceduto alla avendo il Muratori dimostrato, che an-
Chiesa romana, ritenendosi per loro l'al- ticamente duchi erano non altro che Go-
i

to dominio Carlo Magno e suoi successo- vernatori (V.) d'una sola città, conclude
ri, l'espressero così. Ncc non et censum che nulla si può dedurre da quella inizia-
etpensionem, seu ceteras dationes,quae tiva; e crede verosimile, che coloro regges-
annuatim palatium regis Longobar-
in sero la sola città di Lucca, perchè sola-
dorum inferri solebant, sive de Tuscia, mente negli strumenti di tal città si trova
sive de ducato Spoletino (il quale poi eb- il nome loro. Diceaver egli rinvenuto nel-

bero Papi anche coll'allo dominio), si-


i l'insigne archivio arcivescovile, del 71 3,
cut in supradictis donationibus contine- Domni Walperti duci nostro civitatis no
tur, et inter m. Adrianum Papam et
s. strae, ma non è chiamato duca della To-
dopnumKarolo imperatorem (ne' vecchi scana, bensì duca della nostra città, cioè
monumenti gli si die il titolo d'imperato- di Lucca. Soggiunge, non giovare il dire
re quando non lo era al tempo di cui si col Fiorentini, che Lucca era capo della
parla: nel diploma di Lodovico 1 vi è ag- Toscana, e che chi diceva duca di Lucca
giunto ac geni torem) convenit, aitando veniva a dire di quella provincia, come si

idem Pontifex eidem de supradictis Du- usava pe' duchi di Benevento e Spoleto,
catibus idest Tuscano et Spole tano suae ma non mai la provincia di Lucca. Con-
auctoritatis praeceptum coiifirmavit getturarono i due nominati scrittori e il

(cioè con diploma). Eo scilicet modo, ut Pagi, che Desiderio prima dell'assunzio-
a rinis singulis praedictis census ad par- ne al regno fosse duca della Toscana; pe-
tem ccclcsiae s. Petri per solvatur. Sai- rò Muratori secondo la cronica di Dando-
va super eosdem Ducatos nostra in omni- Io, lo dice qui Dux Istriae erat, auxilio
bus dominatione, et illorum ad nostrani Papae factus est rex Longobardorum.
partem subiectione. II Muratori neììeDis- Paolo Diacono non disse che anticamente
serL sopra le Antichità italiane t dissert. laToscana fosseeretta io ducato,meolre fu
108 TOS TOS
esatto in riportare duchi longobardi di i tre autorità sovrane. Dice Repetti, che
Benevento, Spoleto e Friuli, sebbene la Pisa fornì a Carlo Magno un maestro in

Toscana fosse provincia tanto ragguarde- Pietro Diacono (lo fu ancora il più ce-
vole. Conviene sul già ricordato duca Chi» lebre Alenino, di cui oltre alla biografìa
sina Ch'itati•, contro il quale ricorse A* tanto ne parlai), per quanto il suo disce-
d ria no I, ed inoltre nel Codice Carolino polo ignorasse le lettere, siccome non sa-
si fa menzione di Gundibrandus dux ci- peva scrivere il gran Teodorico (onde qua-
vitalis Florentiae. Adunque non uno, ma le inalfabeta notai nel voi. LXVI, p. 84?

piii duchi avea la Toscana nel secolo VII!, come faceva le sottoscrizioni, mentre in-
indi nel seguente della provincia realmen- vece di queste riparlai dello spacco della
te si formò un ducato, come sono prossi- Croce nel voi. LX1II, p. 1 5), entrambi
mo a trattarne. Forse n'ebbe di tutta il ignoranti, ma ambedue superarono i dot-
governo Bonifazio li, che nella spedizio- ti, Carlo Magno piti di Teodorico, facen-
ne contro corsari d'Africa sembra aver
i do ogni sforzo per risvegliare l'amore al-
comandato Tusciae Comitibus. Il vede- le scienze e alle Lettere belle nell' Italia
re chiamati Conti gli altri governatori di e in Francia ove aprì Scuole. La dinastia
Toscana, porge indizio di seguiti muta- Carolingia stabilita da Carlo Martello, Pi-
menti. Pare poi certo a Muratori, che pino e Carlo Magno, giunta al più alto
Adalberto I e Adalberto II, da'quali pa- splendore, sotto quest'ultimo, morto nel-
re discesa la serenissima casa d'Este, che 1*8 4» cominciò a declinare, ed figli del i
1

poi si diramò nella reale di Brunswick, primogenito successore Lodovico I, con-


furono duchi e Marchesi di tutta la To- trastando coll'armi l'ampio retaggio del-
scana, e cosi i loro successori. Ne'monu- l'avo, l'Italia eia Germania furono insan-
menti Adalberto II ora è nominato conte, guinate dalle loro crudeli discordie, ed i

perchè governatore di Lucca, ora duca e nipoti lasciarono sorprendere e saccheg-


ora marchese, perchè soprintendente alla giare tutte le Maremme toscane, e le cit-

Toscana tutta. Termina Muratori col di- tà litoranee devastare a riprese da' Sara-
re, che Lucca fu tenuta capo di Toscana, ceni,Normanni e altri. Finché la Tosca-
ma Liutprando nomina Pisàm t
loslorico na fece parte del regno Italico, goti e i

auae est Tusciae provinciae caput, e ciò quindi i longobardi la ressero inviando a
perchè duchi ora risiedevano in Lucca
i governarla, difenderla e amministrarla i

e ora in Pisa. Ed eccoci ormai alia me- duchi di provincia, ed i gastaldi o gover-
morabile epoca per tutta Europa, in cui natori delle città e distretti. All'epoca dei
neir 800 Papa s. Leone III ristabilì lo Carolingi alcuni di que'gaslaldi furono de-
spento Impero d 'occidente, pi ^clamando- corati del titolo di duchi, poscia di mar-
ne Imperatore Carlo Magno cui figli , i chesi e finalmentedi conti, nominati sem-
già Adriano I avea unti re, cioè Pipino pre dagli stessi re. Con questi nomi fu-
d'Italia e Lodovico I à'Aquitania, di che rono distinti durante il lungo periodo nel
riparlai a Tolosa. Fu allora, che Carlo regno i principali ministri regi della To-
Magno donò all'abbazia delle Tre Fon- scana, benché in questa come nell' altre
tane la città di Cosa, oggi Ansedonia, con provincie italiane, que' sommi magistra-
Orbetello, tutto il suo distretto, e le isole ti fossero soggetti nel)' esame delle cau-
vicine con 1 00 miglia di mare. Il codice lon- se in ultima istanza a' giudici supremi
gobardico fu corretto e accresciuto di va- itineranti denominali musi regii , per
rie leggi i m portau ti,che inserironsi ne' Ca- quanto dissi a Placito, stabiliti da Carlo
pitolarij e fu pure opera di Carlo Magno Magno; al quale si devono pure le cariche
l'istituzione de' Giudici, che esercitavano supreme de' Conti Palatini o conti del s.
la giustizia suprema indipeudente da al- palazzo, giudici superiori che nelle guerre
T OS TO S 109
dovean d' ordine del sovrano recarsi al- dovico I Pio successero a' conti mar-
il i

l'esercito, come al tempo de' longobardi, chesi, i quali doveano difendere le diver-
insieme coloro amministrali, e inclusiva- se Marche della Toscana. Da questi offi-
mente a'vescovi e abbati feudatari, giu- qualche volta appellati duchi, inco-
ciali,
dicando in ultima istanza le cause al re mincia il novero de'governatori di Tosca-
riservate; mentre al regio erario apparte- na. Bonifacio I, equal contedi Lucca (ar-

nevano le tasse pubbliche e le gabelle. ticolo che va tenuto presente) Bonifacio


Avea il re il diritto di richiamare edepor- II, si può riguardare col Muratori, come
re marchesi e conti, ne i loro figli succe- ili.°raarchese di Toscana. Nell'828 i sa-
devano legalmente al padre nella carica; raceni d' Africa tentarono uno sbarco in
ma ben presto invalse l'uso che i figli non Corsica, e Bonifacio I ebbe ordine da Lo-
potessero essere pri vati del loro uffizio sen- dovico I d'armare e di dar loro la caccia.
za un processo, e l'uso pericoloso di figli Egli infatti tolte alcune truppe di Tosca-
succeduti al padre nella carica rese spesse na, equipaggiò una piccola flotta, e fece
volte questa ereditaria. Due conti palati- il giro dell'isola; non avendo incontrati ne-
ni furono autori di due potenti famiglie mici, forse per fare un diversivo (alle scor-
di marchesi di Toscana, cioè del marche* rerie che gì' infedeli facevano ne' litora-
se Uberto sotto il re Ugo, e del marchese li Toscano e Pontificio), veleggiò in A-
Oberto longobardo sotto Ottone I: prima frica, sbarcò fra Utica e Cartagine i suoi
di loro figurarono inToscana due altre po- soldati, e die alcuni combattimenti di po-
tenti famiglie, cioè una salica che fu sti- co momento a'saraceni o mori, accorsi a
pite a' conti Aldobrandeschi di Soana e difendere la costa,e non senza qualche per-
di s. Fiora (della quale parlai a Sforza dita tornò in Italia. Nell'834 egli trovossi
come signora d'ambedue), e l'altra lon- fra 'signori che ricondussero l'imperatrice
gobarda, cui appartenne il marchese A- Giuditta da Tortona, ove Lotario I l'avea
dalberto II il Ricco, che divenne l* arbi- rilegata, ad Aquisgrana, ove l'attendeva
tro della corona d'Italia. \1 Arte di veri- lo stesso imperatore suo sposo. Bonifacio
ficare le date riporta la cronologia sto- I avendo poi incorso lo sdegno di Lota-
rica de' duchi , marchesi, governatori e rio 1, si ritirò in Francia. Gli successe il

granduchi Toscana, che terrò a guida


di figlio prima dell' 847, chia-
Adalberto I

di questi brevi cenni; mentre per gl'impe- mato duca e marchese in vari monumen-
ratori e re che andrò nominaudo, le loro ti. Servì con zelo Lodovico II imperato-

Francia, Germa-
serie e notizie riportai a re, che in ricompensa gli donò alcune con-
nia, Italia, ec. Essa vi premette l'osser- tee in Provenza. Nell'878 Carlomanno re
vazione, che soggiogata l'Etruria da' ro- di Baviera e d'itulia, istruito chePapa Gio-
mani dopo lunghe guerre, 280 anni a- vanni VIII gli anteponeva il re di Fran-
vanti la nostra era cristiana, restò som- cia per dargli la vacaute corona imperia-
messa al romano impero fino all'invasio- le, scrisse a Lamberto duca di Spoleto e
ne de'barbari, avvenuta verso il finir del ad Adalberto I cognato di esso, onde im-
V secolo. Sotto il domiuio de'goti per 60 pegnarli a fare cambiare al Papa le sue
anni circa fu governata da un prefetto di disposizioni. Dessi portatisi in Roma ar-
quella nazione. Nel 568 avendo longo- i ditamente se ne impadronirono, lo ten-
bardi conquistata sui goti la Toscana, no- nero sotto sicura custodia, e obbligarono
minarono a reggerla de'duchi amovibili, i romani a giurar fedeltà a Carlomanno.
che poi si estiosero nel 774? n un colla > Giovanni Vili eva-
Partiti essi dalla città,
longobarda dominazione.Carlo Magno di- so dalla prigione li scomunicò, anco quali
struttore di questa monarchia, sottomise predatori del suo stato, e si ritirò in Fran-
la Toscana a'conli. Sotto il regno di Lo- cia. Adalberto I uell' 879 si pacificò col
i.o TOS TOS
Papa, che I' assolse dalle censure. Morì tò con sì stupenda magnificenza, che il re
nell'Hgo e gli successe nel marchesato il disse a' suoi domestici : In verità questo
figlio Adalberto 1 il Ricco ,cosi detto per-
1 marchese dovrebbe piuttosto appellarsi
chè fu il più opulento principe del suo re , poiché egli non differisce da me che
tempo,e si rese molto illustre e prepoten- pel nome. Riportale tali parole al mar-
te in Italia. Nel gennaio 8g4 l'imperato- chese, egli s'iusospelìì che gli avesse inge-
re Arnolfo scese in Italia per sottomette- rito gelosia, per cui si riconciliò con Be-
re le ci Ita che ricusa vano ubbidirgli;e com- rengario I. Per la potentissima autorità
presi di terrore i marchesi delle varie fron- che avea in Roma, Adalberto li nel 904
tiere, si affrettarono a incontrarlo e a ren- fece richiamare dal popolo romano Ser-
dergli omaggio, ed Adalberto II col fra- gio 111, il (piale cacciò in prigione il pre-
tello Bonifacio furono di questo numero; decessore Cristoforo. Il marchese procu-
ma volendo mettere un prezzo alla loro rò la rovina di Luigi III e vi riuscì nel

sommissione, furono imprigionati e poi 905, indi morì in Lucca ove fu sepolto: s'i-
tosto liberati, dopo aver prestalo il giu- gnora l'anno e credesi nel 9 7, ma sembra 1

ramento di fedeltà. Né 1' uno né 1' altro die sia stalo prima. Gli successe il primo-
l'osservarono, collegandosi contro Arnol- gettito Guido, nato da Berta figlia di Lo-

fo con Berengario I re d'Italia Adalber- tario re di Lorena e vedova del conte d' A r-
to Il nell'896. In questo per la potenza les, pel favore di Berengario! imperato-

del marchese fu eletto Papa Stefauo VII, re e re d'Italia, il quale poi nel 9 9 mal- 1

che sacrilegamente oltraggiò il cadavere contento di^ Guido e di Berta, li fece ar-
di Papa Formoso che avea coronato Ar- restare e rinchiudere in carcere a Manto-
nolfo. Nell'898 Adalberto II, seguendo le va; senonchè non avendo potuto insigno-
parti di Berengario I, prese l'armi contro rirsi delle piazze di Toscana, videsi obbli-

Lamberto imperatore e re d'Italia suo e- gato a rimetterli iti libertà. Nel 925 mar- il

mulo, che era stato riconosciuto da Papa chese in seconde nozze sposò la famosaMa-
Giovanni X, contro il quale il marchese a-
l rozia, vedova d'Alberico I conte Tuscu-
vea contribuito all'intrusione di Sergio III latto e marchese di Camerino, figlia del-
de'Conti Tusculaui,cbe cacciato da Ro- la cortigiana Teodora, e madre d'Albe-

ma si recò fuggiasco per la Toscana. Quin- rico II che poi tiranneggiando Roma\V.)
di il marchese accampò con agguerri-
si se uè intitolò principe, nella qual città es-
to esercito vicino a Borgo s. Donnino per sa era potentissima ed avea fatto elegge-
assediarlo; ma Lamberto marciando con- re pel suo favore il Papa che regnava Gio-
tro di lui, e sorpresi i soldati ebbri di vi- vanni X. Nello stesso anno Ugo conte di
no, lo mise in rotta. Adalberto II fu pre- Provenza eutrò in segrete iutelligenzecon
so in una mangiatoia ov'erasi nascosto, e Berta sua madre, e con Guido e Lamber-
condotto al vincitore, fu con altri portalo to suoi fratelli uterini, onde spogliare Ro-
nelle prigioni di Pavia. Morto nello stes- dolfo Il redi Borgogna o Arles della co-
so anno Lamberto, il marchese fu posto rona d'Italia, e procacciarsela perse. La
in libertà da Berengario 1, che lo ristabi- sorella uterina Ermengarda marchesana
lì nel suo governo e gli rese tulli suoi be- i d'Ivrea fu l'anima dell'intrigo, e perven-
lìi. Nel 900 però disgustatosi il marche- ne a farlo eleggere nel 926. Mostrando-
se contro Berengario I, invitò Luigi 111 re siil Papa Giovanni malcontento di X
diPro\enza a impadronirsi del regno d'I- Guido e Marozia , per avergli in Roma
talia,il quale avendo accettalo la chia- usurpata l'autorità temporale, gli sposi
mata, nel 901 vi scese e tolse la corona onde prevenire le misure da lui prese per
a Berengario I, indi nel 902 si recò a vi- rientrare ue'suoi diritti, nel 928 inviato-
sitare Adalberto li, che lo ricevè e Irat- uo satelliti al palazzo Laterali cose, i qua-
T O S TO S in
lidopo aver ma ssacrato sotto gli occhi del g36 la fece arrestate insieme al marito»
Papa, l'ietto di lui fratello, arrestarono dopo aver fatto spargere voce ch'essi vo-
lui stesso e lo gettarono io oscura prigio- leano detronizzarlo; li spogliò di tulli i
ne, ove a'* 2 luglio venne strangolato o sof- loro tesori , fece chiudere Bosone in un
focato con un gua nciale. Nel seguente 929 carcere, e rinviò Willa in Borgogna. Non
morì Guido lasc iando della .'moglie
1 il fi- si sa cosa avvenisse in seguito di Bosone.
glio Adalberto, da cui Muratori fa discen- Nello stesso936 Ugo creò marchese di
dere la famiglia d'Esle. Gli successe il fra- Toscana il suo figlio naturale Uberto o
tello Lamberto, valoroso e potente: dava Umberto, o come dissi a Spoleto, Gedal-
ombra a Ugo re d'Italia suo fratello ute- do o Tudaldo, e gli die il titolo di conte
rino, che avea sposata l'avvenente e im- del s. palazzo; indi nel t)^3 aggiunse a tan-
pudica vedova Marozia sua parente, e fa- ti favori il ducato di Spoleto e il marche*
ceagli temere non pensassero signori ita- i sato o ducato di Camerino. Uberto venne
liani, malcontenti del suo reggimento, di spogliato di questi due stati, al più tardi
dargli la corona d'Italia. D'altronde avea nel 946* Nou si conosce l' epoca di sua
Ugo dal iato paterno un fratello nomina- morte e non prima del 961. Egli lasciò
to Bosone, il quale ardentemente deside- da Guilla o Willa sua sposa, figlia di Bo-
rava il marchesato di Toscana. Allora il nifacio duca di Spoleto, Ugo che segue, e
I

furbo Ugo fece spargere che la defunta Waldrada o Gualdrada moglie di Pietro
Berta madre di Lamberto non avea avu- CandianoIVdoge di Venezia. Ugo WG ran-
to figli d'Adalberto II, e che il marchese, de divenuto marchese, vide poi rifugiarsi
il defunto Guido ed Ermengarda erano in Toscana il Papa Giovanni XVI trava-
nati d'altra donna, da Berla sopposta al gliato da Crescenzio Nomentano, ma to-
marito per continuare l'autorità sovrana sto romani lo richiamarono per timore
i

sul marchesato* dopo la morte di lui. Lam- dell'imperatore Ottone III. L'avo di que-
berto non solili iu pace l'atroce calunnia, sti, e prima assai di tale epoca, l' impe-

e chiese di provare con duello la legitti- ratore Ottone I il Grande spogliò del re-
mità di sua nascila. Ugo presentò persuo gno italico Berengario II e il suo figlio
campione certo Theduiuo, che fu morto Adalberto. Dopo Carlo Magno non era
da Lamberto o dal campione di lui, Ugo comparso in Italia, anzi in tutta I' Eu-
trovossi coperto di confusione , ed acca- ropa, un sovrano del suo merito e che u-
nito di perdere il fratello uterino, impie- nisse al pari di lui la saviezza nel gover-

gò tante astuzie, che alla fine nel 93 se r nare e il valore nelle battaglie. Egli sta-
ne impadronì, e fattigli cavare barbara- bilì l'ordine nelle cose d' Italia, di cui

mente gli occhi, die la Toscana al fratel- si prese corona che restò all'impero, e
la

lo paterno Bosone: Lamberto tuttavia so- non senza superare grandi ostacoli fece
pravvisse vari anni alla sua disgrazia. Bo- rispettare a'romani, poco avvezzi ad ub-
sone già era sposo di Willa figlia d' un bidire, il sacerdozio e l'impero. Si crede
signore borgognone, da cui erano nate 4 che pel 1 ."l'imperatore accordò alle cillà
figlie e la primogenita delle quali Willa a- italiane il diritto d'eleggersi i propri ma-
vea sposato Berengario marchese d'Ivrea, gistrati municipali , sebbene in Toscana
poi Berengario li re d' Italia (dopo Lo- tale diritto da molto tempo preesisteva. Gli
tario che re Ugo suo padre avea associa- successe nell'impero e nel regno d'Italia
to al regno). La moglie di Bosone era a- il figlio Ottone II, il quale non ne ereditò
vara, e si permise ogni via per ammas- le magnanime qualità, come fu inferiore
sare ricchezze. Il re Ugo, egualmente a- di molto all'avo il di Ottone 1 1,
lui figlio 1

vido che sua cognata e similmente poco che visitò più volte sempre colla
l'Italia

scrupoloso nella scelta de'mezzi, nel luglio madre Teofania e col suo fedele Ugo mar-
ii2 TOS TOS
chesedi Toscana, co! quale si portò in Ro- avvicinarsi del mondo. Che mar-
la fine i

ma domare la
a tirannia ili Crescenzio chesi di Toscana da elettivi eransi resi ere-
Nomentano. Ugo 989 divenne anche
nel ditari mentre
, popoli nel desiderio di
i

duca di Spoleto, e nel 995 duca o mar- rendersi indipendenti da quelle servitù o
chese di Camerino. Nel 993 avea egli ri- di resistere all'autorità marchionale e im-
cevuto l'ordine dall'imperatore Ottone III periale si dierono a fomentare le fazioni
di portarsi a vendicar la morte di La tuie- de' G uelfi eGhibellini(^/^.j.L'av veni men-
Dulfo principe di Capua, assassinato dai to politicoche die le prime mosse all'in-
propri sudditi ribellati. Si pose in marcia dipendenza italiana fu dopo il 1000, al-
per assediar la città, ed a lui si congiunse lorché valicato il termine prefisso dalle
Frasirnondo conte di Chieti; obbligò ca- i predizioni sulla fine delmondo, il terrore
puani a consegnargli gli assassini, de'quali si dopo la caduta del-
dileguò, e gl'italiani
ne fece impiccar 6, egli altri condannò a l'impero d'occidente, dopo la morte d'Ot-
differenti pene. Ugo dee aver certamente tone HI e l'estinzione con lui della casa
fatte non poche altre imprese di rinoman- imperiale di Sassonia, pensarono non so-
za, per meritarsi il soprannome di Gran- lo a darsi nuovamente in Arduino un re
de. Moiì al più. presto sul finir deli 101 italiano, che poi restò soccombente nella
senza posterità, come vuole Repetti in lotta coll'imperatore s.Enrico II redi Ba-
una sommossa in Roma, suscitata per la viera; ma ancora a costituirsi indipenden-
decapitazione di Crescenzio, ed ignorasi ti dall'impero, nella lusinga forse che Ot-
l'erede de'beni allodiali. Muratori suppo- tonelll avea decretato,© meglio PapaGre-
ne, che la sua immensa successione pas- gorio V suo parente, che gì' imperatori
sasse per parte di femmina, sorella, figlia d'occidente dopo la sua morte dovessero
o zia, agli antenati di casa d'Este, e che eleggersi da'principi di Germania tanto
questa famiglia divenisse cosi in podestà ecclesiasticiche secolari, formanti il col-
di Rovigo, Este,e molte altre terre nel Pa- legio degli Elettori del s. Romano Im-
dovano e nel Ferrarese. Succedette nel go- pero(V.). Quindi è che molti italiani, con-
verno della Toscana Adalberto IH Al- vinti di non aver che sperare dall'impe-
berto primogenito d'un marchese di tal ratore, cercavano fra loro un appoggio
nome (sarà meglio riconoscervi Adalber- reciproco, talché associandosi promette-
tofigliodi Guido che dissi progenitore de- vansi gli uni cogli altri aiuto nella dife-
a
gli Estensi), che si qualificò possente mar- sa propria. Venezia fulai. a incorpora-
chese di Toscana. Si congettura da Mal- re al suo dominio tutte le città dell'Istria
let, ch'egli ebbe 4 figli, quali formarono i con altri paesi e isolette di Dalmazia. Al-
le primarie famiglie d'Italia, cioè rami i l'epoca stessa Napoli, Gaeta e Amalfi,
d'Este, di Malaspina e di Pallavicini, ol- respingendo gli assalti de'duchi longobar-
tre un 4-° che durò poco, ovvero al dire di di Benevento, si costituirono in regi-
di altri è quello di Ruffo o le Roux, spar- me libero. Dice il cav. Cibrario, Econo»
so in Italia e Francia. Osserva a quest'e- mia politica del Medio £V>o:»Che la for-

poca il Repetti, che fra le maggiori isti- ma con cui queste ordinarono a
città si

tuzioni monastiche che presero piede in reggimento di popolo non fu da principio


I talia, vanno celebrate quelledis. Romual- la stessa in ogni paese, sebbene quelle for-
do in Cam a Idoli, e di s. Gio. Gualberto in me si risolvessero poi generalmente nella
Valle Ombrosa, tuttora fiorenti e special- forma comunale". Più tardi nell'alta Ita-
mente in Toscana loro culla, ove fonda- lia sorsero due altre repubbliche maritti-
rono diverse abbazie; a' quali monasteri me, Genova e Pisa. iN'è le città mediter-
correvano in fòlla i cristiani spaventati ranee della Toscana, come Lucca, hilen-
anche dall'invalsa opinione, che fosse per ze e Siena, rimanevano straniere a que«
TO S TOS n3
sto spirito d'indipendenza, a questo prin- pia e piena di vari paeselli popolosi , dei
cipio dell' ordine colla libertà. Lucca al quali parecchi furono distrutti , irrigata
pati ci t Pisa sembra che cominciasse do- dal torrente Soana, che deriva da un vi-
po il iooo a dar segni visibili della rispet- cino laghetto, nel quale ergevasi un prin-
tiva indipendenza nelle pi ime guerre bat- cipale castello, detto dal torrenteomoni-
tagliate fin dal i i o4 fi a'pisani e i lucche- mo Soana; valle finitima ad una città ri-
si ne'confini occidentali del monte per cai nomata in qne' tempi per potenza cioè ,

ì pisani veder Lue e a non. potino. Appe- Ivrea, divenuta sedede're d'Italia Beren-
na que'cittadini ebbero fatto un primo e- gario II, e Arduino che fu l'ultimo de'ce-
tpert mento dell'armi, e tostochè le forze lebri marchesi d'Ivrea e l'ultimo de' re
tedesche si allontanavano dall' Italia, le italiani II recente e celebre biografo Voigt
città principali s'ingegnarono di riprodur- dichiarò esser nato s. Gregorio VII nella
re fra le proprie mura un simulacro del- città di Soana ossia Soana in Toscana, e
la repubblica romana con l'elezione dei un cittadino romano fale-
forse figlio d'
consoli e de' rettori annuali o semestrali, gname. Dopo il marchese Adalberto III,
nominali dal popolo; incaricati gli uni di nel o 4 circa era duca e marchese di To-
i «

comandare all'esercito, gli altri di ammi- scana Reginario o Reiniero o Ranieri del
nistrare con le rendite pubbliche la giu- Monte s. Maria , figlio del marchese U-
stizia. Aggiunge il Repetti: » Che se que- guccione. I saraceni assalendo di frequen-
sta nuova libertà ebbe ad essere bene spes- te i lidi de'dorainii pontificii, E'apa Bene-
so compressa dalle forze imperiali, ven- detto Vili con animo generoso si appli-
ne il tempo in cui ciascun paese dell'Ita- cò a reprimerli; e però radunala una flot-
lia tutta ricevè un nuovo appoggio dalla ta nel 1016 li attaccò ne'mari di Tosca-
Corte di Roma, quando appunto gover- na, riportando compita vittoria, onde re-
narono la Toscana due donne, la vedova stituì la tranquillità anche alle Marem-
cioè e la figlia del marchese Bonifacio lon- me e litorale Toscano. Morto nel 1024
gobardo. E vaglia il vero che la penisola s. Enrico II, ed eletto il bavarese Corra-
tutta deve molta riconoscenza al Ponte- do II il marchese Reginario fu
Salico, il

fice s. Gregorio FIIfF.), tostochè que- tra'signori italiani che rifiutarono di ri-
sti eccitava ne'popoli l'indipendenza dal- conoscerlo, il che fa manifesto quanta li-
l' imperatore allora regnante". Noterò bertà già godessero gl'italiani. Pavia ri-
che sulla patria di s. Gregorio VII v'ha cusò di riceverlo, ed il marchese di To-
incertezza: gli uni lo vogliono romano, gli scana colle sue genti impedì il passaggio
altri di Soana d'JLtvmia, la quale opinio- delle truppe imperiali per la Toscana, le
ne è pur seguita dal Breviario romano, quali accompagnavano a Roma Corrado
anzi alcuni lo dicono assolutamente del- li, che a'26 marzo 1027 vi ricevè da Papa

la famigl ia Aldobrandesca che signoreggiò Giovanni XX l'imperiale corona. Tutto


quel paese. Non debbo tacere, che ora il dimostra quanto gì' italiani desiderassero
can. d. Domenico Cerri nella sua Vita e di scuotere interamente il giogo aleman-
gesta de' sommi Pontefici Romani na* no. Ma Corrado 1 1, secondo l'Arte di veri'
ti od oriundi nel regno degli Stati Sar- ficare le date, assediò Lucca allora capi-
di , dopo aver esposto diligentemente Je tale della Toscana, ove si trovava Regi-
opiuioni de'precedenti scrittori, volle di- nario, solendovi i marchesi risiedervi, l'ob-
mostrare che la Soana, di cui parlano co- bligò ad arrendersi, ed è verosimile che Io
munemente gli autori, non è altrimenti deponesse; almeno da quel tempo non se
quella d'Etruria, cioè vicino a Siena, ma ne fa più menzione. Egli lasciò da Willa
sì la Soana del Canavese in Piemon-
valle sua moglie due figli, (JguccioneeSofia,che

te) nel medio evo assai celebre; valle am- succedettero ne' di lui beni allodiali. 11
,

n4 TOS TOS
passaggio di Corrado II in Italia si rese la Lombardia, e che poi fecero parte del
memorabile per la legge ch'egli emanò ricco e vasto patrimonio della sua figlia
sulla successione de'feudi, i quali isti tut- gran contessa Matilde (f.), magnanima
ti da'longobardi eransi resi più generali, eroina della s. Sede. Inoltre Corrado II

ed estesi ne'secoli successivi, a segno che fu costretto permettere che i marchesi


di personali a poco a poco divenendo ir- i vescovi, gli abbati e le slesse comunità
removibili, i figlied eredi succedevano d'Italia, facessero paci e guerre a loro vo-
senza beneplacito del principe, non solo imperocché trop-
lontà, senza sua intesa;
ne'feudi, ma ancora ne'go verni de' loro po potente appariva il genio d'indipen-
padri. Vero è che ne'grandi feudi, come denza, che poco tardò a prevalere irre-
«elle contee e marchesati, e molto più ne' sistibilmente in tutta Italia. Nel i o37Cor-
feudi subordinati, che si davano da'feu- rado li si portò a passar le feste del Na-
datari a'Ioro inferiori a guisa di sub-feu- tale a Parma, ove successe una rissa tra

di o benefizit beue spesso nascevano scom- le sue genti e gli abitanti, i quali uccisero
pigli a causa di successioni. Perciò nel il suo coppiere; ciò che eccitò la di lui col-

i 02(5 Corrado II, innanzi di recarsi in Ro- lera in modo, che sortito dalla città or-
ma, emanò una legge nella dieta di Ron- dinò al marchese Bonifacio II di condur-
Piacenza (e perciò ne
caglia presso feci gli milizie onde farne l'assedio. parmi- I

parola in tale articolo) da servir di nor- giani, visto contro di loro il marchese, si

ma a tutti i feudatari, stabilendo che i mi* perdettero di coraggio, e corsero a get-


«ori vassalli o sub-feudatari non po- tarsi a'piedi dell'imperatore, il quale rien-
tessero più essere spogliati de' feudi da' trato in città, ricevè il giuramento di fe-

regi jnissi, o da altri commissari, senza deltà da Bonifacio li, e dal canto suo giu-
causa conosciuta dal re, giacché tutti i rò conservare al marchese la vita e le di-
feudi dovea no passare per successione dal gnità di duca' e marchese, cosa veramente
padre ne'figli e nipoti, e in difetto di que- insolita, e che fece dire al poeta Doniz-
sti, ne'fi atelli del padre e suoi discendenti. zone nella Vita di Matilde: Nullus dux
L'imperatore neli027 nominò duca unquam meruit tam fo edera eulta. Nel
e marchese di Toscana Bonifacio II il Pio, io38 Bonifacio II ospitò splendidamente
figlio di Tebaldo contedi Modena, Reg- nella magnifica sua villa di Vivinaia po-
gio, Mantova, Ferrara, Cremona (V.) sta sul poggio di Monte Carlo nel terri-
ed altre città, nipotedel conte Alberto Az- torio lucchese, Corrado II coli' impera-
zone signore di Canossa di Reggio. De* trice e il suo figlio , oltre tutta la corte.
suoi ascendenti di legge longobarda, par- Bonifacio II rimase egualmente fedele al-
lai a Lucca e in tutti i ricordati articoli l'imperatore Enrico III figlio di Corrado
in che trattai dell'augusta casa d'Este; ed II, e nel i o/\i l'aiutò a prendere nella Sviz-
il Repelli ne ragiona nel cap. 6 dell' Ap^ zera il castello di Morat presso Neucha-
pendice al Dizionario della. Toscana , tel, nel regno dell' alta Borgogna, i cui
avvertendo che la gran contessa Matilde popoli eransi ribellati. Enrico neIio4ó
III

dopo aver lasciato verso il o8 il gover- i i passati i monti e giunto a Mantova, ven-
no Toscana, dichiaiossi d' origine
della ne regalato da Alberto visconte di quella
e legge salica. Noterò, che Bonifacio II città, cioè vicario di Bonifacio II, di 100
da alcuni fu chiamato HI, per la ragione cavalli e di 200 uccelli da preda, ciò che
che dissi del I. Era egli associato fin dal die all'imperatore alta idea dell'opulen-
ioo4 alle dignità di suo padre, cui poi era za d' un signore che avea un officiale si
succeduto nel io 12. Essendo ne'favori e magnifico al suo servigio; egli al suo ri-
devotissimo di Corrado II, ottenne pure torno ricambiò il visconte con pellicce, al-
la conferma di molti feudi che godeva uel- lora in gran uso, e l'invitò a pranzo: ma
5 ,

TOS TOS 1 1

Alberto si scusò poiché non avea l'onore vo parente Goffredo III il Barbuto o il
neppure d'essere ammesso alla tavola del lece hio duca della bassa Lorena, per ge-
suo signore, e solo ubbidì con permesso losia dell' aumentata potenza di questi ,

di Bonifacio 11. Questi fu tacciato d'es- venne fatta arrestare in uno al figlio da
sere un avido usurpatore di beni eccle- Enrico III, in un viaggio ch'egli fece in
siastici, però se ne pentì con confessione Italia nel io55, sotto pretesto che il ma-

a Guido abbate di Pomposa, che gli die trimonio erasi concluso senza il suo con-
per penitenza una disciplina sanguinosa, senso. Condusse Beatrice in Germania
forse obbligandolo purea restituir mal il e lasciò Federico in Italia per essere in-
tolto: sia qualunque la verità, no»» trovo fermo d'un male, da cui poco dopo morì.
giusto il Soprannome di P/o, che gli fu Lo sposo di Beatrice, Goffredo III, sde-
dato; dappoiché si conoscono le imperiali gnato del trattamento fattole sotto la fe-
annullazioni delle consuetudini perverse de d'un salvacondotto che lo stesso im-
del marchese Bonifacio 11 state duramen- peratore aveagli dato, si ritirò nel pro-
te imposte , e che la sua tirannide resta prio ducalo con ferma determinazione di
coperta dalla sua inclinazione religiosa, vendicarsi di tale affronto. Beatrice nel
che però fa contrasto ed è in opposizio- io55,dopo la morte del figlio, venne ri-

ne al suo operato sui beni di chiesa. Bo- conosciuta proprietaria usufruttuaria di


nifacio II divelluto vedovo di Richilde o Toscana e di tutti i beni del suor. ma-
Riccarda, figlia di Giseleberto conte del rito, contro la legge de'feudi, i quali in
sagro palazzo in Italia, e restato senza fi- difetto de'mas'chi erano devoluti al siamo-
gli, avea sposalo nelio36 Beatrice figlia re feudale. Ma Saint-Marc dichiara, esser
di Federico duca dell'alta Lorena. Indi- tale prerogativa straordinaria una clau-
?

cibile fu il lusso ch'egli spiegò ne 3 mesi sola del maritaggio di Beatrice con Boni-
impiegati a festeggiare queste nozze, ce- facio li, clausola che dovette essere auto-
lebrate a Marego città del Mantovano. I rizzata da Enrico III, onde dar qualche
molini situati sulle riviere vicine, macina- soddisfazione aFederico duca dell'altaLo-
vano aromi che profumavano l'aria d'in- rena, padie di Beatrice, il quale vantava
torno; i vini più squisiti attingevansi co- prelese sul legno dell'alta Borgogna. Inol-
me acqua ne'pozzi, e le secchie di cui la tre devesi notare con Repetti,che nel io 55
gente servivasi erano attaccale a catene già era seguito il matrimonio della gran
d'argento che pendevano da corde tessute contessa Malilde con Gotlifredo o Gof-
d'oro e d'argento; tutti i mense
vasi delle fredo il Giovane nato dalla 1
,"
moglie di
erano degli stessi metalli. La musica e gli Gottifredo o Goffredo il Secchio. Quel
spettacoli concorsero a rendere più. bril- Goffredo marito di Matilde e duca di Lo-
lanti le feste; e tutte le persone che vi si rena pur detto il Gobbo. Non senza
, fu
trovavano, ebbero prove della liberalità anacronismo V Arte di verificare le date
diBonifacio li, partendone cariche di pre- dice Malilde naia nel 1046, e maritata
senti. Portandosi esli da Mantova a Ci-e- vivente padre suo a Goffredo il Gob-
il

mona, traversando una folta foresta, fu bo, dopo aver detto morto Bonifacio li
ferito da una freccia avvelenata, per cui nelio52. Di altri anacronismi, senza ri-
ne moiì a'7 maggio o5*2, lasciando del1 levarli ne feci correzione, per rispetto a
2. suo matrimonio Federico che segue, quell'opera classica. Questi rilievi solo li

Beatrice a questo premorta, e la celeber- faccio, per ricordare sempre, che tutti fal-

rima Matilde. Federico detto pure Boni- liamo. Per eguale rispetto vado emendan-
facio, succedette fanciullo al genitore sot- do e taccio, gli anacronismi di Repetti
to la tutela di Beatrice sua madre, che ri- così dotto, così critico, così diligente. Se
maritatasi sul fiuir delio53 al pur vedo- tutto non mi sarà dato conoscere , e in
i.6 TOS TOS
epoche così tenebrose, par giustizia non 28 dicembre Gerardo colnomedi Nicolò
dovermisi attribuire a errore,ma di non li, e volle ritenere la sua chiesa di Firen-
mia pochezza co-
averli tutti potuti nella ze; partendo questi per Roma, accompa-
noscere. Perciò debbo ancor notare, che gnato da Goffredo III, tenne un concilio
avendo dovuto in tanti luoghi parlare de* a Sutri, co'vescovi di Toscana e di Lom-
due Gofhedi padre e figlio, ambedue du- bardia, per confermare la deposizione di
chi di Lorena e mariti di due marchesa- Benedetto X. Neil 061 tornando Nicolò
ne di Toscana, forse come altri avrò con- IIa visitare il suo vescovato di Firenze,
fuso le azioni di uno con quelle dell'al- ivi morì a' 22 luglio. Gli successe Ales-

tro, ed il presente articolo potrà servire sandro Il già vescovo di Lucca, chiesa che
a chiarire siffatti abbagli, sul padrigno e ritenne e volle poi visitare da Papa. Sde-
siili." marito di Matilde, il quale ultimo gnali Enrico IV e la madre della seguita
in opposizione alpadre fu di voto a En- elezione, senza esserne fatti consapevoli,
rico IV. Frattanto che Beatrice era pri- secondo il riprovevole abuso insorto, gli

gione in Germania accaddero grandi av- fecero eleggere contro l'antipapa Onorio
venimenti. Papa Vittore II andò in Fi- II, nell'ottobre. Questi colle truppe im-
renze per incontrarvi Enrico III nel i o55; periali nel 1 062 si portò a Roma per met-
e passalo da lui in Germania nel io56 tersi in possesso colla forza del preteso pon-
assistè alla sua morte; l'imperatore affi- tificato, si accampò ne'prati di Nerone e
dò alla sua tutela e a quella della
moglie molta gente uccise a'2 4 aprile nel batte-
imperatrice Agnese il figlio Enrico IV, re la città. Avendo Alessandro II chiamato
che poi fu famoso persecutore della Chie- dallaToscanaGoffredoIII,questoacerrimo
sa. Ritornato Vittore lì in Toscana nel nemico d'Enrico IV fautore dell'anlipa-
1 o5j, morì in Firenze a'28 luglio, e do- pa,glipiombò sopra colle sue forze,e l'anti-
po 5 giorni in Roma fu eletto successore papa a grande stento colla fuga potè sal-
Stefano IX detto X, fratello di Goffredo vare la vita tutto ferito, e sborsando mol-
III duca di Lorena e marito della mar- to denaro. Avendo il normanno Riccar-
chesana di Toscana, la quale già l'impe- do principe di Capua invaso alcuni do-
ratrice avea restituita al suo sposo, e ri- mimi della Chiesa, nel 1066 il Papa gli
tornata in Toscana insieme a Goffredo III marciò controcoll'esercito diGoffredo III,
l'amministrava, sia come proprietaria u- che combattendo con felice evento , co-
sufrulluaria e quale tutrice di Matilde. strinse Riccardo alla pace, colla media-
Stefano X considerando Enrico IV fau- zione di Guglielmo Testa Ardita conte
tore d'eretici e avverso alla s. Sede, di- di Borgogna, dopo vari fatti d'armi più.
visava collocare corona imperiale sul
la brillanti che decisivi, e ricevute molte ric-
capo del potente proprio fratello, e reca- chezze si restituì colle sue genti in Tosca-
tosi da lui in Firenze ivi morì a'2g mar- na. Per la fama che godeva di valoroso,
zo io58. romani desideravano a succes-
I appena egli apparse che Riccardo coll'e-
sore Gerardo vescovo di Firenze, ma una sercito abbandonò la Campagna di Ro-
fazione intruse l'antipapa Benedetto X, ma, e solo Giordano di lui figlio gli ten-
contro le ingiunzioni del Papa defunto, ne fronte fortificandosi in Aquino. Du-
che avea ordinato non doversi procedere rante quest' impresa, Enrico IV scese in
all'elezione, finché non fosse tornato il Italia col disegno di togliere a'normanni
gran cardinale Ildebrando, pois. Grego- le terre invase alias. Sede, per quindi pa-
rio VII, che avea spedito legato ad Eu- con Alessandro II e riceverne la
cificarsi
rico IV. Venuto Ildebrando in Toscana, corona imperiale, e giunse sino ad Aosta.
fece adunare nel duomo di Siena un con- Era uso che il marchese di Toscana do-
cilio, ove depostosi l'intruso, fu eletto a* vesseinconlrare l'impera torealloi che pas-
T OS TOS 117
sa va i monti; ma Goffredo III nulla fece, do eransi intavolate trattative di ricon-
onde offeso Enrico IV di tal mancanza, la s. Sede). Ciò avven-
ciliazione tra lui e
e diffidando d'altronde di sua fedeltà, se ne in epoca lagrimevole e funesta, prin-
ne tornò io Germania. Nel 1070 mori cipalmente per Y Italia e per Gernidn'ni,
Goffredo HI a^SjSettembre, senza lascia- perla terribile differenza insorta dopo l'as-

re continuando a governare la To-


figli, sunzioue alla cattedra pontificia del ze-
scana la vedova Beatrice, come avea fatto lantissimo s. Gregorio ìli contro gli ,

dopo la morte di Bonifacio li: ciò viene enormi abusi vigenti, tra il Sacerdozio
qualificato da Repetti, primo e forse u- e l'Impero, ch'è quanto dire tra il Papa
nico esempio di successione delle donne ed Eurico IV tenace sostenitore dell'/«-
al governo della Toscana. Dice inoltre che vesliture ecclesiastiche (J .). Deplorabile
Goffredo il Vecchio dopo il suo sposali- e vasto argomento, che per ragione di sto-
zio con Beatrice, avea presieduto a 'giudizi ria dovetti ripetere in tanti luoghi, e delle
marchionali della Toscaua,ora colla mo- grandi benemerenze di Matilde colla s.

glie ed ora solo; quindi lui morto, potè Sede e con s. Gregorio VII, che costan-
Beatrice ritenere le redini del governo temente difese dal perfido Enrico IV colla
marchionale insieme alla gran contessa sua potenza e colle armi che più volte ,

Matilde propria figlia ed erede del patri- capitanateda lei riportarono vittoria. lu-
monio paterno di Bonifacio li e al pari utilmente si fece mediatrice tra il tristo
che de'suoi titoli. Repelli chiama Gotti- principe sostenitore dell' antipapa Cle-
fredo I il Vecchio, Gottifredo li il Gio- mente III e degli eretici, persecutore cru-
vine, e riferisce che quest'ultimo finché dele della Chiesa e de'suoi degni ministri,
fu in Italia e che stette in buon'armonia col venerandos. Gregorio VII nel suo for-
colla moglie e co'Papi, partecipò anche tissimo castello di Canossa, ove l'assolse
del governo della Toscana , onde alcuni dalla scomunica. Questi iulelici e molte-
storici lo dissero marchese di Toscana e plici avvenimenti politico-ecclesiastici fu-
così il padresuo.Matilde nel febbraio 1076 nestarono le coscienze, e posero a soqqua-
restò vedova di Goffredo (altri dissero nel dro gli spiriti de'due diversi partiti. Ve
1086, ma qui trovo migliore l'altra epo- ne furono anche in Toscana di aderenti
ca), fatto uccidereda Roberto I conte di a Enrico IV, enon pochi de'vassalli della
Fiaudra nemico d'Enrico IV, e dopo due marchesana le ricusarono ubbidienza; ve
mesi perde la madre Beatrice, oude ri- ne furono per la malvagità de'tempi an-
mase sola al governo degli ampii suoi do- che di ecclesiastici, ma simoniaci, concu-
mini! e arbitra de'beui di sua illustre casa. cubinari e scismatici. Da simili combu-
Essa percorse la Toscana tenendo placiti stioni se la pontificia autorità fu rinfran-
in Firenze, in Volterra, in Pisa, e ciò sen- cata e resa indipendente laChiesa dall'Im-
za fare alcuna menzione, contro l'uso,del- pero pel suo imperturbabile propugna-
l'imperatore allora regnante (Enrico IV tore s. Gregorio VII, ne profittarono i po-
a rigore non si può dir tale, non essen- poli italiani per progredire nella loro e-
do stato coronato, anzi per cagione sua mancipazione dal potere assoluto de'so-
fu alterata la cronologia, essendo stato vrani.Lucca, Firenze, Pisa , Siena, Pi-
ommesso, chiamandosi il suo figlio En- stoia, ed altrecittà loscanegià fornite del-
rico V col nome d'Enrico IV; forse per le loro magistrature civiche, si liberaro-
questo Matilde ommise di nominarlo); no in gran parte dal dominio de'mai chesi
essa ne' placiti e altri supremi atti solo e vicari imperiali, la cui autorità più in
rammentava d'essere Gran Contessa per apparenza che in sostanza d'allora in poi,
la grazia di Dio (vi aggiunse il nome benché interrolta,ci viene dalla storia pre-
d'Enrico IV e quelli del suo regno quau- sentata. Nel pontificato di s.Gregorio VII
1,8 TOS TOS
non solamente per sua opera si consoli- a s. Pietro la signoria diToscana e diLom-
dò la sovranità temporale della chiesa ro- bardia, e perchè il documento fu invo-
7
mana ma moltissimo si aumentò colle
, lalo da qualche partigiano d'Enrico IV ,

donazioni della marchesana Matilde,y?/*o essa rinnovò la pia disposizione. D'allo-


remedio animar meae et parentimi inco- ra in poi la Toscana pontificia si chiamò
rimi, cioè di gran parte della Toscana e il Patrimonio di s. Pietro, perchè all'A-

della Lombardia e di tutta la Carfagna- postolo la donò Matilde. In seguito non la-
na (V.)j domimi che enumerai a Sovra- sciarono di molestarla gl'imperatori, pre-
nità' e con quali riserve vitalizie, cioè nel tendendo che loro appartenesse. Gl'un-
1077 o ^78 a s. Gregorio VII, e nel pugnatori della sovranità de' Papi e ligia
1 02 con rogito solenne li confermò aPa-
1 quella degl'imperatori, hanno declamato
squaleII;avendo notato negli articoli spe- contro tali donazioni, qualificandole ille-

ciali delle città e altri luoghi, che diversi- gali.Le chiamano segrete donazioni e ,

di essi giàappartenevano alla s. Sede, e checomprendevano oltr« beni patrimo- i

per le vicende de'tempi erano pervenuti niali di Matilde , in franco allodio e de'

in potere degli avi di Matilde. Valga per quali poteva liberamente disporre, altre-
un esempio il riferito dall' Adami, Sto- sì feudi che possedeva sotto dipenden-
ria di Volseno t. 2, p. j5, parlando del za diretta dalla corona d'Italia, e perciò
secolo XI. Riconosceva in questi secoli la feudi dell'impero di cui non avea il di-
Toscana differenti signori ; imperocché ritto di disporre. Che i Papi non fecero
quantunque tutta intera giuridicamente questa distinzione, ed arrogaronsi indi-
ella appartenesse alla s. Sede, per le do- stintamentegli uni e gli altri, tanto in di-
nazioni di CarloiMagno, di Lodovico I, e ritto che in fatto. Che gl'imperatori dal
di Ollonel fatta nel 967, contuttociò veli- loro canto si opposero ad un'usurpazio-
ne sovente smembrata, o per investiture ne così contraria a' diritti dell' impero ;
fatte dalla medesima s. Sede, o dalle oc- e le crudeli discordie ch'essa eccitò non
cupazioni de're d'Italia in tempi così tor- finirono che dopo la rivoluzione di ihie
bidi e bellicosi, come quel li furono; e quin- secoli. Io narrai queste gravi vertenze e
di trovasi spesso fatta menzione de' du- le pretensioni imperiali sulle donazioni di
chi, de' marchesi e de' conti della To- Matilde, e raccontai pure che gì' impe-
scana. A cagione dunque di guerra, egli ratori coscienziosi domandarono a'Pa-
crede che s'introducessero nel possesso di pi rinvestitura di parte del patrimonio
Jiolsena e d'altre terre i potentissimi an- di Matilde, come di Mantova, Parma,
tenati di Matilde, delle quali essa ricevu- Reggio, Modena, Garfagnana (1 .) e
tone per eredilà il dominio, la medesima loro territorii, e l'ottennero a vita col-
legovernò da sovrana; ma per nulla in- 1' annuo censo di 100 libbre d' argento,

superbita da questa signoria, né da quella col patto ancora di restituirlo alla loro
che vastissima possedeva in Lombardia, morte tutto intero e senza lesione al do-
sottoscriveva i suoi diplomi con questa u- minio romana Gli scritto-
della chiesa 1

milissima forinola: Mathi Ides Dei gra- ri del dominio temporale della Sede a-
fia Si Quid Est. Quest' insigne eroina si postolica ne riportano i documenti. Ma-
compiaceva tanto di Bo!sena,cheper gran tilde si meritò da'Papi i più gloriosi ti-

tempo vi si (ermo, e ad onore della voi- toli d'onore e dignità, come i\\ figlia pre-
senese s. Cristina martire le edificò una diletta di s. Pietro, di Generale di s.

bella chiesa e vi fece porre il corpo tro- Chiesa, e Vicaria d'Italia, ec. INel 1 080
vato nella vicina isola Mariana, ordinan- la marchesana mandò truppe a Ravenna
do che la città d'allora in poi si chiamasse percacciarue l'antipapa Clemente III, ma
di s. Cristina. Indi con testamento lasciò furono battute da quelle d'Enrico IV alla
TOS TOS 119
Volta nel Mantovano. Firenze sempre a- della s. Sede; il quale atto fu anche rin-
clerente di Matilde e di vota a s. Gregorio novalo nel r 102 dalla donatrice medesi-
VII, venne assediata nell'aprile 1081 da ma nella sua rocca di Canossa, e ciò do-
Enrico IV, eccitato a ciò dagli scismatici, po ch'erari separata senza divorzio dal 1."
assedio che durò sino al seguente luglio marito. Nel venerdì santo logr Enrico
o prima senz'alrun effetto. Nel 1082 En- IV tolse a Matilde Mantova, da Ini bloc-
rico IV tornò in Toscana e diede il gua- cala nel precedente luglio, conquista se-
sto al paese, senza prendere alcuna piaz- guita da tutte le terre al di là dal Po. Nel
za. Nel luglio 1084 l'esercito di Matilde 1093 sorprese le truppe di Matilde co-
pose in fuga quello d'Enrico IV, che sotto mandateda Ugo II marchese d'Este, mol-
gli ordini del marchese Olherto assedia- te ne uccise e fece prigioniere, le altre fug-
va il castello di Sorbara nel Modenese. girono; e continuò le sue conquiste, tra-
Perseguitato s. Gregorio VII dall'impla- lasciandole per tornare in Germania. La-
cabile Enrico IV, parti da Roma e riti- sciò l'esercito sotto il comando di Corra-
ratosi in Salerno morì nelio85. Per
vi dosuo figlio, che Matilde collo sposo ten-
pochi mesi gli successe Vittore 111, e do- tarono di guadagnare. Urbano li per con-
po di lui nel 1088 fu eletto Urbano II. siglio della contessa nel luglio 1094 partì
Questi per opporre ad Enrico IV e al suo per laLombardia,onde consolare colla sua
antipapa una forza che li potesse eonte- presenza que'popoli: alla fine dell' anno
nere, esortò la vedova Matilde disposa* giunse in Toscana accoltovi con gran di-
re Guelfo o Volfone V duca di Baviera vozione da Matilde e vi celebrò il Natale.
e nipote del marchese d'Iiste, di somma Indi Papa nel 1095 pas>ò a Piacenza e
il
1

potenza, ciò ch'ella eseguì nel 089, colla 1 vi promulgò lai." Crociata per la libe-

condizione, dallo sposo accordata, di con- razione della Terra Santa da' saraceni,
servare nel toro maritale illesa l'onestà e ed in queste guerre sagre si segnalò il va-
Ja pudicizia; dopo avere rifiutato la mano lore di molti toscani croce.signati. Con
di Roberto figlio di Guglielmo I il Con- GuelfoV alla testa, le truppe diMatilde nel
guistatore re d'Inghilierra. Per questo 1 096 riportarono vittoria su quelle d'En-
matrimonio non poco si rattristò Enrico rico IV. Il duca disgustato della moglie
IV,sul riflesso che il duca era bellicoso co- che disprezzava lo, soprattutto dopo che
me il padre, ed ambedue forti sostegni del d'Enrico IV aveano cominciato
gli affari

partito apostolico , imparentati stretta- a piegarmale, poco dopo determinossi


mente con molti principi della penisola. d'abbandonarla e di tornare in Baviera.
IlMuratori non sembra dubitare che nel- Sembra ignorarsene la vera cagione: si

l'alto matrimoniale fra la marchesa e il suppose che principal causa di questa se-

duca si fosse pattuito,! he nel caso di mor- parazione fosse l'essere Guelfo V venuto
te della sposa, i beni allodiali e tutti i luo- in cognizione della donazione fatta da Ma-
ghi, corti e paesi della ricca casa di Bo- tilde alla s. Sede, per cui vedendoci de-
nifacio li di lei padre avessero a ricadere luso nelle sue speranze d'eredità, non vol-
in quella del marito. Riflette però Repet- le aver più che fare con essa. Matilde non
ti, che s'è vero in legge, che il distruggere provò alcun rammarico per la sua par-
un atto di donazione inter vivos distrug- abbandonaro-
tenza; e Guelfo col padre
ga qualsiasi rogito in contrario, bisogna no per dispetto il partito del Papa e rien-
ammettere che quella clausola del con- trarono in quello d'Enrico IV; indi sce-
tratto mairi moniale non tenesse, essendo sero in Italia a portarla guerra a Matil-
stato preceduto il matrimonio col duca di de, però senza successo. Nell'autunno del
Baviera dall'islru mento di donazione fat- 1 101 ella marciò alla testa del suo eser-
ta nel 1077 dalla gran contessa a favore cito sopra Ferrara, ch'erasi ribellata da
i2o TOS TOS
vari anni. I ferraresi visto tale esercito, qualche tempo d'aver duchi, poiché Luc-
ed i che veneziani ed raven-
vascelli i i ca si vuole che sin d'allora s'incominciò
nati conducevano a Matilde per aiutar a governare da se, e Pisa si rese indipen-
per mare l'assedio, si arresero senza di- dente. Enrico V calato in Italia, a danno
fendersi. A vendoparmegiaui oltraggia-
i della s. Sede si usurpò i domimi diMa-
to il cardinal Uberti nunzio di Papa Pa- tilde, invitato da'suoi partigiani a pren-
squale II presso Matilde, questa trovan- derne possesso. Osserva il Repetti sul go-
dosi in Modena raccolse le milizie e mar- verno marchionale di Beatrice e Matilde,
ciò su Parma, la quale subito si sottomi- che il partito da loro preso a favore de'
se, e il cardinale le impetrò il perdono. Papi contro gl'imperatori, aprì a' popoli
Essa, secondo Repetti, pare che dopo il soggetti un campo opportuno per eman-
I 1 07 e dopo l'assedio di Prato, non pre- ciparsi dal dominio imperiale: talché do-
siedesse più al governo della Toscana, sul- po il governo assoluto e marchionale della
la quale crede che cessasse d'ogni giurisdi- gran donna, di lei successori, o uon fu-
i

zione marchionale. Poiché negli pub- atti rono più come per l'innanzi cotanto ser-
blici non vi comparisce più qual marche- vilmente ubbiditi, o poco eglino si man-
sa, né con viene che la gran contessa ritor- tennero al comando nella qualità di vi-
nasse a comandare in Toscana nel 1 1 1 2 cari degl'imperatori, e talvolta furono ar-
qual marchesa, nel cui tempo era gover- mata mano respinti da'popoli. Ne' regni
nala da un vicario imperiale d'Enrico V, d'Enrico Ve di Lotario II non trovatisi
succeduto ai padre Enrico IV, dicendo che governatori amovibili di Toscana, co'
che avendo tralasciato d'usare il titolo di titoli di presidenti e marchesi, ili.°de'quali,
marchesa, si chiamava contessa. Crede in- secondo Repelli, e immediato successore
oltre che il non trovarla più governali'!- dopo Matilde, fu il marchese Rimberto o
ce della Toscana, derivò forse da misu- Roberto, ucciso sotto Monte Cascioli, pic-
re politiche prese da Enrico V, e docu- i colo castello preso e disfatto nel 1 1 1 3 da'
menti posteriori ali 107 sono tutti datati fiorentini, ludi nel 6 Robodoue o Rat- 1 1 1

da s. Cesario presso Bologna, da Ronde- bodo, che neh 1 19 non era più in digni-
no di Reggio, da Polirone sul Po, e da tà. Corrado duca di Ravenna fu fatto mar-
altri paesi di Lombardia. Matilde si dis- chese da Enrico V in detto anno. Al suo
gustò con Enrico V quando questi s'ini- tempo cominciarono le famose guerre di
micò con Pasquale II, indi acconsentì al- rivalità tra Pisa e Genova, durate per
le proposizioni d' accomodamento, e si secoli. Corrado morì o cessò di governar
portò da Canossa a Bibianello, ove lac- la Toscana nel 1 1 3 poiché in questo tro-
1 ,

colse a'6maggio 1 1 1, festeggiandolo ne'1 vasi presidente e marchese di Toscana


3 giorni che rimasecon lei. Eurico V per Ramberto o Piimprelto, forse morto nel
gratitudine e per provarle la slima che 1 i32.L'imperatoreLotarioII investì del-
faceva di sue chiare virtù e rara pruden- la contea di Toscana e del ducato di Spo-
za, la chiamò madre e dichiarò vice-reg- leto, il suo genero Enrico il Superbo duca
gente o vice-regina di Lombardia. Mei di Baviera, della linea d'Este di Germa-
i 1ricuperò Mantova, e nel 1 1 i5 ivi
j
I
nia, in considerazione de' diritti derivati
o a Bondeno morì e fu sepolta nell'ab- a questo ramo da Guelfo V marito di Ma-
bazia di s. Polirone presso Mantova, don- tilde; ma vuoisi che essa nel separarsi da
de più laidi Urbano Vili fece trasporta- lui annullasse i patti dolali, co'quali di-
re corpo nella basilica Vaticana e le
il cesi l' avesse dichiarato suo erede. Papa
eresse un magnifico mausoleo. Dopo la Innocenzo li nel 1 1 34 »el concilio di Pisa
sua morte la Toscana vide a mano a ma- investì della Toscana, cioè nominò vica-
no distrutto il sistema feudale, cessò per riod'Enrico, il murcheae logilberto iu To-
TO S TOS i2i
Senna, poiché di questa egli già ne avea in- do Guelfo VII suo figlio per governare
vestito Lotario II qual feudo della s. Se- la Toscana in sua assenza. Il giovane prin-

de, mercè l'annuo tributo diioo libbre cipe si comportò da meritarsi l'affezione
d'argento, e lo confessa X Arte di verifi- de' popoli, ma mori nel 167; e Guelfo 1

care le date non certamente tenera per


ì
VI suo padre, vedendosi senza figli, isti-

la sovranità pontificia. Peròi lucchesi non tuì erede Enrico il Leone, suo uipole, pe-
volendo alcun comandante, rigettarono rò con l'obbligo di pagargli certa som-
il marchese, gli fecero guerra e lo caccia* ma di denaro. Non facendosi egli carico
rono, quantunque in certo modo e quali di pagar questo debito, Guelfo VI cam-
alleati dell'imperatore fosse sostenuto da' biò disposizione, e per punirlo cede e im-
pisani, presso i quali si rifugiò. Neh 37 i pegnò neli 169 tutti i suoi beni all'im-
Lotario II accorse in aiuto d' Ingilberto peratore Federico I,col quale anche Pa-
e lo ristabilì. Cessato di vivere in Germa- pa Urbano III nel 1 186 si lamentò,perchè
nia Enrico, l'imperatore Corrado III creò riteneva e avea disposto del patrimonio
marchese Ulderico o Ulrico conte di Len- di Matilde, spettante alla s. Sede. Guel-
feburgo sotto il cui governo le guerre
, fo VI morì Germania neh 195, dopo
in
de'lucchesi, pisani e genovesi cagionava- aver concesso a Lucca 6 miglia di giu-
no in Toscana disordini gravissimi. Nel risdizione nella città e dintorni. Già sino
1 153 Guelfo oWelfo VI d'Esle, fratello dah 83 eransi finalmente nel congres-
1

d'Enrico il Superbo, ricevè dal nipoteFe- sodi Piacenza stabiliti preliminari del- i

derico I di Svevia re de'romani l'inve- la famosa pace d' Italia, sottoscritta a Co-

stitura della Marca di Toscana, e quella stanza, tra Federico I e le città collega-
de'beni allodiali di Matilde e del ducato di te dellafamosa ^ga Lombarda, cioè di
Spoleto, qual nipote di Guelfo V Bava- Lombardia, Marca e Romagna. L'impe-
ro-Estense2.°marito della gran contessa, ratore convenne, che le città comprese
onde s'intitolò: T l elplius Dei gratin dux nella pace, restassero in possesso- di loro
Spoleti, MarcliioTusciae,Princeps Sar- libertà, delle regalie e delle consuetudi-
dinia e ae Corsicae > et Domimi.? totius ni, ossia de'diritti che da gran tempo go-
Doni us Comitissae Mathildis. Dunque devano, con riservare agl'imperatori l'al-
errò Pellini, nella Storia di Perugia, ri- to dominio, l'appellazione e qualche al-
portando che nel 54 Federico I donò 1 1 tro diritto riferito altrove più volte. In
allaChiesa il marchesato di Toscana, il du- sostanza tali riserve furono quasi vani ti-

cato di Spoleto e il principato di Sarde- toli e sterili atti d' omaggi, e la lega osò
gna già della contessa Matilde. Anzi nel porre de' limiti al potere imperiale del
detto anno recatosi Federico I in Tosca- valoroso e prepotente Federico I. Incre-
na, accolto con grandi onori anche da'luc- dibile fu l'allegrezza di tutta la Lombar-
chesi e pisani, per comporre le vertenze dia per questa pace, mediante la quale ri-

fra questi, i fiorentini e gli aretini ;


pas- stabilì, coll'approvazione dell'imperato-
sando nel 1 1 55 in Roma a ricevervi la co- re, la forma di repubblica in tante città,

rona imperiale da Adriano IV, questo ve- con governo diverso da quello de'secoli
dendolo veuire con un esercito e quasi co- precedenti, che in tanti luoghi ho descrit-
me nemico, cinse di mura e di torri Ha- to. Negli atti della pace, presso Muratori,
7
dicofani (f .), ch'era dominio della s. Se- non vi lessi alcuna città di Toscana com-
de, ed a Qui ri co volle che ad essa giu-
s. presa; tuttavia nelle città toscane viep-
rasse fedeltà prima d'entrare in Roma. più si regime indipendente e
sviluppò il

Nel 1 1
59 Guelfo VI aiutò l'imperatore a democratico, e non tardarono ad eriger-
ridurre Crema eh 'erasi ribellata, e nel se- si manifestamente in repubbliche,ad onta

guente anno tornò in Germania, lascian- che Federico I neh i85 alle città losca-
voi.. LXXVIII.
9
19.2 TOS TOS
ne restrinse le regalie consuete e il rispet- dissero Ghibellini o Gibellini. Di que-
tivo contacio, tranne Pisa e Pistoia. Suc- st'ultima fazione erano principalmente i

cessore aGuelfo VI defunto,Filippo figlio marchesi, i conti, i castellani, e altri no-


di Federico I venne nominato marchese bili godenti feudi dell'impero, per man-
di Toscana, e poi nel 97 duca di Sve- i i tenersi contro le città libere, che cerca-
zia dall'imperatore Enrico VI suo fra lei* vano assoggettarli.Moltecittà,anche trat-
lo,anzi secondo alcuni l'imperatore eresse tate favorevolmente dagli imperatori ,

la Toscana in ducato, e dopo la sua morte prodighi di diplomi e privilegi, entraro-


nel 1
1
98 Filipposi fece eleggere re devo- no nella fazione ghibellina, pel bisogno
niani, mentre pretendeva all'impero Ot- che avevano della loro protezione, onde
tone lV,che poi prevalse. E'probabile che non venire in servitù d'altre vicine città

per tutta la sua vita conservasse la Tosca- più potenti e più agguerritele due fazio-
na e gli altri beni della successionedi Ma- ni si distinsero per alcuni usi, come ne'
r
tilde, ma dopo la morte del fratello vi go- segui esterni, negli Stemmi (p .),ne\ la for-
r
dè poca autorità. Imperocché Enrico VI ma delle Torri (f >) che in immenso nu-
ordino morendo che si restituisse alla s. mero possederono, e alla loro volta ab-
Sede le terre della conlessa Matildee quel- batterono , nelle perpetue guerre di di -

le altreda lui occupate, sapendo bene che struzione durate più secoli. Inoltre le due
ilpadre suo Federico avea promesso a 1 fazioni costumarono proprie e particola-
Papa Alessandro III di restituirgli il pa- ri foggie nella forala delie case, delle fi-

trimonio della gran contessa, ma poi nella nestre e persino ne'campanili, il che pu-
pace di Venezia se lo riserbo. L'energico re rilevai a Torre Campanaria, e nel voi.
Innocenzo IH, dopo avere tatto lega colle LXXVI, p. 76; e quanto alle finestre, i

città toscane, tranne Pisa e Pistoia, do- guelfi leusavano con telati a croce in pie-
po avere ricuperato le marche d'Ancona, tra, ed ghibellini con due archetti per Io
i

di Camerino e di Fermo, che Enrico VI più acuminali con colonnetta nel mezzo.
avea date a Marcualdo; e volendo in se- Gli odii de'due partiti si accrebbero per la

guito ricuperareanche la Toscana, a mez- rivalità diFilippo diSvevia,edi Ottone IV


zo del cardinal Cintio Cenci legato apo- di Sassonia, competitori all'impero: ili.
stolico, fece lega formidabile con Lucca, discendente dall'antica casa deGliibling
Firenze, Pistoia , e altre città di questa avea contro il Papa Innocenzo IH, il qua-
Marca, che avevano aderito al partito ec- le favoriva Ottone IV, della famiglia de'
clesiastico,ed esse feceroal cardinale il giue- Guelfi; e da ciò venne che guelfo par-
ramento però ad eccezione di
di fedeltà, tigiano del Papa significasse in seguito,
Pisa^che sola rimaneva fedele a Filippo, come ghibellino partigiano dell'impera-
egualmente che aldi lui nipote e fanciullo tore. Altre opinioni sull' origine di que-
Federico 1 1 poi imperatore. Come alla le- ste terribili fazioni andai scrivendo ne*
ga col Papa delle città toscane si pose tanti luoghi ove dovei con pena ragio-
alla testa Firenze, così alla lega contra- narne. Quando gl'imperatori fecero guer-
ria sì pose Pisa, formando due opposte ra a'Papi,capi e difensori della parte guel-
fazioni. Secondo il Muratori,quesla fu nel fa, i vescovi di molte città toscane presie-
1 198 l'origine in Italia delle due fune- devano alle deliberazioni del popolo. Fi-
stissime e sanguinose fazioni de' Guelfi lippo di Svevia fu assassinato nel 1208,
e Ghibellini. Quelli che per conservare e con lui fermino la serie de' Marchesi
la loro libertà, e non essere più vessati da- di Toscana, e la regione si costituì in di-
gli officiali dell'imperatore, parteggiava- verse repubbliche. Ottone IV nel 1209
no pe'Papi s'appellarono Guelfi o fVel- divenne imperatore, pel patrocinio d'In-

fi: quelli che slavati per l'imperatore si nocenzo IH che lo coronò, e tosto ingra-
TOS TOS 123
temente anch'esso usurpo alIaChiesa par- mechè divìse e discordi per le fazioni de'
te del patrimonio di Matilde, onde fu sco- guelfi e de'ghibellini, chiamate pure de'
municato e deposto. Appena Papa Ono- Bianchi e ile Neri (tQ, cioè i bianchi si

rio IIIcoronò il successore Federico li di unirono a'ghibellini, neri i a'guelfi. Fatal-


Svevia ottenne la restituzione di parte
, mente a' nostri giorni si sono rinnovati
del patrimonio della contessa Matilde,se- tali vocaboli con qualche diversità di pò
condo le disposizioni del padre suo En- litico significatOjche rimarcai nel vol.LIH,

rico VI, ma presto tornò a usurparlo, di- p. 289. In tale memorabile e funesto pe .

Tenne persecutore della Chiesa, forse peg- riodo uscirono dal loro seno i più grandi
gio dell'avo Federico I, ed acerrimo fau- ingegni che celebrai ne'loro articoli. Fu
tore e sostenitore del ghibellinismo, perciò allora che Pisa ebbe sommi legislatori in
più volle da'Papi scomunicato e deposto Borgondio, celebri architetti in Bonan-
dall'impero. no, distinti pittori in Giunta detto Pisa-
Ormai tutla quanta la Toscana si go- no, sebbene di Calci, ed egregi scultori in
vernò a repubblica e con reggimenti mu- Nicolò Pisano: le glorie marittime de'pi-
nicipali, mediante i corpi decurionali e sani, le loro conquiste, sono troppo no-
magistrati consoli, podestà, rettori, prio- te nell'Isole Baleari, e in quelle di Sar-
ri, anziani e gonfalonieri, i quali molle degna e di Corsica, e sì ancora nelle cro-
città, terre e castella della medesima gli ciale di Siria. Nella loro città aprirono un
aveano mollo fempo innanzi al 1200. In emporio libero a'mercanti di tutte le na-
Toscana non potè durare lungamente al zioni; ma poi finirono con essere signo-
pori d'altre provincie d'Italia un domi- reggiati da diversi prepotenti, e conqui-
nio esteso di feudatari, massime dopo che stati da' fiorentini, le discordie co'quali
le città toscane, fatte forti e indipendenti, rimontano al 1220. Comparì Dante in
costrinsero i magnali di contado a cedere Firenze che fece sfolgorare in Italia il ge-
a quelle le loro rocche e castella, a pren- nio nelle lettere, come sfolgorò la sua pa-
dere stanza in città, ed a pagare un annuo tria nelle arti, nelle armi, ne'consigli, neh
tributo. Nel generale entusiasmo per una le ricchezze e nella mercatura. Pretese-
agitatissima e sanguinosa libertà, gli uo- ro* alcuni di fare risalire l'origine della
mini si trasportarono al di là de'giusti li- libertà fiorentina al 962, pe'privilegicon
miti, talché ogni popolo si considerò tanto cessi a Firenze da Ottone I: allora con-
più indipendente, quanto più avea mez- tava 6 miglia di circuito, e verso quel tem-
zi di mantenersi libero, formando quasi po vi si stabilirono le famiglie degli U-
esclusivamente le proprie leggi e statuti, berti, de'Lamberti e altri di stirpe ger-
in guisa che in Toscana dopo il 1 200 sor- manica, che figurarono nella sua storia
sero tante repubbliche e repubblichelte antica. Nel 1078 Firenze fece il 2. suo
quante furono le città, le terre e perfino cerchio delle mura; e neh 107 fioren- i

anche i borghi, quali ebbero la smania


i tini cominciarono ad ingrandire il picco-
di reggersi colle proprie costituzioni e sta- lo loro territorio, conquistando alcuni ca-
tuti. Primeggiai onoefui ono potenti, ric- stelli vicini, come Monte Orlandi e Pra-

che e famose le repubbliche di Firenze, to. I nobili del contado vinti dal comu-
Pisa, Siena, e Lucca che durò più di tut- ne, vennero obbligati a farsi cittadini. Nel
te con alternative vicende politico-reli- 1 1 88 Federico I portatosi a Firenze, mo-
giose e dopo tante pèrdite del suo terri- strandosi favorevole a Pisa e Pistoia, pel-
torio. Ciascuna di esse ebbe le sue epoche le lagnanze de'nobili del contado fioren-
brillanti di gloria, ed i particolari loro fa- tino, per 1' occupazione e distruzione di
sti furono deturpali dallo sparso sangue molti castelli, lo diminuì e tolse al co-
cittadino che innaffiò le patrie pianure,co- mune alcune regalie. Però neh 192 i fio-
n4 TOS TOS
rentini crocesignati, avendo fallo prova un piccolo giglio rosso sopra la testa in
del loro valore nella conquista di Damia- campo bianco. L* arme del popolo fu la
ta, la giurisdizione del contado fu estesa croce rossa in campo bianco. Firenze,
al circuito diio miglia fuori della città. grande, ricca e potente, die a conoscere
Firenze conta suoi consoli e il suo po-
i d' avere una fondata sperienza intorno

destà sino da'primi anni del secolo X IT, l'arte di governare, sia nell'usare i ma-
e nel 1200 ebbe il podestà forestiere in gistrati fiorentini alcune elargizioni ver-
Paganello da Porcari. 11 podestà di giu- so i vassalli che aderivano al loro invito,
stizia fu messer Gualderotto da Milano, come nel punire coloro che ricusavano
eletto nel 1207, durando un anno l'ufli- di ubbidire, escludendo questi da'diritti
zio. Neli2i5 inesser Buondelmonte de' di cittadinanza, dalle compagnie o Uni-
Buondelmontijdivotoal Papa, avendo ri- versità artistiche, ed ammonendo o e-
cusato di sposare la fidanzata, della fami- siliando i più faziosi coll'espugnazione
glia Amidei ligia all'imperatore, per spo- diroccamento delle loro torri in città, del-
sare un'altra dicasa Donali, fu ucciso nel lerocche e delle castella in contado,ocol-
giorno di Pasqua dagli Uberti, Lamberti, l'incorporare il loro distretto al contado e
Gangalandi, Fifanti e altri, per vendicare giurisdizione della repubblica. Allorché lo
la ripudiata della gente Amidei. Questo spirito democralicOjfavoreggiato dal guel-
fatto die principio a nuove discordie citta- popolo cominciò a
fismOjSi rese più. forte,il
dinesche, nelle quali tutte le case si divise- prendere nuovi spedienti per abbassare la
ro in due parti, che presero i nomi di fa- prepotenza della nobiltà. La signoria di Fi-
zioni di guelfi e di ghibellini. Nel 1218 renze impiegò somme enormi per dilata-
i fiorentini fecero giurare ubbidienza da re il suo dominio colla comprita di mol-
tutto il contado alla signoria del comu- te castella e corti, acquistate da prepo-

ne. Per la divisione de'nobili e popolo in tenti signorotti e tirannetti; laonde fu os-
due parti, essi aderirono ora a'guelfi, ora servalo, che ni un distretto o contado fu
a* ghibellini. Il popolo nondimeno fino a così caro prezzo acquistato,quanto quel-
da'primi tempi fu favorevole a'guelfi, e lo che andò formando il comune di Fi-
di qui venne, che quantunque i ghibel- renze, eminentemente guelfo. Firenze co-
lini restassero vittoriosi in più combatti- lonia di fiesolani e d'origine etnisca, col
menti, non poterono mantenere la loro progredir degli anni giunse a signoreg-
preponderanza se non per via degli aiuti giare la Toscana. Altra repubblica nobi-
stranieri. La vittoria di Carlo I d'Angiò le e potente fu Siena, che all'incominciar
sopra Manfredi chiuse per sempre al ghi- del secolo XIII andò tarpando le ali a'

bellinismo le porte di Firenze: a nulla più potenti magnati del suo contado, e
valsero gli sforzi d'Enrico VII, la vittoria ad obbligarli a molte cose. Essa sostenne
d'Uguccione a Monte Catini, ne la gran- una guerra accanita contro l'emula Fi-
dezza di Castruccio, perchè Firenze ri- renze e la lega guelfa toscana, che riuscì

mase costante nel guelfismo. Mentre ar- per le conseguenze forse la più memo-
devano tali ci vili contese fu cambiata l'ar- rabile delle repubbliche italiane del me-
me antica del comune. Il gonfalone metà dio evo, riportando sanesi la famosa vit-
i

bianco e metà rosso fu abbandonato; l'al- toria d'Arbia e di Monl'Aperto, che im-
tra insegna del giglio bianco in campo merse nella desolazione le famiglie di Fi-
rosso, fu mutata in quella del giglio ros- renze e anche di Lucca: la Toscana quin-
so in campo bianco: il gonfalone aboli- di fu riformata a stato ghibellino impe-
to rimase alla fazione ghibellina. La par- riale, con principi! oligarchici, onde Luc-
te guelfa prese per insegna un'aquila ros- ca avendo resistito e negato di aprire le
sa che ha sotto i piedi un drago verde, e porte a'viucitori, per qualche tempo ser-
TOS TOS 125
ri d' asilo e baluardo de' guelfi toscani. Castruccio di tiranneggiare la patria, pel
Siena sali allora all'apogeo di sua gloria, suo genio guerriero e politico più rinoma-
e prelese d'annientare l'esistenza di Fi- to di sua età; egli prese a regolare ghi- i

renze, con esigerne la demolizione, e che Toscana per farli operare d'ac-
bellini di
in Empoli si stabilisse la metropoli di To- cordo con quelli di Lombardia, e fece cose
scana, essendo unita a Manfredi capopar- lodevoli per Lucca, aspirando a rendere e*
te ghibellino e usurpatore di Sicilia. Di- reditaria la sua signoria. Gli riuscì domi-
venne poi Siena guelfa, e con Firenze fra nare buona parte di Toscana, e mentre si
le repubbliche guelfe di Toscana ebbe il proponeva di conquistarla interamente, i
coraggio di chiudere le porte all'impera- fiorentinipromossero contro di lui una po-
tore Enrico VII acerrimo nemico de'guel- tente lega guelfa, ch'egli completamente
fi. Tiranneggiata da'Petrucci, dopo osti- vinse adAltopascio(sollo questo nome nel
nata guerra; Siena fu penultima repub-
la secolo precedente nellaToscana era stato i-

blica a cadere in Toscana. Lucca , come stituito un ordine equestre, approvato da


Pisa, fedele a Enrico IV, ricevè da esso in- Gregorio IX). Cominciava le sue conqui-
sieme a. Pisa tali privilegi che si potino di- ste quando la morte ne troncò il corso, e
re primi segnali di loro municipale e-
i il principato cadde con lui. Egli ebbe il ti-

mancipazione, e uel 090 Lucca già avea


1 tolo di conte palatino, come nel secolo pre-
i consoli maggiori rappresentanti comu- cedente l'aveano portato Aldobrandini di
nali, e poi di varie classi e con diverse cu- Soana in Tuscia corniti's palatini come ',

rie. Inoltre Enrico IV le concesse il ter- 1' avo Ildebrando, i conti Guidi e conti i

ritorio in propria giurisdizione, la quale Alberti di Praia, come ricavo da Murato-


fu in seguito estesa da Guelfo VI al mo- ri. La repubblica soggiacque a un vicario

do detto. Dopo
morte dell'imperatore
la imperiale, si assoggettò poi al re di Boe-
Enrico VI neli 197 le città e magnati di mia, fu occupata da'pisani, finche ricupe-
Toscana tennero una dieta in s. Geuesio rò la libertà e si modellò nel reggimento

presso Miniato, tranne Pisa e Pistoia,


s. repubblicano come il fiorentino. Non tar-
e giurarono di non più riconoscere alcu- dò a passar nella signoria di Paolo Gui-
no per imperatore o duca o marchese,
re, nigi e di altri, finché ripristiuatosi il go-
senza il consenso del Papa. Ma appena In- verno democratico, questo cessò coll'in va-
nocenzo III coronò Ottone IV , fu rico- sione francese nel declinar del secolo pas-
nosciuto questi da diversi comuni e ma- salo. Cosìterminò l'ultima repubblica di
gnali, e specialmente da Lucca , per cui Toscana. Altre primarie repubbliche to-
l'imperatore largheggiò con essa iu privi- scane, e secondarie alle Dominate, furono
legi. E perchè essa avea usurpato diversi quelle di Pistoia, Arezzo , Cortona, VoU
feudi-delia Garfagnaua del patrimonio di terra, Massa Marittima, Grosseto, ec.
Matilde,l'intei disse Gregorio I X.Già Luc- Molte terre della Toscana erettesi pure in
ca avea il podestà e tribuni militari. Go-
i repubbliche, restarono più o meno tardi
vernandosi da se, la repubblica di Lucca vinte dalle più potenti per forza, per ma-
si onde due
collegò a quella di Firenze, i lizia, per divisioni intestine, o per dena-
governi furono per lungo tempo l'anima ro. II secolo XIV può dirsi il più bel se-
della lega guelfa in Toscana; ma anch'es- colo per le repubbliche e città toscane, nel
sa per la forza delle circostanze dovè pie- qual periodo fiorirono Dante, Castruccio,
gare a parte ghibellina, massime quando Arnolfo da Colle, Giotto, i Villani, Petra r •
l'oppresse Uguccioue della Faggiuola si- eAndrea Pisani, SimoneMem-
ca, Giovanni
gnore di Pisa e terrore de'guelfi, che vin- mi e Simone Tondi, per uon dire d'altri
se in battaglia campale a Monte Catini in ingegni toscani d'imperitura rinomanza.
Val di Nievole, Riuscì poi nondimeno a Il comune di Firenze uel secolo XV giuu-
i 26 TOS TOS
se al colmo maggiore della sua gloria, po- ze, i quali invece di svilupparli in quel-
tè riunire nel suo distretto la maggior l'articolo serbai'per questo più centrale,
parte delle città e terre emancipale, tol- come quella che prevalse a ciascuna nel-
tile dalle poche miglia di territorio che la potenza e nello splendore, ed è metro-
possedeva nel suo contado, giunse a poi- poli ben degna del granducato di Tosca-
tare il suo dominio da Livorno sino al di na, che a'nostri giorni fini di comprende-
làdell'Apenuino di Romagna, soggiogan- re tutte le repubbliche Toscane, colla riu-
do a poco a poco anche le maggiori città nione di Lucca e suo ducato.
della Toscana, meno Siena e Lucca, on- Firenze postasi io libertà,nellasua pos-

de il territorio della i epubblica fiorenti- sanza, successivamente si vide lacerata, e-


na divenne uno de' più rispettabili tra gualmenle che molte altre città, dalle fa-
quelli che allora figuravano in Italia, per zioni guelfe e ghibelline, le quali a vicenda
cui molti principi ambirono 1' amicizia e dominarono sotto nomi di bianchi e di ne-
i

la cittadinanza di es>a, finche Firenze al ri (e tornai a farne cenno nel voi. LXlV,p.

pari di Pisa essendo passala dallo stato di 287): e per sopirle e pacificarle inutilmen-
libertà alia tirannide, questa servì di sca- te si adoperarono Alessandro IV a mez-
la alla distruzione delle due repubbliche. zo del cardinal Beccaria, e Gregorio X in
Dice il Repelli , che Pietro e Giovanni persona. Pisa, Siena e Lucca, scosso il gio-
Gambacorti in Pisa, Cosimo il Fecchio e go imperiale, provarono gli stessi edetti
Lorenzo de Medici in Firenze, si puòquaai della discordia. Al fomentatore del ghi-
asserire che con un'influenza grandissima bellinismo Federico II, successe il figlio
sopra que' popoli preparassero la tomba naturale Manfredi che s'impadronì del re-
al governo repubblicano della loro pallia. gno di Sicilia, senza curarsi del nipote
Pisa dopo essere caduta in potere d'un Coi radino l'ultimo legittimo degli svevi,
traditore segretario, cadde in mano della e delle sue proteste. Ebbe 1' audacia di
sua odiata rivale, che trailo la ciltà e il portar le armi, anche saracene, ne'domi-
suo contado come un paese di conquisi.», uii della Chiesa, e capoparte ghibellino
finché 22 anni dopo Firenze ebbe a sog- soccorse i ghibellini di Toscana e di Lom-
giacere alla stessa aorte, conquistata dalle bardia. Aiutò i sanesi ghibellini, contro i

armi di quella casa potentissima che un i fiorentini e altri guelfi nel 1260, nella
secolo innanzi quasi adorava nella perso- disastrosa giornata di Moni' Aperto, per
na di Cosimo il / (((ìlio coi titolo di Pa> la quale divenne vicario di Toscana e vi
tire della patria. Le due superstiti repub- esercitò la suprema autorità, ficendo ri-
bliche, Siena e Lucca, che l'occhio Medi- siedere in Siena il suo vicario. i\eli263
ceo guarda va coni nquietudine,rispetto al- Lucca divenne ghibellina con tutto il re-
la i ."presto se ne impadronì; quanto alla sto della Toscana.Tuttavia non tardò il
piìi vecchia repubblica dellaToscana, Luc- tempo in che declinando il partito impe-
ca, essa seppe mantenersi libera dal i 100 riale ghibellino, si trovò costretto di ce-
circa fino al 1
799, mercè l'unione de'suoi dere a'guelfi la supremazia politica io To-
aristocratici senatoii, stata fino allora ap- scana. Firenze in mezzo alle agitazioni che
pena di nome dipendente dagl'imperato- sembrava dovessero distruggerla, eslese
ri, edopo aver figurato qual ducato, ven- la sua signoria al di fuori, sottomise le vi-

ne riunita alla Toscana. Dopo questi fu- cine città e divenne finalmente la capita-
gaci tratti sull'origine delle repubbliche le e la dominati ice di tutta la Toscana.
toscane, il di più potendosi leggere a'io- Le allre potenze italiane inutilmente ten-
ro articoli, ripiglio la narrazione generi- tarono impedirne progressi. i Il reggimen-
ca delie principali vicende storiche della to di Firenze repubblicana subì molte va-
Toscana, cou particolari speciali su Fi rea- riazioni. Da prima fu governata da 36 an-
TOS TOS 127
ziani con alla testa un capitano e ut> po- rono con tal mezzo di fare loro sforzi on- i

destà; poscia nel 1 267 clava la signoria per de stabilire l'oligarchia. Né molto andò
1 o anni al francese Carlo I d' Angiò re che sulle rovine della nobiltà antica, una
di Sicilia, investito de'due regni dal Pa- nuova ne sorse di ricchi popolani. Ab an-
pa Clemente IV, il quale bandita la cro- tico i soli nobili erano addestrati nell'ar-
ciata contro Manfredi nemico della Chiesa te del guerreggiare, e l'avidità delle ric-
questi vi perì scomunicato. Pertanto le re- chezze contribuì a rendere i fiorentini a-
pubbliche italiane e ghibelline ingelosite lieni dal mestiere dellearmi.Perfar frou-
di Carlo I, invitarono Corradiuo nipote te al partito ghibellino, fu dunque neces-
di Federico li per cacciarlo dal regno, e sario chiamar principi stranieri, a' qua-
gli fornirono poderosi aiuti, fra 'quali i pi- li fu concessa, per tutto il tempo che di
sani; ma restò disfatto e fu decapitato a loro ebbero bisogno, un'autorità quasi dit-
Napoli, con estremo abbattimento d'ani- tatoria, in apparenza limitata da alquan-
mo e dolore de'ghibellini. Di più. Clemen- te restrizioni. Questo fu il motivo che la
te IV nominò Carlo I , come capoparte casa d'Angiò, sostegno principalissimo de*
guelfo, vicario di Toscana, vacante l'im- guelfi nelle guerre, fu quella a cui più
pero pe'cootendenti, a condizione di la- spesso ricorse la repubblica fiorentina. Le
sciare subito tale titolo appena vi fosse un corporazioni delle arti, che nel 25oeran- 1

imperatore o re de'romaui, dignità in cui si costituite in corpo politico, presero for-


lo confermò poi il successore Gregorio ma più stabile nel 1266 colla creazione
X, sebbene fosse slato eletto in re Rodol- delle Arti co' rispettivi magistrati , fatta
fo d'Habsburg stipite dell'augusta casa
1 dal popolo, per abbassare la prepotenza
d' Austria, non ancora confermato dalia della nobiltà, e per avere un ceutro dove
s. Sede; il Papa anzi scomunicò isanesi per unirsi per propria difesa, e da cui dirige-
non averlo voluto riconoscere. Carlo do- I re tutte le sue operazioni, perciò divise le
po aver mandato a'guelfi di Firenze 800 arti in maggiori e minori. Nell'agosto del-
cavalieri francesi guidati dal coute Guido lo stesso 1267 Carlo I giunse a Firenze e
di Monfort, per cui i ghibellini uscirono, prese possesso del governo, ed alla sua par-
di città, vi destinò un vicario per reggerla tenza stabilì vicari per governare la To-
insieme con 12 buon'uomini, eletti trai scana in suo nome, senza però variare il

cittadini. Furono riparliti i beni de'ghi- reggimento di Firenze. Vi tornò accom-


uu 3.° fu dato al
bellini ribelli, de'quali pagnandovi Gregorio X, e si concluse la
comune, un altro 3.° venne assegnato ai pace co'ghibellini, ch'ebbe corta durata,
guelfi cheaveano perduto loro beni, l'ul- i oude Papa Nicolò III nel 1278 v'ioviòper
timo fu depositato pe'bisogni della parte suo legato il cardinal Latino Orsini per
guelfa. L'amministrazione di tali beni si nuovamente pacificare guelfi e ghibellini,
ad un magistrato composto di 3 per-
aftìdò ad un accordo tra essi. Riconosciu-
e riuscì
sone chiamate capitani di parte guelfa,
, to dalla s. Sede il re de'romaui Rodolfo
durava 2 mesi; magistra-
l'uffizio de'quali I, il Papa che guarda va in cagnesco i fran-
to che ne' tempi posteriori pervenne a cesi in Italia, indusse Carlo I a lasciare il

sommo potere. Tutta la Toscana si ridus- vicariato di Toscana, oude Rodolfo I ri-
se a parte guelfa, ad eccezione di Pisa e vestì del titolo di suoi vicari quasi tutte
Siena. Perchè sotto il pretesto di mante- le signorie delle repubbliche toscane, con
ner puro lo spinto guelfo, si pervenne ad annuo tributo o regalia alla camera au-
escludere dagli uffizi un gran numero di lica. Nel 1280 morì Nicolò III, ed ghi- i

famiglie, mediante \e ammonizioni clic ve- bellini di nuovo furono cacciati, per cui
nivano fabbricate da detto magistrato dei sosteguo iu Fireuze erano stali in luogo
capitani di parte guelfa, i più putenti fluì* di 12 governatori buon'uomini stabiliti
128 TOS TOS
i4, cioè 7 del partito guelfo e 7 del ghi- ro nome dalle fazioni insorte in Pistoia,
bellino, che il Papa dovea eleggete, e do- nelle contese de'quali con poco senno eran-
veano reggere annualmente. Nel 282 in- 1 si immischiati i fiorentini, facendo veni-
vece de' buon'uomini si crearono 3 prio- re a Firenze i capi delle due fazioni, che
ri delie arti maggiori di calunnia ossia dei presto la posero in discordia. De'bianchi
mercanti, de' cambiatori e della laua. Il era capo messer Vieri de'Cerchi, di fami-
loro uffizio durava 2 mesi, e poi se ne ag- glia nuova ma ricca e polente; capo dei
giunsero altri 3 delle arti de'medici, spe- neri era messer Corso Donati, chiamato
ziali e della seta: il numero delle arti da il barone per la sua superbia, di casa no-
cui si eleggevano i priori fu portato a 1 2, bile ma poco ricca. Tutti i grandi di Fi-
india 7 arti maggiori ei4 minori. A que- renze parteggiarono o per gli uni o per gli
sti priori spettava il potere esecutivo: fu- altri, attenendosi a'biauchi le antiche fa-
rono ammessi a detto oflizio grandi e po- miglie ghibelline fatte guelfe, con molte
polani, ma i primi solamente quando e- aumen-
case di popolani eartefici. Gli odii
rano ascritti a una delle arti. Presero quin- tandosi, i manda-
capitani di parte guelfa
di il titolo di signori, furono alloggiati nel rono due ambascerie a Bonifacio VI 1, ed è 1

palazzo della signoria, e si die loro udì- probabile che Dante fosse del numero de-
ziali e guardie , tuttociò eccitando gravi gli ambasciatori, indi venne eletto all'uf-
rancori tra la nobiltà e il popolo. 1 nobi- fizio di priore, come narra il ch.Reumont
li erano divisi tra loro: i Cerchi e i Do- nelle sue dotte Tavole della storia fio-
nati formarono due fazioni che dividea- rentina, assai importanti e diligenti. Es-
no la città e la misero in confusione e in se contengono conordine cronologico sto-
tumulto, e si finì con aperta guerra. In- ria politica, storia letteraria, storia arti-
tanto nel 1289 ritornando Carlo II d'An- stica, e avvenimenti contemporanei, nou
giò, figlio e successore di Carlo I, dalla pri- solo di Firenze, ma di tutta la Toscana,
gionia del re d'Aragona a Napoli, nel mag- ed anche del resto d'Italia, massime cen-
gio giunse a Firenze e vi lasciò il suo ca- trale, ed alcune eziandio d'oltremonte. La
pitano Amerigo di Narbona. Esacerbati |)arte bibliografica,massime della Tosca-
glianimi si venne in campo alle armi, e na, è ricchissima. Papa Bonifacio Vili vo-
V 1 del seguente giugno accadde la ri-
1 lendo ristabilire la tranquillità nella To-
nomata battaglia di Campaldino nel Ca- scana, vi chiamò Carlo di Valois, fratello
sentino. Gli aretini cogli altii ghibellini, di Filippo IV re di Francia, qual pacie-
capitanati dal vescovo d' Arezzo, tnesser re de'bianchi e de'neri, ed anco per com-
Guglielrnino de'Pazzi, e da Buonconte di piacere i secondi, non essendo riuscito a
Montefeltro, furono sconfìtti da' guelfi concordarli il suo legato cardinal Matteo
guidati da messer Amerigo capitano re- d'Acqnasparta, che sdegnato ne partì la-
gio, messer Vieri de'Cerchi, Corso Dona- sciando interdetta la città. Recatosi nel
ti ed altri: vi morì il vescovo Buonconte, i3oi a Firenze Carlo di Valois, la trovò in
etra i combattenti si trovò Dante Alighie- poterede'bianchi, ma poco avveduti: il po-
ri. 1 fiorentini presero e disfecero buon polo fiorentinojcome a pacificatore, gli ri-
numero di castelli aretini, e inutilmente mise la signoria e guardia della città, ed e-
assediarono la città, e prépondérante di- gli giurò di mantenerla in istato di tran-
venne in Toscana il partito guelfo. I fio- quillità edi pace; ma ben lungi dal mante-
rentini ,dopo guerra, si pacificarono coi nerla promessaci dichiarò pe'neri e lasciò
pisani, e assoggettarono al comune mol- che rientrasse inFirenzeCorsoDonati loro
ti castelli toscani. Dopo diversi tumulti capo e tutti gli altri dellostesso partito che
Firenze vide nel i3oo il principio delle n'erano stati espulsi. Questa misura cagio-
parti de'bianchi e de'neri, le quali prese- nò l'apertura delle prigioni, la cacciala dei
TOS TOS 129
priori, onde la città trovossi senza gover- ciò un'epoca lacrimevole per l'Italia, poi-
no: si commisero dappertutto omicidii, ché eletto neli3o5 Clemente V, preferì
saccheggi, incendii e rovine di case,dentro le rive del Rodano a quelle del Tevere
la città come nel contado. Si elessero nuo- (f^.)) al diredi Petrarca, con [stabilire la
vi gonfalonieri e il priore, tutti di parte residenza pontificia in Francia nella cit-
nera, e sesser Cante da Gubbio per po- tà d' Avignone (V.) t ove rimasero altri 6
."
destà. In queste zuffe s'incontra per la i successori, con luttuose conseguenze. Per
volta il nome della famiglia de* Medici l'assenza de'Papi da Roma, incrudelirono
(V.) 9 detti dal Compagni potenti popola- le fazioni e crebbe l'anarchia in Italia.
ni. Dante trovavasi in Roma presso Bo- Aspirando Corso Donati a rendersi sovra-
nifacio Vili, il quale rimandò a Firenze no di Firenze, scoperto 1' ambizioso suo
il cardinal d' Acquasparta, mostrando di disegno, fu dichiarato ribelle e traditore,
voler accomodare i neri e accomunare gli ed ucciso in una sommossa. Dovendosi re-
uffizi, ma non conseguì l'intento, e la cit- care a Roma per ricevervi la corona im-
tà rimase scomunicata. Nel 3oi 1 i bianchi periale Enrico VII, sida fece precedere'
furono interamente banditi da Firenze, e Lodovico di Savoia fatto senatore di Ro-
Dante essendo in Roma fu condannato , ma, il quale co'suoi ambasciatori si por-
ed esiliato da Cante come contumace, sot- tò nel 3 o in Firenze, per pacificare gli
1 1

to pretesto d'aver magi- commesso nella aretini co' fiorentini, e questi si ricusa-
stratura baratterie, e d'essersi mostrato rono. Giunto similmente in Firenze Ro-
avverso a'clisegni del Papa e di Carlo di berto re di Sicilia, invano si adoperò per
Valois; indi si die il guasjo alla sua casa ristabilire la pace tra'guelfi e neri divisi,
e alle altre sue possessioni. I neri signo- che aveano ripreso dominio sul popolo
il

reggiarono Firenze, e Carlo di Valois do- e sulla città. 1 fiorentini temendo Enrico
po aver così mal corrisposto all'intenzioni VII gran fautore de'ghibellini e bianchi,
di Bonifacio Vili, partì per Roma e pas- si fortificarono e collegarono co'bologne-
sò a Napoli per l'impresa di Sicilia, onde si e con tulli i guelfi toscani. Dante scris-
vendicare i vesperi siciliani. Dante si riti- se una lettera a'popoli e principi italiani,
rò presso Uguccione della Faggiuola, e poi invitandoli a darsi di buon animo ad En-
presso Bartolomeo della Scala in Verona rico VII, ed a questi altra ne inviò ecci-
ed altri. AfflittoPapa Benedetto XI per tandolo in nome de' fuorusciti fiorentini
le guerre civili di Toscana, e bramoso di ad affrettare il suo passaggio in Toscana,
pacificar le fazioni, nel i3o4 inviò a Firen- per cui fu nuovamente esdiato dalla pa-
ze per legato il famoso cardinal Alberi- tria con decreto de'6 settembre 3 .L'im- 1 r r

ni da Prato; cercò di favorire i bianchi e peratore offeso perchè i fiorentini non vol-
di abbassare neri, ed a nulla riuscendo
i lero ricevere i suoi ambasciatori, li con-
partì lasciando interdetta la città pegli ol- dannò alla privazione d'ogni libertà e pri-
traggi ricevuti; onde a vendicarlo il Pa- vilegio, formando il progetto di sottomet-
pa scomunicò i neri e i guelfi, e con essi terli al suo dominio. 11 perchè re Rober-
que'di Lucca e diPrato.ma poco dopo mo- to capoparte guelfo, mandò
gente armata
rì a'6 luglio i3o4 '° Perugia, con sospet- a Firenze, ed amunire Roma il fratello
to di veleno, e fra gl'incolpati vi furono i Giovanni principe d'Acaia e Morea, e lo
fiorentini. Alcuni giorni dopo, i ghibelli- fece soccorrere dalla lega guelfa toscana.
ni e i bianchi fuorusciti tentarono un' im- Dopo essersi l'imperatore coronalo in Ro-
presa contro Firenze, e sebbene gridasse- ma, non senza gravedifficollà, passòacon-
ro pace, furono respinti e fugati dal popo- quistare varie città diToscana di suo parti-
lo: tra'fuoruscili, oltre Vieri de'Cerchi, si to o intimorite,ma accampandocontro Fi-
vuole che fosse aucoDante. Intanto comin- renze e trovandosi debole per assalirla, die
i3o TOS TOS
il guasto ai contado e fu costretto a par- signoria della città al suoprimogenitoCar-
tire. Voleva muover guerra a Roberto, a lo duca di Calabria, il quale nel seguen-
cui fiorentini aveano dota la signoria
i tei326 spedì Firenze per suo vicario
in
per5anni,quandolocolselamorteaBuon- Gualtieri di Brienne duca titolare d'Atene,
convento e fu sepolto a Pisa. Nel i 3 4 fé* 1 giacche la gran compagnia de'catalani a-
ce progressi contro guelfi il ghibellino i vea conquistato il ducato sopra suo padre,

Ugo della Faggiuola, altro formidabile ucciso nella battaglia diCefisa,ecolla mag-
nemico de'fiorentini e capitano de'pisani; gior parte de' francesi rifuggiti di Grecia
prese Lucca e assediò Monte Catini in Val passò la sua gioventù alla corte di re Ro-
diiNievolenel i3 5, anno in cui Dante eb- 1 berto. Gualtieri accompagnato da 4°o
be l'ultima condanna di bando da Firen- cavalieri prese possesso di Firenze, e fece
ze. Nel 3 5 nella battaglia di Monte Ca-
i 1 giurare dal popolo fedeltà al duca di Ca-
tini, i fiorentini e i collegati guelfi capita- labria a' 17 maggio. 11 duca seguito da
nali da Filippo di Taranto e Pietro con- 2000 cavalieri vi arrivò, nel luglio accob
te di Gravina fratelli di re Roberto, fu- to con feste e alloggiato nel palazzo del
rono sconfitti da Uguccione, che insigno- podestà, e venne eletto a signore della cit-
ritosi diPisa minacciòinvadere tutta la To- tà peno anni. Mentre si facevano gli ap-
scana: fra'morti si contarono Pietro,e Car- parecchi di guerra contro i lucchesi e Ca-
lo figlio di Filippo. 1 guelfi divisi tra lo- struccio, il cardinal Giovanni Orsini lega-

ro, fu limitato il potere del regio vicario. to di Giovanni XXII bandì la crociata
Nel(3i6 Uguccione fu caccialo da Pisa, contro il signore di Lucca, lo scomunicò e
e poi da Lucca, della quale divenne signo- privò d'ogni dignità, permettendo a tutti
re Castruccio che battè i fiorentini a Val di nuocerlo, e tosto cominciò la guerra. I

di Nievole, guastandone il territorio. Dan- ghibellini procurarono la venuta di Lo-


te nel i 3 1
7 richiamato a Firenze, ricusò di dovico V il B avaro, pretendente all'im-
ritornarvi, perchè le condizioni imposte- pero, ribelle al Papa eda lui scomunica-
gli erano contrarie al suo onore e alla sua to. Egli neh 327 giunse in Lucca, accol-
dignità; nel seguente anno andò nel mo- to magnificamente da Castruccio, che poi
nastero dell'Avellana, ora nella diocesi di colmò di favori (piando l'accompagnò nel
Pergola, e poi a Gubbio presso Busone [328 a prendere la corona illegalmente
3 9 a Udine presso Pa-
ile'RafTaelli,e nel i
1
in Roma dove Lodovico V fece creare
,

gano della Torre, ove finì di scrivere il antipapa Nicolò V. Il duca di Calabria ve-
3.° canto del' suo inimitabile poema della dendo minacciato il proprio regno, lasciò
Divina Commedia. Nel 32 o recossi a Ra- 1 Firenze a'28 dicembre del precedente an-
venna presso Guido Novello da Polenta, no, senza aver fitto nulla per essa nella
ed ivi morì neh 32 1, e restò sepolto nel guerra, e invece fatto spendere a'iioren-
monumento che descrissi all'indicato ar- tini nella sua dimora 900,000 fiorini d'o-
ticolo. Cessò neh 322 la signoria di Ro- ro. Firenze così riraaSe indipendente, e si
berto in Firenze, ove si elessero il podestà riordinò a repubblica con nuovi consigli e
e capitano del popolo, prendendo agli sti- magistrati, poco dipoi morendo Castruc-
pendi Raimondo di Cordona nel 1 325; an- cio che avea conquistato Pistoia, la qua-
no pienamente rotto co'fìo-
nel quale fu le ripresero i fiorentini neh 3 29. Fu nel
rentini a*23 settembre ad A ltopascio,pres- settembre 328 che scese nella tomba Ca-
1

so il lago di Bientina in Val di Nievole, struccio, e nel dicembre lo seguì il duca


da Castruccio co'lucchesi che rovinarono divenne la famo-
di Calabria, la cui figlia

il contado di Firenze. Avendo Roberto sa regina Giovanna 1. I fiorentini fatti ac-


mandato 3oo cavalieri agli angustiati fio- cordi con diversi luoghi di Toscana e con-
rentini, questi a'24 dicembre dierono la tinuando la guerra co'lucchesi, questi nel
TOS TOS i3t
1 33o si diei'ooo a Giovanni re di Boemia si favorevole la plebe con introdurre nel-
e figlio dell'imperatore Enrico VII, il qua- la città spettacoli e passatempi, nuove fog-
le fece danneggiai e il contado fiorentino. gie di vestire e usanze rilassate. Non cre-
Gli successe per vendita nella signoria di dendosi poi sicuro, malgrado molti ar- i

Lucca, Gerardo Spinola genovese, e poi mati ila cui era circondalo, il tiranno fece
Can Grande della Scala signore di Vero- fortificare il palazzo de'priori sua residen-
na, contro il cui nipote Mostiuo neh 336 za. Staccò egli dalla giurisdizione di Firen-
i fiorentini si collegarono co' veneti e mi- ze le città dalla repubblica conquistate, al
lanesi. Se essi nel 1 33 i perderono Pistoia, fine di assicurarsene l'immediata sovra-
neh 337 acquistarono Arezzo, signoreg- nità; provocò in fine con tante maniere
giata fino allora da' Tarlati sostegno del l'odio de'fiorentini, che ogni classe del po-
ghibellinismo, e vi restarono compresi an- polo si dichiarò contro di lui. Simultanea-
che conti di i Mon lauto de'Darbolani in mente si formarono da'di versi ordini del-
Val Tiberina, la memoria più recondita la città tre separate cospirazioni contro di
967; ed inoltre
di tali signori risalendo al lui, e tutte scoppiarono terribilmente ai
nel 34o fiorentini ebbero la terra di Bar-
1 i 26 luglio 1 343; ed a'3 agosto il vescovo
ga situata in Garfagnana, e anticamente Acciaiuoli (la cui famiglia più tardi con-
soggetta a'iucchesi: però la guerra finì col- quistò sui catalani ducato d'Atene, con il

lo Scaligero, restandogli Lucca, la quale altre signorie dell'antica Grecia,la qua-

nel 1 34 1 comprarono fiorentini per i le quasi tutta divenne soggetta a un cit-

25o,ooo Se ne ingelosì Pisa, che


fiorini. tadino figlio d' un mercante fiorentino,
venne alle armi con Firenze, ed a'6 lu- cioè Ranieri Acciaiuoli nipote di Nicola
glio 1 34^ le tolse Lucca. In questa con- gran siniscalco di Napoli e amministrato*
dizione i fiorentini elessero a capitano e re del regno di Giovanna I, il solo incor-
conservatore del popolo Gualtieri duca ruttibile in mezzo a una corte licenziosa
d'Atene già vicario regio, che inutilmente e depravata), liberò la patria dalla tiran-
e con gravi sacrifizi avea tentato la ricu- nia di Brienne, che dovè rinunziare la si-

pera del suo ducato, e per caso ritornato gnoria, salva la sua persona e la sua gen-
a Firenze mentre il popolo irritato per te, ed a'6 partire e ritirarsi in Francia,
la perdita di Lucca ne accusava il de- oveGiovannilI lo fece contestabilejpoi pe-
bole governo, onde profittando del mal- ri nella battaglia in cui lo stesso re fu fat-
contento gli fu agevole a f irsi eleggere si- to prigione. Quindi fu ordinato celebrar-
gnore. Sedusse egli tutti i partiti con va- si di tal cacciata anniversario di festiva
ne promesse, e gl'inganno con falsi giura- commemorazione nel giorno di s. Anna,
menti; ma non ebbe appena ottenuto il coll'interventodi tutti i magistrati e del-
sovrano potere, quando 1*8 settembre fu le arti nella cappella della santa in Orsan-
proclamato signore perpetuo, diesi ab- michele , dove ancora sogliono spiegarsi
bandonò alle più vergognose passioni, go- le bandiere delle arti.
vernando dispoticamente con severità, ed Ristabilita in Firenze la tranquillità,
annullando l'autorità del popolo. Raccol- i aveano molto contribuito a
nobili che
se enormi somme colle più ingiuriose e- distruggere il governo dispotico, entra-
sazioui, fece perire sul palco un gran nu- rono nell'ufficio del priorato, in quello de'
mero di rispettabili cittadini, concluse coi 1 1 e de'gonfalonieri delle compagnie del
pisani una pace vergognosa, ma che raf- popolo, e in tutti gli altri uffizi. La città
fermava la sua tirannia, e die uno scan- fin allora divisa in sestieri venne o sesti,

dalo fino allora forse sconosciuto coll'ira- ripartita in 4 quartieri con nuove inse-
pudenza de' suoi depravati costumi. Im- gne. Breve fu la concordia, e sollevatosi
perocché abbattuti i potenti, cercò di far» il popolo contro i nobili li destituì dalle
i32 TOS TOS
magistrature, riformò il governo che re- na, Volterra e 9. Miniato, ed i fiorentini
stò interamente nelle sue mani; e dopo gli pagarono 100,000 fiorini d'oro. Que-
terribile zufta tra i nobili e il popolo, i sti conquistata Bibbiena nel 1 36o,riceve-
priori, il gonfaloniere e gli altri magistrati ronoin guardia Voi terra. Nel 1 362 si riac-
furono scelti interamente fra' popolani, cese la guerra fra Firenze e i pisani mal-
per cui molte famiglie nobili della città contenti pel trasportato commercio al
e del contado si ascrissero al popolo. I fio- porto di Talamone, ambedue le signorie
rentini si pacificarono co' pisani, lascian- assoldando le[compagniedi ventura, e fi-
doli nel possesso di Lucca, mediante com- nì colla pace deli 364 e con utile de'fio-
penso di [00,000 fiorini d'oro. A'falli- rentini, dopo reciproci danni. Carlo IV
tnenti e tremenda carestia nel i
347, suc * tornò in Toscana neh 368 e volle eser-
cesse la spaventevole peste del i348, che citare la sua autorità, ponendo vicari im-
desolò Firenze dal marzo al settembre periali in Pisa, Lucca, e Siena la quale
con 6oo morti il giorno, e rapì più di poi lo costrinse a partire. Bernabò Vi-
1 00,000 persone, compresi rifuggiti del i sconti signore di Milano, uno de' vicari,
coutado; giacche la città allora contava difese s. Miniato ribellatosi a' fiorentini,
circa 90,000 abitanti, 25,ooo de' quali che 370. In questo fio-
lo ripresero nel 1 i

atti allearmi, con 3 ospedali, e 1 io chie- rentini entrarono in lega colPapa Gre-
se, 46 delle quali appartenenti a corpo- gorio XI, contro Bernabò, per consiglio
razioni religiose. Tutto il rimanente di degli Albizzi, capi della fazione aristocra-
Toscana, e la più gran parte d'Italia pa- tica di parte guelfa, emula e in gara co*
tirono il medesimo malore. Nel i35o e Ricci ch'erano alla testa de'sospetti di ghi-
nel 1 35 1 ifiorentini presero Colle e s. Ge- bellinismo.Nel 1 375 il cardinal Noellet le-

mignano, e ricuperarono Prato e Pistoia. gato di Bologna volendo toglier Prato a'
Ma considerandosi Firenze per la sua po- fjorentini,questi corruppero il capitano di
stura come la rocca de' guelfi contro la ventura Augut chedovea impadronirse-
prepotenza de' Visconti capo-parte ghi- ne, coni3o,ooo fiorini e annua pensio-
bellini e dominatori della Lombardia, nel ne, e quindi fecero lega con Bernabò Vi-
1 35 1 principiò la guerra col Visconti si- scontijCo'lucchesi e sanesi, e la regina Gio-
gnore di Milano, che terminò colla pace vanna I, e fecero inoltre sollevare diverse
del 353. In questo giunse a Firenze il
1 città dello stato ecclesiastico, oltre Bolo-
gran cardinal Albornoz,già arcivescovo gna, inviando ad esse ed a'romani ban-
di Toledo, spedilo legato in Italia da Inno- diere colla parola Libertas in lettere d'o-
cenzo VI per pacificare i domimi pontifi- ro; onde il Papa li scomunicò e interdisse
cie ricuperarli dall'usurpazione de'pre- Firenze nel 1376; eguale interdetto ful-
potenli signorotti. Anche la Toscana do- minò contro Genova e Pisa per non a-
vè pagare il tributo al famoso fr. Mon- ver cacciati i fiorentini, i quali furono e-
reale provenzale capo di masnadieri, i fio- spulsi d'Avignone residenza pontifìcia e
rentini con 25,ooo fiorini d'oro e i pisani dappertuttOjCon grave danno de'loro com-
con 16,000, oltre altri doni, il rubacchiato merci. I fiorentini mandarono loro am-
e il danneggiato. Vendicò tutti, con far- basciatore al Papa Donato Barbaclori, a
gli mozzare il capo, il famigerato tribu- lagnarsi contro i presidi pontificii; e or-
no o senatore di Roma Cola di Rienzo, dinarono a'preti di riaprire le chiese e ce-
di cui riparlai nel voi. LXXVI, p. 172. lebrare le messe non ostante l'interdetto.

