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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
t>A S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, Al SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA,
CHIESA ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILtI, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE Di CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XCIII.

IN VENEZIA
t> A L L A TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL1X.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORI CO -ECCLESIASTICA

VEN VEN
Compimento dell' articolo Venezia. te e ad austro denominati confini. Cessa-
to così nelle venete provincie l' effimero
§ XX. Brevi cenni storici della città di democratico reggimento per 9 soli mesi
Venezia dal 1797 al 18 58 j sue va- succeduto a quello d'una repubblica, la
rie principali vicende e governi. quale, bene instituita e governata, erasi
conservata più lungamente d'ogni altra,
venerata e amata da' suoi sudditi, pel
1. lo conseguenza de* preliminari di suo governo veramente paterno estima-
pace tra l'imperatore Francesco II e la to pure dalle poleuze estere,le quali nel-
repubblica francese, stabiliti nel castello le strettezze e imbarazzi politici, in più
di Eckenwald presso Leoben, e del trat- incontri invocarono la saggezza dell'au-
tato definitivo firmato a' 17 ottobre
1797 gusto senato veneto, a volerle assistere
a Campoformio, villaggio poco lungi da col sagacissimo suo consiglio; cessata
Udine, Veuezia colle Lagune e sue Isole, V odiosa temporanea occupazione de' re-
tutti i paesi veneti diTerraferma compre- pubblicani francesi, gl'imperiali coman-
si fra gli stali ereditari dell'augusta casa dati dal conte Olivieri di Wallis entra-
d'Austria e il mezzo del lago di Garda, la rono in Palmanova a' io gennaio 1798,
sinistra sponda dell'Adige sino a Porto Le- in Venezia a' 18, in Rovigo a' 24, e suc-
gnago, e la sinistra sponda del Posi de- cessivamente s' impossessarono di lut-
volsero in pieua sovranità del detto im- ti i paesi loro ceduti col trattato di Cam-
peratore, rimanendo alla repubblica Ci- poformio, onde Veneziano divenne
il

salpina, oltre l'antica Lombardia austria- una provincia austriaca. Benché de- i

ca cou Milano sua capitale, il Bergama- magoghi, infatuati dalle false idee di se-
sco, il Bresciano, il Cremasco, la città e dicente Virtù, Libertà, Uguaglianza,
fortezza di Mantova, Peschiera e tutta la per togliere l'inveterato affetto de' veneti
parte degli stati veneti ch'è posta a ponen- al principe loro, fossero stati larghi nel ri-
4 VEN VER
cordalo brevissimo spazio di comesi d'in- la città: sj affratellò subito conoidali ba-
verecondie e incomposti discorsi contro ciandoli, ed anche baciando le manie le

le monarchie, contro i ricchi, contro i braccia degli uflìziali d'ogni grado, eque-
nobili, e si fossero affaccendali di provare sti e quelli corrisposero, secondando i

ì vantaggi della democrazia; benchèessi popolari eccessivi trasporti; nuova scena


avessero pur arditamente stampato, non che durò un 4 ore. Nella notte tutta la
essere governo che un mostro onde fin
il città fu illuminata a cera, e per ognipiaz-
dalla creazione del mondo erano itali za si piantarono orchestre. teatri fu- I

trucidati milioni d'uomini, per cui sulla rono aperti al pubblico, ed era cosa nuo-
faccia della terra tutto è confusione e de- va e singolare, il vedere come il popolo
litto. ed altro esso non voler dire, che vio- ne impediva l'ingresso a tutte le donne
lenza, oppressione, rapina; ad onta che che non avevano al loro fianco, un sol-
avessero audacemente predicato non es- dato se popolane, ed un affinale se nobi-
sere la democrazia che la giustizia uni- li o civili. Finiti con quel giorno quesli
versale de'popoli, la base necessaria epe- primi slanci d'allegrezza, le feste parziali

renne dell'ordine e dell'equilibrio socia- d'ogni parrocchia e d'ogni strada mag


le; esserla nobiltà della nascita un pre- giore, divise perturno, durarono per più
giudizio, non trovandosi nobiltà in na- didue mesi con musiche, viva, canti po-
tura; l'aristocrazia quindi un mostro che Tutto questo fu
polari e illuminazioni.
bisognava parimenti annientare, la de- una luminosa prova della generale con-
mocrazia una felicità cui doveasi correre tentezza, per essersi liberati dallo spaven-
incontro, l'aristocrazia l'usurpazione de' to incusso dalla prepotenza de' partili
tiranni, la democrazia il governo degli occupatoci ;
questo prevalse al dolore dei
nomini liberi; e detto filialmente si aves- perduto dominio e del modo perciò usa-
se a'poveri di Venezia: o poveri, il go- to e pantomimico. Il cessato governo fran-
verno cui siete chiamati è la democrazia, cese volendosi assicurare della fede o spi-
il governo del popolo, il governo di tutti rito di tutti gli abitanti di Ve-
pubblico
i popoli; nientedimeno ed a fronte di tut- nezia, onde corrispondere al pattuito a
tociò per nulla sollevati e commossi po- i Leoben,avea invitato capi di famiglia i

poli delle venete provincie da quelle pa- di raccogliersi in determinatogiorno nel-


rolesvergognatissime,a braccia aperte al le chiese delle rispettive parrocchie, per
dominio nuovo si sottomettevano. Tanto dare il singolo loro yoto, dichiarando se
afferma il veneto annalista cav. Mulinel- amassero di fai si fratelli della repubbli-
li. Imperocché il popolo ormai stanco del- ca Cisalpina, o preferissero la sudditanza
oppressioni ed orgie
le laidezze, ruberie, dell'impero austriaco; ma con l'istruzio-
repubblicane francesi; stomacalo altresì ne a'raccoglilori de'voti, di proclamare
dalla tragi-commedia, accolse con vero in ogni modo la votazione essere favore-
giubilo i tedeschi, con feste e pubbliche vole alla dominazione austriaca! Al che
dimostrazioni. Accalcatosi sulla piazza di i veneziani posero suggello col giuramen-
s.Marco, persino sui tetli, tutti balconi i che prestarono al nuovo so-
to di fedeltà
furono addobbati di ricche stoffe, for- vrano Francesco II, che un notaio pub-
mando un soprendente spettacolo, avvi- blico per ogni parrocchia andò a ricevere,
vato da un bellissimo cielo e dalla gioia insieme alla sottoscrizione di ciascun capo
universale. Incessanti i Fiva, il basso po- di famiglia, nella chiesa a cui appartene-
polo frenetico ruppe le file de'soldati au- vano. Il nobile veneto Francesco Pesaro,
striaci, e strappate le loro bandiere dal- che recentemente erasi veduto partire da
le mani degli alfieri, le portarono in trion- questa sua città natale, per recarsi, come
fo per la piazza e per le principali vie del- dicevasi,e già di sopra notai, a cercare la
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libertà nella Svizzera, e inveceera corso rono; mentre per moltissime altre fami-
a Vienna, vi rientrònellaqualitàdi com- glie il credito sussiste ancora. Tutti Sbo-
missario imperiale, rivestito d» ogni più schi e selve si assoggettarono al piano bo-
ampio potere; l'uso non generoso da lui schivo della veneziana repubblica, rein-
lattone contro non pochi suoi noti avver- tegrate nelle sue prerogative le maestran-
sari politici, coperse di grand' ombra il ze dell'arsenale, vietato alla soldatesca il

suo nome.I uobili quindi stati antichi so- molestare i cittadini, offerta sicura stanza
vrani del paese, prestar dovettero nelle a'forestieri d'ogni nazione ;ed inoltre fat-

mani giuramento di fe-


del suo collega il ti 1 ivi veregli ordini antichi, se ne fecerodi
deltà e ubbidienza; e l'ex doge Manin egli nuovi e provvidissimi, reintegrata la pub-
pure a ciò obbligato, nel comparire da- blica morale, tutfofacendosi lodevolmen-
vanti al Pesaro, trasformato in agente te per rendere bene accetto e consolida-
del l'Austria, nel pronunziare la forma ri- re il novello dominio austriaco, saggioe
chiesta, fu colto da tale commovimento, giusto, fiorendo il commercio marittimo
cadde a terra fuori de'sensi, e l'asse-
*:he sottogl'imperiali vessilli, quasi come l'an-
nte I' Arte di verificare le date. A' 6 tico, per esser neutrale fra'belligeranti ;

febbraio 1798 si ripristinarono io tutte onde si moltiplicarono nelle Lagune le

le città venete 1 consigli geuerali, i corpi, navali costruzioni. La Francia progre-


1 collegi e i capitoli secolari per l'ammini- dendo nelle conquiste, la dilatazione del
strazione delie pie fondazioni, sotto qua- suo dominio pose in apprensione Fran-
lunque nome essi fossero stati nel 1. gen- cesco II, che avendole intimato di sgom-
naio 796, com'erano sotto la veneta re-
1 berare l'Italiaela Svizzera, enon avendo
pubblica, hi ciascuna terra e castello si ottenuto soddisfacente risposta, nel decli-
ristabilì la particolare rappresentanza lo- nar del 1 798 si preparò a nuova guerra
cale, colle forme
metodi autichi: tuttie i collegandosi coll'lnghilterra, la Russia,
feudatari rientrarononel liberogodimen- la Porta e le due Sicilie, per cui tosto i

lo de'loro diritti. Nel luglio si richiamò francesi gliela dichiararono al cominciar


inosservanza la legge del giàconsigiiode' del 1 799, succedendo
Sellerei* a Joubert
J)ieci del 1788 sulle cause di divorzio e nelcomandodilorotruppe in Italia. Que-
di nullità di matrimonio. Si ordinò poi ste dunquedi sovente vennero a combat-
che in ogni provincia, secondo gli statuti timenti cogli austriaci ne'territorii delle
vigenti si giudicasse nelle cause civili e provincie venete, senza che il popolo si

criminali; e chea Venezia, oltre un tribu- frammischiasse agli avvenimenti milita-


nale d'appello per le provincie, esservene ri principiati nel marzo e proseguiti sino
dovesse uno supremo di revisioue per giu- alla ritirata di Scherer dall'Italia, massi-
dicarle liti in 3/ istanza. L' imperatore me sull'Adige e a Verona, riuscendogli
Francesco 11 si dichiarò ampiamente suc- austriaci vittoriosi su tutti i punti. Ed i

ceduto cosi nei diritti che nei doveri del- entrarono in MdanOjinMantova,
collegati
la veneta sovranità, e con sovrana risolu- in Piemonte, in Romagna, in Ferrara e iu
zione 20 novembre 798 1 volle annullato Bologna, e il re delle due Sicilie occupò
Jo storno delle parlile di credito, che il Roma e alcune sue provincie. Tuttociò
Pesaro avea ordinato nei libri di Zecca avvenne mentre Napoleone trova vasi nel-
di tutti i capitali, ch'erano siati iscritti a la spedizione d'Egitto, donde tornato a
favore degli acquirenti cariche della ces- Parigi, dopo la rivoluzione fu proclamato
sata repubblica, quali avevano patito e- .°consoledella repubblica, accrescendosi

i i

vizione nel 1 2 maggio 1


797, equindi do- perciò la forza morale delle truppe.
vevano per contratto esserne rimborsati, Frattanto la s. Sede, dopo tanti enormi
cornea tulio il iòo5, ed in parte lo fu- sagriiìzi, era stuta dalla repubblica Iran-
6 VEN VEN
cese interamente spogliata della sua So- per la sua condizione pacifica e maritti-
vranità, democratizzati sudditi, indù- i ma, e per la rettitudine del suo governo,
sivamente a Roma, detronizzato rio VJ più. quieta e più acconcia di qualunque al-
e deportato in Francia sino da' 20 feb- tra in que' difficili tempi al grande rito si
braio 1 798, e fra' patimenti morì glo- dimostra va, saviamente fu ed il car-
scelta,
rioso in Valenza, a' 29 agosto 1 799 ; dinal Albani decano del s. collegio a nome
mentre per mirabile disposizione della di questo ne die' parte a tutti i sovrani
divina Provvidenza un mese dopo fran- i della cristianità.Edecco dunque Venezia,
cesi erano stali costretti a partire da Ro- per divina disposizione, diventare l' av-
ma da'napoletani, per l'accennato deca- venturoso luogo,ove doveasi far cessare la
dimento della fortuna militare francese Sede apostolica vacante) il che sospira-
in Italia, e preponderanza dell'armi au- to da tutto il cattolico mondo, gli occhi
striache e russe, onde Ancona si vide e- tutti di questo a lei si rivolsero (nel voi.
sptignata dalle flotte russo-turche, ed oc- XXVII, p. 1 14, ricordai alcune lellere
cupala dagli austriaci, il che meglio dissi da'sovrani dirette al sagro collegio), ed in
nel voi. LXXXIII, p. 62, inconseguen- tal modo a'tanli suoi antichi vanti polè
za della ritirata di Macdonald dall'Italia. aggiungere anche questo, glorioso e me-
Avendo il Papa defunto ordinato, che a morando. Tutto narrai negl'indicati ar-
cagione delle politiche circostanze essen- ticoli, ed pure che ricorderò iu
in quelli
dosi dispersi i cardinali perseguitati, il corsivo,persinole particolarità che accom-
Conclave per 1' elezione del successore, pagnarono l'avvenimento lietissimo, ciò
che fu Pio VII, si radunasse dove si sa- che abbreviando notabilmente il mio di-
rebbe trovalo il più gran numero di car- re, racconterò il più notevole, ed in ispe-
dinali; esiccome nel settembredello stesso cie quanto riguarda Venezia, che ne re-
1799 molti di loro si trovavano in Napoli stò illustrata. Pertanto il sagro collegio,
e nel Veneziano, fu per appunto stabilito ottenuto l'assenso dall'imperatore Fran-
dal cardinal decano Gio. Francesco Al- cesco II, anzi come meglio altri vogliono
bani di tenere il conclave in Venezia, do- egli stesso offrì al senato apostolico Vene-
r
ve un cameriere di mg. Caracciolo mae- zia per adunarsi in conclave, destinando-
stro di camera di Pio VI, avea portato gli a tale effetto l'ampio e decoroso mo-
la sua bolla derogatoria all'antiche leggi nastero di s. Giorgio Maggiore in isola,
pontificie pei la creaziooedel nuovoSom- di cui nel § XVUI, n. 1. L'animo reli-

mo Pontefice, colla possibile maggior sol- gioso dell'augusto sire, a sue spese ri-
lecitudine ; essa comincia colle parole: dusse il cenobio de' benedettini cassinesi

Allvnlis pcculiaribus, ut deplorahilius colle consuete Celle, in numero di 4°, e


Ecclesiae circumslantiis. La risoluzione diviso al modo descritto in quell'artico-
del sagro collegio de'cardinali di tenere il lo. La libreria fu ridotta a chiesa inter-
conclave in Veuezia, dopo matura pon- na per la celebrazione delle messe e pie
derazione e carteggio, piuttosto che in funzioni, ed il coro domestico de'monaci
Roma o in altra città dello slato ponti- servì per cappella degli scrutimi quotidia-
ficio, allora liberato dalle armi francesi, ni. Vi fu pure preparato un decoroso ap-

fu perchè ricuperato di fresco dagli au- partamento per abitazione del nuovo Pa-
da'napoletani, non poteva pre-
striaci e pa, nel tempoche sarebbe rimasto in Ve-
sentare quella piena tranquillità ^e sicu- nezia. E primieramente cardinali cele- i

rezza, di cui abbisogna la gravissima a- brarono funerali novendiali nella chie-


i

zione, anco pegli eventi della guerra che sa patriarcale di s. Pietro di Castello, che
da un giorno all'altro potevano insorgere. durarono da' i3 (nel voi. LUI per fallo
D'altronde Venezia, siccome quella che numerico è detto 2 3) a'2 1 ottobre 799, f
-

VEN VEN 7
pe' quali il prelato Despuig patriarca di ed alMaresciallo del conclave principe
Antiochia, poi cardinale, ministro del re d. Agostino Chigi, e vi esercitò il suo o-
di Spagna al conclave,som ministrò 3,ooo norifico uffizio di custode del conclave,
scudi. Venezia, benché avvezza alle com- alle cui ruote furono deputati vescovi e
parse di magnificenza e di pompa, ebbe prelati, restando per la guardia a dispo-
a stupire dello spettacolo, affatto nuovo sizione de'sagri elettori le milizie austria-
per lei, di quelle funebri ceremonie, mae- che. Disposte tutte le cose, fu fatto segreta •

r
stose e imponenti per l'assistenza di tan- rio del conclave mg. Ercole Consalvi ro-
ti cardinali, di patriarchi, di arcivescovi, mano, oriundo di Toscanella, poi cele-
di vescovi e altri prelati. La basilica pa- bratissimo cardinale segretario di stato. Il

triarcale di s. Pietro di Castello apparve patriarca di Venezia rag/ Giovanelli a' 1 1


trasformata per l'insolito apparato, che novembre emanò una fervorosa lettera
pur le accresceva magnificenza e splen- pastorale a'suoidiocesani parrochi e retto-
dore, in mezzo al lutto, che da ogni parte ri delle chiese, che riferisce ilMutinelIi. Il

spirava. In tutti i giorni de'novendiali i virtuoso prelato pieno d'esultanza per lo


cardinali radunarono nelle camere del
si straordinario avvenimento d'un conclave
patriarca, per le Congregazioni gene- a Venezia, gioia che animava pure ogni
rali, che si tengono da tutti i cardinali ordinedi persone,esclama: Chi mai avreb
avanti di entrare in Conclave ;dopo aver be pensato che il turbine, il quale da lun-
uno di loro pontificato nella gran messa, go tempo infuria contro la mistica navi-
ed altri 4 di essi fatte col celebrante le so- cella,ed intento a rovesciar trono e alta-
lenni assoluzioni. L'orazione funebre fu re, avesse avuto a contribuire alla mag-

pronunziata dall' arcivescovo di Nisibi gior gloria e all'esaltamento della nostra


1

mg. Cesare Brancadoro, poi cardinale, e città?.... Saranno dunque i veneziani i

fu pubblica la da A. Zatta in Venezia, anco primi a conoscere e venerare il gran Sa-


con traduzione italiana, col titolo riferito cerdote? Quindi, come praticasi in Roma
uel voi. LUI, p. i io, insieme alle iscrizioni nella sede vacante dal cardinal vicario,
diM.Boni,edaglielogidiG.Marinoviche caldamente esortò a fare pubbliche pre-
L. Lanzi. Abbiamo lastessa, Traduiteen ci perchè lo Spirito Santo illuminasse a

francais aver des notes historiques par fare una sollecita e felice elezione del tan-
m.* Vabbé d' Auribeaiiy A Venise 1800. to desiderato supremo Gerarca, ordinan-
Ed ancora tradotta in inglese, in tedesco, do che in tutto il tempo del conclave o-

in ispagnuolo, ed in italiano dall'ab. Pal- gni mattina il clero d'una parrocchia, u

mario Canna con traduzione altresì del- na comunità religiosa, ed una confrater-
l'elogio del Marinovich, e giunte interes- nita partendo dalla basilica di s. Marco,
santi, Parma
e Rimini 1800. Nel luogo si recassero processionalmente alla visita
1
citato riportai pure i titoli del Diario de della metropolitana di s. Pietro, cantan-
Novendiali, per F. Andreola; della Re- do le litanie de'Santi. Indi, come si fa in

lazione delle funzioni, per G. A. Curii; Roma, dal Pinelli fu stampato 1' Orda
del Funus adornatimi j del Parentali- servandus in processionibus qnotidiefa-
bus Pii V, per A. Zatta; il tutto stampa- cicndis tempore Sedis vacantis durante
to a Venezia nel 1 799. Tosto Venezia of- Conclavi prò electione Stimmi Pontificis.
frì lo spettacolo della riunione di buona Ma non fu dato all'ottimo pastore la con-
parte della corte e curia romana, accor- solazione di vedere e venerare il nuovo
rendovi , oltre i cardinali, molti vescovi, augusto Capo che Iddio poneva al gover-
moltissimi prelati, dignitari e uffiziali del- no della sua Chiesa, poiché morte repenti
la s. Sede, inclusivamente al Senatore di nalotolseaU'amorede'veneziania'fo gen-
Roma il veneto d. Abbondio Rezzonico, naio 1 80 o, rattristando pure il sagro sena*
8 VEN VEN
to che ne ammirava l'eccellenti virtù. Do- 10 e ministro di Francesco II presso la s«

1 enti i cardinali di non poter dare perso- Sede, vi fece il suo ingresso alcuni gior-
nalmente all' illustre defunto, per esser ni dopo, cioè a' 12 dicembre), o3ì se-
chiusi in conclave, come vado a dire, una condo le note pubblicate dal cav. Artaud,
pubblica testimonianza di loro distinta Storia di Pio PII, 1. 1 > p. £7, e dal cav.
estimazione, ordinarono con inaudito e- Mulinelli (l'Artaud enumerò46cardina-
sempio solenni esequie al pianto patriar- li viventi, percliè vi comprese l'arcivesco-

ca in loro nome e spese, ingiungendo a vodi Strigooia Bathyan, ina egli era mor-
mezzo di dispacciodi mg." Consalvi, e tan- to a'22 settembre 1799, come leggo nel-
to onorevole pel pati iaica, a mg.' Gallerai! le ufliciali Notizie di Roma del 1801 a
Scotti arci vescovo di Sida e ultimo nunzio p. 27). Io nel voi. XXI, p. 238 (nume-
presso la repubblica di Venezia, di farle ro sbagliato nel voi. LUI, p. 116, nel ci-
eseguire e con invilo a intervenirvi di tut- tarlo, leggendosi 228), e più legalmente
ti i vescovi e prelati che trovavansi allo- essendomene confermato dagli atti stam-
ra in Venezia, nella chiesa di s. Francesco pati del Papa, riprodussi l'identifica no-
della Vigna, a' 1 9 febbraio, con alla testa ta de'cardinali allora viventi, servita nel
mg/ Despuig patriarca d'Antiochia, ap- conclave di Venezia, dalla quale risulta
ch'erano 4 in tutti, gli altri io non in-
/
positamente invitato con altro simile bi- >

glietto, a solenne dimostrazione di duolo, tervenendo perchè impediti dadiverse cir-


di alletto, di riconoscenza, di venerazio- costanze politichesi età, di salute,di lon-
ne del medesimo sagro collegio. Sulla tananza. Pretendeva di entrarvi Antici,
porta della chiesa ieggevasi l' iscrizione, che avea rinunziato la Porpora, ma non
r
composta da mg. Marotti segretario del- fu ammesso. Si trovarono dunque riuniti
ie lettere latine del Papa defunto (riferi- in conclave i cardinali Albani decano,
ta dal Mulinelli, in uno al dispaccio e al York, A ntonelli, Valenti, CaratFa (già nun-
biglietto), in cui fra le altre cose è detto: zio di Venezia), Zelada, Calcagnini, Mat-
S. R. E. Cardinales - Creandi Pont. tei, Archetti, Giuseppe Doria, Livizzaui,
Max. causa - Venetiis congregati - Ad Borgia, Caprara, Vincenti, Maury. Pi-
significationem acerbissimi doloris- Quo gnatlelli, Roverella, Somaglia , Antonio
morentes- F. 31. Ioannelii - Funere in- Doria, Braschi (uipoledi Pio V), Carati-
dicto - Antistiti oplirno • De Ecclesia de diui, Flangini (veneziano, poi patriarca
Collegio Apostolico - Opti/ne merito. Già patrio), Rinucciui,Honorati (già nunzio di
nel i.° dicembre 1799 cardinali erano
i Venezia), Giovannetti camaldolese, Ger-
entrali in conclave. Essendo indisposto il dil barnabita, Martioiana, Hertzau, Bel-
decano cardinal Albani, nella chiesa di s. lisomi, Chiaramonti (vescovo d'Imola e
Giorgio alla loro presenza celebrò la mes- poi Papa, che già abbate cassinese, noti
sa dello Spirilo Santo il p. ab. Soardi be- trovando alloggio tra'suoi in s. Giorgio,
nedettino cassinese, ed il veneto mg/ Gar- quando nell' ottobre giunse in Venezia
dini vescovo di Crema camaldolese reci- prima del conclave , abitò nel convento
tò 1'
orazione De eligendo Ponti/ice poi )
de'ss. Gio. e Paolo), Lorenzaua , Busca,
stampata a Venezia, coH'iutitolazioue ri- Dugnani, Bussi de Preti», Buffo. JNon vo-
portala nel voi. LUI, p. 1 16. Per morte glio tacerei cognomi de' 10 cardinali, che
di mg.' Pini, vi prestò assistenza il nuo- non si recarono al conclave di Venezia:
vo prefetto de' maestri delle cci emonie Sentmanat, Mendoza, Gallo, Roche fou-
pontifìcie mg/ Gio. Domenico Pacini. cauld,Rohan,Laval-Monlmorency,Fran-
Quindi entrarono in conclave 34 cardi- keberg, Migazzi, Rauuzzi, Ca pece-Zurlo.
pali, dice il Novaes (e disse bene, perchè Notò il Pistoiesi nella fila di Pio I J Ct
il cardiual Heilzuu protettole dell'imiti* clip intuire j cardinali erano iu conclave,
V E N VE N 9
mercè la vigilanza del governo, si scopri voi. LXVII , p. 179) cav. Aitaud , ma.
Ita' iniqua congiura tramata dalla fami- ilrettificai con un'autorità più legale*

glia Ottolini, il cui capo era ex rappresen- mg.* Baldassari testimonio di vista e di
tante di Bergamo, subito dissipata con udito, e col da lui riportato nella coscien-
tradurlo nel castello di Andrea. Altro s. ziosa opera: Relazione delle avversità e
avvenimento funesto accadde nella notte patimenti del glorioso Papa Pio Sesto,
de'g gennaio 1800 nel pubblico palazzo t. 2, p. 4o5 e seg. , 2/ edizione. Impa-
del collegio de'iuedici, che incenerì l'ar- ro anche dal cav. Mutinelli, che il mo-
chivio e la vasta biblioteca, oltre tutte le tivo di differire al 1 4- l'elezione convenu-
suppellettili, non rimanendovi che le mu- ta del Chiaramonti, derivò da un delica-
ra. Nella biografia del Papa che vi fue- to riguardo alla memoria di mg/ Gio-
letto, fra le cose che narrai come proce- vanetti e al rispettabile clero e insigne
dettero gli grande
eminenti elettori alla città di Venezia, i quali nella mattina del
opera, dopo il discorso del cardinal de- i3 compivano la celebrazione dell'ulti-
cano, poi stampato in Venezia e Roma, mo funerale a tale loro degno pastore
che rammentai pure nel voi. XG, p. 2 1, nella cattedrale, a cui prestarono assi-
solamente qui occorre far menzione, che stenza le civiche autorità in luogo del do-
pel papato Bellisomi di Pavia per quasi ge e della signoria, che intervenivano a*
due mesi ebbe 22 voti, de'24 necessari ; funerali de'patriarchi. Finalmente, nella
che Ma tei non prevalse per essere tenuto
t detta mattina de' i4"iarzo 1800, nello
debole nel doversi domandare all'impera- scrutinio unanimemente i cardinali eles-
tore (il cui ministro cardinal Hertzan ne sero Papa il cardinale Chiaramonti, che
promuoveva l'esaltazione) la restituzione assunseil nome di Pio Ffl,\a cui biogra-
delle 3 legazioni che avea occupate, e per fia va tenuta presente nel principio, per-
altro;che il dottissimo Gerdilebbe l'e- chè si rannoda con questa narrazione e
scIumwa (di questa ne riparlai a Sagro per supplire alle cose che qui non ricor-
Collegio) dal Cardinalellertzan in nome do; come de'reali personaggi che trovan-
dell'imperatore; che stava per effettuarsi dosi in Venezia recarono a venerare il

l'elezione del Bellisomi, quando l'Hertzan Pontefice. Piesa lai." ubbidienza di ado-
fece osservare inoppoitunameute e con- razione a Pio VII, il incardinai diaco-
tro affatto la libertà dell'elezione del Vi- no Antonio Doria, circaun'ora avanti
cario di Cristo, che il conclave trovan- mezzodì, dal verone sovrastante la porta
dosi in una città dell'imperatore, sarebbe principale del monastero di s. Giorgia
conveniente fargliene prima conoscere la Maggiore, corrispoudente alla piazzuola
scelta, per anco per essere
un corriere , dell'isola, annunziò il nome del novelloPa-
nato suo suddito; che trascorso un mese store universale, alla moltitudine vene-
senza risposta, gli animi raffreddatisi, an- ziana e forestiera che 1' attendeva, tutti
co per la lunghezza della sede vacante prorompendo con replicati applausi, suo-
in tempi così difficili, rivolsero loro vo- i nando tosto a festa le campane di tutte
li al cardinal Chiaramonti, e la sera de' le chiese della città, e le molte navi in se-

12 marzo 1800 furono d'accordo a


tutti gno di gioia spararono le loro artiglie-
suo favore, colla condizione che l'atto si rie ,
quasi i cannoni col fragoroso loro
etfeltuasse la mattina de'i4> benché l'e- rimbombo volessero comunicare l'annun-
lezione conclusa si sparse per Venezia nel cio lietissimo anche a' lontani, del subli-
dì precedente. Nel riferirne il modo, ri- me atto ch'erasi compiuto in Venezia ne-
portai l'asserto dall'egregio diplomatico e gli inizii del nuovo XIX secolo (nell'usa-

anco e più solennemente do-


storico (che re questo comune modo di dire, io noti
no multo ulfeliuo&aiucule celebrai nel debbo occultare, che si disputò, &e l'au-
io VEN V EN
noi 700 ern l'ultimo del secolo XVII o lezione , e per salire alla sorgente di sì

il primo del XVIII, come rilevasi da* 3 gran bene, trasportandosi spettatore sul-
opuscoli riferiti nella Biblioteca volante I l'avventurate rive della regina dell' A
del Cinelli, t-4, p.168. Nel principio del driatico,a cui la nostra Roma giustamen-
corrente secolo si rinnovarono tali que- te gelosa del suo gran privilegio, con una
stioni , ed in Venezia sipubblicarono i santa invidia potè allora ridi re con s. Pier
due opuscoli: Quando compiasi il seco- Damiani, Semi. 16, t. 2: Gamie igitur,
lo XP'111\ed abbia principio XIX? A il etexultansin Domino plaude Urbs Ve- _,

cui fu risposto coll'altro: A aitai secolo ncta, quia dum in tuo gremio Virum A-
appartenga l'anno 1800). Il Papa scris- postolicae grati ae suscepisti et ipsa ,

se da Venezia alla sua famiglia Chiara- auodammodo Sedes Apostolica fieri me-
monti, quella lettera di edificante mode- ntisti. Riporta poi i vari opuscoli stam-
razione cbe riportai in quell'articolo, par- pati a Venezia prima e dopo quest'avve-
tecipandole la sua esaltazione. A Roma nimento, sul cereraoniale del conclave,
ne portò la faustissima notizia un corrie- sul metodo che si pratica nell'elezione e
re, vi giunse a' 18, e subito l'universale coronazione del Papa , e sulla condotta
entusiasmo fu solennizzato in più modi, della Chiesa nell'elezione del Capo visi-
ed romani immantinente inviarono a
i bile. Indi ceremonie
passa a descrivere le

Venezia una principesca deputazione, per che si fanno appena compita la canonica
a
umiliare al padre e sovrano gli omaggi elezione del Papa, lai.* e 2. ubbidien-
di amore riverente e di fedele sudditan- za d' adorazione, nel la cappella dello
za, porgendo fervorose istanze a presto scrutinio del concia ve, e quindi dopo aver
consolarli di sua venerata presenza. Le visitato il ss. Sagramento nell'altra cap-
altre città dello stato papale a gara ne pella del conclave, nel pomeriggio di-
a
imitarono l'esempio. Ed ecco un accor- scese a ricevere la 3. nella chiesa di
rere a Venezia di genti d' ogni condizio- s. Giorgio, vagamente apparata e piena
ne, per ossequiare il padre comune de* di nobiltà di ogni rango e di popolo, in-
fedeli , e riportarne il religioso conforto cedendovi il Papa in sedia gestatoria,
di sua benedizione. Ed ora mi si presen- preceduto dalla Croce papale , dopo la
ta' quel tesoro di erudizioneche sarà , quale il cardinal decano intuonò il Te
sempre, Francesco Cancellieri, il quale Deum. Terminata la funzione si restituì
nella magnifica Storia de* possessi de* il Papa al suo appartamento, proceden-
Pontefici, nel descrivere quello di Pio do innanzi la Croce d'argento dorato in
VII, fa precedere il suo racconto dal dia- asta, di solido e nobile lavoro, dono del
rio particolareggiato di quanto il Papa nobile veneto GiacomoGiustiniani (il Pa-
fece nel suo soggiorno a Venezia e nel pa ricevè pure il donativo fatto in tempo
suo viaggio per recarsi a Roma, non che del conclave dal veneto Alcaini vescovo
il suo fausto ingresso in questa, essendo- di Belluno, della mitra preziosa pel fu-
si servito nella compilazione anche del turo Pontefice, come notai nel volume
pubblicato da' Diari di Roma. Non è LXXXI, p. 60), trovando in faccia allo
possibile compendiarlojdovendo tener pu- scalone del monastero la lapide che ri-

re presente il cav. Mutinelli, l'ab. Bello- porta Cancellieri, fatta scolpire dall'abba-
mo, Continuazione della Storia del Cri- te e monastica famiglia a memoria del-
stianesimo (cioè il proseguimento del l'ab. l'avvenimento, composta dall'ab. Mauro
Placido Bordoni, anteriore continuatore Boni. Sulla piazza del tempio furono e-
dal 1 721 a'i3 marzo 1800), e altre ope- rette due magnifiche orchestre, ove i più
re, e più di tutto l'inesorabile brevità. scelti professori di musica istrumentale
Comiuciaa celebrare l'applaudilissima e- eseguirono bellissime sinfonie nella sera,
VEN VEN 11
In cui si vide superbamente illuminata la sinesi, sul principio di esso ascese al tro-
facciata e la cupola del sagro edifizio, non no per ascoltare l'orazione dal cardinal
che il monastero e tutta l'isola. Il duca- York in nome del capitolo Vaticano, quat
le palazzo era illuminato a torcie , altre suo arciprete, dopo la quale adoralo il ss.
illuminazioni per la città fecero varie ca- Sagramento, rimontato sulla sedia gesta-
se distinte, massime i monaci benedetti- toria passò all'altro tronoeretto nella cap-
ni camaldolesi di s. Michele di Murano. pella di s. Stefano. Ricevuta l'ubbidien-
Nella mattina de' 1 8 il tenente marescial- za da' cardinali, patriarchi , arcivescovi,
lo comandante Venezia barone Man-
di vescovi e altri prelati, questi indi assun-
frault, con tutto il corpo dell' ufficiali là sero i loro sagri abiti. Dopo di che, asce-
austriaca, recossi dal Papa a tributargli i so il Papa in sedia gestatoria, nell' esser
suoi ossequi , e nel dì seguente fece al- condolto all'altare maggiore, ebbe luogo
trettanto la r. congregazione delegata. Di- la ceremonia della triplice combustione
poi il Papa rimise al Manfrault un anello della stoppa.) e poscia disceso dalla sedia,
di zaffiro contornato di brillanti, iu atte- andò a collocarsi sul principale trono, ove
stato di sua soddisfazione e gradimento intuonata l'ora di terza, si vesti degli a-
per l'assistenza prestatagli in varie pon- biti m issali, ricevè il sagro pallio, e co-
tifìcie fuuzioni; pregandolo di rimettere minciò la celebrazione della solenne mes-
per ragione altro anello con ba-
la slessa sa, nella quale fecero le veci del suddia-
iaselo,con egual contorno, al maggiore cono e diacono greci due monaci arme-
della piazza di Venezia sotto il di lui co- ni MMilitaristi di s. Lazzaro (essi suppli-
mando. Nel biglietto col quale accompa- rono a'greci, poiché in questa occasione
gnò il donativo al Manfrault, gli signifi- il clero greco dimorante in Venezia si
cò, che nell'impossibilità delle circostan- manifestòapertamente scismatico, con ri-
ze di fargli una dimostrazione convenien- fiutarsi dall'assistere al pontificale e dal
te , suppliva per lui il vescovo d' Imola cantarvi V Epistola e il Vangelo nel lo-
(chiesa che avea ritenuto, mentre l'anel- ro idioma). Prestò assistenza al trono il

lo era quello che avea usato sino all'as- senatore di Roma Rezzonico, perciò di-
sunzione del pontificalo nel governo di chiaralo Principe assistente al soglio.
quel vescovato) , ed essere tuttavia per- A'monaci benedettini del monastero, in
suaso, che il dono gli riuscirebbe gradi- luogo apposito, fu concesso assistere al
to, non per l' intrinseco pregio, ma pel pontificale. Terminati tutti i sagri riti,

cuore del donatore, e per la mano che Pio VII in sedia gestatoria restituitosi
glielo presentava. A'2 1 marzo, festa di s. per la grande scala, tulta ornata, nel mo-
Benedetto, dichiarata per quell' anno di nastero, coll'accompagnameuto della pro-
precetto, perchè ognuno si unisse a pre- cessione, si recò alla loggia espressamen-
gare Datore d'ogni bene per la felicità
il te preparata e rispondente alla piazzuo-
del Papa, in s. Giorgio si celebrò l'augu- la dell' isola, dove dopo il canto delle
sta funzione della solenne
coronazione ', prescritte preci fu solennemente corona-
annunziata dal suono giulivo de' sagri to del pontificale triregno dal suddetto
bronzi , cui faceva eco il fragore del- cardinal Antonio Doria i.° diacono. Per
l'artiglierie tonanti dalla Piazzetta, dalle ultimo, recitata dal Papa la consueta o-
cannoniere e da'bastimenti. Pio VII ve- razione, con affetto di padre, principe e
stito degli abiti pontificali, in sedia gesta- pastore.diede l'apostolica benedizione,ac-
toria, preceduto e accompagnato dalla so- compagnata dallo sparo dell'artiglierie,
lita processione, si recò nel tempio mae- dal suono festevole delle campane, e da-
stosamente addobbato, stipato dalla no- gl' incessanti applausi dell'esultante nu-
biltà e dal popolo, ricevuto da'oionaci cas- meroso popolo, ch'erasi portato nell'iso*
12
ii per riceverla e per
YEN
aiutili tare i a mae-
VEN
natmenteo pe'loro deputati, innumerabili
1
stosa funzione. Immediatamente fu pub- le lettere di profonda venerazione e di gra-

blicata l'indulgenza plenaria da'due car- tuluzioneindirizzatea Venezia a Pio VII


dinali diaconi, in latino e in italiano, e dà monarchi e da personaggi, a da ogni
di nuovo il Papa benedisse con benigni- grado di persone, da ogni dove provenien-
tà la moltitudine. Ritornalo nella stanza ti,quantunque uon ancora reintegrato
de'paramenli, ricevè a mezzo del cardi- de'suoidomimi temporali. Venezia si vi-
nal sotto decano York, le congratulazio- de trasformata in una Uotua nel lun«o
D
ni e felicitazioni del sagro collegio , ad soggiorno del «agro collegio e del Sommo
tnultos annosj cui rispose il Papa colle Pontefice, avvertendo il Cancellieri che
più soavi e nobili espressioni. E quindi
1

mg. Anuibale Smith o Schmid si propo-


si restituì alle sue camere. Sulla porta se di registrarne minutamente tulle le me-

della chiesa si leggeva l'iscrizione, ripro- morie, a cui era presente ((piale dapifero
dotta da Cancellieri. Lo straordinario con- del cardinal decano, ed era romano, be-
corso del clero e della nobiltà] sì veneta neficiato Valicano e fatto dal Papa pel l.°
e sì straniera, dell' udìzialità austriaca e cameriere d'onore; ma per quanto sia a
d'ogni ordine di persone, contribuirono mia cognizione, uon si conosce per le.
a decorare il complesso dell'accennate im- slampe). A' 19 marzo avea il Papa gra-
ponenti funzioui. Uu prodigioso numero ziosamente ricevuta tuttala prelatura al-
."
di gondole, peote, battelli e barche d'o- la sua 1 udienza e al bacio del piede; in-

gni genere avea formato del gran cana- di passato nella sala del concistoro ,
po-
le, su cui sta posta l'isola di s. Giorgio, stosi sotto al trono, fu introdotta all'u-
un vasto e mirabile terrapieno. Gran par- dienza la nobile congregazione delegata
te della città era addobbata con ricchi della città , tutti nominati dai già nun-
r
damaschi alle finestre, e su la sera la gran zio mg. maestro
GalleratifScotli, poi suo
Piazza e la Piazzetta di s. Marco, come dicamera, e Pio VII rivolse loro un bre-
pure la maggior parte de'pubblici edili- ve e acconcio discorso. Nella sera de'2 5
zi, de'palazzi e delle case furono illumi- nel nobile casiuo a s. Cassiano, le dame
nati a torcie, e tutti i campanili a fiac- di esso diedero una brillatile accademia
cole e fanali. Fra tutti però si distinsero in musica per solennizzare l'acclamata e-
i monaci di s. Giorgio, nell'illuminazio- lezione del nuovo Ptvpa, la quale^forme-
ne della facciata, della cupola e del mo- rà sempre epoca d'imperituro lustro per
nastero, e i parrocchiani di s. Maria For- Venezia. Nella seguente mattina 26 mar-
mosa. La mai ina seminata di navigli sem- zo nella chiesa de'tuouaci benedettini del-
brava che divampasse, tutti rischiarati la congregazione camaldolese di s. Miche-
dagli accesi fanali e iu vaga mostra dispo- le di Murano iti isola, il cardinal Giovati-
feti. Brillante dunque fu la luminaria. Ora meli di quell' ordine e arcivescovo di Bo-
conviene far cenno delle cose più uiemo- logna cantò solennemente la messa, e poi
ìabili accadute in Venezia, uel tempo del- iutuonò il Te Deum, il tutto accompa-
la permanenza di Pio VII, ma torno a gnato da scella e numerosa musica, in
protestare appena dovrò rapidamente in- ringraziamenlo a Dio della seguita fau-
dicai le, potendosi vedere circostanziale stissima elezionedel supremoPastore,col-
nel laudato sommo erudito. Fmchè visi l'assistenza di 3 pp. abbati mitrati del mo-
trattenne, furono continui gli alti di os- nastero medesimo. La decorosa funzione
sequio, che gli si resero da molti distinti fuonorata dalla presenza de'cardinali So-
personaggi (in buona parte registrati qu- maglia, Antonio Doria e Braschi protet-
elle dal cav. Mulinelli), e da varie citlà e tore di tutto l'ordine camaldolese; oltre
coi pi ecclesiastici e citili d'Italia, o peuo- ua gran concorso di prelati e uobilù
VEN VEN i3
tanfo veneta che forestiera. Per tale cir- ro 32 cardinali, cioè nella sala che avea
costanza la chiesa era slata vagamente servito per cappella durante il conclave,
apparata, e sulla porta maggioreeravi in- nel quale concistoro dopo Y extra omncs
nalzata l'iscrizione, che offre Cancellieri. lesse l'eloquente e umile allocuzione» Ad
Tale giorno si rese più giocondo pe' ca- Supremum Ecclesìae regimen ) presso il

maldolesi ,
quando dopo le ore 22 Pio Bull. Boni. coni, t.i i,p. 1, ed in italia-
a
VII volle segnalare la i. sua uscita dal' no nel Mulinelli. Con essa Pio VII di-
la papale residenza di s. Giorgio per re- chiarò con apostolica facondia, per vole-
carsi ingondola a visitare la chiesa e il ce- re di Dio averlo i cardinali, in tempi co-
lebre monastero di s. Michele di Mura- sì turbolenti e gravi, il più indegno di
no, ricevuto alla riva dal p. abbate (a cui tutti, scelto però fra'più deboli, appunto
poi confermò il privilegio d'usare il ber- servendosi Dio di Ioli consigli nel soste-
reltino ecclesiastico e il rocchetto con le nere la sua Chiesa per confondere la su-
maniche, che notai nel voi. LV1II p.
il
,
perbia de'forti.» Or se un Pietro pesca-
78), da'monaci e da immenso popolo giu- torce pochi Apostoli chiamati ad illumi-
bilante. Il Papa accompagnato dalla sua nare gli uomini dalla oscurità della Ga-
corte entrò in chiesa, orò avanti il ss.*Sa- lilea, furono valevoli a far cose grandi,
gramento e all'altare maggiore/indi si tra- non sembrerà perciò meraviglia, se Noi
monasteroe nella superba libreria
sferì nel pure da quest'isola, che, per ammirabile
ornata allora a foggia di sala accademica. divina provvidenza, e per benefìcio di Ce-
Passò poi negli appartamenti del cardinal sare (da cui nulla vi è che sperar non dob-
Giovannetti,ove si riunirono vari cardina- biamo per la difesa e per il decoro della
li e prelati, e con affettuosa degnazione am- Chiesa), ci offerse un asilo, se da un mo-
mise al bacio del piede tutta la religiosa nastero di quell'ordine dalle cui santis-
comunità e diverse persone accorsevi per sime leggiNoi fummo ammaestrati, chia-
venerarlo. Indi parti lasciando i monaci mati siamo al governo della Chiesa, af-
pieni di gioia per sì paterna onorificenza finchè quanto è più grande la piccolezza
e distinzione, i quali ad esternare mag- Nostra, tanto maggiormente conoscasi
giormeute sentimenti da cui furono
i esser ella non da Noi, ma da Iddio go-
compresi pel segnalalo favore, il p. abba- verna la. Reggerà dunque Dio la sua Chie-
te e monaci composero quell'estempo-
i sa, e Noi al divino aiuto appoggiati, ed
ranea iscrizione che esibisce Cancellieri, a 'consigli vostri, venerabili fratelli, cori

ed in cui giustamente si rimarcò: Quod tutto lo studio e con tutta la fede ci sfor-
lociim isiàm ab ej'us inaugura Lione, Pri- zeremo a praticare e ad eseguire quan-
mo majeslate implevit et henignissime. to dobbiamo. Preghiamo dunque Dio,
La sera l'esterno della chiesa, della cap- che ci assista nell'incominciamento del
pella Emiliana, o tempietto, e del mona- governo Nostro, e che faccia sì colla vii.-,
stero fu magnificamente illuminato, eoa tu sua, che quanto è a tutti più manife-
l'interno del cenobio, e nella famosa bi- sta la debolezza Nostra, tanto più chia-
blioteca, che celebrai nel § XVM,n.i8, raroentenel reggimentodellaChiesa l'am-
si tenne una brillante accademia di mu« mirabilesua Divinità facciasi manifesta".
sica vocale e istrumentale, la quale fu o- Indi reso pubblico il concistoro, ed am-
norala da vari cardinali e prelati e da messavi la prelatura, e molta nobiltà e-
molte persone di rango. Nel seguente gior- stera e nazionale,il Papa impose il cap-
no il Papa si trasferì improvvisamente pello cardinalizio al cardinal Martinia-
col suo seguito a s. .Nicolò al Lido. Nel- na , e la sera glielo mandò per mezzo di
r
la mattina appresso de'28, Pio VII ten- mg. Ginnasi cameriere segreto e guar-
ue il r .°
Concistoro, al quale iutervenne- daroba. A/29 recossi Pio VII alla Certo-
i4 VEN VEN
sa, ove ammise al bacio del picele la mo- storo segreto., in cui chiuse e apri la boc-
nastica famiglia, diverse darne forestiere ca al cardinal Martiniana, e gli conferì
e venete, e fra queste la sorella e la figlia il titolo cardinalizio e gl'impose P anel-
delcardinalFIangini.Nel dì seguente giun- lo; trasferì dall'ordine diaconale al pre-
se in Venezia l'arciducliessa Marianna Fer- sbiterale il cardinal Frangiai, e gli asse-
dinanda d'Austria badessa del capitolo di gnò per titolo la Marco di
chiesa di s.

s. Giorgio di Praga e sorella dell' impe- Roma (nel seguente anno, per nomina
ratore, e nella mattina de'3 i si portò dal dell'imperatore, lo dichiarò patriarca di
Papa, il quale rincontrò nelP aprirsi la sua patria Venezia); e preconizzò vari
bussola di sua camera, e prostratasi ba- vescovi,provvedendo diverse chiese con
ciò il quantunque il Papa volesse
piede, essi. il Sauto Padre ricevè in forma
A'3
impedirlo. Trattenuta benignamentepiù pubblica tutto l'imperiai governo gene-
d'un'ora, passò poi a visitare il decano rale di Venezia, ammettendone gl'indi-
cardinal Albani. Nella mattina del Ca- vidui a baciar il piede. Indi il presiden-
prile Pio VII si servi per la l." volta deb te nobile Zen fece un elegante, rispetto-
le 3 gondole di gala, già appartenenti al- so e commovente discorso, cui il Papa
la nunziatura apostolica, nel trasferirsi al rispose con affettuose e significanti espres-
monastero delle monache di s. Lorenzo sioni. Poi furono introdotti con formali-
ove abitava l'arciduchessa Marianna, con tà i nobili componenti il r. tribunale re-
treno semipubblico. Precedeva una del- visorio, e il presidente nobile Priuli pro-
le gondole dorate, in cui vi era al di fuo- nunziò faconda orazione, corrisposto be-
ri la Croce pontificia, e dentro il crocife- nignamente. Nel pomeriggio il Papa tor-
ro con alcuni camerieri segreti. Indi se- nò alla Certosa, ricevuto con sommo giu-
a
guiva la 2. gondola parimenti dorata co- seguente mattina Parciduch.es-
bilo. Nella
gli stemmi pontificii, in cui trovavàsiSua sa Marianna si recò privatamente dal Pa-
maggiordomo e mae-
Santità co' prelati pa, enei partire fu accompagnata dalla
a
stro di camera. La 3. gondola poi con- famiglia pontificia fino alla gondola. Nel
1

teneva mg. ceremoniere e alcuni came- dì 5 numeroso fu il concorso di distinti


rieri di spada e cappa. Indi venivano al- soggetti all' isola di s. Giorgio per esser
tre gondole del seguito della corte papa- ammessi al bacio del pontificio piede e
le. Tutte le strade che corrispondono a* ricevere l'apostolica benedizione; e peli.
canali ,
pe' quali passava il Papa, erano il r. tribunal d'appello, dal cui nobile pre-

affollate di popolo. Alla porta fu ricevu- sidente fu recitato un assai ben inteso di-

to dalle monache genuflesse in due ale, scorso, indi il r. tribunal criminale, e per
indi incontrato dall'arciduchessa, che con ultimo quello r. di prima istanza. Inol-
trasporto di divozione gli baciò il piede tre il Papa accolse i deputati d' Udine
in ginocchio, sebbeue il Beatissimo Pa- conte Antonio Bartolini, coutePietro An-
a
dre cercasse di sollevarla. Si trattenne lun- drea Mattioli e nobile Antonio M. Bel-
gamente nel suo appartamento, e poi in lori! , i quali riscossero dal Santo Padre
addobbato salone, in trono die'a baciar il le più significanti dimostrazioni di gradi-
piede alle monache, alle nobili educan- mento, e di paterna predilezione verso la

de e alle converse. Disceso nella cappel- loro città. Successe in appresso il r. tri-

la contigua alla chiesa, iu altro trono am- bunal mercantile, come pure il rispetta-
mise al detto bacio i cappellani e man- bile corpo de* »iobili cavalieri di Malta,
sionari, e molle persone de'due sessi. In ed i deputati della città di Conegliano,
ultimo si recò nella chiesa a venerare il oltre molti altri chequotidianamente pre-
ss. Sagramento,epoisirestituia s. Gior- senta vansi a tributar l'omaggio di loro
gio. Nella mattina de' 2 ivi tenue couci- religione ed ossequio, Nello stesso gior-
YEN VEN i5
no il Papa visitò la chiesa di s. Giobbe. da alcuni prelati e da'6 nobili deputali
La mattina de' 6 ammise alia sua pre- del monastero; venne salutalo all'ingres-
senza i maestri delle pubbliche scuole, so dall'antifona: Ecce Sacerdos rnagnus,
dette de'gesuiti. Nel di seguente si pre- accompagnala da scelta musica vocale e
sentarono i nobili componenti il r. tribu- istrumentale. Celebrò la messa, e ascol-
nal sommario definitivo, i nobili deputa- tò quella d'un cappellano segreto. Am-
ti di Macerata e di Viterbo, e del capito- messe in sagrestia al bacio del piede di-
lo di Torcello, tutti trattali colla solita verse dame, entrò nel monastero e fu ser-
cortese e consolante maniera. A'9 l'arci- vito col suo corteggio di squisito rinfre-
duchessa Marianna, colle consuete rive- sco. Die' a baciar il piede alle monache,
renti dimostrazioni si congedò dal Papa, e la badessa gli offrì una mappa di scel-
e partì per Padova. II Beatissimo Padre ti fiori fiuti, sovrastati da una rosa d'o-
appagò la divozione de'fedeli, assistendo ro con un brillante nel mezzo e col pie-
pontificalmente alle commoventi funzio- de della mappa pur d' oro in figura di
ni dei giovedì e venerdì sauto nella pa- vasetto ben inciso, sul quale era l'arme
triarcale di s. Pietro: nel giovedì celebrò e la figura di s. Zaccaria in rilievo; il li-

la messa il cardinal Archetti e nel vener- bro superbamente legato delle Brevi no-
dì fece la funzione il cardinal Roverella. tizie della chiesa e monastero di s. Zac-
Decorarono le sagre funzioni, oltre 25 caria; ed un calice ben lavorato e ornalo
cardinali e prelati, gran uobiltà romana, di pietre preziose, di cui fece poi uso il

veneta ed estera, che d'ogni parte affluiva Papa; che commosso di gradimento, con-
continuamente a Venezia, per venerare fortate la badessa e le monache con ac-
Pio Vii e ammirarne l'amabili qualità, concie parole e la benedizione , dopo a-
che duvauo risalto alla sublime dignità. ver ammirato l'elegante e prezioso archi-
Inteneriti tutti, quando uel giovedì santo vio riordinalo dal camaldolese p. ab. Na-
ilPapa, dopo aver portato processionai- chi, parli fra'plausi della gente accorsa e
mente il ss.Sagramenloal Sepolcro, nella lo strepito di copiosi mastii. Nella malti •

a
gran sala eseguì la Lavanda de piedi a na della 3. festa di Pasqua, col solito no-
i3 poverelli; e quando nel venerdì santo bile treno, Pio VII si recò alle benedetti-
a piedi scalzi, imitato da'cardinali e pre- ne di s. Lorenzo, ricevuto dal cardinal
lati, ed altri cospicui personaggi, si recò Somaglia, da vari prelati e patrizi vene-
all'adorazione della Croce. Sull'adiacen- ti: celebrò la messa e indi assistè a quel-

te piazza fu conservato il buon ordine la d'un cappellano segreto, essendo l'ap-


da numerosa soldatesca ex veneta, e in parato della chiesa elegante e decoroso,
chiesa dall'imperiale. Nella stessa patriar- così la musica. Indi passò alla contigua
cale Ja mattina di Pasqua, il Papa ponti- chiesa di s. Sebastiano, ed ammise in ma-
ficò la solenne messa coll'assistenza di 28 gnifico trono a baciar il piede a moltis-
cardinali, di tutta la prelatura, di nobili sime dame e distinte persone. Entrato nel
veneti e stranieri; dopo la quale passò monastero fu trattato di lauto rinfresco,
ad una gran loggia eretta appositamen- inuno alla corte. Ricevè la badessa e le
te fuori del tempio a spese de' patrizi a monache al bacio del piede, e gradì da
ciò deputati, doudecomparlìformalrnen- quella una specie di palma di scelti fiori
te la benedizione papale all'immenso po- fìnti legati con fittuccia d'oro e simile fioc-
polo, tutto compunto e giubilante di fé- co, colla dichiarazione d'essere un segno
stoseacclamazioui. La 2." festa di Pasqua anticipato dell'oblazione che propone- si

Pio VII portò alla chiesa delle bene-


si va fargli il monastero (a Venezia pure le
dettine di s. Zaccaria, splendidamente ad- monache sono gentilissime : io ammiro
dobbala, ricevuto dal cardinal Somaglia, l'accorto e grazioso pensiero nell' offrire
i6 VEN VEM
una una palma, onde sopperirò
rosa e c;o segreto ragionamento: esso poi a' 20
quelle che il Papa non ovea potuto be- partì per Palermo (il eh. Pistoiesi,/'//*/ di
nedire nelle corrispondenti funzioni, ri- Pio VJ[ di quanto vado descrivendo ne
y
:
a
correnti nella 4 e nella 6. '
domenica dà distinta notizia: egli dunque dice che
di Quaresima). A' 1 6 si condusse a s. il duca si presentò in Venezia, sotto il

Maria delle Grazie in isola, ricevuto dal nome di conte di Maillary). Il 19 si tra-
nobile Caterino Corner (il quale poi do- sferì all'isola di s. Clemente,visilò la chie-
nò al Papa il suo palazzo, detto Cor- sa, die'nel coro a baciare il piede agli e-
ner della Regina, ora luogo ilei monte remiti camaldolesi, ed a molte altre perso-
eli pietà, per averlo alienato i beneme- ne,ed entrato nel chiostro, si fermò qual-
riti conti Cavanis, a' quali in seguito lo che tempo benignamente con alcuni reli-

die'Pio VII : tutto narrai nel§ Xll,n.i6), giosi. Fu poi ossequiato a s. Giorgio dal-
dal Papa fatto suo cameriere segreto di l'arcivescovo di Milano, e da'vescovi di
spada e cappa (e come tale lo trovo al se- Modena Domenica 20 con-
e di Rimini.
guito pontifìcio nell'andata e ritorno di A postoli, iu cut
dottosi nella chiesa de'ss.
Pio VII a Padova, il quale distinguendo- si celebrava pomposamente la festa titola-
lo con particolare benevolenza ed adizio- re, fu ricevuto da' fratelli della scuola e
ne, e per quanto altro dirò poi, mosse il da'sacerdoti alla riva, e sulla porta del
Corner all'atto generoso; inoltre lo tro- tempio dal cardinal Vincenti. Ricevuta la
\o nel corteggio del Papa quaudo partì benedizione col ss.Sagrameuto dal cardi-
da Venezia), e da'sacerdoli di quel mo- nal Somaglia,in sagrestia permise che gli
nastero delle cappuccine. Orato in chiesa, baciassero il piede il clero e i capi del so-
entrò nel claustro, ove ammise al bacio dalizio. Il 21 ricevè i deputati della so-
«lei piede nominati e le monache, lascian-
i cietàdegli avvocati, del capitolo di s. Bar-
dole piene di spirituale consolazione, Nel tolomeo, del Friuli, de' ma astri della dot-
dì seguente si portò alla chiesa di s. Ci- trina cristiana; e nel pomeriggio audò al-
priano di Murano, e dopo pregato salì al l'isola di s. Elena a orare nella chiesa de'
contiguo collegio de'somaschi, ove am- monaci Olivetani, a' quali die'poi il piede
mise con paterna bontà i religiosi, i no- a baciare. Nel dì seguente e nelle ore po-
bili convittori e i seminaristi. Essendogli meridiane all'improvviso recossi al sud-
presen itilo il p. m. fr. Pio Giuseppe Cad- detto palazzo del patrizio Caterino Cor-
di già procuratore generale de'domenica- ner alla Giudecca, ricevuto con ogni di-
ni, l'accolse con distinzione, lo confermò mostrazione ossequiosa ; restò commosso
vicario generale dell'ordine de'predicato- e sorpreso quelragguardevole veneto di
ri, la morte del
cui protettoria vacata per tanta graziosa benignità, consolato in ve-
predecessore Pio VI, l'assunse A'i8 egli. der visitata dal supremo Gerarca la sua
recatosi al nobile monastero di s. Maria cappella domestica, da lui arricchita di
r
delle Vergini, fu ricevuto da mg. Galle- sagri ornamenti e insigni ss. Reliquie, e
rati-Scotti; fatte preghiere nella chiesa, ri- confuso per sì segnalata onorificenza. Do-
cevute in sagrestia molte persone al bacio po di ciò il Papa tornò nell'isola di s. Cle-
del piede, altrettanto fece colle monache mente a fare orazione nella chiesa, e vi
e parecchie dame nel monastero. Nello sitare nel chiostro gli eremiti camaldole-
stesso giorno accolse ad eguale omaggia si. Restituitosi a s.Giorgio, concesse udien-
e con distinzione il principe Carlo Fer- za a' canonici del ss. Salvatore ed a' cap-
dinando d'Artois duca di Berry (la cui puccini. A'23 festa di s. Giorgio martire,
real vedova da vari anni soggiorna in Ve- secondando l' invito del p. abbate e de
nezia nel proprio palazzo, come notai nel monaci del monastero da lui abitato, calò
§XlV,n.3),econ lui si trattenne in luo- in chiesa a celebrare la messa all'altare
VEN VEN 17
del glorioso Santo litolare, e ne ascoltò retto corrispondente in chiesa, accolse al
altra ila un suo cappellano segreto; do- bacio del piede le religiose e molte dame, e
po di che in sagrestia appagò le pie bra- fu presentato di rinfresco. Nel dì seguente
me delle dame, d'altre signore ed altri, si condusse alla visita della chiesa di s. Bia-
con far loro baciare il piede. Indi aggradi gio alla Giudecca, bellamente ornata, e
un rinfresco della monastica comunità. venerò al suo altare il corpo della beata
Nel pomeriggio tornò a visitare la chie- Giuliana Collallo. Ammesse varie dame
sa, e si prestò poi a far baciare il piede in sagrestia al bacio del piede, altrettan-
alle dame e altre persone accorse. Nel topermise ad altre di esse nel monaste-
dì seguente andò
monastero delle
nel ro e alle benedettine, trovandolo illu-
eremi te nella parrocchia de' ss. Gerva- minato e addobbato con pompa. Oltre
sio e Protasio, e dopo visitalo il ss. Sa- il una magnifica
rinfresco, gli fu offerta
gramento, permise alle monache che gli ed elegante mappa con on libro di fiori,
baciassero il piede. Tornato alla sua re- nobilmente legato, unitamente a un ca-
sidenza, concesse udienza a' filippini di lice d'argento grandioso e fregiato di bel-
Venezia, ed a' deputati del capitolo di lissimi lavori dorati. Giovedì i.°maggio
Concordia. Altrettanto nel dì seguente andò nella chiesa di s. Anna, e nel mona-

ottennero que'd'Asolo e del suo capitolo, stero lasciò che le monache e le dame gli
l'arcivescovo d' Udine, allora metropoli- baciassero il piede, visitando l' inferme,
tano dell'Istria e Terraferma, ed i vesco- come soleva fare, tutte confortando colle
vi di Lodi e Gubbio. A'26 visitata la chie- parole di padre e la benedizione di Pon-
sa di s. Giacomo alla Giudecca, de' ser- tefice, che sempre praticava. Di lì ri-
il

viti, si trasferì in quella delle benedetti- tornò alla Certosa, ed orato nella chiesa
ne de'ss. Cosma e Damiano magnifica- s'intrattenne co'religiosi. Nella sera ac-
mente ornata. Entrato nel monasterocol- colse il vescovo di Lavant. A' 2 passò a
r
l 'a rei vescovo di Milano e mg. Gallerati- visitar la chiesa del Redentore, ricevuto
Scotti, ne permise l'accesso a molte perso- dal cardinal York, e nella sagrestia die'a
monache gli baciarono il pie-
ne, che colle baciare il piede a'eappuccini, ed entrato
de.La badessa gli fece presentare dalla più nel convento ne visitò i maiali. Nel dì
giovane dell'educande una mappa rappre- seguente portossi alla chiesa e monastero
sentante un piccolo triregno, circondalo di s. Chiara, appagandole pie brame del-
da una ghirlanda di scelti fiori; ed una le agostiniane. Nelle ore pomeridiane del
cassettina con ricca pianeta di ganzo d'ar- 4 fece ritorno alle monache di s. Zacca-
gento fiorato guernita d'oro, colla stola ria, orò nel coro ecomodamentegirò pel
e manipolo, amilto e camice con eleganti monastero. Nel seguente lunedì festa di
merletti, e cingolo di seta con fiocchi d'o- s.Pio V, celebrandosi solennemente in
ro. I deputali lo servirono di nobile rin- ss. Gio. e Paolo, vi si recò e venne rice-
fresco. Nel pomeriggio de'28, visitata la vuto da'vescovi di Como
e Luni-Sarzana
chiesa delle monache francescane del 9. domenicani, dal vicario generale, dal p.
Sepolcro, l'altare col miracoloso simula- maestro del s. palazzo, dal p. segretario
cro di Gesù morto, e il sotterraneo ove si dell'Indice e da tutta la comunità, a cui
custodiva, passò nell'adiacente monaste- eransi unite quelle degli altri domenica-
ro a rallegrare le monache colla sua be- ni di Venezia. Celebrò la messa ali' al-

nedizione e concessione del bacio del pie- tare maggiore, ascoltò quella d'un cap-
de, e con visitarne due inferme: degnan- pellano segreto, visitò la cappella del ss.

dosi poi gustare un rinfresco. A'29 fu al Rosario, numerosi fratelli baciarono


i cui
monastero delle teresiane, ricevuto alla gli il piede; onore che compartì in sagre-
r
mg. Gullerali-Scolti. Oròdal co-
riva da co . stia a molte dame e altre persone, e nel
voi. xeni.
(S&bflm&ivb WMA
18 v H R V EN
1
convento (da lui ahitnlo ila 12 ottobre fiori ili finissimo filo ingegnosamente la-

al i.° dicembre 1791), prima d'entrare in vorala, con un merletto intrecciato per
conclave) a tutti religiosi, dopo il rio-
i rocchetto. Nello stesso giorno, col moto-
fresco accettando un mazzo di fiori di seta proprio JYos voUnieSy Datum ì cnetiis-

di più belli che si lavoravano a Vicenza,


1 '
ex monastero s. Georgii MaJori» (eolla
coll'immagine in seta del Santo adorno «piai data sono tutti gli alti ilei pontili
con merletto d'oro. Nel pomeriggio andò calo e delle lettere pontificie, finche Pio
dngli eremiti camaldolesi di s. Clemente VII dimorò in Venezia), presso il Bull.
in isola. A'6 sapendosi che il Papa voleva Rom. coni,, 1. 1 1, p. 3, concesse grazie e
visitare s. Giovanni Nuovo, tutta la stra- privilegi n conclavisti intervenuti nel con-
da fu vagamente ornata eie finestre con clave di Venezia; e con l'altro moto-pro-
ricchi drappi. Numerosa truppa avea al- prio del medesimo giorno, Nos volente*,
la testa il maggiore di piazza e il tenente loco citato, p. 1 3, accordò grazie e privi-
generale Manfrault. All' avvicinarsi del legi a' dapiferi inservienti al conclave.
Santo Padre, da'balconi si sparsero fiori, Fra questi e fra'concla visti vi ho letto de'
e due fanciulli graziosamente vestiti fe- veneti, e non già del veneto cardinal Flan-
cero ilsimile dinanzi la chiesa. Fra la ve- gini. A'g accolse gli Giacqui del capitolo

nerazione e la gioia del numerosissimo d'Oderzo, e si portò all'isola de' monaci


popolo, pervenuto alla chiesa, vi fu ri- M echi tar isti armeni di s. Lazzaro (e lo
cevuto dal cardinal Giuseppe Doria, da notai in quell'articolo,che va tenuto pre-
mg/ Gallerati-Scotti e altri prelati, dal sente per altre notizie), ricevuto alla riva
r
clero eda'nobili deputati. II cardinal Du- dal cardinal Borgia, damg. Brancadoro
1

gnani die'la benedizione col venerabile. segretario di propaganda, da mg. Nuzzi,


Riuscì di edificazione vedere il Sommo dal marchese Giovanni de Serpos came-
Pontefice recarsi nella casa del parroco riere segreto del Papa, dal superiore (ab-
perconsolare un benefattore della chiesa, bate generale p. Stefano Aconzio Ruver,
che ardendo del desiderio di baciare il poi dal Papa fatto arcivescovo di Suinia,
piede e esser benedetto,essendo infermo, nel quale articolo dissi, che prima inter-
ivi si fece portare. Poscia ebbe luogo un pellato patriarca di Venezia cardinal
il

rinfresco. A '7 visitò la chiesa di s.Caterina Flangini, questi fu favorevolissimo all'i n-


magnificamente decorata, ricevuto dal troduzionediquesta dignità nella sua dio-
clero eda'nobili deputati, fra'quali il con- cesi patriarcale, per l'ordinazione nel rito
te Antonio Wid man fratello di suor M." armeno de'giovani monaci, e d'allora in
Eletta badessa del contiguo nobile e ma- poi ne furonopureinsigniti gli altri succes-
gnifico monastero, pur messo a festa. In sori abbati generali della medesima con-
esso entrato, ammise benignamentetutte gregazione) e dagli altri religiosi del mo-
le religiose al bacio del piede, presentato nastero. Entralo in chièsa a venerare il ss.

di rinfresco, d'una gran mappa d'eleganti Sagramenlo nella sua cappella, trovò il
fiori artificiali, e d'un calice d' argento Papa lateralmente all'altarealcuni mona-
dorato con superbi lavori. Nel seguente ci in abili sagri del loro rito, che secondo
giorno andò nella chiesa di s. Maria del- questo cantarono sagri inni. Trasferitosi
la Celestia, riccamente parata, ed entrò nella sagrestia, ammise al bacio del piede
poi nel monastero a far baciar il piede molte dame e signore armene e di altre
alle monache, all' educande ed a molte nazioni. Quindi salito nel monastero con
dame,cui colla solita indulgenza permise paterni modi ricevè a eguale omaggio il
l'ingresso. Dopo il rinfresco la più piccola rtn.°p. superiore con tutti monaci e col- i

dell'educande, con breve complimento legiali, non che molti connazionali arme-

in versi, umiliò una bellissima mappa di ni e altre persone. Successiva mente fu


VEN VEN 19
servito di squisito rinfresco, ed in luogo Ballar.) p. 21, affettuosissima e grave»
apportato tutta la sua corte nobile. In diretta a tutto V Episcopato cattolico,
quel tempo fece una sorpresa a Sua San- per partecipargli la sua assunzione al
tità, l'altezza serenissima del cardinal du- pontificato, e la sua riconoscenza all'im-
ca di York. Nella mattina de'ioricevèa peratore Francesco II, deplorando ma- i

r
udienza rng. Francesco de'marchesi Po- liche angustiavano la Chiesa eineulcau-
lesini vescovo di Parenzo colle prime di- done calorosamente il riparo. Nel di se-
gnità del suo capitolo, e i deputati della guente si portò colla sua gondola nobile
cattedrale di Mantova. Nel pomeriggio e con numeroso corteggio alla chiesa
si portò a visitare la chiesa della Presen- parrocchiale di s. Paolo, in occasione che
tazione allaGiudecca,e il luogo pio delle vi si celebrava la festa di s. Giova tini Ne-
Zitelle, ricevuto dal clero e da'deputati. pomuceno. Alla porta vi si trovarono il

All'ingresso del conservatorio si trovare- tenente maresciallo Manfrault col mar-


o
no le governatrici, dando il piede a ba- chese Ghislieri, ricevuto dal clero e da*
ciare a varie dame, e salito nel conserva- deputati, dal cardinal Pignattelli e da
r
torio feceil simile co 'superiori e le zitelle. mg. messa al mag-
sagri* ta. Celebrò la
A' 12 tenne concistoro segreto per varie gior altare, poi ascoltando altra d'un suo
chiese vescovili, coll'intervenlo di 21 car- cappellano segreto. Indi in sagrestia sot-
dinali. E nelle ore pomeridiane si trasferì to magnifico baldacchino ammise al ba-
alle cappuccine di Castello, che dopo o- cio del piede le dame e le signore della
rato nella chiesa ricevè al bacio del pie- parrocchia. Ritornato in chiesa visitò l'or-
de, coll'educande, diverse dame e il cle- natissima cappella delle copiosissime ss.

ro. Il i3 andò al monastero di s. Giusep- Reliquie, e la cappella dedicala al Santo,


pe di Castello, visitandone la chiesa, e e passato nella canonica guslò un rinfre-
poi benignamente permettendo il solito sco. Gli fu offerto un elegante mazzetto
omaggio alle religiose, agli addetti e alle di fiori finti, un magnifico calice d'ar-
dame. Oltre il rinfresco, ebbe in dono due gento con lavori messi a oro, ed un bel-
ingegnosi lavori di filigrana a forma di lissimo Crocefisso d'argento da tavolino
reliquiari, guerniti di fiori di lama d'ar- con croce di lapislazzuli ornata d'angeli
gento, con in mezzo l'immagine iu rilie- d'argento sostenenti gì' istromenti della
vo di s. Domenico e dis. Agostino, fissati Passione. In altra nobile camera ricevè
su basi di legno cirrato e coperti da cam- al bacio del piede il parroco, il nume-
pane di cristallo. Nella sera giunse io Ve- roso clero, i nobili deputali, e molte per-
nezia il marchese Ghislieri invialo dell'im- sone distinte della parrocchia, rimontan-
peratore, e nella mattina seguente tratte- do in gondola fra le acclamazioni d'im-
nuto a lunga udienza. Questa accordò menso popolo, rallegrato dalle sinfonie
pure al reale principe di Condé", e pare dell'orchestra, con molta truppa schiera-
anco col nipote duca d' Enghien, come ta. Nel dopo pranzo andò alla chiesa deb
leggo nel Coppi e nel Bellomo, con tutte le domenicane de! Corpus Dotninit rice-
le distinzioni dovute a! suo grado: era vuto dal clero e da' deputati, col canto
arrivato ancor esso in Venezia nel dì pre- dell'acce Sacerdosfllagnus.'EiilvalQ nel
cedente e ne parti subito. In tal giorno monastero, nel coro die* a baciare il pie-
visitò la chiesa e il monasterodi s. Marta, de alle religiose, all'educande e alle da-
in una cappella privata del quale venerò me graziosamente introdotte. L'educan-
l'insigne reliquia d'un' intera Mia mano; da Quirinicon elegante complimento gli
poi fece baciare il piede alle monache e oifiì un bel mazzetto di fiori, con un su-

agli altri. A' i5 pubblicò la lettera enci- perbo reliquiario di metallo dorato di
clica, Diu satis vidcmur, presso il citato gotico disegno, contenente un dito di s.
ao VEN VEN
Caterina da Siena, e indi fu imbandito il Papa bramosissimo di recarsi a Poma
un decoroso rinfresco. Prima di partire (V.) sua propria e vera sede, per riordi-
venerò un prodigioso ss. Crocefisso, nel- narvi tanto il regime ecclesiastico che il

la cappella interna. Nel pomeriggio de' civile, energicamente fece tanto, che su-
1 7 tornò a visitar la chiesa e le cappucci- però le gravi dilììcoltà degli austriaci e
ne di s. Maria delle Grazie. Nella seguente de' napoletani, che avevano occupato i

mattina poi, il Papa fece in s. Giorgio Mag- di lui stati, mentre sospettarono alcuni
giore la solenne consagrazionedel cardinal •* desiderarsi da ambedue quelle poten-
Uertzan in vescovo di Subaria, colla messa ze di tenerli sino alla pace, per poterne
letta, alla presenza di 17 cardinali, molti piò. facilmente disporre secondo le occor-
vescovi e prelati, oltre gli assistenti e la renze 1" Tuttavolta, riferisce il cav. Cop-
monastica famiglia, nobiltà e popolo, leg- pi, ilPapa ottenne che Ferdinando IV
gendo la dotta ed eloquente omelia, Epi- re delle due Sicilie, coerente al dichiara-
scopalis consecrationis s a cr amento ^vxb- to anteriormente al sagro collegio,di non
blicata collestampe e dal Bull, citato, p. custodire Roma e le provincie, che per
26. Nelle ore pomeridiane visitò nuova- restituirle al nuovo Papa, acconsentisse di
mente la chiesa di s. Clemente degli ere- consegnare quella parte ch'era in suo po-
miti camaldolesi, ed in quelle del seguen- tere, e Francesco 11 imperatore solo rite-
te giorno visitò il Sagramento solen-
ss. nesse le Legazioni e Ancona. Dunque Pio
nemente esposto inMaria Formosa,
s. VII riebbe soltanto di sua Sovranità,
ricevuto dal cardinal Roverella e da 5 da Fano a Roma, e da questa a Terraci-
prelati, ricevendo la benedizione dal car* na. Pertanto in questo giorno nominò in
dinal Pignattelli, indi in sagrestia fece Venezia una congregazione composta de'
baciare il piede al clero, a'deputati e ad cardinali Albani, Roverella e Somaglia,
altri. A'20 nel pomeriggio si portò alla i quali come legati a latere lo precedes-
chiesa delle servite, dette cappuccine, ac- sero in Roma, e ricevessero
la consegna

colto dal cardinal Somaglia e da mg/ sa- del governo secondo le graziose intenzioni
grista, e poi entrato nel monastero rice- manifestate da Ferdinando IV. Intanto i

vè le monache al solito atto ossequio- progressi nuovamente da' francesi


fatti

so, accettando vari divozionali e 4 mappe nella primavera in Germania e in Italia,


di bellissimi fiori lavorati dalle religiose. indussero gli austriaci a restringere le lo-
A'21 recossi alla chiesa dell'agostiniane ro armate, nello stato papale, e le mire

di s.Andrea magnificamente ornata, es- della politica; e da tutto avvenne


ciò ne
sendo di fuori numerosa orchestra. Nel che i legati apostolici a'22 giugno ebbero
monastero fece baciare il piede alle mo- finalmente la consegna di Roma cogli al-
nache, all'educande e alle dame ammes- tri paesi amministrati da'napoletani, e nel
se, e dopo il rinfresco ricevè il dono d'un dì 25 quelli delle provincie governate da-
messale nobilmente coperto di velluto gli austriaci, da'dintorni di Roma sino a
cremisi, con eleganti riporti d'argento, Fano. Ambedue le potenze lasciarono pe-
colle immagini de'ss. Andrea e Agostino. rò le loro truppe nelle fortezze e ne'posti
A'22, festa dell'Ascensione, si degnò or- militari dello stato pontificio. Alcuni, co-
dinare sacerdote nella sua privata cap- me il Cancellieri, riferiscono la nomina
pella il monaco di s. Giorgio d. Antonio de'legati a*23 maggio. In questo giorno il

Boeiio, e nel pomeriggio visitò la chiesa Papa si portò alla chiesa di s. Giustina
di s. Clemente in isola. Rilevai nella bio- delle agostiniane,ricevuto dal prelato Gal-
grafia di Pio, VII e altrove, die si trat- lerati-Scolti,dalcleroeda'deputati, e pas-
tò di farlo restare in Veuezia, o di trasfe- sato poi nel monastero* assiso in magnifi-
rirsi a Vienna fino alla pace generale. Ma co trono, ammise le monache e i nominati
V EN VEN 11
al bacio del piede, e gradi un nobile rin- d'attaccamento e di vozionealla sagra per-
fresco; mentre la badessa gli presentò un sona del Capo visibile della Chiesa. A Liz-
ben lavorato secchietto d'argento coli' a- za Fusina trovò 3 carrozze del palazzo
spersorio, ed un eccellente quadro espri- apostolico, ricevuto da distinti personag-
mente la 15. Vergine col Bambino, S.Giu- gi veneti e forestieri, essendovi sul pon-
stina e altri Santi, con bellissima cornice tile schierata la truppa tedesca, e poi un
d'argento coll'arme pontificia. A* 24 s ' distaccamento di cavalleria per l'accom-
recò dagli eremiti camaldolesi a s. Cle- pagno ; e giunto al Dolo, disceso dalla
mente in isola, e poi passò nell'antichissi- propria carrozza, montò in quella più ma-
mo monastero delle benedettine di s. Cro- gnifica inviatagli in dono dall'arciduches-
ce alla Gindecca, venerando prima in chie- sa Marianna, cha trovò a Padova, ove al-
sa il ss. Sagramento ed il corpo del dottore loggiò nel celebre monastero di s. Giusti-
s. Atanasio. Nella cappella interna orò a- na, in cui da giovane era stato studente
vanti l'insigni reliquie della ss. Croce, del novizio, onde per memoria gli lasciò il suo
corpo intatto colle sue vesti della b. Eufe- cappello cardinalizio. L'abbate di quel mo-
mia Giustiniani, ed una camicia di scotto nastero d. Gio. Alberto Campolongo, ri-
cogli abiti pontificali di s. Lorenzo Giusti- splendette tanto a' suoi occhi per le sue
niani, un individuo della cui famiglia, con virtù,che poi lo voleva fare vescovo d'A-
al! ri nobili veneti, assisteva il Papa. Ri- dria e designava al cardinalato, se quel
cevute le monache al bacio del piede, os- degno figlio di s. Benedetto non avesse ri-

servato tutto il vasto monastero, accettò fiutato cosi eminenti onori. Abbiamo del-
un messale coperto d'argento cisellato e l'ab. Giuseppe Gennari, con note dell'ab.
la vita della b. Eufemia. Si portò poi nel- Domenico Tiatoje Memorie compendio-
la chiesa incontro delloSpirito Santo deb se sull'arrivo e soggiorno iti Padova di
l'agosti fiiane sulle Zattere, indi consolò le Sua Santità Pio VIIy Padova 1800.
religiose colla sua presenza, che gli ofFri- Dopo essere stato onoratamente festeg-
frirono un finissimo rocchetto con asola giato in Padova, ne partì all'ore 7 antime-
d'oro e guernitodi ricco merletto, ed una ridiane di venerdì 3o maggio; montato
sloia ricamata in oro. medesimo gior-
Nel in carrozza, ne discese poi alla porta del
no pubblicò colla lettera, Ex quo Ecclc- Portello,alla cui riva era pronto il nobile
siam, l'universale Giubileo, che fu stam- burchiello, e navigando sulla Brenta per
pata in Venezia, come altri atti. Nella do- restituirsi a Venezia. Giunto a Lizza Fu-
menica de'25 maggio, desideroso Pio VII sina, si destò un universale giubilo nel-
di venerare la tomba tauma-
del glorioso la moltitudine d'ogni grado e condizione,
turgo s. Antonio di Padova, poco dopo ch'erasi recata a incontrarlo. Appena due
il mezzodì, servito alla riva da' cardinali ore dopo mezzodì si distinse dall'alto del
Poverella e Pignattelli, parti da s.^Gior- campanile dis. Marco, oltre s. Giorgio in
gio per Padova in nobile burchiello o Alga, il maestoso naviglio, tutte le cam-
bucintoro, nel quale il suo gabinetto era pane della città cominciarono suonare a
parato di damaschi cremisi, la sala pei festa, per darne il sospirato annunzio. In
prelati di bianco, e l'esterno di seta cele- un momento si vide circondato da una
essendo il coperto adorno de'pontificii
ste, moltitudine di legni, che scorrendo con
stemmi,con 7 mistiche navicelle iughirlan- vago ordine Io corteggiarono in tutto il

date di fiori: altro simile portava la corte corso della Laguna. La nobiltà, il clero,
e l'equipaggio, accompagnato da nume- tutti gli ordini de'cittadini, dimentichi di
rose nobili goudole de' patrizi veneti, che ogui altra cura, per affetto spontaneo di
in ogni occasione si distinsero e edificaro- divozione, fecero a gara di attestare il lo-

no, nel dare le più sincere dimostrazioni ro attaccamento a Pio VII, eletto nella pa-
22 V li iN VEN
tua Gondole, battelli, e barche d'o-
loro. dei e nella di lui persona risorto
il gran Pio

gni forma, peote adorne di seta e festoni VI, e che quel fausto giorno fosse il §5
a vari colori, singolarmente di parecchi maggio i 782: dolce illusione d'un istan-
parrochi e del loro clero, caicchi e bui - te, e perciò ancor più degna di compassio-
t Incili con ondeggianti bandiere facevano ne! Tanto osserva anche il Belluino. Giun-
una vista assai biillante,siccome tutte gaie to il nobilissimo convoglio, alle ore /[ po-
e in mille guise adorne; rallegrala da meridiane,alla residenza di s. Giorgio Mag-
tuoi ti musicali strumenti,cheaccouipagna- giore, fra il replicalo e fragoroso rimbom-
vano il seguito, e che univano l'armonio- bo dell'artiglierie, e le pubbliche entusia-
so lor buono al busso mormorio dell'acque stiche acclamazioni, fu ricevuto alla ri-
da tanti remi agitate, dal concerto delle va da 5 cardinali, da gran numero di pre-
campane e da' replicati evviva del giubi- lati monaci cassinoti. Visitalo il
e da'iuoi
lante e divolo popolo immenso, che co- ss. Sagra mento, si ritirò nelle sue stan-

priva le rive,i ponti e le finestre delle ca- ze. Nel dì seguente visitò nel pomeriggio

se, quanto è lungo il canale della Giudee- la chiesa e il nobil monastero delle cauo-

ca. Tulio insieme formava uno spettacolo nichesse Lateranensi di s.Daniele,che am-
sorprèndente e commovenlissirno, avente mise al bacio del piede, gustando il rin-
l'aspetto d'un vero trionfo, e che solò può fresco e accettando un bel secchiello d'ar-
(Uri re la speciale e unica situazione della gento per l'acquasanta, avente in mezzo
meravigliosa Venezia, fabbricata nel ma- la reliquia di s. Pietro apostolo, ed una

re ! A render più lieta la festa, concorse la stola di fondo rosso con elegante ricamo

tranquillità dell'onde, e il velo delle nu- intrecciato di perle. Nella mattina del i.°
vole, clie dall'ingresso del Beatissimo Pa- giugno giunse in Venezia Ferdinando du-
dre nella Laguna sino all'approdare a s. ca di Parma, coll'arciduchessa sua moglie
Giorgio, ripararonoglisplendenli raggi del e la principessa figlia, e tosto si recarono
sole, il quale nascondendosi fra di esse, ad ossequiare il Papa, ricevuti colla mag-
parve che auch'egli volesse concorrere a giore cordialità, baciandogli il piede, il

render meno disagiata e incomoda la lun- Papa li fece ospitare nel monastero, li vi-
ga dimora del Papa a cielo scoperto, per sitò e tenne seco a mensa. Dopo di questa
appagare l'universale desiderio. Poiché, Pio VII visitò la chiesa e monastero del-
il

per compiacere il comun giubilo,con ama- le cappuccine di s. GirolamOjChecon mol-


bile gradimento, il benignissimo Pio VII te dame poterono inchinarsi al bacio del
si degnò 6tare sulla prua del burchiello, piede: offrirono un rinfresco, un quadro
consolando tutta la popolazione colla gio- eccellente rappreseutante s. Girolamo, ed
vialità del venerando suo volto, e impar- una pianeta bianca con ricami di seta e
tendo a lutti con effusione d'intenerito a- oro. Nella sera i reali ospiti si congedaro-
rùmo l'apostolica benedizione. In mezzo no dal Papa e partirono per Padova e pei
alla corona de'prelati,ilPapa a vea a destra loro stati, perchè i francesi valicato il Po,
il rappresentante imperiale marcheseGhi- aveauo di nuovo già occupato Piacenza. In
slieri, ed a sinistra il patrizio veneto Cate- questi pericolosi frangenti,narra l'ab. Bel-
rino Coi uer,suo cameriere segreto di spa- lomo,il cardinal Hertzan opinava che non
da cappa (nella famiglia pontificia figu-
e dovesse il Papa andare in Roma, ma ben-
ra il 3.° nominalo, il 2.° il conle Widman sì rimanersi colla corte io Venezia o altra
sunnominato, e il i ,° il marchese Costan- cittadella monarchia austriaca. Diversa-
tino Balbi genovese)e specialmente addet- mente risolvette Pio VII, a cui l'aspetto
to alla sua sagra persona. In breve, fu un del pericolo aggiunse un più forte slimolo
trionfo il suo ingresso di ritorno a Vene- di Roma.
affrettare la sua partenza per
zia, alla quale pareva in quel punto rive- Laonde mirando al governo spirituale del
VEN VEN 23
gregge cattolico, che star dee congiuntoal mattina di giovedì 5 giuguo, Pio VII si
centro di unità, indirizzò in forma di bre- portò a celebrare la messa nella superba
ve la lettera Vtmerabilibus fratribus ac cappella del palazzo alla Giudecca del suo
dilectìs filiis ,Nuncìis apostolicis t Archìe- cameriere segreto Caterino Corner, ed assi-
piscopis età, a'2 giugno, colla quale ri- stè a quella d'un cappellano segreto. Fu
chiamò da'nunzi e dall'Episcopato le fa- poi servito di soutuoso rinfresco, di cui
coltà loro accordale dal suo predecessore, partecipò la corte nobile. Indi il uobile
e nominatamente quelle espresse dalle di Corner umiliò al Papa il magnìfico calice
luiIetteredeirottobrei798,emanatedalla con lavori dorati cheavea usato, e l'am-
Certosa di Firenze, insieme dichiarando lo- polle d'argento. Nel pomeriggio, dopo a-
ro l'imminente suo viaggio perRoma.« Ec- ver permesso ad un grandissimo numero
co che Noi già siamo decisi di andarsene a di popolo ch'erasi affollato a s. Giorgio,
Uoma,ovec'invitano i desiderii, le premu- di baciargli il piede, come fece nel ritor-
re e le voci incessanti de'Noslri popoli,ove no,si trasferì alla chiesa e nobil monaste-
Pietro principe degli Apostoli/ti quale per ro delle benedettine d'Ognissanti, che ri-
divino comando piantò colà a se stesso ed cevè al consueto omaggio, col clero e de-
a'suoi successori laSede, ci chiama dallo putali. Gradì il riufresco, il complimento
stessosuo Sepolcro, e pare in certo modo in versi d'una educanda, e l'ampolle d'ar-
querelarsi del Nostro troppo lungo ritar- gento dorato d'eccellente lavoro, ringra-
do". Aggiungeva per altro in questo breve ziando la badessa del piviale o manto con
o'nunzija'vescovi^'delegatiapostolicijche eleganti ricami d'oro e sua canestra con
a quelle chiese tuttora oppresse dalle me- velo, ricevuto nel dì dell' Ascensione.
desime angustie, e per le quali continuas- Giunto finalmente il tempo in cui Pio
sero le stesse cause infelici, intendeva che VII, entrato iu Venezia cardinale a' 12
i prelati continuassero a ritenere le memo- ottobre iygg.dovea partirne Papa a' G
rate facoltà. Inoltre a' 3 giugno ricevè i giugno 1800, e come tale vi avea fatto
ringraziamenti del capitolo di Padova, per soggiorno 85 dì, impiegati ne'gravi affari
averne visitalo la cattedrale, ed un reli- della Chiesa e poi dello Stato , non che
quiario d'argento col fegato del b. cardi- nel modo che ho accennato, avendo in
nal Barbarigo veneto. Nel dì seguente si un concistoro già preso congedo da'ear-
recò alla chiesa e monastero delle bene- dinali, nella detta mattina del 6 si por-
dettine dell' Umiltà, che gli baciarono il tarono ad inchinarlo e felicitarlo a s.
piede, e presentarono di rinfresco e d'una Giorgio molti distinti personaggi. Si di-
scatola d'argeuto dorato per 1' ostie della mostrarono commossi di dispiacere per
messa. Ristringendosi il tempo di sua per- la sua parteuza, dopo aver ricevuto tan-
manenza in Venezia, uscito dall' Umiltà, te prove di paterno affetto e di predile-
Pio VII volle anche consolare le monache città, che può a ra-
zione,date loro e alla
di s. Alvise, visitò la chiesa magnificamen- gione andar superba d'aver avuto un tal
te addobbata, e nel monastero ricevè al glorioso ospite, e d'averne ammiralo da
bacio del piede l'agostiuiane, che dopo rin- vicino le virtù singolari che l'adornava-
fresco, offrirono una pianeta di ganzo d'ar- no, e resero per sempre veuerauclo e a-
gento inlessuto a fiori d'oro e guernita da dorabile. Verso le ore 7 Pio VII uscì dal-
simile gallone : nel partire osservò il deli- le sue stanze e da una loggia risponden-

zioso giardino. ludi passò dalle francesca- te all'orto die' la sua apostolica benedi-
ne della Croce, dal cui coro orò nella chie- zione all' amata città e alle persoue ac«
sa, poi fece loro baciare il piede: nel dì se- corse, che mille augurii inualzarono di
guente le monachigli mandarono un bel- prospero viaggio. Dopo ciò per la nobile
lissimo rocchetto e diverse altre cose. La scala, seguito dalla coite, da tutti i ino-
*4 VEN VEN
naci, e da gran numero di persone, scese guito per lungo tratto l'avvenluroso na-
alla riva,ove eia schierala la truppa au- viglio, a cui era rivolta l'attenzione lilia-
lagrime degl' inconsolabili
striaca, fra le le, le speranze e le brame del mondo cat-
veneziani, che negli ultimi momenti mi- tolico, da numerosa nobiltà veneta e fo-
randolo, e le sue benedizioni implorando, restiera, che ambì di rendere questi ulte-
dcducelant cum ad Navcm\Act. e. 20, riori onori al successore di s. Pietro. Le
v. 38). Ivi trovò preparato un magnifi- sublimi prerogative di Pio VII e la sua
co caicco, ove salì il Papa coordinali impareggiabile affabilità, seppero acqui-
Borgia, Caprara, Pignattelli , Giuseppe Venezia la venerazione e l'affet-
stargli in
Doria e Bi aschi , col tenente-colonnello to universale. Non contenta la divota po-
Calugi, aiutante generale della marina, polazione veneta de' voti fatti per la sua
e il capitano Jansich aiutante del Quiri- prosperità, volle anche ripeterli con pub-
r
ni; il resto della corte s'imbarcò in diver- bliche preci e processioni. Mg. Nicolò
se lancie. marchese Ghislieri, e il no-
II Bortolatti arcidiacono della patriarcale e
bile Caterino Corner salirono in due altri vicario capitolare, fece stampare: Prece?
legni. Era seguilo il convoglio da una de- dicendae prò felici itinere SS. D. N. Pii
corosa peota de'monaci, da altre 6 ma- PP. VII. Venetiis Andreola 1820. Fra
gnifiche de'parrochi de'seslieri della città, le molle belle composizioni , che furono

istoriate di sagri emblemi, oltre un indi- fatte a Venezia in questa circostanza, gi-
cibileuumero d'altre barche d' ogni sor- rò il Ad Gregis IniperiumCkris ti
distico:
te. Con questo imponente accompagna- Patrwn mula vehebat - Ad Petri So* :

mento giunse il Papa alla r. fregata da i. lium vexitet unda Pium.Ln versione in
guerra Bellona, armata di 4° cannoni, e un madrigale, la riporta pure Cancellie-
giàdella repubblica,comandata dal tenen- ri, con un sonetto stampato. Ma non es-

te-colonnello Silvestro Dandolo patrizio sendo favorevoli i venti e soffiando con-


veneto, poi vice-ammiraglio sullodalo, trari, quasi che, favorendo i veneziani,
per condurlo a Pesaro, non giudicandosi staccar non volessero da'loro lidi sì pre-
conveniente da'eommissari austriaci che zioso tesoro, V i. r. fregata dovè tralte-
viaggiasse per le Legazioni da loro rite- nersi alcuni giorni dentro il canale dello
nute. Salì Papa a bordo, con lutto
il il Spingon. Allora il Papa per diporto, do-
suo accompagnamento. Nel partire da s. vendo rimanersi circa tre giorni presso
Giorgio, appena erasi staccato dalla riva, Malamocco, ivi si recò, visitando le chie-
una salva generale d' artiglieria, anche se e lemonache, come pure altri luoghi
delia fregata, e il suono campa-
di tutte le andò ad ammirare l'o-
di quel litorale, e
ne, unitamente alle voci d'immenso po- pera sorprendente e grandiosa de'Mu raz-
polo rammaiicatoe affollalo sulla riva op- zi, nel Bargio della fregata. Ritornato a
posta della Piazzetta e in quella de'Schia- quesla, appena a' io avea perduto di vi-

voni,gli replicarono gli augurii affettuosi sta il porto, che mutatosi un'altra volta
di felicissimo viaggio. Nel passar per la il vento, fu da un colpo di libeccio tra-
Laguna fu salutato con replicati spari di sportato e sospinto alle coste d'Istria, per
artiglieria de'diversi bastimenti ancorati. ventura di quelle popolazioni, nel litora-
Nel presentarsi il Papa al canale dello le sino a Capodistria, ed a Parenzo. In
Spingon presso il porto di Malamoco,alla questo porto Pio VII fu ricevuto dal ve-
Bellona, una nuova salva lo salutò, ma scovo Polesini, dal marchese .fratello, dal
dopo che vi ascese, rinnovò l'apostolica clero e nobili, fra le acclamazioni del giu-
benedizione a'suoi diletti veneziani ed a bilante popolo, esultante dell'inatteso av-
tutti quelli che l'aveauo accompagnato, venimento, ed il Papa sensibile fece quel-
da'quali collo sguardo e col cuore fu se- le concessioni che narrai ne] ricordalo ar-
VEW VEN 25
ticolo. Ma poi spirando vento propizio, no Italico, i candellieri, la Croce,le tabelle
potè approdare a Pesaro felicemente ai furono trasportati nel 1807 (vivente anco-
i
7, ed a'3 del seguente luglio fece il suo ra e regnante in Roma il venerando do-
Ingresso solenne in Roma. I monaci di natore!) a Milano nella chiesa della corte
s. Giorgio Maggiore per ricordare un sotto l' invocazione di s. Gottardo, dove
tanto glorioso avvenimento fecero esegui- tuttora si trovano. Quest'ultima notizia
re dal valente pittore Teodoro Matteini la ricavo dal cav. Mulinelli, che descrive
il Pio VII, collocandolo sopra
ritratto di tali arredi, e daW Inscrizioni Veneziane,
il pilastro destro della cappella maggiore t. 4i p- 4^7 e se o'> del cav « Cicogna, il

della chiesa con corrispondente lapide, da quale illustrando l'iscrizione mentovata


dove fu poi trasportato sulla porta prin- de'monaci, oltre il riferire le notizie sul
cipale. Dall'altro canto, il Papa a dare u- conclave tenuto in s. Giorgio, elezione ivi
na dimostrazione e memoria di ricono- eseguita ;di Pio VII e del suo soggiorno,
scenza alla chiesa di s. Giorgio, per l'ospi- narra pure molte delle visite pontificie che
talità data nel monastero a lui ed al s. col. ho compendiate sul Cancellieri, riporta
r
legio,a mezzo di mg. Tosi suo segretario la nota di 33 opuscoli, iscrizioni e carte
intimo, a'i5 marzo i8o3 scrisse al p. ab- uscite in Venezia per la detta occasione;
bate d. Bonaventura Venier,chein con- però di quelle per la morte di Pio VI, di-
trassegno d'animo memore e grato, gli cendo parlarne ove ragionerà di lui. Di-
manda va»perornamento dell'altare mag- scorre pure delle medaglie coniate in Ve-
giore della chiesa di s. Giorgio 6 candellieri nezia perPioVII,notificandochedi tutto
con la Croce; inoltre 4 a tl candellieri ' > ne dà minuta informazione laóen'e crono-
inferiori, eda ultimo le tavolette delle divi» logica de' pievani di Venezia promossi
ne parole, che staranno presenti avanti a- alla dignità vescovile, opera diAlessan*
gli occhi del sacerdote celebrante. Per ve- dro Orsoni, Venezia 181 5, Alvisopoli.
rità sono essi di bronzo (dorato); ma sono L'altro veneto e illustre defunto ab. Gio.
travagliati con elegante industria e squi- Bellomo nella ricordata Continuazione
sito artificio, perfetti, e in tutto tali, che della Storia del Cristianesimo, t. 1, p.
bastantemente corrispondono alla digni- ioeseg.,4^> 5o, 67 e ig5, ragiona: Sul-
tà di codesto tempio e alla sua ampiezza. l'elezione di Pio VII, come avvenimento
Voi ancora agognerete di essere vivi can- che confonde le sette nemiche della reli-
dellieri, tutti d'un oro purissimo, affinchè gione cristiana; macchinazioni e prepo-
la luce delle più belle virtù si diffondi per tenze de Teofilantropi. Di sua incorona-
ogni dove nella Casa del Signore; e nel- zione. Dellai." allocuzione fatta alsagro
la fiduciache cosi avverrà , diamo con collegio. Delle visite falle alle chiese e mo-
paterno affetto a Voi e a tutti vostri fi- i nasteri di Venezia, e sagre funzioni cele-
gli l'apostolica benedizione". Alla fine di brate dal Papa. Del suo breve soggiorno
detto mese, i donativi giunsero in Vene- in Padova. Di sua partenza per Roma.
zia, portati dallo stesso celebre artista ro- Donativo fatto a s. Giorgio, colla ponti-
mano Francesco Righetti, che con som- ficia lettera. Ed opportunamente osserva:
ma perizia li lavorò, e furono trovati di "Siccome poi il Capo della Chiesa, dopo
tanto insigne pregio, che per appagare la il generale saccheggio di Roma (intende
pubblica di sì superbo dono,
curiosità dire de' repubblicani francesi), trovavasi
si esposero ammirazione de* vene-
all' spoglio di sagri arredi, e persino di vasi
r
ziani nelle 3 feste di Pasqua. Tutto si ri- sagri; così veneziani (e pel i.° mg. Ai-
i

porta dal Diario di Roma del i8o3 ne'n. caini) non tralignando da quella pietà col-
240 e 241. Però al fatale momento della la quale soccorso aveano uel 1 77 il pro- 1

soppressone del monastero, sotto il gover- fugo Alessandro 111, alfreltarousi di of-
-

*6 YEN VEN
dire n Pio VII V omaggio ili ricchi (ioni la eminentemente degna, edificando col
e di preziose suppellettili, nel che e ve* suo nobile, religioso e gene» pso contegno
scovi e chiese, e monasteri e ogni online il cristianesimo, io dove.i lumeggiarne al-

di persone fecero bella gara di generosa meno i principali modi. Non vi è catto-
divozione. Certamenteera questo un gran- lico infine, e non v'è uomo di senno, che
de e sublime spettacolo, e il più alto a e* in quel gran fatto del trattato di Campo-
dilicare l'animo de' buoni! L'umile Pio formio 17 ottobre 1797, e della tregua
VII, adorno di esimie virtù, cardinali i che dietro vi tenue in Italia, mentre la
spogliati d'ogni pompa e d' ogni magni- Chiesa stava per essere minacciata da li-
ficenza propria del loro grado, per la più no scisma, romana Sede nel maggior
e la
parte magnanimi confessori della fede di dei pericoli; ravvisi uno di quei su-
non
Cristo a cagione de'solferli patimenti (si- premi ed inaspettati voleri pei quali, non
no a intimare a ciascuno nel i 79B la ri- solamente Venezia fu da un istante al-
nunzia della loro dignità e della Porpo- l'altro cambiata in sede di pace opporli!-
ra, e ricusandosi, furono imbarcali a Ci- nissima alla riunione di un conclave ed
vitavecchia sopra fragili scialuppe, per- alla nomina d'un Pontefice, mentre Pio
ciò esposti al pericolo di certa morte, giac- VI dagli empii era tenuto per I' ultimo;
chèa) lori una fiera procella sconvolgeva il ma la stessa romana Sede nella sua spi-
mare. Ria, soggiunge il Belluino stesso: rituale e temporale immobilità fu e sa-
Dominus qui habitat in coelis, irridebit rà sempredalladivinaonnipotenzae man-
eos), rappresentavano una vera immagi* tenuta e difesa. — Napoleone Bonaparte
ne della Chiesa tuttavia nascente, allor- i.° console della repubblica francese, a
ché s. Pietro e gli altri Apostoli in Ge- vendo per poco rispettato il suo trattato
rusalemme ricevevano le offerte, che de- di Campoformio, già accennai l'accesa
poneva a'Ioro piedi l'amore de'primitivi nuova guerra contro l'Austria, laonde
fedeli !" Dice il eh. Pistoiesi nella Vita di molte battaglie eransi combattute in Ita-
Pio FU , che dettagliatamente riporta lia, la più clamorosa delle quali fu quel-

molte delle cose descritte, e diverse iscri- la da lui vinta a Marengo presso il Ta-

zioni. » Si dirà forse d'aver noi notate naro a'i4 giugno 1800, contro il mare-
alcune lievi circostanze, che non interes- sciallo Melas, il quale fu costretto ad ab-

sando gran fatto l'illustre carriera del bandonare l'Italia, e perciò fu decisa im'
Chiaramonti,potevanoanche tacersi sen- altra volta a favore de' francesi la sorte
za danno di sua gloria. Risponderei!! noi, della Lombardia. Queste guerre tra le al-
che nella storia degli uomini sommi non tre conseguenze produssero due funeste
\'ha piccolo oggetto, in cui non si fermi epidemie, negli auimali l'epizoozia, negli
l'attenzione de'posteri, che ameranno di uomini il tifo, che sviluppatosi in Padova
leggere tuttociò, che spetta alla vita del penetrò in Venezia; e predominando pu-
primo luminare del secolo XIX". A me re i morbilli e il vaiuolo, la strage fu nu-
poi correvano, ed ero responsabile di due merosa. La fortuna delle armi pose Na-
obblighi: il ,° di aver promesso nella bio-
1 poleone in grado di dettare le condizio-
grafia del magnanimo e immortale Pio ni di pace, con trattato sottoscritto a Lu-
VII , di trattare in questo articolo Io neville a'g febbraio 1801, in cui si con-
svolto argomento, eseguito però con mi- fermò quello di Campoformio, circa alla
nime proporzioni; il 2. pel riflesso, che cessione de'Paesi Bassi alla Francia, ed il

un Conclave e il lungo soggiorno d'un possesso de'dominii veneti a favore del-


Papa in una città sono glorie rare, per l'Austria. Nel 1802 bramò che il gran Ca-
cui non dovea defraudarne Venezia, che nova facesse il suo ritratto, per cui fu in-
uveudole meritate, per essersene mostra- caricato il ministro Cacault presso la s.
V E N YEN 27
Sedead invitai lo,viaggio pagalo e 120,000 {scoraggiala Cacault. Il Papa, vivamente
fianchi prezzo della statua. Ma per quan- lo pregò ad annuire; e il cardinal Coti-
ti sforzi facesse il ministro, Canova che salvienergicamente gli fece conoscere la
teneva per fermo essere le aiti libere co- conseguenza della ripulsa, pel risentimen-
me il pensiero, stentava a decidersi e di- to di Napoleone contro Roma, dov'egli
ceva. » E' quel Bonaparte, che ha distrut- Canova
era ospite, figlio e concittadiuo.
to governo del mio paese, e quindi l'ha
i! soggiungeva.'»Ma, vi prego, abbiatequal-
ceduto all'Austria. Ho qui mille lavori; che pietà di me: io sono gelato: io darò
io non sono un uomo politico, nulla do- dunque la mia mano, la mia mano sola-
mando al potere: e inoltre siamo prossi- mente; non vi può essere in me ne calo-
mi alla stagione d' inverno; io andrei a re, ne entusiasmo: io sono ferito, il mio

morire fra le nevi di Parigi !


" Jl Cacault cuore sarà freddo". Cacault istruito di
a
i ispondevagli. » La natura produce di queste difficoltà, visitò per una 2. volta
tempo in tempo uomini grandi in tutti Canova, non gli disse altro che gentilez-
generi: e questi glandi uomini, quando ze, si diffuse sull'argomento della scon-
appartengono al medesimo secolo, deb- tentezza politica, dell'artista senza ispira-
l*onsi fra loro appoggio, affetto e concor- zione (come gli scrittori); lodò il candore
so. Il grand'uomo di guerra della Fran- della rispostaci modo cortese con cui si
ciaha fatto peli. il suo dovere, egli ha accompagnava il rifiuto, le forme sotto le
chiamalo con modi veramente principe- quali uu ministro francese amava con-
schi, il grand'uomo delle arti dell'Italia. getturare nell'artista qualche rincresci-
Questi non può rifiutarsi ad un invito ch'e- mento di non potere acconsentire, e tut-
ragli dovuto. Mancherebbe alla sua vo- to adun trailo troncò discorso, aggiun-
il

cazione, alla sua stella, al suo destino, se gendo solamente, che per un riguardo do-
ad esso mancasse. Io beri apprezzo il de- vuto al primo console, il suo ambasciato-
li ilo privato di Venezia. Ah se così ora ! re differirebbe qualche tempo ad inviare
si fosse trattalo colla mia Bretagna e ! la risposta. La sera Cacault chiamò il suo
tutto insieme ben concepisco e valuto gli i.° segretario d'ambasciala, eh' erasi tro-
scrupoli e la indignazione del figlio del- vato presente al colloquio, cioè il ca v. Ar-
le gondole. Ma Canova in Roma non è taud (dalla cui Storia di Pio VII, t. r,
più veneziano. Bonaparte serve e difen- cap. 23 ecap. 27, io ritraggo questo rac-
de Roma novella patria di Canova (per- conto egli nel cap. xiu narra 1' andata
:

chè allora erasi concluso il Concordato, nel precedente 1 80 1 a Venezia di Cacault,


che ristorò la religione in Francia). Il con Carolina Bonaparte sorella di Napo-
compianto prodigalizzato all' autorità di leone e moglie di Murat, per averne gran
quel governo si antico, che del resto fu voglia, sotto il nome di sua figlia j q lo
dalla guerra divorato, quella tenerez- scalpore che fece il governo austriaco per
za che un asolano (allusione alla città questo viaggiare occulti, ponendosi in gra-

prossima al luogo di nascita di Canova) vi apprensioni, giacché il marito coman-


conserva per le sue montagne, tutto va dava 3o,ooo uomini a Firenze), e gli co-
benissimo, sono effetti d'una bell'anima, municò le sue istruzioni per vincere Ca-
ti' un culto di patria casto e puro ma : nova nel rifiuto." Questo rifiuto, appog-
lutlociò non forma che una circostanza giato principalmente a si buone ragioni,
di second'ordine in una carriera vasta ed diventerà un gran dramma. Io vi vedo
immortale.Non vuol dunqueCanova com- una dichiarazione di guerra di una sin-
piere tutta intiera la missione per la qua- golare natura, e in questa lolla ove si tro-
le è stato crealo? " E Canova resisteva an- verebbero gli alleati di Canova? Egli at-

cora, ma con una dolce fermezza che uou tirerebbe la folgore sulla citlà in cui sog-
28 VEN VEN
giorni ... Egli non ha acconsentito a fare giunto a Parigi, fu ben ricevuto da Na-
il ri! ratto del gra miei. "console dell aFran- poleone. Durante il la-voro di sua statua,
eia , è verissimo; e disse al vincitore ili Napoleone leggeva o diverti vali a ce-
tutta Italia: Io non mi curo di voij sia- liare colla moglie Giuseppina, o parlava
te Varbiiro e padrone delle leggi di
il di cose politiche co! l'artista. In uno di que-
tutta la penisola i il mio scalpello rima- sti colloqui cadile il discorsosul rapimen-
ne libero j il mio solo scalpello ... Chie- to de'Cavalli di bronzo, che ornavano la
dete a Canova, ch'è mio buon amico, un facciata di Marco, e sfuggirono di boc-
s.

ultimo rifiuto ... Ditegli tutto quanto vi ca a Canova tali parole: *> La distruzio-
ho detto: quel buon galantuomo, l'uomo ne di questa repubblica m'affliggerà per
delicato che io ben conosco, il Fidia or- tutto il tempo della mia vita". 11 primo
goglioso quanto dehh'essere a tutta ragio- console non mostrò di aver fatta attenzio-
ne, è già al presente assai più vinto da* ne al lamento del veneziano; ma ordinò
suoi propri rimproveri , che dalle mie che fosse trattato colla maggiore cordia-
sollecitazioni... E come Ilo ho potuto lità. Gli artisti e gli scienziati lo festeggia-

spingere a Parigi il primo ministro del rono. Canova poi parti da Parigi, con l'i-

Successore degli Apostoli (cioè del Prin- struzione di fare la statua nelle propor-
cipe di essi; il cardinal Consalvi), non a- zioni dell'Ercole Farnese, cioè aitai o pal-
vrò, o signore, spirito bastante per fare mi. L'eseguì in forme colossali, prima io
accettare 120,000 franchi, un'eccellente marmo, indi in bronzo, e giuoco dell' in-
carrozza, tutti i compagni che vorrà, e o- costante fortuna, il i.° passò poi a Lon-
nori e gloria a nembi, ad un uomo, ch'è dra, il 2. a Milano. Provarono fatti, che
i

certamente, nessuno il contrasta, il prin- in quella statua egli non comparisce il Ca-
cipe delle arti, ma che deve diversamen- nova di Rezzonico e di Ganganelli ; è il
te rispondere innanzi ad Alessandro in Canova diRonaparte, distruttore della re-
riposo, che Io chiama a 'suoi quartieri d'in- pubblica veneta! E' il pensiero, che ani-
verno per onorarlo io non persuaderei : ma il genio e V immaginazione, e fa su-

un uomo religioso che può essere utile a blimila penna, il pennello, lo scalpello! —
Roma; un vèneto, il quale dovrebbe non PioVlI nel concistoro de' 1 7gennaio 1 8o3,
ignorareche quello ch'è slato fatto in un dichiarò «'cardinali nell'allocuzione. «Per
senso, potrebbe essere disfatto con un vol- quello poi risguarda i veneziani, affinchè
gere di mano (allude nuovamente al con- nelP aumentare il numero de' cardinali
cordato con Francia) 1
" L' amabile Ar- dell'estere nazioni venga l'onor loro con-
taud, emulo di Cacault nell'amore a Ro- siderato, e al vostro numero venga ag-
ma, animato discorso del suo
riferito 1' gregato un veneto patrizio,]che appella-
ambasciatore, a Canova, questi non op- no tiglio di s. Marco, il cui onore hanno
pose più difficoltà , e si commosse sensi- avuto sempre in considerazione nelle lo-
bilmente, allorché nel corso della conver- ro promozioni Pontefici nostri prede-
i

sazione , il facondo Artaud gli rammen- cessori, a motivo degli antichi meriti de*
tò un detto di Napoleone alla vista d'u- veneziani verso quest'apostolica Sede, voi
na statua colossale scoperta in Egitto in- ben comprendete, venerabili fratelli, che
nanzi alla sua presenza: Ahi s'io nonfos- con molto più di ragione lo stesso dee
si conquistatore^ vorrei essere scultore. farsi da Noi, che tra le altre cose da Noi
L'agente austriaco in Roma, accordò al considerate nell'attenerci a questa costu-
Canova, allora suddito del suo imperato- manza de' nostri predecessori, abbiamo
re, una specie di consenso, presso a poco ancora questa di particolare, che Noi nel-
simile a quello ch'era stato dato per la la nostra comune dispersione ne'più sca-
nomina de' cardinali francesi. Cauova brosi tempi della Chiesa, per benefizio
VEN VEN 29
dcll'augustoCesare siamo slatiaccolti nel- divozione all' austriaco reggimento. Na-
la nobile città di Venezia, come in un si- poleone Bonapaile intanto proclamato
curissimo porto, affinchè provvedessimo imperatore ereditario de' francesi, col no-
al gregge cristiano privo del suo Pasto- me di Napoleone I(giàccn essodi preferen-
re; che ivi a questa sublimità di onore, za lo chiamai, in confronto del cognome
benché immeritevoli, siamo stati innal* Bonaparte. Tale nome battesimale fu a
zati co'vostri suffragi, e che ivi abbiamo lui imposto in memoria dello zio di Car-
ricevuto da'veneziani tanti pegni d'amo- lo suo padre. Quanto all'ortografia del
re, di ossequio e di riverenza, che il ram- cognome è noto, che non pochi scrittori

mentare que' tempi sarà sempre cosa gio- sostennero doversi scrivere anche colla
condissima e per Noi e per voi. Tanto u : Buonapar le. Dappoiché fino dal 792 1

più volontieri adunque in testimonianza il nome patronimico di tal famiglia tro-


della nostra gratitudine abbiamo decre- vasi sempre colla U, e l'atto di nascita di
tato di ascrivere al vostro collegio l'otti- Napoleone è errato dal curato per leg-
mo prelato Pietro Antonio Zorzì (nato gersi Bonaparte, come si pronunzia in
nel castello di Novegradi diocesi di Zara) Corsica, dove generalmente si dice bona
dell'ordine de'chi elici regolari della con- per buona. Il fratello maggiore Giuseppe,
gregazione somasca, arcivescovo d'Udine, nel 1 793 commissario di guerra,ancorasi
che Noi abbiamo giudicato degnissimo di sottoscriveva Buonapartc), a' 18 maggio
essere sublimato a questo grado di ono- 1804, moglie Giuseppina Tascher de la
la

re". — Narra il Coppi a detto anno 8o3, 1 Pagerie,vedovf. del general Alessandro vi-
cheil Veneziano ricevette dal governo au- scontediBeauharnais(decapitatonel 1 793
striaco alcuni regolamenti. Esso fu divi, dalla stessa rivoluzione di Francia per la
so in 7 provincie di cui furono città ca- quale avea riportato vittorie, essendo al-

pitali: Venezia, Udine, Treviso (ove mo- lora deputato della Convenzione), fu sa-
rì il duca di Modena Ercole III), Pado- lutata imperatrice. Così alla repubblica
va, Vicenza, Verona e Bassano; e fu sta- successe l'impero. Luigi XVIII a'6 giu-
bilito che ognuna di esse avesse un capo gno protestò in Varsavia contro 1' usur-
col titolo di regio capitano generale, e col- pazione a preservazione de' suoi diritti.

le attribuzioni d' invigilare all'ammini- Non ostante, la maggior parte delle po-
strazione ed alla polizia. Furono simil- tenze d'Europa riconobbero subito Na-
mente ordinali tribunali temporanei, fin- poleone 1 imperatore de'francesi. L'im-
tantoché nou fosse compiuto il nuovo co- peratore Francesco 11 rimase alquanto so-

dice civile e criminale, che si era divisato speso, ma


in fine lo riconobbe anch' es-
di compilare pegli stati austriaci eredita- so; mavolendo provvedere al decoro di
ri. A' 20 aprile 1804 giunto in Venezia sua famiglia coli' aggiungere la dignità
l'arciduca Gio. Battista, fratello dell'im- imperiale ereditaria a quella elettiva di
peratore , impiegò più giorni ad ammi- cui era personalmente insignito, per rap-
rare quanto di raro, di straordinario e di porto agli stati ereditari austriaci indi-

bello la città racchiude ; festeggiato con pendenti, V 1 1 agosto dello stesso 1804
mascherate danze al teatro della Fenice, prese il titolo di Francesco 1 imperatore
con uno splendido corso di barche nel Ca- ereditario d' Austria. Aveva Napoleone,
nal grande , e coli' addobbamento delle mentre era i.° console e presidente della
Mercerie da'ciltadi ni; e dal commissario repubblica Cisalpina, da lui fatta ricono-
plenipotenziario conte di Bissingen, con scere nel trattato di Luneville, a'sG gen-
una cantata posta in musica da Pavesi. naio 1802 cambiato il di lei nome chia-
Visitò poi le provincie, ricevendo da per mandola Italiana, anco per esser egli ita-
tutto dimostrazioui di venerazione, e di liano d'origine; ma divenuto imperato-
e•

3o V li N v e n
re, da'depntati italiani, seguendogli stes- dettato), /{ marescialli da nominarsi, e G
si principii checostituivano il governo del* ha' principali possidenti. In seguito pre-
l'in» pero francese, n'i5 marzo i8o5 fece scrisse la compilazione del codice penale
dichiarerei! govei nodtlla repubblica ita- e di procedura criminale, per avervi già
liana monarchico ereditario; e l' impe- promulgato il codice civile francese; isti-

ratore Napoleone fondatore della re- 1 tuì l'ordine della Corona ferrea (V.)j q
pubblica, essere proclamato re d' haliti con decreto de'7 giugno nominò suo vi-
(/ .), ma la corona non poter essere uni- ceré d' Italia il principe Eugenio beau-

ta a quella di Francia se non che nel- harnais suo figliastro, come figlio dell'im-
la sua persona; pregandolo di recarsi a peratrice Giuseppina (nato a Parigi nel
Milano per assumervi la Corona difer- 178 1 , non avea compito il 4.°anno quan 1

ro degli antichi re longobardi. A' 18 Na- do la scure della rivoluzione troncò i gior-
poleone I accettò la corona , a cui erasi ni del padre suo, e poi si dedicò alla car-
fatto nominare, per dirugginarla e con- riera militare sotto il generale fioche.
solidarla, e per trasmetterla ad uno de' Avendo poi la madre 1*8 marzo 179^
suoi figli legittimi, naturali o adottivi; in- sposato civilmente Napoleone, questi po-
di si recò a prenderla ui6 aprile nella scia lo nominò suo aiutante di campo,
metropolitana di Milano, ma con rito in recatosi in Italia, giunse al quartiere ge-
parte nuovo. Poiché invece d'attendere nerale mentre si stipulavano i prelimina-
l'arcivescovo cardinal Capraia, acciò ri di Leoben. Quando pel trattato di Cam -

gl'imponesse la corona sul capo, egli al- poformio, l'isole Jonie passarono sotto la

l'opposto, accostosi all'altare, la prese di protezione di Francia, vi fu spedilo a ve-


propria mano, emettendosela in testa dis- gliare l'esecuzione del trattato, e dare al-
se : Iddio me V ha data guai a chi }
la. l'isole un'istituzione francese. Reduce di
(occherà! Altrettanto avea fatto brusca- tal missione, nel 1797 fu di passaggio per
mente nella funzione in cui nella metro- Roma, ove Giuseppe Ronaparte, fratello
politana di Parigi, dopo che Pio VII l'a- del suo padrigno Napoleone, era aad)a-
lee unto imperatore, ed al quale spetta- sciatore. Stando presso di lui la notte de'
va eseguire la Coronazione dell'Impera' 28 dicembre , nel Palazzo Corsini, pel

torej anzi in quel punto ancora avea col- tafferuglio avvenuto per opera de'faziosi,
le stesse sue mani coronalo l'imperatrice. corse pericolo di vita quando presso di
Con questo operare, volle Napoleone 1 in- lui restò ucciso il general Duphot, mo-
Dio riceveva la pode-
dica re, che dal solo strando però sangue freddo e coraggio;
che niun diritto o pretesto
stà sovrana, e e partì subito nel dì seguente, coli'atnba-
voleva somministrare alle questioni più sciatore e gli altri francesi per Firenze.
volte agitate tra Sacerdozio e VIwjc-
il Questo fatto sciagurato die' pretesto al-
ro. Già fino da' 2 8 marzo avea stabilito, l'occupazione di Roma e detronizzazione
che grandi ufllziali del regno fossero: il
i di Pio VI. Raggiunto Napoleone, il se-
cancelliere guarda-sigilli della corona , i guì nella spedizione d'Egitto, e lo zelo e
ministri durante l'esercizio delle loro fun- coraggio da lui dimostrato lo resero sem-
zioni, gli arcivescovi di Milano, Ravenna, pre più caro al suo padrigno. Questo di-
Bologna e Ferrara (giacché in conseguen- venuto 1 ,°
console, lo fece capitano de'cac-
za dell'anteriore riunione della repubbli- ciatori a cavallo della guardia consolare,
ca Cispadana alla Cisalpina, anche le 3 e si segnalò nella battaglia di Marengo,
ultime provincie omonime erano divenu- onde sulcampo fuda lui fatto capo-squa-
te parte del regno Italico, avendole Napo- drone: di più Io promosse successivamen-
leone stesso ritolte agli austriaci e rico- te, nel 1804 a general di brigata e colon-
nosciuto il trattalo di Tolentino da lui nello generale de'cacciatori, nell'anuivcr-
VE?l V E W 3i
sai-in ili Ma rengo lo dichiarò principe, il che comandava l'ala sinistra^ ottenne se-
i.° febbraio i8o5 grande ammiraglio e gnalati vantaggi alla posizione di Chiavi-
nel dì seguente grande ufiìziale della le- ca ilei Cristo. Massena pubblicò ne'suoi
gione d'onore). Avendo cosi Napoleone I rapporti d'aver in quella giornata tolto a-
riunito due sovranità, dato a Elisa sua gli austriaci 5,5oo prigionieri, oltre un
sorella ilPiombino e di Lue*
principato di gran numero d'uccisi, meni r'esso non ne
ca ed annessa Genova all'impero, gli ae-
y
perde che 2,000. All'opposto l'arciduca
rimi de'potentati temerono nuovi sovver- Carlo, confessando d'aver perduto in tut-
timenti, si allearono l'Inghilterra e laRus- to 0,672 uomini, fece ascendere ad 8,000
ila, e ad esse si uni l' imperatore d' Au- la perdita de'francesi. Costretto esso non-
stria. Questi lagnatosi dell'ambizione di dimeno a retrocedere, attesa la marcia
Napoleone I, fece occupare la Baviera e di Napoleone I in Baviera , cominciò la
collocare un esercito sull'Iller. Dall'altro sua ritirata la notte precedente a' 2 no-
canto 1' imperatore de'francesi pubblicò vembre. Il generale Hillinger rimasto in-
le sue lagnanze e fece armamenti straor- dietro, per ordine o per errore, con una
dinari. Rotta guerra, battè in diversi pun- colonna di 5,ooo uomini, fu circondato
ti gli austriaci, circondò e fece prigionie- da'francesi e costretto a deporre l'armi a
ro il general Mack in Ulma, e spinse le Casa Albert ini in detto giorno; ma intan-
sue truppe in Austria e nel Tirolo. Pre- to gli austriaci diressero le loro bagaglie
se Vienna, e passato il Danubio penetrò la Brenta. Massena giun-
e artiglierie verso
in Moravia. A questi grandi avvenimen- se a'3 a Montebello,e nel seguente gior-
ti di Germania corrisposero i movimenti no entrò in Vicenza a forza, avendo la re-
dell'armate francesi in Italia, il cui fiori- troguardia austriaca opposta qualche re-
to esercito era comandato dal marescial- sistenza. Raggiunto frattanto sulla destra
lo Massena. Nell'ottobre i8o5 radunate dal general Saint-Cyr con 8,000 uomini,
le sue truppe, di circa 52, 000 uomini, a'5 passò la Brenta, mandò il general Ver-
ne'dinlorni di Zevio ,
quindi cominciate dier a occupar Padova, e nel dì seguen-
con prospero successo le ostilità, le con- te fece occupar Bassano dal general Se-
dusse poi ne'campi di Caldiero poche mi- ras. Ve-
L'arciduca lasciò un presidio in
glia lungi da Verona , tentando passar nezia abbandonò la Piave e si ritirò al
,

l'Adige. Egli fu respinto: nondimeno per- Tagliamento. Opposta quivi qualche re-
venne a risarcire un ponte che gli au- sistenza, a' 12 novembre continuò dipoi
striaci aveano in parte rotto, ed a forti- a retrocedere; abbandonò Palmanova, le
ficarne la lesta sulla sponda sinistra. In- sponde dell'Isonzo, e a'27 giunse a Cilly
formato poi de' vantaggi riportati da'fran- sulle frontiere dell'Ungheria e della Croa-
cesi ad Ulma, rinnovò l'attacco a'2Q ot- zia. Il general Saint-Cyr frattanto bloc-
tobre. Diresse una divisione sulla destra cò Venezia, e Massena giunto a Gorizia
sopra Alberedo, sulla sinistra un'altra a a'20, spedì Seras a occupar Trieste. In-
Ponte Polo, ed esso colle altre varcò il tanto l'arciduca Giovanni minaccialo nel
fiume presso Verona. Gli austriaci oppo- Tirolo da forze superiori, raggiunse l'ar-
sero una vigorosa resistenza a s. Miche* mata d'Italia a Cilly. Nel ritirarsi egli a-
le ed a s. Martino , e quindi retrocedet- vea richiamaloJellachich e Rohan deSou-
tero alle forti posizioni di Caldiero. L'ar- bise (principe comandante gli emigrati
ciduca Carlo schierò quivi le sue truppe francesi), che con due corpi occupavano
in battaglia, e attese l' inimico. Massena il Vorarlberg. Ma i francesi e i bavaresi li

avanzossi ad attaccarlo a' 3o , ma fu re- prevennero alle spalle e li circondarono.


spinto e dovè retrocedere sull'Adige, e nel Jellachich si arrese ad Augerau con 4,5oo
dì seguente il general austriaco Bellegard, uomini, Rohau con un numero di trup-
32 YEN VEN
|>e quasi eguale scese per la valle dulia mfsftzfo e pace, ed a' /[ si recò egli stesso
Brenta , e tentò u" attraversare la linea ad abboccarsi col vincitore a Sarosehntz,
francese per penetrare a Venezia o rag- e concertarono le basi della sospensione
giungere 1' armata dell' arciduca Carlo. dell' ostilità e d'un prossimo pacifica-
Giunto di fatti a' 22 novembre a Bassa- mento. Infatti a'6 dicembre 8o5fu sot- 1

no , fece prigioniera quella guarnigione toscritto in Austerlitz un armistizio, in


francese, e proseguì la sua marcia per Ca- cui si convenne tra le altre cose, che i

stel Franco. Ma presto Ma ssena retroce- francesi dovessero occupare gli stati del-
dette da Gorizia con forti colonne sulla l'antica repubblica di Venezia con que-
Piave; Saint-Cyr fece avanzare altre trup- sta città. Napoleone I dettò la pace a suo
pe dal blocco di Venezia verso Campo s. piacimento, ad onta che la sua situazio-
Pietro; e allora Rohan circondato da for- ne non era esente da pericoli, perchè egli
fè superiori per ogni parte, a'24 si rese era sempre pronto audace e sagace in
,

prigioniere. Intanto idue arciduchi colle politica, quanto nell* armi. Bisognò ac-
truppe d'Italia e del Tirolo avevano for- cettare le sue condizioni, fra le quali l' A u-
mato un esercito di 80,000 combattenti; stria perdette i domimi veneti.
ma la loro marcia fu poi subito sospesa per 2. I plenipotenziari pel trattato di pa-
gli avvenimenti di Moravia. Eransi colà ce, in conseguenza della memorabile
1 iunitiGo, 000 russi, a'qualipureeransi ac- giornata d' Austerlitz e susseguente armi-
coppiati 20,000 austriaci, e il maresciallo stizio, si adunarono subito a Nicolsburg,
russo Kulusow stabilì di venire a batta- ma poi il congresso fu trasferito aPre-
glia campale che decidesse la sorte della sburgo. V intervennero per l'Austria il

guerra. Erano presenti all'armata gl'im- principe Giovanni di Lichtenstein e il con-


peratori Francesco I imperatore d' Au- te Giulay, eTalleyrand per la Francia,
stria ed Alessandro 1 imperatore di Rus- e sottoscrissero il trattato a'26 dicembre

sia. L' imperatore Napoleone I , anche i8o5. Tra le stipulazioni, l' imperatore
esso in quel luogo, con circa 80,000 si d'Austria rinunziò alla partedegli stati ve-
dispose eziandio alla
pugna. Questa fu neti che gli era stata ceduta co'trattati di
combattuta a*2 dicembre ad Austerlitzj Campoformio e di Luneville, e convenne
e per lo sbaglio diKulusow, che indebo- che questa fosse riunita al regno Italico,
lì la sua linea con prolungarla onde as> riconoscendo il titolo di re che aveano
salir l'ala destra del nemico, Napoleone preso gli elettori di Baviera e di Wur-
1 profittò dell'errore, e invece d'attende- temberg. Che Venezia fosse rimessa ai
re l'assalto, marciò egli stesso all'attacco; i5 giorni dopo
francesi nello spazio di
penetrò fra il centro e le ale dell'eserci- il cambio delle ratificazioni. Queste fu-

to austro-russo, e lo sconfisse, coadiuvato rono cambiate in Vienna il i.° gennaio


da Beruadotte, Soult , Lannes e Murat. 1806. Con questo trattato l'Austria per-
Confessarono russi aver perduto 1 2,000
i de 2,785,000 abitanti, e 1 3,6 10,000 fio-
uomini, dicendo però che 18,000 era rini di rendita; la comunicazione milita-
stata la perdita de' francesi. AH' opposto re coll'Italia e colla Svizzera, e l'influenza
Napoleone I pubblicò aver perduto sol- nella Germania. Più, dovè pagare l' im-
tanto 3,900 uomini e preso 20,000 pri- posta di 100 milioni di fiorini. Unite
gionieri. Abbattuto Francesco I da sì fa- dunque leprovincie venete al regno d'I-
tale giornata, detta de' tre imperatori, talia, la celeberrima Venezia, che dal La-
dalla loro presenza, e giornata del' rio a* Dardanelli avea per mare e per
V anniversario , per ricorrere quello terra signoreggiato, divenne il capoluo-
della coronazione imperiale di Napoleo- go dipartimento dell'Adriatico; bensì
del
ne I, nel seguente giorno domandò ar- partecipò poi de' vantaggi procuratigli a
V E N V E N 33
quell'epoca dall'impero francese, e fu il pò la riunione delle provincie venete al
ceolro dell'Italica marina. Venezia dun- regno d'Italia, le leggi di questo diven-
que fu consegnata dagli austriaci a' com- nero fondamentali di quelle. Ma da' ve-
missari dell'armata francese e poi a quelli neziani si tenne per avvilimento, l'aver
del regno. Il principe Eugenio Beauhar- prescelto Milano a Venezia per capita-
nais viceré d'Italia, iti Monaco era stato le del regno Italico (malcontento rinno-
da Napoleone I, nello stesso gennaio, a- vatosi all'istituzione del regno Lombar-
dottato per chiamandolo alla suc-
figlio, do-Veneto). Eglino ci videro manifesta-
cessione del regno d'Italia in mancanza mente l'oppressione d'una metropoli glo-
di figli propri, ed a'i3 del medesimo me- riosa per XIV secoli d'esistenza e di ver-
se aveagli fatto sposare la principessa Au- ginità, al confronto di Milano, tratto
gusta Amalia figlia del nuovo re di Ba- tratto invasa da' vandali, da' goti, dagli
viera Massimiliano I. Il quale principe ostrogoti, da' longobardi, dagl' impera-
Eugenio portatosi poi a Verona, pertan- tori : disputata poi dagli altri stranie-
to Venezia si affrettò di spedirgli in de- ri spagnuoli, francesi, tedeschi, e persi-
putazione solenne i nobili veneti Nicolò no ora da uno e ora dall' altro domi-
Corner, Francesco Pisani, Tommaso So- natore italiano. Alla fine di marzo Na-
rauzo, AlviseQuirini,e Antonio Revedin poleone 1 imperatore de' francesi e re
mercante, per rendergli omaggio e con- d'Italia, in Parigi, dopo aver già dichia-
gratularsi. Il principe benignamente ac- rato al corpo legislativo, aver unito al
colse gl'inviati, rispondendo loro: veder suo sistema federativo Venezia e Napo-
con piacere la premura de' veneziani di li, annunziò al senato i suoi decreti, fra'

recarsi a lui; pronto essere d'occuparsi quali : Gli .Stati Veneti ceduti dall' im-
de'mezzi tutti capaci a restituire al suo peratore di Germania ( titolo e dignità
primiero splendore Venezia, ed avere in che Francesco I a' 6 agosto ,
abdicò poi
animo di quanto prima condursi egli sciogliendosi V Impero romano d' Occi-
stesso colla reale sua sposa. Questo propo- dente, e il collegio degli Elettori del me-
nimento del principe, Dauiele Renier, al- desimo) col trattato di Presburgo, essere
lora presidente del governo provvisorio di uniti al regno d'Italia. 11 codice Napoleo-
Venezia, a'28 gennaio annunziò a'suoi
lo ne, il sistema monetario dell'impero, e il

concittadini; quindi l'ampio palazzo Pi- Concordato tra Pio Vile la repubbli-
sani a s. Stefauo si allestì magnificameute ca Italiana (V.), fin dal i8o3 concluso
per la principesca coppia, ed a corteggio colla s. Sede, fossero leggi fondamentali e
del viceré pel suo soggiorno in Venezia irrevocabili dello stato. Istituire (con de-
si formò una guardia d'onore, composta creto de'3o marzo) in ducali e grandi feudi
di giovani gentiluomini, di cittadini e di dell'impero le seguenti provincie; Dalma-
mercanti, vestiti di uniformi bianche con Cadore, Belluno, Cone-
zia, Istria, Friuli,
trine d'argento e cappello ornato di piu- gliano, Treviso, Fellre, Bassano, Vicen-
me : capitano fu dichiarato il conte Lo- za, Padova e Rovigo. Riservarsi di dame
dovico Widman. Non tardò il principe la l'investitura, per essere trasmessi con or-
sua venuta: ricevuto a Mestre da splen- dine di primogenitura a' discendenti di
dide barche, circondato e seguito da ma- coloro in favore de'quali ne avrebbe di-
gnifico accompagnamento di altre, adat- sposto^ in caso di estinzione di loro discen-
tandosi tutti alle circostanze, giunse in Ve- denza fossero riversibili alla sua corona (i

nezia a' 3 febbraio, tra le dimostrazioni superstiti di quelli poscia investiti, tutto-
d'uso. Promise molle cose, nominò il Re- ra ne conservano il titolo). Intendere che
nier capo del municipio della ciltà, e ne fosse annesso a questi feudi il quindicesi-
partì dopo 5 giorni di permanenza. Do- mo della rendita che il regno d' Italia
vol. xeni. 3
34 VEN V E N
n
traeva dalle sopraddette provi ncie } per es- ne fu festeggiata in Venezia il i. mag-
sere posseduto da coloro che ne avrebbe gio. I distretti assegnati a ciascun dipar-
investito. L'erede presuntivo del regno di timento si leggono negli Annali delle
Italia portasse il titolo di Principe di Ve- Provincie Venete del cav. Mulinelli. Delle
nezia. Dipoi stabilì Napoleone I a*26apri- principali disposizioni e leggi vicereali,
le: Che essendo necessario di determinare emanated'ordine espresso dell'imperato*
i diritti e le prerogative de'grandi feuda- re-re, a suo luogo ne'precedenli §§ ne ho
tari nelle provincie venete, in modo che parlato,dilfusamente ragionandone ilMu-
restasse pienamente libero l'esercizio del tinelli. Diròin breve col cav. Coppi, e eoa
governo e dell'amministrazione economi- altremie particolari notizie. In primo luo-
ca del regno d'Italia decretava che in , go Napoleone stabilì una linea militare
I

luogo della quindicesima parte dello ren- nel confinante Tirolo italiano, vietando
dita, i grandi feudatari ricevessero dal al re di Baviera di costruirvi sino alla
pubblico tesoro del regno un' annua in- medesima alcuna fortificazione o farvi
variabile corrisposta di 100,000 franchi qualunque appareechioguen esco. A M'op-
per la Dalmazia, altrettanto per l'Istria, posto ordinò la costruzione di due nuove
e di 60,000 per ciascuno degli altri io strade per facilitare le comunicazioni fra

feudi. I grandi feudatari non avessero il Veneziano e quella montuosa provin-


sulla provincia di cui sarebbero investiti cia. Restrinse il numero de' religiosi e
altea prerogativa che il titolo di duca. delle religiose, e poi soppresse queste e
Posteriormente Napoleone I conferì que- quelli, oltre le confraternite e i luoghi
lli feudi a marescialli e ministri francesi. pii,al modo compianto in diversi §§. So-
Diede Dalmazia a Soult, l'Istria a Bes-
la lo la scuola grande di s. Rocco, perduti
siers, il Friuli aDuroc, il Cadore a Chain- però gli argenti ed i fondi, rimase a ine-
pagny, e Belluno a Victor. Assegnò Co- rito dell' inallora viceiè Eugenio, sicco-
negliano a Moncey, Treviso a Mortier ,
me ho detto nel § XIII, 11. 5, e il decre-
Feltre a Clarke, Bassano a Maret, Vicen- to 18 luglioi 806, inserito nel Bolletti-
za a Coulincourt, Padova ad Arrighi, e no delle leggi, assegnava pel suo man-
Rovigo a Savary. E questi e altri sono i tenimento lire 5oo mensili di Milano.
vincoli co' quali Napoleone unì al suo I Stabilì ne' dipartimenti addiacenti alle

grande impero l'Italia. Non solo poi sta- coste dell'Adriatico P iscrizione maritti-
bilì con decreto de*2o dicembre 1807 ,
ma per far le levate di uomini necessari
che il viceré Eugenio portasse il titolo di alla marina militare. Riconobbe come
principe di Venezia, ma natagli nello debiti dello stato quelli che avea la repub-
stesso 1 807 Giuseppina Massimiliana (ora blica di Venezia verso la zecca ed il Ban-
regina regnante di Svezia e Norvegia) t co Giro, sebbene l'Austria avesse prece-
le conferì il titolo di principessa di Bolo- dentemente ricusato di riconoscerli, e
gna. Con decreto di Napoleone I de' icj prima di essa gli aveano annullati re- i

aprile, riferibile al comparto del regno pubblicani francesi, con desolazione e


d'Italia, la provincia di Venezia prese il rovina di migliaia di famiglie. Essi a*
nome di dipartimento dell* Adriatico , scendevano a circa cento milioni di lire,
quella di Verona dell' Adige, quella di e dispose che la quarta parte ne fosse

Padova del Brenta, quella di Vicenza del pagata in beni demaniali,ed il restante
Bacchiglione, quella di Belluno del Pia- fosse iscritto sulMonte Napoleone di Mi-
ve, quella del Friuli del Passeriano t nul- lano. Conservò l'università di Padova e
la dicendosi della provincia di Rovigo stabilì che fosse pareggiata a quelle di
perchè già molto prima nel dipartimento Bologna e di Pavia. Quanto poi fu gra-
del Basso Po immedesimala. Tale unio- dita agli antichi sudditi del regno Italico
,

VEN V E IV 35
l'unione delle provincie Tenete (contie- l'antica sua gloria commerciale e guer-
ne una popolazione d'un milione e set- riera, saremo, o Sire I' opera vostra , ;

tecento mila abitanti, secondo lo stesso gusteremo per voi di quella nuova for
Coppi), altrettanto dispiacquero ad essi tunata esistenza che sarà per offrirvi un
igran feudi ed tributi co'quali furono
i oggetto al vostro cuore non discaro ogni
le medesime vincolate alla Francia. Ma volta che discender vogliate a felicitare
il viceré procurò di giustificare per quan- )e nostre contrade coli' onore sospirato

to potè la disposizione imperiale, dimo- della vostra augusta presenza". I deputati


strando: essere le medesime convenienti provinciali si recarono pure a ossequiare
per gratitudine verso coloro che avevano l'imperatrice Giuseppina, madre del vi-
contribuito col loro valore a stabilire il cerè.E ripatriando, trovarono già in par-
nuovo regno, e necessarie per sostenerlo teesauditi i voti da loro espressi. Fu per-
contro gli esterni assalti. Fu destinata l'i- ciò istituita l'accademia di belle arti, fon-
sola di s.GiorgioMaggiore a deposito fran- dati licei e alcuni con convitto, emanate
co di mercanzie forestiere, e l'altra isola norme per V uniforme insegnamento ,

della Giudecca pe'frumenti, altri siti per tutte provvidenze già discorse a' loro
gli olii e per il sale, si dichiararono at- luoghi. Ma però intendevasi a guastare
tinenze di detto deposito franco. Fu isti- l'aurea lingua italiana, ad arte in Vene-
tuitoun monte di prestiti senza interes- zia e nelle provincie disseminandosi com-
se, ma che non dovessero eccedere la pagnie comiche francesi. Assonnati così
somma di lire i5italiane. Si formò una gli uomini, e per eccellenza d' adulare
giunta de'più rinomati idraulici pe* la- disposti, opportunissimo momento era
vori delle acque de'paesi veneti. Si rico- quello per la calata di Napoleone I alle
struirono e migliorarono diverse strade. Lagune dell'antica Venezia. Arrivò a'29
La riconcentrazione di molte religiose novembre 1807000 un pomposo segui-
corporazioni d'ambo i sessi produsse as to di re e di principi, tra' quali primeg-
sai lagnanze ; cosi a'nobili l'onere del giavano il di lui fratello Giuseppe re di
servigio gravoso delle armi a'ioro figli Napoli, Massimiliano I re di Baviera colla
sotto il titolo di guardie d* onore. Dissi regina sua moglie, la principessa di Luc-
a
nel § I, n. 3, che nella i. dominazione ca Elisa sorella dell' imperatore, il gran-
austriaca cessò del tutto l'indecoroso co- duca di Cleves e Berg Murat cognato del
stume di giuocare presso le monumen- medesimo, il principe di Neufchalel Ber-
tali colonne della Piazzetta; forse quel thier, oltre Eugenio viceré. * Infuriava
governo erasi proposto di assolutamente in quel dì la tempesta, e così pertinace
proibirlo, ma propriamente il morale di- da dirsi quasi che il genio della città ,

vieto deve riconoscere da un decreto


si stata già per secoli ricovero famoso di
vicereale sotto il governo Italico. Fu in- libertà, mal sofferendo che per primo in
viata a Parigi una deputazione di nota- lei, siccome suo signore, Napoleone po-
bili persone de'dipartimenti, per giurare nesse il piede, aizzato avesse i venti a
ubbidienza all' imperatore re d'Italia : scor; volgere il mare sì ch'egli ogni perso-
rappresentanti di Venezia furono Fran- na in se annegasse ". Il cav. Renier po-
cesco (lo chiama il cav. Mulinelli, ed Er- destà, col consiglio municipale de' savi ,

molao I Alvise Io denomina il conte Dan- l' incontrò a Lizza-Fusina con grande
dolo) Pisani, LeonardoGiusliniani e An- pompa e barche adornatissime, e molle
tonio Revedin. Ricevuti a s. Cloud, il Pi- d' acqua complimentava I' imperatore
sani fece il discorso.«R.avvivata l'agricol- con dignitosa allocuzione, fra il sibilo de'
tura, domati e diretti i fiumi, rinvigori- venti e lo strepito de' marosi, e per mez-
ta l'istruzione, e richiamala Venezia al- zo di due mori gli rassegnò due chiavi a
36 V E N V E PI

l'ima d'oro, l'altra d'argento, simbolo ili meraviglioso dell' illuminazione a cer.
fedele sudditanza, tosto a lui rimesse (nel- della piazza di s. Marco. Nel visitare la

l'Arsenale si conserva il bacile d'argen- basilica di tal nome, fu ricevuto dal pa-
r
to colle due chiavi dello stesso metallo triarca mg. Gamboni e dal clero, can-
dorate, che servirono come omaggio pre- tando i musici della cappella: Domino
sentato quando visitò l'Arsenale stesso). salvimi fac Ini pera torem et Rcgem no-
Entrato I' imperatore in superbissima strum Napoleonem. Invocazione scritta
peota, cognominati .sovrani e principi, vi pure nell' esterno sulla porta maggiore.
ammise il podestà. Poi salutato dall'ar- Cosi trascorsi ben io giorni, 1' 8 dicem-
tiglierie de'ridolti sparsi per la Laguna, bre abbandonava Napoleone 1 Venezia ,
e da quelle delle molte navi da guerra ,
dopo aver emanato diversi provvedimen-
salutato dal popolo nelle barche, sopra ti. Accrebbe il territorio del dipartititeli-
i margini delle vie e alle finestre affol- lo dell' Adriatico , comprendendovi an-
lato, percorrendo Canal grande, al cui
il che famosa Aquileia, Giulia Concor-
la

principio erasi eretto con molta maestria dia e Adria. Elesse capo del gelosissimo
e magnificenza un grande arco trionfa- magistrato sanitario il podestà, lasciando
le, avente due colonne rostrate so-
a'Iati pressoché intatti i diritti e le sapientis-
vrastate dall'aquila, disegno di Giannau- sime leggi già stabilite dalla repubblica
Ionio Selva, i cui ornati eseguirono i va- veneta Assegnò annue
. lire 100,000 per
lenti artistiBorsato,Bosa,Zaudomeneghi le riparazioni del porto di Malamocco ,

e Ferrari. Giunse Napoleone l iu Vene- per l'esca vazione de'grandi canali, per la

zia sul vespero, e si recò ad alloggiare conservazione di quelle scogliere e di


nell'edilìzio dello Scamozzi sulla piazza quelle mura ammirabili esistenti lungo
di s. Marco in reali stanze; anzi lo tro- ilLido di Peleslrina e di Chioggia, delti
vo denominato palazzo reale sebbene , Murazzi; altre annue 600,000 lire per
le Procurale uuove, ora palazzo reale, l'escavazione d' un canale di comunica-
cominciate dallo Scamozzi fino al io.° zione diretta fra l' Arsenale e il detto
arco, fu quindi compiuta l'opera a più. porto di Malamacco, e per rendere que-
riprese in tempi diversi e da vari archi- sto capace al passaggio di vascelli da
tetti, e la nuova ala nel 8 1 o demolila la1
7 4 cannoni. Pose a disposizione del mu-
chiesa di s. Geminiano, bensì già il giar- s. Cristoforo della Pace
nicipio l'isola di
dino erasi formato nel 1808 coli' atter- per formazione del pubblico generale
la

ramento degli antichi granai. Datosi ne' cimiterio della città, ordinò diesi faces-
giorni appresso ad informarsi con accon- sero i pubblici giardini , rinvigorì con
cie interrogazioni sull'andamento de' ricche dotazioni le rendile del comune
pubblici affari, istruitosi de'bisogni della e degli istituti di beneficenza, donò alla
città, e fattosi a visitarla diligentemente, biblioteca, pur da lui visitata, 23,ooo li*
in uno a'iuoghi principali della Laguna, re per acquisto di libri;» e Morelli bi-
era intanto aperta ad adunanze splendi- bliotecario , da bibliografo chiarissimo
dissime e a concerti melodiosi la reggia, fattosi servile e non leggiadro istorico
celebrandosi in pari tempo da'veneziani delle feste anzidette, vedeasi gratificato
il grande avvenimento cou una cantata e con una vitalizia pensione di 2000 lire,

con un festino nel teatro della Fenice, e coli' ordine della corona di ferro ". Il

oltremisura magnifici, coll'usato e anti- Mulinelli, che così parla, tra le note il-

chissimo nazionale spettacolo della rega- lustrative, ne riporta l' estratto. Io pos-
ta, oltre quello popolare di più. vetusta o- seggo il libro, dedicato all'altezza impe-
rigine del giuoco delle forze nel canale riale della viceregina d'Italia Augusta
dell'Arsenale , e con quello non meno Amalia di Baviera (per supplirealla sveu-
VEN V EN 37

loca toccata a' veneziani nella mancanza zo Foscari e quello de' Balbi erigevasi la
sua alle feste da loro celebrate in omag- meta, a cui pervenivano le gareggian-
gio di esultazione per la venuta faustis- ti barchette per cogliere il premio, la
sima), di magnifica edizione con elegan- macchina fa appunto costruita presso
ti disegni maestrevolmente incisi e acqua- al palazzo Balbi. In questo poi e in una
rellati. Descrizione delle feste celebra- magnifica loggia, costrutta per domina-
te in Venezia per la venuta eli S. M. I. recoraodamente la veduta delle duebrac-
R. Napoleone il Massimo imperatore cia del Canale, si recò a goderla l'impe-
de' Francesi , re d' Italia e protettore ratore colia regia comitiva, e partita la
a
della confederazione del Reno, data al 3. regata, nel suo maestoso caicco, co'
pubblico dal cav. ab. Morelli regio sovrani e principi, girò acclamato pel Ca-
bibliotecario. In Venezia nella tipogra- nal grande, indi al palazzo reale fece ri-
fìa Ricotti 1808. Rappresentano le 5 ta- torno. Lasciata Napoleone I la signora
a
vole : la i. il prospetto dell'arco trion- antica de'mari, per Treviso, ben accolto,
fale imboccatura del Canal
eretto all' si recò a visitare pure Palmanova e le
grande, pure imponente veduta dicoli' d'Osopo, indi festeggialo a
fortificazioni
questo e delle magnifiche e splendide Udine, retrocedendo fu al regio palazzo
barche che dirò, stupendamente deli- di Stra, eper Mantova fece ritorno a
neato dal Borsaio ed inciso dal Maina; la Mtlano, senza intrattenersi un istante a
a
2. il prospetto del medesimoarco sorgen- Padova. Questa dolente e confusa, gl'in-
te dall'acque marine, inciso da Albertol- vio un'ambasciata con a capo il virile in-
Ii;3/la peota e la bissona a servizio del- gegno del concittadino Melchiorre Ce-
l' imperatore re, invenzione di Puzzi, di- sarotti, allora ammirato principe della
segno del Corsalo, incisione dell' Alber- letteratura (poeta stimato, scrittore vi-

elli ;
4" l a peota a servizio del viceré, vace, acuto filosofo, critico erudito, sin-
e la bissona fatta eseguire dal podestà, golareggiandosi nella poesia e prosa con
invenzione e disegno di Borsato, incisio- parole e frasi francesi, come osservano :

a
ne dell'Albertolli; 5. il prospetto della Moschi ni, Della letteratura Veneziana
macchina per la regata, invenzione e in- del secolo XVIII fino a nostri giorni ;
cisione de'due lodati egregi artisti. Impe- Gamba, Galleria ed arti-
de' letterati
rocché la regata, una fra le più brillanti sti illustri delle provincie Venete del
feste veneziane, di cui il Canal grande è secolo XVIII) ; la potenza della cui e-
nobile e decoroso teatro, spettacolo pro- loquenza, ne vinse Io sdegno, l' amicò
prio di Venezia, soltanto dal i3oo circa. con Padova, ed all' oratore procurò vi-
la quale nel 1 3 1 5 decretò regate annua- talizia pensione di 4>ooo lire e il gra-
li a' 25 gennaio con galee (il vocabolo do di commendatore della corona fer-
vuoisi derivato da riga, che vale linea, rea, che divenuto maggiormente entu-
perchè precisamente in riga e in linea si siasta, anco alla poesia estese le lodi pro-
mettono le barchette che corrono il pre- fuse nella prosa, col poema Pronea. Nel-
mio; altri lo pretendono da rcmicata i e la Storia di Pio VII, dell'Artaud, t. 2,
meno assai da auriga: la i. a istituzione p.9D,è una lettera scritta daChampagny
ebbe a scopo l'esercizio delia gioveutù all'ambasciatore francese Alquier, a' 7
marineresca al maneggio del remo sulle dicembre da Venezia, celebrando l'acco-
galee e altre barche guerriere; ne parlai glienza futa a Napaleoue I, colla mira
nel § XVI, n. 5); spettacolo sempre più » d'incoraggiare coloro che sostenevano
sorprendente che veder si possa per la essere conveniente che il Papa cedesse
maguificentissima pompa del singolare alle pretensioni d'ungrande vincito-

suo complesso; e siccome fra il palaz- re, il quale a suo talento disponeva au-
38 YEN V EN
che degli stati dell'antica e possente repub- I, il quale rispose sul fine di luglio 1807.
blica veneta". — Intanto fra le angustie » Il Papa meditare interdetti e scomuni-
enormi che Napoleone I incessantemente che, e cercare cou un tal mezzo di susci-
recava a Pio VII, altra amara questione tare guerre e rivolte. In tale stalo di co-
addolorava l'ottimo Papa, per 1' esten- se dover esso provvedere alla tranquilli-
sione alle proviucie venete del summen- tà de'suoi popoli, e separarsico'medesimi
tovato concordato del regno Italico. L'ac- dalla Sede romana! Tutta la colpa ne sa-
cennai nella sua biografìa, e qui come luo- rebbe stata del Papa, il quale era guidalo
go suo col Coppi meglio ne riparlerò. da interessi temporali a preferenza de'di-
Sino dal settembre 1806 il ministro del vini! Del rimanente se questi voleva com-

culto del regno Italico avea trasmesso a porre tutte le questioni pendenti, incari-
Roma le nomine a diversi vescovati tan- casse un plenipotenziario a trattare a l'a-
to dell'antiche diocesi della repubblica rici. Partecipasse tultociò a Roma". Co-
italiana, quanto di alcune esistenti uel si fece Pio VII replicò tran-
il viceré, e
territorio veneto unito al regno dopo la quillamente a tanta improntitudine I' 1 1

pace di Presburgo. 11 Papa però rispose : agosto. ** Non aver potuto leggere senza
» Certamente uiunopiù di lui desiderai e ribrezzo le proposizioni contenute nella
che si provvedessero le chiese de'ioro pa- lettera di Napoleone
esse non aver ; ma
Far però osservare che dal gover-
stori. bisogno di confutazione, essendo di già
no Italico le nomine si erano fatte in state confutate le tante volte. Esse nou
forza del concordalo; ma questo da Na- aver nemmeno potuto turbare 1' animo
poleone essersi violato nella stessa sua suo per le conseguenze minacciale riguar-
promulgazione; dalla s.Sede non essersi do alla separazione dalla s. Sede di tanta
perciò pubblicalo : quiudi non potersi in parte d'Europa. In tal ca60 egli ne avreb-
forza del medesimo nominare. Doversi be pianto, ma ninna colpa sicuramente
inoltre considerare che il privilegio di se ne sarebbe potuta rifondere in lui. Del

queste nomine accordate per il regno I- resto con tutto il piacere prestarsi alla pro-
lalico non si poteva estendere a'dominii posta trattativa in Parigi per comporre
veneti che posteriormente vi erano slati tulte le vertenze". Nominò di fatti il car-
uniti.Di più essersi dal governo Italico dinal Litta milanese per portarsi colà a
nominalo ad alcune diocesi venete, alle negoziare, ma Napoleone lo rifiutò; fece

quali per lo innanzi aveva sempre prov- lo stesso di un altro eh' era stalo surro-
veduto direttamente la s. Sede. In tale gato, cioè il cardinal Pacca, e finalmente
stato di cose pertanto, doversi prima ac- manifestò, che avrebbe ricusalo qualun-
comodare le questioni insorte sul concor- que cardinale, tranne \\ francese Latici'
dalo Italico, e doversene concludere un de Bay amie, del tutto sordo! Nel tempo
altro pe' veneti dominii prima di provve- stesso Champagny, nuovo ministro degli
dere de'ioro vescovi le diocesi indicate". affari esteri di Francia, dichiarò al cardi-
A questi principii d'ecclesiastica discipli- nal Capraia legato in Parigi, Pio VII a-
na il viceré Eugenio osservava: » Che sa- ver buone intenzioni ma cattivi consi-
rebbe opportuno il differire ad altra e- glieri : scegliesse, o la perdita delle Mar-
poca la discussione de'reclami relativi al che, il cambiamento della sua politica;
concordato. Nelle circostanze in cui era più esigere l'imperatore, che si trattasse
allora l'Europa, e specialmente il più po- anche in Parigi uu concordato per la con-
tente fra' monarchi cattolici, doversi piut- federazione Renana di Germania, e ciò
tosto prescindere da ogni al tra cosa e prov- co'cardinali Capraia o Latierde Bayan-
vedere le Chiese de' loro pastori ". Del ne, o col nunzio dimorante in quella re-
resto, egli comunicòil tutto a Napoleone gione mg/ della Genga (poi LeoueXIf).
V E » V E N 39
A tante insolenze e invettive, corrispose Successivamente il genio malefico distrut-
il mansueto Pio VII con compiacete an- tore, in breve giganteggiò in Venezia, nel

che in questo il prepotente Napoleone I. modo tante volte lagrimato cou isdegno.
r
Questi però, benché mg. della Genga 11 domiuio francese in Italia, ormai avea
già fosse giunto iu Parigi, e il cardinal suscitato contro di se lo spirito pubblico,
Latier de Bayanne viaggiasse a quella essendo per lo più conquistatori dete-
i

volta, eseguì tirannicamente le minacce, stati da'popoli vinti. L'Austria vieppiù


facendo colle truppe di Lemarois occu- divenuta gelosa della crescente colossale
parle provincied'Ancona, Macerata, Fer- potenza di Napoleone I, die avea dato il
mo e. Urbino, riunendo queste Marche regno di Spagna ai fratello Giuseppe, e
a! regno Italico. Tutlociò succedeva men- quello di Napoli al cognato Murai, si ar-
tre Champagny avea notificato a' pleni- mò poderosamente nel 1808, onde Na-
potenziari pontifìcii: dovere ilPapa adot- poleone se ne lagnò acremente e fece
I

tare il sistema federativo e far causa co- marciare truppe in Germania, benché
mune coll'imperatore in tutte le guerre; l'imperatore Francesco 1 pel suo amba-
riconoscere i sovrani fatti da lui, inclu- sciatore Mettermeli avesse dichiarato a
vameute
si a'fratelli Luigi e Girolamo, re Parigi nell'agosto non volersi che difen-
d'Olanda il i.°,edi Weslfaiia il 2. ; ri- dere; ma poi nel seguenteanno 1809 pub-
nunziare a'principati di Benevento e Pou- blicò un manifesto contro le operazioni
tecorvo, da lui dati a Talleyrand e Ber- della Francia, e fece maneggi per sot-
nadette, senza nemmeno parteciparlo al trarre dal suo dominio la Germania set-
la signora di essi, la s. Sede; portare il tentrionale, l'Olanda e l' Italia. Indi gli
numero de'cardinali francesi a!3.°di quel- austriaci si avanzarono a' 9 aprile sulle
lo del sagro collegio: finalmente, il con- offese, con invadere, l'arciduca Carlo, la
cordato stabilito pel regno d'Italia, rice- Baviera ; ma Napoleone I vinse gli au-
vesse eziandio la sua esecuzione nell'an- striaci a Landsut,ad Eekmùhl ed a Ra-
tico stalo veneto, in tutti i paesi del re- tisbona, e prese Vienna; ma passato il

gno annessi, ed in quelli di Lucca e Piom- Danubio dall'arciduca Carlo, Io vinse a


bino; e che n un vescovo del regno d'I-
;
Esling o Gross-Aspern. Nel detto giorno
talia fosse obbligato di portarsi a Roma 9 aprile l'arciduca Gio. Battista passato
per esservi consagrato. Riservarsi fare al- l'Isonzo si avanzò nel Friuli, con nume-

tre domande, specialmente per tardanza rosi corpi di cavalleria, ponendo l'assedio

di risposta. Non potendo Pi VII accon- a Palmanova ed Osopo. Il viceré Euge-


sentire accennate e altre esorbitanze,
all' nio trovavasi iu Udine, senz'avere adu-
lini con perdere il resto dello stato e con nata la sua armata, onde si ritirò per con-
essere strascinato prigione a Savona ! La centrarla sostenendo vari combattimen-
gerarchia ecclesiastica perseguitata e di- ti, a Pordenone il i5 perdendo un di-
spersa, manomesso ogni ordine di cose. staccamento francese fatto prigioniero.
Frattanto iu Venezia si sopprimevano con- Intanto colle sue divisioni unite credette
venti e monasteri, riuuendo in altri ac- poter presentare battaglia agli austriaci
calcati religiosi e monache, alcuni di tali e tentare di arrestare t movimenti offen-
edifizi colle chiese si demolivano, e così sivi, mentre era di già pervenuto a pren-
sparivano monumenti antichi e nobilissi- dere posizione sulla Voncel. Adunque
mi per meravigliose pitture, di pietà pa- nella mattina de' 16 schierò presso Sa-
tria e di religione, rovinando sotto vene- cile le divisioni di Grenier e di Barbou
ziani picconi, e per essi violati e distrutti nel centro, Seras e Severoli all'ala destra,
i cittadini sepolcri, che contenevano illu- Broussier alla sinistra, e tenue in riserva
stri ceneri di benemerentissimi veneti. la cavalleria diSahuc con qualche squa-
4o VEN VEN
drodC della guardia italiana. Si combat- percuia'28 aprile sospese i suoi movi
le per 6 ore con eguale coraggio e fortu- menti offensivi. Il viceré che ili ciò si ac-
na, nelle pianure di Fontanafredda fra corse, nel dì seguente volici fare una ri-
Pordenone e Sacile, grave e sanguinosa cognizione generale su tutta la linea, e
pugna; ma in fine gli austriaci superiori ne seguirono diversi combattimenti ; ri-
in numero e specialmente in cavalleria, chiamò poi l'armata a'suoi postinolo la-
minacciarono ài circondare l'ala sinistra sciando un forte distaccamento a Baslia.
del viceré, ed allora questi dovette cede- A' 3o aprile V attaccarono e presero gli
re, e alle 3 pomeridiane ordinò la riti* austriaci, e nella seguente notte comin-
rata su Sacile. La cavalleria di Salme fu ciarono la ritirata; ripassato il Brenta a'

disfatta ; e Broussier sostenne con diffi- 3 maggio, a'6 furono sulla riva sinistra
coltà la ritirata. La sola notte mise fine della Piave. Il viceré li persegui e accad-
alla battaglia, che fu disastrosa pe' fran- dero diversi combattimenti, specialmen-
cesi e italiani, avendovi essi perduto più te a Montebello, Olmo, Vicenza, Bana-
di 2,000 uomini: tra' feriti vi furono i no e Treviso. Sulla Piave però gli au-
generali francesi Garresi! e Teste. Dopo striaci mostrarono di volersi fermare al-

questo disastro il viceré, obbligato s pie- quanto, massime presso il ponte della
gare e a ritirarsi, mandò il general Bar- Priula che distrussero, e a Rocca di Stra-
bou con sufficiente presidio a Venezia, e da sulla via di Collegllano. Il viceré pas-
ritirossi a Caldiero sull'Adige, dove giun- sato subito il fiume a guado presso Lo-
se a'22 aprile. Radunòquivi tutlele trup- vadina e s. Michele l' 8 maggio comin-
pe disponibili del regno Italico, e fu raf- ciò a far passare le sue truppe senz'im-
forzalo dalle divisioni francesi diRusca pedimento, assaltando il nemico, e tosto
e Durutte. Napoleone I gli spedì per ap- l'azione divenne fiera e generale. Gli au-
poggio o consiglieri Macdonaid e Luigi striaci opposero vigorosa resistenza, ma
Baraguay d'Hilliers generali d'antica ri- poi retrocederono si! tutti i punti, riti-
putazione. Allora egli die'un nuovo ordi- randosi a Conegliano. I francesi calcola-
namento all'armata ; e mentredava que- rono la loro perdita a 2,5oo uomini, e
ste disposizioni sull'Adige, avendo gli au- quella degli austriaci a 10,000. L'arci-
si riaci invasoli Veneziano,cioè ilTrevigia- duca continuò a ritirarsi verso la Stiria

no.il Padovanoe parte del Vicentino,suc- e l'Ungheria, inseguito dal viceré che lo
cedevano diversi combattimenti sotto le danneggiò a s. Daniele, occupando diver-
piazzeassediate,especialmente presso Ve- se città e luoghi. A' i4 g ,u g no benché >

nezia, dove da qualche tempo governo


il con forze inferiori, presso la città di Ruab
attendeva a fortificare le Lagune con 8 o Già varino, assaltò con 36, 000 uomi-
forti e 97 fortini. A'23 aprile l'arciduca ni l'arciduca, e dopo 4 ° ,e di combatti-
Giovanni assaltò con molte truppe uno mento senza che alcuna delle parti ce-
di questi forti costrutto a Malghcra,e ne desse, gli austriaci si ritirarono verso il

ftt respinto con perdila di diverse centi- Danubio. I francesi annunziarono d'aver
naia d'uomini. Intanto occupò Padova perduto 2,5oo uomini, e d'averne fatti
e Vicenza, e poi si recò sull'Alpoue pres- perdere agli austriaci 7,000. Dipoi il vi-
so Caldiero. Nel tempo stessoattesero gli ceré pubblicò, che nell'i «seguire l'arma -
austriaci a spargere proclami per indur- la austriaca dall' Adige al Danubio, le

re gl'italiani a rivolgersi contro i france- toUe 37,000 prigionieri con 197 canno-
si, ma non produssero molto effetto. Dap- ni. Precaria dunque fu la dominazione

poiché attesa la disfatta della principale austriaca ne' luoghi occupali e tosto le

armata austriaca in Germania, l'arcidu- loro disposizioni furono annullate, alle-

ca Giovanni ebbe ordine di retrocedere, viandosi i danni risentili da'ciltadiui de'


V E N VEN ii
dipartimenti dell' Adriatico, del Bacchi- secondo viaggio fornisce incidenti ,che per
glioiie, del Brenta, del Piave, del 'raglia- una gloria veneta non si debbono intra-
mento e del Passeriano, con proroga di lasciare, ricavandoli dall'accuratissimo
pagamento alle pubbliche gravezze. La e autorevole cav. Artaud, t. 2, cap. 62.
vittoria riportata a Wagram a'6 luglio Genova giunse inParigi 1' 1 1 ottobre 18 o, i

da Napoleone I, indusse Francesco I nel- e fu presentato a' 1 2 all'imperatore e al-


la seguente notte all'armistizio di Zua ti m, l'imperatrice, mentre facevano colazione.
e alla rovinosa pace diSehonbrunn. — Il Canova disse, ch'era venuto a fare il ri-
decreto fatale de'2 3 aprile 18 io per Ve- tratto all'imperatrice, per soddisfare Sua
nezia e pe' paesi veneti ordinò la genera- Maestà, e tornare al più presto a Roma
le soppressione delle corporazioni reli- per riprendervi i suoi lavori. >-> Ma, ri-
giose de' due sessi, delle confraternite e spose l'imperatore, Parigi è al presente
di altri stabilimenti pii. Nel 18 10 creato la capitale, bisogna che restiate qui, e lo

in Milano un istituto di scienze, lettere farete bene. — Voi, Sire, siete il padrone
ed arti, una sezione fu stabilita in Vene- della mia vita, ma se piace all'impera-
zia (di recente si è pubblicato: Atti del- tore che sia questa impiegata e spesa a
Vi. r. Istituto Veneto di scienze, lettere suo servizio, bisogna che mi conceda di
ed arti dal novembre 858 all'ottobre 1 tornare a Pioma tosto che avrò compiu-
1859. Tòmo 4°> serie 3. \ dispensa !.", to i lavori pe'qoali sono qui venuto. Mi
Venezia tipografia Antonelli 1859), che è stato parlato di fare il ritratto dell'im-
poi nel 1812 vide fondato l'Ateneo ve- peratrice : io la rappresenterò sotto la fi-

neto, e 1' Arsenale divenne operosissi- gura della Concordia ". L' imperatore
mo per navali costruzioni, da non cede- cortesemente sorrise e replicò. « Il cen-
re all'attività spiegata in pari tempo da tro è qui, qui si trovano tutti capolavo- i

que' di Tolone, Brest, Anversa ed Olan- ri antichi. Manca solo l'Ercole Farnese

da. A' i5 agosto del 181 1 s'inaugurò ch'èa Napoli. Me lo sono riservato per me.
in Venezia la statua colossale diNapo- 1 —
Lasci, riprese Canova, ah lasci alme-
leone 1, lavorata da Domenico Bariti, ed no qualche cosa all'Italia; monumenti i

eretta sulla Piazzetta di s. Marco alla me- antichi formano collezione e catena con
dieta della facciata del palazzo ducale ; un'infinità d'altri che non si ponno tra-
tolta poi a' 19 aprile 18 i4> e distrutta, il sportare né da Roma, nèda Napoli". Bel-
modello originale fu collocato nel mu- lo sarebbe il riportare i diversi dialoghi,
seo di A. Sanquirico,ora alienato sta per fra wn Napoleone I ed un Canova, ma
passare in Francia. Frattanto, avendo appeua mie dato riprodurne alcuni. Dis-
Napoleone 1, in mezzo a tanta formi- se Napoleone I, che a riparare le perdite
dabile potenza e gloria, perduto la spe- d'Italia, avrebbe ordinato scavi a Roma;
ranza d'avere successione di figli nel gran- ma Canova rispose, su di essi averne un
de impero dall'imperatrice Giuseppina, sagro diritto i romani, né potendoli ven-
senza badare all'indissolubilità del matri- dere e mandar
fuori, qual retaggio del
monio, la ripudiò nel declinar del 1809, popolo re e ricompensa data dalla vitto-
e nell'aprile del 18 io si congiunse in ma- ria a'ioro antichi padri. Parlandosi del-
trimonio coll'arciduchessa d'Austria Ma- la già discorsa statua colossale in piedi
ria Luigia, figlia dell' imperatore Fran- dell'imperatore, questi mostrò dispiacere
cesco 1, argomenti abbastanza parlati a' sapendo eseguirla ignuda, onde disse al
propri luoghi. — Poco dopo Napoleone Canova. » Ma perchè non fate voi nuda
I volle che Canova facesse il ritratto del- anche la mia statua colossale a cavallo?
la novella imperatrice sua consorte, sol- — Questa deve avere il costume eroico :

lecitandolo a ritornare a Parigi,e questo i vecchi re di Francia, e il vostro Giù»


4* V EN V EN
seppe II iti Vienna, o Madama, sono così vava sempre a punto, senza però che il

perchè sono a cavallo". Canova


dligiali, pensiero nulla perdesse del suo valore
francamente, per l'amore ohe aveaal Pa- e di certa quale irresistibile incisione.
pa ed a Roma, piti volte affettuosamente L'imperatrice guardava Canova con me-
deplorò la condizione dell'uno e dall'al- raviglia mistacon una contegnosa sod-
ti a, perchè separali.»* Ma noi, soggiunse «lisfazione ". Allora Canova incoraggia-
Napoleone I,faremo Roma capitale d'I- to maggiormente, continuava il suo te-
i dia, e vi aggiungeremo Napoli. Che ne ma: persuaso che l'animo dell'impera •

dite? ne sareste contento? — Le arti po- lore non fosse tirannico, ma solo gua-
trebbero ricondurvi la prosperità. La Re- sto dagli adulatori che gli nascondevano
ligione favorisce le arti, e questa, o Sire, la verità. Pareva che Canova avesse Ti a
questa sola le ha sostenute presso gli egi- sua libera disposizione, e per se solo, il

si, i greci ed i romani. I lavori de' ro- Napoleone credente.Dopo uno di que'mo-
mani portano tutti l'impronta della Re- vimenti d'artista, che pareva a null'altro
ligione. Questa salutare influenza sulle intento che a più profondamente studia-
fi iti le ha salvate ancora in parte dalla re il suo modello, siccome poi confidò
rovina de' barbari. Tutte le religioni so- al grazioso eloquente storico, continuò.
no benefattrici delle arti; e quella eh' è » Ma, Sire, perchè Vostra Maestà non si

più. particolarmente e più splendidamen- riconcilia inqualche modo col Papa? —


te la loro protettrice e la loro madre, è Perchè i preti, signore, vogliono coman-
la vera Religione, la nostra Religione dare dappertutto, ed esser padroni di tut-
cattolica romana. I protestanti, Sire, si to (pretendeva di credere Napoleone), co-

contentano
1
d' una semplice Cappella e me Gregorio FII(F.). —
Mi pare però,
d una Croce, e non porgono occasione Sire,che ciò non si possa temere oggidì,
d'eseguire pregevoli capolavori d' arte. poiché Vostra Maestà è padrone di tutto
Gli edifìzi eli essi possedonofurono fab- in Italia. — I Papi hanno sempre tenuta
bricati da altri ". L'imperatore voi tosi repressa la nazione italiana, quando \\ov\

a Maria Luigia, interrompendo Canova, erano neppure signori in Roma (qui Na-
esclamò:*» Egli ha ragione, niente hanno poleone si mostra ignaro della storia), in
«li bello i protestanti". In un'altra sedu- grazia delle fazioni de' Colonna e degli
ta, non mostrando fare attenzione che a* Orsini (altri errori storici di Napoleone).
tratti dell'imperatrice ea'lineamenti dol- — Certamente, o Sire, se i Papi avessero
ci e delicati del suo viso, e dando ase stes- avuto l'ardire di Vostra Maestà, ebbero
so un'intrepida missione innanzi al Gio- bei momenti per diventare i padroni di
ve Italico (sic), Canova parlò ad un tratto tutta Italia! — Questa ci vuole, mio si-

«li Pio VII. »» Le prime parole che sfug- guore,l'interruppe Napoleone I, toccando
girono al veneziano furono si forti, che l'eLa della sua spada, la spada ci vuole
temetteperun momento d'aver commes- (ma Napoleone, come pur leggo nell'Ai*-
sa una imperdonabile imprudenza, ma taud, avea detto a'suoi ministri: trattale
il sopracciglio di Napoleone l non avea colPapa come potenza che disponga di
annunziatola burrasca ; ascoltava egli at- 2oo,ooobaionetle prontejeduuo de'suoi
tentamente questi rimproveri, che per più illuminati ministri, Cacault, scriveva
quanto fossero forti e tendessero eviden- a'27 ottobre 1802 a Napoleone: Il Pa-
temente ad un diretto fine, erano però pa è affezionalo alla Francia, ma dev'es-
articolaticon un accento gentile, rispet- sere rispettato e ubbidito come un sovra-
toso, con quel noti so che del carezze- no che avesse cinquecento mila uomini
vole veneziano che tanto allctta, in una a'suoi comandi. Lievissimo paragone del-
lingua dove la parola propria uon arri. l' un a» e usa forza morale de'Papi,a cui per
V EN YEN 43
lo meno piegano li ginocchio, nelle cin- d' Austria, voleva la mia morte ". —E
que parti del mondo, duecento milioni vero, riprese Maria Luigia. Canova, —
d'individui !).
r

Non la Spadn(P .) sola, co'suoi magnanimi sensi avea detto tut-
con essa il liuto (bastone ricurvo usato to quello che poteva dire un cristiano co-
dagli auguri; ma il Canova, poiché tutti raggioso, e ripartì per Roma, da lui a-
i grandi artisti hanno privilegiato inge- mata quanto Venezia, ricusando la digni-
gno, dono di Dio, e sono eruditi, intese tà di membro del senato di Parigi. Egli
alludere al Pastorale). Ma finalmente, dunque procedette avanti quello che fa-
Sire, giacche voisietegiuntoa tanta gran- ceva tremare lutti, da cattolico e da ita-
a
dezza colla vostra spada, non permettete liano (Canova ritornò poi una 3. volta
che i nostri mali si accrescano, lo ve lo a Parigi da Luigi XVUI, per commis-
dico ingenuamente, se non sostenete Ro- sione di Pio VII, per ricuperare a Roma
//jtf,essa diviene quella ch'era allora quan- i capi d'opera di scultura e pittura, ol-
do i Avigno-
Papi trova vansi stanziati in tre gli arazzi ivi trasportati: ne ragionai

ne". L'i muratore parve vivamente com- nella biografia del Papa e altrove. Vi
mosso e colpito da questo fatto; disse con si recò col fido e colto Acate, il fratello
r
forza. >* Ma mi fauno resistenza? E che? uterino mg. Sartori-Canova. A tanto
non sono io forse il padrone della Fran- nome, mi piace qui aggiungere, agli o-
cia, di tutta Italia, di tre grau parli del- nori funebri resi all' illustre prelato e
la Germania? non sono il successore di dichiarati nel voi. XCI,
276, quelli p.
Carlo Magno l Se i P»pi d'oggidì fos- annunciati dalla Civiltà Cattolica de' io
sero stati come Papi d'unai volta, il tut- febbraio! 8 5g a p. 479. Giuseppe da Col,
r
to sarebbe assestato (opinione privata di Discorso funebre per Mg. 111° e Rev.°
Napoleone: del resto m'appello alla Sto- Vescovo di Mindo Giambattista Sar-
ria). E i vostri veneziani, sì, essi pure, tori-Canova, letto nelle solenni esequie
non ebbero brighe co'Papi ? — Non sino fatte nel tempio diPossagno dalla con-
al punto ove si è portata Vostra Maestà. gregazione delle scuole di Carità nel 26
— Ma iu Italia il Papa è tutto tedesco'*. luglio 1 858, Castel Franco tipografia di
E iti così dire, Napoleone I guardò l'im- Gaetano Lougo 1 858. Neil' esequie di
peratrice. >» Posso accertare, l' impera- Monsignor Giambattista Sartori- Ca-
trice rispose, che quando io era in Ger- nova vescovo di Mindo, celebrate in Cre-
mania, vi si diceva che il Papa era tutto spano il 3 agosto 858. Orazione del-
1

francese". Napoleone I continuò: » E- Vab. Giuseppe Jacopo prof Ferrazzi }

gli non ha voluto (Pio VII) cacciare ne Bassano tipografia di A. Roberti 858).

