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DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CHIESACATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
YOL. LXXXIX.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL VI 11.
La presente edizione e posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
VEI VEI
V,EIO o VEII, Fej'us. Antichissima gnaculum, resistette per quasi 3 secoli e
citlà già vescovile, e già forte, polente e mezzo a Roma sua rivale, ad onta che
ricca, una delle 12 principali dell'Etru- non ne fosse distante al più 2 miglia e
1
ria o Toscana (F".). L'ampio suo terri- mezzo circa, poiché nella tavola Peutin-
torio, detto ampia regio, confinava al- geriana è la distanza di Veio da Roma
l'oriente col Tevere {?.), a settentrione di 12 miglia, e presentemente circa 11
con quello de' Falisci, de'Capenati e de' miglia per la via Cassia, alle quali aggiun-
Sulrini ; ad occidente con Ceri; ed a mez- te l'una e mezzo della porla anticasi a-
zogiorno con Lorio (fra Bonaccia e Castel vianno 12 miglia e mezzo. Presso il silo
di Guido dell' Ospedale di s. Spirito, se- ove surse se ne vedono ancora le rovine,
condo Commanville sede vescovile nel V ed elevasi sopra una rupe, tagliata all'in-
secolo, de'quali luoghi parlai anche nel torno a picco, il castello che dalla sua li-
voi. LI, p. 88, degli altri l'andrò dicendo), brazione romantica ebbe il nome d'Iso-
Bebiana (fra Lorio, e Alsium oggi Palo, la unito a quello di Farnese, non forse
di cui ancora parlai in più luoghi), Fre- perchè Paolo III Farnese ne die il pos-
gene (ora tenuta di Maccarese óe'Rospi- sesso alla sua famiglia, il che secondo al-
gliosi, confinante con Castel di Guido, cuni si suppone senza potersi accertare;
poi coloniaromana marittima, diversa da derivando piuttosto secondo me la più
Fregella) e forse col mare Mediterraneo. ragionevole congettura dalle vaste pos-
Circa il 4° miglio da Roma, dice il cav. sidenze godute nelle vicinanze dalla me-
Coppi, si vedono a destra vestigia d'an- desima famiglia, come rilevai nel voi.
tica strada, che talvolta fu delta Veien- XXXIII, p. 20i, mediante lo stato di Ca-
tana. Venne paragonata ad Atene, la più slro e di Ronciglione (V.) che dominò.
celebre città di Grecia (/"'.), per la gran- Trovo bensì nel p. Eschinardi, Descri-
dezza. Quale, Del Tosco impero già Ca- zione di Roma e dell' Agro Romano, a
po e Regina, non che Ilclruriae Propu- p. 2o4>che il castello dell'Isola, era giù de'
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ducili di Panna, e perciò dello Farnese, fosse fra tutte le altre della Toscana e
fortezza dell'antico Veio, circondala da dell'Italia antichissima e ricchissima, l'af-
un gran fosso; e di poi parlando dell'o- fermano Eutropio, Oliverio, Alier, Li-
pere dotte del Piazza, del cav. Coppi e di vio e altri. Veio era una città per testi-
r
mg. Nicolai, si vedrà die questi l'affer- monianza degli slessi romani piti bella di
mano esplicitamente, non però che tale Roma per la situazione, per la magnifi-
proprietà derivasse da Paolo III, essen- cenza degli edilìzi pubblici e privati, de'
done l'acquisto posteriore. L'Isola Far- quali non ne vantava maggiori qualun-
nese è una frazione del distretto e Co- que città in Europa, e per tante altre ra-
inarca di Roma (J^.), nella diocesi sub- gioni che si ponno rilevare nello stesso
urbicaria di Porlo e s. Ruffino., e nel- romano storico Livio, il quale parlando
la Statistica dell'anno i853 è registrata in persona de' romani che sdegnavano
sotto Roma, soltanto essa e Fiumicino, e portarsi come relegati a fondar colonie
contenere 19 case, 20 famiglie, 7 5 abi- uè' volsci, si contentavano di preferenza
tanti, a motivo della cattiva aria nell'e- d'andare in Veio, benché allora ridotto
state, nella quale stagione si riducono a da loro medesimi quasi un mucchio di
quasi 3o, e malgrado il sottostante fer- sassi e del tutto disfatto. Non è quindi a
tile territorio : ma I' Isola Farnese non meravigliare gran numero degli scrit-
il
più figura nella successiva rettificata Sta- tori che celebrarono fasti di Veio e de'
i
del ministero dell'interno, de'i4 novem- lorosamente con varia vicenda, or vinci-
bre 1807, perchè le frazioni si compre- tori e or vinti. I veienti più prossimi a
Roma, t. i,p. 345. Ne'teojpi bassi però tevano ad ogni opportunità invadere sac-
era molto più popolata e più vasta, co- cheggiando il territorio nemico, e ritirar-
me apparisce dalla rovina delle case a si sicuri dentro le proprie mura. I roma-
settentrione ov' è la porta delta Porto- ni, biasimando in altri ciò che alla loro
naccio. Finché Veio fu nel suo florido volta praticarono, chiamavano questa ter-
stato ebbe il titolo giustamente di capo ribile forma di guerra ladroneccio, ed i
e frontiera sopra tutte le città dell' Etru- veienti predatori, giungendo spesso le
ria, la vera e unica metropoli della me- loro improvvise scorrerie, a modo di lam-
desima, mentre dopo la sua distruzione po, fino alle porte di Roma. Quindi per-
altre città etnischeandarono fregiate del petuo rancore fra' romani e veienti. i
grado di capitale, come Perugia, Corto- Dichiara il eh. Campanari Sopra una :
na, Arezzo ec. Plutarco chiama Veio re- rupe alla e scoscesa, alle cui radici scor-
gina e capo, ossia metropoli della Tosca- rono T acque del fiume Cremerà, e dove
na, d'armi e d' armate non punto infe- sorgono oggi umili avanzi di povere fab-
riore a Roma, s' intende alla Ptoma di bricherà ri casolari e tugurii per vecchiez-
sua epoca. Che Veio fosse la più forte di za cadenti, sorgeva un ih la potente cit-
Toscana e d'Italia ancora, la più capa- tà di Veio, la feroce rivale di Roma, che
ce a far fronte a' romani non tanto per- per lo spazio di più di 3 secoli resisten-
la sua vantaggiosa posizione, che per la do con ostinale e sanguinose battaglie al-
sua celebre rocca, in excelsa et prerup/a laprepotente forza di lei, cedendo poscia
Rupe, come la chiama Dionisio d' Ali- al destino che minacciava già le altre cit-
carnasso, l'asserisce Tito Livio. Che Veio tà deli' Eli uria, a lei pure miseramente
VEI VEI 5
soggiacque. Era Veio la più forte della quello che narrano Dionisio, Livio e al-
gente etnisca, della grandezza di Ateue tri scrittori autorevoli, ragion vuole che
(dice il una circonval-
Zanclii che avea si concluda essere questi scrittori veri-
lazione di 5 in 6 miglia; e il Nibby, che dici ancora ne' fatti che più non esisto-
ne misurò 1' estensione, dichiara y mi- no. Ora essendo il soggetto di tanta im-
glia), e distante non più che ioo stadi portanza da potersi dedurre conseguen-
da l'ionia, 2 miglia e mezzo romane;
i za di tanto peso, non deve recar mera-
ed è precisamente ad una tale distanza, viglia, se i dotti de' secoli passati, come
che nel luogo DO chiamato Isola Far-
O oggi quelli del presente, s'affaticarono in rin-
nf.se vuoisi riconoscere l' antica Veio. tracciar il sito della città con que' mez-
Quivi si vedono ancora a poca distanza zi eh' erano in loro poterete convien di-
dalla città antichissimi sepolcri scavati re a gloria di Veii, che niuna città antica
da 1
1 1 iti* primi abitatori nel vivo masso dopo Roma abbia avuto tanti ingegni
tlt-lle roccie, e avanzi di mura colossali, che ne abbiano indagato il sito, i monu-
e resti d' antiche strade che accennano menti e la storia. Nel voi. XIII, p. 296,
ove una volta fu la famosa Veio. Fu già parlando di Civita Castellana^ registrai
gran disputa fra gliarcheologi de'lempi ad hoc l'opere di Cesarò, Corso, Maria-
andati, se il luogo di Veio fosse questo, ni, Mazzocchi con 3 opere, Castiglione,
o se altrove fosse situata quella celebre Famiano Nard'mi, Perazzi, Zauchi, Mo-
città ; ma dopo le scoperte ivi fatte di la- relli, oltre quelli ricordati negli articoli
pidi importantissime nel 8 io e negli i al- Ne pi e Sutri, e di altre città vescovili e-
tii successivi anni, non è più questione trusche, nelle quali non poco ragionai di
fra 'dotti, che il sito di Veio non sia quel- Veio e de'veienti. Si devono pure tenere
lo «teli' Isola Farnese. Fra'molti scrittori presenti gli articoli Toscana, nella par-
e illustratori di Veio e sue antichità, pre- te che ragiono dell'antica Etruria ; e Vi-
ferisco di scegliere a guida di questo mio TERBOjSiccome capitale dell'Etruriao To-
cenno il dotto Nibby, Analisi storico- scana pontificia, nella descrizione ezian*
to/jografìco-anticf uaria della Cartarie' dio de'luoghi che compongono la sua va-
dintorni di Roma,
3,p. 38o, non sen- t. sta provincia e delegazione. Zanchi in ta-
con audacia sostenere ; e che trovando mani a conquistarle, eccellenti pel grano
concorde lo stato delle cose esisteuli con e altri usi, ma uon già pel vino uou già.
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dito da' romani, forse perchè feccioso e più recentemente dui Morelli, a Civita
grosso. Dall'altro canto, essendo Veio la Castellana (per cui fu scolpito nel fron-
città etnisca più vicina a Roma, fu tra le tespizio del palazzo pubblico : Qui sle-
prime a concepir gelosia della sua nascen- terunt Vejos } nunc renovare licet); ed
te e quindi sempre crescente grandezza, il Degli Effetti a Belmonte (monte diru-
e perciò fu la sia principale nemica. Ma pato di tufa vulcanica fra Castel Nuovo
patte de'summentovati e altri scrittoli, e Scrofano, nel territorio di questo, ma
per mancanza di que' lumi, che fornisce più vicino a quello, a sinistra della via
la critica archeologica d'oggidì; parte per Flaminia, nella cui sommità fu già il
un soverchio amore di predilezione mu- castello omonimo con sua chiesa della
nicipale, tutti volendo tirar Veio alle pro- diocesi di Porto ). Tutti questi scrittori
prie patrie; parte per una specie di gara sostennero la loro opinione in modo cha
intemperante e urto personale, si allon- fa pietà (sic) vedere sopra quali frivole
tanarono dal sito in modo che non vi è circostanze si appoggiassero, quanto po-
quasi luogo fra Martignano, l'Isola Far- co conoscessero il criterio archeologico,
nese, Ponzano (eli cui nel voi. LV11I, p. e come trascurassero, travolgessero, e mu-
ia4)> Civita Castellana (distante menodi tilasseroancora l'autorità de' classici. Fa
38 miglia da Roma per l'odierna strada miano Nardini con quell'acutezza d'in-
postale), Gallese, Baccano (di cui nel gegno che lo distingue, e riconobbe l'e-
voi. LVIII, p. 1 17), che non sia stato cre- mulo Mazzocchi, malgrado la scarsezza
duto il sito di Veio, cioè nel pretendere de' lumi che a suo tempo si a ve. ino su que
di volerlo stabilire si andò vagando en- sta materia, ne dimostrò vittoriosamen-
tro una circonferenza di sopra 60 mi- te il sito all'Isola Farnese (con Discor-
glia. Le ricerche fatte espressamente in so ira'estigath'OfSlainpalo nel 1 647 in Ro-
proposito,cominciarono nel secolo XV, e ma con figure) e ne' dintorni, appoggia-
continuarono fino ad oggi.HNibby ripor- to strettamente all'autorità de' classici ed
ta semplicemente le principali seguenti alle ispezioni locali, e fu seguito da Lu-
opinioni, senza confutarle, e poi dichiara ca Olstenio e dal Fabretti : l'osservazio-
la sua autorevole. Biondo seguendo quel- ni e le scoperte fatte iu questo nostro se-
la Francesco Fiano,collocò Veii
del poeta colo, hanno dimostrato con quantogiu-
a Ponzano; Volaterrano seguito dal Ful- dizio e criterio avesse colto nel segno. La
vio, alla Meana, presso la terra di Fiano sua opera, che modestamente intitolò:
(presso di essa, di cui parlai nel voi. L, p. L'antico Velo, andò esposta a 3 insolen-
p. 7 i,e nel luogo denominato Lago Puz- ti repliche del Mazzocchi. Il Perazzi ni-
zo, 3*28 ottobre i856 dopo forte deto- pote del Nardini nel 1 654 espose all'os-
nazione si manifestò un'eruzione vulca- servazioni, ossia alla Lettera ed apolo'
nica, e quindi si formò nel centro un cra- già, ch'è lai." produzione ueli653 pub-
tere e nuovo lago d'acqua sulfurea; pa- blicata dal Mazzocchi, da Nibby qualifi-
re riproduzione di preesistente vulcano, cato inetto scrittore, coli' operetta intito-
denominazione del vocabolo, seb-
attesa la lata : La Scopetta. Nel secolo seguente,
bene a memoria d'uomini non si conosca. cioè neli768,l'avv. Zauchicon un'altra
Ne parla l'///2>u/H di Roma,t. 23, p. 332); opinione (che rimarcai nel voi. LVIII, p,
Giovanni Annio,CesareNiccolini e Lean- 1 16 e 1 17, parlando di Formello e di
dro Alberti, a Martignano; Cluverio, ne' Baccano, e rilevando il meraviglioso spa-
dintorni diScrofano(e seguito dal moder- zio di pianura distinto in liste diritte a
no Calindri, come rilevai nel descriver- guisa di scanalature cui sono divisi i cam-
lo nel voi. LVIII, p. 128); il Castiglione pi, da Formello all'Isola Farnese e da
e il Mico, sostenuti poi dal Mazzocchi, e questa verso Roma, com'era formulo pi e-
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Giumente il territorio Veiente), che Veii te, che visse sempre ed ebbe
in oriente,
fu nel Munte Lupoli, nel suolo e territo- inoltre la disgrazia d'essere stato il suo
rio di sua patria Campagnano, parte del lavoro stranamente interpolato con ag-
ciglio orientale del cratere e del bosco giunte da Paolo Diacono nel secolo IX.
di Baccano, 18 miglia lungi da Roma, A tuttociò deve aggiungersi che le cifre
appoggiandosi principalmente a' cuoi» de' numeri sono andate soggette ad alte-
coli antichi e moderni fatti pel disec- razioni per l'ignorau/.a de' copisti, onde
camelo del cratere, ch'egli prese ba- tali varianti piuttosto che attribuirle al-
lordamente (sic) pel cunicolo celebre di la trascuratezza degli scrittori, debbon-
M. Furio Camillo. Lasciando da can- si riconoscere per negligenze degli ama-
to tutti raziocini de' moderni, il Nibby
i nuensi. Dionisio descrive Veii nella gia-
seguendo strettamente a ciò che gli scrii* citura, nella distanza e nella grandez-
tori antichi ci hanno lasciato di positivo za, come dissi in principio, dichiaran-
sulla situazione di questa città, colla scor- dola la città etrusca più potente e più
ta di questi ne indagò il sito; e siccome vicina a Roma. Nell'epitome pubblica-
questo per la distauza da Roma, le cir- ta dal cardinale Mai si legge: » Essere
costanze topografiche, l'estensione del pe- la città de' veienti per nulla inferiore a
rimetro, e gli avanzi esistenti corrispon- Roma, ontl' essere abitata, possedendo
deva a ciò che si legge di Veii etrusca un territorio vasto e fertile, io parte
piesso gli antichi scrittori, concluse che montuoso, in parte piano, di aria pu-
ivi fu quella città. Dopo avere osservato rissima ed ottima per la salute degli uo-
che ingiustamente gli scrittori moderni mini, come quella che non aveva pa-
di sovente tacciarono in globo quegli an- ludi vicino, donde si alzassero esalazio-
tichi di trascuranza nel determinare le ni gravi, né alcun fiume che tramandas-
distanze de' luoghi, per le varianti che se aure fredde di buon mattino, uè scar-
alle volte s'incontrano fra uno scrittore seggiatile d'acque e queste non condotte,
e l'altro; ricorda che la critica insegna ma sorgenti, copiose e ottime a bersi ".
doversi accordare maggior credito ad Dionisio pertanto positivamente porta a
uno scrittore, piuttosto che ad un altro, 100 stadi incirca la distanza fra Roma e
secondo la qualità del soggetto che trat- Veii, i quali calcolati 8 a miglio, ne se-
tano, l'epoca in cui fiorirono e lo scopo gue che Veii era 12 miglia e mezzo di-
ch'ebbero nello scrivere. Quindi in una stante da Roma; e con lui s'accorda la
questione, come questa, del sito d'una carta Feutingeriana, la quale indicando
città, i geografi e gli storici debbousi pre- le stazioni della via Cassia, ed ommetteu-
ferire agli oratori e a' poeti ; e fra gli sto- do per sistema le frazioni, pone Veii 12
rici que' che vissero in epoche anteriori, miglia lontano da Roma. Questi due do-
a quelli che scrissero quando le traccie cumenti sono precisi. Ma coloro che non
e le tradizioni si erano o dileguate o al- vollero veder chiaro in una cosa da per se
meno illanguidite. Così Dionisio, che vis- stessa chiarissima, ricorsero a Livio, il
se 22 anni in Roma e lasciò una storia quale pone in bocca ad Appio Claudio,
tanto accurata, che visitò i luoghi che nell'orazione per eccitar il popolo alla
descrive, che fiori sotto Augusto, quan- guerra contro Veii, esser distante vicesi-
do Veii non solo non era stata dimen- inu/11 lapidali, in conspectu propc Urbis
ticata, ma era risorta come municipio nostrae aiimuiin oppugiialionetn perfer-
romano, devesi per ogni riguardo, trat- re piget. Per cui conclusero i sostenitori
tandosi di Veii, anteporre ad Eutropio, dell'altre opinioni coulra il Nardi ni e i
sofista e trascurato compendiatole della seguaci suoi, che Veii fu circa 20 miglia
storia romaua da lui dedicala a Valeu- luDgi da Roma. L'espressione di Livio fu
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vaga e il suo senso non fu compreso. Egli tàdeve rintracciarsi nella lingua etrusca,
non parlò della distanza di Veii, ma de' e non nella voce Vela di Feslo o Paolo
combattimenti, che intorno a quella cit- suo compendiatore, poiché questi forse
tà avvenivano fra' i vali corpi dell'eser- con allusione agli eccellenti veienti arti-
cito romano attendali ad una certa di- sti di cocchi ed a' valenti loro conduttori
stanza, ed i veienti; ed alcuni di essi era- de'medesimi, dice tutt'altro : Veia apud
no certamente 3 e più miglia di là da Veii, Oscos (o tuscos) dicebatur plaustru/n,
onde tenere in soggezione gli etrusci e spe- unde velarti slìpiles in plaustro et vectu-
cialmente capenati ed i i falisci. D'altron- ra, veitura (0 velatura.) Così è ignoto il
de Veii stando quasi a vista di Roma, e suo fondatore, che alcuni suppongono
dentro il raggio di 20 miglia, la proposi- Properzio,il quale fu certamente re de*
zione di Appio regge sempre, senza che secondo Servio, scoliaste o com-
veienti,
ne segua che Veii dovesse intendersi si- mentatore di Virgilio, che dice il luco e
tuato alla distanza di circa 20 miglia. famoso tempio di Feronia presso Cape-
Soggiungono però che Eutropio la collo- na (della quale fecicenno nel voi. LV1II,
ca 18 miglia distante; ma Entropio non p.i2ie seg., dicendo di Ci vitella, Lepri-
deve preferirsi a Dionisio, pegli errori dal guano e Morlupo,ed altrove con Gallet-
i.° fatti nel descrivere altre distanze, ed ti ancora),fu edificato coll'aiuto de' veien-
enumerati dal critico Nibby, e perciò non tida' figli del re Properzio mandati a
doversene far conto. Dionisio non indica Capena, non però che fondassero questa,
soltanto la distanza, ma descrive minu- la quale può essere stata fondata da' ve-
tamente il sito di Veii; e la carta Peutin- ienti a misura che estesero il loro domi-
geriana, oltre la distanza, la direzione nio fino alla riva del Tevere. Delle città
rispetto a Roma, cioè la via Cassiajquin- etrusche vicine a tal fiume, Capena non
di se seguendo tale antica Strada di Ro- fu certamente delle più oscure, quantun-
tila (P'.), alla distanza da Roma di circa que non si contasse mai come una lucu-
i 2 o 1 3 miglia esiste un luogo, che corri- monia particolare (cioè una delle prin-
sponde alla descrizione di Dionisio; se cipali città etrusche, e il cui principe o
oltre questo vi rimangono avanzi visibi- capo particolare si disse lucumone), e si
migerata città, e dalla descrizione dello da Morrio re de' veienti, perchè venisse
stalo presente de'luoghi, che toccherò poi, co' loro canti lodato Aleso figlio di Net-
si vedrà quanto esatta sia la descrizione tuno, stipite della famiglia di quel re. I
L'etimologia del nome di questa cit- rissero uou è uoto al Nibby, uè chi di
VE I VEI 9
loro fosse il più antico. Ma il nome ili lestavano per dir così alle spalle. All'e-
Moi rio o Morio pare identico a quel di poca della fondazione di /Ionia, j53 an-
Mamurio, che secondo la tradizione più ni innanzi l'era corrente, Veii certamen-
comune era stato il fabbro degli allei- te esisteva e il suo territorio era vasto;
li o scudi sagri, de' quali i salii servivan- imperocché escludendo quello de'ca pena-
si nelle loro danze sagre, di cui il nome ti, de' nepesini e de' sulrini, che sicura-
era sovente ripetuto nel carmen saliare. mente un tempo furono dipendenze di
De' sacerdoti LX, p.
salii parlai ne' voi. Veii , occupava tutto il tratto sulla riva
i3o,LXXXlII,p.3i4eallrove. Nel Ve- destra del Tevere, fra il confluente del ri-
to illustralo dal Zanchi, parlando egli vo oggi detto di Frocoio nuovo, e la fo-
sull'origine della città, secondo l'insinua- ce sinistra del Tevere nel mare. E den-
zione del Theuli, Teatro historico diVel- tro terra risalendo il corso di detto rivo
tetri, non trovo i nominati re veienti, ma e di là in linea retta pe'cappuccini di Bia-
bensì un re Odio o Veio figlio di Gome- 110, e Belmonte e Campagnano chiudeva
ro o Cornerò re d'Italia, nato da Jafet e dentro il cratere di Baccano , laghi di i
1 738, lo scolo si scaricò nel Cremerà og- non facevano parte della città, ma nep-
gi Valca o Varca. Quanto all'etimologia, pure del suo territorio, come narrai in ta-
riporta il parere dell'Alberti, che seguen- liarticoli. La prima volta che veienti i
batino, di Trevigiana, Slitti ec, seguen- là ne' possedimenti etruschi) a questa in-
do l'opinioni del Zanchi,
ignorando quel- viava pel fiume per la carestia che l'af-
le delNibby, conclude che perciò la città fliggeva; perciò attirarono contro di loro
di Veio vanta per la sua origine una pri- lo sdegno di Romolo, il quale corse ad as
mazia su tulle l'altre città etrusche clje salirli, li viuse e s'impadronì della loro
io YEI V E I
città, che multò d'una parte del terrilo- nicolensi), costituirono il patrimonio dei-
da 3oo soldati. ve-
rio, e fece presidiale I la tribù perciò appellata Rurnulia o Ro-
ìenti non potevano vedere di buon animo romane
milia, e questa fu la ."
i delle Tri-
e senza gelosia questo posto avanzato de' bu rustiche. Il eh. cav. A. Coppi lesse due
romani, posto importantissimo riguardo Dissertazioni nell'accademia romana di
a loro, poiché dirimpetto a Fidene è la Archeologia, che le pubblicò nel t. 5 delle
valledi Cremerà, perla quale dopo 6 mi- Dissertazioni della medesima, cioè a p.
glia circa di cammino si giunge a Veii, 285 quella su Vejo, ed a p. 3i3 l'altra
.senz'aleuti ostacolo naturale. Quindi in- dt'Settcpagì. Parlando de'confini del suo
limarono a Romolo di ritirare il presidio territorio, dice che avea un'estensione di
da Fideue e di restituire a'fidenati le ter- circa 3oo miglia quadrate, ossia di circa
re. Il bellicoso re di Roma non die peso 36,ooo rubbia. Conviene che presso le
a tali domande, e perciò essi passato il rovine di Veio si costrinse ne' tempi di
Tevere presso Fidenes'accamparouo eoo mezzo un castellodetto Isola, il quale nel-
esercito poderoso in luogo appartato. Ilo- la decadenza della famiglia Orsini che lo
molo si recò tosto a porre i suoi allog- possedeva, sembra che sia passato nel do-
giamenli inFidene Venuti allema-
stessa. minio della Farnese, dalla quale prese
3
ni, lai. battaglia restò indecisa; però nel- nuova denomiuazioue. Quanto a Sette Pa-
la 2." per un'imboscata veieuli furono i gi, egli dice ignorarsi precisamente dove
disfatti, e sebbene nel combattimento pò- fossero tali regioni de' veienti; ma sicco-
chi pei isserò, i superstiti nel passare il Te- me Tevere, con qual-
erano contigui al
si annegarono nella più par-
vere a nuoto che probabilità gli assegnò in territorio
te.Ardendo veienti di vendetta, toma-
i le seguenti tenute, che sono appunto sul»
rono in campo e furono di nuovo scon- la destra del fiume nell'antico territorio
fitti, perdendo inoltre il campo e tutte le de'veienti, e di tutto ne fece l'ili ustrazio-
bagaglie. I veienti perciò costretti a do- ne storica ed eruditalo' rispettivi proprie-
uuandar la pace, l'ottennero con tregua tari, fra'quali diverse spettano al capito-
peri oo anni, a condizione di cedere a'ro- lo Vaticano. Torricella , Prati di Tordi
mani tutta quella partedel territorio pros- Quinto, Tor di Quinto (ove si crede fosse
sima a Roma sulla riva destra delTeve- il baluardo meridionale veicolano), Cre-
se, che designavasi col nome di Sette Pa- scenza, Inviolata, Inviolatella, Muratella,
gi, probabilmente per 7 villaggi e forse Valca e Valchetla, Prima Porta e Fras-
muniti ch'erano sparsi nella contrada, e sineto, Pietra Pertusa,ÌVLilborghetto, Ca-
d'astenersi dalle Saline (/'.) che aveano sai delle Grotte, Procojo nuovo, Procojo
alla foce delfiume, e dessero 5o ostaggi vecchio. Sommano le medesime a rubbia
per sicurezza. Questo trattato fu scolpito 342. La regione è attraversata dali'anti-
a perenne memoria sulle colonne. I pri- ca via Flaminia, e ne'tempi di mezzo fu
gionieri vennero restituiti; e quelli che talvolta detta Collina. Avverte poi nella
preferirono di rimanere in Roma ebbero Dissertazione di f^ejo, che del territorio
da Romolo la cittadinanza, e terre sulla veiente una porzione è fuori dell'odierno
riva sinistra del fiume. Tutto narrano Li- Agro Romano, e che in quello erano per
vio e Dionisio. Paolo poi compendiatole avventura compresi territorii di Riauo, i
gale (delle ancora Iacinteo estremila Già- quindi della porzione che prubabilmcn-
VE I VEI 11
(e era compresa nell' attuale Agro Ro- della città, ed armatisi introdussero trup-
mano, cioè: i.° Dell'Isola Farnese e delle pe ausiliarie per parte de'veienti, rispon-
tenute ad essa più vicine sino alle vigne dendo agli arnbasciatori.che dopo la mor-
di Rouia , che enumera e descrive, so- te di Romolo aveano da fare co'ro-
nulla
pra un territorio di rubbia 5 190; giun- mani, essendosi a quell'epoca sciolto qua-
ge sino alla via Cassia, e comprende tra' lunque impegno contralto. Tulio quindi
suoi confitti l'albergo e la posta della Stor- preparossi alla guerra e chiamò in aiuto
ta, della quale parlai nel voi. LYIII, p. gli albani, secondo il trattato conci uso do-
in tali lerritorii egualmente il dolio cav. Usciti in campo si schierarono nella de-
Coppi ne fece l'illustrazione slorica ed e- stra, ed i fidenati nella sinistra; dall'al-
rudita.Si può anche vedere mg.' Nicolai, tro canto Tulio co' romani si oppose a'
AIe morie sulle Campagne di lìoina , il veienti, e Mezio Suffezio cogli albani a'
quale nel t.i principalmente ne ragiona, fidenati. Seguì la battaglia fra Aniene
I'
il nome, o piuttosto ella lo prese dal luo- da Livio e da Dionisio. La morte di Tul-
go chiamato cosi da' boschi di Fargue io seguila circa 12 anni dopo non mise
latifolia, sorte d'albero che non dà frut- ienti, poiché si riaccese sotto il suo succes-
to, il cui legno è molto duro e leggiero. E sore Anco Marzio, il quale dopo aver rac-
una specie di quercia a foglie larghe. Di- colto un esercito poderoso di romani e
cesi Farneto il luogo piantato di Farnie. d'alleati uscì in campagna e cominciò dal
Altre notizie analoghe riporterò parlan- mettere a guasto le terre de'veienti, on-
do nell'articolo Viterbo, ilei comune di de vendicar danni ch'essi aveano reca-
i
Farnese, detto già anche Farneto, altra to nell'anno precedente alle terre devo-
antichissima proprietà dell'illustre fami- niani. I veienti passato il Tevere s'accam-
glia, dalla quale essa più probabilmente parono sotto le muradiFidene: Anco, co-
assunse il cognome, e non dall'Isola Far- me superiore in cavalleria, troncò a' ve-
nese, il cui acquisto lo fece quando già lo ienti la ritirata, e poi li forzò a combat-
portava, per cui dal suo cognome derivò tere e li sconfisse. Concluse con loro una
all'Isola l'aggiunto di Farnese); non che tregua, che ben presto fu rotta da' veien-
del territorio Veieutano,quale fosse e del- ti coli' animo di ricuperare i Sette Pagi
la qualità delle sue terre. Ritorno alla perduti sotto di Romolo: la battaglia fu
storia de'veienti col Nibby. La pace tra data presso le Saline, e finì colla sconfit-
essi e i romani durò quasi 70 anni; poi- ta totiile de'veienti, che perderono allo-
ché l'anno 88 di Roma sotto il suo 3.° re ra la Selva Mesia (leggo in mg.' Nicolai,
Tulio Ostilio si ruppe nuovamente a ca- parlando delle tenute Salsare o Campo
gione de'iìdenati. A questi avendo quel Salino, confinanti col territorio di Porlo
re iutimatodi reudergli conto della con- e altre tenute, che in questi luoghi do*
dotta tenuta da loro durante la differenza vea continuare la Selva Mesia e parte e*
insorta fra'romani egli albani, fidenati i rano le Saline che Anco tolse a' veienti,
invece di discolparsi, chiusero le porte con altre iu vicinanza d'Ostia; e leggo nel
il V E I VEI
cav. Coppi, ragionando della Selva Me- contro romani per 90 anni; ha più da-
i
sia e di Selva Candida, che non si co- te, che ricevute sconfitte da' romani) in
nosce precisamente ove fosse, sapersi ben- modo da non osar più d'uscire dalla cit-
sì che una porzione dell'antico territorio tà, ed essere costretti a rimanere spetta-
etrusco, e probabilmente veiente,ne'tem- tori de'guasti enormi, che i romani face-
pi dell'impero fu detto Selva Nera e quia- vano alle loro terre. Quella guerra firn
di Candida, da me pel narrato a Porto. colla battaglia d' Erelo (di cui nel voi.
In questa contrada nel secolo XII trovasi LXX.VI, p.47 eseg.), la (piale pose Tar-
una selva detta Magia, che (orse ha ana- quinio in grado d'essere riconosciuto co-
logia col vocabolo Mesia. Indi il Coppi me signore di tutte le città dell'Etruria,
passa a trattare d'alcune tenute, comin- lasciando nel resto adesse la libertà di go-
ciando da s. Ruffino t che sono presso la vernarsi a modo loro, e non ritenendo che
via Cornelia alla destra dell' Amelia , e una specie d'alto dominio. Gli etruschi in
ad occidente delle vigne di Roma. Il no- riconoscimento dell'alto dominio gli por-
me ili s. Raffina lo prese dal sepolcro del- tarono in dono l'insegne colle quali sole-
la martire, fu sede vescovile e col nome vano ornare i loro re, cioè la corona d'o-
pure di Silva Candida, indi riunita a ro, il trono d'avorio, lo scettro sovrastato
quella di Porto), e lutto il tratto di ter- dall'aquila, la tunica di porpora ricama-
reno, che avevano fra 'Sette Pagi e il ma- ta d'oro, il manto di porpora varialo. E
in quella parte nuove saline (indi divenne conoscere il successore. Livio parla di
sede vescovile e la i.' suburbicaria unita un' altra guerra, ch'ebbero a sostenere i
poi a quella di / tlletri, nel cpiale articolo veienti contro re Servio Tullio, successore
i ilei ii ole recenti e importanti sue notizie). di Tarquinio Prisco, che nella battaglia
Cosi,(\\ceL\y\o:Usq ne ad 3Jare Imperinrn d'Ereto avea dato prove di gran valore;
jirolalnm, et in ore Tyberis Ostia Urbs guerra che però sembra essere stata quel-
eondila. Osserva Dionisio, che costruen- la slessa che Dionisio attribuisce al detto
do Anco tal città : Effìcit ut Roma non Tarcpiinio. Questa fu l'ultima guerra fra
Mediterranei* tantum sed etiam mari- Veio e Roma durante il governo de' 7
m'spalens Transmarina quoque bona suoi re. Tuttavolta Servio Tullio volen-
degustarci. Nuova guerra si accese fra' do ingrandire il territorio di Roma, tol-
romani e i veienti sotto Tarquinio Prisco se una parte del veiente e vi stabilì la ,
etrusco tarquiniese e re di Roma, che co- nuova Tribù rustica Veientina, come no-
me capitano della cavalleria erasi princi- tai in quell'articolo. Io qui devo ricorda-
palmente distinto nella battaglia delle Sa- le, quanto in più luoghi narrai. La Qua-
lme, regnando ii predecessore. Di questa driga di creta de' veienti fu stimata una
guerra Livio non fa menzione, sibbene delle 7 cose fatali di Roma antica , alla
Dionisio. In essa al solilo veienti furono i di cui conservazione nella medesima era
sconfìtti (perciò vanno corretti Zanchi ed attaccata la salute e la gloria dell' eterna
altri illustratori di Veio, che franca meo- città; argomento svolto eruditissimamen-
le asserirono; Veio niauteuue la guerra te da Caucellieii.Aveudo Tarquinioil Su-
VEI VEI i3
quel Nume. La quadriga posta nella for- che perciò la vittoria era de' romani), e
,°
nace a cuocersi meravigliosamente s'in- vi perirono dal canto de'romani il 1 con-
grandì tanto, che convenne romperla per sole stesso L.Giunio Tìruto, da quello de-
cavarla fuori. Con superstizione i veienti gli etruschi Arunte Tarquinio figlio ilei
del popolo, die sarebbe rimasto posses- rossi nelle loro terre rispettive. Nella pa-
sore del carro, e perciò ricusarono di con- ce fatta fra Roma e Porsenna , fu resti-
segnarlo a'romani, i quali però colla for- tuito a' veienti lutto il territorio, eh' era
za se ne impadronirono e lo collocarono stato conquistalo da Romolo e da Anco
sul detto tempio. Tutto il fatto viene nar- Marzio; ma dopo la rotta avuta da A mu-
ralo da Festo parlando dellaromana Por- le figlio di Porsenna sotto la città d'Ari-
ta Ratumena, dicendo che un auriga di cia, oggiRiccia f/^, ette il re avea man-
\ eio, stando gareggiando nella corsa de' dato a occupare colla metà dell'esercito
carri , fu dall' indomita fu«a de' corsieri (il quale in gran parte perì con Arunte
rapito fluo ad essa, e venne rovesciato.
ivi sepolto nel monumento che si vede in Al-
Altrettanto raccontano Plutarco e Solino. bano, e invece dicesi degli Oiazi e Curia-
Giuseppe Lorenzi, Varia sacra Genti- zi), e l'ospitalità accordata da'romaiti agli
Unni, nel t. 7 del Thes. di Gronovio, p. avanzi dell' esercito etrusco (e per quegli
i5o, lesse il passo di Servio in questo mo- episodi famosi d'ardire e di valore ripetu-
do, sulle 7 cose fatali di Roma. Acns Ma- tamente narrati altrove), Porsenna resti-
tris Deiiin; Quadriga ficlilis; f'ejento- luì a'romani questo stesso territorio, per
rum cineresjOrestissceptriim, sive Pria- testimonianza di Dionisio e Livio. Finché
mi; liioneij Palladiani; Ancilia. Onde durò l'influenza di Porsenna e della sua
avendolo malamente interpunto (poiché famiglia sullecose della confederazione e-
non sono nominate da Servio le ceneri trusca,i veienti rimasero tranquilli;mor-
de' veienti, ma solo Quadriga fictilìs Ve- to lui gli affaricambiarono aspetto. I ve-
Jorum), erroneamente attribuisce al Pon- ienti non potevano dimenticar la perdita
tefice Massimo l'uso di questa quadriga di della parte più ricca del loro territorio,
creta, che mai non ebbe. Frattanto spen- che mentre erano sul punto di ricupera-
ta in Roma da L. Giunio Drillo la tiran- re eia stala di nuovo ceduta a' romani
nia di Tarquinio il Superbo, gli etrusci a da Porsenna con atto arbitrario e di pu-
cui ricorse, condotti da Porsenna lucu- ro potere, giacché sebbene egli avesse po-
mone o re di Chiusi, lo vollero riporre sul tuto allegare il diritto di conquista sopra
trono. 1 primi ad entrare in quella lega e quella terra, i veienti nondimeno aveano
ad uscire campagna, secondo Dionisio
in contribuito con tutte le loro forze alla
e Livio, furono veienti e que'di Tarqui-
i
guerra contro Roma. Durò la tregua 23
nia (V.). La battaglia si die presso la sel- anni; finalmente nell'anno 271 di Roma,
va Arsia (pare ov'èal presente la tenuta profittando delle turbolenze inlestinede'
Insugherata presso la via Cassia, circa 3 romani , i veienti si mossero. Fu contro lo-
miglia fuori dell'odierna Porta del Popo- ro spedito il console Cornelio Cosso, che
lo, poiché ebbe luogo prima che i colle- ricuperò la preda, che aveano falla nel-
4 VE I VE I
le terre romane; ed avendo i veienti man- altrettante truppe richieste alle colonie e
data un'ambasceria, restituì loro i prigio- alle città soggette: i latini e gli eroici som-
DÌ, mediante un riscatto, accordando lo- ministrarono il doppio di gente di quella
io un anno di tregua. Tuttavolta veienti i a loro richiesta; ma romani rendendo i
tornarono a fare scorrerie nell'agro roma* grazie alla loro buona volontà, accetta-
no 3 anni dopo: il senato mandò loroam- rono soltanto la metà de'soccorsi. Per ri-
bascialori a ripeter lecose tolte; essi scher* serva dinanzi la città ea guardia delle lo-
mironsi dicendo non essere veienti i sac- roteile levarono due altre legioni di gio-
cheggiatori, ma etrusci d'altri cantoni;*** vani, onde potessero opporsi a qualche
tanto nel tornare a Roma gli ambasciato- scorreria nemica improvvisa. Di più,que'
ri, s'imbatterono in altri veienti che por- che aveano oltrepassalo gli auni dell' età
tavano via la preda dell'agro romano. U- militare, ma che potevano ancora portar
dendo questo il senato decretò sdegnato 1' armi, furono lasciati in Roma a difesa
la guerra contro i veienli, e ordinò a'due delle mura e della fortezza. I due consoli
consoli d'uscir in campagna. Malgrado condussero l'esercito presso Veii, e si at-
ciarono, e posero il campo separatamente non molto distanti fra loro. I veienti eran-
un dall' altro non lungi da Veii. Non o- si accampati fuori della con un eser* città,
sando i veienti d' uscire, essi diedero il cito forte e valoroso formato cogli aiuti
guasto alle terre quanto più poterono, e giunti da tutta l'Elruria, dove più ri- i
tornarono a Roma pe'quartieri d'inver- chi aveano assoldato ipoveri, onde era più.
no. Nell'anno seguente 2y.5 essendo con- numeroso di molto del romauo esercito,
soli Cesone Fabio e Spurio Furio, gli e- Pertanto consoli giudicarono non esser
i
trusci si posero in movimento e tennero opportuno venire alle mani, e più pru-
un congresso generale per decidere se do- dente il temporeggiare; onde siconten*
i veienti. Questo consoleodiato da'soldati chiò, arse e consumò l'armi, uccise il più
per la parte avuta nella morte di Spu- bello de' cavalli, che il console montava
rio Cassio, si vide lo scandalo d'un'insu- nelle battaglie, ed alcuni servi. Questo
bordinazione militare,poichè abbandona- fatto riguardato come un prodigio infau-
rono il campo circa la mezzanotte e tor- sto, mosse il console a consultar gli au«
itarono in Roma, i veienli conosciuta la guri, i quali dichiararono, che ciòannun-
partenza de' romani spogliarono il cam- ziava la presa del campo, e la morte de
pò, e si portarono a depredatele tene li- capitaui principali. Manlio a evitare le
mitrofe del territorio nemico. Nell'anno conseguenze dell'avvenimento di questa
seguente in Roma i nuovi consoli Caio predizione,o l'effetto morale prodottone
Manlio e Marco Fabio per senatus-con- soldati , sulla mezzanotte abbandonò il
sullo levarono un nuovo esercito compo- campo, e condusse l'esercito a quello del
sto ciascuno di due legioni romane e di collega Fabio. Nel dì seguente gli elru-
V E f VEI i5
sci nppresero da alcuni prigionieri l' ac- trasportato al campo, onde venne lo semn-
ca dulo,econfortati lia'loro aruspici mon- piglìo ne' suoi : a frenarlo corse il collega
tarono in grandi spei anze,giudicando die Fabio, e gli etrusci desistettero dall'assa-
i numi erari per loro. Essi perciò anda- lire quest'ala; concentratisi però conti-
rono a occupare il campo abbandonato nuarono a combattere con gran furore, e
da'romani, e se ne servirono come d'un molti perdettero de'loro, ma molti anco-
punto d'attacco contro il campo supersti- ra uccisero de' romani. Gli etrusci che a-
te ponendo lutto in opera per fare ri-
,
veano occupalo il campo abbandonato da
solverei romani a un'azione decisiva. Ma Manlio, erano fino allora rimasti sempli-
i consoli quanluuque fossero pieni di co- ci spettatori della pugna; peròa quel pun-
raggio, poca fiducia a veano ne'soldati che to uscirono, e credendo che il presidio la-
di malavoglia eransi armati, come mal- sciato nel campo romano da Fabio fosse
coutenti della condotta de' patrizi nelle debole, andarono ad assalirlo. Essi non
leggi agrarie. Laonde risolsero di restar s'ingannarono: il campo non era guarda-
chiusi nel campo, acciò nemici divenis-
i to che da pochi soldati prodi, il rimanen-
sero vieppiù insolenti e pungessero I' a- te consisteva in mercanti, vivandieri, fab-
inor propriode'soldali, perchè questi in- bri ec.,gente poco alta a combattere. I ro-
sorgessero in massa e domandassero d'an- mani nondimeno fecero una resistenza o-
dar contro il appunto av-
nemico; e così stinata; ma allorché il console Manlioben-
venne. Imperocché non con-
gli etrusci che feritogravemente, volle accorrere col-
tenti di provocar audacemente romani i la cavalleria a soccorso de'suoi, cadde da
con ogni sorta di contumelie, chiamando- cavallo e per l'acerbità delle ferite non po-
li vigliacchi e codardi, che tenevansi rin- tè rialzarsi e morì, ed insieme con lui pe-
chiusi e non osavano mostrarsi, comincia- rirono i più valorosi, onde gli etrusci li-
rono a formar una specie di controvalla- beramente penetrarono nel campo. An-
zione per cingerli e quindi forzarli alla nunziala a Fabio tale sciagura, volò a li-
resa. Allora i soldati romani corsero con berare il campo e vi pervenne pel valore
alte grida alle tende de'consoli, per esser di Tito Siccio legato e pro-pretore; quin-
condotti alla battaglia. Fabio li chiamò a di instancabile tornò di nuovo a combat-
conclone, e co' rimproveri e colle promes- tere, finché il tramontar del sole pose ter-
se gl'infiammò in modo che giurarono di mine a quella terribile giornata. Osserva
non tornar a Roma, non dopo vinto
se Dionisio, a cui devonsi tutti questi parti-
il nemico. Uscirono pertanto dal campo, colari, che romano era compo-
l'esercito
e gli etrusci fecero altrettanto; giunti in sto di 20,000 1200 cavalli;
legionari e di
luogo opportuno si schierarono io ordi- e che le truppe degli alleati ammontava-
ne coman-
di battaglia: l'ala destra era no ad altrettanti soldati, cosicché in tutti
dala dal console Manlio, la sinistra da ascende vano a 42,400 uomini; che la bat-
Quinto Fabio già due volle console, e ab taglia ebbe principio poco prima di mez-
loia legato consolare e pro-pretore; il cen- zodì e si prolungò fino al tramontar del
tro dal console M. Fabio. L' urto fu ter- sole; che vi perirono dal canto de'roma-
ribile, l'ala destra fece piegar gli etrusci; ni i pio pretore, e molti tri-
detti console e
la sinistra fu sul punto d'erser circonda- buni e centurioni, quanti mai forse non
ta, e perde il suo capitano Q. Fabio, che erano periti in altri grandi combattimen-
cadde coperto di ferite. A soccorso di que- ti. Tuttavia la battaglia restò indecisa, e
sl' ala corse il console Fabio colle coorli i romani cantarono vittoria perchè la
,
scelte del centro e respinse i nemici. Men- notte seguente gli etrusci si ritirarono ab-
tre così di nuovo si equilibrava la pugna, bandonando il campo: l'indomani questo
il console Maulio fu mortalmente ferito e fu saccheggiato da' romani, e dopo aver
16 VEI V E I
dato sepoltura a "loro morti tornarono al nistrar soldati e da spese. A queste ma-
proprio campo, dove Fabio chiamò a con* gnanime offerte, il senato rese loro grazie
cione I' esercito, e rese le lodi dovute a' insigni, ed accettò con un senatus-consul-
prodi. Dopo qualche giorno ritornò col- to l'offerta generosa: Fabii ebbero l'or-
i
l'esercito in Roma, ricusò trionfo e abdi- il dine di trovarsi pronti l'indomani coll'ar-
cò il consolato, non polendo più agire per mi nel vestibolo della casa del console. In-
la gravità delle ferite riportale. L'anno fatti ivi si raccolsero, e in numero di 3o(>
ne, furono eletti consoli Cesone Fabio per accompagnati da una gran turba di co-
la 3." volta, e Tito Virginio Tricosto al : noscenze e d* amici, e dal popolo, e pas-
2. toccò in sorte la guerra contro i veien- sando dinanzi il Campidoglio fecero voti
ti. La campagna si apri alsolito colle scor- a'Nurni per la felicità della loro impresa.
rerie; ina queste costarono carea'romani, Uscirono di Roma per l'arco destro della
i quali furono colti all'improvviso, e sen- porla Carmcnlale.e si portarono al Cre-
za il valore di Tito Siccio sarebbero stati merà, dove parve loro opportuno il sito
tutti spenti. I soldati sparpagliati si riu- per esser munito, e di servir da castello al
nirono insieme sul far della sera sopra un presidio. Il Cremerà, oggi Valca, in quel
colle, dove passarono la notle. I veienti ve punto separava il territorio romano dal
li assediarono. In tal frangente il console veienle: il luogo dicesi da Dionisio taglia-
non trovò allro scampo, che quello di to a picco, quindi sembra a Nibby dover-
chiamare in soccorso il collega. Questi si riconoscere in quel monte dirupato a
giunse in tempo: i veienti posti in rotta sinistra della via Flaminia, dove questa
si ritirarono a Veii, dove furono insegui- è attraversata dal Cremerà circa G miglia
ti da' romani, che posero il campo sopra lungi da Roma sulla ripa destra di quel
un luogo forte vicino alla città. Di là sac- rivo, e precisamente dominante l'osteria
cheggiarono le terre veientane, e carichi della Valchelta. Essi non potevano sce-
tornarono in Roma. Da quell'e-
di spoglie gliere luogo più acconcio per tener a fre-
poca cominciò per parte de'veienli un si- no i veienti, per dominar tutta la valle
stema di guerra ladroneccia incomodis- del Cremerà fino a Veii, per guardare
sima per Roma uscivano le legioni ro- : tutto il tratto dell'agro romano, ch'essen-
mane in campagna, essi chiudevausi nel- do il più vicinoal veienleera il più espo-
la città: partivano le legioni, essi scorre- sto alle loro scorrerie, e finalmente per-
vano e saccheggiavano le campagne lino chè posto ad egual distanza fra Veii e Ro-
Roma. Questo mise in ansie-
alle porte di ma, e prossimo al Tevere. Vi fabbricaro-
tà il senato, dalla quale l'amor patrio del- no un castello, che prese il nome di Cre-
la gente Fabia lo tolse. Dappoiché Del- merà. Da quel momento i veienti trova-
l' anno 276 di Roma presentatisi i Fabii ronsi paralizzati nelle loro scorrerie; i Fa-
al senato, per Cesone Fabio di-
organo di bii però aveano sotto gli occhi la parte
chiararono: Aver la guerra veienle biso- più ubertosa del territorio veienle che
gno piuttosto d' un presidio permanente scorrevano e depredavano da ogni Iato,
che d'uno grande; quindi che il senato massime gli armenti. I veienti procura-
prendesse pur cura dell'altre guerre, la- ronodi snidarli, ma non potendo riuscir-
sciasse i veienti a'Fabii: ch'essi avrebbe- vi colle sole loro forze, invocarono il soc-
ro mantenuta sicura maestà del nome la corso degli altri etrusci, e li assalirono:
romano; essere questa una guerra per lo- i Fabii furono soccorsi da Roma pel con-
ro, comedi famiglia, ed aver intenzione sole Emilio, e pervennero a mettere in
di farla a spese proprie; che la repubbli- rotta gli etrusci a' Sassi Rossi, luogo co-
ca andasse per questa esente da sommi- sì dello dalle rupi di tufa rossa, stazione
VE I VEI 17
oggi dettaPrima Porta. Questa vittoria me Cremerà famosi. Tale giorno della
lese Fabii più baldanzosi: dopo esser
i sconfitta de' Fabii fu da' romani anno-
dimorali due anni iu quel loro castello, verato tra' nefasti, e la porta per la qua-
ed aver ad una determi-
fatto scorrerie le erano usciti da Roma i Fabii fu chia-
nala distanza, cominciarono ogni giorno mala scellerata. I veienti uniti agli altri
più ad allontanarsi, e i veicoli dal canto elrusci, ebbri per tal vittoria, andarono
loro cercarono di attirarli, finché un gior- in massa alla volta di Roma, e posero il
279 di Roma a'i3 di febbraio (secondo Gianicolensi oggidì denominati colli Va-
Plutarco). Sembra inverosimile che tutti tarono fino al tempio della Speranza vec-
i 3o6 Fabii fossero spenti iu uu punto e chia, ch'era nelle vicinanze dell'odierna
in luogo ov'eransi recati per un sagiifizio, Porta Maggiorerà ivi si venne alle ma-
come altri vogliono, avendo lascialo indi- ni con esilo dubbio: si combattè nuova-
feso il castello di Cremerà. Sembra che il mente presso la porta Collina, quasi col-
racconto più veridico sia, che gli eli usci lo stesso risultalo. Finalmente due balta-
avendo di nascosto preparato uu nume- glie più decisive si diedero, l'ultima del-
roso esercito, allettati i Fabii a inoltrarsi le quali sul Gianicolo stesso; allora i ve-
lontani dal presidio per inseguire e pre- ienti e gli etrusci dopo gravi perdite do-
dare greggi di pecore, ed armenti di bovi vettero ritirarsi. L'anno seguente i veien-
e cavalli appositamente mandali da' ve- ti si collegarono co' sabini, ma furono in-
icoli fuori de' castelli spesse volte; in una teramente disfatti sotto le mura di Veii
notte collocarono in luoghi opportuni le dal console Publio Valerio. Questa guer-
insidie per piombare sui romani, e in- ra ebbe fine nell'anno appresso, essendo
viando a scorta di molto bestiame alcu- console C. Manlio: questi concluse con
ni armati. Scopertosi il bestiame da' Fa- loro una tregua di \o unni, mediante un
bii, lasciato al castello uu presidio suffi- tributo iu grano e in denaro. Tale tregua
ciente, si gettarono su' custodi del bestia- non durò tanto tempo, poiché fìu dal 3 1 1
me che fìnsero fuggire. Ma mentre i Fa- iveienti commisero depredazioni nell'e-
bii senza sospetti riconduce vano il bestia- stremità dell'agro romano : la guerra pe-
me,d'ogni parte furono circondati da' ne- rò non cominciò formalmente che 7 an-
mici, e comechè sbandati ne restarono fa- ni dopo. 1 veienti erano allora governati
cili vittime.Indi i veienti corsero ad assali- da un denominato lars Toluinnius
re,
re il castello, e dopo valorosa difesa con- (sulla Lars si può vedere il voi.
voce
venne a' Fabii cedere al numero e tutti LXXVIU, p. 85), cioè il re Tolumnio.
perirono, vendendo care le loro vite, per Questi fece ribellar la colonia romana di
avere i veienti perduto un 3.° dell'eser- Fidene,e per comprometterla interamen-
cito. Della gente Fabia vuoisi che restas- te ordinò loro d'ucciderei legati romani,
se un sol fanciullo lasciato in Roma, dal ch'erano stali spediti per chiedere ragio-
quale provenne Fabio Massimo (che van- ne di tal novità. Dopo questo misfatto, i
scelta cadde su Mamerco Emilio. Sua 1 romani per nulla sgomentali, crearono
prima cura fu di liberare il territorio ro- dittatore Aulo Ser\ilio, il quale ordinò
mano dalle devastazioni nemiche, e per- di slar pronti sul far del giorno ad uscir
ciò respinse collegali di là dall'Amene.
i in campo, e tutti quelli ch'erano in ista-
Egli slesso passò quel fiume, ed accani - to di portar l'armi le presero. 1 collega-
possi in quella specie di penisola, che tro- li non li aspettarono, ma ritirarono sul-
vasi al confluente di questo fiume col Te- l'allure verso Nomcnlo (F.) dove
t
il dit-
battaglia decisiva; onde Tolumnio per ro stessi spedirono ambasciatori agli al-
non disgustarli l'intimò pel dì seguente. tri popoli dell'Elruria, perchè si convo-
Questa si die sotto le mura di Fidene : casse una dieta nazionale al fano di Vol-
l'ala destra fu occupata da' veieuti, la si- tumna (secondo il costume degli etru-
nistra da' falisci, ed il centro da' fidatati; sci che notai nel voi. LXXV11I, p. 92:
inolile essendo i veieuti più numerosi, Voltumna o Volumna era la dea della
spedirono dietro i colliche aveano sulla benevolenza degli elrusci. Alcuni dicono
sinistra, un corpo di truppe che dovea at- che il tempio di Volturna, Volumnae
taccar il campo romano durantela mi- Forimi, era situato nel medesimo luogo
schia e far così una potente diversione. ove presentemente \.vo\a%\Filcrbo. L'A-
Ma ben altrimenti andò la faccenda la : mati nella Storia di/'olscno, t.i,p. 1 12,
battaglia fu decisa all'istante; l'infante- riferisce che gli antichi elrusci per pro-
ria etrucca non potè sostener l'urto deb mulgar leggi e trattar gli affari più ar-
le legioni romane; uon così la cavalle- dui e rilevanti della repubblica, si adu-
ria, ch'era comandala da Tolumnio stes- navano in Yolseno, centro della vecchia
so ; essa resisteva ancora, quando Aulo Toscana, e per essere stalo il suo lucu-
Cornelio Cosso tribuno militare, o secon- mone anticamente il più ragguardevole
do altri console, vedendo che romani i della nazione ; ma quando la potenza
cedevano dovunque portavasi il re diVeii, grandemente/ si
de' falisci e de' veienti
corse ad investirlo e l'uccise (onde le sue aumentò, sicché potevano contendere co-
spoglie opime depose nel tempio di Gio- gli etrusci trascinimi, cioè dopo la fon-
ve Ferelrio, come notai nel voi. LV III, dazione di homa, non vollero più recar-
p. i84)- Questo fatto terminò la sconfit- si a Volseno ora Bolsena, scelsero un
ta dell'esercito collegato. Cosso passato il fano di Vol-
luogo indifferente, qual fu
il Tevere colla cavalleria die il guasto turna o Volcurna, posto nel bosco Cimi-
al territorio veiente, e l'esercito romano no tra' confini de' volsenesi e di Monte
al suo ritorno nel campo apprese che il Fiasconc, e quivi in ogni nuova luna
corpo veiente spedito per assalirlo era per molto tempo si tenne la dieta gene-
stato eziandio compiutamente disfatto. rale degli stali di Toscana). Si tenne
Malgrado questa rotta i veieuti, invitati questo congresso, nel quale gli altri po-
di nuovo da' loro costanti alleati i fìdena- poli dichiararono formalmente di non
ti, passarono 3 anni dopo l'Aniene e si voler prender parte in una guerra ch'e-
accamparono dinanzi la porta Collina di ra stala mossa da' veienti di lor capric-
iloma, profittando della circostanza d'u- cio senza consultare il voto della nazio-
na fiera pestilenza che affliggeva la città. ne. Istigali però da alcuni fìdenati, pri-
VEI V E I 19
ma ancora che spirasse la contenuta tre- chi, sopra frivoli pretesti dichiararono
gua, depredaronole romane terre. I ro- la guerra a'veienti, i quali ormai datisi
mani non polendo ottenerne riparazio- a una vita eccessivamente tutta molle e
ne, spedirono 3 tribuni militari contro oziosa, si esercitavano in continue rube-
Veii, che per le loro dissensioni furono onde Livio non dubitò qualificarli,
rie,
accorrere in loro aiuto, e molli ne attras- Tito Quinzio Capitolino, Quinto Quin-
sero colla speranza di Dottino. Trovaro- zio Cincinnalo, Caio Giulio Iu!o, Aulo
no però corrispondenza negli alleati fi- Manlio,Lucio Furio Medullino, e Manio
denati, che massacrarono tutti i coloni Emilio Marneremo; e pe' primi cinsero
1 umani, e strinsero vieppiù gli antichi Veii di blocco e d'assedio regolare. All'an-
legami con loro. La rotta di recente ri- nunzio di questo gli etrusci si adunarono
portata, e la nuova ribellione di Fide- in gran numero alla dieta di Voltumna,
ne mise romani in
forti apprensioni di
i onde provvedere all'urgenza. I veienti
veder ad ogni istante i due popoli colle- dopo la morte di Tolumuio aveano adot-
gati alle porte di Roma; onde si accam- tato una forma di governo nuova, ed e-
parono alla porla Collina, posero la cit- letto un magistrato annuale: questi avea
tà in istato d'assedio, disposero le trup- suscitato discordie civili, onde a rimediar-
pe sulle mura e chiusero le botteghe. Era vi scelsero di nuovo un re. La persona
stato scelto di nuovo a dittatore Mamer- su cui cadde la scelta era ricca, ma odia-
co Emilio: questi fece avanzar le legio- ta da tutta quanta la nazione etrusca, pe'
ni fino adun miglio e mezzo di distanza suoi modi imperiosi e per le sue soper-
da Fidene, cioè di là dall'Aniene nella chierie, e soprattutto abbominata per
suddetta penisola, come avea fattola i." over impedito certi giuochi sagri. Que-
volta. La battaglia seguì fra questo luo- st'elezione fu causa della rovina di Veii;
go e Fidene: fidenali usarono lo stra-
i dappoiché essendo gli etrusci un popolo
tagemma di comparire all'improvviso sommamente religioso, dichiararono di
quali furie, armati di faci ; ma indarno. Il non voler affatto accordar soccorsi a've-
dittatore spedì un corpo contro Fidene, ienti, se prima non deponevano il re.
dietro i colli,che verso oriente coronava- Questa risoluzione fu soppressa in Veii
no il campodi battaglia. La città fu presa, per timore del re medesimo, il quale a-
messa a sacco e distrutta, ed i cittadini vrebbe fatto morire chi l'avesse propa-
furono come schiavi venduti. A* veienti gata, come motore di sedizioni. Così ve- i
fu accordata una tregua di 20 anni. Non ienti si trovarono abbandonati a loro stes-
n'erano scorsilo, che di nuovo gl'irre- si. L'assedio duròi o anni, e fu il più glo-
quieti veienti si disponevano ad attac- rioso pe' veienti; duratile questo periodo i
taggiosa situazione colla forza, si lusin- tardala o non fatta,e in vece tanta fu l'ala-
gavano di sottometterla colla fame e col» crità dell'esecuzione, che cominciata uel
la sete. Nella ferma risoluzione di non 356fu compita 35y in un anno.Strin-
nel
mai sciogliere l'assedio fino alla riduzio- gendosi intanto sempre più l'assedio di
ne di Veii ubbidiente a Roma , sofferen- Veii, molliplicavansi i congressi nazio-
ti romani nell'intemperie delle stagio-
i nali degli etrusci al fano di Voltumna,
ni, formarono stabili alloggiamenti, non dove i capenati ed i falisci peroravano la
mai praticati prima, e né dopo, secondo causa de' veienti, e forse sarebbero per-
alcuni. I capenati e i falisci si mossero venuti a stringere una lega generale per
indarno in favore di Veii : i tarquiniesi liberarli, se l'improvvisa irruzione de'
tentarono una diversione in suo favore, galli cisalpini non avesse distolto le cure
ma restarono sconfìtti. L'assedio traen- degli etrusci, siccome il congresso dichia-
do tanto lungo cominciava a stancare
in rò a' deputati de' mentovati due popoli.
i romani, quando l'accrescimento im- I romani avendo già terminalo il lavoro
provviso del lago Albano, ora di Castel laborioso e celere imposto dall' oracolo
Gandolfo (V.), die luogo a consultar allago Albano, e scelto a dittatore Marco
l'oracolo di Apollo in Delfo,il quale rispo- Furio Camillo, si posero con più calore
se: die Veii sarebbe stato preso, quando a spingere oltre l'assedio. Nel 358 di Ro-
l'acqua del lago Albano fosse stata fatta ma i falisci, uniti a' capenati e a' veienti,
uscire, senza farla scorrere direttamente osarono di dare un assalto al campo ro-
al mare, ma dissiparla nelle campagne mano; ma furono respinti con grave per-
con rivi per la loro fecondazione. Questa dita. Due anni dopo Camillo sorprese i
risposta trovossi d'accordo con quella che falisci e capenati nelle campagne di Ne-
i
vea rivelato un aruspice veiente. Allora campo, dove trovò un bottino immenso,
dunque si cominciò il lavoro dell'emis- che consegnò per la massima parte al
sario del lago, chepuò riguardarsi come questore, e il rimanente distribuì a' sol-
un ammaestramento del modo con cui dati. Camillo disfatti dunque tali popoli,
avrebbero potuto romani prendere la
i ch'erano venuti a soccorrere gli assediati,
città, cioè per mezzo d'un cunicolo sot- cinse più strettamente la città fabbrican-
terraneo, come in fatti fu presa. Si osserva do castelli intorno in modo da recarsi vi-
ancoraché la consulta dell'oracolo diDel- cendevol mente soccorso,ed impedi re ogni
fo fu eziandio per lo straripamento por- comunicazione a'nemici. Quindi Camillo
tentoso del lago A lbano,di cui riparlai ne' fece emanare un decreto dal senato, col
\ol.L,p.2i i,LII,p.22i ealtrove,il quale quale si promise tutta la preda da farsi
cagionò la Pestilenza (P.), del 355, e ne nella città di Veio alla sua espugnazione,
fu attaccato lo stesso campo romano sotto a tutti i soldati che vi avessero contribui-
a
le mura di Veio. E diesi fece dire all'ora- to, tranne la io. parte che votò ad Apol-
colo Delfico, che mai
romani avrebbe- i lo, per cui notabilmente aumentò l'eser-
un finto attacco attrasse l'attenzione de- io il più orrendo spettacolo, in cui nep-
gli abitanti da un'altra parte. 1 romani pure templi andarono esenti dal furo-
i
Roma e collocato con pompa sul mou- l'azione; e l'erario romano non poco pro-
te Aventino, dove Camillo gl'iunalzò il fittò sul prezzo de* cittadini veienti ven-
magnifico Tempio di Giunone Regina duti come schiavi. Il senato accordò a
(/ .), Chiesa
cui successe la sussistente Camillo gli onori di magnifico trionfo,
di s. Sabina {V.) ed il busto è nel Mii'
t
che prese sopra splendidissimo carro ti-
seo Faticano, douato da Gregorio XVI, rato da 4 bianchi cavalli, fra gl'incessan-
come dissi nel voi. XLVII, p. 99. Cosi ti viva e acclamazioni de' romani e de'
Camillo ebbe la gloria nel 3590 nel 36o popoli circostanti accorsi in Roma, e pie-
di Roma di preudere famoso Veio, do-
il no di palme andò al Campidoglio, rice-
po io anni di perseverante e memorabi- vuto e festeggiato come un nume. Il car-
le assedio per parte de' romani, e d'osti- ro fu consagrato al padre degli Dei, indi
nata e valorosa dilèsa per parte de' ve- tenuto in somma venerazione da' roma-
ienti,cornei troiaui peno anni sosten- ni. Il re veiente sunnominato, che resi-
nero l'assedio di Troia. Insorse quindi stette da forte ne' due lustri dell'assedio,
un gran dibattimento fra il senato e il e che sagrificava nel tempio di Giunone
popolo, se Veii dovesse ripopolarsi di al momento dell'ingresso insidioso in es-
lontani e fare così due capitali dello stes- so de' romani, incatenato servi d'orna-
so popolo; ma per le persuasioni diCamil- mento al trionfo. Furono fatte pubbli-
lo questo progetto veuue abbandonato. che preghiere, ringraziamenti e sagrili-
22 VE1 VE I
zi a' Numi ; il senato ordinando alle ma- l'Etruria, i romani dell'ala destra fuggi-
trone, che con esso per 4 giorni solen- rono a Roma e senza chiuderne le por-
nizzassero il giubilante avvenimento. Di- te si ritirarono in Campidoglio, e quelli
ce Zanchi, che Arezzo, dopo soggiogato della sinistra, dimenticando la patria, le
Veio, divenne capo della Toscana. Di poi donne e i figli che vi aveano lasciato , si
p. 196, l'ottenne per avere generosa- deada lui scelta a luogo del suo esilio (co-
mente rimandalo nella città i figli che me nativo di essa, secondo alcuni scritto-
il traditore loro maestro avea a lui con- ri),mentre Brenoo entrato in Roma as-
dotti. Dopo aver salvato Roma da' gal- sediava il Campidoglio, ed ivi si tenne il
li,Camillo ottenne pure che entrassero consiglio circa i mezzi di potersi liberare
nella dominazione romana Kepi e Suiti, da'barbari: e di là si mantenevano lecor-
Jletruria Claustra, e poi validamen- rispondenze cogli assediati per mezzo di
te li difese contro il reslo della nazione Ponzio Cominio; e di là Camillo, dimen-
elrusca, sdegnata dell' espugnazione di ticata la patria ingratitudine, parli con
Veio e della romana politica, cui loro l'esercitoa liberare Roma. Fu allora e per
toglieva coli' alleanze floride e valorose tulio questo, Veio considerala una secon-
città. da Roma, perchè scrisse Luciano, lib. 5,
Intanto si discusse in Roma cosa doves- ver. 28: Vcjos hahitante Camillo, Illi-
se farsi di Veio, e siccome la sua caduta co Romafuit. Ma dopo aver Camillo ob-
non poco intimorì gli altri popoli , spe- bligato i galli a partire da Roma e quin-
cialmente i bellicosi volsci ed equi, altri di sconfitti, tornò in campo la questione
acerrimi nemici de' romani, fecero pace d'abbaudouarRoma incendiata dagli stes-
tosto con essi , e si disposero a ricevere si galli, e stabilirsi in Veii, su di che ga-
nelle loro contrade le colonie romane, al gliardamente .insisteva la plebe: altro in-
quale efletto già il senato avea stabilito dizio è questo che le fabbriche non erano
inandarvi 3ooo cittadini romani. Ciò pe- in rovina; ma anco allora l'eloquenza e
rò pose in tumulto la plebe in Roma, pre- l'autorità di Camillo la vinse, dicendo che
ferendo d' andare più volontieri a Veio, sarebbe stato meglio assai non aver sog-
città bellissima, prossima a Roma, capace giogato Veio, quando a sì gran costo d'ab-
di contenere gran moltitudined'abitanli, bandonar Roma avesse dovuto ottenersi
oltre ii dolce clima, la fertilità eampiezza quella vittoria; e questo ignobile progetto
delle campagne veientane,cheandare nel nel 365 venne giuslamenteabbandonato
paese de' volsci e degli equicoli. Camillo pei sempre. Anzi volendo Camillo che da'
fu quello che ne dissuase il senato e a romani si deponesse aifutto tale vitupere-
stento il popolo, e la determinazione non vole pensiero, ma che piuttosto si riedifi-
si effettuò; però divenuto odioso a'rouia- casse Roma distrutta dal fuoco, ottenne
ni, indegimmente Ritenendo
l'esiliarono. dal senato, che si distribuissero le cam-
Nibby che Veii rimanese dopo il deserta pagne veientane alla plebe in lante por-
suo eccidio, tuttavia conviene che sembra zioni di
7 jugeri per ogni capo, il che di-
le fabbriche non fossero demolite, ma so- moslra la sua vastità e ampiezza. Nel 368
lo abbandonate, poiché dopo la battaglia essendosi all'antiche aggiunte 4 nuove tri-
infausta dell' Allia, fiume celebre anco per bù, furono loro assegnale le lene conqui-
tale combattimento, seguito a' 18 luglio state sui veienti , i falisci ed i capenali.
del 363 o meglio 364 di Roma contro Osserva Degli Effetti , che un pigerò è
13renno conduttore de' galli reduci dal- quanto può arare un paio di bovi in uu
VE I V E I 23
giorno, e forma 240 piedi per lungo e i io conda Veii,o Veii romana. Questa co-
la
per largo, ossia passi 48 lunghi e 24 !•*" lonia andò soggetta ad un assalto nella
ghi. Un miglio contiene ooo < passi,e 5ooo guerra civile triumvirale : gli abitanti si
piedi, che riquadrati fanno un milione di dispersero, per cui Lucano rappresentò le
e performare un miglio quadrato occor- stori, e giunse l'altiero Floro a dire, gonfio
rono 868 jugeri di terra e 1600 piedi. della grandezza di Roma de'suoi tempi e
Nondimeno vi furono per un momento de guardando Veio nello stato cui erasi ri-
ripugnanti, quali invaghiti di Veio ed a-
i dotto , essere stata una vergogna l' aver
vendone occupato le vuote case, per pi- trionfato di Veio! Essendo in tal condi-
grizia non volendo rifabbricar le loro ca- zione la colonia veiente, Augustoda prin-
se in Roma, erano ricoverati nelle case
si cipio divisò d'incorporarla a Roma, ma
vuote di Veii; il senato con decreto li ri- poi la nuovo, e Veii assunse il
popolò di
chiamò, ma
vedendo che questi ricalcitra- nome di Manicipiurn Augustum Pejenst
vano uu termine sotto pena
prefisse loro siccome fanno fede Frontino o l'autore
di morte, onde loro malgrado furono co- dell'opuscolo de Coloniis, chiamandola
stretti a ripatriare. Da quell' epoca fino Colonia Fejciis t e diverse iscrizioni che
al 708 di Roma , cioè pel tratto di 343 riporta Nibby, in quel luogo in più tem-
anni, Veii rimase deserta, al dire di Nib- pi rinvenute negli scavi, e da lui erudita-
by, e per conseguenza da se stessa si di- mente illustrate, per cui ne farò poi men-
strusse. Alcuni credono verosimile , che zione breve. Il municipio di Veii venne
Camillo col consenso del senato facesse murato, come Veii primitivo, e colle pro-
abbàttere da'fondamenti quel non tenue prie forze eziandio risorse. Di tale rifio-
avanzo d'abitazioni, che tuttavia restava rimento di Veii romano sul finire del re-
in piedi, acciocché in avvenire non fosse gno d'Augusto, e sotto il suo successore
più venuta voglia a'romani d'abbandonar Tiberio ne fanno altresì prova i moltepli-
Roma per trasferirsi in Veio, di cui si mo- ci monumenti appartenenti a quell'epoca
stravano tanto innamorati. Si vuole an- e scoperti nelle rovine della Veii roma-
che probabile, che Camillo coll'autorità na, parte de'quali sono sculture, che rap-
del senato, ordinasse eziandio, che co' ni a- presentano l'immagini d'Augusto, di Ti-
teriali di Veio trasportati altrove si fabbri- berio e di altri soggetti di quella fimi-
cassero castelli per nuove colonie, e così glia; parte iscrizioni, fra le quali primeg-
la rovina di Veio divenne totale. Nel sud- gia la riprodotta da Nibby, che ora si ve-
detto 708, Giulio Cesare, essendo scorso de affissa nella camera delle lapidi nel mu-
l'anno in cui era stato dittatore per la 2.* seo Capitolino ,
proveniente dal museo
volta, fu dichiarato console; ed avendo Ciampini, già trovata nel ripiano a set-
saputo che soldati eransi ammutinati e
i tentrione dell' IsolaFarnese,do ve fu il mu-
aveano ucciso pretori CosconioeGalba,
i nicipio romano Veiense e il foro, ed ap-
li rimproverò, e invece di soldati li chia- partenente al 776 di Roma o anno 26
mò nell'allocuzione cittadini, daudo così dell'era volgare. Da questo monumento
loro una specie di congedo: distribuì 1 000 si apprende, che Veii romauo avea il suo
dramme a ciascuno, e fece una sorlizione consiglio composto di 100 membri, per-
delle terre d' Italia fra loro. Tra queste ciò chiamati centumviri, 1 3 de'quali fu-
tene vi furono quelle dell'agro veiente e rono presenti alla deliberazione fatta nel
capenate. Iu tale circostanza e in forza tempio di VeuereGenitrice nel forodiCe-
della legge Giulia dedusse pure una co- sare in Roma: che avea suoi duumviri, i
louia a Veii, e così ebbe principio la se- i suoi questori; che volendo ricompensa-
24 VE I VE I
re i benefizi ricevuti da Caio Giulio Ge- ta per benefizi ricevuti da'municipali in-
Jote licerlo d'Augusto, lo promossero al tramuranei, altra testimonianza che Veii
grado degli atigustnli, collegio equivalen- romana pure era circuita di mura. Pli-
te a quello de'Pontefici in Pioma; e diede- nio fra le popolazioni che a'tempi di Ve-
ro a lui ed a'figli suoi il privilegio del bi- spasiano occupavano l'Elruria, nomina
sellio in mezzo agli auguslali nell'assiste- i veientani. Dell' esistenza del municipio
re agli spettacoli, ed in mezzo a'cenlum- di Veii sotto gli Antonini e Settimio Se-
•viri cene pubbliche, e l'esenzione da'
nelle vero sonovi lapidi che l'affermano. Il pie-
dazi municipali. Fra'nominati centumvi- distallo della statua della Vittoria esisten-
ri in tale decreto vie M. Tarquizio Sa- te nella chiesa di s. Lucia nell'Isola Far-
turnino, di cui si ha una lapide scoperta nese, dedicata nel 249 di nostra era, mo-
nel 18 12 negli scavi veienti, dalla quale stra che sotto i Filippi , Veii continuava
apparisce ch'egli ebbe l'onore d'una sta- ad esistere,chesi restauravano monumen-
tua in Veii, della cui ragguardevole fami- ti cadenti per vetustà, che conservava il
dei izione eh' era in quella parte detta la Lollio Sabiniano. Dalla lapide scoperta
Piazza d'armi, e poi annoverala alla tri- nel 1 774 apparisce che Veii avea ancora
bù Tromenlina, così denominata a cam- il suo Ondo sul principio del secolo IV;
po Tromekto, parte del territorio veien- è in onore di F. Valerio Costanzo padre
le; cioè derivante da una dell'antiche fa- di Costantino I allora nobilissimo cesare.
miglie veienti che defezionarono aroma- Essa chiude la serie de' monumenti ve-
11 i durante l'assedio di Veii, e furono do- ienti conosciuti da Nibby. Dopo l'era Co-
po la presa della città premiate col dirit- stantiniana altra memoria esso non incon-
to di cittadinanza, e con terre l'anno 366 trò di Veii, se non nell'Itinerario o carta
di Roma. Di Cneo Cesio Aticto, che rial- Peutingeriana, nella quale al XII miglio
zò la statua di Tarquizio Saturnino, ca- della via Cassia o Claudia trovasi indi-
duta per terremoto o altra cagione, per cata Veios, dall'anonimo Ravennate det-
le rovine del tempio di Marte, molte la- ta Beios per analogia di pronuncia. Di-
pidi sono state scoperte in Veii, parte nel ce Nibby: questi mi sembrano indizi mol-
secolo passato e parte negli ultimi scavi, to forti per credere che Veii nel secolo
riferiteda Nibby; dalle quali apparisce, Vili non era ancora dimenticata. Ma do-
che fu aggregato fra 'centumviri veienti, po sparisce alfatto dalla storia e perciò ,
che riscosse ogni sorte di onori, ch'ebbe puòsupporsi checaduta in isquallore co-
statue dagli auguslali e da tulta la popo- me tant'altre terre del distretto di Roma
lazione nel 2 56 di nostra era, per la sua perisse alfa Ito nella scorreria micidiale di
munificenza avendo rifatta la schola o
, Astolfo re de' longobardi, che marciò su
sala della Fortuna Forte e l'ornò di sta- Roma verso il 753 per assediarla e mi-
tue; e ch'ebbe in moglie Cesia Sabina sa- nacciandola d'impadronirsene. Prima di
cerdotessa della Fortuna Reduce, la qua- questo tempo pare che in Veio vi fosse
le si mostrò munifica colie donne del co- piantata la sede vescovile,e nel vol.LVIII,
mune di tutte le classi ad esempio del suo p.128, notai, che il Calindri ne disse i.°
marito. Da un' altra lapide scavata nel vescovo Andrea nel 680. LaNotiliaEpi-
18 12, si ricava che nel 784 di Roma il scopatuum del p. Mi reo dice a p. 4' 1 •"
municipio eresse un monumento ad ono- Veientes seu Veiit vetusti Etruriae po-
re di Tiberio e di Druso cesare suo figlio; puli: quorum Urbs quo loco posila fue-
e da altra che M. Erennio Picente conso- rit,iam olim fuit ignoratum. Civita-
le era patrono del municipio, a lui eret- lem Castellana™, quae Episcopatugau-
VE T VE! 25
det, non Veientium, sed Falìscorum es- Cilly odierna, di cui feci cenno in que'"
seoppidum,docet Antonini Massa in li- l'articolo e già sua metropoli, la Celeia
bro deOrigine Faliscorum. Nel 1. o del- 1 de'romani), e Celina soppressi e già esi-
Y Italia sacra, fra gli Episcopatus An- stenti nella provincia ecclesiastica d'Aqui-
tiquati, a p. 182 si pone J'ejens Episco- leia, anzi nella sua diocesi, osserva che nel-
patus. Dopo riferite le notizie dell'antico Y Italia sacra furono confusi in un solo
Veio o Veii, si legge. Sunt etiam, qui il- di Celina, sbaglio scoperto dal Coleti ne'
lud inter Episcopales sedes antiquatas suoi mss. esistenti nella Marciana; e clic
recen seatj cuj'us rei testitnonium profer- quanto a Celina, ove si rifugiarono alquan-
tur Andreas Vejentanae Ecclesiae Epi- to di tempo vescovi di Concordia, dopo
i
lo fulcienda haec cathedra, quod nus- tifìcio , all' articolo Veio, riportandone gli
pram alibi apparct. Però nella preceden- scrittori, la chiama: Città vescovile nel
te p. 55, parlandosi de' vescovi di Celina Patrimonio di s. Pietro, Veii, Vcjus, Ci-
(V.), se ne registrano 3 : Clarissimo del vita? Castellana. Il suo nipote p. Ran-
579,Viticanodel 5o3(questa data dovreb- gbiasci Iìrancaleoni, nelle Memorie isto-
be essere posteriore a quella del predeces- riche de'dintorni di Nepi, pubblicate nel
sore), Andreas s. Vejentanae Ecclesiae 1847, nel cap. 1 tratta; La città di Veii
provincia Istriae Episcopus subscripsit fra le altre di Etr uria fu la piuprossi-
an. 680 li iter ae synodicae Agathonis Pa- rna a Roma alla distanza di 1 2 miglia
pae relatae in VI concilio. Pro Vejen- e mezzo, sicché non fu a Civita Castel-
tanae reponendum autumal Holstenins lana, ma all'Isola Farnese. Quindi a p.
in notis ad Geographiam sacravi Caro- 37 riferisce. >• Nel concilio Costantinopo-
li a s. Paulo Veglentanae (Veglia) sed : litano alla sessione iv sotto Agatone si leg-
cum Vegla, seu Viglia insula, et urbs ge che 670 la colonia Veio avea uà
il
Veio e il suo territorio, su' veienti anti- ne nelle dispense del Laterano (ove al-
chi e nuovi. Anche il Borgia, faticanti lora Papi facevano l'ordinaria loro di-
i
nel luogo detto Capracoro, e sembra nel o terra). Nel 1 o53 s. Leone IX con-
stello
lefondò Una colonia. Edificò nella mede- lo diCapracoro con tutti suoi fondi, col i
sima una magnifica chiesa, e terminato il molino e la chiesa di s. Giovanni della Tre-
tutto, egli stesso accompagnato dal cle- gia, esistente nel territorio veiente lungi
ro e senato si recò con gran pom-
romano circa 27 miglia da Roma. Adriano IV nel
pa a Capracoro e trasferì nella nuova
,
1 f 58 confermò la 2/ bolla di s. Leone
chiesa i corpi de' ss. Pontefici Cornelio, IX, indicando che la nominata chiesa era
Lucio, Felice e Innocenzo I, suoi protet- diroccata, che dovea alla basilica Vatica-
tori particolari. Dispose poi, che tutto il na annue 3 libbre di cera lavorata; lo stes-
VE I V E I 27
so ripeterono Innocenzo III ne) no", e rovine di Veio, o dalla specie d'Isoli che
Gregorio IX nel 1:128. Col decorso degli fanno due fossi o torroni attorno al luo-
anni la basilica Vaticana perdette i beui go in cui fu fabbricata. Un documento
di Capi-acoro. Questo castello dopo il se- ricorda questo castello fin dahoo3, al-
colo XI II, come tanti altri, fu abbandona- lorché Giovanni XIX lo confermò all'ab-
to e distrutto, pel sito alquanto infelice, bate del monastero de' ss. Cosma e Da-
cioè sorgeva in una valle circondati d<i miano. Un altro documento mostra co-
fossi, enon molto difesa da'veuti austra- me nel 1 029 detto monastero affittò un
il
li,sempre malsani. Gli antiquari disputa- inolino presso il castello. In que' tempi
rono sul luogo ove propriamente era Ca- veniva particolarmente designato col no-
pracoro. Il cav. Coppi con buone ragioni me d' Insula pontis F^eneni,e quel pon-
ci edeche esistesse nel territorio diCampa- te, il quale sembra essere lo stesso che
guano, le cui notizie cominciano dopo il li- oggi chiamasi ponte Sodo, si ricorda (iti
tempo passati a Carnpagnano (sul quale nome f^eientij tale trasformazione pe'
si può vedere il Degli Elletii), fabbrica- copisti era facile assai. Circa poi l'idea*
to in un luogo molto elevato, più sano tità del ponte antico col ponte Sodo, pa-
e insieme più forte. Del resto una gran re provato dalla bolla di s. Gregorio VII
parte del territorio veiente è anche oggi deli 074 a favore de'monaci di s. Paolo
deserto, e couliene vari luoghi ne' quali fuori le mura, nella quale si nomina la
si potrebbero opportunamente stabilire metà di ponte Veneni e due chiese ac-
villaggi. Retrocedo coll'epoca per torna- canto a Vaccareccia(per la quale può ve-
re a Veio, e le prove di quanto vado a dersi Degli Effetti e Nibhy), lenimento
narrare si ponno leggere nel Coppi, nel ch'è precisamente di là da quel ponte.
Nibby e altri che ricorderò, e che per Prima di questo tempo Nicolò II chia-
brevità tralascio. Distrutta Veio, forse mati nel io J9 a soccorso normanni, i
per opera de'longobardi, il cui regno eb- contro Gerardo conte di Galera o Gale-
be fine dopo il 773 sotto Adriano ^qual- ria della via Cornelia, e altri magnati ri-
che casa rurale certamente dovè formar- belli che di prepotenza aveano usurpati
si per ricovero di quelli che coltivavano i beui della s. Sede, invasero e devasta-
le terre, come avvenne di tante altre cit- rono i territori! di Palestrina, Tuscolo e
tà più antiche ; la fortezza però d'alcu- Nomento, come terre ostili al Papa; e
ne parli della città etrusca non poteva passato il Tevere dierono il guasto a Ga-
isfuggire le indagini de'potenti, che do- lena e a tatti gli altri castelli del conte
minavano il contado o ducato romano, Gerardo sino a Sutri, per cui il territo-
e (ino dal principio del secolo XI erasi rio veientano soggiacque alle devastazio-
formato un castello sul colle dirupato, ni normanne. Che il castello dell'Isola
ed isolato nella parte meridionale di Veii, fosse divenuto luogo forte e sicuro nel
che fu detto la Isola, ed oggi è noto col ilio, il Degli Effetti e altri lo rilevano
nome d' Isola Farnese. Anche il cav. dall'esservi stati mandati gli ostaggi con-
Coppi dichiara, che presso le rovine di cordati nella pace fra Papa Pasquale II e
Veio si costrusse ne'tempi di mezzo un l'imperatore Enrico V, per la gravissima
castello detto Isola; e che forse prese ta- vertenza dell' Investiture ecclesiastiche
le denominazione dall'Isola formata dal (P.), e furono Federico nipote dell'au-
iìutnicello Cremerà a settentrione delle gusto e brunoue vescovo di Spira, con
a8 VE I VE1
«diri personaggi; et! all'incontro restasse in questa terra e cenarono insieme, on-
presso Enrico V il potente romano Pier de si sparse voce che avessero trattato di
Leone co'suoi figli. Nel i 166 venne con- pace. Dipoi Alessandro VI avendo stabi-
fermala l.i locazione falla di questo ca- lito ili abbattere la potenza degli Orsini,
stello dal predecessore, da Ildebrando perciò tentò d'occupare tutte le loro ter-
abbate benedetlino di s. Cosma Da-
e re cominciando dall' Isola, che il suo fi-
miano in Mica Aurea (oggi s. Cosimato glio Cesare Borgia poi duca di Valenza
di Roma delle Francescane, alle quali (F.) o Valentinois, nel 1 497 circa pre-
già nel 1288 era passala la proprietà di se dopo 12 giorni d'assedio, ed allora
Isola, forse allora chiamata Castello di oltre altri guasti, una parte della rocca
.«. Pietro), a Pietro Obicione,e gli cedette venne disfatta nello slesso anno gli Or-
:
inoltre alcuni beni che avea in Albano, sini ne alienarono una parte in favore
ricevendone in compenso diritti che il i del 11 ucel lai mercante fiorentino. Morto
medesimo aveva sopra 6 chiese esistenti però nell'agosto i5o3 Alessandro VI, e
in Isola. L'n alto del 1286 ricorda fra' caduta la potenza del duca Borgia, l'Iso-
cesco Veneto notaio lasciò a Vecchiarel- ncse è un forte indizio, che un qualche
Jo Sabba due oncie del castello dell'Iso- tempo sia stala di quella famiglia, e che
la colle tenute, la rocca, il cassero ed i poscia nell' incamerazione del ducato di
vassalli. Nel 1 368 Lello figlio di Vene- Castro e Ronciglione, ancora questa ter-
to ne ipotecò la 3." parie d' un'oncia a ra venisse compresa. Egli è certo che fino
favore di Pietro figlio di Marino. Nel se dal 1667 era della Camera apostolica ,
colo XV questa terra era in uno stato di e che fu allora affittata per i45o scudi.
floridezza e molto popolata; imperocché Anche il Coppi conviene, che nella de-
nella mossa del perugino Nicolò Forte- cadenza della famiglia Orsini, Isola fu
braccio minacciante Roma, nel 1 4^4 fra' primi fondi alienali ; e sembra che
mandare a Bracciano 10 uomini armati nese, dalla quale prese nuova denomina-
per unirsi al corpo che ivi il Papa face- zione, e quindi incamerala col detto du-
va raccogliere per opporglisi. Sembra cato, pare nel 64 * n nel 64<)' li Piazza
1 1
poi che in questo tempo passasse intera- nella Gerarchia cardinalizia, stampa-
mente in potere degli Orsini, quali fi- i ta nel 1 yo3, descrivendo la diocesi di Por-
ta, nella correria contro gli Orsini, Iso- il valore de' veienti, confutando l'opi-
la pure fu presa da Prospero Colonna, nione che supposero altrove l'an-
di quelli
ti e portò via mollo bestiame. Nel i486 del cardinal Massimi, di Nardini,di Fa-
il cardinal Borgia, poi Alessandro VI, e brelti, di Mattei, di Ciao* pini, la ricono-
il cardinal Ascanio Sforza si portarono sce uell' Isola Farnese, con tesliinouianze
e
vec V EI 29
topografiche da lui verificate sul luogo. to titolare. La chiesa fu consagrata dal
Afferma d'aver trovato sul piano dell'i- vescovo Teipolitano a'20 aprile i55g,
stesso silo ov'era la città i residui dell'an- riponendovi neh' altare le reliquie di s.
le e all' Isola Farnese; e parte dell'anti- dal castello allora contava 1 3o anime,
ca città dichiaiò che surse ov'è il castel- l'arciprete godeva scudi 200 di rendita.
lo o rocca dell' Isola stessa, nella quale La chiesa di s. Maria Castellana, così del-
con Lilj dice che terminò i suoi giorni ta perchè vicina alla rocca t> castello an-
Gismondo Varani. In l'atti leggo nell'///- tico, dedicata ancora a s. Lucia, ora
frammenti antichi d'architettura), in cui nel voi. LIX, p. 73, il detto voi. per man-
venerasi una segnalata reliquia del san- canza d'uu 1 dice erroneamente XX\ 1; e
3o VE I VEI
siccome ivi tlissi che In regina collocò gli rupe che guarda mezzogiorno e levante,
oggetti antichi d'arte trovati ne'suoi sca- e si ravvisano come sepolcri etruschi;
vi di Tuscolo, nel magnifico e reale ca- una di esse è di forma quadrata e piena
stello d' Agliè nella provincia d'Ivrea, di piccole nicchie, come colombari ro-
i
e suo soggiorno di villeggiatura di quan- mani. Il luogo presenta d'ogni parte l'a-
do inquando, qui aggiungo che vi col- spetto dello squallore e della decadenza,
locò pure la pregevole collezione de'vasi e mostra nel fabbricato essere stalo rie-
fittili veienti, di cui vado a parlare. Il dificato nel XV secolo. La terra ebbe un
castello d' Agliè è di proprietà del reale soloaccesso interno, e dalla parte del Por-
principe Tommaso di Savoia duca di Gè- lonaccio era la comunicazione fra la cit-
nova), e morendo la regina nel 1 847, la- là e la cittadella. L'antica via essendo in-
sciò 1' Isola Farnese, con altri fondi che terrotta, come la detta comunicazione,
possedeva nelle vicinanze di Roma, alla si segue una nuova strada, posteriore a
nipote regnante imperatrice del Rrasile Veii etrusca,che torce a sinistra per chi
Teresa Cristina, comenotai nel vol.LXI, va da Roma all'Isola, fino alla mola; la
strada detta dell'Isola, che dirama dalla sepolcrali, altri avanzi non rimangono di
Cassia verso il X miglio a destra. Il ca- Veii etnisca. Del municipio di Veii ro-
stello dell'Isola si presenta come sopra mana altro non rimane che il colomba-
uno scoglio spiccato dalla catena di pa- rio, da'eontadini chiamato il Cemeterio;
lecchi colli dirupati, di forma oblunga fu trovalo intallo, ornato di stucchi di
ove fu il municipio veiente furono tro- ce acquistare pel Vaticano, non furono
vate le teste colossali d'Augusto e Tibe- tutti collocali nella stessa sala, e che nello
rio, ora nel corridore del Musco Glia» scavo fu trascurata affatto la topografia
ramonti, molte altre statue frammenta- delle fabbriche rinvenute. Ne fece diver-
te, molte teste, una statua mutile di Ger- se relazioni all'accademia romana d'ar-
manico, molli pezzi d'architettura e 24 cheologia Alessandro Visconti, cui e- i
colonne giacenti e non ancor messe in o- stralti pubblicarono nel Giornale di-
si
pera, cioè 12 di marmo bianco lunense partimentale di Roma, in tempo del go-
di circa i3 palmi d'altezza e 3 di diame- verno francese. Divenuta l'Isola Farne-
tro, d'ordine ionico, con basi e capitelli se proprietà della regina di Sardegna M.*
di forma singolare; e 12 di marmo bi- Cristina, riprese le escavazioni a'26 feb-
gio di 1 3 palmi d'altezza e d'un palmo e braio 1 838 ei83g nell' antica necropoli
mezzo di diametro, con basi e capitelli di Veio sotlo la direzione dell'intelligen-
d'ordine composito. Colle prime Grego- tissimo marchese Luigi Biondi, il quale
rio XVI fece ornate il portico dell'anti- a' 1
g aprile i 838 lesse nell' Accademia
co edilìzio delle Poste pontifìcie a piazza d'Archeologia il Ragionamento intorno
Colonna (come narrai nel voi. LlV, p. alla tabella votiva in marmo, trovata
3 4-> mentre il nuovo ledescrissi nel voi.
1 nell' escavazioni veienli. Si pubblicò nel
LXXIV, p. 36o) colle seconde il me- ; t. 9, p. 2o5 de' summentovali Alti. In-
desimo Papa fece decorare la cappella di di il marchese commise la descrizione
s. Benedetto della nuova basilica di s.Pao- de'vasi fìttili trovati ne' sepolcri dell'an-
lo che notai nel voi. XII, p. 223, ed
(il tica Veio, al dotto archeologo Campa-
avendo terminato la descrizione di quel nari di Toscanclla, il quale vi corrispo-
tempio splendidissimo ne' voi. LXXIII, se con quella illustrazione stampala con
p.352, LXXV, p. 2 i4). Queste 24 co- tavole incise nel i83q,che lodai nel voi.
lonne sembra che fossero in origine de- LXXVIII, 269, dedicata al conte Avo-
p.
stinale ad abbellire la basilica di Veii, e gadro di Colobiano gran maestro e con-
per conseguenza presso il luogo dove es- servatore generale della casa della stessa
se furono trovate, in uno alle summen- regina. Da par suo descrisse tali sepolcri
lovate sculture, e fu probabilmente il fo- veienli ed i vasi. Dice i sepolcri di due
ro.Le lapidi pubblicale dalJNibby ricor- specie, altri grandi e più antichi, forma-
dano il tempio di Marte, la scuola della ti di una o più camere co' letti funebri
Fortuna Forte, il teatro, il bagno, il cul- scolpiti all'intorno, su de'quali venivano
to alla dea Vittoria, quello a Castore e deposti o interrati i cadaveri altri me-
;
sentono del rigido fare della vecchia gina di Sardegna fece riprendere gli sca-
scuola, riè ve n'ha uno di sì finito e per- vi colla direzione del valentissimo archeo-
fettodisegno diesi possa assegnare a que- logo commend. Luigi Canina, il quale
si' ultima epoca, il perchè deve ritener- pose in più chiara luce 1' ubicazione di
si, che venisse meno la fabbricazione Veio, e quindi pubblicò con 4^ belle ta-
tli Veio nel 35g di l'ionia,
tali fittili in vole e alcune colorite, L'antica città dì
quando appunto la città fu domata e di- Vej descritta e dimostrata con i monu'
strutta dall'armi vincitrici romane. 1 va- menti, Roma847. Quest'opera non fa
1
si neri di terra lisci o ornati di bassi ri- posta in commercio, siccome di pochi
lievi elegantissimijche in tanta copia tro- esemplari. Del sepolcro denominato dal-
varonsi ne' più antichi sepolcri di Veio, lo scopritore e illustratorecWyjo/croCa/n-
non hanno molta durezza e solidità a pana, e dai contadini locali Porta di
proporzione degli altri, perchè la loro ferro, e dell' opera del Canina, risultato
cottura non è portata a quel grado di per- degli scavi di più di mille sepolcri, nel
fezione delle stoviglie dipinte, per cui 1837 ne die contezza nel t. 3 della nuo-
crede il Campanari che poco o nulla ser- va serie del Giornale Arcadico a p. 5g
vissero ad altri usi della vita civile, ma e seg. il eh. Fabio Gori nella sua erudi-
sibhene unicamente alle funebri pompe ta e interessante : Scorsa a Veii una
e ceremonie degli antichi. Degli altri va- delle capitali d' Etruria, 2 miglia 1
si le stesse pitture iusegnano l* uso cui lungi da Roma. Quanto allo scopritore
erano destinati. Furono primieramente del Sepolcro Campanaio celebra come
adoperati ad uso de'sagrifizi verso i Nu- lo scrittore dell' Opere in plastica. Quan-
mi, non che di premio a* vincitori negli to a'vasi trovali dal Canina, dice che so-
atleticicombattimenti, e in altre feste e no di tre generi. Il i.° è il più particola-
giucchi, ed ancora secondo l'argomento re de' veieuti, perchè raramente si trovò
VEI VEI 33
negli aldi sepolcri etruschi, consistenti in prima dell' 8.° secolo avanti l'era nostra.
vosi di bella vernice nera, sottile, e di Quindi nel fine di febbraio 1 853 si ri-
mirabile artifizio. Altri hanno geni ala- volsero le ricerche nella parte occupata
ti, o fasciature semplici, o animali con propriamente dalla città antica, ove si
due soli colori, ed effigie di animali inci- scopersero a poca profondità le reliquie
si solo a contorno. Il 2. di vasi di gran- di varie case stabilite incirca ne'primi an-
che si legge nel n.° 1 o5 del Giornale di volgeva verso la via Cassia. E tra le stes-
degna, non volle trascurare di prosegui- cipio romano. Tra'medesimi oggetti me-
re quanto si soleva praticare da quella rita considerazione una statua muliebre,
benefica sovrana proleggilrice delle an- che si crede essere una Pomona, di poco
tichità e delle belle arti, a vantaggio del- inferiore del vero, e quasi per intero con-
le medesime. Commise pertanto al coni- servata; e diverse piccole figure per Io
menci. De Figueiredo incaricalo d' alfa- più di rappresentanza Bacchica con una
li dell' imperatore consorte presso la s. piccola Cariatide scolpita in marmo gial-
Sede e la corte di Toscana, e suo pro- lo detto numidico. Fa ri mente si rinvenne-
curatore per 1' amministrazione del det- ro frammenti d'una Vittoria alata scol-
to pati imonio,d'imprendere alcune esca- pila in bassorilievo per onorare alcuna
vazioni nel territorio dell' Isola Farnese vittoria riportata da qualche imperatore
dove esisteva l'antica Veii. L'escavazio- romano che protesse il medesimo muni-
ni intraprese neldicembre 852, ebbero 1 cipio. Si sono inoltre rinvenuti diversi
luogo primieramente nella parte selten- pavimenti di camere composti con varie-
tuonale dell'antica città, ove esisteva la tà di marmo delle più scelte specie, fra'
principale sua necropoli; e si scavarono pochi marmi scrini, rinvenuti nelle stan-
più 120 vetusti sepolcri, in cui si rin-
di ze scoperte, meritano considerazione 3
venne una ragguardevole quantità di sto- frammenti appartenenti ad un' iscrizio-
viglie per più gran parte nere, e pochis- ne monumentale dell' imperatore Tibe-
sime dipinte. Siffatta particolarità si ren- rio, scoperti da vicino al luogo in cui nel
de importante per la storia di tali ogget- 18 4 si rinvenne la bella statua summeri-
j
ti; poiché tra le città principali dell'an- tovata, poiché da tali reliquie conoscen-
tica Etruria, di quella de' veienti essen- dosi essere stata l'iscrizione stessa collo-
do più cognito il principio della sua pro- cala in Veii per alcuna concessione otte-
sperità ed il suo territorio alla pertinen- nuta da quel principe, si viene più for-
za di tale antico popolo, si trova così in malmente a convalidare la corrisponden-
modo più convincente confermata la pre- za in tal luogo dell'antica città di Veii,
cedenza dell' uso delle stoviglie dell'in- come fu ampiamente dimostrato anche
dicala semplice specie, su quello delle di- nella suencomiala opera di Canina; men-
pinte, ed essersi quest' ultime introdot- tre di tutte le altre iscrizioni in cui leg-
te in piìi gran numero solamente non gest il nome de'veienti e della loro città,
VOL. LXXXIX. 3
34 VEL V EL
non si conservò precisa memoria del lo rato come sobborgo, e vi sono un mona-
ro ritrovamento, donde n'era derivata stero di monache e tre chiese. I due
l'incertezza sulla vera corrispondenza di quartieri sono riuniti per mezzo di un
posizione della città stessa. ponte, e insieme posseggono molte fab-
VELIA, Elea, lidia, Heyla. Antica briche di corami. Questa città è molto
sede vescovile d'Italia, nella Lucania, la antica, e fu di sovente presa nelle diverse
quale si divide nelle provincie ecclesia- guerre che accaddero tra' principi russi
stiche diRossano e Cosenza. Neil' Ita- neh 198:1 lituani aiutati dagli abitanti di
lia sacra } io,p. 1 83, Velinus Epi-
\.. Polotzk furono ad attaccarli, ma non po-
scopati^, s\ dice che esisteva nel VI seco- terono impadronirsene. Nel 1 4-4-8 t nov-
lo, essendo vacata nel pontificato di s. gorodi la cedettero al gran principe di
Gregorio I, che fiorì nel declinare di ta- Mosca Ivan Basilio III. Nel 1 58o il re di
le secolo; il quale Papa incaricò Feli- Polonia Stefano Batori se ne insignorì,
ce vescovo Agropolitano per fare la vi- ma la rese alla Russia dopo due anni al-
sita della chiesa di Velia nel 5cj2. Igno- la pace. Nel 1611 fu presa e arsa da'par-
ransi i nomi de' vescovi che ne occupa- titanti de' falsi Dmilri, e rimase vuota
rono la sede. La città si vuole edificata per 9 anni. Lo czar Michele Fedoro-
a tempo di Servio Tullio re di Roma vitz la ripopolò inviandovi una colonia
da'focesi, perciò stimata colonia greca, e Don, che a casti-
di cosacchi Uralii e del
si vuole patria de' filosofi Parmenide e go di una ribellione erano slati spedili
Zenone seguaci di Pitagora. Sorgeva cir- ad una fazione in Polonia e in Livonia,
ca 200 stadi distante da Possìdonia. I nella quale aveano meritato il perdono
geografi sono discrepanti nell'assegnarne mediante una buona condotta; le quali
la località : l'Holstenio vuole che sia a Ve- genti piò non curandosi di ripatriare, ot-
lia succeduta Castello a Mare della Truc- tennero la permissione di stabilirsi in Ve-
ca, come opina pure il Nibby ; Barrio, like. L'antico suo vescovato venne uni-
s. Bonifacio; Nigro, Ulastra ; Ligorio, to a quello di Novgorod-Veliki (V.).
Policastroj Paudolfo, Scalaj Cluverio VEL1K1-OUST10UG, o USTIUG
e altri, Pisciotta. Quest'ultimo è un bor- o USTING. V. Oustioug-Veliki.
go del regno di Napoli del Principato VELLETRI (Feliterncn). Città con
Citeriore, capoluogo di cantone a 3 leghe residenza vescovilesuburbicaria dello sta-
tale dagli ernici e da'volsci, ricche delle ticolo descritti), Velletri, Cori e altre; il
dovizie e fertilità de'monti, ed abbondan- che fece credere dal non vedersi nomi-
ti della grassezza e copia de'campi e prati. nate ne'diplomi di Lodovico I, degli Ot-
Nel voi. LXXIV, p. 1 76, ricordai i luoghi toni e di s. Enrico II, fra'lnoghi del duca-
ove descrissi i famosi e clamorosi giuochi to Romano. Nola pure il Borgia , mau-
d'Agone e di Testaccio celebrati inPioroa carsi di documenti per indicare con chia-
nel medio evo, a' quali le due provincie rezza a chi inque'tempi rimanessero sog-
dovevano mandare giostratori esperti e gette le ultimementovate città, se a' du-
giovani, cioè le comuni di Terracina, Pi- chi di Benevento,ovvero a que'di Spole-
perno, Velletri Anagni Sezze , Acqua
, , to. Il ducato Romano mentre maggior-
Putrida e altre. La catena degli elevati mente estendevasi dalla parie di Toscana
monti Lepini, molto estesa fra le vie La- o Pa trùnonio di s. Pietro, avea minore
tina e Appia, distingue la Campagna di estensione nella parie diCampania^quin-
Roma nelle due provincie di Marittima di pare che dalla parte d'Albano, Velletri
e di Campagna, come dichiara il corano ec. dovesse fissarsi quel ristretto confine,
Marchiafava. Il veliterno cardinal Borgia del quale scrisse s. Gregorio II nel 727
nella Breve istoria del dominio tempo- all'imperatore greco Leone III, del qua-
rale della Sede apostolica, a p. 256, ri- le non poteva temere 24 stadi da Roma
ferisce al secolo XI la divisione della Cam- o 3 miglia. E se Terracina, ch'è dell' o-
pania in Campania, poi detta volgarmen- diernaMariltima, ubbidiva a Papa Adi in-
te Campagna, e Marittima. Pertanto os- no I del 772, non per questo può dedur-
serva, che quelle terre, le quali circa il se- sene che al ducato Romano appartenes-
colo XI si divisero in Campania e Marit- se, giacché questa città fu de'greci ossia
tima, in antico col solo nome di Campa- del ducato di Napoli, ed il Papa I' avea
nia venivano considerate. Posta questa di- presa e la compenso del Pa-
riteneva in
stinzione, si ponderino luoghi de' quali i tri/nonio JYapoletano,che medesimi gre- i
parla il diploma di Lodovico I, nella con- ci avevano alla Chiesa romana violente-
ferma del possesso de'dominii alla s. Se- mente usurpato, a ciò istigati da Arigiso
de (conferma corrispondente all' obbligo li duca di Benevento. Ne'tempi bassi in-
non solamente di non molestarne il pos- tralciata e oscura è la corografia dell'Ita-
anche di difenderlo; ecco pro-
sesso, ina lia, onde nelle ricerche de'luoghi che ap-
priamente quanto imporla vano le confer- partennero al ducatoRomanOjil Borgia si
me imperiali, del resto gì' imperatori per appoggiò alle memorie più sicure, rilevan-
mera prolezione e avvocazia, come Pa- do che senza buon fondamento Le Colu-
trizi di Roma, giuravano di difendere e te scrisse neW'Epist. 65 del Cod. CaroL,
proteggere la Chiesa romana e il suo prin- t.i, che le città di Pipemo,d\ Terraci-
cipato temporale, ed a tale effetto un teni- na e di Sezze entrassero io qucslo duca-
36 V E L VE L
to. Per Terracina si è detto come allora loro segregate e distinte, senza grave in-
era dominata dal Papa; quanto poi a Pi- comodo non meno de' pontificii rettori,
perno e Sezze, il silenzio degli antichi mo- che de'suddili della s. Sede, tornarono a
numenti fa sì che la cosa rimanga assai separarsi queste rettorie, e a darsi a cia-
incerta. La denominazione di ducato Ro- scuna il suo rettore. Dopo il rettore Gu-
mano non fu sempre costante, mentre tal- glielmo di Balaeto, nella cronologia de'
volta parte delle sue lene vennero indi- governatori di Benevento tessuta dal Bor-
cate sotto nomi di Territorium e Ter-
i gia, vengono i seguenti. Nel 1 32 5 Gerar-
ra s. Pelri, nel secolo IX; e tal'allra fu- do della Valle priore della chiesa di s.
rono tutte comprese sotto nomi di Cam- i Tommaso di Montpellier, intitolato ret-
pania di Toscana e di Romania, come
, tore di Benevento e delle provincie di Ma-
neldiplomadell'877 diCarlomanno. Del- rittima e Campagna. Neh 336 Ruggieri
l' origine del dominio temporale della s. di Vintrano rettore di Benevento e di ,
Sede nelle città e luoghi delle provincie Marittima e Campagna, ma non risiede-
di Marittima e Campagna, meglio ragio- va in detto anno iu Benevento, lenendo-
nai a'Ioro articoli; avendo detto altrove vi in sua vece Raimondo abbate del mo-
che quando Innocenzo VI nel 1 353 co- nastero di Casanova con titolo di luogote-
stituì vicario generale di tutto lo stato nente. Ugouo Guidardi neh 365 arci ve-
pontificio il celebre cardinal Albornoz, scovo di Benevento, è nominato assoluta-
coniò 6 proviucie, fra le quali la Campa- mente rettore di Benevento. Gli successe
gna e la Maremma. Di più il Borgia nar- nel 3 7 1 Daniello
1 de'marchesi del Car-
ra a p. 292, come Carlo Maguo restituì al retto cavaliere gerosolimitano e priore di
ducato Romano alcune città della Cam- Lombardia, rettore di Benevento: Grego-
pania, duca di Benevento,
tolte già dal rio XI con breve del 1
3j^ lo dichiarò ca-
cioè Soia, Arce , Arpino e Aquino, e vi pitano generale di tutto il territorio Pia-
aggiunse ancora Teano e Capùa, staccan- centino, uel quale è chiamato rettore del-
dole dal ducato di Benevento, il quale pu- le provinciedi Campagna e Marittima; ed
re olhì a s. Pietro, per allora riserban- il Borgia crede, che in un medésimo tem-
dosene la sovranità, e così di quello di po avesse ancora la rettoria di Benevento.
Spoleto. Perciò separò dette città della Raimondello del Balzo Orsini rettore di
Campania dal ducato Beneventano, on- Benevento a vitaj della quale città s' im -
de ne fosse subito dato il possesso al Pa- padroni Ladislao redi Napolie Giovanna
pa. Inoltre apprendo dal medesimo Bor- lì di lui sorella, la quale nel 4 18 col con- 1
gia, Memorie isteriche della pontificia senso di Martino V uè investì Sforza, che
città di Benevento, t. 2, p. 94, che il go- 1
ne tramandò in retaggio il dominio a
verno di Beneveuto fu già unito con quel- Francesco suo figlio neh 424 conferma-
lo di Marittima e Campagna, e di tale togli dallo stesso Martino V , sotto del
1
mnone lai.' memoria la trovò in un mo- quale Benevento tornò ad essere gover-
numento marmoreo del 1 3a f , in cui si nato da'ponliljcii rettori, leggendosi che
legge il titolo di Rettore di Benevento e neh 428 vi era rettore Giacomo vescovo
della Campagna attribuito a Guglielmo di Guardia Alferia, e nel i43o Giovanni
di Balaeto, com'è pure la 1." memoria di di Vico detto Peroltino da Viterbo. In-
così fattaunione di rettorie, della quale di si riunì questa rettoria di Marittima e
pel rimanente del secolo XI V, e ne'piin- Campagna, essendo succeduto a Perolli-
cipii del secolo XV
hanno più esempi ;
si 110 Arrigo Scara rapo d' Asti vescovo di
ma perchè poi si considerò- che un me- Felli* e Belluno, rettore di Benevento,
desimo rettore non poteva agevolmente e diMarittima e Campagna. In tempo «li
accudire al governo di lene talmente fra Eugenio IV dimorava per lui iu Bene veti-
VE L V E L 37
in suo nome. Inoltre Arrigo era stato se- cordo nel progresso di quest'articolo: l'ul-
gretario di .Sigismondo imperatole, e nel tima fu il cardinal Antonio Pallolta, del-
l4«6 intervenuto al concilio di Costan- la cui legazione alla sua volta parlerò. Il
po Sca rampo, il Borgia non trovò altro gazione già indicata, è il cardinal Macchi.
rettore ili Benevento, die nello stesso tem- De' presidi di Velletri di poi ne riferirò
po avesse unita ancora la rettoria delle le notizie. Nelle Notizie di Roma, de' pre-
Provincie di Marittima e Campagna. Le lati governatori di Marittima e Campa-
Provincie di Marittima e Campagna eb- gna residenti a Frosinone, se ne può leg-
sedeva un fondo o patrimonio della Chie- 1 4^o: Rcslitutio titilli civitatis cimi
7, p.
sa, come notai nel voi. Lll, p. 5; la qual nspondenlibus privilegiis, et honoribus
città com'altre ebbe de'cardinuli per spe- prò oppido Frusinonis apud Volscos e-
ciali governatori. Nelle biografie de'car- xistenlis. Nel quale si legge Praeterea ;
< li ilei li si ponno vedere que'reltori dipoi non dissimile ventati omnino videtur e-
elevati al cardinalato; e tra' più antichi piscoporum sedem olim fuisse postea ,
Cassino Cassiua, tra' suoi titoli usava tiam nunc esse, Ne'miei cenni su Frosi-
quello ili Comes et Rcctor Campatane none e sua illustre delegazione apostolica,
Marini/nacque provinciarum. Ebbero giovandomi ancora del Saggio istorico di
pure moltissimi cardinali legati, i quali Frosinone del celebre e dotto frusinate
risiederono in varie città delle provincie cav. Giuseppe de Matlheis (sommo pro-
si esse, come Atingiti A latri , , Piper no, fessore di medicina, le cui notizie necro*
Ferentino ove fu la curia generale ec, e logiche riporta il Giornale di Roma dei
lo rilevai nelle loro biografie, e per ram- 1807 a p. 989, quindi ['Album di Roma
mentarne alcuni, tali furono cardinali i
e col suo ritratto nel t. 24 4°9 > d
j P-
/ go (VA latri, Gregorio Teùdali, Stefa- diede !a bellissima biografia del eh. Qui^
no Normandis, Giordano Pirunlo o Pe- tino Leoni), già compilai ut] elenco d'al-
tonti Contida Tcrracina, Francesco Te- cuni cardinali legati della provincia di
buldeschi Francesco Prignaui Pietro
, , Marittima e Campagna, de'prelati gover-
Sasso, Ugo di Lusignano, di Casa, For- natori generali della medesima ede'dele-
cole Gonzaga, Francesco Gonzaga 3 0ìq- gatidiFrosiuoue poscia cardinale qui col-
33 VEL VE L
le Notizie di Roma vi aggiungo il prelato se Tani di Ferentino, è su l'antica Ver-
e: ora cardinal Domenico Sa velli, che nel rugine, indi Vallis Carità presso Valle-
1 833 successe a mg." Gioacchino Proven- corsa. Segue alla pag. 1 1 del medesimo
zali, al quale porporato fu sostituito nel opuscolo questo frontespizio. Saggio sto-
r
1 838 n>g. Marcello Orlandini della pro- rico di 1 allecorsa per Michele de Mal-
vincia diPerugia, ora da giudice deputato thias collaboratore di vari giornali
per le cause ecclesiastiche nel civile Tribu- scientifici, socio d'onore dell'accademia
nale ili Roma, promosso a vice-presiden- dell' Immacolata Concezione di Maria
te del medesimo tribunale: questi ebbe a santissima in Roma, Ferentino 1 85o,uel-
r
successori, nel 843 mg. Andrea Pila di
1 la tipografia de'fratelli Bono. Riporta per
Spoleto, attualmente niitiistrodell'inter- testo la seguente proposizione cavata dal
r
no; nel 1 848 mg. Pa.»quale Badia, al pre- Gioberti, nell' Introduzione allo studio
sente delegato d' Urbino e Pesaro; nel della Filosofia.» Nelle questioni riguar-
i852 mg.' Lorenzo Dialti (degno nipo- danti I' antichità e le origini raro è che si
te del cardinal Benvenuti benemerentis- possa avere piena certezza, e chi ottenga
simo preside contro il brigantaggio di que- una certa vero somiglianza, deve stimar-
ste provincie, per le quali fece stampare: siaver fatto molto". Termina l'eruditis-
Istruzioni e Regolamenti nelle provincie simo patrio Saggio storico a p. 5 e nel- 1
,
to suo libro con l'epigrafe: In segno cademia scientifica esistente nella delega-
della più cordiale stima e rispetto. Le zione di Frosinone, ove un colpo d'occhio
mentovate sue Lettere contengono in
si della storia di detta accademia (Eroica),
un libro d' 88 pagine. Siccome mi ri- e de' suoi lavori ". Finalmente a p. 74 è
guardano , e del contenuto dovendone la Nola de'legali e delegati della provin-
poi ragionare all' opportunità, convie- cia di Frosinone, cominciando da A tito-
ne che qui ne dia un cenno fugace. La Tuscùlano nel 7 t4 rettore della Cam-
lilo
1/ lettera, diretta al sig/Sebastiaui, è so- pagna di Roma fino a Gaeta, sino al sol-
pra Allena: la 2/ indirizzata al uiaixhe- lodato mg/ Badia delegato apostolico, lu
V E L VEL 39
diversi tempi le proviucie di Marittima e no ne'mouli selvosi, pressoi! sito ove tro-
Campagna, e le Paludi Pontine, furono vasi l'odierno paesello di Morino, dietro
infestate da'malviventi, il cui ultimo pe- i monti d' A latri, della diocesi di Soia. Ne'
riodo cominciato dall'epoca repubblicana territorii ernici della provincia ebbero pa-
del 1798, terminò felicemente nel i825; lazzi e ville le più nobili famiglie romane,
perciò nell'articolo Prosinone ripetei il incompatibili se vi fossero stati comodi a-
fino a 600; il loro capo Bulla Felice nel- esclude il vostro assunto. = Crebbe (e di-
l'anno 207 dell'era volgare venue impri- ce nel 1
590) poi questo (Brigantaggio) do-
gionato, e condannato alle bestie, dopo di po la morte di esso Sisto V, e massima-
che si venne a capo di disperdere i satel- mente perchè alfonso Piccolo/nini duca
liti suoi". Pubblicato l'articolo neh 844> di Monte Marciano caduto in disgrazia
r
dipoi il sig. De Matlhiasdi Vallecorsami del granduca Ferdinando (di Toscana)
scrisse la mentovata lettera de'27 agosto con grossa taglia sulla sua testa, perse-
1846. In essa dopo a venni notificato, che guitato dappertutto, si fece capo di que'
la provinciaFrusinateavea inteso con pia- masnadieri in Romagna ... e facea fre-
cere le mie lodi dategli nel Dizionai-io quenti assassinii, ed altrettanto facea
mio, urbanamente m' invitò a porre nel 3tarcoSciarra capo de' Banditi e scelle'
medesimo una nota pel suddetto perio- rati in Abruzzo, con iscorrer fino alle
do trailo dal eh. Castellano. Imperocché porle diRoma.=. E così prosegue a narra-
con diverse autorità di scrittori egli so- re che nel 1
5g 1 fosse ucciso il Piccolomini,
stiene. Che monti selvosi della provincia
i mentre ncli5g2 fosse mandato
Candia in
in discorso non hanno mai concesso co- l'Abruzzese, e quindi liberata da l' Italia
modo aguato E che la al brigantaggio. esseri sì perniciosi. Or dunque che ha che
masnada ebbe vita non
di Bulla Felice fare l'illustre nostra Provincia per cosif-
ne'luoghi attualmente componenti la de- fattiBandili?"Quanto all'epoca ultima del
r
legazione apostolica di Frosinone, ma ne' brigantaggio, soggiunse il sig. De Mat-
monti Ernici che oggi formano parte del thias, che i dispacci governativi sono a fa-
distretto di Soia del limitrofo regno di vore della provincia, da'quali rilevasi che
Napoli. A tale effetto ini fece inoltre os- la banda Gasparrone non era forte che di
sei vare, che ripartila l'Italia da Adriano 1 5 individui, ecostretta a ricoverarsi tra'
in 1
7 provincie, la regione Eroica, la qua- monti Regnicoli, ove realmente sono co-
le comprendeva i popoli al diqua e al di modi aguati, e spesso i briganti si ritira-
là de'monti di Preneste al Liri, venne di- rono nella liuea del confine del regno di
visa. Quindi Anagni, Alatri, Ferentino, Napoli. Per tuttociò mi pregava farlo co-
Veroli ec. appartennero a Frosinone; ma noscere al pubblico per ridonare a' fro-
li Ceretani e Capi ulani, ernici anch'essi, t sinonesi quel decoro, che alcuni male in-
apparteuuero a Soia, ed appunto, ubila va- terpretando le mie parole, gli hu.u tolto.