Nel 1 355 portandosi Carlo IV in Roma Bernabò Visconti s'adoperò invano per
coronarsi imperatore, quale altro figlio ristabilire l'armonia tra il Papa e la re-
di Enrico VII, ma di parte guelfa, giunto pubblica fiorentina. Questa inoltre inviò
iu Pisa, si sottomisero a'suoi ordini Sie- ambasciatrici in Avignoue s. Caterina da
TO S TOS i33
Siena, la quale riuscì a placare alquanto era in grandissimo fa vore,pegHnsinuanti
Gregorio XI, ma la rottura tosto s'ina- suoi modi e per la sua generosità. Salve-
Nel suo zelo religioso, anch'essa fran-
sprì. stro propose a'i8 giugno una legge per
camente l'esortò a restituire a Roma la scemare l' autorità de' capitani di parte
residenza pontificia, per ristabilire la pa- guelfa, e di concedere agli ammoniti una
ce e per evitare l'imminente scisma; riuscì via per essere richiamati agli uffizi. Ri-
nel i.° intento, non già nell' altro , dipoi gettata la legge da'priori, scoppiò la con-
ottenendo dal successore l'assoluzione de* giura e tumulto de'Ciompi (così detto dal-
fiorentini. Gregorio XI scosso da tante si- ia condizione di coloro che riportarono
mili rappresentanze, partì d' Avignone, quella non lunga vittoria dell'infima ple-
ed entrò trionfalmente in Roma a' 7 gen- 1
be, pettinatori e scardatori della lana ),

naio 1 3 77; ma presto se ne pentì veden- che fece insorgere popolo a rubare e ad
il

do che le città ribelli in vece di esegui- incendiar le case e conventi. Cessando il


re la promessa sottomissione, eccitarono gonfalonierato delMedici colla fine di giu-
alla rivolta quelle restate fedeli, ed pic- i gno, gli subentrò Luigi Guicciardini. Non
coli tiranni insorti si unirono a'fìoreuti- contento il basso popolo e istigato da'cit-
ni. Afflitto morì a'28 marzoi378, e do- tadini esclusi dagli uflìzi, si rivoltò a'20
po 1 i giorni fu eletto Urbano VI. Mal- luglio, e armata mano si abbandonò al
contenti i numerosi cardinali francesi che saccheggio, costrinse magistrati a ritirar-
i

il nuovo Papa li correggeva,e smaniosi di si, creò cavalieri e s'impadronì del palaz-
A vignone,si ribellarono e sci-
ritornare in zo della signoria. Entrando in esso Mi-
smaticamente a' 20 settembre elessero chele di Landò pettinatore di lana, por-
l'antipapa Clemente VII; il quale porta- tando il gonfalone della giustizia, fu pro-
tosi in Avignone vi stabilì una cattedra clamato gonfaloniere della plebe, e così
falsa e perniciosa ,dandoprincipioal gran- il governo divenne democratico. Egli si

de Scisma (F.) d'occidente, il più lungo condusse con senno e vigore,erestituìalla


e il più dannoso de' precedenti. Dappoi- città un apparente 01dinelegale.il popolo

ché i fedeli divisi nell'ubbidienza tra'Pa- minuto fu fatto abile all'ufficio de'priori e

pi di Roma e gli antipapi d' Avignone ,


e alle altre magistrature. Alle 2 1 arti e-

molti non sapevano chi realmente fosse sistenti si aggiunsero quelle de' tintori e

il legitlimo,per cui seguirono il deplora- de' farse Ita ri; si stabilì che 5 tra'priori deb-
bile scisma diverse nazioni, e tra quelle bano nominarsi nell'arti minori, e 4 nel le
restale fedeli, oltre quasi tutta l'Italia, vi maggiori; il gonfaloniere scambievolmen-
fu la Toscana, che però intese anch'essa te dalle une e dalle altre. Michele con al-
le lagrimevoli conseguenze della spezzata tre provvidenze giunse a ristabilire la

unità. Frattanto in Firenze crescendo la tranquillità, talchèal termine del suogo-


tirannia de'capitani di parte guelfa, si pre- verno , venne onorato da tutti per aver
sero vari spedienti per diminuirne la po- salvato Firenze dall'anarchia. Urbano VI
tenza, ma con poco profitto, ad onta del- avendo scomunicato l'antipapa e tulli i

l'affettuose prediche di s. Caterina da Sie- suoi fautori, depose dal regno dì Sicilia
na, per la pace e la moderazione. Salve- Giovanna 1 feudataria della s.Sede^cliia-
stro o Silvestro de Medici il Chiarissimo, niòadessoCarlolllDurazzo.Veuuloque-
ch'era stalo gonfaloniere nel 1870, ed e- sti neli38o in Italia per impadronirse-
rasi adoperalo invano per pone un ar- ne, entrò in Toscana e prese Arezzo, a i-

gille alla potenza dell'aristocratico par- stigazione de' fuorusciti fiorentini, tro-
tito venne elelto gonfalo-
degli Albizzi, vando il contado di Fùeuze difeso dal-
niere nel 378; non osando capitani am-
1 i l'Augure con4o,ooo fiorini che gli sbor-
monirlo per paura del popolo, presso cui sò il comune proseguì il suo viaggio. Nel
i34 TOS TOS
1 382 si fecero più acerbe le violenze e le vere il Visconti, che pretendeva d'essere
accuse promosse da'nobili ch'erausi falli riconosciuto, dall'autorità di siffatta lega,
capi della plebe; prevalse la fazione de- agevole fu al Malatesta di andarlo a tro-
gliA Ibizzi per abbassar la potenza del po- vare a Milano e di stabilire con esso nel
polo minuto e riformare gli uffizi, e Mi- 1397 una tregua di io anni, pubblicata
chele di Landò fu esiliato. Pretendendo nel febbraio, qual capitanogenerale della
gli Angioini, seguaci dell'antipapa, al re- lega. Nel 1398 morto l'Appiano, il figlio
gno di Sicilia, un esercito francese ne vendè al duca di Milano il dominio di Pi-
nardo alla conquista, ed entrato in To- sa, riservandosi la signoria di Piombino
scana s'impadronì d'Arezzo, la cui citta- e dell'isola dell'Elba; e le guerre tra il du-
della era occupata dal vicario di Carlo III, ca e i fiorentini si riaccesero, quest'ulti-
ed i fiorentini comprarono da'f'raucesi la mi facendo lega con Roberto di Wittels-
città per 5o,ooo fiorini in uno alla for- bach duca di Baviera e re de'romani, co'
tezza. Nel 386 trovandosi il Papa Urba-
1 veneziani ed Carrara. La morte del du-
i

no VI in Lucca, onorò la repubblica col ca di Milano nel if\oi salvò fiorentini i

distinto donativo dello Stocco e Berret- da imminente pericolo. Neli4o4 Firen-


tone ducale (F.) benedetti. Monte Pul- ze commise al celebre giureconsulloPaolo
ciano ripugnando il dominio de' sanesi, da Castro la riforma dello Statuto Fio-
nel 388 si die a' fiorentini. Questi nel
1 1 entino,operazione che terminò nel 1 4 « S.
1390 vedendo per l'ambizione del duca La sua 1." compilazione risale al 1285, e
di Milano Gio. Galeazzo Visconti le liber- successivamente fu accresciuto dal 1292
tà italiane in pericolo, si collegarono co* in poi, dopo la rivoluzione di Giano della
bolognesi, e fecero Lombar-la guerra in Bella. Siffatte leggi furono applicate alle
dia: non riuscendo Papa Bonifacio IX a comuni sottoposti al dominio della
città e
pacificare i belligeranti, per opporsi al- repubblica, benché questi ritenessero an-
l'ingrandimento de' Visconti, si collegò cora gli statuti locali. Essi in gran parte

con Firenze, Pisa e diversi principi italia- rimasero in uso sino a'nostri giorni. Lo
ni neh 392, anno in cui fu ucciso il Gam- Statuto Fiorentino fu stampato anche a
bacorti signore di Pisa, da Jacopo d'Ap- Friburgo neli 778. Sulle leggi fiorentine
piano che s'impadronì della signoria. Nel si potino vedere: N. Salvetti, De ortu et
1393 fu gonfaloniere di giustizia Maso progressu legislationis inEtruriae, Flo-
Albizzi,e le violenze del suo partito mos- rentiae 77 Antìquitates Florentinae
1 1 :

sero il popolo a domandare a Vieri de Me- jurisprudentiam Etruriae illustrantes,


dici di porsi alla loro lesta; ina egli lo cal- juxta Statuti or dinem digestae, Floren-
mò e procurò d'indurre la fazione domi- tiae 1777. Neh4o6 i fiorentini si resero
nante a più savi e moderati consigli. Nel dopo dispendiose guerre signori di Pisa,
1 395 l'imperatore Venceslao dichiarò vi- già prima fra le città toscane in gloria e
caiio imperiale di Toscana e di Milano potere, ed ultimo rifugio e propugnacolo
Bernabò Visconti,che a vea fatto duca; ma degl'interessi ghibellini. Il dominio de'fio-
Carlo Malatesta signor di Himini stimolò rentini così fu esteso sulla maggior parte
il Papa a procurar l'unione contro di lui di Toscana, tranne Sanese, onde la lo-
il

de'venezianijdi Ladislao,de'fiorentini, bo- ro riputazione aumentò immensamente,


lognesi, del signor di Ferrara, de'Gonza- per cui procurarono colla loro mediazio-
ghi,de'Polentani,degliOrdelaffì,ediTrin- ne l'estinzione dello scisma, che sostene-
ci signor di Foligno, che poi col mezzo de' va l'antipapa Benedetto XIII, portandosi
suoi ambasciatori fu pubblicata iu settem- nel 1407 oneli4o8 il Papa Gregorio XII
bre nella chiesa di s. Francesco di Fano in Siena e Lucca. I fiorentini fecero loro i

e nelle altre città pontificie. Posto in do- sforzi per ottenere un abboccamento tra
TO S TOS i35
Gregorio XII, e l'antipapa venuto a Sa- certo è che il legittimo Gregorio XII non
vona e Porto Veuere, dal parlamento di Io convocò, anzi riprovò, e che fece più
Parigi dichiarato scismatico e perturba- male che bene, accrescendo lo scisma in
tore della Chiesa; ma non fu possibile ac- vece di estinguerlo; poiché mentre i fe-

cordarsi sul luogo del congresso ,


per le deli si lusingavano venerare un solo ca-
tergiversazioni dell' ostinalo Benedetto po della Chiesa, a un tempo si trovarono

XIII. Una parte de'cardinali si ricoverò con 3 che trattaronsida Papi, e per tali
a Pisa, sottrattasi all'ubbidienza di Gre- riconosciuti da principi e popoli; dunque
gorio XII. appellando al concilio e al fu- il sinodo Pisano mancò pure di unità di
turo Papa; ed a quelli si unirono gli an- . ricognizione, oltreché si fece giudice e de-

ticardinali the aveano abbandonato l'an- pose il legittimo Gregorio XII che poi ,

tipapa. Il cardinal Coscia legato di Bolo- con aperta contraddizione si riconobbe


gna dichiarò ritenere la città pel futu- nella convocazione da lui fatta del seguen-
ro Papa, e pe'cardinali radunati in Pisa, te concilio di Costanza, del quale ripar-

per cui fu scomunicato da Gregorio XII, lai a Svizzera. I fiorentini riconosciuto A-

il quale chiese truppe a Ladislao re di Na- lessandro V, levarono l'ubbidienza a Gre-


poli per tornare a Roma; ma i fiorenti- gorio XII che ritenevano deposto, e per-
ni fatta alleanza col cardinal Coscia, non ciò vennero in discordia con re Ladislao
permisero d'entrare in Toscana a quel che ancora per la sua ambiziosa politica
reambiziosocheavea procurato di sedur- lo riconosceva per Papa. Ladislao che si-
re sanesi, conoscendo ch'egli aspirava al
i gnoreggiava in Roma, nello stesso 1409
dominio di tutta Italia, onde sfogò la sua ne partì per invadere il contado di Sie-
labbia sul contado di Siena, e ne fu pro- na, e poi passo su quel di Firenze, gua-
verbiato, e tutti i toscani si unirono per stando e saccheggiando le campagne. Ten-
cacciarlo dalla regione. Mentre Gregorio tò Arezzo,e s'impadronì di Coi tona;quan-
XII dimorava in Siena, gli ambasciatori do giunto in Pisa Luigi II d'Angiò, pre-
fiorentini e veneziani si adoprarono per tendente al suo regno, fu riconosciuto per
indurlo a celebrare il concilio di Pisa ; re da Alessandro V. Luigi II accompagnato
ma Papa si rifiutò ad ogni proposi-
il da 1 cardinal Coscia e da Malatesta de'Ma-
zione, e abbandonando la Toscana si re- latesti, generale de' fiorentini, colle loro
cò in Rimini, presso i Malatesta suoi co- truppe entrarono ne'dominii della s. Se-
stanti amici, donde poi recossi a Ch'idei- de. Orvieto, Viterbo, Monte Fiascone e
le, ove celebrò un concilio per opporlo altri luoghi aprirono le porte all'esercito
al Pisano, i' quale da alcuni h\ chiamalo della lega, che giunto in Roma s'impa-
Sinodo ( ^.), da altri Conciliabolo j men- dronì della città Leonina e di Castel s. An-
tre dall'altro canto Benedetto Xlll tenne gelo. I Colonnesi e altri seguaci di Ladi-
un conciliabolo a Perpignano (V.), pari- slao tenevano l'altra parte di Roma, si-

menti contro l'assemblea che andavasi a tuala sulla riva sinistra del Tevere, re-
fare in Pisa. I cardinali credendosi auto- stando nella campagna Malatesta colle
rizzati a poter celebrare un concilio, l'in- truppe fiorentine. Sdegnato Paolo Orsi-
cominciarono a Pisa a' i5 marzo 1409, ni contro Ladislao per non averlo eletto
quindi a'5 giugno vennero dichiarati sci- senatore di Roma, nel fine di dicembre
smatici e deposti Gregorio XII e Bene- insorse col popolo, cacciando dalla città
detto XIII, ed a'26 in loro vece i cardi- le genti di Ladislao e i Colonnesi. Nel i.°

nali e auticardinali riconosciuti per veri deli4'o Paolo fece alzar le armi d'Ales-
elessero Alessandro V, il quale riconob- sandro V, ed entrare in Roma il Mala-
be per cardinali suoi i elettori. Sia pure testa colla bandiera del giglio, e fu co'fio-
legittimo o illegittimo il smodo di Pisa, rentini alloggiato a Campo di fiore. In-
i36 TOS TOS
tauto Luigi II tornò in Toscann e si licen- scisma l'imperatore Sigismondo fece con-
ziò, per restituirsi in Provenza, da Ales- venire Giovanni XXI li alla convocazio-
sandro Velie fu a Prato ed a Pistoia. Tor- ne del famoso concilio di Costanza, e dal-
nato Ladislao nel regno cercò senza esito l'imperatore vi fu invitato il Papa Gre-
di pacificarsi co'fiorentini. Recatosi Ales* gorio XII, il quale ricusò riconoscerlo per
dio V in Bologna vi morì la notte venen- concilio, chiamandolo congresso intima-
do il 4 maggio, e il cardinal Coscia bro- to dall'usurpatore del pontificalo; ma a-
gliando co' cardinali ivi presenti, riuscì nimato per la pace della Chiesa, ordinò
d'essere sostituito al defunto col nome di al suo cardinal legato di ridurlo a forma
Giovanni XXIII, e vieppiù strinse ami- di concilio generale. In esso lo spergiuro
cizia co'fiorenlini, ch'erano in istato flo- Giovanni XXIII vi fu deposto, Grego-
rido pegl' immensi vantaggi che recò al rioXII virtuosamente rinunziò il ponti-
commercio l'acquisto di Pisa. Luigi II tor- ficato, e l'antipapa Benedetto XIII fu de-
nato in Italia si recò a Bologna da Gio- posto e scomunicato; quindi V 1 1 novem-
vanni XXI 11, che accompagnò per Firen- bre i4'7 fu eletto Papa Martino V, da
ze e Siena a Roma; indi col suo aiuto e tutti riconosciuto , e perciò terminò lo
con quello del comune di Firenze entrò scisma, e definitivamente più lardi. I do-
nel regno di Napoli, e malgrado la vit- mimi pontificii trovandosi sconvolti, e
toria di Roccasecca, non polendo impa- pressoché occupati da'prepotenti, il Papa

dronirsi della capitale, tornò in Roma e tardò di recarsi a Roma, e viaggiando per
a'5 agosto s'imbarcò per la Provenza. Nel la Svizzera, pel Piemonte si recò a Firen-
1 4 1 1 seguirono accordi tra Ladislao ei 26
ze a' febbraio i4' 9, e confortato dal
fiorentini che acquistarono Cortona per comune si fermò a provvedere 1' occor-

60,000 fiorini ed a regolare le guerre


, rente pe'suoi stali, alloggiando nell'abi-
aumentarono d'un 4-° loro consigli. Non i tazione preparatagli in s. Maria Novella.
volendo i genovesi ceder loro il porlo di Quivi Giovanni XXI li fuggito dalla
l'ex
Livorno, cheaveano occupato neli4o4, prigione venne a gettarsi a*di lui piedi,
i fiorentini per l'angustiato loro com- e fu reintegrato della dignità cardinali-
mercio marittimo ottenero Porto Venere, zia, ma ivi morì poco dopo, e Cosimo de
non senza discordia co'genovesi, che poi Medici suo amico, grato alle aumentate
riebbero Porto Venere e Sarzanella, am- ricchezze pel suo mezzo, gli eresse un bel
mettendo i fiorentini a libero commercio Martino V al ma-
sepolcro. Riconoscente
in Livorno. Ladislao vedendo che Gio- donò loro la
gnifico ospizio de'fìorentini,
vanni XXIII avea promulgalo contro di Rosa cV oro (V.) benedetta, ed eresse il
lui la crociata e privato del regno ab- , vescovato in arcivescovato; e altra Rosa
bandonò Gregorio XII, e nel 4i 2 fu ri- 1 d'oro benedetta donò in Firenze a Gui-
conosciuto dal competitore, il quale di- do conte d'Urbino: e partito da Firen-
chiarò non aver Luigi li diritto alcuno ze, progredendo pel territorio di Siena,
alla corona di Napoli. Sempre versipel- entrò in Roma a'28 settembre ^10. Nel 1

le Ladislao, rotti i trattati con Giovan- 1 42 1 i fiorentini furono lieti di compra-


ni XXIII, neli4'3 si recò a Roma col- re da'genovesi per 100,000 fiorini d'o-
l'esercito, e il giorno 8 giugno lo costrin- ro il porto di Livorno, da cui loro deriva-

se a fuggire per Toscana in Bologna ; rono immensi vantaggi; e crearono gou-


ed il re fece mettere a ruba le mercan- faloniere di giustizia Giovanni de Medi-
zie de' fiorentini di Roma. Nondime- ci, nipote di Silvestro, non ostante l'op-

no Ladislao neh 4*4 P er ' e Sl,e mne s' posizione di Nicolò da Uzzano, cittadino
pacificò con Firenze, con dispiacere di di grande autorità, il quale consideran-
Giovanni XXIII. A terminare l' infelice do il favore di cui godeva presso la plebe
TOS TOS i3 7
la famiglia de Medici, temeva che Y ac- rugino, uno de'più grandi generali d'I-
crescimento del loro potere non mettesse suo tempo, e furono valorosi ca-
talia del

a pericolo la libertà dello stato. Questo pitani figli Francesco, e Giacomo prin-
i

Giovanni è considerato stipite del ramo cipalmente. Secondo il decretato a Co-


che fu più fecondo di uomini grandi, che stanza dovendosi tenere un altro conci-
vado a celebrare; mentre dall'albero ge- lio, Martino V neh 423 lo fece aprire in
nealogico della celeberrima famiglia de Pavia, indi lo trasferì a Siena, e neh 4^4
Medici si rileva, eh' ebbe principio da lo trasportò a Basilea nella Svizzera, ove
Chiarissimo del 1201. Da questi derivò ne riparlai. Neh 4^6 i fiorentini strinse-
Filippo; e da questi due rami, quello d'A- ro lega con Venezia, gli Estensi, i Gon-
verardo del 1280, e quello di Chiarissi- zaghi e duca di Milano. Le
altri contro il

mo del 1253 estinto e dal quale credesi imposte per la guerra produssero mal-
originato quello de'Medici di Milano, da contento^ aumentandosi dissapori tra* i

cui uscì Pio IV. Da Averardo provenne grandi e il popolo, Rinaldo degli Albizzi
Averardo gonfaloniere deh3i4*. egli fu propose di scemare l'autorità della ple-
padre di Giovenco e di Salveslro o Silve- be e di ridurre a 7 le arti minori. Nicolò
stro il Chiarissimo, da cui nacque Ave- da Uzza no, sebbene del suo partito de'
rardo detto Bicci del 35y, figlio del qua-
1 grandi e perciò contrario alla fazione po-
le fu il suddetto Giovanni, il cui glorioso polare, dimostrò essere pericoloso di ten-
ramo pure si estinse. 11 ramo di Gioven- tar novità contro la plebe senza guada-
co, che vanta Leone XI, tuttora fiorisce gnarsi i Rinaldo abboccatosi
capi. Perciò
f
in Firenze, ed a Napoli ne principi d'Ot- con Giovanni de Medici principale tra es-
taiano,come narrai a Medici famiglia. In si, cercò di trarlo alla sua opinione, ma
tale articolo inoltre scrissi in breve le bio- lo trovò avverso a qualunque innovazio-
grafìe di 1 1 cardinali della medesima, de' ne, onde si aumentò l'autorità e il favo-
quali 4 furono Papi, due rinunziarono re del Medici, il quale così divenne quasi
poi la porpora, uno per montare sul tro- capo del partito popolare.Morì neh 4 2 9>
no toscano, l'altro per continuare la sua lasciando da Picarda di Boeri sua sposa
prosapia e non ebbe prole. Nell'eruditis- due figli il maggiore chiamato Cosimo
:

sime Tavole della storia fiorentina del- il Vecchio, da cui derivarono Papi Leo- i

l'encomiato Reumont, di cui mi vado gio- ne X


e Clemente VII, Lorenzo il Magni-
vando, si trovano ancora gli alberi ge- fico, Lorenzo duca d'Urbino, Alessandro
nealogici delle famiglie de Medici, Albiz- induca di Firenze, e Caterina regina di
fci, Capponi, Strozzi. Pisa cominciò a de- Francia ; il secondogenito fu Lorenzo il

cadere per l'emigrazione delle principali Vecchio, da cui sortirono i granduchi di


famiglie, onde furono accordate franchi- Toscana, Maria regina di Francia e di-
gie aglialemanni che si stabilissero. L'in- Il suo genitore Giovanni
versi cardinali.
cremento della prosperità e commercio fu compianto amaramente dal popolo, e
de'fiorentini fu grande; crearouo il magi- le abbondanti limosine che faceva gli me-
strato de'6 consoli di mare, e inviarono ritarono il soprannome di Padre de' po-
un' ambasceria al soldano di Babilonia. veri. Egli negoziante, come i suoi più. di-
Neh 4^ 3 cominciò la guerra col duca di stinti concittadini, quantunque illettera-

Milano Filippo M. a Visconti, che occupò to servì utilmente Firenze, di cui fu va-
diverse città della Chiesa, ed fiorentini i rie volte gonfaloniere, e che mantenne in
elessero capitano generale Carlo Malate- pace per la saggezza de'suoi consigli. La
sta signore di Rimini; e neh 4^5 abban- casa de Medici fatta prudente dall'espe-
donò i loro stipendi per quelli del Viscon- rienza, camminò sempre verso l'intento
ti, il celebre capitano Nicolò Piccinino pe- suo di dominare, con passi più lenti e più
VOL. LXXVIII. 10
m
sicuri.Procedendo con prosperi successi
to s
rolla
OT S
con denaro) fu imprigionalo Cosi-
la il duca di Milano, questi
lega contro mo de Medici e chiuso in una camera del
soccorseLucca,contro della quale gli mos- palazzo de'Signori, mentre la fazione ite-
se guerra Firenze ueli43o. In quest'ali- gli Albizzi teneva lutta la città in sogge-

no fu permesso agli ebrei di stabilirsi in zione e paura. Il celebre Nicolò Mauru-


Firenze, con facollàdi prestar denaro, pi- zi da Tolentino, capitano del comune la-
gliando al più 4 denari per lira quando : sciato alla guardia di Pisa, avendo inte-

nel 1 4<)5 vennero espulsi, si trovò che in so l'avvenuto a Cosimo suo amico, si re-
5oanniaveano guadagnalo circa 5o mi- cò colla brigata alla Lastra suburbano di
lioni di fiorini. Avea Martino V esortato Firenze e tornò presto a' suoi quartieri.

i fiorentini n pacificarsi co'lucchesi,a me- Alcuni de'signori e del magistrato degli


diazionedel legato cardinal Albergati, ed otto pretendevano far morire Cosimo ;

Eugenio IV che gli successe nel 43 in- 1 i però temendosi del popolo, fu vinto (si
vano sì adoperò per la concordia, pro- vuole mediante le somme dispensate da
gredendo aspra guerra (Va'due popoliate- Cosimo) nella balia o parlamento, in cui
vastando fiorentini il ducato lucchese
i l'interopopolo esercitava l'autorità su-
sino alle porle della città, sotto gli occhi prema, ad onta dell' opposizione di Ri-
dell'imperatore Sigismondo, che andan- naldo che ponderava I' insuflieienza del
do a Roma per ricevere la corona impe- temperamento, di confinarlo per 5 anni
riale, fu a Firenze, Lucca e Siena. Final- a Padova, ed altri di sua famiglia a Ro-
mente nel i433 si fece la pace tra'fioren- ma, Napoli, Ancona e altrove. Cosimo u-
tini e veneti da una parte, e dall'altra il scito dal palazzo,non senza pencolo tra-
duca di Milano, i sanesi, lucchesi e geno- versò la piazza, e partito per Padova ivi
vesi. Nel precedente anno era morto Ni- fu grandemente onoralo da'veneti, e più
colò da lizzano, che sebbene opposto al lardi gli fu permesso abitare in Venezia
partito de' Medici, ne' quali scorgeva il nel monastero di s. Giorgio. sospetti e 1

desiderio d'innalzarsi mediante il favore i rancori delle fazioni continuarono e si


del basso popolo, avea sempre consiglia- fecero più manifesti; ed il popolo che Co-
to d'evitare le decisioni violente, tempe- simo impiegava nelle sue manifatture,
rando l'ardore di Rinaldo Albizzi, ormai sentì bentosto il pregiudizievole vuoto
capo assoluto della fazione de'nobili e de' prodotto dalla sua lontananza. Nelle ver-
grandi : il contegno di Nicolò potè per tenze fra Eugenio IV e i Colonnesi, pa-
qualche tempo conservare la quiete, non renti del defunto Martino V, il Papa eb-
senza però crescere animo e forze alla con- be soccorsi d'armi da Giovanna II regi-
traria fazione, in questa aumentò sensi- na di Napoli, da'veneziani, e da'fìorenti-
bilmeute il favore popolare e l'autorità ni che gli spedirono Nicolò Mauruzi da
nella repubblica di Cosimo de Medici. Ma Tolentino con un imponente corpo di
Rinaldo Albizzi che vedeva pericolare il truppe. Per la venuta di Sigismondo, il
reggimento, sotto ilquale aveano per piti Papa si pacificò co'Colonnesi, ma la con-
di 5o anni vissuto i fiorentini, risolse di cordia poco durò per l'insurrezione del
porre in opera tutta la sua influenza per i434 de'Colonnesi,aiutatida IN icolò Stel-
rovinare i Medici; avendo Cosimo inge- la detto Fortebraccio capitano di ventu-
losito i primari suoi emuli anche colle sue ra; impadronitisi della città e del gover-
ricche7ze, il cui commercio estende vasi no, circondarono il palazzo de'ss. Apo-

nell'Europa e nell'Asia. A sua istigazio- stoli, ov'erasi portato ilPapa per più si-
ne ili. settembre 1 433 fu eletto gonfa- curezza, finché egli vedendo sollevali
i

loniere di giustizia Bernardo Guadagni, più arditi e molesti, travestitosi da mo-


ed a'7 d'ordine della signoria (dicesi cor- uaco cassinese, fuggì da Roma imbarcare
TOS TOS i3 9
cìosi sul Tevere
18 maggio. Giunto a
a* Medici fu richiamato alla patria, con gran
Pisa vi attese la sua corte, a' 2 giugno i conlento di tutti, ad eccezione d'alcuni
passò a Livorno, ed a'23 entrò in Firen- collegi. Messer Rinaldo Albizzi, suo figlio
re, e vi fu accolto con molti onori e so- Ormanno, Palla Strozzi e Ridolfo Peruz-
Jenni dimostrazioni, poiché erasi sempre zi, coi» altri 70 circa di loro fazione, fu-
mostrato favorevole al comune, e si recò rono esiliati peno anni. Il Papa procu-
ad abitare Maria Novella. Mal sof-
in s. rò di confortare l'Aibizzi, indi seguirono
frendo questo soggiorno il duca di Mila- varie condanne ed esecuzioni di ragguar-
no, tentò di farlo sorprendere in tempo devoli cittadini. III. "ottobre Cosimo ri-
che portava a passeggio fuori le mura,
si patriò, ricevuto con giubilo e grandi ono-
incaricando della sacrilega aggressione ri. Eugenio IV volle
Nella vigilia di Natale
Bartolomeo Visconti vescovo Novara e di fregiare la signoria col cospicuodono del-
Nicolò Piccinino. Scopertasi la trama non lo Stocco e Berrettone ducale benedetti,
ebbe effetto. Quanto a Roma, coloro che al qual articolo raccontai come seguì la
aveano usurpato il supremo potere era- funzione. Nel 1 435 Cosimo de Medici di-
no persone oscure, e la città restò in pre- venne gonfaloniere di giustizia, e l'Aibizzi
da a Fortebraccio e agli altri avventurie- col figlio e vari altri furono dichiarati ri-
ri a'26 ottobre fu ristabilito il governo
: belli; altri di loro fazione si decapitarono o

pontifìcio. Nuova guerra ebbe luogo in chiusero nella prigione delle Stinche. Indi
Romagna tra il Papa in lega co'fiorenti- si cercò con ogni sforzo d'indebolire il par-
ni e veneti, contro il duca di Milano, il tito de'uobili, avversi a' Medici. Il conte
cui capitano Piccinino disfece i collegati Francesco Sforza,fìngendosi mandato dal
presso Imola, imprigionando il loro capi- concilio di Basilea in Romagna a'dannidi
tano Nicolò da Tolentino, nel quale ar- Eugenio IV, nondimeno sembra che con
ticolo dissi di sua morte, de'suoi pregi e questi si fosse pacificato, poiché si recò a
degli onori funebri resigli da' fiorentini. Firenze, e il comune gli die un ballo sulla
Il 1. Settembre si creola nuova signoria, piazza de'Signori e un torneo in quella di

composta di persone favorevoli a'Medici. s. Croce. Ciò avvenne dopo la pace fatta
L'Albizzi, trovandosi col Barbadori e Pal- tra'florentini e veneziani col duca di Mi-
la Strozzi, cercò d'indurre la loro fazione lano. Dipoi la signoria di Firenze prese il

a prender armi e sollevare il popolo,


le conte per suo capitano. A' 18 aprile 1 436
ma noi secondarono compagni. Il nuo- i Eugenio IV, dopo avere in Firenze rin-
vo gonfaloniere Cocco fece citare l'Aibiz- novate le scuole vescovili, e donato al-
zi e altri a comparire innanzi la signoria, l'altare maggiore della metropolitana la
e citati in vece si armarono, portandosi
i Rosa (Toro benedetta, parli per Bologna
sulla piazza de' Signori a' 26 settembre. dove fece la solenne entrata a'22, ed ivi
Mentre stavano per succedere scene san- a'io settembre decretò che il concilio di
guinose, il Papa le impedì con inviare per Basilea, che operava continuamente con-
islabilir la quiete il vescovo di Recanati tro di lui, si trasferisse nel seguente gen-
Yilelleschi, celebre generale di sue mili- naio a Ferrara, decreto che confermò
zie,il quale indusse l'Aibizzi a recarsi da con diverse bolle, inviando a Ferrara il

Eugenio IV. Intanto che il Papa ragio- cardinal Albergati per disporre le cose;
nava con esso, la sua brigata si disperse; indi nel 1437 dichiarò sciolto il concilio
incoraggila la signoria,fece suonare a stor- siccome molti padri si osti-
di Basilea, e
mo le campane, accorrendo i cittadini ar- narono a continuarlo, il Papa li condan-
mali una moltitudine di contadini. In
e nò, e qualificò la conventicola verocou-
tale scompiglio si creò una balìa o parla- ciliabolo. L'Albizzi recatosi presso il du-

mento popolare, dalla quale Cosimo de ca di Milano l'istigò alla guerra contro i
i4o TOS TOS
fiorentini, e inviò a loro danno il Piccini- condo Ferlone, De'viaggi de' Pontefici,
no, che poi rivolse le armi contro il Pa- partì per Siena, di cui era stalo vescovo,
pa, come in seguito fece lo Sforza passa- e poi per Roma a compiere in Laterano
to agli stipendi del duca di Milano, per il concilio genera le fiorentino, come avea
aspirare alla mano di Bianca sua natura- notificato in esso a' 26 aprile del prece-
le. Cosimo vagheggiò il conquisto di Luc- dente anno. Neh 444 la fusione Medicea
ca, col pretesto di liberarla dalla tiran- dominante si acloprò per consolidare sem-
nia diGuinigi,ma dovè abbandonare l'im- pre più il suo potere, e nulla si ommise
presa. Scoppiata la peste in Ferrara, il Pa- perchè la somma delle cose fosse tutta
pa con bolla de* io gennaio 4^9 1
trasfe- nelle mani degli amici di Cosimo, e per
rì la continuazione del concilio generale levare ogni autorità a 'contrari. Trovan-
a Firenze t e ne riparlai in tanti luoghi, a- dosi Alfonso V in guerra co'veneti e dis-
Tendoimpegnatoa'fiorentini per4o,ooo gustato de'fiorentini, pegli aiuti dati al

scudi la mitra papale o triregno, per fa- suo competitore, onde fare un diversivo
cilitami viaggio a'greci nel recarsi al con- neh 447 fece entrare le sue milizie nelle
cilio. A' 1 6 Eugenio IV preceduto dalla terre di Firenze, al cui danno inutilmen-
^.Eucaristia partì da Ferrara, nel dì se- te si recò a Siena perchè a lui si unisse. I

guente pranzò a Modena, e di là per le fiorentini capitanati da Federico di Moti-


montagne giunse aFirenzea'22: l'impera- tefeltro conte d'Urbino e da Sigismondo
tore greco Giovanni III Paleologo, ch'era Malatesta signore di Rimini, ricuperaro-
venuto al concilio di Ferrara, si portò a no diversi de'luoghi occupati da'napole-
Firenze a'i5 febbraio, dove a'6 logliosi tani nel 1 447- Eletto in questo Nicolò V,
pubblicò il celebre decreto della riunio- deputò il cardinal Jeune legato per pa-
ne della chiesa di Grecia alla Latina o cificare Alfonso V co'fiorenlini,econ que-
romana, letto ne' due idiomi in s. Maria sti fece lega neh 44^- H Papa nel «449
del Fiore; ed a'4 settembre Eugenio IV ottenne la rinunzia dell'antipontificato da
pronunziò la scomunica solenne contro i Felice V; in Firenze si vinse una legge
scismatici padri di Basilea, che imperver- perchè l'elezioni de'magislrati si facesse-
sando ne'loro perniciosi errori. a'5 novem- ro in segreto, e non più colle fave scoper •

bre elessero l'antipapaFelice V (WSavoia. te, come fino allora si era praticato; ed i

Questi co'suoi fautori fu scomunicato da con Cosimo somministrarono


fiorentini
Eugenio IV nel concilio fiorentino. Lo denaro a Francesco Sforza per insigno-
Sforza deluso dal duca di Milano, con- rirsi di Milano, a cui aspirava Alfonso V
tro di lui fu creato capitano generale del- e glierano avversi i veneziani, che dan-
la lega de'fiorentini co' veneziani; e il du- neggiarono il commercio de'fiorentini in
ca cedendo alle istanze de'fuorusciti fio- Venezia: non ostante, nel i45o Milano
rentini, neh 44° fece entrare in Tosca- aprì le porte a Franceso e l'acclamò du-
na il Piccinino, che dopo alcuui vantag- ca, con gran giubilo de'fioVenlini, quali i

gi fu sconfitto interamente presso An- colla mediazione del Papa a' iq giugno
ghiari nella Valle Tiberina, la quale fece fecero pace con Alfonso V, convenendo
poi parte della repubblica, da'fiorentini che se insorgessero poi dissensioni si ri-
comandati da Micheletlo Attendolo e da mettessero all'arbitralo pontificio. Tut-
Gio. Paolo Orsini. Nel i44 2 S1 |eco a Fi- tavolta trovo che ne] 1 4-5 1, per la stret-
renze Renatoci' A ngiò pretendente del re- ta amicizia tra' fiorentini e il nuovo si-
gno di Napoli contro Alfonso V d'Ara- gnore di Milano, Alfonso V e i venezia-
gona, ed ottenne l'aiuto di Sforza co'de- ni inlimarono di sgombrare da'loro stali
nari de'fiorentini e veneziani. A'7 gen- a'fiorenliui. Questi si risolsero alla guer-
naio 144 3 Eugenio IV, od a'7 marzo se- ra, in lega col duca e co'genovcsi, inen-
TOS TOS 141
tre i veneti si collegarono co'sanesi a lo- chi.Nel recarvisi nel 1 4^9< da Siena (do-
ro danno. Recandosi nel 1
4)2 Federico ve benedì la Rosa ci* oro e la donò al
Illa Romaper essere coronato re d'Ita- senato per distinzione) giunse a Firen-
lia e imperatore, si fermò aFirenzee vi ze a*25 aprile, ricevuto con grande ono-
tornò dopo la coronazione.- Scoppiò la re, feste e magnificenza da Cosimo, che
guerra in Lombardia tra* veneziani e lo si può dire governava la repubblica, e re-
Sforzatili Val di Chiana tra Alfonso Ve putavasi più ricco particolare d' Eu-
il

i fiorentini, contro il quale gli suscitaro- ropa pel gran commercio esercitato dal-
no il rivale Renato d' Angiò, che calato la sua attività. Si trovarono pure a Fi-
in Italia laseiòa'loro stipendi il figlio Gio- renze Gio. Galeazzo figlio del duca di Mi-
vanni. Nel i453 Nicolò V addolorato in lano, altri signori italiani e molti amba-
vedere i in mi nenie la caduta del greco ini» sciatori, tutti ricevuti dal Papa. Moren-
pero, e di Costantinopoli assediata dal- do a'2 maggio l'arcivescovo s. Autonino,
l'armi vincitrici de'turchi,si adoperò con ne'funerali celebrati nella chiesa de'suoi
ogni sforzo per pacificare i belligeranti, domenicani, volle intervenirvi Pio li, che
esortandoli a rivolgere le loro armi con- a'5 maggio partì per Bologna. Nel con-
tro gl'infedeli, nemici del nome cristia- gresso di Mantova onde intraprendere la

no, che minacciavano tutto l'occidente. guerra contro i turchi, fu deliberato che
Cadde Costantinopoli e finì il greco im- tutte le nazioni dovessero contribuire soc-
pero; i che ne fuggirono por-
dotli greci ne promisero anche fiorentini e
corsi, e i

tarono in Italia, massime in Firenze e Ro- sanesi. Nelgennaio 1460 Pio II partì da
ma, molte opere greche, ed ebbero mu- Mantova, e nel declinar di gennaio ripas-
nifica accoglienza da Cosimo e da Nicolò sò per Firenze, trattato splendidamente,
V. Dopo pace e lega stretta nel i4^4
la indi passò a Siena. Nel«46i in conside-
tra'fiorentini, veneziani, duca di Milano, razione delle grandi qualità di suo padre,
Estensi e bolognesi; per le cure di Nicolò venne eletto Piero o Pietro I il Gottoso,
V, vi compreso anche Alfonso V.
fu poi figlio di Cosimo de Medici, gonfaloniere
Frattanto il partito di Cosimo cominciò di giustizia, e fu l'ultimo gonfalonierato
a dividersi in se medesimo; cessò il pote- esercitato da uno di sua casa; e portan-
re dittatorio della balìa e si chiusero le dosi in Roma Carlotta regina di Cipro si

borse dalle quali si traevano i nomi de' fermò Morì nel 463 Giovan-
in Firenze. 1

priori, che perciò tornarono ad essere e- ni secondogenito di Cosimo senza prole,


letti a sorte, come ne'tempi precedenti. onde la sua discendenza si continuò in
Mentre i cittadini credevauo aver acqui- Piero solo, poiché un Carlo era figlio na-
stato più libertà, il potere di Cosimo ne turale di Cosimo. Questi essendo già vec-
ricevè aumento,perchè trovandosi le bor- chio, ammalato e stanco, dopo una vita
se piene d'uomini alFezionati a'suoi inte- molto operosa e travagliata, cittadini po- i

ressi, l'autorità rimase sempre nelle sue tenti del suo partito oppressero il popolo
mani. Neh 458 ordinandosi il nuovo ca- con rapine e violenze; talché la repubbli-
tasto, i grandi cittadini sdegnati pel nuo- ca senz'aver guerra di fuori, fu malmena-
vo aggravio ricorsero a Cosimo, che mo- ta da'suoi concittadini medesimi, e inve-
strandosi contrario a'partiti violenti, ne ce di ricuperare la libertà, agrari passi

lasciò la cura al goufaloniere Luca Pit- s'incamminò verso un'insolente e dispoti-


ti, animoso e temerario, il quale colla ca oligarchia. Cosimo il Vecchio morì nel-
forza fece eleggere i nuovi magistra- la sua villa di Careggi, presso Firenze di
ti. 11 sanese Pio convocò un congres-
11 73 anni, il 1 4^4; fu
1. "agosto sepolto nella
so di principi a Mantova, per frenare la chiesa dis. Lorenzo da lui innalzata, e sic-
ibi uiidubile possanza e conquiste de'tur* come cou decreto pubblico gli era stalo
4* To s TOS
ciato il titolo di Padre della patria e Li- Piero de Medici successe al padre nel-
beratore del popolo, fu inciso sull'epitaf- la direzione degli affari, ma senza avere
fio della tomba. Egli lasciò le chiese, il po- il senno riè l'ascendente di cui quello go-

polo, i dotti, e gli artisti colmati delle sue deva sulla pubblica opinione. Il limitato
beneficenze. Il suo governo fu dolce e pa- suo ingegno e le sue fisiche indisposizio-
cifico, durante i quasi 34 anni in cui fu ni rendevanlo inabile alle lettere e agli af-

l'arbitro della repubblica, ed il consiglie- fari ; egli tuttavia avea esercitato la sua
re della più parie delle città e de'signori dignità con moderazione finche visse il

d'Italia,che ne ricercavano l'amicizia, e padre; ma cessata questa guida, cambiò


godendo tale una reputazione che melte- modi, e sedotto dagli adulatori, pretese
valo al pari de' re, senza ch'egli assumes- governare da sovrano. Seguendo il consi-
se alcun titolo. Egli usò del suo ascenden- glio di DiolUalvi Neroni,uno giàde'mag-
te in favore delle scienze, delle lettere, del- gioii amici di Cosimo, volle riscuotere i

le belle arti, e de'loro cultori, che con re- moltissimi crediti di suo padre, perchè il
gia magnificenza costantemente protesse. patrimonio trovavasi io qualche disordi-
Learli, le scienze, il commercio e altre vir- ne; ma con questa importuna domanda
tù che nel precedente secolo aveano po- si creò molti nemici. Si formarono quin-

sto il seggio loro in Firenze, onde glie ne di in Firenze due fazioni, quella de' Me-
derivò potenza, opulenza e gloriosa riflo- dici, chiamata (\e\pianoj l'altra detta del

manza, Cosimo ebbero notabile in-


sotto poggio^ con alla testa Luca Pitti. Questi
cremento. Questi sonogli elogi che comu- colla sua prepotenza spogliò l'erario, de-

nemente si danno a Cosimo dagli scritto- rubò i privati, e dispose arbitrariamente


ri; però fra' più critici e giusti sembra il degli uffìzi. Nel i/±66 mal soffrendosi l'al-
seguente del eh. Reurnont.» Cosimo era terigia di Piero, formarono congiura con-
ricco e splendido: ricco l'aveano fatto la tro la sua fazione e per assassinarlo, tor-
mercatura e il cambio; splendido dimo- nando dalla sua villa di Mugello, il Pitti,

stra vasi per naturale inclinazione eper po- il Neroni, Agnolo Acciainoli e Nicolò So-
litica. Amava e favoriva le arti; protegge derini. Era egli presso ad incappare nei
va le lettere, portato a ciò forse dalla na- suoi nemici , ma la provvidenza per vie
tura del secolo, piuttosto che dal proprio singolari fece cadere a vuoto la trama, dal-
suo genio. Co'suoi aderenti era liberale, la quale erasi ritirato il Pilli. Scoperto il

ed anche al popolo usava larghezze: ma delitto, i principali della fizione del pog-
quando bisogni dello stato si accrebbero
i gio furono confinati altrove o si salvaro-
per le spese fatte nelle guerre, i novelli ca- no colla fuga, ed il Pitti fu privato d'o-
richi parvero più intollerabili, anche per- gni autorità; quindi venne decido di eleg-
chè il paese era afflitto da inforlunii di va- gere i priori non più a sorte. Gli esuli in-
rio genere.Se poi si consideri lo stato politi- dussero muover guerra al
i veneziani a
co,tutlo il reggimento era,comeadire,con- comune nel 1467, inviando contro Firen-
centrato nella fazione che riconosceva Co- ze con essi l'esercito comandato dal ca-
simo come suo capo. Tutte le provvisioni pitano loro Colleoni. A'veneti si unirono
che al suo tempo furono vinte, tendevano i signori di Pesaro, di Forlì, della Miran-
arestringereilnumerodiquellichegover- dola ed altri. I fiorentini dal canto loro e-
na vano, e a raffermare il potere in una sola con Ferdinando I re di Na-
ransi collegati
famiglia. Fu però necessaria la forza per poli e colduca di Milano, avendo scelto
dar l'ultimo crollo alle libertà popolari; e a comandante di loro milizie Federico
a farciò pese niano,coll'assensodiCosin)o, duca d' Urbino. Dopo indecisa battaglia
Luca Pitti, mirando pur sempre a coprire alla Moliuella, nel territorio d'Imola, se-
la dittatura colleappareuze della legalità." guì la pace a*25 aprile i4G8, che Papa
TO S TOS 143
Paolo II atea proclamato solennemente vieppiù stringere il potere in mano di po-
inRoma nella festa della Purificazione, coi chi, si annullarono i consigli del comune
nominati e altri principi d'Italia, essendo* e del popolo, e si die altra forma alle ma-
gli a cuore di unirli tutti contro i turchi. gistrature, riducendosi il numero de'cor-
Però* in Firenze i principali tra gli esuli pi delle arti da 2 i a 1 2. Nel 47 2 insorse
1

furonodichiarati ribelli, e il partito domi'* Volterra pe'proiitti dell'allumiere di Ca-


Dante incrudelì ancora contro molti citta- stelnuovo, e Lorenzo contro il parere di

dini, accusali di corrispondenza co'fuoru Soderini e altri che opinavano per la cle-
scili. I figli di Piero nati da Lucrezia Tor- menza, gli fece muover guerra, onde espu-
nabuoni, Lorenzo il Magnifico e Padre gnata da Federico duca d' Urbino capi-
ddle Ietterei e Giuliano, eseguirono una tano del comune, fu deplorabilmentesac-
giostra sulla piazza di s. Croce, per le noz- cheggiata e si costruì nella città la rocca
ze del i.°coo Clarice Orsini romana. Nello o torre del Maschio. Indi il comune nel
stesso anno il comunecoinprò per 3o,ooo 1 47^ s' collegò co' veneti e Mi-
il duca di
fiorini Sarzana, Sarzanella e altri castel- lano. Ed eccoci alla strepitosa congiura
li della Lunigiana. Ne' suoi ultimi anni, de'Pazzi scoppiata in Fireiizc^àx cui e deb
Piero de Medici era talmente oppresso le sue gravi conseguenze ragionai in tan-
dalla golia e da altre infermità che ap- ti articoli, avendo difeso Sisto /^ dalla
pena la lingua poteva usare, per cui si do- taccia di complicità nella biografia. Impe-
vè contentare d'ammonire i violenti del rocché dicesi che essa derivò dal malumo-
suo partito, pregandoli a voler vivere ci- re del Papa contro i fratelli Medici, per
vilmente e godersi la patria salva piutto- cagioni pubbliche e privale, aizzato dal ni-
sto che distrutta. Mori a'3 dicembre 1 4^9» pote conte Girolamo Riario, siguore di
lasciando oltre nominati due figli, Cian-
i Forlì e d'Imola. I Pazzi, antichissima fa-
ca maritata a Guglielmo de Pazzi, e Nan- miglia fiorentina, stretti parenti de' Me-
niua moglie di Bernardo Rucellai. Seb- dici Guglielmo essendo coguato di Lo-
,

bene il governo del padre non fu esente renzo, tuttavia gli eia no avversi per ge-
da artifizi e da malafede, ebbe ancora le losia di loro progrediente grandezza, e per
r icordate parti assai buone, e fu molto tol- 1' eredità Borromeo tolta a Giovanni de
lerabile in confrouto del figlio, che a lui Pazzi, e per gare uegli aliati mercantili,
grandemente inferiore lasciò fare a' suoi poichéambedue le case teuevanobancoin
perversi partigiani, laonde il periodo in Roma, dove il Papa tolse ancora a' Medici
cui egli apparentemente moderò il freno la tesoreria per conferirla a'Pazzi. France-
della repubblica, fu una continua serie di sco Sai viali,promosso dal Papa all'arcive-
congiure, di esilii e di persecuzioni. Tom- scovato Pisa, a malincuore de'Medici,
d'i

maso Soderini, uomo principalissimo nel- che volevano impedirgliene il possesso, Ja-
la città, radunati gli amici li persuase a copo suo fratello,Jacopo di PoggioBraccio-
confermare ne' figli di Piero, Lorenzo e linied altri, entrarono nella congiura. La
Giuliano, quell'autorità che il loro avo e venuta in Firenze nel i^jS del cardinal
padre aveano goduta. Lorenzo presso cui Raffaele Riario, prò uipote del Papa, fece
rimase la direzione de'pubblici affari, fu risolvere ad effettuarla.Essendo andato a
l'uomo più grande e insieme più fortuna- vuoto ii Medici al-
diseguo d'assassinare i

to de'Medici. Eletto nel i47 [ ^i sto IV, ia villa Fiesolana, ora Mozzi, si stabili il
egli fu uno tra gli ambasciatori per feli- 26 aprile festa di Pasqua, nella quale il
citarlo, e il Papa
nominò suo tesorie- lo cardinale insciente dovea celebrar la mes-
re generale (però non conosciuto dal Vi- sa nella metropolitana. Durante l'ufficio,
tali : forse saia stato suo banchiere) e gli Giuliauo de Medici fu ucciso da Bernar-
die in allìllo le allumiere della Tolfa. Per do Bandini e da Francesco de Pazzi; il fra-
144 TOS TO S
tello Lorenzo fu ferito da Antonio Maf- cono che anzi egli procurò di frenare con- i

fei di Volterra, ma disarmato l'assalitore giurati, e che calmò il popolo, dichiaran-


gli riuscì a salvarsi in sagrestia. Intanto do la sua innocenza), che
si adoprò per

l'arcivescovo di Pisa tentò d'impadronirti farlo credere non consapevole della con-
del palazzo della signoria, però mostran- giura, ma venne posto in prigione; e po-
do poca risolutezza, venne fatto prigione scia fiorentini a istigazione di Lorenzo
i

col Bracciolini egli altri seguaci/lai gonfa- tentarono d'occupare alcune città pontifi-
loniere Cesare Petrucci partigiano de'Me- cie. Irritato Sisto IV, scomunicò Loren-
dici, e da'signori assistiti dalle.guardie del zo, i magistrati della città, i complici di la-
palazzo. Mentre Jacopo de Pazzi percor- li delitti, e sottopose all'interdetto Firen-
reva con armati la città, senza poter muo- ze per la morte violenta del Salviati. Do-
vere il popolo a sollevarsi, dappertutto si nato Acciaiuoli, mandato in ambasceria
\e\ò\\ gv'iào: Palle palle! (i Medici avea- a Roma, tentò invano di placare il Papa.
no nello stemma 6 e più anticamente 8 Fu quindi adunata un'assemblea di ve-
palle di colore rosso in campo d'oro, so- scovi e altri prelati del dominio fiorenti-
pra una delle quali Luigi XI re di Fran- no a' 2 3 luglio, e presieduta da Gentile
ciapermise a Piero di mettervi gigli di i de Becchi d' Urbino vescovo d'Arezzo e
Francia in campo azzurro; e la fazione già precettore de'figli di Cosimo, egli ar-
Medicea prese da tale stemma il nome dì accusare Sisto IV d'essere stato l'isti-

de' Pai le sehi, e soleva gridare Palle pal- gatore della congiura, e si vuole ch'ebbe
le nelle commozioni e ne'fesleggiamenti, luogo l'audacia d'una controscomunica.
come fecero in Roma i fiorentini quando Il Papa fatta lega co'sanesi, con alcuni
fu pubblicalo Leone X e quando prese feudatari di Romagna, fra' quali il ni-
possesso: scrissero alcuni che tali palle ri- pote conte Girolamo Riario primeggia-
cordino 1' origine della famiglia Medici, va, e col duca di Urbino, ed unite le sue
da barbieri-chirurghi, per esprimere le milizie alle napoletane, nel ^ece 1 4-79 ' e
palle di sapone o le garaffe per le coppet- entrare nel dominio de'fìorentini, a'qua-
te a taglio, o come altri vogliono le pillo- li si allearono i veneti, il ducagli Mila-
le medicinali; altra diceria pretende che no e quello di Ferrara feudatario della
discendessero o da un medico di Carlq s. Sede mentre Sarzana fu occupata dai
}

Magno, o da'carbonai di Mugello, o dagli genovesi. Lorenzo non fidando nella for-
osti di Firenze; siamo tutti derivati da tuna dell' armi, dopo la rotta patita dai
Adamo e da Eva !) e muoiano i tradito' fiorentini arditamente corse a Napoli nel
ri! Gli aderenti de'Medici presero le ar- dicembre per pacificarsi col re, e col suo
mi, e in poco tempo uccisero o imprigio- fino accorgimento 1' ottenne a'6 marzo
narono tutti i cospiratori. L'arcivescovo i48o. Tornato in patria, il Papa conti-
Salviati, il Bracciolini, Francesco e Jaco- nuò i preparativi per proseguir la guer-
po de Pazzi ed altri furono impiccati al» ra, ma la presa d'Otranto fatta da'turchi
le finestre del palazzo; quasi tutta la fa- (s' incolpa Lorenzo di tale diversivo), e
miglia de' Pazzi fu distrutta, tranne Gu- l'ambasceria inviata da'fìorentini per ri-
glielmo cognato de' Medici, benché non conciliarsi colla Chiesa, l'indusse al per-
esente da sospetto. IlBandini fuggito a Co- dono e all'assoluzione dalle censure. Vo-
stantinopoli, non potè evitare il patibolo, lendo il Papa punire il suo vassallo duca
avendone Maometto II ordinato l'estra- di Ferrara, nel 1 4^^ lo fece assalire uni-
dizione. Il cardinal Riario, che nel tram- to a' veneti, il duca venendo soccorso dai
busto sbigottito erasi rifugiato presso l'al- fiorentini e dal re di Napoli; ma poi ve-
tare maggiore, fu salvato dalla furia po- dendochei veneziani,continuando le con-
polare a intercessione di Loieuzo (altri di- quiste, aspiravano a impadronii j>i di Fer-
TO S TOS i4^
rara, si pacificò, e strinse una formidabi- rapì Lorenzo a' vi vi di 44 ann ' in Ca reg-
le lega contro i veneziani, li scomunicò e gi l'8 api-ilei 492. La di lui morte fu im-
poi li méntre stava per annienta-
assolse, putata alla temerità e superstizione di
le la grandezza de' Medi ci. fiorentini pre- I Pietro Leoni, celebre medico di Spoleto,
sero le Napoli contro gl'in-
parti del re ili fatto venire per curarlo; poiché profes-
sorti baroni, e ripresero Pietrasanta eSar- sando egli l'astrologia giudiciaria , avea

zana a'genovesi. Intanto Lorenzo maritò predetto che Lorenzo guarirebbe senza il
sua figlia Maddalena a Francesclietto Ci- soccorso delle medicine, che non gli som-
bo figlio d'Innocenzo Vili, il quale creò ministrò. Smentita dal fatto tal vana pre-
cardinale Giovanni figlio di Lorenzo, che dizione, Pietro primogenito del defunto
fu poi Leone X, allora di i/\. anni, e per- vendicò la morte del padre, precipitando
ciò il i ."cardinale e Papa di sua stirpe. La il medico inun pozzo, e così Leoni veri-
grandezza di Lorenzo vieppiù progreden- ficò l'oroscopo che di se stesso avea fatto,
do, nel i49° fece sfolli per conservar la cioè che per im preveduto caso perirebbe
pace in Italia e l'equilibrio politico, giac- annegato. Lorenzo il Magnifico e il Pa-
ché godeva l'estimazione tanto co' prin- dre delle Muse, detto pure Lorenzo I,non
cipali sovrani, quanto co'principi minori, ebbe titolo di principe, ma governò vera-
essendosi interposto con successso in favo- mente da signore assoluto. Le congiure
re del Papa, per la cessazione della tiran- tramate contro di lui, non già coll'inten-
nia di Buccolino in Osimo. Egualmente to di rendere a Firenze la libertà, ma per
Firenze progrediva in floridezza, ma so- invidia e per odio contro una casa di cit-
prattutto nelle cose estrinseche, perchè il tadini tanto eminenti, altro eifetto non eb-
gran lusso avea portato la decadenza di bero che dare al suo nome maggior cele-
molti patrimoni,iusieme a quellode'Medi- brità e più salde radici al suo potere, co-
ci, le cui ricchezze era no cominciate a decli- me osserva ilReumont. Egli aggiunge:
na re negli ultimi tempi di Cosimo. Però Oscurano la fama di Lorenzo atti di cru-
l'amore de'comodi della vita e de'pubbli- deltà e di violenza, come il saccodi Vol-
ci abbellimenti riuscì assai favorevole al- terrajatlidi poca probità, che si volle scu-
le arti che onorò: il fiorentino Michelan- sare col pretesto de'pubblici bisogni. Egli
gelo Buonarroti sommo pittore, scultoree compì l'opera cominciata dall'avo Cosi-
architetto, auche poeta, per più anni se- mo, e lasciò la patria corrotta ne'costumi,
dè alla mensa di Lorenzo, amando d'es- e debole, malgrado lo splendore esterno,
sere circondato da'più valenti artisti, per le ricchezze e l'estese sue relazioni co'piu
impiegarne il loro ingegno, e da'Ietterati, colti e potenti popoli del mondo. La glo-
come Pico della Mirandola, Poliziano ed ria che diffusero sulla vita e sul governo
altri, egli stesso coltivando le lettere e la di lui i suoi amici e potenti discendenti, la
poesia. Ormai trascorso più d'un mezzo protezione di cui fu largo alle scienze, al-

secolo dacché Medici eransi recate in


i le lettere italiane e greche, e alle arti, e
mano le redini del governo, della libertà l'esser stato egli uomo di grand'ingeguo,
nient'altro rimase che il nome. Le gran- contribuirono a far dimenticare que'dan-
di pompe e spettacoli dati al popolo da ni che la storia non può perdonargli. Or-
Lorenzo, e il fasto del duca di Milano Gio. nò la patria di superbi edilìzi e abbelli-
Galeazzo Sforza, nel suo lungo soggiorno menti, ripristinò V università di Pisa, e
in Firenze terminarono di spegnere le
, colle sue cure formò la biblioteca più ric-
"virtù repubblicane ne' fiorentini e altri ca d'Europa. Lasciò 3 figli: Pietro che gli
toscani, e prepararono la via alla monar- successe, il cardinal Giovanni, eGiuliano
chica dominazione. Una malattia, che sul poi duca di Nemours e maritato a Fili-
priucipio uou era che una leggera febbre, berta di Savoia; nou che 3 figlie; Lucie-
146 TOS TOS
zia Jacopo Sa/via ti, i\n cui nac»
mnglie di domenicano fr. Girolamo Savonarola di
attero due cardinali; Maddalena sunno- Ferrara colle sue eloquenti parlate, solle-
minala, madre del cardinal Innocenzo Ci- varonsi contro Piero, il quale tornando a
e Contessala moglie di Pietro Ridol fi,
Z>0_,' Firenze l'8 novembre, gli chiuse in faccia
che fu decapitato a Firenze nel 1
497 pel le porte del palazzo della signoria, Luca
suo attaccamento a' Medici, e loro figlio Corsini uno di essa. Il popolo levato a ru-
fu il cardinal Ridolfi. All'autorità di Lo- more, saccheggiò le case de'Medici; Pie-
renzo ilMagnifico, successe Piero de Me- ro fuggì col fratello Giuliano a Bologna,
dici o Pietro II, suo figlio maggiore, con- e venne dichiarato ribelle con tutti i suoi;
servò lo stesso potere in Firenze, ma non e il cardinale Giovanni altro fratello, ch'e-
si acquistò la stessa considerazione. Il car- rasi rifugialo nel convento di s. Marco
dinal fratello Giovanni, da InnocenzoVIlF del Savonarola, travestito da francescano
fu anche Patrimonio di
fatto legato del agli [ 1 novembre corse pure a Bologna.
s. dominio fio-
Pietro, e legato^ Intere del I cittadini già confinati, come i Neroni, i

rentino e di tutta la Toscana per assiste- Pazzi e altri, nel dì seguente furono richia-
re la famiglia; pertanto si recò in Firen- mati. Carlo Vili portatosi a Pisa, i pisa-
ze, ma ne partì alla fine di luglio per l'e- ni proclamarono la loro libertà il 17; in-
lezione d'Alessandro VI. Appena morto di il re passò in Firenze, dove sebbene ma-

Lorenzo, si vide Firenze combattuta e tra- gnificamente accolto, le sue superbe pre-
sportata da quel turbine che mise sosso- tensioni vennero ribattute dall'ardire di
pra efece rovinare lo stato politico di qua- Pier Capponi, il quale alla sua presenza
si tutta Italia: epoca deplorabile, da cut stracciò le proposizioni dell'accordo, col-
originò l'universale desolazione, la perdi- le famose parole: Voi date pur fiato alle

ta d'ogni libertà, ladecadenza dello spi- vostre trombe; e noi suoneremo le nostre
rito nazionale, lo sconvolgimento delle re- campane! Tuttavolta si fece una più di-

lazioni col l'estero; in fine l'umiliante pre- screta convenzione, e fra'pnbblicati arti-
ponderanza del dominio straniero. La re- coli a'26 novembre nella cattedrale, vi fu
pubblica fiorentina rapidamente perven- quello, che le fortezze dovessero rimane-
ne, barcollando a balzi, all'ultima sua di- re sotto la protezione del re sino alla con-
struzione. Nel 149 ^ Piero si disgustò con quista del regno; ed invece dell'esorbita li-

Lodovico il 71/o/o, che avea tolto al nipo • te somma domandata 120,000 dal re, soli
te Gio. Galeazzo Sforza il ducato di Mi- fiorini. Avea pur preteso il dominio di Fi-

lano; mentre per brama di cambiare l'au- renze, ed il ristabilimento de'Medici. Tro-
torità concessagli nellosplendore d'un tro- vo nell' Arte di verificare le da te ,cheCav-
no, persuase nel 1
4q4 ' fiorentini a colle- lo Vili profittando della rivoluzione di
garsi con Alfonso redi Napoli, contro
li Firenze, vi entrò da conquistatore; suoi i

il quale marciava Carlo Vili redi Fran- soldaticommisero molte ostilità, e la pre-
cia per togliergli il regno qua! erede de- ziosa biblioteca di Lorenzo il Magnifico
gli Angioini. Perciò giunto Carlo Vili a divenne preda d'un'orda di briganti. Ta-
Ponlremoli, assediò la rocca di Sarzanel- le fu la perdita fatta allora dalla repub-
lo; agitata ne fa Firenze, ed il pusillani- blica delle lettere, che i rimasugli della
me Piero impaurito, si recò al suo campo biblioteca, ricuperati da'rapitori da Ca-
presso Sarzana a sottomelterglisi,e con ac- terina de Medici, costituirono il più cu-
cordo cede a 'francesi le foltezze dello stato, rioso o vago di sapere e di godere, nella
onde il relè tenesse sino al fine della guer- biblioteca reale di Parigi. Inoltre leggo
ra. Sdegnati i fiorentini del vergognoso nelle Memorie
di Giovanni fi Bentivo-
trattato concluso senza loro partecipazio- glìo, allora dominatore di Bologna, che
ne^ disapprovato dal famoso democratico nel ricevere Piero, lo ratnpagoò qua! vit-
TOS TO S i4 7
Umé del timore, e che un principe non gli le fortezze; quegli però ricusò di con-
dovea scender dal trono che spento (il ro- segnare Pisa, e vendè a' genovesi Sai za-
vescio giunse ancora per lui, e malgrado na, ed a' lucchesi Pietrasanta e Motroue.
il dichiarato, si contentò di finire i suoi Espulsi gli ebrèi da Firenze, invece si e-
giorni nell'esilio). Il conte Gozzadini auto- resse il monte 1496 in Firen-
di pietà. Nel
re delle Memorie, narra inoltre, che Me-
i ze ri fu grandissima commozione prodot-
dici in Bologna seppero la dolorosa no- ta da'sermoni di fr. Girolamo Savonaro-

vella del sacco dato al palazzo loro, e la la, il quale ammonì tutti di emendare i

depredazione e dispersione di tante ope- costumi non risparmiò gli eccle-


rilassati,

re insigni di pittura, di gli plica (o glittica, siastici eilgovernodi Papa Alessandro VI,

opere d'intaglio e d'incisione in pietre du- eccitando gli affollati uditori a una rifor-
re), di scalpello, di tanti preziosi codici da ma generale. Fr. Domenico da Pesci a suo
Cosimo e da Lorenzo per ogni dove rac- correligioso, e al par di lui dotato di ta-
colti. Dall'accoglienza di Giovanni li, vi- lenti e facondia, colle sue prediche appog-
dero i Medici che poco o nulla aveano a giò e lodò quelle del Savonarola. Segui-
sperare in Bologna, quindi Piero andò a rono per la città processioni di peniten-
Venezia, il cardinaleeGiulianoa Pitiglia- za, sulla piazza de' Priori furono arsi mol-
no, allora feudo degli Orsini in accoruan- tissimi libri cattivi, quadri osceni, oggetti
digia della repubblica di Siena, da dove di lusso e altro, spontaneamente portati
il cardinale viaggiò in Francia, Germania, da'eittadini. Il Papa avea esortato fr. Sa-
Genova, e poi si fermò a Città di Castel- vonarola ad astenersi dal predicare, e ve-
lo.A*2 dicembre il popolo fiorentino con- nendo accusato d'eresia fu chiamato a Ro-
vocato a parlamento, dopo aver creata la ma per difendersi. Nel 1497 Piero e Giu-
balia ,
procede alla riforma dello slato, liano de Medici fecero nuovi infruttuosi
spintovi da' parlari di zelo amaro di fòt. tentativi per rientrare in patria, e Pietro
Savonarola. Nel 1 4-9^ fr* Savonarola ri- cui l'aiuto de'sanesi giunto a porta s. Pier
pigliò le sue prediche piene di facondia, Gattolini fu obbligato a retrocedere. La
con troie sregolatezze de'fiorentini immer- parte contraria a fr. Savonarola cercò
si nella mollezza, attaccando nello stesso d'impedirgli colla forza il predicare, giac-
tempo i Medici, che prima l'aveano pro- ché continuava a declamare contro Ales-
tetto per trarne partito; esortò alla rifor- sandro VI, per cui nacquero disordini nel-
ma de costumi, e dello stato a favore del- la metropolitana, e il popolo armato l'ac-
la libertà del popolo, onde il suo credito compagnò al suo convento
Marco. di s.

sempre più si aumentò. De'suoi aderenti Indi a' 12 maggiofu scomunicato dal Pa-
si formò la setta de piagnoni, la contraria pa, come eretico e contumace; e senz'ef-
che vedeva in lui un esallato fu denomi- fetto la signoria si adoperò per indurle il
nata degli arrabbiati: tra quella de'pri- Papa a clemenza. Siccome Bernardo del
ini si contarono Francesco Valori e Pao- Nero, già gonfaloniere, e altri principali
lo Antonio Soderini. Reduce Carlo Vili cittadini, furono decapitati a istigazione
da Roma passando per la Toscana , fr.
,
del Valori, per aver trattato co' fuorusci-
Savonarola, che quale ambasciatore del- ti; grandissimo fu il risentimento degli ar-
la repubblica avea tenuto già con lui va- rabbiati contro fr. Savonarola, riguar-
rie conferenze, andò a trovarlo in Poggi- dandolo fmtore di tal deliberazione, per
borni, e col solilo suo coraggio lo ammo- l'influenza che avea sul governo. Nel 1498
nì a mantenere la giurata fede al comune per le gravi minacce fatte da Alessandro
di Firenze, ma solo ne riportò promesse. VI, di confiscare i beni de'mercanti fio-
Nondimeno ordinò poi a d'Entrangues, rentini in Roma, fr. Savonarola si asten-
lasciato al comando di Pisa, di restituii- ne per qualche tempo dal predicare, ma
i48 TOS TOS
poco dopo il gonfaloniere Giuliano Salvia- ordini pontificii, segue l'opinione di Ber-
li T incaricò delle prediche quaresimali castel e dice: Savonarola non fu ne ere-
nella metropolitana. Ivi predicò l'ultima tico, né martire. Egli più verosimilmen-
volta il i ."marzo, e a' i 8 in s. Marco. In- te, e in certe epoche di sua vita, fu un cer-
tanto il francescano fr. Francesco da Pu- vello riscaldato e un fanatico, che biso-
glia, predicando nella chiesa di s. Croce, gnava rinserrare e non bruciare. La guer-
dichiarossi pronto allaprova del fuoco, ra continuò tra'florentini, e i pisani soc-
cioè a passare fra a un rogo arden- mezzo corsi da' veneziani; si pa-con questi i primi
te, per provare, sortendone illeso (come tono neh 499? wa pisani ricusaro-
cifica i

nel 062 ne uscì illeso il cardinal s. Pie^


i no d'accordarsi; e perchè Paolo Vitelli ca-
tro Igneo de'conti di Soana per giustifi- pitano della repubblica, perde l'occasio-
care i monaci vallombrosani, che aveano ne d'impadronirsi di Pisa, fu decapitato.
accusato di simonia Pietro I vescovo di Poco dopo venuto in Italia il re Luigi
Firenze; anzi avendone riparlato nel voi. XII, successore di Carlo Vili, rinnovò le
XXXI, p. 149, sarei in contraddizione se pretensioni di questi, e il comune entrò
qui non avvertissi che ivi postosi un o , nella lega francese, nella quale eravi il Pa-
invece dell'/, sembra che s. Pietro volesse pa, i duca di Savoia. I fio-
veneziani e il

giustificare il vescovo contro i monaci, di- rentini tornarono neli5oo all'assedio di


cendosi giustificarlo, mentre deve dire Pisa, e nel 1 5o [ Cesare Borgia figlio d'A-
giustificarli), che giusta era lascomuni- lessandro VI, duca di Valentinois e di Ro-
Papa contro fr.
ca lanciata dal Savonaro- magna, chiesealla repubblica il passo per
la purché questi ancora vi entrasse per
,
andare a Piombino, che si facesse confe-
provare con un miracolo le predizioni che derazione con lui e si riformasse il gover-
andava proclamando. Dopo molte conte- no, mentre Piero de Medici erasi avanza-
se fra'domenicani e francescani, sebbene to nel Bolognese. Il Borgia giunto a Cam-
permessa la prova dalla signoria e il ro- pi e vedendo quietaFirenze,si contentò ad
go fosse pronto sulla piazza de'Signori l'S honorem d'essere accettato agli stipendi
aprile, la disfida non ebbe luogo per l'im- della repubblica, e che notigli si facesse
provvisa e dirotta pioggia. Dopo quest'a v- opposizione nell' impresa di Piombino.
veniinento cessò l'entusiasmo de'fìorenti- Mentreloconquistava, il re di Francia gli
ni per fr. Savonarola , e vi contribuì il ordinò d'uscire dal territorio fiorentino,
gonfaloniere Piero Popoleschi. Ad istiga- ed egli seguì il suo esercito che marciava
zione degli arrabbiati , il popolo si levò su Napoli. Nel 1 5o2 a istigazione di Vi-
a rumore convento di s. Mar-
e assediò il tellozzo Vitelli capitano del Borgia, si ri-

co: d' ordine della signoria furono presi bellòa'fiorentini Arezzo, ove penetrarono
fr. Savonarola, fr. Domenico da Pescia e Piero e Giuliano de Medici, non che Cor-
fr.Silveslro Mai udì, mentre il Valori ven- tona, la Val di Chiana, Borgo s. Sepolcro,
ne ucciso nella propria casa. Fatto il pro- Alighieri e altri luoghi. Il re di Francia
cesso a'frati, che dicesi alterato dal nota- avendo mandato truppe a'fìorentim, Bor-
io, a'23 inaggio Savonarola e i due com- gia per non inimicarsi il re, ordinò a Vi-

pagni, dopo essere stati degradati , subi- tellozzo di ritirarsi, consegnando Arezzo
rono il supplizio del fuoco nella piazza dei «'francesi, i quali colle altre terre lo resti-
Signori, e le loro ceneri si gettarono nel- tuirono a'fiorentini. Questi a' io settem-
l'Arno. Di \\\ Savonarola parlano di ver- bre crearono gonfaloniere di giustizia a vi-

amente gli scrittori, alcuni da rivoltoso ta, che prima durava due mesi, il vecchio
e scellerato, altri qual profeta e marti- Pietro Soderini, moderato, integerrimo e
re, il No vaes nella Storia d' Alessandro senza figli. Nel 1 5o3 continuando la guer-
Vl ì
biasimandolo per aver disprezzato gli ra cou Pisa, il Borgia avea disegualo far-
TO S TOS .4(1
sene signore, quando morì Alessandro VI ga. A ciò ripugnando il gonfaloniere So-
a'18 agosto e terminò il suo potere: il sa- derini, "Giulio ordinò al vicerèdi Napo-
li

lsese Pio III, che gli successe, visse 26 gior- li Raimondo Cardona, capitano gene-
di
ni; indi fu dello Giulio II nipote di Sislo rale della lega, d'entrare in Toscana, se-
IV. Dopo aver tentalo invano Piero de guito dal cardinal Giovanni de Medici le-
Medici di rientrare in Firenze, erasi pei; gato pontificio.! fiorentini armarono con
dispetto dato a servir Francia, ma al pas- poca energia, ed il viceré prese d'assalto
saggio del Garigliano Napo- r.c! regno di Pialo a'i 2 agosto, che soggiacque al sac-
li, annegò a'28 dicembre i5o3 di 35
si co. Titubando il governo, fatti arditi Al-
anni, e venne sepolto in magnifica tom- bizzi, Vettori, Valori e altri seguaci dei
ba a Monte Cassino. Da Alfonsina Orsini Medici, congiurarono contro Soderini, il

sua sposa ebbe due figli, Lorenzo detto quale sbigottito si ricoverò a Siena a'3o
Lorenzino e il Popolare, il Giovane, poi Agosto, e per Ancona andò a Ragusi. Al-
duca d'Urbino, e Clarice che si maritò a lora una deputazione coll'arcivescovoPaz-
Filippo Strozzi. Seguitando con alterna zi si recò dal viceré per trattare l'accor-
fortuna la guerra co'pisani, nel 5oy 1 i re do. 1 Medici furono restituiti nella città
di Francia e d'Aragona si accordarono che come privati, i fiorentini entrarono nella
Pisa tornasse •'fiorentini, cessando il i.° lega, obbligandosi pagarle i4o, 000 du-
d'aiutarla, colla gratificazione di 5o,ooo cati. Si crearono 20 cittadini per far la ri-

ducati per ciascuno. I pisani esausti dalla forma, e si nominò gonfaloniere per un an-
lunga lotta e bloccali neli5oc), cedei ono no Gio. Battista Ridolfi. L'i 1 settembre
per capitolazione l'8 giugno. Nel 5 o fu 1 1 i5i2 il cardinal Giovanni entrò in-Fireu-
scoperta dallo Strozzi la congiura di Prin- ze, accompagnato dal fratello Giuliano e

zivalle della Stufa, contro il gonfaloniere dal nipote Lorenzo, dal viceré e da'eon-
Soderini. Nel i5i 1 fu decretato che ledo- dottieri dell'esercito. Giuliano avendo coi
ti non sorpassassero 1600 fiorini, e si fece suoi occupalo il palazzo, fece radunare il

lega con Siena, ed il governo permise a Pi- popolo, dal quale furono revocate le leggi
sa il conciliabolo contro Giulio II. Questi dinanzi fatle e creata la balìa. Nel 1 5 3 1

gli oppose la promulgazione del concilio congiurarono control Medici, Pietro Bo-
generaledi Laterano V, epieno disdegno scoli e Agostino Capponi, e a'22 febbra-

col Soderini e la repubblica, anche per a- il capo, e molli loro com-


io gli fu troncato

\er favorito i francesi suoi nemici, fulmi- plici confinati.Morto Giulio II nel giorno
nò l'interdetto contro i fiorentini e i pi- precedente, l'i marzo il cardinal Giovan-
1

sani, i quali opponendosi agli scismatici ni fu creato Papa e prese il nomedi Leone

l'indussero a partire. Giulio II nel i5i2 X, che nel solenne Possesso fu festeggia-
levò l'interdetto, ma sdegnalissimo contro lo da 'fiorentini in Roma con 7 archi trion-
il governo di Firenze, si die maggiormen- fali e altre dimostrazioni di gioia, di tut-
te a favorire il partito de' Medici, volen- to avendone parlato a'suoi luoghi,e il Can-
do effettuarne il ristabilimento eh' erasi cellieri ne pubblicò le descrizioni nellaóVo-
proposto da vari anni, e fece legato delle ria de' possessi. Poscia dichiarò generale
milizie pontificie e di Romagna il cardi- di s. Chiesa e gonfaloniere della medesi-
nal Giovanni. Quindi declinando le cose ma il fratello, ed a'23 settembre fece car-
de' francesi in Italia a fronte della vittoria dinale e arcivescovo di Firenze il cugino

di Ravenna, contro di essi il Papa si col- Giulio de Medici, figlio postumo di Giu-
legò con Massimiliano I imperatore, il re liano ucciso nella congiura de'Pazzi, e poi
d'Inghilterra, e Ferdinando V re d'Ara- Clemente VII. In Fireuze si die ilgoverno
gona e di Sicilia, ed intimò a'fiorentini di della città quasi totalmente in mano di Lo-
separarsi da Francia e di entrar nella le- renzo, ed i lucchesi restituirono Pietrasan-
i5o TOS TOS
taeMotrone. IlSodcrinichiamalodal Pa- pane e alle salve delle artiglierie. Nel di
pa in Roma, vi si stabilì, e Giuliano de seguente tenne concistoro, nel quale desti-
Medici nel *5i4sposando Filiberta diven- nò legati per incontrare il re di Francia
i

ne duca di Nemours, e perciò cognato del nel recarsi a Bologna. Indi in lettiga e con
duca di Savoia ezio del re di Francia. Nel nobile cavalca ta,co'cardinali in cappe pao-
i5i5i fiorentini entrarono nella lega col nazze, si recò a visitar la chiesa della ss.

Papa, l'imperatore, Ferdinando V, il du- Annunziala, e passato nel palazzo di sua


ca di Milano e gli svizzeri, contro france- i famiglia vi rimase a dimorare. Nella 1."
si e i veneziani; e Lorenzo fu creato dalla domenica dell'Avvento andò il Papa a te-
balìa capitano delle milizie fiorentine con ner cappella nella vicina chiesa di s. Lo-
suprema e assoluta autorità, e col basto- renzo, e visitò paterna tomba; ed a'3
la

ne di generale. Francesco I re di Francia dicembre partì per Bologna. Ivi conven-


avendo conquistato il ducato di Milano, ne col re Francesco I, che questi dovesse
temendo Leone X che rivolgesse le armi difendere lo stato pontificio, la casa Me-
contro il suo stalo, volle pacificarsi con lui dici e la repubblica di Firenze; così con-
e co'fìorentini, ritirarsi dalla lega, invitan- solidando il suo potere in Firenze, di cui

do perciò un congresso in Bologna,


il re a e della Toscana fu il vero reggitore. Mi%
recandosi prima a Firenze 9 o\e parlai del dicembre Leone X ritornò a Firenze in
soggiorno che vi fece col Fellone, e delle lettiga, fermandosi al monastero di s. Gal-
concessioni fatte da Leone X: aggiungerò lo; vi tenne concistoro, conferì il vescova-
qui altri cenni. Nel p. Gallico, De Itine- to di Torino al cardinal Cibo, e alcuni be-
ribus 'Rom. Pont. } p. 79, vi è la descrizio- nefìzi al cardinal Divizi già suo maestro.
ne di questo viaggio. Partito da Roma il Seguì l'ingresso in Firenze e alla cattedra-
i.°ottobrei 5*5, vi lasciò per legato il car- le, preceduto dalla ss. Eucaristia, co'car-

dinal Soderini, fratello del già gonfalonie- dinali in mozzetta e senza solennità. Nel-
re^! quale dal Papa era tenuto il più, savio la festa di Natale recatosi il Papa in s. Gio-
de'fìorentini, cioè lo nominò nel concisto- vanni, benedì lo Stocco, che dopo aver ce-
ro di Viterbo. Continuando il viaggio, da lebrato la messa nella metropolitana do-
Orvieto entrò nel territorio fiorentino ai nò a' suoi concittadini nella persona del
1 4 novembre, preceduto dal ss.Sagramen- gonfaloniere Ridolfì e de'pi iori, e con es-
to, e per Cortona ed Arezzo, concedendo so li fece accompagnare al palazzo della
ad esse e agli altri luoghi l'indulgenza ple- signoria da'prelati. Per la festa di s. Ste-
naria; pervenne a' 3o al monastero su- fano il Papa assistè alla solenne messa ce-
burbano di Firenze delle monache di s. lebrata in s. Lorenzo, alla cui chiesa do-
Gallo, e nella chiesa fece riporre la ss. Eu- nò un vaso di cristallo per la ss. Eucari-
caristia. Ivi assunse il piviale prezioso e ca- stia del valore di 3ooo ducati. Nella stes-
valcando co'cardinali in cappe rosse, fece sa tenne iJ vespero della Circoncisione, la

il suo formale ingresso in Firenze, ordi- cui festa celebrò il Papa nella metropoli-
nando al suo tesoriere di spargere al po- tana, assistendo alla messa che il cardinal
polo 3oooducati,il tutto dettagliatamen- Riario (quello stesso che ivi trovossi allo
te descritto nel diario di de Grassis, pub- scoppio della congiura de' Pazzi) decano
blicato dal p. Gattico. Entrò nella città del sagro collegio, disse nello slesso altare
preceduto dal ss. Sagramenlo e da nume- in cui Leone X avea offerto il s. Sagri-
rosa processione e corteggio, recandosi al- fizio nel Natale. A'3 febbraio i5i 6 il Pa-
la metropolitana, indi in rocchetto e sto- pa partì da Firenze, per restituirsi a Ro-
la passò ad abitare in s. Maria Novella. ma. Leone X die al fratello Giuliano e al
Grandi furono gli applausi e i festeggia- nipote Lorenzo l'impresa per loro conio,
menti, frammisti al suono di tulle le cara* della diseccazione delle Paludi Pontine,
TOS TOS i5i
dalla quale incominciata operazione deri- quel regno, come moglie d'Enrico li, e
varono de' vantaggi, ma insorse poi litecon madre di Francesco 11, Carlo IX ed En-
Tcrracìna. Si lusingava Leone X, che al- rico III. Nel i5i 9 morì a'23 aprile Mad-
ia morie di Ferdinando V potesse inve- dalena, e 5 giorni dopo la seguì di 26 an-
stire del regno di Napoli Giuliano ed a , ni nellatornba Lorenzo, lasciando la delta
Lorenzo dargli la Toscana in sovranità; figlia, ed Alessandro suo naturale e rico-
meditava pure d'infeudare alla sua fami- nosciuto per figlio, nato dalla schiava mo-
glia Parma e Piacenza. A' 17 marzo mo- resca Anna (altri lo supposero figlio di Cle-
rì Giuliano senza prole, di 38 anni, lascian- mente VII), poi r.°duca di Firenze, col
do il solo naturale Ippolito, che Clemen- quale restò estinto il ramo di Cosimo il

te VII dipoi creò cardinale. Questo Giu- Vecchio. Lorenzo de Medici detto pure
liano II prese ad esempio il padre Loren- Lorenzo II, per distinguerlo da Lorenzo I

zo il Magnifico, eguadagnossi col suo spi- il Magnifico, era ben fallo della persona,
rito e coli 'affabilità il cuore de'fiorenlini. ma mancava dellequalità necessarie a chi
Accusato di felloniaFrancescoI duca d'Ur- comanda: naturalmente pigro eaccidioso,
bino e nipote di Giulio II, lo spogliò del non era tolto da'piaceri anche fra le più
ducato, e delle dignità di Prefetto di Ro- importanti bisogne. Si vede la bella sua
ma e di Generale di Chiesa Leone X, s. tomba e quella di Giuliano II suo zio, ad
e tutto conferì al nipote Lorenzo de Me- essa vicina, nella sagrestia nuova di s. Lo-
dici, che a'i 7 maggio partì da Firenze per renzo, ambedue opere di Michelangelo.
recarsi all'acquisto del ducato, come nar- Il ducato d'Urbino fu riunito alla s. Sede,
rai nel voi. LI I, p. 1 93. Queste disposizio- e la contea di Monlefeltro colla fortezza
ni, e l*aver il Papa tolto il governo di Sie- di s. Leo, qual feudo imperiale, fu data
na, di cui erasi dichiarato protettore e fat- a'fiorentini e ne prese possesso Francesco
ta lega colla sua repubblica, a Borghese Vettori. Lo zio cardinal Giulio de Medi-
Petrucci, il fratello di questi cardinal Al- ci assunse il governo della repubblica,
fonso neh 517 cospirò per uccidere Leo- mercè il titolo di legato di Firenze e di
ne X. Scoperta l'iniqua trama, il cardinale tutta la Toscana, conferitogli dal cugino
fu strangolato, giustiziati i suoi complici, Leone X; il quale si trovò il solo discen-
3 cardinali, fra'quali Soderini, priva li della dente legittimo in linea mascolina del ra-
porpora, emultalo di 100,000 scudi il car- mo primogenito di sua famiglia. Egli ri-
dinal Riario pernon averne dato avviso. stabilì l'ordine legale nell'elezione de'ma-
Or vedendosi Leone X in queste gravi cir- gistrati,che ricominciò a farsi per sorte.
costanze poco amato da' 3 cardinali che 1 Nell'amministrazione degli affari ene'mo-
componevano il sagro collegio, il i.° lu- di suoi, il cardinale sagace si portò di ma-

glio volle accrescerlo di 3i altri cardina- niera, che superò ogni buona espilazio-
li, affine di polersi attendere da questi ne. Sotto il reggimento de'Medici, la cit-

maggiore attaccamento alla sua perso- tà non mai governata con maggior ap-
fu
na, e perciò vi comprese altri 5 parenti e parenza di libertà di quel che fosse al suo
altri amici. Nel 5 8 Lorenzo de Medici
1 1 tempo. Tornando il cardinale in Pioma,
si portò in Francia onde tenere al s. fon- rimase in Firenze a farne le veci il cardi-
te in nome dello zio Leone X il Delfino, nal Passerini di Cortona. Insorte alcune
e nel giorno seguente alla ceremonia, nel gelosie di stato tra il Papa e Francesco I
castellod'Amboise sposò Maddalena figlia re di Francia, Leone X fece lega con Car-
di Giovanni III conte de la Tourd'Auver- lo V imperatore, e fra 'patti questi promi-
gneedi Boulngne.e di Giovanna de Bour- se di proteggere la famiglia Medici, di da-
bon de'reali di Francia, da'quali nacque re ad Alessandro de Medici f 0,000 du-
la celebre Caterina che divenne regina di cali di rendita, e al cardinal Medici una
i5a TOS TOS
pensione simile sull'arcivescovato di To- nal Passerini tentarono d'impadronirsi
ledo. Ma sul più bello di queste speran- di Perugia, che con l'aiuto del duca avea
ze,Leone X di 46 auni moiì il i. dicem- ripreso Orazio Baglioni, il cui padre Gio.

bre 52i lasciando il nome suo al secolo


i , Paolo era stalo privato da Leone X del
e all'epoca più. splendida dell'italiana let- dominio e della vita; mentre Giovanni
teratura e delle belle arti. Lo celebrai in delle Bande nere riacquistò il Montefel-
moltissimi articoli , senza tacere, che se- tro. II sagro collegio ordinò che cessasse
condo il Fea, il secolo XVkdovea inve- la guerra, lasciando il duca nel possesso
ce portare il nome di Giulio II (V.)l de'suoi stati sino all'arrivo d'Adriano VI
Il duca d'Urbino Francesco I ricuperò i in Roma. 11 cardinal Godermi nemico de'
suoi stali, e si trasferì a Siena per mu- Medici, tentò di far mutare il governo di
tare lo stalo della repubblica, allora fa- Firenze, cogli aiuti di Francia; ma il car-
vorevole a'Mediei. I fiorentini armarono dinal Medici si accordò col duca d' Ur-
e mandarono gente a Siena, richiaman- bino e con Orazio Baglioni; e Guido Pian-
do Lombardia, ove stava coll'eser-
dalla gone generale della repubblica respin-
cito collegato al pontifìcio, Giovanni o Lorenzo Orsini, detto Ren-
se l'esercito di
Lodovico de Medici delle Bande nere zo da Ceri, mandato dal cardinal Sode-
(qualifica che dopo morte gli fu data, rini nel contado sanese. Per la congiura

quando le sue bande di soldati, pel gran- contro il cardinal Medici, a'7 giugno fu-
de amore che gli portavano, presero il rono decapitati Diacceto e Alamanni, ed
lutto e lagramaglia, e la loro ferocia non i salvati colla fuga furono dichiarati ri-

meno che la loro prodezza faceva crede- belli. A' a3 agosto ii Papa arrivò a Li-
re che Giovanni non avesse cessato di co- vorno, ricevuto da'cardiuali Medici, Pe-
mandarli), figlio di Giovanni (il quale col trucci, Passerini, Ridolfi e Piccolomini,
fratello Lorenzo aveauo nel 1 494 cam- tutti toscani; col i.°Adriano VI s'intrat-
biato il loro nome in quello di Popola- tenne a solo nella piccola barca che lo
ni, dichiarandosi altamente in favore del- condusse al porto, e tanto familiarmen-
la libertà fiorentina) del ramo di Loren- te, che sembrò d'avere un presentimen-
zo Medici il Vecchio fratello di Cosimo ii to che dovea succedergli. Ivi il Papa ri-

Vecchio, che avea sposato Caterina Sfor- cevè pure gli omaggi degli ambasciatori
za vedova del summentovalo conte Gi- fiorentini, e recatosi a Roma accolse il du-
rolamo Ria rio, e perciò e come nato a ca d'Urbino e lo reintegrò del suo stato.
Forlì pai lai di lui anche nel voi. XXV, In questo tempo, convinto ii cardinal So-
p. 269. Giovanni o Lodovico pel suo va- derini di pratiche con Francia, contro
lore fu denominato ancora X Invincibile, l'imperatore Carlo Ve il Papa,questo lo

e il Folgore di guerra e il Gran Diavolo rilegò in Castel s. Angelo. Adriano VI mo-


(come lo appellarono i tedeschi, su'quali rì 1 523, ed il
ne! cardinal Medici porta-
fu formidabile),per la ferocia che talvolta tosi da Firenze a Roma, vi fu eletto Pa-
manifestò; e maritatosi a Maria di Gia- pa a' 18 novembre, prese il nome di Cle-
como Sai via ti, nacque da loro Cosimo I mente VII, e sebbene il cardinal Sode-
il Grande, 2. ° duca di Firenze, duca di ini avesse fatto di tutto per impedire la
1

Siena, e i.°granduca di Toscana. Indi per sua esaltazione, subito gli perdonò gene-
opera principalmente de'cardinali Medi- rosamente tutto ii passato. Nel maggio
ci e Gaetani, a'q gennaio 522 fu eletto 1 i524 Clemente VII incaricò il cardinal
Papa Adriano Vi, vescovo di Tortosa e Passerini del governo di Firenze, ed egli
assente qual governatore della Spagna. stabilì la sua residenza nel palazzo de'Me-
Il duca d' Urbino abbandonò l'impresa dici; indi a'3o luglio Ippolito de Medici,
di Siena : le truppe fiorentine e il cardi- naturale di Giuliano duca di Nemours e
1

TOS TOS i53


cugino del Papa, dir 5 anni fu dichiara- so. Intenti i chirurghi a farne l'amputa-
to abile agli uffici della repubblica. Nel zione, alla presenza del duca di Manto-
i525 il Papa, dopo la messa pontificale, va, chiesero che si tenesse fermo durante
pubblicò il i.°maggio la lega contro i tur- l'operazione. Ed egli col suo indomabile
chi conclusa con Carlo V e altri, compresi coraggio materno, disse loro : Tagliate
ì io per la memorabi-
fiorentini. Indi a' pur francamente, non v'è bisogno d' al-
le battaglia di Pavia, in cui Francesco I cuno; e resse il lume finché il taglio fu
re di Francia restò prigione ili Carlo V compiuto.Poco sopravvisse e moiì a Man-
imperatore, Clemente VII pubblicò l'al- tova a'3o dicembre di 28 anni. Al du-
tra lega fatta il i Caprile con Carlo V, nel- ca d'Urbino capitano generale della lega,
la (piale si stipulò la protezione versola la storia rimprovera la sua inazione ver-

repubblica di Firenze. Il Papa mandò poi gognosa, che sagrifìcò Roma, le cui mi-

a Firenze Alessandro de Medici, insieme erano comandate dal governatore ge-


lizie

con Caterina unico rampollo legittimo nerale Guido Rangone. Avendo il Papa
della linea diCosimo Padre della pa- co'fiorentini tentato colla forza mutar il

tria. E nel 5^6 temendo la preponde-


1 governo di Siena, le loro truppe furono
ranza di Carlo V in Italia, Clemente VII sconfitte. Nell'infausto 1527 i fiorentini
sempre vacillante nella sua politica, spe- a'28 aprile entrarono formalmente nella
rando restituire all'Italia la sua indipen- lega del Papa; ma questi per impreviden-
denza coll'aii.to de'francesi, si scosto dal za vide espugnata Roma(F'.)a'6 maggio,
partilo imperiale, malgrado gli sforzi di fatta a pezzi la sua guardia svìzzera, e
Carlo V perchè restasse nella sua ami- fuggendo nel Castel s. Angelo, la città fu
cizia, ed in Cognac fece una nuova lega barbaramente saccheggiata e fatta ber-
con Francesco I, il re d'Inghilterra, ve- i Giuntane in Fi-
saglio a tutte le iniquità.
neziani, gli svizzeri e il duca di Milano; renze la notizia agli 1 i,la fazione de' li-
e la repubblica fiorentina senza esservi bertini contraria a'Medici riprese animo
espressamente nominata, vi entrò a par- od insorgere, dicendo i Medici niun' al-
te. Si proposero la guerra contro l'impe- tra audacia possedere se non quella de'
ratore, per sostenere specialmente il du- tiranni. Nicolò Capponi principalissimo
ca di Milanoed'invadere regno di Na- il nella città, rispettato da tutti per la sua
poli. Infelice confederazione che attirò sul integrità e moderazione, si pose alla te-
Papa e sulla sua casa tale tempesta che sta óe' libertini, insieme collo Strozzi che
dovea esserne la rovina, e Roma più. di avea sposato la sorella di Lorenzo duca
tutti terribilmente ne soffrì, contribuen- d'Urbino, cittadino ricchissimo e di gran-
dovi Colonna. Giovanni de Medici delle
i de autorità, nemico de' Medici suoi pa-
Bande nere t uno de'capi della lega e il renti per gelosia e ambizione non appa-
miglior capitano d'Italia,era in tanto pre- gata. Invano più risoluti partigiani de'
i

sente pericolo quasi l'unica risorsa di Cle- Medici consigliarono il cardinal Passeri-
mente VII. In fatti, cominciata la guerra ni ad agire gagliardamente per reprime-
in Lombardia, egli arrestati tedeschi nel i re il movimento popolare; poiché man-
Mantovano, li circondò, e con mirabili cando di risoluzione e di coraggio, trepi-
mosse pervenne a chiuderli nel parco di dante sulle provvidenze proposte, non
Governolo, luogo fortissimo,ov'erano co- riuscì a impedire una forte radunanza di
stretti a morire di fame, se si fossero o- cittadini, tutti avversi allo stato attuale
stinali a rimanervi; e già Giovanni si sti- delle cose, la quale decretò. Che Ippoli-
mava vittorioso, allorché rientrando nel to e Alessandro de Medici, insieme al car-

suo campo ricevè una palla di cannone dinal Passerini, dovessero partire dalla
falconetto in una gamba e gliela fracas- città, consegnando le fortezze dello stato
VOL. LIXVIII. 1
i54 TOS TOS
in mano n 'cittadini. A'i6 maggio fu in- ce la ceremonia di scnoprire sulla porla
caricato lo Strozzi a partecipare questa del palazzo della signoria il ss. Nome di
deliberazione n 'giovani Medici nel palaz- Gesù, re del popolo fiorentino. Cappo- Il

zo loro: le sue parole accompagnate da- ni neh 529 cercò d'accordarsi col Papa,
gli aspri modi della moglie Clarice, per e perciò gli arrabbiali provocarono tu-
isfogare il suo sdegno contro essi non ri- multi, lodeposero egli sostituirono Fran-
guardandoli per legittimi eredi della gran- cesco Carducci, e così la fazione demo-
dezza di sua famiglia, disposero il cardi- cratica ebbe la preponderanza. Ippolito
nale a partire co' due Medici per Pisa, de Medici, destinato consorte a Isabella
per evitare maggiori disordini e pericoli, figlia di Vespasiano Colonna fu creato ,

seguiti dallo Strozzi. Dalle sue mani fug- cardinale da Clemente VII. Questi solle-
girono scaltramente a Lucca, senza con- citato dal re di Francia a dichiarare Carlo
segnar le fortezze, le quali poi s'ebbero V decaduto dall'impero,il Papa rifletten-

per denaro da quelli i he le difendevano: do che potevanoderivarnedanni maggio-


la qual cosa assai pregiudicò alla ripu- ri e uno scisma in Germania, non volle

tazione di Strozzi, cbe divenne sospetto acconsentirvi. Anzi credette opportuno di


al partito popolare, laonde abbandonati collegarsi con quel potentissimo impera-
i pubblici affari, si ravvicinò al Papa e tore, per ricuperare più facilmeutegli sta-
partì per Lione. ti della s. Sede, e ristabilire in Firenze
Dopo la partenza de' Medici, la città il potere de'Medici. Pertanto a'2g giugno
trovossi in grandissima confusione, essen- concluse con esso un accordo in Barcel-
dosi ridestate tutte le fazioni tra loro op- lona, promettendo Carlo V di ristabilire
poste; cioè gli ottimati moderati, la de- in Firenze iMedici nel primiero splendo-
mocratica degli arrabbiati, e ìapalìesca re, e di dare in isposa Margherita sua fi-
de'partigiani scoperti o segreti de'Medi- glia naturale ad Alessandro; accordi che
ci. Prevalsero gli ottimali, salvando la re- riceverono più ferma sanzione nel con-
pubblica da maggior disordine, e adope- gresso dipoi tenuto in Bologna tra il Pa-
randosi a ricostruire il governo. Si rimi- pa e Carlo V che
ricevè la corona im-
vi

sero armi del popolo ov'erano l'inse-


le periale. I fiorentiniarmarono, e per con-
si

gnedi Clemente VII, la cui statua e quel- siglio di Michelangelo Buonarroti, eletto
la di Leone X furono infrante, insieme a de'nove della miliziani fecero bastioni e si
quelle di Lorenzo il Magnifico e di Giu- restaurarono le mura del quartiere «l'Ol-
liano; non cbe abbattuti o cancellati gli trarno, olire la fortificazione del monte
stemmi de'Medici, scolpiti o dipinti. 1 1 po- s. Miniato, sotto la sua direzione: le quali
polo prese le armi, si rinnovòil reggimen- non essendosi poi trovate opportune, Mi-
popolare com'era prima del i5i2, ed
to chelangelo fuggì da Firenze. All'accordo
Capponi fu acato gonfaloniere di giù-
il di Barcellona, seguì a'5 agosto la pace di
stizia per un anno. La repubblica quin- Cambray tra l'imperatore e il re di Fran-
di strinse lega co' re di Francia e Inghil- cia,con tacita esclusione de'fìorentini,e.he
terra, co'veneti e il duca di Ferrara ,e rior- inutilmente reclamarono. Carlo V ordinò
ganizzòle Bande neredi Giovanni de Me- quindi al principe d' Orange l'assalto e
dici, sotto il comando d'Orazio Baglioni. l'occupazione di Firenze e del suo stato, a
Nel i528 la moderazione di Capponi riu- requisizione del Papa, il quale fece perciò
scì malgradita alla fazione più violenta de- eseguire grandi armamenti in Roma,e col-
gli arrabbiati3 che voleva spingere le co- l'esercito pontifìcio marciarono Camillo,
se agli estremi; nondimeno fu confermalo Marzio, Pirro. eSciarra Colonna; mentre i

nel gonfalonierato dal gran consiglio de* fiorentini nominarono capitano generale
cittadini, e coll'assistenza del clero si fe- delie milizie cittadineStelanoColonna, già
,

TOS TOS i55


al soldo di Francia, e Mala testa Baglioni ni per riordinare lo stato; i Medici furo
comandante delle truppe della repubbli- no restituiti per la 3 a volta in patria, e
ca. Il principe d'Orange tolta Perugia a' Giovanni Corsi loro partigiano si creò
Baglioni, s'innoltrò nel dominio fiorenti- gonfaloniere il 1. "settembre. Cominciaro-
no: cadute, Cortona, Arezzo e altri luoghi, no le persecuzioni, molti furono decapi-
cominciò l'assedio di Firenze, mentre si tati, o imprigionati o banditi, altri fug-
andavano espugnando altre città e luo- girono. Il 1 .°giugno 1 53 1 la signoria elesse
ghi. Firenze, che il Papa riputava facilis- 4 ambasciatori a incontrare Alessandro
sima a prendersi, si difese eroicamente, e de Medici, fatto qlal Papa duca di Città di
tra le sorlile degli assediati ve ne furono Penna, e destinato da Carlo V al governo
alcune brillanti. FrancescoDomenico Fer- di Fireuze. Ivi arrivaronoa'3 luglio l'am-
ruccio fiorentino, già prode uomo d'arme basciatore imperiale Musceltola, e a'5 il

delle Baude nere, nominato commissario duca Alessandro, che nel giorno seguente
generale con potere assoluto, quando la venne dichiarato capo della repubblica
città era ridotta agli estremi per la fame, mediante diploma de'2 1 ottobre del pre-
depauperali i cittadini pel mantenimen- cedente anno , letto pubblicamente dal
to delle truppe e travagliati dalla peste, Musceltola. Tale decreto non annienta-
scendendo dalle montagne di Pistoia per va l'antico governo, poiché lasciava a'fio-
liberarla dall'assedio, presso Gavinana a* rentini la libertà di creare i propri ma-
3 agosto i53o fu attaccato dal principe Di questi seguirono diversi cara-
gistrati.

d'Orange; e dopo lungo e valoroso com- biamenti,e la fazioneMedicea commise di-


battimento, il principe fu ucciso da un'ar- verse violenze. Essendosi impossessata di
chibugiata, e Ferruccio oppresso dal nu- tutto il potere, e credendosi ormai dispen-
mero soverchiale de'nemici, ferito e fatto dover rispettare l'antiche con-
sata dal
prigionierovenne condotto avanti Fa-
, suetudini, procederono Medicei ad un i

brizioMaramaldo capitano imperiale, che cambiamento totale nella forma del go-
barbaramente lo trucidò. Fu sepolto in verno. Neil 532 per disposizione di Cle-
Gavinana, per cui si legge nel ms. Rie- mente VII, e col consiglio principalmente
cardiano: Ed era ragione che il maggior di Francesco Guicciardini lo storico e di

uomo che nella guerra vantasse la repub- Baccio Valori, elevati alla magistratura,
blica fiorentina, avesse per sepoltura il venne a' 4 aprile convocato il popolo a
monte Apennino. La città inteso l'assas- parlamento. In questa, che fu l'ultima a-
sinio di Ferruccio, ne fu costernata per dunanza di tal genere, si elessero 1 2 rifor-
tanta perdita; e Malatesta Baglioni ricu- matori con piena autorità di riformare lo

sando assalire il campo nemico fu depo- stato,i quali a'27 aprilepromulgarono la

sto dal comando, ed egli allora rivolse le nuova costituzione. Per tanto restòabolito
artiglierie contro di essa, per cui dopo ben il magistrato della signoria insieme al gou
-

io mesi d'assedio si trovò costretta di ve faloniere di giustiziaci crearonoaltre ma-


nire agli accordi, e dopo aver perduto gistrature, un consiglio di 200 da'quali
8000 citadini e izj.,ooo soldati forestieri. si doveano eleggere 4& cittadini per for-

A' 12 agosto convenne con Ferrante


si mare un senato a vita. Il luogo del gon-
Gonzaga , all' Orange, e con
succeduto falouiere venne dato ad Alessandro deMe-
Baccio Valori commissario pontificio nel dici, supremo e perpetuo capo e signore
campo Che la forma del governo si de-
: dello stalo, duca della repubblica fioren-
terminerebbe tra 4 mesi dall'imperatore, tina; al quale ea'4 senatori consiglieri fu
conservata sempre la libertà, oltre altre devoluta 1' autorità suprema che prima
convenzioni. Firenze aperte le porte, a' avea la signoria, abilitandosi il duca a no-
20 agosto si creò uua balìa di 12 cittadi minare nelle sue veci un sostituto, ne'casi
1*56 T O S TOS
di assenza o di malattia. Fu abolita la di- alla figlia di Filippo e moglie di Luigi
stinzione tra le arti maggiori e minori, di- Capponi, onde Filippo co' figli partì da
chiarati i cittadini abili alle magistratu- Firenze. II cardinal Ippolito de Medici,
re e palificati in lutti gli onori e uffizi. 11 dispiacente per essere posposto ad Ales-
i.° maggio la vecchia signoria, co'nuovi sandro nel principato di Firenze, avea un
senatori e consiglieri si recarono al palaz- gran partilo tra'fiorentini, e tutti gli esi-
zo de Medici, e quindi col duca Alessan- liali ricorrevano a lui; perciò e fomentato

dro alla chiesa di s. Giovanni. Rientrati da essi deliberò di farlo morire per una
nel palazzo pubblico, Alessandro fu po- mina.Rimproverato gravementeda Paolo
sto al possesso dal gonfaloniere, e procla- HI, passò in Fondi, e morì presso Itri a*
mato dalla signoria sulla ringhiera del pa- 1 o agosto, dicesi avvelenato d'ordine del
lazzo come legittimo signore e capo dello duca. Il suo cardinalato fu biasimevole,

stato. La grandezza della famiglia Medici e lasciò un figlio naturale chiamatoAsdru-


parve spenta con Lorenzo Magnifico; il bale de Medici. Nelle biografie di tutti i

risorse potente ma
Leone X, cittadina in cardinali e de'Papi che vado nominando,
e divenne principesca per Clemente VII. oltre le loro notizie, vi dissi quelle pure
Nel febbraio 1 533 il Papa e Carlo V tor- riguardanti la Toscana, oltreché, ripeto,
narono ad abboccarsi in Bologna ,vi si por- vanno tenuti presenti gli articoli Firen-
tò pure il duca e poi accompagnò l'im- ze, Medici famiglia, e quelli delle altre
peratore a Genova; nel quale anno Cate- città toscane. A* 19 dicembre Alessandro
rina de Medici fu dallo zio Filippo Stroz- recossi a Napoli per giustificarsi con Car-
zi condotta a Marsiglia, dove recatosi lo lo V dell'accuse dategli da'fuorusciti fio-
zio Clemente VII la sposò con Enrico fi- rentini. Neh 536 non solo l'imperatore
glio di Francesco 1. Caterina prese poi ad si dichiarò in favore del duca, che tornò
aia de' suoi figli la madre di Alberto di a Firenze nel marzo, ed egli stesso por-
Gondi, fiorentino condotto a Lione dal tandovisi a'28 aprile gli die in isposa la
padre banchiere, che introdusse il figlio figlia naturale Margherita d'Austria. Nar-
in corte ed avanzare il fece rapidamente rai a' citati articoli e accennai di sopra,
col favore della regina: divenne marescial- chedalla linea di Lorenzo il Vecchio, fra-
lo di Francia, barone di Retz, generalis- tello di Cosimo Padre della patria,pe\
simo di Francia, e morì colmo di onori suo figlio Pier Francesco derivarono due
e di beni, fiorendo nella sua discenden- rami, uuo di Giovanni avo di Cosimo I,
za de
T
Gondy de Retz, diversi illustri e 3 l'altro di Lorenzo, che si denominarono
cardinali. Nel 1 534 co'denari principal- Popolani, estinguendosi il i.° in Loren-
mente del detto Filippo s' incominciò a zino (così detto perla sua breve statu-

fabbricare la fortezza di s. Gio. Battista, ra) il Bruto Fiorentino, nato nel i5i4
e Papa morì a'28 settembre. La con-
il e morto nel i548, le cui sorelle Laudo-
dotta del nuovo duca die tosto motivo a' tnia e Maddalena sposarono Piero e Ro-
fiorentini di piangere la perduta libertà. berto figli di Filippo Strozzi. Che Loren-
Alessandro dissoluto e crudele, si procu- zino cugino di Cosimo I, agognando di
rò nemici persino nella propria famiglia. liberare la patria dalla tirannia d' Ales-
Cogli esilii, le condanne e le confische, sandro e dal governo monarchico, conce-
tenue a freno i suoi nemici; la morte di pì, maturò ed eseguì il disegno, assistito
Clemente VII che lo amava, accrebbe la da un sicario, e alcuni dicono eccitato dal
sua diffidenza e crudeltà, perchè rende- menzionato Filippo quale ardente demo-
va più polenti i suoi nemici. Nel 1 535 co- cratico, d'uccidere proditoriamente il du-
minciò T inimicizia tra il duca Alessan- ca Alessandro, attirandolo insua casa per
dro e la famiglia Strozzi, per offesa fatta appagarlo in una sua dissolutezza , che
TOS TOS i5 7
tanto avea vagheggiato, recandovisi ma- ve del predecessore. Onde impedire che
scherato. Il duca5 anni fu assassinato
di 2 tale elezione non desse motivi di timori,
nella notte del 5
6 geunaioi537,econ
al fu avvertito il popolo, eh' erasi limitalo
lui si estinse la linea di Cosimo Padre, del- il potere ducale,dando a Cosimo I un con-
la patria; poiché da Margherita d'Au- siglio, e fissandola somma che il pubbli-
stria non ebbe prole, ed essa si maritò nel co tesoro do vea fornirgli per sostenere eoa
i538 con Ottavio Farnese duca di Par* decoro la dignità. Il popolo accolse con
ma (V.\ e solo lasciò 3 figli naturali, Giu- graudi acclamazioni il nuovo principe, il

lio che più tardi fu generale delle galere quale non mancando di senno, portò sul
dell'ordine di s. Stefauo I, Giulia sposa trono un carattere severo e sospettoso, ed
di Francesco Cantelmi e Porzia die si , allontanò poi il cardinal Cibo che gl'ispi-
fece monaca. Lorenzino fuggito a Vene- rava diffidenza pe'benefizi da lui ricevu-
zia, ov'era lo Strozzi tenuto per capo de- ti. Il Vitelli già capitano delle guardie del
gli esiliali, ivi alla sua volta fu raggiunto duca defunto, s'impadronì della fortezza
dal pugnale vendicatore degli amici di sua di Firenze in nome dell' imperatore, il
vittima, o d'ordine dell'ambasciatore di quale fece pure presidiare quelle di Pi-
Cosimo I suo cugino. Quindi insorsero va- sa e Livorno. Paolo III che voleva innal-
ri pareri per la successione, ch'era stata zare la sua casa Farnese a pregiudizio de'
assicurata a'discendenti legittimi d'Ales- Medici, cagionò non poca inquietudine a
sandro, e in sua mancanza a quelli di Lo- Cosimo I; ed cardinali Salviati, Ridolfì
i

renzino. Una gelosia inveterata avea se- eGaddi, con gente armata si recarono in
parato da lungo tempo i due rami de' Toscana, facendo il simile Roberto Stroz-
fratelli Cosimo Vecchio e Lorenzo il
il zi in Val di Chiana. Il duca fece un ac-