1

i russi, ne gl'inglesi, ne gli svedesi, né i Per le vicende politiche, l'imperato-


sardi da' suoi stali". 5 novembre l'im-
Il re Francesco I, dipoi nel 181 2 si collegò
peratore, prima di congedare Canova, col genero; indi avvicinandosi il tramon-
volle dargli un'idea della sua potenza, to della fbrluua Napoleonica, altra av-
per mostrargli il perchè non dovea mai ventura, catnbiatrice di destini, sovrasta-
dare addietro.* Signor sì, ho sessanta mi- va intanto all'Italia. Narrai in tanti ar-
lioni di sudditi, da otto a novecento mi- ticoli, che Napoleone I nel 181 1 si pre-
la soldati, centomila cavalli. Gli stessi an- parò alla strepitosa guerra controia Rus-
tichi romani non ebbero mai forza pari sia, alleata dell'Inghilterra, e nel 18 12
olla mia. Ilo dato quaranta battaglie: in marciò ad invaderla; ma non ostante i

quella di Wagiam ho sparato centomila progressi fatti, tentò inutilmente paci-


colpi di cannone, e questa signora, ag- ficarsi coll'imperatore Alessandro I, si ri-

giunse volgendosi all'un pelatrice, sì, que- tirò da Mosca e perde il fioritissimo eser-
sta signora, che allora era arciduchessa cite, nel quale erano tanti valorosi ita-
>

W VEN VEN
liani, eneli8i3 ville l'i m perai ore Fran- conquistando gli austriaci, ed a' presidii
cesco I suo suocero collegarsi contro di lisciati Osopo e
a Venezia, Palmanova,
lui colla Russia, l'Inghilterra e la Prus- armata a 32, 000
altrove, ridussero la sua
sia, cui poi si unirono altri sovrani e la combattenti; nondimeno la posizione gli
Baviera, per ripristinare l'equilibrio eu- permetteva sostenersi contro le forze su-
ropeo, onde da essi gli fu dichiarata la periori austriache, anzi di respingerle si-

guerra. Nella Sassonia e ne' campi di no a Pilcante, facendo il simile Gifllen-


Lipsia a' 8 ottobre, colla famosa disfat-
i ga in valle Trompia. Intanto Hitler a'
ta di Napoleone l,si vendicarono collega- i novembre lasciò Marschal condue briga-
ti delle lunghe ingiurie sofferte. Raccon- te sotto Venezia, già da'3 ottobre bloc-
tano il cav. Mulinelli e il cav. Coppi,con- cata anche per mare dagl' inglesi, che da
sequenza degli strepitosi guerreschi av- più. anni ne dominavano il mare; a'.i5
venimenti, paesi veneti si trovarono
i fu respinto dal viceré a Caldiero e Colo-
esposti allearmi austriache, comandate gnola, sino alla riva sinistra dell' Alpo-

dal principe Enrico XV di Reuss-Plauen, ne; ma però, avanzatosi a' 19 Hiller con
prima a mezzo del generale in capotili- molte truppe, ad assalire il posto di s.

lei* facendo cominciare le olfese nel fine Michele, difeso da circa 4>°oo francesi,
di settembre; prese Trieste, e spedì trup- dopo resistenza gli obbligò a ritirarsi in
pe sufficienti per ricuperare la Croazia, Verona. Nel tempo stesso il general Nu-
l'Istria e Dalmazia. Laonde il viceré
la gent, essendosi imbarcato a Trieste so-
Eugenio tempo avea ordinato le cose
a pra bastimenti inglesi con 3,ooo soldati
necessarie alla guerra imminente. Aven- di diverse nazioni, a' i5 novembre per
do egli da 70,000 uomini, con molta operare nelle Legazioni pontificie, passa-
prudenza li divise in 3 principali corpi ; to il Po e l'Adige, «barcò nell'imbocca-
il 1. "comandato da Grenier pose campo tura del canale di Mesola, es'inipadrouì
sulle rive dell'Isonzo e del Tagliamenlo; delle rive del Po a Goro ed a Volano, e
il i.° diretto da Verdier si stabilì a Vi- poi si mise in comunicazione con Hiller
cenza, a Castelfranco, a Bassanoea Fel- e il forte dell'esercito austriaco, a'2 i no-
tre; il 3.° governato da Fino, a Padova vembre nel Padovano. In tal giorno, già
e a Verona alloggiava. Ma forti gli au- occupati da' vincitori tutti i passi, tutti i

striaci di buone ragioni, ed avendo po- i canali che conducono alleLagune di Ve-
poli amici, il viceré li combatté inutil- nezia, questa perde l' unica via che le

mente, benché da condottiero valoroso rimaneva ancor libera dalla parte di


ed esperto, facesse onorale fazioni sull'I- Chioggia e di Brondolo,e restò perfetta-
sonzo, sul Piave, ed a Rosa presso Bas- mente bloccata e con essa Chioggia e le
sano ; ed eziandio ad onta di altri sforzi, isole tutte delle Lagune. Venezia intera-
e che barbaramente ordinasse il brucia- mente imprigionata, conteneva una po-
mento del ponte sul Brenta a Bassano, polazione di 160,000 persone compresa
famosa opera di Bartolomeo Ferracinu. quella delle isole (le donne eccedendo di
Obbligato quindi V esercito di Eugenio 10,000 sugli uomini), oltre il presidio
a ritirarsi, fissò a Verona suoi alloggia- i che sommava a circa 1 1,000 soldati. Il
menti nel principio di novembre, sicco- veneto cav. Mulinelli ci dà P esatto sta-
me posizione strategica e munita, dopo to della città di Venezia e delle isole,

aver perduto ne' diversi combattimenti uelTattualità del blocco generale; quel-
circa 6,000 uomini, e quasi altrettanti lo de'diversi corpi della guarnigione ita-
gli austriaci. Le perdite fatte, aggiunte liani e francesi, delle occorrenti razioni
alle diserzioni de'soldati appartenenti al- 1 5,ooo quotidiane; la disposizione della
le pro\incie sgombrate, che andavano forza marittima composta in tutto di
VÉN VEN 4-5

4,5oo noncompresaneidetio numero (^ c


i
' ti penuria del necessario al sostentamen-
presidio, l'enumerazione della squadra, to, tranne gPiufortunii che deplorerò. E-
della riserva, della flottiglia ripartita nel- sauslo l'erario e fatto ancor più povero
con 7 divisioni. Ricorda il Gior-
le località dal viceré pel ritiro di 160,000 lite, che
nale che contiene quanto è accaduto di disse di sua ragione, intendeva Seras a
militare e politico in Venezia e circon- ristorarlo coll'imporre un prestito di óv.e
dario durante l'assedio cominciato col milioni di lire, nel termine di 24 ore, e
giorno 3 ottobre 8 1 3 e terminato nel 20
i da ripartirsi sopra nicchi mercanti e pos-
aprileiSì^, Venezia 1 8 4s dalla fonde- 1
sidenti, guarentendolo però con altret-
ria e stamperia di Giovanni Parolari. Ri- tanto valore di argento vivo di regia ap-
porta pure lo stato della qualità e quan- partenenza. Poi, affinchè i cannoni della
tità de'diversi articoli di vitluaria perve- fortezza di Lido potessero liberamente
nuti in città dalla parte di mare duran- giuocare, ordinò la distruzione de' molti
te il blocco, senza pagamento di dazio, e vigneti e delle case che fino a Malamoc-
perciò preciso; non compresi molti altri co facevano ricca e deliziosa quella ma-
generi portati in Venezia dalla terrafer- rina; volle pure che rimpetto alle popo-
ma, non denunciati ad alcun uffizio. 11
e lose vie di Castello, della Piazzetta e del-
general Seras militarmente e con solda- le Zattere gettassero le ancore il Rigene-
tesca licenza governava Venezia, mentre ratore, Bernardo e il Castiglione,
il s.

con molto accorgimento e amore la reg- vascelli da 64 cannoni, affinchè la miglior


geva qual podestà il conte Bartolomeo parte di Venezia potesse provare il terri-
Gradenigo illustre patrizio veneto che
, bile efletto di quelle molte artiglierie; or-
avea sostenuto luminosi uffizi per la sua dinava in fine, che ninno, passata mez-
repubblica, e con molta lode ambascia- zanotte, girasse per la città senza lume,

te. Dichiarata dal viceré Eugenio la cit- ordine tramutalo in vero trastullo, la le-

tà in istato d' assedio dal precedente ot- tizia non essendo mai mancata, finché >l

tobre, e sospese per i5 giorni le gabelle tifo divenuto generale contagio fece stra-
sulle grasce, si era giovato il podestà per ge. IVloltiplicaronsi gli accattoni nel chie-
invitare i cittadini a provvedersi ciascu- der per le vie l'elemosina, già vietali, ma
no di vettovaglie, almeno per 6 mesi, e le conseguenze del blocco e del malore
per ordinare a lutti i venditori delle co- aveano diffuso il bisogno anche nelle classi

se necessarie al vitto e alle bevande, di agiate e nel clero, quindi si dovè lasciar
provvedere copiosamente loro fondachi; i libero il freno alla questua, vedendosi poi
una commissione annonaria poi, com- intere famiglie limosinare lungo il Pon-
posta de' personaggi integerrimi JNicolò te di Rialto e la Merceria. Ma la carità
Bianchini, Francesco Banchieri, Giusep- veneziana, con esempio meritevole di pas-
pe Giovanelli, Angelo Zusto e Vincenzo sare ricordato alla più tarda posterità,
Dario Paolucci, fu deputata a impedire i come esclama il conte Priuli , Discorso

monopoli! de'venditori, e di vegliare sui sugli Asili infantili^ p. 53, seppe in quel-
giusti pesi e misure. Per questi saggi prov- la terribile e stringente circostanza sosti-
vedimenti, e per una gran latitudine di tuire oro all'oro, che il male interpreta-
acque e di valli, che abbondevolmente to italico decreto de'25aprilei 806 d'av-
somministravano saporito e delicato pe- vocazione allo stato de' beni delle sedi-
sce, e per la destrezza de'barcaiuoli nel- centi mani morte, sinonimo delle bene-
l'introduzione delle vettovaglie, evitando fiche comunità religiose, avea rapito aile
ì legni inglesi e le vedette austriache, e parrocchiali fraterne de' poveri (poi in
profittando de'porti e degl'innumerevoli gran parte rivendicato nel 826 dalla vir- 1

rivoletti delle maremme, Venezia noD pa- tù di Francesco 1). In queste strettezze,
-

4f> V E N V E N
%Seras tempestava con una 2." tassa di ni- del Neipperg, l'arciduchessa avesse spo-
tro milione, senza che, tentili i giorni di sato il conte Carlo di llom belle* ausimi
carnevale, s'intralasciassero le maschere, co,suo maggiordomo e presidente ilei con-
i teatri, le musiche, le danze. In così stra- siglio), a'20 partì egli per l'isola dell'El-
no contrasto di lutto e di feste, di mise- ba di Toscana (V.)>* lui assegnata. Do-
rie e di gozzoviglie, sopraggiunse un fred- po la deposizione di Napoleone, i confe-
do insolito da accrescere le sciagure, to- derati parteciparono al savoiardo conte
gliendo in gran parte agli assediati vene- Bellegarde maresciallo austriaco, già sor-
7Ì;mi il cibo goduto in abbondan-
fin allora rogito ad Hiller comandante in capo del-
za e a vii prezzo; imperocché pel gelo del- l'armala d'Italia, perevitare inutile spar-
le acque perì infinita quantità di pesce gimento di sangue, di procurare di con-
nelle valli, ne'canali e ne'vivai. Nel me- cludere un armistizio col viceré Eugenio,
desimo tempo mostra varisi asciutte le ci- ch'erasi ridotto colcampoa Mantova, fi-
sterne, maggiormente scemò il vino , si gli vi acconsentì facilmente, essendo per-
difellòil pane,e i poveri ascesero a44. 1 67. suaso dell'inutilità d'ogni ulteriore guer-
E pure, un altro milione e mezzo s' im- ra, e d'altronde volendo tentare se pote-
poneva, e tale fu il pubblico malconten- va in quelle circostanze conservare gli a-
to che Seras si mise sulle difese a s. Ste- vanzi del reg««o Italico. Quindi radunati-
fano ove abitava. Venne la s. Pasqua, e si nel castello di Schiarino-Iiizzino pres-
riuscì affliggente per la carezza de'vive- so Mantova, il conte e luogotenente ma-
ri, vendendosi molta carne di cavallo per Neipperg austriaco, il generale
resciallo
vacca, e gatti per lepri ed a caro prez-
i comandante il genio d'Italia Dode de la
zo. Finalmente, mosso Dio a misericordia Brunnerie francese, e il general Zuccbi
de'popoli, e de'roali de'veneziani già pros- italiano governatore di Mantova, a' 16 a-
simi a patire casi estremi, opportuna-
i prile sottoscrissero la convenzione mili-
mente cambiare destini d'Europa.
fece i tare, che riporta il Mutinelli , ratificata
Vinto Napoleone I da'collegati, a'3 mar- 1 dal Bellegarde e dal viceré Eugenio, che
zoi8i4 entrati essi trionfalmente in Pa- il Coppi così compendia. » Fosse armi-
rigi, a' 2 aprile il senato lo dichiarò de- stizio fra le truppe comandate dal conte
caduto dal trono, ed a'6 Luigi XVIII fu Bellegarde, dal re di Napoli Murai (ch'e-
riconosciutole di Francia. Costretto Na- rasi collegato con l'imperatore d'Austria
poleone l* 1 aprile ad abdicare le sue di-
1 contro il cognato Napoleone), e da lord
gnità per se, e pel figlio Napoleone II (il Bentinck, e quelle capitanate dal viceré
quale partì per Vienna colla madre, poi Eugenio. Le truppe francesi, facenti par-
duchessa di Parma, Piacenza e Gua- te dell'armala del viceré, rientrassero nel-
stalla. Questa principessa, dopo la mor- le frontiere dell' antica Francia al di là
te di Napoleone, prese in consorte il con- delle Alpi, e incominciassero il movimen-
te Alberto Adamo di Neipperg tenente to dopo due giorni se non ricevevano pri-
maresciallo nelle truppe austriache e ma ordine dal loro governo. Le italiane
suo cavaliere d'onore, che poi morì nel continuassero ad occupare tutta la par-
1829. Da questo ebbe figli, de'quali al- te del regno d' Italia, e quelle piazze che
la sua morte erano viventi A Ibertina mo- non erano state ancora prese dai col-
glie del conte Luigi Sanvitale, ed Alber- legati. Le austriache potessero attraver-
to che volgendo in italiano il cognome sare il regno d' Italia per le strade di
di Neipperg fu denominato il conte di Cremona e di Brescia. Una deputazione
Montenuovo, ed era allora nell'esercito del medesimo regno avesse la libertà di
austriaco col grado di maggiore. Si cre- portarsi al grande quartiere generale de'
dette generalmente, che dopo la morte collegati, e nel caso che la risposta non
V E N V E N 47
fos^p tale da conciliare il tuffo, U ostili* fosse la durata. Toltasi di notte tempo la
tà fra 'collegati e gl'italiani non dovesse- statua di Napoleone, per ovviare ad altri
ro incominciare chef 5 giorni dopo rice- oltraggi, scomparse tutte le memorie del
vnte le determinazioni dell'alte potenze suo regno,nomi, immagini, insegne; per-
collegate. Le piazze di Osopo, di Palma- suasosi finalmenteDuperé,e divenuta Ve-
nova, di Legnago e di Venezia, ed i forti nezia nuovamente austriaca, veneziani i

dipendenti, fossero rime«se nell'attuale lo- abbandona vansi a inaspettata gioia/esteg-


ro stato agli austriaci nel giorno 20 apri- giando con luminarie, con tripudi, e con
le; le cui guarnigioni ne sortiranno cogli processioni solennissime delle parrocchie
(inori militari, armi e bagagli, essendo in alla basilica di s. Marco (sulla cui porta
libertà di seguirle le autorità civili, am- fu collocato il ritratto del gloriosoPio VI I,
ministrative e giudiziarie, lasciando alle che a' 24 maggio rientrò trionfalmente
autorità austriache le carte e gli archivi". nella sua Roma), di ringraziamento alla
Si ha di Federico Coraccinì, Storia del- B. Vergine sotto i cui possenti auspicii fu
J
l'amministrazione del regno d Italia du- fondata la città, per la cui intercessione
rante il dominiofrancese) Lugano 823. 1 DioTavea preservata nella decorsa dolo-
Saggio storico dell'amministrazione fi- rosa epoca, da que'flagelli co'quali la di-
nanziera del regno d'Italia da li 802 al vina giustizia avea punito le colpe di al-
8 4 di Giuseppe Pecchio, Milano 826.
1 1 1 tre nazioni (come si esprime I* invito del
J
Storia del regno d Italia divisa in 4 #• podestà, riprodotto dal Mulinelli colla de-
bri di Fabio Mulinelli, Venezia tipo- scrizione delle processioni); ed insieme so-
grafìa Cecchini
1848, libro che merite- lennizzando il felice avvenimento, invia-
rebbe ed amplia rione e ristampa, cose rono deputazione a Vienna all' impe-
in
agevoli all' illustre e operosissimo scrit- ratore Francesco 1 il podestà Gradenigo,
tore. Daniele Renier suo predecessore, e Gar-
3. Venezia liberata dal blocco,con gran- il loro ossequio. Se-
zoni, per tributargli
de esultanza accoglieva a' 19 aprile pri- i guì poi a'23 aprile ima convenzione fra
mi soldati austriaci (il conte Brillìi dice Eugenio viceré e Bellegarde, in forza del-
a'20), accorrendo il popolo, tumultuan- la quale gli austriaci occuparono tutto il

do, a svillaneggiale e minacciar rovina al regno Italico colle fortezze, a tenore del
marmoreo simulacro di Napoleone, men- trattato di Fontainebleau degli i, fra le 1

ti Duperé, contrammiraglio francese, o-


e potenze alleate e Napoleone, per aver que-
sanandosi a non volere ri conoscere altra sti rinunziato per se e suoi discendenti, co-
autorità che quella di Napoleone I, non me pure per ciascuno de'membri di sua
laconvenzione di Schiarino-' Rizzino, e di- famiglia, a qualunque diritto di sovrani-
chiarando di non voler cedere suoi va- i tà e di dominio sul regno d'Italia. Dice
scelli sovrano, stava già
a qualsivoglia di Eugenio il Coppi: Fece tentativi per
colle miccie accese presso cannoni per i avere il regno d'Italia, della di cui divi-
ridurre nell'ira sua in un mucchio di sas- sione avea trattatocon Murat, quandori-
si l'emporio di meraviglie dell'innocente voltato contro Napoleone lo combatteva.
città, già metropoli di quella repubbli- Che dopo la caduta di Napoleone, il re-

marchese MatTei
ca, dal celebre veronese gno Italico restò abbandonato alle pro-
nella sua Verona illustrata, chiamata prie forze, bensì ragguardevoli, ma in-

nella dedica che le fece di tale dottissima sufficienti a sostenerlo; ed Eugenio,il qua-
opera, all'inclita repubblica Veneta uni- le da principio con modi graziosi uniti
ca discendenza della Romana, dicen- alla fama militare e alla civile prudenza,
dola pure Repubblica eterna, come non erasi procacciato l'alletto di molti, dive-
senza fondamento si lusingava che tale ne nuto poi burbero, parziale de' francesi da'
4« V EN V EN
quali era circondato, e disprezzato! e de- bilimenti d'Italia, per opporsi da questa
gl'italiani, si era infine concitata un'av- porte all'eventuale ambizione della Fran-
versione quasi generale. Che Napoleone, cia, onde fra le altre cose si con venne: Che
nel ricordato trattato colle potenze , a- ricuperasse tutta le provincie chea vea ce-
veva pattuito ridursi a un milione I' as- duto co'trattati di Carnpoformio, di Lu-
segnamento all' imperatrice Giuseppina, nedile, di Presburgo, di Fontainebleau
morta poi a'29 del seguente maggio, ed e di Schònbiunn. Perciò in Italia aves-
al figlio di lei Eugenio fosse dato un con- se nuovamente Milano, Mantova, e tut-
veniente stabilimento fuori di Francia; il stati veneti di Terraferma. Possedes-
ti gli

quale poi fu risoluto in cinque milioni seinoltreqnalunque altro territorio com-


di franchi, che gli pagò il re delle due Si- preso fra il Ticino, il Po e il mare Adria-
cilie, e nella conservazione dell'appannag- tico. Ebbein tal guisa alcuni distretti sul-
gio statuito precedentemente neliBio da la riva sinistra del Po, che anticamente
Napoleone d'una rendita d'un milione di appartenevano a Panna e al Ferrarese;
lire, per la maggior parte formato co'be- ed inoltre le valli di Valtellina, di Bor-
ui ecclesiastici delle Marche, per cui con- mio e di Chiavenna , ed territori! che i

venne a Pio VII darglieli in enfiteusi, con una volta formavano la repubblica di Ra-
]audemio e annuo canone però riser- ,
gusi. Già l'imperatore Francesco I sino
vandosi redimerli, il che fu gloria di Gre- da'7 aprile 8 i5avea pubblicato una leg-
1

gorio XVI. Del resto, il principe Euge- ge fondamentale con cui in sostanza di-
nio si ritirò in Baviera presso il suocero spose. » In conseguenza de' trattati con-
Massimiliano 1, il quale nel 18 17 gli con- clusi restare in perpetuo incorporate al-

ferì i titoli di duca di Leuchtenberg, di l'Impero Austriaco le provincie Lombar-


principe d'Eichstadt, e di altezza reale : de e Venete, come anche la Valtellina,
dichiarò la sua casa, la prima della mo- eie contee di Chiavenna e di Bormio. Per
narchia bavarese, e il rango immediato consolidare poi vincoli al suo impero, e-
i

presso i principi della famiglia reale. 11 rigere queste provincie in Regno col ti-
principe Eugenio, dicesi ch'ebbe una ren- tolo di Lombardo-Veneto. Si conservas-
dita di sei milioni , fu magnifico ed e- se l'antica Corona di ferro come corona
conomo, e morì a Munich a' 21 o 26 di questo regno; ed i suoi successori do-
febbraio (altri vogliono 24 settembre) vessero colla medesima essere coronati
1824. 1 suoi figli s'imparentarono col- al loro avvenimento al trono. L' ordine

le corti di Svezia , Russia , Portogallo , della Corona di ferro, regolato con nuo-
Brasile ec, ne'quali articoli ne parlai. Fu vo statuto , essere ammesso fra gli altri
erede di sua madre; e dalla sua sorella ordini equestri della Casa imperiale. Si
Ortensia regina d' Olanda, e moglie di sarebbe in questo nuovo regno fatto rap-
Luigi fratello di Napoleone, nacque il re- presentare da un viceré. Per agevolarne
gnante imperatore de'francesi Napoleone poi l'amministrazione, il medesimo fosse
111. Eurico XV principe di Reuss-Plauen, diviso in due governi separati dal Min-
continuò per l'Austria a governare prov- cio. Ogni governo fosse diviso in provin-
visoriamente Venezia eie provincie ve* cie, e queste suddivise in distretti e comu-
liete, colle leggi e colle forme italiche. In- ni. Per conoscere poi i desiderii e i biso-
tanto, adunatosi il famoso congresso di gni degli abitanti , e per mettere a pio-
T ienna (V.), per ristabilire le auliche so- fìtto uella pubblica amministrazione lu- i

vranità e regolare 1' equilibrio politico mi ed i consigli che loro rappresentanti


i

d'Europa, oltre altri affari, si riconobbe potessero somministrare a vantaggio del-


dovere 1' Austria essere forte e in istato la patria, aver determinato d'erigere col-
di poter facilmente soccorrere i suoi sia- legi permanenti, composti di varie classi
V E M VEN 49
d'individui nazionali. Per taleeifetto sareb- ca fratello, reduce dall'aver co'suui allea-
bero istituite tluc congregazioni centra ti vinto l'ultimo tentativo fatto da Napo-
li, Milano (capitale delle provinole lom-
in leone a Vaterloo, per la 1.* volta onoiò
barde), ed in Venezia (capitale delle pro- di sua presenza il veneto territorio, giun-
vincie venete), ed in ogni provincia sa- gendo a Bassano la sera de' 29 ottobre
rebbe creata una congregazione provin- i8i5coirimperatriceMaria Luigia d'E-
ciale cbe risiedesse nel capoluogo ". Nel ste, fra le festevoli dimostrazioni di quel-
dì seguente 8 aprile, avendo l'imperato- l'ameno paese, saggio delle maggiori con
re ordinato clie non fosse prorogato il
, cui Venezia l'onorò. Penetrata questa dal
solenne omaggio di fedeltà e di sudditan- più vivo entusiasmo, esultante l'incon-
za da prestargli dagli abitanti del nuo- trò a'3 i ottobre a Lizza-Fusina,e per la

vo regno, a questo effetto mandò subito Laguna con treno di splendidissime pen-
in Italia il fratello arciduca Giovanni, co- te e bissone, seguito dagli arciduchi Fer-
me suo commissario plenipotenziario. dinando granduca di Toscana e Fran-
III

Non era intempestiva quella sollecitudi- cesco IV duca di Modena, e Ferdinando


ne ,
poiché pubblicata dal redi Napoli e Massimiliano suoi fratelli, come pure

Murat l'ambiziosa voglia d'impadronirsi dal celebre e benemerito principe Cle-


d'Italia e di farsi grandissimo, sotto colo- mente Lotario di Mettermeli, oltre altri

re di proclamare l'unione e l'indipenden- eminenti personaggi. L'augusto volle co-


za d'Italia quale uazione, dichiarata guer- noscere i bisogni tutti de' nuovi sudditi,
ra all'Austria, marciò con 4o>ooo uomi- visitò gli edilizi più cospicui, e tra'festeg-
ni e60 cannoni verso paesi veneti, e in i giamenti de'giubilauti veneziani, ricorde-
brevissimo tempo giunse al Po, investen- rò la cuccagna sulla piazza di s. Marco,

do a'7 aprile il ponte d'Occhiobello, ma il notturno corso di barche nel Canal


ripetutamente respinto, ne'primidi mag- grande, la regata, ed un magnifico ballo
gio restò sconfitto dagli austriaci presso mascherato nel teatro della Fenice (nel
Macerata e Tolentino. Ciò accadeva men- quale l'imperatore e l'imperatrice volen-
tre a'3 maggio in Venezia si giurava so- do onorare l'antico uso veneziano di ma-
lennemente ubbidienza e fede all'impe- scherarsi, presentavasi ih.° in tabarro e
a
ratore Francesco 1 , nelle mani dell' ar- bauta, la 2." in vesta e zendà). Per la i .

ciduca Giovanni, circondato dall'aureola volta s'illuminò a disegno, seguendo l'or-


de' suoi fasti militari , da tutti i rappre- dinearchitettonico delle meravigliose fab-
sentanti de'paesi veneti, essendo allora briche , la piazza di s. Marco ; si addob-
governatore Venezia il conte Pietro
di barono sontuosamente le botteghe della
di Goess. L'omaggio più formalmente si Merceria; altro festino fu ripetuto nella
celebrò nella basilica di s. Marco a'7, al sala de'banchetli del palazzo ducale; si
>
modo narrato dal Mutinelli, con allocu- vararono il Cesare e \ Augusta J
vascel-
zioni e discorsi della circostanza, termi- lo il i.° di 74 cannoni, fregata la 2/ A-
nandosi col Te Deuni, e cou largo getti- vendo imperatore ricuperato i tesori
1*

to fatto dall'arciduca dall'esterna loggia d'arte e di scienze involati da' repubbli-


del palazzo de' dogi alla moltitudine, di cani francesi, volle che alla sua presen-
monete argentee appositamente coniate za si restituissero i 4 famosi cavalli di
del valore d'una lira italiana; indi nel- bronzo al sito loro, nel dì anniversario
l'antica sala de banchetti dogali, convitò del rapimento a'i3 dicembre, con gran-
tutti i rappresentanti delle provincie , e dissima festa e grida di pubblica gioia.
la pubblica allegrezza si compì con altri Partì 5 giorni appresso per Padova, ac-
festeggiamenti. L'imperatore poi, in con- coltovi in trionfo, e dalle venete provin-
formità delle promesse fatte dall'areidu- cie si condusse alle lombarde per Le-
vol. xeni. 4
8

So V E JN VE N
gnago. Nel 1816 le città ili Venetia, Ve- nimo, lo rivolse a beneficar Venezia, e
rona, Viceirza, Padova, Uiline e Treviso volle tosto rialzato sulla Piazzetta il Leo
fiimno ciascuna decorate evi titolo di AY- ne alato, ritornato da Parigi, ed a bear-
gie t col diritto d'aver ognuna un rappre- si nel veder reintegrata la città de'capo-

setitante presso il collegio centrale da isti- lavori del veueto pennello, e de' preziosi
Idi ni a Venezia, ed uu altro da stabilirsi libri ecodici; quiudi paiù,e dovettero an-
in ogni città principale di provincia , in che gli altri luoghi rispettare
il lutto, con

conseguenza della surriferita disposizio- astenersi da allegre dimostrazioni. Nelle


ne. Nello stesso tempo abolita l'italica de- provincie già componenti la repubblica
nominazione di dipartimenti, si riassun- di Venezia le cose ecclesiastiche erauo ri-
se da'paesi veneti 1' antica di provincie, maste sconcertate perchè Napoleone, co-
ripartite nelle seguenti 8: Venezia, Pa- me narrai, avrebbe voluto estendere al-
dova, Polesine, Verona, Vicenza, Trevi- le medesime il concordato del regno Ita-

so, Belluno, Friuli. Regie pur si dissero lico, e per conseguenza nominare a' ve-
le città di Rovigo, di Deiluno, di Bassa- scovati, alcuni de' quali erano riservati
nò. Ogni provincia fu divisa in distretti alla s. Sede. All'opposto Pio VII era fer-
e quella di Venezia in 8, cioè Venezia, mo nel principio che la giurisdizione ec-
Mestre, Dolo, Chioggia, Loreo, Ariano, clesiastica non cambia secondo le vicen-
s. Dona, Portogruaro. In altra forma si de politiche. Uniti que'dominii all'impe-
ordinarono i municipii , retto quello di ro d'Austria, si concertò la cosa che l'im-
Venezia da un podestà con 6 assessori. peratore Francesco I chiedesse il privile-
Fatto il novero degli abitanti delle pro- gio di nominare alle chiese patriarcali,
vincie venete sommarono ad 1,870,706. arcivescovili e vescovili tanto delle pro-
Si accrebbero notabilmeute in progresso vincie venete che di Piagusi , ed il Papa
a seguo, che nel § XVI, n. 1, parlando del- difatti lo concesse tantoa Francesco Iche
le statistiche, potei registrare 2,321,52.5 a'suoi successori cattolici. Fu bensì sog-
abitanti, llche mostra floridezza e benes- giunto che » la nomina si facesse nel tem-
non ostante rapili dal terribile mor-
sere, i po stabilito dal diritto canonico, ed i no-
bo cholera. Mantenute finalmente o mo- minali per ottenere l'istituzione canoni-
dificate le leggi relative ai pubblico in- ca dovessero adempire a tutte quelle co-
segnamento, erano conservate quelle che se alle quali per legge e consuetudine e-
miravano allo studio delle belle arti. In rano obbligali. La bolla d'indulto diret-
questa guisa dopo 20 anni di sovverti- ta all'imperatore Francesco 1, Niìdl Ro-
menti e di guerre continue, si giudicò op- mani Pontifìces, de'3o settembre 1817,
portuno di promuovere efficacemente, ol- si legge nel Bull. Rom. cont. t. 14, p.
tre le belle arti, anche le necessarie con 389. Addolorata Veuezia per l'anteriori
incoraggiamenti e premi. L'imperatore pioggie e patito contagio del tifo (nel 1 8 1
tornato nelle provincie venete, restò af- co'tipi dell' Andreola pubblicò il profes-
flitto in Verona pei la pianta perdita del- sore Federigo: Le costituzioni de tifi, che
l'imperatrice Maria Luigia d'Este, avve- predominarono in Venezia negli anni
nuta a'7 aprilei 8 16, oude senza pompa 1 80 1,1806,181 3, 1814 e 181 7), a'6 ot-
riparava in Venezia accompaguato dalla tobre dello stesso 1 8 1 7 un Basilio Caievich
figlia Maria Luigia moglie dì Napoleone vi portava la peste, da Cavalla città della
rilegalo a s. Elena (di cui nel voi. XXXV, Romelia; ma
per merito delle sanitarie
p. 120), e ristrettosi in Dio piamente as- provvidissime precauzioni, dopo alcune
sistè in s. Marco alle commoventi cere- vittime, rimase vinta nell'isola del Laz-
wonie della settimana santa. Finite le fe- zaretto vecchio ov' erasi sviluppata, ces-
ste di Pasqua e rinfrancatosi alquanto l'a- sando l'allarme della città, e ne ragiona
V EN VEN 5i
ilFederigo nella Topografìa fisico-me- nezia, di Genova e di Lucca, e molti gio-
dica della città di Venezia. A sì tristi av- vani studenti concepirono ammirazione
venimenti,nel 8 1 8 successero! lietissimi,
1 per l'antica repubblica romana, e brama
dellanomina a viceré del regno Lombar- di vederne il ristabilimento in alcuna del-
do-Veneto dell'inclito e umanissimo ar- le rivoluzioni che potessero accadere. Al-
ciduca Giuseppe Ranieri; e del nuovo ma- tri più moderati restringevano i deside-
ritaggio dell'imperatore Francesco I con ri'! a governi misti, denominati comune-
Carolina Augusta figlia di Massimiliano mente costituzionali. Fra tante idee, in-

I re di Baviera, a cui le proviucie vene- sorsero alcuni audaci che azzardavano


te fecero quell'artistico e nobile dono spo- cospirare, ed altri turbolenti che si uni-
sereccio, che descrive il cav. Mulinelli e vano in società di Sette segrete e pro-
l'opuscolo: Omaggio delle Provincie Tre- scritte,per ottenere colle trame quello
nete alla Maestà di Carolina Augusta che non potevano conseguire in altri mo-
imperatrice d'Austria, Venezia tipogra- di. E questi ultimi declamando, invei-

fia Alvisopoli 1 8 1 8. Indi gì' imperiali vano non solo contro i governi assolu-
coniugi onorarono Venezia di loro presen- ti, ma eziandio contro il clero, massime
za da' 17 a'27 febbraio 1819, seguiti da regolare. Da tultociò seguirono grandi
splendida corte, sotto il modesto titolo di rivolgimenti politici nel 1820 nel regno
duca e di duchessa di Mantova, e ricrea- delle due Sicilie, e nel seguente anno iu
tisi per alquanti dì nelle giovialità del quello di Sardegna, che raffrenati po-
carnevale, sempre in Venezia brillante, scia si rinnovarono dopo quasi un decen-
proseguirono il viaggio per Toscana, Ro- nio in altri slati. Celebratosi perciò in
ma (che spese circa 400,000 scudi, dice Verona il congresso con diversi sovra-
il Coppi), e Napoli, e riuscì una continua ni nel 1822, Francesco I termiuato che
festa trionfale: per Perugia, Firenze e il fu ambì di mostrare egli stesso la più

Veneziano ritornarono in Germania. Sul bella gemma della sua corona, Venezia,
1819 la polizia
principio del del regno ad Alessandro I imperatore delle Russie,
Lombardo- Veneto scoprì che nella pro- ed a Ferdinando 1 re delle due Sicilie,
vincia del Polesine sin dal 18 1 7 si era in- e vi si trattennero da' 1 2 al 26 dicembre.
trodotta la Setta de' Carbonari. Ne arre- Neli824 considerando l'imperatore che
stò alcuni soci, e dall'apposita commissio- dalla diversità del calcolo delle varie mo-
ne Michele di Mu-
stabilita nell'isola di s. nete che circolavano nelle provincie, deri-
rano, nel 1821 de'rei d'alto tradimento vavano sensibili pregiudizi al pubblico
i3 furono condannati alla pena di mor- traffico, e conosciuta la necessità d'un si-

te, che però dall'imperatore fu commu- stema monetario uniforme a quello degli
tata in quella del carcere, altri a prigio- altri paesi della monarchia austriaca, con

nia temporanea. Osserva il Mutinelli ch'e- decreto de' 6 febbraio venne introdotto
rano tutte persone di verun nome, e ap- anche fra' veneti, col cominciare ad aver
partenenti a que'paesi di Rovigo dal con- corso l'argentea moneta denominata lira
gresso di Vienna tolti al Ferrarese, non austriaca e divisa ini 00 parti chiamate
ostante le proteste di Pio VII. Frattanto centesimi. Nel 1825 Francesco 1 volle ri-
nell'Italia si tornò a vagheggiare l'indi- vedere l'Italia con l'imperatrice, e farla
pendenza nazionale; dopo i voti d'indi- ammirare anche agli eccelsi genitori del
pendenza venivano quelli dell'unità, al- Sire che ora regna, cioè il suo secondoge-
cuni però bramando uno stato solo, al- nito arciduca Francesco Carlo colla di lui
tri una confederazione. L'antico spirito moglie l'arciduchessa Sofia Doroteo,essa
repubblicano non erasi punto estinto col- pure figlia di Massimiliano I re di Bavie-
la distruzione delle repubbliche di Ve- ra; indi preceduto dalla duchessa di Par-
52 V L N V E W
ma, a' o.C) luglio rivide Venezia, ove lo netta e le provinole venete il 1 835. Dappri-
raggiunsero granduca e la
il granduches- ma con generale compianto moriva l'a-

sa eli Toscana, e il duca di Modena. Ve- mato e venerato imperatore Francesco I

nezia fece i rallegramenti consueti, la re- a*2 marzo, il quale testando lasciava a'
gata , la distribuzione di 60 doti di lire sudditi il suoamore, all'esercito isuoi rin-
5oo ciascuna, ad altrettante povere ed o- graziamenti; luttuoso avvenimento che fu
neste veneziane. La corporazione de'mer- profondamente sentito da Venezia, e so-
canti poi a' 28 luglio volle celebrare in lennissimi furono i funerali a lui celebra-
più giulivo e vago modo [a patria festa ti, ed in s. Marco il cardinal Menico pa-
detta Sagra di s. Alarla, descritta dal triarca con assai commovente orazione ne
31 u tinelli. Gli augusti H rsonaggi j
lietissi- disse le lodi. Il primogenito Ferdinando
mi partirono da Venezia a'9 agosto; in» 1 gli successe, a cui Venezia recò a piedi
Docenti gioie muta te presto in amaro com- dell'imperiai trono, colle condoglianze
pianto per terribili alluvioni, e violenta della fatta perdita, l'omaggio d'esultan-
tempesta de'9 dicembre. Rallegrossi pe- za del suo avvenimento alla corona in- ,

rò Venezia con vedere esteso a tutta la sieme a'deputati delle venete provinole.
città il porlofranco il i.° febbraio i83o Ed ecco apparire a mezzo settembre per
dalla benignità di Francesco l;e nell'an- la 1.* volta nelle provinole venete, e per
no seguente per l'esaltazione alla veneran- la !." in
1
quella precisamente di Venezia
da cattedra di s. Pietro del nobile bellu- la desolante e micidiale Pestilenza del
nese Gregorio XVI, che per lunghi anni cholera, che già avea riempito di spaven-
avendolo ammirato monaco e abbate ca- to e di stragi altre parti d'Italia. Penetrò
maldolese del monastero di s. Michele di l'orrendo miasma in Ariano, ed a' 9 ot-
Murano in isola, e conscia dell'affetto che tobre nella stessa Venezia, e nella assai
le portava, loconsiderava quale cittadino, popolosa contrada di s. Pietro di Castel-
ed egli riguardava Venezia come altra lo, ed immantinente fu sollecito il muni-
sua patria,come meglio dirò nel seguente e cipio della città, dietro le istruzioni avu-
ultimo§ a tale epoca. Delle pubbliche di- te dal governo, a prendere gli opportu-
mostrazioni reciproche del Papa e de've- ni provvedimenti, riferiti dal Mulinelli.
neziani, abbastanza ne ho parlalo a'Ioro Egli osserva, Venezia che, per la topo-
luoghi, principalmente Gregorio XVI o- grafica sua posizione e per la miseria di
norandola Marco, il patriar-
basilica dis. molti suoi abitatori, sembrava favorevol-
ca e il podeslàjedandosegni solenni di pa- mente disposta ad offrire doloroso pasco-
terna predilezione a parecchi veneziani, lo alla terribile malattia, Venezia in con-
tutti poiriguardando con singolare beni- fronto di altre men che popolate città, e
gnità e benevolenza. Cose tutte celebrate si trovavano solto ogni aspetto in eccel-
anche dall'annalista orba no cav. Mulinelli lenti condizioni, non ne fu che mediocre-
degnamente. Nel 83 1 scoppiò la rivolu-
1 mente afflitta; in grazia dell'implorato di-
zione nel ducalo di Modena e nello Sta- vino aiuto,della possente intercessione del-
lo pontifichi per i precedenti accennati la B. Vergine della Salute, e per tutte le
fermenti politici, repressa dalle truppe provvidenze e lodevoli azioni di benefi-
austriache, e di ciò anco in questo articolo cenza, zelo edificante del clero e de'pre-
tornai a parlarne, cioè nel voi. XCI,p. 54-5 posti al pubblico soccorso. Il flagello non

e 548. Nel regno Lombardo- Veneto il go- ebbe propriamente fine che a'3 ottobre
verno austriaco attendeva a' pubblici la- 1837, senza che però nell'ultimo perio-
bori, e specialmente al la costruzione orni- do, tanto a Venezia quanto nelle provin-
glioramento di strade e argini, e di canali ole, vestisse il carattere epidemico, scio-
di navigazione. Infausto poi riuscì per Ve- gliendosi da ultimo con alcuni di que'ca-
YEN V E N 53
ài delti sporadici. Dice Io stesso patrio sto- comparisce qua redi Lombardia e di Ve-
1

rico. Popolate le 8 provincie venete da nezia, equesti servizi dovranuoessere pre-

3,075,970 abitanti, 43?4^ 2 ne ammala- stati nelle proprie mani del sovrano; ma
rono, 23,357 si salvarono, 20, 2 3 ne mo- 1 nella patente non si disse della qualità
rirono (il cav. Coppi, dice che Venezia speciale de'servizi di questi dignitari, che
nel i835 ebbe 359 v tum e). Come ebbe * però devono giurare. In occasione però
termine il malore crudelissimo, per rico- della coronazione di Ferdinando I in re
noscenza a Dio, il Comune di Venezia de- d'Italia (sic), furono a ciascun dignitario
cretò un solenne triduo nel tempio di s. assegnate lerispettive incumbenze secon-
r
Maria della Salute, a' 1 8, 9 e 20 novem !

do la circostanza, che il d. Del Bue de-
brei836, e il dono ad esso d'una gran- scrive. Parlando de'due cappellani della
de lampada o lumiera d'argento, mera- corona, i servigi che debbono essi pre-
viglioso lavoro del veneziano orefice Fa- slare sono bastantemente indicati dalla
nro dello Burri, sul disegno del prof. Giu- slessa loro dignità. L'arcivescovo di Mi-
seppe Borsato. In tale anno per altra lano e il patriarca di Venezia protempo-
sventura a' 2 giugno si fece sentire il ter-
1 re sono i cappellani, e la loro carica è vi-
remoto con forte scossa, allre minori ri- talizia, ed inerente ad un'altra dignità ec-
petendosi a'21 giugno ed a' 5 luglio, più i clesiastica, mentre le allre cariche non
gagliarda essendo l'ultima del 20 però : sono che meramente personali. Come in
senza ninna disgrazia, dalle quali non seguito Francesco I creò altra eminente
andarono esenti diversi infelici luoghi del- oarica , col titolo di gran maestro delle
le provincie. Da lugubri memorie pas- ceremonie, cosi Ferdinando 1 dipoi nel
sando alle gioconde, dirò che a' io set- 1 84 aggiunse quella di gran dignitario
'

tembre 838 l'imperatore Ferdinando I


1 del regno Lombardo- Veneto, pel tenen-
nel duomo di Milano fu unto re del re- temarescialloDeBartoletti, capitano del-
gno Lombardo-Veneto, e coronato colla la guardia nobile Lombardo Veneta, re-

corona di ferro, Coronazione di Re, con sideule presso la cesarea corte, essendo
solenne Convito, che descrissi colle loro tale dignità senza denominazione e con-
particolarità in quegli articoli, insiemea- ferita come inerente alla qualità della
gli ullìzi esercitati dal patriarca di Vene- rappresentanza. Quel corpo fu istituito
r
zia.Imperocché narra il d. Gio. France- colla residenza in Vienna nel 1840 dal
sco Del Bue, Dell'origine dell'Araldica, medesimo Ferdinando I. Le succennate
nobiltà, titoli, predicati <V onore, digni- grandi cariche di corte diconsi interne, a
tà e cariche di corte inslituite nel regno differenza delle altre minori dette ester-
Lombardo -Feneto, Lodi 1846, pel Wil- ne, che sono quelle di coppiere, scalco e
mant (splendida edizione), allorché l'im- scudiere, per le quali però si addomanda

peratore Francesco I eresse tale regno, ilgrado nobile. Ora dunque, Ferdinan-
pensò altres'i a destinare con patente de do I volendo religiosamente tenere la pa-
1 o ottobre 8 5 de'grandi uffiziali per l'i.
1 1 rola data a'deputati veneziani di recarsi
r. Corte Lombardo-Veneta, stabilendo le dopo que'riti nelle loro provincie, vi giun-
dignità d'un gran maggiordomo maggiore, geva a'27 settembre 838,cioè pochi gior- 1

didue cappellani della corona, d'un gran ni dopo l'incoronazione, in compagnia del-
ciambellano, d'un grande scudiere, d'un l'imperatrice Maria Anna(donata daGre-
grande siniscalco peonie accennai ne' voi. gorio XVI r lei la Rosa d'oro benedetta),
LXH.p. 9 ,LX1 II, p.
1 25).Nell'art. 4 viene prima a Verona donde per Vicenza e ,

dello che le funzioni e serifai che dovran- Padova, da per lutto festeggiato, a'5 ot-
no prestare, saranno quelli indicati dalla tobre si recava per Lizza-Fusina a Ve-
ji>pelliva carica verso il sovrano, allorché nezia, con quell'illustre accompagnameli-
S.{ VEN VEN
to che descrive il cav. Mulinelli, direnilo S. RI I. hV Austria in
R. A. Ferdinando
persino dove ciascuno alloggiò. Esso si Venezia, e delle civiche solennità d'al-
compose degli arciduchi Francesco Car- lora; narrazione di Fabio Midinetti,
lo suo fratello, Giovanni, Luigi, Ranieri disegni di Giovanni Pividor, Venezia co'
viceré coll'arciduchessa vice-regina Ma- tipi del Gondoliere 1 838. L'elegante e-
ria Elisabetta di Sardegna, dell' arcuiti- dizione diiooo esemplari, con bellissime
a
chessa e imperatrice M. Luigia duchessa litografie, si eseguì a spese del podestà
di Parma, degli arciduchi Ferdinando e conte Correr, gratuitamente operò il cav.
Massimiliano d'Este, di Francesco IV du- Mulinelli baron Pascotini presi-
, ed il

ca di Modena, del principe di Mettermeli de della commissione dirigente gli asili


cancelliere della casa imperiale, della cor- per l'infanzia, consigliò a volgerne il lu-
te e dello sthto (oracolo e nestore della cro a vantaggio di quella pia istituzione.
diplomazia europea e conservatore della All' annunzio dell'arrivo dell'imperatore
pace, al quale in testimonianza di grato dimenticandosi Venezia de'secoli passati
animo pel suo attaccamento alla s. Sede, e delle patite sciagure , faceasi a festeg-
Gregorio XVI inviò in dono, con breve giare l'avventuroso avvenimento in tut-
pieno di benevole e onorevolissime espres- ta la possibile pompa e de' migliori suoi
sioni, per le sue grandi benemerenze, un vestimenti abbigliata, che per la memo-
sontuosoaltare, composto di preziosi mar- ria delie abitudini antiche, ben sapeva
mi, adornodi metalli di squisito lavoro ro- Venezia in qual foggia dovesse apparire.
mano, ed arricchito di molte insigni reli- Quindi appariva all' imperiale cospetto
quie; allarechedal principedi Mettermeli tutta ornata e decorosa quasi matrona ,

fu collocato in una magnifica chiesa dalla rispettabile » che sebben oppressa da an-
sua pietà edificata. Morto il Papa, il prin- ni, ed afflitta da sventure, non ricusa di

mi fece domandare li-


cipe per divozione lasciare per alcun tratto l'abituale ritiro
na Scarpa; ed io con mia iscrizio-
di lui qualora grande ed illustre fatto lo esiga.

ne gli mandai una di quelle indossate da Innalzato a Lizza-Fusina dalla tesoreria,


Gregorio XVI nel duplice abboccamen- al margine della Laguna, un assai gran-

to con Nicolò I imperatore delle Russie; de e ricco padiglione per il momentaneo


quindi a lode eterna del Papa e del prin- ricevimento delle auguste persone, appre-
cipe, lutto dichiarai ne'due ricordati ar- stato ad uso loro dal popolo un naviglio,
ticoli), del conte di K.ollowratLiebstein- il quale più che naviglio era un ritondo
sky ministro di stato, del conte Clam- tempio galleggiante^ magnifico ad un tem-
Martinilz aiutante generale dell'impera- po e gentile, circondato da bissone e da
tore, del consigliere aulico Gerway, del peote ornate di varie guise di oro e di
r
corpo diplomatico con alla testa mg. Lo- seta, di fiori, di piume e di arzigoghi (os-
dovico Altieri arcivescovo d'Efeso nunzio sia con invenzioni fantastiche ), seguito
apostolico (che il cav. Giuseppe Battag- da grandi lancie, da gondole, da battelli
gia console pontificio decorosamente al- e da liuti abbelliti di pennoncelli, di ban-
loggiò nella casa di sua proprietà adia- diere, di rami di ulivo, di mortella e di
cente alla sua tipografia Emiliana ), in- alloro, fu assai solenne e pressoché trion-
clusivamente all' inviato straordinario e fale l'ingresso di Ferdinando I in Venezia
ministro plenipotenziario dell'ordine so- (il ceremoniale dell' ingresso solenne, il

vrano Gerosolimitano conte di Kheveu- Mulinelli lo riporta negli Annali Urba-


huller-Metsch, ed all'ambasciatore di ni3 ove leggo che in s. Marco il cardinal
Turchia Rifaat bey. Inoltre il cav. Mu- Monico patriarca di Venezia presentò al-
linelli compilò e scrisse a parte, e grazio- l'imperatore e all'imperatrice l'acquasan-
samente mi donò: Dell' avvenimento di ta, da cui e dal clero, dopo il Te Deum,
V EN VEN $5
furono accompagnati sino alla porta -.se- siglio (in quella stessa cioè, ov'era «tato

gue il prospetto delle feste, ceremonieec, trattato a pubblicoconvito Enrico IH nel


ch'ebbero luogo uè* giorni della dimora i 564; edove mancandoli governo al pò-
degl'imperiali coniugi), non meno poi so- polo, a' 12 maggio 1797 erasi dichiarata
lenni essendo stati gli spettacoli offertigli cessata la repubblica di Venezia , dopo
a riprese dal popolo, e diuna cantata nel XIV secoli di gloriosa esistenza; per cui
teatro della Fenice, e di una regata nel in quel punto scorsero per la mente di
Canal grande , e di una tombola nella alcuno fauste e tristi memorie), per ivi
piazza di s. Marco, e di una luminaria a regiamente banchettare, al suono di lie-
disegno delle fabbriche tutte della piazza tissime sinfonie, cavalieri, compiacen- i

slessa, e di un cittadinesco baccanale so- dosi il Sire di sedere a separata mensa


pra la spiaggia del Lido". Segui poi l'in- sotto aureo baldacchino. I graziosissimi
augurazione e reposizione solenne della disegni litografici delle feste civiche date
l«* pietra della costruzione della diga a da' veneziani in questo lietissimo avveni-
vantaggio del porlo di Malamocco , di* mento ali' imperatore e all'imperatrice,
scorsa nella descrizione di quell'isola. Nel rappresentano egregiamente: il magnifi-
dì seguente! 4 ottobre si tenne nel palaz- co padiglione inualzato a Fusina al mar-
zo ducale ili.° solenne capitolo del nuo- gine della Laguna pel ricevimento e im-
vo cavalleresco ordine austriaco della Co- barco dell'imperiali maestà, invenzione di
rona di ferro, e una nuova ordinazione Giambattista Meduna; il navìglio galleg-
di cavalieri. L'imperatore essendo vesti- giante elegantissimo in forma di rotondo
to da gran maestro dell'ordine, sedeva tempio, invenzione del prof. Giuseppe
in trono, lateralmente al quale in tribu- Borsaio; quattro nobilissime bissone, cia-
ne presero luogo le auguste persone, il scuna con 8 rematori, del municipio, e-
corpo diplomatico, grandi della corte, i i sprimenli l'impero Austriaco, ed regni i

nobili e altri ragguardevoli personaggi. d'Ungheria, di Boemia, e del Lombardo-


Era l'imperatore circondato da'ca valle- Veneto, vestendone remiganti le foggie i

li del medesimo ordine vestiti colie pro- (due altre bissone parimenti nobilissime
prie vesti nobili. Prestato da quest'ulti- erano del conte Correr podestà, e de'fra-
mi il giuramento di uso, ricevevano dal- telli conti Andrea e Pietro Giovanelli, la
a a a
le mani imperiali i cavalieri di i . e 2. 1 . come le precedenti invenzione del prof.
a
classe,colla piattonata e coll'accollata,l'in- Borsato, la 2. del prof. Francesco Wuco-
segne dell'ordine. In quell'istante Venezia vich Lazzari ; di più, altre magnifiche
e le veneziane provincie vedevano creati bissone apprestarono il conte Giovanni
cavalieri i personaggi riferiti dalMutinelli: Papadopoli, ed i nobili fratelli Jacopo e
io mi contenterò di solamente registrare: Isacco Treves, pure invenzione del valen-
di i
.* classe,il cardinal Monico patriarca di te Borsato; per non dire de'maestosi sca-
Venezia, e Giovambattista conte di Spaur lè, e delle grandi e adornatissime peote
a
governatore; di 2. classe Francesco baro- del cleroede'magistrati, non che del cor-
ne di Galvagna presidente del magistrato po rappresentante le provincie e le città

camerale; di 3. 'classe conte Correr pò-


il venete,e de'mercanti); la imponente e ma-
deslà di Venezia e il vice-delegato baron gica regata , colla veduta magnifica del
Pascotini, il nobile Diedo segretario del- Caual grande; il mirabile e singolare ar-
l'accademia delle belle arti, e l'ab. Betlio co eretto da Murano all'imboccatura del
bibliotecario della Marciana. Terminato canale de' Vetrai di Murano, meraviglio-
il solenne rito, preceduto da numeroso so pe'suoi ornamenti dicauuuccie di fra-
corteggio, l'imperatore passava nell'ali t*a gilissimo vetro, invenzione del muranese
amplissima sala detta del Maggior Con- Giuseppe Zanetti; la funzione per la coi-
8 - P -

$8 VEN VEN
locazione della i.* pietra nella diga di Ma- le provincie, da mantenersi dalle prò fin*
lamoeco; la sorprendente notturna illu- eie stesse perennemente a Vienna per la
minazione a disegno delle superbe fab- custodia della persona dell'imperatore, e
briche dell'istorica piazza di s. Marco; la per quella dell'imperiai famiglia. L' im-
festa popolare d* un lunedì di settembre peratore retribuii tante affettuose e so-
al Lido, con padiglione a pagode foggia- lenni dimostrazioni d' esultanza e di di-
to pergodere gl'imperiali coniugi e le al- vozione, con dichiarare la più benigna e
„ Ireauguste persone sollazzi del plau-
i grata soddisfazione, e col fondare in Ve-
dente popolo. Posseggo ancora Feste : nezia l'Istituto di scienze, lettere ed arti,
celebrale in occasione del soggiorno e coli' ordinare chedue delle reali inse-
Mie LL. SS. IL RR. A A. MM. in Ve- gne che aveano servito all'incoronazione
nezia, Giuseppe Deve litografo editore di lui qual re del regno Lombardo-Ve-

e proprietario in Venezia. Consistono i neto, lo scettro e il globo fornito di bril-


disegni eleganti di questa premiata li- lanti sceltissimi, di lavoro viennese, ve-
tografia, oltre la vignetta del frontespi- nissero depositate nel tesoro della basili-
zio esprimente la galleggiante, in quel- ca di s. Marco, come già notai parlando-
li che rappresentano V Ingresso dell'im- ne, per esservi in perpetuocustodite a cu-
periai coppia in Venezia dalla parte del- ra del patriarca e di quel capitolo. Innal-
la Piazzetta sotto baldacchino ; la Rega- zò pure l'imperatore molti cittadini a no-
ta sul Canal grande; la Festa di ballo biltà, e molti nobili a'piìi elevati gradi
alla Fenice in maschera, con l'interno di consiglieri intimi e ciambellani; distri-
illuminato del teatro ;
1' Illuminazione buì finalmente, ad uomini del popolo per
della piazza di s. Marco. Sono i bei di- lettere, per arti, per carità verso il pros-
segni di Tommaso Viola, Giovanni Ri- simo, per commerci e per industrie assai
vidor, e Gaetano Nap. Valei j. La par- chiari e benemeriti, medaglie d'oro gran-
te illustrativa, di egregia penna, contie- di, medie e piccole, con catena o con na-
ne la prefazione, e le belle descrizioni stro parecchie. A tantegiocondità del i 838
dell'ingresso, della regata, del ballo ma- successero nel i83q orrendi disastri per
scherato (cavalchina) nel gran teatro del- alluvioni, e la provincia di Venezia li pro-
la Penice, dell'illuminazione della piaz- vò gravissimi e memorandi la notte del
za ili s.Marco,della fondazione della diga 5 al 6 dicembre, la città restando inon-
di Malamocco. AbbandonataVenezia dal- dala in diverse contrade, danni ficaia nel-
l'imperatore e dall'imperatrice, e dagli le merci, contaminata nelle cisterne, più

altri eccelsi personaggi, nel mattino de' 1 terribilmente solFrendonegli arianesi.Ora


ottobre, per Treviso e Udine, per la via mi cessa la per me utilissima guida del-
di Pontebba ritornarono alle terre ger- l'annalista cav. Mulinelli, nulla registran-
maniche. Questo fausto avvenimento co- do eli Venezia il cav. Coppi. Nel 1 84 i rin

sto alle provincie venete lire 3,o3o,yi6, Dovala In festa della regata, fu sospesa do-
comprese le somme destinale sia in ma- po ih 847, ei e lagrimevoli politiche vi-
'
l

nifestazione di pubblica esultanza, sia per cende che più sotto vado in breve a nar-
alti transitori'! di beneficenza, sia per isti- rare. —
Avanti il i843, narrai a suo luo-
tuti da attivarsi o da sovvenirsi. La sola go, s'incominciò ad illuminare la città a
Venezia, Chioggin e leComuni foresi spe- gaz. Intanto i letterati favorivano gene-
sero lirei,3cp,4fic). Non contenti di tut- ralmente le cose rtuove, riflettendo che

tociò i veneziani mnnicipii unitamente


, molte del secolo precedente non erano più
a'Icmhaidi, din «ero e ottennero di po~ convenienti al presente. Fra essi desiò en-
U\ iustiluire una guardia nobile, forma tusiasmo nel i843 il sacerdote Vincenzo
di giovani delle più delti l uiiiglic del- Gioberti con l'opera sul Primato mora-
, —

V E iN V E H 57
le e civile de^F italiani (della quale nel to il libro del Primato, ne scrisse un al-
1 846 feci cenno nel voi. XXXVI, p. 1 7 1
tro che intitolò, Speranze (V Italia, col
e dipoi nel voi. XCJ, p. 55* , indicai il quale dimostrò la confederazione essere
cauto giudizio che ne die* l'acuto inge- impossibile, finche una parte d' Italia è
gno di Gregorio XVI, e nei voi. LXX V 1, 1 provincia straniera. Soggiunse poi essere
p.236, come nell'odierno pontificato fu- certa, anzi prossima la caduta dell'impe-
rono proibite e condannate tutte le sue ro di Turchia, e certo il movimento del-
opere;oltre l'averne riparlato in altri luo- la civiltà cristiana verso l'Oriente. Esse-
ghi), trattando in questa del modo di mi- re interesse speciale dell'Austria di esten-
gliorare e riordinare l'Italia. Premise, o- dereil suo impero verso lo sbocco dei
gni riforma scientifica essere inutile , se Danubio (come avea di già dimostrato
non faceva capo dalla religione, ed ogni Talleyrand a Napoleone I), e perciò di ce-
disegno di risorgimento italiano essere dere i suoi dominii d'Italia. Tale politi-
inutile, se non avea per base la pietra an- ca essere neltempo stesso conveniente al-
golare del Pontificato Romano. Essere il la Germania, alla Francia, all'Inghilter-
caltolicismo destinato ad incivilire tutto ra ed alla stessa Russia; e questa eventua-
ilmondo barbaro, e ad unificare tutto il lità essere appunto la più probabile iti

mondo civile. Roma, capitale religiosa de' cui l'Italia possa ottenere la totale indi-
popoli cattolici, essere pure civile e mo- pendenza. Aggiunse in fine un'appendi-
rale metropoli della civiltà universale del ce, nella quale esaminò,se e come sia spe-
genere umano. La storia d'Italia essere rabileuna lega doganale italiana. Anche
quella del Papato, e la storia del Papa- questo libro divenne in tempo brevissimo
to immedesimarsi con quella del mondo popolare, scosse immensamente gli ani-
civile e cristiano, ed essere insomma una mi degl'italiani e ne ravvivò i desiderii e
storia cosmopolita. L'unione dell' Italia le speranze d'indipendenza nazionale.
in uno stalo, essere impossibile; bensì pos- Fino dal 1 835 una società di azionisti i-
sibilissima e facilissima [' unione di essa deò una strada ferrata da Milano a Co-
per mezzo d' una eonfederazione, della mo, e nel 1841 ne cominciò lavori. Nel- i

quale il Papa fosse cupo civile e presi- lo stesso anno si aprì quella principiata
dente; come Roma è il seggio privilegia- neh 838 da Milano a Monza. Nel 1837
to della cristiana sapienza , il Piemonte fu istituita la società per la costruzione
essere a'dì nostri la stanza principale del- da Venezia a Mdano. E
della ferrovia
la milizia italiana. Da Roma e da Tori- qui debbo notare, che già il doge Marco
no unanimi dipendere i fati d' Italia. Le Foscarini (dotto autore della Letterata"
riforme essere le sole vie efficaci per e- ra Veneziana ed altri scrittori intorno
vitare le rivoluzioni. Quest'opera, allora ad essa, che impressa nuovamente dalla
non proibita dalla s. Sede, si diffuse im- Gattei l'intitolò al letteratissimo princi-
mensamente; divenne in poco tempo po- pe Andrea Giovanelli, di che feci cenno

polare, e servì potentemente ad aumen- nel voi. XCII,p. 5go), nel suo breve prin-
tare in molti il desiderio di confederazio- cipato di io mesi,! 762-63, avea vagheg-
ne e di riforme. Molti per altro osserva- giato un punto che unisse l' isolata Ve-
rono, che Gioberti discorrendo di confe- nezia alla Terraferma. Nel 1840 s'inco-
derazione avea orn messo di riflettere ad minciò altra ferrovia da Milano per Ve-
un ostacolo essenziale,deiivante dalla do- rona, Vicenza e Padova, da terminarsi
minazione straniera alla quale era sog- a Venezia. Si disputò lungamente, se do-
getta una parte ragguardevole della pe- vesse passare per Bergamo, e più diret-
nisola. Su questo articolo scrissealtroita- tamente per Treviglio. I veneziani patro-
liauo. Il coute Cesare Balbo, appena let- cinati specialmente dall'avv. Dauiele Ma-
,

58 YEN V E PC

nin, sostennero quest'ultimo punto, l'ot- erasi tra loro convenuto, fosse permesso
tennero, e fu denominata Ferdi nautica, al re diSardegna di far transitare pegli
«lai nome dell'imperatore allora regnan- stati dellaLombardia-Austriaca, quella
te. Pertanto nello stesso 1 84o s'in tra pre- quantità di sali procedenti da Venezia che
sero i latori presso Venezia coll'intendi- occorresse peglt stati sardi. In correspetti-
mento di protrarla sino all'interno della vo di tale concessione il re cedesse e ri-
città,sebbene divisa dal continente dal- nunziasse a favore della camera di Mila-
la vastaLaguna. Quindi a'25 aprile 8 ] 1
.
1 no all'intiero commercio attivo di sali co'
giorno sagro a s. Marco, si collocò solen- cantoni svizzeri e baliaggi da essi dipen-
nemente lai." pietra pel grandioso pon- denti in Italia. Queste convenzioni furo-
te, e iti sul fine dell'ottobre 1 84-5 l'ope- no confermate nel 181 5 al congresso di
ra fu compiuta, congiungendosi la stra- Vienna. Essendosi però allora unito il

da a Venezia, col magnifico ponte che porto di Genova agli stati di Terrafer-
ne fa parte, costruito sopra la Laguna. ma del re di Sardegna, questi tralascia-
Segui la imi corsa di prova a' 4 gennaio rono di provvedersi di sali dal Venezia-
1846, e l'inaugurazione agli 1 1 del me- no. I ticinesi lagna vansi che il governo di
d esimo» unitamente al tronco della fer- Lombardia non somministrasse loro una
rovia prolungata a Vicenza. Principia il quantità di sale suflìcientea'bisogni, e per-
meraviglioso ponte a Venezia nel luogo ciò talvolta ne chiesero al re di Sardegna,
detto Sacca di s. Lucia, e con direzione e nel i843 per contratto il re si obbligò
verso ponente termina alla Terraferma per 4 anni somministrarne loro una de-
presso la fortezza di Malgliera. Le sue 5 terminata quantità; ma l'Austria noi ra-
piazze ponno convertirsi in fortini; e col- tificò. Allora i ticinesi comprarono sali

le 48 camerette da mine, de'piloni, in ca- per conto proprio, e chiesero il transito


so di bisogno si può distruggere il ponte pegli stati sardi. I ministri regi» giudicaro-
inparte e anche in tutto. La speranza che no che ciò non fosse vietato dalla conven-
la chiesa di s. Lucia, di cui nel vol.XCI,p. zione e lo permisero; ma gli austriaci opi-

39, ultima opera Palladiana, potesse esse- nando diversamente , chiesero la revoca
re conservato, è quasi perduta. Ne'primi di tale licenza, negoziandosi inutilmente
del corrente 1859 è stata decretata la de- per 3 anni. In fine il governo austriaco
molizione di questo insigne edilìzio, per si appigliò a rappresaglie, e con notifica-
ritenute necessità di spazio elocali ad uso zione de'20 aprile 1846 aumentò il dazio
della stazione della strada ferrata. Il sagro sui vini che dagli stati sardi s'introduce-
corpo della Santa titolare sarà forse tra- vano nella Lombardia, in modo equiva-
sportalo alla chiesa parrocchiale di i. Ge- lente a totale esclusione, con gravissimo
remia. Noterò, che fin dal 1842 erasi a- pregiudizio de' proprietari piemontesi.
perto il i.° tronco della ferrovia da Me- Narra il Memorandum storico -politico,
stre a Padova, e nel gennaio del 846 ven- 1 del conte Solaro della Margherita, mini-
ne esteso a Vicenza, e nel seguente feb- stro er.° segretario di stato per gli alfari
braio si aprì quella da Milano a Trevi- esteri del re di Sardegna Carlo Alberto,
glio. Nel precedente mese mori France- che governo di questi, per far conosce-
il

sco IV duca di Modena, in benedizione re che non avea trascurato gì' interessi
de' buoni e in riprovazione de' rivoltosi, de'suoi sudditi, fece pubblicare dalla Gaz'
perchè avversava lo spirito del secolo. zetta Piemontese il motivo che avea da-
Gli successe il figlio regnante France- to luogo a tale misura. Quest' annunzio
sco V. —
Nell'aprile 1846 insorse- d' una questione sostenuta contro I' Au-
ro dissapori tra le corti di Vienna e di stria, procacciò a Carlo Alberto uno spe-
Torino. Conviene sapere, che nel ij5i ciale favore in tutta Italia, e specialmen-
YEN VEW 59
te in Torino. Quivi i fautori dell'indipen- serie apprensioni dovunque, per reputar-
denza e dell'unità nazionale, sulla propo- si da'saggi pericolose, con prognostici si-

sizione del cav. Massimo Tapparelli d'A- nistri di funeste conseguenze, ed inutil-
zeglio, deliberarono di procacciargli dal mente in Roma e negli altri luoghi si pò-
popolo una dimostrazione giuliva ed ita- terono raffrenare da'governi. Imperocché
lica, mentre nella mattina de' 7 maggio frammiste a' Viva, con imponenti movi-
sarebbe andato, secondo il solito, a co- menti popolari, si cominciò con impron-
mandare gli esercizi militari uel Campo titudine a far domande, in principio al-
di Marte. Infatti di buon mattinola piaz- quanto discrete, e rapidamente esorbitan-
za del Castello e la contrada Nuova, per ti, politiche e sediziose. Nel congresso de-
lequali dovea passare, erano piene di po- gli scienziati tenuto in Genova nel set-
polo; alle finestre ed a'balconi eranvi da- tembre, si trattarono è vero le cose scien-
me disposte a gettare fiori , e nella fol- tifiche, ma nelle private conversazioni e
la erano persone pronte a gridare, Vi- ne'convili, ormai apertamente si discorse
va il re d'Italia. Carlo Alberto informa- con ardore del risorgimento italiano e sul
to della cosa e vedendo la moltitudine
, modo di rendere la nazione indipendente,
assembrata, dopo titubanza risolse di non unita e libera. Lo spirito liberale che agita-
uscire, e contramandò
gli esercizi. Vi an- va l'Italia veementemente, non divenne
dò bensì mattina de'g e fu accolto
nella minore iu altre regioni al di là dalle Alpi,
dalle truppe con insoliti evviva. Fu ezian- nella Svizzera, nella Francia e a Pari-
dio applaudito in vari luoghi della città, gi, l'audacia popolare per ogni dove gi-
nel ritornare al palazzo; applausi che si ganteggiando. Le idee di libertà comu- si

fecero ancora la sera dell'i 1 alla regina nicarono pure nella Germania, ne\[' Un-
neltealroCarignano. Frattanto nel Lom- gheria, ed in altre regioni ,
persino ne'
bardo Veneto la prosperità privata, de- ducati di Schleswig ed Holstein della
rivata da 32 anni di pace, e l'utilità de' monarchia danese. Di tale spirito pub-
molti pubblici lavori, non erano stati suf- blico, nello stesso 1846, si ebbe un picco-
ficienti a togliere la contrarietà alla do- lo saggio in Venezia, dove non ostante il
minazione straniera. Poiché fra' nobili, presidio austriaco, nella sera de'4 ottobre
letterati, professori e giovani eranvene vari giovani ardirono di cantare per di-
sempre molti che vagheggiavano le no- verse strade e per molto tempo canzoni,
vità politiche e T unità nazionale d'I- alternando grida: Abbasso V Austria, Vi-
talia. E queste idee erano assiduamente va Pio IX, Viva V Italia! Altro saggio
incoraggiate dagli emigrati italiani, e da' più. allarmante vi fu sul fine dell'anno in
comitati direttori di rivolgimenti stabili- Milano, per ledimostrazioni politiche fat-
ti in Londra e in Parigi. In queste criti- te in occasione de'funerali al conte Fede-
che circostanze in Roma{V.) venne a mor- rico Confalonieri, famoso per ordita con-
te ili.° giugno il Sommo Pontefice Gre- giura contro l'Austria nel 1821, per cui
gorio XVI, gravissimo inaspettato avve- era stato condannato ed esiliato. Divenu-
nimento che destò per lutto il mondo do- to generale in Italia lo spirito delle ri-
lore a 'savi ed a'buoni, piacere e speran- forme, nel gennaio 1847 anche la Tosca-
ze a'ti isti edagli amanti delle novità. To- na bramò averle, alcuni vagheggiando,
sto gli successe il Papa regnante Pio IX come altrove, la distruzione della monar-
(V.), che nel seguente luglio accordata chia e il ristabilimento della repubblica.
amnistia a'rei politici, questo e diverse ri- 11 granduca Leopoldo II informò la cor-
forme destarono eccessiva esultanza e cla- te di Vienna dello stato in cui erasi esal-
morose acclamazioui da per tutto; strepi- tato lo spirito pubblico; ed il principe di
tose dimostrazioni che fecero concepire Metternich i.° ministro della medesima.
<>o YEN V &«
sul principio d'aprile giudicò opportuno fianimare la moltitudine. Prospere era-
di scrivergli una lettera, nella quale io no allora le cose degli stati sardi. Le ren-
sostanza osservava: L'Italia essere agita- dite ordinarie ascendevano ad 87 milio-
ta da l!lKTa!i<in<» e d.i radicalismo. Il i.° ni di lire, e le spese a soli 84 milioni. II

essendo inetto, in fine avrebbe prevalso debito pubblico ascendeva a q milioni


il a.° 1 gran vocaboli Unione e Nazio- 579,000 lire all'anno, tcuuivsiino in pa-
nalità, non essere die la divisa apparen- ragone di quello dagli altri stati. Ma le
te del gran progetto di porre tutto il pae- idee d'unione e d'indipendenza naziona-
se in rivoluzione. L'unità in Italia non le erano maggiori in Piemonte, che nel-

essere fattibile ,
poicbè nessun sovrano le altre parti d'Italia, appoggiate princi-
poteva riunirla sotto il suo scettro , e palmente all'esercito, che nelf evento si

quello cbe lo tentasse incontrerebbe nel- reputava il principale strumento di tanta


le potenze d'Europa ostacoli insupera - impresa. Non ostante queste prosperità
bili. L'odio all' Austria derivare princi- s'invocavano riforme e miglioramenti. Il

palmente, perchè la sua possanza in Ita- re di ciò cornpiacevasi, fomentato da al-


lia rendeva vani i progetti de' rivoluzio- enili de'primnri liberali. Per cui, quando

nari control principi: tolta questa forza, il conte Ruol-Schavenstein, allora mini-

sarebbe più facile il volgere contro di lo- stro austriaco in Torin o, comunicò al con -

ro la cospirazione. Riflettesse pertanto, che te Solaro della Margherita, come questi

essendo egli arciduca d'Austria,comeFer* riporta nel Memorandum, la lettera del


dinando II duere delle Sicilie èva della principe di Mettermeli a Leopoldo II, Car-
famiglia de'Borboni, ne l'uno, uè l'altro lo Alberto sene offese altamente, ritenen-

sarebbero considerati come italiani da chi do insultata la sua indipendenza. Osser-


voleva scacciare tutti gii stranieri dalla vando l'Austria attentamente il fermen-
penisola, onde la nazione avesse governi to che cresceva a dismisura nello stato
meramente italiani. Queste osservazioni pontificio, nellametà di luglio avea raf-
non distolsero punto il granduca nella po- forzato imponentemente il suo presidio
liticache avea adottala, quindi venne al- di Ferrara; e per insulti fatti a un ca-

le concessioni,succedute dalle dimostra- pitano, il comandante di tal fortezza te-


zioni tumultuarie, divenute generali, per nente maresciallo Auersperg, ordinò pat-
l'indipendenza italiana, laonde la forza tuglie in alcuni luoghi della città, ov'e-
de! governo passò in mano deliberali. Nel rano caserme ed alloggi de'suoi militari.
commovimento universale della peniso- Il legato cardinal Ciacchi emise protesta;

la, principiato in Roma e propagato alle ed il feld-maresciallo conte Radetzky, co-


altre regioni, sorse un desiderio univer- mandante in capodell'armata d'Italia, in-
sale di approfittare della circostanza per vece impose di occupare la gran guardia
procurare lo stabilimento d'una confede- e le 4 porle di Ferrara, onde il cardina-
razione italiana, facendosi evviva anco a le pubblicò altra protesta, approvata in
a
Leopoldo li, ed a Carlo Alberto, nelle di- uno alia Ne furono conse-
1 . dal Papa.
mostrazioni popolari alle bandiere pone- guenza, incremento immenso in Italia di
vansi coccarde pontificie. Intanto s'inco- agitazione degli animi contro gli austria-

minciò una lega doganale fra


a stabilire ci; e Carlo Alberto mise a disposizione del
Roma, Sardegna e Toscana, alla quale si Papa tutte le forze che avea in suo pote-
fi/lutarono Ferdinando 1 re delle due Si- 1 re, il che gli accrebbe indicibilmente il
cilie e Francesco V duca di Modena. In favore deliberali italiani, e quindi il re
Torino, come in tutte le allre parti d'I- giudicò opportuno d' appigliarsi alle ri-

talia, ebbero presto luogo gli applausi ed forme. Queste promulgate nel novembre
j Fiva Pio JXt inui e cauti diretti ad ili- aumentarono il fermento nella Lombar-
VE V VEN 61
dia, e il desiderio di molti, specialmente cembre fu confermato dal duca con pro-
fra'principali possidenti, di passare dallo clama, nel quale indirettamente confutò
scettro austriaco a quello della casa di l' indirizzo di riforma che volevano do-
a
Savoia. In Milano la i . dimostrazione ita- mandare i parmigiani; per cui il suo in-

lica si fecenel principio di settembre, pren- gresso, effettuato nelr.° del seguente an-
dendosi occasione del nuovo arcivescovo no, non fu giulivo. Annunziando il duca
mg/ Bartolomeo Romilli italiano, e pel di Parma e Piacenza a'sovrani d'Europa
trambusto che seguì, sempre più si au* l'avvenimento al trono degli avi suoi, il

mento il mal umore in Milano e in tut- Papa Pio IX fece rispondere : Che rin-

ta la Lombardia. L'agitazione liberale si graziava della partecipazione, se necou-


propagò ancora nel regno delle due Sici- gratulava, ma intendeva di conservare il-

lie, ma la rivoluzione cominciala a mani* lesi i sovrani diritti della s. Setle sopra i

festarsi, per allora fu in breve repressa. ducati di Parma e di Piacenza; dovendo


Riforme e guardia civica dovette accor- in tale circostanza rinnovare le sue pro-
dare eziandio Carlo di Borbone duca di teste,rammentandoformalmente cheque'
Lucca, ed entrar nella via del progresso ducati appartenevano al principato tem-
nel settembre. Indi voleva abdicare a fa- porale della Chiesa Romana. Tanto è ve-
vore del principe Ferdinando suo figlio, ro, quanto dichiarai di sopra, cioè nel pie-
tuttavolta nel seguente ottobre cede lo cedente voi. XCII, a p. 4^0, contro chi
stato al granduca di Toscana^ al quale pretese impugnare tale alto dominio pon-
dovea passare soltanto dopo la morte del- tificio. —
Prima di lasciare il 847, devo 1

l' arciduchessa Maria Luisa duchessa di dire del IX congresso degli scienziati te-
Parma e Piacenza, che infermicela da al- nuto in Venezia, di cui feci parola su-
cun tempo faceva prevedere vicina. In- periormente in più luoghi. Fu aperto a'
tanto il duca Carlo, finche non fosse en- i3 e chiuso a* 28 settembre. IN'ebbe la

trato in possesso degli aviti ducali, ebbe presidenza il principe Andrea Giovanel-
dalla Toscana perappannaggiocjooo fran- li.Vi si recò Carlo Bonaparte principe di
cesconi al mese. In conseguenza di che, Canino, col suo segretario Luigi Masi, in
Francesco V duca di Modena, nel dicem- divisa di semplice soldato della guardia
bre 1847 e bbe ingranditi suoi dominii i Roma. Passando per la Tosca-
civica di
con Fivizzano e altri luoghi, e poi nel se- na furono ambedue applaudili strepito-
guente mese ottenne il ducato di Gua- samente da'libernli esaltali di Livorno, di
stalla. Questo principe benché avesse a- Pisa e di Firenze. Giunti sul territorio
dottato principii moderati, non potè im- ansti iaco,a Rovigo tennero pubblicamen-
pedire che anco ne'suoi dominii seguisse- te discorsi diretti a suscitare gli animi con-
ro alcune dimostrazioni liberali e tumul- tro quel governo, per cui a'i5 settembre
tuose colle consuete grida e Viva, nella ambedue furono espulsi da Venezia e ri-

stessa capitale Modena. Eziandio in Par- mandati sul territorio pontificio. Del resto
ina avvennero sconcerti, con malconten- le sessioni si tennero nell'ampia e magnifi-
to dell'arciduchessa Maria Luisa, che mo- ca sala delMaggioi Consiglio dell'antica re-
ri a' 18 dicembre. Divenuto perciò l'ex pubblica veneta, e fra gli oratori fu spe-
duca di Lucca Carlo di Borbone sovra- ci a Imente applaudi tol'avv.DanieleManin
no di Parma e Piacenza , mentre trova- pe' sensi italici 'francamente manifestati
vasi in Genova, il comune di Parma pre- trattandodirnaterierelative alla pubblica
tese assumere le redini del governo, e economia, laonde fu poi messo sotlo la sor-
chiedere al nuovo principe varie riforme; 11 cav. Cesare Can-
veglianza della polizia.
ma invece il consiglio de'ministri assun- lù discorrendo delle strade ferrate, inau-
se la reggenza dello stalo, e tosto a'26 di- gurò l'orazione col nome del Papa, esal-
Ga V E N V E W
taudolo quale eroe di bontà e ili riconci- di schiarimento , massime fra parentesi,
liazione, clte avea posto la Croce olla te- coli' opuscolo stampato in Venezia stes-
sta ilei progresso. Accennò le linee ili co- sa nel 1 85o col titolo: La Repubblica i c-

municazione che avea ideato ila Uoma, neta de iQi giorni nel 8/f8 come ap-
1

tanto verso Napoli, che verso l'Italia set- pendice a tutte le Storie di Venezia fi-
tentrionale e le Alpi, barriera creata al- nora pubblicale. Lo preferisco, per far-
l'Italia dalla natura, ma inutilmente. Con- ue liberamente un sunto o quasi ripro-
eluse con l'osservare, che i veneziani do- duzione, pel suo punto di vista e com-
vevano unire i loro interessi a quelli de' plesso, tutto essendo interessante senza
vicini fratelli italiani, dov'era seguito un superfluità di parole, e come più adallo
tale movimento e sfolgorava ormai tanta al mio sistema compendioso, inoltre pro-
luce, che il non dovrebbe a-
risentirsene fitterò de'due seguenti opuscoli che pur
scriversi ad inerzia od a viltà. Fece voti posseggo. Nuovo Memoriale Veneto del-
per la libertà e la prosperità maggiore la rivoluzione delle Provincie Venete ne-
ed ormai vicina dell'Italia, divisa in die- gli A/mù -848-49 C, Venezia 85o, di P- 1

ci diversi domimi, sebbene vi si parli una tipografia Grimaldo. Venezia negli an-
sola lingua. Questo discorso pronunzia- tri 1 848 a 849 di Aless. le Musson, au-
1

to in una sala che rammentava tante glo- tore diCustozae di Novara, Venezia co'
rie patrie, fu accolto con applausi strepi- tipi di Gio. Cecchini 85 1. Vi e pure la 1

tosissimi dagli uditori che vi erano in nu- collezione degli Alti, D cere ti, ec.,di quel-
mero di circa tremila, ed il modo col qua- l'epoca, che potino essere materiali inte-
le fu applaudilo, servi a dimostrare che ressanti e positi vi, pei chi vorrà intrapren-
i veneti erano disposti ad uuirsi al movi- derne la storia. L' autore dunque N. T.
mento italiano. In memoria di questo con- dell'opuscolo d'86 pagine, La Repubbli-
gresso, fu coniata una medaglia bellissi- ca Veneta de' 02 giorni, lo divide assai
1

ma del valente veneto incisore Francesco opportunamente in IX capi, e dichiara


Stime. Rappresenta Dante, enei rovescio nella prefazione. Dopo gli avvenimenti del
l'Arsenale di Venezia, secondo la descri- 1848 la. storia della repubblica veneta
zione di quel divino poeta. Ha per motto non arresta più al 1797, ma vi aggiun-
si

il noto verso del medesimo.Ne furono bat- ge un'altra pagina, poiché trascorsi 5o
tuti pochissimi esemplari inargento e po- anni dalla sua caduta, risorse quella re-
chi in rame. Ma dopo tale congresso, si pubblica, od almeno il suo nome. » Pro-
sparsero in Veuezia le prime scintille di ponendoci di riempire il vuoto della sto-
quell'incendio che dovea poi dilatarsi. ria a questo riguardo, ci protestiamo sem-
4. Negli articoli di questa mia opera, plici sposi tori di falli, lasciando a' politici
impressi dopo l'infausta ultima epoca del- commentarli". Capoi. Fon-
l'incarico di
la grande rivoluzione di molti stati d'Eu- dazione e caduta dell'antica repubblica
ropa e di tutta Italia, alcuni de' quali Veneta. L'autore N. T. volle far prece-
rammentai nelle precedenti analoghe no- dere il suo proponimento di parlare del-
tizie, e tornerò a ricordare in corsivo, nou la nuova repubblica veneta, come oppor-

mancai laconicamente di descriverne, tuno, da un cenno dell'antica, per riguar-


colle principali vicende, lo spirito po- dar quella appendice di questa. Detto
litico, che principalmente fu di natu- dell'origine di Venezia, per emigrazione
ra democratico, demagogico, Socialista degli abitanti del continente vicino alle
e irreligioso, il quale fa guerra ad ogni sue isolette, de'governanti tribuni di que-
autorità (come deploro anche a Verona), ste, dell'elezione del doge preside a tut-

che la produsse. Qui per Venezia procede- to il corpo della nazione ,


degli abusi e
rò precipuamente, però con alcune giunte restrizione di sua autorità, dei freno al-
V E N YEN 63
)a popolare licenza e dell'istituzione del- blica francese. Troppo tardi, aprirono fi-

la repubblica aristocratica; chiama que- nalmente gli occhi i veneziani. Quel Na-
sta, a confessione degli stranieri, la piti poleone che aveale olferto aiuto per re-
bella d'Europa nel suo genere, copia fe- primere ribelli, a'2 maggio le intimò
i

dele dell'antiche repubbliche della Gre- guerra, e fece occupar l'Estuario circon-
cia e come il complesso delle migliori lo- dante la Laguna. Da dove , il debolissi-

ro leggi: l'esistenza essere stata gloriosa e mo doge Manin, sentendo tuonar il can-
durata XIV secoli, cioè più lunga d'ogni none,esclamò nell'assemblea: Questa not-
altra anteriore e celebre. Poiché quella di tenon siamo sicuri nemmeno sul nostro
Spai ta visse 700 anni; e quella dilioma, la letto.Napoleone fece quindi diverse inti-
più illustre di tutte, ne contò appena 5oo. mazioni. L'atterrito governo non seppe

» Ragiona poi della dilatazione


va del dominio, ottenuto più per la for-
progressi- resistere: perciò licenziò gli schiavoni, di-
sarmò la Laguna; ed a' \i maggio 1797
za morale che per la materiale. Consi- adunato il maggior consiglio , tremante
derata dopo il conquisto di Costantino* il doge, molti patrizi ingannati o ingan-
poli, per una delle maggiori potenze, e- natori avversando il vecchio sistema, po-

sercilò influenza sull'altre. Indi l'ulterio- chi i coraggiosi, moltissimi i deboli, il po-
re imnandimeutode'
o veneziani derivò dal- polo diviso in partiti, Villetard corse co'
la bontà del loro sapiente reggimento, ac- partigiani tra la folla a diffonder le loro
coppiato al valore guerriero, che rese la idee e cercar seguaci. Spaventatoli deli-
repubblica temuta e forte. In appresso die' berante consiglio da alcune scariche de-
un crollo al suo potere, il progresso nel- glischiavoni che partivano, abdicò al po-
la navigazione delle altre nazioni , che tere. Seguirono giorni d' anarchia , da'
scuoprirono la nuova via all'Indie orien- due partitisi sparse sangue cittadino, ed

tali. Nondimeno essendo ancor grande la ar'16 ifrancesi entravano io Venezia con-
sua influenza politica ,
questa fiaccò la dotti dal loro Villetard, che prometteva
lega di Cambrayjperòconlinuòa riscuo- tibertà t eguaglianza ,
fratellanza. Così
tere l'universale ammirazione, la rego- cadde la gloriosa repubblica, vittima del-
larità del suo governo, la saggezza di sue la ricchezza, della corruzione, dell'ingan-
leggi, il mirabil ordine de'suoi consigli e no. Poi pel trattato diCampoformio, de'
l'equità de'suoi tribunali, la moderazio- 17 ottobre, Venezia passò sotto il domi-
ne, la protezione delle scienze e delle ar- nio dell'Austria; in appresso fece parte
ti, restandole ancora provincie floride e del regno d'Italia, finalmente nel 8 14 1

fertilissime. Percorso lo stadio di poten- ritornò sotto lo scettro dell' Austria e rima-
za e di gloria, cominciata a dar segui di 33 anni. Capo 2. Procla-
se tranquilla
decrepitezza, quasi esausto 1' erario per mazione della nuova Repubblica. E no-
l'ultima guerra lurchesca e le 3 neutra- ta l'agitazioue generale in cui trovavasi
lità armate; i uobili di Terraferma sof- l'Italia verso il 1848 (sull'esempio dato
frendo a malincuore l'esclusione dall'am- e di sopra tratteggiato genericamente,
ministrazione pubblica, il popolo corrot- per la migliore intelligenza della mia bre-
to dalla mollezza, la sua difesa era ormai ve narrazione, cioè da Roma e da altri

solo affidata agli schiavoni. Nello scorcio governi italiani di Sardegna, di Par-
del secolo passato, l'ambasciatore veneto ma %
di Toscana, delle due Sicilie, che
a Parigi Quirini, fatto accorto del peri- operarono delle modificazioni, anche i
colo cui correva Venezia, l'eccitò ad ar- popoli del regno Lombardo- Veneto le
marsi; quindi la rivoluzione le staccava attendevano, le speravano, ma uon le
Bergamo e Como, e le stragi di Verona ottenevano), agitazione che prese forza
furono il guanto di disfida colla repub- maggiore dalla rivoluzione francese av-
r>; VEN V E N
Tenuta a Parigi «'primi irti qncll*cinno (;/ servare), ma le loro domande vennero
22 febbraio l'imperatoie Ferdinando 1, respinte ed essi (a' 8
medesimi carcerati 1

in considerazione dello stato in cui Uo- gennaio 1848). Ma io qui debbo di ciò
va vasi il regno Lombardo- Veneto, e nel- dare un cenno. G. B. Nazzari membro
Ja mira dovuta ubbidien-
di assicurare la della congregazione centrale Lombarda
za alle leggi, fece promulgare per lutto per la provincia di Bergamo, nel dì 8 di-
il regno la norma diprocedura abbrevia- cembre 1847 parlò in quel consesso del
ta, da lui sancita «'24 novembre 1847, malcontento e dell'inquietudine della pò-
pe'casi d'alto tradimento e per altri casi polazioue,quindi propose di nomina re una
ili perturbata tranquillità. Sovrana riso- commissione di deputati delle provinole
luzione cbe leggo a p.i 3o della Gazzet- lombarde, per in vesti game le cause e far-
ta di Roma del 1848. Ivi è pure la noti- ne rapporto. Questo il conte di Spaur go-
ficazione dello stesso giorno, dell'i, r. go- vernatore della Lombardia partecipato al-
verno, in cui è detto: Nel proclama im- l'arciduca Ranieri viceré, d' ordine suo
periale de'9 gennaio, essersi manifestato significò alla detta congregazione, che ap-
Ja dolorosa sensazione prodotta a Ferdi- punto stavasi occupando de'già noti de-
nando 1 dall'agitazione in cui trovasi il lombarde,onde pre-
siderii delle provincie
suo regno Lombardo-Veneto, per opera sentarli al trono. Dipoi le congregazioni
d'irrequieti individui, cbe istigati dall'e- provinciali di Milano,di Pavia e di Como
stero e mossi da mire interessate, ten- inviarono alla centrale di Milano le loro

tano sconvolgere il presente ordine le- particolari petizioni riguardanti i dicaste-


gale delle cose: dichiaVando in pari tem- ri, l'abbreviazione del servizio militare,
po essere sua ferma volontà di tutelale le misure di polizia , la dignità effettiva
la sicurezza e quiete interna ed esterna del regno Lombardo- Veneto, le imposte,
del detto suo regno con tutti que' mezzi
t
i tribunali, l'abolizione del giuoco del lot-
cbe la Provvidenza gli ha dato, memore to. Nella metà di dicembre l'avv. Manin

de'suoi doveri di sovrano, fra'quali èi.° ebbe una copia della proposizione del Naz-
il vegliare al bene dello stato e alla tu- zari alla congregazione centrale Lombar-
tela de' fedeli suoi sudditi. Ora renden- da, e immediatamente ne fece trascrive-
dosi necessario cbe tanto il potere giudi- re e spargere molti esemplari, quindi pro-
quanto le autorità di polizia, sie-
ziario, curò d* indurre qualche membro della
no munite di quella maggior forza, che congregazione centrale Veneta ad imitar-
ì bisogni del momenti e l'importanza del- ne l'esempio. Non essendogli riuscito, coni*
l'uffizio loro richiedono, l'imperatore ha pilo egli stesso una domanda a quel con-
ordinato, che per tutte quelle azioni che sesso, della stessa natura. Quindi a mez-
turbano la pubblica tranquillità, e sono zo dell'amico Francesco degli Antoui ne
punitedelle vigenti leggi, abbia luogo una sparse molte copie per la città di Vene-
procedura sommaria, secondo le norme zia, e ne mandò altre a Milano ed a Bre-
che si pubblicano contemporaneamente scia. I progressisti veueti corsero in fol-
alla presente con altra notificazione. Se- la a congratularsi col concittadino ,
pel

guono norme ec). Due cittadini, l'avv.


le coraggio mostralo; ed i milanesi spediro-
Daniele Manin veneziano e Nicolò Tom- no Serbelloni per rallegrarsi. Ad esem-
maseo, avevano già domandato all'Au- pio del Manin, a' 28 dicembre Gio. Cal-
stria (con ardite rimostranze) in nome lista Morosiui deputato della congrega-
della popolazione di Venezia, nuovi or- zione provinciale di Venezia, ad essa pro-
dinamenti amministrativi e nuove fran- pose di presentare un rapporto alla con-
chigie (per quanto Le Masson nella sua gregazione centrale Veueta,si mi le a quel-
Venezia, a p. 33, ed in altri luoghi fa os- lo della Lombarda, affinchè nominasse
V E N VE N 65
una commissione per istudiare i bisogni gno Lombardo-Veneto, il popolazzo pre-
del paese e ne suggerisse i rimedi. INel se ardimento ed in folla accorse nella
dì seguente 5 consiglieri comunali pro- piazza di s. Marco per domandare la
posero al municipio di Venezia , di pre- scarcerazione de' sunnominati due citla-

gare la congregazione centrale delle pro- dini,ed esitando il governatore(ci vile con-
vincie venete., di porsi in relazione colla te Luigi di Palfify, essendo il governato-
Lombarda, per convenire sulle doman- re militare comandante la città e fortez-

de da rassegnarsi all'imperatore a van- za il conte Zichy tenente maresciallo, am-


taggio del regno. Alle rappresentanze le- bo ungaresi) a concederla, irrompe nelle
gali si unirono le dimostrazioni popola- carceri, li libera e li porta a spalle d'uo-
ri. Nella sera precedente de'26, già al tea- mini in piazza. Questo tumulto, insolito
tro erano state accolte con fragorosissimi nella tranquilla popolazione di Venezia,
applausi le parole del coro del Macbetb, incute gravi timori ne' due governatori,
colle quali s'invitavano i fratelli a sorge- militare e civile, i quali fanno schierare
re ed a salvare la patria tradita; parole in piazza numerosa truppa. Questa ol-
die cantarono gli spettatori, e ripetero- traggiata dalle grida del popolo e da qual-
no per varie sere seguenti, siccome allu- che colpo di pietra che le veniva sca-
denti alle circostanze di Venezia. A' 3o gliato, rotta la militaredisciplina, investe
dicembre Nicolò Tommaseo lesse nell'A- colla baionetta il popolo, che si disperde,
teneo Veneto un discorso sullo stalo at- rimanendo alcuni feriti e uno soffocato
tuale delia letteratura in Italia, e vi trat- nella calca. Durante tutto quel giorno
tò della censura preventiva negli stati au- avvenne qualche scontro tra'militari e il
striaci; rilevando non essere osservata la popolo, ma non però di grave conseguen-
legge, e doversi ricorrere al sovrano, pro- za (Insorse Venezia in questo giorno 17
ponendo una petizione, cbe subito fu co- marzo, o meglio que'che rappresentaro-
perta di firme, ancbe de'semplici udito- no la rivoluzione, che si compì con 5 gior-
li. Poscia la spedì nelle provincie per al- nate, che democratici chiamarono glo-
i

tre sottoscrizioni, e indi il Tommaseo la riose, e si emanciparono dal governo au-


consegnò al governo perchè fosse inviata striaco , durando lo stato rivoluzionario
a Vienna. Per tali motivi Manin e Tom- 1
7 mesi, compresi di repub- i 102 giorni
maseo furono imprigionati. Intanto l'Au- blica). Nel dì seguente parlavasi dagl'in-
stria, mentre partecipava olle altre grandi sorti di volere ulteriori concessioni, anzi
potenze quali fossero le sue idee relati- di una Costituzione, l'ufficiai notizia del-

vamente all'Italia, ad istanza del feld-ma- le quali il governatore civile, in suo ma-
resciallo Radet?ky avea rafforzato il suo nifesto, diceva attendere con una staffet-

esercito in Lombardia, a'36,ooo cbe ne ta. Il popolo ammutinato, entrato in dif-

comandava, con altri 25, 000 uomini, e fidenza e in sospetto, si porta a torme in
stabili aumentaili sino a 8o,ooo. Ma lo piazza s. Marco in aspetto minaccioso,
spirito italiano erasi comunicato a'tede- colla coccarda tricolore al petto, ed ap-
scbi, e nella stessa Vienna nacquero im- picca le bandiere nazionali. La truppa
ponenti dimostrazioni, con ispargimen- nuovamente crede d'essere oltraggiata ;

to di sangue. — Caduto il ministero di molti arditi cittadini svelgono con I' un-
Vienna pe'fatti avvenuti in quella città, ghie i macigni del selciato, e fatti a pez-
e giunta in Venezia 17 marzo la noti-
a' zi, gli scagliano contro la truppa: questa
zia della soppressione della censura (del- fa fuoco; 5 cittadini cadono morti e mol-
la stampa) e della convocazione degli sta- ti altri restano feriti. Il popolo fugge chie-

ti delle provincie tedescbe e slave, non- dendo armi, ed alcuni le tolgono già a*
che delle congregazioni centrali del re- soldati. In vista della gravità delle circo-
vol. xeni. 5
G<> VEil VEPI
stanze, (In dalla matlinn alquanti filladi, le dal popolare furore, ma crebbe oltre-
ni raccoltisi nella casa dell'avv. Manin, e modo fermento nella notte per la voce
il

con esso alla testa si erano condotti al sparsa che «li razzi alla Congrìve avesse
municipio per domandare l'istituzione di egli armate alcune navi e piroghe per in-
ima guardia cittadina temporanea. Il nu- cendiar la città. Ad onta però de'consigli
mero de* richiedenti si fece in breve ora mat-
in contrario ricevuti, egli volle nella
grandissimo, e il pericolo divenendo «em- tina de'22 recarli all'Alienale, ma gli o-
pie più imminente, il podestà (conte Cor- perai miseramente e crudelmente l'ucci-
rer) s'indusse a recare, seguito da' suoi sero, facendo orrendo sfratto del di lui
assessori, quella petizione al governato- corpo. La notizia della barbara morte
re civile. Questi, d'accordo col governa- dell'infelice Marinovich si diffuse tosto
tore militare, vi acconsente, ed in poclie per tutta la città. Allora l'aw. Manin si

ore si vede girar la citlà una numerosis- pose alla testa d'un numero di guardie
sima guardia cittadina (nello stesso gior- civiche e s'impadronì de'piti importanti
noi8 marzo alla pure insorta Milano fu ponti dell' Arsenale. Uscendo egli di là

concessa la guardia civica: la bandiera na- annunziò che l' Arsenale era in suo po-
zionale tosto fu piantata sulduomo, on- tere, alla quale notizia i soldati del mag-
de poterono le campane sonar pur esse a giore Wimpffen e quelli della marina,
stormo, con tutte l'altre d'ogni chiesa, gittate le insegne austriache (pomponi),
che dal giorno 19 al 23 non cessarono un vi sostituirono la coccarda tricolore. Do-
istante d'avvisare i dintorni del pericolo po ciò la veneta marina disponeva legni,
grave, dell'eccidio generale che sovrasta- armi e munizioni a tutela della Laguna,
vano. Fu sparso molto sangue ne' com- decanati e de' folti. Frattanto il munici-
battimenti fra popolo e la truppa, cui
il pio delegò una deputazione onde dichia-
successero le bombe e cannoni del Ca- i rasse francamente al governatore civile,
stello, ov'erasi ritirato il feld-maresciallo che la città non sarebbe stata tranquilla
conte Radet/ky comandante militare ge- finche tutti i mezzi d' offesa e di difesa
nerale del regno Lombardo-Veneto con non fossero posti in mano de' cittadini.
residenza ordinaria a Verona che pro- , Questo governatore depose il potere nel-
dussero altre stragi ed incendi. Fu una ri- le mani del governatore militare, il qua-

voluzione sanguinosa). Nella sera giunse le fu obbligato, nellostesso giorno 22 mar-

la notizia da Trieste che colà era stata 20, a stipulare colla delta deputazione la
promulgata la costituzione. L' alto ufli- seguente capitolazione.» Cessare il gover-
ciale venne tosto letto al popolo dal go- no civile e militare; le truppe austriache
vernatore civile. Sparsosi per la citlà ta- abbandonare la città e tutti i forti, e par-

le annunzio,incontanente la piazza si riem- tire per via di mare, restando a Venezia


pì di popolo, il quale prolungò le sue ma- le truppe italiane; il materiale da guerra
nifestazioni di giubilo fino a notte avan- e tutte le casse; il nuovo governo dover
zata. Ne'due successivi giorni, 1 gè 20 mar- provvedere al trasporto delle truppe, al-
zo, ebbero luogo alcuni scontri fra il po- le quali sarà data paga per 3 mesi; a
la

polo e i soldati austriaci, i quali si tene- garanzia del trattato il governatore mi-

vano sempre come beffati ed offesi. Nel litare dover rimanere l'ultimo in Ve-
giorno 21 però si ammutinarono gli o- nezia ". Il governo venne assunto da
perai dell'Arsenale, i quali già da molto deputati. Alle ore due pomeridiane con-
tempo lagna varisi della severità del co- vennero sulla piazza 2,000 uomini del-
lonnello Marinoviche pubblicamente di- la guardia civica (essendone comandan-
chiararono volerne la vita. Le guardie ci- te in capo l'aw. Angelo Mengaldo) per
viche riuscirono a sottrarre «jtielf'tifficia- assistere alla benedizione della bandiera
VE N fcN *1
ustionale tricolore. In questo frattempo governo: il nome di repubblica ridestare
In presa dell'Arsenale viene avvertita dal- negli animi de' veneziani gloriose memo-
le ^rida Viva la Repubblica ! Viva s.
: rie; molti difetti avere avuto l'antico go-
Marco! Era Manin alla testa de'suoi re- verno di s. Marco, ma ebe questi si cor-
duce dall'Arsenale. Egli arringò il popo- reggerebbero da'nuovi governanti". Isti-
la e propose la forma di governo repub- tuito poi il nuovo governo nello stesso
blicano.! contraenti della detta deputazio- 23 marzo, questo proclamò, ebe il nome
ne deposero il potere nelle mani del co- di Repubblica Veneta non poteva por-
mandante la guardia civica, affinchè co- tare ormai alcuna idea ambiziosa o mu-
stituisse un governo provvisorio. Egli fe- che le provincie, le quali si so-
nicipale,
ce defilare sulla piazza i battaglioni della no dimostrate tanto coraggiosamente u
guardia civica, e dopo ricevuta dal pa- rianimi alla comune dignità, le provincie
triarca cardinal Monico la benedizione ebe a questa forma di governo aderisco-
della bandiera, propose all'approvazione no , faranno insieme una sola famiglia
del popolo e della guardia stessa i nomi senza veruna disparità di vantaggi e di
de'ineuihri ebe comporrebbero il gover- diritti ,
poiché eguali a tutti saranno i

no provvisorio, proposte ebe vennero tut- doveri, ed incomincieranno dall' inviare


te confermate. Le funzioni governative in giusta proporzione i loro deputati cia-
vennero nel seguente modo distribuite: scuna a formare il proprio statuto; che
Daniele Manin, ministro degli affari ester- aiutarsi fraternamente a vicenda, rispet
ni con presidenza; Nicolò Tommaseo, cul- tarei diritti altrui, difendere i propri, tal
to ed istruzione;Jacopo Castelli, giusti- era fermo proponimento del governo;
il

zia; Francesco Camerata, finanze; Fran- che l'esempio ch'esso dee porgere si è
cesco Solerà guerra; Antonio Paolucci
,
quello principalmente delle riforme so-
marina; Pietro Paleocapa, interno e co- ciali e morali, che importano più delle
struzioni; Leone Pincherle, commercio; politiche assai, l'esempio della non sov-
Angelo TofFoli artiere, senza portafoglio vertitrice, ma giusta e religiosamente e-
(Jacopo Zcnnari segretario). In appresso, sercitata eguaglianza. Dalle dichiarazio«
per rinunzia di Solerà, il portafoglio del- ni di Manin e dal successivo proclama
la guerra venne affidato al ministro del- governativo, v'era tutta la ragione per
la marina Paolucci. Fin dàlia sera de' presumere che il nuovo governo repub-
22 la guardia civica di Mestre con un blicano avrebbe toccato Peccellenza,quel-
colpo di mano s' impadronì de' forti di la per altro a cui può pervenire un go-
Margbera, ed a'o,3 que' di Chioggia oc- verno di questo genere. Ma esso fu tale
cuparono il castello di s. Felice. Quasi in effetto? Soggiunge l'autore: Noisetti-
contemporaneamente le truppe austria- risponderemo col-
pièci spositori di fatti,

che sgombrarono lutti gli altri ebe mu- la sposizione di Dovevasi con unfatti.

niscono la Laguna. Divulgatasi poi la no- dispaccio richiamar la flotta, che allora
tizia degli avvenimenti di Venezia nel- trovavasi stanziata a Pola; un piroscafo
l'altre provincie venete, queste seguiro- trasportava a Trieste il governatore ci-
no tosto l'esempio della loro capitale e si vile austriaco e parecchi altri individui
costituirono in governi provvisori'!; i qua- del cessato governo; il governo veneto af-

li tutti furono più o meno pronti ad ade- fidava al capitano di quel piroscafo il di-
governo della repubblica.
rire al Capo — spaccio di richiamo,e ciò costò nientemeno
3. Primi atti del Governo provvisorio. che la perdita della flotta, per cui a Venezia

Manin nell'atto di proporre al popolo


, non restò altra forza marittima che una
lo slato repubblicano disse; « Essere que- squadra navale. Erano restate in Venezia
sta, a sua opinione, la miglior forma di le truppe italiane in forza della capitola-
68 V EN V EN
lione, truppe sufficienti a formare il nu- reno le loro attribuzioni. La direzione
nuovo esercito, aia tutte si ri-
cleo d'un generale di polizia cambiò il nome in
mandarono alle case loro. Riguardo poi quello di Prefettura centrale di ordine
alle riforme morali e sociali di cui parla pubblico, colle stesse attribuzioni di pri-
ilproclama del nuovo governo, sono l'in- ma. Dipoi, in sussidio a questa venne
dicale nel seguente capo (tutto quanto un Comitato di pubblica sorve-
istituito
l'operato nel 22 e nel 23 marzo, riferì glianza. Questo, di concerto colla prelet-
Ih Gazzella di Venezia e riprodusse , tura centrale di ordine pubblico, doveva
quella di Roma, massime I' articolo Il : occuparsi dello scoprimento degli occulti
Ventìduc Marzo ! Vi è pure un ma- nemici dello stato, perchè fosse proceduto
nifesto di Mengaldo del 23, che dice a- in loro confronto secondo la legge. Così
vere il cardinal patriarca annuito a ri- pure, di concerto colla prefettura, doveva
conoscere il seguito rivolgimento politi- prendere l'opportune disposizioui contro
co; e che a mezzodì dovea intuonare il le persone pericolose e sospette affinchè
solenne Te Dcum in s. Marco« in rendi- fosse tolta ad esse la possibilità di nuo-
mento di grazie al Signore per la nostra cere. Ne'casi istantanei, vale a dire, quan-
liberazione dalla servitù, dello stranie- do il concerto colla prefettura portasse
ro ". L'adesione delle provincie co'nomi una perdita di tempo congiunta a peri-
de'deputati dellemedesime che la fecero; colo, comitato dovea prendere le dispo-
il

ed proclama del Governo provvisorio


il sizioniopportune riferendole tosto alla
della Repubblica Veneta, di ringrazia- prefettura. A raggiungere lo scopo il co-
mento al popolo veneziano, perchè a un mitato, oltre a' mezzi ch'esso stesso sa-
tratto sorgendosi mostròdeguodel suo no- pesse procacciarsi, doveva ricevere le si-

me). — Ca po4« Ordinamento civile epoli- gnificazioni che ognuno credesse poter
lieo. La bandiera della repubblica veneta fargli. Le significazioni dovevano conte-
venne stabilita di 3 colori, verde, bianco nere descrizioni di fatti e di particolari
e rosso j il verde al bastone, il bianco nel circostanze, essere iu iscritto e firmate
mezzo, il rosso pendente; in alto, in cam- dalla persona che le insinuava, ed indi-
po bianco fasciato da'3 colori, il Leone care il luogo preciso ov' essa dimorava.
giallo. Co'3 colori comuni a tutte le ban- Venne istituita una Commissione lem-

diere d'Italia si voleva professare l'unio- poraria per cause civili e cri-
tutte le
ne italiana, il Leone poi era il simbolo minali, i non erano già stati
cui atti
speciale di una delle italiane famiglie. La inoltrati a Verona a' 22 marzo 184B.
coccarda nazionale si compose de'3 colo- Questa commissione avea perle provin-
ri, cioè il verde nel centro, il rosso al di cie unite della repubblica tutte l'attribu-
fuori, e il bianco nel mezzo de'due. Il go- zioni proprie del tribunale revisionale in
\erno delle provincie venete assunse il Verona; corrispondeva col governo prov-
titolo di Magistrato politico conservan- , visorio,come prima corrispondeva co'di-
do esso e gli altri uffizi esistenti le abi- casteri governativi. Si soppresse l'ufficio
tuali attribuzioni. S'institui poi un Co- denominato dipartimento governativo
mitato di difesa composto di antichi mi- del genio. Alla direzione delle poste ven-
litari per assistere il ministero eil go- ne sostituito un Consiglio delle Poste.
verno nelle sue deliberazioni relative al- I codici civile, penale, di procedura, di
l'ordinamento delle forze militari e alla commercio, leleggi amministraliveetut-
difesa del paese. Posteriormente gli fu so- te le altre emanate dal governo austria-
stituito il Comitato di guerra. I tribu- co furono conservati in vigore. Riguar-
nali d'appello, di 1/ istanza, di commer- do a'diritti civili e allo stato civile, fu
cio, il criminale e le preture conserva- statuito che tutt'i cittadini delle provin-
V E N V E N 69
eie unite della repubblica veneta, qua- a'professori, segnatamente di scienze re-
lunque sieuo le loro confessioni religio- ligiose, morali e civili, d'animare il loro

se,niuna eccettuata, debbano godere di insegnamento d'uno spirito tutto italia-


perfetta eguaglianza di diritti civili e po- no; si provvide a migliorare il liceo di s.
litici, toglteudo tutte le prescrizioni di Caterina. Riguardo alle rappresentanze
leggi contrarie a questo principio; e che delle provincie della repubblica, ciascuna
l'età maggiore fosse a'2 i anni compili. delle provincie che aderirono alla repub-
Rispetto a' militari, si abolì il loro fo- blica veneta, e per essa il rispettivo co-
ro privilegiato, e la pena delle verghe e mitato provvisorio dipartimentale, ven-
del bastone. Nella procedura si fecero di- nero invitate ad eleggere e inviare a Ve-
verse innovazioni, massime sulla difesa e nezia 3 consultori, così le altre che ade-
i tribunali giudicanti. In quanto alle rissero poi ; stabilendosi che altrettan-
pubbliche gravezze e al commercio, si ti ne fossero eletti per la provincia di
abolì il giuoco del lotto, si soppressela Venezia dal governo provvisorio. Si con-
tassa personale e si tolse il bollo de'gior- venne che la Consulta s'adunasse in Ve-
nali. Il prezzo del sale venue ribassato di nezia a' io aprile, per nominare il presi-

un 3.°, si abolì la coutrolleria sul cotone, dente e statuire l'ordine delle discussioni.
sulle sue manifatture e sui filati, e si La Consulta dovere risiedere nel palaz-
esentarono le barche armate alla pesca zo ducale, e corrispondere direttamente
dal diritto di porto, da'diritti sanitari e col governo provvisorio. Riuscendo in*
da qualsiasi diritto e tassa. Riguardo alle compatibile col nuovo ordine di cose la

leggi civili ingenere,si richiamò in osser- Congregazione centrale pel io ,


aprile si

vanza il decreto italico 9 agosto 8 1 1 1 ne' volle cessata. La Guardia civica pel mo-
suoi titoli 1 .°, 6.° e 8.° relativi all'avvoca- mento si costituì di 3 legioni, ciascuna
tura ; che l'annotazioni fatte sui
si statuì composta di 3 battaglioni, e ognuno di
libri censuari per mera ingiunzione go- questi diviso in 3 compagnie di 100 uo-
vernativa e camerale del governo austria- mini. Ogni legione si fece comandare da
co si cancellassero a istanza delle parti- un colonnello, da un tenente-colonnello
In quanto alla libera stampa, si statuì a e da altri uffiziali nominali dal governo,
sua guarentigia che l'autore o 1' editore i minori nominandoli le proprie com-
debba apporre il suo nome; che la liber- pagnie. Si chiamarono ad iscriversi a ta-
tà della stampa non toglie 1' obbligo di le guardia tutti i cittadini idonei da' 18
presentare 3 esemplari di ciascuno scrit- a'55 anni, gli esteri domiciliati nel ter-
to che si stampi, fosse anche d'un foglio ritorio della repubblica che lo bramasse-
volante, e che questi 3 esemplari debba- ro, e si dispensarono gli ecclesiastici, ed i
no esser deposti, uno alla biblioteca Mar- militari inattualità d'esercizio, i capi del-
ciana, altro a quella di Padova, il 3.° a le magistrature requirenti la forza pub-
quella di Milano. Per l'istruzione pub- blica, gli agènti subalterni di giustizia e
blica fu prescritto che gli uomini di noto di polizia, gli esercenti mestieri abbietti,
valore siano chiamati ad insegnare an- i domestici, i braccianti, i giornalieri ed
che senza prova di esami ; si raccomandò i coloni, ma poter far parte de' corpi di
rammaestramento con più predilezione riserv». Fu commesso alla guardia civica
sulla storia italiana segnatamente nelle il servizio interno ed esterno della città,
relazioni colla veneta, finche sia istituita il presidio della piazza, i pubblici stabi-
una cattedra di storia patria ; s'istituì un limenti, le residenze del governo, del mu-
Consiglio di reggenza presso l'università nicipio, de'tribunali, delle casse ec.e par-
di Padova per proporre riforme nell'uni- ticolarmente la tutela della tranquillità
versità e nelle scuole ; raccomandandosi pubblica. L'i 1 aprile s'aprì il suo armo-
7o
VEK VEN
lamento regolare, a'20 maggio fu istituì- a'Iavori di barricate nelle città vicine, i

lo corpo di riserva, con norme e rego-


il pompieri si occuparono a spegnere gl'in-
lamento organico. —
Capo 5. Annaiiivn cendi prodotti dal bombarli, uuenlo, i
li. Le condizioni di Venezia, come for- pontonieii erano a disposizione del ge-
tezza, sono piuttosto uniche che singola- neral Durando, al quale la marina vene-
questo il punto più strategico di tut- ta somministrava pressoché tulle
ri (è le mu-
ta l'Italia). Essa non è propriamente a niz ioni per l'esercito. Ne'primi giorni del-
dire una piazza di guerra, ma una spe- larivoluzione 77 legni armali presidia-
rie di provincia fui liticata, una catena vano 3 circondari di difesa con 327
i

di opere diverse slese sopra una linea di bocche da fuoco. In seguito si allestì la
circa 70 miglia d'estensione. Uipartesi corvetta la Civica e poi il brick a vapo-
imlilarmeule in 3 circondari. 11 i.°de' re ilCrocialo; a'7 maggio usci 1' altro
quali, dalla ciltà movendo a Fusina, gi- s. Marco, e 5 giorni dopo ledue corvet-
ia per Marghera, anivo alle Porte grau- te di 1 /Vango la Lombardia el' Indi-
di del Sile, ripiegasi a'Treporli, termina pendenza. A' 22 marzo rimanevano in
a s. Erasmo: lungo ^1 miglia e munito Venezia uu battaglione di granatieri ed
di ii) furti ed opere fortificate. II 2. è un altrodel reggimentoWimplTen^.ooo
fumalo dalla linea de' Lidi, che dalla uomini in tutti, ed un 3.°composto nella
punta di s.INicolò per Malamocco ed Al- maggior parte d'italiani, il qoale faceva
beloni si protendono fino alla estremila il servizio di sanità ed era ripartito a Ve-
de' Murazzi di Pelestrina, sopra una li- nezia, Chioggia e Mestre, ma queste trup-
nea di olire 20 miglia e con i3 fortifi- pe, come già
furono dal governo
si disse,
cazioni. Il 3.°comprendeledifesediChiog- rimandate alle case loro. A' 27 marzo
già e di Ciondolo, sino alla foce del Bren- si aprì l' iscrizione per io battaglioni di
ta eracchiude 6 forti. Tulli questi punii volontari, ciascuno de'quali composto di
vennero provveduti d'artiglieri e di qne' 6 compagnie, ed ogu una di queste di 1 00
lauti presidii de'quali mancavano. Ed al- uomini: s'istituì la guardia civica mobi-
l'armo de'legni e de'forti si aggiunse pu- le, ed a'28 marzo i gendarmi, di cui si
re il chiudere ed assicurare, con affon- formarouo 4 compagnie, in lutti 600.
dare bastimenti e costruire barricate di A'3 del dello mese s'aprì un arruola-
1

legname, gl'ingressi de' porti e de' tanti mento pegli artiglieri, e il loro numero
eanali che mettono nella veneta Laguna aumentò poi ogni giorno. A'3 aprile si
interna e 1' attraversano in ogni parte. decretò uu corpo di 200 soldati di ca-
Per tali lavori si aggiunsero 800 operai valleria regolare. Parecchi cittadini pro-
u'noo che lavoravano ordinariamente posero la formazione d'un corpo di volon-

nell'Arsenale. Si fabbricarono e si ripa- tariche gratuilamenle servissero nella cit-


rarono armi e munizioni, e si distribui- tà e De'forti, ed a'26 aprile si assegnaro-
rono non solamente alia città, a'Iegui, a' no 4 uflìziali a dirigere le istruzioni di
forti, ma
anche alle provinole fiuilime tal corpo formato di 200 uomini, com-
ed a'vari comuni, oltre 5 migliaia di fu-1 presi vari sotto-ufììciali di marina ;
que-
cili, un centinaio di cannoni, 2,600 scia- sti istruiti nel maneggio del fucile e del
bole, 60,000 funti di polvere, i,5o>o ca- cannone, parte furono inviati a presidia-
riche di cannone, un milione di cartoc- re il forte Alberoui, parte in altri sili.

ci da fucile, racchette, palle, capsule e al- Guardie civiche mobilizzate, squadre di


tri oggetti di artiglieria, oltre due can- veneli crociali e volontari, frazioni di cor-
noni somministrati al vapore sardo il pi disfatti o distrutti, pellegrini, avven-
Ma {fatano e 10 spediti in Ancona. E turieri d'ogni parte giunsero a Venezia.
frattanto i veneti carpentieri aiutavano lu breve, le forze propriamente venete
V EN YEN 7 1

delle Zf
ainii , faittet ia, cavalleria, artiglie liti e per stradali indiretti con gravissimi
ria e genio, formavano negli ultimi tem- dispendi. Nella zecca a'23 marzo si tro-
pi del governo repubblicano un com- vò uu fondo di lire 708, 98 tra monete
1

plesso di 1 3,ooo uomini, ed sussidiari i da mo-


coniate e paste d'oro e d'argeuto
circa 6,ooo, per cui il presidio di Vene- netarsi.La zecca del governo austriaco
zia e dell'Estuario, Cuor delle truppe ma- era mantenuta in via affatto interinale
rittime e dell'Arsenale, ossia l'esercito di per soddisfare a'bisogni del veneto com-
cui si Terra-
disponeva ne'forli verso la mercio, specialmente per la monetazione
ferma, era di circa 9,000 uomini. Ca- 1
— de'talleri pel Levante, e la somma di so-
po 6. Finanze. Le provincie di Terra- pra indicata avrebbe dovuto considerarsi
ferma, a mano a mano che conseguirono piuttosto come dotazioue dello stabili-
la loro liberazione, istituirono de'goverui mento : nondimeno le si fecero versare in
provvisori!, che dopo le adesioni delle cassa centrale lire 246,41 5 onde aumen-
provincie stesse al governo della repub- tare i fondi disponibili. La zecca si pre-
blica, si tramutarono in comitali dipar- stò a coniare anche nuova moneta (a'29
timentali. Essi disposero delle rendite del- giugno 1848 fu stabilito: Nella zecca ve-
le rispettive provincie e delle casse di fi- neta si corneranno de'pezzi d'argeuto da
nanza, senza mandare alcun avanzo alla lire 5 italiane. Nel diritto avranno la leg-

centrale com'era di costume sotto la do- genda Repubblica Pineta 22 marzo


:

minazione austriaca. A'^3 marzo il go- 1848, ed in mezzo il Leone; nel rovescio
verno trovò che tra denaro e note di ban- UnioneItaliana,e dentro uua coroua for-
co esisteva la somma di 5,66o,i43 di li* mala da due rami Lire 5 ; al di sotto la
re presso le due casse centrale e provin- lettera F. À*7 giugno il governo veneto
ciale di Venezia, e fu con quelfoudo che proibì l'estrazione di oro, argento, rame
cominciò a sostenere i dispendi. Dell'im- per qualuuque porto austriaco; ed a'16
poste dirette la sola rata di marzo della agosto in termine di 48 ore volle la con-
provincia di Venezia, in lire 467,297:60 segna al la zecca degli ori e degli argenti per
avrebbe dovu-
affluì uella cassa centrale; uu prestilo, o iu vece denaro, olire l'aver
to entrarvi anche quella dell'altra pro- decretato ritenzioni sugli stipendi e pen-
vincia di Padova del mese successivo, in sioni. E qui noterò, che lungo sarebbe
lire 683,5o7, ma la somma ritornò in- il dovere registrare lutti i prestiti imposti
tegralmente colà, come si dirà insegui- né' 1 7 mesi,fra'qualiquellodella carta mo-
to. Riguardo poi al contributo arti e com- netato delta patriottica di 5 milioni con
mercio, durante governo della repub-
il garanzia del consiglio comunale di Ve-
blica non è avvenuta l'abituale sua sca- nezia. Imperocché mi è impossibile il ri-

denza. Il prodottodell'indiretta nella pro- cordare quanto energicamente si operò,


vincia di Veneziasi limitò a lire 993,620. e quante si prodigarono. D'altron-
offerte
"Dalla cassa del lotto, che venne abolito, de, forseniuua nazione, quauto la vene-
si ritirarono gli avanzi dell'estrazioni an- ziana, avea titolo per aspirare al pos-
teriori nella somma di lire 4^,000. Nella sibile ricupero di sua libertà, per tale un
cassa della posta a'2 3 marzo si trovaro- complesso di cose, che non mi sem-
no 40,000 lire costituite in parte in no- bra azzardata la proposizione, in un'e-
te di banco; ma quest'azienda riuscì to- poca in cui gì' italiani erano infiamma-
talmente passiva e dovettesovvenirsi dal- ti del prevalente spirito di apparente
la cassa centrale, mentre la posta fu in- indipendenza, dopo quattordici secoli di
caricala di slraordiuari servigi militari e reggimento repubblicauo aristu-demo-
diplomatiche per mantenere la corrispou- comitato della fer-
cratico). S'ingiunse al
deuza fu costretta ad attuare mezzi Uso* rovia il versamento de'foudi che si tro«
72 VEN VEN
vavauo giacenti nella sua casta, e si ebbe stati che in Venezia aveano rappresen-
così uu fondo di 3,000,000 di lire, la tanza consolare. Il nuovo governo ven-
inaggiorpartein cambiali. L'offerte spon- ne tosto riconosciuto con dichiarazione
tanee de'citladini al governo ascesero al- verbale dal console degli Stati- Uniti d" A.»
la somma 25o,ooo. A'i4 '"aggio
di lire melica, ad esempio di quanto avea fatto
il governo decretò uu prestito forzoso di recentemente in caso simile l'ambascia-
j 0,000,000 di lire coll'interesse del 5 per tore di quella potenza in Parigi. Fu inol-
100. Il prestito fu garantito dalla unzio- tre riconosciuto in iscritto dal direttorio
ne con pegno di tante azioni della socie* federale svizzero, e col fatto delle ufficia-
tà della strada ferrata, e dovea essere ri- li relazioni diplomatiche dal
governo del
fuso in 6 anni da) 1849 in poi, ripartito re di Sardegna Carlo Alberto e dal go-
nelle provincie non rioccupale dagli au- verno provvisorio dell'insorta Lombar-
striaci. Il prestito non si potè realizzare dia. La repubblica veneta ebbe altri ri-
nella provincia di Treviso per la totale conoscimenti impliciti da' vari governi
sua nuova occupazione, e Io si realizzò in d'Italia. Vennero e rimasero in Venezia
parte in quella di Vicenza, Padova e Ro- inviali del re Sardo, che per stabilirvi in-
vigo, che successivamente furono pure time relazioni a' 12 aprile vi spedì Lazza-
occupale. Nella sola città di Venezia e in ro Rebizzo incaricato provvisorio; non
alcuni distretti di sua provincia si pote- che del governo provvisorio di Lombar-
rono ultimare le operazioni per riparli- dia. Il governo della repubblica mandò
mento individuale nella somma di lire inviati suoi al campo di detto re, a Mila-
4,5oo,ooo alla provincia stessa attri- no, a Roma, a Parigi. Quando gli aiuti

buita. In seguito poi il governo aggiunse mandati dal governo delle due Sicilie,
per questa provincia altre lire i,5oo,ooo che già si trovavano presso il Po e do-
al detto quoto fissato sopra questo pre- vevano varcarlo per operare nel Veneto
stito nazionale di io milioni che non ha unitamente alle milizie venuteda Roma;
potuto effettuare nelle provincie rioccu- e intanto che l'esercito piemontese ope-
pale dall'Austria. Da' depositi giudiziali rava nel territorio Lombardo, mancaro-
pressoi! tribunale civile di Venezia il go- no a* veneziani pegli ordini che le truppe
verno prelevò la somma di circa 100,000 ricevettero di retrocedere, e soltanto po-
lire : l'erario se ne costituì depositario as- chi con Pepe loro generale giunsero a Ve-
sicurando le parli, alle quali que'depositi nezia ;
quando Vicenza e poi Treviso
appartenevano,collestessegaranzieche fu- dovettero capitolare, e beo 12,000 sol-
rono date a'sovveulori del prestito forza- dati italiani fra pontificii e veneti vennero
to.Io complesso durante il governo della per 3 mesi posti fuori di combattimento;
repubblica, entrarono in cassa erariale e quando tutto il Veneto fu rioccupato
1 3,665,584 :3o di Ih e, e se ne spesero dagli austriaci (comandati dal general
1 2, 22,263 3o, sicché a*2 3 giugno ri-
1 : Victor fin da'3 1 marzo aveano formato
manevano in cassa i,433,228:8p di lire un cordone sull'Isonzo, dove si raccolsero
tra denaro, uote di banco e cambiali. Ve- anche le truppe partite da Venezia; ed
nezia circoscritta alle sue Lagune e nello il governo di questa sequestrò lutti i be-
stato d'isolamento in cui trovavasi allo- ni mobili e immobili posseduti nel terri-
ra,non dava un reddito maggiore di men- torio veneto dal viceré arciduca Ranieri,
sili lire90, 000, mentre le spese si faceva-
1 e da Francesco Vduca di Modena, però
no ascendere a 2,5oo,ooo mensili. Ca- — a favore di questa), restando libera la so-
po 7. Condizioni politiche e relazioni e- la Venezia, e anch'essa da'medesimi vi-
j/e/'e.Coslit uito il governo provvisorio del- vamente minacciata; allora i veneziani
la repubblica, ne fu data notizia a tulli 3IÌ fecero molte istanze al governo, coperte
V E N VEN 73
d'un numero grandissimo di sottoscrizio- Venezia per mare. Verso le coste di Chiog-
ni, colte quali si voleva dimostrare la ne- gia si diresse, imbrogliate le vele, una
cessità di chiedere il soccorso della Fran- fregata austriaca rimurchiata da un va-
cia, ed insistevasi perchè fosse chiesto. Il pore,direttaa Porto Levante. Il vice-am-
governo interpellò prima i governi d'I- miraglio veneto pose i legni che guarda-
talia, affinchè dicessero se veramente le vano il porto in istato di combattimen-
forze italiane potevano bastare all'indi- to, discese poi a terra e fece battere la
pendenza italiana, e quando no, concor- generale : la popolazione di Chioggia e
ressero a chiedere in nome comune del- di Pelestrina corse tutta alle armi. Bel-
la nazione italiana l'alleanza della nazio- luno, dopo aver resistilo per 3 giorni, as-
ne francese. Il governo di Toscana e quel- salita di fronte e alle spalle, a' 4 cadde
lo di Roma nella risposta a quesl'inter- in mano degli austriaci senza capitola-
pellazione, promisero d' inviare nuovi zione. Carlo Alberto a' 6 spintosi fino a
soccorsi secondo le proprie forze, ma si s. Lucia e Croce Bianca, ordina il ritor-
dichiararono avversi all'intervento fran- no al quartiere di Somma Campagna, ri-
cese. — CapoS. Movimenti militari efatti portando grave danno. Agli 8 avvenne la

<7V//7/z/.lldì8aprileg!i austriaci aMonte- battaglia di Cornuda fra gli austriaci e i


bello si scontrarono con un corpo di cro- pontificii, con danno di quest'ultimi, che
ciatipado vani, tri vigiani, vicentini e lom- invano attesero il rinforzo del general
bardi, studenti in gran parte, che nel gior- Durando (la cui condotta incomincia a
no antecedente si batterono senza cede- destar sospetti). Gli austriaci a* io per 5
re; ma in tale mattina nuovi drappelli au- ore bombardarono Palmanova inutil-
striaci sopraggiunti girarono il poggio di menle. Agli 11 pel fatto d'armi alle Cà-
Sorio, alle cui falde combattevano cro- i truppe pontifìcie comandate
Strette, le
ciati, e ne acquistarono la sommità. cro- I dal general Ferrari si ritirarono a Tre-
ciati si trovarono tra due fuochi, e sban- viso. Inoltre gli austriaci a' 1 2 attaccaro-
daroosi in parte alla volta di Vicenza e no quella città, gl'italiani fecero 3 sorti-
in parte sopra Arzignano. Di essi furono te. In questo giorno il general Giacomo
trovati morti 5i sul luogo e altri 3o cir- Antonini, comandante la legione italiana
ca rimasero sotto le macerie delle case organizzata a Parigi, fu nominato co-
incendiale. In questo stesso giorno suc- mandante della città e fortezza di Vene-
cesse una gran battaglia tra gli austriaci zia. Ivi a' i3 giunse un corpo di volon-
e i piemontesi in prossimità di Peschiera. tari siciliani capitanati dal colonnelloGiu-
Giunse in aiuto diPalmanova un corpo di seppe La Masa; e gli austriaci rinnovaro-
crociati veneziani, unitamente a circa 3oo no l'assalto su Palmanova (a' i/\. il co-
uomini di truppa proveniente da Udine, mando della divisioue navale veneta è af-
ed a iio artiglieri piemontesi. A' 7 i i fidato al general contrammiraglio Gior-
crociati fecero una sortita e si spinsero sin gio Bua). A' 16 arrivò la flotta napoleta-
sotto a Visco, ma gli austriaci li obbli- na nel porto Venezia tra il tuonar del
di
garono a battere la ritirata però 2 3 cro- ;
cannone, il suono delle campane e della
ciali caddero prigionieri. Udine a' 22 si banda civica: era composta di 5 fregate
arrese agli austriaci per capitolazione, e a vapore, 2 fregate a vela e un brick. Il
vi entrarono capitanati dal general Nu- popolo veneto voleva accorrere alla di-
gent. A' 28 giunse in Padova il general fesa di Treviso, ma non l'ascoltò il go-
Durando con 6,000 uomini e 12 canno* verno. A'rq si seppe la dedizione di Mi-
ni dirigendosi a Treviso. Ed a'3o a Caor- lano a Carlo Alberto. In tal giorno gli

le sbarcò un corpo di crociati. Da Trie- austriaci abbandonarono Treviso, e mar-


ste a'3 maggio si pubblicò il blocco di ciarono verso Catnisano. A'21 poi assa-
74 VEN V lì N
Jirono Vicenza, ove giunse final niente suo conto. Intanto persone pagate, unir
colle sue truppe il general Durando; e si sa da chi, scrivono e gridano Viva :

Manin e Tommaseo vi si recarono con un Carlo Alberto ! La Spada d'Italia!). A'


migliaio ili militi, tra cui la legione An- 4 ginguo Bassano venne occupata dagli
tciuiui. La flotta iarda a' 22 maggio fu austriaci, a'qnali cede il Cadore. A'9 ar-

«Ila vista di Venezia e si unì agli altri le- rivò in Rovigo il geueral Pepe, portan-
gni italiani per avviarsi aTrieste (che mi- do in aiuto a Venezia 4 mortai, 2 obizzi,
nacciò, limitandosi al blocco della divisio- 6 cannoni, piò di 20 carri di munizioni

ne austriaca e a impedirle le ostilità con- e attrezzi, ed in complesso i5oo uomini:


tro Venezia : la flotta sarda couiponevasi il resto dell'esercito napoletano ub&dien-
«li 17 legni, con circa 4>ooo d'equipag- teal proprio re tornò indietro. Il feld-ma-
gio, comandata dall'ammiraglio Albini). resciallo Radet/ky coli' esercito attaccò
La flotta austriaca, meno forte, si ritirò tutta all'intorno Vicenza. Dopo 12 ore
dietro molo della Lanterna. Gli austria-
il di fuoco vivissimo, il general Durando so-
ci a' 23 (in tal giorno il proclama di re stituiva la bandiera di tregua a quella
Carlo Alberto, ai popoli della Venezia, gli di guerra, ma il popolo la crivellava di
assicurava non aver altro scopo che la moschettate. Per altre Gore durò la stra-
liberazione della propria patria dallo ge, e quando gli austriaci voltarono i can-
straniero) ritornati su Vicenza, l'assali- noni contro la città, s'inalberò la bandie-
rono a'24 con 2,000 bombe, ri-
razzi e ra bianca e si capitolò. 11 lladetzky dis-
tirandosi a 3 miglia dopo un combatti- se: Non potersi negare una capitolazione
mento di i5 ore. Una compagnia di cro- a chi si era difeso così eroicamente. La
ciati assaltata in Cittadella una caserma caduta di Vicenza aggravò molto i so-
d'austriaci, fece molli prigionieri e li con- spetti concepiti sul Durando. Dietro or-
dusse a Vicenza. A' 26 il Cadore venne dine di Ferdinando lire delle due Sici-
minacciato in 4 punti dagli austriaci, ed lie, la suddetta flotta napoletana, ch'erasi
a' 28 i cadorini li lasciarono entrare in unita alla divisione della flotta sarda e
ima gola per 3 miglia circa e poi diedero veneta, agli 1 1 partì tra gli urli ed i fi-

fuoco alle mine. A'28 entrarono in Bar- schi de'sardi e de' veneti. A' 12 un corpo
dolino 800 austriaci, dopo inutile resi- austriaco di Vicenza interruppe la ferro-
stenza, e poi si diressero a Caprino. Car- via a Poiana. Il comitato centrale della
lo Alberto fece trasferire suo quartie- il guerra in Venezia, dietro il fatto di Vi-
re generale da SommaCampagua a Val- cenza, risolse di concentrare le proprie
leggio. L'esercito austriaco, mosso verso forze di Padova e di Treviso a difesa del-
Cintatone, sbaragliò i toscani. Il general le fortificazioni di Venezia. Treviso non
Antonini a'3o spedì 4^0 uomini di sua volle ubbidire, e quindi il bombarda*
legione à difesa di Treviso. Successe gran mentoseguì la mattina de' i4i pochi dan-
battaglia a Goito con vantaggio de' pie- ni contava la città, ma gli abitanti insi-
montesi. Per la fame si rese Peschiera a' sterono per una capitolazione. Questa
3i per capitolazione, ed usciti gli austria- venne nella sera proposta al general au-
cicon onori militari, vi entrarono pie- i striaco, il quale accordar voleva le armi
montesi (Già il i.° giugno gli assennati egli onori militari a'soli granatieri pon-
conoscevano le somme difficoltà per l'a- tificii. 1corpi franchi non volevano ce-
nità italiana y massime per lo scoglio di dere armi; il generale austriaco persi-
le

fissare la capitale. Milano si accomodò a- ste nella sua deliberazione ; comandanti i

gevolmenle alla fusione nella speranza italiani decidono d'aprirsi colle armi la
eli divenire la capitale dell' ideato regno via per Venezia, a vviandovisi com2 can-
dell'alta Italia: Venezia non ci vide il nimi; allora il general austriaco, dietro
V E N V E N 75
rimostranze, accordò la capitolazione ne' i piemontesi, gli austriaci". GPiniproperii
modi proposti. A'i5 successe una fazio- scaglia ti contro il Piemonte è in utile il dir-
ne sotto Caorle: una cannonata fa scop- li, come ripetuti da lutti giornali, dagli
i

piare !a Furiosa^ sulla


veneta penici) e atti e dalle parole de'go vernanti d'allora.
quale restò illeso solo il comandante, e Pervenuta la notizia della fusione di Mi-
gli i che stavano a bordo rimasero par-
i lano col Piemonte, alcuni temettero che
te morti e parte feriti. Giunse in Venezia l'esempioinfluisse nelVenetoe venne pro-
il genend Pepe colla fra zio uè dell'eserci- dotto un indirizzo al governo affinchè
to napoletano disubbidiente al suo re, e pubblicasse seuza indugio una legge e-
venne tosto nominato generale in capo lellorale e convocasse entro un mese
delle truppe di terra che si trovavano nel 1' Assemblea Costituente per Venezia
e
Veneto. Gli austriaci a'i8 occupano Me- per quelle provincie che non si fossero
stre, e Venezia viene bloccata per la via ancora date definitivamente al Piemon-
di terra. 1 bastimenti veneti ilei la linea te. 11 comitato provvisorio di Padova ,
diFusina vengono attaccali sull'albeggiar per parte sua e de'comitali di Treviso ,

del ?.3 da una batteria austriaca. La ca- Rovigo, Vicenza, nel 3 1 maggio 1848
pitolazione di Pai mano va è conclusa a' intima al governo di Venezia di dichia-
^giugno fra il colonnello auslriacoKor- 3 giorni per la fusione del
rarsi entro
paii ed il presidente Putelli luogotenen- Piemonte in un solo Stato , intendendo
te del generale Zucchi. Ecconeil tenore: essi, in caso diverso, di staccarsi dalla re-
n Garantita la vita, la libertà e le proprie- pubblica veneta. Questa notizia sparge il

tà de'civili e de'roilitari e della guardia malumore tra'veneti.Si diffondono scritti


civica; le truppe regolari delle provincia prò e contro e si dà origine a due par-
del Friuli, di Belluno e di Treviso, non titi, il Repubblicano ed il Realista^ che,

the i crociati di Venezia ripatrieranno più debole e formato per la maggior


disarmati; gli artiglieri piemontesi ritor- parte di forestieri, profonde denaro per
neranno alla patria colie armi e gli onori acquistarsi fautori. Questi parliti danno
militari". Così assoggettavasi la città ri- origine a diverse manifestazioni popola-
conoscendo di »» essere coro promessa, ben- ri. Fra le altre, una settantina di pesca-
ché fornita di sussistenze e mezzi di di- tori armati di lunghe fioccine(o fiocine,
fesa"(A*28 s'istituiscono telegrafi in vari pettinelle, islromenti di ferro a guisa di
putiti di Venezia e formasi uu corpo di tridente, con 007 denti, o lunghe pun-
telegrafisti). I lquartier generale del re sar- te d'acciaio lavorato a foggia d'amo, che
do a'29 si trasportò da Valieggioa Ro- si adattano ad una lunga asta di legno per
verbello.I napoletani partono dal campo colpire e prendere pesci: tal ciurma fu
i

per ordini pressantissimi avuti da Napo- detta la processione delle fiocine) ferrate
li. A'3 luglioaPiranosucces^e uno scontro andavano un giorno gridando Viva la
tra legui austriaci e veneti che cannoneg- Repubblica^ forzavano gli altri a secon-
giarono il fortino delle Rose. — Capo g. darli. Così pure un corpo di ci ria 1,200
Partito repubblicano e realista , e cadu- guardie civiche invitato nel campo di
ta dellaRepubblica.ì proclami del reCar- Marte per una rivista fa una dimostra-
lo Alberto » che senza prestabilire alcun zione nel senso della fusione di Venezia
patto prometteva la liberazione dell'in- col Piemonte. Quest'atto imprudente
tiera penisola" cominciarono ad alienare cagionò clamori ed assembramenti pe-
gli animi degli abitanti delle provincia ve- ricolosi nella sera iu piazza di s. Marco,
nete di terraferma dal governo della re- ove s' intese gridare: Morte a Manin e
pubblica. La maggior parte del popolo ve- a Tommaseo! 11 governo provvisorio di
uelo ripete va in tutti i modi» piuttosto che Venezia, dietro la fatta dichiarazioue
?8 V lì N V E N
«Ielle venete provincie,3 giugno con- a' sistema, domando oggi un grande sa-
voca (pel giorno 8, poi sospesa a' 5, ed
1 i
g ri/ìzio, (.'lo domando al partito mio, al
n*2i inlimata pe* 3 luglio) un'assemblea generoso partito repubblicano. All'ini-
di deputati eletti fra gli abitanti della mico sulle nostre porle ,che aspettasse la
provincia in ragione di uno sopra 2000, nostra discordia, diamo oggi una so-
«ode: i.° deliberi se la questione relati- lenne mentita. Dimentichiamo oggi tutù
va alla presente condizione politica deb- ipartiti j mostriamo che oggi dimen-
ba essere decisa subito od a guerra fini- tichiamo di essere realisti o repubbli-
ta; i.° determini, nel caso che fosse deli- cani, ma che oggi siamo lutti italiani. Ai
berata per la decisione istantanea, se il repubblicani dico : Nostro e l'avvenire.
territorio di Venezia debba fare uno Tutto quello che si e fatto e che si fa,
slato da se, od associarsi al Piemonte; Deciderà la Dieta italia-
e provvisorio.
3.° sostituisca o confermi i membri del na a Roiiitl Vive e prolungate accla-
governo provvisorio. A* 3 luglio 1848 mazioni susseguono a questo discorso.
propriamente seguì V apertura solenne Tornato Manin al suo posto, Ca-
l'avv.
dell' assemblea nazionale ( nella sala del stelli e molti altri deputati vanno ad ab-
maggior Consiglio con 1 33 deputati de' bracciarlo con grande effusione di ani-
193 eletti). Nel dì seguente Tommaseo mo. L'aw. Castelli sale in bigoncia e col-
dissuase la immediata fusione col Pie- le braccia alzate esclama: La patria e
>nonte,dimostraudo necessario e decoro- salvai Viva Manin! Si venne finalmen-
un passo che non
so astenersi per ora da te a' voti. Al i.° tema, se la condizione
potrebbe sembrare né libero, né utile, né politica di Venezia debba decidersi su-
onorevole. Paleocapa gli rispose ch'era bito o no, voti affermativi i3o, negati-
cosa giusta, prudente e diplomatica di vi 3; al 2.°iema, dell' immediata fusio-

ricorrere alla fusione, e lo sostenne chia- ne di Venezia negli Stati Sardi colla
mandosi uomo pratico e positivo. Dopo i Lombardia, voti affermativi 127, nega-
loro discorsi Manin sale la bigoncia e tivi 6; il 3.° teina delle sostituzioni e
dice: I discorsi de due valenti oratori forme de' ministri fu riservato al dì se-
che mi precedettero dimostrano che , guente. In questa tornata Manin venne
non vi è opinione ministeriale j che noi eletto membro del nuovo ministero a
parliamo qui, non come ministri, ma grande maggioranza di voti, e probabil-
come semplici deputati^ e come sempli- mente sarebbe stato rieletto a presidente,
ce deputato parlo anche io parole di ma egli rispose: Lo ringrazio vivamente V
concordiaedi amore. Inoggi ho la stessa assemblea di questo nuovo contrassegno
opinione che aveva nel 11 marzo quan- di fiducia e di affetto s ma debbo pregar-
do dinanzi la porta dell'Arsenale pro- la di dispensarmi. Io non ho dissimula-
clamai la Repubblica. Ora tutti non to che fui, sono e resto repubblicano. In
l'hanno (agitazione). Parlo parole di uno stato monarchico io non posso esser
concordia e di amore e prego di non es- niente^ posso essere della opposizione ,

sere interrotto. E un fatto che tutti oggi ma non posso essere del governo. Prego
non l'hanno. E
pure un fatto che il ne- i mìei concittadini a non co stringermi a
mico sta alle nostre porte, che il nemico far cosa contraria alle mie idee. Poi io
attende e desidera una discordia in sono stanco e sono affranto dalle lun-
questo paese, inespugnabile finche sia- gite dolcezze di questi tre mesi : fisica-
mo d' accordo, espugnabilissimo se qui mente non ne posso più, credetemelo. La
entra la guerra civile. Io, astraendo da mia testa non reggerebbe e non potrei
ogni discussione sulle opinioni mie e fare certamente che male. Prego viva-
sulle opinioni altruit domandq oggi as- mente ad essere dispensalo. Dichiaro
V E N VEN 77
eziandio che, essendo dello, non accet- chiararono. Venezia è in una condizio-
terei. Si venne quindi alla nomina ile' ne unica al mondo : la sua posizione a-
nuovi membri del governo provvisorio, e iutata dal valor cittadino, la renile ine-
fu eletto a presidente l'avv. Jacopo Ca- spugnabile. La nostra flotta le assicura
stelli, il quale dopo la votazione montò la via del mare. Qui è il vero propugna-
in tribuna e disse: Accettiamo il grave colo della libertà italiana, qui donde
incarico che la patria e impone. Lo ac- mosse il i.° esempio del viver libero,
cettiamo senza guardare alle nostre della grandezza cittadina ". L'austriaco
forze, ma con potenti conforti, che sono general supremoWelden fin dal 2 7 luglio
la nostra coscienza e la confidenza vo' 1 848 da Padova avea domandato al go-
stra,la gitale sarà sempre la nostra verno la resadiVenezia,epoil'i 1 agosto
inestimabile ricompensa. Termina N. T. comunicò a'eommissari regi la capito-
il suo libro colle seguenti parole. » Cosi lazione Salasco, per la quale era stipula-
cadde la veneta repubblica democrati- to : evacuazione di Venezia, de'forti e de'
ca proclamata a' 22 marzo. Il nuovo go- porti delle truppe sarde e della flotta sar-
verno provvisorio (composto del Ca- da. Fu allora die il popolo infuriato pro-
stelli, Camerata, Paulucci, Martinengo, ruppe: Abbasso il governo regio! Ab~
Cavedalis, B.eali, fu tacciato di odorare basso i commissari! Viva Manin! Que-
d' assolutismo ) a' 7 agosto 1848 solen- sti calmò il popolo, assumendo col suo

nemente dimise e cesse in perpetuo a S. assenso il governo per 4§ ore, finché


dominio e 1' assemblea nominasse il nuovo, dichia-
M. Carlo Alberto il possesso,
sovranità della città e provincia di Ve- rando a'militi italiani che difendendo ,

nezia; l'esercizio delgoverno venne quin- Venezia avevano salvato l'indipendenza


di assunto da 3 commissari in nomedel re, d'Italia. Subito partirono per Parigi
(general Colli, cav. Ci br a rie, avv. Castel- Tommaseo e Toffoli, sperando ottenere
li veneto, il proclama de' quali commis- V intervento della repubblica francese.
sari straordinari dello stesso 7 agosto ,
A memoria dell'i 1 agosto si decretò poi
lo leggo a p. 646 della Gazzetta dì Ro- la coniazione d' una moneta d'argento.
ma; termina coli' acclamazione: Viva s. Raccolta l'assemblea a* i3, stabilì nomi-
Marco! Piva Carlo A IL erto! Viva l'I- nare un governo dittatoriale di 3 fino
talia!). Agli 11 agosto, pervenuta in alla durala del pericolo patrio, e si di-
Venezia la notizia della capitolazione Sa- chiarò permanente. Si decise poi, che
lasco (riferita nell'articolo Sabdegna de'3 uno dovesse appai tenere all'armata
Stati e altrove),il popolosi ammutina, dimare ed uno a quella di terra, onde
si scacciano i commissari regi , ed un Manin, Graziani e Cavedalis. Il
elesse
nuovo governoprovvisorio veneto si for- Mengaldo rinunziò il comando della
ma colla presidenza dell'avv. Manin. Ve- guardia civica ,
per andare a Parigi in
nezia in tal modo si sostenne fino al 22 missione, e lo successe il contrammira-
agosto del successivo anno 1849, m cul glio G. Marsich. Continuandosi dagli au-
da lungo tempo bloccata per terra e per striaci le fazioni contro la bloccata Vene-
mare, sprovvista di vettovaglie, desolata zia, al comitato di guerra successe il Con-

dal cholera e bombardata, si soltomise siglio di difesa e ad impedire le comu-


;

all'austriaco governo". Per la brevità — nicazioni fra l'interno e l'esterno, gli au-
dell'ultimo periodo, occorre riempirne la striaci circondarono la città con un cor-
lacuna con un rapidissimo cenno, traen- done di barche armate a' 18 agosto. Si
dolo buona parte dall'opuscolo: Nuovo
in apriun prestito di io milioni di lire ita-
Memoriale Veneto di P. C. I commis- liane a' 3i ,
garantito dalle provincie
sari regi con proclama del 9 agosto di- Lombardo- Venite, con cauzione ipote-
7« V E N V lì IV

cario del pnÌ072o ducale e delle Procuro- votazione di Roma, per cui il governo n«
tie nuove, a' 1 2 settembre il cardinal pa- vea ordinato a ?/),ooo pontifìcii militanti
triarca ordinò alle chiese preci quotidia- in Venezia di tornare nelle loro provili-
ne per le necessità di Venezia. Nonman- cie, il circolo italiano donò una bandiera,
carono funerali a'morti perl'indipenden- in segno di fratellanza, colla preghiera
7.0 d'Italia, e Te 1) rum per vantaggi ri- fosse recata sul Campidoglio a nome del
portali ne'combaltimenti. L' i i ottobre popolo veneziano: portava scritto nel
furono confermati i dittatori triumviri bianco: Italia libera ed una. E nelle cra-
do i 18 voti contro i3. Osopo si arrese vatte: A Roma e Fenezia.Mn Roma era
agli austriaci, a'quali poi i veneti tolsero divenuto il ricovero della demagogia eu-
nel.paese del Cavallino?. cannoni e molti ropea e de'nemici accaniti dell' ordine
commestibili. Altri cannoni e prigionieri sociale. Viene gennaio i84<)
iniziato il i.°

furono presi nelle fazioni di Fusina e col divieto delle maschere, per le condi-
Mestre a' 27; ma le concepite speranze zioni eccezionali del paese. Indi il cardi-
della mediazione anglo- francese vieppiù nal patriarca esortò a celebrare cou i-

si andavano illanguidendo. A' 23 no- straordinaria solennità la festa de* due


vembre nella piazza di s. Marco venne gran cittadini una volta di Venezia e ora
bruciato il n.° 42 del giornale Y Impar- del cielo, il patriarca s. Lorenzo Giusti-
ziale, e ciò per un articolo, nel quale si niani e il doge s. Pietro Orseolo, affinchè
predicava la candidatura a re del regno eglino colla santa loro intercessione im-
Lombardo-Venetodelduca di Leuehfen- petrino dal Padre della luce savi e sa-
bergMassimiliano, figlio del principe Eu- lutevoli consigli per bene della patria il

genio. Frattanto, come notai negli arti- a'suoi rappresentanti. A' 4 il governo de- 1

coli Pio IX. Ungheria ed altrove , in cretò coniarsi una moneta d'oro da2o lire
Olmiitz P imperatore d' Austria Ferdi- italiane; e nel dì seguente, per facilitare
nando I, a*2 dicembre 1848 rinunziò al le minute contrattazioni, ordinò la conia-
trono in favore del suo nipote Francesco zione di moneta di rame del valore no-
Giuseppe I, imperatore regnante, dichia- minale di centesimi 5, 3 e indi a' 16 1 ;

rato maggiore nel dì precedente; e ciò il municipio annunciò la creazione della

in conseguenza che il di lui fratello ar- carta moneta da mezza lira reclamata ,

ciduca Francesco Cai lo, nello stesso gior- dal bisogno di moneta spiccia per la cir-
no avea rinunziato di succedergli, con colazione. Il governo inviò Valentino Pa-
abdicazione parimenti in favore del suo sini pe' suoi alfari a Parigi, richiamando

primogenito il nominato augusto. Indi il Tommaseo, onde appagare le reiterate

l'i m pera loreFerdinandoI, col l'imperatri- brame di questi , che giunse a Venezia
ce Maria Anna, stabilì l'ordinaria sua il i.° febbraio. A' 1 5 convocata l'assem-
residenza a Praga. Il comune di Vene- blea Costituente nel palazzo ducale, per
J
zia, verso novembre, emise car-
il fine di decidere la sorte del paese, essa a i7 con-
ta monetata denominandola Moneta del ferì il potere esecutivo a'rappresentanti
Comune dì Venezia; quindi il governo Manin, Oraziani e Cavedalis, con poteri
considerata la scarsezza della moneta straordinari per quanto riguarda la di-
metallica, istituì ne' primi di dicembre fesa dello stato, esclusa la facoltà di pro-
una commissione per fissare ogni dome- rogare e sciogliere l'assemblea. A questa
nica il corso cambiario delle monete ef- epoca Carlo Alberto riguardava Vene-
fettive e nominali di sopra indicate; e zia » essere il forte inespugnabile che de-
decretò la coniazione d'una moneta del cide dell'esito della causa generale ". Ma
valore di 1 5 centesimi di lira cori ente. A' Venezia avea una spesa di tre milioni al

17 di detto inese,in conseguenza della ri- mese! e le sue rendile ordinarie a stento
VEN V E IV 7C}

giungevano a duecento mila! Però i pre- cupnsse". Tu Venezia tutta volta l'assemblea
siili volontari e forzali, la creazione della costituente a' 2 aprile decretò in comita-
caria patriottica, le sovvenzioni del mu- to secreto. » Venezia resisterà all' au-
nicipio, il riscatto dell'argenterie dona- siriaco ad ogni costo. A tale scopo il pre-
te da privati , le trattenute sui salari! e sidente Manin è investito di poteri illi-

sulle pensioni, le questue nelle chiese del- mitati ". Deliberazione acclamata eoa
la città, i fondi della zecca, i depositi de* grande entusiasmo. Nel dì seguente il

privati e le offerte delle città italiane general Pepe, per limitarsi alla difesa del-

(
poca cosa !
), aveano bastato a sostenere la Laguna, riprese il comando della città
le ingenti spese dello scorso anno, e far e fortezza. Si comincia da alcuni a co-
poco fondo eli cassa pel nuovo anno. Ài noscere, essere una stoltezza 1' ostinarsi

7 marzo l'assemblea costituente decretò nello stalu quo. Seguono nuovi prestiti

con 108 voli de'i io volanli: la nomina e nuove tasse, e l'armamento volontario
d'un capo del. potere esecutivo con titolo della marina per difendere Venezia dal
di presidente nella persona di Daniele blocco. Nel giorno della festa di s. Mar-

Manin, con ampli poteri per la difesa in- co, Manin arringò il popolo, comincian-
terna ed esterna del paese, d'aggiornare do colle parole: Cittadini! chi dura vin-
l'assemblea per giusti motivi , dovendo ce, e noi dureremo evinceremo. Viva s.

riconvocarla dopo i 5 giorni. A' 19 marzo MarcolA'4 maggio gli austriaci comincia-
il general Pepe trasportò il suo quartie- rono con Sbatterie a fulminare con razzi
re generale a Cbioggia. Uditasi nel de- e bombe l' importantissima fortezza di
clinar di marzo la notizia della disfatta Margheraj difesa da Pepe; ed feldma- il

di Carlo Alberto, operata dal conte Ra- resciallo Radetzky intimò la resa di Ve-
delzky, e di sua abdicazione e fuga in Por- nezia, promettendo il perdona. Manin in
togallo, in Venezia gli animi cominciaro- risposta gli mandò il riferito decreto 2
no a costernarsi. Imperocché si legge nel- aprile ed essere il governo in istanza
,

la Civiltà Co ttolica, serie /\.\ t. 2. p. 9. presso le potenze mediatrici. A'6 rispose


» Non erano ancora rammarginate le pia- Badetzky: l'imperatore non ammettere
ghe, riè vergogne della 1.*
cancellate le mediazioni di potenze estere fra lui e i
campagna dell' inr^pendenza, combattu- suoi sudditi ribelli, ogni tale speranza del
ta dall'Italia e capitanata dal Piemonte governo rivoluzionario di Venezia è illu-
nella state del 1848; ed ecco, passati ap- soria, vana e fatta per ingannare poveri i

pena 6 mesi, quando ne si era assestato abitanti : cessare ogni carteggio, e deplo-
l'erario dallo sperpero, né rifatto l'eser- rare che Venezia abbia a subire le sorti
5
cito dallo sgomento, ne provveduti duci della guerra. A 19 i sudditi esteri ven-
abili, né studialo il terrenoconoscinto dal nero avvertiti da' consoli d'allontanarsi
nemico a palmo a palmo; ed ecco quella prima del giorno 20 da Venezia, onde
fazione fanatica sospingere a furia d'urli, evitare la miseria del blocco (forse più
eli fremiti e di minacce il re sventurato, stretto). Dopo lunga e valorosa difesa, il

il paese renitente, l'esercito impreparato governo decretò lo sgombro diMarghe-


e lostalosconvoltoalla memorabile e cer- ra, divenuta mucchio di rovine pel mi-
ta sconfitta che l'aspettava a Novara il cidiale fuoco; e la ritirata seguì sen-
marzo del 849* Quindi il re obbligato
1 • . • za perdita, dopo essersi del pari evacuato
ad abdicare, per poscia finire di crepacuo- il forte s. Giuliano. A'27 si cominciò ala-
re nellamestaOporto (o Porto); 70 milioni cremente a demolire parte del ponte del-
dovuto
di contribuzione di guerra ,e l'aver laLaguna, convertendosi il gran piazzale
alla moderazione del vincitore, chequeslo in fortezza, come dissi nel § XV11, n. 4;
non marciasse sull'indifesa Torino e l'oc- ed a'3 1 si confermò il decreto di resistei!-
8o V EN V ElN
za de'a aprile, mentre Venezia eia anne- a s. Marco, sulla riva degli Schia toni e a
rata da ogni lalo! E rispondendo l'ai» Castello moltissimi si rifugiarono : fu a-
semblea all'interpellanza del ministro De perto il palazzo ducale, e si die' pure ri-

Bruck, che trovavosi a Mestre, quali sa- covero sugli anditi e sulle scale. Cornino-
rebbero le condizioni per la pacificazio- ventissirno spettacolo! Imperocché* allu
ne l'indipendenza assoluta del leni-
: penuria del pane, che ugni dì si rendeva
torio Lombardo-Veneto! Il ministro a- più spaventevole, e alle distruzioni, si ag-
vendo richiesto persona per trattare, si giunse, che sviluppatosi il cholera, pro-
modificarono le pretensioni : l' indipen- grediva orribilmente. Eppure in mezzo
denza della città di Venezia,con un raggio a tante desolanti miserie, guai a chi par-
di territorio che rendesse economica- lava di capitolazione. Il popolo in gene-
mente possibile la di lei esistenza. 11 mi- rale era pertinace nella difesa, ma i ca-

nistro rispose, aver F Austria deciso di pi ormai mancavano d' energia. Due
riconquistare Venezia, solo potersi discu- palle caddero tra il 3o e 3 luglio nella 1

tere sul suo governamenlo. Dopo diver- chiesa di s. Apollinare, e rimangono le


se fazioni, gli austriaci a' i3 giugno fa- vestigia sul pavimento in que'due circoli
cendo fuoco da 5 differenti batterie, alcu- di marmo nero che visi posero a memoria.
ni proiettili giunsero a colpire nell'estre- I militi veneti non mancarono di fare
ma parte della città, cosa senza esempio rappresaglie. A'3 agosto accadde spiace-
nella storia di Venezia che non era stata volissimo avvenimento. Il palazzo del
mai bombardata la i.* palla infuocata : pio e rispettabile cardinal patriarca fu
cadde a s. Giobbe alle Penitenti. Il po- aggredito da una turba di fanatici, che
polo non si spaventò, e solo alcune fa- atterrale le porle, fra minacce violenti».
miglie cominciarono a sgomberare dalle sime, entrarono a furia, cercarono da per
parti di Cannaregio. A' 16 cominciò
si tutto il prelato, che per buona sorte era
a mescere la segala alla farina pel pane riuscito a sottrarsi, e tutto fracassando ,

misto, e una riquisizione di polve-


si fece gettarono nel vicino canale molte sup-
re sulfurea con pagamento, indi esplose con danno significan-
pellettili preziose,

la polveriera dell'isola la Grazia. A' 29 te. gendarmi, li dispersero. Ciò


Accorsi i

comincia il malcontento del popolo per avvenne, per essere stata dagT ignoranti
la qualità del
pane; indi si rigetta Ul- \ male interpretata un'istanza, in cui fra
timatum dell'Austria a'3o giugno. Con- parecchi era sottoscritto il patriarca , e
tinuano fazioni e cannoneggiamenti, lan- colla quale chiedevasigoverno che al

ciandosi pure palloni incendiarli» Alla palesasse motivi che potevano indurlo
i

metà di luglio cresce il mormorio del po- alla resistenza ad ogni costo, in onta al-
polo per la penuria delle farine, ed il go- le sopravvenute nuove calamità del pae-
verno procura mitigarlo con provvedi- se, tempestato di palle, mancante di vi-
menti. Finalmente, alle ore 11 pomeri- veri, e anche flagellato dal cholera; istan-
diane de'29 u g''°> a " a distanza di me-
l za ragionata e semplice, dettata da un
tri 5235, gli austriaci cominciarono il beninteso amor di patria. Ma alcuni per-
bombardamento generale di Venezia, le turbatori la fecero credere una ricerca
palle piombando nell'interno della città di capitolare,e provocarono questo di-
col solo peso naturale sui tetti e sulle sordine^ quest'insulto verso una perso-
muraglie , facevano un buco e si spro- na di cosi eminente dignità sagra e be-
fondavano. 1 punti più bersagliati, oltre nemerita. A' 5 si aumentò la pioggia di
Cannaregio, furono s. Samuele e s. Bar- fuoco, su tre quarti della città, e qualche
naba, rifugiandosi gli abitanti in luoghi volta i proiettili su d'alcun infelice; il

lontani: uno solo ne fu colpito. In piazza cholera progrediva, il pane si petiiii'iava


V E i\ VEN #i
spesso sino a sera, disagio di abitazioni, la miglior occasione a uscir di nuovo
spavento, erano il corollario a tanti dan- (nondimeno il suo contegno fece forma-
ni iNel dì seguente l'assemblea concentrò re sospetti, non essendosi arrischiata a
nel presidente Manin ogni potere, acciò nulla per la salvezza di Venezia, benché
provveda pel meglio dell'onore e salvez- di essa la marina è antica gloria). Ne' 3
za di Venezia, riservandosi la ratifica. Il seguenti giorni le speranze d'aiuto sva-
popolo schiamazzando voleva uscire in nirono pe' veneziani. Manin avea perdu-
massa e battersi. Manin gli disse fatelo, ma to la popolarità, non rimanevano forine
che finora le parole non corrisposero a' che per qualche giorno, la popolazione
fatti. L ?

