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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CHIESACATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

YOL. LXXXIX.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL VI 11.
La presente edizione e posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

VEI VEI
V,EIO o VEII, Fej'us. Antichissima gnaculum, resistette per quasi 3 secoli e
citlà già vescovile, e già forte, polente e mezzo a Roma sua rivale, ad onta che
ricca, una delle 12 principali dell'Etru- non ne fosse distante al più 2 miglia e
1

ria o Toscana (F".). L'ampio suo terri- mezzo circa, poiché nella tavola Peutin-
torio, detto ampia regio, confinava al- geriana è la distanza di Veio da Roma
l'oriente col Tevere {?.), a settentrione di 12 miglia, e presentemente circa 11
con quello de' Falisci, de'Capenati e de' miglia per la via Cassia, alle quali aggiun-

Sulrini ; ad occidente con Ceri; ed a mez- te l'una e mezzo della porla anticasi a-
zogiorno con Lorio (fra Bonaccia e Castel vianno 12 miglia e mezzo. Presso il silo
di Guido dell' Ospedale di s. Spirito, se- ove surse se ne vedono ancora le rovine,
condo Commanville sede vescovile nel V ed elevasi sopra una rupe, tagliata all'in-
secolo, de'quali luoghi parlai anche nel torno a picco, il castello che dalla sua li-
voi. LI, p. 88, degli altri l'andrò dicendo), brazione romantica ebbe il nome d'Iso-
Bebiana (fra Lorio, e Alsium oggi Palo, la unito a quello di Farnese, non forse
di cui ancora parlai in più luoghi), Fre- perchè Paolo III Farnese ne die il pos-
gene (ora tenuta di Maccarese óe'Rospi- sesso alla sua famiglia, il che secondo al-
gliosi, confinante con Castel di Guido, cuni si suppone senza potersi accertare;
poi coloniaromana marittima, diversa da derivando piuttosto secondo me la più
Fregella) e forse col mare Mediterraneo. ragionevole congettura dalle vaste pos-
Circa il 4° miglio da Roma, dice il cav. sidenze godute nelle vicinanze dalla me-
Coppi, si vedono a destra vestigia d'an- desima famiglia, come rilevai nel voi.
tica strada, che talvolta fu delta Veien- XXXIII, p. 20i, mediante lo stato di Ca-
tana. Venne paragonata ad Atene, la più slro e di Ronciglione (V.) che dominò.
celebre città di Grecia (/"'.), per la gran- Trovo bensì nel p. Eschinardi, Descri-
dezza. Quale, Del Tosco impero già Ca- zione di Roma e dell' Agro Romano, a
po e Regina, non che Ilclruriae Propu- p. 2o4>che il castello dell'Isola, era giù de'
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ducili di Panna, e perciò dello Farnese, fosse fra tutte le altre della Toscana e
fortezza dell'antico Veio, circondala da dell'Italia antichissima e ricchissima, l'af-
un gran fosso; e di poi parlando dell'o- fermano Eutropio, Oliverio, Alier, Li-
pere dotte del Piazza, del cav. Coppi e di vio e altri. Veio era una città per testi-
r
mg. Nicolai, si vedrà die questi l'affer- monianza degli slessi romani piti bella di
mano esplicitamente, non però che tale Roma per la situazione, per la magnifi-
proprietà derivasse da Paolo III, essen- cenza degli edilìzi pubblici e privati, de'
done l'acquisto posteriore. L'Isola Far- quali non ne vantava maggiori qualun-
nese è una frazione del distretto e Co- que città in Europa, e per tante altre ra-
inarca di Roma (J^.), nella diocesi sub- gioni che si ponno rilevare nello stesso
urbicaria di Porlo e s. Ruffino., e nel- romano storico Livio, il quale parlando
la Statistica dell'anno i853 è registrata in persona de' romani che sdegnavano
sotto Roma, soltanto essa e Fiumicino, e portarsi come relegati a fondar colonie
contenere 19 case, 20 famiglie, 7 5 abi- uè' volsci, si contentavano di preferenza
tanti, a motivo della cattiva aria nell'e- d'andare in Veio, benché allora ridotto
state, nella quale stagione si riducono a da loro medesimi quasi un mucchio di
quasi 3o, e malgrado il sottostante fer- sassi e del tutto disfatto. Non è quindi a
tile territorio : ma I' Isola Farnese non meravigliare gran numero degli scrit-
il

più figura nella successiva rettificata Sta- tori che celebrarono fasti di Veio e de'
i

tistica numerativa delle popolazioni, veienti, quali affrontarono romani va-


i i

del ministero dell'interno, de'i4 novem- lorosamente con varia vicenda, or vinci-
bre 1807, perchè le frazioni si compre- tori e or vinti. I veienti più prossimi a

sero ne' comuni o appodiali, di cui fan- Roma di frequente la danneggiarono, e


no parte, per non avere ammiuistrazio- tra' popoli confinanti forse mostrarono
ne separata. Può vedersene il prospet- maggiore animosità nella vendetta, sic-
to nell'incisione prodotta daìV Albani di come difesi da una città ben munita, po-

Roma, t. i,p. 345. Ne'teojpi bassi però tevano ad ogni opportunità invadere sac-
era molto più popolata e più vasta, co- cheggiando il territorio nemico, e ritirar-
me apparisce dalla rovina delle case a si sicuri dentro le proprie mura. I roma-

settentrione ov' è la porta delta Porto- ni, biasimando in altri ciò che alla loro

naccio. Finché Veio fu nel suo florido volta praticarono, chiamavano questa ter-
stato ebbe il titolo giustamente di capo ribile forma di guerra ladroneccio, ed i
e frontiera sopra tutte le città dell' Etru- veienti predatori, giungendo spesso le
ria, la vera e unica metropoli della me- loro improvvise scorrerie, a modo di lam-
desima, mentre dopo la sua distruzione po, fino alle porte di Roma. Quindi per-
altre città etnischeandarono fregiate del petuo rancore fra' romani e veienti. i

grado di capitale, come Perugia, Corto- Dichiara il eh. Campanari Sopra una :

na, Arezzo ec. Plutarco chiama Veio re- rupe alla e scoscesa, alle cui radici scor-
gina e capo, ossia metropoli della Tosca- rono T acque del fiume Cremerà, e dove
na, d'armi e d' armate non punto infe- sorgono oggi umili avanzi di povere fab-
riore a Roma, s' intende alla Ptoma di bricherà ri casolari e tugurii per vecchiez-
sua epoca. Che Veio fosse la più forte di za cadenti, sorgeva un ih la potente cit-
Toscana e d'Italia ancora, la più capa- tà di Veio, la feroce rivale di Roma, che
ce a far fronte a' romani non tanto per- per lo spazio di più di 3 secoli resisten-
la sua vantaggiosa posizione, che per la do con ostinale e sanguinose battaglie al-
sua celebre rocca, in excelsa et prerup/a laprepotente forza di lei, cedendo poscia
Rupe, come la chiama Dionisio d' Ali- al destino che minacciava già le altre cit-
carnasso, l'asserisce Tito Livio. Che Veio tà deli' Eli uria, a lei pure miseramente
VEI VEI 5
soggiacque. Era Veio la più forte della quello che narrano Dionisio, Livio e al-
gente etnisca, della grandezza di Ateue tri scrittori autorevoli, ragion vuole che
(dice il una circonval-
Zanclii che avea si concluda essere questi scrittori veri-
lazione di 5 in 6 miglia; e il Nibby, che dici ancora ne' fatti che più non esisto-

ne misurò 1' estensione, dichiara y mi- no. Ora essendo il soggetto di tanta im-
glia), e distante non più che ioo stadi portanza da potersi dedurre conseguen-
da l'ionia, 2 miglia e mezzo romane;
i za di tanto peso, non deve recar mera-
ed è precisamente ad una tale distanza, viglia, se i dotti de' secoli passati, come
che nel luogo DO chiamato Isola Far-
O oggi quelli del presente, s'affaticarono in rin-
nf.se vuoisi riconoscere l' antica Veio. tracciar il sito della città con que' mez-
Quivi si vedono ancora a poca distanza zi eh' erano in loro poterete convien di-
dalla città antichissimi sepolcri scavati re a gloria di Veii, che niuna città antica
da 1
1 1 iti* primi abitatori nel vivo masso dopo Roma abbia avuto tanti ingegni
tlt-lle roccie, e avanzi di mura colossali, che ne abbiano indagato il sito, i monu-
e resti d' antiche strade che accennano menti e la storia. Nel voi. XIII, p. 296,
ove una volta fu la famosa Veio. Fu già parlando di Civita Castellana^ registrai
gran disputa fra gliarcheologi de'lempi ad hoc l'opere di Cesarò, Corso, Maria-
andati, se il luogo di Veio fosse questo, ni, Mazzocchi con 3 opere, Castiglione,

o se altrove fosse situata quella celebre Famiano Nard'mi, Perazzi, Zauchi, Mo-
città ; ma dopo le scoperte ivi fatte di la- relli, oltre quelli ricordati negli articoli
pidi importantissime nel 8 io e negli i al- Ne pi e Sutri, e di altre città vescovili e-
tii successivi anni, non è più questione trusche, nelle quali non poco ragionai di
fra 'dotti, che il sito di Veio non sia quel- Veio e de'veienti. Si devono pure tenere
lo «teli' Isola Farnese. Fra'molti scrittori presenti gli articoli Toscana, nella par-
e illustratori di Veio e sue antichità, pre- te che ragiono dell'antica Etruria ; e Vi-
ferisco di scegliere a guida di questo mio TERBOjSiccome capitale dell'Etruriao To-
cenno il dotto Nibby, Analisi storico- scana pontificia, nella descrizione ezian*
to/jografìco-anticf uaria della Cartarie' dio de'luoghi che compongono la sua va-
dintorni di Roma,
3,p. 38o, non sen- t. sta provincia e delegazione. Zanchi in ta-

za giovarmi all'opportunità di que' che le provincia, detta pure Patri/nonio di


ricorderò. Chiunque ha un'idea della sto- s. Pietro, vi riconosce il dominio di Ve-
na romana, al nome di Veii entra nella io; e aggiunge che nel dominio veien-
curiosità di conoscere il sito di sì poten- tano si comprendeva ancora il Campo
te città degli etrusci, rivale di Roma lin Faticano, dipoi divenuto tanto celebre.
r
da'tempi del suo fondatore, la quale con- E osserva mg. Nicolai che il tratto di
tese a palmo a palmo il terreno a quel campagna che chiamasi Campo Vatica-
popolo invasore per 3 secoli e mezzo cir- no, comprendendo i colli Vaticani, ov'è
ca, e lini coll'essere deserta. Questa bra- oggi la basilica di s. Pietro, insieme alle
ni, i poi ha ben altra forza in coloro, che colline da ponte Molle al Gianicolo, tut-
s'occupano della storia antica de'popoli to era territorio veientano e denomina-
italiani e de'monuoienti superstiti; im- to Settepagio forse perchè comprendeva
perocché riconoscere il sito di Veii etnisca 7 castelli o ville de' veienti (di essi riparlai
e le vestigia che ne rimangono,porta di ne- nel voi. LI V, p. 206, e ne' parecchi artico-
ce*silà l'incontrastabile conseguenza, che li che vi hanno relazione). Loda anch'e-
romana de' primi 3 secoli non è
la storia gli la bellezza e fecondità delle vistose
una favola, come da alcuni si pretende campagne veieuti, che invogliarono ro- i

con audacia sostenere ; e che trovando mani a conquistarle, eccellenti pel grano
concorde lo stato delle cose esisteuli con e altri usi, ma uon già pel vino uou già.
6 VEI VEI
dito da' romani, forse perchè feccioso e più recentemente dui Morelli, a Civita
grosso. Dall'altro canto, essendo Veio la Castellana (per cui fu scolpito nel fron-
città etnisca più vicina a Roma, fu tra le tespizio del palazzo pubblico : Qui sle-
prime a concepir gelosia della sua nascen- terunt Vejos } nunc renovare licet); ed
te e quindi sempre crescente grandezza, il Degli Effetti a Belmonte (monte diru-
e perciò fu la sia principale nemica. Ma pato di tufa vulcanica fra Castel Nuovo
patte de'summentovati e altri scrittoli, e Scrofano, nel territorio di questo, ma
per mancanza di que' lumi, che fornisce più vicino a quello, a sinistra della via
la critica archeologica d'oggidì; parte per Flaminia, nella cui sommità fu già il

un soverchio amore di predilezione mu- castello omonimo con sua chiesa della
nicipale, tutti volendo tirar Veio alle pro- diocesi di Porto ). Tutti questi scrittori
prie patrie; parte per una specie di gara sostennero la loro opinione in modo cha
intemperante e urto personale, si allon- fa pietà (sic) vedere sopra quali frivole
tanarono dal sito in modo che non vi è circostanze si appoggiassero, quanto po-
quasi luogo fra Martignano, l'Isola Far- co conoscessero il criterio archeologico,
nese, Ponzano (eli cui nel voi. LV11I, p. e come trascurassero, travolgessero, e mu-
ia4)> Civita Castellana (distante menodi tilasseroancora l'autorità de' classici. Fa
38 miglia da Roma per l'odierna strada miano Nardini con quell'acutezza d'in-
postale), Gallese, Baccano (di cui nel gegno che lo distingue, e riconobbe l'e-
voi. LVIII, p. 1 17), che non sia stato cre- mulo Mazzocchi, malgrado la scarsezza
duto il sito di Veio, cioè nel pretendere de' lumi che a suo tempo si a ve. ino su que
di volerlo stabilire si andò vagando en- sta materia, ne dimostrò vittoriosamen-
tro una circonferenza di sopra 60 mi- te il sito all'Isola Farnese (con Discor-
glia. Le ricerche fatte espressamente in so ira'estigath'OfSlainpalo nel 1 647 in Ro-
proposito,cominciarono nel secolo XV, e ma con figure) e ne' dintorni, appoggia-
continuarono fino ad oggi.HNibby ripor- to strettamente all'autorità de' classici ed
ta semplicemente le principali seguenti alle ispezioni locali, e fu seguito da Lu-
opinioni, senza confutarle, e poi dichiara ca Olstenio e dal Fabretti : l'osservazio-
la sua autorevole. Biondo seguendo quel- ni e le scoperte fatte iu questo nostro se-
la Francesco Fiano,collocò Veii
del poeta colo, hanno dimostrato con quantogiu-
a Ponzano; Volaterrano seguito dal Ful- dizio e criterio avesse colto nel segno. La
vio, alla Meana, presso la terra di Fiano sua opera, che modestamente intitolò:
(presso di essa, di cui parlai nel voi. L, p. L'antico Velo, andò esposta a 3 insolen-
p. 7 i,e nel luogo denominato Lago Puz- ti repliche del Mazzocchi. Il Perazzi ni-
zo, 3*28 ottobre i856 dopo forte deto- pote del Nardini nel 1 654 espose all'os-
nazione si manifestò un'eruzione vulca- servazioni, ossia alla Lettera ed apolo'
nica, e quindi si formò nel centro un cra- già, ch'è lai." produzione ueli653 pub-
tere e nuovo lago d'acqua sulfurea; pa- blicata dal Mazzocchi, da Nibby qualifi-
re riproduzione di preesistente vulcano, cato inetto scrittore, coli' operetta intito-
denominazione del vocabolo, seb-
attesa la lata : La Scopetta. Nel secolo seguente,
bene a memoria d'uomini non si conosca. cioè neli768,l'avv. Zauchicon un'altra
Ne parla l'///2>u/H di Roma,t. 23, p. 332); opinione (che rimarcai nel voi. LVIII, p,
Giovanni Annio,CesareNiccolini e Lean- 1 16 e 1 17, parlando di Formello e di
dro Alberti, a Martignano; Cluverio, ne' Baccano, e rilevando il meraviglioso spa-
dintorni diScrofano(e seguito dal moder- zio di pianura distinto in liste diritte a
no Calindri, come rilevai nel descriver- guisa di scanalature cui sono divisi i cam-
lo nel voi. LVIII, p. 128); il Castiglione pi, da Formello all'Isola Farnese e da
e il Mico, sostenuti poi dal Mazzocchi, e questa verso Roma, com'era formulo pi e-
V E I VEI 7
Giumente il territorio Veiente), che Veii te, che visse sempre ed ebbe
in oriente,

fu nel Munte Lupoli, nel suolo e territo- inoltre la disgrazia d'essere stato il suo
rio di sua patria Campagnano, parte del lavoro stranamente interpolato con ag-
ciglio orientale del cratere e del bosco giunte da Paolo Diacono nel secolo IX.
di Baccano, 18 miglia lungi da Roma, A tuttociò deve aggiungersi che le cifre
appoggiandosi principalmente a' cuoi» de' numeri sono andate soggette ad alte-
coli antichi e moderni fatti pel disec- razioni per l'ignorau/.a de' copisti, onde
camelo del cratere, ch'egli prese ba- tali varianti piuttosto che attribuirle al-
lordamente (sic) pel cunicolo celebre di la trascuratezza degli scrittori, debbon-
M. Furio Camillo. Lasciando da can- si riconoscere per negligenze degli ama-
to tutti raziocini de' moderni, il Nibby
i nuensi. Dionisio descrive Veii nella gia-
seguendo strettamente a ciò che gli scrii* citura, nella distanza e nella grandez-
tori antichi ci hanno lasciato di positivo za, come dissi in principio, dichiaran-
sulla situazione di questa città, colla scor- dola la città etrusca più potente e più
ta di questi ne indagò il sito; e siccome vicina a Roma. Nell'epitome pubblica-
questo per la distauza da Roma, le cir- ta dal cardinale Mai si legge: » Essere
costanze topografiche, l'estensione del pe- la città de' veienti per nulla inferiore a
rimetro, e gli avanzi esistenti corrispon- Roma, ontl' essere abitata, possedendo
deva a ciò che si legge di Veii etrusca un territorio vasto e fertile, io parte
piesso gli antichi scrittori, concluse che montuoso, in parte piano, di aria pu-
ivi fu quella città. Dopo avere osservato rissima ed ottima per la salute degli uo-
che ingiustamente gli scrittori moderni mini, come quella che non aveva pa-
di sovente tacciarono in globo quegli an- ludi vicino, donde si alzassero esalazio-
tichi di trascuranza nel determinare le ni gravi, né alcun fiume che tramandas-
distanze de' luoghi, per le varianti che se aure fredde di buon mattino, uè scar-
alle volte s'incontrano fra uno scrittore seggiatile d'acque e queste non condotte,
e l'altro; ricorda che la critica insegna ma sorgenti, copiose e ottime a bersi ".
doversi accordare maggior credito ad Dionisio pertanto positivamente porta a
uno scrittore, piuttosto che ad un altro, 100 stadi incirca la distanza fra Roma e
secondo la qualità del soggetto che trat- Veii, i quali calcolati 8 a miglio, ne se-
tano, l'epoca in cui fiorirono e lo scopo gue che Veii era 12 miglia e mezzo di-
ch'ebbero nello scrivere. Quindi in una stante da Roma; e con lui s'accorda la
questione, come questa, del sito d'una carta Feutingeriana, la quale indicando
città, i geografi e gli storici debbousi pre- le stazioni della via Cassia, ed ommetteu-
ferire agli oratori e a' poeti ; e fra gli sto- do per sistema le frazioni, pone Veii 12
rici que' che vissero in epoche anteriori, miglia lontano da Roma. Questi due do-
a quelli che scrissero quando le traccie cumenti sono precisi. Ma coloro che non
e le tradizioni si erano o dileguate o al- vollero veder chiaro in una cosa da per se
meno illanguidite. Così Dionisio, che vis- stessa chiarissima, ricorsero a Livio, il

se 22 anni in Roma e lasciò una storia quale pone in bocca ad Appio Claudio,
tanto accurata, che visitò i luoghi che nell'orazione per eccitar il popolo alla
descrive, che fiori sotto Augusto, quan- guerra contro Veii, esser distante vicesi-
do Veii non solo non era stata dimen- inu/11 lapidali, in conspectu propc Urbis
ticata, ma era risorta come municipio nostrae aiimuiin oppugiialionetn perfer-
romano, devesi per ogni riguardo, trat- re piget. Per cui conclusero i sostenitori
tandosi di Veii, anteporre ad Eutropio, dell'altre opinioni coulra il Nardi ni e i

sofista e trascurato compendiatole della seguaci suoi, che Veii fu circa 20 miglia
storia romaua da lui dedicala a Valeu- luDgi da Roma. L'espressione di Livio fu
8 VEI VEI
vaga e il suo senso non fu compreso. Egli tàdeve rintracciarsi nella lingua etrusca,
non parlò della distanza di Veii, ma de' e non nella voce Vela di Feslo o Paolo
combattimenti, che intorno a quella cit- suo compendiatore, poiché questi forse
tà avvenivano fra' i vali corpi dell'eser- con allusione agli eccellenti veienti arti-
cito romano attendali ad una certa di- sti di cocchi ed a' valenti loro conduttori

stanza, ed i veienti; ed alcuni di essi era- de'medesimi, dice tutt'altro : Veia apud
no certamente 3 e più miglia di là da Veii, Oscos (o tuscos) dicebatur plaustru/n,
onde tenere in soggezione gli etrusci e spe- unde velarti slìpiles in plaustro et vectu-
cialmente capenati ed i i falisci. D'altron- ra, veitura (0 velatura.) Così è ignoto il
de Veii stando quasi a vista di Roma, e suo fondatore, che alcuni suppongono
dentro il raggio di 20 miglia, la proposi- Properzio,il quale fu certamente re de*

zione di Appio regge sempre, senza che secondo Servio, scoliaste o com-
veienti,

ne segua che Veii dovesse intendersi si- mentatore di Virgilio, che dice il luco e
tuato alla distanza di circa 20 miglia. famoso tempio di Feronia presso Cape-
Soggiungono però che Eutropio la collo- na (della quale fecicenno nel voi. LV1II,
ca 18 miglia distante; ma Entropio non p.i2ie seg., dicendo di Ci vitella, Lepri-
deve preferirsi a Dionisio, pegli errori dal guano e Morlupo,ed altrove con Gallet-
i.° fatti nel descrivere altre distanze, ed ti ancora),fu edificato coll'aiuto de' veien-
enumerati dal critico Nibby, e perciò non tida' figli del re Properzio mandati a
doversene far conto. Dionisio non indica Capena, non però che fondassero questa,
soltanto la distanza, ma descrive minu- la quale può essere stata fondata da' ve-
tamente il sito di Veii; e la carta Peutin- ienti a misura che estesero il loro domi-
geriana, oltre la distanza, la direzione nio fino alla riva del Tevere. Delle città
rispetto a Roma, cioè la via Cassiajquin- etrusche vicine a tal fiume, Capena non
di se seguendo tale antica Strada di Ro- fu certamente delle più oscure, quantun-
tila (P'.), alla distanza da Roma di circa que non si contasse mai come una lucu-
i 2 o 1 3 miglia esiste un luogo, che corri- monia particolare (cioè una delle prin-
sponde alla descrizione di Dionisio; se cipali città etrusche, e il cui principe o
oltre questo vi rimangono avanzi visibi- capo particolare si disse lucumone), e si

li di sepolcri, recinto di mura, e nodo di riguardò piuttosto come una dipendenza


molte vie che ivi mettono da varie dire- di Veii, collaquale fu sempre stretta-
zioni, crede il dotto Nibby che bastereb- mente unita (nella carta topografica di
be per dimostrare che ivi fu la città di Capena e sue adiacenze, che osservo nel
Veii. A compimento poi di questa dimo- Galletti, nel suo Discorso di Capena
strazione, aggiungano le memorate sco-
si municìpio de* romani e del castello dì
perte fatte nel 181 o presso l'Isola Farne- Civilucula, i territori! de'capenati e de'

se, cioè 2 miglia e mezzo lontano da Ro -


1 veienti sono separati dalla via Flaminia).
ma sulla via Cassia, dilapidi importan- Il medesimo Servio, chiosando le paro-
tissime, nelle quali di altro non si parla le dell'Eneide: Tuin Salii ad canlusj
che di Veii e de' Veienti ;
quindi oggi è ci ha conservata la tradizione, che alcu-
un fatto dimostrato che ivi fu quella fa- ni credevano essere stati salii istituiti
i

migerata città, e dalla descrizione dello da Morrio re de' veienti, perchè venisse
stalo presente de'luoghi, che toccherò poi, co' loro canti lodato Aleso figlio di Net-

si vedrà quanto esatta sia la descrizione tuno, stipite della famiglia di quel re. I

di Dionisio, e per conseguenza quanto cre- due re Properzio e Morrio appartengono


dito egli meriti in queste ricerche a pre- all'epoca primitiva della storia di Veii,
ferenza di qualunque altro. in qual tempo però particolarmente fio-

L'etimologia del nome di questa cit- rissero uou è uoto al Nibby, uè chi di
VE I VEI 9
loro fosse il più antico. Ma il nome ili lestavano per dir così alle spalle. All'e-
Moi rio o Morio pare identico a quel di poca della fondazione di /Ionia, j53 an-
Mamurio, che secondo la tradizione più ni innanzi l'era corrente, Veii certamen-
comune era stato il fabbro degli allei- te esisteva e il suo territorio era vasto;
li o scudi sagri, de' quali i salii servivan- imperocché escludendo quello de'ca pena-
si nelle loro danze sagre, di cui il nome ti, de' nepesini e de' sulrini, che sicura-

era sovente ripetuto nel carmen saliare. mente un tempo furono dipendenze di
De' sacerdoti LX, p.
salii parlai ne' voi. Veii , occupava tutto il tratto sulla riva
i3o,LXXXlII,p.3i4eallrove. Nel Ve- destra del Tevere, fra il confluente del ri-

to illustralo dal Zanchi, parlando egli vo oggi detto di Frocoio nuovo, e la fo-

sull'origine della città, secondo l'insinua- ce sinistra del Tevere nel mare. E den-
zione del Theuli, Teatro historico diVel- tro terra risalendo il corso di detto rivo
tetri, non trovo i nominati re veienti, ma e di là in linea retta pe'cappuccini di Bia-
bensì un re Odio o Veio figlio di Gome- 110, e Belmonte e Campagnano chiudeva
ro o Cornerò re d'Italia, nato da Jafet e dentro il cratere di Baccano , laghi di i

perciò nipote di Noè, al quale Veio dà 5o Stracciacappe già Fapirano, e quello di


anni ili regno. Crede quindi che Veio fu Martignano già Alsietino, e così andava
fondata da Gomero e le die il nome del a raggiungere la riva del gran lago Sab-
figlio Veio, ovvero che questi slesso ne batino oggi di Bracciano fino al suo emis-
fu il fondatore e le die il proprio no- sario naturale, ossia al corso dell'Arrone,
me, dicendolo fiorito ai 06 anni avanti il quale da quel punto fino al mare ser-
la nostra era, e che dal padre di lui tras- viva di confine fra' veienti eCeri oggi Cer-
se la denominazione il piccolo fiume di veteri (V.), di cui anche nel voi. XLI, p.
Cremerà, che nasce nella valle di Bacca- 189 e 190 e altrove. Il Tevere lungo tut-
no, dove prima era un piccolo lago di- to il tratto sopraindicato era il confine
seccato dal principe diCampagnano Ago- naturale fra'veienti e Lazio (V.), con- il

stino Chigi, essendo già stato diminuito finechefusanziouato dopo lamoited'E-


per mezzo di emissari particolari, quali i nea. Quindi il Alo/ite Gianicolo ed il Va-
furono presi dal Zanchi pe' cunicoli fo- ticano (/'.), sebbene al presente in parte
rati da' romani per espugnar Veli. Nel- siano chiusi eulro le Mura di Roiiia[P^.),
1' ultimo diseccamento, eseguito versoi! epoca della sua fondazione non solo
all'

1 738, lo scolo si scaricò nel Cremerà og- non facevano parte della città, ma nep-
gi Valca o Varca. Quanto all'etimologia, pure del suo territorio, come narrai in ta-
riporta il parere dell'Alberti, che seguen- liarticoli. La prima volta che veienti i

do Ceroso, narra costume degli sci-


essere compariscono nella storia è sotto Romo-
ti di fabbricar le città con de Vejo carri, lo i
.'
re e fondatore di Roma, quando cioè
così chiamati forse da Vehendo, come at- dopo la morte di Tazio redi Sabina (V.),
ti al trasporto delle cose. Tali Fej uniti avendo gli abitanti della città sabina di
insieme sembravano mura , e servivano Fidate [ V.), consangui nei de' veienti, pre-
a 'cittadini non meno di fortificazioni che date alcune barche cariche di viveri, che
d'abitazioni. Laonde da'earri co'quali for- Crustumeri colonia di Roma (laqualeco-
inossi la città, questa sidisse Veio. Il Boli- lonia avea due agri ubertosi, uno di qua
di nelle Memorie storiche del lago Sab- dal Tevere ne'possedimenti latini, uno ili

batino, di Trevigiana, Slitti ec, seguen- là ne' possedimenti etruschi) a questa in-
do l'opinioni del Zanchi,
ignorando quel- viava pel fiume per la carestia che l'af-
le delNibby, conclude che perciò la città fliggeva; perciò attirarono contro di loro
di Veio vanta per la sua origine una pri- lo sdegno di Romolo, il quale corse ad as
mazia su tulle l'altre città etrusche clje salirli, li viuse e s'impadronì della loro
io YEI V E I

città, che multò d'una parte del terrilo- nicolensi), costituirono il patrimonio dei-
da 3oo soldati. ve-
rio, e fece presidiale I la tribù perciò appellata Rurnulia o Ro-
ìenti non potevano vedere di buon animo romane
milia, e questa fu la ."
i delle Tri-
e senza gelosia questo posto avanzato de' bu rustiche. Il eh. cav. A. Coppi lesse due
romani, posto importantissimo riguardo Dissertazioni nell'accademia romana di
a loro, poiché dirimpetto a Fidene è la Archeologia, che le pubblicò nel t. 5 delle
valledi Cremerà, perla quale dopo 6 mi- Dissertazioni della medesima, cioè a p.
glia circa di cammino si giunge a Veii, 285 quella su Vejo, ed a p. 3i3 l'altra

.senz'aleuti ostacolo naturale. Quindi in- dt'Settcpagì. Parlando de'confini del suo
limarono a Romolo di ritirare il presidio territorio, dice che avea un'estensione di
da Fideue e di restituire a'fidenati le ter- circa 3oo miglia quadrate, ossia di circa
re. Il bellicoso re di Roma non die peso 36,ooo rubbia. Conviene che presso le

a tali domande, e perciò essi passato il rovine di Veio si costrinse ne' tempi di
Tevere presso Fidenes'accamparouo eoo mezzo un castellodetto Isola, il quale nel-

esercito poderoso in luogo appartato. Ilo- la decadenza della famiglia Orsini che lo
molo si recò tosto a porre i suoi allog- possedeva, sembra che sia passato nel do-
giamenli inFidene Venuti allema-
stessa. minio della Farnese, dalla quale prese
3
ni, lai. battaglia restò indecisa; però nel- nuova denomiuazioue. Quanto a Sette Pa-
la 2." per un'imboscata veieuli furono i gi, egli dice ignorarsi precisamente dove
disfatti, e sebbene nel combattimento pò- fossero tali regioni de' veienti; ma sicco-
chi pei isserò, i superstiti nel passare il Te- me Tevere, con qual-
erano contigui al
si annegarono nella più par-
vere a nuoto che probabilità gli assegnò in territorio
te.Ardendo veienti di vendetta, toma-
i le seguenti tenute, che sono appunto sul»

rono in campo e furono di nuovo scon- la destra del fiume nell'antico territorio
fitti, perdendo inoltre il campo e tutte le de'veienti, e di tutto ne fece l'ili ustrazio-
bagaglie. I veienti perciò costretti a do- ne storica ed eruditalo' rispettivi proprie-
uuandar la pace, l'ottennero con tregua tari, fra'quali diverse spettano al capito-
peri oo anni, a condizione di cedere a'ro- lo Vaticano. Torricella , Prati di Tordi
mani tutta quella partedel territorio pros- Quinto, Tor di Quinto (ove si crede fosse
sima a Roma sulla riva destra delTeve- il baluardo meridionale veicolano), Cre-
se, che designavasi col nome di Sette Pa- scenza, Inviolata, Inviolatella, Muratella,
gi, probabilmente per 7 villaggi e forse Valca e Valchetla, Prima Porta e Fras-
muniti ch'erano sparsi nella contrada, e sineto, Pietra Pertusa,ÌVLilborghetto, Ca-
d'astenersi dalle Saline (/'.) che aveano sai delle Grotte, Procojo nuovo, Procojo
alla foce delfiume, e dessero 5o ostaggi vecchio. Sommano le medesime a rubbia
per sicurezza. Questo trattato fu scolpito 342. La regione è attraversata dali'anti-
a perenne memoria sulle colonne. I pri- ca via Flaminia, e ne'tempi di mezzo fu
gionieri vennero restituiti; e quelli che talvolta detta Collina. Avverte poi nella
preferirono di rimanere in Roma ebbero Dissertazione di f^ejo, che del territorio
da Romolo la cittadinanza, e terre sulla veiente una porzione è fuori dell'odierno
riva sinistra del fiume. Tutto narrano Li- Agro Romano, e che in quello erano per
vio e Dionisio. Paolo poi compendiatole avventura compresi territorii di Riauo, i

di Festo racconta, che le terre da Piomo- di Castel Nuovo di Porto, di Scrofano,

lo in quella circostanza acquistale sulla di Formello, di Cesano, di Campagnano


sponda destra del Tevere, cioè pri net pai- e di Anguillaia, luoghi tutti esistenti nel-
inente la catena de'monti Gianicoleusi e la Co tu a rea di Roma, perciò in quest'ai'-
Vaticani, nella quale erano quelle 7 boi- ticolo brevemente li descrissi. Egli trattò

gale (delle ancora Iacinteo estremila Già- quindi della porzione che prubabilmcn-
VE I VEI 11

(e era compresa nell' attuale Agro Ro- della città, ed armatisi introdussero trup-

mano, cioè: i.° Dell'Isola Farnese e delle pe ausiliarie per parte de'veienti, rispon-
tenute ad essa più vicine sino alle vigne dendo agli arnbasciatori.che dopo la mor-
di Rouia , che enumera e descrive, so- te di Romolo aveano da fare co'ro-
nulla

pra un territorio di rubbia 5 190; giun- mani, essendosi a quell'epoca sciolto qua-
ge sino alla via Cassia, e comprende tra' lunque impegno contralto. Tulio quindi
suoi confitti l'albergo e la posta della Stor- preparossi alla guerra e chiamò in aiuto
ta, della quale parlai nel voi. LYIII, p. gli albani, secondo il trattato conci uso do-

1 1 7. 2. De'Sette Pagi. 3.° Di Galera. 4. po il famoso combattimento degli Orazi


Di s. Rullino. Deh.° e del 2.° trattò nel e de'Curiazi. Fu da' fidenati invocato il

tomo citato, del 3." e del 4-° nel t.


7, p. soccorso de'veienti, e questi passato il Te-
347 e 387. Di tutte le tenute comprese vere presso Fidene si unirono con loro.

in tali lerritorii egualmente il dolio cav. Usciti in campo si schierarono nella de-
Coppi ne fece l'illustrazione slorica ed e- stra, ed i fidenati nella sinistra; dall'al-
rudita.Si può anche vedere mg.' Nicolai, tro canto Tulio co' romani si oppose a'

AIe morie sulle Campagne di lìoina , il veienti, e Mezio Suffezio cogli albani a'

quale nel t.i principalmente ne ragiona, fidenati. Seguì la battaglia fra Aniene
I'

in uno all'ubicazione di Veiu nell'odier- e Fidene; il re di Roma malgrado il tra-


na tenuta dell'Isola Farnese, già proprie- dimento di Mezio e degli albani riportò
tà dell'antica e chiara famiglia de' Far- una segnalata vittoria, prima rovescian-
nesi duchi di Parma, e perciò ne prese do fidenati e poi veienti , come si ha
i i

il nome, o piuttosto ella lo prese dal luo- da Livio e da Dionisio. La morte di Tul-
go chiamato cosi da' boschi di Fargue io seguila circa 12 anni dopo non mise

(Fargna lo stesso che Faruia Quercus ,


fine a questa guerra fra' romani e ve- i

latifolia, sorte d'albero che non dà frut- ienti, poiché si riaccese sotto il suo succes-
to, il cui legno è molto duro e leggiero. E sore Anco Marzio, il quale dopo aver rac-
una specie di quercia a foglie larghe. Di- colto un esercito poderoso di romani e
cesi Farneto il luogo piantato di Farnie. d'alleati uscì in campagna e cominciò dal
Altre notizie analoghe riporterò parlan- mettere a guasto le terre de'veienti, on-
do nell'articolo Viterbo, ilei comune di de vendicar danni ch'essi aveano reca-
i

Farnese, detto già anche Farneto, altra to nell'anno precedente alle terre devo-
antichissima proprietà dell'illustre fami- niani. I veienti passato il Tevere s'accam-

glia, dalla quale essa più probabilmente parono sotto le muradiFidene: Anco, co-
assunse il cognome, e non dall'Isola Far- me superiore in cavalleria, troncò a' ve-
nese, il cui acquisto lo fece quando già lo ienti la ritirata, e poi li forzò a combat-
portava, per cui dal suo cognome derivò tere e li sconfisse. Concluse con loro una
all'Isola l'aggiunto di Farnese); non che tregua, che ben presto fu rotta da' veien-
del territorio Veieutano,quale fosse e del- ti coli' animo di ricuperare i Sette Pagi
la qualità delle sue terre. Ritorno alla perduti sotto di Romolo: la battaglia fu
storia de'veienti col Nibby. La pace tra data presso le Saline, e finì colla sconfit-
essi e i romani durò quasi 70 anni; poi- ta totiile de'veienti, che perderono allo-
ché l'anno 88 di Roma sotto il suo 3.° re ra la Selva Mesia (leggo in mg.' Nicolai,
Tulio Ostilio si ruppe nuovamente a ca- parlando delle tenute Salsare o Campo
gione de'iìdenati. A questi avendo quel Salino, confinanti col territorio di Porlo
re iutimatodi reudergli conto della con- e altre tenute, che in questi luoghi do*
dotta tenuta da loro durante la differenza vea continuare la Selva Mesia e parte e*
insorta fra'romani egli albani, fidenati i rano le Saline che Anco tolse a' veienti,
invece di discolparsi, chiusero le porte con altre iu vicinanza d'Ostia; e leggo nel
il V E I VEI
cav. Coppi, ragionando della Selva Me- contro romani per 90 anni; ha più da-
i

sia e di Selva Candida, che non si co- te, che ricevute sconfitte da' romani) in

nosce precisamente ove fosse, sapersi ben- modo da non osar più d'uscire dalla cit-
sì che una porzione dell'antico territorio tà, ed essere costretti a rimanere spetta-
etrusco, e probabilmente veiente,ne'tem- tori de'guasti enormi, che i romani face-
pi dell'impero fu detto Selva Nera e quia- vano alle loro terre. Quella guerra firn

di Candida, da me pel narrato a Porto. colla battaglia d' Erelo (di cui nel voi.
In questa contrada nel secolo XII trovasi LXX.VI, p.47 eseg.), la (piale pose Tar-
una selva detta Magia, che (orse ha ana- quinio in grado d'essere riconosciuto co-
logia col vocabolo Mesia. Indi il Coppi me signore di tutte le città dell'Etruria,
passa a trattare d'alcune tenute, comin- lasciando nel resto adesse la libertà di go-
ciando da s. Ruffino t che sono presso la vernarsi a modo loro, e non ritenendo che
via Cornelia alla destra dell' Amelia , e una specie d'alto dominio. Gli etruschi in
ad occidente delle vigne di Roma. Il no- riconoscimento dell'alto dominio gli por-
me ili s. Raffina lo prese dal sepolcro del- tarono in dono l'insegne colle quali sole-
la martire, fu sede vescovile e col nome vano ornare i loro re, cioè la corona d'o-
pure di Silva Candida, indi riunita a ro, il trono d'avorio, lo scettro sovrastato
quella di Porto), e lutto il tratto di ter- dall'aquila, la tunica di porpora ricama-
reno, che avevano fra 'Sette Pagi e il ma- ta d'oro, il manto di porpora varialo. E

re. Fu che Anco per conservare le


allora siccome ogni re delle XII città etrusche
sue conquiste sulla riva destra del Teve- era accompagnato da un littore con fascio
re, dominare la navigazione di questo fiu- di verghe e scure, perciò a Tarquinio Pri -
me e difendere la spiaggia, non che to- sco fu concesso di farsi accompagnare da
gliere a'veienti ogni speranza di mai più 12 di delti littori, già istituiti da Romo-
posseder le saline, edificò la colonia ro- lo. Pare che gli etruschi si assoggettaro-
mana d' Ostia alla foce del Tevere nel no a questo re come loro connazionale,
Mediterraneo sulla riva sinistra, ed apri per cui dopo la sua morte non vollero ri-

in quella parte nuove saline (indi divenne conoscere il successore. Livio parla di
sede vescovile e la i.' suburbicaria unita un' altra guerra, ch'ebbero a sostenere i

poi a quella di / tlletri, nel cpiale articolo veienti contro re Servio Tullio, successore
i ilei ii ole recenti e importanti sue notizie). di Tarquinio Prisco, che nella battaglia
Cosi,(\\ceL\y\o:Usq ne ad 3Jare Imperinrn d'Ereto avea dato prove di gran valore;
jirolalnm, et in ore Tyberis Ostia Urbs guerra che però sembra essere stata quel-
eondila. Osserva Dionisio, che costruen- la slessa che Dionisio attribuisce al detto
do Anco tal città : Effìcit ut Roma non Tarcpiinio. Questa fu l'ultima guerra fra
Mediterranei* tantum sed etiam mari- Veio e Roma durante il governo de' 7
m'spalens Transmarina quoque bona suoi re. Tuttavolta Servio Tullio volen-
degustarci. Nuova guerra si accese fra' do ingrandire il territorio di Roma, tol-
romani e i veienti sotto Tarquinio Prisco se una parte del veiente e vi stabilì la ,

etrusco tarquiniese e re di Roma, che co- nuova Tribù rustica Veientina, come no-
me capitano della cavalleria erasi princi- tai in quell'articolo. Io qui devo ricorda-

palmente distinto nella battaglia delle Sa- le, quanto in più luoghi narrai. La Qua-
lme, regnando ii predecessore. Di questa driga di creta de' veienti fu stimata una
guerra Livio non fa menzione, sibbene delle 7 cose fatali di Roma antica , alla
Dionisio. In essa al solilo veienti furono i di cui conservazione nella medesima era
sconfìtti (perciò vanno corretti Zanchi ed attaccata la salute e la gloria dell' eterna
altri illustratori di Veio, che franca meo- città; argomento svolto eruditissimamen-
le asserirono; Veio niauteuue la guerra te da Caucellieii.Aveudo Tarquinioil Su-
VEI VEI i3

pcrbo, ultimo re di Roma, intrapreso il gali traversassero il fiume): essa fu acca-


compimento del Tempio di Giove Capi- nita, sanguinosa eindecisa (dice Livioche
tolino (l.), per ornarne il fastigio ordinò nella notte seguente si udì una gran vo-
a un vasaio di Veio (oa più artefici, come ce dalla selva Arsia, che si credette quel-
dissi nel voi. LXXV11I, p. 88), unti qua- la dello stesso nume Silvano, che nella
driga di creta rappresentante il cervo di battaglia era morto un etrusco di piìi, e

quel Nume. La quadriga posta nella for- che perciò la vittoria era de' romani), e

nace a cuocersi meravigliosamente s'in- vi perirono dal canto de'romani il 1 con-
grandì tanto, che convenne romperla per sole stesso L.Giunio Tìruto, da quello de-
cavarla fuori. Con superstizione i veienti gli etruschi Arunte Tarquinio figlio ilei

riguardarono questo portento, come un re Tarquinio Superbo cacciato da Roma.


evidente presagio della futura grandezza L'esercito de'veienli e de'tarqniniesi riti-

del popolo, die sarebbe rimasto posses- rossi nelle loro terre rispettive. Nella pa-
sore del carro, e perciò ricusarono di con- ce fatta fra Roma e Porsenna , fu resti-

segnarlo a'romani, i quali però colla for- tuito a' veienti lutto il territorio, eh' era
za se ne impadronirono e lo collocarono stato conquistalo da Romolo e da Anco
sul detto tempio. Tutto il fatto viene nar- Marzio; ma dopo la rotta avuta da A mu-
ralo da Festo parlando dellaromana Por- le figlio di Porsenna sotto la città d'Ari-
ta Ratumena, dicendo che un auriga di cia, oggiRiccia f/^, ette il re avea man-
\ eio, stando gareggiando nella corsa de' dato a occupare colla metà dell'esercito
carri , fu dall' indomita fu«a de' corsieri (il quale in gran parte perì con Arunte
rapito fluo ad essa, e venne rovesciato.
ivi sepolto nel monumento che si vede in Al-
Altrettanto raccontano Plutarco e Solino. bano, e invece dicesi degli Oiazi e Curia-
Giuseppe Lorenzi, Varia sacra Genti- zi), e l'ospitalità accordata da'romaiti agli
Unni, nel t. 7 del Thes. di Gronovio, p. avanzi dell' esercito etrusco (e per quegli
i5o, lesse il passo di Servio in questo mo- episodi famosi d'ardire e di valore ripetu-
do, sulle 7 cose fatali di Roma. Acns Ma- tamente narrati altrove), Porsenna resti-
tris Deiiin; Quadriga ficlilis; f'ejento- luì a'romani questo stesso territorio, per
rum cineresjOrestissceptriim, sive Pria- testimonianza di Dionisio e Livio. Finché
mi; liioneij Palladiani; Ancilia. Onde durò l'influenza di Porsenna e della sua
avendolo malamente interpunto (poiché famiglia sullecose della confederazione e-
non sono nominate da Servio le ceneri trusca,i veienti rimasero tranquilli;mor-
de' veienti, ma solo Quadriga fictilìs Ve- to lui gli affaricambiarono aspetto. I ve-
Jorum), erroneamente attribuisce al Pon- ienti non potevano dimenticar la perdita
tefice Massimo l'uso di questa quadriga di della parte più ricca del loro territorio,
creta, che mai non ebbe. Frattanto spen- che mentre erano sul punto di ricupera-
ta in Roma da L. Giunio Drillo la tiran- re eia stala di nuovo ceduta a' romani
nia di Tarquinio il Superbo, gli etrusci a da Porsenna con atto arbitrario e di pu-
cui ricorse, condotti da Porsenna lucu- ro potere, giacché sebbene egli avesse po-
mone o re di Chiusi, lo vollero riporre sul tuto allegare il diritto di conquista sopra
trono. 1 primi ad entrare in quella lega e quella terra, i veienti nondimeno aveano
ad uscire campagna, secondo Dionisio
in contribuito con tutte le loro forze alla
e Livio, furono veienti e que'di Tarqui-
i
guerra contro Roma. Durò la tregua 23
nia (V.). La battaglia si die presso la sel- anni; finalmente nell'anno 271 di Roma,
va Arsia (pare ov'èal presente la tenuta profittando delle turbolenze inlestinede'
Insugherata presso la via Cassia, circa 3 romani , i veienti si mossero. Fu contro lo-
miglia fuori dell'odierna Porta del Popo- ro spedito il console Cornelio Cosso, che
lo, poiché ebbe luogo prima che i colle- ricuperò la preda, che aveano falla nel-
4 VE I VE I

le terre romane; ed avendo i veienti man- altrettante truppe richieste alle colonie e
data un'ambasceria, restituì loro i prigio- alle città soggette: i latini e gli eroici som-
DÌ, mediante un riscatto, accordando lo- ministrarono il doppio di gente di quella
io un anno di tregua. Tuttavolta veienti i a loro richiesta; ma romani rendendo i

tornarono a fare scorrerie nell'agro roma* grazie alla loro buona volontà, accetta-
no 3 anni dopo: il senato mandò loroam- rono soltanto la metà de'soccorsi. Per ri-
bascialori a ripeter lecose tolte; essi scher* serva dinanzi la città ea guardia delle lo-
mironsi dicendo non essere veienti i sac- roteile levarono due altre legioni di gio-
cheggiatori, ma etrusci d'altri cantoni;*** vani, onde potessero opporsi a qualche
tanto nel tornare a Roma gli ambasciato- scorreria nemica improvvisa. Di più,que'
ri, s'imbatterono in altri veienti che por- che aveano oltrepassalo gli auni dell' età
tavano via la preda dell'agro romano. U- militare, ma che potevano ancora portar
dendo questo il senato decretò sdegnato 1' armi, furono lasciati in Roma a difesa
la guerra contro i veienli, e ordinò a'due delle mura e della fortezza. I due consoli
consoli d'uscir in campagna. Malgrado condussero l'esercito presso Veii, e si at-

l'opposizionede'tribuniji due consoli mar- tendarono separatamente sopra due colli

ciarono, e posero il campo separatamente non molto distanti fra loro. I veienti eran-
un dall' altro non lungi da Veii. Non o- si accampati fuori della con un eser* città,

sando i veienti d' uscire, essi diedero il cito forte e valoroso formato cogli aiuti
guasto alle terre quanto più poterono, e giunti da tutta l'Elruria, dove più ri- i

tornarono a Roma pe'quartieri d'inver- chi aveano assoldato ipoveri, onde era più.
no. Nell'anno seguente 2y.5 essendo con- numeroso di molto del romauo esercito,
soli Cesone Fabio e Spurio Furio, gli e- Pertanto consoli giudicarono non esser
i

trusci si posero in movimento e tennero opportuno venire alle mani, e più pru-
un congresso generale per decidere se do- dente il temporeggiare; onde siconten*

vesserò muoversi contro Roma; veienti i


^
tarono rimaner chiusi nel campo e di far
implorarono caldamente l'aiuto di tutta scaramuccie. Gli etrusci mal soffrendo
la nazione contro di Roma, e finalmente trarre a lungo la guerra, stimolavano i

si che a ciascuno fosse lecito d'ar-


decise, romani con tutti modi i e rampognava-
rolarsi volontariamente in aiuto de' ve- no la loro viltà, per non uscir a combat*
ienti, e si presentò una buona mano di vo- tcre: essi dall'altro canto vedendosi pa-
lontari. In Roma dopo vivi dii>attimenli droni dell'aperto salivano ogni dì più in
e opposizioni per parte d' Icilio tribuno orgoglio. Avvenne frattanto, che un fui*
della plebe, fu deciso che Cesone Fabio mine caduto sulla tenda di Manlio, spez-
nssumesse il comandodell'esercilo contro zolla rovesciò lari e il focolare mac*
, i ,

i veienti. Questo consoleodiato da'soldati chiò, arse e consumò l'armi, uccise il più
per la parte avuta nella morte di Spu- bello de' cavalli, che il console montava
rio Cassio, si vide lo scandalo d'un'insu- nelle battaglie, ed alcuni servi. Questo
bordinazione militare,poichè abbandona- fatto riguardato come un prodigio infau-
rono il campo circa la mezzanotte e tor- sto, mosse il console a consultar gli au«
itarono in Roma, i veienli conosciuta la guri, i quali dichiararono, che ciòannun-
partenza de' romani spogliarono il cam- ziava la presa del campo, e la morte de
pò, e si portarono a depredatele tene li- capitaui principali. Manlio a evitare le
mitrofe del territorio nemico. Nell'anno conseguenze dell'avvenimento di questa
seguente in Roma i nuovi consoli Caio predizione,o l'effetto morale prodottone
Manlio e Marco Fabio per senatus-con- soldati , sulla mezzanotte abbandonò il

sullo levarono un nuovo esercito compo- campo, e condusse l'esercito a quello del
sto ciascuno di due legioni romane e di collega Fabio. Nel dì seguente gli elru-
V E f VEI i5
sci nppresero da alcuni prigionieri l' ac- trasportato al campo, onde venne lo semn-
ca dulo,econfortati lia'loro aruspici mon- piglìo ne' suoi : a frenarlo corse il collega
tarono in grandi spei anze,giudicando die Fabio, e gli etrusci desistettero dall'assa-
i numi erari per loro. Essi perciò anda- lire quest'ala; concentratisi però conti-
rono a occupare il campo abbandonato nuarono a combattere con gran furore, e
da'romani, e se ne servirono come d'un molti perdettero de'loro, ma molti anco-
punto d'attacco contro il campo supersti- ra uccisero de' romani. Gli etrusci che a-
te ponendo lutto in opera per fare ri-
,
veano occupalo il campo abbandonato da
solverei romani a un'azione decisiva. Ma Manlio, erano fino allora rimasti sempli-
i consoli quanluuque fossero pieni di co- ci spettatori della pugna; peròa quel pun-

raggio, poca fiducia a veano ne'soldati che to uscirono, e credendo che il presidio la-

di malavoglia eransi armati, come mal- sciato nel campo romano da Fabio fosse
coutenti della condotta de' patrizi nelle debole, andarono ad assalirlo. Essi non
leggi agrarie. Laonde risolsero di restar s'ingannarono: il campo non era guarda-
chiusi nel campo, acciò nemici divenis-
i to che da pochi soldati prodi, il rimanen-
sero vieppiù insolenti e pungessero I' a- te consisteva in mercanti, vivandieri, fab-
inor propriode'soldali, perchè questi in- bri ec.,gente poco alta a combattere. I ro-
sorgessero in massa e domandassero d'an- mani nondimeno fecero una resistenza o-
dar contro il appunto av-
nemico; e così stinata; ma allorché il console Manlioben-
venne. Imperocché non con-
gli etrusci che feritogravemente, volle accorrere col-
tenti di provocar audacemente romani i la cavalleria a soccorso de'suoi, cadde da
con ogni sorta di contumelie, chiamando- cavallo e per l'acerbità delle ferite non po-
li vigliacchi e codardi, che tenevansi rin- tè rialzarsi e morì, ed insieme con lui pe-

chiusi e non osavano mostrarsi, comincia- rirono i più valorosi, onde gli etrusci li-

rono a formar una specie di controvalla- beramente penetrarono nel campo. An-
zione per cingerli e quindi forzarli alla nunziala a Fabio tale sciagura, volò a li-
resa. Allora i soldati romani corsero con berare il campo e vi pervenne pel valore
alte grida alle tende de'consoli, per esser di Tito Siccio legato e pro-pretore; quin-
condotti alla battaglia. Fabio li chiamò a di instancabile tornò di nuovo a combat-
conclone, e co' rimproveri e colle promes- tere, finché il tramontar del sole pose ter-
se gl'infiammò in modo che giurarono di mine a quella terribile giornata. Osserva
non tornar a Roma, non dopo vinto
se Dionisio, a cui devonsi tutti questi parti-
il nemico. Uscirono pertanto dal campo, colari, che romano era compo-
l'esercito
e gli etrusci fecero altrettanto; giunti in sto di 20,000 1200 cavalli;
legionari e di
luogo opportuno si schierarono io ordi- e che le truppe degli alleati ammontava-
ne coman-
di battaglia: l'ala destra era no ad altrettanti soldati, cosicché in tutti
dala dal console Manlio, la sinistra da ascende vano a 42,400 uomini; che la bat-
Quinto Fabio già due volle console, e ab taglia ebbe principio poco prima di mez-
loia legato consolare e pro-pretore; il cen- zodì e si prolungò fino al tramontar del
tro dal console M. Fabio. L' urto fu ter- sole; che vi perirono dal canto de'roma-
ribile, l'ala destra fece piegar gli etrusci; ni i pio pretore, e molti tri-
detti console e
la sinistra fu sul punto d'erser circonda- buni e centurioni, quanti mai forse non
ta, e perde il suo capitano Q. Fabio, che erano periti in altri grandi combattimen-
cadde coperto di ferite. A soccorso di que- ti. Tuttavia la battaglia restò indecisa, e
sl' ala corse il console Fabio colle coorli i romani cantarono vittoria perchè la
,

scelte del centro e respinse i nemici. Men- notte seguente gli etrusci si ritirarono ab-
tre così di nuovo si equilibrava la pugna, bandonando il campo: l'indomani questo
il console Maulio fu mortalmente ferito e fu saccheggiato da' romani, e dopo aver
16 VEI V E I

dato sepoltura a "loro morti tornarono al nistrar soldati e da spese. A queste ma-
proprio campo, dove Fabio chiamò a con* gnanime offerte, il senato rese loro grazie
cione I' esercito, e rese le lodi dovute a' insigni, ed accettò con un senatus-consul-
prodi. Dopo qualche giorno ritornò col- to l'offerta generosa: Fabii ebbero l'or-
i

l'esercito in Roma, ricusò trionfo e abdi- il dine di trovarsi pronti l'indomani coll'ar-
cò il consolato, non polendo più agire per mi nel vestibolo della casa del console. In-
la gravità delle ferite riportale. L'anno fatti ivi si raccolsero, e in numero di 3o(>

seguente che fu Vario-


il 277 dell'era di scorrendo la città col console alla testa,

ne, furono eletti consoli Cesone Fabio per accompagnati da una gran turba di co-
la 3." volta, e Tito Virginio Tricosto al : noscenze e d* amici, e dal popolo, e pas-
2. toccò in sorte la guerra contro i veien- sando dinanzi il Campidoglio fecero voti
ti. La campagna si apri alsolito colle scor- a'Nurni per la felicità della loro impresa.
rerie; ina queste costarono carea'romani, Uscirono di Roma per l'arco destro della
i quali furono colti all'improvviso, e sen- porla Carmcnlale.e si portarono al Cre-
za il valore di Tito Siccio sarebbero stati merà, dove parve loro opportuno il sito
tutti spenti. I soldati sparpagliati si riu- per esser munito, e di servir da castello al
nirono insieme sul far della sera sopra un presidio. Il Cremerà, oggi Valca, in quel
colle, dove passarono la notle. I veienti ve punto separava il territorio romano dal
li assediarono. In tal frangente il console veienle: il luogo dicesi da Dionisio taglia-
non trovò allro scampo, che quello di to a picco, quindi sembra a Nibby dover-
chiamare in soccorso il collega. Questi si riconoscere in quel monte dirupato a

giunse in tempo: i veienti posti in rotta sinistra della via Flaminia, dove questa
si ritirarono a Veii, dove furono insegui- è attraversata dal Cremerà circa G miglia
ti da' romani, che posero il campo sopra lungi da Roma sulla ripa destra di quel
un luogo forte vicino alla città. Di là sac- rivo, e precisamente dominante l'osteria
cheggiarono le terre veientane, e carichi della Valchelta. Essi non potevano sce-
tornarono in Roma. Da quell'e-
di spoglie gliere luogo più acconcio per tener a fre-
poca cominciò per parte de'veienli un si- no i veienti, per dominar tutta la valle
stema di guerra ladroneccia incomodis- del Cremerà fino a Veii, per guardare
sima per Roma uscivano le legioni ro- : tutto il tratto dell'agro romano, ch'essen-
mane in campagna, essi chiudevausi nel- do il più vicinoal veienleera il più espo-
la città: partivano le legioni, essi scorre- sto alle loro scorrerie, e finalmente per-
vano e saccheggiavano le campagne lino chè posto ad egual distanza fra Veii e Ro-
Roma. Questo mise in ansie-
alle porte di ma, e prossimo al Tevere. Vi fabbricaro-
tà il senato, dalla quale l'amor patrio del- no un castello, che prese il nome di Cre-
la gente Fabia lo tolse. Dappoiché Del- merà. Da quel momento i veienti trova-
l' anno 276 di Roma presentatisi i Fabii ronsi paralizzati nelle loro scorrerie; i Fa-
al senato, per Cesone Fabio di-
organo di bii però aveano sotto gli occhi la parte
chiararono: Aver la guerra veienle biso- più ubertosa del territorio veienle che
gno piuttosto d' un presidio permanente scorrevano e depredavano da ogni Iato,
che d'uno grande; quindi che il senato massime gli armenti. I veienti procura-
prendesse pur cura dell'altre guerre, la- ronodi snidarli, ma non potendo riuscir-
sciasse i veienti a'Fabii: ch'essi avrebbe- vi colle sole loro forze, invocarono il soc-
ro mantenuta sicura maestà del nome la corso degli altri etrusci, e li assalirono:
romano; essere questa una guerra per lo- i Fabii furono soccorsi da Roma pel con-
ro, comedi famiglia, ed aver intenzione sole Emilio, e pervennero a mettere in
di farla a spese proprie; che la repubbli- rotta gli etrusci a' Sassi Rossi, luogo co-
ca andasse per questa esente da sommi- sì dello dalle rupi di tufa rossa, stazione
VE I VEI 17
oggi dettaPrima Porta. Questa vittoria me Cremerà famosi. Tale giorno della
lese Fabii più baldanzosi: dopo esser
i sconfitta de' Fabii fu da' romani anno-
dimorali due anni iu quel loro castello, verato tra' nefasti, e la porta per la qua-
ed aver ad una determi-
fatto scorrerie le erano usciti da Roma i Fabii fu chia-
nala distanza, cominciarono ogni giorno mala scellerata. I veienti uniti agli altri
più ad allontanarsi, e i veicoli dal canto elrusci, ebbri per tal vittoria, andarono
loro cercarono di attirarli, finché un gior- in massa alla volta di Roma, e posero il

no, fìngendo di fuggire, li attirarono in campo sul Gianicolo, 16 stadi distante


un'imboscata e li trucidarono lutti l'anno dalla città, cioè in quella parte de' colli

279 di Roma a'i3 di febbraio (secondo Gianicolensi oggidì denominati colli Va-

Ovidio, e nel mese di giugno al riferire di ticani. Di là passando Tevere si por- il

Plutarco). Sembra inverosimile che tutti tarono fino al tempio della Speranza vec-
i 3o6 Fabii fossero spenti iu uu punto e chia, ch'era nelle vicinanze dell'odierna
in luogo ov'eransi recati per un sagiifizio, Porta Maggiorerà ivi si venne alle ma-
come altri vogliono, avendo lascialo indi- ni con esilo dubbio: si combattè nuova-
feso il castello di Cremerà. Sembra che il mente presso la porta Collina, quasi col-
racconto più veridico sia, che gli eli usci lo stesso risultalo. Finalmente due balta-
avendo di nascosto preparato uu nume- glie più decisive si diedero, l'ultima del-
roso esercito, allettati i Fabii a inoltrarsi le quali sul Gianicolo stesso; allora i ve-
lontani dal presidio per inseguire e pre- ienti e gli etrusci dopo gravi perdite do-
dare greggi di pecore, ed armenti di bovi vettero ritirarsi. L'anno seguente i veien-
e cavalli appositamente mandali da' ve- ti si collegarono co' sabini, ma furono in-
icoli fuori de' castelli spesse volte; in una teramente disfatti sotto le mura di Veii
notte collocarono in luoghi opportuni le dal console Publio Valerio. Questa guer-
insidie per piombare sui romani, e in- ra ebbe fine nell'anno appresso, essendo
viando a scorta di molto bestiame alcu- console C. Manlio: questi concluse con
ni armati. Scopertosi il bestiame da' Fa- loro una tregua di \o unni, mediante un
bii, lasciato al castello uu presidio suffi- tributo iu grano e in denaro. Tale tregua
ciente, si gettarono su' custodi del bestia- non durò tanto tempo, poiché fìu dal 3 1 1
me che fìnsero fuggire. Ma mentre i Fa- iveienti commisero depredazioni nell'e-
bii senza sospetti riconduce vano il bestia- stremità dell'agro romano : la guerra pe-
me,d'ogni parte furono circondati da' ne- rò non cominciò formalmente che 7 an-
mici, e comechè sbandati ne restarono fa- ni dopo. 1 veienti erano allora governati
cili vittime.Indi i veienti corsero ad assali- da un denominato lars Toluinnius
re,
re il castello, e dopo valorosa difesa con- (sulla Lars si può vedere il voi.
voce
venne a' Fabii cedere al numero e tutti LXXVIU, p. 85), cioè il re Tolumnio.
perirono, vendendo care le loro vite, per Questi fece ribellar la colonia romana di
avere i veienti perduto un 3.° dell'eser- Fidene,e per comprometterla interamen-
cito. Della gente Fabia vuoisi che restas- te ordinò loro d'ucciderei legati romani,
se un sol fanciullo lasciato in Roma, dal ch'erano stali spediti per chiedere ragio-
quale provenne Fabio Massimo (che van- ne di tal novità. Dopo questo misfatto, i

ta a stipite l'odierna nobilissima famiglia veientiei fìdenati prevedendo le conse-


de' Massimo, come notai ne' voi. L, p. guenze nou aspettarono romani, ma pas- i

3og, LXX V I, p. 1 2, e altrove) ; ma ere- sarono l'Auieue- Si venne ad una zuffii


desi ch'esistessero altri Fabii, anco pel ostinala, nella quale sebbeue i romani ri-
riflesso, che le leggi romane astringeva- manessero vincitori perderono nondime-
no ogni pubere al matrimonio. La stra- no molta gente. Quindi romani deter- i

ge de'Fabii rese luogo e


il il piccolo iìu- minarono d'eleggere un dittatore, e lu
VOL. LXXXIX.
i8 V EI V E I

scelta cadde su Mamerco Emilio. Sua 1 romani per nulla sgomentali, crearono
prima cura fu di liberare il territorio ro- dittatore Aulo Ser\ilio, il quale ordinò
mano dalle devastazioni nemiche, e per- di slar pronti sul far del giorno ad uscir
ciò respinse collegali di là dall'Amene.
i in campo, e tutti quelli ch'erano in ista-

Egli slesso passò quel fiume, ed accani - to di portar l'armi le presero. 1 collega-
possi in quella specie di penisola, che tro- li non li aspettarono, ma ritirarono sul-
vasi al confluente di questo fiume col Te- l'allure verso Nomcnlo (F.) dove
t
il dit-

vere. Frattanto un nuovo soccorso era tatore liraggiunse e sconfisse. Di ritor-


giunto a' collegati, cioè falisci. Teuuto i no si volse a Fidene; non potendo pren-
consiglio, i veieuti e i fìdenati erano di derla d'assalto, se ne impadronì scavan-
parere di trarre in lungo la guerra: i fa- do un cunicolo. Dopo la presa di Fide-
lisci però, essendo più lontani, espressero ne i veienti ottennero una tregua, ma
il desiderio di venir prontamente ad una cominciando a temer seriamente per lo-

battaglia decisiva; onde Tolumnio per ro stessi spedirono ambasciatori agli al-

non disgustarli l'intimò pel dì seguente. tri popoli dell'Elruria, perchè si convo-
Questa si die sotto le mura di Fidene : casse una dieta nazionale al fano di Vol-
l'ala destra fu occupata da' veieuti, la si- tumna (secondo il costume degli etru-
nistra da' falisci, ed il centro da' fidatati; sci che notai nel voi. LXXV11I, p. 92:
inolile essendo i veieuti più numerosi, Voltumna o Volumna era la dea della
spedirono dietro i colliche aveano sulla benevolenza degli elrusci. Alcuni dicono
sinistra, un corpo di truppe che dovea at- che il tempio di Volturna, Volumnae
taccar il campo romano durantela mi- Forimi, era situato nel medesimo luogo
schia e far così una potente diversione. ove presentemente \.vo\a%\Filcrbo. L'A-
Ma ben altrimenti andò la faccenda la : mati nella Storia di/'olscno, t.i,p. 1 12,
battaglia fu decisa all'istante; l'infante- riferisce che gli antichi elrusci per pro-

ria etrucca non potè sostener l'urto deb mulgar leggi e trattar gli affari più ar-
le legioni romane; uon così la cavalle- dui e rilevanti della repubblica, si adu-
ria, ch'era comandala da Tolumnio stes- navano in Yolseno, centro della vecchia
so ; essa resisteva ancora, quando Aulo Toscana, e per essere stalo il suo lucu-
Cornelio Cosso tribuno militare, o secon- mone anticamente il più ragguardevole
do altri console, vedendo che romani i della nazione ; ma quando la potenza
cedevano dovunque portavasi il re diVeii, grandemente/ si
de' falisci e de' veienti
corse ad investirlo e l'uccise (onde le sue aumentò, sicché potevano contendere co-
spoglie opime depose nel tempio di Gio- gli etrusci trascinimi, cioè dopo la fon-
ve Ferelrio, come notai nel voi. LV III, dazione di homa, non vollero più recar-
p. i84)- Questo fatto terminò la sconfit- si a Volseno ora Bolsena, scelsero un
ta dell'esercito collegato. Cosso passato il fano di Vol-
luogo indifferente, qual fu
il Tevere colla cavalleria die il guasto turna o Volcurna, posto nel bosco Cimi-
al territorio veiente, e l'esercito romano no tra' confini de' volsenesi e di Monte
al suo ritorno nel campo apprese che il Fiasconc, e quivi in ogni nuova luna
corpo veiente spedito per assalirlo era per molto tempo si tenne la dieta gene-
stato eziandio compiutamente disfatto. rale degli stali di Toscana). Si tenne
Malgrado questa rotta i veieuti, invitati questo congresso, nel quale gli altri po-
di nuovo da' loro costanti alleati i fìdena- poli dichiararono formalmente di non
ti, passarono 3 anni dopo l'Aniene e si voler prender parte in una guerra ch'e-
accamparono dinanzi la porta Collina di ra stala mossa da' veienti di lor capric-
iloma, profittando della circostanza d'u- cio senza consultare il voto della nazio-
na fiera pestilenza che affliggeva la città. ne. Istigali però da alcuni fìdenati, pri-
VEI V E I 19
ma ancora che spirasse la contenuta tre- chi, sopra frivoli pretesti dichiararono
gua, depredaronole romane terre. I ro- la guerra a'veienti, i quali ormai datisi
mani non polendo ottenerne riparazio- a una vita eccessivamente tutta molle e
ne, spedirono 3 tribuni militari contro oziosa, si esercitavano in continue rube-
Veii, che per le loro dissensioni furono onde Livio non dubitò qualificarli,
rie,

disfatti. Dopo questa vittoria i veienti praedonem Vejenlem. I tribuni milita-


tentarono di nuovo l'animo degli altri ri, a'qnali fu affidata quest'impresa, leva-
popoli etruschi, ma non poterono muo- rono un esercito numeroso, composto in
vere alcun comune ad unirsi con loro, e gran parte di volontari romani, Ialini ed
solo ottennero che i volontari potessero eroici, peregrina Juventus. Essi furono :

accorrere in loro aiuto, e molli ne attras- Tito Quinzio Capitolino, Quinto Quin-
sero colla speranza di Dottino. Trovaro- zio Cincinnalo, Caio Giulio Iu!o, Aulo
no però corrispondenza negli alleati fi- Manlio,Lucio Furio Medullino, e Manio
denati, che massacrarono tutti i coloni Emilio Marneremo; e pe' primi cinsero
1 umani, e strinsero vieppiù gli antichi Veii di blocco e d'assedio regolare. All'an-
legami con loro. La rotta di recente ri- nunzio di questo gli etrusci si adunarono
portata, e la nuova ribellione di Fide- in gran numero alla dieta di Voltumna,
ne mise romani in
forti apprensioni di
i onde provvedere all'urgenza. I veienti
veder ad ogni istante i due popoli colle- dopo la morte di Tolumuio aveano adot-
gati alle porte di Roma; onde si accam- tato una forma di governo nuova, ed e-
parono alla porla Collina, posero la cit- letto un magistrato annuale: questi avea
tà in istato d'assedio, disposero le trup- suscitato discordie civili, onde a rimediar-
pe sulle mura e chiusero le botteghe. Era vi scelsero di nuovo un re. La persona

stato scelto di nuovo a dittatore Mamer- su cui cadde la scelta era ricca, ma odia-
co Emilio: questi fece avanzar le legio- ta da tutta quanta la nazione etrusca, pe'
ni fino adun miglio e mezzo di distanza suoi modi imperiosi e per le sue soper-
da Fidene, cioè di là dall'Aniene nella chierie, e soprattutto abbominata per
suddetta penisola, come avea fattola i." over impedito certi giuochi sagri. Que-
volta. La battaglia seguì fra questo luo- st'elezione fu causa della rovina di Veii;
go e Fidene: fidenali usarono lo stra-
i dappoiché essendo gli etrusci un popolo
tagemma di comparire all'improvviso sommamente religioso, dichiararono di
quali furie, armati di faci ; ma indarno. Il non voler affatto accordar soccorsi a've-
dittatore spedì un corpo contro Fidene, ienti, se prima non deponevano il re.
dietro i colli,che verso oriente coronava- Questa risoluzione fu soppressa in Veii
no il campodi battaglia. La città fu presa, per timore del re medesimo, il quale a-
messa a sacco e distrutta, ed i cittadini vrebbe fatto morire chi l'avesse propa-
furono come schiavi venduti. A* veienti gata, come motore di sedizioni. Così ve- i

fu accordata una tregua di 20 anni. Non ienti si trovarono abbandonati a loro stes-
n'erano scorsilo, che di nuovo gl'irre- si. L'assedio duròi o anni, e fu il più glo-

quieti veienti si disponevano ad attac- rioso pe' veienti; duratile questo periodo i

car la guerra, ma ne furono distolli da' romani riportarono parecchie sconfitte,


magnali die videro le loro ville devasta- a segno, che una legge ordinò che i nu-
teda una grande inondazione del Teve- bili dovessero sposare le vedove degli ucci-
re. Allo spirar di quella tregua i roma- si. Fu allora che per la 1. "volta, e dopo se-

ni decisero di domar Veii loro implaca- ri dibattimenti fra il senato e i tribuni, i

bile nemicasuo eslerminio, come a-


col soldatiromani riceverono finalmente uno
veano^ fatto di Fidene, e per levarsi una stipendio fìsso, e svernarono fuori di Ro-
volta per sempre quello stecco dagli oc- ma ; e dando mirabile saggio di costante
20 VEI VEI
sofferenza, persuasi di non poter soggio- dell'inondazione e peste; operazione ar-
gare l'inespugnabile città per la sua van- dua, che altrimenti forse si sarebbe ri-

taggiosa situazione colla forza, si lusin- tardala o non fatta,e in vece tanta fu l'ala-
gavano di sottometterla colla fame e col» crità dell'esecuzione, che cominciata uel
la sete. Nella ferma risoluzione di non 356fu compita 35y in un anno.Strin-
nel
mai sciogliere l'assedio fino alla riduzio- gendosi intanto sempre più l'assedio di
ne di Veii ubbidiente a Roma , sofferen- Veii, molliplicavansi i congressi nazio-
ti romani nell'intemperie delle stagio-
i nali degli etrusci al fano di Voltumna,
ni, formarono stabili alloggiamenti, non dove i capenati ed i falisci peroravano la

mai praticati prima, e né dopo, secondo causa de' veienti, e forse sarebbero per-
alcuni. I capenati e i falisci si mossero venuti a stringere una lega generale per
indarno in favore di Veii : i tarquiniesi liberarli, se l'improvvisa irruzione de'
tentarono una diversione in suo favore, galli cisalpini non avesse distolto le cure
ma restarono sconfìtti. L'assedio traen- degli etrusci, siccome il congresso dichia-
do tanto lungo cominciava a stancare
in rò a' deputati de' mentovati due popoli.
i romani, quando l'accrescimento im- I romani avendo già terminalo il lavoro
provviso del lago Albano, ora di Castel laborioso e celere imposto dall' oracolo
Gandolfo (V.), die luogo a consultar allago Albano, e scelto a dittatore Marco
l'oracolo di Apollo in Delfo,il quale rispo- Furio Camillo, si posero con più calore
se: die Veii sarebbe stato preso, quando a spingere oltre l'assedio. Nel 358 di Ro-
l'acqua del lago Albano fosse stata fatta ma i falisci, uniti a' capenati e a' veienti,

uscire, senza farla scorrere direttamente osarono di dare un assalto al campo ro-
al mare, ma dissiparla nelle campagne mano; ma furono respinti con grave per-
con rivi per la loro fecondazione. Questa dita. Due anni dopo Camillo sorprese i

risposta trovossi d'accordo con quella che falisci e capenati nelle campagne di Ne-
i

nell'intervallo dell'ambasceria a Delfo a- pi, mise in rotta, e s'impadronì del


li

vea rivelato un aruspice veiente. Allora campo, dove trovò un bottino immenso,
dunque si cominciò il lavoro dell'emis- che consegnò per la massima parte al
sario del lago, chepuò riguardarsi come questore, e il rimanente distribuì a' sol-
un ammaestramento del modo con cui dati. Camillo disfatti dunque tali popoli,
avrebbero potuto romani prendere la
i ch'erano venuti a soccorrere gli assediati,
città, cioè per mezzo d'un cunicolo sot- cinse più strettamente la città fabbrican-
terraneo, come in fatti fu presa. Si osserva do castelli intorno in modo da recarsi vi-
ancoraché la consulta dell'oracolo diDel- cendevol mente soccorso,ed impedi re ogni
fo fu eziandio per lo straripamento por- comunicazione a'nemici. Quindi Camillo
tentoso del lago A lbano,di cui riparlai ne' fece emanare un decreto dal senato, col
\ol.L,p.2i i,LII,p.22i ealtrove,il quale quale si promise tutta la preda da farsi
cagionò la Pestilenza (P.), del 355, e ne nella città di Veio alla sua espugnazione,
fu attaccato lo stesso campo romano sotto a tutti i soldati che vi avessero contribui-
a
le mura di Veio. E diesi fece dire all'ora- to, tranne la io. parte che votò ad Apol-
colo Delfico, che mai
romani avrebbe- i lo, per cui notabilmente aumentò l'eser-

ro soggiogato veienti, se prima non a-


i cito assediatile. Frattanto impiegò gen-
vessero compito il grandioso traforo. Si te a scavare il cclebratissimo e mirabile
dice, che cos'i sagacemente si ottenne la cunicolo (benché la pietra venne ricono-
deviazione dell'acqua, per la campagna sciuta fragile e perciò facile l'apertura, e
che ne avea bisogno, e determinato i ro- appunto per la sua fragilità il cunicolo si

mani risolutamente alla meravigliosa im- scoscese poi da se stesso, e probabilmen-


presa, e così pure rimuovere i pericoli te die luogo alla strada che conduce al-
VEI VEI 21
l'Isola Farnese), che conducesse diretta- Pare chela città non sia rimasta del tutto
mente alla cittadella o fortezza, che sor- deserta, altrimenti per la vicinanza di Ca-
geva nella parte più emineute di Veio ;
pena, Nepi, Sutri ed altre città etrusche
rocca assai vasta, poiché oltre quelle par- avrebbesi potuto ripopolarla, profittan-
tiche costituiscono una buona fortezza, do del luogo per la sua postura natura-
nel suo centro era situato l'ampio e su- le inespugnabile, e sembra probabile, se-
perbissimo tempio di Giunone, il cui cul- condo alcuno, il congetturare che i ro-
to era in gran venerazione ne' veienti. mani vi ponessero uu presidio. Però Li-
Allorché il cunicolo fu presso alla fine, vio dice recisamente, la città rimase de-
Camillo prevenne il senato della prossimi- serta. Nondimeno molti edilìzi non fu-
tà della presa di Veii per assalto, scelse i rono abbattuti, e solo restarono abban-
più valorosi per penetrare nella cittadel- donati. Livio tratta a lungo di questi
la per mezzo del cunicolo, ed egli con fatti. Dirò solamente, che formando Ve-

un finto attacco attrasse l'attenzione de- io il più orrendo spettacolo, in cui nep-

gli abitanti da un'altra parte. 1 romani pure templi andarono esenti dal furo-
i

api irono il cunicolo e sboccarono nel re militare, portatosi Camillo sull'alto


tempio di Giunone; tanto bene era stata del colle, ov' era la rocca, al vedere co'
presa la direzione da' minatori. In tal propri occhi il risultato dell'espugnazio-
guisa i soldati che guardavano le mura ne, i superbi edilizi in parte diroccali e
furono presi alle spalle, le porte furono iu parte consumati dal fuoco, il sangue
aperte, e la città fu tosto inondata da' umano scorrere iu gran copia per ogni
romani. La strage de' veienti fu grande, lato della città, fra tanti cadaveri, la pre-
e non cessò se non che quando il ditta- ziosità incredibile delle prede fatte da*
tore ordinò di perdonare agl'inermi. L'o- soldati, e al vedere lo stato lagrimevole
pulentissima e già formidabile Veio fu de' superstiti veienti oppressi dalle cate-
data iu preda al saccheggio, ed i feroci ne, non potè contenere il pianto per la
veienti che sopravvissero furono vendu- coni passione del terribile eccidio. Immen-
ti come schiavi. Il simulacro di Giunone, so fu il bottino distribuito a' soldati, ed
dea tutelare della città, fu trasportato in agli altri volontariamente intervenuti al-

Roma e collocato con pompa sul mou- l'azione; e l'erario romano non poco pro-
te Aventino, dove Camillo gl'iunalzò il fittò sul prezzo de* cittadini veienti ven-
magnifico Tempio di Giunone Regina duti come schiavi. Il senato accordò a
(/ .), Chiesa
cui successe la sussistente Camillo gli onori di magnifico trionfo,
di s. Sabina {V.) ed il busto è nel Mii'
t
che prese sopra splendidissimo carro ti-

seo Faticano, douato da Gregorio XVI, rato da 4 bianchi cavalli, fra gl'incessan-
come dissi nel voi. XLVII, p. 99. Cosi ti viva e acclamazioni de' romani e de'
Camillo ebbe la gloria nel 3590 nel 36o popoli circostanti accorsi in Roma, e pie-
di Roma di preudere famoso Veio, do-
il no di palme andò al Campidoglio, rice-
po io anni di perseverante e memorabi- vuto e festeggiato come un nume. Il car-
le assedio per parte de' romani, e d'osti- ro fu consagrato al padre degli Dei, indi
nata e valorosa dilèsa per parte de' ve- tenuto in somma venerazione da' roma-
ienti,cornei troiaui peno anni sosten- ni. Il re veiente sunnominato, che resi-
nero l'assedio di Troia. Insorse quindi stette da forte ne' due lustri dell'assedio,
un gran dibattimento fra il senato e il e che sagrificava nel tempio di Giunone
popolo, se Veii dovesse ripopolarsi di al momento dell'ingresso insidioso in es-
lontani e fare così due capitali dello stes- so de' romani, incatenato servi d'orna-
so popolo; ma per le persuasioni diCamil- mento al trionfo. Furono fatte pubbli-
lo questo progetto veuue abbandonato. che preghiere, ringraziamenti e sagrili-
22 VE1 VE I

zi a' Numi ; il senato ordinando alle ma- l'Etruria, i romani dell'ala destra fuggi-
trone, che con esso per 4 giorni solen- rono a Roma e senza chiuderne le por-
nizzassero il giubilante avvenimento. Di- te si ritirarono in Campidoglio, e quelli
ce Zanchi, che Arezzo, dopo soggiogato della sinistra, dimenticando la patria, le

Veio, divenne capo della Toscana. Di poi donne e i figli che vi aveano lasciato , si

Camillo condusse l'esercito contro ifali- portarono in Veii e ivi si fortificarono. E-


sci, e mentre ne assediava la mctiopoli gualmente in Veii, di venuto luogo di riu-
Folcria, di cui riparlai nel voi. LV111, nione a' romani si recò Camillo da Ar-
,

p. 196, l'ottenne per avere generosa- deada lui scelta a luogo del suo esilio (co-
mente rimandalo nella città i figli che me nativo di essa, secondo alcuni scritto-
il traditore loro maestro avea a lui con- ri),mentre Brenoo entrato in Roma as-
dotti. Dopo aver salvato Roma da' gal- sediava il Campidoglio, ed ivi si tenne il
li,Camillo ottenne pure che entrassero consiglio circa i mezzi di potersi liberare
nella dominazione romana Kepi e Suiti, da'barbari: e di là si mantenevano lecor-
Jletruria Claustra, e poi validamen- rispondenze cogli assediati per mezzo di
te li difese contro il reslo della nazione Ponzio Cominio; e di là Camillo, dimen-
elrusca, sdegnata dell' espugnazione di ticata la patria ingratitudine, parli con
Veio e della romana politica, cui loro l'esercitoa liberare Roma. Fu allora e per
toglieva coli' alleanze floride e valorose tulio questo, Veio considerala una secon-
città. da Roma, perchè scrisse Luciano, lib. 5,
Intanto si discusse in Roma cosa doves- ver. 28: Vcjos hahitante Camillo, Illi-
se farsi di Veio, e siccome la sua caduta co Romafuit. Ma dopo aver Camillo ob-
non poco intimorì gli altri popoli , spe- bligato i galli a partire da Roma e quin-
cialmente i bellicosi volsci ed equi, altri di sconfitti, tornò in campo la questione
acerrimi nemici de' romani, fecero pace d'abbaudouarRoma incendiata dagli stes-
tosto con essi , e si disposero a ricevere si galli, e stabilirsi in Veii, su di che ga-
nelle loro contrade le colonie romane, al gliardamente .insisteva la plebe: altro in-
quale efletto già il senato avea stabilito dizio è questo che le fabbriche non erano
inandarvi 3ooo cittadini romani. Ciò pe- in rovina; ma anco allora l'eloquenza e
rò pose in tumulto la plebe in Roma, pre- l'autorità di Camillo la vinse, dicendo che
ferendo d' andare più volontieri a Veio, sarebbe stato meglio assai non aver sog-
città bellissima, prossima a Roma, capace giogato Veio, quando a sì gran costo d'ab-
di contenere gran moltitudined'abitanli, bandonar Roma avesse dovuto ottenersi
oltre ii dolce clima, la fertilità eampiezza quella vittoria; e questo ignobile progetto
delle campagne veientane,cheandare nel nel 365 venne giuslamenteabbandonato
paese de' volsci e degli equicoli. Camillo pei sempre. Anzi volendo Camillo che da'
fu quello che ne dissuase il senato e a romani si deponesse aifutto tale vitupere-
stento il popolo, e la determinazione non vole pensiero, ma che piuttosto si riedifi-
si effettuò; però divenuto odioso a'rouia- casse Roma distrutta dal fuoco, ottenne
ni, indegimmente Ritenendo
l'esiliarono. dal senato, che si distribuissero le cam-
Nibby che Veii rimanese dopo il deserta pagne veientane alla plebe in lante por-
suo eccidio, tuttavia conviene che sembra zioni di
7 jugeri per ogni capo, il che di-
le fabbriche non fossero demolite, ma so- moslra la sua vastità e ampiezza. Nel 368
lo abbandonate, poiché dopo la battaglia essendosi all'antiche aggiunte 4 nuove tri-
infausta dell' Allia, fiume celebre anco per bù, furono loro assegnale le lene conqui-
tale combattimento, seguito a' 18 luglio state sui veienti , i falisci ed i capenali.
del 363 o meglio 364 di Roma contro Osserva Degli Effetti , che un pigerò è
13renno conduttore de' galli reduci dal- quanto può arare un paio di bovi in uu
VE I V E I 23
giorno, e forma 240 piedi per lungo e i io conda Veii,o Veii romana. Questa co-
la

per largo, ossia passi 48 lunghi e 24 !•*" lonia andò soggetta ad un assalto nella
ghi. Un miglio contiene ooo < passi,e 5ooo guerra civile triumvirale : gli abitanti si

piedi, che riquadrati fanno un milione di dispersero, per cui Lucano rappresentò le

passi e 25 milioni di piedi ; onde in uà rovine di Veio coperte di polvere, Proper-


pigerò entrano 28,800 piedi di terreno, zio lo dipinse miserabile ricettacolo di pa-

e performare un miglio quadrato occor- stori, e giunse l'altiero Floro a dire, gonfio

rono 868 jugeri di terra e 1600 piedi. della grandezza di Roma de'suoi tempi e
Nondimeno vi furono per un momento de guardando Veio nello stato cui erasi ri-
ripugnanti, quali invaghiti di Veio ed a-
i dotto , essere stata una vergogna l' aver
vendone occupato le vuote case, per pi- trionfato di Veio! Essendo in tal condi-
grizia non volendo rifabbricar le loro ca- zione la colonia veiente, Augustoda prin-
se in Roma, erano ricoverati nelle case
si cipio divisò d'incorporarla a Roma, ma
vuote di Veii; il senato con decreto li ri- poi la nuovo, e Veii assunse il
popolò di

chiamò, ma
vedendo che questi ricalcitra- nome di Manicipiurn Augustum Pejenst
vano uu termine sotto pena
prefisse loro siccome fanno fede Frontino o l'autore
di morte, onde loro malgrado furono co- dell'opuscolo de Coloniis, chiamandola
stretti a ripatriare. Da quell' epoca fino Colonia Fejciis t e diverse iscrizioni che
al 708 di Roma , cioè pel tratto di 343 riporta Nibby, in quel luogo in più tem-
anni, Veii rimase deserta, al dire di Nib- pi rinvenute negli scavi, e da lui erudita-

by, e per conseguenza da se stessa si di- mente illustrate, per cui ne farò poi men-
strusse. Alcuni credono verosimile , che zione breve. Il municipio di Veii venne
Camillo col consenso del senato facesse murato, come Veii primitivo, e colle pro-
abbàttere da'fondamenti quel non tenue prie forze eziandio risorse. Di tale rifio-
avanzo d'abitazioni, che tuttavia restava rimento di Veii romano sul finire del re-

in piedi, acciocché in avvenire non fosse gno d'Augusto, e sotto il suo successore
più venuta voglia a'romani d'abbandonar Tiberio ne fanno altresì prova i moltepli-
Roma per trasferirsi in Veio, di cui si mo- ci monumenti appartenenti a quell'epoca
stravano tanto innamorati. Si vuole an- e scoperti nelle rovine della Veii roma-
che probabile, che Camillo coll'autorità na, parte de'quali sono sculture, che rap-
del senato, ordinasse eziandio, che co' ni a- presentano l'immagini d'Augusto, di Ti-
teriali di Veio trasportati altrove si fabbri- berio e di altri soggetti di quella fimi-
cassero castelli per nuove colonie, e così glia; parte iscrizioni, fra le quali primeg-
la rovina di Veio divenne totale. Nel sud- gia la riprodotta da Nibby, che ora si ve-
detto 708, Giulio Cesare, essendo scorso de affissa nella camera delle lapidi nel mu-
l'anno in cui era stato dittatore per la 2.* seo Capitolino ,
proveniente dal museo
volta, fu dichiarato console; ed avendo Ciampini, già trovata nel ripiano a set-
saputo che soldati eransi ammutinati e
i tentrione dell' IsolaFarnese,do ve fu il mu-
aveano ucciso pretori CosconioeGalba,
i nicipio romano Veiense e il foro, ed ap-
li rimproverò, e invece di soldati li chia- partenente al 776 di Roma o anno 26
mò nell'allocuzione cittadini, daudo così dell'era volgare. Da questo monumento
loro una specie di congedo: distribuì 1 000 si apprende, che Veii romauo avea il suo
dramme a ciascuno, e fece una sorlizione consiglio composto di 100 membri, per-
delle terre d' Italia fra loro. Tra queste ciò chiamati centumviri, 1 3 de'quali fu-
tene vi furono quelle dell'agro veiente e rono presenti alla deliberazione fatta nel
capenate. Iu tale circostanza e in forza tempio di VeuereGenitrice nel forodiCe-
della legge Giulia dedusse pure una co- sare in Roma: che avea suoi duumviri, i

louia a Veii, e così ebbe principio la se- i suoi questori; che volendo ricompensa-
24 VE I VE I

re i benefizi ricevuti da Caio Giulio Ge- ta per benefizi ricevuti da'municipali in-
Jote licerlo d'Augusto, lo promossero al tramuranei, altra testimonianza che Veii
grado degli atigustnli, collegio equivalen- romana pure era circuita di mura. Pli-
te a quello de'Pontefici in Pioma; e diede- nio fra le popolazioni che a'tempi di Ve-
ro a lui ed a'figli suoi il privilegio del bi- spasiano occupavano l'Elruria, nomina
sellio in mezzo agli auguslali nell'assiste- i veientani. Dell' esistenza del municipio
re agli spettacoli, ed in mezzo a'cenlum- di Veii sotto gli Antonini e Settimio Se-
•viri cene pubbliche, e l'esenzione da'
nelle vero sonovi lapidi che l'affermano. Il pie-
dazi municipali. Fra'nominati centumvi- distallo della statua della Vittoria esisten-
ri in tale decreto vie M. Tarquizio Sa- te nella chiesa di s. Lucia nell'Isola Far-
turnino, di cui si ha una lapide scoperta nese, dedicata nel 249 di nostra era, mo-
nel 18 12 negli scavi veienti, dalla quale stra che sotto i Filippi , Veii continuava
apparisce ch'egli ebbe l'onore d'una sta- ad esistere,chesi restauravano monumen-
tua in Veii, della cui ragguardevole fami- ti cadenti per vetustà, che conservava il

furono trovate altre memorie, la


glia ivi suo Ordo,e che n'erano allora duumvi-
quale pare oriunda di Veii anche per l'i- ri quinquennali P. Sergio Massimo e M.

dei izione eh' era in quella parte detta la Lollio Sabiniano. Dalla lapide scoperta
Piazza d'armi, e poi annoverala alla tri- nel 1 774 apparisce che Veii avea ancora
bù Tromenlina, così denominata a cam- il suo Ondo sul principio del secolo IV;
po Tromekto, parte del territorio veien- è in onore di F. Valerio Costanzo padre
le; cioè derivante da una dell'antiche fa- di Costantino I allora nobilissimo cesare.
miglie veienti che defezionarono aroma- Essa chiude la serie de' monumenti ve-
11 i durante l'assedio di Veii, e furono do- ienti conosciuti da Nibby. Dopo l'era Co-
po la presa della città premiate col dirit- stantiniana altra memoria esso non incon-
to di cittadinanza, e con terre l'anno 366 trò di Veii, se non nell'Itinerario o carta
di Roma. Di Cneo Cesio Aticto, che rial- Peutingeriana, nella quale al XII miglio
zò la statua di Tarquizio Saturnino, ca- della via Cassia o Claudia trovasi indi-
duta per terremoto o altra cagione, per cata Veios, dall'anonimo Ravennate det-
le rovine del tempio di Marte, molte la- ta Beios per analogia di pronuncia. Di-
pidi sono state scoperte in Veii, parte nel ce Nibby: questi mi sembrano indizi mol-
secolo passato e parte negli ultimi scavi, to forti per credere che Veii nel secolo
riferiteda Nibby; dalle quali apparisce, Vili non era ancora dimenticata. Ma do-
che fu aggregato fra 'centumviri veienti, po sparisce alfatto dalla storia e perciò ,

che riscosse ogni sorte di onori, ch'ebbe puòsupporsi checaduta in isquallore co-
statue dagli auguslali e da tulta la popo- me tant'altre terre del distretto di Roma
lazione nel 2 56 di nostra era, per la sua perisse alfa Ito nella scorreria micidiale di
munificenza avendo rifatta la schola o
, Astolfo re de' longobardi, che marciò su
sala della Fortuna Forte e l'ornò di sta- Roma verso il 753 per assediarla e mi-
tue; e ch'ebbe in moglie Cesia Sabina sa- nacciandola d'impadronirsene. Prima di
cerdotessa della Fortuna Reduce, la qua- questo tempo pare che in Veio vi fosse
le si mostrò munifica colie donne del co- piantata la sede vescovile,e nel vol.LVIII,
mune di tutte le classi ad esempio del suo p.128, notai, che il Calindri ne disse i.°
marito. Da un' altra lapide scavata nel vescovo Andrea nel 680. LaNotiliaEpi-
18 12, si ricava che nel 784 di Roma il scopatuum del p. Mi reo dice a p. 4' 1 •"

municipio eresse un monumento ad ono- Veientes seu Veiit vetusti Etruriae po-
re di Tiberio e di Druso cesare suo figlio; puli: quorum Urbs quo loco posila fue-
e da altra che M. Erennio Picente conso- rit,iam olim fuit ignoratum. Civita-
le era patrono del municipio, a lui eret- lem Castellana™, quae Episcopatugau-
VE T VE! 25

det, non Veientium, sed Falìscorum es- Cilly odierna, di cui feci cenno in que'"
seoppidum,docet Antonini Massa in li- l'articolo e già sua metropoli, la Celeia
bro deOrigine Faliscorum. Nel 1. o del- 1 de'romani), e Celina soppressi e già esi-
Y Italia sacra, fra gli Episcopatus An- stenti nella provincia ecclesiastica d'Aqui-
tiquati, a p. 182 si pone J'ejens Episco- leia, anzi nella sua diocesi, osserva che nel-
patus. Dopo riferite le notizie dell'antico Y Italia sacra furono confusi in un solo
Veio o Veii, si legge. Sunt etiam, qui il- di Celina, sbaglio scoperto dal Coleti ne'
lud inter Episcopales sedes antiquatas suoi mss. esistenti nella Marciana; e clic
recen seatj cuj'us rei testitnonium profer- quanto a Celina, ove si rifugiarono alquan-
tur Andreas Vejentanae Ecclesiae Epi- to di tempo vescovi di Concordia, dopo
i

scopio, qui sententi arn suam dixit in Ro-


:
l'eccidio della loro città, non ne furono ve-
mano concilio subAgathone <?w.68o. Ve- scovi i riferiti nell'Italia sacra, e forse il

runi Andreas iste pro-


fuit Histriensis solo Viticano, mentre Clarissimo lo era
vinci ae Antistes, eiejns sub seriptio aper- di Concordia. Di Celeja essere slati ve-
te loquitur, quae talis habetur in prac- scovi certamente, Giovanni nel 579 inter-
falo concilio: Andreas Episcopuss. Eccle- venuto al sinodo di Grado, ed Andrea
siae Vejentanae provincia Istriae in liane summentovato. Il p. ab. Rangbiasci nel-
sngnestionenj etc. Alio igitur adminicu- la Bibliografia storica dello stato pon-

lo fulcienda haec cathedra, quod nus- tifìcio , all' articolo Veio, riportandone gli

pram alibi apparct. Però nella preceden- scrittori, la chiama: Città vescovile nel
te p. 55, parlandosi de' vescovi di Celina Patrimonio di s. Pietro, Veii, Vcjus, Ci-
(V.), se ne registrano 3 : Clarissimo del vita? Castellana. Il suo nipote p. Ran-
579,Viticanodel 5o3(questa data dovreb- gbiasci Iìrancaleoni, nelle Memorie isto-
be essere posteriore a quella del predeces- riche de'dintorni di Nepi, pubblicate nel
sore), Andreas s. Vejentanae Ecclesiae 1847, nel cap. 1 tratta; La città di Veii
provincia Istriae Episcopus subscripsit fra le altre di Etr uria fu la piuprossi-
an. 680 li iter ae synodicae Agathonis Pa- rna a Roma alla distanza di 1 2 miglia
pae relatae in VI concilio. Pro Vejen- e mezzo, sicché non fu a Civita Castel-
tanae reponendum autumal Holstenins lana, ma all'Isola Farnese. Quindi a p.
in notis ad Geographiam sacravi Caro- 37 riferisce. >• Nel concilio Costantinopo-
li a s. Paulo Veglentanae (Veglia) sed : litano alla sessione iv sotto Agatone si leg-
cum Vegla, seu Viglia insula, et urbs ge che 670 la colonia Veio avea uà
il

Episcopali^ sub Jaderensi metropolita vescovo di nome Andrea". Concludo, pro-


ad oram Liburniae sita numquam inter babilmente Veio romano avrà avuto la
Istriensis Ecclesiaslicae provinciae ci- sede vescovile, ma finora non si conosco-
vitales fieri t recensita;
ego potius lege- no i suoi pastori. Ora mi piace far men-
rem Celinanae, cui etiam lectioni te- zione della Domus Culla di Capracoro,
xtus graecus propius accedit: Forum ve- colonia e a"!?re"ato di case rustiche sta-
no o
ro Juliitm, imo etipsa Venetia lune tcnir bili t a nel territorio veiente da Papa A-
poris Istriensis provinciae nomine com- driano del 772, della quale e di altre
I

prchendt'banlur. Descrivendo io il vesco- domoculteo villaggi formati da detto Pa-


vato di Veglia con Ylllyrici sacri del pa e da s. Zaccaria a vantaggio dell' A-
p.
Fallati non trovai il vescovo Andrea, co- gricoltura, parlai nel voi. XXI, p. 1 58 e
minciandosi la serie de' conosciuti
dal altrove. Ne tratta Degli Effetti nelle Me-
1000. sacerdote Cappelletti, Le Chie-
Il morie del Soratlc e luoghi convicini, do-
se d'Italia, t. 8, p. 838, nel parlare de' ve fosse, della sua torre e di sua inve-
due vescovati , di Celeja città antichissi- stitura. Ancb'egli confuta l'opinione che
ma della Sliria inferiore (probabilmente Andrea sia stato vescovo di Veio , e fu
a6 V E I V E I

«letto Vejentanus provinciae Histriae, rumente, l'orzo, i legumi, ed il vino che


perchè una delle principali colonie di Ve- in quella colonia si fosse raccolto, si ri-

io, cioè campi di Veio furono assegnali


i ponesse separatamente ne'granai e nelle
alle legioni illiriche ed a' veterani dalma- cantine della chiesa Lateranense-, si ucci-
tini, e perciò detti Dalmalia elHistria. dessero inoltre ogni anno 100 grossi ma-
Degli Effetti produce diverse notizie su iali, e se ne riponesse similmente la car-

Veio e il suo territorio, su' veienti anti- ne nelle dispense del Laterano (ove al-
chi e nuovi. Anche il Borgia, faticanti lora Papi facevano l'ordinaria loro di-
i

Confessio B. Petri, a p. 1 88 parla di Ca- mora), quindi il lutto si erogasse in sov-


pracorum oblatum Ecclesiae Romanae, venzione de'poveri; per tal effetto si ra-
praedium sciliect rusticani in territorio dunassero ogni giorno, sotto il portico di
t7 ridanoseli Vegetano. Nel l.i^ùtW Al- quel patriarchio, almeno 100 di essi, e un
bum di Roma, a p. 28, si riporta il Di' dispensiere fedelissimo distribuisse a cia-
scorso sopra Capracoro colonia fonda- scuno una libbra di pane, due bicchieri
ta da s. Adriano I, del eli. Coppi, col- di vino, ed una zuppa con porzione di
la pianta corografica delle vicinanze di carne. Capracoro passò dipoi fra'beni del-
Capracoro. E nel t.
9, p. 5i 1 degli At- la basilica Vaticana, e fu per vari secoli
ti dell' accademia romana d'Archeo- abitato. Difatti s. Leone IV verso T848
logia, si legge il medesimo Discorso. chiamati da vari luoghi uomini per co-
Dice che alla sua assunzione al ponti- struir le mura della Città Leonina (f.)
ficalo il dominio temporale della s. Se- borgo aggiacente a detta basilica, con-
de era angusto (cioè in proporzione delle corse all'opera anche la milizia di Capra-
posteriori ampliazioni), ed i longobardi coro. G io vauniXX confermando nel 1027
facevano correrie sino a Otricoli. Fra le i beni al vescovo di Portoe di Selva Can-
tante opere insigni di quel gran Papa, pro- dida, ne nomina alcuni esistenti nel terri-
mosse l'agricoltura. Nell'agro romano fon- torio Nepesino, confinanti con una strada
dò 4 domoculte o villaggi, cioè Galera nel- ch'era fra la milizia della torre e un ter-
la via Amelia o Cornelia, altra Galera nel reno di s. Pietro. Benedetto IX in una si-
Portese.s. Edisto e Calvisiano nell'Ar- mile conferma delio37 indica Capraco-
deatina. Altra docuoculta stabilì nel ter- ro col titolo di Corte (anticamente signi-
ritorio veiente, a' confini del Nepesino, ficava, unione di molti poderi, anzi un ca-

nel luogo detto Capracoro, e sembra nel o terra). Nel 1 o53 s. Leone IX con-
stello

territorio di Campagnano presso il fiume fermò a Giovanni arciprete della basili-


Treia. Possedeva egli colà molti terreni ca Vaticana e a'eanonici di essa, ch'era-
ereditati da'suoi maggiori nobilissimi ro- no nel monastero di s. Stefano maggio-
mani (da'qnali, secondo alcuni, discese- re, vari fondi, e fra gli altri que'di Tre-
ro poi i Tuscolo ei Colonna).
conti del quata e Macorano accinto a Capracoro.
A que' fondi ne unì altri che acquistò da In altra bolla dello stesso anno, s. Leone
vari particolari, co' quali fece delle per- IX confermò al medesimo arciprete e a*
mute, e formò una sola tenuta, nella qua- servitori della chiesa di s. Pietro, il castel-

lefondò Una colonia. Edificò nella mede- lo diCapracoro con tutti suoi fondi, col i

sima una magnifica chiesa, e terminato il molino e la chiesa di s. Giovanni della Tre-
tutto, egli stesso accompagnato dal cle- gia, esistente nel territorio veiente lungi
ro e senato si recò con gran pom-
romano circa 27 miglia da Roma. Adriano IV nel
pa a Capracoro e trasferì nella nuova
,
1 f 58 confermò la 2/ bolla di s. Leone

chiesa i corpi de' ss. Pontefici Cornelio, IX, indicando che la nominata chiesa era
Lucio, Felice e Innocenzo I, suoi protet- diroccata, che dovea alla basilica Vatica-
tori particolari. Dispose poi, che tutto il na annue 3 libbre di cera lavorata; lo stes-
VE I V E I 27
so ripeterono Innocenzo III ne) no", e rovine di Veio, o dalla specie d'Isoli che
Gregorio IX nel 1:128. Col decorso degli fanno due fossi o torroni attorno al luo-
anni la basilica Vaticana perdette i beui go in cui fu fabbricata. Un documento
di Capi-acoro. Questo castello dopo il se- ricorda questo castello fin dahoo3, al-
colo XI II, come tanti altri, fu abbandona- lorché Giovanni XIX lo confermò all'ab-
to e distrutto, pel sito alquanto infelice, bate del monastero de' ss. Cosma e Da-
cioè sorgeva in una valle circondati d<i miano. Un altro documento mostra co-
fossi, enon molto difesa da'veuti austra- me nel 1 029 detto monastero affittò un
il

li,sempre malsani. Gli antiquari disputa- inolino presso il castello. In que' tempi
rono sul luogo ove propriamente era Ca- veniva particolarmente designato col no-
pracoro. Il cav. Coppi con buone ragioni me d' Insula pontis F^eneni,e quel pon-
ci edeche esistesse nel territorio diCampa- te, il quale sembra essere lo stesso che
guano, le cui notizie cominciano dopo il li- oggi chiamasi ponte Sodo, si ricorda (iti

ne diCapracoro.che ha patrono s.Gio. Bat- dal 9 55 nella bolla d'Agapito II a favo-

il molino già di Capi-acoro.


tista e possiede re del monastero di s. Silvestro in Capi-
Quindi con qualche fonda mento congettu- te. Al Nibby non sembra improbabile
ra che gli abitanti di Capi-acoro siano col che nella parola Fenc.nì si nasconda il

tempo passati a Carnpagnano (sul quale nome f^eientij tale trasformazione pe'
si può vedere il Degli Elletii), fabbrica- copisti era facile assai. Circa poi l'idea*

to in un luogo molto elevato, più sano tità del ponte antico col ponte Sodo, pa-
e insieme più forte. Del resto una gran re provato dalla bolla di s. Gregorio VII
parte del territorio veiente è anche oggi deli 074 a favore de'monaci di s. Paolo

deserto, e couliene vari luoghi ne' quali fuori le mura, nella quale si nomina la
si potrebbero opportunamente stabilire metà di ponte Veneni e due chiese ac-
villaggi. Retrocedo coll'epoca per torna- canto a Vaccareccia(per la quale può ve-
re a Veio, e le prove di quanto vado a dersi Degli Effetti e Nibhy), lenimento
narrare si ponno leggere nel Coppi, nel ch'è precisamente di là da quel ponte.
Nibby e altri che ricorderò, e che per Prima di questo tempo Nicolò II chia-
brevità tralascio. Distrutta Veio, forse mati nel io J9 a soccorso normanni, i

per opera de'longobardi, il cui regno eb- contro Gerardo conte di Galera o Gale-
be fine dopo il 773 sotto Adriano ^qual- ria della via Cornelia, e altri magnati ri-
che casa rurale certamente dovè formar- belli che di prepotenza aveano usurpati
si per ricovero di quelli che coltivavano i beui della s. Sede, invasero e devasta-
le terre, come avvenne di tante altre cit- rono i territori! di Palestrina, Tuscolo e
tà più antiche ; la fortezza però d'alcu- Nomento, come terre ostili al Papa; e
ne parli della città etrusca non poteva passato il Tevere dierono il guasto a Ga-
isfuggire le indagini de'potenti, che do- lena e a tatti gli altri castelli del conte
minavano il contado o ducato romano, Gerardo sino a Sutri, per cui il territo-
e (ino dal principio del secolo XI erasi rio veientano soggiacque alle devastazio-
formato un castello sul colle dirupato, ni normanne. Che il castello dell'Isola
ed isolato nella parte meridionale di Veii, fosse divenuto luogo forte e sicuro nel
che fu detto la Isola, ed oggi è noto col ilio, il Degli Effetti e altri lo rilevano
nome d' Isola Farnese. Anche il cav. dall'esservi stati mandati gli ostaggi con-
Coppi dichiara, che presso le rovine di cordati nella pace fra Papa Pasquale II e
Veio si costrusse ne'tempi di mezzo un l'imperatore Enrico V, per la gravissima
castello detto Isola; e che forse prese ta- vertenza dell' Investiture ecclesiastiche
le denominazione dall'Isola formata dal (P.), e furono Federico nipote dell'au-
iìutnicello Cremerà a settentrione delle gusto e brunoue vescovo di Spira, con
a8 VE I VE1
«diri personaggi; et! all'incontro restasse in questa terra e cenarono insieme, on-
presso Enrico V il potente romano Pier de si sparse voce che avessero trattato di
Leone co'suoi figli. Nel i 166 venne con- pace. Dipoi Alessandro VI avendo stabi-
fermala l.i locazione falla di questo ca- lito ili abbattere la potenza degli Orsini,
stello dal predecessore, da Ildebrando perciò tentò d'occupare tutte le loro ter-
abbate benedetlino di s. Cosma Da-
e re cominciando dall' Isola, che il suo fi-

miano in Mica Aurea (oggi s. Cosimato glio Cesare Borgia poi duca di Valenza
di Roma delle Francescane, alle quali (F.) o Valentinois, nel 1 497 circa pre-

già nel 1288 era passala la proprietà di se dopo 12 giorni d'assedio, ed allora
Isola, forse allora chiamata Castello di oltre altri guasti, una parte della rocca
.«. Pietro), a Pietro Obicione,e gli cedette venne disfatta nello slesso anno gli Or-
:

inoltre alcuni beni che avea in Albano, sini ne alienarono una parte in favore

ricevendone in compenso diritti che il i del 11 ucel lai mercante fiorentino. Morto
medesimo aveva sopra 6 chiese esistenti però nell'agosto i5o3 Alessandro VI, e
in Isola. L'n alto del 1286 ricorda fra' caduta la potenza del duca Borgia, l'Iso-

i confini di Galera il castello dell' Isola la naturalmente ritornò proprietà degli


di Ponte Veneno. Sul principio del se- Orsini, onde allorché Pio IV nel i56o
colo XIV questa terra passò dal mona- con bolla eresse Bracciano (di cui pure
stero delle monache di s. Cosimato in ma- nel voi. LV1II, p. 121) in ducato, vi
no di particolari; e nel 346 un indivi-
1 comprese con altre terre ancora questa.
duo Muti ne vendette una
della famiglia Rilevai nel voi. XX1H, p. 201C0I Nibby,
palle ad Andrea Orsini. Nel i36o Fran- il nome che tultora ritiene d'Isola Far-

cesco Veneto notaio lasciò a Vecchiarel- ncse è un forte indizio, che un qualche
Jo Sabba due oncie del castello dell'Iso- tempo sia stala di quella famiglia, e che
la colle tenute, la rocca, il cassero ed i poscia nell' incamerazione del ducato di
vassalli. Nel 1 368 Lello figlio di Vene- Castro e Ronciglione, ancora questa ter-
to ne ipotecò la 3." parie d' un'oncia a ra venisse compresa. Egli è certo che fino
favore di Pietro figlio di Marino. Nel se dal 1667 era della Camera apostolica ,
colo XV questa terra era in uno stato di e che fu allora affittata per i45o scudi.

floridezza e molto popolata; imperocché Anche il Coppi conviene, che nella de-
nella mossa del perugino Nicolò Forte- cadenza della famiglia Orsini, Isola fu
braccio minacciante Roma, nel 1 4^4 fra' primi fondi alienali ; e sembra che

venne lassata da Papa Eugenio IV di sia passata in dominio Far-


della famiglia

mandare a Bracciano 10 uomini armati nese, dalla quale prese nuova denomina-
per unirsi al corpo che ivi il Papa face- zione, e quindi incamerala col detto du-
va raccogliere per opporglisi. Sembra cato, pare nel 64 * n nel 64<)' li Piazza
1 1

poi che in questo tempo passasse intera- nella Gerarchia cardinalizia, stampa-
mente in potere degli Orsini, quali fi- i ta nel 1 yo3, descrivendo la diocesi di Por-

no dal i346 ne possedevano una parte, 1680 d' ordine d'In-


to da lui visitata nel
e molto del fabbricato attuale appartie- nocenzo XI, a p. 92 tratta dell' Isola
ne a qiiell' epoca. Nel 1480 con l'aiuto Farnese antico Vejo. Ne celebra le me-
di Fabrizio e Nicolò signori di Scrinone- morie famose, I' antichità, il sito, i fasti,

ta, nella correria contro gli Orsini, Iso- il valore de' veienti, confutando l'opi-
la pure fu presa da Prospero Colonna, nione che supposero altrove l'an-
di quelli

che menò seco prigione parecchi abitan- seguendo quella dell'Olstenio,


tica Veio.e

ti e portò via mollo bestiame. Nel i486 del cardinal Massimi, di Nardini,di Fa-
il cardinal Borgia, poi Alessandro VI, e brelti, di Mattei, di Ciao* pini, la ricono-

il cardinal Ascanio Sforza si portarono sce uell' Isola Farnese, con tesliinouianze
e

vec V EI 29
topografiche da lui verificate sul luogo. to titolare. La chiesa fu consagrata dal
Afferma d'aver trovato sul piano dell'i- vescovo Teipolitano a'20 aprile i55g,
stesso silo ov'era la città i residui dell'an- riponendovi neh' altare le reliquie di s.

tichissime mura e delle sostruzioni ; che Pancrazio, di Andrea apostolo e di s.


s.

ne' cavi si trovarono piedistalli, cornicio- Lucia, concedendo un anno d'indulgen-


ni, statue e altri maravigliosi rottami di za perpetua nell'anniversario della dedi-
marmi antichi. Nel piano della valle os- cazione, di che trovò memoria nel de-
servò il cunicolo pel cui mezzo seguì le- creto della visita fatta nel i63o dal car-
sterminio della gran Veio. Nell'antica via dinal Ginnasi vescovo di Porto. La chie-

Veientana, che diramandosi dalla Cassia sa eramantenuta nel cultodivino da una


conduceva a Veio, trovò vestigi di gros- i confraternita canonicamente eretta, coi
si selci, e allora pure conducevano al col- frulli di pii legati. Pegli infortuni! patiti

le e all' Isola Farnese; e parte dell'anti- dal castello allora contava 1 3o anime,

ca città dichiaiò che surse ov'è il castel- l'arciprete godeva scudi 200 di rendita.
lo o rocca dell' Isola stessa, nella quale La chiesa di s. Maria Castellana, così del-
con Lilj dice che terminò i suoi giorni ta perchè vicina alla rocca t> castello an-

Gismondo Varani. In l'atti leggo nell'///- tico, dedicata ancora a s. Lucia, ora

storia di Camerino, che nelle vertenze smantellata, era governata da un cap-


fraFrancesco RI.' duca d'Urbino e Si-
I pellano perpetuo obbligato a coadiuvare
gismondo Varani suo nipote e duca di l'arciprete nella cura d'anime, e di sup-
Camerino, questi tornando da Viterbo plire per lui a' bisogni della parroc-
a Roma, ov'era andato ad assoldar gen- chia, venendo nominato liberamente dal-
ti, d' ordine dello zio giunto alla Storta l' ordinario colla rendita di scudi 80.
a' 25 giugno 1022 fu passato con uno Crede Piazza che in questo edilìzio, pri-
spiedo nel corpo e portato, nel castello ma che fosse ridotto a chiesa, venisse a-
dell'Isola Farnese ivi morì di 21 anni, dorato da'gentili un Nume. Certo è che
indi condotto in Roma il cadavere fu tu- ivi 1' ara marmorea della Vittoria Au-
mulato in s. Maria del Popolo. Quindi gusta, serve per vaso dell' acqua bene-
il Piazza passando a ragionare dell'odier- Ordo Vejenlium fe-
delta, e l'iscrizione
no castello, dice che dagli Orsini passò argomento al Nardini della vici-
ce trarre
in proprietà de'Farnesi, unito collo sta- nanza di Veio, mentre osservò il Piazza
to di Castro e Ronciglione, e pe' quali che per la sua grandezza non poteva es-
s' intitolò Isola Farnese, indi proprietà sere stala trasportala da luogo lontano.
della camera apostolica col rimanente L' Isola Farnese fu di poi concessa in en-
del dominio Famesiano. Trovò nella vi- fiteusi dalla camera apostolica, la quale
sita apostolica la chiesa di s. Pancrazio nel 1820 ne vendette anche il dominio
parrocchiale (e lo è tuttora, dedicata pu- diretto, che fu acquistato dalla principes-
re alla D. Vergine Coronata), assai anti- sa Marianna di Savoia duchessa del Chia-
ca e di conveniente fabbrica (il Nibby la blese, nel suo soggiorno in Roma (di che
crede edificata nel secolo e proba- XV ne'vol.XXlII,p.2oi,XLVH,p. 95,LXI,
bilmente rifabbricata dopo guasti soffer- i
p. 174 e altrove); dominio che passato
ti dalla terra nella "'presa del duca Bor- per sua morte nel 1823 in retaggio alla
gia : dello slesso tempo è la pittura a fre- regina diSardegnaM.'Cr'ìtiin* di Borbo-
sco dell'aitine maggiore, che rappresen- ne (insieme alla Villa del Tuscolo ossia la
ta laCoronazione della ss. Vergine. 11 Rufiinella di Frascati, di che parlai nel
vaso per 1' acqua santa è formato con vol.XXVII,p. 65 e i66,ma ricordandolo
j

frammenti antichi d'architettura), in cui nel voi. LIX, p. 73, il detto voi. per man-
venerasi una segnalata reliquia del san- canza d'uu 1 dice erroneamente XX\ 1; e
3o VE I VEI
siccome ivi tlissi che In regina collocò gli rupe che guarda mezzogiorno e levante,
oggetti antichi d'arte trovati ne'suoi sca- e si ravvisano come sepolcri etruschi;
vi di Tuscolo, nel magnifico e reale ca- una di esse è di forma quadrata e piena
stello d' Agliè nella provincia d'Ivrea, di piccole nicchie, come colombari ro-
i

e suo soggiorno di villeggiatura di quan- mani. Il luogo presenta d'ogni parte l'a-

do inquando, qui aggiungo che vi col- spetto dello squallore e della decadenza,
locò pure la pregevole collezione de'vasi e mostra nel fabbricato essere stalo rie-
fittili veienti, di cui vado a parlare. Il dificato nel XV secolo. La terra ebbe un
castello d' Agliè è di proprietà del reale soloaccesso interno, e dalla parte del Por-
principe Tommaso di Savoia duca di Gè- lonaccio era la comunicazione fra la cit-
nova), e morendo la regina nel 1 847, la- là e la cittadella. L'antica via essendo in-

sciò 1' Isola Farnese, con altri fondi che terrotta, come la detta comunicazione,
possedeva nelle vicinanze di Roma, alla si segue una nuova strada, posteriore a
nipote regnante imperatrice del Rrasile Veii etrusca,che torce a sinistra per chi
Teresa Cristina, comenotai nel vol.LXI, va da Roma all'Isola, fino alla mola; la

p. 181. L'imperiosa brevità m'impedi- quale a sinistra è dominata da rupi pit-


sce seguire il iNibby nella dotta descri- toresche, e a destra da una specie di ba-
zione della topografia della celebre Veii, ratio, sotto il quale scorre il fosso. Alla
e degli avanzi esistenti tanto dell' epoca mola è il precipizio terribile, e poco do-
etrusca, quanto ancora dell'epoca 10- pò una cataratta: il sito è de'più pitto-
mana, dovrò contentarmi a ricordare
e reschi, e pare servito a' veienti per luogo
solamente qualche principale indicazio- di supplizio, come a Roma la rupe Tar-
ile, oltre quelle già riferite. Sir William pea. Dalla cataratta si sale per giungere

Geli pei 1 pubblicò la pianta esatta di alla città antica, ove forse fu la porta oc-
Veii, che somiglia ad una vasta peniso- cidentale o de'Selte Pagi. S'incontra poi
la, nel t. 1 delle Memorie dall' Istillilo una sorgente d'acqua minerale, e il sito
di corrispondenza a rcheo logica, con os- che ponno designarsi, se-
dell'altre porle,
servazioni, ed anco nella Topografia di condo la loro direzione, co'nomi di Cam-
Rorna e suoi dintorni: Le mura primi- pana, Fidenate, Arce, Are Muzie, Ponte
live erano di massi irregolari quadrila- Sodo oCapenate, Sutrina, Pietra Perlu-
Ieri di lufa locale, lunghi fino 1 1 piedi, sa, Colombario. Visibilmente si ricono-
Gli antichi sepolcri sono incavati nella scono a fior di terra le fondamenta dei-
rupe dell'Isola. 11 suo fosso e il rivo Cre- le 5 porte, oltre quella per a Sette Pagi,
mera determinano il sito di Veii in gui- Sembra però clie 9 fossero le porte, sen-
sa che si può facilmente misurarne il cir- za coniar la porta della cittadella eh' e-
cuito. A Veii romana anticamente si an- ra interna. Oltre le mura, il sito delle
dava da Roma perle vie Flaminia e Cas- porte, il ponte della porta di Pietra Per-
sia ; oggi più. ordinariamente si segue la tusa, il Ponte Sodo, tumuli e le grotte
i

strada detta dell'Isola, che dirama dalla sepolcrali, altri avanzi non rimangono di
Cassia verso il X miglio a destra. Il ca- Veii etnisca. Del municipio di Veii ro-
stello dell'Isola si presenta come sopra mana altro non rimane che il colomba-
uno scoglio spiccato dalla catena di pa- rio, da'eontadini chiamato il Cemeterio;
lecchi colli dirupati, di forma oblunga fu trovalo intallo, ornato di stucchi di

da occidente a oriente. Quel dirupo è un bello stile e di pitture, ma oggi è tutto


ammasso di ceneri vulcaniche indurite spogliato, parte per l'incuria e parte pel
dall'acqua, perciò fragile e facile a fra- vandalismo de' visitanti. Esso è condo-
narsi, per cui anticamente era più alto, sto di 3 camere, delle quali una sola è ac-
Molte caverne souo aperte nel lato della cessibile. Lungo la strada romana fra le
VEI VEI 3t
porle Siili ina e Fidennte, furono scoper- by, quest'ultimo deplorando che gli og-
te negli scavi varie lapidi sepolcrali, ri- getti trovali de'magnifici avanzi del mu-
ferite e dichiarate dal Nibby. Nel centro nicipio veiente, quando poi Pio VII li fe-

ove fu il municipio veiente furono tro- ce acquistare pel Vaticano, non furono
vate le teste colossali d'Augusto e Tibe- tutti collocali nella stessa sala, e che nello
rio, ora nel corridore del Musco Glia» scavo fu trascurata affatto la topografia
ramonti, molte altre statue frammenta- delle fabbriche rinvenute. Ne fece diver-
te, molte teste, una statua mutile di Ger- se relazioni all'accademia romana d'ar-
manico, molli pezzi d'architettura e 24 cheologia Alessandro Visconti, cui e- i

colonne giacenti e non ancor messe in o- stralti pubblicarono nel Giornale di-
si

pera, cioè 12 di marmo bianco lunense partimentale di Roma, in tempo del go-
di circa i3 palmi d'altezza e 3 di diame- verno francese. Divenuta l'Isola Farne-
tro, d'ordine ionico, con basi e capitelli se proprietà della regina di Sardegna M.*
di forma singolare; e 12 di marmo bi- Cristina, riprese le escavazioni a'26 feb-
gio di 1 3 palmi d'altezza e d'un palmo e braio 1 838 ei83g nell' antica necropoli
mezzo di diametro, con basi e capitelli di Veio sotlo la direzione dell'intelligen-
d'ordine composito. Colle prime Grego- tissimo marchese Luigi Biondi, il quale
rio XVI fece ornate il portico dell'anti- a' 1
g aprile i 838 lesse nell' Accademia
co edilìzio delle Poste pontifìcie a piazza d'Archeologia il Ragionamento intorno
Colonna (come narrai nel voi. LlV, p. alla tabella votiva in marmo, trovata
3 4-> mentre il nuovo ledescrissi nel voi.
1 nell' escavazioni veienli. Si pubblicò nel
LXXIV, p. 36o) colle seconde il me- ; t. 9, p. 2o5 de' summentovali Alti. In-
desimo Papa fece decorare la cappella di di il marchese commise la descrizione
s. Benedetto della nuova basilica di s.Pao- de'vasi fìttili trovati ne' sepolcri dell'an-
lo che notai nel voi. XII, p. 223, ed
(il tica Veio, al dotto archeologo Campa-
avendo terminato la descrizione di quel nari di Toscanclla, il quale vi corrispo-
tempio splendidissimo ne' voi. LXXIII, se con quella illustrazione stampala con
p.352, LXXV, p. 2 i4). Queste 24 co- tavole incise nel i83q,che lodai nel voi.
lonne sembra che fossero in origine de- LXXVIII, 269, dedicata al conte Avo-
p.
stinale ad abbellire la basilica di Veii, e gadro di Colobiano gran maestro e con-
per conseguenza presso il luogo dove es- servatore generale della casa della stessa
se furono trovate, in uno alle summen- regina. Da par suo descrisse tali sepolcri
lovate sculture, e fu probabilmente il fo- veienli ed i vasi. Dice i sepolcri di due
ro.Le lapidi pubblicale dalJNibby ricor- specie, altri grandi e più antichi, forma-
dano il tempio di Marte, la scuola della ti di una o più camere co' letti funebri
Fortuna Forte, il teatro, il bagno, il cul- scolpiti all'intorno, su de'quali venivano
to alla dea Vittoria, quello a Castore e deposti o interrati i cadaveri altri me-
;

Polluce, alla Pietà, ed al Genio de' ve- no antichi e piccolissimi, consistenti in


ienti. Anche il Coppi discorre de'monu- una o più nicchie scavate parimente nel
menli rinvenuti negli scavi di Veio, indi tufo e capaci a contenere non più che un
acquistali dal governo pontificio, e col- vaso, e talvolta uua piccola urna di ter-
locati nel museo Vaticano. Nel secolocor- ra cotta coperchiala, dove riponevansi le
iente,a spese della famiglia Giorgi e sotto ossa bruciate del morto ; e presso tali nic-
hi direzione dell'avv. Galli, nel 8 o
1 1 s'in- chie erigevasi il rogo per bruciare i ca-
(ominciarono gli scavi, continuali negli daveri. 1 vasi neri, quegli altri di gran 9
anni seguenti, sulla spianala d'una col- mole con rappresentazioni d' animali, e
lina esistente a settentrione dell' Isola gli altri tutti di più antica opera e fattu-
Farnese, come ricavo da Coppi e da JNib- ra Uovaronsi sempre disposti intorno a'
32 VEI VEI
cadaveri nelle grandi camere sepolcrali. delle pitture, di donativi fra gli amanti,
] vasi di miglior stile ed elegante, e quel- od a causa di matrimonio, d' ospitalità
li altresì più. belli per diligenza e bontà e d'amicizia. In fine servivano a tutti gli
di disegno, non che gli specchi di metal- usi domestici e ci vili, che del pari rappre-
lo, le tazze e altre gentili stoviglie, furo- sentati vi sono. Fu costume degli antichi
no tutte rinvenute entro queste nicchie, di conservare nella Sepoltura (f.) gli og-
dove fra le ceneri e le ossa brustolile e- getti che in vita s'ebbero cari i defunti,
ìano ancora talvolta anelli d' oro, pen- per la credenza che I' anime dei beali
denti, armiile, aghi crinali di osso o di conservando dopo morte il proprio abi«
metallo, ed altri ornamenti muliebri, se to eie proprie loro costituzioni, prendes-
di donna racchiudevansi 1' ossa dentro i sero diletto delle cose che vivendo ebbe-
vasi. Gli etruschi prima interrarono lo- i ro care e affezionate, massime dalla na-
ro cadaveri, posteriormente li bruciaro- zione Toscana (/'.) antica. Anche il mar-
no riponendone gli avanzi entro vasi di chese Campana intraprese dispendiose
bronzo o di terra cotta, o in urne cine- ricerche e intelligenti scavi in alcune
rarie, che fu T ultimo uso della nazione, colline che formano parte dell'antica ne-
praticato pure da' romani. La maggiore cropoli veiente, petto al luogo ove
ri
m
o minore antichità di siffatti sepolcri, re- già brillò questa fortissima città etnisca.
sta dimostrata dalle stoviglie se rozze, Trovò fra le molte altre quella tomba o
migliori o perfette. Comunque nella col- grotta sepolcrale, la sola intatta dell'an-
lezione de' vasi veienti trovati nel!' esca- tichissima Veti, il cui disegno e sua eru-
vazioni in discorso, molli sono con belle dita illustrazione pubblicò 1' Album di
ed eccellenti pitture, tutti più o meno Roma nel 843, col 1. 1 o p. 249. La re-
1
,

sentono del rigido fare della vecchia gina di Sardegna fece riprendere gli sca-
scuola, riè ve n'ha uno di sì finito e per- vi colla direzione del valentissimo archeo-
fettodisegno diesi possa assegnare a que- logo commend. Luigi Canina, il quale
si' ultima epoca, il perchè deve ritener- pose in più chiara luce 1' ubicazione di
si, che venisse meno la fabbricazione Veio, e quindi pubblicò con 4^ belle ta-
tli Veio nel 35g di l'ionia,
tali fittili in vole e alcune colorite, L'antica città dì
quando appunto la città fu domata e di- Vej descritta e dimostrata con i monu'
strutta dall'armi vincitrici romane. 1 va- menti, Roma847. Quest'opera non fa
1

si neri di terra lisci o ornati di bassi ri- posta in commercio, siccome di pochi
lievi elegantissimijche in tanta copia tro- esemplari. Del sepolcro denominato dal-
varonsi ne' più antichi sepolcri di Veio, lo scopritore e illustratorecWyjo/croCa/n-
non hanno molta durezza e solidità a pana, e dai contadini locali Porta di
proporzione degli altri, perchè la loro ferro, e dell' opera del Canina, risultato
cottura non è portata a quel grado di per- degli scavi di più di mille sepolcri, nel
fezione delle stoviglie dipinte, per cui 1837 ne die contezza nel t. 3 della nuo-
crede il Campanari che poco o nulla ser- va serie del Giornale Arcadico a p. 5g
vissero ad altri usi della vita civile, ma e seg. il eh. Fabio Gori nella sua erudi-
sibhene unicamente alle funebri pompe ta e interessante : Scorsa a Veii una
e ceremonie degli antichi. Degli altri va- delle capitali d' Etruria, 2 miglia 1

si le stesse pitture iusegnano l* uso cui lungi da Roma. Quanto allo scopritore
erano destinati. Furono primieramente del Sepolcro Campanaio celebra come
adoperati ad uso de'sagrifizi verso i Nu- lo scrittore dell' Opere in plastica. Quan-
mi, non che di premio a* vincitori negli to a'vasi trovali dal Canina, dice che so-
atleticicombattimenti, e in altre feste e no di tre generi. Il i.° è il più particola-
giucchi, ed ancora secondo l'argomento re de' veieuti, perchè raramente si trovò
VEI VEI 33
negli aldi sepolcri etruschi, consistenti in prima dell' 8.° secolo avanti l'era nostra.

vosi di bella vernice nera, sottile, e di Quindi nel fine di febbraio 1 853 si ri-

mirabile artifizio. Altri hanno geni ala- volsero le ricerche nella parte occupata
ti, o fasciature semplici, o animali con propriamente dalla città antica, ove si

due soli colori, ed effigie di animali inci- scopersero a poca profondità le reliquie
si solo a contorno. Il 2. di vasi di gran- di varie case stabilite incirca ne'primi an-

dissima dimensione, ove dipinti sono ni dell'impero romano sulle fondamenta


con colori a corpo, geni aligeri e anima- di ùmili fabbriche assai più antiche, che
li. Il 3.° mostra T ultimo genere di va- si trovarono corrispondere lungo una via
si, ma rarissimi fra le tombe veienti, di- interna che metteva alla porta occiden-
pinti con vernice fina. Dirò per ultimo, tale, da cui usciva la via esterna che si ri-

che si legge nel n.° 1 o5 del Giornale di volgeva verso la via Cassia. E tra le stes-

lìoma 853, che l'imperatrice del


del 1 se reliquie si rinvennero diversi oggetti
Borbone,
Brasile Teresa Cristina M." di di scultura romana in marmo, che ser-
avendo ereditato la maggior parte dei vono principalmente a dimostrare avere
fondi, che possedeva nelle vicinanze di la città stessa continuato a prosperare an-
Boma la sullodata sua zia regina di Sar- che dopo d'essere stala ridotta a muni-

degna, non volle trascurare di prosegui- cipio romano. Tra'medesimi oggetti me-
re quanto si soleva praticare da quella rita considerazione una statua muliebre,

benefica sovrana proleggilrice delle an- che si crede essere una Pomona, di poco
tichità e delle belle arti, a vantaggio del- inferiore del vero, e quasi per intero con-
le medesime. Commise pertanto al coni- servata; e diverse piccole figure per Io
menci. De Figueiredo incaricalo d' alfa- più di rappresentanza Bacchica con una
li dell' imperatore consorte presso la s. piccola Cariatide scolpita in marmo gial-
Sede e la corte di Toscana, e suo pro- lo detto numidico. Fa ri mente si rinvenne-
curatore per 1' amministrazione del det- ro frammenti d'una Vittoria alata scol-
to pati imonio,d'imprendere alcune esca- pila in bassorilievo per onorare alcuna
vazioni nel territorio dell' Isola Farnese vittoria riportata da qualche imperatore
dove esisteva l'antica Veii. L'escavazio- romano che protesse il medesimo muni-
ni intraprese neldicembre 852, ebbero 1 cipio. Si sono inoltre rinvenuti diversi
luogo primieramente nella parte selten- pavimenti di camere composti con varie-
tuonale dell'antica città, ove esisteva la tà di marmo delle più scelte specie, fra'
principale sua necropoli; e si scavarono pochi marmi scrini, rinvenuti nelle stan-
più 120 vetusti sepolcri, in cui si rin-
di ze scoperte, meritano considerazione 3
venne una ragguardevole quantità di sto- frammenti appartenenti ad un' iscrizio-
viglie per più gran parte nere, e pochis- ne monumentale dell' imperatore Tibe-
sime dipinte. Siffatta particolarità si ren- rio, scoperti da vicino al luogo in cui nel
de importante per la storia di tali ogget- 18 4 si rinvenne la bella statua summeri-
j

ti; poiché tra le città principali dell'an- tovata, poiché da tali reliquie conoscen-
tica Etruria, di quella de' veienti essen- dosi essere stata l'iscrizione stessa collo-
do più cognito il principio della sua pro- cala in Veii per alcuna concessione otte-
sperità ed il suo territorio alla pertinen- nuta da quel principe, si viene più for-
za di tale antico popolo, si trova così in malmente a convalidare la corrisponden-
modo più convincente confermata la pre- za in tal luogo dell'antica città di Veii,
cedenza dell' uso delle stoviglie dell'in- come fu ampiamente dimostrato anche
dicala semplice specie, su quello delle di- nella suencomiala opera di Canina; men-
pinte, ed essersi quest' ultime introdot- tre di tutte le altre iscrizioni in cui leg-
te in piìi gran numero solamente non gest il nome de'veienti e della loro città,
VOL. LXXXIX. 3
34 VEL V EL
non si conservò precisa memoria del lo rato come sobborgo, e vi sono un mona-
ro ritrovamento, donde n'era derivata stero di monache e tre chiese. I due
l'incertezza sulla vera corrispondenza di quartieri sono riuniti per mezzo di un
posizione della città stessa. ponte, e insieme posseggono molte fab-
VELIA, Elea, lidia, Heyla. Antica briche di corami. Questa città è molto
sede vescovile d'Italia, nella Lucania, la antica, e fu di sovente presa nelle diverse
quale si divide nelle provincie ecclesia- guerre che accaddero tra' principi russi

stiche diRossano e Cosenza. Neil' Ita- neh 198:1 lituani aiutati dagli abitanti di
lia sacra } io,p. 1 83, Velinus Epi-
\.. Polotzk furono ad attaccarli, ma non po-
scopati^, s\ dice che esisteva nel VI seco- terono impadronirsene. Nel 1 4-4-8 t nov-
lo, essendo vacata nel pontificato di s. gorodi la cedettero al gran principe di
Gregorio I, che fiorì nel declinare di ta- Mosca Ivan Basilio III. Nel 1 58o il re di
le secolo; il quale Papa incaricò Feli- Polonia Stefano Batori se ne insignorì,
ce vescovo Agropolitano per fare la vi- ma la rese alla Russia dopo due anni al-
sita della chiesa di Velia nel 5cj2. Igno- la pace. Nel 1611 fu presa e arsa da'par-
ransi i nomi de' vescovi che ne occupa- titanti de' falsi Dmilri, e rimase vuota
rono la sede. La città si vuole edificata per 9 anni. Lo czar Michele Fedoro-
a tempo di Servio Tullio re di Roma vitz la ripopolò inviandovi una colonia
da'focesi, perciò stimata colonia greca, e Don, che a casti-
di cosacchi Uralii e del

si vuole patria de' filosofi Parmenide e go di una ribellione erano slati spedili
Zenone seguaci di Pitagora. Sorgeva cir- ad una fazione in Polonia e in Livonia,
ca 200 stadi distante da Possìdonia. I nella quale aveano meritato il perdono
geografi sono discrepanti nell'assegnarne mediante una buona condotta; le quali
la località : l'Holstenio vuole che sia a Ve- genti piò non curandosi di ripatriare, ot-

lia succeduta Castello a Mare della Truc- tennero la permissione di stabilirsi in Ve-
ca, come opina pure il Nibby ; Barrio, like. L'antico suo vescovato venne uni-
s. Bonifacio; Nigro, Ulastra ; Ligorio, to a quello di Novgorod-Veliki (V.).
Policastroj Paudolfo, Scalaj Cluverio VEL1K1-OUST10UG, o USTIUG
e altri, Pisciotta. Quest'ultimo è un bor- o USTING. V. Oustioug-Veliki.
go del regno di Napoli del Principato VELLETRI (Feliterncn). Città con
Citeriore, capoluogo di cantone a 3 leghe residenza vescovilesuburbicaria dello sta-

da Vallo e 17 da Salerno, presso al ma- to pontificio, antichissima del famigerato


re Tirreno. Ha bellissima chiesa parroc- Lazio (? •), già una delle nobilissime e
chiale eun convento, palazzo e parecchie celebri capitali de bellicosi e possenti vol-
case ben fabbricate. Vi si fa abbondan- sci; indi e successivamente capoluogo del

te pesca, e il territorio produce squisiti privativo governo del cardinal vescovo,poi


frutti, vini e olio ricercati. della legazione di Velletri,edal i85o del-
VEL1KA-PERMIA. Sede vescovile la delegazione apostolica di Marittima, e
di Moscovia, unita all' arcivescovato di facente parte della legazione apostolica di
Fiatka (V.). Marittima e Campagna, per disposizione
VEL1K1E-LUR1. Città vescovile di del regnante Papa Pio IX^P.). La nuo-
Russia in Europa e governo, a 47 le- va legazione la formò colle provincie di

ghe da Pskov, sulle due sponde del Lo- EellctrioMav\ll\aìa,<.\\Frosinone e Pon-


vat. quartiere della città che trovasi
Il te Corvo, e di Benevento, conservando a
sulla sponda sinistra di tal fiume è for- ciascuna il proprio preside, e legato apo-
tificato da un terrapieno, da bastioni e stolico della medesima dichiaraudo il car-
palizzate, e possiede 7 chiese. Quello che dinal vescovo d'Ostia e Velletri decano
fciace sulla sponda destra, viene conside- del sagro collegio. Nel 2. di tali articoli
VEL VEL 3?
resi ragione del vocabolo Marittima e pò giurarono i romani fedeltà all'impera-
Campagna , in generale corrispondente tore), e sono: Seg/iiam, Anagniam, Fu-
quest'ultimo alla provincia di Fresino- Ferenlinum, Alalrum, Pa-
renti'man seti
ne, esistente in contrada piana e mon- tricum, Frisilunam velFrisilìmam, cimi
denominala per antonomasia Cam-
tuosa, omnibus finìlus Campaniae. Da questo
pagna di Romaje\'a\Ua a quella di Vel- si vede che il ducato di Roma (/'.) ab-
htri, esistente in suolo piano e litoraneo bracciò le terre dell'odierna Campania o
che confina al mare. Abbiamo d'Anto- Campagna, ma non già quelle conosciu-
nio Sanfelici, De origine et sita Campa- te ora col noinedi Marittima, chesono Al-
nia!', Nenpoli 1 636. Nell'antichità sono bano (ora con altri luoghi di Marittima
fiimose le forti e bellicose provincie abi- sotto la Co ni a rea di Roma, ed in tale ar-

tale dagli ernici e da'volsci, ricche delle ticolo descritti), Velletri, Cori e altre; il

dovizie e fertilità de'monti, ed abbondan- che fece credere dal non vedersi nomi-
ti della grassezza e copia de'campi e prati. nate ne'diplomi di Lodovico I, degli Ot-
Nel voi. LXXIV, p. 1 76, ricordai i luoghi toni e di s. Enrico II, fra'lnoghi del duca-
ove descrissi i famosi e clamorosi giuochi to Romano. Nola pure il Borgia , mau-
d'Agone e di Testaccio celebrati inPioroa carsi di documenti per indicare con chia-
nel medio evo, a' quali le due provincie rezza a chi inque'tempi rimanessero sog-
dovevano mandare giostratori esperti e gette le ultimementovate città, se a' du-
giovani, cioè le comuni di Terracina, Pi- chi di Benevento,ovvero a que'di Spole-
perno, Velletri Anagni Sezze , Acqua
, , to. Il ducato Romano mentre maggior-

Putrida e altre. La catena degli elevati mente estendevasi dalla parie di Toscana
monti Lepini, molto estesa fra le vie La- o Pa trùnonio di s. Pietro, avea minore
tina e Appia, distingue la Campagna di estensione nella parie diCampania^quin-
Roma nelle due provincie di Marittima di pare che dalla parte d'Albano, Velletri
e di Campagna, come dichiara il corano ec. dovesse fissarsi quel ristretto confine,
Marchiafava. Il veliterno cardinal Borgia del quale scrisse s. Gregorio II nel 727
nella Breve istoria del dominio tempo- all'imperatore greco Leone III, del qua-
rale della Sede apostolica, a p. 256, ri- le non poteva temere 24 stadi da Roma
ferisce al secolo XI la divisione della Cam- o 3 miglia. E se Terracina, ch'è dell' o-
pania in Campania, poi detta volgarmen- diernaMariltima, ubbidiva a Papa Adi in-
te Campagna, e Marittima. Pertanto os- no I del 772, non per questo può dedur-
serva, che quelle terre, le quali circa il se- sene che al ducato Romano appartenes-
colo XI si divisero in Campania e Marit- se, giacché questa città fu de'greci ossia
tima, in antico col solo nome di Campa- del ducato di Napoli, ed il Papa I' avea

nia venivano considerate. Posta questa di- presa e la compenso del Pa-
riteneva in
stinzione, si ponderino luoghi de' quali i tri/nonio JYapoletano,che medesimi gre- i

parla il diploma di Lodovico I, nella con- ci avevano alla Chiesa romana violente-
ferma del possesso de'dominii alla s. Se- mente usurpato, a ciò istigati da Arigiso
de (conferma corrispondente all' obbligo li duca di Benevento. Ne'tempi bassi in-
non solamente di non molestarne il pos- tralciata e oscura è la corografia dell'Ita-
anche di difenderlo; ecco pro-
sesso, ina lia, onde nelle ricerche de'luoghi che ap-
priamente quanto imporla vano le confer- partennero al ducatoRomanOjil Borgia si
me imperiali, del resto gì' imperatori per appoggiò alle memorie più sicure, rilevan-
mera prolezione e avvocazia, come Pa- do che senza buon fondamento Le Colu-
trizi di Roma, giuravano di difendere e te scrisse neW'Epist. 65 del Cod. CaroL,
proteggere la Chiesa romana e il suo prin- t.i, che le città di Pipemo,d\ Terraci-
cipato temporale, ed a tale effetto un teni- na e di Sezze entrassero io qucslo duca-
36 V E L VE L
to. Per Terracina si è detto come allora loro segregate e distinte, senza grave in-
era dominata dal Papa; quanto poi a Pi- comodo non meno de' pontificii rettori,
perno e Sezze, il silenzio degli antichi mo- che de'suddili della s. Sede, tornarono a
numenti fa sì che la cosa rimanga assai separarsi queste rettorie, e a darsi a cia-
incerta. La denominazione di ducato Ro- scuna il suo rettore. Dopo il rettore Gu-
mano non fu sempre costante, mentre tal- glielmo di Balaeto, nella cronologia de'
volta parte delle sue lene vennero indi- governatori di Benevento tessuta dal Bor-
cate sotto nomi di Territorium e Ter-
i gia, vengono i seguenti. Nel 1 32 5 Gerar-
ra s. Pelri, nel secolo IX; e tal'allra fu- do della Valle priore della chiesa di s.

rono tutte comprese sotto nomi di Cam- i Tommaso di Montpellier, intitolato ret-
pania di Toscana e di Romania, come
, tore di Benevento e delle provincie di Ma-
neldiplomadell'877 diCarlomanno. Del- rittima e Campagna. Neh 336 Ruggieri
l' origine del dominio temporale della s. di Vintrano rettore di Benevento e di ,

Sede nelle città e luoghi delle provincie Marittima e Campagna, ma non risiede-
di Marittima e Campagna, meglio ragio- va in detto anno iu Benevento, lenendo-
nai a'Ioro articoli; avendo detto altrove vi in sua vece Raimondo abbate del mo-
che quando Innocenzo VI nel 1 353 co- nastero di Casanova con titolo di luogote-
stituì vicario generale di tutto lo stato nente. Ugouo Guidardi neh 365 arci ve-
pontificio il celebre cardinal Albornoz, scovo di Benevento, è nominato assoluta-
coniò 6 proviucie, fra le quali la Campa- mente rettore di Benevento. Gli successe
gna e la Maremma. Di più il Borgia nar- nel 3 7 1 Daniello
1 de'marchesi del Car-
ra a p. 292, come Carlo Maguo restituì al retto cavaliere gerosolimitano e priore di
ducato Romano alcune città della Cam- Lombardia, rettore di Benevento: Grego-
pania, duca di Benevento,
tolte già dal rio XI con breve del 1
3j^ lo dichiarò ca-
cioè Soia, Arce , Arpino e Aquino, e vi pitano generale di tutto il territorio Pia-
aggiunse ancora Teano e Capùa, staccan- centino, uel quale è chiamato rettore del-
dole dal ducato di Benevento, il quale pu- le provinciedi Campagna e Marittima; ed
re olhì a s. Pietro, per allora riserban- il Borgia crede, che in un medésimo tem-
dosene la sovranità, e così di quello di po avesse ancora la rettoria di Benevento.
Spoleto. Perciò separò dette città della Raimondello del Balzo Orsini rettore di
Campania dal ducato Beneventano, on- Benevento a vitaj della quale città s' im -
de ne fosse subito dato il possesso al Pa- padroni Ladislao redi Napolie Giovanna
pa. Inoltre apprendo dal medesimo Bor- lì di lui sorella, la quale nel 4 18 col con- 1

gia, Memorie isteriche della pontificia senso di Martino V uè investì Sforza, che
città di Benevento, t. 2, p. 94, che il go- 1
ne tramandò in retaggio il dominio a
verno di Beneveuto fu già unito con quel- Francesco suo figlio neh 424 conferma-
lo di Marittima e Campagna, e di tale togli dallo stesso Martino V , sotto del
1
mnone lai.' memoria la trovò in un mo- quale Benevento tornò ad essere gover-
numento marmoreo del 1 3a f , in cui si nato da'ponliljcii rettori, leggendosi che
legge il titolo di Rettore di Benevento e neh 428 vi era rettore Giacomo vescovo
della Campagna attribuito a Guglielmo di Guardia Alferia, e nel i43o Giovanni
di Balaeto, com'è pure la 1." memoria di di Vico detto Peroltino da Viterbo. In-
così fattaunione di rettorie, della quale di si riunì questa rettoria di Marittima e
pel rimanente del secolo XI V, e ne'piin- Campagna, essendo succeduto a Perolli-
cipii del secolo XV
hanno più esempi ;
si 110 Arrigo Scara rapo d' Asti vescovo di
ma perchè poi si considerò- che un me- Felli* e Belluno, rettore di Benevento,
desimo rettore non poteva agevolmente e diMarittima e Campagna. In tempo «li
accudire al governo di lene talmente fra Eugenio IV dimorava per lui iu Bene veti-
VE L V E L 37

|« il suo vicario Benedetto da Gualdo, il vanni Moles, Agostino Trivulzi, Vitel-


quale compilò alcuni statuti per la città lozzo Vitellozzi ec. ec. Di altri ne farò ri-

in suo nome. Inoltre Arrigo era stato se- cordo nel progresso di quest'articolo: l'ul-
gretario di .Sigismondo imperatole, e nel tima fu il cardinal Antonio Pallolta, del-
l4«6 intervenuto al concilio di Costan- la cui legazione alla sua volta parlerò. Il

za; morto in Fellre a'29 settembre 44° 1


i.° legato di Velletri fu il cardinal Pac-
in odore di santità, onde il corpo si con- ca, ed il nuovo r.° legato di Marittima e
serva incorrotto in quella cattedrale. Do- Campagna, vale a dire dell'ampliala le-

po Sca rampo, il Borgia non trovò altro gazione già indicata, è il cardinal Macchi.
rettore ili Benevento, die nello stesso tem- De' presidi di Velletri di poi ne riferirò
po avesse unita ancora la rettoria delle le notizie. Nelle Notizie di Roma, de' pre-
Provincie di Marittima e Campagna. Le lati governatori di Marittima e Campa-
Provincie di Marittima e Campagna eb- gna residenti a Frosinone, se ne può leg-

bero moltissimi governatori generali col gere la serie dal1808, ossia da


1717 al
r
titolo di rettori, cioè Rcclores provin- mg. Gio. Francesco Leonini romano, a
cine Maritimele et Campaniàe ovvero , mg/ Fabrizio Turiozzi di Toscanella,poi
Campania* et Maritimae, e di non po- cardinale; come pure il novero de' dele-
r
chi ne parlai descrivendo i luoghi delle me- gati apostolici di Prosinone, da mg. O-
desime, come di Petronio Conte (antico norato Bres nel 18 16, all' odierno mg/
titolo óe governatori) della Cam pugna e FerdinaudoScapitta,per la qual ciltàLeo-
di Ceprano (I •), il cui figlio Onorio I, ne XII col breve Roma nis Pontifi.cibus i
forse ivi nato, fu Papa
620, e vi pos- nel de'9 dicembrei828, Bull. Rom.cont. t.

sedeva un fondo o patrimonio della Chie- 1 4^o: Rcslitutio titilli civitatis cimi
7, p.
sa, come notai nel voi. Lll, p. 5; la qual nspondenlibus privilegiis, et honoribus
città com'altre ebbe de'cardinuli per spe- prò oppido Frusinonis apud Volscos e-
ciali governatori. Nelle biografie de'car- xistenlis. Nel quale si legge Praeterea ;

< li ilei li si ponno vedere que'reltori dipoi non dissimile ventati omnino videtur e-
elevati al cardinalato; e tra' più antichi piscoporum sedem olim fuisse postea ,

ricorderò il bealo Berardo Berardi, ile' tornea Ecclesiae Verulanae adjunctum,


gran conti di Marsi,\valo nel 080, e Pie- 1 Sed omnibus nolum, tic per spedimi cstt
tro Galluzzi creato cardinale nel 1190. longa ab hinc minorimi serie ibi ponti-
Anticamente l'abbate di Monte Cassino ficiae Sedis praefectos Maritimae et
(/ .), ove già sorgeva la città volsca di Campaniae provinciae juisse atque e- ,

Cassino Cassiua, tra' suoi titoli usava tiam nunc esse, Ne'miei cenni su Frosi-
quello ili Comes et Rcctor Campatane none e sua illustre delegazione apostolica,
Marini/nacque provinciarum. Ebbero giovandomi ancora del Saggio istorico di
pure moltissimi cardinali legati, i quali Frosinone del celebre e dotto frusinate
risiederono in varie città delle provincie cav. Giuseppe de Matlheis (sommo pro-
si esse, come Atingiti A latri , , Piper no, fessore di medicina, le cui notizie necro*
Ferentino ove fu la curia generale ec, e logiche riporta il Giornale di Roma dei

lo rilevai nelle loro biografie, e per ram- 1807 a p. 989, quindi ['Album di Roma
mentarne alcuni, tali furono cardinali i
e col suo ritratto nel t. 24 4°9 > d
j P-
/ go (VA latri, Gregorio Teùdali, Stefa- diede !a bellissima biografia del eh. Qui^
no Normandis, Giordano Pirunlo o Pe- tino Leoni), già compilai ut] elenco d'al-
tonti Contida Tcrracina, Francesco Te- cuni cardinali legati della provincia di
buldeschi Francesco Prignaui Pietro
, , Marittima e Campagna, de'prelati gover-
Sasso, Ugo di Lusignano, di Casa, For- natori generali della medesima ede'dele-
cole Gonzaga, Francesco Gonzaga 3 0ìq- gatidiFrosiuoue poscia cardinale qui col-
33 VEL VE L
le Notizie di Roma vi aggiungo il prelato se Tani di Ferentino, è su l'antica Ver-
e: ora cardinal Domenico Sa velli, che nel rugine, indi Vallis Carità presso Valle-
1 833 successe a mg." Gioacchino Proven- corsa. Segue alla pag. 1 1 del medesimo
zali, al quale porporato fu sostituito nel opuscolo questo frontespizio. Saggio sto-
r
1 838 n>g. Marcello Orlandini della pro- rico di 1 allecorsa per Michele de Mal-
vincia diPerugia, ora da giudice deputato thias collaboratore di vari giornali
per le cause ecclesiastiche nel civile Tribu- scientifici, socio d'onore dell'accademia
nale ili Roma, promosso a vice-presiden- dell' Immacolata Concezione di Maria
te del medesimo tribunale: questi ebbe a santissima in Roma, Ferentino 1 85o,uel-
r
successori, nel 843 mg. Andrea Pila di
1 la tipografia de'fratelli Bono. Riporta per
Spoleto, attualmente niitiistrodell'inter- testo la seguente proposizione cavata dal
r
no; nel 1 848 mg. Pa.»quale Badia, al pre- Gioberti, nell' Introduzione allo studio
sente delegato d' Urbino e Pesaro; nel della Filosofia.» Nelle questioni riguar-
i852 mg.' Lorenzo Dialti (degno nipo- danti I' antichità e le origini raro è che si

te del cardinal Benvenuti benemerentis- possa avere piena certezza, e chi ottenga
simo preside contro il brigantaggio di que- una certa vero somiglianza, deve stimar-
ste provincie, per le quali fece stampare: siaver fatto molto". Termina l'eruditis-
Istruzioni e Regolamenti nelle provincie simo patrio Saggio storico a p. 5 e nel- 1
,

di Marittima e Campagna), ora votante la seguente trovasi la lettera 3. "con que-


r
marzo 858 l'odier-
di segnatura; e nel 1 sto indirizzo: » Al sig. cav. Gaetano Mo-
no mg/ Ferdinando Scapitta. Nel 1849 roni. Su li luoghi montuosi della provin-
Ferentino de' fratelli
nella tipografia di cia di Frosinone, ove se li medesimi ab-
Bono fu pubblicato: Lettere slorico-to- biati dato comodo agualoa'briganli. Cen-
pograjìco-archeologiche sopra alcuni no istorico di questi ultimi, con confuta-
r
luoghi della provincia di Prosinone , a zione delle proposizioni del eh. sig. Pie-
cui si unisce la nota de* cardinali legati tro Castellani (autore del Quadro geo-
e delegati di questa provincia non de- grafico dello stalo pontifìcio), e del sig/
scritti nell'elenco dato alla luce dal eh. cav. M01 oni (autore del Dizionario di E-
sig. De Malthaeis nella sua storia Fru- rudizione storica ecclesiastica), i quali
pure un saggio sto-
sinate, e vi si unisce hanno opinato per 1'allerma li va nella que-
rico di Vallecorsa una voltaV allisCur- stione surriferita. Vallecorsa 27 agosto
tia, opera di M. D. M. Egli è questi il eh. 1 846". Indi a p. 57 è la lettera 4-* al no-
r
Michele de Mallhias di Vallecorsa auto- bile d. Solis. » Sulla storia dell'industrie
re di diverse opere pubblicale, e nel de- della nostra provincia detta per auto/io-
corso di questa mia in buona parte ono- masiain Campagna di Roma, ove la
revolmente ricordate, persino negli ulti- descrizione della sua posizione commer-
mi volumi, ed anche con riprodurne al- ciale".A p. 64, si legge la lettera 5." e
cuni estratti delle medesime; il quale ultima scritta all'avv. Belli direttore del
scrittore si compiacque inviarmi il det- giornale del Foro di Roma; » Sopra l'ac-

to suo libro con l'epigrafe: In segno cademia scientifica esistente nella delega-
della più cordiale stima e rispetto. Le zione di Frosinone, ove un colpo d'occhio
mentovate sue Lettere contengono in
si della storia di detta accademia (Eroica),
un libro d' 88 pagine. Siccome mi ri- e de' suoi lavori ". Finalmente a p. 74 è
guardano , e del contenuto dovendone la Nola de'legali e delegati della provin-
poi ragionare all' opportunità, convie- cia di Frosinone, cominciando da A tito-
ne che qui ne dia un cenno fugace. La Tuscùlano nel 7 t4 rettore della Cam-
lilo

1/ lettera, diretta al sig/Sebastiaui, è so- pagna di Roma fino a Gaeta, sino al sol-
pra Allena: la 2/ indirizzata al uiaixhe- lodato mg/ Badia delegato apostolico, lu
V E L VEL 39
diversi tempi le proviucie di Marittima e no ne'mouli selvosi, pressoi! sito ove tro-
Campagna, e le Paludi Pontine, furono vasi l'odierno paesello di Morino, dietro
infestate da'malviventi, il cui ultimo pe- i monti d' A latri, della diocesi di Soia. Ne'
riodo cominciato dall'epoca repubblicana territorii ernici della provincia ebbero pa-
del 1798, terminò felicemente nel i825; lazzi e ville le più nobili famiglie romane,
perciò nell'articolo Prosinone ripetei il incompatibili se vi fossero stati comodi a-

riferito nella descrizione della delegazio- guatide'malfattori. Qui credo opportuno


ne di Frosinone dall'avv. Castellano: Lo riprodurre un brano del testo della lette-
Stalo Pontificio, Homa 1837, p. 206. » I ra mss. » Se passiamo poi a'tempi succes-
monti selvosi però hanno talvolta (paro- sivi, ed a quelli di Sisto da voi invo- V
la restrittiva da me aggiunta) fatalmente cati, leggesi subito,che li Briganti d'al-
offerto a' malfattori comodo aguato per lora ueppur ebbero comodi aguati ne'luo-
darsi alla rapina ed a' più atroci delitti. gliiFrosinonesi.il Muratori che ne discor-
Ricordasi fin da' tempi dell' imperatore re ne'suoi Annali al i585 racconta che
Severo lo scempio che gli assassini face- li Banditi erano Forestieri, li quali ve-

vano de'pas<eggieri e de'ricchi proprieta- nivano ad inquietar noi. Ed ecco anzi un


ri ne' monti Etnici ; se ne enumerarono discorso del lodato Annalista, con cui si

fino a 600; il loro capo Bulla Felice nel- esclude il vostro assunto. = Crebbe (e di-
l'anno 207 dell'era volgare venue impri- ce nel 1
590) poi questo (Brigantaggio) do-
gionato, e condannato alle bestie, dopo di po la morte di esso Sisto V, e massima-
che si venne a capo di disperdere i satel- mente perchè alfonso Piccolo/nini duca
liti suoi". Pubblicato l'articolo neh 844> di Monte Marciano caduto in disgrazia
r
dipoi il sig. De Matlhiasdi Vallecorsami del granduca Ferdinando (di Toscana)
scrisse la mentovata lettera de'27 agosto con grossa taglia sulla sua testa, perse-
1846. In essa dopo a venni notificato, che guitato dappertutto, si fece capo di que'
la provinciaFrusinateavea inteso con pia- masnadieri in Romagna ... e facea fre-
cere le mie lodi dategli nel Dizionai-io quenti assassinii, ed altrettanto facea
mio, urbanamente m' invitò a porre nel 3tarcoSciarra capo de' Banditi e scelle'
medesimo una nota pel suddetto perio- rati in Abruzzo, con iscorrer fino alle
do trailo dal eh. Castellano. Imperocché porle diRoma.=. E così prosegue a narra-
con diverse autorità di scrittori egli so- re che nel 1
5g 1 fosse ucciso il Piccolomini,
stiene. Che monti selvosi della provincia
i mentre ncli5g2 fosse mandato
Candia in
in discorso non hanno mai concesso co- l'Abruzzese, e quindi liberata da l' Italia
modo aguato E che la al brigantaggio. esseri sì perniciosi. Or dunque che ha che
masnada ebbe vita non
di Bulla Felice fare l'illustre nostra Provincia per cosif-
ne'luoghi attualmente componenti la de- fattiBandili?"Quanto all'epoca ultima del
r
legazione apostolica di Frosinone, ma ne' brigantaggio, soggiunse il sig. De Mat-
monti Ernici che oggi formano parte del thias, che i dispacci governativi sono a fa-
distretto di Soia del limitrofo regno di vore della provincia, da'quali rilevasi che
Napoli. A tale effetto ini fece inoltre os- la banda Gasparrone non era forte che di
sei vare, che ripartila l'Italia da Adriano 1 5 individui, ecostretta a ricoverarsi tra'
in 1
7 provincie, la regione Eroica, la qua- monti Regnicoli, ove realmente sono co-
le comprendeva i popoli al diqua e al di modi aguati, e spesso i briganti si ritira-
là de'monti di Preneste al Liri, venne di- rono nella liuea del confine del regno di
visa. Quindi Anagni, Alatri, Ferentino, Napoli. Per tuttociò mi pregava farlo co-
Veroli ec. appartennero a Frosinone; ma noscere al pubblico per ridonare a' fro-
li Ceretani e Capi ulani, ernici anch'essi, t sinonesi quel decoro, che alcuni male in-
apparteuuero a Soia, ed appunto, ubila va- terpretando le mie parole, gli hu.u tolto.
4o V E L VEL
Imperocché Frosinone co'suoi contorni a- darsi alla rapina ed ai pi a atroci delit-
limenta piuttosto (ìgii di benedizione e di ti, indicando i tempi di Severo, di Sisto

grazia, al dire del Pontefice esimio istitu- V e de primi 5 lustri del secolo corren-
tore del Sesto delle Decretali; rilenendo tejmerilare una nota, comegli piace chia-
egli che le bolle pontifìcie esprimono sem- mare il molto che ha detto, non ricordan-
pre proposizioni ineccezionabili, e perciò dosi delle qualità de' Dizionari che non
la riferita esporre una verità incriticabi- entrano poi minimissime discus-
in tante

le. Quindi celebiò vari illustri della pro- sioni anzi parlando genericamente non
,

vincia, cioè Gregorio da Pofi segretario si viene espressamente che di rado a sta-

d'Alessandro IV, dicendo che col suo sa- bilire tempi, solo riportando quanto più
i

pere liberò l'Italia da Ezelino; il dotlissi- scrittori ci dissero. Lei ha voluto analiz-

mosonninese Petticca; l'avv. Cecio disua zare il detto punto, e secondo la sua nar-
patria Vallecorsa, di rari talenti e luogo- razione monti non hanno concesso co-
i

tenente generale alla ricupera di Ferrara; modo agnato a' briganti, contro il fatto
non che la vallecorsana da cui nacque la in generale. Lei affaccia l'autorità di Mu-
madre di Gio. Francesco Aldobranditii ratori pe'tempi di Sisto V, di gran peso
generale contro Tunisi. Per ultimo, ap- ma non di fede, avendo parlato egli so-
plicò alcuni versi di Dante (che poi rife- lo di alcuni luoghi senza escludere gli al-
rirò) a qualcuno che aveva, secondo es- tri: giacché leggo nella vita di Gregorio
so , vituperatola provincia medesima, XIII (immediato predecessore di Sisto V)
mentre dovea lodarla; dovendo allora tut- Novaes gesuiti che se ne oc-
di MafFei e

to cangiar d'aspetto sotto i raggi del Sol cuparono con precisione individuale, per
di Ceccano (il cardinal Gizzi segretario que'benefizi di cui fu largo colla loroCom-
di stalo). Terminò la lettera con nuova- pagnia, senza venir al dettaglio, che Gio-
mente piegarmi a porre una breve nota vanni Valenti famoso capo de'tnalviven-
alDizionario mio per l'oggetto. Risposi li s'intitolava Re della Campagna di Ho-
a' i5 del susseguente ottobre colla lette- via, e qual reo d'atroci delitti fu deca-
ra che qui riproduco; e la ricavo dalla pitato. Leggo poi nella vita di Sisto V del
mia bozza, e probabilmente l'origina- Novaes e del suo correligioso p. Tempe-
le sarà limalo e più cortese, sebbene in- sti (anco su ciò mi limito ad un'indicazio-
teramente confidenziale e senza affatto aTerracina,PipernoeSer-
ne), ch'egli fu
studio, neppur per sogno immaginando moneta, non solo pel prosciugamento del-
che dovesse stamparsi. » Ill.mosig/ Mi- le Paludi ed altro, ma per liberare luo- i

chele de Matthias. Domando scusa se per ghi infestati da'mal viventi. Trova anco da
impotenza cosi tardi rispondo alla rive- ridire sudi provvedimenti fatti dal gover-
ritasua lettera del 27 agosto. In essa Ella no francese e pontificio. Io li trassi dagli o-
ancora mi dice che la provincia Frusina- riginali e non feci che indicarli pe' motivi
te intese con piacere le lodi che gli diedi da me addotti. Se alcuno ve ne manca
nel mio Dizionario, e la ringrazio di cuo- altro non è specificato non mi pare erro-
re. Ai rilievi da Lei fatti, non intendo di re, perchè io uon intesi far il computista

rispondere in dettaglio, ma solo sulle co- de'malviventi, ma darne un breve cenno.


se principali di fare qualche osservazio- Qualefu il mio Cine sull'articolo Frosino-
ne. Pei tanto V. S. III. ma incomincia col ne? Rispettando e venerando persino le
farmi osservare di aver io detto (cioè zolle della provinciaj e i suoi grandi uo-
quello che appresi da diversi autori, poi- mini illustri che vi fiorirono e fioriscono,
ché i si ponno inventare), che i
latti non ammirando la costante fedeltà e la- reli-

hanno talvolta fatalmente


inolili, selvosi gione degli abitanti, indispettito di legge-
oliato a' malfattori comodo agnato per re negli biotici, anche moderni, di venire
V E L VEL 4i
spesso spesso denominato ilparse de bri- vero qui di passaggio, che dopo la pubbli-
gami, per verace .simpatia, per giustizia, ca/ione dell'articolo, molteplici furono le

per affeziona di sangue, perchè alcuni pa- lettere che di moto-proprio ricevetti, da
r
tenti miei vi derivarono, e per l'edificazio- mg. Pila delegato e da molti provinciali,
ne ricevuta nel viaggio di Gregorio XVI, senza ninno de'rimarchi da Lei prodotti,
mi proposi fare un onorevole articolo, e come niuno li fece de' nominati. Inoltre
riuscì per amore mollo lungo, contro le l'articolo prima di stamparsi lo diedi pu-
basi ilei Dizionario, non valutando che re a leggere al p. Meueguzzi procurato-
per la lungaggine mi esponevo con altri re de'certosini, pei; le notizie che di loro
articoli, con tutte le conseguenze che ne riportai, e ri'ehhi approvazione e lode: a'
derivano. Fatto l'articolo (come faccio di marchesi Longhi (de'signoridi Fumone),
ognuno che li rimetto alle parti che pos- ed al p. Illuminalo da Pofi, per ciò che
sono giudicarne) lo sottoposi alla revisio- li riguardava, e ad
altri, niuno affatto di

ne dello storico di Prosinone prof, de essirimarcandomi il da Lei osservato.


Mattheis; e siccome mi accorsi che fru- i Mentre mi era riuscito a furia di libri, di
sinati avevano emuli nella provincia, per cui sono dovizioso possessore, parlare di
correttivo l'umiliai ancora alla revisione tutti i luoghi della provincia , non potei
r
del rispettabilissimo sig. Cardinal Gizzi; rinvenir notizie di Vallecorsa j dispia-
e quanto alle provvidenze sul brigantag- cente che su Castro es. Lorenzo pubbli-

gio lo sottoposi all'approvazione dell'; vv. cava qualche cosa mentre della prima ,

Del Grande assessore straordinario all'e- benché sede di governo nulla poteva di-
stirpazione del medesimo. Ecco dunque re, contro
il mio sistema cercai notizie,
esaurita la critica per la verità istorica. le quali sempre volli procurarmele a for-
Conservo i biglietti autografi de'nomina- za di studi, per non vestirmi delle penne
r
li revisori, pronto ad esibirli a chi Ella altrui, e per non espormi. Mg. Santucci
deputasse a leggerli. Il professore lodò e (ora qui aggiungo, in quell'epoca sosti-
approvò l'articolo, e solo rispose alla do- tuto della segreteria di stato, e di pre-
manda che gli feci un preside, e sul-
circa sente cardinal prefetto degli studi , an-
la nascita di s. Silverio. L'incomparabi- ch'esso della provincia comechè di Gor-
1
le Porporato, qualificato per ottimo il Di- ga) mi offrì l'ottimo sig. prof. Rossi (ora
zionario, disse : Dalla lettura dell'ar- aggiungo di Vallecorsa), ed egli gentil-
ticoloFresinone ho potuto convincermi mente mi procurò le notizie da V/ Sig."
che Ella ha attinto a buone sorgenti, ed dicendomi egli
Nell'atto che le riceveva,
ho rimarcalo qualche punto con-
che. in che Lei opinava corrispondere all'antica
troverso fra due paesi ha mostrato quel- ibernica o Ferrugine, tosto gli mostrai
V imparzialità che conviene al sodo isto- gli Verruca. Mi
autori che parlavano di
rica. Corresse il campo Tr^jana in Tro- vedendo a Lei con-
posi subito al lavoro, e
pi no, ed Cancello io TorriceWo. trarie le testimonianze degli storici che
L'avv.
Del Grande, mi scrisse: fio letto con ve- pubblicai, procurai estenderle con gar-
ra compiacenza l'articolo sopra Frasi- bo e con riguardo e riconoscenza a Lei.
nonc. Tutte le circostanze sono rilevale Tuttavolta non volendo ciò fare all'insa-
r
con chiarezza, e precisione somma. Il bre- puta del sig. Rossi, per delicatezza e cir-
ve racconto del brigantaggio è stalo trat- cospezione , nel dì seguente gli mandai
tato con moltissima accortezza. Tale pu- l'articolo Vallecorsa, invitandolo franca-
re fu il sentimento di mg.' Antonelli(ora mente a cambiar frasi e cose, a dirmi li-
qui a»»inngo,della provincia, cioèdella cit- beramente se andava bene e se poteva ,

tà di Terracina,enato in Sonniuo, ed at- Ella menomamente offendersi del modo


tuale Cardinal segretario distato). Usser- da me tenuto. Mi favorì la sera, e mi dis-
4* VEL VEL
se die avea anzi ammiralo moderazione compilato. Abbia la degnazione di legge-

e riguardo; e ch'Ella certamente non si re la mia Dissertazione de'beni apportati


sarebbe lagnato. Invece dalla sua lettera alla Giurisprudenza dalli Sommi Ponte-
vedo col fatto gravami avanzatimi. Io
i fici. Dissertazione inserita da mg/ Auto-
non pronunziai contrario giudizio, esposi nino De Luca ne' suoi Annali di scienze

solo per verità itterica i diversi sentimen- religiose al voi. xv, fase. 43 del 1842; e
ti, lasciando il giudicarne ai critici, senza vedrà a chiare notecome io abbia in pre-
il menomo fine di farle cosa spiacevole. gio la dotta di Lei penna. Dei resto sta
Lei ini fa il novero di molti uomini il- benissimo quanto l'Ecz." V." si compiace
lustri della provincia; ed io ai rispettivi significarmi colla pregiatissima del 1 5 an-

luoghi non mancai né mancherò parlar- datile; e rapporto alla Storia di Falle'
ne con diverse Iodi. E sia certa che ai de- corsa posso assicurarla , che la scoperta
biti luoghi terrò presenti le sue osserva- di alcuni marmi, lapidi e altri monumen-
zioni (il che vado eseguendo). Spero ave- ti antichissimi fanno conoscere essere qui-
re rettificato l'idea etterati formata su di vi d'intorno slata la Verrugine de'Volsci.
ine circa all'articolo Frosinone. gli con- Gli autori , che la pongono altrove non
fermo mia affettuosa propensione per
la conoscono le surriferite scoperte. Se ilCie-
tutta la ho moltissimi miei
provincia, ove lo mei permetterà io spero pubblicar l'o-
a
benevoli. Dichiaro a V." Sig. la mia di- peretta archeologica su questa mia pa-
stinta stima per le sue dotte cognizioni, tria... Omissis... Deh o Signore,
! si com-
gli esibisco la mia qualunque servitù, , e piaccia di essere il mio Mecenate, men-
ini riuscirà infinitamente gradito un suo tre io con sensi di sincerissima slima e
cortese riscontro ,
passando intanto con cordiale rispetto ho a pregio sommo di
tutto il rispetto all' onore di protestar- confermarmi". Gli risposi a'2 3 ottobre,
mi ". Il sig.' De Malthias, immediata- ma non rammento termini, perchè noni

mente e colla maggior gentilezza rispose feci precedente minuta, non essendo so-

a'ig ottobre 84^. «Eccellenza. La mia


i lito di farne, neppure per questo mio Di-

umilissima <lel 27 perduto agosto ultimo zionario, come altrove dichiarai e sono
r
fuda ine all'Eccellenza V. "semplicemen- pronto provare a chiunque. Il sig. De
te duella per pregarla a fare una nota Malthias replicò da Vallecorsa a'29 del-
in favore della provincia Frusinate, e non lo stesso mese, egualmente con termini

ad altro fine. Eorse il mio giovanile ardi- della più squisita gentilezza e per me o-
mento non mi avrà fatto bene esprimer- norevolissimi, il cui contenuto è estraneo
mi. È certo d'altronde, che malamente all'argomento in discorso; come lo è quel-
si appella Frosinone come Paese di Bri- lo della successiva felicitatoria degli 8 di-
ganti. Io porto quel sentimento espresso cembre 1846, altro modello di benignità
maestrevolmente dalcav. Micali nel capo e di rara cortesia. Commosso, all'ammi-
r
8.° della par. ».' della sua opera su l'Ita- razione verso l'egregio sig. De Malthias,

z=aV<i sono (e'ilice) sempre e in ogni


lia. e rilenendo la cosa del tutto terminata
luogo grandi colpevoli. Se la corruzio- per la mia ampia giustificazione, vi ag-
ne non è generale, rispettano il secolo. Se giunsi lamiariverenteaffezione,sentimen-
il secolo è vizioso, lo disprezzano, né cu- ti che sinceramente nutro e mi onoroqui

rano suoii giudizti. =: Posto questo prin- pure professarli. Ma neli85o senza alcu-
3 a
cipio, estraggasi oradall'Ecz. V. la con- na avvertenza precedente e senza che ,

seguenza pel fatto di quel preteso Re del- nelle posteriori lettere l'encomiato scrit-
laCampagna Romana, eh' Ella mi cita. tore ne facesse mai trapelare alcun cen-
Non creda poi, che io non abbia lodato, no, onde io poscia per rispetto l' imitai
e non lodi di cuore il Dizionario da Lei nelle mie repliche, mi rimise per la pò-
V E L V E L 43
sia il sopra Iodato suo libro: Lettere ec. sa, Lorenzo e Castro. Volle eziandio ri-
s.