Vecchio. 11 cardinal Cibo figlio di Mad- cordo co'cardinali, e decretò pene seve-
dalena sorella di Leone X e consigliere rissime contro al tenere corrispondenza
dell' ucciso, che col suo accorgimento e co'ribelli banditi. A '"2 1 giugno Carlo V
prudenza, aiutato dalle truppe di Carlo V riconobbe legittima la sua elezione. Tut-
comandate d*l Vitelli, avea impedito o- ti gli esiliati o forzati ad emigrare da A-
gni politico mutamento, ricusò geuero» lessandro e dopo la sua morte, essendosi
samente il principato di Firenze, cooie imiti in Bologna sotto gli ordini di Filippo
alienila Vialardo nella sua Vita stampa- Strozzi, s'avanzarono in Toscana, protet-
ta a Venezia neli6i3; anzi la stabili di ti dal re di Francia e dicesi pure da Paolo
nuovo nella casa Medici colla sua auto- III. La loro vanguardia il i ."agosto s'im-
rità calmate le guerre e i tumulti degli padroni del castello di Monte Murlo, tra
esaltati. Egli propendeva pel bastardo Pistoia e Prato; ma nel dì seguente i de-
Giulio, e poi favorì Cosimo I ; Palla R.U- mocratici e le loro genli furono vigoro-
cellai voleva proclamar la libertà; Fran- samente assaliti dagli spagnuoli d'ordine
cesco Guicciardini e Francesco Vettori di Cosimo l, innanzi che si aumentasse-
postisi poi alla testa del partito più nu- ro; e vinti dal Vitelli con istrage, si fece-
meroso, che domandava per capo dello ro prigionieri Filippo Strozzi loro capo,
stato Cosimo 1 de Medici detto il Gran- Valori, Albizzi e altri, fuggendo Piero
de y figlio di Giovanni delle Bande ne- Strozzi, li duca, tranne ili. "ritenuto in

re, giovine di B anni che vivea ritirato


i fortezza di s. Gio. Battista, subito fece gii

in Mugello, luogo originario de'Medici, altri decapitare; ed a'20 settembre Car-


lo fecero eleggere dall'assemblea de'48 loV ratificò il riconoscimento di Cosimo
senatori a'9 gennaio di detto a mio, a duca J,che prese il titolo di Duca di Firenze.
e supremo reggitore della città di Firen- Neil 538 Margherita d'Austria in Roma
ze e suo dominio, colle stesse prerogati- fu sposata da Paolo ili al suo nipote Ot-
(

i58 TOS TOS


tavio; mentre nella detta fortezza lo Stroz- seria universale.Mercè tali mezzi non solo
zi si uccise di propria mano come , ere- sopperì alle diminuite rendite dello stato,
desi, lasciando scritto sui muri del car- ma potè ammassare somme considerabili,
cere il verso di Virgilio: Exorìare all- colle quali eresse fortezze e palazzi. Nel
(jiiis nostrls ex ossibus ultori Pensando 1 549 acquistò il palazzo Pitti e lo termi-
Cosimo I ad ammogliarsi, e volendo assi- nò. Rifiutò le offerte di Francia d'allean-
curarsi la protezione de'ministri di Carlo za, perchè odiava e temeva Pietro Strozzi
V, marzo i53o, sposò Eleonora figlia
a'2 eh' era visi rifugiato, e dicesi che sempre
di d. Pietro di To!edo duca d'Alba e vi- cercasse di fare avvelenare o assassinare
ceré di Napoli ; indi emanò nuove leggi quell'ultimo sostegno della libertà fioren-
rigorose contro i ribelli , e sopra il pos- tina. Nei 553Carlo
1 V intraprese la guer-
sesso de' benefizi. Avendo inoltre impe- ra contro Siena t
%\ modo narrato in quel-
dito la riscossione delle decime ecclesia- l'articolo, unito alle milizie di Giulio III,
stiche, neh 54o provocò l'interdetto di affidando il suo esercito a d. Garzi a di To-
Paolo III contro dominio fioren ti no. Va-
il ledo cognato del duca, e poi ne divenne
lutando il duca più l'amicizia di Carlo V, generalissimo Giangiacomo de Medici di
che quella del Papa, nel 1 543 si recò ad Milano marchese di Malignano. Il re di
ossequiarlo a Genova e l'accompagnò a Francia Enrico II, marito di Caterina de
Milano, riavendo le fortézze dello stato Medici, assunse la difesa di Siena, invian-
collo sborso dii5o,ooo scudi d'oro. Indi do l'esercito comandato da Piero Strozzi,
intraprese la difesa del litorale contro i poi fatto maresciallo di Francia. Cosimo
turchi, e nel i545 fece un trattalo col- I in principio neutrale, si armò per di-
l'imperatore per la Piombino
cessione di fendere isuoi domini i, e poi si unì agl'im-
feudo degli Appiani. Fi ancescoBurlamac periali, a condizione che fosse compensato
chi gonfaloniere di Lucca, neh 546 aven- nelle spese con altrettanto territorio to-
do cospirato contro Cosimo I, la trama scano. Ricorderò d'aver notato a'suoi luo-
non riuscì. In tale anno furono introdot- ghi, che Giulio IH di Monte Sansavino
ti i gesuiti in Firenze, per opera del car- soccorse Cosimo I contro isanesi, benché
dinal Ridolfo Pio. Nuovi dispareri nac- nato da una sanese. Il duca appena eletto
quero con Paolo III per cagione degli or- Papa avea infeudato al di lui fratello Bal-
dini regolari, a motivo delle leggi di Co- dovino del Monte e suoi discendenti la
simo 1 sulla riforma delle comunità re- contea di Monte Sansavino,Gargonza,Pa-
ligiose, ed il Papa a malincuore del du- lazzolo e Alberolo, con l'annuo omaggio
ca elesse nel 1 548 arcivescovo di Firen- d'una tazza d'argento nella festa di s. Gio.
ze Antonio Altovifi, la cui famiglia era Battista. Papa donò a Cosimo I Io Stoc-
Il

del numero de.' ribelli, contro i quali si fe- eo e Berrettone benedetti, e il duca dipoi
cero altre severe leggi. nuovi e I cristiani die Lucrezia sua naturale in isposa a Fa-
gli ebrei espulsi dal Portogallo furono sta- biano figlio diBaldo*ino,indi moglie d'Al-
biliti nelle pianure pisane. Il duca aven- fonso II duca di Ferrara. Siena capitolò
do ereditato lutti beni patrimoniali de' i a' 1 7 aprile 1 555 }
e Carlo V padrone del-
due rami di sua famiglia, riguardati co- lo stato ne investì in vicarialo il figlio Fi-
me le più opulenti case d'Italia, una parte lippo II re di Spagna, restando per allo-
de'suoi capitali gl'impiego nel commercio, ra deluse le speranze di Cosimo I,che con-
e si associò a un gran numero di banchi tava divenirne signore in compenso delle
d'Anversa, Lione, Londra e Augusta: fe- grandi somme da lui imprestate pelcon-
ce anch' egli il commercio ne'suoi stati, quisto. I francesi che abbandonarono Sie-
arrogandosi il monopolio delle cose che na, accompagnati da gran numero di sa-

vendeva, e cercando così i lucri nella mi» nesi,si ridussero a Montalcino, dove Pie-
TOS TOS i5 9
io Strozzi e i fuorusciti a' 2 maggio co- Strozzi tornato in Francia fu ucciso a
stituirono una nuova repubblica, trasfe- a Thion ville. Finalmente a'i5 luglio o
rendovi quella di Siena. In detto anno fu meglio a'4 agosto i55a, Montalcìnoe le
concessa a 'distrettuali la cittadinanza fio- altre piazze delSanese,sgombra te da'frau-
rentina. Neil 556 s'introdusse il giuoco cesij furono consegnate a Cosimo I: in tal
del lotto inToscana, e fu promessa la fran- modo termiuò l'ultimo rifugio della re-
chigia della persona e de'beni a'nuovi a- pubblica di Siena. Nello stato in cui era
bitatori di Livorno. Piero Strozzi reca- l'Europa, un piccolo principe poteva spe-
tosi a Roma, Caraffa nipoti di Paolo IV
i rare di mantenersi e ingrandirsi più colle
si dichiararono nemici di Filippo II, al- aderenze e colle negoziazioni,che per mez-
leati de' francesi e fautori de' fuorusciti. zo delle armi. Cosimo I mirava soprattutto

Ciò produsse la' deplorabile guerra della a conservare il suo credilo in Roma, s'im-
Campagna Romana, di Filippo II contro pegnò a riconoscere per parente il cardi-
Paolo IV, che descrissi nel voi. LXV,p. nal Gio. Angelo de Medici di Milano, fra-
2 34 e seg. Prima che si stipulasse la pa- tello del marchese di Malignano, e fece
ce, il Papa ad istanza del re di Francia di tulto co'cardinali a lui beneaffetti per-
creò cardinale cugino della moglie Lo-
il chè a'26 dicembre 55c):
fosse elettoPapa 1

renzo .Strozzi. Dipoi Paolo IV fu illumi- esso prese il nome


Pio IV, ed a'3 1 gen-
di
nalo della indegna condotta degli ambi- naioi56o creò cardinale Giovanni suo fi-
ziosi suoi nipoti, e pel 1 .°daBongianoGian- glio di 17 anni. Il duca per difeudere il

fìliazzi ministro in Roma del duca, nar- litorale da' pirati e da'turchi, istituì l'or-
randogli le insopportabili imposizioni che dine militare navale ed equestre, e sagra
il cardinal Carlo Caraffa aveà messo al cle- religione di s. Stefano I Papa mar tire j

ro di Toscana, respingendone i reclami. patrono e titolo che gli die in memoria


A'3 luglio 557 Filippo li concesse in feu
1 di avere a'2 agosto giorno di sua festa ri-
do a Cosimo I non senza dispiacere di, portato vittoria contro Filippo e Piero
Carlo V, la città e lo stalo di Siena, in Strozzi, primaaMontemurloe poi a Scan
compenso de'rimborsi che gli dovea, ri- nagallo tra Marciano e Lueiguano, di cui
serbandosi porti d'Orbetello, Talamo-
i l'una avea fondato e l'altra rassodato la
J
ne, Pori' Ercole, Moni' Argentalo e s. sua sovranità, ludi recatosi a 28 ottobre
Stefano, che furono chiamati Presidii 1 56o a Siena e poi a Roma, ne ottenne
Spagnuoli o Stato de' Presidiali che no- l'approvazione da Pio IV, anche per la

to pure parlando di Orbetello all' arti- sicurezza del Medi terraneo e difesa del cri-

colo Tre Fontane, dalla cui abbazia di- stianesimo. In conseguenza della venuta
pende nello spirituale. L'accorto re con in Roma di Cosimo I, il vescovo di Bo-
tale riserva conservò un freno sulla To- logna Giovanni Campeggi bolognese fu
scana, e formò un aiuto agli altri suoi dal Papa dichiarato i.° nunzio di Firen-
stati d'Italia. Se Cosimo I si trovò cosi ze, come trovo nelFUghelli, Italia sacra
duca del vagheggiato dominio di Sieua, 1. 1, p. 4o: mittente Pontifice. apud Co-
stornando maneggi de'Caraffa, e perciò
i smum I Florentinorum ac Seneiisium i

e pegli acquisti che andò facendo, si trovò ducenty primum Nuncius profectus.est.
dominatore di quasi tutta la Toscana, do- Inoltre l'Ughelli lo loda per virtù e som-
vette però restituire agli Appiani il prin- ma prudenza,e lo dice da Pareozo tra-
cipato di Piombiuo. Della parte che pre- slato a Bologna nel 1 553, il che ripete nel
se Cosimo
personalmente nella guerra
I t. 5, p.
4 l 6t parlando di lui nella serie
da Barga:
di Siena, scrisse Pietro Angeli de' vescovi di Parenzo, come io pure dissi
Commentari us de Bello Seneusi ad Co- in quell'articolo. Tuttavolta ora leggo
smum Mcdicem, Florentiae 1809. Piero nel Faleoni, Memorie historiche della
,

160 TOS TOS


chiesa Bolognese e suoi pastori, p. 585 Neh 56 1 Cosimo I reduce da Roma vi-
e seg.: Che Giovanni Campeggi chierico sitò la Val di Chiana; e il seguente anno

di camera e governatore di Viterbo e del fu contrassegnato da funesti avvenimenti,


Patrimonio di s. Pietro, fu da Giulio III che denigrarono la memoria di Cosimo
contagiato vescovo di Bologna sua patria; I, ma ne'quali è impossibile di sceverare
indi per la morte di Paolo IV, per la sua cardinal Giovan-
la verità dalle dicerie. Il

integrità e ottime qualità, fu chiamalo a ni de Medici, uno de'figli del duca, mori
Ronia e fallo presidente ogovei natore del improvvisamente alla metà di novembre
concla\e ove fu eletlo Pio IV, il qualeco- in Pisa, o a Rosignano castello delie Ma-
noscendone le virtù e la destrezza nou , remme, dove cucciava co'suoi fratelli: cor-
meno che le graziose maniere, l'inviò go- se voce che fosse stato ucciso da d. Gai-
vernatore nella Marca a sedare i tumulti zia uno di essi. Poco dopo ivi morì pure
insorti nella sede vacante. A vendo egre- d. Garzia,e si afferma che suo padre l'uc-
giamente corrisposto alla pontifìcia fidu- cise di propria mano per vendicar la mor-
cia il,Papa lo destinò poscia nunzio a te del cardinale; finalmente la duchessa
Cosimo 1 duca di Toscana. Si mostrò su- Eleonora, oppi essa di dolore per la morte
periore a quel carico, e ne' suoi discorsi de" due figli , li seguì in Pisa poco dopo
così ben composto di virtù e nobiltà, che nel sepolcro, e il duca suo marito fu ac-

accompagnaudoli coti unaschiettezza sin- cusato d'averla trucidata. Cosimo I in ve-

golare a quel priucipe,si fece oggetto d'am- ce attribuì tali morii ad un morbo pe-
mirazione, e meritò che per la continua* che dominava allora nelle Ma-
stilenziale
zionedel conciliodiTrento fosse con mag- remme. Altri narrano, che nel 562 Co- ì

gior sua gloria mandato da Pio I V a Filip- simo 1 perde due figli, Giovanni cardi-
po li re di Spagna, ed a Sebastiano re di nale di 19 anni, e d. Garzia di 1 5. Corse
Portogallo, che lo ricolmarono di Iodi, di fama che questi avesse ucciso l'altro alla
onori e di doni; e morì nella sede di Bolo- caccia, e il duca fattolo venire nella
che
gna pieno di benemerenze. Questi dunque camera ov'era il cadavere del cardinale,
fu il i ,° Nunzio apostolico di Firenze e di il sangue della ferita cominciò a bollire;

Toscana, con amplissime facoltà, per pre- ciò che vedendo il padre, preso da dispe-
siedere agli affari di giurisdizione eccle- razioue, con impeto tolse dalla cintura di
siastica. Di più Pio IV prese delle dispo- d. Gai zia il pugnale, col quale avea com-
sizioni intorno agli spogli ecclesiastici del- messo il fratricidio, e glielo immerse nel
le abbazie, de'monasteri ede'benefizi non seno. La duchessa madre non sopravvisse
concistoiiali della Toscana, in favore del- che pochi giorni a'figli,e la sua morte col-
la duchessa Eleonora, poi del duca, a con* mò Cosimo di dolore. Essa ammiran-
I

dizione che fossero erogati in opere pie; do Lucrezia romana, per la sua castità,
disposizioni però che furono abolite da s. l'avea presa per emblema nell'allodi pian-
Pio V. Dimorando in Roma il duca, a me- tarsi il pugnale nel petto e di pronuncia-
diazione di Pio IV, riammise alla sua gra- re: Famam servare memento! Ella lasciò
zia il cardinal Strozzi, Roberto Strozzi 3 Francesco Maria, Ferdinando e
figli,

gli Altoviti,e Giuliano de Medici vesco- Pietro;e2 figlie, Lucrezia sposa d'Alfonso
vo di Beziers e fratello di Lorenzino. Ab- II duca di Ferrara, e Isabella (della quale
biamo nelle Lettere de'Principi, Vene- infelice riparlai nel voi. LXV1I, p. 90),
zia 58 1, t. 3, p. 1 12: Lettera di Donno
1 maritata a Paolo Giordano Orsini. Pio
Ippolito Ghigguola a Gio. Battista Gavar- IV, amico di Cosimo I, per recargli qual-
do, da Roma i5 dicembre i56o, sopra che consolazione, pochi giorni dopo a'6
l'entrata dei duca Cosimo 1 in Boma. Il gennaio i563 gli fece cardinale il figlio
duca invilo poi i greci a stabilirsi in Pisa. Ferdmaudo di i4auni. tNoudimeno di-
TO S TOS iGi
sgustato del mondo pei* le sue sci agnre do- reclami. 11 duca per non lasciar ombra ili

mestiche, e indebolito da'dolori del inai dubbi sulla purezza di sua ^ede, mandò
di pietra, determinò i) i.° maggio i564 a Roma il favorito segretario Pietro Car-
di rinunziare il governo primogenito
al nesecchi, die convinto d'eresia fu punito
Francesco Maria I, volendolo formare a- colla morte; ed é falso che il Papa abbia
gli affari pubblici , riserbandosi il titolo perciò convenuto col duca, di accordar-
eia suprema podestà; ed il figlio 1*1 i giu- gli la nobilissima preminenza designata
gnoassunse il carattere di reggeute,il qua- dal predecessore. Neh 567 s. Pio V ono-
le nei i 565 sposò Giovanna arciduchessa rò Firenze col donativo della Rosa d'oro
d' Austria figlia dell' imperatore Ferdi- benedetta, e la Corsica più volle si offrì

nando I. Amando Pio IV di proteggere d'assoggettarsi a Cosimo I; e neh 568 fu


la Toscana per confer-
casa Medici di ,
decretata l'assistenza gratuita de'patroci-
mare la comunanza dell'origine, si pro- natori nelle cause de' poveri, e si die al
pose d'innalzare Cosimo al titolo e al- 1 popolo la libertà di scrivere al proprio so-
la dignità d' Arciduca, e per esservisi vrano. In detto anno s. Pio V mandò in
opposta la casa d'Austria, siccome porta- dono la Rosa d'oro all'arciduchessa Gio-
to da' suoi principi , a quello di Gran vanna, nel quale articolo riportando la

Duca; titolo nuovo in Italia e in qualche funzione col testo del p. Richa, questi la
modo ancora in Europa, poiché quantun- chiama regina. Nel i56g fu istituito l'ar-
que lo avessero l'imperatore e il redi Po- chivio Or San Michele (del tabernacolo
lonia, l'uno come signore di Slesia, l'altro celebre della Madonna di Or San Michele
come signore di Lituania, era congiunto parlai nel voi. LXX1I, p. 208), e l'archi-
e quasi confuso col titolo della maggior vio generale per tutti i contratti e altre
dignità imperiale e regia, e quanto al si- scritture pubbliche. Papa ordinò seve- Il

gnore Mosco via non riconoscersi come


di ra clausura a' monasteri delle monache,
scismatico;ma il Papa morì a' io dicem- provvedimento che per allora produsse
bre 565, prima che le negoziazioni in-
r degl'inconvenienti; ed il clero toscano in-
traprese con tal mira fossero terminate. sorse contro gli esattoli delle gabelle im-
Nel conclave, il cardinal Niccolini fioren- poste sugli ecclesiastici. Essendovi conti-
tino papeggiò, ma pare che lo pregiudi- nua e grave controversia fra Cosimo e I

Cosimo!; imperocché
casse l'intimila con Alfonso 11 duca di Ferrara (V.) feuda-

già senatore, dal duca era stato inviato tario vassallo delia s. Sede, per la pre-
due volte ambasciatore a Paolo III, in suo cedenza, s. Pio V volle terminarla ed e-
nume prese possesso dello stato e ducea di Inumare ulteriori contrasti, con effettua-
Siena e ne rimase governatore benché , re quanto erasi proposto il suo predeces-
Pio IV in quell'anno lo avea elevalo alla sore, per la particolare propensione che
porpora. L'eletto fu s. Pio V, il quale nel ancor egli avea pel duca di Firenze e di
i566 rinnovando le costituzioni contro Siena, dopo le pratiche diplomatiche di
gli assassini e banditi, convenne con Fi- questi durate dueanni. Pei tanlocolla bol-
lippo Il pe'suoi stali d'Italia, e con Cosi- la Romanus Pontifcjc^c'2 7 agosto 56g, 1

mo I ,
per la scambievole estradizione e Bull. Rom. t. 4> par. 4> P- ?4i l'orno e
consegna de' rei; indi fece nuovi regola- insignì del titolo di Gran Duca di To-
menti intorno alla giurisdizione dell'in- scana, e dichiarò ed elevò il suo stalo in
quisizione in Toscana, restringendo tutta Gran Ducato. Ciò eseguì il Papa senza
l'autorità in un frate de'conventuali, a- preventiva interpellazione di altri sovra-
bolendo l'antica deputazione dell'inqui- ni, per togliere ogni contrasto,ad esempio
sizione, e ordinando che i processi s' in- de'suoi predecessori, che onorarono altri
viassero a Roma, per cui il governo fece principi con titoli di dignità e di onore,an-
162 TOS TOS
cordi è feudatari o dipendenti dall'Impe- d'oro, colle figure della Fede, Speranza e
ro oda alcun Regno. Dichiarò nella bolla, le armi pontificia e granducale;
Carità, e
essersi a ciò determina to di moto-proprio, non che un formale prezioso e ricchi pa-
per la stima che faceva del duca Cosimo 1, ramenti sagri. Il tutto s. Pio V esegui a
pe' meri ti ch'egli avea per la fede e colla s. fronte delle gagliarde opposizioni e rap-
Sede, e fra questi di averlo sempre in tutto presentanze fatte in Pvoma dagli agenti e
compiaciuto; di avere alle sue preghiere ambasciatori de'duchi di Savoia, di Fer-
somministrato denari e soldati in soccorso rara e di Mantova, e ad onta delle prote-
di Carlo IX re di Francia, figlio di Ca- ste dell'imperatore e del re di Spagna, il
terina de Medici, contro i ribelli eretici 1.Considerando Firenze feudo dell'impe-
Ugonotti guerreggianti, e datogli in pre- ro, il 2. riguardando Siena feudo di Spa-
stito 1 00,000 scudi. La bolla gliela rimise gna. A tutti vittoriosamente rispose s. Pio
;. Firenze pel suo nipote Michele Ghislieri V col rammentare il fatto da' Papi a lo-

Bonelli, col disegno della rea corona, fat- 1 ro stessi e ad altri sovrani, come raccon-
to di propria mano, colla quale l'avreb- tai nel voi. LXVII, p. 265. All'ambascia-
be coronato. La bolla fu pubblicata nella tore imperiale poi, che prima di entrare
metropolitana di s. Marta del Fiore a' 3 i il Papa in cappella per la coronazione, al-
dicembre, ove pontificò la messa di rin- la presenza di 3 cardinali nella camera
graziamento a Dio l'arcivescovo Alloviti, del la Falda protestò contro di essa, s. Pio
alla presenza del granduca, portatovi in V si riservò di tenerne proposito nel pros-
sedia per la gotta, de'suoi figli, del nun- simo concistorOjOve con apostolica costan-
zio pontificio, degli ambasciatori, de'48 za rispose Con qual fondamento di ra-
:

senatori, de' magistrati e altri principali gionecontrovertete alla Chiesa questa po-
della città. Per tutto il giorno suonarono destà? Chi altri, se non la Chiesa ha da-
le campane a festa, la sera si fecero fuo- to agi' Imperatori il nome e l'onore della
chi d'artificio,con salve d'artiglierie.D'or- dignità loro? Chi ha dato ad essi 1' impe
dinedel Papa,il nipote non accettò i gran- 10? Chi ha trasferito questo dall'Oriente
diosi regali preparati; e Cosimo I spedì in Occidente, se non i Pontefici miei pre-
ambasciatori a quasi tutti i principi cri- decessori?Abbiamo: Coronazione del Se-
stiani, per participar loro l'onore fattogli renissimo Signore Cosimo I Medici G rati
dal sommo Pontefice. All' articolo Duca Due a di Toscana, fatta dalla Santità
riportai il novero degli attuali sovrani che diN. S. Pio Vin Roma, sotto il d'i 5 mar-
ne portano il titolo, e di quelli ancoraché zo 570, con
1 il viaggio, regia entrata di
sono grand nchi ne' loro stati, tutti titoli Sua Altezza in Roma, descritta daMar-
posteriori a quello del granduca di To- SS. D.
cello Vestrio Barbiani. Litterae
scana. A Corona ducale descrissi quella N. Pii V
super creatione Cosmi I Me-
fatta eseguire daCosimo 1, secondo il dise- dicesinMagnumDueemProvinciaeEtru-
gno di s. Pio V, del valore di circa 20,000 1 riae ci suhjectae, Florentiae 1570. Let-
scudi, secondo il Novaes, colla quale a'4 tera d' Alessandro Pazzi alean. Giulia-
ovvero a'5 marzo i5jo il Papa solenne- no Buondelmonti, nella Vita di Cosimo
mente coronò Cosimo I nella cappella Si- Idi Lorenzo Canti/li, Firenze 8o5. Leo- 1

stina del Vaticano, sedendo il principe tra' nardo Sai viali, Orazione per la corona-
cardinali, e donandogli eziandio la Rosa zione di Cosimo I Medici, Fiorenza 570. 1

d' oro benedetta. In tale articolo ripar- Domenico Moreni, Della solenne coro-
la ideila funzione della coronazione, e d's- nazione del Duca. Cosimo I Medici in
sipure dello scettro conferito in essa al Gran Duca di Toscana/alta dal Som-
granduca; il quale sostenne al Papa lo mo Pontefice s. Pio V. Ragguaglio di
strascico del Manto, e gli donò un calice Cornelio Firmano ceremonierc ponti/i-
tos TOS i63
eio riprodotto con note e illustrazioni, valutata 200,000 lire: nella forma era ra-
Firenze 18 9. Borgia, 1
Memorie ìstoriehe diata , modellata su quella degli antichi
di Benevento, t. 3, p.i io, il quale con- re, e adorna d'un emblema
giglio rosso,
futa Muratori, per avere negli Annali d' /- Lo scettro era
della repubblica fiorentina.
talia con acrimonia descritto l' operato d'argento lungo due palmi, e avea un
di s. Pio V. Il p. Ridia, Notizie delle Chie- giglio rosso sopra una palla, che teneva
se Fiorentine, t. Re-
6, p. 2 53, riporta la nella baseuno smeraldo di ricco valore, e
lazione della solenne incoronazione di per ciascuna cima un rubino di minor
Granduca di Toscana, fatta das. Pio grandezza. Postosi il granduca inginocchio-
V nella persona di Cosimo I. Il p. Maf- ni avanti al Papa, prestò il seguente giu-
7 ramento." Io Cosimo deAIedici granduca
fei nella Vita di s. Pio Z , cap. 19, descri-

ve il regio trattamento fatto dal Papa a di Toscana prometto et giuro alla sagro-
Cosimo I, e la solenne funzione della co- santa apostolica Chiesa, et a questa san-
ronazione. Nel t. 4, p. 33 del Saggiato- ta Sede, et a voi Pio per divina provi-
re Romano fu pubblicato il documento dentia Papa V la solita obbedienza et de-
inedito: Della coronazione diCosi/no in votione sì come ho costumalo per li miei
Granduca di Toscana.Con queste due ul- oratoli et che debbono li principi cristia-
time relazioni riferirò altri particolari, in ni, offerendomi pronto con ogni mio po-

aggiunta al ragionato ne'ricordati luoghi. tere per l'esaltazione et defensione della


11 granduca era vestito di sottana lunga s. Sede calholica per far sempre conosce-
di broccato d'oro riccio sopra riccio, con re nell'occasione a Vostra Santità, et suoi
l'ordine del Tosone d'oro al collo e spada Successori come Vicarj veri de Christola
d'oro con fornimenti di gioie e fodero di gratitudine dell' animo mio da principe
velluto rosso: sopra avea una toga lunga catholico per molte gratie favori et ho-
le

di velluto rosso con maniconi larghi a nori conferiti da Vostra Beatitudine et da


campana foderati di pelli d'ermellino si- questa s. Sede alla persona mia et alli miei
no al mezzo che si rovesciavano e dal , successori. Così Iddio m'aiuti et questi sa-
collare pendeva un bavero lungo più di gri Evangelj". Terminate queste parole,
due palmi di tali pelli; la berretta era un e toccato colla mano destra il libro, si ri-

tocco di velluto nero. Canio la messa del- tirò due passi indietro genuflesso. Alza-
a
la Domenica Laetare, come quare-
4« di tosi il Papa in piedi, senza mitra disse, Pa-

sima, il cardinal Savelli. Il granduca pre- ter noster^xn tono alto e il resto io piano,
se luogo e sedè fra' due ultimi cardinali con altre preci. Poi avvicinatosi Cosimo I

preti. Dopo l'Epistola e il Graduale, un genuflesso al Papa, questi sedente e coper-


ceremoniere invitò granduca a recarsi il to di mitra, prese dalle mani del cardinal
dal Papa, due principi assi-
in mezzo a i.°prete la corona, la pose sul capo nudo
stenti al soglio, cioè a destra il suo genero delgranduca e dicendo: Aecipe Coronam
PaoloGiordanoOrsini,a sinistra Marc'An- insigne amplioris praecminentiae cjuae
Ionio Colonna, il quale cede la preceden- per nos capiti tuo imponitur in nomine
za per un riguardo e previa protesta al- Patris +{+ etFilii^ et Spiri tus Sane ti >£-
l'Orsini. Cosimo I si portò al trono pon- Amen. Et intelligas te ammodo ad de-
tificio, preceduto dal ceremoniere e dai fensionem fidei sacrosanctae Ecclesiae,
mazzieri, e seguito da' camerieri segreti viduarum,pupìllorumetcpAarumeumque
del Papa Sangaletti e Giustiniani, tenen- aliarum miserabilium personarumfore
do in due bacili d'oro, ili.°la corona, il debito rem velisaue deinceps utili esse et
2. lo scettro lavorati in Firenze. La co- executor pcrspicuusque dominator co-
rona era d'oro, con ghirlanda di molte e rara Domino et Inter Athletas virtutum
grosse perle, e gioie rare in numero di 75, merito ornatus appareasicpiam grat'uuu
164 TOS TOS
tibi concedere dignetur Domìnus Nostcr e il Papa gli ribaciò la fac-
ginocchio, e il

Jesus Christus qui cum Palre et Spiri' due lati, e gli die la benedizione.
cia ne'

tu Sancto vivitet regnai in saccula, ctc. Tornato il granduca al suo posto, assistè
Poi gli die lo scettro dicendo: Accipe Vir- al termine della messa, e genuflesso alla
gain directionis eljustitiac in nomine Pa- benedizione del Papa , il quale concedè
tris ty et Filii^r et Spiri tus Sanctus +J+ l'indulgenza maggiore del solito. Poi ripre-
Amen,per quam valeas unicuiquesecun- sa la corona e lo scettro nella mano sini-
dum merita sua tribuere sivc boni fue- stra, colla destra sostenne la coda del pi-
rint, sive mali, semper Deum ante oculos viale pontificio, uel recarsi il Papa alla
habens a dextris vel a sinùtris, sed cum camera de' paramenti colla Rosa d* oro
o nini chari tate bonos foveas,malos coer- benedetta iu mano, come l'uno e l'altro
ceas 9 ut omnes intelligant te juslitiam aveano fatto nel portarsi in cappella. Tra-
dilexisse et iniquitatem odio Imbuisse, versando le sale regia e ducale, la nobiltà
quam gratiam tibi concedere dignetur e il popolo ch'eranvi accalcati, gridarono
quiestbenedictus in saecula saeculorum. ad alta voce: Palle, palle, e fu stimato
Amen. Finita quest'orazione, sua Altezza assai siffatto plauso. Nella della camera,
baciò il piede e il ginocchio al Papa,il quale il granduca genuflesso tra'due cardinali,
chinatosi lo baciò in ambedue le guancie. ricevè dal Papa il donativo della Rosa
Ritiratosi indietro, e sempre genuflesso, d'oro, il quale recitò la consueta forino-
il Papa si levò iu piedi e senza mitra disse: la nel dargliela. Partito il Papa, il gran-
Deus Pater aeternac gloriae sit adjutor duca si ritirò presso le sue stanze, iu quel-

tuus et protector tuus, et omnipotens be- le cioèdove veniva regiamente ospitato,


nedicat tibi, preces tuas exaudiat et vi* nello slesso palazzo Vaticano,accompa-
tam tuam longitudine dierum adim- gnato da 35 cardinali. Deposta lacoroua
pleat,statum domimi tuijugiterfirmct et e lo scettro, colla rosa in mano, ringra-
gentem populumque tuum in aeternum ziò ciascuno de'cardiuali postisi in.circo-
conservet et inimicos tuos confusione in- lo, ed attese così che tutti partissero. Alle
duatet super tesanclificatio Christiipse descritte funzioni non assisterono gli am-
in caelis conferat praemium qui ,
vivit basciatori, tranne quello di Savoia , che
et regnatper omnia saecula saeculorum. scrisse la relazione pubblicata dal Saggia-
Amen. Iodi il granduca colla corona iu tore, perchè s. Pio V avea dichiaralo con
capo e lo scettro in mano fu condotto allo suo breve, di salvare tutte le ragioni dei
stallo dove stava, accompagnalo da'ear- reali di Savoia e senza pregiudizio de'lo-

dinali Madruccie Alciati, ultimi dell'or- ro diritti. Magnifico fu il corteggio col qua-
dine de'preti, e tra essi tornò a sedere. Al- le Cosimo recossi iu Roma, ove spese te-
l

l'Evangelo si alzò, dopo aver dato al Co- sori immensi per regalare ciascun ordine
lonna la corona e all'Orsini lo scettro, e di persone, e ne partì a'i3 marzo. Giun-
dopo il Credo ripostosi a sedere , i due to a Firenze, a'29 sposò Camilla Martel-
principi gl'imposero in capo la corona e li, di oscuro lignaggio, in seguito dell' e-
gli dierouo mano. All'offer-
lo scettro in sortazioni del Pupa; u'ebbe due figli, Pie-
torio, col descritto accompagnamento, re- tro eGiovanni che si segnalarono nell'ar-
catosi sua Altezza dal Papa, genuflesso mi, ed una figlia, Virginia maritata a Cesa-
gli offrì in 7 bacili, portati da 7 suoi gen- re d'E«>te,poi solo duca di Modena quando
tiluomini, il vaso e i paramenti necessa- Sede riunì al suo diretto dominio il
la s.

ri per la celebrazione della messa e surri- ducato di Ferrara. Nel 1573 nacquero
cordati; i quali doni, ad uno ad uno dal gare per la contea di Pitigliano , feudo

Papa ricevuti benignamente, li consegnò imperiale degli Orsini, la quale con quel-
al sagrista. Il granduca gli ribaciò il piede la diSoraoo e quella di Moute San Sa-
TOS TOS i65
vino ch'essi ebbero invece dell'altra, co- parer florido lo stato delle finanze soltan-
me dissi nell'indicato articolo, dipoi s'in- to per mezzi forzati e riuscì oltremodo ,

corporarono alla Toscana nel 608 e nel 1 dannoso alla vera prosperità del paese. Le
1640. La salute di Cosimo I vieppiù in- leggi diCosimo sono in gran parte sangui-
I

debolitasi, tribolato dalli gotta, ebbe due nose; ma di molte di esse non può negar-
assalti apopletici,eil 3." lo mise nella tom- si l'opportunità qualora si consideri lo sta-
ba a'2 1 aprile 1 574 di 55 anni. Cosimo I to politico della Toscana, e l'alternativa
possedeva le qualità di corpo e di spirito alla quale i nemici stessi di questo prin-
che costituiscono grandi principi. Ecco-
i cipe lo aveano ridotto. La fortuna altresì
ne il ritrattoscrittodalch. Reumont.» Co- gli fu sempre ed in tutto propizia. Nel

minciò il principato, malfermoancora,nel 1555 cadde Siena, dopo una resistenza


l.°duca Alessandro: uomo ardito e non delle più gloriose che la moderna storia
privo di talenti, ma dissoluto e corrivo ad possa rammemorare. Più assai che la po-
ogni violenza. Con lui ebbe fine la linea tenza di Cosimo I o quella dell'imperato-

di Cosimo il Vecchio . se a questa linea re, o la natura inquieta e poco prudente


Alessandro vuoisi dire appartenente. Co- di quel popolo, trasse a rovina questa re-
simo 1 rafforzò le catene, a cui male an- pubblica (ultima fra le maggiori dell'Ita-
cora accomodavano fiorentini. La To-
si i lia centrale) la perfida trascuratezza dei
scana non ebbe altro principe che mag- francesi; i quali in un certo senso nocque-
giori cose operasse (le principali indicai o 10 maggiormente che non faces-
all'Italia

descrissi a'rispettivi luoghi): l'Italia stessa se il più fatale de'suoi oppressori, Carlo
decimili a lui, dal cinquecento in qua,n'eb- V. Essi, per valermi delle parole d'uno
be pochissimi. Egli giunse a creare e por- storico recente, si servivano di que'popo-
re un ordine in quel caos di passioni e di li come di tizzoni, che lanciava-
italiani,

cose in cui tutti gli animi fluttuavano, no nel campo nemico destinandoli a con-
quando giovane ed inesperto prese in ma- sumare se stessi. Verso la fine del suo re-
no lo scettro. Il suo governo fu dispotico gno, Cosimo I vide le famiglie, già nimi-
e crudo; si nutrì di spogliamenti e di con- cissime, degli Strozzi, degli Altoviti, ed al-
fische, e non badò alla qualità de'mezzi tri, deporre gli antichi rancori ed accor-
de'quali servivasi per procacciare la rovi- darsi seco per ritornare in patria: e quan-
na di quelli che gli erano avversi; ma be- do venne a morte, lasciò spento affatto
neficò in molti e diversi modi il paese: e quello spirito d'indipendenza che prima
mentre egli calcava in brutal modo le cer- di lui era soltanto assopito; lasciò non cu-
vici de'male obbedienti della capitale, co- rali e senza significato gli onori ci vici, qua-
i

minciò per le sue cure a risorgere la sven- li erano già stati l'oggetto della comune
turata Pisa j e con essa cominciarono a ambizione; lasciò ridotta a un vano nome
fiorire più altri luoghi, già trattati tiran- la fiorentina cittadinanza, già ricercata da
nicamente, secondo il costume di tutte le principi e signori indipendenti; lasciò do-
repubbliche antiche e recenti, dagli orgo- cili e avvezzi al giogo quelli che 3o anni

gliosi fiorentini. Le naturali ricchezze del- innanzi si reputavano eguali suoi, ed an-
la Toscana parvero aumentarsi sotto il suo che i migliori della città. Del privato ca-
governo: dico, parvero, giacché quel siste- rattere di quest'uomo non si appartiene
ma di gabelle, di accatti e di esazioni, che di parlare a chi non si propose di tessere
da Cosimo I fu portato all'eccesso, e me- in questo luogo una minuta istoria del-
diante il quale egli seppe tener sempre la sua vita. Quanto egli fece a prò delle
ben fornito il suo tesoro (mentre Carlo V, arti e delie lettere, è già noto a lutti , e
Francesco I, Filippo II, Enrico 11 si tro- da ancora debitamente apprezzato.
tutti

vavano quasi in continue angustie), fece E' ben vero che le arti al suo tempo de-
,

i6f> TOS TOS


caddero, ma sarebbe ingiustizia di attri- ciali de'suoi sudditi colla città di Lione,già
buirne ad esso la colpa; staoteché (juel emporio principalissimo del commercio
languore fu cagionato da circostanze in- d'Italia coll'occidente, e dove tutte le ric-
separabili dallo slato morale e politico a che case fiorentine aveano e fondachi e
cui 1' Italia era venuta. A Cosimo I non banche. Le continue guerre fecero poi
mancò l'animo di promuovere opere no- perderealla piazza di Lione quell'impor-
bilissirnemè mancò per lui agli artisti quel- tanza mercantile che la tanto sua vantag-
l'incoraggimento che ancora a que'giorni giosa posizione geografica le avea fatto ac-
fu grande, come sempreera stato gover- il quistare. Intorno a'successori di Cosimo I
"
no di quella casa. Mancarono sibbene i poche parole saranno bastanti ...
gran maestri che s'erano già trovati al tem- Francesco Maria I de Medici primoge-
po degli avi suoi. Ciò nondimeno, egli la- nito di Cosimo I gli successe e divenne
Toscana splendidissimi e bei mo-
sciò alla granduca assoluto a'21 aprile 1 574, già
numenti, di scultura principalmente e di reggente del granducato da io anni, nel
architettura. Talché, per tale rispetto, sic- quale giorno fece rinchiudere in un mo-
come altresì riguardo alle lettere ed alle nastero la Martelli vedova del padre , e
scienze, il regno suo segna tal epoca che non !e risparmiò cattivi trattamenti. Del
sarà sempre degna di molti elogi. Anche resto dimostrassi cortese verso tutti quel-
al commercio ed all'industria de' toscani li che aveano ricevuto benefizi dal geni-
giovò il reggimento di Cosimo I, e quel tore , senza eccettuare i propri fratelli

la quiete che dopo tanti disastri fece ri- quantunque le loro frequenti contraddi-
torno. La stessa casa de' Medici esercitò zioni offendessero il suo dispotismo con-
per suo proprio conto un estesissimo traf- tegnoso. Educato dalla madre alla spa-
fico, che di dopo il sof-
nuovo la fece ricca gnuola, non vedeva mai nulla che per mez-
ferto decadimento. Fu soltanto dopo la zo de'suoi ministri o de'suoi favoriti. An-
morte di Ferdinando I che tale esercizio tonio Serguidi di Volterra, e la famosa
venne abbandonato, forse come non più. Cianca Cappello veneziana, venuta in Fi-
creduto con veniente alla dignità principe- renze fin dal 563, di cui era appassiona-
1

sca. L'arte della lana impoverita pe'distur- tamente invaghito, erano le sole persone
bi degli ultimi anni della repubblica, tor- colle quali dimetteva il suo orgoglio, ed
nò a rifiorire, benché molto men proficuo ambedue ne abusarono scandalosamente.
fosse divenuto il commercio col levante. Avea però un genio particolare per la
Quella della seta mantennesi, presso a po- chimica, laonde i dotti nelle scienze natu-
co, nel medesimo grado. Altri generi d'in- rali trovarono presso lui facile accesso.
dustria, i quali erano andati in disuso, ri- Nello stesso 1
574 Gregorio XIII, alla cui
sorsero a nuova vita: si riattivarono mi- elezione avea concorso il cardinal Ferdi-
niere e cave, e con ottimi provvedimen- nando, trasferì da Pistoia alla sede di Fi-
ti si misero a profitto le naturali e mal renze Alessandro Ottaviano de Medici
note ricchezze dello stato. L'agricoltura de'principi d'Ottaiano, già ambasciatole
fece cospicui miglioramenti; benché poco in Roma del suo cugino Cosimo I a s. Pio
progrediti, generalmente parlando, fosse- V, poi cardinale e Papa, come dirò. Al-
ro i sistemi allora vigenti. Le perdite che cuni distretti della Lunigiana, già de'mar-
i toscani e gli altri italiani far dovettero diesi Malaspina, si riunirono al grandu-
ne' cambi mentre ardeva la guerra tra cato. Il cardinal Ferdinando sdegnato del-
l' impero e la Francia, non possono in nes- la condotta voluttuosa del granduca, nel
sun modo imputarsi al granducaCosimoI: dicembre si ritirò in Roma; l'altro frale!

il qua!e,benchè avverso a'francesi, proles- lo Pietro non cessava di svergognare il

se in ogni occasione le relazioni commer- granduca, quantunque egli stesso fosse di


TOS TOS 1C7
biasimevoli costumi, e formava eziandio pello, che per confermarsi nell'amor suo
de' complotti: Francesco I si contentò di gli suppose un figlio, chiamato Antonio,
farlo viaggiare io Ispagna e presso altre fatto marchese di Capistrano e colmato di
corti. Ritornato Pietro in Toscana, e tro- beni; bensì gli partorì due femmine. Indi
vato che Eleonora di Toledo sua sposa a- narra ilp. Ridia, che
18 giugno 1^79 il a*

vea seguito esempio nell'infedeltà,


il di lui granduca pubblicò d'avere sposalo Bian-
gl'immerse un pugnale nel cuore in Ca- ca, onde a'27 si cantò per allegrezza nel
stagiolo, e credette lavarsi di tale delitto, duomo messa solenne. Venne- poi nel set-
domandandone perdono a Dio, e promet- tembre in Firenze Bartolomeo pache del-
tendo di non più prender moglie, ciò che la sposa, col patriarca d'Aquileia e altri

non mantenne. Per sospetti d'infedeltà il nobili veneti, salutati nell'ingresso dalla
duca di Bracciano Paolo Giordano Orsi- fortezza da basso; ed a'28 arrivarono due
ni fece strangolare la moglie Isabella so- ambasciatori della repubblica di Venezia,
rella del granduca. Nel i5j5 avendo O- mandati a congratularsi col granduca, di-
razio Pucci tramato una congiura, il gran- chiarando essere stata adottata Bianca per
duca lo fece perire, e ordinò la confisca figlia della repubblica e di s. Marco. A' 12

de'beni senza processo, di tutte quelle pri- ottobre il granduca andò al duomo con
marie famiglie sospette ree di complicità. tutti i senatori in abito rosso, ove il ve-
Celebrandosi in Roma l'universale Giu- scovo di Fiesole pontificò la messa solen-
bileo ts'\ si recò Francesco I. Quindi aven- ne dello sposalizio, e i due ambasciatori
do Gregorio XI li ordinalo l'apertura del- veneti coronarono la sposa, la quale inco-
la visita apostolica in Toscana, il grandu- ronata se ne tornò a palazzo in lettiga
ca con risentimento se ne querelò e fece scoperta in mezzo a' due ambasciatori a
resistenza alle prescrizioni pontificie. Con- cavallo, poi regalati dal granduca di col-
tinuando la corte imperiale a contrastare lane d'oro, ch'ebbero pure altri nobili ve-

a Francesco I il Essendo nate nuove coutese tra


titolo e gli onori di gran- neziani.
duca, finalmente il suo cognato Massimi-Modena e la repubblica di Luc-
il duca di
liano Il con diploma de*26 gennaioi 576 ca, pe'confini della Garfagnana, seguiro-
eresse la Toscana in granducato, senza far no alcune zuffe che sembravano alterare
menzione della bolla di s. Pio V.Filippo la quiete di Toscana. S'interpose Grego-

Il re di Spagua fece altrettanto, perchè rio XIII a mezzo del vescovo della Cava,
Francesco I invece di mantenersi indipen- e ristabilì la pace. Nel 58o la Toscana j

dente come il padre, si mostrò ligio a quel- fu infestata da'banditi, e da Alfonso Pic-
la corte. Universalmente riconosciuto per * colonnini duca di Monte Marciano e capo

granduca, Francesco I pretese avere la su- di masnadieri. Neh 582 si stabilì in Fi-
premazia sugli altri principi d'Italia; ma renze l'accademia della Crusca, e il gran
dipoi gli elettori dell'impero nel 1082 di- dizionario compilato dagli accademici si

chiararono appartenere essa duca di al riguarda peli.°deposito di nostra lingua.


Savoia nella sua qualità di vicario impe- Inoltre fu fondata la magnifica galleria
riale. Nel 1578 essendo morta la grandu- di Firenze. Ridestandosi il fanatismo per
chessa Giovanna, dalla quale erano nati la memoria di fr. Savonarola, pretenden-
un figlio d. Filippo, e due figlie: Eleono- dosi venerare come martire e profeta, l'ar-
ra, poi maritata a Vincenzo I duca di Man- civescovo cardinal Medici ricorse al Pa-
tova e donala dal Papa della Rosa d'oro pa e al granduca. Neh 583 Gregorio XIII
benedetta. (I .); e Maria, che fu più tar- acquistò per la camera apostolica, da Fi-
di sposa d'Enrico IV re di Francia. Nel- lippo Peruzzi fiorentino per 80,000 scu-
-

lo slesso anno Francesco a'5 giugno spo l -


di, i territori ! delle Paludi delle Chi ine
so segretameute la concubina Dianca Gap- a'eonfini della Toscana. Il cardinal Fer-
i68 TOS TOS
(libando de Medici contribuì all'esaltati©- La sua condotta fu un contrapposto qua-
ne del successore Sisto V, il quale nel r 586 si in ogni punto a quella del fratello : in
mandò in donò la Rosa d'oro alla gran- luogo di mostrarsi com'esso imperioso e
duchessa Bianca, la quale avea sedate le fiero, educato alla grande scuola di Roma,
dissensioni fra il marito e i fratelli, onde ove con onore avea sostenuto gl'interessi
il cardinale tornò in Toscana. Ma nel 587 1 della Toscana e la gloria della sua casa,
mentre la corte era nella villa di Poggio fu egli dolce, affabile, umano, compiacen-
a Caiano,ammalarono Francesco IeBian- te ed accessibile a tutti. Invece di conser-
ca, ili.°morì Vig ottobre, l'altra nel dì varsi aderente agl'interessi della corte di
seguente, non senza gravi sospetti di vele- Spagna, colla quale suoi predecessori si i

no, e le dicerie l'attribuiscono alla stessa erano mantenuti in istrettissima alleanza,


]3ianca. Francesco I, malgrado della po- Ferdinando I persuaso da Caterina de Me-
litica umiliante a cui io costringe la con- dici regina di Francia, si accostò alle par-
dizione dominata dagli spagnuoli, e mal* ti di Francia, e indusse colla sua desìi ezza
grado i lacci disonorevoli in cui lo tenne gli spagnuoli a sortire dalle sue provincie;
avvolto la narrata passione amorosa, fe- ed a proposta della regina destinò a spo-
ce mostra d'ingegno e d'abilità; ma non sa Cristina figlia di Carlo HI duca di Lo-
seppe mantener la Toscana in quel gra- rena, che nipote della regina essa avea e-
do di prosperità relativa, al quale suo pa- ducato; e fu allora che pe'suoi ambascia-
dre l'avea innalzata. I pubblici aflari ven- tori in concistoro rinunziò al Papa la Por-
nero sempre più trascurati; i sospetti di pora e la dignità cardinalizia, ma conservò
ribellione, che nuovamente insorsero, fu- finche visse il governo di Città della Pieve,
rono puniti con grande severità. Egli fe- che a vita gli avea conferito s. Pio V. Gli
ce un commercio particolare colla nazio- sponsali si celebrarono a'9 maggio 1589,
ne e cogli stranieri, che servì ad impin- e nello stessoanno Sisto V formalmen-
guare il suo tesoro, con grave pregiudizio te mandò
dono al granduca lo Stocco
in
de'suoi stati. Egli però non fu avaro, spe- e Berrettone benedetti, ed alla grandu-
cialmente verso i letterati e gli artisti, di chessa la Rosa d* oro benedetta, la cui
cui con ricompense incoraggiava i talen- solenne funzione descrissi in quegli arti-
ti; e la sua corte fu forse la più brillante coli. Nel i5go accrebbe notabilmente la

d'Italia. In questa le contese di preceden- città e il porto di Livorno, e dipoi accor-


za 1' inimicarono colle case di Savoia e dò l'indulto di tolleranza agli abitanti a-
d'Esle; quella de' Farnesi fino dalla sua cattolici di Livorno, e di poter consegui-
origine fu nemica de' Medici; ed umiliò* re Continuando le scorrerie il
le eredità.

pure le case di Mantova e d'Urbino, di- suddetto duca di Monte Marciano, essen-
sputando a tali duchi il titolo et Altezza do stato preso, fu giustiziato a' 16 marzo
ch'egli stesso assumeva. Il cardinal Fer- 1 5g restando così la Toscana liberata
1 ,

dinando de Medici, inteso in Roma il pe- da una moltitudine di banditi. Ferdinan-


ricolo della vita del fratello Francesco I do I, a richiesta del duca di Lorena e del-
senza figli maschi, ne partì, e giunto a ia lega di Francia, intraprese a fi jrtifica-

Firenze il giorno della morte, subito vi re e presidiare il castello di Y(F, isola del-
fu proclamato granduca, con acclamazio- le Pomegues, presso Marsiglia, per pro-
ni tanto più sincere, in quanto che erano teggere quota contro il duca di Savoia;
fondate sull'alta slima ch'egli erasi acqui- ciò che in appresso die motivo a molti di-
stata colle virtù sue. Salilo al trono tro- sgusti con Francia e altre corti, come la
vò immensi tesori accumulati dal fratello, Spagna fomentata dal fratello Pietro che
che l'avea dichiarato erede, e pose ogni ivi risiedeva. Egli ria cardinale nel 1572 a-
cura per impiegarli pel bene dello stalo. vea intrapresi lavori e bonificamenti uella
TOS TOS 169
Val ili Chiana; ora nel i 5q2 ordinò quel- anno sarà creato car-
ce che nel corrente
li per risanare la Marea» ma Sanese; furo- dinale. Ferdinando I profittò della pace
no demoliti i ripari per la pesca al lago di dell' Europa per tentare colle sue gale-

Castiglione, e si restituì lo scolo alle acque, re de' cavalieri drs. Stefano I delle im-
indi si mandarono colonie a Soana e in prese contro gP infedeli ; furono conti-
Equipaggiò una flotta pe'ea-
aliti luoghi. nuamente in corso contro i turchi, e soc-
valieri di Stefano 1\ colla quale suoi
s. i corsero i drusi della Soria ribellatisi alla
ammiragli dierono la caccia a'eorsari che Porta ottomana. Vieppiù staccandosi da
infestavano le coste d'Italia, e fecero quel- Enrico IV, e stringendo ulteriori legami
l'imprese iu Grecia e sulle coste d'Africa colla corte di Spagna, nel 1608 il grandu-

che celebrai in tale articolo. iNel i5g3 som- ca die una prova decisiva dell' amicizia
ministrò soccorsi all'imperatore Rodolfo sua per la casa d'Aus^id, facendo sposa-
li contro i turchi; e siccome avea repli- re al suo primogenito Cosimo II, Maria
cala meo te e molto aiutalo Enrico IV re Maddalena arciduchessa d'Austria,sorel-
di Francia per conseguire quel trono, coo- la diFerdinando arciduca di Gratz poi
però alla sua conversione dal calvinismo. imperatore Ferdinando II, della regina di
Per queste benemerenze, Clemente Vili Spagna e della duchessa di Savoia. Mori
Aldobrandini fiorentino,ma nato a Fano, Ferdinando I d' idropisia ai 7 febbraio
gl'invio in dono la Rosa d'oro benedetta. 1609, piatito caldamente e sinceramen-
L'unione della casa di Francia con quel- te da' toscani per le sue grandi qualità,
la de'Mediei divenne in seguito più inti- lasciandolo milioni in oro e due milioni
ma, matrimonio di Enrico IV con Ma-
pel di pietre preziose; poiché forse nessun
lia nipote del granduca e figlia di Fran- principe seppe meglio combinare l'econo-
cesco 1, effettuato a'3o aprile 1600. Tut- mia privata colla magnificenza nelle pub-
tavoha la leggerezza di Maria, il poco suo bliche spese. Fu sepolto nella reale cap-
alletto per la di lei famiglia, la condotta pella de'depositi, presso il fratello e il pa-
de'fiorentini suoi favoriti resero dipoi inu- dre, e vi furono poi tumulati il figlio, il

matrimonio pe'Medici. Aven-


tile siffatto nipote e altri. Lasciò 4 figli, il successo-
do Enrico IV accordato la pace al duca re Cosimo li, Carlo creato cardinale nel
di Savoia e rinunziato a'diritti sul mar- 1 6 1 5 da Paolo V e poi decano del sagro
chesato di Saluzzo, questo trattato riuscì collegio, Francesco e Lorenzo; non che 3
di sommo dispiacere a Ferdinando I, per- figlie, Eleonora, Caterina sposata a Fer-
chè chiuse «'francesi l'ingresso in Italia e dinando duca di Mantova, e Claudia mo-

tolse loro i mezzi di soccorrerlo. Da tale glie di- Federico Ubaldo duca d'Urbino, e
momento ei si studiò di riacquistare la gra- poscia di Leopoldo arciduca d'Austria.
zia della Spagna, e la morte dell'infesto Di Ferdinando I scrisse il Reumont.» Po-
e irrequieto fratello Pietro avvenuta a , sto dalla fortuna tra un padre e un fra-
Madrid a'2.5 aprile 1604, agevolò il rista- tello poco amati, e tra' successori più di
bilimento della buoua armonia. Intanto lui deboli, Ferdinando I lasciò fama ouo-
per le premure de' re di Francia e eh Spa- rata: e meritolla, se si consideri quali fos-
gna, co' numerosi cardinali loro aderen- sero le sue intenzioni per fare risorgere il

ti, ili.°aprile i6o5 fu eletto Papa il car- benessere del granducato, quali le opere
dinal Medici de'principi d'Ottaiano, che da lui eseguite (che riportai a'Ioro luoghi),
prese il nome di Leone XI e visse soli quale lo spirito di moderazione e di equi-
26 giorni nel pontificato. Un illustre di- tà da cui fu sempre animato. Se per lui
1

scendente di sua prosapia, mg. Fran- non parlassero fuorché benefizi fatti a i

cesco de Medici de'principi d'Ottaiano, Pisa e alla nascente Livorno , e quanto


maggiordomo del Papa che regna, si di- egli disegnava d'operare a prò della Ma-
vol. ixxvni. ia
170 TOS TOS
lemma, sarebbe giustificala abbastanza viceré di Sicilia fu ristabilito ne'suoi sta-
quella stima cbe i contemporanei fecero ti, e fu riconoscente co' toscani, proteg-
del suo carattere. Nella politica però fu gendo i loro stabilimenti a Tiro ed a Si-
vario: volle sottrarsi alla preponderanza done; ma poi rapilo da'turchi perì stran-
spaglinola, ma non potò riuscirvi (gli scrit- golalo. Frattanto nel 161 5 si riunirono
tori francesi sebbene l'encomiano, lo dis- al granducato contea di Scanzano, già
la

sero pi ofoiiclo dissimulatore, perché Usuo degli Sforza di Santa Fiora; e poi la contea
linguaggio era sempre in contraddizione di Castel Ollieri, appartenuta agli Ollie-
colle sue anoni)". UGalluzzi diceebe Fer- ri; ed il feudo di Terra rossa, posseduto dai
dinando I fu il ."prìncipe di sua famiglia
1 Malaspini. Morto nel 1 610 Enrico IV, la
veramente deploralo ila tutti suoi sud- i regina Maria de Medici restò reggente di
diti; lo dice sincero, ma riservalo, fermo Francia nella minorità di suo figlio Lui-
nelle risoluzioni, coraggioso e grande nel- gi XI 11, da nacque
gran Luigi XIV.
cui il

l'esecuzione de'suoi progetti. I rovesci da Ma essa avea portalo da Firenze a Pari-


lui provali, in vece di scoraggiarlo,ranima- gi i coniugi fiorentini di bassa condizione,
rcno anzi di più alle designate imprese. Eleonora Dori detta Galigai figlia di sua
Cbe seppe bilanciar la clemenza col rigo- nutrice e Concino Concini, quali si gua- i

re, cbe il suo governo fu moderato e giu- dagnarono il suo inlimo favore in guisa
sto, e sì tranquillo cbe fece obbliare a Fi* chela dominarono interamente,cou risen-

lenze le disgrazie provate sotto gli altri timento de'fiancesi, massime de'principi
suoi principi. Protesse le belle arti e i dot- del sangue. La regina fece i coniugi mar-
ti, e la musica teatrale per lui fece rapi- chesi d'Anci e, piccola città diPicardia det-
di progressi, onde la corte di Toscana fu ta Albert, e Concino maresciallo di Fran-
considerala scuola di buon gusto in tale cia e suoi -."ministro. Avendo il marescial-
genere. Cosimo 11 cbe gli successe gli fu lo d'Aucre, come s'intitolava Concini, ar-
di mollo inferiore in capacità e vigore di restalo il principe di Condè capo de'mal-
carattere. Con grandi lavori accrebbe il contenli, il principe con molti grandi si ili-

porto di Livorno, per mantenervi la net- spose alla guerra. La ìegina volle com-
tezza e la salubrità. Amico di Ferdinan- batterla con3 armate,ma tutto ad un trat-
do duca di Mantova, il quale poi ne spo- to finì la guerra colla morte di Concini,
sò la sorella, nel 161 3 lo soccorse contro fallo trucidare a' 14 aprile 161 7 da Lui-
il duca di Savoia per la successione del gi Xlll per scuoterne l'insoffribile orgo-
Monferrato. Aumentò la flotta dell'ordi- glio. Di più ilre rilegò a Bloissua madre,

ne di s. o galere con parec-


Stefano 1, di 1 e fece processare la marescialla Eleonora,
cbi vascelli minori, con cbe rese temuta e condannala colpevole di giudaismo e di
la bandiera toscana in tutto il Mediter- sortilegio alle fiamme a'6 luglio. Essa pe-
raneo, e la sua marineria fu mantenuta rò con introdurre nel favore della regina
quasi unicamente colle prede cui faceva Ricbelieu, fu cagione del cardinalatoefor-
senza posa contro i turchi, distinguendo- tuna di quelsommo diplomatico. Pel con-
si in Levante con valorose imprese. Con- tegno di Luigi X 1 1 ! colla reginamadre,
tinuò, come il padre, a soccorrere i drusi, uacque rottura tra la corte e granduca, il

i quali sostenevano nelMonteLibano una con notabili danni al commercio di Livor-


guerra ostinata contro i turchi; e genero- no: Cosimo 11 fece delle rappresaglie a Li-
samente ospitò il loro emir Fackardino vorno e il re a Marsiglia, il resiliente di
cbe avea ribellata la Siria e voleva rimet- Toscana fu mandato via da Parigi, poi la
tere cristiani in possesso del regno di Ge-
i concordia si ristabilì a mediazione del du-
rusalemme, ricevendolo in Firenze nel pa- ca di Lorena. Nel 16 19 Cosimo li fornì
lazzo Medici; indi coll'assistenza sua e del soccorso all'imperatore Ferdinando 11,
TOS TOS 171
contro i ribellati boemi, e contribuirono di Cosimo II, la figlia Vittoria, la quale
o liberarlo dall'assedio in Vienna. Il gran- bambina nel 1623 fu portata dal conte
duca, di debole complessione, cacciando Mamiani in Toscana e fidanzala a Ferdi-
per le Maremme contrasse la febbre en- nando II, di che feci parola nel voi. LI I,
demica della provincia, che gli lasciò ta- p. 202. Indi a' 16 novembre granduca, il

le languore, ilquale unito a una flussione e per lui le reggenti tutrici, rinunzia rotto
di petto, lo condusse al sepolcro di Stilli- al fiorentino Urbano Vili Barberini ad
ni, a'28 febbraio 62 i. Lasciò seguenti
1 i ogni ragione sullo stato d'Urbino, il qua-
figli. Ferdinando II ebe gli successe, Gio. le per la sua qualità di feudo, in caso d'e-

Carlo cardinale neh 644) Mattia, Fran- stinzione del ramo mascolino della Rove-
cesco morto Leopoldo car-
a Ratisbona, re, spettava alla s. Sede; facendosi pure
dinale nel 1667; e due figlie, Margherita accordo sui beni allodiali del duca d'Ur-
moglie di Odoardo Farnese duca di Par- bino. Nel 162 7 a'<4 luglio Ferdinando II
ma, e Amia sposata a Ferdinando Carlo prese le redini del governo, e mancando-
arciduca d'Innspruek. Tutti gli ordini del- gli la con veniente altezza di carallere,pro-
lo stato piansero sinceramente un sovra- segui lunga pezza a dipendere da'eousi»
no, per le qualità del cuore amato da tut- gli di Giuliano de Medici arcivescovo di
ti, com'egli amava i suoi sudditi. La cle- Pisa, e di Orso Delci, ministri delle reg-
menza, la tolleranza e la moderazione lo genti. Il granduca si recò in Roma a os-
distinsero; di umore gaio e pacifico riuscì sequiare Urbano Vili, ospitato con regia
grato a chi Io avvicinava. Osserva il Reu- magnificeuza; e sostenendogli la coda del
liront, che Cosimo II non fu privo di buo- manto IV domenica di quaresima
nella
na volontà, ed ebbe a cuore eziandio la ebbe in dono la Rosa d'oro benedetta j\n
gloria militare della Toscana. Ma con lui quale Urbano Vili donò pure alla madre
ebbe principio la decadenza troppo visi- Maria Maddalena d'Austria nel 1628. In
bile e nou più. interrotta dello sialo: co- questo Ferdinando II si recò in Praga a
minciò d'allora la progressiva diminuzio- trovar lo zio Ferdinando II imperatore,
ne delle sostaste, e furono quasiché a nul e fu accollo con tenerezza. SifKilti viag-
la ridotti il commercio e l'industria. Di gi perfezionarono la sua educazione dili-

questi danni in parte non deve darsi a lui gente, e svilupparono Io spirito sottile di
la colpa; ma in parte è ben vero che le cui era dotato. Col maritare la ricorda-
sue leggi li cagionarono. Durante il set- ta sorella al duca di Parma Odoardo Far-
tennio della debole reggenza che segui nese,pose fine alle rivalità che diviso avea-
per disposizione di Cosimo II, delle gran- uo lungamente i Farnesi ed i Medici. Nel
duchesse Cristina Lorena e M." Mad- di i63o la peste afflisse la Toscaua, Firenze
dalena d' Austria, ava e madre del mi- e il suo contado, e rapì 6900 vittime non
nore Ferdinando II, al suo non lungo ostante i soccorsi prodigati dal granduca.
governo, mali si accrebbero, uè dimi-
i A tali deve aggiungere lo ste-
calamità si

nuirono sotto il regno del successore, rile raccolto; e laguerra suscitata perla
benché dotato di talenti e di lodevoli pre- successione del ducato di Mantova,obbli-
rogative. La reggenza delle lutrici, con gò il granduca a soccorrere gli spaguuo-
pieno esercizio di sovranità, ma col pare li, disgustando i francesi belligeranti. Nel

re d'un consiglio di stalo, volendo allon- i633 il celebre Galileo Galilei fu chia-
tanare la guerra dalla Toscana, osservò malo in Roma dall'Inquisizione: gli adu-
un'esatta neutralità in quella che facevan- latori o a dir meglio traditori de'principi,
si Francia e Spagna iultalia. Essendo mor- cheli vorrebbero disubbidienti alla Chie-
to l'ereditario del ducato d'Urbino, lasciò sa, onde dar l'esempio d'essere in libertà

dalla vedova Claudia de Medici, sorella a'propii sudditi di fare altrettanto con lo
i
72
TOS TOS
io , tacciarono di debolezza Ferdinando di pretensioni giurisdizionali, successe im
II,perchè non l'impedì! Mi limito ad in- fermento prodotto dall'ambizioni? de' Bar-
vitare a leggere: Galileo e V Inquisizio- berini nipoti del Papa, quali anela vano i

ne,Memorie stòrico-critiche dire t le alla l'acquisto del ducato di Castro e Ronei-


romana accademia di archeologia da gitone (/ .) feudo pontificio, dal duca di
mg. 1 Marino Marini prefello degli ar-
'
Parma Odoardo carico di debiti, lisso ri-

etini segreti della s. Sede ,ec.Roma 1 8 So. cusandosi, di carattere ardente e impetuo-
Nel medesimo 1 63 3 il contagio penetrò di so, neh 64' accesela guerra col Papa, non
nuovo in Firenze, e fece strage a Livorno, curando la mediazione del gì anduca. Que-
a Volterra e in altre città, con ristagno sti però nel 1642 fece lega co'veneziani e

del commercio e miseria degli abitanti. La col duca di Modena, per la reciproca di-

contea di Santa Fiora de Sforza (F.) covili fésa nell'insorte discordie, e il principe
fu riunita al granducato; e il duca di Lo- Mattia ebbe il comando generale delle
rena e la sua famiglia cercarono un asi truppe toscane. Il duca Odoardo passò col

lo in Toscana dopo la perdita del loro


, suo esercito per la Toscana, recandosi al-

stato occupato da'francesi. Intanto Mat- la ricupera di Castro, occupato dalle mi-
tia e Francesco fratelli del granduca agli lizie granduca si avvicinò al co-
papali. Il

stipendi dell'imperatore loro zio, guerreg- gnato, e fece con lui un trattato a Castel

giavano con onore in Germania contro i Giorgio nel territorio d'Orvieto, e nel
protestanti collegati della Svezia, sotto 1643 concluse con esso lega contro il Pa-
Wallenstein, e ambedue col generale Ot- pa, recandosi personalmente al campo in
tavio Piccolomini contribuirono a scopri- Val di Chiana. L'esercito toscano prese Cit-
re il tradimento di tal generale, e Fran- tà della Pieve e Castiglione del Lago, di-
cesco perì avantiRatisbona nel 1 634-Mat- sfece le milizie pontificie a Mongiovino
tia pas>ò agli stipendi di Spagna, e torna- nel territorio di Perugia, e bloccò questa
to in Toscana il fratello gli conferì il go- città; mentre l'impresa de' papalini con-
verno di Siena. A'6 luglio 1637 lo zio del tro Pistoia riuscì vana. Si disse, che l'in-
granduca, cardinal Carlo de Medici, giun- certezza del granduca , e le lentezze dei
se in Roma accompagnato da 4° lancie veneziani nocquero al duca di Parma piti

spezzate e corazze, che seguivano la car- che le armi o le pratiche de'suoi nemici;
rozza, oltre soliti palafrenieri che la pre-
i esse gli strapparono di mano la vittoria,

cedevano. Entrò in sospetto il contesta- al dire d'alcuni, allorché sparse in Roma


bile Colonna, temendo che tale apparato lo spavento, e lo costrinsero a consentire
fosse per recargli qualche affronto, perchè a fallaci negoziazioni, il bienuio del simu-
non avea voluto trattare col titolo d'Al- lacro di guerra sulle frontiere di Perugia,
tezza il granduca, ne il fratello Gio. Car- fu 1' ultima che fecero e se ne i toscani ,

lo, per cui erasi offeso il cardinale, il qua- pentirono d' averla imperocché fu
fatta ,

neh 634? Uà d. Car-


le nella rissa seguita fatta la guerra da popoli non più adde-
lo Colonna duca di Marsi figlio del con- strati né avvezzi alla milizia, e che non eb-
testabile, e d. Gregorio Gaetani che vi , be altro che motteggi delle al-
risultato i

restò morto, avea preso mollo interesse e tre nazioni. Finalmente a mediazione di
fatto grandi offerte a'Gaetani controCo- i Ferdinando II e del duca di Modena, fra
lonnesi. dunque fece accom-
Il contestabile le parti fu stipulata la pace in Venezia ai
pagnarsi con più gente del solito, onde i 3i marzo i644? P er a Toscana firman- '

due partiti cominciavano a portar di not- dola Gondi. Cominciata la guerra di Can-
te armi da fuoco. Urbano Vili dispose dia uel 1 645, che con gran vigore fu con-
che si aumentasse la milizia, e la sua au- tinuata per 25 anni) Papa Innocenzo X
torità dissipò i malumori. A queste gare prestò subito soccorso a'veueziaui, che la
TO S TOS i
73
sostenevano contro con alcunei turchi , con Vittoria. Ma
non appena fu celebra
galere della Marina pontifìcia, eli Napo- to il matrimonio di Cosimo HI, che la
li, di Toscana e di Malta, in tutte 2 3, del- corte di Toscana ebbe motivo di pentir-
le quali nominò generale Nicolò Ludovi- sene. Margherita d'Orleans dopo averda-
si duca di Piano e principe di Piombino, tq il suo cuore al principe Carlo IV di Lo-

che avea sposata sua nipote. Nel 646 per 1 rena, ella più non vide che con preoccupa-
le guerre tra Francia e Spagna, la Tosca- zione sfavorevole quello ch'era sottenlra-
na si conservò neutrale, e vide francesi i to al suo amante. Ogni cosa le spiacque
far l'impresa contro i porti spagnuoli nel- in Toscana, la nazione, suoi usi, le sue i

la Maremma sanese, occupare Piombino feste, la religione e la sua lingua! Allor-


e Porto Longone. Nel i65o Pontremoli, ché si avvide eh' era gravida, crebbe la
terra principale della Lunigiana, fu riuni- sua avversione per la famiglia Medici, fi-

ta al granducato. Celebrandosi da Inno- no a tentare di procurarsi un aborto fa-


cenzo X VA /ino santo, a' 1 5 marzo giun- cendo violentissimi esercizi. Nondimeno
sero in Roma per l'acquisto dell'indulgen- nel 1 663 die alla luce Ferdinando. La di-
ze i principi di Toscana Mattia e Leopol- scordia non per questo cessò, poiché la vio-

do, i quali visitando le basiliche in abito lenza delle passioni di Margherita dege-
umile, dierono non poca edificazione. Di- nerava quasi in pazzia , e per quanti sa-
poi istituita l'accademia del Cimento, per grifizi facesse il virtuoso Cosimo III, nou
l'osservazioni della natura e sulla fisica riuscì a vincerne l'ostinazione e l'avver-
sperimentale, il principe Leopoldo, che la sione. Tultavolta ella nel 1667 partorì
fondò nel 1637 con Torricelli, Redi e Vi- Maria Anna Luigia, frutto d'una momen-
\iani, ne divenne presidente; accademia tanea riconciliazione, ma di nuovo tornò
ch'ebbe breve esistenza di due lustri per a mostrare la contrarietà pel marito e per
5
la discordia de suoi membri, non senza la suocera, e più volte tentò di fuggire tra-
lasciare rinomanza pe'suoi lavori. Abbia- vestita, onde tornare in Francia. Ferdi-

mo del dolio Giovanni Targioni Tozzet- nando II afflitto per tanta insopportabile
ti, Atti e memorie inedite dell' accade- stranezza e stravaganza, procurò d'allon-
mia del Cimento. Ferdinando dopo II , tanar da lei lo sposo, per dare all'animo
di aver avuto 1161164*2 da sua moglie un suo tempo di
il calmarsi. Fece viaggiare
solo figlio, che fu Cosimo III, si alienò da il figlio Cosimo III per l'Italia, la Germa-
lei: l'indole gelosa e superliziosa , dico- nia e l'Olanda. Cosimo III mostrò che il

no alcuni , religiosa affermano gli altri, conversare co'dotli attirati nella corte di

della granduchessa Vittoria della Rove- suo padre non era riuscito atfàtto inutile
re, non poteva piacere a suo marito, e fu per lui. Visitò in seguito la Spagna, il Por-
dessa che educò il detto figlio. Ferdinan- togallo, l'Inghilterra e la Francia, e tornò
do li sperava di correggere difetti e la i in Toscana nel febbraio 1670. Prima di
pietà di esso, ammogliandolo neh 661 per quest'epoca, Ferdinando II nel 1662 fu
contrapposto a Margherita Luigia, figlia mediatore de'gravi dissapori insorti tra il

di Gastone di Borbone duca d' Orleans, Papa Alessandro VII Chigi sanese, e il

fratello di Luigi XIV. Tale principessa, re di Francia Luigi XIV, per le conferen-
celebre per bellezza, vivacità e grazia ze tenute in Pisa, per cui ivi si concluse
francese, avea troppa stravaganza, legge- la pace a' 12 febbraio 1664. Nunzio di
rezza e bizzarria, per uua corte nella qua- Alessandro VII in Toscana fu destinato
le i costumi erano più. ancora spagnuoli fino dal 1660 Stefano B rane acci , già
che italiani. Già nel declinar del 1660 era designato inquisitore a Malta, fatto ar-
nato al granduca il secondogenito Fran- civescovo d'Adrianopoli inpartibus, in-
cesco Maria, dopo 1 8 anni di separazione di uuuzio di Venezia e poi cardinale. A
i
74
TOS TOS
questo Papa nel 1667 altro toscano suc- fu accolta dalla corte di Luigi XIV , in
cesse in Clemente IX Rospigliosi di Pi- modo che la clausura non la privasse di
stoia, il quale nella prima promozione quasi alcuno de' piaceri al suo inerenti
creò carili naie Leopoldo de Medici fratel- giudo. In Toscana amata da quel-
ella era

lo di Ferdinando II. Questo granduca due li del suo pensare, quanto mal veduta da
mesi dopo dal ritorno del figlio Cosimo essi la granduchessa Viltr ria. Si cattivò del
III in Firenze, morì d'idropisiaa'24 mar- pari l'affezione di Luigi XIV e della sua
zo 1670, dopo a ver fornito a' veneziani mi- corte, mediante le sue grazie e il suo spi-

lizie navali in soccorso di Candia assedia- rito,con rancore di Cosimo 111; e manten-
ta da'turchi; e colla lode di aver gover- ne segreta corrispondenza epistolare con
nalo sudditi con mirabile prudenza econ
i d. Ferdinando suo figlio principe eredi-

tenerezza paterna, affabile e popolare; a- tario, questi mostrandosi contrario al pa-

matore delle lettere e protettore de'dotli, dre per la sua pietà. Cosimo IH nella sua
come sua famiglia, fu grande po-
tutti di tenerezza paterna, non volle usare di rigo-
litico euno de'più destri principi d'Eu- re col figlio, e nel 1 689 lo sposò a Violan-
ropa. Cosimo 111 fino da' primi mesi del te Beatrice di Baviera sorella della Delfi-
suo regno lasciò scorgere una mente li- na, la quale per disgrn zia della casa Me-
mitata, una prodigalità sproporzionata al •
dici fu sterile. Ritornando a'pri mordi del
le sue facoltà, bensì molta religione, ed regno di Cosimo III, il Papa Clemente X
alquanta alterigia. Sua moglie sempre sidedicò a pacificare in Roma le differen-
traviata da avversione per lui, non trovan- ze tra gli ambasciatori del duca di Savoia
dolo amabile, pure ai/\ maggio 167 1 gli e del granduca, i quali pretendevano la
pallori un altro figlio Gio. Gastone, ma precedenza I' uno sopra 1' altro. Il santo
da tal momento qualunque
ella rigettò Padre si adoperò in sì delicato punto con
idea di riconciliazione. A' 22 dicembre tanta prudenza ed equità, che delti mini- i

1672 la granduchessa andò a dimorare al stri, i quali per farsi da esso loro ragione
Poggio a Caiano, dichiarando che non a- s'erano veduti per la città con gente ar-
vrebbe più. riveduto il suo marito. Chie- mata, rimasero pienamente soddisfatti. Il

deva con istanza non una separazione, ma Muratori ne tratta agli armi 1
67 1,1674,
un annullamento di matrimonio, al qua- 1675 degli Annali d'Italia. Il successo-
le affermava di non aver mai dato il suo le Innocenzo XI nel 686 elevò al cardi- 1

a
consenso, sperando di sposare inseguito nalato Francesco M. de Medici fratello
il principe Carlo I V di Lorena, cui amava di Cosimo III; al quale granduca e succes-
sempre con pari e biasimevole ardore, e sori, neh 691 fu conceduto il titolo di Al'
col quale manteneva un riprovevole epi- tazza Reale. Prima di questo tempo, al-

stolare commercio.Ma CosimoI 1 non cre- 1 lorché Luigi XIV rivocò il famoso edit-
dette acconsentire a un divorzio, e non to di Nantes, che favoriva g!i eretici, Co-
lasciò intentato mezzo alcuno onde per- simo III non volle ricevere tal peste reli-

suaderla a una riunione; cardinali, am- giosa e politica, che emigrava da Fran-
basciatori, ministri porlavansia visitarla cia, nelle Maremme toscane, il che se gli

da parte del granduca, senza effetto. Fi- procacciò l'ammirazione de'saggi e de' ve»
nalmente perduta Cosimo III ogni speran- ri cattolici, mosse la bile de' tristi scritto-

za di riconciliazione, dopo lunghe nego- ri che posero in ridicolo e dilaniarono


lo

ziazioni con LuigiXIV, acconsentì alla sua nella reputazione, dipingendolo con acer-
partenza. La principessa chiese di ritirar- bi colori. Quindi il granduca manto la

si nel monastero di Montinari re, promet- virtuosa sua figlia Maria Anna Luigia a
tendo di sottomettersi alla disciplina re- Gio. Guglielmo elettore palatino e ve- ;

ligiosa. Giunse a Parigi nel luglio 1675, e dendo continuare la sterilità nella saggia
,

T O S TOS i
75
principessa Violante, avvisò di ammoglia- Cosimo con breve apostolico dichiara-
III

re anche il secondogenito Gio. Gastone, to canonico soprannumerario della Vati-


ma siccome per le sue buone ragioni non cana basilica, ad effetto di poter salire sul
voleva dargli appannaggio, studiò di tro- poggio o ringhiera dove si conservano le

vargli una sposa ricca, anziché scegliere li- nominate insigni reliquie, ed ove non è
na la quale potesse piacergli. La detta figlia permesso V accesso se non a' canonici; si
cognata di suo
scelse pel fratello la savia vestì nella cappella Paolina di sottana lun-
marito, A mia Maria Francesca di Sassonia ga paonazza, rocchetto e cotta con ber-
Lauenburg, vedova del principe di Neu- retta, e guanti rossi, ed in tal guisa fu con-
burgo, e Gio. Gastone sposò 11^1697,
la dotto dalla guardia svizzera pontificia io
e fermò la residenza presso di lei a Reich- detta chiesa, nella quale non solo salì a
stadi in Boemia, ma presto si accorsech'e venerare le ss. Reliquie, ina anche le mo-
ra stalo sagrificato. La sposa era priva di strò e ne fece ^ostensione al popolo, a ven-
grazie e di spirito, non che di gradevole do da un lato e dall' altro due canonici
fisonotnia, solo intenta alle faccende do- numerari assistenti, e con esse, secondo si

mestiche. Gio. Gastone, a cui piacevano costuma, diede la sagra benedizione. Do-
le società, le arti e il bel clima della To- po di che discese nella sagrestia, dove spo-
scana, si vide con profondo dolore con- gliatosi de'delti paramenti, fece dare 5o
finato in una triste solitudine. L'arrogan- piastre di regalo agli svizzeri. E qui no-
za nell'ammonirlo e l'economia della mo- terò, che alla morte di Cosimo III, il ca-
glie, senza scorgere in lei alcun segno di pitolo Vaticano, considerandolo già suo
fecondità, fece risolvere il principe a par- canonico,gli celebrò un funerale, descritto
tire all'improvviso per Parigi, dove sua neln.°gc)i del Diario di Roma del 1723
madre l'accolse con somma tenerezza e il come notai nel voi. VII, p. 248 e altrove.
presentò a Luigi XIV. Nondimeno Gio. Il granduca fece alcuni doni al Papa, fra'

Gastone tornò presto in Boemia, ma non quali un nobilissimo quadro di musaico


potè rinvenirvi pace; egli cercò nelle città in pietre dure, con bassorilievo esprimen-
vicine delle occasioni di giuoco e di stra- te l'Annunziazione della B. Vergine, con
vizzo, che rovinarono a uri tempo le sue cornice superba e oltagonadi metallo do-
finanzeela sua salute. Frattanto nel 1700 rato,con puttini simili e fogliami e frutti di
celebrandosi in Roma\' Armo santo XVT i
pietre preziose. Questo quadro ancorasi
e come narrai in quell'articolo e altrove, conserva nel palazzo apostolico Quirinale,
vi si recò Cosimo III nel marzo omaggio e per molti anni, iuclusivamenteal pontifi-
sotto il nome di conte di Pitigliano, ac- cato di Gregorio XVI; era appeso nelle pa-
colto da Innocenzo XII con particolare reti dell'anticamera segreta, poi sala d'u-
alfelto estima. Visitò con edificazione le dienza. S'ignorava cosa fosse e la prove-
basiliche, e nella sua divozione bramando nienza, e fattosi ripulire a mia istanza, mi
di venerare da vicino le reliquie maggiori riuscì chiarire Inuocenzo XII re-
il tutto.
della basilica Vaticana nel luogo ove si cu- galò al granduca due Corpi santi, un o-
stodiscono, cioè la ss. Croce, il Volto San- stensorio con dentro il legno delia ss. Cro-
?rf,e-las. Lancia , il Papa per appagarlo lo ce, e la sedia di marmo dove fu troucato
creò canoni co di s. Pietro, onde essergli il capo a s. Stefauo I Papa, meutre cele-
permesso di salirvi e averle nelle mani, co- brava nelle catacombe, la quale stava a
m'erasi praticalo con altri sovrani. Pertan- s. Sebastiano fuori delle mura. II gran-

to si legge nellcl/evtto/ve isteriche delGiu- duca la mandò a Pisa, e si venera nella


hi Leo deli 700, di Francesco Posteria, che chiesa dell'ordine di s. Stefano I. Inol-
nelle ore pomeridiane de'5 marzo,essendo tre Cosimo HI volle vedere il concis to-
stato il serenissimo granduca di Toscana ro segreto, e vi fu ammesso sino v\Y extra
i
76
TOS T OS
omnes. Dissi col Posteria grandu-
che il moglie. TI fratello suo Ferdinando, la cui
ca a'5 marzo si recò a venerare le ss. Re- vita dava continuamente a temere, ricor-
liquie e ad esercitare l'uffizio canonicale, se alla s. Sede per fare annullare il ma-

ina temo errore di data, poiché il Novaes trimonio diGio. Gastone, per dargli un'al-
nella Storia iVInnocenzo XII, lo dice tra moglie; ma il processo riuscir poteva
venuto a Roma in moggio, e il can. Stroc- lunghissimo e lasciava prevedere un in-
chi, Compendio degli anni santi, dichia- certo risultato. Perciò nel 1709C0SÌ1110UI,
ra che Cosimo III giunse in Roma il dì prevedendo non lontana 1'
estinzione di
della Pentecoste. Certo è, che leggo nel sua casa Medici, rivolse i suoi pensieri al-
Bull. Basii. Vatìc. t. 3, p. 28, il breve lo stabilimento della successione, intavolò
Dum nobilitatem titani, col cjuale Pa- il trattati per guarentire la libertà di Firen-
pa Ma gnumEtruriae Ducevi crea't cano- ze,poiehè per un istante divisò di tornare a
nicum super numerarium, con lutti i pri- repubblica laToscana,dopo l'estinzione di
vilegi de'numerai'i, portartela data^/ei 1 sua prosapia, convenendone l'Inghilterra
700.U breve fu sottoscritto dal car-
juniiì e l'Olanda. Tuttavia Cosimo III preferì

dinal Albani che nello slesso anno di-


, di fare rinunziare il cardinalato al fratel-
venneClemente Xl.QuestoPapa nel yo5 1 lo Francesco Maria di 48 anni, estrema-
raccomandò a Cosimo III cattolici della i mente pingue e con salute rovinata dalla
Persia, assai travagliali dagli armeni e- condotta giovanile. Il Papa accettò la ri-

relici, il che rinnovò nel declinardel suo nunzia 16 giugno 1709, e nell' istesso
a*

pontificato; e nel 1709 l' impegnò a fa- anno Francesco, che mal volentieri avea
vore di Pesaro, onde eliminare i danni deposta la porpora e ricchi benefizi colla i

recati- dalla rottura delle chiuse. Cosimo protettola della corona di Spagna (diver-
III restaurala l'abbazia cislerciense di si cardinali Medici furono Prolettori di
Buonsolazzo, presso Firenze, vi collocò quella corona), sposò Eleonora Gonzaga
gli esemplari Tr appis ti (V.) fatti venire figlia di Vincenzo duca di Guastalla e di
da Francia dalla celebre Trappa del p. Sabionetta;ma un'ultima disgrazia prepa.
Rancé: l'abbazia di Buonsolazzo fu poi rata era alla casadeMedici anche in questo
soppressa nell'anno 1782, come tante 4-° matrimonio. La principessa disgusta-
altre case religiose. Le speranze sospi- ta dall' aspetto e dall'età del suo sposo,
rate per la successione della casa Medi- ricusò ostinatamente di accordargli i suoi
ci sempre più andavano allontanando-
, diritti; e malgrado l'intervento di auto-
si. Il principe ereditario Ferdinando, an- revoli ecclesiastici e del suo confessore ,

ch' egli ammogliato a principessa priva persistè nel rifiuto. Francesco mortificato
di grazie, secondo la sua non lodevo- ed afflitto per aver senza frullo sacrificato
le inclinazione, cercò delle distrazioni nel ilsuo grado, la sua fortuna e il suo ri-
carnevale di Venezia, dove però per- poso, ammalò di cordoglio, e morì idro-
de colla salute l'ultima speranza di rin- pico a'3 febbraio 1711,6 con lui si spense
novare la sua famiglia. Lo stato d'infer- per la casa Medici ogni successione. Im-
mità cui era ridotto, fece desiderare a Co- perocché la figlia di Cosimo III ancora,
simo III il ritorno del secondogenito. Do- la palatina Anna Maria, era sterile, per
po lunghe e infruttuose negoziazioni per cui Clemente XI, che desidera va che la ca-
riconciliare la principessa di Sassonia con sa Palatina si conservasse, scrisse al gran-
suo marito, e persuaderla ad accompa- duca perchè esortasse la figlia a indurre il

gnarlo Toscana Gio. Gastone tornò


in , cognato, Carlo palatino del Pieno, a con-
solo presso a suo padre nel 1705. Si re- trarre nuovo matrimonio colla principes-
a
cò due anni dopo in Boemia, ma ne lor- sa M. Caterina Sobieski ornala di virtù.
uò nel 1708, separato per sempre da sua IN el 1 7 1 3 morì pure il principe eredita-
T O S TOS 177
rio Ferdinando a'3o ottobre, compianto scana, come pe'ducati di Parma e Pia-
da'toscani, mentre il patire di nuovo avea cenza, nella persona dell'infante d. Carlo
vagheggiata la ripristi nazione della re- di Borbone, secondogenito di Filippo V
pubblica Toscana, ed i governi inglese e e d'Elisabetta, ad esclusione della pala-
olandese promisero di secontlarlocolle lo- tina Anna Maria de Medici, che restala

ro forze; ma la morte dell imperatore Giu- vedova nel 7 6 era tornata in Firenze.
1 1

seppe l e il cambiamento che n'era risul- SiceomeElisabelta quaUuperslitede'Far-


tato, nelle viste di tutte le potenze, avea nesi,era figlia di Odoardo nipote di Mar-
costretto Cosimo 111 a rinunziare alla sua gherita de Medici figlia di Cosimo II, sem-
straordinaria idea. Allora Cosimo III con- bra che si facessero valere queste ragioni
cepì il progetto di almeno assicurale la in favore del di lei figlio Cai lo, ed anco
successione a sua figlia I' elettrice Anna incompenso alla Spagna pegli statiche
fifa ri a,cui pei la saviezza e religione molto dovè cedere in Italia. In questo piano di
preferiva a' figli, per cui dopo la morte pacificazione la Toscana venne ricono-
del figlio primogenito, a' 27 novembre sciuta come feudo maschile dell'impero.
1713 approvare dal senato fioren-
fece Si convenne che Livorno rimanesse por-
tino l'atto, pel quale si chiamò a succe- lo franco in perpetuo; che la parte del-
dere, dopo Gio. Gastone divenuto princi- l'isola dell'Elba già posseduta dalla Spa-
pe ereditario, ultimo maschio de' Medici, gna fosse unita al granducato; e che le

la detta principessa. Questa non avendo principali piazze, cioè Livorno e Porto-
fì«Ii, in tal «uisa si venne a riconoscere ferraio,rice vesserò per maggior sicurezza
il diritto ereditario d'una femmina, e di una guarnigione svizzera. Inoltre la Si-
conseguenza si chiamavano le altre dopo cilia,ch'era stata data con titolo di regna
di lei. Borboni discendenti da Maria de
I al duca di Savoia si riunì al reame ili
,

Medici, ed Farnesi discendenti da Mar-


i Napoli sotto lo scettro dell' imperatore
gherita, potevano muovere pretensioni; Carlo VIjinunoa'ducatidi Milano eMan-
ma i loro diritti erano sul punto di con- tova, ed il regno di Sardegna conferito al
fondersi pel matrimonio di Filippo V di duca di Savoia. Siffatto trattato riuscì di
Borbone redi Spagna con Elisabetta Far- profondo dolore a Cosimo III. onde pro-
nese erede di sua casa. Da un'altra 'parte testò a tutte le corti contro la violenza che
i vantaggi della Toscana , e la speranza si pretendeva fargli, e mantenendo la li-

di aumentare considerabilmente il suo bertà e l'indipendenza del dominio fio-


territorio, facevano inclinare Cosimo 111 rentino, formalmente dichiarò, che si sa-
a favorire il principe ereditario di Mode- rebbe opposto armata mano contro le po-
na. Ma tali negoziazioni d'un principe de- tenze che gratuitamente come da padro-
bole, furono tutte improvvisamente ro- ne disponevano de'suoi stati. La sua op-
vesciate, principalmente dall'imperatore posizione fu secondata dalla Spagna la ,

Carlo VI, ch'era stato escluso dalla suc- quale ricusò d'aderire al trattato, non vo-
cessione austriaca alla monarchia di Spa- lendo riconoscere la Toscana siccome feu-
gna, e quindi dalla quadruplice alleanza do dell' impero; ma dichiaratale guerra
nel 17 18, formata per mantenere l'equi- dalla quadruplice alleanza, vi aderì in pai-
librio italiano fra le dinastie Borboniche te all'Aia nel febbraio 720, non ostante
1

e Austriache, e si può dire dividendo l'Ita- che pe'ducati di Parma e Piacenza inva-
lia fra esse. La quadruplice alleanza com- no protestassero! Papi Clemente XI e In-
posta dell'imperatore, della Francia, del- nocenzo XIII, come appartenenti alla s.
l'Inghilterra e dell'01arida,stabilirono col Sede, in tempo de'quali oltre altri furo-

trattato di Londra de' 2 agosto la riversi- no nunzi apostolici di Firenze Gaetano


bililà e successione del granducato di To- Stampa arcivescovo di Calcedonia poi
i
78
TOS TOS
cardinale, e Lai taro Pallavicino arcive- suo stato rovinato dal di lui fasto insen-
scovo di Tebe, di cui parlai nel voi. LI, sato, la sua famiglia disunita per la giusta

p. 52 (ora colle Notizie di Roma pro- predilezione mostrata alla figlia contro il

cederò a riportare la serie dev'appreseti- figlio, ed il suo ministero umiliato dalle


tanti della santa Sede in Firenze: degli leggi cui "l'imponevano l'altre potenze.
anteriori, se poi furono cardinali, ne par- Il Ileumont, tanto dotto delle cose tosca-
lai alle loro biografìe, ed in queste anco ne, dichiarò. » L'epoca di Cosimo III, an-
de' nunzi posteriori elevati alla porpo- ziché portar rimedi , moltiplicò i disor-
ra). A' 17 settembre 1721 mori a Pa- dini d'ogni genere; e lasciò
Toscana la

rigi la granduchessa Margherita di 76 grandemente impoverita, e scaduta sem-


anni, sempre avversa al marito Cosimo pre più da quel grado che già le appar-
111. Quindi nel 1723 nel congresso di teneva tra le potenze d'Italia. Ciò venne,
Cambray, la Spagna pienamente accedet- pur troppo, a conoscersi quando si trat-
te al famoso trattato di Londra,perciò che tò di dover decidere a chi sarebbe devo-
spettava alla successione di Toscana , la luta la successione de' Medici, la cui di-
quale co'ducali di Parma e Piacenza, per scendenza prevedevasi già vicina *i\ estìn-
patto espresso, vietarono le potenze di guersi. Per 20 anni la sorte della Tosca-
non mai riunire alla monarchia
potersi na fu bersaglio alla politica delle gran-
spaglinola. Di conseguenza il granduca di corti maisempre divise; e che colle lo-
rinnovò per mezzo del marchese Neri Cor- ro mene contristarono la vecchiezza di
sinisuo plenipotenziario la sua protesta, Cosimo III, cui disegni vennero certa-
i

ad oggetto di serbare illesi diritti di so- i mente di continuo attraversati; ed ama-


vranità pe'suoi successori, sulla riversi- reggiarono i giorni di Gio. Gastone, col
bilità della Toscana. A'3i ottobre 1723 quale la famiglia granducale ebbe fine."
mori Cosimo III d'8i anni, dopo il re- L'ultimo de'Medici del ramo grandu-
gno il più disastroso che stato siavi nella cale, Gio. Gastone, montò sul trono del
sua casa, mentre non meritava tanta sven- padre in età di 53 anni, collo spirito af-
tura. La vecchiaia a cui pervenne fu il fievolito da' provati dispiaceri, e con sa-
frutto della scrupolosa frugalità da lui lute sommamente alterata. La sua indo-
osservata dopo la sua gioventù. La goz- lenza Cavea tenuto lontano dagli affari del
zoviglia de'verdi suoi anni erasi cambiata governo, non meno che pel paterno vo-
in estrema semplicità, e tal variazione lo lere.Egli vi ascese dopo che era slata rego-
preservò dalle malattie ond'era minac- lata la successione e la sorte de'suoi stati,
ciato. Dice il Muratori, che Cosimo III come un usufruttuario piuttosto che un
morendo lasciò il più acerbo rammarico padrone. Subito allontanò dalla corte gli
nel cuorede'sudditijeche fu principe ma- ecclesiastici di cui era stato amico e di-
gnifico, glorioso per insigne pietà (per cui voto il padre (ed anco per questo Cosi-
fu denigrato dagli storici irreligiosi spie- mo HI fu bersaglio de' sarcasmi di certi
tatamente), per saggezza di reggimento, storici avversi alla Chiesa); soppresse al-
per protezione accordata alla giustizia, tresì le pensioni cheavea assegnate a 'con-
per favori a larga mano versati a' dotti, vertiti; e la sorella Anna Maria già elet-
e per ogni altra qualità costituente l'ot- trice, si ritirò nel suburbano e celebre con-
timo principe. Tale ritratto di Muratori servatorio della Quiete, e fu l'ultima su-
fa il contrasto o poco meno di quello che perstite del suo ramo Medici e di una casa
dello stesso principe traccia il Gallimi. Gli che uvea esercitata l'influenza più decisa
storici parziali e partitanli della pazza mo- sul glorioso risorgimento delle lcttere,del-
glie, pretendono che Cosimo III lasciasse le scienze e delle arti, e tale che l'epoca
esecrata la sua memoria dal popolo, il del loro più grande splendore viene qua-
TOS TOS 179
lificata col nome Secolo de' Medici.
di X Anno santoi'ji^ vi volle ritornare per
Quanto a sua moglie, che vivea sempre visitare le romane basiliche, essendo allo-
io Boemia, affatto non si carteggiavano, ra governatrice di Siena. Benedetto XIII
ed essa morì dopo il marito nel 1 74 A-'" ' • le die le più distinte prove di paterno af-
la vedova cognata, Violante di Baviera, fetto, e per compiacerla fece coronare in
il granduca die molte prove d' affezio- Campidoglio, con molta magnificenza,
ne, ed essa sola potè esercitare qualche colla corona d'alloro de' poeti, il sanese
influenza sul di lui animo. Formò la sua cav. Bernardino Perfetti celebre poeta ;

corte di giovani ch'erano di tempera ila- funzione che Roma non avea più veduta
re alla sua conforme, i quali l'aiutavano dopo quella dell'aretino celeberrimo Pe-
a distrarsi dalla tristezza di stia situazio- trarca. Tornata la granduchessa in Firen-
ne. Avvenne un cambiamento rapido ne' ze, il Papa le mandò in dono la RosacCo-

costumi, quando egli successe al padre: il ro benedetta, funzione che si fece nella
r
popolo toscano, che sottoCosimo 111 era- nunziatura di mg. Pallavicino sunnomi-
si mostralo il più religioso, tornò di su- nato e con quella pompa narrata in quel-
bito gaio e vivace. Ed è perciò che a Ga- 1' articolo. Nello stesso anno portandosi
stone diversi storici prodigarono elogi ,
Benedetto Xlll in Viterbo acousagrare
per detrarre contro il genitore, sia per di- Clemente di Baviera elettore di Colonia
minuite imposi/ioni, sia per un governo in arcivescovo di tale chiesa , si recò ad
più libero, onde i toscani ricominciarono assistere alla funzione la di lui sorella
ad affezionarsi alla casa Medici nel mo- granprincipessa Violante. Nel trattato di
mento che stava per estinguersi. Nel 724 i Siviglia, de'"2q novembre «729, si con-
protestò contro il trattato di Londra, e fermò la successione della Toscana, e di
contro I' introduzione delle guarnigioni Parma e Piacenza, da quelle potenze che
estere in Livorno e nelle altre fortezze. ricordai nel vói. LXVIII, p. 147, in fa-
Nel 1725 Callo VI convenne nel ricono- vore dell' infinte d. Carlo. Nel 1730 la
scere Carlo di Borbone alla successione di Toscana fu rallegrata in venerare nuo-
Toscana. Nondimeno il granduca sep- vamente sulla cattedra di s. Pietro un con-
pe resistere per un tempo alternativa- nazionale, in Clemente XII Corsini fio-
mente alle corti di Madrid e di Vienna rentino, e fu benefico co'suoi concittadini
con grande fermezza; né volle ricevere e col capitolo della patria metropolitana,
T infinte stabilito suo successore ne'pro- concedendo il pallio al vescovo d'Arez-
pri stati, né le guarnigioni spaglinole ne' zo. Fece successivamente nunzi aposto-
suoi porti; ed opponendo l'ima all'altra lici di Firenze, Fabrizio Serbelloni arci-
le potenze della quadruplice alleanza, so- vescovo di Patrasso, Gio. Francesco Stop-
stenne malgrado tutti la sua indipenden- pani arci vescovo di Corinto, Alberico Ar-
za. A questo contribuì la giustizia e il ri- chinto arcivescovodiNicea,dipoi tutti car-

spetto che ebbe pe'diritti d'un princi-


si dinali. Nel voi. LXXV, p. i4' narrai co-
pe e d'un popolo indipendente, la ripu- sa fece Clemente XII per rendere fertile
gnanza colla quale si adoperava la forza, il Chiane divenuto palu-
territorio delle
anche per assicurare la quiete dell' Eu- de,ne'confini colla Toscana. Mediante un
ropa, ed altresì la pazienza con cui si trattato de'2 5 luglio 1731 fra Gio. Gasto-
negoziò peri 3 anni, a rischio d'inimica- ne e Filippo V re di Spagna, ili. final-
re molle volte gli alleati, piuttosto cheo- mente riconobbe come suo successore il

perare arbitrariamente. La gran princi- figlio del 2. °d. Carlo di Borbone. Il re pro-
pessa vedova Violante nel 1 7 i4avea fatto mise in nome dell' infinte di mantenere
un viaggio nello stato pontificio, per vi- illesa la costituzione del governo di To-
sitare il santuario di Loreto ; correndo scana, i privilegi e le prerogative della cit-
i8o TOS TOS
là Ji Firenze, l'ordine di s. Stefano I, le cito di Parma e a'a ottobre di quello di
franchigie del commercio, e di riconosce- Piacenza. Nel 1
7 33 Livorno fu occupato
re il titolo di granduchessa e il diritto di dal conte di Montemar colle truppe spa-
reggente alla sorella del granduca Anna gnuole;indi insorta la guerra per la mor-
Maria Palatina, se fosse sopravvissuta al te del re di Polonia, ci. Carlo conquistò
fratello. Tutti i beni stabili della casa Me- il regno di Napoli e quello di Sicilia;
dici seguir doverono la sorte della sovra- sconvolgendosi in tal modo le condizioni
nità; ma degli arredi e cose preziose ri- politiche d'Italia, e cambiò la sorte della
masero dispositori Gio. Gastone e Anna Toscana. Il granduca restò neutrale e ,

Maria. Il granduca inoltre acconsenti di mediatrici della pace si fecero l'Inghil-


ricevere nella sua corte l'infante di Spa- terra e l'Olanda. Intanto nacque tra Cle-
gna, e le guarnigioni spaglinole ne' suoi mente XII Gastone una contro-
e Gio.
porti. In quel tempo era già morta la gran versia, che fu breve e non ebbe conse-
principessa Violante; e il granduca che la guenze. Era costume de'granduchi di no-
pianse e di cui la salute era talmente de- minare a'vescovati della Toscana 4 sog-
bilitata ch'era costretto a stare in letto, getti, che ne credevano più degni, onde i

s' abbandonò totalmente a Giulio Dami da questi scegliesse il Papa qual più gli
suo cameriere, suo favorito e distributo- fosse iu grado. A Cosimo III, perla sua
re di tutte le grazie. A'27 dicembre l'in- pietà e divozione verso la s. Sede, avea-
fante d. Carlo approdò in Livorno, ed a' no precedenti Pontefici condisceso
i a sce-

9 marzo 1782 fece la sua entrata in Firen- gliere chi a lui fosse più gradito, e que-
ze; il granduca accolse con molta cordiali- sto privilegio personale di Cosimo III pre-
tà il successore,che ricevè gli omaggi della tendeva ancora con impegno il suo figlio
popolazione a'?.4 giugno nella festa di s* regnante. Non era Clemente XII aifatto
Gio. Battista, prendendoli titolo di Gran alieno di seguire in ciò le orme del suo pre-
Principe ereditario di Toscana. Il Nar- decessore Benedetto XIII, dovendosi prov-
di, De' titoli del re delle due Sicilie, spie- vedere di pastore la chiesa di Poscia, da
ga tal titolo, e riporta gli esempi di quelli quello eretta iu vescovato, vacata del suo
che l'usarono; ragionando ancora del ti- 1. "vescovo; ma vi erano in questo tempo
tolo di Gran Duca dato a Cosimo I, e motivi per non attendere le raccomanda-
che si potè dire allora titolo raro e inau- zioni del granduca, e però il Papa scelse
dito, almeno in Italia, poiché nel nord i uno che ad esso non piacque. Questi seb-
titoli di granduchi di Lituania e di gran* bene dichiarasse di rinunziare volontieri
duchi di Moscovia si coni penetrarono alla pontificia elezione, io vece fu costretto
ne' re di Polonia e negli Czar di Russia per forza a dimettersi. Clemente XII sen-
(i quali poi lo dierono a'Ioro figli, ovve- za smontare dal suo proposito, volle che
ro quello di Gran Principi, ch'essi stessi escluso il candidato, che prima avea ri-

aveano portatole perciò splendido e sin- gettato, fossero altri di nuovo nominati.
golare qualifica siffatto titolo; onde l'im- 11 Papa T ottenne, e contento di questa

peratore e il re di Spagna, quando lorico- soddisfazione, non dubitò per l'avvenire


nobbero,gli accordarono amplissime pre- d'eleggere quello appunto che dal gran-
rogative e preminenze reali, colla pre- duca venisse raccomandato e questo si ;

cedenza sugli altri duchi, e che gli am- osservò sempre dipoi cogli arcivescovati
basciatori granducali incedessero imme- e vescovati della Toscana. A' 3 ottobre
diatamente dopo la serenissima repubbli- 1 735 all'Aia si segnarono gli articoli pre-
ca di Venezia. Indi d. Carlo nell'istesso liminari di pace; e le potenze che per man-
anno, ad onta delle proleste di Clemente tenere P equilibrio dell'Italia fra le case
XI 1, si recò a prendere possesso del du- d' Austria e di Borbone, aveauo voluto
TO S TOS 181
die il granducato di Toscana appartenes- granduca a'5 febbraio. Intanto Gio. Ga-
se alla caso di Boi bone, crederono altura stone continuava a giacere in letto, con
conveniente di assicurare la sovranità e- mente indebolita, e gl'indegni che lo cir-
ventilale della medesima, e si dasse a un condavano aveano ridotto il governo in
principe amico della casa d'Austria, e col degradante anarchia. Travagliato dalla
quale eranvi trattative di matrimonio col- pietra edalla gotta, spirò a'g luglio prima
la celebre M." Teresa figlia dell'impera- che avesse potuto concludere col succes-
tore Carlo VI, ed erede degli stati e delle sore il trattato da lui abbozzato, per l'e-
glorie dell' augusta casa d' Habsburg (si redità del mobiliare, de' suoi beni allo-
effettuò a'2 febbraio i 736), cioè a Fran-
1 diali, d'un valore incredibile, situati non
cesco HI duca di Lorena e di Bar, per in- 60I0 in Toscana, ma a Roma, nello stato
dennizzarlo de'suoi stati ceduti a Stani- pontifìcio e in altri paesi, noti che pe'di-
slao Lesczynski già re di Polonia, suoce- ritti di sua sorella. Ma la principessa Pa-
ro di Luigi XV re di Francia dopo la , latina trovò ne' riguardi del nuovo gran-
morte del quale doveano essere incorpo- duca, e nel rispetto del principe di Craon
rati alla Francia, come avvenne a'22 feb- da lui incaricato di governar la Toscana,

braio 766: e finché non si fosse effettuata


i un compenso alle sue perdite. Mediante
la riversibilità, il re di Francia si obbli- un paltò di famiglia fatto a Vienna a'3i
gò con Francesco III, a pagurgli quattro ottobre, ella assicurò al granduca la to-
milioni e 5oo,ooo lire, il che non ebbe tale successione della casa Medici, riser-
luogo per essersi tosto verificata. Sapu- vandosi soltanto una rendita vitalizia di

tosi l'accordo da Gio. Gastone, domau- 4o,ooo scudi fiorentini. Avanzarono pre-
dò scherzosamente, se gli venisse poi dato tensioni Carlo di Borbone re delle due
anche un 3.° erede, e qual figlio la Fran- Sicilie, per la sua adozione, ed il suo pa-

cia e l'impero volessero dargli per suc- dre re di Spagna; vi furono proleste per
cessore! Intanto il conte di Montemar fe- parte loro a Firenze e Roma, e poi tulio si

ce occupare la maggior parte di Tosca- accomodò. Quantunque alla principessa


na dall'armata spagnuola. I detti preli- Anna M." de Medici Palatina fosse stato
minari conclusi tra le corti d' Austria e promesso che avrebbe avuto parte nel go-
Francia, furono accettati nell'aprile 1 736 verno, l'età sua, non che le di lei infermi-
da' re di Spagna e delle due Sicilie, il qua- tà ne la tennero lontana. Ella mori final-
le rinunziòall'imperatorei ducati di Par- mente a' 8 febbraio 743 di 76 anni; con
1 1

ma e Piacenza, ed a Francesco III il gran- lei si spense l'illustre e celebratissima casa


ducato di Toscana, però continuando a Medici, del ramo granducale. Il Mura-
intitolarsi duca di Parma e Piacenza, e tori disse Gio. Gastone, principe di gran
gran principe ereditario di Toscana , saviezza e affabilità, e zelantissimo pel be-
titoli che tuttora usano i suoi discendenti ne de'suoi sudditi, e ne loda saggi e di- i

re delle due Sicilie (F.): inoltre il re Car- sinteressati ministrida lui scelti, per fa-
lo portò pure il titolo di Ducade'Presi- re osservare la giustizia e scemare l'im-
dii Toscani, e lo continuò il successore, poste. Il Galluzzi egualmente lo dipinge
come rilevai nel voi. LXV, p. 269, 270, di bell'ingegno, che avea saputo coltivare
280,284, parlando della loro riunione al- mercè la ragione e la sana filosofia (del
la Toscana. Così Gio. Gastone si vide ob- secolo XVIII), e per l'estese sue cogni-
bligato a riconoscere un nuovo erede del zioni fu ammirato dal popolo,da'dolti e
suo trono in Francesco 1 1 1 .Nel 1737 laTo- da'filosofi (cioè quelli del medesimo se-
scana fu evacuata dalle truppe spaglino- colo XVUl). Aggiunge, che non si potreb-
le, alle quali subentrarono le guarnigio- be desiderare in un principe più bellequa-
ni tedesche, e giurarono ubbidienza al lilà morali di quelle ch'egli possedeva; e
iftì TOS TOS
3
finche potè esercitare le facoltà del suo serie, l. 6, p. 465, e i. serie, t. 3, p. I\\i
spinto e le forze sue corporali, applicossi fa la* rivista della Storia civile di Ila. To
indefessamente per la felicità de\uoi sud- .scava.dal\ rjZ rj ah 848 di Antonio Zo-
diti, laonde primi 7 anni del di lui reggi-
i bi, Firenze i85o-53, la quale dipoi fu

mento poleronsi annoverare tra'più bril- posta all'Indice de' libri proibiti, con de-
lantiche abbia la Toscana goduti nell'e- creto óe'5 settembre 1854. In essa la Ci-
poca sua più gloriosa. 1 difetti dell'ulti- viltà mostrò torti intendimenti che scor-
i

mo granduca Medici, continua il Galluz- sero lo scrittore nell'opera sua, e indicou-


zi, furono esagerati dall'odio de'falsi di- ne alcuni de'più perniciosi errori; » altro
voti (vocabolo usato da' nemici di Cosi- non essendo questa (narrazione slorica)

mo HI e de'religiosi suoi ministri e sud- che un tessuto di basse adulazioni al mi-


diti), i quali trattavano come vizi perfi- sero sistema di politica irreligiosa, che pi e-
no i modi suoi aperti e sinceri, l'affabi- tende ma nceppar laChiesa qual cieco sii o-
lità e modestia sua; e conelude, però la di mentoal governo laicale. Dottrina egual-
lui gloria passò a'posleri incontaminata, mente contraria e alla sincerità del sen-
e le lagrime del popolo furono i più si- timento cattolico e alla filosofia degli av-

curi garanti delle virtù sue. Gli elogi pro- veduti pubblicisti. Un cattolico che osa
digali a Gio. Gastone si spiegano facilmen- ricantare le auliche nenie, lagnandosi che
te. Egli colla sua protezione sostenne la V Autorità pontificia, quantunque fosse
Scila di que'liberi Muratori, che tanta potenza straniera , immis chiavasi in
parte ebbero poi nel generale sovverti- molti affari interni dello stato un tal ,

mento d'Europa. Il Reumontpoi ecco co- cattolico ha bel protestare la divozione


mesi esprime sul terminalogovernoMedi- professata alias. Sede, e la massima ri-
ceo in Toscana. » Se ne'tempi che vide- sero a lezza nel descrivere avvenimenti....
ro chiudersi nella tomba l'ultimo discen- subbìetto di anatema per parte del su-
dente d'una casa che molli beni e infiniti premo Gerarca j non per questo com-
danni le atea recali, la Toscana si trovò parirà altro mai agli occhi di chi ben co-
giunta ad uno stato da ogni floridezza lon- nosce la , che o
religione un ipocrita se
tano; se l'amministrazione era piena di capisce, o un ignorante se non compren-
vizi radicatissimi, l'industria nulla, la pub- de la vera idea dell' autorità cattolica e
blica morale assai depravata; meno infe- della necessaria irrecusabile ingerenza che
lice fu tuttavia la condizione delle scienze ella deve esercitare sopra tulli que'fedeli

e delle lettere, e rimaneva almeno al paese e privati e governanti, pe'quali la coscien-


questa consolazione, questo titolo alla glo- za e la religione sono qualche cosa di me-

ria: giacché su tal proposilo nessuno de* glio,che un'invenzione politica e un mez-
suoi principi erasi mostrato adatto dege- zo di governo. Nò miglior viso potrà fa-
nere dall'esempio de'progenitori. Le ar- re alla storia del Zobi chiunque, dimen-
ti invece aveano partecipato alla sorte co- tico del cattolicismo , sa però ricordarsi
mune. Non che il me-
talenlo fosse veuuto d'esser uomo e di vivere in questo secolo.
no; ma il guslo era mancalo, mancata la Dopoché tanti spiriti eruditi ed acuti han-
buona direzione, la semplicità e l'altezza no compreso e pronunzialo altamente che
dell'animo in quelli che le professavano. la separazione de'due poteri è la base di
Gli artisti di que'tempi, in oggi dimen- quella vera libertà sociale di coscienza,
ticali quasi lutti, non attesero se non che che martiri suggellarono
i col loro sangue;
a vincete difficoltà le quali a bella posta dopoché il Guizotnotò nella civiltà mu-
amavano di crearsi, e caddero iu carica- sulmana l'unione de'due poteri qual ve-
ture ridicole, e stranezze affatto vuote di ra causa del dispotismo e della degrada-
senso comune." La Civiltà cattolica^.* zione, venire in Italia ad adulare codar-
TOS TOS i83
damenle chi pretese ( si allude al »nn* bellissimo degli stali d'Italia, per lo più
duca Pietro Leopoldo ossia Leopoldo I) dicon vero; e deprimendo la casa de' Me-
arrogarsi la direzione delle coscienze e dici pensauo di gratuirsi chi regna senza
delle vocazioni,de Viti e della calila, de' timore d'esser disdetti, siccome coloro ohe
sagramenti e de'conuuhi, de'teologi e del- presumono, niuno dovere nimicare il lio-
le loro sentenze, egli è sì strano anacro- ue che posa dopo la vittoria. Ma in ciò
nismo da muovere a pietà anziché a sde- errano grandemente poiché la casa re- :

gno Curiosa poi è la teologia del Zo- gnante ha iu se tanto splendore, che per
bi, quando entra nelle ragioni canoniche; farlo viemeglio rilucere non ha mestieri
e valga per lutti gli esempli che si potreb- che altri le ponga dietro a sbattimento
bon recare, il ragionamento che trovia- ombre sozze ed atre: che il sole risplen-
mo nel t. 2, p. I2i, ove per dimostrare de pure da se, senza aver d'uopo de'con-
che il sacerdozio bisogna die si accon- trasti della notte. Né il disdire agli sto-
tenti dell'autorità esercibile nel tempio rici menzogneri dee tornar grave a'mo-
sulle anime, e lasci al laicato la cura narchi presenti, a'quali la gloria che giu-
di quel die rimane al di fuori, ne am- stamente mercaronsi colla propria virtù e
metta quella mistificazione (sic) di giu- l'alto animo loro rende grato che si smen-
risdizione spirituale e temporale ec, ne tiscano menzognere accusazioni che da-
le

adduce in prova perche il Diviti Maestro gli vengono date a'Medici; le


assentalori
riprese quel discepolo che recise con ar- piacenterie stomocano i valorosi, e soven-
me l'orecchio a Ma Icoì ! L'a u to re a v re b- te se ne sdegnano, perocché il volerli ag-
be reso assai miglior servigio alla Tosca- grandire coll'impicciolire altrui é indizio
na se, deplorando le aberrazioni d' un di giudicarli o deboli o ingiusti. Or dal
principe ( Pietro Leopoldo) uscito dalla Pignolti (Lorenzo da Figline favoleggia-
cerchia de' suoi diritti, avesse limitato i tore rinomalo, ed oltre delle sue Poesie
suoi panegirici a que'tiloli di gloria non e altre cose letterarie, autore della Sto-
peritura che niuno oserà mai contender- ria della Toscana sino al principato,
gli nelle riforme amministrative. Egli con diversi saggi sulle scienze, lettere e
non si sarebbe posto cosi in aperta con- arti, Pisa i 8 i 3. La 2/ edizione dopo il

traddizione colla coscienza cattolica e col- ritorno di Ferdinando III ne' suoi stali,
le dottrine sociali". Inoltre la Civiltà cat- s'ebbe parecchie correzioni e così fu ri-
tolica dimostrò brevemente quanto egli stampata a Livorno nel 1820. Aggiunge-
sia calunnioso contro Medicea, e la casa rò, che vantaggi immensi procurati alla
i

sopra tutto per quali cagioni la Storia Toscana dalla stirpe Medicea sono senza
civile della Toscana del Zobi , studisi spirito di parte e con indeclinabili docu-
di muoverle addosso l'odio comune e il menti constatati dall'eruditissimo ingle-
disprezzo de'toscani. Pertanto osserva la se Guglielmo Roscoe, nella T ita di Lo-
Civiltà, che gli storici toscani che scris- renzo de Medici detto il Magnifico) in
sero dopo l'avvenimento al granducato qua non ci ha quasi scrittore toscano che
Lorena, argomentan-
dell'inclita casa di toccando delle migliora nze operate óò*
dosi di magnificare le nobili imprese di Lorenesi nel granducato, non gridi a cie-
queila a scapito de'principi della casa de lo contro il governo Mediceo, cui essi im-
Medici, che nel governo della Toscana li precano per isciocco, improvvido, tiran-
precedettero, non furono onesti nel fine, nesco, e vi dipingono la Toscana sotto
lodando Lorena per deprimere Medi-
i i quella dinastia pel più misero e infelice
ci." E in questo gli storici hanno doppio stato d'Italia. Vi parlano d'angherie, di
partito alle numi: poiché esaltando la ca- balzelli, d'ignoranza, di povertà, di tor-
sa di Lorena ne' beui che recò a cotesto pidezza, di prostramento d' ogni arte e
i84 TOS TOS
commercio, e di tale e tanto abbandona- lati, pe'vecchi, per le vedove e i pupilli,
menlo d'ogni sorla d'agricoltura, che vi olire inill' altri sovvenimenti pubblici e
paia la Toscana essere divenula salvali- privati!Quindi fa giustamente osservine,
ca, e tutta delle più fitte ed aspre bosca- che ogni angolo di Firenze attesta il con-
glie ricoperta. Ormai questo vezzo si è trario, degli scrittori ingiusti eo'Mediei,
fatto sì naturale negli storici e negli eco- poiché- Comunque tu ti volga o guati,
-

nomisti, cbe non parrebbe loro buona vedi lo splendore, il senno e la magnifi-
creanza il procedere innanzi nelle narra- cenza della casa de'Medici,i portenti d'ar-
zioni e ne' ragionamenti, se prima non te sotto la Loggia de'Lanzi, il Perseo di
hanno vuotato un gran vaso d'ingiurie, Benvenuto Cellini, la Proserpina di Gian
di scherni e di vituperio contro i Medi- Bologna, il David di Michelangelo, l'Er-
ci; né s'avveggono che sì i toscani e sì gli cole del Bandinelli, il Nettuno dell'Am-
stranieri oggimai lo recarono a noia, e
si manato, la Statua equestre di bronzo, e
gli scrittori ne deridono come piacenlie- gli altri bronzi di quella fontana mera-
ri soverchio bassi e indiscreti." Sdegnata vigliosa,che rendono quella piazza lo stu-
la Civiltà dello scrittore Zobi, riporta le pore del mondo. Queste sono tutte ope-
seguenti parole del suo proemio. Il mio re de'Medici. Similmente lo sono il gran-
principale intendimento e stato d'espor- de edilìzio degli Uffìzi, il salone del Co-
re le riforme e gli ordinamenti intro • mune (il i.°archiletlura, il 2.° pittura di

dotti nel Granducato dopo V estinzione Vasari), le pinacoteche, ove si ammira-


della prosapia Medicea^ che avea len- no Venere, l'Arrotino, Lottatori, il
la i

tamente trascinato il paese nella mas- s. Giovannino, la Fornarina e altri dipinti


sima abiezione e miseria .... Vozio ed il allogali da'Medici; insieme a tante gem-
pauperismo^ la mollezza e la viltà che ine incise, statue, crislalli, nielli e com-
ave ano di mano in mano progredito, du- messi di pietre dure, acquistate o ordi-
rante il reggimento Mediceo ....Lalla- nate da que'm uni Pici principi. Furono e-
zione (da Cosimo HI e da Gio. Gastone) gualmente essi che nel palazzo Pitti riu-
cotanto oppressale. Quindi rimarca d'a- nirono tanti miracoli d'arte, di quanto va
ver impugnalo il favore de' Medici alle superba Firenze pe' Raffaeli, Leonardi i

scienze, alle lettere, alle arti, con dire lo da Vinci, i Buonarroti, gli Andrea del
storico, e parlando di Lorenzo il Magni- Sarto, gli Albani, i Correggi, i Tiziani, i

fico ! : sinché le lettere divenute cortigia- Paolo Veronese, Domenichini, Caiac- i i

ne9 per gratitudine volsero a servilità ; e ci, Guido Reni e cent'altri grandi mae-
i

rapidamente decaddero dalla maesto- stri ond'é portentosa la scuola italiana !