8 salpò la flotta veneta composta in tanto desolante situazione era unani-


di 2 corvette di i .°rango, 2 corvettedi 2. ,
me nel domandare che si capitolasse; il

una goletta, 3 britk, un piroscafo, 10 partito della resistenza non riducendosi


trabaccoli e 3 piroghe da rimurchio.La più che a poche teste esaltate , antichi
flotta austriaca prese subito il largo: es- uffizi» li al servizio dell'Austria, magistra-
sa componevasi di 3 fregate, 2 corvette, ti e altre persone maggiormente com-
5 brick, 4 battelli a vapore, de' quali promesse. A' 22 una commissione ve-
uno solo da gnerra,ed alcuni trasporti. neta, durando ancora il bombardamen-
Nella sera de* io la flotta veneta rientrò, to, e composta di 3 membri del muni-
restando delusa la viva speranza di Ve- cipio, di uno dell' ormata e di uno del

nezia per un fortunato combattimento. commercio, si recò al quartiere genera-


La grandine de'proieltili continuava in- le austriaco in Marocco (villaggio del di-

cessante, facendo danni e incendi , che stretto di Mestre) ad offrire la sommis-


ipompieri tra' più gravi pericoli taira* sione de' veneziani, e stipularne la capi-
bilmenle estinguevano. A' 2 la flotta ri- 1 tolazione. Ecco le condizioni. Sommissio-
prese il mare, e il governo d'accordo col ne assoluta; reddizione della città, forti

consiglio comunale ordinò un' ulteriore ec, per occuparsi dal 25 al 3 r agosto ;

gravezza colla sovrimposta di sei milio- consegna di tutte le armi appartenenti


ni a carico di tutti gì' immobili da pa- , allo slato ed a' privati. Dover lasciare
garsi mediante un'addizionale di ^cen- Venezia tutti gl'impiegati imperiali regi
tesimi per ogni lira di estimo, divisa in che volsero le armi contro il loro sovra-
rate trimestrali (ciò fece ascendere a 33 no, tutti i militi esteri, e tutte le persone
milioni l'ammontare della carta mone- civili nominate nell'elenco che sarà con-
tala, ed a 60 milioni il totale delle spe- segnato a'deputati veneti (si riporta dal
se dell'epoca dell' insurrezione). A' i5 Nuovo Memoriale : è di39 o 4o indivi-
fu il maxunum de'casi del cholera ; di dui esiliati, fra 'quali Manin, Tommaseo,
4o2,ne morirono 270. A' 18 Manin par- Mengaldo ec.,e gli estensori de'giornali,
lò per l'ultima volta al popolo, all'oliato Libero Italiano e Sior Antonio Rioba.
sulla piazza, e mostrando assai viva agi- Del Pasquino di Venezia, così chiamato,
tazione. Gli disse: Le condizioni essere parlai a suo luogo). La carta monetata co-
gravi, ne averlo taciuto all'assemblea, munale, ridotta alla metà del valore fino
non però disperate. Per negoziare occor- al suo ritiro e soslituzione. L'ammortizza-
rere calma e dignità, com' egli procede- zione di tale nuova carta dover seguire
va : il volersi da lui una viltà, sarebbe a tutto peso della città di Venezia e del-
sagrifìzio che non farebbe mai, nemme- l'Estuario mediante la detta sovrimpo-
no a Venezia. La flotta non potè esser sta ceduta già alComune per altrettanta
mai attaccata dall'austriaca, ed essere an- nuova carta moneta, perciò non furono
ch'essa afflitta dal cholera, pel quale e inflitte multe di guerra. Oltre il riti-

pel tempo fortunoso era rientrato, pron- ro dello carta patriottica, poi su di essa
voi. xcur. 6
82 V EN VEN
si prenderebbero altre determ inazioni. furono preda delle fìumme. Tulli i pr
Quindi Venezia restò immersa nel si- lazzi, tulli i monumeuli, capi d'opera
lenzio e nell'abbattimento; non più si u- architettura, ripieni di capi d'opera
d'i il fiero rimbombo dell'artiglierie lau- pittura e scultura, sfuggirono alla distro-
cianli bombe, granate, raccbelte. Il po- zinne e alla devastazione senza soffrire
polo atterrilo dalla continua pioggia di quasi alcun danno In quanto all'as-
ferro ebe durò con poche interruzioni sedio in se slesso, nulla ha offerto di ri-

per 24 giorni, oppresso da lunghi pati- marchevole, fuori della coslanza e della
menti, minacciato pur sempre dal cho- divozione delle truppe austriache, che
leia,si mostrò rassegnato. La guardia ci- per 4 mesi continui dovettero sopporta-
nica continuò a prestarsi cou patrio ze- re fatiche e patimenti inauditi .... Lo
lo per l'ordine interno, e con essa Ma- spirito d'unione dell' esercito austriaco
nin represse i querelanti diCannaregio, salvò l'impero. Gl'italiani, combattendo
i quali con audacia, alle minacce aggiun- per la loro indipendenza, che reclamano
sero contro di lui Io scarico di qualche cosi altamente, hanno mostrato assai mi-
moschetto. Quindi il governo provviso- nor unione fra loro che i soldati dell'Au-
rio di Venezia, con dichiarazione del Ma- stria per conservare al loro imperatore
nin, cessò dalle sue funzioni, trasfonden- le provincie d'Italia .... Le perdite ca-
dole nel municipio a' 24 agosto. Nello gionate furono poco considerevoli ,
per
stesso giorno la congregazione municipa- un assedio di 4 niesi , e per l' effettivo
le e il podestà conte Correr , assunto il delle truppe e la quantità de'colpi tirati

nome di commissione governativa, pub- da ambe le parti. 1 veneziani non ebbe-


blicò i finali risullamenti delle pratiche ro che 900 uomini fuori di combatti-
instituite col generale di cavalleria cav. mento, gli austriaci 1,200.1 primi han-
de Gorzkowski comandante in capo della no scagliato 80,000 proiettili circa , i

4.* divisione del 2. corpo d'armata di secondi 120,000. Le perdite cagionate


riserva relativamente all'occupazione di dalle malattie furono immense ; le fati-
Venezia e dell'annesso territorio dal Ia- che, il caldo, le febbri, il cholera, hanno
to dell' armate dell' imperatore France- mietuto 7 a 8000 austriaci, e resi inabili
sco Giuseppe I ; in un all' elenco degli almeno.
al servizio altrettanti Vene- . . .

individui del ceto civile, che doveano al- zia, che non era ormai stimata che per le

lontanarsi da Venezia e da tutti gli stati sue meraviglie artistiche, ha provato che
anco il Gior-
austriaci, che riprodusse ilregime di soggezione sotto il quale
nale di 1849, a P* 2I ^* ^ s "
Roma del trovavasi dopo il 18 15 non valse ad e-
serva LeMasson. >* Ne'24 giorni che du- slinguereiu essa il sentimento d'indipen-
rò il bombardamento, furono lanciati in denza, ne a farle dimenticare le sue tra-
Venezia 23 mila proiettili, quasi mille al dizioni e la grandezza del suo passato.
giorno. Con tutto ciò non vi furono che Essa diede una mentita alla sua fama di
tre persone uccise, e una trentina di fe- città molle, anneghittita ne' divertimen-
perdevano della loro vio-
rite. I proiettili ti. Venezia non ha imitato né la folle

lenza cadendo sulla città; quelli che col- presunzione di Milano, né la sfrontatez-
pivano muri non vi lasciavano che lie-
i za demagogica di Roma , ne l'apatia di
vi tracce, e quelli che cadevano sui tetti Firenze; sarebbesi detto che la saggezza
trapassavano rare volte più. di due pia- dell' Italia si fosse, come
medio evo, nel
ni. Gl'incendi erauG piuttosto frequenti, circoscritta nel recinto delle Lagune. Ve-
ma facilmente estinti, poiché il fuoco ap- nezia ha saputo governarsi in mezzo ad
piccato a quel modo si sviluppa lenta- una rivoluzione come in mezzo alia guer-
mente. Una casa e un oratorio soltanto ra. Essa ha provato che non aveva in-
VEN VEN 83
teranientc perduto le sue (l'adizioni, e palazzo del governo se non faceva giu-
che com prendeva il pregio dell'indipen- stizia alle loro ragioni. Manin e le auto-
denza e ciò che faceva d' uopo operare rità militari le fecero tornare al dovere.
per riconquistarla ... La guerra fu pe-
. La capitolazione cominciò ad effettuarsi
lò mal condotta, gli approvigionameuli nel dì seguente, e contiuuò ne' giorni
Irascaratissimi, non si pensò abbastanza successivi senza disordine e seuza diffi-
all' armamento marittimo, per cui per- coltà ; ed a'26 si presero disposizioni sul
dette tutti i vantaggi della più bella po- decrescente cholera.I bastimenti francesi
sizione militare. Col mare libero, Venezia e inglesi accolsero al loro bordo tutte le
può opporre una resistenza indetermina- 4o persone proscritte e altre che volle-
ta... Venezia ha resistito per se stessa, e ro allontanarsi. Pepe, Tommaseo e Ma-
soccombette perl'imperizia degli uomini nin s'imbarcarono il 27 (la Civillà Ca-
a
che l'opinione pubblica (non però gene- tolìcci, serie 3. , t. 8, p. 25o, e il Giorno.'
rale) avea chiamali al potere. Questi uo- le di Roma
1857 a p. 869 annun-
del
mini non ebbero il talento di mettersi ziarono: Manin, uno de'eapi dell' ulti-
all'altezza della situazione, afferrarne i ma rivoluzione italiana a Venezia, a'23
vantaggi, diminuirne i pericoli; e cos'i settembre 18^7 d'una malattia di cuo-
una causa eh' era facile a guadagnarsi, re morì a Parigi, pretendono certi gior-
fu perduta nelle loro mani. Manin non nali, seuza chiedere i sagramenti. Il go-
ebbe altro merito fuorché quello di far verno poi, temendo che i democratici
fronte agli esaltali, i quali avrebbero parigini volessero profittare dell' occasio-
governato molto più male di lui ; in ne de'suoi funerali per far le loro solite
quanto a Pepe, tutte le sue azioni por- dimostrazioni, vietò a'giornali di pubbli-
tano P impronta d'uu talento assai me- care il domicilio del defunto e P ora di
diocre, e d' una volontà senza efficacia. sua sepoltura; la quale fu fatta con poco
Tutti e due avevano del disinteresse e accompagnamento e senz' alcun discorso
del patriottismo, ma la loro intelligenza sopra la tomba. Disse di Manin la Revue
non era all'altezza del loro cuore des deux Mondes: » S' ingannava nei
In Venezia, come in Piemonte, mancò suoi disegui e ne' suoi voti, perchè face-
un uomo che fosse ad un tempo ed abile va dipendere l'avvenire dell' Italia da
politico ed esperto generale .... La lot- combinazioni chimeriche". Abbiamo di
ta ch'essa ha sostenuta non ebbe tutto un anonimo, Hisloire de la republique
quel clamore che doveva avere, perchè de Fenise som Manin. Manin et l'Italie i

P Europa era occupata in avvenimenti Parisi 858). Mi è noto che sulla rivoluzio-
d'un interesse più generale; ma non lasciò ne del 1848-49 ha scritto un Commen-
pertanto di essere stato uno degli episodii tario il laborioso cav. Mutiuelli, ricchis-
più interessanti de'deploi abili aouii848 simo di documenti, che la sola sua posi-
e 1 849>che furono per l'Europa un tem- zione particolare poteva conoscere, che
po di crisi suprema....". Le giornate de' però non trovò prudente pubblicare.
23 e 24 agosto furono contraddistinte da 5. Venezia tornata in dominio dell'Au-
disordini alquanto gravi. Vari assembra- s-tria, tosto a'27 agosto con proclama del

menti tumultuosi ebbero luogo sulla piaz- general Dierkes, comandante austriaco
za di s. Marco.Una parte delle truppe mal- della città di Venezia, fu in questa per-
contente dell'indennità loro assegnala, messa l'entrata per via di terra e di ma-
si ammutinarono, reclamando 3 mesi re a ogni genere di vitluaria, senz' alcun
di paga. Quelle delle batterie al ponte dazio consumojonde approvigionare ab-
giunsero per fino ad appuntare i cannoni bondantemente la città; ma tempora-
contro la città e minacciale cP assalto il neamente fu limitato il porto franco al
,

ft4 VEN t E •
suo antico confine ilell'isoln ili s. Gior- che la T» digiune ave» compita e corona-
gio; si abolì la lassa personale, e (issò il ta la politica e militare oeremotìia, se-
prezzo del sale. A' 28 il general Gorz- guì decoroso banchetto, ove si convi-
il

kowski governatore civile e militare di tarono tutte le autorità ecclesiastiche ,


Venezia, annunziò il suo ingresso nella militari, civili e municipali ; e nella sera
città alla testa delle truppe dell'impera- l'illuminazione rese splendente la magi-
tore Francesco Giuseppe I, per recarvi ca piazza di s. Marco , tra le melodie
)e consolazioni della pace , ricomporre della banda militare e gli evviva sonori
l'ordine pubblico e rimarginare possibil- e replicati al valoroso conte Radetzky ,

mente le profonde ferite, causate da una dell'affollata popolazione.»» Il popolo ve-


resistenza temeraria e pazzamente pro- neziano , Gazzetta
riferisce
la citata ,

lungata da cui non poteva risultarne


, non diede mai prove del suo senno
forse
cbe slrazii inutili e la rovina d'una cit- e del suo buon cuore come in questa ,

tà monumentale. Nel passare però dallo occasione ". Quindi il governo imperiale
stato di esaltamento all'ordine legale e successivamente, e come dì sopra a' loro
al quieto vivere, a garanzia della pub- luoghi rilevai, andò riparando le conse-
blica tranquillità, per ora dichiarava in guenze de'politici sconvolgimenti, princi-
ìstato d'assedio Venezia, Chioggia e i piando a ristabilire la parte atterrata del
luoghi compresi nell' Estuario, per cui ponte sulla Laguna, onde nel novembre
tutti i poteri si riconcentravano nella sua 1849 tornò nella sua attività. Dipoi a'3i
persona ; emanando altre disposizioni dicembre i85o con l'ordinanza im pe-
analoghe, il giudizio statario per le de- nale di cui feci cenno nel voi. XC1 p. ,

linquenze, e soggettando la stampa alla 464, si stabilirono principi! fondamen-


i

censura preventiva. Nello stesso giorno tali sull'organizzazione dell'autorità poli-


28 il general Gorzkowski prese legale tico-amministrative nel regno Lombar-
possesso della città di Venezia quale go- do-Veneto, mentre dell'odierna di Vene-
vernatore civile e militare, colle truppe, zia ne parlai nel voi. XG, p. 208 (dove
facendola presidiare da esse in uno a'forti sarebbe da aggiungere la Commissione

dell'Estuario. A' 3o vi fece il solenne in- alle Monture, che dà tanto e continuo
gresso il conte Radetzky, con lieto vol- lavoro alle famiglie povere ). Piccatosi
to, proveniente da Milano, con brillan- l'imperatore a Venezia il 27 marzo 85 1 1

te stato maggiore, col suo capo baione immediatamente emanò il decreto della
Hess, accolto dalla popolazione festevol- ripristinazione del porto franco per il 20

mente, tra le salve dell'artiglierie , e il del successivo luglio; e poco dopo nuova -
suouo delle campane di s. Marco, e del- mente volle rallegrarla di sua presenza,
lebande militari, accompagnato dall'ar- avendo fatto altrettanto a Milano, in cui
ciduca Sigismondo che poi partì per re- sparse le sue beneficenze sui poveri, ed al-

care all'imperatore le chiavi simbolo , l'istituto de'ciechi. Riferisce la Gazzetta di


del ritorno all'ubbidienza di Venezia, e Venezia ,presso il Giornale di Roma a p.

cie'voti cordiali di tanti sudditi fedeli e 914, in data de'3o settembre 1 85 1. » Il


sventurati, che al pari di tanti altri po- suono di tutte lecampane verso la mezza-
poli italiani non ebbero che pene e tor- notte di ieri annunzia va l'arrivo dell'impe-
menti senza gioie e senza colpa, come ratore e re nostro,alla stazione di s. Lucia.
dice la Gazzetta di Venezia. Il feldma- Gran copia di torchi a vento e di fuochi
resciallo Radelzky entrato in detta basi- bengalici la rischiaravano nell'interno, e
lica, vi udì la messa e fu cantato il Te migliaia di lampe artificiali co'più vaghi
Deum in rendimento di grazie a Dio per accidenti di luce ne illuminavano tutto il
la riacquistata illustre e bella città. Dopo di fuori. L'accoglienza che fecero veue- i
YEN VEN 85
7iaui ier sera al loro monarca-, il quale, dì moderni maestri tutte le vie lunghes-
;

anticipando di due giorni la sua venuta, so il Canal grande all'oliate di spettatori


si presentò inaspettato al suo popolo, noti plaudenti ; buon numero di palagi illu-
aveva il carattere della solennità regola- minati al di dentro offrivano esterior-
re, consueta in somiglianti occasioni. Al mente più vago l'incanto dell'architetto-
buon volere de'veneziani mancava il be- nico lor magistero ; i davanzali delle fi-

nefizio del tempo nella cui ristrettezza , nestre, i poggiuoli addobbati ad arazzi, e
improvvisarono alla Maestà del Sovrano molti e molti gremiti di gente d'ogni età,
un ricevimento, che gli tornò più gradi- d'ogni sesso ; leggiadre spose e fanciulle
to, perdio , disadorno di tutte le medi- agitanti i bianchi lor lini al passaggio del
serbava il can-
tate raffinatezze dell'arte, Sire; le alternate melodie d'istrumenli e
dore di quella semplicità estemporanea, di canti accaloravano gli animi all'entu-
cui non è dato di assumete fallaci appa- siasmo, che ruppe in un impeto di accla-

renze d'affetto, ma che, interprete genui- mazioni e d'applausi davanti le innume-


na del cuore, ne spiega le veraci impres- revoli faci, onde splendevano, con mira-
sioni, i veneziani ier sera accolsero il lo- bile ordiue di screziali colori, i balaustri
ro monarca, non già colla pompa sfog- e gli archi del ponte di Rialto. La moria
giata de'riti politici, col ceremoniale pre- lettera è inadeguata a descrivere il ma-
scritto dalle diverse ragioni del gover- Era des-
gico elfetto di quella viva realtà.
natile e de' governati, ma colla sponta- sa un'emblema parlante dell'ossequio de'
nea naturalezza de' cittadini , che, quasi veneziani verso il loro monarca riflet- :

tìgli, sopraggiuuti dall'inaspettata, an- teva in immagine I' ardore, che gli all'i-
corché sempre cara, presenza del padre, ma a riverite la Maestà dell'imperatore,
gli esprimono i sensi della grata loro sor- guarentigia suprema d'ogni lor sicurezza
presa, gli sono dattorno, e fanno a chi più presente e d'ogni ben avvenire, inespu-
festeggiarlo, a chi più benedirlo. L'ospi- gnabile rocca che sola può rendere vani
te augusto ebbe ier sera il commovente gli sforzi della cospirante anarchia, sola
spettacolo d'una scena, per cosi dire, do- munire la crescente prosperità di Vene-
mestica. Erano ad incontrarlo l'eccellen- zia. La M. S. discese, fra le ovazioni del

za del nostro governatore, il nostro luo- popolo, a' giardini del palazzo di corte.
gotenente, il podestà, il delegato, il ve- La piazza di Marco, illuminata a gior-
s.

nerabile clero, e le autorità primarie e no, nonostante una pioggia sottile, era
ci vili. Migliaia e migliaia di gondole, quan- zeppa d'ogni classe di cittadini ; un bat-
tunque a mezza la notte, circondavano tere universale di mani, ripetuto più vol-
quella, dov'era pegno prezioso, a cui
il te,esprimeva vivissimo il desiderio del
tutti volgevano avidamente lo sguardo, pubblico di contemplare l'aspetto del suo
per cui tutti cuori in quel punto batte-
i Monarca. Differendo a miglior tempo i
vano, e traducevano in alto la comunan- particolari delle affettuose dimostrazioni
za del lor sentimento col fremito degli fattegli anche da'vicentini e da' padova-
evviva e col suon delle mani. Al giubilo ni, trascorsivamente diremo come sì gli

universale del popolo veneziano parteci- uni, sì gli altri gareggiassero in prove
pavano pure altri popoli, rappresentati della più divota osservanza. Se la prima
dai loro consoli, intervenutivi. Una ban- venuta dell'imperatore a Venezia inau-
da cittadina salutava coli' inno dell' im- gurò, come allora scrivemmo, un'era nuo-
pero il monarca, mentre egli saliva sul va di conciliazione e d'amore tra il prin-
proprio legno. Si udiano, per bocca di di- cipe e il popolo, suggello indissolubile di
lettanti artigiani, cantate alcune delle un nuovo patto di più stretta alleanza fra

nostre arie più belle, e gì oziosissimi eori loro, questa seconda apparizione del Sire
1 ,

86 YEN VEN
ci lega più inlr'msecaroenle all'animo suo, Cattolica, serie 2.*, 1. 12, p. 107. » La
ci unisce alla sagra persona col nodo più festa solennissima fatta in Venezia, cit-
arcano e più santo, che unisce il padre tà nobilissima e per munificenza d'illu-
a'suoi figli". Quindi la medesima Gaz- stre e ricco municipio ordinata, fu diret-
zetta di Venezia descrive le poche ore ta da' rr. pp. cappuccini dell'isola della
passate in Venezia dall'imperatore Fran- Giudecca, operosi, zelanti e industriosi
cesco Giuseppe I, la sua visita al campo e pel concorso aiutata di cittadini cal-
di Marte, ove comandò gli esercizi ; quel- dissimi veneratori di Maria ss., riuscì
la del posto militare di s. Giorgio ; quel- certamente una delle più belle solenniz-
la all'Arsenale e alle sue ofuciue, non che zatesi in Italia. Il superbo tempio eretto

alla casa delle Zitelle, al tempio del Re- dal Palladio, fu con tanta profusione di
dentore,aU'ora torio maschile de'Gesuati, preziosi drappi ornato, che del solo da-
al femminile delle Terese, alla scuola di masco in seta tremila braccia, e del vel-
s.Rocco,alla chiesa de'Frari,ammirando luto e dell' altre stoffe più di ottomila
e lodando il monumento di Tiziano; e la vi abbisognarono a fregiarlo. Fra tor-
sua partenza pel porto di Malamocco fra cliioni, ceri e candele onde componevasi

incessanti applausi il i
.° d'ottobre. — In lasplendida illuminazione del tempio,
Venezia fu ranno 1 855 comincialo con furono in tre dì consumale fino a nove-
dimostrazioni di tenera divozione per la mila libbre di cera. Molti gli ordini de*
nuova gloria della Regina del Cielo, pro- cittadini che sirecarono in ischiere a ve-
gredito e quasi terminato col flagello nerare la ss. Vergine uel tempio: nume-
colerico. Nel voi. LXXIII, p. 4 2 e seg. rosissima la processione che aprì la so-
narrai quanto precedette, accompagnò e lennità : parecchi i vescovi e i prelati di
seguì la definizione dogmatica, in Vati- vario ordine secolare e regolare che de-
cano promulgata dal regnante Papa Pio corarono la festa : innumerabili i sacer-
IX; ed a p.g4 accennai come fu festeggia- doti che offersero in questo triduo a Dio
ta in Venezia nella basilica di s. Marco benedetto l'Ostia di pace nello splendi-
l'8, il 9 e il io febbraio. importante V ,
do tempio elegantissimi i Ire discorsi
:

bella e edificante descrizione della Gaz- recitati da tre de'più distinti oratori d'f-

zetta diVenezia) riprodusse il n. 4 2 del talia : folte di sceltissimi sonatori e can-


Giornale di Roma
i855. Qui poi ag- tori le quattro orchestre innalzate nella
giungo, che tra le altre chiese che solen- chiesa : molte le pubbliche testimonian-
ruzzarono il memorabile avvenimento in ze di sagro tripudio date da tutta la cit-

Venezia, vanno ricordale: s. Michele di tà con luminarie, archi, festoni d'arazzi,


Murano in isola, in cui ne'giorni 20, 2 fuochi d'allegrezza, poesie stampate, con-
e 22 aprile, da' minori osservanti rifor- certi di musica : insomma ne'giorni 1 r,

mali fu celebralo solenuissimo triduo, e 12 e i3 maggio, Venezia volle apparire


n'è a stampa la descrizione, colla Lette- maggiore di se per offrire allaVergine Im-
ra al conte Tullio Dandolo, del cav. macolata onorevole e degno ossequio dì
Filippo Scolarì,\ enezià tipografia An- filiale pielà".Riporlò poi la stessa Civiltà
a
tonelli i855; e l'altro tempio francesca- Cattolica, 3. serie, t. 1, p. 588. » Con
no del ss. Redentore, nel quale, minori i due brevi spediti l'uno al ven. patriarca
cappuccini, parimenti celebrarono un tri- di Venezia,e l'altro agli arcipreti, presidi,
duo solenne 1' 1
1
2 e 1 3 maggio,che pure
, 1 sindaci maggiori e componenti le IX con-
meritò la religiosa descrizione colla Let- gregazioni del clero di quella città, il Sau-
tera al conte Francesco M* Torricelli, to Padre esprime la sua letizia per la divo-
del cav. Filippo Scolari, Venezia i855 tissima festa con che i detti illustri per-
tipografia Perini. Si legge nella Civiltà sonaggi solennizzarono in s. Maria For-
VEN VEN 87
mosa la dogmatica definizione cieli* Ira- di onore, e partirono per Venezia la
mncolata.Si rallegra inoltre del di voto af- mattina de'2 t>, che alle 3 pomeridiane ne
fetto che sa nutrire essi verso la supre- festeggiò l'arrivo nel modo più splendido.
ma Sedia di Pietro, confortandoli a cal- Dopo i ricevimenti ufficiali, r.° pensiero
deggiar la gloria di Dio e la salute del- del Sire, fu quello di provare co'fatti come
l'anime; rende loro grazie d'un elegante egli venisse portatore di larghezze e di
volumetto di poesie che a sfogo di di- grazie. Perciò a' 28 fu dato un decreto
vozione verso la Madre di Dio diedero pel quale » nell* intento di alleviare le
alla luce in quell'occasione e di cui pre- conseguenze de'luttuosi avvenimenti de-
sentarono copia allo stesso Santo Padre". gli anni 1 848 e 849, e porre le comuni
1

Poco prima erasi manifestato il mici- di Venezia, Borano, Malamocco , Mu-


diale morbo, che con diverse fasi, senza rauo, Chioggia e Pelestrina in situazione
grandi siragi, accompagnò il resto del- di poter regolare la loro economia in-
l'anno. Verso la fine del 1 856 l'imperato- terna, dissestata per quegli avvenimen-
re Francesco Giuseppe I, con nobile fi- ti
" condona vasi alle medesime, Venezia
ducia volle tornare a visitare il suo regno e a'comuni dell'Estuario « in via di gra-
Lombardo- Veneto, accompagnato dalle zia la somma tuttora residua di austria-
graziedelladiletta moglie l'imperatriceE- che lire 1 3,052,800:29, del debito (fatto
lisabetta Amalia di Baviera,preceduti dal- nell'ultima repubblica e già discorso) di
l'incinte arciduchessaSofia loro primoge- austriache lire 13,230,021:91, da esse
nita, di nuovo manifestando apertamente contratto, onde cambiare la carta comu-
la benigna intenzione d'obbliareil passa- nale in viglietti del tesoro ". Quindi a*2

to, auimare i popoli alla speranza e alla dicembre, anniversario del suo avveni-
fede nel loro monarca, di consolare un mento al trono , il giovane imperatore
gran numero di famiglie, di avvalorare i volle cancellare ogni reliquia delle deplo-
fedeli sudditi, di affezionarsi i titubanti, rate vicende de'precedenti anni, e perciò
di vincere colla più. franca generosità con decreto si degnò » condonare, per at-
gli avversi. L'imperatore e l'imperatrice to di grazia, interamente la pena a 70
<{uindi, trovaronsi quasi ad una festa di condannali per alto tradimento o per al-
famiglia; veramente furono accolli
e tre azioni criminose contro l'ordine pub-
dalle popolazioni del Veneto e del Lom- blico". Con altro decreto levò i sequestri
bardo con affetto filiale e superiore al- de'profughi regno Lombar-
politici del
l'espettativa. Venezia diede I' esempio ,
do-Veneto, sulle loro sostauze imposti
Chioggia, Padova, Piovigo, Vicenza, Ve- a'i3 febbraio 1 853; autorizzando il feld-
rona, Crescia, Bergamo, Milano, fecero a maresciallo Radetzky » anche per 1* av-
gara per accogliere degnamente il caval- venire, a decidere sulle istanze de'profu-
leresco Sire e la graziosa Sovrana. Alle ghi politici per impune ripatrio e per
tante grazie concesse coll'imperiale per- riammissione alla cittadinanza austriaca,
messo dal conte Radetzky, moltissime ne in quanto l'avessero perduta, e ad ac-
aggiunse la magnanimità e clemenza del- cordar loro l'implorata grazia, qualora i
l'augusto monarca, ed inoltre volleesse- supplicanti promettano, mediante una
re istruito in ogni parte dell'amministra- reversale, di comportarsi ognora da sud-
zione pubblica. La Civiltà Cattolica, se- diti leali e fedeli ". Il 3.° decreto poi
rie 3.',t. 4»
P- 7^4» °e
riferisce i partico- contiene un atto di munificenza ad un
lari, che in quanto a Venezia ora ripro- tempo e di cristiana pietà verso la basilica
duco. A' 20 novembre 1 856 l'impera- di s. Marco, che ne abbisognava. Per sop-
tore e l'imperatrice giunsero in Trieste ,
perire dunque alla necessità di maggiori
aecolli con dimostrazioni d'esultanza e lavori, che mostra vansi indispensabili pel
88 V E N ve r»

ristami» del patriarcale tempio, accordò a se stesiti, ornati esternamente di va-


un imporlo annuo di fiorini ventimila. ghe e ricche tappezzerie, si riempivano
E qualora, nel corso degli anni, tale som di una moltitudine infinita, quale assai

ina cessasse di essere per intero o in pochi ricordano l'eguale. All'ora istessa le

parie a ciò necessaria, ordmò che l'intero LL. MM. avevano la degnazione di con-
imporlo o il sopravanzo fòsse capitaliz- dursi nella regia loro gondola al palaz-
zato inaumento dell'ut tuale sostanza del- zo della nobile famiglia Balbi, scella al-
la medesima basilica Marciana, e che do- l'alto onore di ospitarle, affinchè dal pog-
vranno gl'interessi relativi essere impie- ginolo, ch'era stato a tal uopo pomposa-
gati sempre per la manutenzione del fab- mente addobbato, potessero riguardar
bricalo clella chiesa slessa. Così la conces- comodamente ambi due le braccia del
sione annua de' 20,000 fiorini divenne grande Canale, e godere così in ogni sua
perpetua. La Gazzetta dì Venezia^ ri- parie la patria festa. Al loro affacciarsi le

prodotta óa\Giornale di Roma del 1 856 musiche bande suonarono l'inno impe-
a p. 1 i'r>.,fa l'elegantissima narrazione riale, e l'esultante popolo le salutò con
del grandioso spettacolo popolarti e pro- ripetuti clamorosissimi evviva, onde fu
prio solo di Venezia, della Regata olfer- lietamente e sotto sovrani faustissimi au-
ta a'7 dicembre dalla città agli augusti spicii inauguratala singoiar lotta che a-
sovrani, per tributare al generoso largi- nimosamente,ma pacificamente altresì,
toredi lauti beuefizi il pubblico omaggio andava sotto loro sguardia combatterti.
i

della sua riconoscenza. Quindi si ammi- Se il tempo e lo spazio ce lo consentisse-


rarono nel Canal grande le peote e bisso- ro vorremmo seguire passo posso la voga
ne che fecero splendido corteggio agl'im- affannala de'rivali gondolieri; vorremmo
periali coniugi nel loro ingresso, ricom- descrivere questi novelli giuochi Olimpi-
parendo le peote Giovanelli, Papadopo- ci, i di cui giostratori hanno per arena il

li, e quelle dell'arie Vetraria e del Com- mare, e per anfiteatro una città magnifi-
mercio, lo bissona Treves d'una ricchezza ca, piantata quasi per prodigio sull'acqua;
ed eleganza squisita, la tipografia natau- vorremmo diffusamente narrare come al
le dell'Anlouelli e le barche de'Napoleta- dato segnale le leggerissime e a poca di-
in e dei Chiozzolti che Ira' canti e i suo- stanza appena visibili barchette si slan-
ni lanciavano prodigalmente e confettu- ciassero alla nobile gara, gara della for-
re ed aranci a'più vicini ed a'lontani,e le za e delia destrezza insieme congiunte,
altre tutte che si avevano in quell'incou- ma gara innocente che non ha pericoli ,

Ilio ammirate: ed a queste altre se ne ag- peroni debbano sempre trepidare gli spet-
giunsero, sfarzosamente e con buon gu- tatori, e che dona pura e incruenta la
.slo fornite, tra le quali una margarota, vittoria. . . Se non che, lasciando ad altri,
graziosa barchetta vogala da 6 remato- e specialmente a'poeti, il cantare le glo-
ri abbigliati bizzarramente alla spagno- rie de' vincitori, noi compiendo ii grave
la. « Intanto il Canal grande, questa via e onorevole uffizio di scrivere la storia,
unica, cominciava a presentare uuo spet- tenteremo, se l'ingegno e le parole ci ba-
tacolo sorprendente, indescrivibile. Le fi- steranno, di descrivere un nuovo spetta-
nestre, i pogginoli, le rive degli stupendi clamorose incessanti o-
colo, quello delle
edifizi che lo fiancheggiano, e che formar vazioni che popolo entusiastato e com-
il

no l'ammirazione dello straniero, il qua- mosso consagrò agli augusti so via ni, qua ri-
le,dopo aver compito il giro d' Europa , do finita la lotta si degnarono di scende-
dee confessare di non aver mai veduto re nella galleggiante municipale, ove fu-
nulla di simile, perchè, come dice u\\ for- rono ossequiosamente accolti dal podestà
bito scrittore, J'euezia non somiglia che co. Correr, ch'ebbe l'onore di accampa-
v e n V E | 89
guarii nella corsa, che, porta li quasi a di- 1837. Soggiorno delle IL. MM. I. li.

re in trionfo fecero da un capo all' altro A. Francesco Giuseppe I, ed Elisabet-


ilei gran Canale. Non v'era fondamenta, taAmalia nelle provinole Venete, ed O-
non riva, non il più piccolo spazio che maggio delle scuole Reali, inferiori ed
non fosse occupato e gremilodi genti avi- elementari. Tip. editrice Anlonelli, Vene-
de di contemplare beuignissimi princi-
i zia 1807. A p. 1
09 delGiomale di Roma
pi, i quali sul dinanzi della prora ricam- del 18J7 si riporta l'onorevolissima let-

biavano di graziosi saluti le grida di tera scriitaa'28 febbraio 1807 in Milano


plauso che mille e mille voci ad ogni i- dall'imperatore, al fe!d-marescial!o l\a-
stante ripetevano. E il sesso gentile, che delzky, colla quale ricolmandolo di alte
numeroso e leggiadro occupava in mag- lodi, esaudisce le sue istanze, per essere
gior parte le finestre e pogginoli delle ca- esonerato nella tarda sua età dal governo
se e dei palagi che prospettano il gran del regno Lombardo-Veneto, ponendo a
Canale, coll'mcessante agitar de'fazzoletti sua disposizione il palazzo di Strà , ed
accompagnava i plausi che la sottoposta altri palazzi imperiali; non che la lettera

folla all' eccelsa coppia impe-


tributava nello stesso giorno indirizzala all'arcidu-
riale.Era una scena, la cui sublimità può ca fratello Ferdinando Massimiliano, co-
essere sentita e compresa ma non con ,
mandante supremo della marina, nomi-
adeguale parole descritta. Sul ponte di nandolo governatore generale del regno
Uialto.chegigaute torreggia attraverso il Lombardo-Veneto, per dare a' sudditi
Canale, sulleampie fondamenta o riveche una prova particolare dell'assidua sol-
gli sono di fianco, la calca era si fìtta che lecitudine pel benessere loro, confidando
ii muoversi era quasi impossibile; e fu nella distinta avvedutezza da lui ognora
qui dove la popolare esultanza non ebbe spiegata ».. .di munirla come mio rappre-
freno a disfogarsi in fragorose e prolun- sentatile uV necessairi poteri, alfinchèsia
gate acclamazioni. Da per lutto era lo in grado di condegnamente adempiere
s(esso tripudio, da per tutto la gente era tale mandato in questo regno, di vegliare
accorsa a festeggiare gii augusti sovrani, efficacemente al regolare e giusto anda-
ella vi era accalcala sino «'punti estremi mento, non che alla pronta pertrattazio-
del gran Canale presso alla stazione del- ne degli all'ari in ogni ramo della pub-
ia strada ferrata, ove la società concessio- blica amministrazione, di rilevare i biso-
naria fece con lauto spendio innalzare un gni in lulto ciò che concerne lo svilup-
magnifico padiglione di moresco li- stile po intellettuale e materiale del paese, e
bero, del quale avremo motivo di tenere prendere a tempo debito ed energica-
ad altra occasione più lungo discorso. E mente l'iniziativa rispetto a quelle mi-
come il principio tale fu il termine del snreed istituzioni atte a soddisfarli. Ella
corso succeduto alla Regata, mentre le risiederà alternativamente a Milano e
ovazioni non ebbero tregua se non quan- Venezia .... la cui prosperità mi è tanto
do, verso il tramonto, la galleggiante ri- a cuore ". Inoltre econtemporaneamente
condusse le LL. MM. alla residenza im- l'imperatore nominò il generale d' arti-
periale ". Descrissero questo trionfale glieria Francesco co. Gyulai, comandante
viaggio: Fior cV Absburgo in Italia ,os- della 2.* armata, e generale comandante
sja completa relazione del viaggio del- nel regno Lombardo- Veneto, nella Ca-
le Loro Maestà apostoliche l' impera- rinzia, Carinola e nel Litorale. Pel con-
tore Francesco Giuseppe I, e l'impera- seguente allontanamento dell' arciduca
trice Elisabetta Amalia ne' loro dominii Ferdinando Massimiliano dalla sede uffi-
Italiani, negli anni 1806-1857. Tipo- ciale del cornando supremo della mari-
grafia editrice fratelli Centenari, Milano na Trieste, rimanendo in questa lo stes-
.

90 VEN V E 81

so comando sotto la direzione del vice- ti cogli occhi propri , confessano candi-
ammiraglio barone deBujacovich ad Ut- damente essere tanto mutato tra noi (di-
tus del comandante supremo, dispose ce il corrispondente del Lombardo- Ve-
l'imperatore la sfera d'azione del mede- neto a detta Civiltà) lo spirito pubblico,
simo arciduca fratello. 11 n. 83 del Gior- che non rimane più. se non che (polche
nale di Roma dell'aprile 1857, contiene rara ed impotente favilla dell'incendio
ipoteri e le attribuzioni del nuovo go- del 1848. L'opera del rinsavimcnto non
vernatore generale. Recatosi a Vene- è certo pienamente compita, ma va ogni
zia dopo la metà di ottobre, l' arci* giorno perfezionandosi. Clemenza e per-
duca con P arciduchessa sua sposa, si donogenerale,assoluta dimenticanza del
pubblicò: Altamente lieta questa città passato, saggia amministrazione, provvi-
per ilfausto arrivo degli augustissimi de leggi, rispetto alle legittime tradizio-
sposi S. A. I. R. l'arciduca Ferdinando ni della nazionale grandezza, tendenza a
Massimiliano e l'arciduchessa Carlot- riunire nel bene tutte le classi sociali al-

ta, festosamente dettava questi carmi }


l'ombra del principato, tutte le carriere
edin segno di umilissima devozione Mel- aperte all' ingegno accompagnalo dalla
clu'orc Fontana tipografo e litografo al- lealtà del carattere e dalla eminenza del
le LL. A A. IL RR. li consagra. Tipo- merito, libertà amplissima e buon mer-
grafia Fontana, Venezia 1857. Di sopra cato di comunicazioni nell'interno e col-
in diversi luoghi celebrai gli augusti con- sono benefizi che popoli ap-
l'esterno, i

iugi, enei voi. LXXXV1,


85, narrai, p. prezzano e riconoscono. Aggiungete nel-
come prima di recarsi l'arciduca a Brus- l'arciduca una mente perspicace e vo-
selles a sposare la reale principessa, da gliosa del bene, una volontà determina-
Milano si portò a'3o giugno a Pesaro a ta, un cuore veramente benefico, ed in-
visitare Papa che regna e ricevete le
il perchè del nuovo indirizzo
tenderete il

sue benedizioni inaugurando così uno


, dell'opinione pubblica. Alcuni giornali
de'più solenni momenti di sua vita; par- nostri e forestieri indirettamente o diret-
tendo quindi il Pontefice per Bologna ,
tamente censurano il governatore arci-
ove giunto ricevè eziandio gli omaggi duca per avere introdotto nella sua corte
del conte di Bissingen luogotenente delle un lusso cb'essi dicono eccessivo. Ma è da
provincie venete, inviato ad hoc dall'im- notare, anzi tutto, che egli ha dallo sta-
peratore d'Austria, del sullodato conte to la somma d' un milione duecento mi-
Gyulai, e de'consoli francese e pontificio la lire all'anno da spendere: inoltre egli è
di Venezia, come notificò il Giornale di può quindi, sen*
assai ricco del proprio, e
Roma, "Dei resto, sull'arrivo nel regno za inconvenienti, mantenere la sua corte
Lombardo- Veneto dell'arciduca Ferdi in un lustro veramente reale. La sua ge-
nandoMassimiiiano e della sua sposa l'ar- nerosità poi e la sua splendidezza non
ciduchessa Carlotta Amalia principessa possono che giovare alle arti ed all'indu-
del Belgio, anche nella Civiltà Cattolica stria nazionale, sia direttamente, sia col-
de' 3i ottobre 1857 se ne descrivono le l'eccilamentocomunicalo da quell'esem-
solenni accoglienze fatte agli augusti prin • pio alla classe nobile e signorile. I dan-
ci pi da'municipii e dalle popolazioni, sin» ni cagionati tra noi dalla rivoluzione alle
cera espressione del sentimento comune. arti ed alle lettere sono incredibili ....
A Trieste, a Venezia, a Verona, a Milano Dopo 10 lunghi annidi miserie e di sten-
eguali furono le testimonianze dell'amo- ti, le arti e le lettere hanno d'uopo d'u-
re e della riverenza de' popoli, e della na mano forte e generosa che le sollevi
piena soddisfcizionede'giovani eccelsi spo- e le rianimi. La strada ferrata da Milano
si. » Que'forestieri che s'accertano de'fat- a Venezia, dopo 11 anni, è finalmente
V E N V E H 91
compita, essendo stata aperta sin dal i 2 ripreso moto d' un crescente e florido
ottobre. L'arciduca è partito da parecchi progredimento. A'2 1 agosto i858 la na-
dì per Venezia in compagnia dell' arci- scita a Laxenburg ,
presso Vienna, del
duchessa sua sposa. Egli vuole acquistar- principe ereditario Rodolfo Francesco, fu
si V amore de'suoi amministrali, per ot- cagione di lieto e vero giubilo, come in
tenere il quale intento non lascia sfuggi- tutta la monarchia, così pure nel Lom-
re veruna occasione favorevole". Infatti, bardo- Veneto,dove interpreti de' voti del
tosto se ne giovò. Imperocché recatosi popolo, le congregazioni centrali, provin-
l'arciduca governatore nel 858 a Vien- 1 ciali e municipali deposero a'piedi del tro-
na, ne'3 mesi del suo soggiorno presso no gli omaggi e le congratulazioni del pae-
l'imperatore fratello, a seconda della sua se; festeggiandosi V avvenimento anche
ingiunzione allorché gli affidò il governo con molte opere di carità, da'municipii e
del regno Lombardo- Veneto, di ricono- da' privati. Iu Venezia a' 22, anniversa-
scere i bisogni del paese in luttociò che rio g.° memorabile della cessazione del
ne concerne il progresso intellettuale e suo stato penoso, a ringraziare Dio del-
materiale, e di prendere a tempo valida- l'esaudito fervido voto del paterno cuo-
mente 1* iniziativa rispetto a' provvedi- re dell'imperatore Francesco Giuseppe I,

menti alti a soddisfarvi, espose gli studi le cariche di corte, tutte le autorità civi-
fatti ed i bisogni. Avendo l'arciduca con- li, militari, ecclesiastiche, le pubbliche
sultato le congregazioni del regno , esa- rappresentanze, si adunarono nella regia
minò poi egli stesso lo stato dell'ammini- basilica patriarcale di s. Marco, pel solen-

strazione, scoperse abusi, conobbe biso- ne canto del Te Dcum, e quindi il conte
gni, pensò a riforme, edopo un anno di di Bissingen luogotenente, ricevè ne'suoi
ponderazione, recò egli stesso al monarca appartamenti gli omaggi della generale
le sue proposte per il bene del suo popolo. esultanza. Nel medesimo i858 fu pub-
Indi, dopo esame, l'imperatore a' 16 lu- blicato dalla tipografia Antonelli: Rego-
glio 858 ordinò quelle molte importan-
1 lamento organico della società di mu-
ti disposizioni e miglioramenti ammini- tuo soccorso de 'maestri e delle maestre
strativi, che raccontai superiormente ai elementari della provincia di Venezia
propri luoghi, sia sulla giusta proporzio- sotto la protezione di s. Giuseppe Cala-
ne di perequazione sull'imposta prediale Sanzio. Questa istituzione è già sistemata.
nel regno Lombardo-Veneto, sia per la Di quella di Milano, copiosamente ragio-
riforma dell'accademie, per dare un più na la Cronaca di Milano del cav. Igna-
sicuro indirizzo e una piti vigorosa vita- zio Cantù, il quale n' è benemerito pre-
lità alle arti del disegno, fulgidissima glo- sidente e promotore. Delle anteriori cou-
ria d'Italia, sia in vantaggio de* medici dizioni di simili maestri, si legge cidi eh.
condotti, sia per facilitazioni negli obbli- un commovente ar- encomiato scrittore
ghi di coscrizione, sia per animare l'ope- ticolo: // Maestro di campagna, nella
re grandiose in corso, compimento della dispensa 2/ dell'anno V della Cronaca.
rete di ferrovia, la copia d'acqua pota- Inoltre nel i858 si pubblióò: Quattro
bile in Venezia, e quanto altro contiene Jiori di Matrone veneziane, Polissena
l'ammirabile circolare dell'arciduca go- Contarini, Damala
Moccnigo, Elisa-
vernatore del regno, precipuamente a bella Michiel Marlinengo, Maria Bon-
vantaggio delle due capitali Milano e Ve- fadini Porlo } Margarita de Susani Re*
a
nezia, la i. ricco centro di un'operosità vedili) presentali alle faustissime nozze
a
intellettuale e pratica, la 2. bella di ar- Marcello Zon, da Lazzari Giuseppe.
ti monumenti, come città commerciale
e Dalla Costanza di Riese, nell'ottobre del
e marittima, onde prosperino vieppiù nel 1 858. Egli èquesto l'auspicatissimo ma-
9i V EN V EN
(rimonto celebrato dal nobilissimo e de- cesi di Ceneda. Quanto al preciso loro
gnissimo Alessandro Marcello attuale pò- titolo nazionale, presso il romano sagro
desta di Venezia, e nel ricordare l' ele- Tribunale, mi diressi ad autorevole per-
gante libro cbe lo solennizzò, lietamente sonaggio, ch'era in grado di siperlo ; ma
intendo unirmi alle piti affettuose e rive- uomo, fu inesatto, e tale perciò vi coni
renti felicitazioni, rassegnale al rispetta- parisco io, nel citato luogo, anche per
bileed egregio primo magistrato civico altro. Imperocché dissi mg." Flir udito-
r
d'una Venezia, la quale non deve mai re per Venezia, e mg. Nardi uditore per
nominarsi senza lode. La Gazzetta di Melano. L'emenda vado a riferirla. In-
Venezia de'4 marzo del corrente i85g, tanto comincio dal correggere, l'aver ivi
r
riferita dal Giornale di Roman p. 222, detto mg. Serafini passato perla 2.* di
c'istruisce del gas portatile recato a Ve- tali nomine dall' uditorato Milanese al

nezia, non senza aversi motivo di cre- Ferrarese, mentre venne trattalo al va-
dere, che l'illuminazione del gas porta- cante uditorato d'Aragona, col consen-
tde stia per essere in breve introdotta so della corte di Spagna. Ciò premesso,
nelle provincie venete, ed in particolare e dovendosi tener presente l'articolo U-
a Venezia, e che l'impresa trovi ormai ditori di Nota, primamente rammen-
favorevole accoglienza presso gran nu- to che l' uditore per la Germania du-
mero de'consumalori. Il gas portatile è rò sino a! 6 agosto 1806 in cui si sciol-

un estratto di schisto bituminoso, detto se Impero Romano-Germanico; 1' w-


l'

Boghead, che trovasi uella Scozia, ed ditore di Venezia, durò sino alla cadu-
ha ia proprietà di fornire un gas d' un ta dell' antica e gloriosa repubbblica.
potere illuminante circa tre volte supe- Però due i prelati che erano investiti del-

riore a quello del carbon fossile. Com- l'uditorato nazionale, continuarono a se-
presso poi entro adatti recipienti, pub dere nel sagro tribunale della romana
rappresentare un volume molte volte Rota finché vissero o fino all'occupazio-
maggiore di gas ordinario; per il che è ne francese di Roma del 1809. Altret-
reso possibile e f icileil trasportarle con- tanto avvenne all' uditore per Milano.
servarlo nelle abitazioni private, cou ri- Ricomposte le cose politiche, ricuperati
sparmio dell'ingente spesa di canalizza- dall'imperatore d'Austria i suoi stati d'I-
zione sotterranea. Considerevole n'è futi- talia, egli nel 181 5 rinunziò al privile-

lilànelle vie poco popolate ©distanti dal- gio di nominare e presentare alla s. Sede
l' officina di fabbricazione, nelle piccole V udito re per Venezia, e nominò per Vu-
r
borgate, negli stabilimenti isolati, ovun- di lo rato dell' Impero d* Austria mg.
que in somma lo stabilire, mantenere, ed Carlo Odescalchi, il quale tutta volta, in
alimentare un sistema di canalizzazione uno a'di lui successori, eziandio vennero
importi una spesa non proporzionata. quasi riguardati uditori veneti-milanes i.

— In quest' articolo, consagrato a Ve- Mi veramente per Milano, prò Longo-


nezia, essendo una delle due metropoli bardo (perchè come notai nel citato ar-
civilied ecclesiastiche del regno Lombar- ticolo, coll'eruditbsimo milanese Piazza,
do- Veneto, per ragioni di storia e di rap- l'uditore nazionale era per tutta la Lom-
non poche notizie ri-
porti, v' intrecciai bardia), i Papi d'allora in poi nomina-
guardanti la metropoli Milano eia Lom- rono un prelato romano o di altro luogo
bardia, come nel voi. XCU, p. 4 22 l v - i del proprio stato. Non riuscirà poi super-
ho riferito la nomina di due prelati U- fluo, che ancor qui meglio ricordi come
r
ditori di Rota, mg. Luigi Flir di Lan- a proposizione fatta nel i56o in conci-

deck nel Tirolo diocesi di Bressannone, storo dal celebre milanese cardinal Mo-
non V, come per
1

e mg. Francesco Nardi di Vazzola dio- roui, il Papa Pio IV (e


VEN ve ri
93
fallo tipografico si legge ap. 142 nel t. 1, di esso progrediva a) suo termine, m'in-
f
delia bellissima opera, Milano e il suo sorsedubbio se realmente mg. Flirei a
:

Territorio, ivi impresso nel 1&44) P er uditore per Venezia, ed in conseguenza,


amore alla comune patria Milano, e per se era stato ripristinato l'uditorato na-
essere già appartenuto a quell' insigne zionale veneziano j e le mie pazienti ri-
collegio di dottori o nobili giureconsulti, cerche, produssero le narrate indispensa-
a questo concesse il privilegio della du- bili rettificazioni). m Nella chiesa di s.

plice nomina e pi espilazione di tre dot» Maria Anima, furono fatti solenni
dell'
r
tori, sia per l'uditorato di Rota nazionale, funerali, per il defunto mg. Flir udi-
sia per l'avvocato concistoriale nazionale tore di Rota per V Impero d'Austria, Gli
(oltre il doversi scegliere dal suo seno an- Em.i signori cardinali Rauscher arcive-
co il patrio arcivescovo: di più Pio IV scovo di Vienna, e Reisach. S. E. il sig/
ordinò 1'edifizio pel collegio in piaz7a de' ambasciatore di S. M. l'Imperatore d'Au-
r
Mercanti. Dal ceto medesimo, il sovrano o stria, e S. E. il sig. ministro di S. M. il
governatore di Milano, nominava un re- Re di Baviera, alcuni uditori di Rota,
gio luogotenente, che finito Tanno pas- e altri prelati assistettero alla mesta ce-
sava vicario di provvisione, cioè prefetto remonia, la quale ebbe termine colPora-
o podestà di Milano. Inoltre fra' dottori zione funebre detta da mg/ Nardi^ eletto
del collegio si sceglievano le principali uditore della sagra Rota, che porse un
cariche; per l'amministrazione della giu- degno tributo di lode al compianto pre-
stizia, un capitano
generale, un vicario lato ". Meritò nitidissima stampa, sicco-
civile e un criminale, un fiscale e consoli me eloquente e dotta, filosofica e religio-
giudiziari). Intanto al venerando Ode- sa, affettuosa e commovente, col titolo:
scalchi (V .) successero oWudìlorato del- Elogio funebre di mg.' Luigi Flir udi-
l'Impero d'Austria prelati Buspoli, poi i tore eletto di sagra Bota, recitato il 16
uditore della camera, e de Silvestri di marzo 1 85g nella chiesa di s. Maria

Rovigo. Questi elevalo alla dignità car- dell'Anima di Boni a, da mg* Fra ne e-
dinalizia, il regnante imperatore Fran- sco Nardi uditore eletto della sagra
cesco Giuseppe 1, nominò e presentò alla Boia. — Nello stesso mese, il tenente ma-
s. Sede, uditori dell' Impero d'Austria rescialloGuglielmo barone d'Alemann,
(coll'assegno annuo pei ciascunodi4ooo comandante del X
corpo d'armala, dal-
r
fiorini pari 1900), mg. Flir e
a scudi l'imperatore venne nominato a coman-
r
mg. Nardi. Nella pontificia elezione di dante della città e fortezza di Venezia,
r
mg. Flir, non vi è detto prò Austria, inluogo del barone Lederei'. Di più l'im-
uè prò Germania, ma soltanto uditore peratore,avuto riguardo all'attuale stato
di Rota surrogalo al cardinal de Silve- delle divisioni di flottiglia in Italia, ap-
stri. Forse cosi venne praticato, per evi- provò la riunione delle medesime colla
tare osservazioni, quanto al titolo. Nel denominazione, Comando delle flotti-
r
motuproprio pontifìcio per mg. Nardi, glie delle Lagune e de' Laghi Meditcr-
è detto uditore di R.ota pro-Longobar- ranei^nìiwgoàeU'ailwòìComandodellc
do. Nondimeno i ministri imperiali quali- flottiglie delle Lagune e del Lago Mag-
ficarono i due prelati, Uditori di Bota giore. Il n. 69 del Giornale di Boma de'
per l'Impero d'Austria, Riportano n. i 28 marzo 1859, riprodusse il seguente
55 e 67 del Giornale di Roma del 85g, 1 ragguaglio della Gazzetta Austriaca,
che mg/ Flir morì a'8 marzo fra' con- sulla organizzazione del regno Lombar-
forti della religione (dovendo io ciò noti- do-Veneto. » L'Austria ha ristabilito in
ficare in questo articolo, per quantoavea questi paesi l'antica organizzazione mu-
riferito nel voi. XC1I, mentre la stampa nicipale ed ha lasciato sussistere i pei fé-
94 VEN V EN
Ilota unenti introdottovi nella forma e delle finanze, il procuratore. In Lombar-
che vi stabilivano maggiore regolarità. dia, nel governo, il governatore, il vice-
Questa organizzazione comunale creata presidente, tre segretari e un vice-segre-
ila Maria Teresa sussiste oggi nelle sue tario. I governatori stabilitine! paese han-
parti principali. Garantisce al paese Un no non solo la più parte delle attribuzio-
tal governa mento che non solo le altre ni ma ricevono il loro
amministrative,
provincie austriache, ma molti slati d'Eu- ordine dal governo generale, alla testa
ropa potrebbero invidiare al regno Lom- del quale si trova l'arciduca Massimilia-
bardo-Veneto. Le leggi generali dell' Au- no, fratello dell'imperatore. Il governa-
stria so. io in vigore in Lombardia, ma noti tore generale riunisce in sue mani tutte
hanno mai pregiudicato alla nazionalità e le attribuzioni d'un ministro particolare
all'esistenza individuale del paese. Non so- della corona per questo paese: decide di
lo nella pubblica istruzione e nel Tarn mini* tutti gli affari, nomina e destina gì' im-
strazione si è rispettata la lingua e gli usi piegati, ha sì vaste attribuzioni, quan-
del paese ; ma il governo non è di razza tunque pochi affari siano sottoposti a'
tedesca. Nel supremo tribunale, di tede- ministri a Vienna, che le sole disposizioni
schi non vi sono che due consiglieri e il riguardanti tutto l'impero,emanano per
procuratore generale. Nella prefettura il regno Lombardo-Veneto dall'ammini-
delle finanze vi è un solo consigliere te- strazione centrale. La slessa situazione
desco, e nella procura delle finanze ues- del principe governatore, come fratello
sun tedesco. Se consideriamo inoltre che di S. M., glipermette di agire più libe-
moltissimi italiani sono impiegati nell'al- ramente nel paese che amministra, di
tre provincie austriache, vedremo che per quello che possati farlo gli altri gover-
gl'italiani la loro unione coll'Austria non natori ". Quanto all'attuale grave que-
ha fatto che aumentare la possibilità di stione italiana, inorpellata co' pomposi e
distinguersi ne'posti importanti. Bastano splendidi paroloni di Nazionalità e lif
questecifre per rispondere al rimprovero dipendenza ; a'timori d'uua guerra rui-
che si tolga la nazionalità. Se viene con- nosa ed europea, con pericolo all' Italia

siderato inoltre il generale organismo del di soggiacere alla balia delle sette od a
paese, vedrassi che una gran parte degli stranieri padroni, che presto le farebbe-
affari correntiè trattala da organi elet- ro desiderare i presenti, poiché lo stesso
tivi.L'amministrazione si è trovata sem- Gioberti temeva più l'intervento francese,
pre e ancora si trova in mano degl'ita- che non il dominio tedesco, qualora non

liani. Il numero degl'impiegati del regno seguisse una probabile sconfitta; in fine
è in tutto di 7273, di cui 554 oss,a il 7 alle speranze della pace fondata nel con-
e mezzo per 100 sono tedeschi, se dob- gresso europeo che va ad adunarsi, se-
biamo giudicare dal loro nome. Su que- condo i generali desideri i ; ampiamente
,
sta cifra, gl'impiegati in Lombardia sono ne ragiona la Civiltà Cattolica^ serie 4« >
338o, di cui 343 tedeschi: nella Vene- t. 1, p. 609: La Questione Italiana nel
ziasono 3g53, di cui 211 tedeschi. E 1859, colla confutazione degli opuscoli
questo rapporto è lo stesso su tutti i gradi che ne trattano, e l'appendice sull'Orga-
della scala amministrativa. Nella provin- nismo governativo degli Stati pontificii.
cia di Venezia, i soli funzionari tedeschi Più a p. 657 : V opinione Italiana in-
sono, nel governo stesso, il governatore, torno alla guerra d* indipendenza. E
il vice-presidente, un consigliere e un vi- nel t. 2, p. 5: La sconfitta e la vittoria
ce-segrelatio : nel tribunale superiore il nella terza riscossa Italiana.
presidente e sei consiglieri: nella procura
è

VEN VEN 9*
§ XXI. Serie de vescovi di Olivolo e di Dalmazia e persino sull'arcivescovile me-
Castello, e de'patria re hi dì Venezia. tropolitana di Zara, fu in lei conseguen-
temente trasfusa. Ilqual l\lo\o ài patriar-
i. La s. Chiesa di Venezia, dichiara il ca, attribuito a'sagri pastori della chie-
sullodato suo dolto figlio e benemerito sa di Grado, derivato perciò a quelli al-
storico d. Giuseppe Cappelletti prete ve- tresì di Venezia, non è di così antica de-
neto >* in ordine ad ecclesiastica gerar- rivazione siccome lo era negli aquileiesi
chia, quanto al suo titolo patriarcale, pastori. Esso anzi dalla residenza, che fa-
la prima chiesa dell' Italia subito dopo t
cevano questi nel castello di Grado; dal-
la suprema vSW/e pontificale diRomajbew- li doppia serie de'medesimi allorché col
che non lo sia in ordine a preminenza ne titolo di Aquileia dimoravano gli uni

ad antichità; sotto il quale aspetto, la fi- nell'una e gli altri nell'altra città, passò
glia primogenita dell'apostolica Sede, la come in consuetudine, sicché lo portaro-
prima dopo la Chiesa Piomana, è l'arci- no entrambi indistintamente ... Il titolo
vescovile di Ravenna (V.). -Né solamen- di patriarca derivò a' pastori gradesi a
te la prerogativa di patriarcale adorna poco a poco ed in tempi posteriori a quel-
la Veneziana sopra le altre chiese me- in cui lo usavano patriarchi di Aqui-
li, i

tropolitane d'Italia, ma l'illustra altresì leia. Quanto Ve-


al giro della diocesi di

l'onore, ridotto presentemente ad un sem- nezia, essonon comprendeva in sulle pri-


plice nome, ùxprimaziale sopra le chie- me, che il territorio delle due diocesi di
se della Dalmazia, Queste due lumino- Castello e di Grado; poi crebbe alcun po-
se qualità, sino a mezzo il secolo XV, ap- co nel 1466, allorché le fu aggregata Ir
partenevano alla chiesa di Grado: Ve- soppressa diocesi diGesolo;e vieppiù creb-
nezia allora non era che un semplice ve- be nel 8 8, allorché per la soppressione
1 1

scovato, ristretto entro il giro della città; delle due diocesi di Torcello e di Caorle,
anzi neppur tutta la città entrava a for- derivolle quasi tutto il territorio di en-
marne la diocesi, essendoché su alcune trambe. Ed in quell'anno medesimo fu
pievi di essa aveva giurisdizione libera ed dilatata di molto anche la metropolitica
assoluta il gradese patriarca; edanzi nep- sua gii risdizione; perchè ridotta a sempli-
pur col nome di Venezia denominavasi. ce vescovato la chiesa arcivescovile me-
Olivolo diceasi da prima e poscia Castel- tropolitana di Udine (V.) f e questa e tutte
lo. Ma soppresse aitine dal Pontefice Ni- le diocesi, ch'erano suffraganee di questa
colò V nel i45 r, entrambe le diocesi, la medesima, vennero assegnate a suffraga-
vescovile di Castello e la patriarcale di needi lei. Le quali diocesi, oltre all'udine-
Grado, sorse dall'unione di esse la nuo- se,furono Adria, che per l'addietro di-
va diocesi patriarcale, metropolitana, pri- pendeva dall'arci vescovo diRavenna, Ve-
maziale di Venezia. A questa nuova dio- rona, Vicenza, Padova,Treviso,Feltree
cesi derivarono tutte le prerogative , le Belluno aeque prmeipaiiter unite, Cene-
giurisdizioni, i privilegi dell'una e dell'al- da,Concordia,Emonia ossia Città Nova
tra: quindi essa diventò patriarcale, per- nell'Istria, Giustinopoli ossia Capo aV I-
chè lo era la chiesa di Grado ; metropoli- stria, Pola e Parenzo: tuttociò in vigo-
tana, perchè le furono aggregale le me- re della bolla del r^ootefice Pio VII , la

desime sufhaganee di Torcello, di Chiog- quale incomincia: De salute dominici gre-


gia, di Caorle, di Gesolo ossia Equilio, che gis, deli. maggioi8i8. Bensì le ultime
dipendevano allora dalla metropolitica quattro chiese summentovate di Paren-
giurisdizione di Grado; primaziale final- zo, di Pola, di Capo d' Istria e di Emo-
mente, perchè la primazia, cui la patriar- nia soppressa ed immedesimata colla
cale di Grado godeva sulla chiesa della diocesi di Trieste (V.), le furono tolte
j

6 VE N v l n
|)f>t lii anni dòpo, per assorellarle all'ar- li volo e di Castello, e de' patriarchi di
ci vescovo ili Gorizia (f Parimente /
.).
-
Venezia, oltre il eh. Cappelletti, la ri-

dine le fu tolta nel 1847, perchè venne portarono pinna di lui i seguenti. Ughel
ristabilita nella sua pristina dignità ar- li, 169: Palriarca-
Italia sacra, t. 5, p.i
civescovile metropolitica. Quindi è che ius Ventilatimi Dalmatiac Prfntas, al
nello stato odierno la nostra
s. Chiesa di cui teli) pò, nel secolo XVII, erano sol-
Venezia continua ad essere patriarcale e tanto suoi suffraganei i vescovati di Cani-
metropolitana nel proprio MMO ecclesia- le, Chioggia e Torcetto. Corner, Notizie
stico; continua a portate il titolo di pri- storiche delleChiese di J'cnczia e di 'Tor-
maziale della Dalmazia , a cagione del- ce Ilo, p. 1 e seg. Cronologia storica dei
l' antico diritto, che su quelle diocesi e- vescoviOlivolensi detti dappoi Castella-
sercitava. Lesue sulfraganee adunque og- ni, e successivi patriarchi di Venezia,
gidì sono Adria (della quale per fare il di Alessandro Orsoni , Venezia Picot-
vescovo l'ordinaria sua resideuza in Ro- ti 828. Strie cronologica de' vescovi O-
1

vigo , in tale articolo meglio ne ragio- patriarchi di Ve-


livolensi- Castellani e
nai), Ceneda, Cliioggìa, Concordia (con nezia, aggiuntavi la descrizione delle
residenza in Poi togruaro), Belluno eFel- solenni esequie eseguite nella basilica
tre, Padova, Treviso (che comprende la di s. Marco per la morte di Sua Ec-
soppressa Asolo, e tra'suoi confini è l'al- cellenza Reverendissima d. Pietro Ali'
tra pure antica sede A' Eraclea), P ero- re Ho Mutti patriarca di Venezia ivi ,

na, Vicenza (V.) ". Noterò, che narrai 1857, tipografia Grimaldo. Stalo per-
nell' articolo Spalatro, che la sua sede sonale del clero della città e diocesi di
vescovile successe nella dignità a quella Venezia: Serie de' vescovi e patriarchi
di Salona, metropoli di tutta V Illiria, di Venezia (incominciando da'vescovi di
poi gli arcivescovi, con approvazione de' Malamocco fino alla istituzione della se-
Papi, s'intitolarono dal 1 i55 primati del- de Olivolense in Venezia), e di quelli a'
la Dalmaziat'ìiuM anche della Croazia quali successero j cioè de' vescovi di Pa-
ma perchè la chiesa di Zara, distaccata dova, alla cui giurisdizione le isole Reai-
dalla metropolitana di Spalatro, fu essa tine furono soggette, secondo la più vol-
dichiarala metropoli e attribuita colle gata opinione, principiando das. Prosdo-
sue chiese su (fraga nee al patriarca di Gra- cimo greco, discepolo del principe degli
do, così quest'ultimo fu costituito loro Apostoli s. Pietro,e<:Z Apostolo della Ve-
primate, grado e dignità che col patriar- nezia; e de'vescovi d'Aquileia, che fu la

cato passò al vescovo di Venezia, per a- prima Chiesa d'Italia, cominciando dal
vere soggette il patriarca ie chiese della suo fondatore s. Marco Evangelista, de'
parte occidentale inferiore della Dalma- suoi arcivescovi a di quelli d'Aquileia in
zia; che però rimase al prelato della chie- Grado, de'patriarchi d'Aquileia in Gra-
sa di Spalatro l'anticadenominazione di do, de'patriarchi di Grado, e de'patriar-
primate della Dalmazia e della Croazia, chi di Grado residenti in Venezia. Inol-
per la giurisdizione che gli restò sulla tre nello Stalo personale vi sono regi-
Croazia esopra parte della Dalmazia, giu- strati i Vescovati del regno Lombardo-
risdizione e grado che gli tolse LeoneXU Vene lo , co' loro odierni pastori. 1 titoli

nella nuova circoscrizione delle diocesi che usa il pastore della s. Chiesa Vene-
della Dalmazia, ad istanza dell' Austria, Noi NN. per divina miseri -
ziana, sono:
T
dichiarando Spalatro semplice sede ve- cordia Patriarca di p enezia, Primate
scovile, unendole quella di Macarska, e della Dalmazia, Metropolita delle prò-
facendola sùffraganea di Zara capitale Venete e dell'Istria, Abbate com-
vincie
della Dalmazia. La serie de' vescovi d'O* mendatario perpetuo di s. Cipriano dì
VEN V E N 97
Murano gran dignitario cappellano
, , Ira usata pure per antichissimo costume
della Corona dì Ferra del regno Lom- nel!' Ufficiatura Ambrosiana e à&UnMo-
bardo- Fenefo, Consigliere inlimo attua- zarabìca, avverte che anco il detto an-
le di Stato di S. 31 1. R. A. Se il patriar- tico Salterio cessò nella basilica di s. IVInr-
ca appartiene a qualche ordine o congre- codi Venezia nel 1 807 quando il patriar-
gazione regolare, lo dice subito dopo il ca Gamboni la dichiarò cattedrale, poi
cognome, come p. e. fece da ultimo mg. r da Pio VII eretta in tale grado canoni-
Multi Jhbate dell' ordine di s. Bene-
: camente, uniformandosi al comune del-
detto della congregazione Cassi ne se. De' la Chiesa. Di più nel luogo citato o voi.
quali titoli, oltre il poc'anzi detto, resi XC, p. 309, avendo fatto pur cenno, col-
già ragione ne'§§ precedenti. Nel § VI, 1' encomiato Diclich, che sino al 1820
n. 3, feci avvertenza, che siccome Udi- nella chiesa di s. Cagiano si conservava
ne fu l'ultimo luogo residenziale de'pa- un Evangelario del secolo XI, simile al-
triarchi à'Aquileia, di tutto quanto ri- l'Aquileiese, quonto oll'epoca della sua
guarda f illustre chiesa e patriarcato a- dispersione, avendone fatto poi interpel-
quileiese, meglio e con particolarità ne lare l'egregio sacerdote d. Luigi Caligo,
trattai neh.
de'due articoli, altresì con ebbi questa cortese risposta. « Nella chie-
tullociò che di piti importante spetta alla sa parrocchiale, allora collegiata di s.Cas-
sede patriarcale di Grado, derivata dal- siano,esisteva un codice dell'8oo, il quale
l'Aquileiése, e dalla quoleprovenne la tut- conteneva solamente i quattro Vangeli.
tora fiorente di Venezia, le cui notizie si Ora dunque conterebbe io58 anni. Quan-
rannodano con quelle, onde in quest' ar- to fosse stimatissimo presso gli amatori
ticolo è indispensabile il doversi tener dell'antichità, prova indubitata è la se-
sempre presente l'articolo Udine, e quelli guente. — Ildolto abbate Canonici, gran-
a resi d' Aquileia e Grado. Della resi-
1 1
de raccoglitore di sagre scritture, pres-
denza poi e giurisdizione del patriarca soché in tutti gli svariati linguaggi, mosso
grad^se in Venezia , ne tenni proposito dal suo solito genio, esibì al parroco d.
nel § Vili» n. 56, e negli altri relativi di Vincenzo Vaerini (morto circa dopo la
quest'articolo. Inoltre nel citato § e n.° distruzione de'capitoli, ossia dopoil ì 8 1 o),
parlai del particolare Rito Patriarchi/io, sotto cui ho preso la sagra veste, non so
che dalla chiesa aquileiese passato alla se cento ducati correnti o d'argento, non
gradese, s'introdusse quindi nella vene- che un reliquiario con reliquia sua pie-
ziana, nella quale però comincio a cessa- nissima scelta. A que' tempi i parrochi
re verso il 4. 8, per l'introduzione o ri-
1 1 erano semplicemente capi de' loro reve-
pristinazione del Rito Romano; quindi Laonde Vaerini convocò
rendi capitoli.
il Rito Patriarcliino terminò nel i^56, il suo, composto di cinque individui, cioè
restando fino al 1807 ne ^ a s °l a chiesa di di primo, secondo, terzo prete, di diaco-
s. Marco. Nel descrivere l'antichissimo no e suddiacono. La proposizione del-
rito, d'accordo coll'ab. Cappelletti, pro- l'ab.Canonici fu rigettata a pieni voti,
cedei principalmente col Dizionario sa- perchè cinque ballotte furono verdi, ed
cro-liturgico diG. Diclich sacerdote ve- una bianca. I componenti il capitolo era-
neto, nel cui orticolo Salterio o libro de' no manutentoride'dirittipiùomenodelle
Salmi, riproducendo i testi del Salterio loro chiese. Che cosa sia successo in ap-
comune e del Salterio od uso della basi- presso sull'esistenza del codice, nientealtro
lica dis. Marco, cioè il Gallicano ossia posso affermare". Inoltre nel decorso del
la versione antica di s. Girolamo, diffe- presente articolo, col mio sistema compen-
rente da quella del medesimo s. Dottore dioso,non solamente hogià riferito le prin-
che usa la Chiesa Romana, esseudo l'al- cipali e più interessanti nozioni riguardali-
VOL. XCIII.
98 V EN VEN
ti la s. Chiesa Veneziana, ma eziandio de' a cercarvi sicuro asilo; e di mano in ma-
suoi vescovi e patriarchi, mentre quelle no che vi giunsero, piantarono sul dorso
degli insigniti della dignità cardinalizia, delle molte isolette della Laguna Veneta
nelle loro biografie ne trailo. Adunque abituri e.capanne: la Laguna di Torcel-
per tutte queste avvertenze, nel riporta- lo è al nord, quella di Chioggia a mezzo-

re precipuamente coll'ab. Cappelletti, J.t dì, quella di Venezia nel mezzo, e sino

Chiese d'Italia, Venezia, t.


9, p. io5 e al secolo XIII il piano di Venezia era di

seg., liberamente la serie de' vescovi di molto più basso, la Laguna più estesa e
Olivolo e Castello, e de'patriarchi di Ve- più profonda. La più numerosa emigra-
nezia 3 da lui corretta e rettificata dagli zione di tali genti derivò dallo spavento
errori dell'Ughelli e di altri scrittori, an- anche a loro incusso dal feroce Attila re

che patrii, potendosi riscontrare nella sua degli unni. Fu allora che si ricovrarono
bell'opera quanto narrerò,
le prove di nell'isolettei cittadini d'Aquileia, di Con-
sarò brevissimo onde non riferire super- cordia, di Padova, di Aitino, di Oderzo.
flue ripetizioni, e ricordando in quali §§ L'accompagnarono i loro vescovi, e cia-
e numeri già discorsi le cose principa- scuno piantò nell'una o nell'altra di det-

li , in quanto qui asserisco e


prova di te isole la propria sede vescovile; per cui
per essere dispensato da ulteriormente ne derivarono le chiese episcopali di Gra-
ragionarne. Delle abbazie della chiesa ve- do, di Caorle, di Eraclea, di Equilio, di
neziana, tratta il p. Lubin. Abbaliarum Torcello, di Malamocco. Così tutte que-
Italiac, p. e seg. Nel § IX ho de-
409 ste città nacquero cristiane e ad un tem*
scritto le 3 chiese esenti di Venezia, cioè pò decorale del seggio vescovile; mentre
nel n.i l'abbaziale priorale di s. Maria Venezia tale onore e vantaggio spirituale
della Misericordia, colla serie de'suoi ab- mezzo dopo la sua fon -
l'ebbe tre secoli e
bati mitrati, loro prerogative vescovili e dazione. Osserva il marchese Maffei nella
giurisdizione; nel n. 2 la chiesa di s. Biagio Verona illustrala, in cui ragionò pure
di Castello, parrocchia dell'i, r. marina dell'origine di Venezia, che le colonie ve-
da guerra ; nel n. 3 la chiesa di s. Gio. nete erano illustri sopra tutte le altre, e
Battista del gran priorato Gerosolimita- di nobiltà romana distintamente ripie-
no del regno Lombardo-Veneto. Fio VII ne; e come dal fiore di esse, concorso a
nel 1 8 7, oltre la nomina de' vescovi de'
1 rifugiarsi in questi fortunati riposi del ma-
domimi veneti e diRagu*a.già discorsa nel re, nuova cillà e nuovo governo si ven-
§XX,n. 3, concessa all'imperatore d'Au- ne poi in breve tempo a comporre. « E
slria^ro tempore,^ accorciò pure il pri- la città però e la popolazione da'romani
vilegio di nominare a tutte le abbazie fondata e di romani composta anche uni-
non patronali esistenti negli stati veneti. forme principio con Roma ebbero e co'
romani perchè nate parimente da gen-
Vescovi d' Olivolo. te in luogo di ricovero adunata, e in
sito di sicuro asilo raccolta. Ma vaglia
2. L'esistenza della presente Venezia il quanto più pura e ragguarde-
vero,
cominciò nel t^i 1 di nostra era, per tut- vole e chiara fu mai la Veneta origine
to quanto il più volte narrato, e nuova- della Promana ? " L'asilo per queste iso-
mente nel § XIX, n. 1 e 2. La formaro- lette prestato, da famosissime città chia-
no a poco a poco profughi abitatori del- i mò principalmente le primarie e le più
la Terraferma o veneti secondi, inlimo- scelte famiglie, cioè a dire quelle che mo-
riti dalle diverse fiere irruzioni de' barba- do aver potevano e sussidii per sottrar-
ri d'ollremoute,accorrendo nelle Marem- si alia ruinosa procella de' barbari eser-
me dell'ultimo seno del golfo Adriatico cire che prezigse cose avevano da pone
VEN VEN 99
in salvo. Intanto i pochi o molti rifugia- lette della Laguna già esistessero altre
ti nelle varie isolette (le più grandi di- chiese, si opina con più di probabilità, che
3
cendosi Rialto, Oli volo, Luprio, Dorso- almeno sarà stata lai. a ricevere l'epi-
duro), il cui groppo formò il nucleo sul scopale consagrazione, che succeduta nel-
quale sorge la meravigliosa e famosis- la solennità della Annunziazione di Ma-
sima Venezia, aveano compreso il biso- ria Vergine, questa sotto il titolo di tal
gno d'aver alcun sacerdote per la spiri- mistero fausto fu presa a primaria pro-
tuale assistenza, ed un tempio per adu- tettrice degli abitanti e della città. Dal
narsi a pregare Dio e celebrare gli uffizi quale avventurato giorno principiò l'era
divini. Pertanto, secondo la più. comune veneziana, nelP antiche carte detta con
credenza (sulle contrarie opinioni parlai frase latina More F"ertelo t poi trasferi-

ne' ricordati luoghi), fu eretta nell' isola ta e computata col 1 marzo. Dice il Di-
di Rialto, della quale anche nel § XIV, ci De R.ubeis, Mommi. Aquil. Ec-
ich, col
n. 2, una chiesa a onore di Dio e sotto cles.y cap. 20, p. 88. » Ad Aquileia an-
1

l'invocazione di s. Giacomo Maggiore a- dò soggetta Venezia, sino dall'anno 4 9, '

postolo, ritenuta la primaria, e die'il no- quando cioè suoi vescovi prestarono giu-
i

me per sette e più secoli all'intera città : ramento ad Agostino vescovo aquileiese,
VI II, n. 5g. Altra chie-
la descrissi nel § come loro metropolita, perchè ricusato
sa, contemporaneamente o poco dopo, fu aveano di sottoporsi alla lettera Tralta-
innalzata nell'isola d'Olivolo, parimenti toria di s. Zosimo Papa (417-18)". Del
per l'esercizio del culto divino e coll'in- posteriore grave affare de' Tre Capitoli
vocazione de'ss. Sergio e Bacco martiri. (V.) riparlai di sopra, per conto de' ve-
Di questa, primitiva cattedrale, di cui scovi della Venezia marittima e terrestre,
J
anche nel § Vili, n. r, una delle primis- e dell Istria; scisma che separò gli aqui-
sime erette dalla pietà de'primitivi pro- leiesi pastori da'Romani Pontefici, ossia
fughi di Terraferma o Venezia terrestre, che la loro chiesa si divise in due capi,
J
solamente si conserva divota memoria; uno scismatico, cioè d Aquileia, l' altro
l'altra esiste qualeoratoriosagramentale, ortodosso nell'isola di Grado. Aggiunge
non più dal 1 8 i o prima parrocchia e col- il Diclich, che Venezia dopo esser stata

legiata. Della chiesa di Giacomo si ce-


s. suffraganea d'Aquileia, lo divenne del pa-
lebra a'2,5 marzo la memoria di sua con- triarcato di Grado, la cui istituzione, se-
sngrazione, essendo contrastato che se- condo il Gallicciolli, risale al 607, in che
guisse nel detto anno 4?- ', bensì per ma- si accorda il Corner. Leggo in questi, che
no di 4 vescovi, cioè Severiano di Pado- in Oli volo fu eretta la chiesa de'ss. Ser-
va, Ambrogio o Ilario d'Aitino, Epodio gio e Bacco, da'nobili Tribuui fuggiti dal
d'Oderzo, Giocondo di Treviso. E' igno- furore d'Attila, la quale divenne giuris-
to a quale di essi appartenesse la giuris- dizione immediata da' patriarchi grade-
dizione episcopale sugli abitanti dell'i- si, insieme con tutte le altre della Vene-
sola di Rialto, allora poco abitata ; e for- zia marittima, finché una nuova incur-
se a Severiano,il i.° nominato, e proba- sione di barbari die'occasione di fondar-
bilmente come a più vecchio la conces- si il vescovato d'Oli volo. Il tutto notai
sero i circostanti pastori, e pare anzi che parlando della chiesa di s. Pietro di Ca-
egli invitasse gli altri alla consagrazio- stello, e delle sue origini e tradizioni. Se
ne, il che mostrerebbe la sua giurisdizio- queste opinioni non in tutto si accordano
ne sopra que'luoghi. Vuoisi che a .° par- 1 col da me riferito altrove, qui non sono
roco fosse destinato un Felice; altri ne du- che semplice riferente di esse. Anzi qui
bitano. Nelle discrepanti opinioni , am- mi piace avvertire, che nel voi. LXIX,
messo che prima di s. Giacomo, nell'iso- p. I2Q, riportai un canone del concilio
ioo VEN V EW
ili Fernetta del 465, come lo chiama il le stavano, V esercitarvi le pastorali ii>
Dizionario di' Co neilil; ma devesi in- ruitihenze. E più difficile ancora lo ren-
tendere di Cannes, come leggo nel Len- deva la distanza considerevole, che corre
glet, Tavolette rro7io/o*f/V/ip,percliè Van- tra esse eMalamocco. Queste circostan-
ne» fu dettai Cwitas 7~cnelenensis 9 e lo ze non poterono sfuggire dall'occhio del
notai anche nel voi.XC, p. 238. Sull'isola benemerito 7. doge Maurizio Galbaio,
ili Malamocco ò\ cui anche nel § XVIII,
t
verso cui la repubblica andava debitrice
n. 28, come ragguardevole delle Lagu- di ogni suo migliore prosperamento. E-
ne, surse l'omonima città illustre e così gliadunque per provvedervi, sapiente-
considerevole che fu per alcun tempo la mente decretò da prima l'erezione d'una
J
residenza de dogi veneziani. Ivi pure fu particolare sede vescovile in Rialto, con
piantata una cattedra vescovile a cui e* di smembra mento dalla diocesi di Mala-
rauo soggette tutte l'isole del lato meri- mocco; poi ne chiese a Papa Adriano I

dionale della Laguna, incominciando dal la facoltà, avendo trattato con esso della

gruppo di quelle che formano l'odierna sede, del titolo e delle rendite della nuo-
Venezia, e proseguendo al di là delle due va diocesi; in fine, col patriarca di Grado
Chioggie, di Brondolo, e di Cavarzere Giovanni 1, convocata la generale assem-
Capodargine sulla riva dell' Adige verso blea e un sinodo provinciale in Mala-
ileonfiue Padovano. L'origine della se- mocco, coll'intervento di tutto il clero del-
de, Tal). Cappelletti la stabilisce all'anno la veueziana consociazione, si stabilì 1'
e-

642, uon potendo conveuire pienamen- rezione d'un vescovato nell'isola d' Oli-
te alla metà del V secolo, come scrivono volo, una delle Reaitine, poscia Venezia,
altri,per farla derivare dall'asilo presovi affatto diverso da quello di Malamocco;
col suo clero dal vescovo di Padova Be- e si elesse il pastore che pel 1

ne dovea
raulo o Bando, ed ivi gli successero Gio- assumere il governo, nella persona di O-
vanni e Cipriano, dopo i quali Padova helerio o Obelibato. L' estensione della
riacquistò i suoi pastori residenziali. Laon- diocesi fu circoscritta alle sole isole Reai-
de Malamocco, che non avea mai avuto tine, già della diocesi di Malamocco, os-
vescovi per l'addietro, e che per un 4o sia alla presente città di Venezia; eie ren-
anui avea dato ricetto a'vescovi padova- dite delia mensa suo mantenimeuto
pel
ni, sul declinar dello stesso secolo V, ri- furono limitate decime mortuarie su
alle
mase come prima senza vescovi e senza tulle le famiglie della città. La fondazio-
cattedra; ne in tutto il secolo VI trovasi ne quindi della veneta diocesi e l'elezio-
indizio che ne abbia avuto. Stabilisce poi ne del suo i.° vescovo si deve riconosce-
a i.° vescovo un padovano anonimo nel re all'anno 775, o forse al 776, massi-
642, che vi rimase; altri invece vi rico- me se propriamente s'abbia a ri-
il fatto
J
noscono Tricidio, che dalla sua sede era- ferirea mesidi gennaio o febbraio del 775
visi rifugiato, cui successe nel 647 Ber- move veneto^ i quali secondo il calcolo co-
guardo o Bergualdo, che poi tornò a Pa- mune, rilevato nel § XIX ri. 2, appar- ,

dova. Dopo Tauonimo del 642, nel 774 tengono veramente al 776. La giurisdi-
trovasi altro vescovo, di cui pure s'igno- zione della cattedrale vescovile d'Olivo-
ra il nome; mentre nel 742 da Eraclea lo, ristretta allora alle sole isole Reaiti-
in Malamocco fu trasferita la sede duca- ne, preparava nella città di Venezia gli

le, dal 4^° doge Teodato ivi eletto. Cre- elementi ad assai più ampio territorio.
sciuta iu gran numero la popolazione del- Era l'isola d'Olivolo mollo solida, e for-
l'isole Reaitine, e moltiplicatesi anche le mava da se sola una distinta comunità
chiese, riusciva difficile al vescovo di Ma- in fra le altre, che componevano 1' inte-
lamocco, sotto la cui giurisdizione quel* ro corpo della città } distinta da Rialto,
YEN VEN iot
e indicata altresì col nome di Castello; sia del luogo detto propriamente Oli-
il perchè quelli che la popolavano, era- volo o di Castello stesso, ove eretta era
no nominati Olivolenses vel habitatores la chiesa antichissima de*ss. Sergio e

Casini Olwoli, del cui vocabolo feci (li- Racco, quale precede P esistenza di
la

verse parole nel § Vili, ti. i e altrove. Si quella di s. Pietro, che a quella fu sosti-
chiamava poi Castello di Olinolo, ed an- tuita almeno uell'anno della fondazione

co semplicemente Castello, a cagione ap- della diocesi Olivolese (in questo caso
punto del castello che vi avevano fab- la chiesa de' ss. Sergio e Bacco sarebbe
bricato i veneziani, a difesa delle altre iso- slata fino allora propriamente non la

le Reaitine, ed a guardia del vicino por» cattedrale, ma piuttosto la chiesa del pa-
to di s. Nicolò; il quale nome di Castel- triarca di Grado, o riguardata per prin-
lodi Olìvolo, odi Castello, derivò a tut- cipale , o meglio perchè fu sostituita da
ta l'estensione dell'isola, prendendosene, quella di s. Pietro che divenne cattedra-
come suol dirsi , una parte per il tutto. le, giacche sino all'erezione di questa, tro-
Rimanevano, come restano , nel sestiere vo che lai." chiesa parrocchiale era quel-
di Castello, ledue vicinissime isole Ge- la di s. Giacomo di Rialto; ma non si
mine, delle quali ora non trovasi indizio deve tacere l'opinione, che da principio
di separazione; sebbene si conosca, aver la cattedrale fu piantata in s. Teodoro;

avuto pur esse il proprio tribuno parti- lutto però più sotto chiarirò col patrio
colare, da cui erano governate: pare che storico, come promisi, descrivendo l'ori-
comprendessero il tratto aucora occupa- gine della chiesa di s. Pietro), altri nel-
to dalle chiese di s. Zaccaria, di s. Gio- P isola di s. Elena, la quale erronea-
vanni iti B t'agora (che nel descriverla nel mente si credette da taluno che fos-
§ Vili, n. 4, feci pur menzione dell'isole se unita all'intero corpo della città, e fu
Gemine), e dall' aree ove sursero fino a' di ragione de'vescovi; altri persino P in-
uostri giorni le chiese di s. Procolo, di s. dicarono nel Morso, ossia sull'estremità
Severo, de'ss. Filippo e Giacomo (discor- occidentale dell'isola, presso fa chiesa di
se nel § VI, n. 2, e nel § Vili, u. 1 2 e ri. s. Teodoro antico protettore della città,
7 1 ). Dissi pure, a suo luogo, che tale isola la cui fabbrica si attribuì a Narsete, va-
primaria, pare ch'abbia avuto il nome di riamente chiamalo anche Nersete poi ,

Olivolo, perchè sulla piazza dov'è la con- compresa in quella della basilica Marcia-
ca tk'diale, e già patriarcale, di s. Pietro na. Ciò potrebbe essere, poiché il io. do- '

di Castello, vegetava un albero smisura- ge Agnello Partecipazio, appeua trasfe-


to ili olivo, o con più di ragione, per- rita da lui oell'81 1 o nell'8i3 da Mala-
chè di molti oli veti era sparsa tutta l' i- mocco in Rialto la stabile sede ducale e
sola. Si credè pure derivato il nome dal- del governo della repubblica (avvenimen-
ia forma d'oliva che ha l'isola, o a pare- to che anco qui dirò memorabile, poiché
re del Gallicciolli, per originare dal gre- die' principio alla singoiar città, che as-
co e per dirsi nella sua primitiva deno- sai posteriormente lasciato il nome di
minazione: Pago Olivos, ossia Castellet- Rialto assunse quello di Venezia), in-
,

ad Oligolensìs. Da una s\ gran-


to , pari cominciò a fabbricare accanto alla chie-
de ampiezza dell'isola, convenendosi da- sa di s. Teodoro, e fu il i.° germe del
gli scrittori l'erezione in essa della catte- palazzo ducale, invece della tribunizia a-
drale, variarono però nel determinarne bitazione a'ss. Apostoli; e più tardi cioè
il preciso sito. Taluni la dissero stabilita nell'827, quando sotto il dogado del di
ove elevasi la basilica di s. Pietro, già lui figlio e successore Giustiniano Parte-
cattedrale e ora concattedrale; altri ver- cipazio, fu portato il corpo di s. Marco
so la punta dell'isola di Quinavalle, os- Evangelista, tosto proclamato principale
io2 VEN VEN
protettore, fu incominciato l'edifizio sa- di Malamocco, e apparteneva al clero di
gro in suo onore. Ed allora il vescovo, per quella città e di quella chiesa: resse oltre
dar luogo tanto all'erezione di quella ba- 22 anni la chiesa olivolese e morì nel
che all'abitazione del doge, si tra-
silica, 798. — In questo gli successe Cristoforo
sferì forse all'altra estremità dell' isola, /greco da Damiata o della famiglia Da-
alla punta cioè di Castello. Fra le diver- miati, secondo la Cronaca Altinalc con-
se analoghe osservazioni che eruditamen- sanguineo del patrizio Nersete e fratello
te fa lab. Cappelletti, per concordare il di Longino prefetto di Ravenna. Narrai
riferito dagli scrittori, notò ancora: » che nel dogado 8.°, nel n. 4 del § XIX, che
nel giro di tanti secoli e di tante vicen- Giovanni I venerabile patriarca di Gra-
de, la cattedra pastorale della nostra cit- do, si ricusò di consagrarlo per non ave-
tà, rimasta per mille anni iu s. Pietro di re l'età canouica, come giovanissimo di
Castello, ritornò alla fine colà, dove ave- 16 ovvero 22 anni. Ciò fece montare in
va avuto la sua primitiva stazione; nel furia l'indegno doge Giovanni Galbaio,
tempio di s. Marco, il quale fu piantato il quale portatosi a Grado col figlio Mau-
sul precedente di s. Teodoro: sempre per rizio (non si deve confondere coli' enco-
altro ella stette nella medesima isola d'O- miato doge di tal nome e suo avo), cru-
livolo. Era naturale, che piantata la cat- dele quanto il padre, che J'avea associa-
tedrale vescovile in Oli volo, il vescovo to al principato, e con sicari io trucida-
dovesse assumere il titolo di Olivolese. rono, anche per averli ammoniti di loro
Ma poiché dal nome del luogo, su cui fu turpe vita. Al magnanimo prelato suc-
stabilita la sede, derivò anche l'intitola- cesse nell' 8o3 nel patriarcato il nipote
zione del vescovo, così col variare di quel- Fortunato, che non solo si rifiutò ordi-
lo, variò anche il titolo vescovile. Quan- nare Cristoforo I, ma gli riuscì nell'8o4
do infatti, nel declinar dell'Xl secolo, l'i- a far eleggere doge Obelerio Antenoreo,
sola d'Oli volo, e più precisamente il sito per cui i due Galbai furono costretti a
dovestava la catledrale,incomiuciò a no- fuggire dalle venete Lagune, in uno al-
minarsi Castello^ a cagione del castello l'eletto Cristoforo I. Allora i veneziani in-
J
ch'eravi fabbricato, anche il vescovo co- trusero uell 8o4 un Gio-
nella sua sede
minciò a dirsi Vescovo Castellano. Tal- vanni diacono (egli è diverso da quel Gio-
volta però, ma ben di rado, dal nome vanni che alquauto dopo usurpò la sede
dell'intera città si chiamava anco Vesco- di Grado), il quale esercitò per qualche
vo di Rialto , ovvero Rivoaltese , e così tempo il pastorale ministero. Ma caduto
trovasi nominato in una carta dell'8 9, 1
nelle mani di Fortunato, lo fece porre in
e in altra del ioo5, Rivoaltensis Sedis carcere a Mestre; donde essendo fuggito
Episcopis. S\ nominava altresì Vescovo tornò a Venezia. Intanto riuscì a Cristo-
de morti3 per due cagioni: i.° perchè so- foro I di guadagnarsi il favore del pa-
leva accompagnare i funerali de'suoi dio- triarca Fortunato, l'intruso Giovanni do-
cesani^. e principalmente perchè il suo vette ritornare alla natia oscurità della
primario provvedimento derivava nelle casa paterna, e Cristoforo I nell' 807 fu
decime sulle sostanze de'morti ". — Il 1

ristabilito e prese il possesso della sua se-
vescovo d'Oli volo Obelerio del 775, è de- de. Però non andò guari, ch'egli non fos-

nominalo con varianti di lieve momento, se di nuovo cacciato, per sospetti di for-

che non alterano la sostanza del nome. mati concerti co' franchi, presso i quali
Era figlio d'Eneangelo, chiamato egli pu- nel suo esilio erasi rifugiato. Fu condot-
re con alcuna differenza di lettere, e dal to a Costantinopoli, sotto pretesto di far
Sansovino col nome di Massimo, forse co- cosa grata all' imperatore Niceforo , che
gnome o altro nome che avea, tribuno ne avea procuralo l'elezioue, ma ivi ginn-

V E W VEN io3
lo, fu da lui rilegato. — Nell'8 1 o ft> no- chiesa di $. Pietro divenne cattedrale nel
minato il 3.° vescovo della chiesa d'Oli- 775, ch'è l'epoca della fondazione del
volo, Cristoforo II Tancredi o Tancre- vescovato, mentre Orso fio ri nell'827,
dOyCome lo eh ia tua no alcuni, greco e pie- come vado a dire. Ma e come notai nel
vano di s. Moisè, che vuoisi fratello del § Vili, B.f, riferendo le diverse opinioni
generale Nersele. Egli viene accusato di sull'origine di essa, sembra la più proba-
aver ingannato gli elettori nel rappresen- bile quella dell'ab. Cappelletti,coucordan-
tare vacante la cattedra olivolese e per do a un tempo quanto riguarda le chie-
farsi credere degno di possederla; certo Sergio e Bacco e di s. Teodoro).
se de'ss.
è che tutti lo qualificano ipocrita, e l'ab. Diversi scrittori delle cose veneziane con-
Cappelletti, pel suo operato, opina do- fusero il vescovato de'due Cristofori e le

versi riputare illegittimo e intruso, ben- cose avvenute, protraendo quello del 2.
ché annoverato tra vescovi. Per altro non erroneamente, ed il Corner facendo mor-
durò molto, poiché colpito d'apoplessia to Cristoforo 1 in Costantinopoli. Invece,

o da epilessia, mentre pontificava solen- deposto Cristoforo almeno nell'8i3,


II,

nemente in s. Teodoro, presente il doge, iu questo fu richiamato dall'esilio in Gre-


il popolo ignorante lo credè agitato dal cia Cristoforo I, e nuovamente per la 3."
deiuouio, e perciò non volle più ricono- volta ristabilito nella sede, com'è pure
scerlo per pastore; anche per averne sco- registrato nello Stato personale. L' ab.
perto l'indole perversa, che avea saputo Cappelletti lo prova con critica erudizio-
celare. Nell'8 i 3 nou era più vescovo, e ne, e adduce pure il riferito dal diligen-
tornato pievano di s. Moisè, il che pare tissimo ed eruditissimo archeologo cav.
strano. Dall'uniformità poi degli scritto- Cicogna, nelle sue Tavole cronologiche
li , in affermare accaduto il fatto nella della storia veneta^ le quali formano par-
chiesa dis. Teodoro, uel mentre ch'egli te dell'opera municipale di Venezia e le
solennemente funzionava, l'ab. Cappel- sue Lagune. Sembra morto oell'827 in
letti trova vieppiù confermata l'opinio- cui già trovasi eletto il 4-° vescovo Orso
ne, che là fosse stata piantata da princi- I Partecipazio^ che alcuni pretesero fi-
pio la cattedra vescovile (ma il Corner glio del doge Agnello Partecipazio , ma
nuovamente riparla della cattedralità non è sicuro. Nell'anno stesso di sua pro-
della chiesa de'ss. Sergio e Bacco, dicendo mozione avvenne il memorando trasferi-
del 3.° vescovo d'Olivolo Cristoforo li, mento del corpo di s. Marco Evangelista
che a suo tempo furono trasportate le ossa da Alessandria a Venezia , di cui parlai
di que'santi e collocate nella loro chiesa in più luoghi del presente articolo, iu uno
allora cattedrale dellacittà, in decente all'identità incontrovertibile del s. Cor-
urna di marmo. Indi aggiunge del 4-° ve- po, e l'ab. Cappelletti ne fa diligente rac-
scovo d'Olivolo Orso, che, sollecito del conto col verace cronista Dandolo. Il do-
divin culto, volle riedificare con migliore ge Giustiniano Partecipazio lo fece depo-
e più ampia struttura la chiesa di s. Pie- che
sitare nella cappella ducale, e decretò
tro, la costituì cattedrale, trasferendo in là dove sorgeva il tempio di s. Teodoro,
essa l'insigni reliquie de'ss. Sergio e Bac- altro sene piantasse magnifico e sorpren-
co. E descrivendo le reliquie che si ve- dente, intitolato a s. Marco, e ne vide il
nerano in s. Pietro , di nuovo afferma, principio. Orso vescovo ne benedì co'sa-
3
che vescovi d'Olivolo risiederono pri-
i gri riti lai. pietra, e la collocò nelle fon-
ma nelf antica cattedrale de'ss. Sergio e damenta. Questo celebreavvenimento av-
Bacco, poscia nella nuova chiesa di s. Pie- valorò l'antichissima tradizione che il s.

tro, ove si venerano i corpi de'ss. Sergio Evangelista vivente visitò le Lagune, al
e Bacco. Lo Stalo pcrsonale t
dice ciak la modo che uarrai nel § X, u .
27, ed attestò
io4 VER V E N
«'veneti una rnauifesta solenne prolezio. chiara l'nb. Cappelletti, il quale nvea in
ite del cielo verso la città e la repubbli- s. Teodoro la cattedra pastorale, si tra-
ca di Venezia. » San Marco Tu allora pro- sferìad altro luogo. Non già a s. Pietro,
clamato da tutte le voci protettore e pa- perchè quella basilica non per anco esi-
trono di questa e di quella; e si, che il steva, ma bensì all'antichissima de'ss. Ser-
popolo, nella sua fiducia e nell' entusia- gio e Bacco; donde più tardi all'altra di
smo pei- lui, si avvezzò ad alternate ed s. Pietro passò. Dissi, che la basilica di s.

immedesimare eoll'idea della patria stes- Pietro non per anco esisteva, perchè sap-
sa l'idea del suo protettore; e il grido po- piamo dal Dandolo, diedi essa pure get-
polare di Viva s. Marco! diventò il gri- tò le fondamenta lo slesso Orso. E per-
do di guerra egualmente che l'espressio- ciò probabilmente si accinse a fabbricar-
ne d'un sentimeulo'ciltadinesco, che fu la, perchè la troppa strettezza di quella

sempre il segnale di riunione M* pericoli, de'ss.Sergio e Bacco era disdicevole allo


e che ne'giorni della sciagura egualmen- scopo, a cui doveva servile, di chiesa cat-
te ciie dell'allegrezza trasse sul ciglio di tedrale. E con molla celerilà la condus-
ogni buon patriota lagrime ili tenerezza se al suo termine, o almeno la ridusse in
e di a (lezione sincera ". — Divido colla grado da poter essere ufficiata: in capo ad
massima espansione d'animo tali religiosi otto anni soli, dacché ne avea posto le
sentimenti, cogli egregi e rispettabili ve- fondamenta, precisamente nell'84 essa 1 »

neziani tutti, e vi aggiungo quello di pro- era condotta a tal punto; ed in essa por-
fonda e inesprimibile riconoscenza, lui* tava le 6agre spoglie de' ss. Martiri sud-
perocché., neli83g l'articolo Venezia lo delti , le quali il s. vescovo Magno avea
scrissi ini 58 grandi pagine. Dovendo poi trasferito da Eraclea alla chiesa suindi-
ridurlo nelle proporzioni più ampie, a- cata, che ne portava il titolo. E le ossa
dottate nel punto di stampare questo mio di que'ss. Martiri tuttora La vi riposano.
Dizionario ,
per quanto dichiarai inge» consagrò il 3o maggio". Il eh. Zanot-

imamente nel voi. XC, p. 2i5, dal gior- to nella Nuovissima Guida di Venezia,
no 3 1 marzo 1 858 in cui cominciai a sci i- descrivendo la chiesa di s. Pietro di Ca-
veie questo articolo, fino al suo compi- stello, ecco come si esprime. « Fondata,
mento a'3i dicembre i858,che compren- secondo la tradizione, da s. Magno, o co-
de i3oi pagine, parimente da me scritte me altri narrano, da Orso Partecipazio
in grandi pagine, quotidianamente e con vescovo, per rivelazione di detto santo
fervore più volte implorai con fiducia il dall'832 84 ••• L'antica chiesa,
all' 1 co-
patrocinio del santo Evangelista (.anco strutta al modo greco, era al di fuori or-
durante le stampa : terminata, non lo nata con monumenti e depositi, a simi-
dimenticherò), siccome abbagliato e tre- litudine di quella de'ss. Gio. e Paolo".
pidante dell' imponente argomento. E Anche la chiesa di s. Marco, se deve cre-
mentre io qui iu Roma scriveva 1' ar- dersi alla Cronaca Alti naie, fu condotta
ticolo Venezia, in questa si comincia- al suo compimento sotto il vescovato di
va seuza iuterruzione la stampa, sulle Orso. Jn essa egli stesso collocò le sagre
cui prove non poche aggiunte, per-
feci spoglie dell'evangelista s. Marco, e la con-
ciò non comprese nel mio mss. Ilo det- sagrò con solenne rito. Ma ciò dev'esse-
to tutto per gratitudine a Dio e all'in- re inleso della basilica ridotta soltanto al-
vocato Patrono de'veueziaui, perciò: Vi- lo stato di poter essere ufììziata e nulla
va a. Marco! — L'erezione del tempio più, avverte lo storico; non già a quella
di s. Marco, portò di necessaria conse- magnificenza, a cui la vediamo oggidì, la
guenza la demolizione di quello di s. Teo- quale fu opera de'secoli successivi, secon-
doro; « perciò anche il vescovo Orso, di- do la descrizione che uè feci nel § V, o voi.
V E W VEN io5
XC. 247. Il vescovo Orso visse lunga-
p. e Pietro d'Equiliò a recarsi in Roma per
mente at> ovvero 3o anni nel seggio pa- l'affare dell'eunuco Domenico Caloprino
storale, altri accorciandone il tempo, per- eletto vescovo di Torcello, protetto dal
ché sono incerti l'anno e il giorno di sua doge Orso I Partecipazio pel riferito nel
morte. Usuo testamento è de'i3 febbraio § XIX, n. 5, dogadoi4.° Per detta data
853 more veneto, cioè 854, ed in cui devesi escludere nella serie de' vescovi
splende la sua pietà e generosità. Con esso Crasso Fazio o Zago, che alcuno inserì,
donò la chiesa di s. Lorenzo colle sue ap- come l'Ughelli. —
iNell'877 Giovanni!
partenzealla sorella,acciò nel fondato mo- Sanudo oCandiano 7.°vescovo,e non più
nastero attendesse alle divine lodi, ordi- tardi: il Cappelletti esclude dalla crono-
nando che la chiesa di s. Severo vi fosse logia Giovanni Avventurato, benché ri-

unita, il tutto avendo narrato nel § X, portalo dall'Ughelli, e sebbene la sua ef-
n. 4- Lasciò 3oo libbre d' argento alla fìgie, sulla fede del Sansovino, fu dipinta
chiesa di s. Pietro da lui fabbricata, ed nella sala del palazzo patriarcale in s. Pie-
il resto di sue possessioni volle divise in 3 tro di Castello. — Invece Lorenzo I Ti-
parti, una per redimere gli schiavi, l'al- mens Deum o Tcmidìo, nell'8 80 fu l'8.°
tra a sovvenimento de'sacerdoti e de'po- vescovo veneto; abitava in Malamocco,
a
veri, la 3. mona-
pel l'istauro di chiese e e figlio Barba Taurello,i cui parenti di-
eli

steri. —- Il 5.° vescovo Maurizio o Mau- moravano a Torino. Sostenne nell'883 o-


ro Dusìniaco o Busnadego lo divenne norevole legazione pel dogeGiovanni Par-
nell'854 o più. tardi, non essendo certo tecipazio 11, all'imperatore Carlo Hi il
che in tale anno morisse il predecessore; Grosso, da cui ottenne a favore de' ve-
e non è vero che gli succedesse Zacca- neziani un diploma, e morì nel maggio
rìaCandianojch'vtìmnìo pmeZuanne Sa- 909. Alcuno lo disse ucciso dal popolo,
nudo, moderno cognome de'Candiani, co- perchè violentemente portavasi qua e là
me pretesero alcuni, altri anticipando il ad esigere le decime mortuarie, di che
supposto suo vescovato all' 81 1. Mauri- non lasciarono memoria gli antichi scrit-
zio già pievano della chiesa di s. Marghe- tori. La stessa cosa altri invece narrano

rita, edificata dal padre suo Giovanni o del vescovo Uamperto Polo, morto ver-
Gcnanio, come lo chiamai col Corner nel so il i3oq. —
Vescovo 9. nel 909 fu
§ Vili, n. G3, la cousagiò. 11 Cappelletti Domenico II Pitonico (meglio Villoni-
corregge taluno che narrò nel suo vesco- co), di cui scrisse l'Altinate col suo bar-
vato rapimento delle spose veneziane,
il baro e scorretto stile, qui fitti nacio-
di cui nel detto §, 11. 7, e POrsoni, che ne suorum pareti tum de veda Verce-
lo raccontò sotto il predecessore, copian- linsi civita te } habitatores in Mata-
done le paroledal Cronologia sto* Filiasi, mauco et in Rivo allo sfilili* Barbe Ro-
r'tcade'vescoviOlivolesi^c. Maurizio vis- manus Vilinicus in ecclesìa s. Mauri
se io anni. —
Domenico ITradonico6.° martiris erat resìdens. Egli fu promos-
vescovo gli successe nell' 864, che Coleti so dal popolo col consenso del patriarca
e Ughelli ritardano, veneziano e figlio di di Grado e del clero, ma contro la vo-
Giovanni Apolo, onde si potrebbe chia- lontà del doge, ne perciò ebbe da questo
mar con tal cognome, eletto a insinua- l'investitura,ma prese da per se il basto-
zione del parente doge PietroTradonico: è ne pastorale dall'altare di s. Marco, in no-
pure denominato Patrizio (ma sembra er- me del quale si dava (di queste investi-
rore e doversi dire Partecipa/io). Gli scris- ture ecclesiastiche parlai nel § VI, n. 2,
se nell'877 Papa Giovanni Vili, insieme e nel § XIX n. 3). Morì nel dicembre
a Leone vescovo di Caorle, incaricandoli 9 1 o, o al
,

più nel gennaio 911. — -Ilio.


a iuduire i vescovi Felice di Malamocco vescovo Domenico III David Qrcia-
— °

io6 VEN VEN


no, figlio di Pietro Orciano, nel gii fio III romano, confondendolo col Pa-
fu sollevato anch'egli alla dignità per e- pa che allora regnava. Visse 9 anni e non
lezione del popolo, che a tutta forza di più. —Nel 920 trovasi l'i i.° vesco-
lo benché avesse moglie e figli,
volle vo Giovanni II, e governò almeno sino
mi onta che a tutto suo potere vi si op- al 929. — In taleannogli successe ili 2.
ponesse. Ne venerava il popolo la pu- Pietro I Tribuno o Tron, figlio del de-
rezza e santità di costumi, e perciò sì vi- funto doge omonimo, che alla chiesa di
vamente insistette nel volerlo a pastore, 6. Maria Formosa fece quanto notai nel
che alla fine si trovò costretto a cedere descriverla nel § Vili, n. 7, morendo nel
alle comuni istanze. Ricevuta l'episcopa- cader del 937,0 nel principio del 938.
le consagrazione, tenne tuttavia nel suo In questo comparisce ili 3.° vescovo Or-
palazzo presso di se la moglie ed i figli; so II Magadisoo I\lagadisìo veneto, già
dicono per altro gli antichi storici, ch'e- vicario di s. Cassiano, lodato per bontà
gli vivesse con la moglie in perfetta con- di vita e sapienza. Fu a suo tempo, alla
tinenza. »» Ciò attesterebbe, in quella età sua presenza e mentre celebrava pontifi-
non essere stata per anco tra' veneti, for- calmente nella cattedrale d'Olivolo, a'3i
se per la frequente loro comunicazione gennaio 930 circa, ovvero nel 932, che
cogli orientali, così stretta ed immutabi- i triestini approdati furtivamente nel tem-
le la legge del celibato, come lo è presen- pio audacemente rapirono le spose vene-
temente alla Chiesa latina; perchè, egli è ziane, ratto che altri ritardano al 935 e al
certo, dice il Meni. veri, anti-
Gallicciolli, 944» e quali, giusta il costume, il vesco-
'

che, che se la disciplina di que'tempi in vo co'sagri riti nuziali dopo la messa do-
Venezia avesse escluso assolutamente da- vea benedire. Avverte l'ab. Cappelletti,
gli ordini clericali gli ammogliati, clero e che tale funzionerei ta \a festa delle Ma-
popolo non avrebbero immaginato di e- rie, facevasi sempre a'3i gennaio, e non
leggere un tal uomo vescovo, né i prela- ili.° febbraio o vigilia della Pnrificazio-
ti l'avrebbero ordinato". Altro punto di ne,come altri scrissero. — Immediato suc-
ecclesiastica disciplina viene attestato dal- cessore e 1
4° vescovo nel 945 fu Dome-
le cronache antiche, ed è che il clero ve- nico IF Taionico o Tradonico veneto,
neto non portava allora la barba, o al- cappellano di s. Marco e cancelliere del
meno non l'usava alla foggia de'secòlari; doge Pietro Candiano III, che pose le re-
ilperchè costretto Orciano ad esser ve- liquie di k. Gio. Battista nella chiesa di
scovo, gli raserò la barba (di questa ri- s. Gio. Battista in Bragora , come notai
parlai nel § XVI, n. 2, o vol.XCI, p. 365, parlandone nel § Vili, n.4; e siccome ivi
e di quella deMogi nel § XIX, n. 3). Il riposa il corpo di s. Giovanni Elemosina-
Torrelli, ne Secoli Agostiniani, si forzò rio, sospetta l'ab. Cappelletti che fosse col-

a dimostrare questo vescovo pellegrinan- locato, invecedi dette reliquie,dal vescovo,


te avere appartenuto nella giovinezza a- il quale terminò di vivere nel 9>5. In —
gli eremiti agostiniani, ma i suoi argo- quello ne fu successore il 5.° vescovo Pie-
1

menti non sono che di probabilità; inve- tro II Marturio veneto da Quintavalle,
ce trovasi notizia del suo stato coniuga- ossia nato nell'estremità orientale dell'i-

le e della sua convivenza colla moglie e sola d'Olivolo, il quale col padre e altri
co'figli nell'episcopio; ed egualmente che parenti fondò la chiesa di s. Agostino par-
il errò quindi chi nella ,ala
Torrelli , rocchiale , e con testamento la soggettò
dell'antico patriarchio a s. Pietro di Ca- in perpetuo a'vescovi suoi successori, il
stello lo avea fatto dipingere vestito in che non mancai accennare nel n. 53 del
abito di eremita agostiniano. La cronaca citato §. Nel 960 fu radunato in Rialto
Zolfina ne cambiò il nome in Anasta- il sinodo provinciale, a cui Pietro II, col
V E N VEN io?
patriarca diGrado Buono Blancanico,tro- cipazione del Corpo e del Sangue del si-
vossi presente con altri vescovi e ne sotto- gnore, a' trafficanti di schiavi, ed a que'
scrisse gli atti, che ilCappellelti dice ripor- che private lettere portavano a Costanti-
tare nella Storia della Chiesa di Vene- nopoli. Erano questi i secoli barbari ! ? 11

sia, non per anco compiuta. Forse è que- Mulinelli di più offre il testo de' 5 cano-
sto quel sinodo, in cui furono decretate se- ni decretati dal sinodo. Morì Pietro II

verissime pene contro que'veneziani che nel 964- — Nello stesso gli fu sostituito
portavansi ne'porti di Soria e dell'Egit- il 1 6.°pastore Gregorio di Giorgio o Zor-
to,che le leggi civili punivano di morte, ziy la cui famiglia ancora sussiste, e per
perchè lemevasi che facessero co'sarace- nomarsi il padre Andrea, tribuno d' E-
ni traffico di legname o di ferro o altri re- quilio , alcuno lo disse Andreadi quasi
lativi articoli, o somministrassero loro fa- fosse cognome, ovvero per questo copi- i

cilità d'aver armi per la guerra, che coro- sti presero il nome paterno. — Al bre-
battevasi dalla repuhhlica veneta colle- vissimo suo governo soltentrò il 17.° ve-
gala co'greci. E qui dirò coll'ab. Cappel- scovo Marino Crtss/Vz/i/co, che sedette più
letti, che anteriormente, non ostante il di 20 anni, encomiato per virtù e pietà.
ci vii divieto,approdarono in Alessan- Nel 97 1 si adunò in Rialto un sinodo, in

dria, Buono tribuno di Malamocco e R.u- cui nuovamente fu vietata qualunque co-
stico cittadino di Torcello, come lo qua- municazione co'saraceni. Morì nel 986 o
lifica, i quali poterono acquistare il teso- al più tardi nel 987. —
Dopo probabile se-
lo delle spoglie di s. Marco. O fetijc cul- de vacante nel 992 fu 18. vescovo Do-
pa! Certamente nel sinodo del 960 s'im- menico V
Gradonico veneto, dell'odier-
posero severe pene ecclesiastiche contro na famiglia Gradenigo, consagrato da Vi-
il riprovevole traffico degli schiavi cri- tale IV Candiano patriarca di Grado, alla

stiani, clw i veneti solevano fare , come presenza del doge Pietro II Orseolo, che
raccontai in fine del n. 4 del § XVI. Ap- lo avea eletto, e dal quale poi fu investi-
prendo dagli Annali Urbani di Vene.zia i
lo e intronizzato. Raccontai nel n.i3 del
del cav. Mulinelli, all'anno 960, che il si- § XVI11, che dal benedire solennemente
nodo, cui pure intervenne il vescovo di nella cattedrale di s. Pietro d'Oli volo que-
Torcello Pietro IV, fu tenulo nella cap- sto vescovo nella festadell' AscensioneggS

pella ducale di s. Marco, ilche prova l'am- la bandiera della repubblica, e consegnar-
piezza eziandio della primitiva chiesa, fi- la al dello doge nell'intraprendere la fa-
glipure narra, chea niuno garbava il ne- mosa spedizione contro gli slavi, di cui
goziato infamissimo di schiavi che libe- i fu vincitore pel conquisto della Dalma-
ri veneziani facevano, quali non sola- i zia e della Croazia, ebbe origine la ma-
mente continuavano ad adoperarli ne'bi- gnifica solennità, che poi si fece in quel-
sogni loro, ma eziandio li vendevano a- la dell' Ascensione, e consuetudine di
la

gli africani (!) e ad altri popoli; per nien- ricevere in essa il vescovo a s. Nicolò di
te poi garbava a' veneziani , che lettere Lido il doge, quando ivi dalla cattedra-
dall'Italia e dalla Germania a'greci e al le d' Olivolo fu trasferita la cerernonia;
greco imperatore si recassero. Potendo funzione che divenne più splendida, do-
adunque da quel traffico tanto scanda- poché nel 11 77 Papa Alessandro III do-
loso e da quel clandestino trasporto di nò al doge Ziani l'anello d'oro per spo-
lettere venirne forse pessime conseguen- sare il mare, onde il rito fu detto benedi-
ze, opportunamente si volle impedire i zione del mare e volgarmente sposalizio
due inconvenienti, mezzo allora più
col del mare. Domenico V, decorsi 33 anni e
di qualsivoglia altra pena temuto. Perciò 6 mesi di vescovato , dopo aver veduto
si fulminò l'anatema e si tolse la parie- arricchire Venezia del corpo di s. Barba-
io8 YEN V H N
ra di Nicomedia, di die nel $ XVIII, n. notai nel § XIX, n. 6, dogado 3o.°, rico«
?.3, e di (jtiello di s. Tarasio , di cut nel nobbe il patriarca di Grido, e l'annali-
voi. XCI, ». io4, terminò la suo carrie- sta Rinaldi diceche talvolta fu detto pu-
ra mortale nel 026. Subito ne occupò
1 — re di Tr inegia ne confermò
i
il patriarci-
la cattedra il figlio del fratello, Domeni- Io, gli concesse il pallio e diversi privile-
co 1y I Gradoìiico c).° vescovo %
1 oli volese, gi. I veneziani riconoscenti alle sue pon-
ai cui tempo e nel 1 o jo fu celebralo un tificie beneficenze, gf intitolarono la chie-
sinodo provinciale in Rialto nella basilica sa di s. Caterina. La più antica investi-
di s. Marco (per singoiar coincidenza, iu tura di chiesa veneta che si ricordi, è del
tale anno anche in Vannes fu tenuto un io6q fatta dal patriarca di Grado Dome-
concilio, egualmente sulla disciplina ec- nico III Marengo, afavore del Plebaniun

clesiastica : per l'avvertito quasi in princi- et Priorcm della basilica di s. Silvestro,


piodi questo §,forse non sarà inopportuna come dissi nel descriverla nel § Vili, n.
la nota clie <jui scrivo), col suo intervento 56, presso la quale era il loro patriarchio
e in presidenza d'Orso Orseolo patriarca (però la stabile e legittima residenza de'
diGrado già ne discorsi nel § XI X, n.
:
6, patriarchi gradesijn Rialto cominciò nel
dogado 29. °, e si trattò di vari punti di 1 1 3 1 ). Il vescovo Contarmi chiuse in pa-
disciplina ecclesiastica alla presenza del ce i suoi giorni circa il 1074* —
1° ess0
doge. Nel seguente anno tra il vescovo e sedeva il nipote e figlio del defunto do-
il detto patriarca si fece transazione sul- ge, Enrico Contarmi 1 1 .° vescovo oli vo-
lo gravissima controversia per la giuris- lese. Essendo patriarca di Grado Dome-

dizione della chiesa de'ss. Gervasioe Pro» nico IV Cervoni oCerbono, la somma po-
tiisiojcheaccennai nel § Vili, n.66,e l'nb. vertà a cui era ridotto il patrimonio pa-
Cappelletti ne produce il documento. Nel triarcale, mosse Papa s. Gregorio VII a
vescovato di Domenico VI , oltre la no- scrivere una lettera di rimprovero al do-
minata chiesa, furono edificate quelle di ge Domenico Selvo , e alla comunità e
s. Apollinare, e di s. Secondo neh' isola popolo di Venezia, perchè si pensasse ad
del suo nome. S'ignora l'epoca precisa di accrescerlo decentemente e in proporzio-
sua morte e sembra iho44- 'Contem- — ne dell'onorevole sua dignità, e del deco-
poranea pare l'elezione del 20. vescovo ro del loro patriarchatus. Per tanto nar-
Domenico P II Conta ri ni. Appartiene al rai nel § XIX,
dogado 3 r .°, che pern. 6,
suo tempo la fondazione fatta dal fratel- tale esortazione doge prima che morisse il

lo doge Domenico Contarmi, del mona- il vescovo Domenico VII ne avea tenu-
stero di s.Nicolò di Lido, essendo patriar- to proposito con lui, e quindi nel'settem-
ca gradeseDomenico IN Marengo; così vi brei074 tenuto un concilio o radunan-
concorsero 3 Domenici come si ha dal , za di vescovi, fra'quali Enrico Contarmi,
documento, in cui Domenico VII s' inti- di abbati e di magistrati,ne accrebbe al-
tola: Domimeli* miseratione Divina E- quanto le rendile, coll'imporre a ciascu-
piscopus Olivolensisje fra'testimoni d'un na chiesa suffraganea, ed a' prima ri mo-
altro documento si legge: Hermacora ar- nasteri della provincia ecclesiastica,un an-
ciripresby ter Olivolensis Ecclesiae testis. nuo tributo in generi e in denaro. Fu se-
Al medesimo vescovo, Papa s. Leone IX gnalato il vescovato d'Enrico pel faustis-
diresse la bolla Olivolensis Ecclesia e ,del simo ritrovamento del corpo di s.MarcoE-
io53, presso l'Ughelli, p. 1217, di con- vangelista,che celebrai a suo luogo; poiché
ferma a' vescovi d' Olivolo di tutti di- i da un secolo veneziani deploravano non
i

ritti e privilegi ad essi e alla loro chiesa sapere in quale luogodella basilica ducale
concessi, forse in occasione che si recò a fosse stato nascosto, ovvero se fosse stato
Venezia. Inoltre s. Leone IX, come già involato, mentre il segreto comunicato-
, 6

VE N VEN 109
si progressivamente fra le primarie digni- CoritarcnoGa$tcllanusIipiscopiis,(]i\at\r
tà erasi venuto a perder del lutto. Preoc* do sottoscrisse nel 1107 al diploma del
cupati gli animi di tristezza, fu stabilito doge Ordelafo Falier, che donava al pa-
farne diligente ricerca. Intimalo un di- triarca di Grado la chiesa di s. A l'elu-
giuno generale di 3 giorni, fatta una so- dano in Costantinopoli. Ma leggo nel de-
lennissima processione, alla quale concor- creto pel miglioramento delle rendite pa-
se con fervore il popolo, anche di tutte triarcali diGrado,piesso lostesso eh. Cap-
l'isole e delle città dello stalo, Dio esau- pelletti.,Le Chiese tV Italia, t. 9, p. 53
dì le comuni preci, facendo cadere, alla e seg., del settembre 1074» discorso più
presenza della moltitudine, da una colon- sopra, dopo la sottoscrizione : tj> Ego Do-
na o pilastro della basilica, alcune pietre minicus Sylvius Dei gratta Dux consen-
che lasciarono scuoprire la cassa marmo- si3 etm. ni. ss.j quella immediata: +|+ F-

rea in cui era chiuso il sospirato s. Cor* go Henricus Dei grati a Castellanus E-
'

pò che si cercava, fra la gioia e le lagri- piscopus subscripsi. Seguono le sotto-


me di tutti. Ciò avvenne a' 25 giugno scrizioni degli altri 4 vescovi, degli abba-
1 094, e se ne festeggia tuttora l'anniver- ti e degli altri che intervennero al sinodo
sario di questa apparizione,come la chia- o radunanza, per migliorare la mensa del
ma Narra la tradizione, che
J'ulEziatura. prelato gradese. Dunque da sì solenne at-
il Santo per indicare ove riposava^ mostrò to si ricava, che già il vescovo d'Olivolo
dal pilastro un braccio. Certo è, che a- avea assunto nel 1074 il titolo di Castel-
vanti ad un musaico esprimente la Cro- lo. Morì Enrico a* i5 novembre 11 08.
ce, sopra il pilastro dell altare di s. Già» — Pochi giorni dopo fu eletto 22. ve-
corno,è sempre accesa una lampada avan- scovo Pitale I Michel veneziano e vi-
ti. Miracoloso sicuramente fu il discopri- cario della chiesa di s. Paolo. Ormai tra-

inento della cassa, la quale si tenne espo- lascio di registrare le cose più. comuni già
sta 3 giorni, e poi l'8 ottobre in occasio- discorse a'loro§§ riguardanti le fondazio-
ne della consagrazione (ma nel io85 la ni di chiese e monasteri, e il trasferimento
dice avvenuta lo Stato personale) che , in Venezia di ss. Reliquie, altrimenti suc-
l'ab. Cappelletti afferma celebrata nello cederebbe una monotonia di continua-
stesso og4, fu collocata sotto la mensa
j le citazioni, pel numero grandissimo del-
dell'altare maggiore, ove si trovò nell'ul- le fondazioni e de'sagri tesori da cui fu
timo scuoprimento, che dirò alla sua vol- arricchita Venezia,così pure di consagra-
ta. Tre anni dopo le Lagune furono ar- zione di chiese e altari, e per accorciare
ricchite anche del corpo o almeno di il mio dire; il tutto avendo riferito, prin-

buona parte delle ossa di s. Nicolò ve- cipalmente col Corner, a' luoghi loro,
scovo di Mira, di cui tenni ragione nel laonde sarebbero troppe ripetizioni. Vi-
citalo n. i3 del § XVIII. tale 1 lasciò vedova la sua chiesa di Ca-
stello nel dicembre 1 1 20, e mentre a' 1

Fé scovi di Castello.
gli si celebravano i solenni funerali in s.

3. 11 vescovo Enrico Contarini fu il Pietro di Castello, la troppa quantità di


i.°a cambiare il titolo della sua sede lumi o la trascuranza de'chierici, pro-
Olivolese, e a dirla invece Castellana dusse tale incendio che distrusse la catte-
probabilmente perchè a'suoi giorni era drale, e con essa perirono altresì tutte le
andato in disuso il nome di Olivolo e contigue fabbriche e abitazioni. Nel dì —
col solo di Castello se nenominava tut- seguente 17 dicembre fu consagrato sa-
to il sestiere. Questo cambiamento di ti- cerdote il 23.°vescovo fr. Bonifacio Fa-

tolo si comincia a trovare neh 091, inti- lier eremitano agostiniano, acclamato
tolandosi il prelato appunto Benrióus dal clero e dal popolo successore al de-
no VEN V E IV

imito, e nella susseguente domenica ri- lo leggo dopo il suo nome, Dei gratin
cevè l'episcopale consagrasione, ossia nel Castellanti* Episcopus, ma quello pure
dì seguente 1 8 dicembre. Nobile di stir- del Castellami!; Archidiaconus. Lo tro-
pe, più nobile per le virtù, contro sua vo anche nell' Ughelli, il quale riporta
voglia ricevè la dignità, tra V esultanza purea p. 1 9.4.1 la bolla del 1 1 44 '*' ' >a *

del popolo. Morì nel i i 33, impugnando pa Lucio 11, Aequum etrationabile est ;
Cappelletti il Gallicciolli, che sulla fede cominciando col saluto: Generabilifra-
d' una cronaca anonima lo disse ucciso tri Jo. Olivolensis seu Castellanae Ec-
nel i i 3 1 dal popolo. — JNello stesso an- clesiae Episcopo. Con essa ornò di molli
no, 24.°vescovo fu Giovanni III Poloni) privilegi e diritti il vescovato Castellano:
figlio del vivente doge e pievano di s. Bar- il quale privilegio rinnovò Adriano IV
tolomeo. Ebbe lite col fondatore Bonfilio a*25 gennaio 1 i56
Benevento, ov'era- in
Zusto de'canonici regolari della canonica si portato nel precedente ottobre. Morì

del ss. Salvatore, per avervi acconsentito Giovanni HI in epoca sconosciuta, non
il patriarca di Grado, mentre la chiesa rimanendo notizia di lui dopo il 1 57, 1

apparteneva alla stia giurisdizione; ma benché alcuni dicono verso il 1 164. —


Papa Innocenzo II la troncò prendendo- In questo era già 2 5.°vescovo Pietro III
la sotto la protezione della s. Sede. Tut- G randa liconi, non conosciuto che dal-
to narrai nel §VIII,n. 28, insieme all'as- l'ab. Cappelletti, che ritiene aver princi-
sassinio del Zusto, che Dio fece risplen- piato qualche anno avanti il suo pasto-
dei e per miracoli. Il vescovo regolò la rale governo, mentre il ir 64 fu l'ultimo
suddetta festa delle Marie, protratta a di sua vita e
il ."del suo successore. Di lui
1

8 giorni, nella quale i vescovi di Castel- siha memoria, dalla sua sottoscrizione
lo, e poi i patriarchi di Venezia, finche ad una sentenza pronunziata nel giugno
durò la veneta repubblica, ricevevano 1 [64 in Rialto, dal cardinal Ildebrando
que'donativi descritti nel luogo di sopra Grassi, legato del Papa Alessandro III, a
citato. Però la festa popolare, in princi- favore di Marco priore d'Iàpide, contro
pio virtuosa e innocente, divenuta cla- Geltrude badessa di s. Zaccaria di Vene-
morosa e depravatasi gravemente, dopo zia. Avverte l'ah. Cappelletti, che non si
severe leggi promulgate dal governo per deve confondere co'due altri Pietri, che
frenarne gli abusi e gli sconcerti, terminò per strana combinazione erano allora ve-
coll'esser abolita nel 1
379 ; riducendosi scovi di Civita Castellana e di Città di
alla visita annua del doge alla chiesa di Castello (de' loro antichi vocaboli latini
s. Maria Formosa, e nel vespero e mes- riparlai ne' voi. LXX I
X, p. 3, e LXXXV,
sa solenne che vi celebravano i vescovi e p. 3 io), che come il veneto intitolavan-
i il doge
patriarchi. In quella circostanza si : Petrus Castellanae Episcopus (ora
benediva Marie e l'accompagna va, be-
le però ambedue usano preporre avanti la
nedizione, cui prò dignhate palalii im- parola Civitatis o Civitas, anzi quello di
partiva pure al popolo. Tra le preroga- Città di Castello anche Tiphernwn Ti-
tive ducali, eravi quella di benedire in al- berinum, e Civitatis Castelli). Il Gallic-
cuni giorni solenni il popolo; quasiché ciolli, sulla testimonianza d'un cronista,

fosse il padre che benedicesse suoi figli. i disse il Grandaliconi vescovo d' Olivolo
Di questo trattai in fine del n. 3 del § VI nel 1 146, per isbaglio di stampa, doven-
e alti ove,ove pur dissi che benediva ezian- do dire 1 1 64. —
Successore di lui in tale
dio monache. Nel regolamento fatto
le anno e 26. vescovo fu Vitale II Mi-
dal vescovo Polani per porre un freno a* chel, nel dogado di Vitale II Michel, per
disordini in feste cosi popolari, nella sot- sine-olar coincidenza. Non dice lo storico
toscrizione del decreto del 1 i43> non so- che fossero parenti. Egli era pievano di
.

V E V V E N 1 1 r

s. Paolo. Nel i 170 fondò un ospedale nel- mente III spedì un diploma di protezio-
l'isola di s. Elena, di cui feci ricordo nel ne de'diritti alle decime dovute al vesco-

descriverla, nel n. 16 del§XVHI, riser- vo di Castello in Costantinopoli, poiché


vando a se ed a'successori l'elezione del tanto esso, quanto il patriarca di Gra-
priore. IN'el tempo del suo governo si re- do, aveano diritto di decimare sopra al-
cò in Venezia Papa Alessandro III, nel cuni luoghi dell'impero d'oriente, come
1 177, al modo ampiamente narrato nel
§ in s. Giovanni d' Acri oAccon. Avverte
XIX, n. 8,dogado 39. di Sebastiano Zia- l'ab. Cappelletti, che sbagliò il Nerini
ni, ma non mai incognito e occultamen- nell'opera, De
tempio ss. Bonifacii et A-
te, come provai anco con autorità venete, lexii, nel dire che Marco fu nel i2o3in
non mancando di riferire l'opinione con- Pioma alla consagrazione di esso, celebra-
traria. Nel memorabile soggiorno fatto ta da Papa Onorio HI (epoca errata
dal Papa in Venezia, celebrò nella basi- nella stampa, sì per essere slato eletto
lica Marciana quel concilio che descrissi quel Papa nel 12 16, e sì perchè leggo
in detto luogo (i cui atti mancando nel nel Nerini eseguita la cousagrazione nel
Labbé e nel Mansi, dice l'ab. Cappelletti 1 7 domenica delle Palme,specialmen-
2 1

averli pubblicati nella sua Storia della te nominandosi nell'atto cum Veneto
Chiesa di Venezia, t. 6, p. 00 eseg.) con- 1 Archiepiscopo, che il Nerini dichiarò es-
sagrò varie chiese, ornò di molte prero- sere Marco), per aver trovato, che v'in-
gative la città e il doge, concesse la per- tervenne il veneto arcivescovo, quale non
petua indulgenza plenaria alla basilica di poteva essere che il patriarca di Grado
s. Marco per la solennità dell'Ascensione Angelo Barozzi allora in Roma, n Ed
e sua 8.*, confermando il giudizio pro- inoltre si noti, che allora la nostra città,

nunziato da'vescovi di Torcello e Jesolo, non si nominava per anco / enezia,wa,


contro l'abbate ed monaci di s. Nicolò
i Rialto, e che il vescovo si diceva Castel'
del Lido,che negavano al vescovo di Ca- latto e non Veneto ". In fatti osservo
stello l'onore dovutogli in tal giorno del- nell'Ughelli, nel documento col quale il

la benedizione e sposalizio del mare, nel- vescovo Marco, col suo capitolo, concesse
la loro chiesa, colla bolla, Ea, auae jn- nel 1 199 al sacerdote Domenico Franco,
dirio staluunlur i presso I' Ughelli, p. già religioso nel monastero di s. Andrea

1245. Dice il saluto: Venerabili fratri d'Amroiano, due isolette, dagli antichi
V. Castellano Episcopo saluterà; e la \eneti dette Lagune vi era-
tombe (nelle
data: Dat. Venetiaruw in Rivo Allo hai. no Valli e Palale, Veline, Cavane eBa-
junii (il eh. p. Bresciani, nel 1. 1
2, p. 69 1 rene. A queste si aggiungevano Ghehhi
a
della Civiltà Cattolica, serie 3. , nell'elo- e Pallido, Dossi e Conche. Il pallido è
quente ai ticolo,S<7/rtc//tf, tratta: LaPa- sitopiù alto della barena. Il ghebbo fu
cedi Venezia). Inoltre l'Ughelli riporta la anche misura, prima d'un piede e poi di
bolla di conferma d'Urbano III data in un piede e mezzo. I Dossi'maggiori sul-
Verona.Morì il vescovoVitale II nel 1 8 1 1 l'acque della Laguna, si dissero Tombe,
— Nello stesso fu eletto
27. vescovo il come rilevai altrove ), acciò su di esse
Filippo Casiolo ,che visse appena pochi piantasse una chiesa (essa è l'isola della
mesi. —
Nel novembre 1 8 già sedeva 1 1 Certosa, di cui nel § XVIII, n. i5) all'a-
il 2 8. "vescovo Ma reo I Nicolai, detto an- postolo s. Andrea; non solamente la da-
che Nicola o di Nicola, pievano di s. ta di Rivoalti, e la sottoscrizione del ve-
Silvestro assai stimato, narrando di lui scovo Dei grada Castellanum Episco-
il Dandolo, che muniva le sue bolle col pio, ma quelle pure di Pietro Vitturi di-
sigillo di piombo, mentre niuno de'pie- vina gratìa Castelli Archid., di Leonar-
decessori e successori l'usò. Papa Clemen- do Castell. Primiccrius) di Gio. Bosso
ìi2 VEJN V EN
preb. Cotteli. Eecltsiae oc canonirus, con questa alle necessità de' poveri, delle
di Matteo Jorzani diaconus Castali. Ec- vedove, degli orfani e di qualunque clas-
(/., ili JacopodiaconusCastelLErcl.es.. se di bisognosi della diocesi. Narra il eh.
di Marco subdiac. Castell. Eccl. , di Cappelletti, sull'interessante e curioso ar-
Balduini presb. Cast. Erri. Ca/i., etc. gomento delle decime mortuarie, per le

Queste con più. ordine ge-


sottoscrizioni, quali il prelato castellano si nominò tal-

rarebico e più usato vocabolo di canoni volta vescovo de'morli. » Tutti gli altri

co,egualmente neirUghelli,Io vedo nel di- / escavi e Benefizi ecclesiastici percepi-


ploma, col quale nel 1220 il vescovo fe- vano annualmente, e ciò per diritto di-
ce donativi al priore e monaci di s. Da- vino, sino dalla loro originaria fondazione,
r
niele. 11 Cappelletti riporta un erudito la Decima (J >) parte de'frutti delle cam-
documento, d'una ceremonia particolare, pagne, e questa formava la rendita del
non trovata da lui ancora in altro luogo Vescovo e del Clero, sicché potessero a-
d'Italia. Benedetta vedova Gradenigo , ver sagri ministri un congruo sostenta-
i

raccomandò al tribuno Da rozzi l'esazio- mento proporzionalo al grado loro. Ciò


ne di sue rendite a Costantinopoli e nel- non poteva farsi in Venezia, ove non es-
la Romania, con (Strumento di procura. sendo campagne, tutto il popolo viveva
Era questa ceremonia l' indossamento della pescagione e del traffico. Era stato
della veste vedovile, la quale ricevè Be- invece stabilito, sinodal tempo della fon-
nedetta dalle mani del vescovo Marco. dazione della sua cattedra vescovile, che
Nel vescovato di questo, pel conquisto di ogni veneziano in morte lasciasse al ve-

Costantinopoli, furono trasferite a Vene- scovo per testamento la decima sulla fa-
zia molte insigni ss. Reliquie, che registrai coltà che possedeva. Della quale il vesco-
ne'rispeltivi siti, e il simile feci colle pro- vo poi doveva far quattro parti, una per
a
digiose ss. Immagini, pervenute in essa in se, un'altra pel clero, la 3. per la fab-
diversi tempi. Non voglio qui tacere, die brica, ossia per lo mantenimento delle
r\c\X Aliante Mariano del p. Gumppem- fabbriche sagre e per le spese del culto
a
berg gesuita, con giunte del sacerdote ecclesiasticoja 4- pe'povet ((precisamen-
veronese Agostino Zanella, trovatisi de- te secondo l'antica disciplina sulla divi-
scritti altri sagri tesori di Venezia : le sione e uso i\e\\aRendita ecclesiastica).\\
ss. Immagini di Maria miracolose. In- vescovo percepiva intiera sempre la sua
vecchiato benemerito vescovo, otten-
il porzione: le altre, del clero, delle fabbri-
ne nell'anno 1225 da Onorio IH un che e de' poveri, spettavano alla contra-
coadiutore, e raccomandata la scelta da, a cui apparteneva il defunto; ed ivi il
al patriarca di Grado e al vescovo di clero, la chiesa, i poveri ne godevano la
Torcello; ma nel mentre che essi lo cer- quota rispetti va. Dà questa ultima parte
a
cavano, morì nell'anno stesso Marco e fu poi estraevasi una4- parte, la quale no-
sepolto nella cattedrale. — Marco II Mi- mina vasi quarta della quartale la si di-
clieldivenne nel 1225 vescovo 29. , e stribuiva a' poveri di tutta la diocesi ".
giurò fedeltà e ubbidienzaal patriarca di Cosi fu praticato regolarmente sino ai
Grado, come a suo metropolitano a'6 a- tempi del vescovo Marco II Michel. Egli
prile 1229; ritardo che non dee recar poi, vedendo forse mal provveduto a
meraviglia, trovandosi pure in altri ve- questa divisione, o forse mal distribui-
scovi di questa, egualmente che di altre ta a'poveri tal quarta della quarta, ra-
chiese suifraganee. Iu tale anno a'29 a- dunò nel suindicato anno 1229 il suo
prile convocò il sinodo diocesano, per con- clero, e proposegli, che questa quarta di
sultare il suo clero circa una quarta par- quarta si consegnase al vescovo, perchè

te della decima de'morli, per sovvenire meglio l'impiegasse all'uopo stabilitone :


VEN VEN iì3
cJ il sinodo dichiarò, che estendo il ve- e vigorosissima resistenza; ed ottenne al-
scovo in ispedalila il padre e il benefat- meno,per decreto del doge JacopoTiepolo
tore de'povcri, pupilli ed orfani e delle (che fu il i .°a porre in ordine le leggi vene-
vedove del suo vescovato, meglio da lui, te col suo Statuto, del quale dice il Cap-
che non da altri, ne sarebbero distribui- pelletti averne parlato nella sua Storiti

ta sussidi. JLbbeW vescovo Marco li lun- della Repubblica di Venezia), che la giu-
ghe e difficili controversie col suddetto dicatura de' soli beni immobili dovesse
patriarca gradese Barozzi ; e queste per appartenere alla curia secolare ,
per di-
sostenere e difendere i diritti della pro- mostrare il dominio supremo; tutto il

pria chiesa. Una lunga serie di siifatti resto poi fosse soggetto alla podestà epi-
diritti, i quali gli erano contrastati dal scopale. Inoltre, tentò Marco II, sempre
prelato di Grado, onde ne pativa consi- zelatore di conservare e ingrandire al-
derabile discapito lo stalo delle rendite tresì i suoi poteri, di assoggettare a se la
vescovili, ci è conservata nel documento basilica ducale di s. Marco
in que- ; ma
di sentenza pronunziata a' 6 dicembre sto rimanere
fu deciso, ch'ella avesse a

I2t3i da'giudici arbitri i priori di s. Be- nella primitiva sua indipendenza, padro-
nedetto di Padova e di Giovanni di
s. nato del doge e nella giurisdizione del
]VJonselice,a ciò deputati da Papa Grego- primicerio di s. Marco, nullius diocesi*,
rio IX. La sentenza fu pronunziata quasi capitolo e cappellani, di che trattai nel §
su di ogni articoloin favore del vescovo; VI, n. 2; mentre de'procuratori di s.
si ebbe tutto al più un qualche riguardo Marco, cui spettava la cura del tempio e
alle 5 chiese parrocchiali appartenen- l'amministrazione de'suoi beni, originali
ti al patriarca, che come dissi ripetuta- nell'829, stabiliti neh 18 r, primarie di-
mente aloro luoghi, erano quelle di s. gnità della repubblica, dopo quella del
Silvestro, s. Giacomo dall'Orio, s. Mat- doge, e vitalizia come quella di cavaliere
teo, s. Militino e s. Canziano. Quindi il della stola d'oro (eletti dal senato, la cui
Papa sanzionò colla bolla Longinquitate primitiva istituzione vuoisi risalire al-
saepefit tempori», riportata dall'Ughelli I899), ne parlai nel fine del § Ve altro-
a p. 1258, il giudizio de'deputati aposto- ve. Mori Marco li nel marzo 1235 e fu
lici nel febbraio i23a, e v'iuseiì per in- sepolto nella cattedrale con epigrafe non
tero la loro sentenza. Una lite anche più più esistente, poiché quando fu rifabbri-
grave ebbe poi Marco 11 a sostenere con- cato il tempio, tutte le ossa de'vescovi
tro il governo, il quale pretendeva , che ivi deposte furono unite in un luogo so-

jli ecclesiastici avessero ad essere chia- lo, presso la porta maggiore, e le iscrizio-

mati in ogni e qualunque causa, tranne ni andarono per la maggior parte per-
le civili e le meramente spirituali, dinan- dute. — Pietro IP Pino arcidiacono del-
zi a 'giudici secolari, il che deplorai più la cattedrale nello stesso 1235 fu eletto
volte nel § XIX, anche perle funeste con- 3o.° pastcre,dovendosi ommettere Mar-
seguenze e vertenze gravi colla's. Sede, co Morosini registrato dall'Ughelli, ed
vindice della libertà ecclesiastica contro escluso con buone ragioni dal patrio sto-
le usurpazioni laicali ; ed in esse il go- rico Cappelletti. A Pietro IV diressero
verno veneto si acquistò non lodevole lettere Papi Gregorio IX e Innocenzo
i

fama, afìlisse diversi Papi, e fu fomite di IV, il i.° per accogliere sotto la prote-
perniciosi esempi ad altri stati, che fatal- zione della s. Sede l'inclita città di Ve-
mente l'imitarono, poiché sempre il ma- nezia, e per invitarlo a riassumere il
le più facilmente si segue che il bene. pastorale governo della s. Chiesa Castel-

Alle quali pretensioni oppose il vescovo lana, da cui erasi sciolto per grave infer-
Marco li, con petto sacerdotale, mirabile
ite, miraDiie rnità.e cjò a calde istanze de'prelatì e eie-
vol. xeni

V RtóWW^W&o "fc

i.4 VEN VEN
io dello diocesi estimatori di lue virtù. neto Bartolomeo II Qutrini, pure pri-
Dalle fondamenta rifabbricò il palazzo micerio di Marco, e giurò fedeltà e ub-
s.

vescovile, ove per memoria si pose l'epi- bidienza a Lorenzo 111 patriarca di Gra-
grafe: Pina Domiti Petro fulget insi- do, il cui successore Egidio celebrando
gni* alttmno — T
T rbs Venelumhoc gau- nella festa de' ss. Ermagora e Fortunato
desPraesuledar a pio. Terminò sua vita del 1297 il concilio provinciale, v* inter-
nel i254a'3o dicembre, e pare fallo tipo- venne con altri vescovi. Poi a'20 febbraio
grafico il 12 55. —
In esso bensì l'8 febbra- i3o3 fu traslocato alla sede di Novara,
io susseguente gli fu surrogato fi*. Gualtie- d'onde passò a quella di Trento. — Nello
ro JgnusDci venezianodomenicano e3i.° stesso giorno di venne e-
tal traslazione

vescovo, traslato dalla sede diTreviso da letto 37.°vescovofr. Ramperto Polo do-

Alessandro IV, ad istanza del capitolo menicano bolognese,chiamato nmeLam-


de'canonici, ma breve visse nella nuova berlo ed Alberto de* Primadisi, premu-
cattedra, che restò vedova verso il giu- rosissimo del buon ordine e della osser-
gno 1^57 e fu tumulato in ss. Gio. e
, vanza dell' ecclesiastica disciplina, e ze-

Paolo del suo ordine. — Nel 1207 fu 32. lante conservatore de* diritti del suo ve-
vescovo Tommaso I Orimonclo cappel- scovato, formò un catalogo di tutte le

lano della basilica ducale, di cui altro non sue rendite,e delle costumanze vigenti,
si conosce che il suo decesso nel 1261. perchè si avessero a mantenere nell'av-
In questo l'arcidiacono di Castello, Tom- venire; ed è la raccolta chiamata: Ca»
maso 11Franco Ju promosso a suo 33.° tastico del vescovo Ramperto. Egli è Io-
pastore,e probabilmente moiìa'5 agosto dato dagli annalisti domenicani qual va-
1267. —Restò vacante il vescovato si- lente scrittore, e sono riputate opere di
no al 1274, perchè canonici, discordi i lui un Apologelìcum ed uno Speculimi.
nell'opinione, litigarono lungamente per S'ignora l'epoca precisa della morte del
la scelta del proprio pastore. A por fine prelato.AIcuni scrittori, non antichi, rac-
a tanto danno si ricorse a Gregorio X, contano, che un vescovo Castellano, di cui
che a'5aprile nominò 34-° vescovo Bar- tacciono il nome, donò alcune decime
lolomeo 1 Quirinì già pievano di s. Mar-
', mortuarie alla parrocchia di s.Pantaleo-
tino e di s. Maria Formosa, e allora ca- ne (se ciò è vero, potrebbe essere stato il
nonico di s. Pietro; lodato per pietà e vescovo Moro), di cui era stalo pievano;
per beneficenza verso i monasteri e le che il vescovo Ramperto non volle rico-
chiese , fondò 1' ospedale di s. Bartolo- noscere la concessione, perchè offendeva
meo a Castello, di cui nel §X, n. 64; ac- le ragioni de' successori, e portatosi in
crebbe di altri 8 canonici il suo capito- occasione d'un funerale ad esigere le de-
lo, colle corrispondenti prebende, difese cime a lui dovute, nel furore popolare vi

i diritti e le proprietà della cattedrale. rimase, ucciso, cioè perì miseramente op-
Morì il i.° marzo 1291. — Nello stes- presso dalla furia del popolo tumultuan-
so fu 35.° vescovo patrio Simeone Mo- te, nel sito detto Malcanton,óa\ funesto
ro primicerio di s. Marco, onde già par- caso. Altri anche soggiungono, che molti
lai di lui nella serie di essi, stato vicario abitanti di Castello siano furiosamente
generale di Tommaso II e capitolare corsi as.Pantaleone per vendicare l'ucciso
nella detta lunga sede vacante. L'opera prelato, e che il popolo della parrocchia,
che scrisse, Caeremoniale ducalis basili- assistito da quello di s. Nicolò de'iVIen<Ji-
vae s. Marci, fu base e fondamento di coli, abbia loro opposto valida resistenza;
altre di simil genere che scrissero altri. chegli uni e gli altri azzufFaronsi rabbio-

Cessò di vivere nel dicembre 1292. — samente, entrambi ingrossati da' popoli
Ne fu successore e 36,°vescovo l'altro ve- delle circostanti parrocchie, e che da que-
VEN VEN n5
sto abbiano avuto origine i due notissimi stre dal clero «ecolare e regolare. À suo
partiti de' Castellani e de' IVicolotti (al- tempo insorsero questioni sul quarto di
tra origine di tali fazioni, e più probabi- quarta parte, il quale per l'addietro so-

le, la narrai nel vol.XCI,p. 368 e altro- leva darsi al vescovo, per le fabbriche e
ve), ne' quali poi si divisela popolazio- riparazioni della cattedrale di s. Pietro;
ne bassa di Venezia. Il Corner ancora ,
e sembra che fossero rilevanti, per l'in-
reputa favola tal volgar tradizione, ta- tervento del governo, per cui nel consi-
ciuta da'più sinceri e accreditati scrittori glio de'Pregadi si decretò, chequel quar-
delle cose venete, tanto più che da alcu- to in avvenire si consegnasse a' procu-
no poco credito viene lo stesso riferito
di ratori di delta chiesa, peri suoi ristami
deH'8.° vescovo Lorenzo delP88o,come ed ornati , col consenso del vescovo.
già dissi. Pare morto fr. Rai» per to nel Quanto poi al quarto di quarta parte ,

i 3o8, poiché si ha documento che la se» di cui aveva disposto


sinodo 229, per- il 1

de era già vacante a' i4 febbraio i3og, chè fosse consegnato al vescovo per di-
per esserne vicario capitolare Francesco stribuirlo a poveri, il Pregadi l'abolì, or-
da Barberino mentre nel seguente 1 3 o
; i dinando che tutta intera la quarta par-
lo era Jacopo pievano di s. Fantino , il te appartenente a'poveri andasse distri-

quale condannò all' esilio del placitum buita nella contrada rispettiva. Esisto-
futuri episcopi Castellani , alcuni cano- no molte memorie della residenza del
nici, pievani e chierici, per avere preso vescovo in Venezia sino e inclusive al
parte alla famosa congiura di Baiamonte 1327 indi partì per Roma,ove si die al
Tiepolo, che narrai nel § XIX, n. 12. — ;

partilo ghibellino dello scismatico Lodo-


Nel 3i maggio 1 3 1 1 venne eletto 38.° vico V il Bavaro, scomunicato da Gio-
vescovo Galasso de* conti Alberimi da vanni XXII per aver assunto l'impero,
Prato, nipote del famoso cardinale Nicolò senza l' assenso della santa Sede, men-
di Prato, da Clemente V di cui era sud* tre altri elettori impero aveano dell'
diacono, grato allo zio da cui principal- nominato Federico il Bello duca d'Au-
mente dovea riconoscere il papato, e di- stria, e poscia si recò a Milano ad a-
cesi apertamente, benché italiano, colla speltare il principe. Il Bavaro dopo ave-
deplorabile condizione di stabilire in re ricevuto da lui e da altri vescovi la co-
Francia la residenza pontifìcia; per cui rona di ferro in MiIano,portatosi in Roma
Filippo IV il Bello, già scomunicato da nel i328 per essere coronato imperato-
Bonifacio Vili e da Benedetto XI, im- re, vi trovò l'interdetto fulminato in Avi-
mediati predecessori di Clemente V, per gnone dal Papa, e nondimeno favorito da'
vincere il partito a di lui favore profuse ghibellini, acclamato re de'romani e sena-
molto oro. Quanto a Galasso, trovandosi tore di R.oma, indi 7 gennaio nella
a' 1 ba-
in Avignone presso il Papa, ivi mori nel silica Vaticana si fece consagrare dal ve-
seguente giugno, senz'essere stato consa- scovo Albertini, e da Gherardo Orlaudini
grato. Laonde Clemente V, nello stesso vescovo d'Aleria io Corsica, imponendo-
mese gli sostituì per 3g.° vescovo di Ca- gli la corona Sciarra Colonna capitano
stello, il fratello Jacopo Alber tini da Pra- del popolo romano, a nome di questo,
to, parroco del borgo di s. Lorenzo, cospi- assistito da 4 sindaci a ciò deputali. Già,
cua terra della diocesi fiorentina, la cui saputasi da Giovanni XXII in Avigno-
ordinazione si protrasse al marzo i3i6 ne coronazione di Milano, avea sco-
la
o nel principio del i3iy, e finalmente si municato e deposto dal vescovato l' Al-
recò alla sua chiesa nell'ottobre i3i8,a- bertini nel novembre 1 327, sentenza che
Vendola fatta governare da' suoi vicari fu letta solennemente nella cattedrale di
nella sua assenza,incoutrato sino a Me- Castello a'6 dicembre. Quindi il Bava-
i.O VEN VEN
io, nel di dell'Ascensione a' 12 maggio, na o Aulona, e Stefano vescovo di Tiro.
creò antipapa l'eretico ammogliato e (Va- Da alcuni anni erano tornale in campo
te apostata Nicolò V ; e tosto Nicolò da l'antiche questioni sulle decune mortua-
Fabriano recitò uu sermone,dopo il qua- rie, e queste con tanto più di calore si

le il vescovo di Castello Albertini (the riaccesero, perchè molto danno ne avea


molti storici dicono di Vinegia), doman- soflerto il clero, per la Gerissi ma*, peste
dò 3 volte al popolo romano se accetta- che nel declinar del 347 e neh 348 a- 1

va per Papa l'eletto dall'imperatore, e vea desolato Venezia. I preti si mostra-


rispondendo tulli di sì, fu fatto il decre- rono di soverchio interessati, non ostan-
to dell'elezione. Allora l'antipapa colle te la pubblica calamità, con malconten-
sue mani coronò di nuovo Lodovico V, to de' fedeli, poiché in parecchie fami-
creò alcuni anticardinali, fra'quali l'Al- glie erano periti padre, figli e nipoti, per
bertini (l'Ughelli aggiunge, et in Germa- cui in breve tempo in ciascuna di esse si
nia legatus missus, misere vilam li- conseguirono sino a 3 decime. Per tutto
quii), e tutti poi presi a sassate da' ro- questo, governo s' intromise in difesa
il

mani, fuggirono a Todi, a Pisa, e si spar- non essendo riuscito ad altri


de'citladini,
pagliarono. — Restata vacaute la sede mediatori di ricomporre la turbata ar-
castellana, Giovanni XXI I a' 1 5 gennaio monia Ira clero e popolo. Neil 348 erasi
1 329 elesse 4o.° vescovo il canonico del- falla una composizione, approvata dal
la cattedrale angelo I Delfino, che nello Papa Clemente VI, cioè che la repub-
stesso anno tenne il sinodo, vi fece utili blica darebbe a tulio il clero 1 2,000 du-
discipline, massime dirette a regolare il cati d' oro pel tempo passalo, e 7,000
disordine de'beuefìciati, che non risiede- all'anno per l'avvenire. Ma dopo qual-
vano nelle rispettive case e non interve- che mese, il vescovo e il clero, fatto cal-
nivano a' divini uffizi. Noterò, che nelle colo della quantità di persone morte di
chiese di Venezia, oltre le frequenti pre- peste, si reputarono di troppo defrauda-
diche, eran vi anche i semplici lettori de'li- ti ne' loro diritti della decima ;
perciò
bri sagri e de'Padri, delti Paterici. In det- rinnovate le loro querele al senato e al
to anno l'arcivescovo di Ravenna, per de- Papa, ottennero 1' annullamento della
legazione apostolica, ridusse a dodici i ca- composizione, e che ne fosse falta altra,
nonici della cattedrale di s. Pietro, com- e lo fu a'2 3 agosto 35o che in sostan-
1 ;

prese le 3 dignità diarcidiacono, arciprete za accordò compenso di 28,000 ducati


il

e primicerio. Nel seguente 1 33o, Angelo, d'oro a tutto il 29 giugno 1349, dopo ^
cogli altri vescovi suffraganei, assistè al si- qual giorno rientrassero ne' loro diritti,

nodo provinciale radunato da Domeni- con far Ciò non tron-


l'antica divisione.
co V patriarca di Grado. Nel 332 con- 1 cò le questioni che insorgevano alla mor-
cesse a' suoi canonici la metà delia por- te de'citladini, nell'esigere il clero 1* in-

zione di decima, a lui appartenente, di ventario, onde trarsi la decima che gli

tutti coloro che fossero morti fuori di competeva, che alterava la pubblica
il

città.Mori a' 19 agosto 1 336. A' 27 — • tranquillità. Di queste questioni, e del-


agosto stesso, a pieni voti dal senato fu la parte presane dal governo, ne ragiona

eletto 4*-° vescovo Nicolo I Morosìni, pure il prof. Romanin, nella Storia do-
veneto. Neil 338 Benedetto Xll da Avi- cumentata di Venezia, t. 3,p. 6 1 e seg., 1

gnone l'incaricò a recarsi in Padova, ed sino al componimento della controver-


assolverla dall'interdetto, a cui era stata sia, non senza osservare: » Già abbiamo

sottoposta nella signoria degli Scaligeri. notato il sentimento religioso, on-


come
Fra* suoi vicari generali, eh' ebbe nelle d'erano da principio animati fug-
fin i

assenze, vi fu Jacopo vescovo d'Avello- giaschi all'Isole, iu que'tempi di sciagu-


V E N VEN 117
ve divenire poi ereditario e tradiziona- sita sede per ben io anni; ed intanto la

le fra' veneziani, onde quell' ardore che diocesi fu amministrata da'vicari genera-
metteva ciascuna famiglia e ciascuna con- li, l'ultimo de* quali fu Luca vescovo di
trada nell'erigere chiese.cappelle, altari al Cardica. Ritornò il Morosini a Venezia
proprioSanto; e quelle pieconfraternite,e neh 366, e fu incontrato dal clero; mo-
le processioni, e le pompe tuttedelculto,e rendo nel seguente 1 367 7 febbraio.
a' 1

il gran numero de'conventi, e l'accoglien- I) consiglio de' Pregadi poste a scrutinio
za che in Venezia trovarono tutti gli or- le nomine degli 8 concorrenti che aspi-

dini monastici. Però il governo, uel tem- vano al vescovato ( ) , senz'essere can-
!

po stesso che largheggiava nelle dimo- didato, da quello di Corone vi fu traslato


strazioni di pietà, volle riservarsi il dirit- il veneto Paolo Foscari 4 2 -° pastore, ,

to di regolare le cose del clero aventi re- che a'7 maggio 1367 ne prese possesso.
lazione collo stato, specialmente in quan- Egli con più vigore ed invincibile ostina-
to concernevano la possessione d'immo- zione ridestò e sostenne le questioni per
bili e di tutelare gl'interessi de'cittadini ... le decime mortuarie, dichiarando ripetu-
Mei libro Spiritus, leggesi il decreto de' tamente aver giurato difendere e conser-
21 maggio 1 347, che riferendosi ad altro vare intatti diritti della chiesa e del cle-
i

piìi antico, col quale si vietava di lascia- ro, avendo ottenuto la conferma della bol-
re i beni immobili per suffragio dell'ani- la d'Innocenzo VI, che ne assicurava il
ma o per cause pie per oltre un decennio, diritto, da Urbano V. Pertanto intraprese
solo concedendo che si fabbricassero chie- tali atti giurisdizionali, che riuscirono mo-

se e ospedali; or notava essersi questi più, lestissimi al doge e al governo. Sono nar-
ilei bisogno aumentati, e siccome per la rati dilfusamente dall'ab. Cappelletti, ma
smania di costruirne di nuovi, si trascu- iomi limiterò solo ad accennarli. Veden-
ravano vecchi, ordinava non si potesse-
i do il governo irremovibile il vesco vo, de-
ro erigere altri spedali e monasteri se , cretò a'29agostoi 368: proibizione a tut-
non con licenza de'6 consiglieri, de'3 capi con minaccia di pene, di pagare in de-
ti,

della Quarantia, di 35 di questa e 3 par- naro o elfetti la decima al clero, qualora


tidel maggior consiglio". Neil 35 1 Cle- non fosse stala dichiarata nel testamento
mente VI commise al vescovo Morosiui dal defunto, o non ne avesse dato licenza
di trattar la pace tra le repubbliche di il senato; e dichiarazione di surrettizia la
a
Venezia e di Genova, colla lettera Ama- 2. riduzione ottenuta dalla s. Sede. Il

ra nobis est discordia gravis, presso l'U- perchè a'3 settembre foggi il vescovo iti
p.1279. Indi nel 1 354 ottenne da
ghelli, Avignone per sottrarsi al potere del go-
lunocenzo VI la conferma del diritto sul- verno e ricorrere alPapa (ma allora Ur*
le decime, colla bolla Exhibìta nobis> e- bano /z era fino dal giugno 1367 uel suo
gualcente riferita a p. 1280 dall'Ughel- stato pontificio d'Italia, e non tornò in
li. Neh 355 il vescovo fu incolpato reo di Avignone che a'24 settembre 1370, ove
gravi scandali, e il senato castigòcom- i morì a' 1 9 dicembre, e dopo o giorni gli 1

plici col carcere. Di che adontatosi Moro- successe Gregorio XI. Si deve tenere pu-
siui, neh 356 si recò in Avignone ad ac- re presente, che il doge Cornaro, sotto il
cusare ad Innocenzo VI il governo, d'a- quale s'inasprì la controversia, morì a'
ver violala l'immunità ecclesiastica. Ma i3 gennaio 368). 1 Il senato subito spedì
ildoge Giovanni Delfiuo scrisse al Papa, in Avignone per istruir bene il Papa, gli

informandolo minutamente delia condot •


ambasciatori Zaccaria Contarmi e Daniel
ta del colpevole vescovo, e del contegno Corner, anche collo scopo della traslazio-
del senato; le quali informazioni indusse- ne ad altra sede del Foscari, e delia ri-

ro Innocenzo VI a tenerlo lontano dalla vocazioue della bolla 2 3 agosto 1 35o.Tut-


n8 YEN V EN
li i loro sforzi riuscirono vani, e non po- 10 di Venezia, e ch'egli avrebbe ridotto
terono impedire die la lite fosse portala il vescovo all'accomodamento. Invece il

avanti al tribunale della s. Rota, onde il senato sostenne, non doversi pagar le de»
senato li richiamò e colmò di rimprove- cime, se uon quando e nella misura che
ri. D'altronde il Papa era irritalissicuo pel fossero ordiuate nel testamento; e poi of-
decreto 29 agosto i368, lesivo enorme- frì4,5oo ducati, frutto di capitale che a-
mente l'immunità ecclesiastica. Pungeva vrebbe perciò assegnato. Nulla si conclu-
alia signoria il sapere, che il • vescovo, sem se, ed il Polani tornò a Venezia , il go-

pre acerrimo, instava presso il Papa, on- verno sempre più inasprendosi nel con-
de si citasse con pubblico editto, poiché siderare, che pel privilegio delle decime
la citazione per cursore non poteva effet- Venezia era posta in perpetua servitù, e
tuarsi, il doge Coutarini a comparire in tutti i beni de'cittadini venivano ad esse-
Avignone dinanzi il tribunale ecclesiasti- re obbligati al clero e alle chiese; poteu-
co,pei cui a tutto suo potere tentava d'im- do per esso la città veuir scomunicata.
pedirlo; ed a tale effetto mandò per non Fu quindi intimato al padre del Fosca-
zi veneti in Avignone Tommaso Bonin- ri, di persuaderei! figlio a cedere, altri-
contro e Napoleone, per frenare eziandio menti egli co' figli sarebbe in perpetuo
la temerità del vescovo; anzi per ottener- bandito da Venezia e suo distretto, con
ne riulenlo più prontamente, fece par- confisca de'beni a favore del co mu uè. Tan-
tire per Avignone il di lui padre Giovan- to era a cuore del senato il fine di sì de-
ni Foscari, ma tutto inutilmente. Intan- licatissimo e importante affare, per evi-
to la causa fu affidata al cardinal Guido tare il disonore della giudicatura della
de Boulogne già legalo d'Italia e allora corte papale. Ma neppure giovò l'autori-
vicario di essa per l'imperatore Carlo IV, tà paterna, violentata dalle minacce di
ed egli accordò la citazione per editto severe e non meritate peue, a danno di
contro il doge e la signoria, il che riuscì tutta la famiglia. Riuscì pure inutile l'in-
d'inesprimibile molestia a tutta la città. vio alPapa dell'altro ambasciatore Do-
Perciò il doge si lagnò direttamente col menico Mot osini , colla detta offerta di
Papa, ricordandogli meriti della repub- i 4, 5ooducati, poiché 6e ne volevano 6,000.
blica colla s. Chiesa; supplicandolo a de- Frattanto verso il declinar deli 376, par-

sistere dal procedere acerbamente cou-


sì tito Gregorio XI d'Avignone, per rista-
tro di essa, rivocaudo V editto così gra- bilire la dimora papale in Roma, la re-
voso e insultante all'onore del nome vene* pubblica gl'invio a complimentarlo 3 am-
ziauo. Altrettanto scrisse al cardinal de basciatori, Andrea Graden igo, Giovanni
Boulogne, specialmente contro l'editto di Bembo e Zaccaria Coutarini, con l'istru-
tanta infamia per la repubblica. Ma tut- zione a quest'ultimo di rimanere in Ro-
to senza risultati favorevoli , ne miglior ma per ultimare il doloroso affare delle
esito ebbe il carteggio e il nuovo nunzio decime. L'ostinazione però del vescovo
veneto Pietro Polani inviato a trattare col Paolo Foscari facendosi più tenace, mi-
cardinale il quale si lagnò dell'asilo da*
, nacciò scomunicar tutti quelli che uon
lo in Chioggia a Francesco Ordelaffo con- pagassero le decime, e già l'avea intima-
tumace di s. Chiesa, cacciato dalle mili- ta per tutte le parrocchie, se non si fos-
zie papali da Forlì e Cesena. Al che fu sero pagate pel s. Natale, con proibizione
risposto, contenersi egli tranquillo, ed es- a'pievani d' amministrare i sagramenti,
ser noto a tutto il mondo la libertà d'a- neppure in punto di morte, a'morosi. Iu
silo in Venezia. Il cardinale quindi pro- tal modo s'irritava vieppiù il governo, e
pose: accordasse la signoria per ragione sicomprometteva la pubblica libertà. Fi-
delle decime 6,000 ducati annui al eie- nalmente il vescovo, a vendo seguito Gre-

VEH VEN 119
XI in Roma, ivi morì nel 1376 (for-
goi io visero nella vera Ubbidienza di Roma e
se more veneto giacche è positivo che
,
nella falsa d'Avignone. Questa 2." fatal-
Gregorio XI fece il suo ingresso in Roma mente abbracciò il vescovo Piacentini nel-
a'17 gennaioi377), e fu tolto ogni osta- 13780 partì da Venezia, proba-
lo stesso
colo alla riconciliazione della repubblica bilmente cacciatovi. Nondimeno conser-
colla Chiesa, ecomposte le differenze. vò qualche relazione colla chiesa castel-
Nello stesso auno (11131377) fu 43.° ve* lana, o almeno continuò a percepire an-
scovo Giovanni IV Piacentini parmigia- che neh 379 le sue rendite. Del che fau-
no, già vescovo di Cervia, di Padova e di no prova le parole della carta circa il ri-
Orvieto. Egli tosto dichiarò non voler cevimento della decima pagatagli da'pro-
punto sostenere la pendente spinosa lite, curatori di s. Marco, che per l'accordo
e affidarsi alla discrezione del governo. ne aveano assunto l'incarico: Rev. P. D.
Fu allora dunque decretato, di stabilire Joannem Deielapostolicae Sedis gratia
5,5oo ducati annui da dividersi a tenore episcopum Caste l lamini etc. Egli in que-
delle costituzioni ecclesiastiche venete, tra sto tempo era stato spogliato del vesco-
il vescovo, il clero delle parrocchie, la vato per sentenza d'Urbauo VI, la cui e-

fabbrica delle chiese ed i poveri; al qual secuzioue intimata dal priore de'ss. Gio-
componimento Gregorio XI di buou gra- vanni e Paolo, fr. Nicolò da s. Giuliano
do aderì, eziandio che il vescovo ritiras- domenicano, qual commissario apostoli-
se la quota spettante al predecessore. Co- co, pe'3o dicembre 1378, pare che avesse
sì terminò la lunga e acerba controver- esecuzione nel seguente anno. L'antipapa
sia, che tenne per tanti anni agitati gli nel 1 385, benché absensa Curia, lo creò
animi, non interrotta neppure dalla stre- auticardinale prete di s.C\i'iaco,voluitque
pitosa guerra contro Genova, descritta appellari Cardinalis Venetiarum, leg-
in detti e successivi anui nel §XlX(e sic- go nell'Ughelli, denominato anche Loia-
come ne fu pure cagione la primazia sul bardus. Alla morte dell* antipapa , nel
mare Adriatico, mi sia lecito qui aggiun- 1394 entrò nel pseudo conclave d' Avi-
gere sugli stamponi, la notizia d'uu'opera gnone per l'elezione dell'antipapa Bene-
relativa, annunciata dalla Civiltà Catto- detto XI li, nella cui falsa ubbidienza mo-
lica de' 2 aprile 1859, Del diritto de' ve- rì. Avendone parlato nel voi. Ili, p. 214»
neziani e della loro giurisdizione sul ma- chiamandolo francese, vescovo castella-
re Adriatico; opera del giureconsulto di nense nel Belgio, vanno soppresse quel-
Mar ostie a e Vicenza Angelo Matteazzi, l'erronee parole, che ricavai dall' opera
1 . professore di Pandette nell'universi- classica del p. Ciaecouio, Vitae Cardina*
tà Patavina nel secolo XVI j ripubbli- lium, t. 2, p. 682, ove si legge: natione
cata, voltata in italiano e commentata gallimi, Episcopus Castellami, Castel*
da Leonardo Dudreville, dottore e mae- lum urbs est Galliae Belgicae,vita mi'
stro in ambo le leggi ed avvocato delforo gravit die 9 maii anno i^o^ Nota l'ab.
veneto, Venezia tip. dellaGazzetta ufficiale Cappelletti, che in alcuni rass.si trova re-
1 8 58); e si ristabilì la tranquillità e la con- gistratoil vescovo Giovanni Amadeo, in

cordia tra il clero e il governo. Gregorio luogo di Giovanni Piacentini, e lo si di-