4o V E L VEL
Imperocché Frosinone co'suoi contorni a- darsi alla rapina ed ai pi a atroci delit-
limenta piuttosto (ìgii di benedizione e di ti, indicando i tempi di Severo, di Sisto
grazia, al dire del Pontefice esimio istitu- V e de primi 5 lustri del secolo corren-
tore del Sesto delle Decretali; rilenendo tejmerilare una nota, comegli piace chia-
egli che le bolle pontifìcie esprimono sem- mare il molto che ha detto, non ricordan-
pre proposizioni ineccezionabili, e perciò dosi delle qualità de' Dizionari che non
la riferita esporre una verità incriticabi- entrano poi minimissime discus-
in tante
le. Quindi celebiò vari illustri della pro- sioni anzi parlando genericamente non
,
vincia, cioè Gregorio da Pofi segretario si viene espressamente che di rado a sta-
d'Alessandro IV, dicendo che col suo sa- bilire tempi, solo riportando quanto più
i
pere liberò l'Italia da Ezelino; il dotlissi- scrittori ci dissero. Lei ha voluto analiz-
mosonninese Petticca; l'avv. Cecio disua zare il detto punto, e secondo la sua nar-
patria Vallecorsa, di rari talenti e luogo- razione monti non hanno concesso co-
i
tenente generale alla ricupera di Ferrara; modo agnato a' briganti, contro il fatto
non che la vallecorsana da cui nacque la in generale. Lei affaccia l'autorità di Mu-
madre di Gio. Francesco Aldobranditii ratori pe'tempi di Sisto V, di gran peso
generale contro Tunisi. Per ultimo, ap- ma non di fede, avendo parlato egli so-
plicò alcuni versi di Dante (che poi rife- lo di alcuni luoghi senza escludere gli al-
rirò) a qualcuno che aveva, secondo es- tri: giacché leggo nella vita di Gregorio
so , vituperatola provincia medesima, XIII (immediato predecessore di Sisto V)
mentre dovea lodarla; dovendo allora tut- Novaes gesuiti che se ne oc-
di MafFei e
to cangiar d'aspetto sotto i raggi del Sol cuparono con precisione individuale, per
di Ceccano (il cardinal Gizzi segretario que'benefizi di cui fu largo colla loroCom-
di stalo). Terminò la lettera con nuova- pagnia, senza venir al dettaglio, che Gio-
mente piegarmi a porre una breve nota vanni Valenti famoso capo de'tnalviven-
alDizionario mio per l'oggetto. Risposi li s'intitolava Re della Campagna di Ho-
a' i5 del susseguente ottobre colla lette- via, e qual reo d'atroci delitti fu deca-
ra che qui riproduco; e la ricavo dalla pitato. Leggo poi nella vita di Sisto V del
mia bozza, e probabilmente l'origina- Novaes e del suo correligioso p. Tempe-
le sarà limalo e più cortese, sebbene in- sti (anco su ciò mi limito ad un'indicazio-
teramente confidenziale e senza affatto aTerracina,PipernoeSer-
ne), ch'egli fu
studio, neppur per sogno immaginando moneta, non solo pel prosciugamento del-
che dovesse stamparsi. » Ill.mosig/ Mi- le Paludi ed altro, ma per liberare luo- i
chele de Matthias. Domando scusa se per ghi infestati da'mal viventi. Trova anco da
impotenza cosi tardi rispondo alla rive- ridire sudi provvedimenti fatti dal gover-
ritasua lettera del 27 agosto. In essa Ella no francese e pontificio. Io li trassi dagli o-
ancora mi dice che la provincia Frusina- riginali e non feci che indicarli pe' motivi
te intese con piacere le lodi che gli diedi da me addotti. Se alcuno ve ne manca
nel mio Dizionario, e la ringrazio di cuo- altro non è specificato non mi pare erro-
re. Ai rilievi da Lei fatti, non intendo di re, perchè io uon intesi far il computista
per affeziona di sangue, perchè alcuni pa- lettere che di moto-proprio ricevetti, da
r
tenti miei vi derivarono, e per l'edificazio- mg. Pila delegato e da molti provinciali,
ne ricevuta nel viaggio di Gregorio XVI, senza ninno de'rimarchi da Lei prodotti,
mi proposi fare un onorevole articolo, e come niuno li fece de' nominati. Inoltre
riuscì per amore mollo lungo, contro le l'articolo prima di stamparsi lo diedi pu-
basi ilei Dizionario, non valutando che re a leggere al p. Meueguzzi procurato-
per la lungaggine mi esponevo con altri re de'certosini, pei; le notizie che di loro
articoli, con tutte le conseguenze che ne riportai, e ri'ehhi approvazione e lode: a'
derivano. Fatto l'articolo (come faccio di marchesi Longhi (de'signoridi Fumone),
ognuno che li rimetto alle parti che pos- ed al p. Illuminalo da Pofi, per ciò che
sono giudicarne) lo sottoposi alla revisio- li riguardava, e ad
altri, niuno affatto di
gio lo sottoposi all'approvazione dell'; vv. cava qualche cosa mentre della prima ,
Del Grande assessore straordinario all'e- benché sede di governo nulla poteva di-
stirpazione del medesimo. Ecco dunque re, contro
il mio sistema cercai notizie,
esaurita la critica per la verità istorica. le quali sempre volli procurarmele a for-
Conservo i biglietti autografi de'nomina- za di studi, per non vestirmi delle penne
r
li revisori, pronto ad esibirli a chi Ella altrui, e per non espormi. Mg. Santucci
deputasse a leggerli. Il professore lodò e (ora qui aggiungo, in quell'epoca sosti-
approvò l'articolo, e solo rispose alla do- tuto della segreteria di stato, e di pre-
manda che gli feci un preside, e sul-
circa sente cardinal prefetto degli studi , an-
la nascita di s. Silverio. L'incomparabi- ch'esso della provincia comechè di Gor-
1
le Porporato, qualificato per ottimo il Di- ga) mi offrì l'ottimo sig. prof. Rossi (ora
zionario, disse : Dalla lettura dell'ar- aggiungo di Vallecorsa), ed egli gentil-
ticoloFresinone ho potuto convincermi mente mi procurò le notizie da V/ Sig."
che Ella ha attinto a buone sorgenti, ed dicendomi egli
Nell'atto che le riceveva,
ho rimarcalo qualche punto con-
che. in che Lei opinava corrispondere all'antica
troverso fra due paesi ha mostrato quel- ibernica o Ferrugine, tosto gli mostrai
V imparzialità che conviene al sodo isto- gli Verruca. Mi
autori che parlavano di
rica. Corresse il campo Tr^jana in Tro- vedendo a Lei con-
posi subito al lavoro, e
pi no, ed Cancello io TorriceWo. trarie le testimonianze degli storici che
L'avv.
Del Grande, mi scrisse: fio letto con ve- pubblicai, procurai estenderle con gar-
ra compiacenza l'articolo sopra Frasi- bo e con riguardo e riconoscenza a Lei.
nonc. Tutte le circostanze sono rilevale Tuttavolta non volendo ciò fare all'insa-
r
con chiarezza, e precisione somma. Il bre- puta del sig. Rossi, per delicatezza e cir-
ve racconto del brigantaggio è stalo trat- cospezione , nel dì seguente gli mandai
tato con moltissima accortezza. Tale pu- l'articolo Vallecorsa, invitandolo franca-
re fu il sentimento di mg.' Antonelli(ora mente a cambiar frasi e cose, a dirmi li-
qui a»»inngo,della provincia, cioèdella cit- beramente se andava bene e se poteva ,
solo per verità itterica i diversi sentimen- religiose al voi. xv, fase. 43 del 1842; e
ti, lasciando il giudicarne ai critici, senza vedrà a chiare notecome io abbia in pre-
il menomo fine di farle cosa spiacevole. gio la dotta di Lei penna. Dei resto sta
Lei ini fa il novero di molti uomini il- benissimo quanto l'Ecz." V." si compiace
lustri della provincia; ed io ai rispettivi significarmi colla pregiatissima del 1 5 an-
luoghi non mancai né mancherò parlar- datile; e rapporto alla Storia di Falle'
ne con diverse Iodi. E sia certa che ai de- corsa posso assicurarla , che la scoperta
biti luoghi terrò presenti le sue osserva- di alcuni marmi, lapidi e altri monumen-
zioni (il che vado eseguendo). Spero ave- ti antichissimi fanno conoscere essere qui-
re rettificato l'idea etterati formata su di vi d'intorno slata la Verrugine de'Volsci.
ine circa all'articolo Frosinone. gli con- Gli autori , che la pongono altrove non
fermo mia affettuosa propensione per
la conoscono le surriferite scoperte. Se ilCie-
tutta la ho moltissimi miei
provincia, ove lo mei permetterà io spero pubblicar l'o-
a
benevoli. Dichiaro a V." Sig. la mia di- peretta archeologica su questa mia pa-
stinta stima per le sue dotte cognizioni, tria... Omissis... Deh o Signore,
! si com-
gli esibisco la mia qualunque servitù, , e piaccia di essere il mio Mecenate, men-
ini riuscirà infinitamente gradito un suo tre io con sensi di sincerissima slima e
cortese riscontro ,
passando intanto con cordiale rispetto ho a pregio sommo di
tutto il rispetto all' onore di protestar- confermarmi". Gli risposi a'2 3 ottobre,
mi ". Il sig.' De Malthias, immediata- ma non rammento termini, perchè noni
mente e colla maggior gentilezza rispose feci precedente minuta, non essendo so-
umilissima <lel 27 perduto agosto ultimo zionario, come altrove dichiarai e sono
r
fuda ine all'Eccellenza V. "semplicemen- pronto provare a chiunque. Il sig. De
te duella per pregarla a fare una nota Malthias replicò da Vallecorsa a'29 del-
in favore della provincia Frusinate, e non lo stesso mese, egualmente con termini
ad altro fine. Eorse il mio giovanile ardi- della più squisita gentilezza e per me o-
mento non mi avrà fatto bene esprimer- norevolissimi, il cui contenuto è estraneo
mi. È certo d'altronde, che malamente all'argomento in discorso; come lo è quel-
si appella Frosinone come Paese di Bri- lo della successiva felicitatoria degli 8 di-
ganti. Io porto quel sentimento espresso cembre 1846, altro modello di benignità
maestrevolmente dalcav. Micali nel capo e di rara cortesia. Commosso, all'ammi-
r
8.° della par. ».' della sua opera su l'Ita- razione verso l'egregio sig. De Malthias,
rano suoii giudizti. =: Posto questo prin- pure professarli. Ma neli85o senza alcu-
3 a
cipio, estraggasi oradall'Ecz. V. la con- na avvertenza precedente e senza che ,
seguenza pel fatto di quel preteso Re del- nelle posteriori lettere l'encomiato scrit-
laCampagna Romana, eh' Ella mi cita. tore ne facesse mai trapelare alcun cen-
Non creda poi, che io non abbia lodato, no, onde io poscia per rispetto l' imitai
e non lodi di cuore il Dizionario da Lei nelle mie repliche, mi rimise per la pò-
V E L V E L 43
sia il sopra Iodato suo libro: Lettere ec. sa, Lorenzo e Castro. Volle eziandio ri-
s.
Saggio storico di f'allecorsa, dopo il conlare in detta nota, che nel 1208 Inno-
quale trovai la Lettera 3." a me diretta, cenzolll da Fossanova si recò a s. Loren-
però con diverse varianti e note die non zo e poi in Castro ed in Cepium, pernot«
esistono allatto nell'originale; e con mio tandoin tutte le nominate terre. Da Ce-
nolubile stupore, senza die egli vi ripro- prano, per Aquino si portò a s. Germa-
ducesse mia replica giustifieativa.di che
la no e Monte Cassino, indi a Soia e al ino-
n ine sembra fosse cosceuziosa niente e in- nastero di Casamiri e per Ferentino si
,
ad onore della provincia di coi si mostra Sciarra, aggiunse in nota. »> Non neghia-
amoroso e geloso propugnatore. Ed è per- ino die in queste contrade si trovarono
ciò che volli qui ripararealla sua omissio- alcuni banditi ne' nostri tempi. Mi non
ne, nel tempo stesso che vado esaurendo ebbero comodo aguato. Furono sempre
il da me promesso, ed il tutto per deco- perseguitati e distrutti. Un bravo capita-
r
io della medesima provincia e per scoi- do contro di essi fu il sig. cav. Giusep-
parmi da qualunque ombra che abbia peSabbatini domiciliato in s. Lorenzo, che
potuto ingerire la Lettera stampata del presto riportò di essi completa vittoria".
r
sig. De Matlhias, aumentata colle dette Egualmente non trovo nell'originale q<M<
varianti e note. Di queste non posso fare si' altri aggiunta che leggo nella lettera
a meno di qui rimarcare le più essenzia- stampata »* Ne' Monti poi non esistono mi-
racolile intrinsecamente indispensabili al- ca Terre orribili. Sminino e Patrica non
la coerenza della surriferita mia risposta, sono qua li si dipingono. Alle falde di que-
non conosciuta finora dal pubblico, meo- sta ultima si rinvengono attualmente a-
tre parte di questo è possessore della let- vanzi di ville, specialmente del tnagnifi-
teia stampata, onde n'è facile il confron- co Mecenate e del console L. Lummio,
lo, come pure lo è del Fro- mio articolo trovandosi persino oggidì denomina- la
44 VE L VEL
Dandole brasino a torto , e mala voce. stampata diversamente e alla mia insa-
Il fine della lettera stampata .essendo mor- puta. Tuttavolta ho evitato e mi sonoa-
to a quell'epoca il cardinal Gizzi, termi- steiiulo da qualunque commento o cita-
na colla variante. >» Ma orsù ossi
Do il tutto zioni analoghe di mia opera, e da quanto
dee cangiar di aspetto sotto raggi del- i altro cagionar potesse neppure l'apparen-
l'immoilal Pio IX". I nominati Cardina- za d'animo indisposto. Arroge il pro-
li, meritano schiarimento, e «li tutti mi nunziato di recente nel parlamentod'ln-
glorio di averne goduto la benevolenza, ghil terra sull'infume attenta tu de' gen-
1 4
come ho a vanto d'onorarmi del patro- naio i858 pel progetto da convertirti in
cinio del superstite vivente. Il cardinal bill legge relativo alla cospirazione d'as-
Belli era morto
settembre i844> v '"
a 'g sassinio, dalla magniloquenza di lord Pal-
veva il cardinal Simonetti e poi morì a' mellimi, che disse.»Di versi oratori si so-
5gennaioi 855; il cardinal Gizzi era mor- no olliesi di ciò che si è dello, essere que-
to a'3 giugnoi849; il cardinal Antonelli sto paese l'asilo degli assassini e de' co-
è stalo creato cardinale l'i i giugno 1847; spiratori. Sventuratamente non possiamo
il cardinal Vizzardelli creato cardinale in negare che così sia. Non è però vero il di-
«letto giorno, morì poi >'%4 maggie f 85 1 reche colla costituzione del paese il go-
Circa a'sedicenli miei parenti, il sig/ Da verno e popolo inglese incoraggia e pro-
Mailhias amplificò le mie parole; alcuni tegge uomini che tramano questi a-
gli
zione della provincia, anzi reputando non Dilatiti dall'abitato. Questo è un fallo im-
mai abbisognare di dichiarazioni, nondi- possibile a negarsi, ed è noto a tutto il
meno fedele alle mie promesse, non cre- mondo. Lo proverà diversi brani storici
dei meglio corrispondere a' tlesiderii del che in progresso dovrò riferire, anco col-
r
sig. De Mailhias, die col riportato am- lo stessoMuratori e suo continuatore, e
piamente in questo articolo. Penetrando- co'medesimi scrittori provinciali e delle
mi del suo spìrito lodevole d'amor patrio, vite de' Papi, come i meglio informali in
torno a dire, che credei vantaggioso alla argomento, li preferirò ad altri.
e perciò
nobilissima Provincia il pubblicare la La provincia
Marittima ossia la le-
di
pi onla e franca mia risposta; (lessa fu fat- gazione propriamente di Velletri, come
ta pelò alla lettera anteriormente scritta la costituì Gregorio XVI, abbracciò nel
dal suo riverito pugno, oud'era indispen- nuovo compartimento l'antica provincia
sabile e necessario che facessi l'esposte av- di Marittima del Lazio, e ne forma il con-
vertenze, per le dichiarate varianti e note fine meridionale la spiaggia Mediterra-
che si leggouo solamente uella posteriore* nea dulia foce dell'Astuta siuo oltre all'i u-
VEL VEL 45
nontorio Circeo, e precisamente alla tor- popoli ernico-volsci, e delle città d'am-
re Gregoriana di Terrari nat che tocca il bedue, antiche e superstiti. Gli eroici,
limite napoletano, al moilo descritto iti si vogliono dal De Matlhias, nella Lette-
quell'articolo. All'est ed al nord le fan- ra 5.',ove discorre della sua dissertazio-
nico-VoUco. Ad evitare ripetizioni, <]ui popoli che l'abitano. Diverse città, luo-
avverto, che del territorio volsco e de'suoi ghi e fiumi portano nomi derivali dalle
popoli e citlàjoltreil riferitone giàco'pnb- originarie sedi di tali pelasgi. L'Etolo Er-
bhcati loro articoli, e nel voi. XXVII, p. nico nel Lazio scegliendo la parte più a-
299, ove notai che ne furono capitali o« dalta a' suoi disegni agrari e guerrieri,
ra Valletti, ora Piperno, e fors'anco al- fabbriconi de' ricoveri ad imitazione di
cnn'allra città, come Sessa(1 .) o Sues- quegli egizi, che non habebanl demos,
M l'oniezia o l'omelia, dalla quale prese sed Turres. Le mura pelasgiche alalri-
il nome il famoso territorio Pontino, e in ne non sarebbero in questo senso, che
tale articolo dissi pure delle diverse cit- immense torri, formate giusta il costu-
tà omonime de' principali illustri votaci, me de' signori delle piramidi. Gli eroici
oltre il già detto ne' ricordati articoli di sono celebrali dall' antichità pel valore
città e luoghi de' volsci ; dell' industria, nell'armi, per le loro costruzioni ciclo-
commercio e prodotti de'medesimi, oltre pee, delle quali in più luoghi dissi parole,
ilcenno complessivo dell'intera legazione come ne' voi. LX1 1
1, p. 23o, LXXXI V,
che vado a fare nel presente periodo; di p.167, e altrove. Oltre quelli che poi ri-
tutto ne terrò proposito, sia descrivendo corderò, sulle costruzioni ciclupee scrisse-
la legazione nella parte marittima, sia ro. Middleton, Cyclopians If'alls, Lon-
nella descrizione di Velletri e suo terri- don 1821. Dodwell, Cyclopians II alls
torio. Delle Paludi Pontine, dopo que- in G rece and ftaly ^London 82 1 .Filippo 1
st'ai ticolo, ne riparlai nelle città e luoghi Pet t-Radel, Viaggio storico f orografico
1
che tie risentirono i danni o vi hanno par- e filosofico, fatto nelle principali città
te del territorio, principalmente in quello dell' Italia nel 1 8 1 1 e nel 1812, Parigi
di TerracHiaj e nell'altro di Strade di 18 5. Sono pure
1 gli eroici lodali pel rego-
Ilenia, fumosa Via Appia che la
della lare coniugio,e quali eccellenti e fortissimi
percorre, meritamente denominata Re- agricoltori, oltre altri posteriori vanti che
gina J iaruni. Quanto alla provincia di rilevai ne'relati vi articoli; siccome di sve-
Fresinone, regione degli antichi cinici, gliato ingegno, religiosi e fedelissimi sud-
è a vedersi quell'articolo, ove notai che In tutti tempi fiorirono
diti pontificii. i
maoala nella sua nobilissima patria Ada- medesima riparlai nel voi. LXXX1V, p.
gili, metropoli degli eroici, a' 28 settem- 198), fondato per la civile e religiosa e-
bre 1 290, pubblicala da Bonifacio IX col- ducazione delle donzelle, già propagate
la bolla Iluinilibus, de' 12 giugno i4oo, iti Francia, Germania, America ec, e poi
Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 395: Con/ir- ne ragionò pure nel suo libro Della Pe-
malio Slatuloriim, ci Ordinationum dagogia necessaria alle donne, Feren-
Pi ovinciarum Campaniae et Mariti- , tino 85 (leggo nella Topografia stati'
1 1
viae per Bonifacìum PP. T III edilo- slica dello slato pontificio del cav. A-
i'uìiì. Ivi è pure la bolla Ad*a di Boni- doue Palmieri, Roma
1857, a p. 87.
facio IX: Stallila pio Tcrracinensibus » In Roma le pie educatrici, ed Adora-
telila firmat.UDe Matlhias, oltre sum- i ti ici del Divin Sangue , in via Avigno-
meutovati cardinali (a' quali aggiungo il nesi,11.' 80, iu casa della principessa Wol-
guito a cagione d'onore, sono prossimi al- Aggiunge che nella provincia esistono col-
ludiguilà cardinalizia; e diversi di tali pre- legi fionlisiiiiii, biblioteche, seminari, li-
V E L VEL 47
pogra fie, musei numismatici en. L'acca- lenni lornale,per lo più imprende a tratta-
demia Etnica la ilice fondata nel decli- re argomenti riguardanti le cose patrie.
n.ir del secolo passalo dal sommo nelle Tre ordini di soci compongono 1' accade-
r
scienze e nelle lettere mg. Giovanni De- mia, residenti, corrispondenti, onorari: fra
voti vescovo d'Anagni in questa città, la isecondi mi pregio di appartenervi. A'27
quale per essere l'antichissima capitalede* giugno i845 mi fu spedilo il diploma di
gli ei nici prese il detto nome; alterata nel socio corrispondente, cogli Statuti del-
suo progresso pegli sconvolgimenti repub- l'accademia Erràca eretta in A latrilo-
blicani deli yqg, indi il vescovo d'Anagni ma i845. Indi ricevei il Catalogo de*soci
r
nig. Gioacchino Tosi potè stabilirla. Nel della accademia Ernie a fondata sot-
suo i.° lustro l'accademia fiorì in modo, to gli auspicii della sa. me. di PapaGre-
che poco mancò non vi dasse il suo nome gorio XF1 che
drgnossi fregiarla, del-
l'imperatore Napoleone 1, il quale aven- l'augusto suo nome, Roma 1847- Egua-
do molta propensione pel Tosi, gli sotto- le onore ha compartito all'accademia il
mise le diocesi di Paleslrina, Terracina, regnante Papa Pio IX. Notai già che il
Sezze, Piperno, Ostia, Velletri, Alati i, De Mallhias colla Lettera 4-' ragiona
Albano, Frascati, Porto e s. lAullina, e Ti- sulla storia dell'industrie della provincia
r
voli. Per le vicende cui soggiacque mg. e di sua posizione commerciale. Egli dice.
Tosi, l'accademia fu dimenticata, ma nel L'antico commercio si vuole ben grande,
i843 quando l'immorlal Gregorio XVI perchè il solo distretto d'Anagni contava
degnò di sua presenza la città d'Alain, 60,000 abitanti, e Virgilio appellò ricca
si pensò con energìa a ristabilii la. 11 me- Anagni non per la semplice coltura cam-
nuova fondazione dell' accade-
rito della pestre, ma eziandio pel traffico, poiché il
r
mia Etnica si deve amg. Adriano Giani- suolo in parte è sas-oso. Del vetustissimo
pedi zelante, facondo e dotto vescovo d'A- commercio degli ernico-volsci n'è prova
lati i in questa città, e ne ottenne l'appro- la staterà della prisca Campagna del La-
vazione dalla congregazione degli studia' zio. Un'iuvenzione de' pesi de' tempi re-
3o luglio 1 844- Et'ggo "el supplemento motissimi, decide de' famosi mercati d'e-
aln.°i4 del Diario di Roma del 845, 1 poche lontanissime. La staterà ne'campa-
che l'accademia fu fondata a'2 febbraio ni del Lazio, ove souo contorni di Erosi- i
1 844» anniversario Gre- dell'elezione di none, Milli cii ni emenle attesta quanto pri- i
48 VRL V EL
fiera, come quella ili Sinigaglia, ed aves- ta la sua estensione. Frale riserve fatte
sepure una strada ferrata che l'unissi; a dal governo, vi è quella dello stabilimen-
Roma, la delegazione Frusinate diver- to d'una linea telegrafica elettrica lungo
rebbe la i." provincia dell' Italia. Bensì la via ferrata. Quindi il Papa nominò
narrai in tale articolo, pel cui porlo tan- commissario generale delle strade ferra-
to fece Gregorio XVI a vantaggio di que- te pontificie romane il duca d. Mario
ste provincie, clie vi è la stazione e l'offi- Massimo. 11 n. 85 dello stesso Giornale
cio per la telegrafia elettrica; mentre so- pubblicò gli articoli addizionali agli sta-
no lieto di potere qui ripetere, die il ti on tuti de' 24 maggio i854, della società a-
co di ferrovia da Roma
Tuscolo (/ '.), al nonima della strada ferrata da Roma a
dovrà continuarsi per Velletri e Cepra- Frascati, la quale prese il nome di Socie-
no, per congiungerlo a quello di IN tipo- tà privilegiata Pio- Latina delle Stra-
li, come accennai ne' voi. LXX, p. 63,1 de ferrate da Roma a Frascati, e da
LXXXIV, p. i5; ed intanto il governo Roma al confine Napoletano, ossia Ce-
del florido regno delle due Sicilie spinge prano. Tali articoli furono approvati dal
con massima alacrità la strada ferrata Papa a' 3 1 marzo
858. Si può vedere 1
perCeprano, anzi si può dire giunta qua- l'interessante articolo d'Angelo Angeluc-
si alle frontiere pontificie, destinata a riu- ci Ferrovie ed opere dello Sialo, a p.
:
nire le nostre vie all'altre Europee, men- 1 80 del 1. ,ser. 2. 'dell' Enciclopedia con-
1
tre accosta a Sanseverino per proprio temporanea di Fano .Ora colla stessa En-
conto la strada di Brindisi. Sulla linea ciclopedia contemporanea di Fano, t. 6,
della ferrovia Pio-Latina si formeranno p. 2 2 e seg., riporterò il sommario delle
1
Terracina presenta una fabbrica di cap- pellami negoziatisi colle prossime tene,
pelli ordinari, e Ronco (?) una cereria; nel gli oggetti di legno anche con Roma, la
restante della provincia veggonsi attive le altre comuni fabbriche di cappelli, di te-
lavorazioni delle botti, delle doghe, del le, di stoviglie, di mattoni, da
distillerie
giore di bufali, utile spaccio con Roma e cio de' medesimi è utile co'luoghi vicini
con Napoli: le carni salate de' bufali si e col Napoletano. Trasandata l'educazio-
acquistano dalla marina napoletana. Ca- ne dell'api e de'flugelli. Dovizioso raccol-
valli in abbondanza, spesse mandrie di to di grano, di spelta, di granone, di pa-
porci ; notevoli di pecore e di capre. late, di legumi, che negoziansi pure col
Questo bestiame trafficasi con Roma e Napoletano. Ristretta la semina della ca-
con Napoli. Minimo il raccolto dell' api nepa e del lino; vastissima de'tabacchi, le
e de' Augelli, tenuissima pure la pesca- cui foglie si mandano alla Regia di Na-
gione. Vistoso scambio di grano e di poli(?). Abbondanza di vini squisiti, che
granone con Roma, non lieve de' po- trafficatisi colle terre limitrofe. Escava-
lo, filatoi di seta, fabbrica di tessuti or- articoli componenti la legazione di Ma-
dinari di lana, in alcuni luoghi concie di rittima e Campagna ne descrissi le par-
pellami e moliui da granaglie. Nel 1782 ticolarità, in uno alla temperatura, con
si stampò in Napoli, Carte corografiche quella brevità rhedebbo seguire, per sup-
e memorie riguardanti le pietre , le mi- plire alla quale dichiarai un buon nume-
niere e per servire alla storia
i fossili ro degli scrittori che di proposito ne trat-
naturale delle provincie del Patrimo- tano. Innanzi di compendiosamente de-
nio, Sabina, Lazio, Marittima e Campa- scrivere Velletri e suo vescovato subur-
gna, e dell' Agro Romano, abbozzate e bicario, ch'è 1' argomento dell' articolo,
raccolte dal prefetto degli sludi del real i)rimanente non essendo quasi che un
collegio Fernandìano alla Nunziatella. accessorio ad ornatimi del capoluogo di
Riportano le ufficiali Notizie di Roma sua legazione, mi propongo di riferire al-
del 1 858 le seguenti nozioni. Legazione cune notizie di que'luoghi della medesi-
di Marittima e Campagna. Em." cardi- ma, di cui ancora non parlai, per le qua-
nal Vincenzo Macchi decano del sagro li procederò principalmente co'seguenti
r
mg. Luigi Giordani, 4 consultori, il se- profittando eziandio della Statistica del'
gretario generale, il presidente del tri- lo Stalo Pontificio del 853, dal me- 1
bunale di 1.' istanza, 3 giudici, il procu- desimo governo fatta stampai e nel 18^7,
ratore fiscale, il cancelliere, l'assessore e tenendo presente la Statistica nume-
legale, l'ingegnere d'acque e strade, il ca- raliva delle popolazioni dello stalo pon-
pitano comandante de' gendarmi. Que- tifìcio alla fine del 853 col Riparti- 1
dis. Pietro della Puglia, Calabria e Sici- gio di Sua Santità Papa Pio IX da Por-
lia il duca Roberto Guiscardo, il che me- tici a Roma nell'aprile dell'anno 85o, 1
glio narrai nel voi. LXV, p. 1 70. Talvol- Roma i85o. Questa fu compilata dal
ta risiederono in Fellelri, Segni ai Alla- commend. Giulio Barluzzi, giovandosi
gai principalmente; anzi nelle due ulti- deN'opera dell'avv. Angelo Carnevalati,
me città vi ebbero il palazzo apostolico. e dedicandola al cardinal Autonelli. Con
J benedettini di s. Pietro di Villa Magna tali Relazioni, e tenendo presenti il Dia-
ogni sabato offrivano 7 pani o focaccie rio di Roma,\eNotizie del giorno, il Gior-
o pizze, a' Papi che recavansi nella pro- nale di Roma e 1' Osservatore Roma-
vincia di Marittima e Campagna, per cui no ; ove potei parlarne il feci, e il simile
Bonifacio Vili nel donare alla mensa ve- eseguirò ne' seguenti paragrafi de* luo-
scovile, e al capitolo e cattedrale d'Anagni ghi della delegazione di Frosinone e del
il monastero, abbazia e beni di Villa Ma- distretto di Velletri e ragionando di tal
gna, colla bolla Inter cacteras Orbis Ec- città. A supplire quanto finora non mi
clesias, impose il tributo e l'omaggio de' fu dato di fare, perchè già stampati gli
7 pani al vescovo e al capitolo, a favore articoli, co' medesimi qui adesso l'adem-
di se e successori, sotto pena di caducità pirò e con alcune mie aggiunte. Avendo
dal possesso de' beni, e tuttora puntual- determinato il Papa Gregorio XVI di re-
mente si osserva. Nel secolo passato due y
carsi a visitare il castello di s. Felice{l .),
Papi onorarono di loro presenza la pro- situato alle falde del famoso monte Cir-
vincia di Marittima e Campagna,cioè Be- ceo, parti da Roma a' 22 aprile i83q, e
nedetto XIII per due volle nel recarsi per Albano, la Riccia e Genzano (/ '.),
alla sua antica chiesa di Benevento, che giunse in Velletri, da dove passò a Ter-
ritenne nel pontificato e nominando a co- raciua e s. Felice j e ripassando pe' me-
adiutore il cardinal Coscia e Pio VI per
; desimi luoghi si restituì al Valicano a'
diversi anni nel portarsi a Terracina,ove 29 dello stesso mese. Nel i843 il mede-
soggiornava per curare il diseccamento simo Gregorio XVI, desiderando con-
delle Paludi Pontine. Nel secolo corren- solare colla sua presenza una parte de'
te compartirono eguale onore alla pro- suoi felicissimi stati, alcuni luoghi de'
vincia Papi Gregorio XVI e Pio IX re-
i quali da più secoli non avevano goduto
gnante; il i.° oltre una gita a Velletii della patèrna visita de' Sommi Ponte-
nel 1 83 1, indi due volte nel i83genel fici, determinò d'impiegare i primi gior-
i843; il 2. nel i85o. ed in ciascuna si ni del bel mese di maggio a percorrere
fece l'oblazione de'
7 pani. Gregorio XVI un buon tratto del Lazio e degli antichi
li ricevette in Terraciua e in Anagni, Ernico-Volsci, visitando le antichissime
Pio IX in Frosinone, e lo notai pure a e importanti città d'Anagni, di Ferenti-
Pane. I tre viaggi furono egregiamente no, eli Frosinone e di Alatri, e passando
VE L V E L 53
per Piperno a Terrari na, e indi a Velie- gialissima opera della celebre Marianna
Iti, Genzano, Riccia e Albano, dopo visi- Dionigi, P'iaggi in alcune città del Lazio
tale le provinciedi Marittima eCampania che clic orisifondate dal re Saturno, con
e parte della Comarca di Roma, ritorna- bellissime incisioni di monumenti e mura
re alla sua maestosa capitale e residenza. ciclopee superstiti delle città ernico-vol-
Parli da questa il i.° maggio, ed uscito sche di Ferentino, Anagni, Alatri, Aqui-
dalla Porla Maggiore per la via Labica- no, Arce e Arpino, a p. 22 discorre delle
na, che conduceva all'antica Labico^P.), notizie antiquarie sulla bella città d'Ana-
festeggialo anche sotto Zagarolo (/"''.) e gni. Dice che ivi fu eretto da' romani un
Pale strina (fy .) da quelle popolazioni, tempio a tutti i Numi, e diversi altri a
clero e magistrati sulla viaCasilinajequin- Pallade, a Cerere, a Racco, ad Ercole e
di da Lagnano e P almontone
' , al modo aDiana, dalla qual dea prese la via Trivia
che dirò a que' paragrafi. Continuando il il nome che tuttora conserva. Pare che il
viaggio sulla via Casilina nel territorio di tempio di Saturno fosse il più magnifico,
largiti (/ .), la quale antichissima città, in forseperchè riconosciuto da"li anagnini
contrassegno d'esultanza, fra le altre di- fondatore della città, e lo venerarono
mostrazioni eresse sulla pubblica via pro- per nume. Attigni. chiamata ricca da Vir-
vinciale un magnifico arco di trionfo(men- gilio, e città nobilissima degli etnici da
tre il eh. d. Alessandro Atli era professo- Macrobio, ebbe pure archi trionfali, ter-
re <li quel serninario,nel t. 23 àeU'All uni me, piscine, mura e un circo massimo. Ma
di Roma, descrivendo Segni eruditamen- di tutto ciò non rimangono che lunghi
te, citando il mio articolo più volte, par- ti atti di mura romane nell'interno e nel-
lando dell'ai coulisse a p.2gicheio per in- l'esterno della città, alcuni archi d'un ba-
avvertenza l'area attribuito all'architelto gno dell'imperatore Ottone, ed un avan-
Cnlderari, mentre fu eretto con disegno e zo di fabbrica semicircolare o teatro o
direzione di d.GiampietroCremona cura- meglio piscina, di cui la Dionigi riprodus-
to di s.Stefano; ma poi a p. 3 i 2 equamen- se il disegno, oltre un'iscrizione. Trovò
te pose questa Rettificazione «Ciò che : si qualche avanzo di mura ciclopee, se non
è notalo a p. 291 di questo giornale nel- della più remota antichi là, almeno d'un
la nota 5, riguardante all'arco trionfale tempo alquanto posteriore, il che sarebbe
innalzato a Gregorio XVI, bassi a riferire sufliciente argomento a giustificar l'inve-
alla Relazione del viaggio fatto dal Va- terata tradizione, che Anagni fosse una
jta Gregorio AFIec. del principe Mas- delle 5 città fabbricate dal re Saturno. De
sino, ed al n.°4o del Diario di Roma del Magistrisdice che tali ciltà sono Anagni,
i843,non al eh. cavalier Moroni". Laon- Alatri, Aquino, Atina e Arpino, ed alla
de per la storia e per grato animo qui 6/ città in grazia del suoaboipote Feren-
ne fo menzione). Ricevuti quindi il Papa tio, die il nome di Ferentino), le di cui
r
i complimenti di mg. Pila delegalo di chiavi gli vennero da ess? presentale,
Frosinone e di mg.' Lolli vicelegato di mentre 4o giovani vestiti di nero, ottenu-
Velletri ne' luoghi soggetti alle loro ri- toil permesso di staccare cavalli dalla i
spettive giurisdizioni, il Santo Padre con- sua carrozza, questa tirarono con cordo-
tinuando il suo belo viaggio xersoAnagni ni di velluto rosso nella ripidissima sali-
vi giunse alle ore 19 e mezzo, incontralo ta, che traversa la citlà, sino alla basilica
a qualchedistanza da unaquantità didon- cattedrale (abbiamo di Alessandro De
ne vestite di bianco, e di fanciulli con ra- Magistris, Istoria della città e s. Basili-
mi d'olivo in mano, ed accolto a piedi ca cattedrale d' Anagni, in cui si rap-
«Iella scesa dalla magistratura di quest'an- portano personaggi insigni, cose pitc
tichissima capitale degli eroici (nella pre- ragguardevoli della diocesi, e molli
54 VEL VEL
avvenimenti d'Ita Ha, Roma 1749) fab- era già perfino distrutto il memorabile
bricala in cima alla medesima, ove si fer- palazzo di Bonifacio Vili, di cui si cre-
mò sulla piazza avarili il suo ingresso la- dono vestigia le sostruzioni del palazzo
terale, sulla quale trova fasi mg/ Vin- delmarchese di Trajetto, il quale a tal
cenzo Annovazzi di Civitavecchia (della uopo fece porre nelle sue scale raarmorea-
quale ci diede la bellissima Storia di Ci- i scrizione, riportata nella Relazione , in -
vitavecchia dalla sua origine fino all'an- sieme a tulle le altre di cui farò menzio-
no 1 848 scritta da mg.' F. Annovazzi ne. Il principe Massimo nella sua bellis-
arcivescovo d'Iconio, Roma 1 853) ve- sima Relazione, colla sua vasta erudizio-
scovo d'Anagni alla lesta del suo clero, ne illustrò ancora luoghi onorati dalla i
che ricevendo il Pontefice sotto al bal- benevola presenza di Gregorio XVI, co-
dacchino, l'accompagnò all'ingresso prin- me avea fatto egregiamente nella prece-
cipale della cattedrale, in cui venne data dente, laonde osserva che esistono però
r
la trina benedizione da mg. Carlo Gigli della famiglia di Bonifacio Vili in Ana-
d'Anagni vescovo di Tivoli (7''.), espres- nagni tuttora i diretti discendenti in per-
samente recatosi alla sua patria per que- sona del conte Loffredo Caetani e suoi
sta fausta circostanza. Gregorio XVI, do- fratelli, provenienti dallo stesso stipile
po aver poi ammesso al bacio del piede de' Caetani di Roma; e sebbene decadu-
tulli i canonici nella stanza del vestiario, ti dalla loro antica grandezza, conserv?
ascese alla loggia di pietra esistente sulla no per altro con gelosia in loro casa unj
parte laterale della medesima cattedrale, cassetta piena d'antichissime pergamene,
e parata tutta di rosso, ed ivi diede la nelle quali è ora unicamente riposta l'il-
solenne benedizione al popolo sotto una lustrazione della celebre loro famiglia,
statua marmorea dell'anagninoBonifacio una delle dodici stelle d' Anagni, o prin
Vili, seduto parimente in attodi benedi- ci pali famiglie nobili. Era dunque ri-
re i suoi concittadini, colla Tiara in testa servato, dice il principe storico, al Som-
ornata d'una semplice corona, mentre al- mo Gerarca Gregorio XVI il trarre d(
tra sua figura con tiara senza corona, ma pò Anagni dal suo avvitimeli
tanti secoli
semplicemente ornata di ricami e di linee to, consolandola colla sua presenza, che
intrecciate, vedesi rilevata nel bronzo del- eccitò i più vivi segni d'entusiasmo delln
le campane della stessa cattedrale, fuse moltitudine, particolarmente quando fu
nel 1295 d'ordine di quel magnanimo veduto scendere a piedi col suo seguite
Papa, le di cui armi in musaico, apparte- dalla cattedrale, e traversare quasi l'in-
nenti all'antica sua nubilissima famiglia tera città, le di cui antichissime fabbri-
Caetani, ancora esistono a' lati della det- che imbrunite dal tempo erano ravvivate
ta sua statua. 11 suono di quelle campa- da' colori de' drappi pendenti dalle fine-
ne, unito agli applausi dell'innumerevole stre, sino al palazzo Giannuzzi destina-
moltitudine, ed al giubilo che vedevasi to per la sua residenza, e situato sopra
regnare in tutta la città, produsse un com - una vasta piazza aperta nel mezzo della
movente complesso da uon potersi dire città nel 1 557, dopo la sua espugnazione
in breve. Imperocché dopo il memora- fatta dall'armata spagnuola, comandata
bile e nefando oltraggio ricevuto da Bo- dall'acerbo duca d'Alba, nella famosa e
nifacio Vili in quel suo palazzo dal par- desolante guerra della Campagna Roma-
tilo di Francia, che in tanti luoghi de- na contro Paolo IV, che descrissi nel
come nel vol.LXXXI, p. 45, pro-
plorai, voi. LXV, p. 234 e seg-5 dalla quale si
pugnando l'animo grande e la dottrina scopre verso mezzogiorno una vista ame-
di quel Sommo Pontefice, l'illustre cit- uissima di tutto il territorio Anaguiuoe:
tà decadde dal suo splendore, e ueliSaS delle vicine città e castella. Ivi in mezzo 1
VE L V E L 55
a due ale della schierala truppa con sua luce produceva un mirabile effetto. Su di
banda, e dell'alludalo popolo, prostrato» essi posa altipiano un immenso salone,
a
ti mg/ Francesco M. Giannuzzi in man* die prima serviva all'adunanze consiliari,
felicita, ora Uditore generale della rev. e un angolo del quale mette in una piccola
Camera apostolica (F.), ed i suoi nobi- loggia, che serviva al banditore per pro-
li fratelli in abito ili spada, baciarono i mulgare decreti del popolo, e che essen-
i
°
piedi al Papa, e l'accompagnarono ali. do costruita in modo da non potersi spie-
piano di quel loro palazzo, dove fu allog- gare, sembra reggersi in aria; tanto è
giata anche porzione del corteggio, aven- bene formata la volticella di pietra, che
do il rimanente preso stanza nelle vicine la sostiene nell'angolo del palazzo, alle
abitazioni. Dalla loggia Papa compar-
il cui pareti vedonsi in vari luoghi scolpi-
ti l'apostolica benedizione in mezzo alle te in marmo le armi della città, cousi-
ilrimanente del giorno. Nella sera poi fu Et roscida Hernica saxa colutit
rivis
incendiato un vago fuoco d'artificio sul- qnos dives Anagnia pascit. Il seguente
la medesima piazza, die oltre l'essere son- giorno 2 non fu meno avventuroso per
illusamente illuminata, come pure tutto Auagni di quel che lo fosse stato il i .", a-
il resto della città e delle vicine campa- vendolo impiegato Sua Santità a visita-
gne e colline, risplendenti pe' fuochi di re le cose più degne da vedersi in quel-
gioia, veilevasi ornata cun finto obelisco, l'illustre città, e rilevandone così sempre
e con un arco trionfale, su di cui legge- maggiormente pregi. Imperocché, do-
i
Esse celebravano le virtù del Papa, Tu- recò in carrozza col suo seguito all' epi-
r
ui versale gioia della città e di tulli gli scopio, ove mg. Annovazzi fattale tro-
traici, le beneficenze elargite ad Anagni "are imbandita una lauta colazione, eb-
e suo capitolo, e le promozioni di Sii ve- be altresì l'onoie, unitamente a due ca-
stro Belli al cardinalato e al vescovato di nonici e al preposto (della Stola papale
Jesi (F.), e de'prelati Gigli e Giannuzzi che prima usava riparlai a tale articolo,
auagniui, e che avea rinnovato i glorio- come dell'insegne presenti sue e de'cano-
si tempi d'Innocenzo III, Gregorio IX, ilici ; fio VI al medesimo preposto con-
Alessandro 1F e Bonifacio FUI (F.), fermò l'uso dell'abito prelatizio, e glie-
i quali fecero più volte soggiorno nella lo concesse di colore paonazzo, con fa-
loro patria Anagni. Oltre tali iscrizioni colta di usarlo anche in Roma, dichia-
leggevansi altrettante del sacerdote Au- raudolo prelato domestico), di presenta-
touio Cipraui, egualmente riprodotte re alSanto Padre, seduto sul trono, a se-
dalia Relazione, sullo slesso argomento, conda del già ricordato, uu bacile con 7
insieme ad un sonetto del uobile anagni- pani ossia pizze lavorate con zucchero e
no Francesco Belli allusivo al risorgimeli- cioccolata, su alcune delle quali vedeasi
lo d'Anagni, JNe' diversi generi di lumi- il simbolo dell'Agnello, e sopra altre era
narie,che nella sera e nella segueute re- effigialo il Pastoie coll'epigrafe: CognO'
sero brillante Anagni, si distiuse quella scunt me rneae. Nell'uscire dall' episco-
dell ingresso del
tuo palazzo comunale, pio, il P.ipa lesse l'iscrizione in quel pun-
formato da un antro spazioso con gran- to posta dall'ottimo vescovo per memo-
dis»imi archi di sesto tondo, ne' quali la ria d'averlo onorato di persona. Indi iu
56 VEL VEL
carrozza passò a visitar di nuovo la cat- l'Apocalisse, e che al pari delle già no-
tedrale, antichissimo edilìzio gotico a 3 minate, e dell' altre relative alla storia
navi divise da colonne, che dicesi rico- delle sanie Secondina, Aurelia e Neorni-
struita in tal forma verso il 1078 da s. sia martiri, espressa neh' apside della
Pietro vescovo d'Anagni (il di cui corpo 3/ navata, rimontano al ricordato XI
ivi si Giammaria scris-
venera, e Filippo secolo), ma ancora il suo pavimento ver-
se : Santuario Anagnino dove si leggo- nacolato in pietre dure come nella ba-
no l'istorie de' ss. Corpi, i quali riposa- silica superiore, e fregiato de' nomi de'
no nella cattedrale d'Anagni, con l'isto- celebri musaicisti romani maestro Cos-
ria del b. Andrea Conti anagnino, Vel- mato co'suoi figli Luca e Giacomo, che
letriper Onofrio Piccini 1704), e consa- hanno lasciato tante memorie dell'aite
crata 106 anni dopo da Alessandro III. loro in quell'epoca. Gregorio XVI sod-
Fattavi breve orazione, il Papa calò per disfatto al sommo d' aver veduto tutti
la scala marmorea nella chiesa sotterra- questi pregevoli monumenti dell'arte, ri-
nea, che al pari della superiore ha il ti- salendo alla cattedrale si recò alla cano-
tolo di basilica, e sebbene più piccola me- nica, nel di cui archivio gliene furono mo-
rita questo non solo per la sua an-
titolo strati altri interessantissimi, consistenti
tichità contemporanea a quella, ma an- in alcuni arredi sagri di veneranda an-
che per la costruzione a 3 navi con 3 or- tichità per aver appartenuto a' Papi a-
dini di colonne, e colla sua apsicle nel co- nagnini. Nella Relazione sono diligente-
ro, e due cori laterali, conformi in tutto mente descritti, ma a me non è permes-
.'die primitive chiese. Sotto l'altare mag- so che accennarli. Prima di tutti vide un
giore di questa basilica sotterranea ri- paliotto d'altare di fondo bianco con bel-
posa il corpo di s. Magno patrono d'A- lissimo tessuto d'oro e di seta di vari co*
nagni, de'di cui Acta pubblicali feci pa- lori, e con 3 ordini di medaglioni circo*
iola al suo articolo, ove sono incise la lari, contenenti ciascuno una figura in
più parte delle singolarissime pitture di campo d'oro, individuata da un'Ucrizio-
quel secolo, che ne adornano le pareti, ne scritturale ricamata intorno ad ogni
rappresentanti vari fatti del martirio e medaglione in caratteri gotici; prezioso
della traslazione del corpo di quel santo lavoro del secolo XII e dono d'Innocen-
vescovo di Tram', colle relative iscrizio- zo ili. Dopo di questo fu mostrato al Pa-
ni. In essi è pure delineata I' antica pit- pa altro bellissimo paliotto, che credesi
tura di s. Oliva, che parimenti ornava pure della stessa epoca e donatore, da al-
un lato di detto sotterraneo, ove si con- tri però BtlribuilQ a Bonifacio VI li, es-
serva il di lei corpo, e fu tolta nel decor- sendo probabilmente quello descritto
so secolo per aprire una finestra onde nell' inventario de' doni da lui falli alla
dar lume ad un altare costruitosi per di- basilica, di cui poi parlerò, pubblicalo dal
vozione d'un p. abbate polacco, a cui e- Boldetti nell' Osservazioni sui cimiteri
rano stale donate reliquie della santa. de S*. Martiri. Indi gli fu mostrala una
Merita particola!' menzione in questa ba- pianeta lunghissima e amplissima di fon-
silica sotterranea non solo la rozza sedia do bianco, con simile dalmatica e Inni-
di marmo rialzata da un sol gradino e cella, ed un piviale amplissimo, paramen-
circondala da sedili canonicali parimen- ti tutti ricamati e figurati, ornati ezian-
ti di marmo nell'apside incontro al det- dio con minute perle, di cui se ne vedo-
to altare di s. Magno ( le pitture della no alcuni, lavori pregevolissimi del seco-
cui volta, illuminate da finestra lunga lo XII fortunatamente salvati dal sac-
e stretta, rappresentano il simbolo del- cheggio patito dalla città nel 1 556 nella
l'Agnello circondato da' 24 seniori del- suddetta funesta guerra degli spagnuoli.
V E L V E L 57
Da quel lagrimevole disastro e poslerio- (?'•),che abitò ed ebbe cattedra nel con-
ri disgraziate vicende mirabilmente re- tigno convento, il cui facsimile è ripro-
stò preservato un incensiere d' argento dotto nella Relazione. Tornato Grego-
dorato di forma ottangolare gotica, rap- gorio XVI alla sua residenza, dalla cui
presentante un porticheltocon archi acn- loggia benedisse i postiglioni schierali ih
ti e torrette triangolari, da cui partono 5 buon ordine colle loro pariglie di i 5o ca-
lunghecatene. Prezioso monnmentod'ar- valli e col corriere alla testa, i (piali do-
te, donoInnocenzo III, minutamente
d' Teano proseguire nell' onore di servirlo
perle e pietre preziose, altro avanzo de' tina del maggio, all'ore 12 Anagni vide
tanti doni co' quali Bonifacio Vili volle con dispiacere partire l'amato Gregorio
arricchire la patria basilica,clte ne conser- XVI con lutto il suo seguito (del soggior-
va interessante e minuto inventario in no di Gregorio XVI in Anagni, e delle
pergamena. Appagato il suo genio per le dimostrazioni affettuose e festive della
belle cose, colla vista di tanti preziosi mo- ragionano pure
città, n. 36 e 4' del i
palazzo, sempre preceduto dalla banda, miglia, che divide Anagni da Ferenti-
no pomeriggio il Papa si recò in carroz- no (parlando di filarino, che vuoisi suc-
za a visitare le suburbane chiese de'do- ceduta all'antica Firenlo, che alcuni con-
nienicani e de' cappuccini, nella i.'del- fusero con Ferentino ernico, riportai in
le quali, dedicata a s. Giacomo e costruì- proposilo le autorevoli opinioni del dot-
ta a croce greca, con elegante pavimen- tissimo Nibby), e verso le ore i3 e mez-
to di musaico verni icolato, si venera la 7.0 giunse in quest'altra celebre città ve-
celebre croce di s. Tommaso d'/f aitino scovile del Lazio, che circondata di siili-
53 V E L V E L
ni ciclopee (trovo nella Civiltà Cattoli- vameute al carme del patrizio ferentina-
ca, serie 2/, t. 4, p. 38o, I* articolo im- te Tancredi Bella, che per onor patria
portante e intitolato: I due Teronì e U Ac- specialmente ricordo, poiché è un illustre
quedotto pelasgico di Ferentino ntll'Er- prelato, che dopo aver governato con ze-
nico. I «lue leeoni, o aie sagre, o altari lo le provincie di Rieti e di Spoleto, ora
de'pelasgi sono in una valle ili Ferenti- è delegato apostolico di Perugia. Grego-
no, i quali eretti da quegli antichissimi na- rio XVI proseguendo il viaggio per Fro-
vigatoli, che tanta parte di civiltà recaro- sinone, che n'è distante 7 miglia, e auli-
no in Italia prima ancora (.Iella fondazio* camente apparteneva a'volsci, in quell'ar-
ne di Troia, reggono alla potenza strug- ticolo mi fu dato descriverne il lietissimo
gilrice d'oltre 3o secoli. In capo alla stes- soggiorno che vi fece, ripetendo perciò
sa valle è pure un altro Ieroue interis- l'avvertenza fatta per Ferentino; uon co-
simo sotto il monte ili Porciano, forma- sì posso fare per Alatri, il cui articolo,
to di massi poligoni anche più granili di come quello d' Attaglii, era stato pubbli-
quelli che formano gli altri due, come cato nel 840. 1 Dimoraudo Gregorio XV£
assicura l'eruil ito ferenti nate A IfonsoGior- nella giubilante Frosinone, a' 4 na So 10 '
gi,che stava scrivendo un dotto libro in- volle appositamente rallegrare l'antichis-
tuì noa'primi abitatori dell'Ei nico.Quan- sima città vescovile d'Alatri,de'di cui cele-
to all'acquedotto, tenuto forse il più an- bri cardinali scrissi le biografie. Sebbene
tico d'occidente, siccome eietto da quel- fuori di via, meritava quest'onore pe'suoi
le remotissime genti, esiste al di là della monumenti famosi, e per l'inviolabile suo
foresta delmarchese Tatù, monumento attaccamento alla s. Sede ed a' Papi. Di-
insigne che pochi visitano e pochi cono- ce il principe Massimo: Alatri vetusta cit-
scono. Mi piace inoltre riportare questo tà degli eroici non tanto gloriosa per la
brano de' rispettabili compilatori. » Noi sua favolosa origine attribuita a Saturno,
vorremmo, che sì quelli che ridono del- e per le superbe mura ciclopee, che for-
le nebiiloseanlichilà pelasgiche, esi quel- mandole uri doppio recinto sono l'orse uno
li che di tante ipotesi e tante favole le cir- de' più belli monumenti dello stato pon-
condano, visitassero studiosamente I' Er- tificio, quanto per la costante fedeltà de'
nico, e massime Alati i, Ferentino e suoi i suoi abitanti al paterno governo pontifi-
contorni; indi sul preciso e spassionato cio, sperimentata in ogni tempo e in più
esame de'nionumenti giudicassero a sag- occasioni, la storia ne registrò questo van-
gio di scienza in quali remotissimi tempi to.confermato e autenticato da'brevi pon-
ascendono così fatti edilizi, per illustrar- principalmente d' Alessandro IV,
tifìcii,
ne la storia de'popoli primitivi che abi- luuocenzo IV, Bonifacio IX ec, che affi-
tarono cjuesta nostra I talia". Anche il dot- darono agli alatriui gl'interessi di s.Chie-
to autore dell'articolo ritiene che le co- sa. Gli odierni uon volendosi mostrare de-
lonie pelasgiche d'occidente derivarono generi da' loro antenati nel fire una de-
dalle genti fenicie e cananee), s' innalza gna accoglienza all'amatissimo sovrano e
sopra un ripido colle, superba per la sua supremo Gerarca, che recavasi a visitar-
antica potenza, che la rese formidabile a- li, appena ricevutoli lieto avviso si die-
gli stessi romani. Ne! suo articolo, colle dero indescrivibile premura per presen-
proporzióni volute da questa mia opera, targli la loro città co'pregevoli suoi mo-
celebrai la magnifica accoglienza fatta da numenti nel suo più bell'aspetto; e per-
Ferentino al Papa, che la Relazione mi- ciò il comune assumendo a se il pensiero
nulamente descrive, riportando tutte le di far sgombrare e rendere per ogni lato
copiose composizioni poetiche e iscrizioni accessibili gliammirabili avanzi dell'auli-
celebranti il fausto avvenimento, inclusi- chissitaa cittadella Ala Irina, comuueuieu«
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le conoicinli sotto il nome di muraciclo- ti colle armi del Papa e della città, che si
pee,fece sì, che al semplice invito de'par- videro sventolare su quell'eminente altu-
roi'hi, la popolazione vi accorse con tale ra. Quasi al principio del territorio ala-
entusiasmo, che in alcun giorno oltrepas- trino venne una schiera numerosa di con-
sava le duemila persone, e tutte gratuita- tadini, che accesi d'entusiasmo e di divo-
mente, stimandosi sufficientemente com- zione avevano voluto santificare quel gior-
pensate dal piacere di rendere un attesta- no col ricevere la s. Eucaristia, coll'inlen-
to di divozione all'ottimo loro sovrano e zione di tirare a mano la pontificia car-
comune padre de'fedeli. Da sì bella e una- rozza, il che pretendevano con mirabile
nime gara risultò, che nel hi e vissimo spa- zelo eseguire a piedi scalzi (come in tutto
zio di solilo giorni si videro atterrate e così praticano nel portare in processione
rimosse le macerie che impedivano 1' ac- la macchina colla statua di s. Sisto 1); ma
cesso, spianate le casupole che deturpava- questo essendo stato impedito dal savio
r
no il monumento, livellato il suolo, aper- e ottimo vescovo mg. Giampedi, si fe-
ta intorno al circuito dell'acropoli una cero trovare sulla pubblica via in ernico
strada lunga quasi iooo metri e larga 5, nazionale costume, nel quale è osservabi-
e riattato interamente e abbellito il gran le quella loro antichissima specie di cal-
piazzale che sta sull'alto della cittadella, zari detti volgarmente ciocia, ed è for-
e nel cui mezzo elevasi la cattedrale. Spun- mata d'una striscia di cuoio che cuopre
tata dualmente l'alba aspettata de'4 mag- la sola pianta del piede, legata al di sopra
gio, mentre lutti i cuori battevano d'ar- per mezzo di cordicelle, e raccomandata
dente ansietà di vedere appagati i loro vo- alle gambe con molte legature, e non sen-
ti, a'quali però sembrava voler fare osta- za grazia, alle quali cordicelle avevano iti
colo il tempo, che fattosi scuro e nuvo- quel giorno sostituito feltuccie di colori
loso minacciava d' impedire la partenza rosso e giallo, avendo anche surrogato al
del Santo Padre da Frosinone, rasserena- solito cappello accumulato un fazzoletto
tosi poi improvvisamente il cielo arrise accomodato sul capo all'orientale con un
con un limpido sole a'voti de'fedeli ala- ramoscello d'oliva. Così schierati sulla
numerose famiglie coloniche
trini e delle strada implorarono la grazia di poter ti-
loro e d'olivo, da cui partivano de'festo- latri. Nelle vicinanze della città fu però
ui di mortella e di fiori, che si estendeva- quell'onore concesso ad un iscelto drap-
no in bella simmetria pe' muri laterali. pello de'più distinti cittadini, tutti unifor-
In altra parte i coltivatori di ortaglie a- memente vestiti di nero, i quali noti ba-
vevano intrecciato un grazioso arco co* darono né al disagio della ripida salita, né
prodotti de'loro sudori, sul quale si leg- all'angustia della porta, adornata d' un
gevano due iscrizioni. Appena dall'alto arco trionfale d'ordine corintio con sagri
della cittadella d' Alalri videsi spuntare emblemi eseguiti dal pittore de Angelis,
iltreno pontificio nella sottoposta cam- e sul la facciata leggevasi felicitaloria iscri-
pagna, che il suo arrivo venne annunzia- zione. Non potendovi passare la carrozza,
lo da replicati colpi di grossi mortali e fermarono, ed essendo il Papa smon-
ivi si
dall'innalzamento di due steudardi dipiu •
tato eoa alquanta difficoltà attesa la fui-
(io VEL V EL
In del popolo, co'soldati e clero, fu rice- fiori in abbondanza sopra il Papa e suo
vuto fra'plausi di tutta la moltitudine da corteggio; i quali fiori poi unendosi per
1
mg. Giampedi alla testa di lutto il det- aria a quelli che venivano lanciati dalle
to clero secolare e regolare, a cui era usi donzelle che lo precedevano, adombra-
pure anco riuniti i certosini di s. Barto- vano l'atmosfera a lai segno, che sembra-
lomeo di Trisulli, celebre monastero firn* va nevigasse, e venivano raccolti per di-
ciato neli2 i i da Innocenzo ili alle fal- vozione dal popolo. Per divozione pari-
de dell'Apennino 7 miglia distante d'A- mente erano accesi lumi nelle botteghe,
Fu egualmente accollo Gregorio
latri. e candele avanti i ritratti di Sua Santità,
XVI da uno stuolo di donzelle, che vesti- ardendo incensi in apposite bragiere di-
te di bianco e sotto forme d'angeli spar- sposte di tratto in tratto avanti le case,
J
gevano fiori, da mg.' l ila delegato della imbalsamando l'aria. In breve, non era-
provincia, e dalla magistratura, che gli vi senso che non provasse un indicibile
rassegnò secondo il costume, per mezzo diletto a tante espressioni di viva gioia e
del gonfaloniere Carlo Feronti, le chiavi di venerazione, onde Gregorio XVI e la
della città su d' un bacile sostenuto dal corte ne restarono inteneriti e commossi,
giovinetto Vincenzo Gaetani, il quale re- benché eravamo abituati all'immense e
citò analogo distico. Al mostrarsi in pub- continue voci di sincero giubilo e ad ogni
stenute dal magistrato, preceduto proces- frammiste a quelle delle numerose popo-
sionalmente dal clero, fra il festivo suono lazioni accorse da tutti vicini paesi. Im- i
Trivio formato di tutte pietre scalpellate, Santo Padrol E se alcuno domandava lo-
spettante nel secolo XIII colla sua torre ro qual grazia chiedessero, rispondevano
di 6 piani all'illustre famiglia del cardi- La grazia dell'a-
con santa semplicità:
nal Goffredo o Goltifredo d' Alatri , che nima! Le donne piangevano, e vestite tut-
dopo aver ivi fondata la bella chiesa di s. te ne'loro nazionali costumi bellissimi per
Stefano morì nel 1
287 (il De Mallhias af- la loro varietà in quelle felici montagne,
ferma, che in tale palazzoaìcuna volta ri- ove ancora non penetrò la corruttrice mo-
siedè il cardinal legato di Frosinone, edè da del secolo col suo codazzo, stavano im-
formato di muraglia ciclopee; corruzioni mobili inginocchiate sui giganteschi rude-
somiglianti all'egizie, secondo il Micali, ri delle mura ciclopee,che servivano di su-
come tutti i muri pelasgici ciclopei). Tut- bì ime trofeo alla vera Religione, motrice di
te quelle fabbriche erano vagamente tap- tutto quell'entusiasmo delle popolazioni
pezzate d'arazzi che co'ioro colori ne fa- alla vista del / icario di Gesù Cristo. E-
cevano risaltare l'antichità , le finestre gli stesso non poteva trattenere le lagri-
piene d' ogni celo di persone spargendo me alla imponente vista di tanta fede, e
V E L V E L «t
con effusione d'animo benedicendo quel- benedizione, una delle più solenni date,
la divola moltitudine, giunse dopo una a tutto il vastissimo orizzonte che sode-
Leu lunga salita al vti lice del monte ov'e- si da quell'altura, da cui vedesi a mezzo-
ra collocata l'antica cittadella d'Ai» Uri ,cul giorno la città di Prosinone, Amara, Foli,
cui maschio fu fondala l'odierna basilica Torrice. Pupi, Vnllecoi sa e Castro; nd o-
cattedrale, in mezzo ad un vasto prezzale, riente Falvalerra, Bauco e Verolij a set-
a'di cui angoli sventolavano memorati i Unii ione Vico, Guardilo, Torre e Tri-
stendardi sull'altissime mura ciclopee che vigliano; ed a ponente in distanza di 3
lo sostengono, ed inmezzo al quale ar- miglia la celebie rocca di Fumone, ove '
devano incenso e profumi sopì a due gran- morì s. Celestino V dopo la Rinunzia al
di candelabri innalzati avanti al sagro / o«////V\'7/o, nel quale articolo
>
riparlai del
tempio, Del cui portico leggevansi espres- luogo. Quell'ampio e pittoresco spetta-
si gl'ingenui voti della fedelissima popò- colo, reso ancora più magico e imponen-
lazione nell'iscrizione pubblicala dalla Ile- tedal suono di tulle le campa ne della cit-
lazione, ed in cui venne dello Gregorio là, dal rimbombo de'mortari, da'concer-
XVI, L.cr.lcsiae ac pcpulorum tono di- li delle bande, dalla serenila dell'aria, e
vinitus datimi , Auclorem fi liei a tis act più di lutto da'reilerati cordialissimi ap-
laetitiae pubi icae. &l\\u\ravxi venne can- plausi della moltitudine, produsse tale u-
talo il Tu cs Petrus con musica del mae- na sensazione ne'circoslanli e nel bel cuo-
stro Adrizza, Bollo la direzione del mae- redi Gregorio XVI, chepel suocomplcs.
stro di cappella della città Geminiani, e so si può provaie non descrivere. Dalla
venne poi compar li la la benedizione col loggia il Papa, tra il tumulto degli affetti
r
Santissimo da mg. Castellani sagi isla,do- da cui era penetrato, passò nel contiguo
r
pò la quale fu scoperta la statua d'argen- episcopio, che per cura di mg. vescovo
to di Papa s. Sii lo /martire e proietto- ed a carico del comune era stalo conve-
le d'Alalri, posta sull'allar maggiore, ove nienlemente adornato, ed ivi siedulo in
anche si venera il suo corpo per quanlo trono benignamente ammise al bacio del
narrai nella sua biografìa, riportandone piede i due elei i, la magisti alma, isigno-
lequeslioni(qui aggiungeiò,cbe nel 854, i •' f' e " a città che conia molte distinte fa-
come leggesi a p. 21 e 5i (iti Giornale miglie, e lutti quelli ch'ebbero l'onoi e di
di Roma, i valentissimi fabbricatori d'or- ognu-
tiiarela carrozza^ quali riceverono
gani Angelo e Nicola Morettini perugini, noin dono unacoronacon medaglia d'ar-
vi fecero un organo cosi eccellente e per- genlob( nedetledal Papa. Intanto la car-
tello, che superata la generale espetlazio- rozza pontificia rimasta fuori della citlà,
ne, prese il primato su tulli quelli della era stala trascutata per divozione dal pò-
provincia, oltre la capacità di competere polo denlro le vie d'Alalri, dopo demo-
con quelli della capitale. Noti minore ap- lito un pezzo dell'arco trionfale di legno
plauso ebbero lodati artisti per l'orga-
i
che ne impediva l'ingresso, e condotta a
no di mezzana dimensione costruito per mano fino all'alio del monle pi esso la cal-
la chiesa degli scolopi, riuscito anch' es- ledrale,aflìnchèognunopolessebenecon-
so di felicissimo elicilo). Salendo quindi templarla, onde appagarne la pia curio*
il Papa alla maestosa loggia che sorge silà. Si compiacque quindi il Santo Pa-
sulla fronte della cattedrale , di là Egli die di gradire una copiosa raccolta di v e -
non solamente benedisse l'affollatissima dule acquarellale colle rispettive piante
moltitudine, che in numero di i5,ooo e esprimenti più belli punii delle stupeu-
i
più persone (ulta ingombrava la vasta de mura della cittadella e del recinto del-
piazza ed ambo le vie che vi conducono, la città d'Alalri, tutte di costruzione cosi
ma ancora estese questa sua apostolica detta ciclope», latte eseguire dal valente
62 VEL VEL
architetto e pittore Antonio Moretti ro^ za del lodato p. Rosoni, a cui pur si de-
mano, ed illustrate tlal rev. p. Luigi Re- ve la pubblicazione d'una veduta del me-
velli scolopo e professore eli filosofia nel desimo colla rispettiva pianta della citta-
collegio d' A latri. Il Papa dopoaverlecia- della, parte del lato che guarda mezzo-
scuna esaminatealteulamente,se ne con- giorno, incisa e riportata a p. 97 del t.
gratulò coll'artista e dichiarò il suo gra- 1 o deW Album di Roma, e corredala del-
dimento all'encomiato gonfaloniere Pe- l'analoga elegantissima relazione (fu pub-
lonti, che in nome della città le avea of- blicata in Roma separatamente con que-
ferte, il quale meritò poi con onorevole sto titolo: Relazione della faustissima
breve de' iG dello slesso mese, d'essere venula in Alatri di Sua Santità PP.
creato cavaliere dello speron d' oro. Es- Gregorio XVI felicemente regnante il
sendosi poi compiaciuto il Papa di passa- dì 4 maggio 1 843) della venula di Gre-
re nell'attigua sala per gustare il sontuo- gorio XVI in Alalri , insieme a tolte le
so rinfresco preparato, si assise in posto iscrizioni, che in gran parte servi al prin-
più elevalo e sotto baldacchino a capo di cipe Massimo alla compilazione del suo
nobile mensa, alla quale ammise oltre i bel racconto. In unadelledueultime iscri-
principali di sua corte e della nobile co- zioni egregiamente si fece allusione alle
mitiva che l'accompagna va, distinguendo muraciclopee,che al pari della fedeltà de'
il vescovo diocesano e quello di Veroli loro abitanti ponno dirsi sfidare Peterni-
r r
mg. Cipriani,mg. Pila delegato, il gon- tà, poiché dopo più di 3ooo anni che sus-
faloniere, il rev. p. Uosani generale degli sistono, non portano alcun' impronta di
scolopi, ora vescovo d'Erilrea e vicario del vecchiezza, ma per la giudiziosa conca-
capitolo Vaticano, e Filippo Jacovacci che tenazione degli enormi poligoni che le
faceva le veci del governatore infermo. compongono (leggo nella Breve narra-
Fu allora che i canonici della basilica cat- zione di G.G. D. R. riguardante le mu-
sullodalo, presentarono al Papa un' ele- ad esse de'forti arieti, se colpi di questi i
gante raccolta di poesie italiane e latine battono su pietre posle a linea, risente
da essi composte, inserite poi nella Rela- l'impressione del colpo tutta lalinea,e for-
zione. Uscendo il Papa dall'episcopio, si masi quello sconcatenamento,che poi pro-
trattenne ad osservare nel suo atrio l'e- duce la distruzione del muro assalilo. Or
sposizione delle carte damascate da appa- fallo, che i colpi colgano sopra questi ir-
rato ad uso di Francia colorite e vellu- regolari poligoni, la piaga dal colpo non
tate, la cui fabbrica da pochi anni intro- si diffonde, perchè i risalii superiori e in-
dotta in Alalri dal defunto Pietro Molel- feriori de'massi non risentono di quel col-
la, si proseguiva per cura del nominato po, e mentre la pietra è battuta al di so-
Jacovacci, che uè riportò benigne parole pra e al di sotto, non soffrono l'altre par-
di lode e d'incoraggimento, e contribuiva ti il colpo della pietra, che ferisce uii pun-
a farvi fiorire il commercio non meno di to solo. Non può seguire lo stesso nella
quella del lanifìcio pel quale Alatri è tan- costruzione regolare, perchè la percussio-
to rinomata. Appena ilPapa ricomparve ne si diffonde per tutta la linea, e tutta
sulla gran piazza si rinnovarono con mag- la scollega"), e per la militare architet-
gior fervore i segni del cornuti giubilo, che tura superiori in bellezza a quante altre
ne accompagnarono incessantemente il mura di quel geuere si conoscono , mo-
cammino diretto a visitare le parti più strano l'elevatezza dell' umano ingegno,
rilevatili dell'antico monumento, su due che in un' epoca sì remota qual è quella
lati del quale leggevansi due iscrizioni de'pelasgi, a cui se ne attribuisce la fon-
composte come l'altreddll'auieaeloqueu' dazioue,aulerioi meule alla guerra di Tro-
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ia,seppe muovere e geometricamentecol- maronite ben compatte
grosse, dal loro
locare un sì gran numero di smisurali ma- semplice immenso peso ed in forma o- ,
cigni con una facilità e perfezione che , blonga poligonare. Sopra 3 di queste pie-
metterebbe pensiero a'più arditi ingegni tre sono scolpiti rozzamente 3 bassirilie-
del nostro secolo tanto perfezionato ne' vi; uno rappresenta un putto con un vaso
meccanismi e che sormonta ogni difficol- sulla sua testa, un altro probabilmente
tà con eseguire le operazioni più ardue. fu scolpito per personificare la protettri-
Ma ciò che attrasse l'attenzione di Gre- ce divinità di Alatri, ed il 3.° che fa par-
gorio XVI amatore della veneranda an- te del muro pelasgico nella porta Bello-
tichità, nel giro che ne fece, si fu la por- na , ora porla s. Pietro (il disegno della
ta maggiore della cittadella ove passò nel- quale pubblicò Y Album di Roma, t. 1
7,
l'uscire dall'episcopio, e il di cui architra- p. 257, con erudito articolo del conven-
ve viene costituito da un masso solo lun- tuale p. F. Lombardi. Egli narra, secon-
go 27 palmi e largo 8 e un'oncia; la por- do gli scrittori delle cose d' Alatri che ,
la minore, che alcuni vogliono destinala venuto l'Apostolo delle genti a diffonde-
a sortile militari, la com-
cui volta e scala, re la luce del Vangelo in questa cillà,
posta di massi che sormontano I' un
si fossero i primi a seguirlo gli abitanti del-
l'altro, non ha per quanto si conosca al- la parte meridionale detta Le Piaggio,
tra simile, tranne quella dell'ingresso al- mentre quelli della settentrionale detta
la piramide di Mernjì riportata da Nor- Civita vetere durarono nell'idolatria mol-
den ne'suoi Viaggi in Egitto j e l'angolo ti anni, finché i primi non gl'indussero ad
principale formato da'due grandi mura- abbracciare il cristianesimo, e perciò con-
glioni orientale e australe, alti palmi il, segnarono ad essi i loro idoli per essere at-
e composto di soli 5 massi, concatenali
1 terrali e infranti. Questo pare ch'abbia da-
senza cemento come il resto delle mura. to origineaH'usanza,per la quale gli 1 1 ca-
Per la celebrità di siffatte gigantesche co- popopoli eletti da'rioni della cillà a signo-
struzioni, rammentando la già celebrata ri della festa di s. Sisto 1, nella sua vigilia
opera della Dionigi, che ne pubblicò idi- gli abitanti delle pinggit' unitisi co' con-
segni, mi si condoni che
io riporti qui un signori di Civita vetere scagliavano una
relativo cenno da altra donna illu-
tratto grandine di ciottoli e di figuline contro
stre che le studiò, Marianna Starke, Tra- l'informe e ricordalo bassorilievo esisten-
vels in Europe, Parisi 836, p. ^02. » La te al fianco sinistro della porta s. Pietro,
città di Alatri, posta
sopra una rupe e- e chiamato dal volgo Marzo. Dopo poi i
In Slrabone è scritta Alctrion. Cicero- bia avulo origine neh i32 per la trasla-
ne chiama municipio, e Frontino la
la zione in Alatri delle reliquie di s. Sisto !,
descrive come una colonia. La sua Acro- intorno alle quali il popolo tripudiò di
poli, cioè cima e sommità, corona l'alta santa letizia per averlo liberato dalla pe-
montagna, sul pendio della quale sta que- ste che 1' affliggeva , e prorompendo io
sta città, circondata dagli avanzi delle quelle dimostrazioni festive. Nel pontifi-
mura dell'estensione di due miglia, e co- cato di Benedetto XIV e nel vescovato di
struii* da nmujassi di pietre calcaree soni- mg." Savaceri, divenuto il ballo iudecen-
è
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tea luogo sagro, fu trasportalo nella pro- ridoio, ed ogni architrave è alto 11 pal-
pinqua piazza, e ivi durò sino al 84^) co " i mi. Ivi evidentemente si osserva che vi
assumere il municipio tulio il carico del- furono due porte, una interna ed esterna
la pompa festiva. Di simili sagre danze l'altra, ed il corridore esleso tra loro. La
parlai altrove, come nel voi. LXXIII, p. presente strada all'Acropoli, sommità,
i 72, e nel voi. XLIX,|). 249, per quel- opposta all'antico ingresso, e sembra di
la che avea luogo in Osinio per la fesla essere stata fatta da'uioderui alatimi per
popolare del Carro di s. Vittore), me- facilitare la loro comunicazione col vesco-
rita particolare notizia, perchè è formalo vato, il quale è fabbricalo sulla parte del-
in una di quelle gigantesche pietre che le mura interiori della fortezza. Un cor-
compongono ilmuro, ed evidentemente ridoio dell'esteriori mura situato sulla de-
coevo al medesimo. Sulla lunga salita al- stra della moderna strada contiene un pas-
la città si presenta porta s. Pietro, ed a saggio costruito come il principale ingres-
questa porta viaggiatori ordinariamen-
i so già descritto, il quale porta in un pas-
tescendono dalle carrozze affine di cam- saggio sotterraneo dell'altezza di 6 piedi
minare su alla sommità, non essendo ivi con una bellissima circolare volta; questo
strada carrozzabile. La torre sulla sinistra passaggio penetra al centro della fortez-
di della porla ha il marchio o segno del- za, e dopo aver esaminato il detto pas-
l' eia oscure, ma la suddetta porla e le saggio, all'esterno del quale trovatisi gli
altre porte della città sono antiche. La avanzi di due bassirilievi, i viaggiatori
sommità sembra essere stata di forma passano da una piccola moderna porla
quadrilatera. Fu encomiata da doppie che conduce ad un giardino, dove il mu-
mura, le quali calcolate dalla loro colos- ro angolare, degno di particolare notizia,
sale grandezza e solidità danno a sospet- puòessere veduto tutto interamente. La-
tare del tempo della loro costruzione; e sciando il giardino suddetto, i viaggiatori
sebbene varie circostanze concorrano ad dovranno salire alla piazza, dove il vesco-
indicale che fossero erette da' tirreni pe- vato e la cattedrale è stata eretta; la qua-
lasgiciprima della guerra Troiana ciò , le piazza spiega il principale ingresso al-
non ostante un angolo dell'esterno muro l' Acropoli, sommità. L'eminenza mon-
alto y4 palmi rimane intero ed ancora tuosa sulla quale trovasi posta questa for-
intatto da lungo lasso di secoli. Questo tezza è piena di vasti sotterranei passag-
muro angolare è composto di 4o pietre gi , oltre i già descritti , de' quali alcuni
soltanto, e non può essere contemplato servirono di acquedotli, mentre altri fa-
posizione ed unite cosi assieme senza ce- condo l'informazioni avute e l'indagini
mento, e con una graziosita adatto im- fatte) possono trovarsi le vestigia de'pa-
pareggiabile.Le suddette mura si dice vimenti di musaico, sebbene è difficile di
che rassomiglino a quelle di Tini nel Pe- esplorare queste sotteranee strade, sicco-
loponneso: desse presentano una super- me non souoesenli da aria mefitica e no-
ficie liscia formata da irregolari pietre po- ci va". Segue la descrizione in succinto d'A-
ligone. Il principale ingresso alla cittadel- lalri moderna. Gregorio XVI non sazian-
la è ammirabile in pùnto di fortezza, ed dosi di ammirare questi prodigi dell'ar-
è simile nella costruzione alle porte delle te antica, e di lodare Io zelo della magi-
piramidi a Menati. Gli architravi, che so- stratura d' A latri, che aveva saputo così
no 3, giacciono piani sulla vasta estensio- bene rendere il pristino splendore a un
ne delle mura da formare un coperto cor- sì rispettabile monumento, unico nel suo
VEL VEL 65
genere, Sanlo Padre avea quasi com-
il con ragguardevole cupola, vi ordinò le
piuto il suo giro, quando alla richiesta scuole e vi apri il convitto con tale ripu-
fattagli dallo stesso magistrato, volendo tazione, cbedblb provincia e da altri luo-
secondare il pubblico desiderio, e rende- ghi dello stato, come dal regno di Napo-
re eterna la memoria di sua venula inA- li , vi concorse sempre buon numero di
Quindi il Papa passò nel monastero della aumentò il collegio di due scuole, mentre
ss.Annunziata delle benedettine, fonda- la città a sue spese vi aggiunse un pro-
to nel 56 1 da mg/ Camillo Perusco ro-
1 fessore di diritto civile e canonico, oltre
mano vescovo d'A latri, che vi fece veni- l'assortimento d'un gabinetto fisico, l'in-
passero della fondazione, la quale ha per figura assai quadrata e ben vasta così ,
scopo la cristiana educazione delle fan- denominata perchè sta avanti alla chie-
ciulle, della quale si sono rese beneme- sa collegiata dedicala alla B. Vergine di
rite. Prima d'entrare
col suo seguito in gotica costruzione , con atrio dinanzi e ,
Innocenza Gentili vedova Conti, che con 19, p. 289 e 326, ne pubblicò il disegno,
suo testamento del 1 ."novembre 1 72 1 isti- le notizie e la descrizione di L., il quale
tuì eredi universali de' suoi beni delti i la dice dello stile e del fare bisa olino e
padri, colla condizione che vi tenessero sembrare rimontare 1' erezione al secolo
scuola e convitto. Il p. Giuseppe 01iva,che XI; il grand' occhio finestrale della fac-
nefui.° rettore, poi generale dell'ordine, ciata, arabescato de' solili fregi tricu>pi-
colla sua attività accrebbe il locale, fab- dali e di ghiribizzi bizzarri, offrire un ca-
bricò l'annessa chiesa in onore dello Spo- rattere diverso dall'interno e perciò forse
salizio di Maria Vergine, con facciata di posteriore alquanto e d'epoca gotica, cioè
buon disegno in pieti a calcare scalpellata quanto allo stile. La Ione campanaria
con maestria e nell'interno a croce greca venne innalzata sul declinar del secolo
VOL. LXXXIX. 5
1 s
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XIV, come rilevasi dall'iscrizione eoll'an- endemico Etnico, mi si concedino queste
noi3c)4, in tempo di Do. MaJJiolì Epi. giuntai elle che vado ficendo in onore di
Plocen. vicari ctRcclor. Camp ., rilevan- Ahtri) Sulla facciata del collegio eravi
do l'articolista clie tal vicario e rettore non un'iscrizione dichiarante l'immenso giu-
fu conosciuto né da De Mattheis, né da De bilo degli scolopi. 11 R.mo p. Rosani, do-
Matthias, ne'loro esatti cataloghi. Il tem- po avere ragguagliato Gregorio XVI di
pio racchiude, oltre altri pregi, una gem- tuttociò che riguarda quel locale e l' i-
ma preziosissima, cioè l'antichissima e mi- slruzione pubblica, gli rese grazie a nome
racolosa immagine di Nostra Donna det- della città col l'ottava che pubblicala nella
ta della Libera, effigiata in affresco sul Relazione, Padre e Signor 3 che col tuo
corpo d' una colonna quasi all'ingresso, dolce aspetto, ec, meriterebbe scolpirsi
ed avente in grembo il suo divin Pargo- sulla ciclopea mole. Dopo aver il Papa di
letto. Avendo Giotto, nel suo ritorno da nuovo percorsa, sempre a piedi, la via
e
Napoli,lavorato in molte chiese dellaCara- principale d'Alatri, in sembianza e in at-
pagua , fa crederla opera sua. E poi in- to non tanto di principe in mezzo a'suoi
dubitato che la bella e divota Immagine fedeli sudditi, nelle cui vene ancora scor-
sempre èstata larga dispensatricedi favori re l'antico sangue de'valorosi eroici, quan-
a'suoi divoti, ond'è iu gran venerazione to di padre lieto e amoroso circondato da*
presso pure gli stranieri; la quale è inoltre suoi cari figli, che non si saziavano di pa-
sì antica, che nel i324 Giovanni XXII lesare in tutti i modi il loro affettuoso tri-
da Avignone vi concesse indulgenza a'vi- pudio, arrivato alla porta della città, ma-
r
sitanti : altri Papi accordarono grazie e nifestòbenignissimamente a mg. Giani-
privilegi all'abbate e canonici della me- pedi vescovo e alla magistratura (ogni
desima^ ne'primi del corrente secolo l'ab- membro della quale ebbe in dono una
bate fu insignito della mantellelta nera e medaglia d'argento) il sovrano suo cor-
del titolo di dignità capitolare. Riparata diale gradimento, per tutte le dimostra-
più. volte per la sua vetustà, nel 1 85 zioni ricevute nelle sole 4 ore del suo sog-
s'incominciò a rinnovarla conservandone giorno in Alatri, cioè dalle i 3 alle i
7, e
il tipo caratteristico, e per conservare sì lasciando un centinaio di scudi per limo-
interessante monumento cristiano si fe- sina a'poveri (i quali hanno il monte fi la-
VEL VEL G7
monastero e Grangia (/'.) della celebre ne mi vado giovando, e vi aggiun
di cui
abbazia ili Trisulli (P .) dc'eerlosiui, an- gerò quanto non dissi nel ricordalo aiti
nesso ad un castello ebe ne' tempi bassi colo per non renderlo di soverchio prò
pagava il tributo di vassallaggio agli ala lisso. Cominciò il 1 .° Ceccano (nel segue
ve Exponi Nobis, de' 22 giugno 1763, onora del suo illustre concittadino mg.'
Bull. Rom. cord. t. 2, p. 355: Approba- Giuseppe Berardi Sostituto della segre-
tioConcordiac inter monasterium s.Dar- teria di stato e Segretario della Cifra) j
tholonui TrisulU ordinis Carthusiensis, indi il Papa un bel ponte
valicato sopra
et communilatem, atque homines civita- eretto da Pio VI il fiume Sacco, che in
tu Alatrii super pracfìxioneconfinium quel luogo forma una caduta veramente
Castri dirutinuncupati Tccclaena ad di- pittoresca, entrò nel territorio di Falli-
etimi monasterium spectantis.lvì è ripor- ca, a cui appartiene il poco distante cele-
tato tutto Tatto della concordata contro- bre monte Cacume, il più alto di quella
versia sul confine territoriale, e quanto catena degli Apennini chiamati i monti
al possesso della certosa del feudo di Tic- Lepidi, il quale alza la sua lesta orgoglio-
chi ena, si dice ebe questo confiscato già sa (069 metri sopra il livello del mare.
dalla camera apostolica nel 1248 circa Seguitando il viaggio si trovò uel terri-
sotto Innocenzo IV alla comuuità d'Ala- torio di Giuliano già fetido de' Colonna,
t ri per delitto proditorio commesso con- ietti abitanti vollero pure mostrare la lo-
tro icittadiui di Ferentino, dipoi neli3oy5 ro divozione con arco trionfale sulla pub-
nel pontificato di Bonifacio IX la mede- blica via,a'cui lati si fecero tutti trovato
sima camera vendè cou tutte le sue ra-
lo chiedendo Papa con fervore la sua be-
al
die volle trattarlo di lauto rinfresco cou seuza fermarsi da Frosiuoue iu poi circa
lutto il suo seguito, e proseguì il suo viag- i5 miglia della via Casilina, il Sauto Pa-
gio riprendendo la strada maestra verso dre giunse a Prossedi, regione de'volsci,
Prosinone, al quale articolo avendo io ri- e vi ricevè la benedizione col Santissimo.
ferito il resto, dirò solamente. >'ella mat- Cambiati frattanto a tutti legni dei tre- i
tina de"5 maggio Gregorio XVI partì per no cavalli, che iu quel luogo erano stati
i
Piperuo (V.) per la via omonima, una del- radunati dalle stazioni postali de' vicini
le 3 che si riuniscono sul ponte del Co- stradali, il Papa proseguì rapidamente il
sa sottoFrosinone.come auche quella d'A- viaggio verso Piperuo io una delle più fer-
lain e quella che conduce a Roma per Fe- tili e pittoresche vallate dello stato pon-
rentino. Trovandosi su quella linea di tificio, fiaucheggiata da montagne, e sul
strada provinciale vari paesi a destra ed le di cui alte cime ergevansi tauli castelli
a sinistra della valle del Sacco , ognuuo e villaggi, che coll'aspetto di fortificazio-
di essi procurò di fare le migliori dimo- ni richiamavano la meutea'tempi del me-
strazioni possibili di giubilo per il passag- dio evo. Fra questi dislinguevausi a sini-
gio di Sua Santità sul loro territorio, e stra i castelli di Pislerzo nella diocesi di
in breve descrivendoli nell'articolo Fro- Ferentino , e di Roccasecca (diversa da
iiflONE lo narrai, pel dettaglio più minu- quella di Sora, di cui ragionai in quel-
to poteudo supplire la bellissima Relazio* l'articolo) in quella di Piperuo. A deatra
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poi della via Casilinn vedevansi altri pae- scovile di Pijierno, già celebre capitale de'
si e castelli sorgere nella gola de' munti, volsci e municipio romano. Ad ore 18 ri-
e rispondere co'replicali spari di morta- montato il Papa in carrozza fra gli ap-
ri e co'festivi suoni di campane, che ral- plausi di tutta la popolazione, e celere*
legra vano tutte quelle coutrade,ed altret- mente scendendo da Piperno verso le Pa-
tanti segni di giubilo dati dall'opposta ca- ludi Pontine, costeggiò col suo seguito il
tena di monti, e fra'quuli distingue vansi fiume Amaseno, le di cui acque scorro-
icastelli di Maenza (riporta il n.° 92 del no nel mezzo di folta selva presso le mu-
Giornale di Roma del i858, come il ra merlate della celebre badia di Fossa-
Papa Pio IX colle sue elargizioni contri- nuova (F.), della quale riparlai nel voi.
bui all'eseguile grandi riparazioni di cui LXXVIl.p. 1 1, y5 e 76. Dopo altre 5 mi-
abbisognava l' insigne chiesa collegiata glia il Papa entrando con lutto il suo tre-
di Maenza, e la gratitudine del popolo no nella via corriera delle Paludi Ponti-
maentino) e Roccagorga, già spettan- ne al miglio 49 dell' Appia, e passando
ti alla famiglia Caetani, potentissima in senza cambiar cavalli avanti la posta di
queste contrade ; la popolazione del 2. Ponte Maggiore, proseguì il viaggio per
si fece trovare genuflessa sulla via presso la città vescovile di Terracina,ove giun-
1
l'arco che avea eretto. Altre dimostrazio- se circa le 19 ore ricevuto da mg. Lolli
ni ricevè dagli abitanti di Pioccagorga, i vice-legato di Velletri ec. Nella mattina
quali nel quadrivio delle strade di Pro- degli 8 maggio ne partì per la via Appia,
sinone, Piperno, Sezzee Roccagorga for- trapassando la posta di Ponte Maggiore
marono uu piano regolaredi circa /jo pal- e fermandosi a cambiari cavalli a quella
mi nel luogo detto la Cona Romana, e vi di Mesa. Giunto a Tor Tre Ponti, venne
eressero un obelisco a finto granilo orien- ossequialo dal vescovo e da'cleri di Sezze
tale, dipinto a geroglifici tratti da antico e Sermoneta. Indi proseguì il viaggio per
monumento egizio, .sormontalo dalle chia- Cisterna e per la città vescovile di Vel-
vi e dal triregno, dalla cui estremità tut- letri da dove partendone a' 9 maggio,
,
ta la mole era alta da terra palmi 53, com- trapassando per Genzano, per la Riccia
preso il piedistallo d'ordine dorico a fin- e per la città vescovile d'Albano, fece il
to marmo di Carrara, sui di cui specchi, suo trionfale ingresso in Roma verso le
circondati da 4 statue esprimenti le Vir- ore 2 3. Così ebbe termine il viaggio di
tù, parimente a finto marmo
cardinali Gregorio XVI, il quale non poteva desi-
chiaroscurate di grandezza sopra al na- derarsi migliore sì per la prospera salu-
turale colle loro basi d'ordine toscano,leg- te di cui sempre godette, come per l'en-
gevansi 5 analoghe iscrizioni italiane, la- tusiasmo che risvegliò, e perla che
felicità
tina e greca. Fermatosi nel suo passaggio diffuse la di lui presenza nelle due avven-
il Papa a veder l'obelisco, ne espresse dal- turate provincie di Campania e Maritti-
la carrozza la sua benigna soddisfazione ma, le quali per il loro inalterabile attac-
e lodandone l'artefice che ammise al ba- camento all'altare e al trono pontificio
cio del piede,unitamente al clero, alla giammai lo dimenticheranno, avendolo
magistratura e ad altre distinte persone pure successivamente descritto il Diario
della terra , che fra gli applausi di tutta di Roma compendiosamente.
la popolazione gli offrirono due sonetti, Nell'articoloPio IXraccontai,come per
anch'essi come tutte le altre poetiche com- la nequizia d' una fazione ribelle fu co*
posizioni ,
pubblicati dall'accuratissimo stretto allontanarsi da Roma in forma in-
principe Massimo. Continuando il viag- cognita la notte de'>4 novembre 1848,
gio , dopo poche altre miglia Gregorio ed in compagnia del conte di Spani- mi-
XY1 giunse versole ore 1 4 alla città ve- nistro di baviera, per la porta s. Giovai»-
VEL VEL 69
ni traversandola galleria di Castel Gan- provinole di Marittima e Campagna in- ,
(lolfo, evitando Albano, passando dietro sieme alla deputazione de'consiglieri pro-
l.i Riccia , per
Genzano, Velletri e Ter- vinciali della legazione di Velletri, felici-
racina.senza mai fermarsi, felicemente en- tandolo e tributandogli l'omaggio d'in-
regno di Napoli. Si condusse aGae-
trò nel alterabile fedeltà delle due provincie, av-
venne magnili camenteospilalo con
la, ove venturose e liete per aver la sorte d' es-
ogni venerazione per oltre 9 mesi dalla ser le prime a riceverlo, il che meglio no-
generosa liberalità del religiosissimo mo- LXXIV, p. 200. Ed eccomi a
tai nel voi.
narca delle due Sicilie Ferdinando II, non procedere col coramend/ Barluzzi nella
meno nella real villa di Portici presso Er- Relazione slorica del viaggio, e con
colano per altri 8, avendo pure narrato quanto altro ne pubblicarono il Giorna-
Je cose principali che fece in que'soggior- le di Roma, e l' Osservatore Romano ne-
ni, e le gite pe'luoghi e città circostanti, gli articoli divisi in
9 giornate e intitola-
inclusi vaiueiite e sino a Benevento. Dissi ti; Viaggio del Sommo Pontefice daNa~
come dopo la partenza del Papa da Ro- poli a Roma; però tacendo quanto già
ma ivi si formò la giunta suprema di sta- pubblicai a'Ioro luoghi e quanto dovrò di-
to per governarlo, seguila dalla commis- re di altri in quest'articolo, come praticai
sione di governo.Promulgataa'9 febbraio di sopra pel viaggio diGregorio XVI. Ter-
1849 ' a repubblica romana per tutto lo racini! per la r /ebbe la consolazione d'ac-
stalo papale, la rivoluzione fu compiuta; cogliere il suo sovrano e padre, e lo fe-
però non andò guari che fu domata la ri- ce con quelle solenni dimostrazioni, che
bellione negli stati pontifìcii per l'interven- celebrai nel suo articolo. Siccome erano
to dell'anni cattoliche francesi, napoleta- state sciolte tutte le autorità municipali,
ne, austriache e spagnuole. I napoletani a' e nominate provvisoriamente commissio-
17 giugno 1849 occuparono Prosinone, ni municipali con un presidente per ca-
Veroli, Anagni, Ferentino e altri luoghi, po d'ognuna, ciò avverto per dovere no-
della provincia di Campagna. L'8 giugno minare le unee gli altri delle comuni del-
le truppe spagnuole approdarono in Ter- le provincie di Marittima e Campagna.
racina, e per Sezze a' 1 7 luglio si recarono Tra le deputazioni ricevute dal Papa in
r
in Velletri con mg. Giuseppe Berardi, già Terracina, conviene qui ripetere la com-
vice-presidente del tribunaleciviledi Ro- missione provvisoria municipale col go-
lli:) /piale coni missario slraord inario pon- vernatore della città, la deputazione del-
tiQciodelle provinciedi Marittima eCam- la provincia di Frosinone condotta da
p-igna, nella qual città fin da'4 erasi ri- mg/ Badia delegato della provincia me-
tirato il preside repubblicano, subentran- desima, quella del capitolo di Ferentino
do a occuparla gli spagnuoli, A' 16 lu- con mg/ vescovo Tirabassi (di cui riparlai
glio mg/ Badia delegato apostolico diFro- nel vol.LXXVIU,p.22Q e 3a3),quella del
siuone ristabilì in quella città e provin- clero di Veroli col proprio mg/ vescovo
cia la sovranità pontificia. Questa in tut- Venturi similmente, e molte altre d'al-
to lo stato della s. Sede erasi successiva- tre parti che troppo lungo sarebbe il no-
mente ristorata. Dappertutto essendosi ri- minare, L' 8 aprile Sua Santità partissi
stabilito l'ordine, il sommo Pontefice Pio col suo corteggio da Terracina, precedu-
IV determinò a ritornare a Roma sua
si ta dal principe Massimo soprintendente
sede nell'aprile i85o, accompagnato a'6 generale delle poste pontificie , scortati!
dal re delle due Sicilie sino all'Epitaffio., da un plotone d'ussari napoletani, ed ac-
tei mine del regno e degli stati di s. Chiesa. compagnata da' cardinali Asquini, Du
11 Papa ivi venne incontrato da mg/ Be- Pont e Antonelli, non che dal conte Lu-
rardi commissario straordiuariodelle due do! f' ministro plenipotenziario del re Fer-
7o
V E L VEL
dittatalo II presso Ja s. Sede. Terracina è pa di visitare si illustri memorie , ed es-
lungi 63 miglia Ja Roma, laonde passan- sendo fuori di strada, il proprietario di es-
do il Papa per le Paludi Pontine e via Ap- se e del latifondo Luigi Polverosi fece tro-
pia, Velletri, Genzano, la Riccia e Alba- var pronte all'uopo carrozze e carrettel-
no poteva essere in Roma nel giorno stes- le, e vi si condusse, inchinato per la via
so. Ma benignamente volle prima di ri- dal clero di Sormino (terra non lontana
tornare alla sua capitale e sede, allieta- sulla montagna), che ammise al bacio del
re ili sua presenza anche la provincia di piede. Nel ritorno onorò di sua presenza
Campagna, e venir quindi a Velletri per Piperno, tra gli Evviva il Papa, Viva
altra parte rientrando nella via Appia; e il Santo Padre, Santo Padre la bene-
ciò perchè quella provincia presa com- dizione. Osserva il commend/ Barluzzi,
plessivamente ne' passali sconvolgimen- che faceva parte del corteggio. » E qui
ti, come sempre, erasi mostrata la più fe- valga il una volta per sempre: do-
dirlo
dele al governo legittimo della s. Sede. vunque, sia nel regno di Napoli, sia nello
Giunto il treno vicino a Ponte Maggiore, stato.legrida popolarla lui dirette non so-
lasciala la via Appia, prese a sinistra la no stale mai altre che queste, come le più
provinciale, la quale entrando nella ca- dicevoli al Vicario di Gesù Cristo". Da
tena de'monti Lepini, e serpeggiando pel- Piperno dopo 6 miglia, il Papa giunse a
le sinuosità dell' anguste loro valli, va a Prossedi,situala similmentesulla via prin-
terminare nell'aperta vallala di Prosino- cipale, ed atlraversolla senza farvi dimo-
ne. Riferisce la Relazione." Al lernpoche ra, tra' più clamorosi e festevoli evviva.
que'monti erano abitati da' Volsci e da- Dopo Prossedi non entrò in alcun altro
gli Equi (ne riparlai a Subiaco), tanto paese. Ma al di qua cai di là di Prosse-
dalla parte che guarda tramontana e a di convenne sostare 4 volte per via, poi-
1
ponente l'agro Pontino ed il mare, quan- ché trovaronsi a vari intervalli i4 archi
to nell'interno a levante ed a mezzogior- trionfali, eretti da altrettanti municipii;
no, ebbero la loro fama e Core, e Pome- iquali comechè fuori di strada,e non po-
ziao Sezia con le sue ?.3 città, e Segni e tendo perciò accogliere nelle loro mura
Piperno, co'fiumicclli Ufente ed Auiase- l'augusto Viaggiatore, erano discesi tulli
uo, ricordate ne'primi secoli della storia 'confini de'territorii rispettivi sulla stra-
romana , e celebrate altresì ne' versi di da per la quale dovea passare, e vi avea-
Virgilio, d'Orazio e d,i Silio Italico. Og- no innalzato ciascuno archi con diverse
gi sono dello slato pontificio una delle forme, e colle iscrizioni italiane o latine,
parli meno popolate. Pur tuttavia per riportate con ordine progressivo al fine
quelle valli e le pendici per cui passa la della Relazione. Presso i quali archi al
della strada sono alcune città e castella: giungere del Santo Padre , i rappresen-
Piperno, Maenza, Sonnino,Patrica,Pros- tanti di ciascun municipio si stavano ge-
sedi, Stefano, Giuliano, Morolo, Valle-
s. nuflessi, e intorno in tale atteggiamento
corsa, Ceccano ec". Poco prima di giun- ossequiosi e giulivi erano popolante se- i
gere a Piperno è l'antica abbazia di Fos- condo il costume lodevole del paese nel-
sanuova,la cui origine risole al secolo XI, le ceremonie religiose/la una parte ledon-
già de'monaci cistcrciensi e ricca, la qua- ne e dall' altra gli uomini, tutti con ra-
le die alla Chiesa ne'secoli XII e XI 11 ce- moscelli d'olivo in mani, e chiedenti ad
lebri abbati, vescovi e cardinali: ora non alta voce la benedizione. E il Papa in tut-
le rimane che il nome e gli avanzi de' te lei 4 stazioni fermandosi, graziosamen-
suoi magnifici tempio e chiostro di gu- te la compartiva. Benché espressamente
sto gotico, famosa anche per la morie di non nominati dalla Relazione, trovo ben-
s. Tommaso d'Aquino. Bramando il Fa- sì nella collezioue dell'iscrizioni, a secon-
VE L V EL 7 i
rj, s.Lorenzo e Castro; quelle di Rocca- truppe napoletane; il che gli riportò la
corga Roccasecca, Supino, Ceccano ec.
, sovrana approvazione esternata dall' ot-
Nel Giornale dì Roma, tra' luoghi non timo mg.' Badia. Ne' giorni di pace eoa
ricordati espi essamente dalla Relazione, indicibile entusiasmo solennizzò il glo-
si pubblicarono articoli celebranti l'av- rioso e felice ingresso del Papa ne' suoi
venimento, ovvero se ne parla; cioè a p. dominii, con quelle pubbliche festive di-
3a3 di Prossedi si dice, che nella chiesa mostrazioni ivi narrate, di che furono
il Papa vi ricevè la benedizione col San- spettatori ed encomiatori i cardinali Mal-
tissimo. A p. 362 Roccasecca dichiarò d'a- ici e Cagiano. Inoltre si descrivono i fe-
ver innalzato un sontuoso arco d'alloro steggiamenti di Sgurgola nel passaggio
e di paline, e che il Pontefice molle di delPapa, 1' arco trionfale innalzato con
pianto benedì con affezioue di cuore il cle- due iscrizioni pubblicate, non che il tro-
ro, la magistratura e la popolazione. A p. no eretto pel medesimo e la benigna ac-
370 è detto che il governo di Vallecorsa, coglienza fatta ai clero, al magistrato e al
r
coMue comuni di s. Lorenzo e Castro, si popolo, presentali da mg. Badia. Per ce-
unirono in consorzio, e sebbene distacca- lebrare l'awenimeuto, i più facoltosi di-
ti e segregati dalla via provinciale, al di spensarono vino e pane a' poveri, i quali
là di Prossedi ove sbocca la strada rota- furono pure soccorsi dalla munificenza
bile di s. Lorenzo nella provinciale, i 3 pontificia. Mi piace inoltre rimarcare, che
cleri colle loro ecclesiastiche divise furo- la città vescovile di Veroli , situata fuori
no presentati al Papa da mg/ vescovo di di via, in quella per andare ad Alatri, e-
Ferentino, ed il ministero governativo e resse un arco trionfale con 4 iscrizioni,
ciatori napoletani, in nome di tutta l'ar- mente ve n' era una sulla porta del pa-
mata, rappresentata dal battaglione stes- lazzo apostolico, per contestare la grati-
r
so, diresse al Papa parole d'omaggio e di tudine de' fiosinonesi verso mg. delega-
divozione. Come in Terracina la strada to, perchè molto si adoperò in prepararlo
era abbellita da file d'arboscelli, così qui degno So vrano Pontefice. Nella chie-
del
di colonne di legno in forma di candela- sa principale di s. Maria Assunta il Papa
bii vestite di fronde di bosso e fiori, con vi si recò sotto baldacchino magnifico, le
simili festoni pendenti lateralmente era cui aste sostenevano com- i membri della
adorna la via; e le finestie lo erano da missione municipale, accompagnato dal-
damaschi e drappi a vario colore; l'ima l'ordinario mg/ Venturi zelantissimo ve-
e 1' altre stipate di popolo, accorso pure scovo di Veroli col suo clero; il tempio
pa), insieme all'altra iscrizione che pu- zi. » In questi discorsi estemporanei del-
re in esso si legge , e questa da porsi l'immortale* Pio IX, sia ch'Egli parli co-
sopra l'ingresso della residenza munici- me Pontefice, sia come Sovrano, è sta-
pale dal municipio, per riconoscenza al- ta sempre tale una facilità e dignità,
l'impegno dell'ottimo delegato mg/ Ba- congiunte a tanto di dolcezza, da disgra-
dia nel coadiuvare gli ardenti desideri! darne gli oratori più rinomati". Uscen-
de'fi usinati presso Sua Santità, onde ot- do dalla chiesa, nel progredire al palaz-
tenere un così segnalato beneficio. Oltre zo apostolico a piedi, andavagli innan-
l'arco eravi un obelisco eretto sulla piaz- zi un drappelletto di fanciulli vestiti al-
za del palazzo apostolico ,
avente ezian- l' angelica, ed appartenenti alle prima-
dio la sua iscrizione. Un' altra leggevasi rie famiglie, spargendo fiori sul suo pas-
nella caserma de' veliti pontificii, che sta- saggio, rallegrato dalle voci di gioia e dal-
vano di presidio in Frosinone, quelli che le più animate acclamazioni dell'immen-
duFrusiuoiie e da'paesi limitrofi, nel teru- so popolo. Il Papa era accompagnato, ol-
VE L VEL 73
tre da' 3 cardinoli, anche dal cardinal genio e io bronzo. Sull'imbrunir della
Vizzardelli prefetto della congregazione sera l'abitazioni tutte della città vaga-
degli studi, della città (tale dichiarata da mente s'illumiuarono.Gli archi di verdu-
Gregorio XVI) di Monte s. Giovanni, ra e di fiori del giorno si adornarono nel-
venuto nel dì innanzi da Roma per far- la sera di faci risplendenti e di variato co-
gli onore, avendolo preceduto nel ritorno lore, terminaticon bella piramide egizia,
da Portici, dove come in Gaeta avea aiu- che dava colla sua trasparente luce risal-
tato Santo Padre nelle fatiche ecclesia-
il to all'illuminazione, resa più. piacevole
stiche.Giunto nel palazzo apostolico, il da due trofei militari elevati dirimpetto
Papa comparve sulla gran loggia a com- al palazzo dalla truppa napoletana. Le
partire la pontificale benedizione, che si campagne tutte erano sfolgoranti d'innu-
diffuse sui cuori lutti ardenti per spi- merevoli fuochi.e le montagne checircon-
rilo di religione, ed esultanti per l'augu- dano da lungi Frosinone rassomigliava-
sta presenza del Vicario di Cristo. Degnos- no co' grandiosi e quasi simmetrici incen-
si quindi d'ammettere al bacio del piede di alle maestose eruzioni de'vulcani. Fini
il clero secolare e regolare.il corpo muni- la festa serale in un bel fuoco d'artificio.
cipale, l'autorità giudiziarie, amministra- Nella mattina seguente 9 aprile, il Papa
tive e militari, varie civiche deputazioni; Pio IX encomiati cardinali Asqui-
cogli
i più distinti frusinati, i singoli uflìziali ni, Vizzardelli e Antonelli (poiché il car-
dellabenemerita guarnigione napoleta- dinal Du Pont per la gotta era rimasto
na che eseguiva il servizio della piazza, ed a Frosinone), e cogli altri del suo segui-
il marchese De Gustine francese, noto pel to si portò in Alatri, che sebbene vici-
suo attaccamento a'principii d'ordine re- nissima all'infausta Vico (sic), patria di
ligioso e politico, e chiaro per le sue ope- Pietro Sterbini ! fu nelle passate vicende
re letterarie. 'Ammesso inoltre il consi- Sopra le altre città dello stato pontificio
glio provinciale a particolare udienza, d la più fedele e affezionata al Pontefice
Papa ricevè dal medesimo in attestalo (non si vuol defraudare della stessa lode
di perpetua straordinaria rimembran- la città pur vescovile di Norcia in su gli
za e gratitudine della provincia, l' of- Apennini, che può gareggiare di vanto
ferta delle medaglie in oro, in argento e con Alatri; ne altre città che seguirono
in bronzo d'apposito conio, ritraenti nel l'esempio d'Alatri e Norcia, nel mostrar-
diritto la pontificia effigie, e nel rovescio siavverse, (piale con più, quale con me-
l'epigrafe; Quem - SedeRomana - Impie no coraggio, all' usurpazionede' ribelli).
Ex turbatimi - Provincia Campaniae Quivi non parlari o scritti sediziosi, non
Ingemebat - Foedere Catholico Reda- persecuzioni o ingiurie contro il clero,
climi - ExultabundaGratatur - mdcccc. non unioni popolari, non voti per la co-
Viene riportata anche dal n. 82 del Gior- stituente, non proclamazioni per la sedi-
nale di Roma; il quale narra ancora la cente repubblica romana ; ma preci in-
presentazione del consueto tributo de' nalzate pubblicamente a Dio dopo gior- i
r
pani fatta al Papa, da mg. Trucchi ve- ni sanguinosi de' i 5e 1 6 novembre 848, 1
scovo d'AnagnijCon una deputazione del e dopo quello della partenza del sommo
capitolo. Apprendo poi dall' Osservatore Pontefice da Roma ;
partili da Alatri per
Romano n. 48, che le commissioni pro- andare a gittarsi a' suoi piedi a Gaeta
vinciali della provincia di Campagna col fin da' primi di gennaio 1849 il vescovo
r
cardinal legalo di Marittima e Campagna mg. Giampedi e il gonfaloniere Filippo
inviarono una lettera al presidente della Jacovacci; conservati a' posti dov'erano
repubblica francese con tre esemplari gli stemmi pontificii; ornato di ghirlande
della descritta medaglia, in oro, in ar- e di fiori il monitorio della scomunica,
74 VE L V1ÌL
ed accesevi davanti le candele sulla pub- scritto e pubblicato nel Giornale dì Ro-
blica via; messa per tali fatti la città a ma a p. 370, in uno alle iscrizioni fatte
pericolo di saccheggio due volte, la l," per la lieta circostanza. Ne ricaverò un
a
dalle bande di Masi, la 2. da quelle di estratto. All'entrare del territorio, i con-
Garibaldi. Fu questa la condotta di A- tadini lo festeggiarono con rami di uli-
latri nelle passate lagrimevoli vicende. Il vi nelle mani e con evviva fino alla cit-
Santo Padre volle darle per questo un tà. Nel casino di villeggiatura degli sco-
argomento palese del suo sovrano gra- lopi era vi un arco di verzura, sul quale
dimento e della sua benevolenza; recan- era un'iscrizione del p. Pietro Taggiasco
dovisi di persona, prima di tornare in professore d'eloquenza di quel collegio.
Roma, sebbene A latri sia situata buon Allei?, meridiane giunse Pio IX nella cit-
tratto fuori di strada. » Chi può ridire tà, e sotto magnifico arco trionfale, deco-
la esultanza degli alatimi quando vide- rato con iscrizione dell'encomiato scolo-
ro entrare nella loro città e incedere po, fu ricevuto dall'egregio vescovo mg/
maestoso e benigno per la via che con- Giampedi alla testa del clero secolaree re-
duce alla cattedrale l'adorato Pontefice golare, a cui erasi unita la monastica fa«
Pio IX, per cui aveano fatto sì fervidi miglia certosina di Trisulli; nonché dalla
voti, sostenutosi dure prove? Le vie commissione municipale, il di cui pre-
giuncatedi fronde edi fiori: adorne di a- sidente FdippoJacovacci presentò le chia-
i azzi le finestre e le pareti : di tratto in vi al Santo Padre, e fu lieto d'aver con
tratto archi vestiti di verdure con iscri- lui colloquio sull'indole de' cittadini. Al
zioni. Lo che invero, poco più, poco me- nome di tal commissione il membro di
no, si era veduto anche negli altri paesi. essa can. d. Luigi Francesco Pmssi reci-
Ma quello che negli altri paesi non si era tò un'iscrizione, a cui il Papa rispose.
vernilo, furono de'busti ingesso del Pori» »» Questoè il vero e più adatto elogio che
tefìce qua e là sulle finestre o sulle porle si possa fare al Papa
una città religio-
in
delle case coronati di fiori, contornati di sa e fedele ". Disceso Santo Padre dal- il
tresì turiboli d'incenso e di altri odori. Sul- strada fino alla cattedrale, preceduto da
le fi nest re poi o sul le porte di altre case era- tutto il clero processiona finente, ed ac-
no iscrizioni, fatte dagli abitanti di essi in compagnato da' cardinali, da mg/ Be-
lingua volgare,anzi nel vernacolo proprio rardi commissario pontificio di Maritti-
r
tli que'paesi ; quali iscrizioni era assai pia- ma e Campagna, e da mg. Badia dele-
cevole il leggere per la semplicità de'con- gato apostolico di Frosinone. Non si può
cetti, e per la spontaneità dell'espressioni esprimere l'entusiasmo indicibile dell'im-
avvegnaché con idiotismi e solecismi, così mensa moltitudine, che dalle finestre, da'
naturali com'erano usciti dalla mente e terrazzi e balconi costruiti a bella posta,
dal cuore di que'buoni uomini, senz'arte, e lungo le strade applaudiva al tanto so-
senza studio; ma nella loro semplicità e spirato ritorno del Sovrano Pontefice, ed
rozzezza più eloquenti che se fossero sla- esprimeva con religiosa lealtà voti di i
silica di quel grado ed ordine che gode pa luogo d' un'antica piazza forte de*
il
Roma (di cui era stato canonico esso ve- te fortezza di questi antichi popoli. Crede
scovo), la quale segnala tissi ma grazia fu che sia stata necessariamente l'opera de*
immantinente pubblicata coli' iscrizione giganti perrompere quelle rupi, e sovr-
dell'encomiato can. Rossi. Asceso il Papa imporre e collegare, senza veruni specie
sulla loggia della cattedrale, ivi compartì di cemento, gli uni sugli altri quella
dell'Acropoli, il quale dopo quelle divi- polvere per le mine, né la dinamica dis-
ne parole, reiterò gli evviva, che assor- poneva de'mezzi che oggi sono a nostra
darono l'aere. Passò quindi al contigno cognizione. Loda Alatri pel suo forte con-
episcopio, ove nella sala del trono ammi- tegno non volere riconoscere la re-
col
se al bacio del piede il capitolo della me- pubblica romana, esempio forse unico
desima cattedrale, quello della collegia- nella storia delle rivoluzioni moderne,
ta, la commissione municipale alatrina, mantenendo immobilesempresulla cima
e quella di Guarcino concorsa anch'esca del campanile la bandiera papale.»» Do-
n tributare suoi omaggi di divozione e
i po molti tentativi infruttuosi di sedizio-
fedeltà, e finalmente i primari cittadini, ne e di guerra, Mazzini finì col risolvere
dispensando a ciascuna classe parole di di lasciare cittadini d' A latri nella loro
i
sare considerazione a'meriti di lui, e ri- trionfo era molto minore pel SommoPon-
munerare distintamente la fedele costan- tefice che per loro stessi ; e quindi egli è
za della città. Partito dall'episcopio, il impossibile di descrivere l'aspetto della
Papa si fermò innanzi al collegio Calasan- città nel momento in cui Papa Pio IX
zio, sulla cui facciata era altra iscrizione traversò a piedi le sue lunghe e anguste
del p. Taggiasco, e sulla porta ammise strade". Nel tornare a Frosinone, il Pa-
graziosamente al bacio del piede i
pp. pa si fermò alquanto nella grangia diTic-
scolopi, ed i convittori che infiammò alla chiena de' certosini di Trisulti, ammet-
virtù e allo studio delle lettere. Indi si re- tendo al bacio del piede i monaci. Avvi-
cò monastero della ss. Annunziata, ri-
al cinandosi a Frosinone fu incontrato con
cevendo al bacio del piede le monache, nuove dimostrazioni po-
di giubilo dalla
ed anche le religiose figlie della Carità polazione. Nella sera si lumina-
ripetè la
ivi appositamente convenute, avendo ri- ria della città e della provincia, non me-
colmato le figlie di s. Benedetto di spiri- no del fuoco artificiale; ammettendo be-
Consolato così ogni ceto di
tuali favori. nignamente il Papa al bacio del piede al-
persone, sempre applaudito, benedetto e tri distinti cittadini e le signore del pae-
festeggiato, il Papa lasciò Alatri di per- se. La strada che mena da Frosinone a
sona, ma vi rimase col cuore, e nell'uscir Roma è quella che viene dal regno di
della poita ricevè un altro attestato di Napoli per Ceprano, la discorsa antica via
gratitudine espresso dall'iscrizione det- Casilina, consolare come
l'altra per Ter-
tata da d. Carlo Ferrazzoli. Altre parti- racina,eche va a congiungersi alla Labi-
76 V E L V E L
cana presso Valmontone. Per questa fu arcivescovo di Filippi, segretario della s.
ripreso dal Papa il viaggio, partendo la congregazione de' vescovi e regolari), che
mattina de' o aprile da Prosinone.
i Dopo sta alquanto più remoto dalla via a'mou-
sulla porta d'ingresso della città, la qua- torno all'arco ad aspettare il Santo L'a-
le termina colle parole: Ferentinate.s die che in passando li benedisse. Quanto
Pontifici et Principi- Fel maxima in- ad Anagni,a p. 3j del Giornale di Ro' i
che i due monasteri e il collegio de' gè- lazione in uno a quelle degli altri me-
ntili), nell'ammettere al bacio del piede morati archi. Fu preparato ancora un e-
il capitolo, e le solile deputazioni e ab legante e ampio padiglione con sotto un
tri. Dopo di che il Santo Padre tra le ac- maestoso ti Orio, nella speranza che il
coniazioni, ripassando per l'arco, partì. Santo Padre salilo su di esso si degnereb-
Da Ferentino, proseguendo per la sol- he compartire la sua benedizione. Pres-
r
loposta pianura verso Valmontone, si la- so l'arco si trovarono ad attenderlo mg.
scia addietro a sinistra il comune diSgur- Pietro Paolo Trucchi vescovo d'Anagni
gola lontano sui monti Lepidi; i cui a- (poi a'a dicembre 1807 traslato a For-
r
bitane però avevano innalzato il suddet- h, succedendolo nello stesso giorno nella
r
to arco a'eonfini del loro territorio pres- sede anagnina mg. Clemente Pagliari
so la via Casilina, ed erano convenuti ivi dell' arcidiocesi d' Urbino e preposto di
in gran numero per essere benedetti. Pq- quella metropolitana: nel medesimo
p'ollre si lascia a destra sur una delle col- concistoro il predecessore vescovo di
line che fiancheggiano la strada Anagni, Forlì monsignor Falcinelli fu promos<
la quale costruì un arco sulla via con due so ad arcivescovo d' Atene, e indi nun-
lunghe iscrizioni per festeggiare il pas- zio nel Brasile), il capitolo della cat-
saggio del Papa pel suo territorio. Un al- tedrale, i capitoli dflla collegiata del-
iro arco dove si estende il proprio leni- la città stessa e d'alcuni paesi della dio-
torio, avea innalzato anche Paliano (la cesi più vicini, i corpi religiosi, il semi-
quale, come dissi al suo articolo, si ono- nario diocesano, tulli in abili di chiesa;
r
la, del concit Lutino mg. Andrea Bizzarri la commissione municipale, eia popola-
NEL V EL 77
rione d' ogni condizione sì d'Anngni che vozione e fedeltà date da Anagni alla j.
de' luoghi circostanti. Giunto il Sommo Sede. Riprodusse per ultimo le 4 Udi-
Pontefice, venne accolto con istrepitosis- zioni del suddetto arco. Così vendicò l'o-
simi applausi e tra 1' alternativo suono nor patrio leso ad Anagni Caput Iler-
delle bande musicali. Il Papa sceso dalla nicorum. Riprendo il filo del pontificio
carrozza e accompagnato da' cardinali viaggio.Neldescrittomodocorsa nellospa-
Asquini e A ntonelli salì sul trono, da dove zio di circa 3 ore quell'ampia valle che ha
subito compartì l'apostolica benedizione i monti Lepidi a sinistra e sub-A penni-
i
all' affollata moltitudine con espansione ni a desila, giunse dopo mezzodì a Val-
r
di cuore tale che commosse tutti. Mg. montone, di che parlerò al suo paragra-
vescovo e il marchese Nicola Trajelto fo. Dissi di sopra che il Papa, dopo aver
piede, in uno a 'cleri secolare e regolare, diramando dalla Casilina presso Valmon-
alla commissione municipale, ed a molte tone corre e volge a ponente, costellan-
altre persone. 1 cantori beneficiati della do le falde degli Algidi e dell'Artemisio
cattedrale cantarono l' antifona Tu es da una parte, de'Lepini dall'altra, e pas-
Petrus, le bande tornarono a suonare, e sando sotto Montefòrtino, del quale poi
le prossime colline echeggiarono di ite- dirò al suo paragrafo il festeggiamento
rati evviva. Altre dimostrazioni il popo- tributato a Pio IX. Proseguendo il viag-
lo anagnino celebrò tornato nella città. gio, alla pieve di Lariano il Papa fu in-
Dipoi il sullodato anagnino d. Antonio contrato da una deputazione della città
Cipriani nel Supplemento al n. 68 del* di Velletri, e dal suo vescovo cardinal
X Osservatore Romano dello stesso 85o, 1 Macchi decano del sagro collegio, che fe-
pubblicò ad omaggio solenne della veri- ce salire nella propria carrozza, perciò di-
tà, un erudito articolo riguardante A Ma- scendendone mg/Medici maggiordomo e
gnesia per rettificare alcune nozioni con» mg. 'Borromeo maestro di camera, ed en-
tro la storica verità contenute nel n. 47 trò in Velletri con quelle solennità che
del medesimo giornale, nel dar contezza poi celebrerò, insieme al soggiorno che
delle feste e degli onori tributati da'po- vi fece sino alla mattina de'i 2 del mede-
poli al Papa ; sia specialmente per con- simo aprile, in cui Pio IX, nel modo che
futare la supposta rivalila tra Anagni e in breve narrai in quell' articolo, per
Ferentino, provandolo colla storia de'fat- Genzano, la Riccia e Albano fece il suo
ti,non meno degli antichi tempi de' ro- desiderato, trionfale e lietissimo ingres-
mani, che di que'del cristianesimo. Che so in Roma. Ora passo a parlare ne'se-
la pretesa enorme muraglia che divide guenti paragrafi delle provincie e de'co-
i dueterritorii, non esser altro che un ca- in uni che compongono la legazione di
nale del piccolo fiume di Tufano. Quin- Marittima e Campagna, principalmente
di enumerò le principali prerogative di della delegazione apostolica di Maritti-
Anagni, madre feconda d'illustri eroi e ma o Velletri ; e pe'già descritti altrove
di 4 Papi, 28 de'quali ebbero un gra-
vi ne indicherò dove lo sono, riferendo in
to albergo, ed asilo contro le persecuzio- alcuni nozioni che se non del tutto ap-
ni a Gelasio li, Adriano IV, Alessandro pai tengono al paragrafo,riguardano ben-
III e Lucio III. E che diversi Papi atte- l'encomiate provincie e
sì si rannodano
starono le prove luminose di sincera di- ad esse per la storia.