sa purezza e dal nervo e robustezza pri- Qua! reggia di re e imperatori può van-
mitiva. Che allo Zobi tenne bordone l'e- tar altrettanto? E pure si osa maledire
conomista autore de' Cenni sui provve- alla memoria de'Medici, quando gli stra-

dimenti economici de'principi Lorenesi nieri vengono da tutto il mondo a veder-


in Toscana^ con dichiarare: L'agricol- li e riverirli, né senza quelli Firenze sa-
tura avvilita ed inceppata da mille tas- rebbe la più gentile città d'Italia? iNella

se e balzelli vessatorii (quasiché ve ne biblioteca Laurenziana vi é raunato il sa-


sieno dolci e soavi), era nella massima pere de'greci e de'romaui : nella basilica
decadenza. La Civiltà resta più sorpre- di s. Lorenzo, nella badia sotto Fiesole,
sa dell' usato vocabolo inglese pauperi- in s. Marco, in s. Spirito, anzi in tutte le
smo, in Toscana 1 ,
qv'erano tanti mona- più illustri chiese di Firenze, di Pisa, di
steri di religiosi e di donne, ricchi e li- Siena e dell'altre citlà di Toscana, si ve-
mosinieri in sommo, e ov'erano le fra ter <
dono gl'insigni monumenti di quella uni-
ni le delle arti colle casse in seibo pe'ma- uiliceulissima dinastia. A, maggior con-
TOS TOS i8>
lutazione del Zobi, la Civiltà ricorda pu- afflitti e dalla salmodia degliporri li. Di
re l'accademie fiorite sotto Cosimo III Cosimo IH, che tanto favorì le lettere e
qualificato bigotto ! rimproverandolo di la religione, ne fece un triste ritratto: lo

scrivere somiglianti pecoraggini nella pa- chiama cupo, puntiglioso, arrogante,


tria di que'sommi scienziati e nobili in- senza grazie, e riboccante di pregiudi-
gegni, che enumera, fioriti nelle lettere zi e goffagginij fra le quali era l'amici-
e nelle scienze sino agli ultimi tempi di zia che professava a'dottissirni e piissimi
quella sovrana prosapia, e della lingua gesuiti, celebri anche per le loro opere,
mantenuta in flore; difendendo inoltre il ven. PaoloSegnerieilp. Gio. Pietro Pi-

l'agricoltura del tempo de'Medici, pure namonti, quali per tanti anni santifica-
i

censurata, e col confronto della morali- rono Toscana colle missioni. E parlan-
la

tà delle ville toscane d'allora a quelle d'og- do di Ferdinando suo primogenito, dice
gidìNon nega la Civiltà, che
1 reggi- il il Zobi, che odiava la mal regolata pie-

mento de'Medici non avesse suoi difet- i tà del padre, e disprezzava coloro che
ti, ed anco massicci, siccome è proprio di l'attorniavano, per lo più frati d' ogni
tutte le umane istituzioni; e non impu- colore, e finti divoti. Poi dicendolo bi-
gna per nulla che la dinastia Lorenese non gottissimo Cosimo, aggiunge il quale :

abbia cagionato al commercio ed all' a- per colmo di scempiataggine procuro ssi


gricoltura toscana di molti e preziosi van- il titolo di canonico di s. Pietro, e si ve-

taggi; ma sbugiarda quegli scrittori che de in Faticano anche oggidì una pittu-
de'Medici'fanno una razza maledetta co- ra a fresco che rappresenta la vestizio-
me quelle de' Tieste e degli Atridi, che ne di Cosimo III. Su questo punto la Ci-
porgono più comuni argomenti alle
i tra- viltà si contenta di ricordare, che En-
gedie del teatro greco. Di più rileva, che rico IV re di Francia teneasi a singola-
la cosa è giunta a tale di sfrontatezza e re onore l'essere ascritto anch'egli fra'ca-
d'insania, che qualche grave e segreta ca- nonici delLaterano. Mi permetterò ram-
gione dee pur muovere tali storici ed e- mentare iu proposito, che in tanti luoghi
conomisti a mentire: ed essi la ci porgo- notai, che l' imperatore si considerava
no molto dichiaratamente nel loro odio canonico della basilica Vaticana, il re di
verso la Chiesa e la s. Sede. Imperocché Francia della Lateranense, il re di Spa-
i maggiori rimbrotti che si diano a'Me- gna della Liberiana, ed il re d'Inghilter-
dici sono 1' essere stati soverchio ligi a' ra protettore dell'Ostiense. Che nella Co-
Papi,ed avere mostrato alcuni e promosso ronazione degV Imperatori (V.), prima
in Toscana una pietà che agli occhi de'no- della funzione V Imperatore ( V.) era ri-
stri Giansenisti (V.) e semigiansenisti, e cevuto in s. Pietro dal capitolo Vatica-
giansenisti d'un terzo e sin d'un quarticel- no tra'suoi canonici, e dopo la funzione
lo, sono opere di somma viltà e dappo- passando alla basilica Lataranense veni-
caggine. Infatti, cominciando da Cosimo va aggregato tra'canonici, ove deponen-
I, il Zobi dice, che per aver dal Papa il do corona imperiale, riceveva la cotta
la

titolo di granduca dovette fare di molte e la berretta, edun ducato per la distri-
concessioni alla corte di Roma a detri- buzione di quel giorno, ec. Anzi quando
mento della podestà laicale. Ilmedesimo Clemente VII coronò Carlo V in Bolo-
scrittore dà spesso il titolo amaro e in- gna, da Roma vi si trasferirono alcuni
giusto di pregiudizi e di superstizioni a canonici Lateranensi e Vaticani, e colle
molte istituzioni cattoliche del principa- soliteceremonie lo annoverarono al loro
to Mediceo. Secondo esso la corte de'Me- capitolo. Che gl'imperatori quali canoni-
dicidormiva il sonno dell'ignavia, inter- ci di s. Pietro, vestiti di cappa canonica-
rotto ad intervalli da' gemiti de' popoli le, ascendevano a venerare il Volto san-
VOL. LXXVIII. i3
i86 TOS TOS
to(T\) y e le altre reliquie maggiori ; e che Sedia Romana avuti in conto di guelfi
diversi altri sovrani perappagare la loro (giacché s'è rinnovellato cotesto nome in
divozione furono da' Papi fatti canonici Italia) o ligi della Chiesa: tanto paventa
Vaticani. Questi fatti non hanno bisogno no di perdere la riputazione di liberi scrit-
di commenti. Continuando ìmCiviltà cat- tori se ammettessero che Pietro Leopol-

tolica la sua rivista sulla Storia di Zo- do volea di fermo come imperatore disfar
bi, fa notare per contrario a'Medici: » Che ciò che fece più giovane come granduca
il merito più ragguardevole del grandu- di Toscana. L' noto a Firenze che Leo-
ca Pietro Leopoldo di Lorena fu, secon- poldo I (come imperatore II) venuto colà
do cotali scrittori della lega Zobi, l'ave- da Vienna nel 791 a porre in trono Fer-
i

re vietato le Mani Morte, disfatte alcu- dinando III suo figliuolo, in fra gli altri
ne Confraternite, incameratine i beni, fu visitato da Scipione Ricci vescovo di
e operato di piopria autorità molte altre Pistoia {V.). Quest'infelice prelato, fatto
cose raggnardanti la religione. Tutte le zimbello de'giansenisti che c#condavano
altresapientissime riforme di questo gran il trono di Leopoldo I, fu molto adden-
principe non istanno,giusta l'opinione di tro nella famigliarità del granduca rifor-

costoro, a petto di quelle che fece per in- matore, quale massime in occasione del
il

ceppare la libertà della Chiesa. Di que- conciliabolo di Pistoia, gli scrisse soven-
sto trionfano, a questo appongono la fe- te. Ma Leopoldo avea recalo da Vienna
licità della Toscana, per questo è lo sta- altri pensieri ed altri intendimenti più
to più invidiabile d'Italia: sebbene que- conformi a imperatore cattolico, il quale
sta felicità fu in vero più emulata, che vedea le tristi conseguenze delle leggi di
invidiata da altri principi italiani. Leo- Giuseppe II e delle sue. Alla prima visita
poldo I s'encomia appunto di quello che dunqueche gli fece il Ricci, Leopoldo l'ac-
i buoni cattolici non averiano voluto che colse con molte carezze e gli disse: - Mon-
in principe cattolico si fosse lodato, e cre- signore, conservate ancora per caso le
dono che Leopoldo 1 sarebbe stalo più mie lettere? - Maestà, rispose il vescovo,
grande, e avrebbe maggiormente pro- se le conservo? Souo il più prezioso mo-
mosso il bene del granducato, se atten- numento del mio archivio. - Ebbene, ri-

dendo unicamentealle riforme civili, non pigliò l'imperatore, ci ho piacere, poiché


avesse toccalo di suo arbitrio ciò che Dio deono esservi di molte avvertenze che de-
volle riserbato a se per mezzo del suo Vi- sidererei richiamare alla memoria. -Il ve-
cario in terra. Leopoldo! ne fu finalmen- scovo tutto ingiolito di tanto onore andò
te sì persuaso, che succeduto all' impero a casa, e riportò all' imperatore il fascio
per morte di Giuseppe II imperatore suo delle sue lettere ben legate con nastro di
fratello, studiava efficacemente modi i raso vermiglio.Appresso alcuni giorni tor-
più acconci a disfare il mal fatto e ren- nò a corte, e il ciambellano gli disse, che
dere la libertà alla Chiesa (come di recen- sua Maestà era co' ministri rinvenne, e :

te ha fatto il regnante imperatore Fran- non fu accolto: vi tornò parecchie volte,


cesco Giuseppe I, col concordato concluso ma sempre indarno; finalmente una mat-
colla s.Sede,che celebrerò a Vienna, come tina che fu annunziato dal ciambellano,
uno degli avvenimenti più rilevanti del e l'uscio era socchiuso, rispose l'impera-
nostro tempo, del cui esilo felice ci è pe- tore alquanto alterato: - Ma non s'accorge

gno la religiosa e civile sapienza del ma- che non lo voglio ricevere. - In anticamera
gnanimo augusto e degli alti dignitari del- vi avea parecchi gentiluomini, che intese-
lo stalo). E molti de' toscani sei sanno; ro quel complimento, e dopo molti anni,
ma dissimulano per ispirilo di parte, e trovandoci noiaFirenze, uno di quelli nar-
per non essere appo gli avversari della roccelo a verbo; né il Ricci riebbe più le
TOS TOS ,87
sue lettere: tanto l'imperatore bramava l'altrui perfidia. Termina
con la Civiltà,
sopprimere i documenti de'suoi primi er- deplorare che Pietro Leopoldo morì in
rori, e toglier esca a'malignidiavversare apparenza ostile alla Chiesa, da lui fatta
Di cotesta resipiscenza di Pietro
la Chiesa. gemere e avversata lungamente, ma se
Leopoldo ci parlava sovente il conte O- fosse vissuto l'avrebbe reintegrata; essere
pizzoni cavaliere d'onore di S. A. I. e R. a sperare, come morto per sì nobile cau-
a
l'arciduchessa M. Luigia, sorella del gran- sa , il Signore Iddio V avrà coperto colle
duca regnante Leopoldo II, gentiluomo sue misericordie. «Or dunque a por fine
di gran Saviezza, pietà e pratica delle cor- alle nostre considerazioni sopra il Zobi,
ti; e lo avemmo eziandio da alcuni anti- noi arbitriamo co' veraci sapienti delle co-
chi gentiluomini della corte imperiale a se di stato,che Pietro Leopoldo fu vera-
Vienna. Se non che i giudizi di Dio, sa- mente grande in molte riforme civili; ma
pientissimi e inaccessibili all'uomo, dispo- non per cotesto Medici furono poi tan-
i

sero , certo per fini della sua giustizia e to piccini da meritarsi il compianto e le
della sua gloria, che Pietro Leopoldo non scherne de'toscani,i quali dicendone per
potesse effettuare i suoi divisimene di ri- vezzo tanto male, si mostrano ingrati non
tornare a piena libertà nelP impero la s. meno che irriverenti ed ingiusti contra
Chiesa , e permise che gli uomini empii que'principi, i fermo co-
quali furono di
gliene impedissero l'adempimento. Impe- loniche primi promossero mirabilmen-
i

rocché non sì tosto s'avvidero, a certe pa- te il progresso della presente civiltà non
role e a certi atti dell'imperatore, che a- solo d'Italia, ma di tutta Europa".
vea mutato sentenza, ch'essi entrarono nel Francesco II capo stipite della regnan-
reo pensiero di toglierlo dal mondo, non te dinastia Austria-Lorena non meno ,

essendo mai mancati Louvel e i più re- i di Toscana che dell'impero d' Austria, 3
centi Libeny. Egli è pietoso l'udire par- i giorni dopo la morte di Gio. Gastone, cioè
ticolari della morte di
grand'uomo, egli sì a'i2 luglio 737, ricevè dal suo suocero
1

abbiamo dalla signora Maria Maddalena l'imperatore Carlo VI l'investitura del


Bianchi,i. "damigella di camera di S. M. granducato di Toscana ,
per se e per la
l'imperatrice M." Luigia di Spagna mo- sua discendenza. In suo nome il principe
glie di Pietro Leopoldo, la quale si trovò Marco di Craon prese possesso della To-
presente agli ultimi momenti dell'impe- scana. Indi a'4 novembre fu creata una
ratore, che spirò fra le sue braccia". La deputazione sopra i luoghi pii, coll'inten-
Civiltà ne riporta i particolari e il genui- to di conoscere lo stato del patrimonio
no e commovente racconto, che l'impera- ecclesiastico; poi si fecero provvedimenti
tore fu avvelenalo, e per la i ."egli lo disse per estinguere il debito pubblico. Si co-
alla Bianchi ; per dolori colici , si gonfiò minciò a diminuire il numero de' giorni
tutto il corpo, mentre i medici se la pas- feriali, disposizione continuata con leggi
savano con indifferenza; crescendo il pe- del 1738 e deli 749. Però va qui notato,
ricolo, la pietà dell'imperatrice autorevol- che Benedetto XIV nel 174* ele*òal ri-
a
mente intimò a'medici di farlo apparec- to di doppio di 2. Pa- classe l'uffizio del
chiare a'ss. Sacramenti, a far testamento, trocinio di s. Giuseppe (^.), con messa
ed edificar tutti col buono esempio, altri- propria, ad istanza del granduca. Nel 1 738
menti avrebbe essa annunzialo all'impe- si permise la tratta de'grani della Marem-
ratore il suo stato.Ma il protomedico tor- ma sanese per 1 2 anni, concessione rinno-
nò freddamente a rispondere, non è nulla I vata nel 1750, e nel 1762 peno anni. Ai
L'imperatore spirò senza ss. Sagramen- i
19 gennaio 1739 Francesco II fece il suo
ti, e l'imperatrice ne restò inconsolabile, solenne ingresso in Firenze, accompagna-
a
tacciandosi il protomedico strumento del- to dall'arciduchessa granduchessa M. Te-
188 TOS TOS
resa, e d.nl principe Carlo di Lorena suo la contea di Monte Feltro, feudo impe-
fratello,conisplendidocorleggio,con gran- riale, con la fortezza di s. Leo, le quali fu-
di acclamazioniefrsteggiamenti.il Papa rono date a' fiorentini, che ne presero
a
Clemente XII mandò in dono a M. Te- possesso neh 52o per Francesco Vettori;
Rosa (Varo benedetta. I sovrani il
resa la che Adriano VI neh 52 2 reintegrò Fran-
a
i.°inarzo portaronsi a Pisa, poi a Livor- cesco M. I della Rovere del ducato d'Ur-
no ed a Siena. Dopo avere Francesco II bino, in uno a Monte Feltro e s. Leo; e che
regolalo le bisogna economiche e milita- Urbano Vili
all'estinzione di tal famiglia,
ri, la granduchessa si pose in cammino ai sempre a'dominii della roma-
lo riunì per

29 aprile pel ducato di Milano; il gran- na Chiesa. Ora il nuovo granduca Fran-
duca la raggiunse a Reggio, e separatose- cesco li nel 1738 affacciò pretensioni sul
ne poscia di nuovo per portarsi a Torino, Monte Feltro, non meno che sopra feu- i

a trovare la regina sorella, di là passò e- di uniti della contea di Carpegna e del


gli pure a Milano, ed insieme tornarono principato di Scavolino nello stesso duca-
a Vienna. Osserva il Muratori, che i nuo- to d'Urbino (f^.) con sovranità feudali.
}

vi sovrani portarono con loro un alto con- Imperocché morto il principe di Scavoli-
cetto delle belle, deliziose e grandiose cit- no e conte di Carpegna, ultimo di sua fa-
tà toscane, simili alle quali certamente non miglia, in Roma nel suo Palazzo Carpe-
le potea mostrare il per altro ragguarde- gna (Z7.), ministri del granduca prete-
i

vole ducato della Lorena. granduca per Il sero che il principato di Scavolino fosse
governare la Toscana, con moto-proprio caduto di diritto alla confinante Toscana.
de'25 aprile, formò un consiglio supremo Clemente XI difese il marchese Cavalie-
l

di reggenza sotto la presidenza del prin- ri romano, che per essere figlio d'una so-

cipe di Craon, e composto del conte E. di rella del principe di Scavolino e conte di
Richecourt, G. Antinori , P. Neri, P. A. Carpegna avea ereditato il principato; e
Guadagni, A. Tavanti ealtri. Ed oltre ta- molto piti iu vigore della convenzione fat-
le consiglio ne creò due altri separati, uno ta pochi anni prima della morte del prin-
detto della guerra, e l'altro per le finanze. cipe e conte, fra Girolamo Grimaldi per
Di questi rende ragione il nunzio
consigli parte del Papa, e l'imperatore Carlo VI,
Honorati, nella Relazione di cui parle- nella quale si stabilì: Che al principe di
rò poi. La privativa del lotto fu concedu- Scavolino e conte di Carpegna succedereb-
ta in appalto. Nel 1740 l'Arno fece una bero in quello slato suoi eredi, senza che
i

islraordinaria inondazione, fu istituita la né dal Papa, né dall'imperatore si eser-


camera granducale con giurisdizione nel- citasse dominio alcuno nel medesimo, co-
le cause degli appaltatori generali, ed ai mechè feudi con diritti sovrani di gover-
20 ottobre morì Carlo VI. Gli successe ne' namene del signore feudatario. Nondime-
suoi stati ereditari della casa d'Habsburg, no Francesco 11 avea fatto occupare il

in virtù della prammatica sanzione, l'u- principato di Scavolino e contea di Carpe-


a
nica sua figlia M, Teresa granduchessa gna dalle sue truppe. Divenuto Papa Be-
di Toscana, arciduchessa d'Austria e re- nedetto XIV, nel 174' aggiustò questa
gina d'Ungheria, della quale fu dichiara- differenza con una convenzione, essendo
to correggente il marito Francesco II; e ancora nunzio apostolico di Firenze l'Ar-
per le pretensioni messe in campo dalla Ua- chinto arcivescovo di Nicea. Avendo dun-
viera, dalla Prussia e da altri stati sull'e- que il granduca fatto ritirare le sue mi-
redità, incominciò la guerra. Narrai diso- lizie dalla contea di Carpegna e dal prin-
pra, che neh 519 per morte di Lorenzo cipato di Scavolino,Benedetto XI V per di-
duca d'Urbino, quello slato fu riunito al mostrargli la sua gratitudine, gli conces-
diretto dominio della s. Sede,distaccandosi se la facoltà di levare per una sola volta
TO S TOS 189
dal clero denominati due feudi, 80,000 strinsero Benedetto XIV a far le sue ri-

scudi per supplire alle spese dell'occupa- mostranze all'imperatore Francesco I, pel
zione. Terminata così la controversia il , trattato di pace stipulato colle reggenze
Papa avvisò il conlediCarpegnae il Mar- afi icane, come pregiudizievoleal commer-
chese Cavalieri , per ricuperare l'antico cio e alla sicurezza de'suoi sudditi e di tut-
possesso, ili.°dello stato e contea di Car- ta l'Italia, per l'ammissione accordala ai
pegna,eil 2.°del principato di Scavolino. legni barbareschi ne'porti della Toscaua.
Nel 1 742 nacque l'arciducaGiuseppe,gran Le sue doglianze non furono attese, per-
principe di Toscana, poi imperatore Giu- chè tra le due corti era fi quella rottura
seppe II; e nel gennaio 1742 forti terre- che narrerò, onde tutte le potenze italia-
moti afflissero la Toscana, principalmente ne furono costrette ad armarsi contro la
Livorno. Il granduca Francesco li a' i3 pirateria, tenendo in corso de'bastimen-
settembre 1 74-5 fu eletto imperatore col li, che potessero proteggere il loro rispet-
nome di Francesco 1; e nello stesso anno tivocommercio. Nel 748 era stato fatto
1

fu ordinato un prospetto statistico della vescovo di Volterra Giuseppe Du Mesnil


popolazione della Toscana, e fu trovata lorenese, che per materie ecclesiastiche eb-
diminuita, sommando a 882,277,6 Firen- be grave contrasto col priucipal ministro
ze con 73,5i 7 abitatori in seguito sen- : della reggenza di Firenze.Recandosi a Ro-
sibilene fu l'incremento progressivo, tan- ma per essere consagrato, il Papa per la
to di tutto lo stato che della capitale. Nel sua erudizione l'esentò dall'esame, e con-
1746 fu emanato l'editto sulla ripopola- fidenzialmente l'esortò a scrivere una let-
zione e coltivazione della Maremma sane- tera di complimento al ministro, che da
se. Nel 1747 nacque all'imperatore gran- lui pretendeva qualche soddisfazione, ma
duca il secondogenito arciduca Pietro Leo- si ricusò ostinatamente. Anzi giunse a com-
poldo; si decretò la legge sopra i fidecom- mettere tali cose frenetiche, che nel 175o
rnessi e le primogeniture, che limitali ai fu costretto con dolore Benedetto XI V,
si ristrinsero a
soli nobili, 4 gradi da con- da Firenzea farlo tradurre iu Castel s. An-
tarsi incapita e non in stirpes, e si ordi- gelo, ove morì alienato di mente nel 1 784.
nò non potersi più fondare fuorché sopra Intanto Io spirito sediceute filosofico del
luoghi di monte toscani, eccettuati i feudi zelo anche in Toscana faceva il suo deplo-
e le commende di s. Stefano I, disposizio- rabile progresso, e neli75r fu vietato il

ne che anche a'fidecom messi già


fu estesa passaggio de'beni stabili nelle Mani Mor-
esistenti. Nel 1748 ebbero luogo provve- ie ; soltanto nel 1763 furono eccettuati
dimenti sulla marina e sulla navigazione; gl'istituti di beneficenza e gli ospedali. Si

e nel 1749 fu fatto presidente del consiglio cominciò a fabbricare il sobborgo orien-
di reggenza il conte di Richecourl: gli a- tale di Livorno, agli abitanti del quale po-
cattolici furono abilitati a conseguire l'e- co dopo si accordarono esenzioni, e fu nel-
redità, si fece la legge sui feudi e sui feu- la città rinchiuso a'nostri giorni median-

datari, si ordinò l'uniformità del compu- te la nuova circonvallazione del i834 in


to annuo per tutto il granducato, soppres- poi. si convenne tra l' Austria
Nel 1753
so lo stile fiorentino e pisano ec, comin- e la Spagna, di erigere il granducato di
ciandosi dal i.°gennaioi 75o a seguire il Toscana in secondo^enitura della fami-
calendario romano. Nel 1749 si concluse glia imperiale della casa d'Austria. Nello
un trattato di pace colla reggenza d'Alge- stesso anno a'6 giugno in Firenze fu isti-
ri, e nel 1750 con quelle di Tunisi e di tuita l'accademia de'Georgofili, per cura
Tripoli. Ma rivolgendo i pirati barbare- di d. Ubaldo Montelatici canonico Late-
schi le loro scorrerie e facendo Schiavi rauense della badia di Fiesole , a cui fu
sopra le spiaggie dello stato pontificio, co- incorporata poi la società Botanica; stani-
igo TOS TO S
pò i suoi atti, ebbe il titolo d'imperiale e si nella Toscana, i quali non avessero ot-
reale, e nel i 853 celebrò 1' anni versai io tenuta la debita approvazione de'necessa-
secolare dell'accademia, coll'mauguiazio- ri revisori pe'superiori ecclesiastici. D'al«

ne della statua dell'economista arcidiaco- loia in poi ambo le parti procurarono Pac-
no Sallustio Bandini di Siena. Nel i 757 il comodamento dell'affare. Lo trattò prima
maresciallo marchete Autonio Botta A- il Franchini agente granducale
pistoiese

dornp, da Francesco I fu nominato gover- in Roma, ma per la veemenza con cui e-


natore della Toscana; indi si posero in o- gli operava a favore del suo sovrano, gli
1

pera de'mezzi per migliorare l'aria in Val fu sostituito mg. Migazzi, il quale aven-
di Nievole. Aliai. "guerra Silesiaca per la do poi ottenuto l'arcivescovato di Malines,
successione Austriaca, che terminò colla nel partire da Roma lasciò le trattative
pace di Breslavia e la cessione della Sle- al conte o barone di s. Odili ministro in

sia alla Prussia , successe quella d'Italia, Roma, che nel 1754 le terminò a'i4 mar-
nel 1
744 ' a 2 '" guerra Silesiaca, e nel ij56 zo, avendo superato le difficoltà principa-
la 3." guerra Silesiaca ode'7 anni: per que- li di ristabilir nella Toscana il tribunale

sta neh 758 si fece leva di truppe in To- dell'Inquisizione con alcune moderazioni,
scana. Prima di questo tempo e nel 1
754 dopoché fosse entrato in Firenze il nun-
erasi riaperta la nunziatura apostolica di zio apostolico. Ma siccome a'fiorentini e
Firenze, con Antonio Biglia milanese ar- altri toscani dispiaceva molto l'editto del-
civescovo di Corinto, dopoché il nunzio la romana Inquisizione, così il ministro s.

Archinto nel 1 746 da Benedetto XIV era Odili, per preliminari di questo trattato,
stato mandato in Polonia. La chiusura domandò ch'esso fosse solennemente ri-
della nunziatura era derivata, perchè il trattato. Era ciò veramente senza esem-
1

destinato mg. Simone Bonaccorsi di Ma- pio, e per l'avvenire sarebbe stato di gran-
cerata (fatto poi segretario de' vescovi e re- dissimo danno. Risoluto però Benedet-
golari, e da Clemente XIII cardinale), non to XIV di compiacere quanto potes-
potè ottenere il benep acito di Francesco !
I, se giustamente V imperatore granduca,
per cagione delle differenze insorte fra la trovò un temperamento per farlo senza
s.Sede e il governo della Toscana. Comin- discapito della s. Sede. Adunati pertanto
ciarono queste nel 1
744 P ei " ' e brighe na- i cardinali del s. Offizio nella casa dell'o-
te a motivo dell'Inquisizione di Firenze. ratorio di s. Filippo Neri, per occasione
Avendo questo tribunale proceduto con della cappella papale a*26 maggio, il Pa-
rigore contro certo abbate, che si cono- pa comunicò ad essi la sua determinazio-
sceva per uomo libertino, credè la reg- ne, e fu questa. Che nel seguente giorno,
genza Toscana, che il di ritto dell'Inquisi- di buon mattino fosse letto un biglietto
zione si fosse esleso oltre il convenevole, del cardinal Valenti segretario di stato,
e perciò prese a lagnarsi con Roma per in forma di bando, alla presenza di due
lettere, e ad intimare al p. inquisitore che famigliari del conte di s.Odill,che servisse-
non si arrischiasse più di fare certe car- ro di testimoni, nel quale si annullasse il

cerazioni e processui e. Frattanto stampa- suddetto editto, e che medesimo bigliet-


il

ronsi in Firenze alcuni libri con propo- to fosse per pochissimo tempo affisso nei
sizioni libere, senza l'approvazione de'su- luoghi soliti. In tal guisa restò concluso
periori ecclesiastici, onde Roma pure si la- l'accomodamento, dal quale si seppe, che
gnò di questo colla reggenza; ma non ve- l'Inquisizione si restituiva nella Toscana,
dendone profitto alcuno, il Papa fece e- ad uso di Venezia, sotto la presidenza
manare dalla congregazione del s. Oflizio del nunzio pontificio e dell'arcivescovo,
un editto, col qualedichiaravansi proibiti e la presenza in tutte le adunanze di 3 se-
tutti i libri già pubblicale da pubblicar- natori secolari , senza però il voto nelle
TOS TOS igt
risoluzioni. Giunse il nuovo nunzio Biglia scana. Accolto con grandi dimostrazioni
a'5 settembre in Firenze, ove entrò col- di gioia, agli applausi successero i lamen-
l'onore dovuto al suo carattere, e d'accor- ti contro la condotta del maresciallo Bot-
do col conte di Richecourt, presidente del ta governatore del granducato. Egli ri-
consiglio della reggenza, finì di regolare cevea tutti, senza essere prima annunzia-
quanto era stato convenuto intorno alla li, e così ricevea anco i diplomatici; pre-
giudicatura del restaurato tribunale mi- tendeva la precedenza
nunzi e sui car-
sui
sto dell'Inquisizione. Il nunzio Honorati Volle segnalare Leopoldo I il suo
dinali.
chiama infausta la convenzione di Bene- avvenimento al trono toscano con un o «»e-
detto XIV sopra il s. Oflìzio di Toscana, nerale perdono a'colpevoli verso lo stato.
non firmata dalle due parti, essendo un Nel seguente anno, per la carestia che as-
semplice foglio intitolato: Istruzione per sai afflisse la Toscana, e anche l'Italia, fe-

il s. Offizio di Firenze. Poiché il riaper- ce venire con enormi dispendi da' paesi ,

to tribunale sortì un fine affatto diverso, vicini e da'lontani eziandio, grande quan-
e rimase quasi sempre inoperoso e lan- tità di granaglie, e le distribuì poscia con
guente. Dice che il tribunale si compose sua perdita a'cotnpratori; e per mettere
di 3 prelati, cioè il nunzio, l'arcivescovo i poveri in istato di sussistere colle loro
di Firenze e l' inquisitore, in qualità di fatiche, convenne col duca di Modena di
giudici. 3 vicario uditori in qualità di con- fare una grande strada di comunicazio-
siglieri, 3 assistenti laici deputati dal prin- ne fra le rispettive capitali. Applicossi an-
cipe, l'avvocato de'rei e il cancelliere. Al che al ristabilimento e miglioramento del
prelatoVitaliano Borromeo milanese,arci- le Maremme di Siena, e con precisee sag-

vescovodiTebe,fatto nunzio diFirenze nel gie misure pose la Toscana in istato di ri-

1756, per sua promozione alla nunziatu- cuperare a poco a poco la salubrità e la
ra di Vienna, successe nel novembre j5g 1 popolazione. Infitti avendo trovata que-
Bernardino Honorati di Jesi arcivescovo sta ascendere a 94^,063 sudditi, la la-

di Sida: ambedue poi cardinali, e perciò sciò nel791 dii,o58,93o, e come notai
1

le notizie de'nunzi di Firenze elevati a ta- l'aumento fu poi sempre progrediente. Di-
le dignità, si ponno leggere alle loro bio- chiarò Grosseto capoluogo della provincia
grafie. Nel 1 765 il secondogenito dell'im- inferiore sanese,per la quale formò un'am-
peratore e dell'imperatrice M." Teresa, ministrazione speciale con immediata di-
Pietro Leopoldo Giuseppe arciduca d'Au- pendenza dalla corona. Fece preparare la-
stria e governatore generale per la ma- vori per l'arginatura del fiume Ombra-
dre di tutti suoi stati di Lombardia, ai
i ne e per l'asciugamento delle paludi, me-
16 febbraio si maritò a Maria Luigia in- diante canali e declivi per facilitare lo sco-

fanta di Spagna; indi a' 18 agosto morì lo dell'acque. A'2 ottobre si dimise il ma-
l'imperatore Francesco le come grandu- resciallo Botta, e il granduca nominò i.°
ca Francesco II. In tutti gli stali e poi an- ministro di stato il conte Francesco Or-
che nell'impero gli successe Giuseppe II, sini diRosenberg. Ne! 1767 soppresse le
tranne il granducato di Toscana, che a te- matricole dell'arti e mestieri, e gli nacque
a
nore dello statuito venne conferito a Pie- la primogenita \l. Teresa. Clemente XII [
r
tro Leopoldo I o Leopoldo I a' 2 3 dello promosse mg. Honorati alla nunziatura
stesso mese, ed il nuovo granduca giun- di Venezia, e fu poi cardinale, e destinò
se a Firenze a'3 settembre, rallegrando- a quella di Firenze l'arcivescovo di Filip
la colla residenza della corte granducale, pi Giovanni Archinlo milanese, anch'esso
che sospirava da circa 28 anui, da lui ri- poi cardinale. Il nunzio Honorati raccol-

pristinata e continuata dall'imperiale sua se tutte le memorie delle cose da lui trat-
discendenza che tuttora regna uellaTo- tate per 7 anni nell'apostolico ministero
1
92
T O S TOS
della nunziatura di Toscana, e le riunì in zinne generale". Questa ebbe luogo a'24
forma di Cronaca, essendo in Venezia, e settembre 17^9, colla dichiarazione dei
la pubblicò colle slampe: Relazione del- nunzi regi, fra'quali quello di Napoli (nel-
la Nunziatura di Firenze. Volle intito- la cui lista eravi stato compreso Inonora-
larla al fratello Filippo canonico di s. Pie- ti), e la 2." dichiarazione e coll'Honorati si

tro e cameriere d' onore di detto Papa, fece a'24 novembre , e siccome era com-
perchè se ne servisse di materiali onde missario e governatore di Loreto, come lo
compilarne altra ampia, distinta e ben or- era stato il Serbelloni, così domandò e
nata relazione in latino, nel quale idioma ottenne come lui l'indulto di ricevere in

era peritissimo, simile a quella stesa da quel santuario l'episcopale consagrazione,


Pier Luigi Caraffa vescovo di Tricarico, invece di Roma. Indi parla della 1 appiè*
spedito nunzio inColonia daUrbano Vili. sentanza fatta dal nunzio Borromeo, di-
r
Tralasciando d'enumerare gli affari da poi confermata da mg. Mar tini 1 /uditore
lui trattati, trovo opportuno di riportare. della nunziatura, nel tempo in cui era in-
» E' costume, che il Papa avanti di venire tei nunzio, relativa allo stato infelice, a cui
all'elezione de'nunzi regi, spediscea Vien- s'era ridotta a Firenze la giudicatura del-
na, Madrid, Parigi, Lisbona, Polonia e l'apostolico tribunale. Rare erano le cau-
a
Napoli le note, o siano liste nelle quali in- se ecclesiastiche che s'introducevano in 1 .

clude ove 3 ove 4 prelati all'unico ogget- istanza, e più rare le cause portate in gra-
to d'intendere dalle corti, se le persone do di appellazione da'vescovi alla nunzia-
loro sono gradite, con riservare poi libe- tura. Quindi proveniva che due giudici i

ra a se la scelta; in conseguenza delle qua- uditori non aveano gli emolumenti, sopra
li risposte, nella mattina medesima in cui i quali erano fondati i loro stipendi, e quel-
crea i cardinali (fra'quali i nunzi di i. "or- lo ch'era più, i ministri subalterni della
dine), finito il concistoro fa pubblicare cancelleria erano costretti a sollecitarsi un
immediatamente ancora la loro dichiara- impiego altrove onde sostentarsi. S' ag-
zione. Con pratica diversa procede rispet- giungeva a questa deficienza di rendite,
to a' nunzi residenti presso le corti infe- un'altra di non minor considerazione. Si
riori (o nunziature di i.° ordine), i quali teneva contoe si amministravano dal nun-
ilPapa nomina a dirittura non mandan- zio i frutti vacanti delle chiese vescovili e
do per essi lista, ne essendo solito di pas- degli altri benefizi concistoriali, insieme
sare per conto di essi ad uffizio alcuno, ec- col ritratto degliSpogli ecclesiastici de'
cetto che per il solo nunzio di Firenze; il nunzio diToscana
vescovi defunti, per cui
dappoiché il granducato di Toscana è pas- assumeva il titolo di collettore generale
sato nellemani e dominio dell'imperato- degli spogli di ToscanaAn premio di ta-
re è invalso uno stile, in vigore del quale le amministrazione, la camera apostolica
il Papa prima di pubblicare il nunzio, che gli accordava nel rendimento de'conti il
ha già destinato, usa l'attenzione di farlo i4 penoo, la quale somma era devolu-

notificare a Cesare come granduca (egli ta parte al nunzio, e parte a'ministri del-
intende parlare quando era vivente l'im- la cancelleria. Ma o che il Papa lasciasse
peratore Francesco 1) per mezzo del nun- le sedi poco vacanti, o che facilmente do-
zio di Vienna, il quale esplora in sì fatta nasse a'vescovi successori i frutti vacanti,
guisa ilgradimento della persona. Dopo o che donasse, secondo i casi, agli eredi i

ricevutene le sicurezze lo pubblica insie- frutti rimasti inconsunti alla morte de' ve-
me cogli altri nunzi rimanenti. Ma questa scovi, ne veniva di conseguenza , che la

pubblicazione de'nunzi inferiori regolar- cassa della nunziatura si trovava sempre


mente non si fa, che dopo scoi so qualche esausta, e incapace fino al segno di suppli-
tempo dal giorno della già seguita proino- re al tenue camerale assegnamento (issa-
TOS TOS 193
to al nunzio apostolico di scudi sessanta si la gioia degli augusti fratelli pell'incon-
mensili, i quali avea sempre bisogno di ri- tro improvviso. Appena il sagro collegio,
petere da Roma dal tesoriere generale, chiuso in conclave, fu informato del loro
giacché le sedi vacanti e gli spogli non era- arrivo, deputò 8 principi romani, quali i

no in grado di somministrarli. Allorché alla testa delle guardie pontificie de'ca vai-
poi il nunzio Honorali fu trasferito alla leggieri e degli svizzeri portaronsi a com-
nunziatura di Venezia, implorò e conseguì plimentarli. II conte di Rosenberg, mag-
la somma di t>cudi 5oo per le spese di giordomo del granduca, li ringraziòin no-
viaggio, come l'aveano ricevuta i prede- me dell'imperatore e del suo sovrano, di-
cessori Pier Luigi Caraffa e Colonna Bran- cendo loro che determinatisi gli augusti
ci (ambedue poi cardinali), quantun-
forte fratelli di voler godere con libertà la vista
que non fosse solito dare tali sovvenzioni degli oggetti rimarcabili di Roma, erano
'prelati che vanno nelle nunziature d'I- risoluti di rimanere incogniti, ringrazian-
talia. D'allora in poi fu stabilito di som* do le dette guardie d'onore. Non potero-
ministrare 5oo scudi ad un nunzio che da no però dispensarsi dal visitare in Vati-
una nunziatura d'Italia passasse ad altra, cano il conclave a*2 1 marzo, ove l'impe-
ed altri 5oo scudi quando da es*a si re- ratore entrando come un privato, prece-
casse nunzio oltremonle. Nel 1768 a' 12 duto dal granduca, volle retrocedere per
febbraio nacque in Firenze il primogeni- la clausura e qual semplice cavaliere to-
to Francesco, poi glorioso imperatoreFran- gliersi dal fianco la spada; ma i cardinali
cesco granduca abolì le privative,
11; ed il non solo l'invitarono a entrare, ma si op-
i monopoliijle immunità, così pubbliche posero al deporre la spada, protestando
come privale. Il granduca fece una con- che dessa, sostegno della religione catto-
venzione collaFrancia, per l'abolizione del- lica, della s. Sede, e della libertà dell'e-
l' A Ibinaggio, acciò i rispettivi sudditi po- lezione del nuovo Pontefice, di cui allora
tessero liberamente succedere nell'eredi- erano essi occupati, dovea rimanere al suo
tà loro devoluta nello stato dell'altro. Di fianco. Di tutto meglio riparlai nel voi.
altre simili convenzioni dallaToscana con- LXVIII,p.i i,raa iviavendocitatoil voi.
cluse con altri stali, parlai a Testamento, LXIII, p.177, ove riferii la spiritosa ri-
ragionando dell' A Ibinaggio. A' 2 febbraio sposta dell'imperatore, per fallo tipogra-
i
769 morì Clemente XIII, ed in sede va- fico il numero X fu posto prima del L.
cante granduca volle porre ad effetto il
il Nel trattenimento de'principi co'cardina-
disegno, formato già fino dal precedente li, per informarsi de'modi come procede-
anno, di visitare Roma onde conoscere le vano gli scrutini, l'imperatore si meravi-
principali rarità della metropoli delle bel- gliò del diverso colore dell'abito del car-
le arti e del cristianesimo. Leopoldo I vi dinal Ganganelli, perchè era l'unico car-
giunse a' 6 di marzo, e andò ad abitare dinale regolare di essi e de' minori con-
nella sua Villa Medici^ inviandogli il sa- ventuali, il quale prontamente gli disse:

gro collegio que* donativi di cui feci pa- Ch'era un religioso di s. Francesco 3 che
rola ne' voi. XV, p. 290 (ove pur dissi i fe- portava la livrea della povertà. E que-
steggiamenti fatti a lui e al fratello), XLf, sti fu il Papa dipoi eletto. L'imperatore

p. i56. Poco dopo l'imperatore Giuseppe partì a'3o marzo per Napoli, ricevuto a
II suo fratello, cui simile curiosila avea Portici dal re suo cognato e dalla regina
spinto a percorrere l'Italia, venne a fargli sua sorella, con ogni dimostrazione di te-
graia sorpresa, in un calesse senza segui- nerezza e d'onore. Dopo aver esaminato
lo e sotto il nome di contedi Falchenslein, quanto travi di curioso e d'importante,
cioè a'i5,ed entrò nella sua camera men- partì per Firenze, ove arrivò l'i 1 aprile,
tre trova vasi ancora in letto. Non è a dir- avendolo preceduto il fratello a'5 da Ro-
i
94
TOS '
TOS
ma. Durante il di lui soggiorno in Firen- ducato i territori* di Calice e di Veppo
ze,che fu di 4° giorni, a'6 maggio la gran- nella Lunigiana,«ià de'marchesi Malaspi-
duchessa sua cognata sgravossi del secon na. Nel 1771 Clemente XIV promosse \Y
dogenito,che fu chiamatoFerdinandoGiu- nunzio Marcolini a segretario di consul-
seppe, poi granduca Ferdinando III, padre ta, e gli sostituì Gio. Ottavio de'marche-

del sovrano che regna. Nel medesimo an- si Mancinforte Sperelli d'Ancona, dichia-
no si creola camera della comunità, s'in- randolo a'i 7 giugno arcivescovo di Teo-
cominciarono ad abolire vincoli che im- i dosia, poscia cardinale, come lo diven-
pedivano la commerciabilità della pro- ne il Marcolini. Ho notato di sopra, che
prietà fondiaria, e emanarono altre leg-
si nelle mie biografie di tutti i cardinali vi
gi conlro la proprietà di Mano Morta. A' sono pure quelle de' nunzi di Firenze
19 maggio fu eletto Papa Clemente XIV, decorati della s. porpora; però rimarcai
il quale in memoria dell' avvenimento nel voi. LX, p. 223, che la biografia del
straordinario dell'ingresso dell'imperato- cardinal Marcolini, per inconcepibile e-
re e del granduca in conclave, dove niu- quivoco, non fu stampata al suo luogo, on-
110 mai entrò dopo la chiusura se non , de vi supplii nel citato, ma lo dissi perito

cardinale, fece scolpirne la ricordanza nel- di veleno. Venni poi a conoscere, che il
la sala regia del Vaticano, sopra le por- mio cenno biografico fu riconosciuto e-
te della scala regia e su quella che con- satlissimo dal degno pronipote dell'otti-
duce alla scala del Maresciallo del Con- mo cardinale, il saggio e nobilissimo con-
clave (dignità che tuttora esercita la prin- te Camillo Marcolini (il cui padre, nipo-

cipesca famiglia Chigi oriunda sanese, ed te al cardinale, nacque in Germania 4an*


il n.°49 del Giornale di Roma del 1 856 ni dopo la morte del pianto zio; di pre-
riporta che il Papa Pic^IX avendovi no- sente, il eh. e colto conte Camillo, nel t.

minato il principe d. Sigismondo Chigi- 3, p. 1 Enciclopedia contempora-


2 1 dell'

Albani, il quale ultimo cognome l'assun- nea,cUes\ pubblica in Fano, egregiamen-


se pel notato a Soriano, egli avea presta- te ci ha dato contezza del libro intitola-

to il giuramento al cardinal camerlengo to: Degli ordinamenti oiuV ebbe Dante

per tale carica, vacata per morte del geni- Allighieri informata, la prima cantica
tore, di cui abbiamo del eh. p. Alessandro della Divina Commedia. Investigazioni
Checcncci delle scuole pie Necrologia : di F. Lanci, Roma 855. Ora la medita- 1

del principe d. Agostino Chigi, Roma zione sul grande fiorentino cammina se-

1 855). Indi il nuovo Papa fece suo segre- riamente alla testa di tutti gli studi, sem-
tario de' Memoriali il nunzio Archinto, pre fecondi, perchè viemmeglio s'intenda
ed sua vece nominò Marc' Antonio dei
in il sommo poema nel secolo dell'inclito au-

conti Marcolini di Fano, e lo fece consa- tore, e nel poema la sua epoca, ed insie-
grare arcivescovo di Tessalonica. Inoltre me la politica e la civiltà del medio evo,
Clemente XIV dichiarò contea il feudodi periodo dal glorioso poeta riassunto, per
Pitignano posseduto dall'antica famiglia così dire, prima che sparisse al tempo che

Zajana Firidolfi, con tutti gli onori e pri- fu) e corrispondente alle memorie e do-
vilegi che godono i conti e titolati dello cumenti raccolti nell'archivio dell'illustre

stato pontificio. Il Repetti dice che tale famiglia, che fanno fede della lunga e so-
luogo si chiama pure s. Maria alla Ca- lerte carriera prelatizia del cardinale. Sol-

nonica in Val di Greve, nella diocesi di tanto riuscì strana lanotizia ch'egli pe-
Fiesole e compartimento di Firenze, del- risse di veleno , di che non è tradizione
la cui omonima chiesa parrocchiale gode nella nobile casa. Dalla relazione de'chi-

i I padronato la nobile famiglia Firidolfi di rurghi e medici che ne aprirono il cada-


Firenze. Nel 1770 furono riuniti al gran- vere, non si potè con certezza determina-
TOS TOS i
95
re qua! fo6se il morbo o malorecheil con- ve digressione, fatta in questo luogo per
dusse al sepolcro. Tuttavolta stentavasi a sdebitarmi dalla rettifica doverosamente
credere che un porporato generalmente propostami, e tributando in pari tempo
amato, carissimo a'fratelli, munifico coi un altro fiore e un altro grano d'incen-
famigliari, abbia potuto perire di sì vio- so sull'onorata tomba che raccoglie l'il-

lenta raorte.Tuttociò lo seppi,oon mai per lustre defunto. Nel 1771 il granduca fe-
reclamo, ma per un' incidenza per me ,
ce uu nuovo ordinamento pe' tribunali;
assai onorevole e confortante, e tanto più e nel 1772 stabilì un nuovo sistema go-
m* intesi spinto a frugare nel mare ma- vernativo ed economico per tutte le co-
gnimi de'miei studi, ove ricavai la ferale munitàdel granducato, cominciando dal-
notizia : delle altre tutte avendone ritro- le città di Volterra e di Arezzo, non che

vato le fonti , solo di essa e con pena le un nuovo regolamento nel dicastero di

mie indicibili ricerche riuscirono infrut- giustizia dello stato fiorentino. Portatosi

tuose, solo rammentandomi che prima di a Vienna colla granduchessa, tornò in Fi-

scrivere quella parola lo feci ponderata- renze a'22 novembre, soddisfattissimo di


mente e con persuasione. Conviene che io aver trovato in fiorente salute l'impera-
qui rammenti, di avere avvertito, anche trice sua madre e l'imperatore suo fratel-
nel citato voi. LX,
222, che a tutto il
p. lo. Nel 1774 operò una parziale riforma
pontificato di Benedetto XIV mi giovai de'tribunali; e nel 775 soppressele tasse
1

de'biografi de' cardinali, nel compilar le e contribuzioni parziali, e delle gabelle


mie biografie, non senza mie importanti interne; assoggettò tutti i beni ecclesiastici
aggiunte e rettificazioni; e di poter van- alle medesime imposizioni degli altri,e più.
tare con compiacenza, che da quell'epo- tardi soppresse molti conventi e monaste-
ca a'nostri giorni, pel i.°le continuai con ri; ordinò la costruzione de' camposanti in
iscrivere quelle di tutti i cardinali poste- lontananza da'luoghi abitati; nominò una
riori, e perciò in certo modo dovei crear- deputazione composta di pubblicisti, eco-

le con laboriose e pazienti ricerche, meo- nomisti, matematici e periti agronomi, per
trechè la parte biografica de'cardinali del fare l'ispezione della Maremma sanese e
mio enciclopedico Dizionario) sebbene di de'lavori in esso cominciati,quindi si fecero
grande importanza, in confronto del suo il fosso navigante con regolatori, la caterat-
vasto complesso, nelle proporzioni non è ta grande della palude di Castiglione, l'ac-

poi una delle principali; avuto riguardo quedotto diCastiglione,la darsena diGros-
non si occu-
a 'biografi de' cardinali che seto e altre utilicose.il nuovo Papa Pio VI
parono che di quel solo argomento, d'al- dichiarò chierico di camera il nunzio Wan-
tronde bello e nobile, comechè traman- cinforteSperelli,e gli surrogò nella nunzia-
da alla Storia le gesta de'principi della turaCarlo Crivelli di Milano,che nel conci-
Chiesa Romana. Per amore al vero, an- storo dell'i 1 settembre proclamò arcive-
zi per ossequio e grato animo, profittai scovodi Patrasso.Nellostesso*r775Pio VI
con piacere di questo r ."incontro per mo- ebbe compiacenza di vedere terminata
la

dificare il genere di morte del cardinal la vertenza,che da qualche tempo si dibat-


Maicoliui, già nunzio apostolico di Fi- teva, sulle pensioni da imporsi sopra gli
renze; poiché le biografie de'cardinali (e arcivescovati, i vescovati e altri benefizi
così dicaside Santi, de Papi e di altri), dellaToscana,con soddisfazione diLeopol-
non solamente sono ne'loro articoli, ma do I; onde il Papa stabilì con un breve,
negl'innumerabili cheli riguardano,mas- che non si potessero imporre pensioni e ri-

sime pe'speciali dettagli, ed è perciò che serve di frutti, se non che sull'arcivesco-
tutte le biografie le feci succinte; laonde vato di Pisa e sul vescovato d'Arezzo. Nel
mi lusingo di compatimento a questa bre- 1776 il granduca abolì lecomandateeal-
V

196 TOS T OS
1777 creò il
tre prestazioni servili, e nel sunto da Ferdinando II, che avea pensa-
tribunale supremo di Firenze. Nel 1778 to d'incaricarne il celebre Galileo Galilei,
poi abolì gli asili e le giurisdizioni parzia- ma perla guerra insorta fra il duca di Par-
li esercitate dalle curie vescovili negli af- ma e Urbano Vili restò il trattato inde-
fari secolari, onde insorsero gravi dissapo- ciso. Fu dunque riproposto a Pio VI, che
li colla s. Sede, per cagione delle tante in- tosto rabbracciò,scegliendo per suo com-
novazioni in materie ecclesiastiche, che de- missario mg/ Pelagallo, per matematico
plorai superiormeute e altrove. Concluse il p. Gaudio e per ingegnere il Piroli; co-
Leopoldo I un trattato di pace e di com- me per parte della Toscana fu da Leo-
mercio coli' impero africano di Marocco. poldo I scelto il luogotenente Scaramuc-
Fece terminare la strada maestra che da ci per commissario e in sua vece l'udito-
Pistoia conduce per la montagna al con- re Gianni, per matematico Pietro Fello-
fine modenese, passando da s. Marcello, nie per ingegnere Giuseppe Sai velli. Non
mentre dalla frontiera di Bosco Lungo si- reslò subito deciso quest' affare , ma nel
no a Modena, la strada fu fatta dal duca 1778 con definitivo istromento stipulato
di Modena Francesco III. E qui dirò, che a'4 febbraio, venne ultimato con soddi-
tra le strade maggiori fatte sotto il gover- sfazione delle due corti. Non però fu po-

no Leopoldo 1, vanno ricordate quelle


di tuto concludere, che l'acque rigurgitanti
che da Pistoia conduce al confine lucche- delTrasimeno imboccassero nella Chiana:
se del Ponte all'Abate; la strada da Pisa quanto poi venne operato sul bonifica-
a Livorno; la Traversa che dal Borgo a mento della Chiana, e la divisione delle
Buggiano conduce a Pisa, e quella che va sue acque, fra l'Arno e il Tevere, a que-
ad Altopascio; l'altra perla Val di Nievo- sto articolo lo narrai, anche col Repetti.
le; la strada che da Siena va a Grosseto; Nel 1 779 il granduca abolì le prerogati-
quella da Volterra alla bocca della Ceci- ve de'memlwi delle magistrature muni-
VI pensando di
na, ed altre. Intanto Pio cipali, e nel 1781 emanò istruzioni sulle
trovar maniera d'unire il rinomato la-
la carceri e sui detenuti. Nel precedente an-
go Trasimeno, esistente nel territorio di no Scipione Ricci vescovo di Pistoia ePra-
Perugia, col fiume Tevere, per rendere to, cominciò a manifestare la sua avver-
questo navigabile,«on un piti facile de- sione contro la praticata disciplina delia
clivio, a tal fine spedì il p. Gaudio delle Chiesa, e contro las. Sede; e protetto dal
scuole pie, professore di matematica, a li- granduca, non meno ardente di lui per
vellare quel lago e la sua acqua per tut- le innovazioni e riforme della disciplina
to il territorio perugino, onde poter esse- ecclesiastica, in che il vescovo Io secon-
re sicuro d'un esito felice, prima d'intra- dava e provocava col suo esempio, come
prendere la vasta impresa. In egual tem- quello che fu fanatico sostenitore degli
po ad altro simile progetto si rivolse Pio errori de'giansenisli. Pio VI scrisse al ve-
VI, e poi ne vide il compimento. Erano scovo per provare di ricondurlo al buon
da gran fempo dubbiosi i confini dello sentiero, ma egli rispondeva con altre no-
slato pontificio colla Toscana, dalla parte vità, ed eccitava motivi di querele fra la
r
delle Chiane e di Città della Pieve (F .), s. Sede e la corte di Toscana, onde vi fu

onde spesso nascevano motivi di dissapo- bisogno di tutta la moderazione del Pa-
ri fra'due stati limitrofi. A tempo d'Euge- pa, per evitare una manifesta rottura con
nio IV fu proposto l'affare di questi con- Leopoldo I; d'altronde tutto intento alla
fini, ma
per varie combinazioni restò in- temporale de'propri sudditi, be-
felicità

terrotto. Lo rinnovò Cosimo 1 con Pio I neficando scienziati e artisti, proteggen-


nel suoi. viaggio a Roma, ma la morte do il commercio, e soffocando con accor-
di quel Papa lo lasciò sospeso. Fu rias- te misure il malcontento religioso, per
TOS TOS 197
quanto narra Jauflfret, iMSmoires pour cembre partì nel più stretto incognito da
servirà Vkistoire. Il vescovo Ricci fomen- Vienna, e dopo essersi trattenuto pochi
tando il fuoco della discordia e patroci- giorni in Firenze, ed a Pisa col granduca
nando le opere de'giansenisti, le fece tra- fratello, giunse in Roma a' 23, e dipoi
durre in italiano e donò a'suoi curati, in- passò a visitare in Napoli la regina sorella.
culcando loro vivamente di leggere e far Nel 1785 Pio VI richiamò il nunzio Cri-

uso di quel libro d'oro, condannato e velli e lo fece chierico di camera, e più
proscritto da diversiPapi,e principalmen- tardi fu cardinale; inviò in sua vece per
te da Innocenzo Xe
Clemente XI. Con- nunzio a Firenze Luigi Ruffo Scilla, che
temporaneamente e dopo la morte del- l'i 1 aprile preconizzò arcivescovo d'A-
l'imperatrice M." Teresa, vieppiù il fra- pamea.Nel 1786 ilgranduca decretò il
tello Giuseppe II progredì nel suo impe- regolamento sulla procedura criminale,
ro le non meno lagrimevoli e pregiudi- quindi nel febbraio mandò a'vescovi de*
zievoli innovazioni riguardanti la disci- suoi stati una circolare, che si legge nel
plina ecclesiastica, oltre l'editto di tolle- I'ercasteljóVor/V* del cristianesimo,{. 35,
ranza su culti, onde mosse Pio VI
lutti i n.°262,sui regolamenti riguardanti prin-
a recarsi nel1782 a Vienna, ma con po- cipalmente la disciplina degli ecclesiasti-

co successo. In questo tempo si volle far ci,comunicando loro le proprie viste ri-
credere, che Pio VI volgesse in pensiero guardo alla riforma di molti abusi, pro-
di trasformare l'Italia in una grande re- ponendo loro mezzi che si potrebbero
i

pubblica federale, di cui avesse da essere impiegare; perchè i pastori e tutto il cle-
Roma la capitale, e supremo capo il sovra- ro attendessero degnamente agl'impor-
no Pontefice; e si pretese pure che Giusep- tanti esercizi del ministero sacerdotale, e
pe Il avesse concepito il divisamento d'u- perchè il popolo sodamente istrutto de*
nire l'intera penisola d'Italia al corpo Ger- veri principi*! della religione supplisse ai
manico, e di restaurare a Roma l'impero doveri della medesima. Invitò ciascun ve-
d'occidente. Quindi le leggi fatte da Giu- scovo ad esaminare gli articoli, che in ri-

seppe II e Leopoldo 1, sulle cose ecclesia- stretto riprodusse il "Cercaste!, e quindi


stiche colla funesta influenza de' Novato- rimandare a lui, dopo il 3 1 luglio le pro-
ri^ dissero leggi Giuseppinc e leggi Leo* prie riflessioni con piena libertà e sopra
poldine ) co'quali vocaboli i savi scrittori ciascun articolo. Gli articoli erano 57, ne'
intesero qualificare queste nuove e per- quali fra le altre cose si desiderava la con-
niciosissime piaghe della Chiesa, gemen- vocazione de' sinodi diocesani ogni due
te pel giogo che le imposero, pe'ceppi con anni, cominciando dall'estate !786stesso.
cui 1' incatenarono siffatte leggi. Nel lu- Propose la correzione delle preci pubbli-
glio del medesimo 782, Leopoldo
1 I to- che, la riforma de'breviai i e messali, e le
talmente abolì il tribunale misto dell'In- spese pe'nuovi doversi trarre da'beni ec-
quisizione di Firenze, Pisa e Siena, ordi- Se fosse utile che sagramen-
clesiastici. i

nando che nelle cause d'eresia si proce- ti amministrassero in lingua volgare.


si

desse come in tutte le altre cause crimi- Se si debbano sopprimere tutte le par-
nali ecclesiastiche. Di più ordinò la riso- rocchie di nomina del popolo. Raccoman-
luzione de'fìdecom messi dividui, prepa- dare il rivendicare i diritti primitivi del-
rando così la via all'intera abolizione de* l'autorità de'vescovijusurpati in gran par-
fidecommessi d'ogni specie. Nel 1783 a- te dalla Corte di Roma, e singolarmen-
bolì le prerogative de'cavalieri di s. Ste- te le Dispense da questa pure usurpatesi,

fano I, lasciando però le commende in d' cgni specie e inclusive alle matrimo-
forma di primogenitura. Giuseppe II, vo- niali, e quali accordarsi. Dimostrò la ne-
lendo restituire la visita al Papa, a'6di- cessità d'un metodo uniforme pegli stu-
198 TOS TOS
di ecclesiastici, e regolare le massime col- tura della Madonna, esacerbali i pratesi
la dottrina di s. Agostino. Stili' ordina- siammutinarono e insorse gravissimo tu-
zione de'chieiici e sacerdoti, perchè la vo- multo. Anche a Pistoia scoppiarono del-
cazione sia veramente ecclesiastica, come le scintille foriere d'un grave incendio. Il

la scelta de'parrochi e confessori. Espose sinodo avea abolito alcune feste, compre-
l'incongruenza de' patrimoni simulati, e sa quella del protettore s. Atto. Il popolo

di conferire l'abito clericale a'giovani di da'lamenti passò al tumulto, e solo s'im-


18 anni, senza conoscersi se vera la vo- pedì con ripristinar l'antica festività. Ap-
cazione. Sì sostenne che rigorosi doves- pena terminato il sinodo del baldanzoso
sero essere gli esami ne'passaggi degli or- Ricci, in cui adottò i sistemi condannati
dini; che i benefìzi semplici si dassero a' de'giansenisti, incontrò nella stessa To-
soli benemeriti della Chiesa. Doversi au- scana fortissime contraddizióni. Frattan-
mentare l'onorario delle messe, stabilire to gli altri vescovi aveano di mano in ma-
le regole per la predicazione, pel confes- no rimesse al granduca le loro risposte a'
sionale; doversi abolirei benefizi e titoli 5j punti sui quali gli avea consultati. In
inutili, ed impiegarli a vantaggio de'po- esse non essendo stata trovata quella uni-
veri ; e di sopprimere la maggior parte formità di sentimenti che avea desidera-
degli oratorii privati. Indi si celebrarono ta Leopoldo
I, dovè cambiare avviso e

sinodi diocesani a Colle ed a Chiusi; ed sospendere adunanze degl* inculcati si-


I*

il vescovo Ricci convocò il famoso sino- nodi diocesani, prevedendo che sarebbe-
do o conciliabolo di Pistoia (V.)s men- ro tra loro contraddi ttorii ed opposti; per-
tre in Germania si adunava il congresso ciò credettedi far prima adunare un con-
o conciliabolo d' Ems (V?)> con dichia- cilio nazionale, secondo i canoni e le co-
razione sulle pretese libertà della chiesa stumanze della Chiesa. Siccome però la

diGermania. Nello stesso anno 1786 Leo- stessa diversità di pareri se fosse stata por-
poldo I abolì i privilegi de' feudatari, e tata al sinodo nazionale avrebbe prodot-
con tale disposizione rimasero terminate ti i medesimi effetti che temeva nsi da'si -
quelle ch'erano state prese nel 1
749. Non nodi di ciascuna diocesi; così a fine di
contento il vescovo di Pistoia e Prato, li- riunire tutte le particolari opinioni in una
bero panegirista di Giansenio, Bajo e sola comune veduta, si stimò util cosa far-
Quesjiello 3 eòe\Ya\\ov vivente arcivesco- lo precedere da una privata assemblea di
vo Lione Antonio di Montazet, di a-
di tutti i Toscana, dove si po-
prelati della
vere col suo sinodo ridotto templi del- i tessero discutere, preparare e fissare gli
l'Altissimo ad una pretesa antica nudità, articoli da determinarsi e decidersi nel
e ridotto il culto esteriore come pratica- concilio, senza temere in esso alterazioni
vasi in tempo Persecuzioni della
delle e scissure, e fu stabilito Firenze (V.) per
r
Chiesa (7 .) sotto presidi romani e gl'im-
i la celebrazione dell'assemblea.Questa eb-
peratori idolatri; dopo di aver con esso be principio a'23 aprile 1787, e si sciolse
soppresso tutte le come la
pie pratiche, a'5 giugno, non avendo voluto gli arci-
divozione all'adorabile Sagro Cuore di vescovi e vescovi di Toscana sentir par-
Gesù (V.) 3 e decretato di non volere che lare del sinodo pistoiese, mostrando quasi
sussistessero in ogni chiesa altri altari che tutti contro di esso mirabile fortezza e
il maggiore,e perciò d'avere spogliato tut- petto sacerdotale, e così liberarono il bel
te le chiese di sua diocesi degli ornamenti paese da un funesto scisma; per cui l'in-
preziosi e dell'argenteria degli al tari, scris- felice vescovo Ricci fece di tutto presso
se al suo vicario di Prato (/^.),di toglie- ilgranduca, perchè fosse troncato nelle
re l'indulgenze; ed essendosi sparso che sue sessioni. Quindi il governo toscano
voleva togliergli anche la s. Cintola Cin- con editto de'20 settembre 1 788 soppres-
TOS TOS 199
se e per sempre abolì il tribunale aposto- Irice Caterina II. Questa venuta in co-

lico della nunziatura apostolica eli Firen- gnizione dell'ardita impresa, sequestrò i

ze, dopo più di 4oo anni di sussistenza, beni a Radzivill, il quale così costretto a
e dove una volta lo sciagure to vescovo ripa triai e per ricuperarli, abbandonò in
Ricci aveà coperto il posto di uditore; sic- Roma l'orfanella.TemendolaCaterina II,
ché furono commesse le cause nello spi- risolse di farla perire. A mezzo d'un a-
rituale a'3 arcivescovi toscani di Firenze, gente, le fece offrire la mano del suo con-
Siena e Pisa ; e si fece sapere al nunzio fidente favorito conte Alessio Orloff, esi-
Ruffo Scilla, che in lui non si sarebbe più gendo questi la condizione che lo elevas-
riconosciuta altra qualifica, che di sem- se all'impero allorché fosse divenuta im-
plice inviatoo ministro diplomatico del peratrice di Russia. Petrowna acconsen-
sovrano Pontefice. Però Pio VI frattan- tì, e tosto comparso il conte la sposò, e da
to ordinò alla dateria apostolica, di non Roma la condusse a Pisa, ove splendida-
dar corso a veruna dispensa per la To- mente per due mesi trattò la sposa. In-
scana, qualora i documenti non fossero tanto, con generale sorpresa, comparve
legalizzati dal nunzio. Non per questo a innanziLivorno un'imponente flotta rus-

vantò mai il Papa doglianza alcuna col sa, e la contessa Petrowna volle recarsi
granduca, vedeudo l* infelice spirito del a contemplare i legni di sua nazione. Ivi
secolo, che anzi per dargli un attestato di giunta, il i comandanti russi le
console e
sua buona volontà, aderì alla richiesta prodigarono omaggi e onorificenze. Re-
fattagli da lui, di erigere la chiesa colle- calasi poi a visitare la squadra in pom-
giale di Ponlremoli nella Lunigiana; ma posa scialuppa, in altra avendo preso po-
siccome non aderì ad approvare il sog sto il conte Orloff con ufliziali russi, non

getto proposto peri. "vescovo, così la bol- appena l'infelice Petrowna pose piede so-
la più tardi la spedì, insieme alla preco- pra un de'legni di Caterina II, tra le ac-

nizzazione di altro pastore, ma quando clamazioni de' russi e al cospetto d'im-


già morto Leopoldo regnava il di lui fi-
I menso popolo, venne aggredita da' sol-
glio. Mentre tutta la Toscana teneva fìs- dati russi, e carica di catene precipita-
si gli occhi sulla lotta delle bizzarre e tur- ta nella cala ; e levata 1' ancora la flotta

bolenti riforme ecclesiastiche del vesco- partì. Il conte tornato al porto, deplo-
vo Ricci, un egualmente romanzesco e rò il destino della sfortunata, ed un gri-
anche tragico episodio venne nella regio- do d'orrore rimbombò ila Livorno a Fi-
ne per un momento a distrarre la pub- renze e in tutta Toscana. Leopoldo I,
blica attenzione dalle contestazioni reli- sensibile a tanta sciagura e tradimento,
giose. Elisabetta imperatrice di Russia, fi- inviò corrieri e lettere a Giuseppe lied
glia di Pietro I il Grande, morendo nel a Caterina II, senza però osare di fare ar-
1761 avea lasciato la figlia naturale Pe- restare il conte ed i suoi complici. I suoi
trowna Tarakanoff, che faceva segreta -
messaggi e pratiche furono inutili. Pe-
mentre educare, e nata dal suo matrimo- trowna al suo sbarcare sulla spiaggia
nio clandestino con Alessio Razumoski. del Raltico, fu rinchiusa inun carcere e
Il polacco principe Radzivill, scoperto il ivi perì, vittima una barbara politi-
d'
mistero, per mire ambiziose e di amor ca. vSiccome andava molto denaro fuori
patrio, credè d'aver trovato un mezzo di dello stato pontificio pel giuoco del Lot-
sottrarre la Polonia dal giogo russo. Per- to (F.) di Toscana (dopo l'introduzione
tanto egli s'impadronì dell'orfana giovi- de'telegrafi, per questi ora giunge in Mo-
netta, la condusse a Pioma e fece educa- ina l'estrazione e si pubblica subito, ma
re da esperti istruttori, per ricondurla poi pel pagamento a' vincitori si attende la

negli stati russi ed opporla all' impera- ratifica che porta il corriere), Pio VI sta-
,

aoo TOS TOS


bili in Roma due pubblici prenditori n Il nuovo granducaa'7 marzo 1791 fu
conto della camera apostolica, ne' quali proclamato in Firenze, ove arrivò l'«S n-
potessero romani seguitare a giuocare
i prile e vi prese possesso. Poco dopo ivo- 1

senza l'anteriore danno. Inoltre nel


1788 cò diverse disposizioni vincolanti le cose
avendo stabilito precedentemente il suo ecclesiastiche, emanate dal padre suo, e
soggiorno inFirenze,il principe Carlo O- naturalmente di sua intesa e consenso; il
doardo Stwart conte d'Albany, e fratel- che coincide col narrato di soprn, che an-
lo del cardinal duca di York(F.), vi morì cor egli erasi pentito d'aver avversato la

a'3i gennaio, ed il cadavere fu traspor- Chiesa, e pel rammarico che ne provava


tato in Frascati cattedrale del fratello, e andava meditandone la reintegrazione
poi deposto nella basilica Vaticana. Il ed intanto cautamente in parte la fece co-
granduca prese nuovi provvedimenti per minciare dal figlio. Questi mediante un
risanare e ripopolare la Maremma, ed e- nuovo regolamento per le dogane, stabilì
mano disposizioni concernenti il debito una tabella unica e una ta ri ffa generale
pubblico. Nel 1789 ordinò lo scioglimeu- per le merci. Il 1
.° marzo 792 morì l'im-
1

to de'fklecommessi e maggiorasela, proi- peratore Leopoldo 11, lasciando 4 arcidu-


bendo l'istituzione di nuovi, e perciò con chesse, ei o arciduchi, e gli successe negli
intera libertà de' beni. Questa legge ri- stati ereditari il primogenito Francesco II,

mase in vigore anche dopo la restaura- poi eletto imperatore. Egli ed il fratello
zione della famiglia regnante, dimodoché Ferdinando IH furono testimoni, e po-
più non esistono altre primogeniture, trebbesi aggiungere pel granduca anche
tranne quelle dell'ordine di s. Stefano I. una delle vittime di tutti rivolgimenti i

Indi Leopoldo 1 pubblicò il rendiconto politici co'quali la rivoluzione di Fran-


dell'amministrazione da lui tenuta in To- cia^'.) cambiò aspetto all'Europa. Ferdi-
scana. In detto anno Giuseppe li, per le nando III avea ricevutola sua educazione
sue innovazioni religiose, perde i Paesi dal marchese Manfredini e riuscì principe
Bassi Austriaci, che a lui si ribellarono: virtuoso, illuminato e pacifico.Parecbela
a vea tentato prima di cambiarli colla Ba- parte militare sia stata alquanto negligen-
viera, ma vi si oppose la Prussia, onde tata,esscndo vicini ad un'epoca memorabi-
implorò la mediazione di Pio VI per pa- le in cui la spada stava per risolvere tutte
cificarli. L'imperatore morì a'20 febbra- lequestioni. Ma un tale abbaglio fu quello
ioi7go senza prole, dichiarando innan- pur anche di parecchie altre case regnanti.
zi alla famiglia imperiale il suo penti men- I due o tre primi anni del suo regno tra-

to diquanto avea fattoa danno dellaChie- scorseroinuna specie di tranquillità. Pro-


sa. In conseguenza di ciò il granduca di- cedendo sulle tracce del padre, e adope-
venuto erede degli slati ereditari della randosi di bene in meglio, il giovine gran-
monarchia austriaca, il .°marzo partì da
1 duca impiegò ogni suo mezzo per far fio-
Firenze per Vienna, nominando un con- rire il commercio, l'agricoltura, l' indu-
siglio di reggenza per la Toscana, la di stria, per incoraggiare le arti e le scienze,

cui sovranità formalmente rinunziò all'ar- per mantenere il buon ordine, rattempe-
ciduca secondogenito Ferdinando III, ed rando tuttavia il rigore delle leggi; senza
a'3o settembre senza contrasto fu eletto adottare un partito contro il Ricci, che a'3
imperatore col nome di Leopoldo lì. In giugnoi7go erasi trovato costretto a ri-
detto mese Ferdinando granduca di
III nunziare alle due sedi vescovili, seppe far
Toscana, principe reale d'Ungheria e di cessare le dissensioni, alle quali le strava-
a
Boemia, sposò la principessa Luigia M. ganti e sediziose riforme di quel vescovo
Amalia figlia di Ferdinando IV re delle aveano dato causa. Sempre animato dallo
due Sicilie. spirito di moderazione, avrebbe voluto
TOS TOS 20 r

conservare,durante la guerra che andava- naio 1793 Ferdinando NI riconobbe la

si prepara ndo contro la rivoluzione france- repubblica francese, e ricevè il suo inviato
se,una perfetta neutralità, e consei volla La Flotte, protestandosi della più stretta
anche per qualche tempo. II che vuoisi neutralità fra la Toscana e la repubbli-
attribuire in parte a saviezza, ed in parte ca francese. Avendo inoltre olìerto al Pa-
a necessità : senza fortezze, senza baluar- pa la sua mediazione con essa, per le con-
di proporzionati ad una lotta, non aven- tese suscitate dall'uccisione dell'audace
do allora per esercito che alcune centi- Basville, non ne profittò Pio VI, dicen-
naia d'uomini, la florida Toscana rischia- do non temere e bastare a protegger-
di
va soltanto di perdere preudendo le ar- lo la potente destra di Dio e la giustizia
mi. Invano dicevasi, la Francia agli estre- della sua causa. L'accordo di neutrali-
mi è più. debole che formidabile. Ferdi- tà tuttavolta fu biasimato, e ne cadde
nando III, secondo alcuni, operò quindi la responsabilità sul marchese Manfre-

di buon senno nel resistere lungamente dini suo ministro; imperocché a Pari-
a'tentativi del gabinetto austriaco, e par- gi a' 2 gennaio era stato decapitato il
1

ticolarmente dell' Inghilterra, per farlo re Luigi XVI, ed a'i5 ottobre lo fu la


a
entrare nella loro alleanza. Tale sua resi- sua moglie regina M. Antonietta zia del

stenza era sincera, per cui niuna poten- granduca. Ma l'Inghilterra impadronitasi
za neutra d'Italia ispirava alla repubbli- di Livorno, ed espugnata Tolone, Ferdi-
ca francese maggior fiducia del grandu- nando III si determinò a licenziare da'
ca. Nel medesimo 1792 Ferdinando III suoi stati i rappresentanti francesi, e ad
vietò l' estrazione de' generi frumentari entrare nella contraria alleanza, costret-
indigeni, e ordinò la compilazione del co- tovi precipuamente dagl'inglesi che tra-
dice toscano. Pio VI promovendo alla sformarono la Toscana in una delle loro
r
nunziatura di Vienna mg. Ruffo-Scilla stazioni navali. Desiderando dipoi il gran-
(in detto anno e non nel 1795, come scrissi duca di ritornare alla neutralità colla re-
nella sua biografia) poi cardinale, inviò a pubblica francese, ne sottoscrisse il trat-
Firenze per successore Gio. Filippo Gal- tato a'9 febbraio 795, e per conseguen-
1

lerati-Scotti mi Ianese,che fece arci vescovo za fu ristabilita la pace tra'due governi,


di Sida a'24 settembre. Col breve Roma- com'era prima dell'8 ottobre 798. Indi 1

ni Pontijìcis, de'9 febbraio 1 793, Bull. pubblicò nuovi regolamenti parziali di


Rom. cont. t. 9, p. 273, il Papa confer- giustizia, inculcando maggiore rigore ne'
mò il trattato concluso sullo stabilimento giudizi. Già Pio VI colla bolla domina-
de'confini tra lo stato pontificio e la To- ticaAuctorcm Fidei, de'3o agosto 794, 1

scana granducale coerentemente al già


, avea condannalo 85 proposizioni ereti-
rogato e sum mentovato istrumento , ed cali e scismatiche estratte dal sinodo di
estensivo a qualunque altra parte de'li- Pistoia, tenuto dall'ex vescovo Ricci ; e
miti de'due dominii, ove non si trovasse nel 1795 avendo trasferito a Venezia il

in esso compresa, come della proibizio- nunzio Scolti, dipoi cardinale, dichiarò
a
ne pattuita per alcuni tratti della linea di nunzio di Firenze il romano Antonio M.
confine, per l'erezione di nuove fabbri- Odescalchi, e ili.°giugnoi795 lo nomi-
che,ad una determinata distanza. Col bre- nò arcivescovo d'Iconio. Intanto divenuto
ve venne inserito anche il presente trat- Bonaparte comandante dell'armata fran-
tato concluso a'17 del precedente gen-
, cese in Italia, padrone di tutta la peni-
r
naio, per la s. Sede da mg. Carlo Maria sola superiore, quantunque la condotta
Federici segretario della cifra, e pel gran- di Ferdinando III non fosse riuscita ostile
duca dal cav. Gio. Gianni incaricato d'af- a'francesi dopo il trattato mentovato, e
fari presso la medesima s. Sede. JNelgeu- sebbene avesse più che adempiuto a'do-
VOL. LXXVIII. >4
202 TO S TOS
veri della sua neutralità , la sua condi- seo, compreso la Venere de'Medici. Bo-
scendenza non potè guaieulirlo intera- naparte considerò come suo ostaggio il

mente dagl'inconvenienti della guerra; e fratello dell'imperatore, sebbene gli aves-


Bonaparte troppo destro per fermarsi a se detto, che siccome era stato pressato
mezza via, non polca contentarsi della so- ad abbandonar la Toscana e nulladime-
la pone un termine
neutralità, e voleva no eravi restalo, ciò gli avea meritato
all'onnipotenza inglese nel porto di Li- un posto nella sua slima. Bonaparte do-
vorno, riguardalo punto immenso tanto po essersi impadronito delle merci e de'
commerciale che militare, e per l'Inghil- bastimenti inglesi , lasciò un presidio in
terra base contro i commovimenti della Livorno e parli per la Lombardia. Nella
Corsica. Bonaparte voleva Livorno, de- sua breve dimora in Toscana , visitò in
naro, e influenza decisiva sulla Toscana. s. Miniato (V .) l'ultimo individuo del ra-
Nella spedizione per l'occupazione degli mo Bonaparte di s. Miniato trapianta-
stati pontificii, che ne ottenne buona par- tovi da Firenze: il suo è della Corsica,
te coll'armistizio di Bologna, essendo in altri avendo fiorito in Ascoli, Sarzana
questa città nel giugno 1796 ordinò che (/"'.), ce. A'q luglio gl'inglesi occuparo-

una divisione di truppe francesi passan- no Porlo Ferraio, capitale dell'isola del-
do l'Apennino dalla parte di Piacenza, si l'Elba, per cui il granduca fece protesta
dirigesse alla volta di Pistoia, ov'egli en- di siffatta violazione; essi poi l'abbando-
trò a'26, come per traversare la Toscana narono dopo la perdita della Corsica. Nel
orientale. granduca celereniente gl'in-
Il maggio 797 1 i francesi evacuarono Livor-
vio il marchese Manfredini e il principe no, ed a'3 ottobre nacque in Firenze al
Tommaso Coi sini, pei fai gli cambiare de- granduca il primogenito e regnante Leo-
terminazione, giacche la Toscana avea ne- poldo II. Dopo I' armistizio di Bologna,
gato il passaggio alle truppe napoletane Pio VI inviò a Firenze monsignor Ca-
e pontificie. Bonaparte finse di modifica- leppi e il p. Soldani per trattare la pace
re gli ordini ricevuti, a condizione d'oc- co'commissari francesi Saliceti e Garrau,
cupate Pisa e lutto al più del territorio ma per le esorbitanti pretensioni di que-
circon viciiiOjdicendo che ogni via eia buo- sti non ebbe luogo, dopo incessanti trat-
na per andare a Roma. La scaltrezza di tative, spese e regali preziosia'eommis-
Manfredini restò delusa, non così quella sari. 1 francesi nel
797 avanzarono
1 nel- si

degl'inglesi, che prontamente con 00 ba- 1 lo stalo pontificio, onde Pio VI per sal-
stimenti caricarono le mercanzie per la vare il rimanente, dopo aver invocalo la
Corsica, e sui quali Bonaparte avea fallo mediazione del re delle due Sicilie, del
isuoi disegni. Quando dunque Murai, do- granduca e del ministro di Spagna, si sot-
po a ver passato l'A rtio a'26 giugno, trasse tomise alle durissime condizioni dettate a
sopra Livorno e Siena a'27, vi trovò po- Tolentino (l\) da Bonaparte. L' intera
che mercanzie inglesi,e in breve vi giunse invasione de'dominii della s. Sedeerade-
lo slesso Bonaparte; indi si recò a Firen- cretata dal direttorio di Francia, laonde
ze, ove
granduca avea tolto il portafo-
il a'28 dicembre per fornirne prelesto, fe-
glio dellaguerra a Serrati, per darlo al ce adunare nella Villa Medici di Roma
cav. Fossombroni. Ferdinando III lo ac- 3oo emissari,"! quali uscendo tumultuan-
colse co'più grandi onori e gli die un pran- do gridarono: Viva laLibertà. Nel tram-
zo magnifico, mostrandogli i capolavori busto e sulle scale del palazzo Corsini vi
della galleria; ma fin d'allora Bonaparte restò ucciso il general Duphault. Questo
stabilìper principio, che tra le indennità bastò perchè il general Berlhier marcias-
da pagarsi alla Francia,vi avrebbero parte se su Roma, sotlo pretesto di punire i col-
i quadri e monumenti di scultura del tnu-
i pevoli, come die a intendere a'rappresen-
TOS TOS 2o3
tanti delle potenze amiche, ed al cav. Lui- astenne di andarvi più in persona, con-
gi Angiolini incaricalo residente di To- tentandosi di vegliare alle sue occorren-
scana. Giunti in Roma vi proclamarono la ze. Ormai persuaso il granduca , che le

repubblica, detronizzarono Pio VI, e pri- condiscendenze e le cortesie, e l' impe-


gioniero lo condussero in Siena, già celi è dire scrupolosamente tuttociò che potes-
per paurosa politica non si volle in Fi- se dispiacere alcun paco alla repubblica
*
renze, come minutamente racconta mg. francese, non avrebbe impedito che an-
Baldassari, che seguì il Papa, nella pre- co i suoi stali divenissero preda loro, fin
giatissima e veridica, Relazione delle av- dal declinar del 1798 avea ordinati ar-
versità e patimenti del glorioso Papa mamenti per la difesa della patria, e poi
Pio TI. Con esso e col Novaes, canoni- domandato iìiì prestito a'sudditi per far
co di Siena, procedei nel narrare in tale fronte alla difesa. Le previsioni ezian-
articolo e nella biografia del Papa, il suo dio di Pio VI tosto si verificarono, giac-
viaggio nel territorio toscano, il suo ar- che dopo aver 6000 napoletani, sbarca-
rivo a Siena a' 25 febbraio, la riverente ti dagl'inglesi, uel gennaio 1799 occu ~
accoglienza de' religiosissimi sanesi, ri- palo Livorno, come destinati a far in-
cevuto da monsignor Odescalchi nun- sorgere la Toscana, ed a prendere le co-

zio di Firenze, the gli fece da segretario municazioni tra l'esercito che avea invaso
di stato negli affari della chiesa universa- Roma e quello dell'Italia settentrionale,
le, e dall' arcivescovo della città monsi- presero Lucca senza opposizione a'3 gen-
gnor Zondadaii poi cardinale.Narrai qua- naio, sopprimendo l'antico governo; ma
li pulitezze gli usò il granduca, cosa fece i doverono abbandonarla agli au-
francesi
il Papa nel suo soggiorno in Siena, e nel- striaci nel luglio, quali vi stabilirono una
i

la Certosa di Montaguto presso Firenze, reggenza aristocratica. Per la nuova rot-


ove si recò in forma d' arresto ih.°giu- tura tra l'imperatore e i francesi, questi
gnoiyg8, e donde ne aij marzo
partì interruppero il trattato che andava con-
i
ygg per morire gloriosamente a fa len- certando Ferdinando HI col fratello, per
za di Francia. A Firenze e nel voi. LI,p. dare un Papa nell'abbazia
asilo al di Molk
171 raccontai, come il detronizzato re di presso Vienna, onde contentarli nelle ri-

Sardegna il pio Carlo Emanuele V colla 1 petute istanze di farlo partire dalla To-
a
regina la ven. M. Clotilde recatisi a Fi- scana, la quale per la vicinanza a Roma
renze, portarono alla Certosa ad osse-
si in mano de'napoletani, in quel momento
quiare Pio VI, accompagnati da Ferdi- dava loro serie apprensioni. Nuovamente
nando III, il quale particolarmente più il ministro Rheynard si portò da Ferdi-
volte visitò il Papa, prevenendo i suoi bi- nando III e lo pregò a nome del diretto-
sogni e procurandogli ogni comodità e rio di Parigi di cercare qualche pretesto
soddisfazione. Si confortarono scambie- per allontanare da'suoi stati un ospite di
volmente e piansero sui comuni disastri tanta importanza e di tanto pericolo. Ben-
e di quelli de'i ispettivi loro sudditi e del- ché il granduca nella sua cauta condotta
l' Italia tutta, incoraggiandosi a vicenda avesse giusto motivodi temer di tutto con-
in sopportare le maggiori avversità che tro di se, quando non si prestasse alla vo-
si presagivano. Pio>eguiva il granduca le lontà del direttorio, ebbe nondimeno il

sue di vote visite e a omaggi


rendere i suoi coraggio di rispondere al ministro fran-
al capo della Chiesa, ma Pio VI che lo cese. Ch'egli non avea desiderato il Papa
amava per le sue virtù, con commovente nelsuo dominio, che anzi bramava che
discorso l'esortò ad astenersi dal visitarlo rimanesse in Roma sua sede. Che fran- i

per non ingerire sospetto a'francesi; e il cesi lo aveano condotto nel suo territo-
granduca facendo violenza a se stesso, si rio, senza neppure dargliene precedente
204 TOS TOS
avviso a tempo debito; e se ora dovesse cese residente in Bologna. Laonde il mar-
allontanarlo dalla Toscana, avrebbe dato chese Manfredini vi si recò subito, ed in-
gli ordini per la partenza, ma spettare alla vece gli convenne portarsi a Mantova dal
Francia di trasportarlo altrove , non a- generalissimo Scherer dell'esercito d'Ita-
vendo egli la crudeltà d'intimare al ve* lia,non avendo il generale di Bologna au-
nerando e infermo vecchio che partisse su- torità di trattare.Mentre in Firenze si e-
bito dalla Certosa. Così il granduca si di- rano alquanto tranquillali gli animi,i con-
simpegno dal prendere parte a una mi- dottieri repubblicani a' 22 marzo sotto-
sura inospitale contro 1' oppresso Pon- scrivevano in Lombardia proclami per i

tefice, e insieme lesiva alla propria indi- impadronirsi immantinente della Tosca-
pendenza; ma invece dovè quasi precede- na. Delto fatto, francesi penetrarono nel
i

re nella partenza quella del Papa. Sapu- granducato a'24, e nelle ore pomeridia-
tosi da' francesi che il granduca propen- ne del 2.5 in Firenze, condotti dal gene-
deva a rivolgersi contro di loro ed a riu- ral Gaulhier, avendo già il general Miol-
nirsi agli alleati, e che continuava gli ar- lis occupalo Lucca, Livorno e Porto Fer-

mamenti, commossero i democratici to- raio. Dichiararono prigionieri di guerra


scani per far nascere turbolenze e profit- i pochi soldati toscani che la presidiavano;
tarne; non dando credenza all'imploralo e il granduca che con proclama avea rac-
aiuto del granduca,controi napoletani oc- comandalo «'sudditi la quiete e di rispet-
cupatoti di Livorno, ritenendo esservi fra tare i francesi,rimase ancor esso come pri-
loro segrete intelligenze. Pertanto la re- gione, e s'intese intimare di partire nel
pubblica commise a Championnet di fare più breve spazio di tempo possibile. La
riprendere Roma, di conquistare il regno mattina del 26 altra truppa giunse in Fi-
di Napoli , e di cacciare da gli austriaci renze, undislaccamento della quale si re-
Lucca, ed napoletani da Livorno; im-
i còalla Certosa d'ordine del general Gau-
prese tutte ch'ebbero facile riuscita. Quin- thier. comandante volle parlare
11 al Pa-
di il direttorio a' io marzo 1799 dichia- pa, e benché dormisse intimò che si sve-
rò con manifesto la guerra all' impera- gliasse, e solo gli disse : Che il distacca-
tore e al granduca suo fratello, notizia in- mento da lui condotto dovea guardare il

fausta che giunse a Firenze a'21. insie- luogo , e la sicurezza di sua persona. A'
me all'altra che soldatesche repubblica- 27 marzo allo spuntar dell'alba, Ferdi-
ne erano partite di Bologna per entrare nando 111 e la sua famiglia uscirono da
in Toscana. Non è a dire quanto fosse lo Firenze e poterono liberamente recarsi a
spavento e la costernazione che si sparse Venezia e poi a Vienna, com2 carrozze
nella corte, e 1' imminente pericolo del per la via di Bologna, scortalo da un di-
granduca e del suo popolo fu subito no- staccamento di cavalleria francese: e que-
tificato a' ministri esteri residenti iu Fi- sto solo fu compenso che
il gli die la re-

renze. Con quello di Francia Reinhard pubblica dopo tanti riguardi usali ad essa.
o Rheynard, il ministro del granduca eb- 11 granduca potè con mezzi pecuniari ot-
be colloquio, dimostrandogli come il suo tenere il permesso di passare senza osta-
signore avea fedelmente osservato le con- coloco'suoi in mezzo alle legioni francesi.
venzioni, che se il direttorio bramava più. Gli fu conceduto anco di portar seco, ol-
sicure cauzioni lo dicesse, pronto il gran- tre a quella porzione di lesori che gli ve-
duca a qualunque sagrifizio per stare in nivano anche alquante mobiglie
lasciali,

pace con Francia. Rispose Reinhard che del palazzo Pitti, alcuni quadri e molte
tutto ignorava, e il proseguimento della statue di sommo pregio. L'infausto an-
sua dimora in Firenze n'era la conferma; nunzio fu portato al Papa, il quale non
potersi perciò rivolgere al general fran- tardò a sentirsi intimare seccamente da
TOS TO S ao5
un generale francese di disporsi a parti- nald si ritirò dalla provincia sanese. A'9
re, per andare a Parma, perchè così era giugno gli aretini entrarono in Cortona,
stato stabilito e decretato; e nella seguente la quale con Arezzo furono come le basi
notte, Pio VI due ore dopo la mezzanotte principali di quest'energiche e patrie di-
dovette porsi in viaggio. Cessò quindi la mostrazioni. A' 29 giugno Siena venne
nunziatura dell' Odescalchi, in seguito occupata da'sollevati, onde il presidio fran-
fatto vescovo di Jesi, rinunziando il car- cese si ritirò nella fortezza. Indi a'5 lu-

dinalato eh 'eragli stato offerto, per quan- glio i francesi sgombraronoFirenze in con-
to notai nel voi. XLV1U, p. 268. Rein- seguenza della vittoria riportata su Mac-
hard qual commissario del direttorio e donald presso la Trebbia dall'armata au-
preposto al governo della Toscana, ordi- stro-russa condotta da' generali Melas e
nò a'magistrati di continuare le loro fun- Souwarow.Seguì quindi la resa della for-
zioni in nome della repubblica francese, tezza di Siena, e l'8 luglio gli austriaci co-
e quale governo provvisorio nominò a mandati dal barone d'Aspre, del corpo
rappresentarlo Chiarenti, Gores e Pun- di Klenau, occuparono Firenze; succes-
telli. Presto segui la confisca de' beni e sivamente Pisa fu abbandonata da'fran-
delle merci appartenenti alienazioni ne- cesi, Livorno capitolò, e Porto Ferraio si

miche della Francia. Furono posti in ven- rese. Gli aretini, volterrani e altre mi-
i

dita beni allodiali del granduca e del-


i lizie ad essi unite, fecero scorrerie per le

l'ordine Gerosolimitano (o di s. Stefano Maremme sanesi, e anche nello stato pon-


I?), e forzati i particolari a comprarli. Si tificio. La Toscana interamente evacuata

prese quanto si potè da tutta la Toscana, da'francesi, si ristabilì il governo di Fer-


e 72 quadri dal palazzo Pitti, lasciandosi dinando III, il quale dal fondo dell'Au-
intatta la galleria di Firenze, e ciò o per stria e sotto l'ispirazione del gabinetto au-
mancanza di tempo di forza. La Venere striaco, nominò una reggenza con Som-
de' Medici salvata a Palermo dal Pucci- mari va pure del co-
alla testa, incaricato

ni, la riportò a Firenze dopo la partenza mando truppe austriache. Gli are-
delle
de'francesi. Dolenti i toscani per la par- tini capitanati da Inghirami, ripatriaro*

tenza e spogliamento dell'amato princi- no dopo aver percorso la Val di Chiana


pe, benché egli li avesse invitati a rima- e il Patrimonio, e preso Foiano a'23 lu-
nersene tranquilli, la moltitudine molto glio, Perugia a'4 agosto, Civita Castella-
avversa a'francesi, in vari luoghi insorse, na a*2 5, e la fortezza di Perugia a J 3 f. Di-
ogniqualvolta sentiva sconfitte de'fran- ce l'anualista Coppi: piacque a molti l'e-
cesi nell'Italia superiore; ed irruppe con- nergia dimostrata in tale occasione dal
tro l'occupazione, ristabilendo le sue ma- popolo; i mali però che sono inseparabi-
gistrature in mezzo alle grida di: Viva li ne resero lungamente fu-
dalle guerre
Ferdinando. I primi tumulti scoppiaro- nesta rimembranza. Inoltre Sommari-
la

no nel seguente aprile in Pistoia e in Fi- va fu incaricato di organizzare le truppe


renze, e prontamente furono sedati. A* toscane, ed al principiar del 1800 anno-
6 maggio si sollevarono gli aretini e le verava 2 5,000 toscani, e teneva in riser-
popolazioni di Val d' Arno di sopra, es- va delle formidabili bande di montanari.
sendone capo il capitano Mari di Monte- Ma Bonaparte reduce dalla spedizione
varchi, ch'ebbe compagna ad ogni im- d'Egitto fin dal 3 dicembre 1799 eletto
1

presa la sua spiritosa moglie Alessandri- i.° console della repubblica francese, av-
na. A/i4 una truppa di polacchi, man- vocata a se l'autorità, con l'alleato re di
dati inVal di Chiaua dal general Doia- Spagna spiegò l'intenzione di dar la To-
browski comandante di Perugia, fu re- scana a'Borboni di Parma (f.), poiché
spinta dagli aretini; e il general Macdo- la Francia mal poteva soffrire un fratello
2o6 TO S TOS
dell'imperatore in seno dell'Italia ov'essa francese general Mnrat. Seguì il blocco di
intendeva regnare. Incominciò la nuova Porto Ferraio e la fortezza la resero gl'in-
guerra d'Italia colla vittoria riportata a glesi a'francesi, dopo trattati di pace con-
i

Marengo a'i4 giugno. Indi e ad onta di clusi tra loro. Il nuovo Papa Pio VII de-
tulli gli sforzi di Sommariva, i francesi stinò pro-nunzio di Firenze, presso il re
r
rientrarono in Toscana nell' ottobre, ed Lodovico I, mg. Emanuele de Gregorio
a'i5 a Firenze occupata dal general Du- segretario del concilio, in seguito cardi-
pont: Livorno si arrese a' francesi a'16. nale ; e cpiando pas*ò per la Toscana la
Gì' inglesi però occuparono Porto Fer- veneranda salma di Pio VI per tumular-
raio. Gli austrioci si ritirarono, e gli are- si nella basilica Vaticana, volò a Pisa
tini fecero resistenza, sostenendo un com- a' 9 febbraio 1802 per tributarle il suo
battimento presso il ponte della Chiana. ossequio, anzi siccome nel voi. XXV, p.
I francesi ne assaltarono la città a' i 8, e 4i dissi che il prelato cantò la messa nella
presa Arezzo nel dì seguente fu abbando- certosa di Montaguto presso Firenze, ne'
nata al sacco. 11 general Miollis (che poi solenni funerali celebrati da'certosini, la

comandò Roma) fu nominato comandan- data del 1800 va corretta in 1802. Indi
te delle truppe stanziate in Toscana. In il prelato si restituì a Roma, perchè il Pa-
r
essa vi entrò nel gennaio 80 1 1 un esercito pa nominò nunzio di Firenze mg. Giu-
napoletano, sotto gli ordini del general seppe Morozzo di Torino, che a'29 mar-
Da mas, ma fu disfatto presso Monte Reg- zo 1802 preconizzò arcivescovo di Tebe;
gioni nel sanese dal general Pino, coman- per le vicende politiche di Toscana, che
dante l'avanguardia francese. Quindi Sie- sto per accennare , il Morozzo cessando
na l'occuparono francesi, ed napoletani
i i la nunziatura, tornato in Roma fu fatto
si ritirarono. A '9 febbraio seguì il trattato segretario de' vescovi e regolari, e poscia
Francia e l'imperatore
di Luneville, tra la cardinale e vescovo di Novara. A'2 giu-
Francesco 11, in conseguenza del quale \\ gno 1802 il re Lodovico I associò la re-
a
granduca Ferdinando III rinunziò alla gina M. Luisa al governo del regno, indi
Toscana, mediante la promessa fattagli seguirono buone di sposizioni riguardanti
d'un'indennizzazionenellaGermania;e la gli affari ecclesiastici ; e morì in Vienna

Toscana fu ceduta all'infante d. Lodovi- la moglie di Ferdinando III, Luigia M."


co di Borbone, principe ereditario di Par- Amalia già granduchessa di Toscana. A'
ma e Piacenza. A'2 marzo pel trattato 1 2 5fel>braioi8o3 Ferdinando III. fu crea-

di Madrid granducato co'suoi stati fu


il to elettore e duca di Salisburgo (P.), ca-
eretto in Regno d'Etruria: lo Stato de' pitale d'uno stato sovrano che apparte-
Presidii il re delle due Sicilie lo cede alla neva all'arcivescovo, ed era slato secola-
Francia e fu riunito all'Etruria. L'isola rizzato, insieme al territorio della prevo-
dell'Elba venne ceduta alla Francia, e la stura di Berchtesgaden,ed a porzione del
riunione si effettuò poi a'26 agosto 1802. già vescovato sovrano secolarizzato di
II principato di Piombino de' Boncom- Passavia, e del vescovato pur sovrano e
pagni-Ludovisi, la cui sovranità era stata secolarizzato di Eichstett {V*). t per ces-
dal re delle (]i\e Sicilie rinunziata alla sione fattagli dall'impero e in compenso
Francia, rimaseprovvisoriamente in ma- del rinunziato granducato di Toscana.
no de'francesi. A'2 agosto il conte Cesa- L'isolarsi da Bonaparte in siffatta guisa
re Ventura, ministro del re d'Etruria Lo- Ferdinando III dall'imperatore fratello,
dovico I, in suo nome prese possesso del ed il porlo in mezzo a tolti piccoli stati i

regno. A' 1 nuovo re colla mo-


2 agosto il al ponente della Germania, alcuni lo dis-
maestra. Non paste.
1

glie regina M. Luisa di Borbone giun- sero colpo di mano


sero in Firenze, ricevuti dal comandante mollo tempo che la dignità di Elettóre
,

TOS TOS 207


si cambiò un controsenso per Io idb-
in storia del cristianesimo di Bercastcl,
glimento dell' ///?p"/*o. A'27 maggio morì che nel lempo stesso in cui distruggasi
Lodovico e gli successe Carlo Luigi suo
I l'indipendenza temporale della s. Sede ,
figlio, sotto la tutela della madre regina commettevansi de'gravissimi eccessi con-
reggente. A
Firenze narrai, che in con- tro l'ecclesiastica giurisdizione. Il princi-
seguenza di essere divenuto imperatore pe Lucca e Piombino, che avea di già
di

de'francesi,e poi anche re d'Italia, Bona- fallo apporre il suggello sopra tutti gli ar-
parie col nome di Napoleone I (per cui chivi e registri delle comunità religiose,
l'i agosto l'imperatore Francesco II si
1 stender volle anch'egli l'ardita mano al-
dichiarò imperatore ereditario d' Austria l' promulgando due decreti
incensiere,
col nome di Francesco I, e poi a'6 ago- l'uno a'4 aprile 806 da Piombino e l'al-
1

sto 1806 rinunziò alla dignità d' impe- tro a' 1 2 da Lucca. Co! i.° decreto esten-
ratore romano-germanico, cessando cosi dasi al principato di Piombino il Con-
l'impero d'occidente ripristinato da s.Leo- cordato fra Pio VII e la repubblica
ne 111), egli desiderò che il Papa si recasse Francese (V.) , e col 2. applicavasi al
a coronarlo in Parigi; pei ciò passando per principato Lucca il Concordato tra
ili

laToscana, ne'luoghi ricordali a'Ioro arti- Pio VII e la repubblica Italiana (V.)
coli,giunto in Firenze a'5 novembre fu divenuta poi regno d' Italia (quanto alla
a
ricevuto dalla piissima regina !M. Luisa nomina de' vescovi, di quelli nominati
con ogni ossequio ed onore nel suo palaz- da Napoleone I, oltre quanto dirò fra po-
a
zo, e vi cresimò il re figlio (la figlia M. co parlando della sede di Firenze , e di
Luisa Carlotta infanta di Spagna e poi altre cose riguardanti il concordatoci può
principessa di Sassonia la cresimò in Ro- vedere il voi. LUI, p. 1 32, 33, 4^)- Col
1
1

ma, come notai nel voi. LUI, p. 1^7); e r.°decreto interdiceva la giurisdizione del
narrai il non meno splendido e riverente legittimo vescovo di Grosseto e Mattalia»
accoglimento fatto al Papa nel suo ritor- riltima nel principato di Piombino, affi-

no dalla stessa virtuosa regina a*6 mag dandola al vescovo d'Aiaccio; col 1? in-
gioì 8o5, nella quale occasione, a media- timavasi all' arcivescovo di Lucca ,
per
zione della regina, il Ricci già vescovo di mezzo del ministro delle finanze, checes-
Pistoia fece a Pio VII in iscritto la sua savano affatto le funzioni del tribunale ec
formale ritrattazione. Prima di partire, il clesiastico, rimaner dovendo la giurisdi-

Papa vedere e abbracciò co'più.


lo volle zione ecclesiastica riunita alla politica, e
teneri sentimenti d'un padre affettuoso, dopo tante arbitraria ianotasHMÌ si chia-
e l'esortò a vivere nel senodell'unità, giac- mò altresì a dare il giuramento prescritto
che Dio aveasu di lui diffuso il tesoro del- dal concordato. L'arcivescovo di Lucca,
le sue misericordie. La febbre gialla che prima d'ubbidire a queste intimazioni, si
avea fatto strage a Livorno nelP agosto rivolse al Papa per le necessarie istruzio-
1 8o4, si rinnovò desolante nel dicembre. ni. Pio VII credette espediente dirigere

Napoleone I a' 18 marzo i8o5 donò alla al principe di Lucca e Piombino quella

sua sorella Elisa Bonaparte Baciocchi il lettera che riportai a Lucca, dichiaran-
principato di Piombino; eresse la repub- do irregolari suoi due decreti e ordini, e
i

blica di Lucca in ducato, riunendovi il du- che l'applicazione de'due concordati non
calo di Massa e Carrara ex feudi della Lu- poteva aver luogo. Nel precedente anno
nigiana, e lo concesse egualmente alla stes- i8o5 motivo dello
già a'25 dicembre, a
sa sorella e al suo marito principe Feli- scioglimento impero romano-ger-
dell'

ce Baciocchi, i quali fecero la loro solen- manico, non che pel trattato di Presbur-
ne entrata Lucca a* i4 luglio. Mi ri-
in go, in conseguenza della vittoria riportata
porta l'ab.Bellomo, Continuazione della da Napoleone I ad Austerlitz, l'arciduca
2o8 T O S TO S
Ferdinando III dove rinunziare al fratello ed essendo morto il dotto arcivescovo di
r
Francesco I l'elettorato e ducato di Sa- Firenze mg. Antonio Martini di Prato»

lisburgo, ed in vece fu dichiarato eletto- la sede restò vacante sino al 1 8 4> sotto
1

re, e poi avendo consentito alla Confede- l'amministrazione del vescovo di Nancy-
razione del Reno, a'a5 settembre 1806 Antonio Eustachio Osmond dell'arcidio-
anche granduca diTVurtzburg (V.J.Neì cesi di Parigi. Quanto agli arcivescovi e

1806 i francesi sgombrarono Livorno e vescovi nominati da Napoleone I , che non


Pisa, e subentrarono guarnigioni spa-
vi riconosciuti dal Papa si fecero investire
gnuole. Ma 8*29 agosto 1807 Livorno fu da' capitoli col titolo di amministratori
nuovamente occupalo da'francesi; ed a' capitolari, ne riparlai ne'vol.Llll, p.i45,
io dicembre la regina reggente d'Etru- LX1I p. 4 2,
e 43 > dicendo pure che il
ria M." Luisa di Borbone annunziò la ces- Papa emanò de' brevi apostolici contro

sazione del suo governo, e partì insieme siffatti capitolari amministratori, ripor-
coll'infanle figlio e con l'infanta figlia per tati nelle Dichiarazioni e ritrattazioni
laSpngna,essendosi loro promesso in com- dcgU indirizzi umiliati a Pio VII da-
penso una porzione del Portogallo, onde gli arcivescovi, vescovi e capitoli d' I-
portarsi al nuovo regno (sembra che do- talia. Fra di essevi sono: La dichiara-
vesse formarsi colla città di Porto e la Lu- zione del capitolo melropolitanodi Firen-
litania setlenli *tonale),a seconda della con- ze circa la passata invasione del vescovo
venzione segreta di Fontainebleau tra la di Nancy nell'amministrazione della dio-
Francia e la Spagna, colla quale avea Na- cesi. La protesta del capitolo fiorentino
poleone! stabilito dividersi il Portogallo; contro l'indirizzo pubblicato a nome del
quindi la nuovo fu occupata
Toscana di medesimo. La replica dello stesso capitolo
dalle truppe francesi. Nel medesimo an- ad una lettera a lui diretta dal vescovo
no a' 1
9 marzo Ferdinando 111 istituì l'or- di Nancy. Non che la ritrattazione all'in-
r
dine equestre del Merito, sotto il titolo di dirizzo del vescovo di Grosseto mg. Fa-
s. Giuseppe sposo Maria Vergine, nel
di brizio Sei vi di Sonano diocesi di Soana.
dì della sua festa. E Napoleone 1 nel me- Nelle sìesseDichiarazioni e ritrattazioni
desimo 807 dichiarò la Toscana provin-
1 vi è quella di Carlo GiuseppeTardi torine-
cia dell'impero francese, e ne fece pren- se,non solo per a vere accettato il vescovato
dere possesso dal general Pieille che avea di Vercelli per nomina di Napoleone I e
occupato Firenze col resto della Toscana, poi l'elezione di vicario capitolare del ca-
che così cessò d'essere regno d' Elruria. pitolo; ma ancora perla commissione a-
L'occupazionedellaToscana produsse una vuta nel 1808 per le chiese della Toscana,
sensazione dispiacevole a Roma , che la protestando che non si arrogò alcuna giu-
considerò fondatamente qual preludio di risdizione o facoltà di organizzarne le

simile sorte a se imminente, per le con- chiese , e che non adempì l' incarico di
tinue vessazioni e crescenti minacce che prendere Io stato de' beni ecclesiastici e
ricevea dall'imperatore. Però a'^4 mag- di proporre le provvidenze opportune a'

gio1808 la Toscana fu riunita formal- bisogni del clero toscano; ed inoltre che
mente all'impero francese per formarne difese i diritti delle chiese di Toscana, e
parie integrante, sotto il titolo di gran- ne salvò i beni dal demanio. A' 2 marzo
ducato di Toscana, e divisa ne' diparti- 1809 con senatus-consuìto governo ge- il

menti dell'Arno, del Mediterraneo e del- nerale de' dipartimenti toscani venne e-
l'Ombrone. Una giunta straordinaria pre- rello da Napoleone 1 in gran dignità del-
sieduta dal tenente generale barone Me- l'impero francese sotto il titolo di Gran
limi, fu incaricala d' introdurre le leggi Ducato; ed a'3 marzo con altro decreto
francesi; si soppressero gli ordini religiosi; lo conferì alla sorella principessa Elisa Do-
TOS TOS 209
nnpnrte Baciocchi duchessa eli Lucca e sapendo sopra quali soccorsi poter con-
principessa di Piombino. La nuova gran- tare per parte del capo della sua propria
duchessa giunse in Firenze il i.° aprile, caso, certo di vedere in ogni lotta delle
indi n'e) si stabilì che la lingua italiana po- potenze tedesche colla Francia, il suo
tesse del pari che la francese adoperarsi paese divenire il teatro dell'operazioni
ne'tribunali e negli otti notarili. Si fece- militari, sottoscrisse la ricordata confe-

ro poi regolamenti sui beni nazionali e derazione renana, promettendo di forni-


sulle pensioni ecclesiastiche. Occupato da' re 2000 uomini all'esercito della lega,
francesi tutto lo slato pontificio, fu riu- ricevendo in compenso i beni che l'ordi-
nito all'impero francese, e deironizzato- ne de'girolamini possedeva nel principa-
ne Pio VII(V.) a'6 luglio fu pollalo pri- to di Wurtzburg, più alcuni ritagli delle
gione a Savona e poi a Fonlainebleau , sovranità appartenenti alla frontiera. Per-
traversando la Toscana e Firenze. Ivi nel tanto come era stato ili.°a sottoscrivere
1809 si pubblicò colle stampe del Piatti; un trattato colla repubblica francese, così
Convenzione tra il governo francese e fu pure il i.°ad unirsi a* r 5 primi stati sot-