XI morì a'28 marzo 1 378,6 dopo 1 1 gior- ce veneziano. Quindi egli esser d'avviso,
ni gli successe Urbano VI, contro il quale sebbene vi sia errore quanto al dirlo ve-
insorse l'antipapa Clemeule VII a'20 set- neziano, non abbiasi a crederlo diverso
lembre,che recatosi in Avignone, vi stabi- dal Piacentini, il quale forse portava il
lì una pestilente cattedra e fu cagione del 2. nome di Amadeo. Nou mi dispiace la
grande, lungo e funestissimo Scisma di spiegazione, e forse mi farebbe venire il

Occidente, nel quale vescovi e fedeli §i di- sospetto che fosse quel cardiual Amadeo
no VEN VEN
veneziano, riportato dagli scrittori de'car- desse possesso a'22 novembre i38o. To-
dinali, e che invece io trovai essere, l'at- sto tenne il sinodo diocesano, da' fram-
tribuito a lui, in buona parie proprio di menti del quale rilevasi la costituzinne,che
Giovanni Crisolini d'Amelia, come notai vieta di celebrare due messe in un gior-
nel voi. LXXXVI, p. 28, e ricordai in no a chiunque, e quella che condanna al-
quest'articolo nel voi. XCI, p. 391. Quel le carceri il chierico e la monaca ince-
dirlo l'Ughelli, voliti /gite appellati Car~ stuosi. Governò poco più d'un decennio
dina li$ Venetiantm, potrebbe compen- la chiesa castellana, poi fu trasferito al
sare al difetto della patria , essendo egli patriarcato di Costantinopoli , nel qual
parmigiano. Il p. Affò , Memorie degli tempo ebbe in commenda il vescovato di
scrittori e letteraliParmigiani, t. 2, p. Calcide e anche la sede arcivescovile di
G5, ragionando di Bartolomeo Piacenti- Corone, nel i4o5 fu creato cardinale e
ni, fa pur cenno del nostro Giovanni, de nel seguente Papa col nome di Gregorio
suoi vescovati e anlieardinalato, e cita va* XII, laonde molto ne ragionai, anche in
ri scrittori che ne parlarono. Meglio im- quest'articolo nel § XIX alla sua memo-
paro dal Colle, Storia dello studio di Pa- rabile epoca di scisma e di turbolenze. —
dova, t. 2, p. 47,che il vescovo Giovan-
1 Trasferito appena il Correr al detto pa-
ni era fratello del celebre professore Bar- triarcato,nel 390 canonici diCastello do-
1 i

tolomeo, e stato anche canonico e poi ar- mandarono per 46." pastore il venetoG zo-
ciprete di Padova, e quando fu rimosso vanni V Loredan, primicerio di s. Mar-
dal vescovato patavino fu nominato arci- co, e l' ottennero per pochi mesi, poiché
vescovo di Patrasso, e quindi veneto ve- a'2 1 novembre fu traslocato alla sede di
scovo di Castello, cacciato e anticardi- Capodistria. Intanto per Venezia fu de-
nale. Ma l'ommissione del passaggio dal stinalo amministratore il cardinal Cosi-
titolo di Patrasso alla sede d'Orvieto, la moMigliorati(<\\ Sulmona, e poi nel i4o4
leggo corretta nel p. Valle, Storia del Papa Innocenzo VII ), '
il quale ebbe a
duomo d'Orvieto, p. 4°- l riferiti scrit- suo vicario Antonio de' Belanciui pievano
tori semplicemente lo chiamano Giovan- di s. Toma, o forse fu amministratore nel-
ni. D'altronde ilCiacconio nella sua dot- la vacanza della sede dell'uno o dell' al-

ta opera, prima dell' anticardinale Gio- tro de' due vescovi successori del Lore-
vanni Piacentini, già a vea parlato del car- dan. —
Neh 391 da Modone passò a que-
dinal Giovanni arcivescovo di Corfù,che sta sede il veneto Francesco IFalier 47.°
Cardella, Novaes e altri cognominarono vescovo, e vi giunse a' 3 luglio, morendo
Amadeo e dissero veneziano.-^Poco do- poi a'2 7 marzo 1392. — Un mese dopo,
po la deposizione del Piacentini, 44«° ve "" a'29 aprile, 48. vescovo fu eletto Leo-
scovo fu nel 1
379 il veneto Nicolo II Mo- nardo Delfino veneziano, già canonico
rosini arcidiacono della cattedrale e pro- cantore di Modone, e successivamente de-
fondano apostolico, ma nello stesso an- stinalo al vescovato di Jesolo, quindi nel
no mori a'24 novembre. Pochi giorni — i385 vescovo d'Eraclea e nel 1387 arci-
dopoeneli379divennevescovo45.°della vescovo di Creta. Convocò nel maggio
patria il celebre Angelo II Corraroo Cor- 1396 il sinodo diocesano, di cui se ne sa
rer, il quale tardò a venire alla sua sede Per la coronazione del do-
solo la notizia.
per trovarsi allora occupato nella lega- ge Steno, pronunziò orazione gratulato-
zione apostolica del Piceno (non lo no- ria, e dal medesimo fu tosto invitato a
mina Leopardi, nella Series Reclores
il ricevere col consueto ceremoniale l'inve-
Alarchiae, se non nel i4o5-o6 Vicarius stitura del vescovato. Ma siccome erano
Vonlificis e cardinale di s. Marco), e pa- passati 9 anni senza essersi mai soggetta-
re che facesse il suo ingresso ne preu- to a lai cereuiouia, e continuando a ricu-
VEN VEN 121
sorsi, doge e il senato ottennero la sua
il gioviale vivere de'veneziani, che qua e là
remozioiie da Bonifacio IX, il quale a'q ha appena toccato, del molto che ho letto
giugno j4oi lo trasferì al titolo di patriar- ne' loro storici antichi e odierni, portò di
ca d'Alessandria, finche nel i 4o8 fu rista- conseguenza, che talvolta non pochi del
bilito nell'arcivescovato di Creta o Can- clero, in mezzo a tanti fomiti, si abban-
dia, sino allora avendo dimorato in Ve- donarono a riprovevoli disordini, e cosi,
nezia, probabilmente nella casa pater- diversi de' molti monasteri di monache,
na. — A'27 luglio 4o Bonifacio IX, a
1 i come rilevai uel § X e altrove, principal-
istanza del doge e del senato, dichiarò mente nella lagninata epoca del perni-
49. ° vescovo patrio Francesco II Bem- cioso, ostinato e lungo scisma, che da per
bo , e perchè non si rinnovasse V abuso tutta rallentò la disciplina ecclesiastica e
del suo antecessore, il doge non tardò a la osservanza religiosa. Quindi nou è da
dargli la temporale investitura del vesco- meravigliare, se lo storico ab. Cappellet-
vato, la formalità rilevandosi dal seguen- ti racconta, come in que'deplorabili tem-
te documento.» i4oi i4 septembris. In- pi taluni ecclesiastici travestiti in abito
diclione X. Reverendus Pater Dominus secolare si abbandonarono ad ogni gene-
Franciscus Bembo, Dei et apostolicaeSe- re di misfatti, e poi colti dalla civile giu-
dis gratia Episcopus Casteìlanus persona - stiziacela vano di sottraisene coll'accam-
liter ad s. Marci se contulit, et
ecclesia ni pare il privilegio dell'immunità ecclesia-
cum illustrissimo Domino
fuit in missis stica; e come vi pose freno il già loro ve-
Domino Michaele Steno Dei gratia inclito scovo e concittadino Gregorio XII , eoa

Duce Venetiarumetc. et completo Credo lettera de' 18 maggio 1407, di cui ripor-
inunum Deum accessit idem d. Episcopus ta il seguente brano. « Quod si quis cle-
cum venerabile viro Joanne Lauretano ricus deinceps infra ordinem subdiaco-
primicerio, et aliquibus ex capellanis di- natus consistens tempore crimiuis non de-
claeecclesiaeseu capellae s. Marci ad alta- ferebat habitum et tonsurarti per men-
re s. Marci, et ibi stante genuflexodictod. seni ante immediate crimen commissum,
Episcopo, idem d. primicerius, dixit ali- si ve deprehensusfueritsine habitu et ton-
qua verba quae in elleclu fuerunt, et ipse sura clericali, ipso facto, et quod post
primicerius nomine et prò parte praefa- crimen commissum fecerit se insiguiri ,

ti d. Ducis acceplabat ipsum d. Episco- prima tonsura, et ex tunc non portaverit


pum ad episcopatum Castellanum , et continuo habitum et tonsurarti, ita quod
deinde cantato Te Deum laudamus per non appareat clericus, sint onini privilegio
ipsos d. Episcopum, primicerium et ca- clericali privaloet forosaecularisubjecti".
pellanos, et dieta piallone Spirilus Sancii Terminò i suoi giorni il vescovoBemboa'G
per primicerium suprascriptum, idem d. settembre 1 4 1 6, lasciando onorevole me-
Episcopum cum praedictis primicerio et moria di somma pietà e di molto sapere.—
capellanis accessit ad praesentiarn prae- Gli sconcerti della Chiesa romana, per Io
fati d. Ducis ,
qui cum uno annido liga- scisma avignonese e per le sue sciagurate
to cum una cordula rubra serici, prae- conseguenze, che l'agitavano, raccontate
senlibus ex nobilibus Venetiarum in nu- in breve ne'n 6, 7 e 1 8 del § XIX, teu-
,i 1 1

mero copioso, investiva ipsum d. Episco- nero lungamente vedova di pastore la se-
pum de bonis temporalibus existeulibus de castellana, finche Papa Martino V, e«
in ducalu Veneliaruiu praefato Episco- letto l'u novembre i4 !
7> tosto appro-
po et episcopatui suo spedanti bus et per- vò il candidato dal senato stabilito sin
tinentibus,prout est in siroilibus fieri con- dal gennaio dello stesso anuo, per 5o.°
suetuin, quibus sic solemniter peractis ad vescovo,nel nobile veneto Marco IIILa ri-
fiuem missae processimi est ". 11 largo e do, la cui memoria è nella cappella d'O*
122 VEN VEN
guissanti della basilica di s. Pietro, l'uni* quanta forza per costringerlo ad ubbidi-
ca superstite dell'aulica cattedrale, e da re, lo mostrò ben tosto l'elicilo. Impe-
lui edificala. Verso la medesima chiesa rocché non polendo il sauto più a lungo
fu generoso d' altre munificenze pel re- resistervi, vi si assoggettò finalmente a'
staurato tetto, fondazione di due cappel 5 settembre, dice il Novaes. Ne'quali o-
Ionie, donativi d'arredi sagri ec. Premu- norevoli e dolci coutrasti s'impiegarono
roso della disciplina ecclesiastica e della 4 mesi circa. Il clero recossi a fargli omag-
riforma de'coslumi del clero , celebrò il gio a' 18 settembre 1 433. Lungo sareb-
sinodo, in cui decretò utilissime costitu- be il dire le somme virlù, i portenti me-
zioni e celebralo per altre virtù morì ravigliosi, la celeste prudenza, di cui fu

,

prima de'26 gennaio 1^16. Verso il impreziosito il suo pastorale ministero, di


luglio cessò la sede vacante colla trasla- cui distesamente parlarono gli scrittori di
zione dall'arcivescovato di Creta, del ve- sua vita, che poi noterò, siccome modello
neziano Pietro IV
Donalo 5 »° vescovo, 1 de' vescovi. Bensì va ricordato il sinodo
mentre era governatore di Perugia, ove diocesano da lui radunato, appena assun-

restò a comporre dissidii dell'Umbria ;


i to il governo di sua chiesa, in cui molte
laonde, e per essere stato trasferito a Pa- cose circa l'ecclesiastica disciplina stabilì,
dova circa il luglio 1428, non venne mai e particolarmente le promozioni de'tito-
alla sua residenza. —A 52.° vescovo fu lati delle chiese; il diritto di convenire
promosso a' 16 luglio 1428 fir. Francesco con patti sulla mercede de'fuuerali e del-
III Malipiero, già abbate di s. Cipriano la sepoltura de'morti, in luogo delle de-
di Murano, e allora arcivescovo di Spa- cime, su cui altre novità erauo state in-
latro, indi l'i 1 maggio 43 3 passò al ve- 1 trodotte. Regolò altresì l'elezioni de'pie-
scovato di Vicenza a istanza di quel ca- vani e molti altri punti rilevantissimi. Fe-
pitolo. —
In tal mese Eugenio IV veneto ce pure saggi regolamenti, di cui poi ot-
dichiarò 53.° vescovo di Castello, e fu l'ul- tenne la pontificia sanzione, sul ministe-
timo, il concittadino s. Lorenzo II Già- ro corale della cattedrale, sulla fondazio-
stinianit delle cui splendide virtù e san- ne del seminario per 1' educazione de'

tità di vita, parlai nella biografìa, in va- chierici, sulle promozioni e istituzioni de'
ri luoghi del presente articolo , e nel u. titolati per le varie chiese, e su altri pun-
25, § XVIII, siccome zelante ed esem- ti di disciplina ecclesiastica. In vigore de'
plare priore de'canonici regolari di S.Gior- quali regolamenti stabili vasi, che i cano-
gio in Alga da altri e può dirsi anche da nici della cattedrale dovessero osservare
lui fondati, per l'incremento ch'egli die' la legge della residenza, e per facilitarne
alla congregazione. L'encomiate doli e la l'osservanza concedeva usi loro alcuni ac-
sua dottrinagli meritarono la patria cat- crescimenti nelle rendite; che al capitolo
tedra, ch'egli fece di tutto per ricusare, de'canonici fossero aggiunti 6 sotto cano-
anzi vi oppose resistenza la stessa sua fa- nici, per servire alle sagre ufUziature, 3
miglia claustrale; ma nulla valse a disto- nell'uffizio di diaconi e 3 di suddiaconi;
gliere il Papa, che vi avea appartenuto, che i canonici nou avessero a conseguire
dalla sua deliberazione. N'è luminosa te- e tenere nel medesimo tempo ver un al-
stimonianza il carteggio eh' ebbe luogo tro beneficio , legato ad obbligo di resi-
su tale argomento tra Eugenio IV, il san- denza, come cure parrocchiali o canoni-
to ed i canonici d'Alga, riportato dall'U- cati nella basilica di s. Marco; che i ve-
ghelli e più intero dali'ab. Cappelletti. Il scovi di Castello fossero obbligati ad as-
quale dice : di quanto encomio fossero sistere personalmente in cattedrale alla
queste lettere alle virtù e al merito del messa solenne in ogni domenica eiu tut-
piissimo candidato, si palesano da se; di te le festività della B. Vergine e de'ss. A-
2 ,

VEK VEN 123


postoli; ohe fosse fondato un collegio ili 1 sta nonrado contrastatogli, mentre in
di

chierici poveri, con due maestri per edu- quella de' ss. Gervasio e Protasio i pa-
carli nella grammatica e nel canto eccle- triarchi l' esercitavano promiscuamente
siastico; che l'elezioue de'canomci, decot- co' vescovi di Castello. Non era poi lieve
to Canonici, de'cbierici e de' maestri ap- sconcio, che in una stessa città sedessero
partenga, per questa 1." volta, all'attuale due pastori, ed avessero in tutti gli angoli
vescovo Lorenzo 11, ed in seguito al ca- e contrade di essa, frammischiate qua e
pitolo stesso, ilquale per altro sia in ob- là, le chiese a se soggette; e tutte, com-
bligo poi di presentare al vescovo il can- prese le appartenenti al patriarcato grade-
didato per ottenere dovuta couferma;
la se e chene formavanola diocesi, s'intitolas-
che al uiauleniuaeuto sì de' chierici, che sero indistintamente Castellatine Dioe-
de'maeslri, sieno stabilite le reudite del cesis. Pertanto, considerando tutto que-
pievanato dis. Gio. Elemosinano di Rial- sto il glorioso Papa Nicolò V, dietro l'i-

to e de'3 primi titoli presbiterali, che in stanze fattegli dal senato della repubbli-
tal chiesa fossero rimasti vacanti, e le ren- ca veneta (dunque non è vero, che il se-
dite altresì del distrullo monastero di s. nato temendo che la dignità patriarcale
Marco in Boccalama, e della chiesa di s. aggiunta al loro vescovo fosse per recare
Giacomo di Rialto, le quali complessiva* alcun pregiudizio al comune, ond'erano
* mente formavano un annuo introito di da principio di ciò malcontenti, e solo si

circa go ducati d'oro. Eugenio IV tutto consolarono quaudo uè videro s. Loren-


confermò colla bolla Injunctuni nobis, de' zo investito, come narra il Rinaldi, An-
29 dicembre 44'» presso il Cappelletti,
1 nali ecclesiastici) an. i45o, u. ig), sop-
il quale riporta pure la bolla Ut igilur, presse il vescovato di Castello e il pa-
de' 1 o ottobre 1 44 2 co -- a quale affidò l'e-
>
triarcato di Grado, ne incorporò i beni,
secuzione dell'altra a'vescovi di Padova ne soppresse i titoli; eresse un nuovo pa-
e di Treviso. Esibisce ancora le note che triarcato col titolo di Patriarcato di Ve-
il s. vescovo nel i45i registrò di suo pu- nezia. Il tutto eseguì colla bolla Regis
gno nel Calastico del Vescovato, che fan» aeterni) ac Pastori scegli 8 ottobre 45 1
1

no fede della sua paterna sollecitudine e Si riporta dall'ab. Cappelletti,dall'Ughel-


cura per le rendite della sede di Castel* li, a p. 1 292, e dal Bull. Rota. t. 3, par.
lo. Maormai siamo giunti ad un' epoca 3, p. 68. Quindi Nicolò V ne istituì pri-
d'iucremento di decoro e di lustro per la mo patriarca il già vescovo di Castello
s. Chiesa di Venezia, l'istituzione del suo S.Lorenzo I Giustiniani. Vedasi Giusep-
patriarcato. pe Motta, De Metropolitico jure, §184.
Decorato così il santo prelato del titolo di
Patriarchi di Venezia. patriarca di Venezia sua patria, intrapre-
se governo della nuova diocesi patriar-
il

4. Neli45i essendo morto Domeni- cale,ben di molto più vasta di quello che
co VI Michel patriarca 62. dfGrado, la lo fosse il primitivo suo vescovato. Una
povertà di sua mensa non comportava delle sue prime cure fu di radunare il si-
più oltre il mantenimento d'un nuovo pa- nodo provinciale, di cui non resta che Li-
triarca, ed il suo pastore non poteva mai na lettera di Maffeo Valaresso arcivesco-
o quasi mai recarsi in Grado a sedere vo di Zara, de'2D aprile i455, nel cui ti-
nella sua cattedra, essendo costretto a di- tolo si legge: Miseradone Divina Pa-
morare costantemente nell'altrui diocesi, triarchae Venetiarum. Il quale arcive-
cioè in quella di Castello, ove sulle 10 scovo, siccome in addietro era sottoposto
parrocchie che possedeva in Veuezia eser- al patriarca di Grado, in quantochè era
citava la sua giurisdizioue, ed anche que- questi primate della Dalmazia, così per
ii4 VEN VEN
la slessa ragione dovea dipendere adesso guato da celesti prodigi, segnò il princi-
dal patriarca di Venezia, ehe nella digni- pio del culto, che a lui tributarono i ve-
tà priniaziale era succeduto a quello per neziani, come a loro celeste patrono. Im-
L\ recente istituzione. Era stato intimato perocché insorta gravissima dispula, cir-
il sinodo per la 4-" Setti malia dopo Pa- ca il luogo della sua sepoltura, rimase
tulla del i4j5, e la lettera offre la dotta insepolto per ben 4o giorni, senza dare
data, e dichiara la sua impotenza d' in- indizio di corruzione, anai spirando soa-
terveuirvi,e la sua prontezza in accettare vissimo odore. Alla quale lite avea dalo

ed eseguire quanto vi fosse decretato.Un' molivoegli stesso, ordinando che il suo


altra delle cure del fervido zelo di s. Lo- corpo fosse trasferito nell'isola di s. Gior-
renzo, pel bene della sua nuova diocesi, gio io Alga, ove avea professato la clau-
fu l'invocare da Papa Calisto III la con- strale osservanza. Ma i canonici della cat-
forma di tutto ciò che Eugenio IV avea tedrale vi si opposero,ed ottennero che fos-

concesso a favore della cattedrale di s. se deposto nella loro chiesa,ove tuttora


Pietro, ora divenuta patriarcale e metro- si venera nella cappella maggiore, nel-
politana, e de' canonici e sotto-canonici, l'urna ove fu riposto a'4 gennaio 1666.
acciocché il suo nuovo grado non avesse La sorreggono 8 Angeli, e sopra di essa
a produrle alterazione veruna. E Cahsto è la statua del Santo in allodi pregare per
*
111 l'esaudì con bolla de'26 giugno i455. la patria, circondato dalle 4 statue in mar-
Da un'altra bolla dello slesso Papa de' mo de'ss. Pietro, Paolo, Giovanni e Mar-
19 luglio, diretta al prolo-palriarea, ci è co. Sisto IV nel 1 4-7^ l'onorò del titolo
latto noto un abuso, contro cui essa è di- di Bealo, 16 anni dopo la sua morte,
letta. Avveniva in Venezia non di rado, ordinando il processo per la canonizza-
che coloro quali trovavansi aggravati
i tone, che fecero proseguire Leone e X
da debili, uè aveano il modo o la volontà Adriano VI; e benché non compito Cle-
di pagarli, si ascrivevano al clero, per sot- mente VII concesse l'uffizio e la messa di
trarsi quindi dal comparire dinanzi a'tri- beato confessore, da celebrarsi in tutte le
buttali civili; la qual cosa eziandio ci di* chiese del dominio veneto, non che per-
mostra quanto allora fosse religiosamen- mise che le sue immagini si potessero col-
te osservala in Venezia la legge dell'im- locare nelle chiese di Venezia, purché fos-
munità ecclesiastica. Ma perchè le leggi sero dipinte co'soli raggi e senza diade-
della Chiesa non devono mai concorrere ma, come si legge nel suo breve, presso
a patrocinio della frode, uè ad ingiusto Daniele Rosa, CoLlect. leslimonior. de s*

danno di altrui, perciò Calisto Ili, onde Laurentii Justiniani) p. 7 ; per cui il
impedire e sradicare così enorme disor- Novaes lo disse allora propriamente bea-
dine, comandò al patriarca di costringe- tificato. Sisto V concesse indulgenza ple-
re ciò non ostante al pagamento di tulli i naria nella sua festa, a chi visitasse la

debiti, chiunque per non pagarli si fosse chiesa ove si venera il corpo, e Clemente
arresalo fraudolentemente alla milizia VIII nel 1598 l'estese a tutte le chiese
ecclesiastica. Carico di meriti e di virtù, della congregazione di s. Giorgio in Al-

ammirato e amato da tutli, e da tulli ga, e ne approvò l'uffizio proprio di rito


pianto e desiderato, cessò di vivere il s. doppio con 8.' Nel 161 3 la repubblica
Patriarca 1*8 genuaio i456; nel che gio- fece istanza alla s. Sede perchè si riassu-
va notare, che chi lo disse morto uel i45»5, messe il processo per la canouizzazione.
come il Buller e il iXovaes che seguo, non Liberala Palermo dalla peste per l'inter-
«'avvidero doversi calcolare l'auno ad cessione del b. Lorenzo, Urbano VIII
uso veneto, il quale perciò diventa il glielo concesse per protettore con l'ufli-

1 \i6. 11 suo bealo trausito, accompa- fciodcl rilo corri spo udente, $ul breve Ex*
— 2

VEN VEN 125


jìoni nobis,de'28 febbraio 1628, presso vede un compendio nel Bzovio all'anno
il Cornalo, De Eccles. Fcnct. e il Guer- i453, n. 44) ni tradotta in italiano dal
}

ra, Epitom. Bull. Rom. t. 1, p. 82 ; ed camaldolese p. d. Nicolò Minerbio e pub-


a'21 agosto permise il Papa che il ven. Venezia nel 171 2. In Roma nel
blicata a
corpo si potesse collocare in una delle 1703 Vita di s. Lorenzo
fu impressa :

cappelle erette nella metropolitana dal Giustiniano patrizio e proto-patriarca


patriarca Antonio 1 Contarmi. Nel i63o di Venezia. Le opere del santo, che dal
afflittaVenezia dalla peste, ad esempio p.Labbé si descrivono nel t. i,De Script.
de'palermitani, ne implorò il patrocinio, Eccles. faro no stani pale insieme aBasilea
proponendosi sollecitare la sua ascrizione nel i56o, a Lione nel 586 e nel 1628,
1

al catalogo de'santi, che la sua festa fos- a Venezia nel 1 606, a Colonia nel 161

se annoverata fra quelle di palazzo, e in e nel 1675, ed a Venezia anche neh 75 5,


r
essa ne venerassero le sagre ceneri il dogee t. 2 in fol. per cura di mg. Nicolò Giu-
il senato, e sulla parete a destra della sud- stiniani benedettino e vescovo di Verona.
detta cappella Antonio Bellucci ne di- Prima che s. Lorenzo lasciasse questa vi-
pinse ilFinalmente il veneto Ales-
voto. ta, riferisce l'ab. Cappelletti, che la re-
sandro Vili 16 ottobre 1690 solenne-
a' pubblica di Venezia avea pregato Nicolò
mente lo canonizzò nel Vaticano, indi V, prò singulari grafia elcomplacenlia
Benedetto XIII ne pubblicò la bolla Ra- nostri domimi. ..sicut certi sumus Ve-
.

tioni congruità de' 12 gennaio 17 24, Bull. stram Sanclitalem prò sua singulari
Rom.t. 11, par. 2, p. 392. Innocenzo erga nos clementia desiderare, che non
XII l'i 1 agosto 1691 assegnò il giorno 5 si riservasse l'elezione del successore, con

settembre per celebramela festa con rito istanza del consiglio de' Dieci, che pro-
semidoppio ad libitum, per essere quel duce, e ne loda la sagacità e prudenza
gioì no in cui fu esaltato alla dignità ve- «nel conservare intatto il suo diritto, per
scovile di Castello; ma la s. congregazio- tanti secoli usato, di eleggere i sagri pa-
ne de* riti con decreto 11 gennaioi752 stori allo spirituale governo delle diocesi
concesse al clero secolare e regolare di dello stato, e di conservare in pari tempo
Venezia l'ufficio proprio del Santo, asse- la venerazione dovuta alla s. Sede apo-
gnandone la festa al giorno 8 gennaio. stolica". Maffìo Io Matteo Contarmi
Benedetto XIV nello stesso 17^2 con- II patriarca. Già canonico di s. Giorgio
cesse l'odierno uffizio, tutto proprio, con in Alga e discepolo del santo predecesso-
inni, antifone, lezioni, responsorii ec, re, venne eletto a pieni voti dal senato
e messa. Il veneto Clemente XIII con a'2 3 gennaio i456, indi si adoperò per
decreto 12 settembre 1759, ordinò che abolire affatto nella sua chiesa l'antichis-
in tutta la Chiesa se ne celebrasse a' 5 simo rito gvndesetàello patriarchino fCin
settembre l' uffìzio e messa di precetto unitamente alla diguità patriarcale e tut-
col rito semidoppio. La Vita del b. Lo- te le altreprerogativedellachiesa di Gra-
renzo Giustiniani, scritta in latino dal ni- do era derivato alla veneziana » seppur
Bernardo Giustiniani procuratore
pote* non abbiasi a dire, che prima ancora di
di Marco, fu stampata in Venezia nel
s.
ciò visi osservasse un rito differente dal

i475, ed è riportata dal Surio agli 8 gen- romano: checche ne sia, egli volle intro-
naio; (ìa'BoUatidisiìiAct.ss.Januar., 1.
1, durvi, o forse ripristinarvi il romano ".
p. 55? ; da Daniele Piosa, Sillog. Sum- Questo chino lo stesso che
rito patria/ ,

nior. Sanctissimorumaue Ponti/, illu- l'aquileiese, già cominciato nel i25o ad


diti ior. Fenetor.y Venetiis 1614, e pre- alterare dal vescovo Pino, rimosso del
messa ancora alle dotte Opere dello stes- lutto dalla patriarcale,le parrocchie de Ila
so santo. Questa vita medesima, di cui si città non vi si adattarono che a poco a
1*6 YEN V E N
poco. Nel suo patriarcato s'introduce in prece* et supplì cationcs nostra* clcmen-
vece in Venezia il rito greco, dalla colo- ter ad iptam
dignitalcrn promovit. Co-
nia greca ivi rifugiatasi nel l44^» 'topo strettoadunque di sì forti istanze, ricevè
l'eccidio dell'impero greco. Furono am- finalmente Andrea la dignità, che am-
messi a celebrare messa col proprio
la ministrò santamente. Pubblicò utili co-
rito cattolico, e perciò venne loro asse- sliluzioni per l'osservanza della discipli-
gnata la cappella di s. Orsola, presso la na ecclesiastica, massime la residenza per-
chiesa de'ss. Gio. e Paolo ; e poi nel 1 470 sonale de'beneficiati, introdusse nell'urli-
fu ordinato dal consiglio de'Dieci, clie ce- ziatura la particolare commemorazione
lebrassero i sagri riti nella sola chiesa la- de'ss. Ermagora e Fortunato, decretò che
tina di s. Biagio, acciò i latini potessero si accendessero lumi sull'altare nella ce-
sempre invigilare che i greci fossero e si lebrazione del divino sagrifizio della s.

conservassero veramente cattolici ed uniti messa (!), ed uno sempre ardesse dinan-
alla romana Chiesa. Riguardanti questi zi il ss. Sigramento ec. Per migliorare
greci esistono più bolle -pontificie, e de- lo stato delle rendite patriarcali ottenne
creti di detto consiglio de' Dieci. Di so- licenza dalPapa di vendere il palazzo del
pra parlai di loro ne' voi. XCl,p. io, 290 patriarca di Grado, adiacente a s. Silve-
e 366, XCII, p. 219, 590, 598, ed in stro, e la contigua cappella d'Ognissan-
questo voi. nel § XX, n. 1. Ne dirò al- ti, per impiegare un 3.° del ricavato a
tre parole nel X Datriarcato. Mori il pa- riparare le altre case di ragione del pa-
triarca Malììo I a* 26 marzo 1460, e fu due terzi acquista-
triarcato, e cogli altri
sepolto nella chiesa di s. Giorgio in Al- re nuovi fondi per aumentarne proven- i

ga, come aveva ordinato. Andrea — ti; la qual cosa non ebbe effetto, perchè

Bondimerio o Bondimero o Bundumie- il suo successore die' in vece il palazzo in


ro IH patriarca. Nel n. 5 del § XVIII enfiteusi alla scuola di s. Rocco. Mentre
lo celebrai fondatore de' canonici rego- era comune uso di far incidere nel si-
lari di s. Spirito in isola. A pieni voli Io gillo lo stemma della propria famiglia, il
elesse il senato a'7 aprile 14.60, e Papa pio patriarca vi fece esprimere 1* effigie

Pio II ne approvò la scelta con iscrivere di s. Andrea e V iscrizione intorno : Si-


all'eletto,quia tum dignitas haec pa- gillimi Andreae Bondimerio Patriar*
triarchalisest magnaci qui eam accipit chae Venet. Morto a'6 agosto 1 464, il
recognoscere Seder» aposlolicam debet cadavere fu trasferito nel monastero di
et ab illa cognoscij contentaniur (i voli s. Spirito da lui fondato, e meritò che

del doge ede'cittadini),e£ in virtutesan- nel catalogo de'Santi e Beati, raccolto dal
cine obedientiae tibimandamus t ut sinc patriarca Tiepolo un secolo e mezzo do-
mora adnos venias, neque in hoc excu- po, fosse onorato col titolo di Beato. —
sationem ullam praetendas. Ma il vir- Gregorio Correr IV patriarca. Tre
tuoso Andrea ricusando la dignità, il se- giorni dopo il decesso del predecessore
nato deliberò di chiamarlo a se per co- fu scelto con pieni voti del senato a suc-
stringerlo ad accettarla, e Pioli gli scris- cederlo. Era egli pronipote di Grego-
se perciò un'esortatoria derogando al vo- rio XII, abbate commendatario di s. Ze-
to da lui fatto di restare nel monastero, no di Verona e protonotario apostoli-
ingiungendogli d'assumere la cura delle co, la cui elezioue il veneto e paren-
anime a lui commesse. A' 16 maggio il te Paolo tardò ad approvare, volen-
II

consiglio de' Pregaci i decretò di eflicace- do in vece che fosse patriarca il proprio
mente esortare e invitare il prelato ad nipote Giovanni Barozzi. Al senato di
accettare il patriarcato che aveano rac- già Ioaveva raccomandato caldamen-
comandalo alla s. Sede, ed il Papa, ad te il moribondo s. Lorenzo, non che gli
VEN VEN 127
altri due predecessori Ma (fio e Andrea, vi parole acciocché t
fosse appi ovata la

anzi questo avea chiesto che a lui si pre- nomina del Girardi, dichiarando che i

ferisse, ma allora nou volle accettare. voti di tutta la città e dello stesso sena-
Tel suo merito e letteratura, per le bei- to volevano lui a pastore, per la singo-
le speranze di ama-
lui concepite, riuscì lare opinione e per la grande stima che
ra la sollecita sua perdita a' ig novem- se ne aveva della virtù e bontà. Le istan-
bre. Fu condotto al sepolcro con ma- ze degli oratori sortirono il loro effetto,
gnifica pompa, decorata dall'intervento poiché il Papa finalmente ne approvò
del doge e della signoria, nella chiesa di l'elezione e lo stabilì nella sede patriar-
s.Giorgio in Alga, nella sontuosa cap- cale vacante. Appena giuntovi, portò su
pella da lui eretta, con epigrafe onore- di essa quelle virtù, che lo avevano di-
vole. — Giovatimi B arozzi F patriar- stinto nel monastero; e prima di ogni al-
ca. Avendo il senato eletto Marco Bar» tra cosa si accinse a riformare i costumi
bo nipote di non volendo e-
Paolo II, e guasti del clero. Al qual proposito, per
gli accettare la patria suprema dignità esporre il quadro lagrimevolede'vizi d'o-
ecclesiastica, per non distaccarsi dallo zio, gni genere, che contaminavano gli eccle-
che poi lo creò cardinale, nominò in ve- siastici veneziani di quell'età, il veneto
ce l'altro nipote del Papa, Barozzi allora storico ab. Cappelletti trascrive e offre 5
vescovo di Bergamo. Questi zelante a- lettere pontificie; due di Paolo IT, due di
matore della giustizia e geloso custode Sisto IV e una d'Innocenzo Vili, scritte
delle leggi ecclesiastiche, promosse la dal i468al 1487, nel tempo del pastorale
cristiana pietà e P osservanza de* sagri governo di Maffio II, contro la funesta de-
riti. Concepì il progetto di trasferire la pravazione. La 1/ lettera di Paolo II non
cattedra patriarcale da s. Pietro di Ca- bastò a troncare il male dalla radice, sog-
stello alla chiesa de'ss. Gio. e Paolo, ri- gettando cioè al braccio secolare gli ec-
putandola situata in luogo più. acconcio clesiastici, che per abbandonarsi più fran-
e di magnificenza più. propria all'altez- camente a* loro eccessi, si fossero sciolti
za di sua dignità ; ma non vi riuscì, colto dal freno dell'abito loro comandato da'
da morte repentina nel mercoledì santo sagri canoni. Alcuni anzi aveano trova-
1466. —
Mqffìo Ho
Matteo o Maffeo to il modo di sottrarsi dall' ubbidienza
Gerardo o Girardi FIpatriarca e car- dovuta al patriarca ed a'rispettivi vesco-
dinaie. Fu eletto nell'aprile )466, ab- vi, ottenendo da Roma, per vie indiret-
bate benemerito camaldolese di s. Mi- te, esenzioni, titoli e privilegi ; e tanto
chele di Murano e di maturo consiglio. s'era inoltrato anche su ciò il disordine,
Questa scelta del senato presentata per che il governo si trovò costretto a pren-
la conferma al concittadino Paolo 1 1, egli dervi parte e cercare il modo di distrug-
la disapprovò e in vece esibì alla signo- gere P abuso, con domandare al Papa
ria altri 4 prelati nobili veneti, da'quali l'autorizzazione di punire i delinquenti,
destinasse il patriarca. Ma il senato non e Pottenue colla 2." lettera. Neppur tutto
costumando rimuoversi dalle sue deter- questo bastando, Sisto IV scrisse le dette
minazioni, si rifiutò d'accettare i propo- lettere al patriarca sullo stesso argomen-
sti, laonde le trattativeandarono in lun- to, e in vigore di esse, il suo vicario ge-
go per vari mesi. Penalmente a'3o otto- nerale ebbe facoltà d'assistere agli esa-
bre, per far cessare i mali derivati dalla mi d'inquisizione contro gli ecclesiastici
notabile sede vacante,
il senato ingiunse accusati d'alto tradimento e di falsifica-
a Giovanni Soranzo e Pietro Morosini, zione di monete, rifiutandosi però d'in-
ambasciatori in Roma, di presentarsi al tervenire a' processi d'altri misfatti; il
Papa e d'instare con efficacissime e gra- perchè reclamando il governo ad Inno-
128 VEN VEN
censo Vili, questi scrisse allo slesso vi- to. Ebbe 4.2 belle chiese, ricche di pre-
cario. Anche i religiosi d'alcuni conven- ziosi marmi, e selciate n musaico soli.» l'or-
ti e monasteri, sotto pretesto di non sog- gia della basilica Marciana ; ma verso la
giacere alla dipendenza ordinaria del metà del secolo XV la città era all'atto
patriarca, tenevano aperta la vi;» a com- diroccatale mini ta a frumento, con gros-
mettere impunemente qualunque ecces- se piante di uoci e di alti olmi. Pochi an-
so, per cui il senato fece due decreti, pu- ni dopo muri erano coperti d'edere e
i

re dal Cappelletti riferiti cogli altri ri- spine. La cattedrale eli s. Maria era uffi-
cordati, acciò se ne rendesse consapevo- ciata darò canonici, oltre le dignità del-
le Papa, per porvi rimedio e togliere
il l'arcidiacono e dell'arciprete: ricca era
il disordine. Il patriarca pensò ancora la mensa, nobile l'episcopio. Aveva l'o-
all'erezione del campanile a decoro della spedale, il convento degli agostiniani di

basilica patriarcale, al temporale prov- s. Vito, il monastero delle monache di

vedimento del clero, pregiudicato nelle s. Giovanni, il celebre monastero bene-

decime mortuarie e in altro, e spesso da' dettino di s. Giorgio di Pineto de' pa-
privilegi de' regolari ; ed ottenne pel se- triarchi gradesi. L'origine del vescovato
minario la sostituzione delle rendite, alle è contemporanea a quella della città, per-
cessate del ripristinato pievano di s. Gio. chè i profughi che l'edificarono vi con-
Elemosinano. — Nel principio del pa- dussero il clero e le sagre cose, costrui-
triarcato di Ma ilio li, sembra potersi re- rono chiese e fondarono la cattedra epi-
gistrare l'unione ad esso del vescovato di scopale. Il i.° vescovo che si conosca fu
fu/ ni Ha o Equi Ho, Gesolo o Jesolo in Pietro dell' 876, a cui Papa Giovanni
dialetto veneziano, secondo Corner. Dissi Vili interdisse l'esercizio del sagro mi-
alcune parole al primo di tali nomi, e nistero per aver negato il dovuto osse-
qui ne darò un cenno col Cappelletti. Es- quio al patriarca di Grado suo metropo-
si sono derivati da'primitivi suoi abitari- litano.Poi trovasi Buono, che nel c)5 5
ti,profughi dalle persecuzioni de'barbari, divenne patriarca gradese ; era venezia r
e nel luogo di mano in mano ricovrati- no, come lo fu Leone. Bembo del io io
si. Il più di essi essendo pastori e guar- circa. Ricorderò r piti degni di rimarco.
diani di razze di cavalli, dimoranti già Giovanni Gradenigo del 1097, poi pa-
nell'agro di Oderzo e nel basso Friuli ;
Grado. Pasquale neli 172 fu
triarca di
ed ecco quindi l'etimologia di Equilia e spedito ambasciatore a Costantinopoli
di Equilio, e Jesolo, finché in volgare fu per Felice intervenne neh 177
la pace.
detto Lido Cavallino, col qual nome al sinodo tenuto da Papa Alessandro III
chiamasi il Lido, ch'è tra il porto di Pia- in Venezia, il quale poi neh 180 gli die'
ve e il porto di Treporti. Gesolo poi si a successore Liviano Fioravanle. Mat-
nomina la palude più interna nella Lagu- teo //nel 1220 fu trasferito alla sede di
na. Per questa doppia denominazione di Costantinopoli. Guglielmo governò dal
Equi Ho e di Jesolo o Gesolo, alcuui e TU- 1276 al i3o5, e più cose si trovano di
girelli fra gli altri, riputarono Gesolo ed lui. Pietro III Talonico fu vescovo dal
Equilio due diverse città. Essa fu consi- r324 al i343, e fu sepolto in s. Pater-
derevole e rinomala presso i veneziani, niano di Venezia, già sua pievania. Il
florida e forte sino a poter cozzare per successore Marco Bianco veneziano, già
ben 90 anni colla vicina Eraclea o Cit- notaro, esercitò poi talvolta l'antico uf-
tà Nova 3 come
raccontai nel § XIX ne' fìzio, ed Innocenzo VI l'elesse giudice in
primi numeri. Sorgeva presso l'antica una causa tra il vescovo di Castello e il

foce del Piave sopra terreno sano e a- patriarca di Grado. Pietro de Na- IV
sciutto, divenuto oggi paludoso e deser- tali suo successore nel 370, già pievano
1
V E N VEN 119
di ss. Apostoli di Venezia, fu volente rac- lese,informalo Innocenzo VIH, detoni-
itore di memorie di santi, che nel de- mi meriti di Gerardo (V.) segretamente }

corso dell'anno si onorano di culto, stam- lo creò cardinale nel 1489, dandone pe-
pate a Lione neh "42. Furono ultimi ve- rò parte alla repubblica, e n'ebbe ringra-
scovi d'Equilio oGesolo Guglielmo IT : ziamenti. Nel 1492, alla morte del Papa,
del IZJ25, mentre la città si trovava in mal volentieri si recò al conclave, e ne fu
istato rovinoso, Antonio Boti del i44 2 i.ivitato dal sagro collegio, ed esortato
delegato apostolico di Nicolò V in Ve- dal senato, soltanto conducendo seco il ce-
nezia, e Andrea IT Buono o Don abba- lebre Pietro Delfino abbate generale de'
te di s. Gregorio di Venezia, e vicario camaldolesi. Però nel ripatriare, mentre
generale del vescovo di Castello s. Loren- giàil senato a' losettembre 1492 avea or-

zo Giustiniani, 3 i.°e ultimo vescovo. Mor- dinato l'incontro solennne del doge e del-
to nel settembre del 1466 non ebbe suc- la signoria col bucintoro, onde onorarne
cessore, benché il senato avesse nomina- le virtù, morì in Terni, ed il cadavere
to Alessandro Contarmi protonotario a- trasportato nella sua patriarcale, sulla
postolico. Imperocché avendo decretato tomba si pose l'iscrizione riprodotta dal-
Papa Paolo II, per più ragioni e princi- l' abbate Cappelletti, che giustamente
palmente per la povertà della mensa, e confuta il calunnioso e favoloso raccon-
per l;i totale distruzione della città e chie- to del Ciacconio e del Gariberti, con
sa d' Equilio, d' unire questo vescovato documenti e critica. — Fr. Tomma-
alla chiesa patriarcale di Venezia, il se- so Dona VIIpatriarca. Benemerito
nato allora propose Contarmi al ve- il priore de' domenicani di s. Antonio, to-
scovato di llelimo. Ciò si apprende da' sto il senato Io sostituì al defunto ili. ot-
decreti de* 6 settembre e 3 ottobre 4^6.
1 1 tobre, ed a'3o l'approvò Alessandro VI,
E poco dopo il Papa, con apposita bol- dal quale ottenne di potersi celebrare la

la, effettuò la soppressione del vescovato i." messa del Natale nelle prime ore not-
d'Equilio o Jesolo, e I' unione all' arci- turne, anziché a mezza notte, nella pa-
diocesi di Venezia. Siccome il vescovo An- triarcale, come per privilegio si faceva in
drea II non immaginò che la sua sede do- s. Marco e in s. Francesco della Vigna.
vesse far parte del patriarcato veneto, con Inoltre a lui commise, con bolla riportata
testamento avea lasciato il pastorale, la dal Cappelletti, la processola e punizione
mitra e altri indumenti pontificali, per d'un penitenziere pontifìcio, reo d'alto
uso del successore^ro tempore; de'qua- tradimento, che il consiglio de'Dieci avea
li non abbisognandone il patriarcato ve- rimesso al di lui arbitrio, facoltizzando-
neto a cui spettavano, Paolo II ordinò a' lo a procedere in simili casi anche cou
12 dicembre 1466, che fosse il tutto con- Nel § VI,n. sparlan-
altri ecclesiastici.
segnato alla chiesa d' Emonia o Città do del capitolo patriarcale, dissi quan-
Nova nell'Istria, e ne commise l'esecu- to per esso ottenne dal- Papa in ampliar-
zione con suo breve a d. Bartolomeo Pa- lo, e che circa l'elezione de' canonici,
rtita abbate Giorgio Maggiore. Nel
di s. confermò l'indulto d'Eugenio IV e Ca-
n. 23, § XVIII, descrivendo il vicariato listo III. Arricchì la cattedrale di arre-
foraneo di Torcello, dissi della chiesa di di sagri, l'abbellì e restaurò, e da' fon-
s. Maria ad Nives, anticamente celebre damenti a suo decoro, e per uso e como-
basilica e detta Litus Equilinum j della do de patriarchi, eresse il contiguo orato-
chiesa di s. Gio. Battista di Cava Zuccari- rio o bat.islerio di s. Giovanni Battista.
na, avanzo d'Equilio o Jesulo; della chie- A vantaggio del patriarchio vi fece più
sa di Maria del Cavallino, Exquilia-
s. grandiose le scale, e cinse di muro il va-
num. Tornando al patriarca camaldo- sto orto; ed acquistò presso Mirano un
vol. xeni.
1 3o y en VEK
palazzo di campagna. Onoralo e stimato, serri tato il suo rito in varie chiese, ti «fc
morì l'ri novembre i5o4, e fu deposto be una, costrutta appositamente per tal
nell'oratorio da lui edificato. Antonio — fine, e intitolata a Cristo Salvatore ed
J Soriano VJJI patriarca. Priore della al martire s. Giorgio, dedicata nel 564- 1

Certosa <li Padova, egià di quella di Vene- Questa colonia fu cattolica, senza verun
ria, dal senato fu eletto a pieni voti 8*27 dubbio del contrario, sino al termine del
novembre i5o4, o alcun dì prima. Con- secolo decimosettimo: da quell'epoca sino
tinuò a vivere da t:<onaco, e fu viva luce alla caduta del governo veneto fu sospet-
di santità e virtù, componendo pure al- tata di non intemerata fede; dal ponti-
cune opere ascetiche. Finì suoi giorni i ficato di Pio VII in appresso fu aperta-
nel maggio i5o8, ed ebbe tomba in s. mente scismatica. Ora a fin di tentare
Andrea della Certosa. Alvise I Con- — una riconciliazione di questi traviati, il

tari ni IX patriarca. Era priore di s. dottoezelanteautore diquesto libro com-


Ala ria dell' Orto de* canonici regolari di pendia nella 1." parte la storia dello sci-

». Giorgio in Alga, quando il senato ai sma Foziano, recando alcuni de'molti te-
if) di detto maggio lo destinò alla pa- stimoni che vi sono dell'autorità del Ro-
tria sede, confermandolo Giulio li a'
7 mano Pontefice riconosciuto da' G reci,
a
giugno, il quale poi gli scrisse di negare da' Ruteni e dagli Ellenici j nella 2. par-
l'asilo ecclesiastico a' sicari, ribelli e si- te spone le eresie, onde le chiese scisma-
mili delinquenti, e se allora nelle chiese tiche sono infette ; nell* ultima tesse la

e monasteri vi fossero rifugiati li cac- storia della colonia orientale in Venezia.


ciasse. Indi la morte lo rapì a' 16 novem- Per uno scritto brevissimo, e per una co-
bre dello stesso 1 5o8, e fu sepolto in det- Ionia sì di fresco passata allo scisma, v'è
ta chiesa. Gli si attribuiscono alcune o- quanto basta a farli accorti dell'errore in
perette. — Antonio li Contarini X pa- che vivono, e provocarli al ravvedimen-
triarca. Priore de' canonici regolari «li to". Ed io fervorosamente prego Dio e s«
s. Salvatore, i4 giorni dopo successe al Marco, a benedire le edificanti intenzio-

defunto. A lui Giulio II nel i5i2 con- ni dell'egregio autore, a gloria della Re-
fermò tutte le giurisdizioni eprivilegi del ligione cattolica, di Venezia, d'Italia, con
patriarcato. Permise l'erezione del tem- felice e prospero successo illuminando i

pio di s. Giorgio a' greci cattolici e l'uf- greci Eterodossi di Venezia, con far loro
ficiatura nel rito loro, di che discorsi nel conoscere la vera e terribile sentenza, die
§ XIII, iì. 9; ma al presente è ufliziato fuori della Chiesa Cattolica non vi è la
«la greci scismatici. Li presiede un arcive- salute eterna; sentenza che per amor fra-
scovo scismatico, che pretende tenersi e terno non mi stancherò e sazierò mai di
qualificarsi Ortodosso! Nella seiie 4«* ricordare, come da ultimo feci in quest'ai-

della Civiltà Cattolica, 92, si an- t. 2, p. ticolo nel voi. XCI, p. 241 e seg. E qui,
nuncia e si dà contezza della seguente o- collo stesso affettuoso scopo, godo po-
pera: » Eri ori delle Chiese Eoziane fi're- tere riportare un sunto d' una disserta-

ca, Rutena ed Ellenica, e defezione del- zione recitata nella mia accademia di Re-
la colonia orientale di Venezia di , Leo- Roma, a cui indegna-
ligione cattolica di
r
nardo Dudreville 3 avvocalo del foro
d. mente appartengo, che ricavo dalla Ci-
8
veneto e docente di diritto ecclesiastico e viltà Cattolica, serie 2. , t. 12, p. 109,
civile, Venezia premiata tipografìa di » Nella tornata de'2 agosto 1 855 il Rni*
Giovanni Cecchini 1 S5q. Esiste in Ve- p. ab. Teobaldo Cesari, procu» atore ge-
nezia una colonia orientale di rito greco, nerale de'cisteicicnsi, prese a dimostiare
cominciata verso il i44^ d°l )0 ' a < :a( !uta. che la massima fuori ile Ila Chiesa Cat-
di Costantinopoli, la quale dopo aver e- tolica non ve salute, è fondata nella Et*
VEN VEN i3t
de e nella s. Scrittura, ed è con Torme alla do fuori d'essa irragionevole è ogni cre-
retta ragione. S'aprì Ja via alla dimostra- denza, perduto ogni vero' uso di sagra-
zione col dichiarare che la sola Chiesa menti. Chiudendo 1' autore la sua dotta
Romana può e deve dirsi Cattolica. Ciò orazione, manifesta con accese parole il

f^llo,entrò nell'argomento, e in primo voto del cuor suo che la Chiesa Cattolica
luogo dichiarò che quella massima è fon- trionfi in tutto il móndo, e la speranza
data nella fede con lungo e sapiente ra- che questo trionfo sia affrettato dall'osse-
gionamento, il coi nerbo
crediamo possa quio che la Chiesa Cattolica rende a Ma-
ridursi a questo entimema. Nel fondare ria ss. Immacolata". Ma si riprenda l'in-
la Chiesa il divin Redentore die'la mis- terrotta narrativa. Nella cattedrale di
sione agli Apostoli di promettere la salute s. Pietro, il patriarca Antonio li eresse
a chi credessealla loropredicazione.Dun- nel i 516 le cappelle del ss. Sagramenlo,
que non vi può essere salute che solo in e di s. Croce in Gerusalemme e già di

quella Chiesa, nella quale si conserva la s.Martino, alla quale Col consenso del
successione e la predicazione apostolica» capitolo, unì le rendite di s. Martino di
qual è solamente la Romana. In secondo Bibiano nel territorio di Sacile, e dipen-
luogo così dimostrò fondamento che il dente dal patriarcato. Quasi rifabbricò
dà la Scrittura alla medesima verità. Nel da' fondamenti il palazzo patriarcale, e
Nuovo Testamento Gesù nostro divino nella sala massima vi fece dipingere la
maestro chiamò gli Apostoli e io loro i serie de'vescovi di Olivolo e di Castello,
successori degli Apostoli, luce del mon- e de' patriarchi di Venezia, però inesat-
do, sale della terra e tralci della ', vite ta per la necrologia storica. Ora non più
um ti al tronco dunque : chi è fuori della esiste, essendo il palazzo quasi da mezzo
Chiesa Romana, ove solo la successione secolo mutato in caserma militare. Quan-
apostolica si conserva, non sarà preser- to fu benemerito della riforma de' rilas-
vato dalle tenebre, dalla corruzione, dal- sati monasteri delle religiose, lo narrai

l'aridità. E ciò dimostrano eziandio le nel § X. Terminò sua vita a' *j ottobre
figure dell'Antico Testamento che pre- i 5^4, e fu deposto nel sepolcro da lui
sentano la Chiesa di Gesù Cristo, sicco- costruito uella cappella di s. Croce. Be-
me la città dove giorno e notte assicu- nemerito pastore, le sue virtù lo resero
rasi la salvezza a chi vi si rifugia, sicco- meritevole che si avesse in concetto di
me la pietra fondamentale sopra la quale santità, e perciò onorato del titolo di
si fonda l'edificio che unisce la terrena Beato nel catalogo de' Santi veneziani
Gerusalemme, e contro cui o-
ulla celeste del patriarca Tiepolo. — Fr* Girala*
gni cozzo nemico urta in vano. La quale mo Quirini XIpatriarca. Da priore do-
doppia figura non può, se guardasi alla menicano a* 1 1 ottobre 1324 fu prefe-
storia della Chiesa, applicarsi che alla sola rito dal senatoad altri "òj concorrenti (!),
Chiesa Romana. Nell'ultima parte il ra- che vi si erano fatti inscrivere, al patrio
gionamento un provare
po'più, disteso a patriarcato. Clemente VII non solo l'ap-
la convenevolezza della ragione con que- provò a' io febbraio i3*5, ma gli con-
sta dottrina, può ridursi a questo punto. cesse di poter disporre delle rendite del
Nella sola Chiesa Romana trovansi que- patriarcato per uu biennio, ancorché ili
gli evidenti motivi di credibilità esterna esso morisse. In quest'anno insorse grave
che rendono ragionevole l'ossequio della differenza sull'elezione del vicario per-
nostra \m\e e que'mezzi intrinseci di sal-
} petuo di s. Bartolomeo, pretesa da' par-
vezza che sono Sacramenti, quali aiu-
i i rocchiani e favorita dal governo, a 'quali
tano sostanzialmente la nostra fragilità convenne cedere al giudizio della s.Sede<
al compimento de'cristiani doveri j quau- Durante la lite, e per lai caso, il governa
i32 VEN VEN
implorò dal Papa la bolla Ad sacram avea stabilito. Per sottrarsi dalle disgu-
b. Pelvi Salem , ile' 7 febbraio 1 foG, stose molestie, che colla sua ostinazione
presso il Cappelli-Ili colle altre die ac- s'era d'ogni parte suscitale, il patriarca
cennerò, colla quale confermò il padro* si risolse a volontario esilio, allontanan-
nato ile' parrocchiani nell'elezione ilei dosi dalla città con grave scandalo e di-
carati della città, provvedendo pure al- sonore di essa, come pure della dignità
l' istituzione de' titolati e de' titoli bene- pontificia , il cui nunzio doveva lottare
ficiali. 11 patriarca avea proibita la ce- spesso contro l'ordinario. Parti fr. Gi-
lebrazione della messa negli oratoria do- rolamo nel 1 54 1 > ma già altre volle per
mestici, non ostante gì' indulti aposto- simile cagioue avea abbandonalo la sua
lici, per cui i sacerdoti regolari a lui non residenza, come nel 1533, e allora il se-
soggetti porlandovisi a celebrare pregiu- nato gli avea sospeso le rendite, solo ri-

dicavano notabilmente il clero secolare. tornandovi verso i54o, dopo aver di-
il

A Ile lagnanze corrispose Clemente VII con moralo in Ronzano presso Bologna e in
lettera 1 r dicembre 1 529, autorizzando Bologna stessa. Per questa 1.' suaassenza,
i parrochi e sacerdoti di Venezia a ce- Paolo III con breve de' 27 febbraio i5/J2
lebrare in tali oratorii al bisogno. Il pa- incaricò il suo nunzio e il primicerio di
triarca, tenace osservatore de' sagri ca- s. Marco, a vegliare perchè durante la

noni, per 1' asprezza de' modi co' quali sua lontananza .non avessero a patire
n'esigeva l'esecuzione, incontrò il male discapito le chiese parrocchiali. Trovo
umore di molti e dello stesso governo, nel prof. Romanin, l. 6, p. i4> che Cle-
per cui il Papa con lettera degli 8 gen- mente VII a togliere gli abusi introdot-
naio i53i l'esortò alla dolcezza e alla ti nella collezione de' benefizi e nell'e-
mansuetudine. Ciò non bastò a modera* lezione de' pievani emanò nel i5i 5 (do-
re l' indole dura del prelato, anzi cupido vrà dire nel i525) la bolla detta Cle-
di dilatare i diritti della sua sede, spesso mentina, sebbene pubblicata a' 14 di-
negava a' patroni l'esercizio de' loro di- cembre i53o, della quale il governo si
ritti nelle nomine de' benefizi. Per le mostrò tanto geloso, che nominò appo-
frequenti discordie e disturbi che ne con- sito dottore laico, versato nel gius cano-
seguirono, governo ricorse a Clemen-
il nico, affinchè col titolo di Conservatore
te VII, e questi vi rimediò colla bolla della bolla Clementina avesse a veglia-
Exponi nobisy de' 3o maggio i532, in re alla sua puntuale esecuzione. Il Cosmi
cui riconfermate l'antiche consuetudini ne scrisse la Storia, eh 'è nella Marciana
diocesane, ordinò che se il patriarca si fos- mss. Il patriarca benché lontano si prese
se ricusato concedere le licenze per l'e- cura del clero, e specialmente dell'edu-
lezione de' pievani e de' titolati, o di con- cazione de' chierici, pe' quali institi» un
fermare gli eletti, supplisse nunzio a-
il fondo pe'maeslri che dovessero istruirli,

poslolico residente in Venezia, e in sua e decente abitazione presso la cattedrale.


assenza il primicerio di s. Marco, a cui Fr. Girolamo passò gli ultimi anni del
intanto commise l'esecuzione della bol- viver suo, presso Vicenza sul colle di s.

la. Ria tutte queste determinazioni pon- Sebastiano, ove mori 19 agosto 1 554, a'

tificie, anziché promuovere la desiderata e trasferito il cadavere in Venezia fu de-


concordia, furono occasione di altre con- posto nel capitolo del suo antico con-
trarietà, e non più tra il patriarca e il vento di s. Domenico, nel sepolcro che
clero, bensì tra il prelato e il nunzio a- erasi preparato, con onorifico epitaffio;
postolico, perchè questi il più delle vol- ma demolito il convento,
a' nostri giorni

te per apostolica autorità annullava ciò le sue ossa furono trasportate in s. Pietro
che il patriarca di suo diritto ordinario di Castello. Grande fu la sua carità verso
VER VEN i33
i poveri di quel sestiere, mirabile l'amor de'prelati secolari. Egli fu assai beneme-
patrio, per cui aiutò la repubblica con rito della s. Chiesa veneziana, che tut-
denari e con effetti preziosi nelle sue ur- tora ne tiene in onore il nome. Premu-
genze. Le sue maniere strane e l'ecces- rosissimo dell'osservanza delle clericali
siva rigidezza provocarono il senato a discipline e del buon ordine nella chiesa,
proporsi quasi per legge, di non isceglie- fu perciò autore di molte analoghe lo-
re mai più alla patriarcal dignità ve- devoli provvidenze, che fece confermare
ron claustrale, ina quindi innanzi di pro- dall'autorità pontificia nel 1 56o e 1 56

1 ;

muovervi un seuatore. Pier France- laonde analogamente


fu proibito a lutti,

sco Conlari ni XII patriarca. Senatore all'ordinato da Paolo IV, nelle promo-
e censore, uno de' più delicati e onore- zioni o concorrenze de' benefizi , l'ap-
voli uilici della repubblica, dallo stato se- pellazione alla s. Sede o al nunzio di Ve-
colaresco, fu innalzato al grado supre- nezia, de' ripulsati dal patriarca come
mo dell' ecclesiastica gerarchia veneta ai non idonei; e si rinnovarono alla chiesa
21 agosto i 554» però 16 mesi,
visse soli veneta tutti i privilegi e diritti sino ad
morendo nella uotte di Natale i555, lo- Eugeuio IV concessi da' Papi, tanto alla
dalo per molte virtù e 6omtna dottri- chiesa patriarcale di Grado, quanto alla
na, forse autore d'un commento sui li- chiesa di Castello, e lutti Pio IV con-
De physico auditu.
bri d'Aristotile — centrò nella sola chiesa metropolitaua di
li

Rincalzo Diedo XIII patriarca. Po« Venezia. Figurò Giovauni tra' padri del
desta ili Padova e senatore, fuelettoa'ci5 concilio di Trento, e ritornato alla sua
gennaio 1 556. Ricordevole Paolo lVde' chiesa si die'ogni premura per adattarne
dissapori tra la nunziatura di Venezia e in ogni parte la disciplina, alle regole
il patriarca Quirint, raccomandò al suo stabilite in quel sagrosanlo ecumenico
nun?io caldamente labuona elazioue < sinodo. Vi piantò pertanto il seminario
col nuovo patriarca. Questi fu vigilan- de' chierici presso la chiesa di s. Gere-
tissimo e premurosissimo dell'osservan- mia, donde iu seguito lo trasferì iu s. Ci-
za e del decoro dell' ecclesiastica disci- priano di Murauo, di cui ragionai nel
plina, perciò ebbe a incontrare molte op- voi. XC, p. 3oo, e nel § XVIII, u. ig,
posizioni col clero cui riusciva gravoso stabilendone le rendite; tutto poi appio-
il suo zelo. Ma il saggio prelato invocò vando Sisto V, il quale concesse iu per-
l'approvazione pontifìcia,e tutelòall'om- petuo l'abbazia di s.Cipriano,quali abbati
Lra di osa le ilabilite regole. Alche si commendatari, a' patriarchi di Venezia,
Paolo IV de'2 mar-
riferisce la lettera di al modo riferito nel voi. XCI, p. 56j.
zo i5j7 sull'idoneità completa degli a- Rad imo 3 volte il sinodo diocesano e per
ipiranti ad ogni benefìcio. 11 patriarca ultimo nel 1 ^78, e raccolte insieme le

tesiamo la cattedrale ed i propinqui e- migliori leggi disciplinari de' vescovi di


dilizi, e rnoiì l'8 dicembre i55g, se- Castello e de'patriarchi diGrado ne for-
polto dinanzi la porta maggiore di tal mò corpo delle Constitutiones et pri'
il

tempio. ;
— Giovanni lì Trevisan XIF vilegia Patriarchatus et Cleri Fenetia-
patriarca. Abbate 6o.° benedettino di s. runìy e le pubblicò colle stampe, l'ab.
Cipriano di Murano, fu eletto ne' primi Cappelletti riproducendole nel t. 6 della
di gennaio i56o, a cui nel confermarlo Storia della Chiesa di Venezia, insie-
a'iG lebbraio Pio IV, gli accordò rite- me a' delti sinodi. Della visita eseguila
nere iti commenda l'abbazia per tutta la in Venezia, da due visitatori apostolici
vita, . nel 1. "marzo concesse per indul- deputati da Gregorio XIII, e delle loro
to pontificio l'uso del Rocchetto s come disposizioni e ricordi pel clero secolare
notai iu quell'articolo, ed altre insegne e regolare, parlai nel § XIX, u. 3o, do-
j34 vbm IfiN
gado 87. Inoltre Giovanni II ottenne nodo o diocesano o metropolitano, a pia.
da Sisto V, colla bolla Romanum ì\>n- cere e pel meglio, e^li non lardò a ra-
tificem, de' 3o dicembre 1^90, presso dunarlo diocesano. Lo tenne a' 9, 10 e
i) Cappelletti, die i chierici della chiesa 1 1 settembre di detto anno. Fra le alti

veneta continuassero ad essere ammessi cose, furono ripetute le proibizioni di


agli ordini sagri (per disposizioni di Leo- far nelle chiese rappresentazioni di coso
ne X e di Clemente VII nel 15^5, co- sagre accompagnate da predica. Fu stam-
me toccai altrove, e nel voi. XCI, p. 10, palo, e iu seguito gli furono aggiunte le

correggendo la data 3o dicembre ), a costituzioni e le esortazioni de' suddetti


titolo dì servitìi di chiesa, ossia sen- Ne radunò altro ai
visitatori apostolici.

z aver titolo di beneficio o di patròno* 1 5, 1 novembre 5i)%, cui canoni


6e 1 7 1 i

nio (richiesto dal concilio di Trento) furono similmente stampatile riuscì come
ecclesiastico, col solo appoggio del ser- un perfezionamento del primo. Notai a suo
vizio prestalo e da prestarsi ad una chie- luogo, che nuove premure del patriarca,
sa, nel cui clero avrebbero poscia otte- per accrescere le rendite al seminario,
nuto alla loro volta il titolo ossia il be- ottennero aiuti da Clemente Vili, e op-
neficio, entrando a formar parte del ca- portuna stazione presso le chiese e nelle
pitolo rispettivo. Sapientissima determi- fabbriche del priorato della ss. Trinità
nazione, che assicurava alle chiese di Ve- de' cavalieri Teutonici, appunto ove ivi

nezia un servizio stabile e decoroso si poi sorse il magnifico tempio della Sa-
nelle ufìiziature sagre, che nella cura del- lute, e dove ai nostri giorni vi tornò e
l'anime. Mori il benefico prelato a* 3 fiorisce. Clemente Vi 1, a' 5 giuguo 596 1 1

agosto iSpo, prima che fosse spedita sì premiò il Priuli (/'.) col cardinalato.
interessantissima bolla per la diocesi ve- Sostenne lunga lite pe' di ritti d'alcune
neta, e f„ deposto nel sepolcro prepara- reudite, nella Torre di Mosto,
villa di

tosiava„ti l'altare da lui eretto, dotato della diocesi di Ceueda, e curò l' estin-
e con Sag| alo< c|j s- Giovanni Evangelista
. zione d' un debito che gravava la mensa,
Jt:,la
patriarcale. 11 senato nello scegliei" con indulto apostolico de' 24 dicembre
*° alla patria sede, avea derogato dal' 1^96, ov'egli è chiamato cardinale dal
' a dollato sistema, die escludeva un ec tìtolo di s. Maria in Trasponimi ed
c ' e siastico regolare, ma tostotomo a se- amministratore della chiesa palriar*
guirlo. -— Lorenzo U Prudi XV pa- cale. Queste parole destarono sospetto
tr 'arca
e cardinale. Settatore di spec- all'ab. Cappelletti, che divenuto cardi-
nale, avesse rinunziato patriarcato, e
chiata vii lu, di somma prudenza, di pro-
il

ne fosse divenuto amministratore, di che


fonda dottrina, già savio agli ordini,
ambasciatore inToscana, a Madrid, a nulla potè trovare di schiarimento. Nel-
anno accinse alla grandiosa
Parigi, dal 1 584 in poi presso Gregorio lo stesso si

allora era podestà di impresa di rifabbricare la cattedrale, ca-


XIII e Sisto Vi
Brescia, quaudo fu eletto nel gennaio duta in deperimento, per la quale due
Subito mostrò espertissimo del- anni iunanzi avea posta la 1/ pietrai la
1 #9 1 . si

l'ecclesiastica disciplina, e 1," sua cura fu facciata terminandosi in detto auuo,e nel-
iscrizione legge; Palrìarchae Vene*
la riforma de* costumi del clero e di re- l' si

tìarum, lo tale occasione corpo di s,


golarli fittila norma delle leggi canoni-
il

die, al che prestò mano Clemeute Vili Lorenzo proto- patriarca, dalla cappella
8. Michele, fu trasportalo
nell'altare
con bolla de'»5 aprile i5ga, laccomau- di

dandogli perciò anche la visita delle cine maggiore. Lasciò poi il cardinali l'inca-
se de' regolar». E poiché colla bolla l'e-
rico al uipote Marco, di erigere nella
nuova chiesa altare del mai litio di s.
sortava pure alla couvocMione d'uu si*
i'
VEN VEN i35
Giovanni apostolo, e riuscì uno dei più ma se 22 maggio 1608, a cagio
non a*

belli della medesima. Il cardinale non ne delle famosi controversie insorte ap-
potè veder compito il tempio, perchè punto nell'anno di sua promozione, tra
morì a' 26 gennaio 1600, e fu sepolto la repubblica e Paolo V che lanciò la

a pie de' gradini di detto altare, senza pena canonica dell' interdetto a Venezia,
memoria, bensì essa è in due lapidi la- iltutto deplorato ne' n. 32 e 33 del §
terali all'altare, collocate nel 1640. Il XIX. La controversia riguardante la sua
suo cadavere 24 anni dopo Iti trovato elezione, derivò dall'esigere Paolo che V
intatto e incorrotto, quando il patriarca si recasse in Roma all'esame imposto a*
Tiepolo fece demolire il vecchio tem- vescovi eletti.
Il senato si oppose, dichia-

pio, percontinuare l'erezione del nuovo, rando,che ad un esame non avrebbe giam-
e dal rogito die ne fu fatto è chiamato mai acconsentito, solo permettendo nu-
Patrìarchae Fé net. Matteo Zane — dasse il nuovo patriarca a Roma per ba-
XPIpatriarca. Successa due giorni dopo ciare il Sua Santità, se questa di
piede a
al defunto, essendo consigliere ducale e tal rispettosa dimostrazione si contentas-
senatore. Avea sostenuto altri onorevoli se; e questo servì ancora ad inasprire i

tifiti a prò della patria, ne' quali die' disgusti insorti fra il senato e Paolo V,
lumiuose prove di prudenza, probità e che poi degenerarono in aperta rottura,
sapere, come nell'ambascerie a' duchi che produsse l'interdetto. Il seuato avea
d'Urbino e Savoia, a' re di Portogallo dato commissiouea'4auibasciatori invia-
e di Spagna, all' imperatore Rodolfo II e ti a Paolo V per le congralulazioui della

al sultano Animai III. Vita


Leggo nella sua assunzione al pontificato, di pregarlo
di Clemente FUI, del veneto Giovanni a impartire al patriarca Vendramino la

Stringa, che il prelato neh 601 si trasferì benedizione senza l'esame,e di sbrigare il
in Roma (non già per sottoporlo all^vi- negozio diCeneda, parlato nel § XIX,do-
mc, che il Papa avea ingiunto a tutti ve- i gado7g.°,per togliere gl'incouveuienti che
scovi d'Italia,al che la repubblica oppone- ne derivavano. Il patriarca non esseudo
vasi in base de'suoi privilegi), o v'era con confermatodal Papa, continuò il governo
gran desiderio atteso dal Papa,il quale per della diocesi patriarcale il vicario capito-
le rare sue qualità, volle con segnalato e lare, ed a questo il seuato vietò la pubbli-
straordinario favore di propria mano or- cazione della pontificia scomunica. Se-
dinarlo e consagrarlo; edopo avergli dato guila poi la riconciliazione della repub-
segni di paterno affetto, anche verso la re- blica colla s. Sede t
il Papa toruaudo sul-
pubblica, gli die'licenza di tornare a Veue- l'affare dell'esame del prelato, dichiaran-
zia, come fece nel dicembre, dove giun- do il desiderio suo di compiacere il senato,
to, a' 3 i dello stesso dicembre prese pos- se gli fosse permesso dal suo sublime mi-
sesso solenne del patriarcato. Breve fu nistero, non lasciò tuttavia d'insistere per-
il suo pastorale governo, moreudoa'2^ chè avesse effetto, con l'ambasciatore ve-
luglio i6o5, e fu sepolto nella basilica ueto Contai ini, il quale però rimise iu
metropolitana. —
Francesco Fé/idra- campo, come al solito, i privilegi antichi
mino XFli patriarca e cardinale. Già della repubblica e le sue consuetudi ui, di
ambasciatore a Torino, a Madrid, a Vien- cui era gelosa conservatrice. Iu fiue fu
na, a Parigi, a Clemente Vili, a Paolo pur uopo venire auojie iu questo ad un
V in Roma straordinario, mentre ivi si accordo, e la repubblica permise per que-
trovava, ornato pure della toga senato- sta sola volta l'andata a Roma del pa-
ria, a' 26 luglio i6o5 fu eletto patriar- triarca, ottenendo
promessa che per
la

ca, cioè dopo due giorni di sede vacati- l'avvenire più non se ne parlerebbe. In
le, ma non ottenne la pontificia confa* • fatti, aY) geuuaio 1609 il cardiual Cor-
6 -

1 36 V E N VEN
ghese, nipolc ili Paolo V, scrisse al nun- la maestosa fabbrica della basilica pa-
zio apostolico eli Venezia. » Quando la triarcale, e di lui anche parlai nel voi. XC,
serenissima repubblica di Venezia rimova p. 289, pel suo Trattato delle ss. lieti-
r
l'impedimento del Francesco Ven-
sig. Marciana. Morì a' 7
quic. della basilica
/
dramino eletto e nominalo da lei al pa- maggio i63i,e fu sepolto nella metro-
triarcato di quella città, per sottoporsi politana, colle sigle D. D. D. D. che co-
al solito esame innanzi a Nostro Signore, munemente si spiegano: Dilexi Decora,
e venga per questo effetto a Roma, si con- Domits Domini. Però in uno de' pilastr
tenta Sua Santità che V. S. possa pro- del tempio è scolpito il suo elogio. Egli è
mettere insuo nome, comeelTeltivamente molto encomiato qual sagro scrittore , e
prometterà e come promette la Santità sotto il suo nome si conoscono diverse o-
Sua medesima, che pei* qualunque caso pere, oltre all' inedita e assai pregievole
si eleggessero e si presentassero nuovi pa- che si conserva nella biblioteca Marciana
triarchi, da qui innanzi non saranno più e in quella del cav. Cicogna Catalogo ,

tenuti ad esaminarsi, perchè la Santità de Santi\Bealie Venerabili veneziani. —


Sua in gratificazione della suddetta sere- Federico cardinalCornaro XfXpatriar-
nissima repubblica gii dichiara esenti da ca. Nel settembre .i63 1 il cardinal Cor-
adesso, et come tali vuole che sieno asso- nare (V.) dalla sede di Padova fu in que-
lutamente trattati". Scrisse poi l'amba- sta trasferito. Quando fu innalzato alla
sciatore al senato, che giunto a Roma il romana porpora, qual ugno
fiali ,1 del vivente
prelato, gli fu fatto un leggerissimo esa- doge Giovanni, insorse quel grave disgu-
me, solo per la forma. Governò il pa- sto fra il senato e il padre, eh' ebbe ter-
triarca Vendramino sapientemente e san- mine quando il doge si mostrò pronto a
tamente la sua chiesa, sino dalla sua ele- rinunziare, onde non pregiudicare il fi-
zione. Nella metropolitana, cogli argenti glio, che contro divieti avea accettalo
i

vecchi della sagrestia, e colla somma da l'eminente dignità: il che raccontai nel §
lui spesa, fece 7 candellieri di tal me- XIX, n. 34> dogado 96. ° All'epoca della
tallo pe' pontificali, e fabbricò l'organo; nomina a! patriarcato, tuttavia la peste
indi per la sua pietà verso la R. Vergine desolando Venezia, tardò il cardinale la
del Carmelo, ivi le eresse sontuosa cap- partenza da Padova, e solo prese posses-
pella, e formò la sua sepoltura senza i- so a'27 giugno 1 632 con veneziana ma-
scrizione, ma con isculture laterali a sua gnificenza. Indi a'2 settembre 1 64*2, col-
lode e con epigramma che lo celebra. l' assistenza de' vescovi sul'fraganei di
Restaurò ed abbellì il patriarchio dal Chiodaia
OD e Caorle,* solennemente colisa»
lato della vigna. Estimatore Paolo V del grò la nuova metropolitana, e sulla por-
Vendramino (F.). a'2 dicembre 1 1 5 lo ta che conduceva al patriarchio vi fece
creò cardinale, morendo l'8 ottobre 1619. collocare l'esistente memoria. In essa si

Il suo testamento edifica, per la pietà e ricorda pure la cappella di s. Giusto mar-
la munificenza verso poveri e la sua chie-
i tire, del palazzo contiguo, da lui restau-
sa. — Giovanni III Tiepolo XVIII pa- rata, altra avendone eretta nel chiostro a
triarca. Declinando il senato dallo sce- s. Ivo. E" commendevole altresì la sua be-
gliere uno nominò il pri-
del suo corpo, nignità pastorale a comodo del suo greg-
micerio di s. Marcoa'2onovembrei6i9. ge, poiché considerando la grande distan-
Uno de'suoi primi pensieri fu d'istituire za del palazzo patriarcale dal centro del-
nella metropolitana la prebenda del teo- che in due giorni della set-
la città, statuì

logo, e fondò un nuovo canonicato, pel. timana sarebbe recato nel palazzo di
si

riferito uel § VI, n. 1. Condusse a com- sua famiglia a udire chi bramasse parlar-
pimeulo, con grandissiuio suo dispeudio, gli, ed ivi pazientemente tulli riceveva.
V E K VEN i3 7
Compiute le parli di zelante e saggio pa- di recente nel 1 676;beusì a' 1 8 aprile 1678
store, sentendosi diminuir le forze, rinun- venne destinato all' onorevole uffizio di

ziò patriarcato a'2 aprile 1644» e Sl lia "


il bailo a Costantinopoli, ma mentre si di-

iferì a Roma quasi a riposo del resto di sponeva alla partenza 1'
del susse- , 1 1

Mie vita. Dolente il clero per tanta per- guente agosto fu eletto patriarca. Radu-
dita, aperenue testimonianza di sue vir- nò il sinodo diocesano ne'giorni 6, 7 e 8
tù e zelo,non meno che della propria af- maggio 1686. Dopo un decennio di pa-
flinone di non più averlo a pastore, nella triarcato, morì nel 688, a' 3 settembre,
1 1

cattedrale pose marmorea epigrafe, la dice lo Stalo personale. Fu sepolto nel


quale, tuttora esistente, è riportata dal- presbiterio di s. Pietro, con semplice epi-
l'accuratissimo ab. Cappelletti , colle al- grafe. Non avendo eredi per lasciare le
tre die ricordo e non rammento per scru- sue pingui facoltà, ne istituì erede con te-
polosa brevità. Ju Roma, a merito suo, stamento la repubblica; e il senato per
Innocenzo X reintegrò nella sala regia del riconoscenza onorevole dipoi gli eresse
Valicano, l'iscrizione onorevolissima per nella slessa metropolitana un monumen-
Venezia e tolta da Urbano Vili, pel rife- to col suo busto marmoreo e iscrizione
rito nel § XIX, n. 8, verso il fine. Morì in nel 1742. Un altro monumento, nel se-
Roma il 5 giugno 653 1 e fu deposto nella guente anno, gl'innalzò il nipote Gerar-
nubilecappella di s. Teresa da lui edificata do Sagredo, procuratore di s. Marco, nel-
nella chiesa di s. Maria della Vittoria, per la cappella gentilizia di S.Gerardo Sagre-

la quale eragli stata coniata una meda- do, in s. Francesco della Vigna, parimen-
glia, ed in essa egli avea fatto scolpirei ri- te adorno con onorevole lapide.— Gian-

tratti di 6 cardinali di sua famiglia e del Alberto BadoaroXXIIpatriarca e car-


doge padre. — Gian-Francesco Moro- dinale. Promosse ben presto il senato al-
sinl XX patriarca. Fa eletto nel dì se- la vacante chiesa patria tal soggetto a'

guente alla rinunzia del predecessore, 3 16 maggio (settembre, leggo nello Stato
aprile 644- Zelatore della buona disci-
1 personale) 1688, essendo primicerio di
plina nel clero, perciò raccolse due volte s. Marco. Era stato arcidiacono di Crema

il sinodo diocesano: neh 653, a' 17, 18 e presso lo zio vescovo, e canonico di Pa-
1
9 giugno; nel 1 667, a' 1 8, 1
9 e 20 apri- dova. La sua pastorale sollecitudine spic-
le, pubblicati colle stampe. Avendo il se- cò tosto luminosamente, aprendo la s. vi-

nato per le gravissime vicende della di- sita di tutte le chiese della diocesi, del se-
sastrosa guerra di Candì a eretto nella ba- minario, de'monasteri di monache; da per
silica metropolitana il grandioso altare di tutto estirpando abusi, correggendo di-
marmo in onore del celeste patrono di sordini, raddrizzando traviati; stabilì e
Venezia s. Lorenzo Giustiniani, invocan- regolò le scuole della dottrina cristiana;
done il patrocinio, il suo s. Corpo vi fu ebbe somma diligenza nella scelta de'sa-
con solenne pompa riposto dal patriarca cei doti, che poneva alla cura delle anime;
a'4 gennaio 1666, come già dissi. Morì ornò di valenti e saggi precettori il semi-
ii Morosini a'5 agostoi678 e fu tumula- nario de'chierici; ed egli slesso non di ra-
to in magnifico sepolcro in s. Nicola di do catechizzava i rozzi e i fanciulli pub-
Tolentino. — Alvise II Sagredo XXI blicamente nelle chiese; e per coltura del
patriarca. Già ambasciatore al duca di clero stabilì nel patriarchio due erudite
1

Savoia, non esercitò altro pubblico inca- accademie, l'ima chiamò de 'Trattenuti,
rico, perchè il suo fratello Nicolò venne l'altra denom no Congregazione di s. Car-
i

inualzaloalla dignità ducale, essendo vie- lo. Piantò una casa per le donne peniten-
tato dalla legge, come ripetutamente no- ti, per toglierle dal mal fare; promosse e
tai nelle biografie de'dogi, ed era morto ampliò il culto del predecessore s. Loreu-
— 1

i3S VEN VEN


zo, volendo che nella cattedrale si onoras- il senato l'elesse alla patria cattedra. Mo<
sero le 8 domeniche susseguenti alla fe- ri buon patriarca a'i4 novembre 1 7 3.{,
il

sta; profuse gli averi a sollievo de'pove» e fu deporto nell'arca de'canouici, co'qna-
li; visitò gl'infermi quando era invitato; li volle per espresso comando aver comu-
insomma nulla risparmiò per lo spirituale ne la sepoltura,
che fu ricordato sulla il

vantaggio del suo gregge. A' 17 maggio pietra marmorea con esemplare epigra-
706 Clemente XI lo trasferì alla sede
i fe. — - Fr. Francesco Antonio Correr
di Brescia e creò cardinale: come tale col XXV patriarca, Avea da 5 anni ab-
(lardella nella biografia lo chiamo Jìa- bracciato l'istituto de'cappuccini, «pian-
duaro (V.). Nella nuova cattedra si di- do il senato l'elesse a' 1 8 novembre y3 {, 1

stinse nello zelo in reprimere gli errori avendo già onoratamente percorso le pri-
de'quietisti, di cui Beccarello avea infet- me dignità della carriera militare marit-
tato la città, ove carico di meriti e virtù mo- tima, ed erasi distinto nella guerra di Mo-
rì nel 1 7 1 4. — Pietro Barbarico XXIII rea. Si applicò con tutta premura a re-
patriarca. Da canonico di Padova, fatto golare la disciplina ecclesiastica, ed a ri-
primicerio di s. Marco, si narra che men- formare costumi. Perciò nell'aprile 1 74
i

tre il senato stava per eleggere il succes- a' 18, 19 e 20 celebrò il sinodo diocesa-

soie al cardinale, entrò nella sala una co- no, importantissimo anco per essere l'ul-
lomba, e svolazzando in giro andò a fer- timo deTin qui adunati, ed è tuttora iti
marsi sulla spalla del senatore Girolamo vigore. Fu stampato, ed è assai raro; co-
Dai barigo padre di Pietro, e che di questi nosco questo titolo: Corrario, De Syiio-
ne affrettasse la scelta a*25 giuguoi7o6. dus Veneta Venetiis 74 La morte sua
, 1
1 •

Certo è, che nella sala del palazzo di sua fu repentina a' 7 maggio 74 poco do-
1
1 1 ,

famiglia a'ss.Vito e Modesto, fu posta po il sinodo, e fu attribuita a veleno; av-


un'epigrafe, la quale ricordando la pom- venne in una villa presso il castello di
pa, colla quale \\ doge e la signoria era- Montagnana e trasferito il cadavere a,

no andati a pigliarlo per condurlo a sf Venezia, ebbe sepoltura nella patriarca-


Pietro di Castello al possesso di sua di- le.— Alvise III Fascari XXVIpalriar -
gnità, ricorda altresì l'avvenimento del- ca. Canonico di Padova, fu eletto 7 gior •

la colomba; è ancor questa dal eh,


riferita ni dopo, confermandolo Benedetto XIV
Cappelletti. Ogni cura egli subito pose a' 3 luglio 1 74 ij notando nel la bolla:» non
per la buona disciplina del clero, e co- esser stato sino allora derogato mai al-

minciò col far noto con un editto, che l'antichissima consuetudine della repub-
ninno sarebbe promosso agli ordini sa- blica, circa l'elezione del patriarca e de'

gri, qualora non se ne fosse reso merite- vescovi dello stato veneziano ". Morì a'

vole per l'esercizio d'una specchiata vir- 28 ottobre 758 1 di 79 anni, e fu sepolto
tù e d'una singolare morigeratezza di co- IV Braga-
nella cattedrale. -—-Giovanni
stumi. Intraprese la visita pastorale del- dino XXVII patriarca.
Era vescovo di
la diocesi, e poscia ne adunò il sinodo a' Verona allorché venne nominato patriar-
28, 29 e 3o maggio 17 i4 Synoclus Ve- : ca a'27 novembre £758. A suo tempo ac-
iietììs a patrìarcha Venetianun Barba» caddero quelle novità sull'immunità ec-
dicii,anno 1 7 4> Venetiis. Morì il 1 .°mag-
1
clesiastica, che tanto afflissero il venetoCIe-

g'101725 e volle esser sepolto nella chie- menleXIII,e deplorai nel § XIX, n.40. Il
sa de'ss. Vito e Modesto ov'era stato bat- patriarca cessò di vivere a' 24 dicembre
tezzato. — Marco Gradenigo XXIVpa- I775,efu tumulato uellachiesa del s. Se-
triarca.G'ik coadiutore del patriarca d'A« polcro, ora demolita. Federico Maria
quileia e vescovo di Filippopoli, era ve- Giov anelli XXVIII patriarca. Gover-
scovo di Verona quando a'5 moggio r 725 nava la chiesa vescovile di Chioggia,quan«
V E N VEiN i3 9
tloilsenatoa'5gennaio i 776 l'elesseal pa- che gli dassero un successore ; e l'impe-
trio patriarcato, e fu l'ultima elezione die ratore acconsentì che vi celebrassero il

fece. Le virtù esimie die adornavano il conclave, come in pacifico e sicuro asilo.
prelato, lo resero caro al suo gregge, cui Ma quanto precedette, accompaguò e se-
toll'umillà singolarmente e colla pietà e- guì il memorabile avvenimento, inclusi-

tiificò ne'a 3 anni del suo pastorale gover- vamente all'elezione e dimora di Pio VII
no. Visse nel tempo delle più dure vicende in Venezia, l'ho descritto nel § XX, n.i.
politiche di Venezia e dell'Europa; e vide Ivi pur narrai la santa gioia del patriar-
nel 1797 crollare I' enorme colosso della ca Giovanelli, in vedere riunito nella sua
repubblica, invaso lo stalo e la città da' Veuezia il sagro collegio, manifestata con
repubblicani francesi, promulgare l' in- dotta e fervorosa pastorale, per eccitare
gannatrice sedicente libertà,opprimerele i diocesani alla preghiera, perchè lo Spi-
glorie venete di XIV secoli, e passar Ve- ri toSanto illuminasse principi dellaGhie-
i

nezia e il suo dominio sotto lo scettro del- sa a sollecitamente eleggere il Pastore su-
l'Austria.L'imperatore Francesco II, a premo. Che non ebbe il couforto di ve-
cui erano palesi la eminente dottrina e nerare il uuovo Papa , e raddoppiare il
la somma pietà del prelato, con diplo- suo giubilo per l'onore che accrescevasi
ma .de'28 genuaio 798, lo dichiarò suo
1 alia sua patria, perchè iudefesso nel pre-
consigliere intimo, titolo che in seguito stare amorevole e riverente assistenza a*
fu concesso anche agli altri patriarchi, cardinali, e uell' intervenire con fervore
che ressero progressivamente la s. Chie- alle pubbliche preci da lui ordinate, esi-
da veneziana, sotto l'impero austriaco, le di corpo, abbattuto dalle fatiche, ca-
IVe'primi armi del suo patriarcato visitò duto infermo, morìa' io gennaio! 800, iu
parecchie chiese della sua diocesi, e 4 »>e età di 73 auui e certamente se fosse so^
:

corisagrò, fra le quali s. Basso poi cam- pravvissuto, Pio VII l'avrebbe anno-
biata in usi profani, e s. Margherita sop- verato al senato apostolico. Che la sua
pressa. Indefesso nell' adempiere le in- morte fu pianta da tutti, particolarmen-
combenze patriarcali, non se ne astenne te da'poveri, che videro rapirsi il padre;
giammai, beuchè negli ultimi anni di sua ed il sagro collegio, addolorato, gli fece ce-

vita colpito da penosissima cecità, ch'e- lebrare solenni e onorifici, funerali, per
gli virtuosamente riputava una grazia del pubblica dimostrazione di grato animo e
cielo. Finche visse la madre Giulia Cai- di estimazione. La venerazione verso il
bo, quando l'andava a trovare, quella pia prelato era tauta, che ognuno fece a ga-
dama faceva mettere nella gondola del ra per ottenere qualche porzione o delle
figlio sacchetti di denari, acciò avesse più sue vesti q de'suoi capelli. Ebbe sepoltu-
mezzi per aiutare i poveri. Quando Pio ra uella basilica patriarcale, dinanzi al-
VI nel 17821 soggiornò io Veuezia, il che la porta che conduceva al palazzo, eoa
ho descritto nel § XIX, u, 4* »
Pe^ P3
' epigrafe marmorea, postagli da'couli fra-
triarca furono giorni di consolazione, E telli Giuseppe e Antouio Giovanelli. Ol-
quando quel glorioso Papa fu strappalo tre lab. Cappelletti, lo celebrò l'ab. Bel-
dalVaticauo e condotto iu Frauda prigio' lo tu , Co n tiu uazio ne de Ila Storia de l Cri-
r
ne , stabili mg. Giovanelli suo delegato stianesìmo, t,i, p.i3; ed il cav. Mutiuel-
apostolico in queste regioni, acciocché li negli Annali delle Province Fenete,
gì' interessi della religione uou avessero L'eletto Pio VII,giunto iu Roma, perai»
a soffrii detrimento ritardo.Morto quel- testare la sua riconoscenza al clero vene-
l'ammirabile supremo Gerarca in Valen- to concessealcapitolo metropolitano quel-
za a*2Q agosto 799, la mano di Dio coti l'iusegue corali di cui parlai uel§ VI, u.i.
— Siccome
1

tUtatet Veuesiai dispersi cardinali pei- sotto V imperatole Giuwp»


)_jo VEJN V E N
pe II furono folte innovazioni nella (lisci- nostra s. Religione, e si dorranno preti»

I
.lina ecclesiastica in tolto l'impero iYAu- dere in considerazione tali rimostranze
stria, sì negli slati {\\(tcrmam'(i c\\e nella }
per la soppressione o proibizione dell'o-
Lombardia Austriaca, che ricordai pure pera, rendendocene prima avvisali. 3.°
nel voi. XCII, p. 593 e 609 ; facendo poi Dovrà mantenersi in vigore V esercizio
parte degli slati d'Italia di detto impero del regio diritto d'ispezioue sopra i semi-
le pioviucie di Crema, Bergamo e Bre- narli vescovili ed altri collegi di educa-
scia, già appartenenti alla repubblica di zione del clero, tanto in ordine alla disci-
Venezia, uno a tutte le provincie ve-
in plina, (pianto alle dottrine che vi s'inse-

neziane, anche esse furono sottoposte alle gnano. 4-° Dovrà intimarsi a' vescovi l'e-

medesime discipline, e continuarono ad spressa nostra proibizione, che nessuno


» sserlo sino a'noslri giorni, io debbo ri- de' loro preti diocesani si faccia lecito in
portarle. Narrai uegli indicati articoli e avvenire di promuovere dispute o que-
«(«plorai lemolte novità introdotte nelle stioni sia in voce, sia in iscritto, a favore

difese de' suoi domimi da Giuseppe U, o contro la bolla Unigenilus, edovrà pu-
continuate poco più, poco meno, anche re farsi sapere a'teologi, che debbono li-

dopo la morte di lui ; ed avendo in molte mitarsi a dare a'Ioro discepoli le neces-
cose legato e stravolto le canoniche leggi, sarie nozioni intorno la esistenza, i moti-
perciò Papa Pio / /intraprese viag-
il il vi, contenuto di questa bolla, senza poi
il

gio di Vienna, e, malgrado le sue limo- proporvi sopra ne lesi, uè argomenti di


si ranze personali, Giuseppe II rimase fer- controversia e disputa, in veruna occa-
mo nelle sue idee, e inviò al governatore e sione e mollo meno nelle pubbliche le-
ui pi te ho generale della Lombardia Au- esami e negli esperimenti.
zioni, negli
si naca il seguente editto, che in sostanza 5.° Restando sempre nell'intiero suo vi-

restrinse vieppiù il potere ecclesiastico, gore ed esercizio il supremo diritto del


ed applicò a se non pochi diritti episco- Hcgio cxeqnatur tutte le bolle, che trat-
t

pali e pontificii. Esso diceva: » Dopo gli tano di materie dommatiche, non saran-
scambievoli schiarimenti, che in occasio- no sottoposte a venni esame o censura,
ne della dimora del Papa nella nostra tostochè verranno riconosciute per tali.

corte sono seguili Ira noi, circa diversi 6.° L'arcivescovo di Milano e vescovi i

oggetti ecclesiastici, compresi ne' regola* della nostra Lombardia saranno obbligati
n.enti da noi finora prescritti pel vantag- in avvenire, al pari di tutti quelli degli
gio della Religione e dello Stato, abbiamo altri nostri stati, a prestare, prima ch'en-
trovato necessario spiegarelesegueuli no- trino in possesso della rispettiva loro chie-
stre determinazioni per intelligenza e di- sa, uno speciale giuramento a noi, come
ri zione de'rispellivi governi de'nostri do- legittimo loro sovrano, secondo la for-
mimi, e perchè questi ne procurino la mula che sarà annessa, ed il governatore
piena esecuzione ed osservanza. i.° Re- della Lombardia Austriaca dovrà rice-
meranno ferme e perciò si dovranno os- verlo in nome nostro da quelli che in
servare pienamente le nostre delibera- avvenire saranno nominati ed eletti. 7.

zioni già pubblicate sulla tolleranza cri- Resta fermo similmente il disposto, che
stiana in materia di Religione. i.° Le nessuno de'nostri sudditti possa ricorrere
stampe, opere, libri che uscirannoalla lu- direttamente da se a Roma per dispense
ce, dovranno essere rivedute da' nostri intornogl'iaipedimenti matrimoniali ne'
regi censori; ma ciò non impedirà, che gradi proibiti di consanguineità ed afli-

i vescovi possano fare, come iti addietro, nità. I vescovi useranno in ciò liberamen-
le loro rappresentanze al governo circa te del loro originario diritto; ma quelli
1 libri che fossero veramente nocivi alla tra essi, che faruuao difficoltà ed avrau-
V EN VEN i4r
no scrupolo di procedere fare proprio, Pio Vie l'imperatore Giuseppe II ( V\
non saranno in vernn modo impediti dal circa i vescovati della Lombardia. In essi

farsi munire dal Santo Padre delle facol- dicevasi che: » Le cattedrali della Lom-
tà, ch'eglino stimeranno opportune e ne- bardia Austriaca, come l'arcivescovato di

cessarie,purché quelle vengano accorda- Milano, il vescovato di Mantova, ed i


4
te loro vita durante e per ogni genere di vescovati del Milanese, Pavia, Cremona,
persone rispetto alle dispense de'gradi re- Lodi e Como, dovranno dipendere dal-
moti, cioè terzo e quarto. E siccome ne* l'immediata nomina del governo. Quanto
gradi più prossimi non dee concedersi la a questi 4 ultimi si avrà particolare ri-
dispensa a norma delle disposizioni del guardo per soggetti raccomandati dal
i

concilio di Trento,
non rare volte ese Papa ; e perciò nella vacanza d' uno di
Ira principi grandi o per motivo gravis- essi il governo ne farà consapevole imme-

simo o di pubblica causa, sarà in tali casi diatamente il ministro imperiale di Ro-
lasciato aperto a'vescovi diocesani l'adito ma, acciocché ne dia avviso al Santo Pa-
di ricorrere a Roma, previa sempre la dre;e nel tempo stesso si dovrà farne sape-
nostra permissione, la quale non verrà re a Vienna l'avvenuta moite, unendovi
concessa che dietro i termini prescritti. le informazioni opportune. Nel caso poi di
Dovrà pertanto la domanda presentarsi vacanza della sede arcivescovile di Mda-
al governo, esponendo i motivi; e se que- no, la città potrà usare del suo diritto e
sti saranno frivoli o insufficienti, saranno supplicale per la elezione di uno de'suoi
rigettati, se gì ust i e qualificati, il gover- patrizi". Saggio consiglio poi fu della reli-
no potrà permettere, che se ne faccia l'i- giosa pietà dell'ini peratoi e regnanteFran-
stanza per la dispensa pontificia. 8.° Le cesco Giuseppe I,di ridonare alla Chiesa,
disposizioni giàda noi emanale per la se non in tutto certo in grande parte, le

soppressione de'monasteri di alcuni reli- primitive sue libertà. Concluse pertanto


giosi dovranno avere il loro pieno effet- in Vienna (V.) un concordato colla s.

to, e similmente quelle che riguardano Sede, riguardante pure le chiese Austro-
la separazione de' monasteri sussistenti, Italiane nel i855, che l'ab. Cappelletti
da' genera li e congregazioni de' loro or- pubblicò nel 1. 1 i
, p. i i , Le Chiese d'Ita-
dini, residenti fuori degli stati austriaci, lia, ed io ne ragionerò nel citato orticolo.
e la loro perfetta subordinazione alla po- — Lodovico cardinal Flangini XXIX
testà ordinaria de' vescovi. Soltanto vo- patriarca. Nato in Venezia da una Gio-
gliamo permettere, che i provinciali oca- vanelli, percorsa la carriera delle magi-
pi delle congregazion» nazionali, che sa* strature, sposò una Donato e n'ebbe una
ranno nuovamente eletti, possano notifi- figlia, indi rimase vedovo. Dopo essere
care la loro elezione al generale del ri- slato di Quarantia, avogadore, senatore,
spettivo istituto, con semplice lettera di consigliere, abbracciò la carriera ecclesia-
avviso, e a sigillo velante, la quale si do- stica, fatto uditor di Rota veneziano, pei*

vrà presentare al governo, e se sarà nelle nomina del senato, e nel 789 creato car- 1

forme prescritte s'invieràal nostro mini- dinale^.FLANGWi). Intervenneal patrio


stro residente in Roma, e per lo slesso ca- conclave, e fu lietissimo di vedere nella
nale ritornerà la risposta del generale; sua Venezia elecsersi il Sommo Pontefì-
e qualora da tullociò risulti un qualche ce, dimostrandolo anche con illuminare
incidente ocaso nuovo, il governo ne darà a torcie di cera, per 3 sere consecutive,
parte al nostro cancelliere di corte e di sta- il suo gentilizio palazzo. Pertanto erano
to". Ed in aggiunta a queste determinazio- rivoltisopra di lui lutti gli sguardi della
ni, mandava l'imperatore Giuseppe li al- veneta Chiesa, che lo presagiva siccome
tri due articoli relativi al Co ricordato fra degno successore del piissimo suo pastore
141 tll V E IV

che aven cìi recente perduto. Infatti , il nazioni alle leggi ed a'eanoni, ed llilfrt*

nuovoPapa Pio VH,n'i4novembrei8o i d ucettdov4«i eantaguen temente mille icon


lo preconizzò patriarca di Venezia, con- ci e irregolarità. Egli infatti, perchè Eu-
sagrato in Homa dal cardinal Minazzi, e genio viceré d'Italia a' 19 ottobre 1807
decoralo dall'imperatore della gran cro- avea dichiarato cattedrale la basilica di
ce di s. Stefano d'Ungheria. Si recò alla s. Marco, 7 giorni dopo arbitrariamente
patria sede a'24 marzo i8o3, lodato dal vi trasferì la cattedra patriarcale da s.

Ijcllomo per le vaste sue cognizioni nel- Pietro di Castello, frammischiando ca- i

la letteratura (e per over fatto chiudere nonici delle due chiese e formandone un
il lììdotto ,
quando era magistrato della solo capitolo, senza curarsi di far appro-
repubblica, doveeon gran danno del pub* vare il suo operato da Pio VII, dal qua-
blico costume V intere famiglie durante le bensì per esso ottenne altri ornamen-
il carnevale esponevano in un colpo a* ti corali indicati nel citato luogo. A delta
ciechi e volubili rischi del giuoco tutte irregolarità, seguì l'altra della concentra-
le loro sostanze) e per altro, lievissima zione e riduzione delle parrocchie urba-
però fu la durata del suo pastorale go- ne, descritta nel § Vili, n. 73; fu aboli-
verno, poiché il 29 febbraio 1804, fu l'ul- to il privilegio delle sagre ordinazioni a

timo del viver suo. Ebbe tomba nella ba- titolo di servitù di chiesa, e fu imposto a
silica patriarcale di s. Pietro di Castello, tutti la condizione del patrimonio ecclesia-
ove gli fu scolpita I' epigrafe riprodotta stico. Un avvenimento, parimente già di-
dal eh. Cappelletti, ed erettagli dalla fi- scorso altrove, interessantissimo e lieto
glia e dalla sorella. Osserva quel patrio per Venezia, sotto il patriarcato del Gam-
scrittore.» Cessato il sapientissimo gover- boni, fu il ritrovamento del prezioso cor-
no della repubblica veneziana, era cessa- po di s. Marco Evangelista, essendosi per-
ta altresì la sollecitudine e la prontezza duta ogni traccia del sito ov'era stalo de-
di dare alle chiese dello stato, e princi- posto. Or avvenne, per divina disposi-
palmente alla chiesa di Venezia, il sagro zione, che dovendosi ingrandire il pre-
pastore, toslochè ne fosse avvenuta la ve- sbiterio pegli stalli de'due capitoli riuni-
dovanza. Non più dunque per pochissimi ti, nel togliersi alcune colonnette che ser-
giorni la nostra sede ne rimase vacante; ravano l'altare all'intorno, onde riuscis-
ma per mesi talvolta, e talvolta per anni se più aperto, rimossa a' 12 maggio 1808
ebbe a rimanervi dipoi. Dopo la morte la mensa dell'altare, si trovò un gran cas-
infatti del Giovanelli, corsero quasi due sone sorretto da 4 colonne della sotto-con-
«imi prima che le fosse eletto il Piangi- fessione, ma in essa non si potè penetra-
lo; e dopo la morte del Flangini Decor- re per l'acqua slagnante che l'ingombra-
sero quasi tre. Ed in questo fra mezzo la va a considerevole altezza. Il patriarca
città nostra aveva cangiato padrone. Non che avea concepito speranze di ritrovare
era più dell'imperatore d'Austria: uè a- il s. Corpo, restando deluso, tralasciò al-

veva conseguito il dominio Napoleone, e tre indagini, e partilo poi per Milano sua
formava parte del nuovo regno d'Ita- patria, ivi morì a'20 ottobre ili detto ari-

lia". —
Nicola Saverio Gamboni XXX uo. Rimase non curata l'impresa sino al
patriarca. Milanese, già vescovo di Ca- gennaio 181 i, nel qual tempo rinato il
pri, e nel i8o5 di Vigevano, l'i 1 gen- divoto desiderio di nuove investigazioni
naio 1807, fu dato patriarca a Venezia. per tentare T accesso al sotterraneo, per
Da lui, come narrai e lagrimai in più le zelanti e benemerite insistenze del pre-
luoghi, cominciarono gli sconvolgimenti te Agostino Correr sotto-sagrista della ba-
e i disordini delle cose ecclesiastiche in silica, alfine a'3o gennaio si pervenne a
Venezia, prevalendo le politiche detenni- ritrovare il s- Corpo, mentre suonava»!

V E F V E W i43
il vr spero per la traslazione del medesi- slinoti. Stefano Bomignore di Busto Ar-
mo , con generale gioia ed entusiasmo. sizio arcidiocesi Milano, vescovo di
di
Qneslopoi fu immenso, quando a'6 mag- Faenza nominato al pa-
(F.), era stato
gio si esitasse la cassa, trovandosi den- triarcato di Venezia a'9 febbraio 8 (e 1 1 1

tro la lamina ehe indicava Y anno 1094 amministratore della diocesi di Torcello),
e 1*8 ottobre giorno della consagrazione ed ivi giunse a'4 del susseguente aprile,
della basilica e della deposizione del glo- col caiattere d'amministratore capitola-
rioso patrono di Venezia, leggendosi scol- re della diocesi. Cercò di difendere o al-
pite le sigle indicanti s. Marcus, ed an- meno di mitigare la sconsigliata accet-
cbe una Croce di bronzo piena di ss. Re- tazione di questa dignità il dotto can. An-
liquie, collocatavi dal vescovo di Castello dieaStrocchijillustre patrio scrittore faen-
Enrico Con Urini. La cassa di legno cbe tino nella sua Serie cronologica storico-
racchiudeva il sagro pegno, fu estratta e critica de'vescoviFaeniini compilata ec,
riconosciuta con rogito nella stanza del a p. 249 e seg., ch'era allora suo vicario
Itsoro, la ricognizione delle ss. Ossa se- generale; e disse che il Bonsignore non
guendo a'9. Esisteva il capo co' denti, le fece mai uso del irono patriarcale. In-
ossa principali dello scheIetro,affattoscar- vece afferma l'ab. Cappelletti, che tale no-
nate e disseccate, oltre molti pezzetti già tizia si smentisce da chi ne fu testimonio

polverizzati e molta cenere. Indetta cas- più volte. L'arcidiacono vicario capitola-
sa rinvenne pure un vasetto ligneo pie-
si re Nicolò Bortolatti, che nella vacanza
no di materia odorosa, e una simile sca- della sede ne reggeva la diocesi, fu co-
tola con alcune ss. Reliquie; probabilmen- stretto a cedere il titolo al patriarca elet-

te di s. Antonio anacoreta dell'Egitto, ol- to ed assumere il caiattere di speciale


,

tie parecchie monete d'argento. Tramu- deputato all'interna direzione della dio-
tato il s. Corpo in altra cassa di legno cesi, finche, venuto egli slesso, disimpe-

nuovo a' 3o settembre, vi fu posta me- gno tutte le funzioni di ordinario dioce-
moria plumbea, e si collocò sotto l'altare sano, per un triennio e più. Intanto mo-
maggiore. - Stefano Bonsigiiore, intru- rì il vicario capitolate Bortolatti, ed i ca-
so. Mentre la s. Chiesa veneziana esulta- nonici elessero il collega Luciano Lucia-
va per sì felice ritrovamento, gemeva af- ni, eh' era canonico teologo. A mitigare
flitta dalla sciagura d' una sacrilega in- però la reità del patriarca eletto, in tut-
tiusione sulla sua cattedra patriarcale, te le funzioni episcopali esercitate da lui,

per cui profonde piaghe contaminarono n' era autorizzato dal vicario capitolare,
la tristezza della sua vedovanza.L'ab.Cap- per cui sebbene apparisse ch'egli se ne in-
pel letti la disse intrusione, perchè sebbe- gerisse di propria autorità, segretamente
ne si qualificasse del titolo semplicemen- agiva per delegazione del vero e legitti-

te di eletto, tuttavia vi fece la figura stes- mo amministratore della diocesi. Colma-


sa, che facevano il caidinal Maury (F.), to di onori da Napoleone I, fu suo amba-
vescovo di Monte Fiascone e Cornelo, sciatore a Pio FU, che l'imperatore a-
trasferito da Napoleone 1 a Parigi capi- vea rilegato a Savona, e nuovamente pel
tale della F rancia j e di Antonio Eusta- famoso concilio di Parigi, ed a Fontaine-
chio di Osinomi vescovo di Nancy, pro- bleau per l'imperatore. Finalmente a'9
mosso dallo stesso all'ai ci vescovato di Fi- maggio 1 8 14, già cessato il regno d'Italia
renze capitale di Toscana j ed in onta de' e l'impero di Napoleone, pai ti da Vene-
s. canoni e dell'ecclesiastiche costituzio- zia. Furono assoggettati a penitenza quan-
ni entrati nell'amministrazioni delle dio- ti da lui erano stati ordinali , chierici i

cesi, a cui l'imperatore di sua autorità e promossi agli ordini minori a 3 giorni d'e-
senza l'adesione di Pio VII gli avea de- sercizi spirituali, ed 8 gli ordinati a'mag-
i44 VEN VEN
gioii. Tornato il Faenza si
prelato in , cialmente in quelle circostanze, in mate-
condusse a'piedi di Pio VII onde purgar- rie gravissime di dottrina e di disciplina,
si di ogni malcauta sua asserzione in e di altri oggetti sagri, che si agitavano
una circolare relativa al contratto civile allora tra il Capo della Chiesa, e il po-
del matrimonio, e massimamente eli aver tente Regnante di que'tempi; per il che
accettato l'amministrazione del patriar- esso capitolo, rivoca, annulla e ritratta in
cato di Venezia prima d'ottenerne la ca- quel suo preteso Indirizzo tutto ciò che
nonica istituzione, e dell'essersi ingerito (non ostante la purezza delle sue inten-
negli affari della diocesi, come vicario del zioni) mostra adesione all' Indirizzo del
capitolo del patriarcato; di tutto fu be- capitolo di Parigi 6 gennaio 181 1, e tut-
nignamente assolto dall'indulgenza pon- to ciò che in esso rigetta la Santità Vo-
tifìcia. Non pero cessò allora la vedovan- stra, protestando solennemente, che rap-
za della veneta sede. Si legge nel t. i, p. porto alla dichiarazione del clero Galli-
1 18 delle I) uhi orazioni e Ili li attrizioni cano del 1682 è sempre stato, e saia
degl'Indirizzi stampati in Milano nel sempre sottomesso alle bolle e brevi d'In-
181 i, umiliale a Papa Pio FU, dagli nocenzo XI, di Alessandro Vili, e di Pio
arcivescovi e vescovi, e da' capitoli d'I- VI nella bolla Auclorem Fida, E quan-
talia, del capitolo metropolitano di Ve- to secondariamente alla deputazione in
nezia, n Beatissimo Padre. Se ne'passati vicari capitolari o amministratori delle
turbolenti tempi di violenza e di coster- sedi vacanti delle persone nominale dalla
nazione,!! capitolo della metropolitana di potestà secolare, si attiene Io stesso capi-
Venezia, e col suo così detto Indirizzo, tolo perfettamente al breve di Vostra
e colla successiva accettazione di mg.' Santità diretto al vicario capitolare di
vescovo di Faenza in vicario capitolare, Firenze arcidiacono Corboli dà Savona
mostrò di troppo sentire la forza della ten- li 1 dicembre 18 io, dichiarando e pro-
tazione violenta, protesta però altamente, testando finalmente, nella più ampia e
ebequesto momentaneo effetto di trasfuso e solenne forma, di non voler mai né in-
timore, coll'oggetto forse di schivare una segnare, né ammettere, né riconoscere
più grave procella, non alterò punto la altre dottrine, se non quelle, che sono
costanza de'suoicattolici sentimenti, e del approvate dalla Sede di Pietro, nella di
suo rispettoso figliale attaccamento alla cui dipendenza ogni individuo del capi-
Sede Apostolica, edal Capo supremo del- sempre in-
tolo di questa Metropolitana,
la Chiesa, Maestro e Pastore universale tatta nella sua fede, una gloria di
si fa
di tutta la greggia di Cristo, e de'mede- voler vivere e morire, esclamando col
simi Pastori con divina indeficiente au- massimo dottore s. Girolamo: Si auis
torità. E ne diede una prova evidente, Catìiedrae Pelrijungilur meus est. Ve-
allorché, cessata appellala violenza, con nezia 8 febbraioi8l6. Luciano Luciani
atto capitolare del giorno4 maggio spen- arcidiacono Sicario delegalo". Seguo-
tamente intimò al vescovo di Faenza di no le sottoscrizioni de'i4 canonici e del
deporre il carattere sino allora sostenu- cancelliere capitolare Pier Gio. Maria
to; ed ora pervenutagli la cognizione, che Schianta. E' egli questo un monumento
i vescovi e i capitoli del già Italico regno glorioso del capitolo metropolitano della
si affrettano ad umiliare a'piedi del Vi- s. Chiesa Veneziana. — Francesco Ma-
cario di Cristo le loro Ritrattazioni, si ria Milesi XXXI patriarca. La caduta
fa un dovere di seguirne l'esempio, con- diNapoleone I, avendo fatto ritornare Ve-
fessando primieramente l'incompetenza nezia nel domiuio dell'Austria, T impera-
emesso da lui contale Indirizzo,
dell'atto tore Francesco I l'8 dicembre 8 5 no- j r

poiché nou poteva egli interloquire, spe- minò il veueziauo Milesi, già successiva-
V E K VEN i4j
mente pievano di s. Silvestro, canonico presso arcivescovato d'Udine, il quale al-

onorario della cattedrale, esaminatole lora ridotto a vescovato, fu pure com-


pro-sinodale, arciprete della congregazio- preso tra le suffraganee; inoltre fra que-
ne di s. Silvestro, promotore fiscale della ste e temporaneamente si annoverarono,
nunziatura apostolica di Venezia, udito- ad beneplacilum s. Scdis, anche quelle di
re generale della metropolitana d'Udine, Cittanova o Emonia, di Capodistria, in-
vicario generale del vescovo di Torcello, di unita a Trieste, di Parenzo e Vola,
pro-vicario del cardinal Flangini, ed al- indi tutte sufhaganee di Gorizia e Gra-
lora vescovo di Vigevano , da dove Pio disca, e tutte discorse a' loro e in altri ar-
"VII lo traslalò alla patria sede a'23 set- ticoli. La bolla De salute dominici gre*
tembre 816, come ricavo dal Diario di
i gis, deli.° maggio 18 18, si può leggere

lìoma e dalle Notizia di Roma. Nota l'ab. anche nel Bull. Rem. cont. t. i5, p. 36.
Cappelletti, che il possesso preso dal pro- Quanto alle unite chiese, di Torcello ali-
curatore, ebbe luogo in s. Pietro di Ca- bastanza ne riparlai nel § XVIII, n. 2 3,
stello, ancora vera e legittima cattedra- e quanto a Caorle [V.) duo qui alcune
le, ed in s. Marco ov'era stata arbitraria- come feci di sopra, in que-
altre parole,
niente trasferita hi sede; egli poi fece nel- numero, per Equilio o Jesolo,
sto stesso
a
la 2. il suo solenne ingresso a' 2 marzo dovendo qui pur far cenno del suo vica-
1817, e. fu il i.° patriarca che fece resi- rialo foraneo, come promisi. — Nell'emi-
denza presso la basilica Marciana, men- grazione de'popoli fuggenti dall'irruzione
tre il Gamhoni avea alloggiato in un pa- de'barbari, e che formarono la venezia-
lazzo a s. Maurizio, e l'imperatore Fran- na consociazione, fu Caorle una delle iso-
cesco I stabili per patriarchio la porzione leche loro porsero asilo circa il 4°7« Q 11 '

settentrionale del già palazzo ducale, al di vennero a ricovrarsi parlicolarmenteque'


dietro di detta basilica. Tre cose furono di Concordia e delle contigue terre del
sommamente a cuore al Milesi, l'assisten- Trevigiano, e vi si fermarono finché par-

za de' poveri, la cristiana istruzione de* ve loro cessala la devastatrice procella;


fanciulli, e I' educazione de'chierici. Per ma ben presto nel 4^2, a comparir del '

provvedere regolai mente alla .', istituì la 1 feroce Attila, dovettero i concordiesi ri-
commissione generale di pubblica bene- parar di nuovo al precedente asilo. Ila
ficenza, e nedichiarò presidenti sé e sue- i quest'isola il nome di Caorle, quasi cor-
cessorijcon opportune leggi regolò le scuo- ruzione dell'antico e primitivo, a quanto
le della dottrina cristiana io tutte le chie- sembra derivatole, o dall'abbondanza del-
se della città, per l'insegnamento di essa le capre, che vi si moltiplicavano, o dal-
a'fanciulliealle fanciulle d'ogni età e con- Tesser stata asilo di fuggiaschi pastori. Oli
dizione, che per l'anteriori vicende era antichi nomi sono: Sylva Caprulana,Ca-
trascurato; ed essendo il seminario la pu- pritana, Caprcnsis. Insula Capriae, Ca-
pilla dell'occhio suo, per l'incomoda lon- prulae, Caprai ia, Capritanaj anche Ve-
tananza a s. Cipriano di Murano, otten- Ironia, che però il Bottani nel Saggio di
ne la casa de'somaschi alla Salute e ivi storia della città di Caorle, dice non a-
lo trasportò nuovamente. Tutte cose che ver buon fondamento tal denominazione,
descrissi ne' rispettivi luoghi. Cos^ipure se pure non derivi dalla via Emilia che
del nuovo lustro col quale nel 1818 da accostavasi alla Sylva Caprulana, e con-
Pio VII fu decorato il patriarcato con più tinuava sino ad Aquileia, la quale fu co-
estesa giurisdizione, sia colla soppressio- struita dal console Emilio, alla di cui fa-
ne de'vescovati di Caorle e 2orcello,e miglia appartenne Petronio Didio Seve-
ambedue aggregati al patriarcato, sia per ro, padre di Didjo Giuliano imperatore
l'accresciute chiese suflìaganee, del sop- romano nel 192, Una tradizione costan-
voi. xeni. io
i4C> VEN V EN
le dà l'epiteto ili Bella. L* isola ne'
le ni nel vescovato di Caorle, forse avendo
primi (empi ebbe il suo tribuno, il quale rinunziato allo scisma, ed il Cappelletti
insieme agli altri, concorreva a formare ne dubita. Cerio è, che dopo tal i.° ve-
il primo nucleo della veneta repubblica; scovo di Caorle, sino all' 875 non si co-
ma quando cominciò il governo de'dogi, nosce altro pastore, e in quell'anno se-
vi risiedeva un gaslaldo ducale, e poi un deva il vescovo Leone, contro del quale
podestà, recandovisi ogni anno il doge ad Papa Giovanni sentenziò la scomunica,
amministrar la giustizia. Tra' vescovati in penadi non esser intervenuto al con-
delle venete Lagune, quello di Caorle è cilio diRavenna, a cui avealo invitato,
reputato il più antico, poiché comincia- indi presto fu assolto a istanza del doge
to nel 5g8. E dice il Corner, questo ve- Orso Partecipazio I. Nel io53 n'era ve-
scovato sutnaganeo del patriarca di Ve- scovo Giovanni II, e nel 1074 Buono.
il più, ragguar-
nezia, per la sua antichità De'suoi 62 vescovi, ne ricorderò alcuni.
devole della yenezia marittima, però per Pietro nel 1 1 27 fu al sinodo di Torcello.
gli angusti confini di sua diocesi, e per la Domenico II , forse della caprulana fa-
ristrettezza di sue rendite, era considera- miglia Tomba, nel 1172 era anche dele-
to come inferiore a tutti. Inoltre Caorle gato apostolico. Rinaldo nel 247 consa- 1

ebbe rinomanza, anco perchè qui furono grò l'altare maggiore della sua cattedra-
raggiunti triestini, che aveano rapito le
i le , intitolata a s. Stefano protomartire,
spose veneziane, avvenimento di sopra come dissi nel suoarticolo citato. A Buo-
ancora in questo § rammentato; da ciò no //del 1262, sepolto nell'atrio della
anzi uno de'6uoi porti prese* il nome di cattedrale, fu scolpita nel gradino della
Porto delle Donzelle. Caorle, come tut- porta maggiore iscrizione che lo censura:
te le altre città e isole dell'Estuario ve- Non Bonus hic Bonus ... Pastor crai di-
neto, nacque cristiana ed ebbe illustre se- ctu,sed Mercenarius actu etc. I canoni-
de vescovile; dappoiché popolata moltis- ci di Caorle eleggevano il proprio vesco-
simo, sino dal 5g8, sembra che ili.° suo vo, ed esercitarono per 1' ultima volta il

pastore sia stato lo stesso vescovo di Con- diritto nel 1 francescano^. Ge-
3^8 col
cordia, il quale fuggito dalle distruzioni rardo, poi rimosso nel 1 35o; elezioue che
di Attila, vi abbia fissata la sua dimora. cagionò dissapore colla s. Sede, per aver-
Egli era Giovanni, untavo d'origine, e più sene riservato la nomina Clemente VI, e
che per le incursioni de'barbari, per sot- nondimeno canonici procederono all'e-
i

trarsi allo scisma famoso de Tre Capito- lezione. Anzi il cardinal Guidode Coulo-
li, venne a cercarsi asilo in quest' isola, gne legato a latere in Italia l'avea con-
dal castello delleNove o Nova, forse lun- fermata, e il patriarca di Grado Andrea
gi 8 miglia prossima al Tagliamento e Dolio avea pure consagrato. Appena
lo
su'lidi Caprulani,chepoi a Caorle fa qua- il Papa n'ebbe notizia annullò l'elezione,

si per dioecesìm conjuncla. Ma gli sci- dichiarando nel i35o vescovo di Caorle
smatici abitatoli del castello delle Nove Bartolomeo o Bartolino. Successo a det-
vollero che Giovanni tornasse fra loro, ed to Papa Innocenzo VI, nel i353 provvi-
egli andatovi ne abbracciò lo scisma. Per- de fr. Gerardo colla sede di Civita (forse
ciò i caprulani nel 5gg chiesero a Papa Città Nova in Istria). Neil 368 Domeni-
s.Gregorio I un nuovo pastore, di cui co /Fd'Albauia, poi arcivescovo di Za-
non rimase memoria. Esiste però la let- ra. Nicolo II del i3g4, fu poi deposto
tera pontifìcia di congratulazione, e ono- verso il'4i 1 io pena d'aver abbandona-
revole pe'caprulaui, lodali per la loro fe- to 4 anni i' affidatogli gregge. Il ve-
per
deltà alla cattolica dottrina. Il Bollarti neto Pietro II Carli del i47 3 & ^ene-
crede che il Papa riconfermasse Giovan- merito per aver rifabbricalo da' fonda-
5 ' 2

VEN VEN 147


menti l'episcopio, e cinto di muro uno
in del presbiterio della cattedrale, con cu-
all'orto, e visse sino al 1 1 3. Egidio Fal- riosa iscrizione. Gli successe nel 1738
o Falconetti di Cingoli, deli 542,
cetto, Francesco III de marchesi Trevisau
intervenne onorevolmente al concilio di Suarez traslato da Pietimo, e ne'3o e più
y

Trento, perchè lodato dal Pallavicino co- anni del suo governo meritò molta lode
me pio e dotto; indi nel i563 trasferito e venerazione per le sue belle qualità. Col
Bertinoro. 11 successore fr. Giulio Su- suo e colle limosine de' fedeli rifabbricò
perchio carmelitano consagrò in Venezia la chiesa dis. Maria dell'Angelo, e vi vol-
4 Neli5g3yr. Angelo III Casa-
chiese. le esser sepolto benché morto in Vene-
nno domenicano di Treviso, morì in pa- zia. Nel 1 776^. Stefano Domenico Sce-
tria nel 1 600 e fu sepolto iti s. Nicolò del rima/i domenicano, poi nel 1793 trasfe-
suo ordine, con lapide che comincia colle rito a Chioggia, ov'era passato il vesco-

Vengono spiega
sigle: 31. 31. 31. 31. 31. vo di Caorle predecessore Benedetto fila-
te: 3Ionumenta Moncnt 31en-
Ulortalis ria Cwran: ricostruì in Caorle alcuni al-
tem 3Ioriendum, Chiudono l'epigrafe le tari della cattedrale e rinnovò i sagri ar-
sigle: S. S. S. S. S. Sì spiegano: Suo redi. Nel dettoi795 fu l'ultimo vescovo
Sumpto Scpulchrum Statuendum Stu- Giuseppe 31aria IlPeruzzi veneto,chie-
diai. successore fr. Lodovico de Gri-
\\ rico regolare del ss. Salvatore e vicario
gis francescano riformato, fu encomiato perpetuo di s. Andrea di Pontelongo, nel
per la sua fermezza Dell'estirpare gli a- 1 807 traslato a Chioggia come due i pre-
busi e nel promuovere l'osservanza del- decessori. Nella sede vacante amministrò
la disciplina ecclesiastica. Nel
i656fr. Pie- la diocesi un vicario capitolare, finche nel
tro 31 ar tire Busca conventuale, profes- 1818 soppressa la sede fu aggregata al-
sore di teologia e vicario dell'inquisizio- la veneta. Sì componeva il capitolo di 1

ne a Padova , ed inquisitore in Adria: canonici, de'quali era capo il decano, u-


visse sino ali674enel giro di tanto tem- sando l'aimuzia, ed uno era parroco del-
po vide radicalmente ristorata la catte- l'unica cura che comprendeva la città: 6
drale, la quale rifabbricata neho38era di essi nel 181 [aderirono alle massime del
ridotta al massimo deperimento, e la con- capitolo metropolitano di Parigi sul pro-
sagrò al s. Titolare a'3o agosto 1 665. In posito del famoso summentovato indiriz-
essa eresse un
s. Antonio di Pa-
altare a zo a Napoleone I, sulle 4 proposizioni del
dova, e una mansioneria quoti-
v'istituì clero gallicano. La diocesi avea un' altra
diana^ due messe cantate ogni mese. Nel sola parrocchia intitolata alla ss.Piisurre-
1698 il somasco Francesco Strada mo- zione,padrouato de'Cottoni,per cui si dice
vi poco dopo la notizia di sua promozio- di Cà Cottoni. Non eranvi seminario, con-
ne, e nel 1
699 il successore Giuseppe Sca- venti, monasteri; un solo ospizio vi avea-
rella padovano morì prima d'esser con- no cappuccini , eretto dal comune nel
i

sagrato, per cui erasi recato a Roma. Nel 1666. 11 vicariato foraneo di Caorle si
1700 Francesco Andrea Grassi chiog- forma come segue, e lo ricavo dallo Sta-
giotto, benemerito per V amplia-
si rese to personale del i858. Comuue appar-
zione dell'episcopio, e per aver miglio- tenente al distretto di Portogruaro, pro-
rato i mensa, al che gene-
redditi della vincia di Venezia. S. Stefano protomar-
rosamente concorse il doge Alvise li Mo- tire, già cattedrale, parrocchia di padro-
cenigo e la città di Caorle. Nel 17 18 da nato de'capi di famiglia del comune. A-
Zante vi fu trasferito fr. Gian-Vincen- ni me 1258. Vi è l'arciprete e vicario fo-
zo de Filippi servita, encomiato per pie- raneo , con un cooperatore. Chiesa sog-
tà, dottrina e pastorale vigilanza; depo- getta al vicariato: ss. Risurrezione di Cà-
sto nel sepolcro preparatosi nel mezzo Cottoni. Fondata nei 1720 da'nebili fra-
i48 vi:n V EN
Domenico e Nicola Col toni, fu bene-
felli Inarcale, occupandosi con zelo al buon
detta a'i 3 novembre 721 dal vescovo fr.
i ordine e decoro del culto divino e al
al
GJan- Vincenzo de Filippi. Curazia (\\\n\- perfezionamento dell'ecclesiastiche disci-
clronatodella famigliaSantello, edi Fran- pline. Le scuole della dottrina cristiana,
cesco Viamin. Anime 507. E' una fra- la commissione della pubblica beneficen-
rione del comune di Caorle distretto di za, l'educazione de'chierici del seminario
Porlogruaro, ed ha l'economo spirituale. ricevettero da lui nuovo impulso a pro-
Oratoi ii pubblici esistenti nella curazia.: gredire felicemente nella via, a cui ave-
S. Maria Elisabetta dèi Brian, con ret- vaie incamminate il loro benemerito isti-

tore. S. Gaetano de' Giacomelli, prima tutore Miiesi; curando particolarmente


di Cà- Manuzi, con cappellano. Ri- — che i chierici d'ogni condizione nel semi-
tornando al benemerito e infaticabile pa- narioattendessero almeno allo studio teo-
triarca Miiesi, egli morì a' 18 settembre logico, con gratuito mantenimento, per
18 19, ed ebbe tomba nell'oratorio della imperiai concessione, poi modificata con
ss. Trinità, contiguo eappartenente al se- dopo la sua partenza dalla se-
restrizioni
minario, con epigrafe che lo dice: Semi- de. Leone XII col breve Exponi nobis,
narli fundatoris. La sua memoria è tut- de'9 dicembre 1823, Bull, cit., t. 16, p.
tora in benedizione e lo sarà lungamen- i4j od istanza del patriarca, concesse la
te.Noterò che in detto anno Pio VII ema- facoltà di celebrarsi la messa aule me-

nò la bolla Paterna?, charitatis studio, diani noe temiti Nativi tale D.N.J. Cli ri-

de' 1 6 febbraio, Bull. Botti, coni. 1. 1


5, p. sii prò Ecclesiapatrìarchali Seminarti.
1 Jmmutatio Sedium Episcopalium
76 Si guadagnò la benevolenza del clero, 011 -


:

in regno Longobardo Veneto. Giovan- de riuscì a moltissimi gravosa e amara


ni Ladislao Pjrker XXXII patriarca. (non a tutti per l'accennato parlandodel-
Nobile ungherese di Felsò Eòr, di Langh le Nove Congregazioni del Clero nel §

nel comitato d'Alba Reale, già priore ci- VII) la sua traslazione all'arcivescovato
sterciense e parroco di Turnitz nell'illu- ò'Erlau o Agria, conservando il titolo
stre badia di Lilienfeld nell' Austria su- di patriarca, operata da Leone XII a' 9
periore, la cui chiesa, monastero, biblio- aprile 1827. Il prelato partì da Venezia
teca e adiacenze essendo state distrutte da a' 26 di tal mese, accommiatandosi dal
furiosissimo incendio, egli colla sua atti- clero e dal popolo con pastorale, in cui
vità e generosità ne fece risorgere in bre- manifestò lutti i nobili sentimenti del suo
vissimo tempo la fabbrica, assistilo da' bell'animo, nell'attestare la più viva gra-
suoi monaci e Divenutone ab-
colleghi. titudine a quanti aveano secondato le sue
bate nel 1812, indi fu promosso a vesco- premure e intenzioni nell'amministrazio-
vo di Scepusio, e poi l'imperatore Fran- ne del gregge, e nella prosperità anche
cesco I lo nominò al patriarcato veneto, temporale di questo. Carico di anni edi
e Pio VII lo preconizzò a'2 ottobre 1820, meriti morì in Erlau o meglio in Vien-
il cui ingresso fece a' 1 5 aprile 182 1. Nel na, come leggo nel n.ioo del Diario di
successivo settembre il Papa colla celebre Boma deli 84.7. a'2 dicembre di quell'an-
bolla Ecelesias quae, corresse l'arbitra- no. « Egli era il celebre cantore della Tu-
J

ria traslazione della sede e del capitolo nisìadc,(\e\ Bodolfo d Ilabsburgo ,e del- '

patriarcale della chiesa di s. Pietro di Ca- le Perle della s. Antichità". Aggiunge-


stello alla basilica di s. Marco, tutto re- rò cogli A nnali delle scienze religiose del
golando canonicamente, al modo riferito prof. Arrighi, t.
5, p. 3 1 o, che ne dà con-
nel § VI, e dichiarando la i. a basilica mi- tezza : 77 Parroco delle Alpi, versi tra-

nore e concattedrale della 2/ Il patriar- dotti dal celebre cav. Angelo M." Micci e
ca tosto aprì la s. visita della diocesi pa- Stampali in Roma nel (847. Fu »1 cardi-
VEN V E N 149
naie suo successore»» che rivestendo le sa- quenza, che tante volte celebrai, descrif
gre divise de'Bembo, de'Sado-
ile' Vida, te con isplendido elogio le virtù, la dot-
\ttlo sembra averne ereditata
e de'Casa, trina, l'operato lodatissimo e le grandi
facondia e l'ingegno" e volendo far
I,i benemerenze del cardinale camaldolese
dono all'Italia d'un nuovo geueredi poe- sublimato alla cattedra di s. Pietro, che
sia morale, quasi evangelica, rifiorente meritamente gli aveano acquistalo l'uni-
dalle avene pastorali de'profeti, ne comin- yersale stima e rispetto, anche da penne
ciò la versioued'alcuni componimenti del- straniere; lo commendò eziandio per la

l'alemanno Titiro cristiano j ma le pa- somma pietà, la fermezza, la semplicità,

storali cure della s. Chiesa veneziana sul* e la purezza di vita da lui costantemen-
le rive e sulle prodigiose Lagune, impe- te mostrata; osservando, che se queste
dirono al porporato pastore di trattener- ragioni erano argomento d'universale e-
si sulle vette dell'Alpi e sotto gli alberi sultauza, altre ve n'erano peculiari e tut-
dell'amico vate, e per tal modo era ri- te proprie de' veneziani, per cui doveva-
masto sulle prime linee l'incominciato la- no di preferenza a tutti rallegrarsene; poi-
voro felicemente compilo dal eh. Ricci, ché*» nato nella vicina Belluno, aperse gli
anco traduttoredel Rodolfo cV Absburgo. occhi, egualmente che noi, alla pura lu-
La coltura letteraria del Pyrker lo distin- ce di questo veneto cielo, e veneziano poi
se Ira'dotti , e lo rese ornamento dell'a- perfettamente divenne, allorquando si e-
lemanna letteratura. La sua eleganza nel com'egli sperava, a perpetuo sog-
lesse,
verseggiare lo collocò tra'sotnmi poeti del- giorno la prossima isola di s. Michele di
la Germania; le sue poesie, che gli acqui- Murano (e lo celebrai nel descriverla nel

starono tante lodi non sempre furono


, § XVIII, u.18), ove ravvolto nelle can-
bene tradotte in italiano. Jacopo Afo- — dide lane, e dello spirito imbevuto del
nico XXXIII patriarca e cardinale. Di gran patriarca Benedetto, si educò fiu d'al-

Illese diocesi di Treviso, già maestro di lora, senza immaginarselo, all' alto uffi-

rettorica in quel seminario vescovile, par- zio, a cui serbavalo il cielo, e diede ben
roco di s. Vito d'Asolo e allora vescovo presto a conoscere che troppo angusto era
di Ceneda, degnamente da Leone XII fu il chiostro all'ampiezza del suo cuore e
trasferito al patriarcato di Venezia, uel- della sua niente. Nostro dunque dobbia-
lostesso giorno del traslocamene del pre- mo riputarlo, perchè sortì con noi comu-
decessore, e ne prese possesso per procu- ne la nazione e la patria ; nostro perchè
ra a'i3 agosto solennemente T 8
1827 e divise per molti anni con parecchi de'no-
del segueute settembre. Intimò la visita stri il convitto, la scuola e gli uffizi della
pastorale a'6 luglio 1829 e l'intraprese vita religiosa e civile; nostro in fine, per-
nell'anno dopo, rinnovandola neh 838 e chè quantunque assente da noi, e salito
nel 1842. Con affettuosa pastorale de'3i a sublimi dignità, ed attorniato da innu-
marzo 1 83 1 al clero e popolo di Venezia, inerabili e gravissime cure, conservò sem-
per un complesso di circostanze conside- pre per noi, e per la nostra città, e per
rò un benefizio straordinario del cielo tutte le cose nostre ima speciale affettuo-
1' esaltazione al soglio pontificio di Gre- sa memoria. Eccitati pertanto da sì giu-
gorio XVIa'2del precedente mese, e l'in- sti e forti motivi a promuovere una pub-
vitò a festeggiarla co'piu vivi sentimenti blica manifestazione del nostro giubilo,
della cristiana letizia, anche per aver la ed insieme alla nostra gratitudine verso
divina Provvidenza preparato in lui una Dio, che fece alla sua Chiesa il prezioso
lncedissipalrice delle tenebre funeste che dono di tanto Pontefice" ordinò 3 gior-
ingombravano fatalmente tanta partedel ni di festive dimostrazioni, di preci, di
inondo. E quindi colla mirabile sua elo- ringraziamenti, e per impetrare lunga
i5o VEN V EN
conservazione e superno aiuto al comu- ferite tlall'ab. Cappelletti, tempore Gre-
ne amorosissimo Patire. Questi poi a di- gorii Papae XVI in nova capsa cor-
re una solenne dimostrazione di patti- pus d. Marci Evangelistae. Più, fu po-
no alleilo alla s. Chiesa veneziana nel sta entro due tubi di vetro l'epigrafe ri-

suo degnissimo pastore, a'29 luglio 1 833 portata dal medesimo scrittore, che atte-
lo creò cardinale, gli rimise la Berretta sta il suo ritrovamento e traslazione po-
cardinalizia per mezzo dell'illustre vene- steriore. Nel parapetto della parte poste-
to prelato Traversi, di cui nel § X, n. 9 riore dell'altare fu incastrata con lettere
(ed il quale dal Papa sichiamava, il più di metallo, quest'epigrafe: Corpus Divi
grande amico che io abbia al mondo ; Marci Evangelistae. La consagrazione
il che ripetè pure in presenza del cardi- successe a' 6 settembre 1 835, nel qual
nal Ostini, e dell'illustre veneto commen- giorno mi scrisse amorevolmeute 1' i. r.

daloreTaddeoScarella^di cui nel vol.XCI, censore della stampa in Venezia, l'egre-


p. 95. Degli splendidi elogi fatti a mg.' gio Francesco Brembilla defunto. «Que-
Traversi da Gregorio XVI, si ponno ve- sta mattina la cospicua nostra basilica di
dere le Proposizioni concistoriali, colle s. Marco era ridondante di scelta udienza
quali egli lo dichiarò arcivescovo di JVa- all' omelia declamata col solito valore
zianzo e poi patriarca ò'xCostantinopoli), dal nostro veneratissimo Cardinal Pa-
e conservo l'originale allocuzione che e- triarca nella circostanza di aver ricollo-
gli ablegato apostolico pronunziò in quel- cali li ss. Ossi e Ceneri dell' Evangelista
la lieta occasione, che fece esultare Ve- s. Marco nell'altar maggiore della basili-
nezia; e poi l'accolse in Roma con parti- ca stessa or ora t'istaurato, e con santa
colari onorifiche e amorevoli dimostra- pompa consagrato. L'omelia fu un capo
zioni, gl'i in pose il cappello cardinalizio e d'opera di logica e di eloquenza, avendo
per Titolo gli conferì la chiesa dei ss. Ne- luminosamente dimostrate le prove del-

reo ed Achilleo, che Alessandro VI avea l'esistenza in quelle Ossa e Ceneri santis-
pur dato all'altro patriarca camaldolese sime del Corpo dell'Evangelista memo-
Gerardo; e fra 'doni gli die' il prospetto rato, e nell'aver colta l'occasione per in-
e piazzale di quella chiesa, eseguito in e- fiammare i petti de' veneziani alla vene-
legante musaico. Proponendomi, come razione di essi, non meno che a sempre
cardinale, nelle addizioni di scriverne più dimostrarsi caldi della Religione san-
la biografia, perchè alla sua morte la let- Le accerto che le lagrime-di com-
tissima.
tera M era già stampata, e pel non poco mozione sgorgarono dagli occhi della mol-
già detto diluì in quest'articolo, mi limi- titudine, in sì gran copia riunita nel sa-
terò ad accennare, intralasciando di me- gro tempio. Io ne sono sortito veramente
morare quanto feceGregorio XVI pel ca- penetrato, e tostoho dato mano alla pen-
pitolo patriarcale, per la basilica nel do- na per farlequesta dolce narrazione,e per
no della Rosa d'oro, e altro, come già ripetermi ben di cuore. Tutta cosa sua".
detto superiormente,alcun che del mollo Di già a suo luogo notai, che il conte Leo-
fatto dal cardinal Monico. Nel 1 834 ^u nardo Manin ci diede le pregevolissime
rinnovato l'altare maggiore nella basilica Memorie storico-critiche intorno la Vi'
metropolitana e patriarcale di s. Marco, ta 3 Traslazione e Invenzioni di s. Mar-
e allora fu visitato di bel nuovo il s. Cor- co Evangelista, col discorso letto dal
po, e più decentemente e più. onorevol- cardinal Monico a'6 settembre 1 835. II
meuse riposto nel seguente anno quando cardinale consagrò in Venezia 5 chiese,
il patriarca ne consagrò l'altare. Allora fu e sotto di lui furono inaugurate più pie
collocala nella cassetta che lo contiene, la e benefiche istituzioni, uon che ristabiliti
lamina di piombo con incise le parole ri- diversi ordini regolari e monasteri di mo-
V EW VEN i5i
nache: di tutto e di altro ragionai a suo lazione, si è che appena la condanua ven-
luogo. Del molto cheavreida dire del vir- ne pubblicata per tutti i pergami di Ve-
tuoso cardinale, ornamento del s. colle- nezia, il giornale, la cui vendila si tace-
gio e uno de'più eloquenti scrittori italia- va giornalmente, non ebbe più si può
ni (tanto in prosa che in_ verso massime dire alla lettera, un solo acquirente, e
nei sonetti) di volo accennerò. Sanno i dovette cessare ". Dopo la partenza del
veneziani, quanto egli deplorò la morte patriarca Pyrker erasi progettato un
iliGregorio XVI, qual mondiale sciagu- grandioso restauro al palazzo di residen-
ra, e tal fu Sanno quanto l'encomiò an-
! za patriarcale, ponendo mano a'iavori in-
che defunto e onorò con solenni funerali. terni, e ornandone l'esterno di grandiosa
Venuto in Roma al conclave trovò eletto facciata, a cui tutto l'interno rimanesse
il Sommo Pontefice regnante, e n'ebbe adattato; o piuttosto, cui si volle adatta-
distinta accoglienza, seco conducendolo re l'esterno. Ma de' vari disegni prevalse
in carrozza nel dì della sua coronazione, l'inferiore in arte, e su di esso si terminò al-

ed io ebbi l'onore d'incedere in quella la meglio la fabbrica. Questo palazzo servì


nobile del porporato. L'encomiato prof. successivamente dal 1847 in poi a molti
Arrighi trasse dall' Amico Cattolico e e differenti usi profani: aliatine, nel 18 5o
pubblicò nel t.
9, p. i3i Aq' suoi Annali : potè il cardinal patriarca trasferirvisi a
Unfatto illustre del cardinal Patriar- stabile dimora. morì l'anno seguente
Ivi

ca di Venezia nell'anno iSfò. » Ne'me* la sera de'25 aprile. Il cardinal Monico

si in cui Venezia si resse ultimamente da fu dotto e facondo autore di molte pro-


se, non mancò, come in verun altro pae- duzioni in verso e in prosa: innumere-
se, il demone della stampa sfrenata di voli sono le sue omelie e lettere pasto-
farvi i suoi tentativi eie sue vittime. Il rali recitate o pubblicate in diverse oc-
giornaletto Sior Antonio Rioba era un casioni, e di queste ultime ne possedo uon
vero maestro d'irreligione, di cinismo ed poche. Si incominciò a stampamela rac-
anche di comunismo; ma la sua satira fa- colta, spero che sarà compiuta. — Pie-
cile e continua, il suo formato assai po- tro Aurelio Matti XXXI patriarca. F
polare, l'allettamento di sue dottrine gli bergamasco, già abbate benedettino di s.
avevano presto trovato assai copioso nu- Maria di Fraglia, essendo vescovo di Ve-
mero di associali fra quella gente del re- rona, fu nominato patriarca dal regnante
sto buona di cuore e sinceramente
sì imperatore a'18 luglio i85i,e fattosi il
cattolica. Il degno cardinal patriarca di consueto formale processo dalla s. Sede,
Venezia sentì il suo dovere, e non esitò sullo stato della s. Chiesa di Venezia, eb-
in faccia a' pericoli, a cui in que' tem- bi l'onore di giurare meritare essa e l'il-

pi sì difficili andava incontro per adem- lustre città il seggio patriarcale e trovarsi
pirlo; egli pubblicò il seguente decreto in florida condizione, con legale testi mo-
a condanna di esso giornale, decreto che nianza,il che mi piacque dire nel voi. LV,
rimarrà perpetuo monumento del suo p. 3o6, e qui con maggiore piacere e con-
pastorale coraggio ". Segue il testo del vinzione ripeto. Compilato il processo an-
decreto, postridie kal. decembris anni che pel prelato, Papa Pio IX lo preco-
il

1 848. Questa condanna fu letta in tutte le nizzò nel concistoro de'i5 marzo 1822,
parrocchie in latino e italiano all'ultima facendo il solenne ingresso nella metro-
messa delle feste, ricordando pure le pe- politana a'3o dello stesso mese. Intimò la

ne ecclesiastiche comminate dalla Chiesa visita pastorale di sua diocesi patriarcale


contro chi osasse stampare, ritenere o leg- a' 17 settembre, e nel seguente mese la co-

gere il detto giornale. » Ma ciò che tor- minciò. Ne'precedenti §§ più volte ragio-
ua pure ad onore della veneziana popo- nai di lui. Trovo nella Civiltà Cattolica,
-

i52 VBN V EN
3." serie, 2,p. 45»7, che per la sua tarda
t. ed Papa Pio IX Io preconizzò nel con-
il

età e cagionevole salute, non potè andare cistoro de'20 maggio i85o, dichiarando
* Piemia pel (già ricordato) Concordato, nella Proporzione Concistoriale, che
il quale poi concluso che fu » in Venezia nella congregazione delle ss. Missioni,
può dirsi sostanzialmente in alti vita anche detta degli oblali, » vitae ratione pre-
pendente il sinodo di Vienna. Quel luogo- clara charitatis specimina exhibuit, ver-
tenente novello contedi Bissingen, reli- bnm Dei uhiqùe Iocorum tum Medio-
giosissima persona, cuoreinformato a tut- lanen, tura alienae Dioeceseos predican-
te le virtù,strinse col patriarca Multi una do. Moderator deinde Collegii ss. Missio-
relazione la più affettuosa ; e non che si nuinelectus,etconfratribus suis acceptis-
opponesse menomameli tea'primi provve- simus, egregie munere ilio functus est.Or-
dimenti presi dal patriarca stesso dopo la phanotrophium deinde duodecimi j un ab
pubblicazione del santo patto, gli fece in- bine annis proprio aere extrux.it, in quo
nanzi intendere come tutti gli avrebbe so- plusquam vigiliti adolescentuli a puerili a
stenuti secondo la lettera e lo spirilo del usquead vigesimusaetatisannuin squallo-
medesimo. Ripeto, a Venezia il Concor» ri etigna viaeerepti, ad pietatem et ad artes
dato esercita già la sua benefica influen- mechanicas informantur, et suo quoque
za". Leggo nel n.82 del Giornale di sumptu aluntur. Virgravitate,pi udentia,
Roma del 1807, che l'ottimo prelato mo- doclrina, morum prohitate, rerumque '

rì a'g aprile in Venezia. Ivi e nello stesso experientia praeditus, et in ecclesiastici»


anno pubblicò la tipografia editrice Peri- functionibus versatus, dignus propterea,
ni:Alla santa memoria di Sua Eccel- qui dictae Ecclesiae Papiensi iu Episco-
lenza R.ma Pietro Aurelio Mutti pa- puin praeficialur ". Indi il Papa gli con-
triarca di Venezia ec. Tributo di G. B. cesse il s. pallio, privilegio di quella chie-
Contarini. All'altra stampa che ne de- sa.Vacato il patriarcato di Venezia, il me-
nominata superiormen-
scrisse l'esequie, desimo Sire lo nominò ad occuparlo, a'
te, aggiungerò questa: Nei Funerali so- 5 febbraio i858,ed il Papa Pio IX nel
lenni di S. E. Illm* e Rev.* Pietro Au- concistoro de'i5 del seguente marzo, ad
relio Mutti abbate dell'ordine Benedet- esso lo trasferì, proclamandolo con que-
tino in Pr agita, Patriarca di Venezia, st'altro elogio, nella proposizione concisto-
ec. Orazione letta il {^maggio 1857 riale :»>... Papiensi Ecclesiae praefectus
nella basilica di s. Giorgio Maggiore, fuit. Qui suscepto consecralionis munere
dal Re\>.° p. abbate titolare d. Placido ad suarn Ecclesiarn illieo accessit, inibì re-

Talia della congregazione Cassinese, sedit, eamrjue simu! ac dioecesim sedulo


Venezia i85»7 tipografia di G. B. Mer- visitavit, sacrasexegit ordina tiones, pori ti
lo. Nel medesimo anno, in Venezia, la ficaliasolemniler celebravit,conciones ad
tipografia editrice Naratovich, annun- populum habuit, caeteraque pastoralia
1
ciò la 2.' ristampa delle Opere sagre ninnerà tara laudabiliter obivit, ut di-
e filosofiche dell'encomiato prelato, col gnus propterea censendus sit, qui ad di-
suo ritratto e biografìa, per associazione, eta tu Patriarci! a lem Ecclesiarn promo-
che col più. favorevole effetto è giunta vealur". E dopo il concistoro accordò
gli

pressoché al suo termine. — Angelo Ra- altro pallio proprio di sua chiesa. Dice
mazzoltì XXXV e attuale patriarca. la detta proposizione: » (ogni nuovo pa-
Milanese, della congregazione de'missio- triarca) Fructus taxati in librii Gamerae
nari oblatidi Milano, dottore in teologia, ad florenos 1280, ascendunt ad novetn
e nel gius civile e canonico, meritò dal- circiter mille sentala romana (la mensa,
T
l'imperatore Francesco Giuseppe I la no- che il JN ovaes,uello scorcio del secolo pas-
mina alla insigne sede veseoviledi Pavia, sato, disse rendeva 12,000 ducali). Pu-

YEN VEN i53


Iriarchatus ambitus ad quinquaginta- si oppongano allo scopo principale della
qoinque fere millia passimi» ad septen- società, e per le quali essa medesima in-
iriouetn cxtendilur t et nonnulla sub se vochi l'aiuto delle singole conferenze,
loca compierlitur.... Novemadpraesens dietro la proposta de'suoi direttori. Nel-
Episcopi snlfraganlur ". Apprendo dal l'anno corrente 1859 fu stampala nella
Giornale di Roma del 858, p. 458, che
1 tipografia Merlo in Venezia la 7." edizio-
sabato i5 maggio verso il meriggio al ne italiana del Regolamento della So-
suono delle campane di tutta la ciltà,giun- cietà di s. Vincenzo de' Paoli. In essa si
r
se in Venezia da Pavia l'atteso mg. pa- leggono: il breve d'indulgenze di Gre-
triarca, h Gli mossero incontro, alla sta- gorio XVI, R01 nanuni decet Pontifi*
zione di s. Lucia, il municipio e il clero, ceni, de 1 o gennaio 845, diretto al con-
1

a capode'quali scorgevasi il podestà, no- Do


siglio "enerale della società ' altro breve
del medesimo Papa, Quum Societatem t
:

bile cavaliere Alessandro Marcello, ed il

vicario generale (stato capitolare) mg.' de' 12 agosto dell'anno stesso ; il breve
can. e cavaliere Vincenzo Moro (proto- di encomio del regnante Pio IX, Gratae

notano apostolico e arcidiacono del ca- nobis dell'8 marzo i852 e finalmente
t
;

pitolo metropolitano). Il seguente giorno le parole di conforto, dette da questo


faceva il suo solenne ingresso nella catte- Pontefice nella straordinaria seduta ge-
drale Già propagatasi anche
basilica". nerale tenuta il 5 gennaio 1 855 al Vati-
in Venezia sino ÒA 856 la pia Società i cano sotto la sua augusta presidenza.
di s. Vincenzo de' Paoli, il novello pa- Il nobile Jacopo Avogadro veneziano,
triarca apriva le sue medesime stanze priore della pia casa de' Catecumeni, e
alla prima generale adunanza, che essa perciò encomialo nel § XII, n. 7, con-
tenne a' 19 luglio nel palazzo patriarca- cepì il caritatevole pensiero d* istituire
le, dove il prof. ab. Giacomo Zanella les- in Venezia un Patronato pe'fanciulli va-
se un ben appropriato Discorso c\\e ven- t
gabondi e viziosi,e venne validamente so-
ne stampato da G. B. Merlo. Quest' o- stenuto dalla benedizione e approvazio-
pera di carità cristiani», istituita a Pari- ne del cardinal Monico, e del suo suc-
gi e meglio con particolare
ivi stabilita cessore. Scopo precipuo del santo istitu-

regolamento del dicembre 1 835, conta to, è la requisizione de'ragazzi abbando-


ora in Venezia 6 Conferenze o sezioni, nati, vagabondi e viziosi, in Venezia ei-
una per sestiere, con un consiglio supe- sole circonvicine, e quindi V incaricarsi
riore che dirige tutte
le conferenze del della religiosa e civileeducazione,non che
Veneto. Non avendone parlato nel de- dell'avviamento all'esercizio della profes-
scrivere i Venezia, nel §
pii istituti di sione più conveniente alle differenti atti-
1

XII, ne farò qui un brevissimo cenno. tudini.Mg. Ramazzotti patriarca,avendo


Lo scopo delle conferenze è di mante- incessantemente a cuore l'attuazione del
nere i propri membri nella pratica di Patronato, al modo celebrato da E. T.
una vita cristiana per mezzo di esempi e P. A. nel n. 199 della Gazzetta di Vene-
di vicendevoli consigli ; di visitare i po- zia ì del i.° settembre 858, con tenera e
1

veri nelle loro abitazioni e di recar loro faconda pastorale, diretta al venerabile
de' soccorsi in generi, e al tempo stesso clero e diletto popolo,de' 10 ottobre
1 858,

religiose consolazioni ; di adoprarsi, per l'eccitòad effettuare questo nuovo monu-


quanto possono, all'istruzione elemen- mento della mulliformee saggia carità ve-
tare e cristiana de' poveri fanciulli ; di neziana, rilevandone l'immenso bene che
spargere libri morali e religiosi ; di pre- ne deriverà, e raccomandandolo colla vo-
starsi ad ogni sorta di opere caritatevoli ce del padre amante de'suoi figli e l'auto-
proporzionale a' propri mezzi, che non rità soave del provvido pastore, annuii-
i54 VEK V EiN
ciando imminente pubblicazione delle
l' la classe povera del popolo, ha destato
norme. Per ultimo benedì con affetto spe- al più alto grado l'attenzione de' filosofi
ciale coloroche inqualunque modo l'han e de'governanti. » La città specialmente,
no promosso e promuoveranno. Esse lo che, per la magnificenza de' suoi monu-
furono col Regolamento del Patronato menti, per la memoria della sua antica
pei ragazzi vagabondi e viziosi, Vene- potenza, per la singolare, anzi unica, sua
zia 858, A. Cordella tipografo patriar-
1 forma, per la proverbiale gentilezza de'
cale. Si confermò a'21 settembre, anclie suoi svegliati abitatori, visitata giornal-
per memoria della nascita auspicatissima mente da ricchi e curiosi viaggiatori del
del principe imperiale. Cosi in Venezia vecchio e nuovo mondo, o(Fre incessante-
progredisce la pubblica beneficenza, con mente il tema doloroso di elegiache de-
edificante gara di rispettabili e beneme- clamazioni, è la nostra Venezia ( ninna
riti personaggi, poiché la pietà e la carità sorpresa, lo è pure una Roma, ma pe*
sono virtù proprie e domestiche de' vene- maligni ed ingiusti calunniatori ignoran-
ziani. E quanto essa anche in ciò fiorisce, ti, che si contentano di superficiali osser-

ora si apprenderà viemmeglio dal libro vazioni e si fidano d'insulse relazioni d'u-
pubblicato nel 8 m) dalla tipografia edi-
1 na classe ciarliera e quasi idiota). I gior-
trice Delle Istituzioni di Be-
Naratovich : nalisti, i romanzieri, gli eterni detrattori
neficenza nella città e provincia di Ve- del presente, mescendo a qualche vero
nezia, studi storico-economico-statistici moltissimo falso, esagerarono enorme-
del conte Pier Luigi Bembo. Ammirando- mente la povertà di Venezia,checon ironi-
ne il magnifico programma d'associazio- ca pompa chiamarono la grande mendica.
ne, del eh. P. Cecchetti, mi reputai pregio E quel che più singolare si è, che le esa-
1' associarmi, ma ancora non venne in gerazioni e falsità, ben facilmente con-
mio potere, sebbene ne lessi l'importanza donabili alla leggerezza e vacuità di al-
eziandio nella Cronaca di Milano de'28 cuni giornali ed alla sbrigliata fantasia
febbraio 1859 a p. 244* E per essa, nel- de' romanzieri, si ripeterono da scrit-
J 'annuncia re l'opera, la Civiltà Cattolica, tori profondi in opere importanti e di
de' 19 febbraio 1859, dichiarò proporsi lunga lena. Quanto siavi di vero, noi
di farne un esame con (pie! l'ampiezza che veneziani non lo diremo: noi lascere-
richiede e la gravità del lavoro eia pe- mo invece, che sorridendo lo dicano que'
rizia e l'accuratezza che il nobile autore mille e mille stranieri, i quali vengo-
ha recato nel compilarla. Del resto il po- no a respirare le dolci nostre aure, e
polo e i poveri di Venezia hanno risorse che distesi su' soffici cuscini delle agili
di vitto economico e saporoso, di varie nostre gondolette, passano estatici nel
specie, di lievissimo e pochissimo costo, Gran canale tra le meraviglie dell'arte e
che forse non si trova in altra città del Lasceremo a loro la
dell'avita grandezza.
mondo. Giova che io produca un gra- cura di menzogne e le ca-
combattere le

ve e morale articolo pubblicato nel pre- lunnie, che farebbero quasi la metà de-
cedente mesedalla Gazzetta uffiziale di gli abitanti di Venezia altrettanti accat-
Venezia, ricavandolo dal Giornale di toni; noi diciamo e sosteniamo, che anco
Roma 27 gennaio 1859. Comincia
de* il nostro buon popolo ama il lavoro, col-
dal riconoscere il pauperismo, per una tiva l'industria ed esercita le arti mecca-
fra le più funeste piaghe sociali dell'età niche con assiduità ed amore : diciamo e
in cui viviamo. L'aspetto deplorabile e sosteniamo, che per la generosità citta-
talora spaventoso, che nelle primarie ca- dina e per le premure del governo, non
pitalid'Europa,ne'graudi centri delcom- manca in Venezia alcuna di quelle pie
mercio, dell'industria e del lusso, presenta istituzioni, il cui santo scopo è di provve-
V ER VEN i55
dere a'bisogni delle classi povere e sof- deve cessare ; che il numero de' poveri
ferenti. Che a Venezia ci siano poveri, può gradatamente diminuirsi, e devesi
che il benessere fisico e morale di alcune poi con ogni mezzo impedire che si au-
classi della nostra popolazione addooian- menti; che riforme consentanee all'esi-
di speciali provvedimenti, che le antiche genza del tempo e dell'odierna civiltà so-
e le nuove istituzioni di beneficenza re- no reclamate da vari degli istituti pii, i
clamino in tutto od in parte utili e savie quali fanno testimonianza dell'antica re-
riforme, non non vorremo ne-
solo noi ligione e della tuttor viva carità de' vene-
garlo, maaffermeremo anzi cou inti-*
lo ziani; che infine la distribuzione de'soc-
ma persuasione. £ quanto più siamo di corsi della pubblica beneficenza, e l'ammi-

ciò persuasi e convinti, tanto più ci gode nistrazione delle sue rendite deggiono es-
l'animo dipoterannunciare che un cuore sere sistemate e regolate in modo, che

eminentemente religioso e benefico, una la prima corrisponda veramente al fine


volontà ferma ed illuminata rivolsero cu- santissimo, cui è destinata, e la seconda
re pietose ed assidue a'poveri di Venezia, abbia per risultato la conservazione inte-
ed a'suoi stabilimenti di pubblica bene- grale e il ragionevole incremento del sa-
ficenza. Per essere compresi, noi non ab- gro patrimonio del povero. Sopra questi
biamo d'uopo di pronunciare l'augusto interessantissimi oggetti, per quanto ci
nome- di S. A. I. II. il serenissimo arci- fu dato di poter da buona fonte rilevare,
duca Ferdinando Massimiliano, governa* l'amato nostro principe governatore ge-
tore generale di questo regno. Iniziatore nerale, che di tuttociò che ci riguarda
e promotore sapiente di tutto, che può personalmente si occupa e s'informa, sta
tornar buono e profittevole a'popoli, che per emanare efficaci provvedimenti. Noi
furono al suo mite governo commessi, ci proponiamo d'intrattenerne in una se-

Tumanissimo^principe volle conoscere a rie di successivi articoli i nostri lettori:


fondo la condizione materiale, morale ed e studieremo di farnechiaramenteco-
ci

economica de'suoi pii istituti, nonché lo noscere lo scopo e l'importanza, ad istru-


stato e l'andamento della loro ammini- zione e conforto non solo delle classi bi-

strazione, nell'intendimento di applicarvi sognose, ma della città tutta, la quale a-


poi que'salutari rimedi che fossero richie- vrà in ciò una prova novella dell'affetto
sti da'bisogni reali del primo e dalla pos- e della bontà del principe eccelso, che
sibile prosperità de'secondi. Coscienziosa- fece ogni studio particolare e profondo
mente od ingan-
attinte senza pregiudizi sull'argomento della pubblica beneficen-
nevoli preoccupazioni alle più pure sor- za in questa a lui cara Venezia". Infatti,
genti, pervennero all'A. S. 1. le notizie ed avendo il lodato conte Berobocompilata
informazioni dettagliate e positive, che la sua bell'opera per procurare la mino-
nella vasta ed importante materia Ella razione e insieme la ben regolata assi-
potesse desiderare. Se per queste veridi- stenza de'poveri, ne precedeva di poco
che relazioni potè da un lato V augusto la sua pubblicazione il beneficentissimo
principe confermarsi nel convincimento, decreto e le sapienti istruzioni de' ^gen-
che un calcolo totalmente fallace ha fat- naio i85g, dell'ottimo arciduca gover-
to ascendere il catalogo de'nostri poveri natore, il quale provvide paternamente
ad una cifra superiore ad ogni immagi- a ciò che tutte le ampie e varie risorse
nabile realtà, pur ebbe dall'altro a rico- della pubblica beneficenza in Venezia, sia-
noscere che la condizione de'poveri stessi no dirette ad uno scopo di provvedimento
può essere suscettibile di miglioramento; a tutto, che sia dedotto dalle massime
che la mendicità questuante per le strade, fondamentali, che vennero dal medesimo
causa bene spesso o conseguenza del vizio, principe tracciatele demandate per la più
i5'i YEN VEN
calcolata e pronta attuazione ad un'appo •
n redigere gl'i alti preparatorii delle sen-
Mta Direzione Centrale, da cui iuimedia- tenze; del promotor fiscale; del cancel-
tamente dipendano tutti gl'istituti di be- liere j dell'aggiunto al referente e pro-
neficenza in Venezia. — Terminerò que- motor fiscale; Apparten-
dello scrittore.
st'articolo lietamente, con che re-
riferire, gono alle partiintegrali della Curia. i.°H
1

stata vacante la sede vescovile d Adria, venerando tribunale matrimoniale ; i.°


con residenza del vescovo a Rovigo 3 per la direzione della censura ecclesiastica;

morte del pastore in tale2.°articolo nomi- 3.° reverendissimi esaminatori pro-si-


i

nato, nel concistorodeS 7 settembre 858 1 nodali; 4-° la presidenza generale del-
il Papa Pio IX ne preconizzò nuovo ve- le congregazioni de' casi di coscienza ;
r
scovo, il nobile veneto mg. Camillo de* 5.° la presidenza generale delle scuole

conti Benzon canonico teologo del capi* della dottrina cristiana. Vi è la cancel-
tolo patriarcale di Venezia, e nella me- leria, col direttore, il vice-cancelliere,
desima città consigliere del tribunale ma- i notai, il cursore giurato. Appartiene
trimoniale e della pia società della s. In- ad essa, come altrove notai, il consiglio
fanzia, direttore dell'oratorio della B. Ver- di direzione della pia società della s. In-
gine Addolorata de'figli della Carità, su- fanzia.
periore della pia casa de'ealecumeni nel VENEZUELA o CENEZUELA (s.
riparto femminile, e professore nel semi- Jacobide Benecuela t
sive de Caraccas).
nario patriarcale di lingua ebraica, ar- Città con residenza arcivescovile dell'A-
cheologia biblica, esegesi sul vecchio e merica Meridionale, denominata Vene-
nuovo Testamento, lingua greca, erme- tiola f cìoè piccola Venezia, dall'omonimo
neutica e pedagogia; nella proposizione dipartimento di Colombia o Columbia,
concistoriale encomiandolo il Pontefice che comprende le provinole di Caracca
per doctrina t gravilate t prude litici) ino- o Caraccas e di Calabozo, con Caracca o
rimi honeslale, rerumcjue uso praedilus Venezuela o Venezuela per capoluogo, la
ce Dispensato dal recarsi in Roma, il suo quale è anche capitale delia repubblica
r
metropolitano mg. Ramazzotti patriar- di Venezuela. Fu il dipartimento di Vene-
ca di Venezia a'2 4 febbraio i85g gli con- zuela cosìchiamato dagli spagnuoli,stante
ferì l'episcopale consagrazione nel lem- la somiglianza ch'essi trovarono fra la

pio di s.Maria della Salute; funzione che situazione di parecchie città indiane oc-
riuscì con tanto maggior pompa e lustro, cidentali intorno al lago di Maracaybo o
quanto più era letizia comune che l'onor Maracaibo e quella della celeberrima Ve-
della mitra e del pastorale tornasse a co- nezia decoro e ornamento d'Italia. Il la-
ronare e fregiare nel consagrato il decoro go di Maracaybo, sulla costa settentrio-
del veneto patriziato, cui egli appartie- nale della Colombia, nel dipartimento
ne, e che da circa mezzo secolo era rima- della Sulia, è di forma quasi circolare, ed
sto privo di questa cospicua onorificenza, ha 4o leghe dal nord al sud sopra 35
che un tempo dalle case patrizie venete dall'est all'ovest. Riceve un gran nume-
era raggiunta assai di frequente,come nar- ro di riviere, delle quali le principali so-
rai superiormente e nelle serie de' vescovi no il Motatan all'est, la Sulia al sud, la

degli antichi domimi veneti. — Per ultimo Perija e il Palmas all'ovest, e scor-
rio di
mi resta e dire, collo Stato personale , re al nord davanti Maracaybo, mediante
la Curia patriarcale formarsi del vica- un canale largo 3 leghe, nel golfo di Ma-
rio generale; del referente tutti gli affa- racaybo, formato dal mare dell' A mille.
ri di giurisdizione onoraria e contenziosa, La marea vi si fa sentire più forte che nel-
ed è incaricato nelle cause sì della dioce- le coste vicine, e la navigazione vi è faci-
si, che portate in appello dalle proviucie, le,anchecou grandi navigli; ma i frequeu-
V R N VEN i$V
ti marini per la loro violenza som-
venti quale insieme a quella del governo, per
mergono grosse barche. Al nordest ilei aver perduto assai dell'antico splendore,
lago è Mena , luogo che possiede inesausta dopo il 1 636 fu trasferita a Caracca ch'è
miniera di eccellente pece minerale, i molto ben fabbricata a 45>4 tese, pulitis-
cui vapori bituminosi si libi ano sul lago sima e in aria salubre. Il paese declina
e infiammandosi, massime ne'gran calo- gradatamente sino alla Guayra, piccolo
ri,durante la notte formano fuochi che fiume che riceve que'de' quali dirò, e si
servono di guida a'marinari,ed e perciò può guadare, non però dopo copiose piog-
che loro si die' il nome di Lanterna di gie. All'est un altro declivio conduce sino
Maracaybo. Le riviere del lago sono in ad Anauco, sul quale fu costruito un bel-
genere cos'i sterili e malsane, che gl'in- lissimo ponte. L'altro fiume Caroata, che
diani preferiscono di costruire le loro a- pure si attraversa sopra un bel ponte di
bitazioni sulle stesseacque del lago, col pietra, divide Caracca propriamente det-
mezzo di solide palafitte. Pesci e uccelli ta, dal quartiere s. Giovanni. Presso al

acquatici formano la loro principale sus- centro scorre il Catucho, le cui acque a-
sistenza ; essendo pesci di grande va-
i limentano le fontane pubbliche, e quelle
rietà siccome portativi dalle diverse ri- assai numerose delle case particolari.
viere che sboccano nel lago. Dopo l'in- Questi 4 fiumi in seguitosi riuniscono/ir-
surrezione della Nuova Granata
e del Ca- rigano la fertile valle di Cacao e si con-
racca contro Spagna, fu dato il nome
la giungono alTuy. La valle di Cacaoèas-
di Venezuela al governo molto più con- sai celebre per le piante omonime che
siderabile dell' accennato dipartimento, produce, Theobroma Cacao, le cui man-
eh' erasi formato nel 1819, nella repub- dorle, più grosse delle comuni, diconsi Ca-
blica di Colombia. Della città di Vene- cao-Caracca, mollo nutritive e di pia-

zuela o Caracca o Bcnczuela, in questo cevolissimo sapore, che servono a com-


articolo avendone parlato brevemente , porre, con diversi ingredienti, la gradi-
per la sua repubblica, ed anche pel suo tissima e corroborante bevanda della
seggio metropolitico e pe'suoi pastori oc- cioccolata, di tanto comune e vantaggioso
correvano le nozioni che vado a riferire. uso, per cui ne ragionai altrove, in uno
Caraccas già sede d'una capitaneria ge- a' suoi scrittori. Si attribuisce al fiorenti-
nerale della Spagna, giace inuna valle no Francesco Carletli che portasse in Eu-
formata dalla lunga catena di montagne, ropa e in Italia specialmente le notizie
che corre paralellamerite alle coste del del frutto cacao e del cioccolate , che
mare da Coro sino al golfo di Paria, presto ricercarono pel soave sapore e
si

ed al piede del picco della Siila, che si e- per alcune proprietà salutari. Si vuole da
)eva a 1 333 tese sopra il livello del mare. altri, che il cacao fu recato dal Messico in
Coro è una città con porto, stata sede Europa nel 1 520, e che in Francia pel
del governo della provincia del suo no- uso di questo nutrimento il car-
i.° fece
me, una delle 7 della capitaneria gene- dinal Alfonso Richelieu arcivescovo di
rale di Caraccas, nel dipartimento diSu- Lione , per moderare vapori che gli i

lia della repubblica di


Columbia. Trovasi montavano al capo. Per le sue proprie-
Coro a 70 leghe da Caracca, ed a 4o da tà, la cioccolata fu detta cibo degli Dei.
Maracaibo, sulla parte del golfo di que- Da' semi stessi o mandorle del cacao, si

sto nome chiamata el Golfeto in una , ottiene l'olio che condensalo dicesi bu-
pianura sabbionosa e arida a circa una tirro di cacao. Del resto la città di Ca-
lega dal mare dell'Antille.Tuttociò si de- racca o Venezuela possiede grandissimo
ve notare, perchè Coro fu un tempo ric- numero di case con tetti piatti ,
molte
chissima e residenza pure del vescovo, la non avendo che un pian terreno e altre
,