Saggio storico di f'allecorsa, dopo il conlare in detta nota, che nel 1208 Inno-
quale trovai la Lettera 3." a me diretta, cenzolll da Fossanova si recò a s. Loren-
però con diverse varianti e note die non zo e poi in Castro ed in Cepium, pernot«
esistono allatto nell'originale; e con mio tandoin tutte le nominate terre. Da Ce-

nolubile stupore, senza die egli vi ripro- prano, per Aquino si portò a s. Germa-
ducesse mia replica giustifieativa.di che
la no e Monte Cassino, indi a Soia e al ino-
n ine sembra fosse cosceuziosa niente e in- nastero di Casamiri e per Ferentino si
,

dispensabilmente tenuto di fare, anche restituì a Homo. Dicendo de' banditi di

ad onore della provincia di coi si mostra Sciarra, aggiunse in nota. »> Non neghia-
amoroso e geloso propugnatore. Ed è per- ino die in queste contrade si trovarono
ciò che volli qui ripararealla sua omissio- alcuni banditi ne' nostri tempi. Mi non
ne, nel tempo stesso che vado esaurendo ebbero comodo aguato. Furono sempre
il da me promesso, ed il tutto per deco- perseguitati e distrutti. Un bravo capita-
r
io della medesima provincia e per scoi- do contro di essi fu il sig. cav. Giusep-
parmi da qualunque ombra che abbia peSabbatini domiciliato in s. Lorenzo, che
potuto ingerire la Lettera stampata del presto riportò di essi completa vittoria".
r
sig. De Matlhias, aumentata colle dette Egualmente non trovo nell'originale q<M<
varianti e note. Di queste non posso fare si' altri aggiunta che leggo nella lettera

a meno di qui rimarcare le più essenzia- stampata »* Ne' Monti poi non esistono mi-
racolile intrinsecamente indispensabili al- ca Terre orribili. Sminino e Patrica non
la coerenza della surriferita mia risposta, sono qua li si dipingono. Alle falde di que-
non conosciuta finora dal pubblico, meo- sta ultima si rinvengono attualmente a-
tre parte di questo è possessore della let- vanzi di ville, specialmente del tnagnifi-
teia stampata, onde n'è facile il confron- co Mecenate e del console L. Lummio,
lo, come pure lo è del Fro- mio articolo trovandosi persino oggidì denomina- la

8LVONE per fare altrettanto. Riparlando zione di Collelummio ad intuito appunto


delle ville de' romani, le dice poste ne'ter- delle possidenze di colai cavaliere roma-
ritorii Ernico-Volsci. Indi aggiunge.»» Se no". Ommise di far menzione degli illu-
passiamo poi a' tempi successivi, eccovi stridi Vallecorsa, avendone nell'opusco-
una Corte Sovrana tra noi. Il Muratori lo stampato ragionato nella Storiti. ìn-
negli Annali d'Italia all'annoi i5i scrive, vece aggiunse quest'altro periodo.»» Ed
che=; Papa Eugenio Illa dì 10 maggio oggi son gloria di queste contrade i Car-
andò a Castro (poco lungi da Ceccano), e diiialiBellid'Anagni,Siiuonetti figliod'n-
vi dedicò Croce, e nel dì
la chiesa di s. na Vallecorsana, Gizzi di Ceccano, Anto-
27ottobrededicòlachiesa del monastero nelli di Sonnino, e Vizzardelli di Monte
diCasamaro (presso Veroli), dopo di che s. Giovanni ". Nel ripetere il paragrafo;
tornòaSegni=overisiedè per molto teui- In sostanza è noto che qualcuno ha vi-
po. Lo stesso ripetasi di Lucio 111, Inno- tuperato la Delegazione in discorso, ab-
cenzo 111 e di Sisto V ec. che onorarono benché di certo le dovuto dar lode.
avria
di loro presenza Piperno... " In nota poi E qui lo pone con nuova nota, non esi-
ricorda gli onori ricevuti dalla provincia stente iieH'origiiiale.»>Si allude al cav. Mo-
nel secolo corrente da'gloriosi Pontefici rolli, che ha molti paretai qui". Segno-
Gregorio XVI e Pio IX nel 1 843 e nel no i versi Danteschi, che a meoraesclu-
l85o, e che furono pure in Fi osinone e sivamente applicati sono preceduti dulia
in Piperno; nelle vicinanze di Prossedia- paiole; Si potrebbe ripetere con Dante,
vendo incontrato il 2. le commissioni di Questa e colei, die tanto posta in croce-
quelle lene, e specialmente di Vallecor- Pur da color } che le dovrian dar lode, -
.

44 VE L VEL
Dandole brasino a torto , e mala voce. stampata diversamente e alla mia insa-
Il fine della lettera stampata .essendo mor- puta. Tuttavolta ho evitato e mi sonoa-
to a quell'epoca il cardinal Gizzi, termi- steiiulo da qualunque commento o cita-
na colla variante. >» Ma orsù ossi
Do il tutto zioni analoghe di mia opera, e da quanto
dee cangiar di aspetto sotto raggi del- i altro cagionar potesse neppure l'apparen-
l'immoilal Pio IX". I nominati Cardina- za d'animo indisposto. Arroge il pro-
li, meritano schiarimento, e «li tutti mi nunziato di recente nel parlamentod'ln-
glorio di averne goduto la benevolenza, ghil terra sull'infume attenta tu de' gen-
1 4
come ho a vanto d'onorarmi del patro- naio i858 pel progetto da convertirti in
cinio del superstite vivente. Il cardinal bill legge relativo alla cospirazione d'as-
Belli era morto
settembre i844> v '"
a 'g sassinio, dalla magniloquenza di lord Pal-
veva il cardinal Simonetti e poi morì a' mellimi, che disse.»Di versi oratori si so-
5gennaioi 855; il cardinal Gizzi era mor- no olliesi di ciò che si è dello, essere que-
to a'3 giugnoi849; il cardinal Antonelli sto paese l'asilo degli assassini e de' co-
è stalo creato cardinale l'i i giugno 1847; spiratori. Sventuratamente non possiamo
il cardinal Vizzardelli creato cardinale in negare che così sia. Non è però vero il di-
«letto giorno, morì poi >'%4 maggie f 85 1 reche colla costituzione del paese il go-
Circa a'sedicenli miei parenti, il sig/ Da verno e popolo inglese incoraggia e pro-
Mailhias amplificò le mie parole; alcuni tegge uomini che tramano questi a-
gli

parenti mici vi derivarono. Le scrissi per che li commettono, ma sven-


troci delitti e
sapere, che la mia ava paterna era nata turatamente è vero che simili delitti so-
in Roma da Sebastiano morto d'anni 07, no stali preparati in Inghilterra e che dal-
della ricca famiglia de'Recchia di Guar- l'Inghilterra sono usciti incaricati di com-
dilo. Me ne pregio; ma ignoro chi siano, metterli". L'applicazione che faccio io al
e ninno mai per parente mi si fece cono- caso nostro, è in quanto alla topografica
scere, uè della provincia di Frosinone, né condizione del paese, che questo soltanto
di Velletri. L'allusione specificatamente per natura può porgere rifugio e asilo, e
affibbiatami nella lettera stampala, la re- ciò all'atto non mai olfeude 1 generosi a-
spingo come inesatta, ed eziandio reputo bitanti; che invece per tale stato di locali-
non dovermisi all'alto, per tutto il riferito tà (urono esposti di tanto in tanto a sog-
colla massima ingenuità e semplicità. giacere vittime di deplorabili spogliameli-
Da ppoichè,lenendo sempre per fermo che li , atroci uccisioni e altre abboiuinevoli
io Dell'articoloFrosinone parlai con dile- nefandezze, lo distinsi e distinguo gli a-

zione della provincia, anzi reputando non Dilatiti dall'abitato. Questo è un fallo im-
mai abbisognare di dichiarazioni, nondi- possibile a negarsi, ed è noto a tutto il

meno fedele alle mie promesse, non cre- mondo. Lo proverà diversi brani storici
dei meglio corrispondere a' tlesiderii del che in progresso dovrò riferire, anco col-
r
sig. De Mailhias, die col riportato am- lo stessoMuratori e suo continuatore, e
piamente in questo articolo. Penetrando- co'medesimi scrittori provinciali e delle
mi del suo spìrito lodevole d'amor patrio, vite de' Papi, come i meglio informali in
torno a dire, che credei vantaggioso alla argomento, li preferirò ad altri.
e perciò
nobilissima Provincia il pubblicare la La provincia
Marittima ossia la le-
di
pi onla e franca mia risposta; (lessa fu fat- gazione propriamente di Velletri, come
ta pelò alla lettera anteriormente scritta la costituì Gregorio XVI, abbracciò nel
dal suo riverito pugno, oud'era indispen- nuovo compartimento l'antica provincia
sabile e necessario che facessi l'esposte av- di Marittima del Lazio, e ne forma il con-
vertenze, per le dichiarate varianti e note fine meridionale la spiaggia Mediterra-
che si leggouo solamente uella posteriore* nea dulia foce dell'Astuta siuo oltre all'i u-
VEL VEL 45
nontorio Circeo, e precisamente alla tor- popoli ernico-volsci, e delle città d'am-
re Gregoriana di Terrari nat che tocca il bedue, antiche e superstiti. Gli eroici,
limite napoletano, al moilo descritto iti si vogliono dal De Matlhias, nella Lette-
quell'articolo. All'est ed al nord le fan- ra 5.',ove discorre della sua dissertazio-

no cerchio paesi della Campania o Cam-


i ne Ietta nell'accademia Etnica, Le Ori-
pagna Romana, che forma oggi la dele- gini Erniehej prefazione alle disserta-
gazione di Prosinone all'ovest poi è li-
; zioni sull'Agricoltura Etnica, derivati
mitrofa alla Comarca di Iloma, e più si da' pelasgi cananei, fenici e egizi, per cui
avvicina al distretto d'Albano. Le monta- la loro lingua antica partecipava dell'e-
gne Lepine formano per lungo I ratto la braica o egizia primitiva, condotti nel-
linea di demarcazione fra il litorale e la la regione dal capo de'pelasgi cananei e
Volle del Sacco, e sono quindi la bar- fenici cacciali dagli ebrei, Eroico Elolo,
riera fra le dueprovincie, ed il suolo Er- dal cui nome lo presero la contrada e i

nico-VoUco. Ad evitare ripetizioni, <]ui popoli che l'abitano. Diverse città, luo-
avverto, che del territorio volsco e de'suoi ghi e fiumi portano nomi derivali dalle
popoli e citlàjoltreil riferitone giàco'pnb- originarie sedi di tali pelasgi. L'Etolo Er-
bhcati loro articoli, e nel voi. XXVII, p. nico nel Lazio scegliendo la parte più a-
299, ove notai che ne furono capitali o« dalta a' suoi disegni agrari e guerrieri,
ra Valletti, ora Piperno, e fors'anco al- fabbriconi de' ricoveri ad imitazione di
cnn'allra città, come Sessa(1 .) o Sues- quegli egizi, che non habebanl demos,
M l'oniezia o l'omelia, dalla quale prese sed Turres. Le mura pelasgiche alalri-
il nome il famoso territorio Pontino, e in ne non sarebbero in questo senso, che
tale articolo dissi pure delle diverse cit- immense torri, formate giusta il costu-
tà omonime de' principali illustri votaci, me de' signori delle piramidi. Gli eroici
oltre il già detto ne' ricordati articoli di sono celebrali dall' antichità pel valore
città e luoghi de' volsci ; dell' industria, nell'armi, per le loro costruzioni ciclo-
commercio e prodotti de'medesimi, oltre pee, delle quali in più luoghi dissi parole,
ilcenno complessivo dell'intera legazione come ne' voi. LX1 1
1, p. 23o, LXXXI V,
che vado a fare nel presente periodo; di p.167, e altrove. Oltre quelli che poi ri-
tutto ne terrò proposito, sia descrivendo corderò, sulle costruzioni ciclupee scrisse-
la legazione nella parte marittima, sia ro. Middleton, Cyclopians If'alls, Lon-
nella descrizione di Velletri e suo terri- don 1821. Dodwell, Cyclopians II alls
torio. Delle Paludi Pontine, dopo que- in G rece and ftaly ^London 82 1 .Filippo 1

st'ai ticolo, ne riparlai nelle città e luoghi Pet t-Radel, Viaggio storico f orografico
1

che tie risentirono i danni o vi hanno par- e filosofico, fatto nelle principali città
te del territorio, principalmente in quello dell' Italia nel 1 8 1 1 e nel 1812, Parigi
di TerracHiaj e nell'altro di Strade di 18 5. Sono pure
1 gli eroici lodali pel rego-
Ilenia, fumosa Via Appia che la
della lare coniugio,e quali eccellenti e fortissimi
percorre, meritamente denominata Re- agricoltori, oltre altri posteriori vanti che
gina J iaruni. Quanto alla provincia di rilevai ne'relati vi articoli; siccome di sve-
Fresinone, regione degli antichi cinici, gliato ingegno, religiosi e fedelissimi sud-
è a vedersi quell'articolo, ove notai che In tutti tempi fiorirono
diti pontificii. i

ildistretto di Terracina, governi di i copiosamente illustri, che onorarono la


Vahnonlone, di Segni e di Sezze, ad es- nazione ernica e le individuali patrie, col-
sa appartenenti, co' loro vice-governi la dottrina e l'arte, la santità di vita e il
,

nell'erezione della legazione di Velletri alore guerriero, le dignità ecclesiastiche,


furono smembrati ed a questa attribuiti. civili e militari, e quasi di tutti o alme-
Inoltre nellostesso articolo parlai de'due no de' principali potei decorosamente ra-
46 V E L VEL
gionarne a' loro articoli o luoghi. Provin- lati sono insigniti del grado episcopale),
cia in somma, che il gran Bonifacio Vili, molli professori dell'università romana,
una delle tante glorie della medesima, di- tanti giudici de'triburiali di Roma, e vati
chiarò:» Haec est enim Provincia, prae- altri uomini eccelsi, essendo genio della
darà Campaniae Mariliuiaeqne, quaefe- scienza musicale il Colelli d'Anagni.ed un
licis henedictionis, et gratia gratiludinis, genio de' panegiristi romani il carmelita-
clohedienliae producilalumiios,el in qua no scalzo p. Teodoro di Maria Santissi-
semper erga Ecclesiam supradiclam Gelei ma vallecorsano. Narra di più, clic in À-
constantia viguit, claruit devotiouis iute- cuto ebbe origine l'istituto delle pie don-
gritas, splenduil revereutiae plenitudo. ne e monache Adoratoci del Divin San-
Haec est profecto columua fidclitatis, im- gue (di quello stabilito in Orte , idea-
nicbilis, super firmati) Petra ni Fidei con- to dal ven. cau. Del. Bufalo istitutore del-
sultila, quae uullius unquam conculi pò- la congregazione del Sangue preziosis-
lui! frangenti* fremilu tempestati*. Haec simo , e posto in pratica da Maria De
est Provincia, quae semper ipsiusEccle- Mattia* iu Acuto, ne feci parola nel voi.
siae virili ter, et conslanter in necessita- XL1X, p. 1 83. Nel ricordato articolo
tibusastilil personaruni perieula, ti, mina tomai a far menzione delle Adorati ici
rerum, et lahorum onera non evitati*, cu- del Di vili Sangue, menile nel voi. LXUI,
jusque prompto, et patenti auxilio Ter- p. 123, celebrai lo stabilimento a loro a-
rassibisubjectas regi* dirigitque Provin- perto in Roma per l' educazione mora-
cia*,ipsarum compescit excessus ausus , le e religiosa delle fanciulle, del di cui
temerarios reprimit, illiei Los motus frae- prospero successo può vedersi il riferito
nat. Hic est utique praedilectus, et deli- nel ii.° i47 del Giornale di Roma del
ciosusHoi tusEcclesiae. In quo ipsa repe- 18J7. E in quanto alla congregazionedei
rii, quo»! delectat, culligli, quoti blandi- sacerdoti, dissi die Pio VII nel 182 1 or-
tili" alfeclui,guslat, et perequi dolce* fru- dinò al medesimo servo di Dio di aprir
ctos". Tarilo leggo nella bolla di Bonifacio le caie di Terraciua, Sminino, Semionda,
Vili, Romana jìlalcr Ecclesia, da lui e- Velletri, Frosiuone e Vallecorsa, e della

maoala nella sua nobilissima patria Ada- medesima riparlai nel voi. LXXX1V, p.
gili, metropoli degli eroici, a' 28 settem- 198), fondato per la civile e religiosa e-
bre 1 290, pubblicala da Bonifacio IX col- ducazione delle donzelle, già propagate
la bolla Iluinilibus, de' 12 giugno i4oo, iti Francia, Germania, America ec, e poi

Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 395: Con/ir- ne ragionò pure nel suo libro Della Pe-
malio Slatuloriim, ci Ordinationum dagogia necessaria alle donne, Feren-
Pi ovinciarum Campaniae et Mariti- , tino 85 (leggo nella Topografia stati'
1 1

viae per Bonifacìum PP. T III edilo- slica dello slato pontificio del cav. A-
i'uìiì. Ivi è pure la bolla Ad*a di Boni- doue Palmieri, Roma
1857, a p. 87.
facio IX: Stallila pio Tcrracinensibus » In Roma le pie educatrici, ed Adora-
telila firmat.UDe Matlhias, oltre sum- i ti ici del Divin Sangue , in via Avigno-
meutovati cardinali (a' quali aggiungo il nesi,11.' 80, iu casa della principessa Wol-

cardinal Gioacchino Pecci vescovo di Pe- konsky, ammaestrano ne lavori ed istru-


rugia, e il cardinal Vincenzo Santucci pre- zione cristiana le fanciulle, ed auebe le
fetto della congregazione degli studi, di- maritale. Institulrice fu la pia Maria de
poi elevali alla s. porpora) della provin- Matiis di Acuto verso ili 833 sotlo la di-
cia, dice questa contare circa 4° prelati rezione del ven. canonico Del Bufalo, e
((ra'quali almeno 5 che Dominerò iu se- già conta6 case per lo stato pontifìcio").
1

guito a cagione d'onore, sono prossimi al- Aggiunge che nella provincia esistono col-
ludiguilà cardinalizia; e diversi di tali pre- legi fionlisiiiiii, biblioteche, seminari, li-
V E L VEL 47
pogra fie, musei numismatici en. L'acca- lenni lornale,per lo più imprende a tratta-

demia Etnica la ilice fondata nel decli- re argomenti riguardanti le cose patrie.
n.ir del secolo passalo dal sommo nelle Tre ordini di soci compongono 1' accade-
r
scienze e nelle lettere mg. Giovanni De- mia, residenti, corrispondenti, onorari: fra
voti vescovo d'Anagni in questa città, la isecondi mi pregio di appartenervi. A'27
quale per essere l'antichissima capitalede* giugno i845 mi fu spedilo il diploma di
gli ei nici prese il detto nome; alterata nel socio corrispondente, cogli Statuti del-
suo progresso pegli sconvolgimenti repub- l'accademia Erràca eretta in A latrilo-
blicani deli yqg, indi il vescovo d'Anagni ma i845. Indi ricevei il Catalogo de*soci
r
nig. Gioacchino Tosi potè stabilirla. Nel della accademia Ernie a fondata sot-
suo i.° lustro l'accademia fiorì in modo, to gli auspicii della sa. me. di PapaGre-
che poco mancò non vi dasse il suo nome gorio XF1 che
drgnossi fregiarla, del-
l'imperatore Napoleone 1, il quale aven- l'augusto suo nome, Roma 1847- Egua-
do molta propensione pel Tosi, gli sotto- le onore ha compartito all'accademia il

mise le diocesi di Paleslrina, Terracina, regnante Papa Pio IX. Notai già che il
Sezze, Piperno, Ostia, Velletri, Alati i, De Mallhias colla Lettera 4-' ragiona
Albano, Frascati, Porto e s. lAullina, e Ti- sulla storia dell'industrie della provincia
r
voli. Per le vicende cui soggiacque mg. e di sua posizione commerciale. Egli dice.
Tosi, l'accademia fu dimenticata, ma nel L'antico commercio si vuole ben grande,
i843 quando l'immorlal Gregorio XVI perchè il solo distretto d'Anagni contava
degnò di sua presenza la città d'Alain, 60,000 abitanti, e Virgilio appellò ricca
si pensò con energìa a ristabilii la. 11 me- Anagni non per la semplice coltura cam-
nuova fondazione dell' accade-
rito della pestre, ma eziandio pel traffico, poiché il
r
mia Etnica si deve amg. Adriano Giani- suolo in parte è sas-oso. Del vetustissimo
pedi zelante, facondo e dotto vescovo d'A- commercio degli ernico-volsci n'è prova
lati i in questa città, e ne ottenne l'appro- la staterà della prisca Campagna del La-
vazione dalla congregazione degli studia' zio. Un'iuvenzione de' pesi de' tempi re-
3o luglio 1 844- Et'ggo "el supplemento motissimi, decide de' famosi mercati d'e-
aln.°i4 del Diario di Roma del 845, 1 poche lontanissime. La staterà ne'campa-
che l'accademia fu fondata a'2 febbraio ni del Lazio, ove souo contorni di Erosi- i

1 844» anniversario Gre- dell'elezione di none, Milli cii ni emenle attesta quanto pri- i

gorio XVI, che perciò essendosi propo- mi frusinati felicemente commerciassero


sto di celebrarlo, e insieme quello del- colle loro produzioni e industrie. Di pre-
1 accademia con solenne straordinaria tor- sente la delegazione diFrosinone nell'agri-
nala, a cagione del mal tempo si differì coltura mantiene aperti traffichi non solo
a'9 e celebrossi il letleiario esercizio nel colle principali parli dello stato pontificio,
modo ivi narrato. Apprendo poi duW'dl- ma ancora al di là dei Mediterraneo e del
burn di Roma, 24, p. 46, che contri-
t. 1 Tirreno, e persino in Africa. Anagni e
buì alla fondazione dell'accademia il pa- Ferentino producono abbondanti grana-
trizio alatrino e cauouico della cai tedia- glie, Veroli e Vallecorsa moltissimo olio,
le d. Agostino prof. Caporilli prefetto de- Allena e s. Lorenzo copiosa seta, Supino
gli studi nel seminario, la di cui biografia moltissimo legname. Gli opificii di panni
del prof. Giuseppe Tancredi ivi si ripor- d'Ala'.ri e di tappeti di Veroli sono rino-
ta, coli' encomio del suo sapere e parti- mati. In Frosiuone si migliorò ne' lavori
colari pregi. Intendimento dell'accade- agricoli e industriali. Eccellenti sono le
mia è la coltura dell'umane lettere e de- piante di tabacco di Vallecorsa e Ponte
gli utili studi. Dopo i misteri di nostra ss. Corvo. Termina il De Mallhias con os-
Religione, cui souo sagre le sue più so- servare; Che se Terracina avesse una
,

48 VRL V EL
fiera, come quella ili Sinigaglia, ed aves- ta la sua estensione. Frale riserve fatte
sepure una strada ferrata che l'unissi; a dal governo, vi è quella dello stabilimen-
Roma, la delegazione Frusinate diver- to d'una linea telegrafica elettrica lungo
rebbe la i." provincia dell' Italia. Bensì la via ferrata. Quindi il Papa nominò
narrai in tale articolo, pel cui porlo tan- commissario generale delle strade ferra-
to fece Gregorio XVI a vantaggio di que- te pontificie romane il duca d. Mario
ste provincie, clie vi è la stazione e l'offi- Massimo. 11 n. 85 dello stesso Giornale
cio per la telegrafia elettrica; mentre so- pubblicò gli articoli addizionali agli sta-
no lieto di potere qui ripetere, die il ti on tuti de' 24 maggio i854, della società a-
co di ferrovia da Roma
Tuscolo (/ '.), al nonima della strada ferrata da Roma a
dovrà continuarsi per Velletri e Cepra- Frascati, la quale prese il nome di Socie-
no, per congiungerlo a quello di IN tipo- tà privilegiata Pio- Latina delle Stra-
li, come accennai ne' voi. LXX, p. 63,1 de ferrate da Roma a Frascati, e da
LXXXIV, p. i5; ed intanto il governo Roma al confine Napoletano, ossia Ce-
del florido regno delle due Sicilie spinge prano. Tali articoli furono approvati dal
con massima alacrità la strada ferrata Papa a' 3 1 marzo
858. Si può vedere 1

perCeprano, anzi si può dire giunta qua- l'interessante articolo d'Angelo Angeluc-
si alle frontiere pontificie, destinata a riu- ci Ferrovie ed opere dello Sialo, a p.
:

nire le nostre vie all'altre Europee, men- 1 80 del 1. ,ser. 2. 'dell' Enciclopedia con-
1

tre accosta a Sanseverino per proprio temporanea di Fano .Ora colla stessa En-
conto la strada di Brindisi. Sulla linea ciclopedia contemporanea di Fano, t. 6,
della ferrovia Pio-Latina si formeranno p. 2 2 e seg., riporterò il sommario delle
1

due primarie stazionala t .'inVelletri, l'al- piùimportanti materie trattale nellaRivi-


tra probabilmente in Ceccano. Nel Gior- stade'prodotti naturali e manifatturieri
nale di Roma del 858, n. 56 e 5<], si leg-
1 dello stalo romano,del prof.GaetanoNigri-
ge la conferma alla società anonima della soli, autore della recentissima e bell'ope-
concessione della strada ferrata non sola- ra, sulla quale però vanno tenute presen-
mente da Roma a Fi ascati, ina eziandio il ti quelle savie avvertenze pubblicate dal-
suo prolungamento dalla n." città al con- la stessa Enciclopedia a p. 3 57 e seg.
fine Napoletano, seguendo il traccialo sot- la quale tornò a lodare l'autore nella se-
to i colli Albani e per Velletri, lino allo rie 2.', 1. 1, p. 58. Legazione di Velletri.
slesso confine Napoletano per Ceprano; Fiorenti l'industrie agricole, lanquide le
costruita ad un binario, cioè con una cop- manifatturiere. Prodotti naturali. Buoi
pia di guide di ferro, salvo pe' recessi di e bufali in bel numero; in mediocre i

carico e scarico, stazione e scambio, che cavalli e pecore; scarseggiano le capre e


dovranno avere doppi binari ec< Si ripor- i suini. Commercio vivo neh' anzidetto
ta pure il capitolato accettato dalla socie- bestiame con R_oma e col Napoletano.
tà a' 7.5 febbraio j 858, con sovrana san- Poco si curano le pecchie e i Augelli. La
zione e ordini de' 3 marzo susseguente ; pescagione e la caccia danno considere-
colla tarilFa di nolo pe' viaggiatori, e le voli prodotti. Ubertosa raccolta di fru-
tasse pe' trasporti di animali, derrate, mento, che si estrae, mentre il granone
merci e altro. Annullandosi la concessio- ed altri cereali negoziansi colle terre vi-
ne de' 24 febbraio 1 853 della continua- cine. Il lino e la canepa conosconsi appe-
zione della linea di Frascati al Porto d' na.Erbaggie frutta squisitissime in copia,
Anzio. La società si obbliga di porta- come anche aranci e altri agrumi. Pro-
re a compimento il detto prolungamen- dotto considerevolissimo di vini ottimi,
to di fério via peli. agosto 1860, in mo- che s'inviano per Roma. 1 gelsi esistono
do che la strada sia praticabile in lut- in discreto numero, gli ulivi vi prospera-
\ E L V EL 49
no largaineule, e più ancora castagni, i s. Giovanni, nitriere, fabbriche di polveri
le cui titilla porgonsi ad un commercio sulfuree, ed una cartiera, le cui inanità It u-
rilevante. Da' molti boschi traesi a dovi- re spediscousi a Roma insieme ad ingen-
zia ili legname da fuoco e da costruzione. te quantità d'olio di ricino che prepa-
Ricchissima cava di gesso. Acque minerali rasi inCeprano. A Guarciuo una cartie-
ferruginose non per anco illustrate. Pro- re, una concia di pellami; nel contado
dotti manifatturieri. In Velletri abhiaojo poi abbondanti lavorazioni di candela-
una fabbrica di cappelli ed una di cera. bri, di cucchiai di /aggio. Le carte ed i

Terracina presenta una fabbrica di cap- pellami negoziatisi colle prossime tene,
pelli ordinari, e Ronco (?) una cereria; nel gli oggetti di legno anche con Roma, la
restante della provincia veggonsi attive le altre comuni fabbriche di cappelli, di te-
lavorazioni delle botti, delle doghe, del le, di stoviglie, di mattoni, da
distillerie

carbone, e di notabile quantità di potassa. spirito e da rosoli i. Vendita mani-


di tali
Delegazione di Frosinone. Fiorente l'a- fatture in provincia e fuori. Distretto di
gricoltura, non ispregievoli le industrie. Ponte Corvo. Vaccini e pecorini in bel
Prodotti naturali. Ricchezza di buoi, mag- numero, in maggiore porcini: lo smer-
i

giore di bufali, utile spaccio con Roma e cio de' medesimi è utile co'luoghi vicini
con Napoli: le carni salate de' bufali si e col Napoletano. Trasandata l'educazio-
acquistano dalla marina napoletana. Ca- ne dell'api e de'flugelli. Dovizioso raccol-
valli in abbondanza, spesse mandrie di to di grano, di spelta, di granone, di pa-
porci ; notevoli di pecore e di capre. late, di legumi, che negoziansi pure col
Questo bestiame trafficasi con Roma e Napoletano. Ristretta la semina della ca-

con Napoli. Minimo il raccolto dell' api nepa e del lino; vastissima de'tabacchi, le
e de' Augelli, tenuissima pure la pesca- cui foglie si mandano alla Regia di Na-
gione. Vistoso scambio di grano e di poli(?). Abbondanza di vini squisiti, che
granone con Roma, non lieve de' po- trafficatisi colle terre limitrofe. Escava-

mi di terra, dell'avena e dell'orzo colle zioni di argilla per vasellami e materia-


terre vicine. I vini e l'olio graditi, e i ca- li da fabbriche. Prodotti manifatturieri.
stagni mantengono utile spedizione alla In Ponte Corvo, filatura notabile di ca-
dominante. Piuttosto scarsi i gelsi; do- nepa e di lino, lavorazione di tessuti or-
vizia di ghiande, e di legname ottimo da' dinari di cauepa, fabbrica di paste da mi-
molti boschi, che esita insieme colle cor- nestra, concie di pellami, moli ni da gra-
leccie de' sugheri anche all'estero. Ric- naglie ec, fabbriche di stoviglie, di mat-
che cave d'alabastro in Salvaterra (non toni ec. Tali manifatture si esitano alle
la conosco, forse Falv.aterra), ed in Fe- terre limitrofe e al Napoletano. Delega-
rentino, di stucco in Guarciuo. A Colle- zione di Benevento. L' agricoltura è in
pardo, abbondanti gessaie, in Trevi un assai florida situazione, non cosi le altre
minerale ferruginoso che presto sarà uti- industrie. Prodotti naturali. Torme di
lizzato. A Polì miniere ubertose di pozzo- buoi e di cavalli, più numerose di bufa-
lana e relitti vulcanici; a Castro una li.Anche le pecore ed suiui sono in i

quantità di pece, che ne ha il nome, co- qualche abbondanza; negoziasi il detto


me altresì buona argilla. La vendita de' bestiame col regno di Napoli. Le api ed i
minerali predetti estendesi al Napoleta- bachi da seta si educano con impegno, e se
no. L'acqua d'Anlicoli tiensi in gran cre- ne hanno prodotti eccellenti. Raccolto u-
dito; poi vengono quelle di Ferentino e bertosodi grano e di granone. Vasta col-
d'Anagni. Prodotti manifatturieri. In A- tura della canepa e del lino; dovizia di
donde un traffi-
latri, eccellenti la nitidi, erbaggi e di frutta, di cedri, di limoni e
co ragguardevole coll'interuo. A Monte d'aranci. Questi prodotti insieme ad una
VOL. LXXXIX.
4
5o VEL VEL
grande quantità di tabacchi si vendono divisa in 1 3 governi (imperocché sebbe-
a' luoghi vicini ed al Napoletano. 1 vini ne nel comune di Sonnino non risieda
mantengono un' interessante estrazione propriamente un governatore, ma un
al pari dell'olio d'oliva con Napoli. Ap- commissario straordinario colle medesi-
prezzabile il prodotto delle ghiande, e me attribuzioni, viene considerato come
delle legna principalmente delle selve. un governo) ha 1 54,55g abitanti. In Be-
Non sonosi fin qui escavali minerali, né nevento risiedono: il prelato delegato a-
r
scoperte acque medicinali. Prodotti ma- postolico della medesima provincia mg.
nifatturieri. In Benevento, fabbrica di Odoardo Agnelli, 4consultori, il segreta-
cappelli fini e ordinari, di corde armoni- rio generale, il presidente del tribunale
a
che, di pettini di bufalo, avendo questa di i. istanza, 1 giudici, il procuratore
la privativa per la delegazione. Sono ce- fiscale, il cancelliere, l'assessore legale, il

lebri i torroni o ammandorlati, che s'in- tenente comandante de' gendarmi. La


viano a Roma ed a Napoli, come anche le provincia, oltre la città, contiene 7 co-
corde armoniche e i pettini. A s. Ange- muni, ed ha a3, 76 abitanti. Negli altri
1

lo, filatoi di seta, fabbrica di tessuti or- articoli componenti la legazione di Ma-
dinari di lana, in alcuni luoghi concie di rittima e Campagna ne descrissi le par-
pellami e moliui da granaglie. Nel 1782 ticolarità, in uno alla temperatura, con
si stampò in Napoli, Carte corografiche quella brevità rhedebbo seguire, per sup-
e memorie riguardanti le pietre , le mi- plire alla quale dichiarai un buon nume-
niere e per servire alla storia
i fossili ro degli scrittori che di proposito ne trat-
naturale delle provincie del Patrimo- tano. Innanzi di compendiosamente de-
nio, Sabina, Lazio, Marittima e Campa- scrivere Velletri e suo vescovato subur-
gna, e dell' Agro Romano, abbozzate e bicario, ch'è 1' argomento dell' articolo,

raccolte dal prefetto degli sludi del real i)rimanente non essendo quasi che un
collegio Fernandìano alla Nunziatella. accessorio ad ornatimi del capoluogo di
Riportano le ufficiali Notizie di Roma sua legazione, mi propongo di riferire al-
del 1 858 le seguenti nozioni. Legazione cune notizie di que'luoghi della medesi-
di Marittima e Campagna. Em." cardi- ma, di cui ancora non parlai, per le qua-
nal Vincenzo Macchi decano del sagro li procederò principalmente co'seguenti

collegio, legato. In Velletri risiedono : il auton, oltre il Riparto territoriale del


prelato delegato apostolico di Marittima 1 833, pubblicato dal governo nel 836, 1

r
mg. Luigi Giordani, 4 consultori, il se- profittando eziandio della Statistica del'
gretario generale, il presidente del tri- lo Stalo Pontificio del 853, dal me- 1

bunale di 1.' istanza, 3 giudici, il procu- desimo governo fatta stampai e nel 18^7,
ratore fiscale, il cancelliere, l'assessore e tenendo presente la Statistica nume-
legale, l'ingegnere d'acque e strade, il ca- raliva delle popolazioni dello stalo pon-
pitano comandante de' gendarmi. Que- tifìcio alla fine del 853 col Riparti- 1

sta provincia è divisa in 5 governi (oltre mento territoriale modificato secondo


i due vice-governi di Carpinetoe Sei mo- i cambiamenti cui e andato soggetto do-

neta), e contiene 62,01 3 abitanti. In po il l833 fino all'epoca presente, Ro-


Frosinone risiedono: il prelato delegalo ma 1857. Quest'ultimo Ripartimento e
apostolico di Campagna mg/ Ferdinan- Censo della popolazione, dichiara il mi-
do Scapilta, 4 consultori, il segretario nistro dell'interno con circolare de' i4
generale, il presidente del tribunale di novembre 1807, viene surrogato a quel-
1. istanza, 3 giudici olire un aggiunto, lo del 1 833, dovendo cominciare ad ave-
il cancelliere, l'assessore, il capitano co- re effetto il i.° gennaio 1 858. Nel Ripar-
mandante de' geodanni. La provincia timento si avverte, che le frazioui co-
VEL VEL 5i
medie fanno parte de' loro comuni o trantouio Petrini, Memorie Prenestine,
appodiali, non fu stimalo necessario di Roma 179?. Mg/ Nicola Nicolai, De'
riportarle, non avendo amministrazione bonificamenti delle Terre Pontine, Ho-
separata ; diesi è rettificata la popolazio- ma 1800. Gabriele Calindri Saggio ,

ne stabile e mutabile della Statistica del statistico storicodel Pontificio Stato.


i853; e cbe oltre gli antichi vice-gover- Pietro Castellano, Lo Stato Pontificio.
ni, altri ne furono istituiti. Pe'vice-gover- A. Nibby, Analisi storico-topograjìco-
ni conviene tener presente la legge de'3o antiquaria della carta de' dintorni di
ottobre i856, riferita dal n.° i5o del Roma. G. Marocco, Monumenti dello
Giornale di Roma, dalla quale viene Slato Pontificio. Storia della città di
specificata la giurisdizione e le attribu- Velletri scritta dal canonico Tommaso
eìoiiì de' vice-governatori, che in sostan- Banco, 2." cdizionc,Ve\\elr\ tipografia di
ra esercitano quelle de'governatori. Ec- L. Cappellacci i85i. Quando questo be-
co poi gli accennati autori. Fr. Bonaven- nemerito defunto veliterno me la donò
tura Theuli velletrano e minore conven- graziosamente, io già possedeva la i/e-
tuale, Teatro historico di Velletri insi- dizione da lui dedicata a' suoi dilettissi-
gne capo de' volscì, Velletri per
città e mi concittadini (l'altra essendolo al car-
Alfonso dell' Isola 1 644* Carlo Ambro- dinal Macchi) con questo titolo: Coni-
gio Piazza, La Gerarchia cardinalìzia, pendio della storia Veliterna,R.oaìa ti-
Roma i 703 : Ostia e Velletri vescovati pografia Mugnoz a spese dell'editore Lui-
suburbicari. Antonio Ricchi corano, La gi Cappellacci 1 84- » • Inoltremi è noto
Reggia dc'Volsci) ove si tratta dell' o- eh' egli lasciò compilato un Almanacco
rigine, stato antico e moderno delle o Notiziario della provincia e diocesi
città, terre e castella del regno de' voi- Veliterna, e che lo pubblicò il di lui ni-
sci nel Lazio, e specialmente di Cora, pote succedutogli nel canouicato della
città volsca, sua patria, Napoli 7 1 3. i cattedrale di cui era coadiutore. Aduu-
Del medesimo: Teatro degli uomini il- que vado a scrivere co' nominati e altri
lustri nelle armi, lettere e dignità, che che poi dirò, e quindi da' poco discreti
Jiorirono nel regno antichissimo de' non si pretenda da me responsabilità e
volsci, esistente nel Lazio, parte dell'I- solidarietà d'ogni detto, poiché quanto
talia, ove frapponesi il Discorso sovra ho raccolto non intendo darlo né per di-
le differenze insorte intorno al celebre mostrazione matematica, e molto meno
taglio delle famose Selve di Cisterna per definizione di fede. Rammentino gli
e Sermoneta ^dedicato all'Illm." ed Ec- esigenti: Chi narra, dice un fatto e non
cell." Signore d. Michel' Angelo Cae- conferma una sentenza. E quanto alle
tani duca di Sermoneta e di s. Marco, pretensioni di dettaglio, secondo le viste
principe del sagro Romano Impero e di particolari, ed a me vietato dalla natu-
Caserta, marchese di Cisterna, signore ra dell' opera, anco qui debbo ricordare
di Bassiano, Ninfa e s. Donalo, came- il protestalo nel voi. LXXV1, p. 5j e 58,
riere della chiave d'oro di S. M. Cesa- e quanl'altro di relativo franca niente di-
rea Cattolica, barone rumano, e gran- chiarai a'Iuoghi opportuni. A tali erudi-
de di Spagna ec, Roma 1721. Alessan- zieni però credo opportuno primiera-
dro Borgia vescovo di Nocera poi arci- mente di premettere alquante parole sui
vescovo diFermo veliterno, Istoria del' Papi che alcun tempo risiederono nelle
la Chiesa e città di Velletri, Nocera provincie di Marittima e Campagna, o le

1723. Fr. Casimiro da Roma, Memorie visitarono personalmente.


(storiche delle chiese e de' conventi del- Le provincie che compongono questa
la provincia romana, Roma 1744* s ^ '
nobilissima legazione apostolica furono
52 V E L V EL
onorate ne' Piaggi de Papi, di loro ve- descritlida'seguenli. Relazione del viag-
neranda e sempre gradila e benefica pre- gio di Sua Santità Gregorio Papa XI [
senza^ die nelle loro biografie e negli ar- da /Ionia a s. Felice, scritta dalprincU
ticoli riguardanti i luoghi della legazione ped'Arsoli (d. Vittorio Massimo), Roma
feci cenno, come farò ne' seguenti. Ne'se- 1839. Del medesimo abbiamo: Relazio-
coli antichi, per le turbolenze delle fazio- ne del viaggio fatto da N. S. PP. Gre-
ni e degli scismi, molti Papi vi si rifugiaro- gorio XV
Palle provincie di Marittima
no e fecero dimora colla cuiia e corte ro- e Campania nel maggio 1 843, icritta
mana, evi accolsero sovrani, ambasciato- dal principe Massimo sopr aintendente
ri e vescovi stranieri, e s. Gregorio VII generale delle poste di Sua Santità,
nel 1080 io Ccprano in vestì col vessillo Roma 843 Relazione storica del viag*
1 .

dis. Pietro della Puglia, Calabria e Sici- gio di Sua Santità Papa Pio IX da Por-
lia il duca Roberto Guiscardo, il che me- tici a Roma nell'aprile dell'anno 85o, 1

glio narrai nel voi. LXV, p. 1 70. Talvol- Roma i85o. Questa fu compilata dal
ta risiederono in Fellelri, Segni ai Alla- commend. Giulio Barluzzi, giovandosi
gai principalmente; anzi nelle due ulti- deN'opera dell'avv. Angelo Carnevalati,
me città vi ebbero il palazzo apostolico. e dedicandola al cardinal Autonelli. Con
J benedettini di s. Pietro di Villa Magna tali Relazioni, e tenendo presenti il Dia-
ogni sabato offrivano 7 pani o focaccie rio di Roma,\eNotizie del giorno, il Gior-
o pizze, a' Papi che recavansi nella pro- nale di Roma e 1' Osservatore Roma-
vincia di Marittima e Campagna, per cui no ; ove potei parlarne il feci, e il simile
Bonifacio Vili nel donare alla mensa ve- eseguirò ne' seguenti paragrafi de* luo-
scovile, e al capitolo e cattedrale d'Anagni ghi della delegazione di Frosinone e del
il monastero, abbazia e beni di Villa Ma- distretto di Velletri e ragionando di tal

gna, colla bolla Inter cacteras Orbis Ec- città. A supplire quanto finora non mi
clesias, impose il tributo e l'omaggio de' fu dato di fare, perchè già stampati gli

7 pani al vescovo e al capitolo, a favore articoli, co' medesimi qui adesso l'adem-
di se e successori, sotto pena di caducità pirò e con alcune mie aggiunte. Avendo
dal possesso de' beni, e tuttora puntual- determinato il Papa Gregorio XVI di re-
mente si osserva. Nel secolo passato due y
carsi a visitare il castello di s. Felice{l .),
Papi onorarono di loro presenza la pro- situato alle falde del famoso monte Cir-
vincia di Marittima e Campagna,cioè Be- ceo, parti da Roma a' 22 aprile i83q, e
nedetto XIII per due volle nel recarsi per Albano, la Riccia e Genzano (/ '.),
alla sua antica chiesa di Benevento, che giunse in Velletri, da dove passò a Ter-
ritenne nel pontificato e nominando a co- raciua e s. Felice j e ripassando pe' me-
adiutore il cardinal Coscia e Pio VI per
; desimi luoghi si restituì al Valicano a'
diversi anni nel portarsi a Terracina,ove 29 dello stesso mese. Nel i843 il mede-
soggiornava per curare il diseccamento simo Gregorio XVI, desiderando con-
delle Paludi Pontine. Nel secolo corren- solare colla sua presenza una parte de'
te compartirono eguale onore alla pro- suoi felicissimi stati, alcuni luoghi de'
vincia Papi Gregorio XVI e Pio IX re-
i quali da più secoli non avevano goduto
gnante; il i.° oltre una gita a Velletii della patèrna visita de' Sommi Ponte-
nel 1 83 1, indi due volte nel i83genel fici, determinò d'impiegare i primi gior-
i843; il 2. nel i85o. ed in ciascuna si ni del bel mese di maggio a percorrere
fece l'oblazione de'
7 pani. Gregorio XVI un buon tratto del Lazio e degli antichi
li ricevette in Terraciua e in Anagni, Ernico-Volsci, visitando le antichissime
Pio IX in Frosinone, e lo notai pure a e importanti città d'Anagni, di Ferenti-
Pane. I tre viaggi furono egregiamente no, eli Frosinone e di Alatri, e passando
VE L V E L 53
per Piperno a Terrari na, e indi a Velie- gialissima opera della celebre Marianna
Iti, Genzano, Riccia e Albano, dopo visi- Dionigi, P'iaggi in alcune città del Lazio
tale le provinciedi Marittima eCampania che clic orisifondate dal re Saturno, con
e parte della Comarca di Roma, ritorna- bellissime incisioni di monumenti e mura
re alla sua maestosa capitale e residenza. ciclopee superstiti delle città ernico-vol-
Parli da questa il i.° maggio, ed uscito sche di Ferentino, Anagni, Alatri, Aqui-
dalla Porla Maggiore per la via Labica- no, Arce e Arpino, a p. 22 discorre delle
na, che conduceva all'antica Labico^P.), notizie antiquarie sulla bella città d'Ana-
festeggialo anche sotto Zagarolo (/"''.) e gni. Dice che ivi fu eretto da' romani un
Pale strina (fy .) da quelle popolazioni, tempio a tutti i Numi, e diversi altri a
clero e magistrati sulla viaCasilinajequin- Pallade, a Cerere, a Racco, ad Ercole e
di da Lagnano e P almontone
' , al modo aDiana, dalla qual dea prese la via Trivia
che dirò a que' paragrafi. Continuando il il nome che tuttora conserva. Pare che il

viaggio sulla via Casilina nel territorio di tempio di Saturno fosse il più magnifico,
largiti (/ .), la quale antichissima città, in forseperchè riconosciuto da"li anagnini
contrassegno d'esultanza, fra le altre di- fondatore della città, e lo venerarono
mostrazioni eresse sulla pubblica via pro- per nume. Attigni. chiamata ricca da Vir-
vinciale un magnifico arco di trionfo(men- gilio, e città nobilissima degli etnici da
tre il eh. d. Alessandro Atli era professo- Macrobio, ebbe pure archi trionfali, ter-
re <li quel serninario,nel t. 23 àeU'All uni me, piscine, mura e un circo massimo. Ma
di Roma, descrivendo Segni eruditamen- di tutto ciò non rimangono che lunghi
te, citando il mio articolo più volte, par- ti atti di mura romane nell'interno e nel-
lando dell'ai coulisse a p.2gicheio per in- l'esterno della città, alcuni archi d'un ba-
avvertenza l'area attribuito all'architelto gno dell'imperatore Ottone, ed un avan-
Cnlderari, mentre fu eretto con disegno e zo di fabbrica semicircolare o teatro o
direzione di d.GiampietroCremona cura- meglio piscina, di cui la Dionigi riprodus-
to di s.Stefano; ma poi a p. 3 i 2 equamen- se il disegno, oltre un'iscrizione. Trovò
te pose questa Rettificazione «Ciò che : si qualche avanzo di mura ciclopee, se non
è notalo a p. 291 di questo giornale nel- della più remota antichi là, almeno d'un
la nota 5, riguardante all'arco trionfale tempo alquanto posteriore, il che sarebbe
innalzato a Gregorio XVI, bassi a riferire sufliciente argomento a giustificar l'inve-
alla Relazione del viaggio fatto dal Va- terata tradizione, che Anagni fosse una
jta Gregorio AFIec. del principe Mas- delle 5 città fabbricate dal re Saturno. De
sino, ed al n.°4o del Diario di Roma del Magistrisdice che tali ciltà sono Anagni,

i843,non al eh. cavalier Moroni". Laon- Alatri, Aquino, Atina e Arpino, ed alla
de per la storia e per grato animo qui 6/ città in grazia del suoaboipote Feren-
ne fo menzione). Ricevuti quindi il Papa tio, die il nome di Ferentino), le di cui
r
i complimenti di mg. Pila delegalo di chiavi gli vennero da ess? presentale,
Frosinone e di mg.' Lolli vicelegato di mentre 4o giovani vestiti di nero, ottenu-
Velletri ne' luoghi soggetti alle loro ri- toil permesso di staccare cavalli dalla i

spettive giurisdizioni, il Santo Padre con- sua carrozza, questa tirarono con cordo-
tinuando il suo belo viaggio xersoAnagni ni di velluto rosso nella ripidissima sali-
vi giunse alle ore 19 e mezzo, incontralo ta, che traversa la citlà, sino alla basilica
a qualchedistanza da unaquantità didon- cattedrale (abbiamo di Alessandro De
ne vestite di bianco, e di fanciulli con ra- Magistris, Istoria della città e s. Basili-
mi d'olivo in mano, ed accolto a piedi ca cattedrale d' Anagni, in cui si rap-
«Iella scesa dalla magistratura di quest'an- portano personaggi insigni, cose pitc
tichissima capitale degli eroici (nella pre- ragguardevoli della diocesi, e molli
54 VEL VEL
avvenimenti d'Ita Ha, Roma 1749) fab- era già perfino distrutto il memorabile
bricala in cima alla medesima, ove si fer- palazzo di Bonifacio Vili, di cui si cre-
mò sulla piazza avarili il suo ingresso la- dono vestigia le sostruzioni del palazzo
terale, sulla quale trova fasi mg/ Vin- delmarchese di Trajetto, il quale a tal
cenzo Annovazzi di Civitavecchia (della uopo fece porre nelle sue scale raarmorea-
quale ci diede la bellissima Storia di Ci- i scrizione, riportata nella Relazione , in -

vitavecchia dalla sua origine fino all'an- sieme a tulle le altre di cui farò menzio-
no 1 848 scritta da mg.' F. Annovazzi ne. Il principe Massimo nella sua bellis-
arcivescovo d'Iconio, Roma 1 853) ve- sima Relazione, colla sua vasta erudizio-
scovo d'Anagni alla lesta del suo clero, ne illustrò ancora luoghi onorati dalla i

che ricevendo il Pontefice sotto al bal- benevola presenza di Gregorio XVI, co-
dacchino, l'accompagnò all'ingresso prin- me avea fatto egregiamente nella prece-
cipale della cattedrale, in cui venne data dente, laonde osserva che esistono però
r
la trina benedizione da mg. Carlo Gigli della famiglia di Bonifacio Vili in Ana-
d'Anagni vescovo di Tivoli (7''.), espres- nagni tuttora i diretti discendenti in per-

samente recatosi alla sua patria per que- sona del conte Loffredo Caetani e suoi
sta fausta circostanza. Gregorio XVI, do- fratelli, provenienti dallo stesso stipile

po aver poi ammesso al bacio del piede de' Caetani di Roma; e sebbene decadu-
tulli i canonici nella stanza del vestiario, ti dalla loro antica grandezza, conserv?
ascese alla loggia di pietra esistente sulla no per altro con gelosia in loro casa unj
parte laterale della medesima cattedrale, cassetta piena d'antichissime pergamene,
e parata tutta di rosso, ed ivi diede la nelle quali è ora unicamente riposta l'il-
solenne benedizione al popolo sotto una lustrazione della celebre loro famiglia,
statua marmorea dell'anagninoBonifacio una delle dodici stelle d' Anagni, o prin
Vili, seduto parimente in attodi benedi- ci pali famiglie nobili. Era dunque ri-

re i suoi concittadini, colla Tiara in testa servato, dice il principe storico, al Som-
ornata d'una semplice corona, mentre al- mo Gerarca Gregorio XVI il trarre d(
tra sua figura con tiara senza corona, ma pò Anagni dal suo avvitimeli
tanti secoli

semplicemente ornata di ricami e di linee to, consolandola colla sua presenza, che
intrecciate, vedesi rilevata nel bronzo del- eccitò i più vivi segni d'entusiasmo delln
le campane della stessa cattedrale, fuse moltitudine, particolarmente quando fu
nel 1295 d'ordine di quel magnanimo veduto scendere a piedi col suo seguite
Papa, le di cui armi in musaico, apparte- dalla cattedrale, e traversare quasi l'in-
nenti all'antica sua nubilissima famiglia tera città, le di cui antichissime fabbri-
Caetani, ancora esistono a' lati della det- che imbrunite dal tempo erano ravvivate
ta sua statua. 11 suono di quelle campa- da' colori de' drappi pendenti dalle fine-
ne, unito agli applausi dell'innumerevole stre, sino al palazzo Giannuzzi destina-
moltitudine, ed al giubilo che vedevasi to per la sua residenza, e situato sopra
regnare in tutta la città, produsse un com - una vasta piazza aperta nel mezzo della
movente complesso da uon potersi dire città nel 1 557, dopo la sua espugnazione
in breve. Imperocché dopo il memora- fatta dall'armata spagnuola, comandata
bile e nefando oltraggio ricevuto da Bo- dall'acerbo duca d'Alba, nella famosa e
nifacio Vili in quel suo palazzo dal par- desolante guerra della Campagna Roma-
tilo di Francia, che in tanti luoghi de- na contro Paolo IV, che descrissi nel
come nel vol.LXXXI, p. 45, pro-
plorai, voi. LXV, p. 234 e seg-5 dalla quale si

pugnando l'animo grande e la dottrina scopre verso mezzogiorno una vista ame-
di quel Sommo Pontefice, l'illustre cit- uissima di tutto il territorio Anaguiuoe:
tà decadde dal suo splendore, e ueliSaS delle vicine città e castella. Ivi in mezzo 1
VE L V E L 55
a due ale della schierala truppa con sua luce produceva un mirabile effetto. Su di
banda, e dell'alludalo popolo, prostrato» essi posa altipiano un immenso salone,
a
ti mg/ Francesco M. Giannuzzi in man* die prima serviva all'adunanze consiliari,
felicita, ora Uditore generale della rev. e un angolo del quale mette in una piccola
Camera apostolica (F.), ed i suoi nobi- loggia, che serviva al banditore per pro-
li fratelli in abito ili spada, baciarono i mulgare decreti del popolo, e che essen-
i

°
piedi al Papa, e l'accompagnarono ali. do costruita in modo da non potersi spie-
piano di quel loro palazzo, dove fu allog- gare, sembra reggersi in aria; tanto è
giata anche porzione del corteggio, aven- bene formata la volticella di pietra, che
do il rimanente preso stanza nelle vicine la sostiene nell'angolo del palazzo, alle
abitazioni. Dalla loggia Papa compar-
il cui pareti vedonsi in vari luoghi scolpi-
ti l'apostolica benedizione in mezzo alle te in marmo le armi della città, cousi-

grida di sincera esultanza di quel popolo, stenti in un leone sormontato da un'a-


c!ie seguitò a stare sulla piazza in tutto quila,col verso dell'Eneide di Virgilio ...

ilrimanente del giorno. Nella sera poi fu Et roscida Hernica saxa colutit
rivis
incendiato un vago fuoco d'artificio sul- qnos dives Anagnia pascit. Il seguente
la medesima piazza, die oltre l'essere son- giorno 2 non fu meno avventuroso per
illusamente illuminata, come pure tutto Auagni di quel che lo fosse stato il i .", a-

il resto della città e delle vicine campa- vendolo impiegato Sua Santità a visita-
gne e colline, risplendenti pe' fuochi di re le cose più degne da vedersi in quel-
gioia, veilevasi ornata cun finto obelisco, l'illustre città, e rilevandone così sempre
e con un arco trionfale, su di cui legge- maggiormente pregi. Imperocché, do-
i

vami 4 iscrizioni composte da d. Giovan- pò avere ricevuto in dono dalla magi-


ci Capri Galanti di Valmontone, profes- stralura una statuelta d'argento col suo
«ore di reltorica in quel seminario, di piedistallo, rappresentante s. Oliva ver-
presenle prelato ponente di Consulta, gine e martire compatrona d'Anagni, si

Esse celebravano le virtù del Papa, Tu- recò in carrozza col suo seguito all' epi-
r
ui versale gioia della città e di tulli gli scopio, ove mg. Annovazzi fattale tro-
traici, le beneficenze elargite ad Anagni "are imbandita una lauta colazione, eb-
e suo capitolo, e le promozioni di Sii ve- be altresì l'onoie, unitamente a due ca-
stro Belli al cardinalato e al vescovato di nonici e al preposto (della Stola papale
Jesi (F.), e de'prelati Gigli e Giannuzzi che prima usava riparlai a tale articolo,
auagniui, e che avea rinnovato i glorio- come dell'insegne presenti sue e de'cano-
si tempi d'Innocenzo III, Gregorio IX, ilici ; fio VI al medesimo preposto con-
Alessandro 1F e Bonifacio FUI (F.), fermò l'uso dell'abito prelatizio, e glie-
i quali fecero più volte soggiorno nella lo concesse di colore paonazzo, con fa-
loro patria Anagni. Oltre tali iscrizioni colta di usarlo anche in Roma, dichia-
leggevansi altrettante del sacerdote Au- raudolo prelato domestico), di presenta-
touio Cipraui, egualmente riprodotte re alSanto Padre, seduto sul trono, a se-
dalia Relazione, sullo slesso argomento, conda del già ricordato, uu bacile con 7
insieme ad un sonetto del uobile anagni- pani ossia pizze lavorate con zucchero e
no Francesco Belli allusivo al risorgimeli- cioccolata, su alcune delle quali vedeasi
lo d'Anagni, JNe' diversi generi di lumi- il simbolo dell'Agnello, e sopra altre era
narie,che nella sera e nella segueute re- effigialo il Pastoie coll'epigrafe: CognO'
sero brillante Anagni, si distiuse quella scunt me rneae. Nell'uscire dall' episco-
dell ingresso del
tuo palazzo comunale, pio, il P.ipa lesse l'iscrizione in quel pun-
formato da un antro spazioso con gran- to posta dall'ottimo vescovo per memo-
dis»imi archi di sesto tondo, ne' quali la ria d'averlo onorato di persona. Indi iu
56 VEL VEL
carrozza passò a visitar di nuovo la cat- l'Apocalisse, e che al pari delle già no-
tedrale, antichissimo edilìzio gotico a 3 minate, e dell' altre relative alla storia
navi divise da colonne, che dicesi rico- delle sanie Secondina, Aurelia e Neorni-
struita in tal forma verso il 1078 da s. sia martiri, espressa neh' apside della
Pietro vescovo d'Anagni (il di cui corpo 3/ navata, rimontano al ricordato XI
ivi si Giammaria scris-
venera, e Filippo secolo), ma ancora il suo pavimento ver-
se : Santuario Anagnino dove si leggo- nacolato in pietre dure come nella ba-
no l'istorie de' ss. Corpi, i quali riposa- silica superiore, e fregiato de' nomi de'
no nella cattedrale d'Anagni, con l'isto- celebri musaicisti romani maestro Cos-
ria del b. Andrea Conti anagnino, Vel- mato co'suoi figli Luca e Giacomo, che
letriper Onofrio Piccini 1704), e consa- hanno lasciato tante memorie dell'aite
crata 106 anni dopo da Alessandro III. loro in quell'epoca. Gregorio XVI sod-
Fattavi breve orazione, il Papa calò per disfatto al sommo d' aver veduto tutti
la scala marmorea nella chiesa sotterra- questi pregevoli monumenti dell'arte, ri-
nea, che al pari della superiore ha il ti- salendo alla cattedrale si recò alla cano-
tolo di basilica, e sebbene più piccola me- nica, nel di cui archivio gliene furono mo-
rita questo non solo per la sua an-
titolo strati altri interessantissimi, consistenti
tichità contemporanea a quella, ma an- in alcuni arredi sagri di veneranda an-
che per la costruzione a 3 navi con 3 or- tichità per aver appartenuto a' Papi a-
dini di colonne, e colla sua apsicle nel co- nagnini. Nella Relazione sono diligente-
ro, e due cori laterali, conformi in tutto mente descritti, ma a me non è permes-
.'die primitive chiese. Sotto l'altare mag- so che accennarli. Prima di tutti vide un
giore di questa basilica sotterranea ri- paliotto d'altare di fondo bianco con bel-
posa il corpo di s. Magno patrono d'A- lissimo tessuto d'oro e di seta di vari co*
nagni, de'di cui Acta pubblicali feci pa- lori, e con 3 ordini di medaglioni circo*
iola al suo articolo, ove sono incise la lari, contenenti ciascuno una figura in
più parte delle singolarissime pitture di campo d'oro, individuata da un'Ucrizio-
quel secolo, che ne adornano le pareti, ne scritturale ricamata intorno ad ogni
rappresentanti vari fatti del martirio e medaglione in caratteri gotici; prezioso
della traslazione del corpo di quel santo lavoro del secolo XII e dono d'Innocen-
vescovo di Tram', colle relative iscrizio- zo ili. Dopo di questo fu mostrato al Pa-
ni. In essi è pure delineata I' antica pit- pa altro bellissimo paliotto, che credesi
tura di s. Oliva, che parimenti ornava pure della stessa epoca e donatore, da al-
un lato di detto sotterraneo, ove si con- tri però BtlribuilQ a Bonifacio VI li, es-

serva il di lei corpo, e fu tolta nel decor- sendo probabilmente quello descritto
so secolo per aprire una finestra onde nell' inventario de' doni da lui falli alla
dar lume ad un altare costruitosi per di- basilica, di cui poi parlerò, pubblicalo dal
vozione d'un p. abbate polacco, a cui e- Boldetti nell' Osservazioni sui cimiteri
rano stale donate reliquie della santa. de S*. Martiri. Indi gli fu mostrala una
Merita particola!' menzione in questa ba- pianeta lunghissima e amplissima di fon-
silica sotterranea non solo la rozza sedia do bianco, con simile dalmatica e Inni-
di marmo rialzata da un sol gradino e cella, ed un piviale amplissimo, paramen-
circondala da sedili canonicali parimen- ti tutti ricamati e figurati, ornati ezian-
ti di marmo nell'apside incontro al det- dio con minute perle, di cui se ne vedo-
to altare di s. Magno ( le pitture della no alcuni, lavori pregevolissimi del seco-
cui volta, illuminate da finestra lunga lo XII fortunatamente salvati dal sac-
e stretta, rappresentano il simbolo del- cheggio patito dalla città nel 1 556 nella
l'Agnello circondato da' 24 seniori del- suddetta funesta guerra degli spagnuoli.
V E L V E L 57
Da quel lagrimevole disastro e poslerio- (?'•),che abitò ed ebbe cattedra nel con-
ri disgraziate vicende mirabilmente re- tigno convento, il cui facsimile è ripro-
stò preservato un incensiere d' argento dotto nella Relazione. Tornato Grego-
dorato di forma ottangolare gotica, rap- gorio XVI alla sua residenza, dalla cui
presentante un porticheltocon archi acn- loggia benedisse i postiglioni schierali ih
ti e torrette triangolari, da cui partono 5 buon ordine colle loro pariglie di i 5o ca-
lunghecatene. Prezioso monnmentod'ar- valli e col corriere alla testa, i (piali do-
te, donoInnocenzo III, minutamente
d' Teano proseguire nell' onore di servirlo

osservato da Gregorio XVI, siccome in partire d' Anagni. Si compiacque poi


grande e intelligente amotore «le'lavori ricevere varie deputazioni e corporazio-
d' arti, massime se antichi. Ebbe inoltre ni, che si erano a tal effetto recate ad os-
r
la piacevole soddisfazione di vederne al- seqniarlo, come pure mg. Luigi Parisio
tri due d'epoca più remota, cioè due pa- vescovo di Gaeta (e poi i.° arcivescovo
librali creduti giudi s. Pietro vescovo pel notato nei voi. LIII,p. 206), partitosi
d' Anagni nel secolo XI, uno d'avorio espressamente dalla sua diocesi per avere
ma rotto, l'altro d'argento dorato e soial- questa consolazione. Terminò la serata
tato a squame; ed alcune mitre antiche un fuoco d'artificio e l'innal-
col vedere
di fondo bianco alte men d'un palmo, zamento d'nnglobo areostatico, su di cui
pia adorne di pietre preziose, oltre altre era dipinto il pontifìcio stemma con albi-
ill ostiate dal Marangoni nella sua ChrO' sive iscrizioni. Volle poi dare alla nobile
nologia. Di Bonifacio Vili erano anco- famiglia Gianuuzzi un segno del suo gra-
ia altra mitra e paramenti, che con al- dimento per l'accoglienza di vota usatagli
r
cimi codici estratti dall'archivio in tem- nel proprio palazzo, col donare a mg.
pò d' Alessandro VII, non furono più Giannuzzi il suo ritratto su di preziosa
restituiti. Inoltre di tal Papa conservasi scatola brillantata, e col decorare il di lui
nella sagrestia un piviale, una pianeta e fi egrado di commenda-
alello della croce
due dalmatiche con fiocchi, di fondo ros- tore dell'ordine di s. Gregorio Magno da
so ricamate in oro, una volta ornati con lui istituito. Giunta finalmente la 3. 'mat-

perle e pietre preziose, altro avanzo de' tina del maggio, all'ore 12 Anagni vide
tanti doni co' quali Bonifacio Vili volle con dispiacere partire l'amato Gregorio
arricchire la patria basilica,clte ne conser- XVI con lutto il suo seguito (del soggior-
va interessante e minuto inventario in no di Gregorio XVI in Anagni, e delle
pergamena. Appagato il suo genio per le dimostrazioni affettuose e festive della
belle cose, colla vista di tanti preziosi mo- ragionano pure
città, n. 36 e 4' del i

minienti di sagra e veneranda antichità, Diario di Roma, e il n. 18 delle Notizie


Gregorio XVI uscendo dalla cattedrale, del giorno del i843), e scendendo con
si recò a piedi col suo seguilo a visitare i somma velocità per le difficili voltate che
monasteri dell'oblate cistercensi e delle s'incontrano nella via,non ostante che o-
clarisse, che paternamente confortò e ara- gni legno fosse tiralo da 8 cavalli, traver-
ai ise al bacio del piede. Restituitosi al so poi una magnifica pianura di circa 5>

palazzo, sempre preceduto dalla banda, miglia, che divide Anagni da Ferenti-
no pomeriggio il Papa si recò in carroz- no (parlando di filarino, che vuoisi suc-
za a visitare le suburbane chiese de'do- ceduta all'antica Firenlo, che alcuni con-
nienicani e de' cappuccini, nella i.'del- fusero con Ferentino ernico, riportai in
le quali, dedicata a s. Giacomo e costruì- proposilo le autorevoli opinioni del dot-
ta a croce greca, con elegante pavimen- tissimo Nibby), e verso le ore i3 e mez-
to di musaico verni icolato, si venera la 7.0 giunse in quest'altra celebre città ve-
celebre croce di s. Tommaso d'/f aitino scovile del Lazio, che circondata di siili-
53 V E L V E L
ni ciclopee (trovo nella Civiltà Cattoli- vameute al carme del patrizio ferentina-
ca, serie 2/, t. 4, p. 38o, I* articolo im- te Tancredi Bella, che per onor patria
portante e intitolato: I due Teronì e U Ac- specialmente ricordo, poiché è un illustre
quedotto pelasgico di Ferentino ntll'Er- prelato, che dopo aver governato con ze-
nico. I «lue leeoni, o aie sagre, o altari lo le provincie di Rieti e di Spoleto, ora
de'pelasgi sono in una valle ili Ferenti- è delegato apostolico di Perugia. Grego-
no, i quali eretti da quegli antichissimi na- rio XVI proseguendo il viaggio per Fro-
vigatoli, che tanta parte di civiltà recaro- sinone, che n'è distante 7 miglia, e auli-
no in Italia prima ancora (.Iella fondazio* camente apparteneva a'volsci, in quell'ar-
ne di Troia, reggono alla potenza strug- ticolo mi fu dato descriverne il lietissimo
gilrice d'oltre 3o secoli. In capo alla stes- soggiorno che vi fece, ripetendo perciò
sa valle è pure un altro Ieroue interis- l'avvertenza fatta per Ferentino; uon co-
simo sotto il monte ili Porciano, forma- sì posso fare per Alatri, il cui articolo,
to di massi poligoni anche più granili di come quello d' Attaglii, era stato pubbli-
quelli che formano gli altri due, come cato nel 840. 1 Dimoraudo Gregorio XV£
assicura l'eruil ito ferenti nate A IfonsoGior- nella giubilante Frosinone, a' 4 na So 10 '

gi,che stava scrivendo un dotto libro in- volle appositamente rallegrare l'antichis-
tuì noa'primi abitatori dell'Ei nico.Quan- sima città vescovile d'Alatri,de'di cui cele-
to all'acquedotto, tenuto forse il più an- bri cardinali scrissi le biografie. Sebbene
tico d'occidente, siccome eietto da quel- fuori di via, meritava quest'onore pe'suoi
le remotissime genti, esiste al di là della monumenti famosi, e per l'inviolabile suo
foresta delmarchese Tatù, monumento attaccamento alla s. Sede ed a' Papi. Di-
insigne che pochi visitano e pochi cono- ce il principe Massimo: Alatri vetusta cit-

scono. Mi piace inoltre riportare questo tà degli eroici non tanto gloriosa per la

brano de' rispettabili compilatori. » Noi sua favolosa origine attribuita a Saturno,
vorremmo, che sì quelli che ridono del- e per le superbe mura ciclopee, che for-
le nebiiloseanlichilà pelasgiche, esi quel- mandole uri doppio recinto sono l'orse uno

li che di tante ipotesi e tante favole le cir- de' più belli monumenti dello stato pon-
condano, visitassero studiosamente I' Er- tificio, quanto per la costante fedeltà de'
nico, e massime Alati i, Ferentino e suoi i suoi abitanti al paterno governo pontifi-
contorni; indi sul preciso e spassionato cio, sperimentata in ogni tempo e in più
esame de'nionumenti giudicassero a sag- occasioni, la storia ne registrò questo van-
gio di scienza in quali remotissimi tempi to.confermato e autenticato da'brevi pon-
ascendono così fatti edilizi, per illustrar- principalmente d' Alessandro IV,
tifìcii,

ne la storia de'popoli primitivi che abi- luuocenzo IV, Bonifacio IX ec, che affi-
tarono cjuesta nostra I talia". Anche il dot- darono agli alatriui gl'interessi di s.Chie-
to autore dell'articolo ritiene che le co- sa. Gli odierni uon volendosi mostrare de-
lonie pelasgiche d'occidente derivarono generi da' loro antenati nel fire una de-
dalle genti fenicie e cananee), s' innalza gna accoglienza all'amatissimo sovrano e
sopra un ripido colle, superba per la sua supremo Gerarca, che recavasi a visitar-
antica potenza, che la rese formidabile a- li, appena ricevutoli lieto avviso si die-

gli stessi romani. Ne! suo articolo, colle dero indescrivibile premura per presen-
proporzióni volute da questa mia opera, targli la loro città co'pregevoli suoi mo-
celebrai la magnifica accoglienza fatta da numenti nel suo più bell'aspetto; e per-
Ferentino al Papa, che la Relazione mi- ciò il comune assumendo a se il pensiero
nulamente descrive, riportando tutte le di far sgombrare e rendere per ogni lato
copiose composizioni poetiche e iscrizioni accessibili gliammirabili avanzi dell'auli-
celebranti il fausto avvenimento, inclusi- chissitaa cittadella Ala Irina, comuueuieu«
VEL VEL 59
le conoicinli sotto il nome di muraciclo- ti colle armi del Papa e della città, che si

pee,fece sì, che al semplice invito de'par- videro sventolare su quell'eminente altu-
roi'hi, la popolazione vi accorse con tale ra. Quasi al principio del territorio ala-
entusiasmo, che in alcun giorno oltrepas- trino venne una schiera numerosa di con-

sava le duemila persone, e tutte gratuita- tadini, che accesi d'entusiasmo e di divo-

mente, stimandosi sufficientemente com- zione avevano voluto santificare quel gior-
pensate dal piacere di rendere un attesta- no col ricevere la s. Eucaristia, coll'inlen-
to di divozione all'ottimo loro sovrano e zione di tirare a mano la pontificia car-
comune padre de'fedeli. Da sì bella e una- rozza, il che pretendevano con mirabile
nime gara risultò, che nel hi e vissimo spa- zelo eseguire a piedi scalzi (come in tutto

zio di solilo giorni si videro atterrate e così praticano nel portare in processione

rimosse le macerie che impedivano 1' ac- la macchina colla statua di s. Sisto 1); ma
cesso, spianate le casupole che deturpava- questo essendo stato impedito dal savio
r
no il monumento, livellato il suolo, aper- e ottimo vescovo mg. Giampedi, si fe-

ta intorno al circuito dell'acropoli una cero trovare sulla pubblica via in ernico
strada lunga quasi iooo metri e larga 5, nazionale costume, nel quale è osservabi-
e riattato interamente e abbellito il gran le quella loro antichissima specie di cal-
piazzale che sta sull'alto della cittadella, zari detti volgarmente ciocia, ed è for-
e nel cui mezzo elevasi la cattedrale. Spun- mata d'una striscia di cuoio che cuopre

tata dualmente l'alba aspettata de'4 mag- la sola pianta del piede, legata al di sopra
gio, mentre lutti i cuori battevano d'ar- per mezzo di cordicelle, e raccomandata
dente ansietà di vedere appagati i loro vo- alle gambe con molte legature, e non sen-
ti, a'quali però sembrava voler fare osta- za grazia, alle quali cordicelle avevano iti
colo il tempo, che fattosi scuro e nuvo- quel giorno sostituito feltuccie di colori
loso minacciava d' impedire la partenza rosso e giallo, avendo anche surrogato al
del Santo Padre da Frosinone, rasserena- solito cappello accumulato un fazzoletto
tosi poi improvvisamente il cielo arrise accomodato sul capo all'orientale con un
con un limpido sole a'voti de'fedeli ala- ramoscello d'oliva. Così schierati sulla
numerose famiglie coloniche
trini e delle strada implorarono la grazia di poter ti-

poste lungola via d'8 miglia che met .; ;


rare a mano la carrozza del Pana, ma e-
da Frosinone ad Alatri, le quali fecero a gli accogliendo benignamente la loro buo-
gara nel festeggiare il suo passaggio con na intenzione non lo permise attesa la di-
archi di verdura e con vari campestri ap- stanza d'oltre 6 miglia, non ostante la qua-
parati. Sul portone della villeggiatura de' le per altro que'buoni e fedeli sudditi eb-
pp.scolopi,ergevasi analoga iscrizione sor- bero la forza e la costanza d'accompagnai*
montata da uua corona di quercia, d' al- il suo legno sempre correndo sino ad A-

loro e d'olivo, da cui partivano de'festo- latri. Nelle vicinanze della città fu però
ui di mortella e di fiori, che si estendeva- quell'onore concesso ad un iscelto drap-
no in bella simmetria pe' muri laterali. pello de'più distinti cittadini, tutti unifor-
In altra parte i coltivatori di ortaglie a- memente vestiti di nero, i quali noti ba-
vevano intrecciato un grazioso arco co* darono né al disagio della ripida salita, né
prodotti de'loro sudori, sul quale si leg- all'angustia della porta, adornata d' un
gevano due iscrizioni. Appena dall'alto arco trionfale d'ordine corintio con sagri
della cittadella d' Alalri videsi spuntare emblemi eseguiti dal pittore de Angelis,
iltreno pontificio nella sottoposta cam- e sul la facciata leggevasi felicitaloria iscri-
pagna, che il suo arrivo venne annunzia- zione. Non potendovi passare la carrozza,
lo da replicati colpi di grossi mortali e fermarono, ed essendo il Papa smon-
ivi si
dall'innalzamento di due steudardi dipiu •
tato eoa alquanta difficoltà attesa la fui-
(io VEL V EL
In del popolo, co'soldati e clero, fu rice- fiori in abbondanza sopra il Papa e suo
vuto fra'plausi di tutta la moltitudine da corteggio; i quali fiori poi unendosi per
1

mg. Giampedi alla testa di lutto il det- aria a quelli che venivano lanciati dalle
to clero secolare e regolare, a cui era usi donzelle che lo precedevano, adombra-
pure anco riuniti i certosini di s. Barto- vano l'atmosfera a lai segno, che sembra-
lomeo di Trisulli, celebre monastero firn* va nevigasse, e venivano raccolti per di-
ciato neli2 i i da Innocenzo ili alle fal- vozione dal popolo. Per divozione pari-
de dell'Apennino 7 miglia distante d'A- mente erano accesi lumi nelle botteghe,
Fu egualmente accollo Gregorio
latri. e candele avanti i ritratti di Sua Santità,
XVI da uno stuolo di donzelle, che vesti- ardendo incensi in apposite bragiere di-
te di bianco e sotto forme d'angeli spar- sposte di tratto in tratto avanti le case,
J
gevano fiori, da mg.' l ila delegato della imbalsamando l'aria. In breve, non era-
provincia, e dalla magistratura, che gli vi senso che non provasse un indicibile

rassegnò secondo il costume, per mezzo diletto a tante espressioni di viva gioia e
del gonfaloniere Carlo Feronti, le chiavi di venerazione, onde Gregorio XVI e la
della città su d' un bacile sostenuto dal corte ne restarono inteneriti e commossi,
giovinetto Vincenzo Gaetani, il quale re- benché eravamo abituati all'immense e
citò analogo distico. Al mostrarsi in pub- continue voci di sincero giubilo e ad ogni

blico il Sommo Pontefice facendo il suo sorta di dimostrazioni dell'erniche popo-


ingresso a piedi nella porta di quella fe- lazioni, anzi edificati e ricolmi d'ammi-
delissima città, preparatami nuove sce- razione per sì universale e mirabile filia-

ne d'entusiasmo a misura che procedeva le all'etto. Non è a potersi ridire le grida


sotto il baldacchino, le cui aste erano so- di plauso che assordavano l'aria, perchè

stenute dal magistrato, preceduto proces- frammiste a quelle delle numerose popo-
sionalmente dal clero, fra il festivo suono lazioni accorse da tutti vicini paesi. Im- i

delle campane due bande civiche nel-


e di perocché quella folta massa di popolo in-
la strada principale della città sebbene ,
ginocchiata al passaggio di GregorioXVI,
in salita comoda e ben lastricata, ma an- senza produrre il minimo disordine , e
gusta e lateralmente guarnita d'alte fab- senza che vi abbisognasse un solo solda-
briche de'bassi tempi e colle porte di se- ti per reprimerla, non cessava d'implo-
sto gotico, le mura annerite dall'antichi- rare con altissime voci la sua benedizio-
tà e alcune delle quali munite d' altissi- ne, ripetendo con sonore voci nel loro dia-
me torri, come in un palazzo sulla via del letto Grazia, Saulo Padrol Grazia
:

Trivio formato di tutte pietre scalpellate, Santo Padrol E se alcuno domandava lo-
spettante nel secolo XIII colla sua torre ro qual grazia chiedessero, rispondevano
di 6 piani all'illustre famiglia del cardi- La grazia dell'a-
con santa semplicità:
nal Goffredo o Goltifredo d' Alatri , che nima! Le donne piangevano, e vestite tut-
dopo aver ivi fondata la bella chiesa di s. te ne'loro nazionali costumi bellissimi per
Stefano morì nel 1
287 (il De Mallhias af- la loro varietà in quelle felici montagne,
ferma, che in tale palazzoaìcuna volta ri- ove ancora non penetrò la corruttrice mo-
siedè il cardinal legato di Frosinone, edè da del secolo col suo codazzo, stavano im-
formato di muraglia ciclopee; corruzioni mobili inginocchiate sui giganteschi rude-
somiglianti all'egizie, secondo il Micali, ri delle mura ciclopee,che servivano di su-
come tutti i muri pelasgici ciclopei). Tut- bì ime trofeo alla vera Religione, motrice di
te quelle fabbriche erano vagamente tap- tutto quell'entusiasmo delle popolazioni
pezzate d'arazzi che co'ioro colori ne fa- alla vista del / icario di Gesù Cristo. E-
cevano risaltare l'antichità , le finestre gli stesso non poteva trattenere le lagri-
piene d' ogni celo di persone spargendo me alla imponente vista di tanta fede, e
V E L V E L «t
con effusione d'animo benedicendo quel- benedizione, una delle più solenni date,
la divola moltitudine, giunse dopo una a tutto il vastissimo orizzonte che sode-
Leu lunga salita al vti lice del monte ov'e- si da quell'altura, da cui vedesi a mezzo-
ra collocata l'antica cittadella d'Ai» Uri ,cul giorno la città di Prosinone, Amara, Foli,
cui maschio fu fondala l'odierna basilica Torrice. Pupi, Vnllecoi sa e Castro; nd o-
cattedrale, in mezzo ad un vasto prezzale, riente Falvalerra, Bauco e Verolij a set-
a'di cui angoli sventolavano memorati i Unii ione Vico, Guardilo, Torre e Tri-
stendardi sull'altissime mura ciclopee che vigliano; ed a ponente in distanza di 3
lo sostengono, ed inmezzo al quale ar- miglia la celebie rocca di Fumone, ove '

devano incenso e profumi sopì a due gran- morì s. Celestino V dopo la Rinunzia al
di candelabri innalzati avanti al sagro / o«////V\'7/o, nel quale articolo
>
riparlai del
tempio, Del cui portico leggevansi espres- luogo. Quell'ampio e pittoresco spetta-
si gl'ingenui voti della fedelissima popò- colo, reso ancora più magico e imponen-
lazione nell'iscrizione pubblicala dalla Ile- tedal suono di tulle le campa ne della cit-
lazione, ed in cui venne dello Gregorio là, dal rimbombo de'mortari, da'concer-
XVI, L.cr.lcsiae ac pcpulorum tono di- li delle bande, dalla serenila dell'aria, e

vinitus datimi , Auclorem fi liei a tis act più di lutto da'reilerati cordialissimi ap-
laetitiae pubi icae. &l\\u\ravxi venne can- plausi della moltitudine, produsse tale u-
talo il Tu cs Petrus con musica del mae- na sensazione ne'circoslanli e nel bel cuo-
stro Adrizza, Bollo la direzione del mae- redi Gregorio XVI, chepel suocomplcs.
stro di cappella della città Geminiani, e so si può provaie non descrivere. Dalla
venne poi compar li la la benedizione col loggia il Papa, tra il tumulto degli affetti
r
Santissimo da mg. Castellani sagi isla,do- da cui era penetrato, passò nel contiguo
r
pò la quale fu scoperta la statua d'argen- episcopio, che per cura di mg. vescovo
to di Papa s. Sii lo /martire e proietto- ed a carico del comune era stalo conve-
le d'Alalri, posta sull'allar maggiore, ove nienlemente adornato, ed ivi siedulo in
anche si venera il suo corpo per quanlo trono benignamente ammise al bacio del
narrai nella sua biografìa, riportandone piede i due elei i, la magisti alma, isigno-
lequeslioni(qui aggiungeiò,cbe nel 854, i •' f' e " a città che conia molte distinte fa-
come leggesi a p. 21 e 5i (iti Giornale miglie, e lutti quelli ch'ebbero l'onoi e di
di Roma, i valentissimi fabbricatori d'or- ognu-
tiiarela carrozza^ quali riceverono
gani Angelo e Nicola Morettini perugini, noin dono unacoronacon medaglia d'ar-
vi fecero un organo cosi eccellente e per- genlob( nedetledal Papa. Intanto la car-
tello, che superata la generale espetlazio- rozza pontificia rimasta fuori della citlà,
ne, prese il primato su tulli quelli della era stala trascutata per divozione dal pò-
provincia, oltre la capacità di competere polo denlro le vie d'Alalri, dopo demo-
con quelli della capitale. Noti minore ap- lito un pezzo dell'arco trionfale di legno
plauso ebbero lodati artisti per l'orga-
i
che ne impediva l'ingresso, e condotta a
no di mezzana dimensione costruito per mano fino all'alio del monle pi esso la cal-
la chiesa degli scolopi, riuscito anch' es- ledrale,aflìnchèognunopolessebenecon-
so di felicissimo elicilo). Salendo quindi templarla, onde appagarne la pia curio*
il Papa alla maestosa loggia che sorge silà. Si compiacque quindi il Santo Pa-
sulla fronte della cattedrale , di là Egli die di gradire una copiosa raccolta di v e -
non solamente benedisse l'affollatissima dule acquarellale colle rispettive piante
moltitudine, che in numero di i5,ooo e esprimenti più belli punii delle stupeu-
i

più persone (ulta ingombrava la vasta de mura della cittadella e del recinto del-
piazza ed ambo le vie che vi conducono, la città d'Alalri, tutte di costruzione cosi
ma ancora estese questa sua apostolica detta ciclope», latte eseguire dal valente
62 VEL VEL
architetto e pittore Antonio Moretti ro^ za del lodato p. Rosoni, a cui pur si de-
mano, ed illustrate tlal rev. p. Luigi Re- ve la pubblicazione d'una veduta del me-
velli scolopo e professore eli filosofia nel desimo colla rispettiva pianta della citta-
collegio d' A latri. Il Papa dopoaverlecia- della, parte del lato che guarda mezzo-
scuna esaminatealteulamente,se ne con- giorno, incisa e riportata a p. 97 del t.

gratulò coll'artista e dichiarò il suo gra- 1 o deW Album di Roma, e corredala del-
dimento all'encomiato gonfaloniere Pe- l'analoga elegantissima relazione (fu pub-
lonti, che in nome della città le avea of- blicata in Roma separatamente con que-
ferte, il quale meritò poi con onorevole sto titolo: Relazione della faustissima
breve de' iG dello slesso mese, d'essere venula in Alatri di Sua Santità PP.
creato cavaliere dello speron d' oro. Es- Gregorio XVI felicemente regnante il

sendosi poi compiaciuto il Papa di passa- dì 4 maggio 1 843) della venula di Gre-
re nell'attigua sala per gustare il sontuo- gorio XVI in Alalri , insieme a tolte le

so rinfresco preparato, si assise in posto iscrizioni, che in gran parte servi al prin-
più elevalo e sotto baldacchino a capo di cipe Massimo alla compilazione del suo
nobile mensa, alla quale ammise oltre i bel racconto. In unadelledueultime iscri-
principali di sua corte e della nobile co- zioni egregiamente si fece allusione alle
mitiva che l'accompagna va, distinguendo muraciclopee,che al pari della fedeltà de'
il vescovo diocesano e quello di Veroli loro abitanti ponno dirsi sfidare Peterni-
r r
mg. Cipriani,mg. Pila delegato, il gon- tà, poiché dopo più di 3ooo anni che sus-

faloniere, il rev. p. Uosani generale degli sistono, non portano alcun' impronta di
scolopi, ora vescovo d'Erilrea e vicario del vecchiezza, ma per la giudiziosa conca-
capitolo Vaticano, e Filippo Jacovacci che tenazione degli enormi poligoni che le
faceva le veci del governatore infermo. compongono (leggo nella Breve narra-
Fu allora che i canonici della basilica cat- zione di G.G. D. R. riguardante le mu-

tedrale Nicola Trulli e AgoslinoCaporilli ra Ciclopee, Pisa 827. » Poni attorno1

sullodalo, presentarono al Papa un' ele- ad esse de'forti arieti, se colpi di questi i

gante raccolta di poesie italiane e latine battono su pietre posle a linea, risente
da essi composte, inserite poi nella Rela- l'impressione del colpo tutta lalinea,e for-
zione. Uscendo il Papa dall'episcopio, si masi quello sconcatenamento,che poi pro-
trattenne ad osservare nel suo atrio l'e- duce la distruzione del muro assalilo. Or
sposizione delle carte damascate da appa- fallo, che i colpi colgano sopra questi ir-
rato ad uso di Francia colorite e vellu- regolari poligoni, la piaga dal colpo non
tate, la cui fabbrica da pochi anni intro- si diffonde, perchè i risalii superiori e in-
dotta in Alalri dal defunto Pietro Molel- feriori de'massi non risentono di quel col-
la, si proseguiva per cura del nominato po, e mentre la pietra è battuta al di so-
Jacovacci, che uè riportò benigne parole pra e al di sotto, non soffrono l'altre par-
di lode e d'incoraggimento, e contribuiva ti il colpo della pietra, che ferisce uii pun-
a farvi fiorire il commercio non meno di to solo. Non può seguire lo stesso nella
quella del lanifìcio pel quale Alatri è tan- costruzione regolare, perchè la percussio-
to rinomata. Appena ilPapa ricomparve ne si diffonde per tutta la linea, e tutta
sulla gran piazza si rinnovarono con mag- la scollega"), e per la militare architet-
gior fervore i segni del cornuti giubilo, che tura superiori in bellezza a quante altre
ne accompagnarono incessantemente il mura di quel geuere si conoscono , mo-
cammino diretto a visitare le parti più strano l'elevatezza dell' umano ingegno,
rilevatili dell'antico monumento, su due che in un' epoca sì remota qual è quella
lati del quale leggevansi due iscrizioni de'pelasgi, a cui se ne attribuisce la fon-
composte come l'altreddll'auieaeloqueu' dazioue,aulerioi meule alla guerra di Tro-
VEL VEL 63
ia,seppe muovere e geometricamentecol- maronite ben compatte
grosse, dal loro
locare un sì gran numero di smisurali ma- semplice immenso peso ed in forma o- ,

cigni con una facilità e perfezione che , blonga poligonare. Sopra 3 di queste pie-
metterebbe pensiero a'più arditi ingegni tre sono scolpiti rozzamente 3 bassirilie-
del nostro secolo tanto perfezionato ne' vi; uno rappresenta un putto con un vaso

meccanismi e che sormonta ogni difficol- sulla sua testa, un altro probabilmente
tà con eseguire le operazioni più ardue. fu scolpito per personificare la protettri-
Ma ciò che attrasse l'attenzione di Gre- ce divinità di Alatri, ed il 3.° che fa par-
gorio XVI amatore della veneranda an- te del muro pelasgico nella porta Bello-
tichità, nel giro che ne fece, si fu la por- na , ora porla s. Pietro (il disegno della
ta maggiore della cittadella ove passò nel- quale pubblicò Y Album di Roma, t. 1
7,
l'uscire dall'episcopio, e il di cui architra- p. 257, con erudito articolo del conven-
ve viene costituito da un masso solo lun- tuale p. F. Lombardi. Egli narra, secon-
go 27 palmi e largo 8 e un'oncia; la por- do gli scrittori delle cose d' Alatri che ,

la minore, che alcuni vogliono destinala venuto l'Apostolo delle genti a diffonde-
a sortile militari, la com-
cui volta e scala, re la luce del Vangelo in questa cillà,
posta di massi che sormontano I' un
si fossero i primi a seguirlo gli abitanti del-
l'altro, non ha per quanto si conosca al- la parte meridionale detta Le Piaggio,
tra simile, tranne quella dell'ingresso al- mentre quelli della settentrionale detta
la piramide di Mernjì riportata da Nor- Civita vetere durarono nell'idolatria mol-
den ne'suoi Viaggi in Egitto j e l'angolo ti anni, finché i primi non gl'indussero ad
principale formato da'due grandi mura- abbracciare il cristianesimo, e perciò con-
glioni orientale e australe, alti palmi il, segnarono ad essi i loro idoli per essere at-
e composto di soli 5 massi, concatenali
1 terrali e infranti. Questo pare ch'abbia da-
senza cemento come il resto delle mura. to origineaH'usanza,per la quale gli 1 1 ca-
Per la celebrità di siffatte gigantesche co- popopoli eletti da'rioni della cillà a signo-
struzioni, rammentando la già celebrata ri della festa di s. Sisto 1, nella sua vigilia
opera della Dionigi, che ne pubblicò idi- gli abitanti delle pinggit' unitisi co' con-
segni, mi si condoni che
io riporti qui un signori di Civita vetere scagliavano una
relativo cenno da altra donna illu-
tratto grandine di ciottoli e di figuline contro
stre che le studiò, Marianna Starke, Tra- l'informe e ricordalo bassorilievo esisten-
vels in Europe, Parisi 836, p. ^02. » La te al fianco sinistro della porta s. Pietro,
città di Alatri, posta
sopra una rupe e- e chiamato dal volgo Marzo. Dopo poi i

n)inenle,circondatada mura gigantesche primi vesperi, menile il vescovo nella cat-


ed apparentemente più auliche delle mu- tedrale era ancora in trono, dando egli
nì dell'altre città di quella provincia, ha co' piedi il segnale con alcune movenze,
un giusto nome che porta, cioè
titolo al i detti signori assistenti facevano iti cer-
di fortezza Saturnina. Plauto ne fa men- chio per un quarto d'oro una danza sagro-
zione nella commedia de'delenuti, ossia fesliva, dispensando ciambelle alla folla.
carcerati, sotto forma greca Alatrion. Crede p. Lombardi che la danza ab-
la il

In Slrabone è scritta Alctrion. Cicero- bia avulo origine neh i32 per la trasla-
ne chiama municipio, e Frontino la
la zione in Alatri delle reliquie di s. Sisto !,
descrive come una colonia. La sua Acro- intorno alle quali il popolo tripudiò di
poli, cioè cima e sommità, corona l'alta santa letizia per averlo liberato dalla pe-
montagna, sul pendio della quale sta que- ste che 1' affliggeva , e prorompendo io
sta città, circondata dagli avanzi delle quelle dimostrazioni festive. Nel pontifi-
mura dell'estensione di due miglia, e co- cato di Benedetto XIV e nel vescovato di
struii* da nmujassi di pietre calcaree soni- mg." Savaceri, divenuto il ballo iudecen-
è

H V E L V EL
tea luogo sagro, fu trasportalo nella pro- ridoio, ed ogni architrave è alto 11 pal-
pinqua piazza, e ivi durò sino al 84^) co " i mi. Ivi evidentemente si osserva che vi

assumere il municipio tulio il carico del- furono due porte, una interna ed esterna
la pompa festiva. Di simili sagre danze l'altra, ed il corridore esleso tra loro. La

parlai altrove, come nel voi. LXXIII, p. presente strada all'Acropoli, sommità,
i 72, e nel voi. XLIX,|). 249, per quel- opposta all'antico ingresso, e sembra di
la che avea luogo in Osinio per la fesla essere stata fatta da'uioderui alatimi per
popolare del Carro di s. Vittore), me- facilitare la loro comunicazione col vesco-
rita particolare notizia, perchè è formalo vato, il quale è fabbricalo sulla parte del-
in una di quelle gigantesche pietre che le mura interiori della fortezza. Un cor-
compongono ilmuro, ed evidentemente ridoio dell'esteriori mura situato sulla de-
coevo al medesimo. Sulla lunga salita al- stra della moderna strada contiene un pas-
la città si presenta porta s. Pietro, ed a saggio costruito come il principale ingres-
questa porta viaggiatori ordinariamen-
i so già descritto, il quale porta in un pas-
tescendono dalle carrozze affine di cam- saggio sotterraneo dell'altezza di 6 piedi
minare su alla sommità, non essendo ivi con una bellissima circolare volta; questo
strada carrozzabile. La torre sulla sinistra passaggio penetra al centro della fortez-
di della porla ha il marchio o segno del- za, e dopo aver esaminato il detto pas-
l' eia oscure, ma la suddetta porla e le saggio, all'esterno del quale trovatisi gli
altre porte della città sono antiche. La avanzi di due bassirilievi, i viaggiatori
sommità sembra essere stata di forma passano da una piccola moderna porla
quadrilatera. Fu encomiata da doppie che conduce ad un giardino, dove il mu-
mura, le quali calcolate dalla loro colos- ro angolare, degno di particolare notizia,
sale grandezza e solidità danno a sospet- puòessere veduto tutto interamente. La-
tare del tempo della loro costruzione; e sciando il giardino suddetto, i viaggiatori
sebbene varie circostanze concorrano ad dovranno salire alla piazza, dove il vesco-
indicale che fossero erette da' tirreni pe- vato e la cattedrale è stata eretta; la qua-
lasgiciprima della guerra Troiana ciò , le piazza spiega il principale ingresso al-
non ostante un angolo dell'esterno muro l' Acropoli, sommità. L'eminenza mon-
alto y4 palmi rimane intero ed ancora tuosa sulla quale trovasi posta questa for-
intatto da lungo lasso di secoli. Questo tezza è piena di vasti sotterranei passag-
muro angolare è composto di 4o pietre gi , oltre i già descritti , de' quali alcuni
soltanto, e non può essere contemplato servirono di acquedotli, mentre altri fa-

senz'ammirazione e sorpresa, siccome im- cilitavano l'ingresso del necessario perla


possibile a concepire come queste pietre guarnigione. Le volte di questi passaggi
fossero state innalzale alla loro presente sono semicircolari, ed in alcuni di essi (se-

posizione ed unite cosi assieme senza ce- condo l'informazioni avute e l'indagini
mento, e con una graziosita adatto im- fatte) possono trovarsi le vestigia de'pa-
pareggiabile.Le suddette mura si dice vimenti di musaico, sebbene è difficile di

che rassomiglino a quelle di Tini nel Pe- esplorare queste sotteranee strade, sicco-
loponneso: desse presentano una super- me non souoesenli da aria mefitica e no-
ficie liscia formata da irregolari pietre po- ci va". Segue la descrizione in succinto d'A-
ligone. Il principale ingresso alla cittadel- lalri moderna. Gregorio XVI non sazian-
la è ammirabile in pùnto di fortezza, ed dosi di ammirare questi prodigi dell'ar-
è simile nella costruzione alle porte delle te antica, e di lodare Io zelo della magi-
piramidi a Menati. Gli architravi, che so- stratura d' A latri, che aveva saputo così
no 3, giacciono piani sulla vasta estensio- bene rendere il pristino splendore a un
ne delle mura da formare un coperto cor- sì rispettabile monumento, unico nel suo
VEL VEL 65
genere, Sanlo Padre avea quasi com-
il con ragguardevole cupola, vi ordinò le

piuto il suo giro, quando alla richiesta scuole e vi apri il convitto con tale ripu-
fattagli dallo stesso magistrato, volendo tazione, cbedblb provincia e da altri luo-
secondare il pubblico desiderio, e rende- ghi dello stato, come dal regno di Napo-
re eterna la memoria di sua venula inA- li , vi concorse sempre buon numero di

latri, graziosamente permise che la nuo- distinti giovani ad attingervi l'istruzione


va strada, quasi sorta per incanto d'in- letteraria, morale e civile. Nel 1824 con
r
torno alle mura dell'Acropoli, portasse piano fatto da mg. Benvenuti, poi car-
d'allora in poi il nome di Gregorianaja dinale, delegato straordinario della prò-
quale concessione venne accolta con co- v incia, il cui nome sarà in eterna benedi-
mune applauso, e sull'istante pubblica- zione presso gli eroici, piano che fu san-
la con l'iscrizione affissa alle mura stesse. zionato da Leone XII, l'istituto religioso

Quindi il Papa passò nel monastero della aumentò il collegio di due scuole, mentre
ss.Annunziata delle benedettine, fonda- la città a sue spese vi aggiunse un pro-
to nel 56 1 da mg/ Camillo Perusco ro-
1 fessore di diritto civile e canonico, oltre
mano vescovo d'A latri, che vi fece veni- l'assortimento d'un gabinetto fisico, l'in-

re per istitutrici 4 monache da Guard- grandimento delle scuole, delle camera-


ilo; edilizio assai vasto e di elegante strut- te e del casino di villeggiatura. Così que-
tura mediante aggiunte fattevi nello scor- sto ampio, comodo e salubre stabilimen-
so secolo. Ivi ammise al bacio del piede to viene ad apprestare un mezzo oppor-
le 5o religiose circa, e varie signore del- tuno d' istruzione a lutti i cittadini non
la città, che in sì fausta circostanza eb- meno, che alla provincia intera. Grego-
bero il permesso di entrarvi; non che le rio XVI vi fu ricevuto dal generale ze-
monache della Carità con voti semplici lantissimo dell'ordine Ii.mop. Rosani al-
sotto la regola di s. Chiara, introdotte io la testa della religiosa famiglia e della nu-
r
Ahitri nel 1806 da mg. Giuseppe della merosa scolaresca divisa in due ale, e di
Casa vescovod'Alatri, che ottenne da Pio là consolò nuovamente di sua benedizio-
VII di potervi traslocate dal monastero ne l'esultante popolo, onde tutta era ri-
d' Anticoli due
perchè si occu-
religiose piena la sottoposta piazza di s. Maria, di

passero della fondazione, la quale ha per figura assai quadrata e ben vasta così ,

scopo la cristiana educazione delle fan- denominata perchè sta avanti alla chie-
ciulle, della quale si sono rese beneme- sa collegiata dedicala alla B. Vergine di
rite. Prima d'entrare
col suo seguito in gotica costruzione , con atrio dinanzi e ,

detto monasteiOjil Santo Padre aveva e- con vaghissimo occhialone di marmo al


gualmente onorato di sua presenza il vi- di sopra contigua al palazzo comunale
,

cino collegio Calasanzio degli scolopi , il (questa è la chiesa di s. Maria Maggiore,


quale riconosce per fondatrice la nobile di cui nel i852 X Album di Roma nel I.

Innocenza Gentili vedova Conti, che con 19, p. 289 e 326, ne pubblicò il disegno,
suo testamento del 1 ."novembre 1 72 1 isti- le notizie e la descrizione di L., il quale
tuì eredi universali de' suoi beni delti i la dice dello stile e del fare bisa olino e
padri, colla condizione che vi tenessero sembrare rimontare 1' erezione al secolo
scuola e convitto. Il p. Giuseppe 01iva,che XI; il grand' occhio finestrale della fac-
nefui.° rettore, poi generale dell'ordine, ciata, arabescato de' solili fregi tricu>pi-
colla sua attività accrebbe il locale, fab- dali e di ghiribizzi bizzarri, offrire un ca-
bricò l'annessa chiesa in onore dello Spo- rattere diverso dall'interno e perciò forse
salizio di Maria Vergine, con facciata di posteriore alquanto e d'epoca gotica, cioè
buon disegno in pieti a calcare scalpellata quanto allo stile. La Ione campanaria
con maestria e nell'interno a croce greca venne innalzata sul declinar del secolo
VOL. LXXXIX. 5
1 s

66 V E L VE L
XIV, come rilevasi dall'iscrizione eoll'an- endemico Etnico, mi si concedino queste
noi3c)4, in tempo di Do. MaJJiolì Epi. giuntai elle che vado ficendo in onore di
Plocen. vicari ctRcclor. Camp ., rilevan- Ahtri) Sulla facciata del collegio eravi
do l'articolista clie tal vicario e rettore non un'iscrizione dichiarante l'immenso giu-
fu conosciuto né da De Mattheis, né da De bilo degli scolopi. 11 R.mo p. Rosani, do-
Matthias, ne'loro esatti cataloghi. Il tem- po avere ragguagliato Gregorio XVI di

pio racchiude, oltre altri pregi, una gem- tuttociò che riguarda quel locale e l' i-

ma preziosissima, cioè l'antichissima e mi- slruzione pubblica, gli rese grazie a nome
racolosa immagine di Nostra Donna det- della città col l'ottava che pubblicala nella
ta della Libera, effigiata in affresco sul Relazione, Padre e Signor 3 che col tuo
corpo d' una colonna quasi all'ingresso, dolce aspetto, ec, meriterebbe scolpirsi
ed avente in grembo il suo divin Pargo- sulla ciclopea mole. Dopo aver il Papa di
letto. Avendo Giotto, nel suo ritorno da nuovo percorsa, sempre a piedi, la via
e
Napoli,lavorato in molte chiese dellaCara- principale d'Alatri, in sembianza e in at-
pagua , fa crederla opera sua. E poi in- to non tanto di principe in mezzo a'suoi
dubitato che la bella e divota Immagine fedeli sudditi, nelle cui vene ancora scor-
sempre èstata larga dispensatricedi favori re l'antico sangue de'valorosi eroici, quan-
a'suoi divoti, ond'è iu gran venerazione to di padre lieto e amoroso circondato da*
presso pure gli stranieri; la quale è inoltre suoi cari figli, che non si saziavano di pa-
sì antica, che nel i324 Giovanni XXII lesare in tutti i modi il loro affettuoso tri-

da Avignone vi concesse indulgenza a'vi- pudio, arrivato alla porta della città, ma-
r
sitanti : altri Papi accordarono grazie e nifestòbenignissimamente a mg. Giani-
privilegi all'abbate e canonici della me- pedi vescovo e alla magistratura (ogni
desima^ ne'primi del corrente secolo l'ab- membro della quale ebbe in dono una
bate fu insignito della mantellelta nera e medaglia d'argento) il sovrano suo cor-
del titolo di dignità capitolare. Riparata diale gradimento, per tutte le dimostra-
più. volte per la sua vetustà, nel 1 85 zioni ricevute nelle sole 4 ore del suo sog-
s'incominciò a rinnovarla conservandone giorno in Alatri, cioè dalle i 3 alle i
7, e
il tipo caratteristico, e per conservare sì lasciando un centinaio di scudi per limo-
interessante monumento cristiano si fe- sina a'poveri (i quali hanno il monte fi la-

ce un appello all'oblazioni de'fedeli. Leg- mentano, e Pio VII breve In sum-


col
go poi nel Giornale di Roma de' 3o ot- mo Ape stola tu , de' 25 gennaio i8o5,
tobre 1 856, che dopo 5 anni di restauro, Bull. Rom. cont. t. 12, p. 258 : Erectio
la chiesa di s. Maria Maggiore d' Alatri Montisfrumentarii infavorem. ISosoco-
d'antichissima gotica costruzione, era sta- ìuii civi tatis Alalrinae) e agl'infermi, ri*
ta riaperta al pubblico culto. Ritenendo salito nella carrozza, che dallo stesso ze-
interamente la sua forma primiera, pre- lo del popolo era stala ricondotta alla por-
senta ora quella magnifica eleganza pro- la, partì per tornare a Prosinone, accom-
pria delle chiese di siffatto genere, tutta pagnato da'più fervidi voti di tutta quel-
abbellita e istoriata da sagre pitture a la foltissima popolazione, che in segno d'e-
fresco diDomenico Monacelli. A conser- sultanza in quella sera, come nell'ante-
vare meglio la celebrata ss. Immagine, fu cedente, accese de' grandissimi fuochi a-
trasportata in apposita cappella vagamen- vanii alle case, sulle vicine montagne e
te ornata, siccome oggetto divotissimo di colline, ed illuminò a disegno lacitladel
tutta la provincia. 1 canonici che aveano la, che fece di se bellissima mostra. Dt
sostenuto grave dispendio colle loro te-
il v laudo circa due miglia dalla via prov'u
nui prebende, furono consolati dal Papa ciale dopo Alalri, il Sanlo Padrevolle
Pio IX col dono d'un paralo iu terzo. Ac- sitar* la badia di Ticchiena, ricchissimo
u

VEL VEL G7
monastero e Grangia (/'.) della celebre ne mi vado giovando, e vi aggiun
di cui

abbazia ili Trisulli (P .) dc'eerlosiui, an- gerò quanto non dissi nel ricordalo aiti
nesso ad un castello ebe ne' tempi bassi colo per non renderlo di soverchio prò
pagava il tributo di vassallaggio agli ala lisso. Cominciò il 1 .° Ceccano (nel segue

Clemente XIII emanò bre-


ti ini (infatti il te anno dai Papa fatta città, la quale si

ve Exponi Nobis, de' 22 giugno 1763, onora del suo illustre concittadino mg.'
Bull. Rom. cord. t. 2, p. 355: Approba- Giuseppe Berardi Sostituto della segre-
tioConcordiac inter monasterium s.Dar- teria di stato e Segretario della Cifra) j
tholonui TrisulU ordinis Carthusiensis, indi il Papa un bel ponte
valicato sopra
et communilatem, atque homines civita- eretto da Pio VI il fiume Sacco, che in
tu Alatrii super pracfìxioneconfinium quel luogo forma una caduta veramente
Castri dirutinuncupati Tccclaena ad di- pittoresca, entrò nel territorio di Falli-
etimi monasterium spectantis.lvì è ripor- ca, a cui appartiene il poco distante cele-

tato tutto Tatto della concordata contro- bre monte Cacume, il più alto di quella
versia sul confine territoriale, e quanto catena degli Apennini chiamati i monti
al possesso della certosa del feudo di Tic- Lepidi, il quale alza la sua lesta orgoglio-
chi ena, si dice ebe questo confiscato già sa (069 metri sopra il livello del mare.
dalla camera apostolica nel 1248 circa Seguitando il viaggio si trovò uel terri-
sotto Innocenzo IV alla comuuità d'Ala- torio di Giuliano già fetido de' Colonna,
t ri per delitto proditorio commesso con- ietti abitanti vollero pure mostrare la lo-

tro icittadiui di Ferentino, dipoi neli3oy5 ro divozione con arco trionfale sulla pub-
nel pontificato di Bonifacio IX la mede- blica via,a'cui lati si fecero tutti trovato
sima camera vendè cou tutte le sue ra-
lo chiedendo Papa con fervore la sua be-
al

gioni e pertinenze al monastero di Trisul- nedizione, gii uomini da ima parte, e le


ti, certosa cb'è unita a quella di Ruma); e donne dall'altra, ognuna delle quali por-
fattavi orazione nella chiesa pubblica e tava sulla lesta uno schifo con piante di
nella cappella interna del monastero, ove busso, il che unito al nazionale loro co-
si conserva il ss. Sagramento, ammise al stume da va loro la bella apparenza di ca-
bacio del piede quella religiosa famiglia, riatidi. Finalmente dopo aver percorso

die volle trattarlo di lauto rinfresco cou seuza fermarsi da Frosiuoue iu poi circa
lutto il suo seguito, e proseguì il suo viag- i5 miglia della via Casilina, il Sauto Pa-
gio riprendendo la strada maestra verso dre giunse a Prossedi, regione de'volsci,
Prosinone, al quale articolo avendo io ri- e vi ricevè la benedizione col Santissimo.
ferito il resto, dirò solamente. >'ella mat- Cambiati frattanto a tutti legni dei tre- i

tina de"5 maggio Gregorio XVI partì per no cavalli, che iu quel luogo erano stati
i

Piperuo (V.) per la via omonima, una del- radunati dalle stazioni postali de' vicini
le 3 che si riuniscono sul ponte del Co- stradali, il Papa proseguì rapidamente il

sa sottoFrosinone.come auche quella d'A- viaggio verso Piperuo io una delle più fer-
lain e quella che conduce a Roma per Fe- tili e pittoresche vallate dello stato pon-
rentino. Trovandosi su quella linea di tificio, fiaucheggiata da montagne, e sul
strada provinciale vari paesi a destra ed le di cui alte cime ergevansi tauli castelli
a sinistra della valle del Sacco , ognuuo e villaggi, che coll'aspetto di fortificazio-
di essi procurò di fare le migliori dimo- ni richiamavano la meutea'tempi del me-
strazioni possibili di giubilo per il passag- dio evo. Fra questi dislinguevausi a sini-
gio di Sua Santità sul loro territorio, e stra i castelli di Pislerzo nella diocesi di
in breve descrivendoli nell'articolo Fro- Ferentino , e di Roccasecca (diversa da
iiflONE lo narrai, pel dettaglio più minu- quella di Sora, di cui ragionai in quel-
to poteudo supplire la bellissima Relazio* l'articolo) in quella di Piperuo. A deatra
68 V EL V EL
poi della via Casilinn vedevansi altri pae- scovile di Pijierno, già celebre capitale de'
si e castelli sorgere nella gola de' munti, volsci e municipio romano. Ad ore 18 ri-

e rispondere co'replicali spari di morta- montato il Papa in carrozza fra gli ap-
ri e co'festivi suoni di campane, che ral- plausi di tutta la popolazione, e celere*
legra vano tutte quelle coutrade,ed altret- mente scendendo da Piperno verso le Pa-
tanti segni di giubilo dati dall'opposta ca- ludi Pontine, costeggiò col suo seguito il

tena di monti, e fra'quuli distingue vansi fiume Amaseno, le di cui acque scorro-
icastelli di Maenza (riporta il n.° 92 del no nel mezzo di folta selva presso le mu-
Giornale di Roma del i858, come il ra merlate della celebre badia di Fossa-
Papa Pio IX colle sue elargizioni contri- nuova (F.), della quale riparlai nel voi.
bui all'eseguile grandi riparazioni di cui LXXVIl.p. 1 1, y5 e 76. Dopo altre 5 mi-

abbisognava l' insigne chiesa collegiata glia il Papa entrando con lutto il suo tre-
di Maenza, e la gratitudine del popolo no nella via corriera delle Paludi Ponti-
maentino) e Roccagorga, già spettan- ne al miglio 49 dell' Appia, e passando
ti alla famiglia Caetani, potentissima in senza cambiar cavalli avanti la posta di
queste contrade ; la popolazione del 2. Ponte Maggiore, proseguì il viaggio per
si fece trovare genuflessa sulla via presso la città vescovile di Terracina,ove giun-
1

l'arco che avea eretto. Altre dimostrazio- se circa le 19 ore ricevuto da mg. Lolli
ni ricevè dagli abitanti di Pioccagorga, i vice-legato di Velletri ec. Nella mattina
quali nel quadrivio delle strade di Pro- degli 8 maggio ne partì per la via Appia,
sinone, Piperno, Sezzee Roccagorga for- trapassando la posta di Ponte Maggiore
marono uu piano regolaredi circa /jo pal- e fermandosi a cambiari cavalli a quella
mi nel luogo detto la Cona Romana, e vi di Mesa. Giunto a Tor Tre Ponti, venne
eressero un obelisco a finto granilo orien- ossequialo dal vescovo e da'cleri di Sezze
tale, dipinto a geroglifici tratti da antico e Sermoneta. Indi proseguì il viaggio per
monumento egizio, .sormontalo dalle chia- Cisterna e per la città vescovile di Vel-
vi e dal triregno, dalla cui estremità tut- letri da dove partendone a' 9 maggio,
,

ta la mole era alta da terra palmi 53, com- trapassando per Genzano, per la Riccia

preso il piedistallo d'ordine dorico a fin- e per la città vescovile d'Albano, fece il
to marmo di Carrara, sui di cui specchi, suo trionfale ingresso in Roma verso le
circondati da 4 statue esprimenti le Vir- ore 2 3. Così ebbe termine il viaggio di
tù, parimente a finto marmo
cardinali Gregorio XVI, il quale non poteva desi-
chiaroscurate di grandezza sopra al na- derarsi migliore sì per la prospera salu-
turale colle loro basi d'ordine toscano,leg- te di cui sempre godette, come per l'en-

gevansi 5 analoghe iscrizioni italiane, la- tusiasmo che risvegliò, e perla che
felicità

tina e greca. Fermatosi nel suo passaggio diffuse la di lui presenza nelle due avven-
il Papa a veder l'obelisco, ne espresse dal- turate provincie di Campania e Maritti-
la carrozza la sua benigna soddisfazione ma, le quali per il loro inalterabile attac-
e lodandone l'artefice che ammise al ba- camento all'altare e al trono pontificio
cio del piede,unitamente al clero, alla giammai lo dimenticheranno, avendolo
magistratura e ad altre distinte persone pure successivamente descritto il Diario
della terra , che fra gli applausi di tutta di Roma compendiosamente.
la popolazione gli offrirono due sonetti, Nell'articoloPio IXraccontai,come per
anch'essi come tutte le altre poetiche com- la nequizia d' una fazione ribelle fu co*
posizioni ,
pubblicati dall'accuratissimo stretto allontanarsi da Roma in forma in-
principe Massimo. Continuando il viag- cognita la notte de'>4 novembre 1848,
gio , dopo poche altre miglia Gregorio ed in compagnia del conte di Spani- mi-
XY1 giunse versole ore 1 4 alla città ve- nistro di baviera, per la porta s. Giovai»-
VEL VEL 69
ni traversandola galleria di Castel Gan- provinole di Marittima e Campagna in- ,

(lolfo, evitando Albano, passando dietro sieme alla deputazione de'consiglieri pro-
l.i Riccia , per
Genzano, Velletri e Ter- vinciali della legazione di Velletri, felici-
racina.senza mai fermarsi, felicemente en- tandolo e tributandogli l'omaggio d'in-
regno di Napoli. Si condusse aGae-
trò nel alterabile fedeltà delle due provincie, av-
venne magnili camenteospilalo con
la, ove venturose e liete per aver la sorte d' es-
ogni venerazione per oltre 9 mesi dalla ser le prime a riceverlo, il che meglio no-
generosa liberalità del religiosissimo mo- LXXIV, p. 200. Ed eccomi a
tai nel voi.

narca delle due Sicilie Ferdinando II, non procedere col coramend/ Barluzzi nella
meno nella real villa di Portici presso Er- Relazione slorica del viaggio, e con
colano per altri 8, avendo pure narrato quanto altro ne pubblicarono il Giorna-
Je cose principali che fece in que'soggior- le di Roma, e l' Osservatore Romano ne-
ni, e le gite pe'luoghi e città circostanti, gli articoli divisi in
9 giornate e intitola-
inclusi vaiueiite e sino a Benevento. Dissi ti; Viaggio del Sommo Pontefice daNa~
come dopo la partenza del Papa da Ro- poli a Roma; però tacendo quanto già
ma ivi si formò la giunta suprema di sta- pubblicai a'Ioro luoghi e quanto dovrò di-
to per governarlo, seguila dalla commis- re di altri in quest'articolo, come praticai
sione di governo.Promulgataa'9 febbraio di sopra pel viaggio diGregorio XVI. Ter-
1849 ' a repubblica romana per tutto lo racini! per la r /ebbe la consolazione d'ac-
stalo papale, la rivoluzione fu compiuta; cogliere il suo sovrano e padre, e lo fe-
però non andò guari che fu domata la ri- ce con quelle solenni dimostrazioni, che
bellione negli stati pontifìcii per l'interven- celebrai nel suo articolo. Siccome erano
to dell'anni cattoliche francesi, napoleta- state sciolte tutte le autorità municipali,
ne, austriache e spagnuole. I napoletani a' e nominate provvisoriamente commissio-
17 giugno 1849 occuparono Prosinone, ni municipali con un presidente per ca-
Veroli, Anagni, Ferentino e altri luoghi, po d'ognuna, ciò avverto per dovere no-
della provincia di Campagna. L'8 giugno minare le unee gli altri delle comuni del-
le truppe spagnuole approdarono in Ter- le provincie di Marittima e Campagna.

racina, e per Sezze a' 1 7 luglio si recarono Tra le deputazioni ricevute dal Papa in
r
in Velletri con mg. Giuseppe Berardi, già Terracina, conviene qui ripetere la com-
vice-presidente del tribunaleciviledi Ro- missione provvisoria municipale col go-
lli:) /piale coni missario slraord inario pon- vernatore della città, la deputazione del-
tiQciodelle provinciedi Marittima eCam- la provincia di Frosinone condotta da
p-igna, nella qual città fin da'4 erasi ri- mg/ Badia delegato della provincia me-
tirato il preside repubblicano, subentran- desima, quella del capitolo di Ferentino
do a occuparla gli spagnuoli, A' 16 lu- con mg/ vescovo Tirabassi (di cui riparlai
glio mg/ Badia delegato apostolico diFro- nel vol.LXXVIU,p.22Q e 3a3),quella del
siuone ristabilì in quella città e provin- clero di Veroli col proprio mg/ vescovo
cia la sovranità pontificia. Questa in tut- Venturi similmente, e molte altre d'al-
to lo stato della s. Sede erasi successiva- tre parti che troppo lungo sarebbe il no-
mente ristorata. Dappertutto essendosi ri- minare, L' 8 aprile Sua Santità partissi
stabilito l'ordine, il sommo Pontefice Pio col suo corteggio da Terracina, precedu-
IV determinò a ritornare a Roma sua
si ta dal principe Massimo soprintendente
sede nell'aprile i85o, accompagnato a'6 generale delle poste pontificie , scortati!
dal re delle due Sicilie sino all'Epitaffio., da un plotone d'ussari napoletani, ed ac-
tei mine del regno e degli stati di s. Chiesa. compagnata da' cardinali Asquini, Du
11 Papa ivi venne incontrato da mg/ Be- Pont e Antonelli, non che dal conte Lu-
rardi commissario straordiuariodelle due do! f' ministro plenipotenziario del re Fer-
7o
V E L VEL
dittatalo II presso Ja s. Sede. Terracina è pa di visitare si illustri memorie , ed es-

lungi 63 miglia Ja Roma, laonde passan- sendo fuori di strada, il proprietario di es-
do il Papa per le Paludi Pontine e via Ap- se e del latifondo Luigi Polverosi fece tro-
pia, Velletri, Genzano, la Riccia e Alba- var pronte all'uopo carrozze e carrettel-
no poteva essere in Roma nel giorno stes- le, e vi si condusse, inchinato per la via

so. Ma benignamente volle prima di ri- dal clero di Sormino (terra non lontana
tornare alla sua capitale e sede, allieta- sulla montagna), che ammise al bacio del
re ili sua presenza anche la provincia di piede. Nel ritorno onorò di sua presenza
Campagna, e venir quindi a Velletri per Piperno, tra gli Evviva il Papa, Viva
altra parte rientrando nella via Appia; e il Santo Padre, Santo Padre la bene-
ciò perchè quella provincia presa com- dizione. Osserva il commend/ Barluzzi,
plessivamente ne' passali sconvolgimen- che faceva parte del corteggio. » E qui
ti, come sempre, erasi mostrata la più fe- valga il una volta per sempre: do-
dirlo
dele al governo legittimo della s. Sede. vunque, sia nel regno di Napoli, sia nello
Giunto il treno vicino a Ponte Maggiore, stato.legrida popolarla lui dirette non so-
lasciala la via Appia, prese a sinistra la no stale mai altre che queste, come le più
provinciale, la quale entrando nella ca- dicevoli al Vicario di Gesù Cristo". Da
tena de'monti Lepini, e serpeggiando pel- Piperno dopo 6 miglia, il Papa giunse a
le sinuosità dell' anguste loro valli, va a Prossedi,situala similmentesulla via prin-
terminare nell'aperta vallala di Prosino- cipale, ed atlraversolla senza farvi dimo-
ne. Riferisce la Relazione." Al lernpoche ra, tra' più clamorosi e festevoli evviva.
que'monti erano abitati da' Volsci e da- Dopo Prossedi non entrò in alcun altro
gli Equi (ne riparlai a Subiaco), tanto paese. Ma al di qua cai di là di Prosse-
dalla parte che guarda tramontana e a di convenne sostare 4 volte per via, poi-
1

ponente l'agro Pontino ed il mare, quan- ché trovaronsi a vari intervalli i4 archi
to nell'interno a levante ed a mezzogior- trionfali, eretti da altrettanti municipii;
no, ebbero la loro fama e Core, e Pome- iquali comechè fuori di strada,e non po-
ziao Sezia con le sue ?.3 città, e Segni e tendo perciò accogliere nelle loro mura
Piperno, co'fiumicclli Ufente ed Auiase- l'augusto Viaggiatore, erano discesi tulli
uo, ricordate ne'primi secoli della storia 'confini de'territorii rispettivi sulla stra-
romana , e celebrate altresì ne' versi di da per la quale dovea passare, e vi avea-
Virgilio, d'Orazio e d,i Silio Italico. Og- no innalzato ciascuno archi con diverse
gi sono dello slato pontificio una delle forme, e colle iscrizioni italiane o latine,
parli meno popolate. Pur tuttavia per riportate con ordine progressivo al fine
quelle valli e le pendici per cui passa la della Relazione. Presso i quali archi al
della strada sono alcune città e castella: giungere del Santo Padre , i rappresen-
Piperno, Maenza, Sonnino,Patrica,Pros- tanti di ciascun municipio si stavano ge-
sedi, Stefano, Giuliano, Morolo, Valle-
s. nuflessi, e intorno in tale atteggiamento
corsa, Ceccano ec". Poco prima di giun- ossequiosi e giulivi erano popolante se- i

gere a Piperno è l'antica abbazia di Fos- condo il costume lodevole del paese nel-
sanuova,la cui origine risole al secolo XI, le ceremonie religiose/la una parte ledon-

già de'monaci cistcrciensi e ricca, la qua- ne e dall' altra gli uomini, tutti con ra-
le die alla Chiesa ne'secoli XII e XI 11 ce- moscelli d'olivo in mani, e chiedenti ad
lebri abbati, vescovi e cardinali: ora non alta voce la benedizione. E il Papa in tut-
le rimane che il nome e gli avanzi de' te lei 4 stazioni fermandosi, graziosamen-
suoi magnifici tempio e chiostro di gu- te la compartiva. Benché espressamente
sto gotico, famosa anche per la morie di non nominati dalla Relazione, trovo ben-
s. Tommaso d'Aquino. Bramando il Fa- sì nella collezioue dell'iscrizioni, a secon-
VE L V EL 7 i

da dell'avvertito, quelle ancora di Maen- le mine, togliere le barricate, ed ogni al-


ta, Sonnino, Fallica, s. Stefano, Giulia- tro impedimento ostile per accogliere nel
no, Morolo; le due degli uniti Vallecor- dì seguente amiche, e fra gli evviva, le

rj, s.Lorenzo e Castro; quelle di Rocca- truppe napoletane; il che gli riportò la
corga Roccasecca, Supino, Ceccano ec.
, sovrana approvazione esternata dall' ot-
Nel Giornale dì Roma, tra' luoghi non timo mg.' Badia. Ne' giorni di pace eoa
ricordati espi essamente dalla Relazione, indicibile entusiasmo solennizzò il glo-
si pubblicarono articoli celebranti l'av- rioso e felice ingresso del Papa ne' suoi
venimento, ovvero se ne parla; cioè a p. dominii, con quelle pubbliche festive di-
3a3 di Prossedi si dice, che nella chiesa mostrazioni ivi narrate, di che furono
il Papa vi ricevè la benedizione col San- spettatori ed encomiatori i cardinali Mal-
tissimo. A p. 362 Roccasecca dichiarò d'a- ici e Cagiano. Inoltre si descrivono i fe-
ver innalzato un sontuoso arco d'alloro steggiamenti di Sgurgola nel passaggio
e di paline, e che il Pontefice molle di delPapa, 1' arco trionfale innalzato con
pianto benedì con affezioue di cuore il cle- due iscrizioni pubblicate, non che il tro-
ro, la magistratura e la popolazione. A p. no eretto pel medesimo e la benigna ac-
370 è detto che il governo di Vallecorsa, coglienza fatta ai clero, al magistrato e al
r
coMue comuni di s. Lorenzo e Castro, si popolo, presentali da mg. Badia. Per ce-
unirono in consorzio, e sebbene distacca- lebrare l'awenimeuto, i più facoltosi di-
ti e segregati dalla via provinciale, al di spensarono vino e pane a' poveri, i quali
là di Prossedi ove sbocca la strada rota- furono pure soccorsi dalla munificenza
bile di s. Lorenzo nella provinciale, i 3 pontificia. Mi piace inoltre rimarcare, che
cleri colle loro ecclesiastiche divise furo- la città vescovile di Veroli , situata fuori
no presentati al Papa da mg/ vescovo di di via, in quella per andare ad Alatri, e-
Ferentino, ed il ministero governativo e resse un arco trionfale con 4 iscrizioni,

le 3 commissioni municipali furono pre- dichiaranti la sua esultanza e fedeltà, ed


sentate al medesimo da mg.' Badia, ivi esternando il voto di potere accogliere il

appositamente erasi innalzato un trofeo Pontefice fra le sue mura , felicitandolo


rappresentante la Religione,di delicato la- il clero , il patriziato e il popolo. Faccio
voro, con l'iscrizione italiana ivi riporta- ritorno alla descrizione del viaggio. Era-
ta, insieme alla latina scolpita in marmo no circa le 4 pomeridiane, allorché la-
a memoria eterna dell'avvenimento; e che sciato a destra Morolo, a sinistra Cecca-
il Papa gradite siffatte dimostrazioni, am- nò, uscendoda'monti Lepini,il Santo Pa-
mise al bacio del piede i funzionari e tan- dre col suo corteggio, sempre accompa-
ti altri , soccorrendo la classe indigente gnato da'3 sullodati cardinali, entrò nel
splendidamente. Nella Relazione poi leg- territorio di Frosiuone, ossequiato da una
go, che nell'arco erano le statue della Re- deputazione del municipio. Avvicinando-
ligione e della Fortezza nel basamento
, si il treno alla città, la moltitudine dal-
delle quali erano due epigrafi che ripro- l'alto del monte, a guisa d'anfiteatro, ov'è
dusse. A p. 396 del Giornale vi è l'arti- situataFrosinone capo della provincia (os-
colo di CepranOjChesi onora d'averacon- serva commeud.' Barluzzi, che le città,
il
r
ctttadino mg. Giuseppe de'inarchesi Fer- e castella della medesima, conservando
rari Tesoriere generale (^.), e ne ripar- la situazione di loro origine antichissima,
lai nel voi. LXXX, p. 199. Ivi si dice,che o de' primi tempi di Roma o anteriore,
ne'passali sconvolgimenti e ne' giorni di sono quasi tutte sui monti), cominciò ad
confusione fu abbastanza risoluta per im- agitare i fazzoletti, i cappelli e de' rami
porre all'autorità e truppa de'faziosi, u- d'ulivo, ed a levare da tutte parti un gri-
prire le porte di quel poute, disollerruie do di Viva il Santo Padre j che misto
7a VEL VE L
a! suono delle campane e delle bande as- pò della ribellione fedeli al proprio so-
sordava l'aere. Al primo ingresso nella vrano, si recarono dal Papa a Pontecor-
ci làIsotto un grande arco costruito ivi
, vo, a Benevento e in Gaeta; e questo stes-
appositamente a foggia di tempio, la ma- so diceva la scritta con brevi ed elegan-
gistratura municipale gli esibì le chiavi ti parole. Il battaglione napoletano avea
della ciltà in segno di dominio, con pa- posto a modo di trofeo le insegne di
role convenienti. Il tenente colonnello Vi- Pio IX e di Ferdinando II, con in mez-
glia comandante il 6/ battaglione de'cac- zo ciascuna la propria epigrafe. E final-

ciatori napoletani, in nome di tutta l'ar- mente ve n' era una sulla porta del pa-
mata, rappresentata dal battaglione stes- lazzo apostolico, per contestare la grati-
r
so, diresse al Papa parole d'omaggio e di tudine de' fiosinonesi verso mg. delega-
divozione. Come in Terracina la strada to, perchè molto si adoperò in prepararlo

era abbellita da file d'arboscelli, così qui degno So vrano Pontefice. Nella chie-
del
di colonne di legno in forma di candela- sa principale di s. Maria Assunta il Papa
bii vestite di fronde di bosso e fiori, con vi si recò sotto baldacchino magnifico, le

simili festoni pendenti lateralmente era cui aste sostenevano com- i membri della
adorna la via; e le finestie lo erano da missione municipale, accompagnato dal-
damaschi e drappi a vario colore; l'ima l'ordinario mg/ Venturi zelantissimo ve-
e 1' altre stipate di popolo, accorso pure scovo di Veroli col suo clero; il tempio

in gran numero da'luoghi circostanti. I era vagamente addobbato, e colle espo-


due prospetti dell' arco aveano ciascuno ste immagini de'ss.OrmisdaeSilverio Pa-
la loro iscrizione; narrando poi il Gior- pi, particolari protettori e concittadini di

nale di Roma del 85o a p. 354, con ar


1
*
Frosinone. Prima di ricevere la benedi-
ticolo diFrosinone nel descrivere in det- zione da mg/ Ricci vescovo di Segna,
taglio come festeggiò la venuta del Papa col ss. Sacramento esposto, dopo aver
Pio IX, dice che dov'era 1' arco sarà col- questo venerato,Pio I X con eloquente, te-
locala come un monumento stabile l'i- nera e maestosa allocuzione riepilogò in
scrizione allora fatta e dal medesimo pub- brevi parole le trascorse vicende, le cala-
blicata (il monumento poi eretto è la va- mità eccitate dal nemico dell'uman ge-
sta caserma de'gendarmi, dietro il palaz- nere, cessate per volere divino, esortando
zo delegatizio, nella forma quasi come l'immensa popolazione a porger calde
quella di Roma, collo stemma pontificio preghiere all'Altissimo pel ravvedimento
e 1' iscrizione: si costruì con un fondo di- de'traviati, e per la pace della Chiesa u-
sponibile, e con approvazione del Pa- ni versale. Dichiara il commend/ Barluz-

pa), insieme all'altra iscrizione che pu- zi. » In questi discorsi estemporanei del-
re in esso si legge , e questa da porsi l'immortale* Pio IX, sia ch'Egli parli co-
sopra l'ingresso della residenza munici- me Pontefice, sia come Sovrano, è sta-
pale dal municipio, per riconoscenza al- ta sempre tale una facilità e dignità,
l'impegno dell'ottimo delegato mg/ Ba- congiunte a tanto di dolcezza, da disgra-
dia nel coadiuvare gli ardenti desideri! darne gli oratori più rinomati". Uscen-
de'fi usinati presso Sua Santità, onde ot- do dalla chiesa, nel progredire al palaz-
tenere un così segnalato beneficio. Oltre zo apostolico a piedi, andavagli innan-
l'arco eravi un obelisco eretto sulla piaz- zi un drappelletto di fanciulli vestiti al-
za del palazzo apostolico ,
avente ezian- l' angelica, ed appartenenti alle prima-
dio la sua iscrizione. Un' altra leggevasi rie famiglie, spargendo fiori sul suo pas-
nella caserma de' veliti pontificii, che sta- saggio, rallegrato dalle voci di gioia e dal-
vano di presidio in Frosinone, quelli che le più animate acclamazioni dell'immen-
duFrusiuoiie e da'paesi limitrofi, nel teru- so popolo. Il Papa era accompagnato, ol-
VE L VEL 73
tre da' 3 cardinoli, anche dal cardinal genio e io bronzo. Sull'imbrunir della
Vizzardelli prefetto della congregazione sera l'abitazioni tutte della città vaga-
degli studi, della città (tale dichiarata da mente s'illumiuarono.Gli archi di verdu-
Gregorio XVI) di Monte s. Giovanni, ra e di fiori del giorno si adornarono nel-
venuto nel dì innanzi da Roma per far- la sera di faci risplendenti e di variato co-
gli onore, avendolo preceduto nel ritorno lore, terminaticon bella piramide egizia,
da Portici, dove come in Gaeta avea aiu- che dava colla sua trasparente luce risal-
tato Santo Padre nelle fatiche ecclesia-
il to all'illuminazione, resa più. piacevole
stiche.Giunto nel palazzo apostolico, il da due trofei militari elevati dirimpetto
Papa comparve sulla gran loggia a com- al palazzo dalla truppa napoletana. Le
partire la pontificale benedizione, che si campagne tutte erano sfolgoranti d'innu-
diffuse sui cuori lutti ardenti per spi- merevoli fuochi.e le montagne checircon-
rilo di religione, ed esultanti per l'augu- dano da lungi Frosinone rassomigliava-
sta presenza del Vicario di Cristo. Degnos- no co' grandiosi e quasi simmetrici incen-
si quindi d'ammettere al bacio del piede di alle maestose eruzioni de'vulcani. Fini
il clero secolare e regolare.il corpo muni- la festa serale in un bel fuoco d'artificio.
cipale, l'autorità giudiziarie, amministra- Nella mattina seguente 9 aprile, il Papa
tive e militari, varie civiche deputazioni; Pio IX encomiati cardinali Asqui-
cogli
i più distinti frusinati, i singoli uflìziali ni, Vizzardelli e Antonelli (poiché il car-
dellabenemerita guarnigione napoleta- dinal Du Pont per la gotta era rimasto
na che eseguiva il servizio della piazza, ed a Frosinone), e cogli altri del suo segui-
il marchese De Gustine francese, noto pel to si portò in Alatri, che sebbene vici-
suo attaccamento a'principii d'ordine re- nissima all'infausta Vico (sic), patria di
ligioso e politico, e chiaro per le sue ope- Pietro Sterbini ! fu nelle passate vicende
re letterarie. 'Ammesso inoltre il consi- Sopra le altre città dello stato pontificio
glio provinciale a particolare udienza, d la più fedele e affezionata al Pontefice
Papa ricevè dal medesimo in attestalo (non si vuol defraudare della stessa lode
di perpetua straordinaria rimembran- la città pur vescovile di Norcia in su gli

za e gratitudine della provincia, l' of- Apennini, che può gareggiare di vanto
ferta delle medaglie in oro, in argento e con Alatri; ne altre città che seguirono
in bronzo d'apposito conio, ritraenti nel l'esempio d'Alatri e Norcia, nel mostrar-
diritto la pontificia effigie, e nel rovescio siavverse, (piale con più, quale con me-
l'epigrafe; Quem - SedeRomana - Impie no coraggio, all' usurpazionede' ribelli).
Ex turbatimi - Provincia Campaniae Quivi non parlari o scritti sediziosi, non
Ingemebat - Foedere Catholico Reda- persecuzioni o ingiurie contro il clero,
climi - ExultabundaGratatur - mdcccc. non unioni popolari, non voti per la co-
Viene riportata anche dal n. 82 del Gior- stituente, non proclamazioni per la sedi-
nale di Roma; il quale narra ancora la cente repubblica romana ; ma preci in-
presentazione del consueto tributo de' nalzate pubblicamente a Dio dopo gior- i

r
pani fatta al Papa, da mg. Trucchi ve- ni sanguinosi de' i 5e 1 6 novembre 848, 1

scovo d'AnagnijCon una deputazione del e dopo quello della partenza del sommo
capitolo. Apprendo poi dall' Osservatore Pontefice da Roma ;
partili da Alatri per
Romano n. 48, che le commissioni pro- andare a gittarsi a' suoi piedi a Gaeta
vinciali della provincia di Campagna col fin da' primi di gennaio 1849 il vescovo
r
cardinal legalo di Marittima e Campagna mg. Giampedi e il gonfaloniere Filippo
inviarono una lettera al presidente della Jacovacci; conservati a' posti dov'erano
repubblica francese con tre esemplari gli stemmi pontificii; ornato di ghirlande
della descritta medaglia, in oro, in ar- e di fiori il monitorio della scomunica,
74 VE L V1ÌL
ed accesevi davanti le candele sulla pub- scritto e pubblicato nel Giornale dì Ro-
blica via; messa per tali fatti la città a ma a p. 370, in uno alle iscrizioni fatte
pericolo di saccheggio due volte, la l," per la lieta circostanza. Ne ricaverò un
a
dalle bande di Masi, la 2. da quelle di estratto. All'entrare del territorio, i con-
Garibaldi. Fu questa la condotta di A- tadini lo festeggiarono con rami di uli-
latri nelle passate lagrimevoli vicende. Il vi nelle mani e con evviva fino alla cit-
Santo Padre volle darle per questo un tà. Nel casino di villeggiatura degli sco-
argomento palese del suo sovrano gra- lopi era vi un arco di verzura, sul quale
dimento e della sua benevolenza; recan- era un'iscrizione del p. Pietro Taggiasco
dovisi di persona, prima di tornare in professore d'eloquenza di quel collegio.
Roma, sebbene A latri sia situata buon Allei?, meridiane giunse Pio IX nella cit-
tratto fuori di strada. » Chi può ridire tà, e sotto magnifico arco trionfale, deco-
la esultanza degli alatimi quando vide- rato con iscrizione dell'encomiato scolo-
ro entrare nella loro città e incedere po, fu ricevuto dall'egregio vescovo mg/
maestoso e benigno per la via che con- Giampedi alla testa del clero secolaree re-
duce alla cattedrale l'adorato Pontefice golare, a cui erasi unita la monastica fa«
Pio IX, per cui aveano fatto sì fervidi miglia certosina di Trisulli; nonché dalla
voti, sostenutosi dure prove? Le vie commissione municipale, il di cui pre-
giuncatedi fronde edi fiori: adorne di a- sidente FdippoJacovacci presentò le chia-
i azzi le finestre e le pareti : di tratto in vi al Santo Padre, e fu lieto d'aver con

tratto archi vestiti di verdure con iscri- lui colloquio sull'indole de' cittadini. Al

zioni. Lo che invero, poco più, poco me- nome di tal commissione il membro di
no, si era veduto anche negli altri paesi. essa can. d. Luigi Francesco Pmssi reci-
Ma quello che negli altri paesi non si era tò un'iscrizione, a cui il Papa rispose.
vernilo, furono de'busti ingesso del Pori» »» Questoè il vero e più adatto elogio che
tefìce qua e là sulle finestre o sulle porle si possa fare al Papa
una città religio-
in
delle case coronati di fiori, contornati di sa e fedele ". Disceso Santo Padre dal- il

lampade e di cerei; e in alcuni luoghi al- la carrozza, percorse a piedi la lunga

tresì turiboli d'incenso e di altri odori. Sul- strada fino alla cattedrale, preceduto da
le fi nest re poi o sul le porte di altre case era- tutto il clero processiona finente, ed ac-
no iscrizioni, fatte dagli abitanti di essi in compagnato da' cardinali, da mg/ Be-
lingua volgare,anzi nel vernacolo proprio rardi commissario pontificio di Maritti-
r
tli que'paesi ; quali iscrizioni era assai pia- ma e Campagna, e da mg. Badia dele-
cevole il leggere per la semplicità de'con- gato apostolico di Frosinone. Non si può
cetti, e per la spontaneità dell'espressioni esprimere l'entusiasmo indicibile dell'im-
avvegnaché con idiotismi e solecismi, così mensa moltitudine, che dalle finestre, da'
naturali com'erano usciti dalla mente e terrazzi e balconi costruiti a bella posta,
dal cuore di que'buoni uomini, senz'arte, e lungo le strade applaudiva al tanto so-
senza studio; ma nella loro semplicità e spirato ritorno del Sovrano Pontefice, ed
rozzezza più eloquenti che se fossero sla- esprimeva con religiosa lealtà voti di i

te inforniate ed espolite da lima di reto- sua felicitazione. In fronte della catte-


re e di grammatico. Così gli ala trini, drale eravi l'iscrizione del can. d. Paci-
mentre intendevano a festeggiare il ritor- fico Latini professore d'eloquenza del se-
no dell'adorato Pontefice, e a dargli no- minario. Dopo il canto dell'antifona Tu
velli argomenti di loro fedele soggezione es Petrus, il Papa adorò il ss. Sagraraento
ed alletto, più e più meritavano del suo". e con esso fu benedetto dal cardinal Viz-
] particolari della gita in Alatri del Papa zardelli; indi orò avanti la statua d'ar-
Pio IX si pouno leggere ocH'arlicolo ivi gento del patrono s. Sisto I, scoperta do-
V E L VE L 7"

no riposto la ss. Eucaristin. Avendo il colarilà le riferisce Y Osservatore Roma-


l'api appreso dal vescovo che la catte- no nel n. 47> dicendo Alatri 6 miglia da

drale non godeva la prerogativa e privi- Frosinone e racchiudere una popolazio-


legi di basilica, si degnò dichiararla ba- ne d'intorno a *x,ooo anime, e che occu-
t

silica di quel grado ed ordine che gode pa luogo d' un'antica piazza forte de*
il

la basilica di s. Maria in Trastevere in volsci (o meglio ernici), la più importan-

Roma (di cui era stato canonico esso ve- te fortezza di questi antichi popoli. Crede
scovo), la quale segnala tissi ma grazia fu che sia stata necessariamente l'opera de*
immantinente pubblicata coli' iscrizione giganti perrompere quelle rupi, e sovr-
dell'encomiato can. Rossi. Asceso il Papa imporre e collegare, senza veruni specie
sulla loggia della cattedrale, ivi compartì di cemento, gli uni sugli altri quella

l' apostolica benedizione all'immenso po- quantità prodigiosa d'enormi massi, ed


polo, che ricopriva la vastissima piazza in un'epoca che non si adoperava ne la

dell'Acropoli, il quale dopo quelle divi- polvere per le mine, né la dinamica dis-
ne parole, reiterò gli evviva, che assor- poneva de'mezzi che oggi sono a nostra
darono l'aere. Passò quindi al contigno cognizione. Loda Alatri pel suo forte con-
episcopio, ove nella sala del trono ammi- tegno non volere riconoscere la re-
col

se al bacio del piede il capitolo della me- pubblica romana, esempio forse unico
desima cattedrale, quello della collegia- nella storia delle rivoluzioni moderne,
ta, la commissione municipale alatrina, mantenendo immobilesempresulla cima
e quella di Guarcino concorsa anch'esca del campanile la bandiera papale.»» Do-
n tributare suoi omaggi di divozione e
i po molti tentativi infruttuosi di sedizio-
fedeltà, e finalmente i primari cittadini, ne e di guerra, Mazzini finì col risolvere
dispensando a ciascuna classe parole di di lasciare cittadini d' A latri nella loro
i

benignità ; e conferì al presidente Jaco- libertà. S'intende quindi la gioia, l'entu-


vacci il nobile titolo di cavaliere dell'or- siasmo straordinario di que' bravi abi-
dine Piano di a." classe, volendo così u- tanti all'avvicinarsi del Santo Padre. Il

sare considerazione a'meriti di lui, e ri- trionfo era molto minore pel SommoPon-
munerare distintamente la fedele costan- tefice che per loro stessi ; e quindi egli è
za della città. Partito dall'episcopio, il impossibile di descrivere l'aspetto della
Papa si fermò innanzi al collegio Calasan- città nel momento in cui Papa Pio IX
zio, sulla cui facciata era altra iscrizione traversò a piedi le sue lunghe e anguste
del p. Taggiasco, e sulla porta ammise strade". Nel tornare a Frosinone, il Pa-
graziosamente al bacio del piede i
pp. pa si fermò alquanto nella grangia diTic-
scolopi, ed i convittori che infiammò alla chiena de' certosini di Trisulti, ammet-
virtù e allo studio delle lettere. Indi si re- tendo al bacio del piede i monaci. Avvi-
cò monastero della ss. Annunziata, ri-
al cinandosi a Frosinone fu incontrato con
cevendo al bacio del piede le monache, nuove dimostrazioni po-
di giubilo dalla
ed anche le religiose figlie della Carità polazione. Nella sera si lumina-
ripetè la

ivi appositamente convenute, avendo ri- ria della città e della provincia, non me-
colmato le figlie di s. Benedetto di spiri- no del fuoco artificiale; ammettendo be-
Consolato così ogni ceto di
tuali favori. nignamente il Papa al bacio del piede al-
persone, sempre applaudito, benedetto e tri distinti cittadini e le signore del pae-
festeggiato, il Papa lasciò Alatri di per- se. La strada che mena da Frosinone a
sona, ma vi rimase col cuore, e nell'uscir Roma è quella che viene dal regno di
della poita ricevè un altro attestato di Napoli per Ceprano, la discorsa antica via
gratitudine espresso dall'iscrizione det- Casilina, consolare come
l'altra per Ter-
tata da d. Carlo Ferrazzoli. Altre parti- racina,eche va a congiungersi alla Labi-
76 V E L V E L
cana presso Valmontone. Per questa fu arcivescovo di Filippi, segretario della s.

ripreso dal Papa il viaggio, partendo la congregazione de' vescovi e regolari), che
mattina de' o aprile da Prosinone.
i Dopo sta alquanto più remoto dalla via a'mou-

9 miglia s'incontra I' ernica Ferentino, ti snb-Apennini, ed anch'esso con due


ma a destra della via in sul colle. Però i iscrizioni, in una delle quali il popolo ben
ferentiuati, invidiando agli alatrini Tono- a ragione vanta vasi di non essersi lascia-
re d'accogliere, sebbene per poche ore, il lo prendere alle minacce e alle lusinghe
Sommo Pontefice fra le loro mura, ne a- de'ribelli. Un altro arco finalmente tro-
veano fatto già pregare Sua Santità. Due vossi sulla via, ed era della città vescovi-
deputazioni, l'ima ecclesiastica l'altra ci- ledi Segni,con corrispondente iscrizione
vile, stavano presso un arco trionfale ad dell'Orbo et populus Signinus. Gran
aspettarne l'arrivo, con l'epigrafe che de- parte di quella popolazione unita a quel-
corando il cornicione si legge nella Rela- la de' vicini castelli di Gavignano e di
zione. In questa è pure l'iscrizione posta Montellanico stavano anch' essi tuli' in-

sulla porta d'ingresso della città, la qua- torno all'arco ad aspettare il Santo L'a-
le termina colle parole: Ferentinate.s die che in passando li benedisse. Quanto
Pontifici et Principi- Fel maxima in- ad Anagni,a p. 3j del Giornale di Ro' i

ter pcricula- Constanti Jide addiclissi- ma fu pubblicalo un articolo sul festeg-


gi/'. Giunto il Papa e fattagli la consueta giamento fatto al Papa nel transitare pel
pileria delle chiavi della città, vi entrò e suo territorio. Si dice il magnifico arco
salito all'episcopio, ch'é nella sommità trionfale adorno di belle pitture, degli
del colle sugli avanzi dell'antica rocca emblemi delle 4 potenze cattoliche che
Ferentina, diede dall'ulto del medesimo concorsero coli' armi alla restaurazione
la benedizione. Impiegò quindi circa tre del dominio temporale della s. Sede, del-
pre nel visitare la semina-
cattedrale e il lo stemma della città e d' iscrizioni ana-
i io (e secondo il Giornale di Roma, an- loghe alla circostanza, e riferite nella /te-

che i due monasteri e il collegio de' gè- lazione in uno a quelle degli altri me-
ntili), nell'ammettere al bacio del piede morati archi. Fu preparato ancora un e-
il capitolo, e le solile deputazioni e ab legante e ampio padiglione con sotto un
tri. Dopo di che il Santo Padre tra le ac- maestoso ti Orio, nella speranza che il

coniazioni, ripassando per l'arco, partì. Santo Padre salilo su di esso si degnereb-
Da Ferentino, proseguendo per la sol- he compartire la sua benedizione. Pres-
r
loposta pianura verso Valmontone, si la- so l'arco si trovarono ad attenderlo mg.
scia addietro a sinistra il comune diSgur- Pietro Paolo Trucchi vescovo d'Anagni
gola lontano sui monti Lepidi; i cui a- (poi a'a dicembre 1807 traslato a For-
r

bitane però avevano innalzato il suddet- h, succedendolo nello stesso giorno nella
r
to arco a'eonfini del loro territorio pres- sede anagnina mg. Clemente Pagliari
so la via Casilina, ed erano convenuti ivi dell' arcidiocesi d' Urbino e preposto di

in gran numero per essere benedetti. Pq- quella metropolitana: nel medesimo
p'ollre si lascia a destra sur una delle col- concistoro il predecessore vescovo di
line che fiancheggiano la strada Anagni, Forlì monsignor Falcinelli fu promos<
la quale costruì un arco sulla via con due so ad arcivescovo d' Atene, e indi nun-
lunghe iscrizioni per festeggiare il pas- zio nel Brasile), il capitolo della cat-
saggio del Papa pel suo territorio. Un al- tedrale, i capitoli dflla collegiata del-
iro arco dove si estende il proprio leni- la città stessa e d'alcuni paesi della dio-
torio, avea innalzato anche Paliano (la cesi più vicini, i corpi religiosi, il semi-
quale, come dissi al suo articolo, si ono- nario diocesano, tulli in abili di chiesa;
r
la, del concit Lutino mg. Andrea Bizzarri la commissione municipale, eia popola-
NEL V EL 77
rione d' ogni condizione sì d'Anngni che vozione e fedeltà date da Anagni alla j.

de' luoghi circostanti. Giunto il Sommo Sede. Riprodusse per ultimo le 4 Udi-
Pontefice, venne accolto con istrepitosis- zioni del suddetto arco. Così vendicò l'o-
simi applausi e tra 1' alternativo suono nor patrio leso ad Anagni Caput Iler-
delle bande musicali. Il Papa sceso dalla nicorum. Riprendo il filo del pontificio
carrozza e accompagnato da' cardinali viaggio.Neldescrittomodocorsa nellospa-
Asquini e A ntonelli salì sul trono, da dove zio di circa 3 ore quell'ampia valle che ha
subito compartì l'apostolica benedizione i monti Lepidi a sinistra e sub-A penni-
i

all' affollata moltitudine con espansione ni a desila, giunse dopo mezzodì a Val-
r
di cuore tale che commosse tutti. Mg. montone, di che parlerò al suo paragra-
vescovo e il marchese Nicola Trajelto fo. Dissi di sopra che il Papa, dopo aver

presidente municipale, interpreti de'sen- visitato la provincia di Campagna sareb-


timenti di tutta la città, umiliarono al be ritornalo nella Marittima rientrando
Santo Padre gli omaggi sinceri di divo- nella via Appia per condursi a \ elicti i

zione e di fedeltà. Il Papa esternò la sua e indi a Roma. Da Valmontone a Vel-


soddisfazione, e gli ammise al bacio del letri si va per una strada provinciale, che

piede, in uno a 'cleri secolare e regolare, diramando dalla Casilina presso Valmon-
alla commissione municipale, ed a molte tone corre e volge a ponente, costellan-
altre persone. 1 cantori beneficiati della do le falde degli Algidi e dell'Artemisio
cattedrale cantarono l' antifona Tu es da una parte, de'Lepini dall'altra, e pas-
Petrus, le bande tornarono a suonare, e sando sotto Montefòrtino, del quale poi
le prossime colline echeggiarono di ite- dirò al suo paragrafo il festeggiamento
rati evviva. Altre dimostrazioni il popo- tributato a Pio IX. Proseguendo il viag-
lo anagnino celebrò tornato nella città. gio, alla pieve di Lariano il Papa fu in-
Dipoi il sullodato anagnino d. Antonio contrato da una deputazione della città
Cipriani nel Supplemento al n. 68 del* di Velletri, e dal suo vescovo cardinal
X Osservatore Romano dello stesso 85o, 1 Macchi decano del sagro collegio, che fe-
pubblicò ad omaggio solenne della veri- ce salire nella propria carrozza, perciò di-
tà, un erudito articolo riguardante A Ma- scendendone mg/Medici maggiordomo e
gnesia per rettificare alcune nozioni con» mg. 'Borromeo maestro di camera, ed en-
tro la storica verità contenute nel n. 47 trò in Velletri con quelle solennità che
del medesimo giornale, nel dar contezza poi celebrerò, insieme al soggiorno che
delle feste e degli onori tributati da'po- vi fece sino alla mattina de'i 2 del mede-
poli al Papa ; sia specialmente per con- simo aprile, in cui Pio IX, nel modo che
futare la supposta rivalila tra Anagni e in breve narrai in quell' articolo, per
Ferentino, provandolo colla storia de'fat- Genzano, la Riccia e Albano fece il suo
ti,non meno degli antichi tempi de' ro- desiderato, trionfale e lietissimo ingres-
mani, che di que'del cristianesimo. Che so in Roma. Ora passo a parlare ne'se-
la pretesa enorme muraglia che divide guenti paragrafi delle provincie e de'co-
i dueterritorii, non esser altro che un ca- in uni che compongono la legazione di
nale del piccolo fiume di Tufano. Quin- Marittima e Campagna, principalmente
di enumerò le principali prerogative di della delegazione apostolica di Maritti-
Anagni, madre feconda d'illustri eroi e ma o Velletri ; e pe'già descritti altrove
di 4 Papi, 28 de'quali ebbero un gra-
vi ne indicherò dove lo sono, riferendo in
to albergo, ed asilo contro le persecuzio- alcuni nozioni che se non del tutto ap-
ni a Gelasio li, Adriano IV, Alessandro pai tengono al paragrafo,riguardano ben-
III e Lucio III. E che diversi Papi atte- l'encomiate provincie e
sì si rannodano
starono le prove luminose di sincera di- ad esse per la storia.
7» VEL VEL
DlSTOETTO DI VELtETRI. ne la chiesa collegiata, e alcune case di
Governo di Velletri. civili Tale chiesa, dedicata
famiglie. alla
Cisterna. Comune della diocesi di B. Vergine Assunta in cielo, è bella e di
V elicli i, di cui ragionai al suo articolo, moderna architettura, rinnovala da'fon-
oude non ini resta che aggiungere al- daineuti in guisa diversa dall' antica, di
cuu altro cenno clic ricavo da' molti che cui parla il Piazza e sotto i'istessa invo-

ne scrissero. E distatile 33 miglia da Ro- cazione, con disegno del celebre cav. Mo-
ma e 8 da Velletri, con territorio in pia- relli architetto del palazzo B raschi di
no e colle, con molli fabbricati, marche- Imma, ma non eseguilo fedelmente. Non
saio della nobilissima famiglia Caelani ostante nell'interno l'aliare del ss. Sagra-
(A- .), e già suo feudo. Questa terra è sul- mento merita osservazioue pe' suoi sem-
l'ultime pendici de'monti Veliterni, sul- plici ma vaghi ornali e pe' inarmi che lo
la sponda destra del lumie denominato compongono. Nella i.* cappella a destra
Aulico, perchè è un canale artificiale in si venera I' Redentore dipinta
elligie del
gran parte, tendente a raccogliere le ac- in tela dal valente Cavallucci di Sei mo-
que che scendono da Giuliano edaTor- neta. Dice il Rauco che questa chiesa è
i cecilia, e darle altra verso le Paludi Pou- capitolare eon arciprete, 7 canonici e 3
liue al mare. Essa è I' ultima terra da beneficiali, ed ha il baltisterio essendo
questa parte che sia entrata nella map- 1 unica parrocchia. Inoltre vi sono altre
pa. Narra Marocco, che da Vellelri a 4 chiese con 3 confra temile secolari. Vi
Cisterna alcuni traili di strada sono fian- esisteva il convento di s. Antonio abba-
cheggiati da lunghe e folte macchie di te de'minori osservanti riformati, espulsi
roveri auuose e di elei, che dillicilmcu- nuli' invasione francese, né più ripristi-
te piegano i furiosi venti, appellandosi nali. Trovo nel Piazza, che la chiesa e il

volgarmente quelle foreste la macchia eoo vento furono creiti dal cardinal Boni-
di Cisterna, ch'è vastissima ; ed aggiun- facio Gaetaui o Caelani, nel i5y2, con
ge essere non solo ricovero di cinghiali, facoltà di Gregorio X11I, il quale nel
di capri e di lupi, ma uu tempo rifugio giorno del santo concesse indulgenza ple-
tli crudeli assassini, prima che fosse in naria. Vi esistono, l'ospedale per gì' in-

gran parie svelta o diradata per la sicu- fermi, la casa delle maestre pie Venerine
rezza pubblica presso la strada. Del più per l' istruzione delle fanciulle, e la pub-
aulico taglio che dovea fare di sua sel-
si blica scuola per ammaestrare i giova-
va, parlerò nel paragrafo di Sei-moneta. netti. popolo venera per principale
11

A litichi ruderi di una torre o forte al de- protettore s. Rocco confessore. Dinanzi
stro lato della via nominata le Castella alla collegiata è uu vasto piazzale abbel-
risvegliano l'idea del primiero loro esse- lito da uu granaio fabbricato da'fonda-
re, e souo il domicilio del gufo lamen- ineiiti nel 1772 da Francesco Caelani du-
tevole, dell' upupa melanconica, e della ca di Semionda, come si legge uell' i-

nottola o vipistrello che di giorno sta scrizione. Cisterna era più eslesa e popo-
nascosto. A levante del borgo è il palazzo lala prima che fosse bruciata e saccheg-
ducale, che costituisce l'ingresso nella ter- giala dallo scismatico Lodovico V il Ba-
ra mediante un grande arco che dicesi varo. 11 Nibby parlaudo di questa terra
la porta, sebbene vi si eutri da ogni par- crede, che finché fu io qualche modo
te uun avendo mura castellane, il diseguo praticabile la via Appia, abbia molto sof-
del quale fabbricato è decoroso e alquan- ferto, trovandosi sullagran strada in luo-
to vasto, uè manca di quella solidità che go poco difeudibile,esposla a tulle le scor-
n edificio signorile conviene. Questo è rerie, che narrai uel suo articolo; ma do-
1'
uuico fabbricato ragguardevole, tran» po, lino cioè al riuUivameuto di quella
VEL VEL 70
nel secolo passato, rimase troppo fuor di vn l'acqua da' colli veliterni. Con PU-
Mano e quasi dimenticata, come dall'al- ghelli, Italia sacra, l. io, p. 177, ripor-

tro canto dopo il diseccamelo delle tai i 7 suoi vescovi, il quale però avverte,
Paludi Pontine e il riapriroento dell'Ap- che la città di Tre Tabcrne non è da
pia, questa terra ha molto migliorato confondersi con Tabernae seti Palaeo-
nell'aria, la popolazione si è accresciuta, poli, vel Treschines in Magna Gr ac-
ed i fabbricati sono stali anch'essi amplia- cia. Il i.° vescovo che si conosca è del
ti e abbelliti. Dichiara Marocco, cheil 3 3:1 a' tempi di s. Gregorio 1 v'era pu-
l'origine del nome di Cisterna proviene re un vescovo, di cui s'ignora il nome, o
da alcune cisterne esistenti, ovvero dal- meglio era vacante, il quale'Papa veden-
la forma totale del paese piuttosto esisten- do ridotta a nulla e devastata la città

te in basso; eche varie sono le cisterne delle Tre Tabeine da' longobardi, eoa
d'acque piovane per uso della popolazio- lettera riprodotta da Ughelli e indiriz-
ne, la i.' essendo innanzi al palazzo ba- zata a Johannis Episcopo di Vellelri, al-
ronale, ottimamente costruita e profonda la sua ne unì canonicamente la cattedra
3
1G0 palmi, la i. dentro lo stesso palaz- vescovile. Questa chiesa rimase per vari
zo e della medesima profondità, la 3." anni unita alla Veliterna, ma poscia ri-

fuori la porta delta Agrippara. Alcuni fabbricala o restaurata e ripopolata la


dissero questo luogo Cisterna JYeronis, città di Tre Tabeine, nuovamente fu
e lo ripetei al suo articolo, ed il Marocco separata da Vèlletri ed ebbe i propri ve-
riflettendo alla derivazione di porta A- scovi, tra' quali quello del 761 o 762,
grippara non è lontano da credere che l'ultimo conosciuto è dell' 868 o 869,
tragga origine tal nome da alcuna memo- ed in seguilo non si hanno più memorie
ria diAgrippina madre dell'imperatore de' suoi pastori e della sede vescovile,
Nerone. Dice inoltre, opinare molti eru- probabilmente per la totale distruzione
diti, che da due grandi cisterne antiche della città. Quindi in conseguenza del
il suo nome derivasse, e che fossero falle precedente statuito da s. Gregorio I, pas-
per ordine di Nerone, onde provvedere sò di poi la diocesi di Tre Taberne sotto
Anzio d'acque salubri mediante acque- la giurisdizione del vescovo di Vellelri,
dotti, de'quali non mancò chi asserì d'a- parlando del quale riferirò l'opinioni del
verne riconosciuti diversi avanzi. Nel più can. Dauco su Tre Taverne. Tutti gli
volte ricordato articolo Cisterna dissi storici poi couvengonoche distrutta Tre
col Nibby non occupa il si-
e altri, ch'essa Taverne, Cisterna crescesse d'abitalo, di
to dell' antica sede vescovile di Tre Ta- territorio e di popolazione, e forse allo-
berne, Cwitas Trium Tabernarum ra ne prese la denominazione latina Tres
3
Tre* Tabernae, città de' volsci, la qua- Tabernae. Altri poi credono, essere Ci-
le piullosto surse nel suddetto lenimen- sterna succeduta ad Vlubra, e che dopo
lo delle Castella, nel luogo chiamato la sua distruzione e di quella di Tre Ta-
Civitona, sulla sponda destra della via berne, quivi si rannodò la popolazione
Appia, abbandonato e ove si vede
silo e formò l'odierno paese. Di Ulubra trat-
un semidiruto de' tempi bassi co-
edificio ta il Nicolai, De' bonificamenti delle
struito sopra avanzi d'una fabbrica d'o- Terre Pontine a 38, la di cui posi-
p.
pera incerta, a'quali si dà il dello nome, zione è contrastala, forse all'ingresso del-
circa 11 miglia lungi da Roma, ed ap- le Paludi Pontine, o nouloulaua da Vel-
partengonoalla stazione di Trcs Taber- lelri, e perciò forse comprese la piccola
nac, come vuole Nibby, esistendo uu mi- villa ove fu allevato Augusto oriundo di
glio distante gli avanzi d'una conserva Vellelri e nato in Roma. Il Marocco la
antica e d'un acquedotto, che vi porta- crede presso il castello di Giuliano, co-
8o VEL VEL
me dirò in quel paragrafo. Non ebbe ri- gennaio. Di nuovo la nomina in quella
nomanza per la sua aria pessima e quan- scritta due anni dopo a' 9 aprile del G94
tità delle rane della palude, non però di Roma, iu cui pare decisivo per deter-
Pontina, perchè questa mai giunse a Yel- minare il sito di Tres Tabernae, mo-
letri, qualora si voglia supporta presso strando che una strada diretta da An-
La villa della famiglia d'Angu-
tal città. zio raggiungeva l' Appia presso quella
come un magazzino ove si deposi-
sto era stazione: aggiungasi a questo i memo-
tavano le grascie necessarie per la me- rati ruderi esistenti, l'acquedotto, il no-
desima, Diverse opinioni riferirò ragio- me volgare di Civilona, e la questione è
nando di Velletri e d'Augusto; e quanto decisa. Memorabile però sopra tutti gli
a' sognali ranocchi, oltre le paludi, pon- altri riguardanti Tre Taberne, è
fatti

no stare anche in peschiere artefatte o in quello ricordato dagli Atti Apostolici, e.

piccole fosse d'acque stagnanti, come ve- 28, § i5, che avendo i fedeli di Roma
diamo in tanti luoghi. La celebre sta- udito l'arrivo dell'apostolo s. Paolo a
zione di Tre Taverne sulla via Appia Pozzuoli, ed essendosi posto in viaggio
e poscia città vescovile, di cui tanto si verso Roma, per essere giudicato dall'im-
questionò dagli eruditi per la confusio- peratore a cui erasi appellato, gli an-
ne che si osserva dal Nibby negli itinera- darono incontro fino al Foro Appio, di
ri Roma,
antichi circa la sua distanza da cui riparlai ne' voi. LV, p. 65, LXXIV,
giacché il nome
comime a varie sta-
fu p. 2o3, ed a Tres Tabernae: e Paolo
zioni sulle vie antiche, come quella pres- vedendoli, dopo avere reso grazie a Dio,
so Laus Pompe/a nella Gallia Cisalpi- ne prese fiducia. Questo avvenimento è
na, e quella presso Interamna sulla Fla- di grave importanza, come quello che si
minia, derivando da tre osterie erette per rannoda alla venuta dell'Apostolo delle
comodo de' viandanti, particolarmente genti in Roma nell'anno 5y di nostra
nella unione di più strade (del vocabolo era, a promulgarvi con s. Pietro la dot-
Talerna riparlai nel voi. LXXXfV.p. trina di Gesù grande
Cristo. Un altro
iq4) come appunto accadeva nella sta- avvenimento è pur quello ivi avvenuto
zione in questione, dove a destra dira- l'anno 3oj di della era. Dopoché Mas-
mava la strada ad Anzio, ed a sinistra senzio ebbe assunto la porpora imperia-
un'altra quasi continuazione della pre- le nel 3o6, Galerio, che mai volle rico-
cedente portava a Velilrae. Altri luoghi noscere, alfulò a Severo cesare la guerra
della stessa denominazione si ponno ve- contro di lui, e questi vinto più dall'oro
dere nel Ricchi, Reggia de f'olsci. Ta- che dal valore del suo rivale, tradito da'
le unione di vie mentre rendeva neces- suoi dovè ritirarsi in Ravenna, dove as-
sari i luoghi di ricovero e gli alberghi, sediato da Massimiano Ercole padre di
andava per la frequenza de' viandanti Massenzio, né potendo facilmente esse-
raccogliendo a poco a poco gente nello re forzalo alla resa, fu persuaso da quel
stesso sito, onde da semplice stazione in- vecchio astuto a portarsi in Roma, as-
sensibilmente diveniva borgata, e delle sicurato co' più. forti giuramenti. Sem-
volte ancora città. E molte terre moder- bra ch'egli per maggior sicurezza seguis-
ne potrebbero alleluisi in esempio come se la via di mare, fino a Brindisi quin- :

sorte dalla medesima origine. Le prime di per l'Appia, giunto a Tres Tabernae
memorie riferite da Nibhy della stazio- cadde in un'imboscata tesagli da Mas-
ne di Tres Tabernae sub' Appia rimon- senzio, e fu strangolato da Eraclio, co-
tano al decimare del secolo VII di Pioma, me dice il Theuli. Lo storico greco Zc
poiché Cicerone la ricorda l'anno 692, simo chiama il luogo, Tre Osterit
le

nella lettera che scrisse ad Attico a' 27 Tres Tabernae, e lo designa come
VE L VEL 8t
villaggio. L'autore della Miscelici nar- Appia i fedeli eressero diverse chiese a'

raudo lo slesso fatto, dice che dopo es^e- ss. Apostoli e massime a' ss. Pietro e Pao-
re stato spento Severo ad Tres Taber- lo, che per tale strada recaronsi a Roma
nas, il suo corpo veune sepolto nel mo- a piantarvi la fede. Presso Tre Taberne
numento di Gallieno 9 miglia distarne fu già la sontuosa chiesa di s. Pietro in
da Roma sull'Appia. Pertanto circa i Selce, la quale poi restaurò la pia [Ir*

tempi di Costantino I questa stazione era beralità di Papa Adriano I, e da essa


un villaggio. Al progresso della religione non era mol to lontana la chiesa di s. Tom-
cristiana si deve il passaggio dallo stato maso. Aggiunge che la vastità del cam-
di villaggio a quello di città, per la memo- po di Cisterna era tanta anticamente,
ria insigne della presenza dis. Paolo che unito alla giurisdizione di Pomezia, che
ne avea santificato il luogo, allorquan- verso il mare includeva ancora la peni-
do Costantino 1 divenuto cristiano, ri- sola di Cuccio; e nel di cui lenimento si
donò la péce alla Chiesa, ed accordò a.' rinvennero sparse le antiche iscrizioni
cristiani il libero esercizio di loro reli- che riprodusse, tutte illustranti le me-
gione, onde subito vi fu eretta le sede morie volsche e Sessa Pomezia. Ora fa
vescovile di Tre Taberne, al qual arti- d'uopo di chiarire un punto interessan-
colo di rinvio in questo mi proposi di te di storia ecclesiastica, riguardante Ci-
riparlarne. Il Ricchi nel suo Teatro, è sterna. Ivi dissi col Baronio, col Ricchi,
uno di quelli che crede succeduta Cister- colNibby e altroché neli i5g eletto Ales-
na a Tre Taberne, la chiama splendida sandro HI in Roma a'7 settembre, donde
terra e nobile diporto di grandi; e ritie- fu costretto parti re, in Cisterna prese l'in-
ne ancora che quivi s. Paolo fu incon- segne papali, eifettuandosi a' 20 del me-
trato dalla grau turba de' romani (anche desimo mese la Consagrazìone e Coro-
non cristiani, come vuole il Piazza), che nazione (V.) nella vicina Ninfa, a mo-
anelando la di lui venuta pel grido di tivo che nell'elezione stessa insorse con-
sua dottrina e santità, l'accompagnaro- tro di lui l'antipapa Vittore IV detto
no in Roma in guisa di triofaute, piut- V, non potendosi eseguire in Roma per
tosto che di prigioniere. Dice essere fa- la prevalenza degli scismatici; indi recan-
ma, ch'egli stasse racchiuso ne' latiboli dosi a Terracina (V.) per non trovar- t

di quella torre, che si vede alzata in Ci- si sicuro neppure in Ninfa. L. Agnello
sterna in argomento di sue glorie sul Anastasio neh' Istoria degli Antipapi
mezzo della nobile residenza de' princi- t. 2, p. 5j e 59, parlando di Vittore V
pi Caetaui, il che rende ancor più cele- narra. Morto Adriano IV in Anagni il

bre il Di Cisterna il Ricchi ne


luogo. i.° settembre, a' 7 i cardinali in Roma
tratta ancora nella Reggia de' Volsci, concordemente elessero Alessandro IH,
ricordando che in compagnia di s. Pao- che fu costretto co' suoi elettori rinser-
lo era l'evangelista s. Luca descrittore del rarsi nella basilica Vaticana dalla po-
suo pellegrinaggio, e dell'incontro giu- tente fazione di Vittore V, finché il po-
bilante e di voto ch'ebbero a Tre Taber- polo mal soffrendo tanta prepotenza, u-
ne, ed più fervorosi erausi portati fino
i
nito con Ettore Frangipani lo rimise in
a Foro Appio. Anch'esso fu nella delta libertà insieme co' cardinali. Portatosi
opera dello stesso sentimento e dell'opi- in Ninfa a' 20 settembre fu consagrato
nione che Cisterna fu fabbricata sopra da Ubaldo vescovo d'Ostia, assistito da
la città vescoviledi Tre Taberne, e ripor- 5 vescovi, e da altri cardinali preti e dia-
ta gli autori che ciò sostennero, l'identi- coni ; mentre Vittore V a grande sten-
tà cioè di Cisterna con Tre Taberne. Os- to potè accozzare 3 vescovi che in Far-
serva inoltre Ricchi, che lungo la via
il
fa \V.) l' ordinarono vescovo nella 1*
VOI. LXXXiX. 6
.