7» VEL VEL
DlSTOETTO DI VELtETRI. ne la chiesa collegiata, e alcune case di
Governo di Velletri. civili Tale chiesa, dedicata
famiglie. alla
Cisterna. Comune della diocesi di B. Vergine Assunta in cielo, è bella e di
V elicli i, di cui ragionai al suo articolo, moderna architettura, rinnovala da'fon-
oude non ini resta che aggiungere al- daineuti in guisa diversa dall' antica, di
cuu altro cenno clic ricavo da' molti che cui parla il Piazza e sotto i'istessa invo-
ne scrissero. E distatile 33 miglia da Ro- cazione, con disegno del celebre cav. Mo-
ma e 8 da Velletri, con territorio in pia- relli architetto del palazzo B raschi di
no e colle, con molli fabbricati, marche- Imma, ma non eseguilo fedelmente. Non
saio della nobilissima famiglia Caelani ostante nell'interno l'aliare del ss. Sagra-
(A- .), e già suo feudo. Questa terra è sul- mento merita osservazioue pe' suoi sem-
l'ultime pendici de'monti Veliterni, sul- plici ma vaghi ornali e pe' inarmi che lo
la sponda destra del lumie denominato compongono. Nella i.* cappella a destra
Aulico, perchè è un canale artificiale in si venera I' Redentore dipinta
elligie del
gran parte, tendente a raccogliere le ac- in tela dal valente Cavallucci di Sei mo-
que che scendono da Giuliano edaTor- neta. Dice il Rauco che questa chiesa è
i cecilia, e darle altra verso le Paludi Pou- capitolare eon arciprete, 7 canonici e 3
liue al mare. Essa è I' ultima terra da beneficiali, ed ha il baltisterio essendo
questa parte che sia entrata nella map- 1 unica parrocchia. Inoltre vi sono altre
pa. Narra Marocco, che da Vellelri a 4 chiese con 3 confra temile secolari. Vi
Cisterna alcuni traili di strada sono fian- esisteva il convento di s. Antonio abba-
cheggiati da lunghe e folte macchie di te de'minori osservanti riformati, espulsi
roveri auuose e di elei, che dillicilmcu- nuli' invasione francese, né più ripristi-
te piegano i furiosi venti, appellandosi nali. Trovo nel Piazza, che la chiesa e il
volgarmente quelle foreste la macchia eoo vento furono creiti dal cardinal Boni-
di Cisterna, ch'è vastissima ; ed aggiun- facio Gaetaui o Caelani, nel i5y2, con
ge essere non solo ricovero di cinghiali, facoltà di Gregorio X11I, il quale nel
di capri e di lupi, ma uu tempo rifugio giorno del santo concesse indulgenza ple-
tli crudeli assassini, prima che fosse in naria. Vi esistono, l'ospedale per gì' in-
gran parie svelta o diradata per la sicu- fermi, la casa delle maestre pie Venerine
rezza pubblica presso la strada. Del più per l' istruzione delle fanciulle, e la pub-
aulico taglio che dovea fare di sua sel-
si blica scuola per ammaestrare i giova-
va, parlerò nel paragrafo di Sei-moneta. netti. popolo venera per principale
11
A litichi ruderi di una torre o forte al de- protettore s. Rocco confessore. Dinanzi
stro lato della via nominata le Castella alla collegiata è uu vasto piazzale abbel-
risvegliano l'idea del primiero loro esse- lito da uu granaio fabbricato da'fonda-
re, e souo il domicilio del gufo lamen- ineiiti nel 1772 da Francesco Caelani du-
tevole, dell' upupa melanconica, e della ca di Semionda, come si legge uell' i-
nottola o vipistrello che di giorno sta scrizione. Cisterna era più eslesa e popo-
nascosto. A levante del borgo è il palazzo lala prima che fosse bruciata e saccheg-
ducale, che costituisce l'ingresso nella ter- giala dallo scismatico Lodovico V il Ba-
ra mediante un grande arco che dicesi varo. 11 Nibby parlaudo di questa terra
la porta, sebbene vi si eutri da ogni par- crede, che finché fu io qualche modo
te uun avendo mura castellane, il diseguo praticabile la via Appia, abbia molto sof-
del quale fabbricato è decoroso e alquan- ferto, trovandosi sullagran strada in luo-
to vasto, uè manca di quella solidità che go poco difeudibile,esposla a tulle le scor-
n edificio signorile conviene. Questo è rerie, che narrai uel suo articolo; ma do-
1'
uuico fabbricato ragguardevole, tran» po, lino cioè al riuUivameuto di quella
VEL VEL 70
nel secolo passato, rimase troppo fuor di vn l'acqua da' colli veliterni. Con PU-
Mano e quasi dimenticata, come dall'al- ghelli, Italia sacra, l. io, p. 177, ripor-
tro canto dopo il diseccamelo delle tai i 7 suoi vescovi, il quale però avverte,
Paludi Pontine e il riapriroento dell'Ap- che la città di Tre Tabcrne non è da
pia, questa terra ha molto migliorato confondersi con Tabernae seti Palaeo-
nell'aria, la popolazione si è accresciuta, poli, vel Treschines in Magna Gr ac-
ed i fabbricati sono stali anch'essi amplia- cia. Il i.° vescovo che si conosca è del
ti e abbelliti. Dichiara Marocco, cheil 3 3:1 a' tempi di s. Gregorio 1 v'era pu-
l'origine del nome di Cisterna proviene re un vescovo, di cui s'ignora il nome, o
da alcune cisterne esistenti, ovvero dal- meglio era vacante, il quale'Papa veden-
la forma totale del paese piuttosto esisten- do ridotta a nulla e devastata la città
te in basso; eche varie sono le cisterne delle Tre Tabeine da' longobardi, eoa
d'acque piovane per uso della popolazio- lettera riprodotta da Ughelli e indiriz-
ne, la i.' essendo innanzi al palazzo ba- zata a Johannis Episcopo di Vellelri, al-
ronale, ottimamente costruita e profonda la sua ne unì canonicamente la cattedra
3
1G0 palmi, la i. dentro lo stesso palaz- vescovile. Questa chiesa rimase per vari
zo e della medesima profondità, la 3." anni unita alla Veliterna, ma poscia ri-
piccole fosse d'acque stagnanti, come ve- 28, § i5, che avendo i fedeli di Roma
diamo in tanti luoghi. La celebre sta- udito l'arrivo dell'apostolo s. Paolo a
zione di Tre Taverne sulla via Appia Pozzuoli, ed essendosi posto in viaggio
e poscia città vescovile, di cui tanto si verso Roma, per essere giudicato dall'im-
questionò dagli eruditi per la confusio- peratore a cui erasi appellato, gli an-
ne che si osserva dal Nibby negli itinera- darono incontro fino al Foro Appio, di
ri Roma,
antichi circa la sua distanza da cui riparlai ne' voi. LV, p. 65, LXXIV,
giacché il nome
comime a varie sta-
fu p. 2o3, ed a Tres Tabernae: e Paolo
zioni sulle vie antiche, come quella pres- vedendoli, dopo avere reso grazie a Dio,
so Laus Pompe/a nella Gallia Cisalpi- ne prese fiducia. Questo avvenimento è
na, e quella presso Interamna sulla Fla- di grave importanza, come quello che si
minia, derivando da tre osterie erette per rannoda alla venuta dell'Apostolo delle
comodo de' viandanti, particolarmente genti in Roma nell'anno 5y di nostra
nella unione di più strade (del vocabolo era, a promulgarvi con s. Pietro la dot-
Talerna riparlai nel voi. LXXXfV.p. trina di Gesù grande
Cristo. Un altro
iq4) come appunto accadeva nella sta- avvenimento è pur quello ivi avvenuto
zione in questione, dove a destra dira- l'anno 3oj di della era. Dopoché Mas-
mava la strada ad Anzio, ed a sinistra senzio ebbe assunto la porpora imperia-
un'altra quasi continuazione della pre- le nel 3o6, Galerio, che mai volle rico-
cedente portava a Velilrae. Altri luoghi noscere, alfulò a Severo cesare la guerra
della stessa denominazione si ponno ve- contro di lui, e questi vinto più dall'oro
dere nel Ricchi, Reggia de f'olsci. Ta- che dal valore del suo rivale, tradito da'
le unione di vie mentre rendeva neces- suoi dovè ritirarsi in Ravenna, dove as-
sari i luoghi di ricovero e gli alberghi, sediato da Massimiano Ercole padre di
andava per la frequenza de' viandanti Massenzio, né potendo facilmente esse-
raccogliendo a poco a poco gente nello re forzalo alla resa, fu persuaso da quel
stesso sito, onde da semplice stazione in- vecchio astuto a portarsi in Roma, as-
sensibilmente diveniva borgata, e delle sicurato co' più. forti giuramenti. Sem-
volte ancora città. E molte terre moder- bra ch'egli per maggior sicurezza seguis-
ne potrebbero alleluisi in esempio come se la via di mare, fino a Brindisi quin- :
sorte dalla medesima origine. Le prime di per l'Appia, giunto a Tres Tabernae
memorie riferite da Nibhy della stazio- cadde in un'imboscata tesagli da Mas-
ne di Tres Tabernae sub' Appia rimon- senzio, e fu strangolato da Eraclio, co-
tano al decimare del secolo VII di Pioma, me dice il Theuli. Lo storico greco Zc
poiché Cicerone la ricorda l'anno 692, simo chiama il luogo, Tre Osterit
le
nella lettera che scrisse ad Attico a' 27 Tres Tabernae, e lo designa come
VE L VEL 8t
villaggio. L'autore della Miscelici nar- Appia i fedeli eressero diverse chiese a'
raudo lo slesso fatto, dice che dopo es^e- ss. Apostoli e massime a' ss. Pietro e Pao-
re stato spento Severo ad Tres Taber- lo, che per tale strada recaronsi a Roma
nas, il suo corpo veune sepolto nel mo- a piantarvi la fede. Presso Tre Taberne
numento di Gallieno 9 miglia distarne fu già la sontuosa chiesa di s. Pietro in
da Roma sull'Appia. Pertanto circa i Selce, la quale poi restaurò la pia [Ir*
di quella torre, che si vede alzata in Ci- si sicuro neppure in Ninfa. L. Agnello
sterna in argomento di sue glorie sul Anastasio neh' Istoria degli Antipapi
mezzo della nobile residenza de' princi- t. 2, p. 5j e 59, parlando di Vittore V
pi Caetaui, il che rende ancor più cele- narra. Morto Adriano IV in Anagni il
82 VEL VE L
domenica ili ottobre, cioè Immaro di dio co' suoi seguaci pervennero alla Ci"
Frascati e quelli di Molfetta o Melfi o sterna di Nerone, nella quale Nerone s'
rinnovarne la memoria, in cui leggo cbe Vittore sono irrisorie, dettate dall'astio
a' 20 settembre ii5g Alexander III e dall'ambizione, per porre in ridicolo
P. M. ex Urbis tumulili post renimela,' il Papa legittimo. Di più soggiunge, la
Egli difalto scrisse di se a Gerardo ve- tengono ivi seguita la consagrazione pon-
scovo e a'eanonici di Bologna : Seguenti tificia, presso il Muratori, Rerum Itali-
die dantinico venerabilibus fralribus carimi Scriptores, t. 3, p. 2, p. 522 e
no s tris Gregorius Sabinensi, Hubaldo seg. Ma l'antipapa Pasquale II nominato
Ostiensi .... a pud Nympham non longe nell'articolo deve leggersi III. Del sac-
ab Urbe insimul consecrationis acce- cheggio e incendio di Lodovico V il Ba-
pimus. E negli atti dello stesso Alessan- varo riparlerò a Vei.letbi. Nominai più
dro 111 presi da un codice Valicano leg- volte la Cisterna di Nerone che die nome
r
gesi. In vigìlia B. Maidici apostoli pro- al paese : ecco il riferito da mg. Nicolai.
spere ad Nympham per Dei gratiam » Dopo Velletri viene Cisterna, donde
pervencrunt. Ubi ipsa dominica die. . . calando dolcemeutesi scende a'piaui Pon-
Alexander, praeeunte Spirilus Sancti tini. Sulla sua origine variano assai le
grada consccratus est insummum Pon- opinioni degli eruditi, alcuni confonden-
tificali. Il Ciacconio, Ilist. Boni. Pont. dola con Tres Tabcrnae, cambiamento
riferisce altrettanto. Poco o niente è da fi- di nome poco credibile ed errore deri-
darsi de' fautori e dello stesso antipapa,co- vato dagl'inesatti itinerari. In altro tem-
me seri ve ilBaronio,per l'immenso cumu- po la terra ebbe il nome di Cisterna di
lo di bugie dettate dal padre della men- Nerone, e così fu chiamala non solo dal
zogna. Essere ciò vero rilevasi dallo scrit- volgo, ma da Federico II (dee dire I), nel
to da' fautori dell'antipapa e inviato al suddetto passo. Se allora era così cbia
suo sostenitore lo scismatico imperatore mata Cisterna, ritenendosi volgarmcnl
Federico I, in cui dicono » Cbe Alessau-
: esservisi nascosto Nerone, i' errore e
VEL V EL 83
falsila è troppo evidente per la testimo- damenti una splendida chiesa, adorna di
nianza di Svelonio. Questi racconta, che decorosi altari, arricchita da sagre sup-
Nerone per campar la vita, travestito e pellettili e da insigni reliquie, in onore
incappucciato lutto, fuggi di corsa da Ro- delle ss. Stimmate di S.Francesco, custo-
ma ad appiattarsi nella villa del suo li- dita con venerazione da' conflati aggre-
berto Faonte, la quale era situala presso gati sotto il suo nome. Di più edificò non
Roma fra la via Salaria e la Nomentana, lungi da Cisterna una nobilissima villa,
4 miglia circa lungi dalla cititi, e che ivi deliziosa e amena. Di Cisterna fu fr. Fran-
a
fu ucciso da'congiurali che lo inseguiva- cesco Angelo M. Peroni riformato fran-
no, ciò che fu pure osservato dal ricordato cescano, in vari tempi guardiano, com-
Ricchi. Nondimeno può ben essere, che missario, custode e prefetto apostolico in
la terra si chiamasse la Cisterna di Ne- Costantinopoli, inviato da Innocenzo XI
rone, e che da questa denominazione il in Albania procuratore delle missioni, e
volgo per ignoranza le attribuisse il falto per modestia ricusò il vescovato di Smir-
altrove succeduto. Il Corradini nel Ve- ne, offertogli nel 1710. Dello stesso 01 di-
tu» La tinnì opina che il luogo avesse quel ne fu fr. Fortunato Setini coadiutore mis-
nome, perchè Nerone fin là continuò la sionario in Tripoli di Barbaria,morto nel
fossa cominciata da Augusto nel territo- patrio convento di Antonio in concetto
s.
clero della collegiata medesima; poscia e rurali, morendo in questa sua amena
ritraversandola in mezzo a foltissimo po- villa nel 1670.I suoi erediaveano il domi-
polo, e preceduto da due fanciulle ele- nio temporale del luogo, e ilgiuspatro-
gantemente vestite che andavano spar- nato della chiesa ,a tempo dei Piazza con-
I
gendo fiori, risalì in carrozza in mezzo tando 100 abitanti in incremento. Poco
agli spari reiterati de'mortari, al suono distante in una vaga collina e vicino al-
delle campane, ed agli evviva degli abi- la Teppia eravi Tivera, Tiberia o Castel
tanti per proseguire suo viaggio verso
il Tiberio, borgata già fiorente, e secondo
Velletri. Il dà grano, vino, po-
territorio Theuli già villa di Tiberio imperatore,
co olio, moltissime legna da lavoro e da dove riposavano le reliquie di s. Ponzia-
costruzione ; suoi pascoli producono ec-
i no Papa, trasferite nella cattedrale di
cellenti latti di bufale, che vi abbonda- Velletri. Fu posseduta da'discendenli di
no, co'quali si formano saporiti formag- Onorato Caetani, e venne demolita da'
gi, provature e marzoline. Nel medesi- corani, o distrutta da'saraceni secondo il
sicurezza del luogo. Ora sonovi moderni tive jurisdictionis supremae congrega-
fabbricati ad uso di granai, un casale per tionis s. Jnquisitionis, super iis, quia-
abitazione, e una piccola chiesuola della syli privilegium quaerunt in lati/un-
B. Vergine. Poco prima di salire a Tor- dio nuncupato Conca, in Agro romano
VEL VEL 85
E col breve Inter plura dello stesso gioì*- (piai ricco fonte di natura , e per le sue
no, loco cit. p. 47^ Reintegrano privi-
: chiarissime acque denominato il fiume
legii competenti* capìtolo l citiamo pri- Ninfeo, avente la sua sorgente nelle radi-
maevam exercendi jurisdictionem in ci de'vicini monti di Norma, luogo ame-
causi* oriminalibus super quiasyli iis no per le pescagioni di trutte e riserva-
beneficium quaerunt in latifunàio nun- ed utile perle molte macine di
te caccie,
Ginnetti, di s. Pietro iu Forum in Cam- ilMarocco, il quale visitò luoghi che va-
i
.Ninfa. Annesso di Cisterna nella dio- una penisola circondata dalle acque del
cesi di Velletri, già illustre e antica cit- fiume Ninfeo avanzi di chiese ed una
, ,
ili, onde diversi scrittori de'voUci ne ri- torre di forma quadrilatera circuita an-
feriscono le notizie, ed anch'io già in più ch'essa da alte mura. Si osserva un bel
luoghi ne parlai, eziandio per giacere al- giardino con in mezzo una fonte peren-
le radici del monte di Norma o Norba tiecui passa l'acqua dal laghetto, e vi stan-
(P .) Per la sua posizio-
(pianilo esisteva. no due vaghe peschiere per conservare il
ne, Marocco lo dice luogo deliziosissimo, pesce. Inoltre contiene quel recinto vari
pe'ruscelli chela bagnano all'intorno, per piccoli terreni lavorativi, formati a fog-
la veduta amena delle circostanti colline, gia d'orti, e vi sono 3 mulini. Fu Ninfa
e pel bel laghetto d' acqua limpidissima, ragguardevole e popolosa, come di-
città
abbondante di dotte, secondo il Contato- mostrano le sue molte rovine e dimezza-
re.Da questo comincia fiume Ninfeo e il le torri, una delle quali già altissima; il
ra; e quanto al fiume, dice che nel V se- niti nell'unica superstite chiesa in onore
colo, coli' Ast ura e la Teppia, concorreva della B. Vergine, risarcita in forma rura-
a formar la Palude. Pontina (F.), cioè le, per comodo de'pochi abitanti, de' pa-
ad accrescerla perchè già era formata da' stori e de'ministri delle mole. Tale riu-
fiumi Auiasenoe Ufente. Indi col Corra- nione di benefizi segui cou decreto della
diui ragiona del corso del Ninfeo. Lo ce- visita apostolica falla nel 1 635 da mg.'
lebra pure il Ricchi nella Reggia de' Poi- Gio. Battista Altieri, e quando il Piazza
sci, reso fjuiosu da'poeti magnificandolo visitò la diocesi trovò trascurata la cine-
86 VE L VE L
sa da que'che ne godevano le prebende, Nymphas et Nonnias appellantur, quae
perciò canonicamente rimproverati. A- juris pallici erant.
I Papi però non ne
dunque non vi esiste che la chiesa della goderono tranquillamente, né per molto
B. Vergine, ove si celebra la messa ne'soli tempo il possesso, poiché Astolfo divenu-
dì festivi. Dell'aulico e celebre monaste- to nel 749 re de'longobardi, portatosi poi
ro benedettino fiorito supra Niinpham, all'assedio di Roma, saccheggiando e de-
denominato di s. Angelo o di s. Maria di predando il territorio latiuo, l' impoverì
Monte Mirteto, parlerò nel paragrafo di stranamente. Non avendo romani da i lo-
Cori. Nel casamento appartenente a'du- ro slessi forze da respingere tale podero-
chi Caetani signori di Ninfa, si legge una so nemico, il Papa Stefano HI non otte-
Anche egli racconta il già da me riferito principato della s. Sede, e il popolo ro-
altrove, ed è questo. Mentre longobar- i mano dalle barbarie de'nemici; il re ac-
di tenevano occupala quasi tutta l'Italia, colte rispettosamente le pontificie pre-
il Papa s. Zaccaria nel 7^ presso il loro ghiere, fece passare in Italia una possen-
re Luitprando si adoperò a tutto potere te armata e in poco tempo abbassò la
,
cedere a questi stati la pace , che subito il territorio Pontino , di cui già ne posse-
gli fu accordata per 20 anni , con pro- deva buona parte come notai nel voi,
messa speciale, eh' esso re sarebbe slato LV, p. 68. Norma essendo stata onorata
in avvenire il difensore della Chiesa e del- della sede vescovile, e n'era vescovo Gio-
a
le suddette provincie. Per questo grande vanni nel 963, soffrì poi una 2. distru-
servigio, circa l'Esarcato, reso da s. Zac- zione , e il vescovo trasportò la sua sede
caria all'imperatore greco Costantino IV alla vicina Ninfa, come afferma il Nicolai.
Copronimo, egli per gratitudine donò al Questi inoltre racconta, che nelle succes-
Papa, o a sua richiesta, postulaverat, le sive calamità de'lempi, il patrimonio del-
due nuove città del paese Pontino Ninfa la s. Sede soggiacque a diverse usurpa-
e Norba co' loro amplissimi territorii o zioni; tra le ciltà Pontine peraltro se ne
masse. Questa donazione alla romana coniano alcune, le quali nel secolo XII si
Chiesa l'attesta Anastasio Bibliotecario, mantenevano religiosamente fedeli e ub-
ed anche Cencio Camerario presso il Mu- Indienti sotto il dominio del Papa. Nin-
ra tori .Zacharìas Poh tifex accepit a Con- fa principalmente, che in qtiell' età avea
stantino principe donalionemin scriplìs una giurisdizione assai estesa, favoriva a
perpetuo jur e de duabus Maisis,auac tutto potere il partilo papale in prova che
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il Pontefice n'era patitone. Presso il Mu- sostenuto colle armi dall'imperatore Fe-
ratori, Anlìq. hai. Med. aevi, t. 2, p. 1 l, derico I. Alessandro 111 insieme colla più
esiste un insigne monumento delle tasse sana parte de' cardinali, i quali sostene-
imposte nel principio da
di detto secolo vano la legittima elezione sua, si ritirò
Pasquale II agli abitanti di Ninfa: Ilacc nel paese Pontino, e in Ninfa nella vigi-
situi, (juacjiicicul Nimphesinì; fidelita- lia di s. Matteo, ossia a'20 settembre del-
temfacere B. Petto, et Donino Pascila- 1 i5g, e non altrimenti come er-
lo stesso
li Pi/pae ejusque successoribus , quos
, roneamente molti scrissero copiandosi,
meliores Cardinales et romani elege- venne con solenne rito consagrato e co-
rint. Jloslem et parlamenluni curii cu- ronato, al modo narrato al paragrafo Ci-
ria praeeeperit. Servi tinnì quod assue- sterna, per confutare que'non pocbi ebe
ti sunt facere, et piaciutili et b a unum fu- asserirono ivi seguite tali sagre funzioni;
riant B. Peti et Papae. Quartata red- dappoiché i nemici di quel magnanimo
dent admensuram romani modiì, et con- Papa ,
per concitargli l'odio e l'orrore
1
duca ut e ani usque Tiberiam vel Cis ter- pubblico, andarono spargendo comune-
nani. Glandaticum solvant infesto s. mente die quelle solenni funzioni eransi
Martini ... De carico cujusque sandali celebrale alla Cisterna
ci Nerone, menzo- i
solvant denarios sex. Fidantiam in uno- gna che avea qualche simigliami col ve-
quoque anno ... ìllolendina, quae Papa ro perchè Ninfa era assai vicina a Cister-
mine tenet, duodecim quae sunt extra, na ,
pretendendo goffamente di fare re-
et unum qtiodeit supra laeutn, quiete putare Alessandro III qual altro Nerone
dimiltant. Murumcivitalis deslruentse- il più. fiero di tutti i tiranni. Non essendo
cundinn praeceptum euriae,nec sine e- poi Papa ben sicuro in Ninfa,
il si portò
jus licen da eiini aedijicent. Ma in bre- a Tenaci uà, e di là passò negli stati di
pontificato dello stesso Pasquale II non lifugiò iu Francia. Dipoi Federico I per
solo Ninfa, ma ancora Semionda e Ti- vendicarsi d' Alessandro Ili che 1' avea
ferà o Tiheria, e quasi tutto il paese Pon- scomunicato, distrusse Ninfa, come rac-
tino, regionali AJaritimaui, venue tolto conta il Piazza, anch' egli errando nel-
alla s. Sede da Tolomeo conte Tuscola- l'anno in che vi si recò Alessandro III,
uo. Alla metà dello stesso secolo XII, Pa- anzi con altro fallo la disse forse l'antica
pa Eugenio III ricevè per composizione Astura, di cui riparlai ne' voi. LIV,p. 201,
Terracina,Norba, Sezze ealtre città Pon- LXX[V, p. 276. Verso la fine dello stes-
tine colla rocca di Fumone. Non molto so secolo Leone Frangipani impegnò per
dopo Adriano IV diede il possesso del ca- i5o libbre il castello d' Astura a Celesti-
stello d'Acqua Puzza o Putrida (di cui a no HI; il cui successore Innocenzo III com-
Sezze enei voi. LXX.IV, p. 176) ad A- prò la 3." parte totius Castri Nympha-
dinolfo, quale prima ribelle alla Sede
il rum cimi teniinentis et pertinentiis suis
apostolica, erane divenuto poi ubbidien- ìnlus et deforis, prò quingentis triginta
lissiino. Nel 1 109 a detto Papa gli suc- libris provisiiiorum, da'fralelli Filippo e
cesse Alessandro 111, il qualequautuuque Bartolomeo Lombardi, e dalla sorella Ai-
eletto in Roma secondo tulle le leggi ca- druda vedova di Scotti, quali n' erano i
basilica Vaticana, per seguire le parti del- pre riconobbero il dominio della Chiesa
l' iulruso antipapa Vittore IV detto V, romana su di esso. Nicolò 111 nel 1279
88 VE L VEL
assegnò ari nualmen te ahuoai'chiatroG io- glia e da Roma 35, secondo Bauco, men-
vanni di Luca 55 lire di provesiui sopra ti eNibby le accorcia, nell'Analisi de din-
Je rendite del castello di Ninfa, e ne scris- torni di Roma, t. 3, p. 7. Essa è situata
1
se al suo podestà, consiglio e comune. Di- sopra un monte scosceso, ultimo contraf-
rocca taNinfa per l'indicato eccidio,in pro- forte del dorso detto volgarmente mon-
gresso ditempo suoi cittadini passarono
i te Lanteria, in luogo di monte d' Artena,
ad abitare in Norma, castello fabbricato contrafforte anch'esso della cima del mon-
di nuovo presso 1' antica Norba. Trovo te Lepino, oggi detta monte Nero. A pri»
in Novaes, che il castello di Ninfa appar- mo aspetto, dice Nibby, ravvisasi per
il
I Orvietano. Tutta volta afferma Piazza, ne che l'Arx Carvcntana, ossia la Roc-
apparire dagli alti del notaio Pietro Fer- ca Carventana, fosse piuttosto nel comu-
raccia, de'i5 luglio 1 337, che il castello ne di Castro soggetto al governo di Val-
tli Ninfa ne' volsci spettasse alla chiesa e lecorsa; e che probabilmente Castro suc-
s. Matteo (V.)
ospedale de'pellegrini di cesse all'antico Caslrimonium oppìdum
in Merulana di Roma, e della quale ne F olscorum in il quale era difeso
Latio ,
rifeci cenno nel voi. LXXV p. 65. In dall'^rx Carventana. Narra esistere nel'
,
comprata da Innocenzo III, cosi Pietro la co, il quale soggiunge: Massima fu questa
ricevè a titolo di feudo da Bonifacio Vili Rocca appellata, perchè ne'remoti tempi
neh3oo. Riferisce Marocco, che in Nin- era massima in elevatezza e in fortezza. Il
fa si fa molta caccia di anitre selvatiche Piazza parlando della Rocca de' Massi-
e di altri volatili, e vi si trovano utilissi- mi, la dice posta sulla cima ben erta d'un
me erbe botaniche. monte circondato di selve e boschi, il più
Bocca Massima. Comune della dioce- alto abitato che per avventura si trovi in
si di Velletri, eoo territorio in monte, a tutta la Campagna, fabbricato con anti-
sinistra della via che da quella città con- chissimi testimoni di gelosie militari io
duce a Cori, da Velletri distante io mi- forma di fortissima Rocca, col recinto di
V EL VEL 89
olle eben munite muraglie; della declas- venlana. Nel 247 di Roma i volsci occu-
simi o perchè quivi si ricovrii o n'ebbe il parono l'arce Carventana, e l'esercito ro-
dominio la nobilissima e mitica famiglia mano la riprese profittando d'un momen-
di queslo nome, o perchè fosse la Massi- to di negligenza di quelli che l'occupa-
ma in altezza e fortezza tra' circostanti vano, usciti per saccheggiare; l'anno se-
paesi. Certo è, soggiunge, che per natu- guente una negligenza simile per parte
ra del sito e per Ja struttura della Rocca de'romani ne fece padroni gli equi alleati
ella riesce sopra modo inespugnabile per de' volsci, ne per quanto facessero onde
qualunque assalto. Anche il Ricchi nella ritoglierla romani la poterono riavere;
i
liano o Giugliano e Segni, la più. alta Roc- mangono, le quali però, se non dimo-
ca della Campagna de* volsci, forse me- strano pienamente essere l'Arce Carven-
ritando il suo titolo di Massima per la sua tana nel sito di Rocca Massima, non si op-
grande eminenza, ovvero per aver avu- pongono nemmeno a tale congettura. Im-
to il suo essere dalla nobile famiglia Mas- perocché era l'Arce Carventana d'origine
simo. La dichiara pure inespugnabile a latina, come dimostra Dionisio citato da
qualunque assalto di guerra, per l'asprez- Stefano: era nel tempo medesimo sul li-
za e scabrosità del monte che impedisce mite di quel territorio a contatto co' vol-
l'accesso in qualunque parte alle squadre sci , e soggetta alle scorrerie degli equi,
nemiche, che però dicesi Arx ab arcen- come mostra Livio: era finalmente cosi
do. Riesce molto forte e invincibile ezian- forte, che non si poteva prendere se non
dio per artificio d'arte nella struttura de- per sorpresa, e che potè resistere a due
gli antichi baloardi e altre fortissime inu- eserciti consolari, circostanze, che in Roc-
la, con occhi e gelosie militari da'quali ca Massima si trovano a segno che il fat-
viene recinta. Ha questa terra la chiesa to si rinnovò nel i55y quando per sor-
parrocchiale dedicata a Dio, come tutte, presa e con istratagemma militare veli-
in onore di s. Michele Arcangelo, con ar- ne occupata dalle genti del duca d'Alba,
cipretee un cappellano. Fuori del suo re- nella guerra di Campagna contro Paolo
cinto poi ha altra chiesa con ospedale: il IV, benché questo avea posto in istato
suo protettore è s. Isidoro agricoltore, e di difesa le provincie di Marittima e Cam-
vi sono due confraternite secolari. A 'tem- pagna; alla quale occupazione segui il de-
pi del Piazza e del Ricchi, poco distante plorabile eccidio di Segni (f.). Racconta
dalla terra pravi il collegio de' sacerdoti Bauco, che non sembra priva di fonda-
dottrinari, applicati al ministero de' sa- mento 1' opinione d'avere avuto Rocca
gramenti,a promuovere l'istruzione del- Massima il suo principio da'veliterni, che
la dottrina cristiana , e per sussidio non per evitare la crudeltà e barbarie de'go-
solamente del parroco del castello, ma an- ti nel 4 IO > e quella de' vandali nel 4^>
cora di que'contorni che lo richiedevano. furono costretti ad abbandonare la pro-
Quella comoda casa fu dotata colle pro- pria patria, ed a rifugiarsi e nascondersi
prie sostanze di convenienti entrate, pel fra le balze e i dirupi de'monti più inac-
mantenimento de'sacerdoti e altri operai, cessibili , ove fortificarsi per loro difesa.
dalla nobile matrona romana Massima Vuole Calindri , seguendo la tradizione
de' Conti, virtuosa pel zelo delle anime. de'corani, che questo castello fu fondato
Leggo inoltre nel Nibby , che T. Livio daQuepio Massimo da Cori, verso il 608
racconta le gesta avvenute presso quella di nostra era. Ciò sostengono corani an-i
città o fortezza, ch'egli chiama Arx Cai- che per la coufederazioae immemorabile
f)o V E L V E L
e durevole tra Cori e il vicino paese di nino, è pure conlrafforle del monte A-
llocca Massima. Marocco non l'afferma, culo che separa il bacino dell'Amene dit
perchè semplice tradizione; ed il Bauco quello del TrerooTotero oggiSacco.L'ab-
dice soltanto ritenerne i corani fondatore bondanza de'carpini in quelle montagne
Quinzio Massimo loro concittadino. Ri- moltiplicò la denominazione di Carpine-
ferisce inoltre Dauco, che Rocca Massi- to a varie punte. Il monte Carpineto im-
n»a fu già feudo della principesca casa mediatamente domina sulla riva destra
Pamphilj-Doria;ed il Piazza dichiara che dell'Amene. Fra gli altri luoghi ouaoni»
a suo tempo era posseduta dal duca Sai- mi vi è Carpineto di Reggio di Modena,
viali, altrettanto confermando Ricchi e ove si recò s. Gregorio V II), alberi che
il moderno Nibby; per eredità de'Salvia- ivi abbondano, e dicesi che fosse in due
Segni (F.), città vescovile, con residea- monti che gli formano un anfiteatrale
,
blico sopra una parte del maschio. La più la vaga piazza, e l'altra che dalla chiesa
alta cima de'Lepini, che dicesi Semper- di s. Michele Arcangelo, antica e di sti-
visa, offre uno de' più magnifici punti conduce parimeli-
legotico, già abbaziale,
di vista, onde abbonda il suolo italiano, te alla piazza medesima. Il fabbricato è
Apprendo- da Marocco, che la derivazio- piuttosto altoe visiono buone abitazioni,
ne del nome di Carpineto si pretende da Ha 4 interne chiese parrocchiali, che no-
unaselva dicarpani (o carpini, Carpinus minerò con Marocco. La collegiata ittsi-
Betulus di Linneo, specie di frassino, il gue sotto l' invocazione de' ss. Giovanni
monte Carpineto, ultimocontraffurtedel- Battista ed Evangelista, sulla detta piaz-
I Arcinazzo, nella badia di Subiaco, puu- za situata, eretta uel 1770 al dire di Ca-
lo culminante di quella caleuadell'Apea- lindri, e perciò di moderna e ben inlesa
VEL VEL D i
costruzione, con suo capitolo « la digni- bricato dignitoso e vasto, degno del ma-
tà del preposto. L'arciprettira di s. Gio- gnifico nipote di Clemente Vili. 11 chio-
vanni. La chiesa di s. Nicola di Bari , e stro perfettamente quadrato ha nel mez-
quella di s. Giacomo apostolo, ambedue zo la cisterna, e al di sopra da due parti
col titolo abbaziale. Nel i
749 io cm s> vedesi una loggia graziosissiraa collo stem-
pubblicò l' Istoria della cattedrale d' A- ma marmoreo del cardinale. Sul fronto-
nagni di De Magistris , le 4 chiese par- ne dell' ingresso principale della chiesa
rocchiali erano l'arcipretile di s. Giovan- ammirasi il busto marmoreo d'eccellen-
ni Evangelista, e le 3 abbaziali di s. Ma- te scalpello di s. Pietro apostolo, a cui è
ria Maggiore, di s. Angelo, e di s. Nico- sagra, dono del medesimo porporato. Vi
la vescovo. Vi sono anche due conventi sono buoni quadri, e quello di s. Fran-
siibiu bani colle loro chiese. Uno è quel- cesco che riceve le s. Stimmate, alla sini-
lo di s. Agostino protettore del luogo, lun- stra della cappella del ss. Crocefisso , è
gi mi 4-° di miglio da Carpineto, degli a- stupendo lavoro di classico pennelIo:grau-
gostiniani che nelle vicende politiche de' diosa è la sagrestia. Antica è l'altra chie-
primi anni del secolo coi lente doverono sa suburbana di s. Maria del Popolo, pres-
lasciare, e poi vi tornarono in minor nu- so la quale era 1* ospedale de' poveri. La
mero. La vetustissima chiesa è di gotica sua fronte è gotica, con bell'atrio, di cui
architettura, edificala con massi quadrati due pilastri si vedono ornati di due teste
neh 35odafr. Gregorio Sii vestii del me- di cavallo, e sulla stessa facciata vi sono
desimo luogo, e coperta d'un tetto che varie croci di pietra. L' ingresso è mar-
ricorda quello mirabile della basilica O- moreo,abbellitodi bassorilievi a fogliami,
stiense eonsumatodallefiamme nel 1 823. colla ss. Vergine sedente sopra di esso di
I dipinti della tribuna fauno fede cuine bel lavoro, essendo l'occhialone formato
la chiesa e l'annesso ampio convento ap- con molta maestria di scalpello d'un so-
partenessero all'oidi ne de'templari. L'in- lo pezzo. Nell'interno è rimarchevole l'al-
gresso è magnifico di prospetto a Carpi- tare di s. Rocco con due Angeli laterali e
neto, fiancheggiato da due leoni. Sopra la B. Vergine sedente in alto; a' fianchi
l'arco è la B. Vergine avente a' lati i ss. dell' altare si vedono ss. Pietro e Paolo,i
Paolo i.° eremita e Antonio abbate; e più e più sotto s. Bartolomeo e s. Simone.
sotto i simboli de' 4 Evangelisti, in mez- La pietra che forma l'altare e i bassori-
zo a'quali è collocato l'Agnello pasqua- lievi, è delle vicine cave di Carpineto. Al-
le. L'altro convento è distante da Carpi- le falde del paese è la chiesa di s. Miche-
neto dopo brevissimo e ameno passeggio, le Arcangelo de'confrati della Morte, ove
ad esso pure di prospetto e situato alle s'ammira la Crocefissione di Giulio Ro-
falde del monte Capreo, uno de'Lepini mano, e si rimarca la tomba del celebre
colla vetta più. alta degli altri. Questo bel Lorenzo Porta dottissimo (non però ar-
convento de'minori osservanti riformati, chiatro pon lificio, come vuole Castellano,
che vi stanziano numerosi, fu fabbrica- non trovandolo tra' medici archiatri nel
lo colla chiesa dalla munificenza del car- Marini), riportandone l'onorifica e pro-
dinal Pietro Aldobrandino come accen- lissa iscrizione Marocco, insieme alle la-
nai nel voi. XXV 11, p.i58, con annesso pidarie di Carpineto, due delle quali con
palazzo abitato dal cardinale ne'tempi di morali sentimenti nel dialetto del paese.
diporta 11 Ricchi celebra il fioritissimo Esistono pubbliche scuole che insegnano
studio che nel convento vi tenevano i re- da'primi rudimenti giammai icaii sino al-
ligiosi, nelle filosofiche e teologiche disci- la rettorica, e per le fanciulle vi sono le
pline. 1 contigui orti, i prati e la macchia maestre pie. Manca Carpineto d' acque
souo ciuli da mura, essendo tutto il lab- perenni neh' interno , e delle piovane si
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servono i popolani , ma due pubbliche d'Alessandro VII, e decorò l'aula conci-
limpidissime fonti trovatisi però a poea storiale, non però avvocato concistoriale,
distanza, una cioè vicino alla chiesa della non trovandolo nel Syllabum Advoca-
t>. Annunziata, l'altra dietro la chiesa di tortini s. Consistoriideì Cartari; può dar-
s. Sebastiano che viene detta il fonte di si nondimeno che lo fosse dopo pubblica-
Capys di-
Silvio re de'latini, figlio del re ed egregio poeta; pubblicò nel i638 in
scendente d'Enea che fondò Capua, e fra- Napoli un' opera poetica iu lode del car-
Tiberino che s'annegò nel (ìume
tello di dinal Ippolito Aldobrandini , al quale il
Albulaegli die il nome di ZeveTUj per cui Ricchi attribuisce la biblioteca di Carpi-
credesiciò avvenuto g23 anni prima del- neto, e l'erezione del convento e chiesa di
l'era nostra. Altriopinano che Carpine- s. Pietro. Fr. Angelo Seneca 1." custode
to sia derivato da alcuni pastori che te- ueli6i8 della riforma romana de'aiino-
nevano il gregge fra' molti carpini di cui ri osservanti, de'quali era stato ministro
sono ricoperti suoi monti, opinione ri-
i provinciale e procuratore generale, poi
ferita come I' altra da Calindri, il quale defiuitore generale. Fr. Giacomo da Car-
aggiunge, formarsi il suo stemma comu- pineto de'riformati, celebre predicatore e
nale da 3 Carpini. Dice ancora che fu di- teologo nsigne.profondo erudito
i come di-
strutta da'romani dopo 3oo anni di con* mostrò nel suo poema epitalamico stam-
tinnii guerra fatta da'popoli ch'erano iu pato neh 638. Altri religiosi riformali il-
Carpineto; e che nel i (ìlio sotto Alessan- lustri furono gli Automi, Gabrielli, Leo- i i
dro VII deperì quasi intera la popolazio- ni, Baldassari, i Paoli, i Giacomi. Fra i
i
ne, epoca che forse devesi anticipare al prodi militari si distinsero FrancescoCon-
i656. Fu posseduto qua! feudo nobile, li colonnello de' veneziani nella guerra di
dopo camera apostolica, da vari signo-
la Cmdia; il nipote Alessandro Conti al ser-
ri, prima da'Caetaui, poi da'Conti, a'qua- vizio della stessa repubblica nella guerra
li nel 1428 lo confermò Martino V, e Ca- di Godìi; di essa inoltre fu capitano e in-
millo Conti n'era duca nella metà del se- gegnere in Levante Pietro Paolo Briganti
colo XVII, come notai nel voi. XVII, p. de Conti parente de'precedenti. Aggiun-
74 e 7^. Tuttavolta leggo nelle Memo- gerò che Marocco celebra Antonio Goz-
rie Colonnesi del cav. Coppi, che Marti- zi protomedico nel 1570 e archiatro pon-
no V Colonna nel dividere tra'suoi paren- tifìcio, ma il Marini non lo noverò tra gli
storione di libbre 55o preso ne'nostri ma- Grisogono (del quale, e del possesso che
ri. 11 Ricchi nella Reggia de' Voh ci trat- vi prese il cardinale, riparlai nel voi.
ta uel cap. 9: De' soggetti illustri, di Car- LXXX, p. 322), elevato alla s. porpora
pineto, con breve descrizione della tèrra. a'19 dicembre 853 dal Papa regnante.
1
Francesco Leopardi fu iutimo familiare Riporta il u.° 8 del Giornale di Roma del
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18T4. die il comune di Carpi lieto lieto vocabolo, non conoscendola con tal no-
della gloria che gli derivò per l'esaltazione me), e varie castella, delle quali non esi-
benemerito concitta-
dell'illustre e tanto ste orma. Negli scavi tentati si trovarono
dino, già arcivescovo di Dannata e nun- monete de'primi tempi della repubblica
zio apostolico di Brusselles, inviò al Pa- romana. Sulla più alta monta- delle sue
porpora, da tutti gli abitanti messo tut- ta gelosa di schiudere libero varco alle
to a festa il maggior tempio, sulla porta sue ascose bellezze. Spazia per entro in
collocò l'iscrizione che riporta. I vescovi grandi sale, sostenuteda sorprendenti vol-
d' Anagni e di Segni amarono prendervi te, in ampi corridoi, ed i segreti della mi-
parte alle sagre funzioni che si celebra- neralogia vi si mettono in luce. I dintorni
rono. 1 poveri ebbero larghi soccorsi da' sono sparsi de'i uderi dell'abbazia di Val-
nobili fratelli del cardinal Pecci e dal mu- visciolo,e de'distrutti paesi diCollemezzo,
nicipio, il quale volle pure conferire due diPruni e di Montacuto. Il territorio pro-
doti a zitelle bisognose. Tutto il paese poi duce legname di faggio, olio e grano a
manifestò la più sentita esultanza, ralle- sufficienza; frutta, castagne e ghiande in
niavanti, così viene proseguita conaltiet- porta Romana una deliziosa passeggia-
è
tanti dopo , con fiera libera dal peso di ta. Da essa si gode la pittoresca veduta di
qualunque dazio, giusta l'indulto di Pao- circa 4° paesi, e conduce alla chiesa fuo-
lo IV, confermato poi da Gregorio XIII. ri di Gavignano un 4-° di miglio, di buo-
Dice Calindri che nel territorio sorgeva la na e moderna architettura, detta il Cal-
citià volsca di Cuetra (dubito errata il vario dal rappresentarsi nel divoto qua-
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dio dell'aliare maggiore la Croeefìssione nccetlasse la prolettoria di Gavignano il
di Gesù Cristo. In questa chiesa nel 1837, celebre cardinal Giuseppe Mezzofante,
e al moilo riferito dal n.° 89 del Diario nominato da Gregorio XVI, volle pren-
1
dì Roma, ai'j ottobre mg. Luciani ve* derne il solenne possesso a'27 ottobre nel-
scovo di Segni solennemente benedisse la la sala del comune,con quelle formalità e
cappella, l'altare e l'immagine di s. Fi- particolari riferiti nel citato Diario. Dirò
lomena vergine e martire, eretta a destra solo, che gli fu eretto un arco trionfale con
r
dellamedesima dal capitanoVincenzo Ba- iscrizione dell'aurea penna di mg. Luca
iocco priore del comune, per grazia rice- Pacifici (già Segretario delle Lettere lati-
vuta, fra le acclamazioni e le festive di- ne ,ei\ ora Segretario de' Brevi a'principi,
mostrazioni della popolazione, avendo canonico Liberiano e di presente Vatica-
Gregorio XVI concesso l'indulgenza ple- no), dal quale pure furono scritte le altre
naria. Indi con lodevole emulazione il , fatte in questa occasione. Tra'personag-
medico romano d." Pietro Paolo Azzoc- gi che recaronsi a ossequiarel'illustre por-
r
cbi, la cui famiglia è originaria di que- porato, nominerò mg. Lolli vice-legato
1
sto luogo (il suodegno fratello mg.' Tom- di Velletri e mg. Pecci delegalo di Bene-
maso Azzoccbi cappellano segreto già di vento e ora cardinale. Luminarie, fuochi
Gregorio XVI e ora del Papa regnante, artificiali e l'elevazione di globo areosla-
del quale è pure cameriere d'onore, be- lico,accompagnarono l'esultanza de'gavi-
neficiato Vaticano, è benemerito autore gnanesi; mentre il capitan Baiocco, ch'eb-
<li opere pubblicate, massime sulla lin- be l' onore di dare decoroso alloggio al
domestico: due edizioni. Inoltre si han- Rosalia eFilomena,e pel 1. "volle ascriversi
no di lui anche eleganti iscrizioni ed e- tra' fratelli l'esimioporporato. Nel piano
pigrafi italiane, ed è sua quella fatta per verso il nord e precisamente sulla via La-
la defunta principessa d. GuendalinaBor- tina, sopra i ruderi d'una villa degli an-
ghese, che pel plauso con cui fu accolta tichi romani e forse di Pompeo Magno,
pubblicai nel voi. VI, p. 40> ne " a stessa esiste un convento con chiesa di sempli-
chiesa eresse nel sinistro lato la cappella ce disegno delta di Rossilli, ove è in gran
di s.Rosalia vergine palermitana, per es- venerazione una divotae antichissima im-
sere stata la provincia libera dalla pesti- magine dellaB.Vergine;e siccome qui vi fu
lenza del cholera nel 1837. Seguì la be- già un'abbazia di monaci basiliani diGrot-
nedizione della cappella, dell'altare e del ta ferrata, essi anni addietro ne doman-
quadro, come l'altro di egregio pittore, darono l'effigie incisa, accorrendovi a in-
r
da mg. Annoverai vescovo d'Anagni a' vocarne il patrocinio eziandio da lontani
9.5 settembre 1840, per essere indisposto paesi, ed i gavignanesi vi ricorrono in lat-
il vescovo diocesano, con quella straordi- ti i loro bisogni e con pubbliche proces-
naria pompa descritta dal n.83 del Dia- sioni. I monaci di Rossilli possedevano
rio di Roma. In questa lieta circostanza, l'istoria mss. di Gavignano, roa per le vi-
avendo l'encomialo dottore ottenuto che cende politiche alcun secolo addietro ab-
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bandonando monastero e ritirandosi in
il so o favore de* primogeniti di sua fami-
quello celebre di Fai fa, onde pare che l'ahnontone e Ri-
glia della signoria di
fossero benedettini, si vuole che seco por- tri comprese Gabiniano ossia
feudi, e vi
tasserò tale scritto storico e lo deposilas- Gavignano. Tra' suoi legati, ordinò che
sero in quel prezioso archivio, ove si ere- si fondasse un monastero di monache in
cenno nel voi. XXV 11, p. 199, e notando bri ter reformari, onde il medesimo fosse
ancora che da questo 2. ramo de'conli sostituito a quello che Adinolfo era in oh-
Tusculanie da detto signore di Gavigna- bligo di fabbricar di nuovo per adempie-
no potè derivare lo stipite iW Conti (F.) re al pio legato del padre. Trovo altresì
di Segni, celebre e potente famiglia. Nel nel Coppi, che Giulio Colonna, unito al
declinardel secolo XII vivevano Giovali- genero Napoleone Orsini e Giambattista
ni, Tolomeo, Giordano e Andrea tulli , Conti, malconlenlidel governo diClemen-
Colonnesi figli di Giordano signore di Ga- te VII, verso il 1 53o occuparono Carpi-
vignano. Quanloalla signoria de'Conli su neto, Gavignano, Torricella e altre terre
Gavignano, narra il Ratti, Della fami- convicine. Sembra dunque che a quell'e-
glia Sforza, 234> che Giovanni
t. 1, p. poca Gavignano appartenesse alla carne-
Conti nipote di Riccardo Conti fratellodi ra apostolica. In seguito Gavignano di-
Papa Innocenzo IH, con suo testamento venne feudo de' principi Pamphilj, da'
del 1287 istituì il perpetuo fìdeicomiuis- quali passò a' priucipi Borghese Aldo-
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biondini. Riporta il Diario di
u.°<)3 ilei comune tradizione che sorgesse la volsca
Roma del i838, chea'22 ottobre Gavi- città di Sacriporto eda cui derivò l'odier-
gnano fu onorata dalla visita del princi- na terra dopo che fu diroccala. Si vuole
pe d. Camillo Aldobrandini secondoge- che propriamente giacesse un miglio di-
nito de'Borghese, inviato dal principe pa- stante nella parte settentrionale in luo-
dre a visitare le possessioni del principa- go basso ove al presente si osservano
,
li doti del giovane principe, con analoga giovaue figlio del famoso console di tal
iscrizione. Indi sovvenuti i poveri prose- nome, incaricato dal senatodi combatter-
guì il suo viaggio per Carpirtelo e Maenza, lo e vi morirono 25,ooo soldati di Ma-
,
in mezzo all'acclamazioni del giubilante rio. Il Ricchi nella Reggia de Volsci trat-
popolo. Tra gli edilìzi numerosi di Gavi- ta al cap. 22 di Sacriporto, ed a neh 'egli
gnano si distinguono il palazzo barona- ritiene che dalle sue non ignobili rovine
le del medesimo principe Aldobrandini, fosse edificata la terra diGavignano,dopo
ed i seguenti palazzi e primarie abitazio- essere rimasta distrutta interamente nel-
ni. Quello de'inarchesiTrajettiPaggi, con le guerre civili. Afferma eh' era vicina a
affreschi in due volle, antichi e di buona Segni, e racconta la memorata micidiale
mano. In una si vede espresso il cocchio battaglia. Però il Pettini nelle Memorie
ti' A tifiti ile tirato da cavalli marini, ed Prenestine narra a p. 34, che Sacripor-
accompagnalu nel mare da Tritoni e Del- to era distante da Palestriua circa 7 mi-
fini, e da JNinfe coronate di fiori. Nell'al- glia , Pimpinara i
e che nella pianura di
tra voltasi rappresenta la Primavera nei due eserciti si trovarono a fronte. Disfat-
mezzo, con una moltitudine di putti scher- to Mario si ritirò io Palestriua, e Pompeo
zanti dentro un colonnato circondato da Magno luogotenente di Siila impedì al-
balaustre. Quello del capitan baiocchi, l'altro console Carbone di soccorrerlo; in-
con belle pitture del concittadino Seba- di seguì l'eccidio di Palestriua. Il Nibby
stiano Volpicelli celebre paesista. Altri pa- nell' illustrareSacriportus, luogo dive-
lazzi e primarie abitazioni appartengono nuto famoso per la rotta data da Siila
a'Gorga Cenciai elli,ed •'Marcelli già del- all'esercito composto di romani e di san-
la famiglia Santucci di Gorga, nella qua- niti del giovane Mario, e per le sue gravi
le fiorisce il cardinal Vincenzo. I Nardi e funeste conseguenze, sostiene che era
pure hanno il proprio, e inoltre posseg- dov' è la pianura di Pimpinara , ed ivi
gono un magnifico casino suburbauo con presero parte alla battaglia circa 1 5o,ooo
adiacente chiesa pubblica. Nibby dice che uomini, battaglia tenuta come 1' ultimo
Gavignano èil Gabinianum de lem pi ro- crollo dato alla fazione di Mario. Dopo
mani. Crede il Cilindri che nel territorio quell'avvenimento Sacriporto non viene
di Gavignano fosse la villa Gabiuia, e che più ricordato, e rimane sempre dubbio,
quivi si ritirarono gli scampati da Foro- se debba riguardarsi come un vico , un
nuovo, città di Sabina (f/ .), dopo la sua borgo, ovvero semplicemente una contra-
distruzione operala da' goti. Nel paese è da. Conclude Nibby, che dopo Pimpina
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rn si lin la pianura di Sacriporto, e la di- Giornale di Roma, pontificandovi il suo
r
ce lungi da Roma 3o miglia, 9 da Pale- vescovo di Segni mg.
Ricci. Vi ebbero
stina e 4 da Valmontone, a sinistra del- pur luogo luminarie e fuochi d'artifizio,
ia via Latina. Ne'bassi tempi divenne Ca- e sceltissime musiche nelle sagre funzio-
strimi F
luminaria, di cui il volgo ben ni e nella sala del marchese Traielto con
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la musica ecclesiastica e dotato dalla na- sento, avendo inventato e delineato l'ar-
tura di bellissima, sonora e robustissima co trionfale eretto al Papa dal comune di
voce da tenore, per l'estensione di essa ne' Lagnano, come dirò in quel paragrafo.
35 anni che appartenne con generale Dice Calindri, che principali prodotti di
i
loro. Per 3o anni e con improba fatica gni,da cui è distante 9 miglia, 6 da Car-
cantò il Passio nella gran cappella pon- pinete 4° da Roma, con territorio in
tificia e nella vastissima basilica Vatica- monte, in colle e in piano. Giace sopra
na, ammirato anco dagli stranieri pel sin- un monte di clima sanissimo, ove respi-
golare corpo di voce uniformemente so- rasi aria assai pura ed elastica, i cui 1 100
stenuta dal principio al fine. Morì in Ro- abitanti Marocco li qualifica di caratte-
sti poi a sfogo di dolore e di affetto, ed in- le quali discendendo pel seno delle som-
sieme a memoria perenne delle virtù che mità che la contornano, vanno a racco-
ornarono l'illustre zio, inGavignano nel- gliersi in alcuni pozzi esistenti nelle in-
la sala della propria casa pose il suo ri- terposte piccole vallate. Talee l'eccellen-
auni l'intesi a cantare con ammirazione montagna, la vista rapida percorre il sot-
nelle funzioni pontificie, godo qui ren- toposto vastissimo piano, racchiuso dal
dergli quest' imperituro tributo storico. doppio ramo de' sub-Apennini, discer-
Fra' viventi gavignanesi che illustrano la nendo nella catena de'monti a sinistra la
patria, mi piace far menzione di Venceslao città di Segni, Rocca Priora, la Colonna,
figlio del sullodato capitano Baiocchi, va- e nella catena destra il Piglio, il Serro-
lente scultore in avorio, che meritò ese- ne, Paliano, Olevano, Rojate, Genazzu-
guire lavorazioni per Gregorio XVI, per no e altri paesi sino a Palestrina, mentre
l'infanta di Spagna M." Luisa Carlotta di nel mezzo alla pianura vede sorgere Ga-
Borbone principessa di Sassonia, e per al- vignano, Valmontone e Lugnano, perden-
tri personaggi. QuandoGregorio XVI nel dosi poi la pittoresca visuale nell'alto So-
i843 intraprese il suo viaggio sulla via ralte e ne'monti Cimini. La città d' A-
Casilina nel recarsi a Prosinone e Vel- nagni, Anticoli, Furaone e altri luoghi si
priore municipale di sua patria, lo cele- Calvario perchè appunto la sua vetta for-
brò con un sonetto stampato che gli pie- mata da massi calcarei è calva e d'ogni
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Verdura spogliata. Gorga confina con A- ga pervenne in possesso feudale del ce-
nagnt, fra levante e tramontana con Vil- lebre monastero e badia de' ss. Pietro e
l;i Magna e la tenuta di Monte Longo già Paolo di Villa Magna, dal quale si ac-
terra e ora diruta affatto; con Montela- quistò con due che si conservano nel-
atti
Io. Gorga ha l'accesso per due sole porte, nobile anagnino neh l5l, e l'altra metà
ed è inaccessibile in alt ri punti sì per la la venderono monastero Adinolfo ca-
al
rupe sulla quale trovasi edificala, che per nonico della cattedrale d'Anagni, e An-
le mura costruite in alcuni lati all' in- drea suo nipote nel ii36. In seguito Bo-
torno. Le vie interne sono anguste e sco- nifacio VII! incorporò alla cattedrale a-
scese, meno una di mezzo alquanto agia- nagnina il monastero e castello di Villa
ta. Ha due chiese parrocchiali, la matri- Magna colle sue pertinenze inclusiva-
ce coll'arciprete e due beneficiati, secon- mente al castello di Gorga, siccome rac-
do De Magistris, dedicata a s. Michele conta De Magistris. Questi inoltre nar-
Arcangelo; l'altra è sagra a s. Maria col- ra, che nel 1398 Villa Magna fu brucia-
l'abbate e due chierici beneficiati, al di- ta da'gorgani, e perciò venne ridotta a
re di tale scrittore. Vi è pure la chiesa coltura, ritenendo il capitolo della catte-
di s. Domenico protettore di Gorga. La drale di Anagni la giurisdizione e il tito-
chiesa più decente è quella matrice, den- lo baronale, onde vi deputava il gover-
tro la quale sono di buoni pennelli, il qua- natore per le controversie civili e crimi-
dro dell' Immacolata Concezione, i fre- nali.Benedetto XI V confermò la conces-
schi rappresentanti il battesimo di Ge- sione fatta alla cattedrale di Anagni da
sù Cristo, ed il Salvatore medesimo e- Bonifacio Vili, e la giurisdizione tempo-
sp resso in tavola. Non mancano le pub- rale con amplissima bolla. Di Gorga pe-
bliche scuole elementari per l'istruzione rò,dice lo slesso De Magistris, soltanto si
del medesimo sono delicatissimi e sapo- sue vicinanze, e con gran facilità si po-
rosi, ed in quelle vicinanze sono assai ap- trebbero condottare fino nel centro del
prezzate alcune caciottine formate col fior medesimo. Incontro a Montelanico esisto-
di latte di capra. In alcune contrade del no delle fabbriche dirute, nel luogo chia-
medesimo vengono coltivati gli
territorio malo Pruni, distrutto in tempo delle guer-
ulivi, da'quali un olio finissimo,
si ricava re ci vili. Perciò afferma Calindri, che Mon-
come descrive Marocco. Il Calindri poi di- telanico venne fondata da una porzione
ce che suoi maggiori prodotti sono il vi-
i de'popoli scampati dall'eccidio di Pruni.
no, il grano, il granturco, la ghianda, il Anticamente Montelanico apparteneva
fieno. al capitolo dell'arcibasilica Lateranense,
Montelanico. Comune della diocesi di quindi ne divenne signora la potente fa-
Segni con territorio in monte e colle, cin- miglia Conti , che per tal dominio avea
to a breve distanza dall' alte montagne l'illustre titolo di ducato, e in tale nrtic<
Lepine. Giace su d'un colle esposto a le- lo dissi che Martino V nel ì^iS le con-
vante , e circondato da diversi altri colli fermò il possesso di Montis Lanici. In se-
vestiti d'utili castagneti. Ha due parroc- guilo passò per vendita in potere de'prin-
chie, una col titolo d'arcipretura dedica- cipi Barberini, da'quali 1' acquistarono
ta a s. Michele Arcangelo, ch'è il princi- i principi Pamphi lj, e poscia per erediti
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e in mancanza ili linea mascolina perven- lo si compone dell'arciprete e di 6 cano-
ne nella signoria de'Duria L*umphilj, die nici. Pio VII col breve Rnmanorum Po/i-
tuttora lo posseggono con titolo di duca. tijìcum, de'3o giugno 1807, Bull. Roni.
1 popolani nella maggior parte ritraggono coni. 1. 3, p. 1701 lndultum concessimi
1
rio si raccoglie vino, grano, granturco, le- tavola col Salvatore di Sicciolante, ed un
gumi, olio , castagne ,
ghiande, fuggi in bel Volto Santo d'antico stile: il capitolo
quantità, ed ha buoni pascoli. si compone del curato col titolo d'abba-
Governo di Sezze. te con 5 canonici. Pio VII col breve Ro-
Sezze {T*.), città vescovile, con residen- memorimi Pontificum, de'7 agosto 1807,
za del vescovo e del governatore. Bull.cit. p. 199: Communicalio privi-
ioì VE L VEL
ss. Crocefisso di Bassiano, si passa per una iscrizioni riportate dal Gruferò, ed altra
ampia grolla, pittorica pegli scherzi for- presso il Fabrelli, e riprodotte da Ricchi.
mati dalla natura collo stillicidio dell'ac- Questo castello è compreso nella signoria
que, dove anticamente oravi un altare e de'principi Caetani duchi di Semionda,
variess. Immagini all' intorno dipinte, e contiene la loro abitazione baronale, il
J
mentre serviva di chiesa agli scellerati fra- Nicolai,Dc bonificamenti delle terre Pon-
ticelli,che colie loro indegne azioni soven- tine, a p. 1 1 3, ragionando delle liti so-
te lo profanavano, com'è tradizione tra stenute dal comune pe'coufini territoriali
gli abitanti. Nel paese vi sono due mae- delle signorie de'Caetani con Sezze (^ •),
stri, uno per gli elementi del leggere e scri- riferisceche nel 1297 Bassiano con aliti
vere, l'altro da tali elementi a tutta la feudi furono acquistati dagli Aunibalde-
grammatica. Le fanciulle vengono istrui- sebi per comprila de' Caetani. Il Ricchi
te dalle maestre pie. Il Ricchi tanto nel- riporta i seguenti illustri di Bassiano. Fr.
la Reggia de' Folsci, lib. i , cap. 5, Bassia- Pietro doinenicano,ceIebi e espositore del-
no; quanto nel Teatro degli uomini il' la divina parola, erudito, pio e dolio, fat-
no, dopoché fu deificato gli venne innalza- to de'medesimi religiosi. Antonio Cifra e
to un tempio nella vicina Sezze. Da un'o- l'abbateRieti furono decantali nella scien-
r
razione di Favonio Leo privernate, pro- za musicale. Ild. Antonio Sant'Angeli
nunziata nel pieno senato di Priverno,og- dotto medico in Roma, autore del libro
gi Pi perno, apprende che Bassiano fu
si Consolationes Epistulares et
intitolato:
fabbricalo ed ebbe il nome da Bassiano Medicae. Dice inoltre il Ricchi che a suo
Caracalla. Non mancano però scrittori i tempo in Bassiano l' illustre famiglia de
quali riferiscono essere stato prima que- Giorgi gareggiava in agiatezza, civiltà e
sto luogo un nobile villaggio di Tito Giu- gentili costumi con ogni altra de'contor-
lio Pelino Bassiano signore o patrono del- ni. Gloria grande e immollale di Bassi
la colonia di Terracina,dove di frequen- no,non conosciuta dal Ricchi, si è ci' z
te recavasi a divertire coll'amenità di ma- famoso Aldo Pio
ser stala la patria del
gnifica e deliziosa villa ne' tempi estivi, Manuzio il Vecchia t nome tanto rino-
nel sito ove sorge Bassiano; ed ampliato- mato ne'fasti delta letteratura italiana e
lo di mura, crebbe progressivamente col benemerito dell'arte della Stampa. Sul
nome del fondatore. Ne fanno fede due muro della casa Sanlangcli di Bassiano si
V E L VEL io3
legge l'epigrafe: Aldo Manutìo Bassìa' greci e latini, i due principi sostenendo le
Anionius Hyacinthus Sanclangeli
nati, prime spese dello stabilimento. Perciò nel
D.D.O. mdccxlvu. Nell'articolo Brac- 1488 recossi a Venezia, dove in quel tem-
ciano , di cui meglio riparlai nel voi. po l'amore dell'arti fioriva, dove que' re
LVIII.p. I2i, errai nel dire: » Si ilice che già mercanti amavano convocare ogni spe-
il famoso tipografa Aldo Manuzio abbia cie di buona e bella opera, dove s'agitava-
una società di dotti, Venezia 1827, da' gnando greco e Ialino, e ordinando in pa-
Giuseppe Antonelli. Ivi si legge:
tipi di ri tempo la sua odierna tipografica , che
>•Vogliono alcuni che sia la patria del tosto sali a imperitura rinomanza. Egli
famoso tipografo Aldo Manuzio". Però leggeva , o per meglio dire dicifrava gli
nel riparlare di proposito dell' insigne e antichi codici; egli li paragonava fra loro,
Nel suo citato articolo ragionai dell' illu- ma che dal Ninfa comincia e pro-
la salita,
stre e antica città di Norba, a cui successe gredisce per due abbondanti miglia, li
l'odierno castello di Norma, colonia d'Al- Norma vi sono le maestre pie per l'istru-
ba e poi di Roma, fortezza de'volsci e de' zione delle fanciulle, e pe'giovanetti le
romani; in seguito patrimonio della s. Se- scuole di leggere e scrivere fino a' primi
de con Ninfa, al modo narrato di sopra rudimenti della grammatica. Si vedono
iti quel paragrafo; iu.di sede vescovile, la ruderi dell'aulica e superba città di Noi-
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ba, clic conserva il nome di Civita, poco me. II territorio produce olio e grano, es-
distanti dall'attuale terra, cui diurno i sendo il terreno breccioso e scoglioso,
popolani l'aggiunto di Penna d*oro,ch\a- ghianda, vino e pascoli. All'intorno sono
niaiulola Civita Penna (Poro. Per anda- vestiti mon ti da folte macchie e castagne-
i
re alle sue rovine s' incontra nel sinistro ti,che rendono molta utilità a' popolani,
lato della via un'ampia e pittorica grotta sebbene tragganola più parte del loro so-
formata dallo stillicidio dell'acque, che in stentamento dalla coltivazione del feracis-
alcuni luoghi hanno costituite molte so- simo territorio di Sermoneta, ove hanno
stanze calcaree, e quasi tutta è ricoperta la massima parte di loro possidenza.
da una patina verdastra. A'fianchi vi so- Sermoneta. Città e comune della dio-
no diverse piccole grotte, e tutte formate cesi di Terracina e vice- governo, con mol-
nel masso. Nel piano di Norba si osserva- ti fabbricati e territorio in monte e col-
no gli avanzi d' un antico tempio e d' un le. Poco lungi dal famoso Ninfeo, tra Nor-
mura castellane altissime e formate per bera ventilazione a ponente , dalla qual
cozzare co'secoli, composte di grossissime parte vastissima, amenissima e fertilissi-
pietre, dalla parte di mezzodì meglio os- ma pianura si estende, la quale si con-
servandosene la forma e l'estensione. Il suo giiingecolle Paludi Pontine (I7.); goden-
circuito si calcola 3o rabbia di terreno, e do ampia e pittorica vista d'ogni intor-
grandioso è l'ingresso d'una dell'antiche no, poiché propriamente è cinta di mon-
porte. Un'antica lapide si legge in Maroc- tagne, a settentrione di Norma, Carpineta
co. Sul pendio del monte sorgeva il Nin- e Cori, ed a mezzodì da quelle di Sezze
feo o tempio in cui le Ninfe aveano culto. e di s. Felice. Gli abitanti, principalmen-
Ebbe i suoi uomini illustri,
anche per va- te dediti a' lavori campestri e alla pesca,
lore militare. normani ebbero più. vol-
I il Marocco li noverò 2200, ma la Sta-
te guerra con Terracina. Donata la pre- tistica deli 853 ne mu-
registrò 1 447- E'
sente Norma a Papa s. Zaccaria, con Nin- nita d' intorno di baloardi, torri e alte
fa, trovo nelle Memorie Colonnesi del mura robuste. Per natura di sito è for-
Coppi, che Alessandro III nel i 179 die a tissima e per la struttura della fortezza fu
llaiuoue di Tusculano e suoi eredi , me- già inespugnabile e munitissima. A Ser-
diante permuta del castello di Ladano e moneta rende il maggior decoro la sua
col consenso de'cardinali, Norma e Vico- rocca, ove un tempo furono rinchiusi an-
lo con tutte le sue pertinenze. Dipoi co Sovrasta tutto paese,
a' 29 i rei di slato. il
api ilei 297 Norma fu comprata a favore al nord guarda la montagna di Carpine-
di Pietro Caetani, e Bonifacio Vili appro- ta mezzogiorno quellediBassiano, e dal-
vò contratto a'4 ottobre 1298. Indi
il
i la sua sommità si osservano molti luoghi
Gaeta ni sostennero le liti pe'coufini tei rito- della campagna. Il suo maschio è vera-
li con Sezze. Finalmente
ria Noi ma diven- mente maestoso, di forma quadrata, alto
ne proprietà de' principi Borghese, e lo è
96 palmi, e sulla vetta il piano è per a-
tuttora. Un tempo fu signoria de'Norme- gni lato r 2 passi, ed ali." piano del me-
suii di Sezze, oude uè trassero co"uo- desimo vie uua piazzetta
il co' luoghi pe'
ioG VEL VEL
cannotti, ed all'intorno finestre di forma ta,con capitolo formato dall'arciprete e
gotica. I muri sono erti 12 palmi, e quel- dai a canonici. E' ornata da diverse pit-
li ilei maschio di più antica costruzione ture rimarchevoli, fra le quali nella i.*
all'ino saracinesco: dentro vi stanno co- cappella a destra esiste un dipinto in ta-
modissime stanze, una vasta sala e le pri- vola esprimente la ss. Vergine degli Au-
gioni, che non mancano nelle ale de' ha- gelidello siile di Pietro Perugino, la qua-
luardi, e forti merli l'abbelliscono all'in- le tiene in grembo Semionda, circonda-
torno. Cinque emissari guardano la sot- ta dagli Angeli. Anticamente vi era il lem-
toposta piazza, per le spingarde, e 8 aper- pio di Cibele, come si vede dalla sua strut-
ture pe'cannoni. Annessi al maschio vi so- tura. Tuttora
conserva nella chiesa u-
si
no pure baloardi, e nel piano del i.° di na sedia marmorea di moltissimo pregio,
essi esiste ponte levatoio, che impedi-
il ornata a'Iati con teste di caproni , dalle
sce d'entrar nel maschio. Una grossa por- corna delle quali pende un lungo serto
ta foderata di ferro, che calava in appo- di fiori e di fruita; a' piedi vi sono due
sito incastro, chiudeva l'ingresso del for- leoni alati, con vaghissima cornice per ba-
te, e per lungo trapasso allo scoperto si se e inmezzo una cicogna che inghiolte
andava agii alloggiamenti militari, ch'e- un serpente. Si pretende che vi sedesse il
rano d'intorno a una vasta piazza prov- sacerdote nel fare i sagnfizi alla dea. L'al-
vista di3 cisterne. La sua costruzione è tra chiesa è sotto l'invocazione di s. Mi-
mi da fuoco, di diverse invenzioni. In al- pe Massimo riferisce, che 1*8 maggio i843
tri ampi corridoi eranvi armadi pieni di reduceil Papa da Terracina, giunto a Tot"
r
sciabole, brandistocchi, alabarde e altre Tre Ponti trovò mg. Aretini-Sillani ve-
armi bianche di varie sorli ,
benissimo scovo di Terracina alla lesta de' cleri di
datesche del duca Caetani, e dal castella- Sermonela colle rispettive magistrature.
no guardata con vigilanza. Le vie di Ser- Gregorio XVI scese alla chiesa da lui
moneta sono scoscese, il fabbricalo di me- restaurata e nella stessa mattina ribene-
diocre qualità, ma il suo ingresso è piut- detta dall' enooiniato vescovo coli' assi*
tosto dignitoso; e dalla porta del Pozzo stenza d' audio i capitoli di Sermoneta,
fino alla piazza, la strada è piana e bel- eh' erano stati solleciti a provvederla di
la; le abitazioni guaste e dirute sono nel- preziosi arredi sagri, come essendo di lo-
cappuccini, ed allora tutto ristorato per scani ri forma ti che di mora no nel coi» vento
nedizione dalla finestra di mezzo sopra lata un'altra chiesa, nella (piale primeg-
al portico della chiesa appositamente ad- gia la cappella de' Caetani dipinta super-
dobbata,amtneltendo poi al bacio del pie- bamente a fresco dal concittadino Siccio-
cipale e collegiata di s. Maria con 12 ca- Torri Bianche città sulle sponde dell'IT
nonicie l'arcipretedignità.Di tali conven- ferite poco lungi da Giostra. Dice il Con-
Giornale di Roma del 1857, che a* 24 ne rimanga vestigio, come notò Bie- il
Mertel ministro dell'interno fatto vice- del Lazio depredati senza esserne resta-
governo, volle in questa occasione solen- to vestigio; il Baudrand diceche Salme
nizzare ancora l'inaugurazione del palaz- oppidum Volscorumin Latio interiisse,
zo governativo coll'innalzamenlo degli et in eius ruinis extructum fuit Salme
slemmi comunale, sulla fac-
pontificio e novum. Il Nicolai è di parere, che Sul-
ciata di detto palazzo, fra il suono de' mona non molto distante da Norba sem-
musicali concerti e delle campane, e lo bra che fiorisse prima della fondazione di
sparo de' mortai i. intervenne mg.
r
V Roma. Distrutta la città, nello stesso site
ne del priore comunale Francesco Pizi, clie l'acque venissero a stagnare sul ter-
e gradì un'apposita refezione. Dichiara ritorio loro, non vollero mai permeitele
il Theuli che l'odierna Sermoneta suc- die fossero altrove rivolte, come può ve-
cesse all'aulica Sulmona città volsca, di- dersi nel Nicolai che diffusa. mente ne trai-
VEL VEL 109
t«» nella classica opera, Dc'bonificamrn' cardinal Francesco Caetani altro nipote
ti delle Terre Pontine, corredata d' o- del Papa per 34>ooo fiorini d'oro a' 16
gni genere di documenti, piante topogra- giugno 1297. Di nuovo beni toccati in i
fiche,profili ec. Su questo importante ar- sorte a Francesca vedova d'Andrea An-
gomento, che più volte fece guerreggiare nibaldi, e tutrice de' figli Nicolò e Anni-
setini e sermonetani, prendendovi parte baldo, si venderonoa'due mentovali car-
i popoli convicini, nell'archivio di Sezze dinali in favore del medesimo Pietro Cae-
si conservano interessantissimi documen- tani per 18,000 fiorini d'oro nel i.° lu-
ti. L'imperatore Federico II, nemico del- glio dello stesso anno. I beni poi de' fra-
la Chiesa e di papa Gregorio IX, fra' luo- telli Lorenzo e Riccardo Annibaldi pas-
ghi sui quali sfogò il suo odio uno fu la sarono in dominio di Pietro Caetani nel-
città di Sora (f.) che distrusse ripetu- la stessa maniera collo sborso di 7,000 1
tamente, onde molti soraui privati della fiorini a' 2 3 settembre del suddetto an-
patria passarono in Semionda, di cui al- no. A questi si aggiunsero gli altri posse-
lora si compirono le pubbliche mura. In- duti da Nicolò Annibaldi, cui si pagaro-
di cominciarono le conlese intorno a' con- no 20,000 fiorini a' 23 novembre del
-
fini di territori ! di Sezze, di Ninfa, di s. memoralo anno. Oltre a ciò Pietro Cae-
Donato (castello posto tra il Foro Appio, tani, per divenir padrone del castello e
Circello e Astura, che durò fino al i 3oo territorio di Ninfa, spese 200,000 fiori-
i suoi parenti Caetani, incolpati dal Cor- contendevano fra lorope' confini del ter-
redini d'aver promosso le prime dissen- ritorio prima che la famiglia Caetani ve-
sioni fra' sez/esi e i sermonetani, dimo- nisse in possesso de' nominati paesi, non
strando che le reciproche doglianze intor- si potrà più quindi trarre congettura per
no a' detti rimontano al 1270.,
confini tacciare Bonifacio Vili. Questo Papa in-
nella quale epoca le nominate terre non feudò a' Caetani Sermoneta, Norma,Nin»
erano venute in dominio de' Caetani. Di fa, Bassiano e s. Donato, al riferire di Ca-
r
fatti, nell'archivio Vaticano esiste l'infor- stellano e Marocco. Pare a mg. Nicolai
mazione di Gio. Francesco de Rossi : molto verosimile, che in un terreno assai
Terraeinensis super Castris Sermone- facile per natura e tendente a impaluda-
tae, Bassiani, s. Donati, Nymphae, ac re, e spesso rivolto e smosso pe' lavori
Normarum. Dal trasunto fatto in Fon- fattivi, i fiumi abbandonati al loro im-
di e riportato nel corpo dell' informazio- peto per la infelicità de' tempi e per la
ne, apparisce che Sermoneta, Bassiano e negligenza delle popolazioni,da loro stes-
s. Donato a' 29 aprile 1297 si compra- si abbiano altrove pagato il corso dell'ac-
rono a favore di Pietro Caetani Gaetani que lasciando gli antichi alvei ; e colle
nipote di Bonifacio Vili, dal cardinal frequenti inondazioni mutando l'aspetto
Pietro ValerianoDuraguerra di Piperno del suolo, abbiano distrutto e confuso
diacono di s. Maria Nuova per la somma il confine de' territori!. Il che apparirà
di 17,000 fiorini d'oro, e che a' 4 otto- più ancora credibile, ove si l'iflelta che
bre 1298 il contratto fu approvato da le medesime ragioni posero già Tcrraei-
Bonifacio Vili. I beni che apparteneva- na in lite con Piperno, narrata dallo
no ad Annibaldo e a Giovanni figlio di stesso Nicolai. Col dominio di Sermone-
Pietro Annibaldi, acquistarono a van- si ta passarono a Pietro Caetani anche le
taggio del medesimo Pietro Caetani dal conlese de' sei mondani co' sezzesi; on-
no VEL VEL
d'egli nell'anno dopo la compra della si- gnori dì Palc«trina, ad onta che diven
gnoria, cioè nel 299, venne a concordia
1 li sospetti a Bonifacio I X con lettere pi
co' sezzesi con islipulare solenne istru- curarono realmente eran
giustificarsi, :
mento di divisione, cui Bonifacio Vili collegati con Onoralo Caetani conte di
aggiunse forza e autorità nel i3oo colla Fondi, fautore acerrimo anche del nuovo
pontifìcia sanzione. In tale allo è chia- antipapa Benedetto XIII. Quindi erano
malo: Magnificila vir Dominus Petrus sempre sospetti alla curia romana. Voi
Cajctanus Domini Papa?. Nepos t Co- però Bonifacio IX assicurarsi di lorof*
ntèa Casertanusel Dominus Castroruni de mediante convenzione nel 397, col 1
Nicolai poi racconta come iCaetani si op- lengo pontificio Corrado arcivescovo
posero a'iavori de' sezzesi per asciugare i Nicosia, d'essere di voti e ubbidienti al P,
loro terreni dall' acque delle Paludi Pon- pa ed alla Chiesa, e per un triennio non
tine, e le ostinate contese co' medesimi ; avrebbero contratta lega o federazione
che co' sertnonelaui ottennero d' asciu- con alcuno, né si sarebbero obbligati ad
gare a proprie spese i loro terreni dalle alcun patto contrario allo stato pontifi-
acque stagnanti; e che volendo ristora- cio. Ciò non ostante, ignorasi per qua]
re il porlo di Paola presso il loro feudo moti vo, Nicolò concertatosi con alcuni 10
di s. Felice ( F.), furono impediti nel bel mani, in una notte di gennaio 4oo,entrò
rò 1
disegno. In quell'articolo narrai l' acqui- con una turba d'armali in Boma per
sto che ne fece nel i3oi il medesimo porta del Popolo, e ne percorse varie co
Pietro Caetani, colla sua rocca, vassalli, ti ade gridando: Viva ilpopolo,^ Muo<
territorio, col mero e misto impero, cou Bonifacio IX tiranno. Pervenne sino a 5
il lago di Paola, acquisto anch' esso ap- la piazza del Campidoglio, e tentò d' im-
provalo da Bonifacio Vili, in uno a padronirsi del palazzo senatorio e del
quello degli altri feudi e beni posti nel- propinquo convento d'Araceli. Ma ne fu
le provincie di Marittima e Campagna, respinto per opera specialmente diZacca-
che ivi nominai, inclusivamenle e Gavi- i ia Trevisani patrizio veneto, senatore di
gnanoeCarpineto;ai ticolo in cui vi sono Roma, ed allo spuntar dell'alba dovette
diverse notizie de' Caetani. Nel 378 O- 1 abbandonar l' impresa e ritirarsi dalla
norato Caelani sianole di Semionda, di città. All'istante 3i de'
furono giustiziati
Ninfa e di Bassiano, conte di Fondi (/' .), suoi, che caddero in potere de' romani.
accolse in tal città i cardinali scismatici Il Papa avendo spedilo a' Colonnesi An-
rigoroso processo contro Onorato come delti Giovanni e Nicolò Colonna scomu-
reo di lesa maestà e d'apostasia, pubbli- nicati, rei di lesa maestà, e privati uni-
cando una crociata contro di lui, il quale tamente a' loro discendenti e posteri di
nel i4oo co' Colonnesi tentò d'occupare qualunque onore e dignità e feudi che
Boma e arrestare il Papa. Ecco come lo avessero dalla Chiesa romana o da altre
racconta il Coppi nelle Memorie Co-
cav. Chiese, dal romano impero, e da qualsi-
lenitesi. Giovauui e Nicolò Colonna si- voglia altro sovrano; di più che fossero
V E L V E L in
similmente confiscali i loro beni, colla splendidamente vari nunzi e commissari
bollii Rrgnans in Excelsis. Con ulti a della s. Sede, ed altri gran signori. Ezian-
bolla de' i\ dello stesso mese, il Papa dio nell'articolo s. Felice raccontai col
sottopose all'interdetto ecclesiastico Ga- principe Massimo, che Alessandro VI
lestrina, Castel Nuovo, Zugarolo, Galle- Borgia cercando d'innalzarla propria fa-
se, l'enne, Pazzaglia, s. Gregorio, Gal- miglia sulle rovine delle grandi case di
licano e le altre tene e luoghi possedu- Roma e dello stato, e prendendosela Off
ti da' due Colonnesi scomunicati. Nel con l'ima or con l'altra, non tardò a tro-
tempo promulgò contro di loro la
stesso var motivi di togliere a' Caetani loro i
composto di milizie romane, 2000 caval- no nello stato pontificio, quali di suo i
ralo Il Caetani conte di Fondi neh 4^2 VI Borgia avea infeudato a vita di Nepi
ricevette in Sermoneta l'imperatore Fe- e di Anlicoli nella Campania il cardinal
derico 111, coronato in Roma da Nicolò A Scanio Sforza, ma però non ne godè si-
V,con altri distinli personaggi, trattan- no alla morte, poiché tale Papa qualche
dolo con tale grandiosità e magnificenza, anno dopo gli ritolse il suo dono. Tanto ri-
che l'imperatore gli fece in pubblico un levasi dalla sua bolla del 1. "ottobre 5oo, 1
elogio col chiamarlo meritamente Ono- colla quale approva la donazione fatta da
rato non solo di nome, ma ancora di fat- sua figlia Lucrezia Borgia, allora duches-
to. Trovo
Marocco, che l'imperatore
in sa di Bisceglia, a Roderico e Giovanni
coll'imperatrice Eleonora sua sposa per- suoi figli, il i.° di due e l'altro di tre anni,
nottarono nell'ospizio de' cappuccini di della città di Nepi, della terra di Sermo-
Sermoneta. Inoltre Onorato II più tar- neta con altri molti luoghi e terre, unen-
di in Sermoneta vi diede eguale tratta- dovene lo slesso Papa moltissime altre
mento duchessa di Calabria, figlia
alla confiscate a' Colonuesi, Savelli, Estoule-
del duca di Milano, moglie del duca poi ville e altri signori romani, ed innalzan-
Alfonso II re di Napoli. Nel castello di do allora al titolo di ducato per la pri-
Sermoneta Ouoiato 11 più volle ospitò ma volta Sermoneta a favore di Roder!-
ita VEL VEL
co, elYepi a favore di Giovanni. Nelln di- do forma premissis dividentes, etc. "
et
"visione che fece lo slesso Papa delle sud- Noterò che suddetti Roderico e Giovan-
i
dette città e tene fra' due suoi nipoti è ni erano nati da Lucrezia e dal marito
couipresoanche il castello di Anticoli. Ec- d. Alfonso d'Aragona duca di Bisceglia e
co le parole della bolla, dalla quale ap- figlio naturale d'Alfonso 11 redi Napoli,
parisce di qual ricco e vasto paese fosse- che nel i5oo fu assassinato nel proprio
ro investiti due fanciulli Borgia dall'a-
i letto della moglie dal fratello di questa il
vo Alessandro VI. » Bona vero omnia famoso Cesare Borgia duca di Valenza
supradicta, videlicet ci vitates, castra, op- (V.) di Francia o del Valenlinois, come
pida, terrae, et loca, quorum alirpia suut corse la fama; anzi il Novaes fra le illu-
expressa, et divisa, hic propriis duxituus stri viltimedella crudeltà dello stesso Ce-
exprimenda vocabùlis, et in bunc, qui sare annovera Caetani. Il eh. Beu-
vi i
sequilur, modum inter Rodericum Bor- inont, Della diplomazia italiana, libro
giam de Aragonia Bisselli ducem,et Joan- pubblicato nel 807, con Marin Sanuto
j
nem eliam de Borgia domicellum roma- racconta. Lucrezia prima era in grazia
num praefatos dividenda, videlicet Ser- del Papa suo padre, ma poi diminuì l'a-
monetam, Castrum Bassiani, tenutam more per essa, probabilmente in seguilo
Nimphae, Noruaarum, Riverae, Cister- alle lagnanze sue per l'uccisione del ma-
nae, s. Felicis, s. Donati, civitatem Al- rito procurata da Cesare, onde Alessan-
bani, Neptunum, Ardeam,Civilatem La- dro VI la mandò a Nepi, e le die Sermt
viniain, Nemum, Genzanum, Castrum neta, rocca e terra de'Caelani, che gli ce
Candulphi, Boccam Ghtugam, Sonni- sto 80,000 ducali, benché Cesare gliel
mim, s. Laurentium, Cicclianum, Poffi, tolse,dicendo:E donna, non la potrà mai
Vallem Cursam, s. Stepbanum, Montem tenere. Pare probabile che i Caetani 01
s.Joannis,Strangulagallum,Salvateiiam, pressi si unissero a'Colonnesi ed a'Save
JulianumjCastiumBiparum, Arrena riam li,imperocché leggo nell'annalista Rinal
Koderico pio se, suisque haeredibus, et di e nel Coppi, che Alessandro VI si ni
successoribus, ci vitates vero Nepesinaoi, a' francesi contro Federico I re di Na
lem l'ardi. Supinum,Morellum, Scurou- glio e ne partì a' 3 agosto. Indi Alessan-
lum, Pedelucum cum ejusLacu,seu jus dro VI a' 20 agosto pubblicò una bolla 1
nutileSaxi,quara bo. me. cardinali» Jo. favelli, dichiarandoli rei di lesa maestà l
Bapt. de Sabellis, dtim in humanisage- e privandoli de'loro beni. Poscia con al-
bat, tenebat, et possidebat, ac Ricciam tra bolla de' 17 settembre Alessandro VT
Joanni Borgiae etiam prò se, liberis, hae- divise le terre ed castelli confiscati ti
i
redibusque, et successoribus suis prae- suoi figli e nipoti. Dipoi morto il Papa;
perpetuum, ut supra diximus,
fatis in i8agostoi5o3, i Colonnesi ricuperaroi
donamus,coucedimus,etassignauiusmo- le loro terre, e si pacificarono con Cesa
-
VE L VEL n3
re, il quale gl'invito a tornare negli stali Guglielmo Caetani figlio del suddetto
propri, e restituì loro le fortezze da A- conte di Fondi Onorato li defunto nel
lessandro VI con grandi spese restaurate 1478. Sermoneta nel i536 a' 3 aprile
e ampliate. Il Cancellieri, Lettera sulla fu onorata dalla presenza del possente
spaile de'pia celebri sovrani e generali, imperatore Carlo V,che si recava a Ro-
racconta della famosa Spada (V.) di Ce- ma, e ne visitò la chiesa principale.Altret-
sare Borgia, che pervenuta in potere di tanto fece Papa Gregorio XIII a' ^set-
mg/ Onorato Caetani, questi si propo- tembre «576, e P imparo da Marocco.
se di collocarla nella rocca di Sermoneta, Nel Discorso pubblicato con note dal eh*
dal Borgia assediata ed espugnata, e per prof. Paolo Mazio, Giornale Arcadico,
averla impugnata contro i Caetani colla t. 6, p.179 della nuova serie, però si leg-
morte di vari di essi. A tale effetto inca- ge » Che Gregorio XIII rimproverò
:
ricò'il gesuita p. Caetani di formarne l'i- Pirro Caetani della sua indifferenza nel
scrizione, e questi nel 1790 la .sottopose tollerare che i banditi e masnadieri si
alla revisione di Cancellieri, il quale la rifugiassero nelle sue terre feudali". Ri-
riprodusse del seguente tenore, sebbene porta Calindri, che il successore Sisto V
non fu messa in opera perchè la spada re- dichiarò Sermoneta città ducale. Vuo-
stò presso il defunto duca d. Enrico Cae- le Novaes, ed anche Rauco, che questo
tani padre del vivente d. Michelangelo Papa nel suo viaggio alle Paludi Ponti-
duca di Sermoneta,benemerito colonnel- ne per promuoverne il cominciato disec-
tori all'anno i5oi riferisce, che Alessan- tati molto discosti dal sito ove solamente
dro VI si portò in persona all'assedio di si poteva costruire. Indi soggiunse che
Sermoneta. Questa poi con altri possedi- que'popoli godevano tranquillità grande,
menti tornò in potere de' Caetani me- non più molestati da'banditi. Imperocché
diante bolla pubblicata da Giulio II nel il p. Maffei, Degli annali di Gregorio,
i5o4, della quale si legge un brano nel XIII, t. 1, p. 70, fra' fuorosciti che nel
Nicolai, in cui seno nominati Giacomo suo pontificalo agitarono alcune Provin-
e Guglielmo Caetani; così s. Felice ed al- cie dello stato papale, parla di quelli del-
tri feudi, mediante breve dello slessoGiu- l' Abruzzo, e de' terrilorii di Veroli, di
Ho li de' 3 gennaio i5o6, in favore di Bauco e di altri della Campagna di Roma,
vol. LXXXIX. 8
n4 VEL VEL
anzi vicino a Roma stessa verso pure Ca- lisce all'anno i58ó. Narra il medesimo
pranica e Nepi,che commette vano atrocis- p. Tempesti nel t. i,p. i4o, che il san-
simi ladrocini'!. Contro quelli di Campa- guinario Quercino (il p.Maflei sunnomi-
gna Gregorio XI11 mandò il commissario nato, nel t. 2, p. 357,lo chiama Prete da
Rhetica con 4oo fanti; e da Napoli venne Quercino capo ladrone, il quale impune-
spedito il commissario Fata con i5o sol- mente con gran quantità di malvagi scor-
dati, i due commissari si posero di concer- reva i luoghi, commettendo ogni sorta di
to fra loro per dar la caccia a quelle fie- rapine e di vendette, nonché disonestà.
re armate. Il Muratori all'anno i585 Col suo ardire non dubitò di contraffar!
loda Gregorio XIII spirante solo cle- Gregorio X Ili, nel
la dignità pontifìcia di
menza e di lauta benignità, che forse gli l'assoluzione de'peccati e nella concessit
venne attribuita a difetto. Perciò dice es- ne delle grazie. Quel Papa deputò con-
sere cresciuta la licenza e prepotenza in tro di lui mg.' Ougarese per commissa-
Roma, e dappertutto abbondando ban- i rio generale con autorità suprema, insie-
diti e i sicari), e il Papa si a-
per quanto me a 5oo fanti e 3oo cavalli) sacrilego
doperasse a frenare tali disordini, non gli duce di sica ri i li più spietati, si faceva
veune fatto d'estirparli. Succeduto a lui chiamare, conforme racconta il Galesini,
Sisto, V, volle acquistare gran nome colla Re della provincia di Campagna, usui
sola giustizia, col far tacere la clemenza, pandosi nome sì augusto in lutti gli edit-
quasi virtù fomeutatrice de'caltivi; e l'e- ti, polizze e lettere che di sua mano fii
sercitò con rigidezza inesorabile. Pertan- mava. Ed era tanto accecato dalla su-
to si propose animoso di schiantar la perbia, che arrivò alla scellerata baldat
mala razza de' banditi e de' malviventi, za di proibire al vescovo di Anagni 1'
che specialmente passati dal regno di sercizio della sua dignità, comandando:
Napoli nello stalo ecclesiastico, ed attnip- clero ed alla diocesi atterrita da'suoi cri
paragrafo Cori) e altri capi di genie sì Sisto V. Si strinse il cuore per compas-
mal vaglia uscirono dallo slato ecclesia- sione al Papa, e provvide tosto alle bi-
stico; pure non si potè svellere del tutto sogna dell'oratore. Dopo essere stato ur
quella gramigna. La bolla io qualche luo- poco acciglialo, disse Costui non inerit :
go fu eseguita con lauto rigore, che la che gli facciamo tanto onore di mandar-
buona intenzione di Sisto V si convelli gli contro soldati e sbirri, ma la noslr;
in manifesta crudeltà, facendosi morire bolla (Hoc nostri, riferita dal p. Tempe-
madri e altri stretti parenti, per avere ri- sti, in cui rigorosamente si ordina a'ba-
cettato uua notte in casa i figli e i con- rooi de'luoghi,a'magistrali,a'comuni di
giunti, o per aver dato loro uua sola vol- fare arrestare malviventi, dovendosi da-
i
ta da mangiare. Tanto il Muratori lite- re il segno a prender l'anni col suono del-
o
VEL VEL n5
le campane; infliggendo severe e terribi- dilli s'intitolava : Noi Giovanni falca-
li pene contro i fomentatori, ospitalieri e te alias Prete Ardeatino, esule peritis-
manutengoli di tali empii) lo acchiappe- simo, e fortissimo principe di tutta la
rà. E disse il vero ; poiché in pochi gior- spiaggia marina, e di tutta la regione
nifu raggiunto, gli fu tagliato l'infame montana. Usurpandosi quindi l'assoluta
capo, e infilato in un palo, con una coro- sovranità, si era formato la zecca, batten-
na dorata in ludibrio, fu mandato velo- do monete colla sua impronta. Il cardi-
cissimamente a Roma, ed esposto in Ca- nal Marc'Antouio Colonna legato di Ma-
stel s. Angelo. I seguaci di questo disgra- rittima e Campagna, Usò tutte le indu-
ziato si dispersero : 3o fuggirono nelle strie per averlo vivo o morto nelle sue
montagne d'Urbino, e vi restarono avve- mani;ma conoscendo inutile ogni diligen-
lenati; altri furono giustiziati (impiccati za, edubitando d'essere rimproverato da
e arrotati dice il Novaes, nella Storia di Sisto V, prevenne questi, d'aver fatto
Gregorio XIII). Altri tentarono scam- tutto il possibile; onde per poterlo sicu-
po,ma pagarono sotto altri principi il fio ramente arrestare non trovare altro mez-
di loro scelleratezze ; e così respirò la pro- zo più efficace della cooperazione d'una
vincia dellaCampagna, e quella spiag- galera ben corredata, poiché lo scellera-
gia rimase netta. Sisto V come severa- to dopo la sconfìtta della masnada di prete
mente proibì a'presidi delle provi ncie di Guercino.a vea imparato a sapersi meglio
dare ricetto a'banditi regnicoli, ordinan- guardare, e stava in continuo moto dal
do di consegnarli subito all' autorità re- mare in terra, da terra in mare, commet-
gia, così permise a queste di perseguitar- tendo ovunque assassinamenti atroci. Fe-
li nel dominio ecclesiastico, in qualunque ce rispondergli Sisto V, non esservi biso-
luogo ancorché immune, non esclusi i gno la galera armata, ma l'esecuzione fe-
monasteri. Di più. il p. Tempesti racconta dele di sua bolla avrebbe preso loscellera-
a p. i49> che Sisto V fatto pubblicare uu to,ecosì fu. Venne preso, tronca lo il capo,e
rigorosissimo bando contro i banditi, la- subitamente inviato aRoma(ilNovaes dice
droni e facinorosi, per la loro estirpazio- ches'intitolava Redella Campagna Ro-
ne, con premi di taglie, immediatamen- mana, e che il capo fu infilato in uu pa-
te fu recata in Roma infilala in un palo, lo con una coroua dorata in ischerno). [
con dorata corona per ludibrio, la testa di lui seguaci ne'luoghi in cui furono ar-
di un certo prete Ardeatino (il Novaes che restatidivennero spettacolo a' popoli di
ne parla nella Storia di Gregorio XIII salutare terrore, poiché furono scanna ti o
Io chiamaGiovanni Valenti, facendo men- impiccati o arrotati, secondo 1' atrocità
zione d'altro capo di malviventi nomi- de' misfatti; e quindi rimasero nette le
nato Marinacelo, che il p. Martei chiama provincie di Marittima e Campagna di sif-
duto in disgrazia del granduca di Tosca- mettendo altri mali, ogni dì più s' inga-
na, e con grossa taglia sulla sua testa per- gliardiva. Per reprimere costui, continua
seguitato dappertutto, si fece capo (nuo- I' annalista Muratori, Onorato Gaetani
vamente e ad onta che V avea perdonato duca di Sermoneta, Virginio Orsini, Car-
Gregorio XI 11) de'masnadieri in Roma- lo Spinelli venuto con molte schiere da
gna,comrnetleudo frequenti assassinii col- Napoli, ed altri nobili baroni uscirono in
le sue squadre di cavalli. Altrettanto fa- campagna, fecero varie zuffe, ma in fine
ceva Marco Sciarla (dal Cotugno, Memo- trovando poco onore e men profìtto con
rie di Fenafro, chiamalo abruzzese e fa- tro di lai gente brava e disperata, furo
moso predatore dellaCampania 558, nel 1 no costretti a lasciare ad altri l'impresa
oltre il non meno famigerato Benedetto Di più, prosegue a raccontare il Mura-
Mancone), altro capo di banditi e scelle- tori all'anno i5f)2. Continuando Y insc
rati in Abruzzo con iscorrerefino alle por- lenze e gli assassiuii de'banditi nella Cam
te di Roma, bruciando casali ed esigendo pagna di Roma, con lutto vigore Papa
contribuzioni. Unironsi poi insieme que- Clemente Vili si applicò a liberare suo i
ste due esecrabili fazioni, recando incre- stati da' pertinaci loro insulti, inviando
dibili danni. Per cui il viceré di Napoli contro di essi Flaminio Delfino con buoi
spedi contro di loro 4>ooo soldati ; pas- numero di cavalleria e fanti, il quale non
sarono tutti in Campagna di Roma sul cessò di perseguitarli, senza perdonare a
principio di dicembre. Il granduca inviò chiunque di loro gli capitava nelle mani.
Camillo del Monte eoa 800 fanti e 200 Questo valentuomo fu quegli che mise
cavalli in traccia di essi. Da Roma andò il cervello a partito a Marco Sciarra, ca-
ancora Virginio Orsini con 4oo cavalli. po di que'scellerati, a Luca suo fralellc
Fu assediato lo Sciarra co'suoi in un na- e agli altri loro seguaci, i quali presero il
si o presi ; gli altri col favore della notte vizio colla repubblica di Venezia ci
a narrare all' anno 1 5q i . In questo più tro i turchi. Ciò saputosi da Clemente
che mai infierirono banditi in Campa-i Vili, virilmente e con minacele intimò;
gna di Roma e in Romagna. Gregorio veneti di consegnargli i capi di que' ms
XIV mosse Alfonso li duca di Ferrara snadieri, nò si placò per l'apposito amba
a purgare la Romagna da'masnadieri, e sciatore che gli spedì la repubblica. I3i
p. 2o3).Non passarono giù con egual fe- all'aimo 5g5t che ueppur iu esso andò
1 (
VEL VEL n7
sente la Campagna di Roma da'banditi, no innocente che giovevole il bramato ta-
specialmente verso Anagni e Prosinone, glio delle sue selve, che mirabilmente ve-
dove commisero orrendi misfatti. Con- stono d'ogni intorno la deliziosa e ame-
tro di loro Clemente Vili spedi alcune na regione Pometina, racchiuse in quel
compagnie di cavalli, e altrettanto fece il dilettevole tratto tra le volsche Anzio
re di Napoli contro quelli che infestava- o Porto d' Anzio (V.) e Monte Circello
no il regno. Grandi lamenti erano per o s. Felice, ed Ostia Tiberina, tanto te-
quella iniqua gente, che ogni giorno sva- muto e contrastato, colla presunzione,
ligiava viandanti e corrieri, e talvolta le- che le stesse foreste chiudano l'ingresso a'
vava loro Fecero prigioni Giam-
la vita. venti scirocchi e australi, che corseggia-
battista Conti nobile romano, ed Ales- no per le Paludi Pontine, e in un tempo
sandro Mantica, e poscia l'arcivescovo di stessoservono di riparo a' popoli vicini,
Taranto e il vescovo di Castellaneta, a' non che a Roma, per sottrarli dalle loro
quali imposero grosse taglie. Fin qui il A rilevare ogni timore dall'a-
infestazioni.