1 58 V E N YEN
un solo piano. In generale, larghissime, dicesi che lo giurasse sul monte sagro.
bene allineate e ben selciale sono le stra- Egli cominciò ad attuare il suo proponi-
de, le quali dividono la città in porzioni mento, con profittare de'diversi partiti in
quadrate, che diconsi quadra*, e di cui cui erano divise le popolazioni, seguaci
molte fot mano
piazze poco rimarchevo- di Carlo IV, di suo figlio Ferdinando VII,
li, tranne gran piazza delMercato, ch'è
la di Napoleone I e di Giuseppe di lui fra-
uno degli edifizi principali di Caracca tello, quando a'Borboni tolse il trono di
essendo adorna nel centro da una fonta- Spagna, cioè dopo la dichiarazione d'in-
na e la cui parte orientale è occupata dal' dipendenza fatta dal congresso di Vene-
la cattedrale. Non manca di teatro, di sta- zuela e la dittatura di Miranda, e Mon-
bilimenti scientifici e benefìci, di vastissi- teverde. Ritiratosi da questi a Cartagena,
ma caserma militare, né di uomini illu- che al pari di tutta la Nuova Granata
stri che vi fiorirono, fra'quali primeggia- formava colla provincia di s. Marta una
vano il general Miranda nativo di Carac- repubblica separata, ivi riunì 3oo vene-
ca s, e Bolivar. Miranda nel 1806 radu- zueli per formare un corpo di truppe per
nò milizie a s. Domingo , ed a Nuova- rivendicare gl'indipendenti su Montever-
York, proponendosi di conquistare la pa- de e disatri politici di Venezuela, pren-
i

tria indipendenza. Ma le forze non ba- dendovi parte granatini ed caraguini.


i i

starono allo scopojgli spagnuoli resistero- Nel gennaio 181 3 lasciò Cartagena col
no, e fecero molti prigioni, che sebbene suo piccolo esercito, comandato in secon-
volontariamente arresi, punirono di mor- do dal cugino Manuel Castillo; ma l'am-
te: così quel i.° movimento fu represso. bizione del comando, presto li divise, re-
Bensì nel 181 o, quando francesi occu- i stando unito a Bolivar l'altro cugino Fe-
parono la Spagna, si tornò a parlare del- lice Ribas. Animato da'consigli di questo,
la riforma di governo, si radunarono a marciò co' 3oo venezueli per liberare la
Caraccas deputati di tutte le piovincie ,
capitaneria generale di Caraccas, e nuo-
tranne Maracaibo, s' incominciarono gli vamente Venezuela, aumentando le for-

atti in Feidinando VII; ma po-


nome di ze in progresso de'suoi successi ; laonde
co dopo, imprigionato il capitano gene- giunto sui confini della Nuova Granata
lale co' membri d' udienza, s'installò la e di Venezuela, più. migliaia di venezueli
Confederazione di Venezuela. La rea- corsero a unirsi a'suoi vessilli: s'impadro-
zione della reggenza e delle Cortes di nì di Merida e suo distretto e delle pro-
Spagna fu impolitica e decise il congresso vinole di Varinas. Intanto Marino stabi-
a'5 luglio 181 proclamare la totale
1 di lito aMaturin, vinti e fugali gli spagnuoli
emancipazione dall'Europa. Il capitano e Monteverde, rimasto padrone delle pio-
generale spagnuolo Monteverde fomentò vincie di Cumana e Barcellona, quel ge-
le idee superstiziose de'popoli, e coli' ap- nerale assunse il titolo di generale in ca-
poggio di queste assalì Caraccas, debellò po e dittatore delle provincie orientali
Miranda, ed assoggettò di nuovo il paese di Venezuela. Dall' altro canto Bolivar
alla corona. Più celebre fu Simeone Do- alla testa degl' indipendenti , dopo vari
livar-y-Ponte, nato in Caraccas da una combattimenti, a'4 agosto 181 3 entrò so-
famiglia spagnuola diMantuanas,che tro- lennemente in Carracas a modo trion-
vandosi presente alle due coronazioni di fale, salutalo liberatore e 1' armata ap-
Napoleone I, colpito dalla rapida onni- plaudita liberatrice; indi prese i titoli di
potenza a cui era pervenuto, coìl'esempio generale in capo e dittatore delle pro-
di Washington, concepì l'ardito disegno vincie occidentali di Veoezuela,cioè quasi
di liberare la patria d'America dalla do* la metà della capitaneria generale. Fu al-

turnazione spaguuola;e recatosi a Peonia, lora che dando sfogo alla vanità de'suoi
VEN VEN i5g
seguaci, Bolivar creò V ordine del Libe- la provincia di Barcellona, tranne la ca-
ratore poi detto de'Liberatori, e quindi pitale. L' r r febbraio 1 8 8 restò vinto il
1

organizzòil governo. Ma popoli, special- i realista Morillo dinanzi Calabozo, ma


mente i repubblicani, si accorsero in bre- senza sapersene trarre vantaggio, per cut
ve del suo assolutismo e di voler rap- quel generale potè ripetutamente scon-
presentare il Napoleone dell' /enterica figgere Mona gas, e Calabozo tornò in po-
o del Nuovo Mondo. Nel 1814 « reali- tere non
de* regii. Tuttavolta si smar-
sti spagnuoli, comandati dal general Bo- rì Bolivar e comparve grande : vinto si

ves, sconfissero Bolivar e Marino; che spesso, egli si riaveva come per incan-
perciò questi due emuli, unite le reliquie to con forze inaspettate, con nuove chia-
de'loro eserciti, raddoppiando i tentativi, mate al patriottismo americano, per la
riuscirono a respingerli. Non andò guari sua popolarità, malgrado i sofferti disa-

ch'essi lo furono da'realisti, quando nel stri. Morillo tornò a disfarlo, e fu supe-
capitanato generale successe Gagigal al riore ing zuffe parziali. Laonde gì' indi-
Monteverde. Caduto così d'ogni speran- pendenti proposero di spogliare Bolivar
za sul trionfo dell'indipendenza, il vinto della presidenza e rivestirne Paez. Le due
Bolivar abbandonò momentaneamente fazioni disputautisi il potere si compone-
l'impresa, ritirossi a Cartagena, poi a Tuiir vano di unitari e di federalisti , quali i

ja, dove gli riuscì unire le discordi prò- assumevano caratteri di quasi monar-
i

vincie in lega con Bogota, colla condizio- chici e di repubblicani. Bolivar prevalse,
ne che in quest'ultima città risiederebbe ma per un tempo dovè dividere il potere
il congresso, e fu nominato capitano ge- assoluto in t\uc sezioni politica e milita-
nerale della Nuova Granata e di Vene- re, ed accreditò agenti a Washington ed
zuela. Ritiratosi a Cariogena , come al- a Londra. 11 congressoapertosi in s. Tom-
leato, vi fu assediato dal generale realista maso d'Angostura nel febbraio 1819,
Morillo, che lo costrinse ad arrendersi ai Bolivar fu acclamato presidente della re-
6 di dicembre 8 5, e partì per la Giani-
1 1 pubblica sino al compimento della costi-
maica e s. Domingo. Ivi fu di nuovo e- tuzione; ed egli non tardò a presentare
letto capitano generale di Venezuela e il piano per la divisione della legislatu-
Nuova Granala, per non trovarsi che lui ra, in due camere, con senato e camera
capace d'unire alla causa dell'indipenden- di pari ereditaria, ed una camera di de-
za tutte le 7 provincie Venezuele, e pro- putati. Nel congresso si modificarono le

mulgò gli schiavi negri liberi da ogni gio- sue mire, si presero alcuni saggi prowe- \
go. Lopo essere stato battuto dal reali- dimenìi, approvò l'ordine de' Libera-
si

sta Moralismi generali indipendenti lo ri- tori. In conseguenza di vari combatti-


conobbero per capo supremo, a condizio- menti, Bolivar entrò trionfante in Bogo-
ne di convocare un congresso, e che la ta capitale della Nuova Granata, abban-
sua autorità sarebbe stata puramente mi- donata dal viceré Samana, a' 12 agosto
litare, senza ingerirsi nell'amministrazio- 1 8 ig, e vi organizzò un congresso di cui
ne civile. Giunto in Barcellona a* 3 di- i fu presidente: la Venezuela fu nuova-
cembre 1816, couvocòil congresso, pro- mente perduta per la Spagna. A' 17 no-
clamò il governo provvisorio, e lui capo vembre dello stesso anno, con solenne de-
col titolo di presidente della repubblica liberazione del congresso, fu proclamata
di Venezuela, riunendo in se tre pote- i la riunione delle due repubbliche di Ve-
ri : fece pubblicare la legge marziale, e iu- nezuela e dellaNuovaGranata in una sola
corpoi òalle sue truppe gli schiavi che con- federazione col nome di Repubblica di
coirevanoa lui. Ma la battaglia de'9 gen- Colombia, e questa divisa in 3 grandi
naio 1817 gli fece nuovamente perdere dipartimenti, Fcnezucla i Quito, Con-
i6o VEN YEN
tlinamarca con norme apposite. E
t
colla boxo, e fu l'ultimo giorno della dominai
capitaneria generale di Cai accas si com- itone spaglinola in queste contrade. Boli-
posero i
4 dipartimenti di Zulia , del- var vittorioso, la liélMg sera entrò in Va-
l'Orenoeo, di Maturiti e di Fermitela* lenza; Caraccas e la Guaita tornarono in
Va notato, che quella parte del Venezue- potere degl' indipendenti per non più u
la, che dalla foce dell'Orcnooo si estende scirne,nel luglio 1 824 facendo altrettanto
sino all'isola della Margherita, fu veduta Porto Gabello, runica città della Vene-
da Colombo nel suo3.° viaggio nel 498, 1
zuela restata a 'rea listi. La costituzione di
e ne venne conosciuta la costa fino alla Cucuta fu pubblicata a'3o agosto 1821.
penisola d'Araya. Secondo alcuni geogra- Entrato Bolivar vincitore io Qui lo e in
fi Americo Vespucci nel precedente anno Guayaquil l'i luglio 1822, quelle con-
1

«•vea toccato la costa di Paria, e di qua trade furono incorporate alla Colombia,
ebbe origine il fortunato incidente, che ed a'3 settembre 1823 fece il suo trion-
eternò col nome d'America il suo. ludi fale ingresso in Lima (in memoria di che,
a onore del 1

scuopritore del Muovo in essa di recente fu eretta la di lui co-
IMondo, si diede il nome di regione Co- lossale statua equestre in bronzo, il cui
lumbiana o Colombiana a tutti luoghi, i modello magnifico eseguì in Roma il eh.
che componevano sotto il dominio degli prof. Adamo Tadolini, che meritò an-
spagnuoli la Nuova Andalusia, la Castiglia dasse a vederlo nel di lui studio il Pa-
d'Oro, la Terra-ferma, e di poi il vice- pa Pio IX, del quale segnalato onore
reame della Nuova Granala, nel quale si l'esimio scultore pose nelle pareti la-
comprendeva una parte dell'antico Perù; pide monumentale). Il congresso del
i quali luoghi si fusero dopo l'è ma nei pa- Perù gli decretò la dittatura a' io feb-
ltone a formare la nuova Repubblica di braio 1824, e la presidenza nel 182J.
Columbia, ma dopo pochi anni gover- i Nel precedente anno essendosi conquista-
ni variaronoforma e tornarono a sud- te 7 provincie già dipendenti dal gover-
formando le 3 repubbliche di
dividersi, no diBuenos- Ayrés e poi del vice-rea-
Venezuelani Nuova Granata e dell'/i- me del Perù, Bolivar ne proclamò l'indi-
quatore, tutte tre indipendenti, ma con- pendenza, imponendo loro il nome di Bo-
giunte in amichevole nodo d'alleanza di- livia ed un codice che denominò Boli-
fensiva e olfensiva, con trattati commer- viano. Ma insorte collisioni, nel 1 826 si

ciali: il sistema divisorio de'dipartimenti tramò contro la sua vita. Tuttavolta re-
fu abolito e ritornarono leprovincie rette stando nel Perù, fu in Lima eletto presi-
da governatori sottogli ordini del potere dente a venne adottalo il codice
vita, e
esecutivo nazionale, onde le 12 provili* Boliviano. L'apogeo di sua gloria fu nei
eie della Repubblica di Venezuela sono tre anni dal 1822 al 1826. In quest' ul-
le seguenti Caraccas, Calabozo, Clima-
: timo si ribellarono a lui Paez federalista
na, Barcellona, Margherita, Coro, Tru- e Marino, con alcune provincie, trovan-
xillo, Merida, Maracaibo, Varinas, Apu- dosi la costituzione di Cucata non con-
re e Guayana. Poco dopo la formazione venire ad alcuno. Bolivar lasciato il Pe-
della repubblica di Colombia, ai5 no- rù , mediante nocevoli concessioni nel
vembre 1820, ebbe luogo un armistizio 1827 nella repubblica di Colombia si

con Morillo , ma senza riconoscersi da ristabilì un'apparente calma. Bolivar vo-


quel realista il nuovo stato. Tenuta per leva lo scettro, ma non ebbe senno ab-
fallo tale tregua, Bolivar a ripararlo, nel bastanza da saperlo afferrare. Successi-
182 1 ne annunziò il termine, ed a'24 vamente scoppiarono nel Perù e nella
giugno marciò contro generali realisti i Bolivia insurrezioni, ed i peruviani inva-
La Torre e Morales, ambo stabili ti a Cala- sero la Bolivia per francarla dal giogo
9 1

VEN VEN 161


del liberatore, crollando così il gigantesco lombia, che sorta per parve trovare lui
edilizio dell'alleanza de* popoli, rappre- sul sepolcro del liberatore de' germi di
sentanti le due Americhe, che Bolivar a- morte. Imperocché, come dissi, al princi-
vea voluto innalzare. Il Perù e la Boli- pio dello stesso i83o, il Venezuela stac-
via gli sfuggivano; la Colombia si dibat- cossi dal resto della Colombia, si eresse
teva tra le sue mani, nondimeno la con- con altri stati in repubblica, percorse va-
servava. Vedendo però che la sua stella rie vicende politiche, e l'odierna sua con-
andava mancaudo, volle finirla, ormai dizione è la seguente, che trovo nella Ci-
scorgendo la necessità di diventare il pa- 16 ottobre i858.»La
viltà Cattolica de'
drone o di andarsene in esilio. Nel de- Eepubblica di Venezuela fu per un istan-
clinar del 1829 tentò un estremo sforzo te in un momento di guerra colla Fran-
a Caraccas, nell'assemblea de'24 dicem- appunto come po-
cia e coll'Inghilterra,
bre presieduta dal general Paez, per la co fa La repub-
l'imperatore della Cina.
separazione del governo di Bogota e di Ve- blica di Venezuela ebbe dal 18 19 fino
nezuela, che doveano nondimeno conser- ad ora non si sa quante costituzioni e ri-
vare il nome comune di Colombia ; quin- voluzioni ; di cui l'ultima e freschissima
di di nuovo Bolivar fu esposto a'pugnali atterrò, pochi mesi sono, il presidente
degli amici della libertà, e per miracolo Giuseppe Taddeo Monàgas, ch'era stato
a
n'era rimasto salvo a'25 settembre 1829. eletto la 2. volta il 20 aprile del 1857,
a
Adunque per la 5. volta risolse dimetter- e fu cacciato dal general Castro. Ma il

si dal potere e l'eiFeltuò con messaggio al Monàgas appena vedutala mala parata,
congresso de' 20 gennaio i83o, dopo a- abdicò nelle mani del congresso e subito
vere respinto l'imputazione che aspirava ricorse alla legazione francese, ponendosi
allacorona. Nominato però presidente di sotto la sua protezione. Alcuni de' suoi
Colombia a'22 gennaio il general Sucre, partigiani ricorsero dal loro lato alla le-
dichiarò non potersi accettare la dimis- gazione inglese. nuovo presidente con-
11

sione di Bolivar; il quale decise non o- cluse allora, per mezzo d'un segretario di
stante di abbandonar Bogota, e non ces- stato, co'ministri forestieri una specie di
sando le contrarietà volle definitivamen- trattato, che concedeva al Monàgas ed a-
te abdicare la sua presidenza a' 27 a- gli altri la licenza di uscire dal territo-
prile.il congresso di Bogota a'3o ne ac- rio. Ma
poco dopo destituì il suo pleni-
cettò la rinunzia. Indi a'4 maggio la Co- potenziario e sconobbe il trattato, chie-
lombia adottò la nuova costituzione sot- dendo a'ministri che l'ex presidente e i
to la presidenza di Mosquava; a* 6 si a- suoi gli fossero lasciati nelle mani per
prì congresso costituente per Venezuela
il essere giudicali da'tribunali. I ministri
a Valenza, eletto presidente Yanes; a' non avendo modo di resistere, dovettero
il congresso di Bogota decretò ringra- cedere, ma ne scrissero a'ioro governi. I
ziamenti a Bolivar e 1' annua pensione quali tosto inviarono colà alcune navi da
di 1 5o,ooo franchi, ed egli partì da Bo- guerra, chiedendo che subito fossero re-
gota nel dì seguente, a* 1 4 ponendosi Paez stituiti i prigionieri alle legazioni a cui
alla testa del governo di Venezuela. Ri- aveano fatto ricorso. Ne avendo il gover-
tiratosi Bolivar inCartagena, andava tem- no voluto a ciò acconsentire, alcune na-
poreggiando il suo imbarco, quando in vi da guerra francesi e inglesi dichiararo-
s. Pietro presso s. Marta cadde infermo, no in istato di blocco due porti di La- i

forse di veleno, e morìa'17 dicembre di guayra e di Porto Caballo, e confiscaro-


48 anni non compiti, semplice partico- no le navi di commercio che vi si tro-
lare dopo 18 anni di grandezza. Così fi- vavano. Giunse intanto a Caraccas il si-
nì il fondatore della repubblica di Co- gnor Deveton Orme, incaricato inglese ,

vol. xcin. 1
,

1G2 VEN V EN
cou cui uou tardò ilnuovo governo ad venti, ma gli avidi mercanti di carne u-
acconciare le cose, dando passaporti al- manu tornando a esercitare le turpi ra-
ed a'suoi partigiani, e pro-
l'ex presidente pine, provocarono un eccidio generale di
mettendo un'indennità (di cui uon si dee tutti gli europei. Nondimeno ti andaro-
mai tacere quando si ha da fare con un no fondando colonie, e nel x^i'j Giovan-
incaricato inglese), la cui somma precisa niAmpuez, ben accolto dal principe di
sarà eoo più comodo determinala". Al Manora fondò , la ci Ila di Coro, sulla
presente continua ad essere presidente sponda orientale del golfo di Maracaybo,
provvisorio il general Castro, intimo a- che divenne poi sede del governo perla
uiico del general Paez, i principi! politi- sua importanza e opulenza, la quale però
ci de'quali sono identici. 11 tesoro pub- nel 636 fu trasferita a Benecuela o Ca-
1

blico e l'industria prosperano,ed il gover- raccas, attuale capitale della repubblica


no incoraggia l'imniigruzioue. Nel 85y 1 di Venezuela , però città fondata nel
il senato e la camera abolirono negli stali 1567. Perciò quando Clemente VII nel
della repubblica la schiavitù, riconoscen- i53o o nel 1 532, come vuole Comman-
do come debito nazionale il valoredegli ville, che chiama la città Venezuela, Ve*

schiavi emancipati , da rimborsarsi cou netìola ) vi fondò la cattedra vescovile e


certi modi e termini. sullraganea dell'arcivescovo di s. Domin-
La sede vescovile di Venezuela o Be- gOjVeramenle pare che fosse in Coro,e solo-
necuela o Caraccas,ebbe origine nei pri- più tardi fu traslatata iu Benecuela. Che
mi anni del secolo XVI. Della parte in Coro venne istituita la primitiva sede
del Venezuela scoperta dal Colombo, vescovile, lo apprendo pure dal dotto car-
nel seguente 1 499 Alfouso d' Ojeda ne dinal Baluffì. L'America un tempo spa-
prosegui I' esplorazione, cioè della co- glinola riguardala sotto V aspetto reli'
sta da Maracapana sino al Capo della gioso, e la chiama prima chiesa Venezo-
Vela. Nel i5oo vi giunsero Rodrigo de lana, che prese nome da Coro ove sorse,
lasBa&tidas e Giovanni della Cosa. Nel con assegno delle decime, che registra a
i5i2 da s. Domingo sbarcarono sulla scudi 3 16,21 5, come arcivescovato, pe-
costa del Venezuela i due domenicani rò neh' epoca anteriore e prossima alla
Francesco de Cordova e Giovanni Garces rivoluzione; non senza giustamente av-
per esercitarvi l'evangelico ministero nel vertire, che ledecime concesse nel 1 5 1 1

paese di Casco; iudi nel i5i8 parecchi da Giulio II allenuove chiese d'Ameri-
frati domenicani e minori osservanti nel- ca, al cui esempio fecero il simile succes- i

le coste della provincia di Cumana vi e- non sono in opposizione alla bolla E-


sori,
ressero due conventi. Ma penetrato nel ximiae del predecessore Alessandro VI
paese di Casco un pirata spagnuolo, che colla quale accordò a're di Spagna, che
radunava gl'indiani sulla costa e ne face- assegnata da essi sopra i beni reali una
va preda per rivenderli a'proprietari di dote sufficiente a tutte le chiese, potesse-
miniere, con apparente amicizia lusinga- ro percepire decime dell' Indie occi-
le

to il principe indigeno di Casco a recarsi dentali; poiché la nuova concessione di


colla moglie e i5 figli al suo bordo, ivi Giulio II segui pel preventivo accordo coi
li pose barbaramente in ceppi e seco li re di Spagua,i quali volevano sgravarsi
strascinò. Allora i selvaggi per vendetta degli asseguameuti, restituendo alla chie-
massacrarono gì' innocenti missionari, e sa le decime, come le godevano i vescovi
bruciarono conventi con entro frati
i i di Castiglia^ effettuato colla Concordia
slessi. Altri 3 domenicani daCabagua re di Burgos tlell'85i 2, stipulata
maggio 1

calisi uel Venezuela per diffondervi il fra Ferdinando Ve la regina Giovanna,


criftlianeaimo, fondarono chiese e cou- co'vescovi di s.Domingo, della Concezio-
1

V E N VEN i63
ne, e s. Giovanni
Porto Rico, a! quale
di S'ine Maria, di Langrau diocesi di Cala-
ultimo fu assegnata per diocesi l'isola del horra. Pio VI a' 24 febbraio 1798 tra-
suo nome e quella della Margherita, col- slatò da Guayana o s. Tommaso , sede
le provincie di Cumana e di Guayana. Ma da lui istituita, il i.°veseovo della mede-
il cardinal Baluffi, da fedele storico, en- sima Francesco de Ybarra, di Guaca-
comiando le virtù, lo zelo e le beneficenze ta diocesi diBenezuela. A suo tempo Pio

de' venerandi primi vescovi d'America, VII ad istanza di Carlo IV re di Spagna,


nou tace che Rodrigo de IasBastidas,sun- colla bolla In wiiversalis Ecclesiae, de'
nominato o suo nipote, primo vescovo di 24 novembre i8o3, Bull. Rom.cont. t.
Coro «avendo assunto interinalmente il 12, p. 97, eresse in arcivescovati le sedi
temporale governo della venezolana pro- vescovili dis. Giacomo di Cuba, e di Be-

vincia, posposta la verga pastorale al ba- tiecuela vulgo Caraccas. Quanto a Be-
stone della tirannia, fe'tnercato delle vite necuela, dichiarò suffraga nei dell'arcive-
degl'indigeni, lordando sua mitra d'inno- scovo, che per i.° dichiarò Francescode
cente saugue, quanti altri furono di quei Ybarra, vescovati di Menda di Mara-
i

primitivi, nessuno oltraggiò la diguità del caibo^ di Guayana os. Tommaso d'Aa-
grado, tutti onorarono il miuislero. Ma s. Do-
goslura, già suffragane'!, questo di
se gì' indiani di Coro ebbero che inorri- mingo, quello Fede di Bogota.L' 1
di s.

dirsi di lui,ben ebbero da congratularsi gennaio 1808 Pio VII nominò 2. ° arci-
di que'che succedettero. Saranno sem-
gli vescovo diBenezuela Narciso Coll-y Prat,
pre care le memorie di Àgreda e di Man- di s. Pietro di Cornetta diocesi di Giro-
zaniilo messaggeri al popolo di eterna sa- na, poscia traslalo adEcclesianiPalentin.
lute, messaggeri di terrestre prosperità". Nel 1827 Papa Leone XII preconizzò in
1 primi successori di Rodrigo, che sem- 3.° arcivescovo Raimondo Ignazio Men-
bra fatto vescovo di Coro nel i535 e dez dottore ulriuscjiiejuris t lodatissimo e
morto nel i54^, furono: nel 1543 Mi- idoneo ecclesiastico, non dicendosi la pa-
chele Girolamo Ballesteros; nel i558 tria neppure dalla proposizione concisto-
l'encomiato fr. Pietro d'Agreda domeni- riale. Nel 1 84 1 a' 1 5 luglio Gregorio XVI
cano, morto nel 1 58o ; nel 1 582 fu con- preconizzò Gio. Autòaio Ignazio Fer-
sagratoil pur lodato fr. Giovanni Man- naudez Pegna di Menda, canouico deca-
domenicano^ morto nel i593;nel
zaniilo no di quella catledrale, dottore in s. teo-
1600 fr. Diego di Salinas domenica- logia, già parroco, vicario foraneo, pro-
no, morto nello stesso anno; nel 1601 fessore di s. Scrittura nel seminario, pre-
fr. Pietro Martire domenicano ; fr. Pie- dicatore e ornato di virtù. Il regnante
tro Ogna domenicano, nominato ezian- Pio IX nel concistoro de'27 settembre
dio nel 1601, ma non ne prese possesso, i852 promulgò l'odierno arcivescovo
r
essendo stato trasferito a Gaeta; Antonio mg. Silvestro Guevara , di Barcellona
d'Alsega, morto nel 1609 ec. Le Notizie diocesi di Guayana, già parroco in patria
di Roma registrano i seguenti: 1742 Gio. e canonico di detta cattedrale, nou che
Garzia Abbadiauo di Segovia; 1749 B- vicario generale della sua diocesi, dotto,
manuele Machado-y-Luna , di CuzerevS probo e degno dell'arcivescovile dignità,
diocesi di Coria; 1752 Francesco Julian, come trovo nella proposizione concisto-
di Zevico diocesi di Palencia_, traslato da riale che mi sta davanti, in cui pur leg-
Porto Rico; 1756 Diego Antonio Diez go, cani resero'adone facilita tis novani
Madroueio,diTalarubbiasdiocesi di To- ineundi ipsius Archidioeceseos circuiti-
ledo; 1770 Mariauo Marti, di Brassia scriptiouem quovis tempore faciendam
diocesi di Tarragona, trasferito da Porlo arbitrio Sanctitatis Suae t
et Apostoli-
Paco; 1792 fr. Gio. Antonio della Ver- cae s. Sedis. Inoltre si dice nella medesi-
164 VE» VEN
ma, la Giacomo de Caracas,
città di s. to, i sensi, il cuore, ed insieme per accen-
sive de Benecuela ad montium declive derci e infiammarci del fuoco del suo san-
aedificala conspicitur, quac in ampio to amore, unica nostia consolazione, e di
suo circuitu octomillc circiter domos, et santificarci. Questo Inno (V.) da alcu-
a quinquaginta millibus inhabitalur ci- ni si Roberto li redi Fran-
attribuisce a
vibus. La cattedrale metropolitana, de- cia, morto nel io3r ; o al b. Erman-
cente e vasto edificio sotto l'invocazione no, detto Contralto dell'aver le mem-
di s. Anna madre della B. Vergine, ha il bra contratte, monaco di Richenou, mor-
capitolo composto del decano e di altra to nel io54, ° a ' h* Nolkero o Notche-
dignità, di 5 canonici colle due prebende ro monaco di il Balbo a
s. Gallo, detto
del teologo e del penitenziere, di 3 por- cagione dell'impedimento di sua lingua,
zionari, d' 8 cappellani o beneficiati, e di morto nel 912; o finalmente a Papa 7»*
altri preti e chierici addetti al servizio nocenzo III del 1198. Queste opinioni
divino. Nella medesima è il fonte bat- le riferisce Cancellieri, Descrizione del-

tesimale, e la cura delle anime ammini- le cappelle pontificie, \>. 2 53: io però te-

strata da due parrochi: l'arci-episcopio, mo che siano stati amalgamati creduti i

buono edificio , le è prossimo. Nella cit- autori della sequenza Peni Sancte Spi-
tà vi sono altre 6 chiese parrocchiali co' rilus. In numerabili versioni e parafrasi
battisteri, un ospizio di preti per le mis- furono fatte dell' inno Veni Creator
sioni, 3 monasteri di religiose, diversi so- Spiritus, ricorderò solo l'elegante volga-
dalizi, due monte di pietà e il
spedali, il rizzamento di Samuele Biava, Melodìe
seminario con alunni. Nel 1857 il gover- sacre o Inni popolari della Chiesa , p.
no separòdall'universilà centrale le scuo- i3: comincia con questi versi. Crea- O
le del seminario, e questo fece consegna- tor Spirito, - Vieni le menti avviva- De'
',

re all'arcivescovo, rimanendovi stabilite figli tuoi, che implorano -Il sempiterno


le cattedre delle scienze ecclesiastiche. amori II Papa Pio VI,coosiderando che
Archidioecescos ambitus satis late paté t, la profezia del real salmista David: Man-
pluresque sub se complectitur civitates da saranno creati, e rin-
lo Spirilo tuo e
etoppida. Ogni nuovo arcivescovo è tas- novellerai la faccia della terra, salmo
sato ne* libri della camera apostolica in io3, v. 3o, ed anche TJf. Emille Spiri-
fiorini 33 e mezzo, ascendendo le rendi- timi e R>. Et renovabis, adempita nel sa-
te della mensa a circa 5,ooo scudi ro- gro giorno di Pentecoste (V.), può rin-
mani. novarsi di continuo, se i cristiani col cuo-
VENI CREATOR SPIRITUS. Inno re contrito imploreranno l'aiuto del me-
in onore dello Spirito Santo (V.), ter- desimo Divino Spirito; e desiderando che
za persona della ss. Trinità {V). Non si i fedeli lo preghino vivamente, affinchè

incomincia Elezione (V.), grande e no- spanda sopra la faccia della terra lo spi-
tabile azione, e qualunque cosa impor- rito di Sapienza ed Intelletto, lo spirito
tante senza l'invocazione del divin Para- di Consiglio e di Fortezza, lo spirito di
cielo consolatore, mediante i bellissimi e Scienza, di Pietà e del Timor di Dio; on-
Veni Creator Spiritus,e
fervorosi, inno de in virtù di questo Settiforme dono di-
Sequenza o Prosa ( V.) , Veni Sancte vino (il vescovo Sarnelli, Lettere eccl. t.
Spirilus (V.), che si cantano o recitano 4, leti. 22 Qual
: sia il senso letterale di
con divozione e fiducia; ambo affettuose quelle parole della Sapienza, e. 1 : et hoc,
e riverenti invocazioni per implorare dal quod continel omnia; spiegaudo le 7 lin-
Padre de' lumi la sua grazia e aiuto a fi- gue e 7 doni, ingegnosamente l'applica
i

ne d'ispirare e di muovere al bene la vo- alle lingue ebrea, latina, greca, spagnuo-
lontà, d'illuminare santamente l'intellet- la, italiana, francese, germana, di cui ne
VEN VEN i65
iileva i pregi) si dilatino i cuori di tulli, lebrato padre di luce e de'poveri, santo a*
ecorriuo con alacrità nella via de' Comari- more, in tutto consolatore ottimo, con-
damenti del Signorej perciò con breve forto nelle afflizioni, lume beatissimo, di-
uuiversalee perpetuode'26 maggio 796 1 speusatore di grazie, datore di prosperità
concede a'fedeli tutti, che una o più. vol- temporali e del gaudio perpetuo in cie-
te al giorno invocheranno il s. Divino Spi- lo. Ilcardinal Lambertini poi Benedetto
r
rito colla recita dell'inno f eni Creator XIV, Della s. Messa, attribuisce la com-
Spiritus, o sequenza Veni Sancte Spiri- posizione della sequenza al b. Ermanno
tus, in latino o in qualunque altro idio- Contratto; opinione che con altri riportai
ma, intendendo anche di pregare per la nel voi. XXXV,216, insieme a quel-
p.
concordia tra'princi pi cristiani ec, confes- le che ne fanno autore Roberto II re di

sati e comunicati V indulgenza plenaria Francia, o Papa Innocenzo III, il che ri-
una volta al mese in un giorno ad arbi- pelei nel voi. LV, p. 307, notando che
che contriti reciteranno
trio; a quelli poi, Platina crede composizione del re l'ora-
detto inno o sequenza, nella domenica di zione: Sancti Spiritus adsit nobis gra-
Pentecoste esuaottava,concedeogni vol- tta. Rilevai poi nel voi. LII, p. 88, che
ta 3oo giorni d'indulgenza, e giorni 100 almenolnnocenzolll fu ih. a introdurre
in tulli gli altri giorni dell'anno per ogni la sequenza VeniSancteSpiritus in uso nel

volta, quali indulgenze ponno tutte ap- canto ecclesiastico. Il pio e dotto Butler,
plicarsi anche a'fedeli defunti. Tutto que- Delle feste mobilitai. 9, Della Penteco-
sto si riporta nel tesoro spirituale, qual è ste, e. 6, n. xv, Orazione a Ilo Spi rito Sa fi-
il Raccolta di orazioni e
libro intitolalo: lovie scrisse una mirabile per unzione, fer-
pie opere per le quali sono state conce- vore, fede viva; poi notifica, che Surin,
dute da' Sommi Pontefici le s. Indulgen- Avrillon e altri scrittori ascetici compo-
ze. In esso si trovano pure non solamen- sero eccellenti preghiere per ciascuna bea-
te l'inno e la sequenza, ma anco tradot- titudine, come anco per ciascun dono e
ti e parafrasati egregiamente. frutto dello Spirito Sauto, ed alcuni so-
VENI SANCTE SPIR1TUS. Una del- pra ciascuna virtù morale, con delle me-
lequattro principali Sequenze o Prose ,
ditazioni acconce. Quindi aggiunge La :

che ammette la Chiesa romana. Questa sequenza Veni Sancte Spiritus si può re-
sequenza, come l'inno Veni Creator Spi- citare tutti giorni per stabilire il regno
i

rilus, è in onore dello Spirito Santo, per perfetto dello Spirito Santo, spirito d'a-
quanto ho detto in tale articolo, le cui more nelle nostre anime. Se ne trova una
nozioni si compenetrano con questo, per bella esposizione o parafrasi nel t. 4 del-
la cui recita divota sono concesse l'indul- le opere del p. Valois. Il suo eruditissi-
genze descritte nel medesimo articolo, in- mo annotatore dichiara, che questa pro-
cominciaudo il suo volgarizzamento col- sa o sequenza è da alcuni autori attribui-
le parole in versi: Santo Divino Spirito- ta al dotto b. Notkero , ma 1' Ekkard il

Dal vostro trono altissimo - Venite e a Giovane nell'esatta vita di quel religioso
noi vibrate - Un raggio di splendor. An- di s. Gallo, lo fa autore soltanto d'un'al-
che questa sequenza e tenerissima invo- tra prosa colle parole: San-
che comincia
cazione dello Spirito Santo, si premette cti Spiritus adsit nobis grada; e attribui-
nell'incominciamento dell'azioni (si reci- sce la sequenza Veni Sancte Spiritus a
ta pure la preghiera: Adsumus Domine^ Papa Innocenzo III, e potersi vedere la
pel notato nel voi. XVI, i5i, e in al-
p. Storia letteraria di Francia, secolo X,
ili luoghi), o si recita per implorarne la p. 139, e Ceillier, 1. 19, p. 5o4- Conviene
portentosa assistenza , in questa valle di che Notkero scrisse diverse di tali prose,
miserie e di tribolazioni. Perciò viene ce- stampate nelle sue opere; ed opiua che
i6G VEN VEN
Roberto II re di Francia compose anch'e Corona del Redentore, parte della costa
gli molte di simili prose, e tra le altre sul- di Papa 1. Gregorio 1 Magno, un dito in-
l'Ascensione, che cominci»: Rex omnipo- dice del titolare s. Andrea ec. Non è par-
tcìis die hodierna, che Clittoveo pubbli- rocchia, ma vi è l'unico fonte battesima-
cò con un commentario. Lo stesso edito- le della città, per cui i 6 rettori o curati
re, con Guglielmo di Malmesbury e al- delle chiese parrocchiali della medesima,
tri, lo dice autore della prosa dello stes- in essa prendono i sagramenti^ro infir-
so Spirito Santo: Sancii Spiritus adsit mis. Il capitolo si compone di 4 dignità,
nobis grafia, che anco Baillet riferisce a la maggiore essendo l'arcidiacono, le al-

Notkero. Durando, Tri ttemio, il cardinal tre l'arciprete, il cantore, il primicerio;


Bona e alcuni altri l'hanno forse confusa di 20 canonici, comprese le prebende del
colla bella prosa: Veni Sane te Spiritus, teologo e del penitenziere, di 12 mansio-
quando hanno attribuito questa a Rober- nari, e di altri preti e chierici inservien-
to II.Dice pure, che v'ha ancora chi ne ti all'uiTrziatura divina. L'episcopio pros-
fa autore Ermanno Contratto, ma Papa simo alla cattedrale, com'essa era la sua
Innocenzo III è generalmente riconosciu- condizione nell'accennato tempo. Nella
to pel suo vero autore, come lo prova il città, oltre le parrocchiali, visono altre
Merati in Gavanto, par. 2, t.i, p. 12 16. chiese, monastero de'monaci benedet-
il

Benedetto XIV assicura la stessa cosa, nel tini, due monasteri di monache, un con-
che sono concordi Ma uri ni., nella citata
i servatorio, alcuni sodalizi, l'ospedale, il

Storia, e Mabillon, Àcta ss. Bened. t.


7, monte di pietà, et nondum expleliun se-
p. 19. minarium. Vi è ancora una casa di com-
VENOSA ( Vernisi») Città con resi-
. mercio, le rovine di diversi monumenti
denza vescovile del regno delle due Sici- romani, ed un acquedotto mirabile ali-
lie, della provincia di Basilicata, nell'an- menta le fonti della città. De'framrnen-
ticaLucania,distante circa 4 leghe da Mel- ti di calendario rinvenuti negli scavi del-

fi, di cui è distretto, capoluogo di canto- l'agro di Venosa, di cui i suoi fasti for-
ne. Giace sul rialto d'una collina, in fer- mano parte integrante , sebbene si dice-
tile e amena pianura circoscritta dagli A- vano volgarmente Fasti Campani, si può
pennini, alla sinistra del Dauno, uno de* vedere quanto neh 853 con chiarezza e
gl'influenti dell'Ofanto.E' assai bene fab- critica di erudizione archeologo-epigra-
bricata, parte in monte e parte in piano, fico latina ne scrisse il dotto cav. Gio. Bat-
quae in suo cjuatuor circiter milliarium tista De Rossi, e pubblicò nel Giornale
ambila quingentas domos 3 et 7000 coni- arcadico di Roma, 1. 1 33, p. 92 1 Fa- :

pleclitur incolas, come leggo nell'ultima sti di Venosa restituiti alla sincera le'
proposizione concistoriale. Ha una bella zione. Venosa vanta moltissimi uomini
piazza ,
parecchie vaghe case particola- illustri, celebrati nelle sue storie e in quel-
r
ri. La cattedrale, magnifico e antico edi- la di mg. Corsignani. Valga per tutti il
lìzio, a/r^M/z/ft exposcit reparalionem, al qui ricordare due celebrità, una antica,
tempo di detta proposizione o 1 848. E' l'altra meno. Questa è del cardinal Gio.

sagra a Dio, sotto l'invocazione di s. An- Battista De Luca (V.), luminare di giu-

drea apostolo, patrono della città, di cui risprudenza che celebrai, in tanti luoghi
possiede un'insigne reliquia, oltre la sta- per le sue dottissime opere. L'antica è di
tua d'argento, almeno quando n'era ve- Quinto Orazio Fiacco, sommo lirico Iali-
scovo il Corsignani ed altre pure ivi si
-, no, nato a Venosa 66 anni avanti la no-
venerano. L* Ughelli, Italia sacra, t. 7, stra felice era, da un ricco liberto, che lo

p. 66: VenusiniEpiscopi,\e descrive: Del


1 fece educare eccellentemeute a Roma e
legno della ss. Croce, due ss. Spine della ad Ateue. Insorta la guerra civile prese
YEN VEN i6 7
le parti della repubblica e fu tribuno a Fi- ce commentatore d'Orazio si crede Wie-
lippi sotto Bruto e Cassio : rimase quasi land. — Vcnusium, seti Vernina ve-
povero dopo la caduta della libertà ro- tustissima, ita a priscis vide tur ap-
mana, e comprò una carica di segretario pellata, vel quod a Generis nobilissi-
del tesoro. Per mezzo de'suoi amici Vir- mo condito tempio, ejus nomini eam
ibi
gilio e Variooltenne la familiarità di Me- consecrassent, vel ab aquarum scaturì'
cenate, il quale gli donò un bel podere o ginibus,quas venas appellante vela w«
villa presso Tivoli (V.J, per lui divenu- nis,quibusabundat Venusiani appella*-
ta famosa. In seguito ebbe V amicizia di sent. Hujus suis in scriptis meminerunt
Agrippa, Pollione e Tibullo; e finalmen- Tolomeo, Plinio, Livio, Appiano, Plutar-
te entrò nelle parti d'Augusto: ma rifiu- co, Catone, Orazio e altri. Constant ta-
tò la carica di segretario intimo che quel- men ante annum ab Urbe condita 463
l'imperatore gli offerse, e visse ritirato al- Rempublicam fuisse ; visuntur enim in
le muse, all'agiatezza, al piacere, sdegno- eadem civitate plures inscriptiones, Ve-
so di servire alla nuova autorità, sebbe- nusinorum Reipublica testes insignes, a-
ne ammirasse le belle tem-
gesle de'suoi liaque vetusta monumenta temporum in-
pi, e sopraltuttoquelle d'Augusto, moren- juriapene corrupta, etlabcfactata, ha-
do circa 9 anni avanti la detta era. Le ctenusque publico civitatis signo his ver.
sue opere sono: Quattro Odi; un libri di bis Respublica Venusina. Attesta Var-
iibro di Epodi; il Poema secolare; due rone che fu un tempo capo della Puglia,
libri di Satire ; due libri di Epistole o ed apparteneva a'sanniti, a'qualii roma-
Sermoni; V Arte Poetica. Orazio lascia ni la tolsero fin da'primi tempi della re-
d' assai dietro a se gli altri poeti latini, pubblica. Livio commendò i venosini nel-
né soffre paragone che con Virgilio, ossia la guerra punica, restando fedelissimi al-
sta a paro con lui solo gli Epodi sono
: la repubblica romana, perciò altamente
la meri buona delle sue opere; le Episto- lodati in pubblico senato. E'pure memo-
le sono forse la migliore, tutto conside- randa Venosa per avervi riparato Var-
rato; X Arte Poetica è il codice eterno del rone con 5o eletti cavalieri dopo la fa-
raziocinioedel buon gusto in poesia. Nul- mosa sconfitta di Canne, ricevuti umana-
la di quanto egli scrisse andò perduto: i mente con nobile ospizio e rivestendoli.
suoi versi sommano a 10,000. L'edizioni Al perito M. Marcello, il senato sosti-
delle sue Poesie saranno forse più d'8oo. tuìClaudio Nerone, ardito duce, il quale
Posseggo quella nitidissima, elegantissi- attaccando Annibale sotto Venosa insie-
ma e assai singolare pel minutissimo e me co'marsi, ebbe qualche vittoria. I ve-
chiarissimo carattere, ogni pagina essen- nosini spesso furono confederati e in lega
do larga poco più d'un pollice, e lunga co'marsicani, così nella guerra sociale. Do-
due buoni pollici. Compreso l'indice so- po la battaglia di Canne, scribunt ad sup-
no 229 pagine. E un gioiello tipografi- plendo? Colonos Velusinorum,aliarum-
co, ma senzn buoni occhiali difficilmen- que coloniarum post secundum belluni
te può leggersi. Eccone il titolo Quinti : Punicum anno ab Urbe condita 554,
1 Toratii F lacci, Opera omnia, recensuit quatuor summos viros electos fuisse C,
Filon in regio Ludovici Magni Collegio Terentium Varronem,T.Quintium Fla-
professor, Parisiis 1828. A. Mesnier Bi- minium, P. Cornelium Gneum, Fabium -
bliopolam.Cum litterarum typisabHen- que Scipionem. Romanorum itaque co-
rico Didot sculptis et propria arte po- lonia effectaeorum fortunam tandiu
,

lyamatyma fusis. Excudebat Didot na- scenata quandiu Respublica illapo-


est,
tu minor. Vi è pure la vita del poeta, tuitdignitatemsuam Uteri; cum cjusdem
scritta da A* C. Svetouio. Il più saga- aulem ruina in aliorum potestalemces-
i
168 YEN VEN
sit. Il Saroelli afferma, che Venosa fu co- sione e provvedervi co' mezzi più idonei
lonia e sede proconsolare, il proconsole e benefici, per sollevare le popolazioni.
presiedendo alle due provincie di Luca- Non solo il re fu accompagnato dal re-
nia e Puglia, tra'confini delle quali è po- gio fratello Francesco di Paola conte di
sta la città. primi ad occuparla furono
I Trapani e dal ministro de' lavori pub-
i goti, poi successivamente soggiacque al* blici,ma dal suo primogenito France-
la dominazione de'vandali, de'greci, de' sco principe ereditario e duca di Cala-
longobardi, de' saraceni, finché cacciati bria (in quest'anno 1859 sposato alla
questi da'normanni, nella divisione delle principessa Maria Sofia di Baviera, sorel-
città di Puglia da loro conquistate, nel la della regnante imperatrice d'Austria,
i o.|2 Venosa fu data al normanno con* a' 3 febbraio in Bari), per fargli senti-
le Drogone. Dopo normanni, seguendo i re come la carità e la beneficenza legano
le sorti del reame di Napoli, venne in po- saldamente cuori de' sudditi al trono, e
i

tere de'principi svevi, indide'francesi, poi come sanno innalzare voti veraci a Dio,
degli aragonesi e de'redi Spagna, i qua- che ascolla sempre quelli delle popolazio-
li l' eressero in principato feudale. La si- ni grate e riconoscenti. Queste accolsero
guoreggiarono i Del Balzo principi d'AI- il munifico sovrano con divoto entusia-

tamura, e Pirro luogotenente regio de' smo. Fu in Melfi, Rapolla, ed a' tg set-
Marsi needifìcò la presente cattedrale con tembre il re col suo corteggio mosse per
colonne marmoree. Pervenuta in signo- Venosa, accompagnato dalle benedizioni
ria de'Gesualdi, Isabella erede di questa de'popoli. La chiesa della ss. Trinità, la
famiglia sposandosi col nipote di Grego- cominciata chiesa de'monaci benedettini
rio XV, Nicolò Ludovisi, in questi passò lo accolsero fra le loro rovine; non è a
il principato. Dopo diverse politiche vi- dirsi cosa fecero i venosini per esprime-
cende, conseguenze di quelle del regno, re la loro gioia riconoscente, li re tratte-
patì gravi disastri pel tremendo terremo- nutosi alquanto presso le claustrali dis.

to che a'i4 agosto i85i afflisse diverse Maria della Scala, prese la volta di Asco-
provincie, fra le quali quella di Basilica- li di Capitanata e vi giunse nel dì seguen-
ta, in cui oltre Venosa, Lavello e luoghi te a dispensarvi le sue incessanti benefi-
circostanti, furono esposte a danni deplo- cenze ec. Dipoi nella notte de' 16 al 17
rabili, Melfi riducendola a un mucchio di dicembre 18^7 il terremoto nuovamente

rovine, quindi Rapolla, Matera. con al- afflisse il reame di Napoli, massime nelle
tre città e adiacenze; centro del massimo provincie del Principato Citeriore e di
a
flagello fu il Vulture, ch'ebbe tra la ge- Basilicata. In questa 2. nel suo capoluogo
nerale rovina a piangere molte vittime Potenza quasi niun edifizio restò illeso,

umane. In Venosa soffrirono assai gli e- inclusivamente alle chiese e specialmen-


ciifìzi del sale, del monte frumentario,del te la cattedrale , ed al reale collegio de'
regio giudicato, dell'archivio comunale, gesuiti; furono distrutti diversi comuni,
precipuamente il convento e la chiesa di massime Polla con circa 2,600 morti; ed
s. Domenico la cui cupola e campanile in Venosa cadde la volta della chiesa di
caddero: gravissimi danni toccarono alle s. Francesco e una torretta del castello.

altre chiese ed al seminario. Il magna- Del resto strazianti sono dolorosi parti- i

nimo re Ferdinando II, non contento il colari delle calamità accadute nelle due
suo paterno cuore de'pronti soccorsi pro- provincie ove si concentrò la violenza del
digali d'ogni maniera da per tutto, altri traballamento della terra. Mentre Liger de
innumerabili volle porgerne di persona, Leisessart dimostrava come tutte le con-
visitando luoghi contristati da tanta e-
i trade del globo terracqueo potevano fra
norme sciagura, onde misurarne l'esten- loro unirsi con una non interrotta liuca
VEN VEN 169
telegrafica, annodanlesi alle già stabilite; voi. XCI, p. 44°\ dichiarai: Il regno del-
il regno delle due Sicilie, che fu tra'primi le due Sicilie è il 1 .° paese in Europa, do-
a fruire i vantaggi di sì alto beneficio, po l'Inghilterra, che abbia pensato di co-
come lo fupure in tutta l'italiana peni- struire i fili elettrici sottomarini.
sola a godere vantaggi meravigliosi de*
i La fede cristiana fu predicata in Veno-
ponti di ferro, delle ferrovie, dell'illumi- sa ne'primordii della Chiesa, narrando la
nazione a gas e di altri grandi trovati del- tradizione che fu una delle prime città di
le scienze e dell'arti moderne, e segnata- Puglia a ricevere la luce del Vangelo, per
mente della chimica e della meccanica, e opera di s. Pietro principe degli Aposto-
delle loro molteplici applicazioni. La te- li, al cui onore i venosini edificarono la
legrafia elettrica fu nel regno, sin dal suo chiesa di s. Pietro di Oli veto. Tosto i ve-
primo nascimento, rivolta dal provvido nosiui innafiìàrono col sangue de'martiri
Ferdinando II al piti grande ed utile de' la loro chiesa, 12 fratelli de' quali sotto
suoi fini, qual è quello di mettere la ca- l'impero di Massimiano del 286 in diver-
pitale in immediata relazione tanto col si luoghi di Puglia riportarono la corona
resto d'Europa, quanto colle parti rima- del martirio, da dove il principe Arechio
nenti del regno. Imperocché appena ven- dipoi ne trasportò i ss. Corpi in Venosa.
ne compita lai." linea da Napoli a Gae- Quivi riceverono la palma del martirio,
ta, dal 85i al i852, ne'due anni susse-
1 nella persecuzione di Diocleziano, l'africa-
guenti si compì quella che mena a' con- no s. Felice vescovo di Tibara nel 3o3,
fini dello stato pontifìcio, la cui lunghez- co'ss. Adauto e Gennaro preti, Fortuna-
za d'olire 80 miglia napoletane contai 2 to e Settimio lettori, africani anch'essi,
stazioni. Proseguendo senza interruzione per avere coraggiosamente negato a' pa-
il lavoro,nel 1 856 il filo elettricosi estende- gani consegna delledivine Scritture per
la

va verso il sud-est per una linea di 4oo essere bruciate. L'uffizio proprio ss. Fe-
miglia, cioè quanti ne passano fra la ca- licis Episcop. et Sociorum Martyr. lo fe-
pitale e Reggio, con 26 stazioni. E nel ce stampare il vescovo Corsignani. Lai."
gennaio 1 858 era in pochi istanti felice- cattedrale di Venosa fu la detta chiesa di
mente immerso nell'acque del Faro, ol- s. Pietro, la quale rovinata dalle vicende
tre il quale si rannodò immediatamente guerresche, altra ne fu eretta, già tempio
alla rete delle lineeche si estendono e di- pagano, e consagrata in onore della ss.
ramano per la Sicilia per oltre 600 mi- Trinità sotloPapa Nicolò II. Indi questa di-
glia con 25 stazioni. Quindi s'intraprese venne celebre abbazia benedettina quan-
a
una 2. linea fra Napoli e Reggio, ed ol- do Roberto Guiscardo duca di Puglia e
tre a ciò procede la diramazione della li- di Calabria, vi fece edificare il contiguo
nea della Basilicata perMatera e Veno- magnifico monastero; la bella chiesa pos-
sa nella lunghezza d'8g miglia con 3 sta- sedendo Reliquie, e vari ma-
insigni ss.

zioni, continuando al tempo stesso quel- gnifici sepolcri di marmo, tra gli altri quel-
la del contado di Molise su 100 miglia li di Guglielmo Braccio di Ferro e d'al-
l

con 3 stazioni, quella delle Puglie a due tri principi normanni; la badia fu poscia
fili su 4 1 1 migliacon 25 stazioni, e quel- dichiarata commenda dell'ordine Geroso-
la degli Abruzzi su 260 miglia con 18 sta- limitano daBonifacioVIH nel 1297. Laon-
zioni. La qual rete offrendo un insieme de poco distante fu fabbricata altra cat-
d'oltre 2,100 miglia, stringerà viemuiag- tedrale, la quale dopo vari secoli essendo
giormente l'unità dell'avventurosa fami- stato ristretto il circuito della città con
glia del regno, che già tanto incremento mura, rimasta di fuori e suburbana,e poi
riconosce delia sua civiltà in questo no- dovendosi nella sua area costruire la for-
vello sfoggio della real munificenza. Nel tezza a difesa di Venosa, per essere au-
i
7o VEN V E H
ettevenula diruta, fu abbattuta. Ed è
ili resta nella città di Lavello. Giaquinto ve-
perciò die il nominato Pirro tliDalzo du- scovo di Venosa deho53, fu presente a
ca di Venosa edificò a sue spese l'odier- quella dis. Michele Arcangelo di Monte

na dentro la città in sito comodo, quindi Vullurno, poi chiamato Monte Acuto; nel
consagrata a' 2 marzo 53 1 La sede ve- 1 1 . quale anno fece nobile donazione a Gau-
scovile iliVenosa fu istituita ne'ptimi tem- frido abbate della ss. Trinità di Venosa,
pi del cristianesimo, e nel secolo XI da Drogone divina providentia dux et ma-
Alessandro 11 fu fatta suffragaoea di A- mister Italiae, comesque Normannorum,
rcre/iza, e confermata da Pio VII nel totius dpuliae atque Calalniae... oh re-
}

8 8 quando ad Acerenza unì Blatera.


J 1 medio animaemeaefralrisque mei Gnil-
n
Il i.° vescovo die si conosca, secondo TU- Limi /(dello Braccio di Ferro\. conte
ghelli, che ne riporta la serie, è Filippo di Puglia e morto nel
o46), Unfredi, Ro-
1

«onsagrato vescovo di Venosa da Papa s. berti, caeterorumque fratrum, scu pa-


Fabiano circa il 238. S'ignorano nomi i rentum meorum in eodeni ninnaste rio
t

cle'successoi fino a Giovanni che ne oc-


i missae et orationes } atque vigiliacafra-
cupava la sede verso il 44^, de! quale si tribus agantur. In questo bel documen-
narra , che movendo col feroce esercito to, nelle sottoscrizioni dopo la +{+ Crux
Attila re degli unni per distruggere Ve- Drogonis supranominatis Imperiali» vi-
nosa, il vescovo vestilo degli abili ponti- ri, è sottoscritto un BalduinusEpiscopus,

ficali col clero preceduto dalla croce vol- ch'era di Melfi. Inoltre Drogone restau-
le incontrarlo per muoverlo a pietà: qui rò la detta chiesa. Muisardo de Villargo
viso. Deiparae Virginis imagine , qua Fenusinus, nel io58 col consenso di Pa-
eidem, totique exercitui apparivi, re in- pa Nicolò II e del duca Roberto Guiscar-
feda reees.sit.ìn memoria del prodigio, do, Ecclesiam ss. Trini tatis Ciliberto ab'
nel luogo subuibano ove avvenne, si fab- bati benedictìno tradidit, et cum per a-
bricò una chiesa, a cui poi si aggiunse un liquot annos bene rexisset, mortalìtaleni
convento di minori osservanti. Austero explevit. Il duca Roberto indi nel io63
l'enusinus Episcopus, fiorì nel 49^, Gli* donò a detto monastero la cluesa dis. Gio-
labile pastore, il quale con Piiccardo di vanni di Sala, situata tra Ascoli e Carne-
Andria, Giovanni di Ruvo e Sabino di to. Ruggero Episcopus Venusinus nel

Canossa santissimi vescovi, intervenne al- 1069, con Risantio vescovo di Lavello, e
la consagrazione dell'altare della chiesa quelli di Melfi e Troia, fu testimonio di
di s. Monte Garga-
Michele Arcangelo in altra donazionedi Roberto alla chiesa della
no. Si legge negli atti diSabino: Ve- s. ss. Trinità, nella quale, ossa fratrum suo-
nusinae diplycae produnthunc s. Episco- nivi Normannorum pie ubique per qui'
punì coronatimi fui s se mar ly rio in ipso, sita nobili in tumulo recondidit, cou iscri-

Venusina civilatej lamen indiani de hac zione riferita da Ughelli, insieme a quel-
re mentioneni inveni in Martyrologiis. la del sepolcro di Abereda moglie di Ro-
Stefano resse questa chiesa nel 49$> e di berto. Costantino o Costanzo vescovo nel
lui è dello nel cap. 2, dist. 96 circa me- 1071 intervenne alla consagrazione del-
dium, ubi de rebus Ecclesiae disponen» la basilica di Monte Cassino fatta da A-
dis nullamfacullate m laicis a llribui con- lessandro II; e nei 1074 alla donazione
sii tutu m fui L Intervenne a'eonciiii tenuti che duca R.oberto fece al monastero
il

da Papa s. Simmaco in Roma negli anni della ss. Trinità de medietatccivitatisFe-


5oi, 5o2, 5o3 e 5o4« Lunga lacuna ta- nusinae t
a\la quale fecero da testimoni al-
ce successori sino a s. Pietro delioi4>
i tri vescovi e Arnaldo arcivescovo d'Ace-
che con altri vescovi intervenne alla con- renza. Altre donazioni fece al medesimo
fi igrazioue della chiesa di s. Maria di Fo- il duca Roberto, eoo documenti prodot-
.

VEW VEN 171


ti da Ughelli, in cui è uotniuato il vesco- 1 4 1
9. A' 1 3 novembre Martino V gli die'

vi Costantino, le cui notizie arrivano al in successore fr. Dionisio di Monte Leo-


1093. Nota rtJghelIi,che la chiesa della ne domenicano, illustre dottore in teolo-
ss. Trinità, ornata di tanti privilegi, ar- gia.Eugenio IV neh 43 1 elevò alla chie-
ricchita da tanti doni, lo fu pure co 'corpi sa diVenosa l'arciprete della cattedrale
de'ss. martiri Vittore, Cassandro e Sena- Roberto de Procopio. Neh457 il nobile
tore fratelli,couNomanzia loro madre, qui di Salerno Nicola Solimele, celebre dot-
apud T'enusium ad colli mnam alligali, mor-
tore del juscivilee canonico. Per sua
quae adirnevisilur pro fide e a pitis ab scis-
t
te neh 459 Nicola Girolamo Porfido, che
sione tnartyrlumsubjeruntj non che del fece la campana di s. Maria della Pace e
corpo di s. Atanasio abbate di Nota, tro- visse lungamente. Nel 49^ ebbe a suc- 1

vato nel io63 sotto l'altare maggiore; que- cessore il nobile napoletano Sigismondo
T
sto e quelli chiusi in urne o pile di ter- Pappacoda {1 )) chiaro per virtù e sa-
ra cotta, come apprendo dal vescovo Cor- pere, neh 499 traslalo a Tropea: creato
signani, che li riconobbe e autenticò nel cardinale da Clemente VII, nou accettò
j 735.ll vescovo Roberto fioritoceli io5, Nello stesso i499 A-l essa,KU'°
la dignità.

giù canonico della cattedrale, per alquan- VI nominò vescovo Antonio Ci Valeria ra-
ti anni governò felicemente. Non si tro- goncnsis, e nunzio apostolico di Napoli,
vano che neh 177 al-
altri sino a Pietro, nel 1 5oo vicario di Roma, morto uel 1 5o 1

la badessa e monache benedettine di s. In questo AlessandroVI elesse il suo Me-


AI aria di Monte Albo concesse diversi be- ilìco (f.) Bernardo o Berardo o Bernar-
ri, antichissimo monastero e illustre per dino Buongiovanui nobile recanatese, a
l'osservanza regolare, posto nel suburba- cui era carissimo e continuò ad assistere,
no Venosa; e nel 1 179 intervenne al
di per l'iusigne dottrina in diesi distingue-
conciliogeneraledi LateranoIII.Nel 111Z va. Nel suo governo, Veuosa fu invasa da
Jj.mo, al cui tempo fu edificato il conven- terribile pestilenza, ed egli molto operò
to di s. Francesco, designato dallo slesso da sollecito pastore, cessando il malore per
santo.Giacomo sedeva nel pontificato d'A- aver egli col popolo fatto voto a Dio d'in-
lessandro 1254. Guido del 1299,
IV del nalzare una chiesa a s. Sebastiano ed a
viveva ancora nel i3o2. Pietro del 1 33 1, s. Fiocco, alla cui intercessione ottennero
nel luglio 1 334 fu traslato in Àcerenza, grazia: la chiesa poi fu data a'eappucci-
ed a'5agosto l'avea succeduto fr. Agosti- ni,quaudopropinquofu fabbricato il con-
no domenicano. Sedeva nel 1 36o allroPie- vento. Il vescovomortoinRomaneh5io,
tro. Indi nel 1 363 Gaufìido o Goffredo, Tanno slesso Giulio II vi trasferì da Ven-
che fece la maggiore campana alla catte- ce Lamberto Arbaud di Antibo, che in-
drale, al quale fu sostituito a' 14 giugno tervenne nel concilio generale di Latera-
Tommaso arciprete d' Àcerenza da Urba- no V, e fece nella cattedrale i sedili del
no V, e nel 1367 intervenne alla consa- coro in marmo, e ne ornò la porta po-
grazione della chiesa di s. Audeno di Bi- nendovi il suo stemma. Finì sua vita nel
sceglia. Neh 383 è ricordato Lorenzo E- 527, e Clemente VII in tale anno gli
1

gidi di Firenze. Neh 385 o nel seguente sostituì il proprio consanguineo Guido de
inori in Roma il vescovo Giovanni. Cer- Medici canonico di Fireuze e prefetto di
/
to è che Urbano VI neh 386 gli surro- Castel s. Angelo(P .) quindi a'2 gennaio )

gò Francesco deVeneranieri romano. Gio- 528 trasferì a Chieti. Il Papa a*23 mar-
1

vanni del 395, Bonifacio IX lo trasferì a


1 zo da Asti vi traslatò Ferdinando Sero-
Grosseto nel 1 4oo, ed in suo luogo da Pi- ne spaguuolo, ordita* s. Angus tini, che
vello sua patria trasportò in questa sede poi consagrò solennemente la nuova cat-
il nobile Andrea de Fusco, che morì nel tedrale a' 12 marzo i53i, soggiungendo
i
7a VE W VEN
PUghelli: etpostquam qualuor et decern la convocazione del concilio ecumenico,
anno* Ulani rexisset, co onere sed libe- poi fu preside dell'Umbria, beneficando
re exolvit, anno i 54 2, Paulo III seden- Perugia, e pro-legato dell'Emilia. Qua!
te, de quo vide Astensium Episcoporum commissario pontificio fu al sinodo di
nostrani serìem. Non so poi come il eh. Trento, in quo curii ipsc concilio exor-
cnn. Bima della cattedrale d'Asti, nella sis quibusdam simultatibus cum graeco
serie cronologica dique'vescovi, nella sua episcopo pervicacius contendisset t
Romae
bella opera, Serie Cronologica de* vesco- carcerem sustinuit. Già dissi nella bio-
vi degli stati del re di Sardegna, possa grafia di Pio IV ', che lo liberò, trovati
scrivere: che « Ferdinando Serone morì falsi i sospetti formati su di lui in mate-
o*23 marzo 528, avendo già le bolle di
1 ria di fede, trattandone il Pallavicino nel-
*ua traslazione alla chiesa di Venosa". A' la Storia del concilio di Trento, lib. 8,
22 maggio i5$2 divenne vescovo Alva- cap. 4e 6. Lodato per dottrina e probi-
ro della Quadra nobile napoletano, spa« tà, da s. Pio V fu impiegato in affari gra-

gnuolo d'origine, nato da Anna Serone, vi; Gregorio XIII lo deputò a pacificare
perciò probabiluieute parente del prede- i principi d'Italia, indi a'4 maggio i583
cessore, chiaro per prudenza e virtù, ed (ma allora viveva il predecessore) lo di-
abbate secolare di s. Antonio di Napoli : chiarò vescovo di Venosa; morì a'6 mar-
nel 1 55 1 rinunziò Ih sede e dopo due an- zo i585 ottuagenario, e fu sepolto nel-
ni passò a quella d'Aquila per volere di la cattedrale. A'20 di detto mese gli suc-
Carlo V Giulio III55 1 prov-
3*27 aprile 1 cesse Gio. Girolamo Mareri aquilano, ar-
vide la chiesa di Venosa con Simone Gat- ciprete di Trilitii. Nel 1587 Sisto V no-
loia nobile di Gaeta, primicerio della me- minò fr. Pietro Ridolfi di Tossignano mi-
tropolitana di Napoli, ove morì nel 566 1 nore conventuale, a lui caro, dotto teo-
e fu sepolto nel tempio della ss. Annun- logo, insigne storico e autore della Storia
ziata, nel sepolcro ch'erasi preparato con Serafica, consultore del s. Uffizio. Ornò
epitaflìo riprodotto dall'Ughelli, ordinan- la cattedrale , la custodia delle ss. Reli-
do la fondazione dell'ospedale. A'2 1 ago- quie e il battisterio; celebrò il sinodo, che
sto 1 566 Francesco Rusticucci di Fano, fu stampato neli58o„ e neli5gi fu tra-
ove fu trasferito a'3i gennaio 1567. A'21 sferito a Sinigaglia. Nello slesso giorno,
marzo di tale anuo gli successe fr. Paolo a'18 febbraio, gli successe fr. Vincenzo
Oberti bergamasco, domenicano d'incol- Calceo di Soncino domenicano , insigne
pata vita e di esimia dottrina, ma a* i3 dottore in teologia, ex provinciale di Ter-
settembre morì e fu tumulato nella tom- ra Santa; restaurò l'episcopio, e fece tut-
ba de'canonici, ut in testamento caverai. te le parti d'eccellente pastore, morendo
Il 12 dicembre cessò la sede vacante eoa nel1598. In questo a' 17 agosto Sigismon-
l'elezione di Gio. Antonio Locatelli bolo- do Donati di Correggio, poi nel i6o5 da
gnese, probo ed encomiato pastore, che Clemente Vili fu traslato ad Ascoli del
dopo 3 anni pianse morto la sua chiesa Piceno. Il 3 agosto la sede Venosina fu
nel 571 A'6 febbraio di questo, Baldas-
1 . provveduta con Mario Mauri di Melfi, che
sare Giustiniani genovese oriundo dell'i- morto nel 16 10, nel seguente anno Pao-
sola di Scio, egregio letterato e già gover- lo V gli sostituì Andrea Pierbenedetti di
natore di Terni; lodato per pietà e zelo Camerino. Avea esercitato vari uffizi per
pastorale, rapì immaturo la morte nel la s. Sede, e stato vicario generale in più
1 584 a' i3 marzo. Gio. Tommaso San- diocesi, massime del cardinal Federico
felice nobilissimo napoletano, vescovo di Borromeo arcivescovo di Milano, per cui
Cava per 3j anni e rinunziò nel i55o, do- nella cattedrale eresse un altare a s. Car-
po essere stalo uuuzio in Germania per lo Borromeo e vi pose molti ss. Reliquie.
VEN VEN 173
Compi la torre campanaria, celebrò il si- già preposito de'barnabiti di s. Carlo a'

Dodo e ne pubblicò le costituzioni. Essen- Catenari di Roma e procuratore genera-


do in grande estimazione d'Urbano Vili, le di sua congregazione. Con questi ter-
Jo deputò visitatore apostolico del regno mina la serie de' vescovi V Italia sacra,
di Napoli, die con ogni diligenza e decoro e la compirò colle Notizie di Roma. Nel
eseguì, cessando di vivere affaticalo nel 1726 Pietro Antonio Corsignani di Ce-
i634 di 67 anni. Nel i635 Bartolomeo lano diocesi di Marsi, dotto e zelante pa-
Frigeri ferrarese , beneficiato Vaticano, store, autore d'opere, fra le quali la Reg*
autore del libro: V Economo prudente. già Marsicana, stampala in Napoli nel
Dopo circa 4 mesi 1 di vescovato passò tra* 1738, ed ove s'intitola vescovo di Ve-
più. A'3 dicembre 1 640 Urbano VI li dal- nosa. Già avendo celebrato il sinodo nel
l'arci vescovato di Conza vi trasfeii Salu- 1728, lo pubblicò colla sua Istoriale-
stio Peculi di Terni, già uditore del nun- nosina. Fra le sue benemerenze ricorde-
zio nel Belgio. Adunò il sinodo e lo pub- rò, che in Forenza riedificò e nobilitò l'a-
blicò colle stampe, essendo encomiate le bitazione della villeggiatura de' vescovi.
sue costituzioni. Abbellì l'aula dell' epi- Nel 1738 Francesco Antonio Salamoile ili
scopio, e dopo 8 anni rinunziò il vesco- Termoli. Neh 743 Giuseppe Giustiniani
vato, se fama di erudito
lasciando di di Bitritto diocesi di Bari. Nel 1764 Ga-
ed amatore della veneranda antichità. Nel spare Barletta di Gioiosa diocesi di Gè-
1648 a' 18 maggio fr. Antonio Pavonel- race. Nel 1779, traslato da Minervino Pie-
li di Civitella del Tronto minore con- , tro Silvio di Gennaro,della terra di s. Pie-
ventuale: morì a'^3 settembrei653.NeI tro diocesi di Capua. Neh 792 Salvatore
seguente anno fr. Giacinto Tarugi nobi- Gonnelli Turi diocesi di Conversano.
di
le d'Orvieto oriundo di Monte Pulciano, Neh8i8 a'26 giugno Nicola Caldora di
virtuoso e dotto domenicano, compagno Napoli, preconizzato da Pio VII. Questo
del p. maestro del s. Palazzo, consagrato Papa colla bolla De utiliori dominicae,
in Maria sopra Minerva dal cardinal
s. de'28 di detto mese, Ball. Rom. cont. t.
Odescalchi, poi Innocenzo XI. Fu salu- n5, p. 56, soppresse la sede vescovile di
tare esempio al suo popolo, che istruì col- Lavello {V.) , ed in perpetuo la unì a
le sue frequenti prediche. Scrisse e pub- questa ili Venosa. Leone XII per dimis-
blicò la vita di s. Onofrio, e lasciò mss. sione del precedente, nel concistoro de'9
quella del b. Alberto Magno, e le osser- aprile 1827 preconizzò vescovo di Veno-
vazioni sull'epistole di s. Caterina da Sie- sa Luigi Maria Paiisio napoletano, dot-
na, ed altro. Clemente Xa'7 maggio 1674 tore nel jus civile e canonico, zelante per
gli die'a
successore Gio. Battista Desìi na- pie opere, dotto e di ottime qualità for-
poletano, tesoriere della metropolitana, nito, dichiarate nella proposizione conci-
versato nelle sagre e profane lettere, che storiale col pontificio elogio; indi a' 25
morìneli677. Innocenzo Xlnelseguen- del susseguente giugno lo traslalò a Gaeta,
te 1678 da Massa Lubrense vi trasferì di cui poi divenne il i.° arcivescovo, pel
Francesco Maria Neri tiburtino, già ca- riferito nel voi. LUI, p. 206. Dopo sede
nonico di Napoli, morto neh 685. A* i4 vacante, Io stesso Leone XII a' 23 giu-
maggio il detto Papa dichiarò vescovo gno 828 dichiarò vescovo Federico Gita-
1

Gio. Francesco de Laurenzi di Ripatran- lini benedettino cassinese, già vescovo in


sone, della patria cattedrale arcidiacono, partibus di Nissa, preposito e arciprete di
vicario generale diPesaro,morto nel 1 698 s. Maria di Mina d'Altamura nella pro-
con lode. Dall'arcivescovato Ragusi nel di vincia di Bari, nullius dioecesis, che per-
699 qua fu traslato Placido Scoppa. Nel
,1
ciò divenne vacante. Per sua morte, Gre-
17 i3 Gio. Michele Terroni di Livorno, gorio XVI nel concistoro de' 2 ottobre
«74 N VEN
1837 preconizzò vescovo Michele de Gat- no e di agitarla per rinfrescarsi, i suoi in-
Uogliauo arcidiocesi ili Cosenza, giù
ti* ili gegnosi contemporanei vi trovassero I' i-

canonico dell'insigne patria collegiata, ze- dea madre del ventaglio. Altri attribuì-
lantissimo ministrodel Signore, ed orna- scono tale invenzione agli egizi. Certo è
to di quelle doti proprie ad un idoneo pa- che se ne trovano tracce fino dalla più
store. Vacata la chiesa pel suo decesso, il remota antichità in Asia, in Grecia in ,

regnante Papa Pio IX, nel concistoro di Italia. Erano allora grandi strumenti (at-
Gaeta de'22 dicembrei 848, la provvide ti per la più parte con fasci di penne e
1

mg. Antonio Miche-


coll'attuale vescovo piume di pavone e di struzzo, i quali ve-
le Vaglio di Galatona diocesi di Nardo, nivano agitati dagli schiavi, siccome an-
già nella patria collegiata dignitario ca- cora si usa in alcune colonie ov'essi sus-
nonico priore arciprete, perciò curato per sistono. L'uso del ventaglio diffuso in Eu-
18 anni zelante, pio, caritatevole e pru- ropa, pare che abbia preso il nome che por-

dente; encomiato ancora nella proposizio- ta verso la metà del secolo XVII, poiché
neconcistorialeper gravità, dottrina, soa- taluno osservò, che alcuni profumieri ita-

vità di costume, esperienza e diligenza. liani formanti il seguito di Maria de Me-


Ogni nuovo vescovo di Venosa è tassato dici ne'primordii di tal secolo, introdus-
ne'libri della camera apostolica in fìori- sero in Francia il Ve/itolo. Formato in
niioo, le rendite della mensa ascenden- principio con dette piume e penne, fer-
do a circa 3,ooo ducati. La diocesi si e- mate manico d'argento o d'avorio, di-
in
stende per circa 3o miglia di territorio, cesi un fiorentino noma-
perfezionato da
con» prendendo 4 luoghi. to Flatore e giunse ben presto agli ul-
,

VENTAGLIO, Flabellum. Arnese col timi confini del lusso e dell'eleganza. Al-
cjuale si fa vento, a cagione propriamen- cuni sono di valore e costosi, imperocché
te di seutir fresco nella stagione calda d'avorio o di tartaruga leggiadramente
principalmente, e moltissimo usato dalle lavorati, di madreperla, dorati e dipinti,
donne anche per lusso. Il vocabolo sem- con intagli d'una finitezza mirabile. Al-
bra derivato da Ven ta re, solila re o tirar tri colla ventola di seta portante pietre

vento, in latino /lare, spirare j per pro- preziose, con fili d'oro e d'argento, ed al-

durre veuto. Inolile chiamasi Rosta lo tri di carte figurate o con emblemi e mi-
strumento da farsi vento, fatto in varie niature. Si rimarca se le galanti donne
foggie e di varie materie, ed usandosi an- l'usano con grazia o goffa mente. E la dot-
cora,come il ventaglio, per cacciare le ta Cristina, già regina di Svezia, recatasi
mosche ed i mosconi , detto eaccia-mo- a Parigi nel i656, interpellata in argo-
schcj ed anch'esso in latino dicesi Fla* mento da alcune dame per udire la sua
bellum, Ventulum, Muscarium.ha rosta opinione, severa mente rispose." A che m ii

si pure Veniamola o Ventarola,


disse il ventaglio? in fede mia, voi siete abba-
vocabolo comune alla banderuola, ven- stanza avventate anche senza di lui!"
lorum index. Dichiara il Felici, Onorila* E' contrastato, se i veutagli passarono dal-
sticumRomanum^W'ailìcoìo Ventaglio: l' uso sagro al profano, o viceversa. Per
Flabellum est, quo ventilalio sit per de- altre erudizioni si può vedere V Album di

statene, ad iefriger anelimi corpus j hoc et Roma, t.


9, p. 36: Delle ombrelle e de
Muscarimn dici(ur i a mitscìs abigendis. ventagli; 21, p. 263
l. // ventaglio. :

Antichissimo è l'uso del ventaglio; la sua Nella Cina si fanno elegantissimi venta-
origine è oscura quanto rimola. Gii uni gli di penne miniate con vivacissimi co-

pretendono che la bella Ransi, figlia di lori. Quell' imperatore, poiché qui parlo
un mandarino avendo contratto
cinese, delle penuedistruzzo edipavoue,le u»adi-
l'abitudine di teuere la maschera in ma- verse secondo le materie,anzi con una pea-
1
VEN V E N 17^
na di struzzo vergine scrive le preghiere do l'uso del suo paese, agita il vento cori
indirizzate a Dio, e le lettere asovrani con un ventaglio di penne sulle guancie e sui
cjuelledi pavone; negli editti ponendo an- capelli di Elena durante il di lei sonno.
che l'ora in cui l'emana, come Augusto. Tutte le volte che nell'opere posteriori
]l Dizionario delle origini, ragiona del de'greci e de' romani parlasi del lusso e
ventaglio quale arnese per far vento, sen- della toeletta delle donne, accennano
si

tir fresco nella stagione calda , e cacciar sempre que' ventagli di penne di pavo-
mosche, antichissimo in Italia, ove preslo ne. Ve n'erano di due specie: gli uni ser-
se ne fecero de' bellissimi. Riporterò in vivano a cacciar le mosche, e chiamali
compendio il più interessante. Colla vo- da'greci Myosobe da'romani Muscaria
t

ce italiana di ventaglio e latina ò'xfla- pavoninaj gli altri servivano per farsi
htllum riferisce indicarsi propriamente
, vento, e denominati Rhiphis o Psygma.
un istrumenloin forma di foglie, che spes- IlBuonarroti ne' Vetri antichi^ parlan-
so vedesi nelle mani di molte figure sui do de' Dittici sagri ragiona de' Flabel-
t

monumenti antichi. Ateneo e Nonnio nel- li che gli chiamavano Ri-


usati da'greci,
le Dionisiache ne fanno menzione. Nel- pida, e da' latini ancora che con essi or-
1' Eunuco di Terenzio, Cherqa racconta navano nelle solennità le chiese: meglio
di avere con ventaglio agitato l'aria du- ciò dissi nel ricordato articolo, in cui ri-
rante il sonno di Panfìla. Ovidio parla portai diversi scrittori sui ventagli. A que-
del gradimento delle donne nell'essere st'uso impiegavansi di preferenza bellis-
rinfrescate col ventaglio, del quale ragio- simi giovani schiavi ch'erano da'romani
narono pure Plauto, Marziale, Properzio indicati coluome dijlabarii.Mà siccome
e Claudiano. De'rami di mirto, d'acacia le penne di pavone erano troppo pieghe-
e soprattutto di platano orientale, servi- voli, s'immaginò di applicare a'ventagli
vanocertaraentedi ventaglione'tempi piti Ira le penne dell'assicelle sottilissime di
antichi. Il Buonarroti, ne' Aledaglioni^Vi- legno, che furono chiamate tabellae; pa-
ce che si formavano i flabelli, per caccia- rola che da'poeti erotici de'romani è sta-
re mosche, con grandi fiondi d'ellera,
le ta sovente impiegata per indicareil ven-

ed opina che forse nelle terme si saran- taglio medesimo. Sembra dunque che
no adoperali. In breve si cercò d'imitare presso le donne dell' antichità, l'impero
la forma di quelle foglie, e si fabbricaro- della moda non sia stato meno possente
no ventagli di materia più solida, ma che a riguardo de'ventagli come lo è oggidì.

al tutto avevano la forma slessa di quelle Le donne degli antichi pejò impiegava-
foglici nabab indiani e i primari bramini no quasi sempre per rinfrescarsi delle gio-
servivansi in luogo di ventaglio di una co- vani donzelle schiave, che sono indicate
da di bue di color bianco, guernita all'e- da Plauto colla voce flabelli'feraci va-
stremità unacioccadi crini(forse meglio
di si pubblicati dal Passeri e dal Tischbein
per cacciar mosche o altri insetti fastidio- ne somministrano molti esempi: da que-
si). Sui monumenti antichi si vedono so- ste stesse pitture si vede altresì, ch'eran-
vente ventagli informa di foglie, e figure vi talvolta de'cesti particolari, in cui por-
di ermafroditi egeniiche agitano il vento lavansi ventagli, quando non si faceva
con un flabello somiglievole, suscitando uso di essi. Di tutte le specie di ventagli
l'aria d'intorno a qualche douna celebre. di penne di pavoni avevano
,
quelli che
Tosto che greci conobbero pavoni, cir-
i i la formadi un mazzo o le cui penne for-
ca 5oo anni avanti l'era presente, impie- mavano un semicerchio, sembrano esse-
garono le bellissime piume di quel!' uc- re stali più frequentemente e più lungo
cello alla formazione dementagli. Nell'O- tempo in uso. Durante tutloil medio evo
rbe d'Euripide uu eunuco frigio, secon- e ancora sino al XVII secolo, le donne
i
76
VEN VEN
poi lavano in Italia, in Francia e in In- ste e importune; le mosche canine o ca-
ghilterra di simigliatiti mazzi ili penne, valline poi, feriscouo con punture che ca-
sia per ornamento comodità
, sia per la vano il sangue.DeH'importunitàdelle mo-
loro. Venezia, massime, e le altre repub- sche, oltre la comune esperienza ,
parlò
bliche traHicanti dell'Italia somministra* anche Omero nel lib.17 dell' Iliade^ di-
•vano in quell'età a tutta l'Europa le pen- cendo: Atque UH muscae vim intra prac-
ne di struzzo, che s'impiegavano di pre- cordia misit - Quae quamvis de pelle
ferenza per formare questi mazzi o que- viri saepe repulsa f - Assultat morsura
sti ventagli. Nel secolo XI, precipuamen- tamen. La mosca, sorta di piccolo inset-
te nella Lombardia, l'italiane usavano i to volatile molto importuno e noioso, e
ventagli in forma di mazzi, sovente di as- mollo comune nella calda stagione, per
sai bizzarra composizione. Ilmazzodi pen- non avere reminiscenza del passalo, tor-
ne era ordinariamente fissato all'estremi- na subito donde è scacciata; per cui ne
tà d'un manico d'avorio, ornato spesso segue, riferisce il Menochio, che non si

d'oro e di pietre preziose. Oltre le pen- ricordi né del bene, né del male, laonde
ne di struzzo s'impiegavano allora, al pa- sebbene percossa lorna di nuovo con mo-
ri degli antichi, penne di pavone, di pap- lestissima importunità. Gli antichi abi-
pagallo, di corvo dell'Indie e di altri uc- tanti de'paesi caldi per discacciare le mo-
celli aventi speciose penne. Fra le altre sche ond' erano tormentati, invocavano
cose, dalle catene d'oro, usate a quell'e- l'aiuto degli Dei, econ Superstizione fa-
poca dalle donne, pendeva ancora il ven- cevano anche uso di amuleti. I greci a-
taglio. Sotto Elisabetta regina d'Inghil- veano a Dio particolare contro le mosche
terra, manichi diventagli erano per lo
i Miiagro, nome derivante e composto del-
più argento di grandissimo valore, il
di le parole greche mosca e cattura. A que-

che rendevali oggetto di smodato desi- sto genio immaginario attribuivano la


derio a' ladri : talvolta costavano sino a virtù, di cacciare le mosche durante il sa-
4o lire sterline; e la regina ne ricevè grifizio. Gli arcadi sacrificavangli sempre
uno in dono, riccamente guarnito in dia- innanzi d'onorare Minerva incerta loro
manti. Soggiunge ileitato Dizionario ,che festa solenne: gli elei incensavano costan-
disse con molto garbo un nostro scritto- temente le are di esso perchè allontanas-
re, f» 1 ventagli ponno definirsi telegrafi se quegl'insetti al finir della slate. Anche
d'amori o di sdegni, o una gelosia per i romani sagrificavano a tale divinità fa-
traguardare senza che le donne sieno ve- volosa, che chiamavano M//W6 .Ne'giuo- j

dute, o finalmente un mezzodì eclissare chi olimpici qualche volta prima d'inco-
i movimenti dell'occhio". Notai nel voi. minciarli facevasi tale sagrifìzio perchè
LXXXI,p. iyG.cheavendopercosso pub- gli spettatori non fossero molestati, oude

blicamente il bey tV Algeri con un venta- disse Eliano che le mosche si ritiravano
glio il console di Francia, questa ne pre- da mentre nel tempio d'Apol-
tali feste;

se motivo per detronizzarlo e occupare la lo Azziaco immolavasi loro un bove, ed


regione. — Quanto all'uso sagro demen- esse attaccavansi al sangue della vittima,
tagli, di quelli usati ne'sagrifìzi dagli an- da cui ritraevansi poi satolle. Questo nu-
tichi per cacciare le mosche, ne ragiona me ebbe altri nomi Miiacero t Miagro,
:

il Menochio nelle *S7uore, centuria i.°,


p. ApomiO) ed in Africa Acor t
ch'è lo stes-

cap. 80: Del flagello delle mosche con ^ so che Belzebut. Adoravano le mosche
il quale furono afflitti gli egiziani al gli abitanti di Accarona e dell'Acaruania.
tempo di Faraone. Con ragione il sagro In Roma nel tempio aV Ercole Vincitore^
testo chiama le mosche flagello gravissi- non entravano mai mosche.Eppuresi pre-
mo, perchè sono in gran maniera mole tende da'mitologi, che mentre Ercole sa-
VEN VEN 177
grificava non potè mai cacciar le mosche, menzione di simili ventagli ; e quanto
e neanco Giove ne avea il potere. Le mo- ne scrisse s. Idelberto vescovo di Le Mans,
sche accorrevano in gran moltitudine a' lo riporta il Menochio, che termina col
sagrifizi di Moloc, di Astarot e degli al- narrare come s. Bernardo, senza venta-
tri idoli de' pagani. Gli ebrei tenevano glio si liberò dalle mosche che lo mole-
qual felice augurio il non aver mai visto stavano nel consagrare un oratorio nel
una mosca nel tempio di Salomone. Ma Laon, cioè collo scomunicar-
territorio di
mentre gli antichi invocavano l'aiuto de' meglio dire colla Maledizione, o
le (sarà

numi contro le mosche, ad un tempo ser- meglio ancora colla Benedizione coutro
vi vansi de'mezzi fisici e principalmente di e ne morirono in tanto nu-
tali insetti),

ventagli cacciamosene, detti anche miìa- mero, che bisognò portarle fuori con pa-
gri, i romani usando un ramo di mirto le. Il vescovo Sarnelli, Lettere ecclesiast.
(l'imperaloreDomiziano impiegava un'o- 1. 1 o, lett. 43: Del ventaglio, che il vesco-
ra per giorno a infilzar mosche nel suo vo greco dà all'ordinalo diaconoj an-
gabiuetto,elo notai nel vol.LVIII,p.2i6), ch' esso dichiara V introduzione del suo
e gl'indiani tuttora adoperano una coda uso nelle sagre liturgie, per rimedio con-
di cavallo con manico per lo più d'avo- tro l'importunità delle mosche e la schi-
rio, ornato pure di pietre preziose. Dio fosità di esse; rilevando che Ateneo scris-
ha creato tutte le cose con somma sa- se avere i persi pe'primi usato i ventagli
pienza e con ottimo fine, inclusivaroen- alle mense per cacciar dalle vivande si-

te alle moleste e importune mosche, per mili animaletti, attestando Marziale che
punirci e ricordarci la nostra nullità, fra si facevano con penne di pavone. Che ì

tanto orgoglio e potenza bastando una cinesi adoperano non solo nel-
i ventagli
pulce e una mosca per infastidirci; e per l'estate per cacciar le mosche e refrige*
rimedio contro la loro ostinatezza fu in- rarsi,ma nell'inverno per ornamento, co-
trodotto l'uso de' ventagli, ed anche nel- me i guanti tra noi nell'estate. L'adotta-
l'antichità si facevano di penne; osservan- rono le donne imbellettate ,
per rinfre-
do il Menochio, che il ven. cardinal
p. scare il belletto, acciò scorrendo il sudo-
Bellarmino erasi talmente avvezzato al- re dalla fronte non lo facessedecompor-
la pazienza e alla mortificazione, che non re. Usarsi le penne della coda di pavone
cacciava le mosche neppur dal viso, seb- per cacciamosene, perchè diversi anima-
bene gli dassero noia ; anzi di ciò mera- li colla coda le discacciano; e siccome l'è

vigliandosi altri, dolcemente rispondeva lefante ha piccola, le uccide con istrin-


1'

non doversi far male a tali animaletti, per ger le rughe della pelle. Della molestia
non avere altro godimento chela libertà che recano agli scrittori, l'espresse un poe-
di volare e stare a piacere sulle cose. Ste- ta sdegnato di loro noia, co'versi riferiti
fano Durando, De rilibus ecclesiasticis, dal Sarnelli. » Questi animaletti, dice il

cap.io, tratta dell'uso dementagli


lib. i, Comestore, sono stati da Dio creati per
in Chiesa e del morale significato cava- punizione, correzione e istruzione. Per-
to da' ss. Padri. Dalle Costituzioni apo- ciò che è punito l'uomo, quando è offeso
stoliche^ attribuite a Papa s. Clemente I da loro; è corretto quando sa essergli
del 93, già trovasi prescritto, checelebran- ciò avvenuto per lo peccato;è istruito am-
do il vescovo, assistessero a'due lati del- mirando l'opere di Dio, che si dimostra
l'altare due diaconi con ventagli di pen- più stupendo nelle minutissime sue crea-
ne di pavone, di membrane o di lino, per ture, colle quali solamente pose in fuga
impedire che le mosche e altri insetti ca- gli eserciti " Nella Puglia un poeta chia-
1

dessero nel calice consagrato. S. Girola* mò la mosca, per esservi abbondanti efa-
mo scrivendo a Marcella 1' Epist. 20, fa stidiose : Pugliese mostro,' Sanguisuga
VOL. XCllI. 12
i
7
8 VEN VEN
volanti', alata Arpia. Quindi i! Sarnelli aiutanti di camera in abito da citta, agi-
riflette, che se per la cu tu u uè aie risa si tarono leggermente le banderuole, col-
formarono ventagli per cacciare le ino- l'armi gentilizie del defunto e della città;
sche,maggiormeutedoveasi praticare nel uso introdotto per decoro della funzio-
la sagra inensa,sì perchè non molestino chi ne, perciò in esse souo effigiati gli stem-
sagrifica,esì perchè non cadino nel calice, mi; e decenza per cacciar le mosche da'
giacché sebhene coperto col la/ v/////, facil- volti e dalle mani de'cadaveri, usandosi
mente nello scuoprirlo vi s'immergono. anche quando non vi souo, poiché que-
Perciò uè' sagri templi originò l'uso del gì* insetti non ponno recare fastidio a'

Flabello (f .), denominato pure l 'enti- morti, come rileva il Cancellieri, Notizie
labrum Ministcriorum, dovendosi muo- de'ss. Giovanni e Petronio de'bologncsi
vere dal diacono per impedire alle mo- di Roma, p. 96).
sche di molestare il sacerdote et abigere VENTIM1GLIA (Fentimilien. Pro-
sacrificium. Ed è perciò, che essendo uf- vinciae Janucn.). Città con residenza ve-
fizio del diacono impedirlo alle mosche, scovile degli stati sardi, nel Genovesalo
nell'ordinario il vescovo gli consegnava o Liguria, antica e illustre, divisione di

il flabello ventaglio, nel quale erano di- Nizza, provincia di Sanremo, capoluogo
pinti due Serafini. Quindi il Sarnelli ri- di mandamento, alla foce della Roja, l'an-
porta alcune delle nozioni che io già de- tica Rutuba, nel Mediterraneo o mare

scrissi a Flabello. Questo ventaglio o pa- Ligustico: lungo l'alveo della Roja diri-
ramosche, formato di penne di struzzo o gevasi la romana via militare per lo tra-
di pavone, ora si usa soltanto dal Papa gitto dell'Alpi. Piccolo e sicuro n'è il por-
per que'motivi e simbolici significati che to, e dal quale si estraggono le indigene
nell'articolo dichiarai, massime quando produzioni. E città dell' Alpi marittime
incede in sedia Gestatoria (F.) e nella atlinente all'Italia, distante 6 leghe e mez-
macchina o talamo per la Processione del za all'esl-sud-est di Nizza, alla cui contea
Corpus Domini (Z7.). A pochi altri il fla- ora appartiene, due leghe e mezza all'o-
bello fu concesso per privilegio, cioè a' vest-sud-ovest di Sanremo, e 28 al sud-
nominati nell'articolo, dove pure trattai ovest da Genova. L'ultima proposizione
dell'uso e delle diverse forme de'flabelli Urbs Liguriae
concistoriale la qualifica:
nella Chiesa Ialina e nella Chiesa orienta* adclivuni montis aedificatain suo unius
le, gli usati dal Papa denominandosi an- circiter milliari ambita 200 domos, el
cora Flabellis pontificiis seu Muscariis 20,000 circiter continetincolas (deve es-
pavonicis, e gran pennacchi. Inoltre i Pa- servi errore, poiché leggo nella preceden-
pi usarono nelle solenni funzioni di far- te proposizione, 1600 circiter habitato-
si precedere da due preziose insegnechia- rcs. In vece Dizionario geografico u-
il

mate Cherubini, ed aventi qualche rela- nh'ersale gliene dà 5,ooo, ed il Castella-


zione co'flabelli orientali. Meglio ne trat- no 5,2oo, ed io credo circa 6,000). Chia-
tai nel voi. LXX1V, p. 270 e 271. Fi- ma la cattedrale, di moderna architet-
nalmente flabelli, banderuole e ventaro- tura, dedicataall'Assunzione della B. Ver-
le si chiamano quegli arnesi che ne' Fune- gine, sed boni aedifidi nulla exigentis
rali (F.) quattro Palafrenieri (V.) altri reparationemj ma il zelantissimo vesco-
inservienti, agitano intorno al feretro de' vo attuale, nel 1842 vedendo che il tem-
cadaveri de' cardinali, e due intorno a pio minacciava rovina, trasportò la sua
quello degli ambasciatori, ed a quello de' cattedra ed il suo capitolo nel!' antichis
principi, decorate degli slemmi gentilizi sima chiesa di s. Michele Arcangelo, fin-
(nel 17G7 nell'esequie del conte Isolani ché si possa rifabbricarla, o almeno ope-
ambasciatore di Bologna inPioma,duesuoi rarvi un solido restauro. Da uua grande
VEN VEN 179
lapide incastrata uel vestibolo della cat- chierici addetti all'uffiziatura divina. L'e-
tedrale, e die serve per parte di scalino piscopio, parimi distai a caihcdrali,
della porta principale, si argomenta che et cum sit boni aedìfìcii nulla indiget
àulicamente era un tempio dedicato a reparatione, e l'encomiato prelato l' ha
Giunone. Ed è tradizione, che la chiesa restaurato. Sebbene nella città vi sono
di s. Michele fu già tempio di Castore altre chiese, niuna però è parrocchiale o
e Polluce,come apprendo dalla classica collegiata. L'hanno i minori osservanti
opeva, Monumenta historiae palriae,l. 4, con convento, e le canonichesse Late-
che contiene la Storia delle Alpi Ma- ranensi con monastero eretto sui fonda-
rittime di Pietro Gioffredo, insieme a menti dell'antichissimo castello de'conti
molte notizie della città di Ventimiglia, già signori della città. Vi sono alcuni so-
del suo comune e contado, e perciò de' non il monte di pietà.
dalizi, l'ospedale,

suoi consoli, vicari, capitaui, rettori, con- Seminario auteni non saiis apio ad
testabili, conti e signori diversi, non che excipiendos illius dioecesis clericos a-

del suo vescovato. Veramente corrispon- lumnos, alterimi subslituendiun est in


de a quanto dichiarò il eh. prete Gio. Bat- civitates. Remi ejusdem dioecesis. Il lo-
tista Semeria, nella Storia ecclesiastica dato pastore però ne promuove l'amplia-
di Genova e della Liguria^do? tempi apo- zione e il fioriraento. Possiede ancora un
stolici sino all'anno 838, cioè nel cap. 1 collegio comunale, ed il castello o forte
6 : Vescovi di dentimiglia, abbondare munito s. Paolo: vi sono alcune anti-
di
le civili e politiche notizie della città di che iscrizioni. I dintorni vanno ricchi di
Ventimiglia, invece scarseggiare, in pro- vino, olio e frutti squisiti, per la fertilità
porzione, le memorie ecclesiastiche. Non il quale in amenità egua-
del territorio,
mancherò giovarmi delle dueopere, edel- s.Remo. Quivi V Itinerario
glia quello di
le altre che poi dirò, ma sempre nelle cir- d'Antonino segna il confine deWaLiguria,
coscritte dimensioni, combinabili colla sebbene altri lo avanzino al Varo e altri
natura di questa mia opera, divenuta or- a Marsiglia. Ma ora conviene dire alcuna
mai tanto voluminosa, però toccando il cosa dell'antichità di Ventimiglia. In data
sospirato fine. Del benemerito Semeria, di Ventimiglia 20 febbraio 1 852 pubblicò
mi è noto aver pure scritto e pubblicato l'eccellente periodico V Armonia di To-
con bella edizione Secoli cristiani del-
: rino, e riprodusse il n. 66 del Giornale
la Liguria, ossia Storia della metropo- di Roma. I coloni d'una villa dell'episco-
litana di Genova, delle diocesi di Sar- pato, pochi passi a pouente della Nervia,
zana, di Brugnato, Savona, Noli, Al- cercando pietre e tasteggiando sotterra
henga e Ventimiglia, Torino i843. In- con un palo di ferro, nel precedente gen-
tanto si ritorni alla ricordata proposizio- naio videro un non so che di pittoresco
ne concistoriale, dichiarante lo stato del- e di solido, che parve loro cosa insolita
la chiesa di Ventimiglia nel 1837. Nella da non trascurarsi. Recatane la notizia
r
cattedrale esercitava la cura d'anime la a mg. vescovo, die' ordine che si sgom-
I." dignità del preposto aiutato da un brasse cautamente il terreno soprastante,
prete, ed ivi era il s. fonte. Fra le ss. re- e tosto comparve un pavimento in mu-
liquie, con somma divozione si venerava saico, lungo metri 4 e quasi due deci-
il capo di s. Secondo martire, patrono del- metri e largo 4; di forma quadrata, ben
la città. Il capitolo si compone delle 3 di- conservato, e circondato di mura non più.
gnità del preposto, dell' arcidiacono e alle d'un metro circa, poiché il resto era
del cantore; di otto canonici, comprese già stato demolilo. Da' 3 lati di queste
le prebende del teologo e del penitenzie- mura si scorgevano 3 porticelle, che ve-
re; di due beneficiati, e di altri preti e rosimilmente introducevano in pari nu-
180 VEN f EH
mero di gabinetti o
camere. Il laro-
di pistola di Marco Celio, scrìtta di colà rt

io è delicatissimo, d'una semplicità ele- Cicerone ? Il descrittore dell'articolo pre-


gantissima, di gusto greco. Subito il pre- vide un' obbiezione desunta dalla natura
lato ne fece prendere a penna un colo- delle già dette mura, che circondano il

rito modello. Si vedono i busti delle 4 pavimento, le quali non presentano i ca-
Stagioni dell'anno in altrettanti quadri ratteri delle antiche costruzioni romane,
simmetricamente disposti, due in alto e ma piuttosto quelli delle fabbriche anti-
due al basso, vicino al centro del pavi- che. » E che? E' forse provato e dimo-
mento, e di tinte molto leggiadre. La strato, che a'tempi della dominazione ro-
Primavera coronata di fiori; la State cin- mana le costruzioni e le mura si fabbri-
ta il crine di bionde spiche; l'Autunno cassero in tutta l'Italia all'uso romano?
coronato di pampini edi grappoli di uva; Non già, e noi stessi, allorché nel 1889
e l'Inverno imbacuccato la testa, con u- e nel 1840 si esegui una tal quale an -

na canna presso la spalla, e colle sue lun- pliazione e rettificazione della strada pro-
ghe foglie pendenti sormontate dall'uni- vinciale al capo s. Siro , volgarmente il

co , mesto e verticale lor fiore. Il vago Don, territorio di Tabia i or Taggia, noi
musaico fu riconosciuto per un lavoro stessi abbiamo osservato, che l'antiche
de'tempi più belli della dominazione ro- costruzioni ivi scoperte, e che facevano
mana, ossia de'primi tempi dell'era cri- parte della tanto ricercata Costa Balene
stiana, ne'quali fiorivano le scienze , e della tavola Peutingeriana e dell'Itinera-
specialmente la scultura e la pittura. rio d'Antonino, quelle vetuste costruzio-
Strabone geografo, fiorito presso a poco ni non somigliavano punto alle costruzio-
a quell'epoca, appella Ventimiglia Urbs ni de'i omani, ma erano presso a poco con-

magna. Questa grande città metropoli formi alle nostre liguri. Non può cadere
de' liguri InlimelM, non poteva esistere alcun dubbio tuli' antichità di quelle co-
dove esiste l'attuale Ventimiglia. I mar- struzioni , essendosi scoperte molte mo-
mi lavorati, gli avanzi eli capitelli, di nete romane da Augusto sino a Giuliano
cornicioni, i portici, le gradi nate, le porte, inclusivamente (benché con molle inter-
le piccole figurine di bronzo, tanti altri polazioni, ed oltre una moneta romana
ruderi, le monete romane scoperte o ve- de'tempi della repubblica), parecchi sche-
nute alla luce in quel vasto piano , che letri sepolti in un terreno cretoso e com-
giace vicino alla Nervia, sono prove indu- patto con evidenti contrassegni di genti-
bitate, che colà esisteva l'antico Intìme- lesimo, cioè lumi sepolcrali , ed olle a*
lio de' romani; dunque il fabbricato, in fianchi; un frammento di una tabella vo-
cui venne scoperto il decantato pavimen- tiva, dicente: P. CoepUiì (si sottintende
to, faceva parte della città antica, oppu- prò salute, ovxevoprorediUi,proincolu-
re un casino di campagna poco distante mitate ec); oltre un elegantissimo pavi-
da essa. E chi sa che non appartenesse a mento in musaico, ed altri ruderi di ri-
quella Giulia Procilla, madre di Agrico- mota antichità. Dalla natura adunque
la, la quale fu dagli Ottomani colà tru- delle testé scoperte mura ventimigliesi
cidata iniquamente in suispraediis, co- non può desumere veruna obbiezione
si

me scrisse Tacito nella vita di suo suo- contro l'antichità romana del musaico.
cero Agricola? O non fosse piuttosto il Queste mura saranno state lavoro di un
palazzo, ossia l'abitazione di quel Domi- muratore indigeno, e quanto al musaico
zio, il quale albergò Giulio Cesare, e che sarà stato condotto da un artefice idoneo
venne strozzato da quel Bellieuo che si Lo scrittore opina che ta-
di altre parti".
lasciò indurre a quel misfatto dall'oro del- lirovineavvenneronel 61 1 circa per par-
la fazione contraria, come risulta dali'e- te di Kotari re de longobardi , il quale
YEN VEN 181
saccheggiò, devastò e stilati tellò da Luni danni operarono in queste contrade ma-
sino a'confini del regno di Francia tut- rittime. Inoltre il Giornale di Roma del
te Je città de'rornani, siccome risoluto a 1 853 a p. 904, ricavòdal Bollettino del-*
non conservarne il dominio. Tanto atte- le scienze il seguente articolo, che fa se-
stano, Muratori negli Annali d' Italia, guito al riferito. Le recenti scoperte fat-
Girolamo Serra nella Storiadella Ligu- tesi a levante della citlà di Ventimiglia,
ria e di Genova, e Gi offre do nella Storia nella pianura prossima alla foce del tor-
dell'Alpi Marittime, Torino 839. Qua- 1 rente Nervia, hanno gettato gran lucesul-
lora poi non si volesse concedere tanta l'essere dell'antica ìùnl\me\ìo,J IbiumEn.*
antichità al musaico, in tale ipotesi po- temelium, illustre capitale de'liguri di tal
tersene attribuire il lavoro a'conti anti- nome , romano. Benché
indi municipio
chi di Provenza o di Ventimiglia, i quali detta da Strabone città grande, ora chi
ne furono i signori, e specialmente a'La- la visita distesa sul declivio di una colli-

scaris. che forse ebbe luogo quando


Il na, signoreggiata dal forte s. Paolo, non
Guglielmo Pietro conte di Ventimiglia, la trova che una modesta e piccola città.

nel 1261 sposò Eudossia figlia di Teodo- La sua cattedrale eretta sulle rovine d'un
ro II Lascaris greco imperatore in Nicea tempio sagro a Giunone, la chiesa di s.
(onde i figli che nacquero da tale matri- Michele già delubro sagro a Castore e Pol-
monio assunsero il cognome di Lascaris, luce, ed il castello d'Appio prezioso mo-
inquartando le armi paterne de'conti di numento d'architettura romana, non ba-
Ventimiglia con quelle dell'impero gre- stano per dire, qui era una città grande.
co), il quale ammirati i magnifici edifìzi Non vedendosi altri considerevoli avanzi
di Grecia, ed i litostrali o pavimenti di di pubblici o privati edifìzi, anzi mancan-
musaico, abbia di colà fatto venire arte- do l'area per fabbricarli, nasce naturale
fici per ornare di simili lavori il suo pa- il desiderio di sapersi dove potesse buo-
lazzo o casino di Ventimiglia, per fare co- na parte di essa trovarsi. Rispondono pe-
sa piacevole alla sposa. Opinione proba- rò chiaro i monumenti da poco tempo
bile, dal sapersi come già artefici di Co- venuti in luce, e le memorie di alcuni rin-
stantinopoli nel 1070 lavorarono i mu- venuti negli scorsi secoli. L'architettura,
saici della nuova basilica di Monte Cassi- la scultura, il disegno, la glittica, l'epi-
no, effigiandovi animali, fiori e verzura grafia e la numismatica, vi trovano cia-
con tanta perfezione da sembrare veri. Se scuna per se preziosi oggetti, e quella pia-
si ammette la narrata ipotesi, l'eccidio dei nura coperta d' arena trascinatavi dal-
fabbricato in discorso pare potersi attri- l'alluvioni della Nervia,o da'venti, e dal-
buire all'incursioni e devastazioni deli- la quale non sorgono più che pochi ru-
rali barbareschi; dappoiché, venuta me- deri, è divenuta importantissima per l'ar-
no nel secolo XV la potenza marittima, cheologo e per l'amante di patrie storie.
tanto già rzV/oftatade'genovesi,come l'ap- Parlasi pel d'un acquedotto formato
i.°
pellano il Villani e il Biondo, i legni bar- da un doppio arco di pietre quadrate re-
bareschi trascorrevano impunemente il golari attaccate con pochissimo cemento.
mare Ligustico , depredando i navigli e Esso ha principio in una regione del co-
riducendo in ischiavilù le persone, non mune di Camporosso detto seborrinoj e
che saccheggiando e talora anche incen- comunquedistrutto in piùluoghi da igno-
diando le terre prossime al mare. Suona ranti villici, vedesi ch'egli avea un lieve
tuttora terribile il nome di Ali Dragut, pendio verso mezzogiorno. La città ve-
e quello pure di Ariadeno detto Barba- niva in tal modo provvista d'acque po-
rossa crudele e feroce, che incussero tan- tabili. Si vuole lavoro romano certissimo,
to tenore à'Iiguri, e tante devastazioni e per sapersi essere stati primi i romani a
182 VEN VE N
modificare l'arco forse scoperto dagli e- bonato calcare bianco, con accanto pro-
(ruschi adoperando materiali piccoli e
, porzionati cornicioni della stessa pietra ;

leggeri, e riunendolicon duro cemento, rinvennero monete degl'imperatori


vi si

come nel caso in argomento. Quanto al- Treboniano e Volusiano; e quel che più
le mura che cingevano la città, di cui si monta, un frammento di bassorilievo in
rinvennero tracce, non è mollo, nelle ter- terra cotta, rappresentante Adone e Ve-
re della mensa episcopale, considerevol- nere. Le proporzioni naturali , i profili
mente robuste, erano costrutte di grosse delicati inuna prominenza assai piccola,
pietre irregolari quasi senza cemento, il ci sono testimoni del felice stato dell'arti
qual modo di costruire era proprio de* belle a que' tempi. Pochi passi distante
più antichi popoli d'Italia. Le molte ca- nel novembre 1 852 si scuoprì un 2.° pa-
se scopertesi pare fossero d'un solo pia- vimento a musaico di maggior' graudez-
no, aventi un pavimento durissimo, ed za deli. , non però di tanta finezza vi :

alcuni altri di musaico, tra 'quali è rimar- campeggia nel mezzo Arione seduto so-
chevole il suddescritto, nuovamente en- pra un delfino, e gli sono attorno infiniti
comiato per lavoro peregrino, pe* colori altri pesci che guizzano. Dalle rovine an-
vivacissimi e per esecuzione la più accu- cora aderenti, da un frammento d'iscri-
rata, che l'ab. Gazzerra disse appartenu- zione onoraria e da vari canaletti sotter-
to ad una sala da bagni. Ma cosi prezio- ranei, si potè qualificare un Sciceli uni.
so capo d'arte, per iucuria venne guasto Si trovarono pure un bassorilievo di mar-
e rotto: questa barbarie e peggio si com- mo ad arabeschi, una colonna e altre co-
mise nel secolo XIX! Imperocché la sco- se comuni della località. Sotto i vescovi
perta del leggiadro musaico avendo trat- venlimigliesi Galbiato e Nicolò Spinola
to sul luogo gran turba di popolo delle si rinvennero pezzi di marmo di divinità
r
ville adiacenti, specialmente nelle feste pagane andate perdute; sotto mg. Pro-
r
deli. e 2. febbraio 1 852, ed essendo es- montorio una preziosa gemma incisa;mg.
so situato in campagna aperta, il vesco- Clavaiini estraeva egli stesso un lungo
vo avea fatto circondar di siepi il recin- tubo metallico di ragguardevole prezzo;
r
to; uondiuieuoque'villici non paghi di ve- e T attuale vescovo mg. Biale rinvenne
dere e osservare a lor piacere il pavimen- una testa di bronzo di tipo greco affatto,
to, discesero nello scavo e ne staccarono avente il capograudee piatto, fronte bas-
anche de' piccoli pezzi, affine di recarne sa e spaziosa, faccia larga e quadrata, col-
un saggio alle loro case, con deplorando io corto e grosso. Lungo sarebbe il ricor-
vandalismo. Nelle dette case molti pre- dare le tante medaglie e monete roma-
ziosi oggetti si conservarono, a'tempi del ne, e spesso greche, scavate iti quel luo-
p. Angelico Aprosio, Nervia ne scuo-
il go; basti Udire, che nel secolo scorso qua-
priva due fornite di tutto punto: s'unii co- si tutte le famiglie nobili venlimigliesi ne
sa succedeva di recente all'egregio Gae- avevanoconsiderevoli raccolte, ed alcune
tano Fenoglio nello scavare le fonda- di esse forse adornauo presentemente pri-
menta d'una villeggiatura, il quale a mol- vati e pubblici musei. Nel 1857 si comin-
ti utensili domestici, unisce una preziosa ciò a pubblicare dalla tipografìa econo-
raccolta di vasi di terra cotta semplici e mica editrice di Torino: Storia della cit-

in bassorilievo. Vi
scorgono anfore, a-
si tà di Peritimiglia dalle sue origini a' no-
mule,cadi, lenticule, ed olle tutte in buo- stri tempi, scritta da Girolamo Rossi. A*
nissimo stato. Non è molto,per cura del pregi distinti di quest'antica citlà, si ag-
can. Stefano Aprosio, vedeva la luce lo giungono le illustri prerogative del pure
zoccolo d'un grandioso edilìzio, formato antico suo contado, che quantunque di
da grossissimi massi quadrilateri di cai- non grande estensione, abbonda di terre
8 >

V E N VEN iS3
insigni, le quali, come la città, in ogni go e importante fortezza posta su diru-
tempo diedero personaggi di valore, dot- pato scoglio, chedouaina la valle del Roja,
trina e probità, sì alla Chiesa e si allotta- alla sinistra del fiume di tal nome, e do-
to. g>an padre de'monaci e popolato-
Il ve la valle stessa è più angusta, che me-
re de'deserti, che tante anime col suo e- glio direbbesi antro, giacché le cime de'
sempio guidava al cielo, s. Antonio ab- duemontidannoscarsoadito alla luce. —
bate , sebbene si scrive essere stato di na Briga, borgo situato sulla riva sinistra del-
zione egizio, ed aver avuto per padreBeal- la Livenza, con castello e chiesa collegia-

basso cittadino d'Alessandria,si tiene non- ta. Questi quattro luoghi furono compre-

dimeno aver avuta per madre Guitta, si poi nel contado di Nizza, sebbene talu-

Gietta oGhitta, ossia Margherita, matro- no di essi sia decaduto dal suo lustro e
na nobile di Ventimiglia, non già figlia stato primiero.
d'un conte di Ventimiglia, allora essen- Ventimiglia, viene indicata dagli scrit-

do dominata da'romani. Di Ven-


la città tori latini con vari nomi. Plinio la disse,

timiglia si vuole anche Publio Elvio Per- Album Inleineliiun ; Varrone , Inteme-
tinace salutato imperatore romano dopo liiimj Stratone, Intemelium, Album In-
l'uccisione di Comodo, ma non regnò che lemeliiim , ed Entimelium, Albinteme-
87 giorni, ne'quali fece moltissimi prov- liiirUyEntimellum, Eantimeliwn, Albium
vedimenti salutari; volendo riformare gli Intimelinm la denominarono altri, f suoi
abusi nelT ormai generale corruttela , i abitatoti voglionsi originati dagl'Inganni,
pretoriani lo trafissero di 1 00 colpi a' 1 popoli liguri antichi alpini soggiogati da'
marzo g3.A Itri 1 d'Alba diMon-
lo dissero romani, alleati di Magone figlio d'Amil-
ferrato, e l'Ughelli nato libertino patre, Appio Claudio i!Z?e/-
care,vinti da'consoli
in agro Lolii Gradarti non longe ab In- lo e da Lucio Emilio Paolo dierono il :

timino municipium romanorum. — Fu- nome ad Albingauna o Albenga, che di


rono i principali luoghi del contado: So- venne loro capitale. Perciò gì' Internelii
spello, Sospitellum, piccola città ducale, chiamarono la loro città capitale Albin-
situata in profonda valle, che il fìumicel- temilia o Albintimilio 3 e corrottamente
lo Deverà, influente del Roja, divide in Ventimilia, Vintimiliam , Figintimi-
due parti alle falde del colle di Braus, già liam Ventimiglia. Non è vero , come
capoluogo d'una delle vicarie della con- pretende il Zazzera, che pe'siciliani conti
tea di Nizza: mirabile è l'artificiosa col- di Ventimiglia signori di essa, l'etimolo-
tura a grano, vigne, oli veto e prato. E' gia diVentimiglia derivi da ventimila mo-
patria del gesuita Teofilo Raynaud. — ri posti in fuga vicino a Messina da uno
Tenda, rinomato borgo ch'ebbe già il ti- di tale casa, che con poco numero di si-
tolo di contea, posto in altura sulla valle ciliani era venuto con esso loro a batta-
bagnata dalRoja,edàil nomea quel pas- glia. Il coguome di Lascaris a' conti di
so della catena delle Alpi Marittime che Ventimiglia derivò loro per viadi donne,
mena dal Piemonte a Nizza, detto il Col- ossia del matrimonio con Eudossia, come
le di Tenda , a 11 e cui falde giace il borgo. già dissi; laonde non sembra affatto che da
Lo possedette la famiglia de Lascaris, che essi'sieno derivati gl'imperatori di Nicea,
regnò uell' impero di Nicea , e die' altri come pretese alcuno erroneamente. Pare
personaggi insigni. Il conte Gio. Antonio chea'tempidi Strabone, kìbegaa, Albium
Lascaris cominciò la fabbrica della chie- Ingaunum, fosse di minor nome che Al-
sa di s. Maria, compita poi da Renato di bium Intcmelium o Ventimiglia, per a-
Savoia, detto il gran bastardo, governa- verla qualificata cou titolo di grande cit-
tore di Nizza: essa è la più vasta e mae- tà, l'altra indicandola colla sola voce re-
stosa chiesa de'dinloi ni .
— Saorgio, boi- strittiva d' Oppidum , sebbene poi non
-

,84 VEN VEN


mancò di tendersi in più modi cospicua dotti dal loro re ariano Rotali, vinto l'e-

e segnalata. Dalle lettere familiari di Ci- sarca Teodoro presso il fiume Scultenna
cerone, lib. 8, Epist.iSySi apprende che vicino a Modena, nel 639 occupata la Li-
i liguri inttmtlii o ventimigliesi erano , guria, quasi del tutto manomisero e in-
gente industre, laboriosa, guerriera. Giof cendiarono Ventimiglia. Intanto sarace- i

iredo disse quelli di Sospello e del con- ni dopo aver dato il guasto e danneggia-
tado di Vintimiglia, belli ingegni, armi- to le Alpi Marittime, occupato nell'879
geri e animosi, ma ricordevoli delle offe- Frassineto, visi annidarono e quindi de-
se, e perciò mantenitori di risse e fazio- vastarono tutti i dintorni, finché furono
ni, che con la morte di molti talvolta in cacciati da Guglielmo I conte di Proven-
que'contoi ni durano immortali. La città za nel 968. Indi nel 999 circa si stabiPi
soggiacque alle molte vicende comuni al- nell'Alpi Marittime la nobilissima fami-
la Liguria e a tutto il resto d'Italia, nel- glia de'conti di Ventimiglia, la di cui di-

la romana dominazione, finché nell'anno scendenza durava ancora nel contado di


69 di nostra era, dopo la morte di Ne- Nizza in Provenza, ed in Sicilia, sebbe-
rone, rotta guerra tra gli aderenti di Ot- ne diminuita di stato e signorie, cioè al
tone e di Vitellio, aspiranti all' impero, tempo dello storico Gioffredo, che con-
tutta la Liguria ne fu il teatro, perchè Ot- dusse la sua bella storia oltre l'annoi 652
tone per meglio stabilirsi nell'impero vol- e morì nel 1692. II documento più anti-
le tirare dalla sua l'Alpi Marittime e la co in riguardo a questi conti è la conven-
Provenza mentre ubbidito dalla mag-
, zione tra Arduino, marchese probabil-
gior parte d'Italia, vedeva però l'Alpi Co- mente d' Ivrea poi re d'Italia, e gli abi-
zie e Pennine inclinate alla fazione del tanti di Tenda, Saorgio e Briga, luoghi
competitore Vitellio. Più d'ogni altra cit- dell'antico contado di Ventimiglia, sot-
tà ne soffri Ventimiglia, seguace di Vi- toscritta da Ottone I e Conrado I conti
tellio. Nel sacco datole dagli Ottomani, di Ventimiglia, originati verosimilmen-
fu allora che peri la summentovata Giu- te da Oddone uno de'figli del famoso A-
lia Procilla madre del celebre capitano leramo, marchese investito dall'impera-
Giulio Agricola di Frejus. Si rese in que- tore Ottone I dì nuove terre, marito di

st'occasione rinomata presso i posteri una Gerberga figlia del re Berengario II, cre-
ventimigliese, la quale avendo nascosto il duto stipite de' marchesi di Monferrato,
figlio per dubbio che da'soldati non fos- Vasto, Saluzzo, Savona, Ceva ec. La suc-
se ucciso, credendo quelli che insieme col cessione d'Ottone I e di Conrado I conti
i.° e più caro tesoro avesse occultato il di Veutimiglia, quella de'conti di Ven-
2. , cioè le gioie ed i denari, e perciò sti- timiglia signori di Lezinasco, e quella de-
molandola con tormenti a manifestarlo, gli altri rami de'signori di Tenda, signo-
essa quasi burlandosi della morte, rispose ri della Briga, signori di Castellaro, si-
loro mostrandogli il ventre, ch'ivi suo fi- gnori di s. Albano e del Poggetto, sono
glio si stava ascoso , né per quanto eoa riportati colle notizie storiche nel citato
varie sorta di strazi e di torture s' inge- t. 4, Monumenta historiae patriac. Ver-
gnassero di farle palesare il nascondiglio, so il 1 1 3o avendo genovesi costretto cou
i

ottennero da quella donna d'animo viri- violenza il conte di Ventimiglia e gli a-


le e valorosa altra risposta, sinché stimo- bitanti di alcune terre a quello soggette
lati dallo sdegno e dall'avarizia, barba- a giurare omaggio al loro comune, O-
ramente la privarono di vita. Nella de- berto uno de'conti non potendosi dar pa-
cadenza dell'impero romano, Ventimiglia ce, che i genovesi senza alcun giusto ti-

successivamente fu invasa da'goti e altri tolo volessero obbligar egli e i suoi sud-
barbari, indi da'Iongobardi, i quali con- diti ad un ingiusto vassallaggio e soggeziq-
VEN VEN i8ì
ne, ricusò di continuare a prestare il det- lo scismatico e scomunicato imperatore
to omaggio ed a riconoscere i suoi feudi Federicol, il quale, tra le altre città, a vea
da quel comune. Per cui i genovesi vo- dalla sua quelle d'Asti,Genova, Savona,
lendocontro armareper maree per
di lui Albenga e Ventimiglia, che perciò furo-
compagnia i figli di
terra, tolsero in loro no nominatamente comprese nell' istro-
Bonifacio marchese del Vasto e di Savo- mentodi tale tregua, insieme co'marche-
na, al quale promisero la metà di tutto- si di Monferrato, del Vasto e del Bosco,

ciò che nel contado di Ventimiglia si fos- parimenti aderenti a Cesare. Mentre le
seconquistato, ogniqualvolta checonioo cose erauo intorbidate in Provenza, non
cavalli e r ooo fanti fossero concorsi a quel- erano totalmente tranquille nella Ligu-
l'impresa. L'esito di questa mossa fu, che ria per le dissensioni nate tra la città e i

neh 140 la città di Ventimiglia costret- conti di Ventimiglia per cagione dell'im-
ta a cedere alla forza, non potè di meno munità pretese da quella, e dal dominio
da non giurare la fedeltà a' vincitori , i che conti in essa pensavano continuare,
i

quali a far lo stesso costrinsero tutte le non ostante gl'impedimenti che in vari
terre di quel contado, se è vero ciò che tempi vi a vea no frapposto i genovesi. Fi-
scrive il Caffaro, il più antico fra gli sto- nalmente avendo ambe le parti eletta la
rici genovesi. Neil i 57 i genovesi procu- via amichevole, fecero Ottone conte di
rarono di stabilirsi con apparenza di nuo- Ventimiglia da un canto, e Gandolfo Ca-
ve ragioni e titoli nel possesso del conta- sollo console di Ventimiglia dall'altro l'S
do di Ventimiglia; il che fecero dando la o il 9 settembre 185 in Genova avanti
1

cittadinanza a Guidone Guerra, uno di i consoli di quel comune certi patti, pe*
que'conti, il quale in contraccambio giu- quali Ottone conte di Ventimiglia con-
rò fedeltà al comune di Genova, con do- fermò a'ventiinigliesi tuttociò che già era
nargli nel tempo stesso tutte le sue ca- stato loro concesso e accordatodal fu Gui-
stella, di cui ricevè da'consoli con inse- done Guerra conte di Ventimiglia suo
gna rossa rinvestitura. ben presto i Ma medesimo avea pat-
fratello, e ciò ch'egli
suoi sudditi fecero conoscere quantoaves- tuito in presenza dell'imperatore Fede-
sero in odio la soggezione genovese; per rico I. Promise che non impedirebbe il
cui appena nel i58 l'imperatore Fede-
r libero passaggio ad alcun abitante delle
rico I, vinti i milanesi, mandò i suoi mes- il quale ve-
terre di detto fu suo fratello,
si a Savona e nel restante della riviera di nisse con sale e altremercanzie partico-
ponente per esigere i diritti imperiali, i lari, anzi lo difenderebbe a suo potere,
ventiraigliesi gettate a terra l'insegne de* fuorché ciò facesse per fraudare o dimi-
genovesi, e impadronitisi del castello che nuire il diritto che gli spettava. Restitui-
per tenerli in fedeaveano fabbricato, a- va la pace a nome suo e de' suoi figli a
nimati a ciò fare da detti messi, l'atter- quelli di Ventimiglia, il quale promette-
rarono interamente. I genovesi si quere- va di conservar illibata. Venendo a na-
larono con l'imperatore, domandando la scere qualche discordia tra le parti, quel-
ristorazione del castello e il risarei men- la terminerebbe amichevolmente fra
si

to de'danni. Non pare che Federicol das- 4o giorni per mezzo di due uomini dab-
se soddisfazione a Genova, e questa per bene da eleggersi quinci e quindi, a'qua-
timore si quietò. L'ultimo d'agosto 1 1 76 li, non potendosi concordare, s'aggiunge-

si giurò solenne tregua in Italia, che get- rebbe un causidico a spese comuni. L'os-
tò fondamenti della pace conclusa nel
i servanza di tutto questo giurerebbe egli,
seguente anno iu Venezia (V.), tra le cit- i suoi figli eroo de'suoi sudditi, ad ele-
tà aderenti alla Chiesa e al Papa Ales- zione de'cittadini di Ventimiglia. Il tut-
sandro IU, e quelle che si tenevano per to salva la fedeltà e divieti di Federico I
i86 V E N V EN
imperatore e de' consoli di Genova. Dal- dosi questa ferma contro le loro minac-
l'altro canto Gandolfo console di Venti- ce. Volendola perciò Genova di nuovo
miglia promise a nome del suo comune soggiogare, nel 1200 inviò alla sua volta
al conte Ottone, che non avrebbe aggre- il podestà Rolandino lucchesecon alquan-

gato fra'cittadini di Ventimiglia alcuno te galeree buon numero di soldati. Sbar-


5 luoghi particolari, cioè
degli abitanti in carono di primo tratto a s. Remo, quin-
nel Zerbio, Gorbio, Pigna, Roccabruna di gettate le ancore e piantati padiglio- i

e Dolceacqua, né altro de' di lui sudditi ni a s. Ampeglio, ivi fermatisi molti gior-
che avesse commesso contro di lui, ov- ni attesero a dare il guasto a tutta quel-
vero de'suoi figli delitto di fellonia. I ven- la valle, ch'era del distretto di Ventimi-
timigliesi non darebberoimpedimento ad glia sino al fiume Nervia tagliando le ,

alcun suddito di esso conte abitante m biade e gli alberi, e spiantando le vigne;
Ventimiglia , il quale volesse ripatriare. ma non per questo risolvendosi i venti-
Non fomenterebbero o spalleggierebbero migliesi d'arrendersi, suonossila ritirata.
alcuno, il quale avesse animo di togliere Nel seguente 1201, i ventimigliesi veden-
le sue terre o ad esso conte, anzi
diritti dosi da 3 anni attaccati da'genovesi e per-
a loro potere al medesimo conte dareb- seguitati in mare nelle loro galere, cre-
bero aiuto e man forte contro chi lo vo- derono meglio cedere al tempo, che ti-
lesse offendere ne'beni o nella persona. rarsi addosso una totale rovina e distru-
Finalmente che si rappacificavano seco, zione. Per cui si recarono a Genova a pie-
con la di lui moglie e figli, promettendo di scalzi e colle croci in mano, ed ivi pro-
di far giurare l'adempimento di quanto stratisi avanti a' consoli, promisero con
sopra a'consoli di Ventimiglia d'anno in giuramento fedeltà e ubbidienza. Ma non
anno, ed a 100 de'più cospicui cittadini contenti, la sottomissione non fu since-
che più fossero in grado di detto conte. ra, e nel 12 i5 i genovesi intercettarono
Nel i 198 fu guerra nella Liguria occi- una lettera de'ventiraigliesi diretta a'pi-
dentale tra'genovesi e i ventimigliesi, i sani per accostarsi a loro, coli' intenzio-
quali non potendo dimenticare d'essere ne di scuotere il giogo di Genova. Avve-
stati con violenza necessitati a riconosce- dutisi i ventimigliesi che si dubitava di
re il comune di Genova, dopo la depres- loro fedeltà, mandarono in quella città
sione de'loro conti, spalleggiati com'è da a giurarla senza limiti, i loro deputati o
credere da'provenzali,che in questo tem- consoli nel 1 2 1 8; ma il podestà volle che
po non s'intendevano bene con quella re- altrettanto facessero tutti i capi di casa
pubblica, se le ribellarono contro aper- in Ventimiglia: tuttavolta non tardaro-
tamente. I genovesi, cui premeva ridurli no a romperla. Imperocché dubitando-
ad ubbidienza, mandato alla volta di que- ne sempre genovesi, nel 12 19 inviaro-
i

sta città gran numero di gente, la tenne- no alla città il podestà Rambertino Gui-
ro assediata per mare e per terra da'26 dono bolognese con 4 galere della repub-
luglio sin dopo il principio di settembre, blica armate, affinchè i cittadini confer-
combattendola con diverse macchine e masseroil giuramento pubblica mente nel-
dando il guasto alla campagna. Ma per la cattedrale di s. Maria e nelle mani de'

mancanza d'unione, i ventimigliesi tor- commissari deputati. Ma ventimigliesi i

narono soggetti a Genova; la quale a'icj ricusarono di corroborare col sigillo del
didetto mesefecegiuraread Albengal'an- comune a quanto eransi obbligati con
tiche convenzioni , e promettere di far istromento, non ostante l'ammonizioni
guerra a Ventimiglia, perchè dubitava di del podestà. Allora questi assediò la città

sua fede. Intanto nuove rotture avven- per mare e per terra, con numeroso e-
nero fra'genovesi e Ventimiglia, raostran •
sercito a piedi e 5oo cavalli, e gli aiuti
VEN VEN 187
di diversi aderenti alla repubblica. Co- conduceva a s. Dalmazzo; di fare il pos-
iiìinciato l'assedio a* io maggio, dato il sibile per ricuperare il castello di detta
guasto alla campagna e preso un bel va- Penna, che tenevasi da'ventimigliesi; di
scello carico di grano, il podestà tornò a non far con questi durante tal guerra tre-
Genova, lasciando all'assedio 3 galere e gua o pace senza il consenso de'genove-
altrettanti legni armati. Non oziando i si, e di rimetter loroprigioni che aves- i

ventimigliesi, armala una saettia e invia- se fatto e mediante riscatto. Invece il po-
tala in Sicilia in corso, presero ivi due na- destà promise, pagare a lui e all'assente
vi de'genovesi. Venendo Sardegna
poi in fratello conte Guglielmo, i5o lire al me-
fecero l'islessa preda d'un vascello geno- se finche durasse l'assedio. SdegHati i ven-
vese uscito dal porlo di Cagliari, e mag- timigliesi dell'accordo, piombarono sulle
giori progressi avrebbero fatti , se non terre de' conti, ma 4 5 rimasero prigioni,
dava alla caccia de'ventimigliesi uua ga- cheMan uele conseguo al podestà per 5oo 1

lea armata genovese, obbligandoli a la- lire. Dispiacenti i ventimigliesi della pri-
sciar il vascello, la notte avendo favori- gionia de' concittadini, per liberarli fìn-
to la fuga, dopo combattimento e feriti sero di tornar all'ubbidienza della repub-
d'ambe le parti. Di questo non contenti, blica, onde fu loro imposto mandar a Ge-
dopo pochi giorni ventimigliesi andati
i nova 29 cittadini de'più cospicui per o-
con uua galera armata nel porto di Tu- staggi, affinchè servissero ad assicurare
nisi, ivi s' impadronirono d' altra nave quanto promettevano. Giunti che furo-
nemica, chiamala Benvenuta, cogli uo- no, dubitandosi di qualche inganno, il pò*
mini e le mercanzie. Per rifarsi di que- desta mentre n'esigeva maggior numero,
sto danno, la repubblica fece armare due alcuni fuggirono e gli altri furono arre-
galerecomandate da Zaccaria Castello, il stati con Giacomo di Caraglio podestà di
quale raggiunse la saellia presso l'isola Ventimiglia. L'assedio si strinse con mag-
d'Hyeres, la quale colla Benvenuta, che i gior vigore anche dalla parte di s.Remo,
ventimigliesiaveano armata, incalzava- e la guerra si riprese con più forza nel
no nave genovese s. Leonardo. Allora
la 1 22 1nuovo podestà di Genova Lot-
dal
questa incoraggiata dal veder le due ga- terengo Martinengo bresciano, con nuo-
lere patrie, in unione di queste assaliro- vo esercito di fanti e 3oo cavalli recan-
no la galea ventimigliese, ed obbligata- dosi a far piazza d'armi a s. Remo, per
la a lasciar libera la Benvenuta, non po- poter più da vicino venir a fine di quel-
terono prenderla per esser fuggita in al- 1' impresa. Ma quando si accingeva con
to mare col favor delle tenebre; e poi av- tutte le armi a portarsi sotto le mura di
vicinatasi alla città potè da questa esser Ventimiglia, seppe cheRaimondoBeren-
soccorsale liberarsi da M'esser presa, ben- gario VI conte di Provenza, accompagna-
ché avendo dato tra due scogli sotto Roc- to da molta nobiltà, era venuto in soc-
cabruna restò infranta. Continuandosi»!- corso degli assediali. Il podestà udito il

tanto l'assedio di Ventimiglia, il podestà consiglio, fu risoluto trattenersi in s. Re-


di Genova Rambertino, a sollecitarne l'e- mo, temporeggiando fino alla partenza
spugnazione, tirò dalla sua Manuele con- del conte, che non dovea tardare per la
te di Ventimiglia, facendo seco a nome scarsezza delle vettovaglie e foraggi insuf-
del comune di Genova nuovi accordi, pe' gente e cavalli, siccome av-
ficienti a tanta
quali il conte s'obbligò d'assistere duran- venne, lasciando in Ventimiglia suo luo-
te quell'assedio a'genovesi, colle sue for- gotenente e comandante dell'armi Gu-
ze, castella e sudditi; d'offendere a tutto glielmo Guigone di Cottignaccon alcu-
suo potere quelli di Ventimiglia, di rom- ni ufficiali e soldati, i quali pure non tar-
pere la strada che da essa per la Penna darono a tornar in Provenza. Vedendo
1

tSK VEN VEN


il podestà Martinengo tolto tale ostacolo» le quali essendosi unitamente accinti no-
s'avvicinò alla piazza, disponendo le sue bili e plebei, così presto restarono termi-

genti per terra e per mare a simultaneo nate, che fu cosa di stupore. Alla guar-
attacco. Questo cominciato con impeto, dia di queste pose 2,000 valenti soldati
gli assediati lo respinsero con tanto co- comandati da »Serleone Pepe con sì buon
raggio, che molli ferirono a morte e 1 ordine, che restandone que'di dentro in-
uccisero, a niuno dando quartiere. L'e- comodati soprammodo, da quel tempo in
sercito ne restò tanto commosso e indi- poi non poterono più uscire a coltivare i
spettito, che voleva ammazzare prigio- i campi, e se gli riusciva era con pericolo
nieri che il podestà avea seco nel campo. di vita e della libertà. Non tardò a farsi
Egli però quietato il tumulto, li fece por- sentire in Ventimiglia
penuria delle la

tare legati a vista delia città, giurando che vettovaglie, quindi molti per non perire
gli avrebhe fatti accecare se fra lo spa- di fame, ne partirono a invocar perdono
zio d'8 giorni non si rendeva. Intimoriti da' genovesi e abitare la nuova città da
dalla minaccia i difensori, mandarono a dove di frequente offendevano i concitta-
trattar d'accordo, promettendo con giu- dini, e tra quelli i principali furono i no-
ramento di 3oo cittadini, d' ubbidire a bili della famiglia De' Giudici , beneme-
quanto il Mai tinengo avesse imposto. Ac- rita più. d'ogni altra della repubblica per
cettando egli questa dedizione, volle pri- la fedeltà dimostrata in varie occasioni.
mieramente le chiavi della città e l'ebbe. Queste cose in tal guisa ordinate, il po-
Avendo poi comandato che consegnasse- destà Martinengo seguito da lutto l'eser-
ro il castello d'Appio, onde farlo presi- cito tornò a Genova, lasciando la guar-
diare da'suoi soldati, nel mandare de- i dia delle galere per impedire a Ventimi-
putati a riceverlo, non solo si ricusaro* glia soccorsi dalia parte del mare. Gli a*
no, ma cercarono d'imprigionarli; il che bitanti di Remo non
furono in queste
s.

avendo sommamente irritato il podestà contingenze senza fastidi , poiché da un


Martinengo fece subito cavar gli ocelli
, lato riceveano ordine dal Martinengo per
ali prigionieri ventimigliesi. Per istrin- gli alloggi e spese per la soldatesca, dal-
gerepoi maggiormente l'assedio, fece ca- l'altro gli vietava l'ubbidire Ottone ar-
vare un alveo molto largo e lungo quasi civescovo di Genova, essendo il luogo sog-
due miglia, dove introdusse buona par- getto nel temporale alla sua mensa, rice-
te del fiume Rutuba, privando di quel- vuto in dono sino da' tempi di s. Siro e
)' acque la città, contro la quale inoltre poi confermato da'eonti di Ventimiglia,
fece alzare due manganelli e due trabuc- esigeva non doversi contro i sudditi della
chi, per tirare grossissime pietre a dan- Chiesa far alcun aggravio o imposta. La
no delle case, con terribile riuscita; per cosa giunse al punto, che pollatosi l'ar-
chiudere poi l'entrata della foce di Ven- ci vescovo a s. Remo, ed atterriti colle cen-
timiglia, dove talvolta solevano stanzia- sure gli esecutori, adirato per questo pro-
re i vascelli vi sommerse un coppano,
, cedere il podestà di Genova, non poten-
specie di naviglio riempito di sassi e cal- do dare il guasto a'beni de'sanremaschi
cinaccio. Vi aggiunse una lunga siepe di pe'suoi capitani Aimerico e Rubaldo, con-
grosse pietre, facendovi per molti giorni dannò questi all'uscir dell' ufficio a 5oo
incessantemente lavorare con pontoni a- lire, e all'arcivescovo non permise ripa-
vuli da Genova. Di questo non contento, triare, occupando l'entrate di sua men-
fabbricò nel vicino monte di s. Cristofo- sa. Quest'azione pare non tosse approva-
ro due castelli, e al di sotto vicino al ma- ta da Dio, poiché poco dopo permise che
re un recinto a modo d'una nuova città una delle galere lasciate di guardia a Ven-
circondata di forti mura, alla fabbrica del* timiglia, fosse nottetempo presa da'ven*
v e n VE» 189
limigliesi; e che il conte di Ventimiglia e presidio d'armati ne'forli interno ed e-
Guglielmo contro il convenuto dal fra- slerno: si spianò il suddetto nuovo recin-
tello Manuele, lasciato il partito di Ge- to fatto per l'espugnazione, e vi fu costi-
nova, si voltasse a quello di Ventimiglia, tuito podestà Serleone Pepe, in nome
accettando in questa l'uffizio di podestà della repubblica ponendosi le gabelle ed
e cosi facendosi capo de'combattenti con- entrate della repubblica a pubblico in-
tro la repubblica. Vedendo le terre cir- canto. Nel 1288 sollevatasi quasi tutta la
convicine, che questa guerra di cosi lun- riviera di ponente conilo il dominio de'
ga durata, dopo la città poteva incomo- genovesi, altrettanto fecero i ventimiglie-
dare tutto il suo contado, ed essere attac- si, a'quali però non fu dato d' impadro-
cate, verso 1221 si collegaro-
il fine del nirsi delle fortezze come era riuscito agli
no specialmente Tenda, Briga, Saorgio e altri, poiché ritiratosi a tempo nella roc-
Breglio, per reciprocamente difendersi e ca Bonifacio Embriacco, che comandava
aiutarsi contro tutti, fuorché contro il con- nella città per la repubblica, colla fami-
te di Ventimiglia, e di non permettere glia e gli uffiziali , subito domandò soc-
l'erezione d'alcun forte ne' loro confini. corso a Genova. Armate tosto 4 galere
1

Finalmente nel 1222 terminò l'impresa i genovesi, le spedirono a Ventimiglia,


di Ventimiglia, composte prima le discor- dove venendo da' cittadini, fortificatisi
die tra podestà e l'arcivescovo di Ge-
il dalla parte del mare, con incessanti tiri
nova, che tornò alla sua sede, coll'inter- d'archi, balestre e altre macchine impe-
vento di Papa Onorio 111. Avendo i ge- dito lo sbarco, ebbero per molti giorni
novesi preso una saettia, colla quale cor- assai che fare, sinché salito a forza uno
seggiavano ne'circoslanti mari i ventimi- stretto sentiero, rampicati con una ban-
gliesi, insieme colla miglior parte di lo- diera per quegli scogli , arrivarono alla
ro, e temendosi che perissero con l'ulti- sommità della rocca. Datisi nello stesso
mo supplizio questo fu causa che cit-
,
i tempo alla fuga que' che difendevano lo
tadini di Ventimiglia, che indarno si sfor- sbarco, parecchi di essi fatti prigioni fu-

zavano di resistere a'più potenti, diman- rono condotti a Genova nel dì della Pen-
darono con grande istanza la pace, offe- tecoste, ove videro impiccalo il savonese
rendosi di stare a quelle condizioni che autore e capo della rivolta. Posle in sicu-
loro fossero state prescritte da' vincitori. ro le cose di Ventimiglia, le galere fecero
Queste poi furono in ristretto: Che salve vela verso l'isola d'Albenga.
le persone, cose e beni, la repubblica di Papa Innocenzo IV essendosi recato a
Genova avesse sui ventimigliesi giurisdi- celebrare il concilio generale di Lione II,

zione e dominio, con facoltà di destinare ne parli a'29 aprile, accompagnato da'
il podestà, e prendere tutti i redditi del cardinali e da Filippo di Savoia. Volen
comune, e di fabbricare sì dentro che fuo- dosi portare a Genova sua patria, subito
ri della città castelli e luoghi forti. Con- i genovesi fecero a gran costo racconcia-
venute cos'i le cose, il podestà di Geno- re le strade e ricostruire i ponti, e viag-
va Spino da Soresina si recò in Ventimi- giò per tutta la Liguria occidentale sem-
glia nel dì dell' Assunzione a prenderne pre in lettiga, ricevendo da per tutto so-
il possesso, ordinò che si fabbricassero due lenni dimostrazioni d'onore e di venera-
forti,uno nel colle d'Appio, l'altro nella zione, principalmente in Ventimiglia, e
parte superiore della città, il sito de'qua- giunto in Genova vi si trattenne sino a*
li insieme colle case attorno che bisognò 22 giugno. Per l'accennata separazione di
atterraresi comprarono a spese della re- Guglielmo conte di Ventimiglia dal par-
pubblica; fabbriche cominciale tosto e tito de'genovesi, legò dopo la di lui mor-
compite nel 1223. Si posero comandanti te il conte Guglielmiao suo figlio a quello
»9° YEN VEN
diCarlo d'Angle e Beatrice conti di Pro- cilia, il conte Guglielmo Pietro, uno di
venza per mezzo di convenzione de' 19 essendo passato da Genova, dove do-
essi,

gennaio 1257; in virtù della quale Gu- po la morte del conte Pietro Balbo si-
glielmino promise per se, suoi (ìgli e fra- gnore di Tenda suo padre crasi ritirato,
telli, che rimetterebbe a Carlo tutte le ter- neh 261 iuCostautinopolia recare soccor-
re pervenute a lui dall'eredità paterna, si alla corte colle galere di Genova, s'im-
specialmente luoghi di s. Chiamilo, di
i parentò con una figlia di Teodoro li La-
Colps o Gorbio, Tenda, Briga, Castella- scaris imperatore de'greci residente a Ni-
lo, la Dieta di s. Agnese e di Castiglione; cea ,
per il qual matrimonio i conti di
non che ciò che possedeva nella valle di Ventimiglia hanno poi, come già notai,
Lantosca, salve le ragioni del vescovo di assunto il cognome di Lasca ri s e inquar-
ÌNizza, e le pretensioni che avea sul con- tate le armi dell'impero greco, cioè l'a-
tado di Venlimiglia, massime sopra Roc- quila nera di due teste in campo d'oro,
cabruna, Monaco, s. Remo e Ceriana. la a quelle di Ventimiglia, ch'erano d'oro
contraccambio Carlo d'Angiò s'obbligò al campo di sangue. Il GiofTredo a cor-
per se e successori dargli altrettante ter- reggere i racconti incerti e favolosi, che
re in Provenza , che fruttassero annui de'personaggi di sì nobilissima famiglia
5,ooo soldi tornesi, con intera giurisdi- produssero Zazzera e Del Pozzo, esibisce
zione, salva la sovranità e l'obbligo del- la tavola genealogica de'conti di Venti-

le cavalcate in certi casi, oltre altre con- miglia. Ed


Semeria nota, che famiglia
il

venzioni. Acquistate il conte di Proven- sì diramala


antica, illustre e nobilissima
za le sopra specificate terre del conte di in diversi tempi nella Francia, nella Spa-
Venlimiglia ,
pare che le tornasse a in- gna e nella Sicilia, si rappresentava dal-
feudare al medesimo conte Guglielmino, l'unico superstite marchese Agostino La-
avendo continuato nel pacifico possesso scaris, presidente della reale accademia
di quelle, massime di Tenda, che poco delle scienze di Toriuo, nel qual perso-
dopo die' principio ad una nobile signo- naggio la linea maschile si estingueva.
ria detta poi contado, della Briga, Gor- Frattanto nel 1265 Papa Clemente IV
bio e Castellalo, i di lui successori della investì del regno di Sicilia Carlo I d'An-
slessa stirpe de'conti di Venlimiglia. Per giò conte di Provenza, che riportò vit-
le ragioni acquistate sul contado di Ven- toria contro l'usurpatore Manfredi e con-
limiglia, Carlo d'Angiò ne prese possesso tro il pretendente Corredino. Mentre Ge-
nello stesso 1257, facendosi giurare fedel- nova nel 1269 era agitata dalle fazioni,
tà dagli abitanti de'luoghi in quello com- e le vie d'ambe le riviere infestavano mal-
presi, e concedendo diverse franchigie a viventi, in tale sconvolgimento di cose,
Sospello, Saorgio ec. In tal modo la cit- avendo molti per loro fini particolari
tà di Ventimiglia e suo contado furo-
il preteso alla podesteria della città di Ven-
no aggiunti al contado di Provenza, per timiglia, LuchettoGrimaldo gentiluomo
cui d'allora in poi si considerarono parte genovese, a dispetto degli altri competi-
dell'alta sovranità de'conti e contesse di tori, l'ottenne. Ricusando i Curii, nobili
Provenza. Nel 1260 si stabilirono alcuni ventimigliesi, di riconoscerlo, usciti fuo-
de'conti di Venlimiglia nel regno di Sici- ri della città, tirarono dalla loro diversi
lia, dove a servire l'occupatore di
postisi nobili di Genova, Chiavari e Rapallo,
esso re Manfredi, v'acquistarono signorie che prese le armi s'incamminarono ver-

principali, trasmesse a'ioro posteri e di- so Ventimiglia, affine di cacciarne il Gri-


scendenti, come Gerace, Iscla maggiore maldo, e rimettervi con riputazione Cur- i

ec. Oltre l'innestamento che in questo ii molto potenti e ricchi. Ma il Grimaldo

tempo i couli di Venlimiglia fecero io Si- recatosi eoa forze maggiori a incontrar-
VEN VEN 191
li, li sconfisse e molti fece prigioni. Ciò scalco di Provenza, ed il bailo li pubbli-
produsse zuffa e rivoluzione in Genova, cò in' Sospello. Le guerre per mare e per
ottenendo il governo della repubblica O- terra de'guelfi e ghibellini, dopo la par-
berto Spinola e Oberto Doria. Questi ca tenza del re Roberto da Genova per la
pitani ordinarono a Grimaldo di libera- Provenza, ripresero I' ardore fazionario;
re prigioni, e gli fecero giurare in Ge-
i il Papa Giovanni XXII volendo unire
nova d'essere per l'avvenire ubbidiente, contro ghibellini le armi temporali al-
i

onde le cose si tranquillarono tanto in le spirituali, nel i320 mandò in Lom-


Genova che nel resto del dominio. Re- bardia vicario di s. Chiesa con grosse for-
stavano solamente in Ventimiglia alcu- ze , Filippo di Valois nipote del re di
ni cittadini malcontenti, che parevano Francia, e per legato apostolico il cardi-
disposti a suscitare nuove dissensioni. nal Bertrando o Bernardo Poggetto de*
Laonde capitani, inviato con soldate-
i conti di Ventimiglia, signori di s. Alba-
sche Ballano Doria vicario della riviera, no e del Poggetto. Dopo varie vicende,
li rimise ne'termini del dovere. Nel 1271 seguì la pace in vari luoghi nel 327, pre- 1

il re Carlo I d' Àngiò, dando ordine al cipuamente nel contado di Ventimiglia,


governo de'suoi stati, ricevette gli amba- Tenda, Briga, Limone, Vernante, Saor-
sciatori e deputati di diverse città e luo- gio , Breglio, Sospello Pigna e Peglia. ,

ghi, massime di Saorgio nel contado di Nate nuove differenze e zuffe la parte ,

Ventimiglia, cui approvò e confermò gli prevalente occupò pure Ventimiglia nel
statuti municipali. E due altre principa- 1 345, finche la ricuperò con altri luoghi

li terre dello stesso contado, Tenda e Bri- il podestà di Genova Guiscardo de Lan-

ga , fecero non molto dopo particolari ci bergamasco. Per soccorrerla e mante-

convenzioni di traffichi e scambievole di- nerla nella divozione della regina Gio-
fesa , in presenza del loro signore Gio- vanna 1 contessa di Provenza, il siniscal-
vanni Lascaris Comes Fintimilii. Anche co di questa v'inviò le milizie del conta-
la Liguria fu afflitta dalle fazioni san- do. Durante il dominio temporale di Gio-
guinose de' Guelfi e Ghibellini , e nel vanna I sopra Ventimiglia e suo conta-
1 3
1
7 seguirono altre guerre tra loro; 349 vi deputò in giudice Si-
do, essa nel 1

Ventimiglia essendo di parte ghibellina, mone Girona celebre giureconsulto niz-


venne in potere de'guelfi. Neil 3 19 Ro- zardo. Narrai nell'articolo Sicilia l'atro-
berto re di Sicilia e conte di Provenza, ce assassinio di Andrea d'Ungheria ma-
gran fautore de'guelfi, mandò ad assali- rito di Giovanna I, le seconde nozze di
re la città e il castello d' Appio, dove i questa con Luigi di Taranto, ch'ebbe il

signori di Dolceacqua di casa Doria e titolo di re , il furore di Lodovico 1 re


altri ghibellini s'erano fatti forti dopo a- d'Ungheria fratello dell'assassinato, per
verne cacciali i guelfi; ed accomodate le vendicarlo, e perciò coll'esercito calò ia
faccende di Genova, vi lasciò suo vicario, Italia, conquistandoli regno di Giovan-
con potere estensivo a Ventimiglia, Ric- na I fuggita in Provenza. La peste cac-
cardo di Gambatesa cavaliere abruzze- ciò il re ungherese, ma nel 1 35o tornò nel
se, con buou presidio di soldati a piedi reame napoletano. I genovesi aspirando

ed a cavallo, e con molte galere in ma- con inganno a ricuperare Ventimiglia,


re; ordinando ad Amelio de Fossis ca- dal dominio de' signori di Provenza, si
valiere bailo del contado di Ventimiglia mostrarono premurosi di aiutare il re
e valle di Lantosca,che facesse nelle ter- Luigi di Taranto e Giovanna I, contro
re di sua giurisdizione osservare certi par- il re ungherese, inviando a Napoli 1 2 ga-

ticolari statuti, che pel buon governo di lere, onde profittare de'trambusti e del-
quelle avea di suo ordiue dettato il sini- la condizione in cui ti'ovayansi i reali con-
192 VEN VEN
jugi. Incaricarono il capitauo, dire alla consorti di Carlo de'Grimalcli comigno-
regina: la repubblica offrirle aiuto, se le re di Mentone. Per fare più celatamenie
avesse restituito la città di Ventimiglia ; V impresa, sparse voce di voler armare
altrimenti darebbe al re d' Ungheria,
si contro a'catalaui. A questo fine fornì da
a' suoi danni. Giovanna I e suo marito, tutto punto 20 galee, che costeggiando
vedendosi assediati per terra dalla nu- al coperto del terreno la riviera, arriva-
merosa cavalleria degli ungheri padroni te che furono al capo della Bordighiera,
della campagna, massime di tutta la Ter- sbarcarono in terra un capitano accom-
ra di Lavoro, e non a ./endo galera alcu- pagnalo da balestrieri e altre soldatesche,
na pel cui mezzo potersi assicurare dal- le quali copertamente condusse verso la
la parte di mare le vettovaglie, ed anco città in parte men guardata e custodita,
per non inimicarsi del lutto genovesi, i conforme aveauo consiglialo alcuni di
stretti dalla necessità acconsentirono al- il doge avea anticipata-
dentro, co'quali
la richiesta, onde coll'aiulo di quelle for- mente trattato. Intanto le galere voltan-
ze marittime migliorare la loro condi- do dalla parte di mezzogiorno verso un
zione. A vendo per tanto incontanente com- piccolo seno, dove slava uua galera ar-
?
messo a'Ioro ufiiziali di rimettere Venti- mata di que di Monaco affine d' impa-
miglia a' deputati della repubblica, non dronirsene, gli abitanti desiderosi di di-
volevansi le galere muovere dal porto di fenderla tutti accorsero alla marina. Que-
Napoli, ne far cosa alcuna sinché dal lo- sto die'agio a'geuovesi, che stavano in a-
ro doge non avessero avviso dell' effet- guato verso terra,d'avvicinarsi alla porta
tuata consegna; ma appena ricevutane la della città, entrarvi dentro senza contra-
notizia,poco curandosi d' osservar la fe- sto,prendere posti alti alla difesa, e dare
i

de e la promessa partitisi subitamente


, il cenno concertato alle galere, le quali
da Napoli, presero altro viaggio. Ripro- subito strettesi alla città, non ebbero pe-
vando diversistorici l'operato da'genove- na di totalmente ridurla all'ossequio del-
si,narrano cose che lo rendono più bia- la repubblica. A'^ Grimaldi fu permesso
simevole, come 1' aver essi, non ostante di ritirarsi a Monaco, e le galere rivol-
P anteriori convenzioni co' conti di Pro- tarono le prore a Genova. 11 già nomi-
venza, sollecitato Guglielmo Pietro La- nato Guglielmo Pietro Laccarti de'con-
scaris conte di Ventimiglia , siguor di ti di Ventimiglia, signore di Tenda e al-
Briga, Tenda, Limone, Vernante, Roc- tri luoghi, resosi famoso per valorose im-
cabruna e altri luoghi, a negar l'omag- prese, colpito da grave male nel castello
gio alla regina Giovanna e al re Luigi
1 ili Tenda, mori neh 358, eleggendo-
ivi

di Taranto, il che fu causa d'una molto si a sepoltura la chiesa di s. Maria di Ten-


aspra guerra tra'di lui sudditi ed i pro- da. Nel dividersi i figli le signorie pater-
venzali, la quale durò 4 anni, e per ter- ne, ebbero origine le famiglie de'conti di
a
minarla fu necessaria l'autorevole inter- Tenda e de'signori di Briga, la i. delle
posizione del Papa. Indi Ventimiglia fu quali si estinse nel secolo XVI in Anna
signoreggiata da'Grirnaldi nobili genove- Lascaris, e nel seguente la seconda. Do-
si; ma rieletto doge di Genova Simo- po ostinate guerre, nel 1 368 deposero le
ne Boccanera, tosto applicossi a ridurre armi i conti di Ventimiglia, signori di
alla divozione sua e del popolo tutte le Tenda e altri luoghi, sostenute per rifiu-
terre delle due riviere, e felicemente gli tare l'omaggio preteso dalla regina Gio-
riuscì al cominciar deli 357, tranne Sa- vanna I; convenendosi, che posposta ogni
vona, Ventimiglia e il forte di Monaco. pretensione, avrebbero alla regina tribu-
Però uel luglio s'accinse alla ricupera di tato il dovere del vassallaggio nelle ma-
Ventimiglia, la quale si teneva pe'figli e ni del deputato da lei, e lo prestarono
V E N VEN i
93
nel 1369 al cav. Onorato eli Cena luo- vo le loro robe. L'onestà delle donne a-
gotenente del siniscalco d'Agoult, per le vrebbe corso la slessa sventura, se per 0-
tene del contado di Ventimi glia e della pera di Otlobone, e de'due capitani Do-
valle di Lantosca. Neh 385 cominciaro- ria arrivati in quel mentre, nou si fosse-
no alcuni popoli dell' Alpi marittime a ro per conservarla dato gli ordini op-
riconoscere il dominio della casa di Sa- portuni. 11 castello, sebbene facesse mo-
voia. Tra' primi furono gli abitanti di stra di tener forte, pure si rese anch'es-
Tornos e del Castellalo. Nel 3g4 En- 1 so dopo 8 giorni, prendendone Domeni-
rico de' conti di Ventimiglia signore del co Doria il possesso,e collocandovi il pre-
Castellato, fece testamento e istituì Gui- sidio al nome del marchese di Monfer-
done suo primogenito erede universale. rato; mentre Otlobone avviossi colle ga-
T
eli4oo Pielrou di Tonon era vicario e
j\ lere alla conquista di Porto Venere, che
capitano del contado di Ventimiglia, il parimenti pei francesi ancor si teneva.
quale ebbe vicari, capitani e
più. volte Nel 1 4 1 7 successe l'infausta morte di Dea-
rettori per quelli che lo signoreggiarono. trice Lascaris della casa di Tenda , che
La Francia avendo nel i3g6 imposto ii ha dato diversamente a parlare agli scrit-
giogo a Genova ed a molli luoghi del tori d' ogni specie ,
perciò famoso n'è il

suo dominio, come a Ventimiglia; nel nome e il tragico fine. Era questa stata
14.09 i genovesi cacciati i francesi si sot» congiunta inmatrimonio primieramen-
torniselo al marchese di Monferrato Teo- te a Facino Cane di nazione monferrino,
doro II, ma Ventimiglia si ostinò uella di patria casalasco, de'fatli del quale so-
divozione a Carlo VI re di Francia. II no piene tutte le storie, conle di Gian-
marchese co'genovesi volendo conquista- date, signore d'Alessandria, di Tortona,
re i luoghi restati fedeli a'francesi, si ser- Novara, Pavia e Como, e di molte altre
virono di 5 galere lolle a Lodovico II terre di Lombardia, ed un tempo diret-
d' Angiò conte di Provenza, e di quelle tore delle cose pubbliche in Milano, ca-
dell'alleato Ladislao re di Sicilia di qua pitano de'più famosi e accreditali del suo
dal Faro. Con esse e con altre 6 galee tempo, che essendo morto nel i4 I2 > e d
genovesi, nel 1410 Otlobone Giustinia- avendo lasciato gran tesoro alla moglie
no s'inviò alla volta di Ventimiglia: men- da lui teneramente amata (dicesi anco
tre temporeggiava per aspeltar la gente che poteva disporre d'uno splendido e-
che per terra si conduceva da' capitani sercito e delle guarnigioni eli parecchie
Domenico e Bartolomeo Doria, vedendo città), ciò fu cagione che Filippo Maria
riuscire infrultuosamentealcune pratiche Visconti duca di Milano, divenuto più.
d'accordo da lui proposte per impadro- innamorato del valsente di lei, che solo
nirsene senza sangue, avendo determina- in contante ascendeva alla somma di
to di venir quanto prima a fine di quel- 4oo,ooo scudi, non comune in que'tem-
l'impresa, ancorché Domenico non fosse pi, che della bellezza del di lei volto or-
ancor giunto, dopo aver promesso a'sol- mai tendente alla vecchiezza, per aver 20
dati il sacco della città, a'
9 giugno da- anni più di lui, ossia circa 4 anni, la to-
1

tole all'aurora l'assalto dalla parie supe- gliesse per sua moglie il medesimo anno
riore ,
si vigorosamente la strinse, che che restò vedova , così avendo disposto
quantunque si trovasse gagliarda la resi- eziandio Facino i.° di lei marito (anzi si
stenza, entratovi per forza, tutta la mise vuole, che distribuito a'soldali il denaro
a sacco; trovandovi i soldati di che satol- di Beatrice, ricevè da loro il giuramento
lare la loro rapacità, per non aver volu- di fedeltà, e li condusse immediatamen-
to ventimigliesi, troppo creduli all'opi-
i
te a Milano per impossessarsi dell'eredi-
nione delle proprie forze, mettere in sai- tà dell'ucciso suo fratello Giovanni Ma-
vol xeni. i3
j
g4 VEK VEW
ria). Ma essendogli poi, com'è per lo piìi padrone della città e castello di Verilhnl-
il consueto di situili matrimoni fatti per glia, assegnatagli dal duca a godere per
solo motivo d'interesse, massime per no- lo spazio di io anni. Ilche di non buon
tabile disparità di età, bentosto divenu- occhio fu veduto da'genovesi, che tan-
ta in odio, stimolalo dall'avarizia, prese to nelle riviere, quanto altrove si vedeva-
quel crudele duca motivo di esercitare no andar smembrando le
alla giornata
contro della innocente quella fierezza, a terre aldominio loro appartenenti. In
cui era per malvagio istinto inclinato. detto anno fece testamento Guglielmo
Perchè sotto pretesto , che dal musico de'conti di Venlimiglia, signore del Ma-
Michele Orombello, si fosse lasciata amo- ro, di Carpasio e Pielralala, e volendo
reggiare , argomentandolo dalla calun- provvedere alla successione, dichiarò che
niosa confessione di due sue damigelle, morendo senza prole, gli succedesse il ni-
clie deposero averla veduta con esso lui pote Francesco figlio il' Antonio degli stes-
suonare il liuto assisa sopra d'un letto, si conti, abitante in Sicilia. Neh 433 A.-

avendola fatta prendere prigione in Mi- medeo Vili duca di Savoia ricevendo
lano a'23 agosto, e mandatala a Binasco, continue doglianze controgl'insulti e dan-
dopo averle fatto fare il processo perGa- ni che facevano a' suoi sudditi que' del
sperino de Grassi giureconsulto, le fu per forte di Monaco, domandò al suo gene-
sentenza di quello , la notte seguente a' ro duca di Milano e signore di Genova
i 3 settembre, siccome al suddetto musi- che si demolisse o smantellasse. 11 Vi-
co e due damigelle, quasiché tale ami- sconti se ne scusò ,
per essere il castello
cizia in tempo non avessero rivelato, op- diMonaco nella diocesi di Venlimiglia,
pur gli avessero tenuto mano , tagliala come posto ne'confiui alla conservazione
la testa. Ma dell'innocenza di questa mal dello stalo di Genova necessario, promet-
avventurata duchessa restò imi verbal- tendo di mettervi un castellano a soddi-
mente persuaso il mondo, non tanto per- sfazione del duca di Savoia. Nello stesso
chè non si potè giammai, quantunque, tempo si pensò a rifabbricare il Castel -

come narra il Corio, le fossero dati 24 laro, luogo d'indi non più. di alcune po-
tratti di corda, indurre a confessare fuo- che miglia lontano, e sino da' vecchi tem-
ri de' tormenti ciò che nella tortura vio- pi posseduto da'signori Lascaris di Ven-
lentala dal dolore avea detto; ma perchè limiglia, riuscendo incomodo abitare nel
di lei fanno onorata menzione scrittori Castellalo vecchio posto in sito più emi-
coulemporanei, nominandola donna non nente. L'ultimo di settembre i435 se-
meno dotata d'alto spirito, e di pratica guì accordo tra Lodovico ed Enricone La-
degli affari di stato, che d'onestà e mo- Gorbio e del Castellalo
scaris signori di
destia di costume, quantunque il Giovio vecchio, in virtù del quale,avendo que*
si sia fatto lecito d'intaccare senza causa signori permesso di fabbricarlo in un al-
il di nome. Dopo la morte di Beatri-
lei tro sito più opportuno detto il Colletto
ce, duca sposò Maria di Savoia figlia del
il di s. Sebastiano, si obbligarono di edifi-

duca Amedeo Vili, che la città di Ver- carvi fra lo spazio di 5 anni 29 case d'e-
celli (F.) dal genero ebbe iu dono. Nel guale altezza e larghezza, incastellate e
1427 pare che Venlimiglia fosse perve- ridotte in fortezza da muraglie sufficien-

nuta in dominio dello slesso duca di Mi- ti estrinsecamente, il tutto a sue spese, e
lano Filippo, dopoché Genova erasi da- d'abitarvi con le famiglie, come loro fe-
ta a lui fin dal ì^i5'f poiché l'impresti- deli uomini e soggetti. Intanto Genova
to al duca fatto dal cav. Carlo Lomelii- nel i435 ricuperò la sua libertà, rieleg-
110 genovese, di 3, 000 ducati d'oro, gli gendo doge. Nel i447 circa, mentre lo
il

fu mezzo di rendersi per qualche tempo era Giovanni Fregoso, ebbe ubbidienti i
VEN VEN i
95
luoghituttideldistrettodiGenova,tranne laro non fossero tenuti di concorrere ne'
Ventimiglia eFinale.Quella,esseudo mor- carichi e imposizioni , se non nel modo
to Lomellioo, comechè posta ne'coufiui, che quelli della baronia di Doglio, ine-
non si potè così facilmente nelle varie mu- rendo a'privilegi già ottenuti dalla regi*
tazioni di dogi tener in freno sotto l'ade- na Giovanna I. Cosi il Castellalo passò
a
renza del duca di Milano Filippo M. Vi- sotto il dominio del duca di Savoia. Ca-
sconti, ricusando di riconoscere il doge e lato nel i494 llì *t a l«a Carlo Vili re di
il comune di Genova", se ne audò cogli Francia, molti luoghi della riviera si di-
aiuti della parte guelfa governando da chiararono per lui, in uno a Ventimiglia,
per se stessa, sinché il signore di Mona- quando i Grimaldi, Paolo Battista Fre-
co la tenne per qualche tempo. Dappoi- goso e Luca Doria genovesi, in nome del
ché avendo Luigi XI re di Francia ce* re occuparono la città ed altri luoghi del-
cìnto a Francesco I Sforza duca di Mila- la ri vierajeon galere armate al soldo fran-
no, Savona elesuerogioni su tutto quan- cese. Ma neh495 voltandosi la fortuna
to il Genovesato, quindi il duca nel pria* a Carlo Vili, si sollevarono Ventimiglia
cipio di febbraio 1464 avendo mandato e molli luoghi della riviera, e si ridusse-
uella riviera Corrado Fogliano con trup- ro all'ubbidienza de'genovesi, e di Lodo-
pe, fu messo in possesso non solo di Sa- vico Sforza il Moro duca di Milano, per
vona, ma auche delle 3 fortezze , eh' e- signore da'genovesi riconosciuto. Parteg-
rangli all' intorno. Avendo dipoi tirati giando pel re di Francia il cardinal del-
dalla sua Giovanni de'marchesi del Car- la Rovere, poi Giulio II, ordinò a Pao-
retto e di Finale, e Lamberto de' Gri- lo Battista Fregoso, che con 6 galere in-
maldi signor di Monaco, per opera loro, vestisse la riviera di ponente nel 1497; e
primieramente di Albenga, poi del resto nel tempo stesso il cardinale con 200
tutto della riviera di ponente rimase pa- lancie e 3, 000 fanti accostossi a Venti-
drone. Per sei-vizio, il duca die*
il quale peusando di fare il me-
miglia, e la prese,
a Lamberto dominio o il governo di
il desimo Savona sua patria, e non riu-
di
Ventimiglia, e quindi il duca s'insignorì scendogli, andò a unirsi con Gian Jaco-
anche di Genova. In seguito la città, ol- po Trivulzi luogotenente del re in Ita-
tre Grimaldi, la dominarono i Doria
i lia, guerreggiando il duca di Milano, e

ed Fregosi. Avea Antonio Lascaris de'


i nel i499 nuovamente Genova cadde in
conti di Ventimiglia, anche a nome del potere di Francia, che la dominò sino al
fratello Bartolomeo, nel 1 Zf 53 offerto a i5o6. Mentre Francesco I re di Francia,
Luigi duca di Savoia il riscatto del luo- rotta guerra a Carlo III duca di Savoia,
go di s. Agnes, che sebbene eragli stato neh 534 ne faceva occupare gli stati, fu-
infeudato, per le opposizioni della vica- rono sopite le vecchie discordie che re-
ria di Sospellonon aveano potuto pren- gnavano da una parte tra gli abitanti di
derne possesso; mediaute 1200 fiorini, Ventimiglia, e dall' altra tra quelli del
insieme col Castellalo, il quale però do- contado, valle di Lantosca, di Tenda e
vea restare presso di essi per esser loro di Briga,per essersi accresciuto il paga-
stato donato in feudo, rifacendogli le spe- mento di certe gabelle e pedaggi. L'ac-
se occorse nella riparazione di quel ca- cordo scambievole tra le parti si stipulò
stello. Quindi, dopo tale omaggio del Ca- a'25 gennaio nell'episcopio di Ventimi-
stellalo, sul quale uou aveano mai cono- glia, per opera del vescovo Filippo de Ma-
sciuto altro supremo signore, medesimi i ri,il quale pare che in quel tempo fosse

fratelli nel 1 4^68 in Carignauo rinnova- pure amministratore del vescovato diNiz-
rono Tatto col duca Amedeo IX, a pat- za. Frattanto insorse la questione della
to e condizione che gli abitanti di Castel- Valtellina, perchè sottrattasi da'grigioni,
i
96 VEN VEK
dalla Spagna voleva tinnirsi al suo du- cinarsi il principe coli' armata, cambia-
calo di Milano. Il duca di Savoia, Fran- rono di linguaggio, inviandogli due reli-

cia e la repubblica di Venezia seguirono giosi agostiniani a pregarlo di volergli


le parti de'grigioni; e poiché Genova e- dar tempo sino all'indomani per potere
rasi unita a Spagna, il duca ne assalì lo capitolare. Rispose il principe, che non
stato. Quindi Vittorio Amedeo ^essen- rimetteva mai all'indomani ciò che pote-
do principe del Piemonte, regnando il pa- va far oggi; che se aspettavano il giorno,
dre Carlo Emanuele I duca di Savoia, non li voleva piti udire; il che riportalo
guerreggiando nella riviera di ponente, in consiglio, risolvettero d'arrendersi
avendo occupato s. Remo, Taggia e al- quella stessa notte, mondando deputati,
tri luoghi, nel 1625 non restandola pren- i quali usarono sì buona diligenza , che
dere nella costa che Ventimiglia, città giunti dal principe avanti giorno, accor-
eh' era assai forte e difesa da buon ca- darono seco d'arrendere la città, non es-

stello, il principe inviò un trombetta a* sendo in loro balia il castello, sotto il do-
cittadini a intimar loro la resa prima che minio di Savoia;la vita, onore e beni sal-

si avvicinasse l'esercito; ed essi risposero, vi; che i soldati uscirebbero senz'armi, le


volersi difendere sino alla morte: per il quali resterebbero al principe insieme
che avendo cominciato a mandare innan- colle munizioni, insegne e artiglierie, la-
zi all'armata la vanguardia, ch'era già sciata nondimeno la spada agli uflìziali;
giunta iu s. Lorenzo, il principe partì a' che i loro privilegi sarebbero conferma-
19 marzo da Porlo Maurizio, venne a s. ti; non si farebbero imposizioni straordi-
Stefano o vogliam dire al piano della fo- narie. I soldati non alloggerebbero nel-
ce, di là alla riva diTaggia,dipoi a Taggia le case de'particolari, ma negli alloggia-
stessa, continuando il viaggio senza entra- menti, che lor verrebbero assegnati, dove
re dentro in alcun luogo sino a s. Remo, sarebbero provvisti da'eittadinidi mobili
luogo grosso e delizioso, e numeroso d'a- e utensili; finalmente, che per aver volu-
che mandarono innanzi all' ar-
bitanti, to veder l'armata, e per dare qualche sod-
mata un rinfrescamento, e coprirono tut- disfazione a'soldati, ed evitare disordini,
te le strade di qua e di là per un 4«° di la città pagherebbe prontamente in con-
lega di cedri, aranci e limoni in tanta ab- tanti 6,000 doppie. Queste cose pattui-
bondanza, che essendosene caricati i sol- te, il principe entrò a'20 maggio 1625,
dati,ne rimase ancora gran quantità so- colla sua corte in Ventimiglia, dove ri-
pra la terra e sopra l'acqua; il che fece- conosciuta la piazza e dati gli ordini op-
ro per divertire i soldati, avidi di simili portuni perla di lei conservazione, si pen-
frutti, dal guasto de'loro belli giardini, sò ad assediar il castello , inespugnabile
da'quali anche tolsero gran quantità di per altro alle forze di mano, ed assicu-
rami che in
odoriferi, di fiori di celioni, rato in gran parte dal cannone, essendo
quella stagione vedevano da per tutto,
si innalzato in forma bislunga sul dorso di
per tappezzare le strade, per dove passò, una montagna, che domina la città, cir-
ed il palazzo dove alloggiò il principe; e condato da 4 buoni baluardi, co'fossi pro-
ricevuti gli stessi onori fattigli a
;

Porto fondi da 3 parti, e da una banda dal ma-


Maurizio, udita la messa, ricevuta la fe- re, dove gli scogli discendono in precipi-
deltà de'sanremaschi e desinalo, partì per zio; e sebbene da tramontana era spalleg-

la Bordigliela, terra che si poteva difen- giato dalla montagna, pure innalzavan-
dere, e pure ne trovò le porte aperte, la visi alcuni monticelli, che alquanto il do-

maggior parte delle case abbandonate e minavano; che se era provvisto con due
partitone il commissario della repubbli- baloardi e sue cortine più rilevati che gli

ca. Sentendo quelli di Ventimiglia avvi- altri, con forti e grossi parapetti, che co-
V EN YEN 197
privano gli alloggiamenti di dentro, tal- Gli spagnuoli avendo ricuperato a'geno-
mente che non poteva essere offeso per vesi Gavi e Novi, minacciando Asti, qua-
l'altezza dellamontagna, però mancava si tutti i luoghi occupati dal principe del
solo in questo, che per non essere abba- Piemonte in poco tempo si rimisero nel-
stanza grande, non avea la capacità re- l'antica ubbidienza di Genova, ed al prin-
quisita per un* intera difesa. Lo stesso cipe convenne pensare a difendere il Pie-
giorno della resa di Ventimiglia compar- monte. Applicatisi poi genovesi alla ri- i

ve la flotta di Francia, ed entrò nel por- cupera delle terre della riviera , fecero
to di Villafranca, per essersi arresa tut- partire a' io luglio da Savona il marche-
ta la riviera e per attendere le galere di se Santa Croce, comandatitela flotta spa-
Provenza per andare sopra Savona e Ge- glinola, accompagnato da'scnatnri Giam-
nova; ma la conquista di Genova andò battista Saluzzo e Agostino Centurione,
fallita a'francesi. Alloggiate le truppe a' con 8,000 fanti e due compagnie di ca-
loro posti, il principe fece cominciare le valli, tutti spesati dalla repubblica. Oc-

operazioni di espugnazione, e piantate cupata Albenga, benché a soccorrerla e-


mirabilmente le batterie, dopo poche sca- rano andate 4compnguie di nizzardi, del-
ramucce, a'26 maggio cominciatosi a bat- la guarnigione di Ventimiglia, morendo-
tere il castello, portate via le garitte del vi uno de'icapitani e altro restando fe-
baloardo e le cannoniere, in poco tempo rito, Albenga si rese a patti. Ne segui-
restò senza difesa, e le controbatterie ral- rono l'esempio tutte l'altre terre della ri-
lentando sempre, domandarono que' del viera sino ad Oneglia, che pure cede. E-
castello finalmente a parlamentare e se- spugnato Porto Maurizio, e fattevi nuo-
guale capitoli; in virtù de'qnali Giuseppe ve fortificazioni, i genovesi riebbero tut-
Cazero commissario per la repubblica, ve- ti i luoghi marittimi , tranne Ventimi-
dendo che non più si poteva tenere, per- glia. Assediata Pigna, terra considerabi-
chè in due luoghi erano state tolte vie le le del duca di Savoia, alla quale il mar-
difese, ed in altri due le mine erano in chese Santa Croce, anuoiato dagli estivi
procinto di giuocare colla rovina del tut- caldi soprassiedendo all'impresa di Ven-
to, convenne di uscire insieme con Aga- timiglia e facendo intanto riordinar le
pito Negrone, il colonnello Giacomo Cat- soldatesche per intraprenderla appena mi-
taneo, tutti gli ufliziali e soldati, rimet- tigala la stagione, mandò intanto il ba-
tendosi alla discrezione e alla generosità rone di Vateville, con circa 3,ooo fatiti,
del principe, che non si volle obbligare di premendoa'genovesi grandemente di con-
lasciar loro altroché la vita; così quel gior- quistar Pigua, perchè era in vicinanza di
110 medesimo quel castello si arrese, re- Ventimiglia e perchè eranvisi ritirati mol-
stando alla divozione di Savoia lutto il ti Albenga e dalle terre
soldati usciti d*
ttallo marittimodella riviera, che da Fi- circonvicine, che potevano non poco in-
nale a Monaco per lo spazio di 70 miglia comodare la ricupera di Ventimiglia. Vol-
si stende, sebbene infra terra vi fossero tatisi dunque a quest' assedio, dopo aver

ancora alcuni luoghi forti, che si teneva- preso Castelfranco, batterono lungamen-
no pe'genovesi, molto difficili per essere te nelle trincee, le quali unite alle case
espugnati. Fin qui la fortuna si era mo- servivano di muro e di riparo, si fecero
strata propizia a Savoia, non tardòma quindi scaramucce, e fu non meno osti-
a riguardar di buon occhio genovesi, me-
i nata 1'
olfesa che la difesa; vicino all' as-
diante i poderosi aiuti degli spaguuoli, salto, Pigua si rese a' 1 3 agosto, allegrez-
poiché non potendo difeuder la riviera za a'genovesi amareggiata per l'esplosioue
rateano lasciala prendere, per concen- della munizione che recò loro gravissimi
trare le forze a salvamento di Genova. danni. ludi subito, rinfrescata la stagio-
198 VIìN VEN
ne e accresciute letruppe con 3,ooo fon- merum scriptum, et Molta prò Cemclìa
ti tedeschi levati da Filippo Spinola, r- (Cemele o Cemenelc Cimella, vesco-
p
taronsi con tutte le forze all'espugnazio- vato del secolo 111, nell' Vili unito a Niz-
ne di Ventimiglia, la quale dopo alcuni za), tpcod oppidum ca tempestato fuil
colpi d'artiglieria, abbandonata dal pie- JJguriae. in Alpìbus leslc Vtolomaeo,
sidio, per essersi ristretto alla difesa del cufus Episcopus legitur Valeriawis cir-
castello, non tardò di venire in mano de- ca anno Domini 4^o ejusdcmquc cliam
gli oppugnatori. Ebbero però da fare al- Cemiliensis Ecclesiae Episcopi alìqui
quanti giorni contro il castello , conti- recenscntur in gallicani» conciliis. A-
nuando da 3 parti la batteria, finche es- pud. liane urhcm s. Secundus ex legione
sendosi oppugnatori avvicinati sin
gli theba/wrum, unus cohortium tribunus,
sotto la controscarpa, e dubitando que' in Diocleliana persecutione sub Agre-
di dentro d'una mina, che vedevano co- sto Liguriae praefecto palmam tumpsit
minciarsi, patteggiarono anch'essi la de- martyrii, a s. Mauri tio earumdem le-
dizione a'21 settembre, accordata a con- gionum duce sy adone mundo involti tus
dizione , che solamente gli uflìziali por- in agonis loco sepultus, cujus deinde
tassero seco le armi e il bagaglio , ed i
caput in calhedrali, caetera vero lipsa-
soldati uscissero disarmati, come fecero, na sacra Taurinum relata, magna ve-
arrivando poi a Nizza il 27 assai mal in neralione coluntur : cujus festum Al-
ordine. Così genovesi ricuperarono Ven-
i tanquam praecipui patroni
bintiniilii

timiglia, e qui per essa termina la storia habetur 16 augusti. Episcopali* digni-
civile di Giomedo. Poco dopo rotta nuo- tas forte ab ipso apostolo Barnaba
va guerra tra duca di Savoia e la re-
il suum liabuit inilium, tametsi de illis
pubblica, il vescovo Gaudolfì impedì il priscis Episcopis nulla reperialur men-
saccheggio di Ventimiglia, e poi contri- sio, sino a Giovanni del 680. Il eh. Se-
buì alla tregua, che si segnò tra le par- nseria pure dice non sapersi il tempo, in
ti,comeripeterò alia sua volta. Neh 636 cui la cristiana religione sia stata annun-
fu eletto gran maestro del sovrano ordi- ziata inVeulimiglia,ede'pritiii vescovi in-
ne Gerosolimitano fr. Gio. Paolo Lasca- temeliensinon trovasi veruna menzione,
ris de'signori del Castellalo e de'conti di oscurità comune a moltissime altre chie-
Ventimiglia della lingua di Provenza: il se antichissime. Aggiunge, un moderno
suo nipote Gio. Battista nel 1646 diven- avere scritto, che Lattanzio vescovo di
ne luogotenente governatore di Nizza pel Ventimiglia intervenueal concilio di Cai-
principe Maurizio di Savoia. Ventimi- cedonia del ^5i, ma non averlo trova-
glia poi seguì destini di Genova, che la
i to nel Labbc e nell'Arduino ; laonde con-
ritenne sino all'intera cessione di tutti viene con Ughelli in riconoscervi per i.°

gli stati della repubblica alla sovranità di sicura notizia Giovanili mentovalo.
della casa di Savoia, il che avvenne sot- Riferisce insigne apostolo della Liguria
to il Sardegna Vittorio Emanuele
re di nel secolo Calimero vescovo di Mi-
II s.