82 VEL VE L
domenica ili ottobre, cioè Immaro di dio co' suoi seguaci pervennero alla Ci"
Frascati e quelli di Molfetta o Melfi o sterna di Nerone, nella quale Nerone s'

Amalfi allora governata da Giovanni, e nascose fuggendo romani, cbe lo segui- i

di Ferentino Ubaldo di Prato, da' qua- tavano. Giustamente andarono in Cister-


li lo scismatico ricevè la maledizione in na quelli cbe aveano abbandonato il fon-
vece della benedizione. Marocco tra le te d'acqua viva, e si erano fabbricale ci-
iscrizioni esistenti in Cisterna riporta sterne, ma cisterne dissipate, che l'acqua
quella del palazzo ducale eretta dopo contenere non possono." Rimarca il can.
625 anni dal duca Francesco Caetani per Bauco, cbe siffatte frasi de' parlitanti eli

rinnovarne la memoria, in cui leggo cbe Vittore sono irrisorie, dettate dall'astio
a' 20 settembre ii5g Alexander III e dall'ambizione, per porre in ridicolo
P. M. ex Urbis tumulili post renimela,' il Papa legittimo. Di più soggiunge, la

tionem heic reccplus etconsecralus insi- prova piùconvincentechela consagrazio-


gnia rile accessit. La trovo pure pub- ne non si fece in Cisterna, è il saccheg-
blicala dal Bauco colla seguente avver- gio, 1' incendio e la totale devastazione
tenza e necessaria discussione. Presso di Ninfa eseguila da Federico 1, circa il

tutti gli storici ecclesiastici leggesi essere 1 1 56 (è anacronismo perchè la consa-


avvenuta la consagrazione nella città di grazione si fece nel 1 1
5g ),
per vendicar-
Ninfa,distante daCisterna 5 miglia. L'au- si di que' cittadini, cbe aveano ricevuto
tore della lapide prestò fede ad una let- e favorito Alessandro MI. Infortunio che
tera enciclica dell'antipapa Vittore, di- sarebbe avvenuto a Cisterna, se qui fosse
retta a' vescovi e principi, in cui dice se- stata realmente effettuata la consagrazio-
guita la consagrazione d' Alessandro in ne. Ma io nel suo articolo, col Nibby, no-
castro nomine Cisternae. Doveva l'au- tai che Cisterna fu nel 1 1 65 incendiata
tore prestare fede piuttosto allo stesso dal cancelliere imperiale, come avversa
legittimo Alessandro che a' suoi nemici. aH'imperalore,secondugli scrittori che ri-

Egli difalto scrisse di se a Gerardo ve- tengono ivi seguita la consagrazione pon-
scovo e a'eanonici di Bologna : Seguenti tificia, presso il Muratori, Rerum Itali-
die dantinico venerabilibus fralribus carimi Scriptores, t. 3, p. 2, p. 522 e
no s tris Gregorius Sabinensi, Hubaldo seg. Ma l'antipapa Pasquale II nominato
Ostiensi .... a pud Nympham non longe nell'articolo deve leggersi III. Del sac-
ab Urbe insimul consecrationis acce- cheggio e incendio di Lodovico V il Ba-
pimus. E negli atti dello stesso Alessan- varo riparlerò a Vei.letbi. Nominai più
dro 111 presi da un codice Valicano leg- volte la Cisterna di Nerone che die nome
r
gesi. In vigìlia B. Maidici apostoli pro- al paese : ecco il riferito da mg. Nicolai.
spere ad Nympham per Dei gratiam » Dopo Velletri viene Cisterna, donde
pervencrunt. Ubi ipsa dominica die. . . calando dolcemeutesi scende a'piaui Pon-
Alexander, praeeunte Spirilus Sancti tini. Sulla sua origine variano assai le

grada consccratus est insummum Pon- opinioni degli eruditi, alcuni confonden-
tificali. Il Ciacconio, Ilist. Boni. Pont. dola con Tres Tabcrnae, cambiamento
riferisce altrettanto. Poco o niente è da fi- di nome poco credibile ed errore deri-
darsi de' fautori e dello stesso antipapa,co- vato dagl'inesatti itinerari. In altro tem-
me seri ve ilBaronio,per l'immenso cumu- po la terra ebbe il nome di Cisterna di
lo di bugie dettate dal padre della men- Nerone, e così fu chiamala non solo dal
zogna. Essere ciò vero rilevasi dallo scrit- volgo, ma da Federico II (dee dire I), nel
to da' fautori dell'antipapa e inviato al suddetto passo. Se allora era così cbia
suo sostenitore lo scismatico imperatore mata Cisterna, ritenendosi volgarmcnl
Federico I, in cui dicono » Cbe Alessau-
: esservisi nascosto Nerone, i' errore e
VEL V EL 83
falsila è troppo evidente per la testimo- damenti una splendida chiesa, adorna di
nianza di Svelonio. Questi racconta, che decorosi altari, arricchita da sagre sup-
Nerone per campar la vita, travestito e pellettili e da insigni reliquie, in onore

incappucciato lutto, fuggi di corsa da Ro- delle ss. Stimmate di S.Francesco, custo-
ma ad appiattarsi nella villa del suo li- dita con venerazione da' conflati aggre-
berto Faonte, la quale era situala presso gati sotto il suo nome. Di più edificò non

Roma fra la via Salaria e la Nomentana, lungi da Cisterna una nobilissima villa,
4 miglia circa lungi dalla cititi, e che ivi deliziosa e amena. Di Cisterna fu fr. Fran-
a
fu ucciso da'congiurali che lo inseguiva- cesco Angelo M. Peroni riformato fran-
no, ciò che fu pure osservato dal ricordato cescano, in vari tempi guardiano, com-
Ricchi. Nondimeno può ben essere, che missario, custode e prefetto apostolico in
la terra si chiamasse la Cisterna di Ne- Costantinopoli, inviato da Innocenzo XI
rone, e che da questa denominazione il in Albania procuratore delle missioni, e
volgo per ignoranza le attribuisse il falto per modestia ricusò il vescovato di Smir-
altrove succeduto. Il Corradini nel Ve- ne, offertogli nel 1710. Dello stesso 01 di-
tu» La tinnì opina che il luogo avesse quel ne fu fr. Fortunato Setini coadiutore mis-
nome, perchè Nerone fin là continuò la sionario in Tripoli di Barbaria,morto nel
fossa cominciata da Augusto nel territo- patrio convento di Antonio in concetto
s.

rio Pontino. Ma il Corradini, d'altronde di bontà singolare. Francesco Paladini


eruditissimo, prese in ciò due abbagli, laureato nelle leggi scrisse in Roma sul-
poiché né Augusto imprese alcun lavoro l'interpretazione, De fìdeicomniisso , ma
nel Pontino, né la fossa che Nerone avea dopo la di lui morte gli fu involata da
designato di condurre dal Ingo d'Averno un imitatore della cornacchia di Eso-
fino ad Ostia, non fu mai tirata avanti po, che si fregiò delle altrui penne. Ce-
di qua da Terracina. Ivi per altro anco lebra la famosa selva di Cisterna, le cac-
a tempo del Nicolai si osservavano due ce riservate, l'amenità de'lidi del mare,
cisterne così grandi e magnifiche che sem- de'fonti e fiumi, specialmente del Ninfeo,
brano opera de' romani imperatori. Si celebre per le favole de' poeti. Fra que'
potrebbero credere fabbricate da Nero- che signoreggiarono Cisterna, ricorderò
ne per provvedere abbondantemente An- Giovanni Ceccareili domicello di Sezze
zio d' acque salubri, portandovele cogli {V Rinvestilo del feudo da Bonifacio IX,
acquedotti, i cui avanzi esistono presen- per seguire i Caetani gli antipapi. E se-
temente ;
poiché gli storici tutti concor- condo il Novaes, vi fu il celebre cardi-
demente notano, che Nerone si studiò di nal Guglielmo d' Estoulevìlle, che l' ac-
nobilitare in ogni maniera la città d'An- quistò da Onorato Caetani con Caslelve-
sio, ove avea sortito i natali. Supposta la tere per 5200 scudi. In Cisterna vi si fer-
verità dell'esposto, si ha la ragione del marono più Papi, per esservi la stazione
nome di Cisterna di Nerone, che fu poi postale; e di Benedettogli riparlerò nel
dato a tulio il castello fabbricato in ap- paragrafo Sermoneta. Oltre i nominati
presso nel medesimo luogo. Il Pacchi re- al suo articolo, qui aggiungo col p. Gal-
gistrò tra' soggetti illustri di Cisterna pri- lico, De Itineribus Rorn. Pont., p. icp,
mieramente il duca d. MichelangeloCae- anche Clemente Vili. Annoi die i4 5^
tani, a cui intitolò il Theatro degli uo- februarii Ponti/ex ivit Neptunium una
mini illustri volsci, che quivi educato cuin Renrico cardinali Gaetano S.R.E.
spiccò fin dalla fanciullezza il suo viva- camerario, et duobus cardinalibus ne-
cissimospirito, tutto intento alla pietà, al potibus. Die. 10 accessit ad oppidum
governo fioritissimo di tutto il suo slato, Cislernae. Post prandi uni Papa veni!
con facile vena alle muse. Alzò ivi da'fon- versus cìvitatem Veliternensem. Grego-
84 VE L V EL
rio XVI ne visitò la chiesa collegiata nel recchia trovasi una copiosa fonte d'acqua
i83q a' 23 e 29 aprile, e ripassandovi leggera, la cui sorgente è lontana mezzo

i843 T8 maggio, egualmente reduce


nel miglio, forma un laghetto e sarebbe ca-
da Terracina, fu ricevuto sulla piazza pace di far agire una macina da grano.
principale dalla magistratura e dal ca- Confina con Torrecchia l'altro lenimen-
pitolo colla Croce astata. Aderì alle loro to di Torrecchiola, dal Nibby chiamato
istanze coll'entrare nella stessa collegia- ancheCasal Ginnetti, ora de'principi Lan-
ta, ove ricevuta all'altare laterale la be- cellotti.Esso è quel medesimo Castel Gin-
nedizione del Santissimo data da mg/ Ca- netti, di cui parla il Piazza a p. 5i, che
stellani sagrista, si condusse all' altare dice nuova e piccola colonia di Velletri,
maggiore, avanti al quale, da un trono chiamato così dal nome del suoi." fon-
appositamente preparato, ammise al ba- datore il celebre cardinal Marzio Gin-
cio del piede la magistratura di Cister- netti, che sontuosamente cominciò la fab-
na ccl suo priore Domenico Vita, ed il brica della chiesa, oltre le abitazioni civili

clero della collegiata medesima; poscia e rurali, morendo in questa sua amena
ritraversandola in mezzo a foltissimo po- villa nel 1670.I suoi erediaveano il domi-
polo, e preceduto da due fanciulle ele- nio temporale del luogo, e ilgiuspatro-
gantemente vestite che andavano spar- nato della chiesa ,a tempo dei Piazza con-
I

gendo fiori, risalì in carrozza in mezzo tando 100 abitanti in incremento. Poco
agli spari reiterati de'mortari, al suono distante in una vaga collina e vicino al-
delle campane, ed agli evviva degli abi- la Teppia eravi Tivera, Tiberia o Castel
tanti per proseguire suo viaggio verso
il Tiberio, borgata già fiorente, e secondo
Velletri. Il dà grano, vino, po-
territorio Theuli già villa di Tiberio imperatore,
co olio, moltissime legna da lavoro e da dove riposavano le reliquie di s. Ponzia-
costruzione ; suoi pascoli producono ec-
i no Papa, trasferite nella cattedrale di
cellenti latti di bufale, che vi abbonda- Velletri. Fu posseduta da'discendenli di
no, co'quali si formano saporiti formag- Onorato Caetani, e venne demolita da'
gi, provature e marzoline. Nel medesi- corani, o distrutta da'saraceni secondo il

mo territorio si vedono i ruderi della Theuli, al presente chiamata dal volgo


chiesa di s. Eleuterio vescovo dell'Illirico, Cd-stellone. Di questo Caslellone ne par-
ove furono rinvenute le sue venerabili la Ricchi nella Reggia de' Volscì, degli
ossa, trasportate nella cattedrale di Vel- avanzi de'suoi edilìzi antichi che ne at-
letri, Banco dice che si trovarono
ed il testano la sua vastità, ma ignora come
in Tivera. Lungi 3 miglia è il castello di prima si denominasse. Due miglia daTor-
Torrecchia, signoria del principe Bor- recchia è la tenuta di Conca della Con-

ghese, situato sopra un'eminenza in aria gregazione cardinalizia del s. Offìzio


non buona, circondato da fosse, fra colli (I7 -), secondoNibby luogo ove surse Sa-
e selve, nella via che conduce a Giuliano. trienni de'volsci; e 5 miglia lungi è la
Vi sono avanzi di mitra castellane appar- tenuta di Campo Morto, già Castris.Pe-
tenenti all'antico forte e di vari torron- tri in Formis, della Chiesa di s. Pietro
ed una
cioi, vestigia di grotte sotterranee, in Faticano (V.), in ambedue è l'asilo
cisterna riempita di terra e frammenti, pe'delinquenti. Leone XII col breve Jt
che doveva servire alla guarnigione mi-
litare, che anticamente vi stanziava per
inde, de' 5 settembre 826, Bull. Ro
1

cont. t. 16, p. 474 Reintegratio privi


:va
1 z ii

sicurezza del luogo. Ora sonovi moderni tive jurisdictionis supremae congrega-
fabbricati ad uso di granai, un casale per tionis s. Jnquisitionis, super iis, quia-
abitazione, e una piccola chiesuola della syli privilegium quaerunt in lati/un-
B. Vergine. Poco prima di salire a Tor- dio nuncupato Conca, in Agro romano
VEL VEL 85
E col breve Inter plura dello stesso gioì*- (piai ricco fonte di natura , e per le sue
no, loco cit. p. 47^ Reintegrano privi-
: chiarissime acque denominato il fiume
legii competenti* capìtolo l citiamo pri- Ninfeo, avente la sua sorgente nelle radi-
maevam exercendi jurisdictionem in ci de'vicini monti di Norma, luogo ame-
causi* oriminalibus super quiasyli iis no per le pescagioni di trutte e riserva-
beneficium quaerunt in latifunàio nun- ed utile perle molte macine di
te caccie,

rupiilo Castrimi s. Petri Formis, vulgo frumento per comodode'dintorni. Si dis-


Campo Diorto. Appreudo dal Baucoche se Giostra il castello vicino alla bocca del
appartengono alla diocesi Veliteina, ol- fiume Ninfeo, come racconta ilTheuli,ed
tre Cisterna, i castelli di Toi recchia, di io ne parlai nel voi. LIV,p. 201. Riporta

Ginnetti, di s. Pietro iu Forum in Cam- ilMarocco, il quale visitò luoghi che va-
i

po Morto e di Castella, cou chiese e cap- do descrivendo, che di Ninfa esistono le


pellani amovibili. vestigia delle mura castellane, formando

.Ninfa. Annesso di Cisterna nella dio- una penisola circondata dalle acque del
cesi di Velletri, già illustre e antica cit- fiume Ninfeo avanzi di chiese ed una
, ,

ili, onde diversi scrittori de'voUci ne ri- torre di forma quadrilatera circuita an-
feriscono le notizie, ed anch'io già in più ch'essa da alte mura. Si osserva un bel
luoghi ne parlai, eziandio per giacere al- giardino con in mezzo una fonte peren-
le radici del monte di Norma o Norba tiecui passa l'acqua dal laghetto, e vi stan-
(P .) Per la sua posizio-
(pianilo esisteva. no due vaghe peschiere per conservare il

ne, Marocco lo dice luogo deliziosissimo, pesce. Inoltre contiene quel recinto vari
pe'ruscelli chela bagnano all'intorno, per piccoli terreni lavorativi, formati a fog-
la veduta amena delle circostanti colline, gia d'orti, e vi sono 3 mulini. Fu Ninfa
e pel bel laghetto d' acqua limpidissima, ragguardevole e popolosa, come di-
città
abbondante di dotte, secondo il Contato- mostrano le sue molte rovine e dimezza-
re.Da questo comincia fiume Ninfeo e il le torri, una delle quali già altissima; il

va placidamente al mare, e del quale e lutto scheletro compassionevole di sua


dell'omonimo antichissimo e magnifico antica magnificenza. Narra Ricchi, ripe-
tempio dedicato alle Ninfe, feci parola al tendo il riferito da Piazza ,
essere argo-
citato articolo. Il lago era singolarmente mento che Ninfa fu ampia e popolata pei*
venerato da'noi bani a motivo di due pro- le 5 collegiate chetativi erette, arricchi-
digiosi fenomeni narrali da Plinio con di- te di 24 pingui benefizi con titolo di ca-
rebbe nel lago Ninfeo sporgevano in fuori nonicali. La 1/ sotto l'invocazione di s.
due ì&oklle^etleSaltuareSfquoà in sym- Maria Maggiore, uffiziata dall'arciprete e
phoniae canto* aà ictus moàulantiuin da 9 canonici. La 2/ di s. Biagio con 4
fiedum moverenlur j e che inoltre eravi canonici e un priore. La 3/ di s. Pietro
una sorte di selce,cr qua prodibantjlam- con altri 4 canonicati e un priore. La 4-'
mae , quae pluviis infitti* accenàeban- di s. Salvatore con 3 chiericati e uu prio-
tur. Osserva il Nicolai, forse erano que- rato, oltre la chiesa di s. Leone con uu be-
sti portenti dell'arte più che della natu- neficio solo. Tutti benefizi furono riu-
i

ra; e quanto al fiume, dice che nel V se- niti nell'unica superstite chiesa in onore
colo, coli' Ast ura e la Teppia, concorreva della B. Vergine, risarcita in forma rura-
a formar la Palude. Pontina (F.), cioè le, per comodo de'pochi abitanti, de' pa-
ad accrescerla perchè già era formata da' stori e de'ministri delle mole. Tale riu-
fiumi Auiasenoe Ufente. Indi col Corra- nione di benefizi segui cou decreto della
diui ragiona del corso del Ninfeo. Lo ce- visita apostolica falla nel 1 635 da mg.'
lebra pure il Ricchi nella Reggia de' Poi- Gio. Battista Altieri, e quando il Piazza
sci, reso fjuiosu da'poeti magnificandolo visitò la diocesi trovò trascurata la cine-
86 VE L VE L
sa da que'che ne godevano le prebende, Nymphas et Nonnias appellantur, quae
perciò canonicamente rimproverati. A- juris pallici erant.
I Papi però non ne

dunque non vi esiste che la chiesa della goderono tranquillamente, né per molto
B. Vergine, ove si celebra la messa ne'soli tempo il possesso, poiché Astolfo divenu-
dì festivi. Dell'aulico e celebre monaste- to nel 749 re de'longobardi, portatosi poi
ro benedettino fiorito supra Niinpham, all'assedio di Roma, saccheggiando e de-
denominato di s. Angelo o di s. Maria di predando il territorio latiuo, l' impoverì
Monte Mirteto, parlerò nel paragrafo di stranamente. Non avendo romani da i lo-

Cori. Nel casamento appartenente a'du- ro slessi forze da respingere tale podero-
chi Caetani signori di Ninfa, si legge una so nemico, il Papa Stefano HI non otte-

lapide pubblicata da Marocco, eretta nel nuti dall'imperatore CostantinolV i soc-


i 765 al duca d. Francesco, per l'opera- corsi con replicate istanze implorati, nel
to a vautaggio del paese e ivi ricordato. 7.53 ricorse in persona a Pipino re de'
Crede il suinmeu-
Nicolai che Ninfa e la franchi , e colle più. efficaci maniere rac-
tovata Tiberia siano d'origine moderna. comandando alla sua pietà e valore il

Anche egli racconta il già da me riferito principato della s. Sede, e il popolo ro-
altrove, ed è questo. Mentre longobar- i mano dalle barbarie de'nemici; il re ac-
di tenevano occupala quasi tutta l'Italia, colte rispettosamente le pontificie pre-
il Papa s. Zaccaria nel 7^ presso il loro ghiere, fece passare in Italia una possen-
re Luitprando si adoperò a tutto potere te armata e in poco tempo abbassò la
,

per otteuere la restituzione d'alcune cit- prepotenza de' longobardi e ne punì la


tà d'Italia a 'greci imperatori; e colla for- soperchieria,ed ampliò la Sovranità del-
za di quella eloquenza in cui tanto vale- la s. Sede. Molestalo in seguito terri-
va, si guadagnò l'animo del barbaro prìn- bilmente il Papa Adriano 1 da Desiderio
cipe di maniera che con giubilo univer- re de'longobardi, ricorse a Carlo Magno,
sale l'impero ricuperò la nobilissima cit- il quale nel 773 sconfisse e imprigionò
tà di Ravenna (J7 .), con alcune altre dal Desiderio e liberò d'Italia dalla schiavi-
re restituite a 'greci. Presentò inoltre il Pa- tù longobarda. Indi confermò le paterne
pa al re le suppliche della Pentapoli, del- donazioni di Pipino, e I' accrebbe ancora
l'Emilia, dell'Esarcato e pressoché di tut- aggiungendo al dominio pontificio la bel-
ta Italia,perchè Luitpraudo volesse con- lissima provincia di Campania con tu.tto

cedere a questi stati la pace , che subito il territorio Pontino , di cui già ne posse-
gli fu accordata per 20 anni , con pro- deva buona parte come notai nel voi,

messa speciale, eh' esso re sarebbe slato LV, p. 68. Norma essendo stata onorata
in avvenire il difensore della Chiesa e del- della sede vescovile, e n'era vescovo Gio-
a
le suddette provincie. Per questo grande vanni nel 963, soffrì poi una 2. distru-
servigio, circa l'Esarcato, reso da s. Zac- zione , e il vescovo trasportò la sua sede
caria all'imperatore greco Costantino IV alla vicina Ninfa, come afferma il Nicolai.
Copronimo, egli per gratitudine donò al Questi inoltre racconta, che nelle succes-
Papa, o a sua richiesta, postulaverat, le sive calamità de'lempi, il patrimonio del-

due nuove città del paese Pontino Ninfa la s. Sede soggiacque a diverse usurpa-
e Norba co' loro amplissimi territorii o zioni; tra le ciltà Pontine peraltro se ne

masse. Questa donazione alla romana coniano alcune, le quali nel secolo XII si
Chiesa l'attesta Anastasio Bibliotecario, mantenevano religiosamente fedeli e ub-
ed anche Cencio Camerario presso il Mu- Indienti sotto il dominio del Papa. Nin-
ra tori .Zacharìas Poh tifex accepit a Con- fa principalmente, che in qtiell' età avea
stantino principe donalionemin scriplìs una giurisdizione assai estesa, favoriva a

perpetuo jur e de duabus Maisis,auac tutto potere il partilo papale in prova che
VEL VEL 87
il Pontefice n'era patitone. Presso il Mu- sostenuto colle armi dall'imperatore Fe-
ratori, Anlìq. hai. Med. aevi, t. 2, p. 1 l, derico I. Alessandro 111 insieme colla più
esiste un insigne monumento delle tasse sana parte de' cardinali, i quali sostene-
imposte nel principio da
di detto secolo vano la legittima elezione sua, si ritirò
Pasquale II agli abitanti di Ninfa: Ilacc nel paese Pontino, e in Ninfa nella vigi-
situi, (juacjiicicul Nimphesinì; fidelita- lia di s. Matteo, ossia a'20 settembre del-
temfacere B. Petto, et Donino Pascila- 1 i5g, e non altrimenti come er-
lo stesso
li Pi/pae ejusque successoribus , quos
, roneamente molti scrissero copiandosi,
meliores Cardinales et romani elege- venne con solenne rito consagrato e co-
rint. Jloslem et parlamenluni curii cu- ronato, al modo narrato al paragrafo Ci-
ria praeeeperit. Servi tinnì quod assue- sterna, per confutare que'non pocbi ebe
ti sunt facere, et piaciutili et b a unum fu- asserirono ivi seguite tali sagre funzioni;
riant B. Peti et Papae. Quartata red- dappoiché i nemici di quel magnanimo
dent admensuram romani modiì, et con- Papa ,
per concitargli l'odio e l'orrore
1

duca ut e ani usque Tiberiam vel Cis ter- pubblico, andarono spargendo comune-
nani. Glandaticum solvant infesto s. mente die quelle solenni funzioni eransi
Martini ... De carico cujusque sandali celebrale alla Cisterna
ci Nerone, menzo- i

solvant denarios sex. Fidantiam in uno- gna che avea qualche simigliami col ve-
quoque anno ... ìllolendina, quae Papa ro perchè Ninfa era assai vicina a Cister-
mine tenet, duodecim quae sunt extra, na ,
pretendendo goffamente di fare re-
et unum qtiodeit supra laeutn, quiete putare Alessandro III qual altro Nerone
dimiltant. Murumcivitalis deslruentse- il più. fiero di tutti i tiranni. Non essendo
cundinn praeceptum euriae,nec sine e- poi Papa ben sicuro in Ninfa,
il si portò
jus licen da eiini aedijicent. Ma in bre- a Tenaci uà, e di là passò negli stati di

ve le cose cambiarono d' aspetto , e nel Guglielmo I re di Sicilia, e finalmente si

pontificato dello stesso Pasquale II non lifugiò iu Francia. Dipoi Federico I per
solo Ninfa, ma ancora Semionda e Ti- vendicarsi d' Alessandro Ili che 1' avea
ferà o Tiheria, e quasi tutto il paese Pon- scomunicato, distrusse Ninfa, come rac-
tino, regionali AJaritimaui, venue tolto conta il Piazza, anch' egli errando nel-
alla s. Sede da Tolomeo conte Tuscola- l'anno in che vi si recò Alessandro III,
uo. Alla metà dello stesso secolo XII, Pa- anzi con altro fallo la disse forse l'antica
pa Eugenio III ricevè per composizione Astura, di cui riparlai ne' voi. LIV,p. 201,
Terracina,Norba, Sezze ealtre città Pon- LXX[V, p. 276. Verso la fine dello stes-
tine colla rocca di Fumone. Non molto so secolo Leone Frangipani impegnò per
dopo Adriano IV diede il possesso del ca- i5o libbre il castello d' Astura a Celesti-
stello d'Acqua Puzza o Putrida (di cui a no HI; il cui successore Innocenzo III com-
Sezze enei voi. LXX.IV, p. 176) ad A- prò la 3." parte totius Castri Nympha-
dinolfo, quale prima ribelle alla Sede
il rum cimi teniinentis et pertinentiis suis
apostolica, erane divenuto poi ubbidien- ìnlus et deforis, prò quingentis triginta
lissiino. Nel 1 109 a detto Papa gli suc- libris provisiiiorum, da'fralelli Filippo e
cesse Alessandro 111, il qualequautuuque Bartolomeo Lombardi, e dalla sorella Ai-
eletto in Roma secondo tulle le leggi ca- druda vedova di Scotti, quali n' erano i

noniche da'cardiuali, fu costretto di sot- padroni. Osservai! Marini negli Archia-


trarsi da quella città con precipitosa fu- tri, che il castello di Ninfa assai rinoma-
ga, temendo de' Colonuesi e de'faziosi, i to ue'bassi secoli, fu successivamente pos-
(piali eransi uniti in lega col clero della seduto da vari padroui, quali però sem-
i

basilica Vaticana, per seguire le parti del- pre riconobbero il dominio della Chiesa
l' iulruso antipapa Vittore IV detto V, romana su di esso. Nicolò 111 nel 1279
88 VE L VEL
assegnò ari nualmen te ahuoai'chiatroG io- glia e da Roma 35, secondo Bauco, men-
vanni di Luca 55 lire di provesiui sopra ti eNibby le accorcia, nell'Analisi de din-
Je rendite del castello di Ninfa, e ne scris- torni di Roma, t. 3, p. 7. Essa è situata
1

se al suo podestà, consiglio e comune. Di- sopra un monte scosceso, ultimo contraf-
rocca taNinfa per l'indicato eccidio,in pro- forte del dorso detto volgarmente mon-
gresso ditempo suoi cittadini passarono
i te Lanteria, in luogo di monte d' Artena,
ad abitare in Norma, castello fabbricato contrafforte anch'esso della cima del mon-
di nuovo presso 1' antica Norba. Trovo te Lepino, oggi detta monte Nero. A pri»
in Novaes, che il castello di Ninfa appar- mo aspetto, dice Nibby, ravvisasi per
il

tenente alla camera apostolica fu dato , la posizione d'un'anlica fortezza, la qua-


da Bonifacio Vili a'2 ottobre i3oo a Pie- le non potè essere se non quella detta da-
tro Gaelani suo nipote, ed a'suoi succes- gli antichi scrittori Carventum, ed Arx
sori, per un annuo canone, e la cessione CtfAWrttà/jtf.IlsullodatoDeMatthias nel
d'alcuni effetti che essi possedevano nel- suo Saggio storico di Vallecorsa, sostie-

I Orvietano. Tutta volta afferma Piazza, ne che l'Arx Carvcntana, ossia la Roc-
apparire dagli alti del notaio Pietro Fer- ca Carventana, fosse piuttosto nel comu-
raccia, de'i5 luglio 1 337, che il castello ne di Castro soggetto al governo di Val-
tli Ninfa ne' volsci spettasse alla chiesa e lecorsa; e che probabilmente Castro suc-
s. Matteo (V.)
ospedale de'pellegrini di cesse all'antico Caslrimonium oppìdum
in Merulana di Roma, e della quale ne F olscorum in il quale era difeso
Latio ,

rifeci cenno nel voi. LXXV p. 65. In dall'^rx Carventana. Narra esistere nel'
,

tempo d'Urbano VI ribellatosi Onorato le vicinanze del territorio di Castro una


Caetani conte di Fondi (F.), fautoredel- collina denominata da'eastrensi Calven-
1'antipapa, fu scomunicato e privato di to, forse corruzione di Carvento, Mons
IVinfa, Bassiano e Sermoneta, confiscan- Carventum. Però il Nicolai parlando di
doli e incamerandoli. Indi Bonifacio IX, Ecetra la dice vicina a Ferentino, non la
che gli successe nel i 389, assolse il figlio città etnica, ma Ferentino di monte Al-
conte Giacomello e gli restituì i 3 castelli. bano; ed il Nibby collocandola a Marino,
II Nicolai a p. 1 1 3 riporta la lite de'con- la dice succeduta alla colonia di Castri-
fini de'territorii tra Ninfa e Sezze (P.), monium, ed a pie di tal città dice che fu
ed altre signorie de' Caetani, ed inoltre \\ Ferentinum, luogo destinato all'assem-
narra, che il suddetto Pietro Gaelani per blee nazionali durante l'indipendenza del
divenir padrone del castello e del terri- Lazio per gli affari della confederazione.
torio di Ninfa, spese 200,000 fiorini d'o- AggiungeNibby,cheSlefano,citando Dio-
ro, con istromento di comprila dell'8 set- nisio, credette X Arx
Carventana, città
tembreisgS. E siccome una porzione di latina. E fabbricata
Rocca Massima sulla
quel castello e territorio da molto tempo vetta d'elevato monte, con antichi avan-
spettava alla camera apostolica, perchè zi di fortificazioni militari, al dire di Bau-

comprata da Innocenzo III, cosi Pietro la co, il quale soggiunge: Massima fu questa
ricevè a titolo di feudo da Bonifacio Vili Rocca appellata, perchè ne'remoti tempi
neh3oo. Riferisce Marocco, che in Nin- era massima in elevatezza e in fortezza. Il
fa si fa molta caccia di anitre selvatiche Piazza parlando della Rocca de' Massi-
e di altri volatili, e vi si trovano utilissi- mi, la dice posta sulla cima ben erta d'un
me erbe botaniche. monte circondato di selve e boschi, il più
Bocca Massima. Comune della dioce- alto abitato che per avventura si trovi in
si di Velletri, eoo territorio in monte, a tutta la Campagna, fabbricato con anti-
sinistra della via che da quella città con- chissimi testimoni di gelosie militari io
duce a Cori, da Velletri distante io mi- forma di fortissima Rocca, col recinto di
V EL VEL 89
olle eben munite muraglie; della declas- venlana. Nel 247 di Roma i volsci occu-
simi o perchè quivi si ricovrii o n'ebbe il parono l'arce Carventana, e l'esercito ro-
dominio la nobilissima e mitica famiglia mano la riprese profittando d'un momen-
di queslo nome, o perchè fosse la Massi- to di negligenza di quelli che l'occupa-
ma in altezza e fortezza tra' circostanti vano, usciti per saccheggiare; l'anno se-
paesi. Certo è, soggiunge, che per natu- guente una negligenza simile per parte
ra del sito e per Ja struttura della Rocca de'romani ne fece padroni gli equi alleati
ella riesce sopra modo inespugnabile per de' volsci, ne per quanto facessero onde
qualunque assalto. Anche il Ricchi nella ritoglierla romani la poterono riavere;
i

Reggia de' Volsci cap. 3g: RoccaMassi-


>
e nel 34g era ancora in potere degli e-
ma } la dice situata nella maggior som- qui e de' volsci collegati. Queste sono le
mità di erto e precipitoso monle, fra Giu- poche notizie, che di quella rocca ci ri-

liano o Giugliano e Segni, la più. alta Roc- mangono, le quali però, se non dimo-
ca della Campagna de* volsci, forse me- strano pienamente essere l'Arce Carven-
ritando il suo titolo di Massima per la sua tana nel sito di Rocca Massima, non si op-
grande eminenza, ovvero per aver avu- pongono nemmeno a tale congettura. Im-
to il suo essere dalla nobile famiglia Mas- perocché era l'Arce Carventana d'origine
simo. La dichiara pure inespugnabile a latina, come dimostra Dionisio citato da
qualunque assalto di guerra, per l'asprez- Stefano: era nel tempo medesimo sul li-

za e scabrosità del monte che impedisce mite di quel territorio a contatto co' vol-
l'accesso in qualunque parte alle squadre sci , e soggetta alle scorrerie degli equi,
nemiche, che però dicesi Arx ab arcen- come mostra Livio: era finalmente cosi
do. Riesce molto forte e invincibile ezian- forte, che non si poteva prendere se non
dio per artificio d'arte nella struttura de- per sorpresa, e che potè resistere a due
gli antichi baloardi e altre fortissime inu- eserciti consolari, circostanze, che in Roc-

la, con occhi e gelosie militari da'quali ca Massima si trovano a segno che il fat-

viene recinta. Ha questa terra la chiesa to si rinnovò nel i55y quando per sor-
parrocchiale dedicata a Dio, come tutte, presa e con istratagemma militare veli-

in onore di s. Michele Arcangelo, con ar- ne occupata dalle genti del duca d'Alba,
cipretee un cappellano. Fuori del suo re- nella guerra di Campagna contro Paolo
cinto poi ha altra chiesa con ospedale: il IV, benché questo avea posto in istato
suo protettore è s. Isidoro agricoltore, e di difesa le provincie di Marittima e Cam-
vi sono due confraternite secolari. A 'tem- pagna; alla quale occupazione segui il de-
pi del Piazza e del Ricchi, poco distante plorabile eccidio di Segni (f.). Racconta
dalla terra pravi il collegio de' sacerdoti Bauco, che non sembra priva di fonda-
dottrinari, applicati al ministero de' sa- mento 1' opinione d'avere avuto Rocca
gramenti,a promuovere l'istruzione del- Massima il suo principio da'veliterni, che
la dottrina cristiana , e per sussidio non per evitare la crudeltà e barbarie de'go-
solamente del parroco del castello, ma an- ti nel 4 IO > e quella de' vandali nel 4^>
cora di que'contorni che lo richiedevano. furono costretti ad abbandonare la pro-
Quella comoda casa fu dotata colle pro- pria patria, ed a rifugiarsi e nascondersi
prie sostanze di convenienti entrate, pel fra le balze e i dirupi de'monti più inac-
mantenimento de'sacerdoti e altri operai, cessibili , ove fortificarsi per loro difesa.
dalla nobile matrona romana Massima Vuole Calindri , seguendo la tradizione
de' Conti, virtuosa pel zelo delle anime. de'corani, che questo castello fu fondato
Leggo inoltre nel Nibby , che T. Livio daQuepio Massimo da Cori, verso il 608
racconta le gesta avvenute presso quella di nostra era. Ciò sostengono corani an-i

città o fortezza, ch'egli chiama Arx Cai- che per la coufederazioae immemorabile
f)o V E L V E L
e durevole tra Cori e il vicino paese di nino, è pure conlrafforle del monte A-
llocca Massima. Marocco non l'afferma, culo che separa il bacino dell'Amene dit
perchè semplice tradizione; ed il Bauco quello del TrerooTotero oggiSacco.L'ab-
dice soltanto ritenerne i corani fondatore bondanza de'carpini in quelle montagne
Quinzio Massimo loro concittadino. Ri- moltiplicò la denominazione di Carpine-
ferisce inoltre Dauco, che Rocca Massi- to a varie punte. Il monte Carpineto im-
n»a fu già feudo della principesca casa mediatamente domina sulla riva destra
Pamphilj-Doria;ed il Piazza dichiara che dell'Amene. Fra gli altri luoghi ouaoni»
a suo tempo era posseduta dal duca Sai- mi vi è Carpineto di Reggio di Modena,
viali, altrettanto confermando Ricchi e ove si recò s. Gregorio V II), alberi che
il moderno Nibby; per eredità de'Salvia- ivi abbondano, e dicesi che fosse in due

li essendo passata ne'principi Borghese, villaggi diviso e distinto, e quindi insie-


uno de'quali educa Salviati,a cui appar- me uniti è in tal modo generalmente
iiene. Il suo territorio produce viiio, gra- chiamato. Auche Marocco dice che il fab-
uo, olio, ghianda e pascoli. bricato del castello di Carpineto siede so-
Governo di Segni. pra un colle eminente in mezzo ad alti

Segni (F.), città vescovile, con residea- monti che gli formano un anfiteatrale
,

za del vescovo e del governatore. contorno, dove saluberrimo è il clima, e


Carpineto. Comune della diocesi d'A- luogo a proposito per chi amasse un' a-
(lagni e vice-governo, cou territorio in mena sembrando quasi di-
solitudine,
morile, con molti e buoni fabbricati cinti sgiunto dal mondiale consorzio. Le mon-
di mura , con bel borgo, secondo il Ca- tagneda cui è circondato gli rendono di-
stellano distantei6 leghe da Roma, 6 da gnitoso ornamento per essere vestite di
Anagnie 3 da Segni. Lo chiama cospicuo folli castagneti e d' altre piante fruttife-
borgo che da remoti tempi ha il titolo di re,avendo anche pascoli salubri, perchè
ducato,egià si noverò fra'muuiti forti d'I- non ha alcun terreno paludoso, e molte
talia uel medio evo. Giace su ridente col- erbe che trovatisi sui colli olezzano soa-
Jina superala all'intorno dalle più eleva- veniente, e molte sono botaniche. Conta
te vette Lepine, e gode di sanissimo eli- una popolazione di oltre 34 1 6, tale cifra
ina. Si vedono gl'imponenti ruderi del- registrando la Statistica deli 853; i quali
l'antico castello costruito ue'bassi tempi, abitanti sono applicati a'Iavori rurali, al
ove sono le carceri, elevalo su di arduo trallico ed all'arti meccaniche, ed ivi si

e precipitoso macigno, e circondato di tor- esercitano le più necessarie. Il paese è di


mura, che deperirono per l'ab-
regalanti figura quasi rettilinea, seguitando le falde
baudouo dopo la cessazione dell'italiche Le interne vie so-
delcolle su cui è posto.
fazioui de'guelfi e ghibellini, sorgendovi no scoscese, meno quella che comincia
ora la comunale dell' orologio pub-
torre dall'antica porta dis. Sebastiano fino al-

blico sopra una parte del maschio. La più la vaga piazza, e l'altra che dalla chiesa
alta cima de'Lepini, che dicesi Semper- di s. Michele Arcangelo, antica e di sti-
visa, offre uno de' più magnifici punti conduce parimeli-
legotico, già abbaziale,
di vista, onde abbonda il suolo italiano, te alla piazza medesima. Il fabbricato è
Apprendo- da Marocco, che la derivazio- piuttosto altoe visiono buone abitazioni,
ne del nome di Carpineto si pretende da Ha 4 interne chiese parrocchiali, che no-
unaselva dicarpani (o carpini, Carpinus minerò con Marocco. La collegiata ittsi-
Betulus di Linneo, specie di frassino, il gue sotto l' invocazione de' ss. Giovanni
monte Carpineto, ultimocontraffurtedel- Battista ed Evangelista, sulla detta piaz-
I Arcinazzo, nella badia di Subiaco, puu- za situata, eretta uel 1770 al dire di Ca-
lo culminante di quella caleuadell'Apea- lindri, e perciò di moderna e ben inlesa
VEL VEL D i

costruzione, con suo capitolo « la digni- bricato dignitoso e vasto, degno del ma-
tà del preposto. L'arciprettira di s. Gio- gnifico nipote di Clemente Vili. 11 chio-
vanni. La chiesa di s. Nicola di Bari , e stro perfettamente quadrato ha nel mez-
quella di s. Giacomo apostolo, ambedue zo la cisterna, e al di sopra da due parti
col titolo abbaziale. Nel i
749 io cm s> vedesi una loggia graziosissiraa collo stem-
pubblicò l' Istoria della cattedrale d' A- ma marmoreo del cardinale. Sul fronto-
nagni di De Magistris , le 4 chiese par- ne dell' ingresso principale della chiesa
rocchiali erano l'arcipretile di s. Giovan- ammirasi il busto marmoreo d'eccellen-
ni Evangelista, e le 3 abbaziali di s. Ma- te scalpello di s. Pietro apostolo, a cui è
ria Maggiore, di s. Angelo, e di s. Nico- sagra, dono del medesimo porporato. Vi
la vescovo. Vi sono anche due conventi sono buoni quadri, e quello di s. Fran-
siibiu bani colle loro chiese. Uno è quel- cesco che riceve le s. Stimmate, alla sini-

lo di s. Agostino protettore del luogo, lun- stra della cappella del ss. Crocefisso , è
gi mi 4-° di miglio da Carpineto, degli a- stupendo lavoro di classico pennelIo:grau-
gostiniani che nelle vicende politiche de' diosa è la sagrestia. Antica è l'altra chie-
primi anni del secolo coi lente doverono sa suburbana di s. Maria del Popolo, pres-
lasciare, e poi vi tornarono in minor nu- so la quale era 1* ospedale de' poveri. La
mero. La vetustissima chiesa è di gotica sua fronte è gotica, con bell'atrio, di cui
architettura, edificala con massi quadrati due pilastri si vedono ornati di due teste
neh 35odafr. Gregorio Sii vestii del me- di cavallo, e sulla stessa facciata vi sono
desimo luogo, e coperta d'un tetto che varie croci di pietra. L' ingresso è mar-
ricorda quello mirabile della basilica O- moreo,abbellitodi bassorilievi a fogliami,
stiense eonsumatodallefiamme nel 1 823. colla ss. Vergine sedente sopra di esso di

I dipinti della tribuna fauno fede cuine bel lavoro, essendo l'occhialone formato
la chiesa e l'annesso ampio convento ap- con molta maestria di scalpello d'un so-
partenessero all'oidi ne de'templari. L'in- lo pezzo. Nell'interno è rimarchevole l'al-

gresso è magnifico di prospetto a Carpi- tare di s. Rocco con due Angeli laterali e

neto, fiancheggiato da due leoni. Sopra la B. Vergine sedente in alto; a' fianchi
l'arco è la B. Vergine avente a' lati i ss. dell' altare si vedono ss. Pietro e Paolo,i

Paolo i.° eremita e Antonio abbate; e più e più sotto s. Bartolomeo e s. Simone.
sotto i simboli de' 4 Evangelisti, in mez- La pietra che forma l'altare e i bassori-
zo a'quali è collocato l'Agnello pasqua- lievi, è delle vicine cave di Carpineto. Al-
le. L'altro convento è distante da Carpi- le falde del paese è la chiesa di s. Miche-
neto dopo brevissimo e ameno passeggio, le Arcangelo de'confrati della Morte, ove
ad esso pure di prospetto e situato alle s'ammira la Crocefissione di Giulio Ro-
falde del monte Capreo, uno de'Lepini mano, e si rimarca la tomba del celebre
colla vetta più. alta degli altri. Questo bel Lorenzo Porta dottissimo (non però ar-
convento de'minori osservanti riformati, chiatro pon lificio, come vuole Castellano,
che vi stanziano numerosi, fu fabbrica- non trovandolo tra' medici archiatri nel
lo colla chiesa dalla munificenza del car- Marini), riportandone l'onorifica e pro-
dinal Pietro Aldobrandino come accen- lissa iscrizione Marocco, insieme alle la-
nai nel voi. XXV 11, p.i58, con annesso pidarie di Carpineto, due delle quali con
palazzo abitato dal cardinale ne'tempi di morali sentimenti nel dialetto del paese.
diporta 11 Ricchi celebra il fioritissimo Esistono pubbliche scuole che insegnano
studio che nel convento vi tenevano i re- da'primi rudimenti giammai icaii sino al-
ligiosi, nelle filosofiche e teologiche disci- la rettorica, e per le fanciulle vi sono le
pline. 1 contigui orti, i prati e la macchia maestre pie. Manca Carpineto d' acque
souo ciuli da mura, essendo tutto il lab- perenni neh' interno , e delle piovane si
9* VE L V EL
servono i popolani , ma due pubbliche d'Alessandro VII, e decorò l'aula conci-
limpidissime fonti trovatisi però a poea storiale, non però avvocato concistoriale,
distanza, una cioè vicino alla chiesa della non trovandolo nel Syllabum Advoca-
t>. Annunziata, l'altra dietro la chiesa di tortini s. Consistoriideì Cartari; può dar-
s. Sebastiano che viene detta il fonte di si nondimeno che lo fosse dopo pubblica-

Pandolfo. Il Ricchi, il De Magistris e il ta l'opera, stampata uel 1 656 e dedicata


Calindri parlano dell'origine di Carpine- a detto Papa. Sebastiano Leopardi arci-
to.Secorulo l'autore dell' Aquila volante, diacono di Sezze e poi vescovo di Vena-
lib. 2, cap. 6g, fu fabbricata da Carpeto fio. Alessandro Porcari eccellente fisico

Capys di-
Silvio re de'latini, figlio del re ed egregio poeta; pubblicò nel i638 in
scendente d'Enea che fondò Capua, e fra- Napoli un' opera poetica iu lode del car-
Tiberino che s'annegò nel (ìume
tello di dinal Ippolito Aldobrandini , al quale il

Albulaegli die il nome di ZeveTUj per cui Ricchi attribuisce la biblioteca di Carpi-
credesiciò avvenuto g23 anni prima del- neto, e l'erezione del convento e chiesa di
l'era nostra. Altriopinano che Carpine- s. Pietro. Fr. Angelo Seneca 1." custode
to sia derivato da alcuni pastori che te- ueli6i8 della riforma romana de'aiino-
nevano il gregge fra' molti carpini di cui ri osservanti, de'quali era stato ministro
sono ricoperti suoi monti, opinione ri-
i provinciale e procuratore generale, poi
ferita come I' altra da Calindri, il quale defiuitore generale. Fr. Giacomo da Car-
aggiunge, formarsi il suo stemma comu- pineto de'riformati, celebre predicatore e
nale da 3 Carpini. Dice ancora che fu di- teologo nsigne.profondo erudito
i come di-
strutta da'romani dopo 3oo anni di con* mostrò nel suo poema epitalamico stam-
tinnii guerra fatta da'popoli ch'erano iu pato neh 638. Altri religiosi riformali il-
Carpineto; e che nel i (ìlio sotto Alessan- lustri furono gli Automi, Gabrielli, Leo- i i

dro VII deperì quasi intera la popolazio- ni, Baldassari, i Paoli, i Giacomi. Fra i
i

ne, epoca che forse devesi anticipare al prodi militari si distinsero FrancescoCon-
i656. Fu posseduto qua! feudo nobile, li colonnello de' veneziani nella guerra di
dopo camera apostolica, da vari signo-
la Cmdia; il nipote Alessandro Conti al ser-
ri, prima da'Caetaui, poi da'Conti, a'qua- vizio della stessa repubblica nella guerra
li nel 1428 lo confermò Martino V, e Ca- di Godìi; di essa inoltre fu capitano e in-
millo Conti n'era duca nella metà del se- gegnere in Levante Pietro Paolo Briganti
colo XVII, come notai nel voi. XVII, p. de Conti parente de'precedenti. Aggiun-
74 e 7^. Tuttavolta leggo nelle Memo- gerò che Marocco celebra Antonio Goz-
rie Colonnesi del cav. Coppi, che Marti- zi protomedico nel 1570 e archiatro pon-

no V Colonna nel dividere tra'suoi paren- tifìcio, ma il Marini non lo noverò tra gli

ti nel 1427 i ad Antonio il


beni, attribuì Archiatri pontificii. Il Calindri dice che
diritto su Carpineto. Dipoi fu ducato de- Carpineto ha dato natali a molti insigni
i

gli Aldobrandmi indi de' Pamphilj, ed


, uomini d'ogni scienza, e ad un Pecci ve-
ora de' principi Borghese Aldobrandini, scovo di Segni, ma nella serie che formai
gli stemmi de'quali si vedono sparsi nel di que' vescovi non lo trovai. Bensì è de-
paese. Marocco dice che fu feudo anche gnissimo arcivescovo vescovo della nobi-
de'Caraffa, e Calindri notò che il suo du- lissima città di Perugia, il cardinal Gioac-
ca nel 1750 donò a Benedetto XI V uno chino Pecci di Carpineto del titolo di s.

storione di libbre 55o preso ne'nostri ma- Grisogono (del quale, e del possesso che
ri. 11 Ricchi nella Reggia de' Voh ci trat- vi prese il cardinale, riparlai nel voi.
ta uel cap. 9: De' soggetti illustri, di Car- LXXX, p. 322), elevato alla s. porpora
pineto, con breve descrizione della tèrra. a'19 dicembre 853 dal Papa regnante.
1

Francesco Leopardi fu iutimo familiare Riporta il u.° 8 del Giornale di Roma del
VE L VE L 93
18T4. die il comune di Carpi lieto lieto vocabolo, non conoscendola con tal no-
della gloria che gli derivò per l'esaltazione me), e varie castella, delle quali non esi-

benemerito concitta-
dell'illustre e tanto ste orma. Negli scavi tentati si trovarono
dino, già arcivescovo di Dannata e nun- monete de'primi tempi della repubblica

zio apostolico di Brusselles, inviò al Pa- romana. Sulla più alta monta- delle sue

pa un'apposita deputazione composta di gne vi sono pozzi camerali della neve,


i

parte del capitolo e del municipio ,


per e da un lato la grottta che merita di es-
significargli i sentimenti di riconoscenza. sere visitata, denominata da' locali For-
E n.°i45 riferisce un articolo di Car-
nel male. Castellano la qualifica meraviglio-
pineta, ove è descritto come il comune a' sa, offrendo erudito pascolo a' naturali-
i3 ei4 giugno, per dare all'illustre con- sti. L' ingresso è angusto e rovinose rupi
cittadino un solenne attestato della gioia lo circondano, destando raccapriccio nel-
provata nel di lui innalzamento alla s. l'entrarvi. Sembra che la natura sia sta-

porpora, da tutti gli abitanti messo tut- ta gelosa di schiudere libero varco alle
to a festa il maggior tempio, sulla porta sue ascose bellezze. Spazia per entro in
collocò l'iscrizione che riporta. I vescovi grandi sale, sostenuteda sorprendenti vol-
d' Anagni e di Segni amarono prendervi te, in ampi corridoi, ed i segreti della mi-
parte alle sagre funzioni che si celebra- neralogia vi si mettono in luce. I dintorni
rono. 1 poveri ebbero larghi soccorsi da' sono sparsi de'i uderi dell'abbazia di Val-
nobili fratelli del cardinal Pecci e dal mu- visciolo,e de'distrutti paesi diCollemezzo,
nicipio, il quale volle pure conferire due diPruni e di Montacuto. Il territorio pro-
doti a zitelle bisognose. Tutto il paese poi duce legname di faggio, olio e grano a
manifestò la più sentita esultanza, ralle- sufficienza; frutta, castagne e ghiande in

grato dall'armonie della banda cittadina. abbondanza ,


granturco e vino in poca
Un arco trionfale, sormontato dallo slem- quantità, ed abbonda per tutto d'acque
ma gentilizio del cardinale, fu eretto al- per abbeverare il bestiame, e per l'uso
l'ingresso di Carpineta con corrisponden- de'popolani, oltre i pascoli.
te epigrafe. In ambedue le sere si fecero Gavignano. Comune della diocesi di
brillanti illuminazioni, con fuochi artifi- Segni con territorio in piano, distante 36
ciali, ed elevazione di globi 01 eostatici. I miglia da Roma, chiamato Gavignano di
signori Pecci invitarono i vescovi, la mu- Campagna, per distinguerlo da'paesi o-
nicipalità, e altre distinte persone ac- monimi di Bologna a di Sabina. E' situa-
corse al festeggiameuto ad un serale trat- to presso i monti Lepini nelle vicinanze
tenimento, in cui furono letti vari compo- e dirimpetto a Segni, sopra un'amena
nimenti analoghi alla circostanza. L' in- collina isolata, ferace e di belle vigne e
dustria degli abitanti merita encomio, ed di albereti vestita, non che di ulivi, in
il commercio
di bestiame è notabile. Ol- clima temperato, come esposta a mezzo-
tre mercato settimanale del sabato, si
il dì, la cui aria è molto salubre. Le mura
fanno due annue fiere, lai." per la festa castellane vengono costituite dalle abita-
del protettore s.Agostino,l'altra per quel- zioni, restando chiuse da due porte. Sot-
la di S.Francesco di Asisi. Narra Ricchi, to la collina passa l'antica via Latina, di
a
che siccome la 1 si solennizza per 5 gior-
. 1 cui tuttora vi è piano stradale. Fuori
il

niavanti, così viene proseguita conaltiet- porta Romana una deliziosa passeggia-
è
tanti dopo , con fiera libera dal peso di ta. Da essa si gode la pittoresca veduta di
qualunque dazio, giusta l'indulto di Pao- circa 4° paesi, e conduce alla chiesa fuo-
lo IV, confermato poi da Gregorio XIII. ri di Gavignano un 4-° di miglio, di buo-
Dice Calindri che nel territorio sorgeva la na e moderna architettura, detta il Cal-
citià volsca di Cuetra (dubito errata il vario dal rappresentarsi nel divoto qua-
94 V E L VE L
dio dell'aliare maggiore la Croeefìssione nccetlasse la prolettoria di Gavignano il

di Gesù Cristo. In questa chiesa nel 1837, celebre cardinal Giuseppe Mezzofante,
e al moilo riferito dal n.° 89 del Diario nominato da Gregorio XVI, volle pren-
1

dì Roma, ai'j ottobre mg. Luciani ve* derne il solenne possesso a'27 ottobre nel-
scovo di Segni solennemente benedisse la la sala del comune,con quelle formalità e
cappella, l'altare e l'immagine di s. Fi- particolari riferiti nel citato Diario. Dirò
lomena vergine e martire, eretta a destra solo, che gli fu eretto un arco trionfale con
r
dellamedesima dal capitanoVincenzo Ba- iscrizione dell'aurea penna di mg. Luca
iocco priore del comune, per grazia rice- Pacifici (già Segretario delle Lettere lati-
vuta, fra le acclamazioni e le festive di- ne ,ei\ ora Segretario de' Brevi a'principi,
mostrazioni della popolazione, avendo canonico Liberiano e di presente Vatica-
Gregorio XVI concesso l'indulgenza ple- no), dal quale pure furono scritte le altre
naria. Indi con lodevole emulazione il , fatte in questa occasione. Tra'personag-
medico romano d." Pietro Paolo Azzoc- gi che recaronsi a ossequiarel'illustre por-
r
cbi, la cui famiglia è originaria di que- porato, nominerò mg. Lolli vice-legato
1
sto luogo (il suodegno fratello mg.' Tom- di Velletri e mg. Pecci delegalo di Bene-
maso Azzoccbi cappellano segreto già di vento e ora cardinale. Luminarie, fuochi
Gregorio XVI e ora del Papa regnante, artificiali e l'elevazione di globo areosla-
del quale è pure cameriere d'onore, be- lico,accompagnarono l'esultanza de'gavi-
neficiato Vaticano, è benemerito autore gnanesi; mentre il capitan Baiocco, ch'eb-
<li opere pubblicate, massime sulla lin- be l' onore di dare decoroso alloggio al

gua italiana. Esse sono: Avvertimenti a cardinale e ad altri personaggi, celebrò


chiscrive in italiano con %
un saggio dell'e- l'avvenimento con accademia, e dispensò
leganze, ed un piecolo Vocabolario do- limosinea'poveri. Inoltre il cardinale vol-
mestico: d ne ed izion i. Le. File, di Cornelio le onorare la cappella domestica del ze-
Nipote volgarizzate, con seconda edizio- lantissimo ed encomiato arciprete d. Do-
ne del corrente anno 858. Elogio di An-
1 menico Gorga Cenciarelli, con recarsi a
tonio Cesari prete dell'oratorio, con due celebrarvi 3 volle la messa. I patroni di
Dissertazioni sulla lingua italiana. Le dette cappelle Baiocchi e Azzocchi otten-
favole di Fedro tradotte. Vocabolario nerol'erezionedella confraternita delle ss.

domestico: due edizioni. Inoltre si han- Rosalia eFilomena,e pel 1. "volle ascriversi
no di lui anche eleganti iscrizioni ed e- tra' fratelli l'esimioporporato. Nel piano
pigrafi italiane, ed è sua quella fatta per verso il nord e precisamente sulla via La-
la defunta principessa d. GuendalinaBor- tina, sopra i ruderi d'una villa degli an-
ghese, che pel plauso con cui fu accolta tichi romani e forse di Pompeo Magno,
pubblicai nel voi. VI, p. 40> ne " a stessa esiste un convento con chiesa di sempli-
chiesa eresse nel sinistro lato la cappella ce disegno delta di Rossilli, ove è in gran
di s.Rosalia vergine palermitana, per es- venerazione una divotae antichissima im-
sere stata la provincia libera dalla pesti- magine dellaB.Vergine;e siccome qui vi fu
lenza del cholera nel 1837. Seguì la be- già un'abbazia di monaci basiliani diGrot-
nedizione della cappella, dell'altare e del ta ferrata, essi anni addietro ne doman-

quadro, come l'altro di egregio pittore, darono l'effigie incisa, accorrendovi a in-
r
da mg. Annoverai vescovo d'Anagni a' vocarne il patrocinio eziandio da lontani
9.5 settembre 1840, per essere indisposto paesi, ed i gavignanesi vi ricorrono in lat-
il vescovo diocesano, con quella straordi- ti i loro bisogni e con pubbliche proces-
naria pompa descritta dal n.83 del Dia- sioni. I monaci di Rossilli possedevano
rio di Roma. In questa lieta circostanza, l'istoria mss. di Gavignano, roa per le vi-

avendo l'encomialo dottore ottenuto che cende politiche alcun secolo addietro ab-
VE L V E L 95
bandonando monastero e ritirandosi in
il so o favore de* primogeniti di sua fami-
quello celebre di Fai fa, onde pare che l'ahnontone e Ri-
glia della signoria di

fossero benedettini, si vuole che seco por- tri comprese Gabiniano ossia
feudi, e vi

tasserò tale scritto storico e lo deposilas- Gavignano. Tra' suoi legati, ordinò che
sero in quel prezioso archivio, ove si ere- si fondasse un monastero di monache in

de monastero da' Papi fu di-


esistere. Il Valmontone, suo principale feudo , di-
chiarato commenda ahbaziale, e da loro sponendo. Reliquit tria ìivllìa Jloreno-
conferita a vari cardinali ,
gli ultimi de' rum due. expendenda infabnca,etedi-
quali furono i cardinali Borgia e Fonta- ficiismonaslerii,quodappellari manda-
Da. Indi Ui unita alla mensa vescovile di vitmonaslerium s. Crucis, quodipse. Do-
Segni. Le altre chiese di Ga vignano sono, minns caepit construere in eastro Valle-
La chiesa parrocchiale dedicata a s. Ma- montoni s , et compicci mandavit in ho-
ria Assunta in cielo, di moderna costru- norem, elreverentiam s. Crucis prò fo-
llone, al dire di Marocco; essa è elegan- Iute animae snae et remediopecca tornili
te, con buon organo, e ben fornita di sa- suorum. Itera reliquit ipsi monasferio
gre suppellettili: bello è l'altare inaggio- prò vita, et alinìentis quatuor domina-
re lutto di marmi, come la balaustrata, rum,duarum serventiwn,et unius sacer-
con ornamenti di metallo dorali. La cine- quo ipse
dotis fructus sui manualis, de
sa di Hocco, patrono principale di Ga-
s. quo praesen*
testator'vivebat tempore,
vignano , in cui si venera la miracolosa condidil testamentum, quousque per i-
immagine della Madonna delle Grazie, di psum ci. Adynulphum possessione^ con-
grande divozione anche de'convicini pae- decentes emantur de propria pecunia di-
si. Di s. Tommaso apostolo. Di s. Maria cti d. Adynulphi extra ejus dominiuni

del Carmine, giuspadronato de'Trajelli- ad opus, et utilitalem dirli monasteri*


Paggi. Gavignano U\ già feudo possedu- vivere possintcommode.l\\spe\\.oa\\ah\ì-
lo da vari signori. Leggo nelle Memorie brica summentovata, Papa Nicolò IV ad
Colonnesi del cav. Coppi. Di tale fami- istanza del nominalo Adinolfo Conti li-
glia celebratissimae potente, nel i 171 fio- glio di Giovanni, concesse monasteriuni

ri uu Giordano signoredi Gavignano, na- de Hoscillis ordinis s. Benedicli Segnili.


to da un Tolomeo conte del Tuscolo: fi- dioec, comechè adeo in spiritualibus.et
gli di Giordano furono Giovanni e To- temporalibus collapsum , quod nonnisi
lomeo, che venderono a Papa Lucio 111 duo in eo monaci reinanserunt,el veri-
un casale del territorio di Lariano. Di similiter non praesumitur, quod mona-
lullociò e con qualche variante ne feci sterilirli ipsum in suo possit ordine salu-
'

cenno nel voi. XXV 11, p. 199, e notando bri ter reformari, onde il medesimo fosse
ancora che da questo 2. ramo de'conli sostituito a quello che Adinolfo era in oh-
Tusculanie da detto signore di Gavigna- bligo di fabbricar di nuovo per adempie-
no potè derivare lo stipite iW Conti (F.) re al pio legato del padre. Trovo altresì
di Segni, celebre e potente famiglia. Nel nel Coppi, che Giulio Colonna, unito al
declinardel secolo XII vivevano Giovali- genero Napoleone Orsini e Giambattista
ni, Tolomeo, Giordano e Andrea tulli , Conti, malconlenlidel governo diClemen-
Colonnesi figli di Giordano signore di Ga- te VII, verso il 1 53o occuparono Carpi-
vignano. Quanloalla signoria de'Conli su neto, Gavignano, Torricella e altre terre
Gavignano, narra il Ratti, Della fami- convicine. Sembra dunque che a quell'e-
glia Sforza, 234> che Giovanni
t. 1, p. poca Gavignano appartenesse alla carne-
Conti nipote di Riccardo Conti fratellodi ra apostolica. In seguito Gavignano di-
Papa Innocenzo IH, con suo testamento venne feudo de' principi Pamphilj, da'
del 1287 istituì il perpetuo fìdeicomiuis- quali passò a' priucipi Borghese Aldo-
c)6 V E L VEL
biondini. Riporta il Diario di
u.°<)3 ilei comune tradizione che sorgesse la volsca
Roma del i838, chea'22 ottobre Gavi- città di Sacriporto eda cui derivò l'odier-
gnano fu onorata dalla visita del princi- na terra dopo che fu diroccala. Si vuole
pe d. Camillo Aldobrandini secondoge- che propriamente giacesse un miglio di-
nito de'Borghese, inviato dal principe pa- stante nella parte settentrionale in luo-
dre a visitare le possessioni del principa- go basso ove al presente si osservano
,

to Aldobrandini a lui assegnato. Fu in- qualche vestigia di sue antiche mura,


contrato e ricevuto da'piimati cittadini cioè presso il santuario di Rossilli e adia-
e ragguardevoli ecclesiastici, in mezzo al cente ad un casale lastricato in alcuue par-
suono delle bande e allo sparo de' mor- ti di musaico. Il Theuli nel Teatro fusto-
tati. Il principe si fermò nella casa del rico, a p. 4o> dice che la città o castello
capitan baiocchi, e visitò la chiesa prin- di Sacriporto esisteva vicino a Segni , e
cipale vagamente apparata, trovando nel- forse colle sue rovine si fabbricò Gavi-
la pubblica piazza innalzato un arco con gnano. In Sacriporto seguì la sanguinosa
figure simboliche esprimenti le principa- battaglia tra Siila e il console Mario il

li doti del giovane principe, con analoga giovaue figlio del famoso console di tal
iscrizione. Indi sovvenuti i poveri prose- nome, incaricato dal senatodi combatter-
guì il suo viaggio per Carpirtelo e Maenza, lo e vi morirono 25,ooo soldati di Ma-
,

in mezzo all'acclamazioni del giubilante rio. Il Ricchi nella Reggia de Volsci trat-
popolo. Tra gli edilìzi numerosi di Gavi- ta al cap. 22 di Sacriporto, ed a neh 'egli
gnano si distinguono il palazzo barona- ritiene che dalle sue non ignobili rovine
le del medesimo principe Aldobrandini, fosse edificata la terra diGavignano,dopo
ed i seguenti palazzi e primarie abitazio- essere rimasta distrutta interamente nel-
ni. Quello de'inarchesiTrajettiPaggi, con le guerre civili. Afferma eh' era vicina a
affreschi in due volle, antichi e di buona Segni, e racconta la memorata micidiale
mano. In una si vede espresso il cocchio battaglia. Però il Pettini nelle Memorie
ti' A tifiti ile tirato da cavalli marini, ed Prenestine narra a p. 34, che Sacripor-
accompagnalu nel mare da Tritoni e Del- to era distante da Palestriua circa 7 mi-
fini, e da JNinfe coronate di fiori. Nell'al- glia , Pimpinara i
e che nella pianura di
tra voltasi rappresenta la Primavera nei due eserciti si trovarono a fronte. Disfat-
mezzo, con una moltitudine di putti scher- to Mario si ritirò io Palestriua, e Pompeo
zanti dentro un colonnato circondato da Magno luogotenente di Siila impedì al-
balaustre. Quello del capitan baiocchi, l'altro console Carbone di soccorrerlo; in-
con belle pitture del concittadino Seba- di seguì l'eccidio di Palestriua. Il Nibby
stiano Volpicelli celebre paesista. Altri pa- nell' illustrareSacriportus, luogo dive-
lazzi e primarie abitazioni appartengono nuto famoso per la rotta data da Siila
a'Gorga Cenciai elli,ed •'Marcelli già del- all'esercito composto di romani e di san-
la famiglia Santucci di Gorga, nella qua- niti del giovane Mario, e per le sue gravi
le fiorisce il cardinal Vincenzo. I Nardi e funeste conseguenze, sostiene che era
pure hanno il proprio, e inoltre posseg- dov' è la pianura di Pimpinara , ed ivi

gono un magnifico casino suburbauo con presero parte alla battaglia circa 1 5o,ooo
adiacente chiesa pubblica. Nibby dice che uomini, battaglia tenuta come 1' ultimo
Gavignano èil Gabinianum de lem pi ro- crollo dato alla fazione di Mario. Dopo
mani. Crede il Cilindri che nel territorio quell'avvenimento Sacriporto non viene
di Gavignano fosse la villa Gabiuia, e che più ricordato, e rimane sempre dubbio,
quivi si ritirarono gli scampati da Foro- se debba riguardarsi come un vico , un
nuovo, città di Sabina (f/ .), dopo la sua borgo, ovvero semplicemente una contra-
distruzione operala da' goti. Nel paese è da. Conclude Nibby, che dopo Pimpina
VEL VEL 97
rn si lin la pianura di Sacriporto, e la di- Giornale di Roma, pontificandovi il suo
r
ce lungi da Roma 3o miglia, 9 da Pale- vescovo di Segni mg.
Ricci. Vi ebbero
stina e 4 da Valmontone, a sinistra del- pur luogo luminarie e fuochi d'artifizio,
ia via Latina. Ne'bassi tempi divenne Ca- e sceltissime musiche nelle sagre funzio-
strimi F
luminaria, di cui il volgo ben ni e nella sala del marchese Traielto con

presto fece Plumbinaria e da Plumbina- accademia vocale e strumentale. Gavi-


ria derivò il nome di Pimpinara. In una gnano si pregia de'seguenti uomini illu-
bolla di Lucio III del 18 si legge: In Ca- 1 1 stri. Gio. Rallista Cenciarelli legale rino-
stro Plumbinariae Ecclesia s. Mariac, matissimo , e uditore generale di tutti i

Ecclesia s. Ànastasii, Ecclesia s. Nico- feudi della principesca casa Pamphilj.


lai, inonasteriiiin s. Ceciliae etc. Questo L'avv. d. Gaetano Sciarra fu celebre giu-
monastero però è molto più antico, per- reconsulto per le sue auree scritture.
chè in esso si ritirò nel r o5i, e fini di vi- L' aw. d. Domenico Nardi fu giurecon-
vere Ottone abbate di Subiaco, il quale sulto che col suo merito fece molta fortu-
r
per evitare la giustizia di s. Leone IX, na. Il d. Alessandro Volpicelli medico di
quando si portò a Subiaco, da questo era collegio e forse professore nell'università
r
fuggito alla vicina Trevi, ne fu cacciato romana. 11 d. Ulderico Azzocchi medico
dagli abitanti, per cui passò nel monaste- primario nell' ospizio apostolico di s. Mi-
r
ro di s. Cecilia e vi rimase sepoIto.DiPInm- chele, e padre de'sullodati mg. Tomma-
r r
binara riparlerò nel paragrafo Valmonto- so e d. Pietro Paolo. Il d. Luigi Sciarra
ne, per essere con essa divenuto signoria medico di sommo credito. Il capitanFran-
de' Conti (F.). Abbandonato il Castrimi cesco Raiocchi assai solerte nella merca-
da più di 3 secoli, il teuimento è proprie- tura di campagna , e rinomato iu tutta
tà de' Doria-Pamphilj. I gavignanesi an- la provincia specialmente per essere sta-
cora ricordano con divozione la missione to provveditore dell' annona di Roma e
Leonar-
nella loro terra cominciata dal b. dell'abbondanza di Velletri ,
per cui te-
dodaPortoMaurizio a'28dicembrei y33 neva in diversi punti della provincia a
e terminata a'6 del segUentegennaio. Riu- suo carico parecchi granai. 11 marchese
scì ubertosa di gran frutto, e si due
fecero Leonardo Traielto, dopo aver occupato
processioni di penitenza, nella t* andan- varie cariche onorifiche, fu eletto mem-
dosi alla chiesa diRossilli coli'abhale com- bro del corpo legislativo in Parigi. Il pre-
r r
mendatario mg. Marcello Crescenzi poi lato mg. Giuseppe de'marchesi Traielto
cardinale, che vestito di sacco si discipli- fu vice legato neUe Romagne, e funse al-
nò per lutto il corso della processione con tre cariche in Roma. Nel n.° 3o del Dia-
somma edificazione d'ognuno. Nella chie- rio di Roma del 1 83 1 si legge la necrolo-
sa fece Leonardo una predica e vi e-
il b. gia del valoroso militare Giambattista Az-
resse la Via Crucis, e fu lai 52.° delle da zocchi Salvi, il quale entrò per genio nel-
lui erette. Ritornato a Gaviguano com- , l'esercito inglese, e da semplice soldato'
partì la benedizione papale sulla piazza. per le prodezze operate in Italia, in Fran-
La (amiglia Nardi benefattrice de'religio- cia, in Egitto giunse al grado di tenente
si riformali francescani, tiene a pio van- de' granatieri sotto lord Rentinek. Nel
to l'avere ospitato il b. Leonardo. Il cho- 18 16 col grado medesimo ammesso nel-
Jera tornò ad affliggere lo stato pontificio le truppe pontificie, divenne i.° tenente
nel 854 e nel 855, ma per l'iotercessio-
1 1 della 1/ compagnia de'cacciatori. Alla pe-
Me della Madonna delle Grazie ne fu pre- rizia militare congiunse la fedeltà e sin-
servata Gavignano, per cui in rendimen- golar fortezza. 11 sacerdote d. Giuseppe
to di grazie solennizzò una gran festa nel Marcelli a pieni voli fu ammesso tra'con-
l'ottobre i855, descritta a p. 1000 del tori pontifìcii, e siccome peritissimo nel-
VOI. LXXXiX.
7
1

98 VEC VEL
la musica ecclesiastica e dotato dalla na- sento, avendo inventato e delineato l'ar-
tura di bellissima, sonora e robustissima co trionfale eretto al Papa dal comune di
voce da tenore, per l'estensione di essa ne' Lagnano, come dirò in quel paragrafo.
35 anni che appartenne con generale Dice Calindri, che principali prodotti di
i

plauso e straordinario impegno a quel- Gavignano sono il grano, il granturco e


l'insigne collegio, fu contrastato da'can- il vino.
tori contralti, ambivano averlo fra
i quali Gorga. Comune della diocesi d'Ana-

loro. Per 3o anni e con improba fatica gni,da cui è distante 9 miglia, 6 da Car-
cantò il Passio nella gran cappella pon- pinete 4° da Roma, con territorio in
tificia e nella vastissima basilica Vatica- monte, in colle e in piano. Giace sopra
na, ammirato anco dagli stranieri pel sin- un monte di clima sanissimo, ove respi-
golare corpo di voce uniformemente so- rasi aria assai pura ed elastica, i cui 1 100
stenuta dal principio al fine. Morì in Ro- abitanti Marocco li qualifica di caratte-

ma nel 852 troppo presto d'anni 66 nel-


1 re piuttosto dolce, applicati alla coltura
la Agnese al foro Agonale, e in
casa di s. e alla pastorizia. Il fabbricato è su d* u-
quella splendida chiesa gli furono celebra- na rupe nella sommità del monte espo-
ti i solenni funerali, colle onorificenze pro- sto al mezzodì, e viene riparato dall'im-
prie de Cantori della Cappella pontifi- peto de' venti meridionali dalle cime più
eia; indi fu sepolto nella magnifica chie- elevate dello stesso monte, tutte vestite
sa di s. Maria in Vallicella per cura del- per lo più di faggi, tra'quali trovansi an-
l'egregio sacerdote nipote, il quale ha co- cora l'agrifoglio e il frassino. Ha Gorga
mune con esso nome il e il cognome. Que- sufficienti e buone acque sorgive di vena,

sti poi a sfogo di dolore e di affetto, ed in- le quali discendendo pel seno delle som-
sieme a memoria perenne delle virtù che mità che la contornano, vanno a racco-
ornarono l'illustre zio, inGavignano nel- gliersi in alcuni pozzi esistenti nelle in-

la sala della propria casa pose il suo ri- terposte piccole vallate. Talee l'eccellen-

trattosomigliantissimo,dipintoa olio con za di queste acque, che alcuno dopo os-


decorosa iscrizione Ialina , in cui giusta- servazioni le trovò migliori di quelle di
mente ne celebra, oltre il valore nell'ar- Roma. Estesissima e insieme assaiame-
te del canto sagro, la tenera pietà, la ca- na e dilettevole è laGorga da l
visuale di
rità pel prossimo, 1' ardenlissimo amor lato di ponente, ove quasi per un cana-
patrio e pe'suoi parenti. Ed io che per 2 le divergente formato da due lati della

auni l'intesi a cantare con ammirazione montagna, la vista rapida percorre il sot-
nelle funzioni pontificie, godo qui ren- toposto vastissimo piano, racchiuso dal
dergli quest' imperituro tributo storico. doppio ramo de' sub-Apennini, discer-
Fra' viventi gavignanesi che illustrano la nendo nella catena de'monti a sinistra la
patria, mi piace far menzione di Venceslao città di Segni, Rocca Priora, la Colonna,

figlio del sullodato capitano Baiocchi, va- e nella catena destra il Piglio, il Serro-
lente scultore in avorio, che meritò ese- ne, Paliano, Olevano, Rojate, Genazzu-
guire lavorazioni per Gregorio XVI, per no e altri paesi sino a Palestrina, mentre
l'infanta di Spagna M." Luisa Carlotta di nel mezzo alla pianura vede sorgere Ga-
Borbone principessa di Sassonia, e per al- vignano, Valmontone e Lugnano, perden-
tri personaggi. QuandoGregorio XVI nel dosi poi la pittoresca visuale nell'alto So-
i843 intraprese il suo viaggio sulla via ralte e ne'monti Cimini. La città d' A-
Casilina nel recarsi a Prosinone e Vel- nagni, Anticoli, Furaone e altri luoghi si

lelrijilgavignanese Giuseppe Manni, poi vedono da una vicina sommità detta il

priore municipale di sua patria, lo cele- Calvario perchè appunto la sua vetta for-
brò con un sonetto stampato che gli pie- mata da massi calcarei è calva e d'ogni
V EL V EL 99
Verdura spogliata. Gorga confina con A- ga pervenne in possesso feudale del ce-
nagnt, fra levante e tramontana con Vil- lebre monastero e badia de' ss. Pietro e
l;i Magna e la tenuta di Monte Longo già Paolo di Villa Magna, dal quale si ac-
terra e ora diruta affatto; con Montela- quistò con due che si conservano nel-
atti

nico e Carpineto, tra ponente e mezzo- l'archivio capitolare d'Anagni. La metà


giorno^ levante colla Sgurgola e Moro- gli fu donata daBoeso figlio di Bertia mino

Io. Gorga ha l'accesso per due sole porte, nobile anagnino neh l5l, e l'altra metà
ed è inaccessibile in alt ri punti sì per la la venderono monastero Adinolfo ca-
al

rupe sulla quale trovasi edificala, che per nonico della cattedrale d'Anagni, e An-
le mura costruite in alcuni lati all' in- drea suo nipote nel ii36. In seguito Bo-
torno. Le vie interne sono anguste e sco- nifacio VII! incorporò alla cattedrale a-
scese, meno una di mezzo alquanto agia- nagnina il monastero e castello di Villa
ta. Ha due chiese parrocchiali, la matri- Magna colle sue pertinenze inclusiva-
ce coll'arciprete e due beneficiati, secon- mente al castello di Gorga, siccome rac-
do De Magistris, dedicata a s. Michele conta De Magistris. Questi inoltre nar-
Arcangelo; l'altra è sagra a s. Maria col- ra, che nel 1398 Villa Magna fu brucia-
l'abbate e due chierici beneficiati, al di- ta da'gorgani, e perciò venne ridotta a
re di tale scrittore. Vi è pure la chiesa coltura, ritenendo il capitolo della catte-
di s. Domenico protettore di Gorga. La drale di Anagni la giurisdizione e il tito-

chiesa più decente è quella matrice, den- lo baronale, onde vi deputava il gover-
tro la quale sono di buoni pennelli, il qua- natore per le controversie civili e crimi-
dro dell' Immacolata Concezione, i fre- nali.Benedetto XI V confermò la conces-
schi rappresentanti il battesimo di Ge- sione fatta alla cattedrale di Anagni da
sù Cristo, ed il Salvatore medesimo e- Bonifacio Vili, e la giurisdizione tempo-
sp resso in tavola. Non mancano le pub- rale con amplissima bolla. Di Gorga pe-
bliche scuole elementari per l'istruzione rò,dice lo slesso De Magistris, soltanto si

de'giovanelti, e maestre pie per quella


le conosce, che ne fu spogliata la chiesa di
delle donzelle, mantenute dalla principe- A nagni, passò in potere di Evandro Con-
sca famiglia Dori'a -Pam pihilj signora del //(in fatti nell'articolo di tal famiglia l'e-
luogo. Riferisce De Magistris ne\Y Istoria numerai tra' feudi che alla medesima
della città e s. Basilica cattedrale éC A- confermò Martino V nel 4^8), e poscia 1

nagni e delle cose più ragguardevoli in quello de'principi Pamphilj. Di Villa


della diocesi, che Gorga, secondo le tra- Magna, oltre il riferito in principio, ne
dizioni più sicure, riconosce dal caso la parlai nel voi. XXVII, p. 274 e altrove,
sua origine, poiché cominciossi a fabbri- e perciò anche Castrimi Gurgae, che
del
care dagli antichi cacciatori della cit- Urbano li nel 1088 avea assegnato con
tà d'Anagni, per avere un ricovero nella altri castelli al vescovo d'Anagni. 11 Ma-
caccia de'cinghialijche vi facevano in un rocco ne Monumenti dello stato pontifi-
ristagno d'acqua tra que'monti, e perciò cio^ t. 37, riporta le frazioni di la-
5, p.
si disse Gorga. Imperocché
dicesi gorga pidi che rinvenne in Gorga presso la di-
e gorgo luogo dove l'acqua che corre
il stinta famiglia Santucci, nella quale fio-
è in parte ritenuta da checchessia, e ri- risce il cardinal Vincenzo diacono di s.
gira per trovare esilo; ed anco quel sito Maria ad Martyres (celebre Tempio del
dove l'acqua abbia maggior profondità, Pantheon), aggregato al Sagro collegio
ovvero un ricettacolo profondo d'acqua a'7 marzo 1 853, come registrai in tale ar-
staguaute. Il luogo divenne signoria del- ticolo, prefetto della congregazione degli
la nobile famiglia magni na Berziamia- studi, onde ne ragionai nell'articolo Uni-
uao Berliauiiua. Dipoi il castello diGor versità Romaica, protettore di Segni(F.),
ino VEL V E L
e visitatore de'ministri degl'infermi. TI n.° pale protettore della terra, ed è più an-
90 del Giornale di Roma del 1 853 rife- tica e più piccola dell'altra. Questa è sot-
risce i festeggiamenti di Gorga per essere to l'invocazione di s. Pietro Apostolo col
venuta in fama per l' onore grandissimo titolo d'abbazia, ed è la maggiore, rifab-
derivato nel vedere sublimato all'altissi- bricata con buon disegno da'principiPam-
ma dignità della porpora il suo beneme- pliilj, per essere stata la vecchia nel 1703
rito concittadino, per avere assai merita- in parte rovinata dal terremoto. Nell'an-
to della Religione e delloStato; ed bene il tico paese entravasi per due porte, una
fatto sempre da lui alla patria venne ri- chiamata del Pedianato, l'altra di Corte
cordato nell'iscrizione die riporta, posta vecchia, ma ora vi si entra senza di esse,
sulla porta esteriore della chiesa di s. Mi- poiché le mora castellane vengono costi-
chele Arcangelo, ove fu cantata solenne tuite dall' abitazioni. Fuori dell'antico
messa e il Te Deum. Sulla piazza della Montelanico si costruirono due graziosi
Porta venne innalzalo un arco trionfale borghi con de'buoni fabbricati. Le stra-
coll'armi pontificia, del cardinale e del co- de interne sono in piano, ma bisognose
mune. Un concerto musicale, globi areo- di risarcimento, almeno al tempo in cui
statici, generali luminarie e fuochi d'arti- visitò il paese Marocco. In capo d'uno de'
fizio accrebbero la gioia universale. Sa- due borghi trovasi un'altra chiesa sagra
rebbero continuate le dimostrazioni fe- alla Madonna delle Grazie, ov'è eretta la
stive due altri giorni, se il cardinal San- conftalernita del Gonfaloue, ed in essa
tucci non avesse mostrato piacergli assai meritano osservazione diversi buoni qua-
più, che il denaro a ciò destinalo si distri- dri dipinti in tela. Altra piccola chiesa in
buisse a' bisognosi, mentre egli già avea detto borgo è dedicata a s. Antonio di Pa-
soccorso i meno agiati del popolo e dota- dova, edificata da Francesco Tigri, uffi-

to due zitelle. Il territorio di Gorga tut- ciata da'eonfrati dell'Immacolata Conce-


tora è acconcio alla caccia , e talvolta vi Fuori della terra e prima di sali-
zione.
si conducono anche qne'de'vicini paesi. In re il un tem-
colle in cui è situata, esiste
esso si trovano l'issopo, la genziana, ilser- pio in onore della ss. Vergine del Soccor-
pallo, la felicola virgiliana, ed altre pian- so, e vi stanzia un eremita a custodirla.
te utili e aromatiche. Il latte e i prodotti Il paese abbonda d'acque salubri nelle

del medesimo sono delicatissimi e sapo- sue vicinanze, e con gran facilità si po-
rosi, ed in quelle vicinanze sono assai ap- trebbero condottare fino nel centro del
prezzate alcune caciottine formate col fior medesimo. Incontro a Montelanico esisto-
di latte di capra. In alcune contrade del no delle fabbriche dirute, nel luogo chia-
medesimo vengono coltivati gli
territorio malo Pruni, distrutto in tempo delle guer-
ulivi, da'quali un olio finissimo,
si ricava re ci vili. Perciò afferma Calindri, che Mon-
come descrive Marocco. Il Calindri poi di- telanico venne fondata da una porzione
ce che suoi maggiori prodotti sono il vi-
i de'popoli scampati dall'eccidio di Pruni.
no, il grano, il granturco, la ghianda, il Anticamente Montelanico apparteneva
fieno. al capitolo dell'arcibasilica Lateranense,
Montelanico. Comune della diocesi di quindi ne divenne signora la potente fa-
Segni con territorio in monte e colle, cin- miglia Conti , che per tal dominio avea
to a breve distanza dall' alte montagne l'illustre titolo di ducato, e in tale nrtic<
Lepine. Giace su d'un colle esposto a le- lo dissi che Martino V nel ì^iS le con-
vante , e circondato da diversi altri colli fermò il possesso di Montis Lanici. In se-
vestiti d'utili castagneti. Ha due parroc- guilo passò per vendita in potere de'prin-
chie, una col titolo d'arcipretura dedica- cipi Barberini, da'quali 1' acquistarono
ta a s. Michele Arcangelo, ch'è il princi- i principi Pamphi lj, e poscia per erediti
VEL VEL 101
e in mancanza ili linea mascolina perven- lo si compone dell'arciprete e di 6 cano-
ne nella signoria de'Duria L*umphilj, die nici. Pio VII col breve Rnmanorum Po/i-
tuttora lo posseggono con titolo di duca. tijìcum, de'3o giugno 1807, Bull. Roni.
1 popolani nella maggior parte ritraggono coni. 1. 3, p. 1701 lndultum concessimi
1

molto utile da diverse ottime fabbriche Canonicis Ecclesiae Collcgiatae matri-


di mattoni e tegole, di cui si provvedo- ci* s. Erasini terme de Bassiano Seti-
no tolti i paesi convicini, ed abbonda e- nae dioecesis utendi rocchelo et mozze-
ziandio d' eccellente pozzolana eguale a ta violacei coloris, cimi asulis etglobu-
quella di Roma, che pure si trasporta in lis cremisini color is. L'altra chiesa è sa-
noi li luoghi per fabbricare. Nel territo- gra a s. Nicola, in cui sono pregie voli una

rio si raccoglie vino, grano, granturco, le- tavola col Salvatore di Sicciolante, ed un
gumi, olio , castagne ,
ghiande, fuggi in bel Volto Santo d'antico stile: il capitolo
quantità, ed ha buoni pascoli. si compone del curato col titolo d'abba-
Governo di Sezze. te con 5 canonici. Pio VII col breve Ro-
Sezze {T*.), città vescovile, con residen- memorimi Pontificum, de'7 agosto 1807,
za del vescovo e del governatore. Bull.cit. p. 199: Communicalio privi-

Bas.sì'ano.Comune della diocesi di Sez- legii concessi Capitularibus s. Erasmi


ze, con territorio in colle, posto in delizio- terrae Bassiani dioecesis Setinac uten-
sa collina fi a Sermonela e Sezze da cui di roccheto et mozze la, favore canoni-
è 5 miglia distante, ma pergiungervi dal- coruni Ecclesiae Collcgiatae t. Nicolai
la parie di Semionda de vesi salire uu'al- ejusdem terrae. 11 Contatore, De his to-
p est re montagna con non poca difficol- rta Tcrracinensi,a p. 428, tratta di Bas-
tà, specialmente per la così delta accor- sianutity dicendola della diocesi diTerra-
ciatoia, la quale è pericolosa nell'intem- ri quanto che dessa è unita a quel-
un, in
perie, non trovandosi alcun ricovero per la di Sezze, e delle due discorse collegia-

rifugiarsi. Alla discesa opposta di questa te e loro capitoli. Anticamente a breve


moulagna si scorge Bassiano, che gode distanza da Bassiano eravi un monastero
clinta salubre, poiché il monte della Tri- di benedettini, nel luogo denominato s.
nila lo ripara dall' esalazioni delle Palu- Maria delle Pezze, ed ora è affatto diru-
di Pontine, che sono siluate verso mez- to. Lontano circa due miglia e mezzo da
zogiorno, dal quale lato si vede il Medi- Bassiano, nella falda del monte verso Nor-
terraneo. E circondalo quest'aulico ca- ma, è un romitorio già asilo degli eretici
stello di mura, che all'intorno sono guar- Fraticelli (F.),\ quali empiamente si ser-
nite di \ari baloardi costruiti nel medio vivano delle cose religiose nella solitudi-
evo, e viene coronalo dalle montagne Le- ne, per commettere ogni sorta d'iniqui-
pine e Seline vestile di folte selve, come tà. Al presente tale sito è frequentatissi-
da eccellenti pascoli e da amene vallate, mo per esservi in venerazione un com-
dove stanziano gl'induslri pastori co' lo- movente ss. Crocefisso, che oltre il meri-
ro armenti, irrigate da limpidissime ac- tare tutto il profondo ossequio perciò che
que, delle quali i popolani non mancano. esprime, è degno pured'ammirazione per
E' un paese con sufficiente numero di fab- le sue belle forme. Esso è di legno in fi-
bricati, cui abitanti, secondo Marocco gura naturale, e sembra che
i
gli manchi
alquanto ignei, ascendevano nel 1 853 a la loquela. Lo scolpì nel 1673 il bassia-
1743. Vi sono due parrocchie con pro- nesefr. Vincenzo Pietrosanli laico de'mi-
prie chiese collegiate co'rispettivi capito- uori osservanti, che eseguì ancora quello
li. Una è dedicata a s. Erasmo, in cui è celebralissimo che si veliera in Nemi, co-
osserva bde quadro esprimente il Sagro
il medissi descrivendo quel castello nel voi.
Cuore di Gesù del Cavallucci; il capito- XXIX, p. 34- Per salire alla cappella del
.

ioì VE L VEL
ss. Crocefisso di Bassiano, si passa per una iscrizioni riportate dal Gruferò, ed altra
ampia grolla, pittorica pegli scherzi for- presso il Fabrelli, e riprodotte da Ricchi.
mati dalla natura collo stillicidio dell'ac- Questo castello è compreso nella signoria
que, dove anticamente oravi un altare e de'principi Caetani duchi di Semionda,
variess. Immagini all' intorno dipinte, e contiene la loro abitazione baronale, il
J
mentre serviva di chiesa agli scellerati fra- Nicolai,Dc bonificamenti delle terre Pon-
ticelli,che colie loro indegne azioni soven- tine, a p. 1 1 3, ragionando delle liti so-
te lo profanavano, com'è tradizione tra stenute dal comune pe'coufini territoriali
gli abitanti. Nel paese vi sono due mae- delle signorie de'Caetani con Sezze (^ •),

stri, uno per gli elementi del leggere e scri- riferisceche nel 1297 Bassiano con aliti
vere, l'altro da tali elementi a tutta la feudi furono acquistati dagli Aunibalde-
grammatica. Le fanciulle vengono istrui- sebi per comprila de' Caetani. Il Ricchi
te dalle maestre pie. Il Ricchi tanto nel- riporta i seguenti illustri di Bassiano. Fr.
la Reggia de' Folsci, lib. i , cap. 5, Bassia- Pietro doinenicano,ceIebi e espositore del-
no; quanto nel Teatro degli uomini il' la divina parola, erudito, pio e dolio, fat-

lustri Volscif cap. 7, Soggetti illustri di to vescovo di Venafro da Clemente VI


Bassiano, non meno del citato Conta- nel 1 348. Fr. Vincenzo provinciale e de-
tore, parla di sua remota origine cogli finitore generale de' minori osservanti,
scrittori che ne trattano. Si vuole per- dotto e virtuoso. Fr. Vincenzo Marra, co*
tanto che ivi in certe spelonche o latiboli me lo chiama, cioè il sullodato e deno-
si rifugiò e abitò la Saturno fa-
l." volta minato col Maiocco Pietroso nti, laico di
moso redel Lazio, quando fuggito da Gre- detto ci dine, il qoalesi segnalò nella san-
ta, dove regnava Giove suo figlio, venne tità di vita e nell'arte scultoria con am-
in Italia, prendendo il nome di Lazio la mirazione de' professori, come attestano
provincia da lui abitata, ed ivi cominciò le sue opere eccellentissime de'miracolo-
a istruire i popoli nella civiltà, nell'edi- si Crocefissi esposti alla pubblica vene-
ficare fabbriche, nel piantar vigne ec. Che raziouede'bassianesi eneniìsiui, ed anche
ne'diutorui di Bassiano eresse primi e- i di Sezze e di Ci vitella di Subiaco, che ec-
difizi, indi ritiratosi con Giano, die prin- citano tenera compunzione; il nobilissimo
cipio a Saturnia ,
poi nomata Roma. Si refettorio mirabilmente scolpilo con va-
ancora che a testimonio dell'aver
ritiene ri misteri nel convento de'minori osser-
dimorato Saturno nelle grotte di Bassia- vanti dis. Francesco di Cori, poi novizia-

no, dopoché fu deificato gli venne innalza- to de'medesimi religiosi. Antonio Cifra e
to un tempio nella vicina Sezze. Da un'o- l'abbateRieti furono decantali nella scien-
r
razione di Favonio Leo privernate, pro- za musicale. Ild. Antonio Sant'Angeli
nunziata nel pieno senato di Priverno,og- dotto medico in Roma, autore del libro
gi Pi perno, apprende che Bassiano fu
si Consolationes Epistulares et
intitolato:
fabbricalo ed ebbe il nome da Bassiano Medicae. Dice inoltre il Ricchi che a suo
Caracalla. Non mancano però scrittori i tempo in Bassiano l' illustre famiglia de
quali riferiscono essere stato prima que- Giorgi gareggiava in agiatezza, civiltà e
sto luogo un nobile villaggio di Tito Giu- gentili costumi con ogni altra de'contor-
lio Pelino Bassiano signore o patrono del- ni. Gloria grande e immollale di Bassi
la colonia di Terracina,dove di frequen- no,non conosciuta dal Ricchi, si è ci' z
te recavasi a divertire coll'amenità di ma- famoso Aldo Pio
ser stala la patria del
gnifica e deliziosa villa ne' tempi estivi, Manuzio il Vecchia t nome tanto rino-
nel sito ove sorge Bassiano; ed ampliato- mato ne'fasti delta letteratura italiana e
lo di mura, crebbe progressivamente col benemerito dell'arte della Stampa. Sul
nome del fondatore. Ne fanno fede due muro della casa Sanlangcli di Bassiano si
V E L VEL io3
legge l'epigrafe: Aldo Manutìo Bassìa' greci e latini, i due principi sostenendo le
Anionius Hyacinthus Sanclangeli
nati, prime spese dello stabilimento. Perciò nel
D.D.O. mdccxlvu. Nell'articolo Brac- 1488 recossi a Venezia, dove in quel tem-
ciano , di cui meglio riparlai nel voi. po l'amore dell'arti fioriva, dove que' re
LVIII.p. I2i, errai nel dire: » Si ilice che già mercanti amavano convocare ogni spe-
il famoso tipografa Aldo Manuzio abbia cie di buona e bella opera, dove s'agitava-

sortito natali iu Bracciano". Questo fal-


i no ancora gl'interessi commerciali euro-
lo inavvertentemente lo copiai nell'irti* pei. Si produsse in modo degno di lui, in

colo Bracciano del pregievolissimo7V«o- modo bontà delle


di poter guarentire la
i'o Dizionario geografico universale di sue edizioni cioè pubblicamente inse-
,

una società di dotti, Venezia 1827, da' gnando greco e Ialino, e ordinando in pa-
Giuseppe Antonelli. Ivi si legge:
tipi di ri tempo la sua odierna tipografica , che

>•Vogliono alcuni che sia la patria del tosto sali a imperitura rinomanza. Egli
famoso tipografo Aldo Manuzio". Però leggeva , o per meglio dire dicifrava gli
nel riparlare di proposito dell' insigne e antichi codici; egli li paragonava fra loro,

dotto letterato- tipografo, fatto cittadino sceglieva le migliori lezioni, o suppliva


romano, ma di Bassiano, che meritò un alle ommissioni de'copisti; egli poi prov-
busto marmoreo in Campidoglio (e lo ri- vedeva alla corretta stampa e all' elegan-
marcai anche nel voi. LX.XXV, p. 208), za de' caratteri. Questo grand' uomo di-
come de'suoi illustri e non nien dotti fi- resse la formazione d' un nuovo caratte-
glio e nipote, celebrando la Stampa e la re, l'Aldino, disegnato e inciso da Fran-
Stamperia, in tali articoli esplicitamen- cesco Bologua,dello imitazione della scrit-
te e ripetutamente lo dissi originario di tura di Petrarca. Amico di tutti i dotli di
Bassiano presso Sei moneta nella legazio- quella dottissima epoca, cui degnavano
ne di I ellelri, per indicare che in que- i veneti senatori, si mise in capo
visitare
st'articolo aviei dette altre poche parole di radunare nella sua casa un' accademia
di lui e de'suoi. Fu dunque ne'citati ar- di scienze in Venezia, che per lui si disse
ticoli e altrove, che celebrai gli Aldi dot- Aldina- Manuziana, col precipuo scopo
tissimi e benemeriti della slampa e dell.» di presiedere all'edizione declassici e ren-
stamperia romana e veneta, non che del- derla quanto più si potesse elegante e cor-
le letteregreche e latine , e di quanto retta : ad essa appartenne il fiore de' let-
principalmente operarono con alti e do- terati di quella feconda età. E fu la 1 ,
a
al-
vuti encomi. Aldo Pio Manuzio il Pec- la quale diede l'impressione di più opere
chia, nato nel 1447 in Bassiano nel duca- classiche, greche e latine. Non ostaute Ma-
Sermoneta, fu battezzato col nome
to di nuzio fu sempre travagliato dalla fortu-
di Teobaldo, di cui il diminutivo è Aldo, na, che rare volte favorisce gli scenziati.
al quale aggiunse il nome di Pio iu segno Terminò in Venezia la sua agitata vita,
d'alfezione verso Alberto Pio, principe di pieno di gloria nel 017, lasciando una
Carpi, suo allievo. Ebbe fanciullo a mae- figlia e 3 figli, de'quali soltanto Paolo ivi
stro un pedante, e poi a Roma migliori nato nel 1 5 12 camminò sulle sue traccie.
maestri. Compiti gli studi, si condusse a Egli adornava i suoi libri di prefazioni e
Ferrara per udire il Guarnii dotto greci- dissertazioni, dettale iu elegante latino o
sta. Neh [82 passò presso Pico della Mi- greco. Egli fece vari altri lavori , come
randola, che l'accolse con ogni amore; in- traduzioni, compilazioni ec. Onde sareb-
di a Carpi da Alberto Pio, dove lo segui- be tra'dolti primari del secolo, se non fosse
tò Pico, e dove secondo ogni probabilità il priucipe degli stampatori. A Paolo Ma-
concepì il disegno d'istituire una stampe- nuzio veneziano, originario di Bassiano,
lla, clic moltiplicasse le migliori opere de' amici del padre
gli gli agevolarono ogni
i

io4 VEL VEL


maniera Imitando il padre, ten-
di studio. quale per la decaduta città si trasferì a
tò vivificare la morta accademia Aldina- Ninfa, e per la rovina di questa alla sua
Matutziana, ne raccolse dotti e pubbli- i volta gli abitanti passarono nel castellodi
cò molti classici latini, con amore da lui Norma, fabbricato presso Norba antica.
illustrali. Visitala Roma, nel ritorno a Ve- Dissi di sue cbiese,e collegiata parrocchia»
nezia riaprì la stamperia sotto il nome le della ss. Annunziata con capitolo; de-
de'figli d'Aldo, e rivisse all'antico splen- gli autori che ne scrissero, oltre altre no-
dore. Chiamato a Roma, aprì la stampe- tizie, alle quali qui farò un' aggiunta. E
ria nel Campidoglio, nello stesso palazzo fabbricata sul ciglione d'elevato monte
del popolo roinauo,degno albergo del dot- poco lontana dall'antica Norba città vol-
tissimo stampatore, ed ove nell'areopago sca, una delle prime colonie romane, del-
denomini dotti e artisti dal 1 821 trionfa ia quale ancora si ammirano i grandiosi
l'erma marmorea del padre suo. Paolo vestigi di baloardi, di mura, di cisterne e
moli in Roma nel 1 5y4- Come stampa- altre memorie che ne ricordano la sua
tore e editore eguagliò il genitore; come grandezza. La posizione di questa terra è
autore è uno de'migliori critici e degli deliziosa, iti aria saluberrima, talvolta in-
scrittori più forbiti del secolo. suo pri-
Il costante per la sua elevatezza. Domina
mogenito Aldo Manuzio il Giovane, na- tutte le Paludi Pontine, e scopre gran
to a Venezia neh 547, c^ a f;, »ciullo fu tratto del mar Tirreno; mira la corsa del-
Straordinario, da uomo fu mediocre. Di- la via Appia, e de' fiumi Astura e Ninfa.
resse in patria la stamperia Aldina , indi Dice Calindri, che delle sue mura, delle
fu professore di belle lettere, e d'eloquen- porte e della pianta ne furono pubblicati
za in Bologna, Pisa e Roma, ove Clemen- idisegni a' giorni nostri. Osserva il Ma-
te Vili gli affidò la direzione della Stam- rocco, che l'alto monte su cui giace dal Ia-
peria Vaticana. In Roma cessò di vivere to di ponente forma una rupe sorpren-
liei 597, termiuaudocon lui l'illustre fa-
1 dente chiamata Rave, ove propriamente
miglia degli Aldi, a cui Bassiano vantasi è il castello. L'interne vie sono scoscese e
aver dato la culla. Aveva tenace memo- anguste, però qualcuna è in piano, ed ha
ria e molta erudizione, ma minor gusto una bella borgata moderna fuori della
del padre. Il territorio di Bassiano pro- porta checouduce a Civita o l'antica Nor-
duce in gran parte vino e di buona qua- ba. E opinione, che dove esiste la presen-
lità,poco grano e olio, ghianda e pascoli. te terra, vi fosse l'antica fortezza della di-
Confina a levante colla città di Sezze,a po- strùtta magnifica città. Manca di pubbli-
nente con Sermoneta, a tramontana con che fonti, egli abitanti bevono acque pio-
Cori e Norma, a mezzogiorno colle Pa- vane conservate e purificale in mirabili
,

ludi Fontine. cisterne formate nel vivo scoglio a forza di


Norma (F .). Comune della diocesi di scalpello. Nondimeno alla distanza di cir-
Velletri, da cui è distante 17 miglia e 9 da ca 4 miglia vie una sorgente d'acqua lim-
Sezze, e non della diocesi di Tenaci uà, pidissima, che si potrebbe facilmente con-
come riferisce il Riparlo territoriale pub- dottare con grande vantaggio pubblico.
Dicalo nel 836, con territorio
1 in monte. Per giungere a questo paese è faticosissi-

Nel suo citato articolo ragionai dell' illu- ma che dal Ninfa comincia e pro-
la salita,

stre e antica città di Norba, a cui successe gredisce per due abbondanti miglia, li
l'odierno castello di Norma, colonia d'Al- Norma vi sono le maestre pie per l'istru-
ba e poi di Roma, fortezza de'volsci e de' zione delle fanciulle, e pe'giovanetti le

romani; in seguito patrimonio della s. Se- scuole di leggere e scrivere fino a' primi
de con Ninfa, al modo narrato di sopra rudimenti della grammatica. Si vedono
iti quel paragrafo; iu.di sede vescovile, la ruderi dell'aulica e superba città di Noi-
VE L VEL io5
ba, clic conserva il nome di Civita, poco me. II territorio produce olio e grano, es-
distanti dall'attuale terra, cui diurno i sendo il terreno breccioso e scoglioso,
popolani l'aggiunto di Penna d*oro,ch\a- ghianda, vino e pascoli. All'intorno sono
niaiulola Civita Penna (Poro. Per anda- vestiti mon ti da folte macchie e castagne-
i

re alle sue rovine s' incontra nel sinistro ti,che rendono molta utilità a' popolani,
lato della via un'ampia e pittorica grotta sebbene tragganola più parte del loro so-
formata dallo stillicidio dell'acque, che in stentamento dalla coltivazione del feracis-
alcuni luoghi hanno costituite molte so- simo territorio di Sermoneta, ove hanno
stanze calcaree, e quasi tutta è ricoperta la massima parte di loro possidenza.
da una patina verdastra. A'fianchi vi so- Sermoneta. Città e comune della dio-
no diverse piccole grotte, e tutte formate cesi di Terracina e vice- governo, con mol-

nel masso. Nel piano di Norba si osserva- ti fabbricati e territorio in monte e col-
no gli avanzi d' un antico tempio e d' un le. Poco lungi dal famoso Ninfeo, tra Nor-

rimasuglio di cappella a destra, interrita ma e Sezze, dalla quale è distante 6 mi-


fino alla cornice della cupola, la quale con- glia, di prospetto al mar Tirreno verso
servasimirabilmente intera. La città di il Iato ditramontana, ed a levante de'mon-
Norba era molto estesa e siedeva in piano, ti di Bassiano, giace su alto colle Sermo-
benché sulla cima di alla e alpestre mon- neta, circondata da erte pendici, in clima
tagna, né vi è palmo di terreno che non poco salubre, massime nell'estate, per do-
faccia .intendere co' miseri avanzi che lo minarvi lo scirocco e l'umidità, e perchè
copre la sua antica magnificenza. Avea le i delti monti bassianesi impediscono la li-

mura castellane altissime e formate per bera ventilazione a ponente , dalla qual
cozzare co'secoli, composte di grossissime parte vastissima, amenissima e fertilissi-
pietre, dalla parte di mezzodì meglio os- ma pianura si estende, la quale si con-
servandosene la forma e l'estensione. Il suo giiingecolle Paludi Pontine (I7.); goden-
circuito si calcola 3o rabbia di terreno, e do ampia e pittorica vista d'ogni intor-
grandioso è l'ingresso d'una dell'antiche no, poiché propriamente è cinta di mon-
porte. Un'antica lapide si legge in Maroc- tagne, a settentrione di Norma, Carpineta
co. Sul pendio del monte sorgeva il Nin- e Cori, ed a mezzodì da quelle di Sezze
feo o tempio in cui le Ninfe aveano culto. e di s. Felice. Gli abitanti, principalmen-
Ebbe i suoi uomini illustri,
anche per va- te dediti a' lavori campestri e alla pesca,
lore militare. normani ebbero più. vol-
I il Marocco li noverò 2200, ma la Sta-
te guerra con Terracina. Donata la pre- tistica deli 853 ne mu-
registrò 1 447- E'
sente Norma a Papa s. Zaccaria, con Nin- nita d' intorno di baloardi, torri e alte
fa, trovo nelle Memorie Colonnesi del mura robuste. Per natura di sito è for-
Coppi, che Alessandro III nel i 179 die a tissima e per la struttura della fortezza fu
llaiuoue di Tusculano e suoi eredi , me- già inespugnabile e munitissima. A Ser-
diante permuta del castello di Ladano e moneta rende il maggior decoro la sua
col consenso de'cardinali, Norma e Vico- rocca, ove un tempo furono rinchiusi an-
lo con tutte le sue pertinenze. Dipoi co Sovrasta tutto paese,
a' 29 i rei di slato. il

api ilei 297 Norma fu comprata a favore al nord guarda la montagna di Carpine-
di Pietro Caetani, e Bonifacio Vili appro- ta mezzogiorno quellediBassiano, e dal-
vò contratto a'4 ottobre 1298. Indi
il
i la sua sommità si osservano molti luoghi
Gaeta ni sostennero le liti pe'coufini tei rito- della campagna. Il suo maschio è vera-
li con Sezze. Finalmente
ria Noi ma diven- mente maestoso, di forma quadrata, alto
ne proprietà de' principi Borghese, e lo è
96 palmi, e sulla vetta il piano è per a-
tuttora. Un tempo fu signoria de'Norme- gni lato r 2 passi, ed ali." piano del me-
suii di Sezze, oude uè trassero co"uo- desimo vie uua piazzetta
il co' luoghi pe'
ioG VEL VEL
cannotti, ed all'intorno finestre di forma ta,con capitolo formato dall'arciprete e
gotica. I muri sono erti 12 palmi, e quel- dai a canonici. E' ornata da diverse pit-
li ilei maschio di più antica costruzione ture rimarchevoli, fra le quali nella i.*
all'ino saracinesco: dentro vi stanno co- cappella a destra esiste un dipinto in ta-
modissime stanze, una vasta sala e le pri- vola esprimente la ss. Vergine degli Au-
gioni, che non mancano nelle ale de' ha- gelidello siile di Pietro Perugino, la qua-
luardi, e forti merli l'abbelliscono all'in- le tiene in grembo Semionda, circonda-
torno. Cinque emissari guardano la sot- ta dagli Angeli. Anticamente vi era il lem-
toposta piazza, per le spingarde, e 8 aper- pio di Cibele, come si vede dalla sua strut-
ture pe'cannoni. Annessi al maschio vi so- tura. Tuttora
conserva nella chiesa u-
si

no pure baloardi, e nel piano del i.° di na sedia marmorea di moltissimo pregio,
essi esiste ponte levatoio, che impedi-
il ornata a'Iati con teste di caproni , dalle
sce d'entrar nel maschio. Una grossa por- corna delle quali pende un lungo serto
ta foderata di ferro, che calava in appo- di fiori e di fruita; a' piedi vi sono due
sito incastro, chiudeva l'ingresso del for- leoni alati, con vaghissima cornice per ba-

te, e per lungo trapasso allo scoperto si se e inmezzo una cicogna che inghiolte
andava agii alloggiamenti militari, ch'e- un serpente. Si pretende che vi sedesse il
rano d'intorno a una vasta piazza prov- sacerdote nel fare i sagnfizi alla dea. L'al-
vista di3 cisterne. La sua costruzione è tra chiesa è sotto l'invocazione di s. Mi-

di lodevole architettura militare. Il tem- chele Arcangelo. Il principe Massimo nel«


po e la poca cura deteriorarono l'edilì- la Relazione del viaggio diGregorio XV £
zio, che meriterebbe restauro, e sarebbe da Roma a s. Felice, narra che a*23 a-
prigione sicura. Ne'lempi feudali del Bie- prilei83g a Tor Tre Ponti, l'antico Tri*
chi, nella sua Reggia de' Folxci, descrisse ponzio già antico ponte costruito dall'im-
questa fortezza inespugnabile sia per la peratore Traiano e città Pontina di cui
struttura, e sia per esser allora munita in tratta il Nicolai, trovò lutto il popolo di
ogni lato di varie sorte d'artiglierie. I ma- Sermonela, co' magistrati in rubbone di
gnifici saloni erano guarniti militarmen- damasco nero, e col capitolo che doman-
te di muiioni e di corpi di fiammeggian- dò T uso della cappa foderata di pelli
ti per l'armatura di ooo e
lastre di ferro i bianche, indi prosegui il viaggio per Ter-
più uomini, che per natura e robustezza racina. Dipoi nella Relazione del viaggio
giganteggiavano.lndi ne' vasti e lunghi ap- di Gregorio X.VI alle provincie di Ma-
partamenti erano numerose specie d'ar- rittima e Campagna, medesimo princi- il

mi da fuoco, di diverse invenzioni. In al- pe Massimo riferisce, che 1*8 maggio i843
tri ampi corridoi eranvi armadi pieni di reduceil Papa da Terracina, giunto a Tot"
r
sciabole, brandistocchi, alabarde e altre Tre Ponti trovò mg. Aretini-Sillani ve-
armi bianche di varie sorli ,
benissimo scovo di Terracina alla lesta de' cleri di

tenute. La fortezza era presidiata da sol- Sezze (come notai in quell'articolo) e di

datesche del duca Caetani, e dal castella- Sermonela colle rispettive magistrature.

no guardata con vigilanza. Le vie di Ser- Gregorio XVI scese alla chiesa da lui

moneta sono scoscese, il fabbricalo di me- restaurata e nella stessa mattina ribene-
diocre qualità, ma il suo ingresso è piut- detta dall' enooiniato vescovo coli' assi*

tosto dignitoso; e dalla porta del Pozzo stenza d' audio i capitoli di Sermoneta,
fino alla piazza, la strada è piana e bel- eh' erano stati solleciti a provvederla di
la; le abitazioni guaste e dirute sono nel- preziosi arredi sagri, come essendo di lo-

la contrada detta la Valle o Malpagano. ro giurisdizione perchè situata nel terri-


"Vi sono due chiese collegiate e parroc- torio di quella città ducale, e ne aveano
chiali. Lai." dedicala a s. Maria Assuu- ricoperto il mezzo del pavimento eoo un
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ago tappeto di fiori freschi e di verdu- PriVe/vii. Delle due concessioni feci memo-
ra rappresentante il pontificio stemnifi, ria parlando delle Paludi Ponti ne.\n Tor

coll'iscrizione: FivaGregorioXVLQtàti' Tre Ponti ebbero finalmente 1' onore di


di entrato nell'annesso convento già de* baciare il piede al Papa religiosi france-i

cappuccini, ed allora tutto ristorato per scani ri forma ti che di mora no nel coi» vento

stabilirvi i trinitari o altri religiosi a spi- dis. Francesco di Semionda. Il protettore


rituale beneficio degli abitanti di quelle principale de' sermonetani è s. Giusep-
contrade, comparii loro l'apostolica be- pe sposo di Maria Vergine, cui è intito-

nedizione dalla finestra di mezzo sopra lata un'altra chiesa, nella (piale primeg-
al portico della chiesa appositamente ad- gia la cappella de' Caetani dipinta super-
dobbata,amtneltendo poi al bacio del pie- bamente a fresco dal concittadino Siccio-

de sotto il trono in una stanza eretto, il lanle, ed esprime la Creazione d'Adamo


priore e gli anziani di Semionda che , e d'Eva, questa ingannata dal serpente,
hanno giurisdizione sul luogo, e quindi la Flagellazione del Redentore,la Senten-

que' di Sezze. Furono poscia ammessi al za contro di lui pronunziata da Pilato, la


bacio i due capitoli di Sermoiieta ,
uno sua salita al Calvario, la Crocefissione,
de' quali della collegiata di s. Maria a- la Resurrezione, e altre figure. In mezzo
Tendo chiesta la grazia d'indossare la cap- a tutti questi dipinti siede la B. Vergine,
pa con fodere d'armelliuo a somiglianza cui da' Caetani fu intitolata la cappella.
delle chiese cattedrali, mentre Gregorio Vi souo altre due chiese, una delle quali
XVI stava dubbioso di concederla, vide è sagra a s. Francesco d'Asisi sul colle a
che I' arciprete supplicante in nome del levante fuori di porta del Pozzo, e quella
capitolo, già teneva la cappa pronta, on- de'cappuecini delta della Madonna della
de per ricompensarli della loro fiducia, Vittoria,ove s'ammira un bel monumen-
gli ordinò che subito l'indossasse, e quin- to sepolcrale con ornati di metallo rap-
di ne segnò di proprio pugno il rescritto presentanti busti e trofei militari, e lo stem-
favorevole. Similmente condiscese all' i- ma del celebre Onorato Caetani duca di
stanze dell'altro capitolo di s. Michele Ar- Semionda ivi sepolto,che tanto si distin-
cangelo, di cui canonici avendogli do-
i se nella battaglia diLepanto,morto poi nel
mandato la grazia di poter indossare la i5o,2.Che il monumento è nella chiesa de'
r
mozzelta, ne rimise la facoltà a mg. ve- cappuccini lo afferma Marocco, e ripor-
scovo ivi presente, il quale di falli ritor- tando le lapidi antiche e moderne di Ser-
nato alla sua residenza ne emanò a loro moneta, lo conferma nel riprodurre quel-
favore il rescritto ne'seguenti termini, e- la di Onorato, Eques Velleris Aurei,
sprimenti anche il luogo ove fu concessa, fiat in classe pontificia universi pedita-
probabilmente essendo stata questa l'uni- tus capitaneus generali.s. Però il princi-
ca volta che un Sommo Pontefice dispen- pe Massimo nella 2.* Relazione, aven-
sasse le grazie a Tor Tre Ponti (ma Pio done fatto cenno, crede esistere il sepol-
VI recandosi a Terrari na e alle Palu- cro nella chiesa di s. Francesco de' re-
di Pontine,*] fu più volte a veder le fib- ligiosi riformati. A conciliare la discre-
briche della chiesa e con veri lo da lui edifi- panza delle due asserzioni osserverò, che
cati, e soleva alquanto trattenervisi per il convento de' cappuccini e la chiesa di

dare ordini): Ex AudientiaSSmi.habita s. Maria della Vittoria furono lasciati


sub die 8 »m«i843 apud Tripontium, da tali religiosi, e forse saranno in essi
SSmus. benigne annuii prò gratin juxla subentrati minori osservanti riforma-
i

commi sii rescriptum ef-


pelila ; mihique li, denominandosi la chiesa di s. Fran-

formare.Tarracinae i i maii iStf.Cui- cesco da' francescani che l'ufficiano. Il


klmus Episcojnis Tarracinae, Seliacet Contatole, De historia Terraci/iensit

io8 VEL VEL


stampata nel 1706, ragiona di Serrno- versa da Sulmona (P\) patria d'Ovidio
neta a p. 18 e 426, ove dice esservi due ne' Peligni. Ne fa menzione Plinio, e
parrocchie, varie confraternite di secola- Virgilio due volte ne\V Eneide, massime
ri, e tre conventi di francescani, cioè de' per avere Enea fatto spietata vendetta
conventuali, zoccolatiti o minori osser- per la morte di Pattante, per cui fece
vanti, e de* cappuccini; il monastero de' bruciar vivi sul rogo di quel principe
monaci Bernardo; e la chiesa prin-
di s. 4 giovani Sulmona, e altrettanti di
di

cipale e collegiata di s. Maria con 12 ca- Torri Bianche città sulle sponde dell'IT
nonicie l'arcipretedignità.Di tali conven- ferite poco lungi da Giostra. Dice il Con-

ti e monastero ne fece menzione anche tatore, che sarebbe meglio chiamarla


il Ricchi nel 1713. Edio notai nel voi. Sulmoneta, come giudica il Gluverio,
LXI, p. 4'2 ) che in conseguenza dell'ordi- per ritenerla essere la Sulmona città del-
nato nel 1821 da Pio VII al ven. can. l'aulico Lazio di cui parlano Plinio e Vir-
Del Bufalo, questi aprì una casa in Ser- gilio, ossia originata da essa, perchè l'an-
moneta alla sua congregazione del San- tica fu distrutta dalle guerre antiche, co-
gue preziosissimo, Si legge a p. 1029 del me medesimo Plinio, senza che
narra il

Giornale di Roma del 1857, che a* 24 ne rimanga vestigio, come notò Bie- il

e 23 ottobre si festeggiò in Sermoneta chi, per la sua completa desolazione. Tut-


con divota pompa la solennità di Maria tavia dopo tanti secoli si riconosce esse-
ss. della Vittoria, il di cui prodigioso si- re surla nel sito che ora dicesi Sermone-
mulacro si venera nell'insigne chiesa col ta Pecchia, dove ne' latiboli più sotter-
legiata di s. Maria, perciò sontuosamen- ranei negli scavi si rinvennero avanzi del-
te parata. E che il comune essendo sta- la distruttaSulmona. Il cardinal Corra-
to fin dal precedente giugno da mg/ dini annovera sulmonesi tra' 53 popoli
i

Mertel ministro dell'interno fatto vice- del Lazio depredati senza esserne resta-
governo, volle in questa occasione solen- to vestigio; il Baudrand diceche Salme
nizzare ancora l'inaugurazione del palaz- oppidum Volscorumin Latio interiisse,
zo governativo coll'innalzamenlo degli et in eius ruinis extructum fuit Salme
slemmi comunale, sulla fac-
pontificio e novum. Il Nicolai è di parere, che Sul-
ciata di detto palazzo, fra il suono de' mona non molto distante da Norba sem-
musicali concerti e delle campane, e lo bra che fiorisse prima della fondazione di
sparo de' mortai i. intervenne mg.
r
V Roma. Distrutta la città, nello stesso site

Luigi Giordani delegato apostolico del- ritiene fabbricato nominale il castello


la provincia di Marittima, che prese al- Sermoneta, Sirmineto e Sulmoneta.
loggio nel furie Caetani, il quale nel dì si meraviglia come negli antichi auto-
seguente celebrò la messa solenne nel- ri non si rinvenga memoria alcuna d'una
la collegiata di s. Maria, accompagna- delle più vetuste città del Lazio. I sermo-
la da musica vocale e istruraentale; nel- netani coltivando la parte superiore del
la processione eh' ebbe luogo, v' inter- territorio delle Paludi Pontine, e rice-
vennero le numerose confraternite , i vendo danni gravi e frequenti dall'alla-
religiosi osservanti e il clero secolare. gamento del le ai edesi aie, avendo pensato
Nella sera s'incendiarono fuochi artificia- seriamente di frenarlo colla costruzione
r
li, e n>g. delegato prima di partire ono- sostennero più volte lite
di certi argini,
rò di sua presenza il palazzo d'abitazio- con que'di Sezze (f/ -) i quali temendo ì

ne del priore comunale Francesco Pizi, clie l'acque venissero a stagnare sul ter-

e gradì un'apposita refezione. Dichiara ritorio loro, non vollero mai permeitele
il Theuli che l'odierna Sermoneta suc- die fossero altrove rivolte, come può ve-
cesse all'aulica Sulmona città volsca, di- dersi nel Nicolai che diffusa. mente ne trai-
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t«» nella classica opera, Dc'bonificamrn' cardinal Francesco Caetani altro nipote
ti delle Terre Pontine, corredata d' o- del Papa per 34>ooo fiorini d'oro a' 16
gni genere di documenti, piante topogra- giugno 1297. Di nuovo beni toccati in i

fiche,profili ec. Su questo importante ar- sorte a Francesca vedova d'Andrea An-
gomento, che più volte fece guerreggiare nibaldi, e tutrice de' figli Nicolò e Anni-
setini e sermonetani, prendendovi parte baldo, si venderonoa'due mentovali car-
i popoli convicini, nell'archivio di Sezze dinali in favore del medesimo Pietro Cae-
si conservano interessantissimi documen- tani per 18,000 fiorini d'oro nel i.° lu-
ti. L'imperatore Federico II, nemico del- glio dello stesso anno. I beni poi de' fra-
la Chiesa e di papa Gregorio IX, fra' luo- telli Lorenzo e Riccardo Annibaldi pas-
ghi sui quali sfogò il suo odio uno fu la sarono in dominio di Pietro Caetani nel-
città di Sora (f.) che distrusse ripetu- la stessa maniera collo sborso di 7,000 1

tamente, onde molti soraui privati della fiorini a' 2 3 settembre del suddetto an-
patria passarono in Semionda, di cui al- no. A questi si aggiunsero gli altri posse-

lora si compirono le pubbliche mura. In- duti da Nicolò Annibaldi, cui si pagaro-
di cominciarono le conlese intorno a' con- no 20,000 fiorini a' 23 novembre del
-

fini di territori ! di Sezze, di Ninfa, di s. memoralo anno. Oltre a ciò Pietro Cae-
Donato (castello posto tra il Foro Appio, tani, per divenir padrone del castello e
Circello e Astura, che durò fino al i 3oo territorio di Ninfa, spese 200,000 fiori-

e quindi sommerse senza lasciar di se


si ni d'oro 1' 8 settembre 1298, porzione
memoria, ed un fiumicello portò il suo ricevendone a titolo di feudo da Bonifa-
nome), e di Sermoneta. Innocenzo Fazzi cio Vili nel i3oo. Se dunque, come so-
con dissertazione difese Bonifacio Vili e stiene il Fazzi, sezzesi e sermonetani
i i

i suoi parenti Caetani, incolpati dal Cor- contendevano fra lorope' confini del ter-
redini d'aver promosso le prime dissen- ritorio prima che la famiglia Caetani ve-
sioni fra' sez/esi e i sermonetani, dimo- nisse in possesso de' nominati paesi, non
strando che le reciproche doglianze intor- si potrà più quindi trarre congettura per
no a' detti rimontano al 1270.,
confini tacciare Bonifacio Vili. Questo Papa in-
nella quale epoca le nominate terre non feudò a' Caetani Sermoneta, Norma,Nin»
erano venute in dominio de' Caetani. Di fa, Bassiano e s. Donato, al riferire di Ca-
r
fatti, nell'archivio Vaticano esiste l'infor- stellano e Marocco. Pare a mg. Nicolai
mazione di Gio. Francesco de Rossi : molto verosimile, che in un terreno assai
Terraeinensis super Castris Sermone- facile per natura e tendente a impaluda-
tae, Bassiani, s. Donati, Nymphae, ac re, e spesso rivolto e smosso pe' lavori
Normarum. Dal trasunto fatto in Fon- fattivi, i fiumi abbandonati al loro im-
di e riportato nel corpo dell' informazio- peto per la infelicità de' tempi e per la
ne, apparisce che Sermoneta, Bassiano e negligenza delle popolazioni,da loro stes-
s. Donato a' 29 aprile 1297 si compra- si abbiano altrove pagato il corso dell'ac-
rono a favore di Pietro Caetani Gaetani que lasciando gli antichi alvei ; e colle
nipote di Bonifacio Vili, dal cardinal frequenti inondazioni mutando l'aspetto
Pietro ValerianoDuraguerra di Piperno del suolo, abbiano distrutto e confuso
diacono di s. Maria Nuova per la somma il confine de' territori!. Il che apparirà
di 17,000 fiorini d'oro, e che a' 4 otto- più ancora credibile, ove si l'iflelta che
bre 1298 il contratto fu approvato da le medesime ragioni posero già Tcrraei-
Bonifacio Vili. I beni che apparteneva- na in lite con Piperno, narrata dallo
no ad Annibaldo e a Giovanni figlio di stesso Nicolai. Col dominio di Sermone-
Pietro Annibaldi, acquistarono a van- si ta passarono a Pietro Caetani anche le
taggio del medesimo Pietro Caetani dal conlese de' sei mondani co' sezzesi; on-
no VEL VEL
d'egli nell'anno dopo la compra della si- gnori dì Palc«trina, ad onta che diven
gnoria, cioè nel 299, venne a concordia
1 li sospetti a Bonifacio I X con lettere pi
co' sezzesi con islipulare solenne istru- curarono realmente eran
giustificarsi, :
mento di divisione, cui Bonifacio Vili collegati con Onoralo Caetani conte di
aggiunse forza e autorità nel i3oo colla Fondi, fautore acerrimo anche del nuovo
pontifìcia sanzione. In tale allo è chia- antipapa Benedetto XIII. Quindi erano
malo: Magnificila vir Dominus Petrus sempre sospetti alla curia romana. Voi
Cajctanus Domini Papa?. Nepos t Co- però Bonifacio IX assicurarsi di lorof*
ntèa Casertanusel Dominus Castroruni de mediante convenzione nel 397, col 1

JXymphac, Sermonelae, et s. Donati. II quale Colonnessi promisero al carne


i

Nicolai poi racconta come iCaetani si op- lengo pontificio Corrado arcivescovo
posero a'iavori de' sezzesi per asciugare i Nicosia, d'essere di voti e ubbidienti al P,

loro terreni dall' acque delle Paludi Pon- pa ed alla Chiesa, e per un triennio non
tine, e le ostinate contese co' medesimi ; avrebbero contratta lega o federazione
che co' sertnonelaui ottennero d' asciu- con alcuno, né si sarebbero obbligati ad
gare a proprie spese i loro terreni dalle alcun patto contrario allo stato pontifi-
acque stagnanti; e che volendo ristora- cio. Ciò non ostante, ignorasi per qua]
re il porlo di Paola presso il loro feudo moti vo, Nicolò concertatosi con alcuni 10
di s. Felice ( F.), furono impediti nel bel mani, in una notte di gennaio 4oo,entrò
rò 1

disegno. In quell'articolo narrai l' acqui- con una turba d'armali in Boma per
sto che ne fece nel i3oi il medesimo porta del Popolo, e ne percorse varie co
Pietro Caetani, colla sua rocca, vassalli, ti ade gridando: Viva ilpopolo,^ Muo<
territorio, col mero e misto impero, cou Bonifacio IX tiranno. Pervenne sino a 5
il lago di Paola, acquisto anch' esso ap- la piazza del Campidoglio, e tentò d' im-
provalo da Bonifacio Vili, in uno a padronirsi del palazzo senatorio e del
quello degli altri feudi e beni posti nel- propinquo convento d'Araceli. Ma ne fu
le provincie di Marittima e Campagna, respinto per opera specialmente diZacca-
che ivi nominai, inclusivamenle e Gavi- i ia Trevisani patrizio veneto, senatore di
gnanoeCarpineto;ai ticolo in cui vi sono Roma, ed allo spuntar dell'alba dovette
diverse notizie de' Caetani. Nel 378 O- 1 abbandonar l' impresa e ritirarsi dalla
norato Caelani sianole di Semionda, di città. All'istante 3i de'
furono giustiziati
Ninfa e di Bassiano, conte di Fondi (/' .), suoi, che caddero in potere de' romani.
accolse in tal città i cardinali scismatici Il Papa avendo spedilo a' Colonnesi An-

ribelli al ri(V.)j qua-


Pontefice t7W><7«o gelo de Affliclis vescovo di Polignano e
li ivi Clemente FIIt
elessero l'antipapa amministratore di Palestrina, per richia-
che recandosi in Avignone die principio marli dall'errore, essi lo fecero arrestare
al perniciosissimo, lungo e grande Sci- e lo tennero in custodia. Laonde Boni-
sma [F .) d'occidente. Pertanto Urbano facio IX ordinò a 3 cardinali di compi-
VI fulminò di scomunica Onorato cou lare un processo per verificare questi e
tutti i fautori e sostenitori dell'antipapa. altri falti, e riferire in concistoro. Nel
Il successore Papa Bonifacio IX ordinò giorno poi i4 maggio dichiarò pre-
di i

rigoroso processo contro Onorato come delti Giovanni e Nicolò Colonna scomu-
reo di lesa maestà e d'apostasia, pubbli- nicati, rei di lesa maestà, e privati uni-
cando una crociata contro di lui, il quale tamente a' loro discendenti e posteri di
nel i4oo co' Colonnesi tentò d'occupare qualunque onore e dignità e feudi che
Boma e arrestare il Papa. Ecco come lo avessero dalla Chiesa romana o da altre
racconta il Coppi nelle Memorie Co-
cav. Chiese, dal romano impero, e da qualsi-
lenitesi. Giovauui e Nicolò Colonna si- voglia altro sovrano; di più che fossero
V E L V E L in
similmente confiscali i loro beni, colla splendidamente vari nunzi e commissari
bollii Rrgnans in Excelsis. Con ulti a della s. Sede, ed altri gran signori. Ezian-
bolla de' i\ dello stesso mese, il Papa dio nell'articolo s. Felice raccontai col
sottopose all'interdetto ecclesiastico Ga- principe Massimo, che Alessandro VI
lestrina, Castel Nuovo, Zugarolo, Galle- Borgia cercando d'innalzarla propria fa-
se, l'enne, Pazzaglia, s. Gregorio, Gal- miglia sulle rovine delle grandi case di
licano e le altre tene e luoghi possedu- Roma e dello stato, e prendendosela Off

ti da' due Colonnesi scomunicati. Nel con l'ima or con l'altra, non tardò a tro-
tempo promulgò contro di loro la
stesso var motivi di togliere a' Caetani loro i

crociata.Formossi quindi un esercito beni, e confiscarne feudi che possedeva-


i

composto di milizie romane, 2000 caval- no nello stato pontificio, quali di suo i

li pontificii e varie truppe napoletane, il ordine furono dalla camera apostolica


quale assediò inutilmente Palestrina si- venduti per 80,000 ducati d'oro alla pre-
no al principiar dell'inverno, ed intanto diletta sua figlia Lucrezia Borgia prin-
devastò le campagne. Sul
circonvicine cipessa di Salerno. Questi feudi erano Ser-
principio però del i4°' l ue Colonne- ' ' moneta, Bassiano, Ninfa, Norma, Teve-
si preseutaronsi in Roma a Bonifacio IX, s. Felice e s. Donato, co' lo-
re, Cisterna,

confessarono i loro delitti, ne chiesero ro territorii, fortezze e altre pertinenze,


perdono, promisero con giuramento d'ub- col mero e misto impero e con tutte le

bidire agli ordini pontificii, ed ottennero giurisdizioni ; e l'istromento fu stipulato


piena assoluzione e reintegrazione nello a' 12 febbraio i5oo nel palazzo Vatica-
stato in cui erano precedentemente. Nel- no, ove erasi perciò riunita la camera a-
lo stesso i/foi e colla medesima clemen- postolica, composta in allora da' prelati

za, Bonifacio IX assolvette Giacomello Pietro arcivescovo di Reggio governato-


Caetani, figlio del defunto Onorato con- re di Roma, Francesco Borgia tesoriere,

te diFondi, e liberalmente gli restituì Sinolfo di Castro vescovo di Chiusi, Do-


Sermoneta, Bassiano e Ninfa, castelli che menico Capranica, Ottaviano vescovo di
per la ribellione del padre erano stati Mariana, Adriano protonotario apostoli-
confiscati e incamerati. Apprendo dal co, Ventura Bonassai, presidenti e chie-
principe Massimo, Relazione del viaggio rici di camera. Narra il Ratti, Della
fa-
di Gregorio XVI a s. Feliee, che Ono- miglia Sforza ,1. ,p. 382,che Alessandro
1

ralo Il Caetani conte di Fondi neh 4^2 VI Borgia avea infeudato a vita di Nepi
ricevette in Sermoneta l'imperatore Fe- e di Anlicoli nella Campania il cardinal
derico 111, coronato in Roma da Nicolò A Scanio Sforza, ma però non ne godè si-
V,con altri distinli personaggi, trattan- no alla morte, poiché tale Papa qualche
dolo con tale grandiosità e magnificenza, anno dopo gli ritolse il suo dono. Tanto ri-
che l'imperatore gli fece in pubblico un levasi dalla sua bolla del 1. "ottobre 5oo, 1

elogio col chiamarlo meritamente Ono- colla quale approva la donazione fatta da
rato non solo di nome, ma ancora di fat- sua figlia Lucrezia Borgia, allora duches-
to. Trovo
Marocco, che l'imperatore
in sa di Bisceglia, a Roderico e Giovanni
coll'imperatrice Eleonora sua sposa per- suoi figli, il i.° di due e l'altro di tre anni,
nottarono nell'ospizio de' cappuccini di della città di Nepi, della terra di Sermo-
Sermoneta. Inoltre Onorato II più tar- neta con altri molti luoghi e terre, unen-
di in Sermoneta vi diede eguale tratta- dovene lo slesso Papa moltissime altre
mento duchessa di Calabria, figlia
alla confiscate a' Colonuesi, Savelli, Estoule-
del duca di Milano, moglie del duca poi ville e altri signori romani, ed innalzan-
Alfonso II re di Napoli. Nel castello di do allora al titolo di ducato per la pri-
Sermoneta Ouoiato 11 più volle ospitò ma volta Sermoneta a favore di Roder!-
ita VEL VEL
co, elYepi a favore di Giovanni. Nelln di- do forma premissis dividentes, etc. "
et
"visione che fece lo slesso Papa delle sud- Noterò che suddetti Roderico e Giovan-
i

dette città e tene fra' due suoi nipoti è ni erano nati da Lucrezia e dal marito
couipresoanche il castello di Anticoli. Ec- d. Alfonso d'Aragona duca di Bisceglia e
co le parole della bolla, dalla quale ap- figlio naturale d'Alfonso 11 redi Napoli,
parisce di qual ricco e vasto paese fosse- che nel i5oo fu assassinato nel proprio
ro investiti due fanciulli Borgia dall'a-
i letto della moglie dal fratello di questa il
vo Alessandro VI. » Bona vero omnia famoso Cesare Borgia duca di Valenza
supradicta, videlicet ci vitates, castra, op- (V.) di Francia o del Valenlinois, come
pida, terrae, et loca, quorum alirpia suut corse la fama; anzi il Novaes fra le illu-
expressa, et divisa, hic propriis duxituus stri viltimedella crudeltà dello stesso Ce-
exprimenda vocabùlis, et in bunc, qui sare annovera Caetani. Il eh. Beu-
vi i

sequilur, modum inter Rodericum Bor- inont, Della diplomazia italiana, libro
giam de Aragonia Bisselli ducem,et Joan- pubblicato nel 807, con Marin Sanuto
j

nem eliam de Borgia domicellum roma- racconta. Lucrezia prima era in grazia
num praefatos dividenda, videlicet Ser- del Papa suo padre, ma poi diminuì l'a-
monetam, Castrum Bassiani, tenutam more per essa, probabilmente in seguilo
Nimphae, Noruaarum, Riverae, Cister- alle lagnanze sue per l'uccisione del ma-
nae, s. Felicis, s. Donati, civitatem Al- rito procurata da Cesare, onde Alessan-
bani, Neptunum, Ardeam,Civilatem La- dro VI la mandò a Nepi, e le die Sermt
viniain, Nemum, Genzanum, Castrum neta, rocca e terra de'Caelani, che gli ce

Candulphi, Boccam Ghtugam, Sonni- sto 80,000 ducali, benché Cesare gliel
mim, s. Laurentium, Cicclianum, Poffi, tolse,dicendo:E donna, non la potrà mai
Vallem Cursam, s. Stepbanum, Montem tenere. Pare probabile che i Caetani 01
s.Joannis,Strangulagallum,Salvateiiam, pressi si unissero a'Colonnesi ed a'Save
JulianumjCastiumBiparum, Arrena riam li,imperocché leggo nell'annalista Rinal
Koderico pio se, suisque haeredibus, et di e nel Coppi, che Alessandro VI si ni
successoribus, ci vitates vero Nepesinaoi, a' francesi contro Federico I re di Na

Prenestinam, Arignanum, Castrum No- poli, che chiamava turchi a stermini i

vum, Genezanum, Pallianum, Cainutn, d'Italia, per questo parteggiando i Color


Marenum, Boccam Papae, Frascatum, nesi. Papa adunalo un esercito usci
11

Montem Campatrum, Roccam Priorem, in Campagna a' 17 luglio i5oi, facendo


Montem Fortinum, Zagarolam, Boccam 1' ufficio di capitano generale, espugnò
Ranarum, Capranicam, s. Juslum, Piscia- diverse loro terre^ e soggiogò colla pre-
num, Cecilianum, Olebanum, Rancha- senza sua Semionda ed altri luoghi de
tum, Turrim Mallbei, Surronum, Pil- Colonnnesi o occupati da loro. Ma il Bau-
lium , Anticulum Campaniae, Turrim co dice semplicemente che il Papa vi si
Trivigliarn, Ttiviglianum, Vicum, Col- recò a vedere il nuovo acquisto a' 3 1 lu-

lem l'ardi. Supinum,Morellum, Scurou- glio e ne partì a' 3 agosto. Indi Alessan-
lum, Pedelucum cum ejusLacu,seu jus dro VI a' 20 agosto pubblicò una bolla 1

tertii medii Montis Alti, medietatae te- di scomunica contro Colonnesi ed i i \

nutileSaxi,quara bo. me. cardinali» Jo. favelli, dichiarandoli rei di lesa maestà l

Bapt. de Sabellis, dtim in humanisage- e privandoli de'loro beni. Poscia con al-
bat, tenebat, et possidebat, ac Ricciam tra bolla de' 17 settembre Alessandro VT
Joanni Borgiae etiam prò se, liberis, hae- divise le terre ed castelli confiscati ti
i

redibusque, et successoribus suis prae- suoi figli e nipoti. Dipoi morto il Papa;
perpetuum, ut supra diximus,
fatis in i8agostoi5o3, i Colonnesi ricuperaroi
donamus,coucedimus,etassignauiusmo- le loro terre, e si pacificarono con Cesa
-

VE L VEL n3
re, il quale gl'invito a tornare negli stali Guglielmo Caetani figlio del suddetto
propri, e restituì loro le fortezze da A- conte di Fondi Onorato li defunto nel
lessandro VI con grandi spese restaurate 1478. Sermoneta nel i536 a' 3 aprile
e ampliate. Il Cancellieri, Lettera sulla fu onorata dalla presenza del possente
spaile de'pia celebri sovrani e generali, imperatore Carlo V,che si recava a Ro-
racconta della famosa Spada (V.) di Ce- ma, e ne visitò la chiesa principale.Altret-

sare Borgia, che pervenuta in potere di tanto fece Papa Gregorio XIII a' ^set-
mg/ Onorato Caetani, questi si propo- tembre «576, e P imparo da Marocco.
se di collocarla nella rocca di Sermoneta, Nel Discorso pubblicato con note dal eh*
dal Borgia assediata ed espugnata, e per prof. Paolo Mazio, Giornale Arcadico,
averla impugnata contro i Caetani colla t. 6, p.179 della nuova serie, però si leg-

morte di vari di essi. A tale effetto inca- ge » Che Gregorio XIII rimproverò
:

ricò'il gesuita p. Caetani di formarne l'i- Pirro Caetani della sua indifferenza nel
scrizione, e questi nel 1790 la .sottopose tollerare che i banditi e masnadieri si

alla revisione di Cancellieri, il quale la rifugiassero nelle sue terre feudali". Ri-
riprodusse del seguente tenore, sebbene porta Calindri, che il successore Sisto V
non fu messa in opera perchè la spada re- dichiarò Sermoneta città ducale. Vuo-
stò presso il defunto duca d. Enrico Cae- le Novaes, ed anche Rauco, che questo
tani padre del vivente d. Michelangelo Papa nel suo viaggio alle Paludi Ponti-
duca di Sermoneta,benemerito colonnel- ne per promuoverne il cominciato disec-

lo direttore e comandante de' Pompieri camento, fossepure andato in Sermone-


(Z7 .) pontificii, il quale è l'attuale pro- ta ; ma il Nicolai non ne fa parola, ben*
medesima. Gladius quem
prielario'della sì dice che nell'ottobre 1589 nel ritor-
heic appensum hospes adspicis - Cae- no da' paesi Pontini fu ricevuto da' du-
saris Borgiae V
alentini dncis olirti fiat chi Gaelani in Cisterna, con ogni sorta
Sermonetanorum sanguine cruentatus - d' onore e d' ossequio, e quindi si ricon-
Ne arnplius desaevìrel-Mulierum Cam- dusse sollecito a Roma. Però leggo nel p.
millae quondam suae virtutem- Aenni- Tempesti, Storia di Sisto V, I. 2, p. 65,
lanlium - Ingentes praestitere animi - che tornato in Roma a' i5 ottobre rac-
Curante autem Honorato Caietano - contò in concistoro d'aver fatto un viag-
Ex Sermonetae ducibus - In huius ar- gio prospero, d'aver visitato Terracina,
ci*armamentario est conlocatus - JYul- Piperno e Sermoneta ; disse aver visita-
melius- Ubienim saevierat- Ibi in-
libi to le spiaggie del mare, e Pavea conside-
decora rubigine co nsumendus - Ad pe- rate per assicurarsi se fossero idonee a fab-
renne iniquae aggressionis Caesaria- bricarvi importo, cioèa Terracina, per fa-
nae-Et egregiae Sermonetanorum - In vorire l'abbondanza e la pubblica utilità,
snos Caietanos principes voluntatis -
ma temere che poi potesse servire di co-
Monumentimi. Anche l'annalista Mura- modità a'nemici per essere luoghi abi- i

tori all'anno i5oi riferisce, che Alessan- tati molto discosti dal sito ove solamente
dro VI si portò in persona all'assedio di si poteva costruire. Indi soggiunse che
Sermoneta. Questa poi con altri possedi- que'popoli godevano tranquillità grande,
menti tornò in potere de' Caetani me- non più molestati da'banditi. Imperocché
diante bolla pubblicata da Giulio II nel il p. Maffei, Degli annali di Gregorio,

i5o4, della quale si legge un brano nel XIII, t. 1, p. 70, fra' fuorosciti che nel
Nicolai, in cui seno nominati Giacomo suo pontificalo agitarono alcune Provin-
e Guglielmo Caetani; così s. Felice ed al- cie dello stato papale, parla di quelli del-
tri feudi, mediante breve dello slessoGiu- l' Abruzzo, e de' terrilorii di Veroli, di
Ho li de' 3 gennaio i5o6, in favore di Bauco e di altri della Campagna di Roma,
vol. LXXXIX. 8
n4 VEL VEL
anzi vicino a Roma stessa verso pure Ca- lisce all'anno i58ó. Narra il medesimo
pranica e Nepi,che commette vano atrocis- p. Tempesti nel t. i,p. i4o, che il san-
simi ladrocini'!. Contro quelli di Campa- guinario Quercino (il p.Maflei sunnomi-
gna Gregorio XI11 mandò il commissario nato, nel t. 2, p. 357,lo chiama Prete da
Rhetica con 4oo fanti; e da Napoli venne Quercino capo ladrone, il quale impune-
spedito il commissario Fata con i5o sol- mente con gran quantità di malvagi scor-
dati, i due commissari si posero di concer- reva i luoghi, commettendo ogni sorta di
to fra loro per dar la caccia a quelle fie- rapine e di vendette, nonché disonestà.
re armate. Il Muratori all'anno i585 Col suo ardire non dubitò di contraffar!
loda Gregorio XIII spirante solo cle- Gregorio X Ili, nel
la dignità pontifìcia di

menza e di lauta benignità, che forse gli l'assoluzione de'peccati e nella concessit
venne attribuita a difetto. Perciò dice es- ne delle grazie. Quel Papa deputò con-
sere cresciuta la licenza e prepotenza in tro di lui mg.' Ougarese per commissa-
Roma, e dappertutto abbondando ban- i rio generale con autorità suprema, insie-
diti e i sicari), e il Papa si a-
per quanto me a 5oo fanti e 3oo cavalli) sacrilego

doperasse a frenare tali disordini, non gli duce di sica ri i li più spietati, si faceva
veune fatto d'estirparli. Succeduto a lui chiamare, conforme racconta il Galesini,
Sisto, V, volle acquistare gran nome colla Re della provincia di Campagna, usui
sola giustizia, col far tacere la clemenza, pandosi nome sì augusto in lutti gli edit-

quasi virtù fomeutatrice de'caltivi; e l'e- ti, polizze e lettere che di sua mano fii

sercitò con rigidezza inesorabile. Pertan- mava. Ed era tanto accecato dalla su-
to si propose animoso di schiantar la perbia, che arrivò alla scellerata baldat
mala razza de' banditi e de' malviventi, za di proibire al vescovo di Anagni 1'
che specialmente passati dal regno di sercizio della sua dignità, comandando:
Napoli nello stalo ecclesiastico, ed attnip- clero ed alla diocesi atterrita da'suoi cri

pali infestavano non solamente le vie ma delissimi scempi!, di riconoscere solamen-


le ville slesse, con ruba nienti, stupri, in- te prete Guerciuo come vescovo e come
cendi e assassini*!. Pubblicò il Papa una re. Incontratosiquesto mostro presso Ter-
terribile bolla contro di costoro e di racina con Antonio Caraffa, fratello del
chiunque desse loro favore o ricetto po- : duca di Luceria, che ritornava da Roma,
scia mandò il cardinal Colonna nella dopo aver prestata obbedienza a Sisto V,
provincia di Campagna con titolo di le- lo spogliò affatto, rubandogli vestiineula,
galo, e aliti simili cardinali in Bologna e denari e viatico; e non fu poca umanità
in Romagna, acciocché con rigorosa giu- lasciare a lui ed a 'suoi la vita in donc
stizia rimettessero la pubblica quiete. Giunto a Terracina così assassinato, nudi
Furono presi alcuni e giustiziati; Cui tie- e mezzo morto, s'inorridirono gli abitai
to,Marco Sciarra (del quale riparlerò nel ti, e ne fu spedito rapidamente avviso ;

paragrafo Cori) e altri capi di genie sì Sisto V. Si strinse il cuore per compas-
mal vaglia uscirono dallo slato ecclesia- sione al Papa, e provvide tosto alle bi-
stico; pure non si potè svellere del tutto sogna dell'oratore. Dopo essere stato ur
quella gramigna. La bolla io qualche luo- poco acciglialo, disse Costui non inerit :

go fu eseguita con lauto rigore, che la che gli facciamo tanto onore di mandar-
buona intenzione di Sisto V si convelli gli contro soldati e sbirri, ma la noslr;

in manifesta crudeltà, facendosi morire bolla (Hoc nostri, riferita dal p. Tempe-
madri e altri stretti parenti, per avere ri- sti, in cui rigorosamente si ordina a'ba-
cettato uua notte in casa i figli e i con- rooi de'luoghi,a'magistrali,a'comuni di
giunti, o per aver dato loro uua sola vol- fare arrestare malviventi, dovendosi da-
i

ta da mangiare. Tanto il Muratori lite- re il segno a prender l'anni col suono del-
o

VEL VEL n5
le campane; infliggendo severe e terribi- dilli s'intitolava : Noi Giovanni falca-
li pene contro i fomentatori, ospitalieri e te alias Prete Ardeatino, esule peritis-
manutengoli di tali empii) lo acchiappe- simo, e fortissimo principe di tutta la
rà. E disse il vero ; poiché in pochi gior- spiaggia marina, e di tutta la regione
nifu raggiunto, gli fu tagliato l'infame montana. Usurpandosi quindi l'assoluta
capo, e infilato in un palo, con una coro- sovranità, si era formato la zecca, batten-
na dorata in ludibrio, fu mandato velo- do monete colla sua impronta. Il cardi-
cissimamente a Roma, ed esposto in Ca- nal Marc'Antouio Colonna legato di Ma-
stel s. Angelo. I seguaci di questo disgra- rittima e Campagna, Usò tutte le indu-
ziato si dispersero : 3o fuggirono nelle strie per averlo vivo o morto nelle sue
montagne d'Urbino, e vi restarono avve- mani;ma conoscendo inutile ogni diligen-
lenati; altri furono giustiziati (impiccati za, edubitando d'essere rimproverato da
e arrotati dice il Novaes, nella Storia di Sisto V, prevenne questi, d'aver fatto
Gregorio XIII). Altri tentarono scam- tutto il possibile; onde per poterlo sicu-
po,ma pagarono sotto altri principi il fio ramente arrestare non trovare altro mez-
di loro scelleratezze ; e così respirò la pro- zo più efficace della cooperazione d'una
vincia dellaCampagna, e quella spiag- galera ben corredata, poiché lo scellera-

gia rimase netta. Sisto V come severa- to dopo la sconfìtta della masnada di prete
mente proibì a'presidi delle provi ncie di Guercino.a vea imparato a sapersi meglio
dare ricetto a'banditi regnicoli, ordinan- guardare, e stava in continuo moto dal
do di consegnarli subito all' autorità re- mare in terra, da terra in mare, commet-
gia, così permise a queste di perseguitar- tendo ovunque assassinamenti atroci. Fe-
li nel dominio ecclesiastico, in qualunque ce rispondergli Sisto V, non esservi biso-
luogo ancorché immune, non esclusi i gno la galera armata, ma l'esecuzione fe-
monasteri. Di più. il p. Tempesti racconta dele di sua bolla avrebbe preso loscellera-
a p. i49> che Sisto V fatto pubblicare uu to,ecosì fu. Venne preso, tronca lo il capo,e
rigorosissimo bando contro i banditi, la- subitamente inviato aRoma(ilNovaes dice
droni e facinorosi, per la loro estirpazio- ches'intitolava Redella Campagna Ro-
ne, con premi di taglie, immediatamen- mana, e che il capo fu infilato in uu pa-
te fu recata in Roma infilala in un palo, lo con una coroua dorata in ischerno). [
con dorata corona per ludibrio, la testa di lui seguaci ne'luoghi in cui furono ar-
di un certo prete Ardeatino (il Novaes che restatidivennero spettacolo a' popoli di
ne parla nella Storia di Gregorio XIII salutare terrore, poiché furono scanna ti o
Io chiamaGiovanni Valenti, facendo men- impiccati o arrotati, secondo 1' atrocità
zione d'altro capo di malviventi nomi- de' misfatti; e quindi rimasero nette le
nato Marinacelo, che il p. Martei chiama provincie di Marittima e Campagna di sif-

Marianaccio,e contro il quale ladrone in- fattemalvagie persone, non saziandosi i


viò nelle selve di Cerveteri un capitano buoni di render grazie a Dio, perchè o-
con 3oo fantij,ladro scelleratissimo e prin- mai respiravano in pace e godevano la si-
cipe di tutti ladri, il quale debaccando
i
curezza delle facoltà, dell' onore e della
specialmente nel Lazio, trattava i popoli vita. Pietro Galesini, nella Vita tnss. di
con sì spietate barbarie cheavea sparso Sisto V,oe commendò altamente lo zelo,
sommo terrore per ogni dove. Scorreva poiché non poteva fare sacrifizio più ac-
qua e là qual folgore questo infame si- cetto a Dio, che il perseguitare tali scel-
cai io,aiutato da tanti di simil forfora, che secondo 1' opinione de' ss. Girola-
lerati,
sembrava impossibile potei lo arrestare mo, Agostino e Ivo di Chartres. Nota il
colla forza o colle insidie. La sua super- Muratori all'anno i5go, che Sisto V fre-
bia l'avea tanto accecalo, che ne' suoi e- nò l'insolenza e non ischiantò razza de'
la
n6 VEL VEL
banditi, poiché buona parte di essa si ri- licita gli aflari ne'contorni di Roma, do-
tirò ne'confini di Napoli e della Toscana, ve Marco Sciarra con grosse bande di
e un'altra continuò a infestar la Roma- quella mala razza, imponendo grosse ta-
gna. Crebbe male dopo la morte di Si-
il glie a quanti ricchi ed anche vescovi gli

sto V, massimamente perchè Alfonso Pie- cadevano nelle mani, saccheggiando le


colo/nini, duca di Monte Marciano, ca- terre, bruciandole biade mature e com-

duto in disgrazia del granduca di Tosca- mettendo altri mali, ogni dì più s' inga-
na, e con grossa taglia sulla sua testa per- gliardiva. Per reprimere costui, continua
seguitato dappertutto, si fece capo (nuo- I' annalista Muratori, Onorato Gaetani
vamente e ad onta che V avea perdonato duca di Sermoneta, Virginio Orsini, Car-
Gregorio XI 11) de'masnadieri in Roma- lo Spinelli venuto con molte schiere da
gna,comrnetleudo frequenti assassinii col- Napoli, ed altri nobili baroni uscirono in
le sue squadre di cavalli. Altrettanto fa- campagna, fecero varie zuffe, ma in fine
ceva Marco Sciarla (dal Cotugno, Memo- trovando poco onore e men profìtto con
rie di Fenafro, chiamalo abruzzese e fa- tro di lai gente brava e disperata, furo
moso predatore dellaCampania 558, nel 1 no costretti a lasciare ad altri l'impresa
oltre il non meno famigerato Benedetto Di più, prosegue a raccontare il Mura-
Mancone), altro capo di banditi e scelle- tori all'anno i5f)2. Continuando Y insc

rati in Abruzzo con iscorrerefino alle por- lenze e gli assassiuii de'banditi nella Cam
te di Roma, bruciando casali ed esigendo pagna di Roma, con lutto vigore Papa
contribuzioni. Unironsi poi insieme que- Clemente Vili si applicò a liberare suo i

ste due esecrabili fazioni, recando incre- stati da' pertinaci loro insulti, inviando
dibili danni. Per cui il viceré di Napoli contro di essi Flaminio Delfino con buoi
spedi contro di loro 4>ooo soldati ; pas- numero di cavalleria e fanti, il quale non
sarono tutti in Campagna di Roma sul cessò di perseguitarli, senza perdonare a
principio di dicembre. Il granduca inviò chiunque di loro gli capitava nelle mani.
Camillo del Monte eoa 800 fanti e 200 Questo valentuomo fu quegli che mise
cavalli in traccia di essi. Da Roma andò il cervello a partito a Marco Sciarra, ca-
ancora Virginio Orsini con 4oo cavalli. po di que'scellerati, a Luca suo fralellc
Fu assediato lo Sciarra co'suoi in un na- e agli altri loro seguaci, i quali presero il

sale sopraggiunse il Piccolomini con cir-


;
partito di mutar cielo. Sciarra con 5oc
ca 600 cavalli e si venne a battaglia, iu de'suoi, tutta gente intrepida, avvezza al
cui ben 100 di que' malvagi furono ucci- le fatiche ed alle schioppettate, prese ser-

si o presi ; gli altri col favore della notte vizio colla repubblica di Venezia ci

si posero in salvo. Prosiegue il Muratori guerreggiava gli uscocchi e si armava cor

a narrare all' anno 1 5q i . In questo più tro i turchi. Ciò saputosi da Clemente
che mai infierirono banditi in Campa-i Vili, virilmente e con minacele intimò;
gna di Roma e in Romagna. Gregorio veneti di consegnargli i capi di que' ms
XIV mosse Alfonso li duca di Ferrara snadieri, nò si placò per l'apposito amba
a purgare la Romagna da'masnadieri, e sciatore che gli spedì la repubblica. I3i

pienamente vi riuscì. Nel Cesenatico restò sognò contentare Papa. Sciarra fu pc


il

anche preso il Piccolomini, e condotto a ucciso e la sua gente mandata in Candis


Firenze trovò il fine che meritava (cioè a combattere colla pesle,dove parte mai
fudecapilato,e suo feudo di Monte Mar-
il co di vita, e il resto si dissipò. Termina
ciano il Papa lo diede al proprio nipoteEr- il Muratori con dire: laonde fu credule
cole Sfondiati, come narrai a 'suoi luoghi, ma vanamente, che avesse avuto fine le
avendone riparlalo nel voi. LXXXV11I, tragedia de' banditi. Dappoiché riporti

p. 2o3).Non passarono giù con egual fe- all'aimo 5g5t che ueppur iu esso andò
1 (
VEL VEL n7
sente la Campagna di Roma da'banditi, no innocente che giovevole il bramato ta-

specialmente verso Anagni e Prosinone, glio delle sue selve, che mirabilmente ve-
dove commisero orrendi misfatti. Con- stono d'ogni intorno la deliziosa e ame-
tro di loro Clemente Vili spedi alcune na regione Pometina, racchiuse in quel
compagnie di cavalli, e altrettanto fece il dilettevole tratto tra le volsche Anzio
re di Napoli contro quelli che infestava- o Porto d' Anzio (V.) e Monte Circello
no il regno. Grandi lamenti erano per o s. Felice, ed Ostia Tiberina, tanto te-
quella iniqua gente, che ogni giorno sva- muto e contrastato, colla presunzione,
ligiava viandanti e corrieri, e talvolta le- che le stesse foreste chiudano l'ingresso a'
vava loro Fecero prigioni Giam-
la vita. venti scirocchi e australi, che corseggia-
battista Conti nobile romano, ed Ales- no per le Paludi Pontine, e in un tempo
sandro Mantica, e poscia l'arcivescovo di stessoservono di riparo a' popoli vicini,
Taranto e il vescovo di Castellaneta, a' non che a Roma, per sottrarli dalle loro
quali imposero grosse taglie. Fin qui il A rilevare ogni timore dall'a-
infestazioni.
M tiratoi i,che fedelmente riprodussi. I ve- nimo preoccupato da private passioni, e
li terni nel 702 d'ordine di Clemente XI
r per dar luce alla supposta difficoltà, il Ric-
guarnirono la rocca, per quanto dirò a chi divise in tre punti il suo Discorso.
suo luogo. Ora conviene fare menzione Neli.° volle dimostrare che le selve di
del Discorso di AntonioRicchi, fatto dal Cisterna e Sermoneta sono fuori della li-
1
medesimo a compiacenza di mg. Uhi- nea, per cui soffiano onde è
t scirocchi,
striss. Crispoldi deputato dalla Santità che non ponno attraversare loro il cam-
di X. S. Clemente XI, nell'accesso che mino. Nel 2«° sostenne che quantunque
fece in Cori Vanno 1714 P er riconosce- fossero le selve intersecate dalla linea na-
re le difficoltà insorte sopra il taglio turale de' venti temuti, sono in situazione
delle famose .ve/ce di Cisterna e Sermo- sì depressa che non ponno riparare i luo-
neta. Esso si legge nel suo Teatro degli ghi oltrepassati, e specialmente quelle ter-
uomini illustri de' Volsci, a p. 83, colla re e città convicine che sono fondate in
carta topografica delle medesime selve. Il sito più alto. Nel 3.°dichiarò che le rino-
duca ili Sermoneta Michelangelo Cae-
il. mate selve Cadane, ancorché si oppones-

tani a quell'epoca si proponeva far esegui- sero direttamente a'venti nocevoli e fos-
re tale taglio; il che in molti ingerì timo- sero poste in luogo elevato, nondimeno
re della rovina de'popoli circonvicini e di sarebbe desiderabile il loro taglio, noti
Roma, sul supposto che la folta e gigan- recando alcuna utilità, ed essendo di mol-
tesca turba di tante piante sia un forte ri- to danno, per rendere doppia umidità
paro quivi situato dalla natura, per chiu- e paragonabili a grandi Paludi. Conclu-
dere il passo a'venti perniciosi in questa de, apparire dalle carte geografiche, che
parta d'Italia. Anche il taglio di qualun- tutta laspiaggia romana da Ostia a Cir-
que istmo fece temere il sommergimen- cello dimostra apertamente che lo sci-
to de'popoli e delle città confinanti, fin- rocco soffia dal Circello verso 1' Isola sa-
ché dimostrò il contrario Luigi XIV re gra del Tevere, e in conseguenza dal
di Francia,che in qne'tempi senza peri- golfo di Terracina verso Valle Decimo,
colo e con somma utilità del commercio e da Valle Corsa alla volta di Roma. E
aprì in mezzo al suo regno un profondo che per verificare che le selve sieno di
e lungo canale, unendo così l'Oceano al ostacolo a' scirocchi e arrestino il loro
Mediterraneo, da'quali mari sono bagna- corso verso Roma, converrebbe traspor-
te le spiagge del medesimo regno. Ad i- tare quelle dalle loro australi pianure al-
mitazione del re, potere il duca di Ser- l' altezza de' monti di Cori, Norma, Car-
moneta provare al Papa essere non me- piueto e Valle Corsa, dalle cui costiere

fó&s&morvfc &wlwp f
118 VEL VEL
\iene facilmente rintuzzata la loro sor- passeggeri. Adunque quanto è deside-
gente che per di là va corseggiando, or- rabile che le pubbliche vie sieno forni-
dinata dalla natura a seguir la propria te di alberi in un giusto intervallo dispo-
linea terminante a Maestro, quale è il sti, sì per la vaghezza ed ornamento, si

punto a'seirocchi opposto, come si vede per fortificare sponde delle strade me-
le

nella sfera delineata de' più noti venti. desime, sì anche per somministrare om-
Il non ebbe luogo, ma
taglio in discorso bra, o altri usi occorrenti al viandante;
spesso si sono tagliati alberi da costru- altrettanto è da bramarsi che i boschi si

zione, e secondo 1' uso e continuamente tengano lungi dalle pubbliche strade al-
si fanno tagli di legna per fuoco e carbo- meno mezzo miglio da am be le parti. Una
ne, essendo le selve divise in 12 quarti legge di tal sorte, che volesse promulgarsi
da d'anni 12. Dell'u-
tagliarsi nel corso per sollievo dell'umanità e per facilitare
tilità de' boschi e de' monti a riparo de' sempre più il commercio, incontrerà sen-
venti nocivi, feci parola ne' voi. LV11I, za dubbio I' ostacolo trionfante dell' in-
p. 220, LXXX, p. 65 e altrove; ed il
1 teresse dique'proprietari,che possedendo
Cancellieri ne parla nella Lettera sull'a- macchie entro tal vicin»nza,solhirebbero
ria di Roma, a p. 88 e 3 1 2, riportando mal volentieri di doverle recidere. Ma la

alcuni autori sui boschi e sul taglio del- vita dell' uomo, non che il pubblico bene
le macchie, fra'quali Giuseppe Cappucci- merita pure il sacrificio di qualche priva-
ni : Risposta al ragionamento di mg* to interesse, interesse peraltro che si può
Lamberlini (poi Benedetto XIV) sopra in molti modi compensare. Se si fosse ne*
il taglio delle macchie d+Scrmoneta e passati secoli usata una tal cautela, quan-
Cisterna ,Pa]eslv\na nella stamperia Bar- te rapine, quante stragi, quante mannaie
berina 1 7 1 5. Ricorda ancora l'editto del si sarebbero risparmiate! In mezzo per
cardinal camerlengo del 1626, di proi- altro alla molteplicità delle gravi cure
bizione del taglio d' alberi d' olmo per de' pubblici affari non è sfuggito questo
lo stalo ecclesiastico, Nettuno, Terrari- oggetto alla veduta dell'Eni. cardinal
na e Conca, e di tutti gli altri per la co- Consalvi segretario di stato : con mia
r
struzione di edifìzi e di vascelli. Mg, Ni- somma consolazione ho veduto in questi
colai nelle Memorie sulle Campagne di giorni emanare un ordine analogo alle
a
Roma, ivi i8o3, tratta nella par. 3. , p. mie idee, cioè che per un tratto della via
252: Della necessità e utilità de' boschi Flaminia da Nepi a Borghetto si taglias-
per impedire l'influenza de' venti austra- sero dalle racidi i boschi adiacenti alla
li nell'Agro Romano, che essendo mal- strada per un tratto entro le campagne
sani e portatori di miasmi delle paludi laterali per un mezzo miglio, essendovi
poste a mezzogiorno dell'Agro stesso, so- colà accaduti replicati assassinii. Speria-
no una delle cause di sua insalubrità. A mo un simile prudentissimo provvedi-
p. 276 discorre come si debba regolare mento presso alle altre strade,special men-
il loro taglio, delle leggi pontificie per fre- te nella via Appia adiacente a Cisterna per
nare l'abuso de'lagli ; ed a p. 280 della sradicare il rifugio ed asilo de'crassatori
cautela di tenere sgombri da'boschi i ter- Di recente il eh. Fabio Gori di Subiacc
reni in vicinanza delle strade, imperocché nella descrizione della Gita da Roma
osserva: »\ boschi sono gli ordinari ricetti Porto d'Anzio, a Nettuno e ad Asturc
degli assassini, ovunque i boschi si tro- riferisce a p. 34. » Strabene poi dice
vino in vicinanza delle pubbliche strade. ratica la stazione di Astura, non eia
In niun luogo possono costoro più como- perchè vi stessero legni de' pirati, mi
i

damente nascondersi, che tra le macchie, bensì i legni de' romani contro i pi rat

per insidiare e sorprendere gì' infelici che aveauo ogni agio di anuidarsi nelle
VCL V E L 119
macchie Nettuno e Sermoneta, mac-
di beri. Riprendendo il filo cronologico di

chie nelle quali sempre sonosi rifuggiti questi cenni sopra Sermoneta, dirò che

i Nid ri. In tal modo io vado a spiegare Benedetto XIII avendo ritenuto nel pon-
un altro passo diStrabone affermante che tificalo la sua chiesa arcivescovile di Be-
iromani sforzavano gli anzia ti ad ab- nevento, si recò due volte a visitarla nel
bandonar lo studio dalla pirateria ". I 1727 e nel 1729, onorando di sua pre-
r
voti di mg. Nicolai furono esauditi. Nar- senza questo territorio ed altri delle pro-
rai nel voi. XX VII, p. 266, gli analoghi vincie di Marittima e Campagna. Leg-
ordini del governo. Nel 1816 prescrisse go ne' Diari di Roma del 1727, che ri-
il taglio delle macchie per la distanza di tornando da Benevento, da per tulio fe-
100 canne d'ambo i lati della strada in steggiato e trattato magnificamente, per
molli luoghi di Marittima e Campagna; e Ceprano, Frosinone, Prossedi, ove pure
perSonniuo ordinò, che fosse interamen- celebrò la messa nella collegiata, giunse
te recisa la vasta macchia di Margazza- aSezze, e da dove martedì 27 maggio ad
no, ed altresì chiudendo e riempiendo ore 9 e mezza s'incamminò per Sermo-
tutte le caverne e grotte che vi si trova- neta. Ne' confini di questo stato e alla
vano. Nel 1818 ingiunse per la pubblica porla che la distingue, le cui mura era-

sicurezza delle strade nellaMarittima e no "ricoperte d'arazzi e sovrastate dallo

Campagna, lo smacchiamento in altri stemma pontificio, il castello di Sermo-


luòghi. Quanto alla diminuita macchia neta salutò con salva reale dell'artiglie-
di Cisterna, lo dissi in quel paragrafo rie l'ingresso del Papa in Sermoneta. Il
r
col Marocco. Inoltre mg. Nicolai a p. duca di essa ti. Michel Angelo Caetani,
472 riporta gli scrittori delle materie de' coll'accoropagnamento di gentiluomini
boschi. Dipoi nell'opera: Sulla presiden- e soldati si presentò a Benedetto XIII, ed
za delle strade ed acque, t. 2, cap. 1 5, in bacile d'argento gli olfiì le chiavi di
Sulla piantagione degli alberi, ragiona Sermoneta, che toccate dal Papa, dopo
dellagran cura ch'ebbero gli antichi ro- brevi parole le restituì al duca. Ferma-

mani, onde Roma fosse circondata da pa- tosialquanto inSermonela e ripreso suo i I

recchi boschi, sia per garantirla da' venti viaggio, dopo 3 miglia il Papa trovò nuo-
australi e marini perniciosi, sia per mi- vamente il duca Caetani, col residuo della
gliorar l'aria assorbendo il gas acido car- soldatesca squadronatagli bandiera spie-
bonico e sviluppando l'ossigeno, sia per gata e tamburo battente. Il duca si umiliò
apprestare grati asili contro l'ardore del al Papa, il quale compartì la benedizione
sole; e perchè fossero inviolati, alla seve- a' sermonetani ivi calali da questa loro

rità del le le£»j»i unirono la riverenza della terra. In Cisterna poi altro feudo del du-
religione. Dice aver egli, d'ordine di Pio ca, aggiungerò al riferito in quell'artico-
VI, quando le pianure Pontine emersero lo e come promisi nel suo paragrafo di
dall'acque, fatto piantare più. di 60,000 questo, che tra lo sparo de' mortali e le
alberi, parie a' due Appia
lati della via vie tutte parate d'arazzi, Benedetto XII [
da Tor Tre Ponti a Terracina, e parte si recò alla collegiata, ove ascollata la
sui bordi de'fiumi in tal guisa sorge un
: messa, ammise quindi al bacio del piede
gran bosco, dove per lo passato stagna- d. Costanza unica duca, la qua-
figlia del
vano l'acque, con sensibile miglioramen- le implorò e ottenne l'indulgenza per
to di quell'aria per l'innanzi cotanto per- suffragio dell'anima della duchessa ma-
niciosa. I Papi meritano gran lode per dre defunta, e che in qualunque altare
aver posto ogni cura non solo nella con- ove si celebrasse per la medesima fosse
servazione de' boschi esistenti, ma anco- privilegiato. Salita indi Sua Santità uel
ra uel moltiplicar la piantagione degli al- palazzo baronale, ricca meu te e uobihnen-
i2o VEL VEL
« le addobbato, vi pranzò, come fece tutto pi non si fosse ottenuto altro che l'accre-
il suo seguito iu altre tavole., imbandite scimento delle Paludi, le quali con inon-
di copiosissime vivande di grasso e di i/ia- dazioni molto più. ampie aveano alle vi-

gro. Posciail Papa dalla loggia benedisse cine popolazioni cagionato una maggio-
tutto il popolo,tranuovesalvedimortari, re rovina. Allora meditando in cuor suo
presentandogli d. Costanza in iscatola co- disegni anche più magnifici, poiché avea
perta di velluto rosso guarnito d'oro, un veduto che la strada presso il monastero
quadretto di ricamo esprimente s. Gen- di Fossa Nuova, giacente prima alle ri-
naro, con bellissima cornice d'argento a- ve dell'Amaseno nel piano, era frequen-
rabescata. Dopo di che Benedetto Vili temente esposta a restar soli' acqua; la
seguitò il suo viaggio per Velletri. Nel costrusse su per le colline ad onta di lo-
1729 Benedetto XI li tornò a Beneven- ro asprezza, iu luoghi più elevali per si-

to, pernottando a' 28 marzo in Cister- curezza e comodo pubblico, e di buoni


na da' religiosi riformati, colla sua fami- ponti la munì nel 1727, come rilevasi
gli cenando nel refettorio e da uno di es- dalla lapide che ivi fu eretta per memo-
sa fece leggere durante la tavola, secon- ria. Non mollo dopo prese la risoluzio-
do il suo metodo. 11 duca Catta ni fece ned'asciugare interamente lePaludi Pou-
ogni dimostrazione d'ossequio al Papa, tine; ma sbigottito dall'esito infelice de*
ed alloggiò il suo seguilo nel proprio pa- tentativi d'altri, per non incorrere nella
lazzo.Nella mattina seguente ilPapa parti stessa disgrazia, volle sapere se era riu-
a ore 2 e mezza perSermoneta,ove il du-
1 scibile, da' periti geometri Berlaglia e
ca lo trattò magnificamente a pranzo, do- Bamberti; i quali perciò visitate le Palu-
po a ver ascoltato la messa nella collegiata, di Pontine, nel 1729 dichiararono pos-
ripetendo le dimostrazioni praticate l'ai» sibile l'impresa e i mezzi per eseguirla;
li a volta allo stesso Benedetto XIII, che ma seguente 1730 il Pontefice pas-
nel
nella sera giunse a Piperno. Nel ritorno sò a miglior vita. Ho voluto riportare
da Benevento, partì da Terracina il mer- col Nicolai questo cenno, per aggiungere
coledì i.° giugno, facendo col suo nume- col cardinal Corradini, che con sommo
roso corteggio la strada pel fiume in 3 calore avea promosso l'ardua impresa, l'e-
feluche, e mangiando all'osteria delle Ca • stensione del paese in quell'epoca occu-
se Nove, accompagnato fino a Cisterna pato dalla Palude, siccome riguardante
dal duca Caetani, il quale in Sermoneta pure Sermoneta e il presente articolo,
lo trattò di magnifico rinfresco, pranzan- « La Palude ora comincia da Terracina,
do il Papa da' riformati al solito di ma- e giace sotto la città e le murasi dilfoude
gro, poiché non voleva cibarsi di grasso pe'luoghi marittimi quasi fino ad Anzio,
ne' mercoledì. Indi continuò il suo viag- e in tal maniera copre i territori] di Ter-
gio per Velletri e Albano, onde restituirsi racina, di Circello, di Astura, e porzione
a Roma, dopo aver ascoltato la messa di quel di Anzio; nella parte mediterra-
nella chiesa di s. Marzio in Castel Gin- nea s' ingoia un' ottima porzione delle
netti,feudo de' Lancellotti. Benedetto pianure di Sermoneta, di Cisterna e di
XIII in questi due viaggi a Benevento, Castel s. Donato, e migliori siti del ter-
i

concepì il desiderio di compiere l'opera ritorio Sezzese e Piperuese, e così si e-


grandiosa del diseccamento delle Palu- stende da Terracina fino al Foro Appio,
di Pontine, tante volle inutilmente ten- e quindi tranne un intervallo lungo 4
tala; commosso uel vedere il miserabile miglia e largo 3 fino al fiume, si riman-
aspetto d'un vaslo paese un tempo ferti- gono paludosi quasi tutti quanti piani i

lissimo, provò un vivo dolore che dalle che restano fra le vicine montagne di Ser-
tante spese e fatiche de' precedenti tem- moueta e il mare tale è la lunghezza di
;
V EL VEL lai
questa Palude ne' ter ri tori di Sermoneta
i protestando essersi perduta la memoria
e di Sezze". Benedetto XI V impedì mag- de' vetusti volsci che la resero chiara per
giori danni nel corso de' fiumi; Clemen- valore e magnifica per monumenti. Co-
te XIII si bonificamento del*
propose il mincia a celebrare Giovanna o Giovau-
le Paludi Pontine, fece alcune determi- nella Caelaui madre del gran Papa Pao-
nazioni preliminari, e poi desistè dall'im- lo III [V.). II cardinal Nicolò Gaelani,
presa, che Dio avea riservala a gloria di figlio diCamillo IV duca di Sermoneta
Pio VI, il quale l'eseguì a conto della ca- e di Flaminia Savelli, nipote cugino di
mera Questo Papa, ad esem-
apostolica. Paolo III, che di 2 anni l'elevò alla por-
1

pio di Sisto V, cominciò nella primave- pora, detto il Cardinal di Sermoneta,


ra del 1780 a recarsi di persona a Ter- riportando l'epitaffio del suo sepolcro esi-

racina (/ *.),e per diversi anni nella stes- stente nel santuario di Loreto, dove fa
sa stagione vi ritornò, per sorvegliare e trasferitoil suo corpo dalla chiesa di s. Ma-

incoraggiare i progredienti lavori della ria del Popolo o da quella di s. Eustachio


bonificazione Pontina, accuratamente de- già altra sua diaconia. Vi nacque il cardi-
r
da mg. Nicolai, insieme a'grandi
scritti nalEurieoGrte tatti l'8 agosto 55o da Ca- 1

vantaggi riportati, non meno che alle ca- terina PiaedaBouifacioducadi Sermone-
gioni per cui la lavorazione restò imper- la. Leonardo monaco cisterciensediFossa-
fetta, e de' lavori da farsi ; ed altresì alla nuova, vescovo Giovenazzo nel 12j3
di
ripi istinata viaAppia,che nel tratto della e amministratore di Bari. Giordano ca-
Palude questa avea sommerso, come del- nonico della collegiata di s. Maria di Car-
lo stabilimento di sue poste per pubblico mineta diocesi di Terracina, vescovo di
comodo medesima. In Terracina
nella Venafro e sulfraganeo di Capua, fatto da
riceveva dal vescovo e capitolo d'Ana- Bonifacio Vili nel 1299. Docibiie arci-
gni il canone, come lo chiama il Nicolai, prete di Sermoneta (o di detta collegia-
che devesi ornile al Papa ogni volta die ta), che tale Papa die al precedente in

dimora in qualche luogo della provincia successore alla chiesa di Venafro. Giovan-
di Marittima e Campagna, per quanto ni Bucci abbate della collegiata di s. Mi-
gode e concessogli da Bonifacio Vili. In chele Arcangelo, da Sisto IV creato ve-
tutti gli anni che ciò si praticò da Pio scovo di Veroli. Annibale de Paolis di-
VI, per l'antica via di Castel Ginnetti, a chiaralo da s. Pio V canonico Vaticano,
Piedimonle, antica posta di Sermoneta, da Sisto V suo maestro di camera, indi
gli faceva omaggio co'suoi soldati il vice- vescovo di Cervia e sulfraganeo di Ra-
castellano di Sermoneta del duca Caeta- venna, edificò da' fondamenti la chiesa
ni, ordinando il saluto dello sparo di 1 o 1 di s. Maria delle Grazie, la cui famiglia
colpi de' cannoni della fortezza, anche si trasfuse in quella de' Collavaghi, dalla
nel ritorno a Roma. Le particolarità de- quale fiorì il valente medico Ferdinando,
gli omaggi ordinati dal duca di Sermo- che visse nella corte dell'imperatore Car-
neta ne' passaggi di Pio VI, che costu- lo VI. Francesco Valerio esimio dottore
mava fermarsi a Tor Tre Ponti, si pon- di leggi,governatore di Tivoli e castellino
ilo leggere ne' Diari di Roma. Anche della fortezza. Altri egregi giureconsulti
Sermoneta si pregia de' suoi illustri cit- furono Flaminio Paulanelli e Pietro Gi-
tadini, massime fioriti nelle lettere, nella Flaminio Americi annoverato nell'or-
gli.

giurisprudenza, nella poesia, nella medi- dine senatorio in virtù della cittadiuauz.i
cina e in altre scienze, come rileva Rac- romana, e militò qual capitano volontà-
T
chi nella Reggia de' f olsei t e meglio nel nò nel 1 57 1 contro i turchi, sotto il co-
Teatro degli uomini illustri de' P'olsci, mando d'Onorato Caetani duca di Ser-
cap. 20, Soggetti illustri di Scrr/ioneta, moneta. Fi'. Girolamo Burduui minore
tu VEL VEL
osservante.dolto autore d'opere. Pasqua- siamo debitori, come notai nel voi. VI,
ie Toscani rinomato medico in Roma, p. 218, di Antonio Cavallucci nato in
dichiarato da Libano Vili suo principa- Sermoneta nel 1752, perchè da fanciul-
le medico, la cui discendenza passò in lo disegnava arabeschi e figure sui muri.
quella illustre de'Galli. L'antica famiglia Laonde lo fece venire in Roma, gli fece

Razza vanta valorosi guerrieri. Giacomo apprendere la pittura, e riuscì eccellente

Venonza risplendelte nella corte del ce- nel colorito, nel merito avvicinandosi al
lebre Scanderberg principe d' Albania, Mattoni contemporaneo. Tra le belle sue
qual segretario. Questo uffizio funse Gi- opere, nella chiesa de' ss. Silvestro e Mar-
rolamo Cordoni colla repubblica di Ge- tino a' Monti esistono i quadri a olio di
nova. Fabrizio Caroso celebre maestro g. Vergine che dà l'abito
Elia, della B.
di ballo d'imperatrici, regine e principes- a s. Simone Stock, l'Anime del Purga-
se, lodato co' versi di Tasso, e autore del- Iorio, e s. Giovanni che battezza Cristo:
la rara opera: ti Ballerino di Fabrizio nella volta della tribuna eseguì le pittu-
Caroso di Semionda, Venetia 600, i ri- re a fresco con bella maniera e buon di-
stampato col l\lo\oNobillà di dame e con segno. In tale chiesa fu sepolto nel 1 7g5
molte figure nel 160 5, Girolamo Sicio- e il suo illustre mecenate gli eresse una
lante valoroso pittore (a fresco e a olio), lapide in marmo. L'ultima sua opera fu
discepolo del celebre Pierin delVaga (Ma- Veneree Ascanio, collocata nel palazzo
rocco lo dice discepolo di RalFaello: sem- Sforza-Cesarini. A Pisa, a Loreto, a Ca-
bra meglio ri tenere, che s'impadronì del- tania sono suoi quadri. Le nominate o-
la maniera di quello ; sempre operando pereottennero celebrità. Afferma Maroc-
sul fare Raffaellescocon giudizio di di- co, che in Sermoneta da' suoi eredi si
segno e buone invenzioni, ne fu lodato i- conservano due belli quadri eprimenti
initatore.il maestro fu discepolo di Raf- uno la Carità, l'altro lo Sposalizio di s.

faello, e questi mori nel 1 5no), il cui esi- Caterina, medesimo celebra l'altro il-
il

mio pennello eguagliò: in Roma dipinse lustre sermonetano Giacomo Impaccien-


nella sala Regia del Vaticano, nella ba- ti giureconsulto, assessore di Frosinone
silica Lateranense, nella chiesa di s. Ma- e luogotenente del tribunale del governo
ria della Pace Maria dell' Anima,
(di s. di Roma, da Gregorio XVI per la sua
dello Spirito Santo,di s. Maria Maggiore, fedeltà, perizia, prudenza e valore nel
ed in s. Bartolomeo d'Ancona), nell'ul- 1 83 1 fatto pro-delegato di Rieti, Spole-
timo torrione di Castel s. Angelo, ne' pa- to e Perugia, rapito da immatura mor-
lazzi Farnese e Caetani; a Semionda di- te in detto anno, compianto per le sue
pinse nelle chiese di s. Stefano de' rifor- virtù.Trovo un'elegante iscrizione a suo
r
mati, di s. Bernardo, di s. Giuseppe, del- onore scritta da mg. Laureani a p. 183
ia ss. Vergine del Fossato fuori le mura delle sue Orationes, Carmina, et In-
di Sermoneta; in Cisterna negli tf[) par la- scriptiones,Romae 855. Dell'antichis- 1

menti del palazzo Caetani, e nella chiesa sima enobilissima famiglia Caetani, non
di s. Antonio abbate de' riformati. Suo solamente ragionai in quell'articolo (ove
degno figlio fu Tullio, che nella pittura col Novaes dissi che Corrado Caetani zio
forse l'avrebbe superalo, morto neh 573 di Gelasio II sposò Costanza figlia di Fe-
di 20 anni, e sepolto in s, Loreuzo in Da- derico II imperatore, avendo io corretto
maso di Roma, ove il genitore gli pose il numero di IH, e sorella di Manfredi re
onorifica iscrizione marmorea, riprodot- di Napoli; ora però avverto che mi sem-
ta dal Ricchi. Al dotto duca d. France- bra anacronismo), ma ne' moltissimi che
sco Caetani, protettore de' letterati e de- la riguardano, notando nel voi. LVIII,
gli artisti, che celebrai iu tanti luoghi, p. 378, che uè' bassi tempi in Roma eh-
VEL VEL 123

Le per rocca la Torre (F.) delle Mili- Campania. Da quanto riporta facilmente
siiburbano la celebre Sepoltu-
zie, e nel s'intende, che Frosinone nel secolo XIII

ra (V.) di Cecilia Metella, avendo an- e anche prima, era la capitale o reggia

cora abitazione Tiberina. Il


nell' Isola della Campania, risiedendovi i duchi
r
Palazzo Gaetani o Caserta (T .) colla Caetani nella loro qualità di duchi della
-villa sul monte Esquilino, dall'odierno stessa Campania e dipendenti dalla s. Se-
duca fu alienato a favore de' Rcdentori- de. Frosinone fu già sede vescovile, co-

sti, i quali lo ridussero a casa generali- me pure lo fu Trevi (F.)de\\n stessa pro-

zia e noviziato, e vi hanno fabbricato pro- vincia. Dice Marocco.il territorio di Ser-
pinqua chiesa dedicata al ss. Redentore moneta è feracissimo, producendo ogni
e iti onore del loro fondatore s. Alfonso sorta di cereali e frutta, ed all'intorno
de Liguori, tutto avendo descritto nel ha molte piscine, che oltre di produrre
voi. LXXX, p. 57. L'altro palazzo Cne- un'infinità di rane e pesci, danno ezian-
tani è l'antico Palazzo Mattei (F.).Ba dio moltissime mignatte, delle quali i po-
Caetani era il sontuoso Palazzo Ruspo- polani fanno commercio co' fiorentini e

li(V.) al Corso, venduto ad essi per genovesi che appositamente vi si recano


7.5,000 scudi, e tuttora la contrada d'u- ad acquistarle. Alle falde del monte su
no de' lati ossia la piazzetta al principia cui giace Sermoneta, sorgono acque mi-
di via Condotti, senza che sia scritto nel- nerali di molto giovamento per diversi

le civiche indicazioni delle strade, vol- malori. Una di acqua zolfo rea detta Puz-
garmentesi suole chiamare Gaetaiv.Nel za pel suo odore nauseante, prodotto dal-
citato articolo Caetani parlai di altri lo- lo sviluppo del gas idrogeno zolforato, si

ro palazzi in Roma, come del venduto usa con molto vantaggio nelle malattie
a s. Maria in Posterula a' Celestini (F.), cutanee. Essa ha varie sorgenti,delle qua»
e siccome è vicino il vicolo Gaetana, dal- li una è veemente. Altra acqua sorge sul
la vicinanza di tal palazzo crede proba- principio delle tenuta Tufette del prin-
bile il cav. Ruflìni, nel Dizionario delle cipe Massimo. Essa è marziale, predomi-
strade e vicoli di Roma, gli sia deriva- nando la parte ferrea, e giova all'ostru-
to il nome. De' titoli illustri e de' feudi zione di milza, male frequente tra' ser-
e signorie de' Caetani, oltre i sunnomi- monetani. Si osserva nel piano della cam-
nati, parlai negli articoli relativi o ne* pagna, da un lato della strada di Norma,
loro propri, come principi di Teano (F,), un piccolo laghetto di forma rotonda, e
duchi di Caserta (/'.) ec. De' Papi Ge- di circa mezzo nibbio di terreno, chia-
lasio IT e Bonifacio FUI, e de' cardi- mandosi precisamente la contrada ove
nali Caetani o Gaetani, non solamente giace il Frecciale. Si giudica derivato da
ragionai alle loro biografìe, ma in tutti un avvallamento di terreno, ed ivi esister
i hanno relazio-
moltissimi luoghi che vi doveva qualche rimarchevole edificio,per-
ne; e di Pio Farulli abbiamo la Crono- chè si rinvennero diversi frantumi mar-
logia della famiglia Gaetani di Pisa, morei, un capitello di marmo bianco,
Lucca 1723. Delle antiche e numerose qualche avanzo d'opera laterizia, varie
signorie de' Caetani ne riporta l'elenco tegole di terra cotta di diversa forma di
il Ricchi nella Reggia de' Folscia p,5o. due piedi e un 6.°aventi due labbri al-
Il cav. De Mattheis nel Saggio istorieo l'estremità, il che usa vasi per render più
di Prosinone sua patria, dice a p. 77, solide le fabbriche e per dare loro bel-
che Prosinone distinguendosi nel secolo la comparsa. Si scoprirono pure diverse
XII tra' paesi della Campania Romana, nicchie con entro ossa umane, forse sepol-
era il luogo principale della provincia creto di qualche famiglia illustre. Riferi-
goveruota da' baioni Caetani cuuli dulia sce Caliudrijche nel monte vi è un abis»
i?4 VEL V E L
so o cratere detto il Pozzo dell'Osa, ed lato con maestria e commesso con eccel-
in altra parte del territorio sono 3 ta- lenza d'arte. La porta per cui si entra ve-
berne sotterranee, o famose grotte, le nendo «la Roma non è l'antica, la quale
une maestosamente fabbricate a volto so- trovasi interrata in una cantina dell'avv.
pra le altre. Pozzi, dove ancora si osserva il voltone e
Governo di Valmontone. l'arco ch'esser dovea di fronte alla pub-
Valmonlone. Città e comune della dio- blica viache conduceva al palazzo baro-
cesi di Segni, residenza del governatore, nale. Aggiunge pure Marocco, che il ma-
con territorio in piano e in colle e molti teriale col quale furono fabbricate molte
fabbricati,distante circa it\ miglia da Ro- abitazioni, è comune opinione fosse tra-
ma,! 4 da Cori, e 5 per la via diretta da sportalo dalle rovine dell'antichissima
Palestrina, con 8275 abitanti secondo la città di Labico, molte iscrizioni marmo-
Statistica del 853. Giace isolata in istret-
1 ree della quale e trovate nel 1789 negli
ta valle riparala da basse colline, sopra scavi della tenuta detta la Cavalla, ubi-
un colle di lufa vulcanico dirupato, me- cazione a cui non si accorda che ivi sor-
no pc luoghi fatti più agiati per gli acces- gesse, si collocarono nell'atrio del palaz-
si , dirimpetto a Monte Fortino lungi 3 zo baronale, e le riporta in uno alle mo-
miglia a levante avendo Segni e Gavi-
, derne della collegiata e dell'oratorio. Le
gn ano, sulla via proviocialeecorriera Ca- vie interne sono regolari, selciate e assai
silina, corrispondente nella 1/ parte al- comode, fiancheggiate in generale da buo-
l'aulica Labicana, e dopo Lugnano alla ni fabbricati, tranne quelli presso porta
Latina. In lontananza la città ba una cer- Romana abitali da'coltivatori de'campi.
ta somiglianza colla veduta della Riccia, Osserva Nibby, che entrando nella città
tanto per la verdura delle boscaglie cbe quadri-
di antico rimarcatisi molti massi
l'attorniano, come per la cupola della col- lateri di tufa locale, avanzi dell'antiche
legiata cbe lasormonta. La sua pianta mura, impiegati nelle costruzioni moder-
ridncesi a un'ellissi irregolare, ed è cin- ne ed alcuni sembrano al posto loro,
,

ta ili mura munite di torri quadrango- qualche vestigio d'opera reticolata, ed un


lari, opere de'bassi tempi, in parte sman- sarcofago del tempo di Settimio Severo
tellate e in parte ridotte a case ed altri ridotto a fontana pubblica, sul quale so-
usi moderni, come apprendo da Nibby. no espressi a bassorilievo 3 Genii che reg-
Ritiene Marocco, cbe da valle e da mon- gono encarpi o festoni. Le case le reputa
te pub esser derivata la denominazione di generalmente d'opera saracinesca e ricor-
Valmonlone, essendo circondata da una dano il XI secolo. Si direbbe che in gran
1 1

breve vallata e situata sull'eminenza cbe parte fu riedificata dopo che ne fu inve-
alcuni dicono essersi chiamala Montone. stito Riccardo Conti. L'attuale magnifi-
Dice già le sue mura solide e costruite co e grande palazzo baronale, al riferire

con diligenza, ed i frequenti torrioni mu- del p. Casimiro da Roma, Memorie del-
tilati disposti con buon modo di militare le cliiese e conventi de'frati minori del-
architettura. Leabitazioni appartengono la provincia romana, fu cominciato a
a diverse epoche, alcune tendenti al gu- fabbricare verso ÌI1662 dal principe Ca-
sto gotico, altre meno antiche hanno bal- millo Pam phi lj
nipote d'Innocenzo X, nel
coni di tufo o pietra nera formati a cro- sito più eminente e nel miglior clima (poi-
ce che in 4 parti dividono le finestre, ché essendo la città edificata sul tufa,
molte case hanno 1' ingresso ad angolo questo produce alquanto umido, secondo
ottuso o arco acuto, come ne'luoghi del- Marocco),e con moltissima diligenza d'ar-
l'epoca de* guelfi e ghibellini; ed alcune te disegnato, con fascie e abbellimenti e-

fabbriche sono formale di tufo, scalpel- slerni di peperino e di pietra tiburtina.