S.S. Pio FU,


bolle, discorsi, leggi, de- toscriventi la confederazione, della quale
a*
creti, giura/nenli,proclami t ec., relativi Napoleone I si dichiarò protettore. E la
Francia, con più il decreto impe-
cititi in sua qualità di fratello del principe che
riale dell' 1 giugno 809 riguardante le
1 1 avea poc'anzi abdicato all'impero (tna
diocesi de'3 dipartimenti della Toscana. fondatone altro e certo ereditario nella
Leggo il decreto ne'seguenti termini. « Le sua famiglia), non dièche un maggior ri-

diocesi de' dipartimenti dell' Arno, del salto alla potenza morale del protettore
Mediterraneo edell'Ombrone fanno par- della confederazione, sostituita in certo
te della Chiesa Gallicana.W Concorda- modo impero. Ferdinando HI dovè
all'

to (F.) stipulato fra Noi e il Santo Pa- rassegnarsi alla sua posizione, e compa-
dre il 26 messidoro anno ix (i5 luglio rire in disaccordo col fratello, e fingere

1801 anno rx. della repubblica: quanto de'sentimenti favorevoli pel dominatore
alle leggi organiche del cultocattolico, ag- della Francia. Dall'altra parte quest'ul-
giuntevi di proprio arbitrio dal corpo le- timo gli dimostrava in apparenza molti
gislativo , ne parlai nel voi. XXVII , p. riguardi, molta fiducia, e dava opera di
1 1 7, e altrove), sarà pubblicato in questi attaccarlo al suo carro col mezzo di lusin-
dipartimenti per servir di regola e dì leg- ghiere speranze, ma
probabilmente senza
ge. Il Nostro decreto del 7 marzo 1806, intenzione di realizzarle giammai. Egli
concernente l'amministrazione delle dio- raggiunse di questa guisa la malagevolee-
cesi delle metropolitane di Torino (F.) poca del 1809 (in cui nella guerra tra la
e di Genova sarà eseguito nelle diocesi Francia e l'Austria fu presa Vienna,ef«itto
di questi dipartimenti.il nostro ministro il Schònbrunu,nelquale
trattato di pace a
de'culti è incaricato dell'esecuzione del Francesco dovè cedere, oltre Salisbur-
1

predente decreto. Firmato Napoleone, ec. go, una parte de'suoi slati, e porzione a
Per copia conforme, il prefetto del dipar- favore dei sovrani della confederazione
timento dell'Arno, cavaliere dell'impero, renana, perdendo cosi tre milioni e mez-
ufììziale della legione d' onore J. Fau- zo di sudditi; prendendo Napoleone I il

chet." Intanto Ferdinando III si trova- titolo di Mediatore della confederazione


va, senza sua colpa, bersaglio del risen- svizzera), e uscì di quest'impaccio per
timento della Baviera, in cui pregiudizio eifetto della neutralità cui seppe ancora
erasi staccato il principato di Wurtzburg; ricorrere, e forse in virtù del suo celere
e siccome colla dissoluzione del corpo ger- sviluppo. Nel 18 10 si portò in Parigi, ed
manico era rimasto senz' appoggio, non a' 2 aprile assistè, il solo di sua casa, al
aro TOS TOS
matrimonio di sua nipote Maria Luisa fi- ni entrarono in Firenze, poco dopo il ma-
glia di Francesco I, con Napoleone I ; ti- resciallo austriaco contedi Bellegarde an-
mone convenuta per consolidare l'equi- nunziando a'toscani il fausto ripristina-
librio politico e la pace, e per stringere so- mento e ritorno di Ferdinando III. A.'g
lida alleanza colla casa imperiale d'Habs- marzo Livorno fu occupato da lord Wil-
burg-Lorena, la più antica del cristiane- liam Bentick, comandante d'una squadra
simo, a seconda della dichiarazione della anglo-siciliana. I collegati entrarono inPa-
corte di Vienna. Si trattò in seguito da rigi a'3i marzo, ove il celebre Talleyrand
Napoleonel di dare a Ferdinando NI un principe di Benevento (disgustato di Napo-
brano della Polonia, o anche tutta la Po- leone I, perchè l'avea rimosso dal mini-
lonia da governare; onde disse a'polac- stero degli affari esteri, per avergli scon-
chi ne! proclama di giugno 1812:» lo ven- sigliata l'impresa di Spagna) come vice-
go per darvi un re e per estendere vo- i grand'elettore, radunò il senato dell'im-
stri confini; il granduca di Wurtzburgo pero, il quale a'3 aprile dichiarò Napo-
sarà il vostro re". Così sarebbe stato il leone Bonaparte decaduto dal trono, e
4-° paese che Ferdinando MI avrebbe do- richiamò su questo Borboni. Napoleo- i

minato. Nel 8 i 1 i la già regina d'Etru- ne I intese a Fonlainebleau la sua depo-


ria, nulla avendo ricevuto del promesso sizione,onde 1*ii aprile rinunziò asso-
stalo, per aver tentato di fuggire da Niz- lutamente per se e pel figlio Francesco-
za in Inghilterra, d'ordine di Napoleone Giuseppe-Carlo-Napoleone II,epe'mem-
I venne separata dall'infante tiglio, con- bri di sua famiglia, dopo aver stabilito
dotto presso l'avo Carlo IV, e coll'infm- co'collegati onorevoli trattamenti perse
mandata in Roma nel nobile
la figlia fu e per gl'individui di sua famiglia; cioè
a
monastero delle domenicane de' ss. Do- ch'esso e l'imperatrice M. Luisa conser-
menico e Sisto, con l'annua pensione di verebbero il titolo imperiale, quello di
3oo,ooo franchi, ma privala di sue gioie. principi agl'individui di sua famigila,con
Neli8i2 per la rottura tra la Russia e la una rendita di 2,5oo,ooo fianchi, ridu-
Francia, Napoleone I marciò colla gran- cendosi a un milione quella della i /mo-
de armata a invadere il territorio russo, glieGiuseppina (che morì a' 29 del se-
e per le disastrose vicende che soffrì, pre- guente maggio); ducati di Parma, Pia
i

cipitosamente ordinò la ritirata e si re- cenza e Guastalla in sovranità all'impe-


stituì a Parigi. Nel i8i3 la Russia, la ratrice, al figlio e discendenti; ch'egli ri-
Prussia e l'Austria dichiararono guerra ceverebbe dalla Francia annualmente 2
a Napoleone I, ma
la sua stella tramon- milioni di franchi, riservandosi un capi-
tò nell'ottobre in Sassonia ne'campi di tale di due milioni per gratificare le per-
Lipsia, ond'egli sgombrò la Germania e sone che avrebbe designato, ed al suo fi-
si sciolse la confederazione renana. Nel gliastro principe Eugenio viceré d' Ita-
1 8 1 4- continuando i disastri ad abbatte- lia, un conveniente stabilimento fuori di

re la potenza colossale di Napoleone I, e le Francia; e finalmente a sua scelta e per


potenzealleate passato iIReno essendo en- soggiorno gli fu data l'isola dell'Elba in
trate in Francia, irritato per essersi uni- sovranità, nel modo narrato in principio,
to all'Austria cognato Murat, che avea
il e vi giunse a* 4 ma 3o' accompagnato>

fatto re di Napoli, ed avea occupato lo da'commissari austriaci, prussiani e rus-


stalo pontificio, per fargli un diversivo lo si. Frattanto Ferdinando III avea a' 28

restituì a Pio VII. In questo tempo la gran- gennaio nominato il principe Giuseppe
duchessa Elisa partì da Firenze il r. feb- Rospigliosi,suogran ciamberlano,in com-
braio, ed avendo Murat intrapreso l'oc- missario e ministro plenipotenziario, per
cupazione della Toscana, a'6 i napoleta- prender possesso a quel tempo opportu-
TOS TOS a.i
no che gli fosse stato designato dal com an- clini regolari d'ambo i sessi; ed organizzò
dante supremo dell'esercito austriaco in 4 camere di soprintendenza comunitati-
Italia.Questo tempo sembrò al Bellegar- va a Firenze, Pisa, Siena e Grosseto, e nel
de che fosse giunto appena l'armata fran- 181 5 vi aggiunse quella d'Arezzo. 11 re
cese nella metà d'oprile avea convenuto di Napoli Murat, che ad onta dell'allean-
di sgombrare l'Italia, ed allora difilli ne za coll'Austria, talvolta avea tenuta una
fece la richiesta al re Murat che l'occu- condotta equivoca quanto Io riguar-(di

pava colle sue truppe. Il Rospigliosi si re- da parlai a SiCfUA ), vedendo difficile il
cò per tale effetto presso quel sovrano, sostenersi sul trono e che sarebbe stato
che allora era in Parma, e quivi unita- restituito a Ferdinando IV re di Sicilia,
mente al conte di Mier, ministro dell'im- il quale ricusava ogni altro compenso, per
peratore d'Austria presso lo stesso re, a' le discussioni che si facevano dagli allea-
20 aprile sottoscrisse col duca di Gallo ti Vienna, si pacificò se-
nel congresso di
ministro napoletano, una convenzione, gretamente con Napoleone l, si armò e
nella quale in sostanza fu stabilito che unì co'partigiani d'Italia per l'unione na-
il possesso della Toscana sarebbe rimesso zionale neli8i5. Appena seppe che Na-
al granduca il r. "maggio. Così di fatti se- poleone 1 era evaso dall'isola dell' Elba,
gui, ed il Beilegarde inviò il general Mha- fece avanzare la sua armata sul Po, per
remberg ad occuparla temporaneamen- conquistar gli stati che 1' Austria posse-
te con un corpo di truppe austriache (co- deva in Italia; e domandò il passaggio per
me fece di Lucca). Il principe Rospiglio- Io stato pontificio, per impadronirsi del-
sinel prendere in Firenze possesso del la persona del Papa e farlo condurre a
granducato in nome di Ferdinando III, Gaeta, onde servire d'ostaggio se Napo-
confermò provvisionalmente le leggi vi- leone I fosse stato arrestato, come si e-
genti. Quindi furono a poco a poco rista- spresse in Bologna la principessa Elisa ;

biliti quasi interamente gli antichi ordi- per cui Pio VII celeremeute, passando
namenti. II granduca ritornò dipoi a Fi- per Toscana, per Siena, Firenze e Livor-
renze, lasciando il granducato di Wurtz- no, si portò a Genova. Dichiarando Mu-
burg, ed a' 1 o settembre vi fu accollo dal rat, che la causa diNapoleone l era la sua,
popolo con trasporti della più. viva gioia, e che non gli era mai stata straniera, si
e con tale entusiasmo che provò senza pose in guerra aperta colPAustria v e age-
dubbio, quanto intollerabile fosse riusci- volò il riconoscimento di Ferdinando IV
ta l'anteriore dominazione, il tutto pro- al regno di Napoli. Avendo nel marzo
cedendo dalle buone memorie da lui la- riunite 3 divisioni nelle Marche, in tut-
sciate nella Toscana. Ed egli seppe mo- to di circa 29,000 uomini, per la via
strarsene degno, calcando l'orme de'più. di Perugia spedì Toscana 4j4 00 u0 *
in
saggi sovrani che abbiano governato la mini della guardia, condotti in due divi-
cospicua regione, massime dopo la restau- sioni da'tenenti generali Livron ePignat-
razione del suo trono, per la maggiore telli-Strongoli, coll'istruzione d'avanzar-
maturità di giudizio formata cogli anni si quindi a Bologna o a Modena, secondo
e con l'esperienza. Successivamente di- le circostanze; calcolando principalmen-
spose nuovi regolamenti per l'ammini- te sui partigiani dell'indipendenza e del-
strazione della giustizia, sulle norme del l'unione italiana; laonde pubblicò un cor-
sistema esistente prima della rivoluzione, rispondente manifesto a tulli gl'italiani,

con pubblicità nelle procedure. Creò la eccitandoli a liberarsi dalla do agnazione


rota di Grosseto per la provincia marit- straniera. I detti due generali entrarono
tima sanese e per l'isola d'Elba (dopo la iu Firenze a'j aprile, mentre Murat sta-
pai lenza di Napoleone!); ripristinò gli or- va per venire alle mani cogli austriaci, i
2 r 2 TO S TOS
quali peròaveano forze superiori allesue. Allora le camere stabilirono un governo
11 granduca si ritirò a Pisa, e la sua trup- provvisorio, ma questo invece di ricono-
pa si concentrò a Pistoia, dove a' i 3 apri' scere nuovo imperatore (che d'altronde
il

Jesi unì a un distaccamento austriaco con- era colla madre in Austria presso l' avo
dottovi dal general Nugent. Ciò impedì Francesco I, il quale non volleche seguis-
che la guardia napoletana potesse avan- sero il di lui fato), pose sotto una specie
zarsi sino a Bologna, com'era stato desi- di custodia lo stesso Napoleone I, e l'in-

gnato. Gli agenti di Murat poi si adope- dusse a recarsi a Rochefort città dell'Au-
rarono per eccitare ne' paesi invasi gli a- nis, dipartimento della Guarente inferio-
bi tenti a insorgere per l'indipendenza na- re, collo scopo di passare negli Stati Uni-
zionale; ma non poterono radunare che ti America. Gli alleati ricusarono di
d'
poche centinaia di militari, co'quali dipoi trattare con lui, ed a'7 luglio occuparono
fu formato un battaglione, come narra il nuovamente Parigi. A'3 Napoleone I era
eh. annalista Coppi. Sempre più gli au- giunto a Rochefort e poco dopo passò al-
striaci stringendo i corpi di Murat, questi la vicina isoletta d'Aix, trovando per par-
ordinò alle divisioni della guardia di ab- te delgoverno provvisorio di Francia due
bandonar la Toscana, e si ritirarono an- fregate per condurlo in America; e per
che prima che ricevessero tal comando ai assicurarlo dagli attacchi inglesi, avea il
i 5aprile, sgombrando Firenze;e per Bor- governo chiesto passaporti a Wellington.
go s. Sepolcro, Perugia e Foligno si reca- Ma questi non credette darli; quindi per
rono verso Pesaro. Nello stesso giorno Nu- esservi avanti Rochefort una crociera in-
gent entrò in Firenze cogli austriaci e to- glese, Napoleone I non potè partire. Al-
scani, indi a'20 vi fece ritorno Ferdinan- lora egli concepì e abbandonò diversi pro-
do 111, cessato lo spavento che avea inti- getti, e finalmente risolvè di passare pres-

morito sino l'Italia settentrionale, aven- so gl'inglesi. A tal effetto a'i3 scrisse al
do ormai Murat dovuto deporre l'intra- principe reggente d'Inghilterra, che aven-
presa della riunione dell'Italia, per cui fe- do terminato la sua carriera politica, bra-
ce proposizioni pacifiche, le quali furono mava di mettersi sotto la protezione del-
respinte. Avanzandogli austriaci energi- le sue leggi, ed offrirgli così la più bella
camente le operazioni militari, vinsero e pagina di sua storia. Fece intanto preve-
disfecero Murat a Tolentino a'2 e 3 mag- nire il capitano Maitland, comandante del
gio, onde ritiratosi prima a Capua, pas- vascello Bellerofonte, ch'era il più. vici-

sò poi in Francia, e sbarcando quindi a no, che sarebbe passato al suo bordo, e vi

Pizzo di Calabria fu arrestalo e fucilato. andò a' (5. Maitland lo condusse sulle co-
Pio ^//partito da Genova a' 1 8 maggio, ste dell'Inghilterra, ed allora il governo
dipoi per Pistoia, Prato, Firenze e Siena inglese colle altre potenze, considerando-
rientrò ne'suoi slati. A' 18 giugno per la lo prigioniero, ad onta delle proteste di
battaglia di Waterloo, Napoleone I fu de- Napoleone 1, a'7 agosto lo condusse al-
bellato per sempre: tornato a Parigi per l'isola di s. Elena, per rendergli impossibi-
riparare il sofferto disastro, tosto s' ac- le qualunque intrapresa contro il riposo
corse che la nazione non era piti disposta d'Europa. Bensì gli fu permesso di con-
a secoudarlo,anzi la camera de'pari e quel- durre seco generali Bertrand, Montho-
i

la de'rappresentanti minacciò di deporlo; loti (di cui nel voi. LXI X, p. 26), e Gour-

ed esso per prevenire un tal nuovo scor- gaud,con Las Casas ciambellano, e diver-
no, a'23 di giugno dichiarò:» Di offrirsi sepersone di servizio. L'impresa tentata
hi sa grifi zio all'odio de'nemici della Fran- da Napoleone l accelerò il tine del con-
cia, ed annunziare il suo figlio col titolo gresso di Vienna, a cui prese parte per la

di Napoleone 11 imperatore de'fraucesi". Toscana il consigliere di stalo d. Neri dei


3

TOS TOS a1
principi Corsini. Al granduca Ferdinando mento delle paludi, si fabbricarono nella
111 e a'suoi successoti venne dal congres- Valle bellissime case per le regie fattorie,
so assicurata la sovranità della Toscana, e si aprirono in ogni direzione ameni via-
con aggiungersi al suo territorio gli anti- li fiancheggiati d'alberi. La regia deputa-
chi PresidiiSpagnuoli (come dissi di sopra, zione degli ospedali e luoghi pii venne in-
dalla Spagna passali alla corona del regno caricata del riordinamento de'patrimoni
delle due Sicilie) nella Maremma sanese; appartenenti a'medesimi. Fu concluso il

i già feudi imperiali di Vernio, di Mon- trattato di pace colla reggenza di Tunisi,
tatilo, e di Monte s. Maria (delle famiglie ma la carestia, seguita dal tifo petecchia-
Bardi, Barbolani, Bourbon del Monte); le afflisse la Toscana,e si protrasse al 18 1
7.
e la parte dell'isola dell'Elba già appar- In questo a'28 ottobre l'arciduca Leopol-
a
tenente alla corona del regno delle due do gran principe ereditai io sposò M. An-
Sicilie. d'un trattato col
In conseguenza na Carolina pi incipessadi Sassonia; fu ri-
principe Boncompagno-Ludovisi venne , pristinato l'ordine militare de'cavalieridi
poi aggiunto al granducato anche il prin- s. Stefano I, venne rinnovato quello del
cipato di Piombinoci cui titolo rimase al Merito di s. Giuseppe, fu creata una de-
suo antico possessore. A M." Luisa di Bor- putazione per la direzione del nuovo ca-
bone,già regina d'Etruria, venne assegna* tasto, fu istituito l'ufiizio dello stato civi-
lo lo stato di Lucca, col titolo di ducato, le, e si die principio alla strada regia che

e con regresso al granduca di Toscana; il da Siena conduce ad Arezzo per la Val di


quale in tal caso avrebbe dovuto cede- Chiana. Essa strada si congiunge a Tor-
re al duca di Modena alcuni distretti del- rita con un'altra, la quale traversa la Val
la Lunigiana. E qui noterò, di aver det- di Chiana fino a Chiusi continuata dal ,

to a'suoi luoghi, che nel i 8i7 fu promes- governo pontificio nella direzione di Città,
sa a'Borboni di Lucca la restituzione dei della Pieve ed Orvieto. Ferdinando III
ducati di Parma, Piacenza e Guastalla. dalla defunta moglie, oltre il primogeni-
Inoltre nel 18 1 5 si stabilirono l'ospizio to, ebbe due M/ Lui-
fìgliejl'arciduchessa
d'Orbatello per la maternità, e la Pia ca- gia, e l'arciduchessaTeresa nel 1 8 1 7 ma-
sa di lavoro. La reintegrazione delle case ritata a Carlo Alberto duca di Savoia-Ca-
religiose de' due sessi, che già accennai, rignano poi re di Sardegna virtuosa re- ,

ebbe effetto per l'autorità del breve, Li- gina che morì in Torino nel 855. A'6 1

teris vestris, de'i3 agosto 18 16, Bull. aprile Ferdinando III passò a secon-
182 1

a
Rom. cont. 1. 14, p. 204, diretto da Pio de nozze con M. Ferdinanda Amalia prin-
VII agli arcivescovi di Siena, di Firenze cipessa di Sassonia. Nel 1824 ordinò i la-
e di Pisa, nec non dilectis filiis resti- vori idraulici nella Val di Nievole, e le
tuendis regularium ulriusque seocu do- cateratte al Ponte a Cappiano per impedi-
mibus per universam Hetruriam cerno- re l'introduzione dell'acque torbide nel-
nice deputatis. Fu riaperta la nunziatu- la palude di Fucecchio: nel 17 80 il padre
ra di Firenze, ma col semplice uditore suoavea fatto abbassare la pescaia al pon-
della nunziatura avv.PietroValentini. Nel te, annullando le disposizioni colle quali i

1816 si principiarono i lavori idraulici e Medici aveano mirato ad aumentar la pe-


di bonificazione nella Val di Chiana. Que- sca, e migliorando l'aria nella valle me-
sti lavori ,
pe'quali fu adottato \\ sistema diante provvedimenti presi in tale circo-
i

delle colmate, erano grandemente avan- stanza. Ferdinando III dopo il suo ultimo
zati alla morte del granduca, e furono ritorno a Firenze gustòdi tranquillo ripo-
poi con egual zelo continuali dal succes- so, dopo circa 20 anni di agitazione. La
sore, in modo che quasi 20 anni dopo fu- giustizia, le finanze, le belle arti, i miglio-
rono ridotti a perfezione. Oltre l'ascinga- ramenti industriali e commerciali, ogget-
2 ,4 TOS TOS
li tulli favolili del suo zelo, l'occuparono fante diSpagna, per morte della madre
a
senza interruzione. Pieno di lumi e di tol- duchessa M. Luisa. Nel 182 5 Leopoldo
leranza, dacché il caltolicismo era la re- 11 organizzò il dipartimento dell'acque e
ligione dominante, seguì dell'amministra- strade, e fece cominciare i lavori per apri-
Rione francese tuttociò che riguardava co- re 3 nuove strade: quella della Cisa in Lu-
me semplice e più vantaggioso, vale a di- uigiana; l'altra che da Arezzo conduce per
re quasi ogni cosa. Si oppose di tulio il Borgo s. Sepolcro al confine, continuata
poter suo alle reazioni, e realizzò per quan- dal governo pontificio per la Valle del Me-
to era possibile di farlo, dopo i narrati e tauro ad Urbi no; e la 3.' che passando per
sì vasti rivolgimenti, la conciliazione dei s. Gaudenzio e seguendo il fiume Monto-

parliti. I suoi stali divennero l'asilo delle ne, mena a Rocca s. Casciano, Dovadola
persone d'ogni opinione; perciò negli ul- e alle frontiere presso Forlì: questa stra-
timi tempi la Toscana fu di tutta l'Ilalia do, che per la valle del Montone condu-
il paese ove maggior libertà.
si visse colla ce in Romagna, nel i836 fu terminata.
La pace nella Toscana non vi fu altera- Nel 1826 si stabilì la banca di sconto sot-
ta pe'sconvolgimenti t\e Carbonari e al- to la prolezione del governo. Pendeva da
tri Scttari } che fecero rivoluzionare il Por- molto tempo fra il governo pontificio e
togallo, la Spagna, il regno delle due Si- quello di Toscana una questione sulla per-
cilie, il Piemonte. Ferdinando 111 morì ai tinenza della villa e del territorio di Co-
iBgiugnoi 824: ama-
colto ed affabile, fu spaia, esistente fra Città di Castello e Bor-
to dal popolo in vita e compianto in mor- go s. Sepolcro. Essa fu accomodala indet-
te. Scrisse di lui il Reumout.» Quale sia to anno colla divisione della cosa contro-
slato lo spirilo che animò quel principe versa. Il villaggio di circa 3oo abitanti,
umanissimo e veramente benefico} quali fu nella porzione toccala allo stato ponti-
sien oggi le massime e le tendenze lode- fìcio, e fu appodialo al comune di s. Giusti-
volissimeda cui prende norma il governo no, distretto e diocesi di Città di Castel-
dell'augusto suo figlio e successore, lo di- lo. Nel 1827 Leone XII col breve, Ex
mostrano il progresso sicuro e continuo multìs eximiisque virtutibu$% de'i3 no-
delle pubbliche istituzioni, delle scienze e vembre 182 7, Bull. Rotti, eont. t. 17, p.
delle leltere; l'avanzamento notabile del- 295, concesse il titolo di Camerieri ono-
l'agricoltura, delle arti più utili e dell'in- rari del Papa , con facoltà d' indossare
dustria; i miglioramenti legislativi e am- l'abito paonazzo e la cappa rossa fodera-
ministrativi, lo stalo fiorente del pae^e, e ta di pelli d'ermellino nell'ecclesiastiche
i generosi sforzi che hanno per iscopo di funzioni, a'cappellani curati il lustris Do-
far partecipare al general ben essere quel- mus magni Etruriae Dueis. Furono pub-
le parti di esso che per colpa de'secoli e- blicati dal governo i regolamenti sugli af-

rano rimaste misere e derelitte; finalmen- fari riguardanti l'amministrazione de'beni


te, la tranquillila conservata in mezzo al- de'pupilli. Nel 1828 fu emanato il moto-
le commozioni e agli altrui pericoli (ram- proprio concernente i lavori idraulici di
mento, che pubblicò l'elaborata sua ope- bonificazione da eseguirsi nelle Maremme
ra nel 84 i)>e quell'amore che ogni clas-
1 sanesie pisane. I governi pontificio e to-

se del popolo porla e professa a'suoi re- scano conclusero una convenzione perla
gnami. Contrassegni di tal fatta mai non reciproca consegua de'disertori e de' rei di
si dissero uè si diranno fallaci". alcuni determinati delitti; da doversi rin-
Leopoldo li che gli successe, trovò lo novare di quinquennio in quinquennio, si-
stalo paterno bene ordinato e tranquillo. no a dichiarazione in contrario d'uno dei
Poco avanti era salito sul trono di Lucca due governi. Simile convenzione ebbe luo-
il principe Carlo Lodovico di Borbone iu- go nel 829 tra l'Austria e la Toscana. In
1
5

TOS TOS 2 1

quell'anno fu istituita in Firenze la ca*>sa in buona parte dello stalo pontificio: le


di risparmio, benefico esempio che tosto nergia del nuovo Papa salvò lloina (J \)
seguirono Pisa, Livorno, Siena e altre cit- e il resto dello stalo, e poi vinse e frenò
tà e luoghi. Venne stabilito l'archivio del l'insurrezione col soccorso degli austriaci,
soppresso Monte comune, e delle corpo- che ristabilirono il governo ducale in Mo-
razioni religiose soppresse. Si comincia- dena. Il reprimentodellasollevazione ita-
rono lavori nella pianura di Grosseto, col
i liana non ne avvilì punto i principali fau-
solidaleuna parte del letto del fiume Om- tori. Alcuui de'rifugiati in Francia e di-
brone presso Poggio Cavallo. Avendo sino moranti in Marsiglia, fra'quali Giuseppe
ad ora fatto le veci del nunzio di Firenze, Mazzini genovese, Bianchi-Giov'mi pie-
l'uditore della nunziatura avv. Valenlini, montese,e Santi di Rimini, fondarono una
Pio VI li nel febbraio i83o nominò nunzio nuova società segreta, diretta a rendere
apostolico di Firenze mg/ Giacomo Lui la rivoluzione sempre più. radicale. Fu es-

gi Brignole genovese, già referendario di sa denominata Federazione della Giovi-

segnatura, ponente del buon governo, as ne Italia, ed suoi statuii in sostanza con-
i

sessore del governo e del vicariato, vice- tenevano, come li svelò il supplemento al
legato di Ferrara, protonotario apostoli- n.°] 7 delle Notizie del Giorno di Roma
co, e vicario della basilica Lateraneuse, ed del 1 832, a vere per iscopo di migliorare la
e'i5 marzo lo preconizzò arcivescovo di condizione politica d'Italia, mediante uno
IN'azianzo. A'26 aprile si aprì alla presen- scoppio rivoluzionario generale, senza al-

za del granduca e delia granduchessa il cuna transazione col nemico. Ogni fede-
i.° canale diversivo dell'Ombroue, lungo rato doversi bene armare, e ispegnere col
5 miglia, si fecero le arginature de'fìumi braccio e infamare colla voce i tiranni e
della Cruna e della Fossa, e si cominciò la tirannide (ossia sovrani eie monarchie,
i

un pozzo artesiano in Grosseto. Nel 83 1 1 secondo i settari) politica e morale, citta-

s'intrapresero i lavori pel 2. canale diver- dina e straniera; di combattere l'inegua-


sivo dell'Ombrone, aperto presso la cate- glianza tra gli uomini d'una stessa terra,

ratta Ximenes di 3 miglia e più, e intor- e di cercare per ogni via che gli uomiui
no allago di Castiglione della Pescaia; l'ar- della Giovine Italia ottengano la direzio-
ginatura del fiume Sovata, il molo di Fol- ne della cosa pubblica. L'insurrezione del
lonica, ec. Intanto la rivoluzione liberale i83i, come non si propagò in Toscana,
di Parigi e di Francia, che nell'anno pre- lo ripeterono molti scrittori contempora-
cedente avea scosso l'Europa, portato al nei. Solo dirò col Coppi, che la Toscana,

Irono Luigi Filippo d'Orleans, e prodot- sebbene circondata da paesi rivoltosi, ed


to movimenti popolari in molle contrade, eccitata nascostamente da'faziosi, rimase
avea ridestato in Italia le auliche idee di tranquilla. 11 granduca limitossi a pren-
libertà e di unione nazionale, ed eccitalo dere alcune precauzioni, fra le quali vi fu

le speranze de'malcontenli d'ogni specie, l'istituzione d'una guardia urbana in Fi-

facendosi forte del promulgato principio renze, che facesse il servizio della capita-
del non intervento e nello speralo aiolo le, nel caso che la truppa dovesse invigi-
di Francia. A'3 febbraio si tentò in Mo- lare a'eonfìni.Il duca di Lucca, il quale

dena la rivoluzione, e nel ducalo faziosi i da alcuni anni dimorava in Germania, te-
liberali la fecero scoppiare in vari luoghi, e meva, non senza fondamento, che sud- i

poiinModeua stessa. A'5 incominciò a Par- diti approfittassero della prima occasione
ma, nel precedente giorno essendo princi- per sottrarsi al suo dominio. Quindi per
piata in Bologna, ignorandosi ch'era ter- allettarli, soppresse o diminuì alcuni dazi
minata la sede vacante a'2coil'elezione di nell'aprile. Riferisce lo slesso annalista che
Gregorio XV J, e si dilatò teriibiluuuite nel i832 iu Toscana s'iucomiuciò a ma-
2.6 TOS TOS
ni Tettare spirito rivoltoso, per unir l'Ita- sieme fu sempre sollecito della salute del
lia in un governo costituzionale, del qua- gregge, padre de'poveri, caro a tutti, an-
le ne fosse capo un creduto figlio di Na- che per la dolce indole dell'animo e per
poleone. Intanto a'2 4 mallo molila gran- gli affettuosi e ingenui modi che sapevano

ii uchessaM." A una Carolina, lasciando una cattivargli il cuore d'ognuno. Nello stesso
figlia l'arciduchessa Ferdinandina, mari* i83?.si aprì il2.°canalediversivotra l'Olii-
tata poi al principe Lutpold di Baviera. brone e il lago di Castiglione; si fecero
La granduchessa Marianna neh 834 fon- l'arginature della Cornia, e lavori intor-
dò in Firenze il reale| istituto dell'An- no al lago di Piombino, oltre l'emissario
nunziata, oggidì presieduto e protetto del lago di Rimigliano. Il nunzio di Firen-
dall'augusta sorella di granduchessa lei, zemg/Brignole temporaneamente,dopo il
M. a Ferdinanda. Quest'istituto, che ono- cardinal legato Opizzoni e il commissario
ra Firenze, ed ove molte delle più colte straordinario nelle 4 legazioni del cardinal
e gentili dameToscana e d'Italia han
di Albani, nello slesso i832 fu nominalo in
ricevuto il tesoro d'una educazione scel- aprile dal Papa anch' egli commissario
r
tissima, deve amg. Gio. Ballista Panet- straordinario, per cui passò in Bologna.
ti di Signa prima vescovo di Fiesole e poi Crescendo il fermento in Toscana, i fazio-
r
arcivescovo di Pisa, non che a mg. Fran- si sparsero un proclama nella vigilia del
cesco Bronzuoli di Firenze vescovo di Fie- protettore s. Gio. Battista e profanando*
sole, quegli ottimi principii di religiosa lo. Imperocché in esso rammentarono la

pietà e que'sistemi e ordinamenti di civi- libertà, l'indipendenza e la prosperità del-


le istruzione, che lo hanno reso costante- l'antica repubblica fiorentina, della qua-
r
mente celebrato. Mg. Bronzuoli succes- le s. Gio. Ballista era patrono; declama-
r
so al defunto mg. Panetti alla direzione rono contro il dispotismo, avvilimento e
dell'istituto, per questo pubblicò l'aureo dipendenza dell'Austria, invitando quin-
libro dell' Istituzioni cattoliche, dei qua- di tutti gl'italiani ad imitare gli alemanni
le mi vado giovando, e dal quale potrà che agivano per unirsi in un sol corpo. Ri-
ciascuno giudicare di qual tempra fosse- cordarono pure l'antica gloria, e gli ecci-
ro V ingegno, la dottrina, la pietà pro- tarono perchè ripigliassero l'antico corag-
fonda dell'animo suo. Rapito da morte gio per ricuperare la libertà. Che i tosca-
in Firenze ili.°marzoi856, meritò dalla ni poi riconoscessero nel s. Precursore un
a
Civiltà cattolica, serie 3. , t. 2, p. 22g,il amico del popolo ed un martire della ti-

più splendido e magnifico elogio, cele- rannia. 11 governo disprezzando tali leg-

brandolo per prelato di grandi e aposto- gerezze, ammonì alcuni di quegli ardenti e
liche virtù, di singoiar dottrina, di zelo inesperti liberali,cacciòdalla Toscana vari
indefesso per la Dio e per la
gloria di sa- forestieri, complici o fautori di quelle idee,
lute delle anime. Era stato in prima ec- e la cosa svanì. Rimarca il Coppi, che il fi-

cellente curato della metropolitana fio- glio diNapoleonel,dall'avoFrancesco l fat-

rentina, e sapiente riformatore dell'edu- to duca di Beichstadt e che per le sue do-
catorio delle fanciulle povere detto della ti erasi acquistata la di lui benevolenza, e
ss. Concezione in via di Foligno. Gover- pe'progressi negli studi militari nominato
nò il vescovato di Fiesole in tempi diffi- tenente colonnello, morì di manifesta eti-
cilissimi, ed in sì vasta diocesi, l'alacrità sia a'22 luglio d'anni 22; così estinguen-
del suo spirito, la prudenza somma e la dosi la discendenza di Napoleone I,e la ca-

sapienza di cui era ricco, fecero mirabile sa regnante in Francia fu libera da un


prova; zelò ancora i costumi del clero, l'i- pretendente che nelle rivoluzioni poteva
struzione e lo spirito ecclesiastico de'gio- talvolta essere formidabile. Nel febbraio
\anctti educati nc'suoi seminari, ed in- 1 833 Gregorio XVI promosse il nunzio
TO S TO S 417
r
mg. Brignole a Tesoriere generale (nel una canna; e che appena Gregorio XVI
quale articolo indico i luoghi ove ne par- emanò l'analogo breve de'24 luglio io fo
Ini, non avendo potuto scriverne la bio- fu fabbricata la chiesa e il convento. Qui
grafia, essendo stampata da molto tempo peròemenderò tali date, sebbene le ripor-
la lettera Z?), poi cardinale; ed in suo luo- tai coli' autorità del critico e accuratissi-
go nominò d. Girolamo cav. Feiiciange- mo Repetti, con dichiarare: Che la bolla
li di (Camerino protonotario apostolico, Simimus jPo/z*//èx, Gregorio XVI l'ema-
incaricato d'affari della s. Sede presso il nò informa brevis a' 1.1 giugno 833. L'e- 1
r
granduca Leopoldo II. Mg. Feìiciangeli secuzione poi della bolla il Papa l'affidò,
era stato segretario del nunzio di Bavie- insieme ad altra difficilee complicata com-
r
ra mg. Serra-Ca ssano, poi cardinale, e missione sui beni ecclesiastici di Lucca,
indi uditore della medesima nunziatura. all'incaricato d'affari della s. Sede in Fi-
r
Leone XII 1' avea destinato uditore del renze mg. Feìiciangeli; e questi quale suo
r
designato nunzio di Firenze mg. Costan- speciale deputato l'effettuò a'3 agosto, re-
tino Patrizi, ora cardinal vicario, il qua* candosi di persona da Firenze a Viareg-
le per la morte del Papa ed elezione di gio. Dovette superare gravissime difficol-
Pio Vili non recandosi più in Firenze, tà, sia per addossare al governo ducale
r
il nuovo Papa nel sostituirgli mg. Bri- l'erezione della chiesa e del convento, sia
gnole,nominòefFettivamente uditore del- per rinvenire tutti crediti abbandonati
i

r
la nunziatura di Firenze m<* Felician- della Garfagnana eappartenenti alla chie-
geli e partì con quel prelato, ch'ebbe pure sa e al patrimonio ecclesiastico di Lucca,
Luc-
l'incarico di sistemare gli affari di che uniti a'fondi già indemaniati e poi ri-
ca che da circa 20 anni pendevano. Al- cuperati ascesero alPiugente somma di li-
r
lorquando mg. Brignole passò in Bolo- re lucchesi 1,379,303. Questi servirono.!
gna, mg/ Feìiciangeli era restato in Fi- distribuirli a i 3 corporazioni religiose di
renze quale incaricato d' affari interino, ambo i sessi,della medesima Lucca, le qua-
e perciò continuò la trattazione degli af- li poi si addossarono il peso temporaneo

fari cominciati dal nunzio, che appena delle pensioni vitalizie , arretrate e cor-
tornato a Firenze fu promosso al teso- renti, sia a 70 individui circa rimasti al
rierato. Talvolta i Papi commisero de- secolo, per Io scioglimento delle corpora-
gli affari ecclesiastici dello stalo di Luc- zioni religiose, con equa e proporzionata
ca, prima che fosse riunito al granduca- distribuzione, sia a 122 individui rientra-
to, a' loro rappresentanti in Firenze, ed ti ne'con venti e monasteri, in tutti 1
92 in-

eccone uno degli ultimi esempi. Nell'ar- dividui de'due sessi; e furono assegnati iu
ticolo Lucca, non solo parlai della cit- beni fondi per la somma di lire 4-53, 309:
tà, dell'arcivescovato, deìlo stato, repub- le altre lire 923,994 servirono per l'estin-
blica e ducato, ma ancora di Viareg- zione del credito del governo, per le con-
gio, diCamaioredi Versilia, di Bagno o tribuzioni ed imposte, pe'parrochi e im-
Bagni di Lucca, di Marlia, ec. Dicendo poste da pagarsi da'medesimi, per la spe-
di Viareggio, narrai che in quella citta sa de'culti e sue annue gravezze, e final-
popolata di circa 7000 anime, e sempre mente per le benedettine riunite nel mo-
crescente, non potendo esservi sufficiente nastero della Zecca, finche esso non sia
l'unica chiesa parrocchiale di s. Antonio, provveduto di mezzi sufficienti. Questa
r
il duca Lucca Carlo Lodovico decretò
di complicata e ardua operazione, mg. Fe-
nel 839 che vi si erigesse una 2/ chiesa
1 ìiciangeli l'eseguì con tale una precisione,
parrocchiale con convento di religiosi, e da non potersi bramare la maggiore. Leo-
vicinissima alla spiaggia del mare, per- poldo Il partì da Firenze e giunse in Ro-
chè questo ogni anno si ritira per circa ma «'2 5 moggio dello stesso 1 833, sotto
voi. ixxvni. i5
218 TOS TO S
il nome di conte di Pitigliaoo, e si reco al ni benestante di Livorno, conte Agostini
suo palazzo di Firenze, accompagnato dal di Pisa, Vaselli professore di Siena, Con-
cav. Ginori gran ciambellano e da altri tucci professore del collegio di Pistoia. Si
di sua corte. Osservalo ciò che di più sin- scoprì quindi, non sussistere congiura for-
golare è nella gran città, nella seguente male, ma Siena una so-
essersi istituita in

sera poi fossi, accompagnato dal conteLut- cietà segreta denominata Congrega pro-
zow ambasciatore d'Austria, non che dal vinciale sanese, diretta a turbare l'ordine
suo nobile seguito, a visilareGregorioXVl pubblico. In Livorno essersi formala una
nel Vaticano, dal quale fu accolto colla cassa per sovvenirci liberi uomini tradi-
più effusa paterna amorevolezza. Indi nel ti dalla fortuna, ed essersi raccolte circa
giorno appresso granduca in si pose il 7000 lire.Questo denaro essere stato spe-
viaggio per Napoli, ove a'7 giugno sposò dito al genovese Giuseppe Mazzini, ludi
la principessa M." Antonietta di Borbone, nel dicembre gli arrestati furono per la
sorella del regnante re delle due Sicilie. maggior parte rilasciati ed alcuni libe- ,

Da questo felice matrimonio successiva- ramente, come Pieri, Salvagnoli e Ven-


mente nacquero: .°nel 8341'arciduches- 1 1 turi. Altri però furono posti sotto la vi-
saM. a Isabella; 2.V10 giugno 835 l'ar- 1 gilanza della polizia, e fra essi il Guerraz-
r
ciduca Ferdinando, gran principe eredi- zi. Di più. 3 sanesi, tra'quali il d. Fran-
a
838 l'arciduchessa M. Cri-
tario; 3.° nel 1 cesco Guerri, furono condannali a'eoufi-
stina;4«°ocl 83g l'arciduca Cai lo; 5.° nel
1 ni da'3 a'7 anni, per sentenza della rota
a
i845 l'arciduchessa M. Luisa; 6.° nel criminale di Firenze. Che i nominali a-
1847 l'arciduca Luigi Salvatore; 7. nel vessero relazione co'cospiratori dello sta-
i852 l'arciduca Gio. Nepomuceno. Nel to pontificio e napoletani, dice il Cop-
medesim 01 833 si fecero nuovi emissari pi averlo riferito il Guerrazzi s'esso nel-
al lago di Castiglione. Siccome l'impera- le sue (scrisse pure il romanzo
Memorie
tore Francesco I, già granduca di Tosca- Beatriee Cenci, Storia del seco-
storico:
na , nel 1747 avea sottoscritto col gran lo XVI, Bastia 854; delia quale ^ enci
1

sultano Abdul-Hamed un trattato di pa- riparlai nel voi. LXXII1, p. 2o3, dicen-
ce perpetua e di libero commercio, dichia- do che la chiara e robusta penna del vi-

rando che nel medesimo fosse compreso centino cav. Filippo Scolari, avrebbe da
il granducato di Toscana, ed porti e le i parsuo vendicato l'oltraggiata verità del-
isole al medesimo sottoposte; cos'i Leopol- la sloria, deturpata anche dal Guerraz-
do li ne sottoscrisse un altro col sultano zi,con quella romantica da lui compo-
Mahmud 11, col quale sì determinarono sta.In fatti nel i855 a Milano, co' tipi
vari articoli, per facilitare e vieppiù esten- Borioni e Scotti, il cav. Scolari permise
dere le relazioni fra' rispettivi sudditi, e la pubblicazione della sua: Beatrice Cen-
consolidare e restringere maggiormente ci causa celebre criminale del secolo
la perfetta aniic'ma, che da sì lungo tem- XVI, Memoria storica. In essa a far lu-
po sussisteva tra 'due sovrani e i loro sta- cido il giusto intendimento di questa sua
ti. Racconta ilCoppi, che nel principiar onorevole e importante novella studio-
di settembre, furono arrestati in Toscana sa fatica, vi appose in fronte il testo del
33 individui sospetti di complicità nella da lui tanto illustrato Dante: La verità
trama italica. Essi erano per la maggior nulla menzogna'j rodi. Così il sa vio e seni -

parte ragguardevoli, e fra gli altri vi fu- pie religioso letterato, accennando cau-
rono gli avvocati Pieri e Vincenzo Salva- tamente le particolarità che avessero po-
glieli di Firenze, Angiolini di Pisa, Fran- tuto oltrepassare i limiti morali della de
cesco Domenico Guerrazzi
Livorno, e di cenza, dell'onestà e del decoro, egregia-
Gio. Antonio Venturi di Pistoia, Cai lo Bi- mente dichiarò la veridica storia del eia-
TOS TOS 219
moroso fatto, tanlo esagerato e denigra- Loreto Santucci di Mentana, distretto di
to a grave scapilo di venerabili autori- Tivoli, già arciprete della sua patria, mi-
tà, per l'introdotte circostanze calunnio- nutante della segreteria di stato e custo
se e mendaci, ad offesa della cattolica re- de generale d'Arcadia, colla qualifica d'in-
ligione, in varie guise e sempre colle tin- caricato d'affari in Firenze. Sostenne giu-
te de'protestanti; concentrandosi perciò stamente la gran vertenza col ministero,
nel deplorabile argomento quanto più dalla quale uscì vittoriosamente, intorno
d'immoralee avverso si volleal Pontifica- la precedenza dovuta in corte all'incari-
to romano riunire, ed eziandio all'ordine cato pontificio a preferenza del ministro
pubblico,equale poteva essere vergato da di Svezia acattolica. La questione diplo-
penne nemiche. Tale storia del Guerrazzi matica, esaminata anche dal nestore del-
già con decreto della congregazione del- la diplomazia europea principe di Metter-
l'indice de'i4 dicembre i854,fu messa meli e i.° ministro dell'imperatore d'Au-
all'indice de'libri proibiti; e ne die contez- stria Francesco I, trovolla condotta ma-
za la Cronaca di Milano del cav. I. Can- gistralmente, e ne tributò al Santucci i

tù, t.i, p. 5 ei2. Egli è inoltre autore di più onorevoli encomi. Neh 838 Leopol-
quegli altri romanzi e scritti istorici, che do IIcou molo-proprio provvide all'am-
ricordò la Civiltà cattolica, serie i.\ t. ministrazione della giustizia civile e crimi-
i o,p. 704, serie 2.", t.3, p. 466). Nel 834 1 nale, colla regia consulta e corte eli cas-
si stabili l'uffizio pei la conservazione del sazione, colla corte regia di Firenze, coi
catasto e la direzione generale dell'acque io tribunali collegiali di 1. "istanza in Fi-
e strade, e si emanarono regolamenti in renze, Livorno, Pisa, Siena, Pistoia, Arez-
favoiedelcommerciodiLivorno.Nel 835 1 zo, Grosseto, Monte Pulciano, s. Minia-
poi fu messo in attività nuovo catasto il to, e Rocca s. Casciano; cogli uditori giu-
a
incominciato da Ferdinando III, e si die dici di ì. istanza in Pontremoli e Porlo
principio alla nuova circonvallazione del- Ferraio, co'5o vicariati regi, e colle 60
la città di Livorno, includendosi in essa, podesterie. S'incominciarono altri lavori
co'dirilti di porto franco, anche i sobbor- idraulici nella Val di Chiana, e si aprì una
ghi; indi soggiacque alla Pestilenza del maggiore mediante la
uscita alle piene
cholera, e poscia nel 1837 furono aperte depressione della chiusa de'raonaci bene
le nuove barriere, e vi fu stabilita la ban- dettini presso Arezzo. Nel i83g il gran-
ca di scouto. Neh 835 il granduca ema- duca col re di Sardegna suo cognato con-
nò la legge sulla successione degli esteri cluse un accordo sulla giurisdizione ma-
in Toscana, che riportai al citato artico- rittima e l'entrata forzala de'bastimenti
lo Testamento. Nel i836 fu sottoscritta ne'rispettivi porti;il re di Sardegna lo fe-

in Firenze una convenzione della Tosca- ce pure col duca di Lucca. In giugno eb-
na colla Sai degna, per l'arresto e la re- be luogo una magnifica festa popolare in
ciproca consegna di tutti i malfattori sud- Firenze, offerla da Leopoldo II nel palaz-
diti de'due stati, che si rifugiassero in uno zo Pitti e nel giardino di Boboli; ed in
di essi. Fu destinala Follonica nella Ma- novembre segui la solenne inaugurazione
remma a centro dell'amministrazionedel- de'tribunali. Neh84o a'22 maggio l'im-
le miniere e fonderie di ferro del grandu- peratore d'Austria e il re di Sardegna sti-

cato. All'incaricato d'affari della s. Sede pularono una convenzione per garantire
mg/ Feliciangeli,clie successivamente di- le proprietà delle produzioni dell'ingegno

venne quale già lo descrissi parlando de- e dell'arte, onde favorire e incoraggiare
gli stabilimenti pii toscani in Roma, ces- le scienze e le arti a vantaggio de'rispet-
sando l'ultimo d'agosto 1 836, subito livi autori, onde impedire eilicacemente
Gregorio XVI gli die in successore d. la contraffazione di loro opere. Invitati ad
220 TOS TOS
aderire alla convenzione gli altri governi polcro gentilizio nella chiesa della Pietà,
d'Italia, fecero la loro adesione il Papa, il eretta sul fine del secolo passato dal suo
granduca di Toscana, il duca di Lucca, il zio Gaetano Santucci, e sull'urna volle che
duca di Modena, la granduchessa di Par- si scolpisse l'epigrafe: Ossa Peccatori*.
ma. Con regolamenti in Toscana fu com- Però il suo nipote d. Domenico Santucci
pito il riordinamento dell'amministrazio- pubblicò nel t. i4, p. 3i dell' Album di
ne giudiziaria; altri si emanarono per Tu- Roma: Cenni intorno alla vita di mgS
ni versila e gli studi. Si fecero i lavori pre- d. Loreto Santucci. Lo celebra per viva"
paratore per Ja strada ferrata da Firenze ce e colto ingegno, qual nitidissimo poeta
a Livorno, e per la strada daPistoia al con- italiano, e per altre egregie doti. Dice che
fine Bolognese , e si fece la strada della oltre il Saggio della versione Oraziana e
Torretta. Di tali ferrovie e dell'altre fatte le poesie (fra le quali: Poche Rime, Peo-

in seguito, come dell'introduzione de'te- nia 1 835), già pubblicate, ne lasciò altret-
legrafì, ragionai in principio di quest'arti- tante inedite, ed ancora un corso di Spie-
colo. Si continuarono i lavori nelle Ma- gazioni del Vangelo, vari panegirici e ra-
remme sanesi; e nella palude di Castiglio- gionamenti accademici, un trattalello sul-

ne si nuovo emissario di s. Leopol-


aprì il una versione degl'Idilli
lo stile epistolare,

do con foce nel mare; potendosi quindi di Gessner, e molte scritture che potreb-
condurre al mare una maggior quantità bero servir di modello a chi si dedica al-
d'acque, dopo deposte le torbe, poi si pro- la carriera diplomatica. Termina Cenni i

lungarono gli aperti e ricordati canali di- colla bella iscrizione che fu posta nella
versivi dell'Ombrone. Nel 1841 il gran- delta chiesa ,
per onorarne la memoria.

duca sottoscrisse altro trattalo di com- Gregorio XVI nel medesimo 84' nomi-
1

mercio colla Porta Ottomana e il regnan- nò incaricato d'affari in Firenze il cano-


te sultano Abdul-Medjid, col quale furo- nico d. Bernardo Maria Tirabassi di Ro-
no regolali alcuni articoli del precedente, tella diocesi di Montalto e canonico del-

nello scopo di assicurare a'suoi sudditi il la patria collegiata (di cui farò parola a
godimento di quelle facilità e di que* van- Traslazione), già professore di filosofia
taggi, che i commercianti stranieri gode- nel seminario diocesano, indi addetto al-
vano allora negli stati musulmani. L'inca- la nunziatura apostolica della Svizzera di
r
ricato pontificio mg/ d. Loreto Santucci mg. De Angelis, ora cardinale arcive-
nello stesso 1 84 1> nel 5.° anno del suo mi- scovo di Fermo, cui successe quale intera
nistero fu colpito in Firenze d'apoplessia; nunzio, ed allora minutante della segre-
sebbene rimanesse liberissimo di mente, teria di stato, e poscia lo dichiarò suo ca-
tuttavia richiese al Papa, che l'avea fatto meriere segreto soprannumerario. Nel di-
suo cameriere segreto soprannumerario, scorso congresso di Vienna del 1 8 1 5> era-
di tornare in Roma e fu esaudito. Ama- si stabilito, come accennai, che allorquan-
to e slimato dal corpo diplomatico, dai ve- do fosse venuto il caso della ri versione di
scovi di Toscana, da'letterati e dagli ar- Lucca alla Toscana, il granduca dovesse
tisti, si procacciò pure la benevolenza del- cedere al duca di Modena alcuni distret-
l'augusta famiglia regnante, per la giovia- ti, i quali paesi per la loro geografica po-
lità del suo ingegno e amena letteratura; sizione imbrogliavano le rispettive frou-
descrivendo in versi assai leggiadramen- tieremodenesi e toscane. I due sovrani in-
te alcuni usi di coite, la vaghezza d'alcu- con essi il duca di Lucca, fu-
teressati, e
ne ville toscane, i caratteri d'alcuni per- turo duca di Pai ina, Piacenza e Guastal-
sonaggi. Cessò di vivere in Roma nel 1 84^, la, desideravano di rimediare a questo in-
e secondo il suo volere fu trasportata la conveniente, e nel tempo stesso migliora-
spoglia mortale in JMcutana e posta uel se- re maggiormente i confiui de'propri sta-
TO S TOS 22 1

ti. Perciò a'28 novembre 1


84 \ sottoscris- l'aggregazione del ducato di Lucca alla
sero un trattato in Firenze, coll'iuterven- Toscana gli verrebbero io contatto, eppu-
zione dell'imperatore u" Austria e del re re dovrebbero essere ceduti, convennero
di Sardegna (che poi pubblicò il n.°r del- di proporre al duca di Modena il cambio

lo Gazzetta dì Firenze del i848),nel qua- di questi due vicariati di Barga e Pietra-

le si premise.» A vere riconosciuto unani- santa contro l'isolato ducato di Guastalla


memente che la linea di frontiera d'una e le terre parmigiane poste alla destra
parte de'loro stati rispettivi era intralcia- dell'Enza, nel qua! caso i distretti tosca-

ta e suscettibile di facili miglioramenti re- ni isolati in Lunigiana sarebbero cedutial


ciproci, all'epoca fissata dal congresso di futuro duca di Parma, ond'egli vi acqui-
Vienna, per le varie riversioni ad essi sta- stasse, con. un territorio attiguo al suo fu-
bilite; e non potersi altrimenti togliere turo ducato di Parma e Piacenza e più.
gl'inconvenienti di quella frontiera, fuor- prossimo al Mediterraneo, l'unico mezzo
ché con un cambio di piccole porzioni al- proprio a permutarvi i vari inchiusi, e a

lora isolate di territori» loro. Ciò per al- stabilirviuna linea di frontiera regolare
tro non potere altrimenti aver luogo, se col duca di Modena, solo possessore de'fon-
1' imperatore d' Austria ed il re di Sar- di egualmente isolati in Lunigiana. Il du-

degna non acconsentissero od una modi- ca di Modena accettare questo cambio, e


ficazione de'dirilti di riversione, derivan- perciò rinunziare al possesso delle terre
ti rispettivamente per essi da vari tratta- di Bazzanoe di Scurano sulla sinistra del-
li. Perciò essersi indirizzati a questi due l'Enza a favore del futuro duca di Parma
monarchi. L'imperatore riconoscendo l'u- e Piacenza. E ciò sotto le condizioni che
tilità d'una migliore confinazione, anima- quella porzione di Apennino nel vicaria-
to d'altronde dal desiderio intenso di con- to di Barga, la quale versa nel Modenese,
tribuire, anche con un sagrifizio dal suo siagli ceduta, cosicché il confine scorra
lato, ad un'opera tanto reclamata dall'in- sulla vetta fra'monli Piastraioe Porticcio-
teresse de'sovrani de'3 slati summentova- la, e non più sul pendio orientale. Di più
avere giudicato che meglio perverreb-
li, il lago di Porta presso mare nel vicaria-

besi allo scopo, ove si aprissero apposite to di Pietrasanta, che trovavasi allora di-
trattative in Firenze. Il re di Sardegna, viso fra quest'ultimo territorioToscano e
tenendo non meno a cuore di dare a'so- l'attiguo Montignoso a lui de-
Lucchese di

vranidi i\Iodena,LuccaeToscana le mag- voluto dal congresso di Vienna, resti tut-


giori dimostrazioni di confidenza e d'a- to di sua appartenenza. Il granduca di To-

micizia, avere pur esso acconsentitoa par- scana cedere al futuro duca di Parma va- i

tecipare alle trattative". Quindi i pleni- ri suoi possedimenti distaccati in Lunigia-


potenziari de* 5 sovrani si adunarono in na, cioè Pontremoli, Bagnone, Groppoli,
Firenze, ed a'28 novembre sottoscrissero Lusuolo, Terrarossa,Albiano, Calice e ter-

un trattato, nel quale in sostanza si con- re annesse. Per rettificare i rispettivi con-
venne ne'seguenti articoli. »L'infante,du- fini, il futuro duca di Parma cedere a quel-
ca attuale di Lucca, futuro di Parma, Pia- lo di Modeua, Albiano, Ricco, Terraros-
cenza e Guastalla, trovando sommamen- cambio distret-
sa e Calice, e riceverne in i

te vantaggioso l'aggregare al futuro suo timodenesi diTreschielto,Villafranca,Ca-


ducato di Parma una parte della Luui- stevolie Mulazzo. L'imperatore d'Austria
giana,nel versante meridionale dell' Apeu- nel riconoscere la cessione di Guastalla e
nino; ed il granduca di Toscana, aman- dell'Olir' Enza al duca di Modena, anzi-
do pure di ritenere ne'suoi domimi pro- ché al futuro duca di Parma, garantire
pri due vicariati di Barga e Pietrasanta,
i al duca di Modena e suoi eredi e succes-
ch'erano tuttoché suoi distaccati^ che nel- sori, che in niuu modo sarà loro turbato
222 TOS TO S
il pacifico possedimento di questi territo- rà stato commesso. Con dichiarazione poi
ri! da chi intendesse vantar diritti o pre- sottoscritta inVienna, l'Austria e la To-
tese sopra medesimi, e nel tempo stesso
i scana convennero , che ogni bastimento
dichiararsi soddisfano di trasferire sul di- d'uno stato, il quale fosse per forza mag-
stretto di Pontremoli e sull'altra porzio- giore costretto ad entrare in una parte in
ne di Luniginna, assegnata al futuro duca un porto dell'altro, andasse esente da o-
diParma, il diritto di riversibililà che gli gni tassa di porto e di navigazione, che si

compete sopra Guastalla e sull'Oltr' En- percepisse o potesse percepirsi per conto
za. Restare però convenuto fra l'impera- dello stato. Pioggie dirotte cadute in To-
tore d' Austria ed il re di Sardegna, che scana a' 2 novembre fecero crescere ad
tutta la porzione di Lunigiana, come so un'altezza straordinaria l'acque dell'Ar-
pra assegnata al futuro duca di Parma, e no e de'suoiinfluenti, e specialmente quel-
che comprendeva la massima parte dei Chiana, della Sieve e dell'Ombro-
le della

territori*! allora toscani di Pontremoli eBa- ne. Quindi inondazioni in tutte le valli e
gnone, non che i distretti allora estensi di specialmente in quelle dell'Arno,il qua-

Treschietto, Villfifianca, Castevoli e Mu- le nellamattina de'3 crebbe improvvisa-


lazzo, dovrà essere ceduta al re di Sarde- mente in Firenze in modo non mai acca-
gna, suoi eredi e successori, allorquando duto dopo ili557, e inondò gran parte
si avveri ilcaso della riversibililà contem- della città, con non pochi danni. Ne fece
plata dal trattato de'20 maggio 8 5, per 1 1 pure alle campagne d'Empoli e di Fucec-
cui il ducato di Parma devolverebbe al- chio, e ruppe gli argini presso Calcinala
l'Austria e quello di Piacenza alla Sarde e Vico Pisano, e congiunse le sue acque
gna. E questa cessione alla Sardegna for- con quelle della palude Bienlina, la qua-
merà la base di quel compenso che in for- le gonfiata uni le proprie con quelle del
za dell'orticolo addizionale e separato del Cerchio, ch'era similmente uscito dalle sue
trattato suddetto dei 20 maggio 181 5, sponde. Alcuni attribuirono sì straordi-
l'Austria gli deve per
convenuta conse- la naria inondazione alle recenti operazioni
gna della città e fortezza di Piacenza con idrostatiche eseguite in Va! di Chiana. An-
un determinato circondario. Il valore pe- ticamente le acque di quella valle, lunga
rò de'suddetti territori) da cambiarsi, cioè 4o miglia, e una porzione di quelle del-
Piacenza colla zona stabilita, e territori! l'Arno si scaricavano nel Tevere. Ne'tem •

parmegiani attigui agli stati sardi, dovrà pi di mezzo, per depositi di terra e di sas-
essere costato all'epoca medesima delle ri- si lasciati da'fiumi eda'torrenti nella par-
versioni, con imparziale spirito d'equità da te meridionale della valle, questa s'impa-
una commissione austro-sarda, e nel ca- ludò, e cambiala pendenza le acque co-
so inverosimile di dissenso, convenirsi sin minciarono a scaricarsi nell'Arno, che ab-
d'allora fra le due corti di riferirsene al- bandonalo il ramo Tiberino si diresse in-
l'arbitraggio della s. Sede". Nel 1
844 Sl teramente verso Firenze. Nella metà del
sottoscrisse pure in Firenze una conven- secolo XVI eranvi in Val di Chiana pa-
zione, in forza della quale il granduca di ludi dell'estensione di circa 32 miglia qua-
Toscana e il re di Francia stabilirono di drate, es'incominciarono a fare alcuni la-
arrestare e consegnarsi reciproca niente,ad vori per bonificazione con canali di essi-
eccezione de' loro nazionali, gl'individui cazione. Sul fine poi del secolo XVII si

delinquenti di Francia rifugiati in Tosca- principiò il bonificamento colle colmale.


na, e di Toscana in Francia, e prevenu- Intanto l'antico timore de'romani, ma-
tio condannati, come autori o complici nifestato dal principio dell'era corrente,
d'uno de'9 determinati delitti, da'tribu- d'aver troppe acque nel Tevere, e de'fio-
nali di quello de'due slati, ove il delitto sa- rentini di averne di troppe nell'Arno, die-
TOS TOS 223
ile causa alle varie convenzioni fra' go- cercare armi e uffiziali,e presto tornarono
verni di Roma e di Toscana per regolar- in Toscana con 5>oo fucili inglesi,! 00 da
ne la divisione in Val di Chiana. Il gran- caccia e 4oo militari : trovarono il mo-
duca Leopoldo I ne affidò la direzione al do Livorno e farli perveni-
di sbarcarli in
celebre cav. Vittorio Fossombroni areti- re in contrabbando a Rimini (V.)> ove i
no, insigne matematico e idraulico, poi se- nominati si sollevarono a' 23 settembre,
gretario di stato e ministro degli affari e- subito accorrendovi i rifuggiti nel confine
Ferdinando 111 e di Leopoldo II,
steri di toscano presso Modigliana, e immediata-
morto nel 1844 dopo aver pubblicato le mente si adoprarono per dilatarla. Assa-

sue opere, fra Memorie idratili'


le quali: litida una colonna di soldati pontificii,
co-storiche sopra laValdi Cliiana^lon- fu una porzione de'ribelli costretta a rifu-
te PuIciiinoi835. 11 cav. Manetti pubbli- giarsi nuovamente in Toscaua presso la
cò nel 832: Carte idrauliche dello sta-
1 Terra del Sole. Il comandante toscauofe-
to antico e. moderno della Val di Chia- ce loro deporre le armi, imbarcare aLivor-
na con', la storia del suo bonificamento; no e partire per Francia. Altri i5o solle-
e nel 1 84<>: Memoria sulla, stabile siste- vati pure si ritirarono in Toscana, e 7 dei

mazione acque di Val di Chiana.


dell' principali furono posti in prigione in uno
Il prof. Giuli nel i83o pubblicò: Statisti- al Renzi. Poscia furono tutti imbarcati per
ca, agraria della Val di Chiana. Fer- Francia, col divieto di tornare sul territo-
dinando Tartini scrisse: Memorie sul bo- rio del granducato, sotto pena di 3 mesi
nificamento delle Maremme Toscane. di carcere in Volterra, e che la reinceden-
Gli sconvolgimenti politici che soprag- da sarebbe punita coll'esilio. Il Renzi di-
giunsero 8 anni dopo la morte di Leopol- sprezzando l'intimazione, tornò in To-
do I, illanguidirono o sospesero i lavori scana, fu arrestato e poi consegnato al go-
idrostatici; ma ristabilita la pace, come verno pontificio. I particolari dell'accen-
sono andato indicando, furono riassunti nato, si ponno leggere negli Annali d'I-
da Ferdinando III e proseguiti dal regnan- talia dell'encomiato Coppi. Già Gregorio
te Leopoldo II. Colle colmate si ridusse XVI nel concistoro de'20 gennaio 184^ a*
florida e sana una palude pestilente; enei vea proclamato l'incaricato mg/ Tirabas-
1 83y il cav. Fossombroni die avvertimen- si vescovo di Ferentino, lodandone nella
ti per conservare i bonificamenti ottenu- proposizione concistoriale il sapere, lo ze-
ti, e impedir le inondazioni di Firenze. Di- lo e le virtù. Lo celebrai ne' miei Cenni
ce il eh. Coppi: L'esperienza dimostrerà storici intorno al dogma dell' Immaco-

se e quali lavori si dovranno ulteriormen- lata Concezione^ cioè nel voi. LXXII I, p.
te fare. Nel 184^ in Ravenna si commi- 91, per avere con felice e edificante pen-
sero assassinii politici, rei furono condan- i siero fatta una professione di fede, sulla de-
nati, indi Gregorio XVI diminuì di due cretata definizione del medesimo dogma,
terzi la pena inflitta a' 67 individui. Ma e volle che l'emettessero anco il clero, il

in pari tempo si cospirava altrove. Era- magistrato e popolo di sua diocesi, che
il

no in Toscana vari profughi dalle Lega- con pastorale sollecitudine saggiamente


zioni e dalle Marche, costanti nelV idea governa. In sua vece Gregorio XVI in pa-
di rivoltare lo stato pontificio aliai." oc* ri tempo nominò neh 844 incaricato d'af-
r
casione propizia: tale appunto sembrò a Firenze mg. Carlo de'conti Sacco-
fari di

loro essere un vasto malcontento de'set- ni di Montalto, già vicario generale di

tari e de'loro congiunti, che aveano ecci- quella diocesi dell'ottimo vescovo Cane-
tato i processi della commissione di Pia- strari e nuovamente professore di filoso-
venna. I profughi Renzi e Celli di Rimi- fia in quel seminario, indi nel novembre
11 i si recarono a Marsiglia e Barcellona a 1839 uditole de^a nunziatura di Torino
324 TO S TOS
coll'eccellente mg/ Massi, morto il quale ti; ed a favore del quale rinunziò anche
a' io gennaio 84' lesto incaricato d'af
i in Dome de'suoi eredi e successori, in or-
furi lino al termine del maggio; e quindi dinealle speciali convenzioni stipulate nel
con mg/ Gizzi, poi cardinale, nuovo nun- precedente giorno, ogni diritto a lui, suoi
zio. Allorafu nominalo uditoredella nun- eredi e successori spettante sullo stato di
ziatura di Svizzera, ma avendolo mg/ Lucca. Però riservò a se e al principe
Gizzi chiesto di rimanere con lui in lai Ferdinando suo figlio il titolo di duca di
qualifica, il Papa vi condiscese, avendolo Lucca e di principe di Lucca, lino a che
già fallo suo cameriere segreto d'onore; si facesse luogo a loro favore alla river-
partendo poi tal prelato da Torino nel sione del ducato di Parma, ne' casi pre-
settembre i843, rimase mg/ Sacconi in- visti da'trallati. Dichiarò finalmente il du-
caricalo d'affari sino al novembre 844» 1 ca di Lucca, sciolti tutti gli abitanti del
in cui fu promosso a Firenze e vi si re- ducalo di Lucca da ogni vincolo di fedel-
cò alla fine dello slesso anno. Con trai» tà e sudditanza che tenevanli obbligati
tato de' 2 giugno 1847 tra il granduca alla sua persona; e mentre revocò ogni
di Toscana e il duca di Lucca, fu aboli- governativa delegazione fatta al consiglio
ta la linea daziaria intermedia a'due sla- di stato del ducato , colla sua ordinanza
ti, e resa comune al ducato di Lucca la data in Massa Ducale a' 12 del preceden-
legge e tariffa doganale vegliatile uel gran- te settembre, ingiunse al consiglio stesso
ducato limitrofo, acciocché gli abita ali dei di rimetterne formalmente e pienamen-
due stati, che a termini dell'art. 102 del- te il governo a S. A. I. e R. il Granduca
l'Alio del congresso di Vienna de'9 giù di Toscana, oa chi dall' A. S. saia inca-
gnoi8i5 ede'sufcseguenli trattali, dovea- ricalo di ricevere il solenne possesso del-
do essere un giorno riuniti sotto uno stes- lo sialo di Lucca. Nello slesso giorno 5 ot-
so governo, godessero anticipa lamente uei tobre duca di Lucca comunicò all' ar-
il

l'apporti commerciali i vantaggi di tale ciduca Francesco V d'Esle duca di Mo-


riunione. Indi lostcssoduca di Lucca Car- dena, il trattato da lui concluso col gran-
lo Lodovico di Borbone, con solenne atto duca di Toscana, segnato in Firenze a'4
dato in Modena a'5 ottobre 1 847 dichia- e ratificato in Modena a'5 di dello mese.
rò. Che il desiderio vivo e costante di con- Per l'adesione prestala da S. A. R. il du-
correre con ogni mezzo conveniente al ca di Modena al medesimo trattato e per
maggior bene della popolazione dello sta- l'abdicazione in discorso, venne il caso del-
lo diLucca, del quale sino allora tempo- l' anticipazione delle riversioni stabilite
raneamente avea ritenuta la sovranità, nell'atto finale del congresso di Vienna, e
posponendo ogni suo personale riguardo de'cambi de'territorii in Lunigiana auto-
aldesidei io di contribuii ead ogui più sol- rizzati dallo stesso congresso e stipulati
lecito miglioramento nelle condizioni del- con successivo trattalo in Firenze. Nell'i 1

lo stato medesimo, cou accelerare la com- ottobre marchese Pier Francesco Ri-
il

pleta riunione dello stesso alla Toscana, nuccini, in nome del granduca di Toscana
era venuto alla determinazione di abdica- Leopoldo 11, qual suo regio commissario
re, siccome di certa scienza e libera vo- speciale e straordinario, prese possesso per
lontà abdicò la sovranità del ducalo di la Toscana della città e territorio di Luc-
Lucca, all'effetto medesima potesse
che la ca; ed avendo il marchese in modo degno
trapassare immediatamente in S. A. 1. e R. e felice disimpegnato l' onorevole e de-
il Granduca di Toscana Leopoldo li, al licato uffìzio, dal granduca fu autorizzato
quale sarebbe per la massima parte de- a fregiarsi della grancroce in brillanti del-
fittiti va mente devoluta pel disposto del l'ordine del Merito di s. Giuseppe, il qua-
topgiesso di Vieuua e susseguenti tratta? lelutuiuosodistinlivogli fu trasmesso cou
T O S TOS 22 5

diploma onorificentissimo. Effettuatosi il possessi Lunigiaua l'assicurazione di


di

possesso del granduca sul ducato di Lue- regnare sopra di loro con giustizia e di
ca,si fece luogo con ciò alle riversioni dello vegliare sulla loro prosperità, e compresi
st;ilo Estense; ma avendo il governo To- quelli che dopo il 5 novembre eran«i al-
scano benȓ riconosciuto formalmente il lontanati da Fivizzano, mentre per le di-
diritto di tal riversione, stipulata nei trat- mostrazioni avvenute nell'intervallo di
tati da eseguirsi subito dopo essere perve- tempo, promise che non sarebbe loro re-
nuta Lucca in suo potere, e promesso d'in- cata alcuna molestia. A' 12 dicembre il
viare i commissari suoi per la consegna granduca con due motu-propri dispose.
de'rispettivi territori!, poi credette di a- Che l'unione dello stato di Lucca al gran-
stenersene per motivi suoi propri. Tutta- ducato reudendo insudiciente all'ammi-
vollail governo Toscano non si oppose,al- nistrazione della giustizia l'attuale corte
loraquandoi commissari Estensi del duca regia di Firenze; che dovendosi istituire
di Modena ne'giorni 22, i5 e 26 ottobre nel granducato un'altra corte regia, ra-
presero formale possesso de'paesi già luc- gione di politica convenienza consigliava

chesi diGallicanOjMontignoso eMinuccia- che venisse stabilita in Lucca, al doppio


110. In seguilo"overno Toscano mandò
il oggetto di rafforzare i vincoli della fami-
il suo commissario a Massa Ducale, il qua- glia toscana e di dare alla città di Luc-
le a'?, novembre devenue col commissario ca uncompenso di que'danni parziali che
Estense alla pubblicazione del processo andava a soffrire per la necessaria sop-
verbale de' citati paesi già lucchesi, non pressione degli uffizi che costituivano la

che delle piccole frazioni de' vicariali di cessata amministrazione centrale. Pertan-
Barga e Pielrasanla devoluti all'Estense to stabilì nella città di Lucca una corte
sovranità di Francesco V, retrotraendosi regia di pari grado a quella di Firenze,con
tale cessione per ogni effetto al giorno 1 1 giurisdizione civile e criminale, composta
ottobre. Indi a'5 novembre il commissa- d'un presidente, d'un vice-presidente e di
rio Estense prese possesso del territorio io consiglieri. Eslese la giurisdizione del-
di Fivizzano, ch'era nelle medesime con- la corte regia di Lucca a' circondari del
dizioni, capoluogo del vicarialo omonimo tribunale di 1. "istanza che pure istituì, e
in Val di Magra e diocesi di Ponlremoli, de'tribunali di r /istanza di Livorno, di Pi-
già nel compartimento di Pisa, giacente sa, di Portoferraio e di Ponlremoli. Sta-
trasducali di Modena e Massa. Insorte ai bilì inoltre in Lucca un tribunale colle-
a
5 novembre alcune momentanee differen- giale di 1 . istanza con giurisdizione civile
ze su Fivizzano col governo di Modena, e criminale, composto d' un presidente
e composte coll'interveuto dell'incaricato e di 5 uditori distribuiti in due turni, ci-

d'affari pontificio e dell'inviato sardo, il vile e criminale. Il circondario del tribu-


granduca a'4 dicembre prosciolse dal giu- nale di 1. "istanza di Lucca lo formò di lut-
ramento di fedeltà e dal debito di suddi- to il territorio lucchese, e del territorio
tanza verso la sua persona i fìvizzanesi, del vicariato di Barsa, distaccandolo dal
esortandoli ad essere col nuovo sovrano circondario del tribunale simile di Pisa.
duca di Modena buoni , e fedeli sudditi Stabilì ancora in Lucca un tribunale mi-
come sempre erano stati con lui. Già a' litare e composto d'un uditore e d'unaiu-
1 di detto mese il duca di Modena a- to,col grado di 3.° tribunale militare, men-
r
vea delegato in commissario il d. Carlo tre attribuì il 4-° giado a quello di Por-
Galeotti, a ricevere nel suo nome il giu- toferraio, ed eziandio un consiglio di guer-
ramento di fedeltà da' nuovi sudditi dei ra permanente; dichiarando, che tanto il
paesi a lui ceduti co'trattati; ed insieme tribunale che il consiglio di guerra slabi-
confermata agli abitanti de' suoi nuovi liti in L,ucca avranno la stessa giurisdizio-
2^6 TOS TOS
ne, che gli ordini generali del granduca- rietina e Ungheria. Avvenimenti rapidi
to attribuiscono figli uditori militari e e memorabili, di cui lutti fummo dolorosi
consiglieri di guerra già esibenti. Volle che testimoni, descritti e pubblicati da molle
la giurisdizione del tribunale militare e penne, e nella più parte guidale da odio e
consiglio di guerra di Lucca si estendes- da passioni, per satollare la fame preten-
se a tutto il territorio lucchese, ed a'cir- dendo acquistar la fama; 1' antagonismo
condaridiPietrasantaedi Barga, sui qua- de' partili, e specialmente la rabbia de-
li dovea cessare la giurisdizione del tri- gl'increduli controia Chiesa, fece uso di
bunale e consiglio, cui era stata attribui- quel gergo di setta derivato dal vocabo-
ta da'vigenti regolamenti. La riversibili- lario de'pubblici>ti ode'filosofi dello scor-
tàde'ducati di Parma e Piacenza, e eli quel- so secolo, che chiamò progresso econo-
lo ili Guastalla, e compimento detrat-
il mico lo spogliamene della stessa Chiesa.
tati per le altre permute e cessioni narra* Queste falsificazioni che svisarono l'anti-
te, avvenne tosto inattesamente, per la co valore de'vocaboli, dovranno necessa-
morie dell'arciduchessa M. "Luisa duches- riamente influire sulle tradizioni popola-
sa di Parma, Piacenza e Guastalla, acca- ri e travisarne le idee e la storia. Laonde
duta 6 giorni dopo l'emanazione de'due \\\\ giorno per formarsene la vera storia
motu-propri, cioè a* 18 dicembre 8zf 7- i si dovrà, per sceverarla da tante falsità, su-

Perciò e per le riportate convenzioni, se- perare un inestricabile laberinto, se una


guirono le altre permute territoriali tra' criticaimparziale non corregga severa-
governi Toscano, Modenese e Parmigia- mente, e giungerà a'posteri falsata e re-
no; fra le quali ili. °o Leopoldo II cellette taggio d'inevitabile errore, come giunse
al duca di Parma e Piacenza Carlo II, già agli stupidi adoratori di Voltaire la Sto-
duca di Lucca, tenitori*! di Pontremo-
i ria del Medio Evo, che con tanti sludi co-
li e di Coglione, Filalteria, Grappoli, Lu- scienziosi viene oggi ristorala dagli erudi-
suolo, ec; Carlo li cede al duca (li Mode- ti, principalmente tedeschi. Importa dun-
na Francesco V, il ducato di Guastalla que ili vagliare col crivello de'buoni cri-
colla città vescovile di tal nome, Albiano, tici la storia non meno ilei passato secolo
Ricco, ec. in cambio di Pietrasanta, che che quella del presente, e l'espressioni col-

pel congresso di Vienna dovea possedere le quali si raccontarono gli avventateli ti.
a quell'epoca, vicarialo che volle rilene- Ma i nemici del cattolicismo, della mora-
re il granduca, mediante la cessione del- le e dell'ordine pubblico, colle loro false
la città vescovile di Pontretnoli in com- storie per sostenne le loro utopie, fatal-
penso; finalmente il duca di Modena ce- mente forse in parte avranno ottenuto il

dette al duca di Parma i leu ito ri i di Vil- pravo intento propostosi, fidati in que'tri-

lafranca, di Mu lazzo, ee. Perciò Carlo I[ sti veri pronunziati dal fiorentino Mac*
s'intitolò duca di Parma e Piacenza, con- chiavelli e dal francese Voltaire: Dite bu-
te diPontremoli, marchese di Villafran- gie, dite bugie, dite bugie , qualcuno ci
ca,Mulazzo e Dagnoneec. Ora mi si apri- crederà! Calunnia, calunnia, calunnia;
rebbe un vasto campo per descrivere le qualche cosa, resta! À fronte che la mag-
misere e luttuosissime condizioni a cui gior parte di tali opere abbiano nou poco
soggiacque l'Italia, ed in parte eziandio la aumentalo l'indice de'libri proibiti; e ad
Toscana, perla terribile rivoluzione che onta di quanto sci isserò per confutare la
pose a soqquadro tutta quanta la peniso- colluvie d'inverecondi scritti contempo-
la, ed oltremonte infra nse il trono del sa- ranei, alcuni saggi e coraggiosi scrittori,
gacissimo Luigi Filippo, onde la Francia e la benemerentissima Civiltà cattolica
tornò repubblicana, e turbò l'ordine del di Roma, Armonia di Torino, il Catto-
l'

resto d'Europa, massime in Germania, io lico di Genova, ed a Mdano V Amico che


1

TOS TOS 227


si onora anch'esso del titolo di Cattoli- verno costituzionale rappresentati voglia-
co, e la Bilancia, foglio politico religio- si eguale a quello del re di Sardegna (V.)
so, scritti l'uno e l'altro con profondo con- e di altri sovrani. Dichiarò la religione
vincimento e civile coraggio ,e quegli altri cattolica, apostolica romana, la sola reli-
onorevoli propugnatori della religione, gione ((eliostato, e che gli altri culti esi-
dell'ordine sociale, della proprietà, e del- stenti erano permessi conforme alle leggi,
l' a' propri sovrani. Laonde
ubbidienza al cospetto delle quali tutti i toscani era-
per mia tenuità mi mancano le forze,
la no La stampa
eguali. essere libera, però
ed anche lo spazio, per dire della Tosca- soggetta ad una legge repressiva, eleo-
na quanto nella Magrimevole epoca no- pere di materie religiose soggette a cen-
stra avvenne, e solo ricorderò di volo il sura preventiva. Mantenuti, la libertà del
più principale; avendo già ragionato del- commercio e dell'industria:* le le™i
DO delle
le strepitose catastrofi rivoluzionarie ac- Mani Morte; gli ordinamenti municipa-
cadute in Italia nel 1848 e nel i84g, in li; tutte le proprietà, ed essere inviolabi-
diversi articoli, comePio IX, Sovranità', li; la proprietà letteraria; la guardia ci-

Sicilia, Sardegna, Torino, Setta, So- vica; e che le leggi dell'arruolamento mi-
ci ALisMO,ec. ec, le quali ebbero per preci- litare erano obbligatorie per lutti i cit-
puo scopo de'libertini demagoghi, il sov- tadini. Essere la persona del granduca in-
vertimento in Europa dell' ordine reli- violabile e sagra, ed a lui appartenere il
gioso, morale e politico. potere esecutivo, qual capo supremo del-
Nel novembre 1847 m o* Sacconi fu lo stato, ec. I ministri essere responsabili.
promosso a internunzio apostolico di Mo- Il potere legislativo doversi collettiva-
naco di Baviera, indi a'27 maggio 85 1 mente esercitare dal granduca, e da due
fatto per breve arcivescovo di Nicea e con- assemblee deliberantijcioè: il Senato com-
sagrato in Pioma dal cardinal Fransoni, posto di senatori in numero non limita-
non che promosso per lo stessoregno a to, nominati a vita dal granduca, con uf-
nunzio apostolico;ed a' 1 3 agosto del 8 ì 3
1 ficio gratuito, di diritto essendolo i prin-
venne destinato nunzio apostolico di Pa- cipi della famiglia regnante, dovendone
ove trovasi: coni' egli è onorato in
rigi, pure far pnrte gli arcivescovi e vescovi; i

Francia, lo dissi a Tours, parlando del- ed il Consiglio generale, composto d'86


lanuova sede vescovile suffraganea di La- deputali eletti da'collegi che saranno de-
vai, al cui primo vescovo il nunzio die il terminati dalla legge elettorale, con uf-
possesso. Vacata così la rappresentanza ficio gratuito, tranne una modica inden-
pontificia in Firenze, il Papa Pio IX nel nità da concedersi da'eomuni del distret-
gennaio '848 nominò incaricato d'affa- to elettorale, a'deputati non residenti nel-
ri 1' attuale mg/ Vincenzo Massoni ro- la capitale, e pel solo tempo della sessio-
mano, già segretario del celebre cardinal ne, durare 4 anni l'ufficio di deputato e
Zurla vicario di Roma, non che mae- potersi rieleggere. I senatori e i deputati
stro delle ceremonie pontificie, e minu- essere inviolabili, per le opinioni e voti e-
tante della segreteria di stato: inoltre il messi nell'assemblee. La con vocazione del-
Papa suo cameriere segreto sopran-
Io fece ledue assemblee spettare al granduca, co-
numerario, e poco dopo prelato domesti- me l'interromperne la sessione. Determi-

co. Spero di rivedere il rappresentante nò i poteri delle due assemblee. Mante-


pontificio in Firenze insignito come pri- nuti, l'integrità del territorio toscano, la
ma del sagro carattere arcivescovile. An- bandiera e colori dello stato. Che le due
che granduca Leopoldo II si trovò co-
il assemblee legislative &i radunassero in Fi-
i5 febbraio 1848 di dare alla
stretto a' renze in ciascun anno. Fece disposizioni
Toscana uno statuto fondamentale di go- sui ministri. Per la lista civile, la dota-
aa8 TO S TOS
zione della corona venne fissata quella ca i voti della popolazione e del territo-
stessa die godeva, con l'uso de'regi pa- rio, che avea proclamala la propria indi-

lazzi, ville e giardini, al cui mantenimen- pendenza dal duca di Modena, perspou-
to dover supplire Io stato. Quando il prin- taneamente e liberamente tornare all'u-
cipe ereditario toccherà l'età maggiore, nione della Toscana, dalla quale erasi di-
doversi assegnare dallo stato annua ren- staccata contro l'espressa sua volontà. Il

dila pel suodignitosomantenimento. Con- granduca rispose a 'deputati, che in mez-


tinuare il granduca a disporre il suo pa- zo alle dillìcollà del momento, senza esi-

trimonio privato, e poterlo aumentar con tazione accettava la loro dedizione. Quin-
nuovi acquisti. Conservò la nobiltà tosca- di a'26 aprile seguì quella del ducato di
na con tutte le sue onorificenze, e dichia- Massa, aggregandosi alla Toscana e rico-
rò appartenere al granduca la creazione noscendo Leopoldo 11 per sovrano costi-

di nuovi nobili. Conservato l'ordine sa- tuzionale; il simile fece quello di Carraia,
gro e militare di s. Stefano I, colle sue e gli ex feudi della Lunigiana,fra'vi va Pio
prerogative e statuti; così i'ordine del Me- IX, viva Leopoldo II, viva l'Italia Irion-

rito di s. Giuseppe; avendo il granduca fante. Anchela Garfagnana sottrattasi dal


il diritto d'istituirne altri. Ad esso spet- sovrano duca di Modena, si sottomise al
tare la nomina de'benefizi di padronato granduca di Toscana. Intanto Parma e
regio. Garantiti i debiti dello stato. Isti- Piacenza, non che Modena, per unirsi
tuì un consiglio Il testo di que-
di stato. al Piemonte, eransi date al re Carlo Al-

sto statuto lo pubblicò pure il Supple- berto, il quale con l'insorta Venezia vo-
mento al n.° i5 della Gazzetta di Roma leva formare, unitamente alla Lombar-
del 1848. Nel declinar di marzo per le dia in sommossa, un regno monarchico
turbolenze politiche del vicino ducato di costituzionale dell'alta Italia, ereditario
Modena, donde era partito il duca Fran- nella sua famiglia. Carlo Alberto nel pre-
cesco V, furono guarniti più fortemente cedente marzo contro gli austriaci avea
i confini toscani, anzi provvisoriamente cominciato la guerra per l'indipendenza
occupali i ter ri toni Estensi confinanti col italiana, associandosi a lui anche vari cor-
già ducalo di Lucca ecol vicariato di Pie- pi della Toscana e dello stato pontificio,
trasanta, e ritenuti in semplice presidio nell' elfervescenza generale degli animi
dalle truppe granducali, onde prevenire bollenti di espellere dall'Italia i tedeschi.
i mali che potevano risultare dall'immi- Leopoldo II a' 12 maggio con suo atto si
nente movimento popolare di Massa Du- determinò di pienamente aderire agli e-
cale, come avvenne e così in Carrara, al spressi voti degli stati di Massa e Carra-
grido di Viva l' indipendenza italiana ,
: ra, della Garfagnana e degli exfeudi della

Pio IX, Leopoldo II e Carlo Alberto re Lunigiana, al cessare del ducale gover-
re di Sardegna; e proclamando la pro- no di Modena, con aggregarli al grandu-
pria indipendenza dal duca di Modena. cato di Toscana ,
proponendosi nel più
Altrettanto avvenne nella Garfagnana E- breve tempo i modi convenienti a intro-

stense. Questa come i ducali di Massa e durre in essi stati e lerritorii le leggi e

Carrara dichiararono volersi unire alla istituzioni governative e amministrative


Toscana. Il granduca con ordine de' 26 del granducato, onde le popolazioni de'
marzo, a provvedere agli ulteriori mo- medesimi fossero fatle partecipi di lutti i

vimenti militari, che le attuali circostan- dirittichespettano a'toscani. Dichiarò per


ze d'Italia rendevano necessari, fece for- altro, che la sua adesione e aggregazio-
mare due campi militari a Pietrasantaed ne da lui decretata, non fosse per inter-
a Pistoia. Nello stesso giorno una depu- porr» alcun ostacolo alle future sorti d'I-
tazione di Fivizzano presentò al grandu- talia, Intanto al valoroso e supremo co-
TOS TOS 229
mandante degli austriaci combattenti in s. Sede sono libere, comprese quelle de'
Italia, il celebre e canuto conte Radetzky, regolari co'superiori generali. 5.° Il go-
giunse a Verona con un corpo di rinfor- verno di S. A. I. e R. si presterà co'mezzi
zo, grosso e vigoroso, il prode general iNu- che sono in sua facoltà alle richieste de'
gent. Fino da' 3o marzo di quest'anno vescovi per tutela della religione e della
1 848 erasi sottoscritto il segueuteconcor- moralità, e per rimuovere gli scandali che
dato tra la s. Sede e il manduca di To- l'offendono. 6.°
Avuto riguardo alle cir-
scana da'rispeltivi plenipotenziari, quale costanze de'tempi la s. Seda non farà dif-
Io pubblicò gli Annali delle scienze re- ficoltà che vengano deferite al giudizio
a
ligiose, 2. serie, t. 6, p. 449- " Avendo de'tribunali laici le cause personali degli
la Santità di N. S. Papa Pio IXdeputato ecclesiastici in materia civile, e così pure
r
comesuo plenipotenziario l'Eni. °sig. cai^ le cause reali che riguardano i possedi-
dinale Vizzardelli, e S. A. I. e R. il gran- menti ed altri diritti temporali de' chie-
duca di Toscana Leopoldo li avendo per rici, delle chiese, de'benefizi ed altre fon-
la parte sua deputato nella stessa, quali- dazioni ecclesiastiche. 7.°Lecause riguar-
r
fica mg. Giulio Beninsegni provveditore danti la fede, i sagramenti, le sagre fun-
dell'i, r. università di Pisa, per istabilire zioni e le altre obbligazioni e diritti an-
di comune accordo le principali norme nessi al sagro ministero, ein genere tutte
con cui avranno a regolarsi le cose della le altre cause di loro natura spirituali oec-
religione e della Chiesa ue'dominii gran- clesiastiche,appar tengono esclusivamente
ducali, essi hanno convenuto fra loro ne' al giudizio dell'ecclesiastica autorità a nor-
seguenti articoli , da ridursi in formale ma de'sagri canoni. 8.° Nondimeno ove si

convenzione dopo la ratifica delle alte tratti di giuspadronato laicale, sarà per-
parti contraenti. Art. 1 .° I vescovi saran- messo a'tribunali laici di giudicare le que-
no pienamente liberi nelle pubblicazioni stioni sulla successione al giuspadronato
relative al loro ministero. 2. La censu- medesimo, sia che vengano agitate fra'veri
ra preventiva dell'opere riguardanti ma- o pretesi patroni, sia che lo sieno fra gli
terie religiose ex professo sarà esclusiva- ecclesiastici da essi presentati. E nelle cau-
mente riservata agli ordinari. Apparten- se matrimoniali, comprese quelle de'spon-
gono a quella classe tutti libri o scritti i sali, dopo le sentenze emanate a norma
ne'quali sotto qualsivoglia titolo si trat- de'sagri canoni dall'ecclesiastica autorità,
tino -dj proposito argomenti di s. Scrittili potranno i tribunali laici giudicare degli
ra, Catechismo, Liturgia, Ascetica, Omi- effetti civili che da esse derivano. g.° Per
letica, Teologia dogmatica o morale, Teo- la suddetta ragione la s. Sede non farà dif-

logia naturale, Etica, Storia sagra ed ec- ficoltà che i magistrali laici giudichinogli
clesiastica, e Gius canonico. Inoltre agli ecclesiastici per tutti i delitti estranei alla

stessi vescovi sarà sempre libero l'uso del- religione e contemplati dalle leggi crimi-
l'autorità loro propria per premunire ed nali dello slato; salvo all'ecclesiastica au-
allontanare i fedeli dalla lettura di qua- torità il libero esercizio della correzione
lunque altro libro pernicioso aila religio- disciplinare , come pure del diritto suo
ne ed alla morale. 3.° vescovi saranno I proprio ne' titoli attinenti alla dottrina,
liberi di affidare a chi meglio stimeran- al ministero e al costume, io." Ne'reati
no 1'
ufficio della predicazione evangeli- qualificati come contravvenzioni, qual è
ca, daudo comunicazione in uu modo qua- la violazione, delle leggi di finanza, i tri-

lunque all'autorità governativa de' no- bunali laici applicheranno agli ecclesia-
mi de'predicatori che volessero chiama- stici solamente la pena pecuniaria, esclusa
re al di fuori dello stalo. 4-° Tutte le co- ogni altra pena corporale. 1 i.° Quando
municazioui de' vescovi e de'fcdeli colla uu ecclesiastico sia riconosciuto reo di do-
5

2 3o TOS TOS
litioche importi pena infamante, vena verno della diocesi si osserveranno le di-

ad essa surrogato nella condanna la pe- sposizioni de'sagri canoni, e specialmen-


na della reclusione o della rilegazione in te del concilio di Trento, e l'ecclesiasti-
luogo distinto da altri condannali, senza ca autorità sarà pienamente libera nelle
che vi possa essere aggiunta veruna esem- varie incumbenze del sagro suo ministe-
plarità, salvo però gli effetti, che in ordine ro. Fatto in doppio a Roma li 3o mar-

alla privazione di tutti odi parte de'di- zo 1848. L.+J+ S. Carlo Card. Vizzar-
ritti civili avrebbe prodotto la condanna Giulio Beninscgni." Fer-
delti. L. +Jt S.
al genere di pena corrispondente al titolo dinando 11 re delle due Sicilie, come il
di reato. 1 2.° Tanto nell'arresto quanto granduca era stato costretto a dare la co
nella detenzione degli ecclesiastici sotto stituzione ; ma gì' irrequieti faziosi con
processo si useranno tutti i riguardi con- nuove pretensioni inammissibili a' 1

venienti al loro sagro carattere, destinan- maggio furiosamente armati insorsero in


do per quanto sia possibile locali separati. Napoli, anche con barricate, e provocò la
Comepuredegli arresti eseguiti saràdato truppa a combattere. Questa prevalse, e
avvisoall'autoritàecclesiasliea. 1 3.°In ca- la rivoluzione fu potentemente infrenala

so dicondanna alla pena di morte p rou ini- dall' animo invitto del re, che ridonò la

ziata contro un ecclesiastico, gli alti del pace e la quiete al suo popolo, e più tar-
processo e la sentenza verranno comuni- di domò pure la ribellala Sicilia. La pre-

cati al vescovo per la degradazione del tesa guerra della vagheggiata indipenden-
condannato a tei mine de'sagri canoni. Se za italiana, che da principio ebbe qualche
il vescovo non vi trova difficoltà esegui- successo, nel progresso e fine fu disastro-
sce la degradazione entro il termined'un sa, colle più fatali conseguenze, con im-
mese. In caso diverso senza emanare al- menso spargimento di sangue e di pian-
cun provvedimento il vescovo espone a to. II 2Q maggio sorse sinistro alle armi fe-

S. A. I. e R. i motivi che trova in favore derale d'Italia, imperocché sui campi di


del condannato, e queste osservazioni so- Curtalone e Montanara presso Mantova,
no rimesse ad una commissione compo- venuti a battaglia gli austriaci contro 4ooo
sta di 3 vescovi dello slato, delegati dalla italianitàmaggior parte toscani, s'accese
s.Sede fra 6 che ne propone il granduca. ilcombattimento così animato e feroce
Se questa commissione troverà mal fon- qual non s'era ancor veduto in quella scia-
dale le ragioni addotte dal vescovo, uè gurata guerra. Le brigate austriache di
avvertirà immediatamente il medesimo, Benedek e Wohlgemuth erano raccolte
perchè proceda senz'altro appello alla de- controCurtalone,quelle de'generali Gain
a
gradazione. Qualora poi le ragioni addot- e Strassoldo sopra Montanara, e la 5. bri-

te dal vescovo fossero giudicale valevoli gata di Liechtenstein sopra Buscaldo. La


in favore del reo, la commissione ne ras- gioventù toscana parte s'asserragliò nelle
segnerà un motivato rapporto a S. A., rac- case, sbarrando con grosse travi le porle
comandando il condannalo alla sovrana acciocché il cannone non le schiantasse.

clemenza. i4>° L'amministrazione de'be- Avean fatto ne'bassi muri arehibusiere,


ni ecclesiastici e di lutlociò che forma il tronieree feritoie ad ogni direzione, e nel-
patrimonio della chiesa sarà libera ne've- le gronde piombatoi e cateratte per di-
scovi e negli altri cui essa appartiene se- fendere l'assalto delle porte, e la scalata

condo le disposizioni canoniche. Non si fa- delle finestre. Parte si pose in campagna
ranno per altro alienazioni, uè locazioni per conii e per quadrali a romper l'im-
a lungo tempo, senza un precedente con- peto della cavalleria tedesca che carica-
senso del sovrano. 1 5.°ln tutte le altre cose va furiosameutein quella dislesa di pia-

riguardanti la religione, la chiesa ed ilgo- no; altri per drappelli a scaglioni infesta-
TOS T O S 23.
vano cidi luto diritto il corno sinistro «.Iella scrrimo, che l'uomo non pensando di se
battaglia ; molti avendo fatto ridotto e e di sua eterna salute, rischia i beni e la

sponda dietro canali d' irrigazione de'


i vita propria per inuanellarsi, sotto nome
rampi, destri bersagliavano le colonne di di libertà, le catene della più rea schia-

fronte; 4 son P ezz d' artiglieria da una


" vitù, che la più feroce tirannide potesse
piccola altura davano a mitraglia fra le mai partorire all' Italia." Fra tanti mali

gambe de'cavalli, e spazzavano i gruppi però che piovvero sopra Toscana le rima-
di massa che veniali serrati all'assalto del- se uua gloria, che ninna emulazione mai
l'argine di cpiel poco di trinciera di can- le contese; ed è la grazia, l'amanita, la

noni: ma gli austriaci tonavano con 5o facilità, la costumatezza, e gli ouorali mo-
bocche di cannoni, e poste parte a fronte di e le buone consuetudini con che si con-
e parte per lato, cou obici e pezzi corti di tenne l'eletta gioventù di questa felice e

gran portala, sotto i quali si diradavano florida contrada, nel suo passaggio per le
le file toscane, e saltavano per aria le mu- terre di Lombardia alla guerra dell'in-
nizioni e i ricettacoli del campo con una dipendenza. 1 volontari che vi trassero,
rovina spaventosa e terribile. Quella prò ti*MM la feccia de' cospiratori, si porta-
de gioventù non atterrila a taula smisu- rono tanto onesti, manierosi e gentili pres-
lata percossa di morte, si batteva intre- so le città e luoghi che attraversarono,
pida e ferma, oppoueudo per ben 5 ore che rapirono a stima e benevolenza i più
a quell'impetuoso torrente distruggitore cospicui cittadini e paesani di quelli. E cou
la diga de'saldi petti, e dell'ostinata vo- questo molli valorosi che s'eran gittali a
lontà, ferma di vincere o di morire. Oh quell'impresa per ingannevole giudizio e
quante giovinette e delicate vite mieteva studio d'amor di patria, che reputavano
quel giorno infausto sui sanguinosi cam- illusi debito di buon cittadino, dieronoin-
pi di Montanara e Cullatone la scimitar- diziodi cuore veracemente cristiano; pro-
ra degli usseri, la picca degli ulani, e il fessando franca e generosa la pietà chea»
fuoco vivissimo de'moschelli e dell'arti- vean succhiato col latte. Ne ciò tolse loro
glierie! •» Tu bella Toscana tei sai. Voi prodezza e magnanimità, anzi l'avrebbe;
madri aretine, pisane, fiorentine e sauesi poiché per la buona coscienza battendosi
ne siete pubblici testimoni che vostri , i iutrepidi e sicuri, stettero a pie fermo sot-
pianti non sono ancora asciutti, e le ferite to lo scroscio di tante formidabili artiglie-

de'vostri cuori uon sono per anco ram- rie, e all'urlo tremendo di si fiero com-
ni argina le. 1 vostri figliuoli, che v'alleva- ballimenlo. Chi uon moriva di colpo, ma
ste in grembo a tanta cura, cui stillaste iti polea proferire alcune parole prima di
petto la pietà verso Dio, e le virtù che a- spirare, quelle paiole non erano, per ef-
dornano la giovinezza cristiana, i figli vo- fetto del loro aftasciuameuto, che un gri-
stri furono traditi allo studio di Pisa, in do di : Viva l'Italia, morte allo straniero;

cui molli apprendeano da'maeslri l'arte ma subentrava tosto il sentimento religio-


delle congiure, tulli beveauoil veleno d'u- so, econ fede viva esclamava: Gesù mio!...
na falsa libertà che movea all'odio del pas- Maria aiutatemi! Fu edificante il veder
sato, dall' ira del presente, da una bra- non pochi, feriti iti petto o in fronte, e ca-
ma un miglior avvenire; il
sfrenata di duti ne'solchi, o strascinatisi a pie d'un
quale in luogo d'essere migliore non j>o- albero, la prima cosa sbottonarsi la tu-
tea manco esser buono quando era ab- nica militare, e cercando colla mano iu

barbicato nella fellonia contro i diritti si- seno, trarne una sagra immaginetta ap-
gnori d'itatia, nella irriverenza cuiitro la pesa al collo, o uua reliquia, o lo scapo-
Chiesa, nell'oblivione delle cose superne, lare della Madonna, e calcarla sulla fe-

nel disamore di Dio. Errar grave e mi- rita, e accostarla piameule alla bocca, e
2 3?. T O S TOS
in quel santo bacio spirare in un atto di pre amica. Che un abbominevole fanati-
contrizione e diamole! Nella chiesa di s. smo, la smania d'arricchire e d'ingran-
Croce di Firenze furono poste delle ta- dire a spese del popolo, e le mire ambi-
vole di bronzo con incisi i nomi de'tosca- ziose per arrogarsi governo medesimo, il

ni morti nella guerra; ma a prevenire i crearono un partito sempre irrequieto che


disordini accaduti neli85i il rfì anniver- copriva il loro pacifico e fertile paese, ri-

sario della battaglia di Cullatone, d'or- ducendolo a stanza di miseria, di guerra


dine del granduca furono trasportate co- e di distruzione. Essere ormai tempo di
me monumento storico nella sala d'armi porre un argine a tanto disordine; lungi
del forte dis. Gio. Ballista. In conseguen- dall'idea di conquista, solo intendere di
za delle vittorie riportate dagli eserciti proteggere i pacifici abitanti, e conserva-
dell'Austria, il re di Sardegna Cavia Al- re al governo papale il dominio che gli

berto fu costretto a'g agosto a conveni- veniva contrastato da una fazione. A' 6
re ad un armistizio col feld-maresciallo agosto il granduca di Toscana con pro-

Rudelzky, laonde questi fece successiva- clama dichiarò, non disperare de'fati d'I-
mente occupare tutta quella parte di stati talia e continuare nel proposito che fece

e fortezze d'Italia, presi o datisi a Carlo Al- associare le sue armi a quelle di Carlo Al-
berto, tranne a Venezia, per essersi nuo- berto; ma non essendo in grado di resi-
vamente costituita in repubblica indipen- stere a un nemico vincitore, e che avea
dente. La convenzione d'armistizio si leg- invaso il territorio di due stati limitrofi,

ge a p. 643 della Gazzetta di Roma , aver bisogno di tempo per riparare alle
ed il 3.° articolo dice : » Gli stati di Mo- perdite sofferte, e per salvare il paese da
dena, di Parma e la cillà di Piacenza col subito pericolo e da fatali calamità, onde
raggio di territorio ad essa spettante nella i confini dellostato non sieno violali, con-
qualità sua di piazza da guerra, verranno venire il mantenimento dell'ordine inter-
sgombrale dalle truppe di S. M. il redi no e non dare occasioni a tumulti, pronto
Sardegna 3 giorni dopo la notificazione sempre di sostenere la causa nazionale. In-
della presente." Ma tedeschi aveano già
i di con notificazione de'7 agosto, il gover-
occupato il ducato di Modena. Imperoc- no toscano rassicurò gli animi che pe'buo-

ché un'armata austriaca comandata dal ni uffici del ministro inglese residente in
tenente maresciallo Welden avea occu- Firenze e dell'incaricalo della repubbli-
pato le provincie settentrionali dello stato ca francese, il tenente generale Welden
pontifìcio, dirigendo a'3 agosto un pro- avea dichiarato, che confini della To- i

clama agli abitanti delie legazioni, dicen- scana saranno rispettati dalle armi au-
do che il Papa più volte avea protestato striache, purché l'ordine interno si con-
di non voler guerra, ispirato dal sagro- servi nel granducato, e non si facciano le-
santo ufficio da cui è investito, nondime- ve in massa, ne alti di aggressione; per-
no truppe pontificie e gli svizzeri da lui ciò il governo confidare nel senno e nella
assoldati pugnarono contro 1' Austria a lealtà delle popolazioni toscane, per con-
Treviso ed a Vicenza, e vinti capitolaro- servare quella quiete tanto necessaria per
no, obbligandosi per 3 mesi di non ripren- la salvezza della patria. E che eguali uf-
der l'armi contro 1' imperatore. Le sue fici il ministro inglese avea praticati pres-
mosse esser dirette contro le bande, chia- so general Pergias comandante il cor-
il

male de'crociali, e contro faziosi che in i po d'occupazione dello stato di Modena;


onta al proprio governo si affaticavano ciò nonostante non rallentarsi provve- i

d'ingannare il buon popolo con menzogne dimenti per guarnire la frontiera, e per
e sofismi e d'infondere un odio ingiusto essere pronti ad ogni possibile eventua-
ed assurdo contro una potenza slata seni- lità. Nella mezzanotte di detto giorno en-
9

TO S TOS 2 33

trarono in Modena gli austriaci compo- Civiltà cattolica^ 2.' serie, 8, pubbli-
t.

nenti l'avanguardia ; avendo nel giorno cò la Storia dell'assassinio di Pellegri-


de'6 il municipio della città annunziato no Rossi di Carrara tratta da!proces-
il prossimo loro ingresso, e perciò esortò si: i.° La cospirazione; 2. TJ assassi-
il popolo alla quiete e tranquillità per ,
nio; 3.° La ribellione); e nel funesto dì
non piangere luugamentequalunque im- seguente scoppiò la vergognosa rivoluzio-

prudenza. Il ritorno del duca di Modena ne armata, che audacemente assalì il Pa-
cella sua capitale fu preceduto da un suo pa Pio /A'nella sua pacifica apostolica re-
proclama degli 8 agosto dato in Manto, sidenza, forzandolo a ulteriori concessio-
va; annunziando che recavasi a riprende- ni e dinuovo ministero. Venulo il Papa
re l'esercizio della sovranità ed a rimar- in cognizione, che non ostante stava per
ginar le piaghe delle passate agitazioni, esplodere altra ribellione, onde obbligar-
prodotte da una minorità turbolenta, la lo a rinunziare alla sovranità temporale,
quale giovò alle mire ambiziose d'alcu- che pure avea modificata coll'accordato
no de'governi vicini, ed ebbe parte alla Statuto costituzionale, prudentemente e-

distruzione d'uno stato indipendente. Ri- vase dalla città la sera de'24, e recatosi
conoscere per nemici quelli ches* impa- a Gaeta vi ricevè magnifico e riverente
dronirono de'suoi stati, e ciò soltanto fin- ospizio li re delle due
da Ferdinando
ché essi abbiano restituito tutto quanto Sicilie.Nel seguente mese abdicò l'im-
gli competeva dell'eredità de' suoi mag- pero austriaco Ferdinando I,e gli succes-
giori, ed in forza detrattati da lui in ogni se il nipote regnante Francesco Giusep-
tempo scrupolosamente osservati. Con- pe I, che liberò l'impero dall'anarchia e
fidare nella gran maggiorità de'suoi ama- lo rese più. possente, rispettato e fioren-
tissimi sudditi rimasti fedeli, che coope- te. Inoltre nello stesso mese fu eletto pre-
reranno colle loro forze al ristabilimento sidente della repubblica francese Luigi
sovrano e dell'ordine pub-
del legittimo Napoleone nipote di Napoleone I, poi im-
blico.Accordò un'amnistia generale, ec- peratoreNapoleoue III. Roma restata nel-
cettuando pochi capi o promotori del-
i la desolazione sotto il crudo giogo de'de-

l'insurrezione, a' quali lasciava il tempo magoghi, questi col governo intruso con-
d'allontanarsi dallo stato, ed eccettuan- vocata un'Assemblea Nazionale o Costi-
do pure macchiato di delitti
chi si fosse tuente Romana, proclamarono in essa nel
comuni. A'g agosto il corpo diplomatico Campidoglio la repubblica romana a'

residente in Firenze, fece una protesta febbraio 1 849) e ne ^ se g uente mese ,st i*
al general Welden, appena seppe che a- tuì un triumvirato composto di Armel-
vea fatto bombardare Bologna. Rientra- Mazzini e Saffi. Ne'successivi mesi del
lini,

to Francesco V in Modena, con atto del- precedente anno anco nellaToscana le co-
l' i i agosto sciolse la reggenza da lui isti- se volsero agli estremi, non ostante la vi-

tuita, e governo de' suoi


riassumendo il cinanza degli austriaci ne'ducati di Mo-
stati, riordinò la pubblica amministra- dena e di Parma. Essa procedeva a gran
zione. Indi le truppe austriache fecero a' passi all'anarchia, pel crescente fermen-
12 il loro ingresso a Piacenza, ed a'16 a to rivoluzionario, alimentato da conti-
Parma, ed occupati ducati, ne fu rein- i nue violente dimostrazioni popolari, ac-
tegralo il duca Carlo II. Dipoi in Roma, compagnate da sfrenati e deplorabili ec-
hientre il ministro Pellegrino Rossi si oc- cessi, particolarmente in Livorno; il tut-
cupava con energia a ricomporre l'ordi- to promosso dagl' incontentabili faziosi
ne pubblico alterato da una fazione anar- avidi di sempre nuove libertà e conces-
chica, restò barbaramente vittitna di que- sioni politiche, calorosamente spingendo
sta a'i5 novembre dello .slesso 1848 (la alla federazione italiana, ed a riprendere
VOL. LXXVIII. 16
234 TOS TOS
la guerra con più ili ardore contro l'Au* ramlola, noi non intendiamo togliere che
stria,poi ricevendo il granducato vari cor- venga convocata in città più inclita della
pi di truppe piemontesi. La rivoluzione noslra(accennaudo aRoina,couje avven-
maturandosi, il granduca dovette a' 27 ne e ricordai), comunque nobilissima es
ottobre incaricare il prof. Giuseppe Mon- neppure vogliamo proseguirla in
sa sia; e
tanelli governatore interino di Livorno, guisa che non riesca per poca autorità del
ovepeh.°avca proclamalo la Costituen- nostro stato o turbi le relazioni fraterne
te Italiana, e deputato dei consiglio ge- co' popoli vicini. " Dipoi il Montanelli
nerale, di formare un nuovo ministero, confessò nelle sue Memorie, che il prin-
cbe si denominò Montanelli-Guerrazzi, cipe di Mellernich avea colto nel seguo,
poiché Montanelli divenne presidente del che la nazionalità italiana mirava a una
consiglio de'minislri e ministro segreta- Coslituente, e che sotto il riformismo co-
rio di stalo per gli altari esteri, e il sun- vava la Costituzione Nazionale. Osser-
nominato a vv. Fi aucescoDomenicoGuer- va la Civiltà cattolica, che quello il qua-
razzi, altro deputalo del consiglio costi- le nel 1 846 avesse gridato a'sovrani:» Ne-
tuzionale, ministro segretario di stalo del* gate le riforme perchè mirano a Costi-
1'inlerno. Nel giornoseguente nuovi mi- i tuente, a rivoluzione, a democrazia" sa-
nistri furono accolli con fragorosi applau- ria stato qualificato un marcio austro-
si da tutte le tribune della camera de'de- gesuita ! Quanto si vantò il cattolicismo
putati, all' ingresso loro nella seduta. Il di coloro che gridarono il Viva Pio 1XÌ
Montanelli saliloalla tribuna lesse il pro- Guai a chi vi avesse sospettalo demagogia
gramma del suo miuistero,interrotlo va- anticattolica! Fu detto che gli applausi
rie volte da ripetuti applausi, e riporta- a'principi (poiché e strepitosissimi ne fu-
to a p.892 della Gazzetta di Roma Dis- . rono pure fatti al granduca) e a' patrizi

se, che chiamati all'incarico di governa- fautori di riforme era un incenso prodi».
re lo stalo in tempi singolari per tanto torio che finirebbe presto in crucifige :

mutarsi d'imperi e agitarsi de'popoli, si ed eccoti il Montanelli che l'unione del


presentava al paese con esitanza per la patriziato e della democrazia dice utile a
sua scarsa capacità, e a un punto con co- quel primo muoversi, ma che a tortosi
raggio considerando l'animo suo risolu- vorrebbe continuare quando l'ora sia suo-
to a procurare il bene maggiore alla pa- nata. In seguito il granduca fu iudotlo
tria. Promettere falli e non parole, di- a dare piena amnistia a'rei di delitti po-
chiarando in che si sarebbero occupale le litici; e nel dicembre venne approvata la
sue cure, e precipuamente proclamando. formazione della banca di sconto di Luc-
»»JSoi entrandoal ministero, non lasciam- ca. A* 10 gennaio 1849 '' granduca fece

mo alla porta armi e bagaglio. La Costi- la solenne riapertura delle rinnovate as-
tuente proclamammo ne'nostri scritti, la semblee legislative col nuovo consiglio
Costituente proclamiamo adesso nel no- generale.Nel discorso deplorò i tempi che
programma. La Costituente consiate
stro correvano pieni d'ansietà e di speranze,
nel volo di23 milioni di uomini (allu- supreme, e di dolore sofferto
di necessità
dendo a tutla l'Italia), rappresentati le- pel sangue generosamentesparso in Lom-
gittimamente, intorno forma degli
alla bardia da'prodi toscani. Che per le quo-
ordini governativi che meglio loro con- tidiane commozioni de'popoli abbisogna-
tengano; ma la Coslituente ha da essere va di provvedimenti vigorosi e duraturi.
pegno di amicizia, non offesa di popoli a- La finanza angustiata esigere non meno
mici, molto meno impedimento a conse- pronti provvedimenti. E poiché i molivi
guire la suprema delle necessità nostre, della guerra non cessavano e i pericoli du-
la indipendenza italiana. Quindi pi-epa- ravano, egli corrispondeva a'voti de'suoi
T O S TOS a35
popoli. Deplorò che la concordia fra il presentanti alla Costituente Italiana; ma
Papa e i suoi popoli non erasi mantenu- la rappresentanza del popolo dovere es-
ta, e confidare che presto si ristabilisse, sere composta di uomini che abbiano la
meritando il supremo Gerarca lutti i ri- fiducia del popolo, e perciò doversi eleg
guardi. Che la Costituente pubblicata in gere dal suffragio universale, e che seb
Toscana non dovea essere principio di dis- benedetti inToscana potessero essere cit-
soluzione, ma di forza e d'armonia: do- tadini d'altre provincie italiane, poiché i

vere comprendere la formo la finale, per rappresentanti alla Costituente doveansi


quietare una volta i destini de'popoli i- spogliare d'ogni affetto di municipio, e
taliani. Essa aspettare che sia consentita ricordarsi soltanto d'essere italiani. Indi
dagli altri stati italiani, co'quali impor- il circolo popolare di Siena, aV5 gennaio
tava stare uniti con vincoli di federazio- e prima che fosse proclamata la repub-
ne e fratellanza. Fare voti per la pace, blica romana, mandò un indirizzo al mi
onde cessi l'effusione del sangue cristia- nistero romano di gratulatone; poiché
no, ed in ogni evento essere pronti pure la Costituente Italiana iniziata in Tosca-
alla guerra per difesa dell'onore del pae- na, non era fino allora che un nobile de-
se, della vita e degli averi. Che gli apua- siderio, ed ormai in Roma era divenuto
ni, loro fratelli per natura e per bene- un fatto compiuto.»» Opera grande, fecon-
volenza antica, eransi dati o ritornarono da d'immensi risultati, è questa istituzio-
alla Toscana. Ringraziò tutti d' averlo ne d'un poter solo, che riunisca gli sparsi
chiamato Padre del popolo, titolo che a- elementi, che unifichi le idee, le opinio-
vea accettalo per sentire affetto paterno ni,che ravvivi le speranze e desiderii, i

pegli uomini che si studiò sempre di go che ponga insieme le forze, che s'impa-
vernare con amore; laonde se i presenti dronisca del movimento, e lo diriga pie-
e posteri gli confermeranno tale titolo,
i no di vita e di energia alla conquista del
sarà questa la più gloriosa ricompensa l'indipendenza .... La Toscana, iniziando
che abbia mai saputo desiderare il prin- il nobile concetto, fece opera grande e
cipe loro. La proclamazione della Costi- meravigliosa. Ma più. grande e più degna
tuente Italiana avvenuta in Roma, come opera è la vostra, o romani, che riduce
che iniziata già in Toscana, fu festeggiata stead atto l'italianissimo divisamene....
con dimostrazione popolare in Firenze la Mentre non omettiamo cure e pensieri
sera de' 19 gennaio ; quindi fu stabilito perchè la Toscana non sia ad altri in se-
d' inviare a Roma deputali toscani alla guirvi seconda, noi vi salutiamo, o citta-