1 neli8i4. lano, e nel principio del IV approdati


La religione cristiana fu predicata in dall'Africa alle spiagge de'Cemelii o di
Ventimiglia ne' primi tempi della Chie- Nizza i ss. Marcellino, poi vescovo d'Em-
sa. 4> P- 3o i,
L'Ughelli, Italia sacra, t. brun, Vincenzo e Donnino, per divino
Albintimilienses Episcopi, dice che in es- impulso, infiammati di zelo diffusero la
sa disseminò il vangelo s. Barnaba apo- dottrina evangelica, con predicazione av-
stolo, Nazarius et Celsus invidi Chri- valorata da stupendi miracoli, onde pre-
stimartyres, ut in actis eorunuleia le- sto gli alpigiani professarono la fede cri-
gitur, sed corruptepro Jntimilia, Te- stiana, cioè gì' intemelii e gl'ingauni, gli
VEN VEN ,99
abitanti delle montagne di Lantosca e ni I si crede quello stesso che assistè al

di Sospello, fra il Varo e Rutuba, oggi ricordato concilio romano, altri però pre-
Roia, i montimi di Trioria e della pieve tendono fosse un altro Giovanni: nel ca-

di Teico fra il Roja e il Centa, sino a* so affermativo sarebbe quel Giovanni da


gioghi che sovrastano a Vado Sabazia, cui principia l'CJghelli la serie, sottoscri-
chiamati alpigiani marittimi da Seme- vendosi a detto sinodo Joannes humilis
ria. Il can. Dima ancora è incerto sul r.° episcopus s. Ecclesiae T^inctiniiliensis in
introduttore del cristianesimo in Venti- liane suggestionem, quam prò apostoli-
miglia, se lo fu da da s. Barnaba apo- ca nostra fide unanimiter construjcimus,
stolo, come
la tradizione di questa chie- simili ter subscripsi. Anche Gioffredo at-
sa accenna, o da s. Nazario, ovvero da s. testa che intervenne al concilio Giovanni

Calimero vescovo di Milano; è però cer- di Ventimiglia, e che si sottoscrisse con

to che tale tradizione attribuisce a s. Bar* altri due vescovi dell' Alpi Ligustiche,

tiaba la predicazioue nella Liguria, uni- cioè Bono d'Albenga e Benedetto di Sa-
ta a quella di tante altre chiese cospicue vona. L'Ughelli lasciò una lacuna di 5oo
e ragguardevoli, e la tiene per assai ve- anni, nella quale uno solo conobbe il suo
nerabile. Riconosce le dispute tra gli eru- annotatore Coleti. Il mss. però comuni-
diti, mancandosi di documenti e di noti- cato al Bima riempie tale spazio co'no-
zie, suIi.°vescovo di Ventimiglia, quin- mi di diversi pastori. Nel 687 Lucio, con-
di non potersene fissare l'esistenza prima sagrò nel 700 la piccola chiesa di s. Laz-
del 680, auno in cui trovasi al concilio zaro fuori del borgo di Tenda, che visi-

celebrato in Pioma da Papa s. Agatone, tata dal can. Bima nel 1837 la trovò sen-
il suddetto Giovanni vescovo Attintimi' za tetto. Nel 704 Eustachio;nel 728 Eu-
liensis. Stringe il suo dire il can. Bima, genio; nel 7^7 Giocondo I; nel 789 A-
sebbene epoca certa non s\\ possa preci- rnerio consagrò un altare in Noli della
sare prima del 680 tuttavia riporta il ,
pievania; nell'8o3 Langio; nell'83i Gio-
nomede'segueutiricavati da un antichis- vanni U;nell'863 Giocondo Ii;nell'89[
simo mss., avendogli somministrato noti- Amatore; nel 905 Amato. Nel 937 Mil-
zie e documenti sui pastori di questa chie- done o Mildo, che nel 9^0 si sottoscrisse
sa, il can. Domenico Navone d'Albenga, T'igintiniiliensis Episcopus, verso il 940
ed il can. teologo Taglietti pro-vicario dice il Coleti, in un istromento d'Attorie
generale di Ventimiglia. Cleto dell'anno vescovo di Vercelli. Gioioso fu presente
75 si crede il i.° vescovo e discepolo di in Roma alla coronazione fatta da Papa
s. Barnaba, qui lasciato a pastore avanti Giovanni XII dell'imperatore Ottone I
di partire per Milano. Nel 137 R.udrigo a'i3 febbraio 962, insieme ad altri ve-

I; 189 Frodonico; nel 241 Fabiano,


nel scovi di Lombardia e del loro metropo-
si legge in una lettera del Papa omoni- litano di Milano. Nel 976 Penteio legato
mo fiorito in tale epoca; Eilegio o Eu- apostolico in Piemonte, forse quel vesco-
lolio, si dice aver nel 292 soccorso s. Caio vo che il Semeria dice pure legato apo-
Papa; nel 352 Eutiche ; al vescovo Dio- stolico nel Piemonte, il quale recatosi a
nisio nel 396 scrisse Papa s. Silicio; nel Susa coosagrò alcuni altari nella ristora-
43o Felice; nel 4^o Lattanzio, e inter- ta chiesa monastica di Novalesa nel 900;
venne nel 4^ * al concilio di Calcedouia; nella quale legazione, egli aggiunge, eb-
nel 577Menigio, consagrò ne'confini d'A- be da'detti monaci in dono il capo del
Ìti una cappella 593a' ss. Apostoli; nel martire s. Secondo, e lo riportò (sic) nel-
ludrigo If; nel 5og Anastasio; nel 53i la sua cattedrale ove d' allora in poi si
r
ranco; nel 559 Mistrale; nel 5qi Mo- venerò solennemente. Il Semeria inoltre
ono; nel 62 3 Pastore. Nel 65o Giovan- rettifica le notizie del santo, diverso da
aoo VEN VEN
quello venerato io Asti , quale uffizialc congregazione; indi nel r
109 gli dono la
«Iella legione Tebea
che patì glorioso
, chiesa dì s. Maria di Verga o de Fìrgii
martirio propriamente non in Agatino, nel distretto di Sospello, in presenza de*
oggi Martignac alle sorgenti del Roda- cardinali Corrado e Conti, e di Giovano!
no, ove altri colleglli furono martoriati, suddiacono, di passaggio per Ventimi-
ma nel castello di / ictiimulo, al presen- glia, forse legati dì Pasquale li in I'Yan-
te Salussola, denominazione confusa col- eia, Spagna e Inghilterra contro Enrico
la ligure Ventimiglia allora chiamata Al- V imperatore. Neil 120 sedeva Aleccio,
bum Intcmeliuni e Albìntemelium, per- facendone memoria Papa Ondrio II. Nel
chè il castello venne appellato eziandio ii43 Cornelio, menzionato da un di-
fctimulum e Tctoniulum ed ancora Vi- t
ploma di Papa Eugenio IH de* 1 3 mag-
co Victumuliarum o P'ictirniliarttm, nel- gior 146, per la lite co'suoi canonici so-
la diocesi di Vercelli e ora di Biella. Da stenuta contro i monaci di s. Michele, a'
Viclunudo le reliquie del corpo di s. Se- quali apparteneva il monastero colla
condo furono portate nel non lontano mo- chiesa di tal nome, già tempio di^ Casto-
nastero di Novalesa, e nel principio del re e Polluce, accennata in principio di
secolo X o anno 904 nella cattedrale di quest'articolo. Stefano del r
1 7 5, anzi del
Torino, quando i monaci di Novalesa 6Ì 1 169 perchè trovo in Gioffredo che a*
rifugiarono in quella città per je corre- 23 marzo di tale anno pronunciò sen-
rie de'saraceni devastatori del monaste- tenza arbitrale nel suo palazzo di Ven-
ro, ritenendosi capo che poi donarono
il timiglia, per pacificare gli uomini di Ten-
al detto legato vescovo di Ventimiglia. da e di Saorgio discordi pe'confiui, pre-
Dunque s. Secondo non sostenne il mar- senti i consoli della città; altrettanto poi
tirio presso Ventimiglia coraescrisse l'U- fece per pacificare gli stessi di Tenda coti

ghelli e ho riferito di sopra, e ripeterono que' di Briga. Questo è il 2. vescovo co-


altri, come il Paganetti nelP Istoria del- nosciuto dall'Ughelli, intervenuto al con-
la Liguria. Nel 102 1 trovasi vescovo di cilio di Laterano III nel 1 79. Erano ve- 1

Ventimiglia Bartolomeo, che a'28 otto- scovi, nel 1 2 o Guidone, e nel 22 [ Gu-
1 (

bre consagrò la chiesa di s. Lazzaro in glielmo I. Nel 1232 vuole il Bima,enel


Tenda, o nel suburbio. Nelio4* Tom- io34 TUghelli, Gioffredo e il Semeria,
maso, cede poi nel 1064 un fondo al Nicolò Larcari già canonico preposto di
monastero di Lerino, o meglio come leg- s. Maria delle Vigne in Genova, famoso
go in Gioffredo , Rainaldo de* conti di pe'suoi demeriti. Eletto, secondo la disci-

Ventimiglia co'figli donò a'monaci leri- plina allora in vigore, da una parte del
nesi un fondo del Carnolese nel monte capitolo cattedrale, l'altra nominò F. de
di s. Martino, e quanto avea acquistato Derivo, onde il podestà e consiglio della
dal vescovo Tommaso nella valle Car- città commisero la cura de' redditi tem-

nolese vicino a Mentone; e pare quel con- porali a 3 uomini dabbene e ad un cano-
te da cui tolse il nome il luogo di Peri- nico; e la controversia fu portata al me-
naldo, Podium Rainaldi, nel marchesa- tropolita arcivescovo di Milano, che ri-

to di Dolceacqua, le quali terre faceva- gettò l'elezione di Larcari come invali-


no parte dell'attuale diocesi e dell'anti- da. Egli allora si appellò a Papa Grego.
co contado di Ventimiglia. Nel 1 08 1 Mar- rio IX, il quale colla bolla Significala'
tino, il quale poi nel 1092 cede a'mona- mus t
dell'i 1 luglio, appresso l'Ughelli,
ci di Lerino la chiesa di s. Maria del Pog- ne affidò la cognizione in uno all'ammi-
gio di Saorgio, diocesi di Ventimiglia e nistrazione della mensa al vescovo e pre-

nel i09t dice Gioffredo, e ciò per aver postod'Albenga,ed all'abbate di Tigret-
il vescovo appartenuto alla loro celebre to, onde pronunziarne sentenza. Ne rii
V E M VEN sor
sultb, che il Papa approvò l'elezione di presentato in Roma, ne discolpato del-
Laicali, annullando la sentenza dell' ar- le gravissime accuse, colla bolla Ea quae
civescovo di Milano. Ma poi accusato il per Sedem, de' 18 marzoi244> indiriz-

vescovo alla Sede d'essersi con simo-


s. zata al capitolo di Ventimiglia, e riferi-
nia intruso nel vescovato; di permettere ta dall' Uglielli, dichiarò deposto il ve-
con pubblico scandalo, con denari l'im- scovo Nicolò Larcari, sciogliendo i cano-
punità di qualsivoglia quantunque enor- nici da ogni ubbidienza. Con altra bolla

me delitto; contro le disposizioni de's. ca- dello stesso giorno Assumpti quamvis ini*
noni di lasciar contrarre matrimoni il- merilis, parimenti riprodotta dall' Ughel-
legittimi e di sciogliere senza causa i le- li, medesimo capitolo di aver
notificò al
gittimamente contratti; di aggravare gli fr. Giacomo I, e non
eletto a loro pastore
ecclesiastici d'indebite estorsioni, esigen- Angelo come scrive Gioffredo, domeni-
do da'medesimi le usure; di ammettere cano di Castel Àrquato diocesi di Pia-

a' sagri ordini persone irregolari senza cenza. Indi Innocenzo IV al nuovo pa-

l'autorità delia s. Sede;edi assolvere dal- store scrisse la lettera Ut Ecclesia Vi»
le censure ad essa riservate; di proferire ginliniiliensi, presso l'Ughelli, per impar-
proposizioni ereticali;edi celebrare quan- tirgli la facoltà di prosciogliere dalle cen-
tunque per più altri capi scomunicato, sure ecclesiastiche i chierici promossi a-
per censure incorse manifestamente. So- gli ordini sagri dal sospeso e scomunica-
pra tante accuse, Gregorio IX delegò il to predecessore. Nel seguente anno aven-
vescovo di Sabina e l'abbate di Tigliet- do il capitolo formato i suoi nuovi sta-

to, ad assumere giuste e sicure informa- tuti, e per le ristrette rendite soppressa
zioni, le quali si trovarono verissime, e la dignità dell'arcidiacono, limitando il

perciò ne diedero avviso al Papa, ed al numero de' capitolari a soli 7 canouici,


vescovo perchè si giustificasse. Dopo un compreso il preposto, Innocenzo IV gli
anno e mezzo il vescovo Laicati non es- approvò colla bolla Cunctìs pctentium,
sendosi discolpato, anzi fattosi reo di de'2 gennaio 1246, diretta al preposto e
maggiori delitti, il medesimo Papa colla capitolo, che si legge nell' Uglielli. Però
bolla Olim intelleximus, de'27 giugno poco dopo la dignità arcidiaconale fu ri-
12/f! , diretta al vescovo di Nizza e ri- stabilita, ed il deposto vescovo Larcari,
portata dall' Uglielli, gli commise di so- pentenilosi del suo riprovevole operato,
spenderlo da ogni uffizio pastorale, e d'in- umilmente implorando perdonodal Pa-
timargli che fra 3 mesi si presentasse ab pa, ottenne l'assoluzione dalle censure, e
la s. Sede, dichiarando in caso di con- per clemenza singolare il risarcimentodel-
travvenzione i di lui diocesani disobbli- la sua fama, riabilitato a conseguire be-
gati dal prestargli ubbidienza. Ma Gre- nefizi ecclesiastici, all'esercizio del sacer-
gorio IX morendo poco dopo a'2 1 ago- dozio , non alla dignità episcopale; me-
sto, ed il successore Celestiuo IV viven- diante la bolla che Nicolao gli diresse,
do appena 17 giorni, per le persecuzio- quondam Vigintiiniliensi Episcopo - Qui
ni dell' imperatore Federico II, vacò la delinque ules, de' 3 luglio 246, riporta-
1 1

s.Sede 20 mesi ei7 giorni, finche a'24 ta dall'Ugnelli. Nel12Ì1 divenne vesco-
giugno 1243 fu eletto Innocenzo IV già vo Azone Visconti, per morte dell'ante-
vescovo d' Albenga. Per tutte queste vi- cessore, il quale non essendo stato con-
cende 1' indegno vescovo rimase tran-
, sagrato, il Papa colla lettera Electo Vi-
quillo nel suo vescovato. Il nuovo Papa gintimiliensi - Personam Inani de' 17 ,

genovese istruito pienamente di tutto, e gennaio, presso l'Ughelli, lo facoltizzòad


continuando il vescovo Larcari nella sua usare anello e mitra, e di dare al popolo
mauiera di viverescaudjlosa,nò essendosi la soleune benedizione. Nel 1262 fu ve-
»oa V EN VEN
scovo Norganilo. Neh 265 Giovanni IH avendo il capitolo eletto Giacomo III
di Alzate. Nel medesimo anno, o nel 266 1 Missino o Massimino della diocesi d'Ai
di •

come registra il can. Dima, Oberto o li- ha, Giovanni XKU cheavea riservalo a
berto Visconti, in grazia del fratello ar- se e successori anche l'elezioni de' vesco-
civescovo di Milano Ottone. Nel 1270 vi della provincia ecclesiastica di Mila-
Giacomo 11 Gorgouio di Piacenza. Indi no, onde provvedere alle dissensioni che
nel 1282 Guglielmo lì, ma Gioffredo ne vi nascevano, ne disapprovò l'elezione.
anticipa il vescovato, poiché diceche nel Tultavia I' intruso esercitò la dignità un
1276 è nominato nell'aggiustamento per anno. Il Papa con leltera de'26 novem-
la chiesa di s. Nicolò di Sospello, fatto bre i320, 01 32 1 secondo Gioffredo che
all'abbate di s. Ponzio di Nizza. AI suo la riporta,nominò fr. Raimondo france-
tempo e nel 1285 il capitolo generale scano penitenziere apostolico, neh 328 a'
dell'ordina di s. Antonio di Vienna am- G settembre traslato a Veuza o Vence e
mise i cittadini di Venlimiglia alla par- poi a Nizza. Nello stesso giorno Giovan -

tecipazione dell'opere buone del medesi- ni XXII gli sostituì fr. Pietro I Marcel-
mo, iu ossequio alla ventimigliese madre lo genovese domenicano, morto nel gen»
di Antonio abbate. Particolare divo-
s. naio i345. A'3i di tal mese fr. Bonifa-

zione ebbero a tal santo non solo citta- i cio canonico regolare del monastero di
dini, ma i cotiti di Venlimiglia, i quali Crueys nella diocesi di Sistemo morto ,

digiunavano la vigilia di sua festa e im- di peste nel i348. A' 16 novembre, se-
posero spesso il suo nome appropri figli. condo il Bima, o a'2 dicernbrei348 al 1

Alle di lui reliquie, che si venerano in dire di GiolTiedo, Angelo arcidiacono di


Vienna del Delfinato, quasi lutti i conti Reggio, suddito come il precedente del-
di Venlimiglia fecero frequenti pellegri- la regina Giovanna I, sotto di cui si con-

naggi. La città d'Arles si gloria di vene- tinuava il dominio di Venlimiglia e suo


rare la lesta di sì gran santo, e dice Giof- contado, che perciò la medesima in tale
fredo, che in memoria della di lui madre anno deputò giudice Simone Girona
vi

si dava la prelazione a'cittadini di Ven- celebre giureconsulto nizzardo, neh 35 o


~
timiglia, se trovavansi in quella città, di trasferito a Tricarico e nel 1 364 a Pa
portare le aste del baldacchino , nel so- A'22 novembrei 35o fr. Pietro li
Irasso.
lennizzarsi la sua festa con processione. Gesione o Giso o Pino domenicano, tra-
]1 vescovo Guglielmo 1287 inter- II nel slato alla sede arcivescovile di Brindisine!
venne al sinodo provinciale di Milano, e 1 3 52. In questo,o nel 1 354 al riferir* d'U-
mori nel I2g3. In questo Giovanni IV, ghelli,RustiriooR.uslico, morto neh 362.
che terminò di vivere nel i3o4. Nello stes- Già gli era successo Ruffino a'2 giugno,
confermato da Be-
so, eletto dal capitolo e e neh 369 intervenne alla pace conclusa
nedetto XI 2 kal. februarii, Ottone I de* a Terrizzo, territorio di Saorgio, tramon-
conti di Ventimiglia, secondogenito del ti di Ventimiglia e altre persone qualifì -

conte Guglielmo Pietro e dell' infanta cale, cogli uffizioli di Giovanna I pel vas-
Eudossia (dal Gregora e altri chiamata sallaggio a lei dovuto. Nel 1370 Giaco-
Irene) Lascaris di Grecia ,
già canonico mo IV Fieschi de' conti di Lavagna, nel
della cattedrale; mandò il suo procura- 1 382 arcivescovo della patria Genova. Il
tore al sinodo provinciale adunato nel Dima noi conobbe, ed invece riporta nel
1 3 1 1 dall'arcivescovo di Milano in Ber- 1375 Giambattista, e nel 1379 P seu
"
''

gamo, e morì neh 3 19. Questo vescovo do Bertrando eletto dall'antipapa Cle-
fu l'ultimo eletto da'canonici della cat- mente VII, che l'Ughelli dice nominato
ed i suoi successoli vennero im-
tedrale, neh38o; nel qual anno il Bima registra
mediatamente promossi da'Papi. Infatti Roberto, che governò pochi mesi , altro
4

VEN VEN ao3


intruso. Tale fu pure Pietro III dal Di- liana, con epitaffio esibito da Ughelli e
ma segnato al i38i, e dall'Uglielli nel Gioffredo. A' 1 8 febbraio gli successe Ot-

i3qo, trasferito nel 1409 da Alessandro tobono Belloni, notando Giolfredo aver-
V a Famagosta, dice Gioffredo e Io qua- lo fatto vivere sino al 1 45>2, sebbene Gia-
lifica fr.; anzi neli3go nomina fi*. Gio- cinto Cambi, nell' Istoria dell'ordine dì
vanni Abraardi che trovossiall'adunauza s. Domenico, sotto l'anno 1426 annove-

degli stati d'Aix. In que'lempi turbolen- ra per vescovo di Ventimiglia fi». Giaco-
ti pel grau scisma d'occidente sostenuto mo Piacentino domenicano, e quantun-
dagli antipapi d'Avignone, la serie de've- que egli trova mentovato Ottobono in
scoviè alterala. Imperocché, il Dima suc- una scrittura deli 435, in cui sono pure
cessivamente notati 382 Benedetto IBoc- nominati Giuliano de Giudici preposto
canegra, eletto da Papa Urbano VI, nel della cattedrale e suo vicario generale, e
i4oo morto; 4o 1 Tommaso 1
Degna, II d. Giorgio de'conti di Ventimiglia bene-
Écismaticoiulruso, nel 4 4^3 morto;
i4o3 dettino priore di s. Michele della stessa
Benedetto II;i4o8 Pietro IV de Marin- città. Riporta poi Ollone II, non cono-
Iiaco;i4»o Benedetto III Bottamgia, as- sciuto da Ughelli e da Bima, come pro-
siatelte al concilio di Pisa , ma esso era vasi da certe lettere date in Ventimiglia
stato celebrato nel precedenteanno; 1 1 5 n'5 marzo i445, nelle quali fa meuzione
Bartolomeo II morto nel i4'7« L'Ughel- del palazzo vescovile di Sospello luogo
li riferisce: Benedetto del 1407 tesoriere principale di sua diocesi. Nel 14^2 Gia-
di Chiesa sotto Papa Innocenzo VII,
s. como V Feo di Savona o milanese, chie-
nel i4°9 f u a concilio Pisano; Bartolo-
' rico di camera, dotto e di sommi meri-
meo morto nel 4 7- Gioffredo parla de*
1 1 ti, Io dice il Samaria, per le commissio-
seguenti! Benedetto Boccanegradeli4°3 ni apostoliche affidategli da Papa Pio II,
ebbe a vicario generale il benedettinoBar- in Perugia a riscuotere le decime eccle-
tolomeo di Coniglia, ed al suo tempo le siastiche, ordinate perle spese del la guer-
Alpi marittime ricevettero le benedizio- ra contro i turchi, e dovette percorrere
ni divine, per le continuate predicazioni anche tutta la Romagna, usando pruden-
di s. Vinceuzo Ferreri domenicano; se- za per non rendersi odioso, ed energia per
guiva l'antipapa Benedetto XIII, e si re* non mancare all'ufficio impostogli. Nel
co ad ossequiarlo a Nizza nel i4o6, e pa- suo testamento del 1467 legò la sua bi-
re anche quando diversi popoli si sottrae- blioteca al monastero della basilica di s.
vano dall'ubbidienza del falso Benedet- Paolo di Roma. L'Ughelli disse, che nel
to XIII, perchè que'di Sospelloa'3i ot- i463 per la s. Sedefracnaviù Unibriam.
tobre^* 1 ottennero da lui di non esser Morì nel 1468, e fiori a suo tempo fr.

molestali, per tutto il tempo che dura- Francesco di Ventimiglia insigne teolo-
va l'incertezza del vero Papa, e di quan- go francescano. Nell'istesso anno Stefano
to avessero fatto. Bartolomeo morto nel li de Robii, al cui tempo Ottobono O-
i4i8. In tanta confusione di legittimi e rengo giudice di Pigna, fondò in Venti-
di pseudi pastori, sembra la successione miglia convento de'minori osservanti;
il

de'primi doversi riconoscere ne'soli Fie- traslato dopo un anno ad altra sede: l'i-
scbi e Boccanegra. Terminato lo scisma gnorarono Ughelli e Gioffredo. Nel 1469
aetl4 E 7 coll'elezione di Martino V, que- fr. Gio. Battista de Giudici di Finale do-

sti elesse nell'aprile 14*801419 Tomma- menicano, virtuoso e dottissimo, massi-


so 1 1 1 Piivato oRiccato de'Berengari d'A- me in teologia. Tutto il tempo che gli
melia, canonico di s. Paolo di Liegi e u- rimaneva sìdalle religiose osservanze che
ditore di Rota, morto in Roma a'27 gen- dalle cure vescovili, iudefesso 1' applica-
naio 1422 e sepolto uella basilica Libe- va allo studio, perciò scrisse opere loda-
3

2o4 VER VEN


tissime, come commentali soprai
i quat- reggere la celata, che a portare la mitra
tro Evangeli, un dialogo sui discepoli in capo; fu pure vicario generale di Cri-
andati in Emmaus, un commentario sui stoforo de Latuo vescovo di Glandeve,
4 libri delle Sentenze, ed un bellissimo assente dalla diocesi. Avendo tramato di
li ialogo de contvmplu mundi, impresso uccidere il governatore di Genova pel re
nel 1 49^ in Venezia. Usò vigilanza con- di Francia, e di fare insorgere il popolo,
tro certi eretici introdottisi in Sospello e scoperta la congiura fuggì. Inseguito e
altri luoghi della diocesi, de'quali alcu- preso, fu mandato prigione a Milano. Per
ni furono fatti abbruciare da Claudio Bo- sua dimissione nel i5oi, da Noli vi fu tra-
nardi vice-governatore. Fece Y orazione slato nel i5o2 Domenico Vaccari o Va-
funebre a Roberto Malatesta signore di cillerò di Sospello. Nel 1 5i 1 Alessandro
lumini, al solenne funerale che alla sua Fregoso nuovamente, senza mi- essersi
presenza gli fece celebrare Sisto IV, nel- gliorato, perchè ottenne la sede con bro-
la basilica Vaticana a'25settembre 1482. glio, e poi si die' alle armi rinunziando-

Sisto IV nel i 483 lo trasferì all'arcive- la di nuovo. Neli5i8 cardinale Innocen-

scovato d'A malfide nel i484aquellodiPa- eo Cibo (F.) amministratore. Nel 1 5 19


trasso, morto in tale anno in Roma e se- Filippo de Mari genovese, e sembra an-
polto in s. Maria sopra Minerva, con iscri- che amministratore di Nizza. Fu pure
zione postagli dall'amico cardinal della nel 1 544 sufFraganeo e luogotenente del
Rovere, poi Giulio II, riportata dall' U- cardinale nella chiesa di Torino, ove ri-

ghelli, da GiofFredo e dal Semeria, sen- siedeva. Nondimeno benemerito si rese


za farsi menzione dell'arcivescovato d'A- della sua diocesi, con rimuoverne di- i

malfi. Dice il Bima, nel i483 fu vescovo sordini introdotti per la condotta del suo
Guglielmo III, già arcivescovo d'Amalfi, indegno predecessore; compose le discor-
che morto dopo 3 mesi, la sede passò di die ch'erano fra Ventimiglia e di verse co-
nuovo sotto 1' amministrazione del pre- muni del contado; lasciando certe me-
decessore, e col titolo di Patrasso aggiun- morie di sua dottrina e pastorali virtù.
ge l'Ughelli. Pare che ciò sospetti anche Dovendo stare a Torino, nel dettoi544
GiofFiedo,ammettendoGuglieImoW,ma ne fece rinunzia al nipote Gio. Battista
ne esclude Gio. Battista Lascarisde'conti III de Mari, morto nel 56 1 1. In questo
r
di Ventimiglia, voluto da mg. Chiesa e Carlo Visconti (V.) milanese, che inter-
quel ch'è peggio nel 4^74- L'Ughelli nel-
1
venne al concilio di Trento, ove fece co-
la serie degli a rei vescovi d'Amalfi non ri- noscere la sua molta dottrina e la rara
porta Guglielmo, e quanto al de Giudici sua prudenza. Da'cardinali presidenti del
tlisseche per pochi mesi tennel'arcivesco- concilio fu mandato a Roma adattare
vato, coque dimìsso ad prima m sponsam con Pio IV di gravi questioni, e nella ses-
a
rediit. Nel 1484 Sisto IV (che morì a' 1 sione 11. recitò «m'applaudita orazione.
agosto) fece vescovo Antoniotto Palla- Le sue virtù gli meritarono il cardinala-
vicino(y.) genovese, poi cardinale: Giof- to ne\i565, ed a'6 luglio l'amministra-
(redo ritarda il vescovato al i485, e che zione di Monte Feltro: morì in R.oma a'
loera uuovamenle,quan<lo morì nel 1
507 i3 novembre dell'istesso anno. Nello stes-
iu Roma, ma non pare. Nel i486 Solcet- so 6 luglioPio V da Anagni trasferì a que-
I

to Fieschi, riportato dal solo Bima, mor- sta chiesa il cardinal Benedetto IV Lo-
to nel i487. In questo Alessandro Fre-
l
tnellino (V.), ed a'7 settembre lo trafit-
goso figlio del cardinal Paolo arcivesco- to a Luni eSarzana. Agli 8 dicembre 1 565
vo e doge di Genova, dicendo GiofFredo vi passò da Savona, e già era stato con e-
avvezzi l'uno e l'altro piuttosto a maneg- stimazione di tutti al concilio di Trento,
giare la spada, che il pastorale, e più a Carlo li Grimaldi Cebà genovese. A suo
V E W V E N 2o5
tempo, narra GiofFredo, introdottesi per- nico, con busto in marmo, e con prolis-
niciose eresie nella diocesi, massime in sa e splendida iscrizione, riportata dal-
Sospello, Tenda e in altri luoghi, ener- l'ab. Semeria. A'3o gennaioi6i7 Nico-
gicamente vi provvide nel 1672 fu tras» : lò li Spinola genovese, teatino insigne,
Jato ad Albenga. k'i gennaio i5y3 gli dotto nella teologia, morto nel 162 2. In
successe FrancescoGalbiati diPonlremo- questo Gio. Francesco Gandolfodi Por-
Ji, che nel 1576 intervenne al 4*° conci- to Maurizio, abbreviatole del parco mag-
lio provinciale di Milano, adunato da s. giore e lodato dal Ciampini. Per la sua
Carlo Borromeo, morto nella gran pe- grande prudenza e rare doli divenuto ,

Provenza e molti
stilenza che afflisse la molto caro alla casa di Savoia, quantun-
luoghi del contado di Nizza nel i58o, di- que di patria slraniero,a' 1 o gennaio 1 633
ce GiofFredo,eneli58i Bima. A*2i mag- fu traslato ad Alba, ed a contemplazio-
gio Giulio Cesare Ricordi o Ricordato, ne di lui e del patito da'fratelli nella guer-
morto nel 1602. A' 1 5 aprile Clemente ra con Genova, il duca di Savoia confe-
Vili elesse e poi consagrò Stefano IH rì a 'suoi il contado di Riccardone e Me-

Spinola genovese,lodalo pastore visitò la lazzo. Imperocché il prelato essendosi in-


diocesi, e nel 1608 celebrò il sinodo, mo- terposto col principe del Piemonte, per
rendo nel 161 3. In questo, secondo Bima, impedire il saccheggio di Ventimigliaja
o neh6i4 al dire d'Ughelli € di Seme- repubblica reputandolo partigiano di Sa-
ria, Girolamo Curio di Taggia, già udi- voia, ne fece imprigionare fratelli; co- i

r
tore di mg. Costa nunzio di Torino, e nosciutasi poi l'innocenza del vescovo, la
per sua morte uel 161 3 internunzio ef- repubblica si servì del prelato per con-
fettivo, con aggradimento universale del- cludere tregua con Carlo Emanuele I,e
la corte. Poco dopo Paolo V lo destinò fece annoverare alla nobiltà di Genova
visitatore e commissario apostolico di i Gandolfì; ed il duca di Savoia gli ono-
tutto il regno di Corsica, con pieno con- rò con detta contea, mentre il suo figlio

senso della repubblica di Genova. Era- Vittorio Amedeo


1 ottenne che il vesco-

no insorti in quell'isola forti tumulti po- vo promosso ad un vescovato de'


fosse
polari control vescovi del reame, per lo suoi stati. JNel 633 Lorenzo Gavolli di
1

più genovesi, e contro i governatori e gius- Savona, già prepositode'leatini dis. An-
dicenti, che vi mandava la repubblica, drea della Valle di Roma, rinunziò poi
riuscì al Curio colle dolci sue maniere di nel 1 654 P er v arie differenze avute nella
sedare tumulti, e di ridurre ribelli al-
i i diocesi, indi fallo canonico Liberiano. A'
l'ubbidienza. Mentre stava aspettando da 22 agosto gli successe Mauro Promonto-
Roma e dalla repubblica gli ordini pel rio genovese, monaco cassinese, morto lo-
suo ritorno, occnpavasi con diligente e dato a'4 gennaio i685. A* io settembre
giudiziosa sollecitudine della riforma del Gio. Girolamo Naselli nobile di Savona
clero e del popolo; già avea ricevuto dal e preposto di quella cattedrale, introdus-
cardinal Borghese nipote del Papa lette- se in Venlimiglia resistenti canoniches-
re di sua prossima promozione, quando se,contribuendovi generosamente la fa-
assalito da dolori di visceri, e non senza miglia Orengo. Traslato a Luni e Sarta-
sospetto di veleno, se ne mori in Bastia a' na a'7 febbraio 169D, a'2 maggio gli fu
1 3 novembre 6 1 1 6. 1 di lui precordi, per surrogalo Gio. Slelano Pastore di Geno-
sua disposizione,furono deposti nella chie- va, in patria vicario generale, giudice si-

sa de'gesuiti, e il di lui cadavere trospor- nodale e consultore del s. OfTìzio, morto


tatoa Taggia sua patria d'ordine del fra- in Fano riOmiilii seu s. Remigli, ossia s.

tello Giovanni, fu sepolto in un marmo- Remo,a'2g maggio 1700, e sepolto nella


reo monumento nella chiesa di s. Dome- collegiata di s. Suo. Nel 70 Ambrogio 1 1
aoG YEN V EN
Spinola nobile genovese, dopo avere e- Monaco, da quanto pare, è presso nd a<
sercitalo le primarie cariche nella sua con- vere un qualche scioglimento, essendosi
gregazione de'barnabiti, traslato a Limi recalo perciò a Parigi il conte Pallieri ,

e Sarzana a* i o marzo r 7 1 o. Con esso le come rappresentante del governo sardo,


Notizie di Roma cominciano a registra- per entrare in negoziati sopra questo ar-
re i vescovi di Ventimiglia, ma l'ultima gomento. Non sarà inutile ch'io ricordi
data erroneamente la riferiscono per pro- a' vostri lettori lo stato della questione.
mozione a questo vescovato. Nel 1848 Menloue e Roccabruna si ri-
A* 7 aprile di detto anno Carlo Maria bellarono al loro principe e si diedero al
Mascardi nobile sarzanese ( nel voi. LI, Piemonte, che in forza detrattati, ha di-
p. 1 5 r, nel riferire le gravi differenze fra ritto di protezione sopra il principato. Il

la s. Sede e Vittorio Amedeo 11, col No- governo piemontese nel 1849 propose al
vaes, Storia di Clemente Xt > t. 12, p. parlamento un disegno di legge per in-
27, chiamai questo vescovo Carlo Ru- corporareallo stato i due comuni di Meo-
bioli: riscontrato il breve, è nominalo Car- Ione e di Roccabruna. Questo disegno
lo Maria, dunque è lo stesso che il Ma- vinse il partito nella camera de'deputati;
scardi), dopo aver egregiamente esaurito ma presentato in senato, la diploma/.ia
varie prepositure nella sua congregazio- si oppose alla sua discussione, e non se
ne di s. Paolo de' barnabiti morto nel , ne parlò più. Da quel punto la lite passò
1 73 1. Indi nel xn^i Antonio Maria Ba- dal campo parlamentare al campo diplo-
cigalnpi genovese, della congregazione matico, e nel i85o nostro governo sar-
il

della Madre di Dio: mentre voleva ridur- do faceva pubblicare una Me moire Jii-

re l'episcopio a seminario , e disponeva storiquesitr Monaco, Mentoli etRocque-


i
altra migliore residenza vescovile, termi- brune, redige d apres Ics documenta
nò di vivere a' 1 5 luglio 1740. A' ca- origìnaux, existants à Turiti dans Ics
prile del seguente vi fu traslato da Sago- arc/iivcs du Royaume. Autore di questa
r
na d. Pietro Maria Giustiniani genovese, scrittura era il sig. Leone Menabrea, il
nato a Scio, benemerito e iodatissimo pa- quale sostenne che sin dal 448 Giovan- 1

store. Però alquanto aspro, si disgustò col ni Grimaldi donò mezzo Mentone e tut-
principe di Monaco, il cui principato es- ta Roccabruna a Luigi duca di Savoia;
sendo nella diocesi di Ventimiglia, do- e nel 1 477 duchi di Savoia acquistaro-
mandò alla s. Sade di separarlo dalla dio- no allo stesso titolo cinque sesti dell'al-

cesi, ed invece ottenne un vicario genera- tra metà Mentone eRoccabruna, laon-
di

le residente in Monaco, esente del tutto de resterebbe in questione oggidì un solo


do Ila vescovile giurisdizione. I canonici ne dodicesimo di Mentone. Pare però che il
restarono molto disgustati, in unoa'nohi- ministero non riputasse abbastanza di-
li della città, i quali nella più parte atlii- fesa la sua causa davanti la diplomazia,
buivano al vescovo separazione.— Del
tal giacche nel 1837 die' incarico al prof.
principato di Monaco, situato in questa Melegari di scrivere un'altra operetta ,
stessa provincia di Nizza, riparlai, per le per sostenere sottosopra la tesi del Me-
ultime vicende principalmente, nel voi. nabrea. Ora che il processo si giudica
LXI, p. i43, e del ducato di Valentinois suilicieutemente istrutto, si sta maturan-
donato al principe di Mouaco a Vaiejv- do la senteuza. Si disse che il principe di
ea di Francia nel descriverlo; quindi Monaco sarebbe disposto a cedere Men-
è opportuno che io qui riproduca il ri- tone e Roccabruna mediante un milione
ferilo dal corrispondente della Civil- in denaro,eduna rendita annua di fran-
tà Cattolica de' ig giugno i858. « La chi 5o,ooo; ma un giornale di Mona-
vertenza del Piemonte col principe di co smeulisce la notizia e dichiara che il
VE& VÈN 207
principe non vuole sapere di aggiusta- tenza, ora al Piemonte, ora all'Inghilter-
mento, ed esige 1' integrità del suo prin- ra, ora agli Stati Uniti d'America. Non è a
cipato ". Di recente il principe Carlo III meravigliarsi che nelle circostanze pre-
seguante, nel voler conservare tale inte- senti,allorquando l'attenzione dell' Eu-
grità pubblicò la seguente protesta, alla ropa è attirata su questa parte del Me-
quale, devo premettere, che die'motivo il diterraneo, da un lato, la vicinanza di
gran parlare, i clamori, le apprensioni Villafranca, la natura e lo scopo suppo-
del mondo politico, dal settembre i858 sto degli stabilimenti che vuol fondarvi
in poi, per la cessione temporanea diVilla- la Russia; dall' altro, la posizione tanto
franca per if\. anni a pigione, come si vuo- notevole della città di Monaco come po-
le, fatta dal governo sardo alla Russia ,
sto d'osservazione, l'importanza della sua
ossia apparisce concessa ad una compa- fortezza, l'estensione delle baie che domi-
gnia mercantile russa di navigazione a na e la sicurezza del suo porto, abbiano
vapore, per farvi un deposito di viveri e provocato in vari fogli francesi il ripe-
di combustibili, le cui navi vanno diretta- tersi di queste voci di cessione dando lo-
mente da Odessa al Mediterraneo. Spiegò ro qualche apparente valore. Noi coglia-
V Invalido Russo , consistere la cessione mo questa occasione per dire tutto quan-
in un pezzo di terra sulla spiaggia orien- to il nostro pensiero a questo riguardo.
tale della baia di Villafranca, per stabi- Non ignoriamo che in questi ultimi tem-
lirvi deposili e officine. Bensì un'articolo pi lepiù splendide proposizioni, a venti per
ne' regolamenti della compagnia ricono- iscopo l'acquisto del principato , furono
sce il diritto delle navi russe da guerra fatte alsuo sovrano; ma nobili senti- i

d'entrare ne'porti, dove la compagnia a- menti del principe Carlo III attualmente
vesse stabilimento di questo genere, per regnante, la sua lunga resistenza come
quelle riparazioni che loro occorressero. quella del suo augusto predeces>ore al-
Molti peròcredono che diverrà una stazio- l' abbandono di due delle sue città in fa-
ne militare russa nel porlo di Villafìan- vore d'uno stato vicino, non permettono
ca, insieme ad uno stabilimento mercan- punto di ammettere possa essere più ve-
tile russo. E nella vicina Nizza a'i4 di- ro che la questione della cessione sia
cembre i858 fu stabilita e inaugurala stata seriamente trattata , di quello che
una chiesa greco-russa, nel quartiere di sia esatto l'asserire il fallo di vendite an-
Longs-Camps, e lo imparo della Civiltà teriori totali o parziali contro denari
a
Catto licci, serie 4- t.i,o quaderno 212 > sonanti. Il principato di Monaco conser-
a p.234, ove tra le altre leggo le seguen- va nobilmente un attaccamento irremo-
ti gravi e significanti parole. » Nizza é vibile all'antica nobiltà della sua origi-
una vera Babele, dove si parlano tutte ne. Costituito, or son più di nove secoli ,

le lingue, e a poco a poco s'introdurran- dall' imperatore in sovranità libera da


no tutti culti i .Mentre russi fabbri-
. . . i ogni sottomissione o tributo, esso visse
cano nuove chiese in Piemonte, poveri i indipendente in mezzo a convulsioni di
perdono in Polonia le loro, che
cattolici ogni genere, governato senza interruzio-
sono date al culto scismatico ". 11 Gior- ne dall'antica dinastia de' Grimaldi. Il
nale di Roma de' 3 dicembre i858 protettorato sempre leale della Francia
riferisce il seguente sunto della dichiara- l'aiutò, durante vari secoli , a difendere
zione del principe di Monaco Carlo III, di i suoi diritti, e la rimembranza di questo
cui il Constilutionnel garantisce l'auten- passato si associa troppo bene nel prin-
ticità. « Non è la prima volta che si spar- cipe attuale al sentimento della propria
ge ne' giornali la voce della cessione del dignità, perchè possa avere il pensiero di
principato di Monaco ad una qualche pò- allontanarsi, per un iuleresse personale,
2o8 V E N V EJN
dalla linea di condotta eli' egli si è trac- Giovo cassmese che ristabilì la buona
,

ciato. Aggiungiamo che le istituzioni, di armonia alterata dal carattere igneo del
cui il principe dotò il paese, sono quello d'altronde ottimo predecessore, e si pro-
della Francia; ciò dice abbastanza, che, cacciò il favore del principe di Monaco,
oltre i suoi sentimenti d'alfetto perii so- laonde bentosto ricuperò interamente la

prano, il principato gli deve delle idee di giurisdizione episcopale di quel principa-
saggia liberili, d'ordine e di progresso,che to,morendo a' 16 aprile 1774* A* 12, o
a
mettono in salvo la sua debolezza e riget- i3 marzo 1775 fr. Domenico M. Cla va-
tano ben lungi ogni desiderio d' un'an- nni domenicano genovese, di cui lunga-
nessione a non importa quale (forse do- mente parla il Semeria. Nel suo istituto
vrà dire, e non importa dire a quale ) erasi distinto per esattissima osservanza
potenza estera. La posizione anormale religiosa e per somma dolliina,ed accet-
delle città di Mentoue e Roccabruna , tò il vescovato ripugnante per ubbidien-
a
generalmente dimenticata dalla dq»loma* za.Consultò di presenza s. Alfonso M. de
zia europea, e che l'opinione pubblica si Liguori intorno alla condotta pastorale,
meraviglia non pertanto di vedersi prò* e si propose di eseguire gli ottimi avvisi

lungare indefiuitivamente, diede a que- che ne avea ricevuto e gli esempi che a-
sta voce di cessione uu alimento indiret- vea veduto. Cominciò il suo governo eol-
to chebasta a mantenerlo. Speriamo che Pevangelica predicazione, col fervido suo
le grandi potenze, le quali hanno potuto zelo, collo studio di formare buoni pasto-
metter io salvo l'indipendenza del Mon- ri, di migliorare i viziosi, e col costante
tenegro, regoleranno altresì in un pros- esercizio di tutte l'episcopali virtù. Cou
simo avveuire una questione non meuo estremo dolore trovò la fabbrica del se-
degna d'interesse dal punto di vista dei minario così mal concia, che neppur 4
trattati e del rispetto alle nazionalità". pareva un ca-
chierici poteva alloggiare;
— Tornando al vescovo Giustiniani, ze- sone svaligiato da'soldali. Primamente ri-

Jaute della disciplina del clero, e del de- storò e ingrandì l'edificio, e sin dal 1 .°an-
coro della casa di Dio, restaurò la catte- uo potè collocarvi 7 seminaristi. Affida-
drale. Cede l'antico episcopio a favore to alla provvidenza, continuò i lavori, e
del seminario, che dotò; fabbricando, cou nel novembre 1777 la fabbrica già era ca-
l'acquisto di varie case, il nuovo palazzo pace accogliere 3o chierici, oltre ad un nu-
vescovile. Tenne il suo sinodo, e lasciò in mero proporzionato d'ordinandi pe'spi-
testamento a'vescovi successori scudi 200 riluali esercizi. Perquesta nuova costru-
annui, coli'obbligo di visitare a loro spe- zione, oltre alle oblazioni de' beneficiali
se, senza alcun aggravio altrui, la diocesi e de' benefattori , vi spese del proprio
ogni due anni; e dovei vescovi non fos- 1 1,000 lire, somma rilevante per un ve-
sero in caso di godere del legato, ordinò scovo che avea pochissimo dalla mensa, la
che detta rendita sia impiegata nel dota- quale è tuttora scarsissima. Cercò buoni
re povere zitelle diocesane. Abitava or- maestri, ed ollimo lettole di teologia era
dinariamente a Bordighera, e morì a* 5 egli stesso: compose i suoi giovaui alla
ottobre 1^65. Gii successe nello slesso modestia e alla virtù , onde fornire di
anno Nicolò Pasquale de Franchi ma , buoni sacerdoti le parrocchie. Ma il ze-

non fu consagrato per insorte questioni lantissimo pastore ebbe a tollerare cri-

fra la s. Sede e la repubblica di Genova, tiche e amare contraddizioni ,


massime
come riferisce il Bima, uon registrato dal- da que'che dovevano più di tutti secon-
le diRoma, forse perchè fu sem-
Notizie dare le sue cure apostoliche; e queste a-
plicenomina. A'20 settembre 1767 Cle- m a rezze di più 1' angosciarono estrema-
mente XIII preconizzò d. Angelo Luigi mente pochi mesi prima di morire. Scop-
,

VEN VEN 209


piata in Genova nel 1797 la rivoluzione, gali e benefattori di conventi e mona-
piantato l'albero della libertà, gli spiriti steri. E come duuque sì poche provvi-
immorali e irreligiosi applaudicela per denze al seminario vescovile? Forse che
tutto meuavano trionfo di tutti gli one- que'prelati non ebbero zelo? Anzi n'ebbe-
sti, e singolarmente sopra i virtuosi pa- ro grandissimo; ma devesi riflettere che
stori, che per disprezzo venivano delti in se il vescovato era povero, e le pro-
aristocratici. A Venti miglia venne depu- prie sostanze de' vescovi sovente scarseg-
tato dal governo provvisorio a commis- giavano. Il peggio era che le sante loro in-
sario organizzatore un certo Biagino tenzioni, in vece di trovare cooperazione
strano e acceso al pari di un vulcano, il e soccorsi, incontravano degli ostacoli; on-
quale non era mai sì contento, che quan- de il seminario restava sempre misero e
do empiamente poteva umiliare il clero negletto. Al giorno d'oggi però si ripara
e il monachismo. Prese di particolare mi- al passato disordine, fabbricandosi un
ra l'egregio vescovo Clavarini, pose alla che per la forma e per l'ampiez-
edificio
porta dell' episcopio le guardie temendo za corrisponderà certamente al bisogno
che fuggisse, e divisava di farlo condurre della diocesi, al decoro della città, e al
a Genova come una preda aristocratica, massimo vantaggio del clero (il beneme-
meritevole di prigionia o di morte. 11 rito storico allude all'operato dell'attua-
1

buon prelato infermiccio per natura, già le zelantissimo pastore mg. Diale, che ha
aiìranto dagli anni e dalle fatiche, dovet- pure restaurato l'episcopio e curato il de-
te soccombere al peso enorme degli af- coro dell'uffiziatura divina). Per la mor-
r
fronti e de' disgusti. Celebrò la messa il te di mg. Clavarini restò vacante la se-
i.° ottobre, festa del ss. Rosario, di cui de vescovile 7 anni meno 8 giorni, ed in
era divolissimo, vi comunicò i suoi do- questo tempo avvennero variazioni im-
mestici, e nella sera recitando con essi la portanti. Racconta il medesimo Semeria,
corona, die' loro gli ultimi salutari ricor- che la diocesi cessò per sempre d' essere
di. Nel dì seguente, stanco di vedersi più suffraganea di Milano, ed era rimasta la

in terra e desideroso del cielo , andò a sola e unica di tutta la Liguria, che dalla
ricevere il premio di sue virtù e de'suoi sua origine sino a quel tempo non avea
patimenti. Non passò molto tempo, che mai cambiato di chiesa metropolitana
il suo persecutore Biagino fu ucciso. Os- (leggo però nella bolla Expoùtum cum
serva il Semeria, dovere recare sorpre- Nobis de' 9 aprile 1806 Bull. Rom.
, ,

sa, come una diocesi sì antica e sì rag- cont.U i3, p. 17, che Pio VII sottrasse
guardevole non ebbe mai un seminario dalla dipendenza della metropoli di Mi-
vasto, ricco e ben ordinato;» che i vescovi lano il vescovato di Ventimiglia, e lo di-
r
antecessori amg. Clavarini o la città , chiarò suffraganeo di quella d'Aix). Di
medesima non abbiano mai dato su di più, che la diocesi di Ventimiglia è com-
questo particolare un provvedimento no- posta di 36 parrocchie, due delle quali
bile e grandioso; che neppure al giorno Mentone e Roccabruna nel principato di
d'oggi (pubblicò la sua Storia nel i838) Monaco, ed altra in questa città, que-
trovisi un liberale benefattore, il quale gli antichi stati della real casa di Savoia,
abbia assegnato uu pingue fondo per la e 14 nel Genovesato. Ora nel 1802 il
pensione de'poveri cherici,edi quelli che cardinal Caprara legato a Intere in Frau-
nella scienza e nella pietà si distinguono. da presso il i.° console Napoleone Bo-
Eppure certissima cosa è che inVentimi- naparte , scrisse al capitolo di Ventimi-
glia vi furono sempre molte famiglie no- glia,che volesse rinunziare a tutte le par-
bilissime e doviziosissime, che molli dei rocchie ch'erano fuori delGenovesato ca-
suoi cittadini furouo fondatori di pii le- dute in potete dellaFrancia, ed i capito-
vol. xeni. *4
m , f

2 ,o YEN VE»
lari ili Venlimiglia sponte oc libere ad suo i.° concistoro de' 28 febbraio 1 83
consenandam Eeclesiae paeem et imita- preconizzò Gio. Battista de Albertis di
te 3 par te m Ulani Ecelcsiarum paro- Genova, dottore in s. teologia, della con-
chialium dìoecesis J'intimiliensis in tem- gregazione delle missioni apostoliche di
porali subìeclam reip. Gallicanaedomi- s. Carlo, professore di lingua ebraica e

nationi (erano queste le accennate due greca uella patria università, prudente,
del principato di Monaco, quella di tale dotto e ornato d'altri pregi riferiti uella
città, e le 19 degli antichi stati Sardi ) proposizione concistoriale. Leggo in que-
curamque earuindem regiminis, cui sili sta, che allora componeva di
la diocesi si

melius libuerit committtiidi in manibus 1


j
parrocchie, e rendeva
mensa annui la

Sanclitatis Suae u nani initer dimiserunt scudi 600, estendendosi iu 25 miglia di


ac resignarunt. Essendo pertanto ridot- territorio. Il suo vescovato sarà sempre

ta la diocesi a sole 14 piccolissime par* memorabile per l'ampliazione della dio-


rocchie, si dubitava che la diocesi venisse cesi. Dappoiché Gregorio XVI colla bol-

soppressa -

3
tuttavolta nel 1802 fu propo- la Ex injuncto Nobis coeliius, de' 20

sto dal governo della repubblica ligure giugno 1 83 Bull. Rom. coni. t.
1
,
9, p. 1

per la vacante chiesa di Ventimiglia il p. 28, di consenso del vescovo di Nizza e


Paolo Girolamo Orengo patrizio inleme- del capitolo d' Albeuga, essendo allora la
liese e nato nella stessa città, provinciale sede vacante, l'ampliò con 33 parrocchie,
de* chierici regolari poveri della Madre in compeuso delle 22 che avea perduto
di Dio delle scuole Pio VII lo pre-
pie, e nel 1802. Pertanto la diocesi ricuperò le

conizzò vescovo nel concistoro de'24 set- 8 parrocchie che le appartenevano, nel-
tembre 1804, come ricavo dalle Notizie l'aulico marchesato di Dolce Acqua, ag-
di Roma e dagli atti del concistoro pub- gregate a quella di Nizza, cioè Dolce Ac-
77 del Diario di Roma del
blicali dal n. qua, La Rocchetta, Seborga, Pennaldo ,
i8o4* In base di sì certa data ho slabili lo Apricale, IsolaBuona, Pigna e Bugio. Le
di sopra l'epoca della sede vacante, che altre 26 smembrate dal vescovato d'Al-
il Semeria disse vacante per circa un lu- benga, delle quali 5 sono collegiate, ven-
stro, ed il Bima provveduta a'3o settem- gouo denominate: Audagna, Badalucco,
bre. Deplorabili vieppiù si fecero tem- i Boscomare, Busana, Carpasio, Castella-
pi politici, anche per la Liguria, onde il lo, Ceriana, Cipressa, Colla, Corte, Costa
buon vescovo afflitto e grave per 1* età, Raniera, Longuaglietta, s. Lorenzo, Mo-
moiì a' 3o maggio 1812, lasciando lun- liui diTriora, Montalto, Poggio, Pompe*
gamente vedova la sua chiesa. Ricompo- jana, s. Remo (illustre città e porto, con
sto l'ordine pubblico, il Genovesato dato feracissimo territorio produttivo iu ab-
al re diSardegna, ad istanza del re Vit- bondanza agrumi. Posto alle fal-
d'olio e
torio Emauuele I, il Papa Pio VII, tolse de d'una collina, è capoluogo di provin-
Ventimi glia alla metropolitana di Aix,e cia, con collegiata e insigne capitolo,aven-

la fece suiìraganea di quella di Genova , te monasteri delle salesiane e delle tur-


colla bolla Solleciludo omnium Eccle- chine, e convento di cappuccini, noveran-
siarum, de'3o maggio 8 8, e lo è tut- J 1 do più di 10,000 abitanti, tra'quali fio-
tora. Lo stesso Papa
2 otlobre di- a* rirono uomini illustri, e per ultimo il pre-
chiarò vescovo Felice Levi ero di Ge- lato Stefano Rossi, il cui distiuto ingegno
nova , già vigilantissimo parroco di s. e vasta dottrina celebrai in più luoghi,
Marco di quella città, esemplare e di- e da ultimo a Verona per avere in Ra-
ligente pastore, ampliò eresia uro l'epi- venna, mentre n' era delegato apostoli-
scopio, morendo a' 5 marzo 1 824. Restò co, eretto un nobile monumento sepol-
vacante la sede, finche Gregorio XVI nel crale al celebre veronese p.Autoaio Cesa-
,

VEN VEN 211


ri), Biva, s. Stefano, Taggia (Tabia, già gine e martire: viene questa detta di
considerevole borgo, ed ora città, situata Lampendosa, l'origine del quale nome
sulle sponde d'un fiumicello che bagna il venne dall'isola, donde codesta Immagi-
fertilissimo territorio. La chiesa matrice ne fu a Castellaro nel seguente modo
ha titolo di prepositura, ed ha conventi trasferita. Corre il 3.° secolo, che fu dai
didomenicani e di cappuccini, e mona- turchi tratto in ischiavitù Andrea An-
domenicane. E abitato da circa
stero di Lampedosa. Ebbe
fossi ligure all'isola di

4,ooo individui, che vantano alcuni il- egli quivi veduto appena la suddetta Im-

lustri. Squisiti sono i suoi vini moscatel- magine , che fece voto d' innalzarle uu
Tesoro, Triora, Torre Papponi e
li), tempio in un suo podere, se libero dalla
Yerezzo. 11 Papa commise 1' esecuzione schiavitù fosse felicemente a Castellaro
r
della bolla a mg. Airenti arcivescovo di sua patria ritornato. Si tolse pertanto
Genova, il quale la partecipò al capitolo occultaudosi nell'isola alle ricerche dei
d' Albenga, indi al vescovo di Nizza, ed turchi, i quali alfine di colà si partirono
a '2 2 agosto al vescovo e capitolo di Yen- per qualche ora. Incavato allora rozza-
limiglia ; e cosi la nuova ampliazione fu mente un ceppo informe, ingolfassi An-
canonicamente stabilita. Il vescovo de Al- drea su di quello in mare, servendosi a
bertis nel 1837 rinunziò la sede, e sta- vela della stessa Immagine di Maria. Né
bilitosi in Pvoma,GregorioXVI nel 1840 fu fraudata la fede , ch'ebbe in questa
gli conferì il titolo arcivescovile di Na* benedetta, poiché sano e salvo, avvegna-
zianzo, come notai in quell'articolo. Lo ché colle galere da' turchi indarno inse-

stesso Papa nel consistoro de'19 maggio guito , approdò in brevissimo tempo su
r
1837 dichiarò l'odierno vescovo mg. Lo- di quel ceppo alle spiaggie natie, dove,
renzo Giovanni Battista Diale di Genova, per gratitudine dell' ottenuto benefizio,
dottore nel gius canonico, e poi preposto volle metterla al pubblico, perchè fosse
della patria chiesa metropolitana e vica- dal popolo venerata. Non sì tosto V of-
rio generale della medesima, protonota - ferse allo sguardo del divoto popolo in
rio apostolico; encomiandolo pel suo vasto gran folla accorso, che volle la Divina
sapere, squisita prudenza, felice esperien- Madre, con isciogliere la lingua ad una
za e sacerdotali virtù, benemerentissimo muta, far conto al popolo di Castellaro
pastore, anche per quanto accennai di so- qual tesoro egli avesse pel suo servo
pra. Nel i844 tenne il sinodo e lo pub- Andrea acquistato. Ne quivi ebbero fine
blicò colle stampe: Synodus Dioecesana le meraviglie, che anzi una maggiore non

Vinlimiliensis anno 844* & Rornuli. 1 molto tempo appresso ne avvenue. Con-
Inoltre il suo vescovato veuue segnalato ciossiachè fatto consapevole il popolo
da due solenni coronazioni della B. Ver- del volo di Anfossi volle generosamente
gine, celebrate nella diocesi che vado a adempirlo. Ma siccome il podere, dov'e-
descrivere, della promesso
1. "avendolo ra d'uopo innalzare, giusta la promessa

,

nel voi. LXIX, p. 1 9. Si apprende da'


i il tempio, sarebbe stato per la sua lonta-
Cenni istorici della miracolosa immagi- nanza di non poco incomodo al popolo,
ne di Maria SS. detta di Lampedosa. cosi determinarono di erigerle più vici-
che sarà solennemente coronata in Ca- no, forte ripugnando Andrea, una cap-
stellare) di Liguria nel settembre 1 845. pella dove fu esposta la sagra effigie.
,

>• In Castellaro di Liguria si venera cer- Venne il giorno appresso, ne più trovos-
ta portentosa effigie di Nostra Signora, la si nella cappella la prodigiosa Immagi-
quale stringe nelle braccia in atteggia- ne, ma bensì in un rovaio nel podere di
mento assai tenero il Divin Figliuolo, e Andrea a lei promesso. Accorse ad un tal

a destra gli sta in piedi s. Cateiiua ver- portento frettoloso il popolo, e con più
aia V h H .

V E W
venerazione che mai nuovamente recollu Imaginem Ma-
tura, e con l'iscrizione:
nella destiuata cappella: il lutto però fu riae D. N. a Lampedusa in ora Ligu-
inutile, che per ben due volte riunovossi riae Decreto Collegi Canonicontm Ba»
t

Io stesso prodigio. Conosciuto pertanto silicaeValicanae aureo diademate redi-


il volere della buona Madie , un gaio mitala anno 845. Gregorio XVI. P. M.
1

tempio, non ostante le difficoltà del silo, DivinaeMatris cultori pienti s simo. Jo.
le si eresse nello stesso luogo nel quale B. Arnaldi AntistcsUrbanus D. D. D.) }

si era da se tanto prodigiosamente por- che con corona d'oro deve essere a'd'i 8
tata, donde mai più dipartissi , e dove settembre 184$, solennemente corona-
con le grazie e gli stupendi miracoli. che ta ". Riferisce il n. 72 del Diario di Ro-
frequentissimi opera a prò de' suoi fi- ma del i845, l'invito sagro di iug.
r
fiiale

gli,mai è che la espilazione de' vicini vescovo di Ventimiglia pubblicato dalla


e remoti popoli, quali mai sempre ga-
i Gazzetta di Genova, ed inviato dal
reggiarono in tributarle omaggi, per im- zelante pastore a tutte le parrocchie del-
petrarne favori, di che abbisognassero, ia sua diocesi ed altre limitrofe, per in-

venga fraudata. Si è dunque per accie* vitarle a prendere parte alla solenne co-
scere vieppiù il fervore della divozione, ronazione dell'effigie miracolosa di Ma-
e per gratitudine degli ottenuti benefizi, ria Vergine, sotto il titolo di Lampedu-
che il sacerdote mg.' Gio. Battista Ar- sa, che si venera in Castellalo, e per la
naldi ligure (nato in Castellato), per sola quale tanto si è adoperato l'illustre pie-
r
clemenza e degnazione di Sua Santità lato mg. Arnaldi, e che per esserne il

Papa Gregorio XVI felicemente regnan- benemerito e generoso promotore si era


te, prelato domestico e votante di segna- portatoespressameute in Castellato a que-
gnatura (ora degnissimo arcivescovo di sto solo oggetto. 11 vescovo eccitò con fa-
Spoleto per quanto riportai in quell'ar-
,
conde e religiose parole le popolazioni
ticolo), fece istanza al Rm.° Capitolo a concorrere a questa di vola funzione, on-
Vaticano di potere incoronare questa im- de vieppiù glorificare la ss. Vergine, e po-
magine miracolosa e previo il benigno , ter lucrare l'iudulgenze concesse da Pa-
assenso di Sua Santità ottenne il favo- pa Gregorio XVI a tutti quelli che visi-
revole decreto: aggiunse poi a maggior teranno in questa solennità la miracolosa
lustro di tanta solennità una medaglia Immagine; e in modo particolare invitò
di conio reale, insieme ad altra di conio le confraternite, acciò processionalmenle
più piccolo, che servissero ad appagare si portassero a visitarla ne'giorui che sa-
la divozione e fissare l'epoca di si fausto rebbe solennemente esposta. Disse anco-
avvenimento (con l'epigrafe intorno:/?. ra, che alla funzione interverranno 4 ve-
r
Mariae a Lampedusa Aurea Corona scovi, oltre mg. Arnaldi; che comincia-
Donatae.Soiio la ss. Immagine è l'iscri- va a' 7 settembre col solenne trasporlo
zione: Joan. Bapt. Arnaldi Alitisi. Urb. dell'effigie della ss. Vergine dal suo san-

i845. Nel rovescio vi è la sigla del no- tuario nella chiesa parroccbiaIe,e durava
me di Maria, sovrastato dalla Croce rag- finoa'i4>in cui sarebbe riportata al pro-
giante, e sotto due cuori, l'uuo circondalo prio santuario. La coronazione dover suc-
da corona di spine ,
1' altro trafìtto da cedere l'8 settembre, e che in tulli i gior-
spada. In giro si legge : Maria Mater ni successivi vi sarebbero pontificali con
Dei sis mihi propitia. 11 munifico prela- analoga orazione panegirica , pubbliche
to ne fece coniare in metallo. in argento illuminazioni, accademia di poesia e di
e in oro), esprimendone ancora in rame musica in onore della B. Vergine, scelli
la stessa effigie ( divota e maestosa in , fuochi d' arliiìzio, slegante apparato in
più dimensioni, anche in nobile minia- chiesa e processioni; acciocché tulio con-
VEN VE If a 1 3

corresse aumentare Io splendore di que-


ail cezione della Vergine con somma esul-
sto incoronamento. Tutto quanto ebbe tanza di tutto il clero e del popolo fedele, e
luogo decorosamente, con edificazione di con ispecialepompae divozione,cominciò
divoto entusiasmo econ immenso concor- essaStatua a muovere maravigliosamente
so di fedeli, anche de'circostanti e lontnni gli occhi. E perchè un tal prodigio, come
luoghi, con pubblica letizia. L'incremen- tu affermi nella stessa tua lettera , ebbe
to di gloria procurato in patria alla ss. principio il giorno 1 1 del passato mar-
Vergine dal venerando prelato che reg- zo, e sino a quest'ora è durevole , per ciò
ge la s. Chiesa Spolelana, resterà per lui stesso moltissime persone d'ogni ordi-
lustro e benemerenza imperitura. — L'al- ne e condizione da'vicini comeda'lon-

tra solenne coronazione della Deipara, av- tani paesi colà portarono a calca per
si

venuta nella diocesi di Ventimiglia nel venerare la B. Vergine in quell'immagi-


vescovato del lodato mg/ Diale, la descri- ne. Con ottimo senno hai giudicato di
ve la Civiltà Cattolica de'2 agosto 856, 1 rivolgere tutta la diligente tua cura per
colle seguenti parole. «Nella chiesa par- comporre, come era d'uopo un adegua- ,

rocchiale ed insigne collegiata della città to processo sopra un prodigio di questa


di Taggia nella diocesi di Ventimiglia fu fatta, cui avesti sollecitudine trasmetterci

il i.° giugno i856 solennemente in-


d'i colla tua lettera , e che Noi ricevemmo
coronata una statua di Maria ss. del Sa- con tutto il Ma poiché ci sup-
piacere.
gro Cuore. Gli apparecchi splendidissimi plicastiad accordarti la facoltà d'impor-
che vi furono fatti per addobbare ricca- re a Nostro nome una corona d' oro a
mente la chiesa, gli archi trionfali e le quel Simulacro, Noi condiscendiamo ben
cappelle innalzate nelle vie della divota tosto a (juesto tuo piissimo desiderio con
città per le quali dovea passare la bella un gaudio non lieve certo dell' animo
processione, le luminarie, i fuochi artifi- Nostro, ss Ora dal processo inviato al
ciali, gli spari de'moschetti in segno di e- Beatissimo Padre deduce che il movi-
si

sultanza sono poca cosa rimpetto al con- mento degli occhi fu osservato da migliaia
corso di circa 3o mila forestieri venuti e migliaia di persone , delle quali sole
«li lontano per assistere a quest' onore 120 furono esaminate giuridicamente
fitto a Maria, ed alla divozione colla qua- scegliendole di grado, di età di patria ,

le i più de'cittadini s'accostarono alla sa- differente tutte attestarono \\ fatto che
gra mensa Eucaristica. Il vescovo di Ven- fu veduto da ogni canto, ad ogni distan-
r
timiglia mg. Biale, incaricato dal S. Pa- za, ad ore differentissime; non variò o
dre Pio IX di compiere quel rito solen- o fosse la Statua ornata de' molti ori che
ne, fu assistito da' vescovi d'Albenga, di avea, o ne fosse spogliata; o venisse il-
Savona e di Novara, quali vollero in i luminata da poche o da molte candele ,

omaggio a Maria ss. condecorare di loro dal sole diretto o dalla luce sparpagliata;
presenza quella pia solennità. La cagio- o stesse collocata in alto o fosse posta al
ne di quest'ossequio, consueto a farsi alle basso. Oltre i giudizi de'periti, l'autore
immagini(P\) Maria ss. più venerate,
di medesimo della Statua, il bravo scultore
è indicata dal S. Padre medesimo nel bre- Revelli che ha lo studio in Roma, ed as-
r
ve indirizzato a mg. vescovo. Eccone la sistette alla coronazione, attestò dell' im-
parte più importante la quale copiammo possibilità d'un artifizio qualsivoglia per
com' essa è tradotta nella Relazione del produrre tanta varietà di posizioni che
prodigioso movimento degli occhi ec. prendevano le pupille e il bianco di que-
stampata teste in Genova. Mentre si = gli occhi. In uno stato dove la miscre-
solennizzava, come ci narri, per 8 giorni denza fa ogni sforzo per distruggere la

nella medesima chiesa rimmacolataCon- fede de'popoli sembra che la Vergine ss.
— ,

2.4 VEW V EH
aiuto de cristianit abbia voluto con sì e- scrittore del II secolo, conosciuto per una
vidente segno animarla e rafforzarla". versione in greco da lui fatta della Bib-
Ogni nuovo vescovo di Ventimiglia è bia, si fece ebreo, poscia cristiano, <• cad-
tassato ne* libri della camera apostolica de in seguilo negli errori degli EbionkiN'x
in fiorini io?., ascendendo le rendite del- furono degli eretici nominati simmachia-
la mensa a 2,5ooscudi. L'ampiezza della ni, i quali negavano il giudizio finale, os-
diocesi già la descrissi, giacché 1' ultima sia la 2."Venuta del Messia (V), e si
proposizione concistoriale, forse in questo abbandonavano ad ogni sorta di vizi; ma
copiando la precedente, la dice i5 mi- non pare che Simmaco ne sia stato il ca-
glia dì territoriocon i4p&n'0cchie, men- po. Filastrio, De T/aeres.
tre ad esse ne furono aggiunte altre 33, VENUTA DEL MESSIA. Si dislin-
per cui il territorio è assai più vasto. guono due sorte di venute del Messici
VENUSTIANI. Eretici del IV secolo (V.)j una adempiuta quando il Ver-
della setta de' Pater ninni (V.) t
die a- bo (P.)di Dio si è incarnato, e compar-
veanoper capo Venustio, forse discepolo o ve tra gli uomini vestito di carne mor-
seguacedi Paterno di Patagonia capo-set- tale ; l'altra futura, nella consumazio-
ta de'pateroiani il quale credeva che ['Uo- ne de' secoli, quando discenderà visi-
mo (F.) fosse opera del Demonio. Len bilmente dal cielo nella sua gloria e
glet nelle Tavolette cronologiche , dice maestà, accompagnato dagli Angeli suoi,
che Paterno vivea nel 4^o. 11 Bernino ,
per giudicare tutti gli uomini vivi e mor-

//istoria di tutte V heresie , citando s. ti, un medesimo luogo. Per vi-


riuniti in
Agostino, Haer. 72 e 85, riferisce i pater- vi s'intendono giusti o eletti; per mor-
i

s. Liberio, che go-


niani nel pontificalo di ti ipeccatori o reprobi, quali, quanlo i

vernò la Chiesa dal 352


367; errando al alla vita pur troppo saranno
naturale ,

nel sostenere le parti pudende del corpo vivi essi ancora, per non morire mai più.
umano, fattura e opera del demonio , e Per vivi, dice la Dichiarazione più co-
quindi inferivano lecita ogni loro dilet- piosa della Dottrina Cristiana , Ptoma
tazione; mentre i Patriziani [V.) o pa- i838, si ponno intendere buoni, che vi- i

triciani, seguaci del marcionita loro ca- vono colla vita spirituale della grazia, e per
po, precettore di Simmaco, al contrario, morti tristi chesono morti spiritualmente
i

per nou recare affronto al demonio, mol perii peccato. Ma è vero ancora, soggi un-
ti di essi volontariamente si uccidevano, ge, che verrà Cristo a giudicare i vivi ed i

per vendicarsi ne' loro corpi del nemico morti, quanto al corpo; perchè in quei
comune. II Bergier, Dizionario enciclo- giorni molti saranno già morti e molli si

pcdico } all' articolo Paierniani, dice con troveranno vivi; i quali sebbene saranno
s. Agostino, nel suo libro dell' Eresie, n. vivi in quell'ultimo giorno, ed alcuni
86 che palei niani da alcuni chiamati
, i saranno anche giovanetti e fanciulli, non-
Venusliani) insegnarono che la carne è dimeno tutti in un punto moriranno, e
opera del demonio ; per questo non era- subito risorgeranno, acciocché paghino il
no più. mortificati, ne più casti; anzi si debito della morte. I giudei sono sem-
immergevano in ogni sorta di voluttà. pre in espetlazione della i. a venuta del
a
Dicesi che comparvero nel IV secolo, e Messia, e i cristiani della 2. che precede-
che fossero discepoli di Simmaco il Sa- rà il giudizio universale nella fine del mon-
maritano. Sembra che tale setta , sog- do, il quale sarà interamente distrutto col
giunge il Bergier, non sia stata molto nu- fuoco. Quantunque Uomini (V.) tutti
gli

merosa, ne moltoconosciuta dagli scritto- sono giudicati in particolare al momento


ri ecclesiastici, il che ho sperimentato an- della loro Morte ( uno de' 4 Novissimi
ch' io. Quanto a Simmaco Samaritano, cioè delle cose estreme che accadono al-
,

V E N VEN 2i5
I* «omo ; essa è il i
.° Novìssimo, il i." il manifestazione de'misteri di provvidenza
Giudìzio universale, il 3° V Inferno, il nell'ordine delle cose naturali e sopran-
4. Paradiso. Considerando bene 4
il i naturali. 2. Per la esaltazione di Gesù
Novissimi ci fanno astenere da' peccati Cristo dinanzi a tutti gli uomini ; perchè
poiché dice il Savio neWEccles. 7: Ricor- Egli farà conoscere a tutti coloro che
dati delle cose ulti me ,e mai non pecche- non Io hanno voluto confessare, né han
rai. Sì dicono i Novissimi ultime quattro profittato della sua Redenzione, la sua
cose, perchè la Morte è il fiue della vita, Divinità, la sua Sapienza e Potenza di-
e T ultima cosa che ha da occorrere ci vina; e consolerà gli eletti con l'amabi-
in questo mondo. Il Giudìzio finale è lità disua persona e di sua parola, e col
Y ultimo di tutti giudizi, che si hanno i mostrar loro il segno di quella Croce ,
da fare ; e però da quello non vi è ap- che seco recherà nel luogo del giudizio,
pellazione veruna. L' Inferno è l'ultimo per la quale essi hanno avuto grazia e
male, che hanno d'avere i malfattori gloria. 3.° Per l'onore e trioufo degli e-
ed in quello stato hanno da stare sem- letti, i quali sa rati pubblicamente e solen-
pre, senza poterlo mai mutare. Il Para- nemente dichiarati i possessori della ere-
diso è l'ultimo bene, che hanno da avere dità del celeste Padre , e ammessi nella
i buoni, e non l'hanno mai da perdere. gloria del paradiso in compagnia del Co-
Tanto insegna la Dottrina Cristiana ), ro degli Angeli , alia presenza dei re-
è necessario che lo siano altresì tutti in- probi, de' quali hanno dovuto sostenere
sieme al cospetto dell'universo, da Gesù nelmondo gl'insulti e gli obbrobri. Nel
Cristo, per 5 ragioni principali: i.°Pec mondo e mentre viviamo, molti vedendo
giustificare la condotta di Dio in faccia i tristi in prosperità, ed i buoni in afflizio-
a tutti gli uomini, e far trionfare la sua ne, vanno pensando» che Dio non gover-
provvidenza,controla quale gli empii be- ni il mondo bene; ma nel giudizio uni-
stemmiano.2.°Per separare pubblicamen- versale di tutto il moudo, si vedrà chia-
te buoni da'reprobi. 3.°Per ricompensa-
i ro, come Dio ha veduto e notato tutte le
re, o per punire gli uomini ne'loro cor- cose, e come con giustizia ha dato a'tristi
pi, come nelle loro anime, ratificando il qualche prosperità temporale per rimu-
giudizio particolare. 4«° Per aumentare nerarli d'alcuue loro opere buone di po-
la gloria de'santi, de'perseguitati e stra- co momento, dovendo dar loro l'eterna
ziati, ed il supplizio de' reprobi, in pro- pena pe' loro peccati mortali. E per il

porzione di ciò che gli uni e gli altri a- contrario ha dato buoni temporali ai
vranno meritato, nel vedersi da tutti la afflizioni per punirli di qualche peccato
gloria e la punizione. 5.° Per la gloria di veniale, e per dare loro materia di peni-
Gesù Cristo, ingiustamente da molti non tenza ; dovendo poi arricchirli d'un teso-
conosciuto, né onorato come conveniva, ro infinito di gloria per le loro buone o-
per confusione dei superbi nemici di Dio. pere. Quanto che pronun-
alla sentenza
Era di ragione che venisse un giorno in zierà il di viti Giudice, essa non sarà che
cui tutto il mondo riunito lo conoscesse una ratifica solenne di quella già pro-
e l'onorasse per forza o per amore, vero nunziata nel giudizio particolare, che av-
Re e Signore dell'Universo. Dice con più viene alla morte di ciascun uomo , e di
estesa dichiarazione il dotto vocovoBron- cui allora le anime ne avranno già pro-
zuoli nelle Istituzioni Cattoliche: 11 giu- vato le conseguenze ( nel momento che
dizio universale è stabilito principalmen- l'anima si separa dal suo corpo è già

te: i.° Per la gloria di Dio, nel trionfo giudicata , col giudizio particolare. La
de' suoi attributi, i quali resteranno giu- Potenza, la Sapienza e Giustizia divina,
stificati dinanzi all'universo, mediante la rende questo giudizio sollecito, profondo,
aiG YEN V EN
inappellabile. È ili fede die subito dopo do le divine Scritture, è piacevole e con-
morte, e compito il giudizio, l'anima va solante, altrettanto terribile e spavento-
al luogo che le vieti destinato dalla di- sa si presentala '2." Spiegando mg.' Bron-
vina sentenza. Questo luogo è,o il Pur- zuoli l'XI articolo del Simbolo, regola e
ga torio, qY Inferno, o il Paradiso). Ma compendio degli articoli della Fede, dice
la sentenza del giudizio finale sarà pel che con esso Dio per mezzo de'ss. Apo-
corpo e per l'anima, acciò insieme l'a- stoli ci fa sicuri della generale risurrezio-
vessero di gloria o di pena. Tutti gli uo- ne de'morti. Il dogma della generale re-
mini dunque compariranno in corpo e surrezione è stabilito e confermato nelle
anima alla fine del mondo davanti al tri- ss. Scritture, sì dell'antico, come del nuo-
bunale di Gesù Cristo. Gli Angeli sepa- vo Testamento, con termini i più assolu-
reranno gli «letti da' reprobi, come un ti, i più chiari; e tanto sotto la legge Mo-
pastore separa le ugnelle da* capri. Col- saico,quanto sotto l'Evangelica legge, è
locheranno gli eletti alla destra ed i re- stata tenuta sempre come uua verità in-
probi alla sinistra di Gesù Cristo,il qua- contrastabile di lède. I primitivi cristia-
le pronunzierà agli uni e agli altri la lo- ni, per testificare la loro fede nella resur-
ro sentenza eterna. Dirà agli eletti Ve- : rezione, aveano gran cura della Sepoltu-
nite, benedettida mìo Padre, possedete ra (V.), e vi facevano delle spese in pro-
il regno che vi e preparato fino dal priw porzione delle loro sostanze. Anche ne'
cipio del mondo. Dirà a' reprobi: Anda- Funerali (V.) esprimevano tale speran-
te, maledetti, nel fuoco eterno, che è pre- za. Decretò nel 589 il «oncilio di Tole-
parato al demonio ed a* suoi angeli. In do: a'sotterramenli de' cristiani si devo-

allora reprobi onderanno uell' inferno


i uo cantare solamente Salmi, per deno-
a soffrire in corpo ed in anima i supplizi tare la speranza della resurrezione. Aven-
eterni ; e gli eletti auderanno in corpo do i cristiani ferma speranza nel dì estre-
ed in anima a godere in cielo della eter- mo del mondo di risuscitare co'loro cor-
na felicità. Quando sia per essere il giu- pi glorificati, non vollero bruciare i Ca-
dizio finale, non volle Gesù Cristo ma- daveri, anzi procurarono mantenerli il

nifestarlo neppur agli Apostoli, che glie- più possibile con balsami. Pregavano, e
lo aveano espressamente richiesto. Si li- seppellivano t morti co' piedi verso 1' o-
mitò a indicare diversi segni che lo a- riente, donde spuntasimbolo del-
il sole,
vrebbero preceduto giudicando salute- ,
la resurrezione, per poterlo vedere nel-

vole per noi l'ignoranza di questo punto. l'ultimo giorno. Come il corpo è stato lo
Gesù Cristo ha voluto pure lasciarci nel- strumento all'anima per il vizio e per la
l'ignoranza del giorno e dell'ora di nostra virtù, è giusto il corpo sia parimen-
che
morte, affinchè in ogni giorno e in ogni te partecipe della pene o del premio, per
momento egli ci trovi disposti ad incon- giustizia di Dio; e quanto specialmente
trarla con coscienza tranquilla. In più alcorpo de'giusti, la bontà di Dio non
luoghi notai, come in diversi tempi si permetterebbe che fosse soggetto a eter-
credette prossima la fine del mondo. II na distruzione, dopo essere stato il suo
vescovo Sarnelli, Lettere ecclesiastiche, tempio, la sua vittima, l'arca de'suoi ce-
t. 5, riporta 1' 8.': Essere occulto il dì lesti favori. Non a caso i ss. Apostoli han-
dell' universalegiudiziose quanto sia no detto la resurrezione della carne e ,

dannevole la curiosità. Tratta poi nella non la resurrezione degli uomini. Ciò è
32.': Che vogliano dire nelSimbolo de- a significare che l'anima umana è im-
gli Apostoli quelle parole : Inde venta- mortale, e non muore col corpo; ne ha
rus est judicare vivos et mortuos. Quan- bisogno per conseguenza di essere richia-
to lai." discesa del Figlio di Dio, secou- mata a vita, ma il corpo solo che è cor*

1
VEN VEN 217
i unibile e mortale. La resurrezione de' mo giorno tutti quelli che saranno ri-

corpi si opererà dall'onnipotenza di Dio. trovati con la remissione de'peccati tor-


Questo solo basta a togliere tutte le dif- neranno n vivere. Quanto agli altri, che
ficoltàche incontra l'umana ragione, e a sono fuori della Chiesa (perciò soggetti
rispondere a qualunque obbietto che pos- alla sentenza levv\h\\e: fetori del materno

sa farsi intorno a questo dogma. A Dio, grembo della Chiesa cattolica non vie
che dal nulla con un alto solo di sua vo- l'eterna salute! che ricordai ancora una
lontà ha create tutte le cose, non sarà men volta, per amore al prossimo , nel voi.
facile il riprodurre l' uomo siccome era XCI , p. i^\ e 1^1 con alcune parole
,

prima, da alcunché che resterà di lui. Il su tale vocabolo, alquanto ora in disuso
granello del frumento, la crisalide, sono giacché sostituito dal parolone filantro-
esempi in natura di questo mistero. E pia)^ non hanno avuta la remissione de*
certo checiascun'anima riprenderà il pro- peccali,torneranno tutti a vivere la vita
prio suo corpo, (juel medesimo che a-vrà nnturale, cosi buoni come tristi; ma non-
informatoin questo mondo, traimele im- dimeno, perchè la resurrezione de' tristi

perfezioni che lo deformarono. Questo sarà onde siano tormentati sempre, e non
avverrà alla fine del inondo, dopo che, per avere alcun bene; però quella loro
secondo l'opinione più comune , anche vita si chiama piuttosto una morte con-
l'ultiniodegli uomini sarà andato sogget- tinua, che vera vita; e così la vera resur-
to alla legge della morte. Allora con so- rezione, cioè la vita desiderabile, non sa-
miglianza all'attoonnipotente della Crea- rà se non de'buoni, i quali saranno tor-
zione, in un batter d'occhio, dices. Pao- nati senza peccato. Questi stessi corpi ri-

lo, allo squillo dell'ultima tromba, sim- sorgeranno, perchè altrimenti non sareb-
bolo della voce del Figlio di Dio, tutti i be vera resurrezione, se non risorgesse
morti risorgeranno. E' certo inoltre che quello ch'è caduto, e non ritornasse a vi-
lutti risorgeranno, tanto i giusti, quan- vere quello islesso eh' è morto; e poi la

to i peccatori: ma infinitamente diversa resurrezione si fa acciocché il corpo sia

sarà la condizione degli uni e degli altri. partecipe del premio e della pena, sicco-
Alla fine de' secoli, perpetua sarà la re- me è stato partecipe delle buone opere e
surrezione de' giusti, immortale. La re- de'peccati. Gli uomini torneranno ad es-
surrezione de' reprobi sarà piuttosto una sere uomini, e le donne saranno donne,
2/ morte, che una novella vita. Impe- acciò ognuno goda il premio delle pro-
rocché i corpi gloriosi de'giusti saranno prie viriti o la pena delle proprie colpe,
impassibili, chiari, diversi nel grado, se- che nel sesso suo avrà esercitate. Dice per
condo la di versila de'meriti; agili, sotti- ultimo la Dottrina cristiana. » Tutti ri-
li, penetranti quasi come lo spirito. I cor- susciteranno in quella statura ed in quel -

pi de'morti in peccato mortale, e ne'qua- l'essere, che avranno avuto (s. Agostino,
li ^Dio non troverà somiglianza col Fi- De Civilate Dei, I.12, e. 5), o erano per
glio suo Unigenito, risusciteranno pure avere nell'età di 33 anni, nella quale ri-
incorruttibili e immortali; ma saranno suscitò Nostro Signore. Sicché i fanciulli
ignominiosi, e soggetti come le anime a risusciteranno tanto grandi, quanto avea-
miserie e spasimi incomprensibili; e l'in- no da essere, se fossero arrivati a 33 an-
corruttibilità e immortalità non servirà ni, ed i vecchi risusciteranno in quel fior
che a rendere eterno il loro supplizio, e d'età ch'ebbero, quando furono di 33 an-
irreparabile la loro disgrazia. La resur- ni. E se qualcuno in questa vita sarà sta-
rezione della carne, dalla Dottrina cri- to cieco, o zoppo, o nano, o con altra de-
stiana, viene chiamata il 2.°de'beni prin- formità, risusciterà intiero, sano, e con o-
cipali della s. Chiesa; cioè che nell'ulti- gni perfezione, perchè Dio fa le opere per-
2.8 VEN VEN
fette (Daniele 5i): e cosi nella resurre- ebreo, del giudizio universale, che quin-
7Ìone, che sarà opera proprio sua , cor- di sembra accennare ivi sarebbe reso; non
reggerà gli errori ed i difetti della natu- meno della difficoltà, per la sua angusta
ra". Non solamente ciascuno comparirà estensione, a contenere tutto quanto il

al giudizio universale nel proprio suo col- genere umano, il che succederà, qualora
po, ma è certo ancora che tutti, per l'on- abbia Dio veramente designato la detta
nipotenza di Dio,si aduneranno in un me- Valle, luogo per tenervi il finale giudizio,
desimo luogo dinanzi al divin Giudice, supplendovi colla sua onnipotenza, e d
senza distinzione alcuna fra loro, tranne ciò qualche spiegazione dissi in altro luo !
quella di eletti e di reprobi. Il vescovo go. Diversi interpreti riferiscono con que-
Sarnelli, Lettere ecclesiastiche, t. 9, lett. ste parole il vaticinio: Adunerò tutte le

34, colMicrologo dice, che ideinomi niu- genti e le condurrò nella Traile di Gio-
na cosa più temono, che il ricordar loro safat, ed ivi disputerò con esse riguar-
il giudizio finale, poiché sebbene furono do al mio popolo e riguardo ad Israele
dannati dal principio del mondo appena mia eredità, cui elleno han disperso in
peccarono, e sono continuamente crucia- questa ed in (ptella regione, avendosi
li dal fuoco infernale, che per l'onnipo- spartita tra loro lamia terra ... Muo-
tenza di Dio sentono anche assenti dal- vansi le genti e vengano alla Falle di
imperocché come strumentoso-
l'inferno; Giosafat; perocché ivi io sarì assiso per
prannaturale di Dio, può agire in qua- giudicare le genti, che verranno da tut-
lunque luogo distantissimo; nondimeno te le parli. Alcuni commentatori di Gioe-
nel giorno del finale giudizio saranno da le sono d'avviso, che il profeta non par-
Ci istodinuovocoartati e carcerati insem> la del luogo, ma bensì del modo con cui
piterno neiriuferno. Nel t. io, lett. 64*. verrà per la 2." volta il Messia, giacché
Come Davide disse con veri tàfT'ihi soli la Valle di Giosafat é troppo piccola per
peccavi: e se peccati de'gius tip e ali sa-
i contenere tutte le genti. Altri poi sosten-
ranno palesati'nel dì del g/W/z/o. Quan- gono, che gli antichi ebrei, non avendo
to a'delittide'giustificati, osserva il Sar- conosciuto alcun luogo distinto sotto il

che tutti teologi con s. Tommaso,


nelli, i nome di Valle di Giosafat, il profeta vo-
tengono che saranno palesati. Dappoiché lessesotto di esso dinolarequel luogo qua-
de'santi giustamente premiati, non basta lunque egli sia per essere, dove il Signo-
che si mostrino meriti, ma anche pec-
i i re farà giudizio di tutte le genti, signifi-
cali, de'quali fecero penitenza e si emen- cando Josafat in ebreo giudizio di Dio.
darono. Ne riporterei rossore a' santi la E quest'ultima opinione ha fallo sì, che
pubblicazione delle colpe loro, come non alcune persone semplici cercando un luo-
la porla a David, a s. Pietro, a s. Maria go cui potessero applicare un tal nome,
Maddalena, quali sanno che peccati lo-
i i lo diedero dopo il fatto ad una valle, che
ro sono continuamente pubblicati nella il Salvatore del mondo attraversò nel por-
Chiesa. E la ragione è, che beati non i tar che fece la Croce. Questo contrasse-
sono più soggetti a queste passioni, anzi gno dellamaggior umiliazione e gloria
godono della gloria che ne risulta a Dio, nel Giudice, e la vista di un luogo dov'è-
per la cui misericordia sono stati liberati gli tanto pi fi a prò degli uomini, e di-
da quelle colpe. Nel voi. XXX, p. 3i e verse altre considerazioni poterono ren-
4^, descrivendo la famosa Valledi Gio- dere verosimile una taleopinione,la qua-
safat, presso Gerusalemme e il monte de- le eternandosi pure colla tradizione di tut-
Getsemani e il torrente di Ce-
gli Olivi, ti i pellegrini , che dicono lo stesso, di-
dron, e poi ne riparlai altrove, riportai venne una specie di verità storica. Il li-
la profezia di Gioele o Joele, al popolo bro intitolalo, La Terra Santa edi luo-
V E IV VEN 219
chi illustrati dagli A'postoli ', vedute pit- che r Oceania o Mondo marittimo, si ri-
toresche ec, Torino 837, descrive i il suo guardi come una quinta parte del mon-
aspetto fisico, i sentimenti ili tristezza e do, altri la chiamano Isole del mare Pa-
di tenore ch'ella ispira, le tombe eli Gio* cifico e la più considerabile Nuovo Cori'
safat re di Giudea, da cui prese il nome, Unente). Allorché vedrete seguire tutto-
del sommo sacerdote Zaccaria, e di i\s- ciò, alzate il capo, perchè è vicina la vo-
salonne erettagli da Davide suo pndre. stra redenzione". La seconda venuta del
IV eli a Scrittura sagra pero si leggr, che Messia sarà preceduta dall'Anticristo, che
Assalonne avea fatto innalzare per se un muoverà guerra a lui ed a'suoi santi, che
monumento nella Valle di Giosafat, det- si farà adorare in sua vece, e che riunirà,
ta ivi Falle del Re, nome che già avea, in se solo i caratteri di malizia, di crudel-
e non per essersi fatto gridate tale in E- tà, d'empietà che si osservarono separa-
hron ribellandosi al genitore; ma non già tamente ne'Nabuccodonosor, ne'Neroni
che vi sia stato sepolto. Morì infatti molto e generalmente in tutti più rinomati i

lungi di là nella foresta d'Ephraim, dopo scellerati che furono le figure e precur- i

esservi stato sconfitto, restando nella ftiga sori dell'Anticristo. Questo uomo di pec-
appeso ad un albero per la sua bella, lun- cati sarà dunqueun pastore insensato, un

ga e assai folta chioma, e trafìtto da Gioab; bestemmiatore, il quale si ribellerà a Dio,


e quindi, come scrive il p. Calmet, La sederà nel suo tempio e sopra il suo so-
Storia dell''antico e nuovo Testamento, glio, abolirà l'eterno suo sagrifizio, cer-
deposto dentro una fossa del bosco, adu- cando di far credere Dio se stesso con una
nandovisi sopra un mucchiodi sassi, come infinità di segni, di meraviglie, di presti-
per servirgli di mausoleo. Ben<ì, aggiun- gi, che, se fosse possibile, sedurrebbero gli
ge il p. Calmet, vivente avea fatto innal- stessi eletti. Egli imporrà a tutte le genti
zare una colonna di Fallemarmo nella di portare impressi i caratteri del suo
del 7?e, per fare rivivere il suo nome, e nome sulla mano destra e sulla fronte,
chiamò la Mano di Assalonne j e per dannando a morte tutti quelli che vi si

conseguenza molto diversa dal preteso se- rifiuteranno; e farà pure morirei due te-
polcro d'Assalonne,che scavato dallo scar* stimoni di Gesù Cristo, Enoch ed Elia,
pello mostra nella valle di Giosafat al-
si de'quali riparlai nel vol.LXXXV,p. 227,
ì'orientediGerusalemme.Inoltreilp. Cal- a quel che credesi; infine dopo aver o se-
met narra che Gesù Cristo descrivendo dotta o trucidata una moltitudine innu-
colla maggior energia le disavventure e merevole di persone, sarà egli stesso vin-
la rovina di Gerusalemme, d'ordinario to ed ucciso. E tutto questo è appena qual-
s'intendono del fine del mondo e del giu- che tinta de'colori, co'quali la s. Scrittu-
dizio universale. » Allora, disse, il sole ra dipinge in più luoghi l'Anticristo. 11
sarà oscurato, e la luna più non diffon- tempo di sua venuta è affatto ignoto, e
derà il suo lume; le stelle caderanno, e molti grandi ed anche santi personaggi
tutti popoli saranno in tale scompiglio,
i che hanno voluto determinarlo s'ingan-
che inaridiranno per lo spavento, nell'ai narono nelle loro predizioni, come il fat-
spettazione delle disavventure, onde tut- to mostrò. Ignoti souo pure i parenti del-
to l'universo sarà minacciato.! n quel tem- l'Anticristo, il luogo de' suoi natali, |'e+
po apparirà il segno del Figliuolo del- stensione del suo impero, il segno o il ca-

l'Uomo, e si vedrà venire nella sua mae- rattere che farà portare a'suoi settatori,
stà sopra le nuvole, circondato di gloria non che il vero suo nome, che s. Giovan-
e di possanza. Manderà i suoi Angeli col ni ne\V Apocalisse, e. i3, v.18, dinota iu
suonodella tromba, ed aduneranno i suoi questi termini: Chi ha intelligenza, cal-
eletti dalle quattro parti del mondo (beu- coli il numero della bestia, atteso che è
'

210 VER VER


numero (Vuomoj ed il suo numero e sei- creò cardinale prete di s. Sabina. Venne
cenlosessantasei. Anticamente in diverse in appresso occupato nella legazione di
chiese, colla combustione della Stoppa Francia e Inghilterra, pei- eccitare que'
(^\), si figurava la (ine del mondo. Il sovrani a prestare aiuto perla guerra di
Cancellieri,checchè volledirneiliViebuhr, Terra Santa, e poi in quella della Mar-
cioè contenere le sue opere alcune cose ca e Romagna contro i vicari temporali,
importanti, molte cose utili, ed ogni co- nella più parte tirannetti usurpatori pre-
sa superflua; sul giudizio universale e li- potenti delle terre delle Chiesa romana.
mile, e sue pitture e presagi; sulla resur- Dopo essere intervenuto a'conelavi di Pio
rezione de'morti in qual colore, età e sta- 1 1 1 eGiulio Iljchiuse una vita edificante ed
tura, indicata nel simbolo della fenice; esemplare,con pia e santa morte in Roma
sulla valle di Giosafat, posti ivi presi pel nel i5o7, di 54 anni non compiti, e fu
giudizio estremo^, delle frequenti citazio' sepolto nella chiesa di s. Agostino, nella
ni e appellazioni ad esso, in detta valle cappella di s. Monica con magnifico epi-
in die censoria j sulla venuta e quanto taffio.

nitro riguarda l'Anticristo; innumerabili VERA,


Veren. Sede vescovile d'Afri-
erudizioni bibliografiche riporta in quel- ca, di cuinon mi riuscì trovare notizie.
la miniera di esse , che sono le sue Dis- E' però un titolo vescovile in parlibus >

sertazioni epistolari bibliografiche so- sotto l'arcivescovato simile di Cartagine,


praCristoforo Colomboe GiovawriGer' che conferisce la s. Sede. Pio VII fece
sen. Come gli antichi cristiani si faceva- coadiutore del vescovo di Kerry, e ve-
no seppellire colla speranza certa della scovo inpartibusd'ì Vera l'irlandese Cor-
resurrezione, lo notai nel voi. XXVH, nelio Egan, il quale divenne vescovo di
p. 2 58. detta diocesi nei1824 e morì nel i856.
VERA Giovanni, Cardinale.Ebbe per Nel XLVI, p. 28, registrai, che Gre-
voi.

patria Arcilla castello della diocesi di Va- gorio XVI nel i843 nominò vicario apo-
lenza in Ispagna, e fino dalla puerizia si stolico di Moldavia e vescovo di Vera iti
die' allo studio delle scienze, e singolar- parlibus, fr. Paolo Sardi minore conven-
mente alle leggi, nelle quali ottenne d'es- tuale. Inoltre come titolo in partibus i
sere laureato. Accompagnò il suo sapere Vera la trovo pure registrata nelie No-
con tali ottime parti, massime d'integri- tizie di Roma del 1859, che per la 1.*
tà e continenza, che il contemporaneo volta, con utile e lodevole scopo, ha pub-
Volterrano diflidando di poterlo lodare blicato l'elenco delle Chiese arcivesco
come convengasi, scrive dover bastare vili e vescovili in partibus infìdelium che
per suo elogio, che ne'critici tempi d'A- sogliono conferirsi dalla s. Sede.
lessandro VI, niuno fu più accetto di lui VERA CROCE, f. Croce Vera.
a quel Papa e al duca Valentino suo fi- VERA CROCE, f. Croce (ordine
glio; siccome, all'incontro, ninno usò il DELLA VERA).
favore della fortuna più moderatamente VEIAA CRUXf^me Crucis). Città
di lui, imperocché quanto più era porta- con residenza vescovile e principale por-
to innanzi da quella e da'meriti propri, to del Messico nell'America settentriona-
tanto più se ne tirava addietro per la sua le, capoluogo dello stato del suo nome,
modestia, col mezzo della quale avanzò si in riva e sul golfo del Messico, distante
talmente nella grazia del Papa, che do- 72 leghedalla città omonima, 67 da Pue-
po avergli affidata la cura e educazione bla,eio4daTabasco.E' costruita in una
del duca Valentino Cesare Borgia, nel arida pianura, cinta di colline o elevati
i5oo prima lo promosse all'arcivesco- banchi di mobile sabbia, e presso palu-
vato di Salerno, e poi a'28 settembre lo di i cui miasmi pestiferi, aggiunti all'ec-
VER VER 221
cessi vo calore prodotto dal riflesso de* fondita di 9 imo piedi, si trova l'acquo,
raggi solari, rendono il suo clima uno de' ina è un'acqua di cattiva qualità, esi pre-
più malsani che si conoscano. Il gran nu- ferisce l'acqua di pioggia raccolta in un
mero d' isolette e di scogliere da cui va fosso, oppure quella del ruscello di Te-
circondato il suo porto, ne rende diffici- noya. Le persone agiate hanno cisterne
le 1' ne vasto ne
accesso, e ni n essendo generalmente costruite con cattivo dise-
profondo, vaselli non trovano riparo
i gno. Couvien dire che vi sia stata allac-
da'veuli settentrionali che vi solììano con ciata della buon'acqua poiché leggo in ,

gran violenza; le più notabili di quell'i- un bell'articolo, pubblicato colla vedu-


r
sole essendo quella del Sacrificios, e l'al- ta di Vera Crux dal d. B. Chimenz, nel-
tra su cui si è eretto il forte di s. Juan V Album di Romani* 2 0,p. io5,che l'ac-
de Ulua o Ulloa, cittadella la cui rego- quidotto importò la spesa di più milio-
lare costruzione dicesi costata l'enorme ni di franchi. L' avv. Castellano scrisse,

somma di 3oo milioni di franchie che do- che l'acquidollo sebbene cominciato fin
mina la città, protegge con 200 bocche da clali 763 per condurvi l'acque dello Xa-

fuoco il porto, alla cui difesa sono pure mapa, non era ancor terminalo. L'espor-
due cou alcuni cannoni, ed è la
ridotti tazione che si fa da Vera Crux consiste
migliore e più importante piazza della in oro e argento in verghe o monetalo,
confederazione. Il magnifico faro, il qua- vasellame d'argento, cotone, ed è celebre
le è un'altissima torre posta all'estremi- per bianchezza e bellezza quello della co-
tà di detto castello, insieme colla lanter- sta di làda Vera Crux, cocciniglia, zuc-
na costò circa 600,000 franchi. Cinge chero, farina, indaco, carne salala, legu-
la città un muro di poca altezza, e la di- mi secchi e alili commestibili, cuoi inci-
fendono inoltre alcuni ridotti. Il porlo è si, lo smilace la cui radice è la vera salsa-
poco comodo, ne buono l'ancoraggio, pariglia e cresce ne'burroniumidi ed om-
nondimeno essendo stabilita in esso la brosi della Cordigliela, vaniglia la mi-
più preziosa fonte di rendita commercia- gliore del mondo esi trae da'boschi sem-
le della capitale, è considerala lai. 'piaz- pre verdi della Cordigliela, il cacao d'A-
za del Messico, ed una fra le più com- cayucan è ollirno, sapone, legno di cam-
mercianti dell' America ; onde da ul- peggio, pepe di Tabasco, e la celebre ra-
timo fu minacciata dagli spaguuoli nel dica purgativa che si raccoglie ne' din-
rifiutareil Messico le soddisfazioni do- torni di Xalapa che ne trae in Europa il

mandate dalla Spagna, per gli ultimi at- nome di sciarappa e volgarmente scia-
tentali coti) messi contro gli spagnuoli nel- lappa. Vi sono vasti campi di eccellente
la vita e nelle sostanze. Vera Crux fu da tabacco, il cui prodotto basta alla con-
secoli e tuttora è una fra le più commer- sumazione di tutto il Messico, fruttando
cianti piazze dell'America, malgrado le algoverno da 28 a 3o milioni di fran-
sue e la 1." del Mes-
infelici condizioni, chi. Il prodotto totale del commercio di
Vera Crux è beila ed assai regolar-
sico. questa citlà, dal 1795 al 1820 sali fino a
mente edificata, e molto acquistò da al- circa due miliardi e 700 milioni di fran-
cuni anni in poi, per quanto riguarda al- chi. Al tempo del dommio della Spagna,
la polizia interna. Del reslo 1' aspetto è la cittàera pure l'emporio e la sola a cui
piacevole del suo interno per 1' ampiez- si portavano l' immense derrate di que-
za, le vie ne sono diritte e spaziose, con sto ricchissimo paese per esservi scambia-
tutti gli edifizi fabbricati di pietra e ma- te con quelle di Europa, che vi giunge-
teriali tratti dalfondo del mare, poiché vano dall'Avana; il commercio che vi si
nella pianura circostante alla città non faceva da Acapulco nell'Oceano Pacifico
m trova pietra. Scavando la terra alla prò- colle regioni dell'Asia, uou devesi repu-
aii VliK VER
lare che come piccola frazione del tota- gialore sia più meraviglialo del ravvici-
le commercio del Messico. Poco grato sog- namento de'conlrarissimi climi. Tutta la
giorno è Vera Crux; tutto vi è molto ca- parte orientale dello stato di Vera Crux
ro; gli avoltoi si contrastano la preda in occupa il pendio delle Cordigliere d' A na-
mezzo alle pubbliche vie. La formidabi- liuac. Nello spazio d' un giorno gli abi-
le febbre gialla vi esercita le sue stragi tanti vi discendono duliazona delle nevi
dal mese di giugno, sino al principio di eterne a quelle pianure vicine al mare,
dicembre, ed è qui più micidiale che in dove regnano soffocanti calori. In nessu-
verun altro luogo dell'Orbe; sembra che na regione si ricouosce meglio 1' ordine
il principio della malattia risieda nell'a- ammirabile con cui le varie tribù de've-
ria, ed il mezzo di guarigione piti effica- getabili si succedono come per islrati gli
ce si è quello di allontanarsi dal focola- uni soprapposti agli altri, che salendo dal

re dell'infezione, essendo la febbre gial- porto di Vera Crux verso l'acrocoro di


la 4 leghe più io là e seguaudo il limi- Perote. Quivi ad ogni passo vedesi cam-
te inferiore della quercia messicana la biata la fisionomia del paese, l'aspetto del
linea ove arrestasi il suo influsso. Tale è cielo, la forma delle piante, la figura de-
quauto ne scrivono i geografi. Invece il gli animali, icostumi degli abitanti, e il
r
d. Chimenz avverte, che il tremeudofla- geuere di coltivazione a cui attendono. I

gello non comparisce regolarmente se , ricolti del paese rimangono lontaui da


non sopra pochi punti del golfo del Mes- quello che sarebbero se più operosa fos-
sico, e massime a Vera Crux, all' Avana se l'industria. Vi è grande abbondanza
e alla Nuova Orleans. Fuori di questi di bestie cornute verso la foce dell'Hua-
brevi confini, questa malattia non si mo- sacualco, dell'Alvarado e del Tampico.
strò finora che sopra alcuni punti della Alcune parli di questo stalo furono scos-
costa degli stati meridionali della Cotife- se da'terremoli, e nel 1793 fece una ter-
derazioue Anglo-Americana alla Cajeu- ribile esplosione il vulcano di Taxtla o
na, e in alcuni porti sull'Atlantico, uel- Juxtla, spaventevoli essendone le vora-
l'emisferio orientale di Senegal, a Cadice gini. La Vera Crux con-
strada che da
e in alcuni punti delle coste del Medi- duce a Perole, costò più di 58o,ooo frau-
terraneo, ma sempre ad epoche remote. chi per lega. 1 dintorni della città sono
Vera Crux non manca di chiese e di sta- sterili e deserti, e le accennale immense
bilimenti: la cattedrale è dedicata alla B. savane paludose appestano l'aria. Nella
Vergine Maria, tale dichiarata da Gre- stagione della siccità non si vede veruna
gorio XVI quando istituì il vescovato di specie di vegetazione. Vera Crux la Vieja,
Vera Crux, colla bolla Quod olim pro- borgo posto alla foce di piccol fiume sul
pheia gravissime lamentai atiu\ de' i golfo di Messico, in mezzo a pestifere ma-
gennaio i845, facendolo suffraganeo del- remme, non è ragguardevole che per es-
la metropolitana di Messico. Ma ancora sere il luogo ove Cortes sbarcò colla sua
non è stato provveduto di vescovo. La armata nell'anno i5i8, evi piantò la
diocesi cominciò a registrare nelle No-
si Croce con animo di stabilirvi la sua co-
tiziediRoma del 85i.lNonoslaute leper-
1 lonia. Ora è il soggiorno di enormi Al-
dite prodotte dalle guerre e vicende poli- ligatori (forse coccodrilli) che infestano
tiche,e dalla febbre gialla che secondo al- quelle acque. A Iva rado, frazione appo-
tri vi è endemica, la popolazione èancora diata a Vera Crux, era tristo e meschi-
dii5,ooo anime. Nel 1826 pubblicavausi no villaggio, in cui a tempo della rivo-
a Vera Crux due giornali, oggidì si souo luzione e durante l'assedio lungo e san-
aumentati in più idiomi. Poche regioni guinoso della cittadella di s. Juan de U-
vi sono nel Nuovo Mondo, io cui il via£- Ina erasi concentralo il più del commei-
veh VER 123
ciò diVera Crux: nel 1826 avea piti di tagioni di preziosi tabacchi, e per la vi-
3,ooo abitanti, e dopo] o anni pervenne cinanza del monte di Citlaltepll, ove è il

4,000. Papantla, villaggio indiano^ no-


ii suo vulcano. La chiesa matrice è un san-
tabile per l'aulica piramide piantala in tuario per la portentosa immagine della
mezzo ad una folta foresta, e perciò vie- B. Vergine che i pellegrini accorrono a
ne visitalo dagli archeologi. Questo mo- venerare. Ferole, importante borgo per
numento, come lutti i teocalli o templi la sua cittadella di s. Carolos, per la scuo-
americani, si compone di più piani, ma in la militare che vi fu stabilita da Napo-
luogodi mattoni o argilla mista di ciottoli, leone I, quando era generale in capo del-
non s'impiegarono chesruisuratepietre ta- l'armata francese, e per l'altissima mon-
gliale, poi luetiche, la cui pulitezza e rego- tagna nominata Coffre de Perole, che e-
larità del taglio sono degne di osservazio- levasi a2,097 lese, e credesi uu antico
ne. Essa è una piramide quadrata di a5 vulcano. Passando per Guazacualco , è
metri di lunghezza, e da 20 a 3o di al- da ammirarsi la riviera che ne porta il
tezza. Una grande scalèa conduce alla ci- nome: evvi un porto riputato il miglio-
ma tronca del teocalli. Il recinto de'pia- re che offrono le riviere, le quali sbocca-
ni è ornato di geroglifici, ne* quali si ri- no nel golfo del Messico, seuza eccettua-
conoscono serpenti e coccodrilli scolpiti re il Mississipi, e per la celebrità che gli

in rilievo, e ciascun piano


gran nu- offre acquistò l'infelice esperimento di coloniz-
meio di nicchie quadrate e simmetrica- zazione fatto in questi ullicui anni dal go-
mente distribuite: se ne fa il numero to- verno messicano, per l'insalubre clima,
tale di 478. Xalapa, città posta in una trasportando sulle sue rive coloni tede-
deliziosa posizione cinta di giardini e fer- schi, svizzeri, olandesi e francesi.L'o- —
tili campagne,ove crescono gli alberi frut- rigine e le vieeude di Vera Crux sono
tiferi nuovo eontineti»
dell'antico e del quelle del Messico, de'cui primitivi abi-
te; ne'suoi abbonda la ricordala
dintorni tanti, derivati da' fenici o popoli dell'A-
pianta medicinale sciarappa, e qui forma sia anteriore, secondo i recenti studi del
il soggiorno di diporto de' più ricchi mer- dotto gesuita Antonio Bresciani, e ri-
p.
canti di Vera Crux, nella cabla stagione. feriti nel n. Giornale di Roma
f\.i del
Fra'pubblici stabilimenti si nota il pub- deli85g. Posti questi fondamenti storici,
blico spedale, ed i religiosi francescani egli confrontò colle fattezze de'fenici i ti-

hanno convento su elevata e deliziosa pi de'selvaggi del Mississipi, i cui ritratti


collina. Lungi alcune miglia trovasi nel- al naturale, cioè de' capi di varie tribù
la strada di Las Vagas una cascata d'ac- dell'America Settentrionale, furono effi-

qua meravigliosa, che ritiensi la più al- giati in istatue, busti e bassorilievi dal
la che esista al mondo, e sulla via di Ve- eh. scultore cav. Ferdinando Pettricb, e
ra Crux si passa il Pueute del Bey co- da lui esposti e collocati nella sala del
struito sulla riviera Antigua in una gola concilio del palazzo Laterauense in Ro-
profouda: è questo uno de'più importan- ma. Inoltre il p. Bresciani fece una gra-
ti passaggi, ed è famoso negli annali del- fica descrizione di questa nuova e singo-
la gueri a della rivoluzione. INe'lempi pas- lare galleria, analizzando i volti e la for-
sati distinguevasi qual ricco emporio di mazione delle teste de'selvaggi Sacs e Fo-
merci europee, e la gran fiera che vi si xes,de'Sioux,de'Winnesagoes,de'Crecks,
teneva era la più frequentata del Messico, e degli Yacton Sioux, paragonandoli col-
[presente divenuta senza importanza, le fattezze degli egiziani Ixos, de'fenici e
izaba fiorente cillà è annessa a Vera de'pelasgo-tirreni. Meglio è leggere La :

ux; dessa fa parie della Confederazio- Galleria de 'ritraiti de' Selvaggi in La-
, è notabile per le sue immense piau* leranoy presso la Civiltà Cattolica, sene
1

a*4 VER V E R
4-", C. 154o. 11 territorio messicano
» p- sidenza. Neil 836 fu dichiarato indipen-
fu scoperto, secondo recenti notizie, nel dente il territorio del Texas, e nel.845
i5i5 ila Francesco Fernandez di Cordo- incorporato m^Iì Stati Uniti d'America.
va e Giovanni di Grialba, e venne con- Questa nassa di dttgftttie, e lo sviluppa-
quistato nel 1 5 18 O 1019 da Emano o molilo dell'industria nazionale in molti
Ferdinando Cortes, con piantare la sud- altri punii più favorevoli, menomò no-
detta Croce aVera Crux la Vieja, a 6 le- tabilmente popolazione di Vera Crux.
la

ghe nord ovest da Vera Crux. Da quel Le ultime notizie sono le seguenti. E' ora
momento appartenne alla corona di Ca- Vera Crux difesa da 5,ooo uomini di
stiglia. Il Nuovo Messico fu conosciuto truppe regolari, da 2,000 volontari e da
circa 583. Fabbricata Vera Crux, fi-
il 1 i 200 cannoni: ma tali truppe sono poco
libustieri se ne impadronirono poi nel disciplinate e poco esercitale, mancando
iG83. Nel 1808 scoppiò contro la Spa- alla città, nelle correnti circostanze poli-
gna una rivolta, nella quale furono sacri- tiche della regione, munizioni necessarie
ficati migliaia di spagnuoli; ma il capo a fare una seria resistenza, a più di G.000
di essa fu disfatto neh 8 io alla battaglia armati comandati da un capo di speri-
di Acapulco, e fatto prigione nel 181 mentalo valore. Juarez ha concentrato io
venne fucilato.Neli8j2 ebbe luogo altra Vera Crux tutte le sue forze, lasciando
insurrezione, nel seguente tentandosi di gli altri porti senza difesa. Si teme dun-
proclamare l'indipendenza. Anche il ca- que, che se questa piazza cade in potere
po di questa fu preso dalle truppe spa- di Miramon, il una
partito liberale avrà
gouole e passalo per le armi. Nel 1822 sconfitta da cui non potrà presto riaver-
llurbidogiunse a farsi proclamare impe- si. Mentre Miramon assedia Vera Crux,

ratore del Messico col nome di Agostino il generale costituzionale Degollado sem-

1, e poi abdicò e morì fucilato. Nella for- bra voler marciare su Messico. Dalla fo-
tezza di Giovanni d'Ulloa si ridusse la
s. ga di Comonfort, il partito liberale non
dominazione di Spagna, durante i men- si è trovato mai in una posizione così cri-
tovali periodi della rivoluzione messica- tica. Se prevalerà, come si crede, Mira-
na, ed ivi i realisti resistettero a tutti gli mon, si hanno speranze che potrà forse
assalti; ma fìualmente nel 1823 le arti- operare generale pacificazione dello
la
glierie messicane della città aprirono la sventurato paese, desiderata da 4° anni;
breccia, e sebbene impeluosameute dal i n caso contrario, lo si vedrà come il Te-
forte si lanciassero le bombe a devastar* xas e la California, cadere alla fin fine
la, dovettero i resti dell'armala spagnuo* fra le mani degl'insaziabili Stati Uniti.
la venire a palli per avere salva la vita, VERALLl Girolamo, Cardinale. Ni-
abbandonando del lutto il messicano ter- pote del cardinal Jacovazzi, per la sorel-

ritorio. Nel 1824 il Messico stabilì la re- la Giulia, romano e d' antica e nobile
pubblica e fece presidente Guadalupa Vit- famiglia di Cori, ove nacque, come e-
toria. Da quel momento il Messico fu sem- ziandio prova il Ricchi nel Teatro degli
pre fatale teatro d'anarchia, vittima del- uomini illustri de'volsci, a p. 1 1
7 e seg.,
le discordie degli amici della repubblica riportando quelli che in essa fiorirono,
unitaria e di quelli della federale, villi- fìa'quali Gio. Battista eccellente Medico
ma delle ambizioui. Anche nel i832 il d' Eugenio IV quale articolo con
(nel
general Santanna, opponendosi alle mire Marini dissi incerta tale archialria), che
del governo di Bustamante per sostene- più volte in Cori ospitò nella sua casa il
re la causa del federalismo, si fece scudo vescovo diocesauo d'Ostia e Velletri car-
di questa fortificata città per le sue mi- dinal Farnese decano del s. collegio e poi
litari operazioni,che lo portarono alla pie- Paolo 111, come narrai nel vol.LXXXlX,
3

VER VER 225


p. 199, ragionando della famiglia. Es- chiaro Innocenti. Altrettanto dissi io al-

sendosi a quello reso famigliare, il Pa- l'articolo Gesuiti, e che il nunzio ricevè
pa stabilì in Pioma la di lui famiglia, i loro voti di castità e povertà. Anche il
colla quale ivi visse. Ma osserverò, che Ricchi rimarca che tra'memorabili suc-
essendo morto Eugenio IV nel i447>ed cessi di sua nunziatura, fu quello di rico-
eletto Paolo III nel 1 534 mi sembra dif- noscere l'innocenza e sana dottrina di s.

fìcile che Gio. Battista ancor vivesse nel- Ignazio uniforme alle verità evangeliche
l'epoca dell'esaltazione al pontificato del che predicava co'suoi compagni. Meglio
Farnese. Nondimeno trovo in altre me- ne tratta il Viola nelle Memorie istori'

morie, che Giovanni Battista nel i52i che dì Cori, presso il Giornale arcadi-
era i.° conservatore di Roma, enei i5s»4 co di Roma, t. 22, p. 280 eseg. Nozio-
consigliere municipale, anzi nel luogo ni analoghe ho pure riferito nel voi. XCI,
citato potei direche non fu medico di p. 49^» il quale luogo nel citarlo a p. 2 1
tal Papa, e così non hanno più luogo i tipografi impressero n.° 1 in vece di io.
dubbiezze. Dice il Ricchi, che Girola- II prelato fu quindi promosso alla nunzia-
mo i5i3 conseguì il rettorato
nell'anno tura di Vienna, dove sostenne con intre-
di Michele Arcangelo e il benefìcio di
s. pidezza e valore gl'interessi della cattoli-
s. Salvatore di Cori, cura e beneficio, che ca religione presso Ferdinando I, e poi
con regresso rinunziò quando Paolo III col fratello Carlo V. In premio di sue glo-
Io fece arcivescovo di Rossano, e poscia riose fatiche e apostolico zelo, Paolo III
riassunse. Narra Cardella, nelle Memorie l'8 aprile i549 ^° c,eo cai'dinale pre-
sloriche de' Cardinali non però esatta- t
te de' ss. Silvestro e Martino ai Mon-
mente, per l'avvertito di sopra, che Giro- ti, e gli conferì l'amministrazione del-
lamo ebbe per patria Pioma, dove otten- la chiesa di Capaccio, la quale dopo un
ne in premio dell'eccellente sua perizia nel- anno rinunziò a favore di suo fratello
le leggi, da Paolo 111 neh 54o il vescovato Paolo Emilio. Da Giulio III fu spedito
di Bertinoro, come rimarcai riportando- legato a latere in Parigi per indurre il

ne la serie a Sarsina, dal quale dopo un re Enrico II alla pace, ed a por fine alla
anno fu trasferito a quello di Caserta. In- guerra di Parma e della Mirandolajnella
di meritò d'essere avanzato a luogotenen- quale legazione gli fu assegnato per data-
te civile dell'uditore della camera, udito- rio il parente o nipote Giambattista Ca-
re di Rota nel^Sg^oH'amuiinistrazione stagna, poi Urbano VII. Compiuta la le-
della chiesa di Rossano nel 544- Gli fu 1 gazione, fu destinato prefetto di segnatu-
quindi affidata la nunziatura del senato ra, e dopo essere intervenuto a' conclavi
"veneto, e in quell'occasione pretendono di Giulio III, Marcello II e Paolo IV,
Ciacconioe Flemy,che conferisse gli ordi- consumò la carriera de'suoi giorni in Ro-
ni sagri a'ss. Ignazio Lojola e Francesco ma nel 1 555 d'anni 55 t
e fu sepolto nel-
Saverio, non che agli altri compagni del la chiesa di s. Agostino, dove al pilastro
i.°, confutati da Cardella, il quale asseri- sinistro della cappella della b. Chiara da
sce col p. Maffei ei Bollandisti, che la sa- Monte Falco, fu eretto alla sua memoria
gra ordinazione la riceverono dal vesco- un elegante avello col suo busto marmo-
vo (d'Albe) Vincenzo Negusanli di Fa- reo espresso al vivo, con magnifico elo-
no, il giorno di s. Gio. Ballista deli 537, gio, in cui però si tace l'età del cardina-
e lo rilevai nel voi. LXXXVI, p. i63. le, difetto di moltissime antiche iscrizio-
Aggiunge, che il nunzio Veralli, solo di- ni. Ma nell' iscrizione riferita dal Ciac-
fese s. Ignazio e i suoi compagni dal- conio e riprodotta dal Viola, trovasi
le calunniose accuse portale al suo tri- l'età: Aelatis suae LV, Nel voi. LX,
bunale , e con formale sentenza li di- p. 192, parlai del moto- proprio di Pao-
vol. xeni. i5
5 1

aaG VER VER


lo IV a favore degli eredi del cardina- nastero di s. Agnese fuori le mura, di cui
le, sugli Spogli e altre esenzioni. Il Ric- era abbate commendatario ; adornò di
chi riporta uno splendido elogio del car- pitture la nave maggiore e la tribuna, e
dinale, ed un componimento poetico al* volleche ardessero perpetuamente 8
losivo alle rose del suo stemma genti- lampade avanti il corpo della santa. Fi-
lizio. Altamente è pur celebralo dal Viola nalmente caro e amato da' Papi, e com-
e da altri. La sua morte fu deplorata pure mendabile per la sua probità e dottrina,
dal municipio di Cori, il quale inviò in e di cui 1' unico difetto fu la propen-
Roma due cittadini oratori per gli uffici di sione dopo essere intervenuto ai
all'ira,

condoglianza verso i di lui parenti, preci- conclavi di Gregorio XV e Urbano Vili,


puamente co' fratelli Paolo Emilio (che Roma dovette piangere la morte d' un
Ughelli non bene dice nipote) a cui avea suo degno figlio nel 1624, in età di 58
rassegnato l'arcivescovato di Rossano, e anni, o meglio 54» secondo l'epitaffio che
Matteo sposato a Giulia Astnlli dama leggo nel Ciacconio e nel Viola. Ebbe
romana, colla dote del castello di s. Pie- sepoltura nella sua titolare di s. Agosti-
tro in Sabina. Però leggo in altre notizie no, nella cappella di sua famiglia, do-
certe,che Giulia era della famiglia Mo- ve nel pilastro prossimo alla medesima
naldeschi della Cervara. si vede alla sua memoria un assai elegan-

VERALLl Fabrizio, Cardinale..Ro- te e ben inleso avello, col busto del car-
mano e congiunto di sangue con Urbano dinale scolpito in fino marmo , sotto di
Vlljosuo cùginoo nipote, comefu paren- cui leggesi un magnifico elogio, Urbani
te del precedente cardinal Girolam o, sicco- VII consanguinei sui.
me nato dal suo fratello Matteo e da Giu- VERA NO (s.), vescovo di Vence. Fi-
lia Monaldeschi,e perciò di nobil famiglia glio di s. Eucheno arcivescovo di Lione,
originaria di Cori. Fornito dalla natura di la sua educazione, del pari che quejla di
straordinari talenti, conseguita la laurea s.Salonio suo fratello, fu affidata a maestri
dottorale nell'università di Perugia, fu pii ed esperti nelle scienze ecclesiastiche.

nominato da lui canonico Vaticauo, ed Passato alcun tempo nel mouastero di


avrebbe potuto ricevere maggiori onori, Lerino, si posero sotto la condotta del ce-
se la morte in breve non avesse troncato il lebre Sai viario, prete di Marsiglia, e il

suo pontificato. Clemente Vili lo fece pie- loro padre non cessò mai di dare ad ea»i

Iato e referendario di segnatura, indi l'in- le più salutari lezioni, come testifica lo
viò inquisitore a Malia, e nel 1606 Pao- stesso Salviano. Furono entrambi inual*
lo Vpromosse al vescovato di s. Seve-
lo ,
zati all'episcopato; ma non si sa di qual
nunzio agli svizzeri, ed in
ro, iodi spedì sede fosse vescovo Salonio, alcuni dicen-
ricompensa della nunziatura da lui so- dolo di Ginevra, altri di Glandeve. Ce-
stenuta con sommo decoro, ad insinua- lebre però è il suo nome per gli elogi che
zione del cardinal Milliui, a'24 novem- ne fecero i grandi uomini del suo secolo.
bre 1608 lo stesso Paolo V lo creò car- Verano fu posto sulla sede della città di
dinale prete di s. Agostino, e proiettore Vence o lenza (V.), nella Provenza.
presso la s. Sede del regno d'I rlauda, de' Non si hanno sicure notizie delle azioni
serviti e de' minori osservanti. Ascritto di questo sauto vescovo, se non che fu
olle congregazioni del s. Oftìzio, de' ve- uno di quelli che Papa s. llaro, il quale
scovi e regolari, e de'riti,ad oggetto di sedette sulla cattedra di *. Pietro dal 46
tutto prestarsi al servigio della Chiesa u- al 4^7» adoperò nei diversi affari chea-
lii versale, rinunziò liberamente nel 161 vevano per oggetto diritti della metro- i

la sua di s. Severo. Con generosa magnili- poli di Arles. Sembra perciò che sia mor-
cenza,nel 1620 lestaui ola chiesa e il mo- to dopo la metà del V secolo. Fu sepolto
VER VER 217
nella sua cattedrale, e il suo corpo venne Centrale, capoluogo di dipartimento del
disotterrato nel 1^5. La sua festa si ce- suo nome, che occupa tutta la parte o-
lebra a'9 di settembre. Si attribuisce a rientale dello stato di Gualimal fra l'Ju- >

lui la lettera diretta a s. Leone I Papa catan e l'Honduras, in riva al Cohabon,


dai vescovi Cerezio, Salonio e Verano, distante 4o leghe da Guatimela. La con-
per congratularsi seco del suo zelo con- trada chiamò dagli spagnuoli Tierrct
si

tro l'eutichianismo e contro l'eresie che de Guerra per l'ostinata resistenza degli
tendevano a corrompere la purità della abitanti, ma quando religiosi domeni- i

fede nelle Gallie. cani vi sparsero la luce del cristianesimo,


VERANO (s.), vescovo di Cavaillon. le dierono per antitesi il nome di Vera-
Originario di Gevaudan. Fino dalla sua paz. Tuttora i domenicani vi hanno il
fanciullezza diede a conoscere che Dio convento, vi sono chiese,stabilimenti, fab-
aveva mire particolari sopra di lui.
delle briche di Contiene più di 12,000 a*
tele.

Avendo speciale divozione a s. Privato bitanti, nellamaggior parte d'origine in-


mari ire, passò in orazione la notte pre- diana, e dediti con profitto a detta ma-
cedente la di lui festa nella chiesa di Ja- nifattura. Gli spagnuoli di Cuba scelse-
voux, e giunto mattino andò a gettar-
il ro questo punto per irrompere sulla re-
si a' piedi del vescovo per chiedergli la pubblica Guatimalese, ma furono obbli-
tonsura chericale. Ricevutala, abbaodo» gati a precipitosa fuga. La sede vescovi-
DÒ il suo paese, e andò a nascondersi pres- le l'eressePaolo IV ne\i556,e la dichia-
so a Cavaillon, dove la sua santità e i ròsuffraganea della metropolitana diMes-
miracoli presto lo fecero conoscere. Pas- sico; dipoi Paolo V unì il vescovato nel
lò in Italia col disegno di visitare i se- 1607 a quello di Gualimala (/''.).

polcri de' principi degli Apostoli, e ne VER13ERIA o VERBER1E, Ferini-


tornò dopo qualche tempo. Rimasta va- bria. Borgo di Francia, o antica città, co-
cante la sede di Cavaillon per la morte me la qualifica il Castellano, dipartimen-
di Prelestato, il re Sigeberto vi fece por- to dell'Oise, circondario e 3 leghe e mez-
re s. Verano, di cui avea conosciuto la za al nord-est di Senlis, ed a 3 leghe sud
virtù. Intervenne al concilio di Màcou da Compiègne cantone di Pont s. Me-
,

del 585, ed ebbe molla parte ai regola- xence.K situata sulla sponda sinistra del-
menti che vi si fecero sulla disciplina. Fu l'Oise, in deliziosa posizione, appiè d'una
uno dei vescovi mandati a Parigi per la- montagna. Vi sono alcune case eleganti,
girarsi a Clotario 11 dell'assassinio di s. una sorgente ferruginea, a cui non pochi
Prelestato vescovo di Rouen. Childeber- accorrono, presso la casa detta di s. Cor-
to tenendolo in gran pregio, lo volle
II, nelio, così chiamata perchè apparteneva
a padriuo di suo figlio Teodorico. Morì all'abbazia di s. Cornelio di Compiègne.
\erso il principio del VI secolo, agli i I Ha fabbriche di prodotti chimici e di te-
di novembre, nel qual giorno è segnala gole. La pietra detta di s. Leu è oggetto
la sua festa. Fu sepolto nella cappella di suo traffico. Grande è il commercio di
della ss. Vergine, che avea fatto fabbri- canepa e cipolle che fanno con Parigi i
care presso alla foutana di Sorga ; indi suoi 1600 abitanti circa, quali pur ten- i

il suo corpo fu trasportato a Cavaillon, gono due fiere annue. Era vi un tempo
poi a Gergeau nella diocesi di Orleans, un castello che redi Francia della j."
i

donde venne recata la porzione di sue stirpe abitarono, e nel quale si sono te-
reliquie che si conserva nella chiesa che nuti i seguenti concilii, detti Verimbrien-
porta il suo nome nella diocesi di Parigi. si o Vernicriensi nella diocesi i
di Sois-
VERAPAZ oCORAN,remP^.C»t- sons, decaduta dal suo antico splendore.
là vescovile di Gualimala, nell'America Ili.°conciIionel 7520753 fu fatto radu-
228 VER VER
naie da Pipino re de'franchi, o propria- rola significa altresì il Comandameli tn
mente fu l'assemblea della unzione. Vi di Dio. Inoltre mette sovente nella
si

si fecero per quanto credesi 21 canoni, Scrittura sagra per marcare una cosa; per
la maggior parte riguardanti mairi. no- i esempio, il Signore farà domani questa
ni. Vi si elice clieil matrimonio in 3.°gra- parola, per dire questa cosa. Verbo dice-
do di parentela è nullo, in guisa che do- si finalmente la parola di Dio, Verbunx
po la penitenza fatta, le parti hanno li- Domini^ e si prende o per la parola inte-
bertà di maritarsi con Nel 4«° g ,,f*'
altri. riore che Dio faceva a'suoi Profeti, o per
doimponevasi loro la penitenza senza se- la parola che faceva loro intendere este-

pararli. In una parola, una parte della riormente, come a IMosì- sul monte Sinai;
penitenza per incesto colla cognata, col- oppure per la parola a' ministri di Dio,
la matrigna, era di escludere dal matri- tanto nell'antico quanto nel nuovo Testa-
monio per sempre. Il 2. fu tenuto nel- mento j ovvero per la parola di Dio nz'Li-
1' agosto 853. Quattro metropolitani e bri sagri ; e finalmente per la parola di Dio
molli vescovi vi approvarono gli articoli giunta fino a noi pel canale d'una Tra-
che il re Carlo I il Calvo avea pubblica- dizione costante. I teologi doverono for-
ti nel concilio di Soissons. Il 3.° concilio mare il loro linguaggio, per quanto era
a'25 ottobre 860 o 863. Il de^to Carlo possibile, su quello della Scrittura sagra,
I vi permise a Rotado di andata a Ro- dopo averne confrontato passi. Perciò
i

ma, giusta gli ordini del Papas. Nicolò I. dicono: Dio conose.endo se stesso necessa-
II 4-° concilio nell'863, per alcune diffe- riamente ed ab eterno, produsse un ter-
renze tra il Le Mans ed al-
vescovo di mine od un oggetto di questa cognizio-
cuni 5.°a'24 a P ^ e 869, com-
religiosi. Il l ne, un Ente eguale a se stesso, sussisten-
posto di 29 vescovi, alla presenza di Car- te ed infinito come esso, perchè un atto

lo I. Incmarodi Laon vi fu accusato, e necessario, continuo e coeterno alla Di-


vedendosi pressato si appellò al Papa A- vinità non può essere simile ad un atto
driano II, e domandando permesso di
il passeggiero e limitato, né sterile come i

recarsi a Roma gli fu negato, ma venne nostri. Perciò quest' oggetto della cogni-
sospesa la procedura. Il 6.° concilio nel- zione di Dio Padre, è chiamato nelIaScrit-
1*870. Regia, 1.
1
7 e 22; Labbé, 6 e 8; t. tura sagra suo Verbo, sua Sapienza, suo
Harduino, t. 3 e 5; Galliachr. t t. 4; Con- Figlio,Immagine della sua sostanza.
dì., t. 8; Pagi all'anno 870. Splendore della sua gloriale. Gli scrit-
VERBO, Verbum. Verbo óìDìoo Di- tori sagri attribuiscono a lui le operazio-
vino è quel termine consagrato nellaScrit- ni della Divinità;ne parlano come d'u-
tura sagra e tra'teologi per significare la na persona distinta dal Padre, lo chia-
Sapienza eterna, il Figliuolo di Dio (F.) mano Dio come il Padre ec. I teologi
unigenito Gesù Cristo (F.) t Dio e Uo> chiamano generazione quest'atto del-
mo (F.) insieme, la seconda persona del- l'intelletto divino, per cui Dio produsse

la ss. Trinità (fz.) , eguale e consostan- il suo Verbo, perchè questa è la parola
Padre eterno, il nostro Signore,
ziale al consagrata nella Scrittura sagra ad espri-
Salvatore, Maestro e legislatore. Il Ver- merlo. L'Incarnazione del Verbo non può
bo di Dio, dice ['Ecclesiastico, 1,5, è la dimostrarsi colla umana ragione, perchè
sorgentedella sapienza; è il nome che con- è un mistero nascosto io Dio, fondato sul-
viene a Gesù Cristo, siccome effetto del- la fede, che è oscuro, e che non ha con-
la parola e della volontà di Dio: questo nessione necessaria cogli effetti della na-
Verbo si è fatto carne, cioè ha preso un tura. 1 buoni angeli hanno conosciuto il

corpo umano, come leggesi chiaramente mistero dell' Incarnazione, giacché essi
in s. Giovanni, e. 1, v.i a 1 £. Ferbo o pn- ba mio adorato eannunciato Gesùnascen-
VER VER 229
le, come c'insegnano s. Luca, a. Matteo rettissima che si chiama rpostatica }
i\edh-

e s. Paolo. Ma quanto a'caltivi angeli es- biarao una similitudine, sebbene imper-
si non l'hanno conosciuto con una iute* fetta, nell'unione dell'anima e del corpo
ìa certezza; ma lo hanno soltanto conget- umano in un solo individuo. Non dob<
turato. Adamo, i patriarchi, i profeti e gli biamo stupire che questo mistero tanto
altri giusti dell'antica legge hanno cono- superiore alla intelligenza umana, che
sciuto per rivelazione il mistero dell'In- non si può concepire né spiegare con al-
carnazione, poiché la fede nella Venuta cun paragone, sia stato combattuto da
del Messia (V.) era loro necessaria per tanti eretici, come descrissi a'ioro artico-

salvarsi. Fu pure conosciuto da qualche li. Anco al tempo di s. Giovanni, che co-
gentile, come Giobbe, Balaam ec. Il 3.° me dissi avea Verbo si è fatto
scritto: Il

orticolo del Simbolo dice: II anale fa carne, cioè ha preso un corpo umano; i

concepito di Spirilo Santo. Gesù Cristo Cerintiani, gli Ebioniti 3 poi i Gnostici
come Dio non ha Madre; ha solo il Padre divisi in varie sette, i Carpocrazìani , i

celeste ha generato fin dalla eter-


che lo BasilidianiyMenandriani seguaci di
i t

nità. ComeUomo ebbe soltanto Madre in Menandro discepolo di Simone Mago


Maria Nazareth, immacolatamente
di (principe e autore degli eretici, primoge-
concetta, sempre Vergine (F.) avanti il nito di Satana)) Prasseani Noezia- \
t
ì

parto, nel parto e dopo il parto. Giusep- niy i Sabelliani,Samosatensiy i quali


i

pe fu vero sposo di Maria; di Gesù fu cre- tutti lasciarono de'discepoli, infine gli A-

duto padre, ma null'altro era veramen- rianie'ì loro discendenti attaccarono em-

te,che nutricatole e custode, padre pu- piamente il mistero dell'Incarnazione del


tativo.Maria si chiama ed è veramente Verbo in diverse maniere. Gli uni osa-
Madre di Dio, perchè da lei è nato Gè-, rono impugnare la divinità di Gesù Cri-
su Cristo, che in unità di persona è Dio sio, altri stranamente la sua umanità, al-

e Uomo insieme. Ella lo concepì nell'im- tri l'unione della divinila e dell'umani-
macolato suo seno della propria sostan- tà.Alcuni ardirono dire che Gesù Cristo
za, non per la via ordinaria , ma per la non era che un puro uomo, altri auda-
operazione miracolosa della virtù dell'Al- cemente non gli attribuivano che una
tissimo. L'anima di Gesù Cristo è slata carne fantastica ed apparente; per Io con-
creata da Dio, come la nostra , al mo- trario altri gli attribuivano una carne ve-

mento della sua uuione col corpo; e fino ra, ma formata di elementi e non del san-
dal primo istante di vita godè della mag- gue di Maria Vergine. Gli Ariani, gli A-
gior pienezza delle grazie e de' doni ce- pollinaristi lo spogliavano dell auiraa u-
lesti. Questo mistero, dello il mistero del- inana , negando il Figlio consostanziale
la ss. Incarnazione, consiste neh' essersi al Padre, per un falso fondamento. I Mo-
Iddio della gloria abbassalo sino a farsi noteliti davano che uua volontà
non gli

uomo, preudendo un corpo ed un' ani- ed operazione. Gli Eutichiani non am-
ma, e faceudosi (tranne il peccato) in tut- mettevano in lui che una natura dopo
to simile a noi, passibile, mortale, e quel P unione e Nestoriani non vi ricono-
, i

che è sommamente rimarcabile, per noi scevano che due persone. I monaci del-
e per la nostra salute eterna. Nel farsi la Scizia furono condannati per l'erro-
uomo Egli ha unito la sua natura all'u- re contro le due ipostasi inGesù Cristo.
mana così intimamente, che senza me- Felice ed Elipando, vescovi di Spagna,
scolanza , senza confusione ambedue le dicevano che Gesù Cristo non era Figlio
nature distinte, insieme uuile, non sussi- naturale di Dio, ma soltanto adottivo e
stono che nella soia Persona divina , iu per grazia. Ne'due ultimi secoli i Socinia-
u sol Gesù
uu Cristo. Di questa uuioue per- ni e i loro seguaci fecero ogni sforzo per
j

a3o VER VER


annichilire il mistero del Verbo di Dio, genuflettere alla Salutazione A ngelica sia
dogma essenziale efondamentale del Cri- tempo Pasquale o no, in riverenza del
stianesimo. Tulta questa colluvie d'er* mistero, come si genuflette alle paiole :
tori stravaganti ed ereticali, condanna- Et incarnatus est, del Simbolo (V.); Et
rono i Papi, i concilii, i ss. Padri con o- T'erbum Carofactum e sl^ùeW* stessa iSrt-
pere dottissime , oltre altri benemeriti lutazione Angelica (T'\)j Te ergo quae-
scrittori ecclesiastici, il tutto avendo di- sumus lui famuli» snhveru quos pretioso t

scorso a' loro luoghi, e negli articoli in sanguine redrmisli\dt\V'inno Te Deum


questo citati o ricordati. Il Buonarroti laudamus (V.), ed cantori che canta- i

nelle Osservazioni sui vasi antichi di ve- no tali versetti fanno la genuflessione do-

tro, rileva che gli antichi cristiani espres- po averli cantati, cioè il i e V ultimo.
sero su di essi e sopra altri monumenti, Dalla forinola della preghiera Salutazio-
Gesù. Cristo assistito da due angeli oche- ne Angelica, si vede che qualunque ne
rubini, per fare apprendere e dimostra* sia stata 1' istituzione per orare contro i

re al popolo la diviuità e cousustanzia- nemici di s. Chiesa, nondimeno Papa Ca-


lità Verbo contro gli errori degli a-
del listo III dicendo, che genuaflectaut, in-
L' Evangelio della Messa (tz.):
ria ni. tenda che sia adorazione, e come tale si

m In principio era il Verbo, questo Ver- ha ora per tutta la Chiesa, la quale la

bo era in Dio (o con Dio) ed era Dio: que- tiene per adorazione del mistero dell'In-
sto è ciò che era con Dio e nel principio... carnazione; or questa in quale ora del
il Verbo si fece carne e dimorò tra noi, giorno sia avvenuta , non si sa; però in
e noi vedemmo la sua gloria , la gloria una delle 3 ore, che sono le più verosi-
propria dell'Unigenito Figlio del Padre, mili, si dice l'orazione dell'Angelus Z?o-
pieno di grazia e verità". Sino dall'anti- ;wW, dall'adorazione accompagnata. Im-
chità fu tanto venerato il mistero del- perocché altri tengono che avvenisse al-
l'Incarnazione, che l'Evangelio di s. Gio- l'aurora, o sia uascita del sole. Così il b.
vanni si pose indosso a "fanciulli conilo le Alberto Magno e s. Antonio, dicendo s.

Superstizioni (P.). Insegna dunquechia- Dionisio Aieopagita , che le circostanze


lameute tal Vangelo questa verità, cioè dell'Aununciante debbono essere le pro-
che il Verbo divino è una persona sus- prietà dell'Annunciato: quindi l'Angelo
sistente, e non uua semplice denomina- Gabriele annunciando T Incarnazione col-
zione. 1 più antichi Padri della Chiesa in- le sue proprietà, e quella essendo il na-
segnarono con chiarezza e costantemen- scimento del vero sole sopra la terra, che
te la Divinità del Verbo. E>si nou pre- illumina ogni vivente, e questo tempo è
sero ne da Platone, uè da'nuovi Platoni- il principio del giorno; onde si deve cre-
ci, né da veruu' altra scuola di filosofia, dere che allora fosse fatta l'annunziazio-
ma nella Scrittura sagra, ciò che dissero ne. E però il Signore risuscitò dilucido,
del Verbo Divino. Si pouno vedere, Ber- cioè sull'aurora. E così siccome il sole è
gier, tradotto, corretto e accresciuto dal fonte di luce e principio del giorno, l'an-
camaldolese p. ab. Biagi, Dizionario en- nunziazione parimente fu principio di no-
ciclopedico ,x\e\ l'articolo: Verbo Divino stra salute, e diffusione del lume divino.
e lebelle Istituzioni cattoliche del vesco- Altri vogliouo che avvenisse di mezzo-
vo Bronzuoli. 11 vescovo Sarnelli, Lette- giorno, nel quale gli Angeli apparvero
re ecclesiastiche %
lett. 3o: Del segno del- ad A bramo, annunciandogli il concepi-
la Salutazione Angelica , il quale suol mento d'Isacco, quale fu figura di Cri-
il

darsi 3 volte il giorno, la tratta come a- sto. E similmente perchè nella medesi-
dotazione del mistero della ss. Incarna- ma ora patì Cristo, per la cui Passione sia-
zione iueffabile del Verbo Divino, e del mo stali illuminati, ed allora sole stari- il
1

VER VER a3
do uel sommo cielo genera grandissimo mata Concezione di Cristo e Principio
calore sopra la terra. Altri dicono ch'^ av- della Redenzione, onde diverse nazioni
venisse nella mezzanotte, secondo quel- cristiane da tal YAiv
giorno cominciarono
l'autorità dellaSapienza,i 8, indimi me- ìio(F.), eYEra Gesù Cri-
Cristiana, di
dium tilenlium te neve ut omnia, et nox sto, ovvero dell' Incarnazione od Era vol-

in suo cuvsumedium iter liaberet, omni' gare (V.), e così la s. Sede fa colla data
potai* sermo tuus Domine (idest filius) delle Bolle apostoliche, ossia dal miste-
a vegalìbus sedibus venit. E però dalla ro della ss. Incarnazione. Il Rinaldi nel-
Campana si suona Y Ave Maria la sera l'Apparato agli Annali Ecclesiastici, n.
per esser principio della notte; mentre sul 76, dice che l'Incarnazione del Verbo se-
numero de'tocchi delle campane per la guì nello stesso giorno che fa formato ,

recita della Salutazione Angelica, ripar- Adamo. I Papi poi per sua no- tal festa e

lai uel voi. XC, p. 190. Non sapendosi a- vena elargirono molte indulgenze. Per o-
dnuque quale veramente V ora del*
sia norare il mistero fu istituito l'ordine del-
l'Incarnazione sagrosanta del Verbo Di- le religiose Verbo Incarnato (V.) t
del
vino, iu tulli e 3 tempi si adora sì gran
1 ed in Roma monastero delle Carme-
il

mistero; e però da chi non è impedito de- litane ( V.) della ss.Incar nazione del Ver-
ve dirsi ^ginocchioni l'orazione, che ciò bo, del quale riparlai altrove, e così d'al-
esprime, contenendo in se l'adorazione: tri pii istituti.

2£t verbiim Caro factum estj benché ab VERBO INCARNATO. Ordine delle
antico fosse solamente orazione,dicendo- religiose, istituite principalmente per o-
si 3 Ave Maria per impetrare aiuto alla norare il mistero dell' Incarnazione del

Chiesa ed a' cristiani. Molle indulgenze Divin Verbo (V.), dalla madre Giovan-
concessero i Papi a'fedeli, quando al suo- na Maria Chezard de Metal, nata in Ro-
no campane, per ricordo a'crisliaui,
delle vanne nel territorio Forese. Nel 162$ ne
recitassero Y Angelus Domini, per vene- incominciò la fondazione, ritirandosi cou
rare il mistero dell'Incarnazione del Fi- due compagne una casa che le reli-
in
glio di Dio uel seno purissimo di Maria giose Orsoline di Parigi aveauo abban-
Vergine per opera dello Spirito Santo donata. Si portò a Lione per comunica-
(V.); anzi le accordarono più volte al gior- re il suo disegno all'arcivescovo Carlo Mi-
no per implorare il patrocinio della B. rosfti quale approvò la fondazione della

Vergine e venerare il ss. Mistero. Acqui- congregazione, desiderando anzi che se


standosi le medesime indulgenze da'reli- ne cominciasse l'istituzione in Lione stes-
giosi de'due sessi terminati gli esercizi so. Quivi infatti ella si stabilì colle sue
presentii dalle loro tegole; ed fedeli i compagne, ma la malattia contagiosa che
che trovandosi in luoghi ove non sono desolò quella città poco tempo dopo fu
campane nelle ore corrispondenti recite- un grave ostacolo, il quale impedì che la
ranno P Angelus Domini. E siccome Be- sua congregazione facesse da principio un
nedetto XIV, che fiorì dopo il Sarnelli, gran progresso. Trovò essa altresì forti
confermò l'indulgenze e dichiarò che , opposizioni per parte de'prelati e delle
V Angelus Domini si dicesse in piedi tut- persone, che potevano contribuire a quel-
te le domeniche dell'anno, cominciando lo stabilimento; nondimeno potè ottene-
dalla sera del sabato, e che nel tempo Pa- re la bolla d'erezione da Urbauo VIII a*
squale in suo luogo si dicesse sempre in 12 giugno! 633. Il cardiual Alfonso Ri-
piedi l'autifona Regina Coeli laetare, al- chelieu, divenuto arcivescovo di Lione,

Ic.luja (V.). La solennità con cui la Chie- però fece ostacoli al ricevimento della
sa volle a'25 marzo celebrata la festa del- bolla esi oppose al nuovo istitutori quale
r
YAfuiuuzìazioiw(r .)èaulidi\iòiiua t L[nii' tuttavia andaTaoguora crescendo in mei-
23* VER VER
20 a tutte le difficoltà. Le religiose era- il monastero di Parigi, non avendo le re-
no al numero di 3o, quando alcune di ligiose fatto registrare al parlamento di
esse si ritirarono a motivo dell'incertez- Parigi le regie lettere patenti pel loro sta-
za dello stabilimento; ma le altre perse- bilimento, né più vi poterono rientrare.
verarono costati temente e si unirono sem- Bensì fondarono i monasteri di Roque-
pre più. alla madre de Matel. La loro mont e di Andusa. L'abito delle religio-
perseveranza fece sì, che trova rotisi del- se consisteva in una veste bianca, un man
a
le occasioni favorevoli, la i. delle quali lo, e in uno scapolare rosso: la veste era
fu lo stabilimento, che presentossi ad A- fermata da una cintura di lana rossa, e
vignone,e che si fece a' 1 3 novembre 1
63g sopra Io scapolare dentro una corona di
r
coll'appoggio di mg. de Cohon vescovo spine erail ss. Nome di Gesù, e sotto un

di Nimes, il quale avea sempre favorito cuore sormontato da 3 chiodi, col molto
i disegni della pia fondatrice, e die' l'a- Amor mcusj il tutto ricamato con seta
5 religiose dell'ordine. La
bito alle prime turchina. Il gesuita p. Antonio Boissieu
fondatrice dopo aver dato governo di il Vita della ven. madre Giovan-
scrisse la

quel monastero alla madre Margherita na Maria Chezard de Matel. Il p. lie-


di Gesù, de Villars Gibalin, parli da A- lyot nella Storia degli ordini religiosi ci
vignone per ritornare a Lione, dove si ha dato nel t. 4> p- 4 5, c - 5° : Delle re- '

fermò sino al principio di gennaio 643, 1 ligiose dell'ordine del Verbo Incarnato,
nel qual mese dovette andare a Greno- colla vitadella ven.madrcMariaGiovan*
ble a stabilire un 2.°monaslero dell'ordi- na Chezard. de Matel loro fondatrice.
ne, otleneuclo per quello stabilimento let- VERCELLI (Fercellen).Cìith con re-
tere patenti da Luigi XIII re di Francia, sideuza arcivescovile degli stati del regno
di cui suo padre signore di Matel era di Sardegna, assai antica e illustre, ca-

gentiluomo di camera e capitano de'ca- poluogo della divisione e della provincia


valleggieri. Appena la nuova casa di Gre- del suo nome, sulla sponda destra del Se-
noble fu orga izza ta, che la madre de Ma
ti • sia al confluente del Cervo, ed al canale

tei ricevè lettere dalla reggente Auna manufatto che viene da Ivrea, sulla Do-
d'Austria vedova di detto re, colle quali ra-Baltea. E situata in una bella pianu-
quella regina l'invitava a recarsi in Pari- ra sullo stradale che da Torino tende a
gi per fondarvi un monastero del suo or- Milano, quasi a mezzo corso, così è di-
dine. Ella vi andò e stabilì un mona-
3.° stante da quelledue cospicue metropoli
stero, di cui prese possesso ili. "novembre circa 1 5 leghe di Piemonte. Triiun circi'
i644* Indi morto il cardinal Richelieu, termUliarum ambitus, in qua iSoocir-*
il successore Camillo di Neuville le per- cilerfocularia et fere 3, 000 numerati'
1
1

mise la fondazione del monastero di Lio- tur incolae : così I' ultima proposizione
ne, che si effettuò neh 655, già Papa In- concistoriale. Intorno alla città vi sono
nocenzo X
avendo approvato le costitu- ameni passeggi, cui contribuiscono ad ac-
zioni dell'ordine. Soffrì la madre de Matel crescer vaghezza i frequenti e grandiosi
varie molestie e persecuzioni, dopo lo sta- giardini, la verzura delle circostanti cam-
bilimento del monastero di Parigi; tal- pagne, ed lontano aspetto dell'orrida
il

ché rinunziate le poche sostanze che avea, cima gelata del Monte Uosa. I due moli-
cadde malata e morì 1' 1 1 settembre 1 670, ti più alti di gran lunga fra quanti si ve-

nella sua casa di Parigi, vestita coll'abi- dono non solamente nelle Alpi, ma in
to dell'ordine, dopo aver sostenuto vir- tutta l'Europa, sono il Monte Uosa e il

tuosamente le contrarietà di cui fu segno. Monte Bianco, ed ili. forse al 2. supe-


Il suo cuore fu portato al monastero di riore in elevazione,da una delle sue ghiac-
Lione. Poco tempo dopo l'ordine perde ciaie derivando la Sesia. Il uome sembra
VER VER a33
derivargli dalla tinta rosea onde le «uè polilana Ecclesia in Gallia Cisalpina
nevi perpetue vedonsi rispondere al i.° hìstoriafastis insignis, multis sane no-
albore, o quando già più non ricevono minibus emicat^alque refulget. Namque
che gli ultimi raggi dei sole tramontato. originis vetustate, et catholicae relìgio-
E' residenza dell'intendenza generale del- nis fama summopere pracstans atque ,

la divisione amministrativa, e delle cor* huic Pelri cathedrae vel maxime addi-
rispondenti magistrature regie, tribuna- età, amplissimis summorum principimi
li, giudicature e dell'amministrazione del- honoribus aucta, plures pastores sacra
le miniere. Spaziosa e beo ornata è la purpura donatus , et sanctitatis gloriae

piazza del mercato; ed il municipale pa- coelitum ordini adscriptos habuisseglo-


lazzo, quello del governo, il rinomato o- riatur. Acceditetiam r.athedrale ejus-
spedale maggiore bello ed egregiamen- dem templum magnifico opere extru-
te tenuto (la cui istituzione risale al car- ctum, ac rebus omnibus divino cultuiac-
dinal Guala Bicchieri) ed uuo de'miglio- comodalis splendidissime ornatimi , et
ri del Piemonte, il teatro, sono i pubbli- praeclarum illius templi Canonicoruni
ci edilizi che incoronano i palazzi e le collegio iis ecclesiasticisviriinstruclum,
molte abitazioni de'privati per eleganza qui pietatis, religionis , et virtutis laude
notabili. Magnifico e ottimo edilizio, di speciali, magnopere diligentes decorali
moderna e sontuosa architettura , è la domus Dei, ornai cura et diligentia sa~
chiesa metropolitana, per la sua maesto- gri ministerii partes ri te obeuntes virtù-
sa architettura e per le marmoree colon- tem ornatili enitescere curant. In questa
ne ond'è la sua mole sostenuta; sagra a basilica con altre belle cappelle si am-
Dio sotto l'invocazione del celebre s. Eu- mira quella col venerando deposito del
sebio vescovo e patrono principale della
7
b. Amedeo IX duca di Savoia (J .), pro-
città. Anticamente era un tempio dedi- tettore delle partorienti, morto in Ver-
cato alle false divinità, serviva all'empie- celli neli472, il cui culto immemorabi-
tà e al delitto,mentre quasi tutta la cit- le approvò Innocenzo XI nel 1677. So-
tà codi
o abitanti andava ravvolta in un novi pure in grande venerazione i corpi
mucchio di miserande rovine, quando i del glorioso s. Eusebio vescovo di Ver-
barbari dopo il 34o penetrarono in Ita- celli, e della b. Emilia di Vercelli. Bene-

lia, ed a più riprese la manomisero. S. detto XIV confermò l'indulgenza plena-


Eusebio sollevò il tempio dalle rovine, ria che si lucrava in forma di giubileo per
intitolandolo al predecessore s. Teoneslo 3 giorni, cioè l'8, il
9 e 1 o agosto, nell'S/
nobile vercellese, che il p. Gumppenberg della festa di s. Eusebio. Tra le altre nu-

pretese non ultimo della legione Tebea. merose reliquie insigni che possiede, ri-

JI tempio fu nuova mente distrutto, equiu- corderò iuoltree soltanto del legno della
di dal vescovo s. Albino fu restauralo e ss. Croce, cLie ss. Spine , una gamba di

intitolato al s. Eusebio. Papa


medesimo s. Daniele profeta , ed un braccio di s.