VEL V E L i*5
La facciata principale è rivolta alla piaz- no le accresce lustro, ed è lodevolmen-

za maggiore, d'onde verso mezzodì s' a- te ufficialaquotidianamente dal capitolo


pre una veduta bellissima e vasta: I' oc- nel suo coro di 17 stalli. Urbano Vili e-

chio rapidamente percorre il trailo limi- resse in collegiata la precedente, con bre-
tato dalle punte dell'Algido e da quelle ve de'i5 marzo) 638, grado che venne
del Lepino, presentasi da lungi verso oc- trasfuso all'attuale, istituendo l'unica e
cidente Rocca Priora, e avanzandosi ver- principale dignità dell'ai cipretalo. Allo-
so mezzodì si riconosce il monte Artemi- ra il capitolo si componeva di 7 canoni-

sio e l'Algido, e spalancasi la valle e Pa- ci, poi aumentali a gè due chierici, ed ora
lude Pontina: di fronte presentasi la ca- lo è di io canonici compresa la dignità
tena del Lepino e solto di quella Mon- dell'arciprete; gli altri benefizi non facen-
te Fortiuo, e di fianco verso oriente Ga- do corpo col capitolo. Marocco che de-
vignano. L'ampie e alte sale, e i diversi scrive i quadri, dice il s. Francesco del p.

apparlameuli dipinti egregiamente con Pozzi e ne rileva i singolari pregi , al cui

favole mitologiche, merilano vedersi. Yi altare si venera pures. Filomena ben di-
si giunge per due vie; la più bella comin- pinta dal Quattrocchi. Il superbo quadro

cia dalla piazza, l'altra dalla porla Huma- di Benedettolo giudicadel Ferri. due
s. I

na, rimanendo da un lato 1' imponente quadri del Salvatore, e della B. Vergine
fabbricato delle stalle. Propinquo al son- coldivin Figlio sono del Conca. Nella sa-
tuoso edifizio, che può dirsi il più super- grestia si ammira in tavola immagine 1'

bo de'dintorni, everso l'angolo orienta- della Madonna col s. Cambino in grem-


le della piazza comincia la facciata della bo circondata d'Angeli, dipinta nel 5 3 1 1

chiesa principale di s. Maria Maggiore As- dal famoso Pinturicchio. Questa chiesa fu
sunta in Cielo, collegiata e parrocchia. Es- solennemente consagrata a' 27 maggio
r
sa fu riedificata dalle fondamenta dal 1 703 da mg. Pietro Corbelli vescovo di
principe Gio.BaltistaPamphiljAldobran- Segni. Nel vicino oratorio del Gonfalone,
dini figlio diCamillo encomiato, e v'im- edificato da Alto Conti morto neli466,
piegò 4 anni dal 685 al i68g, serven-
1 bellissimo è il quadro delPresepio dipinto
dosi per architetto di Mattia de Rossi fi- lìti 167,2 daD.,da tutti riputato del Bas-
glio del bergamasco Gio. Antonio passa- Marocco. Ma de'sei Da Pon-
sani, all'erma
bile architetto, amato allievo del celebre te di Bassano pittori, niuno portò il nome
Bernini , come può leggersi nel Milizia, cominciatile col D. Io non pretendo con
Le vite de* più celebri architetti, p. 377. tale data e iniziale indovinare l'autore del
Magnifica, elegante e vasta n'è la mole, quadro, dirò solo che in quell'epoca fio-
che fa contrasto colle abitazioni modeste riva il Domeni chino, e cominciava a fio-
del luogo: la pianta è ovale, bella e sem- rire l'oriundo francese Gaspare Daghe!
plice, essendo cioè un'ellissi: bella pure è nato in Roma, cognato e discepolo del ce-
la cupola che la sormonta,schiacciala, so- lebre paesista Poussin, ed anche scolaro
lida e luminosa; buono il campanile, os- di Claudio Lorenese: fra'paesisti italiani
sia le due campanarie, al dire del se-
torri è quello che ha più grazia e sentimento;
vero Milizia; l'atrio poco ampio è conve- tutto è in lui vero. 1 suoi mirabili paesag-
nevole e decorato: ma a Nibby partico- i gi sovente ornavali di figure. Molto dipin-
lari sembrarono risentire gli effetti del se pel principe Pamphilj, la qual famiglia
gusto di quel secolo corrotto. L'interno è possiede grandi e rinomatissimi quadri.
ornalo dalle pitture del p. Pozzi, di Gia- A lira parrocchia èia chiesa de'ss. Andrea
cinto Brandi, Cirro Ferri, Agostino Siila, e Stefano. Salendo a Valmontone per la
cav. Sebastiano Conca e altri rinomati ar- parte sinistra, è la chiesuola della ss. Ver-
tisti del XV11 secolo. Va eccellente orga- gine delle Grazie, che per lo siile e la co-
-

126 VEL VEL


stellione ricorda l'XI secolo. La porta, Casimiro la chiesa conteneva 3 altari dal-
antica aneli' essa e rinnovata nel secolo la parte dell'Epistola e 2 da quella del Van
XIII, presenta l'Eterno Padre: il mistico gelo, ed era stata consagrata a'26 febbraio
Tau, che vi si vede espresso, è prova che da Giuseppe Pamphilj vescovo di Segni
un tempo questa chiesa appartenne a'mo- dal iìì'jo al 1 58 Il p. Casimiro ripro-
1 .

naci o meglio canonici regolari dell'or- dusse due memorie sepolcrali, il novero
dine di s. Antonio abbate. Sopra un'altu- delle ss. reliquie della chiesa, incontro la
ra pure a sinistra della via, e non mollo quale nel i49° Conti edificarono a
' s. Mi-
lungi dalla città, vedesi dominare la chie- chele una cappella semicircolare, poi pro-
sa e il convento de' minori osservanti di fanata nel secolo passato, e che nella cam-
s. Angelo, di cui ragiona il subnominato pana del campanile era inciso l'anno
p. Casimiro nel cap. 25, insieme alle no- i523, colle invocazioni della Madonna e
liziedi Valmontone, e di cui mi vadogio- di s. Michele, e col nome angelus Melo
vando, di conserva cogli altri lodati scrit- Verulanus. Soggiunge il p. Casimiro che
tori. Ambo gli edilizi sono situati sopra piti d'un miglio da Valmontone sulla via
un colle, i quali nondimeno reslanocoper- Labicana fu già il monastero di s. Maria
ti dagli altri colli che li circondano , anzi in Silice de Fai le montana (così detta da'

le finestre del i appartamento del palaz- grossi selci della via lastricata), di cui tro-
zo baronale stanno a cavaliere del tetto vasi menzione neh' Ughelli, nel diploma
della chiesa ed a livello del convento de' di conferma de'beni a Pietro vescovo di
cappuccini di Palestrina. Il p. Gonzaga, Segni, emanalo nel 1 82 da Lucio III, da 1

Misturici Serafica, peli. e senza docu- cui si trae ch'era stato toltoa'benedetlini
mento pubblicò che il convento già abba- a'quali era appartenuto. Nel secolo X11I
zia appartenne a'benedettini, e che da'si vi furono collocate le monache di s. Chia-
gnoii Conti baroni del luogo fu concesso ra, alla loro chiesaconcedendo Nicolò IV
a 'francescani colla bellissima chiesa. Il p. l' indulgenza Signina Dioecesis. In una

Casimiro assicura che la fabbrica è anti- bolla di Paolo II del i47° s narra che il '

ca, e nel!' architrave della sagrestia lesse monastero era disabitato e da più anni di-
l'anno 009. Nel
1
1 738 per certa fabbrica ruto; però non si deve confondere col mo-
si scopri una croce stazionale di marmo nastero che nello slesso pontificato Gio-
con vari ornamenti di musaico, le quali vanni Conti fabbricò dentro Valmontone
cose potrebbero rendere verosimile l'as- col medesimo nome di s. Maria in Silice,
serzione del p. Gonzaga, ed il Nibbydice per aver ottenuto tal signore dal Papa
saracinesca la costruzione. Certo è che i di trasferirvi il titolo dell'altro, e di far-
fiati minori non vi si stabilirono dopo la vi rifiorire di nuovo la regolare osservan-
metà del secolo XV, ad onta che tale epo- za. Giovanni per ottenere tuttociò più fa-
ca sia notata nelle memorie del convento cilmente donò a' monaci di s. Scolastica
e nell'archivio d' Araceli, ma nello stesso il monastero,
di Subiaco, oltre la chiesa e
secolo di loro istituzione. Imperocché ri- anche 1' ospedale pe' poveri fabbricato ,

porta il p. Waddiogo, Annal. Minor., che già da Allo suo genitore, sepolto nel
Nicolò I V nel 1 290 con breve de'7 luglio 1 466 in quella chiesa con epitaffio. L'o-
dato in Orvieto,la cui copia era nell'archi- spedale tuttora esiste. Nel Diario di Car-
viodi s.lsidoro, concesse l'indulgenza per- lo Messori da Subiaco si legge, che nel
petua d'un anno e4o giorni a' fedeli che i5gi era priore di questo nuovo mona-
pentiti e confessati visitassero nel giorno siero d. Ambrogio da Subiaco, ma dipoi
1
di sua festa e per tutta l'S.' la chiesa di s. fu abbandonato all'atto da'monaci, laon-
Michele Arcangelode'frati minori di Val- de neh 656 vi poterono ritirarsi i minori
uioutoue diocesi di Segni. A tempo del p. osservanti, uel tempo che il loroconvcnto
V EL VEL 127
di i.Angelo era abitato da'contagiosi del- de di Pai tenio, trovala dal Fabretti nel
la pesti lenza die affliggeva pure la contra- territorio della Colonna e da lui riporta-
da. Aggiunge Marocco, che al monastero ta nel suo libro De Aquis et Aquaedu*
fu unita l'abbazia di s. Maria di Porcinia, ctil/us. Con tultociò confessa il p. Casimi-
castello poi detto Percile, distretto e dio- ro di non poter abbracciare neppur quel
cesi di Tivoli,con altre notizie sul medesi- sentimento, dubitando che la lapide forse
mo, ora del tuttodiruto.lesue renditenon potrebbe esservi stata trasportata ben- ,

eccedendo ?o floriui d'orodi camera. Era ché potrebbe essere surto Labico non lun-
vicino alle ville ecimiterio di s. Ilario nel- gi dalla Colonna. Ma considerando che

la via Labicana, dagli antichi cristiani di un tempo esistevano Labico, Colonna e


gran divozione e assai frequentato. Dice Zagarolo, e tutti e 3 chiamati co'loro no-
ancora il Marocco che quasi 5 miglia di- mi conclude che Labico non poteva
, es-
stante da Valmontone esisteva il mona- ser situato ove oggidì è piantala Colon-
stero mollo antico di s. Cecilia dell'ordi- na, e questo castello non potè esser fab-
ne di s.Benedetto, e precisamente rim pet- bricato sugli avanzi di Labico. Questa
to al diruto castello di Pimpinara, di cui città era tuttavia in piedi nel cominciar

feci parola nel paragrafo Gavìgnano. Non del secolo XI II, in cui Domenico vescovo
manca Valmontone di pii sodalizi, e del- d'Albano vi passò a governarne la chiesa,
le maestre pie, le quali furono istituite in il che rendesi manifesto dalla lite insorta

questa città dalla principessa Leopoldina tra il vescovo d'Albano e il monastero di


Doria Pamphilj di Savoia Carignano. Ora Grotta Ferrata per I' esenzione di una
la città sta costruendo il cimiterio comu- chiesa del castello di Paolo, situato sotto
nale fuori dell'abitato ed alla distanza di Marino; e mentre da molti anni addietro
circa mezzo miglio medesima. Ce-
dalla esistevano altresì la Colonna e Zagarolo,
lebre fra 'geografi è stata sempre la que- come si trae da Pandolfo Pisano, il quale
stione sopra il sito preciso di Labico (P.), narra che Pasquale II neh io^ t
egrts.sus
città ragguardevole dell'anticoLazio e poi urbe Cavasi recepit,Columpnam et Gaz-
sede vescovile. Leandro Alberti e molti zfro/«m,cioèZagarolo,ed in più luoghi da
altri dopo di luihanno stimato che sul- Cencio Camerario. Sembra dunque al p.
le rovine di essa sia stato dipoi fabbrica- Casimiro vacillare la congettura di que'
to Valmontone. Cluverioe Kircher han- che hanno scritto Labico esser lo stesso
no creduto Labico nello stesso silo ove che la Colonna. I moderni Calindri e Ca-
oggi è piantato Zagarolo (F.). I moder- stellano inclinano a credere che l'odier-
ni scriltori.appoggiati all'Olstcnioeal Fa- no Valmontone abbia rimpiazzato l'an-
bi etti, non altrove lo riconoscono che nel tica città di Labico, che altri posero a Za-
castello della Colonna cos'i Marocco e , garolo o alla Colonna. A'ricordati arti-
Nibby. Il p. Casimiro da Peonia però os- coli riportai lediverse opinioni degli scrit-
serva die la Colonna non è situala sulla tori, fra 'qua li il Fico ioni pose Labico pres-
via Labicana, ma distante da Roma cir- so la sua patria Lugnano. Il dotto IVibby
|
ca 1 5 miglia, che fanno appunto 20 sta- i i HeW Analisi de' dintorni di Roma, t. 2, p.
di di lontananza assegnati da Strabune a 1
59, ragiona delle diverse terre che si di-
Labico; disianza che non si può coufare sputarono P onore d' esser succedute al-
alla posizione di Zagarolo, che dicesi l'antico Labìcum o La\'icnm e tutte eb-
17 t

miglia lontana daRoma (di più vuole Nib- bero loro forti difensori, né tace che nel
i

by),e mollo meno con quella di Valmon- secolo XVI era comune l'opinione in fa-
tone , che viene giudicata lontana dalla vore di Valmontone, e nel seguente al-
medesima più di 22 miglia. Ciò die poi tri lo situarono a Zagarolo. Pertanto sog-
doti ebbe togliere ogni dubbio è la lapi- giunge: Se però ad uu malinteso amoie
128 VEL VEL
di patria si fosse sostituito un più matu- Zagarolo e Valmontone, poiché avendo
ro esame de' luoghi, ed un rispetto mag- l'infaticabile e intelligentissimoNibby per-
giore all'autorità declassici antichi, l'o- corso in tutte le direzioni quel tratto di
pinione non sarebbe andata tanto oscil- paese latino fra la Colonna, Valmontone
lando con detrimento della verità e della e GaIlicano,questi due luoghi solamente
scienza. Ragionando poi delle distanze, ne presentarono a lui in tutto quel distretto
escluse Valmontone, dicendola più di 26 traccie d' antichità. Quelle di Zagarolo
miglia distante da Roma , e poi nel suo non crede appartengano a epoca remota,
articolo scrisse circa 24 5 e trovò le me- ma li reputa pezzi di monumenti disloca-
desime e le altre coincidenze in favore ti del tempo imperiale di Roma; né l'a-

della Colonna, ed eruditamente riferì le spetto di quella terra ha grande appara-


notizie di Labicoe della Colonna. Trat- to d'essere stata una città antica, ma piut-
tando poi il Nibby di Rocca Priora, che tosto una villa romana: al contrario Val-
dice l'antica Corbio o Corbìone, nel t. 3, montone ah.° aspetto mostra il caratte-
p. 22 dichiara che Vitellia era a Val-
, re di una di quelle città o piuttosto bor-
montone, ed io seguendolo, ciò ripetei oel gate munite del Lazio primitivo, essendo
voi. XXVII, p. 178, nella breve mia de- posta sopra un colle isolato, cinto da di-
scrizione di Rocca Priora _/ad onta ch'egli rupi ed attorniato da sepolcri scavati nel
nell'articolo Ci vitella di Subiaco, nel 1. 1, tufa, come quelli di Collazia e di altre cit-
p. 4?4> I' avea riconosciuta succeduta a tà antichissime, e fra due rigagnoli che
Vitellia da'romani eretta nel paese degli sono da considerarsi come due delle più
eroici, onde tener a freno gli equi equi- lontane e perenni sorgenti del fiume Sac-
coli , ed inoltre ivi già avea riconosciuto confluente principale delLiri. Questo fiu-
Valmontone essere succeduta a Tolerio, me è evidentemente quello che Strabone
Nel mio articolo Subiaco, e nel paragra- ossia il suo testo odierno designa col no-

fo Ch'itella ne ripetei l'opinione, lo non me che Ovidio e Orosio appellano To-


intendo censurare il grand'uomo, soltan- leniti, dal quale si conosce l'origine del
to avvertire gli anacronismi, onde non es- nome di Tolerium, ch'era posto alle sor-

sere anch'io in contraddizione. Inoltre il genti di quello. Prova ulteriore pel Nib-
INibby nel t. 3, p. 369, tiene proposito di by che Tolerium fosse sulsitodi Valmoa-
Valmontone, che dice l'antico Tolcrium, tone,è la marcia di CorioIano,il quale ve-
quindi Castrimi Vallis Montonisj ed ec- nendo contro le città latine della Valle
cone le sue notizie. La città di Tolerium Pontina, lai." a presentarglisi sul confine
o Toleria, come una delle più antiche del volsco da quella parte era Tolerium, e
Lazio, ed esistente fin dall' anno 268 di questa infatti, secondo Dionisio e Plutar-
Roma, Dionisio e Plutarco l'indicano chia- co nella Vita di Coriolano } fu la 1 ."ad es-
ramente situata nelle vicinanze di Boia, ser assalita, come successivamente assalì
ch'f gli riconosce a Lugnano, Labico e Fe- quelle che una dopo l'altra gli si parava-
do, mentre Plinioenumera i Tolerienses no sulla strada, cioè Boia, Labico e Pedo.
fra quelle popolazioni del Lazio antico che E non volendo attaccare né i prenestini,
a'snoi giorni erano pienamente scompar- né gabini, né tnsculani perchè forse
i i
,

se. Stefano Bizantino poi si limita ad in- erano d'accordo co'volsci, o non erano al-
dicare Tolerium solo come una città d'I- leati de'romani, si volse contro Corbione,
talia. Se, come sembra al INibby, Boia fu Boville posta presso le Fraltocchie,e La-
a Lagnano, Labico alla Colonna, e Pedo vinio (Pratica dice INibby ; non si deve
a G allicano {V .), due soli luoghi moder- confondere con Patrica nella delegazione
ni potrebbero contendersi l'onore d'esser di Frodinone: à\ Lavinio e di Pratica ra-
riguardati come succeduti a Tolerio, cioè gionai nel voi. XXXVU, p. 233 e seg.
VEL VEL 129
ultime città che gli rimanevano a soggio- gì Ber tarel7/, Roma
8/f5- Principia l'ar-
1

gare sulla sinistra, prima di porre il cam- ticolista col fare osservare, che non si può

po contro Roma, alle Fosse Giulie. Il va- in miglior modo onorare il paese natale di
loroso esule romano trovò i tolerini pre- quello che ricercando nella sua storia, e
parati a difendersi, e da prodi per un gior- manifestando alla luce del mondo le sue
no intero respinsero l'assalto, ma alla fi- glorie, tanto più se da altri scemate, mes-
ne dovettero cedere alla furia de' volsci. se in dubbio o negate del tutto. Ciò fece
La città fu presa d'assalto, ed i volsci ne assai dotta mente, e con franco e bello an-

riportarono una preda cos'i grande in uo- dare di stile, Luigi Bertarelli da Valcuon-
mini, denaro e vettovaglie, che il traspor- tone nell'opuscolo annuncialo di 3g fac-
to del bottino durò parecchi giorni. In- ce in 8.°, abbastanza pieno d'erudizione.
dizio è questo della floridezza di Tolerio, Egli procede, al dire dell'articolista, con
sebbene la città non fosse molto grande, bel ragionare, chiarezza e con forti argo-
secondo Dionisio, il quale fa dire a Mimi- menti a mostrare come presso il luogo
ciò nella sua legazione a Coriolano, che dove sorge ora quella ciltà fosse il Labi-
non credesse già facile impresa l'assalire co degli antichi. Un
ragionamento, tale
Roma, e che non credesse d'averla a fare dedicato al suo concittadino d. Pietro Pao-
co'pedani eco'toleriui, piccole popolazio- lo Fratoni parroco de' ss. Andrea e Ste-
ni. Nuovo argomento a favore di Valmoti- fano, l'autore divise in 1 paragrafi. Ac- 1

tone,dice Nibby. Indi nota : E' singolare, cenna nell'introduzione come il Sommo
che mentre Dionisio e Plutarco sono pie- Pontefice Gregorio XVI, con breve de'
namente d'accordo nell'indicare la presa 26 settembre 1 843, desse al comune di
di Tolerio, Livio non ne fa menzione, ma Valmontone l'illustre titolo di città, e
7
in vece nomina Trcbiam ossia Trevi (P .), quindi i suoi abitanti, fra le altre pubbli-
eh' è fuor di luogo affatto; e perciò può che dimostrazioni di gratitudine a tanto
credersi che il nome in Livio sia stato al- benefìciOjStabilissero una accademia, nel-
terato da'eopisti e che iu vecedi Trebiam la quale dovea recitarsi questa disserta-
debba leggersi Toleriam, congettura che zione, la quale non tenuta il Bertarelli
sfuggì al dottissimo Cluverio. Dopo quel- pubblicò colla stampa.» Quanta oscurità
la catastrofesembra che Tolerio non ve- e quanta incertezza sia stata sempre in-
nisse mai più abitala, poiché non se ne torno alla situazione dell' antico Labico
trova più menzione negli antichi scritto- è noto a chiunque si conosce minimamen-
ri. Quindi crede Nibby , che cittadini i te di queste materie: chi nel luogo dove
superstiti si disperdessero nelle città vi- sorge al presente la terra di Zagarolo;
cine di Boia, Frenesie e Pedo. Quantun- chi alla Colonna; chi altra volta pureo-
que però Tolerio fosse scomparsa , non pinò che fosse nelle vicinanze di Valmon-
sembra probabile che sul finir del gover- tone; i quali diversi pareri discorre il Ber-
no repubblicano o ne'tempi floridi del- tarelli nel 3.° paragrafo, dopo aver toc-
l'impero il suo sito fosse trascurato da cato nel 1° la storia dell'antichissima cit-
qualche ricco romano il quale ne avrà
, tà. Il Nibby, in fra gli altri, volle a'dì no-
profittato per edificarvi una villa, come stri sostenere che veramente alla Colon-
di altre città primitive del Lazio essere na sorgesse Labico, secondo eziandio l'av-
avvenuto afferma Strabone, e ne fan te- viso dell' Olstenio e del Fabretti; il che
stimouianza le rovine esistenti. Nel d.°65 si fa il nostro Bertarelli a confutare mol-
del Diario di Roma del 846 si legge 1 to valorosamente nell'8.° paragrafo, com-
un articolo di O. R., nel quale dà con- battendolo coli' autorità degli antichi
tezza del pubblicato libro: Intorno l'an- scrittori, come di Livio e di Strabone, il
tico e nuovo Labico. Dissertazione di ùid- quale scrivendo che Labico giaceva oltre
vol. LXXXIX,
9
1 3o VE L VEL
il i da Roma,
5.° miglio fa chiaro che non lonnn fosse l'antico Labicom, città abba-
polea essere dove sorge al presente la Co- stanza ragguardevole da dare la denomi-
lonna, clie, osserva il Berta celli, seguendo nazione di Labicana alla via romana che
le tracce della dritta via Labicana anti- vi conduceva, senza dire la propria opi-

ca, dista da Roma solamente 12 miglia; nione nel contrastato argomento. Intor-
la comballe coli' andamento della via no a Labico, oltre il detto nel suo arti-
medesima, colla natura del luogo in cui colo e ne' luoghi che ivi citai, tanto sem-
è poi sorta la Colonna, con altri ben for- brami abbastanza per un maggior det-
;

ti argomenti che tralascio per brevità e tagliopuò supplire il Nibby. Questo rac-
che stimo prezzo dell'opera leggere come conta, che la suindicata villa avea il nome
sono distesamente e eruditamente tratta- di Casa Maior nel secolo Vili, quando
ti nella dissertazione medesima. Ver con- insieme con Longeiamim, oggi Lugna-
trario nel paragrafo 7. avea già abba- no, fu data da s. Gregorio II del 710 al-
stanza provatoli Bertarelli come colle re- la basilica Lateranense come si ricava ,

liquie dell' antico Labico fosse costrutto dal registro di Cencio Camerario inserito
Yalmontone, e come a cjuesto apparten- dal IVI tiratori nel t. 5 àeM'Jntiq. Medii
ga l'antica sede episcopale Labicana. men- devi. I coloni posti a coltivar questo fon-
tre nel paragrafo 9. mostra colla mag- do formarono a poco a poco la borgata,
gior evidenza I' errore del Nibby nell' a- che fino dal 1 139 avea assunto il nome
ver dato a Yalmontone il nome dell' an- di Vallis Montoni*, il che si trae da un
tico Tolerio.E poiché la maggior gloria atto riferito nell' Appendice 2." del t.
4
che venga ad una città è quella che le degli Annales Canta Idulenses; nel qua-
danno gli uomini di alto sapere da essa le leggesi come Oddone signore di l'oli
«Ieri vati, saviamente lo stesso Bertarelli, a- mandò ambasciatore a Papa Innocenzo II

vanti di por fine a questa sua bella ed eru- un Landone de Valle Monlonis, pel
tal

dita dissertazione,non vuole taciuti no- i narrato nel vol.LXXV, p. 2 .876288, par-
mi d'alcuni più celebri cbesortirono nel- lando di Poli e nuovamente della fami-
la sua Valmontone natali; e valga per i glia Conti. Continuava a quell'epoca que-
lutti il ricordare quel Giusto de'Conti,ce- sta terra ad essere posseduta da 'canonici
leberrimo poeta,giureconsulto e oratore, regolari Lateranensi, e venne loro con-
stato consigliere di Sigismondo Pandol- fermata, come si legge nella bolla a loro
foMalatesta". Termina l'autore dell'arti- e al proprio priore diretta da Anastasio
colo dicendo, che siccome tutto l'opusco- IV nel 54» riportata dal Crescimbeni
1 1

lo è interessante, si sarebbe dovuto ripe- neW Istoria della chiesa di s. Giovanni


terlo, congratulandosi collo scrittore per avanti Porta Latina,^. 248, con queste
tale sua fatica, che non reca minor glo- parole che da essa ricavo: domosquasha-
ria e onore a lui che alla sua patria na- belis in cancello, domos quas habetis in
tale. Dipoi il eh. cav. Coppi pubblicò le Via Malori Castrimi Vallis Montonis
Memorie Colonnesi, nelle quali assai par- cimi Ecclesiis et omnibus ad ipsum Ca-
la del castello della Colonna e de'snoi si- strimi per tinentibus, Castrimi Matella-
gnori Colonna (V.), quali derivando da- i nici etc. Di che fa menzione anche il p.
gli antichi signori del Tuscolo, dalla stes- Casimiro. Lucio HI neh 182 pose con-
sa Colonna presero il cognome, secondo fermò Valmontone sotto la giurisdizione
Muratori, altre opinioni avendole io rife- ecclesiastica del vescovo di Segni, e nel-

rite al citato articolo.Quanlo a Labico, di- la bolla Etordo rationis expostulat. ri-

ce il Coppi, alcuni archeologi, come Vol- prodotta dall'Ughelli ne\Y Italia sacra,
pi, Vetus Latium, e Nibby, sono di pa- 1. 1237, come chiese di Valmontone
1, p.

rere che sulla collina del castello di Co- si nominano quelle di s. Mariae, s. Ari'
s 1

V E L V EL 1 3
dreae,s. Laurenlii cimi omnibus perli- la scacchiata e il popolo romano cam- il

mentii* suis, s. Joannis de Selva, s. Ni- po rosso. Nell'infeudazione di Valmonlo


cum omnibus perlinenliisearum s. ne, Riccardo fu dal Papa fratello iofeu

colai :

Zotici cum omnibus per tinentiis suisjmo- dato pure di Poli, Sacco e Pimpinara, e
nasterinm s. Marine in Silice cum omni' prestò giuramento solenne di fedeltà al

buspcrtinentiis et libcrtntibus suis. Frat- medesimolnnocenzolll in Ferentino, con


tanto i canonici regolari Lateranensi l'a- atto pubblicato dal Muratori nel t. 5, p
veano talmente caricato di pesi e debili 84g dell'ani. Med. Aevi, e dal Ratti a p.
con forti usure, che trattavano seriamen- 232 coll'istromentodi compra di Valmon-
venderlo pubblicamente; laonde Pa-
te di tone. Perciò Riccardo si obbligò co'suoi
pa Innocenzo III (V.) col consenso del successori a fare guerram et pacem de.

priore e canoniciLateranensi,compròVal- Castro Vallismontonis, de Sacco et de.


tnoutone colle sue pertinenze ,
parte co' Plumbinarin conica omne.s homines ad
denari suoi, parte con quelli del fratello mandatimi Romani Pontifici. E siccome
Riccardocontedi Sora,ed a questi lo die da'figli di Riccardo si formarono due li-

in feudo nel 1208, salvo iure Laleranen- nee primarie, la primogenita de' signori
sis Ecclesiae. Il Ratti dice l'atto d'acqui- di Valmontone e poi di Segni, e 1'
altfa
sto essere del 1209 e conservarsi nell'ar- de'signori di Poli, questo paragrafo può
chivio Sforza, nella qual famiglia passa- vedersi nel luogo citalo, anco per gli al
rono beni e le prerogative della linea
i tri feudi che signoreggiò. Osserva il Rat-
primogenita de'Couti. Nel Bull. Rom. t. ti, che Valmontone forse sarebbe andato
3, p. 32, è la bolla Cum Castrimi Val-
1 soggetto alle divisioni e altre vicende, al
li* Montoni colla quale Innocenzo III
ì
: le quali furono sottoposti tanti altri feu-
Ricardo Corniti Sorano Castrimi Val- di di casa Conti, se Giovanni Conti figlio

li* Montonis confirmal, eaque. omnia, di Paolo, e nipote diRiccardo fratello d'In-
quae eilocarunt Canonici basilicae La- nocenzo III, con suo testamento del 1287
teranensis. E da questo Riccardo ebbeo- nonne avesse istituito un perpetuo fidei-
rigine la linea de' Conti (V.) di Valmon- commisso a favore de'primogeniti di sua
tone e di Segni, come raccontai in que- famiglia, comprendendo nella sua dispo-
gli articoli, quali vanno tenuti presen-
i sizione anche il castello di Gabiniano o
ti, perchè procedei co'docùmenti auten- Gavignano, e quelli di Fluminaria e Sac-
tici pubblicati dal Ratti, Della Famiglia co. Di più Giovanni Conti ordinò nel te-
Sforza, t. 2,p. 2i7eseg.: De' Conti di stamento l'erezione d' un monastero di
Segni. Ma devesi anche qui notare, che monache in Valmontone. Può vedersi il
.- stabile signoria che acquistò il gran-
la 1
Ratti a p. 234, ed il paragrafo Gavigna-
de Innocenzo III fu quella di Valmonto- no. Dalla suddetta epoca fino al i5y$ •

ne per cui la famiglia Conti sino alla


, Conti ritennero costantemente il dominio
metà, del secolo si chiamò de Conti XV di Valmontone, onde le loro copiose no-
signori di Valmontone; e talmente fu tizie con essa si rannodano, alla quale i

proprio di essa il nome di questo suo prin- Conti profusero le proprie beneficenze,
cipale feudo, che non rare volte trovasi massime in opere di pietà, come loro pri-
scritto pressoi contemporanei Casa Val- mitivo e principale feudo. Una carta spet-
montone per Casn Conti, giacché essa as- tante al i25o e che si conserva nel mo-
sunse l'amministrazione e il dominio di nastero camaldolese de'ss. Andrea e Gre-
Segni dipoi nel 353; dicendosi ne'docu- 1 gorio di Roma, riportata nell'Appendice
inenti che tuttociò
comprovano, che alla del Annales Carnai-
t. 4 > p- 5g7 degli
Casa Vallemontone Corradino impe-
di dulenscs, ha conservato nomi di molli i

ratore nel 1254 die l'arme dell' Aqui- abitanti ragguardevoli del Castrimi Val-
i32 V E L VE L
lismontonìs, chiamati come testimoni in Napoli. Il p. Casimiro da Roma racconta
un testamento, fra'quali vi è quello d'un col liobio, Istoria della s. Religione di g,

Felice frate dell'ordine de'iniuori, che 1& Giova uni, che mentre soggiornava in Val-
dice castellano di Valmontone. I Conti montoneUrbano VI, essendo grandemen-
signori di Valmontone sovente alloggia- te il gran maestro geroso-
adirato contro
rono nel proprio palazzo Papi che da i limitano Giovanni Fernandez d' He-
fr.

Pioma passavano in A ungiti, ed alle vol- redia, perchè dava ubbidienza eseguiva
te a Napoli, prima che la residenza pon- le parti dell'antipapa CIementeVlI,lopri.

tificia fosse trasferita in Avignone. Nel vò del magistero, ed elesse a quella di


i 377 ne parti Gregorio XI e la ristabilì gnità fr. Riccardo Caracciolo gentiluomo
in Roma; indi per sollevarsi dal viaggio e napoletano e priore di Capua. Il Ratti
volendo evitare gran caldi dell' estate,
i crede che accogliesse il Papa nel palazzo
passò con tutta la sua corte, e preceduto di Valmontone, lo stesso Giovanni Conti

dalla ss. Eucaristia, in Anagni. e quivi che avea ospitato il predecessore, o dsuo
si trattenne fino al novembre dello stes- figlio Adinolfo. Dal p. Casimiro pure si

501377. Giovanni Conti signore di Val- apprende, che Carlo VIII re di Francia
montea'5 giugno vi accolsee ospitò splen- neh 49 5 portandosi al conquisto del re-
didamente il Papa e la descrizione di
, gno di Napoli , nella fine di gennaio da
quel ricevimento leggesi in Papirio Mas- Vellelri si trasferì a Valmontone, accom-
senio presso il Muratori Rerum Itali- , pagnato dagli ambasciatori di Massimi-
caruni Script, t. 3, par. 2, p. 71 ^ripro- liano I re de' romani e dagli oratori di
dotta da Ratti a p. 238, nel quale leggo Ferdinando V re di Spagna; e questi pri-
qualificato il luogo e il palazzo Conti : ma che da lui si partissero, protestaron-
Castrimi forte VallemMatonis... Domi- gliche non dovesse più oltre avanzarsi,
cilium UHus pulchrum cimi aspectu mi- poiché quel reame apparteneva al loro
rabili cimi ornamenti» sericis. Recreati monarca. Nel ritorno che Carlo Vili fe-
in ilio tota die ho spi tali egregie so spi- ceda Napoli, si trattenne in Valmonto-
per noe taviinus. Excitatiboiio mane
lliti ne 3 giorni, ed in questo tempo vi rice-
iminensae laudes Deoobtulimus, sacri- vè gli ambasciatori spediti a lui dal po-
ficmmqtte liba\'imus.K\ìe\b il Peti ini nel- polo romano. Ciò riportando ancora Ma-
le /Ile/norie Prenestine, che Io scrittore rocco, amalgama in uno duei diversi sog-
dell' itinerario del viaggio chiamò Val- giorni del re. Sino al secolo XV pare che
montone, Oppidum Campaniae Prae- la terra di Valmontone fosse felice e glo-
nes li naedioecesis, essendo il Papa accom- riosa, ma nel seguente non solo perdette
pagnato da due cardinali, uno de' quali tutto il suo lustro, ma soggiacque a va-
verosimilmente fu Giovanni de Cros ve- riecalamilà e infortuni), e finalmente al-
scovo Prenestino. Tornato in Roma Gre- la totale sua desolazione; le quali cose il

gorio XI, ivi morì nel 378: in que>to gli


1 p. Casimiro narra nella stessa maniera
fu dato canonicamente in successore Ur- che dal Giovio, Istoria de' suoi tempi, t.
bano VI, il quale confermò a'Conti ossia 2, p. 46, e da vari altri scrittori sono sla-
ad Adinolfo de F/ alle Monlonis , il go- te registrate. E primieramente i furiosi

verno di Segni, e quello di varie altre cit- e crudeli soldati imperiali, cheneh 527
tà e castelli; indi neh 383 da Tivoli pas- avevano orribilmente saccheggiato Roma,
sò nel castello di Valmontone, in cui seb- partendone a '7 febbraio 528 tutti mal- 1

bene angusto per la sua corte e curia, co- conci, perandare a difendere Napoli sot-
me riferisce il Novaes , vi dimorò qtiaM to la condotta del marchese del Vasto,
due mesi, e nel principio di settemhre si essendo giunti a Valmontone, furono lo-
portò a Ferentino donde poi partì per
, ro chiuse le porte in facciale negate co-
V E L VEL i33
slnnlemente le vettovaglie di cui aveano contro di esso e depredarlo erano stati i

estremo bisogno. Perciò infieriti solda- i valmoiilonesi, bramosi di vendetta appic-


ti , tormentarono prima colle artiglierie carono fuoco in molle case e da molte
il

la terra smantellandone le mura, e in po- parli. E


benché Marc'Antonios'afialicas-
co tempo avendola presa a forza dopo , se mollo per farlo spegnere, non fu però
averla crudelmente saci:heggiata,la riem- possibile; mentre sopraggiungendo l'o-

pirono di molto sangue e strage. Dal «pia- scurità della uotte, e per mala ventura
le avvenimento fatto più accorto Gio. bat- soffiando un vento fresco, non si potù
tista Conti , nella deplorabile guerra fra impedire che tutta la terra fosse ridotta

Paolo IV e Filippo II re di Spagna, che in cenere. Narrano la fatale disgrazia Gi-

narrai nel voi. LXV, p. 2 34 e 8c o- ne >


' rolamo Ruscelli, Ascanio Ceutorio, Pie-

i556 spontaneamente Valtnontone


offrì tro Nores e altri scrittori dell' infelice

e Segni al sanguinario duca d'Alba viceré guerra della Campagna Romana. Avver-
di Napoli e capo supremo del regio eser- te il p. Casimiro, ch'essi però non riferi-
cito; ed il Coppi dice che il duca d'Alba rono Io spoglio operato dagli spagnuoli
stabiliti suoi alloggia menti a Valmonto-
i di tutte le campane delle chiese di Val-
ne, da qui faceva correrie sino alle porte montone, il che saputosi dal duca d'Alba,
di Roma. Nel 55y 1 il signore di Valmon- fece intendere al clero eh' era pronto a
lone per la tregua ricuperati i detti luo- risarcire il danno col denaro , e perciò
ghi dagli spagnuoli, fu forzato poco dopo spedisse a lui persona idonea , che fu d.
di commetterli all'arbitrio deiL > apa,iI qua- Fabio Salvi, come si legge in un islru-
le vi spedì Giulio Orsini, Francesco Co- tnento di mandato
procura rogato da di

lonna (a questi ilCecconi nella Storia di Teofilo Papei a'27 settembre i55q. No-
Palcslrina, attribuisce la ricupera di Val- ta il Coppi, che dopo la presa di Valmon-
montone, Genazzano e Palestrina; ed il tone, Segni (ilavve-
cui terribile eccidio
Coppi dice ciò avvenuto sul principio di nuto a'i5 agosto i55y, tornai a deplora-
detto anno, e che inoltre i pontificii pre- LXV, p. 243) e Palestrina,
re nel voi.
sero e distrussero Montefortino), Papirio Marc' Antonio Colonna favorito da' suoi
Capizucchi e Angelo da Spoleto con 5oo vassalli corse tutta la provincia di Cam-
fanti. Il perchè Marc' Antonio Colonna, pagna. duca di Guisa co' suoi francesi
Il

che militava a favore dagli spagnuoli, si difendendo il Papa , recossi con alcune
accostò a Val montone col suo esercito truppe dalle Marche a Tivoli per la si-
(composto di 3ooo uomini,secondo il Cop- curezza di Roma. Tale movimentoindus-
pi, e pare nel mese di giugno), e avendo- se il duca d'Alba a ritornare con podero-
la incominciata a battere colle artiglierie, se forze a'punti strategici di Valmontone
i terrazzani disperando della difesa e sol- e di Grottaferrata; e in tale posizione e-
leciti della propria salute, cominciarono gliconcertò con Marc' Antonio di sor-
a trattare di rendersi con patto di potere prendere Roma a'26 agosto. Il re di Fran-
i soldati colle bagaglie e anni liberamen- cia vinto a s. Quintin dagli spagnuoli, con-
te uscire; e tutto fu concesso dal detto ca- sigliòPaolo IV suo alleato alla pace, e
pitano. Nondimeno Valmontone fu bar- questa fu segnata in Cave a'i4 settem-
baramente saccheggiata e arsa per opera bre , colla restituzione di tulli i luoghi
d'alcuni contadini di Montefortino, qua- i occupati, tranne Paliano^P^.), sul quale
li si trovavano uell'esercito di Marc'An- si sarebbe poi provveduto, nella casa ora
tonio per guastatori, vivandieri e altri uf- de'Mattei, che qualifica nobile il Petrilli,
fizi. Poiché ricordandosi questi che nel- nelle Memorie Preneslinc a p. 236; ma
l'anteriore recente eccidio di Monteforti- egli scrive che gli accordi seguirono nel-
no i primi che cominciarono a inveire la casa Leoucilli, famiglia principale del
; ,

1
34 V E L V £ L
luogo, perchè allora apparteneva ad es- rum, elcuìitsvis allerius generis itctiga
sa, e dalla quale passò a'delti proprietà- lium eie. Dopo la morie di Taddeo, il car-
rf. Il Castellano riporta 1 iscrizione che vi dinal Francesco Barberini, con chirogra-
fu collocata a memoria prò Bello Cam- fo diPapa Innocenzo X Pamphilj, vendè
patane die 7 septembris i55j lue fuit
, a'29 aprile 65 1 \alcuontone,Lugnano,
1

contrada Pax. L'ultima sciagura di Val- Montelanico, colla tenuta di Plumbina-


rnonloue, come la qualifica il p. Casimi- ria, pel prezzo di scudi 687,298, al suo
ro, fu la morte di Gio. Battista Couti. Que- nipote principe Camillo Pamphilj, e co-
stinel suo testamento dell' 1 1 gennaio sì Valmontone passò nella signoria della
i574, dopo varie pie disposizioni, tra le nobilissima famiglia Pampliilj (/*.) e da
quali per la conservazione della chiesa essa in quella de' principi Boria Pamphi-
di Angelo de' miuori osservanti e de'
s. lj, che la ritiene ancora, senza la prero-
frali lasciò ducalos duos singulis men-
, gativa feudale. M'istruisce Petrilli , die
.y/iu.?, dichiaròsuo erede universale Fran- presagendo Carlo di Borbone re delle due
cesco Sforza conte di s. Fiora, figlio di Sicilie, che I' armi austriache tentavano
Mario, e di Fulvia Conti unica sua figlia, d' invadere il suo regno, volle nel 1744
e lo divenne nel i5j5 per morte dell'a- uscire da Napoli, e andando loro incon-
vo. Per mezzo duuque di Fulvia s'inne- tro, avanzandosi alla testa dell'esercito
stò il ramo de' Couti di Segni e Valmon- fino a Valmonloue, non trascurò d'assi-
tone nella famiglia Sfoiza , avendo già curarsi di Palestrina. Nel riparto territo-
Paolo IH perpetuato il vicarialo di Segui riale del1827, Valmontone fu incluso nel
e Valojoiiloue ne'discendenti di Fulvia e distretto d'Anagni e nella delegazione di
di Mario Sforza di lei marito, il che con- Frosinoue rimanendo sempre soggetta
,

fermò Giulio HI. Secondo la visita del quanto allo spirituale al vescovo di Se-
i 575 della diocesi di Palestrina, appari- gni. Dopo che però da Gregorio XVI fu
sce che le terre della Colonna e di Val- formala la legazione di Vellelri nel 1 83 1

montone una volta fossero soggette al ve- fu distaccata d'A uagni e inclusa nella nuo-
scovo suhurhicario Pieuestino, e lo ri- va legazione, nella quale figura come ca-
marca Petrilli. Riferisce il p. Casimiro, poluogo. Nel .° di maggio 843 Valmon-
1 1

che gli Sforza signoreggiarono Valmon- tone fu rallegrata dalla presenza di Gre-
tone sino al i634, h» cui Mario figlio gorio XVI, e si legge nella Relazione del
d' Alessandro lo vendè insieme colla te- viaggio del principe Massimo, che da Lu-
nula di Pimpinara a Taddeo Barberini gnauo traversando una gola molto ame-
Prefetto di Roma e nipote d' Urbano na e vestita d' alberi vi giunse verso le ,

VIH, pel prezzo di scudi 4 2 7>5oo. A suo ore] > e mezzo, aumentandosi in tutto il
tempo il Papa zio fece quanto dissi in fa- suo corteggio il numero de' cavalli per
vore della chiesa principale, e con breve fare l'ardua salita, in cima alla quale sor-
de' 6 maggio i638 concesse a Valmon- ge in modo veramente pittoresco. 11 Pa
Terra allismonlanae
ioae t ut in dieta V pa si fermò a ricevere le chiavi preseuta
emporium scu Mercatum feria II aut ',
tegli dal gonfaloniere Gio. Battista Biai
alio, diclo Thaddaeo praefeeto, et prin- chini alla lesta della sua roagislratuii
cipi bene viso die cuiusvis hebdomadae accompagnata dal giovinetto Calisto Ci
nec non in singulis annis per duos dies stini vestitoda paggio alla foggia del X 1

ante Pentecosten, et octo alios dies im- secolo, presso la porta detta di Via Nuc
mediale seauenles in eadem dieta Ter- va, che nelle sue fronti esterna e interi!
ra NundinaSy seu Ferias iininuncs ab era stata decorata da due iscrizioni ci

omni datiorum, gabellarum, pedagio- riporta, insieme alle altre che ricorderò.
rum, quidagioriw^jjasòuuui, collecta- Dalla 1." si ricava, che anco Iuuuceuzo X
V E L VEL i3j
onorò di sua presenza VaImontone,edul- quali ebbero l'onore di riceverlo all' iu-
l.i 2.' essere i valmoiitoncsi il popolo del- gresso della loro abitazione , tutta orna-
l'antico Labico. Ivi furono staccati i ca- ta a quest'oggetto con molto lusso, trat-
valli alla carrozza del Papa da 4° robu- tando tutto il nobile seguito di sontuosa
sti giovani vestiti di nero, i quali in mez- colazione imbandita a lauta tavola, in ca-
zo agli applausi della moltitudine, a'suo- po alla quale sotto baldacchino sedeva il
ni delle bande e delle campane, ed agli Papa, che deguossi anche fermarsi ia una
spari dell'artiglieria, la tirarono con agi- delle stanze ad osservare un somigliantis-
r
lità in una salita la più ardua che imma- simo busto del defunto loro zio mg. d.
ginar si possa ,
passando sotto un arco Girolamo Galanti celebre letterato e as-
trionfale decorato colle statue della Fede sessore del tesorierato, ed ammettere al

e della Giustizia dipinte a chiaroscuro, e bacio del piede la giovane padrona di ca-
a
con due iscrizioni, in una delle quali ri- sa sig. Teresa cousorte del maggiore di
petasi lacomune opiuione degli abitanti, quale poi da Roma vol-
essi fratelli, alla

d'essere Valmoutone succeduta all'anti- le mandare una pregevole corona bene-


co Labico, Or do etpopulus Labicanus, detta entro astuccio in ricordo della sua
mentre osserva il principe Massimo, ch'è visita , a perpetuare la cui memoria fu
cosa ormai provata, quest'onore doversi dagli egregi fratelli posta nella sala d'in-
al castello della Colonna situato come , gresso aualoga iscrizione. Piùenergico pe-
quell'antica terra i 5 miglia distatile da rò di questa lapide fu l'entusiasmo di-
liouia. In tal guisa venne Gregorio XVI mostrato in tale occasione dal popolo di
condotto sino alla porta della magnifica Valmoutone, il quale invidioso della sor-
chiesa collegiata , sulla di cui porta leg- te compartita a quell'abitazione, volle,
gevasi un'iscrizione eretta dal collegio dopo esserne partito il Santo Padre, ave-

de' cauonici. Ivi ricevuta la benedizione re gli avauzi di tutto quello che era stato
«.lei Sagramentoda mg/ Traversi
ss. ve- preparato per un ristoro, onde padroni
i

scovo di Segni, ed ammessi poscia iu sa- lodati della medesima, dopo di aver get-
grestia benignamente al bacio del piede tato dalle finestre tutti i frammenti del
il clero, il governatore , la magistratura pane, de' biscotti e altro , che venivano
e le maestre pie, passò ad una loggia co- con avidità e divozione raccolti dalla mol-
struita espressamente vicino alla chiesa e titudine, non vedendola ancora soddisfat-
decorala di damaschi rossi , dalla quale ta, le distribuirono ancora le vivande, i

fra il rimbombo dell'artiglieria, il suono vini, i liquori e le confetture, e così per-


campane e de' musicali coucerti di
delle petuare in Valmontone la memoria di
banda e d'orchestra, e le grida di comu- quella giornata, che terminò con genera-
ne esultanza, comparti la sua apostolica le illuminazione. Intanto Gregorio XVI
benedizione al popolo affollato sulla sot- essendone partito alle ore i
7 scendendo
toposta piazza, ornata nel lalo sinistro da a piedi con tutto il suo corteggio la stra-
una vasta e bellissima apertura sulla cam- da principale sparsa di fioi i, e lateralmen-
pagna, e nel destro da'due grandiosi at- te ornata di drappi che formavano un
tigui edilìzi dell'anzidetta chiesa e del pa- vago contrasto coli' architettura antica
lazzo Doria Pamphilj. Desiderando poi delle case, raggiunse le sue carrozze, nel-
Gregorio XVI prendere un breve ripo- le quali proseguendo la rapida scesa di
so, traversò a piedi la suddetta piazza per Valmoutone in mezzo ad uua continua
entrare nella vicina casa de'fratelli d. Gio- folla di gente giubilante, si rimise quin-
vanni sacerdote (ora prelato e lodato nel di iu viaggio sulla via Casi lina nel terri-
paragrafo Anag/ii), Angelo e Giuseppe torio di Segni. Noterò, che il municipio
Capri-Galanti (attuale goufalouicie) , i dispensò iu un libretto stampato le pub-
.36 VEL VEL
bliche siim mentova le descrizioni, con al- re accordatole dal Pontefice Pio IX , di
tra dedicatoria a Gregorio XVI magna- ospitarvi alquanto nel suo glorioso ritor-
niino, gius lo, clemente,pio ec.Quindi pub- no da Portici e Napoli a Roma, il quale
blicò il n.°85 del Diario di Roma del potè leggerla nel partire. Per questo mo-
]843 stesso, che il Papa con breve de' do il principe Doria-Pamphilj mostrò in
26 settembre erasi degnato d' elevare al quanto pregio teneva egli , e intendeva
rango di città la terra di Valmontone. fosse tenuto da'suoi posteri, quell'onore.
Questa a' io aprile i85o fu onorata dal- L'iscrizione colle altre che vado a dire, si
la presenza del regnante Papa Pio IX, leggono nella Relazione. Esse sono, quel-
nel modo seguente che apprendo dalla la della commissione municipale di Val-
Relazione del viaggio del cominend/ montone; le due dell'arco trionfale eret-
Barioni. Egli riferisce che giunse dopo to dalla città, àacwes Falmonloniensesj
il mezzodì a Valmontone, che credesi da le tre sopra la porta principale del paese e
alcuni fabbricato dov' era l'antica Labi- lateralmente, ove leggo: Ordo et Populus
cum, o più dottamente dal Nibby dove Labicanorumj e quelle della porta Ro-
l'antica Toleriuui, posta alle scaturigini mana e della porta della collegiata. Inol-
del fiume Tolèro oggi Sacco. Il principe tre rica vo dal Giornale di Roma del 8 5o 1

d. Filippo Doria-Pamphilj sapendo che a p. 33o, e meglio a p. 362, con articolo


il Papa terrebbe quella via, 1' avea pre^ scritto iu Valmontone. Che questa città

gaio perchè si piacesse onorare in passan- alle ore 2 pomeridiane de' 1o aprile, eb-
do per colà il suo palazzo, fermandovisi be la sorte d'ossequiare il sommo Ponte-
almeno per breve ora a ristorarsi del fice ivi di transito, nel restituirsi alla sua
viaggio, e il Sauto Padre avea accettato sede. Nell'arco trionfale eretto sulla gran-
l'invito. Quel palazzo, un tempo castello de strada, prossimo a Valmontone, fu ri-
baronale, domina per la mole e per la si- cevuto dal governatore loca!e,e dalla com-
tuazione tutto il resto del paese; nell'in- missione municipale che gli presentò le

terno è danneggiato e guasto in più par- chiavi io segno di sudditanza, fra l'inces-
ti, come quello che Lia sofferto spesse de- santi acclamazioni della popolazione, e di
vastazioni di truppe anche recenti. Ciò quella da'vicini paesi accorsa. Gli edilizi
non ostante lagrande sala era tutta mes- erauo ornati di parati;! concerti della ban-
sa a parati di seta, con altri addobbi e sup- da musicale, lo sparo de'raortari, e il suo-
pellettili. Nella quale il Papa ricevuto dal no delle campane accrescevano la comu-
principe e dalla principessa sua consorte, ne allegrezza. Il Papa smontò alla chie-

nata de'conli di Shrewsbury {J7 .), dopo sa collegiata, dove prese la benedizione

averli ammessi con tutti i loro figli e fa- del Sagramento; quindi entrò nell'at-
ss.

miglia a baciare il piede, e dopo avervi tiguo palazzo Doria Pampini] messo a fe-
ammesso pure il clero e i consiglieri mu- sta dal principe d. Filippo Andrea, con
nicipali, non che le deputazioni delle vi- quella magnificenza di lui propria, e da
cine Palestrina , Cave e Genazzano , se- una loggia riccamente ornata comparti
dendo tuttavia in luogo elevato a modo l'apostolica benedizione alla divota mol-
di suggeslo, prese una bevanda; mentre titudine che l'impetrava. Nello stesso pa-
i personaggi del seguito furono serviti di lazzo si degnò il santo Padre , assiso in

rinfreschiad una mensa lautamente im- trono, d'ammettere al bacio del piede l'ec-
bandita. Nel breve tempo in ciò trascor- cellentissima famiglia proprietaria, che in-
so, già una lapide di marmo era stata in- tera eravisi recata da Roma , il capitolo
fissa nella parete di contro alla scala, per ed altri del clero secolare e regolare, il go-
conservare durevole fra le memorie del- vernatore, commissione municipale de
la

la nubilissima casa ancor questa dell'ono- luogo, le deputazioni di Palestrina Gt ,


VEL VEL i3 7

nnzzano e Lugnano, molli religiosi de' vi- doctm et prudens (ed io aggiungerò ret-

cini conventi, i seminaristi e altre distin- tore di Marittima e Campagna ben ama-
te persone ivi portatesi per averne l'ono- to, come scrissero le comuni delle mede-
re. Dopo alquanto riposo il Papa parli sime al concilio di Costanza, ed a cui peL
per Vellelri , mentre la popolazione di- l.° di sua famiglia Martino V conferì l'o-

mostrò nuovamente la gioia da cui era norifica carica di Maestro del sagro O-
compresa, facendone pure testimonianza spizio), il cui figlio Giovanni si rese glo-

le rammentate iscrizioni. Nella sera , ol- rioso nell' esercizio della guerra ,
perciò
tre l'illuminazione generale, fu incendia- detto armorum ductor sagacissima. !. 1

to un fuoco artificiale in segno d'esultan- Forse tali personaggi, come signori di Val-
za, e si dispose la distribuzione di 6 doti montone saranno ivi nati e perciò ricor-
alle zitelle povere, 4 per parte del comu- dali dal p. Casimiro, altrimenti de'cele-

ne, e 2 per parte della confraternita del bri che fiorirono nella cospicua famiglia
Gonfalone: altre 4 doti poi si aggiunsero avrebbe dovuto ragionare di molti. Il già
con porzione del fondo lasciato in abbon- lodato mg/ Girolamo Galanti, lo celebrai
danza dal Papa per elargizione a' poveri, nel voi. LXXIV, p. 33o e seg., siccome
iu mani del cai), d. Giovanni Capri-Ga- profondo anche nelle scienze economiche
lanti vicario foraneo, il quale impiegò il e di finanza che da segretario generale
,

resto in paglioni, effetti di vestiario e a- del lesorieralo, Gregorio XVI promosse


limenti a'più bisognosi. Altra elargizione ad assessore del medesimo, uel riordina-
a'poveri lasciò il principe Doria-Pamphi- re questo vasto ministero; non che a vi-
lj, per sì felice avvenimento di cui si a- sitatore delle dogane e de'dazi di consu-
vi a perenue ricordanza. Valmontone con- mo, a pro-tesoriere, a prelato domestico
tiene distinte famiglie, ed iu vari tempi ha e referendario delle due segnature. Ivi
prodotto degli uomini illustri nell'armi, rammentai l'articolo necrologico pubbli-
nelle lettere e nelle dignità ecclesiastiche cato dal Diario di Roma nel 1 838, e poi
r
e civili. Registrai Ira'vescovi di Tran nel riprodotto dal cav. e d. Andrea Belli ro-
j 349 Bartolomeo da Valmoutone, lega- mano p. <j5
a del suo libro di soli 120
to a' rasciani , albanesi e al re di Servia. esemplari: Di parecchi illustri morti in
Trovo nella Series Ree lo rum Anconita- Roma, cenni biografici. (Quel profondo
nue Marchiae del Leopardi nel r 44^* , erudito e fiore d'onestà e di sapere, che
TliesaurariusRevercndissimus Doininus tornai a lodare nell' articolo Vaticano,
Justus de f'almonlone. Il nominato Giu- me lo donò con questa epigrafe di suo
sto Conti, poeta, giureconsulto e oratore, pregialo pugno. Al chiarissimo sig, ca-
non mai senatore come alcuni scrissero, valiere Gaetano Moroni sommamente
e l'avverte il p. Casimiro da Roma; mor- benemerito della nostra Roma. L'Uni."
to consigliere del celebre Malatesta signo- Servo Vero A. Belli, Per la storia è
re di Rimini, in quella città a'iq novem- bene dire tutto. Nel dichiarare la propria
bre 1449 e sepolto con solennissimo ono- riconoscenza, conviene riferire da che de-
re nella chiesa di s. Francesco. Dalla qual riva, senza tanli riguardi di malintesa mo-
notizia, soggiunge il p. Casimiro, potrà destia. Le onorevoli e autorevoli testimo-
ora ('ermamente decidersi la controversia nianze di que'che sanno, sono documenti
tra lab. Salvini e i Giornalisti d' Italia, imperituri, e giovano notificarsi: natural-
se Giusto abbia o no conosciuto il Pe- mente hanno più valore degli articoli che
trarca ove sia motto e in qual tempo.
, si provocano o mendicano, onde pubbli-
Lui vivente, diceche fiorì il cardinal Lu- carsi ne' Giornali politici e letterari).
cido Conti, sludiorum luimaniltitis Jla- Meritamente tal foglio ufficiale disse mg/
graulii.-.u.ius, ed il fratello Alto Couti vii Gaiauti, uioilo a'28 aprile con tulli i cou-
i38 VEL V E L
forti di nostra s. Religione e dopo avere glio, e non è accessibile se non dal lato
ricevuto la speciale benedizione aposto- di nord-ovest. 11 Piazza dice che gode si-
lica di Gregorio XVI, per la grazia esti- to ameno e benché di aria non
fertile,
r
ma che ne godeva, a mezzodì cug. Tosti tanto salubre; e Marocco ne biasima l'in-
tesoriere generale in abito prelatizio, con- terne vie. Osserva Nibby,ch'essa non con-
fortandolo con pietose e commoventi pa- tiene altro oggetto che meriti particola-
iole, estremo segno della sovrana consi- re memoria, se non la casa dove nacque
derazione; sommo nella metafisica e in Francesco Ficoroni antiquario assai ce-
tutte le scienze esatte , ben conoscitore lebre, delle cui opere parlai in tanti luo-
della storia naturale in ogni ramo , sop- ghijche si distinse nella 1. 'metà del secolo
praltutto nella statistica e pubblica eco- scorsoci quale più volte ragiona nelle sue
nomia, nella quale dava opera con som- molteplici opere di questa sua terra na-
ma alacrità, e potea dirsi il maestro di co- tale, ma specialmente in quella che in-
loro che sanno. L'integrità della vita, la titolò:Memorie delle cose ritrovate nel
purezza de'costumi, facevano più belle le territorio della prima e seconda città
rare doti del cuore e della mente. La sua di Labico, nella quale a p. 66 partico-
sceltissima libreria, precipuamente dovi- larmente la descrive. Siccome con essa
y
ziosa di opere di scienze naturali ed eco- volle provare che Labico [T .) fosse sul
nomiche, l'acquistò l'università romana Colle de'Quadri presso Lugnauo, per-
per la sua biblioteca Alessandrina. Que- ciò in quell' articolo ricordai tale opera e
sto illustre e facondo prelato, è uno de' da chi venne confutata. Marocco racconta
tanti eccellenti usciti dal Collegio Pam- che Ficoroni figlio di Bonifacio di pove-
pliilj , il quale ora si gloria del cardinal ra condizione, da fanciullo si recò in Ro-
Santucci. Ne fu concittadino e maestro ma, venendo aiutato e protetto da un av-
r
mg. Pietro Antonio Luciani arciprete del- vocalo, ed ivi morì eruditissimo archeo-
la collegiata e poi benemerentissimo ve- logo sotto la cura dis.Lorenzo inPanisper-
scovo di Segni, nel quale articolo enume- na. La piccola chiesa parrocchiale è dedi-
rai le splendide virtù che P adornarono: cata a s.Andrea apostolo, che il Piazza la
in quella cattedrale ne'solenni funerali ne disse antica e restaurata dalla popolazio-
recitò l'orazione funebre mg. r Francesco ne nel declinar del secolo XVII, avente
De Biasi; altri ne celebrò la patria colle- numerosa compagnia del ss. Sagrameu-
giata, siccome morto in Valmontone, che to, con 6 altari, e casa annessa pel par-

si pregia del venerando prelato. Leggo roco. Le altre chiese descritte dal Piazza
nella benemerita Civiltà Cattolica, serie sono l'antica e suburbaua di s. Miria
:

a
3. , t. 8, p. 97, essersi pubblicato; Bio- del Piuvo, poco discosta dal paese e di

grafia di mons, Pietro Antonio Lucia- molta divozione pel popolo; e s. Maria
ni vescovo di Segni, scritta dal prof, della Piazza Nuova vicina al castello, pu-
sac, Alessandro Alti, Roma 1 8 5 7 Il ter-
. re di grande divozione e mantenuta dal-
ritorio, dice Calindri,soprattutto produce la pietà de' fedeli, la cui fabbrica dovea
in abbondanza grano, granturco, biada, compiersi. Racconta Nibby, che il taglio

legumi, vino, fieno. rapido e artificiale delle rupi, le grotte


Lagnano. Comune della diocesi di Pa- scavate nel masso presso a' due fontanili
)eslrina,con territorio in colle e in piano, nel luogo chiamato gli Amari sono un
distante da Roma 23 miglia, circa 5 da indizio evidente che questa terra ne' tem-
Palestrina, e da Valmontone uno e mez- pi più antichi venne abitata, e che sor-
zo. Giace sull'antica via Labic-tna, sopra se ivi una delle città antichissime del La-
un ripiano d'un colle alto e dirupato di zio, di quelle 53 nominale da Plinio, che
tuia lionato, che gira circa uu meuo mi- a' suoi gioiui erano scomparse senza la-
VEL VEL i3tj

sciar vestigio. Che poscia vi sorgesse una co. Plutarco narrando lo slesso fatto di-
villa ne sono prova le scoperte fatte ne' ce, che quel condottiere prese e saccheg-
dintorni di questa terra medesima, in o- giò successi vamenle le città de* tolerini,

gni tempo, ma particolarmente nel I. de'labicani, de'pedani e de'bolani, e mi-

periodo del secolo passato, che sono ri- se in ischiavitù gli abitanti. Mettendo da
ferite e in parte illustrate con tavole dal canto per un momento Tolero, stabilito
Ficoroni a p. 71 della sua Memoria. dal Nibby che Labico era alla Colonna
Fra queste scoperte primeggia special- e Pedo a Gallwano e ricordandosi della
t

mente quella della famosa cista mistica contiguità del territorio Bolano col Labi-
e dello specchio di bronzo, monumenti cano, uiun altro meglio conviene alla po-

rarissimi dell'arte e della lingua de' Ia- sizione di Boia che Lugnano, consideran-
lini più antichi, i quali si conservano nel do che Zagarolo e s. Cesario facevano
museo del collegio romano perdono ge- parte dell'agro Labicano, mentre di fian-
neroso dello stesso Ficoroni che li acqui- co lasciasi Preneste e il suo territorio, che
stò, e Nibby crede che possano apparte- mai non si nominano in tutta quella scor-

nere alla città primitiva. Egli inoltre opi- reria militare. Queste autorità unite agli

na, che fra le città latine da Plinio e da altri argomenti, e alla descrizione che Dio-
altri scrittori ricordate, quasi potersi dire nisio lasciò della situazione di Boia, esclu-

che debba collocarsi a Lugnano la sola dono che quest'antica città del Lazio fos-
Dola o Fola, la cui etimologia tratta se a Poli, dove per una somiglianza ili
dalla forma del ripiano, somigliante alla nome comunemente si pone, quantunque
pianta della mano del piede, mirabil- l'origine di quello sia di molti secoli po-
mente si accorda con quella del luogo steriore, come riportai nel voi. LXXV,
ch'è di forma oblunga, isolato da tutte p. 280, descrivendolo. Della storia di Bo-
le parti, meno verso nord-ovest, come ia, oltre i fatti già indicali, poche altre
dissi. Quest' opinione per la prima volta memorie rimangono. Virgilio dichiara
fu emessa dal Ficoroni, ed oltre l'appog- che una delle tante colonie albane fon-
fu
gio dell'etimologia ha pure quello del- date da Latino Silvio. Ma di essa non si
l' autorità di Livio, Dionisio e Plutarco. fa ulteriore menzione fino alla mossa di
Di questi 3 scrittori ili. "narra cornei bo- Coriolano contro Roma, allorché fu sac-
bini fecero nel 342 di Roma scorrerie nel- cheggiata e fatti schiavi gli abitanti. Es-

l'agro Labicano a loro limitrofo; era per- sendo sul limite del confine Latino ven-
tanto Boia vicino a Labico, che il suo ter- ne occupata dagli equi, dopo che questi
ritorio confinava col Labicano. Quindi ebbero conquistato il tratto del territo-
Dionisio descrivendo l'invasione che fe- rio Eroico ch'era sulla riva sinistra del-
ce Coriolano delle terre latine, mostra l'Aniene fra Subiaco e Palestrina. Essi la
come quell'esule romano, dopo aver pre- colonizzarono e di là fecero scorrerie nel
so e ridotta a deserto la città de'toleri- territorio -limitrofo di Labico; ma 4 anni
ni, condusse l'esercito contro i boluui, i dopo cioè nel 34^ di Roma, fu con lieve
a
quali nella 1 ."sortita vinsero, ma nella a. perdita, e dopo un corto assedio presa
da Coriolano in luo-
attirali a bella posta da' romani. In tal circostanza L. Sestio
go opportuno, furono disfatti compiuta- tribuno della plebe propose che vi si man-
mente, ed inseguili da'volsci fino alla cit- dasse una colonia, comesi era fatto a La»
tà, eutrarono misti a'nemici, che gì' in- bico; ma trovò insormontabile opposi-
calzavano in modo, che Boia presa d'as- zione nel senato. Gli equi profittando di
salto fu data in preda al saccheggio e gli questa svista l'occuparono di nuovo nel-
abitanti furono posti in ischiavitù; ridot- l'anno seguente, e vi mandarono una co-
ta Dola, portossi Coriolano contro Lubi- Ionia, ralforzaudo iu tal guisa il castello.
.
1

i4o VEL VEL


Presa di nuovo da'romani fu causa d'un ditx Longoii'ianus, riflettendo che unito
fiero dibattimento fra M. Postnmio Re- a quello di Casa Maior il confine tro-
gillense tribuno militare e investito del- vavasi più ravvicinalo a Roma : il nome
l'autorità consolare, e L. Sestio tribuno è un' evidente corruzione del transcrit-
della plebe, dibattimento ch'è a lungo ri- tore, che scambiò Longianus in Longo-
ferito da Livio, e clie fini colla morte di ieianus. Il Petrini ancora riportando il

Postumio, il quale fu da'suoi medesimi Muratori, all'anno 780, dice nominarsi i

soldati lapidato. Siffatte discordie non po- due fondi Casa maggiore e Longocia-
tevano se non favorire i progetti ulterio- //o.ond'è assai verosimile che quindi preti-
ri degli equiche conoscevano l'impor- desse il nome di Lugnano. E Longocia'

taiua del sito; quindi tornarono ad oc- no lochiama Marocco. Dipoi latinamen-
cuparla, evi si mantennero saldi sino al te meglio si disse Longeianum. Conti I

368, in die vennero dal celebre CamiU tusculani che ne' secoli IX e X tanta in-
lo compiutamente disfatti sotto le mura fluenza e potenza ebbero in questa parte
stesse di questa città , la quale fu presa. d'Italia, furono signori di questo fondo.
Sembra die allora venisse interamente Vuole Calindri, che nel 1 100 Papa Pa-
distrutta, poiché nella storia non più si squale II concesse questo paese a' Conti
ricorda, e solo il cognome di Bolanus di lìo vaccini, ond'era sorto tanto prima.
ebbero vari romani ne rammenta il
eli' Nel secolo XIII divenne retaggio de' Conti
nome. Come altre città fondate ne' più (F.) di Segni, e ne' loro monumenti lo
antichi tempi e dal potere e dall' ambi* trovo nominato Castrimi Lngnani. Que-
zione de'romani annichilite, Boia diven- sti ritennero il dominio di Lugnano ili

ne proprietà di qualche ricco romano, il al 075, in cui quel ramo si estinse, l'i
1

quale avendo il cognome di Longus, cos'i timo Gio. Battista Conti avendo dichì
comune presso gli antichi, lo comunicò rato suo erede universale Federico Sfoi
al fondo, che Fundus Longianus venne za, nato dall'unica sua figlia Fulvia, per-
appellato, nome dal quale deriva mo- il venne nella proprietà degli Sforza. Fin-
derno con leggera alterazione. Vero è pe- ché neli634 pe'debiti eccessivi contratti
rò che di questo fondo, o villa che fosse, da Mario 1 1 Sforza, vendè Lugnano pe
non rimane notizia espressa, la quale sia 70,000 scudi al principe Taddeo Bari
anteriore al i.° periodo del secolo Vili, rini nipote d'Urbano Vili, e dopo 17
cioè circa l'anno 720 di nostra era : allo- ni fu acquistato nel 1601 dal princi|

ra apparteneva alla Chiesa romana, e s, Camillo Pamphilj nipote d'Innocenzo X,


Gregorio II lo die in enfiteusi ad Anual- unitamente a Valiuonlune e altre terre,
do tribuno, insieme con quello attinente e dopo l'estinzione di tal famiglia passò
denominato allora Casa Maìor, siccome cogli altri beni Pamphiliani a' principi

si trae dal registro di CencioCamerario, Doria-Pamphilj, che ancora lo ritengo-

inserito dal Muratori nel t. 5, p. 386 del- no. Nel viaggio fatto nel 1 843 da Grego-
l' Ani, Med. Aevi, nel quale così viene rio XVI alle provincie di Marittima e
enunciato quell'atto: Jdem,óaè Grego- Campagna, partito daRoma ili. "maggio,
rius iunior, Atuialdo tribuno fandum come si legge tiellaAeiaztb/zedel principe
Casarnaiorem et Longoieianum ex cor- Massimo, traversò col suo corteggio Lu-
pare patri/nomi Lavicani territorio , gnano, i di cui abitanti a contrassegnare
Praencslino, millìario ab Urbe Roma hi loro gioia alla meglio e con drappi or-
plus minus vigesimo uno praestantem narono le finestre, avendo eretto sulla

Bisant. L, Q. anni Solid. Il territorio, e pubblica via un arco trionfale sovrastato


la distanza da Roma bene si accordano dal pontificio stemma, inventato e deli-

Ut fare riconoscere in Luguauo \\ Fun- neato da Giuseppe Mauni di Gaviguana,


VEL VEL i4t

Pa- poiché concatenato cogli altri per lungo


il quale umiliò copia del disegno al
tratto distende a ingombrare la regio-
na, e Iutiera Io conservo. Nell'iscrizione
si

festiva riprodotta dalla Relazione, ti'tf- ne nella quale anticamente fiorivano il-
antica derivazione di Lugna- lustri città, dal ferro e dal fuoco misera-
lude all'

colle parole Vetustiun Oppidum mente distrutte, e dove uomini insigni


110, :

Lotigeianum. Tra le acclamazioni della ebbero la culla. A destra verso oriente


gode la vista della maestosa Segni; le so-
popolazione, paternamente benedetta dal
Papa, questi proseguì il viaggio per Val- vrasta a tergo Rocca Massima; di fronte

montone. E quando il legnante Pio IX riguarda il monte Prenestino, con Pale -


sua presenza a' io strina nella falda e Castel s. Pietro sulla
onorò questa città di
aprile i85o, una deputazione di Lugnano sommità; a sinistra è il castello di Giu-
visi recò a fargli omaggio,accorrendo l'e- lianello, e finalmente Velletri colla quale
sultante popolazione nel suo passaggio a ha continuo commercio. Dall'alto, oltre i

riceverne la benedizione. nominati luoghi,» vedonoFerentino,Bau-


Monte Fortino. Comune della dioce- co, l'altissimo Fumone (ebbe una formi-

di Segni, dalla qual città è distante dabile fortezza tenuta inespugnabile per
si 9
miglia e altrettante e più da Velletri, al l'eminente posizione, onde soleva dirsi :

3o.° miglio dell'antica via Latina, con Si Fummo fumat, tota Campa nea fre-
territorio in monte e piano. Il Ricchi la mei), la grata Anagni, l'imponenti' Ita-
dice situata in una falda di monte sì ri- liano, il Tiglio, il Serrone, l'elevala Ci-

pida e scoscesa, che appariscono i suoi vitella,01evano, Roiate, Genr.zzano, Ca-


edilìzi l'uno sopra l'altro, sotto il giogo ve, Rocca di Cave, Lugnano, il quasi di-

de'monti Lepini, fra le suddette città e strutto Colle Ferro, e Flumiuaria oggi

Cori. Il Marocco che la visitò e molto ne Pimpinara, di cui esistono le rovine. Ha


tratta, dice sorgere poco lungi dalle ve- il monte Algido dalla parte occidentale,

stigia dell'antica via Latina sopra un gran ove ancora si vedono le reliquie dell'an-
masso di pietra viva, rimpettoa Valmon- tico castello omonimo, distante più di 7
tone, da cui è discosta circa 3 miglia, la miglia, e le rovine di Lariano soggetto al
cui strada eccellente guida anche a Ro- comune veliterno. L'aria è salubre, e nel-

ma. Lo scoglio sopra cui ella siede non l'inverno domina il freddo, come nella

meriterebbe il nome di monte se non ve- parte più riparata dal monte resta priva
nisse ad unirsi ad altro maggiore che gli del sole per 4° giorni, gli abitanti sup-
sovrasta, mirabile essendo il suo fabbri- plendovi col fuoco, fornendo copiosa le-

cato, perchè formato a guisa di gradina- gna la grande selva e altre macchie vi-

ta l'un l'altro soprastando, talché se un'a- cine. Gli abitanti sono forti e animosi. Le
bitazione rovinasse, con molla forza pre- fabbriche comunemente sono rustiche,
cipiterebbe sulla sottoposta a motivo del- alcune co'tetti di tavole e per lo più sen-
l'inclinazione della rupe. Ivi si gode la za regolare disegno, a motivo della gra-
pittorica visuale delle sottostanti cam- vissima desolazione a cui soggiacque nel
pagne. Questo sito è fiancheggiato da al- l557. Piipatriati gli abitanti, dopo l'ec-

te rupi, e in alcune parti rendesi inacces- cidio da cui scamparono, rialzarono al-
sibile, fuorché dove si congiunge nella la meglio le demolile abitazioni e solle-
valle Eroica, venendo anticamente difeso citamente per difendersi dall'intemperie.
dalla sua forte rocca, che esisteva sul ver- Non mancano convenienti edilìzi. La par-
tice del gran masso. Le fabbriche verso te più antica però della terra era la su-
la parte boreale sino
al piano, sono dis- periore, e più forte come difesa dall'alte
poste con notevole simmetria. Tra'volsci rupi e dall'asprezza dell'accesso dal pia-
questo monte si considera meraviglioso, no. Osserva il Castellano, ch'è fama ivi
i/p VEL VEL
riparassero dopo i bellici disastri, gli a- principe di Sulmona Gio. Battista Bor
bi tonti delle contigue città, fra le quali ghese, ond'è giuspatronato di sua nohi
si nominano Ortona ed Eecetra poicliè ;
lissima famiglia, come si legge nelle la-
sulla cima del monte cbe domina pae- il pidi poste sopra l'organo, e sopra la fa-
se, si dilatauna bella pianura, dalla qua- scia della decorosa facciata esterna, aven-
le si contemplano la Valle Etnica, il La- te pure due campanili in forma di torri
zio, l'agio Velilerno, le Paludi Pontine quadre. Sebbene fosse fabbricata più am-
e più oltreil mare, e dicesi Piano dì Ci- pia della precedente, Marocco la dice ri-

vita,ed è recinto all'intorno sul perime- stretta per l'attuale popolazione,che ne


tro d'una lega da macigni di pietra pa- la Statistica deliS53 la trovo ascende-
lombina commessi senza cemento alla re a 3643, e nell'articolo scritto da Mon-
foggia di antiche mura romane, cbe me- te Fortino nel i85o e riportato neln.°g2
ritarono essere descritte da Palladio. del Giornale di Roma di tale anno, si eli-
Tracce d'altro muro interno più ristret- ce terra di più di 4000 anime. La chie-
to si vedono nell'estrema sommità in fi- sa di Maria delle Letizie è di semplice
s.

gura quadrata, cbe doveano forse desi- e antica forma, situata sul più erto della
gnare la rocca. Si sono discoperti nelle cima e in piano fuori della porta supe-
vicinanze de' sepolcreti, e nel recinto la- riore, per dove si va alla montagna, ba
lune stanze sotterranee con pavimento B. Vergine è scolpita in legno. Il quadro
a musaico, opere figuline, olle, lumi per- di s. Alberto è Orazio Zecca. L'affre-
di
petui, e monete d'oro, d'argento e rame. sco della ss. Trinità fu colorito da Fai
Riferisce inoltre Castellano, che due vie Spirito. Primeggia fra le altre due ps
conducevano alla città; l'ima faceva ca- rocebie, per essersi con esse gradatane
po nella via Latina al luogo detto Pan- te accresciuta. Sebbene col Marocco di
dochia o pubblico ospizio, e di là ascen- si collegiata la precedente, leggo nell'
devasi il Colle dell' Impera tore,coù detto scrizione da lui riportata colle altre ai
perchè vuoisi che ivi esistesse un oppido lidie e moderne Monte Foiesistenti in
denominalo Ad Pietas (Nibby parlando lino, e collocata in Maria Che il l< s. :

di Valmonlone,dice che la giunzione del- dalissimo e benemerito Guidoni Zepi


le due vieLatina e Labicanafacevasi pres- rino Bresciani J. V. D. Hujus insignis
so la stazione ad Pietas, la quale avrà Collegiatae Ecclesiae primum canoni-
tratto il nome dalle pitture che 1' orna- cimi, inde in archipresbyteratus digni-
\ano,coinciderdo nel sito pressoCollede' latem evecto. Ma il Calindri afferma che
Quadri), luogo magnifico e delizioso per la collegiata è quella di s. Croce. La chiesa
le pitture che adornavano, di che fan
1'
parrocchiale del protomartire s. Stefano,
feùe i ruderi, ed molti frammenti di
i ili cattiva struttura, è al piano presso il

marmo pario e di granito, torsi e avan- borgo e la strada romana ristorata da Pao-
zi di statue, e vestigia di terme; dell'al- lo V, non molto divertendo dalla via La-
tra,che procedeva da Vellelri e dal Cam- bicanachene mostra evidentemente ve- i

po Pometino, si trovano iudizi fra gli am- stigi, e dove fu ritrovata una colonna mi-

pi olivelide'principi Borghese. MonteFor- gliarla denotante la distanza ab Urbe, os-


tino ha 3 parrocchie. La primaria e in- servata dal dotto monteforlinese Sei-an-
signe collegiata con capitolo è dedicata geli e dal celebre antiquario Fabretti. V?
alla ss, Croce, che per l'antichità minac- sono inoltre le chiese della Madonna del
ciando rovina, con l'assenso del vescovo ss. Rosario, e quella di s. Maria di Gesù
diocesano fu abbattuta ; a' i 7 aprile 65o 1 Quest'ultima è magnifica ed appartieni
vi fu gettata lai." pietra dell' odierna e a'minori osservanti riformati, col bel con
compila nel 1661 dalla pietà generosa del vento, situali dopo breve e comodo pas
VE L VEL i43
5Pg^ìo fiiorì ilcllii terra nlle radici del mon- pagnia del ss. Rosario pel mantenimento
te Foresta, nel luogo detto il Serrone del- dei maestro di scuola elementare, il qua-
la guardia, nome preso da'soldati che ivi le ha eziandio l'obbligo di fare da cap-
facevano la guardia in tempo della guer- pellano alla chiesa di della confraterni-
ra sostenuta da Paolo IV. E una delle ta. Dice il Marocco, che il convento fu

tante magnifiche fabhriche fatte innalza- demolilo, perchè non servisse d' asilo a'
re dall' animo grande del cardinal Sci- fuorusciti. Tale convento si vuole dal
pione Borghese. Ha 5 altari, essendo nel Theuli conventuale, nell' Apparato mi-
maggiore in quadrodi tela lodato espres- norilico della provincia di Roma, edi-
so il nome ss. di Gesù, la B. Vergine col ficato da s. Francesco d'Aitò ma lascia- ;

divi ri Figlio scherzante col s. Precursore, to da'religiosi, divenne ricovero di ban-


le ss. Anna ed Elisabetta, e s. Giuseppe, diti, per cui nel 1 5g4 f« murato ogni va-
colla gloria celeste in allo : si attribuisce no e chiusa la chiesa, ed ora soltanto se
al cav. Manenti di Canemorto, sebbene ne vedono le misere rovine. Le strade in-
alcuno la giudicò opera d'Orazio Borgia» terne sono tortuose e pericolose per la
ni. Dello stesso Manenti si credono gli al- continua salita, meno la media formata
i
tri dipinti esistenti nella stessa chiesa, cioè a gradinata e selciata. La piazza princi-
,
s. Antonio abbate insieme a s. Antonio pale, the resta in principio della terra di
di Padova, e s. Chiara con s. Elisabetta prospetto a Valmontone e ad una parte
:
regina di Portogallo, il coro è magnifico, dell'agro, si può dire il miglior ornamen-
bellissimi i libri corali scritti in pergame- to del paese, ridotta in pianocon forte spe-

na e miniati, ben fornita la sacrestia di sa sopra più ordini di volte e fornici con
suppellettili sagre. Nella facciata della pieni fondamenti, ed è ben selciata e gran-

chie>a, parimenti di buona architettura, de. Ha una loggia scoperta sulla porta
con pilastroni, cantonale e cornicioni ili principale costruita con merli di tufa e
tufa, nel mezzo e in una fascia è scolpito sopraslali da pal'e di pietra polomb.ua,
il nome del benefico cardinal Borghese con arme in cima nell'esterno, decorata
coll'anno 1 633 in che compì l'edilìzio, di con dtie mascheroni, e co' vani pe' can-
cui la impietra era stata collocata ne'fon- noni. Questa porta tutta di tufa, di vago
damenti a'2i ottobre 1629, di poi con- disegno e d' ottima architettura, che si

sagrata da mg. 'Ellis vescovo di Segni a' crede di Martino Longo, ha l' epigrafe
19 maggio 7 i5. In Monte Foitino e suo
1 del cardinal Scipione Borghese, e verso il

territorio vi sono molti benefizi ecclesia- borgo l'anno 1620. Inoltre il cardinale
; siici non residenziali, di nomina de'Bor- fece fabbricare anche di verse case nel bor-
,
ghese, oltre i canonicati e i curati. Sopra go. Appellasi piazza Borghese pel palaz-
questi benefizi furono delle decisionivi zo principesco che elevasi ila un lato.An-
• de'cardinali Cecchini e Cherubini per al- ticamente l'edilìzio era diviso in due a-
;
cune vertenze insorte, e fedelmente rife- bi (azioni, una spettava a' Colonna, l'al-
1
1 ite nel ms. di cose patrie lasciato dal sud- tra a' Massimo dipoi notabilmente fil
;

,
detto Serangeli, e cuslodito dalle mae- accresciuto dall'encomiato cardinal Bor-
stre pie del luogo, che si occupano del- ghese, nell'unire le due abitazioni. Vi so-
l'istruzione delle fanciulle. I nominati car- no 147 stanze, oltre i corridoi, portici e
j
dinali istituirono il rettorato di s. Croce. logge, con 3 distinte scaleche introduco-
1
Non vi mancano sodalizi, ed un tempo e- no a diversi appartamenti. Però la ri-
sisleva il convento
Michele Arcan- di s. messa per le carrozze resta al piano do-
. gelo de' minori conventuali circa 2 mi- v'è situato il fabbricalo detto l'osteria,
glia lungi dalla terra, soppresso con bolla fatto anch'esso d'ordine e spesa del car-
;
pontificia, applicandone i beni alla com- dinal Borghese; osteria che può dirsi una
i44 VEL V E L
delle prime de'dintorni di Roma, per con- qui era Verrugine, In quale ritiene esse-
tenere circa 5o vani, essendo l'edifizio re surta fra Velletri, Cori e Rocca di Pa-
circondato da logge falle ad archi, e nel pa, ed eziandio la comprende tra'volsci.
«li dietro e ne'fianchi serrati da muro per Mg.' Nicolai, dopo aver parlato delle cit-
usi diversi,conampia stalla costruita pre- tà Pontine della pianura e marittime, nel
cipuamente pel procaccio di Napoli. In- cap. 1 1 comincia a ragionare di quelle
oltre sulla nominata piazza e incontro al situate sulle colline, Ecetra, Artena e al-
palazzo baronale vi è un casamento pure tre, poiché anch'esse si comprendevano
edificato dal cardinale, per residenza del tra le Pontine, come città che avevano il
governatore feudale, ed è ornato di cor- territorio nelle campagne Pontine. Prin-
doni e fascie di tufa con vago prospetto. cipiando da Poniezia, di cui trattai a Ses-
Diverse e discrepanti sono state le opi- sa, dice offrirsi innanzi Ecetra, sulla qua-
nioni degli scrittori circa le antiche città le discordano gli autori ad assegnarle il si-

che fiorirono ne'dintorni, o sul sito oc- to preciso. Sigonio la pose nel territorio
cupato da Monte Fortino. 11 Theuli, nel Pontino, e Cluverio giudicò che restasse
Teatro historico di Felletri, a p. 34 ri- sopra Norma eSegni, a'confiui degli equi
tiene che ivi fu già la volsca Eccella, o e degli eroici, lontano dalle spiagge ma-
almeno poco lontano, poiché quando i rittime. Certissimo è,secondo Nicolai, che
tribuni de'romani mandarono o condus- non slava ne' piani, ma ne' monti , non
sero due poderosi eserciti contro volsci, i peròda'piani mollo lontano, perchè i vol-

S. Furio e M. Orazio andarono ad Anzo sci ivi tenevano la loro assemblea nazio-
verso la marina, e Q. Servilio e L. Ge- nale, come significò Dionisio, riferendo-
ganio a sinistra verso Eccetra, ad moti' ne la testimonianza. Che fosse poi medi-
tem Eccelram pergant, come si ha da terranea, apertamente lo scrive Livio, e
Livio. Anzi narrando questi prima di tale come di contraria situazione alla marit-
epoca un fatto d'armi de'romani e vol- tima Anzio, anzi la dichiara montuosa
sci, dice che fu inler Ferenlinum et Ec- Dunque Ecetra, conclude il dotto prela^
cetras, che di già era stata saccheggiata lo, dovea esser situata non lungi da Co-
da Fabio Ambusto. Altrettanto racconta ra, Artena, Noi ha e Sezze, e presso Po-
Dionisio,il quale la chiamò Folseoruni inezia. Poiché quando da' consoli Appic
Caputa nel descrivere la vittoria riportata Claudio e Publio Servilio fu espugnata
sopra i da Q. Fabio Vibu-
volsci e gli equi Poniezia,gli eceterani che segre lamenti

lanoin Algido. Di parte del riferito, anche aveano soccorso pometini, cominciaro
i

col Ricchi, Reggia de' Volsci, lib. e. 44j i , no anche come vicini a temere per se stes
Ecetra colonia latina, già ne parlai nel si, e ad onta che spedirono a Roma un;

voi. XXVI I, p. 280 e 2g4, dicendo di deputazione, ne pagarono /a pena ,


per
Ferentino, Morolo eSupino (e sopra que- dendo il territorio che fu loro tolto. Da
st' ultimo è da avvertirsi il notato a tal riferite da Livio , anche il Corradini s
vocabolo) e Ferrugine. Volpi nel La-Il persuase, che Ecetra e Pomezia fra lori
iius Fetus, enumera 8 oppidi Pre-
fra gli confinavano, benché poi altrove cadde il

Deste, anche Eccetra, che il Cecconi nel- contraddizione, ponendo Ecetra la ." del 1

la Storia di Pales trina dice eh' era si- le città volsche sulle montagne Lepin

tuata ne'più alti monti de' volsci. Il Con- verso Roma, mentre l'avea detta confi

tatore chiama Echetra, già terra nobile nante con Pomezia, e questa situando ne
de' volsci, e crede che fosse situata sopra mezzo della pianura dopo Sezze, ove or
Norma e Segni, verso settentrione fra Co- é Mesa. Nicolai soggiunge, che dovea poi
ri e Aungni; poco lungi da Allena , che si Pomezia innanzi più vicino a Hook
dice pure de' volsci, il cui confine cogli e- Il Corradiui spiegò l'asserto di Cluveric
VE L VEL i45
Cum Volscis i/iter Ferentinum atquc E- ce all'articoloArtena, da lui creduta ora
tctram diinicatum est. Noi» doversi cioè occupata e succeduta da Monte Fortino.
intendere di Ferentino ernico, ina bensì Narra T. Livio, lib. 6, e. 61 ,che nell'an-
di quello nel monte Albano, il quale poi no di Roma 353 si combattè co' volsci
si couduante co' piani ver-
disse la Fnjola, fra Ferentino ed Eccella, e che quindi i

so Vellelri, Cora e Monte Fortino , cre- tribuui cominciarono ad assediare Arteuu


duto dal Kircher l'antico Corbione; e il città de'volsci. Gli assediati fecero una

sito corrisponde al principio de'monti Le- sortita; ma i romani li respinsero e gl'iu-


pini, sotto cui si estende il territorio Pon- calzarono in modo che s'impadronirono
tino. Indi il Nicolai narra le guerre ece- della terra. I volsci si ritirarono nella for-
trane, chiama Ecetra la più nobile città tezza o arce, la quale oltre all' essere for-

de'volsci, alternativamente signoreggiata onde poteva difendersi cou


te era ristretta,

da essi, da'romaui e dagli equi, e nuova- poca gente, e ben provvista di vettovaglie.
mente da' romani. S'ignora come perì, e Disperando perciò romani di prender-
i

quando, senza lasciar di se vestigio alcu- la,un servo o schiavo d'Artena a tradi-

no, e perciò gli autori sono di diversa o- mento li condusse sopra per un sentiero

pinione nel determinarne il sito. Quanto molto scosceso; onde uccise le guardie che
ad Artena, il Nicolai lo dice castello vol- si trovarono dentro la rocca , e gli asse-

9co vicino ad Ecetra, racconta come se ne diati furono forzati di rendersi a discrezio-

impadronirono romani e la spianarono,


i ne. Sì la ciltà, come la fortezza vennero
onde neppur di essa esistere orma al suo demolite: l'esercito fu ricondotto in R.o-
tempo. Il più. moderno Castellano, come ma e diretto contro Veii (V.) ; al servo
già indicai, inclinò a credere 1' asserto di traditore fu data la libertà per premio,
altri, che uell'area di Monte Fortino sor- donati i beni di due famiglie, e imposto
gesse Eccetra. Il pure recente Marocco il nome diServio romano. Fin qui Livio.
riporta che Kircher fu di tale opinione, Soggiunge poi il medesimo Nibby, che se-
ma in altro luogo vi stabili P'itellia, che condo altri Artena era città de'veienti e
il p. Maltei riconobbe essere Monte For- non de'volsci; tale equivoco nacque dal-
tino succeduta ad Ortona
ed il riferito , l'esservi stata una città dello stesso nome
da Livio e Dionisio sopra Eccetra e Or- fra Cere e Veii, la quale fu distrutta da'
tona. Dice inoltre che il montefoi tinese re di Roma, ed era terra de'ceriti, e non
Serangeli si dichiarò in favore di Pando- de'veienti (ritiene Nibby d'averla scoper-
chia, rammentata di sopra ; ma egli non ta nel i832 in occasione che si facevano
vi conviene, lasciando ad altri fra le di- alcuni scavi nella tenuta di Castel Cam-
screpanti opinioni la decisione del conflit- panile, che descrive e illustra in quell'ar-
to. Il Ricchi, Reggia de' Volsci, lib. i,cap. ticolo, circa 22 miglia distante da Roma a
1 2, Monte Fortino prima chiamato Cor- destra della via Aurelia, ossia strada di
bione, adduce. ragioni per credere quella Civitavecchia; il fondo fu posseduto suc-
città soggetta agli equi, essere quivi po- cessivamente da'ìNormanni, Orsini, Capo-
sta, raccontando le sue antiche viceucle diferro e Cenci, da'quali neli6i2 lo com-
guerresche, e pubblicando la lapide tro- prò il principe Borghese e tuttora lo pos-
vata sotto Monlefortino. Corbio o Cor- siede), mentre questa della quale ivi trat-
bione, il Nibby nella sua Analisi de' din- ta Livio fu neh' agro Volsco. Riconosce
torni di Roma, lo colloca a-Rocca Priora, Nibby, che di questa Artena, degli scrit-
perciò con esso ne ragionai descrivendo tori antichi Livio solo ne parla e pochi
quel comune nel voi.
77. Ec- XXVII, p. i lumi somministra, a segno che Cellario,
co poi quanto quelP insigne archeologo Geogr. antiquae, lib. 2, e. 9, sect. 3, p.
uellu lodata opera, t.
3, p, 270 e seg., di- 565, dopo avere riferito il passo di Li«
VOL. LXXXIX. io
i46 VEL V E L
vio, ilice: seti positio incertissima itnmo che sono chiusi da pietre o ciottoli, «u-
ignota huius oppidiest. Solo ricavasi, die ch'essi irregolari. Aggiunge il Nibby: Geli
noti eramolto lungi da Ecetra e Ferenti- nell'opera della Topografia diRoma e de'
no, e che aveva uua rocca molto forte e contortili 2o5, osserva giustamen-
1. 1, p.
non molto grande. Nel fare Nibby le sue te potersi sospettai e, che la Or tona, di che

indagini per la Carta eie dintorni di Ro- parla Livio nel lib. 3, cap. 3o, occupata
ma, inclinò a crederla ne'diulorni di Mon- dagli equi l'anno di Roma 299 e ripresa
te Fortino, perchè una delle cime più al- poco dopo da' romani, sia la slessa che
te delle sue vicinanze ha il nome di Mon- Allena. Per la posizione non lungi dal-
te Larlerio, perchè sopra Monte Fortino l' Algido potrebbe certamente ammet-
,

slesso la contrada ha il nome di Civita, tersi questa congettura , dice il Nibby,


indizio certo della posizione d' un'antica poiché Livio così si esprime: Horalius %
città, e perchè la distanza di Ferentino cioè il console C. Orazio Pulvillo, quum
non giunge a 20
meulre d' altronde
111., iam Aequi Corbione inlerfecto praesidio,
la battaglia fu data di qua da Feieutiuo, Ortonam etiam cepissent, in Algido pu-
fra Ferentino ed Ecetra, in guisa che ro- i gnat: mullos mortales occidil: fugai ho-
inani poterono tagliare a'volsci la ritirala slem non ex Algido modo sed a Corbio-
di Ecetra e forzarli a rinchiudersi in Ar- ne Ortonaque: Corbionem etiam diruit
tena. Inoltre dice Nibby, ch'era una cir- propter prodilum praesidium.L'op'mione
costanza positi va quella che Allena distili- di Nibby fu impugnala dal eh. DeMatthias
guevasi in città propriamente detta ed in di Vallecorsa, nelle sue Letterestampale
rocca. Questa sua congettura la crede di- in Ferenliuo nel i84c)-5o, come narrai
a
venuta un fallo per le scoperte che lord in principio. Nella Lettera i. tratta di
Beverley fece nel 83o circa uu miglio di-
1 Arteria, che dice chiamarsi anco An-
stante da Moute Fortino verso sud-ovest, temna. Con questo nome ossia di Anten-
nella contrada appunto della Civita e del na ne trattò il Ricchi nel lib. 1, cap. 25,
Piano della Nebbia. II luogo si dislingue La Reggia de Volsei. Dice che tale ca-
per l'aspetto dirupato del monte, e per stello volsco giaceva dopo il corso d' uu
la difficoltà dell'accesso, ed è coperto di breve tratto verso Ferentino alla volta di

arbusti: verso settentrione è uu bosco; Segni, ne'confini degli eroici e degli equi,
verso occidente sono precipizi spavente- di cui gli scrittori dell' antichità non ut
voli; amezzodì è una grotta; ed a levante fanno memoria, tranne Livio pel già nar-
la strada di Moute Fortino entra in que- rato; onde del sito dove fu edificato nou
sto recinto. La terra non era grande, ma potersi dire cosa che meriti fede. 11 De
le mura sono costrutte di massi enormi Matlhias comincia dal dichiarare, che mol-
irregolari di calcarla, spiccati dal moute, ti antiquari di queste contrade, senza no-
ed ammonticchiati l'un sopra l'altro senza minarle fra gli altri ilCayro, autore del*
alcun ordine, ed hanno 5 piedi di larghez- le Notizie isloriche delle città del Sec-
za e 3 d'altezza: in generale la costruzio- chio e Nuovo Lazio, aveanoda molli au-
ne olire tulli i caratteri dell'età più rimo- ni fallo intendere al pubblico che l'antica
le. La rocca era separata dalla città pro- cittadella de' volsei Arteria , ebbe il suo 1

priamente detta da una fortificazione so- stare nel luogo attualmente occupalo dal-
lida, costrutta nello stesso modo, ma di la terra di s. Lorenzo soggetta al gover-

massi tanto più grandi che hanno 7 pie- no di Vallecorsa della delegazione di Fre-
di di larghezza: essa presenta il vero ca- sinone; uel quale articoloio ne dissi alcu-
rattere della costruzione ciclopèa descrit- ne parole. Questa scoperta non priva di
ta da Pausauia; cioè che i massi grandi appoggi, continua il DeMatthias, uon fu
per ia loro irregolarità lasciano iuter valli inai messa iu discredito e iu disamina,
VE L VEL 147
prima del Nibby; sulla cui autorità io uel enìtn siint, homines taineu". La terra di
citalo articolo feci appena cenno della sua Monte Fortino è certo che con questo no-
opinione, e pei ciò con lui severamente fui me già esisteva uel secolo XI. Leggo uel-
(Ini medesimo De Matthias confutato, seb- leMemorie Colonnesideìcav. Coppi, che
bene io nel semplicemente riferire l'opi- da un documento del codice di Cencio Ca-
nione di ÌNibby, nou la dissi doversi pre- merario sappiamo che nel 1 i5i Tolomeo
ferite, ma la riportai insieme alle altre, e 1 1 conte Tusculano possedeva il castello ili

di queste e della sua senza rendermene re- Monte Fortino, Castro Montls Fortini,
sponsabile e sostenerle come incontrasta- sul quale pretendeva avere diritto Oddo-
bili. Cbi opimamente poi abbia ragione,
pi ne della Colonna. Trovo ancora nel me-
si decida da cbi può esserne giudice com- desimo e nel ricordato Cecconi, che Od-
petente. A me basta il notare, l'avere ri- done cede col consenso di Carsidonio suo
feritoil sentimento del Nibby, e che l'en- fratello la mela di tutta la città Tuscula-
comiato De Matthias sostiene per contra- na e la rocca a Papa Eugenio III, e le a-
rio , assolutamente doversi riconoscere zioni che avea su di Monte Fortino, a te-
l'aulica Arlcua a s. Lorenzo di Vallecor- nore della permuta fatta fra il suo padre
sa. Siccome inoltre Ntbbydieecltein Mou- e il genitore di Tolomeo, a cui furono
Ufortiuo siavi luogo dello Monte Lar-
il poscia concesse tali ragioni dallo stesso
ici io, nome che vuoisi derivato da Alle- Eugenio HI, comesi giuramen-
rileva dal
na, il De Matthias avvei le che un equi- to di fedeltà prestato a Papa Adriano V I

voco, perciò dichiara. "Montefc-rtiuo si di- u'g luglio i Oddone in


i55; ricevendone
ce comunemente Monte Vallerò, Monte compenso castello di Trevi e una som-
il

forte o Fortino, perchè rammeuta alcu- ma di denaro, centina decem llbras de-
ne sue azioni altere, per le quali Papa nar'wrum papiensium, et centum qua-
Paolo IV ne otdiuò persino la distruzio- dniginta libras denarlorum lucenlium.
ne. Monte Lai terio nou viene perciò del- 11 Coppi narra invece in detto anno, che

lo da Arlena o Anteluna, ma da altra ca- Adriano IV coucesse la detta porzione di


gione, cioè da Monte l'altero." Il DeMat- Tusculo in feudo vitalizio a Gioitala figlio
lliias stringe I' argomento, col dichiarare di Tolomeo 1, che di già uè possedeva al-
1

ancora: Che la questione è terminata; a- tra parte, e giurò fedeltà al Papa contro
ver provalo i.°che l'opinione de' vecchi tutti,exceplo Imperatore. Per maggiore
storici è la più sana, allorché sostentici o, sicurezza consegnò contemporaneamente
come Cayro, gli altri nou uomiuaudo, Ar- al Papa le sue rocche diMontefortinoedi
temia aver esistito presso s. Lorenzo. E- Fajola. Il eh. Marocco riporta le parole
,
glicrede inoltre d' aver confutato in 2." dell'alto, in cui è detto che pei* maggior
luogo li motivi pe'quali si cercava create fede dava Roccam Montis Fortini et Roc-
una novità a danno del vero; in conse- cani Fajola per due anni. Risulta dalla
,
guenza soggiunge, restare ben dimostra- divisione de'beui tra'Colonnesi nella stes-
,
tu suo assunto. Finire con l'espressione
il
sa epoca, riferita dal Coppi, che Pietro eb-
!
di Quintiliano, per dire che col suo scrit- be per sua porzione MouteFortinoe Mun-
,
to niente deve trarsi al merito del Nibby. te Porzio, colle contigue terre di Colon-
«Sono state pei fette tante di lui opere: se na eZagaroloj e che allora abbia presola
.
ha preso abbaglio nel piccolo articolo Ar- che poi diventò cognome, della
qualifica,
lena ed in quello di ferrugine, ci ricor- Colonna. Racconta Marocco, che di Mou-
da, che quantunque sommo autore, pu- tefortiuo restarono privi Colonna, igno- i

re èuomo. Ncque id stallili legenti per- randosene la causa, e passò in dominio de*
tuaiH/n ali : omnia quae magni authores Co/i/i d'Anagni odi Segni, il che forse av-
dixcriul, ulique esse perfetta ... Situimi venne dopo la distruzione del Tusculo nel
i48 VE L VEL
pontificato di Celestino IH; mentre il suc- nel fuoco, mandati apposta da' romani)
cessore Innocenzo Ili Conti ne investi il il Papa fu costretto di premunire Palia

suo fratello Riccardo con altri feudi. Ali- no, da esso comprato, circondandolo d
ti ricavo dal Ratti, Della famiglia Sfor- mura econ nuova torre fabbricata nel pi
za, t. 2, p. 22 e 243, che alla morte di
i !
rigido inverno stemprando la calce coll'u
Riccardo dividendosi figli suoi beni, al i i so dell'acque calde; ed acquistando ancora
*a

secondogenito Giovanni Conti senatore il castello di Serroue, proibì che giammai


ai

di Roma toccò la Torre e tutte le case di i due luoghi si alienassero e separatici


Roma, co'benidi Ponte Mammolo, Mon- dallo stato pontificio. Si persuade il Ce:
te Fortino ec, il quale in seguito fu da- coni, che Gregorio IX vedendosi spes:so

to ad un cadetto della stessa famiglia, la inquietato da'romani, pensasse stabiliiIN


cui linea dicevasi de' signori di Moti te For- ne'due luoghi muniti dalla natura del sito

tino. In ciò conviene, aia con ritardata e- stesso, un ricovero sicuro nella provincia
poca,pureilNibby,dicendo che questa ter- di Campagna; ed a talelfetto permettesse
ra esisteva col nome di Monte Fortino Cia agli abitanti di rendere a coltura alcuni
dal 1226, e ricavarlo dal Contelori nella monti e selve esisteuli nel territorio di es-

Storia della famiglia Conti, che la pos- si, coli' obbligo di pagare per la festa del-

sedette con titolo di signoria, del quale era l'Assunta \o soldi annui. Il Marocco con-
investito uno de' rami cadetti della linea gettura col Ciaccouio, che Gregorio IX o-
de'Conli di Segni. Neli232 Monte For- notasse di sua presenza Monte Forti 11
tino fu occupata da'rumani, che si erano per riferire tale scrittoi e delle Vitae Po,
rivoltati contro Papa Gregorio IX, come tificum.» Anagnia deinde Ponlifex pr
si legge in Riccardo da s. Germano, pres- ftclus Pallìanum, Monfortinum, Seri
so il Muratori, Rerum hai. Script, t. 7, nem, Fumonem, et omnia circumquaq
p. 1029. Nella sua biografia ne parlai, di- posila Oppida munivit et praesidiis fi,

cendo il motivo dell'insurrezione, e che i mavit, Romanorum contumacium ve,

romani recaronsi a Monte Fortiuo(nel lu- tas qui amatore Senatore edixerant
glio 1232 dice il Petrilli; e per reintegrar- omniaOppida arcuai Urbem posila, Pi
si de'dauni,che dicevano aver solìei ti, oc- pulo romano tributa annua penderei" .E
cuparono fra l'altrecose alcuni beni spet- parlando d'Annibaldi senatore di Roma,
tanti alla chiesa Preuestinae li ritennero dice.» Et eodemferme die senator infe-
3 anni) per assalire la provincia di Cam- stus ducens in Campaniam cohorles a-
pagna, e cosi operare un diversivo all'im- pud Monlem Forlinum de itinere pri-
pedimento loro posto dal Papa nel difen- munì substitit. Eum enim a Friderico II
dere Viterbo, ch'essi pretendevano di- imperatore in rerum novarum studia
struggere; e siccome erasi ritirato in Rie- promissis favor ibus incitatum fuisse".
ti, notai in quell* articolo, che Gregorio Abbiamo dal Novaes nella Storia di Bo-
IX ad essa conferì le prerogative godute nifacio Vili, che dopo aver dimorato io

dalle città della provincia di Campagna, Aiiagoi fino ah.° ottobre 1 3o2, a'3 si re-

ed impedì che suoi parenti si abusasse-


i cò a Monlefurtiuo, ed a'g si restituì a Ro-
ro ulteriormente del castello di Fumone. ma. E poi indubitato, che vi fu Grego-
Il Cecconi m'istruisce, che i sollevati ro- rio XI, pernottandovi a'5 settembre 1 377
mani volendo sorprendere la fortezza di in occasione che soggiornava in Anagui
l'aliano, coll'aiuto degli abitanti di Mou- per a verlo dichiarato i monlefòrtinesi, ol
tefortiuo (il Petriui allèrma che tra'di ver- trechè si legge nel diario di Pietro A me
si partiti che tenevano in fiera discordia i lio. Inoltre riporta Marocco, che Vitto
numerosi abitanti di Paliauo, si frammi- ria Conti figlia d' Alessandro signore d
schiarono alcuni uioutefoitiuesi a sofiìur Molile Fortino, fu maritala a Cuoiami
VE L V E L i4 9

Colonna (primogenito d'Antonio principe corno Conti volendo però in poter suo
,

di Salerno, secondo Coppi, dicendolo Mie- gli altri castelli che possedeva, come Fra-

gittimoMarocco),nemicodiProsperoCon- scati e Torre del Castello. Malgrado i ten-


ti e ila tal matrimonio nacquero Giulio
;
tativi fatti da'Conti per ricuperare Mon-
Colonna, che sposò Giovanna Conti del- te Fortino, essa rimase a'Colonnesi. Ai^
la linea di Valmontone, figlia d'Antoniodi roge il narrato dal Banco. Partito Carlo
Giacomo, il (piale s' impadronì di Monte Vili dall'Italia, si accese nuova guerra
Fortino, espugnandolo nell'agosto i4^2. fra 'Colonnesi e i Conti che tentarono ri-

Lo ritenne per diversi anni, ad onta del- tornare in possesso de'loro beni, de'qualt
l'opposizione di Lucio o Lucido Conti si- erano stati spogliati da'francesi. I Conti
gnore del medesimo. Allorquando Carlo ebbero validi aiuti da Velletri , sì per
Vili redi Francia sul fine del i494 e P r n " ' patto d'antica federazione con essi, sì per
cipio del1 495 attraversò lo
stato romano reprimere la potenza de' Colonnesi, te-
per andare contro Alfonso II al conqui- mendosi che di nuovo potessero pensare
sto del regno di Napoli, i Colonnesi favo- alle cose di Lariano, il di cui territorio
rirono la di lui Marciando per la
parte. confina conMontefortino. Fu questa guer-
provincia di Campagna, in poche ore e- ra di gravi danni agli uni e agli altri, fin-
spugnò il castello di Montefortino e lo ché nel 1498 vennesi ad un compromes-
prese d'assalto, mentre era occupato da so fra'Colonnesi, Conti e Velletri, avan-i

Giacomo Conti , il quale erasi condotto ti il governatore di Uoma Isualles, sopra

agli stipendi d' Alfonso 11, e lo consegnò lutti i danni, olfese e prede scambievoli.
nel 1 49^ a Prospero Colonna, altro figlio Si fece tregua per un anno, e per più lun-
del suddetto principe di Salerno , che vi go tempo a beneplacito di Papa Alessan-
pretendeva antiche ragioni e militava in dro VI. Deposte così le armi e cessate l'o-
suo favore , investendolo della signoria e stilità, furono le differenze composte per

rocca, ritornandone così il dominio a'Co- via di ragione. I Colonnesi, abbandonali


lonnesi, come apprendo da Coppi Bau- e i francesi, si dicrono al re di Napoli, e sic-
co. Altre particolarità sono descritte da come Alessandro VI erasi collegato con
Marocco. A Lucido Conti signore di Mon- Luigi XII re di Francia, questi inviò un
te Fortino rimasero però Rocca Massima, esercito per riconquistare il regno di Na-
e ColleFerro or quasi diruto non che , poli, capitanato da Obigni, onde il Papa

Giuliano allora mal ridotto. Dipoi Luci- colle sue milizie uscì in campagna per oc-
do morto in una vigna del ter-
tu trovalo cupare le terre de'Colounesi e ne espugnò
ritorio di Rocca Massima , e credesi per diverse nel i5ot. Obigni fece altrettanto,
violenza, venendo sepolto nella chiesa di s'avviò per Monte Fortiuo pensando che
s. Michele Arcangelo di delta Rocca pres- Giulio Colonna gli facesse resistenza; mu
so l'altare maggiore. L'eccidio di Monte* avendolo abbandonato con poca lode, O-
tortino e la sua presa fatta da'francesi di bigni procedendo più oltre, occupò tutte
Carlo Vili, avvenne per colpa di Gia- le terre circostanti e colla sua marcia en-
como Conti seguace del re di Napoli, e trò nel regno. Depressi i Colonnesi, Ales-
non per cagione degli abitanti. Bensì que- sandro VI a' 27 luglio i5oi si porlo a
sti, per non mostrarsi vili, si sforzarono Montefortino, indi a'20 agosto pubblicò
difendere colla loro patria il loro siguo- una bolla, nella quale dichiarò Colonne- i

re, ma furono tagliali a pezzi, e solamen- si incorsi nella scomunica maggiore, e li


te restarono superstiti gli assenti dalla privò di tutti i loro feudi e beni. Indi col-
terra. Dice inoltre Marocco, che Carlo la bolla Coc'lesiis altitudini» potcntiain t
\ 111 ne destinò suo vicario Prospero Co- de' 1
7 settembre, divise le terre e castelli
louna, sai raodo la vita de'soli figli di Gia- confiscali a'Colonnesi, tra 'suoi figli e ni-
f

i5o V lì L VEL
poti, edGiovanni Borgia conces-
al figlio tutte le dignità, che audacemente accusò
se Monte Fortino. Morto il Papa a'18 a- il Papa di simonia e pretese contro di lui
goslo i5o3, Colonnesi ricuperarono le
i appellarsi al futuro concilio. Clemente VI I

loro terre, e secondo Marocco, ritorna- quindi spedì il Vitelli colle milizie pon-
rono figli di Gio. Girolamo Colonna nel
i tificie a danno de'Colonnesi, disegnando
possesso diMonleforlino. Invece leggo nel di bruciare e di far spianare tutte le ter-

Coppi, col qualeancora procedei pel nar- re loro, poiché per l'inveterata affezione
rato, che Pompeo Colonna, vescovo di de'popoli ad essi, il pigliarli solamente era
Reti, abbate commendatario di Grotta di piccolo pregiudizio. Le genti pontifi-
Ferrata e Subiaco, poi cardinale, nato da cie entrate nelle terre de'Colonnesi, nel
Girolamo del ramo di Zagarolo (ucciso 1 526 bruciarono Marino e Montefortino,
nel 1482) e figlio del suddetto principe la fortezza del quale si teneva ancora pe*
(li Salerno, e da Vittoria Conti, amante medesimi battendola colle artiglierie ,
,

degli antichi possedimenti di famiglia, pro- spianando Gallicano e Zagarolo; indi il


curò di assicurarsi questo di Monte For- Vitelli deliberò recarsi a Vahnonlone per
tino ; ma pe'diritli che vantavano i Con- attendere alla difesa del paese. Il Ricchi
ti,potendone derivare questioni e forse dice che Clemente VII giustamente sde-
guerre, credè opportuno d'accomodare il gnato contro Pompeo che dominavaMon-
tulio bonaria mente. Acquistò nel 1 5io ta- teforlino, l'abbandonò alla voracità del-
li diritti, promettendo di pagare a Luci- le fiamme. Questa sventura deplora assai
do Conti, allora ancor vivente, 2000 du- il Marocco, poiché vi perirono innocenti
cati, e di più soddisfare ad alcuni pesi che fanciulli, femmine imbelli e vecchi caden-
il medesimo aveva, con istromento de'7 ti, che il fuoco divoratore non risparmiò.
luglio. Dipoi Giulio II ch'erasi imparen- Seguì poscia il disastrosissimo sacco diRo-
tato co' Colonnesi, ottenne a mediazione ma, operato dagl'imperiali; indi Clemen-
di Prospero, che Pompeo, il quale occu- te VII si pacificò co' Colonnesi e gli as-
pava militarmente e in attitudine minac- solse dalle censure, morendo il cardin
ciosa Monte Fortino , consegnasse il ca- Pompeo in Napoli nel 1 532. Dopo il i

stello a Marc'Antonio I Colonna capita- tale incendio, risorse Monte Fortino, e I

no delle milizie papali, affinchè lo tenes- bruciale case vennero da'popolani risai

se in deposito. Tutta volta proseguendo cite, e le distrutte riedificate. Nel ponti-


Pompeo a mantenersi in alto ostile, Giu- ficato diPaolo llI,avendo questi aumen
lio 1 1 lo privò de'suoi pingui benefizi ec- tato il prezzo del sale, pretese AscanioCo
clesiastici; e benché nel 1 5 3 1 alla morte lonna che pel privilegio d'esenzione d
di Giulio II, Pompeo di nuovo insorges- Martino V, non dovesse aver luogo nel
se, pretendendo bruciar la casa del fisca- le sue terre, onde gli esattori pontifìcii car

le Goccino che l'avea processato, il suc- cerarono alcuni vassalli de'Colonnesi. A


cessore Leone X l'assolse pienamente, gli Scanio per rappresaglia co'suoi armati fé
restituì benefizi e poi elevò alla porpo-
i ce una correria nell'Agro romano, e pi
ra. L'ambizioso e irrequieto card inai Pom- dò una quantità di bestiame. Il Papa eh
peo, per morie di Adriano VI contrastò già mirava di mal occhio la potente d
neh 52 3 il papato a Clemente VII in con- sa Colonna, per aver in altri tempi fa

clave, e sebbene questi lo ricolmasse di to fronte a' suoi predecessori, nel 1 54


benefizi, restò pieno di rancore, e con in- mosse ad essa guerra con 10,000 soldati
gratitudine insieme ad altri Colonnesi a- e la descrisse I' Adriani colla Storia di
pertamenteearrnata manosiribellò,spal- suoi tempi. Rocca di Papa, Paliano, Ce
leggiati dalle truppe di Carlo V. Il Papa ciliano, Roviano e altri castelli furon
scomunicò Colonnesi. depose Pompeo da
i espugnati, e d'ordine del
;
Papa smanici-
9

V E L VEL i5i
fondamenti le loro fortezze. Dice
Jnfe ila' Paolo TV. Narra Ricchi , che Montefor-
Marocco, che Monteforlino fu presa nel tiuofu preso d'assalto e incenerito, e d'or-
i543, rendendosi al Pontefice, e ripor- dine del Papa smantellato di mura. Rac-
tando il seguente racconto mss. di Teo- conta Petrini,che Francesco Colonna col-
filo Papei: » if januariii'è vero Romani le milizie papali andòad espugnare Mon-
versus abierunt. i!\fcbruarii die domi- tefortino , i di cui abitanti essendosi di-
nit'o, circa 22 horas, Ponti/ex sub sua chiarati per Marc'Antonio II Colonna, co-
dilione habuit Arreni Montis Fortini. 1
mandante di parte dell' esercito nemico,
martii die luna, iiircperunt subditi Co- derubavano e molestavano continuamen-
lumnensium demoliri jussu Pauli ITI. te i vicini; onde furono tutti senza distin-
3." uno prò-
die maii perficerunt, reliclo zione né di età, né di sesso, come ribelli

pugnaculo, sai aula demolitores omnes della s. Se<\e, diffidati in pena di morte,
abierunt. 9." die redierunl demolitores e la loro terra saccheggiata, arsa, distrut-
num. circa 3oo addemoliendam aulam, ta e seminata di sale; impresa a cui die-
seti propugnaculum quod fail dereli- rono molto mano prenestini, e fra gli i

cturn". Morto Paolo III nel i54g a' io altri Menico Franceschi e messerGio. Do-

novembre, Camillo Colonna col favore e menico Jacovello. Per cui Marc Antonio
coll'aiuto de' vassalli ricuperò ad Ascanio II ed regi si vendicarono su Palestrina,
i

assente in Venezia, Paliano e le altre a- che posero tutta quanta a sacco. Altra
vite castella; e Papa Giulio III al suo ri- incolpazionecontro Monte Fortino la tro-
torno lo accolse cortesemente, e dispose vo in Baùco. Egli dice, che mentre Vicino
che godesse tranquillamente beni ricu- i Orsini capitano de' pontificii era in Vel-
perati. Non andò guari che Colonnesi i letri, que'di Montefortino gli fecero sape-
furono nuovamente in armi a tempo di re essere disposti a tornare sotto I' ubbi-
Paolo IV Caraffa, ed ebbe luogo la fune- dienza della s. Sede, e che perciò se a ves -

sta guerra della Campagna Romana da se mandato truppa snlliciente, gli avreb-
me descritta ne' luoghi indicati di sopra, bero consegnato la terra. Esso niente so-

contro Filippo II re di Spagna e delle due spettando di frode, vi spedì la sua pro-
Sicilie, a cui si unirono gl'imperiali tede- pria cavalleria. Ma i terrazzani pieni di
schi di suo padre Carlo V, ed i Colonne- mal talento fra via tesero una ben forte
si. a'quali il Papa avea tolto Paliano e imboscata , nella quale entrata la truppa
Cave, che die a'suoi nipoti, e le altre ter- dell'Orsini fu quasi tutta trucidato. Que-
re. Paolo IV era avverso agli spagnuoli sto sinistro accidente mosse a giusto sde-
predominanti in Italia, voleva deprimerli gno I' animo di Paolo IV pel nero tradi-
e forse cacciarli dal regno di Napoli, dal mento. Il perchè fece uscir da Roma Giu-
quale regno dichiarò decaduto Filippo li lio Orsini con numerosa truppa e con j
nel r 556; quindi si venne alla micidiale pezzi d'artiglieria. Questi, presi molti gua-
guerra. Il duca d' Alba viceré di Napoli statori in Velletri, si diresse verso Mon-
col regio esercitooccupò molte città e luo- tefortino, la quale fu presa e saccheggia-
ghi delle provincie di Marittima e Cam- ta, e poi iusieme colla rocca spianata ed
pagna, e de'dintorni di Roma. Sul prin- arsa. commissario del Papa, Desiderio
Il

cipio del 1 55y le milizie pontifìcie ricupe- Guidone, affisse pubblico bando in Vel-
rarono Marino, Grotta Ferrata, Frasca - letri, che tutti gli uomini di Monteforti-

li, Valmontone, Palestrina e Gennzzano. no per la notoria ribellione erano incor-


Assaltarono eziandio la terra di Monte sinella pena dell'ultimo supplizio, e che
Fortino, la presero e la distrussero, nel potevano uccidersi impunemente,e li con-
modo che deplorai nel voi. LXV, p. 242, dannava alla confìsca de' beni. Il citato
col p. d. Bartolomeo Carrara, Storia di storico Carrara, conosciuto sotto il nome
y
xoi VEL VEL
di Bromato, qualifica empio il trionfodel- Non tacendo tradimento che provocò
il

rOrsini pel barbaro valore esercitato nel- la severa e terribde punizione, il Maroc-
laconquista di Montefortino; dunque l'o- co dunque soltanto e come altri si limi-
perato fu all'insaputa clelcalunniato Pon- ta a raccontare. Che pure in quest'incon-
tefice. Egli pure ilice che i montefortine- tro Montefortino si distinse per sommo
m , fingendosi stanchi del dominio spa- coraggio, e per mantenersi nella fedeltà
glinolo, domandarono aiuto per mettersi al suo signore (Colonna feudatario della
nellemani de'pontificii,e poscia oo fanti i i s.Sede suprema signora di Montefortino),
che sulla buona fede loro mandò l'Orsi- fu uno degli ultimi ad arrendersi. Impe-
ni, tutti svaligiarono nell'imboscata sen- rocché, avendo finto montefortinesi con- i

za perdonare ad un solo. A punire il vii- cordia co'pontificiijdomandarono un pre-


Lino tradimento » l'Orsini colla batteria sidio, ostentando di voler ubbidire alla
di due giorni molestò quella terra, che Chiesa; onde Vicino Orsini da Velletri vi

difesa fu da Giannantonio da Piacenza, mandò una compagnia, che per imbosca-


ivi messo in luogo di Francesco Brancac- ta funestissima e traditrice perì tutta per
cio, e fu difesa con varie sortite, in una via, senza che neppure un tamburino si
delle quali restarono morti molti delle salvasse. Quest'orrendo attentato fece
tiuppe pontificie, tra'quali Francesco fi- montare sulle furieil Papa, che ne volle

glio di Giambattista Couti (ultimo signo- la totale espugnazione. Giulio Orsino ca-
re di Segni e di Valmontone di tale ramo), pitano suo, con 3ooo fanti italiani, con
e il capitano Giorgio da Terni. In fine na- due compagnie di veterani venuti daMon-
ta discordia tra' terrazzani ed il presidio, talcino,econ cavalleria pontificia e 7 can-
quelli si resero a discrezione, e i soldati noni, uscito da Roma si portò diretta-
impetrarono di poter uscire a bandiere mente a Montefortino, che già era stato
spiegate, e portar seco armi e bagaglio. presidiato da Marc' Antonio II Colonna;
Ed entratevi le genti dell'Orsini saccheg- ma Francesco Brancacci invece di custo-
giarono tutta la terra senza pietà: vi ap- dirlo pel suo barone, essendone partito
piccarono fuoco, e non perdonarono nem- per cercare vettovaglie, fu causa delle fu-
meno od una chiesa, ove le donne e i fan- neste conseguenze. Dopo il cannoneggia-
ciulli si erano ritirati, e tutti perirono". mento , le sortite e ricordate scaramuc-
Dissi già nel paragrafo di Valmontone, cio, in cui perì Francesco e non Gio.
che alcuni de'suoi abitanti contribuirono Battista Conti, venuti i soldati in discor-
alla rovina di Montefortino, e come alla dia cogli abitanti, si resero a discrezione,
loro volta i contadini montefortinesi si partendo i primi per Anagni. Entrati i

vendicarono con Valmontone, quando fu pontificii in Montefortino, fecero pagare


Il Marocco, seguendo
saccheggiato e arso. a'popolani il fio della loro pazzia, perchè
Alessandro Andrea autore de' Ragio-
d' molti ne furono uccisi. Saccheggiata ed
namenti della guerra di Campagna di incendiata la terra non si salvarono né
Roma, annoiti totale desolazione diMon- fanciulli, né donne , benché rifugiati
teforliuo e sua rocca, ma troppo assolu- una chiesa ira de' soldati superai»
, I'

tamente e in tutto l'attribuì a Paolo IF qualunque ostacolo, e vane furono le pi


(F-), come fecero altri, senza tener pre- ghiere. Indi il Papa spedì l'ascolano D ì
sente la Storia del p. Carrara e altre scrit- siderio Guidoni qual commissario per far
te con imparzialità, e l'abuso che fecero demolire tutto il paese e prender posses-
del potere i nipoti di quel gran Papa, che so del territorio, autorizzatocol breve/ o-
con Gaetano istituì Teatini (P-)j
s. i i lentes quod scelus per TJtdver sitatevi et
quali nipoti appena da lui conosciuti fu- homines Castri nostri Montis Fortini
rono inesorabilmente cacciati e puniti. adversus hanc s. Sedem , de' 27 oprile
VEL V EL i53
iSSj, accompagnato con lellere patenti ginia successero Fabio, Ascanio, Carlo e
del cardinal Caraffa. Il possesso del terri- altri de' Massimi; e poscia Vincenzo E-
torio con rogito seguì a' i del seguente stouteville conte di Sarno come marito
maggio, e fu pubblicato il bando dal Gui- di Claudia Orsini. Mancando figli a Tu-
a
doni contro lutti i montefoi tinesi di pe- zia venne da lei nella sua 8. parte isti-

na capitale, qualificandoli assassini de'sol- tuito erede Ascanio de' Massimi, che ne
dati pontificii, nemici e infedeli alla s. Se- prese possesso nel 150,5, prestandogli i

de, ed il castello nido e ricetto de'tristi, la- giuramento di fedeltà. A Marzio


vassalli

droni e ribelli. Quindi fu ingiunto a tutti Colonna duca di Zagarolo ricadde la me-
i baroni e signori, ed a tutte le città e ca- tà di Monteforlino per dono di Orinzia
stella della provincia di non ricettare al- sua madre (ma di sopra è detta figlia)

cuno di essi, e di far CON grata al Papa neh 583. Muzio Massimo, che ne avea ot-
a
darli in mano alla forza per farne giusti- tenuta una 8. parte da sua madre Mari*
zia. Compiuta
la demolizione delle fab- Orsini e altra 8." parte da Giulia sua zia,

briche, commissario feceararela piazza


il ambedue vendè nel 1 58g al detto duca
e seminarvi il sale a'i3 ili detto maggio. Marzio, restandone un sol quarto a' Mas-
Inoltre il cardinal Caraffa dal commissa- simo: pochi anni dopo Gio. Antonio de
rio fece eziandio atterrare qualche super- Maximis figlio di Carlo signore di Monte

slite pezzo di fabbrica; e Gio. Caraffa du- Fortino divenne vescovo d' Isola (f7 .).
ca di l'aliano, in questa fortezza fece tra- Apprendo dal Coppi, che neh 607 Mar-
sportare i cannoni della rocca di Monte- zio eresse in Zagarolo un monte e per ga-
foi tino. Dopo quest'infortunio, Marc' An- ranzia de' sovventori ipotecò Monteforli-
tonio Il Colonna distrusse Colle di Ferro, no e altre terre. Il suo figlio Francesco
incendiò Anagni ,
prese Palestrina e Se- trovando 4 r>o,ooo scudi di debiti, per li-
gni, e favorito da'suoi vassalli corse tut- berarsene in parte, neh 6 r 4 vendè al car-
ta la provincia di Campagna, la quale re- dinal Scipione Borghese 3 quarte parti
spirò per la pace di Cave conclusa nel set- di Monteforlino, la metà della tenuta di
tembre. E neh55g per morte di Paolo Torre, Olevano, 3 00 rubbia di Pantano
IV Colonnesi ricuperarono le loro terre,
i di Grifi, 200 rubbia di terreno della Co-
e neh 56 anche Paliano. Non ostante la
i lonna, ed un procoio di vacche, tutto pel
rovina generale di Monteforlino, potè a prezzo di 346,000 scudi. In modo al-
poco a poco riaversi, rifabbricandolo i quanto diverso ciò riporta il Marocco.
superstiti abitanti coll'aiuto de' Colonne- Dichiara che Giulia Colonna, a nome di
si, per avere i dispersi inontefortinesi sup- Marzio suo marito a'7 gennaio 6 2 veu- 1 1

marchesana di Pescara
plicato la celebre dèal cardinalPietroAldobrandini 3 quar-
Vittoria Colonna, Virginia Colonna de' ti di Monteforlino colla metà della te-
,

Massimi e Tuzin Colonna de' iMattei, le nuta di Torre; e l'8 marzo ne confermò
quali a favor loro si prestarono eflicace- la vendita Marzio, da Paolo V approvata
mente. Della successione de'Colonnesi nel- a'27 giugno. Il cardinale ne prese posses-
la signoria di Monteforlino, ecco (pianto so a' io luglio, rilasciando una cedola a
ne Marocco. Fu diviso il suo do-
scrive il
Pietro Alberici di 2 i5,ooo scudi pel re-
minio, non avendo avuto figli maschi Gi- stante del prezzo, e poi fu fatto un affitto
rolamo Colonna, in diverse porzioni a'28 per 6 anni neh6«2 al nobile romano O-
giugno 586, cioè n'ebbe la metà Orinzia
1
razio del Bufalo; ma non pagatasi la ce-
figlia di Marno Colonna duca di Zagaro- dola, il contratto restò rescisso e Marzio
lo, e moglie di Pompeo figlio di Camillo rientrò in possesso del suo. Si appellò il

Colonna; ed una 8." parte l'ebbero Tuzia, cardinale alla congregazione de'baroni e
Porzia, Claudia e Virginia, alla qualeVir- n'ebbe contraria sentenza, onde France-
1
54 V B li . V E L
beo Colonna ducaZégarolo e figlio di
di diario recidivo, il di Ini fi Otello detto Gri-
Mai zio, vendette al cardmalScipione Bor- fo,che con Lorenzo Latini pure omicida
ghese nipote di Paolo Y le 3 quarte par- d'un cognato alias Mezzogrosso, fece ar-
ti di Moutefortino, Olevanoe quanl' al- mata mano verso la mola di Segni re -

tro già tlissi per 346,000 scudi, con at- trocedere un commissario apostolico e il
to autorizzalo da chirografo di Paolo V suocancelliere,Giuseppe Ferranti, e Ste-
«'29 marzo 16 Papa concesse tanto al
1
4^.11 fano Marcaccioli detto Quadrello omici-
cardinale, quanto agli uomini ed univer- diarioe complice di due omicidii, pusilla-
sità di Montefortinoe di Olev'ano privile- nime però, e quasi tutti reduci dalla ga-
gi amplissimi. A fronte di tuttociò, Gia- lera, ma pagarono il (iodi loro seellerag-
como Sai viali , nipote del cardinal Sal- gini. 1 ti quell'incontro vi perirono due
vinti e di Lucido Conti, ncli63o mosse soldati di Valmontone ed un vile sbirro.
delle pretensioni sul dominio di Monte -
Il Cardella nelle Memorie storiche de'
lui tino, ma venendo principi Borghese i cardinali, nella biografia del Falconieri,
dilesi dall'insigne avv. Jacobelli, trionfa- riferisce che Clemente XI gli affidò la ma-
rono e restarono pacifici signori di Mon- lagevole e pericolosa commissione di spur-
ti ['urtino e lo sono ancora. Già Paolo V gare la provincia del Lazio dagli assassini
l'i 1 ottobre 161 5 (e non pare nel 161 1, e banditi, che colle ruberie e stragi dan-
come si legge nel n.° 92 del Giornale di neggiavano non solo passeggeri, ma re- i

Roma deli85o), con diversi cardinali e cavano la desolazione e il terrore a 'con vi-
prelati, onorò di sua presenza Monlefor- cini paesi. Il prelato usando di sua seve-

tino e vi riposò una notte, cioè dopo l'ac- rità, dissipò in un baleno tutta quella ca-

quisto fattone dal cardinal Borghese. Do- naglia e restituì la pace e la tranquillità
po tante vicende, osserva Marocco, la ter- que'popoli. Nel tempo della repubbli-
ra di Monleforlino non si potè dir mai ca del 1798, il popolo di Monleforlino
t ranquillala, mentre da'5 settembre 656 1 diede prove non equivoche al Papa di di-

iiuo a' 1 2 del susseguente gennaio fu per- voto attaccamento e di valoroso coraggio,

cossa dalla pestilenza, con1 55 vittime, respingendo l'armate nemiche francesi,


malore che penetrò pure io Val montone in unione co'calabresi che difendevano il

e s. Gregorio, avendo il Papa deputato re di Napoli, e vi furono molli feriti e


mg.' Franciolti commissario apostolico morti dalla parte contraria. Nel 18 5o Mon-
della sanità nella Campagna di Roma. Du- tefortiuo esultò per la presenza del regnan-
rame il Moutefortino furono
contagio di te Papa Pio IX, nel viaggio col quale ài

stabiliti 3 lazzarelti.due in campagna,cioè Napoli tornò in Roma, e venne descritto


uno fra' castagneti al piano di s. Maria, e dal Giornale di Roma, e dal commend/
Tallio nella valle vicino alla Pozzarica,ed Barluzzi colla Relazione del viaggio. In
il 3." dello lo Sporco, dentro il convento essa si legge. "Questo castello è sul dos;o

de'minori osservanti riformati, perchè vi de'monli Lepini, in quella parie dove si

si conducevano gl'infermi. Aggiunge Ma- distaccano dagli Algidi, eli fronteggiane


rocco, che alcuni banditi e omicidiarii di- a tramontana. E luogo forte, come suo-
sturbarono Montefortiuo nel 1 702, talché na suo nome, e perciò spesso combattu-
il

r
mg. Falconieri chierico di camera e poi to nelle guerre de' bassi tempi, come l<

cu dinaie, commissario apostolico del La- era stato in quelle tra* volsci ed i roma-
zio, fu costretto spedirvi milizie e sbirra- ni, quando giusta T opinione degli anti-
glie, e ad onta delia resistenza caddero i quari, aveva il nome di Artena Volsco-
tristi in potete della giustizia. I più arditi vum. Fu già nella signoria de'Conti di Se-

furono Tommaso Cationi dello Tabanel- gui : dal secolo XVII appartiene a' Bor-
lo, che avea due bandi capitali e omici- ghese". Dovendo transitare il Papa Pio
VEL VEL i5?
IX nel tuo territorio «' io oprile, il pò- tìchissìmo cratere di vulcano esibito. In
poloch'eragli gempre rimasto fedele e di- questa valle nella parie più vicina al pae-
volo nel cuore, e che silenzioso e triste a- se e soltoposta ad una rupe dell'altezza
veva passatoi mesi del terrore, allora con di 4o metri, ni luglio i85o, ad un'ora
piena libertà manifestò i suoi sentimenti, pomeridiana sprofondossi il terreno con
Ilprinciped. Marc'Antonin Borghese, che immenso fragore sotterraneo. Formosa)
n sue spese avea fatto adornare con pa- così altra più piccola valle, più profonda
rati l'esterno della piazza , e distribuita di 20 metri , di figura elittica, il di cui

abbondante limosina alle famiglie che più asse maggiore è di circa 80 metri e il mi-
abbisognavano di soccorsi, anelò incontro noie 45- Gli abitanti spaventati da quel
di

al Santo Padre, avendo seco il fratello terribile fragore e temendo che fosse in-
principe d. Camillo Aldobrandino Si fé- disio di grande rovina, fuggirono dalle
r
cero innanzi pure mg. Domenico Bruti, loro case; ma poi vedendo che il terreno
il clero secolare e regolare, e la commis- non faceva ulteriore movimento si tran-
r
sione municipale col suo presidente Sii- multarono. Mg. Berardi commissario
veslro Tommasi. Il Papa si degnò annui- straordinario pontificio nella provincia di
re a'desiderii della popolazioue,che voles- Marittima e Campagna e vicelegato di ,

se onorarla colla sua pi esenza, manifesta- Velletri, al primo annunzio dell'accad'f-


tigli dal principe e da'suoi rappresenlan- io, recossi a Montefortino per provvedere

ti. Pertanto, preceduto il Papa da'religio- a quanto occorresse. Quindi aro luglio
pi riformati e dal capitolo, sotto il baldac- vi nuovamente periti in geologia
spedì i

chino portalo dalle primarie persone del il;'Francesco De Bossi medico e Giu-
paese, a piedi si condusse alia chiesa del seppe Andreoli valente ingegnere, che
ss. Rosario decorosamente parata, tra il l'avevano accompagnato,! quali col rap-
ranto di ove ricevèla bene-
scelti cantori, porto pubblicato da detto Giornale, di-
dizione col Venerabile. Quindi asceso in chiararono Che il fenonemo geologi-
:

trono ammise al bacio de! piede il c'ero, co altro non fu che una istantanea aper-
ii mnnicipioealtri. Finalmente fra gl'im- tura d'un'interna e profonda cavità esi-
metti e sincerissimi applausi della popò- slente nelle viscere del monte, sopra di cui
lazione, passando sotto un arco trionfale, è costruttoil paese, per la quale avvenne

appositamenteeretto nella via, con accon- una contemporanea precipitazione di ter-


eia iscrizione ri prodotta dalla Relazione, reno nel fondo della valle con fragore
grato a tali manifestazioni, consegnala al- proporzionato a tanto precipizio. Sog-
l'arcipreteuna somma da erogare a he- giunsero che per tale fenomeno non ra*
neficiode'poveri, rimontò in carrozza per 10, non possa derivarne alcun pericolo al
proseguire il suo viaggio a Velletri, e pri- paese. Il Ricchi nel Teatro degli nomini
ina di giungervi trovò a Lariano la sua illustri <&' Polsci,cap.i6: Soggetti illu-
deputazione col cardinal vescovo. Ripor- stridì Monte Fortino, dice che gli abi-
ta il medesimo Giornale ne'ìi. i63ei67 tanti sono propensi all'armi, del valore
di detto anno, che accanto al paese fib- e cogli spiriti bellicosi de' loro avi. Non
bricuto sul dorso del monte, di seconda mancarono virtuosi die fecero decoro al.
formazione e di struttura calcarea, verso la patria e' giovarono la società colle vir-
lebecrio vi è la piccola valle di s. Croce, tu e la dottrina. Girolamo Fanfonio ge-
situata non lungi dalla chiesa omonima, Slitta fu mirabile per dottrina e pietà, mo-
di figura quasi circolare del diametro di rendo nel 1590 in Transilvania per la fé-
arca 20 metri, coltivala
1 nel fondo a for- de di Cristo in concetto di santità. Il fra»
menlone e circondala di rapi. Si crede Iella Sartorio, esimio giureconsulto, vide
volgarmente, ed è probabilmente un ao- ornali colla laurea dottorale neh' univer-
i 56 V E L V EL
silà romnnn i 7 suor figli e quindi occu- mnnn di lai nome, e vi si trovarono resti

pali in posti cospicui nella colle romana, di edilìzi e di sepolcri. Presso la contrada
dopo aver scampato nedue incendii del- Le Valli credesi esistesse una chiesa in-
la patria. Da pure Gi-
tale famiglia fiorì titolata a «. Pietro, per li rinvenuti pezzi
rolamo Fanfoni per molti anni i.° medi- di colonne, con lapide che pubblicò. iNel
co della regina di Polonia Casiraira So- colle s. Nicolò sono rovine d'antica torre
biescki , e poi essa si trasfuse in quella e di piccolo monastero; in quello dell'Im-
della Porta di Cori, e Rosata fu bisava peratole argomenta che fosse il luogo ad
del Ricchi. Mario Fini egregio avvocato. Pietas, vicino a Panilochiani. Presso U
Fu speciale ornamento patrio OrazioZec- valle Costanza trovasi il sito detto Bi-
ca eccellente pittore. Stefano Serangeli viuni, e la grotta o cimiterio di s. Ilario,
ottimo oratore e poeta, compose pe'tea- come posto in un predio spettante già a
tri eli Roma ed' Italia le numerose pro- una cappella sotto I' invocazione di tal
duzioni edite e inedite registrate dal Hic- santo nel territorio di Valmontone.
chi; e lasciò sue eredi le maestre pie. La Giuliano o Giuliancllo o GnglianeU
sua (iglia Felice Rosalba pubblicò col suo lo. Comune della diocesi di Velletri da
ingegno quelle opere riferite da detto bio- cui è distante circa 6 miglia, quasi altret-
grafo.Girolamo Martini da Montefortino tante da Cori, e 3i da Roma, con ter-
teologo minore osservante riformato di ritorio in colle e in piano. Il Ricchi, La
profonda dottrina, colla quale scrisse le Reggia de' f~olsa\ca[). 38 : Castel Giu-
copiose opere notate dal Ricebi. Della liano o Giugliano, lo dice giacente in si-
slessa casa e ordine fiorì Tommaso let- to alquanto eminente sopra una delizio-
tore di teologia. Francesco Angelini pro- sa collina, posto fra Cori e Velletri. Al
vinciale due volte del mentovato ordine, contrario il moderno Dauco scrive ivi

celebre predicatore, specchio d'umiltà e respirarsi ariapoco# felice, egli fa eco Ma-
pietà, morto in Rieti neh 835. La fera- rocco, per cui ogni giorno si diminuisco-
cità del territorio ne rende coltivata la no suoi abitanti, che ascendevano nel
i

maggior parte, un tratto essendo mon- principiar del secolo passato a 773, co-
tuoso e sterile , e altro occupato da vie, me afferma il contemporaneo Piazza, to-
torrenti e fossi , come rileva Castellano. sto aumentati a più di 1 000 per testimo-
Del territorio diverse notizie ci die il Ma- nianza di Ricchi, ed ora ridotti appena a
rocco. Lo dice composto d'alcuni monti i53, secondo Rauco, oa53 come trovo
inculti e sterili, di terreno coltivabile e nella Statistica dei 1 853. Perciò la niag-
di selve fruttifere; il coltivabile parte è ad gior parte delle case sono deserte o rovi*
uso di semente e parte di vigne e posses- nate, e le piazze e le vie ripiene d'erba,
sioni, e si distinguono i terreni in arati- ni dire dello stesso Bauco. Ma Marocco
vi e prativi, essendo 1 campi fertili e inde- che lo visitò, deplora il clima pernicio-
fessamente coltivali. Ne descrive i confi- so, qualifica meschino il fabbricato, for-
ni, e in quelli della tenuta di Tagliente fu- mandosi il paese d'una strada di mezzo e
rono trovati frantumi d'antiche fabbri- di 3 vicoli. Anche il Nibby si portò in
che , di statue e altri marmi lavorati , e Giuliano, e lo dice pure nome d'un lago
reliquie di sepolcri. Nella valle di Piapel- posto 4 miglia a oriente di Velletri, a si-

io sono molti frammenti di colonne e al- nistra della strada di Cora, che ne lam-
tre pietre. Così nella pianura di Casati- bisce cratere, ed un miglio lungi dalla
il

co si ossei vano vestigi di fabbrica illustre terra. Questo lago d'origine vulcanica a-
o tempio, e vi si scavarono frantumi mar- vea circa un 3.°di migliodi diametro mag-
morei e di musaico. Crede il Colle Catili- giore e un 5.° di diametro minore, poiché
n.i forse luogo di delizia della famiglia 10 era di forma clinica. Esso fu diseccato
4

V E L VEL i5 7
da' principi Borghese, odierni «ignori di Nella chiesa sono 3 altari: nel maggiore è
Giuliano, pochi unni prima del i837,e- dipinta la B. Vergine col diviu Figlio, iti

poca in cui Nibby pubblicò V Analisi de quello dalla parte del Vangelo è rappre-
dintorni di Roma. Egli ancora Itine che sentato Gesù in Croce, e nell'altro s.Ftan-
per l'aria insalubre ogni dì più deca- cesco d'Asisi che riceve le s. Stimmate. I

dendo il paese vena poi forse abbando- 3 quadri li colorì Antonio Moi*audi,el'u-
nato. Dice ie sue fabbrice in parie di co- mido indi danneggiò. La chiesa fu bene-
struzione saracinesca, che rammentano il detta a'28 giugno 1690, e poi consagrata
r
secolo XHI, ed esseie generalmente bea da mg. Giulio Marzi vescovo d'EliopoIi e
fabbricato, e sopra tutto la chiesa prin- suuiaganeodi Velletril'i 1 maggioro.
cipale. Questa è appena si entra in Giu- La sagrestia fu arricchita di molti sagri
liano, a sinistra è il palazzo baronale as- anedi, e sotto l'altare maggiore furono
sai deteriorato, unico edilizio di qualche collocate numerose ss. Beliquie, che de-
entità dopo la chiesa, ma ridotto a gra- scrive il p. Casimiro, donde poi furono
naio, e sulla porta si legge il nome del tolte a cagioue dell'umidità. Il conven-
cardinal Anton Maria Sai viali: ivi iIJNib* to riuscì bello e con ogni comodità. Si
by nel 1823 osservò alcuni quadri non formò la libreria, ma poi i libri si tras-

ispregevoli, residuo di quelli che già l'a- portarono ne' conventi cui bisognavano.
dornavano. La chiesa parrocchiale di s. 11 refettorio fu decorato di buoni quadri,

Gio. Battista e di s. Gio. Evangelista, è uno dipinto da fr. Felice da Nat ni, gli
ampia, e di nobile struttura, che risale al da fr. Onoralo da Ruma. La pietà
altri

declinar del secolo XVII, con l'arcipre- del duca fondatore ordinò agli eredi il
te. Il protettore della terra è s. Giulia- mantenimento de'religiosi nel vitto e nel
no martire, ed a' 4 febbraio ne solenniz-
1 vestito. Però I* aria pestifera uccideva o
za Fuori del paese è l'altra chie-
la festa. rendeva inabili i religiosi. Ciò proveniva,
sa, con comodo convento ora abbando- dice Ricchi, dalla vicinanza di un lago
nato a causa dell'aria inalsaua.il p. Ca- paludoso che rendeva I' aria venefica, e
simiro da Roma, Memorie delle, chie- udì' estate mieteva i frati. Certamente
se e conventi de" frali minori della pro- dev'essere il lago diseccato. Ad ovviare
vincia romana, nel cap. 1 2: Della chiesa a male sì grave, nell'aprile iy38 fu dalo
e del convento della ss. Genitrice pres- principio alla fabbrica d'un ospizio lun-
so Giuliano, ragiona pure del castello. gi un miglio tlal convento sopra una col-
a
11 duca Francesco M. Salviati nel seco- lina, quasi a pie di Rocca Massima, in mi-
lo XV 11 da' fondamenti fabbricò la chie- gliore clima, e nel 1739 cominciarono i

sa e il convento pe'frati minori, 70 pas- frati a ritirarvisi nel caldo, ma temeva il

si dal castello sul piccolo colle di s. Lu- p. Casimiro che loro giovasse. Egli descri-
cia, ove nel cavarsi la terra per le fonda- ve le cose antiche ivi trovate, avanzi di e-
menta trovaronsi molte ossa umane sen- dilizi, olle cinerarie, vasi finissimi di cre-
za vermi segno che fossero di cristiani. ta, medaglie e altro. 11 luogo occupato da
Il duca nel 1684 chiese alla congrega- Giuliano si crede dal Ricchi fosse la villa
zione de' vescovi e regolari la licenza per di Giulio Cesare, perchè vi fu rinvenuta
cominciar chiesa e il conveulo per 12
la la cassa sepolcrale di Giulia sua figlia, se-
religiosi, e ne riportò favorevole rescrit- condo Piazza; ed aggiunge Ricchi che
to a' 23 marzo, confermato dalla curia passò in proprietà alla figlia. 11 p. Casi-
vescovile; onde i religiosi Cori for-
di miro riferisce che vi fu trovata l'urna se-
malmente vi piantarono la Croce, ed a' 1 polcrale di Giulia figlia d'Ottaviano, ci-
a
i685 vi fu posta
febbraio la i. pietra, e tando Theuli; ma questi non in Giulia-
tutta la fabbrica fu terminata nel 1690. no, ma presso Vellelri descrive il ritro-
V E L V E L
«•mento d' una bella cassa marmorea e polo della parrocchia tli s. Marco, i

colle sue ossa, cioè nell'albereto delia fa- li tulli pieni di giubilo lo riceverono tra
miglia Bonese. Osserva il p. Casimiro, che la moltitudine degli altri romani accorsi ;

da Giulio o da Giulia forse prese il nome questa però fu tanta, che couveuue sosta-
di Giuliano il castello, altri credendo die re e deporre il sagro Corpo sull'altare di

fosse detto s. Giuliano dal nome del pa- s. Maria in Campo Carico, fioche tolli
trono principale del medesimo, come lo gì' impedimenti, con somma divozione

chiamò Piazza; ma ciò non sussiste nel allegrezza fu solennemente portalo nella
luogo citato, ivi quello denominandolo detta basilica, ove si venera. Dopo tale
semplicemente Giuliano, bensì in altro. rovinaci castello tornò a risorgere, e sem-
Opina Nibby che il suo nome probabil- bra a Nibby che fosse da Innocenzo 111
mente derivò da un Fundus Julianus, infeudato alla sua famiglia Conti, rite-
e per la somiglianza del nome il castello nendo però sempre il dominio ditello
assunse per protettore s. Giuliano. Sotto esso la s. Sede. Che dopo la metà del se

Pasquale II, narrano il Piazza e il p. Ca- colo XIII riconosceva ancora il domiiii(
simiro, in questo castello vi fu trasferito della s. Sede, un breve d'Ur-
si ricava da
il corpo di s. Marco Pupa e collocalo nella bano IV, dato in Orvieto a' 8 dicembri i

chiesa parrocchiale di s. Vito, dal cardinal 12621, alcui tempo era stalo viulentemet
Leone vescovo di Velletri, il quale perciò te occupalo da fr. Giordano monaco di
dichiarò tal chiesa la i
.*
dopo la sua cat- PoMB nuova, il quale trattava inoltre di
tedrale; ed ove il cardinal Allucingoli al- venderlo ad un personaggio polente, leg-
tro vescovo di Velletri, e poi Papa Lu- gendosi nel breve, intendi l vendilionis ti-

cio III, consagrò un altare in suo onore; tilloinpolentem transfer re per sonami
indi il s. Corpo fu trasportato iti Roma perchè ciò non seguisse, il Papa indirizzò
nella basilica e Chiesa di s. Marco (^.) il medesimo breve al cardinal Riccardo

Evaiigelista,insiguecollegiala,circailn45 Annibaldi della Molata, allineile facesse


in tempo d'Eugenio III; per le quali me- manifesto a tutti che Giuliano trai Ca-
morie ecclesiastiche, dichiarò Piazza, do- strimi speclans adtiomanam Ecclesiani,
po Velletri dovrebbesi dare il .° luogo i e che il mentovato monaco, uuilo co'suoi
a Giuliano. Contemporaneamente il ca- fratelli, I' avea ingiustamente occupato
stello fu da'soldati bai baiamente brucia- e ritenevalo ancora in ipsius Ecclesiae
to, dappoiché nell'elezioue d'Eugenio III praejudic'utin. Molte furono le copie di
essendosi ribellati romani persuggestio- i questo breve pubblicate in vari luoghi, e-
ne degli arualdisti, avendo conti del ca- i ziaudio dal pulpito della basilica Libe-
stello d'ordiue del Papa combattuti gl'in- riana. Il p. Casimiro, che tuttociò riferi-

sorti, questi noti potendo in altra guisa sce, ignora l'effetto positivo del comando
vendicarsi, si recarono a Giuliano e bru- pontificio per la restituzione del castello,
ciarono il castello; ed essendovi tra essi ed avverte che il Coutelori, Gemalo»,
alcuni parrocchiani di s. Marco Evange- fam. Comit. rornan.,i\\ nulla parlando
lista di Roma, cavarono dall'urna mar- del narralo, lo fa godere pacificamente
morea il corpo del Sauto, loro indicata a Giovanni Conti; ma da altro breve di
da alcuni chierici, e postolo in un lenzuo- Bonifacio Vlll,de'25 loglio 3oi 1 , in vir-

lo e altri panni, lo mandarono con due tù del quale concesse in perpetuo il ca-
di loro a l'ionia, incontrali perciò da al- stello di Giuliano a' figli ed eredi d' A-
tri concittadini vicino a Velletri. Per la dinolfo Couli signore di Valmoulone, per
porla di s. Giovanni, entrali in Roma, 1' annuo censo di 20 soldi provisini, si

condussero il santo Corpo nella chiesa di trae che lo signoreggiasse Guidone Gior-
s. Quirico, ivi aspettando il clero e po- dano, lo temo che Adiuolfy fiorisse più
V E L VEL 109
(nidi, come può Della
vedersi nel Ratti, tanti parteggiato per gl'intrusi signori.

famiglia Sforza e de' Conti di Segni a JNel i554 Costanza Conti, madre del
di T almontone, dicendolo fiorito nel cardinal Anton Maria Salviati (^-), è
pontificato di Urbano VI col fratello 11- chiamata signora del castello di Giuliano
debrandino, che fu il suo erede ; e forse di Velletri, in una memoria letta dal p.
la concessione meglio deve attribuirti a Casimiro nell'archivio di Cori, e Nibby
ricevuto in dole nel-
Bonifacio IX, che realmente a favore de' DO O chel'avea
soggiunse
due fratelli confermò le loro signorie. Il 10 sposare il duca Salviati, per essere tor-
Marocco, che procede ancora col p. Casi- nato in potere de' Conti. Pervenne in
miro, nondimeno attribuisce il suddetto signoria di tal insigne cardinale (di cui
breve con anacronismo peggiore a Ur- si può leggere di Pompeo Ugonio, In fu-
bano VII, o è uno de'tanti falli di stam- nere Cardinalis Ant. 31. Salviati, Ro-
pa di cui abbonda la sua opera, e d;i lui mae i6o3), il quale come lo celebrano
stesso ripetutamente riprovali, proponen- Piazza, Ricchi e alili, ne ampliò il caseggia-
dosi di dare l'Errala Corrige. Certo è, to, lo rese più. popolato e lo beneficò in
che io col Ratti nell'articolo Conti, no- altri modi colla sua naturale munificen-
tai aver Martino V nel i4^8 conferma- za, attribuendogli il Ricchi anche la rie-
lo ad essi le loro terre, fra le quali Ca- dificazione della chiesa parrocchiale. Il

strimi Juliani, et Tiberii ì ellelr. diocc. Nibby però afferma, apparire da un'iscri-
Inoltre il p. Casimiro dice e ripete INibby, zione averla eretta il duca Giacomo Sal-
che nel i477 successori d'Adinolfo pos-
' viati nel 65o, dopo aver demolilo la
1

sedevano solamente la metà del castello, vecchia; e che iì suo figlio Francesco
e nel 1482 Giacomo Conti alia testa di Maria ne ampliò l'apside nel 1690. Tan-
3ooo soldati lo saccheggiò e distrusse; ta generosa magnificenza fu imitata dal
nel qual tempo, narra il notaio dell'An- benefico duca nipote nell'erezione della
teposto (vocabolo chiarito anco nel voi. decorosa chiesa e bel convento de' fran-
LXXXlV,p. 5<j), che apparteneva a'Co- cescani e suddescritli. Anche il Banco ri-

lonnesi, perchè forse ne possedevano l'al- leva il virtuoso operato de' nobili Salvia-
tra metà e tutto dicesi aveano occupato. li per Giuliano, che quasi distrutto dal-
Ma secondo il Coppi, sembra il notaio le guerre e dalle vicende de' tempi lo re-
piuttosto parlare di Giuliano di Fi osi- sero popolato e civile; e che nell'estin-
none, tanto è vero che tale Giuliano, zione della famiglia passò il dominio ne'
Martino V lo comprese tra' beni divisi principi Borghese, cioè in essa si trasfu-
nel 1427 a' suoi Colounesi eredi nella : se e perciò ne porla il cognome e l'inse-
guerra del 1482 tra Sisto IV, e il redi gne, e ne gode le possidenze il principe
Napoli collegato co' Colonnesi, in conse- d. Scipione Borghese duca Salviati. Dii:e
guenza della vittoria de'ponlificii a Cam- Ricchi, che fuoii della porla del castello
po Morto, caddero in loro potere Mari- s' incontra un ponte, al quale va conti-
no, Vico e Giuliano. Ecco l'origine del- nuando uno stradone ombreggialo late-
l'
I equivocoe confusione col nostro Giulia- ralmente dalla verdura di folli olmi, che
no. L'altroMarc'Antonio 11 con testamen- indi ingolfandosi nella propria selva pel
to del 1569 Io lasciò al pi imogenito Fa- corso di 5 miglia versoRama rende como-
brizio, facendo parte de' feudi de'Colon- do, ameno e lieto il viaggio a'passeggieri.
nesi di Paliano. Può darsi ancora che i 11 territorio produce tulli i generi necessa-
Colonnesi avessero nelle gliene di pre- ri alla vita, e confina con RoccaMassima,
potenza occupalo il castello di Giuliano Monte Fortino, Cori e Velletri. Crede
di Velletri, e il Couti per ricuperarlo u- Marocco, che in queste viciuanze esistesse
so le armi e forse punì per aver gli abi- l'antica Ulubra, dove fu allevato Otta-
jHo VEL VEL
v'umo Angusto, che divenne impaziente ripetere qui sarebbe ostentazione (bensì
pel soverchio e noioso gracidar delle ré- porto lusinga che al mio Dizionario di
ne secondo Svelonio, appena comin-
(e erudizione potrà per ventura adattarsi
ciò a pronunziar alcune parole, con pue- quello che Quintiliano disse della Gram-
rile impazienza impose loro silenzio, e le matica: Plus habe.t in recessu, quam in
rane con lepido prodigio da quel momen- frontem promiilat. Del frontespizio o ti-
to lasciarono lo strepilo di gracidare!), tolo di mia opera, feci parola nel voi.
che altri collocano presso Cisterna, co- LXV1II, p. 244 e altrove), il cenno sto-
me rilevai in quel paragrafo. rico che vado a riferire di Cori veraineu-
Governo di Terracina. non vi aveva luogo, come proprio artico-
Terracina (A'.). Città vescovile, con lo, sibbene qual paragrafo dell'articolo
residenza del vescovo e del governatore. Senato romano, finché fu sotto la sua
S. Felice {V.). Comune di cui ripar- privativa giurisdizione di governo, cessa-
lai di sopra e a Terracina. ta la quale prima della stampa di tale
Governo di Cori. articolo, in questo di Velletri, ora me-
Cori, Cora, Core. Città e comune del- glio ne ragiono, quale odierno luogo di
la diocesi di Velletri, con residenza del sua legazione, come ne feci avvertenza
governatore, e con territorio in colle e nel voi. LXIV, p. 63. Laonde e ad onta
piano. Quest'antichissima e nobilissima delle copiosissime notizie che di Cori ab-
città, una delle più rinomate e celebri del biamo, con pena non posso diffondermi
Lazio, già precipuoornamentode'bellico- quanto merita l'illustre città, il comples-
si volsci,è distante da Roma circa 39 mi- so di sue singolari prerogative, come pe'
glia, più di 12 da Velletri, 10 da Cister- numerosi gentili, nobili e generosi spiriti
na e 8 da Segni. Siede maestósa in for- che vi fiorirono e fioriscono, a ciò però
ma di cuore sul pendio d'un monte fra avendo ben supplito molti scrittori, di-
Sezze e Velletri, poco lungi dall' antica versi de' quali rammenterò prima di gio-
via Appia, pittorescamente bella e ame- varmene compendiosamente, e presso i

na in saluberrimo clima. Verso il mezzo- quali sono le prove critiche di quanto ac-
giorno guarda fiumi Astuta e Ninfeo, e
i cennerò. Ma con ispazio angusto e limita-
sovrasta alle fertili campagne di Senno- to, anche per non allungar oltremodo
neta e alle Paludi Pontine. Verso l'oc- quest'articolo, nell'ingegnarmi di riuscire
cidente domina ampia e florida pianura, imiti male oahneno in miniatura nei pre-
che in linea retta per circa 17 miglia senti due paragrafi, qualora ne raggiunga
giunge fino al mare Mediterraneo, e ne compatimento, da' corani precipuamen-
promontorio Eto o
•vede alcune isole col te, il mio cuore ne resterà non poco appa-

Circeo; ed insieme parano dinanzi


gli si gato. Imperocché ne fui incessantemen-
Nettuno,, Portod'Anzio, Velletri, Civita te e premurosamente eccitato dall' affet-
Lavinia, Ardea, Laurenlo e Cisterna. E tuoso e edificante amor patrio del bene-
verso l'oriente e il settentrione è cinta merito patrizio corano Vincenzo Tom-
dall'altissime e selvose montagne Lepine, maso Marchetti mio nobile e dolcissimo
formanti la piacevole visuale quasi d'an- amico defunto, sulla cui onorala tomba,
fiteatro. A seconda del primitivo vasto perequatilo andrò dicendo di lui e de' pa-
concetto e piano di questa mia opera vo- ini fasti che tanto vagheggiava, intendo
luminosa, ampliato assai col confortante depositare in questi paragrafi una corona
pubblico suffragio nel progresso di sua di fiori, affinché restino sempre vigorosi
quasi ventenne pubblicazione, a fronte in queste pagine consagrate a celebrarne
della condizione e varietà de' tempi, pe' la patria, siccome bagnati dalle feconde
tanti molivi riferiti in più luoghi, che il e vivificanti lagrime di riverente ami*
V EL VEL 161

cizia sincera, e così la sua memoria non can. d. Pellegrino Laudi Vitlorj della
andrà disgiunta da essa e resterà unita stessa città. E con alcuni versi italiani
alia mia per sempre. Essendo poi arduo infine ad onore della medesima D. I er-
e difficile l'evitare lo scoglio delle prete- gine, Roma 82 Seconda edizione cor-
1 1 .