M tiratoi i,che fedelmente riprodussi. I ve- nimo preoccupato da private passioni, e
li terni nel 702 d'ordine di Clemente XI
r per dar luce alla supposta difficoltà, il Ric-
guarnirono la rocca, per quanto dirò a chi divise in tre punti il suo Discorso.
suo luogo. Ora conviene fare menzione Neli.° volle dimostrare che le selve di
del Discorso di AntonioRicchi, fatto dal Cisterna e Sermoneta sono fuori della li-
1
medesimo a compiacenza di mg. Uhi- nea, per cui soffiano onde è
t scirocchi,
striss. Crispoldi deputato dalla Santità che non ponno attraversare loro il cam-
di X. S. Clemente XI, nell'accesso che mino. Nel 2«° sostenne che quantunque
fece in Cori Vanno 1714 P er riconosce- fossero le selve intersecate dalla linea na-
re le difficoltà insorte sopra il taglio turale de' venti temuti, sono in situazione
delle famose .ve/ce di Cisterna e Sermo- sì depressa che non ponno riparare i luo-
neta. Esso si legge nel suo Teatro degli ghi oltrepassati, e specialmente quelle ter-
uomini illustri de' Volsci, a p. 83, colla re e città convicine che sono fondate in
carta topografica delle medesime selve. Il sito più alto. Nel 3.°dichiarò che le rino-
duca ili Sermoneta Michelangelo Cae-
il. mate selve Cadane, ancorché si oppones-
tani a quell'epoca si proponeva far esegui- sero direttamente a'venti nocevoli e fos-
re tale taglio; il che in molti ingerì timo- sero poste in luogo elevato, nondimeno
re della rovina de'popoli circonvicini e di sarebbe desiderabile il loro taglio, noti
Roma, sul supposto che la folta e gigan- recando alcuna utilità, ed essendo di mol-
tesca turba di tante piante sia un forte ri- to danno, per rendere doppia umidità
paro quivi situato dalla natura, per chiu- e paragonabili a grandi Paludi. Conclu-
dere il passo a'venti perniciosi in questa de, apparire dalle carte geografiche, che
parta d'Italia. Anche il taglio di qualun- tutta laspiaggia romana da Ostia a Cir-
que istmo fece temere il sommergimen- cello dimostra apertamente che lo sci-
to de'popoli e delle città confinanti, fin- rocco soffia dal Circello verso 1' Isola sa-
ché dimostrò il contrario Luigi XIV re gra del Tevere, e in conseguenza dal
di Francia,che in qne'tempi senza peri- golfo di Terracina verso Valle Decimo,
colo e con somma utilità del commercio e da Valle Corsa alla volta di Roma. E
aprì in mezzo al suo regno un profondo che per verificare che le selve sieno di
e lungo canale, unendo così l'Oceano al ostacolo a' scirocchi e arrestino il loro
Mediterraneo, da'quali mari sono bagna- corso verso Roma, converrebbe traspor-
te le spiagge del medesimo regno. Ad i- tare quelle dalle loro australi pianure al-
mitazione del re, potere il duca di Ser- l' altezza de' monti di Cori, Norma, Car-
moneta provare al Papa essere non me- piueto e Valle Corsa, dalle cui costiere
fó&s&morvfc &wlwp f
118 VEL VEL
\iene facilmente rintuzzata la loro sor- passeggeri. Adunque quanto è deside-
gente che per di là va corseggiando, or- rabile che le pubbliche vie sieno forni-
dinata dalla natura a seguir la propria te di alberi in un giusto intervallo dispo-
linea terminante a Maestro, quale è il sti, sì per la vaghezza ed ornamento, si
punto a'seirocchi opposto, come si vede per fortificare sponde delle strade me-
le
nella sfera delineata de' più noti venti. desime, sì anche per somministrare om-
Il non ebbe luogo, ma
taglio in discorso bra, o altri usi occorrenti al viandante;
spesso si sono tagliati alberi da costru- altrettanto è da bramarsi che i boschi si
zione, e secondo 1' uso e continuamente tengano lungi dalle pubbliche strade al-
si fanno tagli di legna per fuoco e carbo- meno mezzo miglio da am be le parti. Una
ne, essendo le selve divise in 12 quarti legge di tal sorte, che volesse promulgarsi
da d'anni 12. Dell'u-
tagliarsi nel corso per sollievo dell'umanità e per facilitare
tilità de' boschi e de' monti a riparo de' sempre più il commercio, incontrerà sen-
venti nocivi, feci parola ne' voi. LV11I, za dubbio I' ostacolo trionfante dell' in-
p. 220, LXXX, p. 65 e altrove; ed il
1 teresse dique'proprietari,che possedendo
Cancellieri ne parla nella Lettera sull'a- macchie entro tal vicin»nza,solhirebbero
ria di Roma, a p. 88 e 3 1 2, riportando mal volentieri di doverle recidere. Ma la
alcuni autori sui boschi e sul taglio del- vita dell' uomo, non che il pubblico bene
le macchie, fra'quali Giuseppe Cappucci- merita pure il sacrificio di qualche priva-
ni : Risposta al ragionamento di mg* to interesse, interesse peraltro che si può
Lamberlini (poi Benedetto XIV) sopra in molti modi compensare. Se si fosse ne*
il taglio delle macchie d+Scrmoneta e passati secoli usata una tal cautela, quan-
Cisterna ,Pa]eslv\na nella stamperia Bar- te rapine, quante stragi, quante mannaie
berina 1 7 1 5. Ricorda ancora l'editto del si sarebbero risparmiate! In mezzo per
cardinal camerlengo del 1626, di proi- altro alla molteplicità delle gravi cure
bizione del taglio d' alberi d' olmo per de' pubblici affari non è sfuggito questo
lo stalo ecclesiastico, Nettuno, Terrari- oggetto alla veduta dell'Eni. cardinal
na e Conca, e di tutti gli altri per la co- Consalvi segretario di stato : con mia
r
struzione di edifìzi e di vascelli. Mg, Ni- somma consolazione ho veduto in questi
colai nelle Memorie sulle Campagne di giorni emanare un ordine analogo alle
a
Roma, ivi i8o3, tratta nella par. 3. , p. mie idee, cioè che per un tratto della via
252: Della necessità e utilità de' boschi Flaminia da Nepi a Borghetto si taglias-
per impedire l'influenza de' venti austra- sero dalle racidi i boschi adiacenti alla
li nell'Agro Romano, che essendo mal- strada per un tratto entro le campagne
sani e portatori di miasmi delle paludi laterali per un mezzo miglio, essendovi
poste a mezzogiorno dell'Agro stesso, so- colà accaduti replicati assassinii. Speria-
no una delle cause di sua insalubrità. A mo un simile prudentissimo provvedi-
p. 276 discorre come si debba regolare mento presso alle altre strade,special men-
il loro taglio, delle leggi pontificie per fre- te nella via Appia adiacente a Cisterna per
nare l'abuso de'lagli ; ed a p. 280 della sradicare il rifugio ed asilo de'crassatori
cautela di tenere sgombri da'boschi i ter- Di recente il eh. Fabio Gori di Subiacc
reni in vicinanza delle strade, imperocché nella descrizione della Gita da Roma
osserva: »\ boschi sono gli ordinari ricetti Porto d'Anzio, a Nettuno e ad Asturc
degli assassini, ovunque i boschi si tro- riferisce a p. 34. » Strabene poi dice
vino in vicinanza delle pubbliche strade. ratica la stazione di Astura, non eia
In niun luogo possono costoro più como- perchè vi stessero legni de' pirati, mi
i
damente nascondersi, che tra le macchie, bensì i legni de' romani contro i pi rat
per insidiare e sorprendere gì' infelici che aveauo ogni agio di anuidarsi nelle
VCL V E L 119
macchie Nettuno e Sermoneta, mac-
di beri. Riprendendo il filo cronologico di
chie nelle quali sempre sonosi rifuggiti questi cenni sopra Sermoneta, dirò che
i Nid ri. In tal modo io vado a spiegare Benedetto XIII avendo ritenuto nel pon-
un altro passo diStrabone affermante che tificalo la sua chiesa arcivescovile di Be-
iromani sforzavano gli anzia ti ad ab- nevento, si recò due volte a visitarla nel
bandonar lo studio dalla pirateria ". I 1727 e nel 1729, onorando di sua pre-
r
voti di mg. Nicolai furono esauditi. Nar- senza questo territorio ed altri delle pro-
rai nel voi. XX VII, p. 266, gli analoghi vincie di Marittima e Campagna. Leg-
ordini del governo. Nel 1816 prescrisse go ne' Diari di Roma del 1727, che ri-
il taglio delle macchie per la distanza di tornando da Benevento, da per tulio fe-
100 canne d'ambo i lati della strada in steggiato e trattato magnificamente, per
molli luoghi di Marittima e Campagna; e Ceprano, Frosinone, Prossedi, ove pure
perSonniuo ordinò, che fosse interamen- celebrò la messa nella collegiata, giunse
te recisa la vasta macchia di Margazza- aSezze, e da dove martedì 27 maggio ad
no, ed altresì chiudendo e riempiendo ore 9 e mezza s'incamminò per Sermo-
tutte le caverne e grotte che vi si trova- neta. Ne' confini di questo stato e alla
vano. Nel 1818 ingiunse per la pubblica porla che la distingue, le cui mura era-
mani, onde Roma fosse circondata da pa- tosialquanto inSermonela e ripreso suo i I
recchi boschi, sia per garantirla da' venti viaggio, dopo 3 miglia il Papa trovò nuo-
australi e marini perniciosi, sia per mi- vamente il duca Caetani, col residuo della
gliorar l'aria assorbendo il gas acido car- soldatesca squadronatagli bandiera spie-
bonico e sviluppando l'ossigeno, sia per gata e tamburo battente. Il duca si umiliò
apprestare grati asili contro l'ardore del al Papa, il quale compartì la benedizione
sole; e perchè fossero inviolati, alla seve- a' sermonetani ivi calali da questa loro
rità del le le£»j»i unirono la riverenza della terra. In Cisterna poi altro feudo del du-
religione. Dice aver egli, d'ordine di Pio ca, aggiungerò al riferito in quell'artico-
VI, quando le pianure Pontine emersero lo e come promisi nel suo paragrafo di
dall'acque, fatto piantare più. di 60,000 questo, che tra lo sparo de' mortali e le
alberi, parie a' due Appia
lati della via vie tutte parate d'arazzi, Benedetto XII [
da Tor Tre Ponti a Terracina, e parte si recò alla collegiata, ove ascollata la
sui bordi de'fiumi in tal guisa sorge un
: messa, ammise quindi al bacio del piede
gran bosco, dove per lo passato stagna- d. Costanza unica duca, la qua-
figlia del
vano l'acque, con sensibile miglioramen- le implorò e ottenne l'indulgenza per
to di quell'aria per l'innanzi cotanto per- suffragio dell'anima della duchessa ma-
niciosa. I Papi meritano gran lode per dre defunta, e che in qualunque altare
aver posto ogni cura non solo nella con- ove si celebrasse per la medesima fosse
servazione de' boschi esistenti, ma anco- privilegiato. Salita indi Sua Santità uel
ra uel moltiplicar la piantagione degli al- palazzo baronale, ricca meu te e uobihnen-
i2o VEL VEL
« le addobbato, vi pranzò, come fece tutto pi non si fosse ottenuto altro che l'accre-
il suo seguito iu altre tavole., imbandite scimento delle Paludi, le quali con inon-
di copiosissime vivande di grasso e di i/ia- dazioni molto più. ampie aveano alle vi-
gro. Posciail Papa dalla loggia benedisse cine popolazioni cagionato una maggio-
tutto il popolo,tranuovesalvedimortari, re rovina. Allora meditando in cuor suo
presentandogli d. Costanza in iscatola co- disegni anche più magnifici, poiché avea
perta di velluto rosso guarnito d'oro, un veduto che la strada presso il monastero
quadretto di ricamo esprimente s. Gen- di Fossa Nuova, giacente prima alle ri-
naro, con bellissima cornice d'argento a- ve dell'Amaseno nel piano, era frequen-
rabescata. Dopo di che Benedetto Vili temente esposta a restar soli' acqua; la
seguitò il suo viaggio per Velletri. Nel costrusse su per le colline ad onta di lo-
1729 Benedetto XI li tornò a Beneven- ro asprezza, iu luoghi più elevali per si-
lissimo, provò un vivo dolore che dalle che restano fra le vicine montagne di Ser-
tante spese e fatiche de' precedenti tem- moueta e il mare tale è la lunghezza di
;
V EL VEL lai
questa Palude ne' ter ri tori di Sermoneta
i protestando essersi perduta la memoria
e di Sezze". Benedetto XI V impedì mag- de' vetusti volsci che la resero chiara per
giori danni nel corso de' fiumi; Clemen- valore e magnifica per monumenti. Co-
te XIII si bonificamento del*
propose il mincia a celebrare Giovanna o Giovau-
le Paludi Pontine, fece alcune determi- nella Caelaui madre del gran Papa Pao-
nazioni preliminari, e poi desistè dall'im- lo III [V.). II cardinal Nicolò Gaelani,
presa, che Dio avea riservala a gloria di figlio diCamillo IV duca di Sermoneta
Pio VI, il quale l'eseguì a conto della ca- e di Flaminia Savelli, nipote cugino di
mera Questo Papa, ad esem-
apostolica. Paolo III, che di 2 anni l'elevò alla por-
1
racina (/ *.),e per diversi anni nella stes- stente nel santuario di Loreto, dove fa
sa stagione vi ritornò, per sorvegliare e trasferitoil suo corpo dalla chiesa di s. Ma-
vantaggi riportati, non meno che alle ca- terina PiaedaBouifacioducadi Sermone-
gioni per cui la lavorazione restò imper- la. Leonardo monaco cisterciensediFossa-
fetta, e de' lavori da farsi ; ed altresì alla nuova, vescovo Giovenazzo nel 12j3
di
ripi istinata viaAppia,che nel tratto della e amministratore di Bari. Giordano ca-
Palude questa avea sommerso, come del- nonico della collegiata di s. Maria di Car-
lo stabilimento di sue poste per pubblico mineta diocesi di Terracina, vescovo di
comodo medesima. In Terracina
nella Venafro e sulfraganeo di Capua, fatto da
riceveva dal vescovo e capitolo d'Ana- Bonifacio Vili nel 1299. Docibiie arci-
gni il canone, come lo chiama il Nicolai, prete di Sermoneta (o di detta collegia-
che devesi ornile al Papa ogni volta die ta), che tale Papa die al precedente in
dimora in qualche luogo della provincia successore alla chiesa di Venafro. Giovan-
di Marittima e Campagna, per quanto ni Bucci abbate della collegiata di s. Mi-
gode e concessogli da Bonifacio Vili. In chele Arcangelo, da Sisto IV creato ve-
tutti gli anni che ciò si praticò da Pio scovo di Veroli. Annibale de Paolis di-
VI, per l'antica via di Castel Ginnetti, a chiaralo da s. Pio V canonico Vaticano,
Piedimonle, antica posta di Sermoneta, da Sisto V suo maestro di camera, indi
gli faceva omaggio co'suoi soldati il vice- vescovo di Cervia e sulfraganeo di Ra-
castellano di Sermoneta del duca Caeta- venna, edificò da' fondamenti la chiesa
ni, ordinando il saluto dello sparo di 1 o 1 di s. Maria delle Grazie, la cui famiglia
colpi de' cannoni della fortezza, anche si trasfuse in quella de' Collavaghi, dalla
nel ritorno a Roma. Le particolarità de- quale fiorì il valente medico Ferdinando,
gli omaggi ordinati dal duca di Sermo- che visse nella corte dell'imperatore Car-
neta ne' passaggi di Pio VI, che costu- lo VI. Francesco Valerio esimio dottore
mava fermarsi a Tor Tre Ponti, si pon- di leggi,governatore di Tivoli e castellino
ilo leggere ne' Diari di Roma. Anche della fortezza. Altri egregi giureconsulti
Sermoneta si pregia de' suoi illustri cit- furono Flaminio Paulanelli e Pietro Gi-
tadini, massime fioriti nelle lettere, nella Flaminio Americi annoverato nell'or-
gli.
giurisprudenza, nella poesia, nella medi- dine senatorio in virtù della cittadiuauz.i
cina e in altre scienze, come rileva Rac- romana, e militò qual capitano volontà-
T
chi nella Reggia de' f olsei t e meglio nel nò nel 1 57 1 contro i turchi, sotto il co-
Teatro degli uomini illustri de' P'olsci, mando d'Onorato Caetani duca di Ser-
cap. 20, Soggetti illustri di Scrr/ioneta, moneta. Fi'. Girolamo Burduui minore
tu VEL VEL
osservante.dolto autore d'opere. Pasqua- siamo debitori, come notai nel voi. VI,
ie Toscani rinomato medico in Roma, p. 218, di Antonio Cavallucci nato in
dichiarato da Libano Vili suo principa- Sermoneta nel 1752, perchè da fanciul-
le medico, la cui discendenza passò in lo disegnava arabeschi e figure sui muri.
quella illustre de'Galli. L'antica famiglia Laonde lo fece venire in Roma, gli fece
Venonza risplendelte nella corte del ce- nel colorito, nel merito avvicinandosi al
lebre Scanderberg principe d' Albania, Mattoni contemporaneo. Tra le belle sue
qual segretario. Questo uffizio funse Gi- opere, nella chiesa de' ss. Silvestro e Mar-
rolamo Cordoni colla repubblica di Ge- tino a' Monti esistono i quadri a olio di
nova. Fabrizio Caroso celebre maestro g. Vergine che dà l'abito
Elia, della B.
di ballo d'imperatrici, regine e principes- a s. Simone Stock, l'Anime del Purga-
se, lodato co' versi di Tasso, e autore del- Iorio, e s. Giovanni che battezza Cristo:
la rara opera: ti Ballerino di Fabrizio nella volta della tribuna eseguì le pittu-
Caroso di Semionda, Venetia 600, i ri- re a fresco con bella maniera e buon di-
stampato col l\lo\oNobillà di dame e con segno. In tale chiesa fu sepolto nel 1 7g5
molte figure nel 160 5, Girolamo Sicio- e il suo illustre mecenate gli eresse una
lante valoroso pittore (a fresco e a olio), lapide in marmo. L'ultima sua opera fu
discepolo del celebre Pierin delVaga (Ma- Veneree Ascanio, collocata nel palazzo
rocco lo dice discepolo di RalFaello: sem- Sforza-Cesarini. A Pisa, a Loreto, a Ca-
bra meglio ri tenere, che s'impadronì del- tania sono suoi quadri. Le nominate o-
la maniera di quello ; sempre operando pereottennero celebrità. Afferma Maroc-
sul fare Raffaellescocon giudizio di di- co, che in Sermoneta da' suoi eredi si
segno e buone invenzioni, ne fu lodato i- conservano due belli quadri eprimenti
initatore.il maestro fu discepolo di Raf- uno la Carità, l'altro lo Sposalizio di s.
faello, e questi mori nel 1 5no), il cui esi- Caterina, medesimo celebra l'altro il-
il
menti del palazzo Caetani, e nella chiesa sima enobilissima famiglia Caetani, non
di s. Antonio abbate de' riformati. Suo solamente ragionai in quell'articolo (ove
degno figlio fu Tullio, che nella pittura col Novaes dissi che Corrado Caetani zio
forse l'avrebbe superalo, morto neh 573 di Gelasio II sposò Costanza figlia di Fe-
di 20 anni, e sepolto in s, Loreuzo in Da- derico II imperatore, avendo io corretto
maso di Roma, ove il genitore gli pose il numero di IH, e sorella di Manfredi re
onorifica iscrizione marmorea, riprodot- di Napoli; ora però avverto che mi sem-
ta dal Ricchi. Al dotto duca d. France- bra anacronismo), ma ne' moltissimi che
sco Caetani, protettore de' letterati e de- la riguardano, notando nel voi. LVIII,
gli artisti, che celebrai iu tanti luoghi, p. 378, che uè' bassi tempi in Roma eh-
VEL VEL 123
Le per rocca la Torre (F.) delle Mili- Campania. Da quanto riporta facilmente
siiburbano la celebre Sepoltu-
zie, e nel s'intende, che Frosinone nel secolo XIII
ra (V.) di Cecilia Metella, avendo an- e anche prima, era la capitale o reggia
sti, i quali lo ridussero a casa generali- me pure lo fu Trevi (F.)de\\n stessa pro-
zia e noviziato, e vi hanno fabbricato pro- vincia. Dice Marocco.il territorio di Ser-
pinqua chiesa dedicata al ss. Redentore moneta è feracissimo, producendo ogni
e iti onore del loro fondatore s. Alfonso sorta di cereali e frutta, ed all'intorno
de Liguori, tutto avendo descritto nel ha molte piscine, che oltre di produrre
voi. LXXX, p. 57. L'altro palazzo Cne- un'infinità di rane e pesci, danno ezian-
tani è l'antico Palazzo Mattei (F.).Ba dio moltissime mignatte, delle quali i po-
Caetani era il sontuoso Palazzo Ruspo- polani fanno commercio co' fiorentini e
le civiche indicazioni delle strade, vol- malori. Una di acqua zolfo rea detta Puz-
garmentesi suole chiamare Gaetaiv.Nel za pel suo odore nauseante, prodotto dal-
citato articolo Caetani parlai di altri lo- lo sviluppo del gas idrogeno zolforato, si
ro palazzi in Roma, come del venduto usa con molto vantaggio nelle malattie
a s. Maria in Posterula a' Celestini (F.), cutanee. Essa ha varie sorgenti,delle qua»
e siccome è vicino il vicolo Gaetana, dal- li una è veemente. Altra acqua sorge sul
la vicinanza di tal palazzo crede proba- principio delle tenuta Tufette del prin-
bile il cav. Ruflìni, nel Dizionario delle cipe Massimo. Essa è marziale, predomi-
strade e vicoli di Roma, gli sia deriva- nando la parte ferrea, e giova all'ostru-
to il nome. De' titoli illustri e de' feudi zione di milza, male frequente tra' ser-
e signorie de' Caetani, oltre i sunnomi- monetani. Si osserva nel piano della cam-
nati, parlai negli articoli relativi o ne* pagna, da un lato della strada di Norma,
loro propri, come principi di Teano (F,), un piccolo laghetto di forma rotonda, e
duchi di Caserta (/'.) ec. De' Papi Ge- di circa mezzo nibbio di terreno, chia-
lasio IT e Bonifacio FUI, e de' cardi- mandosi precisamente la contrada ove
nali Caetani o Gaetani, non solamente giace il Frecciale. Si giudica derivato da
ragionai alle loro biografìe, ma in tutti un avvallamento di terreno, ed ivi esister
i hanno relazio-
moltissimi luoghi che vi doveva qualche rimarchevole edificio,per-
ne; e di Pio Farulli abbiamo la Crono- chè si rinvennero diversi frantumi mar-
logia della famiglia Gaetani di Pisa, morei, un capitello di marmo bianco,
Lucca 1723. Delle antiche e numerose qualche avanzo d'opera laterizia, varie
signorie de' Caetani ne riporta l'elenco tegole di terra cotta di diversa forma di
il Ricchi nella Reggia de' Folscia p,5o. due piedi e un 6.°aventi due labbri al-
Il cav. De Mattheis nel Saggio istorieo l'estremità, il che usa vasi per render più
di Prosinone sua patria, dice a p. 77, solide le fabbriche e per dare loro bel-
che Prosinone distinguendosi nel secolo la comparsa. Si scoprirono pure diverse
XII tra' paesi della Campania Romana, nicchie con entro ossa umane, forse sepol-
era il luogo principale della provincia creto di qualche famiglia illustre. Riferi-
goveruota da' baioni Caetani cuuli dulia sce Caliudrijche nel monte vi è un abis»
i?4 VEL V E L
so o cratere detto il Pozzo dell'Osa, ed lato con maestria e commesso con eccel-
in altra parte del territorio sono 3 ta- lenza d'arte. La porta per cui si entra ve-
berne sotterranee, o famose grotte, le nendo «la Roma non è l'antica, la quale
une maestosamente fabbricate a volto so- trovasi interrata in una cantina dell'avv.
pra le altre. Pozzi, dove ancora si osserva il voltone e
Governo di Valmontone. l'arco ch'esser dovea di fronte alla pub-
Valmonlone. Città e comune della dio- blica viache conduceva al palazzo baro-
cesi di Segni, residenza del governatore, nale. Aggiunge pure Marocco, che il ma-
con territorio in piano e in colle e molti teriale col quale furono fabbricate molte
fabbricati,distante circa it\ miglia da Ro- abitazioni, è comune opinione fosse tra-
ma,! 4 da Cori, e 5 per la via diretta da sportalo dalle rovine dell'antichissima
Palestrina, con 8275 abitanti secondo la città di Labico, molte iscrizioni marmo-
Statistica del 853. Giace isolata in istret-
1 ree della quale e trovate nel 1789 negli
ta valle riparala da basse colline, sopra scavi della tenuta detta la Cavalla, ubi-
un colle di lufa vulcanico dirupato, me- cazione a cui non si accorda che ivi sor-
no pc luoghi fatti più agiati per gli acces- gesse, si collocarono nell'atrio del palaz-
si , dirimpetto a Monte Fortino lungi 3 zo baronale, e le riporta in uno alle mo-
miglia a levante avendo Segni e Gavi-
, derne della collegiata e dell'oratorio. Le
gn ano, sulla via proviocialeecorriera Ca- vie interne sono regolari, selciate e assai
silina, corrispondente nella 1/ parte al- comode, fiancheggiate in generale da buo-
l'aulica Labicana, e dopo Lugnano alla ni fabbricati, tranne quelli presso porta
Latina. In lontananza la città ba una cer- Romana abitali da'coltivatori de'campi.
ta somiglianza colla veduta della Riccia, Osserva Nibby, che entrando nella città
tanto per la verdura delle boscaglie cbe quadri-
di antico rimarcatisi molti massi
l'attorniano, come per la cupola della col- lateri di tufa locale, avanzi dell'antiche
legiata cbe lasormonta. La sua pianta mura, impiegati nelle costruzioni moder-
ridncesi a un'ellissi irregolare, ed è cin- ne ed alcuni sembrano al posto loro,
,
breve vallata e situata sull'eminenza cbe parte fu riedificata dopo che ne fu inve-
alcuni dicono essersi chiamala Montone. stito Riccardo Conti. L'attuale magnifi-
Dice già le sue mura solide e costruite co e grande palazzo baronale, al riferire
con diligenza, ed i frequenti torrioni mu- del p. Casimiro da Roma, Memorie del-
tilati disposti con buon modo di militare le cliiese e conventi de'frati minori del-
architettura. Leabitazioni appartengono la provincia romana, fu cominciato a
a diverse epoche, alcune tendenti al gu- fabbricare verso ÌI1662 dal principe Ca-
sto gotico, altre meno antiche hanno bal- millo Pam phi lj
nipote d'Innocenzo X, nel
coni di tufo o pietra nera formati a cro- sito più eminente e nel miglior clima (poi-
ce che in 4 parti dividono le finestre, ché essendo la città edificata sul tufa,
molte case hanno 1' ingresso ad angolo questo produce alquanto umido, secondo
ottuso o arco acuto, come ne'luoghi del- Marocco),e con moltissima diligenza d'ar-
l'epoca de* guelfi e ghibellini; ed alcune te disegnato, con fascie e abbellimenti e-
chio rapidamente percorre il trailo limi- resse in collegiata la precedente, con bre-
tato dalle punte dell'Algido e da quelle ve de'i5 marzo) 638, grado che venne
del Lepino, presentasi da lungi verso oc- trasfuso all'attuale, istituendo l'unica e
cidente Rocca Priora, e avanzandosi ver- principale dignità dell'ai cipretalo. Allo-
so mezzodì si riconosce il monte Artemi- ra il capitolo si componeva di 7 canoni-
sio e l'Algido, e spalancasi la valle e Pa- ci, poi aumentali a gè due chierici, ed ora
lude Pontina: di fronte presentasi la ca- lo è di io canonici compresa la dignità
tena del Lepino e solto di quella Mon- dell'arciprete; gli altri benefizi non facen-
te Fortiuo, e di fianco verso oriente Ga- do corpo col capitolo. Marocco che de-
vignano. L'ampie e alte sale, e i diversi scrive i quadri, dice il s. Francesco del p.
favole mitologiche, merilano vedersi. Yi altare si venera pures. Filomena ben di-
si giunge per due vie; la più bella comin- pinta dal Quattrocchi. Il superbo quadro
cia dalla piazza, l'altra dalla porla Huma- di Benedettolo giudicadel Ferri. due
s. I
na, rimanendo da un lato 1' imponente quadri del Salvatore, e della B. Vergine
fabbricato delle stalle. Propinquo al son- coldivin Figlio sono del Conca. Nella sa-
tuoso edifizio, che può dirsi il più super- grestia si ammira in tavola immagine 1'
chiesa principale di s. Maria Maggiore As- dal famoso Pinturicchio. Questa chiesa fu
sunta in Cielo, collegiata e parrocchia. Es- solennemente consagrata a' 27 maggio
r
sa fu riedificata dalle fondamenta dal 1 703 da mg. Pietro Corbelli vescovo di
principe Gio.BaltistaPamphiljAldobran- Segni. Nel vicino oratorio del Gonfalone,
dini figlio diCamillo encomiato, e v'im- edificato da Alto Conti morto neli466,
piegò 4 anni dal 685 al i68g, serven-
1 bellissimo è il quadro delPresepio dipinto
dosi per architetto di Mattia de Rossi fi- lìti 167,2 daD.,da tutti riputato del Bas-
glio del bergamasco Gio. Antonio passa- Marocco. Ma de'sei Da Pon-
sani, all'erma
bile architetto, amato allievo del celebre te di Bassano pittori, niuno portò il nome
Bernini , come può leggersi nel Milizia, cominciatile col D. Io non pretendo con
Le vite de* più celebri architetti, p. 377. tale data e iniziale indovinare l'autore del
Magnifica, elegante e vasta n'è la mole, quadro, dirò solo che in quell'epoca fio-
che fa contrasto colle abitazioni modeste riva il Domeni chino, e cominciava a fio-
del luogo: la pianta è ovale, bella e sem- rire l'oriundo francese Gaspare Daghe!
plice, essendo cioè un'ellissi: bella pure è nato in Roma, cognato e discepolo del ce-
la cupola che la sormonta,schiacciala, so- lebre paesista Poussin, ed anche scolaro
lida e luminosa; buono il campanile, os- di Claudio Lorenese: fra'paesisti italiani
sia le due campanarie, al dire del se-
torri è quello che ha più grazia e sentimento;
vero Milizia; l'atrio poco ampio è conve- tutto è in lui vero. 1 suoi mirabili paesag-
nevole e decorato: ma a Nibby partico- i gi sovente ornavali di figure. Molto dipin-
lari sembrarono risentire gli effetti del se pel principe Pamphilj, la qual famiglia
gusto di quel secolo corrotto. L'interno è possiede grandi e rinomatissimi quadri.
ornalo dalle pitture del p. Pozzi, di Gia- A lira parrocchia èia chiesa de'ss. Andrea
cinto Brandi, Cirro Ferri, Agostino Siila, e Stefano. Salendo a Valmontone per la
cav. Sebastiano Conca e altri rinomati ar- parte sinistra, è la chiesuola della ss. Ver-
tisti del XV11 secolo. Va eccellente orga- gine delle Grazie, che per lo siile e la co-
-
naci o meglio canonici regolari dell'or- dusse due memorie sepolcrali, il novero
dine di s. Antonio abbate. Sopra un'altu- delle ss. reliquie della chiesa, incontro la
ra pure a sinistra della via, e non mollo quale nel i49° Conti edificarono a
' s. Mi-
lungi dalla città, vedesi dominare la chie- chele una cappella semicircolare, poi pro-
sa e il convento de' minori osservanti di fanata nel secolo passato, e che nella cam-
s. Angelo, di cui ragiona il subnominato pana del campanile era inciso l'anno
p. Casimiro nel cap. 25, insieme alle no- i523, colle invocazioni della Madonna e
liziedi Valmontone, e di cui mi vadogio- di s. Michele, e col nome angelus Melo
vando, di conserva cogli altri lodati scrit- Verulanus. Soggiunge il p. Casimiro che
tori. Ambo gli edilizi sono situati sopra piti d'un miglio da Valmontone sulla via
un colle, i quali nondimeno reslanocoper- Labicana fu già il monastero di s. Maria
ti dagli altri colli che li circondano , anzi in Silice de Fai le montana (così detta da'
.°
le finestre del i appartamento del palaz- grossi selci della via lastricata), di cui tro-
zo baronale stanno a cavaliere del tetto vasi menzione neh' Ughelli, nel diploma
della chiesa ed a livello del convento de' di conferma de'beni a Pietro vescovo di
cappuccini di Palestrina. Il p. Gonzaga, Segni, emanalo nel 1 82 da Lucio III, da 1
Misturici Serafica, peli. e senza docu- cui si trae ch'era stato toltoa'benedetlini
mento pubblicò che il convento già abba- a'quali era appartenuto. Nel secolo X11I
zia appartenne a'benedettini, e che da'si vi furono collocate le monache di s. Chia-
gnoii Conti baroni del luogo fu concesso ra, alla loro chiesaconcedendo Nicolò IV
a 'francescani colla bellissima chiesa. Il p. l' indulgenza Signina Dioecesis. In una
Casimiro assicura che la fabbrica è anti- bolla di Paolo II del i47° s narra che il '
ca, e nel!' architrave della sagrestia lesse monastero era disabitato e da più anni di-
l'anno 009. Nel
1
1 738 per certa fabbrica ruto; però non si deve confondere col mo-
si scopri una croce stazionale di marmo nastero che nello slesso pontificato Gio-
con vari ornamenti di musaico, le quali vanni Conti fabbricò dentro Valmontone
cose potrebbero rendere verosimile l'as- col medesimo nome di s. Maria in Silice,
serzione del p. Gonzaga, ed il Nibbydice per aver ottenuto tal signore dal Papa
saracinesca la costruzione. Certo è che i di trasferirvi il titolo dell'altro, e di far-
fiati minori non vi si stabilirono dopo la vi rifiorire di nuovo la regolare osservan-
metà del secolo XV, ad onta che tale epo- za. Giovanni per ottenere tuttociò più fa-
ca sia notata nelle memorie del convento cilmente donò a' monaci di s. Scolastica
e nell'archivio d' Araceli, ma nello stesso il monastero,
di Subiaco, oltre la chiesa e
secolo di loro istituzione. Imperocché ri- anche 1' ospedale pe' poveri fabbricato ,
porta il p. Waddiogo, Annal. Minor., che già da Allo suo genitore, sepolto nel
Nicolò I V nel 1 290 con breve de'7 luglio 1 466 in quella chiesa con epitaffio. L'o-
dato in Orvieto,la cui copia era nell'archi- spedale tuttora esiste. Nel Diario di Car-
viodi s.lsidoro, concesse l'indulgenza per- lo Messori da Subiaco si legge, che nel
petua d'un anno e4o giorni a' fedeli che i5gi era priore di questo nuovo mona-
pentiti e confessati visitassero nel giorno siero d. Ambrogio da Subiaco, ma dipoi
1
di sua festa e per tutta l'S.' la chiesa di s. fu abbandonato all'atto da'monaci, laon-
Michele Arcangelode'frati minori di Val- de neh 656 vi poterono ritirarsi i minori
uioutoue diocesi di Segni. A tempo del p. osservanti, uel tempo che il loroconvcnto
V EL VEL 127
di i.Angelo era abitato da'contagiosi del- de di Pai tenio, trovala dal Fabretti nel
la pesti lenza die affliggeva pure la contra- territorio della Colonna e da lui riporta-
da. Aggiunge Marocco, che al monastero ta nel suo libro De Aquis et Aquaedu*
fu unita l'abbazia di s. Maria di Porcinia, ctil/us. Con tultociò confessa il p. Casimi-
castello poi detto Percile, distretto e dio- ro di non poter abbracciare neppur quel
cesi di Tivoli,con altre notizie sul medesi- sentimento, dubitando che la lapide forse
mo, ora del tuttodiruto.lesue renditenon potrebbe esservi stata trasportata ben- ,
eccedendo ?o floriui d'orodi camera. Era ché potrebbe essere surto Labico non lun-
vicino alle ville ecimiterio di s. Ilario nel- gi dalla Colonna. Ma considerando che
feci parola nel paragrafo Gavìgnano. Non del secolo XI II, in cui Domenico vescovo
manca Valmontone di pii sodalizi, e del- d'Albano vi passò a governarne la chiesa,
le maestre pie, le quali furono istituite in il che rendesi manifesto dalla lite insorta
miglia lontana daRoma (di più vuole Nib- bero loro forti difensori, né tace che nel
i
by),e mollo meno con quella di Valmon- secolo XVI era comune l'opinione in fa-
tone , che viene giudicata lontana dalla vore di Valmontone, e nel seguente al-
medesima più di 22 miglia. Ciò die poi tri lo situarono a Zagarolo. Pertanto sog-
doti ebbe togliere ogni dubbio è la lapi- giunge: Se però ad uu malinteso amoie
128 VEL VEL
di patria si fosse sostituito un più matu- Zagarolo e Valmontone, poiché avendo
ro esame de' luoghi, ed un rispetto mag- l'infaticabile e intelligentissimoNibby per-
giore all'autorità declassici antichi, l'o- corso in tutte le direzioni quel tratto di
pinione non sarebbe andata tanto oscil- paese latino fra la Colonna, Valmontone
lando con detrimento della verità e della e GaIlicano,questi due luoghi solamente
scienza. Ragionando poi delle distanze, ne presentarono a lui in tutto quel distretto
escluse Valmontone, dicendola più di 26 traccie d' antichità. Quelle di Zagarolo
miglia distante da Roma , e poi nel suo non crede appartengano a epoca remota,
articolo scrisse circa 24 5 e trovò le me- ma li reputa pezzi di monumenti disloca-
desime e le altre coincidenze in favore ti del tempo imperiale di Roma; né l'a-
sere anch'io in contraddizione. Inoltre il genti di quello. Prova ulteriore pel Nib-
INibby nel t. 3, p. 369, tiene proposito di by che Tolerium fosse sulsitodi Valmoa-
Valmontone, che dice l'antico Tolcrium, tone,è la marcia di CorioIano,il quale ve-
quindi Castrimi Vallis Montonisj ed ec- nendo contro le città latine della Valle
cone le sue notizie. La città di Tolerium Pontina, lai." a presentarglisi sul confine
o Toleria, come una delle più antiche del volsco da quella parte era Tolerium, e
Lazio, ed esistente fin dall' anno 268 di questa infatti, secondo Dionisio e Plutar-
Roma, Dionisio e Plutarco l'indicano chia- co nella Vita di Coriolano } fu la 1 ."ad es-
ramente situata nelle vicinanze di Boia, ser assalita, come successivamente assalì
ch'f gli riconosce a Lugnano, Labico e Fe- quelle che una dopo l'altra gli si parava-
do, mentre Plinioenumera i Tolerienses no sulla strada, cioè Boia, Labico e Pedo.
fra quelle popolazioni del Lazio antico che E non volendo attaccare né i prenestini,
a'snoi giorni erano pienamente scompar- né gabini, né tnsculani perchè forse
i i
,
se. Stefano Bizantino poi si limita ad in- erano d'accordo co'volsci, o non erano al-
dicare Tolerium solo come una città d'I- leati de'romani, si volse contro Corbione,
talia. Se, come sembra al INibby, Boia fu Boville posta presso le Fraltocchie,e La-
a Lagnano, Labico alla Colonna, e Pedo vinio (Pratica dice INibby ; non si deve
a G allicano {V .), due soli luoghi moder- confondere con Patrica nella delegazione
ni potrebbero contendersi l'onore d'esser di Frodinone: à\ Lavinio e di Pratica ra-
riguardati come succeduti a Tolerio, cioè gionai nel voi. XXXVU, p. 233 e seg.
VEL VEL 129
ultime città che gli rimanevano a soggio- gì Ber tarel7/, Roma
8/f5- Principia l'ar-
1
gare sulla sinistra, prima di porre il cam- ticolista col fare osservare, che non si può
po contro Roma, alle Fosse Giulie. Il va- in miglior modo onorare il paese natale di
loroso esule romano trovò i tolerini pre- quello che ricercando nella sua storia, e
parati a difendersi, e da prodi per un gior- manifestando alla luce del mondo le sue
no intero respinsero l'assalto, ma alla fi- glorie, tanto più se da altri scemate, mes-
ne dovettero cedere alla furia de' volsci. se in dubbio o negate del tutto. Ciò fece
La città fu presa d'assalto, ed i volsci ne assai dotta mente, e con franco e bello an-
riportarono una preda cos'i grande in uo- dare di stile, Luigi Bertarelli da Valcuon-
mini, denaro e vettovaglie, che il traspor- tone nell'opuscolo annuncialo di 3g fac-
to del bottino durò parecchi giorni. In- ce in 8.°, abbastanza pieno d'erudizione.
dizio è questo della floridezza di Tolerio, Egli procede, al dire dell'articolista, con
sebbene la città non fosse molto grande, bel ragionare, chiarezza e con forti argo-
secondo Dionisio, il quale fa dire a Mimi- menti a mostrare come presso il luogo
ciò nella sua legazione a Coriolano, che dove sorge ora quella ciltà fosse il Labi-
non credesse già facile impresa l'assalire co degli antichi. Un
ragionamento, tale
Roma, e che non credesse d'averla a fare dedicato al suo concittadino d. Pietro Pao-
co'pedani eco'toleriui, piccole popolazio- lo Fratoni parroco de' ss. Andrea e Ste-
ni. Nuovo argomento a favore di Valmoti- fano, l'autore divise in 1 paragrafi. Ac- 1
tone,dice Nibby. Indi nota : E' singolare, cenna nell'introduzione come il Sommo
che mentre Dionisio e Plutarco sono pie- Pontefice Gregorio XVI, con breve de'
namente d'accordo nell'indicare la presa 26 settembre 1 843, desse al comune di
di Tolerio, Livio non ne fa menzione, ma Valmontone l'illustre titolo di città, e
7
in vece nomina Trcbiam ossia Trevi (P .), quindi i suoi abitanti, fra le altre pubbli-
eh' è fuor di luogo affatto; e perciò può che dimostrazioni di gratitudine a tanto
credersi che il nome in Livio sia stato al- benefìciOjStabilissero una accademia, nel-
terato da'eopisti e che iu vecedi Trebiam la quale dovea recitarsi questa disserta-
debba leggersi Toleriam, congettura che zione, la quale non tenuta il Bertarelli
sfuggì al dottissimo Cluverio. Dopo quel- pubblicò colla stampa.» Quanta oscurità
la catastrofesembra che Tolerio non ve- e quanta incertezza sia stata sempre in-
nisse mai più abitala, poiché non se ne torno alla situazione dell' antico Labico
trova più menzione negli antichi scritto- è noto a chiunque si conosce minimamen-
ri. Quindi crede Nibby , che cittadini i te di queste materie: chi nel luogo dove
superstiti si disperdessero nelle città vi- sorge al presente la terra di Zagarolo;
cine di Boia, Frenesie e Pedo. Quantun- chi alla Colonna; chi altra volta pureo-
que però Tolerio fosse scomparsa , non pinò che fosse nelle vicinanze di Valmon-
sembra probabile che sul finir del gover- tone; i quali diversi pareri discorre il Ber-
no repubblicano o ne'tempi floridi del- tarelli nel 3.° paragrafo, dopo aver toc-
l'impero il suo sito fosse trascurato da cato nel 1° la storia dell'antichissima cit-
qualche ricco romano il quale ne avrà
, tà. Il Nibby, in fra gli altri, volle a'dì no-
profittato per edificarvi una villa, come stri sostenere che veramente alla Colon-
di altre città primitive del Lazio essere na sorgesse Labico, secondo eziandio l'av-
avvenuto afferma Strabone, e ne fan te- viso dell' Olstenio e del Fabretti; il che
stimouianza le rovine esistenti. Nel d.°65 si fa il nostro Bertarelli a confutare mol-
del Diario di Roma del 846 si legge 1 to valorosamente nell'8.° paragrafo, com-
un articolo di O. R., nel quale dà con- battendolo coli' autorità degli antichi
tezza del pubblicato libro: Intorno l'an- scrittori, come di Livio e di Strabone, il
tico e nuovo Labico. Dissertazione di ùid- quale scrivendo che Labico giaceva oltre
vol. LXXXIX,
9
1 3o VE L VEL
il i da Roma,
5.° miglio fa chiaro che non lonnn fosse l'antico Labicom, città abba-
polea essere dove sorge al presente la Co- stanza ragguardevole da dare la denomi-
lonna, clie, osserva il Berta celli, seguendo nazione di Labicana alla via romana che
le tracce della dritta via Labicana anti- vi conduceva, senza dire la propria opi-
ca, dista da Roma solamente 12 miglia; nione nel contrastato argomento. Intor-
la comballe coli' andamento della via no a Labico, oltre il detto nel suo arti-
medesima, colla natura del luogo in cui colo e ne' luoghi che ivi citai, tanto sem-
è poi sorta la Colonna, con altri ben for- brami abbastanza per un maggior det-
;
ti argomenti che tralascio per brevità e tagliopuò supplire il Nibby. Questo rac-
che stimo prezzo dell'opera leggere come conta, che la suindicata villa avea il nome
sono distesamente e eruditamente tratta- di Casa Maior nel secolo Vili, quando
ti nella dissertazione medesima. Ver con- insieme con Longeiamim, oggi Lugna-
trario nel paragrafo 7. avea già abba- no, fu data da s. Gregorio II del 710 al-
stanza provatoli Bertarelli come colle re- la basilica Lateranense come si ricava ,
liquie dell' antico Labico fosse costrutto dal registro di Cencio Camerario inserito
Yalmontone, e come a cjuesto apparten- dal IVI tiratori nel t. 5 àeM'Jntiq. Medii
ga l'antica sede episcopale Labicana. men- devi. I coloni posti a coltivar questo fon-
tre nel paragrafo 9. mostra colla mag- do formarono a poco a poco la borgata,
gior evidenza I' errore del Nibby nell' a- che fino dal 1 139 avea assunto il nome
ver dato a Yalmontone il nome dell' an- di Vallis Montoni*, il che si trae da un
tico Tolerio.E poiché la maggior gloria atto riferito nell' Appendice 2." del t.
4
che venga ad una città è quella che le degli Annales Canta Idulenses; nel qua-
danno gli uomini di alto sapere da essa le leggesi come Oddone signore di l'oli
«Ieri vati, saviamente lo stesso Bertarelli, a- mandò ambasciatore a Papa Innocenzo II
vanti di por fine a questa sua bella ed eru- un Landone de Valle Monlonis, pel
tal
dita dissertazione,non vuole taciuti no- i narrato nel vol.LXXV, p. 2 .876288, par-
mi d'alcuni più celebri cbesortirono nel- lando di Poli e nuovamente della fami-
la sua Valmontone natali; e valga per i glia Conti. Continuava a quell'epoca que-
lutti il ricordare quel Giusto de'Conti,ce- sta terra ad essere posseduta da 'canonici
leberrimo poeta,giureconsulto e oratore, regolari Lateranensi, e venne loro con-
stato consigliere di Sigismondo Pandol- fermata, come si legge nella bolla a loro
foMalatesta". Termina l'autore dell'arti- e al proprio priore diretta da Anastasio
colo dicendo, che siccome tutto l'opusco- IV nel 54» riportata dal Crescimbeni
1 1
rite al citato articolo.Quanlo a Labico, di- la bolla Etordo rationis expostulat. ri-
ce il Coppi, alcuni archeologi, come Vol- prodotta dall'Ughelli ne\Y Italia sacra,
pi, Vetus Latium, e Nibby, sono di pa- 1. 1237, come chiese di Valmontone
1, p.
rere che sulla collina del castello di Co- si nominano quelle di s. Mariae, s. Ari'
s 1
V E L V EL 1 3
dreae,s. Laurenlii cimi omnibus perli- la scacchiata e il popolo romano cam- il
colai :
Zotici cum omnibus per tinentiis suisjmo- dato pure di Poli, Sacco e Pimpinara, e
nasterinm s. Marine in Silice cum omni' prestò giuramento solenne di fedeltà al
in feudo nel 1208, salvo iure Laleranen- nee primarie, la primogenita de' signori
sis Ecclesiae. Il Ratti dice l'atto d'acqui- di Valmontone e poi di Segni, e 1'
altfa
sto essere del 1209 e conservarsi nell'ar- de'signori di Poli, questo paragrafo può
chivio Sforza, nella qual famiglia passa- vedersi nel luogo citalo, anco per gli al
rono beni e le prerogative della linea
i tri feudi che signoreggiò. Osserva il Rat-
primogenita de'Couti. Nel Bull. Rom. t. ti, che Valmontone forse sarebbe andato
3, p. 32, è la bolla Cum Castrimi Val-
1 soggetto alle divisioni e altre vicende, al
li* Montoni colla quale Innocenzo III
ì
: le quali furono sottoposti tanti altri feu-
Ricardo Corniti Sorano Castrimi Val- di di casa Conti, se Giovanni Conti figlio
li* Montonis confirmal, eaque. omnia, di Paolo, e nipote diRiccardo fratello d'In-
quae eilocarunt Canonici basilicae La- nocenzo III, con suo testamento del 1287
teranensis. E da questo Riccardo ebbeo- nonne avesse istituito un perpetuo fidei-
rigine la linea de' Conti (V.) di Valmon- commisso a favore de'primogeniti di sua
tone e di Segni, come raccontai in que- famiglia, comprendendo nella sua dispo-
gli articoli, quali vanno tenuti presen-
i sizione anche il castello di Gabiniano o
ti, perchè procedei co'docùmenti auten- Gavignano, e quelli di Fluminaria e Sac-
tici pubblicati dal Ratti, Della Famiglia co. Di più Giovanni Conti ordinò nel te-
Sforza, t. 2,p. 2i7eseg.: De' Conti di stamento l'erezione d' un monastero di
Segni. Ma devesi anche qui notare, che monache in Valmontone. Può vedersi il
.- stabile signoria che acquistò il gran-
la 1
Ratti a p. 234, ed il paragrafo Gavigna-
de Innocenzo III fu quella di Valmonto- no. Dalla suddetta epoca fino al i5y$ •
proprio di essa il nome di questo suo prin- Conti profusero le proprie beneficenze,
cipale feudo, che non rare volte trovasi massime in opere di pietà, come loro pri-
scritto pressoi contemporanei Casa Val- mitivo e principale feudo. Una carta spet-
montone per Casn Conti, giacché essa as- tante al i25o e che si conserva nel mo-
sunse l'amministrazione e il dominio di nastero camaldolese de'ss. Andrea e Gre-
Segni dipoi nel 353; dicendosi ne'docu- 1 gorio di Roma, riportata nell'Appendice
inenti che tuttociò
comprovano, che alla del Annales Carnai-
t. 4 > p- 5g7 degli
Casa Vallemontone Corradino impe-
di dulenscs, ha conservato nomi di molli i
ratore nel 1254 die l'arme dell' Aqui- abitanti ragguardevoli del Castrimi Val-
i32 V E L VE L
lismontonìs, chiamati come testimoni in Napoli. Il p. Casimiro da Roma racconta
un testamento, fra'quali vi è quello d'un col liobio, Istoria della s. Religione di g,
Felice frate dell'ordine de'iniuori, che 1& Giova uni, che mentre soggiornava in Val-
dice castellano di Valmontone. I Conti montoneUrbano VI, essendo grandemen-
signori di Valmontone sovente alloggia- te il gran maestro geroso-
adirato contro
rono nel proprio palazzo Papi che da i limitano Giovanni Fernandez d' He-
fr.
Pioma passavano in A ungiti, ed alle vol- redia, perchè dava ubbidienza eseguiva
te a Napoli, prima che la residenza pon- le parti dell'antipapa CIementeVlI,lopri.
dalla ss. Eucaristia, in Anagni. e quivi che avea ospitato il predecessore, o dsuo
si trattenne fino al novembre dello stes- figlio Adinolfo. Dal p. Casimiro pure si
501377. Giovanni Conti signore di Val- apprende, che Carlo VIII re di Francia
montea'5 giugno vi accolsee ospitò splen- neh 49 5 portandosi al conquisto del re-
didamente il Papa e la descrizione di
, gno di Napoli , nella fine di gennaio da
quel ricevimento leggesi in Papirio Mas- Vellelri si trasferì a Valmontone, accom-
senio presso il Muratori Rerum Itali- , pagnato dagli ambasciatori di Massimi-
caruni Script, t. 3, par. 2, p. 71 ^ripro- liano I re de' romani e dagli oratori di
dotta da Ratti a p. 238, nel quale leggo Ferdinando V re di Spagna; e questi pri-
qualificato il luogo e il palazzo Conti : ma che da lui si partissero, protestaron-
Castrimi forte VallemMatonis... Domi- gliche non dovesse più oltre avanzarsi,
cilium UHus pulchrum cimi aspectu mi- poiché quel reame apparteneva al loro
rabili cimi ornamenti» sericis. Recreati monarca. Nel ritorno che Carlo Vili fe-
in ilio tota die ho spi tali egregie so spi- ceda Napoli, si trattenne in Valmonto-
per noe taviinus. Excitatiboiio mane
lliti ne 3 giorni, ed in questo tempo vi rice-
iminensae laudes Deoobtulimus, sacri- vè gli ambasciatori spediti a lui dal po-
ficmmqtte liba\'imus.K\ìe\b il Peti ini nel- polo romano. Ciò riportando ancora Ma-
le /Ile/norie Prenestine, che Io scrittore rocco, amalgama in uno duei diversi sog-
dell' itinerario del viaggio chiamò Val- giorni del re. Sino al secolo XV pare che
montone, Oppidum Campaniae Prae- la terra di Valmontone fosse felice e glo-
nes li naedioecesis, essendo il Papa accom- riosa, ma nel seguente non solo perdette
pagnato da due cardinali, uno de' quali tutto il suo lustro, ma soggiacque a va-
verosimilmente fu Giovanni de Cros ve- riecalamilà e infortuni), e finalmente al-
scovo Prenestino. Tornato in Roma Gre- la totale sua desolazione; le quali cose il
verno di Segni, e quello di varie altre cit- e crudeli soldati imperiali, cheneh 527
tà e castelli; indi neh 383 da Tivoli pas- avevano orribilmente saccheggiato Roma,
sò nel castello di Valmontone, in cui seb- partendone a '7 febbraio 528 tutti mal- 1
bene angusto per la sua corte e curia, co- conci, perandare a difendere Napoli sot-
me riferisce il Novaes , vi dimorò qtiaM to la condotta del marchese del Vasto,
due mesi, e nel principio di settemhre si essendo giunti a Valmontone, furono lo-
portò a Ferentino donde poi partì per
, ro chiuse le porte in facciale negate co-
V E L VEL i33
slnnlemente le vettovaglie di cui aveano contro di esso e depredarlo erano stati i
pirono di molto sangue e strage. Dal «pia- scurità della uotte, e per mala ventura
le avvenimento fatto più accorto Gio. bat- soffiando un vento fresco, non si potù
tista Conti , nella deplorabile guerra fra impedire che tutta la terra fosse ridotta
e Segni al sanguinario duca d'Alba viceré guerra della Campagna Romana. Avver-
di Napoli e capo supremo del regio eser- te il p. Casimiro, ch'essi però non riferi-
cito; ed il Coppi dice che il duca d'Alba rono Io spoglio operato dagli spagnuoli
stabiliti suoi alloggia menti a Valmonto-
i di tutte le campane delle chiese di Val-
ne, da qui faceva correrie sino alle porte montone, il che saputosi dal duca d'Alba,
di Roma. Nel 55y 1 il signore di Valmon- fece intendere al clero eh' era pronto a
lone per la tregua ricuperati i detti luo- risarcire il danno col denaro , e perciò
ghi dagli spagnuoli, fu forzato poco dopo spedisse a lui persona idonea , che fu d.
di commetterli all'arbitrio deiL > apa,iI qua- Fabio Salvi, come si legge in un islru-
le vi spedì Giulio Orsini, Francesco Co- tnento di mandato
procura rogato da di
lonna (a questi ilCecconi nella Storia di Teofilo Papei a'27 settembre i55q. No-
Palcslrina, attribuisce la ricupera di Val- ta il Coppi, che dopo la presa di Valmon-
montone, Genazzano e Palestrina; ed il tone, Segni (ilavve-
cui terribile eccidio
Coppi dice ciò avvenuto sul principio di nuto a'i5 agosto i55y, tornai a deplora-
detto anno, e che inoltre i pontificii pre- LXV, p. 243) e Palestrina,
re nel voi.
sero e distrussero Montefortino), Papirio Marc' Antonio Colonna favorito da' suoi
Capizucchi e Angelo da Spoleto con 5oo vassalli corse tutta la provincia di Cam-
fanti. Il perchè Marc' Antonio Colonna, pagna. duca di Guisa co' suoi francesi
Il
che militava a favore dagli spagnuoli, si difendendo il Papa , recossi con alcune
accostò a Val montone col suo esercito truppe dalle Marche a Tivoli per la si-
(composto di 3ooo uomini,secondo il Cop- curezza di Roma. Tale movimentoindus-
pi, e pare nel mese di giugno), e avendo- se il duca d'Alba a ritornare con podero-
la incominciata a battere colle artiglierie, se forze a'punti strategici di Valmontone
i terrazzani disperando della difesa e sol- e di Grottaferrata; e in tale posizione e-
leciti della propria salute, cominciarono gliconcertò con Marc' Antonio di sor-
a trattare di rendersi con patto di potere prendere Roma a'26 agosto. Il re di Fran-
i soldati colle bagaglie e anni liberamen- cia vinto a s. Quintin dagli spagnuoli, con-
te uscire; e tutto fu concesso dal detto ca- sigliòPaolo IV suo alleato alla pace, e
pitano. Nondimeno Valmontone fu bar- questa fu segnata in Cave a'i4 settem-
baramente saccheggiata e arsa per opera bre , colla restituzione di tulli i luoghi
d'alcuni contadini di Montefortino, qua- i occupati, tranne Paliano^P^.), sul quale
li si trovavano uell'esercito di Marc'An- si sarebbe poi provveduto, nella casa ora
tonio per guastatori, vivandieri e altri uf- de'Mattei, che qualifica nobile il Petrilli,
fizi. Poiché ricordandosi questi che nel- nelle Memorie Preneslinc a p. 236; ma
l'anteriore recente eccidio di Monteforti- egli scrive che gli accordi seguirono nel-
no i primi che cominciarono a inveire la casa Leoucilli, famiglia principale del
; ,
1
34 V E L V £ L
luogo, perchè allora apparteneva ad es- rum, elcuìitsvis allerius generis itctiga
sa, e dalla quale passò a'delti proprietà- lium eie. Dopo la morie di Taddeo, il car-
rf. Il Castellano riporta 1 iscrizione che vi dinal Francesco Barberini, con chirogra-
fu collocata a memoria prò Bello Cam- fo diPapa Innocenzo X Pamphilj, vendè
patane die 7 septembris i55j lue fuit
, a'29 aprile 65 1 \alcuontone,Lugnano,
1
fermò Giulio HI. Secondo la visita del quanto allo spirituale al vescovo di Se-
i 575 della diocesi di Palestrina, appari- gni. Dopo che però da Gregorio XVI fu
sce che le terre della Colonna e di Val- formala la legazione di Vellelri nel 1 83 1
montone una volta fossero soggette al ve- fu distaccata d'A uagni e inclusa nella nuo-
scovo suhurhicario Pieuestino, e lo ri- va legazione, nella quale figura come ca-
marca Petrilli. Riferisce il p. Casimiro, poluogo. Nel .° di maggio 843 Valmon-
1 1
che gli Sforza signoreggiarono Valmon- tone fu rallegrata dalla presenza di Gre-
tone sino al i634, h» cui Mario figlio gorio XVI, e si legge nella Relazione del
d' Alessandro lo vendè insieme colla te- viaggio del principe Massimo, che da Lu-
nula di Pimpinara a Taddeo Barberini gnauo traversando una gola molto ame-
Prefetto di Roma e nipote d' Urbano na e vestita d' alberi vi giunse verso le ,
VIH, pel prezzo di scudi 4 2 7>5oo. A suo ore] > e mezzo, aumentandosi in tutto il
tempo il Papa zio fece quanto dissi in fa- suo corteggio il numero de' cavalli per
vore della chiesa principale, e con breve fare l'ardua salita, in cima alla quale sor-
de' 6 maggio i638 concesse a Valmon- ge in modo veramente pittoresco. 11 Pa
Terra allismonlanae
ioae t ut in dieta V pa si fermò a ricevere le chiavi preseuta
emporium scu Mercatum feria II aut ',
tegli dal gonfaloniere Gio. Battista Biai
alio, diclo Thaddaeo praefeeto, et prin- chini alla lesta della sua roagislratuii
cipi bene viso die cuiusvis hebdomadae accompagnata dal giovinetto Calisto Ci
nec non in singulis annis per duos dies stini vestitoda paggio alla foggia del X 1
ante Pentecosten, et octo alios dies im- secolo, presso la porta detta di Via Nuc
mediale seauenles in eadem dieta Ter- va, che nelle sue fronti esterna e interi!
ra NundinaSy seu Ferias iininuncs ab era stata decorata da due iscrizioni ci
omni datiorum, gabellarum, pedagio- riporta, insieme alle altre che ricorderò.
rum, quidagioriw^jjasòuuui, collecta- Dalla 1." si ricava, che anco Iuuuceuzo X
V E L VEL i3j
onorò di sua presenza VaImontone,edul- quali ebbero l'onore di riceverlo all' iu-
l.i 2.' essere i valmoiitoncsi il popolo del- gresso della loro abitazione , tutta orna-
l'antico Labico. Ivi furono staccati i ca- ta a quest'oggetto con molto lusso, trat-
valli alla carrozza del Papa da 4° robu- tando tutto il nobile seguito di sontuosa
sti giovani vestiti di nero, i quali in mez- colazione imbandita a lauta tavola, in ca-
zo agli applausi della moltitudine, a'suo- po alla quale sotto baldacchino sedeva il
ni delle bande e delle campane, ed agli Papa, che deguossi anche fermarsi ia una
spari dell'artiglieria, la tirarono con agi- delle stanze ad osservare un somigliantis-
r
lità in una salita la più ardua che imma- simo busto del defunto loro zio mg. d.
ginar si possa ,
passando sotto un arco Girolamo Galanti celebre letterato e as-
trionfale decorato colle statue della Fede sessore del tesorierato, ed ammettere al
e della Giustizia dipinte a chiaroscuro, e bacio del piede la giovane padrona di ca-
a
con due iscrizioni, in una delle quali ri- sa sig. Teresa cousorte del maggiore di
petasi lacomune opiuione degli abitanti, quale poi da Roma vol-
essi fratelli, alla
de' cauonici. Ivi ricevuta la benedizione re gli avauzi di tutto quello che era stato
«.lei Sagramentoda mg/ Traversi
ss. ve- preparato per un ristoro, onde padroni
i
scovo di Segni, ed ammessi poscia iu sa- lodati della medesima, dopo di aver get-
grestia benignamente al bacio del piede tato dalle finestre tutti i frammenti del
il clero, il governatore , la magistratura pane, de' biscotti e altro , che venivano
e le maestre pie, passò ad una loggia co- con avidità e divozione raccolti dalla mol-
struita espressamente vicino alla chiesa e titudine, non vedendola ancora soddisfat-
decorala di damaschi rossi , dalla quale ta, le distribuirono ancora le vivande, i
gaio perchè si piacesse onorare in passan- alle ore 2 pomeridiane de' 1o aprile, eb-
do per colà il suo palazzo, fermandovisi be la sorte d'ossequiare il sommo Ponte-
almeno per breve ora a ristorarsi del fice ivi di transito, nel restituirsi alla sua
viaggio, e il Sauto Padre avea accettato sede. Nell'arco trionfale eretto sulla gran-
l'invito. Quel palazzo, un tempo castello de strada, prossimo a Valmontone, fu ri-
baronale, domina per la mole e per la si- cevuto dal governatore loca!e,e dalla com-
tuazione tutto il resto del paese; nell'in- missione municipale che gli presentò le
terno è danneggiato e guasto in più par- chiavi io segno di sudditanza, fra l'inces-
ti, come quello che Lia sofferto spesse de- santi acclamazioni della popolazione, e di
vastazioni di truppe anche recenti. Ciò quella da'vicini paesi accorsa. Gli edilizi
non ostante lagrande sala era tutta mes- erauo ornati di parati;! concerti della ban-
sa a parati di seta, con altri addobbi e sup- da musicale, lo sparo de'raortari, e il suo-
pellettili. Nella quale il Papa ricevuto dal no delle campane accrescevano la comu-
principe e dalla principessa sua consorte, ne allegrezza. Il Papa smontò alla chie-
nata de'conli di Shrewsbury {J7 .), dopo sa collegiata, dove prese la benedizione
averli ammessi con tutti i loro figli e fa- del Sagramento; quindi entrò nell'at-
ss.
miglia a baciare il piede, e dopo avervi tiguo palazzo Doria Pampini] messo a fe-
ammesso pure il clero e i consiglieri mu- sta dal principe d. Filippo Andrea, con
nicipali, non che le deputazioni delle vi- quella magnificenza di lui propria, e da
cine Palestrina , Cave e Genazzano , se- una loggia riccamente ornata comparti
dendo tuttavia in luogo elevato a modo l'apostolica benedizione alla divota mol-
di suggeslo, prese una bevanda; mentre titudine che l'impetrava. Nello stesso pa-
i personaggi del seguito furono serviti di lazzo si degnò il santo Padre , assiso in
rinfreschiad una mensa lautamente im- trono, d'ammettere al bacio del piede l'ec-
bandita. Nel breve tempo in ciò trascor- cellentissima famiglia proprietaria, che in-
so, già una lapide di marmo era stata in- tera eravisi recata da Roma , il capitolo
fissa nella parete di contro alla scala, per ed altri del clero secolare e regolare, il go-
conservare durevole fra le memorie del- vernatore, commissione municipale de
la
nnzzano e Lugnano, molli religiosi de' vi- doctm et prudens (ed io aggiungerò ret-
cini conventi, i seminaristi e altre distin- tore di Marittima e Campagna ben ama-
te persone ivi portatesi per averne l'ono- to, come scrissero le comuni delle mede-
re. Dopo alquanto riposo il Papa parli sime al concilio di Costanza, ed a cui peL
per Vellelri , mentre la popolazione di- l.° di sua famiglia Martino V conferì l'o-
mostrò nuovamente la gioia da cui era norifica carica di Maestro del sagro O-
compresa, facendone pure testimonianza spizio), il cui figlio Giovanni si rese glo-
le rammentate iscrizioni. Nella sera , ol- rioso nell' esercizio della guerra ,
perciò
tre l'illuminazione generale, fu incendia- detto armorum ductor sagacissima. !. 1
to un fuoco artificiale in segno d'esultan- Forse tali personaggi, come signori di Val-
za, e si dispose la distribuzione di 6 doti montone saranno ivi nati e perciò ricor-
alle zitelle povere, 4 per parte del comu- dali dal p. Casimiro, altrimenti de'cele-
ne, e 2 per parte della confraternita del bri che fiorirono nella cospicua famiglia
Gonfalone: altre 4 doti poi si aggiunsero avrebbe dovuto ragionare di molti. Il già
con porzione del fondo lasciato in abbon- lodato mg/ Girolamo Galanti, lo celebrai
danza dal Papa per elargizione a' poveri, nel voi. LXXIV, p. 33o e seg., siccome
iu mani del cai), d. Giovanni Capri-Ga- profondo anche nelle scienze economiche
lanti vicario foraneo, il quale impiegò il e di finanza che da segretario generale
,
si pregia del venerando prelato. Leggo roco. Le altre chiese descritte dal Piazza
nella benemerita Civiltà Cattolica, serie sono l'antica e suburbaua di s. Miria
:
a
3. , t. 8, p. 97, essersi pubblicato; Bio- del Piuvo, poco discosta dal paese e di
grafia di mons, Pietro Antonio Lucia- molta divozione pel popolo; e s. Maria
ni vescovo di Segni, scritta dal prof, della Piazza Nuova vicina al castello, pu-
sac, Alessandro Alti, Roma 1 8 5 7 Il ter-
. re di grande divozione e mantenuta dal-
ritorio, dice Calindri,soprattutto produce la pietà de' fedeli, la cui fabbrica dovea
in abbondanza grano, granturco, biada, compiersi. Racconta Nibby, che il taglio
sciar vestigio. Che poscia vi sorgesse una co. Plutarco narrando lo slesso fatto di-
villa ne sono prova le scoperte fatte ne' ce, che quel condottiere prese e saccheg-
dintorni di questa terra medesima, in o- giò successi vamenle le città de* tolerini,
periodo del secolo passato, che sono ri- se in ischiavitù gli abitanti. Mettendo da
ferite e in parte illustrate con tavole dal canto per un momento Tolero, stabilito
Ficoroni a p. 71 della sua Memoria. dal Nibby che Labico era alla Colonna
Fra queste scoperte primeggia special- e Pedo a Gallwano e ricordandosi della
t
mente quella della famosa cista mistica contiguità del territorio Bolano col Labi-
e dello specchio di bronzo, monumenti cano, uiun altro meglio conviene alla po-
rarissimi dell'arte e della lingua de' Ia- sizione di Boia che Lugnano, consideran-
lini più antichi, i quali si conservano nel do che Zagarolo e s. Cesario facevano
museo del collegio romano perdono ge- parte dell'agro Labicano, mentre di fian-
neroso dello stesso Ficoroni che li acqui- co lasciasi Preneste e il suo territorio, che
stò, e Nibby crede che possano apparte- mai non si nominano in tutta quella scor-
nere alla città primitiva. Egli inoltre opi- reria militare. Queste autorità unite agli
na, che fra le città latine da Plinio e da altri argomenti, e alla descrizione che Dio-
altri scrittori ricordate, quasi potersi dire nisio lasciò della situazione di Boia, esclu-
che debba collocarsi a Lugnano la sola dono che quest'antica città del Lazio fos-
Dola o Fola, la cui etimologia tratta se a Poli, dove per una somiglianza ili
dalla forma del ripiano, somigliante alla nome comunemente si pone, quantunque
pianta della mano del piede, mirabil- l'origine di quello sia di molti secoli po-
mente si accorda con quella del luogo steriore, come riportai nel voi. LXXV,
ch'è di forma oblunga, isolato da tutte p. 280, descrivendolo. Della storia di Bo-
le parti, meno verso nord-ovest, come ia, oltre i fatti già indicali, poche altre
dissi. Quest' opinione per la prima volta memorie rimangono. Virgilio dichiara
fu emessa dal Ficoroni, ed oltre l'appog- che una delle tante colonie albane fon-
fu
gio dell'etimologia ha pure quello del- date da Latino Silvio. Ma di essa non si
l' autorità di Livio, Dionisio e Plutarco. fa ulteriore menzione fino alla mossa di
Di questi 3 scrittori ili. "narra cornei bo- Coriolano contro Roma, allorché fu sac-
bini fecero nel 342 di Roma scorrerie nel- cheggiata e fatti schiavi gli abitanti. Es-
l'agro Labicano a loro limitrofo; era per- sendo sul limite del confine Latino ven-
tanto Boia vicino a Labico, che il suo ter- ne occupata dagli equi, dopo che questi
ritorio confinava col Labicano. Quindi ebbero conquistato il tratto del territo-
Dionisio descrivendo l'invasione che fe- rio Eroico ch'era sulla riva sinistra del-
ce Coriolano delle terre latine, mostra l'Aniene fra Subiaco e Palestrina. Essi la
come quell'esule romano, dopo aver pre- colonizzarono e di là fecero scorrerie nel
so e ridotta a deserto la città de'toleri- territorio -limitrofo di Labico; ma 4 anni
ni, condusse l'esercito contro i boluui, i dopo cioè nel 34^ di Roma, fu con lieve
a
quali nella 1 ."sortita vinsero, ma nella a. perdita, e dopo un corto assedio presa
da Coriolano in luo-
attirali a bella posta da' romani. In tal circostanza L. Sestio
go opportuno, furono disfatti compiuta- tribuno della plebe propose che vi si man-
mente, ed inseguili da'volsci fino alla cit- dasse una colonia, comesi era fatto a La»
tà, eutrarono misti a'nemici, che gì' in- bico; ma trovò insormontabile opposi-
calzavano in modo, che Boia presa d'as- zione nel senato. Gli equi profittando di
salto fu data in preda al saccheggio e gli questa svista l'occuparono di nuovo nel-
abitanti furono posti in ischiavitù; ridot- l'anno seguente, e vi mandarono una co-
ta Dola, portossi Coriolano contro Lubi- Ionia, ralforzaudo iu tal guisa il castello.
.
1
soldati lapidato. Siffatte discordie non po- due fondi Casa maggiore e Longocia-
tevano se non favorire i progetti ulterio- //o.ond'è assai verosimile che quindi preti-
ri degli equiche conoscevano l'impor- desse il nome di Lugnano. E Longocia'
taiua del sito; quindi tornarono ad oc- no lochiama Marocco. Dipoi latinamen-
cuparla, evi si mantennero saldi sino al te meglio si disse Longeianum. Conti I
368, in die vennero dal celebre CamiU tusculani che ne' secoli IX e X tanta in-
lo compiutamente disfatti sotto le mura fluenza e potenza ebbero in questa parte
stesse di questa città , la quale fu presa. d'Italia, furono signori di questo fondo.
Sembra die allora venisse interamente Vuole Calindri, che nel 1 100 Papa Pa-
distrutta, poiché nella storia non più si squale II concesse questo paese a' Conti
ricorda, e solo il cognome di Bolanus di lìo vaccini, ond'era sorto tanto prima.
ebbero vari romani ne rammenta il
eli' Nel secolo XIII divenne retaggio de' Conti
nome. Come altre città fondate ne' più (F.) di Segni, e ne' loro monumenti lo
antichi tempi e dal potere e dall' ambi* trovo nominato Castrimi Lngnani. Que-
zione de'romani annichilite, Boia diven- sti ritennero il dominio di Lugnano ili
ne proprietà di qualche ricco romano, il al 075, in cui quel ramo si estinse, l'i
1
quale avendo il cognome di Longus, cos'i timo Gio. Battista Conti avendo dichì
comune presso gli antichi, lo comunicò rato suo erede universale Federico Sfoi
al fondo, che Fundus Longianus venne za, nato dall'unica sua figlia Fulvia, per-
appellato, nome dal quale deriva mo- il venne nella proprietà degli Sforza. Fin-
derno con leggera alterazione. Vero è pe- ché neli634 pe'debiti eccessivi contratti
rò che di questo fondo, o villa che fosse, da Mario 1 1 Sforza, vendè Lugnano pe
non rimane notizia espressa, la quale sia 70,000 scudi al principe Taddeo Bari
anteriore al i.° periodo del secolo Vili, rini nipote d'Urbano Vili, e dopo 17
cioè circa l'anno 720 di nostra era : allo- ni fu acquistato nel 1601 dal princi|
inserito dal Muratori nel t. 5, p. 386 del- no. Nel viaggio fatto nel 1 843 da Grego-
l' Ani, Med. Aevi, nel quale così viene rio XVI alle provincie di Marittima e
enunciato quell'atto: Jdem,óaè Grego- Campagna, partito daRoma ili. "maggio,
rius iunior, Atuialdo tribuno fandum come si legge tiellaAeiaztb/zedel principe
Casarnaiorem et Longoieianum ex cor- Massimo, traversò col suo corteggio Lu-
pare patri/nomi Lavicani territorio , gnano, i di cui abitanti a contrassegnare
Praencslino, millìario ab Urbe Roma hi loro gioia alla meglio e con drappi or-
plus minus vigesimo uno praestantem narono le finestre, avendo eretto sulla
festiva riprodotta dalla Relazione, ti'tf- ne nella quale anticamente fiorivano il-
antica derivazione di Lugna- lustri città, dal ferro e dal fuoco misera-
lude all'
di Segni, dalla qual città è distante dabile fortezza tenuta inespugnabile per
si 9
miglia e altrettante e più da Velletri, al l'eminente posizione, onde soleva dirsi :
3o.° miglio dell'antica via Latina, con Si Fummo fumat, tota Campa nea fre-
territorio in monte e piano. Il Ricchi la mei), la grata Anagni, l'imponenti' Ita-
dice situata in una falda di monte sì ri- liano, il Tiglio, il Serrone, l'elevala Ci-
de'monti Lepini, fra le suddette città e strutto Colle Ferro, e Flumiuaria oggi
stigia dell'antica via Latina sopra un gran ove ancora si vedono le reliquie dell'an-
masso di pietra viva, rimpettoa Valmon- tico castello omonimo, distante più di 7
tone, da cui è discosta circa 3 miglia, la miglia, e le rovine di Lariano soggetto al
cui strada eccellente guida anche a Ro- comune veliterno. L'aria è salubre, e nel-
ma. Lo scoglio sopra cui ella siede non l'inverno domina il freddo, come nella
meriterebbe il nome di monte se non ve- parte più riparata dal monte resta priva
nisse ad unirsi ad altro maggiore che gli del sole per 4° giorni, gli abitanti sup-
sovrasta, mirabile essendo il suo fabbri- plendovi col fuoco, fornendo copiosa le-
cato, perchè formato a guisa di gradina- gna la grande selva e altre macchie vi-
ta l'un l'altro soprastando, talché se un'a- cine. Gli abitanti sono forti e animosi. Le
bitazione rovinasse, con molla forza pre- fabbriche comunemente sono rustiche,
cipiterebbe sulla sottoposta a motivo del- alcune co'tetti di tavole e per lo più sen-
l'inclinazione della rupe. Ivi si gode la za regolare disegno, a motivo della gra-
pittorica visuale delle sottostanti cam- vissima desolazione a cui soggiacque nel
pagne. Questo sito è fiancheggiato da al- l557. Piipatriati gli abitanti, dopo l'ec-
te rupi, e in alcune parti rendesi inacces- cidio da cui scamparono, rialzarono al-
sibile, fuorché dove si congiunge nella la meglio le demolile abitazioni e solle-
valle Eroica, venendo anticamente difeso citamente per difendersi dall'intemperie.
dalla sua forte rocca, che esisteva sul ver- Non mancano convenienti edilìzi. La par-
tice del gran masso. Le fabbriche verso te più antica però della terra era la su-
la parte boreale sino
al piano, sono dis- periore, e più forte come difesa dall'alte
poste con notevole simmetria. Tra'volsci rupi e dall'asprezza dell'accesso dal pia-
questo monte si considera meraviglioso, no. Osserva il Castellano, ch'è fama ivi
i/p VEL VEL
riparassero dopo i bellici disastri, gli a- principe di Sulmona Gio. Battista Bor
bi tonti delle contigue città, fra le quali ghese, ond'è giuspatronato di sua nohi
si nominano Ortona ed Eecetra poicliè ;
lissima famiglia, come si legge nelle la-
sulla cima del monte cbe domina pae- il pidi poste sopra l'organo, e sopra la fa-
se, si dilatauna bella pianura, dalla qua- scia della decorosa facciata esterna, aven-
le si contemplano la Valle Etnica, il La- te pure due campanili in forma di torri
zio, l'agio Velilerno, le Paludi Pontine quadre. Sebbene fosse fabbricata più am-
e più oltreil mare, e dicesi Piano dì Ci- pia della precedente, Marocco la dice ri-
gura quadrata, cbe doveano forse desi- e antica forma, situata sul più erto della
gnare la rocca. Si sono discoperti nelle cima e in piano fuori della porta supe-
vicinanze de' sepolcreti, e nel recinto la- riore, per dove si va alla montagna, ba
lune stanze sotterranee con pavimento B. Vergine è scolpita in legno. Il quadro
a musaico, opere figuline, olle, lumi per- di s. Alberto è Orazio Zecca. L'affre-
di
petui, e monete d'oro, d'argento e rame. sco della ss. Trinità fu colorito da Fai
Riferisce inoltre Castellano, che due vie Spirito. Primeggia fra le altre due ps
conducevano alla città; l'ima faceva ca- rocebie, per essersi con esse gradatane
po nella via Latina al luogo detto Pan- te accresciuta. Sebbene col Marocco di
dochia o pubblico ospizio, e di là ascen- si collegiata la precedente, leggo nell'
devasi il Colle dell' Impera tore,coù detto scrizione da lui riportata colle altre ai
perchè vuoisi che ivi esistesse un oppido lidie e moderne Monte Foiesistenti in
denominalo Ad Pietas (Nibby parlando lino, e collocata in Maria Che il l< s. :
marmo pario e di granito, torsi e avan- borgo e la strada romana ristorata da Pao-
zi di statue, e vestigia di terme; dell'al- lo V, non molto divertendo dalla via La-
tra,che procedeva da Vellelri e dal Cam- bicanachene mostra evidentemente ve- i
po Pometino, si trovano iudizi fra gli am- stigi, e dove fu ritrovata una colonna mi-
tante magnifiche fabhriche fatte innalza- demolilo, perchè non servisse d' asilo a'
re dall' animo grande del cardinal Sci- fuorusciti. Tale convento si vuole dal
pione Borghese. Ha 5 altari, essendo nel Theuli conventuale, nell' Apparato mi-
maggiore in quadrodi tela lodato espres- norilico della provincia di Roma, edi-
so il nome ss. di Gesù, la B. Vergine col ficato da s. Francesco d'Aitò ma lascia- ;
na e miniati, ben fornita la sacrestia di sa sopra più ordini di volte e fornici con
suppellettili sagre. Nella facciata della pieni fondamenti, ed è ben selciata e gran-
chie>a, parimenti di buona architettura, de. Ha una loggia scoperta sulla porta
con pilastroni, cantonale e cornicioni ili principale costruita con merli di tufa e
tufa, nel mezzo e in una fascia è scolpito sopraslali da pal'e di pietra polomb.ua,
il nome del benefico cardinal Borghese con arme in cima nell'esterno, decorata
coll'anno 1 633 in che compì l'edilìzio, di con dtie mascheroni, e co' vani pe' can-
cui la impietra era stata collocata ne'fon- noni. Questa porta tutta di tufa, di vago
damenti a'2i ottobre 1629, di poi con- disegno e d' ottima architettura, che si
sagrata da mg. 'Ellis vescovo di Segni a' crede di Martino Longo, ha l' epigrafe
19 maggio 7 i5. In Monte Foitino e suo
1 del cardinal Scipione Borghese, e verso il
territorio vi sono molti benefizi ecclesia- borgo l'anno 1620. Inoltre il cardinale
; siici non residenziali, di nomina de'Bor- fece fabbricare anche di verse case nel bor-
,
ghese, oltre i canonicati e i curati. Sopra go. Appellasi piazza Borghese pel palaz-
questi benefizi furono delle decisionivi zo principesco che elevasi ila un lato.An-
• de'cardinali Cecchini e Cherubini per al- ticamente l'edilìzio era diviso in due a-
;
cune vertenze insorte, e fedelmente rife- bi (azioni, una spettava a' Colonna, l'al-
1
1 ite nel ms. di cose patrie lasciato dal sud- tra a' Massimo dipoi notabilmente fil
;
,
detto Serangeli, e cuslodito dalle mae- accresciuto dall'encomiato cardinal Bor-
stre pie del luogo, che si occupano del- ghese, nell'unire le due abitazioni. Vi so-
l'istruzione delle fanciulle. I nominati car- no 147 stanze, oltre i corridoi, portici e
j
dinali istituirono il rettorato di s. Croce. logge, con 3 distinte scaleche introduco-
1
Non vi mancano sodalizi, ed un tempo e- no a diversi appartamenti. Però la ri-
sisleva il convento
Michele Arcan- di s. messa per le carrozze resta al piano do-
. gelo de' minori conventuali circa 2 mi- v'è situato il fabbricalo detto l'osteria,
glia lungi dalla terra, soppresso con bolla fatto anch'esso d'ordine e spesa del car-
;
pontificia, applicandone i beni alla com- dinal Borghese; osteria che può dirsi una
i44 VEL V E L
delle prime de'dintorni di Roma, per con- qui era Verrugine, In quale ritiene esse-
tenere circa 5o vani, essendo l'edifizio re surta fra Velletri, Cori e Rocca di Pa-
circondato da logge falle ad archi, e nel pa, ed eziandio la comprende tra'volsci.
«li dietro e ne'fianchi serrati da muro per Mg.' Nicolai, dopo aver parlato delle cit-
usi diversi,conampia stalla costruita pre- tà Pontine della pianura e marittime, nel
cipuamente pel procaccio di Napoli. In- cap. 1 1 comincia a ragionare di quelle
oltre sulla nominata piazza e incontro al situate sulle colline, Ecetra, Artena e al-
palazzo baronale vi è un casamento pure tre, poiché anch'esse si comprendevano
edificato dal cardinale, per residenza del tra le Pontine, come città che avevano il
governatore feudale, ed è ornato di cor- territorio nelle campagne Pontine. Prin-
doni e fascie di tufa con vago prospetto. cipiando da Poniezia, di cui trattai a Ses-
Diverse e discrepanti sono state le opi- sa, dice offrirsi innanzi Ecetra, sulla qua-
nioni degli scrittori circa le antiche città le discordano gli autori ad assegnarle il si-
che fiorirono ne'dintorni, o sul sito oc- to preciso. Sigonio la pose nel territorio
cupato da Monte Fortino. 11 Theuli, nel Pontino, e Cluverio giudicò che restasse
Teatro historico di Felletri, a p. 34 ri- sopra Norma eSegni, a'confiui degli equi
tiene che ivi fu già la volsca Eccella, o e degli eroici, lontano dalle spiagge ma-
almeno poco lontano, poiché quando i rittime. Certissimo è,secondo Nicolai, che
tribuni de'romani mandarono o condus- non slava ne' piani, ma ne' monti , non
sero due poderosi eserciti contro volsci, i peròda'piani mollo lontano, perchè i vol-
S. Furio e M. Orazio andarono ad Anzo sci ivi tenevano la loro assemblea nazio-
verso la marina, e Q. Servilio e L. Ge- nale, come significò Dionisio, riferendo-
ganio a sinistra verso Eccetra, ad moti' ne la testimonianza. Che fosse poi medi-
tem Eccelram pergant, come si ha da terranea, apertamente lo scrive Livio, e
Livio. Anzi narrando questi prima di tale come di contraria situazione alla marit-
epoca un fatto d'armi de'romani e vol- tima Anzio, anzi la dichiara montuosa
sci, dice che fu inler Ferenlinum et Ec- Dunque Ecetra, conclude il dotto prela^
cetras, che di già era stata saccheggiata lo, dovea esser situata non lungi da Co-
da Fabio Ambusto. Altrettanto racconta ra, Artena, Noi ha e Sezze, e presso Po-
Dionisio,il quale la chiamò Folseoruni inezia. Poiché quando da' consoli Appic
Caputa nel descrivere la vittoria riportata Claudio e Publio Servilio fu espugnata
sopra i da Q. Fabio Vibu-
volsci e gli equi Poniezia,gli eceterani che segre lamenti
lanoin Algido. Di parte del riferito, anche aveano soccorso pometini, cominciaro
i
col Ricchi, Reggia de' Volsci, lib. e. 44j i , no anche come vicini a temere per se stes
Ecetra colonia latina, già ne parlai nel si, e ad onta che spedirono a Roma un;
Deste, anche Eccetra, che il Cecconi nel- contraddizione, ponendo Ecetra la ." del 1
la Storia di Pales trina dice eh' era si- le città volsche sulle montagne Lepin
tuata ne'più alti monti de' volsci. Il Con- verso Roma, mentre l'avea detta confi
tatore chiama Echetra, già terra nobile nante con Pomezia, e questa situando ne
de' volsci, e crede che fosse situata sopra mezzo della pianura dopo Sezze, ove or
Norma e Segni, verso settentrione fra Co- é Mesa. Nicolai soggiunge, che dovea poi
ri e Aungni; poco lungi da Allena , che si Pomezia innanzi più vicino a Hook
dice pure de' volsci, il cui confine cogli e- Il Corradiui spiegò l'asserto di Cluveric
VE L VEL i45
Cum Volscis i/iter Ferentinum atquc E- ce all'articoloArtena, da lui creduta ora
tctram diinicatum est. Noi» doversi cioè occupata e succeduta da Monte Fortino.
intendere di Ferentino ernico, ina bensì Narra T. Livio, lib. 6, e. 61 ,che nell'an-
di quello nel monte Albano, il quale poi no di Roma 353 si combattè co' volsci
si couduante co' piani ver-
disse la Fnjola, fra Ferentino ed Eccella, e che quindi i
da essi, da'romaui e dagli equi, e nuova- poca gente, e ben provvista di vettovaglie.
mente da' romani. S'ignora come perì, e Disperando perciò romani di prender-
i
quando, senza lasciar di se vestigio alcu- la,un servo o schiavo d'Artena a tradi-
no, e perciò gli autori sono di diversa o- mento li condusse sopra per un sentiero
pinione nel determinarne il sito. Quanto molto scosceso; onde uccise le guardie che
ad Artena, il Nicolai lo dice castello vol- si trovarono dentro la rocca , e gli asse-
9co vicino ad Ecetra, racconta come se ne diati furono forzati di rendersi a discrezio-
indagini per la Carta eie dintorni di Ro- parla Livio nel lib. 3, cap. 3o, occupata
ma, inclinò a crederla ne'diulorni di Mon- dagli equi l'anno di Roma 299 e ripresa
te Fortino, perchè una delle cime più al- poco dopo da' romani, sia la slessa che
te delle sue vicinanze ha il nome di Mon- Allena. Per la posizione non lungi dal-
te Larlerio, perchè sopra Monte Fortino l' Algido potrebbe certamente ammet-
,
arbusti: verso settentrione è uu bosco; Segni, ne'confini degli eroici e degli equi,
verso occidente sono precipizi spavente- di cui gli scrittori dell' antichità non ut
voli; amezzodì è una grotta; ed a levante fanno memoria, tranne Livio pel già nar-
la strada di Moute Fortino entra in que- rato; onde del sito dove fu edificato nou
sto recinto. La terra non era grande, ma potersi dire cosa che meriti fede. 11 De
le mura sono costrutte di massi enormi Matlhias comincia dal dichiarare, che mol-
irregolari di calcarla, spiccati dal moute, ti antiquari di queste contrade, senza no-
ed ammonticchiati l'un sopra l'altro senza minarle fra gli altri ilCayro, autore del*
alcun ordine, ed hanno 5 piedi di larghez- le Notizie isloriche delle città del Sec-
za e 3 d'altezza: in generale la costruzio- chio e Nuovo Lazio, aveanoda molli au-
ne olire tulli i caratteri dell'età più rimo- ni fallo intendere al pubblico che l'antica
le. La rocca era separata dalla città pro- cittadella de' volsei Arteria , ebbe il suo 1
priamente detta da una fortificazione so- stare nel luogo attualmente occupalo dal-
lida, costrutta nello stesso modo, ma di la terra di s. Lorenzo soggetta al gover-
massi tanto più grandi che hanno 7 pie- no di Vallecorsa della delegazione di Fre-
di di larghezza: essa presenta il vero ca- sinone; uel quale articoloio ne dissi alcu-
rattere della costruzione ciclopèa descrit- ne parole. Questa scoperta non priva di
ta da Pausauia; cioè che i massi grandi appoggi, continua il DeMatthias, uon fu
per ia loro irregolarità lasciano iuter valli inai messa iu discredito e iu disamina,
VE L VEL 147
prima del Nibby; sulla cui autorità io uel enìtn siint, homines taineu". La terra di
citalo articolo feci appena cenno della sua Monte Fortino è certo che con questo no-
opinione, e pei ciò con lui severamente fui me già esisteva uel secolo XI. Leggo uel-
(Ini medesimo De Matthias confutato, seb- leMemorie Colonnesideìcav. Coppi, che
bene io nel semplicemente riferire l'opi- da un documento del codice di Cencio Ca-
nione di ÌNibby, nou la dissi doversi pre- merario sappiamo che nel 1 i5i Tolomeo
ferite, ma la riportai insieme alle altre, e 1 1 conte Tusculano possedeva il castello ili
di queste e della sua senza rendermene re- Monte Fortino, Castro Montls Fortini,
sponsabile e sostenerle come incontrasta- sul quale pretendeva avere diritto Oddo-
bili. Cbi opimamente poi abbia ragione,
pi ne della Colonna. Trovo ancora nel me-
si decida da cbi può esserne giudice com- desimo e nel ricordato Cecconi, che Od-
petente. A me basta il notare, l'avere ri- done cede col consenso di Carsidonio suo
feritoil sentimento del Nibby, e che l'en- fratello la mela di tutta la città Tuscula-
comiato De Matthias sostiene per contra- na e la rocca a Papa Eugenio III, e le a-
rio , assolutamente doversi riconoscere zioni che avea su di Monte Fortino, a te-
l'aulica Arlcua a s. Lorenzo di Vallecor- nore della permuta fatta fra il suo padre
sa. Siccome inoltre Ntbbydieecltein Mou- e il genitore di Tolomeo, a cui furono
Ufortiuo siavi luogo dello Monte Lar-
il poscia concesse tali ragioni dallo stesso
ici io, nome che vuoisi derivato da Alle- Eugenio HI, comesi giuramen-
rileva dal
na, il De Matthias avvei le che un equi- to di fedeltà prestato a Papa Adriano V I
forte o Fortino, perchè rammeuta alcu- ma di denaro, centina decem llbras de-
ne sue azioni altere, per le quali Papa nar'wrum papiensium, et centum qua-
Paolo IV ne otdiuò persino la distruzio- dniginta libras denarlorum lucenlium.
ne. Monte Lai terio nou viene perciò del- 11 Coppi narra invece in detto anno, che
ancora: Che la questione è terminata; a- tra parte, e giurò fedeltà al Papa contro
ver provalo i.°che l'opinione de' vecchi tutti,exceplo Imperatore. Per maggiore
storici è la più sana, allorché sostentici o, sicurezza consegnò contemporaneamente
come Cayro, gli altri nou uomiuaudo, Ar- al Papa le sue rocche diMontefortinoedi
temia aver esistito presso s. Lorenzo. E- Fajola. Il eh. Marocco riporta le parole
,
glicrede inoltre d' aver confutato in 2." dell'alto, in cui è detto che pei* maggior
luogo li motivi pe'quali si cercava create fede dava Roccam Montis Fortini et Roc-
una novità a danno del vero; in conse- cani Fajola per due anni. Risulta dalla
,
guenza soggiunge, restare ben dimostra- divisione de'beui tra'Colonnesi nella stes-
,
tu suo assunto. Finire con l'espressione
il
sa epoca, riferita dal Coppi, che Pietro eb-
!
di Quintiliano, per dire che col suo scrit- be per sua porzione MouteFortinoe Mun-
,
to niente deve trarsi al merito del Nibby. te Porzio, colle contigue terre di Colon-
«Sono state pei fette tante di lui opere: se na eZagaroloj e che allora abbia presola
.
ha preso abbaglio nel piccolo articolo Ar- che poi diventò cognome, della
qualifica,
lena ed in quello di ferrugine, ci ricor- Colonna. Racconta Marocco, che di Mou-
da, che quantunque sommo autore, pu- tefortiuo restarono privi Colonna, igno- i
re èuomo. Ncque id stallili legenti per- randosene la causa, e passò in dominio de*
tuaiH/n ali : omnia quae magni authores Co/i/i d'Anagni odi Segni, il che forse av-
dixcriul, ulique esse perfetta ... Situimi venne dopo la distruzione del Tusculo nel
i48 VE L VEL
pontificato di Celestino IH; mentre il suc- nel fuoco, mandati apposta da' romani)
cessore Innocenzo Ili Conti ne investi il il Papa fu costretto di premunire Palia
suo fratello Riccardo con altri feudi. Ali- no, da esso comprato, circondandolo d
ti ricavo dal Ratti, Della famiglia Sfor- mura econ nuova torre fabbricata nel pi
za, t. 2, p. 22 e 243, che alla morte di
i !
rigido inverno stemprando la calce coll'u
Riccardo dividendosi figli suoi beni, al i i so dell'acque calde; ed acquistando ancora
*a
tino. In ciò conviene, aia con ritardata e- stesso, un ricovero sicuro nella provincia
poca,pureilNibby,dicendo che questa ter- di Campagna; ed a talelfetto permettesse
ra esisteva col nome di Monte Fortino Cia agli abitanti di rendere a coltura alcuni
dal 1226, e ricavarlo dal Contelori nella monti e selve esisteuli nel territorio di es-
Storia della famiglia Conti, che la pos- si, coli' obbligo di pagare per la festa del-
sedette con titolo di signoria, del quale era l'Assunta \o soldi annui. Il Marocco con-
investito uno de' rami cadetti della linea gettura col Ciaccouio, che Gregorio IX o-
de'Conli di Segni. Neli232 Monte For- notasse di sua presenza Monte Forti 11
tino fu occupata da'rumani, che si erano per riferire tale scrittoi e delle Vitae Po,
rivoltati contro Papa Gregorio IX, come tificum.» Anagnia deinde Ponlifex pr
si legge in Riccardo da s. Germano, pres- ftclus Pallìanum, Monfortinum, Seri
so il Muratori, Rerum hai. Script, t. 7, nem, Fumonem, et omnia circumquaq
p. 1029. Nella sua biografia ne parlai, di- posila Oppida munivit et praesidiis fi,
romani recaronsi a Monte Fortiuo(nel lu- tas qui amatore Senatore edixerant
glio 1232 dice il Petrilli; e per reintegrar- omniaOppida arcuai Urbem posila, Pi
si de'dauni,che dicevano aver solìei ti, oc- pulo romano tributa annua penderei" .E
cuparono fra l'altrecose alcuni beni spet- parlando d'Annibaldi senatore di Roma,
tanti alla chiesa Preuestinae li ritennero dice.» Et eodemferme die senator infe-
3 anni) per assalire la provincia di Cam- stus ducens in Campaniam cohorles a-
pagna, e cosi operare un diversivo all'im- pud Monlem Forlinum de itinere pri-
pedimento loro posto dal Papa nel difen- munì substitit. Eum enim a Friderico II
dere Viterbo, ch'essi pretendevano di- imperatore in rerum novarum studia
struggere; e siccome erasi ritirato in Rie- promissis favor ibus incitatum fuisse".
ti, notai in quell* articolo, che Gregorio Abbiamo dal Novaes nella Storia di Bo-
IX ad essa conferì le prerogative godute nifacio Vili, che dopo aver dimorato io
dalle città della provincia di Campagna, Aiiagoi fino ah.° ottobre 1 3o2, a'3 si re-
Colonna (primogenito d'Antonio principe corno Conti volendo però in poter suo
,
di Salerno, secondo Coppi, dicendolo Mie- gli altri castelli che possedeva, come Fra-
Lo ritenne per diversi anni, ad onta del- tornare in possesso de'loro beni, de'qualt
l'opposizione di Lucio o Lucido Conti si- erano stati spogliati da'francesi. I Conti
gnore del medesimo. Allorquando Carlo ebbero validi aiuti da Velletri , sì per
Vili redi Francia sul fine del i494 e P r n " ' patto d'antica federazione con essi, sì per
cipio del1 495 attraversò lo
stato romano reprimere la potenza de' Colonnesi, te-
per andare contro Alfonso II al conqui- mendosi che di nuovo potessero pensare
sto del regno di Napoli, i Colonnesi favo- alle cose di Lariano, il di cui territorio
rirono la di lui Marciando per la
parte. confina conMontefortino. Fu questa guer-
provincia di Campagna, in poche ore e- ra di gravi danni agli uni e agli altri, fin-
spugnò il castello di Montefortino e lo ché nel 1498 vennesi ad un compromes-
prese d'assalto, mentre era occupato da so fra'Colonnesi, Conti e Velletri, avan-i
agli stipendi d' Alfonso 11, e lo consegnò lutti i danni, olfese e prede scambievoli.
nel 1 49^ a Prospero Colonna, altro figlio Si fece tregua per un anno, e per più lun-
del suddetto principe di Salerno , che vi go tempo a beneplacito di Papa Alessan-
pretendeva antiche ragioni e militava in dro VI. Deposte così le armi e cessate l'o-
suo favore , investendolo della signoria e stilità, furono le differenze composte per
Giuliano allora mal ridotto. Dipoi Luci- colle sue milizie uscì in campagna per oc-
do morto in una vigna del ter-
tu trovalo cupare le terre de'Colounesi e ne espugnò
ritorio di Rocca Massima , e credesi per diverse nel i5ot. Obigni fece altrettanto,
violenza, venendo sepolto nella chiesa di s'avviò per Monte Fortiuo pensando che
s. Michele Arcangelo di delta Rocca pres- Giulio Colonna gli facesse resistenza; mu
so l'altare maggiore. L'eccidio di Monte* avendolo abbandonato con poca lode, O-
tortino e la sua presa fatta da'francesi di bigni procedendo più oltre, occupò tutte
Carlo Vili, avvenne per colpa di Gia- le terre circostanti e colla sua marcia en-
como Conti seguace del re di Napoli, e trò nel regno. Depressi i Colonnesi, Ales-
non per cagione degli abitanti. Bensì que- sandro VI a' 27 luglio i5oi si porlo a
sti, per non mostrarsi vili, si sforzarono Montefortino, indi a'20 agosto pubblicò
difendere colla loro patria il loro siguo- una bolla, nella quale dichiarò Colonne- i
i5o V lì L VEL
poti, edGiovanni Borgia conces-
al figlio tutte le dignità, che audacemente accusò
se Monte Fortino. Morto il Papa a'18 a- il Papa di simonia e pretese contro di lui
goslo i5o3, Colonnesi ricuperarono le
i appellarsi al futuro concilio. Clemente VI I
loro terre, e secondo Marocco, ritorna- quindi spedì il Vitelli colle milizie pon-
rono figli di Gio. Girolamo Colonna nel
i tificie a danno de'Colonnesi, disegnando
possesso diMonleforlino. Invece leggo nel di bruciare e di far spianare tutte le ter-
Coppi, col qualeancora procedei pel nar- re loro, poiché per l'inveterata affezione
rato, che Pompeo Colonna, vescovo di de'popoli ad essi, il pigliarli solamente era
Reti, abbate commendatario di Grotta di piccolo pregiudizio. Le genti pontifi-
Ferrata e Subiaco, poi cardinale, nato da cie entrate nelle terre de'Colonnesi, nel
Girolamo del ramo di Zagarolo (ucciso 1 526 bruciarono Marino e Montefortino,
nel 1482) e figlio del suddetto principe la fortezza del quale si teneva ancora pe*
(li Salerno, e da Vittoria Conti, amante medesimi battendola colle artiglierie ,
,
no delle milizie papali, affinchè lo tenes- bruciale case vennero da'popolani risai
V E L VEL i5i
fondamenti le loro fortezze. Dice
Jnfe ila' Paolo TV. Narra Ricchi , che Montefor-
Marocco, che Monteforlino fu presa nel tiuofu preso d'assalto e incenerito, e d'or-
i543, rendendosi al Pontefice, e ripor- dine del Papa smantellato di mura. Rac-
tando il seguente racconto mss. di Teo- conta Petrini,che Francesco Colonna col-
filo Papei: » if januariii'è vero Romani le milizie papali andòad espugnare Mon-
versus abierunt. i!\fcbruarii die domi- tefortino , i di cui abitanti essendosi di-
nit'o, circa 22 horas, Ponti/ex sub sua chiarati per Marc'Antonio II Colonna, co-
dilione habuit Arreni Montis Fortini. 1
mandante di parte dell' esercito nemico,
martii die luna, iiircperunt subditi Co- derubavano e molestavano continuamen-
lumnensium demoliri jussu Pauli ITI. te i vicini; onde furono tutti senza distin-
3." uno prò-
die maii perficerunt, reliclo zione né di età, né di sesso, come ribelli
pugnaculo, sai aula demolitores omnes della s. Se<\e, diffidati in pena di morte,
abierunt. 9." die redierunl demolitores e la loro terra saccheggiata, arsa, distrut-
num. circa 3oo addemoliendam aulam, ta e seminata di sale; impresa a cui die-
seti propugnaculum quod fail dereli- rono molto mano prenestini, e fra gli i
cturn". Morto Paolo III nel i54g a' io altri Menico Franceschi e messerGio. Do-
novembre, Camillo Colonna col favore e menico Jacovello. Per cui Marc Antonio
coll'aiuto de' vassalli ricuperò ad Ascanio II ed regi si vendicarono su Palestrina,
i
assente in Venezia, Paliano e le altre a- che posero tutta quanta a sacco. Altra
vite castella; e Papa Giulio III al suo ri- incolpazionecontro Monte Fortino la tro-
torno lo accolse cortesemente, e dispose vo in Baùco. Egli dice, che mentre Vicino
che godesse tranquillamente beni ricu- i Orsini capitano de' pontificii era in Vel-
perati. Non andò guari che Colonnesi i letri, que'di Montefortino gli fecero sape-
furono nuovamente in armi a tempo di re essere disposti a tornare sotto I' ubbi-
Paolo IV Caraffa, ed ebbe luogo la fune- dienza della s. Sede, e che perciò se a ves -
sta guerra della Campagna Romana da se mandato truppa snlliciente, gli avreb-
me descritta ne' luoghi indicati di sopra, bero consegnato la terra. Esso niente so-
contro Filippo II re di Spagna e delle due spettando di frode, vi spedì la sua pro-
Sicilie, a cui si unirono gl'imperiali tede- pria cavalleria. Ma i terrazzani pieni di
schi di suo padre Carlo V, ed i Colonne- mal talento fra via tesero una ben forte
si. a'quali il Papa avea tolto Paliano e imboscata , nella quale entrata la truppa
Cave, che die a'suoi nipoti, e le altre ter- dell'Orsini fu quasi tutta trucidato. Que-
re. Paolo IV era avverso agli spagnuoli sto sinistro accidente mosse a giusto sde-
predominanti in Italia, voleva deprimerli gno I' animo di Paolo IV pel nero tradi-
e forse cacciarli dal regno di Napoli, dal mento. Il perchè fece uscir da Roma Giu-
quale regno dichiarò decaduto Filippo li lio Orsini con numerosa truppa e con j
nel r 556; quindi si venne alla micidiale pezzi d'artiglieria. Questi, presi molti gua-
guerra. Il duca d' Alba viceré di Napoli statori in Velletri, si diresse verso Mon-
col regio esercitooccupò molte città e luo- tefortino, la quale fu presa e saccheggia-
ghi delle provincie di Marittima e Cam- ta, e poi iusieme colla rocca spianata ed
pagna, e de'dintorni di Roma. Sul prin- arsa. commissario del Papa, Desiderio
Il
cipio del 1 55y le milizie pontifìcie ricupe- Guidone, affisse pubblico bando in Vel-
rarono Marino, Grotta Ferrata, Frasca - letri, che tutti gli uomini di Monteforti-
rOrsini pel barbaro valore esercitato nel- la severa e terribde punizione, il Maroc-
laconquista di Montefortino; dunque l'o- co dunque soltanto e come altri si limi-
perato fu all'insaputa clelcalunniato Pon- ta a raccontare. Che pure in quest'incon-
tefice. Egli pure ilice che i montefortine- tro Montefortino si distinse per sommo
m , fingendosi stanchi del dominio spa- coraggio, e per mantenersi nella fedeltà
glinolo, domandarono aiuto per mettersi al suo signore (Colonna feudatario della
nellemani de'pontificii,e poscia oo fanti i i s.Sede suprema signora di Montefortino),
che sulla buona fede loro mandò l'Orsi- fu uno degli ultimi ad arrendersi. Impe-
ni, tutti svaligiarono nell'imboscata sen- rocché, avendo finto montefortinesi con- i
glio di Giambattista Couti (ultimo signo- la totale espugnazione. Giulio Orsino ca-
re di Segni e di Valmontone di tale ramo), pitano suo, con 3ooo fanti italiani, con
e il capitano Giorgio da Terni. In fine na- due compagnie di veterani venuti daMon-
ta discordia tra' terrazzani ed il presidio, talcino,econ cavalleria pontificia e 7 can-
quelli si resero a discrezione, e i soldati noni, uscito da Roma si portò diretta-
impetrarono di poter uscire a bandiere mente a Montefortino, che già era stato
spiegate, e portar seco armi e bagaglio. presidiato da Marc' Antonio II Colonna;
Ed entratevi le genti dell'Orsini saccheg- ma Francesco Brancacci invece di custo-
giarono tutta la terra senza pietà: vi ap- dirlo pel suo barone, essendone partito
piccarono fuoco, e non perdonarono nem- per cercare vettovaglie, fu causa delle fu-
meno od una chiesa, ove le donne e i fan- neste conseguenze. Dopo il cannoneggia-
ciulli si erano ritirati, e tutti perirono". mento , le sortite e ricordate scaramuc-
Dissi già nel paragrafo di Valmontone, cio, in cui perì Francesco e non Gio.
che alcuni de'suoi abitanti contribuirono Battista Conti, venuti i soldati in discor-
alla rovina di Montefortino, e come alla dia cogli abitanti, si resero a discrezione,
loro volta i contadini montefortinesi si partendo i primi per Anagni. Entrati i
na capitale, qualificandoli assassini de'sol- tuito erede Ascanio de' Massimi, che ne
dati pontificii, nemici e infedeli alla s. Se- prese possesso nel 150,5, prestandogli i
droni e ribelli. Quindi fu ingiunto a tutti Colonna duca di Zagarolo ricadde la me-
i baroni e signori, ed a tutte le città e ca- tà di Monteforlino per dono di Orinzia
stella della provincia di non ricettare al- sua madre (ma di sopra è detta figlia)
cuno di essi, e di far CON grata al Papa neh 583. Muzio Massimo, che ne avea ot-
a
darli in mano alla forza per farne giusti- tenuta una 8. parte da sua madre Mari*
zia. Compiuta
la demolizione delle fab- Orsini e altra 8." parte da Giulia sua zia,
slite pezzo di fabbrica; e Gio. Caraffa du- Fortino divenne vescovo d' Isola (f7 .).
ca di l'aliano, in questa fortezza fece tra- Apprendo dal Coppi, che neh 607 Mar-
sportare i cannoni della rocca di Monte- zio eresse in Zagarolo un monte e per ga-
foi tino. Dopo quest'infortunio, Marc' An- ranzia de' sovventori ipotecò Monteforli-
tonio Il Colonna distrusse Colle di Ferro, no e altre terre. Il suo figlio Francesco
incendiò Anagni ,
prese Palestrina e Se- trovando 4 r>o,ooo scudi di debiti, per li-
gni, e favorito da'suoi vassalli corse tut- berarsene in parte, neh 6 r 4 vendè al car-
ta la provincia di Campagna, la quale re- dinal Scipione Borghese 3 quarte parti
spirò per la pace di Cave conclusa nel set- di Monteforlino, la metà della tenuta di
tembre. E neh55g per morte di Paolo Torre, Olevano, 3 00 rubbia di Pantano
IV Colonnesi ricuperarono le loro terre,
i di Grifi, 200 rubbia di terreno della Co-
e neh 56 anche Paliano. Non ostante la
i lonna, ed un procoio di vacche, tutto pel
rovina generale di Monteforlino, potè a prezzo di 346,000 scudi. In modo al-
poco a poco riaversi, rifabbricandolo i quanto diverso ciò riporta il Marocco.
superstiti abitanti coll'aiuto de' Colonne- Dichiara che Giulia Colonna, a nome di
si, per avere i dispersi inontefortinesi sup- Marzio suo marito a'7 gennaio 6 2 veu- 1 1
marchesana di Pescara
plicato la celebre dèal cardinalPietroAldobrandini 3 quar-
Vittoria Colonna, Virginia Colonna de' ti di Monteforlino colla metà della te-
,
Massimi e Tuzin Colonna de' iMattei, le nuta di Torre; e l'8 marzo ne confermò
quali a favor loro si prestarono eflicace- la vendita Marzio, da Paolo V approvata
mente. Della successione de'Colonnesi nel- a'27 giugno. Il cardinale ne prese posses-
la signoria di Monteforlino, ecco (pianto so a' io luglio, rilasciando una cedola a
ne Marocco. Fu diviso il suo do-
scrive il
Pietro Alberici di 2 i5,ooo scudi pel re-
minio, non avendo avuto figli maschi Gi- stante del prezzo, e poi fu fatto un affitto
rolamo Colonna, in diverse porzioni a'28 per 6 anni neh6«2 al nobile romano O-
giugno 586, cioè n'ebbe la metà Orinzia
1
razio del Bufalo; ma non pagatasi la ce-
figlia di Marno Colonna duca di Zagaro- dola, il contratto restò rescisso e Marzio
lo, e moglie di Pompeo figlio di Camillo rientrò in possesso del suo. Si appellò il
Colonna; ed una 8." parte l'ebbero Tuzia, cardinale alla congregazione de'baroni e
Porzia, Claudia e Virginia, alla qualeVir- n'ebbe contraria sentenza, onde France-
1
54 V B li . V E L
beo Colonna ducaZégarolo e figlio di
di diario recidivo, il di Ini fi Otello detto Gri-
Mai zio, vendette al cardmalScipione Bor- fo,che con Lorenzo Latini pure omicida
ghese nipote di Paolo Y le 3 quarte par- d'un cognato alias Mezzogrosso, fece ar-
ti di Moutefortino, Olevanoe quanl' al- mata mano verso la mola di Segni re -
tro già tlissi per 346,000 scudi, con at- trocedere un commissario apostolico e il
to autorizzalo da chirografo di Paolo V suocancelliere,Giuseppe Ferranti, e Ste-
«'29 marzo 16 Papa concesse tanto al
1
4^.11 fano Marcaccioli detto Quadrello omici-
cardinale, quanto agli uomini ed univer- diarioe complice di due omicidii, pusilla-
sità di Montefortinoe di Olev'ano privile- nime però, e quasi tutti reduci dalla ga-
gi amplissimi. A fronte di tuttociò, Gia- lera, ma pagarono il (iodi loro seellerag-
como Sai viali , nipote del cardinal Sal- gini. 1 ti quell'incontro vi perirono due
vinti e di Lucido Conti, ncli63o mosse soldati di Valmontone ed un vile sbirro.
delle pretensioni sul dominio di Monte -
Il Cardella nelle Memorie storiche de'
lui tino, ma venendo principi Borghese i cardinali, nella biografia del Falconieri,
dilesi dall'insigne avv. Jacobelli, trionfa- riferisce che Clemente XI gli affidò la ma-
rono e restarono pacifici signori di Mon- lagevole e pericolosa commissione di spur-
ti ['urtino e lo sono ancora. Già Paolo V gare la provincia del Lazio dagli assassini
l'i 1 ottobre 161 5 (e non pare nel 161 1, e banditi, che colle ruberie e stragi dan-
come si legge nel n.° 92 del Giornale di neggiavano non solo passeggeri, ma re- i
Roma deli85o), con diversi cardinali e cavano la desolazione e il terrore a 'con vi-
prelati, onorò di sua presenza Monlefor- cini paesi. Il prelato usando di sua seve-
tino e vi riposò una notte, cioè dopo l'ac- rità, dissipò in un baleno tutta quella ca-
quisto fattone dal cardinal Borghese. Do- naglia e restituì la pace e la tranquillità
po tante vicende, osserva Marocco, la ter- que'popoli. Nel tempo della repubbli-
ra di Monleforlino non si potè dir mai ca del 1798, il popolo di Monleforlino
t ranquillala, mentre da'5 settembre 656 1 diede prove non equivoche al Papa di di-
iiuo a' 1 2 del susseguente gennaio fu per- voto attaccamento e di valoroso coraggio,
r
mg. Falconieri chierico di camera e poi to nelle guerre de' bassi tempi, come l<
cu dinaie, commissario apostolico del La- era stato in quelle tra* volsci ed i roma-
zio, fu costretto spedirvi milizie e sbirra- ni, quando giusta T opinione degli anti-
glie, e ad onta delia resistenza caddero i quari, aveva il nome di Artena Volsco-
tristi in potete della giustizia. I più arditi vum. Fu già nella signoria de'Conti di Se-
furono Tommaso Cationi dello Tabanel- gui : dal secolo XVII appartiene a' Bor-
lo, che avea due bandi capitali e omici- ghese". Dovendo transitare il Papa Pio
VEL VEL i5?
IX nel tuo territorio «' io oprile, il pò- tìchissìmo cratere di vulcano esibito. In
poloch'eragli gempre rimasto fedele e di- questa valle nella parie più vicina al pae-
volo nel cuore, e che silenzioso e triste a- se e soltoposta ad una rupe dell'altezza
veva passatoi mesi del terrore, allora con di 4o metri, ni luglio i85o, ad un'ora
piena libertà manifestò i suoi sentimenti, pomeridiana sprofondossi il terreno con
Ilprinciped. Marc'Antonin Borghese, che immenso fragore sotterraneo. Formosa)
n sue spese avea fatto adornare con pa- così altra più piccola valle, più profonda
rati l'esterno della piazza , e distribuita di 20 metri , di figura elittica, il di cui
abbondante limosina alle famiglie che più asse maggiore è di circa 80 metri e il mi-
abbisognavano di soccorsi, anelò incontro noie 45- Gli abitanti spaventati da quel
di
al Santo Padre, avendo seco il fratello terribile fragore e temendo che fosse in-
principe d. Camillo Aldobrandino Si fé- disio di grande rovina, fuggirono dalle
r
cero innanzi pure mg. Domenico Bruti, loro case; ma poi vedendo che il terreno
il clero secolare e regolare, e la commis- non faceva ulteriore movimento si tran-
r
sione municipale col suo presidente Sii- multarono. Mg. Berardi commissario
veslro Tommasi. Il Papa si degnò annui- straordinario pontificio nella provincia di
re a'desiderii della popolazioue,che voles- Marittima e Campagna e vicelegato di ,
ti. Pertanto, preceduto il Papa da'religio- a quanto occorresse. Quindi aro luglio
pi riformati e dal capitolo, sotto il baldac- vi nuovamente periti in geologia
spedì i
chino portalo dalle primarie persone del il;'Francesco De Bossi medico e Giu-
paese, a piedi si condusse alia chiesa del seppe Andreoli valente ingegnere, che
ss. Rosario decorosamente parata, tra il l'avevano accompagnato,! quali col rap-
ranto di ove ricevèla bene-
scelti cantori, porto pubblicato da detto Giornale, di-
dizione col Venerabile. Quindi asceso in chiararono Che il fenonemo geologi-
:
trono ammise al bacio de! piede il c'ero, co altro non fu che una istantanea aper-
ii mnnicipioealtri. Finalmente fra gl'im- tura d'un'interna e profonda cavità esi-
metti e sincerissimi applausi della popò- slente nelle viscere del monte, sopra di cui
lazione, passando sotto un arco trionfale, è costruttoil paese, per la quale avvenne
pali in posti cospicui nella colle romana, di edilìzi e di sepolcri. Presso la contrada
dopo aver scampato nedue incendii del- Le Valli credesi esistesse una chiesa in-
la patria. Da pure Gi-
tale famiglia fiorì titolata a «. Pietro, per li rinvenuti pezzi
rolamo Fanfoni per molti anni i.° medi- di colonne, con lapide che pubblicò. iNel
co della regina di Polonia Casiraira So- colle s. Nicolò sono rovine d'antica torre
biescki , e poi essa si trasfuse in quella e di piccolo monastero; in quello dell'Im-
della Porta di Cori, e Rosata fu bisava peratole argomenta che fosse il luogo ad
del Ricchi. Mario Fini egregio avvocato. Pietas, vicino a Panilochiani. Presso U
Fu speciale ornamento patrio OrazioZec- valle Costanza trovasi il sito detto Bi-
ca eccellente pittore. Stefano Serangeli viuni, e la grotta o cimiterio di s. Ilario,
ottimo oratore e poeta, compose pe'tea- come posto in un predio spettante già a
tri eli Roma ed' Italia le numerose pro- una cappella sotto I' invocazione di tal
duzioni edite e inedite registrate dal Hic- santo nel territorio di Valmontone.
chi; e lasciò sue eredi le maestre pie. La Giuliano o Giuliancllo o GnglianeU
sua (iglia Felice Rosalba pubblicò col suo lo. Comune della diocesi di Velletri da
ingegno quelle opere riferite da detto bio- cui è distante circa 6 miglia, quasi altret-
grafo.Girolamo Martini da Montefortino tante da Cori, e 3i da Roma, con ter-
teologo minore osservante riformato di ritorio in colle e in piano. Il Ricchi, La
profonda dottrina, colla quale scrisse le Reggia de' f~olsa\ca[). 38 : Castel Giu-
copiose opere notate dal Ricebi. Della liano o Giugliano, lo dice giacente in si-
slessa casa e ordine fiorì Tommaso let- to alquanto eminente sopra una delizio-
tore di teologia. Francesco Angelini pro- sa collina, posto fra Cori e Velletri. Al
vinciale due volte del mentovato ordine, contrario il moderno Dauco scrive ivi
celebre predicatore, specchio d'umiltà e respirarsi ariapoco# felice, egli fa eco Ma-
pietà, morto in Rieti neh 835. La fera- rocco, per cui ogni giorno si diminuisco-
cità del territorio ne rende coltivata la no suoi abitanti, che ascendevano nel
i
maggior parte, un tratto essendo mon- principiar del secolo passato a 773, co-
tuoso e sterile , e altro occupato da vie, me afferma il contemporaneo Piazza, to-
torrenti e fossi , come rileva Castellano. sto aumentati a più di 1 000 per testimo-
Del territorio diverse notizie ci die il Ma- nianza di Ricchi, ed ora ridotti appena a
rocco. Lo dice composto d'alcuni monti i53, secondo Rauco, oa53 come trovo
inculti e sterili, di terreno coltivabile e nella Statistica dei 1 853. Perciò la niag-
di selve fruttifere; il coltivabile parte è ad gior parte delle case sono deserte o rovi*
uso di semente e parte di vigne e posses- nate, e le piazze e le vie ripiene d'erba,
sioni, e si distinguono i terreni in arati- ni dire dello stesso Bauco. Ma Marocco
vi e prativi, essendo 1 campi fertili e inde- che lo visitò, deplora il clima pernicio-
fessamente coltivali. Ne descrive i confi- so, qualifica meschino il fabbricato, for-
ni, e in quelli della tenuta di Tagliente fu- mandosi il paese d'una strada di mezzo e
rono trovati frantumi d'antiche fabbri- di 3 vicoli. Anche il Nibby si portò in
che , di statue e altri marmi lavorati , e Giuliano, e lo dice pure nome d'un lago
reliquie di sepolcri. Nella valle di Piapel- posto 4 miglia a oriente di Velletri, a si-
io sono molti frammenti di colonne e al- nistra della strada di Cora, che ne lam-
tre pietre. Così nella pianura di Casati- bisce cratere, ed un miglio lungi dalla
il
co si ossei vano vestigi di fabbrica illustre terra. Questo lago d'origine vulcanica a-
o tempio, e vi si scavarono frantumi mar- vea circa un 3.°di migliodi diametro mag-
morei e di musaico. Crede il Colle Catili- giore e un 5.° di diametro minore, poiché
n.i forse luogo di delizia della famiglia 10 era di forma clinica. Esso fu diseccato
4
V E L VEL i5 7
da' principi Borghese, odierni «ignori di Nella chiesa sono 3 altari: nel maggiore è
Giuliano, pochi unni prima del i837,e- dipinta la B. Vergine col diviu Figlio, iti
poca in cui Nibby pubblicò V Analisi de quello dalla parte del Vangelo è rappre-
dintorni di Roma. Egli ancora Itine che sentato Gesù in Croce, e nell'altro s.Ftan-
per l'aria insalubre ogni dì più deca- cesco d'Asisi che riceve le s. Stimmate. I
dendo il paese vena poi forse abbando- 3 quadri li colorì Antonio Moi*audi,el'u-
nato. Dice ie sue fabbrice in parie di co- mido indi danneggiò. La chiesa fu bene-
struzione saracinesca, che rammentano il detta a'28 giugno 1690, e poi consagrata
r
secolo XHI, ed esseie generalmente bea da mg. Giulio Marzi vescovo d'EliopoIi e
fabbricato, e sopra tutto la chiesa prin- suuiaganeodi Velletril'i 1 maggioro.
cipale. Questa è appena si entra in Giu- La sagrestia fu arricchita di molti sagri
liano, a sinistra è il palazzo baronale as- anedi, e sotto l'altare maggiore furono
sai deteriorato, unico edilizio di qualche collocate numerose ss. Beliquie, che de-
entità dopo la chiesa, ma ridotto a gra- scrive il p. Casimiro, donde poi furono
naio, e sulla porta si legge il nome del tolte a cagioue dell'umidità. Il conven-
cardinal Anton Maria Sai viali: ivi iIJNib* to riuscì bello e con ogni comodità. Si
by nel 1823 osservò alcuni quadri non formò la libreria, ma poi i libri si tras-
ispregevoli, residuo di quelli che già l'a- portarono ne' conventi cui bisognavano.
dornavano. La chiesa parrocchiale di s. 11 refettorio fu decorato di buoni quadri,
Gio. Battista e di s. Gio. Evangelista, è uno dipinto da fr. Felice da Nat ni, gli
ampia, e di nobile struttura, che risale al da fr. Onoralo da Ruma. La pietà
altri
declinar del secolo XVII, con l'arcipre- del duca fondatore ordinò agli eredi il
te. Il protettore della terra è s. Giulia- mantenimento de'religiosi nel vitto e nel
no martire, ed a' 4 febbraio ne solenniz-
1 vestito. Però I* aria pestifera uccideva o
za Fuori del paese è l'altra chie-
la festa. rendeva inabili i religiosi. Ciò proveniva,
sa, con comodo convento ora abbando- dice Ricchi, dalla vicinanza di un lago
nato a causa dell'aria inalsaua.il p. Ca- paludoso che rendeva I' aria venefica, e
simiro da Roma, Memorie delle, chie- udì' estate mieteva i frati. Certamente
se e conventi de" frali minori della pro- dev'essere il lago diseccato. Ad ovviare
vincia romana, nel cap. 1 2: Della chiesa a male sì grave, nell'aprile iy38 fu dalo
e del convento della ss. Genitrice pres- principio alla fabbrica d'un ospizio lun-
so Giuliano, ragiona pure del castello. gi un miglio tlal convento sopra una col-
a
11 duca Francesco M. Salviati nel seco- lina, quasi a pie di Rocca Massima, in mi-
lo XV 11 da' fondamenti fabbricò la chie- gliore clima, e nel 1739 cominciarono i
si dal castello sul piccolo colle di s. Lu- p. Casimiro che loro giovasse. Egli descri-
cia, ove nel cavarsi la terra per le fonda- ve le cose antiche ivi trovate, avanzi di e-
menta trovaronsi molte ossa umane sen- dilizi, olle cinerarie, vasi finissimi di cre-
za vermi segno che fossero di cristiani. ta, medaglie e altro. 11 luogo occupato da
Il duca nel 1684 chiese alla congrega- Giuliano si crede dal Ricchi fosse la villa
zione de' vescovi e regolari la licenza per di Giulio Cesare, perchè vi fu rinvenuta
cominciar chiesa e il conveulo per 12
la la cassa sepolcrale di Giulia sua figlia, se-
religiosi, e ne riportò favorevole rescrit- condo Piazza; ed aggiunge Ricchi che
to a' 23 marzo, confermato dalla curia passò in proprietà alla figlia. 11 p. Casi-
vescovile; onde i religiosi Cori for-
di miro riferisce che vi fu trovata l'urna se-
malmente vi piantarono la Croce, ed a' 1 polcrale di Giulia figlia d'Ottaviano, ci-
a
i685 vi fu posta
febbraio la i. pietra, e tando Theuli; ma questi non in Giulia-
tutta la fabbrica fu terminata nel 1690. no, ma presso Vellelri descrive il ritro-
V E L V E L
«•mento d' una bella cassa marmorea e polo della parrocchia tli s. Marco, i
colle sue ossa, cioè nell'albereto delia fa- li tulli pieni di giubilo lo riceverono tra
miglia Bonese. Osserva il p. Casimiro, che la moltitudine degli altri romani accorsi ;
da Giulio o da Giulia forse prese il nome questa però fu tanta, che couveuue sosta-
di Giuliano il castello, altri credendo die re e deporre il sagro Corpo sull'altare di
fosse detto s. Giuliano dal nome del pa- s. Maria in Campo Carico, fioche tolli
trono principale del medesimo, come lo gì' impedimenti, con somma divozione
chiamò Piazza; ma ciò non sussiste nel allegrezza fu solennemente portalo nella
luogo citato, ivi quello denominandolo detta basilica, ove si venera. Dopo tale
semplicemente Giuliano, bensì in altro. rovinaci castello tornò a risorgere, e sem-
Opina Nibby che il suo nome probabil- bra a Nibby che fosse da Innocenzo 111
mente derivò da un Fundus Julianus, infeudato alla sua famiglia Conti, rite-
e per la somiglianza del nome il castello nendo però sempre il dominio ditello
assunse per protettore s. Giuliano. Sotto esso la s. Sede. Che dopo la metà del se
Pasquale II, narrano il Piazza e il p. Ca- colo XIII riconosceva ancora il domiiii(
simiro, in questo castello vi fu trasferito della s. Sede, un breve d'Ur-
si ricava da
il corpo di s. Marco Pupa e collocalo nella bano IV, dato in Orvieto a' 8 dicembri i
chiesa parrocchiale di s. Vito, dal cardinal 12621, alcui tempo era stalo viulentemet
Leone vescovo di Velletri, il quale perciò te occupalo da fr. Giordano monaco di
dichiarò tal chiesa la i
.*
dopo la sua cat- PoMB nuova, il quale trattava inoltre di
tedrale; ed ove il cardinal Allucingoli al- venderlo ad un personaggio polente, leg-
tro vescovo di Velletri, e poi Papa Lu- gendosi nel breve, intendi l vendilionis ti-
cio III, consagrò un altare in suo onore; tilloinpolentem transfer re per sonami
indi il s. Corpo fu trasportato iti Roma perchè ciò non seguisse, il Papa indirizzò
nella basilica e Chiesa di s. Marco (^.) il medesimo breve al cardinal Riccardo
sorti, questi noti potendo in altra guisa sce, ignora l'effetto positivo del comando
vendicarsi, si recarono a Giuliano e bru- pontificio per la restituzione del castello,
ciarono il castello; ed essendovi tra essi ed avverte che il Coutelori, Gemalo»,
alcuni parrocchiani di s. Marco Evange- fam. Comit. rornan.,i\\ nulla parlando
lista di Roma, cavarono dall'urna mar- del narralo, lo fa godere pacificamente
morea il corpo del Sauto, loro indicata a Giovanni Conti; ma da altro breve di
da alcuni chierici, e postolo in un lenzuo- Bonifacio Vlll,de'25 loglio 3oi 1 , in vir-
lo e altri panni, lo mandarono con due tù del quale concesse in perpetuo il ca-
di loro a l'ionia, incontrali perciò da al- stello di Giuliano a' figli ed eredi d' A-
tri concittadini vicino a Velletri. Per la dinolfo Couli signore di Valmoulone, per
porla di s. Giovanni, entrali in Roma, 1' annuo censo di 20 soldi provisini, si
condussero il santo Corpo nella chiesa di trae che lo signoreggiasse Guidone Gior-
s. Quirico, ivi aspettando il clero e po- dano, lo temo che Adiuolfy fiorisse più
V E L VEL 109
(nidi, come può Della
vedersi nel Ratti, tanti parteggiato per gl'intrusi signori.
famiglia Sforza e de' Conti di Segni a JNel i554 Costanza Conti, madre del
di T almontone, dicendolo fiorito nel cardinal Anton Maria Salviati (^-), è
pontificato di Urbano VI col fratello 11- chiamata signora del castello di Giuliano
debrandino, che fu il suo erede ; e forse di Velletri, in una memoria letta dal p.
la concessione meglio deve attribuirti a Casimiro nell'archivio di Cori, e Nibby
ricevuto in dole nel-
Bonifacio IX, che realmente a favore de' DO O chel'avea
soggiunse
due fratelli confermò le loro signorie. Il 10 sposare il duca Salviati, per essere tor-
Marocco, che procede ancora col p. Casi- nato in potere de' Conti. Pervenne in
miro, nondimeno attribuisce il suddetto signoria di tal insigne cardinale (di cui
breve con anacronismo peggiore a Ur- si può leggere di Pompeo Ugonio, In fu-
bano VII, o è uno de'tanti falli di stam- nere Cardinalis Ant. 31. Salviati, Ro-
pa di cui abbonda la sua opera, e d;i lui mae i6o3), il quale come lo celebrano
stesso ripetutamente riprovali, proponen- Piazza, Ricchi e alili, ne ampliò il caseggia-
dosi di dare l'Errala Corrige. Certo è, to, lo rese più. popolato e lo beneficò in
che io col Ratti nell'articolo Conti, no- altri modi colla sua naturale munificen-
tai aver Martino V nel i4^8 conferma- za, attribuendogli il Ricchi anche la rie-
lo ad essi le loro terre, fra le quali Ca- dificazione della chiesa parrocchiale. Il
strimi Juliani, et Tiberii ì ellelr. diocc. Nibby però afferma, apparire da un'iscri-
Inoltre il p. Casimiro dice e ripete INibby, zione averla eretta il duca Giacomo Sal-
che nel i477 successori d'Adinolfo pos-
' viati nel 65o, dopo aver demolilo la
1
sedevano solamente la metà del castello, vecchia; e che iì suo figlio Francesco
e nel 1482 Giacomo Conti alia testa di Maria ne ampliò l'apside nel 1690. Tan-
3ooo soldati lo saccheggiò e distrusse; ta generosa magnificenza fu imitata dal
nel qual tempo, narra il notaio dell'An- benefico duca nipote nell'erezione della
teposto (vocabolo chiarito anco nel voi. decorosa chiesa e bel convento de' fran-
LXXXlV,p. 5<j), che apparteneva a'Co- cescani e suddescritli. Anche il Banco ri-
lonnesi, perchè forse ne possedevano l'al- leva il virtuoso operato de' nobili Salvia-
tra metà e tutto dicesi aveano occupato. li per Giuliano, che quasi distrutto dal-
Ma secondo il Coppi, sembra il notaio le guerre e dalle vicende de' tempi lo re-
piuttosto parlare di Giuliano di Fi osi- sero popolato e civile; e che nell'estin-
none, tanto è vero che tale Giuliano, zione della famiglia passò il dominio ne'
Martino V lo comprese tra' beni divisi principi Borghese, cioè in essa si trasfu-
nel 1427 a' suoi Colounesi eredi nella : se e perciò ne porla il cognome e l'inse-
guerra del 1482 tra Sisto IV, e il redi gne, e ne gode le possidenze il principe
Napoli collegato co' Colonnesi, in conse- d. Scipione Borghese duca Salviati. Dii:e
guenza della vittoria de'ponlificii a Cam- Ricchi, che fuoii della porla del castello
po Morto, caddero in loro potere Mari- s' incontra un ponte, al quale va conti-
no, Vico e Giuliano. Ecco l'origine del- nuando uno stradone ombreggialo late-
l'
I equivocoe confusione col nostro Giulia- ralmente dalla verdura di folli olmi, che
no. L'altroMarc'Antonio 11 con testamen- indi ingolfandosi nella propria selva pel
to del 1569 Io lasciò al pi imogenito Fa- corso di 5 miglia versoRama rende como-
brizio, facendo parte de' feudi de'Colon- do, ameno e lieto il viaggio a'passeggieri.
nesi di Paliano. Può darsi ancora che i 11 territorio produce tulli i generi necessa-
Colonnesi avessero nelle gliene di pre- ri alla vita, e confina con RoccaMassima,
potenza occupalo il castello di Giuliano Monte Fortino, Cori e Velletri. Crede
di Velletri, e il Couti per ricuperarlo u- Marocco, che in queste viciuanze esistesse
so le armi e forse punì per aver gli abi- l'antica Ulubra, dove fu allevato Otta-
jHo VEL VEL
v'umo Angusto, che divenne impaziente ripetere qui sarebbe ostentazione (bensì
pel soverchio e noioso gracidar delle ré- porto lusinga che al mio Dizionario di
ne secondo Svelonio, appena comin-
(e erudizione potrà per ventura adattarsi
ciò a pronunziar alcune parole, con pue- quello che Quintiliano disse della Gram-
rile impazienza impose loro silenzio, e le matica: Plus habe.t in recessu, quam in
rane con lepido prodigio da quel momen- frontem promiilat. Del frontespizio o ti-
to lasciarono lo strepilo di gracidare!), tolo di mia opera, feci parola nel voi.
che altri collocano presso Cisterna, co- LXV1II, p. 244 e altrove), il cenno sto-
me rilevai in quel paragrafo. rico che vado a riferire di Cori veraineu-
Governo di Terracina. non vi aveva luogo, come proprio artico-
Terracina (A'.). Città vescovile, con lo, sibbene qual paragrafo dell'articolo
residenza del vescovo e del governatore. Senato romano, finché fu sotto la sua
S. Felice {V.). Comune di cui ripar- privativa giurisdizione di governo, cessa-
lai di sopra e a Terracina. ta la quale prima della stampa di tale
Governo di Cori. articolo, in questo di Velletri, ora me-
Cori, Cora, Core. Città e comune del- glio ne ragiono, quale odierno luogo di
la diocesi di Velletri, con residenza del sua legazione, come ne feci avvertenza
governatore, e con territorio in colle e nel voi. LXIV, p. 63. Laonde e ad onta
piano. Quest'antichissima e nobilissima delle copiosissime notizie che di Cori ab-
città, una delle più rinomate e celebri del biamo, con pena non posso diffondermi
Lazio, già precipuoornamentode'bellico- quanto merita l'illustre città, il comples-
si volsci,è distante da Roma circa 39 mi- so di sue singolari prerogative, come pe'
glia, più di 12 da Velletri, 10 da Cister- numerosi gentili, nobili e generosi spiriti
na e 8 da Segni. Siede maestósa in for- che vi fiorirono e fioriscono, a ciò però
ma di cuore sul pendio d'un monte fra avendo ben supplito molti scrittori, di-
Sezze e Velletri, poco lungi dall' antica versi de' quali rammenterò prima di gio-
via Appia, pittorescamente bella e ame- varmene compendiosamente, e presso i
na in saluberrimo clima. Verso il mezzo- quali sono le prove critiche di quanto ac-
giorno guarda fiumi Astuta e Ninfeo, e
i cennerò. Ma con ispazio angusto e limita-
sovrasta alle fertili campagne di Senno- to, anche per non allungar oltremodo
neta e alle Paludi Pontine. Verso l'oc- quest'articolo, nell'ingegnarmi di riuscire
cidente domina ampia e florida pianura, imiti male oahneno in miniatura nei pre-
che in linea retta per circa 17 miglia senti due paragrafi, qualora ne raggiunga
giunge fino al mare Mediterraneo, e ne compatimento, da' corani precipuamen-
promontorio Eto o
•vede alcune isole col te, il mio cuore ne resterà non poco appa-
cizia sincera, e così la sua memoria non can. d. Pellegrino Laudi Vitlorj della
andrà disgiunta da essa e resterà unita stessa città. E con alcuni versi italiani
alia mia per sempre. Essendo poi arduo infine ad onore della medesima D. I er-
e difficile l'evitare lo scoglio delle prete- gine, Roma 82 Seconda edizione cor-
1 1 .