Costituente Italiana, sulle basi del suffra- dini ministri, come salvatori della patria.
gio universale diretto e mandato illimi- L'ora del nuovo cimento si appressa. E
tato. Nel discorso analogo, per l'adozio- voglia Dio, ne'suoi alti decreti affienar-
ne di tale disposizione, fra gli applausi la: sicché fine abbiano una volta l'isola-
pronunziato dal Montanelli nel consiglio mento di Venezia, le ansie della Sicilia,
generale, dichiarò: che la Costituente da il martirio della Lombardia .... La Costi-
luiproclamala anteriormente avea un tuente segnala la instaurazione d'un nuo-
doppio fine. ."Porre il principio della so-
1 vo diritto pubblico in Europa." Eppure
vrani là nazionale che dovrà decretare le a'3o gennaio in Siena, da quelli che nou
sorti finali delle genti italiane. 2. Istitui- s'illudevano delle utopie della Costituen-
re un centro il quale unificasse frattan- te e di tutte le altre perniciose innovazio-
to le forze divise. E che i toscani come i ni, chiamati come altrove, codini, retro-
primi a proclamare la Costituente, do- gradi, oscurantisti, neri e reazionari, sot-
vea no essere anche i primi a risponde- to le finestre del granduca, quand'egli ap-
re alla chiamata, con inviare i loro rap- pena giungeva nella città,ovepassava l'iu-
236 TO S TOS
verno la reale famiglia, e al suo affacciar- già del re cognato presentava sicurezza
sialla finestra, alto gridarono: Abbasso per se e per la sua reale famiglia, laonde
Ja Costituente Italiana Viva il governo 1 con questa si sottrasse da Siena a'7 feb-
di Napoli Morte a' liberali Abbasso i
1 1 braio,fingendo una passeggiala. Un'ora
circoli Abbasso i repubblicani VivaLeo-
! ! prima avea veduto il Montanelli, e poche
poldo 11 e la sua famiglia! I progressisti ore dopo gli notificò la sua effettuata ri-

ed i faziosi furono compresi di dolore, io soluzione, perché Papa aveagli scritto,


il

rimarcare, che quel principe, il quale po- secondo giornali Non potere uu princi-
i :

chi giorni prima avea segnato davanti al pe cattolico aderire alIaCostiluente. Pub-
suo ministero, al parlamento, al senato blicò poi lo stesso Monitore Romano a p.
toscano, alla nazione italiana, il solenne 58 la seguente lettera diretta al presidente
atto di adesione alla Costituente Naziona- Montanelli. « Nel lasciar Siena non creda
le, tacque a tale dimostrazione, chiama- che sia in me il progetto di abbandonar la
ta reazione, e non trovò nel cuore una pa • Toscana, cui sono troppo affezionato. Rac-
jola per ismentire quanto poco prima a- comando vivamente e con fiducia fami - i

vea deliberato, cioè quanto era stato co- gliari miei, ed in Firenze ed in Siena: che

stretto a fare perle imponenti e violen- sono ignari del tutto del progetto mio.
ti circostanze. Gravi lamenti perciò si fe- Prego di lasciare che mi seguitino quelli
cero, esigendosi lo scioglimeuto e riorga- di cui ho strettamente necessità, die so-
nizzazione della guardia nazionale di Sie- no appunto quelli che ho qui in Siena: e
na, ed essere indispensabile rendere im- prego ancora a voler facilitare il modo
potenti d'agire i retrogradi, chiamati da' che mi seguitino li equipaggi miei e della
tristi, spietati nemici del risorgimento ita- famiglia, quelli che ho parimenti in Sie-
liano; poiché altra volta i sauesi aveano na, che senza di ciò si rimarrebbe privi
gridato : La Costituente Italiana è un'in- di quello è strettamente necessario alla
venzione del Montanelli toscano, la qua- vita. Intendo compresi nel numero delle
le spinge il popolo ignorante al macello persone l'aio de'miei figli o il cavalier di
della guerra e alla miseria; e parlarono lorocompagniaelamia segreteria. Preu-
con senno, quando avvisarono il popolo dendola direzione della strada regia Ma-
di non cedere alla violenza di pochi tri- remmana le persone del mio seguito tro-
sti o pazzi che la lodano, giacché Roma veranno l'indicazione del luogo dove io
non la Piemonte non l'appro-
vuole e il mi sarò diretto. E con distinta stima mi
va, e solo ambedue accedere a una lega. confermo. Siena 7 febbraio 1849. & ììo a ^'
Pertanto gl'illusi scongiurarono con se- fezionalissimo Leopoldo." Altra lettera
ducenti parole isanesi, a "non farsi ingan- ragionala dello stesso giorno pure si leg-
nare da'nobili e da altri reazionari a dan- ge nel Monitore, e diretta al medesimo
no d'Italia, e di non far dire a' nemici: Montanelli, nella quale il granduca fra le
Siena, che raccolse l'ultimo so-
la città altre cose gli dichiarò. La vera causa d'es-
spiro della libertà italiana, ha pur essa sersi recalo a Siena, fu che per evitare a'
sul fronte uno sligmata di vitupero e d'in- 22 gennaio gravi turbamenti, permise la
famia 1 Considerando il granduca quanto discussione del progetto per l'elezione de'
l'anarchia progrediva in proporzioni gi- rappresentanti toscani alla Costituente I-

gantesche, e che continuamente deplora- mentre si riservava d'osservare


taliana,
bili avvenimenti contristavano la pubbli- l'andamento di essa per riflettere al dub-
ca quiete, sotto i suoi occhi stessi in Fi- bio insorto nell'animo d'incorrere nella
renze come in Siena, e per quanto vado a scomunica indicata da PioIX(l .),dubbio
narrare, cautainentepreseilparlitodi re- che manifestò ad alcuni ministri. Quan-
carsi nel reguo di Napoli, che per l'enei'- do poi fu dato a 'rappresentatili un inau-
TO S TOS 237
dato illimitato, il dubbio si fece in lui gra- dere a questa urgenza. Facendosi anche
vissimo, e consultate persone competenti, interprete del voto delle provincie sorelle,
tutteconvennero incorrersi nella censu- nomina un governo provvisorio nelle per-
ra della Chiesa. Per maggior sicurezza a- sone de' cittadini Montanelli, Guerrazzi
vere pure consultato il Papa, e la replica e Mazzoni, che a turno assumeranno la
tardando gli fecero sospendere la sanzio- presidenza, e a loro affida la somma delle
ne della legge. L'espressioni del Papa es- cose, e per l'Italia, l'onore toscano. Che
sere chiare, e perciò tale legge non po- laforma definitiva di governo per la To-
tere essere da lui approvata, poiché qual scana debba decidersi dalla Costituente I-
sovrano cattolico dovea sottoporsi inte- taliaua in Roma. E che frattanto il go-
ramente al giudizio pontificio. Ma trat- verno provvisorio si unisca e striuga a
tandosi ora d' esporre con tale legge la quello di Roma, tanto che i due stati a-

sua persoua e il suo paese alla sventu- gli occhi d' Italia e del mondo ne com-
ra massima, qual è quella d'incorrere e pongano uno solo." Il giorno medesimo
di fare incorrere tanti buoni toscani nel- il triumvirato de' membri del governo
le censure fulminate dalla Chiesa, dover- provvisorio notificò in Firenze con pro-
si ricusare di aderirvi. E siccome il ritor- clama. Che il principe gli avea abban-
no a Firenze poteva esporlo alla libertà donati ne'supremi momenti di pericolo.
del voto che gli competeva, in tanta esal- I principi passano: i popoli restano. Per-
tazione di spiriti, cosi credeva allontanarsi ciò il popolo
assemblee legislative a-
e le
dalla capitale e da Siena, acciò non si di- ver loro affidato il governo. Raccoman-
cesse che per sua causa questa città diven- darono il coraggio e l'unione, poiché l'av-
ne campo di reazione. Sperare che Dio a- venimeuto sarà come piuma caduta
lieve
vrà cura del suo diletto paese, e pregare dall'ala d'uccelloche passa. Viva la Li-
a dare pubblicità a questa dichiarazione, bertà! Indi nel giorno seguente trium- i

e che se non fosse notificata nella sua in- viri decretarono che in fronte alle deci-

tegrità, sarebbe costretto d'eseguirla dal sioni de'tribunali dello stato e degli atti
luogo ove la Provvidenza vorrà che si tra- de'pubblici notarili nome di Leopoldo
sferisca.Leopoldo II colla famiglia gran- lì, si sostituisse: Governo provvisorioTo-
ducale si recò prima a Porto s. Stefano, scauo. Si sciolserodal giuramento al gran-

ove si portò il corpo diplomatico e poi , duca guardia cittadina e le truppe stan-
la

a Gaeta ove dimorava il Papa. ziali. A Livorno si abbatterono e arsero

Appena si conobbe in Firenze la sua le armi del principe; ed il Mazzini, che

partita, grave fu il tumulto, ed i ministri si recava a Roma, vi fu ricevuto a suo-


dierono la Le camereco-
loro dimissione. no di campane e con grandi dimostrazio-
stituzionali l'8 febbraio formarono un go- ni. Il popolo l'elesse deputato alla Costi-
verno provvisorio composto di Montanel- tuente di Roma, ed egli biasimando la
li, Guerrazzi, e l'avv. Giuseppe Mazzoni fuga del granduca, raccomandò a'Iivor-
(già ministro segretario di stalo della giu- nesi,che la Toscana deve aspettare le de-
stizia,grazia ed affari ecclesiastici),che pro- terminazioni della Costituente e di Ro-
clamati al popolofurouo accolti con evvi- ma. Il governo provvisorio nominò i mi-
va fragorosi. Nello stesso giorno il Circolo nistri, cioè: degli affari esteri l'avv. Au-
popolare pubblicò il seguente proclama. tonio Mordini (presidente del circolo po-
» Il popolo di Firenze. Considerando che polare di Firenze), il prof. Francesco Mar-
r
la fuga di Leopoldo d'Austria infrange la mocchi dell'interno, il d. Leonardo Ro-
costituzione, e lascia senza governo lo sta- manelli di grazia e giustizia, e ripristinò
to. Considerando che il primo dovere del ne'loro ministeri, Mariano d'Ayala alla
popolo, solo so vrauo di se stesso, è di prov- guerra, e Pietro Augusto Adami alle (i-
*38 TOS TOS
nanze, commercio e pubblici lavori. Il go- mana destinò suo incaricato interino pres-
verno provvisorio , considerando che la so il governo provvisorio Giuseppe Cane-
forma del governo Toscano dovea esse- strini, per l'ordinaria gestione della lega-
re stabilita dalla Costituente Italiana, a' zione romana inFirenze, essendone parti-
1

i o febbraio abolì il consiglio generale de' to l'incaricato d'affari pontificio mg. Mas-
deputati e il senato, e concentrò i poteri soni. Inoltre la repubblica romana dispen-
legislativi in una sola assemblea compo- sò la propria legazione in Firenze dal rila-

sta di 120 rappresentanti del popolo, e- scio de'passaporti, visti, atti di legalizzazio-
letti col Suffragio universale diretto, e nel ne, dichiarando che fino a nuova disposi-
governo provvisorio. La proposta delle zione nel territorio della repubblica var-
leggi spettare all'assemblea legislativa e ranno per lo stesso efTetto le firme dell'au-
al ministero. La sanzione e la promulga- torità toscane, e così agevolare la vicina
zione al governo provvisorio. I rappre- fusione fra 'due stati. Dipoi il Canestrini
sentanti doversi eleggere da'12 Compar- fu fallo incaricato d'affari. Il conte Ce-
timenti, quanti erano allora, in ragione sare de Laugier generale delle milizie to-
di popolazione. Ecco il novero de'Com- scane si al granduca, e da
conservò fedele
parlimenti: Fiorentino, Lucchese,Pisano, Massa emanò proclama inculcando
w\\ ,

Senese, Aretino, Pistoiese, Grossetano, a' militari d'essere fedeli al giuramento

Livorno, Elba, Massa e Carraia, Luni- fitto al sovrano (li riunirsi sotto le sue ban-
giana, Garfagnana. L'assemblea Costi- diere, per liberare il granducato dall'op-
tuente Toscana fu convocata pel i5 mar- pressione d' un governo intruso e resti-
zo, poi prorogata pel 25. Nella sera de' tuirloalladivozionedel granduca; il qua-
12 febbraio una moltitudine immensa in- le a' 1 7 febbraio aveagli ordinato d'assu-
gombrando la piazza del Popolo in Fi- mere il comando supremo della truppa e

renze, volea ivi piantare l'albero della li- adoprarsi per ristabilire la sovranità co-
bertà tra le grida di Viva la repubblica stituzionale; quindi a'22 ricevè altro di-
italiana. Arringata da Guerrazzi, si per- spaccio del granduca, che partito a'20 da
suase ad attendere quanto avrebbero pro- s. Stefano per Gaeta col marchese Scipio-
clamato sulla forma del governo i depu- ne Bargagli ministro presso la s. Sftle, sul

tati che doveansi eleggerecol suffragio u- vapore inglese Bul-Dogh (a' 21 seguito
uiversale diretto. Il governo dichiarò ces- siili' altro vapore inglese il Porcospino ,

sata la legazione toscana in Roma , e la da'ministri di Spagna, Sardegna e Prus-


missione già affidata al cittadino Scipio- sia), lo nominò suo commissario in To-

ne Bargagli in Roma e in Gaeta, perciò scana, con promesse di piemontese soc-


doversi immediatamente restituire a Fi- corso (le quali non si effettuarono), rac-
renze e attendervi ulteriori disposizioni. comandandogli d'astenersi dalla guerra
In vece nominò il prof. Atto Mannucci civileedall'effusione del sangue fraterno.
(autore del libro: I Martiri della Libertà Perciò molti soldati disertarono dal go-
Italiana dal 1 794 (il 848,A/emor/e),in- 1 verno provvisorio per passare con armi
viato straordinario della Toscana, presso e bagaglio sottole bandiere del general

il governo della repubblica romana, con Laugier, ed anco del generale Alfonso La
annuo appuntamento di lire 5ooo, asse- Marmora piemontese, il quale poi entrò
gnandone 4000 all'avv. Manichelli di- nella Lunigiana in forza d'alcune dispo-
chiaratosegretario di tal missione, dispen- sizioni concordate col governo toscano.
satone il cav. Pandolflni, a cui si con- A'27 febbraio furono elevali per tutte le
servò il consolato generale e quanto go- piazze di Firenze gli alberi della libertà,
deva in uno all'abitazione nel palazzo di coronati di fiori e sormontali delle ban-
FircnzcDall'altro parte la repubblica 10- diere tricolori e dell'antico berretto de-
TOS TOS 23 9
mocratico, il che venne imitato dal resto mistizio tra l'Austria e la Sardegna, fu
di Toscana. Questa inaugurazione fu fit- denunciato e la guerra ricominciò; così
ta alsnonodi campane, spari di moschet- furono ripresele ostilità fra le due armate,
ti, rollo de'tambnri e il suono di musici diminuendosi perciò gli austriaci del du-
•tronfienti. Ve noto in cognizione il gover- cato di Modena , e dichiarando il duca
no che in molti luoghi, specialmente di Francesco V di non allontanarsene fin-
campagna, gli elettori ricusavano di con- che potesse al paese giovare la sua pre-
correre alle elezioni della nuova assem- senza tuttavolta per gl'imminenti com-
:

blea, per timore delle censure della Chie- battimenti di Lombardia, parti la notte
sa, con circolare all' Episcopato toscano de' 18, lasciando guarnigione austro-e-
l'invitò a significare a' parrochi, eh' essi stense nella cittadella di Modena, recan-
sarebbero responsabili se i popolani si a- dosi con un battaglione a Brescello e tra-
stenessero dal prender parte all'elezioni. sportandovi la sede del governo.
Il redi

L'arcivescovo di Pisa mg/ Panetti, co- Sardegna Carlo A Iberto a' 4 partì da To- 1

me dicesi d'alcun altro vescovo, inviò a' rino per Alessandria, onde porsi alla te-
parrochi di sua arcidiocesi una circolare, sta del suo esercito, dopo aver inviato un
dichiarando opinare non incorrersi la pe- proclama alle nazioni della civile Euro-
na di scomunica per l'elezione de'37 de- pa, per giustificare il ritorno a quella via
putati alla Costituente Italiana. La circo- a cui l'avea chiamato il voto de' popoli
lare fu riprodotta a p. 1 84 del Monitore italiani, deliberati a riconquistare la lo-
Romano, e si andò procedendo all'elezio- ro nazionalità, e per aver violato in più
ne e proclamazione de'deputati. A'6 mar- modi l'Austria le stipulazioni espresse del-
zo il governo decretò: L'Assemblea To- l'armistizio. Inutilmente si affaticò il mi-
scana è investita del potere costituenté,per nistro inglese per distorlo dalla guerra :

decretare se e con quali condizioni lo Sta- il re seccamente gli rispose. Dio la vuole,
toToscano debba unirsi a R.oma, e per la nazione la reclama, il mio onore la e-
comporre insieme a 'deputati dello Stato sige. Al proclama di Carlo Alberto, incer-
Romano la Costituentedell'Italia Centra- to modo, rispose il conte Radetzky , col
le. AvendoLeopoldo II a'20 febbraio fatta manifesto alle truppe da lui comandate.
in Porto s. Stefano una protesta a'mem- A'2 5 con discorso d'apertura del trium-
bri del corpo diplomatico, di lutto l'acca- virato, solennemente s'inaugurò in Firen-
duto; il triumvirato toscano a'4 marzo e- ze l'AssembleaCostituenteToscana, la qua-
mano una contro-protesta all'Europa, e le la notte del 27 al 28 decretò la rico-
si legge a p. 1
74 del Monitore Romano. stituzione d'un potere esecutivo provviso-
Intanto il governo provvisorio nel timo- rio,per governare lo stato,e ne rivestì il già
re fondato di veder minacciate le frontie- triumviro Guerrazzi, con facoltà straor-
re dal general Laugier, da'piemontesi, e dinarie per provvedere a' bisogni della
dagli austro-estensi, mobilizzò la guar- guerra e Però
alla salvezza della patria.
dia nazionale e vieppiù aumentò i suoi ar- ne!giorno23 pressoNovara la lotta tratta-
mamenti, e per la difesa dell'Alpi Apua- detzky e Carlo Alberto era già finita colla
ne guardate dal proprio general d'Apice, piena vittoria degli austriaci eia sconfìtta
formò il battaglione Apuano di bersaglie- de'sardi. Il re abdicò la corona al figlio
ri; inoltre formò due campi, uno a Pistoia, Vittorio Emanuele II e partì per Porto

l'altro alle frontiere di Lunigiana. Frat- di Portogallo.il nuovo re considerando Io


tanto a' 1 2 marzo il re Ferdinando II sciol- stato infelicecui erasi ridotto l'esercito, ed
se in Napoli la camera de'deputati, quin- impossibile ulterior resistenza, a'26 con-
di la costituzione restò distrutta ; ed es- cluse un armistizio col feld-maresciallo,
sendo ormai terminato il prorogato ar- onde stabilireun trattato di pace. Rima-
,

a4o TO S TO S
sto Piemonte soccombente, potè dopo
ii za della sua missione. Egli a nome del
Ja sconfìtta evitare colla mediazione delle Principe assume la direzione degli affa-
potenze e per le circostanze d'Europa, l'oc- ri, e si riprometle di liberarvi dal dolore
cupazione straniera de'viucitori, ma do- di una invasione." Contemporaneamente
\è però subire quel grave contributo di 1' Assemblea Costituente Toscana si di-

guerra die gl'imposero gli austriaci, e ri- chiarò in permanenza, e di prendere d'ac-
scattarsi a denaro, comprando la pace. cordo col generale della guardia naziona-
Questa fu stipulala poi a'6 agosto, e fra le e del municipio i provvedimenti neces-
le condizioni il resi obbligò ad evacuare sari alla salvezza del paese. Tuttavolta il
quelle parti di territorii de'ducati di Mo- rappresentante del potere esecutivoGuer-
dena, di Parma (che momentaneamente razzi, in aggiunta a'i4 milioni di lire de'
aveano ripreso i sordi), Piacenza e To- boni del tesoro emessi col frutto del 6 per
scana, che prima della guerra non appar- 100, ne autorizzò altra quantità in 2 mi-
tenevano al Piemonte, a forma de'prece- lioni, egualmente fruttiferi e garantiti con
denti trattati in vigore al i.° marzo 1848. ipoteca speciale.Egli però nello stesso gior-
La vittoria dunque austriaca di Novara no venne arrestato nel palazzo Vecchio,
obbligò la Toscana a restituire al duca di e chiuso poi nel forte di Belvedere. Inol-
ParmaPontremoli e alti iluoghi,e al duca tre il municipio che avea in nome di Leo-
di Modena, Massa e Carrara, la Garfagna- poldo II preso le redini del governo, col
na,Fivizzano eallre parti dellaLunigiana; detto nome di Commissione governativa
nondimeno essa noi fece, e come dirò gli Toscana, governando Firenze, per voto
austriaci e gli estensi li ricuperarono. 1 di- espresso dell'intera popolazione, pubbli-
sastri dell'armi piemontesi riuscirono do- cò altri atti, fra' quali, proclamò il rista-
lorosi pure al governo toscano, però fe- bilimento della monarchia costituzionale,
ce di lutto per infondere coraggio al po- circondata da istituzioni popolari, propo-
polo ed eccitarlo alla difesa della patria nendosi l'adesione formale de' municipi!
e alla guerra per vendicare e fare risor- delle provincie. Sciolse la guardia muni-
gere l'Italia; il Guerrazzi particolarmente cipale toscana, per ricostituirla sotto la de-
accese alla difesa i suoi concittadini livor- nominazione di guardia di sicurezza pub-
nesi. duca di Modena a'3o marzo si re-
Il blica. Rivocò la legge stataria e la com-
stituìda Brescello nella sua capitale. In- missione militare, del precedente potere
tanto nello spirar di marzo, la Val di Chia- esecutivo. Proibì a lutti coloro che com-
na insorse armata al grido: Viva Leopol- ponevano l'Assemblea CostituenteTosca-
do II. Iu Firenze a' 2 1 aprile il popolo con- na, in tale qualità di adunarsi, e di pub-
citato , atterrati gli alberi della libertà blicare qualsivoglia atto. Vietò pure i cir-
rialzò le armi granducali suono della al coli e qualunque riunione politica, e com-
campana di palazzo Vecchio; ed in mez- pose il ministero con 6 nuovi ministri. Su-
zo alle acclamazioni dell'affollata molti- bito il municipio di Pisa fece piena ade-
tudine nella piazza del Granduca, il mu- sione all'attuale Commissione governati-
nicipio erettosi in Commissione gover- va della Toscana, e gli altri successiva-
nativa Toscana, associandosi 5 idonei cit- mente l'imitarono, Lucca, Siena e le al-

tadini, cioè Gino Capponi, Bettino Ri- tre città e luoghi, tranne Livorno, e per
casoli, Luigi Serristori, Carlo Torrigia- un tempo anche Pistoia. Si rialzarono con
ni, Cesare Capo-quadri, pel gonfalonie- stemmi granducali, e si cantò il
festa gli
re impedito facendone le veci ih. "priore Te Deum nelle calledrali e altre chiese.
Orazio Cesare Ricasoli, proclamò. « Cit- La commissione governativa nello stesso
tadini! Nella gravità della circostanza il giorno 12 aprile invitò la truppa stan-
vostro Municipio sente tulla l'imporlan- ziale al giuramento di fedeltà al grandu-
TOS TOS 2'm
ca, e alle libertà costituzionali nelle qnali conio, ooo austi iaci,ed avea occupato per
il paese volea essere consolidato, essendo Carlolla'5 aprile Parma, quindi a'i3 per
ciascuno libero di non prestarlo, e di po- esso fece occupare anche Pontremoli egli
ter contare sul suo concorso e disciplina altri luoghi che gli appartenevano. Quan-

per meritarsi le milizie la riconoscenza di to a'possessi Estensi d'oltre A pennino nel-

tutti buoni toscani. Rivocò ancora a'i 3


i
la Lunigiana, occupati da più d'un anno

marzo la missione di Montanelli presso in massima parte dal governo granduca-

i governi di Francia e d' Inghilterra; e le, Francesco V vi mandò truppe austro-

e quelle del prof. Mannucci presso il go- estensi per ricuperarli. Laonde in Friz-
verno di Roma; d'Andrea Luigi Mazzini zano entrò duca di Modena a'i4
lo stesso

presso il governo di Sicilia; di Lodovico aprile, indi a'i6 s'impadronì d'altri luo-

Frappolli pressoi governi della repubbli- ghi della Lunigiana, non che della Gar-
ca francese, dell'Inghilterra e del Belgio; fagnana, di Massa e Carrara, e Guastal-
e del prof. Luigi Mozzi a Costantinopoli: la, cosi reintegrandosi compiutamente dei
rivocò pure le nomine di segretari delle suoi domimi. Laonde la commissione go-

legazioni, di Menichelli per quella di Ro- vernativa di Firenze a'23 aprile credette
ma, di La Cecilia per quella di Parigi ,
di dover protestare contro la occupazio-
e di Dragomanni per quella di Costan- ne di Pontremoli, della Lunigiana, della

tinopoli. In pari tempo ripristinò ne'mi- Garfaguana, di Massa e Carrara. Già a' 7 i

nisteri e negl'impieghi i destituiti dall'an- essaavea inviato a Gaeta una deputazio-


teriore governo , invitando all' esercizio ne composta di 4 rispettabili toscani, pei*
1

delle loro funzioni il marchese Scipione invitare il granduca Leopoldo Ila ritorna-
Bargagli ministro residente presso la s. Se- re ne'suoi stati, e gli presentarono quel-

de, e cosi ministri presso governi fran-


i i l'indirizzo che pubblicò a p. icj8 il Costi-
cese, inglese, belgico, sardo e ottomano. tuzionale Romano. Il granduca con de-

Avendo il precedente governo levato un creto del i.° maggio inviò a Firenze per
imprestito coatto e proporzionato, sugli suo commissario straordinario il conte
individui e società commerciali di più e- Luigi Serristori, qual provvisorio reggen-
levata fortuna, compresi tutti i corpi mo- te del granducato, per redimere lo slato

rali, non solo la commissione abrogò tale da una fazione e ripristinarvi preceden- i

prestito, ma ordinò la restituzione delle ti ordinamenti. Il commissario dichiarò


rate pagate. La gioia de'contadiui pel ri- nulli e irriti e come non avvenuti in To-
stabilimento di Leopoldo li, per tutto Fu scana, gli atti governativi emanati dall'8
inesprimibile, con acclamazioni, baci allo febbraio a tutto 1' [ 1 aprile, cioè dalla par-
stemma sovrano, ed altre festive dimo- tenza diLeopoldo II al governo delia
strazioni, che riempirono d'astio e di rab- commissione municipale. A' 3 il circolo 1

bia i nemici dell'ordine, per cui nacque- popolare di Pistoia avea protestato con-
ro non pochi conflitti che alterarono la tro il proclama del municipio di Firenze,
pubblicaquiete.il general d'Apice coman- come lesivo a'dirilti della nazione e del-
dante del i.° corpo d'osservazione, rico- l' assemblea. Così il popolo di Livorno ,

nobbe il nuovo governo, ed invitò le sue mosso da'faziosi, riprovando e rileneudo


truppe a fare altrettanto. Entrati gli au- illegale il governo costituito in Firenze e
Lunigiana , la commissione
striaci nella quale reazione, nominò una commissione
governativa ottenne che due segretari di governativa, che in pochi giorni variò 3
legazione, francese e inglese, si recassero volte. Nondimeno in seguito mostrò di ri-
al loro campo, onde fare ogni sforzo per conoscere il governo di Firenze, se avesse
arrestare l'avanzarsi delle truppe nel gran- liberalo Guerrazzi, e fatte delle concessio-
ducato. 11 baroue d'Aspre erasi avanzalo ni non ammissibili: il Guerrazzi imprimo-
*fi TO S TO S
nato in Firenze, fu poi trndot to nel carce* maresciallo dichiarò quindi comandante
redi Volterra, quindi nel carcere peniten- della piazza di Livorno il generale Wim-
ziario delle Murate di Firenzein un isola- pffen. Allora e dipoi fu menato gran ru-
mento assoluto per giudicarlo. Intanto ai more dell'intervento degli austriaci in To-
5 maggio il commissario appena seppe scana. Però egregiamente osserva la Ci-
l'improvviso arrivo de'tedesehi comanda- viltà cattolica, che la loro venuta in To-
ti dal barone d'Aspre, nel territorio tosca- scana fu una necessità indeclinabile dei
no, dichiarando con proclama non avere tempi e degli avvenimenti, necessità che
la sua spedizione altro oggetto che il ri- anzi in fatto si tradusse in utile reale. O
stabilimento della pubblica tranquillità, chiamate o non chiamate, senza dubbio
«l'inviò il tenente generale d' Arco Fer- le forze imperiali avrebbero dopo la bat-

rari, per esporgli come l'ordine e la quie- taglia di Novara occupata la Toscana, che

te eransi ristabiliti in tutta la Tosca- associatasi fin dal 1848 col Piemonte nel-
na, ad eccezione di Livorno, ed in tale la guerra contro l'impero d'Austria, era
stalo di cose insistere presso di lui, affin- col Piemonte rimasta soccombente. Quel-

chè almeno limiti alla sola Livorno il con- lo stato ben altrimenti più grande e im-
centramento delle sue truppe. Tutti mi- i portante sotto i rapporti politici, potè e-
nistri nello stesso tempo dierono la loro vitar l'occupazione al modo narrato. La
dimissione; ed il commissario conte Ser- Toscana invece col debito istesso della
ristori nominò un nuovo ministero. Nello guerra perduta, e di più uscita nel 12 a-
stesso giorno il maresciallo barone d'Aspre prile dall'anarchia, benché per saggio im-
annunziò con proclama a'toscani,che d'or- pulso suo proprio, ma inerme
ed estenua-
dine del conte Rodetzsky, ed a tutela dei ta, con Livorno ostinato nella ribellione,
diritti del legittimo sovrano Leopoldo li divisa da'partiti, e disorganizzata in tut-
era entrato nel loro territorio per conso- to, col subire l'occupazione d'altronde ine-
lidare l'ordine, che una fazione perversa vitabile delle forze imperiali, pur seppe
avea rovescialo con insoffribile anarchia, provvedere alla sua sicurezza, e invece di
della quale avea trionfato il loro buon padrone, le ebbe ausiliarie. E come tali
senso. E cheil commissario generale Ser- furono e si mantengono, e come tali le qua-
ristori adempirà suoi incombenti, ed af-
i lificò la convenzione de'2 2 aprile 8 10, e 1

fidarsi alla sua cooperazione per più fa- come tali rispettano l'indipendenza del go-
cilmente rendere salda la pubblica e pri- verno, l'opinione del paese, né ebbesi fin
vata sicurezza. Il barone d'Aspre giunto qui minima cagione di lamento.
a'7 maggio a Lucca, fece sciogliere e di- Papa avendo domandato l' inter-
Il

sarmai e la guardia nazionale, non che di- vento armato dell'imperatore d'Austria,
sarmare e congedare bersaglieri parmi- i del re delle due Sicilie, della regina di
giani e piacentini al servizio dellaToscana. Spagna e della repubblica francese, per
Dopo questo proclama, il municipio di Fi- liberare i suoi stati dalla fazione che li

renze lece un indirizzo al commissario, tiranneggiava, i napoletani nello stesso


perchè più efficacemente s' interponesse maggio entrarono nelle provincie di Ma-
col comandante austriaco ,
per impedire rittima e Campagna, gli austriaci a'6 oc-
l'invasione del granducato. Il marescial- cuparono Ferrara e successivamente Bo-
lo d* Aspre da Lucca nello stesso giorno logna, Forlì, Ravenna, Urbino e loro
de' 7 passò in Pisa e si avvicinò a Livor- territorii, e poi ricuperarono le Marche
no. Dopo due giorni d'accanito combat- e l'Umbria, in parte della quale e nella
timenloco'livornesi, gli austriaci entraro- provincia di Rieti penetrarono gli spa-
no maggio nella
1' 1 1 città, il cui munici- gnuoli. commissario Serristori proce-
Il

pio aderì al governo di Leopoldo II. Il dette a tutti gli occorrenti provvedi men-
TOS TO S 243
li delle circostanze, e destituì il Monta- governo anarchico del terrore, cessando
nelli dalla cattedra di diritto toscano ci- la repubblica romana. Le bande che ne

vile e commerciale nella università di Pi- uscirono, di circa 5ooo avventurieri, ca-
sa, essendo fuggito a Parigi. Il marescial- pitanate da Garibaldi, scorazzarono e ta-
lo d'Aspre, dopo aver liberata Livorno glieggiarono diverse città e luoghi di To-
dalla fazione che l'opprimeva, per com- scana, spargendo in quelle popolazioni lo
piere le sue operazioni militari che si col- spavento, e gravemente danneggiandole
legavano col rimanente dell'armata au- colle sue masnade; che perseguitate dalle
striaca in Italia, con proclama de'24 mag- truppe toscane e singolarmente austria-
gio annunziò il suo imminente arrivo in che, moltissimi nello stato ponlificio,ov'e-
Firenze come amico e alleato, invitando rano ritornate, nell' Umbria e nella Ro-
i fiorentini ad unirsi a lui per meglio con- magna, vi furono fatti prigioni , altri vi

solidare la quiete e la pace, ed a ricon- perirono, il restosi disperse travestiti, la-


durvi stabilmente la concordia e l'impe- sciando di loro nelle percorse contrade o-
ro delle leggi, e que'giorni di felicità on- diosa memoria di masnadieri. A' 26 del
de già un tempo i toscani erano oggetto precedente giorno tornò in Firenze da Na-
d'invidia all'Europa. Entrato il marescial- poli , ove trovavasi presso il granduca,
r
loin Firenze, volle dagli abitanti ogni spe- mg. Massoni rappresentante pontificio in
cie d'armi, e sciolse la guardia nazionale. Toscana. Leopoldo II dopo avere in Na-
A'27 maggio il granduca nominò nuovi i poli concluso il matrimonio dell'arcidu-
a
ministri, cioè il cav. Giovanni Baldassero- chessa figlia M. Isabella, col fratello del
ni presidente del consiglio de' ministri e re il principe d. Francesco di Paola con-
ministro delle finanze; gli altri ministri te di Trapani, sponsali che si effettuaro-
furono destinati, dell'interno il cav. Leo- no nell'anno seguente, tornò nel grandu-
nida Landucci,di grazia e giustizia il com- cato ,
portato dalla fregata napoletana a
menti. Cesare Capoquadri, degli affari e- vapore il Ruggiero, e dopo aver visitato
steriil cav. Andrea de'pri nei pi Corsini du- Porto s. Stefano, sbarcò a Viareggio ai
ca di Casigliano, degli affari ecclesiastici 24 luglio con tutta la reale famiglia, fra
il cav. Jacopo Mazzei, dell'istruzione pub- le più alte dimostrazioni di gioia e di af-
blica e beneficenza il marchese Cesare fetto della moltitudine accorsa da tutti i

Coccelia , e della guerra il conte Cesare luoghi vicini, ricevuto dal presidente del
de Laugier. Inoltre dichiarò il granduca, due suoi colleglli
consiglio de'ministri, da
che colla pubblicazione di questo decre- prendendo allog-
e dal conte Seri istori; e
to cessava la commissione straordinaria gio nel casino del duca di Parma, ivi ac-
affidata al general maggiore conte Serri- colse la deputazione del municipio di Fi-
stori, e trasfuse nel riferito consiglio dei renze, presieduta dal gonfaloniere cav. U-
ministri, fino a nuove disposizioni, i pote- baldino Peruzzi. Questi lesse un indirizzo,
ri eccezionali conferiti al medesimo com- col quale espresse il giubilo e l'ossequio
missario straordinario. Quindi lo stato to- de'toscani, e particolarmente de'fiorenli-
scano ripi ese la bandiera e la coccarda che ni, pel fausto suo ritorno; a cui il grandu-
avea all'epoca della promulgazione dello ca rispose con affettuose parole, dichia-
statuto. A'7 giugno si portò in Firenze da randosi grato a'fiorentini che presero l'i-

Bologna il feldmaresciallo Radetzky co- niziativa per restaurare la sua sovranità.


mandante superiore dell'armate austria- Indi granduca a'25 passò a Lucca, ai
il

che in Italia. À'3 luglio il general Oudi- 27 a Pisa, sempre


solennemente festeggia-
not alla testa dell'esercito francese, dopo to; ed gonfalonieri di Livorno e di Pi-
i

i notissimi combattimenti, entrò in Ro- stoia con editti celebrarono il gaudio che

nicti e la liberò dal durissimo giogo del provavano le loro popolazioui per si de-
m tos
siderato ritorno, dicendo che una fazione gli studi, emanando
TOS
la legge sul pubblico

di uomini senza fede e dell'Italia flagel- insegnamentojche istituì l'ordine equestre


lo, colle loro sfrenate licenze e ambizio- del Merito militare, e la decorazione del
sa tirannide, aveano costretto ad esulare Merito industriale; che formò l'archivio
il principe benemerito, che in Lucca e- centrale;introdusse nel granducato le stra-

111 a nò nuove prove di sua clemenza, de- de ferrate ed i telegrafi; che fece compi-
cretando l'oblio ad ogni ingiuria contro lare il nuovo codice penale, migliorando
la sua persona e reale famiglia. Con que- gli stabilimenti carcerarcene riformò il re-
sta finalmente a* 29 luglio Leopoldo II golamento comunale. Intanto calmate iti
rientrò in Firenze, tra le salve dell'arti- generale le agitazioni, U governo attese al
glierie del forte di s. Gio. Daltista, il suo- miglioramento dell'amministrazione fi-
no di tutte le campane e bande mu-
delle nanziaria e municipale. I consigli munici-
sicali, gli applausi i più fragorosi, che eoa pali ne'primi mesi del i85o cominciaro-
islancio d'amore gli tributò il popolo, e la no a raccogliersi, e tosto si occuparono del
visibile commozione del principe, così in vantaggio da promuovere nelle singole co-
parte compensato dalle trascorse amarez- muni. Alcuno però manifestò una certa
ze. Smontato alla chiesa della ss. Annun- sollecitudine per la posizione del governo,
r
ziata, fu ricevuto da mg. Ferdinando Mi- e poscia diversi municipii decretarono in-
uucci arcivescovo di Firenze, e da tutte dirizzi al granduca, perchè volesse degnar-
le autorità civili e militari. Rese solenni si di accelerare la riattivazione dello Sta-
azioni di grazie a Dio colla famiglia rea- lutoCostituzionale da lui coucesso allaTo-
le, e passò al palazzo Fitti sua residenza scana; ma che assai a destare
ciò era più
sovrana. La sera tutta la città apparve in una massa combustione anche
di facile
splendidamente illuminata, e la gioia Cu un incendio. Indi cominciò una polemica
universale; giunse poi al colmo quando il di giornali ,
parecchi a sostegno di quel-
granduca percorse le vie iti earrpzza, pe- l'intempestiva inchiesta, altri a combat-
netrato da tante calde dimostrazioni, in- terla d'incompetente, altri d'inopportuna.
cessanti e vivissime. Dipoi seguirono al- Così delle popolazioni vario fu il parere,
-

tre pubbliche feste. Fra le opere che de- opposti i desideri !. 11 governo fece prima
scrisserogli accenuati avvenimenti, la Ci- sentire iudirettamente a'muuicipii,ch'essi
viltà cattolica ne fece rivista, e die con- uscendo dalla loro competenza, e in cam-
tezza e ne formò giudizio delle seguenti bio dell'amministrazione comunale inge-
a
nella 2. serie. Nel 4 18: Memorie
t. 2, p. rendosi negli atti del governo, davano e-
della guerra d'Italia degli anni iS^S- sempi di riprovevole spirito, e trascura-
1849 di un Veterano Austriaco, Mila* vano veri vantaggi de'loro paesi. Poscia
i

noi 852. Nel t. 4, p. 90'- Galeotti, Consi- vietò tra certi limiti la stampa, soppres-
derazioni politiche sulla Toscana Fi- , se vari giornali, e proibì la diffusione del
renze i85g. Nel t. 5, p. 227: Ricordi sul- giornale il Nazionale. Tuttavia dal mini-
la Commissione Governativa Toscana stero vennero avvertiti i gonfalonieri dei
del 849 di L. G. de Cambrai Digny t
1 municipii, che governo studiava il ino.
il

Firenze i853. Nel t. 3, p. 66, e t. ro, p. mento favorevole,per poter convocare eoa
672: Memorie sull'Italia, e specialmen- vero giovamento dello stato le domanda-
te sulla Toscana dal 8 4 (il 5» o., di Giù-
1
1
le assemblee, ed intanto non accrescesse-
seppe Montanelli, Torino i853. Il gran- ro con intempestivo ardore le difficoltà.

duca Leopoldo II pel ben essere del suo Le dicerie cessarono quando uscì l'editto
popolo, dopo le narrate epoche, si appli- di proroga della costituzione, anco per-
cò a recargli molti vantaggi. In principio chè la pubblica attenzione si rivolse al
ragionai, come ricompose le università de- viaggio intrapreso dal granduca a Vicu-
TOS TOS 247
na, al quale si dierono varie interpreta- Toscana degnamente vi figurò e fu ono-
zioni, come pure per averlo seguilo ili.* rata con altre medaglie di particolare con-
ministro. Narrai nel voi. LUI, p. 23o,che siderazione, ne'suoi diversi prodotti, anco
a'20 dicembre i85o fu concluso tra il go- chimici, i diversi generi di manifatture e
verno pontificio e quello del granduca un massime di pietre dure e preziose.
di arti,
trattato doganale, per reprimere con cau- E qui inoltre mi piace aggiungere, che
tele semplicissime il contrabbando frau- in Firenze il regio museo di fisica e sto-
dolento esercitato sulle frontiere de' due ria naturale venne arricchito di nuove
stati limitrofi a gravissimo loro danno , magnifiche collezioni botaniche, e d'una
con facilitazione e tutela al commercio e scelta libreria scientifica. E' questo un
all'industria onesta. Dipoi terminata la prezioso retaggio che l'illustre botanico
convenzione, fu rinnovata a'i 7 febbraio inglese Filippo BarkerVebb legò al gran-
i856, salve alcune modificazioni utili a- duca, in argomento della molta estima-
gl'interessi commerciali e industriali de' zione in cui lo teneva, in uno a Firenze,
rispettivi stati. 11 granduca sotto il no- antica cultrice delle scienze naturali. Di-
me di contedi Pitigliano si recò in Ro- cesi che il granduca a degnamente cor-
ma e vi giunse la sera <\e'5 aprile 1 85 1, rispondere alla generosa intenzione del
prendendo alloggio al suo palazzo di Fi- testatore, farà innalzale apposito edifi-
renze; la mattina de'6 assistè alla cappel- cio, destinato a conservare que'tesori di
la pontificia della domenica di Passione, scienza, a profitto degli studiosi e pere-
quindi recossi ad ossequiare il Papa Pio te ina re la sua riconoscenza verso il be-
IX. Nella mattina degli 8 partì per Napo- nemerito inglese. Anche la Galleria fio-
li, ad abbracciare la consorte e la figlia. rentina, detta degli Uffizi, ha in questi
L'ordine pubblico ormai era rassicurato, ultimi tempi messe in mostra e rese utili

e le finanze migliorarono di condizione, nuove gemme di arti belle.


agli artisti
per le riforme introdottevi. Nella celebre Voglio dire il nuovo Gabinetto de'Dise-
esposizione ch'ebbe luogo nel 85 1 inLon- 1 gni aperto al pubblico neh 855. Le pa-
dra dell'industria e dell'arte, e il narrai reli delle stanze che compongono questa
altrove, la Toscana fra gli altri paesi no- sezione, si addobbano di oltre 5oo dise-
bilmente si segnalò , e ne fecero fede le gni sceltissimi de' più celebrali maestri
i5medagliedi merito, fra maggiori eroi- del mondo. Furono essi accuratamente
noti, che gli esponenti di essa conseguiro- eletti sopra 28,000 che compongono la
i

no, oltre altre fra le quali la grande me- gran Raccolta Medicea,'incominciata dal
daglia, della quale specie altra n'ebbe la cardinal Leopoldo de Medici, e messa in
Francia, altra l'Austria. Anzi per non ri- ordine del rinomato scrittore di arti Fi-
tornare su questo argomentoaggiungerò, lippo Baldinucci, e posteriormente arric-
che nell'altra esposizione universale fran- chita da tutti i grand uchi di Toscana.
cese tenuta a Parigi nel i855,e che fu una Questo Gabinetto della Galleria degli Uf-
nuova dimostrazione alle meraviglie in- fìzi è veramente meraviglioso, poiché nel

commercio generaledel mon-


dustriali del ristretto numero di 5oo, vi sono 32 di-
do, poiché anche in essa tutte le nazioni vi segni di Raffaello, 22 di Michelangelo,
portarono il tributo de'loro lavori, un im- 28 di Andrea di Leonardo
del Sarto, 26
menso cumulo di merci da un punto al- da Vinci, Fra Bartolomeo,
oltre quelli di
l'altro del globo di circa 3o miliardi di del Tiziano, di Alberto Duro, dell'Hol-
valore, con isvariati prodotti che caratte- bein, del Rubens, del Leida e di altri mol-
rizzano il genio speciale delle nazioni, e- ti; in modo che può dirsi, ivi essere riu-

ziandio perle opere di belle arti che con- nite le più famose scuole di pittura ita-
tribuirono alla sua gloria; in essa pure la liana e straniera. Sembra ora rinascere
246 TOS TOS
il desiderio nel pubblico di vedere ese- alcuni punti di affari ecclesiastici. Ln San*
guila la facciata Firen- del duomo di N. S. PioPP. IX, e S. A. f. e K. Leo-
tilà di

ze, desiderio rimasto sempre incompiu- poldo II arciduca d'Austria, granduca di


to, pegli enormi dispendi che esige l'e- Toscana, duca di Lucca ec. ec, nell'inten-
secuzione di opera sì gigantesca; e l'or- dimento che vengano messe in armonia
chitello Pompeo Falloni da ultimo fe- le leggi del governo toscano ne' rapporti

ce un nuovo disegno di tal facciata tut- ch'esse hanno con quelle della Chiesa
to messo a colori, e meritò encomii. negli attuali dominii granducali, sono ve-
InToscana cominciò la guerra allaChie- nuti 1 ispettivamente alla nomina de'loro
sa, iniziata in nome dell'autocrazia monar- plenipotenziari. Sua Santità ha nomina-
chica, fino da'lempi di Cosimo 1, e durò si- te l'E.mo Giacomo Anto-
s |g/ cardinale
no a'dì nostri e agli ultimi giorni delle ri- pellisuo prò segretario di stalo, eSua Al-
r
volture demagogiche. Era antico deside- tezza ha nominato sua Ecc.za il sig. se-
rio e voto quindi de'buoni cattolici tosca- natore Giovanni Baldasseroni cav. gran
ni, di vedere il loro principe e il loro go- croce di più distinti ordini, consigliere in-

verno d'accordo coll'a ti lorità suprema del timo attuale di stato, finanze e guerra, e
Pontefice, in ciò chespetta alla ( hiesa;de- presidente del consiglio de'ministri; i qua
siderio ch'era maggiore eziandio negli a- li plenipotenziari incaricati a trattare li

nimi de'cattolici dell'ex ducato di Lucca vari punti della della legislazione relativi
alla Toscana aggiunto. Fino dal 844 '"'* 1 all'oggetto, cambiatisi li pieni poteri, han-
conobbe il governo questo dovere, e sotto no frattanto convenuto negli articoli qui
il ministero Ridolfì ne'primi del i 848 fu- appresso che avranno piena esecuzione
,

rono avviatele pratiche, e intavolate trat- due mesi dopo il cambio delle ratifiche
tative per un Concordato e quale lo ripor- delle alle parli contraenti. Art. i.° L'au-

tai di sopra, concluso allora onde stabilire torità ecclesiastica è pienamente Kberd
di comune accordo le principali norme nelle incumbenze del sagro minuterò. E
colle quali doveano regolarsi le cose della dovere dell'autorità locale concorrere con
religione e della Chiesa ne'dominii gran- li mezzi che sono in sua facoltà a proteg
ducali, per quindi poi ridursi in formale gere la moralità, il culto e la religione, al-

e solenne convenzione. Interrotto l'accor d'impedire e rimuovere gli scan-


l'effetto

do concluso a motivo del parlamento na dali che l'offendono; come pure di pre-
rionale, non fu condotto a termine Taf- starsi a dare allaChiesa l'appoggio che oc-
fare così rilevante, ad onta che perfino corra per l'esercizio dell' autorità episco-
nel ministero democratico di Montanel- pale. i.° I vescovi sono piena meute libe-

li, Guerrazzi e compagni ne fece argo- ri nelle pubblicazioni relative al loro mi-
mento di speranze nel loro program- nistero. 3.° E' riservata esclusi vamentea-
ma, e finalmente dopo il ritorno del gran- gli ordinari rispettivi la censura preven-
duca in Toscana, il suo ministero ne die tiva dell' opere e degli scritti che trattano
a'vescovi ferma e chiara promessa, come ex professo di materie religiose. Rimane
premuroso onde porre in armonia le leg- poi agli slessi vescovi sempre libero l'uso
gi civili dello stato co' rapporti loro con dell'autorità loro propria per premunire
quelle della Chiesa. La Civiltà cattoli- ed allontanare li fedeli dalla lettura di
a
ca, serie i. , t. 6, p. iSn, fa le sue os- qualunque libro pernicioso alla religione
servazioni Sugli articoli concordati
: e alla morale. 4«° 1 vescovi saranno liberi
tra il governo Toscano e la s. Sede. di affidare a chi meglio stimeranno rulli-

Questi riporta e sonoi seguenti.'» Artico- zio della predicazione evangelica. 5. Tut-
li concordati finora tra la s. Sede e l'I. R. te lecomunicazioui de'vescovi e de'fede-
governo del granducato di Toscaua sopra li colla s. Sede saranno libere. 6.°La s.Se
T O 5 TOS 2Ì7
eie consente che le cause civili riguardai) ecclesiastico ed il culto divino. Di questi
ti le persone e beni degli ecclesiastici, del
i delitti prenderà cognizione l'autorità ec-
pai i che quelle che riguardano attivamen- clesiastica per applicare a 'rei pene cano-
te e passivamente il patrimonio della chie- niche. Non esistendo però nel granduca-

sa e della causa pia vengano deferite ai to in materia criminale altri tribunali che

tribunali laici. j^Le cause riguardanti la laici, infliggenti pene coercitive nell'ordi-

fede ed i sagra menti, le sagre funzioni, e ne temporale, e non volendo che la per-
le altre obbligazioni e diritti annessi al sa- turbazione pubblica resti per questa par-
gro ministero, ed in genere tutte le altre te impunita , i vescovi previa comunica-

cause di loro natura spirituali o ecclesia- zione delle necessarie notizie ne singoli ca-
stiche , appartengono esclusivamente al si, contemplati però dalle attuali leggi to-

giudizio dell'ecclesiastica autorità a nor- scane, parteciperanno all'autorità secola-


ma de'sagri canoni. 8.°La s. Sede consen- re l'emesso giudizio, alimene questo pro-
te che, ove si tratti di giuspalronato lai- ceda all'applicazione delle pene prescrit-
cale, li tribunali laici conoscano tanto nel te dalle leggi criminali dello stato ne! rap-

petitorio che nel possessorio le questioni porto dell'offesa fatta all'ordine pubblico
sulla successione al patronato medesimo, e per impedire lo scandalo che ne deriva.
sia che vengano agitate fra veri o prete- Ma qualora venissero ristabilite negli at-

si patroni , sia che Io siano fra gli eccle- tuali dominii granducali o la pena di mor-
siastici da essi presentati. c).° I tribunali ec- te, o altre pene infamanti, presentemen-
clesiastici giudicano delle cause matrimo- te abolite, il governo granducale si con-
niali, giusta il canone xii sessione xxiv del certerà colla s. Sede su questo argomen-
s. concilio di Trento. Riguardo agli spon- to, i i.°jVe' reati qualificati come contrav-
sali, ritenuto il disposto del citato decre- venzioni, quali' sono violazioni delle leggi
to Tridentino e della bulla Aite torcili fi- di finanza , sulla caccia ed altri simili, i

deij 1' autorità ecclesiastica giudica della tribunali laici applicheranno agli ecclesia-
loro esistenza e valore, all'effetto del vin- stici solamente la pena pecuniaria, esclu-
colo che ne deriva, e degl' impedimenti sa ogni altra corporale. 1
1.° Tanto nell'ar-

che ne potrebbero nascere. Per gli elletti resto, quanto nella detenzione degli eccle-
meramente civili, i tribunali laici conosce- siastici sotto processo, saranno usati tutti

ranno in separato giudizio le cause degli i riguardi convenienti al sagro carattere,


sponsali. io.° La s. Sede non fa difficoltà destinando per quanto sia possibile locali

che le cause criminali degli ecclesiastici separati; come pure degli arresti esegui-
per tutti i delitti contemplati dalle leggi ti sarà dato prontamente avviso all'auto-
criminali dello stato, estranei alla religio- rità ecclesiastica, i 3.°l beni ecclesiastici so-
ne, vengano deferite al giudizio de'tribu- no liberamente amministrati da' vescovi
nali laici, li quali applicano loro le pene e da'reltori delle parrocchie e de benefi-
dalle leggi stesse prescritte, che subiranno zi durante il possesso che hanno de' me-

iu locali separati, e ad essi specialmente de- desimi secondo le disposizioni canoniche.


stinati negli stabilimenti penali. Per delit- i4.°Nel caso di vacanza l'amministrazio-
ti non estranei alla religione, non deferi- ne di detti beni, sotto la protezione e l'as-

bili al giudizio de' tribunali laici, s'inten- sistenza del governo, è tenuta da una com-
dono quelli conosciuti nel diritto canoni- missione mista di ecclesiastici e di laici pre-

co sotto il nome di delitti meramente ec- sieduta dal vescovo , osservate le coudi-
clesiastici, qwali sono l'apostasia, l'eresia, zioni, le cauzioni e le regole occorrenti per
lo scisma, la simonia, la profanazione dei la conservazione ed amministrazione dei
sagramenti,ed ogni violazione degli oflizi detti beni, ed a condizione che Steno im-
particolarmente riguardanti ii ministero piegale nella totalità per il servizio e per
2/48 TO S TOS
i bisogni delle chiese del granducato. Tan- no pieno effetto le disposizioni interinai*
to in questo caso, quanto nell'altro con- niente convenute negli articoli di esse,
templato nel precedente articolo, non po- specialmentea difesa de'dii itti della Chie-
trà devenirsi all'alienazione, loca/ione per sa, ma eziandio che sarà dalle medesime
lungo tempo di detti beni, edalla lorosot- rimosso colla maggior possibile sollecita*
toposizione ad oneri reali, senza il prece- ne tuttociò che avversa diritti della Chie- 1

dente consenso ne'i ispettivi casi tanto del- sa. E siccome molte cose che sono tutta-
la Sede quanto del governo. 5. °Ogni
s. 1 via da comporre, suscitarono giusti timo-
•volta che si tratti di legati pii, e di dero- ri nelle coscienze, così il Papa disse all'E-

gare alle particolari disposizioni permu- piscopato Toscano, che sarà sua cura l'e-
tando la destinazione de'beni ecclesiasti- sporre particolari bisogni
i di ciascuna dio-
ci, l'autorità ecclesiastica e l'autorità se- cesi alla s. Sede. Ma poco dopo che Degli
colare andranno di concerto ed impetre- articoli concordali era stata resa la liber-
ranno l'assenso, ove fa di bisogno a secon- tà alla Chiesa, comparve sui giornali una
da óe's. canoni, dalla s. Sede, salve sem- circolare ministeriale de'3o giugno, col-
pre a'vescovi le facoltà loro accordale in la quale si dichiarava ritenersi dal gover-
alti di s. visita da's. canoni, e specialmen- no, che l'articolo 5.°» Tutte le comuni-
te dal s. concilio di Trento. 11 cambio del- cazioni de* vescovi e de'fedeli colla s. Se-
le ratifiche de'presenti articoli avrà luo- de saranno libere " sia senza pregiudizio
go entro lo spazio di due mesi, oal più pre- del Regio Exequa turche deplorai anco
sto se sarà possibile. In fede di che li ple- nel voi. LXI, p. 1
54), di cui a forma del-
nipotenziari hanno sottoscritto il presen- le leg^i toscane e consuetudini doveauo
te apponendovi il loro sigillo. Roma i5 essere muniti gli atti provenienti da este-
di apri!ei85i.G.Card. Àntonelli.G. Bal- ra autorità! In proposito può leggersi la
dasseroni". Noterò, al tre intelligenze pas- Civiltà cattolica, 1 ."serie, t.
7, p. 27: Ser-
sarono poi governo granducale e la
fra il vilità ed audacia del giornalismo cat-
s. Sedea'9 dicembre 1 854, riguardanti la tolico j t.
g, p. 4°7 Paure: insidiose del
parte amministrativa e più particolar- Costituzionale di Firenze..M'auguro che
mente delle claustrali, e delle opere alle si verifichi presto quanto si dice, che si

quali per le veglianti leggi toscane è af- stanno facendo trattative per togliere il

fidata la manutenzione de' sagri templi Regio Exequatur.Nt\ i852 Leopoldo II

principali del granducato. Non essendo decretò il buonifìcamenlo d'una vasta e-


stala pubblicata tale convenzione, debbo stensione di territorio interposta alle fer-
limitarmi al riferito cenno. h' Osservatore tili e popolate provinciePisana eLucchese,
Romano del 1 85 1 riprodusse nel n.° 2o3 mediante l'essiccazione e prosciugamen-
il breve del Papa Pio IX, de'2 1 giugno to del celebre lago o palude di Bienlina
i85r, agli arcivescovi e vescovi del gran- o di Sesto, massa imponente d'acque chia-
ducato, in cui dà loro l'annunzio del con- re recinta da vasto lembo palustre. Que-
cluso concordato ad istanza fervida del, sto era il più grande e costante lago di To-
granduca di Toscana educa di Lucca Leo- scana, la cui superficie copriva un baci-
poldo li, onde ordinare in certo modo le no di circa 5 miglia quadrate, e accoglie-
1

leggi vigenti ne'detti suoi doroinii e di com- va l'acque d'un territorio di circa 72 mi-
porle in armonia con tutte quelle che alle glia, e sovente nell'inverno gonfiava tal-

leggi ecclesiastiche appartengono, in vir- mente superbo che inondava le vicine


tù della quale convenzione felicemente si campagne. Era più d'un secolo che si stu-
provvide regime e alle regioni degli af-
al diava e meditava il grandioso progetto,
fari ecclesiastici. Dichiarò quindi il Papa, ma come sino a'nostri giorni l'essere il la-

nutrire giusta fiducia che non solo avran- go di comune proprietà tra il granduca-
IO s TOS 249
to e Io stato di Lucca, e il doversi ambe- definitivamente e generalmente abolita.
due gli slati trovare d' accordo per pro- Ordinò inoltre, che le leggi vigenti in ma-
sdogarle, sostenerne la spesa, ripartirne teria di stampa sarebbero prese ad esame,
l'utile, fece sì che non se ne venisse mai a all' effetto di stabilire quel sistema, che

capo; però riunito il ducato di Lucca al- valga a guarentire erticaceinenteil rispet-
la Toscana, cessò ogni ostacolo e fece sol- to alla religione, alla morale, e all'ordine
a
lecito il granduca di procacciare a' suoi pubblico. La Civiltà cattolica, i. serie,

slati questo notabile incremento d'indu- t. q, p. 56 1, altamente encomiò il decre-


stria e di estensione di territorio, troncan- to granducale, dicendo pure che ad onta
do ogni indugio, e donando all'agricoltu- dell'insinuazioni maligne lo Statuto cad-
ra fecondi piani. Il Giornale di Roma de incompianto, come in altri domimi; e
del 1 852 a p. 4?-6 pubblicò il decreto de'6 parlando ancora del concordalo colla s.
maggio d'abolizione perpetua dello Statu- Sede, ratificato uel precedente anno, già
to Costituzionale, coucesso a'furori popo- a termini di esso erasi introdotta la liber-
laride'i5 febbraio 1848, il cui esito non tà della predicazione, e ordinala l'ammi-
avea risposto a'desiderii comuni, toglien- nistrazione de'beni ecclesiastici ede'beue-
do così di mezzo ogni trista reliquia del- fizi vacanti, in cui le commissioni miste
le rivoluzioni sofferte, che rovesciarono lo presiedute da' vescovi esercitavano la lo-

statuto fondamentale, e gittarono la To- ro libera azione. 11 n.°i7i del Giornale


scana in mezzo alle più deplorabili cala- di Roma riprodusse il decreto grandu-
mità; applaudita disposizione che intera- cale de's luglio 1 852, col quale Leopoldo
mente ricondusse la Toscana al suo anti- li dichiarò il consiglio di stato, consiglio
co ordinamento monarchico, come avea- del principe, separalo e indipendente dal
110 praticato altri sovrani ch'erano stati consiglio de'ministri, componendolo d'un
costretti a promulgare più larghe istitu- presidente ed'8 consiglieri io servizio or-
zioni politiche e governi rappresentativi. dinario, e di consiglieri in servizio straor-
Sperare che la maggioranza stessa de'lo- dinario a numero indeterminato, non po-
scani, ricordevole della quiete e della pro- tendo esserlo ministri di stato; ne am-
i

sperità lungamente godute, ed ammae- pliò le prerogative e stabilì le norme, attri •

strata dall'infelice esempio, senta più pre- buendogli un 1 .°e un i.° segretario. Del fa-
sto il bisogno di confidare nel consolida- moso processo politico di Guerrazzi, già
mento della podestà libera e forte, e del- capo del governo provvisorio, ed ex ditta-
l'ordine, lo sviluppo d'ogni ben essere del tore della Toscana, la Civiltà cattolica ne
a
paese, di quello che desiderare di veder ragiona in più luoghi, come nella i. se-
risorgere forme di governo, le quali non rie.t. io,p.
704, e nella 2. "serie,
t. 3,p. 2 1 1

consuonano né colle patrie istituzioni, né e 465. Egli ed altri io accusati presenti,


colle abitudini del popolo toscano, e fe- oltre contumaci fra' quali Montanelli e
i

cero di se mala prova nel breve periodo Mazzoni ex triumviri, furono incolpati rei
di loro esistenza , come in altri stati ita- di lesa maestà. Osserva, che ne' dibatti-
liani. Per questo decreto rientrò la regia menti, Guerrazzi parlò lungamente, ma
autorità nella pienezza de' suoi poteri, i in modo enfaticOjScomposto e disordinalo,
ministri come consiglieri del principe, ed pieno di sarcasmo controigiudicie il go-
esecutori degli ordini suoi, tornarono ad verno, e povero di sostanza e sodezza di
essere responsabili al granduca, certifican- raziocinio. Fu condannato dalla corte re-
do colla loro firma gli alti sovrani. Con- gia di Firenze, a i5anni d'ergastolo, e a 5
servando il granduca il consiglio di stato anni di vigilanza dopo espiata la pena; al-

stabilito a'i5 marzo 1848, lo separò dal tri due ebbero quasi simile condanna. Gli
consiglio de'ininistri. La guardia civica fu altri molti contumaci , condannati pure
VOL. LXXVIU. *7
?.5o TO'S T O S
ad ergastolo a o a detenzione tem-
vila, l'importante piazza di commercio, e si di-
poraria in casa di forza, o ed esilio per- ce occorrere la spesa di io milioni, per le
petuo. Tra'primi si compresero Monta- sue grandiose costruzioni. L'attuale porto
nelli e Mazzoni, e Mordi ni ex ministro, è piccolo e troppo poco profondo, sicché
lutti rifugiati in Francia. La condanna i bastimenti d' alto bordo e i navigli da
pel Guerrazzi fu un colpo di fulmine, lu- grande carico non possono uè entrare
vi

singandosi dell'esilio, mediante la sua di* né stare. Guerrazzi che conosceva più che
fesa fatta nelle stampate Memorie, apo- chiunque altro Livorno e il suo commer-
logia di sua vita politica. Co' compagni cio, avea ideato un progetto d'émpia-
ricorse al tribunale supremo della corte mento interno e di scavatura artificiale
di cassazione, perchè asseriva avergli pro- del vecchio porto, per ottenere entrata e
messo la commissione governativa a' 1 2 a- stanza sicura da'venti alle navi di qualun-
prHei84òdl lasciarlo fuggire e non man- lunque portata. Ma il suo disegno fu la-
tenne la parola. Supplicato granduca da
il sciato in disparte come troppo difficile e
Guerrazzi e da due altri, 3 giorni dopo il lungo, e si ebbe in vece ricorso a un mo-
principe con atto di clemenza commutò la do di costruzione sottomarino per grava-
pena nell'esilio Cuori d'Italia. Dice laCà'/Z- re sulle sabbie del profondo letto del ma-
tà'.cattolica, è. forza pur convenire, che a re al di fuori del porlo attuale le fonda-
Guerrazzi e alla sua ambizione stessa do- menta d'un muraglione o diga che chiu-
vè la Toscana di non essere caduta all'è- desseun novello bacino sicuro dall'urto
stiemo de'disordini e delle rovine dema- de'vcnli e de'marosi, e facile all'entrare
gogiche. Ed egli ben Iosa, anzi è fama aver e all'uscir de'navigli. Questo sistema non
detto nell'atto che fu preso: Se fiorenti- i è nuovo, anzi in Italia è antichissimo, ed
ni avessero due dita di cervello, e mez- è invenzione de'romani,il che ben dimo-
z'oncia di gratitudine, mi dovrebbero al- strano le costruzioni del porlo di Civita-
zare una statua. Inoltre la stessa Civiltà vecchia (della quale riparlai a Tarquinia
cattolica nella 2. "serie,4> p. 190, fece
t. ed a Tesoriere). Esso consiste nell'aifon-
la Rivista a'seguenti analoghi e relativi dare grossi cantoni o sassi grandi formati
opuscoli. Difesa fatta dalVavv. alfon- con un complesso di mistura di cemen-
so Andreozzi nella causa dì lesa mae- to, pozzolana e ghiaia, di figura cubica di

stà contro F. D. Guerrazzi ed altri, Fi* io metri quadrati in volume, quali as- i

lenze 1 853. Appendice alla difesa nel- sodandosi mirabilmente nell'acqua e pel
la causa ec^delVavv. A. Andreozzi, Fi- grande peso e gravità loro restando I un
renze 853. Difesa di
1 Leonardo Roma- sopra 1' altro immobili, offrono sopra le
nelli scritta dall' avv. Adriano Ma ri, Fi- acque un solido piano ove fondare le co-
renze 1 853. Orazione detta in sua difesa struzioni. commend. Alessandro Cial-
Il

da F.D. Guerrazzi avanti la corte reale di di Roma, nell'aprile 853 pubblicò in1

diFirenze ,W\ giugno i853. Livorno ripre- Firenze: Risultamenti di studi idrodina-
se molta dell'antica attività, e un avvenire mici, nautici e commerciali sul porto di
assai fausto gli viene preparalo dalle sem- Livorno e sul miglioramento ed ingran-
pre sollecite cure del granduca per que- dimento del medesimo. Dalo un cenno
st'importante città, che è denominala la sull'infelice slato del porto della bella e
chiave del commercio dell'Italia centrale; industre città di Livorno, dimostra la ne-

imperocché decretò l' ingrandimento e cessità di utile e conveniente migliora-


miglioramento del porlo di Livorno, in mento e ingrandimento. Dichiara poti la

modo che in breve diverrà ampio e sicu- costituzione idrografica della spiaggia e-

ro eziandio per le navi d'alto bordo, per costa compresa fra Piombino e la Spezia,
giovare nolabilmeutc a'trullichi di quel- e più particolarmente del lido fra Alou-
TO S TOS 2 5i
tenero, la Melorin e la foce dell'Arno. De* di, lesse nell'accademia de'Georgofili una
seri ve la durala de' ven ti,e de* veni regnan- i Memoria l'ingegnere Felice Francoli, in-
te e dominante, la traversìa del litorale, di stampata: in sostanza è l'analisi in bre-
del lido e quella del porto, il motode'flulli ve dell'opera discorsa e de' due progetti
e la direzione di essi. Classifica le correnti, del Cialdi. Inoltre sulla stessa opera Ri-
la dilezione, la velocità ed effetti delle me- sultali ec. abbiamo del eh. ingegnere ve-
desime. Dice delle materie mosse da'flutti neto Giovanni Casoni, e letto nell'i, r. isti-

e dalle correnti, e gli effetti di esse. Indi tuto di scienze lettere ed arti di Venezia:
fa la succinta descrizione e breve pare* Estratto di un Ragguaglio con osserva-
rede'principali progetti presentati al go- zio ?ii, Venezia 1 854- In Roma neh 855
verno per migliorare il porto di Livorno, l'encomiato commend. Cialdi ci die: Ri-
prima della presentazione del progetto (o- sultati di studi idrodinamici, nautici e
ra in esecuzione) del cav. Vittorio Leo commerciali sul porto di Livorno e sul
poldo Poirel ingegnere, presidente del miglioramento ed ingrandimento del
corpo degl'ingegneri di Francia, che nel medesimo, Appendice seconda. Riporta
i 84^ eseguì i nuovo porto d'Al-
lavori del il Giornale di Roma del 853, nel n." 1

geri , e direttore supremo de' lavori del 171: La notificazione del commend. avv.
porto nuovo di Livorno. Descrive succin- Primo Ronchivecchi delegato straordina-
tamente tale progetto, con l'applicazione rio della città e compartimento di Livor-
degli studi locali al progetto medesimo e no, per la solenne inaugurazione da farsi
conseguenti risultati. Dimostra la neces- ili.° agosto, de' lavori preordinati dalla
sità d'un nuovo progetto che risolva con sovrana sapienza al miglioramento e in-
utilità e convenienza il problema , e di grandimento del porto di Livorno; fun-
questo ne dà l'analisi. Riporta il paralello zione che si celebrerà alla torre del fanale
idrodinamico, nautico, commerciale ed e- dal vescovo di Millo in partibus e am-
couomicofradue de'descritti progetti, con ministratore di Livorno mg/ Girolamo
osservazioni generali. Finalmente esami- Gavi livornese, alla presenza del grandu-
nato il 2. progetto del Poirel con Appen- ca e reale famiglia; insieme al program-
dice, termina polla conclusione, degna co- ma della funzione stessa e benedizione de'
me tutto della sua profonda perizia nau- blocchi destinati a inaugurare i lavori col
tica e vaste cognizioni idrauliche, che ce- loro getto in mare. Nel n.°i78: Un eru-
lebrai a Tevere e altri articoli ivi ricor- dito articolo de'livornesi, sul porto e città
dati; dagl'intendenti della scieuza lodato di Livorno, di quanto vi operarono i do-
per lo spirito d'indagine, per la esaltezza minatori di Toscana, e principalmente la
de'criterii dell'applicare a'vari casi le pro- munificenza di Leopoldo con dichia-
11,
prie osservazioni, la leale imparzialità con razioni di profonda riconoscenza de'me-
cui confuta gli altrui pareri, e la mode- desimi. Nel n.°i8i: La descrizione della
razione usata nell'avanzare propri sug- i seguita inaugurazione de'la vori d'ingran-
gerimenti; ciocche costituisce le preroga- dimento e di miglioramento del porto di
tive singolari diquell'uomo distinto, fi- Livorno, e della religiosa ceremonia ce-
gli trattò l'argomento del porto di Li- lebrata ili. agosto i 853; coli* assistenza
vorno con quell'amore della scienza re- del commend. Alessandro Manetti diret-
clamato dalla gravità dell'assunto e dal- tore del dipartimento generale d'acque e
generale pel vantaggio del go-
l'interesse strade, e dell'ingegnere in capo del corpo
verno granducale e della Toscana, cui \\\ degl'ingegneri francesi cav. Poirel. Il tut-
immediata mente congiunto quello dell'I- to colla massima pompa, e tra il suono
talia centrale.Posciaa'5giugnoi853degli delle bande e le salve di o colpi di can-
1 1

Studi sul Porto di Livorno ,del eh. Cial- none, il vapore il Giglio ad un cenno del
252. TOS TOS
granduca fece il gettito de' blocchi del le da'due augusti personaggi, i quali poi
nuovo antemurale che cingerà il porlo, in 1'accompagnarono sino alla carrozza. Il

mezzo a gran folla di navigli e di barche granduca e il granprincipe dopo avere vi-

pavesate a festa e cariche di spettatori ,


sitata la basilica di s. Paolo , le loggie e
tra il tripudio uni versale e i plausi al prin- le camere mattina de' 28
di Raffaele, la
cipe. La sera una splendida illuminazio- partirono per Napoli. Anche la grandu-
ne del porto, delle fortezze, e delle piaz- chessa talvolta viaggia col nome di con-
ze e strade principali accalcate da molta tessa di Pitigliano. Con esso la regnante
popolazione, die compimento alla giorna- giunse in R.oma a'9 marzoi856, parten-
ta festiva. Inoltre ordinò il granduca, che do poi per Napoli, preceduta dal ministro
a lato al porto sarà edificata la nuova sta- marchese Bargagli. Indi la seguì il gran-
zione della ferrovia Leopolda, per cui le duca Leopoldo li, ed ambedue gli augu-
merci senza tanto sciupo di trasporti e di sti coniugi, co'reali figli il principe ere-
man d'opera verranno travasate da' ba- ditario, gli arciduchi Ferdinando e Car-
stimenti sui carri de'convogli e partiran- lo,unitamente a'reali conte e contessa di
no rapidamente pel loro destino. E poi- Trapani, nel ritorno da Napoli a Roma,
ché Leopolda dovrà comunicare colla
la avvenuto a'5 e 6 maggio, vi sifermarouo
linea diLucca e Pistoia , e quindi colla alcuni giorni nel loro palazzo di Firenze.
grande Strada Ferrata Italiana centrale, A'7 si portarono al Vaticano ad ossequia-
Livorno sarà Io scalo cui Bologna, Mode- re il Papa, e nel partire onorarono di vi-
na, Parma e Lombardia dovranno ricor- sita il cardinal Antonelli. A' 12 il Papa
rere pe'commerci loro col Mediterraneo. restituì la visita al granduca e sua angu-
À'24 ottobre 1 853 Leopoldo 1 1 sotto il no- sta famiglia, e nel dì seguente lutti ani-

me di conte di Pitigliano,unitarnente al fi- misealla sua mensa nel palazzoQuirinale,


glio Ferdinando principe ereditario giun- insieme alla principessa di Sassonia ed a
sero in Roma e al palazzo di Firenze. Sì vari cardinali:il ministro marclieseBarga-
portò subito a complimentarli il cardinal gli, e alcuni altri distinti personaggi pran-
Antonelli segretario di stato. Nella seguen- zarono alla tavola di corte. Ora le truppe

te mattina il granduca col principe figlio, austriache che occupano la Toscana sono
accompagnati dal ministro marchese Bar- notabilmente diminuite, e si crede che al

bagli, si portò a venerare la tomba di s. compimento della formazione delle trup-


Pietro, indi ad ossequiare il Papa Pio IX, pe toscane, il granducato verrà totalmen-

e poi si degnò di graziosamente visitare il te sgombrato dall'armate imperiali. Leg-


a
cardinal Antonelli. A' 26 il granduca col go con piacere nella Civiltà cattolica, 3.
principe figlio e il marchese Bargagli, por- 486.» Il Concordato Austria-
serie, t.i, p.

tatisi nel palazzo Vaticano,col cardinal A n- co ha necessariamente indotta l'opinione


tonelli visitarono varie parti della pontifi- che anche in Toscana o prima o poi do-
cia residenza, lo stabilimento de'musaici, vrassi compiere 1' opera iniziata fin dal
museo il granduca fu incontralo dal
e nel 1 85i colla convenzione stipulata iti quel-
Papa, col quale passato nella biblioteca l'anno colla Sede apostolica. E se da un
Vaticana e ne'giardini, ivi nel casino di lato può dirsi che l'applicazione degli ar-
Pio IV si assise alla mensa pontificia col ticoli concordati neli85i, è slata alquan-
principe figlio e il suo ministro, insieme to lenta e difììcollosa, non potrebbe dal-
a 4 cardinali, ambasciatori e principi. Nel- l' altro lato con verità sostenersi eh' essi
la mattina de'27 il Papa visitò nel palaz- sieno restati, come alcuni pessimisti pre-
zo di Firenze il granduca e il granprinci- tendono, lettera morta. Anzi in qualche
pe,aprendo lo sportello della carrozza il parte gli articoli deli 85 1 hanno, mercè
marchese Bargagli, incontrato per le sca- qualche posteriore accordo (anche per ri-
TOS TOS 2d3
guardo all'ottimo cardinal Corsi arcive- ni di Napoli, ove ancora sussistono i pa-
scovo di Pisa) stabilito colla s. Sede, avu- gherò.
to più larga interpretazione ed applica- TOSC\$ELL\(Tuscanen). Città con
zione più eslesa. Ciò è in fattiaccaduto residenza vescovile della provincia del Pa-
per l'amministrazione de'beni de'con ven- trimonio o delegazione di Viterbo, giace
ti, la quale col i .°gennaio corrente ( 1 856) inmonte e in mezzo ad amplissima e fer-
è passata ancor essa come quella de' be- tile pianura, alla riva destra del piccolo
nefizi vacanti, sotto la giurisdizione delle fiume Marta, che sbocca dal lago di Boi-
commissioni miste e diocesane. Fino a quel sena, e del fiumicello Maschia, ed a sini-
giorno erail governo che sceglieva gli am- stra del fiume Arrone, in distanza per li-
ministratori delle case religiose, nomina- nea retta da Viterbo a levante migliai i,
ti operai, e da essi facevasi a fin d'anno da Montefiascone e da Ischia o,da Corne- t

render conto; ora la scella di tali operai, loi i,ei5dal mare Tirreno oTusco o Me-
mercè una concessione della s. Sede, ri- diterraneo. L'abitato prima era assai più
mane nel principe, ma però è limitata da esteso, come si vede dalle visibili rovine e
una terna di nomi che vengono proposti dalie antiche muraglie con baloardi; anti-
dalla commissione mista: ed a questa è de- camente racchiudeva 7 colli distinti,ed ora
voluto sia il rendiconto, sia ogni altro af- soli 5, essendo restati fuori i due maggio-
fare che riguardi i beni de' monasteri e ri , onde la parte abitata da quasi 35oo
delle case religiose. D'altra parte è da ri- individui, benché non piccola e con circa
conoscere che oggidì lo spirito del gover- due miglia di circuito cinto di mura tor-
no toscano non è più ostile e avverso al- reggiane, non metà dell'antico. I due
è la

l'autorità e libertà della Chiesa, ma all'in- colli rovinati, uno si chiamava Monti, ed

contro mostrasi in generale favorevole e è il luogo ove sono le magnifiche rovine


deferente all'autorità de' vescovi, alla pie- del palazzo antico de'Priori odel pubbli-
na libertà della predicazione evangelica, co (altrove sono gli avanzi del palazzo dei
e al rispetto per tultociò che s'attiene al- proconsoli romaui), e della fortezza Ri-
le leggi ecclesiastiche. E se tuttora sussi- vellino; l'altro dicevasi la Civita, ed è il

stono intatte molte parti dell'edilìzio Leo- Poggio di s. sono


Pietro. Gli altri 5 colli

poldino , tultavolta è a sperare che quel ancora dentro la città e denominati P02- o
governo animato da' sentimenti religiosi gio, Monlascido, s. Pellegrino o Zampel-
che lo distinguono vorrà porre in opera legrino, Cavali ione, e Poggio di Giove, poi
que'mezzi, i quali valgano a far «scompa- Poggio s. Giovanni. Quantunque la città
rire quanto prima l'edifizio medesimo". antica comprendesse tutti i 7 colli, pure

Avendo più volte parlato del giuoco del era divisa in 4 principalissime parti, l'una
Lotto, e anche per aggiunta a tale arti- dall'altra così distinta, che ciascuna potea
colo dirò.Che Roma e la Toscana ne han- dirsinon piccola città. Il eh. avv. Secon-
5

no l'alternativa con 48 estrazioni annue, diano Campanari, nell 'Alluni di Roma,


metà di Roma, metà di Toscana, nellequa- pubblicò diversi monumenti diToscanel-
li entrambi i sudditi giuocano nelle ri- la con incisioni e da lui illustrati, e me
spettive amministrazioni. In Toscana col ne andrò giovando. Tra di essi diede il
i855 cessarono le due estrazioni di Pi- disegno degli avanzi delle mura dell'A-
stoia e Arezzo, che servirono ad aumen- cropoli di Tuscauia. Di queste mura d'u-
tar quelle di Firenze, che sono 8 Sie- : na costruzione etnisca fabbricata di gros-
na e Livorno ciascuna ha sei estrazioni se pietre di tufo paralellepipide spianate
l'anno; e Pisa e Lucca due per cadau- e disposte per piani orizzontali senza ce-
na. Pontecorvo e Benevento, domimi pon- mento, restauo appena pochi avanzi nel-
tificii, giuocano colle 5o o 5i eslrazio- la parte bassa del colle di s, Pietro lungo
254 TOS TOS
la via che mena a Viterbo, sul qual col- li fu dipoi sostituita l'attuale nell' inter-

le era l'Acropoli dell'antica città. E così no della città. Essa è decorosa e sagra a
erano fatte le altre mura di cinta della cit- s. Giacomo Maggiore apostolo, con bai-
tà stessa, delle quali di recente si scuopri- listerio e cura d' anime, amministrala
rono alcuni resti presso il flumicello IMu- da due canonici, come leggo nell'ulti ma
schia, assai grosse e massicce; e cosi di al- proposizione concistoriale. Il capitolo si

tre non poche di che vanno seminati cer- compone delle due dignità, lai/del pri-
ti luoghi ora selvaggi del territorio, che micerio, l'altra dell'urei prete, di o cano- i

durano ancora a dispetto degli uomini e nici, compresi il teologo e il penitenziere,


del tempo che le misero a guasto. Forte di 4 beneficiati, e di altri preti e chierici

e stabde fu la maniera di fabbricare dei per il servizio divino. 1 canonici godono


toscani e de'romani, onde molti notabili la prerogativa di usare la cappa corale
avanzi de'grandi edifizi tuttora ammiria- sciolta, come i vescovi ei cardinali. Nel-
mo saldi. Quanto al vecchio palazzo dei l' Album, il maestro Petronio Grechi in-

Priori in Tuscania , narra encomiato


1* serì nell'aprile i 846 un articolo, descriten-
Campanari. Allorché gli ungheri nel se- do e facendo rilevare singolari pregi del i

colo X passarono le Alpi, non fu più guer- nuovo organo della cattedrale, elegunte,
ra da combattere iullalia; ma contro quel sonoro e soave, che a' 5 marzo di detto
le baude di feroci scorridori, armarono anno risuonò armonioso, dolce e insieme
villaggi, case e persone. E allora le città robusto sotto isuoi archi maestosi, con so-
i innovarono mura sfasciale dal tempo
le miere maestrevolmente elaborato, costi-
e da'barbari, e si munirono d'ogni ma- tuendo registri la parte più sublime di
i

niera, erigendo presso i»pa!azzi pubblici tanto lavoro. Di questo eccellente organo
rivellini e rocche fortissime. 11 vecchio pa- ne fu artefice il peritissimo Angelo Mot et-
lazzo de'Priori di Tuscania, di cui resta- imi di Perugia, per le cure indefesse del
no ancora in piedi grandi avanzi di mu- l'arciprete d, Giulio di Lorenzo collo nel-

raglia e di toni, che levò di pianta e sì be- le musicali cognizioni. L'episcopio era in
ne seppe restaurare l'egregio Igino lltar, cattivo slato, e trovasi alquanto distante
indi vennero pubblicali con incisione nel- dalla cattedrale; il palazzo vescovile anti-
Y Album, dimostra abbastanza, come que- co è affatto diruto. Vi sono due allre chie-
sti edifizi municipali fossero forti per na- se parrocchiali, munite del s. fonte, una
tura e per silo, e quali sorprendenti pro- delle quali è la basilica e collegiata insigne

gressi aveano fatto gl'italiani nell'arti pri- dellaVi. Vergine Assunta, denominata s.

ma del secolo XV. L'aulico Puvcllino poi Maria Maggiore, con capitolo di canonici
presso Toscanella col detto palazzo anti- col priore, che indossano la mezzetta so-
co, e già de'priori, egualmente in buona pra il rocchetto, i quali comechè la chie-
parte dirupato, fu con disegno riprodot- sa è siluala fuori della città in una valle,

to dall' Album, e doviò riparlarne; come ma dentro l'aulico recluto, vi si recane a


delle case fortificate di Angelo di Lavello ufficiarla soltanto nelle buone stagioni, e-

Tartaglia, che qual vicario di Toscanel- seguendo nelle altre la loro ullizi attira in

la la tiranneggiò, il cui disegno eziandio città, cioè nella chiesa non antica de' ss,
pubblicòil Campanari \\a\VAlbum, la tor- Secondiano, Ma r celi ia no e Vertano, mar-
re chiamandosi della Vela. Anche oggidì tiri e primari patroni della città e diocesi,
in Toscanella vi è il palazzo pubblico. An- dopo essere stati trasferiti i loro corpi dal-
tiche cattedrali di Toscanella furono le li! chiesa di s. Pielroin quella di s. Loren-
chiese di Maria Maggiore e di s. Pie-
s. zo. 11 Turriozzi discorre di questa chiesa
tro, ambedue descritte con Dis.scrta- di s. Maua Maggiore detta in l\inlheuu
wVwedul medesimo Campanari, alle qua- o iu Pautauo, di cui s'ignora l'epoca pie-
TO S TO S 255
cisa di sua edificazione, essendo varie le 4 colonne, destinato a leggervi il Vangelo,
tradizioni; cerio è che vanta una rispet- ec.Trovasi in cima la confessione o sia al-
tabile antichità, sebbene dalle due lapidi tare grande, ove si celebra verso il popo-
che riporta apparisce chela consacratone lo e l'oriente; viene appresso un emiciclo,
seguì nel i 206. Già da molti secoli esiste- in mezzo al quale con 3 gradini è colloca-
va, poiché è certissimo, che circa la me- ta l'antica cattedra vescovile di peperino,
tà del secolo VII fu da essa trasferita la e dall'una e dall'altra parte é disposto il

cattedra vescovile iris. Pietro, anzi s. Leo» luogo, ove sedevano i sacerdoti; finalmen-
ne IV nella sua bolla Convenit apostoli- te inmezzo alla nave sinistra si vede un
co, deli. marzo 852, diretta al vescovo maestoso fonte battesimale pel battesimo
Tuscanensi Virobono, espressamente di- d'immersionejdi figura oltangolare.Le ro-
chiara, che questa chiesa lungo tempo a- vine e frequenti saccheggi sostenuti dal-
n
vanti fu lai. del vescovato: Ecclesiam s. la città hanno distrutto le altre memorie
Marine, quae olim caput episcopii exti- di questo ragguardevole tempio. Vi é pu-
tit. Inoltre prova la sua antichità la strut- re un'iscrizione gentile scolpita in peperi-
tura del tempio, uniforme in tutto a'riti no sotto il seguo dell'ascia. Sebbene ver-

de'primilivi secoli dellaChiesa. La facciata so il secolo VII fosse da questa chiesa


guarda la parte d'oriente, secondo il co- trasferito l'onore della cattedra vescovile

stume degli antichi cristiani. Si scorge in alla chiesa di s. Pietro, ridotta forse cir-
mezzo di essa un occhialone a'di cui lati ca quel tempo alla magnificenza che tut-
sono simboleggiati 4 Evangelisti. Le 3
i tora si vede, non restò perciò abbando*
grandi porle davano ingresso alle 3 navi, natala chiesa di s. Maria Maggiore, in cui

poiché la terza fu da'canonici serrata con rimase un capitolo di canonici, col prio-
muro nel secolo passato. Due Leoni (P^.) re per presiederlo, posto sotto la protezio-
di marmo stanno guardiani alla porta di ne de'Papi da Alessandro 111, e in segui-
mezzo (del quale costume rifeci parole to in segno dell'antica cattedralità nel
nel voi. LXXVI,p. 285, 286), ch'è del- 1746 ordinò la s. congregazione de' riti,
le 3 ampia. Opina il Campanari,
la più. che la solenne processione del Corpus Do-
che questi animali alludauo a quel leo- mini s'incominciasse in questa chiesa, per
ne della tribù di Giuda, che è Cristo; o terminarla poi nell'attuale cattedrale. Me-
alla vigilanza in che dee starsi 1* uomo rita va tale prerogativa e distinzione la

d'ogni tempo, sicché sia degno di fuggire chiesa di s. Maria, per essere slata la 1.*

la ria veulura. La detta porta grande, so- cattedra, in cui sederono i primi vescovi
pra la quale posa un piccolo portico di co- toscauesi, e lo meritava molto più perii
lonne lunghe e magre, è ornata di bassori- prezioso deposito di vari corpi de'ss. Mar-
lievi di marmo con l'Agnello pasquale, il tiri che vi riposano, in
24 e uumero di ,

sagrifizio d' A bramo, la fuga di Gesù in sono de'ss. Poliziano e Cornelio Papi (ma
Egitto, Balaam respinto dall'Angelo, e s. il Piazza neU' Emerologio di Roma, dice

Pietro alla mano sinistra di s. Paolo, qua- che s. Prassede di tal città crede di pos-
le luogo più onorifico in oriente, come di- sedere il corpo di s. Poliziano, e cosi la
chiarai pure nel voi. LXXVll,p. 20, su di 1 cattedrale di Velletri,in fivore della qua-
che può vedersi ancora quanto ne dice il le riporta 7 requisiti; e che il corpo di s.
Campanari a p. 28 della citata Disserta- Cornelio si venera nella basilica di s. Ma-
zione j il tutto di struttura tale che basta a ria in Trastevere pure di Roma. Per
dimostrare l'antichità del tempio. Esso é conciliare le opinioni, come all' articolo
diviso in 3 navate,e alla destra delia nave Traslazione, anco qui ripeterò, che di
di mezzo è ancora intatto il vaghissimo frequente de'cuipi santi si prese una par-
pulpito o ambone di marmo sostenuto da ie pel tulio), Coucordio, Comunio, Do-
2?6 TOS TOS
minano, Polito, Tisidio, Resliluto, Secon- muraglia, e saldo sia il
le travi la forte

do, Primo, Feliciauo, Giustino, Agabito, comignolo e salda la spina; e il monaco


Ginasio,Geminiano, Semproniano e Gas- o trovetta corta piombi di mezzo al ca-
siano, e le s.Rudina, Agape, Restitula, Sa- valletto robusta sull'ussicciuola o tirante,
vina, Canzia, Vittoria e Colomba vergi- delle travi la maggiore ch'è in fondo, pas-
ni e martiri. Si contava fra queste il cor- sando tra li due puntoni, o travi che dai
po di s. Cristina di Tiro, di cui se ne con- lati vanno ad unirsi nel mezzo, ecome in-
serva l'autentica iscrizione. Inoltre vi so- fine puntino bene nel monaco e ne'pun-
no molte insigni reliquie, fra le quali due toni le razze. Dopoché fu coperto con la-
ss.Spine della corona di Gesù Cristo. Il cunari il soffitto nudo della splendidissi-
Campanari la dice maestosa e bella, ed ma basilica patriarcale di s. Paolo, la cui
anche nell' Album riprodusse tutto il nar- descrizione compii ne' voi. LXXIII,p.352,
rato dal Turriozzi, e vi aggiunse il di- LXX V, p. 1 r 4, nel genere di soffitto nu-
segno della facciata esterna); di più pub- do, secondo i primitivi Templi cristiani,
blicò quello dell'interno della chiesa. La la chiesa di s. Maria di Toscanella è di-

dice lunga palmi 146 architettonici e lar- venuto un monumento più prezioso. E-
$>a all'ingresso 84, e d'altri 4 più ancora gualmente nell' Album, il Campanari ci
s'allarga là dove ha principio il santuario, die l'incisione dell'ambone, che loda per
a cui si ascende per 3 gradini. Osserva che le sue eleganti sculture ornamentali, e ne
le navi divise da due ordini di colonne, su dichiara gli usi; in altro luogo riprodus-
cui voltano belli e sfogati archi a punto se il disegno di 3 capitelli bizzarri della
fermo, e sulle quali si levano altissime le stessa collegiata, per dare un esempio del
pareti della nave principale, non belle e fare capriccioso de' nostri architetti dei
vaghe d'allro fregio che d' una semplice tempi di mezzo, e perchè si veda come
cornice ch'esce dolcemente dalla dirittu- in quelli gli artefici erano costumi e na- i

ra del piano ov'è aflìssa poco al di sopra turalisti nell'arte; che se mancavano di
del cerchio degli archi, ed a cui fanno so- forza a produrre il bello imitativo, atten-
stegno piumacciuoli o scedoni della stes- devano a percuotere fortemente sensi i

sa pietra con sculture di teste animale- con immaginazioni significative di simbo-


scheed altre bizzarrie molte e diverse. Le li parlanti quasi in ogni lavoro, rozzo, ru-
colonne furono da prima tutte coperte di vido e incolto. Fra'quali capitelli è assai
pitture, delle quali avanza parte dell'in- singolare pegli studiosi dell'antichità cri-
tonaco e delle figure, che a tempi molto stiane, quello che ritrae la fuga della Ver-
più tardi presero a colorirvi; e di gran lu- gine in Egitto, tuttoché della più goffa e
ce furono le finestre semicircolari aperte barbara maniera condotto; e l'altro che
in sulT alto di queste pareti , dalle quali reca effigiati in mezzo a due diaconi e uno
entrava ancora luce più dubbia sotto lo coli' incensiere, 3 degl'inferiori chierici,
spazioso tetto, chiuse com'erano in luogo suddiaconi, lettori e cantori, da'quali co-
di vetri da tele bianche inchiodate o da me più bassi di grado a meglio distingue-
lastre trasparenti di marmo. Alla quale re que'due maggiori, li fece l'artista più
semplicità tanto conveniente alla maestà grandi della persona, mentre gli altri so-
e purezza della cristiana religione corri- no di più piccina statura. Comunque roz-
sponde la impalcatura, ossia l'ordine delle zissima ne sia la scultura, rileva l'abito
tran ordinate a reggere il tetto nudo di proprio di allora de'diaconi, la eapsa, e
soffitta a rosoni, nò coperto di volte do- la forma della colta di lino propria de'
rale,il quale piove a due bande e lascia chierici minori. Di mollo interesse é poi
che tutta si veda e si ammiri la solidità la descrizione dell'antica pittura del Giu-
di quest'opera: e come incatenino bene dizio uni versale in s. Maria di Tosca-
TOS TOS 2 57
nella, descritta con erudizione dal Cam- mersi dalla pittura stessa, siccome da'ca-
panari, tanto nella Dissertazione sum- i alteri che segnati vi sono; l'uno e gli al-

inentovata, che nell' Album, dicendola tri del 1 3oo : cioè a dire d'una scuola ita-
l'opera più bella, più singolare e più pre- liana, che avea fatto di già grandi prove
giata, e che sola l'ornamento d'u-
feria per liberarsi dalPimitazionedel greco sii-
na città metropoli.»» In una parete altis- le. Che se in parte la disposizione, le at-

sima e larga meglio che 35 palmi archi- titudini, il disegno, il panneggiamento e

tettonici (che dritta s'alza al di sopra quella monotonia comandata forse dalle
della tribuna, e che essendo l'aspetto spirito religioso deli'argomento,palesano
primo de! nobile edilìzio si sforzarono ancor qui una certa influenza della scuo-
sempre gli artefici di darle maestà gran- la greca sulla latina od italiana, trovo che

dissima e decoro), prese l'antico artefice le carni meglio dipinleecon maggior ve-

a dipingere il risorgimento de' morti, il rità non hanno più l'aspetto dispiacevole

paradiso>X'inferno: e mentre là vedi uno prodotto da contorni secchi e neri: quelle


scoperchiar di sepolcri, uno sportar di te- pieghe dritte e meschine che prolungatisi
ste, un rizzarsi di attoniti defunti ; ti par sulle vesti partendo dall'alto girano bene
qua di sentire il suono delle angeliche in parteeterminanoconmaggiordignità:
trombeche al Giudizio li chiama; e là ve- quelle porzioni esagerate delle guancie e
diAngeli cacciar idannati con lunghi for- del naso sono più aggraziate e presentano
coni in mano entro un lago di fuoco; e maggior nobiltà nel carattere: l'attitu-
più in allo tutta la corte del paradiso, e dine e il movimento delle figure hanno
Cristo nel bel mezzo seduto infra gli A- pur molto dell'antico grandioso: più e-
postoli che ha dato sentenza. In questo spressione nelle teste, più correzione nel
Giudizio veggiamo le opinioni del pittore disegno, più certi gli sguardi, meno mo-
non molto diiformi da quelle della visio- notone le forme. Ed i colori altresì sono
ne di frale Alberico (di che altrove par- applicati con qualche degradazione ; alie-

lai) ed in pai te dello stesso Dante Alighie- no brune le tinte, lumeggiate qua e colà
ri; imperciocché vi è figurato un diavo- con chiaro-scuri distribuiti talvolta al-
lo gigantesco a bocca spalancata, entro la l'azzardo, ma tratteggiate alcun'altra con
quale certi diavoletti infornano con un pennello fino e men duro. E questo fu il

tridente l'anime de'dannati nuotanti nel principio del miglioramento della pittu-
fuoco; ed egli addentandole le inghiotte ra in Italia; nella quale l'arte, abbando-
e le rende per il di solto, donde precipi- nata laGrecia, progredì benché lentamen-
tano e si perdono nella bocca d'un dra- te verso la perfezione, che seppe alla fi-

gone la quale figura del diavolo ripete-


: ne raggiungere due secoli dopo." Indi il

va l'Orgagna per modo quasi somiglian- Campanari dice dell'interesse di tal pit-

te nel suo Inferno in s. Maria Novella a tura per la storia del disegno, opera pre-
Firenze, che dispose secondo l'invenzio- ziosa, che pochi conoscevano fuori de'to-
ne del divino Alighieri, e nella storia al- scanesi e pochissimi ne sapevano il valo-
tresì del Giudizio universale del campo- re, abbisognando d'una mano benefica e
santo di Pisa. Perchè lasciando di pren- perita che ne ristorasse patiti danni, e i

dere argomento dall'unica corona di che la nettasse della polvere e del fumo che

vanno fregiati i Triregni (F.) di que'san- nascondono molte sue bellezze e quasi per
ti Pontefici fra' beati del cielo (costume intero non poche figure. Quindi cano- i

che rimonta all'età di Bonifacio Vili o nici della collegiata basilica, intenti sem-
di Clemente V,dice il Campanari), il più pre ad accrescere onore alla patria, ot-
sicuro argomento a portar giudizio sulla tennero dal ministro del commercio e bel-
vera epoca di questa pittura deve desìi- le arti, che una sezione della coiuuihsio-
2 58 TO S TOS
ne consulti vn per la conservazione de'mo- giore in Toscanella, monumento fra'piu
nomeuti antichi si recasse sul posto per ragguardevoli dell'arti cristiane, era no sla-
verificare l'eccellenza e nobiltà di tali pit- ti intrapresi e compiti i lavori per togliere
tine, delle (piali tanto il pregio è mag- le terre da vicino a'muri della chiesa, per
giore, (pianto più grande la singolarità e dare alle acque il loro scolo, e così rimuo-
la scarsezza; specialmente poi se trattasi vere l'umidità, ch'era la causa principa-
non d'un quadro di poche figure, ma d'u- le del guasto delle pitture; e che si pen-
na storia o d'un poema come questo, do- sava al restauro del dipinto, nettandolo
ve figure in foltissimo numero sono rap- dalla polvere e dal fumo, facendo questa
presentate. Dopo la metà del 85o giun-i notabile dichiarazione. » Quest* affresco,
sero in Toscanella i celebralissirni consi- dal quale vuoisi che il Buonarroti traes-
glieri dellacommissione commend. Te- suocelebratissimo dipin-
se ispirazione al

nerani e cav. Minardi, professori dell'ac- to della Cappella pontificia (f7 .) Sistina,
cademia dis. Luca, ili .°nella scultura e segna il principio elei migliortwnento della
il2.°uella pittura; i quali vista la stupen- pittura in Italia, nella quale l'arte abban-
da opera ne commendarono altamente il donando la Grecia, progredì benché len-
grande artificio, riconoscendovi la mano tamente verso la perfezione, che seppe al-
d'un pittore che lasciato già il gretto della la fineraggiungere 3 secoli dopo". La C£»
scuola greca, studiata attentamente e irni- viltà cattolica de'7 luglio 855, fece eco 1

tata,come meglio gli fu possihile,la natura, a tale importante dichiarazione. » Nella


avea di molto migliorato il modo d'opera- chiesa di s. Maria di Toscanella è dipin-
re. Onde il Campanari in detta epoca fece to in fresco il Giudizio finale, stimalo sic-

voti che giusta la preghiera fatta al gover- come opera importante per la storia del-

no pontific'iOjche sempre contò fra le mol- l'arti, considerata l'antichità sua e la fa-
te sue glorie quella di consei varei preziosi ma che abbia fornito il concetto al celebre
monumenti della veneranda antichità, si dipinto di Michelangelo nella cappella Si-
decretasse l'erogazione d'una somma pel stina, Essendo quest'opera quasi coperta
restauro di sì interessante pittura; che di dalla polvere,sono stati già destinati i fou-
tali beneficenze ebbero già i toscanesi altra di necessari perchè venga nettata e rimes-
solenne prova, nel grande restauro ordi- sa nel suo antico stato". Della nominata
nato da Pio VII dell'altro antico tempio chiesa di s. Pietro apostolo di Toscanel-
di s. Pietro per voto della suddetta com- la, il Turriozzi ne tratta, al modo che va-
missione, la quale recossi a vederlo co'pro- do a riferire. Anch'essa è fuori della cit-

pi i occhi e che tanto celebrò allora la pit- tà, ma dentro l'ambito antico in eminen-
tura del Giudizio, Dipoi il Campanari nel- te colle in contrada la Civita, incomincia-
X Album c\t6 gennaio 855, con gioia si i ta come credesi da s. Deodato circa la me-
compiacque che il benefico governo aven- tà del III secolo, compila dal b. Felice per
•do ordinato di presto ristorare danni di i quanto permesso veniva dalle persecuzio-
opera sì preziosa, giàeransi terminati non ni, e dopo l'editto dell'imperatore Costan-

pochi lavori per toglierla all'umidità del- tino 1 restituita la pace alla Chiesa, ridot-
l'acque, volendo che fosse risarcita e net- ta in quella sontuosa forma in cui trova-
tata dalla polvere e dal fumo che occul- si. Sia vera o no tale tradizione, certo è
tavano molle sue bellezze. Prima di tale che questo tempio riconosce la sua edifi-
epoca avea detto il Giornale di Roma dei cazione da tempi assai antichi e rimoti,
3o novembre 853, che il governo nel di-
i e il solo rito che vi si praticava co'pree-
visamente di riparare a* guasti avvenuti sisleuti monumenti ne sono sicure pro-
al gran dipinto del Giudizio universale, ve. Imperocché avanti la porta maggio-
ch'è nell'antica basilica di s. Maria Ma^- re distintamente si riconoscono le rovi-
TO S TOS a59
ne del vestibolo destinato pe' piangen- sa oveil sacerdote celebrava rivolto al po-

ti, una delle classi a cui era imposta la polo e all' oriente. Dall'una e dall' altra

Pciiìtoiza (F.) solenne, a' quali eia in- parte si scorgono parimenti in forma di
terdetto l'ingresso al Tempio. Si uni- altari ledue mense, nelle quali alla sini-
sce al vestibolo la facciata colla sua por- stra tenevano preparati paramenti del
si i

la grande, clic guarda l'oriente, ornata so- vescovo o sacerdote celebrante, ed alla de-
pra d'un piccolo portico composto di 12 stra i vasi sagri coperti con veli, destina-
colonne di marma iutersialo con lavori a ti per l'uso del sagri tizio, e con essi l'eu-

musaico, in ogni parte del (piale vi sono logie o sia il pane benedetto proveniente
materia simboli dei
in rilievo della slessa i dall'oblazione de' fedeli, che al fine della
4 Evangelisti coli' Agnello pasquale da ca- messa veniva distribuito a quelli che non
po. Nel rimanente è tutta di marmo, con sierano comunicati. Nel circuito interio-
musaici, figure di rilievo, ed altri lavori e re, formato di circolo dimidiato ornato di
simboli che allora costumavano. Nell'in- varie pitture rappresentanti i 1 1 Apostoli,
teriore è distinta la chiesa in 3 navi con è distinto il luogo de'sacerdoti, ed in mez-
inestimabile pavimento di musaico, diviso zo sopra 3 gradini la cattedra vescovile di
con muro per gli uomini e per le donne. marmo, cosicché sedendo il vescovo, sta-
Al capo delle navi, sostenute da grosse co- va ancor egli voltato al popolo ed all'o-
lonne di prezioso marmo, viene il presbi- riente, e perchè impedendo la confessio-

terio e il santuario cinto della stessa pie ne la vista del popolo, non potea il ve-
tra, a cui si ascende per 5 scalini, sul 3.° scovo dalla cattedra predicare, non man-
de'quali esiste a sinistra il pulpito o am- ca pur verso di esso il luogo per quest'ef-
bone di pietra, ove leggevasi. dal suddia- fetto nel medesimo altare. Sopra la cat-
cono l'epistola, e dall'alito lato destro so- tedra è collocata Sa- la custodia del ss.

pra i medesimi maggior eminenza è


in gramento. Le muraglia di tutto il tempio,
situato altro pulpito pur di pietra, nel qua- per quanto rimane, erano tutte dipinte,
le leggevasi dal diacono l' evangelo, si re- ed è osservabile, che in si gran corpo di
cita vano l'omelie, si pubblicavano gli e- chiesa vi è il solo altare granile di prima
dilli del vescovo, le leggi e le censure, e erezione, sebbenecrescendo il numero dei
si leggevano le tavole o dittici contenen- sacerdoti, ne fosse eretto un altro poste-
ti i nomi dique'vivie morti. ch'erano nel- riormente nella nave sinistra, anch' esso
la comunione della Chiesa, per tutti qua- i nondimeno molto antico, essendo slato ri-

li pregavasi. Sonovi eziandio nel santua- consagralo da Raniero vescovo di Tosca-


rio quelle 4 porle denotate nel concilio di nella neli2o6. In fondo alle due navi la-
Laodicea, due cioè che riguardavano le terali si scorgono due comode scale per le

navate dette speciose, alla di cui custo- quali si discende nel sotterraneo, ossia con-
dia stavano dalla parte degli uomini gli fessione adorna di molte colonne di vari
ostiari, in quella delle donne le diacones- e preziosi marmi. Qui trovasi l'altare, in
se, acciò niuno interdetto si accostasse al- cui nel 648 furono collocati i corpi de'ss,
l'altare, e lealtre due chiamate sante, che Secondiano, Marcelliano e Veriano pro-
conducono al santuario e sotto la custodia tettori, di cui la mensa è formata da una
de'suddiaconi. In mezzoal santuario è po- tavola di marmo, in cui leggesi l'iscrizio-
sta la confessione, composta di t\ colonne ne : Sextus Scantius Sexti filiiis qua-
di marmo, sulla quale posa il baldacchi- tuorvir de suo positi t della quale il Tur-
}

no, intorno a cui si legge il nome di quel riozzi ragiona iti altro luogo. In questo
Riccardo Toscanus, Cenlumcel-
yy/vze.s«Z tempio circa lametà del secolo VII dal-
licus, atque Bledatius, del quale il Tur- la chiesa di s. Maria Maggiore fu trasfe-
riozzi parla altrove^ sotto a questo la meu- rita la cattedra vescovile, che riteuue iiuo
2 Go TO S TOS
al secolo XVI, allorché restato già que- soccorpo del tempio ,
prima che fossero
sto pei saccheggi come fuori della città, trasportati nella chiesa di Lorenzo; que- s.

il vescovo cardinal Gambara nel 572 tra- i sto e altro che mi astengo ripetere, aven-
sporlo la sede nella chiesa di s. Giacomo dolo già narrato, prova la sua grande an-
col capitolo, ov'è al presente; v'istituì un tichità, e l'epigrafe memorata scolpita in-
benefìzio semplice con l'obbligo della mes- torno al fastigio del grande altare, allu-
sa in tutte le feste, e nel 1 5j5 v'introdus- siva all'unione al vescovato Tuscaniense,
se i girolamini del b. Pietro da Pisa. In* di quelli di Centocelle o Civitavecchia e
torno alla chiesa e colle non si vedono che di Bieda, poco prima del iog3 in cui fu
macerie e rovinali edifizi, tra'quali si di- edificato l'aliare, essendo ad esso la chie-
stinguono quelli della canonica e palazzo sa preesistente, il principio della quale de-

vescovile con molte torri disperse, parte ve ad antichissimi tempi. Né in


riferirsi

allatto rovinate, parte dimezzate, ed altre sì lunga serie d' anni il tempio soffrì al-
quasi in tutto sane. 11 pregio finalmente cuna alterazione, né cambiamento, con-
di questo tempio ha indotto più volle i servando il magnifico edilìzio in tutte le

Papi a concorrere alla di lui restaurazio- sue membra l'integrità delle pristine for-
ne, a tenore della memoria riprodotta da me e quale uscì dalle mani de' primi fab-
Turriozzi, cioè da Eugenio IV neli44-3, bricatori, pregio assai raro ne' templi di
d;i rsiculò II neli5i2, e da
V, da Giulio rimota età. Riguardo poi all'architettu-
Clemente XII 1734, a'quali si puòag-
nel ra di questa chiesa e al pregio ch'ella ha
giungere il ricordato Pio VII, essendo per rapporto alla storia dell'arti, il can. Far-
le vicende ridotto a estrema desolazione, rocchi non credè poterlo meglio indica-
e così lo restituì alla pristina forma e an- re, che riportando la breve e accurata de-
tico splendore, riaprendosi al cultodivino scrizione che ne die il toscanese Vincen-
solennemente dopo avere ricuperato l'an- zo Campanari, padre dell'encomiato av-
tico decoro; della quale opera si deve ri- vocato (il quale ancora nella suddetta
conoscenza all'amor patrio del suo cele- Dissertazione ne die altra bella descri-
berrimo segretario di stato cardinal Con- zione), nella sua Dissertazione sull'ur-
salvi, ed al cardinal Turriozzi, ambo cit- na ed epigrafe d' Arante figlio di Lare,
tadini diToseaneila.il Turriozzi riprodus- rinvenuta presso le mura di questo lem-
se ancora altre 7 delle principali iscrizio- pio, onde ne darò un cenno. Fu esso di-
ni ed epigrafi antiche, scolpite in marmo viso in chiesa superiore e inferiore, comu-
in varie parti del tempio, esistendovi pu- nicanti fra loro per due scale magnifiche.
re altre lapidi di sepolcri gentileschi e di La chiesa inferiore forma un solo coi pò,
cimiteri cristiani, ma guaste ecorrose. Nel- compreso l'emiciclo dell'apside, ed ha 28
V Album il Olii. Giovanni Farrocchi con colonne di bei marini e graniti. La supe-
erudito articolo ci diede il prospetto ester- riore divisa in 3 navate, ha il presbiterio
no del tempio di s. Pietro di Toscanella che si solleva alto per 5 gradini di marmo,
o Tuscania. Chiama il tempio nobilissi- quasi luogo più eccelso e sublime: la sua
mo per antichità d'origine, per bellezza lunghezza è palmi 75, la larghezza 78.
di 1

di struttura, per la magnificenza del di- In mezzo e nel centro alla curva dell'apsi-
segno, la cui origine elicei isalire a età lon- de è la sedia o cattedra marmorea del ve-
tanissima, poiché esiste tuttora l'iscrizio- scovo, da dove scorgeva egli tutti, clero e
ne del 64B, nel quale vi si collocarono i popolo, fiancheggiata da uno stallo o sedi-
ricordati corpi de'3 santi patroni princi- le di pietra più in basso, per uso de'suoi
pali di Tosciinella, indicante il sito ove preti e chierici assistenti: altro sedile eon
giacevano una cappellelta quadrata in
in postergale di pietra cinge il presbiterio
mezzo all'abside sullo il pavimento del dove sedevauo i cunouici. Così il sautua-
TOS TOS ?Xm
rio è disgiunto dalla nave per una cinta rodi pietra che colle colonne divide le na-
di lastre di marmo, ornale di croci e d'a- vi, di poco si pavimento e chiu-
leva sul
rabeschi diversi, aperta nel mezzo per da- de gl'intercolunni, acciò ninno potesse pas-
re accesso a'sacerdoti. La cinta si disten- sare nel mezzo o da un lato all'altro, ove
de e prolunga le due estremità entro il segregati erano gli uomini e le donne, in-
santuario e il presbiterio, chiudendo da vigilati da'diaconi e dalle diaconesse, che
tre canti il coro co'detli sedili, tranne dal alloga vano ciascuno alle proprie sedi. Roz-
iato dell'altare; il quale l'impello al tro- zo è il lavoro degli scalpellini più che scul-
no vescovile sorge maestoso in sul mez- tori, che frammischiarono a'più vaghi la-

zo, di figura quadra, che per somiglian- vori del romano scalpello; difettose sou
za delia torma pare un tumulo; dove so- pur le pitture, perchè le arti erano anco-
no scompartite 4 nicchie che serbano le ra nella barbarie. L'arte architettonica
reliquie de'marliri. Sostentilo da 4 anti- non badò alla rigorosa esattezza delle mi-
che colonne di marmo, allo elevasi sull'ai- sure e della simmetrìa. Si cavavano dai
larei tabernacoioo fastigio, e tulio lo co-
1 vecchi templi di Tuscania colmine e capi-
pre a maniera di padiglione, all'uso del- telli diversi, e cosi come venivano alle ma-
l'antiche basiliche. Questa era la parte piti ni si posero in opera , senza regolare di-
illustre del tempio. Presso al santuario è stribuzione; onde trovansi capitelli più.
l'ambone, ma fuori de'cancelli o della cin- larghi sopra colonne più sottili, e alcune
ta di muro che lo racchiude. Le forme pri- di queste quali senza base, quali senza ca-
mitive dell'edilizio cristiano sono conser- pitello, e quali senza ambedue. Le file

vate iulatle; magnifico n'è il disegno, so- delle colonne non sono in rettissima linea,
lidissima la costruzione; il pavimento or- uè eguali gl'intercolunni. La gran nava-
nato di musaici. La facciala, rivolta all'o- ta si allarga di mano in mano che si di-
riente, è ricca di marmi e di sculture. Vi scosta dall'ingresso, forse per correggere
è dinanzi un grand'alrio, che dall'un la- il restringimento della visuale, credendo-
to ha torri fortissime di doppia muraglia, lo un difetto delle fabbriche. Si fece stra-
dall'altro il vecchio episcopio, di fronte un zio di 3 bellissime colonne di marmo ca-
arco mobile per cui si entrava. L'esterio- ristio per faine 5, e d'altri oggetti prege-
ri pareli del tempio presentano un ordi- volissimi, de'quali quelli avanzali all'ope-
ne d'ornati erano tut-
alla gotica; l'interne ra si gettarono sotto il pavimento per em-
te dipinte, né potevansi scegliere più con- pitura, anche intere colonne e altri pez-
•venienti soggetti di pittura de' superstiti zi d' ollima conservazione estratti a suo
intonachi sui grand'archi del presbiterio. tempo. Nello stesso Album, l'avv. Cam-
Al di sopra dell' apside è rappresentala panari, con disegno inciso, riprodusse lo
un'Apocalisse: nello sfondo del medesimo spaccato della chiesa di s. Pielro in To-
un Salvatore in forma gigantesca nell'at- scanelia, e con altro la chiesa sotterranea
to di salirai cielo, festeggiato dagli Angeli e imponente, dicendo il tutto innalzato
e ammirato da' 12 Apostoli schierali più sulle rovine di etruschi e romani monu-
in basso. Nell'altre pareti si vedono pro- i menti, de'quali sono anche oggi semina-
digi e i principali falli de'ss. Pietro e Pao- ti gli avanzi. Anche in tale giornale lette-
lo, già in 8 grandi riquadri. Gli archi, con- rario e di belle arti, egli celebra la gran-
tro l'ordinario stile de'secoli in cui fu e- dezza di sua mole e delle forme, la solidi-

retlo il tempio, sono di sesto rotondo, e tà e magnificenza dell' opere, l' integrità
nell'un di essi l'archifettoci lasciò una ca- delle parti, e un'ornata leggiadria e va-
pricciosa prova del suo genio ardimento- ghezza o luce che vi risplende da tulle
so. Dopo il secolo XI la chiesa fu accre- le cose ben composte, ed un insieme che
sciuta di due arcate verso l'iugresso. U mu- la rende maestosa, bella e veneranda. Di-
262 TOS TOS
ce la chiesa divisa in due parli, nel santua- to dalla fosca luce che vi penetrava dalla
rio o bercia, nella nave o atrio interno; tela inoliata dell'angusta finestra rotonda.
non essendo qui vestibolo o altro edilizio In questo sotterraneo si crede che di mez-
esteriore che di essa faccia parte. Simile za notte si recassero i sacerdoti per reci-
a una nave, ha lunga la forma, e guarda tarvi il mattutino, pio costume che dura-
oriente; siccome a quella parte è voltoli va ancora ne'secoli X e XI, per quella vi-
tabernacolo, i primi raggi del sole nascen- ta comune che facevano nelle loro case
te lo ferisce e illumina; onde a quello ch'è presso il tempio, non diversa dalla forma
fonte di tutti i lumi l'altro sommo e divi- di vivere monastico; e qua co'cauonici re-
no sole s'accoppii, donde trae il suo chia- cavasi il vescovo, parimenti di notte al

rore a vivificare il mondo. Si fece la fron- mattutino. Ne'primi secoli vi assistevano

te del tempio come l'altaie voltato a o- nomini e donne, in seguito i uomini


soli
8
rieule, come quello fabbricato da Salomo- aliai. ora canonica, e finito salmo in-
il

ne, perchè siccome di là venne il princi- tuonavano a una voce il Gloria. Cessata
pio di luce e fu l'oriente lai.* patria no- la vita comune e regolare del clero, cessa-
stra, colà dirizziamo la divota preghiera rono pure le vigilie e salmodie notturne.
per farvi ritorno. Del resto la descrizione In Toscauella vi sono pure altre chiese,
presenta poca importanza dopo il fin qui ed un monastero di monache; prima era-
riferito, solo ne tolsi qualche parola che no due, le agostiniane colla chiesa di s. A-
aggiunsi per schiarimento a quella del pa- gostino, e di s. Chiara colla chiesa di s.