rizioni, nel ridurre in brevi proporzioni retta ed ampliata, Roma 84.2, dedicata 1

tela più vasta, gl'iudicati autori che pos- al maggiore Nicola Fochi beneficentissi-

seggo e vado a nominare, e che poscia mo gonfaloniere di Cori. Sante Viola,


spigolerò, potino interamente appagare Delle Memorie storiche dell'antichissi-
le brame di chi volesse conoscere i det- ma città di Cori, pubblicate nel Gior-
tagli della storia coinna. Oltre gli al- nale Arcadico di Roma dal 1 82 3-2 5,
triche ricorderò in appresso, principal- cioè dal voi. 20." al 25.° inclusive.Mai oc-
mente essi sono seguenti. A. Rircher,
i co, Monumenti dello stato Pontificio.
Laliuni. Piazza, Gerarchia Cardinalì- Nibby, Analisi de' dintorni di Roma.
zia. Antonio Ricchi, La Reggia de Fol- Castellano, Lo Stalo Pontifìcio. Rauco,
sci, ove si tratta dell'origine, stalo anti- Storia della città di Felletri. [Ricchi che 1

co e moderno delle città, terree castella stampò l'opera nel 1 7 1 3 asserisce che gli

del regno de' Volscinel Lazio, e special- abitanti erano 6,000, e ne' tempi più an-
mente di Cora, città volsca sua patria, tichi giunsero a 3o,ooo secondo la tra-
il quale attestò pu-
.Napoli 7 i 3: Teatro degli uomini illu-
i dizione d'un prelato,
stri nell'armi, lettere e dignità che fio- re che fuori della città si stendevano due
rirono nel regno antichissimo de' Folsci, borghi con altre parrocchie, delle quali
ec, Roma 1721. G. R. Volpi, TetusLa- esistevano le vestigia. Nelle Memorie del
tium, de Coranis. Fedelmente dal latino p. Casimiro si legge cheCori contava 45oo
in italiano lo trodnsse lab. Giuseppe anime nel 1
7^4 j »' Banco legisti ò nel
Finy di Cori patrizio romano, Antiche 1 85 1 abitanti 5
4' e a l'ecente Statisti-
1
» '

Memorie appartenenti alla città di Co- ca del 853 ne notò 499 Comincio col
1 » •

ra, Roma ij3i. In tale anno scopertesi dottissimo e peritissimo Nibby, che più
due lapidi in Cori, pel desiderio del Finy, volte visitò Cori pe' suoi studi archeolo-
lo slesso gesuita p. Volpi gliene die il suo gici, co' propri discepoli, ossia colla topo-
sentimento colla Lettera intorno a due grafia della città. Questu siede appoggia-
antiche lapidi scopertesi ultimamente in ta ad uu contrafforte del monte Lepino, è
Cori, Roma 1733. Casimiro da Roma, rivolta al sud-ovest, e diminuendo in lar-
Memorie istoric.he delle chiese e de' con- ghezza costantemeute da'piedi alla cima,
venti de' frali minori della provincia ro- presenta un aspetto piramidale, di cui il

mana: 8 Della chiesa e del conven-


cap. tempio detto (il Piranesi lo dice suppo-
to di s. Francesco presso a Cora. Gio. sto) di Eicole, forma la punta. Due tor-
Autolino Antolini, /bordine dorico o il reuti profondi ed imboschiti, che si uni-
tempio di Ercole nella città di Cori, Ro- scono insieme sotto 1' angolo occidenta-

ma 1 785,con figure. Gio.Battista Pirane- le di essa, ne'tempi antichi doveano far-


1

si, Antichità di Cora descritte, con inci- la assai forte: il più occidentale di que-
sioni.Giuseppe Mariano Marchiatameli sti raccoglie lo scolo della città supe-
Cori arciprete della collegiata de' ss. Pie- riore, ed è meno considerabile: l'orien-
tro e Paolo, Breve istoria della chiesa e tale è mollo più profondo e terribile, e
'
miracolosa immagine di Maria ss. inti- discende dal dorso del monte detto della
tolala del Soccorso, esistente nella ci Uà Croce. Questi due torrenti dopo il con-
i di Cori, coronata dall'Ili." e Rm.° Capi- fluente assumono il nome di fosso de' Pie-
tolo della Falicana patriarcale basilica ch'ioni, che va a scaricarsi nel Teppia, il

neli 778. Con V Appendice della vita di l fiume più indomito e devastatorediquan-
voi. LXXXIX. 1 i
i5t VEL VEL
ti scendono ne' campi Pontini. Fra la par- e città ove credesi fosse slato allevalo Er-
te superiore e la parte bassa della città si cole, onde e suo frequente soggiorno
pel
frappone un oli veto, che attesa la natura ne assunse soprannome), e di Micene
il

del luogo vi dovè sempre esistere: la parte (città dell' Argolide come la precedente,
alla, che costituiva l'antica cittadella o u- la cui fondazione si attribuisce a Perseo
cropoli, ha oggi il nome di Cora a Mon- l'anno 348 prima
della nostra era), e
i

te: la parte bassa, che fu l'antica città prò- perciò rimonta all'epoca della fondazione
priamentedetta, ha quello dìCoraa Val- della città fatta da Dardano circa l'anno
le. Osserva Marocco, che pure la visitò: 1470 avanti l'era nostra. Le tracce della
La presente città si distingue dagli abitan- 2. ' epoca sono di massi poliedri e trape-
ti due modi, cioè Cori a Valle e Cori
in zoidèi irregolarissimi, ma tagliati ad ar-
a Monte, benché il fabbricato non sia in te nelle faccie, che doveano essere a con-
veruna parte disgiunto; per questo moti- tatto con altri massi, rustici però sono
vo punto ove sidivide la città, sul mu-
sul nella faccia esterna. Quelle della 3." sono
ro d'una casa alla sinistra salendo vi è a- di poliedri ben tagliati da tutte le-parti. E
a
naloga iscrizione in versi, che riporta. Ag- quelle della 4. sonodi ciottoli o piccoli po-
giunge: più antichi fabbricali e le cose
i liedri, e questa costruzione essendo sem-
più magnifiche esistono sul monte, cui si pre sovrapposta o addossala alle prece-
giunge dopo lunga ed erta salita. Ciò non denti, è evidentemente la più recente di
è detto con precisione, mentre a riserva di tutte. Nibby 4 epoche trova nella sto-
del tempio d'Ercole, della collegiata par- ria di Cora, alle quali queste diverse co-
rocchiale de'ss.Pietro e Paolo, d'alcuna il- struzioni corrispondono: la 1." è quella
lustre abitazione, le allre principali fab- della fondazione, 1 j.70 anni innanzi l'era
briche esistono nella parte della città det- corrente; la 2. "è quella in che Latino Sil-
ta Cori a Valle,e nel mezzo tra essa e Cori vio vi dedusse la colonia albana o latina
a Monte. Dichiara Nibby: Volpi afferma circa 1 100 avanti la medesima era; la 3.
non rimanere vestigia della mura antiche è quella della colonia romana dedoti
diCora, ma solo di quelle del tempo de'go- circa l'anno 4°/3> prima della stessa eri
a
ti, prendendo per gotiche nientemeno che e la 4- finalmente quella del restauro 1

l'imponenti costruzioni a poliedri, comu- questa colonia dopo la devastazione me


nemente dette ciclopee o pelasgiche (di tal riana avvenuta 88 anni iuuanziCristo.
forma le vidi nel Piranesi: le mura sono stile dell'indicate costruzioni corrispon
a foggia di torrioni, i quali ancora mo- de perfettamente con quell'epoche, con
strano le vedette donde i cittadini spiava- provasi col confronto d'altre opere coi»
no le mosse de' nemici; mura che sono cidenli collo slesso tempo. Dalla base 1

circondate da fossi). Le tracce superstiti vertice della città si presentano 3 ci»


de' i ecinti antichi portano evidentemen- diverse: taciuta inferiore è quella eli

te l'impronta di 4 epoche diverse: la più può dirsi fatta nella 1/ costruzione dell

antica presenta una costruzione d'enormi città; di questa vedutisi le tracce nella vi

massi di calcarla, informi, irregolari, roz- che dalla piazza Tassoni scende verso
zi affatto, come furono spiccati da' mon- chiesa di s. Maria, si ritrova a Pizzilo

ti, in modo che lasciando naturalmente ni co, e termina fuori della porla Ninfe-
degl'intervalli nelle commettiture, furo- si na. La 2/ sorge sopra a s. Oliva, fiat

no queste riempiute con ciottoli pur di cheggiu per qualche tratto la strada ci

calcarla, come li rotolavano vicini tor- i da questa chiesa sale alia cittadella ariti
renti: questa costruzione è del tutto ana- ca, dov'è rinfiancata con opera incerta
loga a quella delle mura ciclopee di Ti- serve di sostruzione a questa strada tye-
nulo (che si dissero edificate da' ciclopi, desioia sopra al già maestoso tempio di
VEL VEL i63
Castore e Polluce, ed in questo tratto a ro che in questa parte ricorresse ancora
sinistra della via è un contro muro del- il recinto restauralo da Siila, e che anco
a
la 3." epoca. La 3. cinta è quella che allora qui fosse una porta. Nella porta
chiudeva la cittadella, la quale domina slessa vennero impiegali massi rettango-
la strada sopraindicata che da s. Oliva lari di tufa, molto grandi, tolti probabil-
conduce a Cora a Monte^ e questa è del- mente dall'antico edificio non molto di-

la 2/ epoca. Nella cittadella stessa poi stante, attinente alla chiesa di s. Maria,
l'area quadrilatera sopra la quale siede il al quale pure appartennero gli altri im-
tempio detto d'Ercole (il quale è reputa- piegati nelle fabbriche private a destra e
to unico surperstite che si conosca, per- sinistra della strada. Le case private a si-
chè tate dal celebre Vitruvio designato nistraformano un angolo ottuso dopo il
e lascialo per norma di mirabile architet- viottolo che conduce a s. Maria, essendo
tura. Nel voi.XXIII, p. 2o3, descrivendo addossate ed in parte formate nell'antica
il sontuoso palazzo Farnese di Roma, col gran piscina di Pizzitonico, alla quale
Fea dissi non sussistere che le porte e fi- appartengono muri d'opera incerta, che
i

nestre furono costruite simili a quelle del verso metà di questa strada s'incon-
la

tempio) è sorretta da un muro costrut- trano. Proseguendo per questa strada si


to d'opera incerta, ossia dell'era sillana, trova la moderna porta Ninfesina, così
cogli angoli di grandi massi di calcarla, i della perchè posta nella direzione del ca-
quali verso sud-ovest sono intatti. Intui- stello abbandonalo di Ninfa essa è suc- :

te le discorse costruzioni, a qualunque ceduta alla porta Norbana antica, per la


epoca esse appartengano, vedesi usata la quale uscivasi alla colonia romana di
calcarla locale del monte di Cora. Dal Norba. Presso questa porta prima d'u-
fatto delle costruzioni diverse usate in scire è a destra la chiesa di s. Caterina.
questi 3 recinti, crede Nibby di poter de- Uscendo dalla porta Ninfesina, reca sor-
durre, che i pelasgi di Dardano fondaro- presa a sinistra un trailo di mura della
a
no la loro città sulla balza inferiore fra 1 . epoca, per la grandezza de' massi che
piazza Tassoni e porta Ninfesinn: che gli lo compongono, la loro irregolarità e roz-
albano-latini di Latino Silvio edificarono zezza, e la tinta d'una remota antichità
l'acropoli; che i romani ampliarono le di che portano l'impronta. L'antica via
fortificazioni di questa cittadella nel IV Norbana, alla quale è succeduta quella
secolo di Roma, e fecero notabili restau- moderna di Ninfa e di Norma, traversava
ri o aggiunte al recinto primitivo, come presso questo punto il ramo orientale del
al 2. ; e finalmente chea' tempi di Siila fosso de' Picchioni sopra il magnifico e
furono con opera incerta risarcite, e la cit- vasto ponte della Catena ancora intatto,
tà riedificata ed abbellita di templi e altri costrutto d'euormi massi quadrilateri di
edifizi pubblici. Quanto alle mura odier- tufa (scalpellati a foggia di diamanti) con
ne, dove queste non sono antiche presen- tre ordini di pietre nel fornice, a somi-
tano costruzione del principio del seco-
la glianza dell'arco della cloaca massima di
lo XV, allorché per ordine di Ladislao Roma. Esso è evidentemente opera devo-
re di Sicilia Napoli vennero restaurate. niani, fatto per mantenere le comunica-
Entrando a Cora per la porta Veliterna zioni fra le colonie di Cora e di Norba
o Romana, vederi incastrata nel recinto per mezzo d'una viamilitare.L'altezzadel
moderno una torre rotonda, che nella baratro solcato dal torrente, che questo
parte inferiore conserva le tracce della ponte scavalca, a partire dal parapetto è
costruzione d'opera incerta, come nella di75 piedi romani, de' quali 5o sono di
parte superiore presenta il restauro di La- rupe naturale, sopra cui il ponte s'innal-
dislao del 1 4o8.Quiudi Nibby stima ohi* za. Questa mole imponente è una delle
iG4 YEL V EL
opere più magnifiche che ci rimangono, e zo a quella rivolta all' aula della chiesa e
per la solidità, l'arditezza e l'utilità pub- alle due laterali, vedesi effigiata la Gorgo-
blica può paragonarsi alla cloaca massi- ne,alla quale furono ne'lem pi passali bar-
ma. La volta e piloni, dopo almeno 11.
i baramente scalpellate l'est rem ita de' ca-
secoli, sono rimasti intatti. Ivi si gode d'u- pelli e lecodede'serpenli,ondeil Volpi, il

na veduta magnifica de' recinti vetusti Piranesi e il volgo furono indotti nell'erro-
di Cora, sopra i quali torreggia il bel por- re di crederla sagra alSole,mentre fu sagra
tico tetrastilo del tempio detto di Ercole. a Minerva. Traversando la chiesa si di-
Da questo punto alle rovine importanti scende in un ameno giardino per visitare il

di Norba, per una strada alpestre souo 5 grazioso tetrastilo dorico, che formava il

miglia. Rientrando in città e salendo di- portico del tempio. Le colonne sono d'un
rettamente alla cittadella, si passa per travertino identico a quello di Tivoli, e
Pizzitonico, traversasi il tempio di Casto- molto poroso, onde per correggere tale
le e Polluce, e per s. Oliva si ascende alla difettofurono coperte d'uno stucco finis-
piazza di s. Pietro. Per ora lasciando da simo: le modinature vennero eseguite con
parte quello che s'incontra per via, e sol- grazia e franchezza; sulla porta della cella,
tanto parlando della cittadella, già notai ch'era costrutta di massi quadrilateri, è la

che le mura originali di essa sono dell'e- che ricorda nomi de'duuaìviri
iscrizione i

poca 2/, e che furono restaurate e am- Marco Manlio e Lucio Turpilio, che per
J a
pliate da' romani nella 3. e 4- epoca. sentimento del senato fecero il tempio.
a
Un bel pezzo del recinto della 3.epoca Per le riflessioni di Nibby, sembra il tem-
guarda occidente, e domina immediata- pio costruito nella riedificazione di Cora
mente la chiesa di s. Oliva. Esso si vede avvenuta a' tempi di Siila. La fronte di
salendo dalla piazza dis. Oliva stessa alla questo edificio è rivolta verso il monte
cittadella. Sembra a Nibby che l'acropoli Circeo. Le modinature della porta sono
corami si dividesse in due parti, dopo l'oc- come tutte l'altre eleganti e franche; l'ar-
cupazione de' romani, in Arce propria- chitettura però è alcun poco greve, e la
mente detta verso occidente, ed in Capi- cornice è retta da due modiglioni. In ge-
tolio verso oriente, giacché è noto che le nerale lo stile di questa fabbrica è analo-
colonie romane ad imitazione della me- go per ogni riguardo alle costruzioni sil-
tropoli aveano il loro Capitolio. Nella cit- lanedel tempio della FortunaPreneslina,
tadella propriamente delta, oltre il recin- e al tempio così detto della Sibilla nell'a-
to, Nibby non vi trovò altri avanzi degni cropoli tiburlina. Winckelmann nelle

di memoria. Del Capitolio però si traccia sue Osservazioni sulV architettura cle-

ancora l'area che conteneva templi, e di i g/itf/if/e/ì/jasseriscejcheavea veduto il di-

questi rimane ancora in piedi il portico segno fatto di questo tempio dall'immor-
di quello detto d'Ercole nel lato orienta- tale Raffaello da Urbino, che. allora ap-
le dell'area medesima. Esso è rivolto al parteneva barone di Stosch suo gran-
al

sud-ovest, e la parte postica di questo de amico, e che poscia forse sarà passata
tempio serve oggi di vestibolo alla chiesa nella biblioteca imperiale di Vienna. Ri
parrocchiale e collegiata de' ss. Pietro e porta Nibby le misure che ne prese Raf
Paolo. In essa a sostegno del fonte batte- faello, ed avverte che il summentovatc

simale è impiegata un'ara antica di mar- Antolini, nella dissertazione architettoni


mo, che il volgo chiama del Sole. Que- CU su questo tempio, cadde nell'errore d
st'ara è quadrilatera, di bella proporzio- supporlo de' tempi imperiali. Egli credi
ne, di lavoro sodo, purissimo, ornata di che i3 fossero i gradini, pe' quali saliva
criocranii negli angoli, da' quali partono si a questo portico dall'area: osservò eh
eticarpii che adornano le facce. In mez- le colonne sono sfaccettate per una 3.
VEL VEL 16V
parte de! fusto e scanalate, ma con poco chiesa e la sagrestia di s. Pietro, il qua-
risentimento e senza pianelto per l'altre le forse fu sagro ad Ercole, forse alle di-
«Ine. E nella base, che per se stessa è ra- vinità capitoline Giove, Giunone e Mi-
ra nell'ordine dorico presso gli antichi nerva. Uscendo dal tempio e scendendo
e eh' è semplicissima, essendo composta verso la città bassa, vedonsi tosto a sini-
d'un solo toro senza plinto, ravvisò la stra i poliedri del muro che formano
singolarità d'un nuovo profilo, perchè un angolo, indizio della porta aulica del-
paggetto convesso del toro non togliesse l'acropoli. E deviando alcun poco sulla
alcuna pai te dell'altezza del fusto: il ca- stessa mano si vedono mura a poligoni
pitello è di maniera dorica; il fregio con della 3." epoca, che furono parte del re-
triglifi e metope è senza ornamenti, e la cinto dell'arce, e che oggi servono di so-
cornice è senza modiglioni. Del tempio stegno alla strada. Continuando a discen-
altro non rimane di visibile che le 8 co- dere vedesi avanti la casa Prence un ca-

lonne del portico col suo frontone, e la pitello corintio, che pretendesi appar-
parete anteriore della cella colla porta; tenuto al tempio di Castore: lungo la
lutto il rimanente è, o distrutto, o coper- stessa via a destra è un avanzo di muro
to. Ora considerando l'ara trovata fra d'opera incerta,che indica il proseguimen-
queste rovine, ch'è di Minerva, e che qui to delle mura dell'arce restaurate a tem-
pure nel secolo XVI fu ritrovala la sta- po di Siila; di tali mura in questo medesi-
si un assisa di Minerva, che trasportata in mo luogo si ammira un bel tratto prima
lloma fu collocata sulla piazza di Cani- di giungere alla chiesa di s. Oliva, ed è
fjidoglio a ornamento della fontana,e dal quello ricordato di sopra. Qualunque sia

volgo chiamata Roma, pare al Nibby stato il precedente edilizio che ne occu-
molto probabile credere a quella dea e pava il sito, è certo che questa chiesa è
non ad Ercole consagrato questo tempio, fondata sopra una fabbrica antica, rima-
come il volgo, senza alcun fondamento nendo ancora dentro di essa al suo posto
valido comunemente lo appella. Quanto una base di colonna a sinistra. General-
alla statua esprimente Pallade o Miner- mente si ritiene che ivi sorgesse un tem-
va, e come volgarmente dicesi Roma pio sagro ad Esculapio ed Igiea, per un'i-
trionfante, tale però la crederono col scrizione, che il Volpi confonde con un'al-
Volpi altri storici e antiquari; perchè tra ili C. Oppio Leuate, che non
vi ha né

ha 1'
elmo in capo, tiene colla dritta la punto né poco che fare, secondo Nibby
lancia, e nella sinistra una palla, sim- (altri dicono che il tempio era dedicato a
bolo del mondo. La statua è di buon Giano, e credono che le superstiti colon-
lavoro, ed ha il capo, le braccia e i piedi ne tuttora adornino la prima uavata del-
di marmo rimanente essendo di
pario, il la chiesa). Sulla piazza è un pozzo di stile
pollalo. Essa fu collocata su d'un alto dorico del secolo XVI, fatto da Bartolo-
piedistallo, a causa che riusciva troppo meo Cialdera podestà di Cora l'anno 5.°
piccola per la nicchia scavata in maggio- di sua magistratura, come si legge nel-
ri proporzioni, dovendo capirvi il simu- l'iscrizione. Da questa chiesa scendendo
lacro di Giove di forme semi-colossali, verso il tempio di Castore e Polluce, os-
secondo i disegni di Michelangelo. Dal- sia verso la piazza di s. Salvatore, vede-

l'area deltempio si gode una sorprenden- si a sinistra un frammento di colonna


te e magica veduta di tutta la valle e pia- scanalata, che vuoisi appartenuta al tem-
nura Pontina. Siccome poi questo tem- pio di Castore. Sul fine della strada en-
pio è in un fianco dell'area e non in mez- trasi a destra in una casa particolare fab-
zo, dice Nibby non essere improbabile bricata entro il portico del tempio di
Ca-
che un altro uè sorgesse dove oggi è iu store, del quale si vedono le colonne in-
i66 VEL VEL
castrate ne' muri (forse la della casa è mollo stretta: i tori sono bassi, schiaccia-

quella, che non reggendosi che malamen- ti, come cuscini che cedouo al peso del
te, per guisa che il fregio e le colonne su- fusto ; ed il filetto dell'imoscapo è stac-
perstiti erano in punto di minare, nel cato affatto dal toro superiore, partico-
i854 dal ministero de' lavori pubblici, larità dalNibby non osservate altrove.
per conservare sì preziose vestigia del Le colonne erano coperte d' uno stuc-
tempio, si mandarono ordini pel restau- co finissimo ; le modinature sono ele-

ro, siche liberato l'avanzo antico du'muri ganti, e l'esecuzione franca e corretta.
moderni, non solo non sarà più soggetto L'iscrizione ricorda le divinità di Casto-
alla fragilità di questi, ma rimarrà spic- re e Polluce, alle quali era coiisagralo il

cato da loro, e più acconcio ad essere di- tempio, il decreto del senato che lo fece

segnato dagli architetti che ne studiano edificare, e Marco Calvio che fece ese-

i leggiadri intagli e le gentili proporzio- guire Nibby corregge Volpi per


il lavoro.
ni. Tanto riferì il Giornale di Roma, e averla malamente riportata, e Corradi-
la Civiltà Cattolica, serie 2/, t. ti, p. ni per averla creduta di restauro e com-
101. Nondimeno non fu tultociò ancora messo altri errori, modificando la fama
posto in esecuzione, almeno fino al mar- che in generale godono que' due scritto-
zo 858. Anzi leggo nel Supplimento al
1 ri, il i.° continuatore del 2." dal t. 3° in

n.° 34 del Diario dì Roma del 1839, poi del Vtlus Latium. Uno scavo ese-
che nel precedente autunno erasi porta- guito lungo il lato occidentale di que-
to in Cori il cardinal camerlengo per am- sto tempio, che ilNibby vide nel 1829
mirare i delubri d'Ercole e di Castore e prima che fosse ricoperto, ha dimostra-
5
Polluce, e che per la loro conservazione to ch'era del numero de prostili : che la

avea preso le più energiche provvidenze). colonna di fianco verso oriente, ch'è nel-
Sortendo da quota e traversalo un arco la casa, sebbene sconvolta, è al posto suo:
moderno si discende alla piazza di s. Sal- che la base di pilastro ad anta incontro
vatore, sostenuta da antiche sostruzioni ad essa non islà al suo posto, ma appar-
d'opera incerta addossale alle mura pri- tiene ad uno de' pilastri dell' angolo o-
mitive di poliedri rozzi, le quali regge- rientale della cella. In quella ciicostar
vano l'area dinanzi al tempio, come ora za furono scoperti pezzi della cornice, ch(
reggono la piazza di s. Salvatore. Questa ivi dappresso sono collocati e che pr<

per le macerie siUnente al-


è considei ahi sentano la singolarità che i massi compc
zata, restando coperti gradini del tem- i nenti la cimasa sono distaccati da quel
pio. Sulla piazza tuttora si vedono le due li contenuti in modiglioni. Tornando
colonne che formavano l' intercolunnio sulla via pubblica, questa dicesi delle Ce
centrale del portico ch'era evidentemen- lonnelte, e va in linea retta a finire sul
te esastilo, cioè con 6 colonne di fronte e la piazza Tassoni. Lungo questa strade
2 di fianco, e rivolto a mezzodì come quel- a destra è un tinello e montano pertiner.
lo della cittadella, il quale è quasi per- te a'Picchioni, fabbricato sopra i ruder
pendicolare a questo, ma un poco più d'un edificio antico costruito di opera re

verso oriente. Per la materia e lo stile è tico!ata,dove rimane parte d'un pavimer
identico a quello : questo però è di or- to antico di musaico bianco e nero, un ca
dine corintio, ed i capitelli sono d'una e- pilello corintio, una base e un brano d'ar
secuzione mirabile, e così belli che sem- tica lapide municipale col cognome d'ut
brano fatti dallo stesso scultore di quelli qualuorviro quinquennale. Per la stess
del tempio detto della Sibilla a Tivoli, e via dinanzi la casa Tomtnasi,ch'è a sini
del tempio della Fortuna Prenestina. Le stia, sono rocchi di colonne d'ordine de
colonne Inumo la base attica e la scozia rico, analoghe per lo siile a quelle del lem-
VEL VEL t6 7

pio dell'acropoli. Nel lineilo dirimpelton ne traccia alcuna d'ornamenti, e solo vi


questa casa sono le vestigi;» d'un pavimen- si ravvisano vestigia dell'astra») o coccio

to d' opera tessellata. Indizi sono questi pesto. Il muro di queste piscine interna

dell'esistenza antica di questa strada, lun- mente, come l'altre costruzioni romane,
go la quale erano case de'cittadini. Poco è a sacco; esternamente però è fasciato
dopo vedesi incastrata nel muro e rove- d'opera incerta, dove non sia slata tolta
sciata la lapide diC.Oppio Vero magistra- ne' tempi posteriori. Queste piscine si e-

to frantumata in marmo de'lempi impe- stendono per lungo tratto,ed un'idea se ne


e riportata e supplita nel mancante
riali, può a vereentrando negli abituri della via,
dal Nibby, di somma importanza, perchè che dalla porta Veliterna conduce a por-
mostra che Cora anticamente, come og- ta Ninfesina, a sinistra, partendo dall'o-

gi non aveaunpubblicoacquedottochela steria; queste lasciano riconoscere indie-


fornisse, ma ampie cisterne edificate a tro la forma per la quale vi penetrava
spese pubbliche, nelle quali si raccoglie- 1' acqua
e gli spechi. E sopra quest' im-
va l'acqua pluviale, caele.ste.ni aquam, mense rovine siede e si appoggia una
per comodo de'cittadini. La via delle Co- gran parte del fabbricato moderno di Co-
lonnette termina nella piazza, sulla qua- ra a Valle. Quanto al nome di Pizzito-

le è la casa del conte Tassoni; e dirimpet- nico, che dà a questa piazza, il volgo
si

to a quella verso settentrione vedesi tor- senz'aleuti fondamento lo deriva da piaz-


reggiare un muro a poliedri della 3." spe- za Dorica : al Nibby pare che il nome
cie. Questa piazza ha ancora il nome di Puteus, pozzo, non sia estraneo alla sua
piazza Montagna per la casa a destra, la formazione. Verso seltentrione quest'a-
quale appartienealla famiglia omonima: rea è protetta e dominata da una parte
addossato ad essa è il frammento di lapi- del recinto primitivo formato da massi
de in travertino, di Lucio Pubblio, da enormi, i più grandi che il Nibby abbia

Nibby che la riferisce creduta contempo- veduto, e rinfiancato da opera lucerla; e


ranea de' templi suddescritti. Essa è ana- questo restauro dell'era sillana,dove spor-
loga ed in parte simile ad altro frammen- ge in fuori ha gli angoli consolidati da
to esistente in casa Prosperi. Nella stessa pietre quadrilatere. Andando da Pizzito-

piazza sono rocchi di colonne scanalate nico verso l'orto Luzi, si scende prima
di travertino, e capitelli d'ordine corintio, alcun poco e quindi si sale di nuovo ; a
i quali appartengono ad epoca molto re- sono mura a poligoni
sinistra nel salirvi
a
mota, e furono parte di qualche fabbrica della r. epoca, sebbene i massi non sia-
pubblica esistente in questi dintorni. Tor- no molto grandi. Nel detto orto, Nibby
nando sulla via delle Colonnette, si scen- vide nel 1825 vari capitelli d'ordine co-
de a Pizzitonico, area o piazza tutta arti- rintio didiametro corrispondente a' roc-
ficiale, non essendo che il terrazzo dell'an- chi delle colonne minori della piazza
tiche grandi piscine di Cora, delle quali si Montagna, anch'essi di travertino e di
parla nella memorata iscrizione di C. Op- analogo a quelli del tempio
stile affatto

pio Vero, e che oggi servono allo stesso u- della Fortuna Prenestina. Mi è noto, che
so,almeuo in parte, giacche nel rimanente i capitelli furono poi acquistati dall'illu-
r
sono state ridotte ad uso di montani omo- stre prelato corano mg. Manari, e collo-
lini ad olio, di rimesse,abi tazioni plebee ec. cati nelsuo casino di campagna. Ritor-
Queste ultime parti vanno sotto il nome nando che dalla porta
sulla via grande,
•volgare di terme (e bagni pubblici, come Veliterna conduce a porta Ninfesina e
tra gli altri li crede il Ricchi nella Reggia prendendo verso la porta Veliterna, poco
de Polsci) mentre nella pianta sono iden-
t
prima di giungere a questa, a sinistra è
tiche all'altre conserve, ma non vi rima- la casa Vittorj; ivi diuanzi la medesima
168 VEL VEL
nel cortile sono gli avanzi d'un altro edi- vedesi dominare a sinistra la chiesa e con-
ficio pubblico, consistente in due colonne vento di s. Francesco, alla quale condu-
d'ordine dorico non iscannlate, con base, ce un bel viale, che serve di passeggiata
cbe stanno ancora in piedi e cbe per lo a' Sebbene tuttociò si riferisce da
corani.
stile appartengono all'epoca stessa de' Nibby, conviene fare una necessaria di-
due templi: lo stilobate sul quale poggia- stinzione. La strada ora carreggiabile (la
no è nella parte esterna lutto di traver- quale devesi alle cure e premure del sul-
tini; si vedono pure frammenti di mezze lodato prelato Manali, per riguardo del
colonne della stessa pietra e dello stesso quale il principe d. Camillo Borghese
diametro. sponda opposta della
Sulla fece il (ratio del territorio di Giuliano),
strada grande è un vicolo, pel quale si che da Vellelri conduce a Cori, quando
Valsila casa Prosperi, una delle più an- si è a circa due miglia dalla città, nel
tiche di Cora, leggendosi sulla porta in- punto detto la Madonna de' Monti, si di-
terna della medesima la data dell'anno vide in due; una tutta in piano porta a
i525. Nel cortile vedesi l'altro frammen- Cori a Valle, ossia alla porta Romana,
to di lapide, riprodotta da Nibby, appar- e l'altra in salita, conduce a Cori a Mon-
tenente a Lucio Publilio, ricordato più te e alla porta Segnine. La chiesa di s.
sopra, il quale sebbene sia dello stesso Francesco è a sinistra della strada che
tempo, e appartenga al medesimo perso- reca alla porta Romana. Poche città com-
naggio, non fa però parte dell'iscrizione ri- prese dentro i mappa de' din-
limiti della
cordata. Nello stesso cortilesono due cine- torni di Roma ponno vantare tanti mo-
rarii coll'epigrafi riportate da Nibby. An- numenti antichi e così importanti, quan-
dando da casa Prosperi verso s. Maria, ti ne conserva questa, e perciò meritano
vedesi a destra una sostruzione romana una descrizione distinta. Quindi non si
di pietre quadrilatere, sulla quale fu essa creda, che non ostante le mie proteste
edificata (alcuni credono che nell'area io sia uscito da' limili prefissimi, nel dif-
della chiesa furono già due templi, sa- fondermi col Nibby sulla sua topografi;
gri uno a Giano e l'altro alla Fortuna, Poiché oltre l'aver conseguito il duplic
e od essi attribuiscono ruderi e fram- i vantaggio, di dare una chiara idea dell
menti antichi esistenti), e che forse anti- topografia di Cora e de'luoghi ove esiste
camente servì di sostegno ad un edifìcio no monumenti, questi brevemente de
i

del foro corano, che Nibby crede corri- scrissi col dotto archeologo, e così mi tri

spondente alla piazza di s. Maria. Li stra- vo dispensato dal farne menzione a parte

da che da Vellelri conduce a Cora fino anche per le diverse opinioni che accei
ali. "quarto del secolo corrente non era nai fra parentesi. Altre notizie sulle anti
allatto carreggiabile ; poscia fu ridotta a chità di Cori e le sue lapidi si ponno ri-

bella e amenissima via, e comoda ad o- cavare da' seguenti e già nominati, alcuni
gni sorta di carri. A mezza via si lascia a de' quali ne ragionarono con molte pai
sinistra il cratere del diseccato lago di ticolarità. Ricchi, Reggia de' False,
Giuliano, e poco dopo a destra il comu- Volpi tradotto dal Finy, cap. 2; Dell'ai
ne di tal nome; al g.° miglio si passa sot- licite fabbriche della città di Cora .

to al picco di Piocca Massima, indi co* Winckelmann, Piranesi e Marocco, Nai


mincia la salita di Cora, che dura quasi ra il p. Casimiro, che in vari tempi sol
3 miglia, e così agiata da potersi andare lo le abitazioni si trovarono colonne spez
di trotto; essa è tracciata entro l'oli velo, zale, capitelli, busti, iscrizioni e staine
ed ha a destra una magnifica veduta del- ma nel pontificalo di Sisto V trovò Giste
la pianura de* volsci, e de' loro campi foro Marulli nella sua vigna, posta nella
Pontini. Poco prima d'entrare iu Cori, contrada del Formale Nuovo, moltissime
VEL VEL 169
r r

medaglie d'oro. Ma pei sospetti patì un del giovine sig. d. AchilleGennarelli i mo-
mese di carcere, ed ebbe soli a5 scmli. numenti documenti necessari all'illu-
e
Quanto alle medaglie, soggiunge il p. Ca- strazione dell'aulica moneta di Cori. Ma
simiro, pervennero nelle mani di Camil- la sua dissertazione che da 18 mesi dove-

la l'eretti sorella del Papa, essendo po- va essere pubblicata,ancora non compari-
destà di Cora Stefano Mai gani. Tanto ri- sce, ed Elia mi fa premura di pur cono-

levò il p. Casimiro da un mss. del cora- scere un fallo che tanto onora codesta sua
no e contemporaneo del Marulli, Ulisse patria carissima. Iocompendierò il ragio-

Ciudi, il quale registrò pure due auliche namento che troverà ampiamente dichia*
iscrizioni, da lui Ielle nel suddetto batti- rato dal Gennarelli (di fatti la Disser-
steiio di s. Pietro, e nel portico della chie- tazionecoronala dalla pontificia ac-
sa di s. Maria della Plebe, nella metà del cademia romana d'Archeologia, come
secolo passato già distrutta. Le quali i- notai altrove celebrandola, dipoi uscì nel-
scmioni errate dal Grillerò, dal Ricchi e l'islesso anno in Roma da' tipi camerali
da altri, stimò bene pubblicare il p. Casi- col titolo: La moneta i mo- primitiva e
miro. Le monete corane furono ricordate numenti dell'Italia antica ec. In essa il
dal Volpi e in conseguenza dal Finy, e. 6: eh. Gennarelli illustrò 3 monete di Cora
Delle jamiglie corane illustri in Roma. de' Volscije quanto alle 2 monete affat-
Il moderno Dauco riferisce che tra le mo- to simili, tranne l' iscrizione o leggenda
nete antiche, di cui vantasi quest'antica che in luogo di Cosa e Cosano è Doma e
città, non devonsi dimenticare neppure le Domano, non trovava difficoltà a crederle

recentemente rinvenute illustrate dal , uscitedalla zecca dellasola Cora, la quale


eh. archeologo p, Giuseppe Marchi gesui- avrebbe scritto così egualmente il nome
ta, ch'egli coulesla a Vincenzo Marchet- suo e quello della conquistatrice Roma,
ti aiìezionalisdmo a questa sua patria, in siccome avveniva in Napoli, della quale
una lettera degli 8 maggio 843, avere 1 abbiamotipi identici, salvo nell'epigrafe).
lemedesime monete singolare estimazio- Mg/ Stefano Dorgia, poi cardinale, nel
ne. In argomento mi scriveva l'encomia- 1 786 inviò a Vienna al nostro p. Giusep-
lo Marchetti, nella nostra erudita corri- pe Eckhel due piccole monete in bronzo,
spondenza: La remotissima antichità di che alcuni anni fa ritrovai nel piccolo
Cori viene reputala antidiluviana dal museo del Collegio di Propaganda (nel
famoso archeologo Nibby, e da tutti gli quale articolo, descrivendo in breve quel
altri vetusti e moderni scrittori è tale Museo Borgiano, lo dissi dal cardinale
fondatamente creduta. Per questa istessa istituito inVellelri sua patria e poi da esso
ragione vengono apprezzate l'antiche mo- legato in parie al collegio Urbano, l'altra
nete corane ricercatissime, per cui il car- trovandosi in Napoli). La i/ha nel suo di-
dinal Stefano Dorgia ne fu avidissimo ritto una testa di Palladecopertadi elmoe
raccoglitore, unitamente alla raccolta di cimiero rivolta a destra e l'epigrafe Coza ;

pergamene, diplomi ec. A quest' effetto nel rovescio un busto di cavallo frenato
m'inviò ripetutamente copia e poi l'ori- rivolto pure a destra e l'iscrizione Zano,
ginale dell'indicata lettera a a
lui scritta La 2. in luogo della lesta di Pallade ha
dal dottissimo p. Marchi, che io mifouu quella di Marte barbato senza epigrafe;
vanto qui appresso pubblicare, sia a van- e intorno al busto di cavallo del rovescio
taggio della numismatica, sia a onore del Cozano, Qtiesle due moneto
l'iscrizione
Mai clielli ed a lustrosua celebre patria,
di medesime, quantunque rare, sono capila.
sia in (ine per manifestare qui pure il pro- te non è gran tempo in mano a due di-
fondo sapere di lauto benemerito gesuita. versi negozianti, da' quali le ho io acqui-
> Da molti mesi aveva io posto nelle mani stale per queslo nauseo K-ircUeriauo -, e
170 V EL VEL
su amendueho riscontrate le impronte riconoscere di Cossa una moneta del tem-
e le leggende medesime delle borgiane, po d'Augusto, che altri vogliono spettare
anzi forse meglio conservate. Il cav. Gia- a Cosa, inoltre riconoscendo di Cossa la
como Millingen nel 83 1 pubblicò a Lon-
1 medaglia coll'impronta dell'aquila roma-
dra una moneta in argento di modulo na). Il Millingen quantunque per sistema
maggiore alquanto delle due di bronzo allenissimo dal concedere uso di moneta
coll'i in pronta e la leggenda che qui le de- propria nelle città italiche poste tra il
scrivo. Nel diritto testa d'Apollo laureata Tevere e il Garigliano, pure costretto dal-
e rivolta a sinistra: nel rovescio cavallo l'evidentissima leggenda Corano riconob-
chea gran corsa va a sinistra spintovi da be quella sua moneta d' argento come
un cavaliere, dalle cui spallecade un pallio spettante a Cora oggi Cori. Ma il p. Sec-
leggerissimo trasportato dal vento, e la chi mio confratello legge Cora e Cora-
cui testa è coperta d'un pileo somigliante no anche dove sta scrino Coza e Cozano.
a quello di Mercurio: sotto al ventre del Gli antichi grammatici ne insegnano che
cavallo leggesi Corano. A queste 3 mone- la lingua latina nella sua infanzia sosti-
te operate col conio debbonsi aggiungere tuiva sovente la S alla Re leggeva Fv-
le due di getto pubblicate da meson già sivs in luogo di Fvrivs, Avselivs dove
4 anni fra le monete italiche primitive, Avremvs dunque il Coza, che
poi lesse :

1' asse de' volsci colla testa d'Apollo ri- peravviso dello stesso Eckhel è la mede-
petuta su amendue le faccie della mone- sima voce di Cosa, per ragione della for-
ta, e il trionfo de' rutuli che ha nel di- ma S che si confonde col greco Z,
della
ritto un cavallo in gran Per diver-corsa. non Cosa città etnisca, ma Cora città
è
se mie congetture nonè forse improba- volsca, e Cosano non è il possessivo del-
bile che I' asse provenisse da un'odierna l' etrusco, ma del Corano Volsco. Se
posta ad Anzio antico, ora Porto d'Anzio, l'Eckhel avesse riflettuto all'alfabeto e-
il triente da Artica metropoli antica de' trusco che manaa della vocale (il che O
rullili (il Triente sorta di moneta antica, rimarcai nel voi. LXXVHI,p. 86j, alla
«na 3." parte dell' asse, cioè 4 oncie ). quale sostituisce V, sisarebbe facilmen-
il

L'Eckhel che non poteva a tanta distan- te persuaso che se romani chiamavano i

za conoscere la storia topografica della quella città Cosa, gli etruschi le dovean
provenienza delle due monete coniate dare un altro nome o almeno dirla Ca-
inandategli dal Borgia in disegno, ricorse sa secondo loro cos lume. Che romani i

per interpretazione alla geografia antica, poi mutassero nome alle città etrusche

e trovato ch'ebbe nell'Etruria una città colle loro conquiste, il sappiamo da Chiù-
che i romani chiamavano Cosa (poi An- .57, che dagli etruschi era detto Chamars t

sedonia di Toscana dell' abbazia delle da'romani fu detto Clusiumj e da Vol-


Tre Fontane, perciò ne ragionai in que* terra che gli etruschi scrissero sempre
due articoli; ha vestigia di muraciclopee), Velathri, e romani Volaterra (di tale
i

credette che le due monete si potessero voce e iscrizione di monete feci parola
giustamente ad essa attribuire (devesi av- nel cit. voi. LXXVII1, a p.90 e 91, di-
vertire, e l'imparo dal prezioso Diziona- cendo pure, che siffatte monete il Maffei
rio della Toscana del benemeritoRepet- ad Alatri). L'Eckhel
attribuì a Velletri o
ti, che oltre Cosa de' volcienti di Tusca- quanto niun altro che
poi è quegli che sa
na ora Toscanella,\\ (aCossa degl'irpini le due monete del Coza e del Cozano

degli Abruzzi uel Sannio, e siccome am- non potrebbon mai esser di Cosa con-
bedue colonie romane, indusse molli in quistata e dipendente da'romani, ma di
3
equivoco coll'attribuire aliai. alcuni fat- Cosa libera e padrona di se medesima
ti propri della 2.*, così propende forse a prima che romani stendessero sino colò
i
VE L V EL 171

In loro potenza. Eccole con ciò assicura- sono monete e le iscrizioni, ma non
le

to alla sua città il diritto sopra 3 diverse quelle che stanno fuor del paese, bensì
monete coniate prima che romani a- i quelle che si custodiscono ne'luoghi ove
vesserò su quella città un assoluto dirit- si trovano. Ella colla sua autorità pro-
to, e certamente prima che Cori comin- curi alla sua patria questo ornamento e
ciasse agodere del così detto jus latino. ne avrà lode. Ossequiandola consinceris-
Perciò che spetta alle impronte si posso- siraa stima mi raffermo". Riferisce Ma-
no hen dire anch'esse proprie del paese rocco, che in Cori, commendata per la
risii her ino molto meglio che del trasti- sua celebrità da Livio, Properzio, Luca-
beruio. L'Apollo, come leljo indicato de- no, Silio Italico, ogni tanto vengono sco-
a
scrivendole l'asse de' volsci, è lai, e più perti sotterranei bellissimi, alcuni de'qua-

nobile insegna di quella nazione; e qui li si osservano composti di pietre di 6 pal-


abbiamo l'Apollo nella moneta d'argen- mi architettonici di lunghezza,come quel-
to del Millingen, nel quale vi è pure il lo appartenente a'Tommasi, per andare
cavallo in gran corsa come nel Incute de- al tempio di Castore e Polluce, che ser-
scrittole de' rutuli, tanto prossimi o le- ve di molino d'olio, fiancheggiato da al-
gali co' volsci che possouo chiamarsi qua- to scoglio tagliato e costituente un muro
siuna gente medesima. La Minerva co- laterale, do ve pavimento è di bianchissi-
il

me figliuola a Giove era in altissima ve- mo musaico congettura che fosse un por-
;

nerazione presso tutti i popoli cistiberi- tico o suolo d'altro tempio,anche pe'grossi

dì, che concordemente aveano Giove per pezzi di colonna marmorea ivi rinvenuti.
lordi.* divinità. Il Marte ha lasciato in Dice esistere nel giardino presso la casa
Cori memoria solenne di se negli avanzi de'Lnzi 6 capitelli bellissimi di stile corin-
nobilissimi del tempio erettogli da'eora- tio, forse di colonne di tempio o portico
ni. Il busto di cavallo fi enato lo trovo in sagro a Venere; e che anco Esculapio vi

altre monete che io ho sempre conside- ebbe il tempio. Dalleiscrizioni che ripor-
rate come proprie degli equi, de' volsci e ta, ritiene avere i corani prestato culto e-
degli aurunci. Perciò io non l'ho per co- ziandio a Cerere ed a Bacco, del cui tem-
sa straniera quando loveggo sulla mo- pio furono trovati avanzi marmorei ne-
neta di Cori. Veda l' Aes Grave, Sl&ra' gli scavi della casa Fasanella. Il contem-

palo da me nel i83g. Queste poche no- plar le sue rama desta meraviglia, essen-
tizie potrebbero tornare di qualche uti- dovene composte di pietre ognuna di 13
Cori vi fosse persona che
lità storica se in e i5 palmi lunghe, 8 ovverog alte, con-
sapesseo volesse fare osservazioni sui tra- catenate senza cemento, lavoro chiama-
vamenti che continuamente si vanno fa- to opus incertumj mirabile per l'ordine
cendo costì, come per lutti luoghi di i e la solidità, e fatto per cozzar co'secoli.
questa nostra antichissima e ricchissima Afferma che l'accademia di Francia chia-
Converrebbe acquistar tutto in ge-
Italia. mò le mura corane meravigliose, e di pro-
nere di monete vendendo il superfluo e digiosa costruzione pelasgica ed il Bau- ;

ritenendosi il necessario: in pochi anni co assicura che in vari punti della città
Cori riunirebbe tutti i suoi monumenti sono rimaste in ottimo stato. L'odierna
numismatici. Né ciò è tutto. Converreb- città ha 3 porte quasi in perfetto triango-
be che Cori raccogliesse in un luogo si- lo collocate ; la 1 ."esistente in Cori a Mon-
curo ma di ragione pubblica tulle le la- te èchiamata Segnina, perchè conduce a
pidi antiche disperse per la città e il ter- Segni la via ; la 3." Ninfesina, da cui co-
ritorio. Le due che solo posso-
fiaccole mincia la strada che reca a Ninfa; la 3.*
no dissipare le tenebre che ravvolgono è detta Romana e Veliterna, perchè porta
la primitiva stona di codesti municipi» a Vellelri e a Roma. Cori è priva di pub-
i
72 VEL VEL
bliclie fonli, cui suppliscono l'acque pio- famosa tavola in cui nel 1 54^ Siciolan-
vane in fredde e ben conservate cisterne; te di Semionda dipinse il Salvatore. L'or-
il piccolo rio trovato da Faustino Fasa- gano pregiatissimo si deve al canonicoA-
nella presso ilton ente Cavala, fu rico- lessandro Napoleone Ricchi, zio dello sto-
nosciuto di pochissimo utile e di molto il quale dice
rico, che lo cominciò nel
incomodo. Ma nel gonfalonierato del be- i636, compito poi con ornamenti a oro
nemerito Giovanni Prospero Buzj, per nel 1690, e lasciò un molino a olio per
sua cura fu trovato un altro rio d' ac- l'organista. Nel detto secolo, e neh' arci-
qua sorgiva fuori della porta Segnimi. pretura d' Ostilio Picchioni, da' fonda-
Tra le sue chiese, 6 sono parrocchiali. La menti fu rifabbricata la torre campana-
primaria e insigne collegiata, denominata ria a lato della portamaggiore, e tale da
duomo, s. Maria
è sotto l'invocazione di poter sostenere grosse e armoniose cam-
della Pietà, di bella e ben intesa archi- pane; nella quale occasione dirimpetto si
tettura. Il Ricchi lo dice già tempio del- rinnovò ancora la comoda abitazione per
la Fortuna e di Diana, convertito da'co- l'arciprete. Nel secolo passato con deco-
rani ciistiani al culto del vero Dio e de- roso disegno e sculture fu fabbricato il

nominato anche della Plebe. Nel 1660 prospetto esterno. Oltre una reliquia in-
venne restaurala e abbellita con mo- signe del glorioso b. Tommaso da Cori,
derna archileltura,con volte gettate sulle che vi ha un'elegante cappella, quivi si
3 antiche navi, con archi maestosi scorni- venera il corpo di s. Nazario martire, di
vaghi stucchi, sovrastata da finta
ciati di nome imposto, nella 4-* cappella gentili-
cupola e ornata con chiaroscuri da' fra- zia de'Fasanelli della nave destra, dona-
telli Agostino e Alessandro Botliceili co- to dal cardinal Stefano Borgia, come si

rani. Furono allora disfatti due antichis- legge nella lapide presso Marocco, il qua-
simi pulpiti, laterali all'altare maggiore. le riporta pure quella della cousagrazio-
In essa è la cattedra marmorea vescovi- ne della chiesa,eseguita T8 febbraio 1699
le, fino da'primi secoli della Chiesa, testi- da Biagio Terzi di Lamia vescovo d' I-
monio di sua antica sede vescovile, men •
sernia, vices gerens del vescovo cardinal
tre l'episcopio era nel giardino a suo tem- Cibo, scrittore della Siria sacra. Appiè
po del capitano Pasquali, e appellato la do da Banco che il capitolo si compo
casa di Monsignore.il candelabro marmo- della dignità dell'arciprete parroco, e
reo pel cereo pasquale, alcuni la dicono o- 1 o canonici, (ia'quali è il teogale e il
p
pera del secolo XI II, altri la fanno più an- nitenziere, tutti decorati della cappa pi
tica e che servi già ad uso de' gentili : è latizia paonazza nell'inverno, e di ro
ornato di bassorilievi esprimenti anima- chetto sopra la colta nell'estate. Racco

li e geroglifici, ed ha per base un mostro ta il p. Casimiro, che Benedetto X11I n


con due teste e le sole gambe dinanzi. Ma- 1 7^5 avea concesso all'arciprete e agli 1

gnifico è il tabernacolo e decorose le cap- canonici l'insegna corale dell' aluiuzi


pelle. 11 quadro di s. Maria della Pietà è da usarsi in qualunque luogo; e che nell

bello e di colorilo assai forte. Quello del- segrestia un tempo si conservavano ilio

la 3 .'cappella a destra è pure di buon pen- ti nominando


libri rnss., principali, i

nello. Del i.° parla Nibby, del i." Maroc- fra di essi una bolla in pergamena di P
co. Dubitando che sia il medesimo, do- pa s. Silvestro I. La a." parrocchia è l'i
mandai spiegazione a un rispettabile co- signee vasta collegiata de'ss. Pietro ePa
rano,- e fui assicurato d'aver bene con- lo, presso il tempio dello d'Ercole, che
getturato, ed è precisamente il medesi- al dire del Piazza visitatore della diocesi
mo della 3.' cappella a destra della por- pel vescovo cardinal Facchinetti, è più
ta della chiesa. Nell'altare principale è la aulica della precedente e fu la 1." ad es-
VEL VEL 173
sere consagrata, per esservi tradizione co. Da altra da lui pure pubblicala si ri-

che s. Pietro principe degli Apostoli vi cava, che nella stessa chiesa e nella pro-
promulgasse il Vangelo; laonde dice il pria cappella nel 1 497 v > f" istituitala

Ricchi, che in essa si fa la i


.'
e 1' ultima società del Sagramento e delle Cin-
ss.

predica quaresimale, forse in memoria di que Piaghe; e nel 1804 quella del Sa-
sua antica primazia, e perciò tutte le pie- gro Cuore di Gesù. Nella stessa chiesa
diche in essa aveano luogo (ciò non è collegiata di recente vi è stato collocato
vero, quanto all' ultima predica quare- nel suo altare dalla parie del Vangelo il

simale. Si fa il quaresimale in ambedue quadro di s. Francesco di Paola, dipinto

le collegiate, in quella di s. Pietro ha luo- lodatissìmo del valente cav. Giuseppe


go l'ultima predica la 2." festa di Pasqua, Manno, nipote del celebre cav. France-
ed in s. Maria la 3/ festa); ed ivi posse- sco altro esimio pittore. Le altre 4 chiese
dervi la sua famiglia la cappella di pa- parrocchiali hanno quadri egregi e di
dronato sagra a s. Giovanni. Ne celebra qualche pregio e venustà rimarchevole, i

l'organo e una superbissima campana, la propri parrochi, e sono quelle della ss.
quale prima che fosse rifusa, per averla Trinità, di cui in oppresso riparlerò; del
colpita il fulmine, si sentiva 25 miglia ss. Salvatore di forma gotica occupante
distante. A suo tempo era officiata dal- parte del piano del tempio di Castore e
l'arciprete, e da 8 beneficiali e 6 cappel- Polluce, dicendo il Bauco pregevoli e sli-

lani, il cui ampio coro egli dice mostrare male le pitture dell'altare maggiore, ope-
d'essere slata collegiata. Riferisce le ver- ra del sermonetano Siciolanle; di s. Mi-
tenze insorte e prolungate nel secolo XVII chele Arcangelo, che Marocco dice fab-
fra l'arciprete e quello di s. Maria, alle bricata sulle rovine del tempio d'Apollo,
quali die (ine nel 1690 il vescovo cardinal dandone certezza una lapide coll'epigra-
Cibo, decretando la precedenza all'arci- fe Ampollini Sacrumj e di s. Caterina
prete e canonici di s. Maria incedendo vergine e martire, il cui quadro dell'al-
collegialmente. Indi da Pio VI nel 1791 tare maggiore rappresenta il suo marti-
(secondo il Marchiafuva, o Pio VII co- rio colorilo dal Domenichino, secondo
me vuole il Viola, ma credo fallo tipo- Banco, ma Nibby crede tale tela per la tra-
grafico cioè l'aggiunta d'un I al VI, ben- scuratezza de' contorni e per una certa
sì non gli contrasto ad istanza d' Ales- stentatezza, piuttosto copia del Domeni-
sandro Marchetti giuniore. In quest'in- chino e non originale come ritiene il vol-
certezza invocalo schiarimento, sono sta- go, bensì dice buon quadro di colorilo
to assicurato, vero il riferito dal Mar- Guercinesco quello esprimente s. Tom-
chiafava), fu dichiarata collegiata con ca- maso. Il più elegante e vago tempio di
pitolo composto dell' arciprete curato e non piccola mole, è 1* insigne e celebre
dignità,ed'8 canonici decorati della moz- santuario situato fuori di porta Segnina
zelta di seta paonazza nell'inverno co' verso la sommila d'uno de' monti Lepi-
lembi orlati di pelli d' armellino, e del ni, distante circa mezzo miglio da Cori,
rocchetto sulla colla nell'estate, come sotto il titolo di Maria ss. del Soccorso,
leggo nel Bauco. Vi si conserva nell'al- in cui profondamente si venera la sua
tare maggiore, nella cappella della B. prodigiosa Immagine col suodivin Figlio
Vergine, il corpo di s. Cubilla vergine e dipinta sul muro, la cui festa solennemen-
martire, trovato nel cimiterio de'ss. Mar- te celebrasi nella 1* domenica di maggio
cellino e Pietro di Roma, e donato dal con fiera franca per 8 giorni ; chiesa di
sullodato arciprete della medesima Giu- recente egregiamente abbellita con pit-
seppe Marchiafava nel 1795, come è ture e altri ornamenti con ispesa non lie-
scolpilo uell'iscrizioue riferita da Maroc- ve ; e per meglio godersi dadi vali quan-
i
74 VEL VEL
do si scuopre, vi fu collocalo dinanzi un con asconderla sotto il suo mantoeivi a«
cristallo intero : il che si fa con almeno morosamente trattenendola 8 interi gior-
12 lumi di cera accesi nelle principali so- ni. Frattanto i suoi genitori tornali dallo
lennità e feste di precetto della C. Ver- campagna a casa e non trovata la figlia

gine, dandone del suo scuoprimento pre- sollecitamente si diedero a cercarla fra le

cedentemente avviso il suono delle cam- angustie, indi obbligati dal temporale a
pane non solamente delle due collegiate, restituirsi afflitti all'abitazione, restarono
ma dell'altre chiese di tutta la città; scuo- agitati da tetri pensieri. Cessato il turbi
prendosi pure per pubbliche e private ri- ne, di buon mattino ripresero le ricer-
chieste. Narrai! benemerito Marchiata va che del cammino dalla fanciulla fatte
suo storico che die occasione alla costru- non meno in tutte le vicine campagne
zione di questo tempio il seguente fatto inutilmente, onde inconsolabili la pian-
portentoso, secondo la pia e comune tra- sero per morta. Passati 8 giorni, sul na
dizione esistente presso i corani, che os- scer del sole fu rinvenuta Oliva nel lue
sequiano la' ss. Immagine come loro prin- go stesso ove fino allora erasi trattenuta
cipale e incessante benefica avvocata, illu- tutta allegra e sana, da 3 corane che ri
strando eziandio con erudite note il suo candosi a caricar legna, se la videro coi
racconto, in uno al titolo che dà la Chiesa pari re loro innanzi lietissima. Sorprese
di Soccorso alla B. Vergine, riferendo le esse da stupore e da contentezza, alterna-
notizie delle ss. Immagini che con questo rono l' interrogazioni come ivi si trovas-
bel titolo sivenerarono e venerano in va- se e da chi fosse stata nudrita per 8
rie città. Correndo l'anno \5i i e il i.° giorni. Rispose con semplicità la fanciul-

maggio di sabato, mese e giorno in par- la. » Sono stata qui con una bella Signo-
ticolar modo consagrati a Maria Vergi- ra, che mi ha fatto molte carezze. Essa ha
ne, la fanciulla Oliva di circa 3 anni, fi- voluto che stassi qui con Lei tutti questi
glia di Giovanni e Santa Jannese coniu- giorni. Quando avevo fame o sete, Ella
gi corani, contro il divieto della madre ini poneva in bocca ma-il dito della sua
sul mattino volle seguirla nel portarsi su no: mi sentiva tutta sa-
io Io succhiava, e
«letto monte a mondar nel campo le bia- zia e contenta." Quindi le 3 donne, tutte
de; di ciò avvedutasi Santa retrocedet- meravigliate dal racconto, attribuirono
te per indurla a restituirsi alla casa, e la alla B. Vergine la prodigiosa cura della
figlia 1'
ubbidì non senza ripugnanza e fanciulla, la quale tosto giubilanti e com-
pianto. Ma Oliva nel tornare indietro de- mosse condussero a'suoi addolorati geni-
viò dalla strada, e smarrita s'innollrò in tori. Quale fosse la sorpresa e la conso-

silo scosceso e ingombro di spineti, pie- lazione di essi, quale quella del popolo
tre e cespugli: sopravvenne la notte e in- pel riferito dalle donne e confermato re-
sieme un orridoturbine, con dirotta piog- plicatamente a da Oliva, si può im-
tulli
gia, grandine e fulmini. La fanciulla ba- maginare e non esprimere. Generaleper-
gnala, tremante e piangente si ricoverò tanto fu la pia credenza e persuasione,
sotto una delle lanle piante di ginestra, che la Soccorritrice e amorosissima bella
abbonda il monte, inutil-
di cui tuttora Siguora, non fosse altrimenti che la gran
mente chiamando l'aiuto della madre. Madre di Dio e nostra Maria. Poscia Oli-
In questo desolante stato, all'improvviso va con lagrime ripeteva di voler tornare
lecomparve innanzi una maestosa Don- presso la sua cara Signora, per averle
na vestita di candido ammanto, da essa detto d' amarla e di volerla sempre con
creduta nell'oscurità la sua zia paterna, se.Fatto è, che dopo 3 giorni dal suo ri-
per le carezze che le fece e per animarla torno in casa, Oliva sorpresa da violenta
i non temete ed a cessar dal piangere, febbre, placidamente e con ilare vollo
-

VEL VEL i
75
morì, sempre chiamando la sun amabilis- piolo è semplice e rozzo, non lascia la ss.

sima Signora che sul monte l'avea soc- Immagine d'esser bella, maestosa, e d'i-

corsa, con nuovo e indicibile rammarico spirare tenera venerazione a chiunque


de* genitori. Cosi ottenne Oliva di riu- divotnmente la rimira. II Marchiafava
nirsi per sempre in paradiso nel]' eter- passa a dire delle 3 tradizioni che si han-

no godimento della sua Signora. E anti- no sulla ss. Immagine. Vuole la i.'che
ca tradizione.confermatadal vescovocar- dessa dipinta da molto tempo in un an-
dinal Antonelli, che la B. Vergine pro- tico muro e quindi trascurata, ricoperta
mettesse a Oliva, che avrebbe soccorso da terra, bronchi e spine, miracolosa-
con ispeciali favori e grazie que' che si mente si manifestò con apparizione ad
fossero portati su quelmonte a venerar- Oliva per essere ivi venerala; e che do-
la nella sua Immagine. Mosso il popolo po terminata la cappella, vi fosse dipin-
corano da questo prodigioso avvenimen- ta a fianco la fanciulla da mano diversa
to, fu premuroso di costruire nel luogo e con colori più vivaci. Dice la i." «:he

stesso dove avvenne 1' apparizione della eretta la cappella per porre in venerazio-
creduta da tulli Maria ss. ad Oliva, una ne la disottei rata Immagine, il pittore de-
non piccola cappella, la quale posterior- putato a restaurarla, dopo avere ricolo-
mente ampliata divenne chiesa grande e rito le vesti, nel porre il pennello nel sa-
maestosa in onore della ss. Vergine, fa- gro volto di Maria, di repente divenne
cendovi dipingere nel muro la sua divo- attratto nel braccio e cieco negli occhi,
ta Immagine, alla quale di cornuti con- risanato poi per le sue preghiere alla B.
senso fu dato il titolo della Madonna Vergine. Si ha dalla 3.' tradizione, che
del Soccorso, in memoria di quello pre- terminata la grande cappella nel sito del-

stato alla loro innocente concitladina nel la prodigiosa apparizione, fu commesso


suo smarrimento. Indi per autenticare ad un pittore di dipingere nell'altare la
il prodigio, i corani vollero che in detta Madonna: cominciato il lavoro, nel di se-
cappella fosse religiosamente sepolta la guente con istupore lo trovò compitocol
fanciulla, a tale effetto ivi trasportata la presentess. Immagine da mano ange-

dalla sua chiesa parrocchiale, acciò il suo lica. Nondimeno pittore per cupidigia
il

corpo fosse nel sito ove era stata in vita occultato il portento si fece pagare, ma to-
soccorsa dalla celeste Signora espressa sto colto da fortissima febbre perde l'uso
nella ss. Immagine. Questa venne rappre- delle braccia, onde riconoscendo allora
sentata ricoperta di regio manto turchi- l'evidente meritato castigo, palesò la sua
no, cangiatosi poi nella più parte in co- viltà e il prodigio, per cui placata la pie-
lore verde ornalo di varie stelle d'oro, ri- tosa B. Vergine, gli restituì all'istante la
piegatosulleginocchia ; è sedente in mae- sanità. E però incontrastabile storia, che
stosa e reale sedia, avente in braccio il crescendo ogni giorno il fervore e la di-
suo divin Figlio nudo e colla solita fa- vozione del popolo verso la ss. Immagi-
scia, in alto di stringerlo al seno, e colla ne, specialmente per le continue grazie
destra regge il di lui braccio destro in atto che ne riportava, si determinò con ab-
di benedire. Due Angeli sul capo di loro bondanti oblazioni di racchiudere la pri-
sostengono una regia corona. A pie della mitiva cappella con grande e maestosa
B. Vergine nel sinistro lato e ricoperta chiesa a volta reale, ampliando la mede-
in parte del suo manto, si vede la fan- sima cappella con magnifica e alta cu-
ciullaOliva prostrata con un ginocchio, pola, e s'incominciò la fabbrica neh 634-
che rimirando ridente e piena d'affelto la Vi fu eretto un bell'altare con corrispon-
sua amorosa Liberatrice, si tiene stretta deute prospetto di bellissimi marmi e si-

colle mani alla sua veste. Sebbene il di- mili colonne dalla nobilissima corana fi-
1 76 VEL YE L
miglia Buzi, e 4 laterali cappelle anch'es- temila della Madonna del Soccorso ce
se u volta, con ampio portico anteriore suoi statuti, con sacchi e mozzette biar
con 3 ardii corrispondenti alle 3 porle che contornate di fìttuccia verde collo
(Iella chiesa, sulla maggiore delle quali stemma del ss. Nome di Maria pe'confra-
fu collocata l'effìgie in marmo della Ma- ti, confermala e arricchita d'indulgenze
donna. Con vistoso dispendio, anche pel perpetue da Clemente Vili. Dal sodali*
trasporto de'tnaleriali sul monte, compi- zio fu stabilita l'annua e perpetua dota-
ta la fabbrica nel 1639, fu segato il muro zione d'alcune (cioè due) povere e one-
ov' era dipinta la miracolosa Immagine, ste zitelle corane pel maritaggio, consi-
sito che ricorda l'iscrizione e colle altre stente ognuna in una veste di panno ver-
del santuario (compostedal sullodatoMar- de, colore di quella della ss. Immagine,
chetti, e meritarono l'encomio del cele- ed in cedola di scudi 25, tuttora in vigo-
bre cav. Labus) riferita dal Marchiafava, re. Allineile poi i molti divoti nel portar-
cioè tra le due cappelle di s. Lucia e di si a visitare il santuario, avessero nel lun-
s. Carlo, e venne posta nel nuovo pro- go montuoso tragitto un riparo per ri-

spetto di marmo costrutto sull' altare e covcrarsi dalla pioggia, nella metà della
racchiusa nella preparala marmorea nic- via il sodalizio fabbricò una cappellina
chia con chiave e serratura, leggendosi coll'immagine del ss. Crocefisso. Erasi co-
sopra scolpito in marmo nero: Miseris minciato da alcune pie persone (fra le

Succurre Maria. Oltre l'altare maggio- quali il Ricchi con l'antro o piccola cap-
re^ sono l'accennate cappelle : la (.'de- pella di s. Maddalena) ad erigere lungo
a
dicata a s. Anna, la 2. a s. Lucia vergi- la strada la f'ia Crucis, ma solo 3 essen-
ne e martire (anticamente quasi da tutti done state edificate a foggia di della cap-
visitata nella sua festa, recando ognuno pellina e quindi divenute dirute, con pio
una candela poneva accesa
di cera, che si divisamento il sullodato gonfaloniere Fo-
per consumarsi sopra un gran candela- chi,dopo aver fatto costruire agiata e
bro di ferro a più bracci; deplorando il comoda via conducente al santuario, la-
Marchiafava nella 2/ edizione l'intrala- teralmente vi fece erigere i4 cappelline
sciata pia costumanza, fa voti perchè si per le stazioni della Via Crucis, onde i

rinnovi, ed io gli fo divoto eco in onore fedeli possano esercitarsi nella di vota pra-
della protettrice de'nostri occhi ! la
3* tica cammin facendo. Per la custodia
),

a Carlo Borromeo padronato de'conli


s. della chiesa e sua uflìziatura vi fu stabi-
Cataldi Tassoni, la C\* a s. Bartolomeo litoun cappellano, Marchiafava lodando
gentilizia de'Ricci. Sebbene non del tut- precipuamente il zelante e degno sacer-
to ridotta a perfezione, la chiesa fu solen- dote d. Giuseppe Morioni coranOjche per
nemente consagrata a'2g gennaio 537 1 24 anni circa funse l'uffizio. E per con-
(nella ,' edizione della Breve istoria leg-
1 tinua residenza vi fu collocato un eremi-
go l'avvertenza del Marchiafava, che tale ta nell'ampia e comodissima abitazione
consagrazione è della primitiva cappella, contigua, fra'quali si distinse il piissimo
perciò innanzi alla costruzione della chie- Saverio Cupo napoletano, già fratello ge-
sa, che però chiamavasi majoris allaris suita, indi dopo aver lasciato a Cori mo-
et ecclesiae s. Mariae de Succursu de numenti di sua beneficenza, divenne sa-

Cora, e perciò Ecclesiam


fu consagrata cerdote e confessore del vescovo di Tivoli
etAltarem in honorem s. Mariae deSuc- mg.' Chiaramonti poi Fio VII. Lo stori-
1
cursu) da mg. Lorenzo Santorelli ve- co Marchiafava prova l'antica e costante
scovo Politense sostituto del vescovo car- divozione a questo santuario de' corani
dinal Piccolomini. Già eravi stala cano- e de'popoli de'vicini paesi, massime nel-
nicamente eretta ueliGo4 I' arcicoufra- le pubbliche calamità con processioni, i
\ E L V E L 177
voli a ppe>i alle sue pareti pei* grazie ri- procurare l'elevazione al rito di r. "classe
lettile, le visite eie testimonianze de'car- ali 'uffizio proprio accordato da Pio VI e

dioali vescovi ; notando che non manca» Pio VII (procurato dal zelo e premute
no ricorrenti a quel fonte inesauribile ili del canonico decano d. Francescantonio
grazie (ed alcune ne li ferisce riconosciu- Marchetti priore per più anni del soda-
le legalmente), che ascendono il monte a lizio), oltre altre dimostrazioni divole.
piedi scalzi e persino colle ginocchia ; ol- Ma la più autentica testimonianza e il

ire le processioni di penitenza, in alcune più glorioso documento della celebrità di


delle quali I' arciprete predecessore suo sì miracolosa Immagine, è l'essere stata

zio d. Gio. Antonio v' incedeva a piedi solenuementecorouata con quella del di-
scalzi per fare de'discorsi al popolo; e nel viu Figlio, con corone d'oro dal capitolo
1 83o-3 i molti confrati di Semionda ve- Vaticano, ad istanza degli officiali del san-
stiti di sacco e col cappuccio calalo, die- tuario, di tulio il clero e de'pubblici rap*
rono edificazione, col recarsi al santuario preseutanti, dopo aver fatto constare con
processionalmente, cioè per circa un mi- autentici documenti l'antichità, celebri-
glio di strada montuosa e allora ancora tà della ss. Immagine e le numerosissi-
alpestre, disciplinandosi continuamente me grazie e miracoli per mezzo di essa
con islroineuti di ferro ed effusione di operati da Dio. 11 capitolo Vaticano de-
1

sangue. marinari naviganti nel Mediter-


I legò ad eseguirne la coronazione mg.
raneo, se sono sorpresi dalla burrasca nel Paolo Ciotti vicario generale di Velletri
tratto di mare rimpetto a questo santua- e poi vescovo di Segni, che l'effettuò a'
110, donde esso per la sua elevatezza si 2t settembre 1778. La decorosa funzio-
scorge, invocano con fiducia il nome del- ne, con indulgenza plenaria accordata da
la Madonna della Ginestra, titolo relati- Pio VI per 8 giorni, le pubbliche dimo-
vo al narrato di sopra. Per le frequenti strazioni di gioia de'corani tulli commos-
offerte si potè formare un capitale colle sida tenera divozione; le pompe festive
cui reuditesi mantiene decorosamente la ed sontuosi addobbi del santuario,la pro-
i

chiesa. No» mancarono ad accrescerlo cessione, il triduo, le luminarie, i fuochi


pii legali, anzi corano Marc' Antonio
il artificiali, l'accademia letteraria, le cor-
Pellachio gli lasciò lutto il suo patrimo- se de' cavalli ; tutto minutamente viene
nio, e nel portico del tempio se ne legge descritto dall' accurato storico arciprete
la marmorea memoria del 1618. Inse- Marchiafava, ri fereudo altresì l'iscrizio-
guito fu rimosso il campanile dalla fac- ne marmorea scolpita a perenne memo-
ciata della chieda, ed eretto sopra la sa- ria della fausta e gloriosa celebrata co-
grestia, e nel 1829 vi fu stabilmente co- ronazione, principalmente promossa dal
struita l'orchestra per situarvi l'organo zelantissimo camerlengo del santuario e
acquistato dall'encomiala arcieonfraler- benemerito per circa 20 anni, d. Pietro
nila,comesi legge nell'iscrizione. Lungo Paolo Carucci dotto corano, a lui doven-
sarebbe l'accennare gli effetti di predile- dosi pure la cura d'aver fatto tessere in
zione provati da'eorani, per la continua, Roma parati di damasco, poi aumen-
i

manifesta e possente protezione della Ma- tali da'successori. Dalle monache si con-
donna del Soccorso, ue'privati e generali serva ancora e si rifonde cou altro, parte
bisogni, inclusi vamente alla cessazione del dell'olio arso nelle lampade innanzi la ss.
furioso incendio nel 1821, e poscia alla Immagine nelle feste di sua coronazione,
inuahile preservazione dalla tremenda la cui unzione è efficacissima per sanare
pestilenza del cholera, per cui nel 1837 gli animali dal morbo del verme. E qui
si pubblico e soletme voto perpetuo
fece dirò col Marchiafava, che innurnerabili
del digiuuo nella vigilia di sua festa, e di sono gli esempi che sì leggono d'infermi
VOL. LXXXl.V 12
178 VEL VEL
miracolosamente sanati per mezzo del- di maggio, e de' 7 settembre per la fcita

l'unzione dell' Olio (J7.)} che arde nelle solenne di s. Nicola da Tolentino che ce-
lampade delle chiese avanti le ss. Imma- lebrasi a' 10). Del suo venerabile corpo
gini, specialmente della Madonna, come esistente nella patria basilica, in questa
si Ua&slTràmbtW't, De ailtu Sanctorum, sira chiesa si conserva un'insigne reliquia
Dissert. i o, cap. 37. Questi dice, ch'è sì rinchiusa in un braccio d' una statuirla
mitico e universale questo pio costume, rappresentante la santa, con ramo d'oli-
the gli slessi turchi vedendone ne'cristia- vo in mano e corona in capo. Secondo al-
ni i mirabili effetti, sogliono servirsi del- cuni, come notai, occupa l'area del tem-
l'olio delle lampade che ardono innanzi pio di Giano, e le superstiti colonne ne
1' immagini di Maria ss., e ne riportano adornano la principale nave. L'opinione
non piccoli benefizi. Parlando s. Gio. Cri- che la chiesa abbia cambiato
del JNibby,
sostomo di tali lampade, narra neW'Uo- forma, pure già la riferii. Aggiungerò con
milia 33 in 31allheum, che a'suoi (empi esso, che il portico originale della chiesa
i usavano ungersi nell'infer-
fedeli tulli forma oggi una specie di nave alla cap-
mità coll'olio che ai deva nelle chiese den- pella del ss. Crocefisso, e la sua volta fu
tro le lampade medesime, e restavano li- dipinta a fresco da un artista bizzarro nel
beri da ogni malore. Termina l'arcipre- secoloXVI (meglio nel XV), che ad una
te Marchiafava l'edificante Breve istoria, immaginazione fervida non seppe accop-
col riferire l' indulgenze plenarie e par- piare né purità, né disegno, né un'ordi-
ziali concesse pe'visitanli il santuario, da nata composizione. Egli vi effigiò fatti del

Clemente Vili e Pio VI, nonché da Pio vecchio e uuovoTestamenlo, ed è curio-


VII, il quale dichiarò privilegiato l'ai- so vedere come rappresentò la creazione
tate dellaMadonna come si solennizza ; degli animali, e quella della donna. L'il-
l'annua festa della Madonna del Soccor- lustre archeologo non sembrami esalto
so da'eorani (non più avendo luogo nella nel dire, che un'iscrizione mostra la chie-
processione alcuni uomini chiamati Bat- sa eretta dal generale agostiniano Mas-
tenti che si flagellavano a sangue per tut- sari, e ridotta nt! pieno suo splendore dui
ta la lunga via che corre dal duomo al cardinal Polo romano nel 1667. Osser-
santuario, indi da quel sodalizio medica- verò, che in anno non esisteva cardi-
tal

ti e ristorati ; poiché per la


gara di bat- nale di lai cognome, del quale ninno fu
tersi più foi temente, divenuto una spe- romano; quanto al l'operato dal religioso,
cie di pubblico spettacolo, furono proi- megli j lo dirò cogli storici patii». Sog-
1762), anche colla fiera franca di
biti nel giunge Nibby: La tribuna di questa na-
8 giorni nella piazza fuori di porta Se- ve ha pitture dello stile di Pinturicchio,
guirla ; e riproducendo l' iuno in onore che rappresentano la Coronazione incie-
«Iella B. Vergine, e l'orazione con indul- lo della ss. Vergine. In generale, i cora-
genza concessa dal vescovo cardinal Ales- ni tengono in gran pregio le pitture del-
sandro Mattei a petizione di Vincenzo le pareti di s. Oliva. Conviene che io pri
Tommaso Marchetti. Nel mezzo della cit- ma narri. I religiosi agostiniani calzali

tà di Cori a Monte,ossia fra questo e Co- Cori anticamente dimoravano nel con-
ri a Valle, sorge la già pari occhiale an- vento dell'Insito eretto nel secolo XI 11
tichissima chiesa di s. Olivo vergine aua- fuori di [tortaRomana, ove visse, morì
gnina, che da remoto tempo è la prin- forse fu sepolto nel1392 il veri, servo di
cipale patrona de'corani, i quali ne cele- Dio Sante Laurienti da Cora, di cui
brano ia festa con fiera franca nella 1. 'do- va procurando la beatificazione equipol-
menica d'agosto (altre due fiere franche lente: si venera in questa chiesa il suo ri-

Souo quelle della suddetta 2." domenica trailo nel 1



aitai e situato a sinistra nel-
VEL VEL 179
l'enlrare in essa dall'antica nave. A ino- de' vescovi e regolari,colla condizione che
livo del suo clima poco sano, al dire di il locale e suoi annessi fosse ceduto ad uu
Marocco, fu trasferito il convento in cit- istituto religioso insegnante. Di fatti, leg-

là, e nel sito antico si formò la villa de' go nel Giornale di Homade 18 ottobre
Fasanel!a,ora de'conti Cataldi-Tassoni. i853,cheilmunicipio di Cori nel lodevo-
le traslazione nella città segui nel i465 lissimo desiderio di provvedere all' istru-
per opera del rinomatissimo p. Ambio- , morale e
zione religiosa letteraria della

gio Massari corano generale degli ago- gioventù (non mancava tuttavia Cori di
si iniani, celebre per dottrina e opere eru- scuole necessarie all'istruzione de'giova-
dite. Ottenne egli da Paolo li che fossero netti, come ricavo da Marocco), mediati-

soppresse due parrocchie, una di s. Lo- te il vescovo e legato cardinal Macchi, u-


renzo, la cui chiesa esisteva nel vicolo det- miliò preghiera al Papa Pio IX perche
to Bagnatolo, l'altra di s. Oliva, nella cui volesse destinare la chiesa e il convento di
chiesa collocò i suoi frali, e attribuì le s. Oliva ad un istituto religioso insegnar.-
rendite dell'estinte parrocchie. Il cardi- te. Ed avendo conseguito tale benefizio,
nal vescovo Estouteville, e protettore del- il gonfaloniere Giovanni Prosperi-Buzi e
l'ordine, aggiunse alla chiesa di s. Oliva gli anziani, con piena deliberazione del

l'altra navata a volta, come la parte pie- consiglio municipale,fecero pratiche pera-
cedente, colle ricordate pitture del Te- vere i chierici regolari minori; e avutili col
slamento; e nel 1466 da' fondamenti consenso del cardinal vescovo e median-
(Marocco riportando un brano di mss. tebeneplacitoapostolico, sul principiodel
municipale, questo dice il convento fab- 1802 poterono aprire le scuolein Coriaf-
bricato neh' anno i43g) l'adiacente va- fidate alle cure di si operosi istitutori. In-
sto convento (mentre edificava quello di oltre il municipio vide compiuti i suoi de-
li orna a'medesimi agostiniani colla chie- siderii, ch'erano quelli di tutti i cittadini,

sa), come scorgesi dal suo stemma inci- quando i chierici regolari minori poterò-
so in una delle colonne di marmo nel 110 aprire nella loro casa anche un colle-
corridore superiore del chiostro, e fuo- gio convillo:alIora cessò la condizione pie-
ri della porta d'ingresso del convento. Il caria dell'istituto in Cori, ed religiosi ino- i

detto chiostro è elegantissimo, tutto cit- delatori della gioventù co rana furono
condato di colonne di marmo detto di Fi- messi nell'aprile 1 853 al solenne possesso
lenze. Dice il Piazza che il cardinale nel de' beni destinati al mantenimento loro,
conventosi riservò uu comodo apparta- Le belle speranze concepiteda'corani non
mento antica nave della chiesa,
(sopra I' restarono deluse, come apparve dal pub-
anche per uso de'vescovi e
seri ve Ricchi), blico saggio dato da' giovani delle nuove
loro ministri ecclesiastici, onde cardi- i scuole a'3o settembre, mostrando quan-
nali vescovi di Velletri recandosi a Cori ta sia l'altitudine de'maestri novelli nel-
in esso dimorano anche al presente. Tut- l' insegnamento , e quante siano slate le

to cardinale fece ad istanza del p. Am-


il loro cure per corrispondere alla comune
brogio, ni quale però voglionsi attribuì* espettazione, onde ammaestrare i giovani
re l'eseguite pitture e la nuova nave, di- corani nelle lettere, e educarli a'veri piin-
cendosi Coranus nella lapide che pose cipii della religione, senza cui è nulla o-
sulla porla del tempio, ed al convento la- gni istruzione scientifica. Nel seguente
sciolina biblioteca con iscelli libri; e pò- 1 8:>4 ' chierici regolari minori colloca-
co dopo nel 1480 fu tenuto nel medesi- rono maggiore della chiesa di
nell'altare
ino un capitolo provinciale. 11 convento s. Oliva il bellissimo quadro esprimente
di s. Oliva fu soppresso a'3o giugno 1845 il fondatore loros. Francesco Caracciolo,
con decreto del cardinal Orioli prefetto egregiameuteopeiatodalgiovaueMarche-
i8o VEL VEL
si (li Corsica studente di pittura in Roma. siglio e del patriarca s. Giuseppe; e colla
E quanto all'istruzione pubblica qui ag- slessa nel i85o si cominciò la fabbrica del-
giungerò, cbe esiste altresì in Con l'am- la nuova e compita omonima chiesa, più

pia e comodissima casa, con privala cap- grande e più comoda dell'antica, non cor-
pella, delle maestre pie dell'istituto fon- rispondente più al monastero, la quale
dalo dalla viterbese Uosa Venerisi le , venne stabilita per altro uso del mona-
quali tengono pubblica scuola per le fan- siero ,
per munificenza del vescovo car-
ciulle e ricevono anche a convillo le gio- dinal Macchi, come apprendo da Banco,
vanette, riuscendo assai proficue pel ze- cioè vi contribuì con elargire copioso soc-
lo loro civile e religioso. Sulla cima del corso. Le Costituzioni per le Monache ec.
monte di Cori, vicino alla collegiata de'ss. furono impresse in Roma nel 836 costi-
1

Pietro e Paolo, e unito al palazzo già de' pi Vaticani. R.ilevo dal Marchiafava, che
marchesi CevaDuzi (acquistato e donato il processo apostolico sulla fama di san-
a! monastero per ampliarlo dal beneme- tità, virtù e miracoli della ven. suor Li-
r
rito primario deputato mg. Alessandro lia e sua beatificazione, fin dagli 1 1 mar-
a
I\]. Tassoni nel 1822, di che nel parlato- Z01820 approvatodaPio VII (il Coni-
fu

rio è la lapide riferita da Marocco eoa pendio della sua vita, stampato in Ro-
delta data, ma non come dice il Marchia- ma nel 1808 da un chierico regolare mi-
fava che in tale anno il prelato 1' acqui* nore, dicesi del p. Quarantotti : già nel
sto, essendo già morto. Questo illustre pre- 1802 erastato pubblicato altro Compen-
lato nacque da Florido nobile di Fermo dio, intitolato al cardinal York ponente
e governatore di Cori pel senato romano, della causa); e di più loda la benemerita
da Pio VII nel 1802, fu fatto uditore di badessa da 43 anni suor Maria Teresa
Piota e nel 1816 suo uditore, morto in Prosperi* Buzi, anche per aver contribui-
Poma a'3 maggio 18 18, il cui Diario
1 to col tuo impegno e premura all'ampiia-
nel n.°44> co "' L,mveisa ene pianse la per-
' zione del ristrettissimo antico monastero,
dita, e lodò altamente qual giudice per sa- coll'aggiùnla del suddetto palazzo. Altre
pienza e integrità a iiiuno secondo, uno notizie le riferirò poi. Intantodiròcol me-
de'più eccellenti iti dottrina, i.° splendo- desimo scrittore, che in Cori in altri tem-
re dei foro romano, lasciando immorta- pi vissero molte terziarie agostiniane e
le la sua opera, La Religione dimostra- francescane, coli' abito proprio , celibi e

ta e difesa) è l'ani piissimo monastero del- osservanti le regole nelle rispettive case,
le Clarisse del terz'ordine di s. Francesco, specialmente nelle primarie. Senza diredi
uno de'più. ampi e ameni delle prò-
belli, altre chiese della città, farò menzione del
vincie di Marittima e Campagna. Fu isti- bellissimoe pubblico oratorio eretto nella
tuito da un'altra viterbese la ven. serva parrocchia della ss. Trinità dalla pietà de*
di Dio suor Lilia Maria del ss. Croceiis- corani a memoria e onore del gran con-
60 l'8 ottobrei 757, ed è il 5.° da lei fon- cittadiuo b. Tommaso Placidi da Cori de'
dalo (uel voi. XXVI,
p.191 e 192, par- minori osservanti, di cui poi riparlerò, con
lando di questa serva di Dio, ne nominai disegnodel valente Nicola Giansimoni ve-
due, cioè quello di Viterbo, e quello di literno, contiguo alla stanza ove nacque,
Pionciglione che fu chiuso nella 2/ inva- a cui solo mancava da ultimo il prospet'

sione francese; gli altri due e tuttora a- to esterno. Tale architetto oltre l'avere
perli sono quelli della ss. Concezione in prestato l'opera sua lodata gratuitamen-
Monte Santo diocesi di Sinigaglia,e quel- te, per riconoscenza d'essere rimasto
li de* ss. Filippo e Giacomo apostoli in leso da pericolosa caduta da cavallo DI
Ischia diocesi d'Acquapendenle),sotto l'in- recarsi a Cori, legò all'oratorio una sot
vocazione della Madonna del Buon Con* ma per l'annua celebrazione di messe
VE L VEL 181
stilli-agio della propria anima. Riferisce circostanza a Leone XII, col cui benepla-
Marchiata va, che di quest'ani pio e deco- cito tutto erasi operato, insieme ad un li-
roso oratorio gettò la impietra ne'fouda- bro ascetico tutto vergato di propria ma-
oieti ti il conventuale mg.' Filippo Anto- no dallo stesso beato e autenticato dalla s.
nio Dulia torinese vescovo di Zenopoli e e. de'Biti. A Uro quadro che esprime il me-

sulfraganeo d'Ostia e Velletri 1' i i set- desimo prodigio esistcnella cappella oora
tembre 1792; indi solennemente bene- torio domestico de'Marchetti in Cori, de-
detto e aperto alla pubblica venerazione dicata a Dio in onore del suo veu. servo,
dall'altro sulfraganeo mg/ Geraldo Ma- la quale gode il privilegio come la cappel-

rioli vescovo d' Eie usa , I' 1 1 settembre la di s. Filippo del Palazzo Massimo in
i832, dopo aver solennemente benedet- Roma. Sono erette in questa città 2 ar-
te nella collegiata de' ss. Pietro e Paolo ciconfraterniteei 1 confraternite,! cui con-
due campane, una per la medesima e l'al- frati vestono sacco, stabilite alcune nelle
tra per l'oratorio. Il quadro dell'altare chiese parrocchiali e altre ne'pubblici o-
maggiore di recente egregiamente lo di- ratorii delle medesime, tutte uffiziate da
pinse il lodato civ. Manno palermitano, secolari. Sono l'arciconfraternite, quella
lappi 'esentando il Beato in alto di fare le rammentata della Madonna del Soccorso,
sanie missioni ad una turba di uditori» e l'altra di s. Rocco. Sono le confrater-
Lo stesso artista e pel medesimo orato- ni te.agg re gate canonica mente all'arcicon-
rio, per altro altare dipinse 1' immagine fraternite di Roma, due del ss. Sagra-
di s. Hocco. Egli già nel 1827 avea dipin- melo, due del Gonfalone, del Suffragio,
to stupendamente perla cappella del se- della Morte, di s. Girolamo della Carità,
nato romano in Campidoglio, dopo che del Carmine, del Rosario, del Sagro Cuo-
questo avea assunto il Beato per uno de' re di Gesù , di s. Fraucesco di Paola. So-
suoi celesti protettori, il quadro descritto dalizi senza sacco sono quelli della Cin-
e assai encomiato dal 11. ° 8 del Diario di tura di Monica, del Terz 'ordine di s.
s.

Uomo, del 1828, che pure riporta la la- Francesco, delle sorelle di
s. Vincenzo de

pide eretta nella cappella colla dichiara- Paoli, della B. V. Addolorala, del di Lei
zione del quadro. Rappresentò il b. Tom- Sagro Cuore e Patrocinio. Gl'istituti di
maso ,
quando negli ultimi di sua vita beneficenza e ospedali di Cori sono lodali
trovandosi in Cori nell* abitazione della da un articolo i\t\V Album di Roma, inti-
famiglia de' Marchetti presso il tempio tolato Co/v'jColla veduta della città dal la-
detto d'Ercole, che gli era carissima, con to degli avanzi del tempio di CastoreePol-
un semplice taumaturgo segno di croce luce; articolo riportato nel 1. 15, p. 257,
istantaneamente guari il giovinetto Or- ma qualificato dal vero amor patrio del
tensio Marchetti d'untumore carnoso che Marchetti, in una lettera a me scritta: O-
glirendeva deforme il volto e gli toglie- uore vote per Cori, elaborato, erudito, ma
va interamente l'uso dell'occhio destro; alquanto esagerato; lodando seuza rimar-
ilquale Ortensio in maggior età ebbe la chi quello di Nibby. Trovo nel Ricchi,
ventura di venerarlo fra'beali, e di predi- che in Cori furono fondati 3 ospizi, uno
care lo stupendo prodigio di cui era sta- pe'sacerdoti esteri, dalia pietà del capita-
to soggetto. La beneficata famiglia fece no Lorenzo Cliiaiy, però a beneplacito
incidere più rami del Bealo e rappresen- de' successoli suoi quali a suo tempo
, i

tare il miracolo dal bulino del sommo continuavano la pia disposizione, sommi-
BlorgUen, le quali incisioni il più volte 11- nistrando per due giorni abitazione e vit-
eoulato Vincenzo Tommaso tìglio d'Or- to. Gli altri (ìi\e si destinarono per rico-
tensio, teneramente divolissiruo del glo- vero de'miserabili passeggeri, a' quali se
rioso concittadino , umiliò odia riferita infermi si somministrava il necessario dal-
»$a VEL VEL
le confraternite del Gonfalone. Fin dal s'anche per solenne voto fitto, ovvero per
settembre 1778 fu eretta in Cori una pub- sperare dall'orazioni de'francescani la ces-
blica letteraria e poetica adunanza col no- sazione delle gravi e perniciose discordie,
me di Accademia de' soci Intrepidi, e da lungo tempo insorte tra'nobili e il po-
ne fui. "custode il dotto e virtuoso gesui- polo, onde temevasi che la città non aves-
ta Felice di Dio napoletano, morto in ca- se in breve a restare disabitala e con pre-
sa de'Corbi dove abitò per molti anni, ce- giudizio di loro anime. Laonde nel prin-
lebrato dal Marcbiaiava eziandio per ave- cipio del secolo seguente i corani fecero
1ecomposto l'erudita ed elegante introdu- nuove istanze al ministro della provincia
zione in prosa nella fausta occasione del- romana de'miuori osservanti, ed insieme
la coronazione della Madonna del Soccor- al proprio vescovo cardinal Riario, il qua-
so, die fu lai. "tornata accademica. Que- esaudì con diploma de' 27 giugno
le gli

sta solennemente si tenne in quel santua- l5i I, diretto Dìleclis Nobis in Chrislo
rio dopo il vespero del 3.° giorno del tri- novem Bonis hominibus, concilio et Coni*
duo, recitandosi pure molti brillanti poe- munì civitatis Corae salute/n in Domi*
ticicomponimenti allusivi alla gioconda no sempiternavi. Pertanto il comunecon-
encomio alla prodigiosa Im-
solennità e di segnò a' frati la piccola chiesa di s. (rio.

magine, e intramezzati da vari concerti Battista,nèpiùsi parlò di quella di s. Mar-


d'organo e di stromenti da fiato. L'acca- gherita, di cui non è rimasto che il nome.
demia prese per insegna un albero d'al- Già neh 5 16 i frali aveano preso posses-
loro, con un fidmine accanto, e l'epigra- so della chiesa, la quale solo abbracciava

fe: Ne quidem fulmina terreni. Dissi già, lo spazio formante il coro e presbiterio
ebe da Cori per la porta Roaiana e ame- della presente, ludi i corani principiaro-
no passaggio si va a'vicini suburbaui del- no la fabbrica del nuovo convento e l'in-
la bella e decorosa cbiesa ed ampio e con- grandimento della chiesa precisamente ,

veniente convento di s. Francesco de'mi- nel sito detto Serrone, e con pia genero-
nori osservanti, situati in delizioso picco- sità donarono pure case e possessioni,non
Casimiro da Ro-
lo colle, e descritti dal p. essendovi povero alcuno che non offrisse
ma. In questo sito anticamente era lacbie- qualche cosa per la fabbrica della chiesa,
sa di s. Margberita e il monastero delle il tutto ratificato dal comune con forma*
monache di s. Agostino, da esse abbando- leatto del 1 5 1 7. Proseguendosi la fabbri-
nali nel secolo XV, maniera che si la
di ca del convento , fu chiesto a Clemente
chiesa e sì il monastero erano prossimial- VII il necessario beneplacito apostolico,
la totale rovina. Il perchè dal comune di e lo concesse al ministro della provincia
Cora, amante de' figli di s. Francesco, fu col breve Clivi Universitas, de' 5 aprile
chiesto a Nicolò V
permesso di fabbri-
il i5t.5, data che corregge l'errate da Gou-
care nel medesimo luogo un convento a' zaga, Piazza, Ricchi e Nibby, attribueni-
frali minori; ed il Papa non meno desi- dolo essi ah 52 i,e mentre Clemente VI
deroso di compiacere i corani, che di fa- fu eletto neh 523; errore ripetuto aneli
vorire i religiosi, ne commise l'ali ire a Ni- da altri corani moderni. Continuandosi
colò di Lorenzo arciprete D. Marine de compiere le fabbriche della chiesa e dì
Plebe, col breve Pia Deo, de'20 aprile convento, finalmente restarono perlezio-
i45«. Sebbene l'arciprete procedesse per nate nel 1628, sempre co'successivi soc-
rimuovervi Pietruccio Lodovici chierico corsi del comune e di molli particola!
di Vellelri che aveali occupati, e ne pro- tranne il nobile soffitto dell'unica uà
nunziasse sentenza a'2 1 giugno, questa e lodevolmente intagliato e riccamente d
il breve non ebbero alcun effetto. Però i rato da Luigi Guarniero, colla figura
Corani non abbandonarono l'impresa, fot- s. Francesco d'Asisi uel mezzo, che pri
,

v i; l VEL .83
cìpiato nel 167 3 ebbe fine nel 1676, con- suola conserva pitture rappresentanti sto"
Iribuendovi precipuamente Ilosato Buc- rie del vecchio Testa iuenlo,di dello seco-
ciarelli.Per ullimo a'4 giugno 1686 la lo. Dice Nd>by: Buono e diligente è il con-
chiesa fu solennemente consagrata da torno, l'espressione e il colorito indiano
mg.' Antonio Marinari carmelitano ve- bene la natura, ina le figure riescono gret-
scovo di 'Pagaste e sulhaganeo di Velie- te, e la mossa è stentata. Anticamente Co-
tri. Quattro altari ornati di stucchi sono ri ebbe altre religiose famiglie, e due mo-
dal lato dell'Epistola e altrettante cappel- nasteri di monaci benedettini cassinesi, li-

le da quelle del Vangelo, alcune delle no fuori della città a pie della selva nel-
quali gentilizie, come quella dell' Imma- la contrada ora detta Badia, la cui chie-
colata Conce/ione della famiglia Luzj sa era dedicala a' ss. Erasmo e Clemen-
di tutterendendone ragione il p. Casi- te, e se ne vedono i vestigi; l'altro mo-
miro e riferendo l' iscrizioni della chiesa, nastero era dentro la città colla chiesa di
anco non più esistenti, in uno al copio- s. Maria della ss. Trinità, ora parrocchia-
sissimo catalogo delle ss. Reliquie e diver- le. Ambedue i monasteri colle loro pingui
se insigni, tutte autenticate , oltreché vi entrate dipoi furono riuniti al monaste-
si venera il corpo di s. Vincenzo marti- ro de'benedelliui di s. Angelo sopra Nin-
re. Esprime la tavola dell'altare maggio- fa, ed in seguito a quello di s. Scolasti-
re la 13. Vergine in alto d'adorare il di- ca di Subiaco, i di cui monaci ritengono
vin Figlio giacente, con altri Santi a lato, il padronato della chiesa della ss. Trini-
fra 'quali s. Gio. Battista. In questa chie- tà, coli' obbligo di sua manutenzione. [

sa i religiosi celebrarono la promulgazio- canonici regolari di Antonio abbate di s.

ne del dogma sull'Immacolato Concepi- Vienna aveanoil monastero fuori di por-


mento di Maria Vergine, con esporre l'an- ta Segnina colla chiesa di s. Antonio, ma

tico e venerato suo simulacro, come no- s'ignora l'epoca di loro introduzione; fu-
tai nel voi. LXXIII, p. 91. Il convento rono soppressi da Clemente XI V, quan-
è capace di molti religiosi, e nel 1710 da do già non più vi risiedevano, e la chiesa
Orvieto vi fu trasferito il noviziato. Nel co'beni nel 1789 furono concessi da Pio
chiostro si vedono gli stemmi del comu- VI alle monache Clarisse di Cori colla ,

ne e de'corani checontrihuirono alla fab- privativa prerogativa di far benedire gli

brica e alle pitture. Il refettorio ha sedili animali nella festa di s. Antonio, che ora
di noce adorni di belli intagli, e sopra i celebrasi nella chiesa del monastero del-
pilastrini che girano intorno fr. Vincen- le medesime, ove fu trasferita la bellissi-
zo da Bastiano, che celebrai in quel pa- ma statua del sauto dalla sua chiesa ove
ragrafo valente scultore in legno, con mol- si venerava, e in cui prima si benediceva-
la pazienza e fatica (con poco gusto dice no gli animali. Inoltre anticamente esiste-
Nihby) scolpì le gesta dì s. Francesco d'A- va in Cori un monastero di monache a«
sisi. 11 vasto oliveto, ch'é a destra, uscen- gosliniane fuori della città alle falde del
do dalla chiesa, ha il nome d' Insito, ed monte Corvino, sotto il titolo di s. Mar-
in esso presso la strada da Cori a Cister- gherita vergine e martire, il cui ampio
na vedesi un piccolo edilìzio rotondo dei fabbricato ora si possiede da'Della Porta,
tempi betti, ed una chiesuola dedicala al- e tuttora chiamasi s. Margherita. Fu esso
l'Annunziata sulla via medesima. Questa soppresso da Urbano III Papa morto nel
appartiene al secolo XIV , e sulla parte 1 187, allorquando prescrisse la perpetua

arcuata in forma gotica


d'un è un'epigrafe clausura alle monache, meglio poi ingiun-
ispagnolo che invita a due un pater no- ta da Bonifacio Vili. Tanto narra il Mar-
slir per l'anima sua; e di fianco si vede cbiafava; ina quanto alle agostiniane de-
un'arma coi leone rampante. Questa cine- vesi leuere inconsiderazione quanto più
1
84 VE L V EL
sopra dissi col p. Casimiro, sebbene pri- L' origine de' primi abitatori di Cori,
ma di lui il Ricchi avesse raccontalo il ri- come quella di tante altre città del vec-
prodotto da Marchiafava. Ma sui bene- chio Lazio, si perde nella notte oscura de'
dettini è bene non tacete quanto ne scris- secoli; tutta volta si sa, per attestato di più
se Casimiro, comechè in parte di-
il p. autori antichi e moderni, riferiti dal Ric-
versifica dall'esposto con Marchiafava, e chi, dal Viola, dal Nibby, per non dire
conlienealtre notizie. Credono alcuni che d'altri, 1° fondato-
che Bardano ne fu il

i benedettini avessero in Cori Monaste- re, il quale fabbricò Dardania, poi appel-

riunì s. Maximi Montis Corae, e inoltre lata Troia , circa il principio del secolo
la chiesa di s. Leonardo; ma egli non ne XXV dopo la creazione del mondo, qua-
trovò sicuro riscontro. Non così può dir- si corrispondente all' anno 1680 prima

si del monastero della ss. Trinità, situato dell'era nostra. In questo computo l'an-
circa 2 miglia fuori della città, oggi to- tichità di Cori può fissarsi a circa 8 seco-
talmente distrutto; poiché risulta dalla li innanzi la fondazione di Roma (F-). Co-
cronaca di Subiaco, che Pasquale II ver- sì il Viola, illustre storico eziandio di 77-
i i4 loricevèsottola protezione per-
si* ili voli^F.) sua nobilissima e celebre patria.
petua della s. Sede, e GregorioX nel 1275 Egli soggiunge: Non essendo improbabi-
monastero di s. An-
l'unì all'altro celebre le che le volsche contrade e altri luoghi
gelo sopra Ninfa, detto pure s. Maria di deH'anticoLazio,prima dell'arrivo diDar-
Monte Mirteto, fabbricato nel 1216 dal dano fossero abitate da'siculieda altri po-
cardinal Conti poi Gregorio IX. Nel 1288 poli barbari, così 1' antichità de' primi a-
il monastero della ss. Trinità essendo re- bilatori del Monte, dove ora siede Cori,
stato senza monaci, il cardinal Latino Or- deve spingersi all'epoca anteriore dell'e-
sini vescovo ordinò all' abbate di s. An- sistenza di Dardano. Protesta Viola, che
gelo che di continuo dovesse mantener- quando si occupò a compilare la Storia
vi 4 monaci e 2 conversi; ed in segno di di Tivoli, concepì il pensiero di riunire
riverenza e di soggezione olii ire un cereo in pari tempo le memorie relative a Ca-
di4 libbre alla cattedrale di Velletri nel ti Ilo ed a Corace fratelli di Tiburto, e fi-

gorno di s. Clemente; il che fu confer- gli del vecchio argivoCatillo, il quale dal-
mato con contemporaneo Nicolò
bolla del le colline soprastanti l' A niene cacciò bar- i

1 V. Membro monastero fu la chie-


di tal bari e v'introdusse l'incivilimento. Se
sa di s. Maria del Monte ossia della ss. , «cirsi furono i monumenti trovali di Ga-
Trinità, la quale tuttavia riconosce l'ab- llilo gli avvenne per Co-
giuniore, non così
bate di s. Scolastica. Nel secolo XIII
ne race , conobbe: che fratello a
del quale
aveanocura 3 chierici, e penetrandoGre- Tiburto, e marciando su!!' orme del ge-
gorio IX che si volevano aumentare or- , nitore Catillo seniore, fin da'fondnmeuli
dinò alla chiesa in eodem numero esset rialzòuna città, che per l'origine vetusti!
contenta. Pare che nella chiesa della ss. poteva gareggiare con quella dal padre
Trinità vi fosse sepolto alcun abbate, poi- suo costruita sulle rive dell' Auiene; che
ché Casimiro riporta ? epitaffio del
il p. | un medesimo culto religioso nell'uno e
pio abbate Alberto da Cori, morto col ti- nell'altro era vigente; e che gli Dei pro-
tolo di beato nel monastero di Angelo s. tettori della città cui die il nome Tibur-
secondo altri. Delle chiese eromitoiii che to,erano egualmente tutelari della città
nel principio del secolo XVI esistevano da Corace restaurata. Conobbe altresì il
ne'dintorni di Cori, si può vedere il Ric- Viola che Cori prima e dopo la fonda-
,

chi; e Marocco fa menzione della basilica zione di Roma in modo luminoso ne' fa-
di s. Teodoro inCornnis finibus^ecoruln sti della storia figurava, e che ne' secoli
di splendide pitture da Papa Sergio II. successivi allo stabilimento dell'era cor-
A' E L V E t .Ri
retile fu il' nomini dotti e illustri cos'i fé- vaio finn «'secoli più ci vilirznt i dell' i<n-

comla , che poche alta nel Lazio e nelle pero romano, e ne' successivi non soffrì

volsche contrade collocate, vantar si pò- variazione che nella sola ultima lettera

levano di pareggiarla. Allora \ iola si de- del MIO vocabolo dicendosi Cori. Secon-
terminò d'intraprendere la compilazione do però il Ricchi, il primitivo nome del-
delle Memorie storiche dì Carit ma con- la città fu padre del
Corito , nome del
fessa che il suo intendimento o sarebbe fondatore Dardano, cioè Giove re d'Ita-
nffatlo mancato o terminato imperfetto, lia ; e fuggito Dardano da Coritó per a-

se un cittadino corano in suo soccorso vere privato di vita Jasio suo fratello
non fosse venuto. Avendo comunicato il maggiore, il dominio della città restò al
suo progetto all' egregio Vincenzo Mar- proprio figlio Corillo, il quale poi l'abban-
rhetti già da lui conosciuto per un cit-
,
donò, in uno agli abitanti, per non esser
ladino da vero amor di patria animato, vittima d'un ferocissimo serpente o dia-
si compiacque dargli de'lumi, sommini- go, nato dopo il fratricidio, e che secon-
tirargli dell'istruzioni e fornirlo di sehia- do l'oracolo riuscì a Corace d' uccidere,
ridienti e dinon pochi materiali all'uo- Di questo laconico cenno, al molto che
pò analoghi e confacenti. De'quali aven- ne scrive Ricchi, il Vioia non ne parla,
do potuto il Viola profittare, ebbe lena sebbene citi il patrio scrittore, per conve-
di progredire nell'incominciato lavoro; e iure che Corace fu il 2.° fondatore e re-

se al termine di esso pervenne, allo zelo stauratore di Cora vetustissima città; poi-

e alla gentilezza di quel corano saggio e che la riedificò dalle rovine, la cinse di
dabbene se ne chiamò debitore, colla ri- mura e di fortificazioni, laonde e perque-
lerita precisa dichiarazione. Premesse sto e per la somiglianza del nome ne fu
queste nozioni, ripiglio col Viola il filo di creduto fondatore. Nibby.che dopo il Vio-
questi nnei cenni, e come tali ripeto l'av- la pubblicò la dotta stia opera, riportali-
vertenza, che anco nel Viola sono innu- do diverse testimonianze queste dicono ,

merevoli l'autorità di scrittori colle qua- che corani derivarono da Dardano tro-
i

li sua narrazione, che dalla brevi-


tesse la ianoe fondatore di Cora, mentre altri at-
tami è vietato ricordare, ed in esposi pon- tribuiscono la fondazione a Coras o Co-
no leggere le tante iscrizioni cocane che race. Conclude Nibby, che secondo le tra-
riporta tllusfratecon moltissimeeruclizio- dizioni seguite da Plinio e da Solino, la
ni e critica. Nell'anno del mondo 2807, fondazione di Cora rimonta alla venuta
ossia circa tre secoli e mezzodopo Dai da- de'secondi pelasgi in queste contrade, cioè
no, approdi) sulle spiaggie latine l'arca- secondo i calcoli di Petit Uadel, all'anno
de Evandro ,
e con esso Catillo seniore l47° avanti 716 pri-
l'era nostra, ossia
ntnmiraglio di sua flotta e figlio del fa- ina della fondazione Roma, e 70 primi»
«li

WMO Anfòirao. Questo Catillo, a cui in di quella d'Ardea; l'anno medesimo che
Italia nacquero 3 figli, Tibullo , Corace si assegna per l'edificazione di Cosa e di
e Cattilo giuniore, dopo avere espulso gli Saturnia. E siccome Tirinto fu edificato
aborigeni . possessori delle colline sulle per Preto da' ciclopi l'anuoi379 avanti
quali sorge Tivoli, ne migliorò la forma, l'era nostra, eMicene da Perseo I' anno
x'introd.isse la civiltà, e l'abbellì col no- 1 3oo;quindi Cora, diehiaraNibby, è non
me del primogenito Tibullo. Il secondo- solo una delie più antiche città d'Italia,
genito Corace si portò a sollevare dalle ma una delie più antiche dei mondo. Se
rovine e rifabbricare la città di Dardano, poi vuoisi stare alla tradizione di Servio,
dalla barbarie de'lempi e dagli anni qua- il quale non dice Cora fabbricala da Co-
si distrutta, per cui prese quindi il nome ras,ma cos'i denominata da lui, rimonte-
di Cora j pome che «empie ha coiiser- rcbbela sua foiidazioneaU'anuoi 2 3o c.r-
i8G VEL VEL
ca innanzi la detta era volgare. Calmeli i rano e Spurio Vecilio lavinicse, con pie-
e Castellano sulla fondazione di Cora so- ni poteri per la pace e per la guerra. Qne-
no d'accorilo con Viola, e si può dire an- sta durò 5 anni, e nel i og di Roma si Ce-
cile il Nicolai, solamente variando il no- ce pace, conservando Cori e le città con-
me Cora ce, che chiama An-
del padre di federate la loro indipendenza, i due duci
fiarao, mentre ne fu avo. Corace inlro- avendo corrisposto alla comune fiducia.
duate Ira'corani il culto de'numi dal pa- Merita osservazione la scelta di Anco,
die dati a Tìbur% onde tiburlini e co- i i poiché mostra che Cora si distingueva per
l'ani ebbero uniforme il culto ad Ercole potenza e per autorità. Espulso da Roma
segnatamente, ad Apollo, ad Esciilapio, il Superbo, abolita nel i\\
re Tar<|uinio il

alla Fortuna. Anzi congettura Corradi- la regia autorità e proclamata la repud-


ili, che come i tiburtini a Tibullo , così blica, accorse a difendere il deposto Pori
a Corace i corani rendessero onori divi- senna re degli etrusci, che però fu allou-
ni. Vivendo ancora Catillo seniore ed i tanato dalle mura di Roma dall'ardite
suoi figli, seguì il famoso eccidio di Tro- imprese de'romani. In questi primi mo-
ia, e quindi l'arrivo d'Enea nelle spiagge violenti i volsci non ebbero parte, e pare
tli Lamento, neh' anno del mondo 2798 che non prima del 2 55 di Roma coinin-
e circa l'anno 1206 prima della presente ciasseroleostilità. Imperocché in tale anno
era. Nella guerra famosa dalia presenza la fazione degli espulsi Tarquini si procu-
e dalle pretensioni d' Enea suscitata nel io la confederazione di varie città volsche
Lazio (nel quale articolo trattai pure del- e latine,e mosse guerra a'romani,i quali fe-

ie 3 successive capitali del regno latino, cero tutti gli sforzi per evitarla mandando
Laureato, Lanuvioe Alba Longa), Ca- emissari a Cori e nell'altre città della le-

tillo e il suo fratello Corace fecero una lu- ga, ed alquanto ne spensero l'entusiasmo,
minosa figura; e dal testo di Virgilio, il Perciò nella campagna del 256 poco si o-
Viola ne deduce che Corace non avesse però, e nella seguente del 257 romani i

ancora lasciate le mura tiburline, peiciò avendo saputo che i volsci marciavano
presumibile, che la riedificazione di Cori per unirsi a' latini presso il lago Regillo,
e l'operato da lui su questa città, seguì questi attaccarono con furore e ne fecero
dopo terminata la guerra, perla quale E- orribile strade con completa vittoria. So«-

nea divenne possessore del regno latino, praggiunto l'esercito volsco nel dì seguenti
In quello del figlio Ascanio, da questi si te, spaventato della perdita degli alleati e
fabbricò Alba Longa, perchè Lanuvio se- del contegno de'romani, se ne tornòal suo
de e capitale del regno era incapace con- paese. I romani a vendicarsi de'volsci, nel
tenere la moltiplicata popolazione. Cori 258 spinsero un'armata nelle loro cani-
in quel tempo già figurava fra le prime paglie. Sorpresi i volsci dall' improvviso
città dell'antico Lazio, in quella parte assalto ,
procurarono di calmare il nemi-
compresa nel paese volsco. Latino Silvio co, esibendo in ostaggio 3oo giovanetti
successore d' Ascanio, per attaccarla a- delle primarie famiglie di Pomezin e di
gl'interessi di sua dinastia, vi spedì una Cora; il che dimostra quanto quest' ulti -

colonia d'albani. Alba Longa distrutta ma era rispettabile, doviziosa e popolata,


poi da Tulio Ostilio 3.° redi Roma, que- e somministrò i figli depiù ragguardevoli
sii intimò soggezione a Cori e all'altre co- cittadini. Ritiratisi i romani, i volsci vo-
lonie albaue, le quali ricusandosi, nel gè- lendo vendicar l' onta ricevuta, procura*
neral congresso al bosco di Ferentino de- ronsi segrete alleanze co'popoli circostan-
baerò difendere la loro indipendenza, ed li, per invadere gli stati romani, senza cu-
a tal effetto scelsero a comandanti deli'e- rare 1' esposizione in cui ponevano i 3oo
scredo Anco Publicio ragguardevole co- ostaggi. Cominciala la guerra, i volsci re-
VEL VEL 187
slnrono rolli e fugati dal console Servilio, in questa invasione compresa. Ma la pru-
ed espugnala Pomezia, i romani passaro- denza de' suoi magistrali seppe disimpe-
no a fìl di spada gli abitanti giunti all'e- gnarsi dal pericoloso frangente con un'o-
tà pubere. Questo sinistro avvenimento nesta capitolazione. Dopo tale avvenimen-
iecise eziandio della sorte de'3oo giova- to può ritenersi Cora risorta dalle sue scia-

netti dati in ostaggio,che trovavansi inRo- gure, e che fosse trattata dal senato roma-
ina, da AppioClaudio fatti tradurre nel- no con ispeciale considerazione, per la sa-

la pubblica piazza, battere crudelmente viezza delle di lei antiche leggi, e pel ran-
con verghe e indi decapitare. E ben fa- go rispettabile che avea fino allora oc-
cile immaginarsi la costernazione e il lutto cupato. La repubblica romana, sul prin-
cagionato alle primarie famiglie di Cori, cipio del secolo IV di sua esistenza, formò
dalla crudele carneficina di tante vittime il codice di sua giurisprudenza, compreso
innocenti. I romani quindi ridussero a co- nelle famose XII tavole;
o di queste pub- 1

lonie latine le città di Cora e Pomezia, blicate nel3o3, abbracciavano leggi di


spogliandole della loro indipendenza. Gli Licurgo e Solone portate di Grecia. Le
aurunci confinanti de'volsci e loro amici, altre 2 tavole furono farinate colla scel-
nello stesso 2 58 mossero guerra a' roma- ta delle particolari istituzioni delle città
ni, ed corani e pometini
i irritati dalle pa- italiane a Roma più vicine, fra le quali
tite sevizie, disertarono da'romani e si u- si annovera Cori, onde il Volpi esclamò:
nirono a'bellicosi aurunci per vendicarsi. Tania Coranoruin aequitatis ac justi-
] collegati invasero il territorio romano fi- tiae fama, aptid romanos allattando Ée»

no all'Alicia; dm furono completamente nuit. Le città volsche tuttora indipenden-


battoli e costretti a precipitosa fuga. Quin- ti, o diventate colonie romane, cercarono
di i romani marciarono su Pomezia , la di tanto in tanto di rinnovare l'ostilità

distrussero e venderono i coloni all'in- contro Roma; ma finalmente nel 367 con-
canto, e pare che anco i corani fossero quistate dal dittatore Furio Camillo , il

così venduti. Negli anni 2^9 e 260 di loro paese fu ridotto a guisa di provincia
Roma continuò la guerra fra questa e i romana. Frattanto corani, oltre nomi-
i i

•volscijnel i.°di tali anni fu espugnala Vel- nali Numi, ad altri resero culto; tali furo-
letri, e nel 2. fu preso Corioli, sotto le cui no Castore e Polluce, a'quali il primario
mura il famoso Marcio Coriolauo die pro- corano Marco Calvio fabbricò col denaro
ve di rara intrepidezza. Alla guerra suc- sagro il discorso tempio, con magnifico
cesse nel 29 1 una fiera pestilenza, cheper- portico sostenuto da 60 colonne di dori-
cosse le contrade volsche, di Velletri re- ca, corintia ed etrusca architettura. Pre-
stando solamente 10/ parte degli abi-
la tende Volpi che in Cori si rese culto
il

tanti. La vicina Cori non può non essere pure ad Eolo e Giano; fors'anche a Dia-
stala a minore infortunio sottoposta, on- na: certamente a Cerere a Proserpi na, ,

de il contagio dovè recare al colmo le sue a Bacco; pare altresì a Igiea , ed a Leu-
amarezze. Nel 263 quando Cori e Velletri cotea sotto il titolo di Madre Sfatata; il

appena cominciavano a risorgere dalie Sole vi ebbe splendido tempio. Diverse


sofferte calamità , il romano Marcio Co- dell' indicate deità furono introdotte in
nolano fu dall'ingrata patria bandito. Ac- Cori e in altre città volsche dopo il 367
colto dall' ospitalità de' volsci ,
porlo Ira da'romani; poiché ordinariamente il cul-
questi gli elementi di nuove guerre e ro- to religioso de' vincitori diveniva comune
vine.Divenuto capitano d'un esercito voi- a' popoli vinti. Le ragioni prò et coatra
sco,marciò Cartolano alla volta di Rotila, e le illustrazioni del Viola, a me non è
dilluudendo per tulio lo spavento e la dato riportare. Dopo la narrata conqui-
morte; e sembra che anco Cori restasse sta, sembra che per alcuni anni le popò-
iRB V E L V EL
limoni volsrhe soffrissero ras«egnnte il glio è ritenere che fosse allora colonia
giogo imposto loro dalla repubblica roma- romana soltanto, e di tale grado ne fau-
na; ma nel 4^5 il famoso Vitruvio Vae- no testimonianza più marmi antichi e ;

rò privai nate tentò di ridestarne le spe- Nibhy difende Livio dall' apparente con-
ranze e l'ardore marziale. Cominciali con traddizione, perchè fiorendoa' tempi di

qualche successo i concepiti disegni, non» Augusto, Cori era già divenuto munici-
dimeno i corani vista la debolezza della pio. E soggiunge
Viola, neppure può met-
di lui causa, e con essi la maggior parte dubbio che una volta fu anche
tersi in

de'volsci, non si fecero strascinare dall'in- municipio romano, come risulta da altri
considerata ribellione; per cui Vitruvio marmi, cioè nel secolo VII di Roma. Nel
dispeiatamente si gettò a devastare lestes- 680 seguì la ribellione di Spartaco, ma
se città vobehe, fra le quali Sezze, Cori e Cori si tenne prudentemente attaccala
IVorba. La repubblica spedì in loro soc- agl'interessi della repubblica, per cui fu
corso il contote Papirio. Nel 5^1 mar- molestata dalle sue militari scorrerie, che
ciando il cartaginese Annibale alla volta faceva per tutta la Campania: però Nib-

di Roma, il proconsole Q. Fulvio, essen- by dubita che propriamente Cori sof-


do sicuro della lealtà de'oorani e di altre frisse da quell'orde. Cori dopo essere sta-

città lungo la via Appio, fece in esse riti- ta colonia albana, latina e romana, non

rare i presidii e preparare le vettovaglie. che municipio, se sussistesse l'opinione del


In siffatte pericolose posizioni del gover- Panvinio seguila dal Volpi, avrebbe indi
no romano, anche guerrieri corani pu- i minorato di condizione e si sarebbe final-
gnarono sotto lesue insegne. Però nel 544 mente ridotta all'inferiore stato di prelet-
e dopi» 8 anni dacché romani trovavan- i tura, nel principio dell'era nostra e sotto
si affaticati dall'armi vittoriose del formi- l'impero di Claudio. Viola riporta ragio-
dabile Annibale, alcune colonie, fra le ni per non doversi credere tale opinione,
quali anche Cori, essendosi rese esauste e perciò più probabile che Cori siasi lun-
d'uomini e di denaro, né potendo più reg- go tempo mantenuta nello stalo di muni-
gere al peso delle continue e forti requisi- cipio romano. Il Piazza, seguito dal Ric-
zioni, cominciarono a disgustarsi d' una chi, sull'autorità di Giulio Ossequente,
guerra così rovinosa e a mormorare con- De prodiga suppone che nel consolato di
tro Roma altamente. Queste lagnanze de' Appio Claudio e P. Metello scaturissero in
corani e d'altre impoverite popolazioni, Cori dal suolo de'rivi di sangue; poiché il

lesero inutili le premure del senato per Piazza ravvisa Cori nel nome di Caurae
ottenere nuovi sussidii; ed esso tacque per o Caura in cui avvenne il portento.
,

non accrescere il numero de' suoi nemi- Niun altro degli antichi o moderni scrii
ci, sebbene dopo la vittoria de* romani al (01 chiamò questa città con tal vocabo-
i

Metauro, Cori e le altre colonie furono lo. Rammento avere in principio riferite

nudiate di dare il doppio de' soldati già col Nibby, che 88 anni avanti la nostri

forniti, aggiungervi 20 cavalieri, o 3 fan- i era , Cori restò devastata dalle centi
ti per ogni cavaliere che non avessero po- Mario, per avere con altre colonie segui-
tuto dare, e pagare 1000 assi di bronzo to il partito di Siila, il quale poi la fece ri-

massimo ogni anno. Livio ciò narrando, sorgere dalle sue rovine. Seguendo pei
chiama Cori tra le colonie romane, anzi questo paragrafo il metodo di Viola, che
due anni prima la novera tra'municipii; discorre degl' illustri corani cronologica-
ma avanti del 663, in cui lìi pubblicata la mente secondo I' epoche in cui borirono,
legge Giulia , le colonie e le stesse città qui dirò essere mollo probabile, chesnl fi-
confederate chiamava liti promiscuamen- ne del V o sul principio del VI secolo di
te ancora municipii. Quanto a Cori, me- lionta, quivi si stabilisse la famiglia Po-
VEL VEL 189
Jjlicii proveniente ila Cori, forse dello sti- vogliono introdotte le rappresentanze mi-
pile del sutnmentovalo Anco; è poi indu- miche; altri a motivo del vocabolo, me-
bitato che tale famiglia romana derivasse glio lo dicono vissuto nel i.° secolo di no-
da Cori, ed ebbequegii illustri che descri- stra era o anche dopo. Cessato il trium-
ve Viola. A Caio Publicio, (iglio del tri- virato diMarc'Anlonio,cagione funesta di
buno della plebe Lucio, il popolo roma- tante stragi e della perdita di lauti uomini
no decretò ad esso e suoi posteri la facol- illustri, surse finalmente un nuovo ordi-
tà di potersi seppellire in Rouia e ne fu , ne politico di governo, collo stabilimento
a spese pubbliche destinalo il luogo pres- dell'imperiale autorità fondata da Augu-
so il Campidoglio. Gli avanzi del sepolcro sto. Quanto alla condizione di Cori, al

esistenti e formati di grandi quadri di riferire di Volpi, dopo lo stabilimento del


pietra tiburlini, li descrissi nel voi. LX1V, grande impero e nel i.° secolo dell'era
p. i 38. Olire la famiglia de'Poblicii, nou corrente, sarebbe divenula un mucchio
minor Oppia egualmente
gloria recò la di rovine, mentre a'tempi di Claudio la

originaria dellamedesima ci Ila, della qua» dice ridotta a prefettura e perciò esisten-
le si conosce Caio Oppio sesloviro augn- te. Viola nell'esaminare la contraddizio-
atale, nominato nell'iscrizione relativa ad ne del racconto, dichiara essere indubi-
Esculapioead Igiea; mentre qnatuorviio tata 1' esistenza di Cori sotto l'impero
augustale fu Marco Turpilio che in Co- d'Augusto e de'suoi successori, e di con-
li dedicò il tempio diCerere e di Proser- seguenza nel i.° secolo di nostra era sus-
pina. Durante la famosa proscrizione del sisteva in uno slato soddisfacente. Ne pro-
triumvirato di Marc' Antonio e de' suoi duce le prove, fra le quali il restauro del
colleghi, la storia la menzione d'uno del- tempio d'Ercole, per la vecchiezza mi-
la famiglia Oppia, che involto fra gli or- nacciante rovina, per opera di Marco Cal-
rori di quella , fu salvato dall' amorosa vio, che il Viguoli disse averlo fabbricato
pietà d'un figlio iti un modo singolare; il di pianta; e l'esistenza d'altri culti in pie-
quale portò il vecchio padre sulle spalle, no vigore, per altri restauri eseguiti, co-
finché il trasse fuori della città, econ gran- me di M. Turpilio, perciò eranvi cittadi-
dissima fatica, fuori di strada e per luoghi ni molto facoltosi, e la città tuttavia era
occulti, lo condusse in Sicilia. Fu sì gran- florida. Soggiunge Viola, se dovesse cre-
de la compassione che destò in tulli si mi- dei si alla volgare tradizione, il famosoPon-
rabile pietà figliale, che niuno ne impedì zio Pilato governatore della Giudea a-
il cammino. popolo romano lodato il
11 vrebbe in Cori esercitata la carica di pre-
giovanetto, lo creò quindi edile: e perchè tore , ed avrebbe posseduto eziandio nel
le sostanze paterne erano state confiscate, di lei territorio una villa, di cui si presu-
e non poteva supplire alla spesa che por- me osservarsi anche a'giorui presenti del-
ta va siila Ita magistratura, gli artefici
con- le notabili reliquie, ossia ne' sotterranei
tribuirono a tale spesa con tanta genero- della vigna dell'arciprete Alessandro Pic-
sità e magnificenza, che al giovane Op- chiotti a'tempi di Laurieuli corano, auto-
pio nou solamente fu data la facoltà di re deU'IIistoi we Coranae mss., per cor-
poter spendere quanto bisognava per ce- ruzione di vocabolo: quae Coesa Pondi,
lebrare pubblici giuochi, conformemen-
i quasi Casa Pondi voc.atur. Ma questo
te alle leggi edilizie, ma gli avanzarono fatto è cos'i privo di prove, e sterile di
tantesomme, che rimase ricchissimo. Un monumenti atti a fissare l'attenzione de-
Caio Manueio cittadino corano fu eccel- gli eruditi, che lo stesso Laurieuli ridusse
lente nell'arte mimica, e perciò appellato la cosa a semplice congettura. Il Volpi poi
archìmimo, e secondo alcuni pare fiorito caratterizza il fittomedesimo per un rac-
prima assai d'Augusto,al cui lempo alcuni conto favoloso. Leggo in Ricchi: E degno
igo V E L V E L
d'osservazione lo smisurato edifizio for- lettera di Pilato o di Lrntulo .mila ili-

malo macigni addossato a pie dell' a-


ili irìnapersona del Redentore. Indi segui
spia rupe che va piegandosi nel giardi- a confronto quella nel 1816 stampala in
no del già convento degli agostiniani, vo- Roma da Guglielmo Mai. zi oe'suoi: Te-
lendosicheivi poggiasse il fastigio del gran sii di lìngua tratti da' endici della Hi-
palazzo della curia antica, in cui il volgo blioleca Vaticanae. volgarizzala nel 3oo.
sparse voce che fosse la residenza del presi- Nibhy puhhlioò la lapide incassala nel mu-
derai la to,nel governar Cora avanti d'ema- 10 del campanile di s.Maria,d'un liberto di
naie l'iniqua sentenza contro l'innocente Claudio, che prova essere stata allora Co-
Gesù. Congettura e menzogna, che Rie- rimunicipio, nominandovisi il senato e
chi dice comprendersi da s. Luca, e da popolo corano. Dice Marocco, che Nerone
Cornelio a Lapide che scrisse, Pilato al* fece strage di Cori, e poi recanciovisi ne
tro noti significare che preside , rettore, provò diletto per la sua ubicazione, eli-

podestà o principe. Menzogna einvenzio- ma salubre e celebri vini, onde vi si por-


ne dice il grido diffuso ne' dintorni , col tava neh' estate. Viola dice, egualmente
chiamar Cora patria dello stesso Pilato, favolosa si deve credere la pretesa male-
ch'ebbe i natali in Lione di Francia, dove dizione data da s. Pietro principe degli
pe' molli suoi delitti rilegato da Tiberio Apostoli al popolo di Cori, perchè mole-
in luogo da essa alquanto distante presso stava gli abitanti di Vellelri; quale ma-
ini lago, vi morì miseramente in obbro- ledizionesupponevasi risultare da una peti
brio a tutte le genti cristiane, e forse gamena esistente Dell'archivio veliterno,
s'uccise di propria mano, secondo gli scrit- come segue accennata da! Piazza a p. 48
tori che adduce. Un erudito della proviti- della Gerarchia Cardinalizia. » V'ha
eia ,
in argomento mi donò un mss. con non improbabile opinione che quivi (in
questo titolo. • Copia di lettera e seuten- la fede s. Pietro, onde è
Cori) piantasse
za rinvenuta nell'archivio dell'antica città che la chiesa più antica di delta città sia
di Cori,dove Ponzio Pilato ha dimorato dedicata al medesimo santo. Altri disse-
per qualche tempo dopo di esser fuggito 10, che pe'luoghi vicini a Roma fosse de-
da Gerusalemme". In fine vi è pure la stipato s. Cleto Papa, e che quivi pure vi

copia della sottoscrizione per la legalità piantasse primo la religione cristiana;


il

dell'estratto dall'archivio di Cori, di San- uè vi è mancato chi ha asserito che nel-


le Lorenzo corano nota 10 pub-
Cicinelli l'archivio di delta città vi fosse una scria
blico, colla data 25 noveinbrei 757. Ma tura in carta pergamena, nella (piale
ammesso e non concesso che Pilato fos- stava registrata una maledizione data da
se stato in Cori, non per questo alla città s. Pietro a que'di Cori, perchè molesta-

può derivarne affatto alcun disdoro; co- vano popoli Veli terni ". Anche a que-
i

me non lo recò alla celeberrima Gerusa- sto fatto, aggiunge Viola, mancano prove
leinnie, oggetto della uuiversaledivozione e monumenti sicuri. Ma io a favore di
del cristianesimo, ed emporio di glorie Cori dirò di più. Riscontrato il Piazza, e
sagre e La lettera scritta da Pilato
civili. trovato citalo il veliterno Theuli, ecco il

in Gerusalemme, o da Lentulo nflìziale riferito da questi a p.i35,nel narrare chi


romano, a Tiberio e al senato romano s. Pietro scorrendo l'Italia per piantarvi
intorno la divina persona di Gesù Cri- la fede, deputò alla cura de'fedeli di Ro-
sto, lenula evidentemente apocrifa, tro- ma Lino e pe'luoghi couvicini Cleto. »Da
vasi in latino in non pochi codici delle li- questo faccio argomento, che Pietro o nel
brerie di Roma, llch.cav. Salvatore Bel- partire da Roma o nel venir da Napoli,
ti pubblicò nel t. 20, p. 43 <ie\V Jllmm istruisse nella fede di Cristo li popoli Ve-
di Roma un articolo intitolato: Supposta lilerni; se nou vogliamo dire, che fosse
V E L VEL 19 r

Cleto, deputalo ni medesimo elìcilo ne' Piceno, e molti di esso figurarono special-
luoghi viciui. il pentimento del d.' Quin- niente iu Osimo, come Caio Oppio Bas-
tiliano Crespini, figlio di Valerio dottore so della tribù Velina (alla l'apiria appar-
di legge, clie fioriva nel i 4°/5, significato, tenne Cori, come trovo nel Ricchi), a cui
mzi con giuramento attestato da Gaspare furono innalzate statue; ed una anco a
Caldini gentiluomo velletrauo, persona Caio Oppio Sabino; Marco Oppio Capi-
già nonagenaria, perchè egli non avea tone, che figurò sotto Antonino; Caio Op-
dall'archivio di Cora, mentre era colà giu- pio patrono dellecolonie Tolentina ed E-
dice, pigliata una scrittura in carta per- sina;Oppia Prisca eresse la tomba al figlio
gamena, nella quale slava registrala una Caio Oppio Palinole pretore e questore
inai. dizione , the s. Pietro dava a quelle d'Osimo; Marco Oppio patrono della co-
.genti (ina quali ? ) che molestavano li pò- lonia d'Alife, e ivi pure Lucio Oppio Pri-
.poli Velitei ni : mi la tultociò persuadere; sco; e Sesto Oppio Prisco fu patrono in-
,ma mi rij orto però al vero, perchè con le comparabile del municipio di Tivoli, che
diligenze usale, non s'è potuta ritroverà gli dedicò una statua. Circa la medesima
I
scrittura tale". 11 Marocco riporta un do- epoca e sotto l'impero di Commodo fiorì

cumento, che dice esistere nell'archivio il corano Marco Silaccio della tribù Col-
[di s. Angelo in Pescheria di Roma , di lina, la cui rinomanza e meriti si diffuse-
ICeneioCaoKrario, e perciò del secolo XII, ro per l'impero romano, avendo dato lu-
;in cui si
DO die anticamente
le"»e i corani minose prove del suo valore militare nel-
Ìe i veliteini erano in confederazione, e la Spagna, Betica, Bretagna, Germania,
viveano insieme congiunti con amore più. Italia e in Roma stessa. Mentre le ricor-
che fraterno. Prima di lui scrisse il llic- dale famiglie tanto lustro recavano alla
I

chi su questa assetta maledizione, sem- città di Cori, donde traevano l'origine, si
brare inverosimile, per essere stale sem- vuole che Papa s. Urbano I nel 227 in-
pre le ciltà di Coii e Yelletri collegate viasse in Cori Pietro Diacono e altri ve-
insieme donde nacque il proverbio di-
, scovi a predicarvi la fede di Cristo. Gli
,vulgatis8Ìmo: Chi (acca Core, tocca Vel- scrittori corani ne desumono la prova dal-
tetri, li ciò si deduce ancora dogli scam- l'iscrizione che riporta Viola ancora, scoi -

bievoli capitoli degli statuti Corano e Ve- pila in un marmo antichissimo, secondo
litei no che riporta , sulla molla di quel il Laurienti, e riprodotta neh 556 sulla
corano che avesse offeso un veliterno e restaurala porta di s. Oliva : Ile in Ci-
Ricevei sa. Anche l'altro e recente veliler- vita te Coranam, et praedicate Chris tura
pio Bauco afferma, che per sentimento di Crucifixuin. Sostengono i corani, che uri
vetusti e moderni scultori si deve cre- tempo nella loro città vi fu la residenza
dere che il principe degli Apostoli s. Pie- del proprio vescovo, e da tempo imme-
ilio piantasse la (eòe cristiana in Cori, morabile nella chiesa matrice o duomo
onde la i
."
chieda edificata da'eorani fu a esisle il trono episcopale formato di pie-
lui intitolala. La più abbracciata opinio- Ira antica. Dichiara I Ughelli TN&ì'ItaUet
ne è che s. Pietro patì il martirio nel- sacra: Cora alane Cisterna urbes olim
J'anuo 69 dell'era corrente, cui successe- jueritnt Episcopale». Altrettanto attesta
ro nel pontificato i nominali s. Lino in il cardinal Corredini, De Civita te et. Ec-
dello aimoe s. Cleloiiell'anno 80. Inane- clesia Selina. Lo conferma numero- il

,sto secolo e nel seguente, scrive Viola, la so novero di vicari generali del vescovo
«miglia Oppia originaria di Cori, conti- di Vellelrijche vi dimorarono con pie-
nuò a produrre uomini distinti, riprodu- na giurisdizione vescovile, riferiti dal Ric-
cendo le lapidi con dichiarazioni, dalle chi, Reggia de' f'olsci, lib. 2, cap. 17, Go-
quali si ricava che uu rumo si stabilì nel verno Ecclesiastico, ed alcuni de' quali
r§a VEL V E L
si leggono nel p. Casimiro tla Roma; l'a- l'archivio del duomo di Cori, leggevano
hiiazmne episcopale esistente contigua al- alcune firme di vari vescovi della mede-
la chiesa di s. Oliva, e la mensa vescovile sima città, ed in un ceremoniale era no-
costituita in fondi instici nel lerriloi io co- tato il vescovo corano che l'ebbe in uso.
rano, die si gode dal proprio vescovo di De' tempi a noi più vicini trovasi netta
\ elletri, alla cui giurisdizione fu sotlopo- cancelleria vescovile di Velletri, decorala)
sia Cori. Sebbene voglia obbieltarsi, die col titolo di Concattedrale la principale
non si rinviene alcun vescovo di Cori in- chiesa di Cori. Conviene Calindri nell'af-j

tervenuto a'coucilii e molto meno sotto- fermare che Cori nel secolo XI 1 avea il

scritto, conviene riflettere che ne' secoli suo vescovo, e Marocco riconosce che la
primitivi della Chiesa di frequente tro- città anticamente era onorata della sede:
vatisi erroneamente designali i nomi de' vescovile. Ad onta che Cori fosse vetu-
vescovi, e del pari le città e le loro sedi stissima città, e poi anche città vescovi-

fallacemente espresse, lo falli il cardinal le, nondimeno come altre simili talvol-
Corradini nella citala sua opera, a p. i \ i
,
ta fu chiamata Terra e Oppidum , che
lo dimostra ad evidenza con dire: Qttip- aulicamente fu sinonimo di Città. Inse-
pe ibi reperitili- subseriplus Polentiuus s. gna Quintiliano, SolamRomames.se, l r-
Ut lliternensis Ecclesiac Episcopus prò beni, coetera Oppida.S\ pouuo vederegli
/ eliternensis, Amabilis Episcopus s. articoli Terra e Urbs. Qui appresso di-

Hortctisis EcclesiaeproHosliensis, Fir* rò 1' opinione di Vioia sulla sede vesc


minus s. Bleranae Ecclesiae prò Cora- vile di Cori; però quanto al grado di
nae. Avverte il p. Casimiro da Roma, che là, di recente dichiarò il velilerno Bauc
errarono pure gravi scrittori nel nomi- Cos\ fu riputata costantemente città fii

nare Cori, che in latino dicesi Cora, Co- da'tempi remotissimi; e tale confermi]
rat, e in italiano Cora e Cori. Eppure nel poi da'sommi Pontefici fino al preseni
gran Dizionario di Mar liniere viene ad- Riferisce Ricchi, che Costantino I impc
ditata Coria, Corine j ed in altri 67*o- ratore dopo aver accordato a'eristiani i

rae, Chorarum, o Corae, Coraruitij ed libero esercizio di loro religione, donòi


anche volgarmente Core, Chori e Co- Papa s. Silvestro fundum 1 Bervelas e
rioli, confondendosi colla città di Corioli fundum Sulpitianum seu Sitppliciaiuin
non più esistente. Quindi lo stesso p. Ca- in territorio Corano. 11 Marocco ricordi

simiro da Roma Memorie, e


nelle il Ti- la Massa Staliliana seu Slalibanani tu

raboschi uella Storia della, letteratura, territorio Corano, donata da Costanti


il i

riportando un'iscrizione, e il i. "cele- no I al Baltisterio Lateranense; e Wfau
brando il suddetto Ambrogio Massari da dum Corbinatum ex territorio Corani
Cora, questo ancora fu detto Cafiolano, dal medesimo imperatore donato al tito

e tale io pure lo nominai nei voi. XLIX, lo d' Equizio ossia Chiesa de ss. Sihc
p. 5o, seguendo iNovaes, Dissert. t. i, p. stro e Martino di Roma, come e meglii
254, auz roi astenni dal ripetere le sue
' nel Ristretto della medesima si ha dal p
parole, non Corano. Dipoi il Novaes av- Filippini a p. 4 i . dicendosi nel territo
vertilo dell'errore da d. Alessandro Mar- rio di Sor a alias Cora. Più volle ho Irò

chetti, si rettificò, ma lo fece con nota po- vaio Soia confusa con Cora. Tutti gì

sta dopo V Imprimatur del tomo perciò ,


scrittori coraui, e fra di essi il Laurienl
solo adesso me uè avvidi. Ecco dunque cronista e lo storico Ricchi principalmer
perchè con precisione non rinvengono si te, sostengono che s. Felice H Papa, i

ivescovi corani, come mi scriveva Vincen- Cori o nel suo territorio presso il lag
zo Tommaso Marchetti e aggiungendo : Vetere ricevè la palma del martirio ni

Che in un aulico codice eh' esisteva uel- 356 (nella sua biografia dissi in Celia
VEL VEL i
93
Novaes, ed ora m'avvedo die con lui ri- sero di mura, le quali poi rovinate mo-
pelei l'errore dell'epoca 365, che nel No- strano il gusto misero di loro struttura.
vaes dev'essere fallo tipografico, siccome Egli però non avrà inteso parlare delle
costituito a s. Liberio nel 355 e governò vetustissime: si tenga presente la descri-

circa 2 anni); anzi Laurienti è d'avviso, zione di Nibby , che le studiò sul luogo
che s. Felice precedentemente fosse stato più volte, attribuendo le opere meno an-
vescovo di Cori. Quindi il Viola passa ad tiche a costruzione saracinesca del XIII
esaminare due puntici. se realmente era secolo. Il Ricchi ricorda che l'imperatore
stato vescovo di Cori ; i° se veramente Commodo fu un vero flagello per la re-
fu decollato nella stessa città o in qual- gione, e particolarmente a Cori, a cui To-
che parte del suo territorio. Neli.° pun- lda re de'goti portò grave detrimento, e
to esclude il vescovato, perchè quando fu crede che poi anche i saraceni vi facesse-
.surrogato a s. Liberio era diacono cardi- ro strage, e più tardi fosse fornita d'ar-
nale. Nel 2.° punto riferiti i diversi pare- tiglierie e circondata intorno da profon-
|ri , insieme a quello del suo dotto con- da fossa, per cui e per la situazione di-
temporaneo p. Cherubino da Cori mino- venne fortissima. Ed eccomi a riportare
re osservante (era della famiglia Zampi- i pareri di Viola , se Cori sia stata sede
llìi, meritò essere eletto guardiano di Ge- vescovile. Sebbene, egli dice, sopra que-
rusalemme, e nel ritorno morì in Malta), et' articolo importante non possa farsi

[propende per quello dilatale Alessandro, pompa d'autentiche prove, né procedere


:cioè, che s. Felice I fu quello che patì il con tutta slorica sicurezza, nondimeno sti-
martirio in Cere, e che quello di s. Felice ma il fatto non del tutto privo di monu-
li seguì in Cori, benché nel martirologio menti onde congetturare fondatamente
i sì Cere invece di Corae. Anicio
legge che Cori ebbe un tempo suoi propri ve- i

Paolino contemporaneo del Pontefice, e scovi, e che in essa vi risiedè la diguità ve-
poi prefetto di Roma nel 38o, restaurò scovile. Si ha da certi monumenti, che Co-
in Cori un monumento o pubblico edilì- ri neh 83 non
1 era sede vescovile, poiché
zio, ma ignorasi se sagro o profano; ma in quell'anno secondo le Memorie mss.
essendo pagano, le riparazioni da esso fat- di Marzio un vescovo di Segni
Stalloni,
te da Viola
si riferiscono al tempio d'Er- per mandato di Papa Lucio III contagiò
cole, o di Castore e Polluce, o ad altro la chiesa di s. Maria nel monte Mirteto.
tempio idolatra, imperocché letracced'i- Quindi nel 2 6 vedesi soggetta alla giu-
1 1

i
dolalria non erano ancora del tutto spa- risdizione episcopale del vescovo subur-
, rite nel 608. Circa questo medesimo tem- bicario d'Ostia e Velletri; e la stessa no-
po, com' è tradizione presso corani il i , tizia risulta dal diploma del 1298, in cui
I
loro concittadino Quepio Massimo sareb- 12 vescovi concessero indulgenze alla
,
he stato il fondatore del comune di Roc- chiesa degli agostiniani di Cori. Ora se
ca Massima, poche miglia distante dalla non vi sono memorie precedenti al 83, 1 1

1
città. Nel declinar dell' impero romano, onde potersi dedurre che la chiesa cora-
i pare che anco Cori soggiacesse all' inva- na all'altrui giurisdizione episcopale fos-
sioni de'barbari, alle stragi e desolazioni se soggetta, non è improbabile che fiuo
da essi portate dappertutto nell'Italia. In- al secolo XI, ed anche più tardi, avesse
fatti il Laurienti, col riferito da De Bene- il suo vescovo, come l'ebbero altre città
, dictis, assicura che la città nel 556 sotto volsche meno popolose e ragguardevoli di
il regno di Tolda re de'goti sortii danni Cori. Arroge che io qui ripeta le parole
i
gravissimi, Corani magno affec.it detri- del Ricchi: « Tali furono gli onori coni-
r
mento. Mg. Nicolai crede che goti do- i mia patria dall'impero di Ro-
partiti alla
po aver devastata Cori, indi la circondas- ma, da cui ne riporlo quel lustro di glo-
voi. LXXXIX. i3
i
94 V EL V E L
ria , che non rinvengo in alcun' altra
io con maturità questo punto, a derma està*
città della Reggia ile' Volsci, anzi ancor comuue opinione degli scrittori, che una
ilei Lazio stesso". D'altronde è nolo, meno volta fu Cori sede vescovile, come Norma,
poche eccezioni, come in parte del Tlieu- Anzio e Bovilla (anzi scrive pure Alicia,
lie del Kircher, che il Ricchi colla sua A rdea,Lavinio, Laurealo, Nomeoto, Gn-
Reggia de Volsci e col suo Teatro degli bio), dappoiché nell'antico Lazio tutte le
uomini illustri nel regno de' Volsci, è V u- città condecorate del titolo di colonia ro-
nico storico che abhia trattato, prima de' mana furono vescovili ne' primi secoli
moderni, delle città e paesi di Marittima della nascente Chiesa. L'annotatore del-
e Campagna, senza di cui ignolesarebbe- l' Ugh eli i dice espressamente che Cori e
io rimaste un grandissimo numero d'im- Cisterna oTre Taberne furono città ve-
portanti notizie, ch'egli seppe rintraccia* Ammetterlo ancora Laurieuti, ag-
scovili.
re con grave dispendio e laboriosa fati- giungendo essere tradizione (per altro in-
ca. Caldo d'amor patrio, si rese beneme- sussistente, soggiunge lo stesso Viola), che
rentissimo de'suoi concittadini, e del suo Cori fu spogliata della prerogativa di cit-

suolo nativo e dell'intera duplice provin- tà, perchè da'suoi abitanti fu ucciso un lo-
cia, colla storia generale e particolare di ro vescovo. A Nibby sembra invece che
essa e di quelli che vi fiorirono, con no- prima della caduta dell'impero d'occideu
tizie profane e sagre, auliche e moderne. te Cori rimanesse deserta, perchè alto si

Osserva il Viola che ne' secoli gotici e


, lenzio se ne ha negli scrittori de'bassi tem-
longobardi nella oppressa Italia di fre- pi e ne' documenti fino a tutto il secolo
quente seguivano l'estinzioni delle sedi XII, e nel seguente si edificò il fabbi ic

vescovili ,
per essere restate le città di- to meno Quindi crede di potè
antico.
strutte e vuote d'abitatori, come scrisse stabilire, che probabilmente nel secc
s. Gregorio I nel 592 neliiunire quella Xlll per opera de'Couti di Segni si sta
diTre Taberne alla Veliterna. Quindi nuovo un castello sulle rovine
bilisse di
nou è difficile il persuadersi, che Cori e- dell'antica città, profittando appunto
ziandio posteriormente pegli stessi infeli- quelle per fondamento. E che questo
ci motivi restasse spogliala della sede ve- stello riprese il nome primitivo, il qua!
scovile. Infatti ne'secoli successivi le città tuttora conserva. Infatti, continua Nibby,
volsche e latine non furono esenti da guer- da quell'epoca in poi cominciano ad in-
re,depredazioni e devastazioni. Si sa che contrarsi le sue memorie} poiché Inno-
Cori nel tempo dello scisma di Vittore V cenzo III, Papa della famiglia Conti, co-
antipapa, verso il 1 162 essendosi posla me si ha dalla raccolta delle sue lettere
nell'ubbidienza del Papa legittimo Ales- pubblicate dal Baluzio, t. 2, p. 54?, co-
sandro III, dovette più d'ogni altra città stituì nel 1 2 1 2 signore e rettore di Cora,
essa e Niufa soggiacere a terribile infor- testé riedificala, Pietro Anuibaldi, finché
tunio e depredazione per parte delle mi- fosse piaciuto al Papa, indicando e confer-
lizie crudeli dell'imperatore Federico I, mando così la dipendenza diretta (dunque
Acerrimo difensore dell' antipapa e de' già era dominio della s. Sede: osserverò
suoi falsi successori , contro il magnani- quanto Sovranità della
all'origine della
mo Alessandro III. Inoltre sembra al Vio- medesima sopra Cori, che siccome Ales-
la ben forte congettura della verità del sandro Borgia nell' Istoria di Velletri
fatto nella questione sul vescovato Cora- narra che questa fu una delle prime cit-
no, il Irono episcopale in pietra, che da tà che si sottoposero al principato tempo-
tempo vetustissimo conservasi nella chie- rale di s. Gregorio II, cioè dopo il 726
sa principale, e le due collegiate co' pro- circa, e lo conferma il recente patrio isto-
pri capitoli. Che il Coi radiui esaminalo licoBauco, dicendo che col ducato roma-
VEL VEL i
9 >

no *i sottopose al dominio pontificio , e neo del divino Dante, di Gino da Pistoia


siccome le città suburbicarie e i luoghi e di alili sublimi ingegni, padri e mae-
adiacenti ne facevano parte mi sarà le» , opere col
stri dell'italiana favella, scrisse

cito congetturare, compresavi anche Co- metro, idioma e gusto da quelli pratica-
vi così vicina a Velletri e a Roma, cioè to: fra gli altri componimenti, ricordo il

nell'iilto dominio). Indi Gregorio IX pu« poema in terza rima di 5 canti intitola- 1

re de'Conti di Segni e nipote d'Innocenzo to Fcrramondo, re di Francia, cui pre- i

'IH, nella bolla emanata nel i 2 34 affine gi si ammirano da'preziosi frammenti ri-

d'impedite l'alienazione de'luoghidipen- portati dallo storico Laurienti, e meritò


'denli dalla camera apostolica, nomina par- stamparsi in Roma neh 47 3 quando l'ar-

'ticolarmente Cora. Meglio prima del Nib- te tipografica era ancor bambina e solo
i>y lutto ciò dichiarò il p. Casimiro da sene faceva uso per opere con avidità ri-

'R orna ,con affermare: Cora averesempre cercale; altamente encomiato a' nostri
riconosciuto il dominio immediato della giorni dall'immortale Perticar*! , deplo-
ISede apostolica, se non che Innocenzo IH rando i versi perduti (ed il celebre Tarn-
'istantemente pregato da'consoli e dal pò- broni giunse a paragonarlo a Dante); co-
polo di essa, col cousenso di lutti i cardi- me perdita lagrimata per l'italiana let-
izili a'22 luglio 1212 costituì signore e telatura fu altresì lo smarrimento di ai-
rettore della medesima nobil uomo Pie-
il tre opere di sì eccellente antico poeta, t

'tro Annibaldi , quamdin Romano Pon- cui titoli accennò Laurienti, Tuberà, Bo-
fifìri plaeuisset, con Epist. riferita dal Irta et Cireia. Morì l'illustre Laurienti nel
citalo Daluzio. E Gregorio IX nel 1234 i
348, per la peste che afflisse e spopolò
:

con atlo presso il Bull. Privileg. et Di- queste contrade. Mentre fioriva quel poe-
ploni. Bom. Poni., t. 3, p. 282, ordinan- ta insigne, Cori possedeva uomini savi e
ilo che senza il consenso de'cardinali non prudenti, forniti di cognizioni legali, ca-
si potesse alienare qualsivoglia luogo del- paci di compilare una patria legislazione,
la camera apostolica, tra gli nitri nominò a'tempi, al luogo e alle circostanze adat-
singolarmente la città di Cora. Questa fu Imperocché nel principio del secolo
ta.

'onorata dalla presenza di Ronifàcio Vili, XIV moltissime città, tene e castella per
• allorché trovandosi nella viciua terra di la turbolenza delle fazioni e il malaugu-
1

Cisterna fendo di sua famiglia , ove ser- rato trasporto della pontificia residenza in
peggiavano delle febbri epidemiche, passò Avignone,essendo divenute quasi indipen-
a soggiornare in Cori per godervi il salu- denti si formarono loro municipali
i statu-
'tevole clima , alloggiato nella casa de' ti, e così feceCori. Uomini valenti e godenti
Riozzi.alla quale compartì graziosi e pie- tutta la patria fiducia, certamente furo-
gè voli privilegi. A' nostri giorni il senato no preposti a tale importante cornpilazio-
romano aggregòalla sua cittadinanza Se- ne, fra 'quali si nominano Pietro Toina-
bnsliano Riozzi della medesima onorata si, Pietro Veralli,Giovauni Maltei e San-
' famiglia. Allorquando cominciarono a dis- te Buzi. Laonde la redazione dello stalu-
1
sipaisiletenehredell'ignoranza,edascin- to di Cori 0I1327, e le prove so-
si fissa
• tillare sul cielo italico i lumi dell'umano no nell'archivio della città. Racconta Ma-
!
sapere, racconta Viola, col quale proce- rocco che nel 335 seguì la pace fra Sez-
1

1
do eziandio, ma in breve, a celebrare gl'il- ze e Cori col bacio di pace, cioè pe' co-
1
lustri corani, anche Cori fu madre d' un rani il nobile Matteo di Pietro di Giaco-
genio, cioè di Virginio Laurienti nato in moda Cora sindaco procuratore, pe' sez-
1
questa città nel 1
271, poi notaio, che con cesi il nobile Giovanni Taccari setiino e
ardore si applicò all'arte poetica e total- procuratore patrio. Promisero conservar-
meule si dedicò alle muse. Coutempora- la sempre e di rimettersi scambievolmen-
i
96 VE L VE L
te ogni offesa, e specialmente dimenticar tanti di Cori. Comunque sia, è certo che
l'uccisione falla da Paolo sez-
Andrea di i corani conoscendosi inferiori di forze a'

zese, di Giacomo da Cora, obbligando so- loro nemici, implorarono il soccorso de'
pra ipoteche loto beni e confederandosi
i velletrani loro antichi amici e confedera-
per qualunque molestia nemica. In tal ti.Unite le loro milizie marciarono in
modo fu impedita una popolare sommos- Albano, espugnarono la citlà, la saccheg-
sa provocata dalle fazioni. Queste conti- giarono, vi appiccarono il fuoco e reca- ,

nuando a lacerare i dominii della s. Se- rono gravi danni al monastero di s. Pao-
de, per l'assenza de'Papi da Roma, insor- lo. Gli effetti di questa militare spedizio-
sero forti dissensioni fi a'eorani e gli abi- ne furono simili a quelli della distruzione
tanti di Colle Medio o di Mezzo, castello di Colle Mezzo. Lo stesso Gregorio Xf
poco dislantedalla città, situato nella pro- scomunicò le ciltà di Velletri e di Cori,
vincia di Campagna, forse sopra la selva uè queste furono prosciolte dalla grave
di Cori, fra Segni e Carpineto, e di cui censura canonica, che dopo aver implo-
al presente si ha appena memoria. Offe- rato il perdono, e pagata una ragguaide-
si da corani della dannevole loro
essi i le somma a'monaci di s. Paolo pe' danni
coudolla ardila e insolente, senza invo- solici li. Tanto narra il Viola, benché se-

care la suprema autorità di Ugo Bonvil- condo Ricchi corani aiutarono veli tel-
i i

lar vescovo di Leltere,rellore e conte del- ili contro gli albanesi, e poi si obbligaro-
le provincie di Marittima e Campagna, no pagare a'monaci di s. Paolo una soc
nel 1372 pieni di vendetta per l'offese ri- ma considerabile pe'danni fatti dalle so

cevute, usciti in grossi drappelli dalla cit- datesche curane. In mezzo agli sconvol
tà, marciarono militarmente a danno di menti di quell'epoca, non mancò la dii
quel castello, che presero, bruciarono e na provvidenza di far fiorire uomini ili
distrussero , devastando i campi e ucci- minati e santi, quali impiegarono tufi
i

dendo gli agricoltori. Ad onta che il ri- il loro zelo per eliminare tanti mali. Ir
petutamente provocato sdegno sembrava Cori fece sorgere il beato sullodato f
scusare l'impelo vendicativo de' corani, Sante agostiniano nella sua patria, e de
nondimeno l'impresa fu qualificata delit- la medesima famiglia del poeta Laurìen-
tuosa e arbitraria, onde la ciltà fu sotto- li. Conoscendo bisogni morali de' suoi
i

posta all' interdetto. Colpiti i corani da concittadini, dedicò tutto se stesso a rifor-
questa gravissima pena ecclesiastica, in- marne i costumi. Predicava nella città,

viarono deputali in Avignone per giusti- istruiva nelle campagne, a tutti spiegan-
con Gregorio XI (e non VI, come
ficarsi do le soavi, massime del Vangelo. Fu tale
probabilmente per fallo tipografico si leg- la pietà e l'amore del prossimo di fi. San-
ge in Ricchi, e ripeterono Viola, Castel- te Laurienli, che Dio autenticò le sue a
Lino e \' Album di Romane\ t. i5,p. ?.58). postoliche fatiche con prodigi e sopran-
Questo Papa uè accolse benignamente le naturali avvenimenti; poiché predicando
rimostranze, ed avendo conosciuta non nelle campagne alla moltitudine, per più
tanto ingiusta la cagione che avea indot- giorni la sostentava colla sola divina pa
to i corani al riferito eccesso , die loro il rola e senza cibo corporale , e quantun-
perdono e sciolse Cori dalla scomunica. que ue'luoghi adiacenti piovesse dirotta
Non andò guari che corani verso ih 377 i mente, il cielo restava sempre sereno in
trovaronsi involti in nuovi impegni guer- quello spazio di terreno in cui il popoL
reschi col popolo d'Albano. Il motivo de udiva le sue fervorose prediche. Deno
dissapori fra le due città non è ben noto, minato il santo e il beato, pende il gin
ma sembra,secondo Laui ienti, che gli al- dizio pel riconoscimento del cullo pi ess*.

banesi avessero dato morte a molli ubi- la s. Sede. A suo tempo insorse il lagn
V E L VEL .97
mevole e grande scisma d'occidente con- ne della città di Cori siccome fu sponta-
tro il Papa legittimo Uibano VI, per l'in- nea, così a guisa dell'antiche federazioni
trusione dell'antipapa Clemente VII , il venne solennemente stabilita fra'due po-

quale volendo sostenersi colle armi, i co* poli romano e corano. I patti della concor-
irmi fedeli al vero Papa si batterono con dia, per maggiore e piùcostante osservan-
esse. Frattanto l'ambizioso Ladislao re di za, furono dipoi confermati nel i458 da

Sicilia di qua dal T'aro, agognando al do- Pio il con breve apostolico. Il p. Casimi-
minio dello stato pontifìcio e d'Italia, in- ro da Roma dice erronea 1* asserzione di
grato a'benefizi ricevuti da Bonifacio IX, Ricchi, che Cori nel 4 o si sottomise vo-
1 1

Innocenzo VII e Gregorio XII, nel ponti- lontariamente alla signoria del popolo ro-
'ficaio di quesl' ultimo profittando della mano, poiché egli dice essere fuori di dub-
perturbazione generale per il sussistente bio, che innanzi a quel tempo il dominio

Làmia, con nuove scorrerie invase anche de'Conservatori di Roma non pure slen-
Cori e le vicine contrade. Le sue soldate- devasi sopra di Cora, ma sopra le città e
sche napoletane gli fecero soffrire molli terre che nomina e da me riferite al cita-
[guai, saccheggiando e distrùggendo il ce- come leggesi nella pace fatta
to articolo,

lebre monastero di s. Angelopresso Ninfa neli4°4 fra'conservatori e Paolo Orsini.