rizioni, nel ridurre in brevi proporzioni retta ed ampliata, Roma 84.2, dedicata 1
tela più vasta, gl'iudicati autori che pos- al maggiore Nicola Fochi beneficentissi-
co e moderno delle città, terree castella stampò l'opera nel 1 7 1 3 asserisce che gli
del regno de' Volscinel Lazio, e special- abitanti erano 6,000, e ne' tempi più an-
mente di Cora, città volsca sua patria, tichi giunsero a 3o,ooo secondo la tra-
il quale attestò pu-
.Napoli 7 i 3: Teatro degli uomini illu-
i dizione d'un prelato,
stri nell'armi, lettere e dignità che fio- re che fuori della città si stendevano due
rirono nel regno antichissimo de' Folsci, borghi con altre parrocchie, delle quali
ec, Roma 1721. G. R. Volpi, TetusLa- esistevano le vestigia. Nelle Memorie del
tium, de Coranis. Fedelmente dal latino p. Casimiro si legge cheCori contava 45oo
in italiano lo trodnsse lab. Giuseppe anime nel 1
7^4 j »' Banco legisti ò nel
Finy di Cori patrizio romano, Antiche 1 85 1 abitanti 5
4' e a l'ecente Statisti-
1
» '
Memorie appartenenti alla città di Co- ca del 853 ne notò 499 Comincio col
1 » •
ra, Roma ij3i. In tale anno scopertesi dottissimo e peritissimo Nibby, che più
due lapidi in Cori, pel desiderio del Finy, volte visitò Cori pe' suoi studi archeolo-
lo slesso gesuita p. Volpi gliene die il suo gici, co' propri discepoli, ossia colla topo-
sentimento colla Lettera intorno a due grafia della città. Questu siede appoggia-
antiche lapidi scopertesi ultimamente in ta ad uu contrafforte del monte Lepino, è
Cori, Roma 1733. Casimiro da Roma, rivolta al sud-ovest, e diminuendo in lar-
Memorie istoric.he delle chiese e de' con- ghezza costantemeute da'piedi alla cima,
venti de' frali minori della provincia ro- presenta un aspetto piramidale, di cui il
si, Antichità di Cora descritte, con inci- la assai forte: il più occidentale di que-
sioni.Giuseppe Mariano Marchiatameli sti raccoglie lo scolo della città supe-
Cori arciprete della collegiata de' ss. Pie- riore, ed è meno considerabile: l'orien-
tro e Paolo, Breve istoria della chiesa e tale è mollo più profondo e terribile, e
'
miracolosa immagine di Maria ss. inti- discende dal dorso del monte detto della
tolala del Soccorso, esistente nella ci Uà Croce. Questi due torrenti dopo il con-
i di Cori, coronata dall'Ili." e Rm.° Capi- fluente assumono il nome di fosso de' Pie-
tolo della Falicana patriarcale basilica ch'ioni, che va a scaricarsi nel Teppia, il
neli 778. Con V Appendice della vita di l fiume più indomito e devastatorediquan-
voi. LXXXIX. 1 i
i5t VEL VEL
ti scendono ne' campi Pontini. Fra la par- e città ove credesi fosse slato allevalo Er-
te superiore e la parte bassa della città si cole, onde e suo frequente soggiorno
pel
frappone un oli veto, che attesa la natura ne assunse soprannome), e di Micene
il
del luogo vi dovè sempre esistere: la parte (città dell' Argolide come la precedente,
alla, che costituiva l'antica cittadella o u- la cui fondazione si attribuisce a Perseo
cropoli, ha oggi il nome di Cora a Mon- l'anno 348 prima
della nostra era), e
i
te: la parte bassa, che fu l'antica città prò- perciò rimonta all'epoca della fondazione
priamentedetta, ha quello dìCoraa Val- della città fatta da Dardano circa l'anno
le. Osserva Marocco, che pure la visitò: 1470 avanti l'era nostra. Le tracce della
La presente città si distingue dagli abitan- 2. ' epoca sono di massi poliedri e trape-
ti due modi, cioè Cori a Valle e Cori
in zoidèi irregolarissimi, ma tagliati ad ar-
a Monte, benché il fabbricato non sia in te nelle faccie, che doveano essere a con-
veruna parte disgiunto; per questo moti- tatto con altri massi, rustici però sono
vo punto ove sidivide la città, sul mu-
sul nella faccia esterna. Quelle della 3." sono
ro d'una casa alla sinistra salendo vi è a- di poliedri ben tagliati da tutte le-parti. E
a
naloga iscrizione in versi, che riporta. Ag- quelle della 4. sonodi ciottoli o piccoli po-
giunge: più antichi fabbricali e le cose
i liedri, e questa costruzione essendo sem-
più magnifiche esistono sul monte, cui si pre sovrapposta o addossala alle prece-
giunge dopo lunga ed erta salita. Ciò non denti, è evidentemente la più recente di
è detto con precisione, mentre a riserva di tutte. Nibby 4 epoche trova nella sto-
del tempio d'Ercole, della collegiata par- ria di Cora, alle quali queste diverse co-
rocchiale de'ss.Pietro e Paolo, d'alcuna il- struzioni corrispondono: la 1." è quella
lustre abitazione, le allre principali fab- della fondazione, 1 j.70 anni innanzi l'era
briche esistono nella parte della città det- corrente; la 2. "è quella in che Latino Sil-
ta Cori a Valle,e nel mezzo tra essa e Cori vio vi dedusse la colonia albana o latina
a Monte. Dichiara Nibby: Volpi afferma circa 1 100 avanti la medesima era; la 3.
non rimanere vestigia della mura antiche è quella della colonia romana dedoti
diCora, ma solo di quelle del tempo de'go- circa l'anno 4°/3> prima della stessa eri
a
ti, prendendo per gotiche nientemeno che e la 4- finalmente quella del restauro 1
te l'impronta di 4 epoche diverse: la più può dirsi fatta nella 1/ costruzione dell
antica presenta una costruzione d'enormi città; di questa vedutisi le tracce nella vi
massi di calcarla, informi, irregolari, roz- che dalla piazza Tassoni scende verso
zi affatto, come furono spiccati da' mon- chiesa di s. Maria, si ritrova a Pizzilo
ti, in modo che lasciando naturalmente ni co, e termina fuori della porla Ninfe-
degl'intervalli nelle commettiture, furo- si na. La 2/ sorge sopra a s. Oliva, fiat
no queste riempiute con ciottoli pur di cheggiu per qualche tratto la strada ci
calcarla, come li rotolavano vicini tor- i da questa chiesa sale alia cittadella ariti
renti: questa costruzione è del tutto ana- ca, dov'è rinfiancata con opera incerta
loga a quella delle mura ciclopee di Ti- serve di sostruzione a questa strada tye-
nulo (che si dissero edificate da' ciclopi, desioia sopra al già maestoso tempio di
VEL VEL i63
Castore e Polluce, ed in questo tratto a ro che in questa parte ricorresse ancora
sinistra della via è un contro muro del- il recinto restauralo da Siila, e che anco
a
la 3." epoca. La 3. cinta è quella che allora qui fosse una porta. Nella porta
chiudeva la cittadella, la quale domina slessa vennero impiegali massi rettango-
la strada sopraindicata che da s. Oliva lari di tufa, molto grandi, tolti probabil-
conduce a Cora a Monte^ e questa è del- mente dall'antico edificio non molto di-
la 2/ epoca. Nella cittadella stessa poi stante, attinente alla chiesa di s. Maria,
l'area quadrilatera sopra la quale siede il al quale pure appartennero gli altri im-
tempio detto d'Ercole (il quale è reputa- piegati nelle fabbriche private a destra e
to unico surperstite che si conosca, per- sinistra della strada. Le case private a si-
chè tate dal celebre Vitruvio designato nistraformano un angolo ottuso dopo il
e lascialo per norma di mirabile architet- viottolo che conduce a s. Maria, essendo
tura. Nel voi.XXIII, p. 2o3, descrivendo addossate ed in parte formate nell'antica
il sontuoso palazzo Farnese di Roma, col gran piscina di Pizzitonico, alla quale
Fea dissi non sussistere che le porte e fi- appartengono muri d'opera incerta, che
i
nestre furono costruite simili a quelle del verso metà di questa strada s'incon-
la
na veduta magnifica de' recinti vetusti Piranesi e il volgo furono indotti nell'erro-
di Cora, sopra i quali torreggia il bel por- re di crederla sagra alSole,mentre fu sagra
tico tetrastilo del tempio detto di Ercole. a Minerva. Traversando la chiesa si di-
Da questo punto alle rovine importanti scende in un ameno giardino per visitare il
di Norba, per una strada alpestre souo 5 grazioso tetrastilo dorico, che formava il
miglia. Rientrando in città e salendo di- portico del tempio. Le colonne sono d'un
rettamente alla cittadella, si passa per travertino identico a quello di Tivoli, e
Pizzitonico, traversasi il tempio di Casto- molto poroso, onde per correggere tale
le e Polluce, e per s. Oliva si ascende alla difettofurono coperte d'uno stucco finis-
piazza di s. Pietro. Per ora lasciando da simo: le modinature vennero eseguite con
parte quello che s'incontra per via, e sol- grazia e franchezza; sulla porta della cella,
tanto parlando della cittadella, già notai ch'era costrutta di massi quadrilateri, è la
che le mura originali di essa sono dell'e- che ricorda nomi de'duuaìviri
iscrizione i
poca 2/, e che furono restaurate e am- Marco Manlio e Lucio Turpilio, che per
J a
pliate da' romani nella 3. e 4- epoca. sentimento del senato fecero il tempio.
a
Un bel pezzo del recinto della 3.epoca Per le riflessioni di Nibby, sembra il tem-
guarda occidente, e domina immediata- pio costruito nella riedificazione di Cora
mente la chiesa di s. Oliva. Esso si vede avvenuta a' tempi di Siila. La fronte di
salendo dalla piazza dis. Oliva stessa alla questo edificio è rivolta verso il monte
cittadella. Sembra a Nibby che l'acropoli Circeo. Le modinature della porta sono
corami si dividesse in due parti, dopo l'oc- come tutte l'altre eleganti e franche; l'ar-
cupazione de' romani, in Arce propria- chitettura però è alcun poco greve, e la
mente detta verso occidente, ed in Capi- cornice è retta da due modiglioni. In ge-
tolio verso oriente, giacché è noto che le nerale lo stile di questa fabbrica è analo-
colonie romane ad imitazione della me- go per ogni riguardo alle costruzioni sil-
tropoli aveano il loro Capitolio. Nella cit- lanedel tempio della FortunaPreneslina,
tadella propriamente delta, oltre il recin- e al tempio così detto della Sibilla nell'a-
to, Nibby non vi trovò altri avanzi degni cropoli tiburlina. Winckelmann nelle
di memoria. Del Capitolio però si traccia sue Osservazioni sulV architettura cle-
questi rimane ancora in piedi il portico segno fatto di questo tempio dall'immor-
di quello detto d'Ercole nel lato orienta- tale Raffaello da Urbino, che. allora ap-
le dell'area medesima. Esso è rivolto al parteneva barone di Stosch suo gran-
al
sud-ovest, e la parte postica di questo de amico, e che poscia forse sarà passata
tempio serve oggi di vestibolo alla chiesa nella biblioteca imperiale di Vienna. Ri
parrocchiale e collegiata de' ss. Pietro e porta Nibby le misure che ne prese Raf
Paolo. In essa a sostegno del fonte batte- faello, ed avverte che il summentovatc
lonne del portico col suo frontone, e la pitello corintio, che pretendesi appar-
parete anteriore della cella colla porta; tenuto al tempio di Castore: lungo la
lutto il rimanente è, o distrutto, o coper- stessa via a destra è un avanzo di muro
to. Ora considerando l'ara trovata fra d'opera incerta,che indica il proseguimen-
queste rovine, ch'è di Minerva, e che qui to delle mura dell'arce restaurate a tem-
pure nel secolo XVI fu ritrovala la sta- po di Siila; di tali mura in questo medesi-
si un assisa di Minerva, che trasportata in mo luogo si ammira un bel tratto prima
lloma fu collocata sulla piazza di Cani- di giungere alla chiesa di s. Oliva, ed è
fjidoglio a ornamento della fontana,e dal quello ricordato di sopra. Qualunque sia
volgo chiamata Roma, pare al Nibby stato il precedente edilizio che ne occu-
molto probabile credere a quella dea e pava il sito, è certo che questa chiesa è
non ad Ercole consagrato questo tempio, fondata sopra una fabbrica antica, rima-
come il volgo, senza alcun fondamento nendo ancora dentro di essa al suo posto
valido comunemente lo appella. Quanto una base di colonna a sinistra. General-
alla statua esprimente Pallade o Miner- mente si ritiene che ivi sorgesse un tem-
va, e come volgarmente dicesi Roma pio sagro ad Esculapio ed Igiea, per un'i-
trionfante, tale però la crederono col scrizione, che il Volpi confonde con un'al-
Volpi altri storici e antiquari; perchè tra ili C. Oppio Leuate, che non
vi ha né
ha 1'
elmo in capo, tiene colla dritta la punto né poco che fare, secondo Nibby
lancia, e nella sinistra una palla, sim- (altri dicono che il tempio era dedicato a
bolo del mondo. La statua è di buon Giano, e credono che le superstiti colon-
lavoro, ed ha il capo, le braccia e i piedi ne tuttora adornino la prima uavata del-
di marmo rimanente essendo di
pario, il la chiesa). Sulla piazza è un pozzo di stile
pollalo. Essa fu collocata su d'un alto dorico del secolo XVI, fatto da Bartolo-
piedistallo, a causa che riusciva troppo meo Cialdera podestà di Cora l'anno 5.°
piccola per la nicchia scavata in maggio- di sua magistratura, come si legge nel-
ri proporzioni, dovendo capirvi il simu- l'iscrizione. Da questa chiesa scendendo
lacro di Giove di forme semi-colossali, verso il tempio di Castore e Polluce, os-
secondo i disegni di Michelangelo. Dal- sia verso la piazza di s. Salvatore, vede-
quella, che non reggendosi che malamen- ti, come cuscini che cedouo al peso del
te, per guisa che il fregio e le colonne su- fusto ; ed il filetto dell'imoscapo è stac-
perstiti erano in punto di minare, nel cato affatto dal toro superiore, partico-
i854 dal ministero de' lavori pubblici, larità dalNibby non osservate altrove.
per conservare sì preziose vestigia del Le colonne erano coperte d' uno stuc-
tempio, si mandarono ordini pel restau- co finissimo ; le modinature sono ele-
ro, siche liberato l'avanzo antico du'muri ganti, e l'esecuzione franca e corretta.
moderni, non solo non sarà più soggetto L'iscrizione ricorda le divinità di Casto-
alla fragilità di questi, ma rimarrà spic- re e Polluce, alle quali era coiisagralo il
cato da loro, e più acconcio ad essere di- tempio, il decreto del senato che lo fece
segnato dagli architetti che ne studiano edificare, e Marco Calvio che fece ese-
n.° 34 del Diario dì Roma del 1839, poi del Vtlus Latium. Uno scavo ese-
che nel precedente autunno erasi porta- guito lungo il lato occidentale di que-
to in Cori il cardinal camerlengo per am- sto tempio, che ilNibby vide nel 1829
mirare i delubri d'Ercole e di Castore e prima che fosse ricoperto, ha dimostra-
5
Polluce, e che per la loro conservazione to ch'era del numero de prostili : che la
avea preso le più energiche provvidenze). colonna di fianco verso oriente, ch'è nel-
Sortendo da quota e traversalo un arco la casa, sebbene sconvolta, è al posto suo:
moderno si discende alla piazza di s. Sal- che la base di pilastro ad anta incontro
vatore, sostenuta da antiche sostruzioni ad essa non islà al suo posto, ma appar-
d'opera incerta addossale alle mura pri- tiene ad uno de' pilastri dell' angolo o-
mitive di poliedri rozzi, le quali regge- rientale della cella. In quella ciicostar
vano l'area dinanzi al tempio, come ora za furono scoperti pezzi della cornice, ch(
reggono la piazza di s. Salvatore. Questa ivi dappresso sono collocati e che pr<
verso oriente. Per la materia e lo stile è tico!ata,dove rimane parte d'un pavimer
identico a quello : questo però è di or- to antico di musaico bianco e nero, un ca
dine corintio, ed i capitelli sono d'una e- pilello corintio, una base e un brano d'ar
secuzione mirabile, e così belli che sem- tica lapide municipale col cognome d'ut
brano fatti dallo stesso scultore di quelli qualuorviro quinquennale. Per la stess
del tempio detto della Sibilla a Tivoli, e via dinanzi la casa Tomtnasi,ch'è a sini
del tempio della Fortuna Prenestina. Le stia, sono rocchi di colonne d'ordine de
colonne Inumo la base attica e la scozia rico, analoghe per lo siile a quelle del lem-
VEL VEL t6 7
to d' opera tessellata. Indizi sono questi pesto. Il muro di queste piscine interna
dell'esistenza antica di questa strada, lun- mente, come l'altre costruzioni romane,
go la quale erano case de'cittadini. Poco è a sacco; esternamente però è fasciato
dopo vedesi incastrata nel muro e rove- d'opera incerta, dove non sia slata tolta
sciata la lapide diC.Oppio Vero magistra- ne' tempi posteriori. Queste piscine si e-
le è la casa del conte Tassoni; e dirimpet- nico, che dà a questa piazza, il volgo
si
piazza sono rocchi di colonne scanalate nico verso l'orto Luzi, si scende prima
di travertino, e capitelli d'ordine corintio, alcun poco e quindi si sale di nuovo ; a
i quali appartengono ad epoca molto re- sono mura a poligoni
sinistra nel salirvi
a
mota, e furono parte di qualche fabbrica della r. epoca, sebbene i massi non sia-
pubblica esistente in questi dintorni. Tor- no molto grandi. Nel detto orto, Nibby
nando sulla via delle Colonnette, si scen- vide nel 1825 vari capitelli d'ordine co-
de a Pizzitonico, area o piazza tutta arti- rintio didiametro corrispondente a' roc-
ficiale, non essendo che il terrazzo dell'an- chi delle colonne minori della piazza
tiche grandi piscine di Cora, delle quali si Montagna, anch'essi di travertino e di
parla nella memorata iscrizione di C. Op- analogo a quelli del tempio
stile affatto
pio Vero, e che oggi servono allo stesso u- della Fortuna Prenestina. Mi è noto, che
so,almeuo in parte, giacche nel rimanente i capitelli furono poi acquistati dall'illu-
r
sono state ridotte ad uso di montani omo- stre prelato corano mg. Manari, e collo-
lini ad olio, di rimesse,abi tazioni plebee ec. cati nelsuo casino di campagna. Ritor-
Queste ultime parti vanno sotto il nome nando che dalla porta
sulla via grande,
•volgare di terme (e bagni pubblici, come Veliterna conduce a porta Ninfesina e
tra gli altri li crede il Ricchi nella Reggia prendendo verso la porta Veliterna, poco
de Polsci) mentre nella pianta sono iden-
t
prima di giungere a questa, a sinistra è
tiche all'altre conserve, ma non vi rima- la casa Vittorj; ivi diuanzi la medesima
168 VEL VEL
nel cortile sono gli avanzi d'un altro edi- vedesi dominare a sinistra la chiesa e con-
ficio pubblico, consistente in due colonne vento di s. Francesco, alla quale condu-
d'ordine dorico non iscannlate, con base, ce un bel viale, che serve di passeggiata
cbe stanno ancora in piedi e cbe per lo a' Sebbene tuttociò si riferisce da
corani.
stile appartengono all'epoca stessa de' Nibby, conviene fare una necessaria di-
due templi: lo stilobate sul quale poggia- stinzione. La strada ora carreggiabile (la
no è nella parte esterna lutto di traver- quale devesi alle cure e premure del sul-
tini; si vedono pure frammenti di mezze lodato prelato Manali, per riguardo del
colonne della stessa pietra e dello stesso quale il principe d. Camillo Borghese
diametro. sponda opposta della
Sulla fece il (ratio del territorio di Giuliano),
strada grande è un vicolo, pel quale si che da Vellelri conduce a Cori, quando
Valsila casa Prosperi, una delle più an- si è a circa due miglia dalla città, nel
tiche di Cora, leggendosi sulla porta in- punto detto la Madonna de' Monti, si di-
terna della medesima la data dell'anno vide in due; una tutta in piano porta a
i525. Nel cortile vedesi l'altro frammen- Cori a Valle, ossia alla porta Romana,
to di lapide, riprodotta da Nibby, appar- e l'altra in salita, conduce a Cori a Mon-
tenente a Lucio Publilio, ricordato più te e alla porta Segnine. La chiesa di s.
sopra, il quale sebbene sia dello stesso Francesco è a sinistra della strada che
tempo, e appartenga al medesimo perso- reca alla porta Romana. Poche città com-
naggio, non fa però parte dell'iscrizione ri- prese dentro i mappa de' din-
limiti della
cordata. Nello stesso cortilesono due cine- torni di Roma ponno vantare tanti mo-
rarii coll'epigrafi riportate da Nibby. An- numenti antichi e così importanti, quan-
dando da casa Prosperi verso s. Maria, ti ne conserva questa, e perciò meritano
vedesi a destra una sostruzione romana una descrizione distinta. Quindi non si
di pietre quadrilatere, sulla quale fu essa creda, che non ostante le mie proteste
edificata (alcuni credono che nell'area io sia uscito da' limili prefissimi, nel dif-
della chiesa furono già due templi, sa- fondermi col Nibby sulla sua topografi;
gri uno a Giano e l'altro alla Fortuna, Poiché oltre l'aver conseguito il duplic
e od essi attribuiscono ruderi e fram- i vantaggio, di dare una chiara idea dell
menti antichi esistenti), e che forse anti- topografia di Cora e de'luoghi ove esiste
camente servì di sostegno ad un edifìcio no monumenti, questi brevemente de
i
del foro corano, che Nibby crede corri- scrissi col dotto archeologo, e così mi tri
spondente alla piazza di s. Maria. Li stra- vo dispensato dal farne menzione a parte
da che da Vellelri conduce a Cora fino anche per le diverse opinioni che accei
ali. "quarto del secolo corrente non era nai fra parentesi. Altre notizie sulle anti
allatto carreggiabile ; poscia fu ridotta a chità di Cori e le sue lapidi si ponno ri-
bella e amenissima via, e comoda ad o- cavare da' seguenti e già nominati, alcuni
gni sorta di carri. A mezza via si lascia a de' quali ne ragionarono con molte pai
sinistra il cratere del diseccato lago di ticolarità. Ricchi, Reggia de' False,
Giuliano, e poco dopo a destra il comu- Volpi tradotto dal Finy, cap. 2; Dell'ai
ne di tal nome; al g.° miglio si passa sot- licite fabbriche della città di Cora .
medaglie d'oro. Ma pei sospetti patì un del giovine sig. d. AchilleGennarelli i mo-
mese di carcere, ed ebbe soli a5 scmli. numenti documenti necessari all'illu-
e
Quanto alle medaglie, soggiunge il p. Ca- strazione dell'aulica moneta di Cori. Ma
simiro, pervennero nelle mani di Camil- la sua dissertazione che da 18 mesi dove-
la l'eretti sorella del Papa, essendo po- va essere pubblicata,ancora non compari-
destà di Cora Stefano Mai gani. Tanto ri- sce, ed Elia mi fa premura di pur cono-
levò il p. Casimiro da un mss. del cora- scere un fallo che tanto onora codesta sua
no e contemporaneo del Marulli, Ulisse patria carissima. Iocompendierò il ragio-
Ciudi, il quale registrò pure due auliche namento che troverà ampiamente dichia*
iscrizioni, da lui Ielle nel suddetto batti- rato dal Gennarelli (di fatti la Disser-
steiio di s. Pietro, e nel portico della chie- tazionecoronala dalla pontificia ac-
sa di s. Maria della Plebe, nella metà del cademia romana d'Archeologia, come
secolo passato già distrutta. Le quali i- notai altrove celebrandola, dipoi uscì nel-
scmioni errate dal Grillerò, dal Ricchi e l'islesso anno in Roma da' tipi camerali
da altri, stimò bene pubblicare il p. Casi- col titolo: La moneta i mo- primitiva e
miro. Le monete corane furono ricordate numenti dell'Italia antica ec. In essa il
dal Volpi e in conseguenza dal Finy, e. 6: eh. Gennarelli illustrò 3 monete di Cora
Delle jamiglie corane illustri in Roma. de' Volscije quanto alle 2 monete affat-
Il moderno Dauco riferisce che tra le mo- to simili, tranne l' iscrizione o leggenda
nete antiche, di cui vantasi quest'antica che in luogo di Cosa e Cosano è Doma e
città, non devonsi dimenticare neppure le Domano, non trovava difficoltà a crederle
pergamene, diplomi ec. A quest' effetto nel rovescio un busto di cavallo frenato
m'inviò ripetutamente copia e poi l'ori- rivolto pure a destra e l'iscrizione Zano,
ginale dell'indicata lettera a a
lui scritta La 2. in luogo della lesta di Pallade ha
dal dottissimo p. Marchi, che io mifouu quella di Marte barbato senza epigrafe;
vanto qui appresso pubblicare, sia a van- e intorno al busto di cavallo del rovescio
taggio della numismatica, sia a onore del Cozano, Qtiesle due moneto
l'iscrizione
Mai clielli ed a lustrosua celebre patria,
di medesime, quantunque rare, sono capila.
sia in (ine per manifestare qui pure il pro- te non è gran tempo in mano a due di-
fondo sapere di lauto benemerito gesuita. versi negozianti, da' quali le ho io acqui-
> Da molti mesi aveva io posto nelle mani stale per queslo nauseo K-ircUeriauo -, e
170 V EL VEL
su amendueho riscontrate le impronte riconoscere di Cossa una moneta del tem-
e le leggende medesime delle borgiane, po d'Augusto, che altri vogliono spettare
anzi forse meglio conservate. Il cav. Gia- a Cosa, inoltre riconoscendo di Cossa la
como Millingen nel 83 1 pubblicò a Lon-
1 medaglia coll'impronta dell'aquila roma-
dra una moneta in argento di modulo na). Il Millingen quantunque per sistema
maggiore alquanto delle due di bronzo allenissimo dal concedere uso di moneta
coll'i in pronta e la leggenda che qui le de- propria nelle città italiche poste tra il
scrivo. Nel diritto testa d'Apollo laureata Tevere e il Garigliano, pure costretto dal-
e rivolta a sinistra: nel rovescio cavallo l'evidentissima leggenda Corano riconob-
chea gran corsa va a sinistra spintovi da be quella sua moneta d' argento come
un cavaliere, dalle cui spallecade un pallio spettante a Cora oggi Cori. Ma il p. Sec-
leggerissimo trasportato dal vento, e la chi mio confratello legge Cora e Cora-
cui testa è coperta d'un pileo somigliante no anche dove sta scrino Coza e Cozano.
a quello di Mercurio: sotto al ventre del Gli antichi grammatici ne insegnano che
cavallo leggesi Corano. A queste 3 mone- la lingua latina nella sua infanzia sosti-
te operate col conio debbonsi aggiungere tuiva sovente la S alla Re leggeva Fv-
le due di getto pubblicate da meson già sivs in luogo di Fvrivs, Avselivs dove
4 anni fra le monete italiche primitive, Avremvs dunque il Coza, che
poi lesse :
1' asse de' volsci colla testa d'Apollo ri- peravviso dello stesso Eckhel è la mede-
petuta su amendue le faccie della mone- sima voce di Cosa, per ragione della for-
ta, e il trionfo de' rutuli che ha nel di- ma S che si confonde col greco Z,
della
ritto un cavallo in gran Per diver-corsa. non Cosa città etnisca, ma Cora città
è
se mie congetture nonè forse improba- volsca, e Cosano non è il possessivo del-
bile che I' asse provenisse da un'odierna l' etrusco, ma del Corano Volsco. Se
posta ad Anzio antico, ora Porto d'Anzio, l'Eckhel avesse riflettuto all'alfabeto e-
il triente da Artica metropoli antica de' trusco che manaa della vocale (il che O
rullili (il Triente sorta di moneta antica, rimarcai nel voi. LXXVHI,p. 86j, alla
«na 3." parte dell' asse, cioè 4 oncie ). quale sostituisce V, sisarebbe facilmen-
il
L'Eckhel che non poteva a tanta distan- te persuaso che se romani chiamavano i
za conoscere la storia topografica della quella città Cosa, gli etruschi le dovean
provenienza delle due monete coniate dare un altro nome o almeno dirla Ca-
inandategli dal Borgia in disegno, ricorse sa secondo loro cos lume. Che romani i
per interpretazione alla geografia antica, poi mutassero nome alle città etrusche
e trovato ch'ebbe nell'Etruria una città colle loro conquiste, il sappiamo da Chiù-
che i romani chiamavano Cosa (poi An- .57, che dagli etruschi era detto Chamars t
credette che le due monete si potessero voce e iscrizione di monete feci parola
giustamente ad essa attribuire (devesi av- nel cit. voi. LXXVII1, a p.90 e 91, di-
vertire, e l'imparo dal prezioso Diziona- cendo pure, che siffatte monete il Maffei
rio della Toscana del benemeritoRepet- ad Alatri). L'Eckhel
attribuì a Velletri o
ti, che oltre Cosa de' volcienti di Tusca- quanto niun altro che
poi è quegli che sa
na ora Toscanella,\\ (aCossa degl'irpini le due monete del Coza e del Cozano
degli Abruzzi uel Sannio, e siccome am- non potrebbon mai esser di Cosa con-
bedue colonie romane, indusse molli in quistata e dipendente da'romani, ma di
3
equivoco coll'attribuire aliai. alcuni fat- Cosa libera e padrona di se medesima
ti propri della 2.*, così propende forse a prima che romani stendessero sino colò
i
VE L V EL 171
In loro potenza. Eccole con ciò assicura- sono monete e le iscrizioni, ma non
le
to alla sua città il diritto sopra 3 diverse quelle che stanno fuor del paese, bensì
monete coniate prima che romani a- i quelle che si custodiscono ne'luoghi ove
vesserò su quella città un assoluto dirit- si trovano. Ella colla sua autorità pro-
to, e certamente prima che Cori comin- curi alla sua patria questo ornamento e
ciasse agodere del così detto jus latino. ne avrà lode. Ossequiandola consinceris-
Perciò che spetta alle impronte si posso- siraa stima mi raffermo". Riferisce Ma-
no hen dire anch'esse proprie del paese rocco, che in Cori, commendata per la
risii her ino molto meglio che del trasti- sua celebrità da Livio, Properzio, Luca-
beruio. L'Apollo, come leljo indicato de- no, Silio Italico, ogni tanto vengono sco-
a
scrivendole l'asse de' volsci, è lai, e più perti sotterranei bellissimi, alcuni de'qua-
me figliuola a Giove era in altissima ve- mo musaico congettura che fosse un por-
;
nerazione presso tutti i popoli cistiberi- tico o suolo d'altro tempio,anche pe'grossi
dì, che concordemente aveano Giove per pezzi di colonna marmorea ivi rinvenuti.
lordi.* divinità. Il Marte ha lasciato in Dice esistere nel giardino presso la casa
Cori memoria solenne di se negli avanzi de'Lnzi 6 capitelli bellissimi di stile corin-
nobilissimi del tempio erettogli da'eora- tio, forse di colonne di tempio o portico
ni. Il busto di cavallo fi enato lo trovo in sagro a Venere; e che anco Esculapio vi
altre monete che io ho sempre conside- ebbe il tempio. Dalleiscrizioni che ripor-
rate come proprie degli equi, de' volsci e ta, ritiene avere i corani prestato culto e-
degli aurunci. Perciò io non l'ho per co- ziandio a Cerere ed a Bacco, del cui tem-
sa straniera quando loveggo sulla mo- pio furono trovati avanzi marmorei ne-
neta di Cori. Veda l' Aes Grave, Sl&ra' gli scavi della casa Fasanella. Il contem-
palo da me nel i83g. Queste poche no- plar le sue rama desta meraviglia, essen-
tizie potrebbero tornare di qualche uti- dovene composte di pietre ognuna di 13
Cori vi fosse persona che
lità storica se in e i5 palmi lunghe, 8 ovverog alte, con-
sapesseo volesse fare osservazioni sui tra- catenate senza cemento, lavoro chiama-
vamenti che continuamente si vanno fa- to opus incertumj mirabile per l'ordine
cendo costì, come per lutti luoghi di i e la solidità, e fatto per cozzar co'secoli.
questa nostra antichissima e ricchissima Afferma che l'accademia di Francia chia-
Converrebbe acquistar tutto in ge-
Italia. mò le mura corane meravigliose, e di pro-
nere di monete vendendo il superfluo e digiosa costruzione pelasgica ed il Bau- ;
ritenendosi il necessario: in pochi anni co assicura che in vari punti della città
Cori riunirebbe tutti i suoi monumenti sono rimaste in ottimo stato. L'odierna
numismatici. Né ciò è tutto. Converreb- città ha 3 porte quasi in perfetto triango-
be che Cori raccogliesse in un luogo si- lo collocate ; la 1 ."esistente in Cori a Mon-
curo ma di ragione pubblica tulle le la- te èchiamata Segnina, perchè conduce a
pidi antiche disperse per la città e il ter- Segni la via ; la 3." Ninfesina, da cui co-
ritorio. Le due che solo posso-
fiaccole mincia la strada che reca a Ninfa; la 3.*
no dissipare le tenebre che ravvolgono è detta Romana e Veliterna, perchè porta
la primitiva stona di codesti municipi» a Vellelri e a Roma. Cori è priva di pub-
i
72 VEL VEL
bliclie fonli, cui suppliscono l'acque pio- famosa tavola in cui nel 1 54^ Siciolan-
vane in fredde e ben conservate cisterne; te di Semionda dipinse il Salvatore. L'or-
il piccolo rio trovato da Faustino Fasa- gano pregiatissimo si deve al canonicoA-
nella presso ilton ente Cavala, fu rico- lessandro Napoleone Ricchi, zio dello sto-
nosciuto di pochissimo utile e di molto il quale dice
rico, che lo cominciò nel
incomodo. Ma nel gonfalonierato del be- i636, compito poi con ornamenti a oro
nemerito Giovanni Prospero Buzj, per nel 1690, e lasciò un molino a olio per
sua cura fu trovato un altro rio d' ac- l'organista. Nel detto secolo, e neh' arci-
qua sorgiva fuori della porta Segnimi. pretura d' Ostilio Picchioni, da' fonda-
Tra le sue chiese, 6 sono parrocchiali. La menti fu rifabbricata la torre campana-
primaria e insigne collegiata, denominata ria a lato della portamaggiore, e tale da
duomo, s. Maria
è sotto l'invocazione di poter sostenere grosse e armoniose cam-
della Pietà, di bella e ben intesa archi- pane; nella quale occasione dirimpetto si
tettura. Il Ricchi lo dice già tempio del- rinnovò ancora la comoda abitazione per
la Fortuna e di Diana, convertito da'co- l'arciprete. Nel secolo passato con deco-
rani ciistiani al culto del vero Dio e de- roso disegno e sculture fu fabbricato il
nominato anche della Plebe. Nel 1660 prospetto esterno. Oltre una reliquia in-
venne restaurala e abbellita con mo- signe del glorioso b. Tommaso da Cori,
derna archileltura,con volte gettate sulle che vi ha un'elegante cappella, quivi si
3 antiche navi, con archi maestosi scorni- venera il corpo di s. Nazario martire, di
vaghi stucchi, sovrastata da finta
ciati di nome imposto, nella 4-* cappella gentili-
cupola e ornata con chiaroscuri da' fra- zia de'Fasanelli della nave destra, dona-
telli Agostino e Alessandro Botliceili co- to dal cardinal Stefano Borgia, come si
rani. Furono allora disfatti due antichis- legge nella lapide presso Marocco, il qua-
simi pulpiti, laterali all'altare maggiore. le riporta pure quella della cousagrazio-
In essa è la cattedra marmorea vescovi- ne della chiesa,eseguita T8 febbraio 1699
le, fino da'primi secoli della Chiesa, testi- da Biagio Terzi di Lamia vescovo d' I-
monio di sua antica sede vescovile, men •
sernia, vices gerens del vescovo cardinal
tre l'episcopio era nel giardino a suo tem- Cibo, scrittore della Siria sacra. Appiè
po del capitano Pasquali, e appellato la do da Banco che il capitolo si compo
casa di Monsignore.il candelabro marmo- della dignità dell'arciprete parroco, e
reo pel cereo pasquale, alcuni la dicono o- 1 o canonici, (ia'quali è il teogale e il
p
pera del secolo XI II, altri la fanno più an- nitenziere, tutti decorati della cappa pi
tica e che servi già ad uso de' gentili : è latizia paonazza nell'inverno, e di ro
ornato di bassorilievi esprimenti anima- chetto sopra la colta nell'estate. Racco
bello e di colorilo assai forte. Quello del- segrestia un tempo si conservavano ilio
nello. Del i.° parla Nibby, del i." Maroc- fra di essi una bolla in pergamena di P
co. Dubitando che sia il medesimo, do- pa s. Silvestro I. La a." parrocchia è l'i
mandai spiegazione a un rispettabile co- signee vasta collegiata de'ss. Pietro ePa
rano,- e fui assicurato d'aver bene con- lo, presso il tempio dello d'Ercole, che
getturato, ed è precisamente il medesi- al dire del Piazza visitatore della diocesi
mo della 3.' cappella a destra della por- pel vescovo cardinal Facchinetti, è più
ta della chiesa. Nell'altare principale è la aulica della precedente e fu la 1." ad es-
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sere consagrata, per esservi tradizione co. Da altra da lui pure pubblicala si ri-
che s. Pietro principe degli Apostoli vi cava, che nella stessa chiesa e nella pro-
promulgasse il Vangelo; laonde dice il pria cappella nel 1 497 v > f" istituitala
predica quaresimale, forse in memoria di que Piaghe; e nel 1804 quella del Sa-
sua antica primazia, e perciò tutte le pie- gro Cuore di Gesù. Nella stessa chiesa
diche in essa aveano luogo (ciò non è collegiata di recente vi è stato collocato
vero, quanto all' ultima predica quare- nel suo altare dalla parie del Vangelo il
l'organo e una superbissima campana, la propri parrochi, e sono quelle della ss.
quale prima che fosse rifusa, per averla Trinità, di cui in oppresso riparlerò; del
colpita il fulmine, si sentiva 25 miglia ss. Salvatore di forma gotica occupante
distante. A suo tempo era officiata dal- parte del piano del tempio di Castore e
l'arciprete, e da 8 beneficiali e 6 cappel- Polluce, dicendo il Bauco pregevoli e sli-
lani, il cui ampio coro egli dice mostrare male le pitture dell'altare maggiore, ope-
d'essere slata collegiata. Riferisce le ver- ra del sermonetano Siciolanle; di s. Mi-
tenze insorte e prolungate nel secolo XVII chele Arcangelo, che Marocco dice fab-
fra l'arciprete e quello di s. Maria, alle bricata sulle rovine del tempio d'Apollo,
quali die (ine nel 1690 il vescovo cardinal dandone certezza una lapide coll'epigra-
Cibo, decretando la precedenza all'arci- fe Ampollini Sacrumj e di s. Caterina
prete e canonici di s. Maria incedendo vergine e martire, il cui quadro dell'al-
collegialmente. Indi da Pio VI nel 1791 tare maggiore rappresenta il suo marti-
(secondo il Marchiafuva, o Pio VII co- rio colorilo dal Domenichino, secondo
me vuole il Viola, ma credo fallo tipo- Banco, ma Nibby crede tale tela per la tra-
grafico cioè l'aggiunta d'un I al VI, ben- scuratezza de' contorni e per una certa
sì non gli contrasto ad istanza d' Ales- stentatezza, piuttosto copia del Domeni-
sandro Marchetti giuniore. In quest'in- chino e non originale come ritiene il vol-
certezza invocalo schiarimento, sono sta- go, bensì dice buon quadro di colorilo
to assicurato, vero il riferito dal Mar- Guercinesco quello esprimente s. Tom-
chiafava), fu dichiarata collegiata con ca- maso. Il più elegante e vago tempio di
pitolo composto dell' arciprete curato e non piccola mole, è 1* insigne e celebre
dignità,ed'8 canonici decorati della moz- santuario situato fuori di porta Segnina
zelta di seta paonazza nell'inverno co' verso la sommila d'uno de' monti Lepi-
lembi orlati di pelli d' armellino, e del ni, distante circa mezzo miglio da Cori,
rocchetto sulla colla nell'estate, come sotto il titolo di Maria ss. del Soccorso,
leggo nel Bauco. Vi si conserva nell'al- in cui profondamente si venera la sua
tare maggiore, nella cappella della B. prodigiosa Immagine col suodivin Figlio
Vergine, il corpo di s. Cubilla vergine e dipinta sul muro, la cui festa solennemen-
martire, trovato nel cimiterio de'ss. Mar- te celebrasi nella 1* domenica di maggio
cellino e Pietro di Roma, e donato dal con fiera franca per 8 giorni ; chiesa di
sullodato arciprete della medesima Giu- recente egregiamente abbellita con pit-
seppe Marchiafava nel 1795, come è ture e altri ornamenti con ispesa non lie-
scolpilo uell'iscrizioue riferita da Maroc- ve ; e per meglio godersi dadi vali quan-
i
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do si scuopre, vi fu collocalo dinanzi un con asconderla sotto il suo mantoeivi a«
cristallo intero : il che si fa con almeno morosamente trattenendola 8 interi gior-
12 lumi di cera accesi nelle principali so- ni. Frattanto i suoi genitori tornali dallo
lennità e feste di precetto della C. Ver- campagna a casa e non trovata la figlia
gine, dandone del suo scuoprimento pre- sollecitamente si diedero a cercarla fra le
cedentemente avviso il suono delle cam- angustie, indi obbligati dal temporale a
pane non solamente delle due collegiate, restituirsi afflitti all'abitazione, restarono
ma dell'altre chiese di tutta la città; scuo- agitati da tetri pensieri. Cessato il turbi
prendosi pure per pubbliche e private ri- ne, di buon mattino ripresero le ricer-
chieste. Narrai! benemerito Marchiata va che del cammino dalla fanciulla fatte
suo storico che die occasione alla costru- non meno in tutte le vicine campagne
zione di questo tempio il seguente fatto inutilmente, onde inconsolabili la pian-
portentoso, secondo la pia e comune tra- sero per morta. Passati 8 giorni, sul na
dizione esistente presso i corani, che os- scer del sole fu rinvenuta Oliva nel lue
sequiano la' ss. Immagine come loro prin- go stesso ove fino allora erasi trattenuta
cipale e incessante benefica avvocata, illu- tutta allegra e sana, da 3 corane che ri
strando eziandio con erudite note il suo candosi a caricar legna, se la videro coi
racconto, in uno al titolo che dà la Chiesa pari re loro innanzi lietissima. Sorprese
di Soccorso alla B. Vergine, riferendo le esse da stupore e da contentezza, alterna-
notizie delle ss. Immagini che con questo rono l' interrogazioni come ivi si trovas-
bel titolo sivenerarono e venerano in va- se e da chi fosse stata nudrita per 8
rie città. Correndo l'anno \5i i e il i.° giorni. Rispose con semplicità la fanciul-
maggio di sabato, mese e giorno in par- la. » Sono stata qui con una bella Signo-
ticolar modo consagrati a Maria Vergi- ra, che mi ha fatto molte carezze. Essa ha
ne, la fanciulla Oliva di circa 3 anni, fi- voluto che stassi qui con Lei tutti questi
glia di Giovanni e Santa Jannese coniu- giorni. Quando avevo fame o sete, Ella
gi corani, contro il divieto della madre ini poneva in bocca ma-il dito della sua
sul mattino volle seguirla nel portarsi su no: mi sentiva tutta sa-
io Io succhiava, e
«letto monte a mondar nel campo le bia- zia e contenta." Quindi le 3 donne, tutte
de; di ciò avvedutasi Santa retrocedet- meravigliate dal racconto, attribuirono
te per indurla a restituirsi alla casa, e la alla B. Vergine la prodigiosa cura della
figlia 1'
ubbidì non senza ripugnanza e fanciulla, la quale tosto giubilanti e com-
pianto. Ma Oliva nel tornare indietro de- mosse condussero a'suoi addolorati geni-
viò dalla strada, e smarrita s'innollrò in tori. Quale fosse la sorpresa e la conso-
silo scosceso e ingombro di spineti, pie- lazione di essi, quale quella del popolo
tre e cespugli: sopravvenne la notte e in- pel riferito dalle donne e confermato re-
sieme un orridoturbine, con dirotta piog- plicatamente a da Oliva, si può im-
tulli
gia, grandine e fulmini. La fanciulla ba- maginare e non esprimere. Generaleper-
gnala, tremante e piangente si ricoverò tanto fu la pia credenza e persuasione,
sotto una delle lanle piante di ginestra, che la Soccorritrice e amorosissima bella
abbonda il monte, inutil-
di cui tuttora Siguora, non fosse altrimenti che la gran
mente chiamando l'aiuto della madre. Madre di Dio e nostra Maria. Poscia Oli-
In questo desolante stato, all'improvviso va con lagrime ripeteva di voler tornare
lecomparve innanzi una maestosa Don- presso la sua cara Signora, per averle
na vestita di candido ammanto, da essa detto d' amarla e di volerla sempre con
creduta nell'oscurità la sua zia paterna, se.Fatto è, che dopo 3 giorni dal suo ri-
per le carezze che le fece e per animarla torno in casa, Oliva sorpresa da violenta
i non temete ed a cessar dal piangere, febbre, placidamente e con ilare vollo
-
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morì, sempre chiamando la sun amabilis- piolo è semplice e rozzo, non lascia la ss.
sima Signora che sul monte l'avea soc- Immagine d'esser bella, maestosa, e d'i-
no godimento della sua Signora. E anti- no sulla ss. Immagine. Vuole la i.'che
ca tradizione.confermatadal vescovocar- dessa dipinta da molto tempo in un an-
dinal Antonelli, che la B. Vergine pro- tico muro e quindi trascurata, ricoperta
mettesse a Oliva, che avrebbe soccorso da terra, bronchi e spine, miracolosa-
con ispeciali favori e grazie que' che si mente si manifestò con apparizione ad
fossero portati su quelmonte a venerar- Oliva per essere ivi venerala; e che do-
la nella sua Immagine. Mosso il popolo po terminata la cappella, vi fosse dipin-
corano da questo prodigioso avvenimen- ta a fianco la fanciulla da mano diversa
to, fu premuroso di costruire nel luogo e con colori più vivaci. Dice la i." «:he
stesso dove avvenne 1' apparizione della eretta la cappella per porre in venerazio-
creduta da tulli Maria ss. ad Oliva, una ne la disottei rata Immagine, il pittore de-
non piccola cappella, la quale posterior- putato a restaurarla, dopo avere ricolo-
mente ampliata divenne chiesa grande e rito le vesti, nel porre il pennello nel sa-
maestosa in onore della ss. Vergine, fa- gro volto di Maria, di repente divenne
cendovi dipingere nel muro la sua divo- attratto nel braccio e cieco negli occhi,
ta Immagine, alla quale di cornuti con- risanato poi per le sue preghiere alla B.
senso fu dato il titolo della Madonna Vergine. Si ha dalla 3.' tradizione, che
del Soccorso, in memoria di quello pre- terminata la grande cappella nel sito del-
dalla sua chiesa parrocchiale, acciò il suo lica. Nondimeno pittore per cupidigia
il
corpo fosse nel sito ove era stata in vita occultato il portento si fece pagare, ma to-
soccorsa dalla celeste Signora espressa sto colto da fortissima febbre perde l'uso
nella ss. Immagine. Questa venne rappre- delle braccia, onde riconoscendo allora
sentata ricoperta di regio manto turchi- l'evidente meritato castigo, palesò la sua
no, cangiatosi poi nella più parte in co- viltà e il prodigio, per cui placata la pie-
lore verde ornalo di varie stelle d'oro, ri- tosa B. Vergine, gli restituì all'istante la
piegatosulleginocchia ; è sedente in mae- sanità. E però incontrastabile storia, che
stosa e reale sedia, avente in braccio il crescendo ogni giorno il fervore e la di-
suo divin Figlio nudo e colla solita fa- vozione del popolo verso la ss. Immagi-
scia, in alto di stringerlo al seno, e colla ne, specialmente per le continue grazie
destra regge il di lui braccio destro in atto che ne riportava, si determinò con ab-
di benedire. Due Angeli sul capo di loro bondanti oblazioni di racchiudere la pri-
sostengono una regia corona. A pie della mitiva cappella con grande e maestosa
B. Vergine nel sinistro lato e ricoperta chiesa a volta reale, ampliando la mede-
in parte del suo manto, si vede la fan- sima cappella con magnifica e alta cu-
ciullaOliva prostrata con un ginocchio, pola, e s'incominciò la fabbrica neh 634-
che rimirando ridente e piena d'affelto la Vi fu eretto un bell'altare con corrispon-
sua amorosa Liberatrice, si tiene stretta deute prospetto di bellissimi marmi e si-
colle mani alla sua veste. Sebbene il di- mili colonne dalla nobilissima corana fi-
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miglia Buzi, e 4 laterali cappelle anch'es- temila della Madonna del Soccorso ce
se u volta, con ampio portico anteriore suoi statuti, con sacchi e mozzette biar
con 3 ardii corrispondenti alle 3 porle che contornate di fìttuccia verde collo
(Iella chiesa, sulla maggiore delle quali stemma del ss. Nome di Maria pe'confra-
fu collocata l'effìgie in marmo della Ma- ti, confermala e arricchita d'indulgenze
donna. Con vistoso dispendio, anche pel perpetue da Clemente Vili. Dal sodali*
trasporto de'tnaleriali sul monte, compi- zio fu stabilita l'annua e perpetua dota-
ta la fabbrica nel 1639, fu segato il muro zione d'alcune (cioè due) povere e one-
ov' era dipinta la miracolosa Immagine, ste zitelle corane pel maritaggio, consi-
sito che ricorda l'iscrizione e colle altre stente ognuna in una veste di panno ver-
del santuario (compostedal sullodatoMar- de, colore di quella della ss. Immagine,
chetti, e meritarono l'encomio del cele- ed in cedola di scudi 25, tuttora in vigo-
bre cav. Labus) riferita dal Marchiafava, re. Allineile poi i molti divoti nel portar-
cioè tra le due cappelle di s. Lucia e di si a visitare il santuario, avessero nel lun-
s. Carlo, e venne posta nel nuovo pro- go montuoso tragitto un riparo per ri-
spetto di marmo costrutto sull' altare e covcrarsi dalla pioggia, nella metà della
racchiusa nella preparala marmorea nic- via il sodalizio fabbricò una cappellina
chia con chiave e serratura, leggendosi coll'immagine del ss. Crocefisso. Erasi co-
sopra scolpito in marmo nero: Miseris minciato da alcune pie persone (fra le
Succurre Maria. Oltre l'altare maggio- quali il Ricchi con l'antro o piccola cap-
re^ sono l'accennate cappelle : la (.'de- pella di s. Maddalena) ad erigere lungo
a
dicata a s. Anna, la 2. a s. Lucia vergi- la strada la f'ia Crucis, ma solo 3 essen-
ne e martire (anticamente quasi da tutti done state edificate a foggia di della cap-
visitata nella sua festa, recando ognuno pellina e quindi divenute dirute, con pio
una candela poneva accesa
di cera, che si divisamento il sullodato gonfaloniere Fo-
per consumarsi sopra un gran candela- chi,dopo aver fatto costruire agiata e
bro di ferro a più bracci; deplorando il comoda via conducente al santuario, la-
Marchiafava nella 2/ edizione l'intrala- teralmente vi fece erigere i4 cappelline
sciata pia costumanza, fa voti perchè si per le stazioni della Via Crucis, onde i
rinnovi, ed io gli fo divoto eco in onore fedeli possano esercitarsi nella di vota pra-
della protettrice de'nostri occhi ! la
3* tica cammin facendo. Per la custodia
),
dioali vescovi ; notando che non manca» Pio VII (procurato dal zelo e premute
no ricorrenti a quel fonte inesauribile ili del canonico decano d. Francescantonio
grazie (ed alcune ne li ferisce riconosciu- Marchetti priore per più anni del soda-
le legalmente), che ascendono il monte a lizio), oltre altre dimostrazioni divole.
piedi scalzi e persino colle ginocchia ; ol- Ma la più autentica testimonianza e il
zio d. Gio. Antonio v' incedeva a piedi solenuementecorouata con quella del di-
scalzi per fare de'discorsi al popolo; e nel viu Figlio, con corone d'oro dal capitolo
1 83o-3 i molti confrati di Semionda ve- Vaticano, ad istanza degli officiali del san-
stiti di sacco e col cappuccio calalo, die- tuario, di tulio il clero e de'pubblici rap*
rono edificazione, col recarsi al santuario preseutanti, dopo aver fatto constare con
processionalmente, cioè per circa un mi- autentici documenti l'antichità, celebri-
glio di strada montuosa e allora ancora tà della ss. Immagine e le numerosissi-
alpestre, disciplinandosi continuamente me grazie e miracoli per mezzo di essa
con islroineuti di ferro ed effusione di operati da Dio. 11 capitolo Vaticano de-
1
manifesta e possente protezione della Ma- tali da'successori. Dalle monache si con-
donna del Soccorso, ue'privati e generali serva ancora e si rifonde cou altro, parte
bisogni, inclusi vamente alla cessazione del dell'olio arso nelle lampade innanzi la ss.
furioso incendio nel 1821, e poscia alla Immagine nelle feste di sua coronazione,
inuahile preservazione dalla tremenda la cui unzione è efficacissima per sanare
pestilenza del cholera, per cui nel 1837 gli animali dal morbo del verme. E qui
si pubblico e soletme voto perpetuo
fece dirò col Marchiafava, che innurnerabili
del digiuuo nella vigilia di sua festa, e di sono gli esempi che sì leggono d'infermi
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178 VEL VEL
miracolosamente sanati per mezzo del- di maggio, e de' 7 settembre per la fcita
l'unzione dell' Olio (J7.)} che arde nelle solenne di s. Nicola da Tolentino che ce-
lampade delle chiese avanti le ss. Imma- lebrasi a' 10). Del suo venerabile corpo
gini, specialmente della Madonna, come esistente nella patria basilica, in questa
si Ua&slTràmbtW't, De ailtu Sanctorum, sira chiesa si conserva un'insigne reliquia
Dissert. i o, cap. 37. Questi dice, ch'è sì rinchiusa in un braccio d' una statuirla
mitico e universale questo pio costume, rappresentante la santa, con ramo d'oli-
the gli slessi turchi vedendone ne'cristia- vo in mano e corona in capo. Secondo al-
ni i mirabili effetti, sogliono servirsi del- cuni, come notai, occupa l'area del tem-
l'olio delle lampade che ardono innanzi pio di Giano, e le superstiti colonne ne
1' immagini di Maria ss., e ne riportano adornano la principale nave. L'opinione
non piccoli benefizi. Parlando s. Gio. Cri- che la chiesa abbia cambiato
del JNibby,
sostomo di tali lampade, narra neW'Uo- forma, pure già la riferii. Aggiungerò con
milia 33 in 31allheum, che a'suoi (empi esso, che il portico originale della chiesa
i usavano ungersi nell'infer-
fedeli tulli forma oggi una specie di nave alla cap-
mità coll'olio che ai deva nelle chiese den- pella del ss. Crocefisso, e la sua volta fu
tro le lampade medesime, e restavano li- dipinta a fresco da un artista bizzarro nel
beri da ogni malore. Termina l'arcipre- secoloXVI (meglio nel XV), che ad una
te Marchiafava l'edificante Breve istoria, immaginazione fervida non seppe accop-
col riferire l' indulgenze plenarie e par- piare né purità, né disegno, né un'ordi-
ziali concesse pe'visitanli il santuario, da nata composizione. Egli vi effigiò fatti del
tà di Cori a Monte,ossia fra questo e Co- Cori anticamente dimoravano nel con-
ri a Valle, sorge la già pari occhiale an- vento dell'Insito eretto nel secolo XI 11
tichissima chiesa di s. Olivo vergine aua- fuori di [tortaRomana, ove visse, morì
gnina, che da remoto tempo è la prin- forse fu sepolto nel1392 il veri, servo di
cipale patrona de'corani, i quali ne cele- Dio Sante Laurienti da Cora, di cui
brano ia festa con fiera franca nella 1. 'do- va procurando la beatificazione equipol-
menica d'agosto (altre due fiere franche lente: si venera in questa chiesa il suo ri-
là, e nel sito antico si formò la villa de' go nel Giornale di Homade 18 ottobre
Fasanel!a,ora de'conti Cataldi-Tassoni. i853,cheilmunicipio di Cori nel lodevo-
le traslazione nella città segui nel i465 lissimo desiderio di provvedere all' istru-
per opera del rinomatissimo p. Ambio- , morale e
zione religiosa letteraria della
gio Massari corano generale degli ago- gioventù (non mancava tuttavia Cori di
si iniani, celebre per dottrina e opere eru- scuole necessarie all'istruzione de'giova-
dite. Ottenne egli da Paolo li che fossero netti, come ricavo da Marocco), mediati-
l'altra navata a volta, come la parte pie- consiglio municipale,fecero pratiche pera-
cedente, colle ricordate pitture del Te- vere i chierici regolari minori; e avutili col
slamento; e nel 1466 da' fondamenti consenso del cardinal vescovo e median-
(Marocco riportando un brano di mss. tebeneplacitoapostolico, sul principiodel
municipale, questo dice il convento fab- 1802 poterono aprire le scuolein Coriaf-
bricato neh' anno i43g) l'adiacente va- fidate alle cure di si operosi istitutori. In-
sto convento (mentre edificava quello di oltre il municipio vide compiuti i suoi de-
li orna a'medesimi agostiniani colla chie- siderii, ch'erano quelli di tutti i cittadini,
sa), come scorgesi dal suo stemma inci- quando i chierici regolari minori poterò-
so in una delle colonne di marmo nel 110 aprire nella loro casa anche un colle-
corridore superiore del chiostro, e fuo- gio convillo:alIora cessò la condizione pie-
ri della porta d'ingresso del convento. Il caria dell'istituto in Cori, ed religiosi ino- i
detto chiostro è elegantissimo, tutto cit- delatori della gioventù co rana furono
condato di colonne di marmo detto di Fi- messi nell'aprile 1 853 al solenne possesso
lenze. Dice il Piazza che il cardinale nel de' beni destinati al mantenimento loro,
conventosi riservò uu comodo apparta- Le belle speranze concepiteda'corani non
mento antica nave della chiesa,
(sopra I' restarono deluse, come apparve dal pub-
anche per uso de'vescovi e
seri ve Ricchi), blico saggio dato da' giovani delle nuove
loro ministri ecclesiastici, onde cardi- i scuole a'3o settembre, mostrando quan-
nali vescovi di Velletri recandosi a Cori ta sia l'altitudine de'maestri novelli nel-
in esso dimorano anche al presente. Tut- l' insegnamento , e quante siano slate le
pia e comodissima casa, con privala cap- grande e più comoda dell'antica, non cor-
pella, delle maestre pie dell'istituto fon- rispondente più al monastero, la quale
dalo dalla viterbese Uosa Venerisi le , venne stabilita per altro uso del mona-
quali tengono pubblica scuola per le fan- siero ,
per munificenza del vescovo car-
ciulle e ricevono anche a convillo le gio- dinal Macchi, come apprendo da Banco,
vanette, riuscendo assai proficue pel ze- cioè vi contribuì con elargire copioso soc-
lo loro civile e religioso. Sulla cima del corso. Le Costituzioni per le Monache ec.
monte di Cori, vicino alla collegiata de'ss. furono impresse in Roma nel 836 costi-
1
Pietro e Paolo, e unito al palazzo già de' pi Vaticani. R.ilevo dal Marchiafava, che
marchesi CevaDuzi (acquistato e donato il processo apostolico sulla fama di san-
a! monastero per ampliarlo dal beneme- tità, virtù e miracoli della ven. suor Li-
r
rito primario deputato mg. Alessandro lia e sua beatificazione, fin dagli 1 1 mar-
a
I\]. Tassoni nel 1822, di che nel parlato- Z01820 approvatodaPio VII (il Coni-
fu
rio è la lapide riferita da Marocco eoa pendio della sua vita, stampato in Ro-
delta data, ma non come dice il Marchia- ma nel 1808 da un chierico regolare mi-
fava che in tale anno il prelato 1' acqui* nore, dicesi del p. Quarantotti : già nel
sto, essendo già morto. Questo illustre pre- 1802 erastato pubblicato altro Compen-
lato nacque da Florido nobile di Fermo dio, intitolato al cardinal York ponente
e governatore di Cori pel senato romano, della causa); e di più loda la benemerita
da Pio VII nel 1802, fu fatto uditore di badessa da 43 anni suor Maria Teresa
Piota e nel 1816 suo uditore, morto in Prosperi* Buzi, anche per aver contribui-
Poma a'3 maggio 18 18, il cui Diario
1 to col tuo impegno e premura all'ampiia-
nel n.°44> co "' L,mveisa ene pianse la per-
' zione del ristrettissimo antico monastero,
dita, e lodò altamente qual giudice per sa- coll'aggiùnla del suddetto palazzo. Altre
pienza e integrità a iiiuno secondo, uno notizie le riferirò poi. Intantodiròcol me-
de'più eccellenti iti dottrina, i.° splendo- desimo scrittore, che in Cori in altri tem-
re dei foro romano, lasciando immorta- pi vissero molte terziarie agostiniane e
le la sua opera, La Religione dimostra- francescane, coli' abito proprio , celibi e
ta e difesa) è l'ani piissimo monastero del- osservanti le regole nelle rispettive case,
le Clarisse del terz'ordine di s. Francesco, specialmente nelle primarie. Senza diredi
uno de'più. ampi e ameni delle prò-
belli, altre chiese della città, farò menzione del
vincie di Marittima e Campagna. Fu isti- bellissimoe pubblico oratorio eretto nella
tuito da un'altra viterbese la ven. serva parrocchia della ss. Trinità dalla pietà de*
di Dio suor Lilia Maria del ss. Croceiis- corani a memoria e onore del gran con-
60 l'8 ottobrei 757, ed è il 5.° da lei fon- cittadiuo b. Tommaso Placidi da Cori de'
dalo (uel voi. XXVI,
p.191 e 192, par- minori osservanti, di cui poi riparlerò, con
lando di questa serva di Dio, ne nominai disegnodel valente Nicola Giansimoni ve-
due, cioè quello di Viterbo, e quello di literno, contiguo alla stanza ove nacque,
Pionciglione che fu chiuso nella 2/ inva- a cui solo mancava da ultimo il prospet'
sione francese; gli altri due e tuttora a- to esterno. Tale architetto oltre l'avere
perli sono quelli della ss. Concezione in prestato l'opera sua lodata gratuitamen-
Monte Santo diocesi di Sinigaglia,e quel- te, per riconoscenza d'essere rimasto
li de* ss. Filippo e Giacomo apostoli in leso da pericolosa caduta da cavallo DI
Ischia diocesi d'Acquapendenle),sotto l'in- recarsi a Cori, legò all'oratorio una sot
vocazione della Madonna del Buon Con* ma per l'annua celebrazione di messe
VE L VEL 181
stilli-agio della propria anima. Riferisce circostanza a Leone XII, col cui benepla-
Marchiata va, che di quest'ani pio e deco- cito tutto erasi operato, insieme ad un li-
roso oratorio gettò la impietra ne'fouda- bro ascetico tutto vergato di propria ma-
oieti ti il conventuale mg.' Filippo Anto- no dallo stesso beato e autenticato dalla s.
nio Dulia torinese vescovo di Zenopoli e e. de'Biti. A Uro quadro che esprime il me-
sulfraganeo d'Ostia e Velletri 1' i i set- desimo prodigio esistcnella cappella oora
tembre 1792; indi solennemente bene- torio domestico de'Marchetti in Cori, de-
detto e aperto alla pubblica venerazione dicata a Dio in onore del suo veu. servo,
dall'altro sulfraganeo mg/ Geraldo Ma- la quale gode il privilegio come la cappel-
rioli vescovo d' Eie usa , I' 1 1 settembre la di s. Filippo del Palazzo Massimo in
i832, dopo aver solennemente benedet- Roma. Sono erette in questa città 2 ar-
te nella collegiata de' ss. Pietro e Paolo ciconfraterniteei 1 confraternite,! cui con-
due campane, una per la medesima e l'al- frati vestono sacco, stabilite alcune nelle
tra per l'oratorio. Il quadro dell'altare chiese parrocchiali e altre ne'pubblici o-
maggiore di recente egregiamente lo di- ratorii delle medesime, tutte uffiziate da
pinse il lodato civ. Manno palermitano, secolari. Sono l'arciconfraternite, quella
lappi 'esentando il Beato in alto di fare le rammentata della Madonna del Soccorso,
sanie missioni ad una turba di uditori» e l'altra di s. Rocco. Sono le confrater-
Lo stesso artista e pel medesimo orato- ni te.agg re gate canonica mente all'arcicon-
rio, per altro altare dipinse 1' immagine fraternite di Roma, due del ss. Sagra-
di s. Hocco. Egli già nel 1827 avea dipin- melo, due del Gonfalone, del Suffragio,
to stupendamente perla cappella del se- della Morte, di s. Girolamo della Carità,
nato romano in Campidoglio, dopo che del Carmine, del Rosario, del Sagro Cuo-
questo avea assunto il Beato per uno de' re di Gesù , di s. Fraucesco di Paola. So-
suoi celesti protettori, il quadro descritto dalizi senza sacco sono quelli della Cin-
e assai encomiato dal 11. ° 8 del Diario di tura di Monica, del Terz 'ordine di s.
s.
Uomo, del 1828, che pure riporta la la- Francesco, delle sorelle di
s. Vincenzo de
pide eretta nella cappella colla dichiara- Paoli, della B. V. Addolorala, del di Lei
zione del quadro. Rappresentò il b. Tom- Sagro Cuore e Patrocinio. Gl'istituti di
maso ,
quando negli ultimi di sua vita beneficenza e ospedali di Cori sono lodali
trovandosi in Cori nell* abitazione della da un articolo i\t\V Album di Roma, inti-
famiglia de' Marchetti presso il tempio tolato Co/v'jColla veduta della città dal la-
detto d'Ercole, che gli era carissima, con to degli avanzi del tempio di CastoreePol-
un semplice taumaturgo segno di croce luce; articolo riportato nel 1. 15, p. 257,
istantaneamente guari il giovinetto Or- ma qualificato dal vero amor patrio del
tensio Marchetti d'untumore carnoso che Marchetti, in una lettera a me scritta: O-
glirendeva deforme il volto e gli toglie- uore vote per Cori, elaborato, erudito, ma
va interamente l'uso dell'occhio destro; alquanto esagerato; lodando seuza rimar-
ilquale Ortensio in maggior età ebbe la chi quello di Nibby. Trovo nel Ricchi,
ventura di venerarlo fra'beali, e di predi- che in Cori furono fondati 3 ospizi, uno
care lo stupendo prodigio di cui era sta- pe'sacerdoti esteri, dalia pietà del capita-
to soggetto. La beneficata famiglia fece no Lorenzo Cliiaiy, però a beneplacito
incidere più rami del Bealo e rappresen- de' successoli suoi quali a suo tempo
, i
tare il miracolo dal bulino del sommo continuavano la pia disposizione, sommi-
BlorgUen, le quali incisioni il più volte 11- nistrando per due giorni abitazione e vit-
eoulato Vincenzo Tommaso tìglio d'Or- to. Gli altri (ìi\e si destinarono per rico-
tensio, teneramente divolissiruo del glo- vero de'miserabili passeggeri, a' quali se
rioso concittadino , umiliò odia riferita infermi si somministrava il necessario dal-
»$a VEL VEL
le confraternite del Gonfalone. Fin dal s'anche per solenne voto fitto, ovvero per
settembre 1778 fu eretta in Cori una pub- sperare dall'orazioni de'francescani la ces-
blica letteraria e poetica adunanza col no- sazione delle gravi e perniciose discordie,
me di Accademia de' soci Intrepidi, e da lungo tempo insorte tra'nobili e il po-
ne fui. "custode il dotto e virtuoso gesui- polo, onde temevasi che la città non aves-
ta Felice di Dio napoletano, morto in ca- se in breve a restare disabitala e con pre-
sa de'Corbi dove abitò per molti anni, ce- giudizio di loro anime. Laonde nel prin-
lebrato dal Marcbiaiava eziandio per ave- cipio del secolo seguente i corani fecero
1ecomposto l'erudita ed elegante introdu- nuove istanze al ministro della provincia
zione in prosa nella fausta occasione del- romana de'miuori osservanti, ed insieme
la coronazione della Madonna del Soccor- al proprio vescovo cardinal Riario, il qua-
so, die fu lai. "tornata accademica. Que- esaudì con diploma de' 27 giugno
le gli
sta solennemente si tenne in quel santua- l5i I, diretto Dìleclis Nobis in Chrislo
rio dopo il vespero del 3.° giorno del tri- novem Bonis hominibus, concilio et Coni*
duo, recitandosi pure molti brillanti poe- munì civitatis Corae salute/n in Domi*
ticicomponimenti allusivi alla gioconda no sempiternavi. Pertanto il comunecon-
encomio alla prodigiosa Im-
solennità e di segnò a' frati la piccola chiesa di s. (rio.
fe: Ne quidem fulmina terreni. Dissi già, lo spazio formante il coro e presbiterio
ebe da Cori per la porta Roaiana e ame- della presente, ludi i corani principiaro-
no passaggio si va a'vicini suburbaui del- no la fabbrica del nuovo convento e l'in-
la bella e decorosa cbiesa ed ampio e con- grandimento della chiesa precisamente ,
veniente convento di s. Francesco de'mi- nel sito detto Serrone, e con pia genero-
nori osservanti, situati in delizioso picco- sità donarono pure case e possessioni,non
Casimiro da Ro-
lo colle, e descritti dal p. essendovi povero alcuno che non offrisse
ma. In questo sito anticamente era lacbie- qualche cosa per la fabbrica della chiesa,
sa di s. Margberita e il monastero delle il tutto ratificato dal comune con forma*
monache di s. Agostino, da esse abbando- leatto del 1 5 1 7. Proseguendosi la fabbri-
nali nel secolo XV, maniera che si la
di ca del convento , fu chiesto a Clemente
chiesa e sì il monastero erano prossimial- VII il necessario beneplacito apostolico,
la totale rovina. Il perchè dal comune di e lo concesse al ministro della provincia
Cora, amante de' figli di s. Francesco, fu col breve Clivi Universitas, de' 5 aprile
chiesto a Nicolò V
permesso di fabbri-
il i5t.5, data che corregge l'errate da Gou-
care nel medesimo luogo un convento a' zaga, Piazza, Ricchi e Nibby, attribueni-
frali minori; ed il Papa non meno desi- dolo essi ah 52 i,e mentre Clemente VI
deroso di compiacere i corani, che di fa- fu eletto neh 523; errore ripetuto aneli
vorire i religiosi, ne commise l'ali ire a Ni- da altri corani moderni. Continuandosi
colò di Lorenzo arciprete D. Marine de compiere le fabbriche della chiesa e dì
Plebe, col breve Pia Deo, de'20 aprile convento, finalmente restarono perlezio-
i45«. Sebbene l'arciprete procedesse per nate nel 1628, sempre co'successivi soc-
rimuovervi Pietruccio Lodovici chierico corsi del comune e di molli particola!
di Vellelri che aveali occupati, e ne pro- tranne il nobile soffitto dell'unica uà
nunziasse sentenza a'2 1 giugno, questa e lodevolmente intagliato e riccamente d
il breve non ebbero alcun effetto. Però i rato da Luigi Guarniero, colla figura
Corani non abbandonarono l'impresa, fot- s. Francesco d'Asisi uel mezzo, che pri
,
v i; l VEL .83
cìpiato nel 167 3 ebbe fine nel 1676, con- suola conserva pitture rappresentanti sto"
Iribuendovi precipuamente Ilosato Buc- rie del vecchio Testa iuenlo,di dello seco-
ciarelli.Per ullimo a'4 giugno 1686 la lo. Dice Nd>by: Buono e diligente è il con-
chiesa fu solennemente consagrata da torno, l'espressione e il colorito indiano
mg.' Antonio Marinari carmelitano ve- bene la natura, ina le figure riescono gret-
scovo di 'Pagaste e sulhaganeo di Velie- te, e la mossa è stentata. Anticamente Co-
tri. Quattro altari ornati di stucchi sono ri ebbe altre religiose famiglie, e due mo-
dal lato dell'Epistola e altrettante cappel- nasteri di monaci benedettini cassinesi, li-
le da quelle del Vangelo, alcune delle no fuori della città a pie della selva nel-
quali gentilizie, come quella dell' Imma- la contrada ora detta Badia, la cui chie-
colata Conce/ione della famiglia Luzj sa era dedicala a' ss. Erasmo e Clemen-
di tutterendendone ragione il p. Casi- te, e se ne vedono i vestigi; l'altro mo-
miro e riferendo l' iscrizioni della chiesa, nastero era dentro la città colla chiesa di
anco non più esistenti, in uno al copio- s. Maria della ss. Trinità, ora parrocchia-
sissimo catalogo delle ss. Reliquie e diver- le. Ambedue i monasteri colle loro pingui
se insigni, tutte autenticate , oltreché vi entrate dipoi furono riuniti al monaste-
si venera il corpo di s. Vincenzo marti- ro de'benedelliui di s. Angelo sopra Nin-
re. Esprime la tavola dell'altare maggio- fa, ed in seguito a quello di s. Scolasti-
re la 13. Vergine in alto d'adorare il di- ca di Subiaco, i di cui monaci ritengono
vin Figlio giacente, con altri Santi a lato, il padronato della chiesa della ss. Trini-
fra 'quali s. Gio. Battista. In questa chie- tà, coli' obbligo di sua manutenzione. [
tico e venerato suo simulacro, come no- s'ignora l'epoca di loro introduzione; fu-
tai nel voi. LXXIII, p. 91. Il convento rono soppressi da Clemente XI V, quan-
è capace di molti religiosi, e nel 1710 da do già non più vi risiedevano, e la chiesa
Orvieto vi fu trasferito il noviziato. Nel co'beni nel 1789 furono concessi da Pio
chiostro si vedono gli stemmi del comu- VI alle monache Clarisse di Cori colla ,
brica e alle pitture. Il refettorio ha sedili animali nella festa di s. Antonio, che ora
di noce adorni di belli intagli, e sopra i celebrasi nella chiesa del monastero del-
pilastrini che girano intorno fr. Vincen- le medesime, ove fu trasferita la bellissi-
zo da Bastiano, che celebrai in quel pa- ma statua del sauto dalla sua chiesa ove
ragrafo valente scultore in legno, con mol- si venerava, e in cui prima si benediceva-
la pazienza e fatica (con poco gusto dice no gli animali. Inoltre anticamente esiste-
Nihby) scolpì le gesta dì s. Francesco d'A- va in Cori un monastero di monache a«
sisi. 11 vasto oliveto, ch'é a destra, uscen- gosliniane fuori della città alle falde del
do dalla chiesa, ha il nome d' Insito, ed monte Corvino, sotto il titolo di s. Mar-
in esso presso la strada da Cori a Cister- gherita vergine e martire, il cui ampio
na vedesi un piccolo edilìzio rotondo dei fabbricato ora si possiede da'Della Porta,
tempi betti, ed una chiesuola dedicala al- e tuttora chiamasi s. Margherita. Fu esso
l'Annunziata sulla via medesima. Questa soppresso da Urbano III Papa morto nel
appartiene al secolo XIV , e sulla parte 1 187, allorquando prescrisse la perpetua
i benedettini avessero in Cori Monaste- re, il quale fabbricò Dardania, poi appel-
riunì s. Maximi Montis Corae, e inoltre lata Troia , circa il principio del secolo
la chiesa di s. Leonardo; ma egli non ne XXV dopo la creazione del mondo, qua-
trovò sicuro riscontro. Non così può dir- si corrispondente all' anno 1680 prima
si del monastero della ss. Trinità, situato dell'era nostra. In questo computo l'an-
circa 2 miglia fuori della città, oggi to- tichità di Cori può fissarsi a circa 8 seco-
talmente distrutto; poiché risulta dalla li innanzi la fondazione di Roma (F-). Co-
cronaca di Subiaco, che Pasquale II ver- sì il Viola, illustre storico eziandio di 77-
i i4 loricevèsottola protezione per-
si* ili voli^F.) sua nobilissima e celebre patria.
petua della s. Sede, e GregorioX nel 1275 Egli soggiunge: Non essendo improbabi-
monastero di s. An-
l'unì all'altro celebre le che le volsche contrade e altri luoghi
gelo sopra Ninfa, detto pure s. Maria di deH'anticoLazio,prima dell'arrivo diDar-
Monte Mirteto, fabbricato nel 1216 dal dano fossero abitate da'siculieda altri po-
cardinal Conti poi Gregorio IX. Nel 1288 poli barbari, così 1' antichità de' primi a-
il monastero della ss. Trinità essendo re- bilatori del Monte, dove ora siede Cori,
stato senza monaci, il cardinal Latino Or- deve spingersi all'epoca anteriore dell'e-
sini vescovo ordinò all' abbate di s. An- sistenza di Dardano. Protesta Viola, che
gelo che di continuo dovesse mantener- quando si occupò a compilare la Storia
vi 4 monaci e 2 conversi; ed in segno di di Tivoli, concepì il pensiero di riunire
riverenza e di soggezione olii ire un cereo in pari tempo le memorie relative a Ca-
di4 libbre alla cattedrale di Velletri nel ti Ilo ed a Corace fratelli di Tiburto, e fi-
gorno di s. Clemente; il che fu confer- gli del vecchio argivoCatillo, il quale dal-
mato con contemporaneo Nicolò
bolla del le colline soprastanti l' A niene cacciò bar- i
chi; e Marocco fa menzione della basilica zione di Roma in modo luminoso ne' fa-
di s. Teodoro inCornnis finibus^ecoruln sti della storia figurava, e che ne' secoli
di splendide pitture da Papa Sergio II. successivi allo stabilimento dell'era cor-
A' E L V E t .Ri
retile fu il' nomini dotti e illustri cos'i fé- vaio finn «'secoli più ci vilirznt i dell' i<n-
comla , che poche alta nel Lazio e nelle pero romano, e ne' successivi non soffrì
volsche contrade collocate, vantar si pò- variazione che nella sola ultima lettera
levano di pareggiarla. Allora \ iola si de- del MIO vocabolo dicendosi Cori. Secon-
terminò d'intraprendere la compilazione do però il Ricchi, il primitivo nome del-
delle Memorie storiche dì Carit ma con- la città fu padre del
Corito , nome del
fessa che il suo intendimento o sarebbe fondatore Dardano, cioè Giove re d'Ita-
nffatlo mancato o terminato imperfetto, lia ; e fuggito Dardano da Coritó per a-
se un cittadino corano in suo soccorso vere privato di vita Jasio suo fratello
non fosse venuto. Avendo comunicato il maggiore, il dominio della città restò al
suo progetto all' egregio Vincenzo Mar- proprio figlio Corillo, il quale poi l'abban-
rhetti già da lui conosciuto per un cit-
,
donò, in uno agli abitanti, per non esser
ladino da vero amor di patria animato, vittima d'un ferocissimo serpente o dia-
si compiacque dargli de'lumi, sommini- go, nato dopo il fratricidio, e che secon-
tirargli dell'istruzioni e fornirlo di sehia- do l'oracolo riuscì a Corace d' uccidere,
ridienti e dinon pochi materiali all'uo- Di questo laconico cenno, al molto che
pò analoghi e confacenti. De'quali aven- ne scrive Ricchi, il Vioia non ne parla,
do potuto il Viola profittare, ebbe lena sebbene citi il patrio scrittore, per conve-
di progredire nell'incominciato lavoro; e iure che Corace fu il 2.° fondatore e re-
se al termine di esso pervenne, allo zelo stauratore di Cora vetustissima città; poi-
e alla gentilezza di quel corano saggio e che la riedificò dalle rovine, la cinse di
dabbene se ne chiamò debitore, colla ri- mura e di fortificazioni, laonde e perque-
lerita precisa dichiarazione. Premesse sto e per la somiglianza del nome ne fu
queste nozioni, ripiglio col Viola il filo di creduto fondatore. Nibby.che dopo il Vio-
questi nnei cenni, e come tali ripeto l'av- la pubblicò la dotta stia opera, riportali-
vertenza, che anco nel Viola sono innu- do diverse testimonianze queste dicono ,
merevoli l'autorità di scrittori colle qua- che corani derivarono da Dardano tro-
i
WMO Anfòirao. Questo Catillo, a cui in di quella d'Ardea; l'anno medesimo che
Italia nacquero 3 figli, Tibullo , Corace si assegna per l'edificazione di Cosa e di
e Cattilo giuniore, dopo avere espulso gli Saturnia. E siccome Tirinto fu edificato
aborigeni . possessori delle colline sulle per Preto da' ciclopi l'anuoi379 avanti
quali sorge Tivoli, ne migliorò la forma, l'era nostra, eMicene da Perseo I' anno
x'introd.isse la civiltà, e l'abbellì col no- 1 3oo;quindi Cora, diehiaraNibby, è non
me del primogenito Tibullo. Il secondo- solo una delie più antiche città d'Italia,
genito Corace si portò a sollevare dalle ma una delie più antiche dei mondo. Se
rovine e rifabbricare la città di Dardano, poi vuoisi stare alla tradizione di Servio,
dalla barbarie de'lempi e dagli anni qua- il quale non dice Cora fabbricala da Co-
si distrutta, per cui prese quindi il nome ras,ma cos'i denominata da lui, rimonte-
di Cora j pome che «empie ha coiiser- rcbbela sua foiidazioneaU'anuoi 2 3o c.r-
i8G VEL VEL
ca innanzi la detta era volgare. Calmeli i rano e Spurio Vecilio lavinicse, con pie-
e Castellano sulla fondazione di Cora so- ni poteri per la pace e per la guerra. Qne-
no d'accorilo con Viola, e si può dire an- sta durò 5 anni, e nel i og di Roma si Ce-
cile il Nicolai, solamente variando il no- ce pace, conservando Cori e le città con-
me Cora ce, che chiama An-
del padre di federate la loro indipendenza, i due duci
fiarao, mentre ne fu avo. Corace inlro- avendo corrisposto alla comune fiducia.
duate Ira'corani il culto de'numi dal pa- Merita osservazione la scelta di Anco,
die dati a Tìbur% onde tiburlini e co- i i poiché mostra che Cora si distingueva per
l'ani ebbero uniforme il culto ad Ercole potenza e per autorità. Espulso da Roma
segnatamente, ad Apollo, ad Esciilapio, il Superbo, abolita nel i\\
re Tar<|uinio il
ie 3 successive capitali del regno latino, cero tutti gli sforzi per evitarla mandando
Laureato, Lanuvioe Alba Longa), Ca- emissari a Cori e nell'altre città della le-
tillo e il suo fratello Corace fecero una lu- ga, ed alquanto ne spensero l'entusiasmo,
minosa figura; e dal testo di Virgilio, il Perciò nella campagna del 256 poco si o-
Viola ne deduce che Corace non avesse però, e nella seguente del 257 romani i
ancora lasciate le mura tiburline, peiciò avendo saputo che i volsci marciavano
presumibile, che la riedificazione di Cori per unirsi a' latini presso il lago Regillo,
e l'operato da lui su questa città, seguì questi attaccarono con furore e ne fecero
dopo terminata la guerra, perla quale E- orribile strade con completa vittoria. So«-
nea divenne possessore del regno latino, praggiunto l'esercito volsco nel dì seguenti
In quello del figlio Ascanio, da questi si te, spaventato della perdita degli alleati e
fabbricò Alba Longa, perchè Lanuvio se- del contegno de'romani, se ne tornòal suo
de e capitale del regno era incapace con- paese. I romani a vendicarsi de'volsci, nel
tenere la moltiplicata popolazione. Cori 258 spinsero un'armata nelle loro cani-
in quel tempo già figurava fra le prime paglie. Sorpresi i volsci dall' improvviso
città dell'antico Lazio, in quella parte assalto ,
procurarono di calmare il nemi-
compresa nel paese volsco. Latino Silvio co, esibendo in ostaggio 3oo giovanetti
successore d' Ascanio, per attaccarla a- delle primarie famiglie di Pomezin e di
gl'interessi di sua dinastia, vi spedì una Cora; il che dimostra quanto quest' ulti -
netti dati in ostaggio,che trovavansi inRo- gure, e che fosse trattata dal senato roma-
ina, da AppioClaudio fatti tradurre nel- no con ispeciale considerazione, per la sa-
la pubblica piazza, battere crudelmente viezza delle di lei antiche leggi, e pel ran-
con verghe e indi decapitare. E ben fa- go rispettabile che avea fino allora oc-
cile immaginarsi la costernazione e il lutto cupato. La repubblica romana, sul prin-
cagionato alle primarie famiglie di Cori, cipio del secolo IV di sua esistenza, formò
dalla crudele carneficina di tante vittime il codice di sua giurisprudenza, compreso
innocenti. I romani quindi ridussero a co- nelle famose XII tavole;
o di queste pub- 1
distrussero e venderono i coloni all'in- contro Roma; ma finalmente nel 367 con-
canto, e pare che anco i corani fossero quistate dal dittatore Furio Camillo , il
così venduti. Negli anni 2^9 e 260 di loro paese fu ridotto a guisa di provincia
Roma continuò la guerra fra questa e i romana. Frattanto corani, oltre nomi-
i i
•volscijnel i.°di tali anni fu espugnala Vel- nali Numi, ad altri resero culto; tali furo-
letri, e nel 2. fu preso Corioli, sotto le cui no Castore e Polluce, a'quali il primario
mura il famoso Marcio Coriolauo die pro- corano Marco Calvio fabbricò col denaro
ve di rara intrepidezza. Alla guerra suc- sagro il discorso tempio, con magnifico
cesse nel 29 1 una fiera pestilenza, cheper- portico sostenuto da 60 colonne di dori-
cosse le contrade volsche, di Velletri re- ca, corintia ed etrusca architettura. Pre-
stando solamente 10/ parte degli abi-
la tende Volpi che in Cori si rese culto
il
tanti. La vicina Cori non può non essere pure ad Eolo e Giano; fors'anche a Dia-
stala a minore infortunio sottoposta, on- na: certamente a Cerere a Proserpi na, ,
de il contagio dovè recare al colmo le sue a Bacco; pare altresì a Igiea , ed a Leu-
amarezze. Nel 263 quando Cori e Velletri cotea sotto il titolo di Madre Sfatata; il
rò privai nate tentò di ridestarne le spe- Nibhy difende Livio dall' apparente con-
ranze e l'ardore marziale. Cominciali con traddizione, perchè fiorendoa' tempi di
qualche successo i concepiti disegni, non» Augusto, Cori era già divenuto munici-
dimeno i corani vista la debolezza della pio. E soggiunge
Viola, neppure può met-
di lui causa, e con essi la maggior parte dubbio che una volta fu anche
tersi in
de'volsci, non si fecero strascinare dall'in- municipio romano, come risulta da altri
considerata ribellione; per cui Vitruvio marmi, cioè nel secolo VII di Roma. Nel
dispeiatamente si gettò a devastare lestes- 680 seguì la ribellione di Spartaco, ma
se città vobehe, fra le quali Sezze, Cori e Cori si tenne prudentemente attaccala
IVorba. La repubblica spedì in loro soc- agl'interessi della repubblica, per cui fu
corso il contote Papirio. Nel 5^1 mar- molestata dalle sue militari scorrerie, che
ciando il cartaginese Annibale alla volta faceva per tutta la Campania: però Nib-
città lungo la via Appio, fece in esse riti- ta colonia albana, latina e romana, non
lesero inutili le premure del senato per Piazza ravvisa Cori nel nome di Caurae
ottenere nuovi sussidii; ed esso tacque per o Caura in cui avvenne il portento.
,
non accrescere il numero de' suoi nemi- Niun altro degli antichi o moderni scrii
ci, sebbene dopo la vittoria de* romani al (01 chiamò questa città con tal vocabo-
i
Metauro, Cori e le altre colonie furono lo. Rammento avere in principio riferite
nudiate di dare il doppio de' soldati già col Nibby, che 88 anni avanti la nostri
forniti, aggiungervi 20 cavalieri, o 3 fan- i era , Cori restò devastata dalle centi
ti per ogni cavaliere che non avessero po- Mario, per avere con altre colonie segui-
tuto dare, e pagare 1000 assi di bronzo to il partito di Siila, il quale poi la fece ri-
massimo ogni anno. Livio ciò narrando, sorgere dalle sue rovine. Seguendo pei
chiama Cori tra le colonie romane, anzi questo paragrafo il metodo di Viola, che
due anni prima la novera tra'municipii; discorre degl' illustri corani cronologica-
ma avanti del 663, in cui lìi pubblicata la mente secondo I' epoche in cui borirono,
legge Giulia , le colonie e le stesse città qui dirò essere mollo probabile, chesnl fi-
confederate chiamava liti promiscuamen- ne del V o sul principio del VI secolo di
te ancora municipii. Quanto a Cori, me- lionta, quivi si stabilisse la famiglia Po-
VEL VEL 189
Jjlicii proveniente ila Cori, forse dello sti- vogliono introdotte le rappresentanze mi-
pile del sutnmentovalo Anco; è poi indu- miche; altri a motivo del vocabolo, me-
bitato che tale famiglia romana derivasse glio lo dicono vissuto nel i.° secolo di no-
da Cori, ed ebbequegii illustri che descri- stra era o anche dopo. Cessato il trium-
ve Viola. A Caio Publicio, (iglio del tri- virato diMarc'Anlonio,cagione funesta di
buno della plebe Lucio, il popolo roma- tante stragi e della perdita di lauti uomini
no decretò ad esso e suoi posteri la facol- illustri, surse finalmente un nuovo ordi-
tà di potersi seppellire in Rouia e ne fu , ne politico di governo, collo stabilimento
a spese pubbliche destinalo il luogo pres- dell'imperiale autorità fondata da Augu-
so il Campidoglio. Gli avanzi del sepolcro sto. Quanto alla condizione di Cori, al
originaria dellamedesima ci Ila, della qua» dice ridotta a prefettura e perciò esisten-
le si conosce Caio Oppio sesloviro augn- te. Viola nell'esaminare la contraddizio-
atale, nominato nell'iscrizione relativa ad ne del racconto, dichiara essere indubi-
Esculapioead Igiea; mentre qnatuorviio tata 1' esistenza di Cori sotto l'impero
augustale fu Marco Turpilio che in Co- d'Augusto e de'suoi successori, e di con-
li dedicò il tempio diCerere e di Proser- seguenza nel i.° secolo di nostra era sus-
pina. Durante la famosa proscrizione del sisteva in uno slato soddisfacente. Ne pro-
triumvirato di Marc' Antonio e de' suoi duce le prove, fra le quali il restauro del
colleghi, la storia la menzione d'uno del- tempio d'Ercole, per la vecchiezza mi-
la famiglia Oppia, che involto fra gli or- nacciante rovina, per opera di Marco Cal-
rori di quella , fu salvato dall' amorosa vio, che il Viguoli disse averlo fabbricato
pietà d'un figlio iti un modo singolare; il di pianta; e l'esistenza d'altri culti in pie-
quale portò il vecchio padre sulle spalle, no vigore, per altri restauri eseguiti, co-
finché il trasse fuori della città, econ gran- me di M. Turpilio, perciò eranvi cittadi-
dissima fatica, fuori di strada e per luoghi ni molto facoltosi, e la città tuttavia era
occulti, lo condusse in Sicilia. Fu sì gran- florida. Soggiunge Viola, se dovesse cre-
de la compassione che destò in tulli si mi- dei si alla volgare tradizione, il famosoPon-
rabile pietà figliale, che niuno ne impedì zio Pilato governatore della Giudea a-
il cammino. popolo romano lodato il
11 vrebbe in Cori esercitata la carica di pre-
giovanetto, lo creò quindi edile: e perchè tore , ed avrebbe posseduto eziandio nel
le sostanze paterne erano state confiscate, di lei territorio una villa, di cui si presu-
e non poteva supplire alla spesa che por- me osservarsi anche a'giorui presenti del-
ta va siila Ita magistratura, gli artefici
con- le notabili reliquie, ossia ne' sotterranei
tribuirono a tale spesa con tanta genero- della vigna dell'arciprete Alessandro Pic-
sità e magnificenza, che al giovane Op- chiotti a'tempi di Laurieuli corano, auto-
pio nou solamente fu data la facoltà di re deU'IIistoi we Coranae mss., per cor-
poter spendere quanto bisognava per ce- ruzione di vocabolo: quae Coesa Pondi,
lebrare pubblici giuochi, conformemen-
i quasi Casa Pondi voc.atur. Ma questo
te alle leggi edilizie, ma gli avanzarono fatto è cos'i privo di prove, e sterile di
tantesomme, che rimase ricchissimo. Un monumenti atti a fissare l'attenzione de-
Caio Manueio cittadino corano fu eccel- gli eruditi, che lo stesso Laurieuli ridusse
lente nell'arte mimica, e perciò appellato la cosa a semplice congettura. Il Volpi poi
archìmimo, e secondo alcuni pare fiorito caratterizza il fittomedesimo per un rac-
prima assai d'Augusto,al cui lempo alcuni conto favoloso. Leggo in Ricchi: E degno
igo V E L V E L
d'osservazione lo smisurato edifizio for- lettera di Pilato o di Lrntulo .mila ili-
può derivarne affatto alcun disdoro; co- vano popoli Veli terni ". Anche a que-
i
me non lo recò alla celeberrima Gerusa- sto fatto, aggiunge Viola, mancano prove
leinnie, oggetto della uuiversaledivozione e monumenti sicuri. Ma io a favore di
del cristianesimo, ed emporio di glorie Cori dirò di più. Riscontrato il Piazza, e
sagre e La lettera scritta da Pilato
civili. trovato citalo il veliterno Theuli, ecco il
Cleto, deputalo ni medesimo elìcilo ne' Piceno, e molti di esso figurarono special-
luoghi viciui. il pentimento del d.' Quin- niente iu Osimo, come Caio Oppio Bas-
tiliano Crespini, figlio di Valerio dottore so della tribù Velina (alla l'apiria appar-
di legge, clie fioriva nel i 4°/5, significato, tenne Cori, come trovo nel Ricchi), a cui
mzi con giuramento attestato da Gaspare furono innalzate statue; ed una anco a
Caldini gentiluomo velletrauo, persona Caio Oppio Sabino; Marco Oppio Capi-
già nonagenaria, perchè egli non avea tone, che figurò sotto Antonino; Caio Op-
dall'archivio di Cora, mentre era colà giu- pio patrono dellecolonie Tolentina ed E-
dice, pigliata una scrittura in carta per- sina;Oppia Prisca eresse la tomba al figlio
gamena, nella quale slava registrala una Caio Oppio Palinole pretore e questore
inai. dizione , the s. Pietro dava a quelle d'Osimo; Marco Oppio patrono della co-
.genti (ina quali ? ) che molestavano li pò- lonia d'Alife, e ivi pure Lucio Oppio Pri-
.poli Velitei ni : mi la tultociò persuadere; sco; e Sesto Oppio Prisco fu patrono in-
,ma mi rij orto però al vero, perchè con le comparabile del municipio di Tivoli, che
diligenze usale, non s'è potuta ritroverà gli dedicò una statua. Circa la medesima
I
scrittura tale". 11 Marocco riporta un do- epoca e sotto l'impero di Commodo fiorì
cumento, che dice esistere nell'archivio il corano Marco Silaccio della tribù Col-
[di s. Angelo in Pescheria di Roma , di lina, la cui rinomanza e meriti si diffuse-
ICeneioCaoKrario, e perciò del secolo XII, ro per l'impero romano, avendo dato lu-
;in cui si
DO die anticamente
le"»e i corani minose prove del suo valore militare nel-
Ìe i veliteini erano in confederazione, e la Spagna, Betica, Bretagna, Germania,
viveano insieme congiunti con amore più. Italia e in Roma stessa. Mentre le ricor-
che fraterno. Prima di lui scrisse il llic- dale famiglie tanto lustro recavano alla
I
chi su questa assetta maledizione, sem- città di Cori, donde traevano l'origine, si
brare inverosimile, per essere stale sem- vuole che Papa s. Urbano I nel 227 in-
pre le ciltà di Coii e Yelletri collegate viasse in Cori Pietro Diacono e altri ve-
insieme donde nacque il proverbio di-
, scovi a predicarvi la fede di Cristo. Gli
,vulgatis8Ìmo: Chi (acca Core, tocca Vel- scrittori corani ne desumono la prova dal-
tetri, li ciò si deduce ancora dogli scam- l'iscrizione che riporta Viola ancora, scoi -
bievoli capitoli degli statuti Corano e Ve- pila in un marmo antichissimo, secondo
litei no che riporta , sulla molla di quel il Laurienti, e riprodotta neh 556 sulla
corano che avesse offeso un veliterno e restaurala porta di s. Oliva : Ile in Ci-
Ricevei sa. Anche l'altro e recente veliler- vita te Coranam, et praedicate Chris tura
pio Bauco afferma, che per sentimento di Crucifixuin. Sostengono i corani, che uri
vetusti e moderni scultori si deve cre- tempo nella loro città vi fu la residenza
dere che il principe degli Apostoli s. Pie- del proprio vescovo, e da tempo imme-
ilio piantasse la (eòe cristiana in Cori, morabile nella chiesa matrice o duomo
onde la i
."
chieda edificata da'eorani fu a esisle il trono episcopale formato di pie-
lui intitolala. La più abbracciata opinio- Ira antica. Dichiara I Ughelli TN&ì'ItaUet
ne è che s. Pietro patì il martirio nel- sacra: Cora alane Cisterna urbes olim
J'anuo 69 dell'era corrente, cui successe- jueritnt Episcopale». Altrettanto attesta
ro nel pontificato i nominali s. Lino in il cardinal Corredini, De Civita te et. Ec-
dello aimoe s. Cleloiiell'anno 80. Inane- clesia Selina. Lo conferma numero- il
,sto secolo e nel seguente, scrive Viola, la so novero di vicari generali del vescovo
«miglia Oppia originaria di Cori, conti- di Vellelrijche vi dimorarono con pie-
nuò a produrre uomini distinti, riprodu- na giurisdizione vescovile, riferiti dal Ric-
cendo le lapidi con dichiarazioni, dalle chi, Reggia de' f'olsci, lib. 2, cap. 17, Go-
quali si ricava che uu rumo si stabilì nel verno Ecclesiastico, ed alcuni de' quali
r§a VEL V E L
si leggono nel p. Casimiro tla Roma; l'a- l'archivio del duomo di Cori, leggevano
hiiazmne episcopale esistente contigua al- alcune firme di vari vescovi della mede-
la chiesa di s. Oliva, e la mensa vescovile sima città, ed in un ceremoniale era no-
costituita in fondi instici nel lerriloi io co- tato il vescovo corano che l'ebbe in uso.
rano, die si gode dal proprio vescovo di De' tempi a noi più vicini trovasi netta
\ elletri, alla cui giurisdizione fu sotlopo- cancelleria vescovile di Velletri, decorala)
sia Cori. Sebbene voglia obbieltarsi, die col titolo di Concattedrale la principale
non si rinviene alcun vescovo di Cori in- chiesa di Cori. Conviene Calindri nell'af-j
tervenuto a'coucilii e molto meno sotto- fermare che Cori nel secolo XI 1 avea il
scritto, conviene riflettere che ne' secoli suo vescovo, e Marocco riconosce che la
primitivi della Chiesa di frequente tro- città anticamente era onorata della sede:
vatisi erroneamente designali i nomi de' vescovile. Ad onta che Cori fosse vetu-
vescovi, e del pari le città e le loro sedi stissima città, e poi anche città vescovi-
fallacemente espresse, lo falli il cardinal le, nondimeno come altre simili talvol-
Corradini nella citala sua opera, a p. i \ i
,
ta fu chiamata Terra e Oppidum , che
lo dimostra ad evidenza con dire: Qttip- aulicamente fu sinonimo di Città. Inse-
pe ibi reperitili- subseriplus Polentiuus s. gna Quintiliano, SolamRomames.se, l r-
Ut lliternensis Ecclesiac Episcopus prò beni, coetera Oppida.S\ pouuo vederegli
/ eliternensis, Amabilis Episcopus s. articoli Terra e Urbs. Qui appresso di-
nare Cori, che in latino dicesi Cora, Co- da'tempi remotissimi; e tale confermi]
rat, e in italiano Cora e Cori. Eppure nel poi da'sommi Pontefici fino al preseni
gran Dizionario di Mar liniere viene ad- Riferisce Ricchi, che Costantino I impc
ditata Coria, Corine j ed in altri 67*o- ratore dopo aver accordato a'eristiani i
e tale io pure lo nominai nei voi. XLIX, lo d' Equizio ossia Chiesa de ss. Sihc
p. 5o, seguendo iNovaes, Dissert. t. i, p. stro e Martino di Roma, come e meglii
254, auz roi astenni dal ripetere le sue
' nel Ristretto della medesima si ha dal p
parole, non Corano. Dipoi il Novaes av- Filippini a p. 4 i . dicendosi nel territo
vertilo dell'errore da d. Alessandro Mar- rio di Sor a alias Cora. Più volle ho Irò
chetti, si rettificò, ma lo fece con nota po- vaio Soia confusa con Cora. Tutti gì
ivescovi corani, come mi scriveva Vincen- Cori o nel suo territorio presso il lag
zo Tommaso Marchetti e aggiungendo : Vetere ricevè la palma del martirio ni
Che in un aulico codice eh' esisteva uel- 356 (nella sua biografia dissi in Celia
VEL VEL i
93
Novaes, ed ora m'avvedo die con lui ri- sero di mura, le quali poi rovinate mo-
pelei l'errore dell'epoca 365, che nel No- strano il gusto misero di loro struttura.
vaes dev'essere fallo tipografico, siccome Egli però non avrà inteso parlare delle
costituito a s. Liberio nel 355 e governò vetustissime: si tenga presente la descri-
circa 2 anni); anzi Laurienti è d'avviso, zione di Nibby , che le studiò sul luogo
che s. Felice precedentemente fosse stato più volte, attribuendo le opere meno an-
vescovo di Cori. Quindi il Viola passa ad tiche a costruzione saracinesca del XIII
esaminare due puntici. se realmente era secolo. Il Ricchi ricorda che l'imperatore
stato vescovo di Cori ; i° se veramente Commodo fu un vero flagello per la re-
fu decollato nella stessa città o in qual- gione, e particolarmente a Cori, a cui To-
che parte del suo territorio. Neli.° pun- lda re de'goti portò grave detrimento, e
to esclude il vescovato, perchè quando fu crede che poi anche i saraceni vi facesse-
.surrogato a s. Liberio era diacono cardi- ro strage, e più tardi fosse fornita d'ar-
nale. Nel 2.° punto riferiti i diversi pare- tiglierie e circondata intorno da profon-
|ri , insieme a quello del suo dotto con- da fossa, per cui e per la situazione di-
temporaneo p. Cherubino da Cori mino- venne fortissima. Ed eccomi a riportare
re osservante (era della famiglia Zampi- i pareri di Viola , se Cori sia stata sede
llìi, meritò essere eletto guardiano di Ge- vescovile. Sebbene, egli dice, sopra que-
rusalemme, e nel ritorno morì in Malta), et' articolo importante non possa farsi
Paolino contemporaneo del Pontefice, e scovi, e che in essa vi risiedè la diguità ve-
poi prefetto di Roma nel 38o, restaurò scovile. Si ha da certi monumenti, che Co-
in Cori un monumento o pubblico edilì- ri neh 83 non
1 era sede vescovile, poiché
zio, ma ignorasi se sagro o profano; ma in quell'anno secondo le Memorie mss.
essendo pagano, le riparazioni da esso fat- di Marzio un vescovo di Segni
Stalloni,
te da Viola
si riferiscono al tempio d'Er- per mandato di Papa Lucio III contagiò
cole, o di Castore e Polluce, o ad altro la chiesa di s. Maria nel monte Mirteto.
tempio idolatra, imperocché letracced'i- Quindi nel 2 6 vedesi soggetta alla giu-
1 1
i
dolalria non erano ancora del tutto spa- risdizione episcopale del vescovo subur-
, rite nel 608. Circa questo medesimo tem- bicario d'Ostia e Velletri; e la stessa no-
po, com' è tradizione presso corani il i , tizia risulta dal diploma del 1298, in cui
I
loro concittadino Quepio Massimo sareb- 12 vescovi concessero indulgenze alla
,
he stato il fondatore del comune di Roc- chiesa degli agostiniani di Cori. Ora se
ca Massima, poche miglia distante dalla non vi sono memorie precedenti al 83, 1 1
1
città. Nel declinar dell' impero romano, onde potersi dedurre che la chiesa cora-
i pare che anco Cori soggiacesse all' inva- na all'altrui giurisdizione episcopale fos-
sioni de'barbari, alle stragi e desolazioni se soggetta, non è improbabile che fiuo
da essi portate dappertutto nell'Italia. In- al secolo XI, ed anche più tardi, avesse
fatti il Laurienti, col riferito da De Bene- il suo vescovo, come l'ebbero altre città
, dictis, assicura che la città nel 556 sotto volsche meno popolose e ragguardevoli di
il regno di Tolda re de'goti sortii danni Cori. Arroge che io qui ripeta le parole
i
gravissimi, Corani magno affec.it detri- del Ricchi: « Tali furono gli onori coni-
r
mento. Mg. Nicolai crede che goti do- i mia patria dall'impero di Ro-
partiti alla
po aver devastata Cori, indi la circondas- ma, da cui ne riporlo quel lustro di glo-
voi. LXXXIX. i3
i
94 V EL V E L
ria , che non rinvengo in alcun' altra
io con maturità questo punto, a derma està*
città della Reggia ile' Volsci, anzi ancor comuue opinione degli scrittori, che una
ilei Lazio stesso". D'altronde è nolo, meno volta fu Cori sede vescovile, come Norma,
poche eccezioni, come in parte del Tlieu- Anzio e Bovilla (anzi scrive pure Alicia,
lie del Kircher, che il Ricchi colla sua A rdea,Lavinio, Laurealo, Nomeoto, Gn-
Reggia de Volsci e col suo Teatro degli bio), dappoiché nell'antico Lazio tutte le
uomini illustri nel regno de' Volsci, è V u- città condecorate del titolo di colonia ro-
nico storico che abhia trattato, prima de' mana furono vescovili ne' primi secoli
moderni, delle città e paesi di Marittima della nascente Chiesa. L'annotatore del-
e Campagna, senza di cui ignolesarebbe- l' Ugh eli i dice espressamente che Cori e
io rimaste un grandissimo numero d'im- Cisterna oTre Taberne furono città ve-
portanti notizie, ch'egli seppe rintraccia* Ammetterlo ancora Laurieuti, ag-
scovili.
re con grave dispendio e laboriosa fati- giungendo essere tradizione (per altro in-
ca. Caldo d'amor patrio, si rese beneme- sussistente, soggiunge lo stesso Viola), che
rentissimo de'suoi concittadini, e del suo Cori fu spogliata della prerogativa di cit-
suolo nativo e dell'intera duplice provin- tà, perchè da'suoi abitanti fu ucciso un lo-
cia, colla storia generale e particolare di ro vescovo. A Nibby sembra invece che
essa e di quelli che vi fiorirono, con no- prima della caduta dell'impero d'occideu
tizie profane e sagre, auliche e moderne. te Cori rimanesse deserta, perchè alto si
vescovili ,
per essere restate le città di- to meno Quindi crede di potè
antico.
strutte e vuote d'abitatori, come scrisse stabilire, che probabilmente nel secc
s. Gregorio I nel 592 neliiunire quella Xlll per opera de'Couti di Segni si sta
diTre Taberne alla Veliterna. Quindi nuovo un castello sulle rovine
bilisse di
nou è difficile il persuadersi, che Cori e- dell'antica città, profittando appunto
ziandio posteriormente pegli stessi infeli- quelle per fondamento. E che questo
ci motivi restasse spogliala della sede ve- stello riprese il nome primitivo, il qua!
scovile. Infatti ne'secoli successivi le città tuttora conserva. Infatti, continua Nibby,
volsche e latine non furono esenti da guer- da quell'epoca in poi cominciano ad in-
re,depredazioni e devastazioni. Si sa che contrarsi le sue memorie} poiché Inno-
Cori nel tempo dello scisma di Vittore V cenzo III, Papa della famiglia Conti, co-
antipapa, verso il 1 162 essendosi posla me si ha dalla raccolta delle sue lettere
nell'ubbidienza del Papa legittimo Ales- pubblicate dal Baluzio, t. 2, p. 54?, co-
sandro III, dovette più d'ogni altra città stituì nel 1 2 1 2 signore e rettore di Cora,
essa e Niufa soggiacere a terribile infor- testé riedificala, Pietro Anuibaldi, finché
tunio e depredazione per parte delle mi- fosse piaciuto al Papa, indicando e confer-
lizie crudeli dell'imperatore Federico I, mando così la dipendenza diretta (dunque
Acerrimo difensore dell' antipapa e de' già era dominio della s. Sede: osserverò
suoi falsi successori , contro il magnani- quanto Sovranità della
all'origine della
mo Alessandro III. Inoltre sembra al Vio- medesima sopra Cori, che siccome Ales-
la ben forte congettura della verità del sandro Borgia nell' Istoria di Velletri
fatto nella questione sul vescovato Cora- narra che questa fu una delle prime cit-
no, il Irono episcopale in pietra, che da tà che si sottoposero al principato tempo-
tempo vetustissimo conservasi nella chie- rale di s. Gregorio II, cioè dopo il 726
sa principale, e le due collegiate co' pro- circa, e lo conferma il recente patrio isto-
pri capitoli. Che il Coi radiui esaminalo licoBauco, dicendo che col ducato roma-
VEL VEL i
9 >
cito congetturare, compresavi anche Co- metro, idioma e gusto da quelli pratica-
vi così vicina a Velletri e a Roma, cioè to: fra gli altri componimenti, ricordo il
nell'iilto dominio). Indi Gregorio IX pu« poema in terza rima di 5 canti intitola- 1
'IH, nella bolla emanata nel i 2 34 affine gi si ammirano da'preziosi frammenti ri-
'ticolarmente Cora. Meglio prima del Nib- te tipografica era ancor bambina e solo
i>y lutto ciò dichiarò il p. Casimiro da sene faceva uso per opere con avidità ri-
'R orna ,con affermare: Cora averesempre cercale; altamente encomiato a' nostri
riconosciuto il dominio immediato della giorni dall'immortale Perticar*! , deplo-
ISede apostolica, se non che Innocenzo IH rando i versi perduti (ed il celebre Tarn-
'istantemente pregato da'consoli e dal pò- broni giunse a paragonarlo a Dante); co-
polo di essa, col cousenso di lutti i cardi- me perdita lagrimata per l'italiana let-
izili a'22 luglio 1212 costituì signore e telatura fu altresì lo smarrimento di ai-
rettore della medesima nobil uomo Pie-
il tre opere di sì eccellente antico poeta, t
'tro Annibaldi , quamdin Romano Pon- cui titoli accennò Laurienti, Tuberà, Bo-
fifìri plaeuisset, con Epist. riferita dal Irta et Cireia. Morì l'illustre Laurienti nel
citalo Daluzio. E Gregorio IX nel 1234 i
348, per la peste che afflisse e spopolò
:
con atlo presso il Bull. Privileg. et Di- queste contrade. Mentre fioriva quel poe-
ploni. Bom. Poni., t. 3, p. 282, ordinan- ta insigne, Cori possedeva uomini savi e
ilo che senza il consenso de'cardinali non prudenti, forniti di cognizioni legali, ca-
si potesse alienare qualsivoglia luogo del- paci di compilare una patria legislazione,
la camera apostolica, tra gli nitri nominò a'tempi, al luogo e alle circostanze adat-
singolarmente la città di Cora. Questa fu Imperocché nel principio del secolo
ta.