dre suo, dal quale differisce nelle misure Paolo. Delle due chiese e conventi de're-
del tempio, dicendolo lungo palmi roma- ligiosi minori conventuali di s. Francesco
ni 207, largo per ogni lato g3. Densi e de'minori osservanti di s. Donato o Ma-
riesce più interessante per '«svariata eru- donna del Riposo, questi tuttora esisto-
dizione, l'illustrazione riportata dall' avv. no. 11 p. Casimiro da Pvoma, Memorie del-
Secondiano nella Dissertazione. Verten- le ehiese e conventi de [frati minori della
do alla chiesa sotterranea il diseguo si , provincia romana ,tratta nel cap. ^.Del-
presenta con g arcuazioni, che sembrano la chiesa e del convento di s. Maria del
formare altrettante navi divise da colori- Riposo presso a Toscauella. Dopo aver
ne antiche di romani edilizi e di svariati parlato eruditamente della città, lo sto-
marmi e graniti, quali col sommo scapo rico riferisce, che tanto dentro ,
quanto
volto all'ingiù, quali con capitelli piti bre- fuori di Toscanella, molte chiese, con-
vi o più grandi del diametro delle colon- venti e monasteri furono edificati dalla
ne, or ciiiudrie, ora sceme, quando gon- pietà de'toscanesi, de'quali nella 1." metà
fie o spirali, per non essersi nel IX secolo del secolo passato appena il nome era ri-

e seguenti osservato l'ordine di parti e le masto. Tale era la chiesa di s. Mamilia-


leggi di simmetria, il che già rilevai, ba- no spettante al monastero di Farfa; tali
stando agli artefici di que' tempi alzare i monasteri di s. Giuliano, di s. Giusto, e
fabbriche grandiose e arditissime. Quanto soprattuiti quello di Donato, di cui tro- s.

s'allunga e allarga pe' 4 lati il santuario vasi memoria in islrumenlodi locazione


del tempio superiore, tanto si distende per tra l'abbate di s. Salvatore di Monte A
ogui verso la chiesa sotterranea o confes- miala,eUlmoneabitaloredi Castello f e-

sione che al sacrario stesso soggiaceva cui tcrbo, nel tempo di Desiderio re de' lon-
volta è sostenuta dalle dette colonne. Ve- gobardi e d'Adelchisio suo figlio. L'ab-
donsi ancora i cerchielli di ferro o le a- bate di esso godeva un'amplissima giu-
nella imperliate nell'alto delle volte che risdizione, secoudoehè risulta dalla con-
sostenevano lampade a olio, onde illumi- ferma cle'privilegi fatta al suo monaste-
nare il santo luogo scarsamente rischiara- ro da Clemente ili neh 189, da Celesti-
TO S TOS 263
no nel| 193, da Innocenzo III iielngB,
III forza del quale nel 1 274 dalp.Barlolomeo
e finalmenie da Nicolò Orsini capitano d'Amelia, inquisitore dell'eretica pravità,
generale del Patrimonio nel 1875, il qua- essendo slati confiscati i beni d' Angelo
le dichiarò, chemonastero di s. Salva-il Boccacepolla, signore di Castel G bezzo nel
tore di Monte Amìalajurisdictionempri- contado Toscanese, per essere slato tro-
wativam quoadomnes habet in Ecclesiis valo colpevole d'enorme eresia, fu con-
et bonis s. Restitutae, s. Sabini, s. Petri, segnato il prezzo de'medesimi al sindaco
s. Slephani in Tarquinia, s. Donati in del comune della citlà di Toscana, accioc-

Tuscana. Oltre a questi monasteri devesi ché in favore di detta fabbrica fosse con-
annoverare il convento e la chiesa di s. sumato. Nel 257 Alessandro IV col bre-
1

Fruucesco,deI quale ilp. "Wadclingo, che ve Ad audientiam, presso il p. Casi miro,


non ne conobbe il principio, solo scrisse non solo rinnovò, ma accrebbe l'indul-
che innanzi ili45i frati minori erano i genza, e le concesse l'esenzione da tutti i

slati ricevuti nella città di Toscanella. Per chierici di Toscanella e altre grazie. Da
la qual cosa il p. Casimiro volle prima no- tale Papa e da altri successori furono ac-
tare, che s. Francesco d' Asisi passando cordati alla chiesa di S.Francesco altri te-
per Toscanella, a milite quodamhospi- sori spirituali, riportati dal p. Theuli,nel*
tiodevote susceptusjiliiìm ejus unicum a 1' Apparato Minoritico j ma non meno
ìiativitate contractiim admullam ipsius generosi si mostrarono i toscanesi verso
instantiam manu allevans, sic subito in- de'frati,donando loro con abbondanza i
collimeli reddidit, ut videntibus cunctis beni della terra. La fabbrica della chiesa
protinus consolidarentur omnia corpo- fu compila colle loro limosino e arricchita
ris membra j
puer sanus ejjeetus, et
et di molti stabili, ritenuti da'frati sino al
jortis confestim exurgeret, ambulans, et pontificato di Nicolò V, nel cui tempo ze-
cxiliens, et laudans Dewn. Del cui pro- lando l'altissima povertà solennemente da
digio in Toscanella ancora serbasi tradi- essi professata, chiesero e ottennero dal
zione, e si addita il luogo preciso in cui medesimo neh fói di poterli totalmente
fu operato. Predicando inoltre nella piaz- lasciare. Però niun effetto ebbe tale facol-

za il b.Guglielmo Cordella nel 24 ven- 1


1
, tà, per l'opposizione fatta loro dalia città,

negli presentato un cieco, ed un putto di la quale scorgendo con quanta facilità sa-

6 anni, così assiderato nelle membra del rebbesi potuto contribuire al manteni-
corpo, che non potea muovere un passo; mento della chiesa e del convento, qualora
e quello col segno della croce risanò l'uno il bisogno Io avesse richiesto, se in benefì-
e l'altro, con incredibile stupore di tutte cio eli essi si fosse applicalo il fruito di que'
il popolo. 11 perchè eccitali i toscanesi al- capitali come per lo innanzi erasi pratica-
l'amore verso de'frati minori, stabilirono to, pensò di ricorrere allo slesso Nicolò V
di edificare un convento, cui poco dopo acciò si degnasse rivocare la licenza. Laon-
il fallo narralo fu dato principio; poiché de incaricò due suoi concittadini, i quali

Innocenzo IV col breve Quoniam, del 1 col titolo d'oratori di Toscanella dovea-
luglio 1 15 1 ,
presso il p. Casimiro, conces- no portarsi in Roma per intervenire alia
se 4o giorni d' indulgenza a tutti quelli solenne coronazione di Federico III re
che pel compimento della fabbrica della d'Italia e imperatore, secondochè il Papa
nuova chiesa de'frati minori avessero con- gli avea ordinato, con istruzione prodotta
tribuito alcuna limosina. Lo stesso Papa dal p. Casimiro. Quest'ignora se gli ora-
col breve Vcstrae mcritis, de'2 1 dicem- lori spiegarono al Papa
commissione la

bre 1253, assegnò e applicò in benefìcio del comune; certo è che non molto dopo
della medesima chiesa le cose malamente il comune supplicò con lettera il Papa, af-

acquisiate, o cadute in commissum j in finchè ordiuasse,cheiI prezzo degli slabili


2 f>4 To s TOS
chi vendersi fosse convertito o nel risiati- terono a lungo abitarvi, e ne .partirono
io della chiesa, o nella comprila di libri ili.°giugno 1599. Dolenti toscanesi per i

necessari a'frati. Dal che si può inferire veder derelitta la chiesa di s. Maria del
che almeno una porzione di detti beni fos- Riposo, tornai ono nuovamente a scongiu-
se venduta e col ricavato s'incominciò una rare i religiosi minori osservanti, promet-
biblioteca e qualche altra fabbrica, rima- tendo loro di restaurare il convento, di
nendosi l'altra al dominio de'frati, i quali sostenerli con abbondanti limosine e di
perciò da Calisto III furono assolti dal pa- sovvenire tulle le loro necessità; ed inter-
gamento della decima, che tutti i possi- posto il loro vescovo col cardinal Mattei
denti beni immobili doveauo indispensa- protettore dell'ordine, a' 1 4 agosto 1599
bilmente sborsare; con breve de'22 ago- i frati accettarono di nuovo il convento.
sto 1 4^7 indirizzato al p. Francesco da La detta chiesa si crede che anticamente
Viterbo, nunzio e commissario apostoli- spettasse a'monaci benedettini, indi rifab-
ca della crociata contro i turchi nella pro- bricata da' fondamenti neh 49-5 da A u-
vincia del Patrimonio. Dacché dunque i de Mezzi pani cornetana, come dalla
relia
frati di Toscanella vollero ostinarsi nella memoria scolpita nella facciata,sulla qua-
ritenzione de'beni, direttamente opposta le è 1' arme del comune di Toscanella e
alla professione del loro istituto, i reli- ancora sull' arco della volta dell' aliare
giosi zelanti denominati dell'Osservanza, maggiore, per dinotare che anco essa con-
ì quali non potevano né volevano in ve- corse alla fabbrica e al compimento del-
rmi conto ciò soffrire, si separarono da la facciata terminata neh522. La chie-
quelli, e partirono dalla città di Toscana; sa è a 3 navi, delle quali quella di mezzo
dalla quale essendo stati sempreamati con è sostenuta da io colonue di peperino.
sincerità d'affetto, furono efficacemente Neil' altare maggiore la tavola colorita
richiesti a volervi tornare verso il fi ne del rappresenta la D. Vergine ossequiata da-

i5i4, offrendo loro un'altra chiesa e uà gli Angeli, avente a lato i prolettori ss.

altro convento, due anni innanzi abban- Secondiano, Veriano e Marcelliano, cor- i

donato da'carmelitani. I frati minori os- pi de'quali si venerano con grande osse-
servanti condiscesero alle replicate istan- quio da' toscanesi uella chiesa di s. Lo-
ze de'toscanesi, e questi con tanto ardo- renzo. Sotto tali immagini lateralmente
re si adoperarono per ottenere la consueta sono dipinti s. Gio. Battista, e s. France-
licenza , che Leone X col breve Nuper co d'Asisi, e sotto di loro alcuni misteri
conununitas, che si legge nel p. Casimi- del Redentore. Ciascuna delle navi late-
ro, de'3i gennaio 5 15, concesse a' frati
t rali comprende 4 altari ornati di stucchi.
la chiesa e il convento di s. Maria del Ri- In capo a quella posta in conni Evangelii
poso già de'carmelitani, nel suburbio di vedesi la Presentazione al tempio di Ma-
Toscanella. Pertanto i minori osservanti ria, dipintada eccellente pennello in gran
ne presero possesso , ma non vi dimora- tavola. Negli altri altari sono degne di par-
rono più di 64 anni, forzali ad abbando- ticolare osservazione 3 tavole dipinte da
nare il convento dalla rovina che minac- Scalabrino pistoiese,esprimenti laNalivilà
ciava e dalla malignità dell'aria che li fa- di Gesù, l'Adorazione de'Magi, e la De-
ceva soggiacerea gravissime infermità,con posizione diGesù dalla croce. Nel coro due
risoluzione de'26 gennaio 1579 comuni- simili tavole rappresentano ilBaltesimo di
cala al comune. Nondimenoa'igfebbraio Cristo, e S.Girolamo penitente, forse colo-
dello slesso anno successero nella chiesa rite dallo stesso pistoiese,già esistenti in al-
e convento i frati agostiniani dell'osser- tri altari, e surrogate da mediocri tele di-
vanza della congregazione di s. Maria del- pinte. La chiesa fu consagrata a'3 marzo
1

la Consolazione; ma ancor eglino non po- i533 da mg. Loreu/.o Santarelli vesco-
T O S TO S 265
vo Polliteli, maforù, in onore della Ma- Pavv. Campanari con eleganza parlò del"
donna del Riposo o Quiete. 11 p. Casimi- l'apertura degli studi scolastici del semi
ro riporta le iscrizioni sepolcrali della nario di Toscauella, nel giorno del Patro-
chieda, e alcune di toscanesi illustri, co- cinio della B.Vergine,n»ediantedottoede-
me di Cesare Ciotti di somma pietà, Ru- rudil o discorso latino dell'arciprete d. Giu-
tilio Pacifici di eccellenti virtù; e il no- seppe di Lorenzo professore di teologia
vero delle reliquie che in essa si venera- morale del medesimo, sull'utilità dello
no. Indi descrive il monastero di s. Paolo studio della storia sagra ed ecclesiastica, e
delle monache del 3.° ordine di s. Chia- dicendo che se lo studio della storia è gran
ra, sottoposte immediatamente al vesco- tesoro d'esperienza e luce della vita, quan-
vo. Le loro prime religiose aveauo pro- to utile maggiore reca quello della sto-
fessato la regola di s. Benedetto in Cor- ria sagra, necessario a chi professa la scien-

tona, donde l'uggite nel 1258 per la de- za intorno gli attributi della divinità, cioè
solazione recata alla città da'fìorentini e la teologia, che non le cose sensibili e in-
dagli aretini, giunte in Toscauella furo- tellettuali, ma iusegna, che
le spirituali

no dal comune collocate nel mouastero s'apprendono per fede non per ragioni;
di Cavaglione, così detto dal nome della essendo pur nece;»saria al buon .morali-
contrada e da un foute omonimo, aven- sta, che della scienza ragiona de' costu-
done diversi la città. Nel 1259 Alessan- mi, e d'aiuto a' canonisti e a' dottori in
dro IV soggettò il monastero immedia- ragione canonica,giovando finalmente ad
tamente alla s. Sede, gli uni l'altro di s. accrescere la pietà, a rassodare e fortifica-
Giuliano, ambedue già de'benedeltiui, e re nella fede. Enumerali i sublimi pregi
l'arricchì di molte possessioni. Dopoché dell'infallibile origine della storia sagra,
le monache abbracciarono la regola del fece voti perchè nel seminario, che per la
3 ,° ordine, aggiunsero al nome di s. Ma- fama d' eccellenti maestri tanto crebbe
ria quello di s. Elisabetta. Divenuto trop- in breve tempo in grandissima riputazio-
po angusto, e non potendo le monache ne, si dasse presto agli alunni un insegna-
senza gran difficoltà custodir la clausura, tote e institutore di questa nobilissima
furono trasferite monastero di s. Paolo
al delle sagre scienze. Egualmente fece voti
già di certi monaci, ad istauza del comu- perchè il bellissimo discorso dell'illustre
ne, che ne avea caldamente pregato il ve- concittadino e ornamento patrio, sia pe'
scovo amministratore cardinal Garubara, suoi rari pregi pubblicato colle stampe,
e s. Pio V benignamente lo concesse nel onde con efficacia promuovere maggior-
i5yo; tuttavolta crede il p. Casimiro, che mente ne'loscanesi perpetuo desiderio di
tale traslazione fosse seguita più d'un se- chiara e illustre fama. E che la bell'ope-
colo inuanzi,aveudolo l'annalista p.Wad- ra fosse intitolata a quel grande maestro
dingo registrato nel i44'> Monasterium di pietà e di religione, a quel vigilantis-
s. Pauli de Tuscanella. Nella città vi so- simo padre e provvidentissimo del bene
no delle confraternite, come quella del del suo seminario, ch'è l'amato vescovo
Gonfalone. Narrai nella biografia del piis- il cardinal Gaspare Bernardo Pianetti,
simo cardinal Severoli, vescovo di Viter- che tutta volse sempre la sua sollecitudi-
bo e Toscauella, che vedendo quest'ut- ne a migliorarne l'educazione, l'econo-
lima città priva del seminario vescovile, mia, l'ammaestramento. Quindi encomiò
lo fondò con cospicua biblioteca; erezio- il can. Giovanni Farrocchi professore di

ne alla quale contribuì Pio Vii benefl- belle lettere italiane e latine nel semina-
cenlissimo, e ne fu benemerito promoto- rio, perchè dava alle stampe que'uobili,
re iltoscanese Franeesc'AnlouioTurrioz- soavi e affettuosi suoi versi alti a incita-
1
zi. Neil Album de' 27 novembre 1802 re i suoi allievi a virtù. Delle uiuaificeu-
VOL. LXXVIU. 18
s

*66 TO S TOS
ze dell'odierno vescovo di Viterbo e To- nierc della patria e sindaco generale del
scanella cardinal Pianetti,come delle sue comune, gradi che inque'tempi non sole-
virtù e beneficenze, avea il eh. avv. Cam- vanii conferire se non a soggetti superiori
panari pubblicato una sua epigrafe, nel* n tutti gli altri nella nobiltà e nella dot-
V Album de'28 febbraio iS5i, che quasi trina; come pure furono conferiti all'an-
per intero qui riproduco. Quoti super ce- tica famiglia Bassi, la quale per l'attinen-
lerà beneficia - Pientissimo li ber alita ti za con quella de'Ludovici, passò in essa il

studio- Cerio laria auro fulgentia et a- giuspadronato della mentovata cappella.


canthis scafpturatis - Eleganter excul- Orazio di Toscanella, di nobile e antica
ta-Ad ornatimi templi maximi Tusca- famiglia, che insegnò le umane lettere a
nae urbis - Donimi dederit - Organo mu- Venezia e in altri VE-
luoghi; volgarizzò
sico sacrario splendidiore opere - Novo- lucidano poetico d'Ermanno Torrenti-
que cultu perjiciundis sumptus suffece- no, e Quintiliano; ridusse in alberi la llct-

ril- Quodq.in celiarli Justianam- Vete- lorica di Cicerone, e fece più opere per
rem tabularli mirimi artispictoriae mo- ammaestramento de'fanciulli, come leggo
numentimi - Impensa sua inferendam nel Dizionario storico dell'ab. L'Advo-
jusscrit - Luminibusquc immissis - Alta- cat. 11 patrio storico arciprete Francesco
re in cujus tutela est exornaverit- Pa- AntonioTurriozzi, della cui bell'opera ini

renti oplimo auctori benefico adiutori - vado profittando. IlcardinaleErcoleCo^-


Munificentissimo - Quo magis ceteri ad salvi romano (nell'iscrizione posta nella
benefaeiendum provocentur. Tosca nella cassa che racchiude le sue spoglie mor-
fu feconda madre d'illustri in santità di tali, che si legge nell' Elogio del cardi-

vita, nelle dignità civili ed ecclesiastiche, nal Ercole Consalvi di Luigi Cardinali,
nelle scienze e in altro. Troppo lungo sa- Pesaro 824, è dello: hic Roma e ortumj
1

rebbe tesserne l'elenco, e solo, olire quelli perciò non pare,comepi eteseroalcuni,che
che vado rammentando, ricorderò se- i sia nato e battezzato in Toscanella), ma

guenti. Il giureconsulto Pepone che pel 1 oriundo di Toscanella, nato dalla sorella
prese a spiegare le leggi in Bologna sullo del cardinal Carandini, immortale porpo-
scorcio del secolo XI, probabilmente fu di rato che celebrai in tanti articoli, oltreché
Toscanella, allora Toscania, e dagli alti nella biografia. Il cardinal Girolamo d'
pubblici di essa prova che il nome di Pe-
si Andrea, a Una le abbate commenda la rio di
pone appartenne fino ab origine alla ce- Snbiaco e prefetto della congregazione
leberrima famiglia Farnese (P'.), che da' dell'indice, mentre era delegato aposto-
più vecchi tempi ebbe dimora nel distret- lico di Viterbo, persuase il municipio ili
to di Tuscania, come poi dirò. Paolo de Toscanella ad erigere nell'aula comunale
Ludovicis da Toscanella avvocato conci- un busto marmoreo .su rocchio di colon-
sloriale,che nella festa dell'Ascensione de' na al gran cardinal Consalvi. Il cardinal
16 maggio 1482, nella basilica di s. Pie- Fabrizio Tur r rozzi ( V.). Vincenzo Cam-
tro homeliam peroravit vener andus pa- panari dotto e sapiente, archeologo pro-
ter Paulus Toscanella ex ordine judi- fondo e poeta insigne, nome caro e be-
cum Rotae palatinae, vir integerrimae nemerito alla patria, illustre alle lettere.

Jamiliae, et surnmae. auctoritatis apud Il non men celebre e degno figlio avv. Se-
omnescuriales. Sì manifèsta ciò anche da condiano,con eloquenza affettuosa ne scris-

una memoria che leggesi nella chiesa di se la importante e magnifica biografia, e


s. Agostino diToscauella nell'architrave col suo vero e bel ritratto la pubblicò nel-
Giobbe da l' Album t.
della cappella di s. lui eretta. 7, p. 53; indi la riprodusse,
1

Egli discendeva da nobile famiglia e nato insieme all'onorifica iscrizione sepolcrale


da Lodovico dottore di legge ,
gonfalo- nelle Poesie sagre e profane di ì incenso
TOS TOS 2f>
7
Campanari^ stampate nel 1
847 a Monte- onorato in più modi singolari. L'encomia-
fiasconein due volumi (favoritemi in clono lo arciprete di Lorenzo scrisse la necro-
dallo slesso egregio figlio, con parole ono- logia del concittadino Vincenzo Persia-
revolissime). Con ragione si gloria di a- ni, riportata nell' Album 1. 1 1, p. 38cj, in
ver da lui ricevuto due volte la vita al mou- uno alle epigrafi che ne fanno benedire
do, poiché non solo gli fu padre sollecito la memoria, per le sue virtù, amor pa-

e amoroso, ma unico e saggio educatore, trio, e beneficenze co'poveri. Egli meri-


perito insegnaloree dotto maestro. Lo dis- tossi l'amore e l'amicizia del sommo con-
se deliziarsi nelle matematiche e filoso- cittadino cardinal Consalvi, che in morte
fiche discipline, e nelle scienze morali e gli lasciò in dono 3ooo scudi. Egli fu tra
altresì nelle teologiche, intorno alle quali que' pochi che nella sua diaconia cardi-
più volle sostenne con plauso pubbliche nalizia di s. Maria ad Martyres o Pan-
dispute; e che le opere sue in verso e in theon, a proprio costo gl'innalzarono un
prosa, nell'uno e Dell'altro idioma, oltre- monumento onorario, opera del valen-
ché esperto in quello greco e persino nel- te Thorwaldsen, e fecero coniare nel
l'etrusco di cui scrisse assai dottamente e 1824 una medaglia egregiamente incisa
con vasta erudizione, gli procacciarono la da Giuseppe Cerbara, che ne raccoman-
stima universale de'dotti, pel suo grande dasse a'posteri la gloria. E qui noterò che
e robusto ingegno, ch'egli col suo mera- il biografo surricordato del cardinale ne
viglioso ben seppe nobilmente rilevare: riprodusse il disegno, da un lato essendo
sia nel celebrarne le virtù domestiche, sia l'effigie del porporato in mozzetta, dal-
nell'encomiare quelle d'amor patrio e le l'altro quesla epigrafe. Viro immortali-
sue cognizioni economiche, sia con aurea De Relig. patr. princ. - Optime merito -

e faconda bi evita dando saggio delle mol- Ingeniofide constantia- Omnibus -Do-
teplici sue opere edite e inedite, di tutto ni fori <aue rarissimo - Amici D.D. -Ro-
1

facendone gustare le principali bellezze, mae mdcccxxif. Altri ammiratori del su-
persino de'parziali componimenti poetici blime melilo del famigerato diplomati-
leggiadri o gravi. In una parola, ben disse co ecclesiastico, gli decretarono medaglia
il figlio quanto padre fece, scrisse e o-
il per pubblico omaggio e per onorarne la
però pel pubblico bene, ed a prò degli memoria con allusioni alle virtù e ahi
,

studi, delle scienze e dell'aride di quanto talenti dell'uomo illustre, che incise l'e-
amor infiammato il suo cuore,
di patria fu simio cav. Girolamo Girometti. Da un la-
e che in ogni maniera illustrò, giovò e ten- Io è l'immagine del porporato vestito di
ne in onoranza, fungendo ilgonfaloniera- mozzetta ; nel rovescio si vede la figura
to più volte, non che consigliere della con- di Minerva, co'suoi emblemi de'la civetta
gregazione governativa di Viterbo, l'ab- e del serpenle,oltie un ramo d'alloro,sor-
bellì non meno con ristorare le pubbli- reggendo colla sinistra l'asta, e posando
che vie, rafforzare le mura urbane, rin- la destra sul timone d'un vascello. In gi-
novare! grandi acquedoUijiisarcire il con- ro é scolpita la leggenda: Quo Fas et Glo-
vento de'francescani,che con aprire nuo- il molto:Dc
ria ducunt.Solio alla figura é
vi passeggi, nuove strade esterne, e farvi Amìcor. Sententia. Romae mdcccxxiv.
nuovo campo pel mercato ne'dì della fie- Anche l'incisione di questa medaglia tro-
ra, oltre l'averla difesa con successo; vinse vasi nell'Elogio. Giornale di Roma da'
II

poi ogni altra prova d'affetto, quando nel 1


9 novembre 855, die il funesto annun-
1

seminario si fece a'giovani suoi concitta- zio, d'essere morto in Toscanella sua pa-
diniamorevole insegnatole e maestro in tria tra' conforti della religione il mar-
tuttequante le discipline; perciò appena chese Secondiano avv. Campanari » uo-
morto, fu da tutti sinceramente pianto e mo distinto nell'archeologia sagra e prò-
2GS TOS TOS
fa un, come ne fanno bella prova
molte le lo.Più non diremo, nella fiducia che mag-
sue opere pubblicale colle slampe." Suo giori notizie si conterranno nell'eloquente
profondo ammiratore, e onorato di sua orazione funebre recitata presente il ca-
r
pregievole benevolenza, doppiamente ne davere dal R.mo sig. d. Vincenzo Lau-
deplorai la grave e immatura perdila. renli canonico teologo della cattedrale ,
1

Quindi I Album degli 8 dicembre i855 mentre clero e cittadini celebravano al-
pubblicò l'articolo ueerologico scritto dal l'illustre defunto solenni esequie, testimo-
eh. prof. Francesco Orioli, specialmente nio del pubblico dolore e deila slima che
dolente per essergli mancata la collabo- s'era procacciata da'suoi concittadini. "Il
razione promessagli nell'edizione d'un te- precedente Album deli. settembre an-
soro dell'iscrizioni toscane nella lingua na- nunziò memorata storia col titolo: Tu-
la

zionale. Principia opportunamente colla scarna e i suoi monumenti, opera del-


sentenza: Incidimus in pessima tempo- l' avv. Secondiano Campanari, e ne die

ra; indi compiange che l'avv. Secondia- la seguente idea. Questa storia di Tosca-
no Campanari, nato d'una famiglia delle nella è insieme l'istoria d'Italia, da'primi
più rispettale e amate di Toscanella,morì tempi degli etruschi fino al i84o; è di-
quando parea destinato a esser lungo or- visa in due volumi, l'uno di testo, l'altro
namento d'Italia e della sua città. Lo lo- di documentile nel «."saranno aggiunti cir-

da, siccome scrittore assai buono sì in i- ca 20 disegni in rame de'monumenti pa-


taliauo che in latino, sì nella prosa che lili. Egli la divide in epoche etnisca, ro-
nel verso; e perchè una speciale predile- mana, del medio evo; e sulla scoria di
zione traevalo agli antichi monumenti e monumenti, e di piùcheioo documenti
ni desiderio d'illustrarli a tutto suo po- nella più gran parte inediti, si fa a discor-
tere. Fra'quali, ben preparato colla isti- rere, come procederono le fortunose vi-
tuzione scolastica nelle due lingue clas- cende a cui soggiacque in ciascun secolo
siche greca e latino, preferiva quelli che l'Italia; lo stalo del suo paese, le sciagure
gli ricordavano le glorie toscane, cioè del e le miserie che solici pe'congiurati sforzi
suolo natale: dovefude'pochissimi quali i di genti paesane e straniere a lacerarsi e
tra noi vi studiano, e n'ebbe lode non or- distruggersi; mutamenti che promosse,
i

dinaria, come ricompensa di sue fatiche. le riforme a cui die principio, i rivolgi-
Riferisce inoltre, che scrisse e stampò a più menti onde fu deciso della condizione ci-
riprese, be'lavori,de'quali altri certamen- vile della sua terra e di tante altre a lei
te daranno il catalogo, sforzandosi egli di vicine; come Canino, Cellere, Piansano,
spiegar ogni antichità figurata, od ogni e- Tessennanoe di meglio che 5o castelli che
pigiale in italiche perdute favelle, e sem- s' avea a* suoi comandamenti. Tocca di

pre con plauso, e non di rado persuaden- Montalto di Corneto e d' Orvieto , che
,

do ch'ei s'era imbattuto nel vero. » Vici- strettesi conoscanosi formarono unioni e
no già alla sua fine or si trovava in corso leghe con patti solenni a difendere se ed
d'un' opera molto elaborata intorno alla offendere altrui; così di Monieliascone, di
storia di Toscanella, non senza il corre- Ve tra Ila, di Marta ed alni paesi. Né ta-
do numerosi documenti inediti, e di
di ce dell'arti, delle lettere, delia religione,
disegni tratti da quel che di meglio o ri- de'uobili ingegni che sursero ne'secoli più
mane o è scavato nel territorio di quel- beati o più infelici; poiché è lode singo-
l'antica città, vog li opere architettoniche, lare di ciascun luogo di questa nostra pe-
orificerie, bronzi, vasellame, sarcofagi o nisola, che mai non rimase senza (pud-
simile.Speriamo che il manoscritto non che gloria; e in mezzo ancora alle mag-
ancor dato a stampa sia già completo e giori perturbazioni trovò argomento d'at-
lu morte nou sia sopravveuula a Uoucar- cuua cousolazioue e speranza. Delle altre
TOS TO S 169
sue opere e pubblicate, mi limiterò a ri- Toscanella, e di più a questa città die-
cordai e le seguenti che posseggo. Disser- rouo per cittadini Papi s. Eutichiano,
i

tazione de' vasifittili dipinti rinvenuti che comunemente si vuoledi Luni;s.Leo-


9
ne sepolcri etruschi ', Roma 1 836. An- ne l, che vuoisi romano, e più comune-
tichi vasi dipinti della collezione del mente toscano; s. Giovanni I, che dicesi
commenti. Feoli, descritti, Roma 1837. di Siena, e certamente toscano; Bonifa-
Descrizione de' vasi rinvenuti ncW esca- cio IH, chedi commi consenso si ricono-
vazioni fatte nel V isola Farnese, anti- sce per romano; s. Pasquale F, che senza
co Veio, per ordine della regina Ma- opposizione si vuole romano; s. Leone I V,
ria Cristina di Sardegna negli anni che egualmente si ritiene romano; e Lu-
i838ei839,Romai83c). Dell'antiche cio IH, che tutti vogliono di Lucca. Non
chiese di s. Pietro e di s. Maria Mag- devo tacere che l'Ughelli ne\V Italia sa-
giore della città di Toscanella, Disser- cra, t. ro, p. 1 7, Tascaniensis Episcopa-
tazione, Monte Fiascune 1802. ti^, riferisce che Tuscania die alla catte-
Notai che la potente famiglia
di sopra dra apostolica diversi Papi, cioè s. Eu-
Farnese in epoca antichissima minorò nel tichiano, s. Leone I, s. Giovanni I, s. Pa»
distretto di Tuscania, e colFandar degli squale I, VI secondo alcuni ro-
Bonifacio
anni vi acquistarono la baronia di Celle» mano e secondo altri sanese, Leone VI
ri, di Ancarano, e di altri luoghi del va- che da'eronisti si dichiara romano, e Pao-
sto suo territorio, pe'quali riconosceva- lo III. Sia comunque, dice l'avv. Cam-
no dominio del comune Tuseanie-
l'alto panari, che nel secolo precedente a Pao
se, come apparisce dall'antico statuto del- lo III Farnese, il giureconsulto Pietro di
la città e da'giura menti che le prestava- Ancarano di tal famiglia, avea istituito a

no siccome vassalli. memorie appar-


Tali sue spese e dotato nell'università di Bo-
tengono a'secoli XIII e XIV; che anzi un logna il collegio chiamato col suo nome

ramo di questa famiglia,e lo ailerma l'avv. Ancarano, per l'educazione di vari gio-
Campanari, prese domicilio nella città vani; la quale circostanza gli fa credere
stessa di Toscanella, doveavea conside- che la stessa famiglia conservasse quasi per
rabili beni, e ve li ebbe fino al 56o circa. 1 istituto questa predilezione verso quel-
Nella quale epoca la duchessa Girolama l'università. NeIi4-55 essendosi i Faine-
Orsini vedova Farnese (che già da un se allargati ancora in Capodimonte pres-
lempoeranodivenuti prima duchi di Cd* so il lago di Bolsena, siccome allargati s'è

stro e poscia di Parma e Piacenza) fon- rano in Farnese e in altre terre dello sla-
dò in Viterbo il monastero detto da lei to che poi fu detto di Castro, tentarono
della Duchessa, assegnandogli in parte di d'occupare i diritti che il comune di To-
dotazione i beni che i Farnese possede- scanella possedeva sulla tenuta di Pian-
vano in Toscanella. Si ha da altri atti pub- sano,de'quali poco innanzi aveano ripor-
blici, che Angelo Farnese fratello di Pao- tato conferma da Martino V. Trovasi nel
lo 111 partecipò nel 1 534 «I magistrato l'archivio municipale la corrispondenza
l'assunzione del medesimo al pontifica- epistolare fra' Farnese e il consiglio di
to, come prima neh493 gli avea notifi- Toscanella intorno siffatta questione, in
cato la sua promozione al cardinalato ; cui quelli pillando assai alto mostrano
nella quale occasione il pubblico consi- di voler sostenere le loro ragioni per aver
glio molto si rallegrò e fece gran festa, buoua l'occupazione di quelle tenute, ed
perchè tratta vasi d'un suo compatriolta. il consiglio rispoude con altrettanta fer-
Veramente Paolo IH nacque in Roma, mezza di voler sostenere le sue : manca
altri però dicono in Canino feudo di sua però il seguito dell'affare. Senonchè To-
casa. Diversi scrittori dissero Paolo IH di scanella ha perallre pubbliche carte, che
,

270 T OS TOS
il lettore pontificio del Patrimonio inibì costruirne a piccola disianza una nuova,
ad ià la ti za de'toscanesi alla Simiglia Far- come rilevò a p. 1 q 1 il prof. Orioli in una
nese di proseguir oltre nel suo tentativo, erudita lettera in argomento scritta al
e li chiamò al suo tribunale pei rendere Campanari, con diversi schiarimenti, co-
giustizia a chi ineritala l'avesse. Esiste tut- mechè luogo appartenuto in remotissimi
tora nel territorio di Toscanella la torre tempi all'Elruria e iu meo remoti a Ro-
dettaPietroCola,ch'era pavimenti il nome ma pagana, sia per la natura del luogo,
d'un Farnese,aggiunta a un castello posta sia pei l'abbondanza de'geolileschi sepol-
nella tenuta oggi delia Pian di Vico. E cri anche recentemente trovati appresso.
GianCola o Nicolò fu iì padre del suddetto Il prof. Orioli pensa che il Castellimi ap-

Pietro d'Ancarauo, giureconsulto di gran partenesse a Tarquinia, convenendo che


uome e scolare di Baldo. Si vede ancora un tempo possa ancora essere appartenu-
la porla d'ingresso e la scala dell' antica to a Toscania. Il prof. Orioli esaminò la
casa di questa famiglia dentro Toscauel- derivazione del nome dalla famiglia illu-
lacon arme cardinalizia portante 6 gigli, stre romana deSpampinis, che reputa a-
solita impresa de'Farnese, ed una delle verlo dato alla terra e Piocca, e parlan-
molte finestre, secondo l'uso che correva do di diversi individui della medesima;
nel i4oo (anche prima) e nel seguente se- poiché congettura che la precedente sua
formante 4 apertu-
colo, divisa in croce e denominazione sia stala Tripontium. Ia-
re (per quanto
Torre) per mezzo
dissi a lina se non toscana, chiamandosi la vici-
d'un cornicione ben grave e pesante. Ne' na valle del Triponzio, nome derivato a
libri de' consigli di Toscanella più volte a tribù* pontìbus, il che pare giustifica-
intervengono i Farnese come consiglieri to per trovarsi nel luogo dentro breve spa-
alle pubbliche risoluzioni. 11 Campanari zio 3 fiumi, arrivandosi al Castello per 3
riprodusse l'atto pubblico deli 263, con ponti, e conclude che per tali particola-
cui Nicola di Ranuccio di Pepoue siano- rità il Castello fu prima forse chiamato
le d'Ancarano pi omelie di tener pronto Tripontium. Premesse tali dotte osserva-
il suo castello a tutti i comodi della città zioni, ritorno alCampanari, che dichia-
di Toscania, e far portare ogni anno io ra la vecchia Rocca Rispampani, già del
salme d'alloro nella festa de'ss. Protetto- comune di Tuscania, oggi Toscanella, che
li. Ne parla ancora il Turriozzi, dicendo allargava il suo territorio prima ancora
che in detto anno si venne da Toscania deli 000 fino al monte Fogliano,il più al

alla deputazione del sindaco per riceve- to de'Cimini, e dal lato occidentale giun-
re ilgiuramenlo di sommissione, ed in se- geva al mare. Ora la vecchia e la nuova
guito nefu stipulalo isti umento,nel quale Rocca è dell'ospedale di s. Spirito e lutto
tra le altre cose Nicola padrone di esso insieme quel teuimento vastissimo che
promise di far guerra e pace, di sommi- dellaRocca pur si chiama, e dove è quel-
nistrar gente armata contro ogni perso- 1' immenso bosco forte e selvaggio che
na e luogo; di teuer detto castello alla pa- presterà più che 3o mila tronchi d'anti-
ce e alla guerra a piacere di Toscania, di che querce a cuoprire il suolo della via
far ogni auno portar l'alloro per la no- ferrata da Napoli a R.oma. Piispampani,
minata festa, e di giurare ogni anno gli al- comunque racconti lo storico di Castro,
tri podestàe capitano del popolo.
onori al che Pietro Farnese e il conte Guido di
L'avv.Campauarinelt.2i,p. i45dell'^/- Orso daPitigliano l'atterrassero nel 34^ 1

bum, illustrò e die in immagine l'antica cacciatone il capitano Torello ghibellino


Rocca Rispampani,qual si poteva suppor- che lo teneva pe'tuseanesi, rimaneva an-
re che fosse presso a poco nel 087, cioè cora in piedi, andata a terra la chiesa ilei
19 auni prima che si abbandonasse per Castello, neh 356; ma ilcardiual Vitel-
TO S TOS 271
teschi, che Eugenio IV avea mandato a Pietralta, Castelgronne. niuna stori- Da
distruggere gli usurpatori baroni, noi ca considerazione può meglio desumersi
risparmiò; e Calisto III nel t^.56 vendè il vero stalo di Toscania in quell'epoca,

Castrimidìrutum Ri spampani, con pat- quanto dalle stesse leggi severe ch'ella si

to di retrovendita all'ospedale di s. Spi- diede, con lo statuto in breve descritto dal


rito di Roma, che tuttora lo possiede. Do- Turriozzi, e colle quali, come altre città
po due anni, secondo il convenuto, tal Pa- italiane, fondò verso il 1 000 il suo gover-
pa neh 458 Io die in vicariato al nipote no e lo mantenne fin verso secoli XIII i

Pietro Borgia prefetto di Roma, prima e XIV. Siccome in questi nuovi governi
essendolo stato Guglielmo Gatti, e avanti con governarsi con proprie leggi, era una
di lui il cardinal Vilelleschi, vicario tem- conquista de* nazionali sopra le preten-
porale del medesimo. L'abbattuto e de- sioni dell' impero che andavasi indebo-
solatoCastello venne nuovamente in pro- lendo, così comparivano in tutto rigoro-
prietà di detto spedale, e fu ristorato nel si, paurosi e diffidenti, e questa diffiden-
1587, come apparisce dalla lapide che ri- za è il carattere proprio degli antichi sta-
porta, dal commendatore
medesimo del tuti di Toscania. Nulla vi è più solenne-
Ruino. Poi abbandonato, 19 anni dopo mente inculcato, che il prevenir gli at-
il commendatore Estense Tassoni fab- tacchi de' signori delle castella e di altri
bricò la nuova Rocca, come oggi -si ap- potenti a danno del comune. Sono ba- i

pella, poco lungi dal vecchio Castello, ri- ioni tenuti d'occhio come nemici, non po-
producendo la lapide che ciò ricorda. Di tendo essi senza licenza abitar nella città
recente fu restaurata dal polacco Igino It- o ne'castelli de'nemici, ueppur un giorno
tar nobile toscanese, come fece di altri e una notte se noi permetteva il magistra-
monumenti di che è seminata Toscauel- to, e ad ogni mandato del podestà dovea-
la e il suo vasto distretto. Di più il Cam- no recarsi da lui a fargli riverenza e pre-
panari, nel!' Albumi. 19, p. 36 e 60 in- stargli ubbidienza. Se erano baroni di ca-
serì due vedute del castello diruto di A 11- stelli di certa qualità doveano pagare un

ca rano di Toscanella, e degli avanzi del censo o tributo in dato giorno festivo; nou
castello di Castellacela del medio evo, ed potevano per causa qualunque imprende-
uno di quelli su'quali Toscanella eserci- re cosa senza il volere degli officiali del
tava in que'tempi il suo dominio, che a- comune. Se recavano danno o a'eittadini,
scendevano a 33, oltre altri. Eccone no- i a qualche castello e colle scorrerie a ca-
mi, pubblicati prima di lui dal Turno** vallo, oltre l'emenda doveano pagar 100
zi, il quale di tutti riporta alcune noti- marche d'argento di multa; se i consigli
zie, cioè di quelli che esistono (e de'quali de'toscanesi rivelavano in di pace tempo
parloa Viterbo) o di cui se ne vedono nel o di guerra, che riguardassero parti-
sia
vasto territorio toscanese rimasugli del- i colari o pubbliche cause, pena il capo; e
le rovine qua e là. Canino, Celleri, Civi- se ribelli marciavano contro Toscania coi
tella, Leona, s. Savino, Piansano, Anca- nemici o li aiutassero, incorrevano nella
rano, Tessennano, Montebello,Conligna- pena di morte
e nella confisca de'beui a
no, Caslellardo,Piandana, Celliano, Man- vantaggio della camera del comune; con-
ziano, Carcarella, Musignano, Acqnabo- fìsca a cui soggiacevano macchinatori di i

na, Montallo, Castelbronco, Piaufascia- tradimenti contro il medesimo, venendo


110, Castelgezzo, Castellai unto, Castella- condannati ai bando, colla libertà a cia-
raido, Caslelccroaro, Castelmarauo, di scuno di poter offenderli e danneggiarli
Pietro Cola, Salumbrona, Castelluzzo o impunemente. Ogni castello distrutto a ca-
Custellaccia, Pian di Mola,Graditella, Ca- gione di ribellione, per decreto del pub-
steileoniuo, Mouterombolo, s. Giuliano, blico, uon si poteva rifabbricare, e si de-
272 TOS TOS
volveva ni comune di Toscania; non si po- cordai nel voi. XLVII, p. 1 1 3, e altrove,
teva vender alienare o impegnare tulio trattandone nell'opere citate anche l'avv.
e parie d'un castello, di cui la giurisdizio- Campanari. Questi nel t. 2 p. 273 del- 1 ,

ne appartenesse alla città sotlo pena di , l' Album con incisione fece esprimere di-
nullità e diioo marche d'ai -genio; era vie- verse foggie di sepolcri etruschi trovali
tato ue'casteHi impone pedaggi che gra- nell'antica Toscania, insieme alla veduta
dassero le possidenze toscanesi. Gli uomi- interna della grolla delta della Regina, a-
ni del distretto e le contee doveano in qua- il padre suo con salde mura e ripari
vetido
lunque cosa ubbidir al comune, podestà munilo questa famosa tomba etnisca ch'e-
e sua curia, e per ogni disubbidienza era- ra per venir meno; e nel t. 22, p. 3 3 1

li la penale di 5oo libbre papaline; di più pubblicò i disegni dell'urne sepolcrali di


i baroni erano responsabili de'délilti dei pietra peperino e di terra cotta tuscanesi.
loro famigliari e vassalli, dovendo questi Quanto a'sepolcri egli dice, che in alcu-
pagare i comunità di Toscania.
dazi alla ni il piano offre un vestibolo che da in-
11 Turriozzi rimprovera il Correttini sto- gressoa 3 porle eguali, ed attorno alle ca-

rico viterbese, il quale dicendo che 8 ca- mere corre un zoccolo o banchina su cui
stelli appartenevano alla stia patria Vi- disponevansi le urne ; altri sepolcri han-
terbo, ebbe il coraggio di annoverarvi an- no pure il vestibolo che mette a t\ue grot-
che la città di Toscania, che dovea vene- te situate paralellamente di faccia alla por-
rare se non come madre, almeno come ta, e con finestre che altrove non veduti •

una delle più illustri città e signora di quei si; altri sono composti di due camere, e
medesimi luoghi che dal secolo XI 1 al
,
il piano non essendo ad angolo retto, s'al-

XIV egli attribuisce a Viterbo, onde per larga in ragione che dall'entrata s'allun-
confutarlo pubblicò i pubblici e particola- ga al fine della grotta. L' ingresso della
ri documenti su ciascuno de'33 sunnomi- grolla della Regina è esposto all'oriente,
nati, tralasciando di parlare d'altre terre il si vede ha una cimasa for-
pilastro che
e castelli su cui Toscania esercitò la sua mata una gola rovescia assai rozza le
ci' ;

giurisdizione. Ora Toscanella è sede del colonne rozze ancor esse posano in lena
proprio governatore, e dal suo govei nodi • senza base, e portano a bachi o i membri
pendono le comuni d'Ai lena,Cani no, Cel- più alti de' capitelli delle colonne di al-
lereeTessennano. Anticamente Toscania tezze diverse. Le volte di tali camere se-
ebbei suoi bagni romani, e Pavv. Campa- polcralisono talvolta piane, talvolta a
nari, amante delle patrie memorie, nel t. doppio pendio più o meno ripido ecaden-
Q.iàt\YJlbimi ì \). 245 e 25g, ne pubblicò le, sulmezzo delle quali corre l'asinelio
partedella pianta e descrisse nelle sue par- (ira ve posta in cima al comignolo del tet-
ti, dicendo che secondo la regola di V itru- to) o come una trave incavata che aves-
\io i tusca netti fabbricarono le loro terme se a sostenere il comignolo d'un letto. In
nel basso della città,ove i circostanti cdifizi altri sepolcri di forma quadrala è il sof-

difendevano dall'impeto e dal freddo dei fino intagliato a volta piramidale con a-

"venti aquilonari, e vi si trovarono negli pertura al centro quadrata che va dimi-


scavi vari membri d'architettura e fram- nuendo a forma di cono: in altri si vede
menti. Il padre suo Vincenzo scoprì gran come posano le travi, puntoni, le assi, i

parie di tali antiche terme presso il lem- come in quella parte superiore di legno
pio di s. Maria a spese comuni con un Tur- che descrive Vitruvio ne' tempi toscani,
liozzi; come eziandio scoprì entro la cit- in modo che la volta piova a due acque.
tà e ristorò un magnifico* acquedotto d'o- Riguardo poi alle urne di peperino e di
pera tuscanica. Altri scavi furono fecon- terra colta, non deve meravigliare la ma-
di di vasi e monumenti etruschi, e lo ri- teria, non solo perchè ue'fuucrali la leg-
TO S TOS a73

gè fremita condeterminata somma la va- polcrali non ti porge la giusta idea della
nità del lusso, ma sì ancora perchè la ere* grandezza di pensare e del lusso insieme,
ta quando pure fu l'arte in fiore, e prima della ricchezza edella grandezza d'un po-
e poi fu sempre la materia principale de- polo? E arrogi che sì fatti lavorìi non so-
gli artisti, tanto pe' bassorilievi che per le no già fattura di tristi scalpellini (e ne so-
statuee i vasi dipinti. I lavori di terracot- no prova gli esempi artistici ed eleganti
ta erano in tanto pregio presso gli anti- riprodotti dallo scrittore nelle rappresen-
chi, che tra
opere d'arte delle quali
le i tateurne etnische). Perchè a ragione scri-
romani coloni andavano in cerca a Corin- vea quel grandissimo illustratore della sto-
to, non meno di quelle di bronzo, fecero ria e della lingua degli elrusci, Luigi Lan-
tesoro di quelle d'argilla; quindi innume» zi,che un solo di cosiffatti monumenti (che
rubiti divinità furono espresse in terra cot- che ne pensino gli stranieri) è l'ornamen-
ta, ed urne di lai materia di diverse gran- to più bello e pregiato di che possano mai
dezze e forme trovaronsi nella ricca Pom- ornarsi i più famosi musei d' Europa".
pei;!, e in mille luoghi deh'Etruria, dovi- Abbiamo dell'arciprete Antonio Turrioz-
ziosi e opulenti.» Ma s'è vero, siccome è zi : Lettera a mg.'' Pier Luigi Galletti
verissimo, che I' agiatezza e la possanza vescovo di Cirene , sopra alcune grotte
d'un popolo si misura dalla grandezza an- antiche di Toscanella, Roma 78 i 1 .Egli
zi dalla grandiosità de' suoi monumenti; stesso le scoprì in grandissimo numero nel
qual è di grazia maniera di sepoltura più precedente anno, nel ricercare alcune ac-
splendida, più nobile e solenne (parlo sem- que minerali smarrite, e si crede che fos-
pre de' tempi ultimi della nazione' tosca sero le primitive abitazioni d'un numero-
non più conquistatrice e guerriera, ma so popolo. Sono queste grotte intagliate
sonnolenta, invilita per ozio, per troppo o- nel tufo e variano l'ima dall'altra solamen-
pulenza infingarda; motivi di decadenza te nella grandezza e ne'comodi, propor-
nazionale, che dichiarai a Toscana par- zionatamente alio stato di que'che l'abi-
lando dell'Eli uria antica e sue diverse par- tarono. I letti co'guanciali sono pure in-
ti) di quella usata da'tuscanesi nel tumu- tagliati nel masso, e in alcune stanze ve
lare i cadaveri? Grosse e massiccie urne ne sono t\ue o tre. Alcune abitazioni han-

di pietra, dove scolpiti sono fatti mitologi- no una stanza, altre di più e sino a quat-
a
ci, miti religiosi, umani sagrifìzi, scene ilia- tro, per lo più la i. del tutto libera di let-
che ed acherontiche allusive al trapassare ti, ma con focolari e sedili intorno, pari-
dell'anime da questa ad altra vita miglio- menti tagliati dal tufo, né mancano di fi-

re, chiuse il più delle volte da coperchio nestrini e altri buchi artefatti: alcuna ha
di gran mole su cui giace semiseduta o gia- una specie di piccolo forno. Tre grotte
cente la statua del morto pretto e marna- hanno l'apparenza di carceri; altra grotta
a
to com'egli era da vivo, fregiato dell'inse- di due stanze, nella 2. vi è un sedile se-
gne della sua dignità e vestito degli abi- micircolare, forse destinata a uso pubbli-
li suoi convivali; sono quelli i superbi a- co di tribunale odi assemblea. A lire grot-
velli dove gli alterosi tuscanesi deponeva- te più alle hanno finestrini quadrati o acu-
no i corpi de'loro trapassati. Lasciate che minali l'uno sopra l'altro a guisa di co-
di poca bontà e poco gentile ne sia la ma- lombai. Tutte queste grotte sono poste
teria, poiché l'artefice etrusco non usò che in ordine regolare, in diversi ordini di
raramente il marmo, e solo allo spirar del- graduazione a foggia quasi d' anfiteatro.
ia toscana potenza vi provò lo scarpello, Ritiene il Tu mozzi, che queste grotte sie-
effigiandovi greche favole, o riti funebri 110 state l'abitazioni de'primi etruschi, i

nazionali ;
questo tempestar di scolture quali venendo nella contrada da lontani
(lungo e costoso lavoro) semplici urne se- paesi e sbarcando in terra iucoguila, do-
2 74 TOS TOS
verone nat u ralm ente fuggire i luoghi a- identifica mente Sopra di questo no-
tale.
perti, e sta1>i I irsi ne' più occulti per loro me, dice essere fabbricata la macchina dei
maggior sicurezza. Osserva anche il cele- medesimi storici, quali lasciando a par-
i

bre Passeri, nelle sue opere riguardai) li te il naturale significato de' vocaboli, a-
gli etruschi, pe'quali ebbe entusiasmo, es- veano fallo di tutto per raggiungere il lo-

sere slato costume de' primi etruschi di ro scopo; e di recente il Mariani, il Dussi,
fabbricarsi i loro tugurii scavando dove il Correltini, tutti intesi ad esaltare la lo-
trovavano meno impedimento. Vuoisi poi ro Viterbo, oltre il dotto ab. Fame, colle
probabile, che gli etruschi dopo d'aver Memorie apologetiche in risposta alle
stabilita la loro potenza nel paese, uscis- opposizioni contro ildecreto del re De-
sero di sotterra per fabbricare ne! piano, siderio, non ostante ripugna an-
le quali

e riserbassero le grotte per sepolcri. Infat- cora a molti critici. Pertanto e non aven-
ti il Turriozzi trovò più d' un vano pie- do ancora alcuu loscanese vendicato col-
no di ossa e crani umani, con pezzi di va- le slampe la verità della storia riguardan-

si e altri frantumi etruschi di terra cot- te la propria patria, non posta mai in que-

ta. Queste grotte, qualunque aspetto in stione fino a tali scrittori, s'indusse a pub-
vogliansi riguardare, sono un monumen- blicarne le Memorie istoriche. Ma 1' ab.
to irrefragabile dell'antica Tuscauia, ora Faure nel 1779 pubblicando il t. 2° di
Toscanella. Già nel 1778 in Roma avea sue Memorie, vi aggiunse: Appendice al-
il Turriozzi pubblicato: Memorie istori- le Memorie apologetiche del marmo del
che della città Tuscania che ora volgar- re Desiderio per servir di risposta a
,

mente dicesi Toscanella, colla pian la del- quanto recentemente contro di esso si op-
la città e quella (bell'agro Tosca nese e sue pone nel libro intitolato: Memorie isto-
adiacenze. Ne dierono contezza V Effeme- riche ce. di F. A. Turriozzi. Nello slesso
ridi letterarie di Roma del 1
778 a p.409, anno 1' Effemeridi letterarie di Roma
encomiando l'autore per aver saputo con nelle p. 235, 242, 25 resero ragione del-
1

iscelta d'erudizione e forza di raziocinio di- le Memorie apologetiche in risposta al-


fendere la troppo lesa gloria di sua patria, le opposizioni contro il decreto del re
vendicandola con irrefragabili autorità, de' longobardi Desiderio che inciso in ,

per aver tentato alcuni storici dell'illustre antico marmo si conserva in Viterbo nel
Viterbo di spogliarla de' suoi pregi e re- palazzo de IMagistrato diviso in due par-
mota antichità. Concludendo, si conleu- ti. Si soggiunge un Appendice pei: sod-

ti pertanto Viterbo della presente sua disfare ad alcune difficoltà recentemen-


grandezza e opulenza, e si astenga d'ora te pubblicate, Viterbo 1779. Cominciano

innanzi da spogliare i suoi vicini di quei V Effemeridi ad esortarci prevenuti a. non


titoli d'antica e generosa nobiltà, che ispi- scarmigliarsi a tale titolo, e si contentino
reranno sempre loro bastante coraggio e a leggere l'opera, ove forse troveranno un
ardire per difendersi vigorosamente. In- mondo nuovo dovranno confessare me-
e
fatti narra il Turriozzi nella prefazione, ravigliati, che anco tra'letlerati diibri-

che negli ultimi tempi suoi,eransi stam- do vi è il suo popolo, e reguano de'popo-
pate, colla scorta di Giovanni Annio da lari pregiudizi, per non dire errori. La ce-

Viterbo, altre storie di quella città, aven- lebre controversia sul decreto del re De-
ti principalmente in mira gli sci Ultori di siderio a favor di Viterbo si divide in due
esse, per rendere chiara ne'secoli la pro- principali questioni. Lai/ è se Giovanni
pria patria, di attribuirle il celebre nome Annio da Viterbo (del quale parlai in di-

di Tuscana e Tuscania, e spogliarne u versi luoghi e nel voi. \LI. p. 11 3), sia
un tempo Toscanella, quale è la sola, che stato l'autore di questo decreto, fingendo-

possa fuori d'ogni dubbio vantarsi d'ette! lo a suo capriccio, e furbescamente o in-
T OS TOS 275
adendolo egli stesso, o facendolo incide- vorrebbesi inferire che anco l'editto Desi-
re da altra mano, come un antico monu- deriano fosse stato suo lavoro. Nell'apolo-
mento di quel principe, in cui finì il re- gia di Annio, il Faure superò quella del

gno de'longobardi. La 2. "questione, se al- p. Mazza pur domenicano, difendendolo


meno qualche altro sia stato autore falsa- pure dall'invettive di Melchior Cano, pei
rio del decreto, e non anzi sia un vero de- codici antichi greci e romani e di Deroso
creto di Desiderio? dotto e rinomato ab.
1 1 famoso. Non dissimulò il Faure le molte
Giambattista Faureèentratoa disaminar opposizioni al decreto di Desiderio fatte
r
le due questioni colla franchezza del suo da mg. Borghini, dal Cluverio, dal p. Be-
raro ingegno, colla sua molteplice erudi- retta, dal Muratori e da Lami; ma dimo-

zione e il lunghissimo esercizio da lui a- strò l'insussistenza delle loro critiche os-
vuto nelle disputazioni di scuola, e in tut- servazioni. Però dichiararono V Effemeri-
te e due si dichiara e si mostra vero cara- di. « Noi non diremo essere egualmente
pione de* viterbesi. lii.°a dichiarare An- soddisfatti di tutte le sue risposte, siccome
nio fingitore del decreto fu il p. Panvinio noi siamo tampoco dell'ordine da lui te-

agostiniano una privata lettera, con cui


in nuto, dal quale sono nate molte ripetizio-
r
rispose a certi dubbi di mg. VincenzoBor- ni inutili, e talora noiose. Dobbiamo tut-
ghini. Con gran burbanza si dichiarò del tavia fargli la giustizia di dire, che in que-
sentimento medesimo il Cluverio; ebbe sto genere non potea farsi opera ne più.

egli de'seguaci, senza che ninno ne dasse convincente, ne più plausibile, anche per
ragione. Venne finalmente il p. Gaspare e popolarità dello stile, e che
la facilità

Beretta e uella sua Tavola corografica potrà questa servire a tutti di regola e per
dell* Italia del Medio Evo, si avvisò di non abbandonarsi ad una critica smode-
dire il perchè si dovesse ad Annio attri- non fidarsi di certa voga, che
rata, e per
buire quell'impostura, con dire che An- in grazia di alcuni celebri autori prendo-
nio tanta affectatione loquitur, di tale no talora senza il dovuto esame opinioni
editto, ut ejusdem edicti dare se prò- falsissime'Mndi passano a parlare de\Y Ap-
dal auctorem. 11 Faure a questa pretesa pendice dei Faure, contro le Memorie dei
affettazione di À uuio contrappone io ra- Turriozzi. La dicono consistere in 3 pa-
gioni che giustificano quel dotto dome- ragrafi. Neli.°sifa l'esame del capo ulti-
nicano maestro del s. Palazzo. Si trae dal- mo delle Memorie, nel quale si è prete-
le sue prove: i.°Che l'alabastro o marmo so dall'autore di dimostrare la falsità del
viterbese era nolo prima di Annio. 2. Che decreto di Desiderio. Nel 2. si esamina
anzi era stalo trovato nel 12 19 fra le ro- ciò che sparsamente si legge in quelle Me-
vine dell'antica torre Demiata, onde an- morie relativamente all'impugnazione del
che il Lami che col suo ingegno volle tro- decreto; dal quale esame prende il Fau-
vare ragioni a persuaderne la falsità, lo re occasione di discorrete sulf antichità
confessò già esistente nel secolo X11I. 3.° de' vescovi di Viterbo. Qui più forse, di-
Che Annio mai l'ebbe sotto gli occhi, so- cono Effemeridi , che in tutti gli altri
1'

lo servendosi d'una copia altrui alterata luoghi, fa egli qualche sforzo d'ingegno,
per commentarlo e pubblicarlo nel 1 4-9^- che non sempre è segnale di buona cau-
JlFaure volle pure giustificare Annio dal- sa! Ma è da lodare l'ingenuità dell'auto-

le accuse del Vossio e di altri gravi scrit- re, nel torre di mezzo dalla serie de' ve-

tori di aver pubblicalo 5 altre tavole ei 1 scovi viterbesi certo Leone intruso non
antichi autori trovali in Mantova; e con- ha molto per una falsa lezione d'una car-
fessando che essi già esistevano nelle bi- ta Farfeuse, beuchè da essa ricava qual-

blioteche; ancorché (ossero vere le finzio- che vantaggio a Viterbo. 113.° paragrafo,
ni di tanti libri e monumenti, mal (pillali ^uipiicenieute dichiarano X Effemeridi,
276 TOS TOS
essere una buona vagliatura in 3 articoli richiesta del senato di Viterbo. Riferisco-
di parecchie altre cose riguardanti Tosca- no che BorghinijCluverio, Muratori e al-
nella, paragonata nelle Mcmorieóel Tur- tri marmo di Viterbo
considerarono il

riozzi, con Viterbo. Terminano V Effeme- come un'impostura. Ma l'Olstenio si di-


ridi il loro dire, con lodare il bel genio chiarò per la sincerila del monumento,
del magistrato di Viterbo, premiando col- riconosciuta eziandio dal Si^onio e dal
le più splendide maniere l'impegno a fa- Griderò. All'Olstenio si oppose il p. Be-
sore di sua illustre èittà ,
preso dall' ab. rciti nella sua Corografia, ed al Beretti
Fa ore; il quale morendo poco appresso, poi anche l'ab. Francesco Mariani viter-
i viterbesi grati al loro difensore anche bese, col suo libro De Elruria Metropo-
estinto, gli celebrarono pomposi funerali, li nel 1728 in Roma. Replicò il p. Beret-
collocarono suo ritratto nella sala del
il ti, e nella risposta alla censura viterbese
pubblico, e gli dedicarono un'accademia inserita nel libro pubblicalo nel 1729 in

letteraria a sua gloria. Questa trionfale ri- Milano: Dissertationem Italiae Medii
conoscenza de'viterbesi, V Effemeridi lo- Aevi censurac III, Filerbicnsis, Veneta
darono quale luminoso esempio alle al- et Brìxiana, cum responsi* tribus prò
tre città, se vogliono impegnare uomini Anonymo Mediolanensi , fece ogni sforzo
grandi nella difesa de'loro pregi, con un per togliere di mezzo gli argomenti del Ma-
genere di ricompensa allatto a lusingare riani, che al p. Beretti rispose coli' opu-

gli studiosi avidi sempre dell'immortali- scolo nel 1730 in Roma: Breve notizia
tà e della gloria, più che delle ricchezze delle antichità di Viterbo. Il Lami entrò
e del fasto, quali cose transitorie. Inoltre ancor esso in questa disputa, e sebbene
V Effemeridi fanno questa dichiarazione, nelle sue Lezioni sopra le antichità To-
la quale forse agl'imparziali riuscirà sin- scane, riputasse impostura il Marmo Vi-
golare, sia per quanto aveano detto in lo- terbese, tuttavolta prese a difenderlo da
dedel Turriozzi, sia per quanto poi lobia* molte accuse dategli da'uouiinati Borghi-
simarono, coinè dissi e riferirò, sebbene in ni, Cluverio, Beretti e Muratori, dichia-

breve. « Noi non siamo mai più contenti, rando plausibili gli scritti pubblicali dal
che quando ci si presenta 1' occasione di Mariani su questo argomento, e dicendo
dare de'convenienti e giusti encomi al ve- quanto al decreto Desiderano. »Le cose
ro merito. Questo dovrebbe esser l'ogget- contenute in quel decreto, o sono ignote
to di tutti i fogli lellerarii (!): si dovrei). all' istoria, che abbiamo; e questo non fa

be esser più solleciti o più gloriosi d' aver che non possano essere vere, pur troppo
trovata una vera bellezza , che un gros- mancandoci le memorie di cose infinite:
solano difetto; e si dovrebbe preferire la o sono manifestamente concordi all'anti-
distribuzione d' un ben inleso elogio ad ca storia; e meritano da noi tanto più di
una censura (protesta che tosto dimenti- credenza: nell'apparente ripugnanza al-
cò !
), rare volte utile, sovente indiscreta, l'antica storia sono pure in qualche guisa

e sempre umiliante per lo spirito uma- conciliabili colla medesima; e non abbia-

no! Tale è certamente l'oggetto delle no- mo motivo nessuno di rigettarle, lo non
stre Effemeridi" Della disputa celebre
. ho veduto ancora un'obbiezione convin-
presso gli eruditi dell'editto di Desiderio centeedimostraliva per dichiarai equesto
re de'longobardi,ne dierono chiara e suc- decreto una favola". Mentre per i'Appen-
1

cinta notizia i dotti mg. Stefano Evodio <//<r del l'ab.Fa tire gli erudì ti erano preoc-
r
Assemani e mg. Stefano Borgia poi car- cupali di essa e delle sue Memorie apolo-
dinale, che si legge a p. vii delle Memo- geticlie, poco dopo use'i alla luce del vi-

rie apologetiche dell'ai). Paure, nella lo- terbese avv. Eugenio Sarzana: Della ca-
ro approvazione delle medesime falla a pitale de' Tuscanicnsi e del suo vesco-
TOS TOS 277
vato. Si vendica la città eli Viterbo da confessare di non sapere il tempo in cui

intanto usurpa ed oppone il libro inti- fu edificata Toscanella, anzi col dire: non
tolato: Memorie istorichc della città Tu- doversi andar rintracciando la fondazio-
scarda che ora volgarmente dicesi 7 o- ne di Toscanella da tempi troppo rimo-
scanella pubblicate neh 7 7 8,Monte Fra- li; e col cader egli stesso in altre contrad-
scone 783. 11 p. ab. Ranghiasci nella Bi-
i Parecchie erudite discussioni del
dizioni.
bliografia storica dello stato pontificio, Saizana fanno veder privo di fondamen-
osserva che V Effemeridi letterarie di Ro- to l'assunto del Turriozzi. Indi dice, con-
ma (del 1783 alle p. 3o6 e 3i4), dopo a- cesso per ipotesi, che Toscanella dalla sua
vere riferito con lode il libro del Turrioz- fondazione portasse il nome TuscaniaiVA-
zi, pubblicatosi quello del Saizana ne re- la provincia, da ciò per l'appunto deduce
strinsero il merito, su del quale egli non non esser la vera aulica città Tuscania,
era punto per decidere. Sebbene io vada già Tuscia Turrenia Etruria, In seguito
profittando del Turriozzi, in quest'artico- rileva, avendo Toscanella, secondo Tur-
lo, eolla debita critica discreta e propor- riozzi, portato sin dalla fondazione il più
zionata alla condizione di mia opera, per lardo latino nome Tuscania della provin-
dovere d'imparzialità, darò pure un al- cia unitamente col depravato Tuscana,
tro sunto delle opinioni dell' Effemeridi. cioè Tuscanana o Tasca
piccola, da ciò
Dopo aver esse protestalo la strana vicen- precipuamente si apprende, non esser l'an-
da a cui soggiacciono i periodici nella ri- tica cillà Tuscania'già T'uscìa, aiu\ per
vista delle opere, per cui non di rado so- lo contrario dimostrasi la sua origine non
no colti in contraddizione, tuttavia l'uf- mollo aulica. Indarno poi dicesi,cheilTur-
ficio di chi dà contezza delle letterarie riozzi si adula ad alcuni moderni sci illo-

produzioni è quello di dare una nuda re- ri e geografi per provar la sua opinione,
lazione di ciò che contengono, senza eri- poiché il Saizana dimostra i loro abba-
gersi in giudice nelle contese fra gli au- gli. 11 1° capo raggirasi in provare, To-
tori. Né doversi imputare a colpa il Ta- scanella non esser la vera antica città Tu-
riate di parere, quando una delle parti scalda capitale de Tuscaniesi, ossia Tu-
ha prodotti nuovi e irrefragabili docu- scia Turrenia Etruria, per la sua distan-
menti, e quali uomini essere sottoposti a za daRoma oltre 5o miglia, per esser situa-
errare. Pertanto V Effemeridi dichiarano, la sulla via Clodia (o Claudia o Cassia per
che ilSarzana nel i.°capodelsuo dotto la- quanto dirò),e per giacere sulla destra riva
voro, prevalendosi delle dottrine dell'e- del fiume Marta, da'quali argomenti ap-
ruditissimo Mariani (delle cui opere par- punto pretende Turriozzi rappresentarla
lerò a Viterbo), dimostra contro il Tur- metropoli degli etrusci, mentre tali pro-
riozzi, Toscanella non essere la vera an- prietà di ubicazione si verificano in Vi-
tica città Tuscana o Tuscania, se prima terbo. Colla tavola itineraria di Teodosio
non si supponga o non si stabilisca essei* I, Saizana dimostra gli abbagli del me-
il

vi slata anticamente una ciltà di tal no- desimo nel fondarsi su di essa, poiché la
me, se niun tempo si determini della fon- vera sua lezione non è città Tuscania,
dazione di essa Toscanella, né si dichia- ina Tuscana, il qual vocabolo supposto
ri,comeil nome di Tuscana o Tuscania ancora che fosse notato innanzi al secolo
in lei sia. L'avversario stesso gli sommini- V da chi ne fui. "autore, dev' esser spie-
stra le prove della sua asserzione col ne- gato come adietlivo del sostantivo Colo-
ga re, contro il sentimento di autichi e mo- nia, che vi fu espresso o vi fu sottinteso,
derni storici e geografi, che siavi slata al- quando però non voglia intendersi adiet-
cuna città nomata Toscana o 'Tuscania, tivo della terra di Marta in quel silo in-
ovvero Tuscia, Etruria e Turrenia, col dicata; avvegnaché la colonia Tuscania
278 TOS TOS
rappresentata compiutamente da Usuar- dichiarato che il contado Tuscaniese è il

do, Colonia Tusciae t erav'i prima di det- Viterbese, e per conseguenza, dichiarano
to secolo sebbene informe. Col testo quin- l' Effemeridi, si prova che i Tuscaniesi so
di di Cicerone, della 12." Filippica Etru- no i Viterbesi; quella città il cui sito pre-
riam discriminat Cassia, il quale con sente corrisponde all'antico, cosi le deno-

quelle parole voleva indicare la città E- minazioni de'Iuoghi, l'etimologia, confi- i

truria, dove abitava Lento Cesonio, pro- ni, le testimonianze degli scrittori, tutto

va il Sarzana non poter essere Tosca nel- provando l'identità coll'antica metropoli
la quella città dal Tui riozzi situata sulla Tuscaniese, anche per quanto si dice dal
via Clodia. Nel capo 3.° il Sarzana prosie- Sarzana di Longola o Turrena nuova,
gne a vieppiù convincere, che Toscanel- una delle 4 cittadelle dell'antica metropo-
la non fu l'antica metropoli dell'Etruria, liTuscaniese. Che la cittadella o castello
dimostrando essere una tarda colonia di d'Albano, delta Bet-Terbon, che in ebrai-
Tuscauiesi, quali come sostiene furono i
i co significa città di Terbo, cioè di Torebo
Viterbesi. Il dominio di Viterbo sul ter- detto Turreno, il qual nome fu comuni-
ritorio Tarquiniese acquistato dopo la di- cato all'intera tetrapoli quando fu cinta
struzione di Tarquinia, è ili. "forte argo- dimura dal re Desiderio, e con poco cam-
mento che adduce per comprovare il suo biamento di lettere denominata Viterbo.
assunto. Il luogo del martirio e delia tra- Segue f illustrazione della carta Farfen-
slazione de'ss. Secondiano, Marcelliano e se, dallaquale si ricava contro Turriozzi,
Veriano prolettori di Toscanella, espresso che nel 767 fioriva un Leone vescovo di
Colonia Tusciae da Usuardo scrittore del Viterbo; e poi confuta la sua proposizio-
secolo Vili, e contemporaneo di Desiderio ne, che Viterbo non fu città sino al 1 ig3.
rede'longobardi,gli somministra altra pro- L'essere stato Viterbo, per testimonianza
va; come pure l'informe colonia Tuscana pure di Turriozzi nomato sempre Ca-
,

in quel sito medesimo dell'agro Tarqui- strum, lo si vuole sinonimo di Civitas, e


niese, dove ora è situata Toscanella, pri- dicendolo il breve d'Innocenzo III Oppi-
ma del secolo VII, e ne'lempi dell'idola- dum honor abile , vocabolo che secondo
tria; i sepolcri etrusci cou morti, con iscri- Varrone è sinonimo di Urbse di Civitas,
zioni e con altri simili monumenti trova- sono argomenti della falsa deduzione sul
ti nella della città, dicono V Effemeridi, breve di Turriozzi. In esso disse il Papa:
confermano l'asserto del Sarzana. Esclu- Postquam evidenter cognovitniis, quod
sa da questi Toscanella dal grado di au- Celestinus III praedecessor noster T i-

lica metropoli de'Tuscaniesi, e provando terbiense oppidum lionorabile civitatis


la sua fondazionefalta da' Viterbesi nel se- nomine insignivit, et pontificalis cathe-
colo VII, soggiungono l'Effemeridi, nel drae honore decoravit. Il Sarzana per
cap. 4«° sorge a far di se superba mostra dilucidare il vero senso di tali parole im-
a
la tetrapoli Viterbese alle falde del Cimi- piegò tutta la 2. parte di sua opera, il cui
no, ch'è Tuscania ossia Tuscia
la stessa argomento è dell» sede de' vescovi Tu-
Turrenia Elruria antica capitale de'Tu- scaniensi. Qui pure, dicono Y Effemeridi,
fccauiesi; quella citlà dicesi composta, co- provasi concludentemente, che la propria
me oggidì, di 4 cittadelle, Etrusco qua- cattedra de'vescovi suddetti è stata sem-
icrno populo, come rilevasi da due iscri- pre la Viterbese. Colla serie de'vescovi, iu-
zioni illustrale dal Sarzana e veudicate cominciando da Tolomeo, che si suppone
dalle dubbiezze di Cluverio;cittàche vuoi- mandalo in Tuscania da s. Pietro, si di-
siessere sta la sin da'lempi de'Papi s. Leo- mostra la loro residenza in Viterbo, e non
ne IVdeH'ò^ eBenedello Vili del 01 2, 1 mai iu Toscanella; anzi si pretende, che
e dall'imperatore Corrado li del 1024 fu sebbene avesse già esistito Toscanella, non
TOS TOS 279
potrebbe attribuirsi adesca, come subal- sero soddisfatti d'alcune cose riguardanti
terna e spettante alla diocesi di Tarquinia i vescovi Tuscaniensi , dovranno almen
ch'ebbe il proprio vescovo, e a cui spetta- confessare, ch'egli ha svolto quest' ©scu-
va tulio quel territorio in cui fu Tosca- rissimo e intralciatissimo punto di storia
nella edificata. Inoltre col libro de' Censi vescovile al più alto grado di chiarezza ,
della Chiesa romana, scritto neh 192 da che possa ricevere il suo sistemai Questa
Cencio Camerario, vuol provare il Sarza- breve digressione mi dispensa in seguilo
na, che raggiunto Tuscanen è sinonimo da dettagli, non confacentc alla natura del-
del Viterbien % essendo stato in quel co- l'opera mia, ed eziandio diminuisce quan-
dice adoperato prima dell'unione di Vi- to dovrò dire a Viterbo sul contrastato
terbo e Toscanella falla da Celestino III decreto di re Desiderio. Per quanto do-
neh 193. Di più con documenti fa vede- vrò narrare, credo opportuno di ancora
re il Sarzana, che gli stessi vescovi Tusca- premettere le varie opinioni stili. "vesco-
nienti, prima deh 193 si dichiararono Vi- vo di Toscanella, che Viterbo vuole, oche
terbensi. Non basta. Il i.° capo di delta forse fu piuttosto di Nepi, che a Falerio
parte è tutto impiegato dal Sarzana nien- successe nella dignità di metropoli della
temeno per provare, che Toscanella non Pentapoli Etnisca, la quale si compose
ha mai avuto cattedra vescovile, e vuole di Faleriò, Nepi, Sutri, Feseennio e Or-
dimostrarlo con l'unione della cattedra te ; e sull'epoca incontrastabile dello sta-
nella diocesi Tuscauiense sino ah 193, e bilimento dell' illustre sede vescovile di
col non essere mai stata eretta cattedra Viterbo. Rilevo dalle mie ricerche discre-
dopo quell'epoca in Toscanella! Non ba- panti opinioni sulla disputata ubicazione
sta. Soggiungono l' Effemeridi la poca ef- , dell' etrusca Tuscia , che semplicemente
ficacia delle ragioni degli avversari incon- ricorderò, avendone parlato negli articoli
trario, e il debole fondamento di coloro, dellecittàdella Toscana Pontificia, com-
che asseriscono Toscanella concattedrale prese nella delegazione di Viterbo e nel
di VilerbojSono posti in aspètto molto lu- già ducato di Castro. Nell'anno 5 12 di
minoso! Di sì erudito lavoro avrebbero al- Roma distrutto Falerio etrusco, gli fu so-
tri desiderato quella chiarezza e quel me- stituito Falerio romano, e nel grado di ca-

todo, ch'è l'ornamenlo principale di tali pitale della Pentapoli Etrusca gli successe
produzioni; benché per altro sia l'autore Nepi, per cui la Pentapoli in seguito si dis-

degno di scusa in ciò, e per la farragine se anche Nepesina. La città di Nepi posta
delle cose, che ha dovuto trattare, e per nel territorio falisco,come Falerio etrusco,
la sollecitudine con cui ha operato per il- fu anco denominata Tuscia o Thusciae
lustrate pregi della sua degna patria, e
i Civitas Hetruriae, nomi che pretendono
per soddisfare le brame de' valorosi suoi Toscanella e Viterbo, in uno alla prima-
concittadini; e poteva aggiungere, come zia della Pentapoli. Sussisteva la Penta-
li nominò il Sarzana nella prefazione, Fi- poli Nepesina quando l' apostolo s. Pietro
lippo Piada, co'figli Vincenzo e Domeni- mandòla essa a promulgar l'evaugeloil
co, che l'invitarono alla confutazione se- suo discepolo s. Tolomeo antiocheno, in-
verissima , e forse all' eccesso impudente sieme al discepolo di questi s. Romano ne-
negativo contro il vescovato e concatte- pesino convertito alla ftn\e; ih.°qual ve-
dralilù di Toscanella! poteva dir pure, che scovo della Pentapoli, il i.° qual vescovo
il dotto ab. Zaccaria nel favoievole giu- della propiia patria Nepi, per governare
dizio sull'opera di Sarzana, e inserito in i concittadini che avessero abbracciato il

essa, disse d'aver seguilo quasi in tutto le cristianesimo. Si vuole che s. Romano fu
opinioni del Mariani, illustrate e poste in deputato da s. Pietro di predicare Gesù
miglior lume! e che se lutti uou retto*- Cristo anche a Sulri) e ch'egli sparse il
280 TOS TOS
lume della fede pure in altri luoghi cir- ra il successore denominandosi Claudio II,

convicini. Non mancano sostenitori, che si potrebbe forse conciliare la diversa ver-
dichiarano s. Tolomeo i. "vescovo di Ne- sione, e si salverebbe l'epoca del marti-
pi, e che lui vivente gli successe s. Roma- rio de'ss. Tolomeo e Romano, che comu-
no, e che dopo il loro glorioso martirio nemente si afferma avvenuto nel e non I

ne occupò la sede s. Milione. Siccome nel- nel III secolo, tanto più che pel I secolo
la primitiva Chiesa sipermettevano più sono uniformi le testiuiouianze degli sto-
vescovi in una città, sembra meglio rite- rici. Il eh. p. Ranghiasci s'indusse a va-
nere, che s. Tolomeo fu vescovo di Nepi, riare d'opinione, dopo letta la Disserta-
ma come vescovo o arcivescovo principa- zione di Simone de Magislris,e cogli eru-
le di tutta la Pentapoli detta pure Tu- diti argomenti da lui svolli, si persuase
a
scia, vocaboli comuni anche a Nepi, men- per la 2. epoca e rigettò lai.* Disputan-
tre di questa era vescovo particolare s. R.O- dosi a vicenda l'onore dell' antico seggio
mano,atnbedueordinati da s. Pietro, seb- vescovile/Toscanella eVilerbo, rilevasi da-
bene alcuno voglia s. Rornanoordinatoda gli storici veramente imparziali, che To-
s. Tolomeo, considerato anche apostolo scanella almeno dal 59 5 ebbe certissima-
della regione. Sotto l'impero di Claudio mente i suoi particolari vescovi, che Vi-
e nell'anno 5i entrambi patirono il mar* terbo invece pretende suoi, e ciò per cre-
tirio, a'24 agosto secondo il martirologio dersi ambedue essere l'antica Tuscia me-
di s. Pietro di Toscanella nel suburbio , tropoli della Pentapoli Ettusca. Preten-
di Nepi, extra muros civitatis Pentapo- sioni che si sarebbero dovule dileguare,
lini Tusciae, e perciò furono sepolti pres- dopoché nelle catacombe di Nepi si rin-
so dette mura con altri martiri. Si ponno vennero i corpi de's>s. Tolomeo e Roma-
vedere l'Ughelli, Italia sacra, Nepesini no, ed altri martiri; il che a taluno servi
EpiscopijN aldini, La cattedra vescovi- di prova che in quel sito fu la vera capi-
le di s. Tolomeo in Nepi e la Pcntapo- tale della Pentapoli, ossia Nepi metropo-
li Nepesinaj ed il p. Ranghiasci, Memo- li delle 5 città etrusche, dopo la distruzio-
rie istoriche diNepi già territorio Fali- ne di Falerio. E' indubitato che Viterbo
sco e capitale della Pentapoli di Tosca- fu canonicamente eretta in sede vescovile
na. Quest'ultimo, col quale procedei a Ne- da Celestino II nel 92 o nel 98; laon-
1 1
1
1 1

pi, Supplemento delle Memorie isto-


nel de vescovi anteriori ch'essa crede suoi,
i

riche della città di Nepi già capitale del- li negano non pochi critici, ad onta delle

la Pentapoli etnisca, per le ragioni che asserzioni di Mariani, Sarzana ed altri sto-
adduce cambiò di parere, dichiarando che rici viterbesi; i quali critici anzi ritengo-
i ss. Tolomeo e Romano furono mandati no, che i vescovi immaginari o pretesi da
in 77*7/.sc/tfesuburbicaria,daPapa s. Dio- Viterbo prima di detta epoca, lo furono
nisio dopo il 268, il i."come vescovo di tut- di Toscanella, nella cui diocesi si compi eli-
ta la Pentapoli e il 2. di Nepi, ove ambe- deva il Castello di Viterbo. Densi da Ce-
due risiedevano, indi ivi martirizzati sot- lestino III, non solameute fu elevata Vi-
to l'imperatore Claudio 11 il Gotico ; no- terbo a sede vescovile, ma le fu unita
tabile variazione, che registrai a Sutri,co- quella di Toscanella (piale concattedrale,
inedie sede vescovile unita a quella di Ne- non che quelle di Bieda (della quale ri-

pi. Ora temo che per Claudio li debba- parlerò a Viterbo) o Blcra, e di Centocel-
si piuttosto riconoscere Claudio 1 diesali leo Civitavecchia (di cui riparlai nel voi.
impero nell'anno 4' di nostra era e
all' LXXlI,p. 275, dicendo che neh 854 * u
regnò sino al 54; poiché egli successe a disgiunta dal vescovato di Porto a cui era
Claudio Tiberio, che io certo modo si po- slata unita, ed invece venne unita alla se-
trebbe anche chiamare Claudio 1, ed allo- de di Cor ne io 9
la quale perciò fu separala
TOS TOS a8i
da MonteFiascone: ora e nell'aprile 1 8^6 quante volte si che essa sia la ve-
verifichi,

il governo pontificio concesse alla socie- ra città Tuscana o Tuscania, poiché so-
tà Casavaldes, di eseguire e poi esercita- gliono questi aversi comunemente per si-

re la strada ferrala da Roma a Civita- nonimi, tantoché é lo stesso il dire7yrre-


vecchia, la cui autorizzazione e capitola- nia, o Etruria, o Tuscia, quauto Tusca-
lo si legge ne'n. 1 93 e 94 del Giornale di na o Tuscania , come nota il Sabellico,
lìomaj mentre ne'n.' 1 i6e 1 17 si ripor- ed altri che nomina. Se dunque resta ve-
ta l'altra concessione fatta nel maggio alla rificato , che Toscanella sia la vera città
stessa società, della strada ferrata da P10- Tuscania,e se questa è quella, che come
ma,Ancona e Bologna) ch'era unita a Bie- suo proprio ha portato il nome della re-
da, la quale chiesa trovavasi congiunta a gione, non vi è dubbio che nomi di Tyr
i

quella di Toscauella,oude il vescovo diTo- renia, Etruria e Tuscia sieno ad essa ap-
scanella a un tempo lo era di Bieda e di partenenti. Lasciando il Turriozzi di dar
Civitavecchia. In processo di tempo, per giudizio su tal questione, si limita a voler
l'ingrandimento di Viterbo, la sua sede e provare che Toscanella sola fu quella che
la città preminenza su tulle le
prese la ebbe il nome di Tuscana e Tuscania, per
Patrimonio
altre città delia provincia del coni un consenso degli scrittori e geografi

di s. Pietro, che tuttora gode, restando antichi e moderni, di cui riporta le testi-

sempre sua concattedrale Toscanella. il monianze , cioè di Cluverio, Baudrand,


Turriozzi nelle sue Memorie tratta, a p. Luitprando, Perotti, Gonzalez, Cironio ,
73: Viterbo luogo distinto dalla città Tu- Concilio, Ughelli, Scotti, Moreri, Bollan- i

scana, sempre chiamato Viterbo, e Castel- distija'quali aderisce Cujacio, aggiungen-


lo fino al 1192; a p. 93: Si dimostra la fal- do di più, sembrargli mollo verosimile che
sità del decreto di Desiderio re de'lon^o- da questa città si denominasse l'intera To-
barili prodotto in lapide da'viterbesi. scana (V^.). Che l'antica Tuscana o Tu-
Toscanella fu detta nell' idioma latino, scania, sia Toscanella,con altri molti, l'as-

secondo il p. Casimiro da Roma eruditis- serisce eziandio il viterbese fr. Pacifico


simo, Tuscania, Tuscana, Tuscia na e Pellegrini domenicano ne'suoi mss. inti-
Tuscia; e ue'bassi tempi Toscanella ven • tolati: Breve lume della città Toscana
ne chiamata dal volgo, perchè a motivo nel Patrimo nio, al presente detta Tosca-
delle guerre, per le quali sovente fu rovi- nella, ove indagando la di lei fondazione
nala, essendo rimasta spogliata di abita- riferisce di più un testo degli annali di Epi-
tori e di abitazioni, rispetto alla preceden- genio, che asserisce aver egli medesimo
te grandezza e sito precedentemente occu- veduto, Tuscaniam apud Tarquinios in
pato, prevalse quel nome diminutivo, an- Etruriam conditam a Tuscofilio Her-
ziché quello di Toscana o Toscania. Os- culis magni, et Araxe regina scita rum.
serva l'avv. Campanari, che del diminuti- Si meraviglia Turriozzi, come mai era sta-
vo Toscanella, in cui si cambiò il nome pri- to contrastato alla sua patria tal nome, col
mitivo della città, a dispregio oh dirimi quale ella sola si distingueva al suo tem-
nefas, ignorando cosa ella commise con- po dalle altre; tuttavolta si propose con
tro Roma neli3oo, prima
noti fu di quel autentici documenti di porre in chiaro la
tempo regalata, ne mai ne trovò più. an- verità. Perciò volle aslenersi di parlare
tica memoria. Il Turriozzi confessa che i della gran copia de'sepolcri, sarcofagi, va-
nomi di Tyrrenia, Etruria e Tuscia, è sie medaglie che di continuo si rinveni-
questione se appartengano alla regione, vano ne'dintorui di Toscanella, non me-
oweroanche a una città particolarejed ag- no romane che etnische, benché in ogni
giunge che se si ammette l'ultima opinio- tempo trasandate e neglette; argomento
ne, tali nomi sono propri di Toscanella, però ch'egli dice osteulato da'viterbesi, il

vol. lxxviii. '9


282 TOS T OS
luogo de'quali fu bensì nella dizione To no le vestigia, ed è precisamente distante
srana e abitalo da' toscani. Nondimeno da Horna 5? migliarsela alla destra delle
in comprova del suo asserto, riprodurne 5 sponde del fiume Marta, come può age-
iscrizioni etnische trovale negli scavi della volmente vedersi nella ricordala carta to-
città. Plinio nel descrivere la Toscana o E- pografica pubblicata colle Memorie dal
truria,dopo aver nominati confini dalTe-
i Turriozzij avendo notato il Cellario, alla
vere al fiume IMacra, in estensione di 284 delta tavola conservata da Peulinger, Y m-
miglia,nota i popoli in essa racchi usi :7/zfoj scania ad dext crani Marthac arnnis ,

colonia F'a lisca... De caeiero Aretini ve- nunc Tuscanella, e nella stessa forma con
feres... Blerani ... Ferentinum(o$%\a Fe- Rollin ne fanno la delineazione gli scrit-
rente). ..T?epet...Praefectur a Claudiafo- toi i nelle loro antiche tavole ocarle.Quan-
roClodiiyStaloncs, Tarquiniensis, Thu- to alla Strada Clodia, da altri chiamala
scanienses, Vejentani, Visentini, Vola- Claudia e Cassia, dirò alcune paiole col
terrani cognomine He frusci, Jfulsienses-. dotto Nibby, Analisi della Carta de din-
Non specifica Plinio il ove fos-
silo preciso torni di Roma. La via Cassia prese lai no-
se a'suoi tempi la cittàTuscania, di cui i me come lastricata da Cassio, e condu-
abitatori appellò Tuscanienses. Nota pe- ce va a Firenze. L'Itinerario d'Antonino
rò quivi il Cluverio esser quella ebe ora e la Carta Peutiugeriana la designano col
giacente alla ripa del fiume Marta, chia- nome di Clodia cioè Claudia, perdio nel
masi volgarmente Toscanella,e col me- i.° trailo è collaClaudia in una mede-
desimo si accordano gli accennati scrit- sima diramando la Cassia dalla Fla-
via,
tori. A indagare con più di precisione il minia al Ponte Milvio. La Cassia è più
silo di Tuscania,per combinarlo con quel- antica, come costruita nel .°pei iodo del
1

lo in cui giace Toscanelia, il Turriozzi fe- secolo VII di Roma, e ne'primi anni del
ce l'esame della tavola Teodosiana del seguente Cicerone la chiamò con tal no-

3g5 circa. Dichiara quindi,che partendo- me. Fiacco e Ovidio, posteriori all'ora-
sida Roma per la via Clodia, si ha diret- tore romano, l'appellarono Claudia. Fu
tamente il viaggio che conveniva fare per così chiamata per corteggiare Claudio Ti-
andare a Tuscana t il quale nella tavola berio figliastro del vivente Augusto, sotto
venne così descritto. Roma, Sextum .... il quale venne lastricata, e che poi gli suc-
Foroclodii, Olerà (cioè Blera o Bieda, cesse nell' impero. Tale strada si formo
essendosi errato di usare 1* O pel B, avver- qua! i.° tronco della Cassia, ed essendo
tendoCluverio,cbeda Roma al ForoClau- ambedue divenute una sola e identica, fu
dio correvano 32 miglia di disianza) xvr, pure detta Claudia. Fu poi chiamata Clo-
Marta Tuscana vini (intervallo di mi- dia per l'analogia della pronunzia fra il
hineponuntur adMartam am-
g\\a, quae dittongo au e la vocale o più o meno lar-
nem,etoppidum Tuscaniam).Dovea dun- gamente Però a me pare che
espressa. ,

que,secondo la tavola diTeodosio I, esiste- forse la denominazione di Clodia le de-


re la città Tuscania sulla via Clodia e di- rivò dal Forum Clodii, ossia il Foro di
stante da Roma 57 miglia, dovendosi pri- Claudio (J.), poi divenuto sede vesco-
ma di giungervi passare il fiume Marta, vile (ne riparlerò a Viterbo, dicendo d'O-
al le cui sponde e a destra dovea sedere Tu- riolo che gli successe), per il quale pas-

scania , poiché si vede in un medesimo sava la via. Anche Nibby afferma, che la
luogo e in una slessa distanza da Roma, Carta Peutingeriana dimostra che al X
prima il fiume Maria, indi la città Tu- miglio la via Claudia o Clodia diraman-
scana. Perciò in tale luogo preciso appun- do a sinistra passava per « Forum Clo-
to giace Toscanelia, sulla via Clodia, di dii, Ischia, Blera o Bieda, Marta fi., Tu-
cui nou meno che in )3ieda se ne scorgo- scana o Toscanelia, Matcrnum" presso
,

TO S T O 1 28I
Canino. Altro ramo delia Cassia corri- Tuscanam ì Tuscanae
e degli alti falli in
sponde all'odierna strada postale di Vi- in ecclesia s. Laurentii,in pala fio s. Do*
terbo. Il Turriozzi continuando a voler di- nati, ante palalium s. Donati ; cioè di
mostrare sussistere il nome di Tuscana quella stessa Tuscana ilei 768,rimarcan-
ne'secoli seguenti, riporta l'iscrizione del do il Turriozzi, essere tuttociò avvenuto
piombo d'autentica del 64.8, della tratta- prima del decreto di Desiderio, che di
zione de'ss. Protettori. t(+ Anno Domi- nuovo qualifica falso. Quindi in conferma
ni ccccccxlviii Ind. vi. Corporei san- dell'asserto, riporta le parole di altri do-
ctorummartyrum Secundiani, Marcel- cumenti pubblici dell'8o 1 e altri anni di
liani, Viriani et Deodati a domo sari- tal secolo, e di altri de'secoli posteriori,
r forum translata sunt inch'itatem Tu- ne'quali sempre si parla della civitatc Tu-
scanam. Questi santi nel 25 1 comincia- scanae suo territorio, iden tifici a Tosca-
rono a soffrire tormenti in Cencelli, o
i nella; come pure un brano della bolla di
Centocelle oggi Civitavecchia, da dove s. Leone IV diretta al vescovo Virobono

poi furono trasferiti in un piccolo luogo Tuscane 7?.<f7,vescovatoche confermò.... in


nominato Colonia di quelle vicinanze, ed eadem ch'itate quae Tuscanae vocalur...
ivi consumarono il martirio col patire la juxtajlumium Masclam (Maschia), no-
decollazione, venendo ivi sepolti da' pii minandosi le contrade, le chiese e i fon-
fedeli. Data pace alla Chiesa da Costanti* di di Tuscana poi Toscanella, vocaboli,
no I,indi verso il 3-22 furono santi cor- i edificii e predii sussistenti. Ma tutto l'ac-
pi esposti alla pubblica venerazione nella cennato è poco, per quanto altro riferi-

chiesa di Cencelli; ma rovinato in appres- sce di legali testimonianze il Turriozzi ;

so quel luogo, nel 648 si trasportarono in si legga senza prevenzione, e poi si giu-
Toscanella,che il piombo chiama ch'ita* dichi, e non potrà non riconoscersi, che
tem Tuseanam }
\\e\\a quale eletti per prin- la città di Toscanella anticamente si ap-
cipali prolettori tuttora i toscanesi ne ve- pellò sempre Tuscana e Tuscania. L'at-
nerano i ss. Corpi. All'iscrizione del piom- tuale diminutivo le derivò per la no-
bo corrispondono le approvate lezioni del- tabile sua diminuzione, cagionata dalle
l'uffìzio di loro festa." Tuscaniampergunt, guerre, da'saccheggi, dalle fazioni; e per-
ibique subsistunt : Tuscanienses vero chè iromani la chiamarono Toscanella,
in Ecclesia s. Petri reliquias colloca- Tuscanella, con decreto del i3oo, per
runi. In un documento del 739, che ri- essersi rivoltata colle armi Tuscana con-
produsse il patrio storico, viene indicala tro Roma; laonde ebbe quella condan-
la città Tuscana, colle medesime con- na che riportai nel voi. LXXIV, p. 272,
trade, fossi e vocaboli, co'quali trovasiTo- che scolpita in marmo esiste nel palazzo
scanella; non che altro migliore del 768, di Campidoglio, tal quale alla pubblica-
col quale Ululone abitante del Castel- ta dal Galletti, Inscript. Rom. t. 2, p. 4;
lo Veterbo fece convenzione con un mo- dal Turriozzi stesso; e dal Vitale, Sto-
naco di s.Salvatore di Monte Armata^l'al- ria diplomatica de' senatori di Roma
cuui terreni spettanti alla loro chiesa di p. 206, da Fra
lui riscontrata e corretta.
s.Donato de chntate Tuscana. Tale chie- le altre cose si dice: Campanam
populi
sa denominati monaci nella ciltà restò in portas deducere Romani, odo luden-
piedi per più secoli, e chiaramente ne in- tes romanos mietere ludis (cioè 1' ob-
dicano il sito e 5 istrumenti
adiacenze i bligò di mandare 8 toscanesi giostratori
riguardanti monaci di Monte A-
i detti a Roma pe'famosi giuochi di Agone e di
miata,a'quali sempre apparteneva la chie- Testacelo, de'quali riparlai a Senato, co-
sa di s. DonatOjdel 283, 284,e del 29 1
r 1 1 me le altre comunità di Sutri, Corneto,
ne' quali atti replicatamele si parla di ec^maJori pena populi pie tate remissa.
2 84 TO S TOS
Dal quale decreto si rileva le ricchezze del- di agro Toscanese e mollo meno che ap-
la citlà, il diritto- die avea di governarsi, partenesse a' Tarquiniesi. Conviene che
e di cui ne fu privala esoggettata alle h'ggi l'agro Etrusco fosse Toscanese, non Tar-
romane, com'è manifesto dalle parole: ti- quinese, bensì occupato da'Tarquiniesi,
bi demptapotestas summi regiminis, ex- cui lo tolsero romani circa il 569 di Ro-
i

tat data juribus Urbis. Questa poten- ma, deducendovi la colonia de'Gravisci.
te e ricca città per la involta fu allora dal Prima di tal epoca e nel 366 romani, al i

suo nome Toscana detta Toscanella, sen- dir di Livio, piombati sul territorio Tar-
za dimettere quello latino di Tuscaniae quinese, distrussero Cortnossa e Coitene-
e Tuscanensis, forse per più umiliarla ; bra sul confine di esso,e questa 35oo pas*i
sebbene non manchino monumenti po- dal lago Vulsiniense e dal fiume Marta,
steriori ne'quali fu chiamata Tuscana, e l'altra più vicino al lago; mentre il ter-
riportati in bel numero dal Turriozzi, del- ritorio Tarquieniese non si estendeva si-
lo stesso secolo XIV e del XV, anzi an- no al lago, ed i due nominali castelli e-

cora del senatore di Roma Paganino del la rano il confine dell'agro loro, e giaceva-
Torre di Milano, che funse il senatorato no a sinistra del fiume Marta, quando al la
nel 1 3o5 3o6, come leggo nel cav.
e nel 1 destra sorgeva Tuscana oggi Toscanella,
Pompilj Olivieri, // Senato Romano p. per cui segnava il confine a'territorii de'
228, ed il quale chiamò la città Tusca- due popoli. Turriozzi ribatte pure la sup-
na e non Toscanella. Sul palazzo comu- posizione che Toscanella fosse una colonia
nale di Toscanella ne'seguenti versi i to- di Tuscania, per aver scritto 1' Usnardo
scanesi ricordano i vari nomi con cui fu in Colonia Tusciae natalis ss. Mariy-
chiamata la loro patria. Saleumbrona rum Secundiani, Veriani et Marcellia-
olim , Tyrrlienia , Etruria dieta - Tu- nij e siccome loro corpi sono in Tosca-
i

scia , Tuscania, vix Tuscanella vocor nella e se ne celebra la festa, non a '9 a-
nunc. Passa quindi il Turriozzi a scioglie- gosto ma agli 8, egli spiega che per Co-
re alcune difficoltà opposte dagli storici di lonia intese dire nel suo martirologio que I
-

Viterbo, vale a dire se Toscanella era nel- l'aulore,il luogo del seguito martirio nel
l'agro di Tarquinia, perchè ciò ammesso 25 i,e non quello ove nel 648 furono tra-
non poteva ivi essere laTuscania, che do* sportati e doveesistono, dichiarando nuo-
vea avere il suo distiuto e separato ter- vamente per Colonia il luogo di Cencclli.

ritorio; pretendendo pure i delti storici Il martirologio di Corbeia dice soltanto


che Toscanella fosse una colonia di Tu- in Colonia natalis , cioè il giorno del mar-
scana e perciò non poteva esserlo essa, ma tiriosecondo lo stile antico; così altri mar-
sibbene Viterbo. A queste obbiezioni, ol- tirologi. Meglio spiegano gli alti di tali
tre il dimostrato dell'identicità di Tosca- martiri del monastero Amiatense, che di-
nella con 1' antica Tuscania, al Mariani cono loro troncato il capo in locum, qui
risponde il Aver egli preso e-
Turriozzi. appellatur Colonia — 61 Colomacio qui
quivoco colla colonia Gradisca con- di dicitur Colonia; il qual nome di Colo-
dotta da' romani uell' agro Etrusco de' macio si legge ancora in antico codice del-
Tarquiniensibus e loro tolto, il qual a- la cattedrale d'Orvieto. Il Turriozzi fis-

gro lo credè il medesimo del Toscanese. sato che la sua patria sia la vera e an-
Dichiara perciò che nomi Etruria ed E- i tica Tuscania, ragiona del suo primitivo
truscus non mai appartennero a partico- stato e le varie vicende del suo governo
lare città o territorio, ma solo comuni al- civile,e perchè antichissima non crede cer-
la regione e a'popoliche l'abitavano, spie- carne l'origine in tempi incerti, favolosi

gando nel vero senso il passo di Livio ma- e remoti. Dice che il solo viterbese An-
linteso dal Mariani, in cui non si parla nio, poi copialo da altri, pretese di pio-
TO S TOS 285
vare con «na lapide che slava sopra una tà metropoli d' un popolo, il che dimo-
porla «Iella città, che la fondasse Ascanio stra che Tuscania era una delle grandi e

re del Lazio e figlio di Enea; onde l'avv. illustri città, riunendo egli la qualitàd'a-

Castellano disse che la città lo reputava ruspice, tanto ragguardevole e di credito


deci urlo dalle sue iscrizioni, e il Calindri anche presso i romani che solevano con-
che l'eresse prossima moderna. In ve-
alla sultare 1' oracolo degli aruspici etruschi.
ce il Torrioni dichiara invenzione anche 11 Torneiti nulla dice delle vicende del-
l'iscrizione. Egli però narra, che in tem- l'epoca romana di Toscanella, tranne quel-

po del celebratissimo regno de'popoli e- le religiose della sede vescovile, che dipoi
Irosohi, la città di Tuscania fu una delle racconterò. Laonde dirò, che dessa come
XII metropoli, dinastie o principati, ed le altre città etnische fu conquistata da'
a niun' altra inferiore, essendo il suo go- romani, e ne seguì le guerre, destini e i

verno regolalo da'propri lucumoni o pic- le vicende, che in tanti articoli riportai.

coli re, quando non voglia credersi che Perciò soggiacque alle irruzioni barbari-
ivi fosse il capo di essi; giacché riferisce il che, e fu dominata dagli eruli, da'goti e
ricordato Giaunotti, che a'suoi tempi fu- e da'longobardi principalmente, in epo-
rono trovati due sepolcri con scheletri a- che interrotte. Alboino re de'longobardi
venti la corona in capo con lettere anti- occupò parte della Toscana nel 56q, com-
che. Le lapidi che esistono in Toscanella, presa Tuscana, e prese il nome di Tosca-

e che riprodusse, danno un'idea del siste- na de'Longobardi: quindi Tuscana fu ca-
ma e della condizione dell'antica città, es- po di gastaldato, ed ebbe al suo gover-
sendovi pure memoria cheadoravasi il dio no un gastaldo longobardo. 11 Turriozzi
Silvano, oltre gli altri numi cui rende- dice che questi gastaldi erano prefetti del-
vano culto gli etruschi. All' epoca della le città e provincie, la giurisdizione de*
dominazione romana ebbe le magistra- quali non si estendeva sui nobili, ma sol-
ture de'quatuorviri semplici, magistrati tanto sopra il popolo. 11 Campauari di-
supremi, come i consoli di Roma , oltre ce che il Castaldo che governava Tusca-
altri quatuorviri, che presiedevano alla nia, era il primo fra'magistrati, che pre-
giudicatura delle cause civili; de'decurio- siedeva alia milizia, e amministrava giu-
ni,che godevano gli onori de'senatori ro- popolo. Altra parte restò nel do-
stizia al

mani, costituivano il da essi e-


senato, e minio degl'imperatori greci e si chiamò
leggevansi i quatuorviri e duumviri; de'
i Toscana de'Romani, e fece parte del du-
decuriali capi delle decurie, facenti parte cato romano che descrissi a Roma. L'im-
de'consi gli del magistrato, esercitando di- peratore Leone 111 VIsaurico persegui-
versi incarichi; degli aruspici, che eserci- tando furiosamente Immagini, e at-
le ss.

tando ru(ÌJciod'indovinare,venivano con- tentando alla vita di Papa s. Gregorio If,


sultati sì negli altari pubblici, sì in quelli questi lo scomunicò e sciolse popoli dal i

privali. Si hanno inoltre che memorie , giuramento; per cui ribellatisi all'empio
in Tuscania fiorirono Sesto Scanzio qua- principe, il ducato romano, con Roma e
tuorviro, il che giustifica alla città la qua- 7 città della Campania spontaneamente
lità di municipio; Lucio Numno e Caio riconobbero per sovrano s. Gregorio IT,
Velilio ambedue quatuorviri juridicwi- incominciando così il principato tempo-
do, o sia giudici delle cause civili; Caio rale della Chiesa romana. Di conseguen-
Cepione decurione toscanese e perciò , za di verse città della Toscana Romaua, co-
membro del senato che avea la città e del- me appartenenti a detto ducato, divenne-
l'ordine del dccurionato, e Calindri dice ro suddite della s. Sede. Luilpraudo re
che fu fatta città nel 5c)5 di Roma; il de- de'longobardi, avendo di prepotenza oc-
cuiiaie Onncubi, ulhzio proprio delle cit- cupalo Amelia, Orte, Poliiuarzio, Bieda
286 TOS TOS
e la valle grande del territorio di Sutri, mandasse in esse il romano Pontefice, po-
spettanti alla romana Chiesa, di più mi- nendovi a suo piacimento tinelli e con-
nacciandosterminio a'romani, mosse Pa- ti per amministrar la giustizia a que'po-

pa s. Zaccaria di recarsi nel <j t\i dal re poli. Pili oltre ancora steudevasi il do-

a Terni. Ricevuto con grandi onori, lo pa- minio del romano Pontefice nella To-
cificò ed ottenne la restituzione de'terri- scana Longobarda, rilevandosi dalle let-
lorii invasi. Alla partenza del Papa, Luit- tere Caroline 88 eg-2, che olii e a Viterbo,
prando lo feceaccompagnare da 4 prin- Tuscania, Bagnorea ed Orvieto, anche
pali di sua corte, ordinando loro di met- Chiusi, Populonia e Roselle erano state
terlo in possesso delle citta toltegli. Uno dal re Carlo date in dono al s. Pontefi-
di essi fuRaningo o Ramiugo gastaldo ce Adriano Che nelle prime ponesse co-
I.

del gastaldato Tuseaniese. Minacciando stantemente il romano Pontefice chi a suo


l' ingrato Desiderio re de' longobardi la nome vi amministrasse la giustizia, si ren-
rovina di Roma, e travagliando Papa A- de inauifeslo da Anastasio, da'mouumeuli
driano l,con usurpargli porzione de'do- Faticosi e Amiatini,e dalle costituzioni
mjuii della s. Sede, il Papa ricorse al po- di Lodovico I il Pio, del grande Ottone I

deroso aiuto di Carlo Magno re de'fran- e di s, Enrico 11. Ne' monumenti scritti

clii, ilquale calato in Italia e vinto De- io quelle parli leggesi costantemente il no-
siderio, l'imprigionò nel 773 e die (ine me del romano Pontefice nelle note tem-
al regno longobardo. Carlo Magno uon po rafie, lo che denota la di lui sovranità;
solamente restituì al Papa le terre occu- né mai altro dinasta o signore incontrasi
pale da'longobardi, ma per divozione a ne'medesimi fino al cadere del secolo X,
s. Pietro clonò alla Chiesa romana, oltre quando non saprei per qual combinazio-
altri stali, la Toscana de'Longobardi, YV ne, cominciano a comparire dominanti in
sciae Longobardorum, che poi fu chia- Corneto e nel Comitato Toscanense du- i

mata Patrimonio di s. Pietro. Il Bor-


il chi e marchesi della Toscana.V'dic che il
gia nelle Memorie di Benevento t. p. 1 ,
Sigonio fosse pietra d'inciampo a tali scrit-
3o e 44> enumera le citta che compren- tori, che vogliono la Marca di Toscana o

deva, fra le quali nomina Tuscanam, Ca» Toscanella,come dicesi in oggi. Nei riferir*

strimi Bitervum, cioè Viterbo, Martam, egli la citata costituzione di Lodovico 1 il

Balnenm Regis, etc. curii omnibus adia- Pio, nella quale confermatisi alla Chiesa
centibuset terrUoriisjAuwaziowa che con- romana le clonazioni fattele dall'avo e dal
fermò Lodovico il Pio, con di-
il figlio 1 genitore, lesse Marcham Tuscana/u, in-

ploma dal quale trassi le riportale parole. vece di Martham, Tuscanam etc. Abba-
Narra il Fatleschi, Memorie isterico-di- glio che con ogni chiarezza maggiore ve-
plomatiche de' ducili e del ducato di Spo- desi tolto nella donazione medesima ripe-
leto p. 59, di avere alcuni scrittori pre- tuta daO Itone 1 ilGVn/*r7eedas,EnrieolI,
teso, che Carlo Magno eresse in marche- tu cui si legge Martliam,Blcdam, Tusca-
sato la Toscana de' Longobardi, cioè Vi- nam eie. Non sono d'alcun vigore le au-

teibo, Tuscania, Orvieto, Bagnorea, ec, torità che soglionsi citare del s. Ponte-
smembrandola dal ducato longobardo di fice Gregorio VII, di s. Pier Damiano, e
Spoleto; ma egli lo dichiarò falso, poiché nel cronografo di Farla ;
poiché questi
T estensione del ducalo non oltrepassò il scrissero neh XI
quando, confor-
secolo,
Tevere.» Né può in modo alcuno dubi- me si disse, dominavano almeno
in Cor-

tarsi, che Viterbo collealtreeillàsoprau- neto marchesi e duchi delle Toscana, e


i

nouiinate, e Tistessa Tuscania non fossero qual Marca Toscana tene vasi dagli scrit-
comprese a' lem pi Carolini nel ducato ro- tori di que'tcmpi. Bisognerebbe però una

mano, e che eoo piena sovranità non co- lestiinouianzu sicura dei IX secolo per
.