'detto di s. Maria del Monte Mirteto, dopo Anche Nibby opina che Cora passò diret-
'3 secoli circa
o 270 anni d' esistenza. Il tamente sotto il dominio del senato e po-
Nibby citandoli Diario di Gentile Delfini, polo romano, prima del tempo assegnato
presso il Muratori, riferisce aver Ladislao dal Ricchi, perchè come dipendente dal
ordinata la roccatura di Tivoli, Velletri, medesimo fu compresa nella detta pace
;Cora ed altre terre, e che vi pose i castel- del 4°4- ' corani sostengono, che il sena -
1

lani. Sebbene l'auno manchi, e- positivo tu e popolo romano esercitava sulla loro
gli crede che questo fatto appartenga al città soltanto la privativa giurisdizione e

1408 per roccatura doversi intendere


: governo, riconoscendo la giurisdizione se-
la merlatura e fortificazioni in genere, e natoria ripugnando le qualifiche di
, ina
eh questo restauro delle mura curane ne vassallaggio, feudo e governo baronale,
souo evidenti prove que' pezzi che scor- usate inesattamente da diversi scrittori e
gonsiappunto del secolo XV. Nel 14.10 il anche in qualche atto pubblico. Imperoc-
'
scomunicalo da Giovanni
re Ladislao fu ché essi con in villo coraggio scosso il gio-
'
XX11I (megiiodopo la data che vadoa ri- go di Ladislao, con volontaria dedizione si
portare, perchè fu eletto nel medesimo posero sotto la protezione, giurisdizione e
1 4 o
1 a' 1 7 maggio), e le sue tirannie ec- romano, non
amicizia del senato e popolo
I
citarono le città e luoghi della Chiesa ro- mai con soggezione d'autorità dispotica o
ina uà a scuoterneil giugo, frale quali non politica; tua col vincolo di federazione,
!
fu l'ultima Curi.Spiegando essa fermezza con reciproci patti e condizioni, senza al-
'
e coraggio armalo, le riuscì di sottrarsi cun tributo che mai si pretese dal senato
dalla sua prepotente dominazione; e per romano. Questo poi pagava
1

le carceri, il

'
essere all'uopo garantita e difesa, nello governatore e lutti gli altri funziouari,cer-
slesso 1 4 <<) a'5 febbraio voloutarhmenle tauiente con graude utile de' corani. Fu
si assoggettò al Senato Rumano (f^-), dal quindi doppia gloria pel senato romano e
I quale per a ver dato insigni argomenti ilel- pel popolo di Cori, che senza veruna coa-
I'. intica fedeltà, fu lodala con diploma e zione i corani spontaneamente si sogget-
'

assoluta da vari eccessi che per le circo- tassero al suo patrocinio e giurisdizione,
1
stauze de'teiupi le erano stati addebitali, rimanendo fedelissimi sino alla recente
e fu altresì tenuta poi dal medesimo in cessazione della medesima; ed senato il

graude cousiderazioue. Siffatta soggeziu- roiuauo, scrupoloso osservatore delle rea-


198 VE L V EL
proche condizioni, mai esigette tributo diritto d'eleggere il ballino, cou libero
dazio, come lo percepiva dalle città e ter- sereizio della giurisdizione; diritto che
re realmente tributarie. Dice il Viola, pri- successivamente confermato da Nicolò V
ma dell'invasione diLadidao, anzi da tem- nel 1 45 1 (collo stesso censo e per altri 29
po immemorabile, per l'amministrazione anni). Finalmente Sisto IV nel i48o, col
della giustizia e per la custodia delle leg- breve Ad cogaiLainJidelUate.nl, soppr
gi si eleggevano due magistrati o preto- se affatto l'uffizio di ballino, e sciolse
ri, uno de' quali prendeva il nome di po- ri dalla giurisdizione del preside delied
destà e giudicava nelle cause di pubblico provincie, dietro istanza de'pubblici ra
diritto, e l'altro cbe dice vasi il giudice de- presentanti corani, e non senza la eoo
cideva le cause di diritto privalo, e puni- razione dell'illustre e già ricordalo coi a

va i delinquenti uniformemente allo sta- euon romano o conciano o di Corano


tuto (il giudice hovo in Ricebi cbe si e- come altri scrissero, p. Ambrogio Mas-
leggeva da secoli, come leggesi nel breve sari, di vasto ingegno, che presso quel Pa-
Sanctae Romanae Ecclesiae Judex, del pa era in grandissima slima. Esso fu uno
i 283 di Martino IV: si può vedere il suo degli uomini più distinti e sommi che può
«;ap.i6, Governo temporale di Cori). Il vantar Cori, religioso agostiniano del suo
diritto della nomina e dell'elezione del po- convento. Divenne celebre, eloquente ed
destà variava secondo le circostanze de' efficace predicatore, profondo teologo e
tempi e la forma del governo; sicché ora filosofo, provinciale e procuratore gene-
«d popolo romano, al preside delle due pro- rale dell' ordine, professore di teologia
vinole di Marittima e Campagna, ed ora nell'università romana. Sisto IV l'inviò
alla città medesima spettava: ma il giudi- nunzio iu Germania per conciliar le dif-

ce,cbe sempre avea avuto la giurisdizio- ferenze fra gli elettori dell' impero, cou
ne nelle cause civili e crimiuali, depra- felice riuscita; e poi. lo fece dichiarare
vasi per antica costumanza dalla s. Sede, generale del suo ordine, di cui divenne
come risulta da alti pubblici del 1288. beuefico e intelligente riformatore, mas-
Questa forma d'elezione durò fino a Bo- sime de'conventi di s. Marco in Milano, e
nifacio IX, che neh 392 concesse alla cit- di s.Maria del Popolo iu Roma, la cui r
tà il diritto di tale elezione per un lem- dificazione e quella della chiesa otleu
pò determinato, cioè fino al 4 1 7 (ossia 1 da Sisto IV. In Milano sosleune viltoii :
per 25 anni, però collo sborso di 4-5o fio- samenle la clamorosa questione, che il
rini d'oro alla camera apostolica), in cui dottore s. Agosliuo si dovesse rappresen-
ritornò alla s. Sede. Martino V
ueli43o tare vestito da romito e non da canoni-
avendo osservato che si eleggevano ed e- co regolare. Pubblicò in Roma l'apologia
rano stati eietti 6 magistrati col titolo di del suo ordine , col commento della 1

Ladini, magistrato poco giusto, per cui so- gola e il catalogo de'religiosi illustri. M
venti volte, con iscaudalo de'buoui, e con to Sisto IV, fu uno degli oratori eletti
danno della pubblica e privala tranquil- dirne ['orazione funebre; ma il successo-
li tà,resla vano impuniti i delitti, nelle cau- re Innocenzo Vili lo fece tosto rinchiu-
se de' quali davasi la prevenzione fra il dere in Castel s. Angelo, e dopo un mese
kailino e il podestà ministro allora del- gli assegnò il proprio convento per car
la curia generale delle due provincie sud- re,ove oppresso d'afflizione inori poco
dette, per ovviare a ulteriori disordini pò nel 1480 in Roma. Tanto rigore si
soppresse prevenzione, e restituì
siffatta tribui per aver sparlato del Papa,o p
alla città, sebbene a titolo oneroso (cioè che violò il divieto sul silenzio imposto
l'annuo censo di 5 fiorini d'oro e per 29 delta questione, o per invidia e risei»

anni, e col breve flfagnae fidclilatis), il mento d'alcuni suoi io&rali cuneligu
IVEL che lo calunniarono. Benemerentissimo e
VEL
dalle circostanze de' quali dovesse misu-
199

ornamento del suo ordine, sommo lette- rarsi la maggiore o miuore estensione. In-
i alOjOutore di molte dottissime opere lo- tanto Cori continuando in ogni secolo a
ti ite, il cui catalogo riportano il Ricchi e produrre cittadini in pietà e dottrina di-
Viola, in uno agli alti encomi che gli tri- stinti e rinomati , rimarca Viola nel ri-

(lutarono tutti gli storici contemporanei ferirne le notizie biografiche, che andava
e successivi, anche per le sue virtù, pietà a presentarne una serie cos\ nobile e nu-
e «spettabili costumi. Così finì un uomo ve- merosa, da recare stupore e meraviglia.
ramente grande, vittima della maligni- Il p. Bonifacio da Cori contemporaneo e
tà:esempio non raro, né unico nella serie correligioso del Massari, proseguì alacre-
dell'umane vicende! Discioltala città di mente la riforma de'costumi nel suo or-
idoii nel 1480 dalla giurisdizione del pre- dine da lui cominciata, qual provinciale
side delle due provinole, a' ig novembre del medesimo, e fu mollo dotto e versato
ii5i2 furono rinnovati patti onorevoli i in ogni ramo di letteratura. Altro illu-

coll'inclito popolo romano,e nel i5i 3 con stre e dotto agostiniano fu il p. Egidio
molla da Leone X fu questo reintegrato Marida , e si rese benemerito della pa-

ni possesso di tutte le giurisdizioni, e del- tria. Dalla famiglia Veralli, una delle più
l'immediato dominio sulla città di Cori e antiche e cospicue famiglie corane, usci-
suo territorio, ed altri luoghi , Velletri rono grandi uomini. Oltre il nominato
iee. cum mero et misto imperio, aliisque redattore dello statuto, Gio. Battista (uno
omnibus juribus et jurisdic tionibus, pro- di simile nome e cognome negli Archia-
ti t canini subdi forum Romani populi , tri Pontificii del Marini, lo trovo detto
di/ioni et potentati, de constnsu quorum dal Mandosio medico d'Eugenio IV, per-
interest, libere resti luimus et plenarie chè peli." lo chiamò suo archiatra Baldo
rciiitegramus.W p. Casimiro dice cheLeo- Baldi nel suo Opobalsamo, dalla quale
ne X con tale atto confermò pure le fran- opera crede Marini l'abbiano tolto gli au-
chigie di Cori , la dichiarò libera e im- tori del catalogo de' protomedici e pub-
mune, insieme con Velletri, Tivoli e Ma- blicalo negli statuti del loro collegio, uon
g\'ìnnn,polestariae a taxis, quasproex- essendovene memoria nell'archivio della
: pedi liane Brevium praefati secretarti ab s. Sede. Bensì nel t;>2 r uno de'conserva-
eis haclenus exigebitnt ... et ab ornai o- tori di Roma fu Gio. Battista Veralli, ri-
nere, quo prò stationibus militimi Roma- ferito negli statuti urbani di quell'anno,
1 uae Kcclesiae, gravabantur.Vva gli al- e Marini ne riparla nel Ruolo de'pro-
il

1 tri patti della summenlovata concordia vi fessori dell' archiginnasio romano, qual
i fu quello eziandio, in forza del quale il capo de'conservalori, e così dotto che gli
1 podestà dovea nominarsi dal consiglio del si attribuì l'orazione recitata in Campi-
: popolo romano, e rinnovar-i ogni 6 me- doglio per l'inaugurazione della statua di
'
si; dovea esser nobile e cittadino roma- Leone X da Domenico Amio o
scolpita
: no, e si rivestiva del mero e misto impe- d'Aimo. Inoltre chiama famigliare del
lo
1 ro. Si convenne inoltre che il giudice do- cardinal Farnese, marito della nobile ro-
: vesse eleggersi da'priori,e confermarsi dal mana Giulia sorella del cardinal Jaco-
. pubblio* consiglio di Cori, colla qualità vacci, e riformatore dello studio di Ro-
i
di dottore ed estero; che dovesse pren- ma. Ignora quando fu protomedico di Ro-
. dere cognizione di tutte le cause sì civili ma, e ripete sogno il crederlo stato me-
1 che criminali in 1
.* istanza, e compiline dico d'Eugenio IV. Da tali uffizi, dall'es-
. i processi senza intervenzione del pode- sere romana la moglie ed aggregata alla
stà; e che al medesimo giudice si appar- nobiltà romana la famiglia Veralli, pro-
tenesse l'arbitrio della pena in tutti i ca>i, babilmente derivò l'errore di chiamarsi
aoo VEL VEL
romano il loro figlio cardinal Girolamo vara, e fu conservatore di Roma, ove
nell'epitaffio del sepolcro, ov'è detto zio di stabilirono i figli Gio. Battista e' Fabri
Urbano F//, perchè questo nacque dalla zioVeralli (V.), nel palazzo acquistalo in
figlia della sorella della madre, e non dal- piazza Colonna, già de'Gi ustiui e oraPiooa-
la sorella di questa come alcuni credo-
,
bino. Fabrizio divenne poi cardinale , e
no), vivea mentre il cardinal Farnese era il fratello ebbe da Eugenia Rocci due fi-

vescovo d' Ostia e Velletri. Egli era let- glie Giulia e Maria, la quale ultima spo-
terato e professore di mediciua, e talmen- sala almarchese Orazio Spada, nipote
te a quel gran cardinale ben affetto, che del cardinal Bernardino Spada (V.),
nelle sue pastorali visite, in Cori amava porlo seco in dote tulta l'eredità de'Ve-
di godere dell'ospitalità de' Veralli, nella rulli , che dicesi eccedesse la somma di

casa del quale alloggiava, e si tratteneva 200,000 scudi. E così fu estinto il ramo
eziandio se per avventura da qualche in- de' Veralli passato in Roma ,
poiché in
disposizione di salute era sorpreso. Dive- Cori ne restò allro, essendosi la famiglia
nulo neh 534 il vescovo porporato Pao- divisa in due sino dal secolo XV,e fioriva

lo III, non dimenticò servigi e l'amicizia


i a tempo del p. Casimiro,com'egli attesta,
del corano medico Veralli , e profuse le imparentata a quella de'Ricchi. IlNovaes
sue beneficenze su di lui e su tutta la fa- e Marchiafava dicono cardinali Gi-
il i

miglia. Lo chiamò subito in Roma , ed rolamo e Fabrizio nati in Cori, benché


usò con esso tale familiarità, che fabbri- sulla loro tomba si legga romano. Eru-
candosi il palazzo Farnese , il Veralli Io ditamente e con diffusione tratta de'dt
consigliò a dargli in alcune parti la for- cardinali Veralli anche il Cancelli»:
ma del tempio di Ercole in Cori, di che nella Lettera al cardinal Antonio P<\

già dissi ove ne feci parola. Suoi figli fu- lotta sopra una copia all'encausto
rono Girolamo Veralli (V), Paolo Emi? la Scuola d'Atene di Raffaello; ed
lio, e Matteo parimenti nati in Cori nella codice membranaceo diFerdinandoCc
casa avita presso poi la Segnina. Girolamo dubense - De Consultandi r aliane - 1

fu creato dal Papa cardinale; Paolo E- dicato al cardinal d'Auxia, e poi pc


uditore di Rota, arcive-
Diilio fu celebre seduto dal cardinal Girolamo Verall
scovo di Rossano e vescovo di Capaccio, Dichiara che per incidenza avendo chi
ed affezionato alla terra natale, abitò niato nelle Notizie dell'Anello Cardine
molto tempo in Cori, mentre era vesco- lizio, il cardinal Girolamo proveniente

vo, e vi si fabbricò un'abitazione annessa da Cori, perciò l'ardentissimo zelo delle


alla casa paterna. Il p. Casimiro da Ro- glorie patrie del suo particolare amico
ma a vendo criticamente esaminatoli luo- Vincenzo Tommaso Marchetti, nel di lui

go di nascita del cardinal Girolamo Ve- estratto di tale opuscolo inserito nell £/*•
ralli, trovò che incontrastabilmente fu Co- femeridi di Roma di novembre 1 823, p.
ri, riferendo diverse notizie della famiglia a 4> correggendo la sua inesattezza, di-
1

Veralli corana e del cardinale, che in Co- mostrò ad evidenza la sua nascita in Co-
vi godè de' benefizi ecclesiastici, fu par- ri, da lui precedentemente manifestata
roco di s. Michele Arcangelo, indi fu elet- alNovaes, con aver prodotto le testimo-
to giudice dalla patria, e luogotenente e nianze del Ricchi, del p. Casimiro e di
r
giudice del cardinal Farnese in Velletri; mg. Alessandro Borgia. Che nel i55i
e divenuto cardinale, Cori nel pubblico gli fu dedicato lo statuto corano, essendo
consiglio lo dichiarò protettore, e decre- dipinta la sua effigie con quella del fra-
tò che nulla s'iutraprendesse senza la sua tello Paolo Emilio, e del nipote cardinal

approvazione. Che il fratelloMalteo si ma- Fabrizio nella sala del consiglio di Cori,
ritò con Giulia Mqualdeschi deila Cer- pqq. l'epigrafe di Cittadini Corani-CUe ,i-
-

VE L VEL aoi
levasi dalla Storia mss. di Cori del p. San- patrio convento di scelta biblioteca, e la-
te Laurienti,cheil feudo di Castel Viscar- sciò mss. molte opere. Agostiniani pur
do passò agli Spada da'Veralli. Continua furono, Egidio Fantuzzi valente predi -
il Viola a narrare, che Erminio Versili, calore; Celidonio Giardinetti si distinse

afline de'mentovati Girolamo e Paolo E- nella poesia ; Cristoforo Militi giuniore;


milio, nella guerra contro il turco sotto Gregorio Militi arse di zelo apostolico pel

s. l'io V, trascorse gloriosamente la mi- prossimo e specialmente pe' suoi concilia-


litare carriera, luogoteuente di Paolo G hi- ni, e compose un libro Sull'origine e ari'

slieri nipote di quel Papa; trovossi in di* lichità di Cori; Gio. Battista Benedetti
verse battaglie navali, in cui riportò lode afline de' nominati di bel talento. Aure-
di valoroso e intrepido, pieno d'onorate lio Alti fu virtuoso, saggio e dotto gover-

cicatrici Spatriando. Nella stessa guerra natore d'Anagni e altre città. La famiglia
il Ricchi ricorda Paolo Maltei capitano Bucciarelli originaria di Roma fu pro-
del re diFrancia. Noterò col p. Casimiro, duttrice di uomini preclari; fu Antonio di
che in Cori dimoravano gli ebrei, espul- Francesco ufficiale del senato sotto Mar-
si nel i56g d'ordine di s, Pio V, come tino V, che fissò in Cori il suo domicilio,
in altri luoghi, onde fu venduta la scuo- da cui sortirono Agostino vicario gene-
lache avevano nella città, e restò il no- rale d'Ostia e Velletri, Marsilio egual-
me alla contrada da loro abitata. Il sud- mente vicario, e Pompeo professore di
detto p. Maritila (che Ricchi dice della teologia. Questi stimato da' Colonna fu
famiglia Militi o benedetti, ma piuttosto maestro e aio a Marc' Antonio II, e ne di-
una sorella entrò in quella casa) aveudo venne successivamente uditore e impie-
particolare amicizia con Marc' Antonio li gato ne'goverui di molte città e castella;
Colonna, rese un segnalato servigio alla restato vedovo, si fece sacerdote, visse i i o
patria nella fatale guerra della Campa* anni e fu uno de' revisori dello statuto
gua Romana degli spaglinoli contro Pao- allorquando si stampò. Marzio Buccia-
lo I V ; d Colonnese seguendo le parti ne- relli fu vicario di 4 cardinali vescovi in
miche, devastò diverse città e luoghi del- Cori; Lorenzo Bucciarelli fu preside di
la provincia. Si presentò sotto Cori col- molte città e altri luoghi di Campagna;
l'esercilo vittorioso, e forse con cattiva e per non dire d'altri Bucciarelli, Pietro
intenzione. Costernati gli abitanti teme- quasi sempre resse comunali interessi. i

vano funeste sciagure, quando il p. Ma- Dice Ricchi che Paolo Bucciarelli oriun-
lnota accompagnato da un drappello di do di Cori, nel 634 w consagrato da Ur-
i

ragguardevoli cittadini, si portò incontro bano Vili vescovo di Narni. Fabio Gian-
alle minacciatiti squadre. 11 Colonna alla nuzzi vicario generale d'Ostia e Velletri,
vista dell'agostiniano amico,deposto il con- camerlengo Vaticano: il fra-
beneficiato e
tegno guerriero, I' accolse benignamen- telloManilio avvocato concistoriale, pel
te, ed assicurò che non avrebbe molesta- suo sapere profondo s. Pio V lo nominò
to la città. Altri agostiniani illustri furo- governatore; Ugo Boncompagui che gli
no il p. Bonifacio Scaglioni, e particolar- successe (pare che si debba anticipare la
mente il p. Cristoforo Militi o de' Bene- della epoca, non solo per riferire il No-
detti uipole del p. Maiiola: dotto in ogni vaescheUgu nel 555 fu fallo vice-legato
1

ramo sapere e dotalo d'ingegno per-


di di Campagna, ma perchè Pio IV anteces-
spicace, fu vicario generale di più vesco- sore di s. Pio V l'avea creato cardinale e
vi, provinciale della provincia romana, e inviato legato in Ispagna) nella carica, di-
facondo predicatore recitò diverse predi venuto Gregorio XIII, stimando i meriti
che ne! palazzo apostolico con singoiar sod- di Manilio, profuse le sue beneficenze su
disfuioue di Clemente Y-M i anicclù il di lui e itigli, de'quali fece Pietro vescovo
2oi VEL VEL
d'Alatri, e Gio. Ballista suo particolare il sullodalo p. Cherubino). Osserva il Vio-
tesoriere, Giovanni Amali essendo cappel- la, che una serie così numerosa di uomi-
lano del cardinal Medici, il quale eletto ni insigni che Cori nel secolo XVI pro-
Papa col nome di Pio IV lo fece canonico dusse, dà a conoscere lo stato di robu-
Lateranense(aItro canonicodella basilica stezza in cui ella trovavasi in quell'età, e
Valicana corano fu Biagio, ricordato dal- coniedovea essere temuta e rispettata. In
lo Schradero ne' Monumenti d' Italia fl- soggiunge, Marc'Antonio e Sciarra
fatti,

no al 1 5ga) e vescovo di A/mort nel 565 1 Colonna (com'egli lo chiama, e di cui più
colla ritenzione del canonicato, anclie do- sopra ragionai, come nel paragrafo Ser-
po la rassegna fatta del vescovato nel 1567, moncta), facendo col loro esercito ritor-

morto decano di quell' arcibasilica nel no dalla Francia, e volendosi vendicare


j 5g3 e sepolto nella medesima, in cui di- d'alcuni torti ricevuti, penetrarono nella
spose annuo anniversario di suffragio, il Campagna, e infiniti guasti recarono a
quale celebrasi a' 5 maggio: la sua iscri- molte città ed altri luoghi di quell'uber-
zione sepolcrale nel 1843 fu rinnovata tosa provincia; passando per altro nelle
r
dal concittadino e concanonico mg, Pic- vicinanze di Cori, la riguardarono da

chioni.come notai nel ricordato articolo. lungi con rispetto, né osarono di violare
Ulisse Ciuf!) preside di moltecittà di Cam- il di lei territorio. Inoltre Marco Sciarra
pagna, restato vedovo della virtuosa Lau- famoso condottiero di numerose bande
demia Giannuzzi, di 70 anni si ordinò ditruppa devastatrice, passando con essa
sacerdote e due de* suoi 10 figli che già pressola città, tale timore neconcepì, che

lo erano assisterono la suat,' messa : gli fuggendo, si tenne ben lontano dalla me-
attribuiscono varie opere letterarie, ed desima, e si spinse a depredare Castel
una Genealogia delle famiglie di Cori, Giuliano, Norma, e altre terree castella
che inoriginaleè nell'archiviodella nobi- della provincia di Campagna, Il Ricchi
lefutuiglia Marchetti, Gio. Antonio e Vin- che altrettanto riporta, in parte chiarisce
cenzo Prosperi valenti giureconsulti, d'u- il narrato, in parte fa conoscere essere ri-

na delle famiglie più antiche e nobili di petizione del riferito superiormente, non
Cori, la quale porta va prima il cognome di senza forse anticipare l'epoca quanto a
Renzi dal famoso tribuno Roma Nicola
di Soiarra. Poiché egli dice, di ritorno Mar-
di Rienzo, di cui riparlai nel voi. LXXIH, c'Antonio(II)CoIonna dalla Francia colle
p. 3o2; famiglia che prese il cognome di sue squadre nel 556 (cioè nella guerra
1

Prosperi da Prospero Renzi verso il 1 5a5. contro Paolo IV), benché predasse Segni,
Cesare Mattei il seniore da'patrii storici Palestrina e altri vicini luoghi, nondi-
fu detto il poeta corano, in gran rino- meno per Cori si mostrò rispettosissimo.
manza nel declinar del secolo XVI; ca- Marco Sciarra Colonna, dopo aver sac-
nonico e rettore di diverse chiese in Cori cheggiato Norma e Giuliano, portando-
e inRoma, autore di molte opere in pro- si alla volta di Cori,
la sua venuta fu

sa e in versi,coraedi Iodate tragedie. Que- frastornata dal p.Egidio Mariola cora-


ste come altre produzioni letterarie de' no, che avendo entratura co' Colonnesi,
talenti corali, essendosi perdute, furono in segno d'amorevolezza gli andò incon-
deplorate dal Viola, per la maggior glo- tro con molte some di viveri, e come al-

ria che ne sarebbe derivata a Cori, e uti- tri vogliono gli presentò le chiavi di Co-
le alla repubblica letteraria. La fami- ri, per cui dal Papa restarono scomuni-
glia Zampini fiorì tra le ragguardevoli, cati per molto tempo i corani. Neìì'41-
reputandosi derivata dal suddetto Marco bwndi Roma,i. 2 3,p. 3 5, si legge di L. A li-

Silaccio, vissuto a' tempi di Commodo, bati un' elegante descrizione della pitlu

fiorendo un Antonio circa il 1 570 (e poi ra esprimente Tasso e Marco Sciarra, e-


V E L V E L ao3
seguita dal valente romano pittore Carlo ne fu meno feconda nel secolo XVII. Sul
De Paris. Si apprettile da essa che il for- principio fu illustrata dalla nascita di
Mutabile ladrone co' suoi Celli, ne' nion- Pellegrino Laudi Vittorj, la cui famiglia
li della Bruzia vedendo il grande epico sempre produsse insigni uomini nelle
(che celebrai anche nel voi. LXXXV, p. scienze,ed al presente con ragione si pregia

34), «»on gli fece onta, tua lutto umano appartenerle il degnissimo vescovo d'Asi-
e mite l'assicurò di progredite il viaggio si. Pel legri no colle sue virtù di venne cano-
tranquillamente, ed ofltì nell'insorta prò nico di s. Maria, l'ornamento della patria,
cella se e i suoi in di lui aiuto e conforto. il decoro di sua stirpe, il padre de' pove-
Secondo da Ricchi, e in uua
il riferito ri, l'uomo apostolico e santo, comechè
lettera scrittami dal Marchetti, Paolo V venerato qual servo di Dio. Ne compilò
nel 60 5 accordò al magistrato pubblico
i la vita un gesuita, e la dedicò al vescovo
di Cori il titolo di conservatori. Il Bau cardinal Ruffo, di cui ne pubblicò l'e-
co in vece attribuisce la concessione a s. stratto il Marchiata va nella discorsa de-
l'io V e perciò anteriore, ed osservando dizione di sua Breve istoria, ragionan-
che il senato tornano ne fu contento, e done anche nella 3.' Narratisi di esso co-
che anzi ascrisse fra le famiglie patrizie se prodigiose, fra le quali le sue estasi in

romane non poche di Cori, che furono coro al canto della Salve Regina, e di
la Versili, la I3uzi, la Corradini, la Mon- aver alzato il capo e le mani dal feretro

tagna e altre. I conservatori di Cori si nella messa solenne del suo funerale al-
sottoscrivevano con tale titolo, e poi tra- l'elevazione dell'Ostia per venerare il ss.
cciarono d'usarne il titolo. A tempo del Sagrameuto. Divotissimo della Madou»
Biechi i 3 priori incedevano magistral- uà del Soccorso, impreteribilmente la vi-

mente con ammanti di color violaceo, e sitava ogni giorno prima del coro, ed in
ornamento di armisino o ormesino, I una processione di penitenza, per umilia
conservatori poi incedevano togati con fece il lungo e disastroso viaggio con pe-
berrette di velluto, segniti da 3 mandata- santissima Croce sulle spalle, e con peso
ri, sia nel partire e sia nel ritorno alle loro smisurato di selci appeso al collo. Giro-
case. Leggo uel p. Casimiro, che nel 1 660 lamo Yeralli il giuniore figlio di Erminio,
ordinò la congregazione della s. Consulta, letterato, giureconsulto e preside di mol-
che gli umziali del comune si eleggesse- te città ed altri luoghi della Campagna,
ro dalle 60 principali famiglie, poiché La famiglia Castaldi fu pure in ogni tem-
sino allora nulla facendosi in Cori senza po di uomini egregi illustrata: Marsilio
i conservatori di Roma, da questi si sce- fu valente letterato ed erudito; così Ana-
glievano 60 consiglieri, da' quali erano stasio canonico d'Albano; Flaminio giu-
scelti gli uffiziali e singolarmente il giu- reconsulto fu denominato causidico per-
dice; essendosi i conservatori di Roma fctloj il p. Gabriele seniore agostiniano,
riservato solamente il diritto di costituir- profondo teologo, esimio oratore, autore
vi il pretore, poi confermato con ponti- d'un dramma sulla fanciulla Oliva. Mel-
ficio breve, carica che soltanto conferì- chior Bossi, imitatore di Plauto che fa-
vasi ad un nobile romano, onde tra gli cendo il mugnaio nell'ore di riposo scri-
nitri l'esercitarono i Cenci, i Conti, i Mu- vea commedie, essendo scarpellino nel-
ti, i Bufali, i Fa hi, i Doccabella, i Pupa- l'ore d'ozio componeva versi e commedie,
loui, : Velerà, gli Jacovacci, i Cesari ni, ed il Viola riporta di lui un bel numero
i Molara, i Matlei, i Calftrelli, i Frangi- d'opere prosa e in poesia, alcune del-
in
pani. Se uel secolo XVI Unti uomini le quali stampale. Alessandro Petrilli
chiari nelle lettere, nella pietà e negli o buon poeta, ma seguace del cav. Marini ;
noti Cori produssi-, dichiara Viola, non conosciuta l'eirouea sua coudoltu si fece
ao4 VE L VEL
cappuccino, ed occupò il suo estro poe- di Francia e dell'imperatore inGermania:
tico intemi edificanti e in rappresenta- tornalo in patria carico d'anni e di glo-
zioni sagre, riferite dal Viola. Antonio ria, vi morì con applauso del suo operalo
Mattei cauonico decano di Milano: altro e insieme con ammirazione di non esser
di tal nome o forse il medesimo, con l'U- stalo premiato a misura di sue prodezze.
gheili lo dissi vescovo di Sarno in quel- Ma come dice il maestro della politica
1' articolo. La famiglia Montagna pro- Tacito : Non seniper virluli pares hono-
dusse più individui meritevoli di rimem- res, ncque bonis praemia, sed ignavis
branza: Marco Tullio valente pittore fu tributa fuere! 11 Ricchi fa pure onore-

impiegalo da Urbano Vili negli abbelli- vole menzione del capitano Paolo Mattei,
menti del palazzo apostolico ; Vincenzo e di Cristoforo e Cesare militi di tal fami-
buon letterato, fu ^.o anni governatore glia, e della sua Virgilio alfiere in della
de' feudi de'Caetani, morto piamente in guerra, dalla quale ripalriaudo donò la

patria di 97 anni uel giorno e ora da lui sua bandiera alla Madonna del Soccorso.
predetti; Salvatore di gran talento e prò- Virgilio Colangelie Beatrice di lui sorel-
tonotario apostolico, dal cardinal Pietro la furono l'ornamento e il decoro di Co-
Aldobrandini fatto nominare avvocalo ri. Virgilio lodato poeta lasciò diverse o-
delle vedove, de'pupilli e di tutti i pove- pere iu versi nel latino idioma di patrii
ri di Roma, meritando che Urbano Vili argomenti, notati dal Viola. Beatrice si e-

lo sostituisse al celebre mg/ Scannarola sercitò pure egregiamente nella poesia,


divenuto vescovo di Sidone, nell' uffizio e in morte fu pianta dalla patria: lusin-
di procuratore generale sulla visita delle ghiero elogio. Giulio Picchiotti il giunio-
carceri di Roma; zelantissimo della reli- re abbellì e dotò nel duomo la cappella
gione arriccili le patrie cinese d'insigni ss. della Madonna della Pietà, beneficò i mi-
Reliquie e di monumenti. Il
altri sagri nori osservanti con suppellettili sagre, e
suo fratello Gio. Pietro Prosperi avvo- per l'acquisto dell'area onde ingrandirne
cato in Roma, fu ascritto co' suoi discen- il convento. Quattro degni figli di questo
denti alla nobiltà romana, per le sue e- virtuoso corano furono Alessandro, Si-
gregie qualità. Torquato Corradini d'an- meone, Cesare e Carlo; e da questi deri-
tica origine romana e nobile, celebre av- varono altri uomini encomiati, come Fla-
vocato della curia romana, da Cori sua minio e Alessandro suo fratello arcipreti
patria si trasferì a Sezze nello sposare l'e- di s. Maria. La famiglia Buai non fu in-

reditiera delia cospicua famiglia Gamba- feriore alle altre Cora ne in uomini valen-
liconi, e divenne padre del celebre cardi- ti: furono giureconsulti Giovanni uel se-

nal Pier Marcello Corradini (f.) gloria colo XV, nel seguente Pier Sante, e A»
e protettore di Cori e di Sezze, pel narra- deodato vicario generale d'Ostia e Velie-
to in quell'articolo, come sue patrie d'o- tri. Da Onorato di 4 figli laureati in giu-
rigine e di nascita : le corti di Spagna e risprudenza (un Girolamo fu abbrevia-
dell'impero impedirono che fosse subli- tole di parco maggiore), Pier Sante do-
mato al pontificato. Il Viola ancora de- po la metà del secolo XVI, essendosi tra-
gnamente ne celebrò le splendide gesta e sferito in Roma, si acquistò fama di ce-
la vasta dottrina. 11 solo Torquato padre leberrimo avvocato, e sposata la nobile
del cardinale passò in Sezze, rimanendo Prudenzia Giganti romana, ivi fissò il
iu patria l'altro ramo Corradini, Agl'il- suo domicilio, per cui Lorenzo uno de*
Q
lustri del secolo XVII appartiene Valen- figli formò il i. anello genealogico della
tino Moroni celebrato dal Ricchi, qual famiglia Buzi romana, il cui palazzo al-
capitano nella guerra sostenuta da Urba- la salita di monte Maguanapoli eredita-
no Vili, poscia passalo al servigio dei ve rono t marchesi Ce va. 1 suoi discendeu
VEL VEL 2o5
ti furono ragguardevoli e rinomali: Lo- soro del suo sagro corpo, luogo venera-
renzo giuniore divenne dotto vescovo di to qual santuario, che descrissi nel voi.

Carpentrasso, ivi compianto per esem- LXX, 229. Alle sue vite ivi ricordate
p.
plari costumi, virtuoso e santo pastore, aggiungerò: Compedio della vita, vir-
profondendo le rendite della mensa nel iti e miracoli ec, Roma 1 760. Acta Bea-

sovvenire i poveri. De'Buzi furono pu- tificationis et Canoniz ationis etc.,Romae

re, Pier Srnte cavaliere gerosolimitano 1786. Santificò pure le provinole di Ma-
(del suo nome
pure il prelato referen-
fu rittima e Campagna, di Sabina e di Rie-
dario morto preside d'Orvieto nel 170 5), ti, ed anche in Roma si rese benemerito.
Giuliano e Carlo conservatori di Roma, Cori nel secolo XVIII, simile ad un ter-
altro Carlo dotto barnabita, e Fabio va- reno sempre fertile e rigoglioso, come lo

loroso milite fu gentiluomo della ce'ebre qualifica Viola, come ne' precedenti fu
Cristina regina di Svezia: Prudenzia so- produttrice d'illustri. Ed eccoci nuova-
rella de* primi sposò Ortensio de' mar- mente, per ragione di epoca, a celebrare
chesi Ceva. Di non minore antichità e lo storico Antonio Ricchi, la cui antica
nobiltà è l'altra famiglia corona de'Ltizi ; famiglia corona risale al principio del se-
da cui uscirono encomiati nel secolo XVI colo XIV, s'imparentò colla Veralli e re-

Giuliano cancelliere, Francesco gesuita stò estinta a* nostri giorni; ne' tempi ve-
profondo teologo e celebre predicatore, tusti portava il casato di Agoni, quindi
morto in buon odore; il fratello Fulvio fu per le ricchezze di cui era fornita prese
canonico di s. Maria in Via Lata di Roma: quello de'Ricchi. Dopo la metà dj. detto
il figlio di Curzio, Antonio, divenne ec- secolo Tuzio costruì in Cori la cappel-
cellente chirurgo operatore. Il p. fr. Sante la di s. Giovanni, e della ss. Concezione
Lauriente francescano minore osservan- nella chiesa di s.Pietro.L'eruditissimedue
te, discendente dall'omonima famiglia, opere d'Antonio, più volte commendale,
dotto e fornito d'estese cognizioni, scrisse a suo tempo fecero strepito e soprattut-
non poco in poesia ed i molteplici argo- to furono accolte con entusiasmo da'suoi
menti riporta Viola, sì di poemi e sì di concittadini; di poi col risorgimento del
componimenti numerosi. Dotato di va- buon gusto e della critica, soggiacquero
sta erudizione patria compilò {'[Ustoria alla sorte di tutte l'altreproduzioni che
Corani, senza risparmio di ricerche e fa- sapevano alquanto di seicenlismo. Nondi-
tiche; perciò benemerentissimo della pa- meno non si può negargli somma erudi-
ti ia,i cui pregi rilevò con lode Viola con zione dell'illustre regione volsca, che de-
sensi di grato animo, per aver notabil- scrisse colla Reggia e col Teatro, le be-
mente contribuito alle sue pregievolissi- nemerenze rilevate più sopra, e rimarca-
me Memorie isteriche di Cori e per que- }
le pure con encomio dal Bauco, quali mi-
stimiei cenni anch'io mi dichiaro rico- niere di nozioni locali e importanti, e di
noscente e ammiratore. Da Natale Pla- riconoscerlo fra' primari letterati nazio-
cidi e da Angela Cardilli onesti e poveri nali e di Cori che specialmente descrisse;
pastori nacque il gran beato Tommaso e doverglisi speciale riconoscenza ezian-
da Cori, sublime ornamento del suo or- dio dagli scrittori delle cose volscbe, equi
dine e di sua avventurata patria, istitu- ancora gli dichiaro la riverente mia. Gli
tore de' ritiri de* minori osservanti nel- altri illustri della famiglia Ricchi si pon-
la provincia di recollezione da lui restau- ilo vedere nel Teatro p. -26^ eseg.,ove vi
rata,denominato da Pio Vi 1' Apostolo è l'albero genealogico. Dall'antica e ri-
diSubiaco, la cui diocesi abbaziale, inaf- spettabile famiglia de* Landi Vittoi j fio-
fiata da' suoi evangelici sudori d'assidua rì il p. Gregorio gesuita di grandi talen-
predicazione, iu Ci vitella possiede il le- ti e singolari virtù, nel collegio romano
aoG V E L V E L
lettore di filosofia, di polemica e di leolo- vaio da Gregorio XVI, a' 11 gennaio
già dogmatica. Fu maestro de' cardinali 1 844> con quell'elogio di sommo zelo,
Gio. Battista e Cai lo Rezzonico, e del lo- singolare pietà, dottrina, probità e pril-
lo fratello d. Abbondio senatore diRoma, denza,che si legge nella proposizione con-
tutti nipoti di Clemente XIII, al i.°de' cisloriale. Egli lia la gloria d'avere litro-
quali dedicò Instìtutioncs philosophicae vato il corpo di s. Chiara,e di averne fai-

Carininibus explicalae Uh. XII Questa ta la solenne traslazione, nel modo accen-
dotta opera, scritta in versi con tutta la nato nel voi. LXX1X, p. 178. Il sacerdo»
venustà latina, come quello che in Roma te PietroPrence dotto segretario del car-
erà ammirato qnal novello redivivo Vii'- dinaldelleLanze e del senatoreRezzonico,
gilio, ivi fu pubblicata nel 1767. In que- fattoconte e nobile di Cagliari co'suoi di-
sto letterario lavoro il p. Gregorio Lati- scendenti: emulo di sue belle doti fu il ni-

di Vittoij dimostrò trionfalmente la sana potè Giuseppe, segretario di detto senato-


dottrina, la schietta verità, i sublimi at- re e vice-duca del duca d'Ossuna erede
tributi dell'Ente supremo, e la scienza de' Borgia di Spagna, professore di li 11-
filosofica sgombra da prestigi.Ciò egli fé- gua greca nel collegio Urbano. Mg/Luigi
ce per conoscere, che tutti i mali i quali Janooni cameriere d'onore del Papa,cou-
orgogliosamente fin d'allora minacciava- sultore di Propaganda e correttore dell a
no di distruggere il trono e l'altare, trae- s. Penitenzieria, ora datario della mede-
r
vano l'origine impura da opere, parto sima e saggio giureconsulto. Mg. Nicola
della depravazione e d'una sedicente filo- Manali già dotto segreto di Rota e assesso-
sofia, e che in ogni regno, in ogni città reciviledel tribunale d'Ancona,fu pe'suoi
non meno che più meschini villaggi
fra i meriti da Leone XII dichiarato prelato
e rimoli abituri in grande copia si face- mag-
referendario, abbreviatola di parco
vano circolare adorne di seduttrice elo- giore e ponente del buon governo. Ono-
quenza. Suo degno concittadino e disce- randomi d'aver goduto l'amorevolezza
polo fu il p. Antonio Saracinelli gesuita di sì distinto prelato ed eccellente giure-
dotlissimo e celebre predicatore, maestro consulto, mi è dolce l'aggiungere. In An-
per 8 anni del Viola, nel convitto aperto cona fu pure avvocato de' poveri e vice-
dagli ex gesuiti nella sua patria Tivoli, legato. Inoltre funse le cariche di votan»
ventura ch'egli dice non ebbero altre ci t- tedi segnatura, e successivamente 3.°,?..

là d'Italia. E qui al Violasi apre vasto e i.° luogotenente del tribunale dell' \.
campo per giustissimamente celebrare le Ce vice presidente del i.° turno, piìl

benemerenze, le splendide virtù e la va- volte avendo supplito all'uditor genera-


sta dottrinache sempre fiorirono nella le della camera apostolica. Fu eziandio
veneranda compagnia di Gesù, in uno al prefetto regionario, e primicero della pon-
suo profondo ossequio e gratitudine a'due lificia congregazione e accademia di s. Ce-
ornamenti della medesima corani pp. i citta. Ma fu una dell'illustri vittime dei-

Gregorio e Antonio, gloriandosi siccome la Pestilenza del iholera del 1837. Per-
ammiratore personale di loro sublime tanto si badai n.° 72 del Diario di Ro-
dottrina ed esemplare pietà. Noterò, che ma : Nella notte de' 5 venendo il 6 set-

degnissimo nipote del p.Antonio è l'at- lembre cessò di vivere con tulli i confor-
r r
tuale vescovo d' Asisi mg. Luigi Lan- forti della religione mg. Manali ce. » La
fli Vittoij nobile di Cori, già canonico dottrina ed i meriti dell'egregio pn lato
della patria collegiata e vicario foraneo; rendono dolorosa la sua perdita special-
indi dignità e arciprete della cattedrale mente alla romana curia ". Fu tumulalo
di Vclletri, di cui è nobile, pro-vicario con iscrizione nella cappella del cimiteria
generale della diocesi, elevato al vesco- Varano, della patriarcale basilica di s.
YEL V E h ao 7
Lorenzo fuori le mura di Roma. Posso re della causa della ven. Maria Clotilde
dire che Gregorio XVI, che meritamen- di Francia regina di Sardegna. Mi go-
te avea per lui una particolare stima e de I' animo d' avere reso un omaggio a
benevolenza, pensava a promuoverlo, e quest' altro corano benevolo mio, e col
certamente poi sarebbe stato elevato al quale ebbi carteggio d' ufficio pel Papa
cardinalato, come lo riteneva il cardinal (Gregorio XVI. Michelangelo Cioè-
Il p.
Giuseppe Albani, da lui dichiarato bene* ta provinciale de'minori osservanti, teo-
merito di sua principesca famiglia, che logo di somma pietà. Il sacerdote Ca-
assislè dal i8o3 fino alla morte, <jual suo millo Tommasi virtuoso e zelante, fu ca-
uditore e amico, difensore e ricuperatore ro a Pio VII. Luigi Maggi dotto canoni-
di molte sostanze della medesima, per la co penitenziere di Velletri e precettore in
qua le disbrigò gravi e delicate commissio- quelseminario. I sacerdoti Vincenzo Duc-
ni. Siccome il cardinale credeva che fosse ei dottissimo segretario in Parigi del car-
ornato della porpora lui vivente.avea sta- dinal Caprara, autore del Triduo del ss.
bilito fargli le spese occorrenti, cornea vea Corporale d' Orvieto; e Luigi Accrocca
praticato col celebre cardinal Consalvi, rettore del collegio Pamphilj, e autore del
nella cui promozioiiegl'impronlò diverse Compendio istorico dello scisma de'gre-
migliaia di scudi. Il p. Francesco Imperi ci, meritarono onorevole menzione nel-
minore osservante, colla sagra eloquenza Y Effemeridi di Roma deli 82 3. In esse
si rese celebre ne' primari pulpiti di Ro- vi è pure dell'altro valente corano d. Be-

ma e d'altre capitali d'Italia. Loreto del nedetto Coronati di talenti straordinari,


Qua tiro dotto e pio parroco di s. Caterina. versato in ogni ramo di letteratura, pro-
Il sacerdote Giulio Picchioni in Roma e- fondo matematico. Marzio Luigi Cerac-
uieudò i libri scolastici di Fedro, Ovidio, chi della congregazione di s. Vincenzo de
Virgilio e Cicerone; e morì in patria in Paoli, eccellente nell'esercizio dell'evan-
grande estimazione, lasciando scelta bi- geliche virtù, superiore esemplare di di-
blioteca.Il nipote d. Angelo Picchioni esi- verse sue case. La famiglia Marchetti van-
mio difensore delle cause de' Santi e mi- ta antichità, e già fioriva in Cori nel se-
nutante della segreteria de'brevi.Dirò io : colo XIII, non che d'essere ascritta a va-
Gregorio XVI lo promosse a cameriere ri patriziati di cospicue città; s'imparentò
suo segreto soprannumerario, a sostituto colla famiglia Bartoli nobile romana , e
di detta segretei ia.ed a
canonico della pro- coll'illustri fiorentine Maselli e degli Utili
tobasilica Laterauense, in beneficio della (Bianca di queste, partorì 19 figli, come
quale non solo fece quanto descrissi ne' voi. si legge nella lapide in s. Lorenzo in Da-

XXIII,p. 2 8.,LXXV,p.5 olire la sud- maso di Roma): Alessandro seniore co-


9 ,

detta rinnovazione di lapide al concitta- minciò nel finir del secolo XVI a funge-
dino Amati, ma lasciò un fondo d'annui re gli uffizi di vice-duca de'fendid'Altemps
scudi 60 col semplice onere d'un funerale e de'Colonnesi in Puglia, de'quali ultimi
auniveisario pei l'anima sua. Morì d pre- fu benemerito, rispettabile per probità e
lato nel 1 852, e l'egregio suo nipote Lui- altre virtù; Alessandro giuniore canonico
gi archivista della nominata segreteria,al in patria, già ricordato, di grandi talen-
sinistro lato dell'ingresso della sagrestia ti, segretario del marchese Patrizi sena-
di detta arcibasilica gli eresse, rimpello a tore di Roma, ulilea'suoi concittadini cui
quello dell'Amati, un monumento mar- portò da Subiaco la reliquia del b. Tom-
morto colli sua effigie e stemma; e sic- maso (che al di lui padre Ortensio ope-
come nell'isuizione si dite cavaliere de' rò vivente il celebrato miracolo, il quale
ss Maurizio e Lazzaro, noterò ch'ebbe ta- era in Cori vice-governatore perpeluodel
le decorazione per essere stalo postulato* senato romano), autore di molte lette-
ao8 VEL VE L
mie produzioni stampale , onde meritò cardinale, che con aureo stile ne dislese
gli elogi dell' Effemeridi di Roma del gli atti e i decreti. Fu accolto fra le accia
1823. Con altro elogio del fratello di d. inazioni di tuttoil popolo, col suono di lui
Alessandro, cioè di Vincenzo Tommaso te le campane e lo sparo de'mortaretti. 1

Marchetti, il Viola termina le stìe elabo- magistrato, che l'avea già fatto incontra
rate Memorie, delle quali con lui già lo re a Velletri e scortare da'più distinti cit

dissi benemerito; poiché lo celebra per le ladini per lungo tratto di strada, lo lice
sue letterarie produzioni, per irreprensi- ve alla porta della città ; dove smontato
bile condotta, zelo e probitàcon cui lode- dal suo legno, il clero co'due capitoli tut
volmente disimpegna va ogni incarico che to riunito nella primaria chiesa collegia
per merito gli veniva conferito, onde il se- ta di s. Maria della Pietà, lo ricevè nel

nato romano l'avea ascritto alla sua cit- F ingresso


o e venne cantato solennemente
tadinanza. Tutto è Storia di quell'illu- il Te Deum. 11 cardinale nel condursi al

sile corano vero esemplare cristiano, ti- l'appartamento vescovile, nel convento a
po del più tenero amor patrio, dotato di lora degli agostiniani , benediceva il po-
molteplice erudizione che diffondeva col- polo che divotamente l' implorava con
la sua pronta e felice memoria, elegante commovente spettacolo. Si trattenne il

latinista in prosa e in versi. Egli morì cardinale in Cori 22 giorni, e lutti edifi-

nell'amata patria nel bacio del Signore, cò con infinite opere sante e colla divina
colla consolazione di vedere il diletto e suo parola. Visitò le 6 chiese parrocchiali, il

savio degno figlio Alessandro meritamen- monastero delle monache, la casa dell

te nel 1 854 acclamato da'suoi concittadi- maestre pie, e l'oratorio gentilizio de'cor
ni in gonfaloniere, ad onta che non ne a- ti Finy sagro a s. Anna. Amministrò ili
vesse l'età congrua, alla quale benigna- gl'amento della cresima anche nelle cas
mente dispensò il Papa che lo bramava de'poveri fanciulli moribondi, tenne l'or
investito della principale magistratura pa- dinazione, fece la comunione generale
tria. Egli tuttora lodevolmente funge l'o- l'affollato popolo, visitò e consolò misera
norifica magistratura , e per le sue cure bili infermi, predicò 8 volte in modo tene-
è stata allargata la strada che da porta rissimo. Vestì monacaTeresaManari, pro-
Romana conduce olla piazza omonima e nunziando eloquente discorso, assistito al

principale, la quale ancora venne ingran- trono nella messa cantata dal fratello d.

dita e abbellita colla demolizione d' al- Nicola Manari.ilsullodato prelato; ed an-
r
cuni fabbricati. E
compie il serto
qui si cora da mg. Tassoui deputato del mona-
r
intessuto de'miei fiori, che mi proposi de- stero^ da mg. Macioti suffraganeo di Vel •
porre sull'avello che racchiude le spoglie letri cugino della monacanda, cui fece da
mortali del verace amico. Nel vol.LXlV, madrina la contessa Giacinta Contini Ca-

p. 62, narrai la visita formale fatta a Co- taldi, e dal magistrato. Il clero tutto fu ri-

ri dal marchese Sinibaldi nel 1 8o4 come cevuto dal cardinale amorosamente, ma-
conservatore di Roma, ed festeggiamen-
i nifestando pubblicamente a tutti la sua
ti e archi trionfali co' quali la città F ac- pienissima soddisfazione; e lasciando ab
colse. Il Cancellieri nel Cenotaphium al bondanti limosine a'poveri fece ritorni
cardinal Antoneili vescovo d'Ostia e Vel- Velletri corteggiato da' più distinti eccl
letri riferisce a p. 54, eh' essendogli noto siastici e cittadini. Dice il Castellano, ci

essere trascorsi più. di 6 lustri dacché la nel i83i divenuta Velletri legazione, la

città di Cori non era stata visitata dal giurisdizione criminale di Cori restò al se-

proprio pastore, si stimò in obbligo di nato romano, ma l'amministrativa fu at-


prontamente recarvisi a'6 ottobrei8o7, tribuita al governo di Velletri. Nel supple-
colcou visitatore can. Polidori {V.) poi mento del n.° 34 del Diario di Roma del
VE L VEL 209
i83g si legge la descrizione de' festeggia- la confederazione e de'palti col medesimo,
nienti fatti in Cori ,
per avere condisceso e fu sottoposta alle leggi generali dellosta-
Gregorio XVI alle brame del municipio, to pontificio, onde d'allora in poi è gover-

con concedergli a protettore il cardinal nata dalla legazione di Velletri. Riporta


Giacomo Giustiniani camerlengo di s. ilsupplementoaln.°!2a del Giornaledi
Chiesa,Mn occasione dell' elevazione del Roma del 855, la visita pastorale aperta
1

suo stemma, associandola quelli del Pa- in Cori dall'attuale vescovocardinal Mac-

pa e del cardinal Pacca legato. Nel duo- chi. La mattina de' 11 maggio la magi-
mo pontificò mg/ Franci vicario genera- stratura municipale, a cui si unì l' auto-
le e suffiaganeo di Velletri, condecorando rità civile ed ecclesiastica, si recò in Giu-
le funzioni sagre e civili colla sua presenza liano ad incontrare il cardinale e rappre-
r
mg. Lolli vice legato della provincia di sentargli il tripudio comune per la sua
Marittima, con tulle l'autorità giudiziarie ben avventurosa venuta. L'ingresso seguì
e civiche di Cori, banda militare e truppe avanti le ore o autimeridiaoe,tra losquil-
1

•di linea e detersaglieli. Vi furono perdue lo festivo de'sagri bronzi, le reiterate sal-
sere generali luminarie, fuochi artificiali ve de'mortari, il suono armonioso della
.e altre pubbliche dimostrazioni di gioia. banda cittadina, ed il plauso popolare. Il
r
Inoltre nella sala di Carlo Manari, fratel- cardinale scese di carrozza con mg. Vi-
lo del già encomiato prelato, uno degl'in- tali vescovo d'Agatopoli e suffraganeo,ed
dividui della magistratura e stato più vol- accompagnato dalle ricordate autorità,
te gonfaloniere, ebbe luogo un'adunanza mosse primaria collegia-
alla volta della
letteraria di coltissimi soci, in onore del ta di s.Maria, ove ricevuto dal capitolo,
cardinal protettore; e nella casa del gon- si portò all'altare del ss. Sagrameuto, pro-
faloniere Nicola Fochi, pel medesimo por- fondamente l'adorò e assistè alla messa.
porato si tenne altra accademia vocale e Dipoi vestiti gli abiti pontificali aprì la 8.

istrumentale. Narra il principe Massimo, •visita coli' intervento di tutto il clero e


Relazione del viaggio fatto da Gregorio della magistratura, e disse a'eorani un'o-
XVI alle provincie di Marittima e Cam- melia assai bella e commovente per dot-
pagnanel i843, che il Papa in Velletri trina, per zelo e divozione protestando ,

ammise all'udienza varie deputazioni e che pel bene del gregge era a lutto dispo-
magistrali » fra'quali vennero que'di Co- sto; restando tutti inteneriti e compunti
co'loro rubboni (con mostre d'o-
ri vestiti per la santità di sue parole. Quiudi com-
ro),non ostante l'opposizione della magi- partì la trina benedizione col ss. Sagra-
'
stratura di Velletri, che così temeva pre- melo, e pubblicala dal decano de'cano-
giudicassero alla sua giurisdizione, e che nici l'indulgenza, depose i sagri paramen-
'
aveva fatto perciò il possibile per impedi- ti. Uscito di chiesa recossi collo stesso cor-
re loro d'indossarh'UlPapa benignamen- teggio alla ss. Vergine del Monte , nel-
te accolse l'omaggio della città di Cori, in- V altra collegiata de' ss. Pietro e Paolo.
di fece invitare alla tavola di corte il sul- Quivi accolto dal capitolo entrò nel tem-
lodatogonfaloniereNicolaFochi, vera men- pio addobbato elegantemente e splendido
te degno e zelante magistrato civico, sic- di molti lumi; ricevuta la benedizione dal-
come virtuoso ed equo, e amante la flori- l'arciprete col ss. Sagrameuto, il cardina-
dezza della comune patria e de' concilta- le andò a orare all'altare della ss. Ver-
'
d ini. Notai a suo luogo e racconta il Bau- gine Addolorata, quindi benedì il popo-
co, che nell'ottobre 1847 '' lagnante Pio monastero delle mo-
lo, e visitò il vicino
/^organizzò il Senato Romano in mu- nache del terz'ordine, checonforlòa man-
nicipio, questo rinunziò alla giurisdizione tenere in vigore l'osservanza della regola.
su Cori, la quale città si trovò libera del- Di là si trasferì nella sua vescovile resi-
voi. LXXXIX. '4
1

2«o VEL VE L
ilenza in s. Oliva , ed ivi coli' amorevo- aperte allodi rampare e combattei
in

lezza e affabilità tutta propria ilei porpo- presagio d'impero, impresa de' trionfanti
rato, accolse i magistrati, i chierici rego- e segno di vittoria.E ornato di corona
lari minori cogli alunni del collegio alla qual città capo e reggia di nazione con
loro cura affidato, ed onorò di particola!* autorità politica, per averla sempre eser-
colloquio i parrochi. Da ultimo visitò la citata sino dal i4 io col mero e misto im-
scuola delle fanciulle dirette dalle mae- pero, ctìatn cum potestale gladii , al i.°

stre pie, cui disse acconcie paiole. Le vie settennio del secoloX V 1 1 collelezione de'
per cui passava il cardinal Macchi erano due pretori, che rendevano ragione al po-

sparse di fiori e verzure, e le finestre mes- pnlo.Dal i j. io assunse il moUo:S.P.Q.li,


se a drappi di vario colore. Pei* cura del ma ne'secoli anteriori che la città regge-
municipio si videro ne' principali luoghi vasi in forma di repubblica, usò questo:
della città eretti archi trionfali di varie S. P. Q. Coranus. Aggiunge Ricchi die
strutture e nel prospetto di essi molte e- il governo de'duumviri e de'quatuoi viri

pigrafi,fra le quali la pubblicala dal Gior- durò sino al i5oo, presiedendovi ezian-
nale. Alle ore 8 pomeridiane il cardina- dio novemvii nobili e sapienti cittadini
i i

le partì da Cori, accompagnato dalle sum- con facoltà d'eleggere due pretori per ren-
mentovate autorità, dalle benedizioni de' dere giustizia. Vi furono pure sexviii, i

poveri da lui soccorsi largamente, e dalle e quegli alili magistrati già discorsi. Os-
acclamazioni di tulli, lasciando in ciascu- servaMarocco,clie lo stemma del Leone in
no vivo desiderio di godere spesso e per campo rosso col cuore rosso in mezzo'al
molti anni la dolce presenza dell'ottimo corpo, avendolo taluno derivalo dall'esse-
sse-

padre, principe e pastore. Cori si distin- re sta toErcoleinCori reduce dalleSpagi


se per amore e zelo patrio anche nel fa- egli non aderisce a' racconti mitologi-.
re stampale il suo statuto approvato da crede pertanto che esprima il Leone
Paolo 111, neli.° secolo dell'introduzione generosità e fortezza dell'invitta gente co-
ce
della stampa in Roma, ma divenuto ra- rana (dicendo gli odierni corani cordia-
rissimo, mi è noto che un esemplare lo lissimi, e corrispondendo il nome della
possedeva il celebre marchese Biondi, con città al cuore che hanno); che il campo
questa data. Romae apud Valeriutn Do- rosso possa intendersi pel sangue de' ne-
ricum et Lodovicum fratres Brixienses mici nel quale Cori era avvezza a starsi
A uno Domini mdxlix. Indi venne ristam- (sic);ed il cuore la sua leale magnani-
,

palo con questo titolo: Statuto. Ch'ilatis mità e fermezza. Ercole sicuramente era-
Corae ab Illtnis. et Exmis. Almae Ur- vi in venerazione, poiché gli eressero un
bis Conservatoribus denuo approbata et tempio. Della feracità del territorio Co-
confermata, accesserunt ad calcetti Ro- rano con terreni macchiosi , seminativi,
manorum Pontifieum Brevia, taxae a' olivati e vignati ,
parla il Dauco e dice
liaaue j'ttra etc, Romae apud Joannem comprendere più di 348 1 rubbia. Rile-
Mariam Salvioni. In Archigymnasio Sa- va il Nicolai , che il territorio di Cori è
pienliae i ^32.Fra'brevi apostolici in essi lutto vestito di macchie, e abbonda d'e
riportati, i principali sono di Pio II, Pao- gni sòrte di cacciagione. Marocco so°
lo Mie s. Pio V. Quanto allo stemma del- giunge, il luogo non mancare di vette
la città, dice il Riccbi,che Cori variò l'im- vaglie, essendo contornato da boschi di i

presa col mutare di dominio, sebbene livi, per raccogliere gran quantità d'oli

molto antica si tiene la moderna che mo- eccellente; le sue vigne essere con bell'ii
stra il Leone di metallo in campo vermi- dustria agraria coltivate, e squisiti ne i

glio, col cuore purpureo al fianco, eret- no i vini; inoltre il territorio produrre*
to con due branche io aria e colie fauci gni sorta di cereali, che per l'abbondai
VEL VEL a.t
'

r.a continuamente si esportano; sebbene la gendarmeria. La provincia dividesi in

la cosa più importante per Cori sia la col- i3 governi, ed ha 1 54,5^9 abitanti.

tivazione del tabacco, cbe ba molto cre- Distretto di Ponte Corvo.


dito ed esito grandissimo. E il Bauco di- Governo di Ponte Corvo.
'
chiara il tabacco eccellente e odoroso, e Ponte Corvo (V.). Città vescovile con
'generalmente reputato il più squisito di residenza del governatore. Ha le seguen-
tulio il dominio pontificio. Diceva un in- ti parrocchie. S. Bartolomeo cattedrale,
telligente spagnuolo, cbe sarebbe di venu- s. Biagio, s. Marco, s. Maria di Porta, s.

'to più eccellente del tabacco di Siviglia, Nicola, s. Oliva, s. Paolo. Ne riparlai a
se da'corani si apprendesse l'arte e il me- Sicilia e Sora. Un'aggiunta. Il veliterno
todo come in I spagna si riduce la foglia in arcivescovo Theuli, Teatro historico di
polvere, dovendo a ciò animare i corani Felletri, a p. 1 5, tratta di Fregelle pro-
e le loro piantagioni la regìa de'tabacchi, topalria de'Pontecorvesi, per esserle suc-
anche per la maggior quantità di prodot- ceduta Ponte Corvo, secondo la più co-
to, e quindi ne deriverebbe un gran lu- mune credenza. Egli dice. » Fregelle era
!cro. Elegantemente descrisse l'ubertoso città insigne e principale de'volsci, da Flo-
e fecondo, non cbe ameno e delizioso ter- ro, Ilist. fio/»., lib. i , e. 1
1 , chiamata Gè-
ritorio di Cori, il sullodato articolo del- soriaco, Fregellae, quod Gcsoriacum t
V Àlbum, il quale inoltre celebra i corani egli scrive; e da Jornande, lib. i, Cesa-
[attuali in più modi, per senno, industria rea. Strabone la chiamò nel lib. 5, Città
e beneficenza; ancbe pel gusto della mu- famosa". Pertanto ne'miei sfuggevoli cen-
gica maestrevolmente coltivata da' citta- ni storici sopra l'illustre Ponte Corvo dis-
'dini, sì sagra che profana, cbe tanto di- si : Che Fregelle fu chiamata anche Gè-
letta e coramove, come quella che per le soriaco e Cesarea, precisamente nel voi.

sue armonie e soavi note ognora si ma- LIV, p. 96. Ora occupandosi laboriosa-
nifesta per la signora degli affetti, per la mente, con assidua e solerte cura a tes-
dolce e innocente rallegratrice degli ani- sere la patria e particolare storia di Fre-
mi, per la regina dell'arti belle. Nel ter- gelle e Ponte Corvo I' onorevole e eh.
ritorio finalmente sonovi cave dimarino Francesco Saverio Bergamaschi, onde
corallina, colla quale Pio VIornò la Sa- tutti fregellani sono sicuri che scriverà
i

grestia Vaticana, e Leone XII abbellì il una storia degna della sua forbita penna
'battisterio dell' altra patriarcale Chiesa e del suo ingegno, urbanamente e con e-
'di s. Maria Maggiore. Anzi se si rinno- spressioni lusinghiere, mi fece sapere, a
vassero gli scavi nel medesimo e nelle vi- mezzo del mio rispettabile fregellano ami-
cinanze della città, per l'antiche ville de' co cav. Giovanni Ardnini, doversi emen-
romani, di cui ragiona il Ricchi nel cap. dare 1' asserzione; ed io prontamente ad
1
•>. i, Abbondanza della città, certamen- onore del vero e della storia qui pubbli-
l

te si troverebbero monete, medaglie, i- co quanto egli stesso scrisse.» Egli è cer-


1
scrizioni, statue ed altre antichità pre- tissimo, che Fregelle non ebbe verun altro
gevoli. nome, ma tale si chiamò pria che i sanniti
'Delegazione e provincia di Frosinone. la distruggessero l'anno426 di B.oma. E
V. Prosinone, oltre il ritento in prin- nell'anno 4 2 7> leggiamolo Livio lib. 8,
cipio del presente articolo. In questa cit- eap. 18. Scculus est annus nulla re belli
ta risiedono il prelato delegato apostoli- doinive insignis P. Plautio Proculo, P.
co co'4 consultori, e il segretario genera- Cornelio Scapula Coss. praeterquam
le; il presidente del tribunale di i. "istan- quod Fregellas (Sidicinorum 1.1 ager,
za con 3 giudici, oltre altro aggiunto, il deindeFolscorum fueral) colonia dedu-
cancelliere, l'assessore, il comandaute deb cta. Più nel lib. 8, e. 20 leggiamo Cae :
,,

212 VEL VEL


,

ierum non posse dissimulare negre patì ruderi, che presso a 3 miglia si estendono
Civitatem Samnitium, quodFregellas, dalle contrade ora dette Marecene e Tor-
ex Folscis captas, dirutasque ab se, re- retta, fino a quelle di s. Damiano e s. Lu-
>>
stituerit Romanus Populàs, coloniam- eia .

que in Samnitium agro imposuerit,q nani DELEGAZIONE E PROVINCIA DI BENEVENTO.


coloni eorum Fregellas appellent. Dal Benevento^ ^.).Città con residenza del-
che è evidente che sanniti si querelano
i
l'arcivescovo cardinal Domenico Carafa
co'legatiromani che Fregelle da'sanniti di Traetlo,e del prelato delegato aposto,
r
presa e distrutta, una colonia de'romani lieo mg. Odoardo Agnelli, non che di 4
non dierono alla
l'avesse indi riedificala, e consultori, e del segretario generale; del

medesima altro nome, ma la chiamarono presidente del tribunale di i .*istanza,con i

come prima, cioè Fregelle. Fregelle si giudici, il procuratore fiscale, il cancellie-

chiamò sempre Fregelle. Perciò non sus- re, l'assessore legale, il comandante del-

che Fi egelle innanzi si appellase Ce-


siste la gendarmeria. La metropolitana è sot-
sarea e Gesoriaco.' Jornande non l'as- to l'invocazione della B. Vergine Assun-
serisce riguardo aCesarea, come non lo ta in cielo, ed ha le seguenti parrocchie.

ha inteso Floro riguardo a Gesoriaco. Ss. Angelo e Stefano, s. Caterina, s. Do-


Quest'ultimo al lib. i, cap. xi, parlan- nato, s. Marco, s. Modesto s. Maria di ,

do della guerra co' Ialini, ponendosi in Costantinopoli, s. Maria della Verità, s.


bocca le gesta de'romani, dice : = Sora Salvatore. Di questa antichissima e nobi-
(chi il )ed Algido ne furono
crederebbe ? lissima città del Sannio (V.), di recente
di terroreje Satrico e Cornicolo,ambedue onorata dalla presenza del regnante Pio
nostri governi, lo mi vergogno di Veroli IX (F.), del suo celebre ducato deLow
ediBovilla; pure ne trionfammo. Tivoli, gobardi(V.), della Sovranità della s. Se-
ora suburbano, e Palestrina deliziosa nel- de {V-} sul medesimo, per cui nell'inve-
1' està, s' investivano, fatti prima de' voli stitura della Sicilia (P.) di qua e di
li là
la

nel Campidoglio. Allora Fiesole uè riuscì dal Faro sempre se lo riservò ; oltre il ri-

come Carra dianzi. Fu per noi la Selva ferito iu principio del presente articol

della Piiccia , ciocché poscia la Ercinia; ne riparlai in tanti luoghi ch'é impos
Fregelle, ciocché Gesoriaco; ed Teve- il bile ricordare, come de'suoi vescovi e 1

re, ciocché l'Eufrate Ecco qui che Flo-


. = civescovi e loro antiche prerogative, ma
ro fortna un paragone, non già dice che si vedranuo nell'Indice. Contiene la de-
Fregelle innanzi si chiamasse Gesoriaco. legazione seguenti 7 comuni, formanti
le

Acciò si abbia maggior certezza, ne copio il suo distretto, e tutti suoi abitanti a- i

il testo. Sora
( quis
credat ? ) et Algi- scendono a 23,176. Bagnar a; Montor-
dum terrorifuerunt.Satricum atqueCor- soj Pastine j PmV/o, coll'appodiatoMac-
niculum provinciae. De Verulis et Bo- coli ; s. Angelo a dipolo, ce gli appo-
villis pudetj sed triumphavimus Tibur, . diati Motta, Panelli, Sciarra; s. Leu-
mine suburbanum, et aestivaePraeneste ciò, coll'appodiato Maccabei ; s. Marco a
deliciae, nuncupatis in Capitolio volis, Monti.
petebantur. Idem tunc Faesulae quod ,
Orapassocronologicamente a descrive-
Carrae nuper. Idem nemus Aricinum re compendiosamente principali aweui- i

quodtlercynius saltus. Frcgellae, quod menti della storia civile ed ecclesiastica di


Gesoriacum. Tiberis, quod Euphrates". Vellelri interessante a tutta la provincia
Quanto poi all'essere la nuova Fregelle, di Marittima, premettendo una breve ile

Ponte Corvo, afferma il lodato scrittore. scrizione della città, della quale si ha del

» Fallo, che a noi presenti, a chiunque veliteruo conte Giuseppe Bassi , Descri-
\i si recasse, parlerebbero i copiosissimi zione della città di Fclletri, Boma pel
35

VEL VEL 2 1

Giignani 1 63 i .In tale anno ed ivi fu pure Iratissime metropoli Roma e Napoli, per-
pubblicata da Giacomo Lauro Descri- ,
ciò continuamente transitata da quelli che
zione della città di Velletri. Ne trattano ad esse recansi o ne partono. Da una del-

ancora, il Pinarolo, Trattato delle cose le sue porte comincia quel meraviglioso

più memorabili di Roma, Velletri ec.;il e lungo stradale che trapassa le Paludi
Marchesi, Galleria dell'onore, della cit- Pontine. E distante dal mare Tirreno 1
tà di Velletri, tà altri. Terrò presenti i miglia, da Roma 25 (al sud-est e malgra-
sutumentovati scrittori di quanto riguar- do che i cippi milliari la portino a 27, im-
da Velletri, ma di preferenza procederò perocché essi furono posti quando Pio VI
col benemerito veliterno can. Bauco, co- fece la nuova Strada, che dopo Albano
inè quello che dichiarò nella prefazione noti saliva direttamente alla Riccia come
3
della 2. edizione della Storia della cit- negli ultimi anni, ma sboccava a Gemano
tà di Veletri, che riguardando egli pu- presso il nuovo duomo,facendo il giro del
re la Storia (V.) qual maestra della vita ciglio meridionale di Vallericcia, e perciò
e luce della verità, sebbene per scrivere allungando il cammino di buone due mi-
la patria storia dovette servirsi della mag- glia.Anticamente fu "4 sla(U cioè 2 1 mi-
1
i

gior parie de'maleriali di quegli scrittori glia e 3 quarti distante da Roma, proba-

the ne parlarono distesamente, e ne rife- bilmente calcolandola dal punto in che


risce nomi, nondimeno in tutto non uè
i deviavasi dalla via Appia a sinistra pres-
t
seguì le loro opinioni. Rispettandone il so Tre Taberue. Tanto a vverleNibby. An-
inerito e la dottrina gli piacque di più ,
zi sarà di meno di 25 miglia pe' ponti e
seguire la verità che l'autorità; giacché Strada fatti presso la Riccia, e descritti
molti falli da tali storici come veri rife- in que'due articoli. Ora ['Enciclopedia
riti, dalla retta critica sono contraddetti. contemporanea di Fano tornandone a ,

a
Volle purgare la storia dalla favola e dal- riparlare, serie 2. , 1. 1, p. 58, ha pubbli-
le tradizionivaghe e confuse, con ridurla cato un interessante articolo di Gian Vir-
al suo vero principio, poiché conobbe che ginio Orazietti, e intitolato: // Viadotto
anco gli storici veli terni errarono co'più. d'Arida, col disegno del medesimo trat-
Egli tralasciò di riprodurre il testo de'di- to da quello più grande eseguito dal bra-
plinni, delle bolle e brevi pontifìcii , l'i- vo Silvestri. Sene rimarcano pregi ar- i

scrizioni e altri documenti, già pubblicati dimentosi dell'architetto e del monumen-


da'medesimi scrittori da lui ricordati sul- to, la sua comodità, anche pel territorio
'
le memorie veliterue. si dà il prospetto della tassa
veliterno; e
/ tllelri o Veletri, Velitr ae, siede so- pedaggio che devono pagare transitanti, i

'
pia un terreno che mostra segni d'estin- colla cifranumerica de'medesimi, dall'ot-
'

lo vulcano, nell'ultimo ripiano d'una la- tobre 854 a lutto dicembre 857; speci-
1 1

I dui* che discende dal dorso del rinouia- ficandosi la natura de' passaggi, e quelli
'

to monte Artemisio (il cui nome trasse da che ne godono l'esenzione, mentre 4 co- i

Diana Arlemis, deità di que'boschi che muni circostanti pagano la metà della tas-
avea a specchio il vicino lago di Nemi, sa. Del medesimo Orazietti, e nella stessa
'
perciò detto Speculimi Dianac) verso o- Enciclopedia, si legge un importante ar-
i lente, piano di bella e vantaggiosa emi- ticolo che porta per titolo: Dell' Arsena-
nenza , cioè di vari piccoli colli iti figura le di Tivoli e della Colonizzazione del
Idi scudo e formanti una deliziosa collina, suo Agro, con quello di tutta la Coniar-
[in aere puro di tempei alienilo clima. Ti o- ca. Per quanto dirò in fine, quesla mia
vasi I' illustre città in mezzo a due leali indicazione non riuscirà estranea), 7 da
'auliche vie consolari e postali, l'Appio e Geuzano, e da Napoli 20. xMoltissime so- 1

la Latina, al diritto cammino di due cele- no le città, che col volger de'secoli bau-
a«4 VEL VEL
no in tulio, o almeno in parte cambialo difficile l'ingresso, è da due torrioni gua
l'aulico sito ; non però Vellelri,che sem- retiti la, ed esisterono eziandio in altri pun-
pre dalla sua antichissima origine ha oc- ti delle mura, ma appena se ne conosco-
cupalo medesimi colli su cui tuttora esi-
i no le vestigia. Apprendo dal veliteli»
ste. La bellezza del sito e la giocondità del Theulijche anticamente in Vellelri elati-
prospetto le recano grande ornamento e vi molte porte, le quali si mantenevano a-

decoro. Dall'oriente ella scùopre una lun- porle, come porta Fura vicino a s. An-
ga e varia caleua di monti, mirandosi an- tonio di Vienna, forse così detta da Fu-
cora le cime degli A penatiti, che s'innal- rio Camillo, come in Soli i conserva l'i»

zano dentro il limitrofo regno di Napoli, stesso nome di Furia quella porta per la
'

Sopra monti Albani si scorgono gale-


i quale egli entrò. Altri però vogliono, av- i

strina, Paliauo, Piglio, Serrane: su quelli verte lo stesso Theuli, che si debba dire
Lepini, Cori, Sermoneta, Norma, Rocca porta Figura, per l'immagine della Ma-
Massima, e alle falde Giuliano. Dal mez- douna che vi è dipinta. La porta del Pun-
zogiorno si gode la vista delle vastissime tone che stava vicino alia chiesa demoli-
campagne delle Paludi Pontine, e ad es- ta di s. Rocco, e porta di s. Martina che
sa presentano ancora Cisterna la pe-
si , rimaneva presso la chiesa di s, Antonino,
nisola del atonie Circeo e l'estesissimo ma» ed altra detta Portella, da cui prendeva
re Tirreno coll'isolette Palmarola, Poli- il nome una decarcia della città e slava

zia e Sannoua, e sulle coste il Porto d'Ai» - vicino al Matano, Indi 3 solamente re-
zio, Nettuno e Astuta. Dall'occidente Ar- carono aperte per comodo pubblico, eie

dca, e Civita Lavinia con amene colline. porta Lucia, porta Romana e porta
Finalmente dal settentrione gode il mon- poletana. Tulle le vie interne sono reg
te Artemisio tutto coltivato, e l'altro u- lari e comodissime, meno quelle che con-
uito di Spino, colle selve sempre verdeg- ducono a piazza della Corte, poiché sono
gianti di Faggiola e di Lariano. L'ultima alquanto scoscese a motivo del sito il più
proposizione concistoriale per 1' odierno elevato della città;vi sono altre piazze e

cardinal vescovo suburbicario, dice Civi- fonticon abbondanza d'acqua purissima,


tas Velilerna intra fines Latii in provin- essendo quelle magnifiche di
le principali
cia Marilima ad clivum monti* Arte-* piazza del Piano, uscendo 1' acqua da 4
misti aedificata conspicilur cuJusin am- ben mascheroni; la fonte di s. Gia-
intesi
t

hitu Irium circiter mìlliarium sexcentas coino forma rotonda con due cavalli
di
domos, etquatuordccim pene mille coni' marini, dalla bocca de'quali sorge un'ac-
plectitur cives, che la posteriore Statisti- qua limpidissima; e la fonte di detta piaz
ca deli 853 registra i4,4?4 compresi 5 za della Corte. 11 Theuli descrive le fon-
ebrei; e quanto anche Nibby
al circuito, tane del suo tempo, e le dice mollo belle
disse Vellelri cinta di mura semidirute de' e lavorale di travertino, 4 servendo a pren-
tempi bassi, che girano circa 3 miglia, es- der l'acqua per bere. Una era nella piaz-
sendo la porla verso Roma fatta nel «573 za Inferiore cou bel vaso e una tazza gran-
co'disegni del Vignola. Ma come dirò, fu de, dalla cui sommità per mezzo di 3 ci-
poi demolita, e sostituita da ampia Bar- pressi uniti insieme sgorgava l'acqua, co-

riera. 11 Marocco dice la città cinta di mu- me pure da 2 aquile e da 2 draghi. Al


ra castellane, le quali anticamente erano tra uella piazza del Magistrato o di Cor-
altissime, come si vede dagli avanzi a por- te, con vaso similmente bello, nel quali
la Napoletana, che ancora conserva la sua si usceudoda 4cavalli ma-
riceve l'acqua,
vetustà, e dove ancora sussiste l'incastro rini , nel cui mezzo si doveva collocali
della saracinesca per cui si calava calza- un Nettuno sopra una conchiglia marini
la la porla; ed afliuthè si tendesse pi il (rammento che la sua opera fu stampa
-

V E L V E L 2i5
la nel i G4 j.). Nella maggiore o
piazza de provenuto da mac Landò, perchè ivi uc-

(irandeo del Trivio erauvidue t'unii, (ina cidevansi le vittime da sagi ificare a quel

vicino alla chiesa e l'altra incontro al pa- nume, e favoleggiando dal re Metabo. La
lazzo Ginelti, egualmente con belli vasi costruzione di quest'opera costò all'erario
ili travertini'. Tra le due fonti vi fu eret- comunale! 5,ooo scudi. Ma delle strade,

ta la statua di bronzo d'Urbano Vili (di- delle piazze e delle fonti dovrò riparlare
strutta da' repubblicani del 1798, come in seguito. Nel t. 8 AeXV Album di Roma,
poi dirò). Nella piazza di s. Giacomo, sot- a p. 16, si dà contezza con elogio del li-
to al palazzo Priorato, e fuori della por- bro pubblicalo ueli84i e intitolato: Sto-
a Uomaua erauvi fontaue per beveratoi ria e descrizione degli Acquidotti Veli-
r

Ili cavalli e altri animali, ed in luoghi re- terni, compilata dal d. Enrico Proven-
moli comodi lavatoi pubblici per le donne, zani segretario della municipalità di
^on oltre più. di 12 mulini da olio. Riferi- Fellttri, Roma 1840. Pertanto si dice,
re il Dauco, 5 essere le piazze maggiori che l'antichissima città di Velletri seb- ,

'li Danie-
Velletri. Lai." appellasi della bene circondata tutta all'intorno da mol-
a
la, la 1.' del Trivio, la 3. del Coutuue, te ottime sorgenti d'acqua potabile, uon

a 4-' del Piano, la 5."di s. Giacomo: lut- avea mai potuto vederne alcuna condot-
'.e ornale di fontane, che scaturiscono ac- ta duo dentro le sue mura perchè non ,

Ipia perenne derivante dal monte di Fag- superabile l'ostacolo della troppa depres-
'•iula. Anticamente Velletri era divisa in sione del loro livello. Il celebratissimo i-

fi rioni appettali (bearne, nome denta- draulico Giovanni Fontana, chiamato dal
lo da due vocaboli greci deca e archios, municipio sul principio del secolo XVII,
•:he siguifica principato didieci: forse per* ebbe ricorso ad un ingegnosissimo artifi-
:hè da questi rioni eleggevausi Siguori i zio, per cui sorprendendo quasi la natu-

Nove e il Sindaco, che governavano come ra nel suo occulto magistero ,


penetrato
:api di repubblica la città. Le decarci'e ap- nelle viscere de'mouli circonviciui, e di-
idlavansi di s. Salvatore, di Castello, del ramando là entro in moltissime e svaria-
Jollicello, di Mortella, e di s. Maria del le direzioni una grande quantità di cuni-
Trivio. Ora si divide nelle 6 parrocchie coli, raccolse in ciascuno di essi dal tra-
:he pui descriverò. Anticamente era ben sudamento delle pareti e delle volte altret-
ortifìcata, come mostrauo gli avanzi delle tanti piccolissimi filetti d'acqua, che lutti

mura, e le profonde e larghe fosse che insieme mettendo capo nella forma cosi
tue
a circondano. Al presente non ha che de- detta maestrae accomunati verniero a
,

noti ripari, per impedir le fraudi dellega- formare come per incanto una piena e
oelle. Avea come dissi diverse porte ora : copiosa sorgente: e questa derivandosi da
:si>lela Napoletana rifabbricata con buon un livello molto più alto che non è la sot-

disegno, eia Darriera fabbricata pocoluu- toposta città, superate gravissime difficol-
r,i da dove stava la porta Komaua, la qua- tà d'altro geuere che si frapponevano per
le In demolita perchè minacciava rovina; via, forati più monti e roccie, potè per tal
le altre di Furio, dis. Lucia, della l'orici modo condursi Ini dentro alla medesima,
ga e del Pontone non più esistono. Nel e servire all'abbellimeutodi essa, uon me-
I816 fu aperta la deliziosa e ampia via no che all' utile e al comodo degli abitan-
con alberata d'olmi, che dalla piazza di ti. Quest'opera tanto ardimentosa e ma-
. Giacomo conduce sino a via Dorghese. gnifica (iuo allora era rimasta quasi all'at-
r
Juesla era angusta e scoscesa chiamala to inosservata, finché il benemerito d.
ria del Matano,ed ora si appella via Me- Provenzani, con molte notizie di muni-
abo; vocabolo che il Volpi dice derivato, cipale erudizione, fece conoscere l'artifi-
piasi luogo di Marte, ed il Theuli lo ere- zio cosi ingegnoso e felice, pel quale la
ai6 VEL VEL
città ebbe il necessario elemento che tut- co come questo. Il forastiere che si limi-
tora gode. Entrando nella citlà dalla por- ta a leggere quella lapide, resta col desi-
la Romana reca sorpresa la torre quadra- derio di sapere chi fu il Papa istitutore.

ta, che isolata s'innalza nella piazza mag- Le fabbriche privale dell'abitazioni sono
giore o Grande ovvero del Trivio , alta decenti, ne mancano di sufficiente appa-
palmi 240 e che per ogni lato conta pal- riscenza; come magnifici, nobili e di buon
mi 20 di larghezza. Questa torre dell'o- gusto sono diversi palazzi e grandi fabbri-
rologio altissima piramidale, conte la chia- che. Il rinomato palazzo Ginnetti, ora de'
ma Cancellieri nellesue Campanec Cam- principi Lancellotti, edificato dal celebre
panili j gran campanile altissimo della e splendido cardinal Marzio Ginnetti ve-

chiesa di Maria in Trivio d'opera sa-


s. li terno morto neh 671, con architettura
racinesca, al dire di Nibby, che qualifica di Martino Lunghi , e la spesa di circa
gotici i caratteri della lapide che ne de- 3oo,ooo scudi, poiché l'ornò con ogni più
termina il compimento colla data de'i5 squisita eleganza, e con galleria piena di

api-ilei 353; viene lodata dal Bauco per eccellenti pitture e statue antiche. Que-
altezza e sveltezza, e per la nobile costru- sto museo, parte venne trasportato in Na-
zione di rara maestria di selci quadri, or- poli, e parte in Roma nel Palazzo Lan-
nata di 3 sonore e armoniose campane. ctllotliy cui principi ne furono gli ere'
i

Inoltre osserva con ammirazione, che tan- di. Superba è la scala tutta di candidi

to la torre quanto il palazzo Ginnetti, ne' marmi fino al 4-° piano, bellissimi i bas-

terremoti del 800 e del 806 non soffri-


1 1 sorilievi antichi, le colonne, le statue, gì

rono alcun dannoo lesione, dopo chequa- stucchi ealtredecorazioni delle sue loggie
si tutte le altre fabbriche buono guaste. ond'è giudicata una delle meraviglie d'

Ad onta di tale autorevole p.otesta, pa- anche per la sveltezza del dise
talia,

re che la torre del Trivio abbia bisogno Adiacente a questo magnifico palazzo,ch
d'e-ser fasciata di ferro sopra la metà per nel suo interno è abbellito di pitture , 1

avere alquanto sofferto. Come pure, nel- cardinale vi formò un grande e amen
la medesima torre campanaria, andrebhe giardino ornato di fonti e di statue. Dal
riformala l' iscrizione scolpita in marmo le loggie principalmente si godono magi
riguardante l'istituzione della legazione, che ed estesissime vedute naturali. Que
che tanto onore e vantaggio reca a Vel- sto grande e signorile palazzo non è ahi
letri, non nominandosi allatto il PapaGre- tato, ed abbisogna di molti e notabili re
gorio XVI che la istituì. Si può leggere stami, che vagheggiano i suoi ammira
nel Bauco, 1. 1 , 363, e particolarmen-
p. tori. Non sembra vero che gli auslriai

te ricorda il celebre e benemerito cardi- lo saccheggiassero nel 1


744> come pretei

nal Pacco, che fra'benefiyi prestali a Vel- de il Beccatiui. Nel 1849 fu il bersagli
Ietti, dice lo storico, il maggiore fu quel- d'alcune palle di cannone lanciate da 'ri
lo d'aver secondato il voto de'veliterni a belli repubblicani, che a' ic) maggio o(

fine d'ottenere dal Pontefice l'onore del- cuparono per poche ore l'adiacente can
la legazione. La lapide I' eressero i veli- pagua; e se ne vedono ancora le impioti
terni, i terracinesi , i setini segami i
, i , te nelle mura esterne da quella delizio-

corani, i labicani ossia i valmontonesi per parte. 11 cortile poi servi come di pialli

aver celebrato i primi comizi, tenuti co' (òrma ad una batteria napoletana, che 1

loro deputati dal cardinale per la costi- spondendo egregiamente al cannone di


tuita legazione, senza peiò dirsi da chi, a' gli assalitori, li respinse e mise in fùg
7 novembre i832. E vero che ne esiste ma di ciò meglio a suo luogo. Il palazi

il monumento nel palazzo municipale, co- Ginnetti rende anco ornamento alla pia

me descriverò e vidi, ma non è pubbli- za grande del Piano, di cui uè occupa 1


VE L VEL a 1
7
fianco. II palazzo vescovile legatizio e mu- la sala consigliare vi sono i busti marmo-
nicipale detto Vecchio, si eleva maesto- rei di Papa Gregorio XVI, e de'cardinali

samente e torreggia come un castello nel bai toloroeo Pacca vescovo e i legato di
sito più eminente e bello della città, die Velletri, e Tommaso liernetti segretario

domina d'ogni parie, uella contrada Ca- di stato, egregiamente scolpiti dal valen-
stello, ov'erano anticamente le case del- te scultore romano Filippo Gnaccarini ;

l'augusta famiglia Ottavia. Essendo stata non che un'iscrizione marmorea compo-
decretata l'erezione del nuovo pubblico sta dal dotto epigrafista Girolamo Ama-
palazzo, il celebre cardinal Giovanni Mo- ti, come l'altra summentovata (e lo im-
ioni governatore e vescovo fece delineate paro dal n.°2 1 del Diario di Roma del
un bellissimo disegno dal celebre archi- i834, che ne ragiona), dichiarante l'e-
tetto Giacomo della Porta per questo e- terna gratitudine di Velletri e di tutta la,

difizio, la cui costruzione s'incominciò nel provincia di Marittima per l'istituzione


l5y5. E" isolato, di forma quadrilatera della pontificia legazione, e della destina-
corrispondente esattamente a 4 ponti car- zione di questa città per degna sede e ca-
dinali della sfera, e donde si apre a mez- poluogo della medesima; monumenti de-
zogiorno l'ampio prospetto delle Paludi cretatinobilmente dal magistrato muni-
Pontine, de' monti di Cori, di Sezza , di cipale per pubblica acclamazione, come
nernioueta,ÌMÌne Terracina,del promon- dice la lapide che si Bau-
legge pure nel
torio Circeo e del mare. Grande, solido co, t. i,p. 362. Pel mio rimarco fatto sul-
e di buono stile, simmetrico nelle sue fac- l'altra lapide, forse il dotto Amati non sep-
ciate, farebbe bella mostra di se anche in pe bene che essa doveasi erigere sepa-
una capitale. E' inoltre magnifico, ornato ratamente, e collocarsi isolatamente al
e diviso in due appartamenti, con digni- pubblico nella più frequentata contrada
tose e vaste sale e molti comodi. Il su- della città. Tale distinzione GregorioXVI
periore che dal 1825 ali83o fu decoro- volle concedere a Velletri e alla provìncia
samente addobbato con belle e ricche sup- per solenne attestato di sua paterna sod-
pellettili, fu ceduto dalla comunità Ve- disfusione, per le chiare e ulteriori dimo-
literna per residenza del cardinal vesco- strazioni di fedeltà e divoto attaccamen-
vo legato prò tempore, cioè dopo che re- to mostrato da' veliterni e dalle popola-
stò senza episcopio. Nel 1.* piano è quel- zioni della provincia ne'torbidi funesti del
la del nobile magistrato municipale eser- 1 83 1 de'faziosi, difendendo con energia
cente, con camera d'udienza e della se- sincera i diritti della s. Sede. Le antiche
greteria generale. In questo appartamen- iscrizioni volsche e romane esistenti nel-
to sono magnifiche sale, una detta delle la sala della delle lapidi e nell'atrio, fu-
lapidi, altra del consiglio, altre per rice- rono illustrate nel secolo passato dal ve-
vimento di personaggi, oltre quelle asse- literno cardinal Stefano Borgia. Nelle sa-
gnate per l'accademia Filarmonica, feste le municipali sono pure quadri dipinti dal
e lieti trattenimenti e gaiamente ornata, veliterno che il comune mantiene in Pio-
e pei l'illustre accademia Volsea nelle sue ma allo studio delle belle arti, fra'quali
tornate bimestrali, la cui celebrila , per i ritratti d'alcuni illustri veliterni, come
quanto poi riferirò, ne fa vivamente de- della valente pittrice Virginia Vezzi ve-
siderare dall'universale de'colti la sua ri- li terna, di cui parlerò all'epoca nella qua-
storazione, poiché da alcun anno resta le fiori. ISel pianterreno del palazzo vi è
soppesa. La sala principalecomunnle è son- l'archivio notarile, il monte di pietà Gin-
tuosa e. vasia. Vi sono in essa e in altre misi Gregna a sollievo delle famiglie bi-
diversa iscrizioni, egli stemmi delle no- sognose della città, e in una vasta sala la
bili famigliedel patriziato vclilerno. EVel- biblioteca comunale, di cui fu beueme-
2«8 VEL VEL
• ito bibliotecario il veliterno Clemente e degli amministratoli provinciali, con
Cardinali. Questa resta aperta ogni gior- dimostrazioni d'esultanza de' velìterni e
no a pubblico comodo, la quale dovizio- de' provinciali; a perpetua memoria del
sa già di molte migliaia di volumi, fu no- gran fatto del 1849 della restaurazione
tabilmente aumentata nel 1842 con l'ac- del dominio temporale della s. Sede per
qui.oto della scelta libreria dell' altro be- learmi cattoliche delle potenze alleate,
nemerito cittadino cav. Luigi Cardinali: non meno per gli aiuti somministrali dalle
possiede ancora una pregevole e copiosa fedeli provincie di Marittima e Campa-
collezione di opere mss. e stampate , re- gna, che per le prime ebbero 1' onore e
lativetutte a Velletri. La preziosa raccol- la ventura d' accogliereil regnante Pio
ta de' libri della biblioteca si accresce an- IX i85o, nel felice ritorno ne' suoi
nel
nualmente per la dote saviamente asse- stati, e meglio descritto nel n.° 129 del
gnatale dal comune, e forma lustro e de» Giornale di Roma del 1 852, ed a p. 528
coro alla città. Inoltre vie l'arcbivio pub- de 11' Osservai ore Romano. In essi si leg-
blico, e le pubbliche carceri governative, ge, che la provincia di Marittima, lega-
in parte sotterranee e divenute angu- zione di Velletri, per essere a confine col
stissime, per cui alla sua volta le deplo- regno di Napoli fu la i." a rassegnare di-
rerò. Di questo palazzo, di cui il Bauco vota gli omaggi sinceri di venerazione e
lamenta per non essere compito il pro- sudditanza ai Papa Pio IX, quando nel
spetto di mezzo secondo il disegno del
, faustissimo 6 aprile i85o rientrava ne'
cav. Derniuo, dovrò riparlarne dicendo •noi domimi, dispersa e abbattuta I' a-
dell'episcopio, e di quando comi nciaronoi narchica fazione. E perchè di sì propizio
cardinali vescovi ad abitare il medesimo avvenimento degna e durevole memoria
palazzo. Altro palazzo municipale e dele- si avesse in Velletri capoluogo della pro-
gatizio è quello rimpetto al descritto, e- vincia, si stahilìdal consiglio provinciale
gualmentegrandioso,eleganteecoinodo,e de'2 aprile, che un monumento si eriges-
denominato Wuovo,imperoccbè fu comin- se sulla facciata del palazzo delegatizio
ciato nel 1822 e compito neh 835, go- rappresentante l'arrivo del Papa, la pro-
dendosi anche da questo un magico pa- vincia ossequiosa e riverenle, e le 4 po-
norama. Ne fu architetto il valente coni- tenze Spagna, Austria, Francia e Napoli
atemi. Gaspare Salvi (di cui si può leg- accorse per un concorde sentimento alla
gere Orazionefunebre in lode del coni-
l' restaurazione del Irono pontifìcio. Allo-
metal, Gaspare Salvi, Roma 18 5o), del- gata l'opera all'egregio scultore Gnacca-
le cui opere parlai con lode in più. luoghi, riui , con lodevole arte dispose le figure
e furono spesi circa 00,000 scudi, àer-
vi 1 e gli emblemi allusivi alla provincia di
ve di residenza al prelato delegato apo- Marittima e ad ognuna delle 4 potenze,
stolico della provincia di Marittima oVel- e le topografiche specialità de'luoghi ne'
letri, ed a'pubblici ullizi della legazione, quali le medesime si distinsero. Pertanto

segreteria generale, tribunali, cancellerie nel mezzo del bassorilievo vedesi il Pap.i
civilcecriminale,polizia,pe'cursori,quar- in abito viatorio, e a lato la colonna mil-
tiere del presidio di guardia ec, oltre gli liaria, lai." ad incontrarsi nella via Ap-
«^parlamenti del prelato delegato e di pia dal confine del regno di Napoli a Vel-
.dciini impiegati ec. Nella facciata ester- letri; gli sta dinanzi la provincia genufles-
na ammira un monumento
si in basso- una donna
sa rappresentata in turrita co'
rilievo di marmo, scolpito dal sullodato simboli dell'abbondanza ne' frutti del-
(.laccarmi, collocato a'3 maggio 1802, 1 la terra e del rostro pel mare. Alla de-
alla presenza del cardinal Macchi vesco- stra del Pontefice è Roma sostenente il

vo e legalo, di mg.' Bambozzi delegato seguo di nostra redenzione, ed ha la Lu*


,

VE L VEL a .9

pna'piedi, è ricevuta ila Napoli simboleg- deplorabile patrio infortunio fu poscia di-
giata nella Sirena e ne'gigli Borbonici, al- sperso e disgregato, come rilevò degno il
r
ludendo il concetto a Ferdinando II re pro-nipote mg. Costantino nelle Notizie
di Napoli e della Sicilia, che accolse ospi- biografiche. Le parti principali del mu-
talmente nel suo regno il Papa esule da seo sono in Napoli nel museo Borbonico,
Roma e da'suoi slati. Allo stemma di Leo- e in Roma nel museo Borgiano del Col-
ne e di Castiglia osservasi la Spagna, elio legio Urbano (fy .). Quanto vi è in Na-
meritò per le principali sue cure di riu- poli, si può leggerlo nel Real Museo Bor-

nire urini e armati a sostegno della s. Se- bonico descritto ed illustrato da Era-
de. Avvi alla sinistra la Francia, e si rav- smo Pistoiesi Rosila 838 con figure. Do-
, 1

visa pel Gallo, che ha a'snoi piedi; tiene menico Sestini non dubitò di chiamarlo
in mano il vessillo della Chiesa, e al suo uno de' più illustri musei d'Europa. Il
fianco scorgesi il Tevere, quindi sopra un Cancellieri, che del cardinal Borgia pub-
piedistallo la Lupa, e alquanto indietro la blicò un accurato e dotto elogio (come di
cupola di s. Pietro, il che indica la segui- non minor pregio fu il pubblicalo nel
ta occupazione di Roma. L'Aquila bici- 1 806 in Roma dal cav. Luigi Cardinali),
pite designa l'Austria, che ha pure il ves- nella ricordata sua opera a p. 63 rimar-
sillo pontifìcio, e poiché le truppe tede- ca,che nella ricchissima suppellettile del
sche occuparono primieramente Bologna suo Museo Veliterno avea vari orologi
e le Romagne, perciò le è accanto il Po, solari di cui voleva pubblicarne una rac-
e dietro questo la Garisenda torre in- colta colle illustrazioni, onde volle sup-
clinata nella città di Bologna. Il palazzo plire in parte a tale mancauza con darci
Filippi ha un' iscrizione sulle pareti del- l'elenco degli autori che ne trattarono. Il

l'androne, riportata da Marocco , dalla Rena/zi nella dedica che fece al cardinale
quale si apprende, che fu comincialo nel del t. 2 della Storia dell 'università de-
i636 colla demolizione di 22 domimeli- gli studi di Roma, celebrando la sua dot-
larum da Francesco Filippi; e che suoi i trina e vasta erudizione, anche nell'an-
pronipoti nel 1775 a proprio comodo lo tiquaria, e nelle lingue orientali ed eso-
ridussero in miglior forma. L'attualepro- tiche, ecco come parla delle sue raccolte.
prietario cav. Giuseppe maggiore Filip« »»11 museo nella città di Velletri, illustre
pi è il presente gonfaloniere della città. patria vostra, e domicilio di vostra nobi-
Altri palazzisono quelli degli Scanni, de' le famiglia, da voi con fino gusto e regal
Fiscali, de'Gregna, de'Toruzzi (il i.° pia- munificenza arricchito di monumenti, e
no del quale appartiene alla prelatura di cimelii rari e pregievolissimi d'ogni spe-
tal nome), de'Lalini moderno, e de'Bor- cie,d'ogni età, d'ogni nazione. Oh quan-
già, do ve il celebre cardinal Stefano, sen- te penne di scrittori nostrali e stranieri
za risparmio uè a denaro né a fatiche hanno illustrato il museo Borgiano! Di
avea riunito una famosa collezione di 02- qual ammirazione gl'intendenti e viag-
o i

numismatica
getti egizi e cofli, cinesi, di giatori restan compresi in vederlo ed e-
e di storia naturale che formava lustro a sa minarlo! Come, vostra mercè, è divellu-
Velletri, e l'ammirazione di tutti fora- i to noto e famoso per tutta Europa, etra
slieri di remote contrade che passando le più remole genti ... Voi senza rispar-
!

per questa città visitavano con piacere. mio di spesa fate dal celebre Giorgio Zoe-
Quoto museo /forgiano Pclitcmo, de* ga eseguire il catalogo ragionato de' co-

gno d'una capitale, conteneva sì peregri- dici coplo-borgiani ne'3 dialetti memfiti-
ne dovizie, che basti solo il dire che altri co, basmurico , saidico; donde su la sto-
magnifici musei si gloriano oggidì di con- ria, le scieuze e l'arti d' Egitto, argomen-
Iwuciue alarne parli; il (piale museo per ti per l'occorse circostanze de' tempi di-
220 V E L VE L
venuti ora dì moda letteraria, nnova si J (scovati suburbicari. Il principale in-
spargerà splendidissima luce". Del Zoe- gresso è in fondo dell'atrio del semina-
ga abbiamo già pubblicato: Nummi A e- rio vecchio, ch'era l'antico episcopio, la
gyptiì Imperatori prostantes in Musco cui porta rimane a destra. Il minore in-
Borgia/io P'elitris, acljectis pr aeterea gresso corrisponde alla nave minore dal-
quo/quot reliqua huj'us Classis Numi- la parte del Vangelo, ed ha ne' laterali
smata ex variis Museis, atque libris col- due antichi leoni di marmo. L' interno
Hgere obtigit, Romae 1787. Dopo due della basilica è grande
decoroso e ma-
,

anni il Zoega pubblicò


Globus coele- : gnifico. La costruzione èuri misto d'an-
slis cufico-arabus Velkerni Musaci tico e di moderno, imperocché questo tem-
Borgiani, praemissa de Arabum astro' pio avea altra forma, e mostrava diver-
nomia Disserta (ione. Negli alti della So- sa architettura dalla presente. Accadde
cietà letteraria Pohca. / clit°rna, t. i, ebe nella notte susseguente a'?.3 maggio
p. 189, vi è Y Elogio di Giorgio Zoe- i()5(j percosso da un fulmine il campa-
ga censore accademico. Ivi si dice che il nile, che avea una grande altezza, rovi-
cardinale acquUtò in lui quell'Edipo che nò per metà, e cadendo sopra la chiesa,
seppe sciogliere gli enigmi egiziani del rimase questa per la maggior parte in vol-
museo Borgiano, e si rende ragione del ta nella medesima rovina. La caduta del
dottissimo da lui operato. Il p. ab. Rari- campanile cagionò eziandio la rovina del-
gbiasci la qualificò celebre collezione, ed l'altare, dove conservavasi il corpo di s.
unica in ha dal dotto p. Pao-
Italia. Si Geraldo vescovo d'Ostia e Velletri, e sco-
lino di s. Bartolomeo carmelitano scalzo, pri l'arca di marmo bianco che lo rac-
che poi scrisse la vita del cardinale con chiudeva. Questa è ora situata presso la
l'elenco di tutte le sue opere: Musei Bor- detta porta laterale della chiesa; è d'an-
giani Velilris codices manuscripti, Ro- tichissima struttura, lunga palmi 8, alta
mae 1793. La basilica cattedrale trovasi 3 e un quarto e larga 3 senz'iscrizione. Il
alconfine di porta Napoletana, avente di- vescovo cardinal de Medici non dill'eiì di
nanzi vasta piazza abbellita da leggiadra ri fabbrica re a proprie spese la chiesa, col
fonte (e non da una statua di bronzo, che campanile, benché di minore altezza (il

ilpopolo veliterno per riconoscenza eres- campanile lo descrive Cancellieri; e par-


se a Clemente Vili, come pretendono lando de'campanili antichi e loro forme,
Castellano e Marocco). Il zelo patrio del soggiunge trovarsi quello della chiesa di
cardinal Rorgia e quello del vescovo car- s.Clemente di Velletri in un'antica pittura
dinal York ottennero da Pio VII il bre- delle grotte di essa, rappresentante la tra-
ve In summo Apostolatus de' a marzo , slazione de'corpi de'ss. Ponziano Papa e E-
1804, Bull. Rom.contA. i2,p. 128: Con- leuterio vescovo dell'Illirico martiri, l'atta

cessiofavore perinsignis CathedralisEc- incidere dal cardinal Stefano Borgia con


clcsiae s. Clcmentis I P. et M. civitatis questa e[i\«iai't:Translatio ss.3Iart.Pon-
Velitrarum li tuli praeminentiae, et pri- tianiPP. etEleutherii Epi. ante an. 1 2 54
vilegii Basilicarum minorimi Urbis. E' peracta ex Oppido Tiberiae, mine Tife-
antichissima e si crede fabbricata sulle ro- rà, Xa Velilris lapide, in calhedraler,
vine del tempio di Marte, secondo il Vol- Eeclesiam s. Clementis PP. et M. dice
pi. Quest'edilìzio monumentale manca tam, oli in Mariti templum, adslanle ve
di facciata esterna, e mi giova sperale che te ri Velitrarum magistrata, nempe
i

vi supplirà la pietà veliterua o quella di testale, qui virgam manu gestat, bini»
qualche vescovo, per dignità e decoro del- r/ue consulibus, ex antiqua pintura
la cattedrale «lei cardinal Decano (A7 .) del parie te cryptarum ejusdem Ecclesiat
•Sagro Collegio (/'.), la 1." de' 6 illusili studio et cura Slephani Borgiae a s.
1

VEL VEL 22
r. de propag. Fide delineata, aereq. ex- ti. Annia Prima, e Gerontide greca fan-
pressa an. 1778. Questo rame è prezio- ciulle martiri, la |." di6 «uni e 7 mesi,
sissimo, perchè olire vestiti civili e gli i la 2/ probabilmente d'8 anni: s. Annia
abiti sagri de' personaggi che vi si vedo- fu trovata nelcimileriodi s. Priscilla, s. Ge-
no, ci trasmette il sistema di architeli tira rontide in quello di s. Calisto, ambo con
degli edilìzi sagri , e insieme col campa- iscrizioni lapidarie. La loro traslazione
nile vi è il portico innanzi la porta eiella soletinesi celebiòa'3 1 maggio 84o.Deu •1

chiesa, sul fare di que'che si conservano tro il coro d' inveì 110 esiste il deposito di
ancora oggidì in Piuma innanzi le chiese marmo della b. Maria Guilla, che si cre-
di. s. Clemente, di f. Prassede, di s. Ma- de sorella di s. Geraldo. Sopra il taberna-
ria in Costnedin, di s. Cosimo to; portici colo della tribuna inun reliquiario si ve-
che nelle descrizioni di quelle chiese ven- nera il Clemente martire do-
corpo di s.

gono chiamati Locus Pauperum. Quello nato dal cardinal Marzio Ginnetti. L'in-
però di questa pittura non ha colonne, terno di questa basilica è diviso da pila-
come li suddetti, ma piedi itti, che sosten- stri (in luogo dell' antiche colonne ,
per
gono l'arco semicircolare e il frontespizio); quanto dirò a suo luogo) in 3 navi; è lun-
ilquale lavoro fu compito nel 1662. La go dalla porta maggiore, sovrastala da
nave di mezzo dell'antica chiesa era retta magnifico organo (di recente restaurato e
da colonne di marmo, (he slimavansi in- aumentato colla spesa di 4°° scudi dal
sudicienti a sostenerla. Furono queste ri- cardinal Macchi) con eleganti intagli do-
mosse, e fu riedificata la medesima con rati, sino a) coro palmi 204 e un 4«°j lar-

moderna architettura, e con pilastri pro- go nella nave di mezzo palmi 5 e trequar-
porzionali all'altezza degli archi. La spe- ti: le due navi minori laterali sono lun-

sa fu di 1,000 scudi, e per memoria di


1 ghe palmi 177 e trequarti, e larghe 2 1.
questa munificenza fu collocata marmo* La nave principale è bellissima e mira-
rea iscrizione uel presbiterio dal lato del- bile essendo da cima a fondo ornata di
,

l'Epistola. Circa detto anno 1662 l'arci- elegante pittura e di ricca doratura, die
prete Nicola Toruzzi ornò questa chiesa di perfettamente armonizza col nobilissimo
nobile ed elegante battistero di marmo. soffitto, onde forma un complesso che sor-
Sotto medesimo cardinale de Medici,
il prende. Quest'ornato fu eseguito parte a
il tempio fu di uuovo cousagrato dal ve- spese del vescovo cardinal Pacca, e par-
r
literno mg. Bonaventura Tevoli arcive- te col ricavato da' legati pii non soddi-
scovo di Mira; ed in esso esistono diver- sfatti neh 832. 11 ricchissimo e stupendo
si depositi e molle iscrizioni lapida rie, che soffitto è di legno intagliato con cornici,
6i potino leggere presso i putrii storici ar- il lutto lavoralo con eccellente maestria,
civescoviTevoli e AlessandroBorgia.Que- ed è carico d'oro. Nel suo mezzo il grande

sla cattedrale è dedicata a Dio io onore quadro lo dipinse a fresco il celebre cav.
di s. Clemente 1 Papa e martire , la cui Giovanni Odazzi romano e oriundo mi-
festa si celebra solennemente a*23 novem- lanese, ed è stimata la migliore sua ope-
bre. Tra le insigni reliquie visi venera- ra (morì ricchissimo nel 1731 in Roma,
no quelle de' martiri s. Poliziano Papa e ove molto dipinse per Benedetto XIII).
s. Eleuteiio vescovo dell'Illirico, e il del- Vi espressela Chiesa trionfante, ed pro- i

lo corpo di Geraldo. Nella cappella del-


s. tettori di Velletri, cioè i detli ss. Clemen-
la Visitazione è il corpo di s. Esopei ia te I, Poliziano, Eleuteiio e Geraldo. Nel
martire, trovato nel ciiniteriodi s. Ciria- 1806 pel fortissimo terremoto, da cui
ca con memoria sepolcrale Ne'due alta- niun cittadino rimase offeso, fu procla-
ri laterali entro la cappella della Madon- mata primaria protettrice Maria ss. del-
na delle Grazie si veuerauo i corpi delle le Grazie. Souo protettori Diiuori s. Roc-
-

222 VEL VEL


co e s. Francesco Saverio confessori. Il del capitolo, secondo Nibby, o del Benci-
cari. Banco reude ragione perchè veli- i venna Angeloni. Scen-
al riferire del can.
terni scelsero i loro celesti Proiettori; e dendo o sotterraneo la
alla confessione ,

descrive l'invenzione delle ss. Reliquiede' cui volta è sostenuta da pilastri e da mol-
ss. Poliziano e Eleuterio rinvenute circa te colonne tolte da fabbriche antiche, la
il i2o4 nel castello di Tiberio oTivera, cappella è dedicata a s. Eleulerio, e pia-
lungi io miglia da Velletri, già fiorente mente si crede che ivi riposino le sue re-
e distrutto da 'saraceni, eolle notizie di s. liquie e quelle di s. Poliziano. Nell'alta-
Eleuterio , comunemente chiamato da' re di porfido, secondo Marocco, si vene-
veliterni s. Liberato , dalla derivazione ra l'immagine della B. Vergine col divini
della voce greca Eleuterio , che significa Bambino, leggiadramente espressa in ta-
Liberatore, per le molte grazie ricevute vola in modo da destare meraviglia a chi
da Dio a sua intercessione, buona altra ben la riguarda, e meriterebbe per go-
parte del suo s. Corpo venerandosi in Rie- derla e conservarla di rimuoverla dall'u-
ti, ma la testa la possiede la cattedrale ve- mido e dall'oscurità, e di trasportarla nel-
literna e la venera nel reliquiario esisten- la chiesa superiore. Il Bauco la crede di-
te sopra la tribuna. Le pitture della tri- pinta da Pietro Perugino, maestro di Raf-
buna le colorì l'insigne Giovanni Baldoc- faello; ma il Nibby oltre il dire che ivi
ci fiorentino nel 1095 d'ordine del vesco- rimane una pittura antica a fresco allu-
vo cardinal Gesualdo, come si legge nel- siva alla pompa della traslazione de'cor-
l'iscrizione che vi appose (talvolta soleva pi de'ss. Eleuterio e Ponziano, soggiunge
aggiungere il cognome Cosci per gratitu- che ivi pure vedono dipinte le imma-
si

dine al zio materno, che n'ebbe cura nel- gini di s. Stefano, la protome del Salva-

la fanciullezza). Vi espresse il Salvatore tore, la ss. Vergine fra' ss. Ponziano e E-

che corona la ss. Vergine, e sotto i ss. leuteriojlavori della scuola di Perugino. ..

Pietro, Paolo, Clemente 1, Ponziano, E- » E' una vera perdita per la storia delle
leulerio e Geraldo: e più sotto vari fatti arti e delle leggende de' tempi bassi ve-
della leggenda de'medesimi santi. INel cen- dere imbiancato vandalicamente il rima-
tro del presbiterio, chiuso da balaustrata nente de'dipinti che coprivano questo sot-
di marmo, si eleva il magnifico altare terra neo". Autorevoli lamenti, cui fanno
della confessione isolato, composto di ec- eco gl'intelligenti amatori e cultori del-
cellenti marmi, eretto a spesedel vescovo l'archeologia sagra, che tutta volta si po-
cardinal bai berilli seniore, e coperto da trebbero far cessare e ripararvi , con di-
tabernacolo retto da 4 colonne di grani scoprirsi di nuovo le preziose pitture. Tor-
tello con capitelli d'ordine dorico, i quali nando nella chiesa superiore, le cappelle
sono ornati soverchiamente (dice Nibby) laterali delle navi minori sono sfondate, e
con foglie alternate d' acanto e di palme, quasi tutte con colonne marmoree. Quel-
e vengono coronali da un ovolo, li taber- la del ss.Sagramento è spaziosa e di ne
nacolo è opera de' bassi tempi, come lo bile architettura,ornata di marmi: ha ut
giudica Nibby, e contiene molte ss. Reli- elevata cupola, e vi si mirano lateralmei
quie: negli angoli sono 4 candelabri, se te due stragrandi quadri rappresentanti
così vogliano chiamarsi, della stessa epo- uno la Cena, e I' altro la distribuzione
ca, i quali sostengono tempietti. Il gran- moltiplicazione de'pani di eccellente pit
de candelabro, che ivi dappresso si vede, tura. La cappella di s. Geraldo è disegne
destinato a sostenere il cereo pasquale, è del cav. Fontana , nel cui altare formato
di marino, e di fino lavoro della scuola di buoni marmi con 4 binili colonne, ri

di Sansovino, alla «piale paresi ascrivo- posa il corpo del s. Vescovo in beli' urna
no gl'intagli degli stalli di noce del coro marmorea, di giallo antico dice Marocet
V RL VEL 223
III." maggio iS )8, rimosso l'antico qua- zione degl''Iconoclasti, nella r." metà del

dro , vi è sialo sostituito l'esisleote d'Ip- secolo V lll,comeavvenne del Volto san-
polito Zapponi veliterno, già alunno del to o ritratto del divin Salvatore, di cui

comune in Roma per apprendervi con poi dirò altre parole. La B. Vergine è e-
successo la pittura. Egli rappresentò il spressa seduta e portante in braccio il par-
santo vescovo quando libera Velletri da' goletto Gesù: belli e graziosi sono i volli

saraceni, come decise il capitolo veliterno d'ambedue. Per gl'innumerabili prodigi


interpellato dal municipio (e ripeterò a operati dalla ss. Immagine, fu appellata

suo luogo colla descrizione che vado a ri- Madre delle Grazie. Grati veliterni a' i

cordare), sulla qualità controversa de'ne- ricevuti segnalati favori, con pubblico
mici, che alcuni volevano bretoni e altri consiglio stabilirono nel 1607 l'erezione

longobardi. Nel maggio 1 858 fu impresso della cappella , e ottennero dalla s. con-
in Velletri nella tipografia d'Antonio An- gregazione de' riti di celebrarne la festa

geloni : S. Geraldo vescovo di Velletri con uffizio e messa propria nella 1/ do-
libera la città da' Saraceni, quadro ad menica di maggio. Eretta la cappella a

olio d' Ippolito Zapponi. Questa descri- spese del comunale erario e con eccellen-

zione è del eh. Basilio Magni. Segue «in te disegno, fu abbellita con vaghi lavori
Sermone in versi Al pittore Ippolito
: di stucchi dorali dalla pietà di Settimio
Zapponi di Velletri il canonico Luigi Geloni decano de'canonici; il quale vi fe-
Angelonì. Nell'altra del ss. Rosario, di ce pur erigere l'altare ornato di due co-
padronato della fatnigliaFiscari, il quadro lonne di nero antico, e altri preziosi mar-
dell'altare è opera del Conca a olio, e vi mi di mirabile lavoro. Di recente la mu-
espresse la B. Vergine e s. Domenico. La nificenza de' divoti cittadini ridusse la
cappella sontuosa della Madonna delle cappella a perfetta vaghezza colla spesa
Grazie è di eccellente disegno, ornata di di circa 2000 scudi. I pii fratelli France-
finissimi stucchi dorati, con altare fabbri- sco e Gio. Battista Graziosi impiegarono
cato tulio di preziosi marmi, come lo so- 5oo scudi in un ricco paliotto d'argento,
no le due colonnette e i due Angeli che e 6^4 scudi in 3 sontuose lampade co'lo-
Manno in atto riverente sopra la cornice ro ornamenti dellostesso metallo, che con
del medesimo. Perla prodigiosa ss. Imma- altre 4 ardono continuamente avanti la
gine della B. Vergine che incessantemen- ss. Immagine. L'attuale abbellimento, l'e-
te vi si venera e a cui ricorrono con fidu- leganza e ricchezza della cappella, si de-
cia in tutti i bisogni i velilerni e i popoli ve ripetere dal sullodato corano vescovo
convicini , è un vero santuario. Quando d'Asisi mg/ Luigi Landi Vittorj, mentre
si deve esporre alla pubblica venerazio- era arciprete di questa cattedrale, per la

ne, la sera precedente, previo il segno del- sua divozione e zelante premura. A' 2
le campane del pubblico palazzo, per un' maggio 1682 il capitolo Valicano dal suo
ora suonano tutte le altre della città; tor- canonico Ricci fece coronare la ss. Im-
nandosi a suonare nel dì seguente nello magine Vergine e del divin Fi-
della B.
scoprirsi e con isparo di inorimi. Maroc- glio con corone d' oro, di che si celebrò
co la dice dipinta su tavola ne'primi tem- solenne centenario nel 1783. La sua di-
pi In cui rifiorì la pittura , ina ignorar- vozione, come andrò dicendo, è indicibile
sene l'autore. Il Banco dichiara non es- ne' veliterni, ad essa ricorrendo con suc-
servi memoria dell' epoca in cui venne cesso in tutti i bisogni; ed il suo culto è
collocata nella calledr;»le; dice il quadro esleso nella diocesi e in lontani paesi , i

antico e dipinto di mano greca , su erta missionari avendolo propagato persino


tavola malconcia dai tempo, eprohahil- nella Cina, l'io VII nel 1802 concesse di
meute portato in Velletri nella persecu- celebrarsi la festa con rito doppio di 1/
224 VE L VEL
classe e 8.", dal clero il' ambo le diocesi scrizione dell'insigne cappella in cui tro-
Ostiense e Velilerna; le quali celebrano vasi la ss. Immagine, com'era a tempo del
pure la festa del Patrocinio della B. Ver- velilerno Alessandro Borgia, è premessa
gine, con uffizio e messa propria con ri- al suo dotto libro: Del regno di Maria.
a
to di i. classe a'26 agosto, pel terremo- Omelie date in Iure all' occasione, che
to avvenuto in lai giorno nel 1806. Nel- nella città di Vellelri si celebra l'anno
la cappella fra monumentali, ol-
le lapidi secolare dell'incoronazione di Maria ss.
ii e quella di Pio VI riferita da Marocco Madre delle Grazie, Napoli 1792. Ab-
(avendo nel suo aliare celebrato la mes- biamo ancora, Istoria del santuario del-
sa e lascialo sagri doni), vi lessi pur quel- la B. Vergine delle Grazie, che si vene-
la che ricorda quando vi orò Gregorio ra nella cattedrale di Velletri Roma ,

XVI, la 1." volta che visitò questa basi- 1 855. La cappella de'ss. Protettori, ap-

lica. Neh 855 con orribile sacrilegio ru- pellata Ginnasia, perchè fu da'fondamen-
bate lelampade d'argento di molto va- ti fabbricata a tutte spese del vescovo car-
lore dà mani inique, l'edificante divozio- dinal Ginnasi, ha bell'altare ornato di
ne de'velilernicou mirabile prontezza to- inarmi con colonne. Nel 1840 tolto l'an-
sto le rinnovò. Sono dolente dover pure tico quadro, vi fu sostituito il nuovo sti-
riferire col Giornale di ito/zza de'6 apri le mato eccellente dipinto, opera di Dome-
i 858. Una mano audace e sacrilega ne' nico Tojetti da Rocca di Papa, rappre-
decorsi giorni involò l'immagine di Ma- sentante la B. Vergine col s. Bambino, e
ria ss. delle Grazie. L'autorità governa- i suddetti 4 principali protettori della cit-
tiva si pose immediatamente sulle tracce tà. Ne'4 angoli della cappella si vedono
del delinquente, ed un contumace preve- dipinte 8 immagini di diversi santi mar-
nuto di gravi delitti annunciò che avreb- tiri, che dagli storici palili Theuli, e da'

be scoperto e la Immagine e le cose pre- due Borgia Alessandro zio e Stefano suo
ziose che I* adornavano quando gli fosse nipote diconsi discendenti dalla famiglia
accordata de' suoi reati impunità; ma il Ottavia, cioè s. Cornelio Papa, s. Placi-
governo rifiutossi. Però l'energia e la fer- do, s. Flavia vergine, s. Clemenciana ver-

mezza che ben s'addiceva in tal circostan- gine, s. Eustachio, s. Vittorio, s. Euli-
imponenti disposizioni che
za, le gravi e chio, s. Aurelia vergine. Ma il Bauco di-
andava a prendere l'autorità, come an- ce cadere l'asserzione, se si considera l'al-

cora il crescente tumulto della popolazio- bero genealogico di quell'augusta fami-


ne irritata e dolentissima che si fosse cosi glia da lui riportato , da cui vedesi essa
iniquamente involalo quel sagro pegno già estinta in ambo i rami, tanto di Gneo
di sua divozione, sgomentò per modo il Ottavio, quanto di Caio Ottavio. La cap-
ribaldo, che ogni cosa venne intatta re- pella dell'Immacolata Concezione è spa-
r
stituita a mg. vescovo sull'raganeo,con im- ziosa ; I' immagine della Beata Vergine
mensa consolazione del clero e del popolo, è di veneranda antichità: dietro questa
che accompagnarono processionalmente cappella è il coro d' inverno del capi-
al tempio ladivolalmmagine,tosto espo- tolo, fatto a spese del vescovo cardinal
sta alla pubblica venerazione. Propria- Rullo. Elegante è la cappella della Visita-
mente si conobbe dal pubblico l'esecran- zione della B. Vergine a s. Elisabetta,
do furto a'4 aprile festa di Pasqua; e nei proprietà della famiglia Borgia : bello è
dì segueuteil venerando simulacro fu re- l'altare ornato di marmi con due colon-
stituito. Il governo poi procede contro ne, ed quadro è lavoro d'autico pennel-
il

l'autore di esso, e contro que' dell'intima lo, a parere di Nibby, ed aggiungerò con

plebe,che iniquamente si abbandonarono Marocco ch'è dipinto in tavola colla data


u riprovevoli e gravissimi eccessi. Latte* 1 435. La cappella di s. Sebastiano non ha
VEL VEL »»5
mia alcuna rimarchevole. Narra il Thcu- bWcbneW Album di lìoma,\. 23, p. 32g,
li, ragionando nel lib. 3,cnp. ultimo, C/i/e- col disegno della piazza Grande di Vel-

te in fri/etri, che prima nella cappella letri e l'altissimo campanile di s. Maria


di s. Sebastiano si conservava un ritratto in Trivio e con parte di questa, un' ele-

del Vollo Sauto del Redentore in tavola, gante e artistica descrizione dell'operato

che la tradizione vuole portato dall' o- dall'ecomiato cardinale nella sagrestia:


iiente,e per esserealquanto bruciata si cre- vado a ricavarne un cenno, pel complesso
deva una di quell'Immagini sagre fatte di sua importanza. Comincia dal rimar-
gettare nel fuoco dal loro persecutoreLeo- care che della basilica veliterna alcun-
ne imperatore greco. Che la portò in
III ché si disse dagli scrittori patrii, moltis-
Velletri nel pontificato di Gregorio III il simo ancora rimanerne a dire, ond'esse-
vescovoGiovanni II, il quale l'avea ricevu- re suo dolce pensiero descriverne ogni
ta da un vescovo greco da lui conosciuto artistico bello, di cui è realmente dovi-
;nelsinodo romano del 72 r Ondela città . ziosa, celebrando le meraviglie che cir-
per essere stata miracolosamente sottratta condano il coro, ilsofìitlo, l'antichissimo
dall'incendio, ricevè con grande rive-
la affresco nella destra nave di s. Antonio
renza. Dipoi Volto Santo Iti trasportalo
il abbate dal soave volto e dalla gran barba,
nella sagrestia. Di questa parlando Nib- eia magnifica porta maggiore della sagre-
by, osserva, ch'è pure di pennello antico stia. Il magnanimo cardinal Della Rove-
il quadro esprimente la ss. Vergine fra re, nel breve tempo che resse questa il-

s. Giovanni, s. Sebastiano, s. Antonio ab» lustre chiesa, nella sagrestia vi lasciò un'
baie e s. Rocco; ed eziandio l'altro qua- orma di sua munificenza, non corrispo-
dro rappresentante 4 ss. Protettori del- i sta dall' architettore, tranne nelle scul-
la città. Ivi pure notò unas. Famiglia, ture: principierò dalla delta porta. Essa
quadro lasciato in legato da Salvatore è bellissima e ampia, non che semplice,
Scandelloni, ed un lavamano marmoreo d'altro non componendosi che di stipiti
fatto dal vescovo cardinal Della Rovere, marmorei formanti una cornice con ci-
poi gran Giulio II, il quale fece ancora roazio tale, che addita la magistrale ri-
gli stipili della porta. Nel 1 855 il vescovo nascente eleganza dello scarpello nel cin-
cardinal Macchi decorosamente rifece di quecento. Si adorna di faccia e a'Iati di gu-
nuovo la sagrestia anno in cui tornan- ; sci e fusaiuole in ghiande, frutto ch'è nel-
do a visitare la basilica, trovai ch'eransi lo stemma Roveresco, di simboli e figure
incominciati i lavori di abbellimento dal di sagra liturgia. La porta minore che
valente pittore fratel Domenico Serafini le sta di contro ha pure simili ornamen-
gesuita, sul gusto gotico decorativo della ti marmorei} i quali decorano ancora il

ristorata chiesa diMaria sopra Miner- s. cosi detto lavamani. Questo ha forma
va di Roma (di che parlai anco nel voi. quasi di finestra posata su alta e larga
LXX V, p. 216); e the l'esimio cav. Ga- base, dalla quale s'alzano due pilastrini a
gliardi (la cui perizia encomiai altrove e reggere il beninteso architrave, decora-
principalmente nel voi. LXII, p. 168), li nel mezzo a rilievo così mirabile da
nella volta dovea dipingere s. Clemen-
vi sembrare più incisione a ceselloche inta-
te I Papa titolare della basilica, con gloria glio sul marmo. L' imposte d' ambo le
d'Angeli ed emblemi analoghi alla sua di- porte sono di solido bel legno di noce or-
gnità e martirio: ma non potè eseguirlo, nate d'intagli e di ognuna si ripar-
tarsia:
distratto da altri assai più grandiosi la- te a specchi e tondi, dopo la corni-
i quali
vori, onde pare che ora non si farà altro. ce che li termina, hanno nei mezzo finis-
Dipoi veliterno eh. can. penitenziere
il simi arabeschi a traforo, e intorno aliti
della cattedrale d. Luigi Angeloni pub- ornali e figure di delicato scarpello. L'in-
VOl. LTmtlX. i5
22G VEL VEL
terno della sagrestia consiste in ampio vasi una lesta regolare, ma senza corpo e
salone a volta di quell'architettura, la qua- gambe. 11 così detto nascimento delle
le o di genio barbaro, o di sapere bam- grandi arcate non su colonna opilaslic
bino, appaga oggi gli occhi di molti, mai pigliava vita, ma da una piccolissima e
la mente de' pochi savi; architettura che sproporzionata mensola appena visibile
bisantina, italo-greca altrimenti è della, L'artista fu sollecito a riparare lo scon-
facente sforzo per spogliarsi della meschi- cio apponendovi de' pilastri in misura e
nità e del capriccio sopravvenutole, e ri- maniera gotica, sovra quali corre dipin-i

vestire la vera e soda dignità che la ma- ta una ricca e ben rilevala treccia intni
dre in casa le lasciava. A ripararne lo mezzata da rosoncini d'oro. Intorno al-
squallore delle parti, il generoso zelo del l'arco della luna girò uno splendente e
cardinal Macchi commise l'opera all'en- faticato lavorio, e scese giù ricuoprende
comiato fratel Serafini, che il can. Ange- i muri di un paralo a rombi in fondo
Ioni storicamentequalifìca gentile per ma- giallo, aventi gli emblemi e i segni del
niere, commendevole per religiosa vita, martirio e della santità del Titolare. Or-
d'abile capacilà, perito non volgare nel nalo che bene armonizza con la volta, e
dipingere, il quale egregiamente corri- ha in fondo un basamento imitante il
spondendo all'incarico, lo condusse a ter- granito e la basalte, coronato di un tra-
mine e con discernimento tale da restar- foro a semicerchi sul gusto e la maniera
gliene lode, avendo armonizzato sagace- di que' che veggiamo nell'antiche basili-

mente l'ornalo col disegno e l'architettu- che. Dopo ciò vi rimaneano gli armadi
ra. Usò lo stile che richiedevano le pare- e l'aliare, gli uni e l'altro sì malament
ti, la volta, la sala tutta. E poiché questo governati dal tempo e dall'opere sovraj
stileha pure qualche somiglianza coll'o- poste, da disperare un restauro. Ma
dierno della memorata chiesa di Roma, nemmeno si scoraggi il valente, e lant
saviamente perciòil pittore imitò da quel- sopra vi lavorò d'acconciare totalmenlf
lo,sebbene dal can. Angeloni a un tem- ilsecondo all'ornatode' muri, richiamar
po si dica meschino e falso, senza dover- dolo con nuova opera di ebanista e
sene incolpare I' artista. » La vista del pittore all'ordine golico; e lasciare i pi
quale poco avvezza a sostenere Roma^ e mi, altro non potendo,nel loro composte
iluoghi vicini che fortunatamente ne sì ripuliti e rispondenti al resto d'appaga-
penuriano; poco ancora ne vogliono e re in vero la vista. La quale ha non poco
sanno tollerare i difetti. Ma chi il bisan- di che compiacersi fermatasi sulla nic-
tino, torno io a dire, chi l'italo-greco e il chia che racchiude l'augusta immagine
semi-gotico si trova in casa e vuole abbel- del Salvatore, pittura di veneranda e
lire, fa d'uopo lo vegga rivestilo e camuf- greca antichità; e che sovrapposta all'al-

falo di quelle fasce, liste e arabeschi, di tare ch'è di fronte, viene la prima a fe-

cui appunto il nostro pittore faceva uso. rire l'occhio di chi entra". Indi si narra
Da) quale criterio guidato volle sin da come il capitolo, dal medesimo fratel Se-

principio dare alla sala una maniera de- rafini fece pulire e rinfrescare i quadri a
cisa col fare costruire de' costoloni stilli olio in tavole e in tele di varie epoche, che
scompartimenti della volta. Quelli dorò, decorando le pareti, avevano so (l'erto.
e a' lati loro fé' correre larghe fascie va- L'artista religioso richiamò a nuova vita
riale a gotico e accompagnate da listelli e splendore il ricco e morbido pennelleg-
parimenti d'oro. 11 rimanente poi, che è giare dello Spagnoletto, le soavi e sem-
lo scompartito della volta stessa, ricuoprì plici maniere del Francia in due sagre
d'un cielo azzurro vago di stelle dotate. Famiglie, non che il variato e franco
Racconciata così la parte superiore vede- dipingere del Zuccari uel quadro che
VEL VEL 227
racchiude innumerevoli co«ó e figure, fervore la miracolosa immagine di Ma-
e nllude al mistero della ss. Eucaristia. ria ss. delle Grazie, ch'è il tesoro massi-

Cos'i il cardinal Macchi seppe accrescere mo della cattedrale veliterna e il baluar-

In onesto luogo colla bellezza la santità ; e do più poderoso che gli abitanti abbia-

il suo capitolo secondandone le mire ri- no a difesa di loro città. Quindi non sen-
'fece di nuovo il corridoio che dà in- gli za la speciale assistenza dell' invincibile

fereaso. Nel gettare le fondamenta del sostenitrice dell'armi cristiane, gli venne
rjnale comparvero alla luce opere sotter- fatto di conquidere, nel ripiegarsi ch'egli

ra per antico tempo nascoste. Primamen- fece poscia su Velletri,senza minimo dan-
te convien sapere, che la basilica veliter- no de' suoi, le ribelli squadre che auda-
na colle sue fabbriche adiacenti ha 3 di- cemente aveano presunto di quivi impe-
Terse epoche di lavoro: l'ultima e più a dirgli il ritorno nel regno. Avendo dipoi
noi vicina è de' secoli buoni, dal cinque- i canonici statuito di presentare al reli-
a
cento cioè al seicento; la 2. de' tempi di gioso monarca copia fedele della s. Im-
mezzo; la 3." e più remota risale alle na- magine, la commisero al valente artista
a
soni gentilesche e meglio romane. La i. conte Baldassare Negroni, e la fecero be-
nresenta quanto vi ha oggi di più bello nedire dal Papa Pio IX quando di sua
i grande nel nostro tempo; la 2/ non mo- presenza onorò Velletri nel i85o, a'26
a
llache poche e cascanti muraglie; la 3. maggio del quale l'arciprete d. Agostino
pialche rudero e opera coperta dal ter- Cella co' canonici Argenti e Bai betta, in
reno ; il quale scavandosi nel i856 dal nome del capitolo l'offrirono al re nella
'alo destro della chiesa, palesò nel suo se- reggia di Caserta. Ferdinando II dichia-
no musaico decorativo, che sem-
strati di rato il suo divoto gradimento, lo confer-
brano aver formato il pavimento a came- mò ili. "del seguente luglio con preziosis-
re termali di palazzo di villa deliziosa, simo dono alla Madonna delle Grazie, e
ì magnifico tempio, non mancando chi la decorazione di Francesco I al nobile
ori minore probabilità li suppose pian- dipintore. Consiste il dono appunto nel
erreno della canonica ivi fabbricata nel 1' Ostensorio, una delle più beli' opere
medioevo. Dalle trovate antichità si con- dell'oreficeria napoletana. E grandioso e
cima l'opinione tradizionale, che la bel- proporzionato nelle parti, ricco sì per l'ar-

ili cattedrale sia fondala in luogo illustre gento tutto fuso e cesellatoci per le splen-

sino da' tempi remotissimi. La cattedra- dide dorature e le preziose pietre che ab-
le è Cornila di copiose e ricche suppel- bondantemente I' adornano. Risulta al
jettili,fra le quali merita particolare men- solito nelle due parti, che sono il ciclo o
zione il magnifico Ostensorio, che nella la camera destinata a ricevere la s. Ostia
ricordata mia visita mi fu dato ammi- e tutta intorno circondata da raggi, e il

rare nel monastero delle teresiane, ove gran piede su cui il ciclo stesso s'innalza.
infiora temporaneamentesi custodiva, per Il piede si solleva dalla pianta quadrilun-
iheiiignissima cortesia d' alcuni signori ga, in 3 ordini diversi fino a ricevere la
icanonici. Come indicai nel ricordato ar- raggiera. Posano su 4 dadi altrettante
ticolo, può leggersi l'artistica descrizio- mensolelte sul fare del cinquecento, e
ne nel n. 58 del Giornale di Roma del
1 dalla detta piantas' innalza una colon-

n85o. Ivi si dice. La maestà di Ferdinan- na tronca sovrastata dal globo mondia-
do Il re del regno delle due Sicilie nel le. Al di sotto della pianta e tra le men-
maggio 18^9 atlra\ersava Vellelri alla sole, corrono foglie e fiori d' acanto, le
festa d'un suo esercito, e per quanto fris- quali chiudono nel mezzo 4 conchi-
si

se urgente la ragione della marcia, nella glie, e su una di queste è scolpito l'anno

6ua edificante pietà volle venerare con mocccl. Ma sopra la pianta chi guar-
a28 VEL V EL
da la fronte dell'Ostensorio vi legge: In della grazia comunicata da! divino S[
grati animi signum Ferdinandus li rito alla Chiesa nella Pentecoste. Ini*
Borb. Vlr. Sic. Rex. Il tronco di colon- no al capo della Colomba corre in piai
na che staccasi dalla pianta quadrilunga, un triangolo,simbolo della ss. Trinità,
lascia sugli angoli smussati di questa 4 è tutto rivestito di sottili lastre di sm«
spazi, ne'quali l'artefice ha fatto che no- raldo. Al di sopra della raggerà si dira-
bilmente siedano tra arabeschi 4 Evan- i mano 6 spighe dorale poste <|ui col trai

gelisti con al fianco di ciascuno il proprio ciò della vile, ad adombrare il mister
simbolo, e tutti o ad ispirarsi nel mistero delle specie Eucaristiche; ed in mezzo
della ss. Eucaristia, o a descriverne gli lespighe vi trionfa la Croce a 4 brace
effetti miracolosi. Il tronco della colon- egualmente tempestate di smeraldi e n
na sorgendo da un folto cespo di foglie bini. I sullodali 3 canonici portarono ì

d'acanto, ha sulla fronte intagliato lo Roma quest' Ostensorio, e presentatolo


stemma reale in grandioso medaglione. al Papa, che ne ammirò la singoiar bel-
Sulla colonna si vedono seduti i Princi- lezza,da lui ottennero che venisse con
pi degli Apostoli, e il globo colle insegne quel rito speciale beuedetto, che dalla
papali, regie e guerresche con epigrafi, Chiesa richiedesi prima che sia consagra*
cioè sul triregno: Praeposilus Parodi* toall'esposizionedell'augusta Enea listi;
sij siili' insegne reali : Constituì Te su- Il capitolo della basilica cattedrale è con
per Regna j e sul trofeo militare: Pria* posto dell'unica dignità dell'arciprete,
ceps Mililiae. Tali leggende e emblemi cui è affidata la cura d'anime della pa
significano altresì i diversi uffizi e patro- rocchia unita alla medesima; di i 3 cani
cinio che verso la Chiesa ed i principi uici, compresele prebende penitenza

cristiani sostiene l'Arcangelo s. Michele, e teologale, camerlengo e il sagrista;


il

il quale in figura intera elevasi sul globo, e del collegio di 16 beneficiati, uno de'
e tutt'armato ha sopra lo scudo il motto: quali ha il lilolo di sostituto curato, col-
Quis ut Deus. Su questo piede e dietro il l'obbligo d'assistere l'arciprete negli af-
cimierodeH'Arcaugelo.si solleva l'Osten- fari parrocchiali, oltre altri preti e chie-
sorio,il cui ciclo per l'Ostia veneranda è rici addetti al servizio divino. Vi sono i

contornato da m\ smeraldi intramezzali cantori della cappella di musica. Dalla


da altrettante amatiste orientali di lim- massa comune i canonici percepiscono
pidissima acqua. Dietro al qual cerchio la rendita ecclesiastica, che aumentasi
,::'
splendidissimo diramasi in doppia misu- doppio all'arciprete ; e la maggior enti

ra e in doppio ordine la raggerà dorata. ta deriva dalla tenuta di Lazzarin dona-


Intorno poi alle pietre preziose e sopra ta nel 1 47 i al capitolo da Giovanni Man-
l'innesto de' raggi spandesi un giro di nu- cini di nobile e ricca famiglia veliterna.
vole candk!issime,di mezzo alle quali spor- La maggior parte de' beneficiali fa mas-
gono il capo ì 3 Serafini coll'ali dorale: sa comune, diversa però da quella de'
ed a crescere la varietà e la meraviglia canonici. Il capitolo venne decorato
l'artefice vi condusse intorno un tralcio la cappamagna da Benedetto X11I, usa
di vite con bellissime foglielte smaltale in do pure il rocchetto, e colla cotta quando
verde e grappolelti avvinati elegantissi- non indossa la cappa; e di collare e vesle
mi. Verso la sommità della raggerà le talare di colore paonazzo permessi daGre-
nuvole si sollevano alquanto più alte, e gorio XVI, il quale di più concesse nel

dal loro mezzo in tutto rilievo sporge i83q all'arciprete la mozzetla prelatizia.

una Colomba a figurare lo Spirito San- A' beneficiali nel 1776 Pio VI accordò
to, dal cui becco esce una lingua di ru- d'indossare la cappa magna del medesi-
bini, per simboleggiare il fuoco, segnale mo colore e forma, che usano in Roma
-

VE L V E L 229
i beneficiati delle patriarcali basiliche. to la lasciò libera al consiglio maggiore
Nel capitolo in diverse epoche fiorirono veliterno colla pluralità di voti. Il pre-
personaggi ragguardevoli per nobiltà, lato dovrà scegliersi fra le famiglie no-

dottrina, o per onorifici impieghi e lu- bili di Velletri aventi posto in detto con-
minose cariche nella curia romana o in siglio maggiore, che accoppii in se delle

patria. Bauco rammenta particolarmen-


i
qualità morali e scientifiche. Avrà sem-
te i seguenti canonici e arcipreti divenuti pre la preferenza quell' individuo d'una
Gregorio Gori arciprete, poi ve-
prelati. famiglia nobile, che trovisi attinente per
scovo di Celidonia. LorenzoLatidi canoni- parentela alla famiglia del testatore To-
co,poi vescovo diFossonibroue.Gio.Carlo ruzzi. La preferenza però avrà luogo in
Antonelli canonico, poi vescovo di Fe- parità di voti. Il prelato sarà obbligato
Antonio Antonelli canonico, poi
rentino. d'accoppiare lo stemma geotilizioToruzzi
(vescovo d'Urbania e s. Angelo in Vado. nelle sue armi, ed unirne egualmente il

[Gaetano de Paolis arciprete, poi vescovo casato a quello originario di sua famiglia.
Caradense e sulfragaueo di Velletri: ri- .Nella cattedrale sooo erette 4 confrater-
nenne l'arcipretura sino alla morte e fu nite, cioè: del ss. Sagramento,fondata nel
^sepolto nella cattedrale, ove sul pilastro 1 55 1 ', dell'ImmacolataConcezione di Ma-
idi prospetto alla cappella del Rosario ria, eretta nel 1 485 in occasione della pe-
Ueggesi T onorifica iscrizione. Fabrizio poco dopo, riunita a quella del ss.
ste o

Borgia canonico, poi vescovo di Feren- Sagramento nel 1763 in quanto alle ren-
tino. Gio. Carlo Antonelli canonico, poi dite, ina non soppressa ; del Suffragio,
vescovo di Dioclia e suffraganeo di Vel- fondata dal vescovo cardinal Ginnasi
iteli i. Geraldo Macioti arciprete, poi ve- nel 1 638 sotto il titolo della Madonna di
scovo d'Lleusi e suffraganeo di Velletri. Costantinopoli; del ss. Rosario, istituita
Vincenzo Macioti canonico, poi vescovo nel i5g5,indinel 1687 aggregata aliar
d'Amelia e da Gregorio XVI traslato a ciconfralernita di tal nome di s. Maria so-

Ferentino. Luigi Laudi Vittorj di Cori, pra Minerva di Roma, aggregazione rin-
per cui ne parlai in quel paragrafo, ar- novata uel 1 820 e confermata nel 1 841, nel
ciprete e poi da Gregorio XVI fatto ve- qual auno da società fu elevata a confra-
scovo d' Asisi. Alessandro Macioti cano- ternita con facoltà di ritenere gli statuti

>nico, poi da Gregorio XVI fatto sotto- di detta arciconfraternita. Vi esiste an-

datario della Dataria apostolica, arci- cora un oratorio sotto il titolo di congre-

\
vescovo nunzio di Svizze-
di Colossi e gazione de' Vignaiuoli, nel quale i fede-
iraj dal Papa che regna suo elemosiuie- li aggregati si riuniscono in tutte le do-
i
re, assessore del s. Oflizio e canonico Va- meniche e feste dell'anno nell'ore pome-
licano, essendolo stato anche della pa- ridiane per esercitarsi in atti religiosi.

llialo. ile Chiesa di Maria Maggiore.


s. Questo pio istituto deve sua erezione
la

Luigi Macioti canonico, a' 4 dicembre 1 al missionario ven. p. Antonio Baldi-


1
1 85 1 nominato dal consiglio m unici pa- nucci gesuita, il quale nel 1717 in Vel-
<le alla prelatura istituita dal conte Maria letri die le ss, missioni con molto zelo e
Giuseppe Toruzzi nobile veIiterno,onde spirituale vantaggio. L' episcopio è al-
aggiunse al suo cognome quello di To- quanto distante dalla cattedrale, come-
1
ruzzi, ed è ponente di consulla. £ qui che esistente nel palazzo municipale de
idirò che l'encomiato coule con testamen- nominato Vecchio e suddescritto. Con-
to rogato in Roma dal Sartori l'i i lu- viene sapere, che nel 1770 Pio VI rista-
gio i 835, istituì una prelatura erede di bilì la giurisdizione privativa sopra Vel-
tulio il suo asse nella somma di scudi letri nel cardinal vescovo, e fu allora che
'3^,000. L'elezioue e uomiua del prela- il cardinal Gio. Francesco Albani in luo
a3o VEL VEL
go d'andare ad abitare nell' episcopio ganeo Geraldo Maeioti vescovo d'Elett*
contiguo al seminario diocesano, e per- si, indi benedetta a' i\ ottobre 1837
ciò a contatto della cattedrale, come a- dal vescovo cardinal Pacca. Le due iscri-

veano praticato i suoi predecessori, dopo zioni poste per memoria sulla faccia-
essersi portato nel couveulo di s. Fran- ta esteriore, le riporta Bauco. Nel suo
cesco, da questo per la i." volta si trasfe- interno ammira la
si s. Famiglia d'An-
rì ad abitare nel 2.° appartamento del nibale Caiacci, come testifica un docu-
palazzo comunale per ricevervi nel 1 780 mento dell' archivio La parrocchiale.
Pio VI, che recavasi a vedere rincomin- chiesa di Maria Assunta in cielo detta
s.

ciato prosciugamento delle Paludi Pon- volgarmente del Trivio, adiacente ha il


tine. Il cardinale vi stabilì I' episcopale suoallissimocumpauile già descritto. Fu
residenza, ed il simile praticò il cardinal da'foudamenli riedificata nel 1622, e po-
York quando neli8o3 gli successe, ben- scia minacciando rovina fu riparata nel

ché riuscisse angusto in proporzione di 1761 a spese del vescovo cardinal Delci
sua sfarzosa corte. Nel 1807 il successore con eccellente disegno, e facciata deco-
vescovo cardinal Anlonelii volle abitare rata da 6 colonne. Vi è un'antichissima
l'antico episcopio. Divenuto nel 1814 pittura a olio esprimente la Madonna
vescovo il cardinal Della Somaglia, an- dell'Orlo, con 4 Angeli e s. Antonio. Il

dò ad abitare il detto appartamento co- Nibby rimarcò la lapide d'Orazio Lau-


munale, e fecero altrettanto successori. i cellolti morto nel 1820, come pure de- 1

Le chiese parrocchiali della città sono 5. positi di CesareToru/.zi morto nel 7 7, e 1 1

La chiesa dei ss. Salvatore, la più auli- di Caterina sua moglie che l'avea prece-
ca di quante esistono, poiché si crede il duto nella tomba nel 1 7 1 3. Vi è la con-
tempio eretto da' primitivi cristiani, fel- fraternita della Pietà, la quale già esiste-
la sua antichità più volte venne riedifi- va nel 533. La chiesa di s. Martino ve-
1

cato e per ultimo nel 1795 ridotto in scovo di Tour* fu da' fondamenti riedi-
miglior forma cou elegante diseguo, ed ficata nel 1778 con elegante disegno del-
è luttooruato di belle pitture, consacra- l'architetto velilerno Nicola Giansiinoni,
to dal suflraganeo Michele Argelati ve- che lodai nel paragrafo di Cori, per cui
scovo d'Ippa. Rovinò la volta nel i85i, il municipio somministrò 3, 000 scudi,
perchè si trovò 1' edilìzio mancante di come si legge nella lapide della facciata.
fondamenti, onde si rifabbricò a spese Fu già arcipretale, in seguito ebbe il

della sagrestia, contribuendovi il vesco- parroco cou 6 chierici beneficiali. Ora è


vo cardinal Macchi con 5oo scudi. Il posseduta da' chierici regolari somaschi,
curato ha il titolo d'arciprete. La chiesa i quali entrarono in Velletri uel 1616.
di s. Michele Arcangelo era prima arci- lliuunziata la parrocchia dal curato a'

[•retale, e come antica e innalzata sugli a- ai aprile 1617, nello stesso giorno uè
vanzi del tempio di Sancouumede'geuti- presero possessosomaschi, che formano i

li, soffrì assai nel terremoto del


806; fu 1 massa comune con uu chierico beneficia-
perciò demolita e quindi dal municipio lo insieme al seminario. Sul principio
da' fondamenti rifabbricata con disegno questi religiosi aveano ancora le pubbli-
dell'egregioarchitetlo ingegnere Giusep- che scuole, per cui erano pensionali dal
pe Audreoli, autore eziaudio della nuo- comune d'annui scudi i5o. La chiesa fu
va Barriera della città e del vicino pon- consagrata nel 1791 dal sulfragaueo Fi-
te che conduce alla via provinciale di lippo Bulla vescovo di Zenopoli. Il eh.
Valmontone, e del quale feci parola nel can. Augeloui ueii* Album di Roma, t.

1
paragrafo Monte Fortino. La i.* pietra 24, p. 1 1)3, ragiona di questo edilizio (io

fu gettata a' 19 agosto t834 dalsuffra- coutmuuzioue e couipimeulu di quanto


VE L VEL 23i
su la!c giornale letterario e di belle ar- povertà che lo copriva, onde si pensò ral-
ti va egregiamente pubblicando il ri- legrarlo con belle decorazioni e dorature.
spettabile cau. Angeloni, è a desiderarsi A fronte di gravi spese, a traverso di pa-
ch'egli colle sue belle cognizioni ed ele- ventose stagioni il parroco rettore animo-
fante facondia effettui l'idea patria d' il- so comiuciò l'opera, alla quale concorse-
lustrare tutl'i monumenti d'arte esisten- ro il municipio e i cittadini, e fu condotta
ti in Vellelri, antichi e moderni). Enco- al suo termine nel declinar del 1807. Gli
mia il Giaiisimoni, per la cui opera e poi artisti la decorarono da cima a fondo,

per quella del severo Milizia nel secolo ina il can. Angeloni volle elegantemen-
passato restò francala l'architettura dal te descrivere le pitture a fresco operatevi
pregiudizio delle presunzioni.e gli frutta- dal senno magistrale del cav. Carlo Ga-
rono bella fama, avendo colle sue opere vardini nobile pesarese, faceudone rile-
fregiata la patria. Dice trovarsi questa vare i singolari pregi artistici (di questo
chiesa nel bel mezzo della via principa- egregio artista dissi altre lodi nel voi.
e della città, e intorno ad essa, quasi a LX.XIII, p. 352). Esse sono i 4 Evange-

Farle corona, sorge buon numero delle listi più grandi del vero, sui pennacchi
tabbriche più eleganti e maestose che a- della cupola, ciascuno coll'allegorico a-
lornino Velletri. Con bel diseguo il nimale. Vi adoperò lo stile de' classici

(jiansiujoni 1' innalzò sulle rovine d'al- a lui familiari, da' quali pure attinse la
ia chiesa fabbricata nel 1200, cambian- maniera di disegnare corretta e accurata
done l'antica forma di croce Ialina iti in ogni parte. Lodò eziandio il colorito,
.-; teca, e potè conservare alla critica isto- che non teme paragone di cosa dipinta
r
ica buona parte dell'apside. Elevasi am- a olio; la maestria, la grazia, le care im-
jia e sfogata nella volta, la quale snel- pressioni che destano nell' animo i suoi
a e leggera com'è posa sopra un'elegau- dipinti. La Lucia vergine e
chiesa di s.

e cornice, cui sottostà la parete intra- martire è molto aulica, poiché da una
uezzata per colonne e pilastri d'ordine donazione ad essa fatta rilevasi che già
unico. Gli altari tulli, precipuameute il esisteva uel io 32, nel qual anno fu con-
maggiore, vi fanno bella mostra; ed o- sagrata da Leone li vescovo veliterno.
;ni cosa sta messa e allogata con sem- Prima l'arciprete del ss. Salvatore porta-
plicità e ornamento tale, da non temer va anche il s. Lucia, ed
titolo di rettore di
pesto la taccia di barocco, né quella di ora ha suo parroco proprio, per dispo-
il

gretta ; in tutto il Giausimoni mostrò di- siziouedel 18 35 di Gregorio XVI. Que-


ceruiuienlo e guslo di savio architet- sta chiesa era uel massimo squallore, pri-
ture, evitando i difetti del suo tempo. va d'ornamenti nell'interno e nell'ester-
jii facciala che non fu sua, ma del roma- no, e di presente è abbellita di vago sof-
,10 architetto Matteo Lovatti, presenta fitto, d'orchestra e di pitture sulle pare-
111 portico tetrastilo in colonne ioniche, ti, per cura diligente de'deputali d. Giu-
:he vi fa molto bene ; e la materia di cui seppe Colabonae Francesco Argenti. Al-
i costruito, che è il lapis albanus, ne la spesa dell' operato in parte contribuì
unta energicamente l'effetto. Tale pro- l'erario comunale, e più il ritratto da'
spetto esterno può vedersi nell' Album pii legati e l'elargizioni de'divoti. Gli al-
li Roma, l. e), p. 38o, iusieme alla vedu- tarisi ornarono a spese de'padroni, tran-

la del [lalazzu Tortini, con breve arti- ne quello di s. Vincenzo Ferreri dipin-
colo che seni Lira tratto da Ntbby, Tuttu- to e dorato a spese del cardinal Mac-
.ia per quanto bella e gioconda vistu por- chi che ne porta il nome, la cui munifi-
ti disegno di quel tempio, pure non cenza fece eziandio erigere la nuova fac-
oco veniva olicau dalla »<|uatUiUua e ciata esterna. Nello scrostare le mura si
a32 VEL VEL
scuoprironoalcuneanliche pitture, e spe- ta dell' antica chiesa, fu rinnovato e
«-liiltueiite un'immagine della B. Vergiue sai ingrandito, in oggi pre modo che
col s. Bambino in figura intera al natu- senta una magnifica fabbrica d'eccelleti-
rale d'ottimo disegno, die sembra di ma- le disegno e può contenere ^o individui,
no bizantina. Il prelato delegato mg/Ste- onde vi si celebrarono de'|capiloli provin-
fano de' marchesi Bruti, intelligente di ciati. Ha buone rendite e vi si mantiene
eue
belle arti e versalo negli studi archeolo- lo studio de' baccellieri. La chiesa di
gici,conobbe il pregio de' dipinti e per Lorenzo arcilevita e martire, che anli
quanto potè ne impedì il totale deperi- niente era collegiata con arciprete e eh
mento. Osserva il Bauco, che l' illustre rici, è sufficientemente grande con j
prelato cominciò fin da quando era vice- tari ; il maggiore
marmi con
è isolato, costruttoì di !
legato in Velletri,e continuò ancora di- eccellenti balaustra : l'iscri-

venuto delegalo a fare dell' indagini su- zioni marmoree sono riportate dal Tlieu-
gli antichi monumenti e opere di belle li. Appartiene a'minori osservanti, i qua-
urti sparse uella città e nella provincia, s'introdussero in Velletri nel 44-^» con
li 1

procurandone con ogni lodevole diligen- comodo convento da contenere più di 3o


za la conservazione. L'encomiato prelato religiosi, e vi è lo studio di teologia. la

condusse appositamente a vedere belli i questa chiesa esiste il terz' ordine di s.

dipinti il celebre cardinal Mai, anche esi- Francesco pe'secolari, con cappella e prò
irò-

mio conoscitore di belle arti,e il porpo- pri fondi. Recenti lapidi onorifiche, r

rato ammirandoli li qualificò bizantini. lite dal Bauco, ricordano i seguenti


Le chiese de' conventi e monasteri sono lilerui ivi deposti, che furono d'ornam
le seguenti ; di altre parlerò io seguilo. Il 10 alla città, cioè Geraldo Macioti vesc ovo
convento tle'minori conventuali ebbe o- d'Eleusi, Domenico Cardinali, Francesco
rigine dal fondatore dell'ordine s. Fran- Graziosi, Giuseppe Pielromarchi avvoca
cesco d'Asisi, che 1' introdusse in Velie- d'Anna Maria moglie del
to; oltre quella
tri nel i 222,alloi'chè vi transitò e si trat- dettoDomenico e madre dell'illustreLuigi
tenne nel recarsi a Napoli. In principio ec, con deposito scolpito dal celebre coni-
ìlconvento de' minori fu suburbano iu meud.Teueraui.ln questa chiesa si venera
contrada Morice e piccolo. Ne partirono ilcorpo di s. Severino martire coll'ampol
i religiosi a motivo delle continue guer- la del sangue e singolare lapide, tutto tro-

re, ritenendone la proprietà sino


al 574, i vato nel cimiterio di s. Ciriaca. Nel chio-
quando cambiarono con alcuni prati;
lo stro del convento è mirabile il grande e

silo ora possedulodalcav. GiovauniGra- singolare bassorilievo cristiano de'primi


ziosi. Molti anni dopo la morte di s. Fran- tempi di nostra s. religione, alla quale al
cesco, passarono questi frali dentro la cit- ludono vari scompartimenti con figure,
tà, nel convento e chiesa di s. Francesca, 11 p. Casimiro da Roma, nelle Memorie

rinnovala nel 1 825 (vi è unita quella di delle chiese e conventi de' frati minori
s. Antonio di Padova della coufraterui- della provincia romana, tratta nel cap
ta omonima, la quale chiesa sebbene del 26 Della chiesa e del convento di s. Lo
:

sodalizio e filiale della cattedrale, pure è renzo £«fe/Zelr/.Narra diesino dal i44^
governata da'conventuali,e fu eretta nel il rettore ed i chierici beneficiati della
i5i3 dal p. Domenico da Ferentino del- chiesa parrocchiale di s. Lorenzo, avenilc
l'istessoordiue, regolandosi co'propri sta- prestato il consenso per l'introduzione il

tuti, sotto la giurisdizione del vescovo) essa de'minori osservanti e pel trasferì

che tuttora ritengono. Questo locale, che mento della cura dell'anime nella pari oc
Ciedesi già abitato da' benedettini, per- chia di s. Michele Arcangelo, dipoi Nico
chè ij loro, utemmo, era, spolpilo *ui|a pur. Jò V autorizzò a procedersi ed a fabbri
VE L VE L a33
caie il convento, il die eseguitosi, Pio li fabbricarono la chiesa con elegante elise-*

l'approvò in Siena a'?5 luglio 1460 colla gno e con bella facciata. Il ricordato so-
bolia Pia consideratione, che produce dalizio fu eretto in questa chiesa neh 533,
insieme al novero delle ss. Reliquie della e ne ritenne perse una porzione separa*
memorie e versi scolpiti sul-
chiesa, e alle la, che dedicò a s. Giovanni Decollato;
lacampana maggiore spezzatasi nel 74'- 1 > esso fu colla chiesa soppresso nel i835,

La chiesa già esisteva nel o65, onde per t e i suoi beni furono dati all'orfanotrofio
l'antichità deformata, uel 1721 colle li- delle fanciulle. La chiesa de'ss. Pietro e
musine del comune e de'benefattori du' Bartolomeo apostoli, già arcipretale, fu
fondamenti venne rinnovata. Il p. Casi- di nuovo edificata con elegante architet-

iniro con più diligenza del Theuli riferì- tura del veliterno Giausimoni, Vi si ve-t

sce le antiche lapidi e le altre posteriori nera il corpo di s. Vittorino martire col-
numerose, e con diverse erudizioni sul- l'ampolla del sangue e lapide sepolcrale,
l'anticaglie rinvenute e sopra gli altari; il tulio rinvenuto nel cimiterio di s. Ca-
non lascia poi d'avvertire essere molto listo. Il vescovo cardinal Alessandro II

stimata da'professori dell'arte la tela del Farnese, concesse la chiesa alla congre<
coro rappresentante il martirio di s. Lo- gazionede'dottrinari,coll'abitazioni con-
renzo, e parimente quella dell'altare di ligue e alcune cappellanie, e tuttora ivi e-
s. Andrea, Rimarca inoltre la memoria sistono. Furono loro affidale le scuole
sepolcrale del benefattore Gio. Battista pubbliche e gratuite, supplendo il comu-
Autonelli, pubblicandone il disegno, ad- ne con annua pensione di scudi 36o, e
ducendo prove della nobiltà e antichità I' insegnamento della dottrina cristiana
della famiglia Autonelli; notando pure, a'fauciulli, tanto in questa lorochiesa, che
e arroge al nauseante sciupo che si fa a' nelle chiese parrocchiali. Sino dal i85i
nostri giorni in diversi stali de' Titolid'o- ivi reggevano anche il collegio, ove lene-
ìiore (fy.), decorazioni ec, che nell'iscri- vano a convitto per lo studio e l'educa»
zioue deh 464 di Giambattista, la cui Ci- zione molti giovanetti secolari. La cine-
gura è in abito equestre, si legge l'illu- sa di s. Chiara vergine appartiene alle
Sire titolo di Spettabile (di cui parlai nel monache francescane, molto grande, bel-
atalo articolo) a lui dato, di cui scrisse la, ben mantenuta e ricca di suppellet-
il somasco p. d. Stanislao Santinelli, nel- tili sagre. Ilprossimo monastero delle re-
l'annotazioni fatte al trattalo de Titoli ligiose di clausura papale, è uno de'pri-
delie dignitàd\ Pauciroli; ricordando in mi fondati sotto la regola di s. Chiara, e
proposito il medesimo p. Casimiro, che lo già esisteva neh 274, e venne fondato o^
slesso titolo di Spettabile si legge nell'e- v'era l'antico priorato e chiesa di s.Anasta-
pitalfio di Lodovico (del secolo XIV), fi- sia, non La fabbrica è mol-
più. esistenti.
glio del re Roberto, esistente nella chie- to eslesa e comoda, a forma di grandioso
sa di s. Lorenzo di Napoli. La chiesa di s. palazzo, e può contenere più di4o mona-
Antonio fin dal i573 è de' carmelitani, che,ancoper le buone renditedicuièprov-
Joro data dalla confraternita della Mise- veduto. Il p. Casimiro da Roma ragiona
1 icordia col sito dove fabbricarouo il con- pure del monastero delle Clarisse, e lo di-
vento comodo e chiosilo spazioso, per più ce uno de'più antichi della provincia ro-
di 24 religiosi : ha rendite sufficienti an- mana, pel documento che riferisce. Par*
co a mantenervi Io studio. Dalla repub- la dell'indulgenza concessa alla chiesa da
blica romana deh 849 questo convento Nicolò IV, delle riforme del monastero
fii ridotto a ospedale militare, guastala avvenute uel i5a8 e nel 1668, con «no-
|a chiesa e demolito il campanile. Ripri- nache tratte da s. Silvestro e da s. Cost-
ituiate il governo pontificio, (religiosi u- malo di Roma, e delle religiose che vi fio-
234 VEL V EL
l'irono in virtù e buon odore di santità. temila di Roma.
Dalla pia liberalità de!
La chiesa del ss. Nome di Gesù, appella- conte Giuseppe Latini Macioli, verme
la ancora di s. Teresa, appartiene al mo- aggiunta la sagrestia e la comoda abita-
nastero sotto la stessa invocazione delle zione del cappellano, provveduta di uten-
inonachecarmelitanecalzate, fondato nel sili sagri, d' eccellente organo e di vari
j 64 1 da Fulvio Blariola, il quale a tale legati di messe. Come il lodato cavalie-
ell'etto nel63 già avea donato tutti
j 1 i re vi fa celebrare a sue spese il Carneva-
suoi beni con annuo fruttato di scudi 4^o, le santificalo, eziandio con istruzione ec-
con conferma d'Urbauo Vili e riserva di clesiastica e trattazione di qualche mas-
nomina di due monache senza dote alla sima fondamentale di nostra s. Religione,
famiglia Marida. Ne fu fondatrice suor lo narra il Giornale di Roma deli856
Chiara Androsilla, già monaca del mo- a n. 1 44- L> a chiesa di s. Silvestro I Pa-
nastero di Sutri, entrandovi 12 monache pa o di s. Giuseppe, filiale della chiesa
a' 12 maggio 64- dopo aver preso l'a-
1 1 parrocchiale di s. Michele, è molto anti-
bito nella cattedrale per le mani dell'ar- ca, essendo stata dedicala nelio85 a'20
ciprete Saulorecchia,fra le quali fu lai, luglio dal vescovoOttone I, ed ebbe il
Lucilla Assalonne vedova del fondatore suo rettore; minacciando rovina, di re-
col nome di suor Amia. La fabbrica non cente fu rifabbricata. Nel 1610 venne
è molto estesa, ma comoda per più di 24 concessa all'università artistica de' fale-
monache con sullìcienli rendite,edè clau- gnami, poi abolita, e quindi vi fu eretta
sura papale. Fra le altre chiese della cit- la confraternita di s. Giuseppe, neh 681
tà, olire quelle che ricorderò poi, mi li- aggregata aU'arcicoufraleruita omonima
miterò a nominare. La chiesa di s. An- di Roma.Siccomedi quest'ultima e della
tonio abbate già de'canonici regolari di sua antica Università artistica riparlai
Vienna,) quali già qui esistevano nel 1 joo nel paragrafo Falegnami di quell'arti-
e ne partirono nel 1 586. Venuta la chie- colo, qui ne profitto per dare un'essen-
sa in proprietà dell' università artistica l' A rcicon fraternità
ziale distinzione tra
de'mulattieri, nel 1737 l'ornò con ele- di Giuseppe, e V Università de' Fale-
s.

gante sollitto e altro, e benché soppres- gnami di Roma, con più esatta dichiara-
sa i mulattieri l'ufficiano nelle feste, es- zione della riferita uel ricordalo articolo,
sendo liliale della cattedrale e di giuris- essendo stati due corpi diversi e uniti, a
dizione vescovile. Tale è pure la chiesa modo che ora lessi negli originali : Sta-
della Madonna di Costantinopoli, che fu tata Universitatis Carpentariorum Al-
fabbricata nel 1 636 a spese dell'univer- mae Urbis. Fuvoao rinnovati nel 1624,
sità artistica de'calzolai, denominala an- ed approvati a' 4 luglio da Urbano Vili
che s. Crispino loro protettore. Soppres- colla bolla Chris tifidelium. Ciascun' arte
sa l'università, i calzolai la continuaro- soggetta al consolalo dell' università de*
no a ritenere, venendo restaurata dal suo falegnami aveva i propri consoli, camer-
stato cadente nel 1 85 1 . La chiesa della lenghi, sindaci e altri ufliziali. Per la fe-

ss. Concezione delta della Coroncina, la sta del protettore s. Giuseppe sposo di
edificò nel 1702 Giuseppe Angelini a per- Maria Vergine, alla chiesa del l'a rcioonf Va -
suasione del b. Leonardo da Porlo Mau- temila doveva ogni bottega dell'arte pa-
rizio, il quale dando le ss. missioni in Vel- gare un giulio ogni 6 mesi. I nuovi con-
letri v'istituì la congregazioue della Via soli e camerlenghi dell'università artisti-
Crucis. Ora è filiale della sua parrocchia ca un mese dopo la loro elezione, che fa-
di s. Michele, ed appartiene alla confra- cevasi per bossolo, doveauo entrare per
ternita degli Amanti di Gesù e Maria, e- fratelli nell'arciconfiaternita, e dare ido-
letlu ueh8i4e asS ,,e o al * all'aiciooufru- nea sicurtà di bene amministrare Tullioio
V E L V E L aSS
a cui erano destinali. Le congregazioni e Pietro e Paolo al Foro Romano. I capi-

adunanze si facevano nell'oratorio dell'ai 1


-
toli fatti allora Ira I' arciconfraternita e
ciconfroieruita col l'intervento del notaio l'uni versila sono riportali negli stessi Sta-
dell'uni versila; e perciò ivi pure tulle l'e- tuli, il sodalizio accordando all' univer-
lezioni degli udìziali dell' unì verftità avea- sità de' falegnami il comodo del proprio
110 luogo, come pure vi si prendeva il pos- oratorio per l'adunanze dell'arte. Le con-
sesso delle cariche du' nuovi consoli, ca- gregazioni dall' ateicoufrateruita e del-

rnei leuglii e altri affiliati. Inoltre il nò- l' università si tenevano nell* oratorio in
turo dovea pure intervenire e assistere al giorni diversi. Nella chiesa dis. Giuseppe
tnbuuale del consolato dell'arte in Cam- i consoli dell'università avevano ilgeuu-
pidoglio nella mattina di udienza. In (pie- flessorio incontro a quello de' guardiani

ita consoli dell'arte udivano e decide-


i del sodalizio coli' iscrizione: Constile*
vano sommariamente le cause e contru- Carpentariorum. Il sodalizio assunse il

\ersie insorte tra gli uomini dell'uni versi- nome di Compagnia o Arciconfralernilu
la slessa, sino alla somma di io ducuti di e Università de Falegnami di Roma.
carlini; in altre cause i consoli rendeva- Per arme adottò il compasso, impresa vec-
no ragione col consiglio dell'assessore. Il chia dell'arte. L'arciconfraternita accettò
lutto a seconda della bolla di Gregorio l'offerta fallale dall'università per l'appli-
IX III sopra la giurisdizione de' consolati cazione delle multe e pene coutenute nello
dell' arti di Roma. L' applicazione delle statuto, a favore della chiesa di s. Giu-
inulte e penali si Faceva a favore della seppe. In ricognizione di tale unione l'ar-
chiesa di s. Giuseppe del sodalizio, conse- ciconfraternita coucesse il luogo e banco
gnandosi al provveditore dell'arciconfra- colgenuflessorio fatto a spese dell'univer-
l erutta : non potendo alcuno esercitare la sità per sedervi il console e il camerlen-
professione dell'arti soggette all'universi- go, autorizzandoli di porvi l'epigrafe:
tà de'faleguami senza matricola e patente, Cotmdes et (jniversitas Carpentario-
la multa per quelli che uon n'erano mu- rum ; oltre la tavoletta col nome degli
niti si divideva una 4-" parte a' consoli, prò tempore della medesima uni-
uffiziali

il resto a detta chiesa. Doveasi pagare ila versità; e tenevano il i.° luogo dopo i

tutti ipadroni di bottega la tassa per la due deschi ove sedevano guardiani e gli i

la festa di s. Giuseppe. Nel cap. 55." degli altri uffiziali dell'arcicunfraternila. In tut-
Statuti: Dell' unione fra 1' Arciconfra- te le processioni, eccettuato e riservato il

lernilà e l* Università de' falegnami di luogo del p. governatore e de'due consi-


Roma, si dice. Che essendo l'urcieonfia- glieri deirarciconfraternita,i consoli e ca-
lernita di s, Giuseppe formala da uomini merlengo dell'università potevano anda-
dell' università, si fece l'unione tra il so- re a piacere in ogni luogo, colle proprie
dalizio e la corporazione artistica co' se- mazze, munite dell'impresa dell'arcicon-
guenti patti ; vale a dire, si rinnovò l'u- fraternita ossia dell'immagine di s. Giù»
nione fatta altre volte, e per ultimo a's3 seppe e del compasso coll'epigrafe : Uni*
gennaio 1602 quaudo seguì la separazio- versitas Carpenlariorum .Per essere elet-
ne dell' Università de' Falegnami, dal- tia console e camerlengo dell'università,
l' Università artistica dt Mura lori ,col!u dovevano essere gl'individui fratelli del
quale avea fabbricato a Ripelta la chiesa sodalizio, o almeno dopo uu mese aggre-
e l'oratorio di s. Gregorio. Per la quale garsi all'ai •cicoufralernita, per godervi la
divisione col l'ai" te de'rauratori, seguì al- voce attiva e passiva. Inoltre l'arciconfra-
lora l'unione dell'università de' falegna- teruila accordò all' uui versila di fabbri-
mi all'arcicoufratetuila del protettore s. care nella lorochiesa alcuna cappella del-
Giuseppe posta sopra le Carceri de' ss. l' urie. 1 definiti appartenerli! ali'uuiver-
*36 VE L VEL
sita, benché non confratelli, il sodalizio ma oltagoua con grande cupola, e sulla
gli associava e seppelliva. Risulta dunque porta si vede un antico orologio Berosia-
dal fin qui riportato, che l'arciconfrater- no. Die motivo all'erezione di questo pic-
uila eia un corpo diverso dall'università, colo tempio il prodigio accaduto a'6 giu-
e solo unita per quanto ho riferito, aven- gno 5 6, descritto dal Bauco anche nel-
1 1

do i consoli dell' arte, come confratelli, la Narrazione istorica della chiesa di

voce attiva e passiva nel sodalizio, poi- s, Maria del Sangue, Roma 829. L'im- 1

ché appena eletti, come notai, erano am- magine della Madonna dipinta sulla pa-
messi per confrati, e partecipavano alle rete esteriore d' una casa prossima al pa-
consuete distribuzioni del pepe (del qua- lazzo pubblico, si vide stillare lagrime di
le costume ad Università arti-
riparlai sangue dall'occhio sinistro, con ispavento
stiche, e s. Beda dispensò a'suoi monaci, e stupore di tutta la città, Segato mu- il

prima di morire, del pepe, de'fazzolelti ro, fu trasportata la ss. Immagine in que-
e dell' incenso, pregandoli di ricordarsi sta chiesa, dove opera continui prodigi.
di lui avanti a Dio squali pegni della ca- Inoltre in essa si venera I' antica imma-
lila che ad essi li univa, e perchè con ta- gine del ss. Crocefisso detto della Prov-
li presenti li costringeva a ricordarsi di videnza, perchè pe'singolari favori e gra-
lui iiell' orazioni. Secondo la regola di zie operate a prò di Vellelri, fu dichia-
s. Benedetto, monaci per tacito consen-
i rato con pubblico decreto del 794» Pa ' 1

so dell'abbate, potevano lasciare somi- dre provvidentissimo di Vellelri, Sotto


glianti ricordi. S, Lullo fece un regalo di il suo altare è un sagro deposito di reli-

pepe, d'incenso e di cannella alla badessa quie de' ss. Martiri, estratte dall'altare
K-aueboda. Di tali usi vi sono altri esem- chiesa di s, Prassede di Roma de'vallom-
pi nel fJutler, Vìladi s, Beda), delle can- brosani. Sotto quello della Madonna è il

dele e delle palme benedette. 1/ univer- corpo di s. Tortora Vittorina col vaso di
sità de' falegnami di Roma, come tutte sangue e lapide sepolcrale, il tutto tras-
l'altre, fu soppressa da Pio VII; l'arcicon- portato dal cimiterio di Pretestato, pei'

fì atei iuta tuttora sussiste floridamente. dono del cav, Giuseppe Calderoni bene-
Della suddetta parrocchia di S.Silvestro le merito veliterno. Questa chiesa consagra-
pur filiale la chiesa della Madonna della ta a'28 dicembre 1079 dal vescovo cardi-

JNeve,delta s,Valle,di giurisdizione vesco- nal Moroni, appartiene alla confraternita


vile : aulicamente avea rettore e chieri- dellaMadonna delSangueeretta nel 1 5 1
6,
ci. E bene mantenuta, con bellissimo pre- che per essersi aggregata per la i.'all'ar-

sbiterio ornato da 4 colonne e balaustra cicon fraternità e ospizio della ss. Trinità
di marmo, il cui altare maggiore isolato di Roma [5Si,è riconosciuta ancora
nel
è costrutto d' eccellenti marmi. Venne sotto questo titolo. La piccola chiesa della
concessa alla confraternita delle ss. Slioj- ss. Trinità, di padronato de'Borgia, pos-

«sale eretta nel 1602 e confermata da siede il corpo di s. Giovino martire, col-
Clemente Vili neli6o4, indi aggregata I' ampolla del sangue e la lapide, tutto
oll'arcicoiifralernita di Roma del suo no- proveniente dalle catacombe di s. Seba-
me. Vi si venera il corpo di s. Eutichia stiano. La chiesa di s. Apollonia vergine
vergine e mai tire estratto dal cimiteriodi e martire, già de'religiosi del terz'ordine
*. Ciriaca colla lapide sepolcrale. La chie- di s. Francesco, venera il corpo di s. Zo-
sa di Maria del Sangue,
s, filiale della par- sirno martire, colla lapide, scavato nel ci-

rocchiale di s. Michele e di giurisdizione miterio di Saturnino; e la miracolosa


s.