'onorata dalla presenza di Ronifàcio Vili, XIV moltissime città, tene e castella per
• allorché trovandosi nella viciua terra di la turbolenza delle fazioni e il malaugu-
1
Cisterna fendo di sua famiglia , ove ser- rato trasporto della pontificia residenza in
peggiavano delle febbri epidemiche, passò Avignone,essendo divenute quasi indipen-
a soggiornare in Cori per godervi il salu- denti si formarono loro municipali
i statu-
'tevole clima , alloggiato nella casa de' ti, e così feceCori. Uomini valenti e godenti
Riozzi.alla quale compartì graziosi e pie- tutta la patria fiducia, certamente furo-
gè voli privilegi. A' nostri giorni il senato no preposti a tale importante cornpilazio-
romano aggregòalla sua cittadinanza Se- ne, fra 'quali si nominano Pietro Toina-
bnsliano Riozzi della medesima onorata si, Pietro Veralli,Giovauni Maltei e San-
' famiglia. Allorquando cominciarono a dis- te Buzi. Laonde la redazione dello stalu-
1
sipaisiletenehredell'ignoranza,edascin- to di Cori 0I1327, e le prove so-
si fissa
• tillare sul cielo italico i lumi dell'umano no nell'archivio della città. Racconta Ma-
!
sapere, racconta Viola, col quale proce- rocco che nel 335 seguì la pace fra Sez-
1
1
do eziandio, ma in breve, a celebrare gl'il- ze e Cori col bacio di pace, cioè pe' co-
1
lustri corani, anche Cori fu madre d' un rani il nobile Matteo di Pietro di Giaco-
genio, cioè di Virginio Laurienti nato in moda Cora sindaco procuratore, pe' sez-
1
questa città nel 1
271, poi notaio, che con cesi il nobile Giovanni Taccari setiino e
ardore si applicò all'arte poetica e total- procuratore patrio. Promisero conservar-
meule si dedicò alle muse. Coutempora- la sempre e di rimettersi scambievolmen-
i
96 VE L VE L
te ogni offesa, e specialmente dimenticar tanti di Cori. Comunque sia, è certo che
l'uccisione falla da Paolo sez-
Andrea di i corani conoscendosi inferiori di forze a'
zese, di Giacomo da Cora, obbligando so- loro nemici, implorarono il soccorso de'
pra ipoteche loto beni e confederandosi
i velletrani loro antichi amici e confedera-
per qualunque molestia nemica. In tal ti.Unite le loro milizie marciarono in
modo fu impedita una popolare sommos- Albano, espugnarono la citlà, la saccheg-
sa provocata dalle fazioni. Queste conti- giarono, vi appiccarono il fuoco e reca- ,
nuando a lacerare i dominii della s. Se- rono gravi danni al monastero di s. Pao-
de, per l'assenza de'Papi da Roma, insor- lo. Gli effetti di questa militare spedizio-
sero forti dissensioni fi a'eorani e gli abi- ne furono simili a quelli della distruzione
tanti di Colle Medio o di Mezzo, castello di Colle Mezzo. Lo stesso Gregorio Xf
poco dislantedalla città, situato nella pro- scomunicò le ciltà di Velletri e di Cori,
vincia di Campagna, forse sopra la selva uè queste furono prosciolte dalla grave
di Cori, fra Segni e Carpineto, e di cui censura canonica, che dopo aver implo-
al presente si ha appena memoria. Offe- rato il perdono, e pagata una ragguaide-
si da corani della dannevole loro
essi i le somma a'monaci di s. Paolo pe' danni
coudolla ardila e insolente, senza invo- solici li. Tanto narra il Viola, benché se-
care la suprema autorità di Ugo Bonvil- condo Ricchi corani aiutarono veli tel-
i i
lar vescovo di Leltere,rellore e conte del- ili contro gli albanesi, e poi si obbligaro-
le provincie di Marittima e Campagna, no pagare a'monaci di s. Paolo una soc
nel 1372 pieni di vendetta per l'offese ri- ma considerabile pe'danni fatti dalle so
cevute, usciti in grossi drappelli dalla cit- datesche curane. In mezzo agli sconvol
tà, marciarono militarmente a danno di menti di quell'epoca, non mancò la dii
quel castello, che presero, bruciarono e na provvidenza di far fiorire uomini ili
distrussero , devastando i campi e ucci- minati e santi, quali impiegarono tufi
i
dendo gli agricoltori. Ad onta che il ri- il loro zelo per eliminare tanti mali. Ir
petutamente provocato sdegno sembrava Cori fece sorgere il beato sullodato f
scusare l'impelo vendicativo de' corani, Sante agostiniano nella sua patria, e de
nondimeno l'impresa fu qualificata delit- la medesima famiglia del poeta Laurìen-
tuosa e arbitraria, onde la ciltà fu sotto- li. Conoscendo bisogni morali de' suoi
i
posta all' interdetto. Colpiti i corani da concittadini, dedicò tutto se stesso a rifor-
questa gravissima pena ecclesiastica, in- marne i costumi. Predicava nella città,
viarono deputali in Avignone per giusti- istruiva nelle campagne, a tutti spiegan-
con Gregorio XI (e non VI, come
ficarsi do le soavi, massime del Vangelo. Fu tale
probabilmente per fallo tipografico si leg- la pietà e l'amore del prossimo di fi. San-
ge in Ricchi, e ripeterono Viola, Castel- te Laurienli, che Dio autenticò le sue a
Lino e \' Album di Romane\ t. i5,p. ?.58). postoliche fatiche con prodigi e sopran-
Questo Papa uè accolse benignamente le naturali avvenimenti; poiché predicando
rimostranze, ed avendo conosciuta non nelle campagne alla moltitudine, per più
tanto ingiusta la cagione che avea indot- giorni la sostentava colla sola divina pa
to i corani al riferito eccesso , die loro il rola e senza cibo corporale , e quantun-
perdono e sciolse Cori dalla scomunica. que ue'luoghi adiacenti piovesse dirotta
Non andò guari che corani verso ih 377 i mente, il cielo restava sempre sereno in
trovaronsi involti in nuovi impegni guer- quello spazio di terreno in cui il popoL
reschi col popolo d'Albano. Il motivo de udiva le sue fervorose prediche. Deno
dissapori fra le due città non è ben noto, minato il santo e il beato, pende il gin
ma sembra,secondo Laui ienti, che gli al- dizio pel riconoscimento del cullo pi ess*.
banesi avessero dato morte a molli ubi- la s. Sede. A suo tempo insorse il lagn
V E L VEL .97
mevole e grande scisma d'occidente con- ne della città di Cori siccome fu sponta-
tro il Papa legittimo Uibano VI, per l'in- nea, così a guisa dell'antiche federazioni
trusione dell'antipapa Clemente VII , il venne solennemente stabilita fra'due po-
quale volendo sostenersi colle armi, i co* poli romano e corano. I patti della concor-
irmi fedeli al vero Papa si batterono con dia, per maggiore e piùcostante osservan-
esse. Frattanto l'ambizioso Ladislao re di za, furono dipoi confermati nel i458 da
Sicilia di qua dal T'aro, agognando al do- Pio il con breve apostolico. Il p. Casimi-
minio dello stato pontifìcio e d'Italia, in- ro da Roma dice erronea 1* asserzione di
grato a'benefizi ricevuti da Bonifacio IX, Ricchi, che Cori nel 4 o si sottomise vo-
1 1
Innocenzo VII e Gregorio XII, nel ponti- lontariamente alla signoria del popolo ro-
'ficaio di quesl' ultimo profittando della mano, poiché egli dice essere fuori di dub-
perturbazione generale per il sussistente bio, che innanzi a quel tempo il dominio
Làmia, con nuove scorrerie invase anche de'Conservatori di Roma non pure slen-
Cori e le vicine contrade. Le sue soldate- devasi sopra di Cora, ma sopra le città e
sche napoletane gli fecero soffrire molli terre che nomina e da me riferite al cita-
[guai, saccheggiando e distrùggendo il ce- come leggesi nella pace fatta
to articolo,
lani. Sebbene l'auno manchi, e- positivo tu e popolo romano esercitava sulla loro
gli crede che questo fatto appartenga al città soltanto la privativa giurisdizione e
le carceri, il
'
essere all'uopo garantita e difesa, nello governatore e lutti gli altri funziouari,cer-
slesso 1 4 <<) a'5 febbraio voloutarhmenle tauiente con graude utile de' corani. Fu
si assoggettò al Senato Rumano (f^-), dal quindi doppia gloria pel senato romano e
I quale per a ver dato insigni argomenti ilel- pel popolo di Cori, che senza veruna coa-
I'. intica fedeltà, fu lodala con diploma e zione i corani spontaneamente si sogget-
'
assoluta da vari eccessi che per le circo- tassero al suo patrocinio e giurisdizione,
1
stauze de'teiupi le erano stati addebitali, rimanendo fedelissimi sino alla recente
e fu altresì tenuta poi dal medesimo in cessazione della medesima; ed senato il
ce,cbe sempre avea avuto la giurisdizio- ferenze fra gli elettori dell' impero, cou
ne nelle cause civili e crimiuali, depra- felice riuscita; e poi. lo fece dichiarare
vasi per antica costumanza dalla s. Sede, generale del suo ordine, di cui divenne
come risulta da alti pubblici del 1288. beuefico e intelligente riformatore, mas-
Questa forma d'elezione durò fino a Bo- sime de'conventi di s. Marco in Milano, e
nifacio IX, che neh 392 concesse alla cit- di s.Maria del Popolo iu Roma, la cui r
tà il diritto di tale elezione per un lem- dificazione e quella della chiesa otleu
pò determinato, cioè fino al 4 1 7 (ossia 1 da Sisto IV. In Milano sosleune viltoii :
per 25 anni, però collo sborso di 4-5o fio- samenle la clamorosa questione, che il
rini d'oro alla camera apostolica), in cui dottore s. Agosliuo si dovesse rappresen-
ritornò alla s. Sede. Martino V
ueli43o tare vestito da romito e non da canoni-
avendo osservato che si eleggevano ed e- co regolare. Pubblicò in Roma l'apologia
rano stati eietti 6 magistrati col titolo di del suo ordine , col commento della 1
Ladini, magistrato poco giusto, per cui so- gola e il catalogo de'religiosi illustri. M
venti volte, con iscaudalo de'buoui, e con to Sisto IV, fu uno degli oratori eletti
danno della pubblica e privala tranquil- dirne ['orazione funebre; ma il successo-
li tà,resla vano impuniti i delitti, nelle cau- re Innocenzo Vili lo fece tosto rinchiu-
se de' quali davasi la prevenzione fra il dere in Castel s. Angelo, e dopo un mese
kailino e il podestà ministro allora del- gli assegnò il proprio convento per car
la curia generale delle due provincie sud- re,ove oppresso d'afflizione inori poco
dette, per ovviare a ulteriori disordini pò nel 1480 in Roma. Tanto rigore si
soppresse prevenzione, e restituì
siffatta tribui per aver sparlato del Papa,o p
alla città, sebbene a titolo oneroso (cioè che violò il divieto sul silenzio imposto
l'annuo censo di 5 fiorini d'oro e per 29 delta questione, o per invidia e risei»
anni, e col breve flfagnae fidclilatis), il mento d'alcuni suoi io&rali cuneligu
IVEL che lo calunniarono. Benemerentissimo e
VEL
dalle circostanze de' quali dovesse misu-
199
ornamento del suo ordine, sommo lette- rarsi la maggiore o miuore estensione. In-
i alOjOutore di molte dottissime opere lo- tanto Cori continuando in ogni secolo a
ti ite, il cui catalogo riportano il Ricchi e produrre cittadini in pietà e dottrina di-
Viola, in uno agli alti encomi che gli tri- stinti e rinomati , rimarca Viola nel ri-
(lutarono tutti gli storici contemporanei ferirne le notizie biografiche, che andava
e successivi, anche per le sue virtù, pietà a presentarne una serie cos\ nobile e nu-
e «spettabili costumi. Così finì un uomo ve- merosa, da recare stupore e meraviglia.
ramente grande, vittima della maligni- Il p. Bonifacio da Cori contemporaneo e
tà:esempio non raro, né unico nella serie correligioso del Massari, proseguì alacre-
dell'umane vicende! Discioltala città di mente la riforma de'costumi nel suo or-
idoii nel 1480 dalla giurisdizione del pre- dine da lui cominciata, qual provinciale
side delle due provinole, a' ig novembre del medesimo, e fu mollo dotto e versato
ii5i2 furono rinnovati patti onorevoli i in ogni ramo di letteratura. Altro illu-
coll'inclito popolo romano,e nel i5i 3 con stre e dotto agostiniano fu il p. Egidio
molla da Leone X fu questo reintegrato Marida , e si rese benemerito della pa-
ni possesso di tutte le giurisdizioni, e del- tria. Dalla famiglia Veralli, una delle più
l'immediato dominio sulla città di Cori e antiche e cospicue famiglie corane, usci-
suo territorio, ed altri luoghi , Velletri rono grandi uomini. Oltre il nominato
iee. cum mero et misto imperio, aliisque redattore dello statuto, Gio. Battista (uno
omnibus juribus et jurisdic tionibus, pro- di simile nome e cognome negli Archia-
ti t canini subdi forum Romani populi , tri Pontificii del Marini, lo trovo detto
di/ioni et potentati, de constnsu quorum dal Mandosio medico d'Eugenio IV, per-
interest, libere resti luimus et plenarie chè peli." lo chiamò suo archiatra Baldo
rciiitegramus.W p. Casimiro dice cheLeo- Baldi nel suo Opobalsamo, dalla quale
ne X con tale atto confermò pure le fran- opera crede Marini l'abbiano tolto gli au-
chigie di Cori , la dichiarò libera e im- tori del catalogo de' protomedici e pub-
mune, insieme con Velletri, Tivoli e Ma- blicalo negli statuti del loro collegio, uon
g\'ìnnn,polestariae a taxis, quasproex- essendovene memoria nell'archivio della
: pedi liane Brevium praefati secretarti ab s. Sede. Bensì nel t;>2 r uno de'conserva-
eis haclenus exigebitnt ... et ab ornai o- tori di Roma fu Gio. Battista Veralli, ri-
nere, quo prò stationibus militimi Roma- ferito negli statuti urbani di quell'anno,
1 uae Kcclesiae, gravabantur.Vva gli al- e Marini ne riparla nel Ruolo de'pro-
il
1 tri patti della summenlovata concordia vi fessori dell' archiginnasio romano, qual
i fu quello eziandio, in forza del quale il capo de'conservalori, e così dotto che gli
1 podestà dovea nominarsi dal consiglio del si attribuì l'orazione recitata in Campi-
: popolo romano, e rinnovar-i ogni 6 me- doglio per l'inaugurazione della statua di
'
si; dovea esser nobile e cittadino roma- Leone X da Domenico Amio o
scolpita
: no, e si rivestiva del mero e misto impe- d'Aimo. Inoltre chiama famigliare del
lo
1 ro. Si convenne inoltre che il giudice do- cardinal Farnese, marito della nobile ro-
: vesse eleggersi da'priori,e confermarsi dal mana Giulia sorella del cardinal Jaco-
. pubblio* consiglio di Cori, colla qualità vacci, e riformatore dello studio di Ro-
i
di dottore ed estero; che dovesse pren- ma. Ignora quando fu protomedico di Ro-
. dere cognizione di tutte le cause sì civili ma, e ripete sogno il crederlo stato me-
1 che criminali in 1
.* istanza, e compiline dico d'Eugenio IV. Da tali uffizi, dall'es-
. i processi senza intervenzione del pode- sere romana la moglie ed aggregata alla
stà; e che al medesimo giudice si appar- nobiltà romana la famiglia Veralli, pro-
tenesse l'arbitrio della pena in tutti i ca>i, babilmente derivò l'errore di chiamarsi
aoo VEL VEL
romano il loro figlio cardinal Girolamo vara, e fu conservatore di Roma, ove
nell'epitaffio del sepolcro, ov'è detto zio di stabilirono i figli Gio. Battista e' Fabri
Urbano F//, perchè questo nacque dalla zioVeralli (V.), nel palazzo acquistalo in
figlia della sorella della madre, e non dal- piazza Colonna, già de'Gi ustiui e oraPiooa-
la sorella di questa come alcuni credo-
,
bino. Fabrizio divenne poi cardinale , e
no), vivea mentre il cardinal Farnese era il fratello ebbe da Eugenia Rocci due fi-
vescovo d' Ostia e Velletri. Egli era let- glie Giulia e Maria, la quale ultima spo-
terato e professore di mediciua, e talmen- sala almarchese Orazio Spada, nipote
te a quel gran cardinale ben affetto, che del cardinal Bernardino Spada (V.),
nelle sue pastorali visite, in Cori amava porlo seco in dote tulta l'eredità de'Ve-
di godere dell'ospitalità de' Veralli, nella rulli , che dicesi eccedesse la somma di
casa del quale alloggiava, e si tratteneva 200,000 scudi. E così fu estinto il ramo
eziandio se per avventura da qualche in- de' Veralli passato in Roma ,
poiché in
disposizione di salute era sorpreso. Dive- Cori ne restò allro, essendosi la famiglia
nulo neh 534 il vescovo porporato Pao- divisa in due sino dal secolo XV,e fioriva
già dissi ove ne feci parola. Suoi figli fu- lotta sopra una copia all'encausto
rono Girolamo Veralli (V), Paolo Emi? la Scuola d'Atene di Raffaello; ed
lio, e Matteo parimenti nati in Cori nella codice membranaceo diFerdinandoCc
casa avita presso poi la Segnina. Girolamo dubense - De Consultandi r aliane - 1
go di nascita del cardinal Girolamo Ve- estratto di tale opuscolo inserito nell £/*•
ralli, trovò che incontrastabilmente fu Co- femeridi di Roma di novembre 1 823, p.
ri, riferendo diverse notizie della famiglia a 4> correggendo la sua inesattezza, di-
1
Veralli corana e del cardinale, che in Co- mostrò ad evidenza la sua nascita in Co-
vi godè de' benefizi ecclesiastici, fu par- ri, da lui precedentemente manifestata
roco di s. Michele Arcangelo, indi fu elet- alNovaes, con aver prodotto le testimo-
to giudice dalla patria, e luogotenente e nianze del Ricchi, del p. Casimiro e di
r
giudice del cardinal Farnese in Velletri; mg. Alessandro Borgia. Che nel i55i
e divenuto cardinale, Cori nel pubblico gli fu dedicato lo statuto corano, essendo
consiglio lo dichiarò protettore, e decre- dipinta la sua effigie con quella del fra-
tò che nulla s'iutraprendesse senza la sua tello Paolo Emilio, e del nipote cardinal
approvazione. Che il fratelloMalteo si ma- Fabrizio nella sala del consiglio di Cori,
ritò con Giulia Mqualdeschi deila Cer- pqq. l'epigrafe di Cittadini Corani-CUe ,i-
-
VE L VEL aoi
levasi dalla Storia mss. di Cori del p. San- patrio convento di scelta biblioteca, e la-
te Laurienti,cheil feudo di Castel Viscar- sciò mss. molte opere. Agostiniani pur
do passò agli Spada da'Veralli. Continua furono, Egidio Fantuzzi valente predi -
il Viola a narrare, che Erminio Versili, calore; Celidonio Giardinetti si distinse
slieri nipote di quel Papa; trovossi in di* lichità di Cori; Gio. Battista Benedetti
verse battaglie navali, in cui riportò lode afline de' nominati di bel talento. Aure-
di valoroso e intrepido, pieno d'onorate lio Alti fu virtuoso, saggio e dotto gover-
cicatrici Spatriando. Nella stessa guerra natore d'Anagni e altre città. La famiglia
il Ricchi ricorda Paolo Maltei capitano Bucciarelli originaria di Roma fu pro-
del re diFrancia. Noterò col p. Casimiro, duttrice di uomini preclari; fu Antonio di
che in Cori dimoravano gli ebrei, espul- Francesco ufficiale del senato sotto Mar-
si nel i56g d'ordine di s, Pio V, come tino V, che fissò in Cori il suo domicilio,
in altri luoghi, onde fu venduta la scuo- da cui sortirono Agostino vicario gene-
lache avevano nella città, e restò il no- rale d'Ostia e Velletri, Marsilio egual-
me alla contrada da loro abitata. Il sud- mente vicario, e Pompeo professore di
detto p. Maritila (che Ricchi dice della teologia. Questi stimato da' Colonna fu
famiglia Militi o benedetti, ma piuttosto maestro e aio a Marc' Antonio II, e ne di-
una sorella entrò in quella casa) aveudo venne successivamente uditore e impie-
particolare amicizia con Marc' Antonio li gato ne'goverui di molte città e castella;
Colonna, rese un segnalato servigio alla restato vedovo, si fece sacerdote, visse i i o
patria nella fatale guerra della Campa* anni e fu uno de' revisori dello statuto
gua Romana degli spaglinoli contro Pao- allorquando si stampò. Marzio Buccia-
lo I V ; d Colonnese seguendo le parti ne- relli fu vicario di 4 cardinali vescovi in
miche, devastò diverse città e luoghi del- Cori; Lorenzo Bucciarelli fu preside di
la provincia. Si presentò sotto Cori col- molte città e altri luoghi di Campagna;
l'esercilo vittorioso, e forse con cattiva e per non dire d'altri Bucciarelli, Pietro
intenzione. Costernati gli abitanti teme- quasi sempre resse comunali interessi. i
vano funeste sciagure, quando il p. Ma- Dice Ricchi che Paolo Bucciarelli oriun-
lnota accompagnato da un drappello di do di Cori, nel 634 w consagrato da Ur-
i
ragguardevoli cittadini, si portò incontro bano Vili vescovo di Narni. Fabio Gian-
alle minacciatiti squadre. 11 Colonna alla nuzzi vicario generale d'Ostia e Velletri,
vista dell'agostiniano amico,deposto il con- camerlengo Vaticano: il fra-
beneficiato e
tegno guerriero, I' accolse benignamen- telloManilio avvocato concistoriale, pel
te, ed assicurò che non avrebbe molesta- suo sapere profondo s. Pio V lo nominò
to la città. Altri agostiniani illustri furo- governatore; Ugo Boncompagui che gli
no il p. Bonifacio Scaglioni, e particolar- successe (pare che si debba anticipare la
mente il p. Cristoforo Militi o de' Bene- della epoca, non solo per riferire il No-
detti uipole del p. Maiiola: dotto in ogni vaescheUgu nel 555 fu fallo vice-legato
1
no al 1 5ga) e vescovo di A/mort nel 565 1 Colonna (com'egli lo chiama, e di cui più
colla ritenzione del canonicato, anclie do- sopra ragionai, come nel paragrafo Ser-
po la rassegna fatta del vescovato nel 1567, moncta), facendo col loro esercito ritor-
chioni.come notai nel ricordato articolo. lungi con rispetto, né osarono di violare
Ulisse Ciuf!) preside di moltecittà di Cam- il di lei territorio. Inoltre Marco Sciarra
pagna, restato vedovo della virtuosa Lau- famoso condottiero di numerose bande
demia Giannuzzi, di 70 anni si ordinò ditruppa devastatrice, passando con essa
sacerdote e due de* suoi 10 figli che già pressola città, tale timore neconcepì, che
lo erano assisterono la suat,' messa : gli fuggendo, si tenne ben lontano dalla me-
attribuiscono varie opere letterarie, ed desima, e si spinse a depredare Castel
una Genealogia delle famiglie di Cori, Giuliano, Norma, e altre terree castella
che inoriginaleè nell'archiviodella nobi- della provincia di Campagna, Il Ricchi
lefutuiglia Marchetti, Gio. Antonio e Vin- che altrettanto riporta, in parte chiarisce
cenzo Prosperi valenti giureconsulti, d'u- il narrato, in parte fa conoscere essere ri-
na delle famiglie più antiche e nobili di petizione del riferito superiormente, non
Cori, la quale porta va prima il cognome di senza forse anticipare l'epoca quanto a
Renzi dal famoso tribuno Roma Nicola
di Soiarra. Poiché egli dice, di ritorno Mar-
di Rienzo, di cui riparlai nel voi. LXXIH, c'Antonio(II)CoIonna dalla Francia colle
p. 3o2; famiglia che prese il cognome di sue squadre nel 556 (cioè nella guerra
1
Prosperi da Prospero Renzi verso il 1 5a5. contro Paolo IV), benché predasse Segni,
Cesare Mattei il seniore da'patrii storici Palestrina e altri vicini luoghi, nondi-
fu detto il poeta corano, in gran rino- meno per Cori si mostrò rispettosissimo.
manza nel declinar del secolo XVI; ca- Marco Sciarra Colonna, dopo aver sac-
nonico e rettore di diverse chiese in Cori cheggiato Norma e Giuliano, portando-
e inRoma, autore di molte opere in pro- si alla volta di Cori,
la sua venuta fu
ria che ne sarebbe derivata a Cori, e uti- tri vogliono gli presentò le chiavi di Co-
le alla repubblica letteraria. La fami- ri, per cui dal Papa restarono scomuni-
glia Zampini fiorì tra le ragguardevoli, cati per molto tempo i corani. Neìì'41-
reputandosi derivata dal suddetto Marco bwndi Roma,i. 2 3,p. 3 5, si legge di L. A li-
Silaccio, vissuto a' tempi di Commodo, bati un' elegante descrizione della pitlu
34), «»on gli fece onta, tua lutto umano appartenerle il degnissimo vescovo d'Asi-
e mite l'assicurò di progredite il viaggio si. Pel legri no colle sue virtù di venne cano-
tranquillamente, ed ofltì nell'insorta prò nico di s. Maria, l'ornamento della patria,
cella se e i suoi in di lui aiuto e conforto. il decoro di sua stirpe, il padre de' pove-
Secondo da Ricchi, e in uua
il riferito ri, l'uomo apostolico e santo, comechè
lettera scrittami dal Marchetti, Paolo V venerato qual servo di Dio. Ne compilò
nel 60 5 accordò al magistrato pubblico
i la vita un gesuita, e la dedicò al vescovo
di Cori il titolo di conservatori. Il Bau cardinal Ruffo, di cui ne pubblicò l'e-
co in vece attribuisce la concessione a s. stratto il Marchiata va nella discorsa de-
l'io V e perciò anteriore, ed osservando dizione di sua Breve istoria, ragionan-
che il senato tornano ne fu contento, e done anche nella 3.' Narratisi di esso co-
che anzi ascrisse fra le famiglie patrizie se prodigiose, fra le quali le sue estasi in
romane non poche di Cori, che furono coro al canto della Salve Regina, e di
la Versili, la I3uzi, la Corradini, la Mon- aver alzato il capo e le mani dal feretro
tagna e altre. I conservatori di Cori si nella messa solenne del suo funerale al-
sottoscrivevano con tale titolo, e poi tra- l'elevazione dell'Ostia per venerare il ss.
cciarono d'usarne il titolo. A tempo del Sagrameuto. Divotissimo della Madou»
Biechi i 3 priori incedevano magistral- uà del Soccorso, impreteribilmente la vi-
mente con ammanti di color violaceo, e sitava ogni giorno prima del coro, ed in
ornamento di armisino o ormesino, I una processione di penitenza, per umilia
conservatori poi incedevano togati con fece il lungo e disastroso viaggio con pe-
berrette di velluto, segniti da 3 mandata- santissima Croce sulle spalle, e con peso
ri, sia nel partire e sia nel ritorno alle loro smisurato di selci appeso al collo. Giro-
case. Leggo uel p. Casimiro, che nel 1 660 lamo Yeralli il giuniore figlio di Erminio,
ordinò la congregazione della s. Consulta, letterato, giureconsulto e preside di mol-
che gli umziali del comune si eleggesse- te città ed altri luoghi della Campagna,
ro dalle 60 principali famiglie, poiché La famiglia Castaldi fu pure in ogni tem-
sino allora nulla facendosi in Cori senza po di uomini egregi illustrata: Marsilio
i conservatori di Roma, da questi si sce- fu valente letterato ed erudito; così Ana-
glievano 60 consiglieri, da' quali erano stasio canonico d'Albano; Flaminio giu-
scelti gli uffiziali e singolarmente il giu- reconsulto fu denominato causidico per-
dice; essendosi i conservatori di Roma fctloj il p. Gabriele seniore agostiniano,
riservato solamente il diritto di costituir- profondo teologo, esimio oratore, autore
vi il pretore, poi confermato con ponti- d'un dramma sulla fanciulla Oliva. Mel-
ficio breve, carica che soltanto conferì- chior Bossi, imitatore di Plauto che fa-
vasi ad un nobile romano, onde tra gli cendo il mugnaio nell'ore di riposo scri-
nitri l'esercitarono i Cenci, i Conti, i Mu- vea commedie, essendo scarpellino nel-
ti, i Bufali, i Fa hi, i Doccabella, i Pupa- l'ore d'ozio componeva versi e commedie,
loui, : Velerà, gli Jacovacci, i Cesari ni, ed il Viola riporta di lui un bel numero
i Molara, i Matlei, i Calftrelli, i Frangi- d'opere prosa e in poesia, alcune del-
in
pani. Se uel secolo XVI Unti uomini le quali stampale. Alessandro Petrilli
chiari nelle lettere, nella pietà e negli o buon poeta, ma seguace del cav. Marini ;
noti Cori produssi-, dichiara Viola, non conosciuta l'eirouea sua coudoltu si fece
ao4 VE L VEL
cappuccino, ed occupò il suo estro poe- di Francia e dell'imperatore inGermania:
tico intemi edificanti e in rappresenta- tornalo in patria carico d'anni e di glo-
zioni sagre, riferite dal Viola. Antonio ria, vi morì con applauso del suo operalo
Mattei cauonico decano di Milano: altro e insieme con ammirazione di non esser
di tal nome o forse il medesimo, con l'U- stalo premiato a misura di sue prodezze.
gheili lo dissi vescovo di Sarno in quel- Ma come dice il maestro della politica
1' articolo. La famiglia Montagna pro- Tacito : Non seniper virluli pares hono-
dusse più individui meritevoli di rimem- res, ncque bonis praemia, sed ignavis
branza: Marco Tullio valente pittore fu tributa fuere! 11 Ricchi fa pure onore-
impiegalo da Urbano Vili negli abbelli- vole menzione del capitano Paolo Mattei,
menti del palazzo apostolico ; Vincenzo e di Cristoforo e Cesare militi di tal fami-
buon letterato, fu ^.o anni governatore glia, e della sua Virgilio alfiere in della
de' feudi de'Caetani, morto piamente in guerra, dalla quale ripalriaudo donò la
patria di 97 anni uel giorno e ora da lui sua bandiera alla Madonna del Soccorso.
predetti; Salvatore di gran talento e prò- Virgilio Colangelie Beatrice di lui sorel-
tonotario apostolico, dal cardinal Pietro la furono l'ornamento e il decoro di Co-
Aldobrandini fatto nominare avvocalo ri. Virgilio lodato poeta lasciò diverse o-
delle vedove, de'pupilli e di tutti i pove- pere iu versi nel latino idioma di patrii
ri di Roma, meritando che Urbano Vili argomenti, notati dal Viola. Beatrice si e-
reditiera delia cospicua famiglia Gamba- feriore alle altre Cora ne in uomini valen-
liconi, e divenne padre del celebre cardi- ti: furono giureconsulti Giovanni uel se-
nal Pier Marcello Corradini (f.) gloria colo XV, nel seguente Pier Sante, e A»
e protettore di Cori e di Sezze, pel narra- deodato vicario generale d'Ostia e Velie-
to in quell'articolo, come sue patrie d'o- tri. Da Onorato di 4 figli laureati in giu-
rigine e di nascita : le corti di Spagna e risprudenza (un Girolamo fu abbrevia-
dell'impero impedirono che fosse subli- tole di parco maggiore), Pier Sante do-
mato al pontificato. Il Viola ancora de- po la metà del secolo XVI, essendosi tra-
gnamente ne celebrò le splendide gesta e sferito in Roma, si acquistò fama di ce-
la vasta dottrina. 11 solo Torquato padre leberrimo avvocato, e sposata la nobile
del cardinale passò in Sezze, rimanendo Prudenzia Giganti romana, ivi fissò il
iu patria l'altro ramo Corradini, Agl'il- suo domicilio, per cui Lorenzo uno de*
Q
lustri del secolo XVII appartiene Valen- figli formò il i. anello genealogico della
tino Moroni celebrato dal Ricchi, qual famiglia Buzi romana, il cui palazzo al-
capitano nella guerra sostenuta da Urba- la salita di monte Maguanapoli eredita-
no Vili, poscia passalo al servigio dei ve rono t marchesi Ce va. 1 suoi discendeu
VEL VEL 2o5
ti furono ragguardevoli e rinomali: Lo- soro del suo sagro corpo, luogo venera-
renzo giuniore divenne dotto vescovo di to qual santuario, che descrissi nel voi.
Carpentrasso, ivi compianto per esem- LXX, 229. Alle sue vite ivi ricordate
p.
plari costumi, virtuoso e santo pastore, aggiungerò: Compedio della vita, vir-
profondendo le rendite della mensa nel iti e miracoli ec, Roma 1 760. Acta Bea-
re, Pier Srnte cavaliere gerosolimitano 1786. Santificò pure le provinole di Ma-
(del suo nome
pure il prelato referen-
fu rittima e Campagna, di Sabina e di Rie-
dario morto preside d'Orvieto nel 170 5), ti, ed anche in Roma si rese benemerito.
Giuliano e Carlo conservatori di Roma, Cori nel secolo XVIII, simile ad un ter-
altro Carlo dotto barnabita, e Fabio va- reno sempre fertile e rigoglioso, come lo
loroso milite fu gentiluomo della ce'ebre qualifica Viola, come ne' precedenti fu
Cristina regina di Svezia: Prudenzia so- produttrice d'illustri. Ed eccoci nuova-
rella de* primi sposò Ortensio de' mar- mente, per ragione di epoca, a celebrare
chesi Ceva. Di non minore antichità e lo storico Antonio Ricchi, la cui antica
nobiltà è l'altra famiglia corona de'Ltizi ; famiglia corona risale al principio del se-
da cui uscirono encomiati nel secolo XVI colo XIV, s'imparentò colla Veralli e re-
Giuliano cancelliere, Francesco gesuita stò estinta a* nostri giorni; ne' tempi ve-
profondo teologo e celebre predicatore, tusti portava il casato di Agoni, quindi
morto in buon odore; il fratello Fulvio fu per le ricchezze di cui era fornita prese
canonico di s. Maria in Via Lata di Roma: quello de'Ricchi. Dopo la metà dj. detto
il figlio di Curzio, Antonio, divenne ec- secolo Tuzio costruì in Cori la cappel-
cellente chirurgo operatore. Il p. fr. Sante la di s. Giovanni, e della ss. Concezione
Lauriente francescano minore osservan- nella chiesa di s.Pietro.L'eruditissimedue
te, discendente dall'omonima famiglia, opere d'Antonio, più volte commendale,
dotto e fornito d'estese cognizioni, scrisse a suo tempo fecero strepito e soprattut-
non poco in poesia ed i molteplici argo- to furono accolte con entusiasmo da'suoi
menti riporta Viola, sì di poemi e sì di concittadini; di poi col risorgimento del
componimenti numerosi. Dotato di va- buon gusto e della critica, soggiacquero
sta erudizione patria compilò {'[Ustoria alla sorte di tutte l'altreproduzioni che
Corani, senza risparmio di ricerche e fa- sapevano alquanto di seicenlismo. Nondi-
tiche; perciò benemerentissimo della pa- meno non si può negargli somma erudi-
ti ia,i cui pregi rilevò con lode Viola con zione dell'illustre regione volsca, che de-
sensi di grato animo, per aver notabil- scrisse colla Reggia e col Teatro, le be-
mente contribuito alle sue pregievolissi- nemerenze rilevate più sopra, e rimarca-
me Memorie isteriche di Cori e per que- }
le pure con encomio dal Bauco, quali mi-
stimiei cenni anch'io mi dichiaro rico- niere di nozioni locali e importanti, e di
noscente e ammiratore. Da Natale Pla- riconoscerlo fra' primari letterati nazio-
cidi e da Angela Cardilli onesti e poveri nali e di Cori che specialmente descrisse;
pastori nacque il gran beato Tommaso e doverglisi speciale riconoscenza ezian-
da Cori, sublime ornamento del suo or- dio dagli scrittori delle cose volscbe, equi
dine e di sua avventurata patria, istitu- ancora gli dichiaro la riverente mia. Gli
tore de' ritiri de* minori osservanti nel- altri illustri della famiglia Ricchi si pon-
la provincia di recollezione da lui restau- ilo vedere nel Teatro p. -26^ eseg.,ove vi
rata,denominato da Pio Vi 1' Apostolo è l'albero genealogico. Dall'antica e ri-
diSubiaco, la cui diocesi abbaziale, inaf- spettabile famiglia de* Landi Vittoi j fio-
fiata da' suoi evangelici sudori d'assidua rì il p. Gregorio gesuita di grandi talen-
predicazione, iu Ci vitella possiede il le- ti e singolari virtù, nel collegio romano
aoG V E L V E L
lettore di filosofia, di polemica e di leolo- vaio da Gregorio XVI, a' 11 gennaio
già dogmatica. Fu maestro de' cardinali 1 844> con quell'elogio di sommo zelo,
Gio. Battista e Cai lo Rezzonico, e del lo- singolare pietà, dottrina, probità e pril-
lo fratello d. Abbondio senatore diRoma, denza,che si legge nella proposizione con-
tutti nipoti di Clemente XIII, al i.°de' cisloriale. Egli lia la gloria d'avere litro-
quali dedicò Instìtutioncs philosophicae vato il corpo di s. Chiara,e di averne fai-
Carininibus explicalae Uh. XII Questa ta la solenne traslazione, nel modo accen-
dotta opera, scritta in versi con tutta la nato nel voi. LXX1X, p. 178. Il sacerdo»
venustà latina, come quello che in Roma te PietroPrence dotto segretario del car-
erà ammirato qnal novello redivivo Vii'- dinaldelleLanze e del senatoreRezzonico,
gilio, ivi fu pubblicata nel 1767. In que- fattoconte e nobile di Cagliari co'suoi di-
sto letterario lavoro il p. Gregorio Lati- scendenti: emulo di sue belle doti fu il ni-
là d'Italia. E qui al Violasi apre vasto e i.° luogotenente del tribunale dell' \.
campo per giustissimamente celebrare le Ce vice presidente del i.° turno, piìl
Gregorio e Antonio, gloriandosi siccome la Pestilenza del iholera del 1837. Per-
ammiratore personale di loro sublime tanto si badai n.° 72 del Diario di Ro-
dottrina ed esemplare pietà. Noterò, che ma : Nella notte de' 5 venendo il 6 set-
degnissimo nipote del p.Antonio è l'at- lembre cessò di vivere con tulli i confor-
r r
tuale vescovo d' Asisi mg. Luigi Lan- forti della religione mg. Manali ce. » La
fli Vittoij nobile di Cori, già canonico dottrina ed i meriti dell'egregio pn lato
della patria collegiata e vicario foraneo; rendono dolorosa la sua perdita special-
indi dignità e arciprete della cattedrale mente alla romana curia ". Fu tumulalo
di Vclletri, di cui è nobile, pro-vicario con iscrizione nella cappella del cimiteria
generale della diocesi, elevato al vesco- Varano, della patriarcale basilica di s.
YEL V E h ao 7
Lorenzo fuori le mura di Roma. Posso re della causa della ven. Maria Clotilde
dire che Gregorio XVI, che meritamen- di Francia regina di Sardegna. Mi go-
te avea per lui una particolare stima e de I' animo d' avere reso un omaggio a
benevolenza, pensava a promuoverlo, e quest' altro corano benevolo mio, e col
certamente poi sarebbe stato elevato al quale ebbi carteggio d' ufficio pel Papa
cardinalato, come lo riteneva il cardinal (Gregorio XVI. Michelangelo Cioè-
Il p.
Giuseppe Albani, da lui dichiarato bene* ta provinciale de'minori osservanti, teo-
merito di sua principesca famiglia, che logo di somma pietà. Il sacerdote Ca-
assislè dal i8o3 fino alla morte, <jual suo millo Tommasi virtuoso e zelante, fu ca-
uditore e amico, difensore e ricuperatore ro a Pio VII. Luigi Maggi dotto canoni-
di molte sostanze della medesima, per la co penitenziere di Velletri e precettore in
qua le disbrigò gravi e delicate commissio- quelseminario. I sacerdoti Vincenzo Duc-
ni. Siccome il cardinale credeva che fosse ei dottissimo segretario in Parigi del car-
ornato della porpora lui vivente.avea sta- dinal Caprara, autore del Triduo del ss.
bilito fargli le spese occorrenti, cornea vea Corporale d' Orvieto; e Luigi Accrocca
praticato col celebre cardinal Consalvi, rettore del collegio Pamphilj, e autore del
nella cui promozioiiegl'impronlò diverse Compendio istorico dello scisma de'gre-
migliaia di scudi. Il p. Francesco Imperi ci, meritarono onorevole menzione nel-
minore osservante, colla sagra eloquenza Y Effemeridi di Roma deli 82 3. In esse
si rese celebre ne' primari pulpiti di Ro- vi è pure dell'altro valente corano d. Be-
detta rinnovazione di lapide al concitta- minciò nel finir del secolo XVI a funge-
dino Amati, ma lasciò un fondo d'annui re gli uffizi di vice-duca de'fendid'Altemps
scudi 60 col semplice onere d'un funerale e de'Colonnesi in Puglia, de'quali ultimi
auniveisario pei l'anima sua. Morì d pre- fu benemerito, rispettabile per probità e
lato nel 1 852, e l'egregio suo nipote Lui- altre virtù; Alessandro giuniore canonico
gi archivista della nominata segreteria,al in patria, già ricordato, di grandi talen-
sinistro lato dell'ingresso della sagrestia ti, segretario del marchese Patrizi sena-
di detta arcibasilica gli eresse, rimpello a tore di Roma, ulilea'suoi concittadini cui
quello dell'Amati, un monumento mar- portò da Subiaco la reliquia del b. Tom-
morto colli sua effigie e stemma; e sic- maso (che al di lui padre Ortensio ope-
come nell'isuizione si dite cavaliere de' rò vivente il celebrato miracolo, il quale
ss Maurizio e Lazzaro, noterò ch'ebbe ta- era in Cori vice-governatore perpeluodel
le decorazione per essere stalo postulato* senato romano), autore di molte lette-
ao8 VEL VE L
mie produzioni stampale , onde meritò cardinale, che con aureo stile ne dislese
gli elogi dell' Effemeridi di Roma del gli atti e i decreti. Fu accolto fra le accia
1823. Con altro elogio del fratello di d. inazioni di tuttoil popolo, col suono di lui
Alessandro, cioè di Vincenzo Tommaso te le campane e lo sparo de'mortaretti. 1
Marchetti, il Viola termina le stìe elabo- magistrato, che l'avea già fatto incontra
rate Memorie, delle quali con lui già lo re a Velletri e scortare da'più distinti cit
dissi benemerito; poiché lo celebra per le ladini per lungo tratto di strada, lo lice
sue letterarie produzioni, per irreprensi- ve alla porta della città ; dove smontato
bile condotta, zelo e probitàcon cui lode- dal suo legno, il clero co'due capitoli tut
volmente disimpegna va ogni incarico che to riunito nella primaria chiesa collegia
per merito gli veniva conferito, onde il se- ta di s. Maria della Pietà, lo ricevè nel
sile corano vero esemplare cristiano, ti- l'appartamento vescovile, nel convento a
po del più tenero amor patrio, dotato di lora degli agostiniani , benediceva il po-
molteplice erudizione che diffondeva col- polo che divotamente l' implorava con
la sua pronta e felice memoria, elegante commovente spettacolo. Si trattenne il
latinista in prosa e in versi. Egli morì cardinale in Cori 22 giorni, e lutti edifi-
nell'amata patria nel bacio del Signore, cò con infinite opere sante e colla divina
colla consolazione di vedere il diletto e suo parola. Visitò le 6 chiese parrocchiali, il
savio degno figlio Alessandro meritamen- monastero delle monache, la casa dell
te nel 1 854 acclamato da'suoi concittadi- maestre pie, e l'oratorio gentilizio de'cor
ni in gonfaloniere, ad onta che non ne a- ti Finy sagro a s. Anna. Amministrò ili
vesse l'età congrua, alla quale benigna- gl'amento della cresima anche nelle cas
mente dispensò il Papa che lo bramava de'poveri fanciulli moribondi, tenne l'or
investito della principale magistratura pa- dinazione, fece la comunione generale
tria. Egli tuttora lodevolmente funge l'o- l'affollato popolo, visitò e consolò misera
norifica magistratura , e per le sue cure bili infermi, predicò 8 volte in modo tene-
è stata allargata la strada che da porta rissimo. Vestì monacaTeresaManari, pro-
Romana conduce olla piazza omonima e nunziando eloquente discorso, assistito al
principale, la quale ancora venne ingran- trono nella messa cantata dal fratello d.
dita e abbellita colla demolizione d' al- Nicola Manari.ilsullodato prelato; ed an-
r
cuni fabbricati. E
compie il serto
qui si cora da mg. Tassoui deputato del mona-
r
intessuto de'miei fiori, che mi proposi de- stero^ da mg. Macioti suffraganeo di Vel •
porre sull'avello che racchiude le spoglie letri cugino della monacanda, cui fece da
mortali del verace amico. Nel vol.LXlV, madrina la contessa Giacinta Contini Ca-
p. 62, narrai la visita formale fatta a Co- taldi, e dal magistrato. Il clero tutto fu ri-
ri dal marchese Sinibaldi nel 1 8o4 come cevuto dal cardinale amorosamente, ma-
conservatore di Roma, ed festeggiamen-
i nifestando pubblicamente a tutti la sua
ti e archi trionfali co' quali la città F ac- pienissima soddisfazione; e lasciando ab
colse. Il Cancellieri nel Cenotaphium al bondanti limosine a'poveri fece ritorni
cardinal Antoneili vescovo d'Ostia e Vel- Velletri corteggiato da' più distinti eccl
letri riferisce a p. 54, eh' essendogli noto siastici e cittadini. Dice il Castellano, ci
essere trascorsi più. di 6 lustri dacché la nel i83i divenuta Velletri legazione, la
città di Cori non era stata visitata dal giurisdizione criminale di Cori restò al se-
suo stemma, associandola quelli del Pa- in Cori dall'attuale vescovocardinal Mac-
pa e del cardinal Pacca legato. Nel duo- chi. La mattina de' 11 maggio la magi-
mo pontificò mg/ Franci vicario genera- stratura municipale, a cui si unì l' auto-
le e suffiaganeo di Velletri, condecorando rità civile ed ecclesiastica, si recò in Giu-
le funzioni sagre e civili colla sua presenza liano ad incontrare il cardinale e rappre-
r
mg. Lolli vice legato della provincia di sentargli il tripudio comune per la sua
Marittima, con tulle l'autorità giudiziarie ben avventurosa venuta. L'ingresso seguì
e civiche di Cori, banda militare e truppe avanti le ore o autimeridiaoe,tra losquil-
1
•di linea e detersaglieli. Vi furono perdue lo festivo de'sagri bronzi, le reiterate sal-
sere generali luminarie, fuochi artificiali ve de'mortari, il suono armonioso della
.e altre pubbliche dimostrazioni di gioia. banda cittadina, ed il plauso popolare. Il
r
Inoltre nella sala di Carlo Manari, fratel- cardinale scese di carrozza con mg. Vi-
lo del già encomiato prelato, uno degl'in- tali vescovo d'Agatopoli e suffraganeo,ed
dividui della magistratura e stato più vol- accompagnato dalle ricordate autorità,
te gonfaloniere, ebbe luogo un'adunanza mosse primaria collegia-
alla volta della
letteraria di coltissimi soci, in onore del ta di s.Maria, ove ricevuto dal capitolo,
cardinal protettore; e nella casa del gon- si portò all'altare del ss. Sagrameuto, pro-
faloniere Nicola Fochi, pel medesimo por- fondamente l'adorò e assistè alla messa.
porato si tenne altra accademia vocale e Dipoi vestiti gli abiti pontificali aprì la 8.
ammise all'udienza varie deputazioni e che pel bene del gregge era a lutto dispo-
magistrali » fra'quali vennero que'di Co- sto; restando tutti inteneriti e compunti
co'loro rubboni (con mostre d'o-
ri vestiti per la santità di sue parole. Quiudi com-
ro),non ostante l'opposizione della magi- partì la trina benedizione col ss. Sagra-
'
stratura di Velletri, che così temeva pre- melo, e pubblicala dal decano de'cano-
giudicassero alla sua giurisdizione, e che nici l'indulgenza, depose i sagri paramen-
'
aveva fatto perciò il possibile per impedi- ti. Uscito di chiesa recossi collo stesso cor-
re loro d'indossarh'UlPapa benignamen- teggio alla ss. Vergine del Monte , nel-
te accolse l'omaggio della città di Cori, in- V altra collegiata de' ss. Pietro e Paolo.
di fece invitare alla tavola di corte il sul- Quivi accolto dal capitolo entrò nel tem-
lodatogonfaloniereNicolaFochi, vera men- pio addobbato elegantemente e splendido
te degno e zelante magistrato civico, sic- di molti lumi; ricevuta la benedizione dal-
come virtuoso ed equo, e amante la flori- l'arciprete col ss. Sagrameuto, il cardina-
dezza della comune patria e de' concilta- le andò a orare all'altare della ss. Ver-
'
d ini. Notai a suo luogo e racconta il Bau- gine Addolorata, quindi benedì il popo-
co, che nell'ottobre 1847 '' lagnante Pio monastero delle mo-
lo, e visitò il vicino
/^organizzò il Senato Romano in mu- nache del terz'ordine, checonforlòa man-
nicipio, questo rinunziò alla giurisdizione tenere in vigore l'osservanza della regola.
su Cori, la quale città si trovò libera del- Di là si trasferì nella sua vescovile resi-
voi. LXXXIX. '4
1
2«o VEL VE L
ilenza in s. Oliva , ed ivi coli' amorevo- aperte allodi rampare e combattei
in
lezza e affabilità tutta propria ilei porpo- presagio d'impero, impresa de' trionfanti
rato, accolse i magistrati, i chierici rego- e segno di vittoria.E ornato di corona
lari minori cogli alunni del collegio alla qual città capo e reggia di nazione con
loro cura affidato, ed onorò di particola!* autorità politica, per averla sempre eser-
colloquio i parrochi. Da ultimo visitò la citata sino dal i4 io col mero e misto im-
scuola delle fanciulle dirette dalle mae- pero, ctìatn cum potestale gladii , al i.°
stre pie, cui disse acconcie paiole. Le vie settennio del secoloX V 1 1 collelezione de'
per cui passava il cardinal Macchi erano due pretori, che rendevano ragione al po-
pigrafi,fra le quali la pubblicala dal Gior- durò sino al i5oo, presiedendovi ezian-
nale. Alle ore 8 pomeridiane il cardina- dio novemvii nobili e sapienti cittadini
i i
le partì da Cori, accompagnato dalle sum- con facoltà d'eleggere due pretori per ren-
mentovate autorità, dalle benedizioni de' dere giustizia. Vi furono pure sexviii, i
poveri da lui soccorsi largamente, e dalle e quegli alili magistrati già discorsi. Os-
acclamazioni di tulli, lasciando in ciascu- servaMarocco,clie lo stemma del Leone in
no vivo desiderio di godere spesso e per campo rosso col cuore rosso in mezzo'al
molti anni la dolce presenza dell'ottimo corpo, avendolo taluno derivalo dall'esse-
sse-
palo con questo titolo: Statuto. Ch'ilatis mità e fermezza. Ercole sicuramente era-
Corae ab Illtnis. et Exmis. Almae Ur- vi in venerazione, poiché gli eressero un
bis Conservatoribus denuo approbata et tempio. Della feracità del territorio Co-
confermata, accesserunt ad calcetti Ro- rano con terreni macchiosi , seminativi,
manorum Pontifieum Brevia, taxae a' olivati e vignati ,
parla il Dauco e dice
liaaue j'ttra etc, Romae apud Joannem comprendere più di 348 1 rubbia. Rile-
Mariam Salvioni. In Archigymnasio Sa- va il Nicolai , che il territorio di Cori è
pienliae i ^32.Fra'brevi apostolici in essi lutto vestito di macchie, e abbonda d'e
riportati, i principali sono di Pio II, Pao- gni sòrte di cacciagione. Marocco so°
lo Mie s. Pio V. Quanto allo stemma del- giunge, il luogo non mancare di vette
la città, dice il Riccbi,che Cori variò l'im- vaglie, essendo contornato da boschi di i
presa col mutare di dominio, sebbene livi, per raccogliere gran quantità d'oli
molto antica si tiene la moderna che mo- eccellente; le sue vigne essere con bell'ii
stra il Leone di metallo in campo vermi- dustria agraria coltivate, e squisiti ne i
glio, col cuore purpureo al fianco, eret- no i vini; inoltre il territorio produrre*
to con due branche io aria e colie fauci gni sorta di cereali, che per l'abbondai
VEL VEL a.t
'
la cosa più importante per Cori sia la col- i3 governi, ed ha 1 54,5^9 abitanti.
'to più eccellente del tabacco di Siviglia, Nicola, s. Oliva, s. Paolo. Ne riparlai a
se da'corani si apprendesse l'arte e il me- Sicilia e Sora. Un'aggiunta. Il veliterno
todo come in I spagna si riduce la foglia in arcivescovo Theuli, Teatro historico di
polvere, dovendo a ciò animare i corani Felletri, a p. 1 5, tratta di Fregelle pro-
e le loro piantagioni la regìa de'tabacchi, topalria de'Pontecorvesi, per esserle suc-
anche per la maggior quantità di prodot- ceduta Ponte Corvo, secondo la più co-
to, e quindi ne deriverebbe un gran lu- mune credenza. Egli dice. » Fregelle era
!cro. Elegantemente descrisse l'ubertoso città insigne e principale de'volsci, da Flo-
e fecondo, non cbe ameno e delizioso ter- ro, Ilist. fio/»., lib. i , e. 1
1 , chiamata Gè-
ritorio di Cori, il sullodato articolo del- soriaco, Fregellae, quod Gcsoriacum t
V Àlbum, il quale inoltre celebra i corani egli scrive; e da Jornande, lib. i, Cesa-
[attuali in più modi, per senno, industria rea. Strabone la chiamò nel lib. 5, Città
e beneficenza; ancbe pel gusto della mu- famosa". Pertanto ne'miei sfuggevoli cen-
gica maestrevolmente coltivata da' citta- ni storici sopra l'illustre Ponte Corvo dis-
'dini, sì sagra che profana, cbe tanto di- si : Che Fregelle fu chiamata anche Gè-
letta e coramove, come quella che per le soriaco e Cesarea, precisamente nel voi.
sue armonie e soavi note ognora si ma- LIV, p. 96. Ora occupandosi laboriosa-
nifesta per la signora degli affetti, per la mente, con assidua e solerte cura a tes-
dolce e innocente rallegratrice degli ani- sere la patria e particolare storia di Fre-
mi, per la regina dell'arti belle. Nel ter- gelle e Ponte Corvo I' onorevole e eh.
ritorio finalmente sonovi cave dimarino Francesco Saverio Bergamaschi, onde
corallina, colla quale Pio VIornò la Sa- tutti fregellani sono sicuri che scriverà
i
grestia Vaticana, e Leone XII abbellì il una storia degna della sua forbita penna
'battisterio dell' altra patriarcale Chiesa e del suo ingegno, urbanamente e con e-
'di s. Maria Maggiore. Anzi se si rinno- spressioni lusinghiere, mi fece sapere, a
vassero gli scavi nel medesimo e nelle vi- mezzo del mio rispettabile fregellano ami-
cinanze della città, per l'antiche ville de' co cav. Giovanni Ardnini, doversi emen-
romani, di cui ragiona il Ricchi nel cap. dare 1' asserzione; ed io prontamente ad
1
•>. i, Abbondanza della città, certamen- onore del vero e della storia qui pubbli-
l
ierum non posse dissimulare negre patì ruderi, che presso a 3 miglia si estendono
Civitatem Samnitium, quodFregellas, dalle contrade ora dette Marecene e Tor-
ex Folscis captas, dirutasque ab se, re- retta, fino a quelle di s. Damiano e s. Lu-
>>
stituerit Romanus Populàs, coloniam- eia .
chiamò sempre Fregelle. Perciò non sus- re, l'assessore legale, il comandante del-
nel Campidoglio. Allora Fiesole uè riuscì dal Faro sempre se lo riservò ; oltre il ri-
come Carra dianzi. Fu per noi la Selva ferito iu principio del presente articol
della Piiccia , ciocché poscia la Ercinia; ne riparlai in tanti luoghi ch'é impos
Fregelle, ciocché Gesoriaco; ed Teve- il bile ricordare, come de'suoi vescovi e 1
Acciò si abbia maggior certezza, ne copio il suo distretto, e tutti suoi abitanti a- i
il testo. Sora
( quis
credat ? ) et Algi- scendono a 23,176. Bagnar a; Montor-
dum terrorifuerunt.Satricum atqueCor- soj Pastine j PmV/o, coll'appodiatoMac-
niculum provinciae. De Verulis et Bo- coli ; s. Angelo a dipolo, ce gli appo-
villis pudetj sed triumphavimus Tibur, . diati Motta, Panelli, Sciarra; s. Leu-
mine suburbanum, et aestivaePraeneste ciò, coll'appodiato Maccabei ; s. Marco a
deliciae, nuncupatis in Capitolio volis, Monti.
petebantur. Idem tunc Faesulae quod ,
Orapassocronologicamente a descrive-
Carrae nuper. Idem nemus Aricinum re compendiosamente principali aweui- i
Ponte Corvo, afferma il lodato scrittore. scrizione della città, della quale si ha del
» Fallo, che a noi presenti, a chiunque veliteruo conte Giuseppe Bassi , Descri-
\i si recasse, parlerebbero i copiosissimi zione della città di Fclletri, Boma pel
35
VEL VEL 2 1
Giignani 1 63 i .In tale anno ed ivi fu pure Iratissime metropoli Roma e Napoli, per-
pubblicata da Giacomo Lauro Descri- ,
ciò continuamente transitata da quelli che
zione della città di Velletri. Ne trattano ad esse recansi o ne partono. Da una del-
ancora, il Pinarolo, Trattato delle cose le sue porte comincia quel meraviglioso
più memorabili di Roma, Velletri ec.;il e lungo stradale che trapassa le Paludi
Marchesi, Galleria dell'onore, della cit- Pontine. E distante dal mare Tirreno 1
tà di Velletri, tà altri. Terrò presenti i miglia, da Roma 25 (al sud-est e malgra-
sutumentovati scrittori di quanto riguar- do che i cippi milliari la portino a 27, im-
da Velletri, ma di preferenza procederò perocché essi furono posti quando Pio VI
col benemerito veliterno can. Bauco, co- fece la nuova Strada, che dopo Albano
inè quello che dichiarò nella prefazione noti saliva direttamente alla Riccia come
3
della 2. edizione della Storia della cit- negli ultimi anni, ma sboccava a Gemano
tà di Veletri, che riguardando egli pu- presso il nuovo duomo,facendo il giro del
re la Storia (V.) qual maestra della vita ciglio meridionale di Vallericcia, e perciò
e luce della verità, sebbene per scrivere allungando il cammino di buone due mi-
la patria storia dovette servirsi della mag- glia.Anticamente fu "4 sla(U cioè 2 1 mi-
1
i
gior parie de'maleriali di quegli scrittori glia e 3 quarti distante da Roma, proba-
a
Volle purgare la storia dalla favola e dal- riparlare, serie 2. , 1. 1, p. 58, ha pubbli-
le tradizionivaghe e confuse, con ridurla cato un interessante articolo di Gian Vir-
al suo vero principio, poiché conobbe che ginio Orazietti, e intitolato: // Viadotto
anco gli storici veli terni errarono co'più. d'Arida, col disegno del medesimo trat-
Egli tralasciò di riprodurre il testo de'di- to da quello più grande eseguito dal bra-
plinni, delle bolle e brevi pontifìcii , l'i- vo Silvestri. Sene rimarcano pregi ar- i
'
pia un terreno che mostra segni d'estin- colla cifranumerica de'medesimi, dall'ot-
'
lo vulcano, nell'ultimo ripiano d'una la- tobre 854 a lutto dicembre 857; speci-
1 1
I dui* che discende dal dorso del rinouia- ficandosi la natura de' passaggi, e quelli
'
to monte Artemisio (il cui nome trasse da che ne godono l'esenzione, mentre 4 co- i
Diana Arlemis, deità di que'boschi che muni circostanti pagano la metà della tas-
avea a specchio il vicino lago di Nemi, sa. Del medesimo Orazietti, e nella stessa
'
perciò detto Speculimi Dianac) verso o- Enciclopedia, si legge un importante ar-
i lente, piano di bella e vantaggiosa emi- ticolo che porta per titolo: Dell' Arsena-
nenza , cioè di vari piccoli colli iti figura le di Tivoli e della Colonizzazione del
Idi scudo e formanti una deliziosa collina, suo Agro, con quello di tutta la Coniar-
[in aere puro di tempei alienilo clima. Ti o- ca. Per quanto dirò in fine, quesla mia
vasi I' illustre città in mezzo a due leali indicazione non riuscirà estranea), 7 da
'auliche vie consolari e postali, l'Appio e Geuzano, e da Napoli 20. xMoltissime so- 1
la Latina, al diritto cammino di due cele- no le città, che col volger de'secoli bau-
a«4 VEL VEL
no in tulio, o almeno in parte cambialo difficile l'ingresso, è da due torrioni gua
l'aulico sito ; non però Vellelri,che sem- retiti la, ed esisterono eziandio in altri pun-
pre dalla sua antichissima origine ha oc- ti delle mura, ma appena se ne conosco-
cupalo medesimi colli su cui tuttora esi-
i no le vestigia. Apprendo dal veliteli»
ste. La bellezza del sito e la giocondità del Theulijche anticamente in Vellelri elati-
prospetto le recano grande ornamento e vi molte porte, le quali si mantenevano a-
decoro. Dall'oriente ella scùopre una lun- porle, come porta Fura vicino a s. An-
ga e varia caleua di monti, mirandosi an- tonio di Vienna, forse così detta da Fu-
cora le cime degli A penatiti, che s'innal- rio Camillo, come in Soli i conserva l'i»
zano dentro il limitrofo regno di Napoli, stesso nome di Furia quella porta per la
'
strina, Paliauo, Piglio, Serrane: su quelli verte lo stesso Theuli, che si debba dire
Lepini, Cori, Sermoneta, Norma, Rocca porta Figura, per l'immagine della Ma-
Massima, e alle falde Giuliano. Dal mez- douna che vi è dipinta. La porta del Pun-
zogiorno si gode la vista delle vastissime tone che stava vicino alia chiesa demoli-
campagne delle Paludi Pontine, e ad es- ta di s. Rocco, e porta di s. Martina che
sa presentano ancora Cisterna la pe-
si , rimaneva presso la chiesa di s, Antonino,
nisola del atonie Circeo e l'estesissimo ma» ed altra detta Portella, da cui prendeva
re Tirreno coll'isolette Palmarola, Poli- il nome una decarcia della città e slava
zia e Sannoua, e sulle coste il Porto d'Ai» - vicino al Matano, Indi 3 solamente re-
zio, Nettuno e Astuta. Dall'occidente Ar- carono aperte per comodo pubblico, eie
dca, e Civita Lavinia con amene colline. porta Lucia, porta Romana e porta
Finalmente dal settentrione gode il mon- poletana. Tulle le vie interne sono reg
te Artemisio tutto coltivato, e l'altro u- lari e comodissime, meno quelle che con-
uito di Spino, colle selve sempre verdeg- ducono a piazza della Corte, poiché sono
gianti di Faggiola e di Lariano. L'ultima alquanto scoscese a motivo del sito il più
proposizione concistoriale per 1' odierno elevato della città;vi sono altre piazze e
hitu Irium circiter mìlliarium sexcentas coino forma rotonda con due cavalli
di
domos, etquatuordccim pene mille coni' marini, dalla bocca de'quali sorge un'ac-
plectitur cives, che la posteriore Statisti- qua limpidissima; e la fonte di detta piaz
ca deli 853 registra i4,4?4 compresi 5 za della Corte. 11 Theuli descrive le fon-
ebrei; e quanto anche Nibby
al circuito, tane del suo tempo, e le dice mollo belle
disse Vellelri cinta di mura semidirute de' e lavorale di travertino, 4 servendo a pren-
tempi bassi, che girano circa 3 miglia, es- der l'acqua per bere. Una era nella piaz-
sendo la porla verso Roma fatta nel «573 za Inferiore cou bel vaso e una tazza gran-
co'disegni del Vignola. Ma come dirò, fu de, dalla cui sommità per mezzo di 3 ci-
poi demolita, e sostituita da ampia Bar- pressi uniti insieme sgorgava l'acqua, co-
V E L V E L 2i5
la nel i G4 j.). Nella maggiore o
piazza de provenuto da mac Landò, perchè ivi uc-
(irandeo del Trivio erauvidue t'unii, (ina cidevansi le vittime da sagi ificare a quel
vicino alla chiesa e l'altra incontro al pa- nume, e favoleggiando dal re Metabo. La
lazzo Ginelti, egualmente con belli vasi costruzione di quest'opera costò all'erario
ili travertini'. Tra le due fonti vi fu eret- comunale! 5,ooo scudi. Ma delle strade,
ta la statua di bronzo d'Urbano Vili (di- delle piazze e delle fonti dovrò riparlare
strutta da' repubblicani del 1798, come in seguito. Nel t. 8 AeXV Album di Roma,
poi dirò). Nella piazza di s. Giacomo, sot- a p. 16, si dà contezza con elogio del li-
to al palazzo Priorato, e fuori della por- bro pubblicalo ueli84i e intitolato: Sto-
a Uomaua erauvi fontaue per beveratoi ria e descrizione degli Acquidotti Veli-
r
Ili cavalli e altri animali, ed in luoghi re- terni, compilata dal d. Enrico Proven-
moli comodi lavatoi pubblici per le donne, zani segretario della municipalità di
^on oltre più. di 12 mulini da olio. Riferi- Fellttri, Roma 1840. Pertanto si dice,
re il Dauco, 5 essere le piazze maggiori che l'antichissima città di Velletri seb- ,
'li Danie-
Velletri. Lai." appellasi della bene circondata tutta all'intorno da mol-
a
la, la 1.' del Trivio, la 3. del Coutuue, te ottime sorgenti d'acqua potabile, uon
a 4-' del Piano, la 5."di s. Giacomo: lut- avea mai potuto vederne alcuna condot-
'.e ornale di fontane, che scaturiscono ac- ta duo dentro le sue mura perchè non ,
Ipia perenne derivante dal monte di Fag- superabile l'ostacolo della troppa depres-
'•iula. Anticamente Velletri era divisa in sione del loro livello. Il celebratissimo i-
fi rioni appettali (bearne, nome denta- draulico Giovanni Fontana, chiamato dal
lo da due vocaboli greci deca e archios, municipio sul principio del secolo XVII,
•:he siguifica principato didieci: forse per* ebbe ricorso ad un ingegnosissimo artifi-
:hè da questi rioni eleggevausi Siguori i zio, per cui sorprendendo quasi la natu-
mura, e le profonde e larghe fosse che insieme mettendo capo nella forma cosi
tue
a circondano. Al presente non ha che de- detta maestrae accomunati verniero a
,
noti ripari, per impedir le fraudi dellega- formare come per incanto una piena e
oelle. Avea come dissi diverse porte ora : copiosa sorgente: e questa derivandosi da
:si>lela Napoletana rifabbricata con buon un livello molto più alto che non è la sot-
disegno, eia Darriera fabbricata pocoluu- toposta città, superate gravissime difficol-
r,i da dove stava la porta Komaua, la qua- tà d'altro geuere che si frapponevano per
le In demolita perchè minacciava rovina; via, forati più monti e roccie, potè per tal
le altre di Furio, dis. Lucia, della l'orici modo condursi Ini dentro alla medesima,
ga e del Pontone non più esistono. Nel e servire all'abbellimeutodi essa, uon me-
I816 fu aperta la deliziosa e ampia via no che all' utile e al comodo degli abitan-
con alberata d'olmi, che dalla piazza di ti. Quest'opera tanto ardimentosa e ma-
. Giacomo conduce sino a via Dorghese. gnifica (iuo allora era rimasta quasi all'at-
r
Juesla era angusta e scoscesa chiamala to inosservata, finché il benemerito d.
ria del Matano,ed ora si appella via Me- Provenzani, con molte notizie di muni-
abo; vocabolo che il Volpi dice derivato, cipale erudizione, fece conoscere l'artifi-
piasi luogo di Marte, ed il Theuli lo ere- zio cosi ingegnoso e felice, pel quale la
ai6 VEL VEL
città ebbe il necessario elemento che tut- co come questo. Il forastiere che si limi-
tora gode. Entrando nella citlà dalla por- ta a leggere quella lapide, resta col desi-
la Romana reca sorpresa la torre quadra- derio di sapere chi fu il Papa istitutore.
ta, che isolata s'innalza nella piazza mag- Le fabbriche privale dell'abitazioni sono
giore o Grande ovvero del Trivio , alta decenti, ne mancano di sufficiente appa-
palmi 240 e che per ogni lato conta pal- riscenza; come magnifici, nobili e di buon
mi 20 di larghezza. Questa torre dell'o- gusto sono diversi palazzi e grandi fabbri-
rologio altissima piramidale, conte la chia- che. Il rinomato palazzo Ginnetti, ora de'
ma Cancellieri nellesue Campanec Cam- principi Lancellotti, edificato dal celebre
panili j gran campanile altissimo della e splendido cardinal Marzio Ginnetti ve-
api-ilei 353; viene lodata dal Bauco per eccellenti pitture e statue antiche. Que-
altezza e sveltezza, e per la nobile costru- sto museo, parte venne trasportato in Na-
zione di rara maestria di selci quadri, or- poli, e parte in Roma nel Palazzo Lan-
nata di 3 sonore e armoniose campane. ctllotliy cui principi ne furono gli ere'
i
Inoltre osserva con ammirazione, che tan- di. Superba è la scala tutta di candidi
to la torre quanto il palazzo Ginnetti, ne' marmi fino al 4-° piano, bellissimi i bas-
rono alcun dannoo lesione, dopo chequa- stucchi ealtredecorazioni delle sue loggie
si tutte le altre fabbriche buono guaste. ond'è giudicata una delle meraviglie d'
Ad onta di tale autorevole p.otesta, pa- anche per la sveltezza del dise
talia,
re che la torre del Trivio abbia bisogno Adiacente a questo magnifico palazzo,ch
d'e-ser fasciata di ferro sopra la metà per nel suo interno è abbellito di pitture , 1
avere alquanto sofferto. Come pure, nel- cardinale vi formò un grande e amen
la medesima torre campanaria, andrebhe giardino ornato di fonti e di statue. Dal
riformala l' iscrizione scolpita in marmo le loggie principalmente si godono magi
riguardante l'istituzione della legazione, che ed estesissime vedute naturali. Que
che tanto onore e vantaggio reca a Vel- sto grande e signorile palazzo non è ahi
letri, non nominandosi allatto il PapaGre- tato, ed abbisogna di molti e notabili re
gorio XVI che la istituì. Si può leggere stami, che vagheggiano i suoi ammira
nel Bauco, 1. 1 , 363, e particolarmen-
p. tori. Non sembra vero che gli auslriai
nal Pacco, che fra'benefiyi prestali a Vel- de il Beccatiui. Nel 1849 fu il bersagli
Ietti, dice lo storico, il maggiore fu quel- d'alcune palle di cannone lanciate da 'ri
lo d'aver secondato il voto de'veliterni a belli repubblicani, che a' ic) maggio o(
fine d'ottenere dal Pontefice l'onore del- cuparono per poche ore l'adiacente can
la legazione. La lapide I' eressero i veli- pagua; e se ne vedono ancora le impioti
terni, i terracinesi , i setini segami i
, i , te nelle mura esterne da quella delizio-
corani, i labicani ossia i valmontonesi per parte. 11 cortile poi servi come di pialli
aver celebrato i primi comizi, tenuti co' (òrma ad una batteria napoletana, che 1
il monumento nel palazzo municipale, co- Ginnetti rende anco ornamento alla pia
domina d'ogni parie, uella contrada Ca- di stato, egregiamente scolpiti dal valen-
stello, ov'erano anticamente le case del- te scultore romano Filippo Gnaccarini ;
l'augusta famiglia Ottavia. Essendo stata non che un'iscrizione marmorea compo-
decretata l'erezione del nuovo pubblico sta dal dotto epigrafista Girolamo Ama-
palazzo, il celebre cardinal Giovanni Mo- ti, come l'altra summentovata (e lo im-
ioni governatore e vescovo fece delineate paro dal n.°2 1 del Diario di Roma del
un bellissimo disegno dal celebre archi- i834, che ne ragiona), dichiarante l'e-
tetto Giacomo della Porta per questo e- terna gratitudine di Velletri e di tutta la,
segreteria generale, tribunali, cancellerie nel mezzo del bassorilievo vedesi il Pap.i
civilcecriminale,polizia,pe'cursori,quar- in abito viatorio, e a lato la colonna mil-
tiere del presidio di guardia ec, oltre gli liaria, lai." ad incontrarsi nella via Ap-
«^parlamenti del prelato delegato e di pia dal confine del regno di Napoli a Vel-
.dciini impiegati ec. Nella facciata ester- letri; gli sta dinanzi la provincia genufles-
na ammira un monumento
si in basso- una donna
sa rappresentata in turrita co'
rilievo di marmo, scolpito dal sullodato simboli dell'abbondanza ne' frutti del-
(.laccarmi, collocato a'3 maggio 1802, 1 la terra e del rostro pel mare. Alla de-
alla presenza del cardinal Macchi vesco- stra del Pontefice è Roma sostenente il
VE L VEL a .9
pna'piedi, è ricevuta ila Napoli simboleg- deplorabile patrio infortunio fu poscia di-
giata nella Sirena e ne'gigli Borbonici, al- sperso e disgregato, come rilevò degno il
r
ludendo il concetto a Ferdinando II re pro-nipote mg. Costantino nelle Notizie
di Napoli e della Sicilia, che accolse ospi- biografiche. Le parti principali del mu-
talmente nel suo regno il Papa esule da seo sono in Napoli nel museo Borbonico,
Roma e da'suoi slati. Allo stemma di Leo- e in Roma nel museo Borgiano del Col-
ne e di Castiglia osservasi la Spagna, elio legio Urbano (fy .). Quanto vi è in Na-
meritò per le principali sue cure di riu- poli, si può leggerlo nel Real Museo Bor-
nire urini e armati a sostegno della s. Se- bonico descritto ed illustrato da Era-
de. Avvi alla sinistra la Francia, e si rav- smo Pistoiesi Rosila 838 con figure. Do-
, 1
visa pel Gallo, che ha a'snoi piedi; tiene menico Sestini non dubitò di chiamarlo
in mano il vessillo della Chiesa, e al suo uno de' più illustri musei d'Europa. Il
fianco scorgesi il Tevere, quindi sopra un Cancellieri, che del cardinal Borgia pub-
piedistallo la Lupa, e alquanto indietro la blicò un accurato e dotto elogio (come di
cupola di s. Pietro, il che indica la segui- non minor pregio fu il pubblicalo nel
ta occupazione di Roma. L'Aquila bici- 1 806 in Roma dal cav. Luigi Cardinali),
pite designa l'Austria, che ha pure il ves- nella ricordata sua opera a p. 63 rimar-
sillo pontifìcio, e poiché le truppe tede- ca,che nella ricchissima suppellettile del
sche occuparono primieramente Bologna suo Museo Veliterno avea vari orologi
e le Romagne, perciò le è accanto il Po, solari di cui voleva pubblicarne una rac-
e dietro questo la Garisenda torre in- colta colle illustrazioni, onde volle sup-
clinata nella città di Bologna. Il palazzo plire in parte a tale mancauza con darci
Filippi ha un' iscrizione sulle pareti del- l'elenco degli autori che ne trattarono. Il
l'androne, riportata da Marocco , dalla Rena/zi nella dedica che fece al cardinale
quale si apprende, che fu comincialo nel del t. 2 della Storia dell 'università de-
i636 colla demolizione di 22 domimeli- gli studi di Roma, celebrando la sua dot-
larum da Francesco Filippi; e che suoi i trina e vasta erudizione, anche nell'an-
pronipoti nel 1775 a proprio comodo lo tiquaria, e nelle lingue orientali ed eso-
ridussero in miglior forma. L'attualepro- tiche, ecco come parla delle sue raccolte.
prietario cav. Giuseppe maggiore Filip« »»11 museo nella città di Velletri, illustre
pi è il presente gonfaloniere della città. patria vostra, e domicilio di vostra nobi-
Altri palazzisono quelli degli Scanni, de' le famiglia, da voi con fino gusto e regal
Fiscali, de'Gregna, de'Toruzzi (il i.° pia- munificenza arricchito di monumenti, e
no del quale appartiene alla prelatura di cimelii rari e pregievolissimi d'ogni spe-
tal nome), de'Lalini moderno, e de'Bor- cie,d'ogni età, d'ogni nazione. Oh quan-
già, do ve il celebre cardinal Stefano, sen- te penne di scrittori nostrali e stranieri
za risparmio uè a denaro né a fatiche hanno illustrato il museo Borgiano! Di
avea riunito una famosa collezione di 02- qual ammirazione gl'intendenti e viag-
o i
numismatica
getti egizi e cofli, cinesi, di giatori restan compresi in vederlo ed e-
e di storia naturale che formava lustro a sa minarlo! Come, vostra mercè, è divellu-
Velletri, e l'ammirazione di tutti fora- i to noto e famoso per tutta Europa, etra
slieri di remote contrade che passando le più remole genti ... Voi senza rispar-
!
per questa città visitavano con piacere. mio di spesa fate dal celebre Giorgio Zoe-
Quoto museo /forgiano Pclitcmo, de* ga eseguire il catalogo ragionato de' co-
gno d'una capitale, conteneva sì peregri- dici coplo-borgiani ne'3 dialetti memfiti-
ne dovizie, che basti solo il dire che altri co, basmurico , saidico; donde su la sto-
magnifici musei si gloriano oggidì di con- ria, le scieuze e l'arti d' Egitto, argomen-
Iwuciue alarne parli; il (piale museo per ti per l'occorse circostanze de' tempi di-
220 V E L VE L
venuti ora dì moda letteraria, nnova si J (scovati suburbicari. Il principale in-
spargerà splendidissima luce". Del Zoe- gresso è in fondo dell'atrio del semina-
ga abbiamo già pubblicato: Nummi A e- rio vecchio, ch'era l'antico episcopio, la
gyptiì Imperatori prostantes in Musco cui porta rimane a destra. Il minore in-
Borgia/io P'elitris, acljectis pr aeterea gresso corrisponde alla nave minore dal-
quo/quot reliqua huj'us Classis Numi- la parte del Vangelo, ed ha ne' laterali
smata ex variis Museis, atque libris col- due antichi leoni di marmo. L' interno
Hgere obtigit, Romae 1787. Dopo due della basilica è grande
decoroso e ma-
,
vi supplirà la pietà veliterua o quella di testale, qui virgam manu gestat, bini»
qualche vescovo, per dignità e decoro del- r/ue consulibus, ex antiqua pintura
la cattedrale «lei cardinal Decano (A7 .) del parie te cryptarum ejusdem Ecclesiat
•Sagro Collegio (/'.), la 1." de' 6 illusili studio et cura Slephani Borgiae a s.
1
VEL VEL 22
r. de propag. Fide delineata, aereq. ex- ti. Annia Prima, e Gerontide greca fan-
pressa an. 1778. Questo rame è prezio- ciulle martiri, la |." di6 «uni e 7 mesi,
sissimo, perchè olire vestiti civili e gli i la 2/ probabilmente d'8 anni: s. Annia
abiti sagri de' personaggi che vi si vedo- fu trovata nelcimileriodi s. Priscilla, s. Ge-
no, ci trasmette il sistema di architeli tira rontide in quello di s. Calisto, ambo con
degli edilìzi sagri , e insieme col campa- iscrizioni lapidarie. La loro traslazione
nile vi è il portico innanzi la porta eiella soletinesi celebiòa'3 1 maggio 84o.Deu •1
chiesa, sul fare di que'che si conservano tro il coro d' inveì 110 esiste il deposito di
ancora oggidì in Piuma innanzi le chiese marmo della b. Maria Guilla, che si cre-
di. s. Clemente, di f. Prassede, di s. Ma- de sorella di s. Geraldo. Sopra il taberna-
ria in Costnedin, di s. Cosimo to; portici colo della tribuna inun reliquiario si ve-
che nelle descrizioni di quelle chiese ven- nera il Clemente martire do-
corpo di s.
gono chiamati Locus Pauperum. Quello nato dal cardinal Marzio Ginnetti. L'in-
però di questa pittura non ha colonne, terno di questa basilica è diviso da pila-
come li suddetti, ma piedi itti, che sosten- stri (in luogo dell' antiche colonne ,
per
gono l'arco semicircolare e il frontespizio); quanto dirò a suo luogo) in 3 navi; è lun-
ilquale lavoro fu compito nel 1662. La go dalla porta maggiore, sovrastala da
nave di mezzo dell'antica chiesa era retta magnifico organo (di recente restaurato e
da colonne di marmo, (he slimavansi in- aumentato colla spesa di 4°° scudi dal
sudicienti a sostenerla. Furono queste ri- cardinal Macchi) con eleganti intagli do-
mosse, e fu riedificata la medesima con rati, sino a) coro palmi 204 e un 4«°j lar-
moderna architettura, e con pilastri pro- go nella nave di mezzo palmi 5 e trequar-
porzionali all'altezza degli archi. La spe- ti: le due navi minori laterali sono lun-
l'Epistola. Circa detto anno 1662 l'arci- elegante pittura e di ricca doratura, die
prete Nicola Toruzzi ornò questa chiesa di perfettamente armonizza col nobilissimo
nobile ed elegante battistero di marmo. soffitto, onde forma un complesso che sor-
Sotto medesimo cardinale de Medici,
il prende. Quest'ornato fu eseguito parte a
il tempio fu di uuovo cousagrato dal ve- spese del vescovo cardinal Pacca, e par-
r
literno mg. Bonaventura Tevoli arcive- te col ricavato da' legati pii non soddi-
scovo di Mira; ed in esso esistono diver- sfatti neh 832. 11 ricchissimo e stupendo
si depositi e molle iscrizioni lapida rie, che soffitto è di legno intagliato con cornici,
6i potino leggere presso i putrii storici ar- il lutto lavoralo con eccellente maestria,
civescoviTevoli e AlessandroBorgia.Que- ed è carico d'oro. Nel suo mezzo il grande
sla cattedrale è dedicata a Dio io onore quadro lo dipinse a fresco il celebre cav.
di s. Clemente 1 Papa e martire , la cui Giovanni Odazzi romano e oriundo mi-
festa si celebra solennemente a*23 novem- lanese, ed è stimata la migliore sua ope-
bre. Tra le insigni reliquie visi venera- ra (morì ricchissimo nel 1731 in Roma,
no quelle de' martiri s. Poliziano Papa e ove molto dipinse per Benedetto XIII).
s. Eleuteiio vescovo dell'Illirico, e il del- Vi espressela Chiesa trionfante, ed pro- i
descrive l'invenzione delle ss. Reliquiede' cui volta è sostenuta da pilastri e da mol-
ss. Poliziano e Eleuterio rinvenute circa te colonne tolte da fabbriche antiche, la
il i2o4 nel castello di Tiberio oTivera, cappella è dedicata a s. Eleulerio, e pia-
lungi io miglia da Velletri, già fiorente mente si crede che ivi riposino le sue re-
e distrutto da 'saraceni, eolle notizie di s. liquie e quelle di s. Poliziano. Nell'alta-
Eleuterio , comunemente chiamato da' re di porfido, secondo Marocco, si vene-
veliterni s. Liberato , dalla derivazione ra l'immagine della B. Vergine col divini
della voce greca Eleuterio , che significa Bambino, leggiadramente espressa in ta-
Liberatore, per le molte grazie ricevute vola in modo da destare meraviglia a chi
da Dio a sua intercessione, buona altra ben la riguarda, e meriterebbe per go-
parte del suo s. Corpo venerandosi in Rie- derla e conservarla di rimuoverla dall'u-
ti, ma la testa la possiede la cattedrale ve- mido e dall'oscurità, e di trasportarla nel-
literna e la venera nel reliquiario esisten- la chiesa superiore. Il Bauco la crede di-
te sopra la tribuna. Le pitture della tri- pinta da Pietro Perugino, maestro di Raf-
buna le colorì l'insigne Giovanni Baldoc- faello; ma il Nibby oltre il dire che ivi
ci fiorentino nel 1095 d'ordine del vesco- rimane una pittura antica a fresco allu-
vo cardinal Gesualdo, come si legge nel- siva alla pompa della traslazione de'cor-
l'iscrizione che vi appose (talvolta soleva pi de'ss. Eleuterio e Ponziano, soggiunge
aggiungere il cognome Cosci per gratitu- che ivi pure vedono dipinte le imma-
si
dine al zio materno, che n'ebbe cura nel- gini di s. Stefano, la protome del Salva-
che corona la ss. Vergine, e sotto i ss. leuteriojlavori della scuola di Perugino. ..
Pietro, Paolo, Clemente 1, Ponziano, E- » E' una vera perdita per la storia delle
leulerio e Geraldo: e più sotto vari fatti arti e delle leggende de' tempi bassi ve-
della leggenda de'medesimi santi. INel cen- dere imbiancato vandalicamente il rima-
tro del presbiterio, chiuso da balaustrata nente de'dipinti che coprivano questo sot-
di marmo, si eleva il magnifico altare terra neo". Autorevoli lamenti, cui fanno
della confessione isolato, composto di ec- eco gl'intelligenti amatori e cultori del-
cellenti marmi, eretto a spesedel vescovo l'archeologia sagra, che tutta volta si po-
cardinal bai berilli seniore, e coperto da trebbero far cessare e ripararvi , con di-
tabernacolo retto da 4 colonne di grani scoprirsi di nuovo le preziose pitture. Tor-
tello con capitelli d'ordine dorico, i quali nando nella chiesa superiore, le cappelle
sono ornati soverchiamente (dice Nibby) laterali delle navi minori sono sfondate, e
con foglie alternate d' acanto e di palme, quasi tutte con colonne marmoree. Quel-
e vengono coronali da un ovolo, li taber- la del ss.Sagramento è spaziosa e di ne
nacolo è opera de' bassi tempi, come lo bile architettura,ornata di marmi: ha ut
giudica Nibby, e contiene molte ss. Reli- elevata cupola, e vi si mirano lateralmei
quie: negli angoli sono 4 candelabri, se te due stragrandi quadri rappresentanti
così vogliano chiamarsi, della stessa epo- uno la Cena, e I' altro la distribuzione
ca, i quali sostengono tempietti. Il gran- moltiplicazione de'pani di eccellente pit
de candelabro, che ivi dappresso si vede, tura. La cappella di s. Geraldo è disegne
destinato a sostenere il cereo pasquale, è del cav. Fontana , nel cui altare formato
di marino, e di fino lavoro della scuola di buoni marmi con 4 binili colonne, ri
di Sansovino, alla «piale paresi ascrivo- posa il corpo del s. Vescovo in beli' urna
no gl'intagli degli stalli di noce del coro marmorea, di giallo antico dice Marocet
V RL VEL 223
III." maggio iS )8, rimosso l'antico qua- zione degl''Iconoclasti, nella r." metà del
dro , vi è sialo sostituito l'esisleote d'Ip- secolo V lll,comeavvenne del Volto san-
polito Zapponi veliterno, già alunno del to o ritratto del divin Salvatore, di cui
comune in Roma per apprendervi con poi dirò altre parole. La B. Vergine è e-
successo la pittura. Egli rappresentò il spressa seduta e portante in braccio il par-
santo vescovo quando libera Velletri da' goletto Gesù: belli e graziosi sono i volli
suo luogo colla descrizione che vado a ri- Madre delle Grazie. Grati veliterni a' i
cordare), sulla qualità controversa de'ne- ricevuti segnalati favori, con pubblico
mici, che alcuni volevano bretoni e altri consiglio stabilirono nel 1607 l'erezione
longobardi. Nel maggio 1 858 fu impresso della cappella , e ottennero dalla s. con-
in Velletri nella tipografia d'Antonio An- gregazione de' riti di celebrarne la festa
geloni : S. Geraldo vescovo di Velletri con uffizio e messa propria nella 1/ do-
libera la città da' Saraceni, quadro ad menica di maggio. Eretta la cappella a
olio d' Ippolito Zapponi. Questa descri- spese del comunale erario e con eccellen-
zione è del eh. Basilio Magni. Segue «in te disegno, fu abbellita con vaghi lavori
Sermone in versi Al pittore Ippolito
: di stucchi dorali dalla pietà di Settimio
Zapponi di Velletri il canonico Luigi Geloni decano de'canonici; il quale vi fe-
Angelonì. Nell'altra del ss. Rosario, di ce pur erigere l'altare ornato di due co-
padronato della fatnigliaFiscari, il quadro lonne di nero antico, e altri preziosi mar-
dell'altare è opera del Conca a olio, e vi mi di mirabile lavoro. Di recente la mu-
espresse la B. Vergine e s. Domenico. La nificenza de' divoti cittadini ridusse la
cappella sontuosa della Madonna delle cappella a perfetta vaghezza colla spesa
Grazie è di eccellente disegno, ornata di di circa 2000 scudi. I pii fratelli France-
finissimi stucchi dorati, con altare fabbri- sco e Gio. Battista Graziosi impiegarono
cato tulio di preziosi marmi, come lo so- 5oo scudi in un ricco paliotto d'argento,
no le due colonnette e i due Angeli che e 6^4 scudi in 3 sontuose lampade co'lo-
Manno in atto riverente sopra la cornice ro ornamenti dellostesso metallo, che con
del medesimo. Perla prodigiosa ss. Imma- altre 4 ardono continuamente avanti la
gine della B. Vergine che incessantemen- ss. Immagine. L'attuale abbellimento, l'e-
te vi si venera e a cui ricorrono con fidu- leganza e ricchezza della cappella, si de-
cia in tutti i bisogni i velilerni e i popoli ve ripetere dal sullodato corano vescovo
convicini , è un vero santuario. Quando d'Asisi mg/ Luigi Landi Vittorj, mentre
si deve esporre alla pubblica venerazio- era arciprete di questa cattedrale, per la
ne, la sera precedente, previo il segno del- sua divozione e zelante premura. A' 2
le campane del pubblico palazzo, per un' maggio 1682 il capitolo Valicano dal suo
ora suonano tutte le altre della città; tor- canonico Ricci fece coronare la ss. Im-
nandosi a suonare nel dì seguente nello magine Vergine e del divin Fi-
della B.
scoprirsi e con isparo di inorimi. Maroc- glio con corone d' oro, di che si celebrò
co la dice dipinta su tavola ne'primi tem- solenne centenario nel 1783. La sua di-
pi In cui rifiorì la pittura , ina ignorar- vozione, come andrò dicendo, è indicibile
sene l'autore. Il Banco dichiara non es- ne' veliterni, ad essa ricorrendo con suc-
servi memoria dell' epoca in cui venne cesso in tutti i bisogni; ed il suo culto è
collocata nella calledr;»le; dice il quadro esleso nella diocesi e in lontani paesi , i
XVI, la 1." volta che visitò questa basi- 1 855. La cappella de'ss. Protettori, ap-
lica. Neh 855 con orribile sacrilegio ru- pellata Ginnasia, perchè fu da'fondamen-
bate lelampade d'argento di molto va- ti fabbricata a tutte spese del vescovo car-
lore dà mani inique, l'edificante divozio- dinal Ginnasi, ha bell'altare ornato di
ne de'velilernicou mirabile prontezza to- inarmi con colonne. Nel 1840 tolto l'an-
sto le rinnovò. Sono dolente dover pure tico quadro, vi fu sostituito il nuovo sti-
riferire col Giornale di ito/zza de'6 apri le mato eccellente dipinto, opera di Dome-
i 858. Una mano audace e sacrilega ne' nico Tojetti da Rocca di Papa, rappre-
decorsi giorni involò l'immagine di Ma- sentante la B. Vergine col s. Bambino, e
ria ss. delle Grazie. L'autorità governa- i suddetti 4 principali protettori della cit-
tiva si pose immediatamente sulle tracce tà. Ne'4 angoli della cappella si vedono
del delinquente, ed un contumace preve- dipinte 8 immagini di diversi santi mar-
nuto di gravi delitti annunciò che avreb- tiri, che dagli storici palili Theuli, e da'
be scoperto e la Immagine e le cose pre- due Borgia Alessandro zio e Stefano suo
ziose che I* adornavano quando gli fosse nipote diconsi discendenti dalla famiglia
accordata de' suoi reati impunità; ma il Ottavia, cioè s. Cornelio Papa, s. Placi-
governo rifiutossi. Però l'energia e la fer- do, s. Flavia vergine, s. Clemenciana ver-
mezza che ben s'addiceva in tal circostan- gine, s. Eustachio, s. Vittorio, s. Euli-
imponenti disposizioni che
za, le gravi e chio, s. Aurelia vergine. Ma il Bauco di-
andava a prendere l'autorità, come an- ce cadere l'asserzione, se si considera l'al-
l'autore di esso, e contro que' dell'intima lo, a parere di Nibby, ed aggiungerò con
del Vollo Sauto del Redentore in tavola, gante e artistica descrizione dell'operato
s. Giovanni, s. Sebastiano, s. Antonio ab» lustre chiesa, nella sagrestia vi lasciò un'
baie e s. Rocco; ed eziandio l'altro qua- orma di sua munificenza, non corrispo-
dro rappresentante 4 ss. Protettori del- i sta dall' architettore, tranne nelle scul-
la città. Ivi pure notò unas. Famiglia, ture: principierò dalla delta porta. Essa
quadro lasciato in legato da Salvatore è bellissima e ampia, non che semplice,
Scandelloni, ed un lavamano marmoreo d'altro non componendosi che di stipiti
fatto dal vescovo cardinal Della Rovere, marmorei formanti una cornice con ci-
poi gran Giulio II, il quale fece ancora roazio tale, che addita la magistrale ri-
gli stipili della porta. Nel 1 855 il vescovo nascente eleganza dello scarpello nel cin-
cardinal Macchi decorosamente rifece di quecento. Si adorna di faccia e a'Iati di gu-
nuovo la sagrestia anno in cui tornan- ; sci e fusaiuole in ghiande, frutto ch'è nel-
do a visitare la basilica, trovai ch'eransi lo stemma Roveresco, di simboli e figure
incominciati i lavori di abbellimento dal di sagra liturgia. La porta minore che
valente pittore fratel Domenico Serafini le sta di contro ha pure simili ornamen-
gesuita, sul gusto gotico decorativo della ti marmorei} i quali decorano ancora il
ristorata chiesa diMaria sopra Miner- s. cosi detto lavamani. Questo ha forma
va di Roma (di che parlai anco nel voi. quasi di finestra posata su alta e larga
LXX V, p. 216); e the l'esimio cav. Ga- base, dalla quale s'alzano due pilastrini a
gliardi (la cui perizia encomiai altrove e reggere il beninteso architrave, decora-
principalmente nel voi. LXII, p. 168), li nel mezzo a rilievo così mirabile da
nella volta dovea dipingere s. Clemen-
vi sembrare più incisione a ceselloche inta-
te I Papa titolare della basilica, con gloria glio sul marmo. L' imposte d' ambo le
d'Angeli ed emblemi analoghi alla sua di- porte sono di solido bel legno di noce or-
gnità e martirio: ma non potè eseguirlo, nate d'intagli e di ognuna si ripar-
tarsia:
distratto da altri assai più grandiosi la- te a specchi e tondi, dopo la corni-
i quali
vori, onde pare che ora non si farà altro. ce che li termina, hanno nei mezzo finis-
Dipoi veliterno eh. can. penitenziere
il simi arabeschi a traforo, e intorno aliti
della cattedrale d. Luigi Angeloni pub- ornali e figure di delicato scarpello. L'in-
VOl. LTmtlX. i5
22G VEL VEL
terno della sagrestia consiste in ampio vasi una lesta regolare, ma senza corpo e
salone a volta di quell'architettura, la qua- gambe. 11 così detto nascimento delle
le o di genio barbaro, o di sapere bam- grandi arcate non su colonna opilaslic
bino, appaga oggi gli occhi di molti, mai pigliava vita, ma da una piccolissima e
la mente de' pochi savi; architettura che sproporzionata mensola appena visibile
bisantina, italo-greca altrimenti è della, L'artista fu sollecito a riparare lo scon-
facente sforzo per spogliarsi della meschi- cio apponendovi de' pilastri in misura e
nità e del capriccio sopravvenutole, e ri- maniera gotica, sovra quali corre dipin-i
vestire la vera e soda dignità che la ma- ta una ricca e ben rilevala treccia intni
dre in casa le lasciava. A ripararne lo mezzata da rosoncini d'oro. Intorno al-
squallore delle parti, il generoso zelo del l'arco della luna girò uno splendente e
cardinal Macchi commise l'opera all'en- faticato lavorio, e scese giù ricuoprende
comiato fratel Serafini, che il can. Ange- i muri di un paralo a rombi in fondo
Ioni storicamentequalifìca gentile per ma- giallo, aventi gli emblemi e i segni del
niere, commendevole per religiosa vita, martirio e della santità del Titolare. Or-
d'abile capacilà, perito non volgare nel nalo che bene armonizza con la volta, e
dipingere, il quale egregiamente corri- ha in fondo un basamento imitante il
spondendo all'incarico, lo condusse a ter- granito e la basalte, coronato di un tra-
mine e con discernimento tale da restar- foro a semicerchi sul gusto e la maniera
gliene lode, avendo armonizzato sagace- di que' che veggiamo nell'antiche basili-
mente l'ornalo col disegno e l'architettu- che. Dopo ciò vi rimaneano gli armadi
ra. Usò lo stile che richiedevano le pare- e l'aliare, gli uni e l'altro sì malament
ti, la volta, la sala tutta. E poiché questo governati dal tempo e dall'opere sovraj
stileha pure qualche somiglianza coll'o- poste, da disperare un restauro. Ma
dierno della memorata chiesa di Roma, nemmeno si scoraggi il valente, e lant
saviamente perciòil pittore imitò da quel- sopra vi lavorò d'acconciare totalmenlf
lo,sebbene dal can. Angeloni a un tem- ilsecondo all'ornatode' muri, richiamar
po si dica meschino e falso, senza dover- dolo con nuova opera di ebanista e
sene incolpare I' artista. » La vista del pittore all'ordine golico; e lasciare i pi
quale poco avvezza a sostenere Roma^ e mi, altro non potendo,nel loro composte
iluoghi vicini che fortunatamente ne sì ripuliti e rispondenti al resto d'appaga-
penuriano; poco ancora ne vogliono e re in vero la vista. La quale ha non poco
sanno tollerare i difetti. Ma chi il bisan- di che compiacersi fermatasi sulla nic-
tino, torno io a dire, chi l'italo-greco e il chia che racchiude l'augusta immagine
semi-gotico si trova in casa e vuole abbel- del Salvatore, pittura di veneranda e
lire, fa d'uopo lo vegga rivestilo e camuf- greca antichità; e che sovrapposta all'al-
falo di quelle fasce, liste e arabeschi, di tare ch'è di fronte, viene la prima a fe-
cui appunto il nostro pittore faceva uso. rire l'occhio di chi entra". Indi si narra
Da) quale criterio guidato volle sin da come il capitolo, dal medesimo fratel Se-
principio dare alla sala una maniera de- rafini fece pulire e rinfrescare i quadri a
cisa col fare costruire de' costoloni stilli olio in tavole e in tele di varie epoche, che
scompartimenti della volta. Quelli dorò, decorando le pareti, avevano so (l'erto.
e a' lati loro fé' correre larghe fascie va- L'artista religioso richiamò a nuova vita
riale a gotico e accompagnate da listelli e splendore il ricco e morbido pennelleg-
parimenti d'oro. 11 rimanente poi, che è giare dello Spagnoletto, le soavi e sem-
lo scompartito della volta stessa, ricuoprì plici maniere del Francia in due sagre
d'un cielo azzurro vago di stelle dotate. Famiglie, non che il variato e franco
Racconciata così la parte superiore vede- dipingere del Zuccari uel quadro che
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racchiude innumerevoli co«ó e figure, fervore la miracolosa immagine di Ma-
e nllude al mistero della ss. Eucaristia. ria ss. delle Grazie, ch'è il tesoro massi-
In onesto luogo colla bellezza la santità ; e do più poderoso che gli abitanti abbia-
•
il suo capitolo secondandone le mire ri- no a difesa di loro città. Quindi non sen-
'fece di nuovo il corridoio che dà in- gli za la speciale assistenza dell' invincibile
fereaso. Nel gettare le fondamenta del sostenitrice dell'armi cristiane, gli venne
rjnale comparvero alla luce opere sotter- fatto di conquidere, nel ripiegarsi ch'egli
ra per antico tempo nascoste. Primamen- fece poscia su Velletri,senza minimo dan-
te convien sapere, che la basilica veliter- no de' suoi, le ribelli squadre che auda-
na colle sue fabbriche adiacenti ha 3 di- cemente aveano presunto di quivi impe-
Terse epoche di lavoro: l'ultima e più a dirgli il ritorno nel regno. Avendo dipoi
noi vicina è de' secoli buoni, dal cinque- i canonici statuito di presentare al reli-
a
cento cioè al seicento; la 2. de' tempi di gioso monarca copia fedele della s. Im-
mezzo; la 3." e più remota risale alle na- magine, la commisero al valente artista
a
soni gentilesche e meglio romane. La i. conte Baldassare Negroni, e la fecero be-
nresenta quanto vi ha oggi di più bello nedire dal Papa Pio IX quando di sua
i grande nel nostro tempo; la 2/ non mo- presenza onorò Velletri nel i85o, a'26
a
llache poche e cascanti muraglie; la 3. maggio del quale l'arciprete d. Agostino
pialche rudero e opera coperta dal ter- Cella co' canonici Argenti e Bai betta, in
reno ; il quale scavandosi nel i856 dal nome del capitolo l'offrirono al re nella
'alo destro della chiesa, palesò nel suo se- reggia di Caserta. Ferdinando II dichia-
no musaico decorativo, che sem-
strati di rato il suo divoto gradimento, lo confer-
brano aver formato il pavimento a came- mò ili. "del seguente luglio con preziosis-
re termali di palazzo di villa deliziosa, simo dono alla Madonna delle Grazie, e
ì magnifico tempio, non mancando chi la decorazione di Francesco I al nobile
ori minore probabilità li suppose pian- dipintore. Consiste il dono appunto nel
erreno della canonica ivi fabbricata nel 1' Ostensorio, una delle più beli' opere
medioevo. Dalle trovate antichità si con- dell'oreficeria napoletana. E grandioso e
cima l'opinione tradizionale, che la bel- proporzionato nelle parti, ricco sì per l'ar-
ili cattedrale sia fondala in luogo illustre gento tutto fuso e cesellatoci per le splen-
sino da' tempi remotissimi. La cattedra- dide dorature e le preziose pietre che ab-
le è Cornila di copiose e ricche suppel- bondantemente I' adornano. Risulta al
jettili,fra le quali merita particolare men- solito nelle due parti, che sono il ciclo o
zione il magnifico Ostensorio, che nella la camera destinata a ricevere la s. Ostia
ricordata mia visita mi fu dato ammi- e tutta intorno circondata da raggi, e il
rare nel monastero delle teresiane, ove gran piede su cui il ciclo stesso s'innalza.
infiora temporaneamentesi custodiva, per Il piede si solleva dalla pianta quadrilun-
iheiiignissima cortesia d' alcuni signori ga, in 3 ordini diversi fino a ricevere la
icanonici. Come indicai nel ricordato ar- raggiera. Posano su 4 dadi altrettante
ticolo, può leggersi l'artistica descrizio- mensolelte sul fare del cinquecento, e
ne nel n. 58 del Giornale di Roma del
1 dalla detta piantas' innalza una colon-
n85o. Ivi si dice. La maestà di Ferdinan- na tronca sovrastata dal globo mondia-
do Il re del regno delle due Sicilie nel le. Al di sotto della pianta e tra le men-
maggio 18^9 atlra\ersava Vellelri alla sole, corrono foglie e fiori d' acanto, le
festa d'un suo esercito, e per quanto fris- quali chiudono nel mezzo 4 conchi-
si
se urgente la ragione della marcia, nella glie, e su una di queste è scolpito l'anno
6ua edificante pietà volle venerare con mocccl. Ma sopra la pianta chi guar-
a28 VEL V EL
da la fronte dell'Ostensorio vi legge: In della grazia comunicata da! divino S[
grati animi signum Ferdinandus li rito alla Chiesa nella Pentecoste. Ini*
Borb. Vlr. Sic. Rex. Il tronco di colon- no al capo della Colomba corre in piai
na che staccasi dalla pianta quadrilunga, un triangolo,simbolo della ss. Trinità,
lascia sugli angoli smussati di questa 4 è tutto rivestito di sottili lastre di sm«
spazi, ne'quali l'artefice ha fatto che no- raldo. Al di sopra della raggerà si dira-
bilmente siedano tra arabeschi 4 Evan- i mano 6 spighe dorale poste <|ui col trai
gelisti con al fianco di ciascuno il proprio ciò della vile, ad adombrare il mister
simbolo, e tutti o ad ispirarsi nel mistero delle specie Eucaristiche; ed in mezzo
della ss. Eucaristia, o a descriverne gli lespighe vi trionfa la Croce a 4 brace
effetti miracolosi. Il tronco della colon- egualmente tempestate di smeraldi e n
na sorgendo da un folto cespo di foglie bini. I sullodali 3 canonici portarono ì
il quale in figura intera elevasi sul globo, e del collegio di 16 beneficiati, uno de'
e tutt'armato ha sopra lo scudo il motto: quali ha il lilolo di sostituto curato, col-
Quis ut Deus. Su questo piede e dietro il l'obbligo d'assistere l'arciprete negli af-
cimierodeH'Arcaugelo.si solleva l'Osten- fari parrocchiali, oltre altri preti e chie-
sorio,il cui ciclo per l'Ostia veneranda è rici addetti al servizio divino. Vi sono i
dal loro mezzo in tutto rilievo sporge i83q all'arciprete la mozzetla prelatizia.
una Colomba a figurare lo Spirito San- A' beneficiali nel 1776 Pio VI accordò
to, dal cui becco esce una lingua di ru- d'indossare la cappa magna del medesi-
bini, per simboleggiare il fuoco, segnale mo colore e forma, che usano in Roma
-
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i beneficiati delle patriarcali basiliche. to la lasciò libera al consiglio maggiore
Nel capitolo in diverse epoche fiorirono veliterno colla pluralità di voti. Il pre-
personaggi ragguardevoli per nobiltà, lato dovrà scegliersi fra le famiglie no-
dottrina, o per onorifici impieghi e lu- bili di Velletri aventi posto in detto con-
minose cariche nella curia romana o in siglio maggiore, che accoppii in se delle
[Gaetano de Paolis arciprete, poi vescovo casato a quello originario di sua famiglia.
Caradense e sulfragaueo di Velletri: ri- .Nella cattedrale sooo erette 4 confrater-
nenne l'arcipretura sino alla morte e fu nite, cioè: del ss. Sagramento,fondata nel
^sepolto nella cattedrale, ove sul pilastro 1 55 1 ', dell'ImmacolataConcezione di Ma-
idi prospetto alla cappella del Rosario ria, eretta nel 1 485 in occasione della pe-
Ueggesi T onorifica iscrizione. Fabrizio poco dopo, riunita a quella del ss.
ste o
Borgia canonico, poi vescovo di Feren- Sagramento nel 1763 in quanto alle ren-
tino. Gio. Carlo Antonelli canonico, poi dite, ina non soppressa ; del Suffragio,
vescovo di Dioclia e suffraganeo di Vel- fondata dal vescovo cardinal Ginnasi
iteli i. Geraldo Macioti arciprete, poi ve- nel 1 638 sotto il titolo della Madonna di
scovo d'Lleusi e suffraganeo di Velletri. Costantinopoli; del ss. Rosario, istituita
Vincenzo Macioti canonico, poi vescovo nel i5g5,indinel 1687 aggregata aliar
d'Amelia e da Gregorio XVI traslato a ciconfralernita di tal nome di s. Maria so-
Ferentino. Luigi Laudi Vittorj di Cori, pra Minerva di Roma, aggregazione rin-
per cui ne parlai in quel paragrafo, ar- novata uel 1 820 e confermata nel 1 841, nel
ciprete e poi da Gregorio XVI fatto ve- qual auno da società fu elevata a confra-
scovo d' Asisi. Alessandro Macioti cano- ternita con facoltà di ritenere gli statuti
>nico, poi da Gregorio XVI fatto sotto- di detta arciconfraternita. Vi esiste an-
datario della Dataria apostolica, arci- cora un oratorio sotto il titolo di congre-
\
vescovo nunzio di Svizze-
di Colossi e gazione de' Vignaiuoli, nel quale i fede-
iraj dal Papa che regna suo elemosiuie- li aggregati si riuniscono in tutte le do-
i
re, assessore del s. Oflizio e canonico Va- meniche e feste dell'anno nell'ore pome-
licano, essendolo stato anche della pa- ridiane per esercitarsi in atti religiosi.
veano praticato i suoi predecessori, dopo zioni poste per memoria sulla faccia-
essersi portato nel couveulo di s. Fran- ta esteriore, le riporta Bauco. Nel suo
cesco, da questo per la i." volta si trasfe- interno ammira la
si s. Famiglia d'An-
rì ad abitare nel 2.° appartamento del nibale Caiacci, come testifica un docu-
palazzo comunale per ricevervi nel 1 780 mento dell' archivio La parrocchiale.
Pio VI, che recavasi a vedere rincomin- chiesa di Maria Assunta in cielo detta
s.
ché riuscisse angusto in proporzione di 1761 a spese del vescovo cardinal Delci
sua sfarzosa corte. Nel 1807 il successore con eccellente disegno, e facciata deco-
vescovo cardinal Anlonelii volle abitare rata da 6 colonne. Vi è un'antichissima
l'antico episcopio. Divenuto nel 1814 pittura a olio esprimente la Madonna
vescovo il cardinal Della Somaglia, an- dell'Orlo, con 4 Angeli e s. Antonio. Il
La chiesa dei ss. Salvatore, la più auli- di Caterina sua moglie che l'avea prece-
ca di quante esistono, poiché si crede il duto nella tomba nel 1 7 1 3. Vi è la con-
tempio eretto da' primitivi cristiani, fel- fraternita della Pietà, la quale già esiste-
la sua antichità più volte venne riedifi- va nel 533. La chiesa di s. Martino ve-
1
cato e per ultimo nel 1795 ridotto in scovo di Tour* fu da' fondamenti riedi-
miglior forma cou elegante diseguo, ed ficata nel 1778 con elegante disegno del-
è luttooruato di belle pitture, consacra- l'architetto velilerno Nicola Giansiinoni,
to dal suflraganeo Michele Argelati ve- che lodai nel paragrafo di Cori, per cui
scovo d'Ippa. Rovinò la volta nel i85i, il municipio somministrò 3, 000 scudi,
perchè si trovò 1' edilìzio mancante di come si legge nella lapide della facciata.
fondamenti, onde si rifabbricò a spese Fu già arcipretale, in seguito ebbe il
[•retale, e come antica e innalzata sugli a- ai aprile 1617, nello stesso giorno uè
vanzi del tempio di Sancouumede'geuti- presero possessosomaschi, che formano i
1
paragrafo Monte Fortino. La i.* pietra 24, p. 1 1)3, ragiona di questo edilizio (io
per quella del severo Milizia nel secolo ina il can. Angeloni volle elegantemen-
passato restò francala l'architettura dal te descrivere le pitture a fresco operatevi
pregiudizio delle presunzioni.e gli frutta- dal senno magistrale del cav. Carlo Ga-
rono bella fama, avendo colle sue opere vardini nobile pesarese, faceudone rile-
fregiata la patria. Dice trovarsi questa vare i singolari pregi artistici (di questo
chiesa nel bel mezzo della via principa- egregio artista dissi altre lodi nel voi.
e della città, e intorno ad essa, quasi a LX.XIII, p. 352). Esse sono i 4 Evange-
Farle corona, sorge buon numero delle listi più grandi del vero, sui pennacchi
tabbriche più eleganti e maestose che a- della cupola, ciascuno coll'allegorico a-
lornino Velletri. Con bel diseguo il nimale. Vi adoperò lo stile de' classici
(jiansiujoni 1' innalzò sulle rovine d'al- a lui familiari, da' quali pure attinse la
ia chiesa fabbricata nel 1200, cambian- maniera di disegnare corretta e accurata
done l'antica forma di croce Ialina iti in ogni parte. Lodò eziandio il colorito,
.-; teca, e potè conservare alla critica isto- che non teme paragone di cosa dipinta
r
ica buona parte dell'apside. Elevasi am- a olio; la maestria, la grazia, le care im-
jia e sfogata nella volta, la quale snel- pressioni che destano nell' animo i suoi
a e leggera com'è posa sopra un'elegau- dipinti. La Lucia vergine e
chiesa di s.
e cornice, cui sottostà la parete intra- martire è molto aulica, poiché da una
uezzata per colonne e pilastri d'ordine donazione ad essa fatta rilevasi che già
unico. Gli altari tulli, precipuameute il esisteva uel io 32, nel qual anno fu con-
maggiore, vi fanno bella mostra; ed o- sagrata da Leone li vescovo veliterno.
;ni cosa sta messa e allogata con sem- Prima l'arciprete del ss. Salvatore porta-
plicità e ornamento tale, da non temer va anche il s. Lucia, ed
titolo di rettore di
pesto la taccia di barocco, né quella di ora ha suo parroco proprio, per dispo-
il
la del [lalazzu Tortini, con breve arti- ne quello di s. Vincenzo Ferreri dipin-
colo che seni Lira tratto da Ntbby, Tuttu- to e dorato a spese del cardinal Mac-
.ia per quanto bella e gioconda vistu por- chi che ne porta il nome, la cui munifi-
ti disegno di quel tempio, pure non cenza fece eziandio erigere la nuova fac-
oco veniva olicau dalla »<|uatUiUua e ciata esterna. Nello scrostare le mura si
a32 VEL VEL
scuoprironoalcuneanliche pitture, e spe- ta dell' antica chiesa, fu rinnovato e
«-liiltueiite un'immagine della B. Vergiue sai ingrandito, in oggi pre modo che
col s. Bambino in figura intera al natu- senta una magnifica fabbrica d'eccelleti-
rale d'ottimo disegno, die sembra di ma- le disegno e può contenere ^o individui,
no bizantina. Il prelato delegato mg/Ste- onde vi si celebrarono de'|capiloli provin-
fano de' marchesi Bruti, intelligente di ciati. Ha buone rendite e vi si mantiene
eue
belle arti e versalo negli studi archeolo- lo studio de' baccellieri. La chiesa di
gici,conobbe il pregio de' dipinti e per Lorenzo arcilevita e martire, che anli
quanto potè ne impedì il totale deperi- niente era collegiata con arciprete e eh
mento. Osserva il Bauco, che l' illustre rici, è sufficientemente grande con j
prelato cominciò fin da quando era vice- tari ; il maggiore
marmi con
è isolato, costruttoì di !
legato in Velletri,e continuò ancora di- eccellenti balaustra : l'iscri-
venuto delegalo a fare dell' indagini su- zioni marmoree sono riportate dal Tlieu-
gli antichi monumenti e opere di belle li. Appartiene a'minori osservanti, i qua-
urti sparse uella città e nella provincia, s'introdussero in Velletri nel 44-^» con
li 1
dipinti il celebre cardinal Mai, anche esi- Francesco pe'secolari, con cappella e prò
irò-
mio conoscitore di belle arti,e il porpo- pri fondi. Recenti lapidi onorifiche, r
rinnovala nel 1 825 (vi è unita quella di delle chiese e conventi de' frati minori
s. Antonio di Padova della coufraterui- della provincia romana, tratta nel cap
ta omonima, la quale chiesa sebbene del 26 Della chiesa e del convento di s. Lo
:
sodalizio e filiale della cattedrale, pure è renzo £«fe/Zelr/.Narra diesino dal i44^
governata da'conventuali,e fu eretta nel il rettore ed i chierici beneficiati della
i5i3 dal p. Domenico da Ferentino del- chiesa parrocchiale di s. Lorenzo, avenilc
l'istessoordiue, regolandosi co'propri sta- prestato il consenso per l'introduzione il
tuti, sotto la giurisdizione del vescovo) essa de'minori osservanti e pel trasferì
che tuttora ritengono. Questo locale, che mento della cura dell'anime nella pari oc
Ciedesi già abitato da' benedettini, per- chia di s. Michele Arcangelo, dipoi Nico
chè ij loro, utemmo, era, spolpilo *ui|a pur. Jò V autorizzò a procedersi ed a fabbri
VE L VE L a33
caie il convento, il die eseguitosi, Pio li fabbricarono la chiesa con elegante elise-*
l'approvò in Siena a'?5 luglio 1460 colla gno e con bella facciata. Il ricordato so-
bolia Pia consideratione, che produce dalizio fu eretto in questa chiesa neh 533,
insieme al novero delle ss. Reliquie della e ne ritenne perse una porzione separa*
memorie e versi scolpiti sul-
chiesa, e alle la, che dedicò a s. Giovanni Decollato;
lacampana maggiore spezzatasi nel 74'- 1 > esso fu colla chiesa soppresso nel i835,
La chiesa già esisteva nel o65, onde per t e i suoi beni furono dati all'orfanotrofio
l'antichità deformata, uel 1721 colle li- delle fanciulle. La chiesa de'ss. Pietro e
musine del comune e de'benefattori du' Bartolomeo apostoli, già arcipretale, fu
fondamenti venne rinnovata. Il p. Casi- di nuovo edificata con elegante architet-
iniro con più diligenza del Theuli riferì- tura del veliterno Giausimoni, Vi si ve-t
sce le antiche lapidi e le altre posteriori nera il corpo di s. Vittorino martire col-
numerose, e con diverse erudizioni sul- l'ampolla del sangue e lapide sepolcrale,
l'anticaglie rinvenute e sopra gli altari; il tulio rinvenuto nel cimiterio di s. Ca-
non lascia poi d'avvertire essere molto listo. Il vescovo cardinal Alessandro II
stimata da'professori dell'arte la tela del Farnese, concesse la chiesa alla congre<
coro rappresentante il martirio di s. Lo- gazionede'dottrinari,coll'abitazioni con-
renzo, e parimente quella dell'altare di ligue e alcune cappellanie, e tuttora ivi e-
s. Andrea, Rimarca inoltre la memoria sistono. Furono loro affidale le scuole
sepolcrale del benefattore Gio. Battista pubbliche e gratuite, supplendo il comu-
Autonelli, pubblicandone il disegno, ad- ne con annua pensione di scudi 36o, e
ducendo prove della nobiltà e antichità I' insegnamento della dottrina cristiana
della famiglia Autonelli; notando pure, a'fauciulli, tanto in questa lorochiesa, che
e arroge al nauseante sciupo che si fa a' nelle chiese parrocchiali. Sino dal i85i
nostri giorni in diversi stali de' Titolid'o- ivi reggevano anche il collegio, ove lene-
ìiore (fy.), decorazioni ec, che nell'iscri- vano a convitto per lo studio e l'educa»
zioue deh 464 di Giambattista, la cui Ci- zione molti giovanetti secolari. La cine-
gura è in abito equestre, si legge l'illu- sa di s. Chiara vergine appartiene alle
Sire titolo di Spettabile (di cui parlai nel monache francescane, molto grande, bel-
atalo articolo) a lui dato, di cui scrisse la, ben mantenuta e ricca di suppellet-
il somasco p. d. Stanislao Santinelli, nel- tili sagre. Ilprossimo monastero delle re-
l'annotazioni fatte al trattalo de Titoli ligiose di clausura papale, è uno de'pri-
delie dignitàd\ Pauciroli; ricordando in mi fondati sotto la regola di s. Chiara, e
proposito il medesimo p. Casimiro, che lo già esisteva neh 274, e venne fondato o^
slesso titolo di Spettabile si legge nell'e- v'era l'antico priorato e chiesa di s.Anasta-
pitalfio di Lodovico (del secolo XIV), fi- sia, non La fabbrica è mol-
più. esistenti.
glio del re Roberto, esistente nella chie- to eslesa e comoda, a forma di grandioso
sa di s. Lorenzo di Napoli. La chiesa di s. palazzo, e può contenere più di4o mona-
Antonio fin dal i573 è de' carmelitani, che,ancoper le buone renditedicuièprov-
Joro data dalla confraternita della Mise- veduto. Il p. Casimiro da Roma ragiona
1 icordia col sito dove fabbricarouo il con- pure del monastero delle Clarisse, e lo di-
vento comodo e chiosilo spazioso, per più ce uno de'più antichi della provincia ro-
di 24 religiosi : ha rendite sufficienti an- mana, pel documento che riferisce. Par*
co a mantenervi Io studio. Dalla repub- la dell'indulgenza concessa alla chiesa da
blica romana deh 849 questo convento Nicolò IV, delle riforme del monastero
fii ridotto a ospedale militare, guastala avvenute uel i5a8 e nel 1668, con «no-
|a chiesa e demolito il campanile. Ripri- nache tratte da s. Silvestro e da s. Cost-
ituiate il governo pontificio, (religiosi u- malo di Roma, e delle religiose che vi fio-
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l'irono in virtù e buon odore di santità. temila di Roma.
Dalla pia liberalità de!