Gregorio XVI col breve Ad summuni Giacomo Maggiore apostolo. Vi si con-


Catholicae Ecclesiae pontificatimi, de* servano eziandio gli Evangeli di s. Matteo
26 agosto i834> Bull. Rom. cont. 1. 19, e di s. Marco scritti dalla mano di s. Eu-
p. 657, eresse questa chiesa cattedrale al sebio e ricchi di preziosi ornamenti, che
grado di basilica minore, con tutti di- i donò Berengario II imperatore e re d' I-
ritti, privilegi, preminenze ed esenzioni talia or sono 9 secoli. Si legge neli' A*
inerenti, e ciò ad istanza del zelantissimo tlante Mariano ossia origine deli* Im-
odierno arcivescovo, ed in considerazio- magini miracolose dellaB. Fy ergine Ma-
ne del lustro della medesima, imperoc- nia venerale in tutte le parti del mori'
ché dice; Equidem V
ercellensis melro- x
do, redatto dal gesuita p. Gumppcn»
*3| VER VER
lag. Europa, t. 5, p.127, dell'edizione tendeva la morte. Il sacrilegio destò tan-
di \ erotta i84^: Immagine miracolasti to orrore, che ninno lo scusò o domandi)
(Itila B. l'ergine Maria, la Madonna più mite punizione; perciò spinto giù dal-
della schiaffo nella cattedrale di Ver- ia scala rimase sospeso, e perì di morte
celli. Neh 189 Anna gentildonna di Pal- ignominiosa, degna d'un giuocatore ere-
ina, delle più ricche, ossessa dal demo- tico. Lo storico ebbe il procoso scritto
nio, restandone poi liberata per interces- dal decano del capitolo della cattedrale
sione di s. Eusebio, ^er gratitudine ver- Gio. Callista Modena. La rosseggiante
so il celeste benefattore, volle lutto il re- macchia , che tuttora si vede , fu dagli
sto di sua vita abitare in una casa vici- scultori artistica mente esaminata, e tutti
no al suo tempio, senza mai partirne, e- concordi a (ferma tono non esservi stata di-
scrcitnndosi nel digiuno e nell'orazione, pinta, uè essere inerente al marmo, poi-
e moti di 43 anni. Se tutti gli altri mo- ché niuoo artefice avrebbe lavorato un
numenti andarono perduti, pure un so- sasso con tale imperfezione,
precipuamen-
lo ne resta, che ottimamente di quella te venendo quella bruttura a riuscire sul
matrona attesta la divola pietà. E' que- volto. La sagra statua tolta da quel por-
sto un portico sagro della cattedrale, sot- tico fu posta al pubblico culto sopra uu
tocui in candidissimo marmo scolpito ve- aliare, ed i vercellesi cominciarono a ve-
desi l'avvenimento rappresentato da pic- nerarla, pe'miracoli che invocata da'eit-
cole statue. Fra queste è la Madonna col ladini faceva. Nel i63o terribile pesti-
divin Figlio, che protendendo la destra lenza flagellava Vercelli, gli abitanti com-
Ora nello scorso se-
è in atto di benedire. presi di tenore si rifugiarono nel tem-
colo (deve dire almeno XVII) un colai pio a cercare salute, con segui di peni-
aulico, giuocatore non plebeo della setta tenza, invocando il patrocinio della ss.

di Calvino, adiratosi per la mala sorte Immagine peressere liberati dal tremen-
avuta nel giuoco, entrò furioso nel tem- do malore. La B. Vergine gli esaudì, e
pio, ed a quell'effigie marmorea della B. tosto cessò la pestilenza, il che risulta da
"Vergine con ira scagliò uno schialfo sul- atti giuridici, aumentandosi così la divo-

la guancia sinistra. Con portentoso pro- zione ai prodigioso simulacro. In questa


digio, dal marmo spruzzò sangue, e tut- cattedrale vi è il battistero e la cura d 'a-

tora si venerando simulacro,


vedono nel nime affidala alla dignità dell'arciprete.
oltre il vermiglio del sangue, i segui im- Il capitolo si compone di 4 diguità, lai/
pressi della sacrilega mano. Costui, alte- delle quali è l'arcidiacono, la 2, a l'arcipre-
ralo nella mente, non sapendo più tro- te, le altre sono il preposto e il cantore
var l'uscita di quel luogo, andava vagan- maggiore. L'arcidiacono gode il privile-
do pe'chiostri del propinquo episcopio, gio dell'uso dovunque della mitra, com-
tutlo fuori di se; e siccome o fu veduto presa la preziosa, però assente dal coro
egli stesso narrò 1' iniquo fallo, ciò fu il vescovo prima e poi l'arcivescovo; ma
1 iterilo a Carlo duca di Savoia, che pre- l'attuale arcivescovobenignamente per-
cisamente allora trova vasi in detto palaz- mette che la usi anche alla sua presenza.
zo. 11 reo, senza riguardo alla sua nobile Di 18 canonici, comprese le prebende del
condizione, uè all'aula ove a vea tutto con- teologo e del peniteuziere, e di 1 2 sacer-
fessato, fu processalo; per cui il duca or- doti cappellani coristi, oltre altri preti e
dinò che nel pubblico foro fosse dal boia chierici addetti alla divina uffiziatura. A.
appeso al palinolo. Il giudice lesse al po- tempo dell' Cghelli il capitolo era assai
polo il delitto cagione del supplizio; e già più numeroso, e già canonici usavano i

il ribaldo, non avendo che apporre, sa- lacappa paonazza e il rocchetto prò tem-
liva gli ultimi gradini della scala e al- poriun ratio ne utentes. Le diguità però e-
VER VER *35
r.ino le 3 prime nominate, non eravi il cesieben provveduto di maestri. Vi han-
cantore; 24 canonici, 16 beneficiati colle- no, almeno sino agli ultimi tempi, i col-
giali, 3o cappellani titolari, il maestro legi de'barnabiti e de* somaschi. Il reale
delle ceremonie, 1 sagristi, 3 custodi e 1 collegio si estende a tulle le principali
chierici. Parlando del rito e deW Uffìzio scienze, e possiede un museo
na- di storia
Eu$ebìano,ò\s&\ ch'era proprio della chie- turale, una gran parte del quale è consa-
sa di Vercelli, istituito e insegnato da s. grato alla botanica. Vi sono altresì au-
Eusebio, indi dismesso quando il succes- torizzati diversi convitti. Presso la chiesa
J
sore Bonomo del 1 5ji v introdusse il ro- di s. Andrea il convitto ecclesiastico è per
mano. convenne però, che alcune co-
Si l'educazione de'chierici, diretto dalla con-
se del rito Eusebiano si dovessero conti- gregazione degli obiati di s. Carlo. La
nuare, specialmente alcune feste di san- chiesa di Andrea, grandiosa e bellissi-
s.

ti , massime d'alcuni vescovi vercellesi. ma, col contiguo celebre monastero, fu


Nel 57 5 cominciandosi il
j rito e l'uffizi** costruita nel 1 1 1 9 sopra un modello d'In-
tura romana ad attuare, si conservaro- ghilterra a spese del benefico vercellese
no le seguenti particolarità tuttora in vi* cardinal Guala Bicchieri (F.), legalo d'i

gore. Nell'Avvento e nella Quaresima Va- quel regno presso Enrico III, che vi con-
bodtilla piane la all'orientale, cioè lacapsu- tribuì, e nella quale fu sepolto, secondo
la, che adoperano il diacono e il suddia- l'Ughelli e le Memorie s loriche de' Car~
cono; il cuoprire le Croci fio dal 1. "gior- dina li del Cardella; altri dicono igno-
no di quaresima e scuoprendole nella
, rarsi ove sia seppellito, facendolo morto
domeuicadellePalmein tempo della pio- non in Vercelli, ma in Inghilterra, il che
cessione, tornandosi poi a cuoprire. Se- non pare. Il cardinale nella chiesa collo-
condo s. Ambrogio e altri, s. Eusebio fu cò pugnale che trucidò s. Tommaso di
il

.° Canlorbery, protomartire dell' Inanimi-


il 1 ad introdurre nell'Occidente la di-
sciplina monastica Iva Chierici, ossia ad la ecclesiastica soiio Enrico II re d'In-
istituirvi laFila connine (F.), nelle ca- ghilterra. Dal testamento del cardinal Bic-
se adiacenti alle chiese, denomina te ca- chieri, pubblicato dall'Ughelli, Italia sa-
noniche, ove abitavauo col proprio pa- era, t. 4> p- 784. si trae quanto egli fa
store gli ecclesiastici addetti al Se/vizio generoso e benefico verso le chiese, i mo-
divino delle cattedrali, acciò fossero più. nasteri e gli spedali della diocesi di Ver-
pronti alle sagre Lffìzialure diurne e not- celli. La chiesa di s. Andrea per più se-
turne, i quali in seguito furono detti Ca- coli fu umziata da'eanonici regolari, pri-
nonici (J7.), con osservare una ingoia, ma di s. Vittore, poi da'Lateranensi; ab-
donde ebbero origiue Canonici regola-
i bandonata quindi 10 tempo delle guerre
ri. 11 palazzo arcivescovile è prossimo al- ue'primordii del corrente secolo, venne
la metropolitana, ed è comoda e conve- cou ottimo pensiero restaurata e conse-
niente abitazione dell'arcivescovo. Anti- gnata nel 1824 a'detti obiati. Quale ora
camente Vercelli avea due cattedrali, la sitrova, essa è certamente più vaga assai
descritta e quella non più esistente di s. e di uno side più leggiadro del duomq
Maria Maggiore, di cui parlerò all'epoca d'Asti, ne altra vi è in Piemonte da pa-
di sua fondazione, in uno ad altre nozio- ragonarsele ,
poiché sono queste le sole

ni sulla discorsa. Oltre la cattedrale vi due chiese notevoli di gotica architettu-


sono iu Vercelli altre 9 cinese parroc- ra, ossia sassone o tedesca, la quale si os-
due sono munite del s.
chiali, delle quali serva nelle chiese più antiche del medio
fonte; vi è un monastero di clansse, due evo. Quella poicolantoavveuente per va-
spedali, il monte di pietà, il seminano ghezza d'archi, sveltezza di colonne e leg-
proporzionato all'ampiezza dell' arcidio- giadria d'intagli da aver invogliato j| se .
2 36 VER V ER
col nostro d'imitarla in ogui maniera di sta grande opera spiegò carattere di pit-
edilìzi e d'ornamenli, è molto più mo- tore vago, più forse che in altra, inseren-
derna, d'origine orientale e recata da'sa- dovi teste bellissime e angelelti quanto
i aceni in Ispagna, come da' crociali nel gai nella forma, altrettanto spiritosi nel-
rimanente d'Europa dove fiorì ne'secoli le azioni. 11 busto marmoreo di sì cele-
XIII, XIV e XV. Apprendo dalla Civil- bre pittore era ben degno di stare nella
tà Cattolica aver pubblicato d. Pao- ProtomotecaCapitolina,di cui riparlai nel
lo Guatino, Brevi cenni storici sulla ba- voi. LXXXV, p. 2o5 e seg., ed il mar-
sìlica ed abbazia di s. Andrea apostolo chese Francesco Arborio di Gattinara ne
in Vercelli^ dal 200 ali 85j.' colla no-
1 afiìdò l'esecuzione all'egregio scultore An-
ta delle sagre funzioni e indulgenze e tonio Bisetti, e nell'agosto di detto anno
compagnie, che presentemente ivi hanno con superiore approvazione fu collocato
luogo , Vercelli tipografìa Guglielmoni nei luogo illustre, in solenne tributo di
1857. La chiesa di s. Cristoforo è assai ammirazione edi onoranza al valente ar-
visitata da'viaggiatori a cagione de' bei tista. Della chiesa e celebre monastero
dipinti Gaudenzio Ferrari di
a fresco di benedettino di s. Stefano di Vercelli, fu
Valduggia quali benché in
di Valsesia, i abbate d. Giovanni Gersen (V.)(\\ Ca-
parte restaurali destano ancora una viva vaglià, creduto da molti autore dell'au-
J
ammirazione per quel pennello insigne. reo libro, l Imitazione di Gesù Cristo,
il 11. 9 1 del Giornale di Roma del 857 1 onde il Cancellieri nelle Dissertazioni e-
1

scrisse di lui. Pittore di altissimo meri- pistolari riporta erudite notizie del mo-
to, che negli aiuti prestati in gioventù a nastero, ragionando di chi propriamen-
Raffaello in Valicano e in altre opere in te Io scrisse. Vanta Vercelli molti uomi-
Roma, fu quegli che piùavvicinossi a Pie- ni illustri, in santità di vita, nelle digni-
lino del Vaga ed a Giulio Romano. No- tà ecclesiastiche, nelle scienze, nelle armi
vara , Vercelli e Varallo sono i luoghi, e nelle arti. S. Teonesto vescovo e mar-
ove specialmente ammiransi le pitture di tire. S. Massimo 11 vescovo di Torino,
questo grande artista (anche Valesia sua secondo alcuni. S. Orico degli umiliati,
patria con gran copia di lavori, quali i ordine che fiorì nella città. S. Guglielmo
tuttora si ammirano), che educato dap- di Vercelli (V.} fondatore della congre-
prima dal Luini (dopo il quale divenne gazione di Monte Vergine (V.). B. An-
caposcuola de'pittori milanesi), sotto la di* tonio francescano della stretta osservan-
lezione del sommo Urbinate imparò una za. B. Ardizio Lignani de'minori.B. Mar-
maniera più grande di disegno e più va- tino agostiniano. La b. Bruna dell'ordi-
ga di colorito. Egli si tenne sempre a sog- ne delle umiliate, la b. Ugolina domeni-
getti sagri, e parve unico nell'esprimere cana, e la b. Emilia Bicchieri pure do-
ia maestà dell'Essere Divino, i misteri menicana, di cui si fa l'uffizio e messa a'
della religione, gli affetti della pietà, di 1 7 agosto, ed altri servi di Dio. Le no-
cui fu lodevole seguace, detto exim ie pius tizie de' seguenti 6 cardinali vercellesi si

in unsinododi Novara. Alle Grazie in Mi- ponno vedere alle biografie. Jacopo Gua-
lano fu competitore con Tiziano, e la Ca- Ja Bicchieri del2o5. Gio. Stefano Fer*
i

duta di s. Paolo a Vercelli è un' opera reti del 5oo.BonifàcioFerrer/ del 1 5i 7,


1

stupenda, che se nella grazia e nella bel- fratello del precedente. Filiberto Ferrcri
lezzanon eguaglia Pialfaello, non è però del 549, nipote de'nominati. Pier Fran-
1

che non tenga molto di quel carattere co- cesco Ferreri del 1 56 1, fratello dell'an-
me a s. Cristoforo di Vercelli, ove ha di- tecedente, e com'esso de'siguori di Casal
pinto varie storie di Gesù Cristo, e alcu- Vallone de'marchesi di Romagnano, na-
ne altre di s. Maria Maddalena. Io que- to io Biella feudo di sua casa, allora dio-
VER VEIl a3 7
cesi di Vercelli. Guido Ferreri del 565» 1 gento avente da un lato una croce con
nipote di Pier Francesco, e pronipote di attorno Vercelle, e dall' altro lato an-
Pio IV perchè nato da Maddalena Bor- che una croce con questa parola Fbe-
romeo sorella di s. Carlo, dal quale ri- dric, e nel centro 1. P. per Imperatoti
cevè in Milano l'insegne cardinalizie. Al- Tutto induce a credere che essa sia un
tri vercellesi furono elevati alla dignità denaro grosso, e che al totale suo carat-
episcopale; e l'Ughelli registra per tali s. tere appartenga al secolo XIII, simile a
Eusebio nel 449 circa vescovo di Mila- quello d'Asti pesando grammi 1,020 e
no, che altri vogliono milanese, ed il ce- dalla pietra di paragone approssimando-
lebre s. Fortunato Venanzio vescovo di si a goo millesimi di fine. Ove si consi-
Poitiers, da altri detto da Valdobbiade- deri che la convenzione di batter moneta
ne di Treviso. Illustri vercellesi furono fatta dal comune il 23 giugno 1 255 con
ancora Martino Serrata , Adriano Ber- Nicolò Ampollario e Simone Gambolati
retti, Giovanni Demostene , e Candido di Pavia, recava che si potesse lavorare
Ronzo. Ebbe santi e dotti tra' religiosi, grossi da otto piccoli o mezzani al peso
precipuamentedomenicaui,come fr. Gio- e lega di quelli di Pavia, Piacenza, Cre-
vanni 6.° maestro generale dell'ordine, mona, Tortona, Bergamo, Como ed Asti,
fr. Bernabè uno de' suoi successori , fr. sicomprende facilmente come gli zec-
Giorgio, fr. Girolamo Ticcioni. Tra'giu- chieri, che avevano parte negli utili, pre-
reconsultisono precipuamente lodatiBar- ferissero d'imitare i grossi astesi che era-
tolomeo Saliceto, e Signorolo degli O- no in gran credito. Dall'essersi finora tro-
modei. Fra gli artisti ricorderò, Gio. An- vata una sola moneta vercellese , e non
tonio Razzi, che fiori in Siena ove lasciò rinvenendosi atti notarili e del comune
fra le altre un'opera mirabile rappresen- che menzionino i denari del paese, il
tante lo svenimento dis. Caterina da Sie- chiarissimo autore è indotto a credere
na, dipinta a fresco in una cappella di s. che molto breve sia stata l'esistenza del-

Domenico, morto nel 554; e Bernardi- 1 la zecca in Vercelli, non dovendosi qui
no Lanini, scolaro del sullodato Gauden- tener conto della moneta ossidionale bat-
zio, dipinse con felice successo in patria, tutasi in occasione dell'assedio sostenuto
in Novara e particolarmente in Milano, da Vercelli nel 161 7. E la poca durata
morto nel i5y8 circa. Sono 7 anni che della zecca era una conseguenza necessa-
in Vercelli dalla tipografia Guglielmotti ria del gran credito che godevano quelle
J
si stampa, L Educatore Israelita ,
gior- di Milano, Pavia, Asti, Genova e Susa,
nale mensile per la storia e lo spirito al quale era impossibile che città secon-
del giudaismo. Ne* secoli di mezzo Ver- darie potessero fare concorrenza. Il cav.
celli ebbe la propria zecca. Narra V Os- Promis riproduceva poi ne'documenti la
servatore Romano del 852 1 a p. 73 1 che , citala convenzione del comunedi Vercel-
il cav. Proni is scuoprì una moneta del co- li con alcuni zecchieri, ti aendola dall'o-

mune di Vercelli.wCon quell'erudizione riginale esistente ne' regi archivi di cor-


che gli comune il cav. Promis nel-
è tanto te". A niuua altra città piemontese può
la illustrazione cheneha pubblicato,com- Vercelli dirsi seconda per l' importanza

pendiò la storia de'mulamenti di signo- del suo commercio, che consiste princi-
ria del medio evo di questa città; quin- palmente in riso, e poi vino, grano, ca-
di viene a discorrere della sua zecca, del- nape, lino; con Torino dà biancheria da
la quale avea già dato il documento di tavola la più ben lavorata, non che lavo-
fondazione ilDurandi. Ma mancava una ri di ebanista e minuterie. Le sue forti-
prova di fatto, e questa veniva scoperta ficazioni furono in Italia per lungo tem-
nel 1 85 1 io Biella in una moneta d'ar- po famose, e vi si contavano 1 4 regolari
*38 VER VE R
bastioni colle corrispondenti opere di mi -
nese MaflVì, il paese nostro fu il teatro
lilare architettura; ma nel 1704 vennero di quellafamosa guerra, ed un avanzo
da'francesi affatto demolite. Nella pianu- di cimbri rimase per sempre nel Vero-
ra vicina, dicono alcuni contraddetti da nese, nel Vicentino e nel Trentino. L'i-
nitri, che secondo la più fondata opinio- stessa lingua continua quasi in lutto il

ne, si riconoscono i campi Ratidii, ove il territorio de' Sette Comuni del Vicenti-
famoso console romano Caio Mario die- no. I veronesi chiamano cimbri que'
de a 'cimbri, che scendevanodall'AlpiNo- paesani, e l'antica tradizione di tal no-
riche nel 652 di Roma, la micidiale bat- me appare da più scrittori del i3oo,
taglia colla uccisione di 120,000, e colla tra' quali è il Marzagaglia veronese, e il

prigionia di 60,000 di que'barbari. Le Ferretti vicentino; perla stessa tradì


l
oro donne custodite nelle trincee del zione, gli scrittori della menzionata e-
campo, gettaronsi col furore della dispe- poca, chiamano paese Cimhrico que'
lazioue sull'inimico, e venderono cara la monti, e bizzarramente dicono Cimhria
Vita, rimanendo così in un sol colpo tut- la città di Vicenza. Irrefragabili prove
ta quella tremenda moltitudine annien- anche da questo si irae di tal punto di
tata. Ma il dotto marchese Maffei, Ve- antica storia, e della sconfìtta de'cimbri
rona illustrata, p. 101, prova il contra- nel Veronese. Così il Maffei, per non dir
lio. Caio Mario si accampò sul Rodano altro del molto che riferisce in propo-
per impedire l'entrata in Italia a' teu- sito. Il territorio è assai fertile e produt-
ambroni, alleati de' cimbri,
toni, ed agli tivo, massime di frumento, vino e copio-
e in due combattimenti li sconfisse, fa- si frutti. Il circondario contiene le Pro-
cendone grandissima strage. Saputo poi vincie di Vercelli, Biella eCasale. La pro-
che cimbri erano penetrati in Italia,
i vincia di Vercelli è limitata da quelle di
non avendo potuto il collega LutazioCa- Novara, Lomellina , Valsesia, Torino e
tulo né respingerli ne trattenerli, corse Alessandria. Estendesi 5 leghe dal nord 1

a raggiungerlo nel Veronese, ov* eraei al sud,i massima larghezza, e 4^


1 nella
«ccanjpato presso l'Adige, non lungi da leghe quadrale in superficie. Il nord del-
Rivole e Canale. Giunto al campo, Caio la provincia va coperto da alcune rami-

Mario, siaccordò con Beorix re de'ci ru- ficazioni delle Alpi; il resto è piano e on-
bri di combattere a'3o luglio. « Per luo- dato. In generale l'aspetto del paese è a-
go stabilirono, crediamo alle stampe
se meno e svariato. La Sesia forma il limi-
di Plutarco, la pianura presso Vercelli. te orientale, il Po una parte del confine
Questo passo ha fatto credere a molli meridionale; nell'interno scorrono il Cer-
che seguisse quella battaglia nel Vero- vo e l'Elvo. Un canale che viene dalla
nese, e non è mancato che in favor di Dora Baltea percorre il paese, passando
tal sentenza con calore abbia scritto; ma per Santià ,
per congiungersi alla Sesia.
avvertirono già il Panvinio e il Sigonio, Le risaie, Tacque troppo abbondanti ren-
errore de' copisti essere in quel luogo di dono l'aria della provincia alquanto in-
Plutarco, e doversi leggere presso Ve- salubre. La coltivazione del riso è più e-
rona (V.). Il complesso delle autorità e stesa che altrove nella Lomellina ,
nel
de' fatti, e il contesto di Plutarco stesso, basso Novarese e nel Vercellese; essa può
rendono tal emendazione quasi indi- considerarsi come una particolarità ben
sputabile .... Plutarco, poco avanti il notevole del Piemonte, il quale trae non
suddetto passo, fa menzione dell'Adige, tenne lucro dall' esportazione quasi con-
da' cimbri valicato ; e di volete in vece tinua di siffatta utile derrata. Due specie
dell'Adige intender la Tosa, con ragione di riso sogliono coltivarsi nel Piemonte,
si rise il Ciuverio". Aggiunge il vero- cioè il riso della Cina , ossia dell' India,
V E R VER 23 9
dello ora nostrano, e quello della Caro* che salii fondatori di Vercelli furono i
i

lina, ossia delle regioni calde d'America montanari abitanti sopra diNizza, da'qua-
e dell'Egitto, che dicesi volgarmente ber- li vogliono ancora che fosse il nomea'po-

tone. Oltre al riso, dà grano, avena, ca- poli salassi ed alla Saluzzo par-
città di
mpa, vino e molta seta. La proviucia di tecipato. Salii montani si dissero popo- i

Vercelli ha per capoluogo la città e divi- li alpini, >alii capillali gl'innlpini, Ligu-
desi ini 3 mandamenti: Ai borio, Ciglia- res capillali, così del li perchè pollava-
no, Crescenti no,Crevacuore,Dezana,Gat- no lunghi e lasciavano crescete a dismi-
tinaia, s. Germano, Livorno, Masserano, sura i loro capelli, forse abbonendola-!
Sanlià, Stroppiana, Trino, Vercelli. Pri- gliorli in segno di libertà , e la regione
ma che Vercelli per le regie patenti de' da loro abitata Galline Coma-
si disse
20 ottobrei847 divenisse divisione, ap- tae. I Saliio Salluvii o Salinij liguri,
parteneva la proviucia alla divisione di erano popoli celtici venuti dalle Gallieia
Novara. Italia. Presso gli antichi scrittori trovasi
Vercelli, Vercellae, siccome antichis- ricoidata questa città col nome di Per-
sima e ragguardev ole città, sog»iacquean- calli e di Pergelli, e pare ch'esso sia de-
ch'essa a favolose narrazioni the ne fece- rivato dal vocabolo celtico wergen, che
ro derivare l'origine da'numi o dagli eroi significa allontanare , forse perchè gli
dell'antichità, come sci isseioSicar do Cre- antichi salii, in qualche impresa guerre-
monese e Giovanni Annio, ma la deve a* sca,abbiano allontanato o respinto al-
libici ovvero e certamente a Salii o Sal- cuna nazione nemica dal luogo, ove po-
Invìi o Salluij, conoscendosi salii monta- scia incoio indossi a fondate la città di
ni e salii capillali. Quali fossero popoli i Vercelli o Vergelli; quasiché con esso ab-
salii, e quali confini del paese da essi a-
i biasi voluto perpetuare la memoria del-
li italo, l'abbiamo apertamente da Stra- l'ottenuto allontanamento. Laonde non
bone, il quale, dopo aver parlalo del por- sembra, come pteteseSicardo, che la fon-
Monaco, inde jam, segue a dire, ad
lo di datrice Venere nobilissima troiana la
JlJassiliam usque, atquenon nìliil ulle- chiamasse P eree Ilet comedi Venere Cel-
rius Salyes habilant orae tnaritimae la. Secondo una cronaca di Milano, rife-
imminentet Alpes parlewque littoris
,
rita da Leandro Alberti, prima fu deno-
permixti Graecisj ed altrove: regionem } minata Maropola, e poi essendosi accre-
cjiiaeinter Alpes et Rhodanum estusque sciuta , Beloveso primo re di Milano la
ad D nienti a m Jluvium Salyes incolunt chiamò Vercelli. Marziale scrivendo a
ad IC stadia. Furono anche chiamati Domiziano disse: Aemiliae gentcs,et A-
salii liguri da Plinio: Ligurum celeber- pollineas Vercellas- EtPhaetontei,qui
rimi ultra Alpes Salii, Salvii; da L. Flo- petit arva Padì. 1 montani Alpini sono
ro, da Àmmiano e da' Fasti Capitolini, inoltre da Plinio numerati Irt'uopoH/V
dalle quali autorità appare evidentemen- quali romani comunicarono privilegi
i i

te aver essi posseduto da oriente io oc- delle citlà latine sunl praeterea Latto :

cidente non solo una principal porzione donati tic. Ligures et qui montani io-
delle Alpi marittime, ma quasi tutta la canlur. Capillalorumque plura genera:
Provenza d'oggidì sino a' fiumi Piodano adconfìniuni Ligustici maris. Dice TU-
e Durenza, in ispecie la diocesi e conta- ghelli Percellae, Episcopalis civìtas,
:

do di Nizza, come tra'più moderni lo am- de non minus nobilis, quarti antiqua, in
mettono il Biondo, Fdippo da Bergamo, Transpadana Jnsubria supra Jluvium
Leandro Alberti, ed Antonio du Pinet, Sessiamsita, in XJ regione Italia e. Con-
i quali sopra quelle parole di Plinio: Ver- stai antiquìssimam civilalcm esse, in u-
cellae Libìciorum ex Saliis orlae^ dicono herc t amocnoaue territorio silain } cujus,
*4o VER VER
practercilatosjmininerunlPtolomacus, Amedeo IX, la discendente principes^
Sitili*, Martialis y Tacilus, Plutarc!ius % M.* Felicita Savoia sorella del re Vit-
di
JìJarcellinus , aliique plurcs an tic] lussi- torio Amedeo 111, a'qoali l'offrì. Cosi nel-
mi scriptores , de qua D. Hieronymus la circostanza che Gustavo III re di Sve-
epist. 49 haec habet. z=z Verccllae Li- zia visitò la real corte, die' alla luce: Del-
gurum haud procul a radicibus
cwitas, le antichità della chiesa maggiore di s.

Alpium olimpotens, mine raro ha-


sita, Maria di Vercelli^ disseriazione sopra
bitalore semiruta* De aureis odini= f un musaico d'una monomachia Torino ,

vercellensibus memorai idemPliniiiSyOb 1 784. Esprime il musaico, che serviva di

quas , legem censoriam lulere romani, pavimento alla delta chiesa, un combat-
appc II armi tque Vercellenses m un icipes 9 timento di duello, ch'era in uso nel Pie-
quoti illìus provi nciae caput per id teni- monte nel secolo X, dopoché l' impera-
pusexistcrent. Dappoiché Vercelli fu co- tore Ottone il l'autorizzò nel 983 nella
Jouia romana, aggregata alla tribù A men- dieta di Verona, per terminare le liti col-

se, e poi verso l'anno di Roma 706, fu la spada; barbarie contro la quale portò
onorata del grado di municipio, e tutto le sue doglianze il vescovo Attone, che a
è provato colle antiche lapidi. Figurò quell'epoca governava la chiesa Vercel-
assai nelle varie vicende , cui andò sog- lese. Già il Ranza pel pubblico ingresso
getta l'Italia ne'successivi secoli della ro- del vescovo cardinal di Martiniana avea
mana dominazione. Ad esempio delle cit- impresso cogli eleganti tipi patrii: Dis-
tà circonvicine, Vercelli ne'primi anni del ser tazione patriottica j il primo ingresso
IV secolo dell'era cristiana, mandò de- de' vescovi di Vercelli. Dalla tipografia
putati al vittorioso imperatore Costanti- patria 1
779. Con l'erudito libro presentò
no I il Grande il quale vi eresse dalle
ì
egli un antico ceremoniale inedito del ve-
fondamenta la basilica di s. Maria Mag- scovo s. Alberto del 1 185, in cui per se
giore, o piuttosto dedicò alla B. Vergine e successori prescrisse iltenore deli, in-
il tempio ove pagani sagrifìcavanoalla
i gresso nella chiesa di Vercelli. Consiste-
dea Venere. Eguale attaccamento la cit- va la funzione nella cavalcata, colle sta-
tà avea mostrato al padre Costanzo Clo- zioni a s. Giuliano,suburbana innanzi che
ro, la cui moglie Elena donò alla Co-
s. si ampliasse il circuito delle mura, la pro-

stantiniana basilica del figlio, un quadro cessione, la stazione a s. Maria Maggio-

in seta da lei lavorato, secondo la tradi- re, e l'altra a s. Eusebio, intervenendo


zione, ombreggiato la maggior parte con nella cavalcata i vassalli del vescovato.
ricami e dipinto variamente a oro, poi Determinate famiglie nobili , ab antico,
trasferito nella chiesa della ss. Trinità, sostenevano l'aste del baldacchino, e l'e-

dopo la deplorata demolizione della chie- numera. I/autore nel descrivere la sta-
sa, che contava XIV secoli d'esistenza. zione a s. Maria, eccitò il suo patrio ze-
Rappresenta Maria Vergine, che tiene in lo a condannarne la demolizione, dopo

grembo il divin fanciullo Gesù, ambo ve- che per tanti secoli avea resistilo all'in-
stiti nel modo descritto dal vercellese Gio, giurie del tempo, ed era in islato di re-
Antouio Ranza professore d'eloquenza, sistere anche per molti altri; quindi de-
direttore della patria tipografia, nel libro: scrisse i principali pregi della medesima,
Delle antichità della chiesa maggiore colTautorità del mentovato vescovo At-
di s. Maria di Vercelli, dissertazione tone. La stabili di fondazione Costanti-
r
sul quadro di s. Elena, Vercelli 1784. niana, benché mg. Ciampini non ne fac-
Raccoglitore e illustratore delle patrie an- cia menzione nell'opera, De sacris aedi-
tichità, lo pubblicò in occasione che ven- ficiis a Constantino Magno construciis.
ne in Vercelli a venerare le ceneri del b. Dislingue l'antico dal moderno, la fissa
VER VER 24t
per prima sede vescovile, parla del fatto pollìcilus , Ravennae factum
obiisset 3

avvenuto a s. Eusebio contro gli ariani, est, ut ejusdem Germani corpore Ver-
accenna le dignità e i canonici della me- cellis appropinquante, certae faces per
desima , e per fine espone il possesso di ecclesiae parietes dispositae,q\uie ante
cattedra e di sede, la quale era marmo- eum diem accendi numquam potuerant,
rea ed esistevaanco nel i5j 5, che si pren- sua sponle accender entur, sic que intelle-
deva dal nuovo vescovo in questa chie- ctum est, sanctum virumpolliciti memo-
sa. Termina il commentario con ragio- rem mortuum praeslitisse. Sic s.Albinus
nare brevemente della stazione di s. Eu- populo feslum consecrationis diem in-
sebio, ch'era un'altra chiesa con canoni- dixit ; fiat aulem hoc a partii Virginis
ci , ed ove pure prendevasi possesso dal anno 435. Nunc ìpsius s. Eusebii nomi-
nuovo vescovo della loro sede vescovile. ne basilica nuncupaturj posila est prò-
Parla inoltre del ceremoniale moderno, pc et extra moenia civitatis antiqua
,

simile al praticato ioo e più anni addie- slructura, choro recens eleganter fab ri-
tro, riproducendo quello eseguito a'28 lu- calo, atqucornato,et vicinumhabel Coe-
r
glio 1666 da mg. Girolamo della Piove- meterium , Episcopium et Claustrum
,

re, e quello praticato a'4 novembre 743 1 Canonicorum. Hic asservatur corpus s.
r
da mg. Gio. Pietro Solaio. Questi cen- Eusebii hujus Ecclesiaefundatoris, na-
ni l'ho ricavati dal ragguaglio che de'3 per in hujus basilicae instauratone in-
libri si leggono nell' Effemeridi dì Roma ventimi, cum epilaphio inscriplo carmi-
del1780 e del 1784. Che Vercelli avea nibus acrosticis, quorum primae lillerae
due cattedrali, lo conferma il citato U- inter se connexae Epìscopum etMarty-
ghelli, Italia sacra,t. 4>
P* 744
Vcrccl- : rem sonanl. Hic etiam est corpus s. Ae-
lenses Epìscopi. Egli dice: Duas habet miliani epìscopi, nec non s. Aure Hi ar-
Calhedrales, s. Eusebii, et s. Mariae meni episcopi Rodicinorum , qui anno
Majoris,quae primalu con- Domini 383 Medio lani migravit con-
inter se de
tenduntjilla quod numero canonicorum, fessor, quod Noltingus episcopus Ver-
Sanclorumque lipsanis antecellat, et E- cellas transtulit ... Secunda Ecclesia s.
piscoporum litulus,ct sedes sii: haec oh Mariae Majorisin civitate est antiqua,
antiquilalem, nempe Constantini Magni et insignis Collegiata est. Calhcdralis o-
imperatoris jus su, glorio sae Vìrgini Dei' limfuit, et nunc etiam Calhedralis ap-
parac dicala fuerit, et consecrala ab pellalur habens dignitalem Majora- ,

Eugenio III Ponti/ice ex Gal Ha redeun- lus nuncupatam, de qua loquitur Gros.
te anno 1 48, romanis Cardinalibus, ac
1 in cap. Volumus 89 disk et Canonicos
s.Bernardo Claraevallensi abbate prae- septem cappis et rocchetto ulentes, qui
scnlibus. Utraque venerabilis et insi- licet per se capiliilum separatum fa-

gnisci prima quam Euscbianam basili* ciant, in solemnitatibus lumen, et sup-


cani vocanl, s. Theonesti martyris ver- plicationibus in unum corpus Cathedra-
cellensis nomine ab ipso s. Eusebio ae- li capilulo coalescunt, et quartam ejus
dificala fidi , et ejus fores ab arianis parlem constituunt. Presso Vercelli fu
clausae, ipsi d. Eusebio oranti divinilus superato Castino capitano di Giovanni li-
paluertml. Consecratio edam divinilus ranno nel 3g5,da Ardaburo governato-
facta memoraturj nani cum s. Albinus, re dell'Oriente, capitano di Valerio 3.°
sextus ab Eusebio (dovrò dirlo 8/) s. , figlio dell'imperatore Costanzo, oValeu-
Germanum Allisiodorensem praesu- tiniano III. Verso tale epoca , come già
lem, illac Ravennani versus iter haben- indicai, Vercelli già potente, era ridotta
icm, orasse t, ut eam Ecclesiam conse- a pochi abitanti e mezzo diroccata; la

craret) alque ille postulata scfacturum quale desolazione forse derivò dal furo-
vol xeni. 16
a4» VER VE II

re ilcir «ulti iore tiranno Massimo nel silut et cum omnibus publicis pertinen-
387 , allorché di comune accordo con cum mcrcatisyCum omnibus teloneis,
ti is,

oltre molte città traspadane e altre ita- et cum omnibus ut remota omnium ho-
liane ricusò di riconoscerlo. Soggiacque mimmi omni contrarietatc etc.,con pode-
quindi all' invasioni barbariche, princi- stà al vescovo di tener placiti, di far leg-
palmente òegoti e de' longobardi. Popò gi, qualunque azione, niuno dovendo in-
Giovanili Vili trovandosi in Ravenna, quietarlo, molestarlo. Qui autem fuerit
avendo saputo che finalmente alle di lui transgressor ss. Trinìtas eum maledicet
preghiere calava in Italia Carlo il Cal- et inter haereticos damnabit. (Queste e
vo, da lui coronato imperatore, con mol- altre più terribili formole A' imprecazio-
te truppe a cavallo, circa 1*877 volò a ni si trovano spesso anco ne' diplomi im-
Vercelli per incontrarlo , ed abboccarsi periali e regi. Riferisce il Giornale di
con lui, indi insieme passarono a Pavia. Roma del 1859 a p. 55. La regina di
Narra il Rinaldi negli Annali ecclesiasti- Spagna Isabella li per la festa de' ss. Re
ci, anno 999, n.17, che mentre l'impe- Magi, con solennità religiosa fece solili i

ratore Oltoue 111 dimorava in tale anno presenti, che descrissi e con un cenno in
iu Roma , si mostrò a richiesta di Papa argomento nel voi. LXV111, p. 35, e le

Silvestro II libéralissimo verso la chiesa sue vesti per tal circostanza spettano al
di Vercelli, dandole la stessa città col duca di Hijar. Tale privilegio fu conce-
contado, e con quello di s. Agata; il cui duto alla sua famiglia nel i44° "*
a *''°"
istrumento si conserva nell'archivio del- vanni li re di Castiglia e di Leon, in ri-
la chiesa medesima. Infatti trovo ueW'Hi- compensa d* un servigio segnalato reso-
storiae Patriae Monumenta edita jussu gli in tal giorno da un individuo della
Regis Caroli Alberti, l.i, p. 324 e Zi5, medesima. 11 re dovea esser assassinalo
la copia sincrona di tal documento cavato da' partigiani dell' infante d. Enrico nel
dall'archivio della cattedrale; cioè che Ot- momento che sarebbe entrato in Tole-
tone 111 imperatore conferma alla chiesa do, quando d. Rodrigo di Villandrando,
Vercellese le donazioni de'suoi predeces- lasciate le sue terre e castella , si recò
sori, e fra le altre cose il coulado Ver- sui luoghi alla testa di una schiera d'uo-
l
cellese, e quel di Santià, ossia s. Agata; mini d'arme per difendere il suo signo-
colla confermazione di Papa Silvestro li re. Tre giorni dopo Giovanni li firmava

in quanto a quesl' ultimo contado. Ivi si il detto privilegio, in virtù, del quale il

legge concessimus Leoni nostro episco-


: suo salvatore e tutti i suoi discendenti po-
po suaeque s. VercellensiEcclesiae ubi s. tevano sedere alla mensa de' sovrani di
Eusebius requiescit,totam civitatem Ver- Castiglia, e avrebbero ricevuto tutte le
celle nsem in integrimi cum omni publi- vestimenta portate Io slesso giorno da
ca potestà te in perpetuum more prae- que'sovrani. Il documento che consagra
cessorum afa uè praedecessorum nostro- questo privilegio termina con quesle pa-
rum Liberalitas nostri imperii prò
. . . role. Se, ciò che a Dio non piaccia ! si

Dei et s. Eusebii amore donavit prae- trovasse un re il quale non rispettasse il

dicto Leoni episcopo omnibusque sue- diritto che oggi li concedo, sia maledet-
cessoribus suis in perpetuimi lolum Co- to da Dio e dalla sua B. Madre la
mitatum Vercellensem in integrimi cum Vergine Maria, non abbia eredi alla
omnibus publicis pertinentiis et totum corona e sìa disgraziato per avere sprez-
Comitatum que dicunt s. Jgathae in zato gli ordini del padre suo , e l'ani-
perpetuum cum omnibus castellis, vii- ma di lui bruci nell'inferno in compa-
lis ,
piscationibus, venationibus, silvis, gnia del traditore Giuda), Ma del do-
pratis, pascuis, aquis, aquarumvc decur- minio temporale de' vescovi di Vercelli,
VER VER 243
con altre notizie riguardanti la città, ra- fece un accordo il comune, col conte Ot-
gioneròdescrivendonela loro serie. Quan- tone di Riandrà o Blandrato, questi giu-
to alla classica opera, Hisloriae Patriae rando poi nel 1 182 di non alienare ciò
Monumenta, la brevità che debbo osser- che teneva da esso in Arborio.iNello stes-
vare ni' impedisce giovarmene , tranne so anno, e dovrò riparlarne, seguì un ac-
diverse eccezioni. In essa sonovi notizie, cordo tra marchesi di Monferrato , ed
i

massime nel t. i, e quel che più monta il comune di Vercelli. Questo essendo sta-

con copia d' interessanti documenti , ri- to ammesso nella famosa lega o società
guardanti la città e contado di Vercel- di Lombardia, indi nel i83 aderì alla 1

li; il comune, suoi privilegi, possessioni, pace di Costanza, conclusa tra l'impera-
magistrati, podestà, vicari, consoli di giù- tore Federico I e le cittadella lega Lom-
stizia, ambasciatori, cittadini ascritti, con- barda. I privilegi accordati da Federico
troversie con diversi popoli, alleanze e I 1220 furono conferma-
a'vercellesi, nel
confederazioni, guerre, tregue, paci e con- ti II. La
dal nipote imperatore Federico
cordati ; la chiesa e i vescovi di Vercelli, guerra sanguinosa scoppiata nel 1225
i suoi privilegi, le ricevute donazioni; ed tra' genovesi e alessandrini, interessò in
anche il capitolo e le 3 sue antiche digiti- uno de'due partiti quasi tutti i vicini po-
la. Papa Leoue IX nel io5o, dopo
s. poli, e molti signorotti feudatari, castel-
avere nella basilica Lateranense in un lani, baroni e capitani di nome. Essen-
concilio condannato gli errori di Beren> do cogli alessandrini collegati i vercellesi,
gario arcidiacono d' Arles,caposelta de- albesani e tortonesi, ed avendo essi ostil-
gli eretici Bercngarìani (/^.), detti pure mente assalito il luogo diCamerana nel-
Sagramentari(F'.), si recò a Vercelli, in le Langhe spettante agli astigiani amici

occasione che andava a Tulle. In Ver- de'genovesi, questi volendo accorrere con
celli tenne e presiedette un concilio nel tutte le forze a divertire i progressi de-
settembre, altri vogliono nel settembre gli avversari, non solo mandarono attor-
io52, e vi si trovarono un gran numero no un bando per la città di Genova e
di vescovi di diverse nazioni. Berengario ad ambe le riviere, che ogni soldato, ar-
non e' intervenne, quantunque vi fosse derò e balestriere) dovesse iodilatamente
stato citato: confermò la condanna dei
si seguire il podestà Braucaleone da Bolo-
suoi errori. Fu letto e condannato il li- gna a quell'impresa , ma vi attirarono
bro di Giovanni Scoto, sopra la ss. Eu- aucora Tommaso conte di Savoia che ,

caristia, e fu bruciato. Si condannò pure per due mesi vi mandò 200 cavalieri sa-
Erigeue (ma questo è lo slesso di Gio- voiardi essendo egli impedito da so-
,

vanni Scolo, diverso dal celebre Duns ). praggiunta indisposizione. La guerra vie-
Lanfrauco , De Corpore Domini >
e. l\. ne descritta da Gioffredo, nella Storia,
Vercelli nel secolo seguente fu onorata dell" Alpi Marittime. Nel 1 227 i vercel-
dalla presenza d'un altro Papa, Eugeuio lesi nuovamente aderirouo alla confede-
HI già ricordato con Ughelli. Perseguita- razione delle città di Lombardia, contro
to dagli eretici arnaldisti, essendosi recato le prepotenze dell'imperatore Federico
in Francia, ritornando nel 1 148 i» Ita- li ;onde poi i' imperatore nel 1 2 38 con
lia, da Laugres e Cistello, giunse in Ver- diploma rimise loro le pene incorse per
celli nel giugno, e come dissi, vi consa- le passate rivolte e ribellione, e loro con-
grò la chiesa di s. Maria Maggiore con fermò i privilegi e l'eseuzioni. In quell'e-
gran pompa ecclesiastica. Essendosi Ver- poca inVercelli eravi lo studio generale,
celli collegata con Milano contro l' im- ed atfercna il Marchesi ueW&Gallcriadcl»
peratore Federico I, nel 1
i
70 tra le due l'onore, che questa università fiorì nella
città si stipularono i patti. In pari tempo giurisprudenza, e fu illustrata da insigui
a4+ VER VE n
precettori giureconsulti. Quando la re- guerre intestine e poco meno die distrut'
pubblica di Genova nel i
>.
j
i si collegò ta da'propri cittadini, divisi nelle ostina-
col conte di Provenza contro Federico 11, te fazioni de'potenti Avogadri o Avvocati
in favore di questoparteggiarono e com- e de'Tiziani o Ticcioni ; i primi de' quali
batterono i vercellesi, in uno a'pavesi, a- prevalendo in potenza, pigliarono il prin-
lessandrmi, lortonesi e altri, tutti coman- cipato della patria nel3 o. Ma non tar- 1 1

dati da Marino d'Evoli vicario imperia* dò la città e il contado a cadere nella


le in Lombardia. Ma indebolitosi il par- signoria di Matteo I Visconti signore di
tito imperiale, per ormai procedere Pa- Milano, alla cui morte nel 322 passò iti 1

pa Innocenzo IV alla deposizione dello Galeazzo I Visconti. Questi la domina-


scomunicato Federico II persecutore del- rono fino al duca Filippo Maria Viscon-

la Chiesa, a favore di questa nel 124-3 si ti, il quale dopo aver fatto crudelmente
ingagliardì il partito guelfo, per la pace morire sua moglie , Beatrice di Tenda
conclusa tra Bonifacio IV marchese di de' conti diFentimiglia (F.) e vedova ,

Monferrato, ed i marchesi del Carretto e di Facino Cane, sposò nel 1 4- 8 Maria di


di Ceva,i quali seguivano
tutti ghibellini Savoia, figlia d'Amedeo Vili di Savoia,
prima da una parte, ed
le parti imperiali, poi antipapa Felice V,al quale nel i4'9
i genovesi, milanesi e piacentini , che si donò la città di Vercelli col suo conta-
tenevano per la Chiesa, dall'altra. II mar- do e territorio. Quindi errarono quelli
chese di Monferrato trattò, ridusse e che scrissero, avere Amedeo Vili ricevu-
concluse, che vercellesi e novaresi, ab-
i i4 2 9 P ei dote di Maria fi-
to Vercelli nel '

bandonalo Federico li, si ponessero al ed a lui sposata. Fu in


glia del Visconti,
seguilo della Chiesa. Scrivono alcuni, che vece un dono che il genero offrì al suo-
Vercelli per un tempo fu signoreggiato cero, ed eziandio pel riferito nell' Histo-
da'marchesi di Monferrato, anzi da Bo- riae Patriae, t. 3, p. 6 1 4> 7^6 e 990.
nifacio HI, al dire di Alberti e Marchesi. Ivi si legge, che morto nel 1402 Gian
Essi forse alluderanno al documento che Galeazzo Visconti r.°duca di Milano, gli
di sopra citai, riportato dall' Historiae successe il figlio Giovanni Maria, al fra-

Patriac, 1. 1, p. 910, de'patti d'accordo tello Filippo Maria avendo assegnato il

fermato tra' marchesi di Monferrato e il padre la contea di Pavia, colle città di


comune di Vercelli l'8 agosto 1 182, pei Alessandria, Tortona, Vercelli e altri luo-
danni da'primi fatti al territorio Vercel- ghi. Ma Filippo Maria trovandosi nel ca-
lese, in cui marchesi promisero salvare
i stello di Pavia, si vide ben presto poco
etguardare homines de Fercellis, et eo- men che oppresso dal nominato Facino
rum rcs per totani eorum poderium^ì Cane, che capitano dell'esercito del duca
non usar la forza, di non costruire castelli morto, sotto pretesto di volergli conser-
senza licenza de' vercellesi , di aiutarli vare Pavia col suo castello, vi pose guar-
nelle guerre e difenderli da ogni ingiu- nigione e interamente la governava; a-
riale di fare giustizia agli uomini del co- vendo sotto tal colore già ridotto alla
mune e del vescovato; corrispondenti sua ubbidienza anco le città d'Alessan-
promesse fecero i vercellesi, e ambedue le dria, Tortona e Vercelli, ed altri luoghi.
parti dichiararono, salva la fede all'im- Fu ventura di Filippo Maria, che mo-
peratore. Non mi pare trovarvi espressio- rendo nel 14 2 il duca fratello, moti pu-
1

ni equivalenti dominazione, per parte


a re Facino Cane nel castello di Pavia, ove
de' marchesi di Monferrato, piuttosto una erasi recatoper mutar aria a cagione d'u-
specie di protezione. Le tremende fazioni na sua infermità. Laonde Filippo Maria
de' Guelfi e Ghibellini desolarono anche ebbe agio di tirare a se capitani di Fa- i

Vercelli : la città fu lacerata da frequenti cino e del duca suo fratello, col consiglio
e

VER VER 245


de'quali ne sposò la detta vedova Bea- (V>). Seguì la pace, il duca ricuperò i

1 1 ice di Tenda, dalla quale ricevendo buo- suoi stati, soltanto gli spa^nuoli suoi al-
na somma di denari, ricuperò le usurpa* leati restando alla difesa di Vercelli e Asti.
te tene , e famoso
facendo generale il Dell'assedio patito da Vercelli nel 161 7,
Francesco Carmagnola s' impadronì di già feci parola. Esso e la sua presa fu la
Milanojdove erasi fatto gridar duca Etto* più importante fazione della guerra so-
re Visconti figlio di Bernabò, il quale rin- stenuta per la successione del Monferra-
serrò in Monza ove mori. Dipoi Filippo to, insieme alla Spagna ed a Venezia, dal
Maria per divertire dalla confederazione dina Carlo Emanuele , che si può dire
con Venezia (V.) Amedeo Vili, al ser- fondatore della grandezza de'reali di Sa-
vizio della qual repubblica eia passatoli voia, secondo il prof. Mazio, che nel Sag-
Carmagnola, diede al duca di Savoia Ver- giatore Romano X, 4, p. 129, pubblicò la
t

celli e ne sposò la figlia Maria, dopo aver Brevissima relazione delle cose più no-
fallo ingratamente morire Beatrice.Quin- tabili successe nelV assedio di Vercelli
lii Vercelli seguìle vicende de* duchi di del 161 7, tratto dall'archivio Caetani di
Savoia (V.), poi re di Sardegna che %
vi Roma. Il re di Spagna Filippo III ve-
posero governalori, e s'intitolano Signori dendo progredire la guerra del Piemon-
di Vcrcelli.Dopo morte di Filippo Ma-
la te, per l'alleanza del duca colla Francia,
ria, succendendolo nel ducato il genero vi mandò prode d. Girolamo Cara fa
il

Francesco 1 Sforza, co' milanesi noi» poco marchese Montenero,che fu fatto mae-
di
travagliò Vercelli. 11 b. Amedeo IX duca stro generale di campo dell'esercito. Que-
di Savoia, e nipote di Amedeo Vili, do- sti dopo aver impedito l'espugnazione di

po lunghe iufermità, recatosi in Vercelli, s. Germano, vedendogli eserciti francese

santamente vi morì a' 3o marzo i47 2 » e savoiardo in cattivo stato ridotti ,


pel
le cui venerande spoglie mortali ven- sofferto nell'inverno, bramò che tosto si

nero deposte nella cattedrale. Duran- attaccasse Vercelli, piazza di grande sti-
te la guerra tra Enrico II re di Francia, ma e tenuta allora la più importante degli
Carlo IH duca di Savoia, questi ammalò stati del duca di Savoia e la chiave di Mila-
di pena e morì a Vercelli. Gli successe il no. Però a d. Pietro di Toledo marchese di
fìllio Emanuele Filiberto, che militava Villafranca e governatore di Milano,sem-
nelle Fiandre per Carlo V imperatore , brò impresa grande e troppo difficile, non
ma trovò assai ristretta la paterna ere- essendo ancora arrivati i soccorsi di Na-
dità, per avere i francesi occupato la Sa- poli e di Fiandra. Tuttavolta ilMonlene-
voia e altri domimi. Quindi essi nel no- l*o fermo nella sua opinione, segui-
stette
vembre 1 553, comandati dal marescial- to da d. Giovanni Bravo, considerando
lo di Bri sa eco ,
per precedenti concerti ormai il nemico debole e disfatto; onde
presi co' fratelli Biraghi in Vercelli , in fu determinato l'assedio di Vercelli ai
buou numero vi penetrarono nottetem- if\ maggio. L' esercito si componeva di
po. Avendo il castellano, con poco suo o- 1 i,5oo fanti e 3. 000 cavalli, oltre l'ar-

nore, subito reso il castello, saccheggia- tiglierie, e d. Giovanni Doriani vi con-


rono tutte le cose più preziose che il duca dusse altri 5oo fanti. Il i.° giugno si
vi avesse, tra un carbonchio d'in-
le altre cominciarono a battere le trincee delle
estimabile valore, ed un corno d'alicorno porte s. Andrea e di Torino. Dopo di-
il più grande e bello che si fosse visto in verse fazioni,»' 19 giugno agli assediatiti
Europa, che fu mandalo al re di Francia. giunsero pure 5 ooo fauli valloui,ei ,000
;

Ma Emanuele non tardò a ven-


Filiberto corazze, condotti dal maestro di campo
dicarsene, guadagnando sui francesi nel Verdugo e da Monsar di Coen. Poscia
.557 la famosa battaglia di s. Quenlin a'26 d. Pietro d'Avila, altro maestro di
, 1 ,

a4G VER VER


campo della fanteria spagnuola, porlo dati, cadde in potere di Luigi XIV, il qua-
1,200 uomini, e vi giunsero ancora in a- le colle mine fece saltarne in aria le for-
iuto dell'esercito espugnatore, d. Vincen- tificazioni e lasciò la città smantellata.
zo Gonzaga fratello del duca di Manto- Vercelli continuò a seguire i destini dei
va, e 1,000 alemanni del conte di Say. suoi sovrani. A supplire al mio laconismo,
Era Vercelli difeso dal conte Cianflone, serviranno le seguenti opere. Lauro Da-
uomo valoroso e peritissimo nelle fortifi- vidico, De Celine Verae Veneris lati-
cazioni, le quali con sommo studio avea elibus, Patavii i568. Giacomo Durandi,
munito di fuori. La città si batteva da Dell* antica condizione del Vercellese,
4 parti, succedendo varie scara m uccie ,
Torino 1766. Amedeo Bellini, Antichità
colla perdita d'alcuni capitani spagnuoli, di Vercelli. Lettera intorno al vescovato
oltre i feriti, per essere animatissima In dì s. Nuova raccolta di Opu-
Teoneslo.
resistenza della piazza. Il duca di Savoia scoli del p.Calogerà, t.8, p. 3 1. Fran-
per aiutare Vercelli , pose campo presso cesco Innocenzo Fileppo, Antiquitas ac
la Sesia, e potè soccorrerla per la porta di dìgnìtas Ecclesiae Vercellensis vind ira-
Milano, con gioia de' vercellesi. Dipoi il ta, Lucae 1754. Giuseppe Giacinto Tri-
nemico die'un grande assalto, senza riu- xev\o,Ad eumdem animadver sione s,Ye-
scita. Finalmente avendo per altro tutto netiis 1755. Gli rispose Fileppo rigoro-
destramente ben disposto il marchese Ca- samente con autorevoli documenti. Il
ra fa, nondimeno a'16 luglio, giorno di s. Triverio gli oppose una Storico-criti-
Anna favorevole agli spagouoli,seguirono ca dissertazione. Gio. Battista Passeri,
1
accordi pacifici di cessione della città, per Scoperta de due Vercelli già esistenti
cui dopo 63 giorni d'assedio, potè ilTo- dentro la regione Padana, diversi dal
ledo entrare in Vercelli con umanità e Vercelli del Piemonte. Nuova raccolta
cortesia, con 3,ooo fanti e 3oo cavalli d'Opuscoli delp. Calogerà, 1. 11, p. 24.
visitando particolarmente i luoghi sagri L'agostiniano eremitano fr. Aurelio Cor-
e riparandoli con somma cura. À'26 ago- bellini, Del Vescovi di Vercelli. Il Gre-
sto poi, la città e il Vercellese giurarono gori scrisse della vercellese letteratura.
nelle mani Toledo, vassallaggio e fe-
del La fede cristiana fu promulgata in
deltà al re diSpagna; ed il governo di Vercelli dall'apostolo s. Barnaba, secon-
Vercelli fu affidato a un Barbo, forse ve- do la tradizione del paese. Scrive I' U-
neziano, e vi rimase sino alla pace. In- ghelli: Haud satis constai ,
quis ibi E-
tanto guerreggiando il duca Vittorio A- vangelium divulgaverit: non autem vai-
medeo I coll'Austria, indottovi da' fran- de aberraverit, si quis haud absurda
cesi, fu colpito da gravissimo malore , e conjeclura ductus ,asserat ab alumnis s.
morì in Vercelli7 ottobre 1637. In
a' Barnabae apostoli Evangelicam luceni
appresso per nuove guerre contro la Spa- accepisse ,
qui in ea provincia fidem
gna, questa nuovamente occupò Vercelli. Christi plantavit, laluisseque Vercellis
E poi nel i65g per la pace de' Pirenei, christianae pielatis studium sub bar-
Vercelli fu restituito al duca di Savoia barorum Caesarum per secutionibus us-
Carlo Emanuele duca Vittorio A-
II. Il que ad Magni Conslantini tempora
medeo II, poi Sardegna con
i.° re di , deinde rejloruisse, subque proprio pa-
grandi spese avea reso Vercelli una delle store crivisse in sanclimoniae palmìles.
piazze più forti e considerevoli del Pie- Il eh. ab.Cappelletti,£e Chiese d'Italia,

monte; ma nella guerra della successione t. 14, p- 353, Vercelli, dichiara, che
diSpagna, fu da'francesi strettamente as- senza entrare nella questione, circa il i.°

sediata, e dopo aver fatto valida resi- seminatore della fede evangelica in que-
stenza colla perdila di 5jOoo valorosi sol- sta città e nel suo territorio, mentre con-
w

VER VER 247


viene che risole alla più rimota antichi- popuhsae gentis Gallìarum /Ines expe-
tà, come delle circonvicine diocesi, esclu- tivere , qui per tantae inquietitudinis
de P opinione dell' immaginario aposto- viam q uos darti perfidiae viros sacri e
lato di s. Barnaba in queste parti, e in spide eloquii et divina eruditione pieni-
vece ne attribuisce la derivazione alle fa- ter educaverunt, et ab instrumento dia-
tiche evangeliche di s. Anatalone i.° ve- bolicae actionis commodius subtrahen-
scovo di Milano nell'anno 53, odi altro supposuerunt , Ver-
tes legibus vivifìcis
de'sagri pastori di que' primi tempi apo- cellis autemjìdei Christianae quosdam
stolici; per cui fino a' nostri giorni la s. viros cum paucis mulieribus in itineris
Chiesa di Vercelli formò parte della va- cursu baptizaverunt et documentis spi-
stissima provincia ecclesiastica di Mila - ritualibus pleniter instruxerunt. Enim
no. Dice inoltre, comunemente suol dirsi vero colle properato cum ìiis et aliis com-
i.° vescovo di Vercelli il martire s. Eu- pluribus comitibus beatus Savinianus no-
sebio, che visse nel IV secolo; benché non ster Pontifex prinius indefessus urbis
si prima di lui n'esistesse
dubiti, che anco Senonumfirma peragrat moenia ì
etsuis
la sede vescovile, ed abbia avuto suoi i spiritualibus machìnis aggreditur. Quan-
vescovi,de*quali si perderono colle memo- do neh 5j 5 fu introdotto in questa chie-
rie persino i nomi; se ciò fosse, conver- sa il rito romano, venne statuito che al-
rebbe dirsi s. Eusebio il i.° vescovo che cune cose del discorso rito Eusebiano si
si conosca, non già assolutamente il i.° ve- avessero a continuare , specialmente le

scovo che ne abbia posseduto la cattedra. feste d'alcuni santi, precipuamente dei
Quindi egli, sull' appoggio d'autorevoli santi suoi vescovi. Perciò la festa de' ss.

testimonianze e della critica, riconosce i Sabiniano e Marziale,che perconsuetudi-


seguenti 3 vescovi più antichi di s. Euse- ne antichissima vi si celebra va, fu ritenuta
bio. In onta a quanto di contrario ne nel caIendariodiVercelIi,invirtùdi attica-
scrisse il domenicano Triverio, contro il pitolari e per decreto del vescovoBonomo.
canonico teologo Fileppo, alle cui ragio- E sebbene tal cosa trovasse per lungo
ni di preferenza si attiene, circa P anti- tempo opposizione e contrasti, nondime-
chità della chiesa di Vercelli, ne reputa no nel 740 con efficacia si adoprò il ve-
1

fondatore e i." vescovo s. Sabiniano, il scovocardinalCarloVincenzo Maria Fer-


quale circa Panno 4o di nostra era y vi reri, presso la s. congregazione de' riti ,

predicò la fede cristiana. E infatti lo mo- quindi ottenuta l'approvazione, nel 74 * r

strano i.°vescovo di Vercelli e gli antichi intimò l'obbligo della messa e uffizio, in
riti della basilica Eusebiana, ove fu sem- tutta la diocesi, de'ss. Sabiniano e Mar-
pre onorato qual vescovo di questa chie- ziale vescovi di Vercelli. Laonde il Cap-
sa, e gli antichissimi calendari e messali pelletti dichiara incontrastabilmente di-
e breviari di essa, ne'quali è qualificato mostrato l'apostolato di s. Sabiniano nel-
espressamente come vescovo di Vercelli, la città e territorio vercellese, e la fonda-
e in un codice vetustissimo della cattedra- zione per lui avvenuta di questa catte-
le, scritto avanti PVIII secolo, è notato ai dra vescovile. Dopo di averla piantata ,

19 ottobre Sabuiiani martyris Epi-


s. proseguì s. Sabiniano il suo cammino
scopi Fercellensis. Di più da un vec- nella Francia, ove piantò la chiesa di Sens
chio lezi onia rio vercellese sono in breve (nel quale articolo lo chiamai Saviniano,
descritte le sue azioni. Conligit dispo- anche col Buller, ne celebrai le sante a-
silione Dei et affalibus summi Aposlo- zioni, qual i.° vescovo di Sens e apostolo
lorum Petri martyris Christi, Savinia- di quelle regioni: eziandio la Gallia Chri-
num 3 Pontianum et Albinum Italiani stiana, t.64» lo dice i.° vescovo di
1, p.
ve lociter percolare , sicque ad ultimimi Sens e promulgatola del Vangelo, col
a48 VER VER
nome di s. Savinianus) t
ei\ ivi sostenne in Vercelli, che l'esprimono in abito pon*
per la fede il martirio nell' anno 46 (io tilìcale , in qualità di protettore di essa.
dissi nell'anno 74 col Clienti, Archiepi- E nell'antica basilica Eusebiana se ne ve-
scoporum et Episcoporum Galliate pi deva dipinta I' effigie, insieme con altri
i85 ). Sull'autorità del ricordato codice vescovi vercellesi : finalmente gli antichi
dell' VI II secolo, dice l'encomiato ab. Cap- calendari e martirologi di questa chiesa,
pelletti, si ha che poscia divenne vescovo lo commemorano martire e vescovo di
di Vercelli il già nominato s. Marziale Vercelli. Fiorì probabilmente circa l'an-
(/'.), non solo apostolo di questa chiesa, no 290. Ora procederò alla serie de' suc-
ina fondatore altresì di quella di Limo- cessori coll'Ughelli e col Rima, tenendo
gcs ( tale lo dissi in quell' articolo , ma presente l'ab. Cappelletti e le Notizie di
col Boiler, e col Com man ville, Histoire Roma. Co' due primi scrittori, come di
de tous Archeveschez et Eveschez ,
les altri e del Butler, s. Eusebio lo dissi nella
scrissi fiorito circa la metà del HI secolo: biografìa i.° vescovo di Vercelli, che pel
però hGallia Christiana, t. 2, p. 36o, Io riferito diviene il 4-° Pel narrato di lui in
chiama, uno ex di scipulì s Chris ti opinio- quell'articolo, in altri e di sopra, sarò
ne vulgari credi tur ), di Annecy (il can. breve, l'Ughelli avendone pubblicato la

Bima, Serie cronologica degli Arcive- vita a p. 747» Passio vel vita s- Eusebii
scovi e Vescovi di tutti gli stati di Sar- Fercellensis episcopi, tratta da un an-
degna, non ne parla), e di altre sedi an- tico mss. della badia di Nonantola, e su
cora. Fu brevissimo il suo pastorale mi- di essa fece alcune importanti osservazio-
nistero in Vercelli, circa l'anno 6a; tut- ni il Coleti, che col tesoro della continua-
ta volta, come si è detto, la chiesa vercel- zione e correzione dell' Ughelli possiede
lese lo conosce e venera per suo pastore, in Venezia la Marciana, da dove il ve-
leggendosi nel summentovato codice : s. neto Cappelletti ricavò un interessante
Marlialis Apostoli episcopi fercellen- brano, per fissare approssimativamente il

sis.Se ne segna comunemente la beata tempo promozione


di sua all'episcopato
morte nell'anno 73. Dopo s. Marziale , vercellese, eh 'è l'anno 34o. In questo pure
segnò il Fileppo un vescovo Giustiniano, l'Ughelli l'avea detto consagrato, e regi-
e poscia Teonesto. Ma Giustiniano, dice il strato in tale anno altresì il can. Bima,
Cappelletti, va escluso qui perchè visse tutti in ciò essendo concordi. Molti scrisse-
più tardi (in fatti nelle serie dell' Ughelli ro la vita del celebratissimos. Eusebio, e
e del Bima, che non conobbero i 3 ve- vuoisi la più esatta quella del successore
scovi, di cui parla il Cappelletti, lo regi Gio. Francesco Bonomo, pubblicata più
strano 7." vescovo ); forse 4 secoli dopo; tardi dall' aldo vescovo Gio. Giuseppe
e Teonesto di cui è tradizione riposarne Orsini. Abbiamo pure del vescovo di
le sagre ossa nella cattedrale, fu confu- Vercelli Gio. Stefano Ferrari, Vitaeet
so da alcuni inesattamente col martire s. res gestae s. Eusebii Fercellensis Epi-
Teonisto, vescovo d' Aitino, martirizzato scopi et marlyris et ejus Successorum ,

dagli ariani in sul declinar del III secolo ad Clementem Vili, R omae 1602. San-
(anzi, come rilevai di sopra, altri lo prete- cùEusebii Fercellensis Episcopi et mar-
sero della legioneTebea),edi cui riposano tyris, Vita et res gestae, Vercellis apud
le sagre spoglie nella cattedrale di Tre- Hieronymum A) lamini 1609. Nacque s.
viso ( V.) Ma il vercellese s. Teonesto sof- Eusebio in Sardegna nella città di Ca-
frì il martirio sotto Diocleziano, e la chie- gliari, e portato in Roma dalla madre
sa di Vercelli ne' suoi antichi monumen- Restituta, fu istruito nella fede e battez-
ti lo attesta suo vescovo. Aggiunge 1' ab. zato da Papa s. Eusebio, che gl'ini pose il
1' aia-
Cappelletti, che esistono monete coniale proprio nome. Papa s. Melchiade
VER VER 34 9
mise nel dero, Papa s. Silvestro I l'ordi- Cristo; e Li sua condotta si giustificava
nò lettore, e prete il successore Marco. s. dall' esito felice. Parecchie chiese volle-
iVel seguente pontificato lan-
di S.Giulio ro essere governate da' suoi discepoli; e
dò a Vercelli, ove il popolo ad una voce si vide uscir dal suo clero un gran nu-
col clero lo elesse vescovo, e l'Ughelli lo mero di santi prelati, non meno com-
dice consagrato dall'ultimo di detti Pa- mendabili per virtù che per dottrina.
pi. Secondo s. Ambrogio è il che ab-
i.° Questa è una bella gloria della s. Chiesa
bia unito e congiunto in Occidente la di Vercelli. Egli nulla trascurava di tut-
vita monastica alla cbericale : rinchiuso tociò che poteva contribuire all' istru-
nella città col suo clero, praticava gli zione di sua gregge, e procurava d'ispi-
stessi esercizi de' monaci d' Oriente. Al- rare a tutti l'amore delle sante massime
tri dicono, s. Atanasio fu il i.°in Orien- del Vangelo. Molti mossi dalle sue esor-
teche con Monaci diede sacerdoti al suo tazioni, si consagrarono a Dio nello sta-
clero; il cui esempio pel i.° eseguì iu to del celibato, in breve tempo tutta la
Occidente s. Eusebio. Il Rodotà, Dell'o' città di Vercelli parve avvampare di
ridine del rito greco in Iialia t ì. i } p. 3o, quel sagro fuoco che Gesù Cristo è ve-
riferisce che s. Eusebio fu il i.° iu Occi- nuto ad accendere sopra la terra. I pec-
dente a formare de' suoi chierici e dei catori, convinti dalla forza della verità ,
ministri delta sua chiesa di Vercelli un che il s. vescovo annunziava, persuasi dal-
monastero; avendo introdotto 1' istitu- la dolcezza e dalla carità di cui tutta la
to monastico in Milano s. Martino di sua condotta portava l'impronta, e ani-
Tours,ed in Roma S.Atanasio, prima an- mali soprattutto da' suoi esempi, erano
cora che Rullino in Italia vi portasse la premurosi di lasciare loro disordini, e si i

regola di s. che avvenne nel


Basilio, il eccitavano 1' un l'altro a! fervore nel
4oi. I chierici abitavano la stessa casa servigio di Dio. Ma la sua santità sareb-
del loro pastore, si applicavano dì e not- be rimasta imperfetta, se non fosse stata
te a combattere nemici della salute,
i provata colle persecuzioni. Gli eretici
loro continua occupazione era il salmeg- ariani, sostenuti dall'imperatore Costan-
gio per lodare Dio, né aveano altro de- zo,usavano da per tutto le più grandi
siderio che di rendersi il cielo propizio violenze. Nel 354 s Eusebio di Vercelli
*

col fervore delle loro orazioni. Aggiunge- e Lucifero di Cagliari furono mandati
vano a questi esercizi la lettura o il la- da Papa s. Liberio in deputazione all'au-
voro delle mani. » Che di più mirabile gusto in Arles, per domandargli la con-
di questa vita? esclama s. Ambrogio. vocazione d'un concilio in cui si potesse
Nulla vi ha da temere; tutto vi è degno trattare liberamente. Costanzo sembrò
d' imitazione; I* austerità de' digiuni vi acconsentire, e la celebrazione del conci-
è ricompensata colla pace e tranquillità lio di Milano fu indicata nel 355, dove
dell'anima: l'esempio vi serve di sosten- eia allora l' imperatore. Eusebio, cono-
tamento; ciò che costa più alla natura scendo che tutto sarebbe fatto con vio-
diviene facile per l'abitudine; vi si gu- lenza, e che gli ariani sarebbero stati i

stano delle ineffabili dolcezze nella pra- preponderanti, quantunque i vescovi cat-
tica delle virtù; non vi si prova turba- tolici fossero più numerosi, ricusò d' in-
mento per l'imbarazzo degli affari, né tervenirvi: ma Papa s. Liberio, come i

distrazioni pel tumulto del mondo , ne suoi legati Lucifero di Cagliari, Pancra-
importunità per visite inutili, ne divaga- zio ed Ilario, l'eccitarono a recarvisi ap-
mento pel commercio del mondo ". Lo punto per resistere agli ariani , come s.

$eopo che si proponeva il s. vescovo, era Pietro erasi opposto a Simon Mago.
di formare de' degni ministri di Gesù Giunto a Milano, gli ariani che lo teme-
*5o VER VER
\ano,gl'impedirono per io giorni di com- rere dell' imperatore ". Egli però «og-
parire a) concilio. Ammessovi, presentò giunse: »» La mia volontà deve passare
il Simbolo di Nice.a , e domandò che per regola, ed essa piace a vescovi di Si-
filili i vescovi Io sottoscrivessero qnal ria ubbidite, o sarete esiliati ". Nel dir-
:

norma prima d'incominciar l'af-


di fede, glii vescovi, che un giorno avrebbe do-
fare di s. Atanasio d'Alessandria, illu- vuto render conto dell'uso che faceva del
stre difensore della fede. Ma avendo gli suo potere, Costanzo montò in furia e
eretici aprincipal fiuedi condannarequel voleva condannarli a morte. Contentan-
propugnatore delle verità cattoliche,men- dosi d'esiliarli , comandò ad alcuni uflì-

tres. Dionisio di Milano si credette in do- ziali d'entrare nel santuario, e di strap-
vere di sottoscriverlo, Valente vescovo parli dall'altare, per condurli ne'diversi
di Min da, il più furioso degli ariani, gli luoghi da lui stabiliti per esilio. S. Dio-
strappò penna dalle mani e lacerò la
la nisio fumandato nella Cappadocia, dove
carta. Quindi gli eretici per impedire ,
morì, ed è nominato a' i5 maggio nel
che la proposizione di s. Eusebio fosse Martirologio romano. Lucifero diCagliari
approvata , trasferirono il concilio nel fu condotto a Germanicia nella Siria, che
palazzo dell' imperatore. Ivi non si par- avea per vescovoEudossiofimoso ariano.
lò più della sottoscrizione delSimbolo Ni- S.Eusebio fu esilialo a Scitopoli nella Pa-
ceno, sì temuta dagli ariani, e si attese u- dove l'ariano vescovo Patrofilo
lestina,
nicamenle all' alFare di s. Atanasio. Pa- ebbe autorità di trattarlo come lo avesse
recchi cattolici deboli, guadagnati dagli giudicato conveniente. Le catene ed i pa-
ariani, o intimoriti dalle minacce di Co- timenti non chiusero bocca a'confesso- la

stanzo, sottoscrissero la sentenza pronun- ri,i quali servirono laChiesa confonden do


ciata contro questo santo vescovo ; s. Dio- gli eretici. Papa s. Liberio scrisse loro
nisio di Milano firmò la condanna di s. per congratularsi con essi dell'onore che
Atanasio, a condizione che gli ariani do- aveano di patire per Gesù Cristo, e con-
vessero approvare la fet\e di Nicea. S. fortarli a tenere costantemente la fede.

Eusebio scuoprì I' insidia con mirabile Eusebio alloggiò prima in casa del con-
accortezza. Quando gli venne proposto te Giuseppe,che lo trattò con ogni carità,

di sottoscriversi, egli fece un'obbiezione, e dove fu visitato das. Epifanio e da al-


dicendo che non poteva farlo dopo s. tri pii cattolici. Quivi ricevette depu- i

Dionisio, il quale era più giovane di se tati di Vercelli , i quali affettuosamente


e quasi suo figlio, per averlo consagrato. gli portarono de'soccorsi per vivere. Non
Gli ariani acconsentirono che si cancel- potè ritenere le sue lagrime udendo che
lasse il nome di s. Dionisio, per togliere la sua gregge detestava l'eresia, e che era
la difficoltà ma rimasero attoniti, quan-
; docile alle istruzioni de' sacerdoti ch'egli
do videro e s. Eusebio e s. Dionisio ri- avea nominato per governare la sua dio-
cusare costantemente la loro firma. L'im- cesi nella sua assenza. Donò parte di ciò
peratore li fece venire ambedue avanti di che gli era stato portato a'poveri ed a
se, con Lucifero di Cagliari, e gli eccitò quelli che soffrivano con lui per la difesa
a condannare Atanasio. Essigli mostra- della fede. Ma egli era riserbato a più
rono questo vescovo essere innocente, e grandi prove. Morto il conte Giuseppe,
non potersi condannare senza ascoltarlo. gli ariani e gli uffiziali dell' imperatore,
» Io sono il suo accusatore, disse il pre- ricolmarono di oltraggi il santo , e Io
potente e fanatico Costanzo, e voi dove- strascinarono per terra; indi rinchiusolo
te credere alla mia parola ". Gli rispose- in una piccola cameretta gli fecero sof-
ro. » Qui non si tratta d'un affare civile, frire perpiù crudeli trattamenti,
4 dì i

alla cui decisione deve concorrere il pa- con intenzione di stancare la sua pazien-
VER VER 2?r
za. Eglino proibirono a'suoi diaconi e nel resino
o di Dio. In tal modo Eusebio
ad ogni allra persona di visitarlo. Ma il accoppiava lo zelo d'un santo pastore ,

s. vescovo non fece il più minimo lamen- alla fermezza d' un martire. Morto Co-
to, e quando videsi abbandonato e privo stanzo in sullo scorcio del 36 i, Giuliano
di ogni consolazione, scrisse a Petrofita l'Apostata, che il successe, permise a've-
una lettera colla soprascritta. « Eugenio, scovi esiliati di tornare alle proprie dio-
servo di Dio, e gli altri servi di Dio che cesi, non avendo ancora manifestato la
soffrono con me per la fede, a Pa trafilo, sua empietà. Eusebio quindi lasciatala
carceriere, e a' suoi uffìziali". Dopo ave- Tebaide si recò in Alessandria, per con-
re riferito,in poche parole, ciò che avea certare con s. Atanasio mezzi di rime- i

sofferto, domandava che si permettesse diare a' mali che affliggevano la Chiesa.
almeno a' suoi diaconi e chierici di ve- Egli sottoscrisse, dopo s. Atanasio, al con-
nirlo a visitare, e da essi o da altri cat- cilio tenuto in quella città nel 362, e

tolici potersi alimentare. Gli ariani gli nel quale fu deciso che i vescovi ch'erano
accordarono finalmente la libertà di ri- stati ingannati nel concilio di Rimini ,

tornare nella sua abitazione. Egli non nel 2.° periodo divenuto conciliabolo, e
avea mangiato da 4 giorni, ricusando i che erano pentiti del loro fallo, conserve-
bevande offerte a lui dagli a-
cibi e le rebbero la loro dignità. Da Alessandria,
rianijOtide non si vantassero aver con tal quale legato di Oriente di Papa s. Libe-
mezzo comunicato con esso. Circa un rio, passò in Antiochia per estinguere lo
mese dopo, gli ariani ritornarono armati scisma, che turbava la chiesa di questa
di bastoni, ruppero una muraglia della città, e che Lucifero di Cagliari avea di
sua casa, e lo condussero in un'oscura recente accresciuto, ordinando vescovo
prigione, col prete Tegrino. Non conlenti Paolino, quale legato apostolico. Egli ri-

di essersi impadroniti di luttociò ch'egli cusò di comunicare con quest'ultimo, e


aveva, fecero ancora rinchiudere nelle si affrettò ad uscire d' Antiochia. Luci-
pubbliche carceri preti, monaci e le
i i fero suo collega, credendosi offeso dalla
religiose che pensavano come il s. confes- condotta comunicare con
di lui, ricusò di

sore. Egli scrisse dalla prigione a' vercel- Eusebio e con che nell'ulti-
tutti quelli

lesi, narrando loro i suoi patimenti e il mo concilio d'Alessandria aveano ricevu-


libello inviato al crudele Patrofilo. Ven- to vescovi precedentemente ingannati
i

ne quindi strascinato più volte per una dagli ariani, e come pentiti gli aveano la-
scala dagli ariani, per costringerlo a co- sciati nelle loro sedi. Tale fu l'origine del-

municar con loro; il che egli sempre in- la caduta e dello scisma di Lucifero , il

trepidamente ricusò di fare. Allora gli quale perdette col suo orgoglio il frutto
eretici per farlo più soffrire, daScitopoli di tutto ciò che avea fatto e sofferto per
lo confinarono nella Cappadocia; e poco la causa di Gesù Cristo: mori ostinato

dopo fu condotto nell'alta Tebaide in E- nello scisma, e quelli che vi aderirono si


gitto. Di là scrisse una lettera a Grego- dissero Lucifirianì (F".). S. Eusebio, do-
rio vescovo d'Elvira, in cui l'esorta ad po avere ridotte moltissime chiese orien-
opporsi coraggiosamente ad Osio vescovo tali al caltolicismo, ritornando d'Orien-
di Cordova, il quale era disgraziatamen- te, passò per l'Illiria, ove confermò nella
te caduto nell'errore, come pure a tutti fede i vacillanti, e gli sviati ricondusse
quelli che aveano abbandonato la fede nella sana dottrina. Al suo ritorno, I' [-

della Chiesa, e a non temere la possanza talia lasciò i suoi abiti di lutto, secondo
de* principi ; dicendogli inoltra, avere l'espressione di s. Girolamo ,
poiché vi
gran desiderio di finire la sua vita ne'pa- fu ricevuto con gran gioia, e per lui i ve-
timenti, per meritare d'essere glorificato scovi ingannati dagli ariani, furono solle-
,

ili VER VER


vali e raccolti nella Chiesa cattolica. Scri- infestava la Chiesa, e gran difensore di «.

ve l'Ughelli Cum in Italiani rcdiisset,


: A tanasio, è celebrato confessore di Cristo,
sa lutato Liberio Pontifice, Vercellapro- dalmedesimo s. Gregorio di Tours e da s.
fectusest, exceplusque tanta populorum Adone di Vienna. E poi giustamente an-
gratulatone, ut sui humeris ad sedem che detto martire ne'due panegirici com-
illuni deportare velie viderentur. Egli posti in suo onore da s. Ambrogio, e nel
si uni in islretta amicizia con s. Ilario di Martirologio romano, per I' accennate
IViliers, e ambedue combatterono l'a- gravissime tribolazioni patite per la pu-
rianesimo , dirigendo principalmente gli rezza della fede cattolica, onde ne avea a-
sforzi del loro zelo contro Aussenzio di vuto merito. Egli era dotto, ed eccel-
il

Milano; il quale eretico ariano, e suo lentissimo nelle lettere greche e latine, di
persecutore, trovò modo di accattarsi la nobilissimo ingegno, massimo nell'elo-
grazia di Valentiniano I, e sostenersi col- quenza; e non si dubita che abbia com-
In sua protezione. Il santo sino dal 358, posto molte opere, come avea tradotto in
con s. Emiliano vescovo di Valenza, avea latino i commentari
Eusebio di Cesa-
d'

consagrato i.°vescovo d'Ambrun S.Mar- rea bui salmi, ed espurgato dagli errori
cellino; e in diversi tempi ne consagrò i commentari d' Origene ; ma non ci ri-

pure altri delle vicine città , come si mane di lui, che le lettere scritte al clero
h'gge nella riprodotta vita nelP Ughelli. e popolo di Vercelli e delle circostanti
Eusebio morì il i.° agosto del 370 circa città, ed al vescovo d'Elvira, oltre un bi-
o nel 37 id'88 anni. Fu deposto nel tem- glietto all'imperatore Costanzo. La pri-
pio ch'egli avea eretto o intitolato al ma di dette lettere è indirizzata: Dile-
predecessore s. Teonesto, che probabil- clìssimis fratribus, et satis desìderatis-
mente gli servì di cattedrale, e poi prese simis presbyteris, diaconibus , et omni
il suo nome nel restaurarlo s. Albino. Nel clero, sed et sanctis in fide consistenti'
rifabbricarsi, fu trovato il venerando suo bus, plebibus Vercellensi, Novariensi 3
corpo in urna di marmo, con lungo epi- Hypporegyensì, Augustan is, Tndustrien -
taffio in versi acrostici riferito dall' U- gibus etAgaminis ad Palatium, nec non
ghelli, con sommo gaudio de' vercellesi, i Testonensibus. L' ab. Semeria che ciò
quali tuttora affettuosamente si vantano riporta nella Storia della Chiesa di To-
chiamarsi divotissimi e fervorosi figli di rino* p. 1 5, osserva che avendo il san-
s. Eusebio, come con edificazione appresi to scritta la lettera a' principali suoi dio-
da un illustre di essi, il piissimo marche- cesani, e per Testonensibus dovendosi
se Giuseppe Berzetli di Mura zza no. Egli riconoscere la pievania Testona fra
di
è veneralo a'i5 dicembre nel Breviario quelle del clero di sua diocesi « ne viene
romano, forsea cagione della traslazione in conseguenza che popoli adiacenti a
i

di sue reliquie fatta in questo giorno Torino (V.) appartenevano alla sua se-
mentre negli antichi calendari è regi- de, né avevano fino allora altro vescovo.
strato nel i.° agosto, per la festa che in Né deve perciò temersi che la chiesa di
tal giorno ne celebrò la gloriosa rimem- Torino perda del suo lustro, quando di-
branza la Chiesa occidentale e orientale. cesi che ne' più rimoti tempi apparten-
Quanto poi fosse dopo morto illustrato ne alla sede di Vercelli. Non sarà dunque
da Dio con miracoli, cacciando demo- i abbastanza antica e luminosa , quando
mi da'corpi umani, ancora coll'olio delle tengasi che dal principio del secolo V
lampade che ardevano nella sua chiesa , cominciò ad aver la sede episcopale, e
ne fa certa fedes. Gregorio di Tours, De dal grande s. Massimo I si cominci a ri-
glor. Confess. e. 3. Impugnatole acer- petere la serie de'suoi pastori? . . Infatti

rimo dell' arianesimo, che miseramente s. Massimo I ragionando delle lodi di


VER VER 253
s. Eusebio di Vercelli, lo chiama padre e stico ordinario odierno, mentre allora iti

pastore che rigenerò a Cristo i torinesi... Italia non era stata per anco stabilita
Come avrebbe potuto qualificare suoi i quella dignità. La preminenza goduta
s. Eusebio, se
uditori pev figliuoli di da s. Eusebio tra gli altri vescovi dell».

questo santo martire non fosse giammai provincia derivò specialmente dalla sua
stato proprio loro pastore? Si dirà forse anzianità. Egli avea consagrato quasi tutti
che si espresse così s. Massimo I in un gli altri vescovi e persino lo stesso s. Dio-
lato significato, per essere stato s. Euse- nisio vescovo di Milano; egli avea eret-
bio la colonna della feóe cattolica nel- to parecchie chiese ed avea portato la
,

l'Occidente, siccome s. Atanasio lo era fede a parecchie città. E perciò soltanto


stato in tutto 1' Oriente? Benissimo un scrisse l'autore della sua vita
, che la s.
tale confronto; ma qual soda ragione di Chiesa Vercellese godeva a buon diritto
interpretare le espressioni di s. Massimo sopra le altre una dignità di premi nen-
I in senso esagerato, quando meglio si ia. Tunc enim rite sub tanto Pastore
possono intendere in giusta significazio- sua civitas primatum tenebat } quae se
ne di termini? Qual ripugnanza a crede- et alias circunicirca vicìnas urbes verbo
re che l'Episcopato Vercellese si esten- salutis etunilis fide pascebat.N elle quali
desse anche a Torino, mentre, giusta il parole, l'espressione sub tanto Pastore
Tillemont (Notes surs. Eusebe de Ver- determina e stringe in S.Eusebio la qua-
ce/7, nota 1 1, t.
7, p. 7 7 2), estende vasi a lità del primato, che distinguevala fra le

Novara, ad Ivrea, e forse anco sino a altre. E per ciò appunto nel suindicato
Tortona ? " Anche in altri scrittori delle sinodo di Milano, s. Eusebio, i.°di tutti
cose piemontesi ho letto, che Vercelli è i vescovi radunati, per tutti rispose, di-
una delle sedi vescovili più antiche del resse il concilio, ne prescrisse l'ordine da
Piemonte, ed al tempo di s. Eusebio, che osservarsi, e 1.* di tutti si sottoscrisse
tanto la illustrò colla sua dottrina e col* (cioè non sottoscrisse, e si rifiutò, come
le sue virtù, la diocesi comprendeva qua- dissi e trovo nel p.Labbé, Sacrosancla
si tutto il Piemonte settentrionale. Non Concilia ad Regia ni
editionem exacta,
debbo tacere quanto nota il eh. ab. Cap- t. 2, p. Concilium Mediolanense
771 :

pelletti a p. 349* E' antichissima chiesa universale, ac reprobatimi. Dovrà in-


di Vercelli, sino da'più limoli secoli go- tendersi, l'esercizio di preminenza eserci-
deva per la sua vetusta origine e cospi- tata nel far cassai e la firma di s. Dionisio,
cuità , una preminenza d'onore sopra per apporvi la propria, ma in vece, sub-
tutte le altre chiese vescovili della prò* scribere recusanles). Ed in questo me-
vincia; non però una preminenza me- desimo senso vanno intese anche le altre
tropolitica, come vorrebbero taluni sfor- parole, con cui lo scrittore egualmente
zarsi di dimostrare. E vero,che s. Euse- della sua vita determina in seguito la
bio, nel IV secolo, esercitava parecchi qualità della preminenza, che in s. Eu-
uffìzi, che appartengono ora alla giuris- sebio suo vescovo godeva la chiesa di
dizione metropolitica ; è vero, che negli Vercelli, dicendo , che Vercellis civitas
atti del concilio di Milano del 355 egli Liguriarum Primatum inler caeteras
è qualificato col titolo di Metropolita di urbes obiinebatt cjuam postea Primatum
Italiaj è vero, che il clero e il popolo Mediolanum obtinuit: cioè, non più per
di Milano mandarono solenne legazione, ragione d'anzianità del vescovo, ma per
e ch'egli consagrò vescovi delle vicine la nuova dignità, che l'imperatore Teo-
città; ma non per questo si può dire, dosio I conferì al vescovo s. Ambrogio,
eh' egli o la sua chiesa godesse una pre- Milano ottennequella prerogativa di pre-
rogativa metropolitica, nel senso ecclesia- minenza. E questa nuova dignità fu eoa-
,

a54 V ER VE li

ferita alla s. Chiesa Milanese, non perchè tione Regis, Brixicnsis in coronatione
foss' ella ili una maggiore antichità e di- Reginae. Erant etiam Vercellenses E-
gnità della Vercellese; ma perchè la san- piscopi Regni Italiae Archìcancellarii,
tità, la dottrina e l'autorità di s. Ambro- antequam a Gregorio V Pontifece in Ro-
gio avevano trasferito iu essa quella pre- mani Imperli ordinatione Coloniensibus
minenza, che poc'anzi per le virtù e per Archiepiscopìs id niunus demandarelur.
la sapieuza di s.Eusebio aveva goduto la Primus omnium Luiduardus Vercellen-
chiesa di Vercelli, e gliela trasferì in uu Episcopus a Carolo II (o Carlo III
sis

tempo, in cui cominciavasi nelle Chiese il Grosso) Imperatore Archicancella-


dell'Italia a stabilirvela permanente. Così riusfactus est anno Domini 890 (circa,
lo storico di esse, benemerito Cappellet- e lo fu pure il vescovo Gregorio del 1 o44)>
ti. Già avea scritto l'Ughelli, padre della eoque timi munere reliqui deinceps Ver-
medesima storia: Ecclesìa Vercellensis cellenses Episcopi diu perfunctij po-
dignità te, ac privilegiis Regimi , et Im- stremo, principis Imperli ùlulo conde-
peratorum , aiitiquitale praeterea , et corati sunt ab He urico VI Imperatore,
Praesulum sanctilate,ac praestanlia in qui suo diplomate, anno 1 1 9 1 Medio-
Gallio. Cisalpina, si qua alia, clarissi- lani dalo,Alberlum dilectum, etfidelem
ma Etenim, quemadnioduni ex Ec-
est. Principali suum vocavit, quo deinde ti-
clesiae hujus tabularlo constai, anno tillo, ac dignilate reliqui ad eo Vercel-
Domini 1 3 1 1 occasione coronalionis lenses Episcopi usi sunt. Episcopus
He urici VII Rornanorum Regis in ci- Ver cellensis jani inde ab incunabulis
vitate Mediolanensi contentione oborta Archiepiscopo Mediolanensi subjectus
inter Episcopo s Brixiensem, et Vercel- fidi. Ritenuto il vescovo di Vercelli per
lensem, cimi compertum esset ipsum i.° vescovo d'Italia, dopo quello di Mi-

V crccllensem inConciliis, parlamentis lano, è tradizione patria, che anticamen-


ac Convenùbus solemnibus tamquam te godesse l'ornamento del s. pallio, per
praecellentem, et honorabiliorem suf- averlo concesso Papa Anastasio HI nel
fraganeorum Longobardiae sedere so- 9 1 2 al vescovo Rengeberto, e Papa Gio -

litimi post Me tropo litanian, juxta Re- vanni XIX detto XX al vescovo Pietio
geni Rornanorum, Imperaloremq uè con- circa 1024, il che spiacendo al cardi-
il

sliluendum, propinquiorem sedem coro- nal Carlo Borromeo arcivescovo di


s.

ìialioni illius, et in solemnitate diadema- Milano, si dice che ottenne a'vescovi prò
tis, ac coronae regalis capiti propinquius tempore di Vercelli, invece del pallio, l'u-
ministrare ad latus dextrum serenità' so delle vesti purpuree, cioè la cappa e
tis regalis ,decrevil Rex idemetiam lune gli abiti cardinalizi di colore rosso, tran-
et inposterum fieri, atque ita ipse Ver- ne il cappello, la berretta e il berrettino
cellensis Episcopus a dextris Mediola- rossi, che propriamente sono iusegne del-
nensis Archiepiscopi stetit, sedit, legit- la dignità cardinalizia. Tali vesti rosse i

que primam orationem ante omnes Epi- pastori di Vercelli tuttora l'usano in tut-
a
scopos, item recepit de manu cjusdem te le feste di i. classe, sebbene sieno
ensem, quo Imperatorem accinxit et , divenuti arcivescovi e fregiati del pallio,
sceptrum regale, et virgam pomumque ,
come narrerò a suo luogo. Non debbo
aureum Regi porrexit,insuper coronata tacere , che prima 1' eruditissimo Dima ,

ferream ab ipso Archiepiscopo benedi- Serie cronologica, p. 1 52, e poi il dotto


etani una cimi ipso capiti ipsius Regis Cappelletti, Le Chiese d'Italia, t.i4> P-
imposuit 3 et ad latus Regis dexterum 394, scrissero. Il vescovo di Vercelli bea-
sedil, atque ila decretum est, ut Vercel- to Alberto Avogadro del 1 184 o 1 185 :

Icnsis Episcopus minisCrarel incorona- » Ottenne per se e per li suoi successori


.

VER VER 255


l'uso della porpora in alcune solennità ed a tale epoca escluso dui Cappelletti,
dell'anno '\ Ma lo stabilimento dellaPor- per non esisterne memoria uè' monu-
pora (V.) che concessa daTapi
t a' Car- menti diVercelli. Giustamente il Cappel-
dinali , e poi da'medesimi per privilegio 594, poiché allora fiori
letti lo registra nel

siaccordò ad alcuui Vescovi e Canonici, Teodelinda figlia di Garibaldo duca di


mediante le Vesti Cardinalizie (V.) y Baviera, vedova d'Autari re de'longobar-
sembra piti tardi avvenuto. di, e moglie in seconde nozze d'Agilulfo
Successe a Eusebio nel 371 o 372
s. duca di Torino, che perciò divenne re dei
il di lui discepolo s. Limenio greco , il longobardi. Questa celebre, pia e saggia
quale fu amicissimo di s, Ambrogio e fu regina contribuì con s. Colombano alla
con esso al concilio d'Aquileia nel 38 1 fondazione del monastero insigne di Bob-
Morto verso il 3go, restò vacante la se- bio, che poi divenne ed è città vescovile.
de per le civili discordie de' vercellesi, Circa il 435 s. Albino spagnuolo mona-
indi per le saggie esortazioni di san- co, che restaurata la cattedrale, intitola-
t'Ambrogio, avendoli con affettuosa let- ta a s. Teonesto, e volendola consagrare
tera esortati ad eleggere in pastore il col titolo di s. Eusebio, narrai superior-
più degno, nel 397 scelsero il patrizio mente che pregò di fu ine la cerimonia
concittadino s. Onorato, discepolo di s. s. Germano vescovo d'Auxerre, ch'erasi
Eusebio e degno imitatore di sue vir- portato a Vercelli: il santo gli promise
tù; laonde, principalmente, maulenne effettuarla nel ritorno da Ravenna, ove
illibata la sua chiesa dall'eresia, non ve- però morì verso il 44^ ° 4^°J per cui
rilus tormenta, non carceres, quae curii 9. Albino egli stesso ne eseguì la consa-

magislro Paulo ante voraverat alacri- grazione, presente il cadavere di s. Ger-


tate mirabili. Avvisato per divina rive- mano, perchè portandosi da Ravenna in
lazione dell'imminente morte di s. Am- Francia, Albino volle recarsi incontro
s.

brogio, di cui eia intimo, nel 397 stesso alla sagra spoglia nelle vicinanze di Ver-
si recò a Milano,gli amministrò il s. Via- celli, e col clero con di vota pompa la con-

tico e gli altri aiuti spirituali. Morì s. O- dusse alla cattedrale.Ciòavvenne non sen-
norato a'28 ottobre 4* 5, e se ne celebra za duplice prodigio, imperocché s. Albi-
la festa nel dì seguente. Fu sepolto nella no procedendo alla consagrazione, jani-
chiesa di s. Eusebio, ove presso la porta gue candelabra imperabat ardere j sed
del tempio fu posta una pietra con elo- illa pertinaciler contempserunt conci-
gio scolpito iu versi, il quale pubblicato pere Jlammam, quamobrem miraculo
dall' Ughelli, riprodusse corretto il Cap- terrìtus Albinus^cam dedicationem di-
pelletti. Siccome dal suo tenore egli è stulit in alium diem. Ma appena porta-
detto 3.° vescovo di Vercelli, ed in con- tovi il corpo di s. Germano, cum sponte
seguenza non dovrebbonsi contare 3 i candelabra lumine conceptofulsere. Me-
premessi dallo stesso Cappelletti, questo mini t ergoAlbinus promissionis sibifa-
si conferma nell'ammetlerli sì perchè vi ctae a SanctOj intellexitque consecra-
esercitarono almeno per qualche tempo tioni illivelmorluum interesse voltasse,
l'episcopale ministero, e sì perchè la chie- qui quod pollicitus fuerat vivus non po-
sa di Vercelli venerò sempre per suoi.
li tuisset praestare. Morto s. Albino il i.°
Nel 4*5 divenne vescovo s. Celio o Du- marzo del45o circa, fu sepolto nella ba-
scelio, il cui nome è inserito collo stesso silica Eusebiaua, e dipoi ne rinvenne le
ordine nelle litanie di questa chiesa: mo- s. ossa il vescovo cardinal Guido Ferre-

rì nel 43o. In questo s. Diego, a tempo ri. 11 vescovo s. Giustiniano nel 4^2 aS *
della regina Teodelinda, riferito dal Cor- sislè al concilio di Milano adunato con-
bellini, riportato daH'Ughelli e dal Lima, tro l'eresiarca Eutiche. Nel 470 s. Sina-
*56 VER V ER
plicio morto
475. Nei seguente s. Mas-
irei 10, nel 633 Damiano, nel 653 Emiliano
simiano, che terminò di vivere nel 4 So. 11, per le cui egregie doti ottenne prote-

In questo s. Lanfranco di Vercelli, gover- zione e privile»! da Ariperto 1 re de'lon-


nò 9 anni. Nel .}S\) s. Emiliano nato in gobardi. Nel 65S o nel 663 Celso, sepol-
Castro Cesai iano, ossia in Celione borgo to nella cattedrale con lapide di versi
della diocesi, dalla famiglia Avogadro: acrostici prodotta da Ughelli. Nel 665 o
assistè a'concilii romani del /j<)6, 5oi e nel 678 Teodoro di Milano assistè al ,

504IC mori l'i 1 settembre 520 di 100 patrio concilio del 679, contro djoiio- i

auui. L' uflìzio e festa a suo onore , nel telili adunalo dall'arcivescovo Mansue-

1 192 fu ordinato dal vescovo §. Alberto to. Nel 687 o 690 Magnesio o Magne-
Avogadro. Nello stesso J20 s. Eusebio II sio, sotto il cui vescovato fu fondata l'ab-
\ ia lardi, morto a'i5 marzo 53o. In tuie bazia di s. Michele di Lucedio nel 712,
anno s. Costanzo dell'antica famigliu ver- al dire dell' Ughelli, ma già lo era, come
cellese Costanzi, consagrò a Dio due so- dirò. Nel 697 Attone. Nel 704 Emilia*
relle, governò 9 anni, predisse l'elezione no III, a cui Ariperto II rede'longobardi
del successore e morì nel 539. L* anno con diploma de'9 ottobre 707, che si leg-
seguente l'altro vercellese s. Flaviano, ge nel Vllistoriae Patriae, t. 1, p. i3,
convertì le rendite di sua mensa nella confermò quanto egli già possedeva e ,

restaurazione de'sagri templi , saccheg- pose sotto la sua podestà la badia di Lu-
giati da Alarico re de'goli ; rifabbricò il cedio testé fondala daGautari ex soldato
coro della cattedrale, e ricevette in sua longobardo, che ne divenne 1. "abbate. Nel

casa s. Mauro abbate, inviato da s. Bene- 760 Rodolfo, intervenne al concilio ros-
detto in Francia a propagare l'ordine olano del 761, il che nega l'ab. Cappel-
monastico, da cui ebbe dono un pezzo
in avvertendo alterata la serie de've-
letti,

della ss. Croce, e mori a'5 uovembre 54^: scovi (pianto a'tempi. Nel 765 Sinfredo
fu sepolto in cattedrale con epitaffio in patrizio vercellese, dal Papa s. Paolo I
versi,che offre Ughelli. Circa il 553 s. consagralo. Nel 770 Anselberto, poi tu-
Vedasto, sotto il cui governo Vercelli fu mulato nella chiesa di s. Eusebio. Nel
saccheggiato d'ordine di Cacamo re dei 776 Crisanto o Grisanzio francese. Nel
bavari: moiì a'7 febbraio 577, nel quale 780 o 783 Baringo monaco benedettino,
giorno se ne celebra la festa. In quest'an- tumulato in cattedrale. Nel 788 o 790
no Tiberio, che Bima anticipa, ed Ughelli Giso o Gisone francese, al quale il prete
ritarda dopoil 61 J.Berardo oBeraldo nel Bebo trascrisse l'istoria d'Eusebio di Ce-
583. Nel 594 sarà bene riportare il sud- sarea. Nel 795 Cuniberto, non morto
detto s. Diego. Nel 599 s. Filosofo, visse in nell' 8 8
1 a* 1 9 aprile. Imperochè il Cap-
tempi difficilissimi, e fu costretto ritirarsi pelletti registra uell'800 s. Albino II, alle

nel monte Catinariojcioènel castello dis. cui istanze Carlo Magno , libéralissimo
Lorenzo presso Gattinara, da dove prov- verso la sede di Vercelli, fabbricò in Sei-
vedeva a'bisogni di sua chiesa, costretto- vabella, oggi Mortara , due chiese, una
vi dalla persecuzione degli ariani longo- intitolata all'apostolo s. Pietro., l'altra a
bardi e da Riperto ariano da loro intru- s. Eusebio; ed in esse Albino li introdusse
so nella sua sede, a cui nel 610 diedero ad uffiziare canonici regolari , i quali
i

successore l'altro ariano intruso Borioso. conservarono il rito Eusebiano sino al


Morì s. Filosofo celebre per miracoli ai 1575. Inoltre il s. vescovo ottenne dal
j 9 novembre 618 in detto luogo, e nel medesimo imperatore ampio diploma
ii45 dal vescovo Ghisolfo Avogadro fu confermativo de' possedimenti e privile-
fatta la solenne traslazione del suo sagro gi di sua chiesa. Ammalatosi in Mortara >
corpo e ordinato l' uflìzio. Nel 621 Cinl- ivi finì di vivere circa 1*826 e fu seno!-
VER VER 25 7
lo in quella chiesa di s. Eusebio, alla re, ed popolo di Vercelli. Nel-
al clero e

quale perciò in seguito fu cambialo il no- l'88o Liutardo o Luiduardo o Lottar-


me con quello di questo s. Albino. Adun- ci o , a cui scrisse in tale anno Giovanni
que Antero o Àutcrio o Aulerico, die VIII. L'Ughelli riferisce il diploma di
Ughelli e Dima dicono intervenuto 1*8.24 Carlo III il Grosso, d'i cui era arcican-
al concilio diMantova ,coH'ab. Cappelletti celliere, col quale nell'882 donò e confer-
lo registrerò all'826, e bensì fu a quel si- mò alla chiesa di Vercelli varie corti ,

nodo che però celebrato l'826o 1*827,


fu specialmente Biella, Foglisso, Romagna-
per la controversia tra' patriarchi d' A- no, la Roasenda e al-
valle di Cly, la selva
quileia e di Grado. Nell'83o Nottingo di tri beni, diploma più esatto si legge
11

Germania figlio del conte ErIafrido,già ve\\' Historiae Patriae, t. 1, p. 64. Egli
famigliare di Carlo Magno, egregio per fu al sinodo romano dell'885, ed a quel-
l'erudizione e la dottrina, fondatore in lo di Magonza dell'888. Gli fu tolto l'ar-
Germania rinomato monastero d'IIi-
del cicancellieralo, ed espulso dalla corte, per
saugia. L'imperatore Carlo il Calvo gli sospetto d'amorosa tresca coll'imperalri-
donò un ponte in premio di sua agilità ce Ricarda, e per avere rapilo dal mo-
nel cavalcare, che poi prese il suo nome, nastero di s. Giulia di Brescia una ver-
col quale ponlem No tìngimi è ricordato gine figlia del conte Wnoco parente del-
in più diplomi imperiali. In seguito il l'imperatore, coli' intenzione di volerla
ponte si disse Cerviolo dal nome della sposare ad un suo nipote. Il vescovo Se-
vicina terra. Nell'84i Luviduardo, alle bastiano è nominato Pa-
in un piacilo di
cui preghiere l'imperatore Lotario I do- via, riprodotto óaN'Historiae Patriae,
nò monastero di s. Michele di Luce-
al t. r, p. 97, nel quale lodasi la donazio-

dio corpo di s. Gennaro martire. Nel-


il ne fatta nel 90 idei monastero di Luce-
l'844 Nortardo o Norguado francese, che dio, dal re Berengario I alla chiesa di
intervenne in Roma alla coronazione di Vercelli. Qui il Cappelletti esclude Die-
Lodovico II figlio di Lotario I e pare , go li e Norgando, attribuiti a questa chie-
che fu regolatore del capitolo canonica- sa, dall'Ughelli nel 923
e nel 925, dal
le^ fors'anco delle dignità capitolari da Bima nel 910 e nel920. Dappoiché nel
lui istituite. Giuseppe dell'870, traslalo 904 n'era al governo il vescovo Renge-
ad Asti nell'88 1 ; ma il Cappelletti lo di- btrto (conosciuto dal Coleti nell' Adden-
ce intruso nell'879, e perciò scomunica- da el Corrigenda all'Ughelli, Italia sa-
to dall'arcivescovo di Milano Ansperto, cra, t. io, p. 355), e nel 91 2 gli scrisse

bensì conviene alla traslazione. Nell'864 Papa Anastasio IH, circa l'uso del pallio,
Adalgaudo o Aldagardo francese sotto- cui per distintissimo privilegio gli con-
scrisse il concilio di Milano, e nell' 876 cesse, altri avendone accordati al vesco-
firmò giuramento prestato da'principi e
il vo di Pavia. La qual concessione, tanto
\escovi d'Italia a Carlo il Calvo: nel se- onorifica alla chiesa di Vercellesi appren-
guente 877 fu presente al concilio di de dal lesto della bella lettera pontifìcia
Ravenna, e nell'agosto accolse in Vercel- riprodotta dalPab. Cappelletti, diebus vi-
li il detto imperatore e Papa Giovanni ta* suae tantummodo, prescrivendogli le
Vili, morendo nell'879. I" questo per dovea usarlo, inter Mìssarum
feste in cui
molti e luughi contrasti s'intruse il ricor- solemnia. Si conferma 1' esclusione dei
dalo Giuseppe, e fu eletto vescovo Con- due nominati vescovi, dall'essere occu-
spetto, che vi durò pochi mesi. Di tali pata là sede sino a' 12 marzo924 dal ve-
differenze rUghelli riporta 3 lettere scrit- scovo Rangeberto, e dallo stesso 9243!
te da Giovanni Vili a Carlomanno re 961 da Alto oAtlonelI. Nel t. i,p.i55
d'Italia, a Carlo III il Grosso imperato- dell' Tlistoriae Patriae è il documento col
voi. xeni. l
7
,

25$ V E II VER
quale Attone II vescovo di Vercelli nel dotto e ricco, già arcidiacono della me-
c)45 concede alla canonica di Vercelli, in tropolitana di Milano, nato d'alio lignag-
uumentodi dole,la piccola coite di Mon- gio longobardo, il quale credeva* proce-
tanaro, in cui si dice essere l'anno 2 idei dere dal trisavolo Everardo figlio di Desi-
suo vescovato, onde si comprova che lo derio re de' longobardi, come il vescovo
cominciò nel 9^4- Di più il documento afferma nel testamento de* |5 maggio
testifica la pastorale sollecitudine di Al- 945, essendo egli nato da Aldigerio,o Er-
to Il pel decoro del sagro tempio e pel menculfo ch'è il nome del padre di Desi-
a
provvedimento de'suoi canonici. In altri derio. In questo allo di i. donazione al
è mostrato impegnalissimo a promuove- capitolo di Vercelli, Aitone 11 piegandosi
re in ogni guisa il bene del suo popolo; a'desiderii de' 3o canonici della sua chie-
e nel voi. LXX1, p. 63, dissi quanto in- sa di s.Eusebio Vercellese, i quali lo sup-
veì contro la peste della Superstizione. plicarono di soccorrerli o di scemarne il

Nello stesso g4^,o secondo altri nel g4i >


numero, egli allora die' al capitolo una
ovvero nel 94°> f' 1 al concilio di Milano; sua Corticella , situala nel luogo del
ed anche in altre pubbliche radunanze DJoutanario e spettante ad una corte più
o placiti figurò sino al 960 o forse al ampia donatagli da're Ugo e Lotario, che
principio del 961, in cui (luì la sua vita. è il documento ricordato di sopra; vo-
Una solenne testimonianza dell' affetto lendo che da' frulli di quella terra si pre-
suo verso la chiesa metropolitana di Mi- parasse un annuo desinare a* canonici
lano si ricavadal testamento del 948, ed nella domenica delle Palme, ed il rima-
esibito dall'accuratissimo Cappelletti. In nente de'f rutti si dividesse fra loro nel-
a
sostanza lascia i propri beni o valli di Bel- l'8. di Pentecoste. Alla chiesa di s.Eu-
linica o Blegno o Bellania,edi Lebenti- sebio di Vercelli assegnò l'usufrutto di 4
na o Le veti lina, prò mercede et reme- casali nella valled'Aosla,e alili 2 in Ver-
dio animae meae, et aliquantis rebus et dezze Seguono le disposizioni in favore
familiismeis, alle dignità e canonici, pre- dell'arcivescovo, del capitolo metropoli-
ti e diaconi della metropolitana, non che tano e dell'abate d'un monastero di Mi-
a'decumani,de'quali eziandio riparlai ne' lano. Questo testamento lesse e fece ap-
XXIV, p. 199, LXXX1I, p. 3oo,
voi. provare dal sinodo di Milano. Si ragiona
LXXXVI1I, p. 258. L'Ughelli dice Alto quindi del 2. testamento o codicillo del
Il , figlio di Aldegario Visconti, dottissimo 948, e degli effetti che seguirono alle do-
teologo e preclaro canonista, parla di sue na/ioni. Da'diplomi imperiali, quanto al-
opere, e riporta il diploma di Ugo e le donazioni vercellesi, si fa sempre paro-
Lotario re d'Italia a favore della chiesa e ed anche de'ladroni che
la degl' invasori,

canonici di Vercelli, con doni e privilegi. occuparono patrimonio di s. Eusebio,


il

Si conosce l'opera intitolata: Sancii At- e delle inique alienazioni e permute fat-
tonis Sanctae Vercellarum Ecclesiae E- tene e annullate dagl'imperatori, massi-
piscopi. Opera, curante Carolo Buron- me quelle del vescovo di Vercelli Ansel-
tio del Signore. Vercellis 768 due tomi 1 mo. Seguono altre eruditissime conside-
in foglio. U Saggiatore Romano, t. 3,p. razioni Sili Une testamenti, non che dub- i

9, riporta il Testamento di Attone di Ver' bii sul contenuto de'medesimi, fra' quali
celli del 94$ confermato nel 948, colle se l'Eberardo Visconti, che pel i.°il coli-

considerazioni dell' illustre letterato da le Lilla registrò nel io3y, procedesse o


ultimo defunto, Carlo Trova. Ed a p.69 no dalla famiglia d'Attone vercellese, ra-
del medesimo il Discorso intorno adE- gionandosi per ultimo della discendenza
ver ardo figliuolo del re Desiderio ed , di re Desiderio. Per finirla con Attorie 11,
al vescovo Attorie di Vercelli, Lo dice dirò che lui morto, ben tosto gli fu so-
VER VE R 2$ 9
stituito nel 961 Ingone, tam parenti, berta a intercessione del santo anacoreta
(inani filio Otlionibus Caesavibus diari, Bononio, si restituì alla sua sede, ove
sotto del quale e nell'agosto eli detto anno giunto ottenne dal Papa Giovanni XIX
seguì la fondazione dell'abbazia di s. Ma- detto XX
( eletto nel 1 024
) I* uso del ,

ria^ de'ss. Pietro e Cristina di Glassa- morì a'i3 febbraio 1026". Nel
pallio, e
no, luogo della diocesi di Vercelli, per o- settembre 997 Ottone 111 spedì un di-
pera benefica di Alerame marchese del ploma al vescovo Pietro io favore della
Monferrato e di sua moglie Gilberta, figlia chiesa vercellese; ed altro simile nel suc-
del re Berengario l,e l'Uglielli ne pro- cessivo dicembre al vescovo Reginfredo,
duce il documento: prese poi il nome che il Bima dice già arcidiacono della cat-
de'ss. Vittore eCorona,indipassòin coni tedrale. A questi successe nel 999 il men-
menda, e per ultimo restò soppressa. Nel zionato Leone monaco, a cui Ottone III

964 radunò il sinodo, un frammento del col diploma discorso piti sopra del 999, e
quale è nell'archivio della chiesa di Ver- con altro poc' anzi ricordato del 1000,
celli. Fu
biasimato qual dilapidatore dei confermò il possesso di tutti i beni e pre-
beni di sua chiesa, per cui ne rivendicò i rogative di sua chiesa , e con accresci-
diritti un suo successore per la prolezio- mento gli donò il contado di Vercelli e
ne d'Ottone 111 imperatore: ciò avvenne di s.Agata, con giurisdizione, insieme al-
nel 1000, e Dell' His forine Patriae t t. 1, le ragioni sulle miniere d'oro, ed eziandio
p. 338, è il diploma di quell'augusto col sull'oro che si trovasse nella diocesi e nel
quale concede alla chiesa di Vercelli vari contado Vercellese e nella contea di s. A-
privilegi e tutte le tene possedute dal gala. In fine di questo diploma l'impe-
marchese Ardoino e da Ardicino suo fi- ratore dichiarò ,
per tutelare le conces-
glio. Morto Ingone nel977,non pare che s. Eu-
sioni fatte alla chiesa vescovile di
gli sia succeduto Adelberto, bensì Pietro sebio, ed a' suoi pastori.Si aids miteni
nel 978, eh 'è pure nominato in un pla- noslrisaut futuris temporibus diabolico
cito del 996 de'messi imperiali, riferito duclus spirita s. Ecclesiani Vercellen-
dall' Historiae Patriae, t. 1, p. 3oo, in sein,Leonem episcopum aut suos succes-
cui si loda una donazione fatta dall'im- sores in aliquo ingenio disvestire aut
peratrice Adelaide alla chiesa di Vercel- alla racione inquietare vel faticare a-
li. Mentre a p. 3o5 si legge la donazione liquando presumpserit componat mille
fatta in detto anno al vescovato di Ver- libras auri medietalem nostraecamerae
celli, dal marchese Ugo, del castello e cor- et Vercellensi Ecclesiae alteraìn ì et

te di Caresana colle appartenenze. Os- praeceptum firmnm permaneal. Tali di-


serva ilCappelletti che s. Pietro II vercel- plomi esatti li pubblicò pure I' U-
meno
lese, l'Uglielli lo registrò più tardi dopo ghelli. Al tempo del vescovo Leone Ver-
Leone, mentre i duri avvenimenti che celli soffrì gravissime molestie da Ardoino

narra di lui spettano al discorso Pietro, marchese d'Ivrea e re d'Italia, poiché i

trucidato nel 997 e il cui corpo fu tro- vercellesi preferirono al suo partito di
vato nella cattedrale nel 1076. Il can. seguir quello dell' imperatore s. Enrico
Bima pure dopo Leone scrive: » 1021 s. li. perchè Ardoino s'impadronì di
Il

Pietro lì, cittadino di Vercelli, appena Vercelli nel 1 o 4> e tra'molti danni che
1

eletto vescovo intraprese il viaggio di vi recò, distrusse la cattedrale di s. Eu-


Terra Santa, e questo suo pellegrinaggio sebio.Però s.Enrico li nell'istesso anno,
gli fu copioso di tribolazioni: fatto pri- a premiare la fedeltà de' vercellesi, fa-
gionieroe schiavo, venne carico di catene vorì la loro chiesa di amplissimo privi-
condotto in Babilonia d'Egitto; tutto sop- legio e col dono di moltissimi possedi-
portò con pazienza, finché ottenuta la li- menti, già di alcuni aderenti del re Ar-
,

2f.o VER V ER
doino, oltre la restituzione di vari altri mnibus ennirn pertinenciis, et ut in ca-
tutti enumerati nel diploma esistente nel- stella s, A galline et in burgo ejus aut per
l'archivio capitolare di Vercelli, e pub- quinque.mìlinria in circuita nulliis nuni-
blicato nel t. i, p. 4°6 , dell' Historiae quani placilam leneat aut fodrum colli-
Patriae Monumenta, colla penale a'tra gal auf albergarias faciat publicas aut
'sgressori. Quicumque autem s. Verrei- publicam exaclìonem exigat, nisi Ver-
lenseni Ecclesiam de his omnibus disve cellensis Episcopus aut ejus niissus in to-
stiverit velinquietaveritcomponat Ka- ta Campania nullus theloneum accipiat,
merae nostrae mille libras auri et s. Eu- nullus mercalum habeal publicum in
sebio alteravi. Visse il vescovo Leone V ercellensi Ecclesia theloneum et dì-
molti altri anni, e nel 1024 si eollegò coi slrictum suarum plebium etc. Si quis
lombardi che volevano scuotere la domi- autem etc. Soggiunge PUghelli: Eodem
nazione de'principi di Germania in Italia, anno cum Homobonus miraculis incly-
onde fu costretto fuggire di Vercelli e ri- tus excessissete vivi.9, Ardericus Romani
coverarsi in Francia, ove morì dopo due profectus, a Pontifice impetrava, ut pie
anni, avendo indarno fatto tentativi per defuncto ponere aram sibi liceret,quam
ricuperare il suo seggio. Subito gli fu sur- magno Ver cellensis populi plausu detti-
rogato Ardeiico Alderico di regia stir- que dedicavi È però diverso da s. O-
t.

pe, quale intervenne in Roma alla co-


il mobono di Cremona volato al cielo nel
ronazione che Papa Giovanni XIX detto .197, che Innocenzo III canonizzò nel
1

XX fece dell'imperatore Corrado li a'26 seguente anno. Ma il vescovo Arderico


marzo 1027, cui proprio obsequio ad- nel 1037 uno ai
fu cacciato in esilio, in
minìstraturus, loco archiepiscopi Me- Cremona e di Piacenza co
vescovi di ,

diolanensis, adliaesit, quem abesse con- quod apud Imperalorem accusali sunt,
tigerat, ut de regno Italiae refert Sigo- regnando ancora Corrado II, di parteg-
gonius. In grazia del Papa, l'imperatore giare co'lombardijOnde eliminare dall'I-
a' 7 del seguente aprile con diploma e- talia ladominazione alemanna. Non mol-
sibito nel t. i,p. ^5 ^àe\V Historiae Pa- lo dopo e nelio4ofu restituito alla sua
triae con fermò le donazioni fatte da'suoi
, sede, e morì a'4 m agg 10 circa il lodi-
predecessori alla chiesa vescovile di Ver- lo questuerà già vescovo Gregorio Fon-
celli, e specialmente le confermò il pos- tana piacentino, come si trae dall' Hi-
sesso del contado e della città di Ver- storine Patriae, t. 1, p. 555, per la car-
celli, e del di Santià o s. Agata ,
contado ta d'Enrico vescovo d'Ivrea, colla quale
ad da Ottone I II in tempo del
essa donali stabilì dote conveniente al monastero di

vescovo Leone, egualmente, cum univcr- s. Stefano da lui fondato, al quale atto
sis publicis funcionibus totani Civitatem Gregorio si trovò presente. Nel 1046 in-
cum omnipublica polestate in integrimi ,
tervenne al concilio di Pavia, e neh o5o
et cum omnibus publicis pertinenciisCo- accolse in Vercelli Papa s. Leone IX, ed
mitatus etCivitatis et totum Comitatum assistè al già discorso concilio ivi da quel
quaedicunts. Agathac in perpetuimi funi Papa celebrato. Ma tornato Papa in
il

omnibus castellisi villis 3 piscacionibus, Roma, nel concilio che adunò dopo Pa-
venacionibus, silvis, pralis ) pascuis, a- squa vi scomunicò e depose dalla sede
quis, aquarumve decursibus et omnibus di Vercelli Gregorio assente, quale adul-
publicis pertinenciis, mercalis, theloneis tero e spergiuro, e fece un nuovo decreto
et cum omnibus publicis funcionibus in sulla continenza de'chierici, allora fatal-
Civitate Vercellensi intus et foris in lo- mente inosservata, pel pubblico e scan-
to Comitatu Vercellensi et in toto Co- daloso concubinato del clero^ onde con
mitatu s, Agalhae intus et foris, et in o- dolore leggo nelle vecchie carte pubbli-
VER VER 261
che, nominati apertamente figli de've- i avendo donato alla chiesa di Vercelli i

scovi, de'preli, de'diaconi. Dell'anatema castelli di Miribello e diBeceto ad istan-


di Gregorio, parlano Novaes nella Storia za del vescovo Regennerio, mi fa sospet-
ili s. Leone IX; Fellone, De* viaggi dei tare che questi ne seguisse le parti; cer-
Pontefici, e l'Ughelli. 11 Dizionario dei to è che fu scomunicato da Vittore IH e
Concila, dice che Gregorio avendo poi da Urbano II, ma colla protezione de'suoi
promesso di dare soddisfazione, fu rimes- aderenti si sostenne nella sede oltre i i

so uelle sue funzioni. Trovo ueWHisto- anni. L' UghelJi e il Binia lo chiamano
riae Palriae, 1. 1, p. 58 a, il diploma del- Rainerio o Reiuerio Avogadro, e lo dico-
l'imperatore Eurico HI del io54>incui no morto nel io()4-H apriporta un di-
chiama Gregorio dilecto Episcopo, e ploma di t?apa Innocenzo 11 del a i4o ,

conferma alla chiesa di Vercelli i conta- dal quale si ricava avere il vescovo fon-
di di Vercelli e di s. Agata, e le altre dato l'abbazia benedellina di s. Salvatore
concessioni fatte alla medesima da' suoi della Bessa. Dopo la sua morte, Eurico
predecessori, inclusivamente totani Ci- IV v'intruse Butano canonico di Goslar
vitatem Vercellensem in integrimi cura in Germania, che però si astenne dal re-
anni publica potestate in integrimi in carvisi e dall'esercitate l'uffizio pastorale.
perpetuimi. JNelio59 trovossi al concilio Nel 108 trovasi Gisulfo, da taluno cre-
i

di Roma di Nicolò 11, in cui Berengario duto altro intruso il cui nome si legge ,
a
per la 3. ad abiurare
volta fu obbligato sottoscritto nella carta che offre l'Ughelli,
i suoi errori, e si condannarono Nico- i uni la mente allo scismatico vescovo di No-
lai ti (f.). Poscia seguendo le parti dello vara Anselmo, riguardante la pieve di s.

scismatico persecutore della Chiesa En- Vittorino di tal diocesi. Il Corbellini ri-
rico IV, di cui diveune cancelliere nel ferisce quindi un Gregorio intruso da
regno d' Italia, si recòal conciliabolo te- Enrico V, che seguiva le pedate d'Enri-
milo nella diocesi di Novara da Goto- co V suo padre nel perseguitare la Chie-
1

fredo intruso pastore di Milano sco- , sa. Sigifredo o Zeifredo del a aio è ri-

municalo co'suoi fautori da Papa Ales- putato scismatico, perchè intruso daEu-
sandro 11, contro il quale Enrico IV lo ricoV, traslato da Coirà, beuchè non ap-
n pristino nella
cattedra. Sempre più im- parisce tale nella serie di que' pastori.
perversando Gregorio, riconobbe l'auti- Nel i i 1 1 si trovò presente in Intra alla
papa Onorio II eletto dalla fazione im- cessiooe fatta da Eurico V della strada
periale, e da Enrico IV fu dichiarato an- delta Romana alla città di Torino, ed è
che legato regio in Italia. Il perfido a- nominato in altri diplomi imperiali sino
vendo simulato pentimento, fu assolto e ali i 17. Successero coufusameute,quau-
reintegrato della sede da Papa s. Grego- to all'epoche, gl'intrusi Luitpraiido figlio
rio VII, ma ricaduto nello scisma fece d'Alberto conte di Blandiate; Baldeno,
parte della riprovevole radunanza di ambizioso, per poco tempo; Gregorio de
Roncaglia, che pretendeva deporre un s. Veruca nobile; e dopo pochi mesi E ve-
|
Gregorio VII, ed infelicemente moti nel- laccio, tutti scismatici e seguaci di Euri-
lo scisma, non mai pieno di ineriti, come co V , il quale soltanto si pacificò colla
scrisse il cau. D'una, uelioyB. Tosto gli Chiesa nel 1 122 per la Pace Callistina.
successe l'altro scismatico Wennerico Regetn berlo legittimo uel a i3o, erudito
scolastico di Tre veri, a cui falsamente fu e illustre per vii tu. Nel a i32 Anselmo
attribuito lo scismatico libro, De Unita- ex Advocata genie, ossia Avogadro. Da
te Ecclesiae. Poco dopo la sua morte , Acqui neh 1 35 fu v vi trasferito Azzo o Az-
Enrico IV con diploma de'4 luglio 1080, zone, motto nel 1 i3n. Invece l'ab. Gap-

presso ì'IIisloiiac l\itria< , t. i,p. 6G6, pellet ti scrive che Azzoue nel 1 1 35 fu
e
,

262 VER VER


traslato ad Acqui, ed iti questo gli fu so- intrusi, ed eziandio dal predecessore Gi-
stituito Gisolfo 11 menzionato in un do- solfo 11, per non essere interamente con-
cumento de'g marzo di tale anno pub- sentanee alle prescrizioni de'sagri canoni.
blicato ueWlfistorine Patriae t. i, p. ì
Il diploma si legge nell' Ughelli, e me-
77 i. Estratto dall'archivio del marchese glio neWIJisioriac Patriae. Alle giuris-
Ai borio Gallinaio di Vercelli, ma non dizioni accordale in esso al vescovo ver-
è detto di qual chiesa fosse vescovo. U- cellese, opposero resistenza gli abilauti di
ghelli e Bima registrano: i i 37 Ardizzo Trillino, i quali sostenuti dal marchese
o Ardizzone Bolgaro nobile di Vercelli, Wilelmo (probabilmente di Monferrato,
morto il 1 ."ottobre non ancor consagra- cioè un Guglielmo), ricusarono di sotto-

to,dopo aver commutalo coli' impera- mettersi alla signoria del vescovo Uguc-
tore Corrado III il Castrimi Messurani cio. Ma egli nel principio deli 1 53 colle
sai Alessorianum, probabilmente Mas- armi gli assoggetlò, e per dominarli eres-
semno poi dominio della s.Sede. Indi ri- se un castello su allo colle. Nondimeno,
portano uel 11 38 il detto Ghisolfo o pacificali gli animi, nel 55, a nome di
1 1

Gisulfo 1 1 Avogadro di Valdengo di Biel- sua chiesa il vescovo concesse a Wilelmo


la, cultore esimio della disciplina eccle- ogni diritto sul castello e territorio di Tri-
siastica, insigne specialmente pe' benefi- llino. Nello slesso anno Uguccio donò ai

cii falli alla sua chiesa, erigendo a sue canonici della cattedrale alcuni beni e
spese il dormitorio pe'canonici della cat- decime; e dicesi che nel 1 160 trasferì
tedrale, per più: decente dimora , ed il gli abitanti di Biella dalla valle in cui
Papa Innocenzo II con bolla del 1 1 [\i stavano, al monte Palazzo. Nel seguente
riportata dall' Ughelli , ricevè sotto la 1 1 56 I' Ughelli riproduce il documento
protezione di s. Pietro e sua l' arciprete delle concessioni fatte, nel vescovato d'U-
e canonici maggiori, e loro successori in guccio,alla summentovata badia di Glas-
perpetuo. E' sottoscritta dal Papa e da sano, dal marchese di Monferrato Gu-
21 cardinali. Termina colle parole mi- glielmo e dalla moglie Giuditta d'Au-
naccevoli Si quis contro, linee temere
: stria. Pare che a suo tempo e nel 1 65 1

venire tentavcrit^polestatis honorisque s'intrudesse un Aimone,forse nello scisma


sui dignitate enrent et sacratissimoCor- sostenuto dall'imperatore Federico I con-
pore et Sanguine D.N.Jesu Christi a- tro Papa Alessandro 111; anzi Ferreri e
lienisjìat et in extremo judìcio ultioni Corbellini, dopo Uguccio registrano un
subjaceat. Amen. Amen. Egual favore Lamberto o Oberto o Uberto Crivelli
il vescovo trovò nel Papa Eugenio III milanese, e secondo il Ciacconio niente-
nel 146, e poscia nel
1 4^ otlenne che 1 1 meno quello che creato cardinale nel
consagrasse la chiesa di s. Maria Mag- 1 1
7 1 , nel 1 1 85 divenne Papa Urbano
giore io Vercelli, come già raccontai; se IU Ì
come ma im-
nella biografia notai,
non che il Bima crede che la venuta del pugnalo dall'Ughelli e da altri. Uguccio
Papa in Vercelli fu nel 1
1
4^ » mentre mori neli 1690 meglio neh iyoa'28 no-
anche 1' Ughelli scrive nel 1 148. Morì vembre. Immediatamente il successeGua-
Ghisolfo II a'3o maggio 1 1 49* Neil i5o laBondanooBondonio nobile vercellese e
Uguccio o Uguzzo di Bergamo arcidia- preposto della cattedrale, consagrato dal
cono, chiamalo Lincio nell' Hi storia suo metropolitano s. Galdino Valvassi o

Patriae. Essendo carissimo a Federico I Sala. Bondano, dal Bima si confonde


Il

imperatore, ottenne amplissimo diploma col cardinal Guala Bicchieri t gloria ver-
nel 1i52 in favore della chiesa di Ver- cellese che celebrai superiormente, ma
celli, ed annullando parecchi atti d'in ve- l'Ughelli ben distrugge l'errore su i due
stiture concesse dugli anteriori vescovi personaggi, i quali non ebbero comune
VER VER a63
i"
se non il nome e la pallia. II nuovo ve- suoi diocesani, i quali fecero a gara d'
scovo subito costituì il fratello Giacomo, mitarne gli esempi. Resse la sua chiesa
in capitano e avvocato difensore del ve- con paterna carità, apostolico zelo e sa-
scovato e chiesa di Vercelli, e concesse a pere. Per lui Papa Urbano III prese in
lui e successori oppido Ronsechi e uni prolezione la sua chiesa. Neil' 8." di s.

juribus et pertinentìis suis. Donò a Gu- Eusebio, cogli esorcismi liberava gli os-

glielmo priore di Orso d' Aosta nel


s. , sessi. Fu caro non meno all'imperatore
i 173 la chiesa di Paolo presso il fiu-
s. Federico l,che al l'augusto Enrico VI suo
me Sesia, col propinquo spedale, terre, figlio, il quale con diploma del iiqi ,
beni e diritti annessi. Con atto del 1
174, presso l'Ughelli e V Historiae Patriae,
riferito dall'Ughelli, e da lui sottoscritto t. 1, p. 976 , confermò i privilegi e le
minister lictt indigniiSy insieme al pre- possessioni della chiesa vescovile di Ver-
posto e canonici della cattedrale, dispose celli. Dopo la Pentecoste del 1192 cele-
che il preposto della cougregazione di s. brò il sinodo diocesano, in cui promulgò
Bartolomeo fuori delle mura di Ver- sagge e utili costituzioni. Dice l'Ughelli,
celli, e con esso suoi religiosi menassero
i che Papa Celestino III , plurimus eum
vita in comune sulle mirabili forme stabi- decoravit beneficiis.Yid il Bima col Cap-
lite da s. Eusebio, e ispirate a lui dalla pelletti, come già notai, ritengono ch'egli
divina misericordia. Nel 11 77 alla pre- ottenne, senza esprimere da chi, l'uso
senza del cardinal Guglielmo Matengo, della porpora in alcune solennità, per sé
legato della s. Sede , il vescovo sedò le e successori. Istituì la prebenda teologa-
discordie , Vercellis utriusque Eccle- le, e vi assegnò i redditi. Ordinò la ce-
siae e Capitala diuturniorem li lem tran- lebrazione della festa di s. Emiliano I suo

segeritnt. Pacificò pure i vercellesi con predecessore. Papa Innocenzo III lo de-
Guglielmo marchese di Monferrato. Nel stinò legato in Lombardia nel 1
1 99, cioè
1 181 ritrovò le sagre spoglie del prede- in Parma e Piacenza. E nel 1201 fu de-
cessore s. Emiliano I, e le collocò onora- legato conPietro abbate di Lucedio, nelle
tamente nell'altare per esse edificato. Ad vertenze insorte tra V abbate di s. Am-
esempio de* suoi antecessori implorò ed brogio, ed i canonici della basilicali cui
ottenne, che Papa Lucio HI uel 1 182 documento abbiamo dall' Ughelli. Nel
ricevesse sotto la sua protezione e della 1204 restala vacante la chiesa patriar-
Sede apostolica la s. Chiesa e capitolo di cale di Gerusalemme ,
per la fama che
Vercelli. Nel 1 184, al dire di alcuni, per da per tutto godeva il b. Alberto, lo no-
d' A Igisio arcivescovo di Milano,
sentenza minarono patriarca; Innocenzo HI noti
Guala Bendano fu deposto e allontana- solo fece applauso alla scelta, per trovar-
to da questa sede, come dilapidatore di si quella chiesa nelle più critiche circo-
sue rendite. Meglio è ritenere, con Bima, stanze, ma Io fece venire in Roma e gli
Cappelletti e altri, che indotto a rinun- impose il pallio. Parti per la Siria e nel
ziare si trasferì a Roma, ove sostenne ca- 1206 fissò la sua resideuza in Acri, ove
riche onorifiche, e ivi mori nel 2 3o. Per
1 diede una regola a* Carmelitani (?.),
successore, nel 1 1 84 stesso o nel 1 1 85 gli che lo venerano legislatore dell' ordine.
fu dato il beato (altri lo qualificano sau- Indi fu fatto legalo apostolico di Soria.
to) Alberto (/'.). Avogadro, nato in Ca- Morì martire a' 1 4 settembre 2 4, per- 1 1

stel Gualterio feudo di sua casa nel ter- ciò impedito di recarsi al concilio gene-
ritorio di Parma, allora vescovo di Bob- rale di Laterano IV. La sua festa si ce-
bio, profondo nella cognizione del diritto lebra l'8 aprile. Di sue gioì tose gesle con-
canonico. L'umiltà e le altre sue virtù gli serva un monumento la chiesa vercelle-
procacciarono tosto la venerazione dei se , riprodotto dall' Ughelli. Intanto in
a64 VER VER
questa nel i2o5 eragli succeduto il cre- poi fu costretto di fuggire da Vercelli,
monese Lotario Rosario, che Innocen- quando nella città prevalendo i ghibelli-
zo III deputò visitatore della diocesi di ni si die' a Federico II, e andò co' suoi
Albenga, e nel 1208 traslatò a Pisa, da guelfi a ricoverarsi nel fortissimo Castel*
dove nel 1216 passò al patriarcato di lo di s. Agata; ma giunto al monastero
Gerusalemme, nuovamente successore di Lucedio, ivi morì a' 1 5 febbraio 1241,
al b. Alberto. e fu tumulalo nella chiesa abbaziale. In-
Nel 1208 divenne vescovo di Vercelli signe per pietà e per isplendida benefi-
Alipraudo canonico di Milano; accompa* cenza verso la chiesa vercellese , anche
gnò a Roma l'imperatore Ottone IV, e prima d'esserne paslore, per la testamen-
poi inviato dal Papa legato a Milano per taria disposizione peli." pubblicata dal-
pacificare le differenze insorte per l'ele- l'ai). Cappelletti. Nel 1 243 cessò la vedo-
zione dell'arcivescovo, meritò d'esserne vanza della chiesa vercellese con Martino
ma morì a'26 settembre 12 i3.
egli scelto, Avogadro de'signori di Quaregna, nel se-
Guglielmo, che tosto gli successe, cessò di guente anno celebrò il sinodo, e nel r 24 >

vivere pochi giorni dopo nell'istesso an- fu a quello generale di Lione I per la depo-
no. Gli fu sostituito nel 12 14 Ugo o Ci- sizione delio scomunicato Federico II. A
golino Sessa di Reggio, preposto di Bor- suo tempo e nel 12 56 si stabilirono in
go s. Donnino. Compose le differenze col Vercelli gli eremiti agostiniani. Lodato
marchese di Monferrato pel feudo di Tri- per prudenza, tuttavia fu assolto da Cle-
ditto; nel 12 16 ottenne da Papa Onorio mente IV dall'irregolarità e censure ca-
111 la conferma de'privilegi di sua chie- noniche incorse per molestie recate al-
sa; e nel 12 18 rinnovò gli statuti del ca- l'arcivescovo di Tarantasia e ad altri ec-
pitolo de'suoi canonici utilmente. Coin clesiastici. Morì nel 1268 e fu deposto
pose le discordie tra' canonici delle due nella cattedrale con iscrizione in versi ri-
chiese; e neli225 Onorio HI gli commi- ferita dall' Ughelli. JNello stesso gli suc-
se di rimuovere benedettini da s. Pielro
i cesse Aimone Visconti de Chantal, nato
in Coelo aureo di Pavia, e d'introdurvi in Aosta di cui era vescovo, quindi sem-
i canonici regolari di Mortara. Morì a'4 bra inesatto il racconto deU'Ughelli che
novembre 1235, e sepolto in cattedrale a lui ritarda al 1272 la sede vercellese,
con onorifico epitaffio in versi, che si leg- per contrasti tra'canonici elettori, gli uni
ge nell'Ughelli. Neil' istesso anno il ver- volendo il collega Jacopo di Tonego, gli

cellese Giacomo Caruerio, uato in Tridi- altri Beniero Avvocali. Nel 1274 inter-
110, già canonico di s. Maria e preposto di venne al concilio generale di Lione II, e
s. Eusebio, uomo di grande esperienza pe' nel 1 287 a quello provinciale di Milano,
viaggi fatti nelle legazioni del cardinal in cui insorse grave controversia tra Ini

Leone Brancaleoni, di cui era uditore, ed e il vescovo di Brescia per la preminen-


in quelle del cardinal Bicchieri che lo fe- za del posto.Pare che il concilio si pro-
ce esecutore del testamento. Zelante pa- nunziò a favore del competitore , onde
store, propugnò la difesa dell'immunità Aimone si appellò al Papa e partì. Nel
ecclesiastica, ed impedì nel 12 38 che i 1288 radunò il sinodo diocesano, ed in-

vercellesi seguissero le parti dell'impera- trodusse i carmelitani in Vercelli. E


tore Federico II persecutore della Chie- qui col p. Gumppenberg, Atlante Maria-
sa. L'Ughelli dice che introdusse i dome- no, t. 5,tt. 123, dirò 'dell'Immagine /w#-

nicani in Vercelli, ma il Cappelletti as- raeolosa della Madonna del Carmine.


sicura che già vi esistevano. Sostenitore di Vercelli: Nell'ultimo assedio di Ver-
de'dirilli di sua chiesa contro gli usurpa- celli due soldati grigioni, per sottrarsi al
tori, ricupetòil castello di Masseraoo, ma pericolo di morire, vilmente fuggironojma.
VER VER 2<>5

onestati da un feroce capitano eretico e- la curia romana, e gli die' giurisdizione


rano condotti alla forca, quando il mar- di conferire l'investitura de'canonicati e
chese Cusani per liberarli, si offrì man- degli altri benefizi semplici nelle chiese
tenere due soldati sino al termine della cattedrali, collegiate e parrocchiali delle
guerra. La condizione fu accettala, ma diocesi di Vercelli, Novara, Asti, Ivrea e
cambiato di parere il capitano esigeva Torino, e della collegiata di s. Giovanni
che morisse quello che gitlasse a'dadi un di Monza. Mori Reniero 19 novembre
a'

numero minore. Quello a cui toccò pel 1 3 o, e fu sepolto in cattedrale, ove nel
1

i.°gittarli, fervorosamente si raccoman- i55o fu trovalo ancora inlatto il cada-


dò a detta ss. Immagine, ma lanciati che vere. Nel medesimo anno gli fu surroga-
gliebbe ambedue presentarono l'unità, to il vercellese Uberto Avogadro di Co-
onde fu compreso di terrore per la certa lobiauo, la cui consagrazione fu ritarda-
morte. L'altro, sicuro di sua sorte, con ta per le civili e gravi discordie tra le pri-
gioia gettò i dadi, i quali per singoiar ca- marie famiglie degli Avogadri e de'Ti-
so uno si sovrappose all'altro, presentan- ziani, da altri chiamati Avvocati e Ticcio-
do il minimo numero uno, che lo con- ni, ch'egli mirabilmente riconciliò e per-

dannò al supplizio. Quest' avvenimento ciò benemerito della patria. Nel 3 1 1 in- 1

accrebbe moltissimo la venerazione alla tervenne in Milano alla coronazione di


Madonna del Carmine. Il Cappelletti e- Enrico VII, in uno agli altri suffragane^
nbisee un documento della chiesa d'Ao- della provincia. In questa circostanza si

sta, che mostra la beneficenza verso di rinnovò tra' vescovi di Vercelli e Brescia
essa del vescovo Aimone, per un pio le- la disputa di preminenza del posto, alla
gato d'annua rendita di dieci lire seu li- quale controversia pose fine l'imperato-
bras viennesi, ed in cui s'intitola: Nos re, decretando quanto già riportai più.

Aymo miseratione divina Episcopus sopra, col diploma de'6 gennaioi3i 1, in


J crccllensis et Comes. Dunque vesco- i favore del vescovo di Vercelli, che pro-
vi di Vercelli aveano anche il titolo di duce l'Ughelli, il quale aggiunge Caele- :

Conte. Moiì Aimone a'ig giugno i3o3. rum Ubertus dedit manus, ut Philippi-
1 canonici elessero il loro arcidiacono Ra- nus Comes de Languatco Fercellensem
niero Avogadro o Avvocati di Vercelli, civilatem exactis Tizonibus praepo lenti-
già cantore e preposto, forse quello che bus viris sibi subjaceret imperio ari.

secoudo T Ughelli nel 1272 avea scello i3i2 mense majo. Sulle vicende civili e
inia parte del capitolo; e benché Bonifa- militari di questo vescovo, e sulla sua pri-
cio Vili avea riservato a se la nomina del gionia, fuga ed assedio nel castello di
vescovo di Vercelli, a'ò agosto ad istan- Biella ne tratta la Cron. Asten. presso
,

za del capitolo confermò la loro. Propa- il Muratori, Rer. hai. Script, t.i i.Nel
gandosi la setta eretica de' Dulcinisli 1 3 8 confermò
1 gli antichi statuii del ca-
(Z7 .), Reniero gli affrontò, e colle armi pitolo di s. Eusebio, e rinnovò quelli di
marzo 307, ve-
distrusse e sconfìsse a'2 3 1 s. Stefano di Biella. Inoltre riferisce l'U-
nendo bruciato inVercelli l'eresiarcnDo!- ghelli. Anno veroiZio cum inter Joan-
cino con diversi suoi seguaci. Papa Cle- nem XXII Pontificali thac MaUhaeum
mente V a premiare il zelo del vescovo VicecomitemMediolaniDominumexar-
contro l'eretica pravità e per la difesa della sisset contentio, sequerelurque Ubertus
purità cattolica, con 3 distinte bolle da* pontificias paries ì Malihaeus valido e-
te in Poitiers, e riferite dall'Ughelli, gli xercitu, captaque arce, venil Ubertus in
concesse facoltà d' esigere determinata polestatem vieto r ìs , diuque mulctatus
somma di denaro in occasioue delle sagre carcere, indeque postea exiens, pristini
visiti», l'esentò da qualunque tassa verso propositi tenax, Raymundo Cardonio
1

266 VER VER


cadmiano pontificii exerciius impigro iti naie seppe raffrenare; ma tosto I' antipa-
Insubri* duci adhaesit Joannique Pon- t
pa gli sostituì nello stesso 1379 '' sn0 ^"
tifici imperanti magno ustiifuit. Morto migliare Giacomo de Castellis o de Ca-
Uberto nel 328, a' 6 dicembre di elet-
i 1 valli cremonese, che lungamente infestò
toLombardino della Torre milauese, già. il vescovato, finché Giovanni
XXIII nel
canonico d'Aquileia edi Ci vidale, in gran- l4i2 Io provvide del Sewrincnscm E-
de estimazione di Giovanni XXII, e cir- phcopalum. Però non lo trovo né fra'pa-
ca ili 329 s'iutruse nella sede fr. Teodoro stori di s. Scverina , uè fra quelli di s.

da Berghen nominato dall'antipapa Ni- Severo. Bensì nella 1." sede trovo un Gia-
colò V e sostenuto da' fautori dello sci- como fatto da Urbano VI vescovo di s.
smatico Lodovico V il Bavaro, preten- Leone, e da Bonifacio IX trasferito nel
dente all'impero, quali costrinsero i Lom- i4oo a s. Severiua, morto nel 1 4- 1 3 , e
bardino a fuggire da Vercelli. Neh 339 probabilmente sarà desso. Il cardinale le
confermò gli antichi statuti del capitolo gittimo pastore morto neh 384, Urbano
di Vercelli, ed altri ve ne aggiunse. Mo- VI succedere subito da Lodovico
lo fece

rì in Biella a'9 aprile 1 343, e fu sepolto Fieschi (F.) genovese de'conti di Lava-
in s. Stefano con epitaffio in versi riferì* gna, e nel dicembre lo creò cardinale, ri-
J
lo dali'Ughelli. A
25 giugno gli fu sur- lasciandogli la sua chiesa a beneplacito
rogato il nobile genovese Emanuele Fie- apostolico, e poi contribuì a liberare Ur-
sebi canonico d' Evora, adoperato in di- bano VI assediato in Noccra de Paga-
versi affari da Clemente VI e collettore ni. Da Bonifacio IX fatto nel 1399 lega-

degli spogli ecclesiastici nell' Insubria, to di Marittima e Campagna, ricuperò


morto i347« Nel seguente a' 12 gen-
nel Anagni dagli scismatici; e indi da Inno-
naio I' altro genovese Giovanni Fiaschi cenzo VII spedito legato alla repubblica
(P.) cappellano pontifìcio, nelle guerre di Genova confermò nell' ubbidienza
la

parteggiando pe' Visconti signori di Mi- pontificia. Però mentre si trovava in ta-

lano, gli fu vietato da Innocenzo VI in le città, ad insinuazione degli ambascia-

uno a'diocesani, ed Urbano V gli proibì tori dei re di Francia Carlo VI, che se-

guerreggiare marchese di Monferrato.


il guiva l'antipapa BeuedettoXIII, con pes-
Difese colle armi diritti di sua chiesa
i simo esempio aderì allo scisma co' suoi
contro Galeazzo II Visconti, e riportò concittadini neh 406. Indignato il Papa
vittoria de'nemici della Chiesa a s. Ger- di tanta ribellione, lo privò della chiesa
mano, per cui ebbegratulazioni nel 1
374 di Vercelli, depose dal cardinalato e sco-
da Gregorio XI. Sempre bellicoso, riu- municò; ed egli recatosi in Avignone fu
scì a'suoi nemici di Vercelli d'arrestarlo fatto anlicardinale dal falso Benedetto
in Biella e di tenerlo prigione un anno XIII. Nel i.° aprile di detto anno^ Inno-
nel 1377, e solo liberato per l'istanze del cenzo VII indirizzò la lettera riportata
Papa che appositamente spedì un nun- dali'Ughelli, a Matteo Gisalberti, ple.ba-
zio. Insorto l'antipapa Clemente VII, che niae Monlis Calvi praefectus, seu pleba»
r
fissò la sua residenza in Avignone e die' niitf f ercellensis dioecesis, eleggendolo

principio al grande scisma d'Occidente, a vescovo di Vercelli. Non tardò anch'e-


fedele il vescovo al vero Papa Urbano gli a ribellarsi a'suoi giuramenti, ed a se-
VI, fu da questi nel 1379 creato cardi- guire il deplorabile scisma, per cui Gio-
nale , colla ritenzione dei vescovato in vanni XXI lì neh4i2 lo spogliò del ve-
amministrazione. Lo scisma lacerò anche scovato, laonde visse privato nell'umilia-
la chiesa di Vercelli, per avervi l'antipa- zione, finché a'28 aprile-i 4^3 per com-
pa in detto anno destinato a falso pasto- passione Martino V lo provvide del ve-
re Ottone Brusato. intruso che il cardi- scovato di Acqui. Inoltre Giovanni XX 1 1
V E R VER 267
con lettera de*26 agosto 4 12, presso l'U-
1 suffragane! Enrico Aliberti vescovo di
ghelli, dichiarò vescovo lbletoFieschi ge- Ancona amministratore, e Gabriele Ab-
lìovesejngenti pepalo gralulalione^juip- biali vescovo Bericense vicario generale,
pe quibus contigissetsub legi timo pasto- che governarono per lui la diocesi, essen-
re degere usque ad annitrii i4^7> m cul do egli qual consigliere del duca Lodovi-
mori. Al suo tempo Vercelli era passa- co occupalo io gravi affari. Morto nel
ta nel dominio del duca di Savoia; e leg- 1469, a'4 maggio gli fu sostituito Urba-
go in GioiFredo, Storia dell'Alpi marit- no Bonivardo abbate cassinese di t. Ma-
time, all'anno 1437, Giovanni Fiesco de' ria di Pinerolo, e commendatario del

conti di lavagna eletto vescovo di Ver- priorato di s. Vittore di Genova, il (pia-


celli. Invece V Ughelli e gli altri compi- le rinunziato, ritenne il monastero. A suo
latori della serie de'vescovi di Vercelli, tempo Sisto IV, nel 1472 aggiunse alla
dicono traviato dalla sede di Belley a'18 mensa la preposilura di s. Bartolomeo

dicembre Guglielmo Diderio. Interven- degli agostiniani, e nel 1 474- dismembrò


ne al concilio di Basilea-, cujus Palres dalla diocesi Casale e V eresse in vesco-
illi cani aliis theologìs demandarunt} ut vato; in compenso, alla mensa di Vercel-

Constanliensis Concilio acta uno vola- li fu data la prepositura vercellese di s.

mine complccleretur. Divenuto concilia- Graziano. Consigliere ducale, pio e gene-


bolo, prese parte allo scisma che pretese roso, eresse un collegio per 6 poveri chie-
deporre il Papa Eugenio IV 3 e fu uno rici Maria di Pinerolo, e rilira-
presso s.

degli 8 elettori della nazione italica, che tosi in quel monastero da lui beneficato,

elessero V antipapa Felice V t


già Ame- vi morì a' 16 luglio 1499 e venne sepol-
deo Vili duca di Savoia (V.)je non co- to nella chiesa coll'iscrizione riferita dal-
me dice il Hima fu t
il solo fra gli eletto- I
1
Ughelli (Nota il can. Bima, che in Moti-
ri che abbia nel concilio di Basilea con- temagno diocesi di Casale, nella piccola
tro Eugenio IV votalo per Felice V. 1 na -
chiesa di s. Maria della Cava, padrona-
perocché il Ciacconio, Fitae Pontificum, to de' Pullara, trovasi l'iscrizione semi-
l. 2, p. 93o, enumera gli 8 elettori na- gotica Grad. Ep. Vere. C. Cons.
: S.
tionis Italiane, cioè il francese Diderio 1
49 1 die 2 9
"idrtiij da cui sembra esse-
vescovo di Vercelli, i vescovi d'Aosta, di re stata consagrata. Ma non esiste a tal
Ivrea e di Torino; gli abbati di Fluttua- epoca un s. Grado vescovo di Vercelli,
rla e di Segusia; ed i dottori fr. Giovan- se pine non fu uu vercellese vescovo, ma
Bartolomeo. Cosi Vercelli e lutti
ni e Ir. non della patria). Tosto gli successe il
idomimi del duca di Savoia dal 14^9 se- coadiutore, che già dal 49^ governava 1

guirono lo scisma, finché il pseudo Fe- la diocesi, Gio. Stefano Ferreri (V.) na-
lice V nel concilio di Losanna a'9 apri- to in Biella diocesi di Vercelli, prolono-
le 1 449 depuse l'antipontificato. Nel 452 1 tario apostolico e uditore di Rota, nel qua-
Diderio rinunziò il vescovato, e Papa Ni- le anno celebrò il sinodo con vantaggia
colò Va'i3 ottobre elesse il nobile sa- della disciplina ecclesiastica: creato car-
voiardo Giovanni Giliaco chierico di ca- dinale nel 5oo e pubblicato nel r5o2,ed
1

mera, e nunzio in Savoia, morto in Ro- a'28 luglio passò alla sede di Bologna,
ma a'26 maggio i456, e sepolto in s. A- dopo aver amministrato perqualche tem-
gostino con lapide prodotta da Ughelli, po il di Nizza. Il cardinal Giu-
vescovato
in cui leggoEpiscopus Vérccllensis et liano della Rovere vescovo di Bologna,
Comes. A'3 di dello mese gli successe il
1 mal soffrendola tirannia diGiovauniBen-
fratello Giorgio Giliaco arcidiacono del- li voglio, d'accordo col cardinal Ferreri

la cattedrale, morto nel 1 458. A'20 mag- fece la permuta di tal chiesa colla ver-
gio Amedeo Nari nobile di Cipro: ebbe a cellese, la fece amministrale dal vescovo
a68 VER VER

d'Albenga Leonardo Marchese, ed il i l'iodi Trento, accompagnò il cardinal Ca-
novembre i5o3 divenne il gran Giulio rola nella legazioneal Belgio, nunzio pres-
If^y.). Allora il cardinal Ferreri ripre- so la repubblica di Venezia, e Pio IV nel
se il governo del vescovato di Vercelli, ri- 1 56 1 lo creò cardinale di s.Cesario, poi eb-

servandosi alcuni benefizi ecclesiastici di be i titoli di s.Agnese e di s. Anastasia. A'


quello di Bologna che lasciò, e lo conti- 2 marzoi562 rinunziò la sede al nipo-
nuò sino a'5 novembre 1509. Nel qual te Guido Ferreri (V.) abbate commen-
giorno Io commutò colla sede d'I vrea, che datario di s. Stefano in Cittadella, di s.

possedeva il fratello Bonifacio Ferreri Michele della Chiusa e di s. Stefano d'I-


(/^.), che perciò fu fatto vescovo di Ver- vrea , referendario delle due legnature.
celli. Ma morto i filloma a' 1 3ottobre 1 5 io Indi nel 1 564 fu nunzio di Venezia e nel
il cardinal Gio. Stefano (e non nelr52o, seguente creato cardinale. Intervenne al

com'è detto nella biografìa), Bonifacio a* i." sinodo provinciale di Milano celebra-
5 del seguente novembre volle ritornare lo dallo zios. Carlo. Continuò e compì la

alla vacata sede d'Ivrea (e nel 1 5 7 fu 1 fabbrica del seminario, cominciata nelle
crealocardinale), cedendo la vercellese al- fondamenta dallo zio predecessore, e per-
l'altro fratello Agostino Ferreri, già ca- la città e diocesi fecequanto raccontai nel-
meriere di Giulio II, ed allora vescovo di la biografia, comprensivamente a' due

Nizza e abbate di s. Salvatore di Casale, collegi da lui fondati, l'uno peri 6 bene-
il quale vi fu nominato a' 16 settembre ficiali addetti alla chiesa di s. Eusebio,
imi, rinunziando Nizza a Girolamo Ar- l'altro pe'gesuiti, ed alla celebrazione del
sago milanese. Con autoritàdi Leone X, sinodo, in cui correggendo gli abusi, ri-

neli5i6 dismembrò dalla mensa la pre- pristinò la disciplina ecclesiastica a nor-


positura suburbana di s. Bartolomeo, e ma del concilio Tridentino. Rinunziato
la concesse olla congregazione de'gesua- nel 1572 il vescovato di Vercelli, non ri-

ti. Neli5i7 il Papa gli permise d'istitui- nunziò all'alletto per esso e alle splendi-
re un collegio d' 8 coristi, colle rendite de beneficenze che gli continuò. A' 7 ot- 1

della parrocchia di s. Stefano di Gregio. tobre gli successe Gio. Francesco Bono-
Ampliò l'episcopio, e donò alla cattedra- mo nobile cremonese, virtuoso, dotto, e-
le la Croce, il pastorale, ed il Crocefisso rudito, eloquente in prosa e in versi, ri-
d'argento per baciarsi nel venerdì santo. nunziando l'abbazia di Nonanlola, che
Emulatore delle virtù de'suoi maggiori, fu couferita al predecessore. Già familia-
morì nel 1 536. Secondo l'ab. Cappellet- re del metropolitano s. Carlo, fu da lui
ti, allora per la riserva del diritto di re- consagrato nel duomo di Milano. Sebbe-
gresso, il cardinal Bonifacio riprese il ve- ne in servigio della s. Sede assente, dili-
scovato di Vercelli, ma nell'anno stesso gentissimo e vigilante pastore fece cele-
lo rinunziòa favore del nipote Pier Fran- brare r 1 sinodi, ed intervenne al ^.° e 5.°
cesco Ferreri (f.). L' Ughelli e il Bima provinciale di Milano adunati dallo stes-

però, soltanto dicono, che Pier France- so s. Carlo, al 6.° inviandovi un suo pro-
sco, commendatario di s. Stefano di Ver- curatore. Già dissi, che nel 1 5jo soppres-
celli e referendario apostolico, a' 20 di- so l'antichissimo rito Eusebiano, intro-
cembre 1 536 fu dichiaralo vescovo di dusse in Vercelli e diocesi il romano; nel
Vercelli da Paolo III. Fu assistente del- quale anno accolti i barnabiti, commise
la cappella pontificia , vicelegato di Bo- ad essi la cura del semiuario,autnentaudo-
logna, nella legazione di detto zio; e sen- ne i redditi col priorato di s. Maria di
va ripetere lutto il riferito nella biogra- Vezzolauo. Ottenne dal Papa, che il ve-
fa, e le singolari benemerenze con Ver- scovo di Vercelli usasse il sigillo coll'im-

celli, mi limiterò a dire, che fu al cenci magine di s. Eusebio* e nella città fondò
VER VER 2%
ilmonte di pielà, che poi dichiarò suo e- chi giorni dopo, poiché a' 1 3 agosto 1 090
rede. Terminò nella cattedrale i sedili del trovo il successore Marc' Antonio Vista,
coro che con elegantissimo artificio uvea altro nobile d'Asti, arciprete della catte-
cominciati il predecessore a ornamento drale e priore Scensine: nel 1
599 rinun-
del presbiterio; e con essa fu largo di sa- ziò, e ritiratosi a Torino, in morte fu de-
gre suppellettili e di arredi d' argento. posto nella chiesa Maria della Piaz-di s.