Vescovile, fu eretta colle limosine de'di- immagine della B, Vergine della Carità;
Toti cittadini nel 1 5 1 7. Si dice fabbricala e quella della Madonna della Vita tras-
coq disegno del celebre Bramante, iq for- portata dalla chiesa de' ss, Cosma e Da-
VEL VEL 23 7
miano di Roma di detto ordinee dipinta ciò a celebrarvi la messa. Il cardinal An-
ne\5i6. Appartiene alla confraternita del- tonM.M I Galligli venuto vescovo nel 1616,
la Carità di s. Maria dell'Orazione della introdusse in Velletri i carmelitani scalzi
Martino
Morte, fondata nella chiesa di s. a sue spese mantenuti, onde nel 1 620 per
nel 1569 dal rettore Marco Ciampone, la sua morte furono costretti a partirne,
quindi aggregata all' omonima arcicon- vendendo il fabbricato non compito al
fraternilu di Rorna,il cui sacco nero adot- cardinal Ginnetti,che colla chiesa eli s. Te-
tò, dimettendo il torchino ; da detta chie- cla lo racchiuse nel suo giardino. Nel 1620
sa, di cui è filiale, passata in cjuesta nel i basiliani fondarono il loro monastero
1 8 1 5. Soppressa la confraternita di s.Gio. nella Via Lata, mezzo miglio lungi dalla
Decollato della della Misericordia, isti- città; ma pel terremòto del 1806 caduta
tuita fin dal 1533, ehhe il suo privilegio la chiesa, e pericolando il monastero fu
d'assistere i rei condannati a morte e da'monaci abbandonato, indi co'loro be-
seppellirli, per cui aggiunse al suo stem- ni fu dato da Pio VII all' ospedale delle
ma quello di s. Gio. Decollato. Il Dauco donne. Il terz'ordine di s. Francesco en-
enumera 24 chiese nella citlà e 8 sparse trò in Velletri nel 162 1, ed ebbe la chie-
nel suo territorio; di piti riporta le no- sa suburbana della Madonna degli An-
tizie in breve delle chiese antiche, lanto geli, poi un locale urbano in via l'andi-
interne quanto rurali o subu.rhane, non na colla suddetta chiesa di 9. Apollonia,
più esistenti, fra le prime enumerando e partirono nella soppressione del 1 8 o 1 :

s. Giovanni in Plagi», un tempo collegia- Pio VII die il convento alle maeslie pie
ta con arciprete. Riporta ancora quelle e l' abitazione anteriore di queste co'beni
di diversi stabilimenti religiosi,eguahuen- invenduti all'ospedale delle donne. La
te non più esistenti. Di questi ecconeuo chiesa edificata fin dal 1 52 da Bernar- 1

cenno. Il i.° istituto religioso che si sta- dino Petratti, fu data alla confraternita
bilì in Velletri fu quello di s. Benedetto, della Misericordia, e restò poi distrutta dal
il monastero de'quali fu occupato d.i'mi- ricordato terremoto. Come suburbani,
nori conventuali ; de' benedettini non si ora conviene parlare della chiesa e con-
conosce altro. 11 priorato de'canonici re- vento de' minori cappuccini, situali sul
golari delti di s. Anastasio, esisteva nel colle Giampapa. I cappuccini furono am-
io3s e nel 1 i54- I canonici regolari di messi in Velletri nel 1 563 dal vescovo
s. Antonio di Vienna, già ricordati, nel cardinal Pio di Carpi protettore dell'or-
partire si ritirarono in Roma nel mona- dine, nel conveuto e chiesa di s. Stefano
stero ora delle camaldolesi. Verso il 1 44-4- delta pure di Rocco, già esistente nel
s.

entrarono in Velletri gli agostiniani della 1 429 con rettore e chierici, prossima alla
congregazione di Lombardia, cioè nel mo- via postale. Nel 1609 I' abbandonarono
nastero suhurhano di s. Maria dell'Otto per stabilirsi nel detto Colle. La chiesa
fuori di porla Napolitana, abbandonalo è sotto l'invocazione di s. Croce di Monte
dalle monache benedettine per le conti- Calvario, della quale si gettò lai. "pietra
nue guerre ; convento soppresso dal go- a'6 settembre di detto anno, poscia consa-
verno francese nel 1810, che alienò con grata a' 1 8 ottobre 6 6, da Lorenzo Lau-
! 1

l'ospizio urbano diversi beni, ed super- i di vescovo di Fossombrone, trasportando-


stiti Pio VII riunì al seminario. La chie- vi dalla chiesa di s. Stefano la statua di s.

sa rovinata da un fiero turbine nel 1822, Rocco, e l'immagine della Madonna della
in seguito fu demolita.conservandosi l'an- Piaga, così denominala dal segno visibile
tica, pregiata e di vola pittura a fresco del in una mano, cagionato da un colpo di
ss. Crocefisso, che pie persone ripararono sasso scagliato empiamente da un ebreo.
dentro cappella, ove nel i85i si comin- Nel t. 23, p. 177 dell' Album di Roma
238 VEL VEL
si riporta la bella immagine dell'Imma- Nel 1G01 per decreto della s. congrega-
colata Concezione, dipinto a fresco ilei zione del concilio, il vescovo ottenne il

giovane cremonese Cesare Cugini, esegui- singoiar privilegio: Ut qui in collegio


to in questo convento, colla descrizione ilio (della di lui diocesi) per triennium
artistica di P. Perez, che ne enumera stitduerit, habeat privilegia data ìpnùt
gli eleganti e divoti pregi. nniversitalibus. 11 cardinal Alessandro
Velletri si distingue anche nel pub- Maltei in forza di tale concessione con-
blico insegnamento, sì per l'istruzione e seguì da Pio VII con un breve il diritto
educazione della gioventù, sì per l'emu- di dare la laurea sulle facoltà di filosofia
lazione nelle scienze, pel comodo e utilità e teologia agli studenti di questo semi-
della popolazione, come ancora negl'isti- nario ; ma tale concessione fu abrogata
tuti benefici e caritatevoli a vantaggio dei da Leone XII, che nello stato pontificio
bisognosi. Il seminario per I' istruzione tolse tutte l'università di studi di 2." or-
de'giovani ecclesiastici fu eretto dal ve- dine. Neil' Effemeridi letterarie di Ro-
scovo cardinal Moroni circa il 1570 ap- ma, t. 6, p. 46, si parla dell'università di
pena assunse il governo di questa chiesa, Velletri, onore da' Papi concesso alla
ma per mancanza di rendite dopo pochi chiesa d'Ostia, come quella che teneva il
anni fu chiuso. Ristabilito nel 1592 dal principato fra le chiese cardinalizie del-
vescovo cardinal Gesualdo, pel manteni- l'ordine de' vescovi, e riconosciuto da'tii-
mento degli alunni furono tassati tutti i bunali. Ma quando Ostia fu per la mala

beni ecclesiastici sì della mensa vescovile, aria spopolata e quasi deserta, e non che
come del clero della città e diocesi; ma collegio e università, città ecittadini ven*
non essendo questi sufficienti, vi furono nero meno, era ben giusto per non ispo-
applicati alle vacanze alcuni beneficii e gliare disi bel privilegio l'amplissima di-
cappellanie,con autorizzazione di Clemen- gnità del decanato, se ne trasferisse il pos«
te Vili del i5 9 5; nel i8i5PioVII gli sesso in Velletri, per essere la sua chiesa
applicò detti beni invenduti degli ago-
i da lunghi secoli all' Ostiense perpetua-
stiniani; il municipio vi mantiene due mente congiunta. E questo fece giusta-
giovanetti, uno del cefo nobile e l'altro mente e lodevolmente Pio VII. Indi si
del civile, ed il henefico cardinal Macchi dice. Non fu vuota tal grazia di effetto,
col donativo d' un fondo di scudi /jooo poiché le scienze del giure, della teolo-
vi ha istituito 4 posti gratuiti. Il semina- gia e della filosofia, e le lettere grecherà-
rio vecchio è prossimo alla cattedrale e line e italiane vi si insegnarono in molto
occupa quasi tutto 1' episcopio concesso concorso di giovani, e con loro profitto
al medesimo a poco a poco da vari vesco- non lieve. Tale ragionare si faceva nel
vi, per maggior suo comodo. L'attuale se- 182 1, quando era no Gannì dac-
trascorsi
minario occupa il locale del cardinal York ché per le cure del nominato cardinal
stabilito a sue spese per abitazione estiva Maltei era stalo l'istaurato il corso degli
degli alunni. Vi si alimentano e istruisco- studi umani e divini sotto la reggenza di
no 9.0 alunni, oltre un buon numero di Vincenzo Macioti, uomo più voglioso di
convittori sotto la direzione de'preti. Egli sapere, che di apparire sapiente. Nana
può contenere anche più di 5o giovani. per ultimo la distribuzione fatta indetto
Per l'istruzione delle scienze vi sono sta- anno di propria mano delle lauree e pre-
bilite 1 scuole, cioè di grammatica infe- mi d'ogni genere, dal cardinal Della So-
riore, di grammatica superiore, d' uma- maglia, celebrando come il sullodato pre-
nità, di rcttorica, di filosofia, di teologia lato, allora cari. Alessandro Macioti, nipo-
dogmatica e morale,e di storia ecclesiasti- te degnissimo del nominalo Vincenzo, e
ca e sagra, olire la scuola di canto formo. professore di filosofia, immaginò modo
VCL V EL 23 9
ncciò il disputare fosse dimostralo verace cardinal Vincenzo Mucchi nostro munì -
prova del profitto de'giovnni, non pom- fìcentissimo vescovo e legato si degnò pre-
pa appariscente, e ne produce le prove. sentare e raccomandare l'analoga suppli-
]| Banco fa grandi elogi di Vincenzo Ma- ca alla lodata Santità Sua. Il Santo Pa-
cioli, poi vescovo come già dissi, virtuo- dre encomiando nella sua sovrana beni-
sissimo e zelante rettore del seminario, sì nobile in se, e sì van-
gnità un consiglio
profondamentedotto, come dimostrò col- taggioso a questa popolazione, spedì un
lesue produzioni scientifiche, avendo re- breve 7 aprile 1811), col quale de-
(a'

cato sommo onore alla patria, e fu ancora gnavasi autorizzare l'erezione del men-
modello de'vescovi. Esisteva nel semina- zionato collegio di scuole, prescrivendo-
rio l'accademia intitolata degl'Incogniti ne i modi e le spese da farsi dalla ma-
istituita nel 1775. Avea le sue leggi, ri- gistratura della città. In seguito di tale
conosceva il protettore e il custode, oltre sovrana disposizione, la lodata magistra-
il segretario. Radunavasi ordinariamen- tura si studiò perchè fosse eretta (piasi
te due volte all'anno, ed eziandio di più, da'fondamenti una fabbrica quanto più
se lo richiedevano le circostanzefll n.° 2.54 si potesse decorosa per servire ad uno
del Giornale di Roma del 1802 riporta scopo di tanta utilità. Ma poiché troppo
la notificazione de' 29 ottobre del gon- a lungo sarebbe andata l'apertura degli
faloniere di Velletri cav. Giovanni Gra- studi, se si fosse atteso il compimento del
ziosi, diretta agli abitanti dell'inclita cit- locale, che è in via di costruzione, Sua
tà. E<sa dice. » E ornai fuor di dubbio, P_ìmz.* Rm. a il sullodatosig/ cardinal ve-
che tutti i mali, che affliggono la socie- scovo e legato di pieno animo offrì il vec-
tà, derivano dalla snervata educazione, chio seminario alla magistratura (i! can.
e dalla leggera istituzione della gioven- Banco nella dedica al cardinale di sua
tù. Il perchè adoperano saviamente que' Storia di Vide tri, lo celebra ancora per
reggitori delle città, pongono ogni i quali avere tutti i cittadini beneficati colla isti-
loro studio in procurare una soda e sa- tuzione delle scuole per l'istruzione del-
na coltura morale, ci vile e letteraria. Con- la gioventù) per usode'pp. della compa-
vinta di questo vero la cessata commis- gnia di Gesù, onde ivi cominciassero sen-
sione municipale di questa città, aiutan- za frapporre indugio 1' insegnamento,
r
dola e animandola S. E. R. mg. Giusep- giusta le norme del loro istituto. Egli è
pe Berardi commissario straordinario perciò, che noi siamo in grado di avver-
pontificio in allora delle provincie di Ma- tireil pubblico, come nel prossimo no-
rittima e Campagna, e pro-legato della vembre dell'anno corrente pp. della i

prima, fu sollecito, appena ristaurato il compagnia di Gesù imprenderanno in-


governo pontifìcio, d'umiliare al trono di tanto l'istruzione delle classi inferiori dal-
Sun tSantità Papa Pio IX il voto che ve- la lingua latina a tutta la reltorica, ag-
nisse aperto un collegio di
in Velletri gi ungendo ad ogni classe la coltura di que-
scuole diretto da'pp. della compagnia di gli sludi, che promuovono e accrescono
Gesù, affinché giovanetti di questa cit-
i ornamento alla cognizione delle belle let-
tà potessero giovarsi dell'opera di que' tere. Prenderanno ancora sotto la loro
benemeriti istitutori, fino a compiere il responsabilità la direzione della elemen-
corso delle lettere e dellescienze, che so- tare istruzione della prima età : il lutto
no soliti dare negl' istituti di tal natura. conforme al breve pontificio di già spe-
11 sotlosciitto gonfaloniere, presidente al- dilo. La solenne apertura si farà, secon-
lora della suddetta commissione, con tut- do le norme contemplate nella haWaQuod
to l'impegno die opera all'esecuzione del Divina Sapienlia, il dì 7 dell'entrante
divisalo progetto ; e 1' Era," e Rm.'sig.' mese di novembre nella basilica cattedra-
*4° VEL VEL
le di s. Clemente, due ore innanzi il mez- il pontificio breve, che autorizzava l'ere-
r
zodì, assistendovi 1' Em.° sig. cardinal zione del collegio, prescrivendo i modi e
decano nostro amantissimo vescovo e le- le spese da fusi dalla comunale magistra-
gato, e mecenate solertissimo de' buoni tura. Allora il cardinale con voce com-
studi e di ogni religiosa educazióne, non- movente disse a' municipali, non poter
r
ché mg. d. Antonio Cambozzi delegato esprimere a parole la consolazione som-
apostolico, la magistratura e tulle le au- ma che prova in cuore nel ricevere quel
torità ecclesiastiche e civili. Dopo I' in- breve *» per la fondazione d'un collegio
cruento che verrà celebrato da
sagrificio, dell'inclita compagnia
di Gesù: quell'at-
r
mg. Gesualdo Vitali, vescovo suffraga* to formare la più bella gloria di cui si po-
neo e vicario generale, vi sarà l'inaugu- tessero vantare nell'esercizio del loro ca-
rale orazione, e in line l'invocazione del rico; desiderare in fine che i parenti usas-
Divino Spirito, e la benedizione del Ve- sero di tal benefìcio col mandare i loro
nerabile. La magistratura di Velletri è figli a queste pubbliche scuole". Ritira-
d' avviso di non aver potuto rendere a tisi i municipali, si avanzarono a pie del
questa popolazione miglior servizio, che trono pp. gesuiti, ed il cardinale die il
i

erigendo in mezzo ad essa un collegio di breve in mano al rev. p. Gio. Francesco


scuole diretto da'pp. della compagnia di Blosi rettore del nuovo collegio, dirigen-
Gesù; però confida che saranno solleciti dogli un conciso, ma toccante discorso,
igenitori a mandare alle medesime lo- i la cui somma è la seguente. » Consegnar-
r
ro figliuoli, perchè colle lettere e colle gli quel breve or ora ricevuto dal sig.

scienze bevano il latte della morale e della gonfaloniere del la città, nel quale il som-
religione, ch'i l'unica cosa, che possa fa- mo Pontefice autorizzava l'erezione del
re felice l'uomo su questa terra". Indi nel nuovo collegio. Aver egli da lunga pezza
n.° 288 dello stesso Giornale si legge la desiderato quel dì,ed averlo sospirato con
relazione dell'apertura del collegio della agli occhi amare lagriroe;esserealla fine
compagnia di Gesù in Velletri, dettaglia- spuntato : contarlo dunque tra' più bei
ta e veramente magnifica. Si dice segna- giorni di lunga sua vita : non potere il

re un' epoca gloriosa negli annali urbani labbro esprimere la gioia che provava in

l' inaugurazione solenne delle scuole de' quell'istante il suo cuore per vedersi giun-
gesuiti, i quali hanno per istituto d'eru- to alla meta de' suoi voti : essere ormai
dire la giovine età da' primi rudimenti arrivato pressoché al termine de' giorni
delle lettere, sino ad aver compiuto gli suoi, e vicino di presentarsi al giudizio di-
studi della filosofia e della teologia. Si ri- vino: aver perciò ora un titolo di confor-

pete con maggior estensione il contenuto to per conciliarsi con la clemenza di Dio,

della riportata notificazione, e quindi si potendogli dire: questi fanciulli, che voi
descrive lutta quanta la ceremonia deco- mi deste, o Signore, ioli consegnai nelle
rosissima ch'ebbe luogo in detto giorno mani della vostra prediletta compagnia,
7 novembre nella cattedrale, alla presen- affinchè venissero avviali sin da'verdi lo-

za del cardinal decano del senato più ve- ro anni nel santo vostro timore: da tale
nerando della terra, dell'autorità gover- idea trarre il suo spirito calma econforto,

native e comunali, de' prelati, del capi- e il suo cuore presagire un vero miglio-
tolo, de' pp. del collegio, della nobiltà e ramento di questa sua diletta città ". A
delle dame, oltre il collegio de'parrochi, tali parole, che trassero le lagrime sul ci-

le autorità militari, gli scolari iscritti, la glio degli astanti, rispose profondamente
moltitudine. Dopo la messa celebrata da commosso il p. rettore, anche a nome de
mg. 'Vitali, formalmente il gonfaloniere suoi padri ivi presenti, dichiarando la con-
presentò al cardinale in vaso d' argento fusione per quanto erasi degnato dire, di
V E h V E L a | i

voler batter l'orme de'loro maggiori nel- cittadini; pontificò la messa mg. 'Vitali, e
I' ammaestramento ilella gioventù, cli'è pronunziò l'orazione funebre il gesuita p.
a
ili tutte l'età la più cara a Dio, per la Carlo M. Ciampi professore d'eloquenza.
quale avrebbero dedicatogli sforzi del lo- Per tuttociò, non solamente cessarono i

to spirito e l'affezioni del loro cuore,pre- dottrinari dal regolare il pubblico inse
gainlo Dio ad aiutarli nell' impresa che gnamento in Velletri, ma già era cessato
promettevano di compiere, per la quale quello de' fratelli delle scuole cristiane.
invocare il concorso di lutti e specialmen- Questi furono introdotti nella città nel

te de'genilori. Indi i
pp. gesuiti fecero la i836 per l' istruzione de'fanciulli e gio-
consueta professione di fede, seguì l'inau- vanetti nel leggere, scrivere, aritmetica
gurale orazione del facondo p. Salvatore e dottrina cristiana, in che sono abilissi-
Orzelli ; e cantatosi l'inno dello Spirilo mi. Il vescovo cardinal Pacca nel conce-
Santo, fu chiusa la nobilissima funzione derli alla città cede loro la suddetta ca-
colla trina benedizione compartita da sa, a proprie spese stabilita dal vescovo
mg.' Vitali. pubblico tripudio per sì
11 cardinal York per abitazione estiva a
fausto avvenimento lo manifestarono con comodo degli alunni e convittori del se-
eleganti composizioni stampate i profes- minario, per toglierli dall'aria bassa, che
sori del seminario Di Lazzaro e l'ab.
cai). si respira nella casa del vecchio seminai io
Fiorenza. Rapidi ne furono gli ubertosi contigua alla cattedrale e prossima alla
frulli, descritti dal n. i3ydel Giornale porta Napolilana, nella stagione calda, e
di /ìor/ia del i853, narrandoli pubblico vi dimoravano dal i.° luglio a tutto Tot
saggio di rettorica a'2 giugno decorosa- tobre. Rimane ed ora propria-
il locale,
mente datosi da' pp. gesuiti co' loro di- mente seminario, nella parie superiore
scepoli, nell'aula dell' antico seminario, della città in via Borghese. La cessione
ove aveano raccolto il fiore della città, fu falla alla connine per un diecioltennio
alla presenza del cardinal Macchi festeg- per rescritto di Gregorio XVI de'7 giu-
gialo da musicali concenti, da offerte di gno i83G, al quale die esecuzione il car-
poesie e di fiori." Lode sia perciò a que' dinaie, e il comune pel mantenimento di

cittadini che V onore di Dio e della pa- 5 religiosi 5oo annui. Il u.


assegnò scudi
triaavendo a cuore, presero questa ad 45 del Diario di Roma del 1837 cele-
illustrarenuovamente e meglio, la com- brò l'erezione dello stabilimento concesso
pagnia di Gesù chiamandovi a fondare dal Papa a istanza del cardinale, onde
un collegio. Per essi giunsero gli esercizi procurare alla gioventù velilerna un nuo-
spirituali a' giovani scolari, a'monasteri, vo mezzo d'educazione cristiana e civile,
agli orfanotrofi, al celo de' nobili, degli per sì zelanti operai che in ispecial modo
impiegati, delle dame; esercizi spirituali si dedicano all' educazione de'giovanetti

alla guarnigione che vi stanzia, agl'incar- nel 1



loro sviluppo, per renderli un gior-
cerati; dispensazione della parola divina no cristiani e utili cittadini, onde tosto
corrente l'anno a tutti". Inoltre riferisce la loro scolaresca divenne numerosa e fio-
il Giornale le solenni trigesime esequie rente. Ma nel consiglio municipale tenu-
celebrate nella cattedrale dal capitolo, pel to l'8giugno i85o, sulla domanda fatta
Rm.° p. Giovanni Roolhaan defunto pro- dal cardinal Macchi per la restituzione
posito generale della compagnia di Gesù, del locale del seminario estivo, con que-
proso il qualeassai caldeggiò perchè que- sto fu rescisso il contratto di locazione; e
sta venisse stabilita in Velletri, e con esse dovendo la comune somministrare are-
volle dargli un attestato di pubblica rico- ligiosi delle scuole cristiane altro locale
noscenza ; a taleeffetto invitò ad assistervi a loro piacimento, fu ad essi offerto il

il cardinal Macchi, i prelati, le autorità, i vecchio semiuario, che si abbandonava


VOL. LXXXIX. 16
a** ,
V E L V E L
pel dello sospetto d' aria poco sana. Non ni, furono introdotte in Velletri pei l'i-

piacque n'religiosi,e perciò si determina- struzione delle fanciulle dal vescovo car-
rono nell'agosto d'abbandonar la città dinal Ruffo. Tengono scuola pubblica li-

con dispiacere de'ciltadiui,e specialmente no da'3 maggio 744' con convitto d'e-
1

de'padri di famiglia pel mancamento di ducande, e sono mantenute dall'erario


loro utilissima istruzione, alla quale però comunale, che loro somministra scudi
venne provveduto co'pp. gesuiti. Imperoc- 3oo annui, oltre il godimento d'una pen-
rbè sotto la loro direzione vi suppliscono sione perpetua di scudi 4o> imposta a lo-

cine preti secolari a spese del comune, in- ro favore sulla prebenda parrocchiale di
segna ndo nel medesimo seminario vecebio s. Maria. Dall'antica loro abitazione pas-

u'fanciulli il leggere e lo scrivere, Pel ses- sarono ad abitare nel soppresso conven-
so femminile vi è un conservatorio di zi- to de'religiosi del teiz'ordine francesca-
telle, ebe luiitno ancora la pubblica scuola no uel j 8 8 ma venne tale abitazione
1 ;

colla piccola cbiesa della Madonna del- comprata dal comune, con isti omento
la Neve, diversa dalla sunnominata, ben- st ipolato a'26 agosto 1 85 1 alla presenza
r
sì com'essa filiale della parrocchiale di e coll'aulorità di nig. Bruti allora dele-
s. Michele. Questo pio luogo volgarmen- galo apostolico, premuroso ancb'egli per
te appellato delle Monachelle fu eretto lo stabilimento de' religiosi gesuiti da
per opera di Silvestro Cinelli arciprete preporsi all'istruzione cristiana, morale e
della cattedrale nel 1690. Ad esso fu u- scientifica della gioventù veliterna. Così
nito il collegio dell'orsoline, che vivevano tale abitazione fu destinata per forma re
sotto la regola di s. Basilio, fonduto in con altre la casa e le scuole pubbliche
V elicili nel 169.5 da Biagio Terzi vica- de' gesuiti, adiacenti alla chiesa di s. A-

rio generale. Aveano queste zitelle per pollonia. l'ero l'edilìzio riuscito non ab-
istituto l'educazione delle fanciulle, e l'u- bastanza vasto pel collegio de'gesuiti. que-
nione avvenne nel 1713. Nel conserva- sti restarono e tuttavia dimorano nel di-
torio non vi è clausura ; ha la pubblica scorso seminario vecchio col loro stabi-
scuola per l'istruzione delle fanciulle, per limento, ove temporaneamente erano
cui dall'erario comunale vengono al pio stati collocati con breve pontificio. S'i-

luogo somministrati annui scudi 00. Nel 1 gnora l'uso che si farà di detto nuovo e-
i834 venne a queste zitelle affidalo il difizio. Quando perciò neh 85 1 stesso le
nuovo orfanotrofio delle pupille istituito maestre pie partirono dalla loro casa di
da Giulio Coluzzi uobile velilerno, che s.Apollonia, passarono ad abitare nella
lo dichiarò erede de'suoi beni. Questo è via Corriera nel 1. "piano del palazzo Co-
aumentalo di rendite dalla largizione di lonnesi, a spese del comune che ne paga
altri caritatevoli cittadini, e da' beni del- la pigione, e quivi tuttora dimorano. Al-
la suddetta soppressa confraternita della tro orfanotrofio è quello di recente isti*

Misericordia o s. Gio. Decollato, che al- lozione. Il servo di Dio d. Vincenzo Pai-
)
'orfanotrofio umGregorioX VI nel 835. 1 lolla, più volte recatosi in Velletri, ester-
Fare che a questo alludano le parole che nò al conte Giuseppe Latini Macioti il

si leggono nel n.°45 del Diario di Roma desiderio,cheda lungo tempo nel suo cuo-
del 1837, dicendosi avere il cardinal Pac- re nutriva, d'aprire nella medesima città

ca nel maggioi836 provvedutoalle fan- un orfanolrofio, che servisse di ricovero


padre e di uiadrecolla fon-
ciulle prive di e di educazione alle povere zitelle abban-
dazione d'un orfanotrofio. Maciòuon è donate veliterue ; fondandolo colle stesse
vero, perchè l'istituto preesisteva, e sol- regole, e come diramazione di quello da
tanto il cardinale ne fu benefico. Le mae- lui istituito in Roma, e ditello dalla con-
stre pie sotto la regola di Uosa Veneri- gregazione e pia società ivi pur da lui
VEL V E L 243
fondata dell' Apostolato Cnttolico sotto Iato Cattolico, istituite in Roma dal ser-

l'invocazione della Regina degli Aposto- vo di Dio d. Vincenzo Pallotta, accom-


li {T'-)- Il conte che amava moltissime il pagnale dal rettore di delta congregazio-
servo di Dio, secondò il di lui caritate- ne e da molti ecclesiastici e laici della cit-

vole desiderio, con generosamente esi- tà, fecero il loro ingresso nel nuovo s. ri-

birsipronto ad acquistare il locale op- tiro e pia casa di Carità, aperto loro dal-

portuno e donarlo a tale uso. Difatti com- la pietà d'insigni benefattori, fra'quali il

prò una casa con iscoperto in via Fiore conte Giuseppe Latini Macioti, il quale
neh85o per scudi 5ooo, ed altra conti- preparò pure convenientemente il vasto
gua per scudi 8 , oltre una 3/ presa in
1 i locale da lui comprato e ne sollecitò con
enfiteusi perpetuo per l'annuo canone di zelo l'apertura a vantaggio delle zitelle
scudi 3o. Formato quindi il piano di ri- povere e abbandonate che vi si devono
duzione dall'egregio architetto cav. Gae- educare e istruire nella pietà e ne' ma-
tano Monchini, si vide compita la fab- nuali lavori, non meno delle giovanette
brica bella e grandiosa in meno di i
7 me- esterne che vi avrebbero scuola. Nella
si. Per rendere l'opera più duratura si cappella del Ritiro le sorelle furono be-
:

pensò a provvederla di rendite. Il vir- nignamente accolte dal cardinal Macchi,


r
tuoso Giacomo Salvati romano, o come da mg. Vitali e da mg/ delegato apo-
:

altri vogliono di Rocca di Papa, coope- stolico, dalla magistratura e da parecchi


ratore nel bene all'ab. Pallolta, anche in del clero secolare e regolare. Ivi esposto-
:
favore delle Vedove (V.),avea rinvesti- si il Venerabile, le sorelle intuonarono il

'
to alla comunità di Velletri scudi 16,000 Veni creator Spiritus,e il dottissimo e
al 5 per 100. Il figlio di detto conte, Lui- celebre R. p. Giovanni Perrone gesuita
gi Latini Macioti, e la di lui consorte Ca- vi fece un eloquente ed analogo ragio-
milla figlia del lodalo Salvati ne otten- namento. In fine datasi la benedizione
nero da questo la donazione in vantaggio col Santissimo, il cardinale in una sa-
del nuovo pio istituto nello stesso i85o la contigua alla cappella, dove si conse-
a' 3 giugno. Nel medesimo giorno Mi- gnarono le chiavi alle suore, dopo uu te-

chelangelo Macioti nobile veliternodonò nero e commovente discorso, compartì


scudi 8,6oo. Secondo la mente del fon- loro la pastorale benedizione. In Velie-
:
datore e de'donatori, ed a forma del re- tri vi sono due maestri per la Filarmoni-

scritto del cardinalMacchi in data di ca, la cui accademia fu istituita ne'piimi
1 Portici de' 5 novembre 1849, la direzio- anni del corrente secolo. Neil 835 erau-
ne spirituale dell' istituto fu affidata a'sa- si gettale le fondamenta per un nuovo
! cerdoti di detta congregazione della Re- teatro comunale, il cui proseguimento re-
gina degli Apostoli ; per cui si provvide stò sospeso, e le mura fondamentali ap-
; un locale e si ridusse a piccolo convento pena sono giunte al paro del suolo. Il
-
pe'medesimi a spese del conte Giuseppe Theuli narra a p. 25 1, che a svio tempo
Latini Macioti nel i85i. Così Velletri in un salone del palazzo del comune si
:

con questo nuovo stabilimento benefico, solevano recitare commedie, coA da've-
soggetto alla giurisdizione vescovile, ac- literni, come da'forastieri che vi concor-
quistò ornamento e decoro, non che som- revano. Esiste un teatro particolare del
; mi vantaggi per la cristiana educazione veliterno capitano Giuseppe Graziosi, il

'
del sesso femminile, e conserverà ricono- quale serve per le rappresentazioni tea-
scenza al servo di Dio che lo promosse. trali,specialmente della società accade-
1
Leggo nel n.241 del Giornale di Roma mica Filodrammatica fondata di recen-
del 1832, che a' 18 ottobre in Velletri le te, con approvazione della s. congrega-

sorelle della congregazione dell'Aposto- zione degli studi ; uop meno che per le
244 V E L V E L
rappresentazioni in prosa. Ora a spese del terna , nella quale olire la poesia libe-

proprietario, questo teatro è stato rinno- ramente può trattarsi in prosa qualun-
vato e abbellito, ed imminente n' è il que argomento scientifico, o letterario,
compimento, e riuscirà corrispondente o di belle arti, come apprendo da' suoi
alla dignità della città. Sulla piazza di importanti /Itti, perchè l'unire il dolce
s. Giacomo un tempo sorgeva il teatro all' utile fu sempre savio consiglio. A'e

della Passione, così detto per sagre rap- furono fondatori della patria accademia
presentazioni di quanto dirò poi parlan- i concittadini e amici Clemente Ermi-
do della confraternita del Gonfalone, di nio Borgia e Domenico Antonio Cardi-
eccellenledisegno e ornato di marmi. L'e- nali, non altro anelando che il vantag-
difizio malconcio dall'ingiuria de' tempi, giare le buone lettere, il progresso delle
fu abbandonato e nel 1763 demolito per scienze, l'illustrazione della patria istoria
fabbricarvi in quel sito nuove abitazioni. e precipuamente quella civile e religio-
.Scrisse su questo monumento il cardinal sa de' volsci, siccome personaggi ambe-
Borgia, conservandone la memoria con due di somma riputazione e dottrina. La
incisione in rame. Ne'trascorsi secoli, al- posero sotto l'autorevole protezione del
lorchè pregiavasi ogni città d'avere una magistrato veliterno, il quale generosa-
o più accademie di poesia, nelle quali sti- mente assegnò a' soci decoroso locale nel
mavasi cosa onorifica esservi asci itti, non proprio palazzo per tenervi le pubbliche
mancò questo letterario esercizio in Vel- e consuete adunanze, e annua pensione
letri, die in epoche diverse ne contò mol- onde sopperire alle inevitabili spese. L'e-

te. Il nome di queste accademie era stra- lenco de' soci fu formalo del fiore de' let-

vagante e capriccioso, come altrove, per- terati della città, e ne fu scelto a capo col
r
ciò uniformandosi al costume de' secoli. titolo di dittatore mg. Gio. Carlo Anto-
Quindi furono appellate degli Affaticali, tortelli vescovo di Dioclia e sulfiaganeo
degli Erranti, degli Estinti, alt Gonfia- di Velletri, e per segretario venne eletto
1

otri, de Riaccesile Sollevatile^''Inno- il Cardinali uno de* fondatori. A questi


minati. E quasiché (ossero poche queste fu dato il carico di compilar le leggi ac-

accademie pubblichete n'erano anco nel- cademiche,il quale nel 1 761 le scrisse con
le case privale; così altri poeti aduna vansi aurea ad imitazione degli arcadi
latinità,

nella casade'Toruzzi, nellesalede'minori imo articoli,cui si aggiunsero due sanzio-


con ventua li, e in quelle del seminario, so- i ni, e pubblicate colle stampe. Una Ciòcie

ci di sua accademia poi lavano nome de- il turrita sedente, col mollo : Restìluet O-
gì' Incogniti. Tali letterarie adunanze, in mnia,{\x l'impresa adottata e dipinta nel-
cui quasi sempre per unico fine col ti va vasi la sala accademica; la quale venne an-
la poesia, poche e raramente erano quelle che incisa nel sigillo del segretario, per

in cuidisputavasidi scienze, lettere e arti. autenticare i diplomi e gli alti, nell'eser-

Ma tutte furono di breve durata e anelaro- go del quale si posero le parole: Socie-
no poco a poco a mancare. JN'e lasciaro- tas Litcraria Volscorum Velilris In-
no memoria sunnominati
i scrittori ve- stillila Anno mdcclv. Fu stabilito adu-

literni conte Bassi, p. Theuli e mg.' A- narsi 6 volte l'auno,e talvolta ambe stra-

lessandro Borgia. Come in altri luoghi ordinariamente^ per ufficiali dellaccade-


d'Italia,che abbandonate le poetiche so- mia, il dittatore per presiedere a'Ietlerari
cietà, ne istituirono altre più durevoli e esercizijCOininciati in detto anno,4censori
rivolte a più utili discipline, Velletri ab- 2 colleghi, il segretario e il vicesegretario :

bracciò questo cambiamento poc'oltre la i soci furono divisi in resilienti, e in corri

metà dello scorso secolo, con istituire la spondenli d'altri luoghi dello stalo e d I

celebre Società letteraria Folsca l eli- talia, auche d'ollremonli. Ben presto fior
/

V E L V EL 245
lanuova accademia, visi recitarono dotte V accademia Volsea di Velletri a S.M.
dissertazioni, vi si udirono eleganti poe- il re Federico VI di Danimarca re-

sie. A testimonianza ilei loro valore e gndr/]l£,Ròmai8at;cheil cardinal Bor-


operosità dierono alla luce gli accademi- gia nella repubblica del 1 799 rifugia-

ci volsci varie raccolte di componimenti, tosi a Padova, fu dal re soccorso con


the si nonno leggere nella prefazione del cambiale di 5oo scudi e con pensione an-
t. i degli Alti, ov'è la storia dell'accade- nua di 4)°°o lire. Fu per queste bene-
mia, colle notizie dell' mitiche e sunno- ficenze che l'accademia veliterna, per da-
minate. Nel 1770 elevalo al pontificato re un solenne e pubblico contrassegno del-
col nome di Pio V I il cardinal Braschini la sua indelebile riconoscenza al principe
(piale era stalo lungo tempo uditore ge- danese, suo augustissimo pro-
lo elesse a

nerale de' cardinali Rullo e Cavalchiti, tettore, con diploma elegantemente mi-
vescovi e governatori di Velletri, la so- niato e nitidamente stampato in candi-
cietà volsca che si gloriava annoverarlo dissima pergamena, col sigilloaccademi-
nell'albo de' soci, non solo fece scolpire co rinchiuso in iscatola d'argento dora-
in marino un' iscrizione e collocare nel to, ed appeso con due ricchissimi fiocchi
palazzo pubblico, ma esternò eziandio ii d'oro; diploma di cui riporta il testo,

proprio giubilo in un volume di poesie comunicatogli dall' eruditissimo Luigi


dalo alle stampe; ed altro ne pubblicò Cardinali, poscia riprodotto nella ricor-
quando quel Pupa tornò a Velletri per data prefazione. Non mancarono soci
andare alle Paludi Pontine, in di lui Io- corrispondenti d' intitolarsi accademici
dee qual primario suo ornamento. Men- volsci nelle loro opere stampate, altri

tre in tal guisa cresceva la fama degli ac- d'inviare all'accademia alcune prose per
cademici volsci, venne innalzato ulla por- leggersi nelle pubbliche adunanze, altri
pora altro loro illustre collegati velilerno dedicando alla medesima alcuna di loro
Stefano Borgia, benemerito della società opere. Frattanto tutta Italia invasa da
letteraria per aver contribuito col suo ze- truppe straniere avea quasi perduta la

lo all'incremento della medesima. Questa tranquillità, senza la quale è ben diffici-

grata, l'acclamò suo 1. "protettore, e ne' le poter attendere a' buoni studi e alle

paliii festeggiamenti n' esternò la gioia lettere amene. Poco dipoi là penisola in-
con prose e versi. Con tal mecenate, pro- tera ebbe a soffrire que' politici sconvol-
grediente fu la gloria de' suoi fasti: per gimenti che tennero oltre un lustro in-
generosità de' soci fu arricchita la scelta certi sul trono sovrani tutti d'Europa;
i

e pubblica biblioteca, e i primi letterati e l'accademia volsca sen giacque, se non


d'Italia non solo, ma ancor d'oltremou- dimentica di se stessa, almeno nel silen-
te si pregiarono di far parte dell'istitu- zio. E questo durò non solo il tempo del-
to velilerno e di dedicargli i loro scrittii l' occupazione straniera, ma per ben 4
Morto il cardinal Borgia, gli accademici luslri. In seguito si credette bene di ri-
dopo avergli reso solennemente fune- i chiamarla a vila,allorchè Velletri festeg-
bri onori, a' 17 aprile i8o5 proclamaro- giò l'arrivo del cardinal Pacca suo novel-
no per protettore principe reale di Da- il lo vescovo e preside ; e fu nella straor-
nimarca, poi re Federico VI, egli trasmi- dinaria adunanza de'q settembre i83o,
sero il diploma a mezzo del prof. Mun- che venne acclamato l'insigne e dotto por-
ter e del barone «li Schubart ministro da- porato pastore a suo protettore. Da quel-
nese, ambedue membri dell'accademia. l'istante la società volsca ricomiuciò le
Narra il Cancellieri, accademico volsco, sue tornate, e con molla utilità delle scien
nella Lettera al eh. Salvatore Betti, te. e delle lettere di nuovo prosperò, sì
to diploma diprotettore perpetuo del- per l'impegno de' soci residenti, sì ancora
246 VEL VE L
per que' corrispondenti che andò uggre- lebròa' 1 3 ottobre 1
844 ' primi comizi
gando. Prova non dubbia ne furono gli generali nell'aula consigliare del palazzo
alti che pubblicò: Alti della Società let- municipale, nella quale circostanza fe-
teraria Volsca Velilerna, volume i
.°, steggiò l' inauguramenlo della novella
Roma i834, dedicato al cardinal Pacca. istituzione. Nell'apertura dell'adunanza
II 2. volume vide la luce in Velletri nel- Eurico Provenzani, uno de' fondatori,
la tipografìa di Domenico Ercole 1837, lesse un discorso in cui: » Dopo aver con-
intitolato alla magistratura comunale di tato i molteplici ordinamenti che nac-
Velletri. In essi si contengono varie dot- quero dall'associazione industriale, e che
te dissertazioni ed elogi accademici, let- già produssero vantaggiosissimi effetti,

ti nell'ordinarie sedute. D'ambo volu- i discese a dimostrare che nell'attuale bas-


mi, colle notizie dell'accademia volsca, sissimo prezzo de' vini, causalo dalla so*
ne die erudita contezza Fabi il eh. mg/ verchia abbondanza del geuere,rendevasi
Montani ne\V Album diRoma,l.^,p, 202. imponente il bisogno di dar opera a riac-
Indi nel j 83g si pubblicò in Velletri dal- quistare quel primato, che un tempo si
la tipografia di Antonio Mugnoz il 3.° ebbe in silFatta produzione, ed essere per
volume degli Alti, anche questo dedica- conseguenza opportuno, che in questa
to al cardinal Pacca, contenente varie dis- città, come luogo fra' più viniferi della
sertazioni ed elogi accademici, ossia no penisola, e tanto privilegiato pel prospe-
scritture scientifiche, letterarie e di arti ramento della vite, si erigesse uno stabi-
belle, alle seconde appartenendo argo- limento industriale, che avvisasse a ritor-
menti riguardanti Velletri, che a suo luo- nare in prosperità lo scadente commer-
go ricorderò. Tulli questi Atti furono cio, operando que' tentativi e quelle pra-
stampati a spese del nobile comune ve- tiche, che si riconoscessero le più analo-
literno. Mentre l'accademia fioriva e so- ghe e conducenti al fine". Dopo ciò il

steneva l'acquistata rinomanza, facendo consiglio generale procede per ischede, a


onore a se stessa e alla patria, sursero gli forma dello statuto, alla nomina del pre-
acerbi e calamitosi recenti sconvolgi men- sidente, del vice-presidente e degli altri
ti, che tuttora deploriamo, e com'altre membri del consiglio di direzione. L'a-
restò sospesa e sciolta nelle sue bimestra- dunanza era composta di 65 votanti, e
li adunanze. Per amore a' buoni studi, vi presero parte molti nobili romani e
per gloria dell' inclita Velletri capoluo- di altre città limitrofe, i quali apposita-
go dell'illustre legazione di Marittima e mente eransi trasferiti in Velletri. De' di-
Campagna,sede episcopale e legalizia del scorsi stabilimenti di pubblica istruzio-
cardinal decano del sagro collegio , mi ne e educazione, alcuni congiungouo la

unisco a que' più colli cittadini nel fare beneficenza; questa però esclusivamente
ardenti voli pel risorgimento della bene- si esercita da que' di cui vado a parlare.
merita Società Volsca Kelitema, e ri- E principiando da' monti fruineutari e
viva sotto favorevoli e
i felici auspici del-
i di pietà, leggo nella dedica del t. 2 de'
l'eminente pastore e preside, e questo sia suddetti Atti, che tra molle e savie
le

novello amplissimo mecenate di essa, ora istituzioni procurate da' pubblici magi-
che la città vanta maggiori presidii pel- strati, merita il primo luogo l'istituzioi

le lettere e per le scienze pel celebralo dell'annona, come quella che abbracci
liceo. Rilevo dal u.97 del Diario di Ro- va ogui ordine di persone, di ricchi e

ma del i844> cne a 7 settembre 1843'


poveri. Si denominò dagli antichi Mob
con pubblico allo e approvazione ponti- te dell'Abbondanza con proprietà di ve
ficia era stata eretta iti Velletri la So- caboto, perchè veracemente la procuri
cietà industriale Enologica, la quale cc- va, anche quando la carestia aflliggev
V EL V E L *4 7
il paese cii collante. Ebbe poi special cu- approvato da Urbano Vili e dal vescovo
ra degli agricoltori, a' quali largamente nel1639 e nel i64<>. Eche il cav. Nicola
sovveniva nelle necessità. Disgraziata- Gregna nel 797 fece erede del sua ricco
1

mente a' giorni nostri più non è rimasto patrimonio Monte di Pietà, per aumen-
il

d'uno stabilimento cosi utile, che il bello to del deposito in beneficio de' bisogno-
e vasto locale, divenuto peraltro inope- si,onde prese il nome di Monte Ginna-
roso per la mancanza de' mezzi, e per le sio Gregna. Vi sono per la languente
deplorabili vicende de' tempi. Dice in pro- umanità due comodi e ben regolati ospe-
posito il Da uco, esisteva l'abbondanza pri- dali, unopegli uomini, l'altro per le don-

ma della legge del commercio ema-


libero ne. Del 1 ."primieramente riferisce Bauco.
nata da Pio VII, quando fatalmente abo- Nella parrocchia di s. Maria trovasi la

lì l' Università Artistiche (nel quale ar- chiesa di s. Gio. Battista appartenente al-

ticolo lumai a compiangere i risultati di la confraternita del Gonfalone, la quale


delta legge), stabilimento utilissimo (co- fu la 1
."
fondata in Velletri nel 1 348 nella
me altrove), mantenendo sempre la cit- chiesa di s. Maria in Pontone colla deno-
tà in grascia, e sicura in caso di carestia ; minazione de' Disciplinati di s. Maria,
e gli esistenti granai frumentari potino chiamata poi del Gonfalone per esser sta-
contenere circa 8000 rubbia di grano, e ta aggregata nel i585 all'arciconfrater-
la sontuosa dispensa per la conserva del- nita omonima di Roma, e venne rinno-
l' olio è capace di ricevere 5oo carichi. vata nel 1608. Questa fratellanza avea
Inolile si legge nella citata prefazione, la cura dell'ospedale che fu diroccato nel
esistere un altro Monte detto di Pietà a i556 per foitificar la città nella guerra
sollievo delle classe indigente istituito au degli spaglinoli contro Paolo IV, e poi
cora dagli antichi magistrati. L' oggetto riedificalo nel 1 55j. Il sodalizio ebbe nel
principale fu quello di porre un argine al L'i 00 {a chiesa di s. Giovanni in Plagis,

traffico usuraio, che si esercitava dagli che poi ripararono. Entrati nella città i

ebrei a danno de' cittadini bisognosi. Di- religiosi di s.GiovannidiDio obenfralelli,

poi col cambiamento de' tempi e delle cir- la confraternita donò loro l' ospedale col
costanze essendo venuto meno, e crescen- sitoche locircouda,e più annui scudi 100.
do vieppiù, il morbo corrosivo dell'usu- Della chiesa però concesse ad essi il solo
re, dal pubblico già si correva al riparo, uso neh 588, per cui i conflati del Gonfa-
quando la pietà della gentildonna Cate- lone tornarono in questa chiesa uel 1815,
rina Ginnasi (nipote del cardinal vesco- per essersi del tutto rovinata quella di s.

. vo di tal cognome) si tolse di gettarne le Giovanni in Plagis. Da essa vi trasporta-


!
fondamenta; cresciuto poi dalla diligente rono la miracolosa immagine della Ma-
'Operosità degli amministratori, più dalla donna della Coua, segato il muro su cui
jgenerosa largizione de' Gregni nobili ve- era dipinta; e vi fu traslato ancora il cor-
ditemi, e favorito in fine da altri inagi- po coll'ampolla di sangue di s. Romolo
1
strali comunali, che tulio del pubblico martire, coll'iscrizione, trovato uel cjiui-
erario supplirono il vuoto che l'invasione teno di s. Ciriaca. JNella delta chiesa è
.d'armi straniere vi avea fatto nel cader stimato il quadro esprimente la Conver-
;del settecento. Trovo
Bauco, che la in sione di s. Paolo. Nel n. 129 del Gior-
•ingoiar pietà della Ginnasi ristabilì o nale di Roma del i85i, è descritta la
'quasi eresse il sagro Monte di Pietà col solenne funzione del possesso preso nel-
iundoili 3ooo scudi, acciò poveri i potesse- la chiesa di protettole della confraterni-
> ro avere ne' bisogui impieslanze con pa- ta dal cardinal Giuseppe Bofoudi, a mez-
igar tenue usura pel mantenimento degli zo di mg/Fra nei vescovo di Canata esuf-
impiegali nel medesimo; pio stabilimento fiagaueo di Velletri. I coufrati da auti-
a43 V E L V E L
fidissima epoca celebrano una solenne stessa additava al popolo divoto quanto
processione, detta de' Misteri e Morte del il di vin Redentore soffrisse per la salute

Rendendole Crocefisso, nell'anno seguen- dell'innati genere; e quale e quanto sia

te alla celebrazione del giubileo dell'an- il debito di questo di osservar la sua s.

no sauto, eclatante e commovente pel suo legge, diamarlo e servirlo insieme all'a-
religioso complesso. Di un'apposita ma- morosissima Vergine compagna e parteci-
gnifica fabbrica cbiamata Teatro della pe de' suoi dolori. Progrediva il divoto
Passione, e di sopra indicato, costruita corteggio sino alla piazza del Comune,
sugli avanzi dell'anfiteatro de' pubblici ove fatta sosta, un sacerdote della con-
spettacoli ne' tempi idolatri, la confra- gregazione e pia società della Regina de-
ternita si serviva per espone detti sa-
i gli Apostoli, asceso il pergamo, l'affollato
grosauli Misteri, prima e dopo la pro- popolo commoveva a dolore, lo conduce-
cessione, ed eziandio per farvi dell'allu- va a detestare il peccalo, e lo rinfiamma*
sive rappresentazioni.Sebbene nel i85o va di divozione verso la Passione ilei Si-
non fu celebrato l'anno santo, confrati i gnor Nostro Gesù Cristo, e verso la Ver-
dopo 5 lustri del precedente vollero rin- gine Addolorata. Dalla ricordala piazza
novare la processione e le altre funzioni moveva di nuovo la processione, e giun-
allora fatte, la cui descrizione ricavo dal- geva all'altra che si estende incontro la

V Osservatore Romano a p.del i85a fabbrica denominala l'antico Teatro del-


368, ed eseguite nella settimana saula di la Passione, ed ivi in bell'ordine schiera-
tale anno. Pertanto nella cbiesa di s. Gio. ti i fratelli, i religiosi, e le macchine ri-

battista sontuosamente ornala, i confla- schiarate dall'immenso numero di cerei,


ti nel venerdì santo esposero in 7 mac- nuovo discorsosi dirigeva da un p. pas-
elline i gruppi di figura in cera rappre- sionista appositamente chiamato, al fol-
sentanti i seguenti misteri: i.° Dell'O- to popolo, che con edificazione l'ascolta-
razione di Gesù Cristo nell'Orlo. 2. "Del- va ad onta della pioggia che cadeva. Al-
la Flagellazione alla Colonna. 3.° Della tro discorso era stabilito nella piazza del
Coronazione di Spine. 4»° Della Cadu- Trivio; ma questo interrotto dall'acqua
ta sotto la Croce. 5.° Della Crocefissio- che in maggior copia sopravvenne, fu for-

ne. 6.° La Bara col Cristo morto, or- za troncarlo per affrettare il ritorno al-

nata di magnifica coltre e baldaccbino. la chiesa, che senza alcun sinistro ebbe
7. La Vergine Addolorata. La numero- effetto circa le ore io pomeridiane. Sino

7 pome- domenica inAlbis le macchi-


sissima processione uscì all'ore a tutla la

ridiane dalla cbiesa. Aprivano la marcia ne co'gruppi restarono esposte alla pub-
trombetti a cavallo vestiti all'antica mi- blica venerazione nella medesima chiesa
litare foggia, seguiti da un drappello di di s. Gio. Battista, e così le popolazioni
militi. Molte coppie e gruppi di fratelli, delle vicine città e paesi, per le quali era
e le famiglie religiose de' minori osser- corsa la voce delle ss. Rappresentazioni,
vanti e cappuccini, lutti con cerei accesi, si ebbero agio di concorrere in numero qua-
alternavano fra una macchina e l'altra; si incredibile a visitarle, e per lucrare la

fratelli cantori, cori e concerti musicali plenaria indulgenza concessa da Papa Pio
innanzi ciascuna delle medesime cantan- IX tanto nel dì della processione quan-
do inni e strofe proprie di cpiel giorno to nella domenica in Albis, giorno in cui
di mestizia rendevano pili commovente con nuova religiosa pompa e con ben in-

1 appaiato. Buona parte del battaglione dicalo discorso, recitato nella spaziosa
cacciatori pontificii ili stazione in Velie- piazza della chieda al popolo all'oliato da
tri faceva ala, eseguiva la processione sagro ministro del santuario, colia bene-
Sagro oratore nella piazza deila chiesa dizione del ss. Sagraujculu si die fine alla
V E L V E L 349
pia funzione. La confraternita colle sue 5 aprilei 818 per l'inferme, prossimo u
.-ciioe rendite non avrebbe potuto soste- quello degli uomini, e cuoi 'esso sotto la

nere l'incarico di tanta solenne rappre- parrocchia di s. Maria in Trivio, al cui

Millanta, se i fedeli e sopra tutto il ruu- parroco appartiene la giurisdizione spi-


nicipio, il vescovo cardinal Macchi, il prò- governato e assistito da donne
rituale. E'

lettore del sodalizio cardinal liofoudi, il infermiere, con molta carila e pulizia. ila
principe Ginnetti Lancellotli, ed altre co- una particolare amministrazione, ed è
•piene persone sì ecclesiastiche che lai- regolato da deputati eletti dal vescovo,
the non avessero concorso con generose Le rendite sono sufficienti, e provengo-
largizioni. L'ospedale dunque de'benfra- no parte da donazioni caritatevoli, e par-
lei li fupromosso nella nuova fabbrica at- te dalle rendite del soppresso convento
tnale nel 6o5, concorrendovi alla spesa,
1 de'frali del terz'ordine, e del monastero
ode il comunale erario, la pietà ancora de' monaci basiliani, per concessione di
de'pi ivati. Dal comune erano stati già as- Pio VII 8 5. Nel 1809 fu eretta in
elei i 1

segnati pel mantenimento dell'ospedale ciascuna parrocchia la compagnia delle


degl'infermi scudi 200 lino dal 1590, in- sorelle della Carità istituita da s. Yinecn-
di accresciuti a 24°- 1^' mantenimento ?.o de Paoli, in sollievo de' poveri infer-
de' religiosi e dell' ospedale, vi sono an- ini, con approvazione del vescovo cardi-
che le rendite fisse, e il prodotto delle sii- nal Autonelli. L'arciprete della cattedra-
pa Iasioni de' testamenti che si stipulano led. Domenico Mazzoni dichiarò la coni-
uno scudo
nella città e nel territorio, d' pagnia esistente nella medesima, erede
per ciascuno, per disposizione del 1817 de'suoi beni nel i83i, col peso di som-
di Pio VII. I henfratelli impiegano la lo- ministrare due doti annuedi scudi 3oalle
10 opera nella continua assistenza degli pui povere eonestezitelle della stessa par-
infermi,in numero maggiore o minore a rocchia, che abbiano frequentato la dot-
proporzione del bisogno dell'ospedale. E trina cristiana, e ne abbiano dato pub-
< va fatta men/.ioned'uua di quelle isti-
] • 1 i blico saggio alla presenza de'superiori ec-
non man-
tuzioui di carità, che in Velletri clesiastici. Le dotate devono intervenire
cano, anzi van crescendo. Nel marzo 844 1 a"a solenne processione nella solennità,
si aprì un ospizio notturno per dare un della Madonna delle Grazie. Altro pio cit-
ricovero a (pie' poveri cittadini veliterui ladino Salvatore Scandelloni con testa-
privi di tetto, presso il convento di s. Gio. mento del 169 ^aperto nel i697,lasciò al
di Dio con 18 letti. Ne fu istitutore il p. capitolo della cattedrale scudi 7300,00!
Giuseppe M." Fedeli priore de' benha- peso di distribuire ogni anno 8 sussidii
lelli, lodalo per la somma carità da lui dotali alle zitelle povere veliterne; orili-
nvita verso gl'infermi, e per l'avanzameli- Dando che si preferissero le sue consan-
to delle rendite, non meno per la poli- guinee ed all'ini sino al grado più remo-
te/za e miglioramento delle corsie del ine- lo. Il vescovo cardinal Barberini giunio-
desimo. L'ospizio notlurnoapresi alleore re, stimando che tale disposizione avreb-

24. I vengono istruiti


poveri ivi riuniti be prodotta non poca confusione, la re-
nella dottrina cristiana, e dopo la recita strinse sino al grado io.° inclusi vamen»
ilei s. Rotano vanno a riposo. Nella mal- te. Nel 1837 penetrata in Roma e altri
(ma di buon'ora apresi l'ospizio onde pos- luoghi la Pestilenza (V .) del cholera, Tat-

iana Buda re •' loro lavori. L' erario co- tento magistrato veliterno prese le più e-
iniiuale somministra scudi o mensili per 1 nergiche e provvide precauzioni per te-
siipplne alle spese di questo caritatevole ner lontano il terribile morbo, e salvare
istituto. L'ospedale per le donne, deuo- la trepidante popolazione, che descrive il

minato s. Maria della Salulc, fu cretto u' cau. Bauco, insieme ali' mvocato aiuto
2 To V E L VEL
divino, interponendo P autorevole me- se cos'i le piace, far dono al ino pregevole
diazione della sua benefica pi oteltriceMn- Album. Le sia gradita l'offerta perchè (se
ria ss. tifile Grazie esposta per più mesi P amicizia non m'inganna) sillalti versi
alla comune divozione. Tenendo per fer- potranno fare leggiadra mostra di se fra
mo i religiosi velilerni d'essere stati pre- gli altri oiiil' Ella spesso adorna qne>to

servali dal flagello prodigiosamente dal- giornale". L'elegantissimo carme è an-


la loro celeste avvocata, si obbligarono che grave, morale e commovente ; caldo
con voto a stretto digiuno con vigilia nel di patria carità e del suo decoro, non
giorno antecedente alla festa dell'Imma- che di affetto e riverenza per gli estinti

colata Concezione. Fra le cure operate in parenti e concittadini, pe' quali con esso
tal frangente, inerendo in parte all' in- il lodalo veliterno volle infiammare i vi-

giunzione della s. Consulta e commissio- venti a rendere il cimitero augusto e o-


ne sanitaria di Roma, nello stesso 1
837 norato, degno della città. Intitolò il com-
fu costruito il pubblico cimitero; ma sic- ponimento: Il cimitero. AL can. d. Lui-
come non pare che si fossero eseguite le gi Angeloni, Basilio Magni da Vclletri.
norme analoghe prescritte da delta au- Carme.
torità, non riuscì di pubblica soddisfizio- La popolazione di Velletri , se consi-
iif, anche per la località in cui esiste; e derata viene in quello che poteva essere
nel i855 ancora non avea cambiata con- stata nel suo maggiore auge in tempo de'
r
dizione. Imperocché del eh. d. Achilie volsci, o nell'epoca della sua repubblica,
Monti (che lodai altrove qual savio, pia- o anche posteriormente, doveva essere
cevole, veritiero e franco scrittore, ed in- assai considerabile; poiché se per poco si
sieme elegante poeta, le cui encomiate osservi il vuoto che ora trovasi Ira le mu-
produzioni si ammirano nt\l' Album, nel ra dirute della città e il presente fabbri-
t. 23 suo degno a-
del quale a p. 167 il cato dovrà naturalmente supporsi che
,

niico Basilio Magni vehierno celebrò le in que' tempi dovea essere tutto ripieno
sue Odi pubblicate nel 1 856 in Firenze, di case e abitato. Confermano la congettu-
per avere accoppiato a' pregi poetici del ra gli armamenti che la città faceva, met-
Parini, quello morale e tanto necessario tendo da se sola in piedi truppe propor-
a'nostri tempi, di riprendere a viso aper- zionate a' nemici che combatteva , oude
to i vizi della maggior parte degli uomi- dentro le sue mura
popolo doveva es-
il

ni. Con tali sensi eziandio si parla di sue servi assai numeroso. Le continue e lun-
produzioni nell'Eptacordo di Roma, Del- ghe guerre adunque, e le frequenti pesti-
l' Enciclopedia contemporanea Fano, di lenze a cui soggiacque , debbono essere
e nella Cronaca di Milano; poiché onora slata la cagione della notabile diminu-
il gran nome del celeberrimo poeta Vin- zione de'suoi abitanti. Ora poi, a propor-
cenzo Monti qual suo pronipote e ascen- zione del fabbricalo, la popolazione é nu-
dente), si legge nell'Album di Roma del merosa, nella quantità riferita di sopra,
novembre 855, t. 22, p. 3o
1 1 , questa let- anzi osservo rimarcabile aumento annuo.
tera diretta al direttore del medesimo Nelle stagioni d'aulunuoe d'inverno si ac-
Ciiv. De Angeli». « Sono stato a questi cresce d'un 3.° il numero degli abitanti,
giorni per diporto iti Vclletri, e visitan- pe'molli forastieri che vi si recano alla

done lo squallido cimitero con l'ottimo coltivazione delle vigne e de' campi. Ra-
mio amico Basilio Magni (egregio e Io- gionando il can. Dauco dell'indole, costu-
dato poeta veliterno, di cui nel periodi- mi, carattere de' veliterni , li dice gene-
co in discorso ci diede bellissimi compo- ralmente d'elevala statura, coloriti e ili

nimenti), mi lesse un suo carme chea me robusta complessione; laboriosi, facili ad


parve assai bello, e del quale io intendo, essere governali, coraggiosi, impetuosi e
,

V E L VEL *5i
perciò pronti alle mani. L'amor patrio è /< ycap. S,Farniglie congi tinte ;cnp.Cf,F<i'
fri grande, che dillìcilmente si adattano a tniglie estinte; cap. 1 o, Persone illustri in

vitrei alcuno n'esce, non può


e altrove; e se dignità, cap. 1 1 , Persone, illustri in dot-
fare a meno di presto ripalriare. Ciò sia trina; cap. 2, Persone illustri in
1 armi;
detto in generale. Sono i veiiterni alle- Alessandro Borgia , nella Storia della
gri, amanti de'diverlimenti, ed accorrono Chiesa ecittà di Fellelri; Ricchi, nel cap.
in folla «'pubblici spettacoli tli corse, fe- ?.5,Soggetti illustri di Felle tri ; Bilico
stini, teatri ec. Il vestire degli uomini è nella Storia d'i cui di preferenza tanto mi

comune a quello di tutta l'Italia. Le don- vado giovando, e perciò con lui secondo
ne sonod'una statura proporzionata, d'a- le epoche in cui fiorirono ne firn onore-

spetto avvenente, di colore bello e viva- vole menzione, egli stesso essendo un il-
ce: usano un vestiario proprio detto alla lustre e benemerentissimo velitèrno. Di
vcliterna, non comune agli altri paesi. Le questo degnissimo canonico della catte-
possidenti vestono con gran lusso, e con drale basilica e già maestro nel patrio se-
molla ricchezza e leggiadria. Le dante e minario, mi scrisse nel i854 l'illustre co-

molte altre donne d' ogni condizione si rano e accademico volsco Vincenzo Tom-
adattano al vestiario romano. Tutta la maso Marchetti.» Nacque nel 7 7 7 e mo- 1

popolazione viene formata dalleclassi de rì compianto nel principio di gennaio

nobili, de'ci vili, degli artisti e della plebe. 1 854, quasi ottuagenario, sostenendo l'o-

La massa del popolo è impiegata nella norevole incarico di .° anziano esercente 1

coltivazione de'campi e delle vigne. Di- e come tale, in veste talare ecclesiastica,

mostra l'esperienza de'secoli, che veli- i col magistrato umiliò i patrii omaggi in
terni sempre mostrarono feroiez/a e co- Porto d' Anzio al regnante Papa Pio IX
stanza, perseveranza ne'propri sentimenti; nel maggio 853, il quale benignamente
1

ciò forma il loro carattere. Dal ^3o cir- si degnò graziosamente chiamarlo il no-

ca, in cui si sottomisero al principato tem- vello Tito Livio di Velletri, eccitandolo
porale de I Papa, sempre gli mantennero a qualche altra storica produzione. Ed
intera ubbidienza e costante fedeltà, non egli quasi presago della prossima sua di-
ostante le critiche circostanze e le perse- partita , rispose con rispetto: Che la sua
cuzioni. Laonde i Papi li ricolmarono di senile età non più ciò gli permetteva. Può
singolari piivilegi,d' esenzioni e di doni, pure dirlo francamente, perchè ciò in Vel-
pieci[uiamente Gregorio VII, Urbano
s. letri e in tutta la diocesi si rese pubbli-
II, Pasquale li, Gregorio IX, Martino IV, camente notorio. Era egli sacerdote di
Bonifacio Vili, Giovanni XXII, Urbano somma pietà, e di amor patrio caldissi-
V, Urbano VI, Bonifacio IX, Martino V, mo, a>ci il to all'accademie Folsca di Vel-
Eugenio IV, Nicolò V, Calisto HI, Pao- letri, degl' Intrepidi di Cori, dell' Imma-
lo II, Sisto IV, Alessandro VI, Leone X, colata Concezione di Ptoma, e ad altre; de-
Paolo IH, Pio IV, Urbano Vili e Gre- gno d" ogni elogio per le sue opere, nelle
gorio XVI. Così il sagro collegio de'car- quali risplende d di lui carattere ingenuo
dinali in diverse epoche. Nel 849 non i e leale, e finalmente era stretto in paren-
mancarono traviati, ma furono pochissi- tela col veti. p. Filippo Visi minore os-
mi in proporzione della massa de' citta- servante, la cui madre era della famiglia
dini fetidi alla s. Sede. Non pochi veli- Baino veliterna ". Avverte l'encomiato
terni coli' armi e collo studio si resero il- storico, che due mentovati Theuli e Bor-
i

lustri nelle dignità civili ed ecclesiastiche gia pretesero annoverare tra'loi o concit-
(alcuno anche nelle arti), le cui gesta ce- tadini illustri tulli i Papi della famiglia
lcbiarouo i patrii storici, come Theuli.nel Conti de'Conti di Segni, d'Anagni e del
lib, 2, eap. 7, Famiglie nobili agg/rga- Tusculo, credendoli disceudenti della fu-
2^2 VEL VEL
miglia Ottavia veliterna, ma presero al)- proprio sesso, sedavano le dissensioni nel-
baglio. Le scienze furono coltivale e tut- le famiglie, lodevole e proficuo costume
torà si coltivano da' veti terni; in ogni se- trasandalo non sono molli anni. Corniti*
colo qualche soggetto col suo sapere die ciato neli ^>49> il' vescovo e governatole

lustro alla patria e rinomanza a se stesso, cardinal De Cupis, per meglio stabilirlo
Ora non mancano buoni ingegni e perso- nel i55o istituì il magistrato òe'Conser*
ve sapienti, vescovi e altri prelati. Velletri valori della pare, i cui capitoli nel i56o
iin dalla sua più remota antichità setn- confermò il cardinal Serbelloni. Esiste-
pre rimeritò cittadini magnanimi, sa-
i vano in Velletri le università artistiche,
pienti e valorosi col distintivo d'un par- formanti diverse classi, ciascuna a vendè
ticolare ceto, che dal comune del popò- i propri ufficiali di camerlengo e duecoo-
lo li separasse, aggregandoli a quello no- soli, a'quali spettava decidere le vertenze
bile; il che domandarono molle famiglie nate Ira gli artisti. La i
." era la nobile u-
illushi forastiere, per essere ascritte alla Riversila degli Agricoltori, quindi degli
nobiltà veliterna, come apparisce dall'ai- Ortolani, de'Falegnami,de'Muratori, ile'

bo delle nobili famiglie. Ma avverte an- Ferrai, de'Calzolui, de* Sarti e de' IVlulut-
che il Rauco, che non può chiamarsi ve- lieri. Tutte queste università aveano sta-
ra nobiltà generosa , se non è accompa- luti particolari e leggi per regolare i loro
guata dalla scienza e da azioni virtuose; mestieri; aveano chiesa o cappella perle
la ricchezza soltanto la rende più lumi- loro particolari divozioni, ove venerava-
nosa Per lungo tempo si mantenne in
! no un loro santo protettore, di cui cele-
Yelletn l'antico costume, che ne'pubbli- bravano la festiva annua ricorrenza. Tut-
ci contralti, oltre il giuramento, che suo- te queste università nella pubblica solen-

Je farsi del ss. Nome


Dio , aggiunge- di ne processione dell'Assunta sotto le par-
vasi quello per la s. Sede e per la salute ticolari loro insegne incedevano co' loro
del Papa. Gli antichi romani celebrava- consoli e camerlengo. Pio VII abolì tut-
no l'annuo convito politico o civile, in cui tei' Università artistiche, e lerminòque-
rmniti tutti i cittadini di ciascuna con tra- sia costumanza sì antica e vantaggiosa,
da aveano per iscopo la conservazione come la qualifica pure Banco. Il Theuli
della pace tra loro. Altrettanto si prati- ne pai la più circostanzialo, nomina i san-
cava tra' parenti, per togliere in quella li patroni di ciascuna uni versila e quando
lieta occasione ogni rancore qualora fos- ne celebravano la festa, dicedelleolneseo
se insorto. Sì lodevole usanza fu imitata cappelle da loro possedute, nota qualche
da'veliterni. Sceglievasi un soggetto della pretensione di precedenza, e aggiunge al-

conlrada o del rione per fare la spesa, le riferite quelle degli Speziali per 3.' con
alla quale tutti contribuivano, e perap- s.Lorenzo martire per protettore, de'Piz-
parecchiareil banchetto con ordine e pu- zicaroli, de'Macellari.de'Fornari, de'Mo-
Jizia : qnesli veniva appellato capo-con- linari, degli Osti. Quanto alla processio-
Irada. Così teuevansi uniti gli animi de' ne, che dice del ss. Salvatore, questa a-
cilladini, e si spegnevano i concepiti odii, vea luogo anche nella vigilia dell'Assunta
produttivi di fatali conseguenze. Cono- (come Roma), eciascuna università do-
in
scendosi troppo necessario il manleni- vea portare due torcie accese nell'andare
mento della pubblica concordia , deter- e nelritorno,le quali restavano per servi-
mmo il pubblico consiglio d'eleggere an- zio della chiesa. Fino ali 83 i fu in vigo-
umilmente Uué nobili e due dame per re un uso assai utile alla tranquillità deli!
ciascuna parrocchia per 1' ufficio di pa- città e delle famiglie. Tranne le feste di
cieri, e tali sipubblicavano nella 4- do- IS. itale, di s. Antonio abbate e di s. Ln-
weaica di quaresima; quindi ognuno col eia, a due ore di notte per lo spazio d'un
6

V E L V E L *53
ijimito d'ora con tocchi suonava cam-la il grano, ed una caldaia molisce le olivi*.

pana del pubblico palazzo, segno denomi- Nel medesimo opificio oraè staloaggiuu-
nato sgherrana. Ciò avvisava le bettole, lo il molino a vapore per macinare l'oli-
i calle e tutti i ridotti di doversi chiude- ve ed eslrarvi l'olio; ed altra macchina per

re; e compito il suono ogni cittadino do- la fabbrica delle paste commestibili. 1 ne-
\ea girare per la città con lume. Sortiva- gozianti di fino, di grano, d'olio, di legna-
no poi, primi i birri e indi i carabinieri me, di bestiame, di ferro vi sono in abbon-
pel mantenimento della quiete, e tal voi. danza. Dall'esteso e fertile territorio, nelle

ta arrestavano i malandrini, che as»ai te* buone stagioni non ricavasi meno di ,

mevano quel suono. Tali disposizioni og- 14)000 bolli di vino all'anno di barili 1

gidì non hanno più luogo, essendo la ci t- ciascuna; il che forma il ramo precipuo e
là bene illuminata con appositi lampioni. ricco del commercio veliterno. L'esporta-
Nel governo del cardinal Della Somaglia zione si fa specialmente con Roma; ogni
;
fu tolto alla nobiltà, che uno di essa fos- giorno sene estrae quantità considerabi-
se scelto da'pi'iori a capitano onde pi esie- le , che sorpassa in tutto l'anno 8,000
j
dorè e regolare la fiera di s. Clemente (da' botti d'ogni specie. 11 vino è d'ottima
23 novembre a tutto li 2 dicembre, ed é qualità, salubre e difficile a guastarsi. Pli-
riportata nelle Notizie di li orna tra le nio registrò fra'vini migliori vicini a Ro-
principali dello stalo): avea l'autorità as- ma, dopo il Falerno, que'di Velletri e di
soluta di decidere e giudicaretultelecon- Piperno, come rileva Theuli; e Sezze fu
troversie, assistito da un corpo di truppa rinomata pe'suoi vini, come si legge nel-
r
urbana, che di giorno e di notte curava la la Dissert. del vino, del d. Ercole Me-

tranquillità della città. Il Theuli parla pu- taxà presso il t. 3 degli Atti della Socie-
re della fiera de' 1 5 agosto e seguenti 8 tà Volsca. Dell'acquavite e dell'acetose
giorni, la quale fu soppressa; come ante- ne fa buon commercio. Da alcuni anni si
riormente lo era stala quella di 10 giorni adottò il taglio annuale della selva comu-
per la festa di s. Eletiteiio. Ora oltre la nale con regolare sistema, e si è aperto un
detta fiera franca di s. Clemente, altra si- ramo di nuovo commercio di legni da
mile parimente di 10 giorni comincia il costruzione e di carbone; oltre quello che
i.° lunedì di maggio. Ogni sabato vi è il esisteva delleselveceduede'cittadiui. Seb-
mercato fianco a cui concorrono moltis-
, bene raccolgasi da questo suolo quanti-
simi foiustieri. L'industria della massa del tà di grano, di biade, d' olio e di gran»
popolo veliteruo è la coltivazione delle vi- turco, pure non è sufficiente; onde buo-
gne e de' campi, il che forma tutta la ic- 1 na parte di tali generi, come ancora di
chezza della città. La vicinanza di Roma carni porcine, polli,uova (però a'tempi di
fa si, che non vi sia molta industria di ma- Virgilio erano abbondanti e perfette, per
nifatture, e poco vi si esercitino le arti li- le quali disse Oviferasquc P'elitras), ca-
berali. INon mancano però degli archilei li, stagne, legumi, provengono in Velletri
de'pittori (Lello da Velletri fu antichissi- dalle città e terre di Marittima e Cam-
mo e rinomato pittore), e de' filarmonici. pagna. Numerosi sono gli spacci delle vet-
Numerosi ponno coniarsi gli ai listi in ogni tovaglie d'ogni sorte , e la vicinanza del
genere di mestiere, fabbriche di cappèlli, mare sempre ab-
e di vari laghi fornisce
due stamperie, legatori di libri, orolo gin- bondante e fresco pesce. Conclude il Bau-
ri, argentieri, ricca ed eccellente fabbrica co: Sembrami non esagerare asserendo,
di cera, fabbriche di sapone, 5 speziarle, che nelle due provincie di Marittima e
droghieri, mercanti di panui e altre mer- Campagna non vi è città o terra più po-
ci, f) molini da olio. Mirabile opificio a va- polalapiù comoda più abbondante e
, ,

pore muove 3 grosse pietre per macinare pi ù commerciante di \ elicli i. In falli chi
-

a54 V E L V EL
mira numerosi giornalie-
nella barriera i ta la ricordata grande selva di Lariano,
ri corri, che nella città provengono dal- con alcune fabbriche in città. I cittadini
la via di Moina per estrarre vino, acqua- sulla selva hanno il diritto di tagliar al
vite e aceto; o vede dall'altra via di La- beri da costruzione, e caricare altri legni
riano tutte le derrateche vi entrano dalla giacentizida adoprarsi o nel fabbricar
parte della provincia diCampagna, resta nuove o nel riattarle; come
abitazioni
ammirato, o confessar deve, che un porto anche di tagliar legna da fuoco. Le ren-
di mare non presenterebbe somigliante dile del comune al presente ascendono a
giornaliero movimento e commercio. 'Or- circa annui 3o,ooo scudi: provengono
mai Velletri è vicina ad essere arricchita parte dall'affitto della caduta delle casta-
dtUaStradaferrataPio- Latina da Roma gne, del carbone e del taglio regolare del-
al confine Napoletano, con sua stazione, la selva di Lariano, e parte dalle pigioni
perciò quasi quasi non le rimane altro da dell'abitazioni urbane, dall'erbatico e da'
desiderare, il Telegrafo (meraviglioso tro- dazi. Tutte queste renditeconsumano si

vato che, pel fremilo arcano d'un filo me- pel mantenimento comodo
del lustro e
tallico, trasmette le novelle colla celerilà del magistrato, pe'salari della sua nume'
della folgore, quasi furandone a lei me- rosa servitù, per le pubbliche scuole, com-
desima una scintilla; come di recente lo presa la filarmonica , 4 medici e 1 chi-
qualificò da par sua la Civiltà Cattoli- rurghi primari, mantenimento degli ac-
ca ) avendolo nella vicina Terracina. quedotti, fontane, strade, mura e abbel-
Quando si trattò della linea di ferrovia limento della città , feste , spettacoli ec.

da lìoma Cepruno, coll'unica stazione


a Prima dell'origine dell'insegne gentilizie,
di Velletri, dove doveano direttamente Velletri adoperò per impresa le sigle :

confluire le due diramazioni del Porto S. P. Q. V. Il Theuli l'interpretò: Sena*


Nerouiano presso Anzio, e di Tivoli sotto tus Populus Que Volscorum nel tem- ,

J
l alestrina,il consiglio comunale de'24 di- po che la città era capo de'Volsci ma poi ;

cembre 848 ùnanimamente votò 100,000


1 divenuta repubblica dicevano le 4 lette-
scudi. Oltre la ferrovia , Velletri è stala re: Senatus Populus Que PeKternus.Co*

colla i." stazione distinta, e si erigerà pres- linciato l'uso degli stemmi, Velletri eb-
so porta Napoletana. De' diversi governi be il suo particolare, diverso dal presen-
cui soggiacque Velletri vado a parlarne te, senz'essere sovrastato da corone, non
nel corso dell'articolo. Da quello de'Pa- aquila bicipite, non allori; ma cipressi, e

pi fu decorala di molti privilegi, e di e- muragliato afforzato dalle torri, piutto-

stensione di territorio coll'aggiunta de'ca- sto che un castello. Il motto che la cir-

lenutediLariano e Faggiola, con-


stelli e conda avea le stesse parole, ma poste in
quistali col valore de'veliterni, in premio diversa maniera. Ecco I' interpretazione
di sua fedeltà e de'prestali servigi, mas- del patrio stemma, che ne dierono gli ar-
sime in reprimere le torbide fazioni su- civescovi Theuli e Borgia. « Veletri in
scitale da'Frangipani, Colonnesi, Savelli, memoria di Cesare Augusto tolse per im-
e altri potenti e prepotenti. Prima che presa la Rocca o Torre merlata d'argen-
fossero da Pio VII incamerati tulli i be- to in campo vermiglio, la quale era pri-

nicomunali dellostalo, Velletri dalla sua ma stata della famiglia Giulia, e poi per
possidenza di delle due tenute e da altre eredità di Giulio Cesare passò ad Otta-
minori possessioni incassava circa 18,000 viano. Alla Rocca aggiunsero i cittadini
scudi annui; per cui assai tenui erano i 3 Lauri, di cui Augusto usò ne'suoi trion-
dazi comunali , e la popolazione viveva fi, incoronandosene ilcapo.Veggonsi
que-
nella massima tranquillila e abbondanza. sti 3 Lauri legati insieoie, dinotando le 3
Di queste sue possidenze ora gli è resta imperiali famiglie de'Cesari, la Giulia, la
VEL V EL i ) _>

Ottavia e lo Clamila congiunte insieme. lustre veliterno in altre sue opere ,


in

Inolile intorno allo scudo leggesi quesl'o- quelle d'altri libri. Sono in 8 classi divi-

*»oi iiìca epigrafe: Est miliiLiberta* Va- se e ben distribuite, in iscrizioni sagre,

polis et Imperiali*". Donde abbia avu- d'opere pubbliche e privale, isloriche e


to Vellelri tale privilegio, lo dirò a suo onorarie, sepolcrali, greche, false, conte-
luogo. Si compie Io stemma veliterno col- nendo l'8.* classe una collezione di figu-

la corona, per mostrale cbe la città ebbe line e lucerne fìttili ,


parte della famosa

alcune volte il dominio, regnando vclsci, i raccolta Borgiana,e parte prese da altri
e anche posteriormente, di tene e di ca- scrittori di cose veliterne, o esistenti pres-
stella, del mero e misto impero c/wi po~ so l'autore. Di queste illustrazioni ragio-
testate gladii,[>er privilegi pontificii. Seb- nasi ne\V Effemeridi letterarie di Roma
bene Vellelri vanti un'antichità imme- del i823, t.i3, p. 260. Della famosa la-
morabile, pure non vi si scorge alcun e- mina di bronzo scritta in lingua volsci,
dilizio che ne mostri la veluslà il tem- ; poi ne parlerò.L'antiche monete ei piom-
po divoratore lutto ha annientato e di- bi anfìteatrali fanno ben conoscere, che
sperso. Da una celebre iscrizione lapida- in Vellelri fin da'remoti tempi esercita-
ria, ch'è il più bel monumento antico di vausi le arti, indizio certo della civilizza-
cui possa gloriarsi Vellelri, conosceche si zione in cui già il suo popolo era perve-
qui esisteva un anfiteatro, restaurato da nuto. Nelle addizioni della storia univer-
Lolcirio capo e rettore della curia, re- sale degli accademici inglesi, nella narra-
gnando Valentiniano I e Valente nel IV zione de' sabini, si monete
legge chi* le

secolo di nostra era. Fu trovata nello sca- nelle quali si osserva impresso Giano con
vare fondamenta per la costruzione del
le doppia testa, e al rovescio un pesce somi-
palazzo comunale e in esso collocata: ri- gliante al delfino, colla clava, e sotto l'i-

coi da come
da quel personaggio re-
fu scrizione in lingua etnisca, legger si deve
staurato per essere cadente attesa la sua Felatri e P'elatri secondo il Goti e il
,

vetuslà, insieme colle porle di dietro, e Mariani s'appartengono a Vellelri, e se-


con tutta la fabbrica dell'arena. Gli ar- condo altri a'iuoghi di cui ne parlai. Fra
civescovi Theuli e Borgia opinarono che l'altre cose antiche, la più celebre è la
l'anlìlealro fosse de! tempo de'volsci, ma statua colossale di Minerva, opera greca
dovendosi ritardare l'erezionedi siffatti e- disollerrata nel 1
797 senza lesione nella

difìzi meglio è seguir la congettura di


,
contrada Tronca via. Quest'insigne mo-
di

Jìauco, che l'anfiteatro veliterno avesse numento, acquistato allora dal duca Bra-
l'origine nel secolo degli Antonini, ossia schi, ora esiste nel museo imperiale di Pa-
del II di detta era, seguendo l'autorità rigi, e fu illustralo da archeologi e da ar-
delle Lettere intorno una lapide Anfi- tisti co' loro scritti. Lo descrisse ancora
teatrale f'eliterna, lette nella tornata Clemente Cardinali ne' Monumenti figu-
della Società I olscadal cav. Luigi Car- rali L'clitcrni descritti, co'rami di que'
dinali. Si leggono negli Alti ó\ detta ac- monumenti chesi pubblicarono lai." vol-
cademia, 1.1, p.i 55 e seg. Spesso sotiosi ta, presso gli Atti della Società Volsca,
scoperte nel territorio veliterno dell'anti- t. 3, p. log. Egli divise la descrizione in
chità che furono altrove trasportale. Cle- due parli, collocò nella 1/ i monumenti
mente Cardinali pubblicò in Ilonia nel che per diversa combinazione partirono
i823: Iscrizioni antiche Velìiernc illu- da Vellelri; nella 2.* gli altri che tuttora
strate.Queste iscrizioni parte furono tro- vi esistono: ogni parte poi divise in alcu-
vate nel territorio di Velletri, e parte al- ni paragrafi, separando le statue da'bu-
trove, ma che hanno rapporto colla cit- sti }
e questi da' bassorilievi ec. Vanno
tà. Tulle erano edile o dal medesimo il- particolarmente nomina te le statue di Eu-
a 10 VEL VEL
tei pe die orni il museo Valicano e co* to dal celebre piombo veliterno esistente
m I' Li, mia, la Polimnia ora esistente pu- in Parigi, e spiegatoda E. Q. Visconti,
re in liomii presso il principe Lancellot- nel quale probabilmente deve l'avvisarsi
ti, l'Ermafrodito rinvenuto nel i
794 ne '" una tessera d'ingresso degli stessi giuo-
la contrada del Peschine ora nel ninfeo chi. Nel diritto si vede una testa barba-
di Parigi, Leda col Cigno scavata nel t(>?. 3 ta ,
personificazione del municipio veli-
nella piatta di Mario, passò in potere de* terno, colla epigrafe: Municipi l'clitcr

Giustiniani. Il busto d'Annibale trovato Fel. IN'el rovescio è la testa giovanile, per-
nella contrada s.Cesareo nel 780, insie- 1 sonificazione de'giuochi giovenali, colle
me a ima testa d'Augusto con corona ci- parole: Ivvena Velilcr Fel. L'ara che ri-

vica, facevano parte del museo Dorgiauo, corda questi giuochi appartiene all'epoca
ed ora esistono nel museo Borbonico iti degli Antonini, ed è dedicata alle Fortu-
Napoli. Il bu*to d'Augusto rinvenuto nel- ne Anziali;fu pubblicata molte volte col-
la contrada di IVlontesecco, è nel museo la sua iscrizione, anche da Clemente Car-

Vaticano. Il busto di Tiberio scavato nel dinali. Nel 1785 Cationi pubblicò
in Ro-

1817 contrada Tronca via. Il busto ili


in ma con figure: Bassorilievi Volsci in ter-
Pertinace disotterrato nel t65o,è nel ra colta trovati in Velletri. Questi bas-
museo Vaticano. Il busto di Settimio Se- sorilievi furono scavali in Velletri nel
vero, esistente nel detto museo Borboni- 1
784 presso la chiesa della Madonna del -

co , oltre altro busto d'incognito. Nel la Neve del sodalizio delle Stimmate, ed
1 764 nella contrada la Colonnella fu sca- il cardinal Borgia vi fece formare 5 qua-
1

vata un'urna sepolcrale con un'iscrizione dretti e li collocò nel suo museo veliterno,
1

che comincia colle parole: Sex. Vario. illustrati da mg. Becchetti, da dove pas-
Marcello. Questo interessante monumen- sarono a Napoli al museo Borbonico. So-
to fu l'oggetto degli studi di molti lettera- no preziosi per pure dell'antica
la storia

ti. Venuto in potere del magistrato veli- pittura italica , benché poche tracce ne
terno, questo nel 1773 l'ollr'i in dono a sieno restate. Il dotto prelato credette di

Clemente XIV fondatore del museo Va- potere stabilire che in Velletri esistesse
licano. L'urna è di marmo greco e ne fu una scuola indipendente dall' etrusca ,
inciso il diseguo, che unito all'osservazio- mentre osserva che il carattere di questa
ni fu pubblicato colle stampe. Le notizie scuola volsca sembra occupare un luogo
d'altri monumenti antichi e di statue, e di mezzo tra lo stile rotondo e pieno de-
di bassorilievi, e di lapidi, e di altre spe- gli egizi, e lo stile secco tuscauico. Tut-

cie scavati in Velletri e nel suo territorio tavolta non crede il eh. Pistoiesi potersi
ponilo leggersi negli scrittori delle cose stabilire una scuola media, tra tostile degli

vehterne. Il celebre Lanzi, parlando del- egizi e quello de' toscani, come vorrebbe il

lamemorala lamina di bronzo, dice de' Becchetti. Rileva inoltre che i volsci do-
monumenti antichi di Velletri.» Fan fe- veano ini da'più. rimoti tempi avere al-
de tuttavia dell'antica grandezza suoi i cun austo d'architettura, servendo le roe-
ruderi non indegni d'una patria d'Augu- desinie figuline d' ornamenti alla parte
sto, e i monumenti in ogni genere che vi superiore degli edilìzi, come 'fregi e cor-

si trovano". 11 Nibby parla d'un' ara ro- nicioni. Il Becchetti in queste figuline vol-
tonda esistente nella casa de'Gregui, la sche prineipalmente vi riconobbe una se-

quale mostra la celebrazione de'giuochi duta giudiziale, soggetto rarissimo ad in-

giovenaJi in f elitrac, giuochi istituiti da contrarsi ne'mouumeuti antichi. La rap-


Nerone per celebrar l'epoca in che per la presentazione d' un convito nuziale. Di-
1
.* volta
si rase la barba eia consagrò a verse corse di cocchi. Una mostra della

Giove Capitolino; fatto che viene illuslra- cavalleria volsca iu attitudine di combat-
V E L V E L ?.5
7

fere i nemici. In essi, assai meglio che in tempio Marte, adorato da tutta la na-
di

altri monumenti, si distinguono le vesti- zione volsca, come riferisce Svetonio par-
menta nella semplicità usata dagl' itoli lando d'Augusto. E costante opinione de-
antichi, la loro negligenza nella chioma; gli storici veliterni, che questo tempio fos-
e queste figuline potrebbero servile a se convertito al culto del vero Dio, in o-
commentare qoe' poeti latini quando , nore di s. Clemente I. Il Theuli parla de'
chiamano prischi italiani capillati. Co'
i templi della Fortuna, di Giano, di Diana,
medesimi si ricavano le forme della qua- del Sole e della Luna; ma osserva Dauco
lità dell'armi usate, quelle delle mobilie, che mancano prove sufficienti di loro esi-

essendovi espresse sedie, deschi, vasi e al- stenza, piuttosto sembra che in Velletri
tro. Ivi sono destrieri per poetica idea a- fosse un'antica basilica. Del tempio di
lati, forse alludendo alla loro velocità. In Marte, Nibby riporta il narrato da Sve-

una parola, vi si ammira quello stile, che tonio , cioè che nella parte più illustre
da Winckelmann e da altri archeologi fu della città eravi un vico chiamato Otta-
detto etrusco, anteriore al greco e al ro- vio, ove mostravasi un'ara consagrata dn
mano. Gio. Battista Finali, egregio illu- Ottavio, il quale essendo capitano in una,
stratore del museo di Napoli ,
pubblicò guerra contro i confinanti, mentre sagri-
illustrate 4 tavole di queste figuline ve- ficava a Marte, all'annunzio d' una scor-
literne, che riprodusse il eh. Pistoiesi nel reria repentina per parte del nemico, tol-
t.
4 , p- 352 del suo Musco Borbonico* se dal fuoco le carni della vittima e le li»«

Esprimono, la cavalleria volsca che inse- gliò, ponendo sull'ara le primizie, ed u-


gue il nemico, il trionfo del suo duce, le scito in campo tornò vincitore. Perciò si

corse di bighe e di triglie che ne festeg- fece un decreto pubblico, prescrivendosi


giano l'avvenimento. Anche il Pistoiesi che per l'avvenire sempre nella stessa gui-
eruditamente le descrive e celebra raris- sa si usasse nel sagrificare a Marte, e che
sime e antichissime, di sommo pregio, la parte restante della vittima fosse por-
perchè allo stile delle composizioni che tata agli Ottavii. Osserva il Piazza nella
contengono debbono attribuire alle an-
si Gerarchia Cardinalizia che il tempio ,

tiche arti italiane. Non mancarono in Vel- di Marte non solamente era proprio del-
letri antichi templi dedicati a'falsi numi. la città, ma di tutta la nazione volsca, tan-
Tali furono quelli d'Apollo e di Sango, to marziale e guerriera, perciò celebre e
tacchi dal fulmine nell'anno 55 di Ro- 1 famoso. E Ricchi aggiunge che per tede
ma; la qual cosa denunziata al senato ro- tempio Velletri si denominò: Urbs indi-
mano, questo decretò certe particolari ce- ta Martisj e che stava vicino al regio pa-
remonie onde placare gli Dei. Chi fosse lazzo di Metabo re de'volsci, ove rendeva
Sango, varie furono le opinioni, come par- spesso ragione, per cui la contrada prese
landone rilevai ne' voi. LX, p. i5, LXVI, il nome di Malano. Avanzi di fabbriche
p.i58. Sesto Pompeo lo disse Ercole ; il antiche dell'era corrente sono quelle del-
Baronio, Giove; l'Angelotti, Sabo figliodi la Casa della Ragione e della Canonica.
Saturno; questo stesso il Galerio col Nar- Lai." posta nella parrocchia di s. Salvato-
di crederono. Si vuole che il tempio di re, che ne'tempi antichi era i." decarcia
Sango fosse situato ove ora sorge la chie- della città, serviva d'abitazione e di resi-
sa di s. Michele. Esisteva in Velletri il lem- denza al podestà , magistrato introdotto
pio d'Ercole, e al dire di Livio in esso in Velletri nel 1 237. Quivi egli soleva ren-
vi nacquero de' capelli umani : i pretesi dere ragione sì del civile, come del crimi-
prodigi avvenuti nel regno de'volsci, li e- nale. Il magistrato cittadino, che segui-
J
numerò il Reggia de l'olsci,
Ricchi nella tava a governare ogni faccenda politica e
lil-»- ?-, cnp. 2i. Sopra tutti fu famoso il ammiDÌstrativa, assegnò al podestà quel-
YOL. I.XXX1X. »7
i58 V E L V EL
Je case, che hanno per tante generazioni di sua epoca. Anche l'imperatore Caio Ca-
conservato il nome della Ragione. Que- ligola ebbe villa nel territorio, nella qua-
sta fabbrica di singoiar architettura fu de- le esisteva quel meraviglioso platano de-
molita per metà, essendo rimasta lesa ne' scritto da Plinio, che per la grandezza,

due principali terremoti. Dell'edilìzio ap- larghezza e disposizione de'rami serviva


pellatola Canonica rimangono pochi ar- colla suaombra a un tempo di padiglio-
chi, e situali presso la cattedrale. Ser- ne per mensa e scanni in un convito di
,

viva d'abitazione ad una corporazione di i5 persone, oltre il comodo di credenza.


preti, tale chiesa e mena-
che ufficiavano Quest'albero per ischerzo, l'imperatore
vano comune, perciò denominati ca-
vita chiamava nido d'uccelli. L'arpinate e fa-
nonici regolari. Gli avanzi di questi due e- moso Caio Mario avea nella città una vil-
difìzi furono disegnati e illustrati dall'ar- la nella contrada che al presente dicesi
chitetto e eh. archeologo d. Angelo Ugge- piazza di Mario, ed ivi si scavarono bel-
ri ; ed disegni si riportano in una lettera
i lissime statue e monumenti antichi , co-
del cav. Cardinali diretta al medesimo, me si ha dal Theuli, lib. 1 , cap. 1 o : lil-
stampata in Roma nel 1825, in cui con le d'antichi romani. Anche il citato Piaz-
molta erudizione e accuratezza illustrò za parla delle magnifiche e deliziosissime
pure alcuni edilìzi veliterni dell'XI seco- ville dell'ameno territorio veliterno, e vi
lo. Gli antichi romani avendo veduto la aggiunge quella di Tiberio con piccolo
bellezza e l'amenità delle colline sparse castello, ove furono trovati corpi de'ss. i

nel territori© veliterno, vi formarono vil- Poliziano ed Eleuterio. Questo castello e


le deliziose e sontuose fabbriche; il che questa villa è la discorsa nel paragrafo
provasi da molti monumenti scavati nel- Cisterna, che Nibby disse avere Tiberio
le rovine dove esistevano tali luoghi di ereditato da Augusto colf impero, e dal
piacere,ecolPautorilà degli antichi storici. quale si attribuisce al castello e villa il no-
Una Tarquinio il Superbo era
villa di re me di Tiberio, corrottamente Ti vera, ora
nella contrada Carrara, dove si trovaro- latifondo nel territorio veliterno. Inoltre
no molti antichi monumenti, fra 'quali la Nibby crede che in questa villa fosse il
statua dello stesso Tarquinio, che acqui- suddetto meraviglioso platano, fra gli al-
stò il cardinal Scipione Borghese. L'im- tri alberi di gran mole di quel predio im-

peratore Ottone ebbe la sua villa nella periale. Altre ville e grandiose fabbriche
contrada cheancora ritiene il nome diCol- esisterono anticamente nel territorio ve-
le Ottone prossima alla Via Appia,dove literno, di cui si perde la memoria. Nel-
si vedono vestigi d'antichità. Scrive Sve- la contrada Troncavia e ne'terreni appar-
Ionio, che in questa villa Ottone volle es- tenenti alla massa comune de'beneficiati
ser sepolto dopo che si die la morte. Il di s. Michele, si disolterrarono statue, ac-
medesimo storico riferisce d'Augusto,che quedotti e altri monumenti antichi. Così
la famigliaOltavia avea la sua villa in que- nella contrada dell'Incudini si vedono
sto territorio; ed i patrii scrittori la dico- avanzi d'acquedotti sopra una quantità
no situata nella contrada s. Cesareo , la d'archi e d'antiche fabbriche; ed ivi pure
quale è prossima a quella della Madon- in diversi tempi si trassero anticaglie. So-
na degli Angeli nella vigna de'Cella e de' no d' ammirarsi gli antichi grandiosi a-
Salimei. Altri la collocano altrove, co- vanzi di fabbriche, che diedero il nome
me dirò. L'imperatore Nerva possedeva alla contrada di Cento Colonne. Quando
in Velletri la sua villa, e lasciò la deno- una città è fornita di vasto e ubertoso ter-
minazione alla contrada oggi Colle Ner- ritori o può dirsi felice: tale è Velletri. Il
va. Dalle rovine che vi si scorgono, pa- suo territorio è così esteso, che non ba-
le che fosse una delle belle e magnifiche stano le braccia dc'suui agricoltori a la-
V E L V E L •> m)

Tornilo. Il terreno è fertile, produce la tic» pertinente alla genteArria, come vuo-
nari-ala prodigiosa quantità eli vini d'ec- le Nibby, donde «Ieri vò il nome, che pri-

cellente qualità, frutti squisitissimi in sa- ma Ariannm e poscia Larianum si dis-

pore e bellezza , e olio perfettissimo. Le se, del quale si fece Ariano e Lariano,
possessioni vignate sono perfettamente fondendo l'articolo col nome. Il Marocco
coltivate e sembrano giardini; ed è pitto- la chiama Ariano e V Ariana nella dio-
resco il veder nella campagna sì ameni e cesi veliterna, e forse prima sotto Segni,

innumerevoli colli seminati di palazzini, il cui paese venne distrutto. La dice di-

case rurali, celle e grotte in mezzo alla stante 1 miglia da Monte Fortino, ed un
Vettura delle vili e degli alberi. monti I tempo funesto rifugio d'assassini; ora non
che dal settentrione circondano in di- la consistendo che in un casale, ed una fol-
stanza di 4 miglia, sono sempre verdeg- ta macchia, d'aria insalubre. Vedesi sem-
gianti, perchè coperti in parte di selve e plicemente una torre, guasta del tutto da'
in parte coltivati sino alla vetta. Il mon- veliterni e dall'ingiurie del tempo; poco
teArtemisio presenta una veduta tanto distanti vi sono le mole, che diconsi del
ampia per tutti 4 punti cardinali, che
i Sacco, de'Pescorelli, ecomunemente del-
non può forse idearsi una prospettiva mi- ia Molara. Dalle rovinedi questo castel-
gliore; dal settentrione scoprendosi Ro- lo, rimarca Nibby, si gode una veduta
ma con tutto il vasto catino sino a'monti magnifica della pianura Pontina, e delle
presso Viterbo. Il territorio veliterno ab- montagne e delle terre che la coronano.
bonda di molte sorgenti di limpide ac- La memoria più antica è del 1 179, nel
que, che scaturiscono naturalmente da qual anno un Colonnese conte del Tusco-
principi*! incogniti. Questi sono i fonti de- lo cede ad Alessandro III, Castrimi La-
nominati di Poganico, Parata, Tavigna- riani cuni Arce, ricevendo invece Nor-
no, Solluna, Fontanelle, Cachins , Fon- ma. Divenne unacastellania rinomata di-
tanaccia, Formelle, Acqualucia , Fico, pendente da Genzano(F.) y feudo de' Sa-
Fiume /
velli [F .) signori della Riccia [V.). Tol-
e della Spina. I due fonti Ulica e
Vascuccie aumentano ancora i laghi del- ta a'Colonnesi, fu data a' veliterni, previa
le contigue mole a grano. Le fontane Ac- la demolizione della rocca, a que' tempi
quaviva, s. Maria dell'Orto, Acquarosa- fortissima e inespugnabile. Dice il Dauco.
ta, Cacattera e delle Fosse, che sono più Nella tenuta di Lariano esiste una com-
prossime alla città, servono di comodi la- petente chiesa dedicata allaB. Vergine,
vatoi.Le acque Petronia e Vilrice furo- circa 5 miglia lungi da Velletri. E deno-
no intromesse nelP acquidotto, che con- minata s. Maria Intemerata, perchè mez-

duce l'acqua in città. L'acqua di Fonta- zo miglio fuori della città sulla Via La-
na Nuova si smarrì. L'acqua della Regi- ta eravi la chiesa omonima de'mouaci b;i-
na, che scaturisce entro il fosso che cir- siliani, che ne presero possesso nel i4^ t.
conda le mura della città prossimo al pon- Atterrala dal terremoto de' 26 agosto
te della via vecchia di Napoli è abbon- , 1706, l'immagine della B. Vergine di-
:
dante e sempre perenne; onde fu di mol- pinta sulla parete, segato il muro, fu tra-
to vantaggio alla popolazione nella sicci- sferita nella nuova chiesa parrocchiale
tà del i 834. Finalmente dovendo più vol- della tenuta di Lariano. Ma lo stesso Rau-
te parlare di Lariano, a migliore intelli- co luogo racconta, che l'attua-
in altro

1 genza premetterò un cenno. Questa è una le chiesa di s. Maria Intemerata fu da'


terra o tenuta del territorio sopra Velle- fondamenti fabbricata, insieme alla casa
1 tri, con rocca diruta, posta su una delle parrocchiale, sulla via che couduce alla
r pendici del monte Algido, edificata in o- provincia di Campagna, nel 18 15 ed es-
rigine sopra le rovinedi qualche villa an« sendo vescovo il cardinal A lessandroMat-
tf$o V E L V E L
lei, ove s'impiegò il legalo ili scudi iooo lo il fondatore, poiché san troppo del fa-

lasciali dal cardinal Anione! li suo prede- voloso le varie opinioni del volgo sull'o-
cessore. Di recente il vescovo cardinal rigine di lei.Queste onorevoli testimo-
Macchi lece costruire la bella facciata e- nianze per Velletri non sono di patrio
,
r
sleriore. Questa chiesa parrocchiale è as- storico, ma di mg. Nicolai, De' bonifica-
sistita tla un sacerdote col titolo di cap- menti delle terre routine. Il Nibby con-
pellano curato amovibile. Gl'individui viene, che questa città fu una delle più co-
che popolano la terra o tenuta di Laria- spicue de'volsci, ma dice nulla sapersi del-
no, nel 85 i erano 607. Leggo nel n.°
1 la sua fondazione. Questa, al riferir di Pli-

92 del Giornale di Roma del i85o e , nio, corano Ricchi, nel Tea-
secondo il

nella Relazione del viaggio di Pio IX, tro degli nomini illustri che fiorirono nel
del communi. Barluzzi, che nel recarsi il regno de Folsci, la ripete d'Atlante, che
'

Papa da Monte Fortino a Velletri , es- l'appellò col nomedi sua figlia Eletta mo-
sendo accompagnato da'cardinali Asqui- glie di Corito re d'Italia e madre di Bar-
ni, Du Pont e Antonelli, non che dal con- dano, della cui scaturigine si propagaro-
te di Ludolf ministro plenipotenziario del no i fondatori di Roma fino all'angusta
re delle due Sicilie e da un drappello , casa d'Austria; s'è plausibile la genealo-
d'ussari napoletani che ne formavano la gia che diDardano fondatore di Troia, il
guardia d'onore; la magistratura comu- medesimo Ricchi pubblica nella Reggia
nale di Velletri a' io aprile spedì al con- de'Folsci. Prima di lui veliternoTlieu- il

fine del territorio in deputazione il prin- Ii, Teatro historico di Velletri insi-
nel
cipe Lance! lotti Ginnetti, il conte Baldas- gne città e capo de* Votscì, dichiarò non
snre Negrotti, e l'iivv. Luigi Santucci a fine trovarsi scrittori che parlinodi sua fonda-
d'ossequiarlo in nome della città. Inoltre zione, e di non averne trovato il princi-
eresse sulla piazza del pieve di Lariano pio neppure il veliterno conte Bassi, da
un grandissimo arco di verzura e di fio- che ne trae argomento di sua antichità

ri, che il Santo Padre si degnò ammira- immemorabile; riferendo gli autori che
re e lodare, tra'festeggiamenti di tutta la la qualificarono antica, bella, inclita, no-
popolazione implorante la sua benedizio- bile, celebre, insigne, potente, ricca, po-
ne. Dalla chiesa di Maria Intemerata, s. polosa. Né tacque, che alcuni si persuase-
qual termine di sua diocesi, si mosse ad ro, che Velletrivenne edificata da Atlan-
incontrarlo il cardinal Macchi vescovo e te Italo pronipote diNoè, cui impose il
legato, lieto nel veder tornare ne'suoi do- nome della primogenita Eletra, dalla qua-
mimi il successore di s. Pietro. 11 Papa lo le originò quello di Veletra o Beletfù,

fece salire nella sua carrozza, e presa la per esser comune ne'greci usare il B per
via di Velletri vi giunse alle ore 6 pome- V. Più sobrio e più critico il moderno
ridiane, lasciando i larianesi contenti del can. Bauco, nella Storia della città di
ricevuto onore. La comoda e sicura via Veletri, ecco come riconosce incerta la

di Lariano incomincia da Velletri, ed u- sua origine , che si perde nelle tenebre


nisce la provincia di Marittima a quella de'lempi eroici. Molti sono gli scrittori la-
di Campagna. tini e creci, che lasciarono memorie del-
La città di Velletri fino al giorno pre- le prime origini delle città, che esistero-
sente, sebbene molto meno che ne'secoli no e tuttora esistono negli estinti regni la-

antichi, pure con molto lustro risplende tino e volsco, tuttavia niuno di essi fece
e fiorisce decorosamente. Gli autori con- motto della certa origine di Veletri. Tan-
vengono in riconoscerla situata nel Lazio te sono tenebre della remota antichi-
le

antico, e appartenente nondimeno alla tà, che nulla si può affermare di ciò, né
nazione volsca. Non è certo chi siane sta- di sicuro e uè di probabile; dichiarando
j

V EL VEL 261
vane l'opinioni discrepanti, fondate sopra preso da Roma sino al fiume Silaro , fu
inutili congetture, e insulse e favolose ipo- appellato Provincia diCanipagna.la que'
tesi, d'alcuni scrittori, prive affatto eli suf- tempi Veletri conta vati sotto questa pro-
ficienti prove.Taluni di essi opinarono vincia (e negli atti del concilio di Roma del
aver Veletri avuto 1' origine da' lacede- 679, si legge sottoscritto: Placentinus e-
moni e dogli argonauti, altri da Delelra piscoptts Vtliternus provinciae Campa-
madre di Dardano, altri da Atlante, al- niae). Fatta in seguito altra divisione, il

tri da Saturno, come Alessandro Borgia Lazio nella sua estensione appellossi una
nella Storia della chiesa e città di Vel- \>ovùo\\eCampagna e l'altra Marittima
lelri. Non dubita però di sostenere con per cui Veletri passò ad essere annove-
fondamento, che Veletri fino dagl'inizi di rata sotto quest'ultima provincia, della
Iioma ti ovossi in tanta grandezza e po- quale ora è capoluogo, per disposizione
tenza, die ad essa potè opporsi coli' ar- di Gregorio XVI. Il nome di Veletri o

mi. Né osta l'autorità di Strabone, il qua- Velie tri, che ora questa città porta, non
le dopo aver nominato Priverno , Cori, é quello di «piando era in più auge e fa-

Suessa, Veletri, Alatri, Fregelie e altre ceva parte della nazione volsca. Una la-
conclude che la maggior parie di
città, mina di bronzo scavata nel suo territo-
queste e altre situate sulla via Latina ne' rio nel 1784 e scritta in linguaggio vol-
torritorii degli cinici, degli equi e de' voi- sco, fece conoscere il nome che ne' remoti
sci furono da'romaui fabbricate. Almeno tempi avea la città. Questo monumento
quanto a Veletri non può ciò asserirsi, volsco interpretato e illustrato da uomi-
poiché preesisteva al nascer di Roma, e ni chiarissimi per lettere e arti peri-
sotto Anco Marzio suo 4.° re, era già po- tissimi (nelle discorse Iscrizioni antiche
lente e grande in modo da muoverle Veliterne di Cardinali, si vede impressa
guerra. Situata Veletri ne' confini del- la lamina nel suo naturale carattere con
l'antico Lazio, avea da un lato il Tevere due versioni , una di Francesco Orioli,
e dall'altro il monte Circeo, ma appar- pubblicata nella Lettera Divinatoria, e
teneva al regno de'volsci. Non vi è con- l'altra d' un anonimo nel Giornale Ar-
traddizione nel conciliare,cheVeletri fosse cadico del 1820, con tutti gl'illustratori
annoverata tra le città mediterranee de' della lamina), si rinvenne il nome di Ve-
latiui, e insieme appartenesse alla nazio- letri in Velester, e il suo gentilizio in Ve-
ne volsca. Imperocché tra'più antichi po- lestron. Il monumento dal museo Boi-
poli abitatori del Lazio furono gli osci, giano veliterno passò in quello Borboni-
che estendevansi oltre il Lazio sino a Ca- co di Napoli. Quindi non è fuori di ragio-
pita; que'che trovavansi ucl Lazio, a dif- ne l'asserire, che da Velcster volsco ne
ferenza degli altri, furono chiamati volo- sia derivata la vera denominazione, che

sci, e poi per sincope della lettera O, Vol- in diverse epoche ebbe Veletri presso gli
ici, significando la parola voi antico. A scrittori greci, latini e toscani, cambian-
parere ili gravi scrittori, il regno de'vol- done delle lettere o aggiungendone del-
sci »i estendeva sino a'marsi, a' capuani, l' altre, essendo ciò proprio dell'antiche
a'sedecini e agli aricini, racchiudendo in lingue. Strabone e altri greci scrissero O-
se la palude Pontina eie contrade ili Ve- velitrae, e Stefano di Bisanzio Belitra. [

letri. Dunque con ragione questa città si latini allorché fiorì la lingua loro scrisse-
comprese fra le città volsche dagli anti- ro Velitrac (tutti modi riporta con e-
i

chi e da'moderni storici e geografi. lu pro- rudite note l'accurato Bauco, e sono più
cesso ditempo quel trailo dell'antico La- di 1 1, lìa'quali Fellctrum Vellelri, Vil-
nuovo Lazio ancora, che
zio, e quello del litria Villitriae, Bellitro BelUtris). E
prolungava» da CLliasino a Capua, com- così parimenti da Velester si disse Vtl~
262 VEL VEL
letrum nella decadenza del latinismo; an- \*nnsi i luoghi palustri, da cui trassero il

ni dopo rinatele lettere in 6 differenti mo- nome molti luoghi e città che riporta; di-
di scrissero in Ialino il nome di Yelelri. ce famosa la lamina veliterna, monumen-
Naia la volgare favella, anche in questa to unico e prezioso della lingua volsca. E
ebbe Velelri varie denominazioni, egual- che i veliterni e veliti ni i ebbero tal no-
mente riferite da Bauco, Felletro, Bel- me, come la città, non solo dalla vicinan-
letri ec., e precipuamente Feletri. Tro- za delle Paludi Pontine (che il Nicolai so-
vasi questo nome quasi comunemente u- stiene giammai si estesero al territorio ve
salo e scritto con l doppia VMetri. Di- literno), ma ancora dalla prossimità del-
ce il medesimo Bauco, chi riflette alla ma- le Paludi, che ingombravano le sue terre
niera come questo nome trovasi scritto verso oriente e verso mezzodì, cioè ne"
nella lamina volsca Feleste.r, e presso i dintorni di Giuliano, di Torrecchia , di
latini Felilrae, dovrà adottare 1* uso di Cisterna e di Civitona , delle quali visi-

scriverlo con un l solo Feletri: e cosi il tando i luoghi se ne conoscono le tracce,


gentilizio che deriva da Fé-
Vtlittrno , e che vennero diseccate per mezzo del
lastroni volsco e da Feliternus latino; e fosso della Retatola, e di quelle delle Ca-
non mai Felletrano, appellandosi a' vo- stelle e di Cisterna,lavoro che deve at-
caboli più esalti e più celebri. Ci conven- tribuirsi ad un'epoca molto aulica. Nel
go, ma quanto all'italiano Fellelri, lo ve- riferire Nibby tulli vocaboli portati da i

do usato da'due Cardinali e altri illustri Vellelri ne'tempi bassi, dal secolo V al-
scrittori velilerni, e negli Atti della so- l'Xl di nostra era, crede che nessuu allro
cietà letteraria Folsca Fé li terna, anche nome andò soggetto a tante variazioni,
dopo l'illustrazione della lamina, e perciò Dalla lamina volsca ben si scorge e può
vado usandolo a vicenda con Veletri. Ju affermarsi, che in Veletri e in tulle l'al-

quanto all'etimologia di Velelri, veliter- i tre città volsche usavasi un particolare


ni Theuli e Borgia la deducono dalla pa- linguaggio proprio della uazione, e distin-
rola latina Felitrae dall' unione di tre to da'latini e dagli altri popoli confinanti,
ville, Fillae tresj ma il Bauco osserva, 11 Lanzi nel Saggio di lingua Etnisca
the accolta per buona l'antichissima de- scrive » che la lingua osca o volsca era ben
nominazione di Veletri in lingua volsca diversa dalla latina; dipoi se le andò av»
Felesler, le sentenze di tali e altri scrit- vicinando a segno , che si
recitavano in
tori nulla provano per Veletri. La vera Roma commedie osche, e vi s'intendeva-
etimologia di questa città può ricavarsi no dal popolo, come oggi s'iutendono le

da Dionisio d' Alicarnasso, il quale par- maschere napoletane: quando scrive Ti-
lando de'terreni paludosi della vallata di linnio, Osce et Folsce fabidanlurj nani
Rieti ceduti dagli aborigeni a'pelasgi,che latine nesciunt (dell'alfabeto osco si poti-
emigrarono dalla Tessaglia, dice che que- no vedere i voi. XXX VI, p. 1 66, LI V, p.
ste paludi furono chiamate Fella, con- 35 e altrove. Nel febbraio ìS5j fu tro-
servando l'antico greco dialetto: che que- vata in s. Maria di Capua una rarissima
sto vocabolo somministra l'etimologia di epigrafe osca, illustrata dal eh. Miuervi-
Veletri ci Uà prossima alle Paludi Pon- ni, e riferita dalla Civiltà Cattolica, serie
tine: fornisce egualmente quella di F ela-
a
3. , t. 8, p. 363. La medesima e nella stes-

bro antico stagno dentro Roma; e quella sa serie riporta del dotto archeologo ge-
del Felino fiume di Sabina, che forma- suita p. Camillo Tarquini professore al

va gli accennati allagamenti nella vallata collegio romauo : nel t. 6, p. 55 1 : Origi-


di Rieti. AuchealìNibby sembra ragione- ni Italiche e principalmente Etnische
vole la città dedurre il nome dalla radice rivelate da 'nomi geografici j nel 8, p. t-

Felici, colla quale aulicamente chiama- 727 : I misteri della lingua etnisca svp*
V EL V EL *63
latij nel t. 9, p. 348 : Iscrizioni etr lische me furono compresi. Però lutto quello
inmonumenti autofoni. L' encomiato p. spazio di paese che possedevano i volsci,
Tarquini,commendevoleeziandio pei' al- prima l'ebbero gli ausonii o opici, succe-
tre produzioni letterarie, come di quella duti agli aborigeni, popoli italiaui da cui
che ammirai nel mio LXI, p. 1 54 iii voi. 5
- originarono altre nazioni. II Lazio vec-
vestigaudo profondamente gli accennali chio dal Tevere arrivava a Terracina, il
argomenti volle interpretare con belle Lazio nuovo si estendeva sino al Liri, e
spiegazioni l'etrusco per via del latino e comprendeva il popolo latino, gli osci, ì
del greco, e non solo felicemente vi riu- volsci, gli ausonii. Il nome osco derivò da
scì, ri movendo quel velo che sin qui na- opico, mutato in volsco; poiché gli osci,

scose i sentimenti espressi nelle memorie per mostrare la loro origine antichissi-
eli usche restateci dell' illustre nazione e- ma, presero il nome di volsci, cioè vete-
li usca; ma
con migliore e insigne scoper- res Oscos. Parlando di essi Chi verio dis-
ta stabilire e provare la derivazione degli se: Hernicis continuabantur ab Austro

etruschi da'eananei ossia fenici, e con con- Volsci gens magna, potens et bellicosa
fronti di testi e versioni, che perciò l'ori- graecis ditti Scylaci. Quindi il Conta-
gine dell'idioma etrusco deriva dal fenicio tore riproduce le testimonianze degli sto*
ossia dall'ebraico, avendo Ira loro stret- liei antichi sulla condizione grande, guer-
tissima affinità o piuttosto medesimez- riera, valorosa e fortissima de'volsci. Con*
za)". Ebbero un dialetto loro pro-
i volsci troversa è poi qual fosse la metropoli de-
prio, e questo parlare molto accosta vasi e gli osci o volsci , essendo discordanti fra
somiglia vasi alla favella de' sabini, come loro gli scrittori, alcuni avendo asserito
dimostra Rircher, e Varrone scrisse, che Anzio, altri Pomezia, allriTerracina,l'an-
la lingua sabina con quella de'volsci s'in- tica Anxur, e per. quest'ultima il patrio
nestasse. Dimostra Festo, che il linguag- storico si dichiara; benché conviene che
gio volsco si estendesse agli Abruzzi, e si- a seconda de'tempi la reggia fosse trasfe-
no in Sicilia giungesse.Questo parlare ces- rita altrove, in favore di Terracina rimar-
sò allorché Roma coli' estendere il suo cando i pregi, fra' quali il partecipar del
impero propagò ancora il linguaggio la- mare e della terra col campo Pontino po-
tino non solo nelle vicine contrade, ma e- polato da 2 3 terre e città, che la rese/^o/-
ziandio ne'lonlani paesi. Aggiunge il Lan- scorum caput, Oscorum Volscorum et
zi:» che la gente volsca finì, e nondimeno melropolis. Né asconde che ciò sembrò
rimasero in Roma quegli spettacoli (com- un paradosso al pri vernate p. Valle sto-
medie) e in essi quella lingua (volsca). Ne' rico di Piperno, altra reggia de' Volsci.
caratteri i volsci usarono l'alfabeto latino, Descrive il osci o volsci com-
regno degli
come vede nella loro insigne lamina e
si posto dalla parte del mare Tirreno de'po-
nelle loro medaglie". 11 Contatore, De hi- poli di Anzio, Astura, Circello, del campo
storia Terracinensi, cap. Oscis et 1, De poi palude Pontina; dell'isole Palmarola,
Volscis corumaue origine et metropoli, Ponza e Zannona: dalla parte di terra la
dice che furono in principio due popoli Norma o Nor-
nobilissima Vellelri, Cora,
convicini del Lazio, i quali ebbero diver- ba, Segui, Sezze, Semionda già Stilino
so linguaggio, e forse, com'è probabile, nela, Piperno, Pomezia che die il nome
militarono sotto diverse leggi; ma alla fi- al campo e poi palude Pometina o Ponti-
ne soggiogati e insieme uniti dal più vio- na, Cisterna, Monte Marcio, Coriola, Lon-
lento e possente di questi, pacificamente gula, Polusca, Sairico, Verrugine, Ece-
vissero sotto dominio d'un principe re-
il tra, Allena, Ferentino, Frosinone, Fal-
gnante, che perciò tanto gli osci quanto vatera, Fregelle, Aquino, Monte Cassino,
i volsci sotto l'iulelligeuza d'un istesso uo- Aliuo, Arpino, Soia. Altri luoghi anaora
264 V E L VEL
fecero parie del regno de'volsci, dal Con- e successivamente vi si stabilirono , fra'
tatole non ricordati come meno celebri. quali gli osci sortiti dall'Etruria o Tosca-
Pi ima del Contatore scrisse il Theuli, che na (''.), poi denominati volsci. Questa na-
finse Volosca (anche l'etrusca Falcia si zione ebbe i propri re , da' quali veniva
chiamò / oLcia), dalle cui rovine surse governala. Per mancanza di scrittori au-
Sonnino, fu la prima sede de' volsci, la tentici del regno volsco, non può averse-
qual Sonnino la chiama terra volsca. Par- ne chiara notizia, e le riferite dagli scrit-
limelo del regno de'volsci, dice aver 5 po- tori sono cosi involte ne'favolosi raccon-
poli principalmente abitato il Lazio, i Ia- ti, eh' è difficile distinguere la verità. II

lini, gli equi, gli etnici, i ruttili, i volsci; Theuli tratta nel cap. 3 Del regno de' :

oltre gli aborigeni , i pelasgi, i siculi ,


gli Jolscij e nel cap. 4 Quali fossero le :

ausonii e altre genti; e tra'primi 5 popo- città e terre de' Folsci. Tutte le descrisse
li, tranne i pe'più antichi
latini, ritiene il Ricchi, ma con racconti esagerati e fa-
i volsci , derivali dagli osci , quali con i volosi. Descrive i volsci eterni nemici del
Osco loro re aveatio occupalo la regione. nome romano, e che non potevasi cagio-
Que'che si stabilirono in Capua e altri nar maggior spavento a'romani, quando
luoghi vicini ritennero il nome di osci, essi si disponevano ad assalirli. Che ne'
derivato dalla loro insegna d'un serpen- 200 anni di guerra i volsci riportarono
te denominato Oscorzone, e quelli restati 12 trionfi contro la fortunatuRoma; e pre-

nel Lazio antico e più vicino a Pioma, si tende che sovente conveniva a' romani
disseto volosci, e per sincope volsci, cioè chieder pace supplichevoli, e piegarle gi-
antichi osci, poiché la sillaba voi signifi- nocchia a'volsci! Parlando de'romani, po-
ca antico, prima colonia de' quali fu la co rende giustizia al loro senno, bravura

detta Volosca. Il Ricchi, nella Reggia de e valore; piuttosto fortunali, che prodi li
f b/vc/jSegtù il Theuli nelcrederecheSon chiama. Difetto pressoché comune degli
nino fusse fabbricata da' priveruati cogli storici de'popoli vinti da'romani, onde de-

avanzi di Volosca, già principal sede de' primere la gloria di loro conquiste; mo-
onde conveniva che per memoria
volsci, strandosi interamente parziali de' loro
ne dovesse ritenere il nome, mentre pre- concittadini e connazionali, perciò non ve-
se quello di Sommino, per essere stato e- ri storici. I palili storici sull' autorità di

dilicalo sulla sommità d' un monte sca- Virgilio, scrissero che l'ultimo re de'vol-
broso, donde poi Sonnino, come
si disse sci fu Metabo, ch'ebbe reggia in Priver-

vuole il Biondo; celebrando suoi uomi- i no; il quale concitatosi l'odio de' sudditi
ni illustri nel Teatro, cap. 22, Soggetti fuggì colla figlia Camilla, alla quale poi
illustri ili Sonnino. Il Ricchi inoltre di- riuscì ricuperare il regno, e siccome guer-
ce fiorito Osco i.° re degli osci nell'anno riera valorosa, collegalasi cou Turno re
del mondo 2658, ma dopo di lui non si de'rululi, a danno del re latino e del tro-
conosce per principe del regno de'volsci iano Enea, facendo strage de'nemici alla
che il re Melabo, da cui nacque la famo- testa de'volsci, restò uccisa per mano del
sa regina Cannila che regnò iu Pipernoj troiano Aruute. 11 racconto da Rauco si

e riporta una iscrizione in lingua volsca qualifica invenzione poetica, poiché non
trasmessa dalla Sicilia al p. Kircher ge- ne fecero molto gli storici anteriori a Vir-
suita, colla sua interpretazione, da cui si Tito Livio suo coetaneo e sebbene
gilio ,nè

•vetle la diversità cheavea colla latina. Do- molto scrisse de' volsci. Per la morte di
po le accennate opinioni sull' origini de' Camilla, creduta ultimo rampollo della
Volsci, ritorno al Rauco, il quale con più regia stirpe volsca, si vuole avvenuto un
critica procedette. Egli dunque racconta, cambiamento di governo iu lutto il regno
che vari popoli signoreggiarono il Luìiu \olacu, e pei ciò ogni cillù adulto un re-
VE L VEL a65
girne confacentc al numero e all'indole abbonire ogni altro dominio diverso dal
de'cittadiui. Comunque ciò sia accaduto, pontificio, e resistendo ancora al senato di
certo è die Veletri reggevasi a forma di Roma, che all'epoca della traslazione del-
Repubblica aristocratica e governala dal la residenza pontificia in Avignone, ripre-
senato composto di nobili cittadini. Que- se un potere bastevole a imporre la leg-

sta forma di governo per lungo tempo nel- ge del più forte. Cessato dunque il regno
la città si mantenne, e quando cadde in volsco, non avendo le città e le terre che
potere de'romani, la sua libertà si estin- lo composero un capo che unito lo reg-
se. Soggiogata Veletri dall'armi della re- gesse, tutta volta non si disunirono, e sem-
pubblica romana e sottoposta suo gran- al pre cou islretta lega e federazione si man-
de impero, m/posteriori e molli cambia- tennero; per cui erano da'principi e stali
nienti governativi di lumia e d'Italia, mai confinanti temute, né mai caddero sotto
fu soggetta alla dominazione d'alcun li- il giogo de'latini e degli albani. Per con-
ranno. Perciò sostiene Banco, non è ve- servare i volsci questa scambievole unio-
ro l'asserto da Kircber utWIIistoria Eu- ne, scelsero alcune città principali, ove se-
ìtiuhio Mariana, e da altri scrittori^ che condo le urgenze della pace e della guer-
Ottavio JWamilio Tuscnlano, che alcuni ra radunavausi a deliberare quanto oc-
vogliono discendente della famiglia Ot- corresse all' utilità pubblica e nazionale,
tavia teliterna, e i suoi figli fossero si- non meno per difendere la loro libertà.
gnori del Tusculo (f"'.) e di Veletri; poi- Queste adunanze non si facevano sempre
ché sebbene i critici convengano che Ot- in un medesimo luogo, ma ora in una cit-
tavio Mamilio fosse personaggio di gran- tà e ora in un'altra, come meglio stima-
de autorità presso i latini, e imparenta- vano , sia per riunire gli eserciti o attac-
to con Tarquinia il Superbo re di Roma, care nemici, sia per risolvere gli affari
i

ninno di essi fa menzione d'alcuna signo- più rilevanti. Vi sono storiche testimo-
ria o principato. Anzi lo stesso Svetonio, nianze, che alla loro volta furono capita-
nella A ila di Cesare Augusto, nel ripor- le e capo della nazione volsca Eccetera,
tare tutti gli onori goduti dalla sua fami- Ferentino, Suessa, Anzio, Terracina, Pi»
glia, ni una parola fa di signoria e princi- perno, ec. ; onorifica prerogativa che non
pato.La sua famiglia Ottavia in Veletri mancò a Veletri, essendo sempre stata
sempre si mantenne in privato stato, ben- considerata presso i volsci per uria delle
ché nobile, ricca epotente; e lo stesso Au- primarie loro città, e qualche volta capi-
gusto solo diceva d' esser nato di fami- tale di tolta la nazione. Che questa città
glia equestre, antica e ricca, Veletri dun- sia stala una delle principali e più poten-
que si mantenne sempre sottoposta alle ti de'volsci, si prova dalla |." guerra vol-
leggi generali e al comune sovrano domi- sca contro Roma dalla sola Veletri in-
nante; e dall'epoca che si pose sotto l'ub- trapresa; come ancora dall'abbassamen-
bidienza de' Papi ,
questi dopo il volger to di tolta la nazione, dopo essere stata
de'secoli gli dierono a governatore il pro- finalmente Veletri da' romani soggioga-
prio vescovo con privilegi speciali, che fa- ta, dopo tante prove d'armi, come si ha
va irono comodi e
i i vantaggi della popo- da gravissimi storici, onde per autonoma,
lazione, la quale gloriasi d'esser slata ogno- sia fu detta città de' t'oliti, per indicare
ra fedele alla s. Sede, e d'aver difeso i suoi che a tutte l'altre era capitale, ed in essa,
diiitli. Bensì i cittadini amarono sempre vi concorrevano volsci a sacrificare nel
i

mantenersi in libertà, non solamente ne' rinomatissimo tempio di Marte, nume tu-
tempi antichi con resistere ostina lenente telare di tutta la nasone volsca,onde i

alla potenza della romana repubblica, ma poeti appellarono Veletri, Urbs invlyta
auLuui ne" secoli a noi menu loulam con Marlis. Altra prova che Veletri iu qu&*
a6G VEL VE L
tempi era considerala da'nazionali per lo- smii amicizia. Questa fu così sincera, che
ro città primaria, è il racconto di Svelo- essendo trasmigrala in Roma sotto il suo
ilio, un fulmine che percosse e rovinò
ci' successore Tarquinio Prisco la genie Ot-
parte delle sue mura, onde superstizio- i tavia, una delle piìi insigni di Velitrae,
ni velilerni ricorsi all'oracolo n'ebbe- quelre le accordò immediatamente il di-
ro a risposta Che un loro cittadino do-
: ritto di cittadinanza, e re Servio Tullio
vea impadronirsi del inondo. Per tale nella nuova costituzione data a Roma, l'a-
augurio velilerni animati da grandi spe-
i scrisse fra le patrizie. Così il Nibby, col-
ranze, guerreggiarono col popolo roma- I' autorità di Dionisio e di Svetonio. Il

no sino alla propria rovina. Quando poi Banco con qualche differenza narra lai.*
il veliterno Oltaviauo Augusto divenne comparsa di Veletri nella storia di Ro-
signore del mondo, alla sua futura po- ma. Egli dice nell'anno 1 37 di Roma, 607
tenza verificata si applicò la spiegazione (o 617) innanzi all'era volgare e 33g3
del superstizioso oracolo. Questa predi- del mondo, incominciò lai.' mossa ostile
zione conosciuta fu la cagione perchè que- falla da'volsci contro la nascente Roma.
sta città fosse presso loro in grande sti- La sola Veletri fece questa scorreria io
ma tenuta, e fu pure uno stimolo di o- tale anno, ed i suoi soldati giunsero a in-

nore che animò velilerni a combattere i festare e saccheggiare il territorio roma-


continuamente con indicibile coraggio, no. Re Anco Marzio mal solfrendo que-
stimando di dovere uu giorno giungere st'ingiuria uscì da Roma con poderoso e-

a quell'alto domiuio dal falso nume au- seivito; combattè nemici, e


e respinse i

gurato. E' grato e lusinghiero per una tant'oltre avanzossi, che s'impadronì del
popolazione il vedere registrato nelle più territorio veliterno. Assediò la città, ed es-

antiche slorie le gloriose e militari gesta sendo sul punto di dare l'assalto, suppli-

de'suoi antenati; poiché ne deriva la ri- ci gli si presentarono alcuni de' più an-
nomanza, l'onore e la gloria di quelle ziani cittadini, die per sai varia patria ven-

città, ch'ebbero la ventura d'aver pro- nero con Anco Marzio a questi patti. Che
doti! cittadini prodi e virtuosi : Veletri Veletri a piacere del re risarcisse tutti i

non è priva di questa sorte, che anzi può danni cagionati a Roma. Che cittadini, i

vantarla. Non pochi scrittori lasciarono die a questa mossa aveano dato causa, fos-
memoria delle battaglie sostenute ila'suoi sero conseguati a'romani. Che le cose tol-

cittadini, che per 3oo e più anni trava- te si restituissero. Che fatta la pace fra'

gliarono la fortuna taRoma. Polente e bel- romani e i veliterni,si stabilisse fedele con-
licosa era Roma, quando Anco Marzio cir- federazione. Da questi patti sembra ap-
ca l'annoi 3o di sua fondazione, ossia (ji/\. parire, che la mossa ostile contro Roma
avanti l'era nostra, secondo il calcolo di non fecesi coll'approvazione del senato e
JVibby, fu ili." a muover guerra a'volsci colle forze riunite delta città; ma piutto-
a cagione d'alcune scorrerie e ladronecci sto »' intraprese da alcuni capi sediziosi
che aveano fatto sulle terre romane, pro- della gioventù ardita e guerriera, contro

babilmente dal canto d'Alba Louga, do- il parere de'più anziani e prudenti sena-
ve il territorio romano era a contallo del tori. La confederazione stretta dal re di
veliterno. Quel re, secondo l'uso del tem- Roma con Veletri, fa conoscere, come
po, corse a depredare le terre de'volsci, e spiega Banco, quanto forte e potente fos-
dopo aver raccolto un buon bottino ciu- se Veletri e da far fronte alla stessa Ro-
se Fclitrae di forte assedio; ma essendo- ma; lega rinnovata da Tarquinio Prisco,
si i velilerni arresi a patti, ed avendo fe- il quale per accattivarsi e obbligarsi gli

delmeuteadempiuto le loro promesse, ac- animi de'veliterui, chiamò in Roma gli

cordò ad essi la pace e strinse co'inede- Olla vii famiglia primaria della cillà,e l'ag-
VEL VEL 267
gregò all'ordiue senatorio, Servio Tullio al dittatore A. Poslumio per congratular-
annoverandola fiale patrizie romane. Li- si della segnalata vittoria, il dittatore vi-

vio tace questa mossa de'veliterni contro de in essi piuttosto degli esploratori e la
a
Roma, e registra la i. guerra contro i fi ode nascosta; dissimulando, difterìa mi-

volsci mossa ila Tarquinio il Superbo, e glior tempo la guerra volsca. Pertanto i

die si conliuuò 200 anni. Nella guerra romani, passati 4 anni da tale combatti-
intrapresa da Tarquinio il Superbo cou- mento, condussero un esercito contro i
Iro i volsci, nella quale cadde Suessa Po- volsci, quali cólti all'impensata, rime-
i

mezia, non menzione de' velilerni, for-


si fa diarono al disastro con dare 3oo ostaggi
se perchè mantennero la fede dell'allean- di guerra. Sdegnili i volsci di tale ingiu-

za fatta col predecessore Anco Marzio. ria, a vendicarla fecero lega cogli ernici,
Questo legame si sciolse in conseguenza e mandarono ambasciatori a' latini per
della rivoluzione che espulse da Roma confederarsi contro i romani. Essi però
Tarquinio, e cambiò la sua forma di go- violando il diritto delle genti, arrestati gli

verno da monarchica in repubblicana. ambasciatori volsci, legali gli spedirono


Tarquinio adoperò tutte le arti per vendi- a Roma. Per questa perfidia, tanto si ac-

carsi de'suoi nemici, ripatriare e risalire cese il risentimento de* volsci, chesul mo-
sul trono, soccorso dagli etrusci e da'la- mento raccolte buon numero di truppe
tioi; abbandonato da Pursenna re de'pri- le mossero coutro Roma. Si venne alle
mi, che fece la pace co' romani, da'soli la- mani colla peggio de' volsci, che disfatti

tini rimase sostenuto. Per aumentare le e respinti perderono alcuni luoghi e va-
sue forze, cercò 1* amicizia degli ernici e li terrilorii.Avendo poi indarno richie-
de' volsci; ma di questi ultimi, tranne gli sto a'romani che da'loro confini si par-
Mutati e gli eccetriani, Veletri coll'altre tissero, e che le cose loro restituissero, di
città volsclie non fecero couto né di Tar- nuovo deliberarono di prender l'armi nel
quinio, né dell'impero che vagheggiava. 260 di Roma. Radunato un forte eserci-
Nel 256 di Roma secondo Bauco, o 34$ to,facendo lo stesso sabini e gli equi, i

secondo Nibby, volendo Ottavio Mami- furono vinti nella battaglia campale nel-
lio tusculano favorire le parti di Tarqui- le vicinanze di Veletri, dal cousole Au-
nio suo suocero, procurò contro i romani lo Virginio, ed inseguili fiuo sotto la cit-
la confederazione di molti popoli, fra 'qua* tà, che Dionisio chiama illustre, grande e
li uuirousi i veliterni. Equi avverte Bau- popolosa, e fu indi assediala e presa, im-
co, contro que* che fauno Mamilio della perocché i romani inseguendo i fuggia-
famiglia Ottavia, riferire Dionisio allega- schi entrarono insieme in Veletri, dove
to dal Volpi, che Mamilio nacque nel Tu- si fece più macello che nella pugna, e non
sculo e ivi ebbe origine la sua stirpe; iti* fu dato quartiere che a pochi, i quali si

1 fatti nell'albero genealogico che ci die del- arresero a discrezione. 11 territorio veli-
1

la famiglia Ottavia, non vi si legge il 110- terno fu allora dismembralo da quello de'
>
ine di Mamilio. Il conflitto fu sanguinoso volsci, e fu mandala iu Velilrae una co-
e terribile presso il lago Pvegillo , luogu lonia, ed alla plebe inviatavi furono ri-
che Nibby pone a Moncone nel distretto parlile le campagne veliterne, coll'obbli-
di Tivoli, completa la vittoria devonia- go di vegliare armati sui cittadini. Livio
ni; e benché l'auno seguente pose termi- e Dionisio descrivono battaglia con la

ne alla famosa lega latina per rimettere qualche diversità di circostanze, da Ile qua-
i Tarquinii sul trono, la pace co'volsci e li si ricava che volsci arditi e piotili
i


i nou si ristabilì; perchè sebbe-
villici in furono primi a muoversi coraggiosa-
i

1
ne essi uon giunsero in tempo al conflit- mente, non che sojleciti a ferire il nemi-
to di Regillo, ed avessero mandato legali co; <; sebbene 1 Citarono perditori, uon fu
aG8 V E L VEL
senza molto spargimento di sangue ro- nicipii, e questi presero il nome di colo-
mano. Ebbe Veletri diverse deduzioni di nia, onde
denominazioni di colonia e
le
colonie, con abitanti mandativi da Ro- municipio furono usate promiscuamente,
ma. Lai.' fu questa del 260, reintegra- come notai ne' loro articoli ; ed in Vele-
lada altra a cagione della peste, che tan- tri stesso ne abbiamo una prova, scriveu-
to infierì da rapire 9 decimi della popo- doS vetonio che l'avo d'Augusto visse con-
lazione di Veletri nel 262 ; que'clie ri- tento del ricco patrimonio e delle muni-
masero chiesero nuovi coloni a Roma, e cipali magistrature veliterne. Il Bauco lo-
dopo vari dibattimenti vi furono spediti, da il savio sistema de'romani, profittan-
compassionando romani tanta miseria,
i do delle città conquistate con dedurvi co-
e non doversi ricordare l'ingiurie de'ne- lonie per utili cagioni, e principalmente
mici e vendicarle in tal frangente, 1*
ira per tenere in soggezione i popoli vinti, per
divinaavendo abbastanza punita la ribel- reprimere le scorrerie nemiche, per pro-
lione da loro tramata. Dipoi la 3." dedu- pagare la stirpe romana, per provvedere
J, come dirò. A que-
zione accadde nel 4 1 la plebe bisognosa, per quietare le sedi-
ste 3deduzioni di colonie, vuole Scotto zioni popolari, per premiare i soldati ve-
citando Frontino, si debbono aggiungere terani colla distribuzione delle terre nel-
2 colonie militari , per essere state due le colonie militari. I romani anziché edi-
volte divise le campagne di Veletri, pri- ficare fortezze e rocche nelle città con-
ma per legge di Tiberio Sempronio Grac- quistate, costumavano dedurvi colonie,
co, poi sotto Augusto. Caduta questa cit- assicurando in tal modo colle popolazio-
tà in potere de' romani , stabilirono essi ni benevole e interessate paesi soggetta- i

servirsene come di frontiera e di forte ti. Vedasi il Ricchi nella Reggia de' Fol-
presidio, essendo Veletri in que' tempie ta', lib. 1, cap. 36; Velletri, Colonia de
per natura e per arte fortissima, posta in romani XII, Viene Veletri annoverata
sito mollo opportuno per reprimere l'im- fra le prime colonie che romani dedu- i

pelo de' volsoi e degli altri popoli nemi- cessero, e così prese forma di governo so-
ci di Roma. A ragione dunque la dichia- migliante a Roma e colle stesse sue leg-
rarono colonia militare, acciocché agran- gi, essendo i veliterni annoverati alla cit-
dissima diligenza de'soldati, che vi avea- tadinanza romana. Per cui nell' elezione
110 le proprie famiglie, fosse custodita e de'magistrali di Roma, eglino vi contri-
guardala. Esiste nel museo di Parigi un buivano co' loro voti. Vogliono Volpi e
aulico piombo veliterno, in cui leggesi Muraioli, che i veliterni fossero ascritti
Multicipium p'eliternuni. Per questo mo- alla tribù Pontina ,
per un inarmo tro-
numento potendo insorgerecontroversia, vato in Colle Ottone, riportato nn\Y Iscri-
pel riferito da Livio e da altri scrittori, zioni l^cUierne da Clemente Cardinali,
opportunamente ricordò Bauco il regola- il quale però eruditamente dimostra che
mento de'romani nel dai e diversa forma i cittadini d' una stessa patria potevano
di governo alle città soggiogate. Alcune essere ascritti a diverse tribù. Nel 262 le
l'appellarono municipi} '
, altre colonie, l prosperità di Roma vennero funestale da
innnieipii aveano le proprie leggi e i pri- diverse calamità , di carestia per aver i

vilegi della cittadinanza romana; la colo- plebei abbandonato l'agricoltura ritiran-


nia era popolo condotto e mandato ad a- dosi sul Monte Sagro, e di orribile guer-
hi lare uà paese colle stesse leggi della cit- ra se i volsci che già prendevano l'arni
tà che Io inaurava. Fra le colonie eran- non fossero stati percossi da terribile pi

vi le romane e le latine, di maggiori o- stilenza. Questi sempre pronti a resisi


noti essendo fregiate le prime. Ma alle re a' romani, e ad invadere il loro Ieri
valle variamente le colutile si dissero iuu- Iorio , credendo giunto il tempo di fui
VE L V E L 2G9
un colpo felice sui loro nemici, invece fu- gì ime di Veturia sua madre e delle ma-
rono avviliti e posti in grave timore dal trone tornane, peroranti per la salvezza

flagello della peste, che ridusse al più de- della comune patria. Calmali gli animi e

solante squallore tutta la nazione. In po- ricordali i di lui meriti, gli fu posto nel

co tempo restarono spopolate tutte le lo- foro un monumento che


tramandasse lo

ro città e castella; ma dovepiù il malo- romano,


a' posteri. Nello stesso giornale
re infierì fu in Velelri, che amplissima nel t. Si, p. 243, si dà erudito raggua-
e popolalissima, rimasta quasi priva d'a- glio del pubblicato Poema del Coriola-
bitanti, fu a sua preghiera di nuovo po- no, Epopeia sopra quell'illustre capitano,
polata da' romanideduzione della
colla che condannato dalla furente plebe roma-
2.* narrata colonia, anche per diminuire na, nel corso de'suoi trionfi e conquiste,
le forze della plebe tumultuante e la fa- mentre stava per vendicarsi dell'esilio col-
mei he pativa Roma. Mentici coloni pas- la punizione di Roma, perdona alla pa-

savano ad abitare un fertile paese per ,


tria le offese, e così impedisce la domina-
altro spaventali dal contagio che l'uvea zione volsca, e resta Roma libera dal so-
spopolato, onde vi si recava un numero vrastante estremo pericolo. Per analogia
minore del deliberato in senato, quando d'argomento, e per avere nel 1849 l ' ( '°"

questo decretò che a sorte si scegliessero nata la pace a Roma la valorosa nazio-
i futuri abitatori di Velelri con gravis- ne francese, a questa venne intitolato il
sime pene a' ricusanti, e così finalmente poema). Ma inseguito, poco lungi da Ve-
'

una grande quantità di cittadini dovè an- letri si venne a battaglia, verso il incinte

darvi, e la città ebbe una colonia eccel- che la domina, in luoghi disastrosi, ove
lente. Nel 265 di Roma di nuovo i volsci inutile si rese la cavalleria d'ambo le par-
impugnarono 1* armi contro di essa, col- li. Si combattè con varia fortuna, finché
legati cogli ernici, invadendone il territo- il prode Tulio restò ucciso, e la vittoria
rio. Il console T. Licinio spedito per af- fu di Licinio, senza conseguirne altro van-
frontare i volsci, con poderoso esercito si taersio; tuttavolta ebbe eli onori del Irion-
attendò nel territorio velilernojpoichè Az- fo, e grandi allegrezze si fecero in Roma.
zioTulio condottiero de' medesimi, vo- Anche dopo questa disfatta gl'indomabili
lendo seguir il consiglio di Marzio Corio- volsci non tralasciarono d'angustiare col-
lano, esule romano datosi a'volsci,che pro- l'armi i romani,con più falli d'armi sinoal
poneva doversi prima vincere gli alleati 35o,nel qual periodo tempo nulla dicesi di
di Roma per questa facilmente debella- di Velelri. Avendo romani nel 35 sog- i 1

re, venne contro Veletri colonia roma- giogata Ansur e Allena città vo!sche,al di-
na, se n'impadronì e la restituì a' volsci. re di Diodoro di Sicilia, mandarono coloni
Coriolano, cessando di marciare su Peo- a Veletri. Forse veliterni vedendo gli
i

nia, dipoi per l'invidia di Tulio restò la- straordinari progressi dell'armi romane,
pidato da'volsci (nel t.i4, p. 21 dell'i^/- uniformandosi per allora con savio consi-
bum di Roma, legge un articolo del p.
si glio agli e venti, accettarono i coloni di Ko-
F. Lombardi intitolato // sepolcro dì
: ma, forma di co-
e ritornarono all'antica
Caio Marcio Coriolano in A tizio. Lo di •
lonia già circa a 90 anni prima ricevuta,
ce tale secondo la tradizione del luoeo, e che probabilmente aveano scossa con por-
lo descrive. Certo è, che Coriolano, riti- si in libertà. Sebbene Veletri fosse stata
rali gli eserciti volsco-anziati dalle fosse riempita di romani, nella 2." deduzione
Cluilie e giunto in Anzio, quivi venne per essere sopravvissuta solo la io." par-
trucidato barbaramente dalla moltitudi- te de' suoi abitanti, convien congettura-
ne qual traditore, per avere indietreggia- re chela ferocia o incivilimento de'nuo-
to nel marciare su Roma, mosso dulie la- vi coloni gli avesse incitali contro Roma
270 VEL V EL
loro patria originaria, e fors'ancbe per cominciò con indicibile ardore fra le pa
essere tiranneggiati dalla repubblica, del- ti. La cavalleria romana scompigliò
la quale tentavano spesso scuoterne il fanteria nemica, e i volsci in fine sitia-
giogo per rendersi liberi; ed i nuovi abi- te l'armi dieronsi alla fuga; molli furo-
tatori, come vado a dire, tornaronoa im- no i prigioneri, massime Ialini e ernia
pugnar l'armi contro Pioma, di cui era- volontari, oltre alcuni capi principali del-
no cittadini per privilegio e per origine. la gioventù nobile, ed alcuni di Circeo e
1 romani occupati nel famoso assedio di di Veletri, mandati tutti a Roma,
Veio t per alcun tempo lasciarono sospe- colpa maggiore di questa sollevazione i s
se le ostilità cqntro de' volsci. Ma Vele- potandosi a' circeiesi e a' veliterni, furo
tri nel 36a rassicurata dal primiero li- no trattati dal senato aspramente, perchè
more, e ristorale le forze militari, all'an- essendo cittadini romani, aveano congiu-
tica libertà si ridusse. I romani per sot- rato col consiglio e coll'armi a' danni di
tometterla contro di lei arraaronsi, ma Roma loro patria. Nell'anno seguente i

nulla si conosce cosa avvenne: forse ì ro- volsci, i circeiesi e i veliterni spedirono
mani preoccupati in altre sopravvenute legati a Roma a chiedere i prigioni, col
guerre, riserbarono ad altro tempo la pretesto che avendo agito contro il vole-
vendetta. Arsa e manomessa Roma nel re del comune, volevano punirli secondo
365 dal furore de' galli, dopo tanto ec- le leggi; e li ottennero dopo duri rimpro-

cidio si vide sopra l'armi de' volsci, spe- veri. Non andò guari che si tolsero la ma-
rando come occasione opportuna d'estin- schera dal viso, e se una pestilenza non lì
guere il nome romano. Pel grave e im- colpiva sarebbero entrati tosto in cam-
minente pericolo, senatori crearono dit-
i pagna. In genere i veliterni erano nella
tatore l'espugnatore di Veio Furio Ca- disposizione di venire ad un accomoda-
millo nel 367, il quale marciò contro i mento, ma gli autori della defezione, te-
vohci, li combattè, vinse e riconciliò con mendo d'essere sagrificati,cercarono di di-
Roma. Siccome in questa riconciliazione storte sollevarono la plebe a da re il sacco
vi fu compresa Yeletri, Eutropio dice alle terre de' romani, donde poi derivò
che Camillo vinse la città de' volsci, on- una vera guerra. I volsci sempre auda-
de a credersi che in quel tempo tornas- ci e animosi, nel 373 tentarono di nuovo
se alla condizione di colonia. Dopo tante la fortuna della guerra per abbattere pos-
sconfitte e ad onta della manifesta for- sibilmente la potenza romana. Raccol-

tuna de' romani, volsci non avviliron-


i te nuove leve, e colla confederazione de'
si, anzi più animosi di nuovo armaron- la nu vini (avverte Bauco, che Lanuvio vie-

sinel 371 di Roma, per tentar nuova- ne annoverala fra le città volsche, ed è
mente d'opprimerla. Fra le tante fazio- diversa da Lavinio, e credesi che fosse
ni guerresche che si successero, la più fa- dove oggi vedono le rovine del castel-
si

mosa fu quella, in cui armaronsi a dan- lo s. Gennaro, 6 miglia lun-


diroccato di
no della repubblica più nazioni, i volsci, gi da Veletri. Altri la pongono a Civita

i latini, gli eroici, cui si aggiunsero i po- Lavinia, che descrissi a Genzano, con
poli di Circeo e di Veletri, ambo colonie Nemi, e Ardea capitale de' rutuli; men-
romane. Per opporsi a quest' imponente tre di Lavinio, con Laurentoe Alba Lun-
armamento fu creato in Roma dittatore ga come state metropoli del Lazio in que-
Aulo Cornelio Cossoj che subito si mos- st'articolone ragionai), posero in piedi
se col l'esercito per opporsi al nemico. Ac- un più numeroso esercito del preceden-
eam possiin luogo vantaggioso, e dopo te. Dispiacque non poco a Roma questa

aver confortalo soldati con veemente


i repentina mossa de' volsci; ed cenatovi i

allocuzione, die segno alla battaglia, che furono di parere che questo uuovo disa-
VEL VEL 571
stro fosse slafoeccilato da' veliterni, e che incìsa sul piedistallo della statua eretta

se fossero stati castigali nell'ultima guer- n Camillo, già riferita dal Cardinali, per
ra, non avrebbero suscitato nuove fazio- aver trionfato de' volsci ancora,perciò eb-
ni in dispregio della repubblica. Il sena- be per la 3. a volta gli onori del trioufo.
to quindi decretò la guerra contro i vol- Querela vasi intanto la plebe romana con-
sci; i tribuni vi si opposero, ma tutte le tro il senato, perchè nelle guerre inces-
tribù la vollero. Troppo erano temuti da' santemente fosse consumala, prima a Sa-
romani i volaci, e specialmente i veliter- trico, poi a Veletri, indi a Tuscnlo, per

ni. Furono creati nuovi tribuni militari, impedirle di convocarsi per reclamar
de' quali alcuni restarono alla custodia contro le continue gravezze. Nel 3j5 si

di Roma; e Spurio e Lucio Papirii con- eccitò quindi in Roma una specie di se-

tro Veletri direttamente condussero l'e- dizione, anche per l'eccessivo rigore che
sercito. Uniti erano i veliterni co* pre- si usava contro i debitori. Falli perciò
neslini, fra' quali eravi una stretta lega, audaci preneslini, coll'armi dierono il
i

e dice il Petrini nelle Memorie Prene- guasto al territorio Sabino, e predando


sline, che vi andarono in tanto numero la campagna romana, senza opposizione
clic quasi superarono gli abitatori della giunsero alla porla Collina. Un' azione
colonia di Veletri. venne a battaglia Si così ardila spaventò i romani, e dimen-
colla solila fortuna de' romani, e siccome tica te le private dissensioni, a riparare la
la zuffa accadde vicino a Veletri, vol- i pericolante repubblica, losto crearono
sci scorgendo il pericolo die loro sovra- dittatoreT.Quinzio Cincinnalo, che no-
stava, con opportuna ritirata entrarono minò maestro della cavalleria Aulo Sem-
nella città, che essendo ben munita e me- pronio. Radunato un buonesercitOji pre-
glio fortificata, tribuni romani risolvet-
i neslini si ritirarono all'Alba nella lusin-
tero di non cimentarsi in pericoloso as- ga di non esser assaliti, come luogo di
salto, riconoscendo per dubbio l'esito del- ribrezzo pe' romani per la memorabile
l'impresa. Di questa mossa furono più sconfida ivi ricevuta da' galli. S'ingan-
incolpati preneslini ausiliari, che veli-
i i narono, poiché i romani li assalirono eoa
terni primi autori, per cui il senato pro- tal valore, che dopo breve combattimen-
vocalo da' tribuni sdegnati co' prenesli- to fugarouo il nemico; indi espugnarono
ni,che nella pugna aveano mostrato più gli 8 oppidi o castelli de' preneslini, che
accanimento degli stessi veliterni, dichiarò formando la loro signoria, perderono co-
loro la guerra nel 3y4 (nel 38o avanti sì le reliquie dell'antico loro regno. Il dit-
l'era nostra dice Petrilli). Questi unili a' tatore passò ad espugnarePalestrina, l'eb-
volsci ed a'velilerni formato un buon e- be per capitolazione, trasportò in Cam-
selcilo, presero a viva forza Satrico co- pidoglio la statua di Giove Imperatore,
lonia romana, già città volsca, usando e ricevè gli onori del trionfo. Rivolto l'e-
contro il presidio romano grandissima sercito contro Veletri per conquistarla,
crudeltà, per la sua pertinace difesa. Irri- come confederata di Preneste, Cincinna-
tato il senato e popolo romano di questo to l'espugnò dopo resistenza, e pare pri-
fatto, subito crearono per la 6." volta tri- ma di Preneste slessa e dopo l'espugna-
buno militare Furio Camillo, il quale zione degli oppidi ; non conoscendosi le
combattè e vinse nemici, riconquistan- i condizioni imposte dal dittatore alla co-
do Salrico; vi perì il suo collega, giovine lonia veliterna ricalcitrante. Nata gara in
di troppo ardore che avea compromesso Roma sull'elezione de' consoli e le que-
l'esercito.Quindi marciarono romani i stioni delle leggi Licinie, per circa 5 an-
su Veletri, ma furono costretti ritirar- ni i romani trascurarono i più rilevanti
ti. Ma JN'ibby riporta l'iscrizione di elogio affari della repubblica. Da queste intesti-
i7t V E L V E L
De discordie presero Teli terni occasione
i steva in questa città un'aulica porta e
di mostrare il loro risentimento, e dive- nome di Furia, ed è costante tradizion
nuti più animosi e invigoriti per l'ozio che da questa vi entrasse Furio Cantili
d'alquanti anni, prese l'armi scorsero più Ma non solo la scorreria de' galli disi
volte predando il territorio romano, e se i romani dall'assedio, ma ancora
tentarono di conquistar Tusctdo con as- guerre contro gli ernici, i tiburlini, ed
sediarlo strettamente. Essendo i tuscu- tarquiniesi da' quali furono rotti, come
ne
lani amici, anzi cittadini romani, a que- racconta Nibby. Quanto fossero antan
sti chiesero soccorso. In questo frangen- della libertà e coraggiosi i velilerni,a
te furono creati in Roma nuovi tribu- corchè la loro città fosse colonia roman
ni militari, si fece leva di buon esercito e pochi anni prima da Camillo sottome
e sollecitamente fu inviato contro i veli- sa, scorgesi dalla nuova mossa ostile che
terni. Forzati essi a levar l'assedio, inse- fecero uniti a'privernati nel 3g7 : questi
guiti da' romani si rinserrarono in Vele- due popoli nazionali e amici, investito il

tri, e furono cinti da rigoroso assedio; contado romano, lo devastarono e sac-


ma senza successo pel valore de' difenso- cheggiarono. A quell'epoca già andavasi
ri e la fortezza della munita città, ad on- maneggiando la celebre lega latina, che
ta che perciò fossero creati nuovi tribu- tendeva ad emancipare il Lazio e le al-
ni militari e tanto numeroso fosse l'eser- tre regioni soggette a'romani. Infatti nel
cito, che in Pioma non si poterono adu- 4 5 Lucio Annioselino
1 e Lucio Numidio
nare i comizi, pe* quali furono costretti sebbene le loro patrie fossero
circeiese,
sciogliere l'assedio che gli avea annoiati, colonie romane, apertamente sollevaro-
onde dare il loro voto come cittadini ro- no gli altri popoli volsci, i latini e i con-
mani, poiché le controversie tendevano federati; ma per allora ricusarono l'unio-
a variare la costituzione della repubbli- ne i veliterni e segnini, stimando di non
ca. Ritornati iromani all'espugnazione essere proprio del loro onore il guerreg-
di Veletri, se grande fu la loro costanza, giare a richiesta altrui. Nel 4' 6 si mosse-
non minore fu la vigilanza e fortezza de' ro i veliterni a difesa di Pedo, che da' ro-
veliterni nel difendersi. Per 4 anni sosten- mani assediata chiese l'aiuto loro e de' li-

ne Veletri quest'assedio con tutte le for- burtini e prenestini, amici e confederati,


ze de'romani, che allora non aveano al- a' quali poco dopo si unirono i lanuvi-
tre guerre, cioè dal principio del 385 al ni e gli anziati. Si die battaglia, in cui i

388. La diuturnità dell'assedio, l'ardo- romani furono superiori, ma con poco


re de' romani in tale impresa, tutte le profitto; perchè la città non fu espugna-
loro forze riunite contro una sola città ta, e gli alleali non patirono gran disa-

da niuno soccorsa, dice Dauco, sono tutte stro. Però le altre genli volsche e Ialine
circostanze che mostrano la straordina- avendo perduto la più bella gioventù nel-
ria fortificazionedi Veletri, e il valore de' le precedenti rotte, erano divenule im-

cittadini resi forti e costanti «'patimenti potenti a formare campo, né potevano


dall'amore della patria e della libertà. Al sopportare il giogo dell'altrui dominio.
due di Plutarco, quello che i romani non Tanto più erano esse angustiale, perchè
poterono ottenere con sì lungo e stretto miravano quasi tutto il lerrriloi io della
assedio, alla fine senza forza d'armi e col nazione, cominciando da Priverno fino
solo nomeeautorilàdiCamillo nellostes- al fiume Volturno che scorre presso le

so 388 conseguirono. In quest'anno tor- mura di Capua, esser già slato preso da'
nali galli a danno di Roma, Camillo
i romani, distribuito e assegnato alla pie*
creato di nuovo dittatore li sconfisse, in- be. Risolvettero perciò di non muovere
di senza combattere prese Veletri. Esi- più guerra, ma solamente d'accorrere in
VEL VEL
aiuto eli ({nelle città, che da' romani tol- vette soggiacere a tanta sciagura. Per ca-
sero assalile. Da ciò si trae, che già la gione dello sdegno de' romani verso la cit-

bellicosa nazione volsca eranella sua de- tà, essi incrudelirono ancora contro i tu
cadenza, ed in breve era per perdere la scotani, per averle nella ricordata guer-
libertà e vedersi sotto il giogo romano, ra prestalo aiuto. Abbassata pertanto e
senza speranza di potersi più riunire in sottoposta Veletri a' romani, questi re-
nazione. Si mossero intanto a soccorrere spirarono nel veder finite le guerre de'
Pedo gli a rici ni, i ianuvini e i veliterni ;
volsci, che furono i più feroci e potenti
le schiere de'quali giunte presso il fiume nemici di Roma. Dalla 1/ guerra intra-
Astura, furono all' improvviso, mentre presa da Veletri nel 127 di Roma con-
univausi agli anziati,da Caio Menio com- tro essa sino al 4*7> ^ a totale conquista
battute e sbaragliate nel 4 '
7 di Romn,se- della città costò a' romani il travaglio
condo Livio, e conseguenza della vittoria quasi di tre secoli, collo spargimento di
fu il conquisto di Veletri. Furio Camil- non poco loro sangue. Dal marmo di
lo prese d'assalto Pedo e soggiogò quin- Campidoglio che ne' fasti ricorda il trion-
di lutti i popoli del Lazio, sul contegno fo di Menio, osserva Cardinali, che la lo
de' quali formò allora il senato un rigo- tale roviua e conquista di Veletri devi-
roso processo, dando ad ognuno a misu- si anticipare almeno a'3o settembre 4 '
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ra della sua reità il meritato castigo; e in cui quel capitano trionfò, o nel pre-
quello toccato a' prenestiui fu la diminu- cedente agosto, perchè canone cronolo-
il

zione d'altra porzione di territorio, anche gico di que' da quello se-


fasti differisce

in punizione d'aver aiutato i galli barba- guito da Livio di due anni. Questa guer
ra nazione. Veletri forse come più polen- ra fu chiamata da Livio eterna, gravis-
te dell'altre città e ripetutamente ribelle sima da Cicerone, e celebrata molto da'
e nemica a' romani concittadini, fu più posteriori storici. Al console Caio Menio,
severamente e senza pietà trattata. De- oltre il trionfo, fu innalzata una statua
molite le sue mura, il senato velilerno fu equestre nel foro, dimostrazione rara ut
abolito, trasportato in Roma e confinalo que* tempi. Liberati i romani da' vicini
ad abitare nella regione di Trastevere, volsci e veliterni, poterono in breve tem-
colla pena e multa di iooo monete o lib- po stendere il loro dominio in altre par-
bre comediceNibby,achi fossegiuntodi ti d'Italia e fuori ancora. In Roma lun-
qua dal fiume, da pagarsi a quelli che gli gamente esistette la memoria de' senato-
avessero presi, in potere de'quali dovea- ri veliterni, poiché tra le 7 curie del po-
no restare sino all'intero pagamento. Ad polo romano, che traevano il nome dalle
occupare le possessioni veli terne de'sena- città, i di cui cittadini erano stati condot-
tori, furono mandati altri coloni, in puni- ti in Roma, eravi la Curia Sciita. Que-
zione delle ripetute ribellioni, benché cit- sta così appellossi dalla città di Veletri,
tadini romani, i quali coloni mantennero perchè di lei cittadini divennero parte
i

in Veletri l'aspetto dell'antica popolazio- di quel popolo, che signoreggiò a tutte


ne. Ma dopo poco tempo decretò il senato le nazioni conosciute; ed in essa veliterni i

la riedificazione delle mura della città, e si radunavano, come loro luogo distinto
che questa fosse ripopolata colla romana e particolare. Il provvedimento preso dal
cittadinanza, con tutti di ritti e onori che i senato romano per togliere a Veletri per
prima avea goduto e comuni all'altre co- sempre ogni ardire e possanza, e per ren-
lonie. Privernofu trattata collo stesso ri- dersela soggetta e ubbidiente, fu molto
gore. Era Veletri città polente, popo- accorto e politico. Togliendole! senatori,
lala, forte e principale della nazione vol- che costituivano le famiglie nobili, più
le
scu; onde non è da meravigliarsi, se do- distinte e polenti, che regolavauo i pub-
VOL. LXXXIX. 18
a74 VEL VEL
Mici affari e la città dirigevano, il popolo fabbri, tignarli ec, l'uflieio de'qualidi -

restò come un corpo senza capo. Quiucli lava 5 anni. Esisteva il magistrato che
in Veletri si presero altredeliberazioni, si presiedeva a'giuochi ne'quali esercitava-
deposero gli arditi pensieri di tentare nuo- sila gioventù, Curator lusus juventini*.

ve imprese, si risolvette d'acquietarsi, Vi era ancora l'avvocato della colonia,


d'uniformarsi alla fortuna, e di rendere Patronus Colon. Residente in Roaiaa tu-
a Roma quell'ubbidienza che ormai da telarne g!' interessi e affari, come princi-
buona parte d'Italia cominciava a riscuo- pali cittadini della metropoli. Tra gli al-
tere. Veletri adunque già colonia roma- tri magistrati di cui è memoria ne'mar-
na, riputossi d'una condizione anche il- mi scolpili, eravi il pretore a cui appar-
lustre per la nobiltà e pel decoro del po- teneva il giudicar le liti e controversie
polo romano, di cui faceva parte, onde che fra' cittadini insorgevano; edil que-
restò contenta di aver con esso comuni store che avea cura del pubblico erario;
gì' interessi, e si uniformò alle leggi io- il principe e il rettore o difensore della
mane. curia, magistrato urbano eletto per suf-

Il governo di questa città dopo il di- fragi de' principali decurioni. Veletri di-

scioglunento del regno volsco fu di re- venuta fedele a'roinani, nelle più critiche
pubblica aristocratica regolala dal ceto e pericolose circostanze colle sue forze con-
de' cittadini nobili, i quali formavano il corse alla difesa della repubblica. Cosi
corpo de' seuatori. Nella già discorsa la- quando Pirro re d'Epiro venuto in Italia
mina volsca si rileva ette in questa città a' danni di Roma, dopo aver soggiogato

esisteva un supremo magistrato appellato la Campania, trovò in Veletri il termi-

Medi X. Non si può certamente conget- ne delle sue conquiste e delle sue vitto-
turare, se egli sia stato nel regno volsco, rie. Questa città fu un forte propugnaco-
o allorché questa città reggevasi in forma lo per Roma; e giunto sin qui rilirossi

di repubblica. Soggiogata Veletri dalla prontamente all'avvicinarsi de'd uè eser-


potenza romana,fu regolatoli governo del- citi consolari. Le vaste conquiste de' ro-
la medesima a norma degli stabilimenti mani portarono a cimentarsi co'cartagi-
li

di quella repubblica. Nelle colonie roma- nesi,anch'esso popolodominatore,il quale


ne i consoli a differenza di Roma chiatna- capitanato dal famoso Annibale nei 534
vansi Duumviri ,eil senato dicevasiC«/'/V7, di Roma si portò ad assalir questa. Per
i senatori denominandosi Decurioni. E affrontarlo, raccogliendo i romani solda-
siccome nell' elezione de'senatori romani tesche da tutta I' Italia, anche Veletri
aveasi riguardo al valore del patrimonio, somministrò le sue, che insieme ad altri
cosi anche pratica vasi nell'elezione de'de- popoli furono condotte da Scevola capi-
curioni della colonia, le facoltà de'quali tano celehratissimo (ciò riferendo Silio I-

doveano ascendere a 1 00,000 sesterzi. In talico, poeticamente qualificò Vellelri, m-


diverse lapidi, riferite con altre del Bau- celebri miserunt valle; ed il suo com-
co, si fa menzione del governo de'dnum- mentatore Marso spiegò, una volta igno-
viri in Veletri. Da esse si apprendono nonfrequentata, liauco giustamen-
bile e

pure gli altri pubblici magistrati ed uffi- te li confuta, colla topografica situazione
ci di Veletri, cioè la prefettura de' fab- di Vellelri, posta sopra vari elevali col-

bri, chedovea essere in molta stima, pre- li, che dominano tutte le sottoposte pia-

giandosene que'che giungevano a godere nure sino al mare Tirreno, e colla storia
I' onore del duumvirato, ed equivaleva narrata prima di Silio, da Dionisio e
a'consoli o altri primari ufhziali delle po- da Livio, i quali dichiararono Vellelri,
steriori università artistiche. Vi erano an Splendida volscorum urbs magna pò-
co i maestri quinqueunali de collegi de* pulosa .... nobilis ejus gcntis veliti i>
VEL VEL a75

Quibiis adscriptù, speciem anliquae colonia anche Veletri, come già notai.

frequentine Felilrae rcceperunt, cioè Nella guerra Sillana non si fa menzione


prima e dopo d' essere stata vinta da'ro- di Veletri, né ciò è strano, stando la cit-
tnani). L' esercito romano venuto a bat- tà affatto fuori di strada, e non essendo

taglia presso Canne Fu interamente disfat- fortificata, non potè offrire attrattive uè

to; non ostante, seguitarono i veliterni pel partito diMario e né per quello di
a prestare ogni soccorso d'armi a'roma- Siila.Nel rimarcarlo Nibby, dichiara che
ni contro il fulmineo Annibale. Questi dopo lo smantellamento delle mura fatto
inorgoglito da'trionfi, audacemente s'av- verso il 4'7> nou trovò indizi di rial-
vicinò a Roma coll'esercito, saccheggian- zamento di mura, almeno fino a' tempi

do e depredando i dintorni nel 53g, te- d'Augusto. Alla fine della repubblica ro-
nendosi lungi da Veletri, cui citladiui i mana Veletri divenne più celebre per
in tale anno fecero parte dell'esercito ro- aver data origine a Caio Ottavio Turino,
mano nell' assedio di Capua. Allorché fu o Cepia, nato dopo 1* adozione dello zio
dato a questa città l'assalto, il dì innanzi Giulio Cesare col nome d'Ottaviano (co-
che si arrendesse, il valoroso Caleno ca- me nato dalla figlia di sua sorella A Iti a o
pitano, uscito fuori a danno degli aggres- Azziaaricina, perciò gloria anche di Riccia
sori, fra gli altri uccise uu velileruo, ed o Arida, come notai in quell'articolo), e
egli pure vi restò estinto; e nel d'i seguen- dopo il suo innalza mento con quel lo d'Au-
te i romani entrarono vittoriosi in Capua. gusto; non che egli nascesse in Velelri,
Ardendo aucora la guerra contro car- i come molti pretendono.giacchè Svetonio
taginesi, nel 548 accadde in Veletri un nella sua vita chiaramente dimostra, olia

disastroso terremoto, e fu così tremendo venne alla luce in Roma, nella regione

che non solo ne restò commossa la città col del Palatino, ma perchè veliterna era la

territorio, ma si aprirono profonde vora- gente Ottavia,alla quale apparteneva. Co-


gini, restandone assorbiti piante e alberi. si il Nibby. Ma il Bauco dislesamente ra-

Tre anui dopo furono tocchi dal fulmine giona d' un personaggio che signoreggiò
i templi d'Apollo e di Stingo, e in quello lungamente e con tanto senno il mondo,
d'Ercole nacquero capelli; pretesi o esage- e che di Veletri fu e sarà I' ornamento
rati prodigi di sopra ricordali. Nel 552 e la gloria. Egli annovera per prima tra
danni orribili recò a Veletri altro terre- le prerogative che rendono celebrata Ve*

molo, aprendosi la terra per lo spazio di 3 letri,quella d'aver dato origine alla stir.
iugeri con grande e profonda caverna,ch'è pe degli Otta vii, dalla quale discese Otta-
quanto dire un tratto di terra lungo pie- viano Augusto i.° imperatore del mon-
di 720 e largo 36o, ovvero 86,4.00 pie- do, e credesi d'avergli dato anco i natali.

di quadrati, perciò spaventevole sprofon- Che la famiglia Ottavia abbia avuto la

dauieiito.OsservaNibby, che essendo Ve- sua nobile antica origine da Veletri, l'an-
letri situato in un suolo vulcanico, andò dai col benemerito ed eccellente patrio
soggetta ad un avvallamento simile a storico dicendo. Imperocché una contra-
quello avvenuto nel 1837 in Albano, do- da nella più celebre parte della città chia-
po le grandi pioggie della primavera e mossi Ottavia, ora Castello per esser il
dell'inverno. Altro notabile avvallamen- sito più elevato e ove esiste il Vico Otta-
to avvenne poco prima del 18T0 nelle vio, ivi essendo stato eretto il suddetto al

campagne Semionda. Frattanto per


di tare consagi alo a Marte da uno degli Ot-
la famosa legge Sempronia di T. Sempro- taviaBauco riporta lutti gli autori prin-
nio Gracco, che fu cagione di sua morte e cipalichene scrissero, fra'quali Domeni-
d'infelicissime conseguenze, nel 620 per co Magri che chiamò Velelri: potentis-
la uuova divisione delle terre ebbe altra sima città volsca, e fortunatissima patria
2j6 VEL VEL
della gente Ottavia nata per governare avanzi dell' esercito di Spartaco e di Ca-
Roma, anzi il mondo tutto. Il cognome tilina. Governò la provincia con giustizia
di questa famiglia si vuole derivato dal e valore, perchè in un gran conflitto fu-
numero d'otto figli, come le stirpi Quin- gò bessi e traci. Partito di Macedonia,
i i

zia, Sesta e Decia furono così dette, per- morì all'improvviso in Nola nell'anno di
ché il loro autore nell' ordine della ge- Roma 690, e dipoi dal figlio Augusto gli

nerazione era il quinto, il sesto, il deci- fu eretto nel Monte Palatino un arco ma-
mo: cosigli Ottavii furono con tal nome gnifico. Egli dalla sua .*
moglie Anca- 1

chiamati, perchè l'autore di questa stir- ria ebbe soltanto Ottavia maggiore, pri-
pe dall' ordine della generazione ebbe il ma moglie di Marcello personaggio con-
pronome di Ottavio. Già dissi come da' solare, e poi del triumviro Marc' Anto-
re di Roma la gente Ottavia fu annovera- nio; di rara bellezza esavissima. Da Mar-
ta fra le famiglie romane al senato, e fra cello essa ebbe il celebre Marcello, im-
le patrizie; ma col decorso del tempo pas- mortalato da Virgilio, che Augusto desti-
sò fra le plebee. Dopo lunga serie d'anni nava a succedergli, ed a lui intitolò il
per opera di Giulio Cesare tornò di nuo- Teatro di Marcello {V •)• La morte del
vo a figurare nelle patrizie. Caio Rufo fu figlio pose Ottavia in profonda malinco-

il i.°di questa stirpe, eletto per voli del po- nia, e allora cessò in parte d' esser sag-
polo alle magistrature, essendo già stalo gia, per odiare tufle le donne madri, e
questore. Ebbe due figli Gneo e Caio, non permettendo che si pronunziasse il

da' quali discesero due famiglie


degli Ot- nome di Marcello alla sua presenza. Ma
tavii di diversa condizione. Poiché Gneo quando il principe della poesia Ialina Vir-
e tutti i suoi discendenti ebbero grandis- gilio, si propose celebrare Augusto per
sime dignità, enumerate da Rauco; ma eroe della sublime epopea dell' Eneide,
Caio e di lui posteri o per umani ac-
i nel legger l'episodio commovente della
cidenti, o per propria volontà si rimase- morte e dell'elogio del giovaneiMarcello,
ro nell'ordine equestre sino al padre di Ottavia cadde in deliquio; riavutasi, ordi-
Augusto. Gli Oltavii della stirpe di Ca- nò che si contassero a Virgilio dieci se-

io, dalla quale quel grande discese, seb- sterzi per ogni verso di tale episodio che
bene contiuuamenle dimorassero in Ve- ne ha 32. La sommaeraallora enorme;
lelri, pure non furono affatto privi de- tuttavia il suffragio d'Augusto e del suo
iu

gli 01101 della repubblica. Caio Ottavio


i illustre corteggio di scrittori, le lagritn
III, proavo d'Ottaviano Augusto, fu il' una madre sorella del signor del mui
tribuno militare in Sicilia nella i." guer- do, erano d'assai maggior pregio agli
ra contro i cartaginesi. Caio Ottavio III, chi di Virgilio che lutti i tesori del motl
avo d' Augusto, fu contento di godere iu do. Ottavia riuscì a temperare alquanto
Velelrisua patria le pubbliche magistra- il furore de' triumviri M. Antonio e Ot-
ture e gli agi del suo ricco patrimonio: taviano, ed anche a riconciliarli; ma no
giunto alla vecchiezza, ivi finì i suoi gior- potè impedire la rottura dopo che IVI

ni. Il suo figlio Caio Ottavio innalzò co' Antonio prese a trattarla male in fot
propri meriti la sua casa, avendo lode- della sua indegna passione per Cleopi
volmente esercitato le cariche diti ibuno, tra, e divenne il pretesto della guerra pi
questore, edile, giudice, senatore, e final- disputarsi tra il fratello e il marito la

mente proconsole o pretore col governo guoria del mondo. Ella per altro con
della Macedonia, disfacendo nel recarvisi nuò ad amare M. Antonio, e morto
a Turi (per cui fu imposto il cognome di pianse e trattò figli di lui come suoi pi
i

Tui ino ad Angusto, prima avendo quello pri. Ottavia diede il suo nome ad una

di Cepa), d'ordiue del senato, i fuggitivi blioteca, probabilmente quella d'Apuli


VE L V E L a 77
sul Palalino,ad ima piazza pubblicami un tronde Svetonio, riferito pure da Nibby
poi lini, per volere d'Augusto; portico die nella Roma antica, par. a.", p. 3gg e
eretto presso il Teatro di Balbo eil Tea- 407, descrivendo il Palatino, dice che in
tra di Marcello, in questi articoli ne ri- esso pel i.°vi ebbe casa Gneo Ottaviocon-
parlai. Caio Ottavio restato vedovo d'An- sole nel 58g di Roma, cospicua e piena
turio, passò alle seconde nozze con Attia di dignità, senza rilevare s' era della fa-
figlia di M. Attio Balbo e di Giulia sorel- miglia Ottavii (però tale lo trovo nell'al-
la di Giulio Cesare dittatore della repub- bero genealogico della famiglia Ottavia,
blica romana. Da questo nacquero Otta- presso Bauco). Bensì di questa Caio Ot-
via minore, e Caio Ottavio detto poi Ot- tavio padre d' Augusto anch' egli avea
taviano Cesaie Augusto, die al colino casa sul Palatino nella punta che domina
dell' umane grandezze innalzò la sua ca- l'odierna Chiesa di Anastasia. Ivi
s.

sa, e acquistò l'impero di Roma, per cui nacque Augusto a' 23 settembre l'anno
in quell'articolo ne celebrai i fasti e il se- di Roma 691, nella contrada ad Capita
dilo d'oro di sua epoca, e meglio nel cam- Bubula, dove fino a'giorni di Svetonio
po immensurabile della storia di questa mostra vasi la camera in che era nato, ri-
voluminosa ed enciclopedica mia opera. dotta a sacrario. Con più dettaglio lo rac-
RI. Antonio cognato, nemico e competi- conta pure Bauco, con Volpi che diver-
Ini e dell'impero di Augusto, come scrive samente interpreta il testo del greco Dio-
Svetonio, bassamente gli rimproverò per ne, che seguì il sentimento di Svetonio.

emulazione e invidia l' origine paterna Nacque Augusto nella mattina, in cui trat-
d aver avuto il bisavolo fornaro e l'avo senato la congiura di Caldina.
ta vasi in
banchiere; e l'origine materna, dicendo Caio Ottavio avendo lardato a recarsi in
che il bisavolo fosse africano, e die in senato, ricercatone disse essergli nato un
Alicia esercitò I' arte ora di molinaro e figlio. Allora Publio Nigidio Figlilo sena-
ora d'unguentiere. .Malignila tutte diesi tore, celebre matematico e astrologo, pre-
respingono cogli storici, che scrivono Au- sagì l'impero d'Ottaviano, esclamando
gusto discendere da famiglie paterna e essergli natoil signore del mondo. Caio
materna illustri e nobili. Piace a Banco Ottavio ne fu così dolente, temendo che
di spaziare alquanto sul racconto della Roma perdesse la sua libertà, che deter-
nascita d' Ottaviano Augusto, sulla que- minato d' uccidere il figlio, Publio lo
stione s'ebbe i natali in Roma o in Ve- distolse dalla barbara risoluzione. Rac-
tetri, riportando i discrepanti sentimenti. conta Svetonio, che Ottaviano ancor fan-
Che sia nato in Veletri, l'asseriscono gli ciullo fu multilo e educato in una villa
Theuli e Borgia, addu-
storici velilerui de' suoi avi presso Veletri in piccola stan-
ce tidone prove di vari scrittori, benché zetta, poi tenuta da'gentili in grande ve-
dice Borgia co'giuristi che si contrae l'o- nerazione, ch'esisteva a suo tempo (morì
rigine da una città anche pe' natali del nell'89 1 di Roma); e come fanciullo im-
padre; altri scrittori aggiunge Banco, pose a' ranocchi di cessare dal gracidare.
ripetendo col Volpi, essere Augusto ve- Ciò ho riferito ne' paragrafi Cisterna e
liteuio per origine e educazione ch'ebbe Giuliano, perchè si vuole die succedesse-
ili Veletri, e col cardinal Borgia nipote ro ad Ullubra, ritenuta per il luogo ov'e-
dello storico, essere oriundo da Veletri ra la villa in cui fu educato Augusto. Di
e rimasto poi pi ivo del padre fu educato 4 anni perde il padre, e pupillo restò sot-
presso madre, secondo Dione. Vicino
la to la tutela e cura della madre e di L.
.1 Veletri era tradizione, e si mostrava Filippo suo zio paterno. Cresciuto poi in
il luogo ove Augusto era stalo nudi ito, età, visse presso Giulio Cesare zio di sua
col Topi uione che (piasi ivi fosse nato. D'ai madre, il quale molto l'amò e molta cu-
278 VEL VE L
ra ne prese, per esser privo di prole e per cose di Veletri, opina che 1' educatorio
aver concepito grandissime speranze di d' Augusto fosse situato poco lungi da
lui.Prestofu istruito nelle lettere greche Veletri nella contrada s. Cesareo, ora ri-

e latine, e di 12 anni fece un'orazione in dotta a cultura di bellissime vigne. Ed il

lode della defunta Giulia sua ava; di i5 celebre archeologo Cardinali nell'iter/-
dal prozio dittatore fu adottato per te- zioni Veliterne, nel!' illustrare il fram-
stamento e dichiarato suo erede. Pel tra- mento d'una riguardante Ulubra, trova-
gico avvenimento di Giulio Cesare, a un la nel patrio territorio presso il ponte deb
tratto e di 18 anni Ottaviano comparve l'Incudini e indi riposta nel palazzo pub-
nella scena del mondo per farvi la figura blico, conclude che Ulubra sia stata nella

principale; dico scena perchè egli stesso detta contrada dell'Incudini, e che ivi fu
in morte domandò a quelli che lo cir- educato Augusto. propende a Ma Bauco
condavano, se avea bene rappresentato credere che 1' educatorio d'Augusto, da
la parte sua nella commedia della vi- Svetonio designato in una villa de' suoi
ta, come a suo luogo narrai, e per ulti- avi presso Veletri, fosse nel luogo detto
mo nel voi. LXXX V, p. 24*2. Non ebbe s. Cesareo, appunto per essere vicino a
figlida 4 mogli; tranne la figlia Giulia, Veletri esito ameno, e non mai in Ulu-

e morì a IN ola nella stessa camera e nel bra esistente a' tempi di Svetonio presso
medesimo letto dov' era morto Caio Ot- una palude in aria pestilenziale; ne fan-
tavio suo padre di 66 anni e nel y53
; no prova magnifici avanzi d'antichi edi-
i

di Roma, in che non sono d'accordo col fizi, e i! rinvenimento di molte medaglie
Banco quegli storici, co' quali procedei d'Augusto, e d'una sua testa con corona
nel registramele principali azioni e im- civica ivi scavata; e neppure nella contra-
prese nel citato articolo ; venendo depo- da dell'Incudini 3 miglia lontana da Ve-
sto in quel mausoleo che descrissi nel letri, non essendovi memoria che ivi ab-

voi. LXl V, p. 1 4 1 • Tacque Virgilio di sua bia esistito Ulubra e senza vedervi segno
stirpe, per l'adulazione colla quale lo fa di palude, né di territorio, perchè Velie-
discendere da stirpe divina e lo chiama tri l' ebbe sempre estesissimo. Con più
Dio, forse per aver Augusto detto di se ragione potrebbesi pretendere l'esistenza
stesso, dopo aver collocato fra gli Dei d' Ulubra vicino a Cori, perchè in tal

Giulio Cesare suo padre adottivo e aver- città fu trovato il marmo di Spira donna
gli dedicalo il l'empio di Giulio Cesare ulubrana, che a sue spese dedicò un'ara
(V.): Divi Julii se fìlium cssej e Divi a Bacco; e di più Sermoneta pel marmo
genus. Passa il Banco ad esaminare l'e- ivi esistente che parla d'un pubblico ma-
rudita questione, per fissare il luogo ove gistrato d' Ulubra, e più ancora Cisterna
fueducato Augusto, alimentata da' versi dov' esiste altra lapide che fa menzione
d'Orazio, e dall' iscrizione composta da di magistrature di detta città, e maggior
uu veliteruopel rinvenimento dell'acqua niente per essere le due terre confinati!
viva nel piano di Faggiola condotta iu colle Pontine. Nel j53 dalla fondazior
città nel sito appellato Ulttbrh> f e posta di Roma e nell'anno 3o.° circa dell'i]
nel pubblico palazzo. 11 Bauco riferisce i pero d' Augusto, accadde lo strepitose

pareri sul vocabolo Ulubrio, se indica glorioso avvenimento della salutifera n


Uluhra degli antichi, della qual città m scita del Salvatore del mondo Gesù Ci
disputa luogo ove sorgesse. Alcuni dico-
il sto, il più celebre e memorabile del suo
no nella pianura di Faggiola confinante regno, die dando principio all' Era ('ri-

con Nemi, altri vicino a Cori oa Semio- sliana o volgare o nostra, questa ora
nda, altri a Cisterna, altri nelle Pabuli guirò coli' avvertenza notata nel ve
Pontine. 11 velilerno Laudi nel mss, delle L.VW, p. 211. 11 can. Bauco slima ai
VCL V E L 279
cora esser gloria singolare per Veletri Essi furono anzi i primi a provare gli spa-
l'essersi degnalo il Redentore dell'uman ventevoli e desolanti effetti della gotica
genere e Signore supremo dell'universo, barbarie, duratile anche l'assedio di Ro-
il dominio d'un
nascere sulla terra sotto ma per le continue scorrerie che da' goti
personaggio di stirpe veliterna. La celeste nel loro territorio facevansi; onde i veli-

dottrina insegnata dal Figlio di Dio e la terni, abbandonata la città, rifuggironsi


cristiana religione da lui fondala, dopo la con altri popoli nelle vicine montagne, in
sua morte fu predicata e sparsa dagli A- luoghi inaccessibili e nascosti per sottrarsi
postoli e discepoli di Lui per tulio il mon- dall' ultimo esterminio. Nel pontificato
do conosciuto. Stimasi, che presto pene- di s. Leone I il Grande e nel fói com-
trasse in Veletri questa divina religione; parvero nell'Italia gli Li uni, popoli feroci

fortunato avvenimento di cui però nou condotti da Aitila, il quale alle rimostran-
si può rintracciare l'epoca certa. Da fon- ze di quel Papa si ritirò, con formidabile
date congetture si conosce, che ne'pi imi sterminio de' luoghi per cui passò. Nel
tempi della Chiesa quivi sia stato annun- 455 la bella penisola fu straziata da Gen-
ziato I' Evangelo: la vicinanza di Roma, serico re de'Fondali, il quale dopo aver
dove s. Pietro principe degli apostoli sta- invaso l'Africa, con numeroso esercito
bilì la sua cattedra, mostra la possibili- saccheggiò Roma, ponendo a ferro e fuo-
tà non che la certezza d' aver Veletri ri- co il Lazio per tutta quella parte che ab-
cevuto il lume della fedecontemporanea- braccia le provincie di Marittima e Cam-
mente a Roma. I successori d'Angusto, pagna, Veletri e tulli gli altri paesi cui
nellamaggior parte non lo somigliaro- transitò o si recò. I veli terni nuovamen-
no, e la loro crudeltà e corruttela, l'anar- te abbandonala la città, tornarono a na-
chia delle milizie pretoriane, degenerato scondersi fra le balze de'mouti, come fa-
popolo romano nella mollezza e ne' vizi,
il cevano gli altri popoli per salvare la vi-

prepararono la dissoluzioue dell'impero. ta. Dicesi.al riferiredi Bauco,che in que-