La chiesa del ss. Nome di Gesù, appella- conte Giuseppe Latini Macioli, verme
la ancora di s. Teresa, appartiene al mo- aggiunta la sagrestia e la comoda abita-
nastero sotto la stessa invocazione delle zione del cappellano, provveduta di uten-
inonachecarmelitanecalzate, fondato nel sili sagri, d' eccellente organo e di vari
j 64 1 da Fulvio Blariola, il quale a tale legati di messe. Come il lodato cavalie-
ell'etto nel63 già avea donato tutti
j 1 i re vi fa celebrare a sue spese il Carneva-
suoi beni con annuo fruttato di scudi 4^o, le santificalo, eziandio con istruzione ec-
con conferma d'Urbauo Vili e riserva di clesiastica e trattazione di qualche mas-
nomina di due monache senza dote alla sima fondamentale di nostra s. Religione,
famiglia Marida. Ne fu fondatrice suor lo narra il Giornale di Roma deli856
Chiara Androsilla, già monaca del mo- a n. 1 44- L> a chiesa di s. Silvestro I Pa-
nastero di Sutri, entrandovi 12 monache pa o di s. Giuseppe, filiale della chiesa
a' 12 maggio 64- dopo aver preso l'a-
1 1 parrocchiale di s. Michele, è molto anti-
bito nella cattedrale per le mani dell'ar- ca, essendo stata dedicala nelio85 a'20
ciprete Saulorecchia,fra le quali fu lai, luglio dal vescovoOttone I, ed ebbe il
Lucilla Assalonne vedova del fondatore suo rettore; minacciando rovina, di re-
col nome di suor Amia. La fabbrica non cente fu rifabbricata. Nel 1610 venne
è molto estesa, ma comoda per più di 24 concessa all'università artistica de' fale-
monache con sullìcienli rendite,edè clau- gnami, poi abolita, e quindi vi fu eretta
sura papale. Fra le altre chiese della cit- la confraternita di s. Giuseppe, neh 681
tà, olire quelle che ricorderò poi, mi li- aggregata aU'arcicoufraleruita omonima
miterò a nominare. La chiesa di s. An- di Roma.Siccomedi quest'ultima e della
tonio abbate già de'canonici regolari di sua antica Università artistica riparlai
Vienna,) quali già qui esistevano nel 1 joo nel paragrafo Falegnami di quell'arti-
e ne partirono nel 1 586. Venuta la chie- colo, qui ne profitto per dare un'essen-
sa in proprietà dell' università artistica l' A rcicon fraternità
ziale distinzione tra
de'mulattieri, nel 1737 l'ornò con ele- di Giuseppe, e V Università de' Fale-
s.
gante sollitto e altro, e benché soppres- gnami di Roma, con più esatta dichiara-
sa i mulattieri l'ufficiano nelle feste, es- zione della riferita uel ricordalo articolo,
sendo liliale della cattedrale e di giuris- essendo stati due corpi diversi e uniti, a
dizione vescovile. Tale è pure la chiesa modo che ora lessi negli originali : Sta-
della Madonna di Costantinopoli, che fu tata Universitatis Carpentariorum Al-
fabbricata nel 1 636 a spese dell'univer- mae Urbis. Fuvoao rinnovati nel 1624,
sità artistica de'calzolai, denominala an- ed approvati a' 4 luglio da Urbano Vili
che s. Crispino loro protettore. Soppres- colla bolla Chris tifidelium. Ciascun' arte
sa l'università, i calzolai la continuaro- soggetta al consolalo dell' università de*
no a ritenere, venendo restaurata dal suo falegnami aveva i propri consoli, camer-
stato cadente nel 1 85 1 . La chiesa della lenghi, sindaci e altri ufliziali. Per la fe-
ss. Concezione delta della Coroncina, la sta del protettore s. Giuseppe sposo di
edificò nel 1702 Giuseppe Angelini a per- Maria Vergine, alla chiesa del l'a rcioonf Va -
suasione del b. Leonardo da Porlo Mau- temila doveva ogni bottega dell'arte pa-
rizio, il quale dando le ss. missioni in Vel- gare un giulio ogni 6 mesi. I nuovi con-
letri v'istituì la congregazioue della Via soli e camerlenghi dell'università artisti-
Crucis. Ora è filiale della sua parrocchia ca un mese dopo la loro elezione, che fa-
di s. Michele, ed appartiene alla confra- cevasi per bossolo, doveauo entrare per
ternita degli Amanti di Gesù e Maria, e- fratelli nell'arciconfiaternita, e dare ido-
letlu ueh8i4e asS ,,e o al * all'aiciooufru- nea sicurtà di bene amministrare Tullioio
V E L V E L aSS
a cui erano destinali. Le congregazioni e Pietro e Paolo al Foro Romano. I capi-
rnei leuglii e altri affiliati. Inoltre il nò- l' università si tenevano nell* oratorio in
turo dovea pure intervenire e assistere al giorni diversi. Nella chiesa dis. Giuseppe
tnbuuale del consolato dell'arte in Cam- i consoli dell'università avevano ilgeuu-
pidoglio nella mattina di udienza. In (pie- flessorio incontro a quello de' guardiani
\ersie insorte tra gli uomini dell'uni versi- nome di Compagnia o Arciconfralernilu
la slessa, sino alla somma di io ducuti di e Università de Falegnami di Roma.
carlini; in altre cause i consoli rendeva- Per arme adottò il compasso, impresa vec-
no ragione col consiglio dell'assessore. Il chia dell'arte. L'arciconfraternita accettò
lutto a seconda della bolla di Gregorio l'offerta fallale dall'università per l'appli-
IX III sopra la giurisdizione de' consolati cazione delle multe e pene coutenute nello
dell' arti di Roma. L' applicazione delle statuto, a favore della chiesa di s. Giu-
inulte e penali si Faceva a favore della seppe. In ricognizione di tale unione l'ar-
chiesa di s. Giuseppe del sodalizio, conse- ciconfraternita coucesse il luogo e banco
gnandosi al provveditore dell'arciconfra- colgenuflessorio fatto a spese dell'univer-
l erutta : non potendo alcuno esercitare la sità per sedervi il console e il camerlen-
professione dell'arti soggette all'universi- go, autorizzandoli di porvi l'epigrafe:
tà de'faleguami senza matricola e patente, Cotmdes et (jniversitas Carpentario-
la multa per quelli che uon n'erano mu- rum ; oltre la tavoletta col nome degli
niti si divideva una 4-" parte a' consoli, prò tempore della medesima uni-
uffiziali
il resto a detta chiesa. Doveasi pagare ila versità; e tenevano il i.° luogo dopo i
tutti ipadroni di bottega la tassa per la due deschi ove sedevano guardiani e gli i
la festa di s. Giuseppe. Nel cap. 55." degli altri uffiziali dell'arcicunfraternila. In tut-
Statuti: Dell' unione fra 1' Arciconfra- te le processioni, eccettuato e riservato il
voce attiva e passiva nel sodalizio, poi- s, Maria del Sangue, Roma 829. L'im- 1
ché appena eletti, come notai, erano am- magine della Madonna dipinta sulla pa-
messi per confrati, e partecipavano alle rete esteriore d' una casa prossima al pa-
consuete distribuzioni del pepe (del qua- lazzo pubblico, si vide stillare lagrime di
le costume ad Università arti-
riparlai sangue dall'occhio sinistro, con ispavento
stiche, e s. Beda dispensò a'suoi monaci, e stupore di tutta la città, Segato mu- il
prima di morire, del pepe, de'fazzolelti ro, fu trasportata la ss. Immagine in que-
e dell' incenso, pregandoli di ricordarsi sta chiesa, dove opera continui prodigi.
di lui avanti a Dio squali pegni della ca- Inoltre in essa si venera I' antica imma-
lila che ad essi li univa, e perchè con ta- gine del ss. Crocefisso detto della Prov-
li presenti li costringeva a ricordarsi di videnza, perchè pe'singolari favori e gra-
lui iiell' orazioni. Secondo la regola di zie operate a prò di Vellelri, fu dichia-
s. Benedetto, monaci per tacito consen-
i rato con pubblico decreto del 794» Pa ' 1
pepe, d'incenso e di cannella alla badessa quie de' ss. Martiri, estratte dall'altare
K-aueboda. Di tali usi vi sono altri esem- chiesa di s, Prassede di Roma de'vallom-
pi nel fJutler, Vìladi s, Beda), delle can- brosani. Sotto quello della Madonna è il
dele e delle palme benedette. 1/ univer- corpo di s. Tortora Vittorina col vaso di
sità de' falegnami di Roma, come tutte sangue e lapide sepolcrale, il tutto tras-
l'altre, fu soppressa da Pio VII; l'arcicon- portato dal cimiterio di Pretestato, pei'
fì atei iuta tuttora sussiste floridamente. dono del cav, Giuseppe Calderoni bene-
Della suddetta parrocchia di S.Silvestro le merito veliterno. Questa chiesa consagra-
pur filiale la chiesa della Madonna della ta a'28 dicembre 1079 dal vescovo cardi-
sbiterio ornato da 4 colonne e balaustra cicon fraternità e ospizio della ss. Trinità
di marmo, il cui altare maggiore isolato di Roma [5Si,è riconosciuta ancora
nel
è costrutto d' eccellenti marmi. Venne sotto questo titolo. La piccola chiesa della
concessa alla confraternita delle ss. Slioj- ss. Trinità, di padronato de'Borgia, pos-
«sale eretta nel 1602 e confermata da siede il corpo di s. Giovino martire, col-
Clemente Vili neli6o4, indi aggregata I' ampolla del sangue e la lapide, tutto
oll'arcicoiifralernita di Roma del suo no- proveniente dalle catacombe di s. Seba-
me. Vi si venera il corpo di s. Eutichia stiano. La chiesa di s. Apollonia vergine
vergine e mai tire estratto dal cimiteriodi e martire, già de'religiosi del terz'ordine
*. Ciriaca colla lapide sepolcrale. La chie- di s. Francesco, venera il corpo di s. Zo-
sa di Maria del Sangue,
s, filiale della par- sirno martire, colla lapide, scavato nel ci-
Vescovile, fu eretta colle limosine de'di- immagine della B, Vergine della Carità;
Toti cittadini nel 1 5 1 7. Si dice fabbricala e quella della Madonna della Vita tras-
coq disegno del celebre Bramante, iq for- portata dalla chiesa de' ss, Cosma e Da-
VEL VEL 23 7
miano di Roma di detto ordinee dipinta ciò a celebrarvi la messa. Il cardinal An-
ne\5i6. Appartiene alla confraternita del- tonM.M I Galligli venuto vescovo nel 1616,
la Carità di s. Maria dell'Orazione della introdusse in Velletri i carmelitani scalzi
Martino
Morte, fondata nella chiesa di s. a sue spese mantenuti, onde nel 1 620 per
nel 1569 dal rettore Marco Ciampone, la sua morte furono costretti a partirne,
quindi aggregata all' omonima arcicon- vendendo il fabbricato non compito al
fraternilu di Rorna,il cui sacco nero adot- cardinal Ginnetti,che colla chiesa eli s. Te-
tò, dimettendo il torchino ; da detta chie- cla lo racchiuse nel suo giardino. Nel 1620
sa, di cui è filiale, passata in cjuesta nel i basiliani fondarono il loro monastero
1 8 1 5. Soppressa la confraternita di s.Gio. nella Via Lata, mezzo miglio lungi dalla
Decollato della della Misericordia, isti- città; ma pel terremòto del 1806 caduta
tuita fin dal 1533, ehhe il suo privilegio la chiesa, e pericolando il monastero fu
d'assistere i rei condannati a morte e da'monaci abbandonato, indi co'loro be-
seppellirli, per cui aggiunse al suo stem- ni fu dato da Pio VII all' ospedale delle
ma quello di s. Gio. Decollato. Il Dauco donne. Il terz'ordine di s. Francesco en-
enumera 24 chiese nella citlà e 8 sparse trò in Velletri nel 162 1, ed ebbe la chie-
nel suo territorio; di piti riporta le no- sa suburbana della Madonna degli An-
tizie in breve delle chiese antiche, lanto geli, poi un locale urbano in via l'andi-
interne quanto rurali o subu.rhane, non na colla suddetta chiesa di 9. Apollonia,
più esistenti, fra le prime enumerando e partirono nella soppressione del 1 8 o 1 :
s. Giovanni in Plagi», un tempo collegia- Pio VII die il convento alle maeslie pie
ta con arciprete. Riporta ancora quelle e l' abitazione anteriore di queste co'beni
di diversi stabilimenti religiosi,eguahuen- invenduti all'ospedale delle donne. La
te non più esistenti. Di questi ecconeuo chiesa edificata fin dal 1 52 da Bernar- 1
cenno. Il i.° istituto religioso che si sta- dino Petratti, fu data alla confraternita
bilì in Velletri fu quello di s. Benedetto, della Misericordia, e restò poi distrutta dal
il monastero de'quali fu occupato d.i'mi- ricordato terremoto. Come suburbani,
nori conventuali ; de' benedettini non si ora conviene parlare della chiesa e con-
conosce altro. 11 priorato de'canonici re- vento de' minori cappuccini, situali sul
golari delti di s. Anastasio, esisteva nel colle Giampapa. I cappuccini furono am-
io3s e nel 1 i54- I canonici regolari di messi in Velletri nel 1 563 dal vescovo
s. Antonio di Vienna, già ricordati, nel cardinal Pio di Carpi protettore dell'or-
partire si ritirarono in Roma nel mona- dine, nel conveuto e chiesa di s. Stefano
stero ora delle camaldolesi. Verso il 1 44-4- delta pure di Rocco, già esistente nel
s.
entrarono in Velletri gli agostiniani della 1 429 con rettore e chierici, prossima alla
congregazione di Lombardia, cioè nel mo- via postale. Nel 1609 I' abbandonarono
nastero suhurhano di s. Maria dell'Otto per stabilirsi nel detto Colle. La chiesa
fuori di porla Napolitana, abbandonalo è sotto l'invocazione di s. Croce di Monte
dalle monache benedettine per le conti- Calvario, della quale si gettò lai. "pietra
nue guerre ; convento soppresso dal go- a'6 settembre di detto anno, poscia consa-
verno francese nel 1810, che alienò con grata a' 1 8 ottobre 6 6, da Lorenzo Lau-
! 1
sa rovinata da un fiero turbine nel 1822, Rocco, e l'immagine della Madonna della
in seguito fu demolita.conservandosi l'an- Piaga, così denominala dal segno visibile
tica, pregiata e di vola pittura a fresco del in una mano, cagionato da un colpo di
ss. Crocefisso, che pie persone ripararono sasso scagliato empiamente da un ebreo.
dentro cappella, ove nel i85i si comin- Nel t. 23, p. 177 dell' Album di Roma
238 VEL VEL
si riporta la bella immagine dell'Imma- Nel 1G01 per decreto della s. congrega-
colata Concezione, dipinto a fresco ilei zione del concilio, il vescovo ottenne il
beni ecclesiastici sì della mensa vescovile, aria spopolata e quasi deserta, e non che
come del clero della città e diocesi; ma collegio e università, città ecittadini ven*
non essendo questi sufficienti, vi furono nero meno, era ben giusto per non ispo-
applicati alle vacanze alcuni beneficii e gliare disi bel privilegio l'amplissima di-
cappellanie,con autorizzazione di Clemen- gnità del decanato, se ne trasferisse il pos«
te Vili del i5 9 5; nel i8i5PioVII gli sesso in Velletri, per essere la sua chiesa
applicò detti beni invenduti degli ago-
i da lunghi secoli all' Ostiense perpetua-
stiniani; il municipio vi mantiene due mente congiunta. E questo fece giusta-
giovanetti, uno del cefo nobile e l'altro mente e lodevolmente Pio VII. Indi si
del civile, ed il henefico cardinal Macchi dice. Non fu vuota tal grazia di effetto,
col donativo d' un fondo di scudi /jooo poiché le scienze del giure, della teolo-
vi ha istituito 4 posti gratuiti. Il semina- gia e della filosofia, e le lettere grecherà-
rio vecchio è prossimo alla cattedrale e line e italiane vi si insegnarono in molto
occupa quasi tutto 1' episcopio concesso concorso di giovani, e con loro profitto
al medesimo a poco a poco da vari vesco- non lieve. Tale ragionare si faceva nel
vi, per maggior suo comodo. L'attuale se- 182 1, quando era no Gannì dac-
trascorsi
minario occupa il locale del cardinal York ché per le cure del nominato cardinal
stabilito a sue spese per abitazione estiva Maltei era stalo l'istaurato il corso degli
degli alunni. Vi si alimentano e istruisco- studi umani e divini sotto la reggenza di
no 9.0 alunni, oltre un buon numero di Vincenzo Macioti, uomo più voglioso di
convittori sotto la direzione de'preti. Egli sapere, che di apparire sapiente. Nana
può contenere anche più di 5o giovani. per ultimo la distribuzione fatta indetto
Per l'istruzione delle scienze vi sono sta- anno di propria mano delle lauree e pre-
bilite 1 scuole, cioè di grammatica infe- mi d'ogni genere, dal cardinal Della So-
riore, di grammatica superiore, d' uma- maglia, celebrando come il sullodato pre-
nità, di rcttorica, di filosofia, di teologia lato, allora cari. Alessandro Macioti, nipo-
dogmatica e morale,e di storia ecclesiasti- te degnissimo del nominalo Vincenzo, e
ca e sagra, olire la scuola di canto formo. professore di filosofia, immaginò modo
VCL V EL 23 9
ncciò il disputare fosse dimostralo verace cardinal Vincenzo Mucchi nostro munì -
prova del profitto de'giovnni, non pom- fìcentissimo vescovo e legato si degnò pre-
pa appariscente, e ne produce le prove. sentare e raccomandare l'analoga suppli-
]| Banco fa grandi elogi di Vincenzo Ma- ca alla lodata Santità Sua. Il Santo Pa-
cioli, poi vescovo come già dissi, virtuo- dre encomiando nella sua sovrana beni-
sissimo e zelante rettore del seminario, sì nobile in se, e sì van-
gnità un consiglio
profondamentedotto, come dimostrò col- taggioso a questa popolazione, spedì un
lesue produzioni scientifiche, avendo re- breve 7 aprile 1811), col quale de-
(a'
cato sommo onore alla patria, e fu ancora gnavasi autorizzare l'erezione del men-
modello de'vescovi. Esisteva nel semina- zionato collegio di scuole, prescrivendo-
rio l'accademia intitolata degl'Incogniti ne i modi e le spese da farsi dalla ma-
istituita nel 1775. Avea le sue leggi, ri- gistratura della città. In seguito di tale
conosceva il protettore e il custode, oltre sovrana disposizione, la lodata magistra-
il segretario. Radunavasi ordinariamen- tura si studiò perchè fosse eretta (piasi
te due volte all'anno, ed eziandio di più, da'fondamenti una fabbrica quanto più
se lo richiedevano le circostanzefll n.° 2.54 si potesse decorosa per servire ad uno
del Giornale di Roma del 1802 riporta scopo di tanta utilità. Ma poiché troppo
la notificazione de' 29 ottobre del gon- a lungo sarebbe andata l'apertura degli
faloniere di Velletri cav. Giovanni Gra- studi, se si fosse atteso il compimento del
ziosi, diretta agli abitanti dell'inclita cit- locale, che è in via di costruzione, Sua
tà. E<sa dice. » E ornai fuor di dubbio, P_ìmz.* Rm. a il sullodatosig/ cardinal ve-
che tutti i mali, che affliggono la socie- scovo e legato di pieno animo offrì il vec-
tà, derivano dalla snervata educazione, chio seminario alla magistratura (i! can.
e dalla leggera istituzione della gioven- Banco nella dedica al cardinale di sua
tù. Il perchè adoperano saviamente que' Storia di Vide tri, lo celebra ancora per
reggitori delle città, pongono ogni i quali avere tutti i cittadini beneficati colla isti-
loro studio in procurare una soda e sa- tuzione delle scuole per l'istruzione del-
na coltura morale, ci vile e letteraria. Con- la gioventù) per usode'pp. della compa-
vinta di questo vero la cessata commis- gnia di Gesù, onde ivi cominciassero sen-
sione municipale di questa città, aiutan- za frapporre indugio 1' insegnamento,
r
dola e animandola S. E. R. mg. Giusep- giusta le norme del loro istituto. Egli è
pe Berardi commissario straordinario perciò, che noi siamo in grado di avver-
pontificio in allora delle provincie di Ma- tireil pubblico, come nel prossimo no-
rittima e Campagna, e pro-legato della vembre dell'anno corrente pp. della i
scienze bevano il latte della morale e della gonfaloniere del la città, nel quale il som-
religione, ch'i l'unica cosa, che possa fa- mo Pontefice autorizzava l'erezione del
re felice l'uomo su questa terra". Indi nel nuovo collegio. Aver egli da lunga pezza
n.° 288 dello stesso Giornale si legge la desiderato quel dì,ed averlo sospirato con
relazione dell'apertura del collegio della agli occhi amare lagriroe;esserealla fine
compagnia di Gesù in Velletri, dettaglia- spuntato : contarlo dunque tra' più bei
ta e veramente magnifica. Si dice segna- giorni di lunga sua vita : non potere il
re un' epoca gloriosa negli annali urbani labbro esprimere la gioia che provava in
l' inaugurazione solenne delle scuole de' quell'istante il suo cuore per vedersi giun-
gesuiti, i quali hanno per istituto d'eru- to alla meta de' suoi voti : essere ormai
dire la giovine età da' primi rudimenti arrivato pressoché al termine de' giorni
delle lettere, sino ad aver compiuto gli suoi, e vicino di presentarsi al giudizio di-
studi della filosofia e della teologia. Si ri- vino: aver perciò ora un titolo di confor-
pete con maggior estensione il contenuto to per conciliarsi con la clemenza di Dio,
della riportata notificazione, e quindi si potendogli dire: questi fanciulli, che voi
descrive lutta quanta la ceremonia deco- mi deste, o Signore, ioli consegnai nelle
rosissima ch'ebbe luogo in detto giorno mani della vostra prediletta compagnia,
7 novembre nella cattedrale, alla presen- affinchè venissero avviali sin da'verdi lo-
za del cardinal decano del senato più ve- ro anni nel santo vostro timore: da tale
nerando della terra, dell'autorità gover- idea trarre il suo spirito calma econforto,
native e comunali, de' prelati, del capi- e il suo cuore presagire un vero miglio-
tolo, de' pp. del collegio, della nobiltà e ramento di questa sua diletta città ". A
delle dame, oltre il collegio de'parrochi, tali parole, che trassero le lagrime sul ci-
le autorità militari, gli scolari iscritti, la glio degli astanti, rispose profondamente
moltitudine. Dopo la messa celebrata da commosso il p. rettore, anche a nome de
mg. 'Vitali, formalmente il gonfaloniere suoi padri ivi presenti, dichiarando la con-
presentò al cardinale in vaso d' argento fusione per quanto erasi degnato dire, di
V E h V E L a | i
voler batter l'orme de'loro maggiori nel- cittadini; pontificò la messa mg. 'Vitali, e
I' ammaestramento ilella gioventù, cli'è pronunziò l'orazione funebre il gesuita p.
a
ili tutte l'età la più cara a Dio, per la Carlo M. Ciampi professore d'eloquenza.
quale avrebbero dedicatogli sforzi del lo- Per tuttociò, non solamente cessarono i
to spirito e l'affezioni del loro cuore,pre- dottrinari dal regolare il pubblico inse
gainlo Dio ad aiutarli nell' impresa che gnamento in Velletri, ma già era cessato
promettevano di compiere, per la quale quello de' fratelli delle scuole cristiane.
invocare il concorso di lutti e specialmen- Questi furono introdotti nella città nel
te de'genilori. Indi i
pp. gesuiti fecero la i836 per l' istruzione de'fanciulli e gio-
consueta professione di fede, seguì l'inau- vanetti nel leggere, scrivere, aritmetica
gurale orazione del facondo p. Salvatore e dottrina cristiana, in che sono abilissi-
Orzelli ; e cantatosi l'inno dello Spirilo mi. Il vescovo cardinal Pacca nel conce-
Santo, fu chiusa la nobilissima funzione derli alla città cede loro la suddetta ca-
colla trina benedizione compartita da sa, a proprie spese stabilita dal vescovo
mg.' Vitali. pubblico tripudio per sì
11 cardinal York per abitazione estiva a
fausto avvenimento lo manifestarono con comodo degli alunni e convittori del se-
eleganti composizioni stampate i profes- minario, per toglierli dall'aria bassa, che
sori del seminario Di Lazzaro e l'ab.
cai). si respira nella casa del vecchio seminai io
Fiorenza. Rapidi ne furono gli ubertosi contigua alla cattedrale e prossima alla
frulli, descritti dal n. i3ydel Giornale porta Napolilana, nella stagione calda, e
di /ìor/ia del i853, narrandoli pubblico vi dimoravano dal i.° luglio a tutto Tot
saggio di rettorica a'2 giugno decorosa- tobre. Rimane ed ora propria-
il locale,
mente datosi da' pp. gesuiti co' loro di- mente seminario, nella parie superiore
scepoli, nell'aula dell' antico seminario, della città in via Borghese. La cessione
ove aveano raccolto il fiore della città, fu falla alla connine per un diecioltennio
alla presenza del cardinal Macchi festeg- per rescritto di Gregorio XVI de'7 giu-
gialo da musicali concenti, da offerte di gno i83G, al quale die esecuzione il car-
poesie e di fiori." Lode sia perciò a que' dinaie, e il comune pel mantenimento di
piacque n'religiosi,e perciò si determina- struzione delle fanciulle dal vescovo car-
rono nell'agosto d'abbandonar la città dinal Ruffo. Tengono scuola pubblica li-
con dispiacere de'ciltadiui,e specialmente no da'3 maggio 744' con convitto d'e-
1
cine preti secolari a spese del comune, in- ro favore sulla prebenda parrocchiale di
segna ndo nel medesimo seminario vecebio s. Maria. Dall'antica loro abitazione pas-
u'fanciulli il leggere e lo scrivere, Pel ses- sarono ad abitare nel soppresso conven-
so femminile vi è un conservatorio di zi- to de'religiosi del teiz'ordine francesca-
telle, ebe luiitno ancora la pubblica scuola no uel j 8 8 ma venne tale abitazione
1 ;
colla piccola cbiesa della Madonna del- comprata dal comune, con isti omento
la Neve, diversa dalla sunnominata, ben- st ipolato a'26 agosto 1 85 1 alla presenza
r
sì com'essa filiale della parrocchiale di e coll'aulorità di nig. Bruti allora dele-
s. Michele. Questo pio luogo volgarmen- galo apostolico, premuroso ancb'egli per
te appellato delle Monachelle fu eretto lo stabilimento de' religiosi gesuiti da
per opera di Silvestro Cinelli arciprete preporsi all'istruzione cristiana, morale e
della cattedrale nel 1690. Ad esso fu u- scientifica della gioventù veliterna. Così
nito il collegio dell'orsoline, che vivevano tale abitazione fu destinata per forma re
sotto la regola di s. Basilio, fonduto in con altre la casa e le scuole pubbliche
V elicili nel 169.5 da Biagio Terzi vica- de' gesuiti, adiacenti alla chiesa di s. A-
rio generale. Aveano queste zitelle per pollonia. l'ero l'edilìzio riuscito non ab-
istituto l'educazione delle fanciulle, e l'u- bastanza vasto pel collegio de'gesuiti. que-
nione avvenne nel 1713. Nel conserva- sti restarono e tuttavia dimorano nel di-
torio non vi è clausura ; ha la pubblica scorso seminario vecchio col loro stabi-
scuola per l'istruzione delle fanciulle, per limento, ove temporaneamente erano
cui dall'erario comunale vengono al pio stati collocati con breve pontificio. S'i-
luogo somministrati annui scudi 00. Nel 1 gnora l'uso che si farà di detto nuovo e-
i834 venne a queste zitelle affidalo il difizio. Quando perciò neh 85 1 stesso le
nuovo orfanotrofio delle pupille istituito maestre pie partirono dalla loro casa di
da Giulio Coluzzi uobile velilerno, che s.Apollonia, passarono ad abitare nella
lo dichiarò erede de'suoi beni. Questo è via Corriera nel 1. "piano del palazzo Co-
aumentalo di rendite dalla largizione di lonnesi, a spese del comune che ne paga
altri caritatevoli cittadini, e da' beni del- la pigione, e quivi tuttora dimorano. Al-
la suddetta soppressa confraternita della tro orfanotrofio è quello di recente isti*
Misericordia o s. Gio. Decollato, che al- lozione. Il servo di Dio d. Vincenzo Pai-
)
'orfanotrofio umGregorioX VI nel 835. 1 lolla, più volte recatosi in Velletri, ester-
Fare che a questo alludano le parole che nò al conte Giuseppe Latini Macioti il
si leggono nel n.°45 del Diario di Roma desiderio,cheda lungo tempo nel suo cuo-
del 1837, dicendosi avere il cardinal Pac- re nutriva, d'aprire nella medesima città
vole desiderio, con generosamente esi- tà, fecero il loro ingresso nel nuovo s. ri-
birsipronto ad acquistare il locale op- tiro e pia casa di Carità, aperto loro dal-
portuno e donarlo a tale uso. Difatti com- la pietà d'insigni benefattori, fra'quali il
prò una casa con iscoperto in via Fiore conte Giuseppe Latini Macioti, il quale
neh85o per scudi 5ooo, ed altra conti- preparò pure convenientemente il vasto
gua per scudi 8 , oltre una 3/ presa in
1 i locale da lui comprato e ne sollecitò con
enfiteusi perpetuo per l'annuo canone di zelo l'apertura a vantaggio delle zitelle
scudi 3o. Formato quindi il piano di ri- povere e abbandonate che vi si devono
duzione dall'egregio architetto cav. Gae- educare e istruire nella pietà e ne' ma-
tano Monchini, si vide compita la fab- nuali lavori, non meno delle giovanette
brica bella e grandiosa in meno di i
7 me- esterne che vi avrebbero scuola. Nella
si. Per rendere l'opera più duratura si cappella del Ritiro le sorelle furono be-
:
'
to alla comunità di Velletri scudi 16,000 Veni creator Spiritus,e il dottissimo e
al 5 per 100. Il figlio di detto conte, Lui- celebre R. p. Giovanni Perrone gesuita
gi Latini Macioti, e la di lui consorte Ca- vi fece un eloquente ed analogo ragio-
milla figlia del lodalo Salvati ne otten- namento. In fine datasi la benedizione
nero da questo la donazione in vantaggio col Santissimo, il cardinale in una sa-
del nuovo pio istituto nello stesso i85o la contigua alla cappella, dove si conse-
a' 3 giugno. Nel medesimo giorno Mi- gnarono le chiavi alle suore, dopo uu te-
con questo nuovo stabilimento benefico, solevano recitare commedie, coA da've-
soggetto alla giurisdizione vescovile, ac- literni, come da'forastieri che vi concor-
quistò ornamento e decoro, non che som- revano. Esiste un teatro particolare del
; mi vantaggi per la cristiana educazione veliterno capitano Giuseppe Graziosi, il
'
del sesso femminile, e conserverà ricono- quale serve per le rappresentazioni tea-
scenza al servo di Dio che lo promosse. trali,specialmente della società accade-
1
Leggo nel n.241 del Giornale di Roma mica Filodrammatica fondata di recen-
del 1832, che a' 18 ottobre in Velletri le te, con approvazione della s. congrega-
sorelle della congregazione dell'Aposto- zione degli studi ; uop meno che per le
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rappresentazioni in prosa. Ora a spese del terna , nella quale olire la poesia libe-
proprietario, questo teatro è stato rinno- ramente può trattarsi in prosa qualun-
vato e abbellito, ed imminente n' è il que argomento scientifico, o letterario,
compimento, e riuscirà corrispondente o di belle arti, come apprendo da' suoi
alla dignità della città. Sulla piazza di importanti /Itti, perchè l'unire il dolce
s. Giacomo un tempo sorgeva il teatro all' utile fu sempre savio consiglio. A'e
della Passione, così detto per sagre rap- furono fondatori della patria accademia
presentazioni di quanto dirò poi parlan- i concittadini e amici Clemente Ermi-
do della confraternita del Gonfalone, di nio Borgia e Domenico Antonio Cardi-
eccellenledisegno e ornato di marmi. L'e- nali, non altro anelando che il vantag-
difizio malconcio dall'ingiuria de' tempi, giare le buone lettere, il progresso delle
fu abbandonato e nel 1763 demolito per scienze, l'illustrazione della patria istoria
fabbricarvi in quel sito nuove abitazioni. e precipuamente quella civile e religio-
.Scrisse su questo monumento il cardinal sa de' volsci, siccome personaggi ambe-
Borgia, conservandone la memoria con due di somma riputazione e dottrina. La
incisione in rame. Ne'trascorsi secoli, al- posero sotto l'autorevole protezione del
lorchè pregiavasi ogni città d'avere una magistrato veliterno, il quale generosa-
o più accademie di poesia, nelle quali sti- mente assegnò a' soci decoroso locale nel
mavasi cosa onorifica esservi asci itti, non proprio palazzo per tenervi le pubbliche
mancò questo letterario esercizio in Vel- e consuete adunanze, e annua pensione
letri, die in epoche diverse ne contò mol- onde sopperire alle inevitabili spese. L'e-
te. Il nome di queste accademie era stra- lenco de' soci fu formalo del fiore de' let-
vagante e capriccioso, come altrove, per- terati della città, e ne fu scelto a capo col
r
ciò uniformandosi al costume de' secoli. titolo di dittatore mg. Gio. Carlo Anto-
Quindi furono appellate degli Affaticali, tortelli vescovo di Dioclia e sulfiaganeo
degli Erranti, degli Estinti, alt Gonfia- di Velletri, e per segretario venne eletto
1
accademie pubblichete n'erano anco nel- cademiche,il quale nel 1 761 le scrisse con
le case privale; così altri poeti aduna vansi aurea ad imitazione degli arcadi
latinità,
ci di sua accademia poi lavano nome de- il turrita sedente, col mollo : Restìluet O-
gì' Incogniti. Tali letterarie adunanze, in mnia,{\x l'impresa adottata e dipinta nel-
cui quasi sempre per unico fine col ti va vasi la sala accademica; la quale venne an-
la poesia, poche e raramente erano quelle che incisa nel sigillo del segretario, per
Ma tutte furono di breve durata e anelaro- go del quale si posero le parole: Socie-
no poco a poco a mancare. JN'e lasciaro- tas Litcraria Volscorum Velilris In-
no memoria sunnominati
i scrittori ve- stillila Anno mdcclv. Fu stabilito adu-
literni conte Bassi, p. Theuli e mg.' A- narsi 6 volte l'auno,e talvolta ambe stra-
metà dello scorso secolo, con istituire la spondenli d'altri luoghi dello stalo e d I
celebre Società letteraria Folsca l eli- talia, auche d'ollremonli. Ben presto fior
/
V E L V EL 245
lanuova accademia, visi recitarono dotte V accademia Volsea di Velletri a S.M.
dissertazioni, vi si udirono eleganti poe- il re Federico VI di Danimarca re-
nerale de' cardinali Rullo e Cavalchiti, tettore, con diploma elegantemente mi-
vescovi e governatori di Velletri, la so- niato e nitidamente stampato in candi-
cietà volsca che si gloriava annoverarlo dissima pergamena, col sigilloaccademi-
nell'albo de' soci, non solo fece scolpire co rinchiuso in iscatola d'argento dora-
in marino un' iscrizione e collocare nel to, ed appeso con due ricchissimi fiocchi
palazzo pubblico, ma esternò eziandio ii d'oro; diploma di cui riporta il testo,
tre in tal guisa cresceva la fama degli ac- d'inviare all'accademia alcune prose per
cademici volsci, venne innalzato ulla por- leggersi nelle pubbliche adunanze, altri
pora altro loro illustre collegati velilerno dedicando alla medesima alcuna di loro
Stefano Borgia, benemerito della società opere. Frattanto tutta Italia invasa da
letteraria per aver contribuito col suo ze- truppe straniere avea quasi perduta la
grata, l'acclamò suo 1. "protettore, e ne' le poter attendere a' buoni studi e alle
paliii festeggiamenti n' esternò la gioia lettere amene. Poco dipoi là penisola in-
con prose e versi. Con tal mecenate, pro- tera ebbe a soffrire que' politici sconvol-
grediente fu la gloria de' suoi fasti: per gimenti che tennero oltre un lustro in-
generosità de' soci fu arricchita la scelta certi sul trono sovrani tutti d'Europa;
i
unisco a que' più colli cittadini nel fare beneficenza; questa però esclusivamente
ardenti voli pel risorgimento della bene- si esercita da que' di cui vado a parlare.
merita Società Volsca Kelitema, e ri- E principiando da' monti fruineutari e
viva sotto favorevoli e
i felici auspici del-
i di pietà, leggo nella dedica del t. 2 de'
l'eminente pastore e preside, e questo sia suddetti Atti, che tra molle e savie
le
novello amplissimo mecenate di essa, ora istituzioni procurate da' pubblici magi-
che la città vanta maggiori presidii pel- strati, merita il primo luogo l'istituzioi
le lettere e per le scienze pel celebralo dell'annona, come quella che abbracci
liceo. Rilevo dal u.97 del Diario di Ro- va ogui ordine di persone, di ricchi e
mente a' giorni nostri più non è rimasto patrimonio Monte di Pietà, per aumen-
il
d'uno stabilimento cosi utile, che il bello to del deposito in beneficio de' bisogno-
e vasto locale, divenuto peraltro inope- si,onde prese il nome di Monte Ginna-
roso per la mancanza de' mezzi, e per le sio Gregna. Vi sono per la languente
deplorabili vicende de' tempi. Dice in pro- umanità due comodi e ben regolati ospe-
posito il Da uco, esisteva l'abbondanza pri- dali, unopegli uomini, l'altro per le don-
lì l' Università Artistiche (nel quale ar- chiesa di s. Gio. Battista appartenente al-
traffico usuraio, che si esercitava dagli che poi ripararono. Entrati nella città i
poi col cambiamento de' tempi e delle cir- la confraternita donò loro l' ospedale col
costanze essendo venuto meno, e crescen- sitoche locircouda,e più annui scudi 100.
do vieppiù, il morbo corrosivo dell'usu- Della chiesa però concesse ad essi il solo
re, dal pubblico già si correva al riparo, uso neh 588, per cui i conflati del Gonfa-
quando la pietà della gentildonna Cate- lone tornarono in questa chiesa uel 1815,
rina Ginnasi (nipote del cardinal vesco- per essersi del tutto rovinata quella di s.
no sauto, eclatante e commovente pel suo legge, diamarlo e servirlo insieme all'a-
religioso complesso. Di un'apposita ma- morosissima Vergine compagna e parteci-
gnifica fabbrica cbiamata Teatro della pe de' suoi dolori. Progrediva il divoto
Passione, e di sopra indicato, costruita corteggio sino alla piazza del Comune,
sugli avanzi dell'anfiteatro de' pubblici ove fatta sosta, un sacerdote della con-
spettacoli ne' tempi idolatri, la confra- gregazione e pia società della Regina de-
ternita si serviva per espone detti sa-
i gli Apostoli, asceso il pergamo, l'affollato
grosauli Misteri, prima e dopo la pro- popolo commoveva a dolore, lo conduce-
cessione, ed eziandio per farvi dell'allu- va a detestare il peccalo, e lo rinfiamma*
sive rappresentazioni.Sebbene nel i85o va di divozione verso la Passione ilei Si-
non fu celebrato l'anno santo, confrati i gnor Nostro Gesù Cristo, e verso la Ver-
dopo 5 lustri del precedente vollero rin- gine Addolorata. Dalla ricordala piazza
novare la processione e le altre funzioni moveva di nuovo la processione, e giun-
allora fatte, la cui descrizione ricavo dal- geva all'altra che si estende incontro la
ne. 6.° La Bara col Cristo morto, or- za troncarlo per affrettare il ritorno al-
nata di magnifica coltre e baldaccbino. la chiesa, che senza alcun sinistro ebbe
7. La Vergine Addolorata. La numero- effetto circa le ore io pomeridiane. Sino
ridiane dalla cbiesa. Aprivano la marcia ne co'gruppi restarono esposte alla pub-
trombetti a cavallo vestiti all'antica mi- blica venerazione nella medesima chiesa
litare foggia, seguiti da un drappello di di s. Gio. Battista, e così le popolazioni
militi. Molte coppie e gruppi di fratelli, delle vicine città e paesi, per le quali era
e le famiglie religiose de' minori osser- corsa la voce delle ss. Rappresentazioni,
vanti e cappuccini, lutti con cerei accesi, si ebbero agio di concorrere in numero qua-
alternavano fra una macchina e l'altra; si incredibile a visitarle, e per lucrare la
fratelli cantori, cori e concerti musicali plenaria indulgenza concessa da Papa Pio
innanzi ciascuna delle medesime cantan- IX tanto nel dì della processione quan-
do inni e strofe proprie di cpiel giorno to nella domenica in Albis, giorno in cui
di mestizia rendevano pili commovente con nuova religiosa pompa e con ben in-
1 appaiato. Buona parte del battaglione dicalo discorso, recitato nella spaziosa
cacciatori pontificii ili stazione in Velie- piazza della chieda al popolo all'oliato da
tri faceva ala, eseguiva la processione sagro ministro del santuario, colia bene-
Sagro oratore nella piazza deila chiesa dizione del ss. Sagraujculu si die fine alla
V E L V E L 349
pia funzione. La confraternita colle sue 5 aprilei 818 per l'inferme, prossimo u
.-ciioe rendite non avrebbe potuto soste- quello degli uomini, e cuoi 'esso sotto la
lettore del sodalizio cardinal liofoudi, il infermiere, con molta carila e pulizia. ila
principe Ginnetti Lancellotli, ed altre co- una particolare amministrazione, ed è
•piene persone sì ecclesiastiche che lai- regolato da deputati eletti dal vescovo,
the non avessero concorso con generose Le rendite sono sufficienti, e provengo-
largizioni. L'ospedale dunque de'benfra- no parte da donazioni caritatevoli, e par-
lei li fupromosso nella nuova fabbrica at- te dalle rendite del soppresso convento
tnale nel 6o5, concorrendovi alla spesa,
1 de'frali del terz'ordine, e del monastero
ode il comunale erario, la pietà ancora de' monaci basiliani, per concessione di
de'pi ivati. Dal comune erano stati già as- Pio VII 8 5. Nel 1809 fu eretta in
elei i 1
iana Buda re •' loro lavori. L' erario co- tento magistrato veliterno prese le più e-
iniiuale somministra scudi o mensili per 1 nergiche e provvide precauzioni per te-
siipplne alle spese di questo caritatevole ner lontano il terribile morbo, e salvare
istituto. L'ospedale per le donne, deuo- la trepidante popolazione, che descrive il
minato s. Maria della Salulc, fu cretto u' cau. Bauco, insieme ali' mvocato aiuto
2 To V E L VEL
divino, interponendo P autorevole me- se cos'i le piace, far dono al ino pregevole
diazione della sua benefica pi oteltriceMn- Album. Le sia gradita l'offerta perchè (se
ria ss. tifile Grazie esposta per più mesi P amicizia non m'inganna) sillalti versi
alla comune divozione. Tenendo per fer- potranno fare leggiadra mostra di se fra
mo i religiosi velilerni d'essere stati pre- gli altri oiiil' Ella spesso adorna qne>to
colata Concezione. Fra le cure operate in parenti e concittadini, pe' quali con esso
tal frangente, inerendo in parte all' in- il lodalo veliterno volle infiammare i vi-
niico Basilio Magni vehierno celebrò le in que' tempi dovea essere tutto ripieno
sue Odi pubblicate nel 1 856 in Firenze, di case e abitato. Confermano la congettu-
per avere accoppiato a' pregi poetici del ra gli armamenti che la città faceva, met-
Parini, quello morale e tanto necessario tendo da se sola in piedi truppe propor-
a'nostri tempi, di riprendere a viso aper- zionate a' nemici che combatteva , oude
to i vizi della maggior parte degli uomi- dentro le sue mura
popolo doveva es-
il
ni. Con tali sensi eziandio si parla di sue servi assai numeroso. Le continue e lun-
produzioni nell'Eptacordo di Roma, Del- ghe guerre adunque, e le frequenti pesti-
l' Enciclopedia contemporanea Fano, di lenze a cui soggiacque , debbono essere
e nella Cronaca di Milano; poiché onora slata la cagione della notabile diminu-
il gran nome del celeberrimo poeta Vin- zione de'suoi abitanti. Ora poi, a propor-
cenzo Monti qual suo pronipote e ascen- zione del fabbricalo, la popolazione é nu-
dente), si legge nell'Album di Roma del merosa, nella quantità riferita di sopra,
novembre 855, t. 22, p. 3o
1 1 , questa let- anzi osservo rimarcabile aumento annuo.
tera diretta al direttore del medesimo Nelle stagioni d'aulunuoe d'inverno si ac-
Ciiv. De Angeli». « Sono stato a questi cresce d'un 3.° il numero degli abitanti,
giorni per diporto iti Vclletri, e visitan- pe'molli forastieri che vi si recano alla
done lo squallido cimitero con l'ottimo coltivazione delle vigne e de' campi. Ra-
mio amico Basilio Magni (egregio e Io- gionando il can. Dauco dell'indole, costu-
dato poeta veliterno, di cui nel periodi- mi, carattere de' veliterni , li dice gene-
co in discorso ci diede bellissimi compo- ralmente d'elevala statura, coloriti e ili
V E L VEL *5i
perciò pronti alle mani. L'amor patrio è /< ycap. S,Farniglie congi tinte ;cnp.Cf,F<i'
fri grande, che dillìcilmente si adattano a tniglie estinte; cap. 1 o, Persone illustri in
comune a quello di tutta l'Italia. Le don- vado giovando, e perciò con lui secondo
ne sonod'una statura proporzionata, d'a- le epoche in cui fiorirono ne firn onore-
spetto avvenente, di colore bello e viva- vole menzione, egli stesso essendo un il-
ce: usano un vestiario proprio detto alla lustre e benemerentissimo velitèrno. Di
vcliterna, non comune agli altri paesi. Le questo degnissimo canonico della catte-
possidenti vestono con gran lusso, e con drale basilica e già maestro nel patrio se-
molla ricchezza e leggiadria. Le dante e minario, mi scrisse nel i854 l'illustre co-
molte altre donne d' ogni condizione si rano e accademico volsco Vincenzo Tom-
adattano al vestiario romano. Tutta la maso Marchetti.» Nacque nel 7 7 7 e mo- 1
nobili, de'ci vili, degli artisti e della plebe. 1 854, quasi ottuagenario, sostenendo l'o-
coltivazione de'campi e delle vigne. Di- e come tale, in veste talare ecclesiastica,
mostra l'esperienza de'secoli, che veli- i col magistrato umiliò i patrii omaggi in
terni sempre mostrarono feroiez/a e co- Porto d' Anzio al regnante Papa Pio IX
stanza, perseveranza ne'propri sentimenti; nel maggio 853, il quale benignamente
1
ciò forma il loro carattere. Dal ^3o cir- si degnò graziosamente chiamarlo il no-
ca, in cui si sottomisero al principato tem- vello Tito Livio di Velletri, eccitandolo
porale de I Papa, sempre gli mantennero a qualche altra storica produzione. Ed
intera ubbidienza e costante fedeltà, non egli quasi presago della prossima sua di-
ostante le critiche circostanze e le perse- partita , rispose con rispetto: Che la sua
cuzioni. Laonde i Papi li ricolmarono di senile età non più ciò gli permetteva. Può
singolari piivilegi,d' esenzioni e di doni, pure dirlo francamente, perchè ciò in Vel-
pieci[uiamente Gregorio VII, Urbano
s. letri e in tutta la diocesi si rese pubbli-
II, Pasquale li, Gregorio IX, Martino IV, camente notorio. Era egli sacerdote di
Bonifacio Vili, Giovanni XXII, Urbano somma pietà, e di amor patrio caldissi-
V, Urbano VI, Bonifacio IX, Martino V, mo, a>ci il to all'accademie Folsca di Vel-
Eugenio IV, Nicolò V, Calisto HI, Pao- letri, degl' Intrepidi di Cori, dell' Imma-
lo II, Sisto IV, Alessandro VI, Leone X, colata Concezione di Ptoma, e ad altre; de-
Paolo IH, Pio IV, Urbano Vili e Gre- gno d" ogni elogio per le sue opere, nelle
gorio XVI. Così il sagro collegio de'car- quali risplende d di lui carattere ingenuo
dinali in diverse epoche. Nel 849 non i e leale, e finalmente era stretto in paren-
mancarono traviati, ma furono pochissi- tela col veti. p. Filippo Visi minore os-
mi in proporzione della massa de' citta- servante, la cui madre era della famiglia
dini fetidi alla s. Sede. Non pochi veli- Baino veliterna ". Avverte l'encomiato
terni coli' armi e collo studio si resero il- storico, che due mentovati Theuli e Bor-
i
lustri nelle dignità civili ed ecclesiastiche gia pretesero annoverare tra'loi o concit-
(alcuno anche nelle arti), le cui gesta ce- tadini illustri tulli i Papi della famiglia
lcbiarouo i patrii storici, come Theuli.nel Conti de'Conti di Segni, d'Anagni e del
lib, 2, eap. 7, Famiglie nobili agg/rga- Tusculo, credendoli disceudenti della fu-
2^2 VEL VEL
miglia Ottavia veliterna, ma presero al)- proprio sesso, sedavano le dissensioni nel-
baglio. Le scienze furono coltivale e tut- le famiglie, lodevole e proficuo costume
torà si coltivano da' veti terni; in ogni se- trasandalo non sono molli anni. Corniti*
colo qualche soggetto col suo sapere die ciato neli ^>49> il' vescovo e governatole
lustro alla patria e rinomanza a se stesso, cardinal De Cupis, per meglio stabilirlo
Ora non mancano buoni ingegni e perso- nel i55o istituì il magistrato òe'Conser*
ve sapienti, vescovi e altri prelati. Velletri valori della pare, i cui capitoli nel i56o
iin dalla sua più remota antichità setn- confermò il cardinal Serbelloni. Esiste-
pre rimeritò cittadini magnanimi, sa-
i vano in Velletri le università artistiche,
pienti e valorosi col distintivo d'un par- formanti diverse classi, ciascuna a vendè
ticolare ceto, che dal comune del popò- i propri ufficiali di camerlengo e duecoo-
lo li separasse, aggregandoli a quello no- soli, a'quali spettava decidere le vertenze
bile; il che domandarono molle famiglie nate Ira gli artisti. La i
." era la nobile u-
illushi forastiere, per essere ascritte alla Riversila degli Agricoltori, quindi degli
nobiltà veliterna, come apparisce dall'ai- Ortolani, de'Falegnami,de'Muratori, ile'
bo delle nobili famiglie. Ma avverte an- Ferrai, de'Calzolui, de* Sarti e de' IVlulut-
che il Rauco, che non può chiamarsi ve- lieri. Tutte queste università aveano sta-
ra nobiltà generosa , se non è accompa- luti particolari e leggi per regolare i loro
guata dalla scienza e da azioni virtuose; mestieri; aveano chiesa o cappella perle
la ricchezza soltanto la rende più lumi- loro particolari divozioni, ove venerava-
nosa Per lungo tempo si mantenne in
! no un loro santo protettore, di cui cele-
Yelletn l'antico costume, che ne'pubbli- bravano la festiva annua ricorrenza. Tut-
ci contralti, oltre il giuramento, che suo- te queste università nella pubblica solen-
conlrada o del rione per fare la spesa, le riferite quelle degli Speziali per 3.' con
alla quale tutti contribuivano, e perap- s.Lorenzo martire per protettore, de'Piz-
parecchiareil banchetto con ordine e pu- zicaroli, de'Macellari.de'Fornari, de'Mo-
Jizia : qnesli veniva appellato capo-con- linari, degli Osti. Quanto alla processio-
Irada. Così teuevansi uniti gli animi de' ne, che dice del ss. Salvatore, questa a-
cilladini, e si spegnevano i concepiti odii, vea luogo anche nella vigilia dell'Assunta
produttivi di fatali conseguenze. Cono- (come Roma), eciascuna università do-
in
scendosi troppo necessario il manleni- vea portare due torcie accese nell'andare
mento della pubblica concordia , deter- e nelritorno,le quali restavano per servi-
mmo il pubblico consiglio d'eleggere an- zio della chiesa. Fino ali 83 i fu in vigo-
umilmente Uué nobili e due dame per re un uso assai utile alla tranquillità deli!
ciascuna parrocchia per 1' ufficio di pa- città e delle famiglie. Tranne le feste di
cieri, e tali sipubblicavano nella 4- do- IS. itale, di s. Antonio abbate e di s. Ln-
weaica di quaresima; quindi ognuno col eia, a due ore di notte per lo spazio d'un
6
V E L V E L *53
ijimito d'ora con tocchi suonava cam-la il grano, ed una caldaia molisce le olivi*.
pana del pubblico palazzo, segno denomi- Nel medesimo opificio oraè staloaggiuu-
nato sgherrana. Ciò avvisava le bettole, lo il molino a vapore per macinare l'oli-
i calle e tutti i ridotti di doversi chiude- ve ed eslrarvi l'olio; ed altra macchina per
re; e compito il suono ogni cittadino do- la fabbrica delle paste commestibili. 1 ne-
\ea girare per la città con lume. Sortiva- gozianti di fino, di grano, d'olio, di legna-
no poi, primi i birri e indi i carabinieri me, di bestiame, di ferro vi sono in abbon-
pel mantenimento della quiete, e tal voi. danza. Dall'esteso e fertile territorio, nelle
ta arrestavano i malandrini, che as»ai te* buone stagioni non ricavasi meno di ,
mevano quel suono. Tali disposizioni og- 14)000 bolli di vino all'anno di barili 1
gidì non hanno più luogo, essendo la ci t- ciascuna; il che forma il ramo precipuo e
là bene illuminata con appositi lampioni. ricco del commercio veliterno. L'esporta-
Nel governo del cardinal Della Somaglia zione si fa specialmente con Roma; ogni
;
fu tolto alla nobiltà, che uno di essa fos- giorno sene estrae quantità considerabi-
se scelto da'pi'iori a capitano onde pi esie- le , che sorpassa in tutto l'anno 8,000
j
dorè e regolare la fiera di s. Clemente (da' botti d'ogni specie. 11 vino è d'ottima
23 novembre a tutto li 2 dicembre, ed é qualità, salubre e difficile a guastarsi. Pli-
riportata nelle Notizie di li orna tra le nio registrò fra'vini migliori vicini a Ro-
principali dello stalo): avea l'autorità as- ma, dopo il Falerno, que'di Velletri e di
soluta di decidere e giudicaretultelecon- Piperno, come rileva Theuli; e Sezze fu
troversie, assistito da un corpo di truppa rinomata pe'suoi vini, come si legge nel-
r
urbana, che di giorno e di notte curava la la Dissert. del vino, del d. Ercole Me-
tranquillità della città. Il Theuli parla pu- taxà presso il t. 3 degli Atti della Socie-
re della fiera de' 1 5 agosto e seguenti 8 tà Volsca. Dell'acquavite e dell'acetose
giorni, la quale fu soppressa; come ante- ne fa buon commercio. Da alcuni anni si
riormente lo era stala quella di 10 giorni adottò il taglio annuale della selva comu-
per la festa di s. Eletiteiio. Ora oltre la nale con regolare sistema, e si è aperto un
detta fiera franca di s. Clemente, altra si- ramo di nuovo commercio di legni da
mile parimente di 10 giorni comincia il costruzione e di carbone; oltre quello che
i.° lunedì di maggio. Ogni sabato vi è il esisteva delleselveceduede'cittadiui. Seb-
mercato fianco a cui concorrono moltis-
, bene raccolgasi da questo suolo quanti-
simi foiustieri. L'industria della massa del tà di grano, di biade, d' olio e di gran»
popolo veliteruo è la coltivazione delle vi- turco, pure non è sufficiente; onde buo-
gne e de' campi, il che forma tutta la ic- 1 na parte di tali generi, come ancora di
chezza della città. La vicinanza di Roma carni porcine, polli,uova (però a'tempi di
fa si, che non vi sia molta industria di ma- Virgilio erano abbondanti e perfette, per
nifatture, e poco vi si esercitino le arti li- le quali disse Oviferasquc P'elitras), ca-
berali. INon mancano però degli archilei li, stagne, legumi, provengono in Velletri
de'pittori (Lello da Velletri fu antichissi- dalle città e terre di Marittima e Cam-
mo e rinomato pittore), e de' filarmonici. pagna. Numerosi sono gli spacci delle vet-
Numerosi ponno coniarsi gli ai listi in ogni tovaglie d'ogni sorte , e la vicinanza del
genere di mestiere, fabbriche di cappèlli, mare sempre ab-
e di vari laghi fornisce
due stamperie, legatori di libri, orolo gin- bondante e fresco pesce. Conclude il Bau-
ri, argentieri, ricca ed eccellente fabbrica co: Sembrami non esagerare asserendo,
di cera, fabbriche di sapone, 5 speziarle, che nelle due provincie di Marittima e
droghieri, mercanti di panui e altre mer- Campagna non vi è città o terra più po-
ci, f) molini da olio. Mirabile opificio a va- polalapiù comoda più abbondante e
, ,
pore muove 3 grosse pietre per macinare pi ù commerciante di \ elicli i. In falli chi
-
a54 V E L V EL
mira numerosi giornalie-
nella barriera i ta la ricordata grande selva di Lariano,
ri corri, che nella città provengono dal- con alcune fabbriche in città. I cittadini
la via di Moina per estrarre vino, acqua- sulla selva hanno il diritto di tagliar al
vite e aceto; o vede dall'altra via di La- beri da costruzione, e caricare altri legni
riano tutte le derrateche vi entrano dalla giacentizida adoprarsi o nel fabbricar
parte della provincia diCampagna, resta nuove o nel riattarle; come
abitazioni
ammirato, o confessar deve, che un porto anche di tagliar legna da fuoco. Le ren-
di mare non presenterebbe somigliante dile del comune al presente ascendono a
giornaliero movimento e commercio. 'Or- circa annui 3o,ooo scudi: provengono
mai Velletri è vicina ad essere arricchita parte dall'affitto della caduta delle casta-
dtUaStradaferrataPio- Latina da Roma gne, del carbone e del taglio regolare del-
al confine Napoletano, con sua stazione, la selva di Lariano, e parte dalle pigioni
perciò quasi quasi non le rimane altro da dell'abitazioni urbane, dall'erbatico e da'
desiderare, il Telegrafo (meraviglioso tro- dazi. Tutte queste renditeconsumano si
vato che, pel fremilo arcano d'un filo me- pel mantenimento comodo
del lustro e
tallico, trasmette le novelle colla celerilà del magistrato, pe'salari della sua nume'
della folgore, quasi furandone a lei me- rosa servitù, per le pubbliche scuole, com-
desima una scintilla; come di recente lo presa la filarmonica , 4 medici e 1 chi-
qualificò da par sua la Civiltà Cattoli- rurghi primari, mantenimento degli ac-
ca ) avendolo nella vicina Terracina. quedotti, fontane, strade, mura e abbel-
Quando si trattò della linea di ferrovia limento della città , feste , spettacoli ec.
J
l alestrina,il consiglio comunale de'24 di- po che la città era capo de'Volsci ma poi ;
colla i." stazione distinta, e si erigerà pres- linciato l'uso degli stemmi, Velletri eb-
so porta Napoletana. De' diversi governi be il suo particolare, diverso dal presen-
cui soggiacque Velletri vado a parlarne te, senz'essere sovrastato da corone, non
nel corso dell'articolo. Da quello de'Pa- aquila bicipite, non allori; ma cipressi, e
stensione di territorio coll'aggiunta de'ca- sto che un castello. Il motto che la cir-
nicomunali dellostalo, Velletri dalla sua ma stata della famiglia Giulia, e poi per
possidenza di delle due tenute e da altre eredità di Giulio Cesare passò ad Otta-
minori possessioni incassava circa 18,000 viano. Alla Rocca aggiunsero i cittadini
scudi annui; per cui assai tenui erano i 3 Lauri, di cui Augusto usò ne'suoi trion-
dazi comunali , e la popolazione viveva fi, incoronandosene ilcapo.Veggonsi
que-
nella massima tranquillila e abbondanza. sti 3 Lauri legati insieoie, dinotando le 3
Di queste sue possidenze ora gli è resta imperiali famiglie de'Cesari, la Giulia, la
VEL V EL i ) _>
Inolile intorno allo scudo leggesi quesl'o- quelle d'altri libri. Sono in 8 classi divi-
*»oi iiìca epigrafe: Est miliiLiberta* Va- se e ben distribuite, in iscrizioni sagre,
alcune volte il dominio, regnando vclsci, i raccolta Borgiana,e parte prese da altri
e anche posteriormente, di tene e di ca- scrittori di cose veliterne, o esistenti pres-
stella, del mero e misto impero c/wi po~ so l'autore. Di queste illustrazioni ragio-
testate gladii,[>er privilegi pontificii. Seb- nasi ne\V Effemeridi letterarie di Roma
bene Vellelri vanti un'antichità imme- del i823, t.i3, p. 260. Della famosa la-
morabile, pure non vi si scorge alcun e- mina di bronzo scritta in lingua volsci,
dilizio che ne mostri la veluslà il tem- ; poi ne parlerò.L'antiche monete ei piom-
po divoratore lutto ha annientato e di- bi anfìteatrali fanno ben conoscere, che
sperso. Da una celebre iscrizione lapida- in Vellelri fin da'remoti tempi esercita-
ria, ch'è il più bel monumento antico di vausi le arti, indizio certo della civilizza-
cui possa gloriarsi Vellelri, conosceche si zione in cui già il suo popolo era perve-
qui esisteva un anfiteatro, restaurato da nuto. Nelle addizioni della storia univer-
Lolcirio capo e rettore della curia, re- sale degli accademici inglesi, nella narra-
gnando Valentiniano I e Valente nel IV zione de' sabini, si monete
legge chi* le
secolo di nostra era. Fu trovata nello sca- nelle quali si osserva impresso Giano con
vare fondamenta per la costruzione del
le doppia testa, e al rovescio un pesce somi-
palazzo comunale e in esso collocata: ri- gliante al delfino, colla clava, e sotto l'i-
coi da come
da quel personaggio re-
fu scrizione in lingua etnisca, legger si deve
staurato per essere cadente attesa la sua Felatri e P'elatri secondo il Goti e il
,
Jìauco, che l'anfiteatro veliterno avesse numento, acquistato allora dal duca Bra-
l'origine nel secolo degli Antonini, ossia schi, ora esiste nel museo imperiale di Pa-
del II di detta era, seguendo l'autorità rigi, e fu illustralo da archeologi e da ar-
delle Lettere intorno una lapide Anfi- tisti co' loro scritti. Lo descrisse ancora
teatrale f'eliterna, lette nella tornata Clemente Cardinali ne' Monumenti figu-
della Società I olscadal cav. Luigi Car- rali L'clitcrni descritti, co'rami di que'
dinali. Si leggono negli Alti ó\ detta ac- monumenti chesi pubblicarono lai." vol-
cademia, 1.1, p.i 55 e seg. Spesso sotiosi ta, presso gli Atti della Società Volsca,
scoperte nel territorio veliterno dell'anti- t. 3, p. log. Egli divise la descrizione in
chità che furono altrove trasportale. Cle- due parli, collocò nella 1/ i monumenti
mente Cardinali pubblicò in Ilonia nel che per diversa combinazione partirono
i823: Iscrizioni antiche Velìiernc illu- da Vellelri; nella 2.* gli altri che tuttora
strate.Queste iscrizioni parte furono tro- vi esistono: ogni parte poi divise in alcu-
vate nel territorio di Velletri, e parte al- ni paragrafi, separando le statue da'bu-
trove, ma che hanno rapporto colla cit- sti }
e questi da' bassorilievi ec. Vanno
tà. Tulle erano edile o dal medesimo il- particolarmente nomina te le statue di Eu-
a 10 VEL VEL
tei pe die orni il museo Valicano e co* to dal celebre piombo veliterno esistente
m I' Li, mia, la Polimnia ora esistente pu- in Parigi, e spiegatoda E. Q. Visconti,
re in liomii presso il principe Lancellot- nel quale probabilmente deve l'avvisarsi
ti, l'Ermafrodito rinvenuto nel i
794 ne '" una tessera d'ingresso degli stessi giuo-
la contrada del Peschine ora nel ninfeo chi. Nel diritto si vede una testa barba-
di Parigi, Leda col Cigno scavata nel t(>?. 3 ta ,
personificazione del municipio veli-
nella piatta di Mario, passò in potere de* terno, colla epigrafe: Municipi l'clitcr
Giustiniani. Il busto d'Annibale trovato Fel. IN'el rovescio è la testa giovanile, per-
nella contrada s.Cesareo nel 780, insie- 1 sonificazione de'giuochi giovenali, colle
me a ima testa d'Augusto con corona ci- parole: Ivvena Velilcr Fel. L'ara che ri-
vica, facevano parte del museo Dorgiauo, corda questi giuochi appartiene all'epoca
ed ora esistono nel museo Borbonico iti degli Antonini, ed è dedicata alle Fortu-
Napoli. Il bu*to d'Augusto rinvenuto nel- ne Anziali;fu pubblicata molte volte col-
la contrada di IVlontesecco, è nel museo la sua iscrizione, anche da Clemente Car-
Vaticano. Il busto di Tiberio scavato nel dinali. Nel 1785 Cationi pubblicò
in Ro-
co , oltre altro busto d'incognito. Nel la Neve del sodalizio delle Stimmate, ed
1 764 nella contrada la Colonnella fu sca- il cardinal Borgia vi fece formare 5 qua-
1
vata un'urna sepolcrale con un'iscrizione dretti e li collocò nel suo museo veliterno,
1
che comincia colle parole: Sex. Vario. illustrati da mg. Becchetti, da dove pas-
Marcello. Questo interessante monumen- sarono a Napoli al museo Borbonico. So-
to fu l'oggetto degli studi di molti lettera- no preziosi per pure dell'antica
la storia
ti. Venuto in potere del magistrato veli- pittura italica , benché poche tracce ne
terno, questo nel 1773 l'ollr'i in dono a sieno restate. Il dotto prelato credette di
Clemente XIV fondatore del museo Va- potere stabilire che in Velletri esistesse
licano. L'urna è di marmo greco e ne fu una scuola indipendente dall' etrusca ,
inciso il diseguo, che unito all'osservazio- mentre osserva che il carattere di questa
ni fu pubblicato colle stampe. Le notizie scuola volsca sembra occupare un luogo
d'altri monumenti antichi e di statue, e di mezzo tra lo stile rotondo e pieno de-
di bassorilievi, e di lapidi, e di altre spe- gli egizi, e lo stile secco tuscauico. Tut-
cie scavati in Velletri e nel suo territorio tavolta non crede il eh. Pistoiesi potersi
ponilo leggersi negli scrittori delle cose stabilire una scuola media, tra tostile degli
vehterne. Il celebre Lanzi, parlando del- egizi e quello de' toscani, come vorrebbe il
lamemorala lamina di bronzo, dice de' Becchetti. Rileva inoltre che i volsci do-
monumenti antichi di Velletri.» Fan fe- veano ini da'più. rimoti tempi avere al-
de tuttavia dell'antica grandezza suoi i cun austo d'architettura, servendo le roe-
ruderi non indegni d'una patria d'Augu- desinie figuline d' ornamenti alla parte
sto, e i monumenti in ogni genere che vi superiore degli edilìzi, come 'fregi e cor-
si trovano". 11 Nibby parla d'un' ara ro- nicioni. Il Becchetti in queste figuline vol-
tonda esistente nella casa de'Gregui, la sche prineipalmente vi riconobbe una se-
Giove Capitolino; fatto che viene illuslra- cavalleria volsca iu attitudine di combat-
V E L V E L ?.5
7
fere i nemici. In essi, assai meglio che in tempio Marte, adorato da tutta la na-
di
altri monumenti, si distinguono le vesti- zione volsca, come riferisce Svetonio par-
menta nella semplicità usata dagl' itoli lando d'Augusto. E costante opinione de-
antichi, la loro negligenza nella chioma; gli storici veliterni, che questo tempio fos-
e queste figuline potrebbero servile a se convertito al culto del vero Dio, in o-
commentare qoe' poeti latini quando , nore di s. Clemente I. Il Theuli parla de'
chiamano prischi italiani capillati. Co'
i templi della Fortuna, di Giano, di Diana,
medesimi si ricavano le forme della qua- del Sole e della Luna; ma osserva Dauco
lità dell'armi usate, quelle delle mobilie, che mancano prove sufficienti di loro esi-
essendovi espresse sedie, deschi, vasi e al- stenza, piuttosto sembra che in Velletri
tro. Ivi sono destrieri per poetica idea a- fosse un'antica basilica. Del tempio di
lati, forse alludendo alla loro velocità. In Marte, Nibby riporta il narrato da Sve-
una parola, vi si ammira quello stile, che tonio , cioè che nella parte più illustre
da Winckelmann e da altri archeologi fu della città eravi un vico chiamato Otta-
detto etrusco, anteriore al greco e al ro- vio, ove mostravasi un'ara consagrata dn
mano. Gio. Battista Finali, egregio illu- Ottavio, il quale essendo capitano in una,
stratore del museo di Napoli ,
pubblicò guerra contro i confinanti, mentre sagri-
illustrate 4 tavole di queste figuline ve- ficava a Marte, all'annunzio d' una scor-
literne, che riprodusse il eh. Pistoiesi nel reria repentina per parte del nemico, tol-
t.
4 , p- 352 del suo Musco Borbonico* se dal fuoco le carni della vittima e le li»«
tiche arti italiane. Non mancarono in Vel- di Marte non solamente era proprio del-
letri antichi templi dedicati a'falsi numi. la città, ma di tutta la nazione volsca, tan-
Tali furono quelli d'Apollo e di Sango, to marziale e guerriera, perciò celebre e
tacchi dal fulmine nell'anno 55 di Ro- 1 famoso. E Ricchi aggiunge che per tede
ma; la qual cosa denunziata al senato ro- tempio Velletri si denominò: Urbs indi-
mano, questo decretò certe particolari ce- ta Martisj e che stava vicino al regio pa-
remonie onde placare gli Dei. Chi fosse lazzo di Metabo re de'volsci, ove rendeva
Sango, varie furono le opinioni, come par- spesso ragione, per cui la contrada prese
landone rilevai ne' voi. LX, p. i5, LXVI, il nome di Malano. Avanzi di fabbriche
p.i58. Sesto Pompeo lo disse Ercole ; il antiche dell'era corrente sono quelle del-
Baronio, Giove; l'Angelotti, Sabo figliodi la Casa della Ragione e della Canonica.
Saturno; questo stesso il Galerio col Nar- Lai." posta nella parrocchia di s. Salvato-
di crederono. Si vuole che il tempio di re, che ne'tempi antichi era i." decarcia
Sango fosse situato ove ora sorge la chie- della città, serviva d'abitazione e di resi-
sa di s. Michele. Esisteva in Velletri il lem- denza al podestà , magistrato introdotto
pio d'Ercole, e al dire di Livio in esso in Velletri nel 1 237. Quivi egli soleva ren-
vi nacquero de' capelli umani : i pretesi dere ragione sì del civile, come del crimi-
prodigi avvenuti nel regno de'volsci, li e- nale. Il magistrato cittadino, che segui-
J
numerò il Reggia de l'olsci,
Ricchi nella tava a governare ogni faccenda politica e
lil-»- ?-, cnp. 2i. Sopra tutti fu famoso il ammiDÌstrativa, assegnò al podestà quel-
YOL. I.XXX1X. »7
i58 V E L V EL
Je case, che hanno per tante generazioni di sua epoca. Anche l'imperatore Caio Ca-
conservato il nome della Ragione. Que- ligola ebbe villa nel territorio, nella qua-
sta fabbrica di singoiar architettura fu de- le esisteva quel meraviglioso platano de-
molita per metà, essendo rimasta lesa ne' scritto da Plinio, che per la grandezza,
peratore Ottone ebbe la sua villa nella periale. Altre ville e grandiose fabbriche
contrada cheancora ritiene il nome diCol- esisterono anticamente nel territorio ve-
le Ottone prossima alla Via Appia,dove literno, di cui si perde la memoria. Nel-
si vedono vestigi d'antichità. Scrive Sve- la contrada Troncavia e ne'terreni appar-
Ionio, che in questa villa Ottone volle es- tenenti alla massa comune de'beneficiati
ser sepolto dopo che si die la morte. Il di s. Michele, si disolterrarono statue, ac-
medesimo storico riferisce d'Augusto,che quedotti e altri monumenti antichi. Così
la famigliaOltavia avea la sua villa in que- nella contrada dell'Incudini si vedono
sto territorio; ed i patrii scrittori la dico- avanzi d'acquedotti sopra una quantità
no situata nella contrada s. Cesareo , la d'archi e d'antiche fabbriche; ed ivi pure
quale è prossima a quella della Madon- in diversi tempi si trassero anticaglie. So-
na degli Angeli nella vigna de'Cella e de' no d' ammirarsi gli antichi grandiosi a-
Salimei. Altri la collocano altrove, co- vanzi di fabbriche, che diedero il nome
me dirò. L'imperatore Nerva possedeva alla contrada di Cento Colonne. Quando
in Velletri la sua villa, e lasciò la deno- una città è fornita di vasto e ubertoso ter-
minazione alla contrada oggi Colle Ner- ritori o può dirsi felice: tale è Velletri. Il
va. Dalle rovine che vi si scorgono, pa- suo territorio è così esteso, che non ba-
le che fosse una delle belle e magnifiche stano le braccia dc'suui agricoltori a la-
V E L V E L •> m)
Tornilo. Il terreno è fertile, produce la tic» pertinente alla genteArria, come vuo-
nari-ala prodigiosa quantità eli vini d'ec- le Nibby, donde «Ieri vò il nome, che pri-
pore e bellezza , e olio perfettissimo. Le se, del quale si fece Ariano e Lariano,
possessioni vignate sono perfettamente fondendo l'articolo col nome. Il Marocco
coltivate e sembrano giardini; ed è pitto- la chiama Ariano e V Ariana nella dio-
resco il veder nella campagna sì ameni e cesi veliterna, e forse prima sotto Segni,
innumerevoli colli seminati di palazzini, il cui paese venne distrutto. La dice di-
case rurali, celle e grotte in mezzo alla stante 1 miglia da Monte Fortino, ed un
Vettura delle vili e degli alberi. monti I tempo funesto rifugio d'assassini; ora non
che dal settentrione circondano in di- la consistendo che in un casale, ed una fol-
stanza di 4 miglia, sono sempre verdeg- ta macchia, d'aria insalubre. Vedesi sem-
gianti, perchè coperti in parte di selve e plicemente una torre, guasta del tutto da'
in parte coltivati sino alla vetta. Il mon- veliterni e dall'ingiurie del tempo; poco
teArtemisio presenta una veduta tanto distanti vi sono le mole, che diconsi del
ampia per tutti 4 punti cardinali, che
i Sacco, de'Pescorelli, ecomunemente del-
non può forse idearsi una prospettiva mi- ia Molara. Dalle rovinedi questo castel-
gliore; dal settentrione scoprendosi Ro- lo, rimarca Nibby, si gode una veduta
ma con tutto il vasto catino sino a'monti magnifica della pianura Pontina, e delle
presso Viterbo. Il territorio veliterno ab- montagne e delle terre che la coronano.
bonda di molte sorgenti di limpide ac- La memoria più antica è del 1 179, nel
que, che scaturiscono naturalmente da qual anno un Colonnese conte del Tusco-
principi*! incogniti. Questi sono i fonti de- lo cede ad Alessandro III, Castrimi La-
nominati di Poganico, Parata, Tavigna- riani cuni Arce, ricevendo invece Nor-
no, Solluna, Fontanelle, Cachins , Fon- ma. Divenne unacastellania rinomata di-
tanaccia, Formelle, Acqualucia , Fico, pendente da Genzano(F.) y feudo de' Sa-
Fiume /
velli [F .) signori della Riccia [V.). Tol-
e della Spina. I due fonti Ulica e
Vascuccie aumentano ancora i laghi del- ta a'Colonnesi, fu data a' veliterni, previa
le contigue mole a grano. Le fontane Ac- la demolizione della rocca, a que' tempi
quaviva, s. Maria dell'Orto, Acquarosa- fortissima e inespugnabile. Dice il Dauco.
ta, Cacattera e delle Fosse, che sono più Nella tenuta di Lariano esiste una com-
prossime alla città, servono di comodi la- petente chiesa dedicata allaB. Vergine,
vatoi.Le acque Petronia e Vilrice furo- circa 5 miglia lungi da Velletri. E deno-
no intromesse nelP acquidotto, che con- minata s. Maria Intemerata, perchè mez-
duce l'acqua in città. L'acqua di Fonta- zo miglio fuori della città sulla Via La-
na Nuova si smarrì. L'acqua della Regi- ta eravi la chiesa omonima de'mouaci b;i-
na, che scaturisce entro il fosso che cir- siliani, che ne presero possesso nel i4^ t.
conda le mura della città prossimo al pon- Atterrala dal terremoto de' 26 agosto
te della via vecchia di Napoli è abbon- , 1706, l'immagine della B. Vergine di-
:
dante e sempre perenne; onde fu di mol- pinta sulla parete, segato il muro, fu tra-
to vantaggio alla popolazione nella sicci- sferita nella nuova chiesa parrocchiale
tà del i 834. Finalmente dovendo più vol- della tenuta di Lariano. Ma lo stesso Rau-
te parlare di Lariano, a migliore intelli- co luogo racconta, che l'attua-
in altro
lasciali dal cardinal Anione! li suo prede- voloso le varie opinioni del volgo sull'o-
cessore. Di recente il vescovo cardinal rigine di lei.Queste onorevoli testimo-
Macchi lece costruire la bella facciata e- nianze per Velletri non sono di patrio
,
r
sleriore. Questa chiesa parrocchiale è as- storico, ma di mg. Nicolai, De' bonifica-
sistita tla un sacerdote col titolo di cap- menti delle terre routine. Il Nibby con-
pellano curato amovibile. Gl'individui viene, che questa città fu una delle più co-
che popolano la terra o tenuta di Laria- spicue de'volsci, ma dice nulla sapersi del-
no, nel 85 i erano 607. Leggo nel n.°
1 la sua fondazione. Questa, al riferir di Pli-
92 del Giornale di Roma del i85o e , nio, corano Ricchi, nel Tea-
secondo il
nella Relazione del viaggio di Pio IX, tro degli nomini illustri che fiorirono nel
del communi. Barluzzi, che nel recarsi il regno de Folsci, la ripete d'Atlante, che
'
Papa da Monte Fortino a Velletri , es- l'appellò col nomedi sua figlia Eletta mo-
sendo accompagnato da'cardinali Asqui- glie di Corito re d'Italia e madre di Bar-
ni, Du Pont e Antonelli, non che dal con- dano, della cui scaturigine si propagaro-
te di Ludolf ministro plenipotenziario del no i fondatori di Roma fino all'angusta
re delle due Sicilie e da un drappello , casa d'Austria; s'è plausibile la genealo-
d'ussari napoletani che ne formavano la gia che diDardano fondatore di Troia, il
guardia d'onore; la magistratura comu- medesimo Ricchi pubblica nella Reggia
nale di Velletri a' io aprile spedì al con- de'Folsci. Prima di lui veliternoTlieu- il
fine del territorio in deputazione il prin- Ii, Teatro historico di Velletri insi-
nel
cipe Lance! lotti Ginnetti, il conte Baldas- gne città e capo de* Votscì, dichiarò non
snre Negrotti, e l'iivv. Luigi Santucci a fine trovarsi scrittori che parlinodi sua fonda-
d'ossequiarlo in nome della città. Inoltre zione, e di non averne trovato il princi-
eresse sulla piazza del pieve di Lariano pio neppure il veliterno conte Bassi, da
un grandissimo arco di verzura e di fio- che ne trae argomento di sua antichità
ri, che il Santo Padre si degnò ammira- immemorabile; riferendo gli autori che
re e lodare, tra'festeggiamenti di tutta la la qualificarono antica, bella, inclita, no-
popolazione implorante la sua benedizio- bile, celebre, insigne, potente, ricca, po-
ne. Dalla chiesa di Maria Intemerata, s. polosa. Né tacque, che alcuni si persuase-
qual termine di sua diocesi, si mosse ad ro, che Velletrivenne edificata da Atlan-
incontrarlo il cardinal Macchi vescovo e te Italo pronipote diNoè, cui impose il
legato, lieto nel veder tornare ne'suoi do- nome della primogenita Eletra, dalla qua-
mimi il successore di s. Pietro. 11 Papa lo le originò quello di Veletra o Beletfù,
fece salire nella sua carrozza, e presa la per esser comune ne'greci usare il B per
via di Velletri vi giunse alle ore 6 pome- V. Più sobrio e più critico il moderno
ridiane, lasciando i larianesi contenti del can. Bauco, nella Storia della città di
ricevuto onore. La comoda e sicura via Veletri, ecco come riconosce incerta la
antichi, pure con molto lustro risplende tino e volsco, tuttavia niuno di essi fece
e fiorisce decorosamente. Gli autori con- motto della certa origine di Veletri. Tan-
vengono in riconoscerla situata nel Lazio te sono tenebre della remota antichi-
le
antico, e appartenente nondimeno alla tà, che nulla si può affermare di ciò, né
nazione volsca. Non è certo chi siane sta- di sicuro e uè di probabile; dichiarando
j
V EL VEL 261
vane l'opinioni discrepanti, fondate sopra preso da Roma sino al fiume Silaro , fu
inutili congetture, e insulse e favolose ipo- appellato Provincia diCanipagna.la que'
tesi, d'alcuni scrittori, prive affatto eli suf- tempi Veletri conta vati sotto questa pro-
ficienti prove.Taluni di essi opinarono vincia (e negli atti del concilio di Roma del
aver Veletri avuto 1' origine da' lacede- 679, si legge sottoscritto: Placentinus e-
moni e dogli argonauti, altri da Delelra piscoptts Vtliternus provinciae Campa-
madre di Dardano, altri da Atlante, al- niae). Fatta in seguito altra divisione, il
tri da Saturno, come Alessandro Borgia Lazio nella sua estensione appellossi una
nella Storia della chiesa e città di Vel- \>ovùo\\eCampagna e l'altra Marittima
lelri. Non dubita però di sostenere con per cui Veletri passò ad essere annove-
fondamento, che Veletri fino dagl'inizi di rata sotto quest'ultima provincia, della
Iioma ti ovossi in tanta grandezza e po- quale ora è capoluogo, per disposizione
tenza, die ad essa potè opporsi coli' ar- di Gregorio XVI. Il nome di Veletri o
mi. Né osta l'autorità di Strabone, il qua- Velie tri, che ora questa città porta, non
le dopo aver nominato Priverno , Cori, é quello di «piando era in più auge e fa-
Suessa, Veletri, Alatri, Fregelie e altre ceva parte della nazione volsca. Una la-
conclude che la maggior parie di
città, mina di bronzo scavata nel suo territo-
queste e altre situate sulla via Latina ne' rio nel 1784 e scritta in linguaggio vol-
torritorii degli cinici, degli equi e de' voi- sco, fece conoscere il nome che ne' remoti
sci furono da'romaui fabbricate. Almeno tempi avea la città. Questo monumento
quanto a Veletri non può ciò asserirsi, volsco interpretato e illustrato da uomi-
poiché preesisteva al nascer di Roma, e ni chiarissimi per lettere e arti peri-
sotto Anco Marzio suo 4.° re, era già po- tissimi (nelle discorse Iscrizioni antiche
lente e grande in modo da muoverle Veliterne di Cardinali, si vede impressa
guerra. Situata Veletri ne' confini del- la lamina nel suo naturale carattere con
l'antico Lazio, avea da un lato il Tevere due versioni , una di Francesco Orioli,
e dall'altro il monte Circeo, ma appar- pubblicata nella Lettera Divinatoria, e
teneva al regno de'volsci. Non vi è con- l'altra d' un anonimo nel Giornale Ar-
traddizione nel conciliare,cheVeletri fosse cadico del 1820, con tutti gl'illustratori
annoverata tra le città mediterranee de' della lamina), si rinvenne il nome di Ve-
latiui, e insieme appartenesse alla nazio- letri in Velester, e il suo gentilizio in Ve-
ne volsca. Imperocché tra'più antichi po- lestron. Il monumento dal museo Boi-
poli abitatori del Lazio furono gli osci, giano veliterno passò in quello Borboni-
che estendevansi oltre il Lazio sino a Ca- co di Napoli. Quindi non è fuori di ragio-
pita; que'che trovavansi ucl Lazio, a dif- ne l'asserire, che da Velcster volsco ne
ferenza degli altri, furono chiamati volo- sia derivata la vera denominazione, che
sci, e poi per sincope della lettera O, Vol- in diverse epoche ebbe Veletri presso gli
ici, significando la parola voi antico. A scrittori greci, latini e toscani, cambian-
parere ili gravi scrittori, il regno de'vol- done delle lettere o aggiungendone del-
sci »i estendeva sino a'marsi, a' capuani, l' altre, essendo ciò proprio dell'antiche
a'sedecini e agli aricini, racchiudendo in lingue. Strabone e altri greci scrissero O-
se la palude Pontina eie contrade ili Ve- velitrae, e Stefano di Bisanzio Belitra. [
letri. Dunque con ragione questa città si latini allorché fiorì la lingua loro scrisse-
comprese fra le città volsche dagli anti- ro Velitrac (tutti modi riporta con e-
i
chi e da'moderni storici e geografi. lu pro- rudite note l'accurato Bauco, e sono più
cesso ditempo quel trailo dell'antico La- di 1 1, lìa'quali Fellctrum Vellelri, Vil-
nuovo Lazio ancora, che
zio, e quello del litria Villitriae, Bellitro BelUtris). E
prolungava» da CLliasino a Capua, com- così parimenti da Velester si disse Vtl~
262 VEL VEL
letrum nella decadenza del latinismo; an- \*nnsi i luoghi palustri, da cui trassero il
ni dopo rinatele lettere in 6 differenti mo- nome molti luoghi e città che riporta; di-
di scrissero in Ialino il nome di Yelelri. ce famosa la lamina veliterna, monumen-
Naia la volgare favella, anche in questa to unico e prezioso della lingua volsca. E
ebbe Velelri varie denominazioni, egual- che i veliterni e veliti ni i ebbero tal no-
mente riferite da Bauco, Felletro, Bel- me, come la città, non solo dalla vicinan-
letri ec., e precipuamente Feletri. Tro- za delle Paludi Pontine (che il Nicolai so-
vasi questo nome quasi comunemente u- stiene giammai si estesero al territorio ve
salo e scritto con l doppia VMetri. Di- literno), ma ancora dalla prossimità del-
ce il medesimo Bauco, chi riflette alla ma- le Paludi, che ingombravano le sue terre
niera come questo nome trovasi scritto verso oriente e verso mezzodì, cioè ne"
nella lamina volsca Feleste.r, e presso i dintorni di Giuliano, di Torrecchia , di
latini Felilrae, dovrà adottare 1* uso di Cisterna e di Civitona , delle quali visi-
do usato da'due Cardinali e altri illustri Vellelri ne'tempi bassi, dal secolo V al-
scrittori velilerni, e negli Atti della so- l'Xl di nostra era, crede che nessuu allro
cietà letteraria Folsca Fé li terna, anche nome andò soggetto a tante variazioni,
dopo l'illustrazione della lamina, e perciò Dalla lamina volsca ben si scorge e può
vado usandolo a vicenda con Veletri. Ju affermarsi, che in Veletri e in tulle l'al-
da Dionisio d' Alicarnasso, il quale par- maschere napoletane: quando scrive Ti-
lando de'terreni paludosi della vallata di linnio, Osce et Folsce fabidanlurj nani
Rieti ceduti dagli aborigeni a'pelasgi,che latine nesciunt (dell'alfabeto osco si poti-
emigrarono dalla Tessaglia, dice che que- no vedere i voi. XXX VI, p. 1 66, LI V, p.
ste paludi furono chiamate Fella, con- 35 e altrove. Nel febbraio ìS5j fu tro-
servando l'antico greco dialetto: che que- vata in s. Maria di Capua una rarissima
sto vocabolo somministra l'etimologia di epigrafe osca, illustrata dal eh. Miuervi-
Veletri ci Uà prossima alle Paludi Pon- ni, e riferita dalla Civiltà Cattolica, serie
tine: fornisce egualmente quella di F ela-
a
3. , t. 8, p. 363. La medesima e nella stes-
bro antico stagno dentro Roma; e quella sa serie riporta del dotto archeologo ge-
del Felino fiume di Sabina, che forma- suita p. Camillo Tarquini professore al
Felici, colla quale aulicamente chiama- 727 : I misteri della lingua etnisca svp*
V EL V EL *63
latij nel t. 9, p. 348 : Iscrizioni etr lische me furono compresi. Però lutto quello
inmonumenti autofoni. L' encomiato p. spazio di paese che possedevano i volsci,
Tarquini,commendevoleeziandio pei' al- prima l'ebbero gli ausonii o opici, succe-
tre produzioni letterarie, come di quella duti agli aborigeni, popoli italiaui da cui
che ammirai nel mio LXI, p. 1 54 iii voi. 5
- originarono altre nazioni. II Lazio vec-
vestigaudo profondamente gli accennali chio dal Tevere arrivava a Terracina, il
argomenti volle interpretare con belle Lazio nuovo si estendeva sino al Liri, e
spiegazioni l'etrusco per via del latino e comprendeva il popolo latino, gli osci, ì
del greco, e non solo felicemente vi riu- volsci, gli ausonii. Il nome osco derivò da
scì, ri movendo quel velo che sin qui na- opico, mutato in volsco; poiché gli osci,
scose i sentimenti espressi nelle memorie per mostrare la loro origine antichissi-
eli usche restateci dell' illustre nazione e- ma, presero il nome di volsci, cioè vete-
li usca; ma
con migliore e insigne scoper- res Oscos. Parlando di essi Chi verio dis-
ta stabilire e provare la derivazione degli se: Hernicis continuabantur ab Austro
etruschi da'eananei ossia fenici, e con con- Volsci gens magna, potens et bellicosa
fronti di testi e versioni, che perciò l'ori- graecis ditti Scylaci. Quindi il Conta-
gine dell'idioma etrusco deriva dal fenicio tore riproduce le testimonianze degli sto*
ossia dall'ebraico, avendo Ira loro stret- liei antichi sulla condizione grande, guer-
tissima affinità o piuttosto medesimez- riera, valorosa e fortissima de'volsci. Con*
za)". Ebbero un dialetto loro pro-
i volsci troversa è poi qual fosse la metropoli de-
prio, e questo parlare molto accosta vasi e gli osci o volsci , essendo discordanti fra
somiglia vasi alla favella de' sabini, come loro gli scrittori, alcuni avendo asserito
dimostra Rircher, e Varrone scrisse, che Anzio, altri Pomezia, allriTerracina,l'an-
la lingua sabina con quella de'volsci s'in- tica Anxur, e per. quest'ultima il patrio
nestasse. Dimostra Festo, che il linguag- storico si dichiara; benché conviene che
gio volsco si estendesse agli Abruzzi, e si- a seconda de'tempi la reggia fosse trasfe-
no in Sicilia giungesse.Questo parlare ces- rita altrove, in favore di Terracina rimar-
sò allorché Roma coli' estendere il suo cando i pregi, fra' quali il partecipar del
impero propagò ancora il linguaggio la- mare e della terra col campo Pontino po-
tino non solo nelle vicine contrade, ma e- polato da 2 3 terre e città, che la rese/^o/-
ziandio ne'lonlani paesi. Aggiunge il Lan- scorum caput, Oscorum Volscorum et
zi:» che la gente volsca finì, e nondimeno melropolis. Né asconde che ciò sembrò
rimasero in Roma quegli spettacoli (com- un paradosso al pri vernate p. Valle sto-
medie) e in essi quella lingua (volsca). Ne' rico di Piperno, altra reggia de' Volsci.
caratteri i volsci usarono l'alfabeto latino, Descrive il osci o volsci com-
regno degli
come vede nella loro insigne lamina e
si posto dalla parte del mare Tirreno de'po-
nelle loro medaglie". 11 Contatore, De hi- poli di Anzio, Astura, Circello, del campo
storia Terracinensi, cap. Oscis et 1, De poi palude Pontina; dell'isole Palmarola,
Volscis corumaue origine et metropoli, Ponza e Zannona: dalla parte di terra la
dice che furono in principio due popoli Norma o Nor-
nobilissima Vellelri, Cora,
convicini del Lazio, i quali ebbero diver- ba, Segui, Sezze, Semionda già Stilino
so linguaggio, e forse, com'è probabile, nela, Piperno, Pomezia che die il nome
militarono sotto diverse leggi; ma alla fi- al campo e poi palude Pometina o Ponti-
ne soggiogati e insieme uniti dal più vio- na, Cisterna, Monte Marcio, Coriola, Lon-
lento e possente di questi, pacificamente gula, Polusca, Sairico, Verrugine, Ece-
vissero sotto dominio d'un principe re-
il tra, Allena, Ferentino, Frosinone, Fal-
gnante, che perciò tanto gli osci quanto vatera, Fregelle, Aquino, Monte Cassino,
i volsci sotto l'iulelligeuza d'un istesso uo- Aliuo, Arpino, Soia. Altri luoghi anaora
264 V E L VEL
fecero parie del regno de'volsci, dal Con- e successivamente vi si stabilirono , fra'
tatole non ricordati come meno celebri. quali gli osci sortiti dall'Etruria o Tosca-
Pi ima del Contatore scrisse il Theuli, che na (''.), poi denominati volsci. Questa na-
finse Volosca (anche l'etrusca Falcia si zione ebbe i propri re , da' quali veniva
chiamò / oLcia), dalle cui rovine surse governala. Per mancanza di scrittori au-
Sonnino, fu la prima sede de' volsci, la tentici del regno volsco, non può averse-
qual Sonnino la chiama terra volsca. Par- ne chiara notizia, e le riferite dagli scrit-
limelo del regno de'volsci, dice aver 5 po- tori sono cosi involte ne'favolosi raccon-
poli principalmente abitato il Lazio, i Ia- ti, eh' è difficile distinguere la verità. II
lini, gli equi, gli etnici, i ruttili, i volsci; Theuli tratta nel cap. 3 Del regno de' :
ausonii e altre genti; e tra'primi 5 popo- città e terre de' Folsci. Tutte le descrisse
li, tranne i pe'più antichi
latini, ritiene il Ricchi, ma con racconti esagerati e fa-
i volsci , derivali dagli osci , quali con i volosi. Descrive i volsci eterni nemici del
Osco loro re aveatio occupalo la regione. nome romano, e che non potevasi cagio-
Que'che si stabilirono in Capua e altri nar maggior spavento a'romani, quando
luoghi vicini ritennero il nome di osci, essi si disponevano ad assalirli. Che ne'
derivato dalla loro insegna d'un serpen- 200 anni di guerra i volsci riportarono
te denominato Oscorzone, e quelli restati 12 trionfi contro la fortunatuRoma; e pre-
nel Lazio antico e più vicino a Pioma, si tende che sovente conveniva a' romani
disseto volosci, e per sincope volsci, cioè chieder pace supplichevoli, e piegarle gi-
antichi osci, poiché la sillaba voi signifi- nocchia a'volsci! Parlando de'romani, po-
ca antico, prima colonia de' quali fu la co rende giustizia al loro senno, bravura
detta Volosca. Il Ricchi, nella Reggia de e valore; piuttosto fortunali, che prodi li
f b/vc/jSegtù il Theuli nelcrederecheSon chiama. Difetto pressoché comune degli
nino fusse fabbricata da' priveruati cogli storici de'popoli vinti da'romani, onde de-
avanzi di Volosca, già principal sede de' primere la gloria di loro conquiste; mo-
onde conveniva che per memoria
volsci, strandosi interamente parziali de' loro
ne dovesse ritenere il nome, mentre pre- concittadini e connazionali, perciò non ve-
se quello di Sommino, per essere stato e- ri storici. I palili storici sull' autorità di
dilicalo sulla sommità d' un monte sca- Virgilio, scrissero che l'ultimo re de'vol-
broso, donde poi Sonnino, come
si disse sci fu Metabo, ch'ebbe reggia in Priver-
vuole il Biondo; celebrando suoi uomi- i no; il quale concitatosi l'odio de' sudditi
ni illustri nel Teatro, cap. 22, Soggetti fuggì colla figlia Camilla, alla quale poi
illustri ili Sonnino. Il Ricchi inoltre di- riuscì ricuperare il regno, e siccome guer-
ce fiorito Osco i.° re degli osci nell'anno riera valorosa, collegalasi cou Turno re
del mondo 2658, ma dopo di lui non si de'rululi, a danno del re latino e del tro-
conosce per principe del regno de'volsci iano Enea, facendo strage de'nemici alla
che il re Melabo, da cui nacque la famo- testa de'volsci, restò uccisa per mano del
sa regina Cannila che regnò iu Pipernoj troiano Aruute. 11 racconto da Rauco si
e riporta una iscrizione in lingua volsca qualifica invenzione poetica, poiché non
trasmessa dalla Sicilia al p. Kircher ge- ne fecero molto gli storici anteriori a Vir-
suita, colla sua interpretazione, da cui si Tito Livio suo coetaneo e sebbene
gilio ,nè
•vetle la diversità cheavea colla latina. Do- molto scrisse de' volsci. Per la morte di
po le accennate opinioni sull' origini de' Camilla, creduta ultimo rampollo della
Volsci, ritorno al Rauco, il quale con più regia stirpe volsca, si vuole avvenuto un
critica procedette. Egli dunque racconta, cambiamento di governo iu lutto il regno
che vari popoli signoreggiarono il Luìiu \olacu, e pei ciò ogni cillù adulto un re-
VE L VEL a65
girne confacentc al numero e all'indole abbonire ogni altro dominio diverso dal
de'cittadiui. Comunque ciò sia accaduto, pontificio, e resistendo ancora al senato di
certo è die Veletri reggevasi a forma di Roma, che all'epoca della traslazione del-
Repubblica aristocratica e governala dal la residenza pontificia in Avignone, ripre-
senato composto di nobili cittadini. Que- se un potere bastevole a imporre la leg-
sta forma di governo per lungo tempo nel- ge del più forte. Cessato dunque il regno
la città si mantenne, e quando cadde in volsco, non avendo le città e le terre che
potere de'romani, la sua libertà si estin- lo composero un capo che unito lo reg-
se. Soggiogata Veletri dall'armi della re- gesse, tutta volta non si disunirono, e sem-
pubblica romana e sottoposta suo gran- al pre cou islretta lega e federazione si man-
de impero, m/posteriori e molli cambia- tennero; per cui erano da'principi e stali
nienti governativi di lumia e d'Italia, mai confinanti temute, né mai caddero sotto
fu soggetta alla dominazione d'alcun li- il giogo de'latini e degli albani. Per con-
ranno. Perciò sostiene Banco, non è ve- servare i volsci questa scambievole unio-
ro l'asserto da Kircber utWIIistoria Eu- ne, scelsero alcune città principali, ove se-
ìtiuhio Mariana, e da altri scrittori^ che condo le urgenze della pace e della guer-
Ottavio JWamilio Tuscnlano, che alcuni ra radunavausi a deliberare quanto oc-
vogliono discendente della famiglia Ot- corresse all' utilità pubblica e nazionale,
tavia teliterna, e i suoi figli fossero si- non meno per difendere la loro libertà.
gnori del Tusculo (f"'.) e di Veletri; poi- Queste adunanze non si facevano sempre
ché sebbene i critici convengano che Ot- in un medesimo luogo, ma ora in una cit-
tavio Mamilio fosse personaggio di gran- tà e ora in un'altra, come meglio stima-
de autorità presso i latini, e imparenta- vano , sia per riunire gli eserciti o attac-
to con Tarquinia il Superbo re di Roma, care nemici, sia per risolvere gli affari
i
ninno di essi fa menzione d'alcuna signo- più rilevanti. Vi sono storiche testimo-
ria o principato. Anzi lo stesso Svetonio, nianze, che alla loro volta furono capita-
nella A ila di Cesare Augusto, nel ripor- le e capo della nazione volsca Eccetera,
tare tutti gli onori goduti dalla sua fami- Ferentino, Suessa, Anzio, Terracina, Pi»
glia, ni una parola fa di signoria e princi- perno, ec. ; onorifica prerogativa che non
pato.La sua famiglia Ottavia in Veletri mancò a Veletri, essendo sempre stata
sempre si mantenne in privato stato, ben- considerata presso i volsci per uria delle
ché nobile, ricca epotente; e lo stesso Au- primarie loro città, e qualche volta capi-
gusto solo diceva d' esser nato di fami- tale di tolta la nazione. Che questa città
glia equestre, antica e ricca, Veletri dun- sia stala una delle principali e più poten-
que si mantenne sempre sottoposta alle ti de'volsci, si prova dalla |." guerra vol-
leggi generali e al comune sovrano domi- sca contro Roma dalla sola Veletri in-
nante; e dall'epoca che si pose sotto l'ub- trapresa; come ancora dall'abbassamen-
bidienza de' Papi ,
questi dopo il volger to di tolta la nazione, dopo essere stata
de'secoli gli dierono a governatore il pro- finalmente Veletri da' romani soggioga-
prio vescovo con privilegi speciali, che fa- ta, dopo tante prove d'armi, come si ha
va irono comodi e
i i vantaggi della popo- da gravissimi storici, onde per autonoma,
lazione, la quale gloriasi d'esser slata ogno- sia fu detta città de' t'oliti, per indicare
ra fedele alla s. Sede, e d'aver difeso i suoi che a tutte l'altre era capitale, ed in essa,
diiitli. Bensì i cittadini amarono sempre vi concorrevano volsci a sacrificare nel
i
mantenersi in libertà, non solamente ne' rinomatissimo tempio di Marte, nume tu-
tempi antichi con resistere ostina lenente telare di tutta la nasone volsca,onde i
alla potenza della romana repubblica, ma poeti appellarono Veletri, Urbs invlyta
auLuui ne" secoli a noi menu loulam con Marlis. Altra prova che Veletri iu qu&*
a6G VEL VE L
tempi era considerala da'nazionali per lo- smii amicizia. Questa fu così sincera, che
ro città primaria, è il racconto di Svelo- essendo trasmigrala in Roma sotto il suo
ilio, un fulmine che percosse e rovinò
ci' successore Tarquinio Prisco la genie Ot-
parte delle sue mura, onde superstizio- i tavia, una delle piìi insigni di Velitrae,
ni velilerni ricorsi all'oracolo n'ebbe- quelre le accordò immediatamente il di-
ro a risposta Che un loro cittadino do-
: ritto di cittadinanza, e re Servio Tullio
vea impadronirsi del inondo. Per tale nella nuova costituzione data a Roma, l'a-
augurio velilerni animati da grandi spe-
i scrisse fra le patrizie. Così il Nibby, col-
ranze, guerreggiarono col popolo roma- I' autorità di Dionisio e di Svetonio. Il
no sino alla propria rovina. Quando poi Banco con qualche differenza narra lai.*
il veliterno Oltaviauo Augusto divenne comparsa di Veletri nella storia di Ro-
signore del mondo, alla sua futura po- ma. Egli dice nell'anno 1 37 di Roma, 607
tenza verificata si applicò la spiegazione (o 617) innanzi all'era volgare e 33g3
del superstizioso oracolo. Questa predi- del mondo, incominciò lai.' mossa ostile
zione conosciuta fu la cagione perchè que- falla da'volsci contro la nascente Roma.
sta città fosse presso loro in grande sti- La sola Veletri fece questa scorreria io
ma tenuta, e fu pure uno stimolo di o- tale anno, ed i suoi soldati giunsero a in-
gurato. E' grato e lusinghiero per una tant'oltre avanzossi, che s'impadronì del
popolazione il vedere registrato nelle più territorio veliterno. Assediò la città, ed es-
antiche slorie le gloriose e militari gesta sendo sul punto di dare l'assalto, suppli-
de'suoi antenati; poiché ne deriva la ri- ci gli si presentarono alcuni de' più an-
nomanza, l'onore e la gloria di quelle ziani cittadini, die per sai varia patria ven-
città, ch'ebbero la ventura d'aver pro- nero con Anco Marzio a questi patti. Che
doti! cittadini prodi e virtuosi : Veletri Veletri a piacere del re risarcisse tutti i
non è priva di questa sorte, che anzi può danni cagionati a Roma. Che cittadini, i
vantarla. Non pochi scrittori lasciarono die a questa mossa aveano dato causa, fos-
memoria delle battaglie sostenute ila'suoi sero conseguati a'romani. Che le cose tol-
cittadini, che per 3oo e più anni trava- te si restituissero. Che fatta la pace fra'
gliarono la fortuna taRoma. Polente e bel- romani e i veliterni,si stabilisse fedele con-
licosa era Roma, quando Anco Marzio cir- federazione. Da questi patti sembra ap-
ca l'annoi 3o di sua fondazione, ossia (ji/\. parire, che la mossa ostile contro Roma
avanti l'era nostra, secondo il calcolo di non fecesi coll'approvazione del senato e
JVibby, fu ili." a muover guerra a'volsci colle forze riunite delta città; ma piutto-
a cagione d'alcune scorrerie e ladronecci sto »' intraprese da alcuni capi sediziosi
che aveano fatto sulle terre romane, pro- della gioventù ardita e guerriera, contro
babilmente dal canto d'Alba Louga, do- il parere de'più anziani e prudenti sena-
ve il territorio romano era a contallo del tori. La confederazione stretta dal re di
veliterno. Quel re, secondo l'uso del tem- Roma con Veletri, fa conoscere, come
po, corse a depredare le terre de'volsci, e spiega Banco, quanto forte e potente fos-
dopo aver raccolto un buon bottino ciu- se Veletri e da far fronte alla stessa Ro-
se Fclitrae di forte assedio; ma essendo- ma; lega rinnovata da Tarquinio Prisco,
si i velilerni arresi a patti, ed avendo fe- il quale per accattivarsi e obbligarsi gli
cordò ad essi la pace e strinse co'inede- Olla vii famiglia primaria della cillà,e l'ag-
VEL VEL 267
gregò all'ordiue senatorio, Servio Tullio al dittatore A. Poslumio per congratular-
annoverandola fiale patrizie romane. Li- si della segnalata vittoria, il dittatore vi-
vio tace questa mossa de'veliterni contro de in essi piuttosto degli esploratori e la
a
Roma, e registra la i. guerra contro i fi ode nascosta; dissimulando, difterìa mi-
volsci mossa ila Tarquinio il Superbo, e glior tempo la guerra volsca. Pertanto i
die si conliuuò 200 anni. Nella guerra romani, passati 4 anni da tale combatti-
intrapresa da Tarquinio il Superbo cou- mento, condussero un esercito contro i
Iro i volsci, nella quale cadde Suessa Po- volsci, quali cólti all'impensata, rime-
i
za fatta col predecessore Anco Marzio. ria, a vendicarla fecero lega cogli ernici,
Questo legame si sciolse in conseguenza e mandarono ambasciatori a' latini per
della rivoluzione che espulse da Roma confederarsi contro i romani. Essi però
Tarquinio, e cambiò la sua forma di go- violando il diritto delle genti, arrestati gli
carsi de'suoi nemici, ripatriare e risalire cese il risentimento de* volsci, chesul mo-
sul trono, soccorso dagli etrusci e da'la- mento raccolte buon numero di truppe
tioi; abbandonato da Pursenna re de'pri- le mossero coutro Roma. Si venne alle
mi, che fece la pace co' romani, da'soli la- mani colla peggio de' volsci, che disfatti
tini rimase sostenuto. Per aumentare le e respinti perderono alcuni luoghi e va-
sue forze, cercò 1* amicizia degli ernici e li terrilorii.Avendo poi indarno richie-
de' volsci; ma di questi ultimi, tranne gli sto a'romani che da'loro confini si par-
Mutati e gli eccetriani, Veletri coll'altre tissero, e che le cose loro restituissero, di
città volsclie non fecero couto né di Tar- nuovo deliberarono di prender l'armi nel
quinio, né dell'impero che vagheggiava. 260 di Roma. Radunato un forte eserci-
Nel 256 di Roma secondo Bauco, o 34$ to,facendo lo stesso sabini e gli equi, i
secondo Nibby, volendo Ottavio Mami- furono vinti nella battaglia campale nel-
lio tusculano favorire le parti di Tarqui- le vicinanze di Veletri, dal cousole Au-
nio suo suocero, procurò contro i romani lo Virginio, ed inseguili fiuo sotto la cit-
la confederazione di molti popoli, fra 'qua* tà, che Dionisio chiama illustre, grande e
li uuirousi i veliterni. Equi avverte Bau- popolosa, e fu indi assediala e presa, im-
co, contro que* che fauno Mamilio della perocché i romani inseguendo i fuggia-
famiglia Ottavia, riferire Dionisio allega- schi entrarono insieme in Veletri, dove
to dal Volpi, che Mamilio nacque nel Tu- si fece più macello che nella pugna, e non
sculo e ivi ebbe origine la sua stirpe; iti* fu dato quartiere che a pochi, i quali si
1 fatti nell'albero genealogico che ci die del- arresero a discrezione. 11 territorio veli-
1
la famiglia Ottavia, non vi si legge il 110- terno fu allora dismembralo da quello de'
>
ine di Mamilio. Il conflitto fu sanguinoso volsci, e fu mandala iu Velilrae una co-
e terribile presso il lago Pvegillo , luogu lonia, ed alla plebe inviatavi furono ri-
che Nibby pone a Moncone nel distretto parlile le campagne veliterne, coll'obbli-
di Tivoli, completa la vittoria devonia- go di vegliare armati sui cittadini. Livio
ni; e benché l'auno seguente pose termi- e Dionisio descrivono battaglia con la
ne alla famosa lega latina per rimettere qualche diversità di circostanze, da Ile qua-
i Tarquinii sul trono, la pace co'volsci e li si ricava che volsci arditi e piotili
i
•
i nou si ristabilì; perchè sebbe-
villici in furono primi a muoversi coraggiosa-
i
1
ne essi uon giunsero in tempo al conflit- mente, non che sojleciti a ferire il nemi-
to di Regillo, ed avessero mandato legali co; <; sebbene 1 Citarono perditori, uon fu
aG8 V E L VEL
senza molto spargimento di sangue ro- nicipii, e questi presero il nome di colo-
mano. Ebbe Veletri diverse deduzioni di nia, onde
denominazioni di colonia e
le
colonie, con abitanti mandativi da Ro- municipio furono usate promiscuamente,
ma. Lai.' fu questa del 260, reintegra- come notai ne' loro articoli ; ed in Vele-
lada altra a cagione della peste, che tan- tri stesso ne abbiamo una prova, scriveu-
to infierì da rapire 9 decimi della popo- doS vetonio che l'avo d'Augusto visse con-
lazione di Veletri nel 262 ; que'clie ri- tento del ricco patrimonio e delle muni-
masero chiesero nuovi coloni a Roma, e cipali magistrature veliterne. Il Bauco lo-
dopo vari dibattimenti vi furono spediti, da il savio sistema de'romani, profittan-
compassionando romani tanta miseria,
i do delle città conquistate con dedurvi co-
e non doversi ricordare l'ingiurie de'ne- lonie per utili cagioni, e principalmente
mici e vendicarle in tal frangente, 1*
ira per tenere in soggezione i popoli vinti, per
divinaavendo abbastanza punita la ribel- reprimere le scorrerie nemiche, per pro-
lione da loro tramata. Dipoi la 3." dedu- pagare la stirpe romana, per provvedere
J, come dirò. A que-
zione accadde nel 4 1 la plebe bisognosa, per quietare le sedi-
ste 3deduzioni di colonie, vuole Scotto zioni popolari, per premiare i soldati ve-
citando Frontino, si debbono aggiungere terani colla distribuzione delle terre nel-
2 colonie militari , per essere state due le colonie militari. I romani anziché edi-
volte divise le campagne di Veletri, pri- ficare fortezze e rocche nelle città con-
ma per legge di Tiberio Sempronio Grac- quistate, costumavano dedurvi colonie,
co, poi sotto Augusto. Caduta questa cit- assicurando in tal modo colle popolazio-
tà in potere de' romani , stabilirono essi ni benevole e interessate paesi soggetta- i
servirsene come di frontiera e di forte ti. Vedasi il Ricchi nella Reggia de' Fol-
presidio, essendo Veletri in que' tempie ta', lib. 1, cap. 36; Velletri, Colonia de
per natura e per arte fortissima, posta in romani XII, Viene Veletri annoverata
sito mollo opportuno per reprimere l'im- fra le prime colonie che romani dedu- i
pelo de' volsoi e degli altri popoli nemi- cessero, e così prese forma di governo so-
ci di Roma. A ragione dunque la dichia- migliante a Roma e colle stesse sue leg-
rarono colonia militare, acciocché agran- gi, essendo i veliterni annoverati alla cit-
dissima diligenza de'soldati, che vi avea- tadinanza romana. Per cui nell' elezione
110 le proprie famiglie, fosse custodita e de'magistrali di Roma, eglino vi contri-
guardala. Esiste nel museo di Parigi un buivano co' loro voti. Vogliono Volpi e
aulico piombo veliterno, in cui leggesi Muraioli, che i veliterni fossero ascritti
Multicipium p'eliternuni. Per questo mo- alla tribù Pontina ,
per un inarmo tro-
numento potendo insorgerecontroversia, vato in Colle Ottone, riportato nn\Y Iscri-
pel riferito da Livio e da altri scrittori, zioni l^cUierne da Clemente Cardinali,
opportunamente ricordò Bauco il regola- il quale però eruditamente dimostra che
mento de'romani nel dai e diversa forma i cittadini d' una stessa patria potevano
di governo alle città soggiogate. Alcune essere ascritti a diverse tribù. Nel 262 le
l'appellarono municipi} '
, altre colonie, l prosperità di Roma vennero funestale da
innnieipii aveano le proprie leggi e i pri- diverse calamità , di carestia per aver i
flagello della peste, che ridusse al più de- della comune patria. Calmali gli animi e
solante squallore tutta la nazione. In po- ricordali i di lui meriti, gli fu posto nel
questo decretò che a sorte si scegliessero nata la pace a Roma la valorosa nazio-
i futuri abitatori di Velelri con gravis- ne francese, a questa venne intitolato il
sime pene a' ricusanti, e così finalmente poema). Ma inseguito, poco lungi da Ve-
'
una grande quantità di cittadini dovè an- letri si venne a battaglia, verso il incinte
darvi, e la città ebbe una colonia eccel- che la domina, in luoghi disastrosi, ove
lente. Nel 265 di Roma di nuovo i volsci inutile si rese la cavalleria d'ambo le par-
impugnarono 1* armi contro di essa, col- li. Si combattè con varia fortuna, finché
legati cogli ernici, invadendone il territo- il prode Tulio restò ucciso, e la vittoria
rio. Il console T. Licinio spedito per af- fu di Licinio, senza conseguirne altro van-
frontare i volsci, con poderoso esercito si taersio; tuttavolta ebbe eli onori del Irion-
attendò nel territorio velilernojpoichè Az- fo, e grandi allegrezze si fecero in Roma.
zioTulio condottiero de' medesimi, vo- Anche dopo questa disfatta gl'indomabili
lendo seguir il consiglio di Marzio Corio- volsci non tralasciarono d'angustiare col-
lano, esule romano datosi a'volsci,che pro- l'armi i romani,con più falli d'armi sinoal
poneva doversi prima vincere gli alleati 35o,nel qual periodo tempo nulla dicesi di
di Roma per questa facilmente debella- di Velelri. Avendo romani nel 35 sog- i 1
re, venne contro Veletri colonia roma- giogata Ansur e Allena città vo!sche,al di-
na, se n'impadronì e la restituì a' volsci. re di Diodoro di Sicilia, mandarono coloni
Coriolano, cessando di marciare su Peo- a Veletri. Forse veliterni vedendo gli
i
nia, dipoi per l'invidia di Tulio restò la- straordinari progressi dell'armi romane,
pidato da'volsci (nel t.i4, p. 21 dell'i^/- uniformandosi per allora con savio consi-
bum di Roma, legge un articolo del p.
si glio agli e venti, accettarono i coloni di Ko-
F. Lombardi intitolato // sepolcro dì
: ma, forma di co-
e ritornarono all'antica
Caio Marcio Coriolano in A tizio. Lo di •
lonia già circa a 90 anni prima ricevuta,
ce tale secondo la tradizione del luoeo, e che probabilmente aveano scossa con por-
lo descrive. Certo è, che Coriolano, riti- si in libertà. Sebbene Veletri fosse stata
rali gli eserciti volsco-anziati dalle fosse riempita di romani, nella 2." deduzione
Cluilie e giunto in Anzio, quivi venne per essere sopravvissuta solo la io." par-
trucidato barbaramente dalla moltitudi- te de' suoi abitanti, convien congettura-
ne qual traditore, per avere indietreggia- re chela ferocia o incivilimento de'nuo-
to nel marciare su Roma, mosso dulie la- vi coloni gli avesse incitali contro Roma
270 VEL V EL
loro patria originaria, e fors'ancbe per cominciò con indicibile ardore fra le pa
essere tiranneggiati dalla repubblica, del- ti. La cavalleria romana scompigliò
la quale tentavano spesso scuoterne il fanteria nemica, e i volsci in fine sitia-
giogo per rendersi liberi; ed i nuovi abi- te l'armi dieronsi alla fuga; molli furo-
tatori, come vado a dire, tornaronoa im- no i prigioneri, massime Ialini e ernia
pugnar l'armi contro Pioma, di cui era- volontari, oltre alcuni capi principali del-
no cittadini per privilegio e per origine. la gioventù nobile, ed alcuni di Circeo e
1 romani occupati nel famoso assedio di di Veletri, mandati tutti a Roma,
Veio t per alcun tempo lasciarono sospe- colpa maggiore di questa sollevazione i s
se le ostilità cqntro de' volsci. Ma Vele- potandosi a' circeiesi e a' veliterni, furo
tri nel 36a rassicurata dal primiero li- no trattati dal senato aspramente, perchè
more, e ristorale le forze militari, all'an- essendo cittadini romani, aveano congiu-
tica libertà si ridusse. I romani per sot- rato col consiglio e coll'armi a' danni di
tometterla contro di lei arraaronsi, ma Roma loro patria. Nell'anno seguente i
nulla si conosce cosa avvenne: forse ì ro- volsci, i circeiesi e i veliterni spedirono
mani preoccupati in altre sopravvenute legati a Roma a chiedere i prigioni, col
guerre, riserbarono ad altro tempo la pretesto che avendo agito contro il vole-
vendetta. Arsa e manomessa Roma nel re del comune, volevano punirli secondo
365 dal furore de' galli, dopo tanto ec- le leggi; e li ottennero dopo duri rimpro-
cidio si vide sopra l'armi de' volsci, spe- veri. Non andò guari che si tolsero la ma-
rando come occasione opportuna d'estin- schera dal viso, e se una pestilenza non lì
guere il nome romano. Pel grave e im- colpiva sarebbero entrati tosto in cam-
minente pericolo, senatori crearono dit-
i pagna. In genere i veliterni erano nella
tatore l'espugnatore di Veio Furio Ca- disposizione di venire ad un accomoda-
millo nel 367, il quale marciò contro i mento, ma gli autori della defezione, te-
vohci, li combattè, vinse e riconciliò con mendo d'essere sagrificati,cercarono di di-
Roma. Siccome in questa riconciliazione storte sollevarono la plebe a da re il sacco
vi fu compresa Yeletri, Eutropio dice alle terre de' romani, donde poi derivò
che Camillo vinse la città de' volsci, on- una vera guerra. I volsci sempre auda-
de a credersi che in quel tempo tornas- ci e animosi, nel 373 tentarono di nuovo
se alla condizione di colonia. Dopo tante la fortuna della guerra per abbattere pos-
sconfitte e ad onta della manifesta for- sibilmente la potenza romana. Raccol-
sinel 371 di Roma, per tentar nuova- ne annoverala fra le città volsche, ed è
mente d'opprimerla. Fra le tante fazio- diversa da Lavinio, e credesi che fosse
ni guerresche che si successero, la più fa- dove oggi vedono le rovine del castel-
si
i latini, gli eroici, cui si aggiunsero i po- Lavinia, che descrissi a Genzano, con
poli di Circeo e di Veletri, ambo colonie Nemi, e Ardea capitale de' rutuli; men-
romane. Per opporsi a quest' imponente tre di Lavinio, con Laurentoe Alba Lun-
armamento fu creato in Roma dittatore ga come state metropoli del Lazio in que-
Aulo Cornelio Cossoj che subito si mos- st'articolone ragionai), posero in piedi
se col l'esercito per opporsi al nemico. Ac- un più numeroso esercito del preceden-
eam possiin luogo vantaggioso, e dopo te. Dispiacque non poco a Roma questa
allocuzione, die segno alla battaglia, che furono di parere che questo uuovo disa-
VEL VEL 571
stro fosse slafoeccilato da' veliterni, e che incìsa sul piedistallo della statua eretta
se fossero stati castigali nell'ultima guer- n Camillo, già riferita dal Cardinali, per
ra, non avrebbero suscitato nuove fazio- aver trionfato de' volsci ancora,perciò eb-
ni in dispregio della repubblica. Il sena- be per la 3. a volta gli onori del trioufo.
to quindi decretò la guerra contro i vol- Querela vasi intanto la plebe romana con-
sci; i tribuni vi si opposero, ma tutte le tro il senato, perchè nelle guerre inces-
tribù la vollero. Troppo erano temuti da' santemente fosse consumala, prima a Sa-
romani i volaci, e specialmente i veliter- trico, poi a Veletri, indi a Tuscnlo, per
ni. Furono creati nuovi tribuni militari, impedirle di convocarsi per reclamar
de' quali alcuni restarono alla custodia contro le continue gravezze. Nel 3j5 si
di Roma; e Spurio e Lucio Papirii con- eccitò quindi in Roma una specie di se-
tro Veletri direttamente condussero l'e- dizione, anche per l'eccessivo rigore che
sercito. Uniti erano i veliterni co* pre- si usava contro i debitori. Falli perciò
neslini, fra' quali eravi una stretta lega, audaci preneslini, coll'armi dierono il
i
da niuno soccorsa, dice Dauco, sono tutte stro. Però le altre genli volsche e Ialine
circostanze che mostrano la straordina- avendo perduto la più bella gioventù nel-
ria fortificazionedi Veletri, e il valore de' le precedenti rotte, erano divenule im-
so 388 conseguirono. In quest'anno tor- mura di Capua, esser già slato preso da'
nali galli a danno di Roma, Camillo
i romani, distribuito e assegnato alla pie*
creato di nuovo dittatore li sconfisse, in- be. Risolvettero perciò di non muovere
di senza combattere prese Veletri. Esi- più guerra, ma solamente d'accorrere in
VEL VEL
aiuto eli ({nelle città, che da' romani tol- vette soggiacere a tanta sciagura. Per ca-
sero assalile. Da ciò si trae, che già la gione dello sdegno de' romani verso la cit-
bellicosa nazione volsca eranella sua de- tà, essi incrudelirono ancora contro i tu
cadenza, ed in breve era per perdere la scotani, per averle nella ricordata guer-
libertà e vedersi sotto il giogo romano, ra prestalo aiuto. Abbassata pertanto e
senza speranza di potersi più riunire in sottoposta Veletri a' romani, questi re-
nazione. Si mossero intanto a soccorrere spirarono nel veder finite le guerre de'
Pedo gli a rici ni, i ianuvini e i veliterni ;
volsci, che furono i più feroci e potenti
le schiere de'quali giunte presso il fiume nemici di Roma. Dalla 1/ guerra intra-
Astura, furono all' improvviso, mentre presa da Veletri nel 127 di Roma con-
univausi agli anziati,da Caio Menio com- tro essa sino al 4*7> ^ a totale conquista
battute e sbaragliate nel 4 '
7 di Romn,se- della città costò a' romani il travaglio
condo Livio, e conseguenza della vittoria quasi di tre secoli, collo spargimento di
fu il conquisto di Veletri. Furio Camil- non poco loro sangue. Dal marmo di
lo prese d'assalto Pedo e soggiogò quin- Campidoglio che ne' fasti ricorda il trion-
di lutti i popoli del Lazio, sul contegno fo di Menio, osserva Cardinali, che la lo
de' quali formò allora il senato un rigo- tale roviua e conquista di Veletri devi-
roso processo, dando ad ognuno a misu- si anticipare almeno a'3o settembre 4 '
~>
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ra della sua reità il meritato castigo; e in cui quel capitano trionfò, o nel pre-
quello toccato a' prenestiui fu la diminu- cedente agosto, perchè canone cronolo-
il
in punizione d'aver aiutato i galli barba- guito da Livio di due anni. Questa guer
ra nazione. Veletri forse come più polen- ra fu chiamata da Livio eterna, gravis-
te dell'altre città e ripetutamente ribelle sima da Cicerone, e celebrata molto da'
e nemica a' romani concittadini, fu più posteriori storici. Al console Caio Menio,
severamente e senza pietà trattata. De- oltre il trionfo, fu innalzata una statua
molite le sue mura, il senato velilerno fu equestre nel foro, dimostrazione rara ut
abolito, trasportato in Roma e confinalo que* tempi. Liberati i romani da' vicini
ad abitare nella regione di Trastevere, volsci e veliterni, poterono in breve tem-
colla pena e multa di iooo monete o lib- po stendere il loro dominio in altre par-
bre comediceNibby,achi fossegiuntodi ti d'Italia e fuori ancora. In Roma lun-
qua dal fiume, da pagarsi a quelli che gli gamente esistette la memoria de' senato-
avessero presi, in potere de'quali dovea- ri veliterni, poiché tra le 7 curie del po-
no restare sino all'intero pagamento. Ad polo romano, che traevano il nome dalle
occupare le possessioni veli terne de'sena- città, i di cui cittadini erano stati condot-
tori, furono mandati altri coloni, in puni- ti in Roma, eravi la Curia Sciita. Que-
zione delle ripetute ribellioni, benché cit- sta così appellossi dalla città di Veletri,
tadini romani, i quali coloni mantennero perchè di lei cittadini divennero parte
i
la riedificazione delle mura della città, e si radunavano, come loro luogo distinto
che questa fosse ripopolata colla romana e particolare. Il provvedimento preso dal
cittadinanza, con tutti di ritti e onori che i senato romano per togliere a Veletri per
prima avea goduto e comuni all'altre co- sempre ogni ardire e possanza, e per ren-
lonie. Privernofu trattata collo stesso ri- dersela soggetta e ubbidiente, fu molto
gore. Era Veletri città polente, popo- accorto e politico. Togliendole! senatori,
lala, forte e principale della nazione vol- che costituivano le famiglie nobili, più
le
scu; onde non è da meravigliarsi, se do- distinte e polenti, che regolavauo i pub-
VOL. LXXXIX. 18
a74 VEL VEL
Mici affari e la città dirigevano, il popolo fabbri, tignarli ec, l'uflieio de'qualidi -
restò come un corpo senza capo. Quiucli lava 5 anni. Esisteva il magistrato che
in Veletri si presero altredeliberazioni, si presiedeva a'giuochi ne'quali esercitava-
deposero gli arditi pensieri di tentare nuo- sila gioventù, Curator lusus juventini*.
Il governo di questa città dopo il di- fragi de' principali decurioni. Veletri di-
scioglunento del regno volsco fu di re- venuta fedele a'roinani, nelle più critiche
pubblica aristocratica regolala dal ceto e pericolose circostanze colle sue forze con-
de' cittadini nobili, i quali formavano il corse alla difesa della repubblica. Cosi
corpo de' seuatori. Nella già discorsa la- quando Pirro re d'Epiro venuto in Italia
mina volsca si rileva ette in questa città a' danni di Roma, dopo aver soggiogato
Medi X. Non si può certamente conget- ne delle sue conquiste e delle sue vitto-
turare, se egli sia stato nel regno volsco, rie. Questa città fu un forte propugnaco-
o allorché questa città reggevasi in forma lo per Roma; e giunto sin qui rilirossi
pure gli altri pubblici magistrati ed uffi- te li confuta, colla topografica situazione
ci di Veletri, cioè la prefettura de' fab- di Vellelri, posta sopra vari elevali col-
bri, chedovea essere in molta stima, pre- li, che dominano tutte le sottoposte pia-
giandosene que'che giungevano a godere nure sino al mare Tirreno, e colla storia
I' onore del duumvirato, ed equivaleva narrata prima di Silio, da Dionisio e
a'consoli o altri primari ufhziali delle po- da Livio, i quali dichiararono Vellelri,
steriori università artistiche. Vi erano an Splendida volscorum urbs magna pò-
co i maestri quinqueunali de collegi de* pulosa .... nobilis ejus gcntis veliti i>
VEL VEL a75
Quibiis adscriptù, speciem anliquae colonia anche Veletri, come già notai.
taglia presso Canne Fu interamente disfat- fortificata, non potè offrire attrattive uè
to; non ostante, seguitarono i veliterni pel partito diMario e né per quello di
a prestare ogni soccorso d'armi a'roma- Siila.Nel rimarcarlo Nibby, dichiara che
ni contro il fulmineo Annibale. Questi dopo lo smantellamento delle mura fatto
inorgoglito da'trionfi, audacemente s'av- verso il 4'7> nou trovò indizi di rial-
vicinò a Roma coll'esercito, saccheggian- zamento di mura, almeno fino a' tempi
do e depredando i dintorni nel 53g, te- d'Augusto. Alla fine della repubblica ro-
nendosi lungi da Veletri, cui citladiui i mana Veletri divenne più celebre per
in tale anno fecero parte dell'esercito ro- aver data origine a Caio Ottavio Turino,
mano nell' assedio di Capua. Allorché fu o Cepia, nato dopo 1* adozione dello zio
dato a questa città l'assalto, il dì innanzi Giulio Cesare col nome d'Ottaviano (co-
che si arrendesse, il valoroso Caleno ca- me nato dalla figlia di sua sorella A Iti a o
pitano, uscito fuori a danno degli aggres- Azziaaricina, perciò gloria anche di Riccia
sori, fra gli altri uccise uu velileruo, ed o Arida, come notai in quell'articolo), e
egli pure vi restò estinto; e nel d'i seguen- dopo il suo innalza mento con quel lo d'Au-
te i romani entrarono vittoriosi in Capua. gusto; non che egli nascesse in Velelri,
Ardendo aucora la guerra contro car- i come molti pretendono.giacchè Svetonio
taginesi, nel 548 accadde in Veletri un nella sua vita chiaramente dimostra, olia
disastroso terremoto, e fu così tremendo venne alla luce in Roma, nella regione
che non solo ne restò commossa la città col del Palatino, ma perchè veliterna era la
Tre anui dopo furono tocchi dal fulmine giona d' un personaggio che signoreggiò
i templi d'Apollo e di Stingo, e in quello lungamente e con tanto senno il mondo,
d'Ercole nacquero capelli; pretesi o esage- e che di Veletri fu e sarà I' ornamento
rati prodigi di sopra ricordali. Nel 552 e la gloria. Egli annovera per prima tra
danni orribili recò a Veletri altro terre- le prerogative che rendono celebrata Ve*
molo, aprendosi la terra per lo spazio di 3 letri,quella d'aver dato origine alla stir.
iugeri con grande e profonda caverna,ch'è pe degli Otta vii, dalla quale discese Otta-
quanto dire un tratto di terra lungo pie- viano Augusto i.° imperatore del mon-
di 720 e largo 36o, ovvero 86,4.00 pie- do, e credesi d'avergli dato anco i natali.
dauieiito.OsservaNibby, che essendo Ve- sua nobile antica origine da Veletri, l'an-
letri situato in un suolo vulcanico, andò dai col benemerito ed eccellente patrio
soggetta ad un avvallamento simile a storico dicendo. Imperocché una contra-
quello avvenuto nel 1837 in Albano, do- da nella più celebre parte della città chia-
po le grandi pioggie della primavera e mossi Ottavia, ora Castello per esser il
dell'inverno. Altro notabile avvallamen- sito più elevato e ove esiste il Vico Otta-
to avvenne poco prima del 18T0 nelle vio, ivi essendo stato eretto il suddetto al
zia, Sesta e Decia furono così dette, per- morì all'improvviso in Nola nell'anno di
ché il loro autore nell' ordine della ge- Roma 690, e dipoi dal figlio Augusto gli
nerazione era il quinto, il sesto, il deci- fu eretto nel Monte Palatino un arco ma-
mo: cosigli Ottavii furono con tal nome gnifico. Egli dalla sua .*
moglie Anca- 1
chiamati, perchè l'autore di questa stir- ria ebbe soltanto Ottavia maggiore, pri-
pe dall' ordine della generazione ebbe il ma moglie di Marcello personaggio con-
pronome di Ottavio. Già dissi come da' solare, e poi del triumviro Marc' Anto-
re di Roma la gente Ottavia fu annovera- nio; di rara bellezza esavissima. Da Mar-
ta fra le famiglie romane al senato, e fra cello essa ebbe il celebre Marcello, im-
le patrizie; ma col decorso del tempo pas- mortalato da Virgilio, che Augusto desti-
sò fra le plebee. Dopo lunga serie d'anni nava a succedergli, ed a lui intitolò il
per opera di Giulio Cesare tornò di nuo- Teatro di Marcello {V •)• La morte del
vo a figurare nelle patrizie. Caio Rufo fu figlio pose Ottavia in profonda malinco-
il i.°di questa stirpe, eletto per voli del po- nia, e allora cessò in parte d' esser sag-
polo alle magistrature, essendo già stalo gia, per odiare tufle le donne madri, e
questore. Ebbe due figli Gneo e Caio, non permettendo che si pronunziasse il
io, dalla quale quel grande discese, seb- sterzi per ogni verso di tale episodio che
bene contiuuamenle dimorassero in Ve- ne ha 32. La sommaeraallora enorme;
lelri, pure non furono affatto privi de- tuttavia il suffragio d'Augusto e del suo
iu
ni. Il suo figlio Caio Ottavio innalzò co' Antonio prese a trattarla male in fot
propri meriti la sua casa, avendo lode- della sua indegna passione per Cleopi
volmente esercitato le cariche diti ibuno, tra, e divenne il pretesto della guerra pi
questore, edile, giudice, senatore, e final- disputarsi tra il fratello e il marito la
mente proconsole o pretore col governo guoria del mondo. Ella per altro con
della Macedonia, disfacendo nel recarvisi nuò ad amare M. Antonio, e morto
a Turi (per cui fu imposto il cognome di pianse e trattò figli di lui come suoi pi
i
Tui ino ad Angusto, prima avendo quello pri. Ottavia diede il suo nome ad una
sa, e acquistò l'impero di Roma, per cui nacque Augusto a' 23 settembre l'anno
in quell'articolo ne celebrai i fasti e il se- di Roma 691, nella contrada ad Capita
dilo d'oro di sua epoca, e meglio nel cam- Bubula, dove fino a'giorni di Svetonio
po immensurabile della storia di questa mostra vasi la camera in che era nato, ri-
voluminosa ed enciclopedica mia opera. dotta a sacrario. Con più dettaglio lo rac-
RI. Antonio cognato, nemico e competi- conta pure Bauco, con Volpi che diver-
Ini e dell'impero di Augusto, come scrive samente interpreta il testo del greco Dio-
Svetonio, bassamente gli rimproverò per ne, che seguì il sentimento di Svetonio.
emulazione e invidia l' origine paterna Nacque Augusto nella mattina, in cui trat-
d aver avuto il bisavolo fornaro e l'avo senato la congiura di Caldina.
ta vasi in
banchiere; e l'origine materna, dicendo Caio Ottavio avendo lardato a recarsi in
che il bisavolo fosse africano, e die in senato, ricercatone disse essergli nato un
Alicia esercitò I' arte ora di molinaro e figlio. Allora Publio Nigidio Figlilo sena-
ora d'unguentiere. .Malignila tutte diesi tore, celebre matematico e astrologo, pre-
respingono cogli storici, che scrivono Au- sagì l'impero d'Ottaviano, esclamando
gusto discendere da famiglie paterna e essergli natoil signore del mondo. Caio
materna illustri e nobili. Piace a Banco Ottavio ne fu così dolente, temendo che
di spaziare alquanto sul racconto della Roma perdesse la sua libertà, che deter-
nascita d' Ottaviano Augusto, sulla que- minato d' uccidere il figlio, Publio lo
stione s'ebbe i natali in Roma o in Ve- distolse dalla barbara risoluzione. Rac-
tetri, riportando i discrepanti sentimenti. conta Svetonio, che Ottaviano ancor fan-
Che sia nato in Veletri, l'asseriscono gli ciullo fu multilo e educato in una villa
Theuli e Borgia, addu-
storici velilerui de' suoi avi presso Veletri in piccola stan-
ce tidone prove di vari scrittori, benché zetta, poi tenuta da'gentili in grande ve-
dice Borgia co'giuristi che si contrae l'o- nerazione, ch'esisteva a suo tempo (morì
rigine da una città anche pe' natali del nell'89 1 di Roma); e come fanciullo im-
padre; altri scrittori aggiunge Banco, pose a' ranocchi di cessare dal gracidare.
ripetendo col Volpi, essere Augusto ve- Ciò ho riferito ne' paragrafi Cisterna e
liteuio per origine e educazione ch'ebbe Giuliano, perchè si vuole die succedesse-
ili Veletri, e col cardinal Borgia nipote ro ad Ullubra, ritenuta per il luogo ov'e-
dello storico, essere oriundo da Veletri ra la villa in cui fu educato Augusto. Di
e rimasto poi pi ivo del padre fu educato 4 anni perde il padre, e pupillo restò sot-
presso madre, secondo Dione. Vicino
la to la tutela e cura della madre e di L.