TOS TO S 187
autenticar l'esistenza della pretesa Mar- i ribelli e contumaci di Toscanella fu al-
ca Tuscania a' tempi di cui si ragiona, la te*ta il podestà, il quale nell'ingresso
escluso l'equivoco preso dal Sigonio nel all'uffizio dava nella chiesa cattedrale di

suo Epitome." Cessalo il governo de'ga- s. Pietro solenne giuramento a seconda


taldi longobardi, la città col suo distret- del formolario esposto nello statuto To-
to seguì le vicende della regione, or do- scanese. Era a carico del podestà aver se-
minata da'Papi, or dagl'imperatori e da' co un buon giudice, e di Raniero pode-
re d'Italia, or da'marcliesi di Toscana, stà ne fa menzione Onorio III neh 22 1

per cui gran contessa Matilde, della


la Teneva altresì egli un vicario o luogote-
quale tornai a ragionare e celebrarsi le nente, vari notai e copiosa famiglia per
gesta all'indicato articolo, nuovamente servizio de'tribunali, de' (piali tutti do-
donò la Toscana alla Chiesa romana, vea far pubblica mostra avanti al magi-
compresa la provincia anche perciò chia- strato; e quantunque d'ordinario copris-

mata Patrimonio di s. Pietro, ed inclu- sero la carica di podestà le più illustri fa-

sivamente a questa città. Essa come le miglie della città e forastiere, e rispon-
altre nel medio evo si governò con pro- desse questo iu qualità di presidente del-
pi ie leggi e statuti, magistrali municipa- la rispettabile signoria estesa della città

li e podestà, de'quali parlai di sopra, in- e sopra l'ampio suo territorio, nondime-
sieme alla signoria che esercitò sui castel- no il suo uffizio durava soli 6 mesi.Que-
li e terre baronali di sua giu.risdizione.Ol* sto magistrato l'eleggeva la città, che seb-
tre l'alta dominazione pontificia, e quel' bene nel 1 337 si restituisse alla diretta

la degl'imperatori e re, la contrada sog- ubbidienza della s. Sede, per lungo tem-
giacque a diversi altri priucipi o potenti po ritenne il diritto di tale elezioue, es-
signori iu varie epoche : il Monaldeschi sendovi documenti di esse e di conferme
ne' Commentari ',
riferisce che gli Aldo- pontifìcie fino al cader del secolo XVI,
brandeschi conti di Soana dominarono le cui forinole si leggono ne'pubblici re-

alcun tempo Toscanella e Grosseto, per- gistri. In mancanza del podestà, il magi-
ciò fecero loro guerra i sanesijed il p. Ca- strato stesso reggeva il governo, tanto nel
simiro nelle Memorie riporta, che 1 con- civile, che nel criminale. E qui aggiun-
ti dell' Anguillara (de' quali riparlai a gerò, siccome in seguito podestà procu- i

Torbe) s' insignorirono di questa città e ravano d'alterare la legge di tener seco
vi dominarono dal 967 sino ali 066, in il giudice, non mancò la vigilanza di Ni-

cui furono cacciali dagli uomini d'arme colò V di rinnovarla e corroborarla con
fedeli alla Chiesa romana, quali non po- i questa disposizione.espressa nel suo pon-
tevano più tollerare la loro tironuia. Ag- tificio breve. Statuimus quod de caete-
giunge il p. Casimiro, che i signori di Bi- ro quìlibet potestas prò Ecclesia ad of-
senzo, della famiglia Aldobrandesca, nel ficiavi potestariae vestrae accedens te-
1080 cianai intitolali conti di Toscana, neatur et debeat assessorem, seu judi-
e la signoreggiarono più d'un secolo. Non- cem idoneuniy et sufjìcientem scarni da-
dimeno racconta il Turi iozzi, che la cit- cere, prout ex forma Statutorum vc-
tà dal IX secolo in poi, dopo aver soste- strorum tene tur etdebet. Come ancora,
nuto in quc'torbidi tempi molte e diver- perchè dalla curia della provìncia del Pa-
se vicende, si governò da se stessa per va- trimonio, con intromettersi nelle cause
ri secoli, e a somiglianzà delle più illu- civili e criminali della città, veniva di-
stri città d'ilalia, benché quivi risiedesse sturbata la libera giurisdizioue del po-
il proconsole e capitano generale de'ro- destà, Sisto IV cou suo special breve di-
mani deputato contro i ribelli della ro- chiarò, che iu avvenire tutto dovesse di-
mana repubblica, e specialmente contro sbrigarsi dal medesimo podestà,quale giù-
288 TO S TOS
dice ordinario deputato dalla s. Sede. De- passò 8 giorni a Toscanella ; poi andò a
cernimus, quod de cactero nulliu bari- Corneto ad abitare il palazzo da lui ivi

sellus, schalcus, seu expeditor po.ssit, fatto fabbricare, ripigliandovi alcuni di-
aul debeat in ista nostra civitate Tu- ritti da altri usurpati; poscia recatosi a
scan. 9 vel ejus districhi de civilibus, et Sutri, tornò a Roma alla metà di novem-
criminalibus causisquoquo modo se in- bre. Il Turriozzi riporta il documento del
tromittcre, sed ca omnia per potestà- 1223, dal quale si ricava, che i castelli di

tem dictae no s trae Civita tis prò tempo- Carcarella, Piandiana,Cegliano, Malizia-
re cxisten. tamquam judicem ordina- no, Lardo e altri, in segno di soggezione
rium alias a Sede apostolica de-
vobis a Tuscania, doveano ogni anno dare al

putatimi debitae cxecutioni demanden- comune alcuni consueti cerei, alili dell'al-

tur. Il podestà circa la metà del secolo loro, nella festa de'ss. Protettori, ed il lut-

XVI cominciò a darsi il titolo di com- to esibire pubblicamente.il viterbese Cor-


missario, come lo riteneva al tempo di relimi descrivendo le guerre,o per dir me-
Turriozzi governatore di Toscanella.
il glio i fatti d'armi di sua patria, Ira gli al-

Trovo nel Bussi, Storia di Viterbo, tri racconta quello del 1280 seguito col-
p. 47, che Enrico VI figlio dell'impera» la peggio de'toscanesi; vantando d'essere
tore Federico I, donò o restituì al Papa riuscito a'viterbesi d'aver nelle mani le

Celestino Viterbo e di To-


ili le città di chiavi d'una porta della città, col gonfa-
scanella, onde ottenere da lui la corona loniere di Toscanella, che teneva inalbe-
imperiale, che ricevè nel maggio i 191. rato lo stendardo, il quale poi fu collocato
Enrico VI considerava tali due città co- nella cattedrale di Viterbo. Il racconto
me Viterbo per essersi data al geni-
sue. viene appoggiato al cronista pur viterbe-
tore, Toscanella perchè fu compresa tra se Lanzellollo,troppo in ciò sospetto; e
le città che invase Federico 1 per le pre- certamente con ragione, soggiunge Tur-
tensioni che aveano gl'imperatori sui do- riozzi, poiché in que'ternpi non vi era in
mimi donati dalla magnanima Matilde Toscanella alcun ulììziale distinto col ti-

alla s.Sede, per cui il possesso de' Papi ne tolo di gonfaloniere, ma bensì con quel-
fu turbato sino al secolo XIV, quanto al- lo di capitano del popolo, come prova da-
la provincia del Patrimonio, ed il figlio gl' istrumenti coevi da lui prodotti nel-
Enrico VI credette che gli appartenesse- Y Appendice de'documenli delle Memo-
ro. Venuto a morte Enrico VI, ordinò ria storiche e.f\ esistenti nell'archivio co-
'
}

che si restituisse alla s. Sede tulle le terre munale di Toscanella. In uno di questi,
da lui occupate, ed Innocenzo III le ri- dello stesso i23o, si legge come la terra
però colla (orza del suo grande animo, e di Monlalto mandò ambasciatori in Tu-
molte visitò personalmente. In fatti rilevo scania per stipolare col sindaco comma*
dal Turriozzi che il Papa trovandosi in nis Tuscanae, l' istrumenlo di ratifica
Toscanella neh 199, a'i5 ottobre spedi dell'antica soggezione, ed annullare qua-
una bolla a'conti e baroni di Sicilia, co- lunque altro atto fatto in danno di Tu-
mandando loro di prestare aiutoal re Fe- scanae. Dichiara Casimiro da Ro- il p.
derico II; ed altre bolle spedì all'arcive- ma nelle sue Memorie, che nel principio
scovo di Lione a' 2 1 ottobre. Sembra che del secolo XIII reggeva la città Pania-
due volte sia slato in Toscanella Inno- leone romano, capitano del senato e po-
cenzo III, poiché leggo nel suo biogra- polo romano; a cui nel 1280 successe An-
fo il chiarissimo Hurler, Storia d' In- drea Roffredo, chiamato proconsole e su-
nocenzo ITI, t. 2, p. 72, che nel 1207 .si premo podestà della città di Toscana, la
recò a Viterbo, e dopo lunga dimora o- quale nel 1233 rese ubbidienza e prestò
noi
ò
pure della sua presenza altre città, e il giuramento di fedeltà a Gregorio l.\ e
TO S TOS 289
aliti s. Se<ìe, alla quale il persecutore di mandi della città, e far portare ogni an-
essa Federico II imperatore la tolse nel no l'alloro nella festa de'ss. Protettori, e
i240, essendosi pure impadronito d'Orle, quanto altro narrai di sopra. Nel 1298
Civita Castellana, Corneto, Su tri e Mon- con istromento, pine presso il Turriozzi,
te Frascone. Federico li concesse mol- Guittuzzo di Biseuzo ratificò la soggezio-
ti privilegi a Toscanella, tra 'quali l'abi- ne antica de'castelli diMontebello, Con-
litò, senza pagare alcun denaro, di poter- tignano e Leon a, e promise libero pasco-
-

si servire del portodelle Morelle sul mar mesi


lo a'toscanesi ne' detti territori ! pe'

Toscano, considerandosi Toscanella ap- di maggio, giogno, luglio e agosto, con


partenere alla Toscana marittima; ciò ri- altre convenzioni pel Castel Marano. Di-
sultando da un diploma di Federico 11 da- ce il p. Casimiro, che nel tempo che do-
to in Castrìs in obsidionc P'iterbii, an- minavano la città gli Orsini, fu commes-
no Dominicele Incarnationis 243 meri' 1 so da'toscanesi nel 1 3oo quel dirimi ne-
se Dccenibris, Indie tio ne secunda. Dice fas, accennato nella discorsa lapide tro-
ancora, che col favore di Federico 11 tor- vata nel 1673 e riportata lai. 'volta dal
narono al dominio di Toscanella ne) 124-5 Bussi, e da lui conforme al suo originale.
i signori di Biseuzo, e vi mantennero
si L' atroce delitto commesso da' loscanesi
per l'intero spazio di 34 anni, non ostan- nel pontificato di Bonifacio Vili, non è
te che la governassero tirannicamente, in stato notato d'alcuno scrittore, aggiunge
ispecie Jacopo di Guiltoue, uomo assai il p. Casimiro; si tien tuttavia per certo,

sanguinoso e crudele. Il perchè essendosi che altro non sia stato se non la ribellio-

mosso contro di esso Orso de'fìgli d'Or- ne de' medesimi contro del senato e po-
so, ossia della famiglia Orsini, restò signo- polo romano ; il che sembra volersi de-
re di Toscanella, con titolo di supremo notare dal verso: Si rursus far ere ten-
podestà e di vicario naturale, col qual ti- tent fortassis in Urbem. E da quell'epo-
tolo suoi discendenti per molti anni la
i ca, rimarca Calindri, Tosca- la città di

signoreggiarono. Da altro istromento del chiamata Toscanella. Il Bussi an-


nici fu

1 259 si trae, che i toscani assolsero i ca- cora dichiarò ignorare il motivo della pu-
ninesi dalla ribellione e altri delitti, e que- nizione de' losca nesi, e gli sembra essere
sti ultimi confermarono al sindaco uni- stata qualche strepitosa ribellione, giac-
ve.r sitati s civitatis Tuscanae, di uuovo ché in tali tempi per ragione delle fazio-
la loro antica soggezione e ubbidienza a ni guelfe e ghibelline , e della mollipli-
Tuscania, con altre promesse, fatte con cità de'tiranni, le ribellioni erano in'ìla-
giuramento dal sindaco e da 3 ambascia- lia frequentissime. La pena adunque, che
lori caninesi } obbligandosi a ritenere il po- da'romani venne loro imposta, fu di dove-
destà nominato dal comune di Toscanel- re restar privi della facoltà o diritto del
la. Da altro documento del 1263 si ve- proprio governo, e conseguentemente di-
de come Nicola di Guidotto di Bisenzo pendere in tutto dalle determinazioni di
sottomise a Tuscania il castello di Pian- noma. Che dovesse somministrar ogni an-
zano, e promise ubbidienza nella manie- no a Roma duemila rabbia di grano, ov-
ra che la prestavano i castelli di Tessen- vero pagare mille libbre di denaro. Che
nano, s. Savino e Civitella; e successiva- dovesse recare colà la campana del pub-
mente pose in possesso del suo castello il lieo, e le porle della città (secondo il co-
sindaco diTuscania a nome della città me- stume de'tempi, prima de'quali viter- i

desima. Dello stesso 1263 è il documen- besi nel 170 vincitori de'cornelani, tol-
1

to di Nicola di Ranuccio signore del ca- sero loro le porte della chiesa di s. Pie-
stello d'Anca ratio, col quale promise di tro, e le collocarono innanzi quella di s.

tener pronto il suo castello a tutti i co- Silvestro in Viterbo; ed i romani uvea-
2QO TOS TOS
ilo nel 1200 superali i viterbesi, aveano minata nel i3oo da'toniani contro de'to-
tolto loro la campana del comune, Hu: ili- scanesi; la qua! cosa non essendo stata con
ce»! riponessero in Campidoglio, e la ca- fermata e ratificata dal popolo romano
lcila colle cliiavi di porta Sabicchia, die (che si governava da se, per essere Papi i

appesero all'arco di s. Vito in Roma, co- \nsfvignone,e perciò non abbastanza forti
me narrai nel voi. LXXVI, p. 1 68). Che per farsi ubbidire in quanto riguardava il
ogni anno mandar vi dovesse 8 uomini dominio temporale), dovettero toscane»! i

da impiegarsi ne'giuochi de'romani, con pagare le 1000 libbre d'argento sino al


altri diversi pesi. Così il Bussi. Neh3o8 13f)4 (veramente l'avv. Campanari nella
Curzio Muzio di Cortona, procurato-
di DisserU dell'antiche chiese di Toscane l-
redi Nicola di HanuccioodiPepone, pro- la dice che poi fu Martino V che assolse la
mise ubbidienza al communi» Tuscanae città dalla pena di pagare le 2000 rab-

pel castello di Cellere,conistiomento pub- bia di grano ob dirimi nefas,d\ che l'a-
blicato da Turriozzi. Da altro di tale an- vea multata Bonifacio Vili, chiamatala
no, lo stesso Curzio, procuratore di Pie- altresì a maggior vilipendio col diminu-

tro di Ranuccio, detto altrimenti Pietro tivo nome di Tuscanella), apparendo ciò
di Campiglia, giurò soggezione alla cit- dalla quietanza in carta pergamena, con-
tà Tuscanae del castello di Musigna- servata nell'archivio di Toscanella, ricco
no. Ambedue gli atti si fecero alla pre- di molte antiche memorie, ben disposte
senza del nobiluomo Lorenzo di s. Al- e meglio conservate. Ma quaulo alla rein-
berto roma norum proconsole e capitano tegrazione a Toscanella di governarsi da
generale de' senatori di Roma e del po- se, sembra che la disposizione pontifìcia
poloromano conlra rebelles potestotis abbia avuto effetto, come accennai supe-
etcommunis civitatìs Tuscanae, et Ste- riormente; imperocché dice il Turriozzi
phani Jacobini de judicibus de Urbe in proposito! che sebbene Toscanella pel
potestate civitatìs Tuscanae, et corani dovuto attaccamento sempre professato
loto populo Tuscanen, congregato. Il alla s. Sede sua antica sovrana, a'26 gen-

Vitale mi chiarisce tali documenti af- , naio i337 rinnovasse spontaneamente il


fermando come in quell'epoca senatori i giuramento di fedeltà e ubbidienza al Pa-
di Roma non solo amministra vano la giu- pa in mani del di lui capitano generale, pur
stizia ma comandavano pure alle mili-
, nondimeno si riservò per patto espresso
zia. Essendosi sottratti all'ubbidienza di che non potessero estratti dalia città, uè
Toscanella, città soggetta al senato e po- tirarsi alla vagante curia della proviucia
polo romano, alcuni castelli dipendenti del Patrimonio, non solo le cause civili

dalla medesima, e specialmente quelli di e criminali della medesima, ma neppure


Ceiiere e di Musignano, fu in que' luoghi le criminali de' castelli soggetti, rottone
spedito il nobile Lorenzo di s. Alberto; quarumeumque novitatum, vcl proces-
onde procuratori de'due
i castelli giura- sumfiendorum contro. districtuales, et
rono fedeltà e ubbidienza al comune di comitatenses ipsius civitatìs Tuscanae,
Toscanella, e si obbligarono di far ese- eorum vassallos, et castra ditioni die tue
guire dagli abitanti di essi castelli tanto civitatìs- supposita, et subjecta, quaefìe-
gli ordini del capitano de' se uà tori, quanto rent contro tales per commime, et imi-
quelli del rettore di Toscanella sottogra- versi totem, et homine s, se u officia Ics di-
vissime pene. Racconta il p. Casimiro, che ctae civitatìs J'uscanae: le quali tutte si

n'26 gennaio 33y, Ugone Augerj cano-


1 riservarono alla cura di Toscanella. Os-
nico di Narbona e rettore del Patrimo- serva il p. Casimiro, che i mentovali Orsi-
nio, in nome di Papa Benedetto XII, a' nidominarono iuToscanella «ano ali 3. jo,
26 gennaio 337 annullò
1 la sentenza fui- in cui a' 32 dicembre ne furono cacciati
TOS TOS 391
da un nitro loro ramo, cioè da Rosso Or- a Monte Fìascone (non nel 36i come di- 1

sini conte dell' Anguillaia. Neh 34- i suc- ce Turriozzi). Onorò poi di sua presen-
cesse a Rosso in questa signoria il suo fra- za Toscauelia, e vi diede l'abito bianco
telloMatteo con titolo di conte, ed a questi Giovanni Colombino, fon-
religioso al b.
Giovanni figlio dello stesso Rosso. Contro datore <\q Gesuati (F.) la cui congrega-
t

a questi prese subito le armi Giovanni de zione avea approvalo in Viterbo quando
Vico Prefetto di Roma (F.), e s'i in pad io- da Corneto il Papa si condusse in Roma.
ni di Toscanella , che presto gli Cu tolta Ma Urbano V nel 370 tornò in Avigno-
1

dal cardinal Albornoz. Questo celebre le- ne, lasciando nuovamente i suoi dominii
gato e vicario generale del Papa Innocen- sotto la prepotenza de' signorotti. Fran-
zo VI nell'Italia, per raffrenarci prepo- cesco de Vico prefetto di Roma, abusan-
lenti tirannetti, e ricuperarci doiniuii ec- do dell'assenza de' Papi da Roma, occupò
usurpatasi recò nella
clesiastici città ac- Viterbo,e usurpò altri luoghi di s. Chiesa;

compagnato dal famigerato Cola di Rien- recatosi a Toscanella la strinse vigorosa-


zo, di cui riparlai nel voi. LXXVI,p. 173, mente d'assedio, ma gli abitanti fedeli a
con 10,000 fanti ei 3oo cavalli e la occu- GrcgorioXI, gli fecero valorosa resistenza,
pò, ritornandola alla pristina libertà sotto ed avendo destramente fallo entrare nella
la protezione della chiesa romana; indi città porzione di sue squadre, quindi in-
a'4aprilei 354 assolvè solennemente To- vestite furiosamente dal popolo, le disfe-

scanella dalla colpa e pena incorsa per es- cero colf uccisione di molti soldati, e colla
sersi lasciata dominare dal de Vico, con prigionia di altri. Intanto Gregorio XI a
logito di ser Pietro Boncampi notaio e terminare la baldanza di tanti usurpato-
cancelliere di Toscauelia. Da quel tem- ri e cedendo alle replicate istauze devo-
po in poi, la città riconobbe il dominio niani, volle restituire a Roma la residen-
della Chiesa; tultavolta una certa auto- za papale. Giunto a Corneto e celebratovi
rità vi esercitarono anche conservatori i il Natale, a'5 gennaio 377 encomiò la fe-
1

di Roma, riguardandola come una di quel- deltà de'toscauesi e gl'ineoraggì a custodir


le soggette al municipio romano. Debbo la città contro i nemici, col breve Fide'
notare, che il Turriozzi dubita che Gio- litatis antiauae ,presso il Turriozzi,diret-
vanni de Vico occupasse con violenza To- to: Dilectis filiis nobili viro Checco Fia-
scauelia, poiché trova ne'monuuienti pa- ti ex primioribus civitatis Tu-canellae

che prima e dopo tal tempo la città


trii, prò Romano populo capitaneo , nec non
governavasi co'medesimi ulliziali,co'quali communi, et populo civitatis ejusdem,
si reggeva sotto il dominio libero o della Datum Cor ne ti Tuscanensis dioecesis
s. Sede; mentre in tempo de' tiranni, in ete.Turriozzi ricetta il narrato dalMasso-
persona degli ulliziali, era a nome di essi niOjcheFrancesco deVico ribellatosi,dopo
il governo. Qualche auno dopo ribella- la morte di Gregorio XI sottomise alla sua
tosi con tradimento a Toscauelia il ca- tirannia Toscauelia , Monte Fiascone e
stello d'Albonello, i toscanesi risoluti di Nepi, Per altro dissi a suo luogo, ch'egli
distruggerlo vi portarono !e armi. Pro- continuò le prepotenze e ne restò vittima.
iiltandone Pietro de Vico, altro prefetto ContinuòToscanella senza interruzione e
di Roma, assalìimprovvisamente la città ad onta del grande Scisma che ardeva,
e l'espugnò, dopo aver sconfitti e dispersi nella costante fedeltà del vero Papa fino
7
i difensori. Deplorando Urbano V che ali4o7- In questo tempo Paolo Orsini,
Roma fosse priva della papale residenza, famoso capitano, non avendo maniera di
vi si recò d'Avignone nel 067, approdan-
1 mantenere ue'suoi stati soldati (agli sti- i

do iu Corneto. Indi per evitare caldi di i pendi di Gregorio XII), pregò i toscanesi
Roma, nel maggio per Viterbo si condusse a ricevere parte di essi iu Toscauelia, e
t

2Q2 TO S TOS
jlopo aver essi condisceso,in corrisponden- ra il titolo di conte sino a 3." generazio-

za del benefizio, venne egli poco appres- ne, col peso di somministrare ogni anno
so, ut mus vipera, ignis in sinu, serpens un astore o falcone gentile nella festa de*
in gre mio remuneravi t hospites suos, ss. Pietro e Paolo. Narra l'avv. Campa-
nani proditorie usurpans sili dominium nari , nella sua Disseriazione , che nel
civitatis,praedatus est eos, opponens eis marzoi4>7 Sl porlo in Toscanella Paolo
prò excusalione tanti sccleris , quod Orsini con 2000 soldati, ricevuto come
quaerabant proditionem ejus. Audivi amico; ma
improvvisamente cominciò a
Gregorius XII, et ingemuit, sed quod lamentarsi de'cittadini che avessero con-
remedium afferret,noii habui t.Cou testa- giurato di fargli vergogna, indi col ferro
no un tal fattogli scrittori, presso il Mu- e il fuoco straziò e derubò orrendamen-
ratori, Script, rer. Ital., dicendo che Pao- te la misera città, ammazzando crudel-
lo Orsini militando al soldo pontificio, né mente gran numero di abitatori. E segui-
essendo slato soddisfallo, Tuscanellam tando il saccheggiamentoe le uccisioui più
orripuit, et depopulatus est eam. Anzi giorni, né maggior rispetto portando alla
un altro narra, che nel marzo venne con maestà della religione e all'orrore del sa-
2000 lancie in Toscanella, ove fu con be- crilegioche portato avesse costui alle vite
nignila come amico ricevuto, et tandem e all'avere degl'innocenti cittadini, lutto
convicians eos de conjura contra eum mise a guasto e a devastamento, tutto di-

facto, omnes fuit depraedatus , etfecit sfece e disertò. Indi eletto Martino V, non
se dominimi Tuscanellae. Aggiungerò solo confermò il tulio al Tartaglia, ma l'8
col p. Casimiro, che Gregorio XII a'
7 settembre 1420 avendo dichiarato contea
agosto i4°7 (forse stretto dalla necessilà Toscanella e unitole castelli diMonlalto, i

de' turbolentissimi tempi), dichiarò vica- diMarta, del Monte detto della Badia, di
rio di Toscanella e di Marta, Paolo Or- Piansano, di Fusignano, di Castel delle
sini per lospazio di cinqueanni, sotto l'an- Gronde, di Castell'Eraldo, e di Castello

nuo censo d'un cane da caccia colle sue del Cardinale, ne investì medesimamen-
reti, secondo l'autore della Dissert. De te l'istesso Tartaglia, anche a favore de*
Duca tu Castri, et Roncilionis. Circa alla suoi figli nati e da nascere, purché fos-
concessione all'Orsini aliqua Oppida, ol- sero legittimi e naturali. Dal narrato del
tre Toscanella, sembra fòlla nel i4o 8, co- p. Casimiro, differisce nella durata del vi-

me trovasi registrato, al dire del p. Ca- cariato dell'Orsini, il Turriozzi, giacché


simiro, nell'archivio di Toscanella e in egli ritiene succeduto nella tirannia di
quel di Castel s. Angelo. La disposizio- Paolo nel 1 4o8 il conte Tartaglia, firn oso
ne di Gregorio XII, non solo fu poi con- militare collegato con Fortebraccio di Pe-
fermata da Alessandro V (eletto contro rugia, di cui Toscanella ne sopportò du-
di lui nel Sinodo di Pisa) il 1 .° settem- ro giogo lino al 1422, allorché liberatosi
bre i4°9> ma poltre fu conceduto allo dall'occupatore, fece ritorno solto il do-
stesso Paolo, ch'era a 'suoi stipendi, il vi- minio di s. Chiesa, con varie capitolazio-
cariato di i\arni,ede'castelli di Montalto, ni firmale da Martino V a' 9 marzo del-
Colle Scipione e Canino; il che fu ratifi- lo stesso anno, tra le quali si legge. Itcm
cato dal suo successore Giovanni XX IH quod ss. Doniinus Nosler Papa et S.R.

a'23 gennaio i4'0. Ciò non ostante, lo E. per se, et suos gubernalores tenea-
stesso Giovanni XXIII dipoia'27 settem- tur, et debeat d. Civita lem, et borni/ics,
bre i4'^» trasferì il vicarialo di Tosca- et abitatorcs ejusdem conservare, prò-
nella, di Canino, di Ciucelle e di Sipic- tegere, et de fendere, et sub pacifico, et
ciano nella persona d' Angelo de Lavello tranquillo staiu tenere, et gubemarc.
sopranuouiulo Tartaglia, cui diede uuco- 11 perchè furouo spedili a Martino V
, TOS TO S 293
gli oratori a prestargli ubbidienza, por- in vicariato Toscanella, doveavea 2^00
tando seco le cbiavi e sigillo della città, cavalli di buon apparerò edera despo- >

venne confermato, con commen-


elie gli ta;^ donde mandava ordini alle terre sog-
dare moltissimo la prontezza della loro gette, taglieggia odo baroni, vassalli, citta-
ubbidienza. Il p. Casimiro ci dice la (ine dini e facendoli al bisogno impiccare, o ta-
trista e infelice del Tartaglia, che resosi gliare aghindo dal balio e da'sargentiche
indegno delle beneficenze apostoliche, fu assai bene conforma vansi alla maniera del
decapitalo in A versa nel settembre i4^ l. signore. suoi giudizi erano ingiusti; le ta-
I

Dirò io, che ciò a v ven ne per opera di Sfor- glie che poneva a'grandi cittadini e popo-
za il Grande gonfaloniere di s. Chiesa, lani nobili gravissime. Udita la sua mor-
di cui era slato seguace, e passato poi agli te, i toscanesi tripudiarono come aves-
stipendi dell'emulo Fortebraccio, questi sero riportato vittoria; e siccome il Tar-
per più inimicarlo col suo rivale, gli do- taglia era stalo avido rubatole , e delle
nò i di lui feudi nello stato di Siena. Ma sostanze de'toscanesi erasi smisuratamen-
Tartaglia entrato al servigio di Martino te arricchito, decretò il pubblico consi-
V nel \^ii si trovò di nuovo subordi- glio, poter ognuno ricuperare il toltogli
nato a Sforza, che ne fece aspra vendetta, in ogni modo, dopo essere il comune tor-
dopo averlo torturato per sapere l'intel- nato in possesso degli occupati castelli.
ligenze con Braccio, al cui campo passa- Quindi ilpopolo entrato a furia in sua
rono i di lui soldati per vendicarlo. Buon casa, la saccheggiò, e abbattè di 5o brac-
soldato, mediocre generale, era più ido- cia la grossa torre altissima (i cui avanzi
neo a effettuar gli altrui progetti che a ancora comunque corrotto ne portano il

farne. Con qualche variante racconta nome, memoria eterna di sua prepoten-
l'avv. Campanari nella Dissert. come lo za e tirannia), che le altre tutte soper-
Sforza avendo ottenuto in vicariato da chiava, anco quelle del podestà e della si-

Martino V Toscanella, ed altre città nella gnoria. Dipoi non fu però così pacifico lo
Marca e altrove, il Tarlaglia divenuto di stato di Toscanella come speravasi, poi-
lui nemico e postosi asoldo de'nemici del- ché narra il che Tartaglia fu tira-
Bussi,
lo Sforza,av venne nella battaglia di Avet- to al soldo pontificio per reprimerne l'ol-
ta,dovesi trovarono insieme,chela parte tracotanza e per ricuperar le terre del-
del Tartaglia fu vinta, ed egli fatto prigio- la Chiesa da lui occupate, onde lo Sfor-
ne, sul campo stesso di battaglia come tra- za d'accordo col Papa lo fece morire. Ciò
ditore venne impiccato. Inoltre nell'Al- saputo da'vilei besi, sotto la condotta di
bum t. 22, p. io l'avv. Campanari ci die Pier Beroldo Farnese e de'priori, reca-
il disegno delle sue case e torre mozzata ronsi ad assediar Toscanella , che tosto
di Toscanella co 'suoi stemmi, e scrisse di ritornò ubbidienza pontificia, e con
all'

lui. Clie fu condottiero d'arme prode e essa fecero consecutivamente altrettanto


gagliardo,d'animo vasto e rivolto a gran- Corneto, Castro, Montalto, Canino, Mar-
di e animosi fatti, e tale da abbracciar di- ta, Sipicciano , Castel d' Araldo, e altri
speratamente ogni pazzo consiglio, quan- molti luoghi de'quali erasi reso signore,
do una scelleraggine ancora potesse in- e cosi anco lo Sforza ricuperò i suoi feu-
nalzar meravigliosamente lostatoela po- di; però passalo nel regno di Napoli per
tenza sua; e se scompagnato da fortuna difendere Giovanna 11, contro Braccio che
ita a vuoto, potesse consolar almeno l'au- aspirava a conquistarlo, si annegò poi nel
gurio delle toccate disgrazie colla famosa 1424 nel fiume Pescara, li di lui figlio
infamia, di che si coprirebbe il suo no- non meno valoroso, e poi duca di Mila-
me. Egli al 1420 assegna l'epoca del pre- no, Francesco Sforza conte di Cotignola,
so servizio con Martino V, da cui ebbe al dire del p. Casimiro , fu da Eugenio
2 94 to s T OS
IV investito del vicariato di Tosconella severare nella resistenza dallo slesso Eu-
per 5 anni, insieme a suo fratello Lodo- genio I V,col breve Ex literis,dt 1
7 giu-
vico , e vi. aggiunse inoltre la signoria gno 14465 riportalo da Turriozzi, lodan-
di Todidi Gualdo e del rinomalo ca-
, do la sua fedeltà e prontezza di mostrarsi
stello diRispampani, coli' annuo censo disposta di nuovamente combattere, sen-
alla camera apostolica di 3o fiorini d'o- i za far conto d'alcun pericolo e disagio. Le
ro di camera. Francesco però non fu lun- 4o e più castella che occupavano altret-
go tempo ubbidiente alla s. Sede, e chia- tanti prepotenti baroncelli e lirannelti
mato in suo aiuto il capitano Ciarpello- nel vasto territorio del comune,delle qua-
ne della Serra, volle colle suearmi pre- li restano tuttora qua e làpiùo meno gli

sidiar la città, ribellatosi apertamente al avanzi delle mura e de'propugnacoli; a-


Papa, che lo spogliò di quanto aveagli vendo deciso Eugenio IV di togliere di
generosamente concesso. 1 toscauesi si mezzo que'forlilizi di masnadieri, che in-
rifiutarono quindi di riconoscerlo, ma e- festavano le strade, rompevano traffi- i

gli occupò poi nel i435, secondo Calin- chi e tenevano la città, e lo stato in pau-
dri, Toscaneria che soffri sacco e demo- re, in travaglio e in guerra, le fece assal-

lizioni, non ostante la valida resistenza tare e distruggere dalle genti sue d'ar-
de'toscanesi bramosi di conservarsi sem- me condotte dal valoroso cornetano car-
pre fedeli alla s. Sede. Dopo qualchean- dinale Vitelleschi generale di s. Chiesa;
110 riuscì a'toscanesi di sottrarsi dalla ti- e da quel tempo finirono per sempre quel-
rannia di Sforza, e di nuovamente re- le private fortezze, che inutilmente era-
stituirsi alla soggezione di s. Chiesa, colla no state già altra volta vietate, e che a di-
quale vennero pure ad altre capitolazio- spetto del divieto più che scemare s'ac-
ni a'3 ottobre i443 ove specialmente sta-
}
crebbero e si afforzarono di nuove difese.
tui i ouo. Imprimìs quod dieta civitas Tu- Molti pensano che d'allora cominciasse la
scan. sit, et esse debeat una cimi ejus ter- decadenza di Toscanella,da non poter più
ritorio, et districtu sub dominio, guber- risorgere a bello e florido stalo.Ma ilCam-
natione, protectione, et defensione S. /?. panari crede doverlo attribuire all'ab-
E. et praefali D. N. Papa e, et non de- bandono dell'agricoltura, onde i campi
beat per camdem Sanctitatem, vel sue- in parte incolti e inselvatichiti, in parte
cessores ejusdem concedere dictam civi- deserti o paludosi, convertironsi in am-
talem cimi ejus districtu alieni domino, pie foreste. Aggiunge che la popolazione
etauod Sanctitas prnefati D.N. Papae, ritiratasi nella città, stipata in case basse
et ejus successores leneantur cives, in- e in ist rette vie tortuose, rese il soggior-
coia?, et habitatores dictae civitalis et no umido e pieno di nocevoli esalazioni,
eorum bona mobilia, et stabilia salvos, onde in vece d* aumentare si assottigliò,

et salva faccre, eX eos defendere, et prò- anco per l'epidemie e le carestie frequen-
tegereab ornili molestante persona. An- ti. Ricavo dai p. Gallico, De itincribus

che il p. Casimiro riferisce che Eugenio Rom. Pontificum 3 p. 4, che Sisto IV nel-
IV promise a'toscanesi, eziandio a nome 1' ottobre 1480 si recò a Civitavecchia,
de'suoi successori, di non più alienare dal- donde passò a Tosca nella. A Comelo in-
la soggezione immediata alla s. Sede la super sequenti die jovis qui mcnsis e-,

loro città, il che fu inviolabilmente os- ratxi recedens Tuscanellam delatus est
servalo. Non lasciò lo Sforza intanto di vili millibus passuum distante a Cor-
tentare ogni via di rendersi nuovamente ncto imbribus nihilominus vtnientem, et
padrone e signore di Toscanella,ma Irò- abeuniem semper in Trbcm vomitanti*
\ò sempre il popolo forte e costante nella bus. Sequenti die a Tusca nella opjndo,
fedeltà al Papa, a cui venne esortato a per- ubi canocte quieterai, T iterbium vcuit.
TO S TOS i
95
Nei 1 4^4 Toscanella soggiacque a mici- ribus, et communi rivitatii noslrae. Tu-
diale e feroce pestilenza, per cui non piti scamllac. In esso loda la fedeltà de'to-
si trovavano medici per assistere gì' in- chiama la città coi titolo onorifico
scanesi,
fermi^ veni vano abbandonati dagli sfessi di Fidelissimam, e l'esorta a ben guar-

congiunti per campar la vita. Alqnal ma- darsi e preparare la difesa. L'avvertenza a'

lanno si aggiunse quasi permanente leb- toscanesi forse derivò onde non si espo-
bra , oltre altre deplorabili infermità di nessero all'infortuniocui erano soggiaciu-
cui sono piene le leggende di qoe'tempi. ti nel 1 4q5« Questo lo narra il Bussi, (piale
Nello stesso pontificato di Alessandro V 1, atto di benevolenza praticato da'viterbe-
Tosca nel la ebbe l'onore di riavere nelle si col popolo di Toscanella. Reduce Car-
sue mura il Papa. A'28 ottobre 493 A- 1 lo Vili conpartedel suo esercito dal con-
lessandro V I si recò a Viterbo, provenien- quisto del regno di Napoli, perle ragio-
te da jVepi; vi si trattenne io giorni, poi ni ereditate da'duehi d'Angiò,si fermò in
andò Tosca nella, ed in altri luoghi cir-
a Viterbo, ed una pai te di sue truppe co-
costanti, con 8 cardinali e quasi tutta la mandate da Matteo Borbone in numero
corte. Narra l' avv. Campanari quante d'8ooo uomini, Don potendo esservi allog-
provvisioni fece il comune pel trattamen- giale, nel giorno della Pasqua Rosala si
to del Papa,de'card inali ede'primari del- recarono a Toscanella, la quale negando
la corte; e che donò ad Alessandro V1 15 loro di riceverle e di somministrare le

some d' orzo, 12 some di vino, i5 paia richieste copiose provvisioni , il coman-
di polli, r 2 some di pane bianco, 6 vitelli, dante ordinò di dar fuoco ad mia porta
io castrati, e 3o libbre di cera lavorata Questa distruttale truppe
della città. vi

in candele, 6 scatole di confetti, 4 dimar- entrarono con molta furia, passando a fil

zapani e 600 manciate di fieno. Agli 8 di spada tutti quelli che incontrarono, a
cardinali comune regalò 6 some
il d'or- riserva delle donne, de'fanciulli e d'al-
zo per ciascuno, e così io paia di polli, cuni altri pochi che ripararono nelle torri
una vitella, 2 castrati, 2 some di pane, e in altre parti di difficile accesso; quindi
2 scatole di confetti e una di marzapa- rubarono quanto poterono nel saccheg-
ne, 2 cerei, 2 libbre di cera, 100 man- gio. Ciòfatto,i francesi partirono con gran
ciate di fieno e o some di legna. Né me- 1 quantità d'oroed'argento,lasciando la cit-

no splendida mente trattò d. Rodrigo Bor* tà quasi aifattospogliata di luttociòche vi

già capitano della guardia, presentandolo potea esser di buono. Pervenuta la notizia
il comune dii5o manciate di fieno, di 3 di tanta strage e rovina diToscanella, alla
some di vino, 2 5 some di legna, 4 paia comunità di Viterbo, il magistrato se ne
di polli,5 some d'orzo, 3 some di pane, afflisse e commosse, onde presentatesi
mezza vitella e un castrato. Al conte di subito al re, instanlemente lo supplicò
Pitigliano finalmente, ed a messer An- che si degnasse comandare la liberazio-
gelo da Farnese, die al 1 .°6 some d'oizo, ne de' prigionieri fatti dalle truppe e la
4 boccié di vino e 8 paia di galline; pre- restituzione del tolto a'toscanesi.ll re per
sentò il 2. di 3 some d'orzo, 2 boccie di esaudirli immediatamente scrisse al co-
vino e 4 paia di polli. Conservando beni- mandante Matteo, che prontamente si e-
gna memoria de'toscanesi, furono poscia seguissero le brame del magistrato. Questi
avvisati dal Papa del tradimento ordito non solo spedi le lettere al detto coman-
da CarloOrsinieda Vitellozzo Vitelli,per da nte,ma inviò due ambascia tori a Tosca-
recarsi da Sonano a Toscanella per de- nella, per notificare a'desolati abitanti il
predarla breve Cune nuper, de' 23
, col da loro fatto, e confortarli, offrendosi a'io-
dicembre 497, hora sexta noctisjpremv
1 ro soccorsi, pe'quali vi si recarono non po-
Tuniozzi, e diretto Dilectis Jìliis prio- che divote confraternite, con medici, chi-
-

296 TO S TOS
ringhi e medicamenti per curare i feri- dall'alto de'cieli accolse benigna le fervi-

ti, l'aitilo il re, e non avendo il coman- de preci, e benché di pieno giorno e di
dante eseguito ancora l'ingiunzione rice- tempo estivo, stese sì densa caligine so-
vuta, il comune di Viterbo a istanza de' pra la città tutta, a modo che tolse a quel •

toscanesi spedì in Siena a Carlo Vili una l'orde d'uman sangue assetate, non solo
commovente lettera, rinnovando le sue laconoscenza de'loro, cosicché vicende-
suppliche a favore di quegl'infelici. Al- volmente ed all'insaputa uccidevans i, ma
lora il re inviò al comandante un ordine quel che più monta la vista di tante pu-
precettivo pel pronto rilascio de'prigio- diche donzelle designate alle loro libidi-

uteri, e di restituire il denaro e tutto il ni. Grato il toscanese popolo alle bene-
tolto a Toscanella; il che venne finalmen- ficenze sparse su di esso dalla celeste Ma-
te eseguito. Il can. Sarnani di Toscanel- dre, non fu tardo a fabbricarle un tem-
la, nel 1. 1
8, p. i o5 de\V Album colla ve- pio, ove dipinta vedesi tuttora, e venera-
duta del ricordato antico Rivellino della ta con ispecial culto la prodigiosa imma-
città, fece il racconto storico di tale de- gine, e quindi obbligandosi con solenne
plorabile disastro, il quale recò tanti dan- voto ne celebra in ogni anno con pom-
ni irreparabili alla patria, dicendo che i poso rito la festevole ricordanza. Ter-
toscanesi nel maggio 4q5 respinsero
i co- mina con dichiarare, che per tacere d'al-
raggiosamente Panliguardia o retroguar- tre fabbriche di minor conto perite io
dia di Matteo diBorbone, né permisero di quel memorando assalto, presentava il

alloggiare nella città. Nel i. °sconlro 3oo prospetto dell'antico Rivellino, costruito
de'piùauimosi cittadini caddero colla spa- con grandezza e magnificenza, diligente-
da imbrandita vittima dell'amor patrio; mente disegnato dal toscanese Vincenzo
e taledisav ventura non fu che breve pre- Marcelliani, benemerito per togliere dal-
ludio agli stupri, agl'incendi, alle rapi- l'oblio in cui giaccionsi dimenticati tanti
ne e ad ogni altra specie di brutalità com- altri nobili monumenti
patrii. Quindi il
messa da'furibondi assalitori, irritati dal prof. Orioli, a giustoonore della sua il-
rifiuto. Quindi dice, che allora fu che l'a- lustre patria Viterbo, a p. 22 dello stes- i

cropoli e la chiesa di s. Pietro, non che so Album, in giunta del precedente ar-
la basilica di s. Maria, ambedue monu- ticolo, pubblicò gl'interessanti particola-
menti interessantissimi per la scuola del- ri, tratti dall'inedito libro de'Ricordi de'
l'arti, rimasero fuori della cerchia delle Sacchi, secondo quel che annotava Fran-
mura urbane, vedendosi così esse ridot- cesco Alessandro di quel casato, scritto-
te a minor confine : allora fuche il mo- re contemporaneo e in parte testimone
nastero delle Clarisse in Cavaglione fu di vista, per riferirsi non meno a Tosca-
pressoché adequato al suolo, e costret- nella che a Viterbo, per quanto narra,
te le claustrali a riparare in altro luogo. cioè parte del già riportato col Bussi, ma
«Giada ogni banda le voraci fiamme, ed con più dettaglio, rilevando come viter- i

il fulminar dell'artiglierie davano il gua- besi, dimenticato ogni sentimento d'an-


sto e diroccavano l'eccelse e le umili abi- tica rivalità, s'affrettarono ad essere in-
tazioni, ed i luoghi sagri al culto di Dio, tercessori presso il re pel rilascio de'pri-
e la sfrenata licenza de'soldati tutto ma- gionieri fatti per amor del riscatto, e per
nometteva, quando l'infelice cittadino, a la restituzione di quel che si poteva della
cui nuli' altro aiuto all'uopo occorreva presa roba, non che si recarono a To-
che quel della Vergine, genuflesso dinan- scanella per esercitarvi ogni maniera di
zi ad una sua antichissima immagine la pietosi uffizi. 11 Campanari ancora com-
salutava col nome di Liberatrice. Non fu pianse il patrio disastro palilo da Tosca
vano il pricgo; essa la gloriosa Vergiue uclla per aver bruscamente negato fiu-
TOS TOS 297
gresso a'francesi, onde senza distinzione ecssit versus Cometum per viam Tu-
furono miseramente trucidati gli abitan- scanellae, ad quam cursu praesanlis-
ti o passati a fìl di spada. Che fanciulli i simo pervertiti sic ut multi cardinale*,
furono senza pietà svelti dal grembo del- et alii eum sequi non potuerint ; et Pa-
le madri e squartati; gli ammalali e i vec- pa perveniens ante Tuscanellam, in
chi nelle loro case tagliati a pezzi; le fan- quadam Ecclesia sita super collcrn a-
ciulle e lemadri violate o date a suppli- lioquin distante, sed satis antiqua, et an-
zi, nude sui bivii a spavento de'
e lasciate tiquis figuris ornata, et pavimento ver-
riguardanti. E che per maggior sciagura miculata, accepit ibi paramenìa, idest
regalarono all' Italia quel marciume di amictum, albani stolam pretiosam, et
malattia finoallora ignota, e portata dal- capellina, ac pr accedente Sacramento,
l'America da qualche spaglinolo clic mar- quod baldacchinum honestabat, et se-
ciò alla conquista. Pertanto .sempre più quentibus cardinaliuus suis itinerariis
decadde Toscanella, anche per essersi mantellisvestitis ivitadEcclcsiam ma-
maggiormente abbandonata l'agricoltu- jorem more solito. Inconfuiis obviarum
ra, che giustamente qualifica fondamen- juvenes 5o aut 60 ut moris est. Ante Ec-
to di pi opagazioue;deplorando pure quel- clcsiampraedictam obviaverant officia-
la perniciosa peste della società, l'imino- les cum baldacchino, et clerusj sed ego
ralissimo e smodato lusso nelle vesti e ne- eos revocavi, et voliti, quod essent apud
gli abbigliamenti ricercati e di frequente portam civitatis, videlicet Mi, qui obtu-
rinnovali, che cagionò scialacquameuto lerunt clavcs, apud et extra portemi;
di averi e la rovina delie famiglie, inu- Mi vero, qui obtulcrunt, et detulerunt
tilmente i magistrati decretando leggi e baldacchinum super Papam, essent in-
prammatiche per frenare lauta vanità, tra portam: clerus non ob tuli t in porta
trovando le donne il modo di deluderle. civitatis aliquam crucem, prout voluitj
Giulio 11 rallegrò due volle di sua pre- quod cum Papa audisset quasi turba-
senza Toscanella, e lo rileva il p. Gattico tus, quod ego noluerim eum apopulo ho-
a p. 8, 62e 63, coi Diari di Paride de norarij respondi non esse solitum to-
Grassis. Lai. "fu nell'ottobre i5o5. Die ties civem baldacchinum, et crucem Pa-
a
mcrcurii octobris in mane Papa ve-
1 . pam ojferre, quotiens ipse in civitatem
ce s sit de Viterbo, et venit ad Tuscanel- illam ingredere tur, in quam semel in-
lam, ubi mansit Ma, et seque /ili die. Ve- gressus fuit honoratus; sed satis csset,
neris 3 octobris in mane recessit de Tu- si sua Sanctitas in Ecclesia major i o-
scane Ila, et venit Cometum. In questa scularetur crucem, incensarctur, et a-
città nel (fi segueule, festa dì s. France- spergeretur ministrante priore dìaco-
sco, pontificò la messa il maggiordomo norum cardinalium, et sic Papa taci tus
A ntonio Fermio vescovo di Gubbio e poi quievitj et hoc factum fidi in porta Ec-
cardinale, nella chiesa del convento di s. clcsiae, quam Papa ingressus demani
Francesco, alla presenza del Papa e di 9 dedit benedictionem versus ad suani
cardinali. Dopo avervi tenuto concistoro crucem, et mandavit indulgcntiam sc-
a'6, passò a'7 in Tolfa e vi pranzò co'car- ptem annorum populo publicari, quam
tlinali, recandosi a cavallo in Civitavec- card, de Farnesio (poi Paolo \\\)publi-
chia, donde a' 18 in barca si portò alla cavit. Quo facto Papa pedes ivit ad do-
basilica Ostiense. La 2." volta che andò mimi Sebastiani de Saulis Dovanerii
Giulio 11 in Toscanella fu neh 509, re- Patrimoni!, et ibi cum omnibus cardi-
duce da Viterbo. Die dominica ultima nalibus pransus est honorifice. Eadcm
septembris, Papa cum omnibus cardi- diefacto sunt quaedam spectacula,ve-
nalibus, et tota curia ex Viterbio re- nationes touror uni, et ludi, et choreae,
VOI.. LXXYIII. 20
298 TO S TO S
et lucia brachialis. Die luna i *octobris de'quali formò accompagna-
il catalogo,
ex Tuseanella ad Comctum cucum't. to da alcune note, Antonio Barba coi pri-
In questa città il Papa abitò il palazzo Vi- micerio della chiesa toscanese e vicario ge-
te! leschi, e nella festa di s. Francesco nel- nerale del vescovo Adriano Sermaltei. Sul
la il Papa con 9 cardinali as-
sua chiesa vescovato Tuscaniese tratta ancora Do-
messa celebrala dal vescovo di
sistè alla menico Giorgi, e forse meglio dello stes-
Sessa Francesco Siuibaldi maestro della so Turriozzi, nella Dissert. hisi.de cathe-
cappella pontifìcia; e nel d'i seguente par- dra episcopaliSeliae Y{ofnae ìji'j .L'a v v. y

tì per Civitavecchia. Neh 597 Toscane!- Campanari nella Dissert. dell' antiche
nuovamente onorata dalla presenza
la fu chiese di s. Pietro e di s. Maria Mag-
Clemente Vili vi si recò do-
pontificia. giore di Toscanella, dice che essa vanta
menica 27 api ile a ore 22 con 7 cardina- a primo suo vescovo s. Tolomeo alunno
li e tutta la corte. Il comune eresse archi e discepolo di s. Pietro, e per serie non in-

trionfali e fece altre solenni dimostrazio- terrotta i più chiari e santi vescovi, sotto
ni di giubilo. II Papa era stato in Viter- de'quali nelPVIII e nel IX secolo furono
bo, ed a s. Martino del Monte; indi da edificali dalla splendidezza de' tuscanien-
Toscanella passò a Civitavecchia e si re- si i nominali due antichi templi, i di cui
stituì in Roma. Del resto Toscanella se- pregi con molteplice archeologica ed arti-
guile vicende politiche della provincia di stica erudizione fece bellamente rilevare,
Viterbo e di Roma. Solo dirò, che Pio trattando ancora della disposizione e com-
VI col breve Exponi nobis, de'2 settem- partimento de'più antichi templi cristia-

bre 1 785: Confi rma ntur statuta civita- ni, degli abbellimenti di tali fabbriche, an-
tis Tuscanellae super aggregatone ad co simbolici ed allegorici, e persino della
Consilia et nobilitatela. 11 breve e le 8 foggia di vestire degli uomini dedicati alla
rubriche si leggono nel t.
7, p. 42 4 del chiesa, e di diverse liturgie e riti. Impor-
Bull. Boni. coni. tanti sono gli atti da lui riprodotti tle'ss.

La fede cristiana fu predicata ne' pri- proiettori della città Secondiano, Varia-
mi tempi della Chiesa, e probabilmente no e Marcelliano; e siccome Bolla udisti i

anche da Tolomeo, Tuseaniae episco-


s. aveano forse dubitato di tali atti e della
pus, anzi il Torrioni, par. 2, cap. 1: De' decapitazione seguita in Colonia o Colo-
vescovi di Toscanella, Io registra per suo mocio o Colonnata, presso Montalto, 62
primo vescovo, il che non si può conce- miglia da Roma, il Campanari provò eru-
dere pel giù riferito più sopra. Bensì l'U- dita meri te quanto veniva impugna lo, rein-
ghelli, Tuscaniensis Episcopatus, con- tegrando la patria di sì grandi e veneran-
viene sul primitivo lume della fede spar- di monumenti , ciò che altri noti aveano
so nella città, e che presto ebbe il suo ve- ancor fatto, illustrando inoltre tale luogo
scovo. Ab ipso exorientejìdei lumino prò- del martirio poco conosciuto. Il Turrioz-
prios habuisse Pastores censeturj e che zi avendo preleso, che s. Tolomeo debba
fino da'primi secoli i suoi vescovi resero riconoscersi per 1. "vescovo di Toscanella,
illustre questa chiesa. Proprios Episco- perchè trovasi nominato Tuseaniae cpi-
pos diutius habuit tantae esixtimationis, scopus gli dà per successore s. Deodalo,
t

ut proxime inservirent Romano Ponti- e lo dice presente in Cincelli o in Colonia


fice sacris ads tanti cum purpureo Car- al martirio de'ss. Secondiano, Verianoe
dinalatus decoro., et alias quandoque Marcelliano, e che dette sepoltura a'Ioro
modera rentur vicina s civita ics. dum ipsis corpi, per quanto ricavasi dagli alti diqnei
destituerentur. Dichiara pure il p. Casi- martiri; quindi fatto vescovo di Toscanel-
miro, che sin dal principio dellaChiesa ab- la nel 260; e dicesi che dasse principio al-

bia avuto questa città il proprio vescovo, la chiesa di s. Pietro nella maniera che
,

T OS l' O S 299
permettevano le frequenti persecuzioni tridocumenti s'intitolò vescovo di Tuscia,
mentre il Campanari ascrive tanto tale e poi non trovasi sino al 192 altro vesco 1

tem pio, cioè l'esistente come si vede, quan vo così intitolato,sibbene vescovo o di Tu
to l'altro di s. Maria Maggiore, già ambe- scia, o di Tuscania o di 9. Pietro di To-
due cattedrali, intornoa'secoli Ville IX. scana, nome della cattedrale d'allora di
Successe a s. Deodato il b. Felice, che cir- Toscanella, ed alcuni si dissero Viterbicn-

ca il 290 si vuole , al dire di Turriozzi, sis per quanto noterò; laonde vogliono i

che compisse la fabbrica di s. Pietro, seb critici che il vescovo Leone forse così s'in-
bene non di quella magnificenza, colla titolasse per risiedere in Viterbo, già esi-

quale si vede oggi. Indi non si conoscono stente come provò pure l'avv. Campanari
altri pastori sino a Virbono I o Urbano. contro il dotto Gaetano Marini, che avea
Dice Turriozzi che Urbano Episcopo», asserito non potersi concludentemente
Ecclesiae Tuscancnsis* Tuscanis si sot- provare la sua esistenza nel secolo IX. Già
toscrisse ne'concilii romani del 5g5 e del in principio notaiil documento Amiaten-

601; e che nel codice Bigosiano pubblica- se del768 sull'esistenza di Viterbo, ed il


to da'benedettini si legge: Urbanus Epi- Campanari ne ricorda altri, e principal-
scopio civitatis Tuscancnsis. 1/ Ughelli mente quelli del 742, del 774, e del 773
incomincia la serie de'suoii 1 vescovi con rammentato dal Galletti,nella£ef7e/YZ.?o-
Urbano, Tuscanis Ecclesiae , detto nel pra alcuni vescovi di Viterbo, in cui Ai-
concilio romano del 60 r, e che nel pre- mo Voltarius habitator castri Viterbii
cedente sinodo del 595 pure si sottoscris- dona omnes pecunias, substantias, et per-
se, venendo denominato nel ricordato co* line nlìas... tam hic in Vitcrbio quanique

dice presso le Oper. s. Gregorii, p. 1 29 1 : iti Tuscana, etc. actum in castro Viter-

Vivbonus Episcopus Civitatis Fuscanen- bii. Il vescovo Mauro dicesi dal Turrioz-
sis, o Tuscancnsis, dovendo essere errore zi successo a Vitaliano nel 649, leggendo-
la lettera F. Col nome dunque di Virbo- si iu tale anno nel celebre concilio romano

no 1 è più comunemente conosciuto. Vi- di Papa s. Martioo I: Mauro Tuscanen-


taliano Episcopus Tuscancnsis , ed Ec- si Episcopo, e Maurus S. Tuscancnsis
clesiae Tuscae Episcopus si trova sotto- Ecclesiae Episcopus. Indi Aurinando o
scritto nella lettera sinodica di Papa s. A- Orinando, Episcopus Tuscanae trovasi
gatonenel VI sinodo di Costantinopoli nel sottoscritto nel rinomalo Concilium La-
648. In questo tempo furono rinvenuti tcranense Stephani III an. 769, illu-
in Cencelli o Centocelle i corpi de'ss. Pro- Cenni nel 73
strato dal Romaecx typ.
1 1 ,

tettori e ne seguì ancora iu Toscanella il Vaticana. Godemoudo Gaudemundus


trasporto. Ma per trovarsi neirUghelIi,in Tuscancnsi Episcopo, si legge sottoscrit-
TusculaniEpiscopi, Vitalianus e non J i- to negli atti del concilio tenuto in Roma
lellianus, che sottoscrisse al detto conci- da Papa Eugeuio lì uell'826. Indi Gio-
lio, senza registrarlo tra quelli Tuscanieji- vanni Idell'85o sottoscrisse in quell'anno
.97.9, si crede non doversi contare tra que- al sinodo romano di s. Leone iV, Episco-

sti ma fra' Tusculani oggi Frasca-


ultimi, pus Tuscia. Gli successe Virobono II o
li. Nondimeno ilMariani, De Etruria me- Uomobuouo, non conosciuto dall'Ughel-
tropoli. Addi tur de Episcopis Viterbien- li, secondo dirit-
a richiesta del quale e i

sibus, tra essi lo registra. E' vero che tro- ti dei suoi predecessori,confermò il ve-
vasi nel regesto Farfense, Leo Episcopus scovato Toscanese uell' 802, e non nel-
civitatis Castri J ilerbii del 767, per gli l'847Come vuole Turriozzi, il Papa s. Leo-
scrittori viterbesi tanto celebrato, come- ne 1 V colla famosa bolla Convertii Aposto-
che con esso si fondano in sostenere l'an- lico, presso il medesimo a p. io5, notan-
tichità di loro sede vescovile; però in al- do che questa bolla privilegio ne vedi-
j

3oo TO S TOS
state con suinptwn valeat deperire, fu fat- pus Tuscanensis, che intervenne in Ro-
ta inserire in altra lettera d'Innocenzo III ma a 'sinodi di s. Leone IV dell'853 e di
data nell'anno X del suo pontificato, e ri- s. Nicolò I deh"86i; in seguito nell'876

portata dal Baluzio, t. i t Ep. \/±i Innoc. o877co'vescovi di Siena e di Arezzo (l'U-
III. In questa bolla, diretta da s. Leoue ghelli dice invece PelroForosemproiiien-
1V, / cu. Fiat. Virobono Tuscanensi E- si legato apostolico et Joanne Aretino),
piscopo % ejusque successoribus in perpe- daPapaGiovanni Vili fu mandato a Pont-
tiumi, sono specificati minutamente con- i Yon in Francia , come legato apostolico
fini, i luoghi, le giurisdizioni e le possessio- a presiedere al concilio che vi si tenne, ne-
ni della diocesi e cwitate Tuscana, con- gli atti del quale si legge: Johannes Tu-
ferma tidoEpiscopatum Tuscanensem, ed scanensis Episcopus legatus s. Sedis a-
a questo soggetti, fra'luoghi della diocesi posto licae.quae suprascripta sunti/iter-
essendovi anche compreso Comitatum et fui, consensi, et subscripsi. Egli nel sino-
territorium Viterbiensem, Castri Viter- do fece le prime funzioni, e sedè alla de-
bii,plebems. Laurentiit s\ccome da lungo stra dell'imperatore Carlo 11 il Calvo, al
tempo di pertinenza della cattedrale di quale pi esentò coronata l'imperatrice Ri-
Tuscania, e dice ilTurriozzi,fors'ancliedai childe , la quale era stata consagrata in
primi secoli della Chiesa, quando abban- 7or/o/*« da Ilo stesso Giovanni Vili. Piac-
donò il culto dell'idolatria e abbracciò la conta Turriozzi, che dispiacendo a Core-
religione cristiana. Egli rilevò pure, che tini di confessare che Viterbo era diocesi
negli atti de'ss. Valentino e Ilario del 3o6, di Tuscania, stabilì non senza contraddi-

Viterbo già si chiamava con questo nome, zione un nuovo sistema, cioè che Viterbo
e che Tuscania era città e luogo diverso nel secolo IX fosse nullius , e qual altra
da esso. I due martiri convertirono a Ge- Roma fosse governala da un vicario del
sù Cristo i viterbesi, ed i loro corpi si ve- Papa producendo col Lelio, Bertrando
,

nerano nella loro cattedrale. Fa pena in dell' 85o e Gerardo dell' 875, ambedue

leggere gli scrittori viterbesi, che acceca- arcipreti di s. Lorenzo e chiamati D.Pa-
ti da malinteso amor di patria, ad onta pae Ficarii. Si veda il medesimoT imboz-
che Viterbo ridondi di fasti celebri e il- zia p. 84- Giovanni III Episcopus Tusca-
lustri, e sia tuttora florida, possente e me- nensis y al dire di Turriozzi fu presente al
tropoli d'una delle più ragguardevoli prò* concilio romano dell' 898 di Papa Gio-
\incie dello stato pontificio e decorata del vanni IX, come pure all'altro da questi
bel nome di Patrimonio di s. Pietro osi- celebrato nel 904 per annullare i decreti
no di negare fede alla pontificia bolla, per di Stefano VII contro il predecessore For-
escludere a Toscanella la condizione di se- moso. Qui il Turriozzi commise un ana-
de vescovile anteriore e più antica della cronismo. Giovanni IX ciò fece neli'898
loro, e audacemente persino pretendono e moli nel 900. Nel 904 poi invase nuo-
che il diploma sia inventalo o perlomeno vamente il pontificato Sergio III, che an-
carpito da'toscanellesi, mentre trovasi ri- zi si dichiarò contro Formoso, e annullò

portato presso tanti scrittori veridici, ed gli atti di Giovanni IX. Verso o prima di

il Campanari ne sostenne la data del To' :*>?.. questo tempo l'imperatore Leone VI il
In questo assunto si distinsero con ecces- Filosofo nella sua Novella o costituzione,
sivo culore e contraddizione i viterbesi in cui enumerò vescovati d'oriente edoc-
i

Mariani e il suo seguace Sarzana, de'qua- cidente, vi comprese li terbi fon, cioè Vi-
lie delle loro pretensioni abbastanza par- terbo, come sostengono i viterbesi. Osser-
lai in principio, vale a dire in proporzio- va però il Turriozzi, che il testo greco non
ne del mio compendioso sistema. Dopo nomina Viterbo, ma si legge soltanto O-
Virobono 11 si trova Giovanni 11 Episco- pilcrvalos. Dissi altrove, parlando delle
, °

TOS TOS 3oc


chiese di Sicilia, gli ambiziosi fini ch'eb- l'imperatore Corrado li, per le contesta-
be l'imperatore Leone VI nel pubblica* zioni fra'patriarchi d'Aquileiaedi Grado.
re quella costituzione, e perciò di nin- Quindi Bonizzone riportato dal Tur-
fiorì

na autorità poiché invase diritti del ro-


i riozzi nel io33, che sottoscrisse la bolla di

mano Pontefice, per ingrandir quelli del Papa Benedetto IX a favore della chiesa
patriarca di Costantinopoli. Si crede pro- di Selva Candida : Bonizo presbyter, et
babile, che come nel 767 il vescovo Leo* vice Dominus s. Rufinae, et designatila
ne si disse Episcopus Civitatis Castri Vi- grafia Dei episcopus Tuscanensisj quin-
terbii, così anche a detta epoca facesse di nel sinodo romano dello stesso Bene-

il vescovo Tuscaniense, per aver anch'e- detto IX del io44> per la conferma del
gli stabilito la sua residenza in Viterbo, patriarcato di Grado, si legge per ben due
o incremento o per la decadenza
pel suo volte sottoscritto: Ego Bonizo Tuscancti-
di Tuscania, giacché abbiamo numerosi sis ccclesiae episcopus interfui et sub-
esempi nella storia delle chiese vescovili, scripsi. L' Ughelli che seguendo Lelio a-
che vescovi ti* una chiesa talvolta rite-
i vea registrato G. all'anno io3o, quale 2.
nendo il anche presero il tito-
loro titolo, Plterbiensis episcopus farsa anticipando
lo del luogo ove fecero temporanea o sta- il vescovato a Giselberto, di cui in appres-
bile residenza, tornando poi a qualificar- so, tra' vescovi Tuscaniensi riportò Boni-
si soltanto con quello della naturale loro zo eletto, e sottoscrivente il detto privile-
sede. Sul vescovo Leone meglio è vedere gio ne!io33, e poi lo dice intervenuto al
il Tuniozzi, nell'importante documento sinodo di Roma del 1 o44- Dopo di Boniz-
che riporta nelle p. 82 e i55. In questo zone, Turriozzi riferisce Benedetto episco-
tempo, come si ha dal Cohellio, Notitia pus de Tuscana, come\eg*es\ in un istru-
Cardinalati^, citato dal Tuniozzi, par- mento per la vertenza tra Berardo abba-
lando di Tuscania già da Lodovico 1 con- te di Farfa e Raniero abbate de'ss. Cosma
fermata nella sovranità della s. Sede, l'im- e Damiano di Roma (cioè di s. Cosi ma to
peratore Ottone I a'23 febbraio confer- ora delle Francescane), ove il conte Ge-
mò a Giovanni XII Papa, che l'avea co- rardo figlio di Raniero, al quale l'abbate
ronato, i domimi temporali di s. Chiesa. Ugone avea commesso tutte le celle e pre-
Ilcm in partibus Tusciac Longobardo- di che avea in Marchia Tuscana,senien-
ruta, Castellimi Felicitatis (che alcuni zio nel 1048 a favore del monastero di
credono Civita Castellana, come dirò a Farfa. Tale istrumento lo scoprì e pub-
Tosco)., Lrbein Veterem, Balneum re- blicò il p. ab. Galletti, poi vescovo di Ci-
gima , Ferentum , Vitcrbium , Ortem , rene, nella ricordata sua Lettera sopra
Martain, Tuscaniam (distinta da Viter- alcuni antichi vescovi di Viterbo, e in-
bo, e così pure ho letto nel Cohellio uel serita nel Giornale de' letterati di Roma

diploma Lodovico ), Populoniam


di l del 1757.Segue il cardinal Giovanni V
Soanam, Dopo Giovanni HI non si
ec. Tuscanensis episcopus, di singoiar dot-
trovano più. vescovi si no ali o i5,ed il Bus- trina, il quale dopo aver tenuto per poco
si nomina B. Episcopus Viterbiensis , co- tempo la cattedra Tuscanese, nel 1
049 fu
sì Y Ughelli in Viterbienses Episcopi Io traslato al vescovato suburbicario di Por-
novera pch.°vescovo di Viterbo, sulla fe- to, secondo la lettera apostolica di Papa
de del Commentario di Lelio, altro viter- s. Leone 1 V, ad Johanneni
Portuenseni
bese impeguato per favorire la sua patria. episcopum,oveg\'i dice: Quapropter, quia
Forse questo vescovo è un Benedetto o transmigrationem feeisti tle sctle Tasca*
di altro relativo nome. Nel 027 Giovan- 1 nensi ad Portueiisem,dignuni duximus
ni IV intervenne al sinodo romano tenu- prius ventilare, utruni j ustefac fa jneri t %
to da Papa Giovauui XX io presenza del- vel injuslC) quod etfecinius residente:? iti
-

3o2 TOS TOS


sinodo, et ecclesia salvatoris. L'Ughelli sidenza,che ormai facevano i vescovi Tu
e suo annotatore Lucenzi convengono,
il scaniesi tra Tuscania e Viterbo, sempre
che il cardinal Giovanni Tuscancnsi V però intitolandosi vescovi Tuscaniesi.
pr aesule, Portuensis episcopus su/feclus Quindi trovasi Giselberto Tuscanensis
est an. 1 049 in romano concilio. Laonde episcopus nel 1080, in un giudicalo che
non pare, che il cardinal Giovanni dalla pubblicò nella ricordata Lettera, il Gal-
sede Tusculana, poi Frascati, passasse al- letti, a favore del monastero di Farfa so-
laPortuense,come vuole Piazza nella Ge- pra la chiesa di s. V\e\.vo juxta castrimi
rarchia cardinalizia. N. ovvero Ingil- de Corguito, mentre stava il detto vesco-
berto, Tuscanensis episcopi, fu presente vo colla celeberrima marchesa e duches-
nelio5i alla controversia tra il monaste- sa Matilde in comi tatù Tuscanensein Ju-
ro di Farfa, e l'altro de'ss. Cosma e Da- dicio in pa la tio intus castellina, quod no-
miano in Mica Aurea (ossia s. Cosima- minatur ch'itas de Corgnito, ossia Cor-
to), de ecclesia s. Mariac, quae dicitur neto comitato e territoriodi Tuscania ora
in Minione cu/n suaperti/icntia ,et de ec- Toscanella. Giselberto nel medesimo an-
clesia s. Michaelis Archangeli, et de ec- no confermò in Viterbo l'erezione della
clesia s. Peregrini cum suis pertinentiis, canonica de'canonici regolari di s. Maria
et de aliis omnibus causis, unde erat con- Nuova, secondo la lapide scolpita in mar-
tendo Inter eos,quae sunt infinihus Ma- mo e ivi esistente riportata dal Bussi: Ego
ri timae in loco, qui dicitur Corgnitusju- G. Episcopus T. ecclesia e confirmo hoc
diciaria de comi tatù, qui vota tur Tu» privilegioAn tal modoGiselberloin unde-
scanensis. Di questo vescovo si ha pure creto di fondazione d'una chiesa di Viter-
che sottoscrisse i sinodi di Melfi e di Sa- bo, s'intitolò vescovo Tuscaniese anziché
lerno, ili." celebrato nel io5g da Nicolò di Viterbo, come in altri monumenti si

li, il 2.° convocalo nel 1067 da Alessan- disse s. TuscanensisEcclesiae Episcopus,


dro li: quest'ultimo non lo trovo ne'col- Dopo di lui Turriozzi nota il vescovo Ric-
A me pare che Turrioz-
lettori de'concilii. cardo Tuscanus, e Tuscanensis episco-
zi di N. elngilbertofecedue vescovi, men- pus nel 1086 die in enfiteusi, a richiesta
tre credo uno solo; anzi quello stesso N. chSignorettoePv.ollando,adessie loro ere-
cheUghelli in Vtlerbiensis episcopis, chia- di, alcuni fondi e beni spettanti alla men-
tta 3.° vescovo di Viterbo, perchè dal Ba- sa vescovile, specificandone i confini, con
ionio ricordato fia'suffraganei di Vittore istru mento riportato ne\Y Appendice dai ~
II (o preteso da lui ordinato, come dice il lo stesso Turriozzi. Questi osserva, che sif-
Turriozzi, il quale ne parla a p. 85, e di- fatto documento fatto esemplare da Ra-
chiara qual fede meriti siffatta assertiva). niero vescovoToscauese produsse l'errore
Sempre la sede di Tuscania ora Toscanel- di alcuni,quali enumerarono in tale an-
i

la, e così quella di Viterbo, furono e tut- no anche Raniero tra'vescovi diTuscania,
tora sono immediatamente soggette alla mentre comesi vedrà egli fiorì neh 199.
s. Sede. Vittore II fu l'immediato succes- Sedendo Riccardo nella cattedra Toscane-
sore di s. Leone IX nel io55, e così mi se,ne! 1 086 gli furono uuite e assoggettate
confermo nell'opinione che N. e Ingilber- le chiese vescovili diBieda e Centocelle,per
to sia un medesimo pastore che governò cui nel 1093 si ha memoria del vescovo
la chiesa Tuscanese ue'memorati pontifi- Riccardo nell'alta re grande dell'antica cat-
cati, e perchè il Barouio in qualche monu- tedrale di s. Pietro con questa iscrizione,
mento lo trovò forse denominato Episco- scolpila nella cintura interna dell'altare e
pus FiterMentis, f\'% questi lo registrò TU- che ricorda la consagrazioneche ne fece,
ghelli,epoi il Bussi e altri storici viterbe- riportata dal Turriozzi e dal Campanari
si. Questo sarà derivato dall'alternata re- uella Dissertazione.-^ Riccardus Prue-
TOS TOS 3o3
sul Tuscanus, Centomcellicas, atquc decessole, converrà ritardare di qualche
Bledamu +f+ Sii Riccarda* paradisi se- anno, e dopo di esso, il vescovato di Ro-
rieparato*. Amen. +j> Ego Petrus pres- dolfo. Poiaggiunge l'Ughelli: Viterbien-
bytcr hoc opus fieri iussi (siccome due ses Gelasio II Pontifici novam ad Pon-
volte la riprodusseanche Ughelli, qui fe- tificatimi asswnptioncm (fu eletto a* 25
ce una variante, eil aggiunse: Petrus gennaio 1 1 18: in quest'anno l'imperatore
presi. Bledanus, Raynerus presb. Ur- Enrico V con diploma a favore dell'ab-
bevetan.) *(> Anno ab Incarnatione Do- bazia di Farfa, dice: In Tuscanams. Ma-
mìni millesimo nona gè si ino III. In tal riae de Minio ne... In Viterbios. Marine t
modo Riccardo, per la seguita unione, s. Angeli, s. Alexandri ... In territorio
s* intitolò vescovo di Tuscania , Sieda Tuscano s.Mariae in Mìnione cumGual-
e Civitavecchia , e lo rimarcò ancora il do età: tutte testi mouianze, che distinguo-
p. Casimiro da Roma. L'unione eli Civi- no Tuscanada Viterbo) grntulaturos, in-
tavecchia e di Bieda con Toscanella se- ter alios legatos misisse Rodulphum, cu-
gui senza lesione alcuna de'diritti di cat- jus perspecta prudentia erat, et in ex-
tedralità delle prime, come si manifesta plicandis negotiis dcxteritas singularis.
dal riportato titolo preso da Riccardo. Su Excessit annoi 128. Indi l'Ughelli gli dà
Riccardo merita leggersi quanto ne scrisse in successore Pietro I Episcopus Viter-
Turriozzi a p. 86. Riccardo pare quelPN. biensis et Tuscanel. anno 28. Ritengo 1 1

che Ughelli registrò 4-° vescovo di Viter- che debba preferirsi la testimonianza del
bo, perchè da Lelio nominato nel 096, i patrio storico Turriozzi,per diminuire due
e dicendo di lui: Urbanum II, Romam anni di vescovato a Rodolfo, e anticiparli
redeunteni solemni rito recepisse idem a Pietro I. Imperocché egli dice: Pietro di
refcrl. Turriozzi gli die per successore N. Castro Tuscanus episcopus, ne\i 126 sot-
episcopus Tuscanensis, che nel 1 1 08 sot- toscrisse la bolla di Papa Onorio II con-
toscrisse col priore di Centocelle la dona- fermatola de'privilegi della chiesa Pisa-
zione fatta da Nicolò Adilario e Mi Ione di na, e consagrò l'altare della nuova chiesa
Pelruccio d'un pezzo di terra per la fab- di s. Francesco di Vetralla, lasciando qui-
brica della chiesa della ss. Trinità in con- vi la memoria: Ego Petrus episcopus Tu-
trada Pian di Mola territorio Toscanese. scanensis condo hic reliquias. L'Ughel-
Questi e i 4 seguenti vescovi non furono li aggiunge, che di lui si fa memoria in
conosciuti dall'Ughelli tra'vescovi Tusca- un documento riguardante la chiesa di s.

niesi, mentre tra quelli di Viterbo regi- Stefano di Viterbo, da lui riprodotto, in
stra Rodolfo viterbese ignorato da Tur- cui Pietro è detto Episcopi Viterbiensis.
riozzi, e Pietro: ed io seguendo Turrioz- E che al suo tempo Innocenzo II Papa,

zi li Verso
riporterò, insieme a Rodolfo. s. Laurentii Viterbiensis
a'5 aprile 1 142
il 1 11 oGuidone o Guido Tuscanensis epi- ecclesiam sub apostolica Sedis, sancti-
scopusj riconosciuto pure dal Galletti nel que Petri protectione suscepitj eodem-
1 1 1 1, che aumentando la sua episcopale a uè anno Petrus e vivis esse de sii t. Ma
giurisdizione, ad essa vi sottopose la chie- lo credo morto prima, come rilevasi dal
sa di Pietro, posta supra ripam cecie-
s. Turriozzi con dire, che Nicolò Tuscanen-
side Marine in castello Corgnito, do-
s. sis episcopi leggesi in più. luoghi , e nel
cumento riferito dalla Lettera citata. L'U- 1140 in una donazione fatta al vescova-
ghelli qui nota l'accennato Rodolfo Gat- to Tuscanese, desumendo il nome dalla
ti, / itsrbìensium Praesul, temporibus cattedrale, chiamasi vescovo di s. Pietro,
Paschalis Papae II anno 1 1 06, per te- nuova testimonianza della preminenza e
stimonianza di Lelio. Ma se il documen- antichità della sede vescovile di Tuscania.
to di Galletti dice vescovo nel 1 1 1 1 il pre- Poiché in una pergamena dell' archivio
3o4 TOS TOS
Amiatense si legge: Johannes abbai, et rie di quelli Tiiscaniensis,^ neirineomin-
rectors. Saviniin comitalu Tuscano fiat, ciare quella de' vescovi Viterbiensìs nel
et donai Nicolao vai. Epìscopo s. Pctri 1 o 1 5, innanzi che Viterbo fosse eretta in
eie Tuscana nonnulla bona, in contrata vescovato e congiunta all'anteriore sede
P a llis Dianac. Bensì Turriozzi riconosce di Tuscania, in ambedue le serie ripeten-

die la chiesa di s. Lorenzo fu ricevuta da done alcuni, come Cencio o Genso di cui
Innocenzo 11 sotto la protezione della s. ignorò che intervenne al concilio genera-
Sede, insieme al suo arciprete. Narrai di le di Laterano 111 neh 170,, celebrato da
sopra che a questa epoca la chiesa di s. Papa Alessandro III, ove si sottoscrisse h-
Pietro era ancora la cattedrale di Tusca- piscopus Tuscanensisy e non Viterbien-
nia; e che quella di Viterbo fu ed è sotto sis come pretesero gli storici viterbesi. In
l'invocazione di s. Lorenzo martire e pa- tale anno quel Papa prese sotto la sua pro-
trono della città. Sembra quindi certis- tezione la chiesa collegiata di s.Maria Mag-
simo e indubitato che Nicolò era vescovo giore di Tuscania, con bolla diretta Mar-
di s. Pietro di Tuscania, ora Toscanella, dochaeo priori s. Mariae Tuscancnsis
e non di Viterbo, che però era compreso ejusquefra tribus presenti e futuri in per-
nella sua diocesi, e talvolta i vescovi vi fa- petuo in cui si notano ancora le sue 8
,

cevano la residenza, che poi divenne l'or- chiese, I' ospedale e le possidenze e vari
dinaria. Indi fu vescovo Cencio o Censius, privilegi: la bolla Cum nobis, sottoscritta
o Genso o Gersone, dice Ughelli Episco- da Alessandro III e da 9 cardinali, si ri-

pio Viterbiensisab Eugenio IIIpost diu- porta nel!' Appendice da Turriozzi. Ri-
tinam vacationem anno 1 1 49 electus, del marca questi. >• L'Ughellio, a cui fu igno-
quale si fa menzione in un istrumento del to il lodato vescovo (cioè in certo modo,
1 160 riguardante una donazione fatta al- perchè V Appendix che contiene vesco- i

la chiesa di s. Stefano, prò redemptione vi Tuscaniesi è opera principalmente di

animae nostrae nostrorumque quon- ,


Nicola Coleti), nel riportare la nominata
dam paventimi. Al tempo di questo ve- bolla (Cum nobis e sotto il vescovo Gen-
scovo e nel 172. P iter bic nsispopulus to-
1 tile), giudicò, checolle parole, salva Dioc-
stili incursu excidi t, diruitqiic Feren- eesani episcopi canonica justilia, doves-
tum, ejusque majorem, melioremquc iti' se intendersi il vescovo di Viterbo, che si

colarum partem coegit demigrare Vi- dice fòsse il già ricordato Gensone o Gen-
terbium. Poscia neh 173 i viterbesi furo- tile, come vuole Turriozzi, che lo quali-
no assolti dall'imperatore Federico 1 per- ficò scismatico; ma facilmente si scorge
secutore della Chiesa e di Papa Alessan- l'errore, perchè Cencio era il vescovo di
dro III, e sostenitore degli antipapi che a- Toscanella, ne Viterbo avea ancor vesco-
veagli suscitato contro.Per cui Turriozzi vi". Anche Alessandro III neh 181 con-
sospetta che Gensone fosse un vescovo sci- fermò e prese sotto la sua protezione la
smatico deputatodall'antipapaCalisto III, chiesa di s. Lorenzo di Viterbo, divenu-
cioè quel Gensone di cui parlerò, giacche ta già collegiata, con arciprete e canoni-
egli diceche quali aderenti di parte im- ci. Perchè narra Turriozzi, Viterbo era-
periale dovettero riconoscere; e che un si ingrandito dopo la distruzione di Peren-
tempo abitarono Viterbo l'antipapa Pa- to città vescovile 7 miglia distante, i cui
squale III e il successore Calisto IH. Indi abitanti si trasferirono in Viterbo, insie-
lUghelli riporta alcuni documenti sul mo- me colle ss. Immagini, le reliquie de' san-
nastero di Martino dell'ordine di s. Be-
s. ti, il corpo di s. Bonifacio vescovo, le di-

nedetto del monteCimino,! ifòrmato da'ei- gnità e i benefizi ecclesiastici. L' Ughelli
slerciensi. Il dottissimo storico fece confu- a Gensone o Gersone die in successore mi
sione nel riportare soli 1 1 vescovi nella se- Gentile di Viterbo, e questo fa miei veni-
T O S TOS 3o5
re a!ddto concilio, e seguendo il viterbe- cessore Rainerio nel 1 19-2, e dice che al

se Cordini lo ilice morto nel 181. Bepu- i suo tempo per essere divenuta diruta To-
lo, come ne dubitò lo stesso Ughelli, che scanella, Dieda e Civitavecchia gliscentit
Gentile fu confuso con Gensoo Geusouc; le congiunse a Vjjerbo; e che morto nel
poi riporta Gottifreilo Tignosi nobile ili 1 193 Rainerio, gli successe Giovanni car-
Viterbo, che Ughelli pretende eletto ve- dinale, al quale fa succedere nel 99 al- 1
1

scovo nel i i 84, mentre ancora Viterbo tro Rainerio, e così di uno ne fece due, e
non poteva avere il vescovo, ed anche in prima di Giovanni die un vescovo che non
questo fu poi seguilo dal Coretini,ch'è uno si riconosce per tale , mentre si è detto
degli storici viterbesi sostenitori del pa- ch'egli già era vescovo nel 1 1 S6; così sem-
trio episcopato innanzi tempo. Lo loda pre più trovasi senza critica e alterata la.

per somma eloquenza e dottrina, che fu serie Ughelliana, oltre gl'immaginari ve-
segretario diCorrado I II, Federico I ed En- scovi degli storici viterbesi,appunto per-
rico VI, e che mori in patria nonagenario chè volle creare colLelio un vescovato pri-
neh IQI. Non pare ch'egli fosse vescovo, ma della sua canonica e verissima erezio-
anche per riportare il Turriozzi Giovan- ne. L'Cghelli prima d'incominciar la se-

ni VI loto bardo Tu sentine cavitati* epi- rie de' vescovi Viterbiensis avea riporta-
scopus, che tale apparisce nel i i88 nel to la bolla Dudum y
colla quale s. Celesti-
privilegio d'Enrico VI a favore del mo- no V, al modo che vado a narrare, co-
nastero di s. Paolo di Roma. Nel 1 89 Pa- 1 strinse alla rassegnazione e ubbidienza i
pa Clemente III lo creò cardinale prete toscanesi, che ricusavano di conoscere per
del titolo di s. Clemente, una bolla del
in vescovo di Viterbo il proprio loro pasto-
quale si legge: Ego Johannes tit. s. Cle- re. Sui vescovi dati a Viterbodall'Ughel-
mentis cardinali* Tuscanus episcopus li,con diffusione li confutò Turriozzi. Con-
subscripsi. Come pure in altra bolla del- viene premettere, che l'antipapa Clemen-
lo stesso 1 189, confermatoria de'beni al- te HI o Giliberto, acerrimo nemico di s.
lodiali del conte di Sulzbach, trovasi sot- Gregorio VII, e fautore di Enrico IV (la
toscritto: Johannes tit. s. Clementis car- di cui parte tenevano viterbesi, non sen-
i

diria lis et Tuscanen episcopus. Egli do- za larga rimunerazione per attestato dei
nò in Tuscania a'monaci cliiniacensi una medesimi loro scrittori, al dire di Turrioz-
cappella, confermata a'medesimi da'Papi zi, e del cardinal Roselli d'Aragona, scrit-
Clemente III e Innocenzo III. Nel 191 1 tore delle Vite de' Papi, presso il Mura-
nel diploma di Papa Celestino III dato , tori, Script, rer. Ital. t. 3, par. 1 . p. 58 o e
al monastero di s. Clemente in Pescaria, 58y),avea eretto in sede vescovile Viterbo
si sottoscrisse: Johannes tit. s. Clementis verso 1086, indi nel 1093 le avea uni-
il

cardinalis Tuscanus episcopus. Dichia- te le sedi di Bieda e Centocelle o Civita-


ra inoltre Turriozzi, che nel libro de'Cen- vecchia, le quali già per un tempo lo era-
si della Chiesa romana,composto nel 1 92 1 no state di Tuscania, come sotto il vesco-
da Cencio camerlengo della medesima, si vo Riccardo ; ebbe vigore come
ma non
trovano vari luoghi della diocesi di To- scismatica e illegittima disposizione, ed
scanella, che doveano pagare il tributo, invece i Papi riunirono nuovamente Bie-
due volte si legge no-
e fra questi per ben da e Centocelle a Tuscania, dopo che da
minato Viterbo, in Episcopali Tusca- quell'epoca esse non aveano più avuto il
nen. L'Ughelli registra per ultimo ei i.° proprio pastore, e lasciarono Viterbo nel-
vescovo Tuscaniense N. a cui scrisse In- la diocesi di Tuscania, ed al suo vescovo
nocenzo 111, ma inesattamente pel rileva- soggetta, e tale si trovava quando fu de-
to da Coleti. Nella serie poi de* suoi ve- corata del seggio episcopale. Adunque il
scovi di Viterbo, al GoUifredo die in suc- Papa Celestino III neh (92 circa dichia-
3o6 TO S TOS
rò città Viterbo e le conresse la digni- «in tempo del quale avendo Celestino HI
tà deHa sede vescovile, eligendo la chie- decorato Viterbo col titolo di città e di
sa di s. Lorenzo in cattedrale, e l'unì a cattedra vescovile, nel 1192 l'uni alla
quella di Toscanella, <jpi titoli vescovili chiesa di Toscanella, colla cattedrale di
congiunti di Bieda e Centocelle, anch'es- Bieda e di Civitavecchia." Dopo seguita
se esplicitamente considerate come chie- l'unione delle due chiese,si trova nel pri-
Quindi trovaudosi unite a
se cattedrali. vilegio concesso nel 1 198 da Innocenzo
Viterbo molte sedi, cioè Viterbo con Fe- III all'abbate di s. Salvatore, in cui To-
rento, e di più. Civitavecchia e Bieda no- scanella si continua a chiamar Tuscana,
minate con quella di Toscanella che le e Viterbo interamente distinto da essa e
•condusse insieme, avvenne che parte per quale altro luogo. Dice il documento A-

ragione di brevità a fine di non produr- miatino: Ecclesiam s. Donali de Tu-


re tutta la nomenclatura delle 5 sedi u- scana, e diverse chiese in Viterbio. I vi-
nite, nelle intitolazioni e soscrizioni, par- terbesi perchè la loro città fosse decora-
te per essere le secondarie sedi conte- ta della cattedra episcopale, eransi obbli-
nute implicitamente nel nome delie pri- gati di stabilire al 1 .°e nuovo vescovo car-
marie, parte per abuso, parte pe' tiran- dinal Giovanni delle reudite fisse, onde
ni che occuparono più. volte Civitavec- formare la mensa episcopale, ma inutil-
chia e non amavano vescovi, cessarono mente il cardinale dopo l'erezione fece ri-

ne'tempi successivi di più nominarsi Sie- petute istanze per l'effettuazione. Queste
da e Civitavecchia, sebbene non furo- istanze rinnovò il successore Rainerio o
no mai da pontificio decreto soppresse. Raniero con lagnanze al podestà di Vi-
Adunque, ed in progresso di tempo Bie- terbo, riportate da Turriozzi a p. 90; per
da perde il titolo, e Civila vecchia fu nuo- cuii viterbesi assegnarono alla loro men-
vamente separata ai nostri giorni, re- sa vescovile il castello di Bagnala e Mon-
siandò tuttora unite aeque principali- te Valenzano, con analogo istrumeuto;
ter, Viterbo e Toscanella. Questa u- dotazione che fu confermata da Innocen-
nione segui nel vescovato del cardinal zo III nel 1 202 colla seguente bolla direi-
Giovanni, che si trovò pel primo vesco- ta a Rainerio Viterbiensi Episcopo, e
vo delle due chiese, oltre i precedenti ti- riferita nell'Appendice dai Turriozzi. So-
toli di Bieda e Centocelle che avea porta- lent annuere Sedes apostolica piis vo-
to, onde in appresso e gli s'intitolò Epi- tis, petentiumprecibus Javo-
et honestis
scopati Tuscancnsis et } iterbiensis } e con reni benevolum impertiri. Ea propter
questo titolo successivamente sottoscrisse vener. in Cfiristo frater tuis justis pò-
l'8 marzoi 193 al privilegio concesso da stulationib us grato concurrentes asseu-
Celestino III al monastero di s. Lorenzo su ecclesiam s. Mariae de Palanzano
d' A versa;a'i4 marzoi «96 viene ricor- curri universis appenditiis, et pcrtinen-
dato in altra bolla dello stesso Papa, col- tiissuis,castrumctiam Baine ariae curri
la quale confermò una sentenza in favore toto tenimento, etjure suo, quod tihi, et
del vescovo di Nardo, e contro l'abbate ecclesiae a s. Laurentii Vitcrbiensis in
di Maria di quella diocesi; come nel 1 98
s. 1
dote prò animarum suarum salute dc-
sottoscrisse la bollad'Innocenzo IH pel derurit, sicutea /uste possides, et quie-
monastero di s. Salvatore di Siena, e nel terà in instrumento exinde con fedo ple-
1
199 fu traslato al vescovato suburbiea- nius noseitur continerc, Ubi, etpraedì-
rio d'Albano.Anche il Novaes nella Sto- ctae ecclesiae jarn apostolica auctori-
ria di Clemente lff narrando l'esalta- y
talt confi rmamus, et praesentis scripti
zione al cardinalato da lui fatta di Grò- patrocinio communimus. Nulli ergo o-
Viinni vescovo di Toscanella J dichiara : mnino nominimi liceat liane paginata
-

TOS TOS 307


nostracconfirmationis infringere vel ci f
go hominum e te. (qui si aggiunge nel
ausa temerario contraire. Si quis mi- Bull. Rom. t. 3, p. 1
1
7, in cui è riporta-
teni hoc attemptarc pracstttupsail, in- ta la bolla, anco le clausole, liane pagi-
dignationem omnipotenlis Dei, et bea- nata nos trae Interpretationis ,ct confir-
lorum Petri et Pauli aposlolorum ejus mationis etc. Si quis autemelc. Datum
se noveri t incursiirum. Datimi 1 elletri Viterbii iv idus octobris pontificatus
secando nonas octobris pont. nostri an- nostri anno X. A questo autentico alto
no quinto. Vivente il vescovo Rainerio, sulla canonica istituzione della cattedra
nate già dissensioni tru il clero di Tosca- vescovile di Viterbo, qui aggiungerò che
nella e V altro di Viterbo sopra l'unio- nel declinar dello stesso secolo persistendo
ne delle due cattedre, Innocenzo 111 col- ancora le dissensioni tra il clero di To-
laseguente bolla de' 2 ottobre 1 207, di-
1 scanella e l'altro di Viterbo, ricusando
retta al clero e popolo di Viterbo, pure tuttavia i toscanesi di ubbidire all'unione
presso il Turriozzi, confermò a Viterbo delle sue sedi vescovili, per cui nel 129^
il privilegio della cattedra vescovile con- ne riceverono il comando apostolico da
cessagli dall'immediato predecessore Ce- Papa Celestino V, colla bolla che ricavo
lestino 111, e volendolo con maggior am- da Turriozzi, il quale avverte » l'indu-
piezza interpretare a favore de' viterbesi, striosa alterazione fatta da alcuni stori-
ligraduò della stessa onorificenza, che go- ci viterbesi, vale a dire, che in esso nel
deva Toscanella sopra 1' estinte diocesi, nominare la chiesa, il vescovo ed il po-
come le chiama Turriozzi,. di Centocel- polo di Toscanella, dicesi sempre Tusca-
le e Bieda ; confermando così V unione nen, ed eglino per alterare il nome, han-
delia cattedra di Viterbo alla cattedra no stampato Tuscanellen.*' Ec-
scritto e

di Toscanella, e l' innalzò all' eguale pre- co la bolla colla quale Celestino V co-
a
minenza della 2. Ex privilegio fel. me. manda a'toscanesi che ubbidiscano all'u-
Caelestini PP. Ili praedecessoris no* nione delle cattedre. Dilecto Filio.... Re-
stri cognovimus evidenter, quod ipse fi- dori in spiritualibus et tanporalibus
dali, et devotionem vestram attendens Patrimonii s. Petri in Tuscia. Duduni,
de communi fra tram suor uni Consilio sicut audivimus, fel. record. Celestinus
Viterbiense Oppidum honorabili Civi- PP. Ilipraedecessor noster Viterbien,
tatis nomine insigniviti et pontificalis Tuscanen, Centumcellen, et Bletanam
cathedrae dignitatc donavit, authori- ecclesias univi t, prout in ipsius praede-
tate statuens apostolica, ut Viterbien- cessoris literis plenius contineturj sed
sis ecclesia cum Tuscanensi, Centum- quia clerus, etpopulus Tuscanensis ei-
cellensi, atque Bledensi pontificalem dem unioni parere, et ven. fr. nostro e-
obtinerct deinceps dignitatem, Nos an- piscopo Viterbien. et Tuscanen. dene-
tan, quifidem, et devotionem vestram gat obedire,nos eis sub certa forma no-
ipsa praesentia corporali certius su- slris damus literis in mandatis hufus-
mus experti, beneficium principale pie- modi unioni pareant, et episcopo obe-
nius interpretari volentes Ulani Fi-
, diant memorato. Datum Tlieate X kal.
ter bicnsi sedi erga Centumcellensem , novembris anno 1. Noterò, che se Bieda
et Bledcnsem dioecescs ìionorijiccntiam perde poi il suo titolo di vescovato, re-
confirmamus, quam circa ipsa Tasca stando come Civitavecchia unita a To-
ne usis sedes dignoscitur hactenus ha- .scanella, e perciò con Viterbo; lui tavel-
buisse, cui V iterbiensis ecclesia specia- la il vescovo cardinal Severoli, molti an-
lità' est unita. Stala tatuai illarum se- ni prima che la sede di Civitavecchia fos-
di uni Caitumcellensis videlicet t
et Ble- se reintegrata, negli atti che riguardava-
daisis in suo jure mane/ile. Nulli cr- no la cillà si sottoscrisse vescovo di Ci-
3o8 TO S TOS
vitavecchia, e volle perpetuarne la me- Io ripeterò,nientemeno principalmente
moria in una lapide, ove fece scolpire in sostennero. Che Toscanella non è Tu-
marmo il suo stemma gentilizio, col suo scania già capitale de' tuscaniesi, ma es-
nome e titolo di Episcopus Ccntumctl- sere Viterbo. Che fu fondata da' viterbesi
larum, cioè sulla porta della cancelleria nel secolo VII, e perciò loro colonia e sta-
vescovile di Civitavecchia, oltre i titoli di ta sempre nel contado Viterbese. Che non
Viterbo e Toscanella. II Bussi, dopo aver ha mai avuto alcun vescovo proprio. Che
chiamato opinione corrente, che la chiesa non è concattedrale di Viterbo. Che non
diToscanella fosse stata unita daCelestino ha mai avuto cattedra vescovile erettale
J 11 al vescovato di Viterboldopoavere in* da alcun sommo Pontefice! In tal modo
terpretato la parola audivimus della bol- si può anche negare l'esistenza del sole

la, semplice tradizione! pure loda la pron- e della luna! Con pretendere che Vi-
ta ubbidienza al Papa Celestino V delle terbo sia l'antica Tuscia o Tuscania, gli

genti di Toscanella, quali buoni e fedeli scrittori viterbesi vogliono che tutti i ve-
sudditi di s. Chiesa! Non contenti gli sto- scovi che si trovano col suo nome sieno
rici viterbesi di negare credenza alla bol- di Viterbo, e ciò colla più manifesta con-
la Conventi apostolico di s. Leone IV, traddizione. Il Papa Celestino HI erigen-
pretendono ancora che ripugni quella doViterboin vescovato, è chiaro che pri-
d'Innocenzo III, che semplicemente la ri- ma non lo era ; e nell'unirlo a quello an-
produsse ad istanza de'toscanesi, perchè tico di Tuscia, prova la sua anteriorità,
non andasse perduto il privilegio della e che la città e la sede erano affatto di-
conferma perpetua del loro vescovato; e da quelle di Viterbo, e
stinte e diverse
così pure l'altra bolla d'Innocenzo III, non che questa fosse a un tempo Tuscia

colla quale dichiarò e confermò lo stabi- o Tuscania. Derivarono tante clamorose


lito dall'immediato predecessore Celesti* pretensioni, dall'avere talvolta il vescovo
no III,il quale innalzò la chiesa di Vi- di Tuscania lasciata la sua propria e na-
terbo algrado di cattedra vescovile e l'u- turale residenza nel decadimento di essa,
nì con questa di Tuscanen. ora Tosca- e di avere per qualche tempo abitato in
nella. Particolarmente il Mariani pretese Viterbo, come sito più comodo e il mi-
contraddittorie tra loro le lettere pontifi- gliore de'castelli di sua diocesi, ed il cui
cie d'Innocenzo III,poichè nel mentre che ingrandimento e importanza era in pro-
con quella de' 12 ottobre 1207, e ripor- gresso in quegli antichi secoli ; e perciò
tata poc'anzi, conferì a Vi torboso per me- talvoltausarono chiamarsi col suo nome,
glio dire dichiarò e riconobbe V onorifi- senza però lasciar l'antico, al quale in-
cenza di sua cattedra vescovile compar- conveniente riparò per sempre Celestino
titagli da Celestino III ; con 1' altra de' HI con erigere Viterbo in vescovato e u-
28 detto mese presso il citato Baluzio, nendoloa Tuscania o Toscanella. Che Vi-
dichiarò Viterbo semplicemente Castello terbo e Tuscania fossero due luoghi di-
sotto la giurisdizione del vescovo di Tu- stinti, lo si rileva anche dalla bolla Ex

scania o Toscanella, ma dessa non fu che privilegio d'Innocenzo III, in cui è detto:
una riproduzione della bolla di s. Leone Ut Viterbiensis Ecclesia cum Tutta-
IV, al cui tempo tale era la condizione di nensi.....illamPiterbiensi sedi erga Ceri-
Viterbo, e non mai disposizione d'Inno- turncellensem, et Bledcnsem dioeccses
cenzo III. Dal sin qui detto con «storica honori/ìcentiam confirmamus quam ,

imparzialità,ognuno può giudicare quam circa ipsas Tuscanensis sedes dignosci-


to sieno insussistenti le pretensioni degli tur ìiaclenus Imbuisse, cui Viterbiensis
scrittori viterbesi rinnovate dal Sarzana, Ecclesia specialiter est unita. Appari-
cioè Mariani, Bussi,Coretini e altri. Essi. sce tale differenza eziandio dalla bolla Du-
TOS TO S 3o 9
dum, di V, come dalle paro-
s. Celestino te, coll'obbligo di mantenere i monaci, il

le distinte e indicanti le 4 sedi: Viterbien. monastero di s. Giuliano, la chiesa di s.


Tuscanen. Centumcellen. et Blctanam Nicola di Corneto e il monastero di s. Ar-
Ecclesia* univit .... sed quia clerus, et cangelo del Monte, Tuscanen. dioccesis.
populus Tuscanensis eidem unioni pa- Lo stesso Papa destinando nel 1202 Al-
rere, et ven. fr. nostro episcopo Vitcr- l'elio episcopo Tuscanensi et l iterbien-
hien. et Tuscanen. Ma alle poche mie pa- si, con 3 lettere ne die notizia al capi-

role ponno supplire le tanto combattu- tuloTuscanen.yoX clero civitatis et dioc-


te Memorie istoriche del Turriozzi, e spe- cesis Tuscancn.jtà al populo Tuscanen.
cialmente quanto ragiona nella part. 3: Il vescovo Filippo nel 1281 concesse a'

Cap. T iterbo luogo distinto della città


i . francescani, già da lungo tempo stabiliti
Tuscana,sempre chiamato Viterbo, e Ca- in Tuscania, la chiesa di S.Giacomo Mi-
stello fino aliig2. Cap. 2. Viterbo fino nore e sue pertinenze, salve le possessio-

al i 192 nella nostra diocesi, dichiarala ni e la parrocchia. PietroTuscanensis


città vescovile, ed unita alla cattedra di et Vilerbiensisepiscopusju eletto da O-
Toscauella. In essi riportando copiose te- norio IV, dopo che capitoli di Tusca- i

stimonianze storiche, dichiara le asser- nia e Viterbo aveano nominalo un Gia-


zioni degli scrittori viterbesi, contro la ve- como che rinunziò nelle mani del Papa,
ra Tuscana, loro particolari idee e arbi- il quale con 3 lettere al capitolo, clero
trarie spiegazioni, dirette a un fine to- e popolo significò la destinazione di Pie-
talmente opposto alla verità della storia; tro. In questo tempo il Papa Bonifacio
spiegando inoltre i vocaboli Castrum e VIII vietò a* capitoli di Toscanella e di
Castellum^'werso da Civitas, e tornan- "Viterbo l'elezione del proprio vescovo,ri-
do a qualificare falso il famoso decreto servandola in seguilo alla s. Sede. Morto
attribuito a re Desiderio, per dimostrar- Pietro nel 1 3o3 il capitolo della cattedra-
lo tale v'impiegò tutto il cap. 3. le di Toscanella elesse in vicario capilo-*
La Viterbo progredendo nel
città di lare il can. Paganino, e proseguendo la
suo lustro, potenza e dignità, più volte sede vacante elesse pure per altro vica-
divenne sede temporanea di molti Pa- rio il can. Andrea di s. Pietro cathedra-
pi, come
divenne ordinaria del pro-
lo lis Tuscanensis. Nel 1 3 1 2 i capitoli delie
prio vescovo, ed è perciò che stimo giu- due callelrali, senza attendere l'anterio-
sto di preferire 1' articolo Viterbo, per re inibizione, elessero discordemente per
riportare la continuazione de' vescovi di vescovo, quello di Toscanella Giovanni
Viterbo e Toscauella, e soltanto andrò de Saraceni canonico Lateranense, l'al-
notando col Turriozzi le cose più prin- tro di Viterbo il suo arciprete Raniero;
cipali che riguardano quest' ultima, pel elezioni annullate da Clemente V,che in
resto rimettendomi al citato articolo, il vece nominò Giovanni. Il successore An-
vescovo Rainerio o Raniero ricevè in To- gelo nel 1 3 8 si applicò a terminar le di-
1

scanelia il Papa Innocenzo 111 nell'ot- scordie a motivo dell'unione, e colla sua
tobre 1 199, restituì la chiesa a' mona- destrezza compose a concordia la città ,

ci di s. Salvatore del Monte Amiata, fi- e ridusse anche Corneto e tulio il resto
ni di vivere nel 1221. Innocenzo IV e- della diocesi di Toscanella alla sua ub-
lelto nel 1 243, con due lettere notificò la bidienza; ma i cornetani convennero di
sua esaltazione al papato, al capitolo et prestargli ubbidienza non come vescovo
clero Tuscanensi, ed al populo Tusca- di Viterbo, ma come vescovo di Tosca-
scancnsi t
e nel 1244 fece Scambio Tu- nella, e che le cause di appellazione si do-
scanensis et V ilerbiensisepiscopuSjùsse- vessero decidere in Corneto o in Tosca-
guandogli per sosten lamento, vita durau- uella, e non mai in Viterbo. INel 1 32 Au-
è

3io TOS TOS


gelo celebrò il sinodo diocesano in Cor- no Gualtieri tenne il sinodo nel 564, e( l 1

neto, altro avendone convocalo neh 3*3 intervenne al concilio di Trento , di cui
in Viterbo. In questo reintegrò il prio- scrisse gli atti ini 1 tomi, oltre un elegan-
re della collegiata di Maria Maggiore
s. te volume di discorsi, con Girolamo Mac-
ne'suoi antichi privilegi, con documento cabei vescovo di Castro, nobile toscanese
1

riprodotto daTurriozzi nell 'Appendice ,


e già primicerio della cattedrale di s. Pie-
e cominciando colla forinola In nomine : tro. 11 cardinal Gio. Francesco Gambara
Dei Amen. Nos Angelus Dei, et Apo- Tuscanensis et Viterbiensis episcopus,
stolieae Scdis grada Fiterbicnsis et , nel 1 566 prese solenne possesso della chie-
Tuscanensis Episcopus. Datimi Viler- sa di Toscanella. Essendo già perle rovine
lii in Ecclesia B. Laurentii nostra Ca- sofferte dalla città restala fuori delle mu-
thedrali. I toscanesimi» compenso de'be- ra la cattedrale di s. Pietro, ove dalla
ni dispersi della mensa, per reintegrazio- chiesa della Rosa erasi da lungo tempo
ne gli concessero quelle possessioni che de- restituito il capitolo, venne dal cardinale
scriveTurriozzi.Nicolòeyyz*.yco^«,sTusca- trasferita la cattedra nella chiesa di s. Gia-
nensis et Viterbiensis, maggio i35i a* 2 como Maggiore apostolo nel 1572, ov'
tenne il sinodo in Montalto diocesi di To- al presente, assoggettandole, unendole e
scanella, ove come già narrai ricevè Papa incorporandole la detta chiesa di s. Pie-
Urbano V. Sotto vescovato di Pietro del
il tro; e siccome impiegò per la restaurazio-

i46o, Dei et Apostolicae Sedis grada ne di s. Giacomo 3oo scudi ritratti dal
Tuscanen. et Viterbien. episcopi, già e- sito del caduto monastero di s. Paolo, e
rano soppresse le abbazie di s. Giuliano sborsati dal comune per nuovamentefab-
e di s. Giusto nel territorio di Toscauel- bricarlo, così fu posta nella facciala la di
la, e incorporate alla mensa vescovile, hi luimemoria: Jo. Frane. Card. De Gam-
quello del vescovo Matteo Cibo, nella à." bara Episc. Thuscancn. Nel 1576 cele-
festa di Pentecoste del i49^> Toscanella brò il sinodo, in cui ordinò che nel mat-
soggiacque al narralo Gerissimo sacco del- tutino e nel ve«pero,//* ch'itale 3 ct dioece-
l'esercito di Carlo Vili, indicato dal Tur- si Tuscanellae B. Jacobi commemoratio
ri ozzi colle parole: post Ulani gallorum fiat, cui dedicataestccclesia. Carlo Mon-
saevi tieni, et inauditam depopulationem tigli nel 1 576 prese possesso solenne nella
in chitatem, tempia, conch'es, et liberos cattedrale di Toscanella, nel 1 584 convo-
noslrosj tantoché rovinala in parte la cit- cò il sinodo, e nel 1587 fece transazione
tà, il capitolo della cattedrale si trasferì colla camera apostolica, cedendole il ca-
ad ufficiare la chiesa della Madonna del- stello di Bagnaia e suoi parchi, porzione
la Rosa, ed il vescovo a risiedere presso la di dote della mensa vescovile di Viterbo,
medesima nell'altro suo palazzo. II mede- ed ottenne in compenso l'esenzione tota-
simo vescovo già avea neli493 ricevuto le da tultociò che riguarda il diritto ca-

in Toscanella Alessandro VI. Ivi neli5o5 merale nelle tenute della mensa vescovi-
il vescovo Ottaviano Visconti de Ria- le di Toscanella. Nel seguente annolaco-

rj, vi accolse Giulio 11, il quale ad esem- munità fece il nuovo palazzo vescovile uni-
pio d'Eugenio IV e Nicolò V, donò i3o to alla cattedrale di s. Giacomo, essendo

scudi pel risarcimento della cattedrale di già rovinato l'altro di s. Pietro. Neh 594
s. Racconta Turriozzi che nel se-
Pietro. prese con pompa in Toscanella il solenne
coloXVI si davano possessi delle preben-
i possesso Girolamo Malleucci di Fermo,
de ecclesiastiche, con imporre la berretta Episcopus Tuscanensis et l ìterbiensh,
sul capo del prebendato geuuflesso,il qua- e poi vi ricevè Clemente Vili. Nel 1602
le giurava l'osservanza degli statuii e con- partirono dalla chiesa di s. Pietro i frati

suetudini dellacLiesa.il vescovo Sebastia* del b. Pietro da Pisa , ed il vescovo con


TOS TOS 3i 1

allo pubblico la restituì all'episcopale giu- Notizie, i titoli di rinvio, per i vescovati

risdizione. Tenne varie ordinazioni e fun- uniti, nel 1750 per la involta leggo: 7o-
zioni pontificali in Toscanella, e moren- scanclla, Fedi Viterbo; laonde gli scrit-
do in Viterbo fu sepolto uella cattedrale. tori viterbesi del secolo decorso, ancorché
Tiberio Muti a'3 dicembre 161 1 prese
i avessero voluto ignorare tutto quanto so-
possesso della cattedrale di Toscanella,nel- no andato in breve dicendo, bastava che
la quale in seguito fece pontificalmente avessero sotto gli occhi tale legale nomen-
l'ingresso, e vi celebrò il sinodo nel 1 6 1 4- clatura,oltre le solenni e pubbliche/Vo^o-
In questo essendo nata discordia tra il ca- sizioni concistoriali che si stampano e si
pitolo di Toscanella e l'altro di Viterbo riferiscono nel preconio dal Papa in conci-
sopra il primato della cattedra vescovile, nuovo vescovo, ove si legge:
storo per ogni
e ventilata la causa in Roma nel tribuna- Ecclesiarum Viterbien. et Tuscanen. in-
le della rota in mancanza della bolla d'u- vicem unitarum; e poi si ripete invicem
nione, decise Cathedra* Tu-
il tribunale: perpetuo canonice unitas .... Fiterbium
scanen. et Viterbìen. esse aeque pria- et Tuscania in Provìncia Patrimonii, s.
cìpaliter unita. Divenuto cai dinaie il ve» Sedis sunt immediate subjectae. Quin-
scovo Muti, il i.° marzo 1622 consagrò di nella proposizione si dà distinta rela-

l'altare maggiore e la cattedrale in ono- zione tanto della chiesa e diocesi di Vi-
re di s. Giacomo Maggiore apostolo, co- Tusca-
terbo, che della chiesa e diocesi
me apparisce dall'iscrizione riportata da nia e Tuscanen .... Diocceses unitati
seti

Turriozzi. Fece varie altre funzioni pon- sunt amplae,etquamplurima sub se lo-
tificali e donativi alla chiesa; e nel i635 ca complectuntur. Divenuto il vescovo
convenne alla confinazione della tenuta Conti Papa Innocenzo XIII neh 721, me-
di s. Giuliano, mensa vescovile di Tosca- more della sua cattedrale di Toscanella,
nella, colla duchessa di Parma e di Ca- di suo moto-proprio le assegnò per 25
a
stro. 11 cardinale Francesco M. Brancac- anni dalla mensa vescovile 60 scudi d'an-
ci Episcopio Tuscanensis et Piterbien- nua pensione. Gli successe Adriano Ser-
sis, convocò 8 sinodi diocesani, edificò nel- ma Ilei Episcopus Tuscanensis et Fitcr-
la cattedrale la cappella de' ss. Giusto e biensis, visitò più volte la diocesi e consa-
Giuliano padronato de'vescovi di Tosca- grò varie chiese. Il vescovo A lessandroAb-
nella, e l'arricchì di varie suppellettili. 11 bali, ad esempio del vescovo cardinal
cardinale fece varie funzioni in Toscanel- Francesco Brancacci, nel 1746 pubblicò
la, e nel nobile palazzo e giardini presso l'editto sull'esenzione e privilegi delle te-
s. Silvestro, lasciato per legalo a' vescovi nute della mensa vescovile di Toscanel-
di Toscanella da AlfonsoDonnini loscane- la. II vescovo cardinal Raniero Simonet-
se, S. P. Q. R. Scribae,\\e\ 6^3 per gra-
1 ta morendo nel r
749 lasciò ricchi doni al-
to animo gli pose la memoria pubblica- la chiesa di Toscanella. 11 successore car-
ta da Turriozzi. Andrea Santacroce Epi- dinal Giacomo Oddi riguardò con par-
scopus Tuscanensis et Fiterbiensis, do- zialissimo affetto la cattedra toscanese, fa-
po aver 70 1 solenne ingresso in
fatto nel 1 cendole ricchi donativi, e neh 767 otten-
Toscanella, compose varie dissensioni tra ne da Clemente XIII l'annua pensione di
il clero e la città. Nel
1 7 6 cominciarono 1 scudi5o da pagarsi in perpetuo dalla men-
in Roma a pubblicarsi le Notizie di Ro- sa vescovile alla sagrestia di detta chiesa.
ma o Almanacchi, e nel 17 18 principia- Per tali e altre beneficenze il capitolo gli
rono a pubblicare l'elenco de'vescovi,e pel fece scolpire nella cattedrale un'iscrizio-
i.° registrarono il cardinal Michelangelo ne di perenne riconoscenza, che riporta
Conti, vescovo di Viterbo e Toscanella. Turriozzi. Questi termina la sua serie con
Incominciato poi a introdursi nelle slesse Francescangelo Paslrovichi Episcopus
286062
3.2 TOS TOS
Tuscancnsis et T'ilerbicnsis del 1773, apparteneva l'affare che trattava. I ve-
che visitò più volte la diocesi. Avverte scovi successori non mancarono d' esse*
inoltie Turriozzi, che essendo allora il re amorevoli con ToscanelLi, come dissi

vescovo delle due chiese unite, cioè di del cardinal Antonio Gabriele Severoli e
Tosca nel la e di Viterbo, in lutti gli atti dell' attuale cardinal Gaspare Bernardo
sidava il titolo d'ambedue, anteponendo Pia net ti.
sempre il nome di quella diocesi, a cui

FINE DEL VOLUME SETTÀNTESIM OTTAVO.

L.XJ V»
BX 841 .N67 1840
SMCR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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