Assalito questo in più provinole, Costan- sta fatale occasioue si fabbricassero roc-
tino I per meglio difenderlo, dopo aver che sopra le più. scabrose e inaccessibili
concesso il libero esercizio alla religione rupi. Non passarono molli anni, che ca-
cristiana, trapiantò la sede dell'impero a lato in Italia Odoncre re degli Eruli, nel
Bisanzio, per lui denominata Costanti- 476Ì11 Ravenna die fineall'impero d'Oc-
nopoli jcos'i la divina Provvidenza pre- cidente, e quindi occupò Roma: nuovi
parando a' Papi la sovranità di Roma, guai non saranno mancati a Veletri sotto
onde dal Faticano (V,} governare libe- il nuovo barbaro invasore, proclamato
ramente il cristianesimo. Presto però essa re d'Italia. Ma fissando poi la sua sede
divenne segno all'irruzioni, alla fierezza, in Ravenna, Roma rimase sottoposta al-
alla devastazione e depredazioni de' bar- l'impero d'Oriente,il quale governandola
ba ri, meutie l'impero era slato diviso in co' luogotenenti, le sue città e provincie
Occidentale e in Orientale. Pel i ."nel 4 1 o limitrofe formarono il ducalo romano,
l'assalì e saccheggiò Alarico ve de Coli. di cui feci cenno nel principio di quest'ar-
Quindi partendo alla volta di Napoli, mi- ticolo; in tal modo la Provvidenza an-
se a ferro e fuoco tutti i luoghi ch'erano dava maturando i destini di Roma pa-
presso la via Atipia, fino a Cosenza, dove pale, perchè divenisse pacifico e princi-
morì carico di ricchissime spoglie. veli- I pesco dominio della s. Sede e de' Papi. In-
terniche mantenevano ancora la città uel tanto Teodorico re de'goti, mal soffren-
suo splendore, ove continuava*! a dare do cheOdoacre regnasse in Italia, l'assa-
giuochi anfitealrali,secoudo Nibby, sog- lì e gli tolse regno e vita iu Ravenna nel
giacquero alle stesse crudeltà e rovine. 4g3, facendosi gridare re d'Italia, e do-
tt8e V K L V E L
minò pure in Roma. Nel secolo seguen- N arsele suo generalissimo e luogotenen-
te (Giustiniano 1 imperatore d'Oriente a te in Italia, per avere concesso a Velelri
mezzo del valoroso Belisario ricuperata il privilegio della libertà imperiale, per
l'Africa da'vandali, determinò col mede- cui usa nel discorso stemma l'epigrafe :

simo capitano di line il simile coll'ltalia Est tniiii imperialis. Narsete


libertas
e.l'impero d'Occidente. Rapido fu il con- schernito, come eunuco, dall'imperatri-
quisto di Belisario, spontaneamente a lui ce Sofia moglie di Giustino II, preso da
arrendendosi le città per cui passò, com- vendetta, si dice, che a tradimento chia-
presa Veletri, entrando in Roma a' io di- mò in Italia Longobardi, condottivi dal
i

cembre 536 o 537. Velelri provvide il re Alboinonel 568. Questi barbari in pro-
con molle vettovaglie, di
di lui esercito gresso di tempo occuparono quasi tutta
< penuriava; e si vuole che Belisario vi
ui l'Italia, governandola per mezzo di du-
dimorasse qualche giorno prima d' av- chi, e stabilendovi il governo feudale. Al-
viarsi a Roma, per interpellarne il sena- lora tutte le città italiane soggiacquero a
Io e porsi con esso in intelligenza onde un totale cambiamento nelle leggi e ne-
t;li a piisse le porte. Assunto al regno de' gli stalliti, perciò nella forma di gover-
j^oti Tolila nel 54 1, questi sconfisse più no. Ne' secoli successivi probabilmente
volte i greci eserciti di Giustiniano I, e ri- venne in Veletri introdotto il magistra-
prese Roma nel 546 quindi non
; fu po- to di due consoli, con grande autorità.
co il danno che ne per lerisentì Velelri Frattanto all'infestazioni e scorrerie col-
continue scorrerie de' hai Rari, che vi si le quali i longobardi travagliavano i luo-
recavano n predare. Pervenuti goti ad i ghi circonvicini a Roma, massime quan-
impadronirsi di nuovo di tutte le città del do nel 58g re Autari mise a sacco e deva-
Lazio, Velelri tornò a gemere sotto il lo- stò luttii luoghi vicini a Roma, nelP an-

ro giogo; finché Giustiniano 1 nel 55 2 dare da Spoleto a Benevento e fino a Pieg-


spedì in Italia con poderoso esercito JVar- gio ; si aggiunsero le calamità dell'inon-
sete, il quale vinse e disperse i goti, colla dazioni e del contagio, restando vittima
morte di Totila, riconquistò Roma con di quello dell'anguinaia Papa Pelagio 11
tutto il Lazio, e nel 553 rimanente d'I-
il nel 5qo non cessando che nel
; la peste
talia, terminando la dominazione gotica pontificato del successore s. Gregorio I il
colla vita dell'ultimo loro Re-
re Teia. Grande. Egli impedì che Agilulfo re de'
spirò Velelri fornata sotto il dominio im- longobardi nel 5q3 espugnasse Roma da
peliate, poiché ella fu una delle città più lui assediata; ma i barbari si sfogarono
maltrattale da'barbari, per aver soccorso con chi capitava loro alle mani crudel-
l'esercito capitanatoda Belisario.IVè man- mente, devastando la campagna e i din-
cò di prestare que'servigi che potè a Nar- torni di Itoma. Danna lettera di s. Gre-
sete, dal quale venue ricompensata e pri- gorio I rilevasi, che longobardi giunsero
i

vilegiata sopra tutte l'altre città. Fin da anche in Veletri, ingiungendo a Giovan-
quel tempo si vuole che Velelri fosse e- ni vescovo della città, che ad evitare il

seutata dal governo del prefetto di Ro- furore de' barbari trasferisse la sua sede
ma. Governa vasi essa co'suoi propri ma- in un luogo meno esposto della dioces
gistrati, colla soggezione immediata allo ov'egli e popolo potessero essere più
il

stesso imperatore e a'suoi ministri. Ben- curi dall'incursioni nemiche. Provvido I

ché sempre e spesso Velelri abbia avuto il pontificio consiglio, poiché Agilulfo ce
liti e controversie sopra la giurisdizione, suoi longobardi cagionarono per la vi
col prefetto
o duca, senato e popolo ro- Appiani queste contrade gravissimi dar
mano, secondo gli storici veliterni, de- ni, e fra le città che rie rimasero deserte
v'essere obbligata a Giustiniano I, e a quella vescovile di Tre Taberue allora n
V E L VEL a8i
slò allatto desolata e distrutta. Trovo in no tutela e soccorso. A questa negligenza
Nihby, che s. Gregorio I possedeva fondi degl' imperatori di Costantinopoli nel
nel territorio di Veletri, in quel tempo pontificato di s. Gregorio li si aggiunse
chiamata Bellitri.e li donò alla Chiesa de' la pei 'sedizione religiosa. Pei l'eresia de-
ts. Gio. e Paolo di Roma, i quali sono gl Iconoclasti, dispreizatoli delle ss. ///<-

ricordali nelle tavole dell'alto di tal do- magini (P.), l'empio imperatore Leone
nazione esistente nella sagrestia di detta 11! Y Isaurico se ne mostrò fanatico pro-

rliiesa ; cioè futull


i Mnciamts, Casconis, pugnatore, sino ad attentare alla vita di
Praetorioius, Casacatrlli. Altri fondi s. Gregorio II che ne difendeva il culto.
possedeva nel territorio veliterno s. Gre- Stanco Papa dell'inutili ammonizioni,
il

gorio II, che donò dopo il 7 5 alla basilica 1 scomunicò l'imperatore verso il 726, as-
Vaticana, come si apprende dalla lapide solvendo gl'italiani dal giuramento di fe-

esistente nel portico della slessa basilica, deltà fatto a quel!' eretico, e da'lributi.
i quali furono particolarmente destinati Fu allora che ribellatisi i popoli, molle
ail alimentare i lumi che ardono intorno citià si eressero in signoria, e il ducato di
al sepolcro di s. Pietro. Essi erano : nella Roma con 7 città della provincia di Cam-
Massa Ficloriolae , I' oli veto nel fondo pagna spontaneamente si sottoposero a
!'> iimelliono, quello nel fondo Ottaviano. Papa s. Gregorio 11, e perciò sotto di lui
Nella Massa Trabaliana, l'olivelo nel ebbe principio il dominio temporale dei-
fondo bui reiano, quelli ne'fondi Oppia- la Chiesa romana. Fra le altre città e luo-

no, Giuliano, Viviano, Calliano, Soltfi- ghi che ne imitarono l'esempio, tra le

ciano, l'almi, Salari, Sartariano, Gallia- prime vi fu anche Veletri, la quale scos-
no eCarbonaria.Nella Massa. Caesaria- so il giogo de' greci, volontariamente si

na, gli oliveti ne'fondi Fiorano, Pi isciano sottomise dominio sovrano de' Papi,
al

e (i tassiano, Pascolano, Vnriniano e Ce- a' quali ubbidiente e fedelissima sempre

sariano. Nella Massa /W///z/itf.gli oliveti si mantenne; onde perla costante fedeltà

ne'fondi Poliziano, Casaromauiana, Tal- in gravissime occasioni dimostrata, e per


tiano e Casatlorana. Nella Massa Siria- gli aiuti alla s. Sede predati, meritò so-
na, gli oli veti ne'fondi Bai inno, Caccia- pra tutte le altre città del Lazio favori
no, Poliziano, Aquiliuno, Steiauo e Gassi. e privilegi, e di rimanere nella sua anti-
Finalmente nella Massa Nrviana, gli oli- ca libertà, al dire di IJauco; aggiungen-
teli ne'fondi Arcipiano, Corneliano e Ur- do, che all' anzidetto privilegio tli libertà
sauo. Questa nomenclatura non solo di- imperiale fu aggiunto 1'
altro di libertà
mostra la molteplicità de'fondi del terri- papale per grazia di s. Gregorio II nel
torio veliterno nel principio del secolo 73o. Il simile avea dichiaralo Alessandro
\ III, quanto allora fosse coltivato ad oli- Borgia, coli' autorità del mss. di Clemen-
vi, ma ancora la probabilità che alcuni te Erminio Borgia; notando, che quindi
vocaboli derivino da possessioni della nell'arme patria fu alla gloriosa epigra-
gente Ottavia e di Augusto. Ragionando fe unita la parola libertà papale, Papalis.
dell'origine della Sovranità della s. Se~ Avverte il cardinal Borgia, che il ducato
de de' Papi (P.), narrai a' loro luo- roma no abbraccia va le terre diCampauia
gi, che i Papi da gran tempo erano i pa- o provincia di Campagna, non già quelle
dri e i proiettori de'romani e de'popoli ora conosciute col nome di Marittima, co-
ritvostanti, eanche più lontani, in ogni me Veletri e altre; però sino al secolo
maniera beneficandoli colle incessanti lo- XI la Campania abbracciava pure la {Ma-
ro cure ; mentre che essi abbandonali al- rittima. Laonde non deve recare mera-
la (uria de' longobardi da'greci impera- viglia se ne' diplomi di conferma e do-
tori, solamente ne'Poulefici 1 icouosceva- uazioue alla «.Sede di Carlo Magno, Lo-
»$» V E L V EL
<lovico I e a!li i imperatoli, non viene ri- di travagliare miseramente queste con-
cordata la provincia ili Marittima, ma la trade. Ma s. Leone IV, eletto nell'847,
sola Campania, che la comprendeva ed a cinse di mura il Vaticano, vi comprese
cui era unita. Si può vedere il Cenni, /J/o- la basilica di s. Pietro, per impedire agli
numenta Dominalionis Pontificiaet Ì. 2, audaci saraceni di depredarla, e recatosi
p. 3g, ed il Cohellio, Nolitia Cardina-
i ad Ostia, con battaglia navale li disperse
latus, p. i 8 e 19. Divenuti Papi sovra-
1 i i e distrusse. Indi PapaGiovanni Vili del-
ni temporali, fasti del Pontificatosi com-
i 1*872 molto operò contro saraceni,aven-i

penetrarono con quelli del Principe, e do formato forse il i.° navilio della mili-
non ponno separarsi; imperocché alla tare Marina Pontifìcia, argomento che
somma podestà sacerdotale nel presente in tanti luoghi trattai; e assai di più operò
ordine di cose è congiunta e inviscerata il coraggioso Giovanni X,che nel 9 5 alla 1

la podestà temporale. Neil' 800 s. Leone testa delle milizie papali li cacciò e ster-
III ristabilì l'impero d'Occidente, e ne in- minò dal castello di Garigliano loro pro-
coronò imperatore Carlo Magno. pugnacolo, contribuendovi gli aiuti de'
Elevato uell'827 al pontificalo Grego- suoi fedeli sudditi e precipuamente de'
rio IV, Saraceni maomettani della Si-
i marsi, equicoli, eroici e veliterni, al mo-
cdia e Calabria infestando sino dall'82 1 do. narrato ne'ricordali articoli. Non so-
miseramente le spiagge d'Italia e di Ma- lamente Velletri, ma tutto il Lazio si ral-
rittima, con ladronecci e facendo Schia- legrò dell'impresa, dopo i deplorabili
vi i cristiani, il Papa riedificò, fortifi- massacri, ladronecci e rapimenti sofferti.
cò e cinse di nuove e alte mura la cit- Il magnanimo s. Gregorio VII del 073 1

tà di Ostia, riducendola ad antemurale ebbe particola!* cura di Velletri, conce-


di Roma e de' domimi ecclesiastici, po- dendo de' privilegi a favore de* cittadi-
tendo i barbari navigare a danno di es- ni, per essere restata fedele nelle gravi
sa pel Tevere. Non poco fu il danno che vertenze contro Enrico IV suo persecu-
dalle scorrerie di questi barbari ne patì tore, e fautore di Clemente III autjpapa.
Velletri, poiché spesso e all'impensata i Nuove prove di fedeltà dieronoi veliter-
cittadini venivano sorpresi alla campa- ni ad Urbano II verso il io85, quando
gna e condotti in dura schiavitù; oltre il normanno Ruggero duca di Puglia e

il bottino ch'essi facevano de' bestiami, Calabria, dopo la morte del padre, prese
biade e altre vettovaglie. Per evitare tan- Capua e corse vittorioso di là fino sulle
to disastro nella campagna furono fab- portedi Velletri, riducendo in suo potere
bricate alcune torri ben elevate e forti, tutte le città e terre per dove passava, non
che servivano per dare rifugio a'coltiva- essendovi alcuno che ardisse d' opporsi.
tori de'terreni, e per dare ancora il se- Velletri fermò il corso alle sue conqui-
gnale co'fuochi alla città di notte, e col ste, gli fece valida resistenza e si man-
fumo di giorno ; onde accorressero cit- i tenne ferma nella pontificia ubbidienza.
tadini armati, per combattere e respin- Continuando Enrico IV a travagliare la

gere sì fieri e (aliatici nemici del nome s. Sede, ed a sostenere coll'armi il pseu-
cristiano.Di simili fortificazioni senemi- do Clemente 111, costrinse l'ottimo Ur-
ibiiq ancora nella tenuta di Lazzena, e bano Il ad assentarsi da Roma, ed il po-
nella possessione delta de' Monaci, Nel polo veliterno, sempre a lui di voto, sog-
pontificato del successore Sergio II del- giacque a durissime esazioni e persecu-
l'844 crebbero le calamità da' saraceni zioni del polente antipapa. Grato il Pa-
recate a Roma e alle provincie di Mar pa al filiale alfetto de* veliterni, con breve
riltima e Campagna ;
giacché que' bar- de' 16 giugno 1089, concesse particolari
bari annidatisi in Cueta ebbero comodo privilegi al clero e al popolo, cominciau-
VEL V E L 283
do diploma colle paiole di fratelli dì-
il pli confiniche tuttora si conservano. Sof-
lettissimi, omnibus P'ellìtrensibus. ti es- I frì Pasquale il molte afflizioni, sia pero-

so deplora i tormenti, le mor-


prigioniere pera di altri 3 antipapi, ch'ebbero breve
ti da' veliterni con forte animo soppor- durata, sia per voler i romani dare per
tate nello scisma che lacerava la Chiesa, successore al defunto prefetto il figlio an-
esaltandone la costante fedeltà. Di più cor fanciullo, esia per la ribellione di To-
confermò loro tutti gli antichi usi e co- lomeo conte Tusculano, per cui in segui-
stumi favorevoli, ed il possesso di tutto to tutto il marittimo del Lazio fu
tratto
il territorio e de'privilegi che godevano. involto nella stessa insurrezione, compre-
Velletri avea l'obbligo di fornire di vitto si Ninfa, Castel Tiberio e Semionda. Non

il Papa e la sua corte, quante volte egli ostante Velletri rimase fedele al Papa.
si fosse portato in questa città e per tutto Secondo Nibby, la ribellione avvenne nel
il tempo della dimora. Siccome ciò spes- 1i 1 5, quando il Papa andò in Puglia per

so accadeva, e grave era il dispendio del concertarsi co'normanni, ad onta che a-


comunale erario, Urbano 11 nel diploma vesse affidato a Tolomeo 1' amministra-
ridusse l'obbligo ad un sol pasto, unius zione di tutti i patrimoni esterni della
comeslionis, a carico del vescovo e del Chiesa, con fare insorgere Tusculo, Pre-
clero, altrodovendo somministrare lai- i neste, Anagni, e la Sabina per la sua al-
ci,come leggo nel commento del Borgia leanza coli' abbate di Farfa. A questa

che riporta diploma, la cui pergamena


il mossa posero argine, Albano, tutta la
esiste nell'archivio municipale. Questa e- provincia di Marittima e Velletri, che an-
senzione confermò poi Bonifacio Vili nel darono esposte a depredazione per parta
1298. Urbano II dev'essere stato in Vel- de'ribelli. Al ritorno del Papa si quieta-
letri altra volta, come rilevasi dalle pa- rono le cose. Vuole il Theuli, che Ana-
role : sicut in more habetis, et mecuni stasio IV deli i53 fosse per alcun tempo
egistis. Il Borgia crede dopo la sua e- in Velletri, per essere slato abbate del-
lezione seguita in Terracina. Inoltre ri- l'abbazia veliterna di s. Rufo; ma il Bor-
che Velletri era tenuta
levasi dal breve, gia nella Storia eli Fellctri, dichiara non
a somministrare al Papa le milizie, che esservi mai stata nella diocesi tale abba-
doveano andare all'esercito della provin- zia, e forse quella del priorato di s. Ana-

cia Maritimam et Campanìam.Da que- stasio fu soggetta all'abbazia di s. Rufo

sto peso ella fu sgravata prima in parte di Provenza. Bensì crede probabile l'as-
da Urbano 11, e poi in lutto da altri Pa- serto pure da altri, che Anastasio IV e-

pi,come riferisce Bauco. In vece spiega ducato monastero di s. A-


in Velletri nel
Borgia, non da Urbano II, ma da altri nastasio e divenuloueabbate, crealo Pa-
Papi prima ne fu esonerala in parte, e pa neassunse il nome. Narrano Nibby, e
poi del tutto dispensata. Morto l'antipa- il cav. Coppi nelle Memorie Colo/mesi,
pa in Aquila nel 1 100, il Papa Pasquale che nel 1 79 Alessandro III col consen-
1

Il coraggiosamente coll'armi volle ricon- so de'cardinali concesse a Rainonede Tu-


quistare le terre tolte alla Chiesa nelle sculano Norma e Vico colle pertinenze,
passate turbolenze, e punire i capi della ricevendo in permuta il castello di Laria-
libertà romana; onde Velletri prese oc- 110 colla rocca, che allora il Papa teneva
casione di sgravarsi di molte gravezze e per Bainone, obbligandosi redimere pe- i

novità, di prepotenza imposte dall'anti- si che potessero gravare Lariauo fino a


papa. Abusi che abolì Pasquale II con 200 lire provesine; col palio di poter il

breve de'6 aprile 1 102, confermando le solo Papa rescindere il contralto, bensì
concessioni di s. Gregorio Vile Urbano che le parti che mancassero dovessero pa-
II, circoscrivendone il territorio con ìiui- gare 5o libbre d'oro. Nel marzo di detto
&4 VE L V E L
suino, Alessamlro 111 si trovavo in Velie- rocche di Laràrio e Castro, egli le rimi

Ili, ove dimoiò per un anno intero, per se nelle mani di Giordano abbate di Fos
cui ivi fece la della permuta l'i i ottobre, sanuova, il quale le consegnò a Papa Cle
e vi 80, se pure non vi
restò parte del i i mente 111, non prima del 187, anno ir 1

ritornò. Essendo morto Alessandro Illa citi fu esallato al pontificato. Nel 1202

Civita Castellana a'^7 o 29 agosto 181, 1 Vellelri fu onorata dalla presenza d'In-
convien credere che per i tumultuanti nocenzo III, avendo a cuore la pace della
romani subilo i cardinali si recassero in città co'popoli circonvicini. Agitavasi in
Vellelri, ovvero ancora vi restava la cu- questo tempo una lunga guerra fra' ve
ria e corte romana, perchè il cardinal Al- hlcrni, corani e sermonetaui da una par
bichinoli suo vescovo era decano del sa- le, e fra que' di Sezze e di Ninfa, e San

gro collegio e in grave età, e forse vi di- guineo castellano d'Acquapuzza. Questa
morava, e ivi lo elessero Papa col nome dissensione fu causa di gravi danni, d
di Lucio Ili il i.° settembre e coronaro- rapine, di morii e d'incendi d* ambo le

no ivi a' 6. lAecatosi in Roma, poco tem- parti, e specialmente fra' veli terni e i niii

po vi dimorò per le turbolenze della cit- lesi. 11 nipote del Papa cardinal Ugolinc
tà, o per non aver voluto osservare certi vescovo velilerno avea già trattato e cor
costumi praticati da' predecessori. Il Vi- eluso la pace tra questi popoli, ma non
tali nellaStoria diplomatica de Sena- dimeno prepara varisi di nuovo a Ila guer
tori di lìoma, dice the romani colle ar- i ra, essendosi l'uria e l'altra con altri vici
mi alla mano domandarono a Lucio IH ni collegate, e già erano cominciate le
di rimettere in piedi il senato colla pre- stilila. Laonde il Papa per impedire sue i

sidenza d'un iJtf/m/o,e coll'inlera ammi- cessi funesti della guerra, commise d
nistrazione della città e dello stato indi- nuovo al cardinale di ridurre i detti pi
pendentemenleda' Papi. Pertanto Lucio poli a concordia, ed egli con somma cu-
ili stimò bene allontanarsi da un popo- ra e prontezza Nota Banco, che
vi riusci.
lo tumultuante, lece ritorno in Vellelri de'velilerni molti furono promossi a've-
e vi stabili la sua residenza, nella quale seovali, massime della patria, secondo il
assolse dalla scomunica il re di Scozia costume de' secoli antichi, per cui si pro-
Cngliemo, pronunziata contro di lui dal- pose di ricordare i successivi a tanta di-
l'arcivescovo di York ; ed ivi vennero al- gnità esaltati, ed io compendiosamente
l'udienza del Papa Giovanni eUgone ve- lo seguirò. Nel !2o5 Innocenzo III pro-
scovi di Scozia per vendicare alcuni ve- mosse alla cattedra di Firenze Giovanni
scovili diritti. In Vellelri pure a' 2 di- Santi velilerno, celebre personaggio che
cembre fece una promozione di 8 cardi- pel i.° istituì la carica di Podestà nelle
nali, fra'quali Crivelli gli successe col no- sue terre ecastella per mantenervi la giu-
me di Urbano 111. Continuando i roma- stizia, il quale costume utilissimo fu ab-
ni nelle loro discordie a mostrarsi avver- braccialo in tutlo lo slato di Firenze, an-
si a temendo questi per la vi-
Lucio 111, zi nell'Italia tutta. Ma
non pare per quan-
cinanza da Pioma di qualche gravissimo to riportai nell'indicato articolo. Forse
oltraggio, nel 83 passò in Anagni, e
1 1 avrà migliorato e più propagato l'istitu-
siccome tòrte e sicura vi celebrò la festa zione. Fu nel i23o sepolto nel duomo
di Maiale, e secondo Novaes si recò in di Firenze con epitaffio che principia col-
Roma per tentare una pacificazione, vi le parole: Patria Pelletrum. Nel 1227
elesse senatore il conte baimelo, ma fu il ves.ovo cardinal Ugolino di venne Gre-
coslrello nel 1 184 partire per Modena. gorio IX, con inesprimibile allegrezza de'
Le genti di Lauterio milanese bali o ret- diocesani velatemi; ed avendo a' 29 set-

tore di Campagna avendo occupato le tembre scomunicalo in Anagni l'impera-


V E L V E L *8j
tcre Federico 11 re eli Sicilia (/"''.), toi*- za e virtù de' veliterni, ed esortandoli a
nattclo il Papa a Ruma passò per Velletri, mantenersi sempre fedeli a' successori di

e pel grande all'elio die rimiri va verso di s. Pietro. Nel 1234 Gregorio IX colla

essa, le concesse molte grazie e privilegi. bolla de' 6 gennaio Rex excelsus, pres-
1

Federico II irritato perla fulminante « so il Bull. Rom. t. 3, p. 281 t


Prohibi- :

terribile censura, divenuto nemico del tio alienandi Terras, Castra et alia

Papa, nel J228 comprò gli animi d'al- loca Sedis apostolicae, absqtieconsensii
cuni magnati romani, servendosi di essi s. Romanae Ecclesia» Cardinalium. Il

per travagliare il Papa, che per evitare Nibby nel citarla inlerprelò l'opposto,
gl'insulti de' sollevati romani e del sena- dicendo che ordinò l'alienazione del ca-
tore Aunilialdi, si ritirò a Perugia nel stello di La ria no, senza domandare il con-
maggio e vi restò sino al febbraio i23o. senso de' cardinali (il quale castello sul
In tale circostanza il popolo romano pub- finire di questo secolo eia in potere di

blicò una legge, ordinando che tulle le Riccardettodi Matteo nipotedel cardini!
città, terre e castella esistenti intorno a Riccardo Annibaldi, che profittando del
Roma dovessero pagaie annuo tributo. silo esercitava ogni sorte d'estorsioni edi
A questa legge fece Velletri forte resi- violenze). La bolla non fu pel solo Laria-
stenza, difendendosi in ogni modo con- 110, ma pe'luoghi di cui specialmente vol-
tro T esigenze del popolo romano, dal le vietare l'alienazione, e ve lo compre-
quale sopra modo infastidito, spedì am- se. Anzi qui riporlo il solo brano che ri-

basciatori al Papa per essere liberato da guarda le due provincie di Marittima e


tante vessazioni. Gregorio IX ascollò be- Campagna, dal quale si rileverà i Ino» hi
nignamente gli oratori veliterni, the gli eccettuali, ed a quali di esse allora appar-
esposero le violenze de' romani per di- tenessero. In Campania Castrimi Fu- ,

staccar Velletri dall' ubbidienza diretta monis, Palìanì, Serronis, Larianis. fu


alla Sede e ridurli» in loro potere. De-
s. Dlaritima, Aquam Putridain, Ostiam
siderando il Papa rimunerare meriti de' i qua m Episcopus Ostiensis tenet a Ro-
veliterni e il costante attaccamento alla mana Ecclesiasti omnibus ipsiusEpisio-
sua persona, e insieme animare gli altri sali'o. Ariciain Nympliam. To-
pi j'ure t

popoli a mantenersi a lui fedeli, piovvi- lan. Cor a 111. Cisterna in, et Terracinam.
de allo stato di Velletri con due diplomi, Nel 1237 s'introdusse in Velletri il magi-
riferiti dalBorgia ed esistenti Dell'archivio strato appellato Podestà.L'eìeilo a questa
comunale. Nel i.° si vede in quante ma- magistratura dovea essere forastiere, e go-
niere tentarono i romani di rendersi si- vernava con autorità assoluta di
la città
gnori di Velletri e di rimuoverla dall'ub- punirei Perseguo della sua poten-
delitti.
bidienza dovuta al Papa, volendo anco- za gli si consegnava nel possesso una ver-
ra che i veliterni prestassero giuramen- ga coperta di velluto nero con pomi d'ar-
to contro la fedeltà promessa alla s. Sede. gento. Siccome l'autorità di questo ma-
Col 2.Gregorio IX dichiarò, che Vel- gistrato era assai eslesa e poteva dege-
letri sempre dovesse rimanere sotto l'im- nerare in tirannide, durava soltanto G
mediata prolezione e giurisdizione della mesi. Di quesla carica, come dissi in lau-
Sede apostolica; togliendo così a' roma- ti luoghi, se ne faceva gran conto, poiché
ni la speranza di poterla soggettare. Con- ilgoverno de' popoli era sottomesso al-
fermò inoltre l'antico pi ivdegio di si ugola- avea un go-
l'auloi'ilà del podestà. Egli
re libertà concessale da'suoi predecessori, verno illimitato, per cui primari per- i

di cui la città ne porta sull'arme la discor- sonaggi di Roma, delle provincie, e spes-
.>a epigrafe; e confermò pure i privilegi de' so i baroni procuravansi tal magistratu-
suoi predecessori, lodando in line la coslau- ra. Eravi aucora un giudice per decidere
a86 VEL V EL
le cause civili. Ma l'autorità dell' anti- mente sollecitare la richiesta spedizione
chissimo magistrato de' due consoli, per Gregorio IX scrisse eziandio all'arcieri
l'introduzione del podestà, restò molto di- ingiungendo loro
le e clero veliterno,
minuita. Ebbero però 1'
amministrazio- persuadere e animare il popolo a pror
ne delle cose pubbliche, e ciò che appar- lamento prender l'armi. Ambedue le let
teneva alla polizia della città; ed in mol- tere si leggono nel Borgia, e gli originali
ti casi il podestà non poteva procedere negli archivi del comune e della catte-
che col parere e consenso de'consoli. Que- drale. Dice Nibby che quest'ultima esor-
sti sceglievate! dalle famiglie nobili, ed tatoria conteneva la multa di 5oo mar-
eletti dal senato ossia consiglio, presso il che d'argento, e altre pene temporali e
quale risiedeva tutla l'autorità, che ve- spirituali compresa la scomunica nelle
,

niva comunicata nell'elezione al podestà, persone e l'interdetto sulla città, qualora


al giudice, a' consoli, a' capitani e a lut- i velilerui non si fossero mossi. Innocenzo
ti gli altri dliziali pubblici. Il consiglio IV dopo aver deposto dall'impero e dal
atea a sé riservato gli all'ari di sommo regno Federico 11, inviò in Polonia il ve-
rilievo, come di pace, di guerra, di tre- literno fi*. Giacomo minorila custode del
gua, d'elezione di generali e di riforma s. convento d'Asisi, per esaminar la causa
degli statuti. Al magistrato de' consoli della canonizzazione di s. Stanislao vesco-
Gregorio IX diresse il diploma de'5 giu- vo di Cracovia, onde per sua opera la ce-
gno 237, da
i cui si trae che in que'tempi lebrò nel 1252 o 1253, in quest'anno o
Vellelri era soggetta alla giurisdizione prima facendo il religioso vescovo di Fe-
suprema del rettore di Marittima e Cam- rentino, non conosciuto dall'Ughelli. Nel
pagna, e vi rimase fino al 1 4- 3. Posle- ' 1258 eletto da' terracinesi per podestà
riormeute non più trovasi memoria de' Pietro Guidoni nobile veliterno, vi osta-

consoli, e può credersi che non molto rono Frangipani e gli Annibaldeschi no-
i

dopo il 1 237 si cambiasse tale magistra- bili e polenti romani, sostenendo egliuo

to in quello de' nove buoni nomini, chia- esservi convenzione antica fra' loro ante-
mali pure signori nove, con un sindaco. nati e Terracina, che il podestà dovesse
Nibby li chiama novemviri,e vi aggiun- sempre scegliersi dalle loro famiglie. Ben-
ge i contestabili comandanti le milizie,ci- ché sostenuti dal senato di Roma , Ales-
ta lido Borgia,
ed osserva: cosi allora go- i sandro IV che nel pontificato ritenne il
verni municipali riassunsero il tipo del vescovato di Vellelri, e al dire di Tlieuli
governo primitivo delle città latine com- lo visitòda Papa nel recarsi alla sua pa-
posto d'un dittatore, di tribuni militari, tria Anagni ordinò che il Guidoni e il
,

d'un questore e d'un senato. Federico il suo vicario fossero mantenuti nell'ufficio.
sempre più nemico e persecutore di s. ]Neli268 Clemente IV confermò la con*
9
Chiesa, non solo volle impedire la cele- cordia stipulala fra veli terni e il castella-
brazioue del concilio generale di Lettera- no che allora era fr. Raicuou-
dì Lai lano,
no, in cui Gregorio IX lo doveva depor- docavalierede'lemplari e famigliare pon-
re, ma tentò ancora dal suo limitrofo re- tifìcio; ed assolvè dalle pene che preten-
gno una scorreria nella provincia di Cam- devasi incorse da' velilerm per avere ri-

pagna. A reprimere il Papa questa osti- tenute alcune tene aggiudicale dal car-
lità fece preparamenti, e perciò scrisse al dinal Bray alla rocca di Lariano, che ap-
podestà e popolo di Vellelri, che raccolti partenevano alla s. Sede. Nella sede va-
tutti i cavalli e fanti della città, li spedis- cante di detto Papa il sunnominato Rio
sero a Ferentino, ove era il suddetto car- cardetlo Aunibaldi molto polenie, ne pro-
dinal Aninbaidi o Annibaldeschi rettore fittò con occupare violentemente la rocca
di Muiitlima u Cumpagua. Per maggior - di Luriuuo, che forse Gregorio IX nell'a-
VEL VEL 287
fienaie il castello crasi riservata. Laonde so), non -
ist]egnò d'accettare l'eiezione fat-

il ». collegio dal couclave di Viterbo nel ta in sua persona da' veliterni della po-
1269 scrisse al comune di Yelletri, esor- desteria pe'solili 6 mesi, il che con altri
tandolo a far leva d'armi per la ricupera nel relativo articolo dissi nel 1299, ed il

della rocca,che i cardinali qualificarono Theuli che cita il documento confessa i-

uraetìosam camera apostolica, come


alla gnorare l'anno. Inoltre per far cosa gra-
leggo nel Theuli. Rimarca Dauco, questa ta a Velletri promosse due veliterni al
a
è la i. ostilità accaduta fra' veliterni e i vescovato, cioè neh 298 fr. Lorenzo fran-
briaoesi, sebbene ignori l'esito della spe- cescano, forse de'Nicoleschi.a quellod'Or-
dizione, e ad onta che conosca essere sta* te,ed a quello di Venafrod. Romano Bor-
lo desinato all'impresa il commissario a- gia vallombrosano, morto innanzi la con-
postolico Filippo arcidiacono di Tripoli, sagrazione. Indi ad assicurare per sempre
ed il valore mostrato nell'oppugnazione la libertà e tranquillità di Velletri, spedi
du'veliterni a favore della s. Sede. Trovo a suo favore 3 diplomi. Coh.°ordinò che
nel citato Vitali un ordine di re Carlo l i veliterninon venissero sottoposti ad al-
d'Angiò senatore al suo camer- di Roma cuna servitù, gravezza o esazione, per la
lengo di pagare dovuto e le spe-
il salario loro filiale fedeltà. Col 2. rammentando
se fatte in suo servizio da Guglielmo di l'opere illustri da'veliterni fitte per lun-
Novara podestà di Yelletri e prima giu- go tempo alla s. Sede, volle provvedere
dice di Campidoglio. Rimosso il re da ta- la città d'un quieto e prospero stato. Or-

le dignità da Nicolò 111 avendolo rein- , dinò pertanto, che il rettore di Maritti-
tegrato neh 281 Martino IV, a richiesta ma e Campagna non potesse astringere i

di questi Sdisse al suo vicario in Roma, medesimi a portarsi al parlamento pro-


che lutti i popoli fedeli e soggetti alla ro- vinciale, all'esercito, e alle cavalcate fuo-
mana Chiesa mantenesse in quella liber- ri della provincia; e confermò tutte le lo-

tà, in cui già aveano sempre vissuto. Ma devoli usanze e grazie concesse da'prede-
siccome il vicario regio del senatorato non cessori. Col 3." dichiarò che la città po-
osservava tale ordine co'veliterni, soggetti tesse, per mezzo del suo podestà e giudi-
immediatamente al Papa, scrisse lo stes- ce, o di altri suoi uflìziali, fare giustizia
so Martino IV in proposito una gravis- d'ogni delitto, vietando al detto rettore
sima lettera al vieni io, ordinandogli di non d'ingerirsi in tali allàri, se non in caso di
aggravare e molestare con pesi insolili i legittimoappello, odi negligenza per par-
veliterni, ma che li lasciasse vivere nella pure il ret-
te degli uflìziali di Velletri; se
loro libertà. Poscia Nicolò IV nel 1288 tore non avesse nella cognizione di tali
con sua bolla proibì al senatore ili ttoina cause i medesimi uflìziali prevenuto. Or-
d'astringerei lerraciuesi, pipernesì e sez- dinò ancora che la città non fosse obbli-
Keri a mandare in Roma speciali persone gata né a richiesta del rettore, né di qual-
per prendere dal senato le misure, colle sivoglia altro ministro, far prendere e tra-
quali fossero obbligati misurare nelle com- sportare altrove i delinquenti, che in Vel-
pre e vendite le biade e i liquori, e lo ri- letri si ricovravano. Infausto fu il 1 3o5
cavo da Vitali. Bonifacio Vili mostran- per lo strano trasferimento della residen-
do glande alletto verso questa città, do- za palpale fatta da Clemente V iu Pro-
ve iu da fanciullo educato presso reli- i venza, indi stabilendosi in Avignone {f/ .) 1
giosi francescani (mentre n'era vescovo lo come vicina al contado fenuissiuo [f'.)
rio Alessandro IV, ovvero al dire di dominio temporale della s. Sede, ove re-
Tbeuli, sotto la cura di fr. Bruno o Leo- stando 6 altri Papi, fu cagiouedi lagrime-
nardo Patrasso suo zio, che poi lo fece voli couseguenze;falale trasferimento pre-
cardinale; tua il cardinale uou fu rdigio- veduto dal decano del sagro collegio cai-
288 V E L V E L
dinal Malico Rosso Orsini, diacono ili s. Veletri d' ogni banda da baronie circoli
Maria in Portico e commendatario eli s. data (precipuamente da'potenti Caciaia,
Maria in Trastevere. Di che lasciò scritto Colonna, Orsini, Savelli , Confi ec), i

il veliterno Laudi, che per l'assenza de'Pa- veliterni prudentemente trattarono col
pi da Roma le terre soggette alla Chiesa senato e popolo di Roma; non perciò que-
furono variamente tiranneggiale; ina Vel- sta comune perde la sua libertà; impe-
lettigravemente oppressa da'romani, an- rocché questo fatto deesi considerate sot-
corché Clemente V avesse mandato 3 car- to l' aspelto di violenza o di scorreria, i'

dinali con podestà senatoria pel governo cui effetti non furono legali, né penna-
di Roma e del resto d'Italia, nondimeno Denti come in seguito vedrassi. I veliter-
sivenne molle volte all'armi con offese e ni o coll'arrai, o colla protezione de' l'a-
morti d'ambo le parti, il che durò per pi,a'quali erano di voli e fedeli, tornaro-
molli e molli anni. In seguito di queste no ben presto nella loro piena indipen-
ostilità sarà avvenuta nel i3i2 una ca- denza. Rene si conosce dalla storia qual
pitolazione fatta fra il popolo e comune fosse nel 1 3 i ?. la situazione politica del-
tli Roma, e fra il popolo e comune di Vel- l' Italia e di Roma (V.). Per tutto arde-
letri. Per questo trattato dal senato e po- va guerra; e le fazioni de Guelfi e Chi-
la
polo di Roma acquistossi una certa in- bellini{f/.) riempivano le città e le con-
fluenza politica sulle cose pubbliche di trade tutte d'orrore, di sangue e di mor-
Vellelri. La pergamena esiste nell'archi- te. Roma posta in balla di queste fazioni
vio veliterno, come tanti altri documenti videsi obbligata dalla plebea riconoscere
che per brevità tralasciod'indicare, per la per senatore un Jacopodi Giovanni d'Ar-
1/ volta nel 1889 pubblicata ed erudita- lotto degli Stefaneschi. Questo magistra-
mente commentala dal cav. Cardinali, ne- to a' 1 3 ili novembre riferisce in consiglio
gli Atti della Società letteraria VoUca prima, e poscia in parlamento nel Cam-
/ clilerna, t. 3, p. 187, eoltitolo:Df //'<?«• pidoglio il negozio di Veletri. Il consi-
lonomia di Veliciti nel secolo XI F Di- glio e i parlamentari commettono a Ri an-
scorso. Invece di darne un sunto, pel si- ca di Giovanni del Giudice di palleggia-
stema mio compendioso, preferisco ripro- re con Jacopo Melati ambasciatore e sin-
durre alcuni sentimenti del mio Mento- daco a ciò spedito dal comune di Vele-
re e principale guida nelle cose veliler- Iri. La convenzione fu questa. Che il po-

ne , il benemerito anche per me can. d. destà di rpiesta città fosse perpetuamen-


Tommaso Dauco d'onorevole imperitura te eletto nell'avvenire dal cooiune e po-
ricordanza. » In questa pergamena leg- polo di R.oma per ogni semestre, al (pia-
gesi una capitolazione falla fi a questi due le il comune di Veletri darebbe 3oo lib-

popoli, per cui il senato romano acquistò bre di provvisione (provvisini leggo in
un'influenza governativa esercitata intor- Cardinali; o meglio provisinimoneta an-
no governo di Veletri ne' bassi tempi,
al tica di Francia, battuta ancora in Pioma
per quale non si annullò il diritto d'au-
la d'ordine del senato romano, di cui par-
tonomia in questo comune. La lontanan- lai in più luoghi alcuni opinando che
,

za de'Papi, che dall'Italia trasferirono la questi soldi o denari romani prendesse-


corte romana in Francia, diede occasione ro tal nome dalle provisioui o rendile del-
a questo trattato. Il senato romano so- le chiese, piuttosto che da Provins noi
steneva forte guerra contro tutte le città molto lungi da Parigi), e la metà d'al-
del distretto, volendole assoggettai e a se cuni bandi, con che avesse a tenere a sue
con astringerle a pagare un tributo. Se soldo 6 uomini d'arme, e di questi 2
per la (orza dell'armi, e per non cadete cavalleria ; e giurasse l'osservanza degl
m mano d'alcun poleute barone, essendo Statuti esislcuti, o da farsi iu avveuirt
VEL V E L 2%
ila' veliterni, purché non minuissero la mano con quest'alto non rende a se vas-
condizione e i diritti senatorii; e stesse a sallo il popolo veliterno , e se per poco
ragione, né movesse di luogo senz'avere influisse nelle cose pubbliche di Veletri,
soddisfatto il sindacato.CouvenivanOjClie ciò avvenne per la convulsione politica
potessero eleggere i veliterni liberamen- di tulta l'Italia. In que'disordini i popoli,
te in giudice un cittadino romano; die che reggevano a comune, erano costret-
si

non si concedessero appelli, se non sopra ti o di scegliersi , o darsi ad un signore

25 libbre di provvisioni (provvisini dice assoluto potente, odisagrificare una par-


Cardinali, cioè provisi DÌ moneta); che non te della propria libertà, onde farsi un po-

potesse dal comune di Roma né vender- tente alleato. Veletri sopra ogni altra n'e-
si, uè obbligarsi la podesteria di Vele- ra in sommo bisogno; perchè era nel pe-
tri; che a nessuno fra'nobili o fia'magna- ricolo di cadere nelle mani di prepotenti

ti romani fosse permesso acquistare beni baroni, che latenevano circondata co'lo-
fondi in Velelri, e acquistandoli fosse nul- ro castelli. Ecco il motivo che spinse la
lo l'acquisto. Convennero, che il popolo prudenza de'veliterni a porsi nella dipen-
di Veletri darebbe annualmente a tito- denza del senato romano nella lontanan-
lo di censo due torchi di cera d'accen- za de'Papi da Roma; prima, perchè due
dersi in onore di Nostra Donna nella vi- governi della stessa natura sogliono più
gilia dell'Assunzione; che, dove per tito- lealmente confederarsi; poi, perchè faci-

lo di perseguitare i delinquenti si recas- le riusciva profittare dell'agitazioni che


sero a Veletri e suo territorio i lornieri sono inseparabili dal governo di molti,
(o terrieri custodi delle torri di Roma, onde migliorare, quando che fosse oppor-
turrerii, come trovo in Vitali), e gli uo- tuno, di condizione; e finalmente perchè
mini d'armi del senato, nulla si avesse presto o tardi riconducendosi Pontefici i

loro a dare da questa comune; purché alla loro sede, li avrebbero, come in ad-
non fosse il delitto avvenuto nel territo- dietro, liberati dal vincolo di quella sog-
rio. Convenivano finalmente, che il po- gezione. I governi a comune dividevano
polo e comune di Veletri giurerebbe il in due l'amministrazione pubblica: la
seguimento al comune di Roma senza parte legislativa, la somma della guerra
darne mallevadori; che il popolo di Ro- e della pace, l'amministrazione a' parla-
ma difenderebbe le persone e le cose de' menti e a' magistrati collegiali, e la ese-
•veliternida ogni persona ecclesiastica e cutiva a' podestà affidavano. Velelri vi-
secolaresca; che non li graverebbe o col- vendo nelle libertà ecclesiastiche eserci-
la leva del sale,o con tasse di grascie, o tò questo libero potere. In questo tratta-
di giustizieri che veliterni interverreb-
; i to il senato e popolo romano acquistava
bero, siccome era già usanza , a' giuochi il solo diritto di mandare in Veletri po- il

di Testaccio (altre notizie di essi le ripor- destà, a cui apparteneva amministra-


I'

tai nel voi. LXIV, p. 38), o ad altro gra- zione esecutiva. E siccome questo pode-
vame qualsiasi non si terrebbero punto stà doveva giurare l'osservanza di que-
obbligati (dice Rauco, che fu abolita tal gli statuti che il comune di Veletri avea
costumanza da Paolo II e Sisto IV, cioè in vigore, e quelli che fosse in appresso per
intenderà parlare dell'intervento de' ve- dare a se stesso, chiaro si scorge, che con
literni,non de'giuochi). Per l'osservanza ciò non veniva distrutta la libertà del co-
di questa capitolazione imposesi la pena mune, stante che al comune rimaneva il

di ooo marche di buon argento; e quin-


i diritto legislativo- Altra forte ragione, che
di seguono le forme forensi, giuramenti i mostra non essersi punto diminuita la li-
e ogni altro che può essere d' essenziale bertà de'veliterni in questa contrattazione,
nelle solenni contrattazioni. Il popolo ro- è quel patto con cui si vieta a' magnati,
VOI. LXXXIX. '9
e

ago V E L VEL
e n'nobili romani il possedere alcun che e gli successe Clemente VI) Nicola Caela-
nel territorio e nellu città di Velelri ; e di ni signore di Fondi, profittando dello- sla-
più il vincolo del giuramento prestalo da to d' anarchia in che trovavasi Roma e il

ambe le parti fa vedere, che la contratta- suo distretto, andòad assalireVel!etri,che


zionesi fece da pari a pari, giacché il so- valorosamente si difese, e potè respinger-
vrano giammai giura al suo suddito. Del lo mediante i soccorsi ricevuti da Roma;
resto in appresso si vedrà cadere e annul- ma non fu allora, che per le spese fatte

larsi questo trattato dopo il ritorno de' perciò dal popolo romano, com'egli dice
Papi in Roma". Giovanni XXII, succes- dovè soltoporsi ad avere il podestà. NoU
so a Clemente V, fece rettore di Marit- di più, che tale guerra durò molti anni
tima e Campagna Raimondo cluniacen- solo rimase sopita nel 1 348 per la terribi-

se da lui consagralo vescovo di Monte le pestilenza che mietè mol lis>ime vile, an-

Cassino; e non volle riconoscere Lodovi- che nelle vicinanze di Roma. Nel 1 34-
co V il Bavaro eletto imperatore da una Clemente VI fece vescovo di Tivoli il ve-
parte degli elettori dell' impero , indi lo literno Nicolò, secondo Lucenti canonie
scomunicò pel narrato in tanti luoghi. in patria, e non di Todi come vuole Ughel

Recatosi in Roma nel i 3s8 fece eleggere li. Nel 1 347 il famoso ambizioso agitatore
in antipapa Nicolò V, il quale lo coronò. Cola di Rienzo, profittando delle fazioni
Abolendo portarsi a Napoli, il re Roberto che laceravanoRoma,sedusse audacemen-
avea posto sue genti nel castellodella Mo- te il popolo con volere ripristinare l'anti-

lala, e l'i giugno Lodovico 1' espugnò


i ca repubblica; s'impadronì del governo,
co' partigiani romani e le sue genti; ciò assunse il titolo di tribuno augusto. Invi-
fatto andò a Cisterna , che tosto si rese, tando i sovrani e le città a inviargli am-
ma pel caro e per mancanza di vettova- bascerie, pure Velletri mandò due am-
saccheggiò e arse; ed
glie, l'esercito la i basciatori, anche per quietare alcune ver-
romani tornarono a Roma. Già Lodovico tenze co'romani. Questi aveano usurpato
direttamente da Roma erasi recato a Vel- l'elezione del giudice di Velletri, e di più
letri, come leggo in Vitali ; ed il Thevili j grascieri di Roma volevano comanda-
dice che vi fu ricevuto con quelle dimo- re nella cillà. Ebbero gli ambasciatori ri-
strazioni d' ossequio, come richiedeva la sposta, che il comune veliterno si ricom-
miseria di que'tempi. Dopo il crudele ec- prasse l'uffizio del giudice, e che pagas-
non volle più
cidio da lui fattoio Cisterna, se una stabilita somma a'grascieii ili R.O-

andare a Napoli, con animo di rientrare ma non s'intromettessero nel vi-


, acciò
in Velletri. Ma i veliterni temendo la sor- vere di Velletri. Convenne adattarsi per
te di Cisterna, fattosi coraggio, non lo vol- 7 mesi, quanto durò per allora la tiran-
lero più ricevere, chiudendo le porte. Lo- nia del tribuno, che cacciato da Roma
dovico forzato ad accamparsi con disagio cadde in potere del Papa. Eletti senato*
al di fuori, vedendo la città ben munita ri Pietro Sciarra Colonna e Giovanni di
e con molta vigilanza guardala da'cilladi- Orso ,molto se ne compiacquero veli- i

ni, se ne partì. 11 Nihby dice per la forte terni, perchè avendo sofferti notabili dan-
contesa insorta fra gli alemanni del suo ni dal suddetto conte di Fondi, sperava-
esercito a cagioue della preda di Cisterna, no aiuto contro quel prepotente barone.
per cui poco mancò che non venissero al- Difatti l'ottennero, ma i senatori profit-
le mani. Dunque è inesalto il riferito da tando dì questa occasione, tutto accorda-
Peirini, che Lodovico, oltre Tivoli, occu- rono colla condizione che Velletri in av-
pò coll'armi Vellelri, e non ardì d'acco- venire ricevesse il podestà a scelta ed e-

starsi a Palestrina. Aggiunge Nibby, che romano. Conviene dun-


lezione del popolo
nel 1 34?' (anno in cui morì Deuedello XII que supporre che la capitolazione del
1

VE L VEL 2
9 «

i 3 1 fosse stata annullata. I veliterni co- sue angarie, stanchi i romani di più. sof-

stretti dalla necessità, accettarono la dura frire le sue stranezze e uccisioni, a furia
condizione. Ma in seguito eglino si penti- di popolo restò trucidato miseramente i'8

rono della condiscendenza,come contraria settembre. I baroni Savelli nel 1 355 si

alla libertà e privilegi della città, e quin- portarono in Velletri e nel febbraio fe-

di nacque una sorgente di continue con- cero la divisione delle loro terre e castel-

tese e travagli, fra' romani e i veliterni. la nel pubblico palazzo, con accordo di
Non arrestaronsi questi di subito intra- pace e sicurezza ,
promettendo di cessar
prendere l'ostilità contro il conte di Fon- le condonate offese sotto pena dii5,ooo
di, che però restarono sospese per la det- fiorini d' oro. Il comune si fece garante
ta desolante peste, che dal i 348 per un del convenuto, e si obbligò d'aiutar gli

continuo triennio fece crudelissima stra- offesi contro gli aggressori colla forza e
ge degl'italiani. Crescendo le usurpazio- coll'armi, sottomettendosi i Savelli pie-
ni nello stato pontificio e i tumulti di Ro- namente alla protezione di Velletri e de'

ma, per reprimerli e riconquistare l'oc- suoi magistrati. In quell' epoca Velletri
cupato,neh 353 Innocenzo VI spedì da avea un certo ascendente sui circostanti

Avignone per legato il celeberrimo cardi- paesi e castelli, e spesso s' interponevano
nal Albornoz, insieme coll'ardito Cola di i veliterni per conservar la pace fra' ba-
Rienzo, il quale colla sua facondia pro- roni confinanti. E il Nibby dice che nel-
metteva di tutto calmare. Nel 1 3 54 Rien- lo stesso anno due veliterni furono me-
zo fatto senatore di Roma cominc'ò ad diatori fra vari potenti romani e Giorda-
esercitare crudele giustizia contro i prin- no Peronli di Terracina, per la reputa-
cipali signori di Roma, meditando la ro- zione che godevano presso i vicini. Ap-
vina de'Colonnesi, anche perchè Stefano prendo da Vitali, che neh 358 7 rifor-
i

di tal famiglia gli ricusava ubbidienza e matori della repubblica romana vicari del
uvea fatto scorrerie nel territorio roma- senatore ordinarono a'Mancini veliterni,
no. Questi fortificatosi in Palestrina,Rien - per testimonianze d'una lite de' monaci
zo dal campo di Tivoli (/^'.) si recò ad di s. Alessio, di presentarsi avanti An-
assediarlo strettamente coniooo soldati gelo di Cantalupo giudice della curia di
romani, e il popolo di Velletri e di Tivoli Velletri. Non pare esatto il riferito dal
tutto in arme, oltre molta gente de'vici- Rinaldi e dal Nibby, che non potendo i

ni luoghi. In breve tempo, preso tutto il veliterni sopportare il giogo loro im-
territorio, e occupata buona parte della posto da'romani nell'invio del podestà, e
città fu mandata a sacco e rovina, rima- profittando della rivolta accaduta in Ro-
nendo intatta la sola parte superiore. Nel- ma i362, ricusarono di riceverlo o
nel
V 8.° giorno fu perchè
sciolto V assedio ,
l'uccisero, non essendovene memoria in
i veliterni e erano venuti fra
i tiburtini Velletri. Però non sembra del tutto in-
di loro in gravi competenze , e temevasi veridico, perchè la città inviò neh3G3 al
che nell'esercito si levasse qualche tumul- nuovo Papa Urbano V in Avignone il

to; e perchè Rienzo sospettava che il fa- nobile Simmarda per ambasciatore, il

moso fr. Morreale capitano di ventura lo quale rappresentò esser Velletri invol-
gli

volesse uccidere, macchinazione scoperta ta in molte miserie per le guerre soste-


dalla sua serva, per cui lo fece decapita- nule contro il conte di Fondi, e per le di-
re in Roma neh 3 54- Pelrini nulla dice scordie che aveansi col popolo romano
della rovina di Palestrina, che anzi dal- per l'elezione del podestà e del giudice,
la parte della montagna senza molestia la quale aveano usurpato con danno del-

entravano e uscivano uomini e vettova- la pubblica tranquillità. E ciò accadeva,


glie. Continuaudo il fantastico Rienzo le perchè i romani vendevano quegli uffici,
ag» VE L VEL
dal che nascevano estorsioni e oppressio- Avignone, a Daniele de'marchesi del Car»
ni. Laonde per tanfi e sì gravi disastri, la retto priore gerosolimitano e rettore di
città implorava dal sovrano conveniente Marittima e Campagna. Finalmente nel
rimedio, e fu benignamente esaudita con 1 37.4 tanto romani che i veliterni infa-
i

due brevi. Ma siccome il cardinal A Ibor- grandi molestie cagionate da


stiditi dalle
noz non gli die quell'esecuzione che si sìlunghe discordie, trattarono e conclu-
sperava, i veliterni rinnovarono al Papa sero amichevolmente la pace, sulle dille-
le loro suppliche, ed egli ripetè le ingiun- renze nate per le convenzioni del 1 3 1 1 e
zioni al cardinal legato. Allora questi im- i34"2. Fu stabilito a' 18 aprile pel tem-
prese a trattar la pace fra'romani ei ve- po avvenire, che 1' elezione del podestà
Jiterni, ma con
poco successo pel reciproco dovesse farsi per ogni 6 mesi dalla città
odio nudrito dalle continue ostilità scam- di Velletri, e confermarsi dal popolo ro-
bievoli, con danni e offese, dopo la guer- mano, a riserva solo de'4 semestri allora
ra dichiarata da' romani a Velletri e a' prossimi, ne'quali cedevasi tale elezione
baroni. Intanto Enechino Bongardo con a'romani , e nel rimanente si conferma-
una compagnia d'armati ponendo a fer- rono i capitoli e la convenzione fatta nel
ro e fuoco, e predando le terre de' roma- l342 in occasione della guerra del con-
ni e de' collegati , coli' intervento d* un te di Fondi , e condonaronsi d' ambo le

commissario apostolico, stabilirono ro- i parti le pene incorse. In sostanza si sti-


mani co'due sindaci veliterni l'i otto- 1 pulò: Che il podestà nulla possedesse in
brei364 a li'egua d'un anno, sotto pe-
' Velletri, fosse contento di 3oo libbre di
na di multe e censure a'trasgressori. In provesini e della metà de'danni dati, do-
questo trattato venne compresa Sancia vendo tenere il notaro forastiere, 6 fami-
Caetani vedova di Stefano Colonna, che gli e 1 cavalli; che non si potesse appel-
co'figli erasi fortificata in Galestrina, ed lare dalla sua sentenza, se non trattavasi
unita in lega eo' veli terni contro i roma- di somma maggiore di x5 libbre; che la
ni. Indi i veliterni deputarono i nobili città non fosse gravata a comprare sale,
Oori e Ventura a presentarsi al cardinal nèa darealtro provento a'grascieri e giu-
Albornoz per stabilire una durevole pa- stizieri di Roma; che avesse libera l'eie-
ce. I medesimi furono autorizzali a umi- zionedel giudice, purché fosse dottore ro-
liarsi a Urbano V, che mosso dalle cala- mano; che nel rimanente Velletri godes-
mità de'suoi sudditi, a' 16 ottobre erasi se della libertà de'suoi statuti e privile-
portato in Roma, per pregarlo a confer- gi. Non deve meravigliare se Velletri fa-

mare le libertà veliterne e impedire le ro- ceva fronte a'romani, potendosi conside-
mane gravezze, per le quali le sospese o- rare di forze eguali, poiché la popolazio-
stilila eransi ricominciate, per cui i veli- ne di Roma ridotta neh 198 a 35,ooo,
terni furono poi assolti in più di 4oo per per l'assenza de' Papi non giungeva alla
aver danneggialo il territorio romano; co- metà. Ma se cessarono tali disastri, rima-
me pure recato gravi danni ad Albano nevano le turbolenze interne, e una spe-
con saccheggi di varie abitazioni e de' cie di guerra civile che disturbava la cit-

monasteri di s. Paolo e delle monache di tà. Da due anni innanzi eransi suscitate
fi. Maria Rotonda , oltre il sacco del ca- in Velletri due contrarie fazioni appellate
stello di s. Pietro in Formis , allora di de lupi e delle pecore, o divisione di par-
detta diocesi, per cui soggiacquero a lite tito guelfo e ghibellino. I faziosi combat-
gravissima pel reintegro di tanti danni. tendo fra loro riducevano in un'estrema
Il Papa con molta efficacia scrisse in fa- calamità la popolazione intera. Continua-
vore de' veliterni nell'agosto 1370 da mente accadevano uccisioni, rovine di ca-
Monte Fiascone e prima di partire per se, sterminio di possessioni, prede di he-
V E L V E L acj3

tirami e «lire insolenze. L'uno e l'altro glio i 378 die una sanguinosa rotta a'ro-

parlito averi seguilo grande di nobili e titani a ponte Salario; ma questi riunite

di popolani; e spesso vi s'intromettevano le forze raggiunsero i bretoni nel terri-


i baroni circonvicini. In queste critiche torio di Manno nell'aprile 1
379, ed in

circostanze furono fabbricale delle torri quello di Nettuno nel marzo i38o li bat-
in città per fortificarsi e difendersi, ed terono e fugarono. I bretoni per questa
ancora ne restano alcune. Nel i374stes« disfatte si posero al soldo d'Onorato Cae-
so, per opera d'alcuni pacifici cittadini e tani contedi Fondi. Questo ribelle scomu-
de'pacieri eletti dal magistrato, fu ristabi- nicato infastidiva co' suoi armati i paesi
lita la pubblica tranquillità. A' 17 gennaio fedeli al Papa. Mosse più volte le sue
1 877 Gregorio XI consolò Roma con ri- truppe sopra il territorio veliterno; scor-

slabilirvi la residenza pontifìcia; ma mo- reva la campagna ,


predava bestiami e
rendo neh 378, contro il successore Ur- vettovaglie, con frequenti uccisioni di ve-
bano VI si ribellarono cardiuali france- i literni. Il comune spedì ambasciatori al

si, inclusivamente al cardinal Latger ve- senato di Roma, esponendo il pericolo in

scovo veliterno. Portatisi ad Aiutgni e cui era per cader la città, i gravissimi dan-
quindi in Fondi, presero a soldo 1 200 ca- ni che riceveano dal conte e da' bretoni,

valieri bretoni che aveauo accompagnato che stanziavano a Ninfa poco lontana da
a Roma il Papa defunto, e trassero al Velletri. Promise il senato di mandare a-

partito loro il conte Onorato Caetani già iuto, ma questo ritardando, la città si ar-

rettore di Marittima e Campagna. 1 car- mò, prese nel i38i a sua difesa uu capi-
cimali faziosi scismaticamente depostoUr- tano forastiere in Annibale Strozzi fio»

bano VI, a'20 settembre elessero Tanti- rentino, che trovavasi a Tivoli, coti ani-
papa Clemente VII, dando così principio pia facoltà. Dispiacque a'romani tale «cel-
ai grande e pernicioso Scisma (^.) d'oc- ta, enon potendone ottener la revoca, ve-
ndente nel quale fedeli si divisero in
, i derido il bisogno estremo di Velletri cor-

due Ubbidienze (!'.); poiché il pseudo sero a soccorrerla e rinnovarono la con-


Pontefice recatosi in Avignone vi stabilì federazione. Eransi intanto i bretoni for-
una cattedra di pestilenza. Di tale sacri- uu colle vicino alla città un mi-
tificati in

lega elezione il conte di Fondi ne die su- glio e mezzo circa fuori di porta Napole-

bito parte a Velletri, esortando i cittadi- lana, onde prese il nome di colle de'Brit-
ni a rallegrarsi e riconoscere per successo* ioni che porta, e perciò i cittadini erano
re di s. Pietro Clemente VII; come avea impediti di recarsi alla campagna : i be-
fano scandalosamente il vescovo cardinal tirami parte li tenevano in città e parte
Latger per cui alcuni veliterni ne se-
,
verso il vicino monte, ove nemmeno era-
guirono l'esempio. Venuto di ciò in co- no sicuri. Spesso venivano condotti pri-
guizione Urbano VI , dopo aver scomu- gioni de' veliterni, e sembrava non potersi
meato l'antipapa e i suoi aderenti, scris- rimediare a tanto disastro. Combatteva-
se al popolo di Velletri, acciò si prowe- no di frequente control bretoni capita-
desse alla mancanza de'traviati con farli nati dallo Strozzi, e quasi sempre colla
tornare alla sua ubbidienza. Così avven- peggio. Il popolo intimorito desiderava lu

ne, e Velletri mantenne sempre costati-


si pace col conte di Fondi, ma non essen-
te nell'ubbidienza d' Urbano VI, da cui dovi speranza d'ottenerla, risolse di far
non valsero a rimuoverla uè le persua- un forte tentativo, e d'assaltare animoso
sioni, né le minacce del conte di Fondi, il nemico, per evitare il pericolo di peli-
ne i continui insulti e uè le scorrerie del- rea fil di spada se avessero i bretoni espu-
la cavalleria bretone. Questa truppa leu- guato Ja città. Pertanto a' 7 dicembre
tò d'assediare anche Roma, ed a' 16 lu- j.38.2 sul levar del iole, tutto il popolo
a 94 V EL VEL
armato di balestre e altre armi sì scagliò usci dalle porle della città col clero e co*
sul nemico, e combattè con tanto valore, divoti rei itemi, e pregare Dio per la sal-
die iu breve ibretoni furono vinti, sba- vezza del suo gregge. A un tratto, oscu-
ragliati e posti in fuga, ritirandosi a Nin- ratosi il cielo, scagliò sopra gli assalitori
fa e altre terre vicine. Contribuì alla vit- un nembo procelloso di grandine e piom-
toria l'improvvisa e terribile tempesta bo, che ne fece orribile strage. Tanto e-
di grandine, simile a grosse ghiande, che spresse il pittore Zapponi nel quadro e
uccise molte di quelle genti. Questo pro- con quella maestria che artisticamente
digio fu attribuito a Geraldo vescovo
s. rilevò, parte a parte, il suodegnoconcit-
veliterno, a cui aveauo ricorso citta- i tadino. Perlaquale prodigiosa liberazio-
dini, e perciò quel giorno fu osservato ne di Vellelri, il santo vescovo dopo mor-
per festivo, e preso il santo per protetto- to ne fu acclamalo protettore, ed a spese
re poi gli eressero una cappella nella cat- del comune fu innalzata la detta cappella.
tedrale. Jl Borgia riporta la tradizione e Mentre Vellelri sperava godere qualche
molte testimonianze, che la grandine fos- anno di pace, Fabrizio Colonna ruppe
semiracolosamente di piombo. Il Dauco quella fatta col padre nell'anno 1 383,
riferendo le notizie di s. Geraldo, aggiun- ed unito col fratello del re di Francia
ge che simili ghiande di piombo furono mandato in Italia dall'antipapa con 3ooo
pure trovate a Campo Morto, forse pel cavalli a perseguitare Urbano VI, fe-
combattimento ivi seguito , che alla sua ce sul territorio veliterno grossa pre-
volta narrerò. Rigetta poi i racconti che da di bestiame, e imprigionò circa 8q
tal pioggia di grandine avvenisse nel 5g6 cittadini nella campagna e li condus-
nell'assedio posto alla città da Agilulfo re Genazzano. Si ten-
se nella sua rocca di
de'longobardi, ovvero contro l'esercito de' ne un generale consiglio, in cui si stabi-
saraceni, che venuti dal mare tentavano lì un armamento eleggendosi a capitani

d'impadronirsi della città, con aperta con- Paolo Paulozzo per custodir la città, e
traddizione, avendo egli provato che s. Francesco d' Alitino per assalir i nemici
Geraldo soltanto resse questa chiesa dal e assicurar la campagna. I romani s'in-
1072 al 1077, onde non era fiorito a tromisero a fare restituire la preda e IU
quell' epoche. Ma pel nuovo quadro del- berarei prigionieri; e nel 1 385 per auto-
la cappella comunale di s. Geraldo (ar- rità de' riformatori della pace di Cam-
chitettata del cav. Francesco Fontana pidoglio, si ordinò che in Vellelri non ar-
nella cattedrale, e di recente bellamente dissero d'entrare cavallerie, né si ricettas-
restaurata), la cui illustrazione ho accen- sero i baroni senza il permesso di tutto
nato parlando della cattedrale,quantoal- il popolo. Il conte di Fondi vedendo le
la qualità de'nemici,opinò ilcapitolodel- cose dell'antipapa a mal partito, e stanco
la medesima che fossero i saraceni, secon- da tante ostilità, colla mediazione del
do la più probabile patria tradizione, che popolo romano si pacificò cou Velletri.
all'epoca del secolo XI tornarono a infe- Ne' capitoli della concordia si conven-
stare queste contrade. Avendo promesso ne Che il conte non molesterebbe be-
: i

di riparlare della rappresentazione e pre- ni e le persone del comune; che s'inten-


gi del quadro, colla descrizione da ultimo desse rotta la pace, ogni volta che si olfem
fatta dal eh. Basilio Magni, dirò con lui. dessero 6 uomini o più; che i bretoni a'

A' saraceni si attribuisce il feroce assedio suoi stipendi non avrebbero offeso il co-
patito da Vellelri, che la ridusse agli e- mune, il quale sarebbe avvisato dovendt
stremi, nel vescovato di S.Gerardo, il qua- essi partire per munirsi. Il conte preten-
le durò dal 1072 al 1078. In tal fran- deva d'esser riconosciuto rettore di Ma-
gente, il saulo vestito pontificalmente rittima e Campagna, come nuovamente
V EL VEL 295

a ciò Jeputato dall'autipapa,ma i veliter- Irò Velletri. Poiché partito il Pontefice


ni si rifiutarono, e solo l'avrebbero ub- da Roma, i romani ripresero la primie-
bidito se tale lo dichiarasse Urbano VI. I ra libertà e licenza cacciandone i suoi
romani in occasione eli delta interposi- ministri. In quest'occasione Paolo Con-
zione, a' 29 settembre i38g aveano sti- ti allegando che da' veliterui fosse stato
pulato alcuni capitoli co' veliterui, ne' saccheggiato il suo, portossi con buon
quali conveuue: Che Velletri riceves-
si numero di gente armata
danni di Vel- a'

se col solilo onore il podestà romano; die letri, facendo scorrerie, prede e uccisioni,
i romani operassero per la pace o per una massime nelle campagne. Nel 1397 si
lunga tregua col conte diFondi,e se non vi adunò in città un parlamento generale
riuscissero ai unirebbero a guerreggiarlo per provvedere a questo disastro, e fu-
co' veliterni ; che si perdonassero scam- rono eletti 2 capitani ; ma in breve seda-
bievolmente danni e le ingiurie ; e die
i ta la discordia, si ristabilì l'antica amici-
per l'osservanza de' capitoli vi fosse la zia e Con-
confederazione tra Velletri e i

10,000 fiorini d'oro. Quando


inulta di ti.Fin qui il Bauco. Ma io già dissi col
Urbano VI esprimeva il dispiacere che Ralti, Della famiglia Conti, e superior-
uomini perversi seguissero lo scisma, e mente, che in principio Urbano VI fu fa-
si disponeva a concedere grazie e favori vorevole a'Conti, affidando loro il gover-
a Velletri, la morte lo rapì a* i5 otto- no e le rendite di vari castelli, fra' quali
bre. Il successore Bonifacio IX, d'alti spi- leggo Lariano, e poi nella detla epoca tut-
riti, volle in quelle turbolenze ricupera- to loro ritolse. Di più. trovo nel medesimo
re 1 domiuii usurpali alla s. Sede, indù-* Batti, Storia di Ganzano, p. 26 e 1 1 r,
sivamente al castello di Lariano occupa- un documento di
399, Bonifacio I X del 1

to da un barone suo nemico. A tal uopo in cui si una ca-


dice, die Lariano era
inviò a Velletri un commissario per vigi- stellala dalla quale dipendeva Genzano
lare all'impresa nel 1894, con breve di- e la Riccia, feudi de'Sa velli, veuendo Gen-
retto al comune onde animare il popo- zano, a cui era congiunta laRiccia, distac-
lo ad eseguire quanto desiderava. Non si calo, sottoposto e unito a quella di Ma-
conosce l'accennato barone; forse fu Ni- rino. E a p. 1 19 che le rendile della guar-
colòColonna partigiano dell'antipapa, per- diana di Lariano, Bonifacio IX nel 1404
chè nel i4oo pare che abbia mossa guer- assegnò monastero delle Tre Fontane.
al

ra a Velletri per questa causa. Dauco cre- Accennato tutto questo, osserva il Nibby,
de probabile che allora Lariano fosse oc- die Lariano era divenuto proprietà de*
cupato dalla famiglia Conti, quali fino i Savelli, e che Bonifacio IX volendo ri-
dal 1226 aveano delle ragioni sul terri- cuperarlo esortò Velletri a porre in ope-
torio, e sotto Urbano VI Ildebrando e ra tutte le sue forze per otteuerne lo sco-
Adiuolfo Conti prendevano i frulli di po, e sembra che l'impresa sortisse buo-
Lariano. Quel Papa nel 1 388 avea com- no elfetto. Dunque pare, che il Savelli
messo a Nicola di Lauro (o Valeriauis fosse quel barone nemico di Bonifacio
di Piperno) di ricevere da' detti Conti IX. Stabilite le cose di Roma in piena
il possesso d' Alatri e Segui, e de' castel- soggezione del Papa, questi vi tornò, ed
li di Paliano e di Lariano, e di ritener- i veliterni di ciò congratulandosi, gli e-
li buona guardia e custodia. Forse
in sposero i bisogni della città e le novità
nellamorte d'Urbano VI Conti ritor- i fa Ite da' siccome una delle ca-
romani. E
narono in possesso di Lariano con dispia- gioni delle continue discordie fra' roma-
cere di Bouificio IX; e forse da que- ni e veliterni era l'annuo pagamento di
st'impresa di Lariano avranno avuto o- 1000 libbre, che i romani pretendevano
ligi ne le rappresaglie di Paolo Couli eoa- ptr esservi stalo ferito iu Velletri un lo-
296 VE L V EL
io commissario nel 1398, Bonifacio IX giche misure per difendere mi- la città,

liberò in perpetuo Velletri da tale impo- nacciata dal re di ferro e fuoco,


romani i

sizione l'8 agosto c4oo. Nel precedente avendo inviali 100 finii. Ma pervenuta
avea fatto vescovo di Cefalonia Grego- Ostia in potere di Ladislao, romani a i

rio Gori veliterno, arciprete della catte- lui si dierono. per cui i veliterni si videro
drale; mentre in Roma era luogotenen- costretti a ricevere le sue genti, premu-
te del senatore Angelo Alaleoni rettore nendosi con un salvacondotto regio on-
generale di Marittima e Campagna, e lo de evitarne le violenze. Da Roma con di-
ricavo dal Compagnoni, Reggia Picena, ploma de' 17 giugno r4o8 Ladistao spedi
p. 3 ig. Erasi sino alle discorse epoche il' veliterni un diploma di conferma a' lo-
conservata libera inVelletri l'elezione del ro statuti e usi; e con altro de'4 dicembre
podestà, e solo limitata nel i374da'ro- 1409 da Salerno concesse a'velilerni l'e-

mani onde dovesse eleggersi un cittadino senzione de'dazi da lui imposti e da im-
romano da confermarsi in Roma. Ma a- porsi, ordinando che ogni 6 mesi conti»
vendo Bonifacio IX richiamato a se l'au- nuino i cittadini a eleggere gli ufhziali,

torità pretesa dal senato romano, usan- coll'inlerveuto del podestà per sua parte.
do del pieno suo diritto d'assoluto prin- In quest'epoca si estinsero in Velletri, per
cipe,deputò per podestà di Velletri a' opera del regio podestà Sillano Pignattel-
12 aprile 3g8 Paolo de Maleozzi dot-
l li napoletano, e con quella d'un religio-

tore iu legge, e cosi troncò le romane pre- so francescano secondo Theuli, le fazio-

tensioni. I baroni circonvicini a Velletri ni delle pecore e de' lupi, che per tanti
pon sapevano astenersi dall'uso delle ar- anni l'aveano travagliata colle guerre ci-
mi e dalle pubbliche violenze in que' in- vili, e così le fu restituita completamen-
felici tempi, uè la città potè goder quie- te la pace. A togliere a'partiti qualunque
ta nella religiosa ricorrenza armo dell' aderenza o protezione de' baroni, si for-
santo i4oo, perchè il ricordato Colonna mò un rigoroso statuto proibitivo d'al-
o per la rocca di Lariano o per altro mo- loggiarli nelle proprie case senza licenza
tivo inlimò guerra a' veliterni. Questi de'signori nove, e di tenerne sulle porte
assoldarono l'opportuna gente, e invoca- l'armi gentilizie. Ladislao nel tempo che
rono soccorsi dal Papa, che probabilmen- dominò Roma si portò più volle a Vel-
te colla sua autorità pacificò i veliterni letri, ed abitò una casa verso ponente, di
e i i4o4 divenuto Papa
Colonnesi. Nel cui il Landi lasciò memoria ue'mss. Frat-
Innocenzo VII il popolo romano di nuo- tanto lo scisma sempre più imperversa-
vo pretese l'annue 1000 libbre da cui va : all'antipapa in Avignone era succe-
era slata assolta; ma a lui ricorrendo i duto fin dal i3g4 l'ostinalo Benedetto
veliterni,confermando il Papa l'esenzio- XIII. Ad estinguerlo si celebrò il fa-
ne del predecessore, romani si tacquero.
i moso Sinodo i4°9j ove si de-
di Pisa nel
L'ambizioso Ladislao re di Sicilia di qua pose tanto l'antipapa quanto il legittimo
dal Faro, sempre aspirando al dominio Gregorio XII; ed elettosi Alessandro V,
di Roma e d'Italia, nel 1407 sotto Gre- la divisione dell'unità de'fedeli restò mag-
gorio XII rinnovò isuoi tentativi per oc- giormente scissa, con seguire 3 ubbidien-
cupare B.oma, facendo scorrerie ne' din- ze. Velletri segui quella dell'eletto, ab-
torni. Tentò pure di sorprendere Velletri, bandonando l'anteriore di Gregorio XII.
mediante alcuni cittadini guadagnati da ludi Alessandro V scomunicò e privò del
lui, della fazione de' lupi, che col più ne- regno Ladislao, quale usurpatore de'do-
ro tradimento eransi proposti di saccheg- minii della Chiesa e aderente a Gregorio
giai la e dargliela in mano. Scoperti gl'ini- XII; ma morendo poco dopo nel i4 ,0 i

qui, furono perseguitali, e si preserpener- gli fu sostituito Giovanni XXIII iu Bo-


VEL VEL 297
logna, da dove i cardinali di sua ubbi- tenuti e stipendiati a spese de' cittadini.
dienza lutto parteciparono a Velletri con Che dovesse inviare a' parlamenti gene-
letterade'iy maggio. Mi duole che l'ot- rali della provincia un sindaco. Che tut-

timo e dotto sacerdote Manco chiami an- ti gli appelli delle cause tanto civili quan-
tipapa un Gregorio XII (F.). Recatosi tocriminali al medesimo rettore si devol-
in Roma Giovanni XXII pubblicò la cro- 1 vessero (ma nell' esenzione di Bonifacio
ciata contro Ladislao quale usurpatore Vili, che qui par dimenticata dal Bau-
del regno, persecutore della Chiesa e se- co, quel Papa soltanto assolse i veliterni

guace di Gregorio XII. Il versipelle prin- d'essere costretti dal rettore di portarsi
cipe, per conservare il regno, tosto abban- all'esercito o alle cavalcate fuori della
donò il virtuoso e legittimo Gregorio XII, provincia j ed al rettore conservò l'ap^
e si sottotnisea Giovanni XXIII, median- pello legittimo, e d'ingerirsi nell' ammi-
te trattato di pace de' 5 giugno i 1 4-1 2- Ve- nistrazione della giustizia, se negligenti
ramente in tal giorno d re in Palatio s. gli ullìziali veliterni. Tanto aveano rife-

Petri emanò un diploma in favore di Vel- rito prima di lui anche Theuli e il Bor-
il

Ietti, come imparo dal cardinal Borgia. gia). I veliterni fecero grandissime istan-
Breve istoria del dominio della Sede a- ze a Giovanni XXIII per essere liberati
postolica, p. 1 88. Dal canto suo Giovanni da questa soggezione, per abitare una cit-
XXI II abbandonò Lodovico II d' Angiò, tà tanto vicina a Roma, e dimostrando-

che con bolla avea riconosciuto per legit- gli la continua fedeltà alla s. Sede, le gra-
timo re del regno di Sicilia di qua dal vissime spese fatte per gli armamenti, e i

Faro. Ladislao avea nominato rettore di danni eccessivi sofferti nella guerra con-
Marittima e Campagna o suo vicegeren- tro Ladislao. E Giovanni XXI li a tutto
te Giacomo d' Aquino conte di Satriano. condiscese con breve datum Romae apud
E Giovanni XXI 1 1 conferì il rettorato al s. Petrum, a'i 5 oltobrei4i 3 (temo sba->
cardinal Rinaldo Brancacci. Per allora gliato il mese, e forse dovrà di non poco
Ladislao abbandonò tutti i luoghi che in anticiparsi, perquanto vado a narrare),
queste parti avea usurpato, e solo riten- interamente esentando Velletri dalla di-
ne Sezze come di molta importanza, pro- pendenza del rettore della provincia.
mettendo restituirla previo sborso di ri- Ladislao non pensando ad altro, chead
levante somma. Giovanni XXIII per ri- eludere eziandio Giovanni XXII I, rotto
cuperarla, chiese a Velletri iooo ducati il trattalOjCon un esercito sorprese Roma
d'oro, e fu contentato con 65o, ad onta a'i5 giugnoi4<3, e lo costrinse a fuggi-
dell'esausto erario comunale pe'continui re co'cardinali. Nello stesso giorno con am-
dispendii per le guerre e carestie di que' plissimo diploma datum Romae in Pala-
torbidi tempi; protestando però il pode- tio s. Petri, in cui si die l'ampolloso tito-
stà , il giudice e i signori nove, che ciò lo d' Illustre Illuminatore di Roma, con-
non pregiudicasse a' privilegi della città. cesse a'veliterni indultoe remissione di pe-
Narra il p. Casimiro da Roma, che Ric- na meritata per qualunque delitto com-
cardo Annibaldi de'signori della Molara messo , contro qualsiasi persona e anche

s'impadronì nel 4 2 di Lariano e di Ne-


i • contro il popolo romano, eziandio di le-
nu castelli della Chiesa, fu indi carcera- sa maestà; ed ordinò al podestà e suoi uf-
lo, e Giovanni XXIII il i.° dicembre lo ficiali di mantenere gli statuti della città
fece uscire, restituendo Lariano e Nemi. e di osservarli; in fine confermando ad
Erasi introdotta una consuetudine , che essa tutti 1 privilegi pontificii. Ladislao
Velletri ad ogni ordiue del rettore di Ma- morì nell'agosto 4< 4> liberandolo stato
1

rittima e Campagna dovesse mandare della Chiesa da un infestissimo oppresso-


«Il esercito pò i'uuli e 6 cavalli, tulli man-
ì re, lutauto a terminare lo scisma si adu-
a9 8 V E L VEL
nò il Sinodo di Costanza, in cui Gregorio reprimere i ribelli, e deputò legalo del-
XII virtuosamente rinunziò il pontifica- l'impresa il celebre e valoroso vescovo Vi-
lo, lo spergiuro Giovanni XXIII fu de- tedeschi poi rettore di Marittima e Cam-
posto, e l'antipapa Benedetto XIII di- pagna e indi cardinale, severo e acerrime
climi ato ostinato scismatico e deviatodal- nemico de'Colonnesi. Le milizie pontifi-
la fede. Perciò non scrisse bene il can. cie s'impadronironodi Zagarolo, Palestri-

Bauco dicendo: Giovanni XXIII rinun- na, Albano, Civita Lavinia e Castel Gan-
ziò, Gregorio XII e Benedetto XU1 furo- dolfo. Vi rimaneva il castello di Larianc
no privati del pontificato. L'ri novem- o Ariano, ch'era ben fortificato, assai mu-
bre 1 4-1 7 coll'elezione di Martino V Co- nito, e cou diligenza difeso da'Colonnesi.

lonna cessò il deplorabile e lunghissimo Ferinaronsi all' assedio di questo forte


scisma. In tale anno il concilio di Costan- 4ooo uomini, dimorandovi 4 mesi senza
za avea dichiarato Alto Conti rettore del- successo. Dovea il comune di Velletri
le provincie di Marittima e Campagna, ca- provvisionare questa truppa di denaro,
rica quasi ereditaria nella sua famiglia di grasce e d'altrecose necessarie. Andan-
per alcune generazioni, come notai nel do l'impresa a lungo, i veliterni per to-
voi. XVII, p. 74- Nel i4 2 4 furono rin- gliersi da tante spese, si offersero al car-
novati i capitoli fra Roma e Velletri in- dinal Condnlmieri camerlengo di dar l'as-

torno al podestà e ad altri particolari; fu- salto alla fortezza; il che fu loro accorda-
rono ancora rinnovati i confini , e si ac- to con larghe promesse. Si presentaronc
comodarono le differenze pel castello di coll'Annibaldi al cimento 8oo volontari
Lariano, che Nibby dice tornato in pote- cittadini, i quali animati da valore e ir-

re de'Colonnesi nel pontificato del paren- ritati pe'ricevuti danni, appena giunsen
te loro Martino V. Morto questi neh 43 t, sotto Lariano che l'assalirono con indi-
gli successe Eugenio IV , sotto il burra- cibile coraggio e in breve lo presero. En-
scoso pontificato del quale Velletri fu a trati nel paese lo posero a sacco e fuoco,
parte de' tumulti e delle guerre, e sicco- e quasi tutto restò distrutto. Tutti gli u-
me ne portò il peso, cosi ne raccolse pu- bilanti colla guarnigione si rifugiarono
re abbondante fruito. Ribellatisi i Co- nella rocca. Pareva che i larianesi voles-
lonnesi e i Savelli, tra loro alleali, il Papa sero difendersi, ma sperimentata la bra-
li scomunicò co* loro fautori, privandoli vura e la fortezza de' veliterni nell'assal-

degli onori e dignità, e confiscandone le to, e sapendoli fermi di voler espugnare


terre. Fra queste coutavansi le fortezze di anche la rocca, e non avendo speranza
Lariano e di Faggiola, quella posseduta d'esser soccorsi da'Colonnesi, chiesero di
da'Colonnesi, questa da'SavelIi, Durante capitolare e fu loro accordato. Nell'otto-
l'inimicizia col Papa, gl'insorti baioni con bre 1 433 i signori nove deputarono com-
gente armata scorrevano e saccheggiava- missari per trattare con quelli inviati a Vel-
no le campagne di Roma e il territorio letri da Lariano, Pietro Mancini e Anto-
di Velletri, predando animali e uomini. nio Pancioni. Fra gli altri capitoli della

I prevedendo gravi disastri da


veliterni dedizione, fu concesso che tutti gli abi-
questa guerra, si prepararono a valida di- tanti potessero recarsi a dimorare in Vel-

fesa. Scelsero a capitano Paolo Annibaldi letri, colla franchigia da' dazi per 20 an-
della Molara, spedirono ambasciatori a' ni. A'26 ottobre 1 433 uscita dalla rocca

Conti per tenerseli amici, e rinnovarono la guarnigione e il castellano coll'armi e


1'antica confederazione col popolo della bagaglie, ed i larianesi colle loro sostanze,

città di Cori; e stando in guardia fuori e la truppa de' veliterni la die alle fiamme.
dentro la città. Il Papa assoldò 8ooo uo- Il cardinal camerlengo quindi con auto-
mini sotto la condotta di Michelelto per rità pontificia concesse e aggiudicò tal
V E L V E L 2 99

fortezza al comune di Vellelri insieme eoi Vellelri, il magistrato non risolvevasi ad


letti Iorio, incorpora tutolo al veliteruo, usar la forza per impedirlo, ma il popo-
dandone alla città il pieno possesso; e di- lo lo fece da se. Corse armato a Lariano,
poi il Papa lutto confermò con bolla del- fugò i soldati, cacciò gli operai, e gittò a
1*8 ottobre 44^, riprodotta da Banco co-
i terra tutto il nuovo fabbricato; indi fu

me onorevole per la città. Lo stesso in- custodito il castello diroccalo, per impe-
fortunio sperimentò la fortezza della Fag- dir qualunque innovazione. Ad onta di
gioia de' Savelli, la quale espugnala da' quanto fecero Colonuesi per ricuperata
i

veli ter ni fu incendiata e distrutta; ed il Lariano,nou riuscì loro finché visse Euge-
medesimo cardinale die il possesso del- nio IV. Questo Papa affezionatissimo a
la fortezza e del territorio al comune di Vellelri, gli concesse molte grazie e pri-
Vedetti. Si celebrava allora il concilio di vilegi. Egli con sua bolla ridusse il peso
Basilea, alquanta ostile a Eugenio Y on I , di 200 libbre di cera a 5o, che annual-
de pretta divenne couciliabolo. 1 Culon- mente doveasi presentare in Pioma dal
liesi interposero padri perchè stimavano
i comune veliteruo nella festa dell'Assun-
iiucevole alla loro casa l'inimicizia de've- zione di Maria ss. Concesse al consiglio la
literni. A' 17 dicembre 1 4^3 il concilio libera elezione del giudice, nou ostante
scrisse al popolo veliteruo esortandolo a qualunque convenzione fatta tra il popo-
pacificarsi co'Colotmesi; ma quando giun- lo e senato di Pioma, e il comune di Vel-
se la lettera ritardata, già erano eguaglia- letri. Ordinò ancora che si conservasse-
te al suolo la terra e rocca di Lariano. ro le giurisdizioni e gli statuti della cillà,
La città però, salvi i diritti e gli acquisti dichiarando appartenere al podestà , al

falli per ragione di guerra ,


procurò di giudice, agli affiliali di Velletri privati-
tornar in pace co'Colonuesi e conservar- vamente giudicare sulle cause di qualsi-
la,anche perchè poi adoperandosi di tor- voglia delitto, che nella città e nel suo
nare ingrazia d'Eugenio IV, bramava- territorio si commettesse, eccetto solo il

no la reintegrazione del confiscalo. La delitto di lesa maestà. Inoltre Eugenio


suddetta bolla di conferma con l'autori- IV promosse a vescovo di Capri fr. Fran-
tà del mero e misto impero et pò le sia le cesco da Velletri minorità, famoso lettore
rìadii, e il precedente atto del camerlen- di teologia, poi traslato a Gaeta. Fra il

go de'3o luglio, che allora era il cardi- terrilorio di Velletri e quello di Nettuno
nal Lodovico Scarampo Mezzarola già , esisteva una forte torre nel castello di s,

commissario apostolico nella suddetta Pietro inFormis, oggiCampoMorto. Que-


guerra e legato di Marittima e Campa- sto apparteneva a'Savelli coli' ampia te-
gna ritardarono perchè il Papa pe' tu-
, nuta di fertilissimi campi all' intorno.
multi de'Colonnesi partito da Roma nel Quel barone ne fu spogliato da Eugenio
giugnoi 4-34> uou v' ritornò che a'2 1 set- IV il quale ne fece dono al celebre ca-
,

tembfei443; 'a bolla contenendo anelli pitano AntouioRidi padovano, castellano


quanto riguarda Faggiola. Po>sedendo o prefetto di Castel s. Angelo di Routa.
Vellelri la lena di Lariano e il suo ter- Nelle circostanze di guerra il castello di
ritorio, il cardinal Prospero Colonna ni- s. Pietro in Formis era assai molesto a
pote di Martino V ruppe la pace pre^ , Velletri e cagione di gravi dispendi, per
tingendosi di tornarvi in possesso e ripo- guardarsene e difendersene. Eugenio IV
polarla , e di fortificare con nuove fab- con lettere del cardinal camerlengo de'
briche la rocca. Mandò a tal uopo un 12 maggio 445 ordinò a'veliteruiche fa
1

gran numero d' operai , che sostenuti e due mesi lo demolissero, il che fu subi-
guardali da una forte squadra di soldati, to eseguito. Velletri per la distruzione di
attendessero al lavoro. Ciò saputosi io tal fotte restò assai tranquillo, e di più
3oo VEL VEL
quando lenimento fu venduto al capi-
il sto «447- I veliterni ricorsero a Nicolò
tolo Valicano, che ancora lo possiede. Per V, ed esposero il diritto che aveano sul
Ja posizione topografica di Velletri ,
già castello, per averlo conquistato col pro-
notai i travagli e disastri ch'era obbliga- prio sangue, col dispendio di 9,5oo fio-
ta tollerare da'baroni, che d'ogni banda rini d' oro, e loro quindi confermato da
colle loro baronie necircondavanoil ter- Eugenio IV. Trovando il Papa giuste ta-
ritorio. E siccome ella dichiara tati ne- li ragioni, rivocò il decretalo a favore de'
mica a chi nemico fosse della s. Sede, le Savelli, ed a'i3 novembre 453 dichiarò 1

conveniva star sempre sull'armi per di- spettare a Velletri la Faggiola, onde tor-
fendersi, e per combattere contro detti i nò a possedere pacificamente il suo terri-
baroni, che per lo più erano a' Fa pi ri- torio e la fortezza. Non così avvenne con
belli. Né godè ella riposo e tranquillità Lariauo. I Colonnesi baroni più potenti
finché col proprio valore non abbattè e sempre tentandone la ricupera, nulla ot-
distrusse alcuni ricoveri di siffatti prepo- tenendo dalla città, conseguirono almeno
tenti baroni, e li tenue a freno col timo- da Nicolò V, che appena divenuto Papali
re di sue armi. Perciò Bauco dice che assolse, median te bre ve de'i3 agosto i448,
aiutireggimento è più nemico dell'uma- che fossero loro pagati 1000 ducati d'oro
na generazione, che il feudatario, poiché per le violenze usate contro gli armati e
i Fassallì(V.) avvilisce, e diritti mu- i artistimandati dal cardinal Colonna alla
nicipali disperde. Allorché Eugenio IV riedificazione di Lariano; il quale porpo-
dichiarò ribelli i Colonnesi ei Savelli, fu- rato perciò animato tentò più volte di
rono inclusi nella stessa sentenza anche ripigliare il castello, vi mandò altra gen-
Francesco eRuggero Caetani padroni del- te armata per cacciare dal territorio i

la foltezza d'Acquapuzza posta fra Ser- nuovi coloni, e vi fece portare una gran
moneta eSezze, la qualeil Papa neli44^ quantità di materiale per rifabbricarlo.
die in custodia a'velitei ni; indi il succes- Nel i455 divenuto Papa Calisto III, la
sore JN'icolò Va'22 dicembre i449 ,,e 01 * città nell'umiliargli ubbidienza, pe'depu-
«lino la consegna al suo commissario Lo- tali rappresentò i suoi diritti su Lariano
renzo Cecchi, e fu eseguita. Nate nuove e la Faggiola, e lo supplicò della confer-
conlese fra'romaui e i velilerui per l'ele- ma de' luoghi e di proibire a' Colonnesi
zione del giudice, che da Eugenio IV era che non più tentassero rifabbricare La-
siala concessa o piuttosto restituita libe- riano. Fu esaudita con breve de' 6 set-

ra alia città, in dettoanno si venne a con- tembre, ordinando sotto gravi pene, cht
cordia, e fu stabilito; che siccome Velie- ninno in quel luogo ardisse di rifabbrica
tri eleggeva 3 gentiluomini romani per re. Nel 1 4^6 dall'agosto al dicembre Vel
podestà, de' quali il popolo romano ne letri fu flagellata dalla peste, onde cit i

confermava uno, così dovesse il popolo ladini si sparsero per le vigne e ne' lue
1ornano eleggere 3 dottori, a uno de'qua- ghi vicini. Pio 11 fatto rettore di Marini
li la città dassela patente di giudice. Men- ma e Campagna il nipote Antonio Picco-
tre Velletri godeva pacificamente il ca- lomini e poi Gio. Antonio Leoncilli di
stello di Faggioia,deputaudovi il consiglio Spoleto già senatore di Roma, per me
un particolare governatore, morto Nicola delazione da Siena raccomandò per pc
Savelli aulico signore del luogo, di cui desta Giovanni Boccabella romano, e
per la da
ribellione n'era stato privalo cardinal Colonna profittando della lor
Eugenio IV, suoi figli implorarono da
i Iattanza del Papa di prepotenza nel 4 r '
>
-

Nicolò V, oltre il perdono, la ricupera di ricominciò la riedificazione della fortezza


Faggiola e dell' altre castella già confi- di Lariano, e con gran calore vi sollecitò i

scate, ed il Papa tutto accordò a' 3 ugO' lavori. Tornato Pio II in Roma, i trava-
VEL VEL 3ot

,
glint! veliterni gli fecero reclami, e furono na di Pescara, di cui anche nel volume
contentali; poiché considerando il Papa LXXXV1II, p. loo e seg.),com'erede del

che l'erezione della fortezza poteva fo- cardinal Prospero suo fratello mosse lite al

mentare disastri alla città e provincia, co- comune di Velletri, proponendo non solo
mandò nel «463 al cardinale la demoli- il libello d'ingiurie, ma ripetendo il pos-

zione degli edifìzi e fortificazioni. Ma es- sesso del territorio di Lariano come anti-
sendo caduto infermo il cardinale, la for- co patrimonio di sua casa. Pio II commi-
tezza fu consegnata come stava al cardi- se la cognizione di queste cause al sena-
nal Todeschini nipote del Papa, onde con- tore diRoma, che a' 8 luglio 4^4 P''°' i 1

servarsi per 6 mesi in deposito; ed intan- nunzio sentenza assolutoria a favore di


to il cardinal Colonna tosto morì a'^4 Velletri. Tuttavolta, morta Vittoria ,
i

niar70, lasciando erede Vittoria sua sorel- suoi eredi neh 465 suscitarono altre pre-
la evedova di Carlo Mala testa giù capita- tensioni per la ricupera di Lariano. Con
no generale del duca di Milano. Spirati approvazione di Paolo II fu eletto per
quindi 6 mesi, Pio II ordinò che la for-
i compromesso in arbitro dalle parti il car-
tezza si demolisse,con proibizione a chiun- dinal Guglielmo d'Estouleville vescovo
que di rifabbricarla (di che parlando il veliterno (secondo il cav. Coppi, o a'21
Piazza nella Gerarchi aCardinai hia , di- marzo 1 4?9 al dire di Bauco. Questa di-

ce che a'velletrani ordinò pure la demo- screpanza chiarirò col Borgia. La a. da-
lizione della rocca o fortezza vicina a Ci- ta appartiene all'altro laudo pronunziato
vita Lavinia, da 'medesimi Colonnesi con dal cardinale, sopra le differenze insorte
gran spesa fabbricata, potendo recare pre- fra Velletri e i signori di Nemi pe' con-
giudizio a Velleti'i; ed il simile nana il fini della Faggiola). Ordinò che la rocca
Theuli); per cui Velletri si obbligò con di Lariano col suo territorio per quanto
pena di io,ooo fiorini d'oro a non farvi pende dalla cima de'monli verso Velle-
nuove fabbriche , salvo solo il dominio e tri appartenesse a questa città, e per quan-

la proprietà cheaveadel luogo, e di paga- to si stende dalla parte opposta verso


re 5oo fiorini d'oro alla camera aposto- Rocca di Papa e Rocca Priora fosse de'
lica per rimborso delle spese fatte nella cu- Colonnesi, e che nelle sommità de'monli
stodia in tempo del deposito. Nel novem- si ponessero i termini divisorii pe'confini
bre dello stessoi463 i veliterni in nume- d'ambe le parti. Ordinò ancora che si

ro di 4oo armati, d'ordine pontificio si pagassero da Velletri 800 ducati, e proi-


diressero alla demolizione delle nuove for- bì si a'veliterni che a' Colonnesi di rifab-
tificazioni. In que' tempi tale fortezza si bricare in quel luogo castello o rocca. Il

reputava inespugnabile, come fabbricata cardinal d' Estouteville fu il i.° vescovo


sul monte di pietre quadrate e tutto mas- veliterno ch'ebbe dalla s. Sede il permes-
so al di dentro. Per hi sua elevatezza do- so e la giurisdizione d'usare iusieme l'au-
minava dal settentrione la provincia di torità spirituale e temporale sopra Vel-
Campagna, e dall'ostro quella di Marit- letri. Ma questa giurisdizione e autorità
tima: era provvista di due conserve d'ac- al principio non importava altro che pro-
qua assai copiose e lavorate con grande ar- tezione. Bene il mostrò il degno cardina-
tifizio,ed essendo poco comune l'uso del- le nel difendere le ragioni, privilegi e giù»
l'artiglierie era malagevole l'impadronir- risulzioni della città. Come uomo inte-
sene. I demolitori proruppero in alcune gro e prudente , compose le tante diffe-
proposizioni offensive a' Colonnesi , da' renze che agitavano la città, con soddi-
quali prese in mala parte cagionarono sfazione universale non solo per Lariano
contese. Imperocché Vittoria Colonna co'Colonnesi, ma nel 1
479 sopì le diffe-
(non si deve confondere colla raarcbesa- renze insorte fra Velletri e il baione di
3u2 V E L V E L
Nemipe'confinitVi Faggiola.Fuanrhege- ene commise l'esecuzione al cardine! Or-
tieroso e magnifico, adornò la città d'una sini camerlengo, clie per mezzodì-I suo
sontuosa fabbrica per comodo e abitazio- segretario die al comune di Velletri il pos-
ile de' vescovi presso la cattedrale, oggi ri- sesso del territorio di Lariano ni maggia
dotta in parie per uso del seminario, e r 4-7^- N*d '474 '' Papa scrisse lettere
partedonata per abitazione dell'arciprete molto efficaci ai podestà e al giudice di
della medesima. Invece dell'episcopio go- Vel!etri,acciòsi adoprasseroper estingne-
dono ora vescovi di Velletri il sudde-
i re afT-itto l'antiche fazioni, che sempre ri-

sci ilio appartamento nel pubblico palaz- pullulavano tra'principali cittadinì,intor-


zo: prima lo aveano come governatori di bidando e sconvolgendo la quiete della po-
Yelletri, ora come legali perpetui della s. polazione,il che riuscì felicemente. Nel
Sede. Fu Paolo II che con breve de' i3 pontificato di Sisto IV s'incominciò la
giugno i47° conferì la protetloria della proficua impresa di condurre l'acqua pe-
città di Velletri al suo vescovo prò tem- renne in Velletri da'monti dellaFaggiola,
pore, e ciò fece per togliere popolo io- al il Papa nel 1 47^ commettendone la cuci
mano quella poca parte che avea algover- al cardinal d'Eslouteville,come quello die
no della medesima per ;
cui eravi un con- avea tanto a cuore il pubblico bene, acciò
tinuo seme di discordie, di violenze e tal- vegliasse per ridurre ad effetto sì nobile
volta di guerre; perchè i veliterni sempre impresa; scabrosa e dispendiosa, di cui in

aspiravano ad una piena libertà, e roma- i diverse epoche s'intraprese il lavoro e poi
ni alla soggezione e dipendenza de'mede- sospeso, finché fu ridotta a compimento,
situi,onde fra'due popoli non poteva mai come poi dirò. Nel 1 47^ si sparse in qne-
snssistere stabile e sincera pace. E Paolo ste contrade terribile pestilenza, e Velia
li così troncò tulle le pretensioni de' ro- tri ne patì gravemente; disastro che si ab-
mani. Osserva il Dauco, che però tale prò- breviò pel solenne voto fatto al santuario
tettoria e patrocinio concesso a' vescovi di Loretoeon preziosa corona tempestala
veliterni, come suole accadere per I' in- di gioie di molto valore. Desiderando Si-
nata propensione che barinogli uomini di sto IV il bene e la tranquillila di Vellelri,
signoreggiare, passò ad un'ampia e asso- ordinò che fermi rimanessero i diritti del

luta autorilà di governo, accresciuta da podestà e giudice; gli confermò tutti i pri-

nna parte co'privilegi concessi ne' tempi vilegi e grazie concessi da'predecessori, gli

posteriori da'Papi a'cardinali decani, e statuti, e il possesso de'caslelli di Lariano

dall'altra colPabolire I'elezionedel pode- eFaggiola co'loro territorii. Nella biogra-


stà e del giudice, la quale in quell'epoche fia di tal Papa accennai la guerra insorta

e per molti anni appresso rimase libera a' tra lui e l'ingrato Ferdinando re di Na- 1

cittadini. Al popolo romano restò soloche poli, per aver questi preso le parti del du-
i podestà eletti al governo di Velletri do- ca di Ferrara feudatario della s. Sede, ed
vesserò essere del ceto della loro nobiltà, i luoghi ove ne ragionai. Qnisolodirò, die
de'quali la città ne eleggeva 3, ed uno di il re nel i 482 inviò contro i dominii poti-

questi veniva scello dal cardinal protetto- tifìcii il figlioAlfonsodùca di Calabria agi
re, ed il Papa lo confermava con suo bre- g,ooo uomini, compresa una forte colon*
ve;e questi prima di prendere possesso del- na di cavalleria; esercito composto in par-
la carica prestava giuramento di fedeltà in tedi turchi, chedopo ricuperato Otranto
mano del cardinal camerlengo di s. Cine- dalle loro mani, avea ritenuti al suo sol-
sa. Sisto IV mostrò molto affetto verso do. Frasi sparso tra* veliterni e la proviti-
Velletri, che fece conoscere concedendole eia indicibile spavento, anco perchè i Co-
molte grazie e privilegi. IVunarnentecon- lunnesi e i Savelli nemici di Velletri ade-
fermò il laudo del cai ditial d'Estouteville, ri vano al duca, oudecon apparecchio DJ»
VEL VEL 3o3
lilnre prepararono a difendersi dentro
si lo dall'alba durò sino a 21 ora , e gran

le aura, ed incalcolabili furono danni ri- i lode meritano i vincitori perchè pugna-
cevuti nel territorio.In aiuto del Papa ven- rono con numero duplicato di nemici. Il
nerogli alleati veneziani.capitanali daRo* luogo della battaglia chiamatasi s. Pietro
berto Malatesta di Rimini valorosissimo, in Formis,e prese il uomedi Campo Mor-
e giunsero a' 5 agosto. Il duca, respinte le
i to dalla grande strage. Nel dì seguente si
milizie pontificie, occupato Albano e Ca- die sacco al campo nemico, e siccome il
stel Gaudolfo, si avvicinava a Roma tutta felice successo in gran parte si attribuì al

costernata Le milizie collegate, ricupera- valore de'veliterni, Roberto che co'feriti


li que'luoghi, fermaronsi a Torreccbia, erasi condotto dopo la vittoria a Velletri,
piccolo castelloora distrutto a 8 miglia da a questa donò le bandiere nemiche, e una
Velletri; mentre Alfonso erasi munito e buona porzione dell' artiglieria rimasta
attendato fra tal città e Nettuno, distante sul campo. In Velletri furono condotti
jo miglia, aspettando i rinforzi per mare circa 5oo prigionieri, con 20 capitani e
promessigli dal padre. Roberto d'ordine molti uffiziali maggiori. Dopo due gior-
del Papa e di Girolamo Riariosuo nipote ni di riposo l'esercito pontificio partì da

e generale di s. Chiesa, invitò i editerai Velletri per Roma. Nello stesso tempo
a mandar 5oo de'loro soldati, e subilo fu- che poco lungi dalla città combaltevasi,
rono spediti , condotti da' loro capitani dentro di essa il popolo nella cattedrale
Censio Salvati, Giovanni Lerici, France- pregava fervorosamente Dio e ss. Poli- i

sco Nuticola , Ostilio Favate ,


Giuseppe ziano ed Eleuterio protettori, all'interces-
Scevola, Sante Santocchia e Andrea To- sione de'qnali si attribuì la celebre e se-
ruzzi, riuscendo di sommo vantaggio al- gnalata vittoria, la salvezza di Velletri e
l'esercito papale. Essi pratici del paese gui- di Roma; per cui Sisto IV Io dichiarò in
darono le truppe per vie non baltute,quin- un breve diretto a Velletri, ed in Roma
di inosservati e all' impensata circonda- eresse la Chiesa di s. Maria della Pace t
rono i nemici, e all'albeggiar de'2 i ago- il cui soccorso avea implorato. Il re ve-
sto I' esercito pontificio scagliossi contro dendo le sue cose a mal parlilo, si pose
il campo nemico. I primi a far fronte fu- in tutto a disposizione del Papa, e gli re-

rono i turchi, combattendo valorosamen- stituì Terracina e Benevento. Sisto IV


te; la mischia tra le parti si strinse con volendosi mostrare grato a'veliterni e in-
calore, per cui incerta pendeva la vitto- sieme animarli a mantenersi fedeli, larga-
ria. Si avanzò allora Roberto co' più pro- mente loro donò alcune possessioni di
di, fece retrocedere il nemico e lo strinse Cristoforo Savelli, cioè porzione di quel-
d'ogni lato. La cavalleria regia datasi al- le confiscategli per avere i suoi figli se-
la fuga, restati scoperti grande i turchi, guito il duca di Calabria (an-
partito del
ne fu la strage; onde Alfonso impotente che Colonnesi furono puniti), e furono:
i

sostenersi fuggì e fu sul punto di ca- la metà delle tenute e casali di Torre
der prigioniero, <e non lo difendevano 5o d'Orlando, Campo Leone, le Pentome, s.
cavalieri turchi. Contribuì alla vittoria il Maria Palombo, non che la metà di Tor-
cielo con dirotta pioggia the impedì al- re de'Gandoifi e di Nemi, oltre le case e
l' artiglierie nemiche di prender fuoco, orti che aveano in Albano. Di più esortò
mentre balestrieri, fra'quali buona par-
i
i veliterni a prender
l' armi contro Ar-
te et ano velilerni, usarono le loro balestre dea e Rocca Papa, castella d'Odoardo
di
con orribile danno de' nemici. Alfonso Colonna duca di Cave, che parimenti a-
giunto a Nettuno, salito un battello por- vea aderito al duca di Calabria, perchè
tossi a Terracina, ove raccolse gli avanzi tuttora que' paesi persistevano nella ri-
d^lio sbaragliato esercito. Il rombai ti meo-. bellione; pronielteodo loro , che dopo il
3o4 VE L V EL
conquisto l'avrebbe date in dominio aVel- Ne partì per Napoli aV) gennaio 1^9^,
letti con piena ragione di mero e misto conducendo seco il principe Zizini fra-
impero. Apprendo dal cav. Coppi, che al- tello di Bajazet II sultano de'turchi, per
tre terre furono tolte a'Colonnesi, fra le le future sue mire, accompagnato a ca-
quali Cave, ma non fa menzione de' ve- vallo al sinistro lato dal famoso cardinal
durava la guerra nel 4o"4> quan-
literni; > Ce»areBorgia ai civescovodi Valenza{Pr,\
do morì il Papa egli successe Innocenzo e figlio del Papa, in qualità di legato a-
Ville Alfonso duca di Calabria volendo postolico per 3 mesi, ma in verità guar-
occupare le ricchezze de' baroni del re- dato quasi come ostaggio. A'27 il re giun-
gno, questi ricorsero al Papa supremo si- se a Velletri , ricevuto con pubbliche di-
gnore e ne prese le difese, onde si ruppe mostrazioni di feste e luminarie; ma in
guerra: Colonnesi furono col Papa, gli
i un punto l'allegria si convertì in mesti-
Orsini col re. Il duca di Calabria e Ro- zia e spavento. Il cardinal legato temen-
berto Sanseverino si posero alla testa del do assai dell' intenzioni del re, pensò e
regio esercito, e nel declinar deli 485 de- cercò il modo di salvarsi colla foga tra-
solarono le campagne di Roma e questa vestito, ritornando in Roma, e gli riuscì

minacciarono. Alla custodia di Velletri colla cooperazione di 3 veliterni, benché


>enne Nicolò Caetani con alcune compa- le mura eie porte della città fossero cu-
gnie di cavalli; e perchè giornalmente nel stodite dalle guardie dell'esercito france-
territorio pi edavasi da'nemici, furono da se. Circa le ore 11 saputasi dal re l'eva-
per tutto rinforzate le guardie. Le rapi- sione del cardinale, e credendo che la cit-

ne fatte nel territorio velilerno furono tà ne fosse connivente, preso da sdegno


rappresentate al Papa comesomministra- fieramente ordinò a'suoicapitanijche nel-
zioui de'cittadini, ma il vescovo cardinal la seguente mattina dopo la sua partenza,
Della Rovere gli tolse la sinistra opinione i soldati la saccheggiassero e incendiasse-
concepita; e finalmentela pace seguì a' ro. Alloggiava per buona sorte in casa
12 agostoi486. Innocenzo Vili confer- d'uno del magistrato un segretario re-
mò a Velletri le ragioni che avea sulla gio il,quale compassionando il fatale
tenuta del Peschio, nell'abbazia di S.Bar- sterminio che sovrastava a Velletri, co-
tolomeo del vescovo Tusculano. Oltre le municò all'ospite l'ordine dell'adirato re.
calamità della guerra, Velletri fu trava- Il magistrato con altri cittadini , spaven-
gliata dalla peste neli483,e maggiormen- tati ricorsero al vescovo cardinalDellaRo-
te infierì nel i486: il popolo fece voto di vere a interporsi col re per l'infelice cit-

celebrar la festa dell'Immacolata Conce- tà. Il cardinale tosto si presentò al re ch'e-

zione con digiuno nella vigilia e indi a , ra andato a dormire; nondimeno chiese
poco cessò la mortalità. Per gratitudine e ottenne udienza. Accompagnò con la*
i veliterni nella cattedrale eressero la son- grime le sue preghiere e di far grazia al

tuosa cappella dell'Immacolata Concezio- suo popolo, che non dovea esser sagrif
ne, e fecero scolpire in marmo la memo- calo se alcun cittadino veramente foss

ria di questo prodigio. Alessandro VI, fa- complice della fuga. Commosso il re
vorevole a Velletri, confermò tutte lecon- tante suppliche e per essergli in gran fa

cessioni de'predecessori, particolarmente vore il cardinale, perdonò alla città. Ir

circa il dominio del territorio di La ri a no e Velletrio in Terracina ammalò Ziziin,


di Faggiola curii mero et mixto imperio, poco dopo morì, come dissi anche nel ve
ci polestale gladii. Intanto Carlo Vili re LXXXI, p. 317. Anzi il Theuli scris
di Francia calò in Italia per conquistare che morì in Velletri riferendo pure ,

il regno di Napoli, e giunto in Roma, im- contrarie opinioni. Narra i festeggiamer


pose al Papa pregiudizievoli condizioni. ti falli al re con archi trionfili, fontane »
V E L V E L 3o5
vino e applausi, anche nel ritorno da Na- di Velletri. Laonde si congettura che nel
poli; e die il cardinale si recò apposita- XVI qui si mutò il
principio del secolo
mente in Velletri per ricevervi magnifica- nome pubblico magistrato; quindi
del
mente Carlo Vili. Altrettanto trovo in lasciato l'antico de'nove buoni uomini o
Borgia, che inoltre rileva avere il cardi- de'siguori nove, cominciò ad usarsi quel-
nal Della liovere in Francia confortalo il lo di priori. Questo nuovo magistrato po-
re all'impresa di Napoli, e che in Veile- co differiva dal j.°, poiché se nell'antico
tri l'alloggiò nel palazzo vescovile, come erano nove e duravano uella carica 6 me-
riporta poreBauco. Parlilo poiCarlo VI II si, in questo nuovo eleggevausi 3 priori per

dall'Italia, si accese nuova guerra fra Co- ogni bimestre, per cui veuiva a corrispon-
lonnesiei Conti, che tentavano ricupera- dere per ogni semestre a g individui di
re i loro heni e Monte Fortiuo, de'quali magistratura. Inoltre eleggevano il ca-
erano stati spogliati da' francesi e dal re merlengo, il sindaco, 2 consiglieri mag-
dati a'Colonnesi stessi. 1 Conti ebbero va- giori, 2 soprintendenti al monte di pie-
lidi aiuti da'veliterni, sì per patto d'anti- tà, un cancelliere, qj contestabili de' bale-
ca confederazione con essi, sì per repri* strieri e 2 pacieri. I primi poi aveano la

mere la potenza de' Colonna , temendo facoltà di eleggere tutti gli altri consi-
che di nuovo aspirassero a Lariano, il cui glieri, i contestabili de' pedoni, i gover-
territorio confina con Monte Fortino. Fu natori di Lariano e di Faggiola, e gli al-

questa guerra di grave danno agli uni e tri ullìziali minori. Questa forma d' ele-
agli ritiri, finché nel 1 498 si venne tra es- zione rinnovavasi ogni 6 mesi, e durò si-
si e Velletri a un compromesso nel go- no al cardinal de Cupis. Leone X sebbe-
vernatore di Roma; si fece tregua per un ne pregato da' romani a sottomettere la

aisno, e per più lungo tempo a benepla- città di Velletri alla giurisdizione del lo-
cito del Papa.Fra'sapienti che ristoraro- ro senato, pure noi permise, e volle che
no le lettere, è a ricordarsi il dottissimo il governo della medesima rimanesse fer-
Antonio xVIancinelli nato in Velletri nel mo nell'antico stato. Nel 1 520 fu anno-
i45a d'ignobile famiglia, ivi morto nel verato tra'beati il veliterno fr. Bonaven-
i5o5: l'elenco delle moite sue opere ri- turaTorrecchia laico de'minori osservan-
ferisce Theuli. A'29 luglio i5oi Alessan- ti. In tale anno Clemente VII coli'entra-
dro VI si portò in Velletri, e vi dimorò re nella santa lega contro I' imperatore
tutto il dì seguente; partendo alla volta Carlo V, espose se stesso, Roma e tutto
di Semionda a'3i a vedere quel nuovo lo stalo ecclesiastico a quella catastrofe di
acquisto fatto dalla sua famiglia. A'3 a- mali non ancora abbastanza deplorata in
gosto si restituì in questa città e vi pernot- tulle le storie,il perché in lauti luoghi
tò. Egli fu accolto da'citladini col massi- ne narrai le diverse terribili circostanze
mo rispetto e con filiale attaccamento, che ne formano il desolante complesso, e
dimostrato con segni di letizia e di festa. per ultimo nel voi. LXXXV1 , p. 328.
Questo Papa fece arcivescovo di Soia Quest'alleanza punse vivamente Carlo V,
Matleo Mancini uobile veliterno. Giulio che tosto dichiarò guerra al Papa, la qua-
II, già vescovo Della Rovere, neh5i icou le fu di gravissimo disastroa Velletri. Pe-
suo breve concesse a Velletri l'applicazio- rò V alleanza fu creduta indispensabile
ne delle multe e pene pecuniarie de'detin- per la potenza formidabile a cui era giun-
qnenti da applicarsi al pagamento degli to Carlo V
specialmente dopo
in Italia,
stipendi del podestà, del giudice e degli la vittoria diPavia cioè di sostenere ,

altri ufhziali della curia. Questo breve fu principalmente il duca di Mdauo e inva-
a
diretto a'priori: eccola 1 . memoria che dere il regno di Napoli. Pubblicala la le*
trovasi di quello magistrato nel governo ga solcmiemeule l'8 luglio, subito i Co-
vot. DUI1X. 20
3oG V E L V EL
Jonnesi pai tigiani imperiali ammassaro- ma dissuaso da' re di Francia e Inghil-
no ne'loro feudi geule d'arme, occuparo- terra, con promesso sostegno e invio
no Auagui e promossero l'agitazione de' denaro, e sdegnato co'Colounesi a vendi-
malcontenti in Roma. I veliterni temen- carsi degli oltraggi ricevuti, determinò i

do Papa per
ostilità chiesero soccorsi al rivolgere contro le loro terre quelle for
l'inevitabile guerra, ed ebbero per una che solo per sua sicurezza avea richiami
valida difesa Ottavio Conti con buona ca- to a Roma, giudicando non esser tenute
valleria, Ranuccio Farnese, e Camillo Cae- al violeutoaccordo. Affidò al Vitelli 200<
taui signore di Semionda con iscelta svizzeri assoldati, 3ooo fault italiani ec
truppa, da loroa ciò particolarmente pre- altri nomini e cavalli, ordinando di sac
gato per la comune difesa; come ancora cheggiare e incendiare tutte le terre dt
ricercarono aiuto e assistenza dal popolo Colonnesi, anche spianarle, poiché pt
della città di Cori, secondo le leggi del- V affezione de' popoli a' Colonnesi il pi-
l' antica confederazione. Illuso Clemente gliarle solamente era di poco pregiudi-
VII da una capitolazione fatta co'Colou- zio. E siccome una delle principali eie

nesi a'22 agosto, licenziò quasi tutti i ca- A/tfri«o,comandòil Papa a' veliterni d'as

valli e fanti che avea, ed i pochi restati saltarla, e porla a sacco e fuoco. Marit
mandò ad alloggiare nelle terre circo- dunque specialmente da' veli terni fu so£
stanti. Allora i ministri di Carlo V vol- giogato, e fu trattato il popolo ribelle ce
sero i pensieri ad opprimere il Papa, traen- me Clemente Vii desiderava. Tutte l'al-
do in essi la maggior parte de'Coloune- tre terre de' Colonnesi ebbero la slessa
si, Gio. Ballista Conti signore di Vulmon- sorte ( 1
I diceil Varchi)con infiniti danni
tone e Girolamo d'Eslouteville signore de'popoli, ritirandosi essi ne' luoghi più
di Frascati: si giunse a cospirare per la forli e difendendosi in Rocca di Papa e
sua mot te violenta, e di surrogargli l'am- l'aliano. Frattanto Carlo V avendo spe-
bizioso e lurbolenlocardinal Pompeo Co- dilo contro Roma il fiero contestabile di
lonna. Ugo Moncada viceré di Napoli co' Bourbon con un crudele esercito, i Co-
Colonnesi, invece di piombare su Velie- lonnesi presero l'offensiva, impadronen-
tri, come temevasi, all'impensata a' 20 dosi di Ceprano e di Ponte Corvo non
settembre assalirono R.oma iudifesa, di- guardali. I velatemi pensarono d'alien*
rigendosi alPalazzo apostolico Vatica- der da loro alla difesa, eleggendo a'7 di-

no per sorprendere il Papa, che appena cembre i5a6 per capitani 10 de'princi-
fece in tempo di rifugiarsi ìaCastel s. An- pali e più valorosi cittadini, per la guer-
gelo del tutto sprovvisto, e lo saccheggia- ra e difesa della città Te-
da ogut assalto.
rono cou parte della Città Leonina o a- mendosi che l'incursione procedesse dal-
diacente Borgo, non procedendo più ol- la parledel regno di Napoli, Vitelli avea

tre per timore dell'artiglierie di detto Ca- consiglialo di abbandonare la provincia


Clemente VII fu costretto a fare
stello. di Campagna, di meltere 2000 fanti in
una tregua co'sooi furiosi nemici, perdo- Tivoli, altrettanti in Paleslrina, e il re-

nare a'Colonnesi e agli altri fautori. 1 ve- sto dell'esercito in Velletri per impedir
I iterai credendo calmata la tempesta, e l'andata del viceré in Roma. 11 rinoma-
gravati dalla numerosa milizia che stan- to Renzo da Ceri disapprovò il rinserrar-
ziava nella città, domandarono al Papa si in Velletri città grande e di far tanto

d'esser sollevati da tanti dispendii , del avanzare nemici, ma che l'esercito si


i

resto offrendosi alla sua difesa usque ad fermasse a Ferentino. Prevalse il suo con-
sanguinai!, e furono esauditi. Clemente guerra fu trasferita
siglio e la sede della
VII inclinava recarsi a Barcellona per a Prosinone 5 miglia sopra Ferentino, e
trattare iu persona la pace cou Carlo V, perciò quasi a'conliui del reguo. Cletueu-
VE L VEL •
3o 7
te VII conoscendo tuttavia importante !a veliterno si sollevò, liberò i carcerati efu-
difesa di Velletri, più volte ingiunse al riosamentedepredò la cancelleria priorale
cardinale Agostino Trivulzi legato della con grave perdita di molti libri. Mentre
guerra di Marittima e Campagna di for- Prospero Colonna di Cave erasi arroga-
tificarla e munirla del bisognevole. Per- to il titolo di protettore e governatore di
tanto il cardinale vi destinò 5oo soldati Velletri per Carlo V e invialo nella cit-

con 3 compagnie di cavalli, ma i veliter- tà un luogotenente, Ascanio Colonna ba-


ni fermi di volersi difendere da per loro, rone di Genazzano a' i4 na S8'° SCi sse a ^ > '

riuscendo sempre d'aggravio la milizia, comune veliterno per essere riconosciuto


ottennero che venissero soli 200 fanti. come difensore e protettore della città.
Nondimeno il Papa sempre nel proposi* Sorpresi i vendo
cittadini della richiesta, a
to di fortificare Velletri vi mandò il ve- già riconosciuto Prospero, pernon espor-
scovo di Monte Feltro commissario apo- re la patria cou preferire uno all'altro,
stolico di guerra, il quale propose la for- inviarono ad ambedue oratori, temendo
tificazione delle nuua e la demolizione di Ascanio a cui aveano tolto e bruciato

di molti edifizi vicino alle medesime, che Mariuo. Questi però l'invitò a riconoscer-
potevano impeditele fortificazioni, il che lo per governatore e a rimettersi nelle
si cominciò a'i3 gennaio 1527 con 5oo sue maui, che gli avrebbe protetti dalle
operai, e alla fine del mese vi entrarono vessazioni dell'esercito imperiale. Non vo-
diversi capitani pontificii con numerose lendo i veliterni sottomettersi ad Asca-
truppe, colla pretensione impugnata che nio, spedirono ambasciatori al principe
i priori dovessero dimettersi. Dopo com- d' Orange per sentire qual forma di go-
battimenti d' alterna fortuna nella pro- verno doveano prendere. Gli oratori seb-
lincia di Campagna e nel regno di Napoli, bene accompagnati di buoua scorta, furo-
sentendo Papa che si avvicinava l'eser-
il noarrestati esvaligiati presso Castel Gau-
cito di Bourbon, ad evitarne il pericolo dolfo, e solo liberati d'ordine d'Ascanio.
nel marzo convenne col viceré Lanuoy la Presentatisi a d' Orange, intesero la già
tregua d'8 mesi, principalmente con pa- deliberata roviua di Velletri, e costei na-
gare la camera apostolica 60,000 ducati tissimi supplicarono Ascanio a voler col-
all'esercito imperiale,reciproca restiluz o- ;
la sua autorità liberar la città dall'estre-

ne dell' occupato e ristabilire nel cardi- ma sciagura, venendo esauditi. Seguiro-


nalato il deposto Pompeo; e fatalmente no trattati tra Prospero, Ascanio e gli o-
il Papa licenziò la più parte delle truppe, latori, e fu concluso: Che Ascanio fosse
restando così Velletri libera dalle spese riconosciuto e ricevuto in Velletri per pro-
di guerra. Il Bourbon non volle ratifica- tettore e governatore della città a nome
re tale accordo, proseguendo la sua mar- di Carlo V, salvi i suoi statuti e privile-
cia per la Toscana: Koina fu compresa gi obbligandosi e promettendo Ascanio
;

di spavento e confusione, e Velletri si ar- di condonare tutte l'ingiurie ricevute pel


mò e prese tutte le cautele per guardarsi. passato da Velletri. La necessità fece a*
A'6 maggio Romana espugnata caden- priori ratificar la capilolazioue onde fu ,

dovi morto il Bourbon, subentrando al ricevuto per Ascanio, Paolo Martini, ed


comando il principe d'Orange luterano, a'22 maggio un commissario del princi-
come lo erano e fanatici pressoché tutti i pe d'Orange per le cose militari. Velie-
tedeschi. Quasi conte mporaneamen teCle- tri ebbe ventura in quella tremenda con-

incute VII spaventalo erasi ritirato nel fusione di cose, in cui tutta la provincia
Castel s. Angelo. Allrovedtploraileinau- soffrì incredibili darmi da' feroci soldati
dile scelleratezze e depredazioni durate imperiali, i quali per la peste e la care-
per due interi mesi. Sbigottito il popolo stia, non meno che per insaziabile avidità
3o8 VEL VEL
di predaerano sbandati da Roma, di
si sprezzandola disciplina militare restaro-
andarne esente. Ascanio Colonna molto no a sconvolgere paesi vicini a Roma, i

si adoperò allineile siffatte truppe non


, per esercitarvi nuove ruberie. Napoleone
andassero a stanziarvi, pagando 700 scu- i Orsini abbate di Farf'a li perseguitò con
di d'oro per conto della città, ed altro de- molli armali; ma aumentando le sue for-
naro e vettovaglie somministrarono i ve- ze,Clemente VII entralo in sospetto gli
literni per non riceverle. Ascanio, uomo ordinò di disarmare, e perchè non ubbi-
doppio e ribelle al Papa, con fina politi- dì fece un armamento contro di lui nelle
ca volle intromettersi al governo di Vel- provincie di Marittima e Campagna, in-
letri, dicendo di scordarsi dell'ingiurie e vitando veliterni a' 28 giugno i53o a
i

non vendicarsi; aggiungendo lo storico de' somministrare uomini e vettovaglie. Vel-


Colonnesi cav. Coppi, che anzi protestò letri ubbidì , e l'abbate di Fai fa dipoi
voler compensare con grazie e benefizi presso Magliano d'Abruzzo combatten- ,

l'ingiurie ricevute (il Nibby chiama Asca- do pe'francesi, disfece Scipione Colonna
nio cardinale erroneamente). Ma quan- vescovo di Rieti, che vi perì guerreggian-
do si vide forte della protezione di Car- do per gl'imperiali, di che feci parola nel
lo V, costrinse la città al risarcimento de' voi. LXXV1, p. 16. 11 Papa nello stesso
danni fatti a Marino, che faceva ascen- i53o espulse l'Orsini dall'abbazia, il qua-
dere a somma grandissima. Minacciò in- lenon essendo insignito negli ordini sagri
cendio e saccheggio, se prontamente non sposò Claudia figlia di Giulio Colonna, e
gli fosse stato pagalo quanto chiedeva. restò ucciso dal fratello Girolamo in una
Sebbene la città nel danneggiare Mari- scaramuccia nel i533. Nel precedente
no non avesse fatto che ubbidire a Cle- anno Clemente VII avea dichiaralo, con-
mente VII, pure per evitare qualunque tro le pretensioni d'Ascanio : Che la de-
disastro in quell'infelice situazione, e per molizione di Marino era slata falla da've-
non esacerbare I' animo d' Ascanio, in- literni di suo ordine, come sovrano con-
fluentissimo presso il principe d' Gran- tro i suoi ribelli, e perciò annullava tut-
ge, si obbligò a pagare 24,000 scudi d'o- to quello eh' era stalo convenuto Ira A-
ro. Non trovandosi nell'erario comunale scanio Colonna e Velletri. Quindi re-
tutta questa somma, ne furono sborsati so- stituì alla città i terrilorii di La ria 00 e
li 7000, e per gli altri 1 7,000 ipotecò Vel- di Faggiola colla piena giurisdizione di
letri a favore d' Ascanio il territorio di prima.
Icariano e parte di quello della Faggiola. Neli534con inesprimibile giubilo de'
Indi i veliterni pregarono Clemente VII veliterni il loro vescovo e protettore di-
a voler annullare l'ingiusta convenzione, venue Paolo 111, sperando maggiori gra-
il quale preferi Finterporsi con Ascanio, zie e favori dal suo già sperimentato be-
facendogli conoscere la violenza della pre- nigno animo, fino a visitare gì' infermi,
tensione; ma Ascanio per molti anni die abbellito l'episcopio e risarella con no-
non pochi guai a Velletri. Nel i5ag la tabile dispendio la cattedrale. Né furono
fame e molte persone pove-
città patì la vane le loro speranze, poiché volle rite-
re ne morirono, benché per le necessità nere per qualche anno l'amministrazio-
de'poveri i priori ottennero dal vescovo la ne della chiesa velilerna. Di più volle da-
vendita de'vasi d'argento delle chiese non re a questa città un singolar privilegio,
necessari, obbligandosi al compenso in concedendole, che tutte le cause civili,

fondi rustici del pubblico, e fu allora che criminali e miste dovessero decidersi in
1
perciò le chiese crebbero di possidenze Velletri non solo ini.' , ma anche in 2/
Partito l'esercito imperiale a' 17
stabili. istanza, da 'giudici ordinari oda altri da
febbraio i52.8, molti soldati tedeschi di- deputarsi dal cardinal protettore, né pò-
V EL V E L 3o 9
lessero portarsi ne'tribunali di Roma, se prò tempore, per bolla di Paolo III nel

non die in 3/ istanza; e quelle che non i5/j8, restandoli vescovo prò tempore.
eccedevano il valore di if\. scudi d' oro protettore della città e lo è tullora. No-
non potessero trarsi in Roma giammai: terò che nel medesimo anno Paolo III col-
aggiunse ancora, che non potessero ese- ia Nobis,Ae il giugno,
bolla Injunetutn
guirsi rappresaglie contro i cittadini sen- Bull. Ront. t. 4> pa>'- '» P- 236: Causa-
za espressa licenza del cardinal protetto- rum tam criminalium quam mixlaruni
re. Pensò inoltre Paolo Illa provvedere, cognilioncm Provinciarum Campaniae,
che Velletri non fosse più molestata da et Maritimac ad eumdem Recloretn, vel

A sci nio Colonna. Si fece cedere dal me- G ubernatorem , vel cardinalem Lega-
desimo tutte le ragioni, che pretendeva timi de latere, lanlummodo spedare, ab
d'aver sopra La ritmo e Faggiola, e poi coque decidi, et depZniri debere decer-
con moto-proprio de'^4 ma 38'° ^36 ' ne mi. In seguito fu abolito Puflìzio del po-
fece larghissimo dono a Velletri, trasfe- destà e del giudice, che per 3oo e più an-
rendo in lei tutte le ragion/ cedutegli da ni avevano avute le prime parti nell'am-
Ascnnio, annullando qualunque contrai- ministrazione giudiziaria; ed allora il car-
lo o ipoteca presa contro di essa. Allor- dinal vescovo deputò in Velletri un suo
quando Carlo V reduce dalle conquiste luogotenente o vice-governatore, al qua-
di Tunisi, per Napoli si condusse in Ro- le nel i 54q attribuì tutta l'amministra-
ma, il Papa lo fece incontrare da 4 car- zione della giustizia e degli affari pubbli-
dinali in Velletri, ove poco si trattenne, ci. Paolo 111 volle onorare Velletri di sua
facendo l'Ingresso solenne in Roma a'5 presenza colla corte a'22 agosto 538, e 1

aprile 536. Nel


i 537 divenne vescovo i ne partì a'28 di detto mese. Fu gratis-
di Velletri il cardinal Gio. Domenico de sima questa venuta a' veliterni, e il Pa-
Cnpis decano del sagro collegio (lo sarà pa non isdegnò i doni offertigli dal pub-
divenuto dopo, poiché la Gallia Chri- blico. Ammise con incomparabile bontà
stiana chiama decano del sagro collegio all' udienza chi la bramò, impartendo
il Clermont vescovo
cardinal Francesco grazie a'supplicanti. Le preghiere poi del-
Tusculano, morto nel i54', non che il la città furono: di permettere fabbricare
Cordine] Giovanni di Lorena, vescovo di mulini presso s. Pietro in Formis o Cam-
più chiese, fra le quali, come il Clermont, po Morto, che si riparassero le mura del-
Vìi lenza e s. Diez, morto neh55o) e già la città, e che per provvedere alla pubbli-
arcivescovo di frani. per cui soleva chia- ca quiete e tranquillità si degnasse proi-
marsi il cardinal di Trani,e fu ili.°de' bire a' baroni convicini di non dare ri-
vescovi veliterni che ottenne il titolo di cetto a' banditi. Nel dicembre i53g ac-
governatore perpetuo di Velletri. Note- cadde in Velletri una sedizione cagiona-
iò che la parte biografica di questo mio ta dalla penuria de'grani, credendo il po-

Dizionario, comprendendo le biografie polo che la carestia provenisse dal mo-


de'Papi e de' cardinali, in esse si ponno nopolio de' negozianti e dall'indulgenza
leggere le notizie de'cardinali e Papi che del magistrato nel permetterne 1'
estra-
furono vescovi e governatori veliterni. zione. Con provvedimenti fu ri-
diversi
.Sebbene cardinali vescovi d'Ostia e Vel-
i parato a tutto, anche pel futuro. Irrita-
letri, dal vescovato del cardinal d'Estou- to Paolo III contro Ascauio Colonna, per-
teville. l'ossero stali dichiarati anche pro- chè nell'aumento del sale egli pretende-
tettori di Velletri, ciò non importava al- va non comprese le sue terre per l'esen-
tro che proiezione e conservazione de' zione concessa da Martino V, e perciò a-
privilegi. La prerogativa di governatore d una ti armali predò una quantità di
perpetuo fu conferita al cardinal vescovo bestiame nell' agro romano, contro es-
3 i o VE L VEL
si e le sue (erre il Papa inviò le milizie mandare. Dovevano presiedere al gover-
pontifìcie sotto la condotta di Pier Luigi no della città 4 priori del celo nobile, da
Farnese duca di Castro e generale di s. scegliersi da ciascuna delle 4 decarcie o
Chiesa. Avendo Ascanio aumentato la rioni della città, e fra essi uno almeno o-
sua truppa, Vellelri che rimaneva in mez- norato di laurea dottorale. Fu fatla la
zo al fuoco della guerra, si pose in istato scelta per 4 anni futuri, eleggendosi 4 prio-
di difesa, e provvide alla sicurezza anco- ri per ogni bimestre per ogni anno poi ;

ra della campagna. Nel marzo 54 1 pM- 1 un camerlengo o depositario tesoriere, uà


sò per Vellelri I' esercito pontificio alla sindaco, un fiscale, due maestri delle slra-
v olta di Valmontone, e ad esso sommi-, de,due grascieri,e due deputati pel man-
nislrò le vettovaglie richieste, inviandole tenimento e risarcimento delle mura.
nel campo formato pei l'assedio di Palia- Tutti i priori e altri ufficiali eletti per del -

no. A difesa di Vellelri ilPapa vi mandò un to quadriennio formavano il consiglio


capitano con 70 soldati. Non è vero l'as- maggiore. Trenta di questi consiglieri do-
serto di Dauco, che senza por mano alle vevano formare il consiglio minore, sen-
armi le cose s' accomodassero bonaria- za di cui non potevano priori disporre, i

mente, poiché racconta Coppi avere le alienare, né contraltare cosa alcuna del
milizie papali espugnalo Rocca di Papa e pubblico, fuori de'piccoli affari quotidia-
Paliano, fatte molle azioni sotto Cicilia- ni. Ma ne'casi gravi e negli affari rilevanti
no, di cui pure s'impadronirono in uno dovea adunarsi il consiglio maggiore. A*
a Roviano e ad altri castelli d' Ascanio. 22 ottobre 1 54 1 fu pubblicalo, ed accet-
Paolo III nulla restituì finché visse, ad talo da' velilerni questo nuovo regola-
onla dell'interposizione di Carlo V. Nel- mento di governo. con- E qui dirò, che i

lo stessot 54i il cardinal de Cupis vesco- siglierierano 120, che adunati forma-
vo e governatore di Vellelri vi si portò, vano il consiglio maggiore. Questi divisi
e radunò il consiglio generale, nel quale in 3o per ciascun trimestre veuivano a
perorò a nome del popolo Quintiliano formare il consiglio minore. In seguito fu
Crispini celebre dottore. Egli propose la diminuito il numero de'consiglieri a 80,
riforma degli statuti, la riedificazione del- e a 4o perogni semestre nel consiglio mi-
le mura, e il perdono a' 3 cittadini esi- nore. Quindi il consiglio maggiore fu ri-
liati, quali autori dell'accennata solleva- stretto a 60, e finalmente a 40, forse per
zione. 11 cardinale approvò la riforma la mancanza delle famiglie nobili. I con-
degli statuti, e fece eleggere un numero sigli di Velletri erano aulicamente di 4
sufficiente di consiglieri per servirsene sorli. Il r.°chiamavasi delle querele, che
nella riforma e nel reggimento della cit- radunavasi in ogni i." domenica del me-
tà. Si mostrò pronto a perdonare e far se, nel quale interveniva il magistrato,
grazia a'cittadiui esiliati,qualora il consi- innanzi al quale era permesso presentar
glio l'approvasse siccome fece. Furono e- si a qualunque cittadino, per reclamali
letti 5o consiglieri, che co'priori dovessero contro i disordini, che in cose spettan-
assistere al cardinale governatore nel re- ti ad affari pubblici o privali accadeva-
golamento e nella riforma del nuovo go- no, e per averne giustizia. Il 2. veniva
verno da stabilirsi, e fu del seguente te- chiamato consiglio minore, formato ori
nore, utile e beu accetto. Dovea esservi di 3o, ora di 4° consiglieri, che con-

in ciascun maestrato alcun uomo dolio e gregavansi per trattare e risolvere que-
sapiente, per ben reggere e governare le gli affari che riguardavano gli ordinai
cose pubbliche, poiché gl'ignoranti sono bisogni della città. Il 3.° veniva appella'

guidali da vani pregiudizi, e spesso dal lo maggiore, al quale convenivano tut-


niuliiileso interesse e da orgoglio di co ti i consiglieri per formare la nuova de-
V E L V E t 3 r 1

zìone de' magistrati, e per creare i (Ine 1 54-4- fni*onoitTipressi inRoma colle stam-
rettori per mancanza del podestà, e nella pe e pubblicati nuovi statuti, Statuto-
i

sede vacante per la morie del cardinal rum, etc, alla riforma de'qnalìsi dedica-
vescovo e governatore, e per altri casi im- rono i piìi dotti e istruiti veliterni, ricor-

portanti. Il 4-°era il consiglio generale, dati dal Borgia, oltre V uditore del car-
che radunavasi per lo più in qualche piaz- dinale, e secondo il Theuli vennero ap-
za, al quale poteva intervenire ogni citta- provati da Paolo IH, ed altrettanto affer-
dino; e vi si trattavano e risolvevano af- ma il Piazza che li lesse nella visita della

fari di grandissima importanza; come in diocesi. Per la 4-" volta Paolo IH porlossi
occasione di guerra, di pace, di tregua, o a Velletri a' 12 gennaio i547» ricevuto
di altri casi straordinari. Di poi nel 1607, da'ciltadini con pompa que-
trionfale. In
i priori ebbero una riforma, riducendo- sta favorevole occasione si pensò da' veli-
fi il numero di tre, non da du-
quattro a terni di sedare le risse e le contese insorte
rare per soli due mesi, ma per tre. In se- nel precedente anno tra il barone di Ne-
guito i priori furono appellati ora magi- mi, gli abitanti di quella terra, e tra Vel-
si rati, ora conser valori. Riferisco ilTheuli, letri rapporto a' confini de'due territorii,

chei priori quando incedevano magistral- essendo stati rimossi i termini antichi po-
mente, vestivano robboni lunghi fino a sti già secondo il laudo del cardinale E-
me/za gamba di velluto piano nero, ov- stouteville. Fu supplicato il Papa di far
vero di damasco conforme a' tempi, e la vendere a favore di Velletri quella terra
berretta consolare di velluto. Nell'uscire per troncare così ogni futuro litigio, il che
di palazzo nelle feste mobili e solenni del- non essendosi potuto effettuare per molte
la ciltà,come tornando al medesimo, pro- difficoltà, Paolo III con sua bolla dell'i t

cedevano colla mazza cardinalizia por- maggio 548 approvò e confermò ciò
1

tata dal loro maestro di casa, ed a que- che Paolo Rati ucci allora governatore di
andava innanzi un lacchè vestito ili da-
sti Campagna deputato dallo stesso Papa a-
masco falso fiorettato corrispondente a' vea sentenziato, e ne commise l'esecuzio-
colori della livrea, con numeroso coi teg- ne al cardinal de Cupis, il quale l'effettuò

gio<li genliluominij così avanti la mazza nell'istesso anno. Dovendosi eleggere nel
che dietro a'priori. Le trombe suonava- 1
549 per un qualtrieunio i pubblici ma-
no nella strada, e nella chiesa all'eleva- gistrati, insorsero gravi dissensioni fra'no-
zione. I servitori erano i4 vestiti di li- bili, onde il cardinal de Cupis si recò in
vree turchine con liste verdi e passamani Velletri nel settembre; moderò gli statuti,

bianchi, 3 ile' quali erano trombettieri. e fu fissata l'elezione de'magistrati in av-


Tornando a Paolo MI, tanto era l'affelto venire per soli due anni. E propriamente
suo per Velletri, che dimenticata l'in- in questa circostanza fu abolito il magi-

surrezione volle per la 2.' volta onorarla strato del podestà, e fu tolto ancora il

eli sua presenza nel gennaio 154^. Si cre- giudice, in luogo de'quali il cardinale vi
de che vi ritornasse nel settembre 543, 1 pose il suddetto suo luogotenente,al quale
perchè si legge nell'annalista Rinaldi liu attribuì 1' autorità e lo stipendio de'due
suo breve dato in Velletri in detto mese. magistrati aboliti. Il luogotenente giurò
Trovo in TheulijChe Paolo 111 per l'amo- alia presenza de'piiori di esercì tare fedel-
re che porta va a! velilerno Giovanni Ma- mente il suo ufiìeio e d'osservare esatta-
riola, come suo antico famigliare, in una mente gli statuti della città. Questa rifor-
delle sue venute in Velletri voile di per- ma riuscì mollo grave a' cittadini che si

sona onorarne la casa, e gli concesse per videro in un punto essere spogliati del di-
parte dello stemma unGiglio azzurro del- ritto d'eleggere que'personaggi, che loro
l' impresa Farncsinna sua gentilizia. iVel aveano ad amministrare la giustizia; meu-
3 1 7 V E L V E L
ire Anteriormente i veliterni pei* lo liber- toredel cardinal governatore non potesse
ta di tale elezione aveauo per lungo tem- avocare a se alcuna causa in I." istanza
po co! proprio sangue, con travagli gran- uè in Velletri e né in Roma, che alcu-
itissimi e
con inlìnitespese contrastato col ni statuti riformassero, che
si i benefizi
senato e popolo romano, allorché questi vacanti in Velletri non si conferissero che
pretesero o in tutto o in parte privarne la a 'cittadini residenti. Sopra queste e altre
città. Ma
con tullociò ninno ardi reclama- proposizioni furono inviati oratori al car-
re, essendo grande
la stima die il cardi- dinal Cai-alfa, il quale virtuoso e fermo,
nal godeva presso tutti, coinè l'autorità volle che si osservasse quanto erasi sta-
|li lui. Esisteva in Velletri il ghetto degli bilito dal predecessore nella nuova ele-
ebrei ristretti nella contrada ora delta del- zione de'magistrati enei numero de'con-
la Stamperia, ed in tempo di Paolo III sigi ieri. Il cardinale a' 23 maggio f.555
si aumentarono con privilegi ed esenzioni. meritamente divenne Paolo IV, con giu-
Ma poi per impedire le loro usure, nel bilo universale de'veliterni, che spediro-
i 552 fu loro proibito di dare a 'cittadini no in Roma deputati per congratulazioni
denaro ad usura, e di ristabilire e attiva- e invocarne la protezione, due priori e 7
re monte di pietà
il a beneficio de' poveri. oratori nobili ; legazione benignamente
La morte di Paolo III fu pianta da tutti, accolta dal Papa. Questi a'2C) maggio con-
« di più da'veliterni tanto sommamente ferì le chiese d'Ostia e Velletri al cardi-
benefica ti.onde ne conservano indimenti- nal Giovanni Rellay, che prese possesso
cabile memoria. Morto indi a' o dicem- i a' 3 giugno del vescovato e del governo
bre 1 553 il cardinal de Cnpis, fu tosto a mezzo d' i|ii suo procuratore, il quale
da'priori raccolto il consiglio minore, che in nome del cardinale promise osservanza
riesse due rettori e il giudice. Quest'ele- agli statuti, privilegi e consuetudini anti-
zione costuma vasi anche prima quando che. Ed in fatti ripristinò poi il magistra-
per morte o altro accidente vacava Puf- to del podestà e del giudice, scegliendo a
iicio del podestà, non perequando man- podestà unode'3 proposti dalla città: l'e-

cava il cardinal vescovo con prerogativa lezione del giudice fu concordemente ri-

dj protettole. Ma perchè il cardinal de messa al cardinal Vernili di Cori e dio-


Cupi* come governatore perpetuo avea cesano, che amava grandemente Velletri.
rimosso il podestà e il giudice, e avea ri- Restituiti i magistrati antichi, il cardinal
dotto in sua mano lutto il governo, fu Rellay creò nuovi ufficiali nelle cose mi-
d'uopo eleggere nella sua morte i rettori litari: deputò un colonnello in Giulio,
e anche il giudice. Questa consuetudine Visconti de' già duchi di Milano, che reg-
in morte del cardinal vescovo e governa- gesse la milizia veliterna tanto de'cava-
tore si conservò quasi fino a'nostri gior- lieri, quanto de' fanti ; e poco dopo de-

ni, come un avanzo dell' antica libertà. putò suo luogotenente Teofilo Foschi,
JNel dì seguente al decesso del cardinal de cittadino molto valoroso, e dichiarò ca-
Cupi», gli successe il cardinal Gio. Pietro pitani della milizia urbana Ttilliode Pao-
Caraffa divenuto decano del sagro colle- lis, e Siila Lucci che poi Io fu di Seba-

gio. Intanto a' i3 dicembre si tenne in stiano re di Portogallo e sotto Tunisi cor
Velletri un consiglio generale, in cui si fe- gloria perì. Insorsero frattanto semi
cero gravi querele contro le novità intro- gravissime discordie fra. l'imperturbabile
dotte dal cardinale defunto, e si presero Paolo IV, e Filippo II re di Spagna e<
molle deliberazioni per abolirle. Si chie- Napoli figlio di Carlo V, per avere il Pa
deva, che si ripristinasse il magistrato del pa tolto lo stato a Marc' Antonio li Ce
podestà, del giudice,che l'elezione de'pi io- lonna figlio del defunto A Scanio e
rj si riducesse allo stile antico, che l'udi- tigianodel re, che diede al proprio nipot
V EL V EL 3i3
Giovanni Caraffa generale di s. Chiesa suburbane. Granili furono le spese del co-
col titolo di duca di l'aliano. Agli k|>;i- mime per tali opere, gravissimi danni i

gntinlj cresceva il sospetto per essere il e incomodi de' particola ri. Il vicerèdi
gì'

i'apn in trattato di lega con Enrico II re Napoli (iero duca d'Alba e capitano ge-
di Francia, dubitando eglino che l'inve- nerale del re di Spagna, sentendo che il
siisse del regno di Napoli per le ragioni Papa fortificava Velletri e diversi luoghi
che ne vantava, e per diminuire il loro della provincia di Campagna, si mosse da
dominio in Italia, Temendo Paolo IV Napoli settembre i556,ed entrò
il i.°

qualche sorpresa da parte del viceré di nello stato pontificio con 12,000 fanti e
Napoli, nell'ottobre 1 555 fece leva di 5oo cavalli, oltre 12 pezzi d'artiglieria,
troppe e mandò in Velletri alcune coro- a cominciare quella desolante guerra già
pagnie di cavalleria. Nel seguente 1 556 discorsa superiormente, oveindicaii kio-
ci «-scendo di più i sospetti, seguitò il rin- ghi in cui la descrissi e deplorai. Il duca
forzo di cavalli e fanti per aumentare il occupò molti luoghi, comeCeprano, Ter-
presidio di questa città, e vi si recò pure racina, Frosinone, Piperno, Ferentino,
Evandro Conti generale dell'artiglieria, Palestrina (perchè il suo signore Alessan-
ed a' 21 loglio anche Ascanio della Cor- dio Colonna comandava l'esercito papa-
to^ generale della cavalleria. Al magistra- le), prese Anagni per assalto e lo sacchet-

to fu iogionto d'eseguire quanto Ascanio giò, e stanziò a Valmontoue, da dove fece


avesse ordinato per la fortificazione e sicu- Roma, Quindi
scorrerie fino alle porte di
jezza della città; ma essendogli state in- mentremediiava qual impresa dovesse e-
lercelte alcune lettere provenienti da Na- segnile, quella di Velletri o di Tivoli, fu
poli, nelle quali si tramava di tradire il invitato a Grotta Ferrata ad un abboc-
Papa,con l'invito disegnile il partito re- ca mento dal cardinal Caraffa nipote i\el
gio con larghe promesse, il ducadiPaiia- Papa e soprintendente di lutti gli all'ari
no Caraffa per assicurarsi di lui sped'iin dello stato ecclesiastico. Il duca vi si por-
Velletri I tdliziale Papirio Capizucchi con tò, ma il cardinal non comparve, giovane
4<>o soldati per arrestarlo e condili lo in dosi di lai tempo per introdurre in Ilo-
Roma. Però il sagace Ascanio avutone ma 2000 guasconi dell'alleato redi Fran-
scntore foggi a Nettuno, e ingannati gli eia, e in Velletri ogni sorte di munizioni.
abitanti a difenderlo da'ribelli che Tinse- Intanto il duca di Somma dispose in Vel-
eni vano, njontato, in piccola barca si sai- lelri le milizie, e tutt'altro necessario per
no Gaeta e passo a Napoli. Indi a' 27
a una valida difesa. Partendo egli per Ro-
loglio giunse in Velletri Gio. bernardino ma, lasciò al supremo comando Adriano
da s. Severino duca di Somma col titolo Raglioni; ed avendo ammirato la pron-
di capitano generale e commissario sopì a tezza de' veliterni per combattere 1' iqi-
il presidioecomando della piazzadi Velie- mico, promise di lodarli al Papa, e di do-
tri, il qual presidio dovea formarsi di 3ooo mandar lo sgravio d'annue tasse e gabel-
lanti, oltre una forte cavalleria. Fgli volle leche pagavano a Roma. Dimorando il
che li eleggessero da'priori 3 commissari duca d'Alba in Vahnonlone, Nettuno ab-
nobiliper attender con lui al governodel- bandonalo il partito del Papa, tornò a
la guerra, e furono Gio. Luigi Caetani, sottomettersi a Marc'Antonio II Colonna
Snlpizio Serali e Silvio Candelse. Si tra- già suo barone, il quale tosto lo munì;
vaglio incessantemente alla fortificazione ma le truppe inviate da Velletri subito lo
della città, si eresse un forte avanti por- ricuperarono. Il duca d'Alba vedendo
la Romana, si fecero spianate intorno le difficile l'impresa di Velletri per la guar-
ibili a con taglio di vigneti e albereti, ed nigione numerosa, e per essere il popolo
eziandio con distruzione di molle delizie bellicoso, affezionato al Papa e non ami-
4

3i4 VEL VEL


ci) de' Colonnesi; si decise mnrciore su nemico occupato Rocca Massima presi-
Ti\'oli(F.),e facilmente se ne impadronì, ma a Velletri, al modo detto in quel pa-
con Vicovaroeallri luoghi. Rivoltosi ver- ragrafo, e preso Segni (F.) a' i3 agosto
so Ostia (F.),\n breve l'espugnò. Seguì con sanguinosa strage. Mentre in Velle-
una tregua di 4o giorni, prima della quale tri erasi in apprensioni del
nemico e mal-
il territorio veliterno fu liberato dall'in- contenti dell'Orsini, onde il magistra-
festazioni nemiche, e con molta scorta di to dovette tener in freno il popolo, a' 1

cavalli e fanti si poterono eseguir le se- settembre l55? seguì la sospirata pace
mente. Per le continue spese, il comune di Cave tra Paolo IV e Filippo 11, con
fu costretto di nuovo togliere il podestà, gioia de' veliterni, la quale si accrebbe
il giudice e altri ufiiziali con approvazio- colla partenza dell'Orsini e della truppa.
ne del cardinal Bellay de' 26 novembre Vedendosi Velletri in sì feroce guerra pre-
i556, il quale per amministrare la giu- servata dalle calamità e rovine che deso-
stizia mandò in Velletri un suo uditore. larono la provincia di Campagna e buo-
Tornato in Velletri 1' dicembre con 1 1 na parte della Marittima, grati i veliterni
buona scoria di cavalleria il duca diSom- a Dio decretarono la riedificazione dell'o-
ma, ne partì il Baglioni, e siccome il suo spedale di s. Giovanni demolito per le
governo era pocoaccelto, il Papa vi man- fortificazioni, e di sovvenir con doli mol-
dò Francesco Villa. Neh 557 spirata inu- te povere fanciulle. Il Papa sdegnato co'
tilmente la tregua, ricominciate l'ostili- nipoti che l'aveano indotto a sì perico-
tà, l'esercito pontificio ricuperò molli luo- losa guerra gii esiliò da Roma, relegando
ghi, ed intanto uscirono da Rocca di Pa- il cardinal Caraf» a Civita Lavinia. Vel-
pa, castello de'CoIonnesi, 1 00 fanti a pre- letri ricordando i favori del cardinale si

dare il territorio veliterno. Laonde il du- condolsecon lui, gli offrì doni e per asilo
ca di Somma a' r o gennaio ordinò al veli- la città; di che il porporato restò tenera-
terno Foschi capitano della milizia urba- mente grato, ammirando sì nobile e raro

na di ricuperare il predato e di tentar contegno iiell' avversa fortuna. Paolo IV


l'espugnazione di quel castello. Usci lo il non solo confermò a Velleiri il privilegio
Foschi con 5oo fanti, ricondusse il bestia- di Paolo III circa la cognizione delle cau-
a
me in Velletri, ma in un imboscata fu se in 1.* e 2. istanza, ma concesse a've-
sbaragliato e disordinato, restando pri- scovi veliterni la cognizione delle cause
a
gione con 70 de'suoi, oltre alcuni uccisi, di Velleiri in 3. istanza in Roma. Morto
morendo poi nella Rocca il Foschi pel- a' 16 febbraio 56o il cardinal Bellay,
1

le ferite ricevute combattendo valorosa- a' i3 marzo gli successe il decano cardi-
mente, onde la patria ne onorò la me- nal Francesco di Tournon, che la città
moria, e regalò figli e il fratello. Questo
i inai vide per dimorare sempre in Fran-
disastro accese di maggior vendetta ve- i cia, ove finì i suoi giorni a'27 aprile 1 562.
Jiterni, che marciati all' espugnazione di il 28 maggio divenne vescovo il cardinal
Rocca «li Papa, la costrinsero alla resa per Ridolfo Pio di Carpi, ricevuto in Velletri
penuria di viveri, e quindi venne arsa. il 1. "ottobre con grandi allegrezze e ouo-
A'a4 aprile partiti da Velletri il Somma lilicenze. Neil' agosto i563 trovandosi
e, il Villa, assunse il comando Vicino Or- Pio IV in Frascati, il cardinal significò
sini, sotto del quale avvenne la presa, sac- al comune di Velleiri che il Papa pensa-
cheggio e incendio di Monte Fortino, nar- va di portarsi nella città, onde il magi-
rato in quel paragrafo. Diminuitosi il pre- strato gli spedì oratori a supplicarlo d'o-
sidio di Velleiri, che da 20 compagnie norarla colla sua angusta presenza, e vi

di soldati u' erano rimaste sole 4) nel lu- si condusse a'2 3 agosto. Fu egli ricevuto

glio fu di nuovo rinforzalo, per aver il a 'confini del territorio da molti nobili ci t-
VEL VEL 3.5
Udini, e il magistrato I' ossequiò fuori le quali obbligano le comunità dello sta-

di porta Romana colla milizia urbana. lo papale a tener netti da' malviventi i
Con magnifico accompagnamento esom- loro terrilorii. Né giovò alle comuni cir-
mo giubilo entrò il Papa in Velletri, ove costanti di provare, massime a quella di

nelle piazze per cui passò eransi eretti Palestrina, che ristesse derubate, essen-
nrcbi trionfali. Dopo aver orato nella cat- dosi dopo l'infausto incontro ricovrale iu
tedrale, si recò nel palazzo vescovile, co' Palestrina, avevano raccontato, che i de-
cardinali Vitelli, Savelli e Sforza di San- linquenti erano venuti da Roma sotto la
tafiora, e il nipote Gabrio Sei belloni ge- scorta d'un giovane stato antecendente-
nerale di s. Cbiesa. Il dì seguente Pio 1 V mente famigliare «Iella Co-
principessa.
partì, dopo aver cavalcato per la città, me non giovò al comune di Valmontone
li Papa esaudì le suppliche de'priori, ri- di dire, che il delitto era stato commesso
lasciando a favore della città la riscossio- iu un sito della tenuta di Mezza Selva,
ne delle multe e confische de'beni im- chiamato Mola Rotta (stazione moderna
poste a' delinquenti, e per tutto lo sta- della via Latina, il miglia fuori di por-
lo devolute alla camera apostolica, per ta s. Giovanni di Roma, nella via che
valersene nello stipendio de' ministri del- dalla gola dell' Algido tende a Valmon-
la giustizia, e per risarcire le mina, pon- i tone. Mezza Selva focosi nominata, per-
ti, le strade e gli spedali ; confermando chè posta un tempo in mezzo alla Selva
inoltre a Velletri gli statuti, e tutti i già Algidense, e ne' tempi bassi detta Ai-
suoi privilegi ed esenzioni. Il cardinal Pio giare. Tanto afferma Nibby), ossia Ca-
di Carpi non volle restituire alla città po-Croce nel territorio prenestino; per-
r
l'elezione del podestà e del giudice a nor- chè mg. Robusterio giudice della causa,
ma degli statuti; e passato a miglior vi- nulla valutando tali eccezioni, condannò
ta a' 2 maggio 1564, ne "° slesso me- le comunità di Palestrina, di Velletri, di

se gli successe il decano cardinal Fran- Valmontone, di Rocca Priora e di Roc-


cesco Pisani, che si portò in Velletri nel ca di Papa, a risarcire la principessa d'A-
settembre. Neppur egli volle concedere scoli di Sa ria no della sofferta rapinati
t

l'elezione del podestà edel giudice, depu- Frattanto, vedendo il cardinal Pisani ri-
tando un luogotenente per l'ain iiìinistra- nascere in Velletri alcuni semi d'antiche
zione della giustizia. Nel i 566 ottenne da fazioni e discordie fra' cittadini, creò di
s. Pio V la grazia, che non appartenesse nuovo il magistrato de' conservatori del-
ad altri l'elezione degli uffuiali militari la pace, come avea stabilito il cardinal
in Velletri, se non al vescovo governato- de Cupis. Il cardinale in detto annoi 568
re, proibendo d'ingerirsi in ciò al genera- tornato ned settembre in Velletri, oltre
le di s. Chiesa, onde il cardinal camer- molte provvide ordinazioni pel buon go-
lengo ne spedì lettera neh 568. Nel pre- verno della città, dichiarò che tutte le
cedente anno, narra Petrini, essendo sta- cause de' danni dati nel territorio di Vel-
te sorprese da'ladroni nelle vicinanze di letri, anche per contravvenzione de'suoi
Palestrina le donne di d. Marianna del- decreti, e ie cause ancora de'beni pubbli-
la Queva principessa d'Ascoli di Satria- ci si dovessero conoscere e decidere da'
no, mentre in compagnia d'alcuni spa- priori, come giudici ordinari in tali ma-
gouoli andavano a Napoli con un ricco lene. Morto cardinal Pisani a' giu-
il
2g
bagaglio della padrona, prelese la dama gno i5yo, a'4 (o a' 3 secondo Ughelli)
«l'essere reintegrata del furto ascendente luglio gli successe
il celebre cardinal Gio-

a 6,ooo scudi d'oro, da' popoli adiacenti vanni Moroni decano, insigne io pietà e
al luogo del commesso delitto, in virtù. religione, che nel conclave in cui fu elet-«
delle bolle pontificie, che poi ricorderò, to s. Pio V non riuscì al cardinal s. Car*
3i6 VEL VEL
lo Borromeo, nipote del defunto Pio IV, «no cardinal vescovo. Hccatosi il cardimi
di sublimarlo al pontificato per la polen- Moroni nell'aprile \5yì in Velletri, or-
za delle maliziose e false imputazioni del dinò che si convocasse il consiglio mas
peccato mortale dell'atroce ingannatrice gioie alla sua presenza, ed in esso pro-
calunnia (vocabolo da cui derivò quello pose ridurre il numero de'consiglieri da
di dia volo, che noi diciamo Demonio, pa- 120 a 60, ed il consiglio minore a 3o,e
die della menzogna e della calunnia. I ciò venne stabilito con unanime appio-
greci di essa ne fecero una divinità male- vaziòne, perchè mancava il numero del-
fica, a cui eressero altari e offrirono sa- le famiglie nobili, che andavano estin-

0.1 ifìzi perchè loro non facesse alcun ma- guendosi. E qui deve farsi menzione d'al-
lei !), ad onta che l'io IV in pieno conci- cuneglorie militari velilerne. Per leguer-
storo l'avesse dichiarato interamente in- le contro Turchìa, fin dal 1 565 erano
nocenle, ricolmandolo d'elogi, e benché andati al soccorso di Malta 3 veli ter llig

dipoi, com'è notissimo, fece sì lumino- che nobilmente si distinsero in quell'ini-


sa compar-a nel concilio di Trento (f7 .), presa, cioè Orazio Odoardo Fedelini,
onde per lui ebbe felicissimo compimen- Riellio Toruzzi e Pietro Lucci. Orazio
to; ed in altro conclave ebbe 28 voti pel passò a militare in Cipro, e fatto capitano
pontificalo medesimo e poco mancò che nell'impresa di Famagosta, restò schiavo
non vi fosse innalzato. Niente meno gli fu de' turchi e fu liberato con gran riscatto
imputato sotto Paolo IV, che favorisse d dia repubblica veneta, che al di lui va-
li parlilo de' protestanti, e che avesse loie affidòcomando del il presidio di
intima amicizia col celebre cardinal Po- Crema. Ma quando s. Pio V nei i 37 1 e
lo [t .). Singoiar coincidenza ! Egli era poi GregorioXIll nel 072, 1 fatta lega co'
figlio dal sagacissimo e grand' uomo di principi cristiani,mandarono Marc'An-
flato Girolamo duca di bovino, che di Ionio Colonna con molte galere con-
II

recente il eh. Tullio Dandolo chiarì dal- tro turchi, vi fu tra'capilani Lorenzo
i

la troppe calunnie cumulate sul da lui de Lodovici Gori, e Andrea Toruzzi che
operato, rilevandone i pregi e qualche he- prima a vea militato in Francia controgli
ìiemerenza con Roma e Clemente VII, ugonotti, e Pirro Foschi alfiere. Anche
la fuga del quale favorì dopo I' orribile Ottavio Mancini e Attilio Pattavi trova-
saccodi Roma, onde il Papa lo rimunerò, vansi capitani nella stessa spedizione. Do-
e inoltre fece il figlio Giovanni vescovo vendosi in quest'armamento levare 1800
di Modena, principio di sua grandezza, scelli soldati da tutto lo stalo ecclesiasti-

come accennai nel voi, LX.XXV, p. io, co, Velletri ne presentò 5o tutti vestili a
12, i3e i4- Essendo stati nel governo spese del comune, oltre l'aver già datoa
dell'aritecessore trascurali i privilegi cir- s. Pio V un sussidio di scudi 1200 per
1
ca la cognizione delle cause in 1.", a.' e la guerra contro l'eresia armala degli u-
3/ istanza, ottenne il cardinale Moroni gonolti. Mei restringere s. Pio V gli ebrei
da s. Pio V un breve, nel quale il Papa esistenti nello stalo, ne'ghelti di Roma e
inerendo a' privilegi concessi da Paolo Ancona, anche da Velletri essi partiro-
111 e da Paolo IV, approvò e confermò no. Mentre il cardinal Moroni nell'olto-
al vescovo di Velletri come governa- bie 5j soggiornava in Velletri, desi-
1 1

tore il diritto di ivi conoscere lotte le derando sinceramente il bene e la felicità


cause civili e criminali in 1/ e 2/ istan- de' voliterai commessi al suo governo spi-
za, ed anche in 3/ istanza in Roma, ed rituale e temporale, propose al pubbli-
aggiunse ancora che non potesse farsi co consiglio molte cose da esaminarsi e
• alcuna esecuzione contro verun ciltadi-> da approvarsi, tolte pel decoro e vanlag-
no veliterno senza espressa saputa del gio della città. Propose dunque il risai'-
7

V E L VEL 3 1

cimento delle mura, In piantagione de- glianza delle facoltà non fu stimata prati-
gli olivi nel territorio aperto; l'introdu- cabile, moderò il cardinale le donazioni
zione dell'industria selifera e perciò la de' mobili o acconci nuziali, come pure
piantagione de' mori-gelsi; lo sgombra- le spese del convito e don- il lusso delle

ineuto de'boschi edella selva di Faggio- ne. Ordinò a'padri d'applicare o- i figli

la per ridurla a coltura, con distribuirsi ziosi a qualche arte o mestiere sotto pena

il terreno fra' cittadini coli' obbligo di dell'esilio. Decretò che si cavassero prò»

dare una parte de' frulli al comune; la fonde cisterne in ciascuna decarcia, la

moderazione delle doti e del lusso delle metà della spesa appartenesse al comu-
vesti, allora come adesso lagrimevoli tar- . ne, e l'altra a* circonvicini. Finalmente
li della società, benché non fossero giun- concesse, che i priori per maggior decoro
ti all'odierno fatale eccesso; l'applicare i usassero le vesti cremisi paonazze, oltre
fanciulli plebei oziosi a qualche mestiere le solite di velluto nero. La citlà applau-
o arte; lo scavo delle cisterne pubbliche dì e ricevè volentieri queste utili e sagge
nelle 4 deca refe della città; e fìnalmeute disposizioni. Col disegno da luicommes-
la fabbrica d'un nuovo e magnifico pa- soalcelebreDella Porta si cominciò il no-
lazzo pubblico per la residenza ilei magi- vello palazzo pubblico. Gregorio XIII net
strato.Tante e sì importanti proposizio- 1576 portandosi a Cisterna, si recò pu-

ni, degne dell'elevata e illuminala mente re in Velletri ricevuto di domenica dal


del cardinal Moroui, richiesero tempo a clero e magistrato, eda tutta la nobiltà
deliberare con maturo consiglio. In que- ingran formalità, non che dalla milizia
st'occasione supplicato d'ottenereda Gre- urbana, con archi e pompa trionfale; al-
gorio XIII il mercato perpetuo e franco loggiando nel palazzo pubblico ornato di
da dazi in tulli i sabati dell'anno, per ac- nobili tappezzerie, il cardinale trovandosi
crescere l'abbondanza e per maggior co* alla legazione per riordinare lo stato di
mudila de' cittadini, il l 'a pa l'esaudì. Nel Genova. Più volte tornò iu Velletri il car-
settembre i5y3 tornò il cardinal Moroui dinal ftloroni, sempre col premuroso pen-
in Velletri, e adunalo il consiglio mag- siero di felicitare i cittadini, fece ricono-
giore udì le deliberazioni sopra le propo- scere i confini del territorio, e deputare
sizioni da lui fatte. Fu dunque stabilito il 4o uomini alla custodia. A' 4 ottobre
risarcimento delle mura colla fabbrica couvocalo il consiglio maggiore per l'e-
dellanuova porla Romana, diseguo del lezione biennale del magistrato, decre-
Vignola. La concessione del terreno di tò l'osservanza dello statuto sul nume-
Faggiola col canone di bai. 5o a ciascun ro de' consiglieri, che perciò tornarono
nibbio per la piantagione degli olivi, ed a 1 20 pel consiglio maggiore, e a 3o pel
esenzione del canone primi 7 anni. ne' consiglio minore. Nel 1 58o penetrata l'in-
Dalla coltivazione della selva di Faggio- fezione contagiosa del mortale male di
la ne nasceva ancora la sicurezza della castrone anche in Velletri, il cardinal
strada corriera che in mezzo vi passava, Moroni volò nella città per soccorrere
essendosi determinato, che almeno sulla colla sua presenza e liberalità l'afflitto pò-
via vi si stabilissero 20 colonie, per im- polo. Ma poco dopo tornato in Roma nel
pedire colla loro frequenza i latrocini che i.°dicembre fluì suoi giorni, pianto da
i

ivi si commettevano, togliendosi in que- lutti veliternijche ne conservano grata e


i

sto modo gli aguati e i nascondigli a' mal- indelebile memoria, e gli storici patrii uè
viventi. S'ingiunse l'obbligo a' proprieta- fanno il più magnifico elogio, e B. uco que-
ri ili vigne e orti di piantarvi nel termine sto.»Nonsaràcosì facile trovare,fra'vesco-
d'un anno almeno 4 alberi di gelso. E sic- vi e governatori velilerni, chi di cura, di
come la tassazione delle doli per l'ioegua* zelo,di diligeuza e di amore lo abbia supe-
3i8 VEL VEL
ialo,non cheeguag'ialo".A'5di dicembre Consti tutionum a Romanis Pontificlhns
ildecano Alessandro Farnese gli successe, hactenus edilarum, contra r.xules,ban-
rinnovando la dolce memoria dello zio nitos, aliosque facinorosos hominer, co-
Paolo 111 anche col nome. L'uditore prese rumane receptatores, et fautorcs; et
|>er lui possesso agli » i, ed a'a5 febbraio multarum impositio poenarum in eos-
1 58 1 vi si porlo il cardinale ricevuto da necnou contra Communi lates, et
detti,
tulli somma allegrezza. NeM'ollobre
con alias,sua territoria ejusmodi scelestis
\\ mandò suo uditore, che fece ottimi
il hominibus expurgata non custodientes,
regolamenti. Si stabilì che il i.° priore Pertanto richiamò in vigore le bolle di
tosse dottore d'ambo le leggi, che ciascun .Pio II, Paolo 11, Sisto IV, Innocenzo Vili,
magistrato fosse composto di 3 priori e Giulio II, Leone X, Clemente VII, Giu-
non di 4> e che il i."si chiamasse capo lio 111, Pio IV, s. Pio V, Gregorio XIII;
priore, e durasse un trimestre,, e gli altri le quali bolle sono riportate nello slesso
nlliziali un anno. 11 consiglio maggiore Bullarium,e nel sommario della bolla di
fu ridotto a So consiglieri, 20 de' quali Sisto V vengono citati tomi e le pagine i

in ciascun semestre formassero il minore. ove sono. Le medesime bolle contro per- i

Ordiuossi l'erezione dell'archivio pubbli- turbatori della pubblica quiete, i ribelli,


co, per conservare gl'istromenli lasciati grassatori, ladroni, pei duelli, omicidiari,
da notari defunti, il cardinal Farnese ve- assassini; colle gravissime pene stabilite
dendo ripullulare l'antiche discordie, nel contro i ricettatori e altri fautori de' me-
] 082 ristabilì la pace con far eleggere 5o desimi, sono pure ricordate nell'opera, //
conservatoli di essa; e recatosi nel novem- ForoCriminale t
i. 5,p. 1 o3,dell'avv. Raf-
bre in Vellelri, provvide alla quiete pub- faele Ala uditore criminale del cardinal
blica e all'abbondanza, promuovendo il Della Somaglia vescovo e governatore di
proseguimento del palazzo pubblico. Es- Velletri. Quanto a questa città, a' 21 lu-
sendosi sopta modo aumentati i banditi e glio dello slesso 1 585 in esecuzione degli
assassini nella campagna romana, il coin- ordini di Sisto V, vi furono eletti 4° uo-
inissariodeputatodaGregorio X11I a per- mini armali a custodire il territorio, ead
seguitarli, nel settembre ordinò a Vellelri accorrere in sussidio della giustizia; e ciò
the tutto il popolo si armasse e per 3 gior- perchè Sisto V voleva che le comunità
ni continui corresse per le campague per- de' luoghi fossero responsabili de' disor-
seguitando i malandrini, de' quali alcuni dini, che per mancanza delle prescritte
caddero in mano della giustizia, e altri precauzioni potevano accadere nel terri-

spaventali da questo generale movimen- torio. Avendo Sisto V concesso al senato


to de' popoli si allontanarono dallo stato e popolo romano la facoltà d'interporre
della Chiesa. Era allora legato di Maritti- decreti per autorizzare i contralti de'pu-
ma e Campagna il cardinal Marc'Auto- pilli, che senza il decre-
de' minori e altri
jiio Colonna, cugino di Marc' Antonio li, to del giudice uon potino in forma valida
che pel suo governo lodevole confermò obbligarsi, e ciò in Iìoma e per tutto il
Sisto Ve successori, come riferisce Car-
i suo distretto ; Velletri sebbene entro il

denia nelle Memorie storielle de' Cardi- distretto delle 4° miglia, nel 1588 fu di-
nali. SistoV appena divenuto Papa, vo- chiarata esente da questa legge, come cit-
lendo allatto estirpare dallo stato eccle- tà immediatamente soggetta alias. Sede.
siastico i banditi e gli uomini facinorosi, Morto u' 5 marzo 589 il cardinal Far- 1

pubblicò la celebre bolla sottoscritta da nese, Sisto V non ostante le premure de'
lui e da' cardinali, Hoc Nostri Pontift- veliterni, con suo molo-proprio dismem-
tatù» iiiiiio ì deh. lag\\oi585 Bull.Rom. t
brò il governo temporale e civile di Vel-
t.
4>P ai
'*
4> p- 1 38 : Iiaiovalio omnium lelri dal vescovato, e l'applicò alia carne-
9

V EL V EL 3 1

la apostolica. I veliterui però ottennero, il erano. 11 cardinal Seibelloni morì a'


die salva tale dismembrazione.fosse il go- 18 marzo, come dice la lapide sepolcra-
verno commesso decano cardinal Gio.
al leprodotta da Ughelli; ma il suo anno-
Antonio Serbelloni, divenuto vescovo a' tatore Coleli, dice che a' 10 gli successe
16 marzo ea' 2.0 prese possesso. Avendo ildecano cardinal Alfonso Gesualdo. Si
Sisto V rivolto il suo pensiero al disecca- ha dal Bauco, che allora la città supplicò
uienlo delle Paludi Pontine,si portò a Gregorio XIV per l'abolizione fatta da
Terracina per osservare da vicino l'im- Sisto V della separazione del governo
presa. Giunse a Vellelri l'i iottobrei 58g temporale dal vescovato, ed a' 23 marzo
circa le ore 23 (in lettiga dice il Nicolai), fu esaudita. Questa data la riporta lo stes-
accompagnato da' cardinali Montalto soBauco,e soggiunge, che il cardinale ri-
suo nipote, Colonna legato di Marittima cuperala la giurisdizione temporale man-
e Campagna, Galli, Pallotta e Sauli, ac- dò il suo uditore a prendere possesso del-
colto colla massima magnificenza, uscen- la chiesa e del governo di Velletri, a 17
dogli incontro fuori di porta Romana il dello stesso marzo; ciò forma anacroni-
magistrato colla nobiltà, facendo parata smo, e cresce il conflitto delle date. Nel
4oo fucilieri. Si eressero diversi ardii t. 2 poi della Storia di Felelri, il Bau-

trionfali con eleganti iscrizioni, le fonta- co dice morto Serbelloni a' 18 marzo, e
ne gettarono vino,efu tanta la frequenza Gesualdo eletto successore a'20 del me.-
del popolo che ne restò meravigliatoil Pa- desimo, e così aumenta il contrasto delle
pa. Portassi a orare alla cattedrale, e di là date. Leggo inoltre ne\V Istoria di Felle-
passò all'alloggiamento preparatogli. Se* tri del Borgia, morto il Serbelloni a' 18
condo il Tlieuli Sisto V
da religioso con- marzo, due giorni dopo succeduto il Ge-
ventuale era stalo nel convento di s. Fran- sualdo, ed il breve Si de rcstiluendis. è
cesco di Velletri. Nel dì segueute, dopo de' 2 3 marzo 1591, col quale Gregorio
aver udito messa nella cattedrale, parti XIV ripristinò uel vescovo il governo
alla volta di Semionda e di Sezze. Per temporale. Queste sono le vere date.Col-
la carestia del 1091 iu Velletri si prese- la stessa data trovo il breve nel Bull.
ro lodevoli provvedimenti, e il comune Iìom. t. 5, par. 1, p. 256.
somministrò 1 0,000 scudi per comprare (Coutiuua l'articolo nel voi. segueute).

FINE DEL VOLUME OTTANTESIIWONONO.


Z86UÒZ
BX 841 .M67 1840
SI1CR
fioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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