.1 Veletri era tradizione, e si mostrava Filippo suo zio paterno. Cresciuto poi in
il luogo ove Augusto era stalo nudi ito, età, visse presso Giulio Cesare zio di sua
col Topi uione che (piasi ivi fosse nato. D'ai madre, il quale molto l'amò e molta cu-
278 VEL VE L
ra ne prese, per esser privo di prole e per cose di Veletri, opina che 1' educatorio
aver concepito grandissime speranze di d' Augusto fosse situato poco lungi da
lui.Prestofu istruito nelle lettere greche Veletri nella contrada s. Cesareo, ora ri-
lode della defunta Giulia sua ava; di i5 celebre archeologo Cardinali nell'iter/-
dal prozio dittatore fu adottato per te- zioni Veliterne, nel!' illustrare il fram-
stamento e dichiarato suo erede. Pel tra- mento d'una riguardante Ulubra, trova-
gico avvenimento di Giulio Cesare, a un la nel patrio territorio presso il ponte deb
tratto e di 18 anni Ottaviano comparve l'Incudini e indi riposta nel palazzo pub-
nella scena del mondo per farvi la figura blico, conclude che Ulubra sia stata nella
principale; dico scena perchè egli stesso detta contrada dell'Incudini, e che ivi fu
in morte domandò a quelli che lo cir- educato Augusto. propende a Ma Bauco
condavano, se avea bene rappresentato credere che 1' educatorio d'Augusto, da
la parte sua nella commedia della vi- Svetonio designato in una villa de' suoi
ta, come a suo luogo narrai, e per ulti- avi presso Veletri, fosse nel luogo detto
mo nel voi. LXXX V, p. 24*2. Non ebbe s. Cesareo, appunto per essere vicino a
figlida 4 mogli; tranne la figlia Giulia, Veletri esito ameno, e non mai in Ulu-
e morì a IN ola nella stessa camera e nel bra esistente a' tempi di Svetonio presso
medesimo letto dov' era morto Caio Ot- una palude in aria pestilenziale; ne fan-
tavio suo padre di 66 anni e nel y53
; no prova magnifici avanzi d'antichi edi-
i
di Roma, in che non sono d'accordo col fizi, e i! rinvenimento di molte medaglie
Banco quegli storici, co' quali procedei d'Augusto, e d'una sua testa con corona
nel registramele principali azioni e im- civica ivi scavata; e neppure nella contra-
prese nel citato articolo ; venendo depo- da dell'Incudini 3 miglia lontana da Ve-
sto in quel mausoleo che descrissi nel letri, non essendovi memoria che ivi ab-
voi. LXl V, p. 1 4 1 • Tacque Virgilio di sua bia esistito Ulubra e senza vedervi segno
stirpe, per l'adulazione colla quale lo fa di palude, né di territorio, perchè Velie-
discendere da stirpe divina e lo chiama tri l' ebbe sempre estesissimo. Con più
Dio, forse per aver Augusto detto di se ragione potrebbesi pretendere l'esistenza
stesso, dopo aver collocato fra gli Dei d' Ulubra vicino a Cori, perchè in tal
Giulio Cesare suo padre adottivo e aver- città fu trovato il marmo di Spira donna
gli dedicalo il l'empio di Giulio Cesare ulubrana, che a sue spese dedicò un'ara
(V.): Divi Julii se fìlium cssej e Divi a Bacco; e di più Sermoneta pel marmo
genus. Passa il Banco ad esaminare l'e- ivi esistente che parla d'un pubblico ma-
rudita questione, per fissare il luogo ove gistrato d' Ulubra, e più ancora Cisterna
fueducato Augusto, alimentata da' versi dov' esiste altra lapide che fa menzione
d'Orazio, e dall' iscrizione composta da di magistrature di detta città, e maggior
uu veliteruopel rinvenimento dell'acqua niente per essere le due terre confinati!
viva nel piano di Faggiola condotta iu colle Pontine. Nel j53 dalla fondazior
città nel sito appellato Ulttbrh> f e posta di Roma e nell'anno 3o.° circa dell'i]
nel pubblico palazzo. 11 Bauco riferisce i pero d' Augusto, accadde lo strepitose
con Nemi, altri vicino a Cori oa Semio- sliana o volgare o nostra, questa ora
nda, altri a Cisterna, altri nelle Pabuli guirò coli' avvertenza notata nel ve
Pontine. 11 velilerno Laudi nel mss, delle L.VW, p. 211. 11 can. Bauco slima ai
VCL V E L 279
cora esser gloria singolare per Veletri Essi furono anzi i primi a provare gli spa-
l'essersi degnalo il Redentore dell'uman ventevoli e desolanti effetti della gotica
genere e Signore supremo dell'universo, barbarie, duratile anche l'assedio di Ro-
il dominio d'un
nascere sulla terra sotto ma per le continue scorrerie che da' goti
personaggio di stirpe veliterna. La celeste nel loro territorio facevansi; onde i veli-
fortunato avvenimento di cui però nou condotti da Aitila, il quale alle rimostran-
si può rintracciare l'epoca certa. Da fon- ze di quel Papa si ritirò, con formidabile
date congetture si conosce, che ne'pi imi sterminio de' luoghi per cui passò. Nel
tempi della Chiesa quivi sia stato annun- 455 la bella penisola fu straziata da Gen-
ziato I' Evangelo: la vicinanza di Roma, serico re de'Fondali, il quale dopo aver
dove s. Pietro principe degli apostoli sta- invaso l'Africa, con numeroso esercito
bilì la sua cattedra, mostra la possibili- saccheggiò Roma, ponendo a ferro e fuo-
tà non che la certezza d' aver Veletri ri- co il Lazio per tutta quella parte che ab-
cevuto il lume della fedecontemporanea- braccia le provincie di Marittima e Cam-
mente a Roma. I successori d'Angusto, pagna, Veletri e tulli gli altri paesi cui
nellamaggior parte non lo somigliaro- transitò o si recò. I veli terni nuovamen-
no, e la loro crudeltà e corruttela, l'anar- te abbandonala la città, tornarono a na-
chia delle milizie pretoriane, degenerato scondersi fra le balze de'mouti, come fa-
popolo romano nella mollezza e ne' vizi,
il cevano gli altri popoli per salvare la vi-
cembre 536 o 537. Velelri provvide il re Alboinonel 568. Questi barbari in pro-
con molle vettovaglie, di
di lui esercito gresso di tempo occuparono quasi tutta
< penuriava; e si vuole che Belisario vi
ui l'Italia, governandola per mezzo di du-
dimorasse qualche giorno prima d' av- chi, e stabilendovi il governo feudale. Al-
viarsi a Roma, per interpellarne il sena- lora tutte le città italiane soggiacquero a
Io e porsi con esso in intelligenza onde un totale cambiamento nelle leggi e ne-
t;li a piisse le porte. Assunto al regno de' gli stalliti, perciò nella forma di gover-
j^oti Tolila nel 54 1, questi sconfisse più no. Ne' secoli successivi probabilmente
volte i greci eserciti di Giustiniano I, e ri- venne in Veletri introdotto il magistra-
prese Roma nel 546 quindi non
; fu po- to di due consoli, con grande autorità.
co il danno che ne per lerisentì Velelri Frattanto all'infestazioni e scorrerie col-
continue scorrerie de' hai Rari, che vi si le quali i longobardi travagliavano i luo-
recavano n predare. Pervenuti goti ad i ghi circonvicini a Roma, massime quan-
impadronirsi di nuovo di tutte le città del do nel 58g re Autari mise a sacco e deva-
Lazio, Velelri tornò a gemere sotto il lo- stò luttii luoghi vicini a Roma, nelP an-
vilegiata sopra tutte l'altre città. Fin da anche in Veletri, ingiungendo a Giovan-
quel tempo si vuole che Velelri fosse e- ni vescovo della città, che ad evitare il
seutata dal governo del prefetto di Ro- furore de' barbari trasferisse la sua sede
ma. Governa vasi essa co'suoi propri ma- in un luogo meno esposto della dioces
gistrati, colla soggezione immediata allo ov'egli e popolo potessero essere più
il
ché sempre e spesso Velelri abbia avuto il pontificio consiglio, poiché Agilulfo ce
liti e controversie sopra la giurisdizione, suoi longobardi cagionarono per la vi
col prefetto
o duca, senato e popolo ro- Appiani queste contrade gravissimi dar
mano, secondo gli storici veliterni, de- ni, e fra le città che rie rimasero deserte
v'essere obbligata a Giustiniano I, e a quella vescovile di Tre Taberue allora n
V E L VEL a8i
slò allatto desolata e distrutta. Trovo in no tutela e soccorso. A questa negligenza
Nihby, che s. Gregorio I possedeva fondi degl' imperatori di Costantinopoli nel
nel territorio di Veletri, in quel tempo pontificato di s. Gregorio li si aggiunse
chiamata Bellitri.e li donò alla Chiesa de' la pei 'sedizione religiosa. Pei l'eresia de-
ts. Gio. e Paolo di Roma, i quali sono gl Iconoclasti, dispreizatoli delle ss. ///<-
ricordali nelle tavole dell'alto di tal do- magini (P.), l'empio imperatore Leone
nazione esistente nella sagrestia di detta 11! Y Isaurico se ne mostrò fanatico pro-
gorio II, che donò dopo il 7 5 alla basilica 1 scomunicò l'imperatore verso il 726, as-
Vaticana, come si apprende dalla lapide solvendo gl'italiani dal giuramento di fe-
esistente nel portico della slessa basilica, deltà fatto a quel!' eretico, e da'lributi.
i quali furono particolarmente destinati Fu allora che ribellatisi i popoli, molle
ail alimentare i lumi che ardono intorno citià si eressero in signoria, e il ducato di
al sepolcro di s. Pietro. Essi erano : nella Roma con 7 città della provincia di Cam-
Massa Ficloriolae , I' oli veto nel fondo pagna spontaneamente si sottoposero a
!'> iimelliono, quello nel fondo Ottaviano. Papa s. Gregorio 11, e perciò sotto di lui
Nella Massa Trabaliana, l'olivelo nel ebbe principio il dominio temporale dei-
fondo bui reiano, quelli ne'fondi Oppia- la Chiesa romana. Fra le altre città e luo-
no, Giuliano, Viviano, Calliano, Soltfi- ghi che ne imitarono l'esempio, tra le
ciano, l'almi, Salari, Sartariano, Gallia- prime vi fu anche Veletri, la quale scos-
no eCarbonaria.Nella Massa. Caesaria- so il giogo de' greci, volontariamente si
na, gli oliveti ne'fondi Fiorano, Pi isciano sottomise dominio sovrano de' Papi,
al
sariano. Nella Massa /W///z/itf.gli oliveti si mantenne; onde perla costante fedeltà
penetrarono con quelli del Principe, e do formato forse il i.° navilio della mili-
non ponno separarsi; imperocché alla tare Marina Pontifìcia, argomento che
somma podestà sacerdotale nel presente in tanti luoghi trattai; e assai di più operò
ordine di cose è congiunta e inviscerata il coraggioso Giovanni X,che nel 9 5 alla 1
la podestà temporale. Neil' 800 s. Leone testa delle milizie papali li cacciò e ster-
III ristabilì l'impero d'Occidente, e ne in- minò dal castello di Garigliano loro pro-
coronò imperatore Carlo Magno. pugnacolo, contribuendovi gli aiuti de'
Elevato uell'827 al pontificalo Grego- suoi fedeli sudditi e precipuamente de'
rio IV, Saraceni maomettani della Si-
i marsi, equicoli, eroici e veliterni, al mo-
cdia e Calabria infestando sino dall'82 1 do. narrato ne'ricordali articoli. Non so-
miseramente le spiagge d'Italia e di Ma- lamente Velletri, ma tutto il Lazio si ral-
rittima, con ladronecci e facendo Schia- legrò dell'impresa, dopo i deplorabili
vi i cristiani, il Papa riedificò, fortifi- massacri, ladronecci e rapimenti sofferti.
cò e cinse di nuove e alte mura la cit- Il magnanimo s. Gregorio VII del 073 1
il bottino ch'essi facevano de' bestiami, Calabria, dopo la morte del padre, prese
biade e altre vettovaglie. Per evitare tan- Capua e corse vittorioso di là fino sulle
to disastro nella campagna furono fab- portedi Velletri, riducendo in suo potere
bricate alcune torri ben elevate e forti, tutte le città e terre per dove passava, non
che servivano per dare rifugio a'coltiva- essendovi alcuno che ardisse d' opporsi.
tori de'terreni, e per dare ancora il se- Velletri fermò il corso alle sue conqui-
gnale co'fuochi alla città di notte, e col ste, gli fece valida resistenza e si man-
fumo di giorno ; onde accorressero cit- i tenne ferma nella pontificia ubbidienza.
tadini armati, per combattere e respin- Continuando Enrico IV a travagliare la
gere sì fieri e (aliatici nemici del nome s. Sede, ed a sostenere coll'armi il pseu-
cristiano.Di simili fortificazioni senemi- do Clemente 111, costrinse l'ottimo Ur-
ibiiq ancora nella tenuta di Lazzena, e bano Il ad assentarsi da Roma, ed il po-
nella possessione delta de' Monaci, Nel polo veliterno, sempre a lui di voto, sog-
pontificato del successore Sergio II del- giacque a durissime esazioni e persecu-
l'844 crebbero le calamità da' saraceni zioni del polente antipapa. Grato il Pa-
recate a Roma e alle provincie di Mar pa al filiale alfetto de* veliterni, con breve
riltima e Campagna ;
giacché que' bar- de' 16 giugno 1089, concesse particolari
bari annidatisi in Cueta ebbero comodo privilegi al clero e al popolo, cominciau-
VEL V E L 283
do diploma colle paiole di fratelli dì-
il pli confiniche tuttora si conservano. Sof-
lettissimi, omnibus P'ellìtrensibus. ti es- I frì Pasquale il molte afflizioni, sia pero-
il Papa e la sua corte, quante volte egli ostante Velletri rimase fedele al Papa.
si fosse portato in questa città e per tutto Secondo Nibby, la ribellione avvenne nel
il tempo della dimora. Siccome ciò spes- 1i 1 5, quando il Papa andò in Puglia per
sto peso ella fu sgravata prima in parte di Provenza. Bensì crede probabile l'as-
da Urbano 11, e poi in lutto da altri Pa- serto pure da altri, che Anastasio IV e-
breve de'6 aprile 1 102, confermando le solo Papa rescindere il contralto, bensì
concessioni di s. Gregorio Vile Urbano che le parti che mancassero dovessero pa-
II, circoscrivendone il territorio con ìiui- gare 5o libbre d'oro. Nel marzo di detto
&4 VE L V E L
suino, Alessamlro 111 si trovavo in Velie- rocche di Laràrio e Castro, egli le rimi
Ili, ove dimoiò per un anno intero, per se nelle mani di Giordano abbate di Fos
cui ivi fece la della permuta l'i i ottobre, sanuova, il quale le consegnò a Papa Cle
e vi 80, se pure non vi
restò parte del i i mente 111, non prima del 187, anno ir 1
ritornò. Essendo morto Alessandro Illa citi fu esallato al pontificato. Nel 1202
Civita Castellana a'^7 o 29 agosto 181, 1 Vellelri fu onorata dalla presenza d'In-
convien credere che per i tumultuanti nocenzo III, avendo a cuore la pace della
romani subilo i cardinali si recassero in città co'popoli circonvicini. Agitavasi in
Vellelri, ovvero ancora vi restava la cu- questo tempo una lunga guerra fra' ve
ria e corte romana, perchè il cardinal Al- hlcrni, corani e sermonetaui da una par
bichinoli suo vescovo era decano del sa- le, e fra que' di Sezze e di Ninfa, e San
gro collegio e in grave età, e forse vi di- guineo castellano d'Acquapuzza. Questa
morava, e ivi lo elessero Papa col nome dissensione fu causa di gravi danni, d
di Lucio Ili il i.° settembre e coronaro- rapine, di morii e d'incendi d* ambo le
no ivi a' 6. lAecatosi in Roma, poco tem- parti, e specialmente fra' veli terni e i niii
po vi dimorò per le turbolenze della cit- lesi. 11 nipote del Papa cardinal Ugolinc
tà, o per non aver voluto osservare certi vescovo velilerno avea già trattato e cor
costumi praticati da' predecessori. Il Vi- eluso la pace tra questi popoli, ma non
tali nellaStoria diplomatica de Sena- dimeno prepara varisi di nuovo a Ila guer
tori di lìoma, dice the romani colle ar- i ra, essendosi l'uria e l'altra con altri vici
mi alla mano domandarono a Lucio IH ni collegate, e già erano cominciate le
di rimettere in piedi il senato colla pre- stilila. Laonde il Papa per impedire sue i
sidenza d'un iJtf/m/o,e coll'inlera ammi- cessi funesti della guerra, commise d
nistrazione della città e dello stato indi- nuovo al cardinale di ridurre i detti pi
pendentemenleda' Papi. Pertanto Lucio poli a concordia, ed egli con somma cu-
ili stimò bene allontanarsi da un popo- ra e prontezza Nota Banco, che
vi riusci.
lo tumultuante, lece ritorno in Vellelri de'velilerni molti furono promossi a've-
e vi stabili la sua residenza, nella quale seovali, massime della patria, secondo il
assolse dalla scomunica il re di Scozia costume de' secoli antichi, per cui si pro-
Cngliemo, pronunziata contro di lui dal- pose di ricordare i successivi a tanta di-
l'arcivescovo di York ; ed ivi vennero al- gnità esaltati, ed io compendiosamente
l'udienza del Papa Giovanni eUgone ve- lo seguirò. Nel !2o5 Innocenzo III pro-
scovi di Scozia per vendicare alcuni ve- mosse alla cattedra di Firenze Giovanni
scovili diritti. In Vellelri pure a' 2 di- Santi velilerno, celebre personaggio che
cembre fece una promozione di 8 cardi- pel i.° istituì la carica di Podestà nelle
nali, fra'quali Crivelli gli successe col no- sue terre ecastella per mantenervi la giu-
me di Urbano 111. Continuando i roma- stizia, il quale costume utilissimo fu ab-
ni nelle loro discordie a mostrarsi avver- braccialo in tutlo lo slato di Firenze, an-
si a temendo questi per la vi-
Lucio 111, zi nell'Italia tutta. Ma
non pare per quan-
cinanza da Pioma di qualche gravissimo to riportai nell'indicato articolo. Forse
oltraggio, nel 83 passò in Anagni, e
1 1 avrà migliorato e più propagato l'istitu-
siccome tòrte e sicura vi celebrò la festa zione. Fu nel i23o sepolto nel duomo
di Maiale, e secondo Novaes si recò in di Firenze con epitaffio che principia col-
Roma per tentare una pacificazione, vi le parole: Patria Pelletrum. Nel 1227
elesse senatore il conte baimelo, ma fu il ves.ovo cardinal Ugolino di venne Gre-
coslrello nel 1 184 partire per Modena. gorio IX, con inesprimibile allegrezza de'
Le genti di Lauterio milanese bali o ret- diocesani velatemi; ed avendo a' 29 set-
e pel grande all'elio die rimiri va verso di s. Pietro. Nel 1234 Gregorio IX colla
essa, le concesse molte grazie e privilegi. bolla de' 6 gennaio Rex excelsus, pres-
1
terribile censura, divenuto nemico del tio alienandi Terras, Castra et alia
Papa, nel J228 comprò gli animi d'al- loca Sedis apostolicae, absqtieconsensii
cuni magnati romani, servendosi di essi s. Romanae Ecclesia» Cardinalium. Il
per travagliare il Papa, che per evitare Nibby nel citarla inlerprelò l'opposto,
gl'insulti de' sollevati romani e del sena- dicendo che ordinò l'alienazione del ca-
tore Aunilialdi, si ritirò a Perugia nel stello di La ria no, senza domandare il con-
maggio e vi restò sino al febbraio i23o. senso de' cardinali (il quale castello sul
In tale circostanza il popolo romano pub- finire di questo secolo eia in potere di
blicò una legge, ordinando che tulle le Riccardettodi Matteo nipotedel cardini!
città, terre e castella esistenti intorno a Riccardo Annibaldi, che profittando del
Roma dovessero pagaie annuo tributo. silo esercitava ogni sorte d'estorsioni edi
A questa legge fece Velletri forte resi- violenze). La bolla non fu pel solo Laria-
stenza, difendendosi in ogni modo con- 110, ma pe'luoghi di cui specialmente vol-
tro T esigenze del popolo romano, dal le vietare l'alienazione, e ve lo compre-
quale sopra modo infastidito, spedì am- se. Anzi qui riporlo il solo brano che ri-
popoli a mantenersi a lui fedeli, piovvi- lan. Cor a 111. Cisterna in, et Terracinam.
de allo stato di Velletri con due diplomi, Nel 1237 s'introdusse in Velletri il magi-
riferiti dalBorgia ed esistenti Dell'archivio strato appellato Podestà.L'eìeilo a questa
comunale. Nel i.° si vede in quante ma- magistratura dovea essere forastiere, e go-
niere tentarono i romani di rendersi si- vernava con autorità assoluta di
la città
gnori di Velletri e di rimuoverla dall'ub- punirei Perseguo della sua poten-
delitti.
bidienza dovuta al Papa, volendo anco- za gli si consegnava nel possesso una ver-
ra che i veliterni prestassero giuramen- ga coperta di velluto nero con pomi d'ar-
to contro la fedeltà promessa alla s. Sede. gento. Siccome l'autorità di questo ma-
Col 2.Gregorio IX dichiarò, che Vel- gistrato era assai eslesa e poteva dege-
letri sempre dovesse rimanere sotto l'im- nerare in tirannide, durava soltanto G
mediata prolezione e giurisdizione della mesi. Di quesla carica, come dissi in lau-
Sede apostolica; togliendo così a' roma- ti luoghi, se ne faceva gran conto, poiché
ni la speranza di poterla soggettare. Con- ilgoverno de' popoli era sottomesso al-
fermò inoltre l'antico pi ivdegio di si ugola- avea un go-
l'auloi'ilà del podestà. Egli
re libertà concessale da'suoi predecessori, verno illimitato, per cui primari per- i
di cui la città ne porta sull'arme la discor- sonaggi di Roma, delle provincie, e spes-
.>a epigrafe; e confermò pure i privilegi de' so i baroni procuravansi tal magistratu-
suoi predecessori, lodando in line la coslau- ra. Eravi aucora un giudice per decidere
a86 VEL V EL
le cause civili. Ma l'autorità dell' anti- mente sollecitare la richiesta spedizione
chissimo magistrato de' due consoli, per Gregorio IX scrisse eziandio all'arcieri
l'introduzione del podestà, restò molto di- ingiungendo loro
le e clero veliterno,
minuita. Ebbero però 1'
amministrazio- persuadere e animare il popolo a pror
ne delle cose pubbliche, e ciò che appar- lamento prender l'armi. Ambedue le let
teneva alla polizia della città; ed in mol- tere si leggono nel Borgia, e gli originali
ti casi il podestà non poteva procedere negli archivi del comune e della catte-
che col parere e consenso de'consoli. Que- drale. Dice Nibby che quest'ultima esor-
sti sceglievate! dalle famiglie nobili, ed tatoria conteneva la multa di 5oo mar-
eletti dal senato ossia consiglio, presso il che d'argento, e altre pene temporali e
quale risiedeva tutla l'autorità, che ve- spirituali compresa la scomunica nelle
,
consoli, e può credersi che non molto rono Frangipani e gli Annibaldeschi no-
i
dopo il 1 237 si cambiasse tale magistra- bili e polenti romani, sostenendo egliuo
to in quello de' nove buoni nomini, chia- esservi convenzione antica fra' loro ante-
mali pure signori nove, con un sindaco. nati e Terracina, che il podestà dovesse
Nibby li chiama novemviri,e vi aggiun- sempre scegliersi dalle loro famiglie. Ben-
ge i contestabili comandanti le milizie,ci- ché sostenuti dal senato di Roma , Ales-
ta lido Borgia,
ed osserva: cosi allora go- i sandro IV che nel pontificato ritenne il
verni municipali riassunsero il tipo del vescovato di Vellelri, e al dire di Tlieuli
governo primitivo delle città latine com- lo visitòda Papa nel recarsi alla sua pa-
posto d'un dittatore, di tribuni militari, tria Anagni ordinò che il Guidoni e il
,
d'un questore e d'un senato. Federico il suo vicario fossero mantenuti nell'ufficio.
sempre più nemico e persecutore di s. ]Neli268 Clemente IV confermò la con*
9
Chiesa, non solo volle impedire la cele- cordia stipulala fra veli terni e il castella-
brazioue del concilio generale di Lettera- no che allora era fr. Raicuou-
dì Lai lano,
no, in cui Gregorio IX lo doveva depor- docavalierede'lemplari e famigliare pon-
re, ma tentò ancora dal suo limitrofo re- tifìcio; ed assolvè dalle pene che preten-
gno una scorreria nella provincia di Cam- devasi incorse da' velilerm per avere ri-
pagna. A reprimere il Papa questa osti- tenute alcune tene aggiudicale dal car-
lità fece preparamenti, e perciò scrisse al dinal Bray alla rocca di Lariano, che ap-
podestà e popolo di Vellelri, che raccolti partenevano alla s. Sede. Nella sede va-
tutti i cavalli e fanti della città, li spedis- cante di detto Papa il sunnominato Rio
sero a Ferentino, ove era il suddetto car- cardetlo Aunibaldi molto polenie, ne pro-
dinal Aninbaidi o Annibaldeschi rettore fittò con occupare violentemente la rocca
di Muiitlima u Cumpagua. Per maggior - di Luriuuo, che forse Gregorio IX nell'a-
VEL VEL 287
fienaie il castello crasi riservata. Laonde so), non -
ist]egnò d'accettare l'eiezione fat-
il ». collegio dal couclave di Viterbo nel ta in sua persona da' veliterni della po-
1269 scrisse al comune di Yelletri, esor- desteria pe'solili 6 mesi, il che con altri
tandolo a far leva d'armi per la ricupera nel relativo articolo dissi nel 1299, ed il
le dignità da Nicolò 111 avendolo rein- , dinò pertanto, che il rettore di Maritti-
tegrato neh 281 Martino IV, a richiesta ma e Campagna non potesse astringere i
tà, in cui già aveano sempre vissuto. Ma devoli usanze e grazie concesse da'prede-
siccome il vicario regio del senatorato non cessori. Col 3." dichiarò che la città po-
osservava tale ordine co'veliterni, soggetti tesse, per mezzo del suo podestà e giudi-
immediatamente al Papa, scrisse lo stes- ce, o di altri suoi uflìziali, fare giustizia
so Martino IV in proposito una gravis- d'ogni delitto, vietando al detto rettore
sima lettera al vieni io, ordinandogli di non d'ingerirsi in tali allàri, se non in caso di
aggravare e molestare con pesi insolili i legittimoappello, odi negligenza per par-
veliterni, ma che li lasciasse vivere nella pure il ret-
te degli uflìziali di Velletri; se
loro libertà. Poscia Nicolò IV nel 1288 tore non avesse nella cognizione di tali
con sua bolla proibì al senatore ili ttoina cause i medesimi uflìziali prevenuto. Or-
d'astringerei lerraciuesi, pipernesì e sez- dinò ancora che la città non fosse obbli-
Keri a mandare in Roma speciali persone gata né a richiesta del rettore, né di qual-
per prendere dal senato le misure, colle sivoglia altro ministro, far prendere e tra-
quali fossero obbligati misurare nelle com- sportare altrove i delinquenti, che in Vel-
pre e vendite le biade e i liquori, e lo ri- letri si ricovravano. Infausto fu il 1 3o5
cavo da Vitali. Bonifacio Vili mostran- per lo strano trasferimento della residen-
do glande alletto verso questa città, do- za palpale fatta da Clemente V iu Pro-
ve iu da fanciullo educato presso reli- i venza, indi stabilendosi in Avignone {f/ .) 1
giosi francescani (mentre n'era vescovo lo come vicina al contado fenuissiuo [f'.)
rio Alessandro IV, ovvero al dire di dominio temporale della s. Sede, ove re-
Tbeuli, sotto la cura di fr. Bruno o Leo- stando 6 altri Papi, fu cagiouedi lagrime-
nardo Patrasso suo zio, che poi lo fece voli couseguenze;falale trasferimento pre-
cardinale; tua il cardinale uou fu rdigio- veduto dal decano del sagro collegio cai-
288 V E L V E L
dinal Malico Rosso Orsini, diacono ili s. Veletri d' ogni banda da baronie circoli
Maria in Portico e commendatario eli s. data (precipuamente da'potenti Caciaia,
Maria in Trastevere. Di che lasciò scritto Colonna, Orsini, Savelli , Confi ec), i
il veliterno Laudi, che per l'assenza de'Pa- veliterni prudentemente trattarono col
pi da Roma le terre soggette alla Chiesa senato e popolo di Roma; non perciò que-
furono variamente tiranneggiale; ina Vel- sta comune perde la sua libertà; impe-
lettigravemente oppressa da'romani, an- rocché questo fatto deesi considerate sot-
corché Clemente V avesse mandato 3 car- to l' aspelto di violenza o di scorreria, i'
dinali con podestà senatoria pel governo cui effetti non furono legali, né penna-
di Roma e del resto d'Italia, nondimeno Denti come in seguito vedrassi. I veliter-
sivenne molle volte all'armi con offese e ni o coll'arrai, o colla protezione de' l'a-
morti d'ambo le parti, il che durò per pi,a'quali erano di voli e fedeli, tornaro-
molli e molli anni. In seguito di queste no ben presto nella loro piena indipen-
ostilità sarà avvenuta nel i3i2 una ca- denza. Rene si conosce dalla storia qual
pitolazione fatta fra il popolo e comune fosse nel 1 3 i ?. la situazione politica del-
tli Roma, e fra il popolo e comune di Vel- l' Italia e di Roma (V.). Per tutto arde-
letri. Per questo trattato dal senato e po- va guerra; e le fazioni de Guelfi e Chi-
la
polo di Roma acquistossi una certa in- bellini{f/.) riempivano le città e le con-
fluenza politica sulle cose pubbliche di trade tutte d'orrore, di sangue e di mor-
Vellelri. La pergamena esiste nell'archi- te. Roma posta in balla di queste fazioni
vio veliterno, come tanti altri documenti videsi obbligata dalla plebea riconoscere
che per brevità tralasciod'indicare, per la per senatore un Jacopodi Giovanni d'Ar-
1/ volta nel 1889 pubblicata ed erudita- lotto degli Stefaneschi. Questo magistra-
mente commentala dal cav. Cardinali, ne- to a' 1 3 ili novembre riferisce in consiglio
gli Atti della Società letteraria VoUca prima, e poscia in parlamento nel Cam-
/ clilerna, t. 3, p. 187, eoltitolo:Df //'<?«• pidoglio il negozio di Veletri. Il consi-
lonomia di Veliciti nel secolo XI F Di- glio e i parlamentari commettono a Ri an-
scorso. Invece di darne un sunto, pel si- ca di Giovanni del Giudice di palleggia-
stema mio compendioso, preferisco ripro- re con Jacopo Melati ambasciatore e sin-
durre alcuni sentimenti del mio Mento- daco a ciò spedito dal comune di Vele-
re e principale guida nelle cose veliler- Iri. La convenzione fu questa. Che il po-
popoli, per cui il senato romano acquistò bre di provvisione (provvisini leggo in
un'influenza governativa esercitata intor- Cardinali; o meglio provisinimoneta an-
no governo di Veletri ne' bassi tempi,
al tica di Francia, battuta ancora in Pioma
per quale non si annullò il diritto d'au-
la d'ordine del senato romano, di cui par-
tonomia in questo comune. La lontanan- lai in più luoghi alcuni opinando che
,
potesse dal comune di Roma né vender- tente alleato. Veletri sopra ogni altra n'e-
si, uè obbligarsi la podesteria di Vele- ra in sommo bisogno; perchè era nel pe-
tri; che a nessuno fra'nobili o fia'magna- ricolo di cadere nelle mani di prepotenti
ti romani fosse permesso acquistare beni baroni, che latenevano circondata co'lo-
fondi in Velelri, e acquistandoli fosse nul- ro castelli. Ecco il motivo che spinse la
lo l'acquisto. Convennero, che il popolo prudenza de'veliterni a porsi nella dipen-
di Veletri darebbe annualmente a tito- denza del senato romano nella lontanan-
lo di censo due torchi di cera d'accen- za de'Papi da Roma; prima, perchè due
dersi in onore di Nostra Donna nella vi- governi della stessa natura sogliono più
gilia dell'Assunzione; che, dove per tito- lealmente confederarsi; poi, perchè faci-
loro a dare da questa comune; purché alla loro sede, li avrebbero, come in ad-
non fosse il delitto avvenuto nel territo- dietro, liberati dal vincolo di quella sog-
rio. Convenivano finalmente, che il po- gezione. I governi a comune dividevano
polo e comune di Veletri giurerebbe il in due l'amministrazione pubblica: la
seguimento al comune di Roma senza parte legislativa, la somma della guerra
darne mallevadori; che il popolo di Ro- e della pace, l'amministrazione a' parla-
ma difenderebbe le persone e le cose de' menti e a' magistrati collegiali, e la ese-
•veliternida ogni persona ecclesiastica e cutiva a' podestà affidavano. Velelri vi-
secolaresca; che non li graverebbe o col- vendo nelle libertà ecclesiastiche eserci-
la leva del sale,o con tasse di grascie, o tò questo libero potere. In questo tratta-
di giustizieri che veliterni interverreb-
; i to il senato e popolo romano acquistava
bero, siccome era già usanza , a' giuochi il solo diritto di mandare in Veletri po- il
tai nel voi. LXIV, p. 38), o ad altro gra- zione esecutiva. E siccome questo pode-
vame qualsiasi non si terrebbero punto stà doveva giurare l'osservanza di que-
obbligati (dice Rauco, che fu abolita tal gli statuti che il comune di Veletri avea
costumanza da Paolo II e Sisto IV, cioè in vigore, e quelli che fosse in appresso per
intenderà parlare dell'intervento de' ve- dare a se stesso, chiaro si scorge, che con
literni,non de'giuochi). Per l'osservanza ciò non veniva distrutta la libertà del co-
di questa capitolazione imposesi la pena mune, stante che al comune rimaneva il
ago V E L VEL
e n'nobili romani il possedere alcun che e gli successe Clemente VI) Nicola Caela-
nel territorio e nellu città di Velelri ; e di ni signore di Fondi, profittando dello- sla-
più il vincolo del giuramento prestalo da to d' anarchia in che trovavasi Roma e il
larsi questo trattato dopo il ritorno de' perciò dal popolo romano, com'egli dice
Papi in Roma". Giovanni XXII, succes- dovè soltoporsi ad avere il podestà. NoU
so a Clemente V, fece rettore di Marit- di più, che tale guerra durò molti anni
tima e Campagna Raimondo cluniacen- solo rimase sopita nel 1 348 per la terribi-
se da lui consagralo vescovo di Monte le pestilenza che mietè mol lis>ime vile, an-
Cassino; e non volle riconoscere Lodovi- che nelle vicinanze di Roma. Nel 1 34-
co V il Bavaro eletto imperatore da una Clemente VI fece vescovo di Tivoli il ve-
parte degli elettori dell' impero , indi lo literno Nicolò, secondo Lucenti canonie
scomunicò pel narrato in tanti luoghi. in patria, e non di Todi come vuole Ughel
Recatosi in Roma nel i 3s8 fece eleggere li. Nel 1 347 il famoso ambizioso agitatore
in antipapa Nicolò V, il quale lo coronò. Cola di Rienzo, profittando delle fazioni
Abolendo portarsi a Napoli, il re Roberto che laceravanoRoma,sedusse audacemen-
avea posto sue genti nel castellodella Mo- te il popolo con volere ripristinare l'anti-
ni, se ne partì. 11 Nihby dice per la forte terni, perchè avendo sofferti notabili dan-
contesa insorta fra gli alemanni del suo ni dal suddetto conte di Fondi, sperava-
esercito a cagioue della preda di Cisterna, no aiuto contro quel prepotente barone.
per cui poco mancò che non venissero al- Difatti l'ottennero, ma i senatori profit-
le mani. Dunque è inesalto il riferito da tando dì questa occasione, tutto accorda-
Peirini, che Lodovico, oltre Tivoli, occu- rono colla condizione che Velletri in av-
pò coll'armi Vellelri, e non ardì d'acco- venire ricevesse il podestà a scelta ed e-
VE L VEL 2
9 «
i 3 1 fosse stata annullata. I veliterni co- sue angarie, stanchi i romani di più. sof-
stretti dalla necessità, accettarono la dura frire le sue stranezze e uccisioni, a furia
condizione. Ma in seguito eglino si penti- di popolo restò trucidato miseramente i'8
alla libertà e privilegi della città, e quin- portarono in Velletri e nel febbraio fe-
di nacque una sorgente di continue con- cero la divisione delle loro terre e castel-
tese e travagli, fra' romani e i veliterni. la nel pubblico palazzo, con accordo di
Non arrestaronsi questi di subito intra- pace e sicurezza ,
promettendo di cessar
prendere l'ostilità contro il conte di Fon- le condonate offese sotto pena dii5,ooo
di, che però restarono sospese per la det- fiorini d' oro. Il comune si fece garante
ta desolante peste, che dal i 348 per un del convenuto, e si obbligò d'aiutar gli
continuo triennio fece crudelissima stra- offesi contro gli aggressori colla forza e
ge degl'italiani. Crescendo le usurpazio- coll'armi, sottomettendosi i Savelli pie-
ni nello stato pontificio e i tumulti di Ro- namente alla protezione di Velletri e de'
ma, per reprimerli e riconquistare l'oc- suoi magistrati. In quell' epoca Velletri
cupato,neh 353 Innocenzo VI spedì da avea un certo ascendente sui circostanti
Avignone per legato il celeberrimo cardi- paesi e castelli, e spesso s' interponevano
nal Albornoz, insieme coll'ardito Cola di i veliterni per conservar la pace fra' ba-
Rienzo, il quale colla sua facondia pro- roni confinanti. E il Nibby dice che nel-
metteva di tutto calmare. Nel 1 3 54 Rien- lo stesso anno due veliterni furono me-
zo fatto senatore di Roma cominc'ò ad diatori fra vari potenti romani e Giorda-
esercitare crudele giustizia contro i prin- no Peronli di Terracina, per la reputa-
cipali signori di Roma, meditando la ro- zione che godevano presso i vicini. Ap-
vina de'Colonnesi, anche perchè Stefano prendo da Vitali, che neh 358 7 rifor-
i
di tal famiglia gli ricusava ubbidienza e matori della repubblica romana vicari del
uvea fatto scorrerie nel territorio roma- senatore ordinarono a'Mancini veliterni,
no. Questi fortificatosi in Palestrina,Rien - per testimonianze d'una lite de' monaci
zo dal campo di Tivoli (/^'.) si recò ad di s. Alessio, di presentarsi avanti An-
assediarlo strettamente coniooo soldati gelo di Cantalupo giudice della curia di
romani, e il popolo di Velletri e di Tivoli Velletri. Non pare esatto il riferito dal
tutto in arme, oltre molta gente de'vici- Rinaldi e dal Nibby, che non potendo i
ni luoghi. In breve tempo, preso tutto il veliterni sopportare il giogo loro im-
territorio, e occupata buona parte della posto da'romani nell'invio del podestà, e
città fu mandata a sacco e rovina, rima- profittando della rivolta accaduta in Ro-
nendo intatta la sola parte superiore. Nel- ma i362, ricusarono di riceverlo o
nel
V 8.° giorno fu perchè
sciolto V assedio ,
l'uccisero, non essendovene memoria in
i veliterni e erano venuti fra
i tiburtini Velletri. Però non sembra del tutto in-
di loro in gravi competenze , e temevasi veridico, perchè la città inviò neh3G3 al
che nell'esercito si levasse qualche tumul- nuovo Papa Urbano V in Avignone il
to; e perchè Rienzo sospettava che il fa- nobile Simmarda per ambasciatore, il
moso fr. Morreale capitano di ventura lo quale rappresentò esser Velletri invol-
gli
mare le libertà veliterne e impedire le ro- ceva fronte a'romani, potendosi conside-
mane gravezze, per le quali le sospese o- rare di forze eguali, poiché la popolazio-
stilila eransi ricominciate, per cui i veli- ne di Roma ridotta neh 198 a 35,ooo,
terni furono poi assolti in più di 4oo per per l'assenza de' Papi non giungeva alla
aver danneggialo il territorio romano; co- metà. Ma se cessarono tali disastri, rima-
me pure recato gravi danni ad Albano nevano le turbolenze interne, e una spe-
con saccheggi di varie abitazioni e de' cie di guerra civile che disturbava la cit-
monasteri di s. Paolo e delle monache di tà. Da due anni innanzi eransi suscitate
fi. Maria Rotonda , oltre il sacco del ca- in Velletri due contrarie fazioni appellate
stello di s. Pietro in Formis , allora di de lupi e delle pecore, o divisione di par-
detta diocesi, per cui soggiacquero a lite tito guelfo e ghibellino. I faziosi combat-
gravissima pel reintegro di tanti danni. tendo fra loro riducevano in un'estrema
Il Papa con molta efficacia scrisse in fa- calamità la popolazione intera. Continua-
vore de' veliterni nell'agosto 1370 da mente accadevano uccisioni, rovine di ca-
Monte Fiascone e prima di partire per se, sterminio di possessioni, prede di he-
V E L V E L acj3
tirami e «lire insolenze. L'uno e l'altro glio i 378 die una sanguinosa rotta a'ro-
parlito averi seguilo grande di nobili e titani a ponte Salario; ma questi riunite
circostanze furono fabbricale delle torri quello di Nettuno nel marzo i38o li bat-
in città per fortificarsi e difendersi, ed terono e fugarono. I bretoni per questa
ancora ne restano alcune. Nel i374stes« disfatte si posero al soldo d'Onorato Cae-
so, per opera d'alcuni pacifici cittadini e tani contedi Fondi. Questo ribelle scomu-
de'pacieri eletti dal magistrato, fu ristabi- nicato infastidiva co' suoi armati i paesi
lita la pubblica tranquillità. A' 17 gennaio fedeli al Papa. Mosse più volte le sue
1 877 Gregorio XI consolò Roma con ri- truppe sopra il territorio veliterno; scor-
scovo veliterno. Portatisi ad Aiutgni e cui era per cader la città, i gravissimi dan-
quindi in Fondi, presero a soldo 1 200 ca- ni che riceveano dal conte e da' bretoni,
valieri bretoni che aveauo accompagnato che stanziavano a Ninfa poco lontana da
a Roma il Papa defunto, e trassero al Velletri. Promise il senato di mandare a-
partito loro il conte Onorato Caetani già iuto, ma questo ritardando, la città si ar-
rettore di Marittima e Campagna. 1 car- mò, prese nel i38i a sua difesa uu capi-
cimali faziosi scismaticamente depostoUr- tano forastiere in Annibale Strozzi fio»
bano VI, a'20 settembre elessero Tanti- rentino, che trovavasi a Tivoli, coti ani-
papa Clemente VII, dando così principio pia facoltà. Dispiacque a'romani tale «cel-
ai grande e pernicioso Scisma (^.) d'oc- ta, enon potendone ottener la revoca, ve-
ndente nel quale fedeli si divisero in
, i derido il bisogno estremo di Velletri cor-
lega elezione il conte di Fondi ne die su- glio e mezzo circa fuori di porta Napole-
bito parte a Velletri, esortando i cittadi- lana, onde prese il nome di colle de'Brit-
ni a rallegrarsi e riconoscere per successo* ioni che porta, e perciò i cittadini erano
re di s. Pietro Clemente VII; come avea impediti di recarsi alla campagna : i be-
fano scandalosamente il vescovo cardinal tirami parte li tenevano in città e parte
Latger per cui alcuni veliterni ne se-
,
verso il vicino monte, ove nemmeno era-
guirono l'esempio. Venuto di ciò in co- no sicuri. Spesso venivano condotti pri-
guizione Urbano VI , dopo aver scomu- gioni de' veliterni, e sembrava non potersi
meato l'antipapa e i suoi aderenti, scris- rimediare a tanto disastro. Combatteva-
se al popolo di Velletri, acciò si prowe- no di frequente control bretoni capita-
desse alla mancanza de'traviati con farli nati dallo Strozzi, e quasi sempre colla
tornare alla sua ubbidienza. Così avven- peggio. Il popolo intimorito desiderava lu
d'impadronirsi della città, con aperta con- Paolo Paulozzo per custodir la città, e
traddizione, avendo egli provato che s. Francesco d' Alitino per assalir i nemici
Geraldo soltanto resse questa chiesa dal e assicurar la campagna. I romani s'in-
1072 al 1077, onde non era fiorito a tromisero a fare restituire la preda e IU
quell' epoche. Ma pel nuovo quadro del- berarei prigionieri; e nel 1 385 per auto-
la cappella comunale di s. Geraldo (ar- rità de' riformatori della pace di Cam-
chitettata del cav. Francesco Fontana pidoglio, si ordinò che in Vellelri non ar-
nella cattedrale, e di recente bellamente dissero d'entrare cavallerie, né si ricettas-
restaurata), la cui illustrazione ho accen- sero i baroni senza il permesso di tutto
nato parlando della cattedrale,quantoal- il popolo. Il conte di Fondi vedendo le
la qualità de'nemici,opinò ilcapitolodel- cose dell'antipapa a mal partito, e stanco
la medesima che fossero i saraceni, secon- da tante ostilità, colla mediazione del
do la più probabile patria tradizione, che popolo romano si pacificò cou Velletri.
all'epoca del secolo XI tornarono a infe- Ne' capitoli della concordia si conven-
stare queste contrade. Avendo promesso ne Che il conte non molesterebbe be-
: i
A' saraceni si attribuisce il feroce assedio suoi stipendi non avrebbero offeso il co-
patito da Vellelri, che la ridusse agli e- mune, il quale sarebbe avvisato dovendt
stremi, nel vescovato di S.Gerardo, il qua- essi partire per munirsi. Il conte preten-
le durò dal 1072 al 1078. In tal fran- deva d'esser riconosciuto rettore di Ma-
gente, il saulo vestito pontificalmente rittima e Campagna, come nuovamente
V EL VEL 295
se col solilo onore il podestà romano; die letri, facendo scorrerie, prede e uccisioni,
i romani operassero per la pace o per una massime nelle campagne. Nel 1397 si
lunga tregua col conte diFondi,e se non vi adunò in città un parlamento generale
riuscissero ai unirebbero a guerreggiarlo per provvedere a questo disastro, e fu-
co' veliterni ; che si perdonassero scam- rono eletti 2 capitani ; ma in breve seda-
bievolmente danni e le ingiurie ; e die
i ta la discordia, si ristabilì l'antica amici-
per l'osservanza de' capitoli vi fosse la zia e Con-
confederazione tra Velletri e i
ra a Velletri per questa causa. Dauco cre- Accennato tutto questo, osserva il Nibby,
de probabile che allora Lariano fosse oc- die Lariano era divenuto proprietà de*
cupato dalla famiglia Conti, quali fino i Savelli, e che Bonifacio IX volendo ri-
dal 1226 aveano delle ragioni sul terri- cuperarlo esortò Velletri a porre in ope-
torio, e sotto Urbano VI Ildebrando e ra tutte le sue forze per otteuerne lo sco-
Adiuolfo Conti prendevano i frulli di po, e sembra che l'impresa sortisse buo-
Lariano. Quel Papa nel 1 388 avea com- no elfetto. Dunque pare, che il Savelli
messo a Nicola di Lauro (o Valeriauis fosse quel barone nemico di Bonifacio
di Piperno) di ricevere da' detti Conti IX. Stabilite le cose di Roma in piena
il possesso d' Alatri e Segui, e de' castel- soggezione del Papa, questi vi tornò, ed
li di Paliano e di Lariano, e di ritener- i veliterni di ciò congratulandosi, gli e-
li buona guardia e custodia. Forse
in sposero i bisogni della città e le novità
nellamorte d'Urbano VI Conti ritor- i fa Ite da' siccome una delle ca-
romani. E
narono in possesso di Lariano con dispia- gioni delle continue discordie fra' roma-
cere di Bouificio IX; e forse da que- ni e veliterni era l'annuo pagamento di
st'impresa di Lariano avranno avuto o- 1000 libbre, che i romani pretendevano
ligi ne le rappresaglie di Paolo Couli eoa- ptr esservi stalo ferito iu Velletri un lo-
296 VE L V EL
io commissario nel 1398, Bonifacio IX giche misure per difendere mi- la città,
sizione l'8 agosto c4oo. Nel precedente avendo inviali 100 finii. Ma pervenuta
avea fatto vescovo di Cefalonia Grego- Ostia in potere di Ladislao, romani a i
rio Gori veliterno, arciprete della catte- lui si dierono. per cui i veliterni si videro
drale; mentre in Roma era luogotenen- costretti a ricevere le sue genti, premu-
te del senatore Angelo Alaleoni rettore nendosi con un salvacondotto regio on-
generale di Marittima e Campagna, e lo de evitarne le violenze. Da Roma con di-
ricavo dal Compagnoni, Reggia Picena, ploma de' 17 giugno r4o8 Ladistao spedi
p. 3 ig. Erasi sino alle discorse epoche il' veliterni un diploma di conferma a' lo-
conservata libera inVelletri l'elezione del ro statuti e usi; e con altro de'4 dicembre
podestà, e solo limitata nel i374da'ro- 1409 da Salerno concesse a'velilerni l'e-
mani onde dovesse eleggersi un cittadino senzione de'dazi da lui imposti e da im-
romano da confermarsi in Roma. Ma a- porsi, ordinando che ogni 6 mesi conti»
vendo Bonifacio IX richiamato a se l'au- nuino i cittadini a eleggere gli ufhziali,
torità pretesa dal senato romano, usan- coll'inlerveuto del podestà per sua parte.
do del pieno suo diritto d'assoluto prin- In quest'epoca si estinsero in Velletri, per
cipe,deputò per podestà di Velletri a' opera del regio podestà Sillano Pignattel-
12 aprile 3g8 Paolo de Maleozzi dot-
l li napoletano, e con quella d'un religio-
tore iu legge, e cosi troncò le romane pre- so francescano secondo Theuli, le fazio-
tensioni. I baroni circonvicini a Velletri ni delle pecore e de' lupi, che per tanti
pon sapevano astenersi dall'uso delle ar- anni l'aveano travagliata colle guerre ci-
mi e dalle pubbliche violenze in que' in- vili, e così le fu restituita completamen-
felici tempi, uè la città potè goder quie- te la pace. A togliere a'partiti qualunque
ta nella religiosa ricorrenza armo dell' aderenza o protezione de' baroni, si for-
santo i4oo, perchè il ricordato Colonna mò un rigoroso statuto proibitivo d'al-
o per la rocca di Lariano o per altro mo- loggiarli nelle proprie case senza licenza
tivo inlimò guerra a' veliterni. Questi de'signori nove, e di tenerne sulle porte
assoldarono l'opportuna gente, e invoca- l'armi gentilizie. Ladislao nel tempo che
rono soccorsi dal Papa, che probabilmen- dominò Roma si portò più volle a Vel-
te colla sua autorità pacificò i veliterni letri, ed abitò una casa verso ponente, di
e i i4o4 divenuto Papa
Colonnesi. Nel cui il Landi lasciò memoria ue'mss. Frat-
Innocenzo VII il popolo romano di nuo- tanto lo scisma sempre più imperversa-
vo pretese l'annue 1000 libbre da cui va : all'antipapa in Avignone era succe-
era slata assolta; ma a lui ricorrendo i duto fin dal i3g4 l'ostinalo Benedetto
veliterni,confermando il Papa l'esenzio- XIII. Ad estinguerlo si celebrò il fa-
ne del predecessore, romani si tacquero.
i moso Sinodo i4°9j ove si de-
di Pisa nel
L'ambizioso Ladislao re di Sicilia di qua pose tanto l'antipapa quanto il legittimo
dal Faro, sempre aspirando al dominio Gregorio XII; ed elettosi Alessandro V,
di Roma e d'Italia, nel 1407 sotto Gre- la divisione dell'unità de'fedeli restò mag-
gorio XII rinnovò isuoi tentativi per oc- giormente scissa, con seguire 3 ubbidien-
cupare B.oma, facendo scorrerie ne' din- ze. Velletri segui quella dell'eletto, ab-
torni. Tentò pure di sorprendere Velletri, bandonando l'anteriore di Gregorio XII.
mediante alcuni cittadini guadagnati da ludi Alessandro V scomunicò e privò del
lui, della fazione de' lupi, che col più ne- regno Ladislao, quale usurpatore de'do-
ro tradimento eransi proposti di saccheg- minii della Chiesa e aderente a Gregorio
giai la e dargliela in mano. Scoperti gl'ini- XII; ma morendo poco dopo nel i4 ,0 i
timo e dotto sacerdote Manco chiami an- ti gli appelli delle cause tanto civili quan-
tipapa un Gregorio XII (F.). Recatosi tocriminali al medesimo rettore si devol-
in Roma Giovanni XXII pubblicò la cro- 1 vessero (ma nell' esenzione di Bonifacio
ciata contro Ladislao quale usurpatore Vili, che qui par dimenticata dal Bau-
del regno, persecutore della Chiesa e se- co, quel Papa soltanto assolse i veliterni
guace di Gregorio XII. Il versipelle prin- d'essere costretti dal rettore di portarsi
cipe, per conservare il regno, tosto abban- all'esercito o alle cavalcate fuori della
donò il virtuoso e legittimo Gregorio XII, provincia j ed al rettore conservò l'ap^
e si sottotnisea Giovanni XXIII, median- pello legittimo, e d'ingerirsi nell' ammi-
te trattato di pace de' 5 giugno i 1 4-1 2- Ve- nistrazione della giustizia, se negligenti
ramente in tal giorno d re in Palatio s. gli ullìziali veliterni. Tanto aveano rife-
Petri emanò un diploma in favore di Vel- rito prima di lui anche Theuli e il Bor-
il
Ietti, come imparo dal cardinal Borgia. gia). I veliterni fecero grandissime istan-
Breve istoria del dominio della Sede a- ze a Giovanni XXIII per essere liberati
postolica, p. 1 88. Dal canto suo Giovanni da questa soggezione, per abitare una cit-
XXI II abbandonò Lodovico II d' Angiò, tà tanto vicina a Roma, e dimostrando-
che con bolla avea riconosciuto per legit- gli la continua fedeltà alla s. Sede, le gra-
timo re del regno di Sicilia di qua dal vissime spese fatte per gli armamenti, e i
Faro. Ladislao avea nominato rettore di danni eccessivi sofferti nella guerra con-
Marittima e Campagna o suo vicegeren- tro Ladislao. E Giovanni XXI li a tutto
te Giacomo d' Aquino conte di Satriano. condiscese con breve datum Romae apud
E Giovanni XXI 1 1 conferì il rettorato al s. Petrum, a'i 5 oltobrei4i 3 (temo sba->
cardinal Rinaldo Brancacci. Per allora gliato il mese, e forse dovrà di non poco
Ladislao abbandonò tutti i luoghi che in anticiparsi, perquanto vado a narrare),
queste parti avea usurpato, e solo riten- interamente esentando Velletri dalla di-
ne Sezze come di molta importanza, pro- pendenza del rettore della provincia.
mettendo restituirla previo sborso di ri- Ladislao non pensando ad altro, chead
levante somma. Giovanni XXIII per ri- eludere eziandio Giovanni XXII I, rotto
cuperarla, chiese a Velletri iooo ducati il trattalOjCon un esercito sorprese Roma
d'oro, e fu contentato con 65o, ad onta a'i5 giugnoi4<3, e lo costrinse a fuggi-
dell'esausto erario comunale pe'continui re co'cardinali. Nello stesso giorno con am-
dispendii per le guerre e carestie di que' plissimo diploma datum Romae in Pala-
torbidi tempi; protestando però il pode- tio s. Petri, in cui si die l'ampolloso tito-
stà , il giudice e i signori nove, che ciò lo d' Illustre Illuminatore di Roma, con-
non pregiudicasse a' privilegi della città. cesse a'veliterni indultoe remissione di pe-
Narra il p. Casimiro da Roma, che Ric- na meritata per qualunque delitto com-
cardo Annibaldi de'signori della Molara messo , contro qualsiasi persona e anche
Bauco dicendo: Giovanni XXIII rinun- na, Albano, Civita Lavinia e Castel Gan-
ziò, Gregorio XII e Benedetto XU1 furo- dolfo. Vi rimaneva il castello di Larianc
no privati del pontificato. L'ri novem- o Ariano, ch'era ben fortificato, assai mu-
bre 1 4-1 7 coll'elezione di Martino V Co- nito, e cou diligenza difeso da'Colonnesi.
torno al podestà e ad altri particolari; fu- salto alla fortezza; il che fu loro accorda-
rono ancora rinnovati i confini , e si ac- to con larghe promesse. Si presentaronc
comodarono le differenze pel castello di coll'Annibaldi al cimento 8oo volontari
Lariano, che Nibby dice tornato in pote- cittadini, i quali animati da valore e ir-
re de'Colonnesi nel pontificato del paren- ritati pe'ricevuti danni, appena giunsen
te loro Martino V. Morto questi neh 43 t, sotto Lariano che l'assalirono con indi-
gli successe Eugenio IV , sotto il burra- cibile coraggio e in breve lo presero. En-
scoso pontificato del quale Velletri fu a trati nel paese lo posero a sacco e fuoco,
parte de' tumulti e delle guerre, e sicco- e quasi tutto restò distrutto. Tutti gli u-
me ne portò il peso, cosi ne raccolse pu- bilanti colla guarnigione si rifugiarono
re abbondante fruito. Ribellatisi i Co- nella rocca. Pareva che i larianesi voles-
lonnesi e i Savelli, tra loro alleali, il Papa sero difendersi, ma sperimentata la bra-
li scomunicò co* loro fautori, privandoli vura e la fortezza de' veliterni nell'assal-
fesa. Scelsero a capitano Paolo Annibaldi letri, colla franchigia da' dazi per 20 an-
della Molara, spedirono ambasciatori a' ni. A'26 ottobre 1 433 uscita dalla rocca
città di Cori; e stando in guardia fuori e la truppa de' veliterni la die alle fiamme.
dentro la città. Il Papa assoldò 8ooo uo- Il cardinal camerlengo quindi con auto-
mini sotto la condotta di Michelelto per rità pontificia concesse e aggiudicò tal
V E L V E L 2 99
me onorevole per la città. Lo stesso in- custodito il castello diroccalo, per impe-
fortunio sperimentò la fortezza della Fag- dir qualunque innovazione. Ad onta di
gioia de' Savelli, la quale espugnala da' quanto fecero Colonuesi per ricuperata
i
veli ter ni fu incendiata e distrutta; ed il Lariano,nou riuscì loro finché visse Euge-
medesimo cardinale die il possesso del- nio IV. Questo Papa affezionatissimo a
la fortezza e del territorio al comune di Vellelri, gli concesse molte grazie e pri-
Vedetti. Si celebrava allora il concilio di vilegi. Egli con sua bolla ridusse il peso
Basilea, alquanta ostile a Eugenio Y on I , di 200 libbre di cera a 5o, che annual-
de pretta divenne couciliabolo. 1 Culon- mente doveasi presentare in Pioma dal
liesi interposero padri perchè stimavano
i comune veliteruo nella festa dell'Assun-
iiucevole alla loro casa l'inimicizia de've- zione di Maria ss. Concesse al consiglio la
literni. A' 17 dicembre 1 4^3 il concilio libera elezione del giudice, nou ostante
scrisse al popolo veliteruo esortandolo a qualunque convenzione fatta tra il popo-
pacificarsi co'Colotmesi; ma quando giun- lo e senato di Pioma, e il comune di Vel-
se la lettera ritardata, già erano eguaglia- letri. Ordinò ancora che si conservasse-
te al suolo la terra e rocca di Lariano. ro le giurisdizioni e gli statuti della cillà,
La città però, salvi i diritti e gli acquisti dichiarando appartenere al podestà , al
go de'3o luglio, che allora era il cardi- terrilorio di Velletri e quello di Nettuno
nal Lodovico Scarampo Mezzarola già , esisteva una forte torre nel castello di s,
gran numero d' operai , che sostenuti e due mesi lo demolissero, il che fu subi-
guardali da una forte squadra di soldati, to eseguito. Velletri per la distruzione di
attendessero al lavoro. Ciò saputosi io tal fotte restò assai tranquillo, e di più
3oo VEL VEL
quando lenimento fu venduto al capi-
il sto «447- I veliterni ricorsero a Nicolò
tolo Valicano, che ancora lo possiede. Per V, ed esposero il diritto che aveano sul
Ja posizione topografica di Velletri ,
già castello, per averlo conquistato col pro-
notai i travagli e disastri ch'era obbliga- prio sangue, col dispendio di 9,5oo fio-
ta tollerare da'baroni, che d'ogni banda rini d' oro, e loro quindi confermato da
colle loro baronie necircondavanoil ter- Eugenio IV. Trovando il Papa giuste ta-
ritorio. E siccome ella dichiara tati ne- li ragioni, rivocò il decretalo a favore de'
mica a chi nemico fosse della s. Sede, le Savelli, ed a'i3 novembre 453 dichiarò 1
conveniva star sempre sull'armi per di- spettare a Velletri la Faggiola, onde tor-
fendersi, e per combattere contro detti i nò a possedere pacificamente il suo terri-
baroni, che per lo più erano a' Fa pi ri- torio e la fortezza. Non così avvenne con
belli. Né godè ella riposo e tranquillità Lariauo. I Colonnesi baroni più potenti
finché col proprio valore non abbattè e sempre tentandone la ricupera, nulla ot-
distrusse alcuni ricoveri di siffatti prepo- tenendo dalla città, conseguirono almeno
tenti baroni, e li tenue a freno col timo- da Nicolò V, che appena divenuto Papali
re di sue armi. Perciò Bauco dice che assolse, median te bre ve de'i3 agosto i448,
aiutireggimento è più nemico dell'uma- che fossero loro pagati 1000 ducati d'oro
na generazione, che il feudatario, poiché per le violenze usate contro gli armati e
i Fassallì(V.) avvilisce, e diritti mu- i artistimandati dal cardinal Colonna alla
nicipali disperde. Allorché Eugenio IV riedificazione di Lariano; il quale porpo-
dichiarò ribelli i Colonnesi ei Savelli, fu- rato perciò animato tentò più volte di
rono inclusi nella stessa sentenza anche ripigliare il castello, vi mandò altra gen-
Francesco eRuggero Caetani padroni del- te armata per cacciare dal territorio i
la foltezza d'Acquapuzza posta fra Ser- nuovi coloni, e vi fece portare una gran
moneta eSezze, la qualeil Papa neli44^ quantità di materiale per rifabbricarlo.
die in custodia a'velitei ni; indi il succes- Nel i455 divenuto Papa Calisto III, la
sore JN'icolò Va'22 dicembre i449 ,,e 01 * città nell'umiliargli ubbidienza, pe'depu-
«lino la consegna al suo commissario Lo- tali rappresentò i suoi diritti su Lariano
renzo Cecchi, e fu eseguita. Nate nuove e la Faggiola, e lo supplicò della confer-
conlese fra'romaui e i velilerui per l'ele- ma de' luoghi e di proibire a' Colonnesi
zione del giudice, che da Eugenio IV era che non più tentassero rifabbricare La-
siala concessa o piuttosto restituita libe- riano. Fu esaudita con breve de' 6 set-
ra alia città, in dettoanno si venne a con- tembre, ordinando sotto gravi pene, cht
cordia, e fu stabilito; che siccome Velie- ninno in quel luogo ardisse di rifabbrica
tri eleggeva 3 gentiluomini romani per re. Nel 1 4^6 dall'agosto al dicembre Vel
podestà, de' quali il popolo romano ne letri fu flagellata dalla peste, onde cit i
confermava uno, così dovesse il popolo ladini si sparsero per le vigne e ne' lue
1ornano eleggere 3 dottori, a uno de'qua- ghi vicini. Pio 11 fatto rettore di Marini
li la città dassela patente di giudice. Men- ma e Campagna il nipote Antonio Picco-
tre Velletri godeva pacificamente il ca- lomini e poi Gio. Antonio Leoncilli di
stello di Faggioia,deputaudovi il consiglio Spoleto già senatore di Roma, per me
un particolare governatore, morto Nicola delazione da Siena raccomandò per pc
Savelli aulico signore del luogo, di cui desta Giovanni Boccabella romano, e
per la da
ribellione n'era stato privalo cardinal Colonna profittando della lor
Eugenio IV, suoi figli implorarono da
i Iattanza del Papa di prepotenza nel 4 r '
>
-
scate, ed il Papa tutto accordò a' 3 ugO' lavori. Tornato Pio II in Roma, i trava-
VEL VEL 3ot
,
glint! veliterni gli fecero reclami, e furono na di Pescara, di cui anche nel volume
contentali; poiché considerando il Papa LXXXV1II, p. loo e seg.),com'erede del
che l'erezione della fortezza poteva fo- cardinal Prospero suo fratello mosse lite al
mentare disastri alla città e provincia, co- comune di Velletri, proponendo non solo
mandò nel «463 al cardinale la demoli- il libello d'ingiurie, ma ripetendo il pos-
zione degli edifìzi e fortificazioni. Ma es- sesso del territorio di Lariano come anti-
sendo caduto infermo il cardinale, la for- co patrimonio di sua casa. Pio II commi-
tezza fu consegnata come stava al cardi- se la cognizione di queste cause al sena-
nal Todeschini nipote del Papa, onde con- tore diRoma, che a' 8 luglio 4^4 P''°' i 1
niar70, lasciando erede Vittoria sua sorel- suoi eredi neh 465 suscitarono altre pre-
la evedova di Carlo Mala testa giù capita- tensioni per la ricupera di Lariano. Con
no generale del duca di Milano. Spirati approvazione di Paolo II fu eletto per
quindi 6 mesi, Pio II ordinò che la for-
i compromesso in arbitro dalle parti il car-
tezza si demolisse,con proibizione a chiun- dinal Guglielmo d'Estouleville vescovo
que di rifabbricarla (di che parlando il veliterno (secondo il cav. Coppi, o a'21
Piazza nella Gerarchi aCardinai hia , di- marzo 1 4?9 al dire di Bauco. Questa di-
ce che a'velletrani ordinò pure la demo- screpanza chiarirò col Borgia. La a. da-
lizione della rocca o fortezza vicina a Ci- ta appartiene all'altro laudo pronunziato
vita Lavinia, da 'medesimi Colonnesi con dal cardinale, sopra le differenze insorte
gran spesa fabbricata, potendo recare pre- fra Velletri e i signori di Nemi pe' con-
giudizio a Velleti'i; ed il simile nana il fini della Faggiola). Ordinò che la rocca
Theuli); per cui Velletri si obbligò con di Lariano col suo territorio per quanto
pena di io,ooo fiorini d'oro a non farvi pende dalla cima de'monli verso Velle-
nuove fabbriche , salvo solo il dominio e tri appartenesse a questa città, e per quan-
aspiravano ad una piena libertà, e roma- i diverse epoche s'intraprese il lavoro e poi
ni alla soggezione e dipendenza de'mede- sospeso, finché fu ridotta a compimento,
situi,onde fra'due popoli non poteva mai come poi dirò. Nel 1 47^ si sparse in qne-
snssistere stabile e sincera pace. E Paolo ste contrade terribile pestilenza, e Velia
li così troncò tulle le pretensioni de' ro- tri ne patì gravemente; disastro che si ab-
mani. Osserva il Dauco, che però tale prò- breviò pel solenne voto fatto al santuario
tettoria e patrocinio concesso a' vescovi di Loretoeon preziosa corona tempestala
veliterni, come suole accadere per I' in- di gioie di molto valore. Desiderando Si-
nata propensione che barinogli uomini di sto IV il bene e la tranquillila di Vellelri,
signoreggiare, passò ad un'ampia e asso- ordinò che fermi rimanessero i diritti del
luta autorilà di governo, accresciuta da podestà e giudice; gli confermò tutti i pri-
nna parte co'privilegi concessi ne' tempi vilegi e grazie concessi da'predecessori, gli
e per molti anni appresso rimase libera a' tra lui e l'ingrato Ferdinando re di Na- 1
cittadini. Al popolo romano restò soloche poli, per aver questi preso le parti del du-
i podestà eletti al governo di Velletri do- ca di Ferrara feudatario della s. Sede, ed
vesserò essere del ceto della loro nobiltà, i luoghi ove ne ragionai. Qnisolodirò, die
de'quali la città ne eleggeva 3, ed uno di il re nel i 482 inviò contro i dominii poti-
questi veniva scello dal cardinal protetto- tifìcii il figlioAlfonsodùca di Calabria agi
re, ed il Papa lo confermava con suo bre- g,ooo uomini, compresa una forte colon*
ve;e questi prima di prendere possesso del- na di cavalleria; esercito composto in par-
la carica prestava giuramento di fedeltà in tedi turchi, chedopo ricuperato Otranto
mano del cardinal camerlengo di s. Cine- dalle loro mani, avea ritenuti al suo sol-
sa. Sisto IV mostrò molto affetto verso do. Frasi sparso tra* veliterni e la proviti-
Velletri, che fece conoscere concedendole eia indicibile spavento, anco perchè i Co-
molte grazie e privilegi. IVunarnentecon- lunnesi e i Savelli nemici di Velletri ade-
fermò il laudo del cai ditial d'Estouteville, ri vano al duca, oudecon apparecchio DJ»
VEL VEL 3o3
lilnre prepararono a difendersi dentro
si lo dall'alba durò sino a 21 ora , e gran
le aura, ed incalcolabili furono danni ri- i lode meritano i vincitori perchè pugna-
cevuti nel territorio.In aiuto del Papa ven- rono con numero duplicato di nemici. Il
nerogli alleati veneziani.capitanali daRo* luogo della battaglia chiamatasi s. Pietro
berto Malatesta di Rimini valorosissimo, in Formis,e prese il uomedi Campo Mor-
e giunsero a' 5 agosto. Il duca, respinte le
i to dalla grande strage. Nel dì seguente si
milizie pontificie, occupato Albano e Ca- die sacco al campo nemico, e siccome il
stel Gaudolfo, si avvicinava a Roma tutta felice successo in gran parte si attribuì al
e generale di s. Chiesa, invitò i editerai Velletri per Roma. Nello stesso tempo
a mandar 5oo de'loro soldati, e subilo fu- che poco lungi dalla città combaltevasi,
rono spediti , condotti da' loro capitani dentro di essa il popolo nella cattedrale
Censio Salvati, Giovanni Lerici, France- pregava fervorosamente Dio e ss. Poli- i
sostenersi fuggì e fu sul punto di ca- la metà delle tenute e casali di Torre
der prigioniero, <e non lo difendevano 5o d'Orlando, Campo Leone, le Pentome, s.
cavalieri turchi. Contribuì alla vittoria il Maria Palombo, non che la metà di Tor-
cielo con dirotta pioggia the impedì al- re de'Gandoifi e di Nemi, oltre le case e
l' artiglierie nemiche di prender fuoco, orti che aveano in Albano. Di più esortò
mentre balestrieri, fra'quali buona par-
i
i veliterni a prender
l' armi contro Ar-
te et ano velilerni, usarono le loro balestre dea e Rocca Papa, castella d'Odoardo
di
con orribile danno de' nemici. Alfonso Colonna duca di Cave, che parimenti a-
giunto a Nettuno, salito un battello por- vea aderito al duca di Calabria, perchè
tossi a Terracina, ove raccolse gli avanzi tuttora que' paesi persistevano nella ri-
d^lio sbaragliato esercito. Il rombai ti meo-. bellione; pronielteodo loro , che dopo il
3o4 VE L V EL
conquisto l'avrebbe date in dominio aVel- Ne partì per Napoli aV) gennaio 1^9^,
letti con piena ragione di mero e misto conducendo seco il principe Zizini fra-
impero. Apprendo dal cav. Coppi, che al- tello di Bajazet II sultano de'turchi, per
tre terre furono tolte a'Colonnesi, fra le le future sue mire, accompagnato a ca-
quali Cave, ma non fa menzione de' ve- vallo al sinistro lato dal famoso cardinal
durava la guerra nel 4o"4> quan-
literni; > Ce»areBorgia ai civescovodi Valenza{Pr,\
do morì il Papa egli successe Innocenzo e figlio del Papa, in qualità di legato a-
Ville Alfonso duca di Calabria volendo postolico per 3 mesi, ma in verità guar-
occupare le ricchezze de' baroni del re- dato quasi come ostaggio. A'27 il re giun-
gno, questi ricorsero al Papa supremo si- se a Velletri , ricevuto con pubbliche di-
gnore e ne prese le difese, onde si ruppe mostrazioni di feste e luminarie; ma in
guerra: Colonnesi furono col Papa, gli
i un punto l'allegria si convertì in mesti-
Orsini col re. Il duca di Calabria e Ro- zia e spavento. Il cardinal legato temen-
berto Sanseverino si posero alla testa del do assai dell' intenzioni del re, pensò e
regio esercito, e nel declinar deli 485 de- cercò il modo di salvarsi colla foga tra-
solarono le campagne di Roma e questa vestito, ritornando in Roma, e gli riuscì
zione con digiuno nella vigilia e indi a , ra andato a dormire; nondimeno chiese
poco cessò la mortalità. Per gratitudine e ottenne udienza. Accompagnò con la*
i veliterni nella cattedrale eressero la son- grime le sue preghiere e di far grazia al
tuosa cappella dell'Immacolata Concezio- suo popolo, che non dovea esser sagrif
ne, e fecero scolpire in marmo la memo- calo se alcun cittadino veramente foss
ria di questo prodigio. Alessandro VI, fa- complice della fuga. Commosso il re
vorevole a Velletri, confermò tutte lecon- tante suppliche e per essergli in gran fa
dall'Italia, si accese nuova guerra fra Co- ogni bimestre, per cui veuiva a corrispon-
lonnesiei Conti, che tentavano ricupera- dere per ogni semestre a g individui di
re i loro heni e Monte Fortiuo, de'quali magistratura. Inoltre eleggevano il ca-
erano stati spogliati da' francesi e dal re merlengo, il sindaco, 2 consiglieri mag-
dati a'Colonnesi stessi. 1 Conti ebbero va- giori, 2 soprintendenti al monte di pie-
lidi aiuti da'veliterni, sì per patto d'anti- tà, un cancelliere, qj contestabili de' bale-
ca confederazione con essi, sì per repri* strieri e 2 pacieri. I primi poi aveano la
mere la potenza de' Colonna , temendo facoltà di eleggere tutti gli altri consi-
che di nuovo aspirassero a Lariano, il cui glieri, i contestabili de' pedoni, i gover-
territorio confina con Monte Fortino. Fu natori di Lariano e di Faggiola, e gli al-
questa guerra di grave danno agli uni e tri ullìziali minori. Questa forma d' ele-
agli ritiri, finché nel 1 498 si venne tra es- zione rinnovavasi ogni 6 mesi, e durò si-
si e Velletri a un compromesso nel go- no al cardinal de Cupis. Leone X sebbe-
vernatore di Roma; si fece tregua per un ne pregato da' romani a sottomettere la
aisno, e per più lungo tempo a benepla- città di Velletri alla giurisdizione del lo-
cito del Papa.Fra'sapienti che ristoraro- ro senato, pure noi permise, e volle che
no le lettere, è a ricordarsi il dottissimo il governo della medesima rimanesse fer-
Antonio xVIancinelli nato in Velletri nel mo nell'antico stato. Nel 1 520 fu anno-
i45a d'ignobile famiglia, ivi morto nel verato tra'beati il veliterno fr. Bonaven-
i5o5: l'elenco delle moite sue opere ri- turaTorrecchia laico de'minori osservan-
ferisce Theuli. A'29 luglio i5oi Alessan- ti. In tale anno Clemente VII coli'entra-
dro VI si portò in Velletri, e vi dimorò re nella santa lega contro I' imperatore
tutto il dì seguente; partendo alla volta Carlo V, espose se stesso, Roma e tutto
di Semionda a'3i a vedere quel nuovo lo stalo ecclesiastico a quella catastrofe di
acquisto fatto dalla sua famiglia. A'3 a- mali non ancora abbastanza deplorata in
gosto si restituì in questa città e vi pernot- tulle le storie,il perché in lauti luoghi
tò. Egli fu accolto da'citladini col massi- ne narrai le diverse terribili circostanze
mo rispetto e con filiale attaccamento, che ne formano il desolante complesso, e
dimostrato con segni di letizia e di festa. per ultimo nel voi. LXXXV1 , p. 328.
Questo Papa fece arcivescovo di Soia Quest'alleanza punse vivamente Carlo V,
Matleo Mancini uobile veliterno. Giulio che tosto dichiarò guerra al Papa, la qua-
II, già vescovo Della Rovere, neh5i icou le fu di gravissimo disastroa Velletri. Pe-
suo breve concesse a Velletri l'applicazio- rò V alleanza fu creduta indispensabile
ne delle multe e pene pecuniarie de'detin- per la potenza formidabile a cui era giun-
qnenti da applicarsi al pagamento degli to Carlo V
specialmente dopo
in Italia,
stipendi del podestà, del giudice e degli la vittoria diPavia cioè di sostenere ,
altri ufhziali della curia. Questo breve fu principalmente il duca di Mdauo e inva-
a
diretto a'priori: eccola 1 . memoria che dere il regno di Napoli. Pubblicala la le*
trovasi di quello magistrato nel governo ga solcmiemeule l'8 luglio, subito i Co-
vot. DUI1X. 20
3oG V E L V EL
Jonnesi pai tigiani imperiali ammassaro- ma dissuaso da' re di Francia e Inghil-
no ne'loro feudi geule d'arme, occuparo- terra, con promesso sostegno e invio
no Auagui e promossero l'agitazione de' denaro, e sdegnato co'Colounesi a vendi-
malcontenti in Roma. I veliterni temen- carsi degli oltraggi ricevuti, determinò i
do Papa per
ostilità chiesero soccorsi al rivolgere contro le loro terre quelle for
l'inevitabile guerra, ed ebbero per una che solo per sua sicurezza avea richiami
valida difesa Ottavio Conti con buona ca- to a Roma, giudicando non esser tenute
valleria, Ranuccio Farnese, e Camillo Cae- al violeutoaccordo. Affidò al Vitelli 200<
taui signore di Semionda con iscelta svizzeri assoldati, 3ooo fault italiani ec
truppa, da loroa ciò particolarmente pre- altri nomini e cavalli, ordinando di sac
gato per la comune difesa; come ancora cheggiare e incendiare tutte le terre dt
ricercarono aiuto e assistenza dal popolo Colonnesi, anche spianarle, poiché pt
della città di Cori, secondo le leggi del- V affezione de' popoli a' Colonnesi il pi-
l' antica confederazione. Illuso Clemente gliarle solamente era di poco pregiudi-
VII da una capitolazione fatta co'Colou- zio. E siccome una delle principali eie
nesi a'22 agosto, licenziò quasi tutti i ca- A/tfri«o,comandòil Papa a' veliterni d'as
valli e fanti che avea, ed i pochi restati saltarla, e porla a sacco e fuoco. Marit
mandò ad alloggiare nelle terre circo- dunque specialmente da' veli terni fu so£
stanti. Allora i ministri di Carlo V vol- giogato, e fu trattato il popolo ribelle ce
sero i pensieri ad opprimere il Papa, traen- me Clemente Vii desiderava. Tutte l'al-
do in essi la maggior parte de'Coloune- tre terre de' Colonnesi ebbero la slessa
si, Gio. Ballista Conti signore di Vulmon- sorte ( 1
I diceil Varchi)con infiniti danni
tone e Girolamo d'Eslouteville signore de'popoli, ritirandosi essi ne' luoghi più
di Frascati: si giunse a cospirare per la forli e difendendosi in Rocca di Papa e
sua mot te violenta, e di surrogargli l'am- l'aliano. Frattanto Carlo V avendo spe-
bizioso e lurbolenlocardinal Pompeo Co- dilo contro Roma il fiero contestabile di
lonna. Ugo Moncada viceré di Napoli co' Bourbon con un crudele esercito, i Co-
Colonnesi, invece di piombare su Velie- lonnesi presero l'offensiva, impadronen-
tri, come temevasi, all'impensata a' 20 dosi di Ceprano e di Ponte Corvo non
settembre assalirono R.oma iudifesa, di- guardali. I velatemi pensarono d'alien*
rigendosi alPalazzo apostolico Vatica- der da loro alla difesa, eleggendo a'7 di-
no per sorprendere il Papa, che appena cembre i5a6 per capitani 10 de'princi-
fece in tempo di rifugiarsi ìaCastel s. An- pali e più valorosi cittadini, per la guer-
gelo del tutto sprovvisto, e lo saccheggia- ra e difesa della città Te-
da ogut assalto.
rono cou parte della Città Leonina o a- mendosi che l'incursione procedesse dal-
diacente Borgo, non procedendo più ol- la parledel regno di Napoli, Vitelli avea
nare a'Colonnesi e agli altri fautori. 1 ve- sto dell'esercito in Velletri per impedir
I iterai credendo calmata la tempesta, e l'andata del viceré in Roma. 11 rinoma-
gravati dalla numerosa milizia che stan- to Renzo da Ceri disapprovò il rinserrar-
ziava nella città, domandarono al Papa si in Velletri città grande e di far tanto
resto offrendosi alla sua difesa usque ad fermasse a Ferentino. Prevalse il suo con-
sanguinai!, e furono esauditi. Clemente guerra fu trasferita
siglio e la sede della
VII inclinava recarsi a Barcellona per a Prosinone 5 miglia sopra Ferentino, e
trattare iu persona la pace cou Carlo V, perciò quasi a'conliui del reguo. Cletueu-
VE L VEL •
3o 7
te VII conoscendo tuttavia importante !a veliterno si sollevò, liberò i carcerati efu-
difesa di Velletri, più volte ingiunse al riosamentedepredò la cancelleria priorale
cardinale Agostino Trivulzi legato della con grave perdita di molti libri. Mentre
guerra di Marittima e Campagna di for- Prospero Colonna di Cave erasi arroga-
tificarla e munirla del bisognevole. Per- to il titolo di protettore e governatore di
tanto il cardinale vi destinò 5oo soldati Velletri per Carlo V e invialo nella cit-
di molti edifizi vicino alle medesime, che Mariuo. Questi però l'invitò a riconoscer-
potevano impeditele fortificazioni, il che lo per governatore e a rimettersi nelle
si cominciò a'i3 gennaio 1527 con 5oo sue maui, che gli avrebbe protetti dalle
operai, e alla fine del mese vi entrarono vessazioni dell'esercito imperiale. Non vo-
diversi capitani pontificii con numerose lendo i veliterni sottomettersi ad Asca-
truppe, colla pretensione impugnata che nio, spedirono ambasciatori al principe
i priori dovessero dimettersi. Dopo com- d' Orange per sentire qual forma di go-
battimenti d' alterna fortuna nella pro- verno doveano prendere. Gli oratori seb-
lincia di Campagna e nel regno di Napoli, bene accompagnati di buoua scorta, furo-
sentendo Papa che si avvicinava l'eser-
il noarrestati esvaligiati presso Castel Gau-
cito di Bourbon, ad evitarne il pericolo dolfo, e solo liberati d'ordine d'Ascanio.
nel marzo convenne col viceré Lanuoy la Presentatisi a d' Orange, intesero la già
tregua d'8 mesi, principalmente con pa- deliberata roviua di Velletri, e costei na-
gare la camera apostolica 60,000 ducati tissimi supplicarono Ascanio a voler col-
all'esercito imperiale,reciproca restiluz o- ;
la sua autorità liberar la città dall'estre-
incute VII spaventalo erasi ritirato nel fusione di cose, in cui tutta la provincia
Castel s. Angelo. Allrovedtploraileinau- soffrì incredibili darmi da' feroci soldati
dile scelleratezze e depredazioni durate imperiali, i quali per la peste e la care-
per due interi mesi. Sbigottito il popolo stia, non meno che per insaziabile avidità
3o8 VEL VEL
di predaerano sbandati da Roma, di
si sprezzandola disciplina militare restaro-
andarne esente. Ascanio Colonna molto no a sconvolgere paesi vicini a Roma, i
l'ingiurie ricevute (il Nibby chiama Asca- do pe'francesi, disfece Scipione Colonna
nio cardinale erroneamente). Ma quan- vescovo di Rieti, che vi perì guerreggian-
do si vide forte della protezione di Car- do per gl'imperiali, di che feci parola nel
lo V, costrinse la città al risarcimento de' voi. LXXV1, p. 16. 11 Papa nello stesso
danni fatti a Marino, che faceva ascen- i53o espulse l'Orsini dall'abbazia, il qua-
dere a somma grandissima. Minacciò in- lenon essendo insignito negli ordini sagri
cendio e saccheggio, se prontamente non sposò Claudia figlia di Giulio Colonna, e
gli fosse stato pagalo quanto chiedeva. restò ucciso dal fratello Girolamo in una
Sebbene la città nel danneggiare Mari- scaramuccia nel i533. Nel precedente
no non avesse fatto che ubbidire a Cle- anno Clemente VII avea dichiaralo, con-
mente VII, pure per evitare qualunque tro le pretensioni d'Ascanio : Che la de-
disastro in quell'infelice situazione, e per molizione di Marino era slata falla da've-
non esacerbare I' animo d' Ascanio, in- literni di suo ordine, come sovrano con-
fluentissimo presso il principe d' Gran- tro i suoi ribelli, e perciò annullava tut-
ge, si obbligò a pagare 24,000 scudi d'o- to quello eh' era stalo convenuto Ira A-
ro. Non trovandosi nell'erario comunale scanio Colonna e Velletri. Quindi re-
tutta questa somma, ne furono sborsati so- stituì alla città i terrilorii di La ria 00 e
li 7000, e per gli altri 1 7,000 ipotecò Vel- di Faggiola colla piena giurisdizione di
letri a favore d' Ascanio il territorio di prima.
Icariano e parte di quello della Faggiola. Neli534con inesprimibile giubilo de'
Indi i veliterni pregarono Clemente VII veliterni il loro vescovo e protettore di-
a voler annullare l'ingiusta convenzione, venue Paolo 111, sperando maggiori gra-
il quale preferi Finterporsi con Ascanio, zie e favori dal suo già sperimentato be-
facendogli conoscere la violenza della pre- nigno animo, fino a visitare gì' infermi,
tensione; ma Ascanio per molti anni die abbellito l'episcopio e risarella con no-
non pochi guai a Velletri. Nel i5ag la tabile dispendio la cattedrale. Né furono
fame e molte persone pove-
città patì la vane le loro speranze, poiché volle rite-
re ne morirono, benché per le necessità nere per qualche anno l'amministrazio-
de'poveri i priori ottennero dal vescovo la ne della chiesa velilerna. Di più volle da-
vendita de'vasi d'argento delle chiese non re a questa città un singolar privilegio,
necessari, obbligandosi al compenso in concedendole, che tutte le cause civili,
fondi rustici del pubblico, e fu allora che criminali e miste dovessero decidersi in
1
perciò le chiese crebbero di possidenze Velletri non solo ini.' , ma anche in 2/
Partito l'esercito imperiale a' 17
stabili. istanza, da 'giudici ordinari oda altri da
febbraio i52.8, molti soldati tedeschi di- deputarsi dal cardinal protettore, né pò-
V EL V E L 3o 9
lessero portarsi ne'tribunali di Roma, se prò tempore, per bolla di Paolo III nel
non die in 3/ istanza; e quelle che non i5/j8, restandoli vescovo prò tempore.
eccedevano il valore di if\. scudi d' oro protettore della città e lo è tullora. No-
non potessero trarsi in Roma giammai: terò che nel medesimo anno Paolo III col-
aggiunse ancora, che non potessero ese- ia Nobis,Ae il giugno,
bolla Injunetutn
guirsi rappresaglie contro i cittadini sen- Bull. Ront. t. 4> pa>'- '» P- 236: Causa-
za espressa licenza del cardinal protetto- rum tam criminalium quam mixlaruni
re. Pensò inoltre Paolo Illa provvedere, cognilioncm Provinciarum Campaniae,
che Velletri non fosse più molestata da et Maritimac ad eumdem Recloretn, vel
A sci nio Colonna. Si fece cedere dal me- G ubernatorem , vel cardinalem Lega-
desimo tutte le ragioni, che pretendeva timi de latere, lanlummodo spedare, ab
d'aver sopra La ritmo e Faggiola, e poi coque decidi, et depZniri debere decer-
con moto-proprio de'^4 ma 38'° ^36 ' ne mi. In seguito fu abolito Puflìzio del po-
fece larghissimo dono a Velletri, trasfe- destà e del giudice, che per 3oo e più an-
rendo in lei tutte le ragion/ cedutegli da ni avevano avute le prime parti nell'am-
Ascnnio, annullando qualunque contrai- ministrazione giudiziaria; ed allora il car-
lo o ipoteca presa contro di essa. Allor- dinal vescovo deputò in Velletri un suo
quando Carlo V reduce dalle conquiste luogotenente o vice-governatore, al qua-
di Tunisi, per Napoli si condusse in Ro- le nel i 54q attribuì tutta l'amministra-
ma, il Papa lo fece incontrare da 4 car- zione della giustizia e degli affari pubbli-
dinali in Velletri, ove poco si trattenne, ci. Paolo 111 volle onorare Velletri di sua
facendo l'Ingresso solenne in Roma a'5 presenza colla corte a'22 agosto 538, e 1
mente, poiché racconta Coppi avere le alienare, né contraltare cosa alcuna del
milizie papali espugnalo Rocca di Papa e pubblico, fuori de'piccoli affari quotidia-
Paliano, fatte molle azioni sotto Cicilia- ni. Ma ne'casi gravi e negli affari rilevanti
no, di cui pure s'impadronirono in uno dovea adunarsi il consiglio maggiore. A*
a Roviano e ad altri castelli d' Ascanio. 22 ottobre 1 54 1 fu pubblicalo, ed accet-
Paolo III nulla restituì finché visse, ad talo da' velilerni questo nuovo regola-
onla dell'interposizione di Carlo V. Nel- mento di governo. con- E qui dirò, che i
lo stessot 54i il cardinal de Cupis vesco- siglierierano 120, che adunati forma-
vo e governatore di Vellelri vi si portò, vano il consiglio maggiore. Questi divisi
e radunò il consiglio generale, nel quale in 3o per ciascun trimestre veuivano a
perorò a nome del popolo Quintiliano formare il consiglio minore. In seguito fu
Crispini celebre dottore. Egli propose la diminuito il numero de'consiglieri a 80,
riforma degli statuti, la riedificazione del- e a 4o perogni semestre nel consiglio mi-
le mura, e il perdono a' 3 cittadini esi- nore. Quindi il consiglio maggiore fu ri-
liati, quali autori dell'accennata solleva- stretto a 60, e finalmente a 40, forse per
zione. 11 cardinale approvò la riforma la mancanza delle famiglie nobili. I con-
degli statuti, e fece eleggere un numero sigli di Velletri erano aulicamente di 4
sufficiente di consiglieri per servirsene sorli. Il r.°chiamavasi delle querele, che
nella riforma e nel reggimento della cit- radunavasi in ogni i." domenica del me-
tà. Si mostrò pronto a perdonare e far se, nel quale interveniva il magistrato,
grazia a'cittadiui esiliati,qualora il consi- innanzi al quale era permesso presentar
glio l'approvasse siccome fece. Furono e- si a qualunque cittadino, per reclamali
letti 5o consiglieri, che co'priori dovessero contro i disordini, che in cose spettan-
assistere al cardinale governatore nel re- ti ad affari pubblici o privali accadeva-
golamento e nella riforma del nuovo go- no, e per averne giustizia. Il 2. veniva
verno da stabilirsi, e fu del seguente te- chiamato consiglio minore, formato ori
nore, utile e beu accetto. Dovea esservi di 3o, ora di 4° consiglieri, che con-
in ciascun maestrato alcun uomo dolio e gregavansi per trattare e risolvere que-
sapiente, per ben reggere e governare le gli affari che riguardavano gli ordinai
cose pubbliche, poiché gl'ignoranti sono bisogni della città. Il 3.° veniva appella'
zìone de' magistrati, e per creare i (Ine 1 54-4- fni*onoitTipressi inRoma colle stam-
rettori per mancanza del podestà, e nella pe e pubblicati nuovi statuti, Statuto-
i
sede vacante per la morie del cardinal rum, etc, alla riforma de'qnalìsi dedica-
vescovo e governatore, e per altri casi im- rono i piìi dotti e istruiti veliterni, ricor-
portanti. Il 4-°era il consiglio generale, dati dal Borgia, oltre V uditore del car-
che radunavasi per lo più in qualche piaz- dinale, e secondo il Theuli vennero ap-
za, al quale poteva intervenire ogni citta- provati da Paolo IH, ed altrettanto affer-
dino; e vi si trattavano e risolvevano af- ma il Piazza che li lesse nella visita della
fari di grandissima importanza; come in diocesi. Per la 4-" volta Paolo IH porlossi
occasione di guerra, di pace, di tregua, o a Velletri a' 12 gennaio i547» ricevuto
di altri casi straordinari. Di poi nel 1607, da'ciltadini con pompa que-
trionfale. In
i priori ebbero una riforma, riducendo- sta favorevole occasione si pensò da' veli-
fi il numero di tre, non da du-
quattro a terni di sedare le risse e le contese insorte
rare per soli due mesi, ma per tre. In se- nel precedente anno tra il barone di Ne-
guito i priori furono appellati ora magi- mi, gli abitanti di quella terra, e tra Vel-
si rati, ora conser valori. Riferisco ilTheuli, letri rapporto a' confini de'due territorii,
chei priori quando incedevano magistral- essendo stati rimossi i termini antichi po-
mente, vestivano robboni lunghi fino a sti già secondo il laudo del cardinale E-
me/za gamba di velluto piano nero, ov- stouteville. Fu supplicato il Papa di far
vero di damasco conforme a' tempi, e la vendere a favore di Velletri quella terra
berretta consolare di velluto. Nell'uscire per troncare così ogni futuro litigio, il che
di palazzo nelle feste mobili e solenni del- non essendosi potuto effettuare per molte
la ciltà,come tornando al medesimo, pro- difficoltà, Paolo III con sua bolla dell'i t
cedevano colla mazza cardinalizia por- maggio 548 approvò e confermò ciò
1
tata dal loro maestro di casa, ed a que- che Paolo Rati ucci allora governatore di
andava innanzi un lacchè vestito ili da-
sti Campagna deputato dallo stesso Papa a-
masco falso fiorettato corrispondente a' vea sentenziato, e ne commise l'esecuzio-
colori della livrea, con numeroso coi teg- ne al cardinal de Cupis, il quale l'effettuò
gio<li genliluominij così avanti la mazza nell'istesso anno. Dovendosi eleggere nel
che dietro a'priori. Le trombe suonava- 1
549 per un qualtrieunio i pubblici ma-
no nella strada, e nella chiesa all'eleva- gistrati, insorsero gravi dissensioni fra'no-
zione. I servitori erano i4 vestiti di li- bili, onde il cardinal de Cupis si recò in
vree turchine con liste verdi e passamani Velletri nel settembre; moderò gli statuti,
surrezione volle per la 2.' volta onorarla strato del podestà, e fu tolto ancora il
eli sua presenza nel gennaio 154^. Si cre- giudice, in luogo de'quali il cardinale vi
de che vi ritornasse nel settembre 543, 1 pose il suddetto suo luogotenente,al quale
perchè si legge nell'annalista Rinaldi liu attribuì 1' autorità e lo stipendio de'due
suo breve dato in Velletri in detto mese. magistrati aboliti. Il luogotenente giurò
Trovo in TheulijChe Paolo 111 per l'amo- alia presenza de'piiori di esercì tare fedel-
re che porta va a! velilerno Giovanni Ma- mente il suo ufiìeio e d'osservare esatta-
riola, come suo antico famigliare, in una mente gli statuti della città. Questa rifor-
delle sue venute in Velletri voile di per- ma riuscì mollo grave a' cittadini che si
sona onorarne la casa, e gli concesse per videro in un punto essere spogliati del di-
parte dello stemma unGiglio azzurro del- ritto d'eleggere que'personaggi, che loro
l' impresa Farncsinna sua gentilizia. iVel aveano ad amministrare la giustizia; meu-
3 1 7 V E L V E L
ire Anteriormente i veliterni pei* lo liber- toredel cardinal governatore non potesse
ta di tale elezione aveauo per lungo tem- avocare a se alcuna causa in I." istanza
po co! proprio sangue, con travagli gran- uè in Velletri e né in Roma, che alcu-
itissimi e
con inlìnitespese contrastato col ni statuti riformassero, che
si i benefizi
senato e popolo romano, allorché questi vacanti in Velletri non si conferissero che
pretesero o in tutto o in parte privarne la a 'cittadini residenti. Sopra queste e altre
città. Ma
con tullociò ninno ardi reclama- proposizioni furono inviati oratori al car-
re, essendo grande
la stima die il cardi- dinal Cai-alfa, il quale virtuoso e fermo,
nal godeva presso tutti, coinè l'autorità volle che si osservasse quanto erasi sta-
|li lui. Esisteva in Velletri il ghetto degli bilito dal predecessore nella nuova ele-
ebrei ristretti nella contrada ora delta del- zione de'magistrati enei numero de'con-
la Stamperia, ed in tempo di Paolo III sigi ieri. Il cardinale a' 23 maggio f.555
si aumentarono con privilegi ed esenzioni. meritamente divenne Paolo IV, con giu-
Ma poi per impedire le loro usure, nel bilo universale de'veliterni, che spediro-
i 552 fu loro proibito di dare a 'cittadini no in Roma deputati per congratulazioni
denaro ad usura, e di ristabilire e attiva- e invocarne la protezione, due priori e 7
re monte di pietà
il a beneficio de' poveri. oratori nobili ; legazione benignamente
La morte di Paolo III fu pianta da tutti, accolta dal Papa. Questi a'2C) maggio con-
« di più da'veliterni tanto sommamente ferì le chiese d'Ostia e Velletri al cardi-
benefica ti.onde ne conservano indimenti- nal Giovanni Rellay, che prese possesso
cabile memoria. Morto indi a' o dicem- i a' 3 giugno del vescovato e del governo
bre 1 553 il cardinal de Cnpis, fu tosto a mezzo d' i|ii suo procuratore, il quale
da'priori raccolto il consiglio minore, che in nome del cardinale promise osservanza
riesse due rettori e il giudice. Quest'ele- agli statuti, privilegi e consuetudini anti-
zione costuma vasi anche prima quando che. Ed in fatti ripristinò poi il magistra-
per morte o altro accidente vacava Puf- to del podestà e del giudice, scegliendo a
iicio del podestà, non perequando man- podestà unode'3 proposti dalla città: l'e-
cava il cardinal vescovo con prerogativa lezione del giudice fu concordemente ri-
ni, come un avanzo dell' antica libertà. putò suo luogotenente Teofilo Foschi,
JNel dì seguente al decesso del cardinal de cittadino molto valoroso, e dichiarò ca-
Cupi», gli successe il cardinal Gio. Pietro pitani della milizia urbana Ttilliode Pao-
Caraffa divenuto decano del sagro colle- lis, e Siila Lucci che poi Io fu di Seba-
gio. Intanto a' i3 dicembre si tenne in stiano re di Portogallo e sotto Tunisi cor
Velletri un consiglio generale, in cui si fe- gloria perì. Insorsero frattanto semi
cero gravi querele contro le novità intro- gravissime discordie fra. l'imperturbabile
dotte dal cardinale defunto, e si presero Paolo IV, e Filippo II re di Spagna e<
molle deliberazioni per abolirle. Si chie- Napoli figlio di Carlo V, per avere il Pa
deva, che si ripristinasse il magistrato del pa tolto lo stato a Marc' Antonio li Ce
podestà, del giudice,che l'elezione de'pi io- lonna figlio del defunto A Scanio e
rj si riducesse allo stile antico, che l'udi- tigianodel re, che diede al proprio nipot
V EL V EL 3i3
Giovanni Caraffa generale di s. Chiesa suburbane. Granili furono le spese del co-
col titolo di duca di l'aliano. Agli k|>;i- mime per tali opere, gravissimi danni i
gntinlj cresceva il sospetto per essere il e incomodi de' particola ri. Il vicerèdi
gì'
i'apn in trattato di lega con Enrico II re Napoli (iero duca d'Alba e capitano ge-
di Francia, dubitando eglino che l'inve- nerale del re di Spagna, sentendo che il
siisse del regno di Napoli per le ragioni Papa fortificava Velletri e diversi luoghi
che ne vantava, e per diminuire il loro della provincia di Campagna, si mosse da
dominio in Italia, Temendo Paolo IV Napoli settembre i556,ed entrò
il i.°
qualche sorpresa da parte del viceré di nello stato pontificio con 12,000 fanti e
Napoli, nell'ottobre 1 555 fece leva di 5oo cavalli, oltre 12 pezzi d'artiglieria,
troppe e mandò in Velletri alcune coro- a cominciare quella desolante guerra già
pagnie di cavalleria. Nel seguente 1 556 discorsa superiormente, oveindicaii kio-
ci «-scendo di più i sospetti, seguitò il rin- ghi in cui la descrissi e deplorai. Il duca
forzo di cavalli e fanti per aumentare il occupò molti luoghi, comeCeprano, Ter-
presidio di questa città, e vi si recò pure racina, Frosinone, Piperno, Ferentino,
Evandro Conti generale dell'artiglieria, Palestrina (perchè il suo signore Alessan-
ed a' 21 loglio anche Ascanio della Cor- dio Colonna comandava l'esercito papa-
to^ generale della cavalleria. Al magistra- le), prese Anagni per assalto e lo sacchet-
cavalli e fanti si poterono eseguir le se- settembre l55? seguì la sospirata pace
mente. Per le continue spese, il comune di Cave tra Paolo IV e Filippo 11, con
fu costretto di nuovo togliere il podestà, gioia de' veliterni, la quale si accrebbe
il giudice e altri ufiiziali con approvazio- colla partenza dell'Orsini e della truppa.
ne del cardinal Bellay de' 26 novembre Vedendosi Velletri in sì feroce guerra pre-
i556, il quale per amministrare la giu- servata dalle calamità e rovine che deso-
stizia mandò in Velletri un suo uditore. larono la provincia di Campagna e buo-
Tornato in Velletri 1' dicembre con 1 1 na parte della Marittima, grati i veliterni
buona scoria di cavalleria il duca diSom- a Dio decretarono la riedificazione dell'o-
ma, ne partì il Baglioni, e siccome il suo spedale di s. Giovanni demolito per le
governo era pocoaccelto, il Papa vi man- fortificazioni, e di sovvenir con doli mol-
dò Francesco Villa. Neh 557 spirata inu- te povere fanciulle. Il Papa sdegnato co'
tilmente la tregua, ricominciate l'ostili- nipoti che l'aveano indotto a sì perico-
tà, l'esercito pontificio ricuperò molli luo- losa guerra gii esiliò da Roma, relegando
ghi, ed intanto uscirono da Rocca di Pa- il cardinal Caraf» a Civita Lavinia. Vel-
pa, castello de'CoIonnesi, 1 00 fanti a pre- letri ricordando i favori del cardinale si
dare il territorio veliterno. Laonde il du- condolsecon lui, gli offrì doni e per asilo
ca di Somma a' r o gennaio ordinò al veli- la città; di che il porporato restò tenera-
terno Foschi capitano della milizia urba- mente grato, ammirando sì nobile e raro
le ferite ricevute combattendo valorosa- a' i3 marzo gli successe il decano cardi-
mente, onde la patria ne onorò la me- nal Francesco di Tournon, che la città
moria, e regalò figli e il fratello. Questo
i inai vide per dimorare sempre in Fran-
disastro accese di maggior vendetta ve- i cia, ove finì i suoi giorni a'27 aprile 1 562.
Jiterni, che marciati all' espugnazione di il 28 maggio divenne vescovo il cardinal
Rocca «li Papa, la costrinsero alla resa per Ridolfo Pio di Carpi, ricevuto in Velletri
penuria di viveri, e quindi venne arsa. il 1. "ottobre con grandi allegrezze e ouo-
A'a4 aprile partiti da Velletri il Somma lilicenze. Neil' agosto i563 trovandosi
e, il Villa, assunse il comando Vicino Or- Pio IV in Frascati, il cardinal significò
sini, sotto del quale avvenne la presa, sac- al comune di Velleiri che il Papa pensa-
cheggio e incendio di Monte Fortino, nar- va di portarsi nella città, onde il magi-
rato in quel paragrafo. Diminuitosi il pre- strato gli spedì oratori a supplicarlo d'o-
sidio di Velleiri, che da 20 compagnie norarla colla sua angusta presenza, e vi
di soldati u' erano rimaste sole 4) nel lu- si condusse a'2 3 agosto. Fu egli ricevuto
glio fu di nuovo rinforzalo, per aver il a 'confini del territorio da molti nobili ci t-
VEL VEL 3.5
Udini, e il magistrato I' ossequiò fuori le quali obbligano le comunità dello sta-
di porta Romana colla milizia urbana. lo papale a tener netti da' malviventi i
Con magnifico accompagnamento esom- loro terrilorii. Né giovò alle comuni cir-
mo giubilo entrò il Papa in Velletri, ove costanti di provare, massime a quella di
nelle piazze per cui passò eransi eretti Palestrina, che ristesse derubate, essen-
nrcbi trionfali. Dopo aver orato nella cat- dosi dopo l'infausto incontro ricovrale iu
tedrale, si recò nel palazzo vescovile, co' Palestrina, avevano raccontato, che i de-
cardinali Vitelli, Savelli e Sforza di San- linquenti erano venuti da Roma sotto la
tafiora, e il nipote Gabrio Sei belloni ge- scorta d'un giovane stato antecendente-
nerale di s. Cbiesa. Il dì seguente Pio 1 V mente famigliare «Iella Co-
principessa.
partì, dopo aver cavalcato per la città, me non giovò al comune di Valmontone
li Papa esaudì le suppliche de'priori, ri- di dire, che il delitto era stato commesso
lasciando a favore della città la riscossio- iu un sito della tenuta di Mezza Selva,
ne delle multe e confische de'beni im- chiamato Mola Rotta (stazione moderna
poste a' delinquenti, e per tutto lo sta- della via Latina, il miglia fuori di por-
lo devolute alla camera apostolica, per ta s. Giovanni di Roma, nella via che
valersene nello stipendio de' ministri del- dalla gola dell' Algido tende a Valmon-
la giustizia, e per risarcire le mina, pon- i tone. Mezza Selva focosi nominata, per-
ti, le strade e gli spedali ; confermando chè posta un tempo in mezzo alla Selva
inoltre a Velletri gli statuti, e tutti i già Algidense, e ne' tempi bassi detta Ai-
suoi privilegi ed esenzioni. Il cardinal Pio giare. Tanto afferma Nibby), ossia Ca-
di Carpi non volle restituire alla città po-Croce nel territorio prenestino; per-
r
l'elezione del podestà e del giudice a nor- chè mg. Robusterio giudice della causa,
ma degli statuti; e passato a miglior vi- nulla valutando tali eccezioni, condannò
ta a' 2 maggio 1564, ne "° slesso me- le comunità di Palestrina, di Velletri, di
l'elezione del podestà edel giudice, depu- Frattanto, vedendo il cardinal Pisani ri-
tando un luogotenente per l'ain iiìinistra- nascere in Velletri alcuni semi d'antiche
zione della giustizia. Nel i 566 ottenne da fazioni e discordie fra' cittadini, creò di
s. Pio V la grazia, che non appartenesse nuovo il magistrato de' conservatori del-
ad altri l'elezione degli uffuiali militari la pace, come avea stabilito il cardinal
in Velletri, se non al vescovo governato- de Cupis. Il cardinale in detto annoi 568
re, proibendo d'ingerirsi in ciò al genera- tornato ned settembre in Velletri, oltre
le di s. Chiesa, onde il cardinal camer- molte provvide ordinazioni pel buon go-
lengo ne spedì lettera neh 568. Nel pre- verno della città, dichiarò che tutte le
cedente anno, narra Petrini, essendo sta- cause de' danni dati nel territorio di Vel-
te sorprese da'ladroni nelle vicinanze di letri, anche per contravvenzione de'suoi
Palestrina le donne di d. Marianna del- decreti, e ie cause ancora de'beni pubbli-
la Queva principessa d'Ascoli di Satria- ci si dovessero conoscere e decidere da'
no, mentre in compagnia d'alcuni spa- priori, come giudici ordinari in tali ma-
gouoli andavano a Napoli con un ricco lene. Morto cardinal Pisani a' giu-
il
2g
bagaglio della padrona, prelese la dama gno i5yo, a'4 (o a' 3 secondo Ughelli)
«l'essere reintegrata del furto ascendente luglio gli successe
il celebre cardinal Gio-
a 6,ooo scudi d'oro, da' popoli adiacenti vanni Moroni decano, insigne io pietà e
al luogo del commesso delitto, in virtù. religione, che nel conclave in cui fu elet-«
delle bolle pontificie, che poi ricorderò, to s. Pio V non riuscì al cardinal s. Car*
3i6 VEL VEL
lo Borromeo, nipote del defunto Pio IV, «no cardinal vescovo. Hccatosi il cardimi
di sublimarlo al pontificato per la polen- Moroni nell'aprile \5yì in Velletri, or-
za delle maliziose e false imputazioni del dinò che si convocasse il consiglio mas
peccato mortale dell'atroce ingannatrice gioie alla sua presenza, ed in esso pro-
calunnia (vocabolo da cui derivò quello pose ridurre il numero de'consiglieri da
di dia volo, che noi diciamo Demonio, pa- 120 a 60, ed il consiglio minore a 3o,e
die della menzogna e della calunnia. I ciò venne stabilito con unanime appio-
greci di essa ne fecero una divinità male- vaziòne, perchè mancava il numero del-
fica, a cui eressero altari e offrirono sa- le famiglie nobili, che andavano estin-
0.1 ifìzi perchè loro non facesse alcun ma- guendosi. E qui deve farsi menzione d'al-
lei !), ad onta che l'io IV in pieno conci- cuneglorie militari velilerne. Per leguer-
storo l'avesse dichiarato interamente in- le contro Turchìa, fin dal 1 565 erano
nocenle, ricolmandolo d'elogi, e benché andati al soccorso di Malta 3 veli ter llig
recente il eh. Tullio Dandolo chiarì dal- tro turchi, vi fu tra'capilani Lorenzo
i
la troppe calunnie cumulate sul da lui de Lodovici Gori, e Andrea Toruzzi che
operato, rilevandone i pregi e qualche he- prima a vea militato in Francia controgli
ìiemerenza con Roma e Clemente VII, ugonotti, e Pirro Foschi alfiere. Anche
la fuga del quale favorì dopo I' orribile Ottavio Mancini e Attilio Pattavi trova-
saccodi Roma, onde il Papa lo rimunerò, vansi capitani nella stessa spedizione. Do-
e inoltre fece il figlio Giovanni vescovo vendosi in quest'armamento levare 1800
di Modena, principio di sua grandezza, scelli soldati da tutto lo stalo ecclesiasti-
come accennai nel voi, LX.XXV, p. io, co, Velletri ne presentò 5o tutti vestili a
12, i3e i4- Essendo stati nel governo spese del comune, oltre l'aver già datoa
dell'aritecessore trascurali i privilegi cir- s. Pio V un sussidio di scudi 1200 per
1
ca la cognizione delle cause in 1.", a.' e la guerra contro l'eresia armala degli u-
3/ istanza, ottenne il cardinale Moroni gonolti. Mei restringere s. Pio V gli ebrei
da s. Pio V un breve, nel quale il Papa esistenti nello stalo, ne'ghelti di Roma e
inerendo a' privilegi concessi da Paolo Ancona, anche da Velletri essi partiro-
111 e da Paolo IV, approvò e confermò no. Mentre il cardinal Moroni nell'olto-
al vescovo di Velletri come governa- bie 5j soggiornava in Velletri, desi-
1 1
V E L VEL 3 1
cimento delle mura, In piantagione de- glianza delle facoltà non fu stimata prati-
gli olivi nel territorio aperto; l'introdu- cabile, moderò il cardinale le donazioni
zione dell'industria selifera e perciò la de' mobili o acconci nuziali, come pure
piantagione de' mori-gelsi; lo sgombra- le spese del convito e don- il lusso delle
ineuto de'boschi edella selva di Faggio- ne. Ordinò a'padri d'applicare o- i figli
la per ridurla a coltura, con distribuirsi ziosi a qualche arte o mestiere sotto pena
il terreno fra' cittadini coli' obbligo di dell'esilio. Decretò che si cavassero prò»
dare una parte de' frulli al comune; la fonde cisterne in ciascuna decarcia, la
moderazione delle doti e del lusso delle metà della spesa appartenesse al comu-
vesti, allora come adesso lagrimevoli tar- . ne, e l'altra a* circonvicini. Finalmente
li della società, benché non fossero giun- concesse, che i priori per maggior decoro
ti all'odierno fatale eccesso; l'applicare i usassero le vesti cremisi paonazze, oltre
fanciulli plebei oziosi a qualche mestiere le solite di velluto nero. La citlà applau-
o arte; lo scavo delle cisterne pubbliche dì e ricevè volentieri queste utili e sagge
nelle 4 deca refe della città; e fìnalmeute disposizioni. Col disegno da luicommes-
la fabbrica d'un nuovo e magnifico pa- soalcelebreDella Porta si cominciò il no-
lazzo pubblico per la residenza ilei magi- vello palazzo pubblico. Gregorio XIII net
strato.Tante e sì importanti proposizio- 1576 portandosi a Cisterna, si recò pu-
sto modo gli aguati e i nascondigli a' mal- indelebile memoria, e gli storici patrii uè
viventi. S'ingiunse l'obbligo a' proprieta- fanno il più magnifico elogio, e B. uco que-
ri ili vigne e orti di piantarvi nel termine sto.»Nonsaràcosì facile trovare,fra'vesco-
d'un anno almeno 4 alberi di gelso. E sic- vi e governatori velilerni, chi di cura, di
come la tassazione delle doli per l'ioegua* zelo,di diligeuza e di amore lo abbia supe-
3i8 VEL VEL
ialo,non cheeguag'ialo".A'5di dicembre Consti tutionum a Romanis Pontificlhns
ildecano Alessandro Farnese gli successe, hactenus edilarum, contra r.xules,ban-
rinnovando la dolce memoria dello zio nitos, aliosque facinorosos hominer, co-
Paolo 111 anche col nome. L'uditore prese rumane receptatores, et fautorcs; et
|>er lui possesso agli » i, ed a'a5 febbraio multarum impositio poenarum in eos-
1 58 1 vi si porlo il cardinale ricevuto da necnou contra Communi lates, et
detti,
tulli somma allegrezza. NeM'ollobre
con alias,sua territoria ejusmodi scelestis
\\ mandò suo uditore, che fece ottimi
il hominibus expurgata non custodientes,
regolamenti. Si stabilì che il i.° priore Pertanto richiamò in vigore le bolle di
tosse dottore d'ambo le leggi, che ciascun .Pio II, Paolo 11, Sisto IV, Innocenzo Vili,
magistrato fosse composto di 3 priori e Giulio II, Leone X, Clemente VII, Giu-
non di 4> e che il i."si chiamasse capo lio 111, Pio IV, s. Pio V, Gregorio XIII;
priore, e durasse un trimestre,, e gli altri le quali bolle sono riportate nello slesso
nlliziali un anno. 11 consiglio maggiore Bullarium,e nel sommario della bolla di
fu ridotto a So consiglieri, 20 de' quali Sisto V vengono citati tomi e le pagine i
in ciascun semestre formassero il minore. ove sono. Le medesime bolle contro per- i
denia nelle Memorie storielle de' Cardi- distretto delle 4° miglia, nel 1588 fu di-
nali. SistoV appena divenuto Papa, vo- chiarata esente da questa legge, come cit-
lendo allatto estirpare dallo stato eccle- tà immediatamente soggetta alias. Sede.
siastico i banditi e gli uomini facinorosi, Morto u' 5 marzo 589 il cardinal Far- 1
pubblicò la celebre bolla sottoscritta da nese, Sisto V non ostante le premure de'
lui e da' cardinali, Hoc Nostri Pontift- veliterni, con suo molo-proprio dismem-
tatù» iiiiiio ì deh. lag\\oi585 Bull.Rom. t
brò il governo temporale e civile di Vel-
t.
4>P ai
'*
4> p- 1 38 : Iiaiovalio omnium lelri dal vescovato, e l'applicò alia carne-
9
V EL V EL 3 1
trionfali con eleganti iscrizioni, le fonta- co dice morto Serbelloni a' 18 marzo, e
ne gettarono vino,efu tanta la frequenza Gesualdo eletto successore a'20 del me.-
del popolo che ne restò meravigliatoil Pa- desimo, e così aumenta il contrasto delle
pa. Portassi a orare alla cattedrale, e di là date. Leggo inoltre ne\V Istoria di Felle-
passò all'alloggiamento preparatogli. Se* tri del Borgia, morto il Serbelloni a' 18
condo il Tlieuli Sisto V
da religioso con- marzo, due giorni dopo succeduto il Ge-
ventuale era stalo nel convento di s. Fran- sualdo, ed il breve Si de rcstiluendis. è
cesco di Velletri. Nel dì segueute, dopo de' 2 3 marzo 1591, col quale Gregorio
aver udito messa nella cattedrale, parti XIV ripristinò uel vescovo il governo
alla volta di Semionda e di Sezze. Per temporale. Queste sono le vere date.Col-
la carestia del 1091 iu Velletri si prese- la stessa data trovo il breve nel Bull.
ro lodevoli provvedimenti, e il comune Iìom. t. 5, par. 1, p. 256.
somministrò 1 0,000 scudi per comprare (Coutiuua l'articolo nel voi. segueute).
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)