Fu a suo tempo che i gesuiti vennero za, varinntis fortunae exemplar fttln-
ammessi in Vercelli nel collegio, ed an- rus. A' 29 maggio gli venne surrogato
cor lui contribuì allo stabilimento di sue Gio. Stefano Ferreri di Biella, come isuoi
rendite. Visitò per pontificia deputazio- antenati benché considerati vercellesi,
,

ne le diocesi di Como e di Novara; ven- referendario delle due segnature, consa-


ne inviato nunzio nella Svizzera, per in- grato in Pioma dal metropolitano cardi-
trodurvi le prescrizioni del concilio di nal Federico Borromeo. Neh 600 tenne
Trento, massime ad utilità del clero, e fu il sinodo, visitò la diocesi e la divise per
lui che introdusse Friburgo gesuiti,
in i vicarie. Per le sue virtù amato da Cle-
editi Al tdorf i cappuccini. Gregorio XI 11, mente Vili, indi fu nunzio all'impera-
per l'apostasia dell'elettore arcivescovo di tore di Paolo V. Intervenne al 7. sino-
ColoniaTruclises,nel i 58 i lo mandò nun- do provinciale di Milano, scrisse la vita

zio all'imperatore Rodolfo li, quindi nel di s. Eusebio, e quella degl'illustri suoi
i 583 lo costituì i

nunzio di Colonia per predecessori,e morendo in Biella nel 1 6 1 t

l'esecuzione della scomunica e deposizio- fu sepolto nella chiesa di s. Sebastiano


ne dell'infelice prelato prevaricatore; e nella tomba de'suoi maggiori. A'17 ago-
poi neh 584, pure col carattere di nun- sto Giacomo Goria di Viliafranca d'A-
zio, passò nel Belgio a presentare al du- sti, la qual terra fu da lui beneficata col-
ca di Parma Alessandro Farnese lo Stoc- la fondazione della casa degli oblati di s.
co e berrettone ducale benedetti, restan- Elena, quali negli ultimi tempi furono
i

do nella regione per gravi affari d'ordi- trasferiti all'educazione del seminario
ne di Sisto V, e morendo in Liegi a* i5 d'Asti. Lodatissimo pastore per 37 anni,
o 26 febbraio 587. Trasportato il cada-
1 il Corbellini gli dedicò il commentario de'
vere nella cattedrale dell'amata Vercel- suoi antecessori, e morendo nel 1 648 be-
gran prelato fu deposto nel sepolcro
li, il nefico ne fu testamento a favore di va-
il

che avea edificato per se e pe'suoi suc- rie chiese della diocesi. S'ignora perchè
cessori, come si legge nell'epitaffio scolpi- la sede restò vacante 12 anni, finché fa

tovi, ed esibito dall'Uglielli. Sisto V a'6 provveduta a'5 maggio 1660 col vercel-
aprile tosto gli die'a successore il proprio lese Girolamo della Rovere, abbate com-
correligioso e familiarissimo fr. Costanzo mendatario di s. Maria della Pulcheria
Boccafuoco (V.) di Sarnano de'conven- diocesi di Torino, e di s. Gennaro di quel-

Inali, che a' 17 dicembre creò cardinale: la di Vercelli: scienziato insigne, nunzio
rinunziò dopo due anni. Ili ."agosto 589 1 del duca di Savoia al re di Francia e con-
gli successe Corrado Asinari nobile d'A- sigliere di stato, finì presto stia vita nel
sli, già governatore di Faenza, Imola e 1 662. A'3o luglio 1 663MicheIangeloBro-
Forlì, non che d'Ascoli e Spoleto, Peru- glia nobile torinese e abbate di s. Maria
gia e Umbria, nunzio a'sovrani di Savoia di Pinerolo, morto nel 1679. In questo
e di Toscana, referendario delle due se- gli successe Vittorio Agostino Ripa nobi-
gnature, abbate commendatario di s. Al- le torinese, già referendario delle due se-
berto di Tortona. Prese possesso solenne gnature, e governatore di Jesi, Beneven-
ih. "agosto 1590, ed in questo morì in to eFermo. Pagò l'umano tributo in Ro-
Asti e vi restò sepolto. Convien dire pò- ma a'3 novembre 1691, e fu tumulato a
27o VER VER
s. Maria in Vallicella, con {splendido e- tempio di s. Maria Maggiore, per toglie-
Jogio prodotto dal Cappelletti. A'?-! mar- re le gare fra il suo capitolo e quello del-
zo 1692 Gio. Giuseppe M." Orsini nobi- la cattedrale. Stimato per dottrina ,
su*
le torinese, abbate, visitatore e procura- perirne a tutti gli nitri vescovi del Pie-
loie generale de'canonici regolari Late- monte, di santissimi costumi, Pio VI nel
ranensi, ma cessò di vivere nell' agosto 1778 lo trasferì all'arcivescovato di To-
i6f)4« Dopo f>e(\e vacante notabile a* 3 rino (J7 .). A* 12 luglio 1779, da s. Gio-
giugno 1697 il nobile vercellese Giusep- vanni di Mani ienne o Moriana, lo stesso
pe Antonio Berlodano, preposto dell'in- Papa trasferì a questa sede il cardinal
signe collegiata di s. Stefano tli Biella, e Carlo Giuseppe Filippo di Mtir umana
abbate commendatario di Bessa e di Frut- (F.) nobile torinese: beneficenlissimo, ze-
tuaria, elemosiniere del duca Vittorio A- lante esemplare pastore, morì nel
ed
medeo morto d'apoplessia a'4 maggio
II; 1802 deposto nella cat-
in Vercelli e fu

1700. Per le differenze tra la s. Sede e tedrale. 111. febbraio i8o5 da Biella vi
lo stato, p'rù di 27 anni restò vedovi la fu traslato Gio. Battista Canaveri di Bor-
cbiesa di Vercelli, ed alfine a' 3o luglio go Maro , dell'oratorio di s. Filippo. A
1727 fu preconizzato da Benedetto XIII, suo tempo per le violenze della repubbli-
Girolamo Francesco Malpassnti de'inar- ca francese, ad istanza del piissimo re Car-
chesi di Monliglio , nato in quel feudo lo Emanuele IV, nel 1
798 Pio VI prov-
diocesi diCasale, epreposto di quella col- vide sapientemente a'bisogni che dovea-
legiata. Ma colpito da repentina morte, no deriVore dall'imminenti sciagure, es-
u'q agosto 1728 ritornò a vacar la sede. sendo impedito ormai a'vescovi il ricor-
A' 3 dicembre 1729 il cardinal
1 fr. Car- rere alla s. Sede; con concedere provvi-
lo Vincenzo Maria Ferreri (/z.) di Nizza soriamente le facoltà in alcuni impedi-
domenicano, traslato da Alessandria, ab- menti matrimoniali, circa alcuni casi e
bai e commendatario di s. Maria di Ca- censure, la cui assoluzione era riservata
vour e di s. Mauro di Torino, morto in al Papa, circa la dispensa dalle irregola-
Vercelli a'9 dicembre 74?-> sepolto nel-
f rità per potere ricevere gli ordini sagri,
la cattedrale. A'i5 luglioi 743 Gio. Pie- ed in altri più interessanti punti di eccle-
tro de'conti òolaro, di Villanova Solaio siastica disciplina. Invasi gli stati del re
l'elido di sua casa e diocesi di Torino. di Sardegna da' francesi in Italia, un im-
L' 1 1 settembre 1 769 Vittorio Maria Bal- periai decreto di Napoleone I,a cui Pio
y
dassare Gaetano Costa (F .) di Augna- VII per evitare maggiori mali stimò
,

no, di nobilissima e virtuosissima lami- prudente il dare pontificio assenso, ridus-


glia di Torino: dottore d'ambe le leggi, se le 17 diocesi del Piemonte ad 8 sol-
aggregato al collegio delle belle arti, in- tanto^ 9 ne soppresse a*23 gennaio, cioè
di rettore della reale università, e sem- Alba, F
ossario Alessandria, Pinerolo,
t

pre studiosissimo della storia e dell'ame- Sitsa, Aosta, Bobbio, Tortona e Biella
na letteratura. Compilò il catalogo di 00 1 che fu ricongiunta alla diocesi di Vercel-
e più codici di sagre antichità apparte- li. Si stabilirono soggette alla metropoli*
nenti alla sua cbiesa; fece la pastorale vi- tana di Torino le suffraga nee Vercelli,

sita di tutta la vasta diocesi, prima die Ivrea, Acqui, Asti, Mondovi, Casale e
Clemente XIV ili. ° giugno 1772 vi di- Saluzzo. Morì il vescovo Canaveri l'i 1

smembrasse Biella e l'erigesse in vesco- gennaio! 81 1, e Napoleone 1 nominò ve-


vato; nella qual circostanza distrusse la scovo di Vercelli il torinese Carlo Tardi,

zizzania die la discoi dia seminava nella ilquale non fu mai consagrato e appro-
vigna del Signore, e riconciliò gli animi vato da Pio V lì deportato a Savona. Ces-
inaspriti, chiudendo l'antico e famoso sata alfine la funesta procella, il capito-
e

VER VER 271


lo di Vercelli fece la dichiarazione a Pio Ora penetrato da gravissimo cordoglio il

VII de'i4 febbraio i8i5, riportata nel rapitolo medesimo, che un tal suo proce-
t. », |). 22, delle Dichia razioni e Ritrat-
1 dere, benché da esso col cambiarsi delle
tazioni umiliale a Pio VII. In essa si di- circostanze immediatamente rivocalo, ab-
ce, che ** Durante la vacanza della sede bia incontrato la disapprovazione di Vo-
vescovile di Vercelli , essendosi sotto il stra Santità, il capitolo straordinariamen-
passato governo del Piemonte verificato te quest'oggi radunatosi, previo verbale
il caso di un designalo al vescovato me- avviso del eanonicoarcidiaconoGiambat-
desimo, il capitolo cattedrale di detta tista Ma la bai la dato a ciascuno de'cano-
chiesa, dietro la rinunzia dei suo i

vi- nici a quest'oggetto, d' unanime e pieno
cario, la di cui nomina non fi\ certamen- consentimento, per quest'atto medesimo,
te da niun patto viziata, accolse e nomi- con inalterabile profondissimo ossequio,
nò in suo 2. vicario il vescovo designa- filiale ubbidienza pienamente se stesso, ed
to. Mise egli cosi in pratica la massima, ogni passata sua condotta le sottomette,
la quale (avvegnaché con termini di ri- disapprovando tutlociò che meriti e pos-
spettosa venerazione verso la Selle apo- sa meritare la di Lei disapprovazione.
stolica) fuda esso inserita nel suo indi- Prostrato quindi a'piedi di Vostra San-
rizzo de*25 febbraio 181 x, non già per tità, mentre ha l'onore d'offrirle il since-
ignoranza de' sagri canoni, non per di- ro tributo del più doveroso rispetto a'sa-
sprezzo de' medesimi, non per deferenza gri canoni e della perfettissima sua ade-
verso i nemici della s. Sede, non finalmen- sione a'vcneratissimi oracoli e disposizio-
te per genio d'innovar la disciplina, ma ni pontificie, dalla sovrana paterna bon-
soltanto per un filale concorso d'imperio- tà di Vostra Beatitudine invocando so-
se circostanze, in forza delle quali fra l'at pra di se e de' membri sottoscritti (24
trattativa di molteplici preceduti esempi comprese le dignità) un consolante sguar-
di vescovi e capitoli, a'sagri canoni, ed do di clemenza, umilissimamente implo-
alla s. RomanaSede ossequiosissimi^ qua • ra l'apostolica benedizione". Già ancor*
li non si credettero per le prese misure ritornato nel 1 8 1 4 il re Vittorio Emanue-
involti nel caso di disprezzo dell'autorità le I alla sua reggia, fu nominato ammi-
della pontifìcia Set\e , a cui giustamente nistratore di Vercelli il vescovo d'Ivrea
tutto si sarebbe dovuto sacrificare, rimet- Giuseppe M. Grimaldi di Moncalieri dio-
'

tendo a Dio la causa della Religione e cesi di Torino, finche nuova epoca più.
della sua Chiesa, ignorando da un canto felice sorse per essa. Infatti ad istanza del

le disposizioni contenute nella lettera di religiosissimo Vittorio Emanuele I, il Pa-


Vostra Santilà de'2 dicembreiBio al ca- pa Pio VII determinò la giurisdizione del-
pitolo di Firenze, per esser questa stata le rimanenti diocesi, ristabilì le soppres-
dall'autorità politica d'allora gelosamen- se, vi aggiunse la nuova di Cuneo, eres-
te e severissimamente soppressa; e priva- se in arcivescovato la cospicua chiesa di
to altronde di ogui ricorso a'bramati lu- Vercelli, aggregò all'arcidiocesi di Geno-
mi della Cattedra apostolica, Maestra di va l'isola di Capraia, dismembrandola dal
verilà, si persuase, che una ferma resi- vescovato d'Aiaccio, e ristabilì nel Pie-

slenza in favore della rigorosa osservan- monte le due s. Miche-


celebri badie di
ze! de'canoni disciplinari, senza un prodi- le della Chiusa e di s. Benigno di Fruii*
gio dell'Altissimo, avrebbe provocata una tuaria. In conseguenza pertanto del Con-
furiosa tempesta d'inevitabili disastri con cordalo tra Pio Vile Vittorio Emanue-
danno gravissimo di questa chiesa nel- le Iredi Sardegna (V.) 3 il Papa colla
temporale e politico non solo, ma
l'ordine bolla Beali Jpostoloruiu principia, de'
ben anche e molto più. nello spirituale. 1 7 luglio 1817, Bull. Rom. coni. 1.
1 4> p«
4

2 7' v i a VER
344» ^'^•'^c o 1 seili vescovili nella profili- si vercellese sino al i.° gennaio i83o in
eia cJel Piemonte, ed ordinò la circoscri- cui morì. Gregorio XVI nel concistoro
zione delle diocesi. A p. 35 1 si legge lo de'^4 febbraio 83?., vi traslatò da Ales-
1

scioglimento della dipendenza, che uvea sandria, che leggeva dal 1818, l'odierno
r
la chieda di Vercelli, come divenuta suf- rispettabile pastore, mg. arcivescovo A-
fraganea della metropolitana di Torino, lessandro Vincenzo Luigi de' marchesi
e fu eretta in chiesa arcivescovile metro- d'Angennes di Torino, prelato domesti-
politana, con tutti i diritti e prerogative, co , assistente al soglio pontificio, cav.
componendola ci i 1 1 3 luoghi soggetti. Le grancroce, decorato del gran cordone del-
assegnò per sufhaganee le chiese vesco- l'ordine de'ss. Maurizio e Lazzaro, e cav.
vili di Alessandria, di Biella e di Casale, dell'ordine supremo della ss. Annunzia-

le due prime ripristinate; e dichiarò di ta, e gli conferì il pallio. Ritenne 1' am-
riservarsi in altro tempo di dilatarne, col- ministrazione della chiesa d'Alessandria,
l'aggiunta di altre sulfraganee, la metro- finche fu provvista d'altro pastore a' 1 5
politica giurisdizione. Nella bolla s. Eu- aprile 1 83 3. Egli è caro al suo popolo pel-
sebio è detto primi illius Sedis Episco- le doti virtuose che lo fregiano, e per la

pi et martyris. Inoltre Pio VII compar- sua pastorale carità verso tulli indistin-
tì al cardinal Paolo Giuseppe Solaio, già tamente suoi figli. Ora a' 3o gennaio
i

vescovo d'Aosta, le relative facoltà di par- i85gil venerando arcivescovo ha bene-


ticolare delegato apostolico, per l'esalta detto iu Torino nella cappella reale il
esecuzione della bolla in ogni sua parte, matrimonio celebrato fra il principe Na-
e l'organizzazione delle diocesi del Pie- poleone, cugiuo di Napoleone III impe-
monte. Voleva Pio VII aggiungere alla ratore de'francesi, e la principessa Clo-
nuova metropolitana di Vercelli le chie- tilde di Sa voia, primogenita del re di Sar-
se vescovili di Novara e di Vigevano, le degna Vittorio Emanuele II: a tale be-
quali erano sempre state soggette alla nedizione nuziale assisterono i reveren-
metropolitica giurisdizione dell'arcive- dissimi vescovi delle diocesi di Casale, di
scovo di Milano. Morto intanto l'arcive- Pinerolo, di Savona e di Biella. La po-
scovo cardinal Gio. Ballista Caprara, po- polazione di Torino non poteva associar-
tè quindi ricevere l'adesione dal capito- si con maggiore slancio e con maggiore
lo milanese. Perciò inviò al delegato a- effusione alla gioia domestica del re, in
postolico cardinal Solaio, colle analoghe una congiuntura sì memorabile e sì cara
facoltà, il breve Cani per Nostra lileras, al suo cuore. Ogni nuovo arcivescovo è
de'26 settembre 8 7, Bull, cit., p. 387,
1 1 tassato ne'libi i della camera apostolica e
per dismembrale dalla giurisd'zione me- del sagro collegio in fiorini 1,266, essen-
tropolitica dell' arcivescovo di Milano le do le rendite della mensa circa 7,000 scu-
chiese di Novara e di Vigevano, e per sot- di, gravate di pensione antica e perpetua
toporle alla soggezione della nuova me- librarrnn antiquarum 56oc monetaepe-
tropolitana di Vercelli. Questa tuttora ha demonlanae. L'arcidiocesi, già assai va-
per suffragane'! i vescovati di Alessan- sta, fu ristretta nel dismembrarle 200
dria, Biella, Casale, Novara, Vigeva- parrocchie per formare le diocesi di Ca-

no. Quindi peri. arci vescovo di Vercel- sale e di Biella. Al presente contienei 33
li, Pio VII preconizzò il i.° ottobre 181 7, parrocchie, delle quali io nella città. Tra
Giuseppe M/Grimaldi,chesinodali8i le parrocchie esterne sono da ricordarsi
n'era amministratore apostolico, trasfe- le 3 insigni collegiate di Santià, s. Aga-
rendolo dalla sede d' Ivrea che governa- thae Faiium, ufliziata da un preposto e
va dali8o5, allorché vi fu trasferito da da 7 canonici, piccola città sulle sponde
Pineiolo. Egli resse degnamente la chie- del Sesia a 5 leghe ovest da Vercelli; s.
9

VER VER 273

Bartolomeo di Trino, Triditium^ a cui per sedare completamente la sedizione


servono un preposto e 9 canonici città , che perseverava nell'ordine, e per impor-
principale del basso Monferrato, già de' re il silenzio a'sollevati, fece il viaggio ac-
duchi di Mantova, cinta e innailiata da compagnato da 8 grancroci e da 000
due torrenti che si gettano nel vicino Po, cavalieri, e V Ingresso solenne itiPwi)i(t )

a 4 leghe sud-nord da Vercelli; e di Mas- colle onorificenze e pompa praticate d'or-


serano, 3Jasseraniwt, che ha un prepo- dine del Papa, e descritte in tale artico-
sto, 6 canonici be-
8 canonici ordinari e lo. Quindi a' 18 dicembre i5#7 Sisto V
neficiati festivi, città capitaleun lempo Io creò cardinale diacono di s. Maria in
del principato del suo nome, ai6 leghe Portico, e prefetto delle galere della Ma-
al nord ovest da Vercelli. Di Masserano rina pontificia (J7 .\ di cui il Papa fu be-
(V.) e altri feudi della s. Sede nel Pie- nemerito restauratore, come lo celebrai
monte, riparlai nel voi. LXXX, p. 188 in tanti luoghi. Il cardinale dopo avere
e 97, per essersi dal 85
1 tralasciata la
1 1 fortificato l'isola di A/tf/tó, principale re
somministrazione dell'annuo tributo, do- sidenza dell' ordine, col castello di Bos-
vuto alla medesima dal redi Sardegna, quet, v'introdusse i cappuccini a'quali fab-
per la vicaria temporale di cui è investi- bricòun magnifico convento, e in miglior
to per pontificia concessione. forma ridusse gli statuti della religio-
\ ERDA (s.), martire. V. Daniele (s.), ne gerosolimitana, di cui fece scrivere la

prete e martire. storia in italiano dal celebre Bosio, e pa-


VEPvDALA Ugo, CardinaleWalo no- gò 200,000 scudi di debili, de'quali era
bilmente nel castello Loubens diocesi
di aggravata. Ad onta però degl'immensi
d'Àuch nella Guascogna, fin dalla giovi- vantaggi ad essa da lui procurati, pure
nezza si consagrò all'01 dine Gerosolimi- si trovò chi Io accusò a Clemente Vili
tano (^.), che fu testimonio del suo co- come dilapidatore del suo erario , onde
raggio e valore nell'età freschissima di 1 per purgarsi da tal nera calunnia fu ob-
anni. Si trovò all'assedio dell'isola di Zara, bligato mandare in Roma il proprio ni-

che Paolo Leone Strozzi priore di Capua pote. Dopo tante illustri imprese e ma-
fu costretto a levare, e dove il Verdala gnifiche opere, segnala tissimo nelle a lidi 1

salvò a nuoto lo stendardo della religione pace e di guerra, e formidabile a'nemici


con gran rischio della propria vita. Alla del nome cristiano, passò pieno di gloria
prodezza avendo congiunta la prudenza, all'immortale vita in Valletta nell'isola
in breve fu stimato capace di molti im- di Malta nel i595 d'anni 64, e fu ono-
pieghi e splendide cariche, e tra le altre revolmente sepolto nella chiesa di s. Gio.
ottenne il priorato di Tolosa e il grado Battista in un magnifico avello, in cui si
di generale d'artiglieria; indi fu destina- legge nobile elogio. Errò il Fleury nel-
to ambasciatore di sua religione in Ro- la Storia ecclesiastica , riferendo che
ma a Gregorio XIII, di cui si conciliò tal- il cardinale grau maestro, annoialo dai
mente la stima, che conosciuta la capaci- clamori degl' irritati cavalieri per la ri-

tà e le altre sue belle doti, gli procurò forma abbandonala l'isola,


degli statuti,
la commenda
di Pezenas. Nel 1 582 elet- si recò in Roma, ove morì di 74 anni, e
to gran maestro dell'ordine gerosolimi- tultociò contro lo scolpilo nell'epitaffio.
tano, ridusse in breve gli affari del me- VERDENoFEKDEN, Vercla, Wer-
desimo in ottimo sistema, e riconciliò gli da. Città vescovile del regno d'Annover,
animi de'cavalieri fra loro alquanto alie- nel governo di Stade> capoluogo del prin-
ni e discordi. Chiamato a Roma da Si- cipato e del baliaggio del suo nome, sul-
sto V, che voleva comunicargli la presa la sponda destra dell'Allei*, che ivi si var-

risoluzione di muover guerra a' lui chi, e ca sopra un ponte, a 7 leghe da Brema.
VOL. XCI1I. 18
4
.

a7 4 ver VER
Cinta di mura con 3 porle, vi è un'an- Swidberlo, ecelebrata con Carlo Magno
tica cattedrale, un ospedale, fabbriche di nell' 804 in Verden, ina notai che non

tabacco, di bina e d'acqnavila, contan- l'ammettono critici. Secondo quelli che


i

do più di 4,000 abitanti. 11 principato o la riferiscono, sembra che il servo di Dio


ducalo di Verden, di cui fu capitale, oc- canonizzato fosse il vescovo di Verden,
cupa la parte più meridionale del gover- ed in tal caso converrebbe anticipare l'i-

no, e dividasi ne'due baliaggi, di Verden stituzione del vescovato, che con Com-
che comprende piùdi 26,000 abitanti; manville dissi nell'807; mentre l'abbate
ediRotemburgoo Rothemburgo, il qua- di Cumberlandfiorì prima di lui, par-

le ne conta più 17,000, di cui circa di landone Beila nella sua Hist. eccl., t. 4>
1,000 appartengono alla città omonima e. 32; e l'apostolo d/grigioni egualmen-
che giace sulla sinistra riva del Wum- te era anteriore, poiché morì nel 7 3. Po- 1

me, e vi riceve la Rodati. Tanto la città teva avere il Ver-Papa canonizzato in


che il principato o ducato di Verden, i den uno de'due ultimi nominati e poi isti-
geografi comunemente pongono nella tuita la sede vescovile, provvedendola di
Germania, nella Baxsa Sassonia o Sasso- un pastore dello stesso nome. Il dotto Ma-
nia inferiore. Successivamente furono do- rangoni, Delle cose gentilesche traspor-
minati dal proprio vescovo, dalla Dani- tate ad uso delle chiese, a p. 1 r8, sostie-
marca, dalla Svezia che l'ottenne in ces ne che la r
.* solenne canonizzazione, tro-
sione dal re danese Federico III nella pace va negli Annali ecclesiastici, che fo quel-
diMiinster,allora sopprimendosi la sovra- la dis.Swidberto vescovo di Werda nel-
nità del vescovo ed erigendosi in ducato; la Germania, celebrata in quella città da
finalmente passarono in potere dell' An- s. Leone III a'4 settembre 8o3. Aggiun-

nover, cui però nel 1810 furono tolti ge, che già Papa Stefano II, recatosi in
da Napoleone I, e vide la città e il duca- Francia nel 753, fu supplicato da Pipino
to far parte del nuovo regno di Westfa- re de'franchi di canonizzare s. Swidber-
lia,ed ambedue presto ricuperò nel 8 1
1
to (dunque non era il vescovo di Verden,
pel congresso di Vienna. La sede vesco- ma l'apostolo de'gi igioni), ed il Papa ne
vile di Verden fu eretta da Papa s. Leo- commise l'esame e le sue veci a' vescovi
ne III verso I' 807, ad istanza di Carlo di Colonia, Treveri, Magonza e Liegi, i

Magno j e fatta suffraganea dell' arcive- quali mentre ordinavano le cose furono
scovo di Magonza; e vi si trasferì la sede impediti dall'incursioni de'sassoni. Ces-
vescovile di Barduic, Bardovicum, nello sate le quali, l'arcivescovo di Colonia col-
stesso secolo. Quest'antica cittadella Sas- locò corpo del santo in onorevole avel-
il

Luneburgo, abbattuta nel


sonia, vicina a lo, il che fu preceduto da una sua mira-
1 189 da Enrico Leone, fu cagione del- colosa apparizione; però la dice Beatifi-
l'ingrandimento di Luneburgo. Ne fu 1 cazione , e non canonizzazione solenne.
vescovo s. Swidberto il Giovane, ingle- Che finalmente s.LeonelII recatosi inGer-
se, il cui corpo fu levato di sotterra nel manianeU'8o3,con molti cardinali e pre-
i63o con quelli di 7 altri vescovi suoi lati, per le suppliche dell'imperatore Car-
successori, ed è nominato
mar- in alcuni lo Magno, trasferitosi con esso in Wer-
tirologi a'3o aprile. Non va confuso con da, e recatosi nella chiesa, mentre si can-
s. Swidberto il Secchio apostolo de'fri- tava la messa fu letta la vita del santo e
gioni, de'batavi, de'sassoni e altri germa- la relazionede'suoi miracoli, Papa s. Leo,
nici; né con s. Swidberto abbate nel Cum- de assensu par iter, et consensu suorurn
berland. Parlando della 1." Canonizza- Cardinalium, caeterorumqut Praclato-
r
zione (A .), secondo alcuni dissi essere rum illic corani aslantìum, Catalogo
stata attribuita a s. Leone III, per s. Sanctorum Confessorum illium adscri-
v eh VER 275

psil. Già e più brevemente ciò narrai nel- si pretese attribuire a s. Ludgero vesco-
la biografìa di s. Swidberto il Vecchio. vo di Miinster. Fu vescovo di Verden il

Il Baroniocon più diffusione ne tratta al- cardinal Brunone sassone figlio d' Otto-
l'anno 8o4, dicendo che s. Leone III per neduca della Francia-Renana e della Ca-
l'istanze dell'imperatore e di Felice Hil- ri ntia, cugino dell'imperatore Ottone III,
tlebaldo arci vescovo di Colonia, sopra un innalzatoa tali dignità da Giovanni XVI,
naviglio si condusse a Verda, incontrato come insigne erudito nell' umane lette-
processionalmenle da'monaci di s. Swid- re, in que'miseri tempi, di molta pietà
berto fino al Reno, cogli abitanti di Ver- fervorosa e assai limosiniero, benché in
da, e l'introdussero con Carlo Magno nel- giovanile età, per cui meritò di i/\. anni
la chiesa del santo, ove poi nel suddetto succederlo nel pontificalo a' 3o maggio
giorno cantò la messa Hildebaldo e seguì gg6 col nome di Gregorio V (V.). Po-
la canonizzazione suono delle cam-
, col scia il vescovo divenne signore della cit-
pane e il canto del Te Deurn laudamus ì tà e suo territorio, e principe dell'impe-
uscendo dalle sagre ossa del santo cele- ro. Neh 568 infelicemente apostatò l'in-

ste fragranza di soave odore che ricreò degno vescovo , ed abbracciò la pretesa
tutti. Inoltre il Papa determinò, diesi ce- riforma protestante. Quando Uibano
lebrasse da'verdesi ogni anno la festa an- Vili ne fece vescovo Francesco Gugliel-
r r
niversaria della canonizzazione,conceden- mo l aUetnbei gli (/ .) de' duchi di Ba-
do indulgenze per l'istessa chiesa a tutti viera, trovò in deplorabilissimo slato la
i fedeli che fossero accorsi a'divini uffizi. religione e culto cattolico, descritto nel-
Donò il Papa alla chiesa una piccola Cro- la biografia, e delle miracolose Ostie rin-
ce d'oro con dentro del legno della Vera venute anche in questo, in uno alle splen-
Croce; Carlo Magno le offrì due calici e dide benemerenze , fondandovi due se-
due ampolle d'oro, e altri ricchi doui; e minari, la casa de'gesuiti, il convento de'
per simil modo tulli gli altri, dal mag- francescani, e ripristinando l'università,
giore fino al minore, fecero le loro obla- la quale vuoisi istituzione di Carlo Ma-

zioni ,
per fare una preziosa cassetta on- gno, a vantaggio delle missioni apostoli-
de riporvi le ossa del santo. Propagatasi che di Sassoniaj per qui non dire altro,
per tutta la provincia la venuta in Ver- vi celebrò anche due sinodi. In premio
da del Papa e dell' imperatore , vi con- dell' immenso bene fatto, anco in altre
corsero molti popoli de'due sessi per ri- circostanti diocesi, nel 1 660 fu creato car-
cevere da s. Leone III la remissione de' dinale. In seguito cessò Verden d'essere
peccati, la benedizione apostolica, e ve- vescovato, ed i cattolici furono sottoposti
dere sì gran solennità. Vi si recò pure al vicario apostolico delle missioni set-
Irrogatele sorella dell'arcivescovo Hilde- tentiiouali di Germania, amministratore
baldo, col primogenito Gocellino fanciul- d'Osnabruck nella Westfalia.
lo, il «piale nello sbarco annegò nel Pie- VERDUN (Ferdumn). Citta con-re-
no. Inconsolabile la madre ricorse con fer- sidenza vescovile, antica, considerabile e
vore a Swidberto, e ottenne che lo re-
s. forte di Francia, nellaLorena, diparti-
suscitasse onde col suo nome lo consa-
, mento Mosa, già capitale del Ver-
della
grò nel monastero al servigio del santo. dunois, ed attualmente capoluogo di cir-
Ma ad onta di tali e piùcircostanziali rac- condario e di cantone, distante \i leghe
conti, il Rinaldi dubita sull'epoca del- da Metz e circa 70 da Parigi; oplimo sub
l'andata in Germania di s. Leone III, e coelo, ac in monlis cacumine aedificala
crede doversi anticipare; ed ilNovaes più conspicitur, conlinetque decem circiler
moderno nega la narrata canonizzazione, ìncolarum millia, quiomnes, nonmdlis
falsamente basata sopra uua lettera, che exceplis hebraeìs , catholicam re ligio-
• i

276 VER VER


Rem profìtenlur. Così l'ultima proposi- tèmpio protestante, la sinagoga degli e-
zione concistoriale. Vi dimorano le auto- brei. Prima, dopo la cattedrale figuravi
a
rità governative, e il tribunale di i . islan per principale chiesa, quella dell'antica
za, quello del commercio, l'ulìì/.in della celebre badia di s. Vitoneo Vittore o Van-
posta. Situata in riva al Mosa, questo la ne*, perciò delta di s. Vanues , situata
di vide in 5 parti, la piìi considerabile del- nella cittadella, poi Unita alta mensa ve-
le quali viene chiamata città Alta. Altri scovile,dove aveva avuto origine nel de-
dicono che dividevasi in 3 parti, cioè la clinar del secolo XVI la riforma de'mo*
città Alta, la Bassa e la Nuova. Cinta di naci benedettini del monastero, e quindi
mura guei nile di bastioni e mezzelune, il la rinomata congregazione di Lorena o
tracciato delle fortificazioni è irregolare. di s. VatimS) articolo che rannodasi col

Desse, e la ben munita cittadella, rico- presente. Insomma da essa derivò la re-
nosciuta chiave della Sciampagna, sono staurazione della disciplina monastica in
opere del cav. de Ville e del maresciallo Francia e in Lorena , e fece rivivere lo
Vauban. Le diverse braccia della Mosa spirilo di s. Benedetto; e quindi ne deri-
sono nella città traversale da vari pon- vò ancora la celebre congregazione di s.

ti. La cattedrale, sufficiente ampia e de- Mauro (Z7.). Ertavi altresì in Verdun
cente, è un edilizio d'ottima struttura e le abbazie di s. Agerico e di s. Paolo, le

di architettura mista, e trovasi in buono monachedis. Mauro; e nella diocesi le ab-


stato. E' sotto l'invocazione di Maria sem- bazie di Beaulieu, di s. Michele e di Cha-
pre Vergine o Nostra Donna, in cui am- stillon. Di piti fiorì in Verdun la colle-
mirasi l'altare maggiore. Tra le ss. Re- giata di Maddalena, che avea 3 digni-
s.

liquie è in gran venerazione il corpo di tà e 20 prebende, un collegio di gesui-


s. Santino i.° vescovo di Verdun. Vi è il ti, e molle altre case religiose. 11 vesco-

battisterioe la cura d'anime amministra- vo qualificavasi conte di Verdun e prin-


ta dal parroco. Il capitolo si compone d'8 cipe del s. Impero romano. Verdun van-
canonici titolari e di diversi onorari, e ta diversi illustri, il vescovo d'Agen Clau-

nelle feste intervengono all'uflìziatura gli dio Joly, il bravo Francesco di Clievert
alunni del gran seminario. L'antico ca- ec. Ha molte fucine, concie di cuoi, ve-
pitolo formavasi di 7 dignità, fra le quali triere , cartiere e gualchiere. Fabbrica
l'arcidiacono, il primicerio, il tesoriere, il tele, bambagine, panni comuni, flanelle
cantore ec, e di /\i canonici. Il cardinal d'Inghilterra, saie incrociate dette di Ver-
Ugo Guglielmo di Scagno (V.) di Ver- dun, confetture e liquori, i suoi confetti
dun , ottenne da Papa Nicolò V per la essendo rinomati. 11 suo traffico è molto
chiesa patria, fra l'altre cose, conferma la esleso, e consiste in vino, panni, olii, dro-
degli statuti del capitolo, pe'quali nuo- i ghe, ferro, legna, Bromati, colori e pelli.

vi canonici dovevano giurare d'esser nati Le due fiere del 2 5 maggio, e del 2 no- 1

di legittimo matrimonio e di libera con- vembre durano 3 giorni. Ne dipendono


dizione. L'episcopio è vasto e convenien- cantoni di Varennes, Soulli, Cliarni, E-
te, trovasi pressoché annesso alla catte- tain,Clermont, e Fresne-en-Vaevre, con
drale: questi due edilìzi, e la sala degli i5o comuni. Nella piccola città di Va-
spettacoli, sono le fabbriche più notabili rennes, a 7 leghe da Verdun, fu arresta-
r
della città. Vi sono altre chiese, due del- to il virtuoso e sventurato Luigi XVI a
le quali parrocchiali e munite del s. fon- 22 giugno 1791, mentre muovea perla
te, diverse case religiose di donne, com- frontiera Belgica.
prese le sorelle della Carità, due ospedali Era Verdun già cousiderabile quando
uno militare e l'altro civile, grande e pic- i romani fecero la conquista della Gallia
colo seoiiuario, il collegio comunale, uu Belgica, a cui apparteneva; la sua situa-
VER VER 277
zione vantaggiosa indusse Giulio Cesare a'22 febbraio 842 alleanza perpetua, e
ad impadronirsene, per farne il deposilo quindi inviarono ambasciatori a Lotario
e magazzino de'suoi eserciti che armeg-
il 1 offrendogli pace. Invano: si ripresero le
giavano sulla medesima frontiera. I/lli- armi, e Lotario I fuggì a Lione. I suoi
nerario d'Antonino è il più antico docu- fratelli portatisi in Aquisgrana, fecero di-
mento in cui sia fatta menzione di Ver- chiarare l'imperatore, perla guerra in-
dun. In latino fu denominata con diver- giusta che loro faceva, spergiuro e deca-
7
se lezioni: Firedieniim T iredunum Vi' duto da'suoi diritti sui regni di Francia
) i

ridunum, Virdumim, e più comunemen- e di Germania, de'quali essi n'erano di-


te Vcrodunum o Pirodiinum, anche Ve> venuti legittimi possessori.!») seguito Car-
redima. Pumasta sotto il dominio de' ro- lo e Lodovico si divisero
I domimi a i :

mani sino al VI secolo, allorché fran- i ciòche apparteneva al re di Baviera, si


chi fecero il conquisto delle Gallie, Ver- aggiunse la Frisia, la Germania, e tut-
dun colla provincia della i." Belgica, alla lociò che è tra la Mosa e il Reno; Carlo
quale apparteneva, fu attribuita al regno I ebbe il resto. Non ostante si venne a trat-
d'Australia, e divenne famosa pel tratta- tative con Lodovico I, che ancora avea
to detto di Verdun, perchè ivi concluso forze bastanti per farsi temere,conseguen-
nell'843,e riferito dal conte Gatti nel Ri- za delle quali fu la convenuta riunione
stretto de' principali trattati di pace.Ec- de'3 fratelli in Verdun nell'agosto 843,
cone un cenno. L'imperatore Lodovico I per dividersi la vasta monarchia de'fran-
il Pio, figlio di Carlo Magno, dopo aver chi. All'imperatore rimase tutto il paese
mandato aLotario I suo primogenito l'in- tra il Reno, la Mosa e l'Oceano, la Pro-
segne della podestà imperiale, e di aver- venza, la Savoia e la Svizzera, i Grigio-
gli raccomandato proteggere l'ancor gio- ni, col regno d'Italia; ed allora il paese
vane Carlo I il Calvo re de' franchi, al- della Lorena ebbe questo nome dal far
tro suo figlio, morì in Ingelheim, a' 20 parte del regno di Lotario. Lodovico eb-
giugno 840. Lotario I, che allora era in be la Baviera, parte della Fannonia, la

ltalia,spedì subito segreti messaggi a mol- Sassonia e tutte le provincie della Germa-
ti signori, specialmente di Francia, per nia di là dal Reno, co' vescovati di Ma-
farsi riconoscere solo signore, e passate gouza, Spira e Worms. Dice il Gatti: al-
l'Alpi si recò in Borgogna. I due suoi fra- lora la Germania cominciò a formare un
telliLodovico re di Baviera e Carlo ì re regno da se sola. A Carlo I poi rimase la
de'franchi, che per la divisione paterna parte occidentale della Francia, cioè dal-
erano a parte di porzione dell'impero, in- l'Oceano fino alla Mosa e alla Schelda,
vano procurarono rappresentare l'ingiu- e sino al Rodano, Saona eda'Pire-
alla

sto suo procedere, Lotario I esigendo, nei.Lotario I con tal divisione perdette
come imperatore, che fossero a lui sog- molte provincie dal padre lasciategli nel-
getti. Si venne alle armi, seguirono fazio- la Germania. Altra conseguenza del fa-
ni guerresche, tregue, accordi, divisioni moso trattato di Verdun, fu la riunione
di domimi: tutto inutilmente per l'ecces- de'3 fratelli aMarsne sullaMosa nell'847,
sive esigenze di Lotario I. 1 fratelli quin- dove stabilirono con altro patto: Che vi
di appellarono a Dio e alle loro spade : sarebbe pace e concordia fra di essi. Che
a'25 giugno 841 essi riportarono a Fon- si adoprerebbero per difendere la Chie-
tenay la memorabile vittoria, ove dicesi sa di Dio da'suoi nemici (allora princi- i

perirono 00,000 combattenti, e Lotario


1 pali erauo gì''iconoclasti ed saraceni). i

1si ritirò in Aquisgrana, usando anche Che i loro figli erediterebbero la corona
mezzi illeciti per soverchiare Lodovico e de'padri aveudo pe'zii il dovuto rispetto.
Carlo 1, i quali in Strasburgo giurarono Che i vassalli non sarebbero d'ora in a-
278 VER VER
vanti tenuti a militare pel re, a meno che per sorpresa Aquisgrana, mentre stava
ne'casi di guerre generali e d* invasioni per porsi a tavola e postolo a pericolo di
straniere. Convennero inoltre che ogni esser fatto prigione. Fu egli che reduce
uomo libero potrebbe scegliere il suo si dall'esercito imperiale, sulla fine di no-
guore tra il re e i suoi vassalli. Adunque vembre consigliò l'imperatore a passare
dal IX secolo Verdun fece parie del re- ilfiume di Aisne, risparmiando così una
gno di Lotario 1 e passò nel dominio del grande effusione di sangue che avrebbe
suo figlio Lotario , col nome di Lorena occasionato dall'una e una l' altra parte
(/'.), a cui rimase sempre addetto. In se- battaglia colle truppe di Lotario che
com-
guito Verdun Lorena fu con-
e tutta la parvero il giorno seguente. Poco dopo
quistata da Ottone Germania, il I re di Goffredo unito al conte Arnoldo distrus-
quale verso l'anno g5o die' un conte a se in un mattino un castello che Ottone
Verdun, e nel gSg la Loiena cominciò figlio d'Alberto conte di Vermandois fa-

ad avere un duca particolare in Federi- ceta erigere a Vinchi nel Cambresis, a


co I, cognato d'Ugo Capeto poi capo-sti- malgrado diBothard veseovodiCambray,
pite de'Capeli re di Francia. Avendo Ot- collamira di nuocergli. Dopo la morte
tone I dato il ducato di Lorena a suo fra- d'Ottone li, accaduta nel 983, il re di
telloBrunone arci vescovo diColonia, que- Francia Lotario voleva giovarsi delle tur-
sto hi divise in due provincie, lai." del- bolenze per riavere la Lorena , occasio-
le quali si disse Alta Lorena o Mosci- nale nell'impero dalla minorità di suo fi-

lana, perchè attraversata dalla Mosa o glio Ottone III. Con tale divisameuto eu-
Mosella, l'altra della Bassa Lorena, e trò tosto in quel paese nel 984 col pre-
comprendeva il Brabante, il Cambresis, testo di punire alcuni signori delle rapi-
il vescovato di Liegi e la Gueldria. Il con- ne da essi praticate alle frontiere di Fran-
te di Verdun creato da Ottone I, fu Gof- cia. Presentatosi davanti Verdun, lo strin-

fredo il Vecchio figlio di Gozilon e di Vo- se d'assedio, ma fu dal valore di Goffre-


da , e nipote per parte di suo padre di do costretto a levarlo. Lotario per riva-
Wigeric conte di palazzo sotto il regno lersi di questo rovescio diede il guasto al

di Catlo Semplice re di Francia, e


111 il paese. Lo inseguì Goffredo accompagna-
ceppo della casa d" Ardennes approvò : to da Sifredo suo zio conte di Luxem-
colla sua firma in qualità di conte di
,
burgo. Raggiunta l'armata francese le

Verdun, l'atto di fondazione del mona- die' battaglia, ma rimase vinto e fatto pri-
sfero dis. Vannes, fatta dal vescovo di gione collo zio e altri personaggi distinti.
Verdun Berengario. Questo è il più an- La città di Verdun compresa di spaven-
tico documento del potere esercitato dal to deputò al vincitore certo Gober per
conte di Verdun. Nel 973, dopo la mor- presentargli le chiavi, sperando con que-
te di Garoier e di Rinaldo couti d'Hai- sta sottomissione gli restituisse i suoi cit-
naut, fu nominalo Goffredo con Arnol- tadini prigionieri. Lotario entrò in fatti
do, dall'imperatore Ottone II, per sosti- in città e ne mandò liberi alcuni, ma trat-

tuirli; ma nel 977 vennero destituiti da tenne Goffredo e Sigefredo, spedendoli


Carlo di Francia duca della bassa Lore- entrambi in un castello sulla Marne per
na. Non avendo Goffredo potuto ottene- esservi rinchiusi sotto custodia di Ottone
re giustizia di simile procedura da Ot- conte di Borgogna e di Ei berlo conte di
tone II, si ritirò nella sua contea di Ver- Troyes. Durante la prigionia Golfredo
dun, senza però rimanere meno addetto soffrì uno pungenti rammarichi
de'piìi
a quel principe. Nel 978 egli f accompa- per la proibizione fatta da Lotario alla
gno nella sua spedizione di Francia per città di Verdun di ricevere Adalberon fi-
vendicarsi di Lotario, che gli avea tolto glio di esso conte, dalla medesima eletto
VER VER 279
per vescovo sul finir di quell'anno o al combattere per la patria, e dt*re a vede-
principio del seguente. Inoltre il re sfogò re a'nemici che dopo essersi impadroniti
il proprio risentimento sopra Adalberon della persona di Gollredo, non lo aveano
o Adalberto arcivescovo di Reims, fratel- altrimenti tulio intero in loro potere. Fi-
lo del conte e zio del prelato eletto, per nalmente li consiglia ad affezionarsi ad
avergli conferitogli ordini sagri e man- Ugo Capelo duca di Fraucia, assicuran-
dalo all'imperatore a chiedere la confer- doli che mercè la protezione di quel prin-
ma di sua elezione. Non avendo potuto cipe uulla hanno a temere per parte de-
indurlo a scomunicar suo nipote, Lota- gli altri principi francesi. Fu certo per la
rio di prepotenza Io fece arrestare e por- mediazione di questo duca posto in li-

re in prigione, minacciandolo della vita. bertà Sigefredo prima de' 1 9 maggio 985,
Frattanto il giovaue imperatore Ottone non si sa sotto quali condizioni; laddove
111, sollecitato da'congiuuti di Goffredo, Goffredo rimase prigione sino alla mor-
Uligava il monarca francese a restituir- te di Lotario accaduta a' 2 marzo 986.
gli Verdun e mettere in libertà il conte. Allora il nuovo re Luigi V il IVullqfecc,
Vi acconsenti Lotario, ma a 3 durissime si mostrò più. trattabile sulla liberazione
condizioni: i.° che Goffredo restituisse la del conte, che uscì di prigione a' 1 7 del
città di Mons al conte Rainiero, colle al- successivo maggio, dopo aver dovuto ri-

tre piazze che riteneva dell'Hainaul; 2.° nunziare ad alcune piazze del vescovato
che obbligasse suo figlio a rinunciare al di Verduu, col consenso del vescovo suo
vescovato di Verdun, ed egli stesso si spo- figlio. di Reims suo fratel-
L'arcivescovo
gliassedella contea di questa città; 3.° che lo si richiamò da quei trattalo con lette-
gli facesse omaggio dell'altre terre cui ra all'imperatrice Teofania, per indurla
possedeva nell'Ardenue parte dellaSciam- a non permettere che avesse luogo, sic-

pagna. Goffredo, eh' era di alti sentimen- come tendente alla rovina delle chiese e
ti, non volle a condizioni sì umilianti ri- a'dauni della famiglia imperiale. Ignora-
cevere la propria libertà, e indusse anche si l'effetto di tali rimostranze, ma fu fat-
il Gerberlo (probabilmente l' a-
celebre ta la pace tra l'impero e la Francia a' 1
7
inico dell'arcivescovo Adalberto, quel- giugno 986. Verduu venne restituita al-
lo che fu poi Papa Silvestro II) a scrive- l'impero, come testifica Gerberlo, ch'eb-
re alla conlessa Matilde sua moglie, per be grau parte a quell'opera. Goffredo ri-

esortarla a non abbandonarsi alla tri- messo iu libertà e al possesso di sua cou-
stezza per amore di lui, a conservarsi fe- tea,ue die'qualche tempo dopo la sua di-

dele all'imperatrice Teofania madre e tu- missione a favore di Federico suoZf- fi-

trice diOttone III, a non istringere alcun glio, conservando l'amministrazione de-
trattato colla Francia, uè sotto pretesto gli altri suoi domimi. Nel 1004 <-'g!i edi-
di procurargli la libertà, uè colla spe- ficò il castello di Einham presso Onde-
ranza di garantir dalla morte lui ed il fì- nard sull'Escaut. Era esso il retaggio di
glio,e aben custodire le sue fortezze. Tan- sua moglie Matilde. Sino allora quel luo-
to adempì Gei beilo cou lettera de' 22 go era di poca cousiderazione, ma ne ac-
marzo 980; ed iu altra accenna aH'incir- quistò molla perle cure di Goffredo e del-
ca le slesse cose aligli di Goffredo e Sì- la moglie nel farvi fiorire il commercio
gefredo per ordine del loro padre. Tra le collo stabilimento del porto, fiere e una
piazze cui raccomanda loro custodire cou abbazia presso la sua cinta. Morto Gof-
maggior cura, notniuaScarpoune, oggidì fredo a'4 settembre, ignorandosi l'auno,
villaggio di Charpàigne sulla Mosella, ed col titolo di duca, gli fu posto un epitaf-
altro luogo nominato Haidon-Chalel. fio nella chiesa di s. Pietro di Gand, da
Gei bei lo gli esorta ad assoldar truppe, a Flavigni lodato: Viv probilaie, gratia t
280 V K R V Él :

honovibus inter magnates no-


(ìiviliis et fondatori. Egli difese Goffredo suo fra-
mìnatissimut. Sua moglie Malizie mor- tello duca della bassa Lorena. controLnm-
ta dopo a'^4 luglio 1009, fu sepolta nel- bert conte di Lovanio ed Alberto conle
la badia di s. Vannes eli Verdun; era fi- di Namurche gli contrastavano quel du-
glia di Ermanno Billing duca di Sasso- cato.Nelf oi3 egli marciò in aiuto di Bai-
nia, ed in prime nozze avea sposato Bal- dric vescovo di Liegi, attaccato da Lam-
dovino 111 conte di Fiandra. Da Goffre- bert in occasione che avea eretto il ca-
do ebbe 5 figli, due primi de'quali Gof
i stello di Ilugarde, colla mira di favorire
freclo e Gozelm o Gothelm, furono l'u- il partito di Goffredo. A' io ottobre si

no dopo l'altro duchi della bassa Lore-


i die' battaglia presso Florenes, in cui i lie-

na, e credo di non andar lungi dal vero, gesi rimasero sconfìtti. II conte Erman-
con sospettare che un figlio dell'uno o del- no fece neir azione prodigi di valore, e
l'altro sposò la celeberrima Matilde mar- dopo la rotta de'liegesi, fattosi forte en-
chesana di Toscana (V.); Adalberon, il tro una chiesa, vi si difese con una ma-
3.°, fu il detto vescovo di Verdun, mor- no di gente, finche sopraffallo dal nume-
to a* 1 8 aprile 988 nel ritornar da Saler- ro dovette arrendersi. Ma la contessa Er-
no, ov' erasi recato per consultare sulla mengarda, madre del conte di Nauiur,
malferma sua salute i dottori di quella alla cui custodia Lambert avea affidato
famosa scuola di medicina; Federico che quel prigioniero, procurò riconciliare suo
segue, ed Ermanno che succederà, furo- figlio coll'imperatore s. Enrico II, tulio

no i due ultimi. Federico divenne conte di voto alla casa di Ardennes, prometten-
di Verdun nel 988 circa, e amministrò do a questa condizione di lasciar in liber-
la contea con molla saggezza e pietà. Nel tà Ermanno, all'insaputa del conte di Lo-

997 iulraprese un pellegrinaggio a Ge- vanio. Vi acconsentì l'imperatore mercè


rusalemme. Al suo ritorno volendo ri- la mediazione de' vescovi di Liegi e di
nunziare al mondo, fece donazione della Cambray,che ne lo aveano pregato a Co-
contea di Verdun al vescovo Ileimon o blenlz. Ritornato in libertà Ermanno,
Haymo, ed a'suoi successori nella chiesa non trascinò gl'interessi di suo fratello,
di Verdun: donazione ratificata da un di- e morì nel 1028, secondo il moderno sto-
ploma d'Ottone 111 imperatore. 11 conte rico della chiesa di Verdun; però il Mar-
Federico si ritiiòpoi nella badia di s. Van- lene prova che ancor vivea a'3 novem-
nes, ove passò santamente il rimanente bre io34- Pretende Meier, ch'egli abbia
de'suoi giorni, cui terminò nel 022. Er- i finito i suoi giorni nella badia di s. Van-
manno detto anche Llezelon o Eurico,
, nes ov' erasi ritirato. Dal suo matrimo-
fratello di Federico, fu nominato viscon- nio ebbe parecchi figli, la più parie de'
te di Verdun dal vescovo Heimon, allor- quali morirono nell'infanzia, e ninno gli

ché questo prelato fu posto al possesso sopravvisse. Due di loro, mossa rissa in-

della contea della città. Ebbe però sem- sieme, si uccisero a vicenda a furia di col-
pre il titolo di conte, aitesi i suoi natali. pi di spiedo nella cucina del loro padre.
Egli era uno de' più facoltosi signori di Odda primogenita d'Ermanno fu bades-
Lorena, e oltre domini! legatigli dal pa-i sa di s. Odila nell'Alsazia; Matilde la 2.*

dre, godeva della terra d'Einham reca- si Rannero IV conle d'Hainaut;


rnarilò a
tagli in dote da Matilde sua sposa, figlia Derida la 3/ morì prima dell'età pube-
di Luigi conte di Dagsbourg. Andavano re. Nel 1028 GozelonoGolhelon I, figlio

in lui del pari colla ricchezza la prudeu- di Goffredo il Vecchio educa della bas-
za e il valore. Professava anche divozio- sa Lorena, fu il successore di Ermanno
ne., e il inouasleio di s. Laurent di Liegi suo fratello nella viscontea di Verdun.
lo riguardava per uno de'suoi principali Ma non contento di questo titolo, volte
VER VER 28!
richiamarsi contro la clonazione fatta da di i vescovi principi dell'impero, come
Federico suo fratello alla chiesa di Ver- questo di Verdun. A Golhelone I, duca
dun, e ricorse al consiglio imperiale per dell'alta e bassa Lorena, nelio43 l'im-
farla cassare. Non essendogli stato favo- peratore Enrico III nominò duca e suc-
revole il giudicato di quel tribunale, im- cessore dell'alta Lorena il di lui secondo-
piegò la via delle armi per porsi al pos- genito Gotheloue li il Neghino so, a mal-

sesso della contea di Verdun, uccise pro- grado di Goffredo il Barbuto suo fratel-
ditoriamente sulla montagna di s. Van- lo maggiore duca della bassa, che preten-

nes Luigi di Chini, di fresco nominato dal deva all'intera successione paterna. Mor-
vescovo a suo visconte, e diede alle fiam- to Gothelone 1 1 nel 0^.6 senza lasciar po-1

me 1' episcopio. Lo storico moderno di Enrico HI creò duca dell'alta Lo-


sterità,

Verdun dice che l'imperatore Corrado rena Alberto o Adalberto d'Alsazia, per
11 il Salico, per consiglio dell'arcivesco- cui adirato nuovamente Goffredo il Bar-
vo Ermenfredi, definì quella controver- Z>«/o,co!legatosi co'conli di Fiandra e d'O-
sia con dare a Gothelou I il ducato del- landa, scorse tutta la Lorena con in ma-
l'alta Lorena; ma l'antica storia compen- no ferro e
il le faci, nel r 048 prese anche
diata de'vescovi di Verdun, nulla dice in Verdun, ed uccise nella pugna Alberto,
tale proposito. E' certo però che Gothe- al quale successe il fratello cadetto, altri
lou non pervenne al ducato dell'alta
I Io dissero nipote, Gerardo d'Alsazia, cep-
Lorena se non nel io34 circa, e non è po dell'augusta casa d'Austria. Enrico UE
men certo ch'egli continuò ad esercitare fece imprigionare Goffredo il Barbuto,
il suo potere in Verdun, sia col titolo di che ricuperata la libertà, riprese le armi,
conte, sia con quello dì visconte, sino al- bruciò il magnifico tempiodella D. Ver-
la sua morte avvenuta nelio43. Tale fu gine di Verdun, e poi pentito Io fece rie-
Ardennes.casa illu-
l'origine della casa di dificare più sontuoso, facendo per peni-
stre che deve la sua denominazione non tenza egli slesso I* ufficio di manuale.

ad una contea d'Ardennes propriamen- Nello stesso 1048 il cugino di Gherardo


te detta, che non ha mai esistito, ma a' d'Alsazia, divenne Papa s. Leone //Y,che
gran dominii da essa colà posseduti. da E ritenendo suo vescovato di Toul, nel
il

notarsi, che dopo la divisione delle due visitarlo da Papa, in uno a diverse parti

Lorene, sul principio tutti i piccoli sta* della Lorena onorò di sua presenza an-
ti o contee che le componevano, dipen- che Verdun. Questa città nella signoria
devano immediatamente dall'impero, il del suo vescovo si conservò libera e im-
che non toglieva che il rispettivo duca periale, nel 5.° circolo dell'impero, fino al
non possedesse qualche superiorità sui si- 1 552 in cui l'occupò insieme alla Lorena
gnori particolari. Era specialmente debi- Enrico II re di Francia, gli abitanti es-
to di questi di porsi sotto le sue insegne o- sendosi posti sotto la sua protezione; e
gniqualvolta venivano convocati pel ser- poi nel 1648, pel trattato di M mister, la
vigio dell'imperatore. Nelle città vescovili città colla contea di Verdun furono de-
gl'imperatori conservarono lungamente finitivamente riunite alla Francia. Nel
delle contee,anche dopo che vescovi co- i settembre! 792 Verdun fu bombardala
minciarono a godere superiorità e signo- e presa da'prussianijma a'20 dello stesso
ria territoriale sotto certi riguardi. Ed è mese, il general Rellerman riporlo sui
pure da osservare che ter ri lori di Ti e ve-
i i medesimi tal segnalata vittoria, ne'campi
ri, Metz, Toul e Verdun vennero nella di Valmy nel dipartimento della Marna,
divisione della Loiena smembrati, né più che non solo ricuperò Verdun, ma liberò
riconobbero nell'ordine fendale altro su- il territorio francese da' prussiani; onde
periore, Uanue il capo dell'impero, quiu- poi il suo cuore fu deposto nel campo del
282 VER VER
suo trionfo con monumento onorario. sono vere, sono due santi dello slesso
vi

Nell'impero di Napoleone I vi si formò nome, uno vescovo di Meaux. e 1' altro


un deposito di prigionieri di guerra in di Verdun. Questa è pure l'opinione di
glesi. Baillet, Philippeaux,Ledieu ed altri. Du
La sede vescovile fa eretta nel IV se Plessis rispose aTliomó con uua lettera
colo sulfraganea della metropoli diTre- molto conveniente, nella quale confessò
veri,la quale cessando du tal grado, Pio che le di lui ragioni gli aveano resa la
VII la sottomise a quella di BesauQm, e traslazione pretesa delle reliquie discan-
Io è tuttora. Il Chenu, Episcoporum tino sempre più dubbiosa. La città di
Callide Chronologica Bistorta , nella Verdun vuole per se lo stesso santo, e
Serie* Episcoporum Firdune.nsis Ec- lo pone nel IV secolo; in vece quella di
clesiac, ne registra i .° vescovo s. Santino Meaux lo ritiene vissuto nel III, ed am-
( / Dionysii di scipalassi Mcldensis
'.), s. bedue ne celebrano la festa in uuo stesso
epìscopi**, obiti 8. La Galli a Christia- i 1 giorno, nel quale il Martirologio di Fran-
na, t. 4> p- ' i <5 1 , firdunenses Episcopi ',
cia parla di lui, come se fosse stato prima
soltanto lo dice ì
.° vescovo; ed a p. 6g4 vescovo di Verdun, poscia di Meaux; men-
Meldenses Episcopi, fuisse docent vul- tre che a'22 settembre soltanto celebrasi
gati omnes datai >«/. Nella biografìa dissi uo semplice martire, il quale lavorava
col Boiler, essere molto oscura la sua sempre sotto s. Dionisio, e morto a Pari -
storia, e che s'è vero abbia occupato la gi con s. Antonio a' 3 ottobre. Quanto
sedediVerdun avanti a quella di Meaux, allereliquiedis. Santino, nell'ultima pro-
sarebbe vissuto nel IV secolo, ne sareb- posizione concistoriale di Meaux non se
be stalo discepolo di s. Dionisio dì Pa- ne menzione, mentre in quella di Ver-
fa

rigi: egli è ricordato negli antichi mar- dun, espressamente si dichiara venerar-
tirologi a' 22 settembre sebbene se ne
, sene il corpo nella cattedrale, come notai
faccia la festa l'i i ottobre a Verdun, ed in principio. E siccome vuoisi che s. San-
a Meaux (/^.). Nei due ultimi ricordai» tino intervenisse al i.° concilio di Colonia
articoli parlai della questione, se*. Dio- nel 346, per deporre Eufrate vescovo
nisio di Ptfr/gi, l'apostolo di Francia nel della città, il quale negava la divinità di
'

245 circa, sia diverso da s. Dionisio VA- Gesù. Cristo; e perchè s. Dionisio di Pa-
reopagila ) che l'anno 5i promulgò l'È- rigi, di cui fu discepolo, piantola sede ve-
vangelo in Atene. Forse il Chenu creden- scovile "m quella città circa25o, sembra il

dolo discepolo di qoest' ultimo benché , che s. io Ver-


Santino facesse altrettanto
molti scrittori sostengano che fosse uno dun ne'primordi del seguente. Ne furo-
solo, disse morto s. Santino nel 118. Il no successori s. Mjuro morto V 8 no-
:

inaurino Du Plessis, che scrisse la Storia vembre (del do, dice CUeuu); s. Salvi-
1

della chiesadi Meaux,* tendo detto che no (del 222, al dire di Chenu); s. Arato-
le reliquie di s. Sputino furono vendute re, post quem reperitur interpolitifi cium
nel secolo XI ad alcuni mercanti di Ver- 2 00 fere annorum, nota la Gallia Chri-
dun, dagli abitanti di Meaux , determi- stiana, perciò sembra ritenere s. Santino

natisi a questo sacrilego euor.ne delitto fiorilo avanti il IV Pulcrono di-


secolo. S.
a motivo d'una forte carestia, Thouiè scepolo di s. Lupo vescovo di Troyes, fu
canonico di Meaux volle provare che la eletto nel 4^4 » basferi la cattedra ve-
storia della vendita delle reliquie di s. scovile dalla chiesa suburbaua de'ss. Pie-
Santino doveva essere considerata come tro e Paolo , in quella di s. Maria nella
una favola; e che se le traslazioni di s. da lui fabbricata, ed in cui fece di-
citlà,
Santino, che diconsi essere state fatte in pingerne l'immagine in allo di calpestare
diverse occasioni a s. Vannes di Verdun, col piede il serpente, simbolo dell'eresia,
V E R VE R 283
perchè nel concilio di Calcedouia si lodò siderio, e divenne modello de' pastori.
la Madre di Dio, Gamìe Maria T'irlo Scoprì le operazioni del demonio in

cunetta haereses etc. Ciò narra il Che- una donna, la quale seduceva il popolo
nu, ed aggiunge che il vescovo intervenne con pretesi oracoli, e la fece cacciare non
al concilio, di 3 anni anticipando la sua solo dalla diocesi, ma
da tutte le terre del
epoca ,
per essersi celebralo nel /±5i; e regno d'Austrasia. Era padrino di batte-
mori nel 47°- 1" fjnesto venne scelto s. simo del re Childeberto I perciò ebbe ,

Possessore, morto nel 486 e sepolto nella molto potere sul suo cuore. Ottenne gra-
basilica di detti ss. Apostoli, antica catte- zia pel general Gontrano Bosone che ,

drale. Nel486s. Firmino, morto uel5oo avea mancato di rispetto al re e alla re-
in tempo che Verdun si die'a Clodoveo I gina Brunechilde, ma poi per altri falli

re de' franchi. S. Filone (V.) detto vol- non potè sottrarlo a'culpi della giustizia.
garmente s. Vannes e s. Videno, il Buller Egli vide pure trucidare nella sua pro-
anticipa l'elezione al 498 e lo dice morto pria cappella Bertefredo ch'erasi ribel-

intorno il 525,citando aucheCalmet,67o- lato. Ma ciò che lo commosse soprattut-


ria della Lorena, e Le Conile, Armai. to in quest'ultimo avvenimento, fu la pro-
Francor.ad an. 498 e 525. Al contra- f-inazione del luogo sagro. Morì nel 588
rioChenu lo registra nel 5o2,eche in- e fu sepolto nella cappella di s. Martino
tervenne nel 5 al concilio d'Orleans a-
1 1 da lui edificata, alla quale si unì poi un

dunatò da Clodoveo I. Insigne per mi- monasteroe formossi la detta badia. To-
racoli, già dissi della celebre badia sotto sto fu surrogato Calimero o Cannerò ,
il suo titolo fondata iti Verdun nella ba- già referendario del re Cariberto Ijmorì
silica de' ss. Pietro e Paolo, che i succes- nel 609 e giace nella cattedrale. Gli suc-
sori considerandolo come un luogo pri- cesse Errnenfredo monaco di Luxeul nel-
vilegiato, ivi ordinariamente si fecero sep- la Borgogna, che cessò di vivere nel 62 r.
pellire, e dalla riforma del monastero de- Codone trovossi nel 63o al concilio di
rivò la congregazione di s. Vannes, che Reims. Indi s. Paolo (V.), fratello o ni-
si propagò nella Lorena e provi ncie vi- pote di s. Germano vescovo di Parigi ,

ciue.Vedesi ancora nel giardino dell'ab- già virtuoso abbate di Tholey, ammirato
bazia una gran tomba, sotto di cui stanno da'sovrani e du'santi vescovi che allora
sepolti 8 de'più antichi vescovi di Ver- vantava la Francia. Morì circa il 63 r
,

dun. S. Desiderio o Desiderato nobile altri vogliono nel 649, e fu deposto nella
alemanno, fu segno all'ingiurie di Tier- chiesa di s. Saturnino, da lui eretta in
rico I re di Metz, che lo spogliò di tutti i Verdun, e poi ne prese il nome e diven-
suoi beni, riducendo pure gli abitanti di ne collegiata. Gisloaldo benedettino di
Verdun a somma Teo- inopia; ma il re Tholey dotò la chiesa di s. Saturnino, vi
deberto I, che gli successe, per la fama di pose un capitolo d'ecclesiastici, che segui-
sua santità, gì' imprestò 7,000 monete rono poi la regola di s. Benedetto nel
d'oro, che il santo erogò a vantaggio dei 975, e quella de'premostrateusi nel 3 7, 1 1

cittadini. Nel 529 intervenne al concilio ed allora la badia cambiò il nome con
Àrvernense,o di Clermonl nel 535. Mori quello di s. Paolo. Morto Gisloaldo nel
nel 552, e pel i.° fu tumulato nella catte- 665, in questo fu eletto Gereberto abbate
drale di s. Maria. Gli successe s. Agerir di Tholey, e resistette alle tirannie che
ro(^.), detto pure Àrioo Agi o,e l'abbazia fece alla chiesa Ebroi no morendo nel ,

fondata in Verdun sotto il suo nome si 689. Armonio successore era abbate di
disses.^/ry.Nato nella città o nella dio- Tholey e consanguineo di Pipino duca
cesi diVerdun, per le sue virtù fu ordi- del Brabante ; morì nel 701. Subito fu
nato pel servigio della chiesa da s. Be- eletto il nipote Agreberto arcidiacono di
1 5

à*4 VER VER


Verdun, morto 7o8.BerloIamio mo-
nel aggiunse il monastero alla chiesa di s.

naco benedettino in tnle anno. Quindi Saturnino, e presso V oliar maggiore di


Abbo nel 7 5 cenobita. Mei 716 Pepo,
1 esso ebbe tomba. Nel q84 Ugo II d'illu-
zelante pastore che ricuperò al la sua chie- stre prosapia per favore dell'imperatore
sa molti beni, e mori nel 722. In esso Ottone III. Rinunziò tosto la sede, e gli

Volchisio alemanno, morto nel 729. Il fu sostituito Adalberon I Lorena fi-


di

successe Agronio canonico della cattedra- glio di Federico I duca della Mosci In o
le,che finì sua vita nel 73*2. Nel 735 s. Lorena superiore e di Beatrice sorella del
JMaddaleno egregio e piissimo pastore , re Ugo Capeto, lodalo per scienza e tra-
chiaro per miracoli. Amalberto sedeva sferito a Metz, morto nel ioo5. Narrai
nel 762. Nel 774 Pietro italiano, morto già che nel 984 fu eletto vescovo Adal-
nel 799. In questo Austranno, deposto beron II figlio di Gollredo il freccino
in s. Vannes nell'8o5. Nel seguente Eri- conte di Verdun, contrarialo da Lotario
lando, pure tumulato in delta chiesa. Nel- re di Lorena, e lo dissi morto nel 988 ri-

1*835 llduino, ch'ebbe a successore Atto tornando da Salerno, e e] ni aggiungo col-


monaco di s. Germano d'Auxerre, in- la Gallici Christiana : decessi t Salerni

tervenuto nell'859 al concilio di Tool e in Italia corpus retatimi Virduni sepe-


nell'860 a quello d' Aquisgrana, indi le- lietur. Egli era zio di Federico Giuntano
gato a Papa s.Nicolò conTeurgaudo
I ar- diLorena, poi cardinale e Papa Stefano
civescovo di Treveri : ricuperò molte IX detto X. Nello stesso 988 fleimon o
possidenze ch'erano state alienale alla sua Hayuio alemanno, consigliere del duca
chiesa , e morendo 11 e 1
'
870 fu sepolto Enrico di Baviera, fece il suo ingresso in
nella basilica di s. Vannes. Berardo no- Verdun con solenne pompa. Restaurò la

bile d'Austrasia,neir876 fu al concilio di cattedrale di Nostra Signora, la chiesa di


Pont-Yon. Il suo nipote Dado gli successe s. Vilone, e costruì il monastero di s.

educato in s. Vannes, al cui tempo fu Maddalena, oltre altre beneficenze. Fe-


divisa la mensa vescovile dalla capitola- derico pio conte di Verdun, donò a lui
re. Intervenne «'concili di Metz nell'888, i Verdun;
e vescovi successori la contea di
e di Tribur neir8g5 zelante e benefico ; donazione convalidata da un diploma di
pastore ottenne molti vantaggi alla sua Ottone III, come più sopra narrai. Mor-
chiesa da'monarchi, e pose nella basilica to nel 1024 e sepolto in s. Mauro, gli
di s. Pietro ossia dis. Vannes 8 canonici successe Ra ini berlo che nel io3o fu al
con dotazione, morendo nel 923. In que- concilio di Tribur e di ritorno da Ge- ,

sto fu consagrato Ugo I,e morì dopo 3 rusalemme cessò di vivere in Belgrado
anni. Bernuiuo nipote di Dado, morto nelio38, poi trasportato nel monastero
nel 939. Berengario sassone nel 940 ,
di s. Agerico. L'imperatore Enrico III gli

dolo il monastero di s. Vannes, in eoaue surrogò Riccardo Iabbate,figlio del conte


ììionacos prò clericis collocavi t. Sotto Ildrado virtuoso e umile deposto nella
, ,

di lui nel 947 fu celebrato un concilio in cattedrale. Nel 1


047 Teodorico Magno
Verdun, nel quale 7 vescovi confermaro- teutonico, figlio del conte Gozelone, nel
no ad Artaudo il possesso della sede di 1049 kenedì il tempio di s. Maria, già
Reims, contesogli da Ugo. Regia t. 25, incendiato e distrutto dal suddetto Gof-
Labbé t. 9, Arduino t. 6. Inoltre per Ar- freddo il Barbuto. Di più iti tale anno si
taudo nel 94S si tenne il concilio d'In- recò al concilio di Reims presieduto dal
gelbeim a cui si recò Berengario. Nel 97 Papa 1, Leone IX, ed alla dedicazione
Vicfrido norico de* principi di Baviera , della chiesa di s. Arnolfo di Metz. Nel
cancellici e dell'impero,aumentò le ren- io5o il Papa reduce da Reims, si recò a
dile della badia di s. Vannes Vilone, Verdun accollo con tulle le dimostra-
e

VER VER aS5


zioni di ossequio e di onore, ed a' 9 ot- quella de' ss. Confessori. Nel 11 56 Al-
tobre per le suppliche dell'arcidiacono berto de Marcy primicerio della catte-
Ermenfredo consagrò la chiesa di s. Mad- drale,impetrò e ottenne diploma dall'im-
dalena. Visse Teodorico fino al 1 090, nel peratore Federico I, di conferma della
quale il successe Richero de Brie decano contea di Verdun in signoria de'suoi ve-
di Metz, morto nel 1 107 e sepolto nella scovi. Abdicata la dignità, si fece monaco
basilica di Vitone avanti l'altare di s.
s. di s. Vannes,ed ivi nel n 62 morì e fu
Lorenzo. Neh 1 08 Riccardo il de Grand- deposto innanzi l'altare di s. Lorenzo.
pré* de'conti del suo nome , arcidiacono Riccardo III de Crissa arcidiacono di Laon
della cattedrale, pel favore d'Enrico V nobilissimo, morto nella crociata di Ge-
imperatore nemico della s. Sede, onde rusalemme nel 1171. In esso Arnolfo de
per 7 anni ne seguì lo scisma, scomuni- Chiny tesoriere della cattedrale, lodato
calo in uno ad Enrico V nel 1 r5 dal 1 pastore, fu pianto perchè ucciso a' 4 ago- 1

legato apostolico Conone, nel concilio di sto 181 presso s.Manechilde nell'espu-
1

Reims, in nome di Papa Pasquale II, e gnazione del castello, combattendo con-
ritiratosi iu Monte Cassino ivi mori con tro Alberto Pichot: con onorifico epitaf-
gran pentimento: nel suo vescovato o- fio fu deposto in mezzo al coro di s. Ma-
però cose notabili. Vacò la sede 4 anni >
ria. Nel 1 181 Enrico II de Caslro arci-
e nel 1 18 l'ebbe Enrico 1 de* conti di
1 diacono di Liegi e consigliere di Fede-
Blois, nato da Adele sorella d' Enrico I rico I, morto iu quella citlà nel 1 1
87 ,

re d'Inghilterra, già abbate Glasloniense dopo essersi ritirato dalla diguilà,efu tu-
e vescovo di Winchester confermato , mulato in s. Lamberto. Alberto li dellir-
dal concilio di Reims presieduto da Pa- gis, nipote dell'infelice Arnolfo, anch'egli
pa Calisto II, seda Virduncnsibus non tesoriere della cattedrale ,
postulato da
recipitur j Me ad graliam cornilis Rai- parte del capitolo per la sua probità, al-

naldise injlexit, et cimi eo urbem caepit triperò eleggendo Roberto dinasta de


violenterà comes ad suum votum cives Grandiprato, perciò parente di Riccardo
caepit, et ad redemptioneni pecuniarum III, per cui grave contrasto si fece dinan-
coegit. Nel concilio di Chalons , tenuto zi le curie imperiale e pontifìcia; ma poi
a' 2 febbraio 1129, il legato cardinal per deplorabili e scandalose discordie in-
Matteo vescovo d' Albano lo depose dal sorte tra' chierici e i laici, il vescovo fu
vescovato, ed Enrico I a consiglio di s. trucidato nel 1208, e sepolto nell'antico
Bernardo si sottomise e rinunziò la sede, coro della basilica, con epitaffio encomia-
e per due anni fu fallo abbale di s. Re- stico ornato di musaici. Gli fu surrogato
migio di Reims. In vece da questa badia ilprimicerio della cattedrale Roberto I
passò al vescovato Orso, ma essendo da de Grandpré", già educato nella corte di
poco, abdicò nel 1 i3o e fece ritorno al Ottone IV, dopo lunga e grave altera-
suo monastero. Neil 1 3 1 il b. Albero de zione col pretendente Alberico toparca di
Chiny, fratello del conte Ottone, poscia Grandiprato, morto nel 1 2 1 7 reduce da
consagrato nella Pasqua 1 1 36 da Papa Roma. Giovanni I de' baroni d' Aspre-
Innocenzo il. Rimosse nella chiesa sub- mont di Lorena, canonico di Verdun e
urbana di s. Paolo i benedettini , e vi di Metz, virtuoso e perciò da Onorio HI
introdusse i premoslratensi,fra'quali ca- dispensato dall'età; nel 1224 traslato a
nonici regolari entrò nel 11 56, rinun- Metz. Gli successe cugino Rodolfo de
il

ziando il vescovato , santamen-


ed ivi Torote precentore Laon, unì al capi-
di
te morì nel 11 58. Celebrando per la tolo l'uiììzio della tesoreria di Verdun,
sua anima la messa s. Bernardo, in vece morì nel 1245; nel funerale in s. Maria,
della colletta de' defunti , disse cauto il fratello Roberto vescovo di Liegi istituì
a86 VER V E R
uno cappellata in di lui suffragio. Gui- store, fece utili decreti pel clero, finì sua
do 1 de Trainel de' nobili de Triangulo vita nel 127 3, istituì un anniversario per
inCampanìa dicin clausit poslretimni
y
l'anima sua, e fu sepolto ì a s. Martino, con

apud fior tali ti um Hathonis castrisanno isplendi da epigrafe in versi celebrante le


1245 cum ingrossimi pararci in cathe- sue virtuose doti. Nel 1277 Gerardo de
tirali, ubicarnis sarcinam deposuit.Giù- Grandson dinasta diGrandisono, preposto
do de Mello deìoparchi di Melloto in
11 della maggiore chiesa di Verdun; gli suc-
Borgogna, decano d'Auxerre, nominato cesse il fratello Eurico III nel 1278, mor-
in detto anno da Innocenzo IV: ebbe gra- to nell'abbazia cisterciense di Chastillou
ve contestazione co* cittadini di Verdun nella diocesi, sepolto presso il fratello coti
per la sua giurisdizione vescovile, e venne Nel 1292 Jacopo II de
epitaffio in versi.
trasferito ad Auxerre. Nel 1 247 Giovanni Revigny del ducato di Bar, dopo 4 anni
li d'Aix di Aquisgrana, canonico e pri- di sede vacante, già uditore della roma-
micerio di Verdun, eletto da' suffragi del na Piota, e peritissimo nel jus civile e ca-
capitolo: si pacificò co'cittadini con pub- nonico, i cui scritti lodò il celebre giure-
blico istrumeuto , e nel 1248 ordinò la consulto Bartolo: morì in Firenze nel
fondazione obituarium smini in cathe- recarsi a Pioma nel 1296, per le grandi
drali, ove fu deposto nel 252. In questo
1 controversie che avea co' verdunesi. In
Jacopo I Pantaleoue da Troyes dottore tale anno occupò de
la sede Giovanni III

nel jus canonico, teologo di Parigi, lega- Richericourt d'Aspromonte, già canonico
to apostolico d'InnocenzoIV e da lui e- di Verdun, legò alcuni beni alla chiesa
dove Alessandro
levato a questa sede, da maggiore per un anniversario, e nel 1 3o2
IV nel declinar del 254 lo promosse al 1 fu sepolto nella cappella di s.Pietro con
patriarcato di Gerusalemme, o nel 255». 1 epitaffio in versi. Tommaso de' conti di
Benché non insignito della dignità car- Blamont lorenese, primicerio di Verdun,
dinalizia, col nome d' Urbano fF(F.) ,
personaggio di grande autorità, nel 3o
1 [

fu crealo Papa in Viterbo a' 29 agosto fu tumulato in s. Martino. Nello stesso


1261, da dove a' 24 settembre scrisse a Nicolò de Nenfville, toparca di Villano-
Verdun la lettera che principia colle pa- va, eresse convento degli agostiniani
il

role Episcopo et dilectisjiliis de Capi-


: in Verdun, ma per le liti co' verdu-

tulo Firduncnsi salutoni. Pro gratta di- nesi , rinunziò nel i3i2 al seguente
lectionis et graliae veslram prosegui de- col consenso del clero. Enrico IV de'to-
lectamur Ecclesiam, quia et ipsa in ho- paKilii d'Asprcmont, confestim cives in-
norem gloriosae Mariac Firginis con- terpellat prò restituendo Ficecoinila-
s trucia esse dinoscilur. Et nos qui olim t
lu } quem in gravameli Ecclesiae deli-
pastorali officio fungebamur ibidem de nebant, quod postea complures rixas
ipsa pi imo ad palriarchalus Jerosoly- excitavit, tandem ad concordiam dis-
mitanicuraniy etsubsequenter licei ini- se nsio revocatiti", elegit Philippum Fa-
meriti, ad Aposlolicae dignitatis fasti- lesinili successoresque reges Erancia e
gium, proni pielali divinae placidi, fui- in prolectores ac dofensores Ecclesiae ,
mus. Alessandro IV nel vescovato di Ver- ac civilatis Firdunensis,publico instru-
dun nel i25yaveagli dato a successore mento regìi carlophilacii Parisiensis.
Roberto 11 da Milano, perciò lombardo, Morì nel i349 e * u tumulto ne ^ a ca P*
morto in Pioma nel 1271 e deposto in pella de' ss. Apostoli della cattedrale.
s. Martino con iscrizione. Ulrico de Sai- Il capitolo postulò per successore En-
nay canonico della cattedrale e preposto ricode Germiny nobile lorenese e arci-
di s. Maria Maddalena di Verdun, nello diacono di Verdun, ma il Papa lo riget-
stesso anno. Egregio e benemerito pa- tò. In sua vece lo fu Ottone di Poilieis
V E R VER 287
deVonti di Valentinois, di' loparchi di mezzo della nave di sua cattedrale. Gli
Monlèsmeyrani , obliate di s. Pietro di fu sostituito il nipote Guglielmo de II

Clinlons e uditore di Rota ; ma nel se- Haraucour, de'toparchi d' Haraucuria ,


guente i35o si dimise e quindi gli fu canonico e pi eposto Monti sfalcoiàs in
sostituito Ugo III di Bar de%ignori di Eeclesiae Firdunensis eletto in con- ,

Pietrami te, che ottenne dall' imperatore correnza del canonico della stessa basili-
Carlo IV nel diploma conferma-
i 35»7, ca Olrico de Blammont, sostenuto da
tivo di quello di Federico I. Chiaro per parte del capitolo e poi vescovo di Toul:
le doti dell'animo, morì nel pellegrinag- fu primario ministro di Giovanni II d'An-
gio di Gerusalemme al monte Sinai. Nel giò duca di Lorena e di Calabria. Ven-
i362 il capitolo elesse Giovanni IV de ne imprigionalo col famoso cardinal
Bourbon decano Eduense, per favore di Balve, d'ordine di Luigi XI, e morì vec-
Beatrice de Bourbon regina di Boemia; chissimo nel i5oo, lilimatur in tempio
propter inopiam sui Episcopatus quae- d. Mauri Hathonis castri, cujus loci
clatn dominia divendil: morì nel i 37 1 - canonicatus auxcral. Probabilmente nel
In questo Giovanni Vde Dampierre dei tempodelsuo infortunio fu fatto ammi-
signori di s. Desiderio nella diocesi di nistratore del vescovato il cardinal Giu-
Chalons, parente dell'antecessore Euri- lio della Rovere, poi Papa Giulio II, im-
co IV. Morto nel 1 37 5, nel seguente perocché Ciacconio Vilat Rom. Pont,
,

Gregorio XI nominò Guido li de Roye et Cardinali um\l. 3, p. 46; il Cardella,


canonico di Noyou , consagrato nella Memorie storiche de' Cardinali, t. 3,
cappella del cardinal di Ginevra poi Cle- p. 18 1 ; ed Novaes, Storia de' Ponte-
il

mente VII antipapa, Iraslalo a Reims. liei, in quella di Giulio li, lo dicono ve-
Neil 878 Leobaldo de Cusan nobile bor- scovo di Verdun, e pare fatto dallo zio
gognone ed ebbe a
eletto da' canonici, Sisto IV prima del 1476. Varino de
competitore Roliuo de Rodernachi con- Dompmartin nubile lorenese e di Bar,
sanguineo di Venceslao re de' romani : già monaco ed abbate di Gorze, nello stes-
seguì lo scismadel pseudoClemenle VII, so i5oo nominato per favore di Re-
fu
redense diverse terre di sua chiesa e , nato Il ili Lorena e di Bar
duca num- ,

morì nel i4o3. In esso Giovanni VI de quani consecratus s morto nel i5o8 e
Sa re uriche, poi di Chalons. Nel 4 9 o 1 ' tumulato in detta badia. Gli successe Lo-
1420 il cardinal Lodovico I de Barry dovico III di Lorena figlio del duca Re-
(/.) o Bar francese, già anticardinale nato II, designato dal capitolo anche ve-
dell' antipapa Benedetto XIII, e perciò scovo di Metz, vescovati che rassegnò al
ne riportai nel voi. Ili, p. 225; fondò un fratello che segue; fatto conte di Vaude-
convento di francescani, e spese grandi mont, morì neh 528 nella spedizione di
somme per la riedificazione e ornamen- Napoli, e fu sepolto in s. Chiara. Nel 1 523
to della calledrale,ove giacque ueh43o. ilvescovo di Toul cardinal Giovanni VII
In esso Lodovico II de Ilaraucour cava- 7
di Lorena (Z .), poi arcivescovo di Nar-
liere lorenese, canonico ecantore
di Ver- bona, R.eims e Lione. Per di lui abdica-
dun: Renato d'Angiò duca di Lorena e zione con regresso nel 1 544 Nicola II di
pretendente al regno delle due Sicilie , Lorena figlio del duca Antonio e di Pie-
Io dichiarò viceré di Lorena trasferito , naia Bourbon, abbate di Gorze e di s.
a Tcul 437. Gli sucesse Guglielmo l
nel 1 Vitone; non si ordinò, e rinunziò per la
Fillatre abbate di s. Teodorico di Reims, contea di Vaudemont. Nel 1 548 Nicola
poi vescovo di Toul e di Tournay. Nel 111 Psaulme abbate pi emostiatense di s.
j 445 ° nel 1 449 c' a Toul vi ritoi nò Lo- Paolo diVerdun dottissimo,perrassegna-
dovico li, morto nel i456 e sepolto nel zione del cardinal di Lorena: zelantissi-
288 VER VER
mo pastore intervenne al concilio genera- e conle di (rateilo Francesco
Verdun il

le diTrento, ed a quello provinciale di di Lorena, preposto maggiore e decano


Treveri. Nel i 565 fabbricò il collegio a' diColonia e Strasburgo, abbate commen-
gesuiti.Eodem sedcntcm tnonaslcriuni datario di Belliloco e di Argona. In con-
s.Pauli suburbanumintra moenia tran- seguenza del trattato di l\l mister e della
sferlur, Carolo Lotharingo abbate.Scri- pace di Westf.dia del G 48, rese omag-1

psit Gallìce vcrani imagineni Ecclesiaey gio a Luigi XIV re di Francia ,


per la

morì nel i5y5 e fu sepolto nella tomba sovranità temporale di Verdun e sua con-
da lui fabbricata nella cappella del ss. Sa- tea. Per la continuazione della serie dei
gramento nella maggior basilica dove , vescovi e conti di Verdun, si può vedere
il dolente clero pose onorevole epitallìo; la nuova edizione della Gallia Christia-
lasciando il suo cuore a quella de'gesui- na. Clemente IX Papa nel i668conees-
ti, per l'affetto che avea per le loro virtù. se al detto re la facoltà di nominare le
Nicolò IV Bousmard canonico ed arci- chiese, monasteri e altri benefizi eccle-
diacono Argonae in Ecclesiale f'irdi- siastici dellaLorena riunita alla Francia,
ìiunensì, praeposìlo Mori tisfa leoni? ac ine! usi vomente a Verdun ed agli al-
decano collegialae s. Magdalenae. Mori tri vescovati, questo allora possedendo

nel 1 584 e venne deposto nella chiesa dei 60,000 lire di annua rendita. E Papa A-
minimi che lasciò erede, con epitallìo lessandro Vili al medesimo Luigi XIV,
splendido riferito dal padre Lanovio nel concesse l'indulto di nominare 5 vesco-
suo Chronico genera UOrdinis Minorimi , vati non compresi nel concordato di Leo-
oltre iSammartani, quali riportano pu-
i ne X e Francesco I, unitamente a Ver-
re que'che sono andato accennando. Gli dun. L'annuali Notizie di Roma registra-
successe il cardinal Carlo di Guisa Lo- I no i seguenti vescovi e conti di Verdun»
rena (/'.) conte di Vaudemont morto , Nel 1754 Aimando Cristiano France-
nel 1587. Non si deve confondere col sco Michele de Nicolay di Parigi. Nel
cardinal Carlo di Guisa Lorena (/^.) il 1770 Lodovico Enrico Renato DesNos
giuniore, da Clemente Vili dichiaralo della diocesi di Le Mans, traslato da Ben-
legato a lalere de' vescovati di Verdun, nes, e fu l'ultimo conte di Verdun. Re-
di Toul e di Metz, e de'ducali di Lorena stata vacante nel 1794» ?{ì soppressa la
e di Bar. Indi Nicola V Boucher canonico sede pel concordato del 1801 da Pio VII.
di Beimsjche finì suoi giorni neli593.
i Questo Papa in conseguenza del concor-
Enrico di Lorena de'conli diVaudemout dalo del 1817 con Luigi X Vili re di
ne fu successore, indi cede il vescovato al Francia, e della bolla Commissa divini-
seguente nipote nel 16 io. Carlo di Lo- tus t de' 27 luglio per la nuova circoscri-
rena, figlio di Enrico conte diChaligny, zione delle diocesi di Francia, ripristinò
il cui ingresso a Verdun seguì nel 161 3, il vescovato di Verdun. Quindi il Papa
e la consagrazione nel 1617 in s. Giorgio nel concistoro del ottobre 1817 ne
1

di Nancy, falla dallo zio antecessore, al- preconizzò vescovo Guglielmo Albino de
lora vescovo di Tripoli e suffraganeo di Villele dell'arcidiocesi di Tolosa. A' 16
Strasburgo. Lodato per pietà, somma no- maggio 1823 gli die' per successore Ste-
biltà d' animo, predicatore della parola fano Maria Bruitone d' Arbou , di Gi-
di Dio, e altre egregie qualità, per mena- inont arcidiocesi di Tolosa. Nel 1827 ri-
re vita tranquilla e tutto dedicarsi a Dio, nunziò il vescovato a Leone XII, poscia
col consenso di Gregorio XV rinunziò il nel i83o Pio Vili lo dichiarò vescovo
vescovato nel 1623, ed entrato nella com- di Bajona, dalla quale dimise neh 836,si

pagnia diGesù ne professò la regola, mor- ritirandosi nella casa di Carità della par-
to in Tolosa nel i63 1 . Divenne vescovo rocchia di s. Nicola diTolosa, ove dopo
V E R VER 289
lunga e penosa malattia morì ne* primi decanati. Dividevasi prima in 35o par-
di settembre 8 58, dopo aver beneficato
i rocchie e chiese sussidiarie, divise in 9
vui istituii religiosi e caritatevoli di decanati.
quella Leone XII nel concistoro
ci Ita. VERGA, Virga. Bacchetta, baston-
tte'"9 1827 preconizzò successore
aprile cello sottile. Nella s. Scrittura questa pa-
delI'Arbou nella sede di Verdun Fran- rola ha diversi significati. Un ramo di al-
cesco Giuseppe di Villeneuve d'Esclapon bero; Giacobbe mette le verghe ne'canali
di Grasse, canonico teologo e vicario ge- delle acque; il bastone del viaggiatore e
nerale della sua diocesi diFrejus, lodan- del pastore; gl'istromenti di cui si serve
dolo per dottrina, prudenza ed esperien- Dio per castigare gli uomini; lo scettro,
za.Per sua morte, Gregorio XVI a' 17 che è simbolo di autorità; l'ultimo ram-
dicembre 1832 dichiarò successore Pla- pollo d'una famiglia; gli avanzi o gli ul-
cido Brunone Valayer, di Grillon arci- timi discendenti d'una nazione. Le cir-
diocesi d'Avignone, parroco e vicario ge- costanze nella quale viene usato questo
nerale di Parigi, canonico di quella me- vocabolo, ne spiegano facilmente il vero
tropolitana, encomiandolo per gravità ,
La verga di Mose (/"'.), è il
significato.
piena cognizione degli affari ecclesiasti- bastone che Dio ordinò a Mosè di pren-
ci, ed integrità di costumi. Per di lui ri- dere seco lui per operare i miracoli che
nunzia fatta nel 837, 1 il medesimo Papa dovea fare davanti il Faraone e davanti
maggio gli sostituì
nel concistoro de' 19 al popolo. La s. Scrittura non fa più men-
Agostino Giovanni Le Tourneur di Pa- zione di questa verga, talché ignorasi che
rigi, benemerito vicariogeuerale e parro- ne sia avvenuto di essa dopo la morte del
co di s. Tommaso d'Aquino di quella me- legislatore d'Israele. I rabbini la fanno

tropoli, indi vicario generale di Soissons, venire per successione óa Adamo fino a
rilevandone la dottrina, la perizia, l'in- Giuseppe patriarca. Dicono poi che fu ru-
nocenza de'eostuon, non disgiunta da e- bata al re d'Egitto, al quale Giuseppe
sperienza. Conosco di lui due opere: Le l'avea lasciata come pegno della sua ri-
ì/oisde la s. Enfance Paris et Lyon , conoscenza; aggiungono che tal furto ven-
i83o: Le Mois de Marie Paris et , ne fatto da JetrOjChe la piantò in un
Lyon 83 Pel suo decesso, Gregorio
1 1 . giardino, dove gettò radice così profonde
XVI nel concistoro de'17 giugno 1 844 che il solo Mosè suo genero per una spe-
preconizzò l'attuale vescovo mg. Lodo- cie eli miracolo potè svellere dal terreno;
vico ftossat di Lione, trasferendolo da finalmente dicono, che il nome di Dio era
Gap,alla qual diocesi l'avea preposto a' scritto sulla verga, come riporta il p. Cai-
i4 dicembre «84o,dopo essere stato vi- met. Il Baldeschi e il Crescimbeni, Stai-
due parrocchie di sua arcidio-
cario in ti) della s.papale Lateranense
Cìiiesa
cesi, canonico penitenziere della metro- /?d/i723jriferisconoa p. 23, che nel San- 1

politana e della medesima per 12 anni tuario del portico Leoniano della mede-
parroco, lodandolo ottimo per dottrina, sima, dalla parte dell'altare del ss. Sa-
prudenza, carità, pietà e zelo, colle quali gramelo, sono riposte alcune venerabili
doti egregiamente avea governato il ve- reliquie » cioè Arca del vecchio Testa-
1'

scovato di Gap. Ogni nuovo vescovo è mento, il Pastorale d'Aronne, la Verga


tassato ne' libri della camera apostolica di Mosè, e la Tavola in cui Cristo S. N.
in fiorini 370. La diocesi comprende tut- nell'ultima cena co'discepoli istituì la s«.

to il dipartimento o provincia della Mosa, Eucaristia; e queste si mostrano il giove-


e si estende per 3o leghe in lunghezza e dì santo e il dì festivo di s. Tommaso a-
20 in larghezza, conlenendo più luoghi, postolo; e innanzi ad esse ardono conti*
con 28 parrocchie, 3g2 sussidiarie e 35 imamente 3 Iampadedotale dal cardinal
vol. xeni. '9
ago VER VER
Cesare Raspolli". Rammento, che l'Arca tà in mano; le sorbenti però dalle quali
del vecchioTestamento venne occulta- sono ricavate siffatte storie non avendo
tadopo che babilonesi abbatterono il
i alcuna autorità nella Chiesa vanno ri- ,

Tempio (/\), nò più si seppe ove fu tra- gettate come avvertì Girolamo e ripe-
s.

sferita. Questa è la comune opinione. tei nella citata biografìa. Però non tac-
Scrissero sulla verga di Mosè: J.G. Bittel- qui il riferito da altri, che de'pretenden-
mayer, De Bacillo A/oy.«s,Vitlembergae ti alla mano Vergine fiorì sol-
della ss.

1675. J. H. Willemer,Dr'Bacillo May- tanto la verga di s. Giuseppe, segnale di


siiìVittembergaei68o. J. Gaillard, De virginità. Tale credenza seguì il celebre
J'ìrga HJoysis, Lugd. Bat. 1687. Questa Pietro Perugino nel dipingere un quadro
verga fu espressa ne'monumenti per Sim (le cui somiglianze trovatisi in quello del-
bolo (/'.) cristiano. La verga d'Aronne, la Podestà delle chiavi data da Cristo a s.
si chiama il bastone di cui servivasi or- Pietro, dal medesimo eseguito a fresco
dinariamente il Sommo Sacerdote (V.) nella Cappella Sistina del Vaticano) e-
degli ebrei. Iddio, nella congiura di Co- sprimente lo Sposalizio della B. l'ergi-
re, Dalan ed Abiron, ordinò a Mosè di ne 31aria(r.) descritto dal eh. prof. An-
ì

farsi dare da ciascuna delle XII Tribù tonio Mezzanotte, Della vita, e delle ope-
(
f.) d'Israele una verga e di aggiunger- re di Pietro Ganniteci da Castello del-
vi quella d'Aronne, e di riporle nel Ta- la Pieve cognominato il Perugino, p. 66,
bernacolo (^.). Nel dì seguente Dio fe- involato nel 1797 e trasportato in Fran-
ce conoscere la sua volontà di conferma- cia,ed ora dicesi essere in Nimes ovvero
re Sacerdozio ad Aronne e alla sua po-
il in Grenoble. Nel dipinto » è notabile la
sterità, col far trovare che la verga d' A- figura di un giovine che preso da un sen-
ronneera fiorita, e gittati bottoni n'era-i timento di sdegno, moderalo però e di-
no usciti (lori ed aperte le foglie si forma-
i gnitoso , spezza sulla coscia la sua ver-
vano le mandorle; e ciò senza diesi potes- ga non fiorita al pari di quella del fortu-
se dire che fossero state cambiate le ver- nato Giuseppe, con movenza naturalis-
ghe, su ciascuna delle quali era scritto il sima: un altro indietro altra ne rompe
nome della tribù che l'avea presentata. premendola con un ginocchio, e volgen-
Sembra, secondo s. Paolo, ueWEpist. a- dosi al suo vicino mostra di lagnarsi se-
gli ebrei, che la verga d'Aronne sia sla- co lui del caso avvenuto. Di questo qua-
ta posta uell'Arca dell'Alleanza. Ma seb- dro, nel fece Raffaello da Urbino
i5o4
bene non vi sia alcun inconveniente nel suo discepolo piena imitazione nel suo
supporre un tal fallo ,
pure è cerio che dello stesso sagro tema, ed è lo Sposali-
Dio ordinò, nel libro de' Numeri , sem- zio lavorato da lui già adulto nell' arte
plicemente che fosse posta nel Taberna- per la chiesa di s. Francesco in Città di
colo delTestimonio, leggendosi invece nel Castello (vengo assicurato che poi fu tra-
libro 3 de'/ìc, che nell'Arca dell'Allean- sportato nella pinacoteca di Milano) ".
za non eranvi che le Tavole della Legge, Quest'ultimo nel 1 83 1 magistralmente
e che in seguilo siavi slata riposta anche incise in Roma il eh. Pietro Folo, ed ora
la verga d'Aronne. Così il p. Calmel. Si è nella calcografìa camerale. Nel Sacer-
raccontano poi molle storie sulla verga dozio (F.) degli idolatri, massime etru-
di s. Giuseppe (/ .), sposo dell'immaco- schi e romani, si comprendevano tra'mi-
lata Maria sempre Vergine, le quali sen- nislricollegi degli auguri e degli aru-
i

za dubbio hanno dato occasione a'pitto- spici,che usavano una specie di bastone
li e altri artisti di rappresentare quel s. augurale curvo, o verga, detto lituus, che
patriarca e padre putativo di Gesù Cri- portavano nella mano destra. Romolo do-
sto, con un bastone fiorito nell'estremi- po la fondazione di Roma formò il cor-
VER VER 291
pò armato di 12 littori, i quali portava- cenzo Benigni Ghislieri e fr. Alessandro
no sempre dinanzi a Ini fasci di verghe Ghislieri ball gerosolimitano, nell'opu-
o bacchette legate insieme, con in mezzo scolo, Dono di nozze, Narni 85g. Da es- 1

la scure, per fare eseguire le leggi da lui si si ricava, che quando messere Piersi-
tutte, e per battere o uccidere chi vole- mone Ysiliero o Ghislieri di Jesi , nel
va il re. Benché ne parlai in più luoghi, 1492 pigliò la bacchetta qual podestà di
ne dirò altre parole. Ad eseguire gli or- Firenze, e quando nel i4<)3 la restituì,
dini de'primari magistrati della repub- pronunziò due analoghe orazioni, che si
blicaromana, erano preceduti da'littori, riportano. Questi documenti furono trat-
in maggiore o minor numero secondo il ti dal domestico archivio. Il Sarnelli nel-

grado, onde far che il popolo desse luo- le Lettere eccl., t. 9, lett. 9, della Mazza
go, servendosi dell'invito: Si vobis vide- d'argento, riporta quantodi analogo dis-
tur, discedite Quiritcs. Vegliavano per- si in tale articolo. Parlando io dell'ori-
chè fosse loro fatto il dovuto onore; e gine dello Scettro (F.) bacchetta o ver- }

battevano , o decapitavano rei che e- i ga reale, seguo d'autorità e di dominio,


rano stali condannati da'magistrati, co- dichiarai come si formò e poi come si ri-
mandali colla formola: Lictor,addevir- dusse, e da chi fu usato. Che la Ferula

ga reo, et in enni lege agc. Dicevansi Li- {F.), sinonimo di verga, fu detta scettro
ctores a ligando , perchè legavano le ma- pontificio; ed il Pastorale (V.) o Baco-

ni ed i piedi a'delinquenti prima di giu- Io (F.) } fu chiamato verga e scettro de'


ovvero a ferendis fascibus vir-
stiziarli, vescovi. In greco si disse Narthex la fe-

gannii verghe legate


ligatis, pe'fasci di rula o scettro, pel descritto nell'articolo
insieme che portavano. Pare che usasse- in discorso. Sotto la i.' dinastia de* re di
ro la verga anche censori di Roma, poi-
i Francia, lo scettro o bastone reale era una
ché Quintiliano nel lib. i,cap. 5, discor- verga d'oro alta quanto la persona, e nel
re della Virga Censoria. Grande era la l'estremità ricurva come il pastorale. Col
loro dignità, e quanto all'onore mag- ministero d'una verga gl'incantatori e i

giore de'consoli, poiché tranne i littori, maghi esercita vano la Magia (F.),\\ Ma-
erano loro comuni gli ornamenti e le di- lefìcio (F.) o Sortilegio; così la Strega
stinzioni. Qualificò Cicerone la censura: (F.) o pitonessa con incantesimi e Divi-
Magìstrapudoris et modestia. Principa - nazioni (V.) invocava l'opera e l'aiu-
y

le loro uffizio era la stima delle facoltà to del Demonio (V.), il quale però non
de cittadini, e il giudizio de'loro costumi; può far nulla senza la permissione del-
gli uni e punivano anche colle
gli altri l'onnipotente Dio; e, lo dichiarai ezian-
verghe» I romani adoperarono le verghe dio tenendo proposito della Superstizio*
nel battere i ed Flagelli [V.) nel
liberi, i ne (F.J nel combatterla e riprovarla. Gli
}

flagellare gli Schiavi (F). I ministri del- uni e le altre tuttociò eseguivano colla
la giustizia de'romani, o littori, nell'an- Bacchetta Divinatoria (V.), e ne ripar-
dare alla casa d'alcuno, percuotevano le lai nel voi. LXX, p. 193. Verga magica

porte con una verga. I riscuotilori de' dicesi quella verga con cui si fanno cer- i

tributi,nominali benéficiarii dall'andare chi o circoli per le magiche operazioni.


esenti da'pesi della plebe, facendo Pulii- Con superstizione si trae dal nocciolo, e
ciò di littori, percuotevano le porte con con sacrileghe preci si rende tale. Il me-
una verga, chiamala pedibulum, da pe- todo della divinazione si dice anco rabdo-
do bastone de'paslori. I Podestà ( F.) per manzìa; è assai antico, e ne'tempi mo-
insegna d'autorilà aveano l'uso della bac- derni fu eseguito con bacchette, mazze o
chetta,Firga, e lo apprendo anche da' bastoncelli , e poi quel nome s' applicò
documenti pubblicati du'mai diesi Vin- all'arte vana di cercar acque, miniere e
a9 a V E 11 V Eli
tesori sol lena nei con bocchetta divinato» Qual simbolo poi d'illimitata autorità u-
ria. Quel vocabolo deriva dal greco che la tono ed usuilo l'astata Croce Pontifi-
Racchetta, e da altro che sì^ni-
significa cia (/ .), e ne riparlai nel voi. LXXIII,
ika Predizione o Divinazione. Ciò fu in p. 373, mentre nel voi. LXXX,p. 2 t 5,
uso presso gli ebrei e altri antichi popo- tornai a impugnare e confutare il capric-
li, ma si praticò in diverse maniere, con cio degli artisti nel rappresentare i l'api
un cumulo di superstizioni : arte vana, tenendo Croce doppia greca con due o
la

ch'ebbe piti o meno sempre deplorabili tre traverse o sbarre. I Papi non usaro-

fautori, pure dotti; impostura però che no il batolo, perchè è seguo di limitata
fu ripetutamente smascherata, ha Ferit- giurisdizione, e perchè pu testa tem a so-
iti è insegna d'autorità e giurisdizione, lo De.o recipiat. Colla verga o Ferula i

ed è tuttora usata in alcune sagre fun- sovrani e signori dierono V investitu- laici

zioni dal Priore (V.) escardinali diaco- re Ecclesiastiche (F.) di vescovati e ab-
ni. Venne ancora detta Bastone , bac- bazie , e ciò talvolta praticarono pure i

chetta e baculetto. L'usarono il priore ba- P ipi. Feci distinzione tra esse e la Ri
silicario di s. Lorenzo ad Sane la Sancto- galia, in quest'articolo, eziandio per la

rum, ora santuario della Scala Santa Rendita ecclesiastica (F*), La verga pe-
(/%), nelle funzioni che facevansi auche nitenziale venne usata per V Assoluzione
nel Triclinio (F.). Fu altresì la Ferula 7
( F.) delle Censure oPcne canonicltef I ,),

propria del Primicerio (F.) della scuola per la dovula Penitenza [V.). Se ne con-
de'cantori pontificii, e di altri primiceri serva la memoria nella bacchetta usata
o capi di diversi ordini o dignitari, come da' Penitenzieri (F.), oltre il detto nel
nella chiesa di Milanoov'era distintivo de' voi. LI1, p. 61, nelle patriarcali di Ro-
ioo decumani, de'quali riparlai nel voi. ma e in quelle insigni chiese cui fu con-
LXXII,p.3oo ed aVERCELLi,appe!lati per- cesso per privilegio, però con l'eccezio-
ciò cento verghe. Dice il Magri nella Noti- ne notata nel voi. Lll, p. 71. Della bac-
zia de' vocaboli ecclesiastici, verbo Tir- chetta o verga o ferula penitenziale, tor-
garius, the con tal nome chiama vasi il nai a parlarne nel voi. LX1I , p. 120,
Cantore della chiesa, perchè portava in e altrove, rimarcando che Giulio II nel-
mano una verga ; onde vicino alla basilica l'assolvei e i veneziani L\a\VInterdello[F.)
Vaticana era una chiesa intitolata s. Ma- e dalla Scomunica (F.J, non volle usa-
riae Firgariorum^eWa quales.Gregorio re le consuete verghe. \\ Penitenziere mag-
Jajvea istituitoun collegio o Scuola di can- giore (F.) adopera la bacchetta peniten-
tori, denominata Scuola Virgariorum. ziale dorata. L'uso delle verghe adope-
Essi a veano cura d'apparecchiare il Letto rate co'delinquenti da'giudici ecclesiasti-
(T-'.Jsopra del qualedovea riposare il Papa ci è anlichissioìo: il Baronio ne parla ne-
quando camminava processionalmente, gli Annali ecclesiastici, all'anno 5g2, 11.

prima di pararsi per celebrar la messa in 28. Buonarroti, Osservazioni sui vasi
Il

quella chiesa ove terminava la processio- antichi di vetro, p. 28 e 5i, dice che gli
ne, sia per festa, sia per Stazione sagra. antichi cristiani rappresentarono in essi
iNe derivò l'attuale Camera de' paramen- il Pastor buono colla verga in mano, poi-
ti Anticamente la Ferula apostoli-
(F.). ché a veano i pastori in uso non solo il ba-
ca usava da'PapijZ/z signum regiminis
si stone, ma anco la verga, e come nota il

(della Sovranità temporale ), et corre- JVazianzeno, servivano di quello per


si

ctionis, allorché dopo l'elezione si pone- reggere, e per ridurre in istrada il greg
vano a sedere nelle Sedie (F.) Latera- gè, e perciò si suol vedere colla cima ri-
nensi prendendo possesso del Patriarchio torta, edicevasi/;e<ioo bastoneda pastore,
(t .) e della prole-basilica di Laterano, da cui derivò ne'vescovi e altri per privi-
;
VER VER 293

legio,il pastorale;adoperavanopoila ver- ruhca (F.), custodi della Croce Ponti-


ga per percuotere, e soggiunge lo stesso ficia nette funzioni papali, cosi delti, per-
s.Padre, che sagri pastori, a somiglian-
i chè custodivano le porte della camera de'
za cìolla mansuetudine ilei Pastoreevan- paramenti, e portavano una verga o ba-
gelico,si devono più del bastone pastora- stone lungo due palmi circa, coperto di
le servire, che della verga. Negli stessi mo- velluto rosso con ornati d'argento. In In-
numenti, continua il Buonarroti, è rap- ghilterra (A7 .), usciere della verga ne-
presentatoGesù Cristo colla verga in allo ra si chiama il primario gentiluomo u-
di far miracoli. » E notabile la verga in sciere del re, eh' è detto nel libro nero
mano del Salvatore, segno del regno, del lutar Firgae nigrae et hostiarius i ed al-
sacerdozio e della dottrina del Messia; trove Virgibajulus. 11 suo incarico è di
pare però a me, vedendola in mano a Cri- portare la verga avanti al re nella festa
sto, qui e altrove, in occasione di far mi* di s. Giorgio a Windsor. Ha pure la cu-

racoli, ch'ella significhi l'assoluta sua po- stodia della casa in cui tiensi capitolo il

destà sopra la natura concedutagli dal dell'ordine della Giarrettiera (Z7 .). Du-
Padre '".
I fiorentini rappresentarono il rante il parlamento serve alla camera de*
loro patrono s. Gio. Ballista, ne' fiorini lord. La sua insegna è una verga nera
d'oro, tenendo nella sinistra una verga o con un leone d'oro in cima.
scettro, come riscontrasi nel Vettori, // VERGINE (SS.). V, Vergine.
fiorino d'oro antico illustrato. Il Borgia, VERGINE (SS.). Ordine equestre in
Memorie storiche di Benevento, nel t.i, Italia. Nel 1618 i fratelli Pietro, Gio. Bat-
p. 64, parla della verga colla quale fu» tista e Bernardo Petrigna, gentiluomini
rono espressi gli Angeli, e del suo signi- di Spello nello stalo pontificio, fondaro-
ficato, come nella moneta che descrive no l'ordine militare della ss. Vergine. Il
del principe di Benevento Sicone, nel cui Papa Paolo V ne approvò gli statuti, se-
rovescio è l'effìgie dell'arcangelo s. Mi- condo quali cavalieri s' impegnavano
i i

chele, che tiene nella destra una verga di difendere la religione cristiana, di far
ossia una canna, e colla sinistra una Cro- la guerra a' turchi, e di travagliare per
ce, dopo avere riferito col Ciampini, Ve- l'esaltazione della s. Chiesa. 11 palazzo di
ter. Alonirn., par. 1 , cap. 1 5, quanto dice S.Giovanni in Laterano fu assegnato per
sulle immagini del Salvatore e degli An- convento e abitazione de' cavalieri. Essi
geli espressi con canne in mano, riporta portavano per insegna cavalleresca una
lo scrittoda s. Dionisio l'Areopagita, De Croce di raso celeste ricamata d'argento,
Codesti Ilier ardua, in Bibliotli. PP. I. colle estremità gigliate, per essere l'ordi-
2, p. 87. »
1 V
irgas Angelorum designa- ne istituito sotto P invocazione della ss.

re lìegiam, et Duca lem diguilatem, re- Vergine, Giglio delle con valli, cioè para-
ctaincjuc rei um divinarum ordinatio- gonata a'gigli per la sua umiltà e cando-
nem hastas(s\ haslas vocale liceat) et se* re. Ciascuna estremila era adorna d'una
cures, vini dissimilia dividendi, virtu- stella arricciata ossia circondata di rag-
Uuncjue discernere va lenti um acumen, et per significare 4 Evangelisti: nel mez-
gi, i

aclivitatcm, atque efficacia ni", 11 cordi* zo vi era un tondo che conteneva la ci-
nal Garampi, Illustrazione del sigillo fra M. S. unita e corona con ghirlanda
della Garfagnana, p. io3, tratta della di stelle d'oro, significando la cifra San-
verga usata nell'investiture, che soleva- ta Diaria. Intorno leggevasi l'epigrafe:
no darsi per virgam, e impossessi in si- In hoc La conformità di
sitino v'incanì.
gnumregiiniuis etcorrectionìs. Antichis- tutte queste cose, con ciò che dice Elia
simo è nella famiglia pontifìcia il colle- Ashmole della Milizia Cristiana, o del-
gio de' Maestri Ostiari (/'.) de 1 irga l'ordine della Concezione della ss. Vergi-
• j

a 94 VER VER
ne, potrebbe far credere, ebesieno stali vochiamo ancora nelle Litanie Laun la-
confusi questi due ordini nella descrizio- ne: Sancta Virgo Virginum; Mater pu-
ne de'loro ornamenti. Così il Dizionario rissima, castissima, inviolata , interne-
portatile degli ordini religiosi e milita- rataj Virgo prudenlissima, veneranda,
ri, Venezia 1790, ma non pare, come si praedicanda, polens ìt clcmens, fidelis;
può vedere in quegli articoli; anzi sol- Regina Virginum, Regina si ne labe, o-
tanto tale opera parla dell'ordine della ss. riginali concepta. 11 p. Calogerà , Rac-
l'ergine, almeno con questa semplice de- colta d* Opuscoli, t. 43, riporta del ve-
nominazione; e se realmente fu istituito, scovo s. Antipalro, Serrilo de B. Virgi-
convien credere che avesse breve dura- ne, colle annotazioni del p. ab.Trombel-
ta, non avendone trovato uotizia inaltre li.Ils. vescovo chiama laI3. Spo ri-
Vergine,
analoghe opere. sa indespo usata ed il p. Trombetti l'an-
VERGINE, Virgo. Uomo e donna, nota Indesponsala propterea dicitur,
:

maschio e femmina, die non si congiun- autquia nondum nupta,sed tantum so-
sero carnalmente, ma più. propriamente lemni promissione obstrictaJosepho, au t
di femmina che non esercitò la copula. quia Virgo mariti nescia. Maria Vergi-
Vergine dicesi di qualunque cosa non a- ne fu la prima che alzò lo stendardo del-

doperata. Vergini inoltre chiamansi le la Verginità, per quanto poi aggiungerò


donne che non sono mai state maritate; col Rinaldi. Ad esempio suo si formaro-
così pure quelle che hanno fatto voto no tante vergini, le quali si consagraro-
di verginità in un Chiostro (V.), deno- no e si consagrano al Signore collo Spo-
minale sagre vergini; ovvero quelle salizio spirituale, quindi è innumerabile
che vivono nelle comunità o società re- il coro delle ss. Vergini. Il Comune delle
golari di ordine religioso, e che non fan- ss. Vergini e non Vergini,dice il Diclich ,

no i Voti (V.) di religione, fra' quali il nel Dizionario sacro-li torg7*co,quantun -

l.° è l'osservanza della castità ossia Ce- que serva anche per le Vergini e Marti ri ,
libato (V.). Assolutamente Vergine, di- e perle Martiri e non Vergini, pure vi so-

cesi per eccellenza Maria Vergine (V.), no in esso molte cose proprie. E' da no-
la ss.Verginemadre di Gesù Cristo, Vir- tarsi per questo uflizio, che se sono più
go Deipara, sempre vergine benché ce- ss. Vergini, oltre la orazione vi è propria
lebrò lo Sposalizio (V.) con s. Giusep- anche l'antifona in ambedue i vesperi,e
pe che parimente rimase sempre vergi- nelle laudi, cioè Prudentes Virgìrws,elc.
ne. La B. Vergine Maria restò vergine a- Nel concorso poi di due ss. Vergini, si po-
vanti il parto, nel parto e dopo il parto. tranno dire le due orazioni: Deus, qui in-
E' la vergine di cui disse il profeta Isaia: ter caetera potentiae, ed Indulgentiain,

» Una Vergine concepirà e partorirà un taciuti l'itoli Virginis et Martyris. Ga-


i

Figliuolo, ed il nome di lui sarà detto vanto in Rubr. Brev. Roni., § 8, cap. 4-
Emanuele". Con questa profezia Isaia La virginità delle ss. Martiri fu da Dio
annunziò al re Achaz la nascita ei,' Ve- protetta mirabilmente,e miracolosamen-
nuta del Messia ( F\) e fu com pi u ta n Gè
t
i te coperta la nudità. di Paolo Abbiamo
su Cristo, che riunì in se stesso le due na- Enrico Tdemanno Disputano de jure ,

ture divina ed umana, ed in questo sen- circa nnditatem, ubi de nuditate capi-
so è veramente Emanuel, vale a dire, Dio lis, pecloris, et pedum, Fra ncof urli et

con noi , così suonando quel nome tra- Lipsiaei728ei753. Quantunque sia de-
dotto dall'ebraico. Nelle Litanie de San- bole e inferiore «Ila viritela condizione
ti l'invochiamo: Sanata Virgo Virginum, delle donne, pure l'ellicace e meraviglio-
in cui pure lo sono: Omnes Sanctae Vir- sa grazia di Gesù Cristo l'ha fatta trion-
gines et Viduae, orate pio nobis. L'in- fare. E perciò fors'auche più gloriose so
V ER VER 295

no comparse le loro vittorie, e più belle sertalio citata ne' Commentarli de vi-

e brillanti le loro corone. Poiché sopra ta, etscriptis Jo. Dom. Mansi 3 Venetiis
di esse con un sorprendente splendore lia 1622 De Catholicorum et IIaer elico-
:

campeggiato V onnipotenza divina, che rum Martyribus, oc Marlyrio nella ,

secondo la giusta riflessione di s. Gio. Cri- quale, notas quibus ChrisliMartyresdi-


sostomo, vincer volle e conquidere, per stinguuntur, elcganler, et nitide afferf,
mezzo del sesso imbelle, quell' infernale et locultnler Haerelicorum ,
quos ipsi
serpente, il quale per opera della \? Don- jaclant, Marlyres^ cxìàsloria adducis ,

na da avea abbattuto il ses-


lui sedotta, et quantum a vera Marlyrii laude ab-
so più forte deli. Uomo. Narra s. Am- sintf demonstrat. Deve poi recar la più
brogio,^ Horlat.ad Firgines 83 , che » gran meraviglia la protezione amorosa,

s.Sotei e vergine e martire, nella perse- colla quale il Signore si é degnato di pre-
cuzione di Diocleziano, fu condotta in- servare le dilette sue spose da ogni ben-
nanzi al giudice, il quale vedendola co- ché minimo insulto, disonorante il can-
si;; ute nella Catìe, ordinò a'miuistri che le doie dell'odoroso giglio della loro santa
dessero delle guanciale; e che essa a tal verginità, ad onta di qualunque reo dia-
comando scopri intrepidamente il volto, bolico attentato de'suoi nemici. Poiché gli
fin allora tenuto coperto, per mostrare Atti sinceri de'primi Martiri della Chie-
di non temerle. Lo slesso s. Dottore nel- sa Cattolica raccolti dal p. Ruinart, ci
YEpist. 27 ad Simpliciam, n. 34> fa il presentano mirabili medi, co'quali Id-
i

più vittorioso confronto della meraviglio- dio ha fallo riuscir vani gli sforzi degli
sa costanza delle imbelli donzelle cristia- empii, onde non fosse recata ingiuria al-

ne, e lo pone al di sopra di quella affet- la pudicizia delle caste vergini, per aver
tata da'più celebri gentili filosofi, in fac- concorso con la sua onnipotenza a pro-
Similmente la loroforlez-
cia alla morte. teggerle ed a preservarle, sottraendo agli
fa fu dimostrata assai maggiore di quel- sguardi licenziosi de'carnefici e del volgo
la de'decantali eroi degl'infedeli, eziandio le loro svestite membra. Una nuvola d'o-
dal Crisostomo neU'IIomil. 8 in Episf. 1 ro tutta ricoperse la vergine s. Barbara,
ad Corinth., e da s. Agostino, I. 1, De tratta nuda dal suo barbaro padre al sup-
morib. Feci. cat1iol. t e. 22. Anche Ori- plizio. Esposta nuda la valorosa veigine
gene stupefallo de'lrionfì riportati dalle s. Agnese alla pubblica vista, in un pun-
più tenere verginelle sul furore de'tiran- to le crebbero i che tutta la co-
capelli,
per esserne sialo fortunatissimo testi-
tii, prirono. Ad altre Vergini Dio fece il
ss.

monio, ne fa il più splendido elogio nel- miracolo di non sentire vergogna dell'i-
YHom. In oculis noslris saepe
e), n. 1: gnominiosa loro nudità. E chi non com-
v\din\u$ Mulieres et Firgines , primac prende,che senza comparazioue altrimen-
adiate aelatis, prò marlyrio tirannico , ti sarebbe loro doluta assai più qualun-

pcvlulissc tormenta, quìLns ad infirmi- que menoma offesa del loro pudore e del-
talem sexns nonnullae adirne vilae fra- ia loro verecondia che tutti i possibili
,

gili tas addehatur. E neWIIom. 4 inHie- strazii e tormenti? Di fatti nella persecu-
remia n. 3 Tunc enim verofideles )
, : zione de'vandali, s. Dionisia nobilissima
quando Mar fy rum victimae ferìehan- matrona africana disse a'suoi persecuto-
tur. Omnis erat multitudo lugentium, ri, che la straziassero pure a lor talento,
quando calccliumeni in prima statini fi- ma che non ardissero di offendere la sua
de proferendo mar ly rio ducebantur j pudicizia. Eranogià persuasi tiranniche i

quando mulierculae, et infirmus sexus il massimo degli spasimi delle ss. Vergi-
usque ad morlem manehat intiepidite. ni sarebbe stata nudità delle loro per-
la

Quest'argomento fu trattato in una Dis- sone. E perciò ne' tormenti loro minac-
o

a 96 VER VER
ciati, quasi sempre leggonsi emanali or- die mai sia stata eseguita legge sì burba.
clini così iniqui, che ciò non ostante fu ra ed iniqua a danno e confusione deb
rono sempre delusi dalia special piovvi l'illibate ss. Vergini martirizzate. La co-
(lenza del Signore. Poiché o per prodigio stanza e 1' intrepidezza di que' valorosi
veniva difesa la modestia delle ss. limi- campioni di ogni età 3 di ogni sesso , di
ne, oalle loro preghiere aderivano ti- i ogni condizione, i quali nel mezzo a'piìi
ranni a cambiare l'iniquissima sentenza. duri e più atroci tormenti, e in faccia al-

In Alessandria, durante la persecuzione le morti più ignominiose e crudeli, so-


di Severo, il giudice Aquila, dopo aver stennero coraggiosamente, e confessaro-
fatto straziare co'più crudeli tormenti in no col loro sangue la fede di Gesù Cri-
tutto corpo s. Potamiena, avendo ve-
il sto, si celebrò anche da'segueuti scritto-
duto riuscir vane le sue minacele di met- ri. Gottofredo Gleitsmauno, Dissertali
terla in braccio a più gladiatori, per far- de heroica primorum Martyrum con-
la violare, comandò, che spogliata ignu- stantia y i68y. Urbano Godefredo Siberi,
da , fosse gittata entro una caldaia bol- Dìssertatio de Martyribus Divinitàtìs
lente. Ciò inteso dalla modestissima ver- Ckrisli testibus Lipsiae 1714- Goltleb
,

gine, scongiurò il presidente, che non la Federico Gudi, Commentano de Mar-


facesse spogliare;ma che così com'era , lyrìbus Divini lalis Spiritili Saneti testi-
poco a poco, per suo mag-
vestita, fosse a bus, Lipsiaei726. Gio. Gaspare Iieucli-
gior tormento, ivi sommersa. Alle fervo- ni, Dìssertatio de studio Martyrum- in
rose pre^ nere di Potamiena fece Dio , Ecclesia'primitiva ,Jenae 727.Gio.Giu- 1

cambiare al giudice l'empia sua risolu- seppe Paulo vich Lucidi, Sopra il modo
zione, avendo permesso che la s. Vergi- di risentire i tormenti in occasione del
,

ne' fosse con più lungo e penoso martirio martirio di''cristiani, e della cagione
fatta calare vestila nella cocente caldaia, dell'insensibilità osservata ne' maggiori
in cui dopo lo spazio di 3 ore, allorché supplizi de* ss. Martiri, Macarskai 793.

la pece arrivò insino al collo , rendè il Diiò più sotto del grau numero di sa-
suo spirito a Dio, unitamente a s. Basi- gre vergini, che popolarono tanti mona-
lide, che ne difese la verginità dalla pe- steri, ed in aggiunta al riferito delle ss.
tulanza degPirnpudici. Pare certamente Vergini e Martiri , ora col dotto Paoli,
che altrettanto avveuisse a s. Veneranda, Notizie del corpo di s. Felici a no mar-
condannata due volte a subir la pena del- tire, Roma «796, pel Baldassari , scri-

la denudazione, il più terribile di tutti i verò alquante parole per rischiarare la


supplizi al cuore verginale d'una femmi- controversia dibattuta intorno alle un-
na pudica. Si rammenta da Tacito nel dicimila V'ergini che si dicono com- ,

lib. 5, la legge de' romani (commentata pagne e seguaci della fortunata s. Or-
da Gip. Fid. Pfeiffero, Dissertationes de sola (P .) vergine e martire, sotto i cui
curai7irginum apudveteres, llegiomon- auspicii fondarono moltissimi stabili-
si

Iiii5y2;eda Bartolomeo LeoneSchwen- menti di educazione per le donzelle, col


dendoi fiero , Dìssertatio de privilegiis nome di Orso line (f7 .)- E' ben nota la
// 7>g/m///i Lipsiae 676)^116 nessuna ver-
J
1 difficoltà , che sempre hanno avuta gli
gine potesse essere condannata a morte; scrittori in ammettere una così numero-
e che perciò, se a caso per qualche delit- sa moltitudine di ss. Vergini , condotte
to qualcuna se la fosse meritata, prima come seguaci d'una sola verginella, e tru-
dell'ultimo supplizio dovesse dal mani- cidate barbaramente dalla pagana cru-
goldo, o da qualche infamissimo malfat- deltà (degli unni e seppellite a Colonia).
tore, deflorarsi con lo stupro. Ma per trat- 11 detto numero, come esagerato e incre-
to mirabile della Provvidenza, nou si sa dibile, ha prodotto l'insolente disprezzo,
VER VER 297
cui quale molti poco cui unti del culto do* serva per giustificare la certezza di questo
vulo a Servi dì Dio (^.), o per mancan- tatto. Il Paoli distingue la festa di migliaia
za di religione, o per corruttela di mas- di ss. Vergini, dalla circostanza che (ossero
sima e co-lume, hanno riguardato le
di tutte sotto la direzione d'una sola. Quau-
memorie antiche della Chiesa, come se to ali." punto, che le nominate autore-
un lavoro di secoli ingannati e o-
fossero voli prove siano innegabili, crede che la-
Per modificare 1' espressione del
seuri. li compariranno allorché la continuazio-

grandissimo numero, taluno pensò savia- ne dell'insigne opera del Bollando (sospe-
mente, che la sola cattiva iutel[igenza del - sa nel 1794; venne riassunta la classica
le lettere romane, apposte a' numeri e e preziosissima compilazione nel 1837,
trovate tie'codici (che se sono gemme di per quanto uotai nel voi. LXI, p. 75),
erudizione manoscritta, nello stesso tem- arriverà a'2 1 ottobre giorno festivo di s.
po e per quanto dissi parlando di uno nel Orsola. Tanto ne persuade la frase ri-
voi. XCll,p. 47 7, vanno cautamente pon- soluta e decisiva, colla quale pai landò di
derati colla saua critica per giudiziosa- questa festività si esprime il p. Sollerio,
mente apprezzarne l'idoneità, I' autenti- uno degli scrittori Bollandisli, nelle no-
cità e il valore che propriamente gli si tead Usuardo ad dieni 2 1 octobris, p.
debbe attribuire, per evitare la respon- 6 5, in toni. Bolland. 7 Junii, laddove
1

sabilità di eccezioni a cui ponno essere di passaggio nomina questa santa, dopo
segno, nel compromettere gravi e delica- aver citato i suddetti Martirologi e altri.
ti argomenti), abbia fatto crescere a mi- u Convien che abbia un'ostinazione più
gliaia quelle, ch'erano di quantità assai dura del ferro colui che a queste auto-
limitata. Quindi nel veder posta la me- rità, appoggiate all'antica tradizione de'
moria loro nella seguente maniera: XI. Coloniensi , continuerà nella negativa.
M. F. invece di leggere Undici Alar Uri Bliilia et millenas fuisse illustrissimas
e Pergini, abbia letto e poi trascritto Un- Virgìneslam indulilatum putamus". Il

dici Mila Vergini. Questa spiegazione giudizio di questo scrittore, specialmen-


potrà a prima vista togliere l'incredibi- te in riguardo di questo ramo di lettera-
le, ma non potrà distruggere quella cer- tura concernente la Fila de Santi (Z7.),
tezza, che del sicuro e determinato nu- sarà sempre rispettabile; ma come poi
mero abbiamo dalla storia. I più an-
loro fissare, osserva il Paoli, per condotterà
tichi Martirologi, quello di Floro, il più di sì copioso numero di ss. Vergini una
ristretto di Adoue, quello di Vandelber- santa, e come persuadersi che quésta gio-
lo, e del Grevenio, non riferironoil trion- vine Zitella (V.) potesse 1 adunare undi-
fo di queste coraggiose eroine segnando cimila compagne, qualunque fosse l'im-
il numero, o la qualità loro con sole let- presa che voleva tentare? Come capire,
tere iniziali, ma ne specificarono la mol- che un numero tale di vergini intrapren-
titudine in caratteri, e riportando di al- desse un pellegrinaggio siuo a Roma, ed
cune anche nomi sono queste più di
i , incontrandosi negli unni fossero trucida-
undici. Non può duuquea versi ricorso al- te, come vari storici narrano , presso il
la cattiva intelligenza de'codici^ come da Raronio nelle note al Martyrol. Rom.
taluno pensò per restringere la quanti-
si diei 1 octobris? Questa ed ogni altra nar-
tà sorprendente di tante vergini unite as- rativa, delle varie che si leggono ne'loro
sieme; ina couverrà piuttosto spiegare il atti, non ponno giustificarsi dalla taccia
fatto in altra maniera, e servirà a con- di favolose,o almeno esagerate. Ilp. Pao-
fermare I' immemorabile tradizione , e li porta opinione, che la festa anticamen-
quelle prov e che la chiesa di Colonia con- te stabilita a'2 1 ottobre, avesse per og-
vol. xeni. 20
a98 V E R VER
«•etto la commemorazione di tutte le ss. gini. Nelle quali non è nominata «. Orso-
Vergini e Martiri, che aveano patito in la, ne le altre. In termini più generali si

tli verse parti della cristianità, e nella suc- espresse contemporaneo Vandelberto,
il

cessione di più anni, poste sotto un nu- senza determinare il numero, contentan-
mero supposizione e arbitrario cioè
ili dosi dell'espressione generica di piti mi-
undicimila ed alle quali,venisse,e ben do-
, gliaia. Soltanto vi aggiunse una partico-
verosamente, unita s. Orsola, come quel- larità, che il p. Paoli crede mostrare ad

la che senza dubbio fu nel martirio suo evidenza, quanto intende provare, colle
accompagnata da una quantità conside* parole guidate da varie Sante condottie-
labile di vergini seguaci sue. N u Ila per re loro. Non era dunque una sola alla
avventura potea essere più conveniente testa d'un numero così grandioso di ss.

alla pietà de'fedeli, veneratori de' Santi, Vergini, ma intendevasi far la gloriosa
quanto una solennità destinata special- memoria di tutte quelle che in vari luo-
mente per questa schiera delle ss. Vergi- ghie tempi in unione con delle coraggio-
ni, che seppero intrecciare la palma a'gi- se loro compagne avevano so lferto il mar-
gli, e con doppio merito presentarsi al ce- tirio. Grevenio parimenti fece menzione

leste sposo loro. La debolezza del sesso, di migliaia di Sante festeggiate in un


la timidità del naturale , la delicatezza giorno, ma senza indicare il nome. Ado-
delle membra , unite quanto a' comodi ne nel suo più ristretto catalogo de'san-
dell'educazione,quanto all'immatura età, ti, confrontando con Vandelberto, espo-

sempre ad una modestia e verecondia pro- se più chiaramente questo fatto: riferisce
pria loro, e tutlociò posto al eoo Tronto . la festa di undicimila Vergini, riportan-
delle brutali scostumalezze, degli strazii, do il nome di 1 3 perchè furono come le
delle carnificine, colle quali furono mal- condottieri di varie squadre dell'innomi-
trattate, fu ne'tempi delle Persecuzioni nate, che in diverse parti del mondo se-
della Chiesa^ lo sarà perpetuamente, un gnalarono l'invincibile costanza loro nel
oggetto di meraviglia ne'fasti di nostra s. professar la fede, e conservare la vergi-
8
Religione, ed un trionfo singolare della nità. Pose però e meritamente per lai.
Chiesa cattolica. A confermare l'esposta s. Orsola, non potendosi dubitare che nel-
opinione, dice il Paoli, gioveranno que*~ l'essere sagrificata dalla barbarie al suo
monumenti stessi, che ci assicurano d'u- sposo celeste ebbe un gran numero di
na festività così celebre come- quella eli compagne. Sopravvenne il Martirologio
s. Orsola, e di altre undicimila vergini. Romano, quello cioè pubblicato avanti le

Tardi ne'Mai litologi si fa memoria del- revisioni posteriori, ed usò la prudente


la santa che per essere slata martiriz-
, cautela di nominare in genere la festa
zata nel secolo IV, o come altri vogliono delle sante senza far menzione d'alcuna;
nel V, non fu per avventura registrata e finalmente in quello che al presente è
non dopo qual-
nella collezione de'santi se in uso nella Chiesa romana , con altra
che tempo. Assicura il p. Sollerio di non saggia economia si riporta s. Orsola col-
averne trovata memoria in tanti antichi le sue compagne senza indicare il nume-
monumenti da lui consultati. Ma non co- ro. Né per questo restarono senza culto
sì della festa di molte ss. Vergini, delle le rimanenti, giacché di esse si trova fe-
quali, senza nominar s. Orsola, se ne ve- steggiato il nome loro in altri giorni , e
de cominciata nella Chiesa la solennità questo potrà confermare che la solennità
e specialmente in Colonia. Floro nel se- fissata per un numero così grande di ss.
colo ÌX riporta questa festa colle parole: Vergini comprendeva quelle ancora che
InColonia la passione di undicimila J'cr- non apparteuevauo alla sequela di s. Or-
V Eli V E R 299
fola. E che in questo senso debba real- genze ed inutili episodii ,
giacché la so-

mente intendersi la controversa festività stanza e fondamento del racconto,nel qua


di s. Orsola con undicimila compagne, 10 convengono tutti gli scrittori, non po-
continua il Paoli, si prova ad evidenza trà essere controverso, e resterà innega-
dal confronto che può farsi de' nomi di bile nella storia, e la sua invincibile co-
queste sante riportate da Adone, co'nomi stanza e la doppia corona, che tanto es-
delle medesime ripetute in altri giorni e se quanto le numerose seguaci sue meri-
riconosciute come coudottiere di nume- tarono in cielo. Che inoltre se fossero sta-
rose schiere di vergini, secondo l'espres- te le ss. Orsoline in unione con altre mol-
sione di Vandelberto. Saula, e Mardia o te da tutta la cristianità solennemente ce-
Marta secondo la diversa lezione de' co- lebrate, potevanocomprendere quelle an-
trovano nel martirologio di Usuar-
dici.si cora che al narrar di Niceforo, neWHist.
do, dove di s. Orsola non si fli comme- Eccles. t lib. 7, cap. 6, chiuse ne'sagri ri-
morazione, e le dette due eroine si dico- tiri,ove gelosamente custodivano la lo-
no unite a molte vergini non era dun- : ro pudicizia, e la singolare divozione lo-

que questa schiera di sante unite alla det- ro, furono nella persecuzione di Diocle-
ta s. Orsola, ma dal giorno proprio loro, ziano in molte migliaia trucidate. Il che
cioè 20 ottobre, erano state trasferite e ammettendosi, avremo una festività so-
unite alla festa delle ss. Vergini in gene- lenne, e che faceva onore alle sante ad
rale. Lo deve dirsi di s. Saturnina,
stesso essa unite, né poteva in cosa alcuna re-
la festa della quale in unione con altre car pregiudizioalla celebres.Orsola,quan
vergini si vede notata nel martirologio do era di tutte riconosciuta come prin-
Veissemburghese o Blumanio, a'2 e i3 cipale. Di simili commemorazioni di va-
dicembre. Così ancora di s. Cordala, una ri santi, fatte collettivamente, se ne vede
delle eroine che appartengono alla festa anche al presente nelle chiese Reroense,
generale delle ss. Vergini, come si ha dal Silvanettense e Cabilonense, come ripor-
Combrack, e sotto il giorno 22 ottobre ta Guy et, De festis proprìis Ecclesiast.
se ne celebra la festa notata in diversi 11 vescovo Sarnelli nette Lettere ecclesia-
martirologi. Nel sostenere il p. Paoli la stiche, tratta nella lett. 23 del t. 7: Del-
sua opinione , dichiarasi ben lontano di l'istoria di s.Orsola e delle undicimila
recare il minimo pregiudizio né alla ce- Vergini sue Compagne. Riconosce l'esi-
lebrità della gloriosa s. Orsola, ne al cul- stenza di varie leggende dubbie e apo-
to che pieno di ossequiosa venerazione crife sulle medesime, e intende narrarne
le presta I' inclita città di Colonia, poi- la vera storia, che in breve è questa. Nel

ché anzi crede d'illustrare maggiormen- 383 Massimo fattosi proclamare impera-
te e l'una e l'altro, e liberare nel tempo tore contro Graziano, passato nelle Gal-
stesso gli atti della medesima dalla criti- lie co' bretoni di cui era duce, cacciati
ca di alcuni scrittori e dagl'insulti de'mi- dalle loro sedi gli armorici, die'a 'solda-
scredenti. Non può dubitarsi che l'invit- ti quel fertile paese, ma senza abitatori.
ta s. Orsola alla testa d'un numero con- Laonde Massimo domandò al re di Cor-
siderabile di verginelle, piena di straordi- nubia nella Brettagna undicimila vergi-
nario coraggio, ed animando le compa- ni per maritarle co'soldali bretoni della
gne, sostenesse intrepida il martirio. Che nuova colonia , e fu esaudito, in uno a
se nella storia di questo fatto, riportato da s.Orsola di lui figlia per isposare Conna-
vari autori, si scorge qualcbe diflìcollà no duce de'medesimi. Partite le vergini
per gli anacronismi che vi sono , o per da Londra per maritarsi co'loro conna-
qualche incongruenza di nomi, si dovrau- stionali,connaviglis'indirizzaronoaU'Ar-
no mettere in non curanza simili negli- morica, ma una tempesta li portò ne'li-
3oo VER VER
ili di Germania e nel fiume Reno. Era cui celebrasi la festa con indulgenza ple-
allora infestato il mate Germanico dai naria ,
per venerarsi in diverse di esse
corsari Melgade'pitti e Gauno degli un- parte della testa di s. Orsola, le teste del-
ni, in favore dell'imperatore Graziano, i le ss. Seconda, diurna, Candida, Vitto-
quali assalite le vergini volevano abusar- ria, e di altre sue compagne, oltre il cor-
ne. Esse però, ad esortazione di s. Orso- po di una e le reliquie di altre. Il dotto
la, preferirono la morte alla perdita del- annotatore del celebreBuller./V/r de Pa-
la purità, onde furiosamente furono ta- dri, de Martiri e degli altri principali
gliate a pezzi, martiri della verginità. Es- Santi, a'2 1 ottobre riporta una specie di
sendosi nascosta Cotdula, mossa dall' e dissertazione, eruditissima e critica, inti-
roico esempio delle compagne, intrepida tolata : Considerazione istorico-critica
si scuoprì e fu uccisa. 1 loro corpi, por- sopra numero ed i nomi delle ss. Ver-
il

tati Colonia, furono sepolti in una


in gini, che hanno sofferto il martirio con
chiesa fabbricata con monastero di mo- s. Orsola in Colonia. Con ragione dice
nache a loro onore, e venerati col culto essere volgarmente noto quale tortura sia

di ss. Martiri. Si chiamavano le princi- stata pegli storici e critici eruditi la storia
pali, oltre s.Orsola e s. Guida, loro mag- di s. Orsola e della numerosa sua com-
giori, Seuzia, Gregorio, Pianola, Mai-dia, pagnia. Alcuni rigettano tutta la storia
Saula, Saturnina, Saturnia, Rabazia, Pai- intorno al Orsola e delle
martirio di s.

ladia,Clemenzia,Graziae Cernitila. Si di- sue compagne, come invenzione dell'età


ce, che s. Orsola e le ss. Vergini compa- posteriore; altri ammettono il fatto e ne
gne favoriscono loro divoti in punto di
i disapprovano le circostanze. Lo scrittoi e,
morte. Di più il Sarnelli riferisce nel t. per tutto quanto l' interessantissimo da
io, lett. 33, che LeoueX colla bolla Cimi lui ragionato, crede aver giovato alcuu
sìcutyiìe'5 maggio 5 5, concesse alla ba-
1 1 poco a dilucidare una storia cosi oscura
dessa e monache di s. Chiara di Parigi, e ritrattata tante volte; ma agevolmen-
di Albiano e di tutto 1' ordine, di poter te non parrà a molti sufficiente a chiari-
celebrare in perpetuo con rito doppio la re e decidere le questioni, precipuamen-
festa Undecim milliumFirginum.UVìaz- te quella eh' è la maggiore tra* critici e
za ne\V Emerologio di Roma a'n otto- ^l'istorici, per riferire alcuni essere elle-
bre, festa di s. Orsola con undicimila com- no state undicimila illustri e nobili Ver-
pagne vergini e martiri, senza nominar- gini, e sessantamila Vergi ni della minu-
lo, segue il racconto del Sarnelli, e che ta gente, sicché tutta la società fu di set-

cadute in potere degli unni nemici de' tantunmiladonzeUe ! Il Cancellieri nell'e-


cristiani, questi attentando alla loro ver- ruditissima Dissertazione delle ss. Sim-
ginità e fede, animate dalla generosa s. plicia ed Orsa, riferisce gli autori che
Orsola, preferirono perdere la vita con hanno trattato prò e contra di s. Orsola
magnanimo accordo, anzi che perdere due e delle ss. Vergini sue compagne.
sì gran gioie, per trionfar con esse in cielo. Sono divisigli stati e le professioni, nel
Anch'egli segue la credenza, che Dio ab* nubile o verginale o libero se non ob- ,

bia concesso a 'di veti di s.Orsola e delle ss. bligato a voti, nel matrimoniale, nel ve-
Vergini compagne, la grazia della loro dovile, nel chiericaleo ecclesiastico, e nel
benefica assistenza nel puuto di morte. regolare d'ambo sessi con voti di celi-
i

Aggiunge la tradizione, d'essersi prima bato. Da Paolo neìi'Epist. i." a'eorintii


s.

recate a piedi a Roma per visitarne i san- è fatta menzione de'3 stati matrimonia-
tuari ed i sagri cimiteri, nel 474 gover- le, verginale e vedovile, e seuza difficol-
nandola Chiesa s. Simplicio. Per ultimo, tà antepone i due ultimi al i.° Dice il

il Piazza, enumera le chiese di Roma in Buonarroti, Osservazioni sui vasi ariti-


è -

VER VER 3oi


chi dì vetro, p. 90, parlando d'una me- modo simile alle spose terrene, ma però
daglia di s. Agnese col numero 60, for- che apparisse a tutti, almeno nell'adu-
se poter significare quello del frutto di nanze de'fedeli, che elle erano spose di
merito consagrato alle vergini, e denota- Gesù Cristo. Quindi a'tempi di s. Giro-
re il grado del merito della verginità con- lamo, anche le vedove si tagliavano i ca-
giunto in questa santa col martirio; men- pelli nel dedicarsi a Dio, e poi altrettan-
tre Padri antichi hanno attribuito il mi-
i to fecero le vergini ricevendo il sagro ve-
stero di questo numero sessagesimo alle lo, nel professare qualche istituto religio-
vergini , come testifica s. Girolamo nel- so. Dunque i diversi stati dell'uomo e del-
V Apologia de'suoi libri contro Giovinia- la donna, sono il Sacerdozio con tutti i
no; e pare che il medesimo santo fosse il suoi gradi, il Religioso, \\ Matrimonio nel-
t.°, che applicasse loro il frutto centesi- lo stato di Laici. In quello del matrimo-
mo, per dar luogo, com'egli dice, nel nio l'uomo e la donna divengono Mari-
frutto sessagesimo alle vedove, ed in quel- to e Moglie, Padre e Madre, Vedovo
lo del trigesimo alle maritate. Il Piazza, e Vedova, figli de'quali restano Orfa-
i

Cherosilogio o discorso dello stato vedo- ni, tutti contraendo diversi gradi di Pa-
vile, p. 142, riferisce, da'teologi rappre- rente. E siccome dicendosi Uomo (V.),
sentarsi tre sorti di castità raffigurate nel- vale tutti, comprese anche le Donne, è
l'evangelica semente pure di 3 sorti; par- analogo che io qui ricordi per le voca-
te di cui rende il frutto trigesimo, eh' zioni, l'opera di Giacomo Mazzoni: De
appunto la castità matrimoniale, di cui triplici hominum Activa nempe.
vita ,

tanto cautamente parla l'Apostolo al suo Contemplativa, et Religiosa, methodi


Timoteo; il sessagesimo, ch'è lo stato ve- tres, Caesenaei 576. —
Ora premetto al-
dovile, innalzato a maggior grado di es- cune indicazioni essenziali iu quest'arti-
so; ed il 3.° è il centesimo, paragonalo al colo, ragionate in quelli che ricorderò in
solo centesimo, cioè al verginale il più corsivo, ad evitare ripetizioni e giovare
perfetto di tutti, essendo solito dire un alla brevità. Il Celibato è lo stato di chi
gran maestro di spirito, che il matrimo- non è congiunto Matrimonio; è cosa
in
nio riempiva la terra, ma che la vergini- grata a Dio, ma non perciò è riprovato
tà riempiva il cielo. Celebra il citato p. il matrimonio santificato dal Sagrameli-

lluinart la somma verecondia delle ver- to, da s. Paolo qualificato magnani, fa-

gini cristiane, la loro vita austera, con- cendo comparazione fra l'unione di Gesù
sagrando al Signore i loro capelli col vo- Cristo e la Chiesa sua sposa. Tuttavol-
to di verginità perpetua. Sino da' primi come sagra
ta la verginità fu considerata
tempi della Chiesa le vergini che si cou- anche da'gentili. —
Matrimonio è l'u-Il

sagravano a Dio con tal voto facevano nione maritale dell' Uomoe della Donna:
1' atto generoso del taglio de' capelli in di sua natura è indissolubile, e serve al-
pubblico nella chiesa; ed i vescovi consi- la propagazione perpetua del genere u-
derarono sempre quest'alto con qualche mauo. Nondimeno gli sposi che si obbli-
formalità, e particolarmente le vergini of- gano alla continenza con mutuo consen-
ferivano a Dio i loro capelli, siccome or- so, vivendo come Fratello e Sorella, so-
namento assai considerabile e pregevole no veramente maritali. Tali furono, Tino
del capo. Nell'oriente le vergini olleri va- macola tamente concetta Maria sempre
no a Dio i loro capelli tosandoli, e poi li vergine, e s. Giuseppe che pure si con-
custodivano intatti in segno e memoria servò sempre vergine, que'che rammen-
della generosa oblazione di loro slesse : tai ne'vol. XLllI,p. 275,LXIX,p.i5o,

nell'occidente per lo più li conservavano, ed in più altri luoghi, conservando la lo-


aggiustandoli con modestia decente in ro verginità; e Benedetto XIV decretò
— —
3oi VER VER
alla b. Lucia da Narni l'uffizio del comu- gliele le sponsalizie o promesse matrimo-
ne delle Vergini. Nel i .° degli accennali niali. Egualmente l'impegno di voti sem-
articoli, e altrove, dissi ancora di quegli plici di castità e di religione, dà luogo al-

sposi che volendo vivere continenti si se* lo scioglimento degli sponsali, poiché le

pararono, abbracciando il marito lo sta* promesse di matrimonio contengono sem-


to ecclesiastico, e la moglie il monastico, pre questa condizione tacila, ch'esse cioè

o vivendo al secolo dedicati al Servizio non sussisteranno se non nel caso , che
di Dio. Molli di tali mariti divennero Dio non chiami ad uno stato più santo e
suddiaconi, diaconi, preti, vescovi, ed an- più perfetto. Quelli che sono da tanto da
che santi. Quindi le mogli in detto mo- serbar la verginità, in onore dell'umani-
do continente restate al secolo per vive- tà di Gesù Cristo, non ne insuperbisca-
re in celibato, a seconda del grado eccle- no. Disse Tertulliano, De Virginibusvc-
siastico del marilo venivano onorate del landis, la verginità affettata è la sorgen-
titolo di quella dignità a cui innalzatasi te di tutti i delitti, poiché ne derivarono
il marito, perciò si dissero Suddiacones- molte eresie, che deplorai ne'loro artico-
se, Diaconesse, Presbileresse, Episcopo li: può vedere il voi. LXI X, p.i5o.
si

o Vescovesse, senza avere però un posto Il Velo fu segno di verginità per inse-

nel clero, e tra loro pure fiorirono san- gnamento degli Apostoli, oude prestole
te. Queste non potevano rimaritarsi con cinese usarono di velare le loro vergini.
altri, neppure dopo la morte de'Ioro spo- Il Velo, copertura del capo, del volto e
si. Tutta la prerogativa, che esse aveva- tal voltaeziandio della parie superiore del
no sopra le altre donne 3 era che pote- corpo, insegua di verginità, quello nu-
vano essere ordinale vere diaconesse, il ziale fu usato principalmente dalle ver-
quale onore si concedeva loro facilmente, gini nello sposarsi, per indicare il pudo-
quando colla gravità de' costumi se lo re che doveano sempre conservare. L'u-
meritavano. Fra tali persone si sceglieva- so del velo alle donne fu imposto, mas-
no le più virtuose per farle diaconesse, e sime nel s. Tempio. 11 velare le sagre ver-
si ordinavano pubblicamente dinanzi l'al- gini si tiene per tradizione apostolica,
tare quasi colle stesse ce» emonie de'dia- ed é un rito simbolo dello sposalizio spi-
coni, poiché il vescovo imponeva loro le rituale della vergine coli' amalo divino
mani, e recitava la benedizione, chiama- sposo Gesù Cristo; ovvero denota la ri-
ta ordinazione; non era pelò vera ordi- tiratezza e verecondia che deve avere la
nazione sagiamenlale , ma ceremonia- vergine, e il premio futuro. Nell'artico-
Je. — LoSposalizio, solennità del pigliar lo in discorso parlai de'veli che si da va-
moglie e del pigliar marito, è un alto le- no, oltre alle religiose e all'abbadesse, al-
gittimo con cui si (ormano le famiglie pei le Diaconesse e atìe Vedove t
ile\\e loro di-
progredimento dell'umana società, essen- verse specie, e cereraonie nel conferirsi.
do quello cristiano contratto e sagrameli- Dicevasi velare il cousagrare tanto le ver-
to, è tale la sua grazia che vai più della fe- gini, che le vedove: ora dicesi solo delle
condità, al dire di s. Agostino. In quasi prime col velo verginale. La ceremonia
tutte le nazioni fu accompagnato da re- della vestizione e velazione facevasi an-
ligiose ceremouie. Anche le vergini mo- che ne'primi secoli con solennità, la qua-
nache si chianfauo spose, ma di Gesù Cri- le sichiamava nozze spirituali fatte con
sto, e nella loroVestizione e Professio- disio. Il perchè s.Girolamo appella suo-
ne con tale intendimento procedono, ri- cera di Dio, la madre d'una vergine con-
cevendo l'anello e quanto alito dissi nel sagrala a Cristo. Delle diverse specie de'
voi. LXI X, p. 1 4o. V
'Ordine sa grò ed , sagri veli , riporterò poi altre erudizio-
i l'oli solenni, sono cause legittime a scio- nt. — La Religiosa è la vergine o vedo-
VER VER. 3o3
va consagrata co'lre voli religiosi, sem- e di quanto riguarda le vergini regola-
plici o solenni, di castità, povertà e ub- ri.Notando , che le religiose consagrate
bidienza, vivente in Monastero, nel Con- a Dio, si chiamano Deo devote, e che le

servatorio, presso ['Ospedale, sotto de- parole dell'antifona, prò devotofoemineo


terminata Regola (nel quale articolo ri- sexu, si devono preci puameute appro-
parlai delle Doti e Livelli per le religio- priare alle religiose e poi alla generalità
se, di origine antichissima, e di quelle ca- del sesso medesimo. —
La Padova e il
ritatevoli per facilitare uon meno la vo- Fedovo, souo la donna e l'uomo cui mo-
cazione monastica , che i maritaggi alle ri il coniuge. Le buone vedove amanti

Zitelle, argomento che discorro pure in della pudicizia furono sempre onorate
,

questi tre articoli) e abito uniforme, con da tutte le nazioni. Le vedove degli an-
quelle tante denominazioni che ripetei tichi romani erano sepolte con grande o-

nell'articolo in argomento, ed in quelli nore, colla corona della pudicizia intes-


parziali di ciascuna istituzione;molte del* suta di fiori, come virtuosamente trion^
le quali benemerite dell'educazione mo- fanti della concupiscenza. Ne'primi secoli
ralee religiosa delle fanciulle, e della lan- cristiani furono onorate conisplendidi e-
guente umanità, denominate quest'ulti- piteti, ed anco con quello di custodi del-
me anco Suore, Sorelle, Figlie della l'innocenza delle vergini. Dio raccoman-
Carità. Rammentai pure , nell' articolo dò sovente di aver gran cura delle vedo-
che discorro, quello di Monaca, ove di- ve e di sollevarle: e Gesù Cristo ouorò lo
chiarai cosa sono le religiose, della loro Tra le barbare nazioni non
stato vedovile.
origine da'tempi apostolici, e loro diver- potendo rimaritarsi, si uccidevano o bru-
se nomenclature; quanto si diffusero iu ciavano per deporne corpi o le ceneri
i

Oriente e in Occidente meravigliosamen- nella Sepoltura del defunto sposo, mas


te. Delle loro superiore, molte delle qua- simese sovrane e principesse. A detto luo-
li per la Regalia e per la Rendita eccle- go deplorai queste barbarie, presso alcu-
siastica divennero potenti signore di do- ni popoli tuttora vigenti. Nel medesimo
minio temporale , oltre V uso di diverse articolo pur che gli antichi scozzesi
dissi,

insigni prerogati ve con giurisdizione, an- sotterravano vive le mogli infedeli; e che
co del Pastorale: de'pregi del celibato le Pestali vergini gentili de' romani, se

che osservano, della Clausura (questa è convinte d'incesto, subivano la stessa ter-

antichissima anche in Roma, ove sembra ribile punizione. Quando ne' primi seco-
che abbia presa una forma più regolare e li venivano le sagre vergini accusate di
stabile per opera di s. Domenico fonda- aver peccato contro la professata vergi-
tore de? Predicatori, d'ordiue di Onorio nità, ovvero questa fosse dubbiosa, più
III, nel monastero di s. Sisto da lui fon- volte si usò il ripiego, di cui fanno men-
dato alle sue monache, le quali poi furo- zione s. Cipriano e s. Agostino tra gli al-

no trasferite nel fiorente monastero de' tri, onde venir in chiuro della verità, di
ss. Domenico e Sisto. Notai però nel voi. farle visitare dalle Levatricijil che non

XIX, p. 270, che neli'800 non essendo solamente talvolta riuscì giudizio falla-
ancora le sagre vergini astrette a clausu- cissimo, ma uon si poteva porre in pra-
ra, nel ritorno trionfante di s. Leone 111 tica senza ingiuria e senza sommo dolo-
in Roma, l'incontrarono a Ponte Milvio re della sagra vergine, come avvenne a
ora Molle. E che nel 1 1 1 1 , Monachae Indicia di Verona (Z^.), che appellò al
quoque centum, lampadibus multis cum metropolitano s. Ambrogio, il quale sco-

claro homine sumptis, furono mandate pri la falsità della calunnia e castigò i rei
incontro all'imperatore Enrico V,nel re- dell' incolpazione, rimproverando quel
carsi a Roma), e Professione religiosa, vescovo Siagrio di aver proceduto con
3oi v B * VER
imprudenza. Nolo il Muffci, nella T'e- XXIV, p, a99 LXXXII
voi. , , p. 3oo,
rona illustrala, ove ciò nana, che allo- LXXXVIII, p. 2 58. Copioso è il nove-
ra in Verona eravi pure un monastero ro delle sante e virtuose vedove ,
aven-
«li donne »» di die, egli dice, sarà diffi- done celebrate le principali: s. Paolo ed
cili trovare più antico esempio ". Sic- iss. Padri vollero che le vedove fossero

come avvenne il fatto al tempo di san- onorate e soccorse. Lo sposalizio e matri-


t'Ambrogio, tutti sanno eh' egli gover- monio in seconde nozze, fu detto anche
nò la 8. Chiesa di Milano dall'anno Bigamia, chiamandosi bigamo e bigama
374 «l 397. Anticamente le Meretrìci quello e quella che riprendono moglie e
impenitenti in Roma si seppellivano nel marito: ne ragionai non poco nell'artico-
suburbano Muro torto, per ignominia. lo di cui fo parola, non senza dire anco-
Dicendo della Sepoltura, riprodussi no- ra della poligamia, matrimonio d'uomo
zioni su quella delle educande e convit- con più donne ne! medesimo tempo. Di-
trici, e delle religiose novizie de' mona- chiara Piazza nel Cherosilogio, quantun-
steri,che ponno eleggersela se non han- que lo stato vedovile sia libero, nondi-
no professato. Occorre il permesso per meno per virtù cristiana e civile diviene
essere tumulato nelle chiese delle mona- meritorio conservandosi nella continenza
che. Sui cadaveri delle vergini ponesi la e pudicizia; e perciò viene riputata la vir-
Corona o Ghirlanda di Fiori % in segno tuosa vedovanza vicina di grado alla ver-
di loro verginità. Nel cristianesimo le ve- ginità, e più eccellente delle seconde noz-
dove furono sempre rispettate, aiutate e ze, ed in molti uffizi _, secondo il parere
anche mantenute, in unoa'pupilli orfa- dell' Apostolo, ad essa più da vicino si

ni del padre. Le vedove ne' primi secoli stringe, laonde disse: » la donna non ma-
della Chiesa esercitarono il ragguardevo- ritala e vergine, pensa alle cose del Si-
le ministero di Diaconesse, nella loro pro- gnore, acciò cosi sia santa di corpo e di
fessione facendo voto di celibato e castità spirito". E vedove hanno per-
sebbene le

perpetua, venendo quasi consagrate colla duto l'aureola della verginità nelle pri-
imposizione delle mani, e da una specie me nozze, sono però dotate della pudi-
di benedizione, accompagnala da messa cizia, la quale quanto cede alla vergina-

propria, da preci e da riti, fra'quali l'im- le, tanto precede alla matrimoniale, on-

posizione del velo di continenza, di pu- de leggesi nel Levitico: » Era lecito alle
f
dore e di onore; cioè alla professione e figlie vedove de sacerdoti il mangiare, co-

presente il sacerdote, dicendo il Piazza nel me quando erano Obla-


vergini, le sante
Cherosilogio, che vedova pigliava da
la zioni, le quali vivendo non i loro mariti,
se medesima il velo dall'altare mentre , solamente non potevano mangiare, ma
nella professione delle vergini, a queste neppur toccare". In tanto conto pur eb-
l'imponeva sul capo il vescovo. Fra le ve- bero gentili le vedove, non meno che
i

dove de'secoli antichi eranvi anche delle le vergini, che mentre in Roma fu dato

vergini di senno e almeno di 4° anni. solamente alle vergini vestali la cura del
Molti furono descritti uffìzi che funse-
i fuoco perpetuo nel Tempio di fes la, in

ro nella Chiesa, molti caritatevoli pre-


i onore di quella dea; cosi in Atene era
stati alla società, in supplenza de'suddia- dalle vedove solamente custodito il me-
coni e de'diaconi; perciò resero importan- desimo fuoco in onore di Pilhia, per di-
tiservigi al clero ed a* fedeli. Inoltre ve- mostrare quella città de'savi, ch'essi tan-
gliavano sui costumi dell'altre vedove, e to apprezzavano le vedove, (pianto ro- i

sulle vergini orfane. Erano in parte una mani in Roma le vergini.

specie delle decumane della chiesa di Mi •


L'iconologia rappresenta la l'ergi 1/1 là
lano: di esse e de' decumani riparlai ne' colle formed'una giovane avvenente don-
VER V E R 3oS
zella, coronala di fiori. Il suo sguardo è re scambievolmente nell'eredità in vigo-
modesto, e il pallore delle sue gote an- re di testamento, però questo jus fu as-
f
nuncia la privazione <le piaceri. Simboli sai diminuito dalla legge Papia Pop-

di sua purità sono il giglio e l'agnello; pea. Questa poi fu abolita dagl'impera-
bianco è il di lei vestimento, e il suo cor- tori cristiani nel 33g e nel 4.00, toglien-
po è stretto da una cintura di lana bian- do le pene ed a que' eh' erano
a' celibi ,

ca, cui solo Imene ha il diritto di scioglie- privi di figliuolanza. Tuttavia romani i

re, nume che presiedeva allo Sposalizio gentili nutrivano tanto rispetto per le ver-
de'pagani. La dea Verrinila era invoca- gini o nubili donzelle, e cotanto le ono-
ta presso i romani ne'maritaggi, e la sua ravano, che al cospetto di esse era proi-
immagine si collocava nella stanza nuzia- bito di proferire qualunque disonesta pa-
le de'uovelli sposi. Sotto Fer- il nome di rola , e quando
le incontravano per le

gìne^W ateniesi adoravano Minerva. Gli strade, cedevano loro sempre il passo, il
egizi consagrarono ad Iside la Vergine 6.° che pratica vasi anco da'magistrati. Spin-
vegno del zodiaco. Perginetu epiteto del- gevano essi l'urbanità a tale, che padri i

la Fortuna, cui erano presentati i vesti- aveano cura di non abbracciare giam-
menti delle donzelle. In Roma, presso il mai le loro spose al cospetto delle figlie.
Tempio della Vittoria, M. Porcio Cato- Non si ponevano esse a mensa co' fore-

ne consagi ò un'edicola alla Vittoria Ver- stieri, per timore che le delicate loroo-
gr/zr. {romani adoravano la casta dea Ve- recchie non fossero da qualche impudica
sta, alla quale dopo disfatto Saturno, se- parola contaminate. Allorquando le ver-
condo la Mitologia, Giove offrì tuttociò gini romane comparivano in pubblico, a-
che avesse domandato, per cui essa chie- veano sempre capo velato; uso detta-
il

se dirimanere perpetuamente vergine, e to dalla virtù, ma


che non ebbe vigore
che gli uomini le offrissero le primizie se non pel tempo in cui regnò la purità
di tutte le loro oblazioni e di tutti i loro de'costumi. Cessato quel tempo, le ver-
sagrifizi; da ciò provenne che non potè gini comparvero in pubblico a viso sco-
avere se non vergini per sacerdotesse, le perto, coprendosi invece il viso le matro-
quali dal suo nome si dissero Vestali. I ne. Tertullianobiasimò con ragione que-
cittadini romani aveano sui propri figli sto costume, e sostenne che le vergini do-
iljus patriae potesiatis. Augusto, ad e- vevano esser velate piuttosto che le don-
sernpio de' più saggi legislatori, altamen- ne maritate. Non solo romani ne' bei
i

te lodò, propagò i matrimoni con leggi, tempi ebbero in grande onore la vergi-
onori e premi, per accrescere la popola- nità, per cui offrivano sagrifizi alla sorel-
zione di Roma, emanando pene contro i la Fauno, di cui asserivano
e moglie di
finti celibi, massime colla leggePapia Pop- aver tanto spintoil pudore che non avea

pea; quindi maggiori diritti si accorda- mai visto, uè era stata mai vista da uo-
rono a'eittadini padri di tre figli. Questi mo alcuno, tranne Fauno suo marito, ad
diritti si concessero dagl'imperatori suc- onta della sua eccessiva inclinazioneal vi-
cessori. A' genitori sterili, perchè non si no, che rilevai nel voi. LXIX, p. 45. Per 1

pentissero del matrimonio contratto, tal- rispetto di essa, e per quanto dissi nel voi.
volta si compartì loro, sì agli uomini e stesso, p. i4'» »i tutto il mése di mag-
m alle donne, \\ jus Iriuni liherorum, che gio erano proibite le nozze alle sole ver-
portava tutti i vantaggi èeljus coni mime gini, mentre le vedove potevano sposar-
iiberorittu, cioè di succedere la moglie al- si in tal mese e ne'g giorni reputati in-

l'eredità del marito. Il jus de* figli con- fausti. Fauna fu chiamala la dea Bona,
sisteva, che il marito e la moglie che non alla quale era sagro ih.°di maggio,gior-
aveano figli comuni si potevano succede- uo solenne per la dedicazione del suo
3o6 VER VER
tempio sul monte A ventino,nel quale era dicandola al servizio di Dio con voto di
vietato V ingresso agli uomini, ontle Ci» verginità, secondo altri; mentre i ss. Pa-
cerone con un fiume di sdegnosa elo- dri affermano che effettivamente fu ino-
quenza inveì contro Clodio, per esser- locausto sagrificata dal padre al Signore.
1

\isi con pravo fine introdotto, essendo Trovo poi nellApparato agli Annali ec-
quel tempio dedicato all'onestà delle ma- clesiastici del Rinaldi, che diverse don-
trone. — Gli ebrei distinguevano la ver- ne, ed anche vergini, spregiando le de-
gine colla parola halmah, clie signifi- dedicavano nel Tempio
lizie del secolo,si

ca persona ritirala, nascosta, oppure ve- di Gerusalemme al di vin servigio, in con •

lata, chiusa, perchè I' uso degli orien- timia orazione e vegliando alla porta del
tali fu sempre di tenere le vergini zi- Tabernacolo. Una di tali donne fu la ve-
telle in uu appartamento separato, di dova Anna profetessa. Nel libro de' Mac-
non mai lasciarle sortire se non erano cabei si fa menzione delle vergini rinchiu-
velate, né mai comparire a viso scoper- se net tempio, le quali andavano innan-
to se non che davanti a' loro più prossi- zi ad Ouia sommo sacerdote. La B. Ver-

mi parenti. Non si trova presso gli ebrei gine, frutto dell'orazione de'santi suoi ge-
alcun esempio della professione di una nitori, data loro secondo le promesse ce-
verginità perpetua, secondo alcuni. Il p. lesti, di 3 anni fu presentata al tempio,

Menochio nelle Sluore, centuria i .", cap. secondo il voto de'medesimisi^oi genito-
28: Se nella legge Mosaico, fosse proi- ri, ove dimorò 1 anni, convivendo col-
1

bita la verginità e il celibato, dice che le donne volate a Dio per servirlo, le qua-
pare si possa provare, che realmente non li perciò nulla pagavano a 'sacerdoti per
fosse lecito il vivere nel celibato, senza redimersi, e quindi giunte in età adulta
maritarsi, per stimare i giudei obbrobrio maritarsi, essendo vergogna il farlo do-
e disonore il morire senza lasciar figli* e po, ciò seguendocol consiglio de'sacerdo-
per contrario essere segno di benedizio- ti, appartenendo ad essi il disporre delle
ne di Dio e cosa gloriosa il generarne , cose offerte a Dio. Adunque avendo la
molti. Si dolevano di non aver prole, an- ss. Vergine già toccato ili 5.° anno circa
che per perder la speranza che da loro di sua età, trattarono i sacerdoti di ma-
discendesseil promesso Messia. Tutta- ritarla, e venne eletto a sposo s. Giusep-
volta che fosse lecito di vivere nel celi- pe uomo giusto. Fatte le sponsalizie, os-
bato si prova esempio de' ss. Elia,
dall' sia lepromesse del connubio, Maria fu
Eliseo e Geremia profeti che non ebbe- consegnata a'parenti perchè la conduces-
ro moglie, ed ancora di s. Giovanni Bat- sero a casa, e preparassero le cose neces-
tista, e simili continenti si chiamavano sarie per le nozze. Seguiti gli sponsali,
col nome di eunuchi sebbene propria- nel 6.° mese le fu mandato da Dio l'An-
mente non fossero tali. Il medesimo di- gelo Gabriele, annunziandole l'incarna-
r r
scorre nel cap. 1 4: Del voto di Jefte di sa* zione delF erbo(P .)elevno: il che senten-
grificare che incontrasse, pel voto
il i.° do ella gli replicò: Quo/nodo fietistud quo-
fatto se riportava vittoria contro gli am- niam virum non cognosco? Significan-
monitij e se fece peccato sagrificando do di aver fatto voto di perpetua vergini-
la propria figlia, che fu lai* a venirgli tà, onde giudicava impossibile il conosce-

incontro. Dichiara che non peccò, e quan- re mai uomo. Quanto al tempo che la ss.
to alla figlia, ottenne la dilazione di due Vergine fece ordiuando la legge,
il voto,
mesi, per poter piangere la sua vergini- che mentre le si votavano a Dio
donzelle
tà, dovendo morire senza lasciar figli. Pe- prima d' essere sposate, o dipoi mentre
rò alcuni rabbini sostengono che non mo- stavano in casa de'genitori loro, avendo-
risse, e che il sagri fizio fu metaforico, de* ne il padre notizia, e tacendo fossero ob-
VER VER 3o 7
Migaledi voto, e contraddicendo i in mau- me s'intendono quelle parole che laChie-
l mente esso, elleno libere rimanessero, e sa dice nell'uffizio della Beata Vergine:
l'istessodisponendo la medesima legge Gaude Maria Virgo cunctas baerete»
lispeltoa'mariti, mentre esse stavano tut- sola intcremisti in universo mandò. Tro-
tavia in casa de' parenti, pensa Rinaldi vatisi inoltre tra gli ebrei, dice il Rinal-
che non si scosterà dal vero il dire, che di, esempi della continenza delle vedove
la ss. Vergine prima d'essere sposata con dopo la morte del loro marito, che ne è
s. Giuseppe facesse il voto, ciò sapendo, un merito. Giuditta è
perciò fatto loro
ne contraddicendo suoi genitori, qua- i i perchè appena era rimasta vedo-
lodata,'
li avevano somma espeltazione della san- va di Manasse, in Betulia sua patria si
tità di lei concepito. 11 che avvenne pri- era fatta nella parte superiore della ca-
ma della morte loro. I ss. Padri scrivo- sa sua una stanza appartata, dove se ne
no, che per consiglio de'sacerdoti, e per stava rinchiusi colle sue ancelle, e por-
volontà divina fu dato s. Giuseppe alla tando a'suoi fianchi il cilizio, digiunava
Vergine, non in ordine alla prole, ma co- tutti giorni di sua vita, tranne i saba-
i

me custode della sua vergini là. E' senten- ti. Il sacerdote Ozia e gli anziani del po-

za di s. Tommaso, seguito da molti al- polo la chiamano donna santa e che te-
tri, che dopo lo sposalizio, Ella esprimes- me Dio. Il sommo sacerdote Joacim,ch'e-
se con parole il voto, che avea molto pri- rasi portato a Betulia con tutti gli anzia-
ma concepito nell' animo suo, acconsen- ni per vedere Giuditta, le disse:»» Perchè
teudo lo sposo ch'era al paro di lei ver- tu haiamata la castità, e dopo il tuo ma-
gine e restò tale. E come non doveva rito non hai conosciuto altro uomo; per
*. Giuseppe far quello che osservavano questo ancora la mano del Signore ti ha
allora i farisei fino a certo tempo, e gli fitta fotte, e per questo sarai benedetta
esseni in perpetuo, cioè la verginità? Il in eterno". Vangelo fa presso a poco
Il

p. Menochio nella centuria 4-*j riportan- i medesimi elogi della suddetta profetes-
do nel cap. i la genealogia di Gesù Cri- sa Anna, nella cui giovinezza perde il ma-
sto, della Beata Vergine e di s. Giusep- rito, e visse vedova assai avanzata in età.

pe, da tale albero risulla che s. Giusep- Apò stolide™ e$\ che Filip-
Negli Atti degliì
pe e la Beata Vergine erano cugini. Ra- po, uno de'y diaconi, avea 4 figlie vergini
giona il p. Menochio, centuria ^.' t cap» (nel vo'.XC^p.sySjCon Piami trio Corner
46: Se la B. l'ergine sia stala la pri- dissi essere tre, ma più comunemente tro-
ma , die con voto abbia dedicalo a Dio vo che furono quattro), le quali tutte pro-
la sua verginità. Risponde affermativa- fetizzavano; non è però cerio che avesse-
mente coll'autorità de' ss. Padri, che di ro fatto voto a Dio della verginità loro.
cu ti) un consenso le concessero il prima- Il Rinaldi nondimeno avverte che da ta-
to e la corona della verginità. Non tace li 4 donzelle dopo la Passione e morte
che l'osservarono Abele figlio di Adamo, del Signore, al riferire di s. Girolamo, si
Melchisedecco , Giosuè, Geremia, Elia, consagrarono le primizie della verginità;
Eliseo, Daniele co'suoi compagni; ed an- che per errore furono attribuite figlie di
che Maria sorella di Mosè come voglio- s. Filippo apostolo, non essendo certo, da

no s. Ambrogio nel lib. i De Virgini- s. Pietro in fuori, che gli apostoli fossero

/;«j,es. Gregorio Nisseno nel lib. De Vir- ammogliati; e che quanto poi dicesi del-
giuiuiU'y cap. 6; ma niuno per voto co- le nozze di queste vergini, essendo fal-
me Mani» Vergine, lai. a ad aver la glo- so, si riprova con l'autorità di tutti gli
ria di tale prerogativa, professandola nel scrittori che di loro trattano: Hermione,
più sublime modo. Spiega poi il p. Me- una di esse, secondo il Meuologio greco,
nochio nella detta centuria, cap. 4 5: Co consumò il martirio sotto Traiano. Gesù
3«8 VER VER
Cristo nel nuovo Testamento, lia racco- chia, icrìsse a'filippensi : Stilato Colle-
mandato la verginità. Anche s. Paolo e- gi tini ì 'irgimtm. Sono considerate le ver-
sorto cristiani a conservarla. Infiamma*
i gini come le primizie diDiv e dell' Agnel-
li difatti i cristiani di fervore, la vergini* lo; come la più cara parte dell'eredità del
tà diventò talmente onorabile per essi, Signore; e si legge nell' Apocalisse, can-
die vi si obbligarono presto con voto pub* tano dinanzi al suo trono un inno novel-
I-lieo; e nel V secolo già si ponevano in lo che si può cantare, ed
da niun altro
penitenza quelle persone che si marita* hanno il privilegio di seguir l'Agnello o-
vano dopo aver fatto il voto di vergini- vunque egli vada. Intorno a che esclama
tà; ma il matrimonio non dichiara vasi 8. Agostino, lib. De sancta f'ìrg. cap.
nullo. Imperocché nel secolo precedente 27, t. dun-
6, n. 354- " In qual luogo va
i padri del concilio di Gangres (V.) a* que questo Agnello, poiché va dove niun
veano condannato que'che biasimavano altro che voi, né osa, né può seguirlo?
ilmatrimonio, e che credendolo cattivo Dove va quest'Agnello? Quali sono que-
abbracciavano lo stato di verginità; però sti boschi, quali sono queste praterie? So-
1
dichiarando, ammirare la verginità e la no que luoghi dove si gustano delizie
separazione dal mondo, purché la mode- troppo superiori alle gioie vane, scipite
stia e l'umiltà non ne fossero disgiunte; ed ingannevoli del secolo. Queste non so-
onorando altresì il matrimonio. E senza no le delizie che gusteranno nel regno di
che io ricordi altri canoni, in lode della Dio coloro che non sono vergini, ma de-
verginità, basta il rammentare quelli del lizie al tutto indifferenti. La gioia de' ver •

concilio di Trento, cioè il gè ilio di dot- gini sarà di godere Gesù Cristo ed in Ge-
trina sul sacramento del matrimonio.» Se sù Cristo: sarà di una forma particolare
alcuno dirà, che gli ecclesiastici, costitui- e nulla avrà di comune con quella degli
ti negli ordini sagri, e i regolari, che han- altri santi non
Abbiate cura (sog-
vergini.
no fatto professione solenne di castità, giunge nel cap. 29) di conservare la vo-
possono contrarre matrimonio, echea- stra verginità. Questo è un tesoro , che
vendolo contratto, è buono e valido, non non può più trovarsi, allorché siasi per-
ostante la legge ecclesiastica, o il voto, duto una volta. Gli altri santi, quali non i

che hanno che il sostenere il con-


fatto; potranno come voi accompagnare V A-
trario, non è altro, che un condannare il gnello, si vedranno al suo seguito senza
matrimonio, e che tutti quelli che non sentire però il minimo morso di gelosia:
sentono di aver il dono di castità, quan- ma godranno con voi della vostra felici-
tunque l'abbia no votata, possono contrar- tà; e con questo mezzo possederanno in
re matrimonio, sia anatema; poiché Dio voi quello che non poterono avere in se
non nega questo dono a coloro, che gliel stessi. Per vero dire essi non potranno
dimandano come conviene e non , per- cantare quell'inno novello che vi appar-
mette che siamo tentati sopra le nostre tiene; ma potranno pure ascoltarlo e tro-
forze. — Se alcuno dirà, che lo stato del veranno la loro gioia nel prezioso privi-
matrimonio deve essere preferito a quel- legio che Riguardo a voi che
voi godrete.
lo della verginità, o del celibato; e che lo canterete e l'udirete ad un tempo, sa-
non é miglior cosa, né più felice il vive- rete ricolmi di una gioia molto maggio-
re vergini o celibi, del maritarsi, sia a- re, ed il vostro regno sarà di gran lunga
natema". Nel II secolo della Chiesa, es- più beato". Quanto cara fosse a'primiti-
sa gloria vasi di aver molte persone d'am- vi cristiani la continenza, ne rendono am •
bo sessi, che professavano la conlinen-
i pia e imbibita testimonianza primi apo-
i

zk Anzi nell'antecedente, s.Evodio, sue- logisti della nostra s. Religione, facendo-


e.-ssore di s. Pietro nella chiesa d'Anlio- lo rimarca re a 'pagani. A ttetfaMinuxioFe*
VER V ER 3o 9
lice, plerique inviolati corporis vii gini* si erano persuasi della continen-
gentili
tate perpetua, fruuntur potius , a nani za de'cristiaoi, racconta quanto fosse ap-
gloriantur. Sì esalta ancora io questo bel presso i primitivi cristiani in onore la
passo di s. lib. I, traci. 4 de Pu-
Zenone, verginità. Era tanto, egli dice, presso i

dicitia. Tìi in Firginibus f<Hx, in Vi* cristiani, l'amor della purità e continen-
duisfortis, in Conjugiis fidelis, in Sa- za, che molti avendo letto ne'sagi osanti
cerdotibus pura, in Marlyribus glorio- Vangeli, esser ella più lodevole la vita di
sa, in Angelis clara,in omnibus verolìe- coloro, i quali per amor del regno de'cie-
gina ... tu tuiproposili insolubili» nodus li da' piaceri anche leciti si astenevano,
aeternus, indicando cosi il foto di ver- offrivano al Signore la verginità loro, e
ginità, a cui sin d' allora si obbligavano rimanevano morte. E per
celibi sino alla

le cristiane donzelle. Si può vedere s. Me- lasciar a parte gli esempi che sommini-
todio, Convivami X Virginum, sive de strano gli Atti e Y Epistole de' ss. Apo-
Casti tate, t. 3, Bibl. /V/fr. Scrisse «.Giu- stoli, si legge in s. Giustino martire, che

stino, Apol. i,o. i5. » Fra di noi, un gl'idolatri, i quali erano dediti alla dis-
gran numero di persone di ambedue i ses- quando erano illuminali, e ab-
solutezza,
si, in età di 6o e 70 anni, le quali furo- bandonavano gentilesimo, e abbi accia-
il

no dalla prima loro età istruite nella dot- vano la religione cristiana, con sommo
trina di Gesù Cristo ,
perseverano nella studio procuravano di essere casti; e che
castità, ed io mi obbligo di provare col molti di loro, sebbene erano giunti all'e-

fatto che trovatisi di siffatte persone in tà di 60 e di 70 anni, rimanevano con


tutte le classi e condizioni della società". tutto ciò incorrotti. Per la qual cosa, i
Adunque fedeli di 60 anni, al tempo di fedeli o rimanevano celibi fino alla mor-
s. Giustino, e ch'erano stali allevati nel te, o se pure celebravano le nozze, osser-

cristianesimo siuodalla loro infanzia, non vavano nel matrimonio una continentis-
potranno essere stati istruiti che dagli A - sima vita. Lo stesso attesta Atenagora con
postoli o da'loi o discepoli immediati. A- dire: » Egli è facile di numerare molti, i
tenagora che scrisse nel medesimo tem- quali ti a noi sono invecchiati celibi. Che
po, si esprime egualmente, Legat. prò dellaverginilàcongiungemag-
se lo stato
Clirist., 0. 3. » Vi sono fra di noi molli gioi mente l'uomo a Dio, e da lui non so-
uomini e molte donne che vivono nel ce- lamente le opinioni malvagie, ma anco
libato, nella speiauzadi essere più stret- il solo pensiero cattivo ci distoglie e ci
tamente uniti a Dio ... Noi usiamo, od a allontana; forza è, che se detestiamo noi
restare come siamo nati, oppure ad ac- i pensieri, molto più dobbiamo fuggire le

contentarci di un solo matrimonio". Er- azioni cattive". Non parla altrimenti Ta-
ma, più antico di Atenagora, dice nel suo ziano nell'orazione contro i gentili. An-
Pastore, lib. 2. » Colui che si rimarita che Teofilo antiocheno attesta che tra*
non pecca; ma se resta solo, acquista mag- cristiani si osservava la temperanza e la
giore onore in faccia a Dio. Custodite la continenza, si celebravano una sola vol-
castità e pudore, e voi vivrete per il Si-
il ta le nozze, e si custodiva la castità. Ma
gnore". Attestano s. Epifanio e s. Giro- più distintamente Tertulliano i\z\\' Apo-
lamo, che s. Clemente romano, in fine logetico allei ma, che alcuni cristiani, per
della sua 2.' lettera insegnava la vergi- vivere con maggior sicurezza, rimaneva-
nità. Questa grandemente slimarono s. no vergini. Somiglianti cose scrisse ne'li-
Clemente Alessandrino, Tertulliano, O- bi i, Del velare le vergini,tDelle prescri-
1 igeue, s. Cipriano e altri. 11 p. Mania- zioni contro gli eretici. In quello che in-
chi, De' costumi de'primitivi cristiani, t. dirizzò alla moglie, l'esortò a non pas-
2, p. 1 4 i> dopo aver narralo che gli stes- sale alle seconde uozze,dicendolt: » Imi-
3io VER VER
ta gli esempi ilelle nostre sorelle, che non le vergini;ed all'anno 529, che l'impe-
curandosi dell'avvenenza, né dell'eia lo- ratore Giustiniano 1 decretò la pena ca-
ro, antepongono a'mariti la santità ilei- pitale contro i rapitori delle vergini edel-
la vita, e vogliono piuttosto sposarsi con le vedove. Trovo ne' canoni di 6. Rasi-
Dio, e apparir belle e giovinette nel suo lio, che il rapitore prima d'esser ammes-
divin cospetto, che a qualunque mot ta- so alla penitenza, dovea restituire la per-
le.Conessovivono, con esso parlano, con sona rapita: poteva poi sposarla col con-
esso trattano di giorno e di notte, e oc- senso di quelli da cui dipendeva. La figlia
cupandosi nell'elei nobene, e non cercan- poi eh 'erasi lasciata sedurre, avendo ot-
do di maritarsi, sono enumerate nella fa* tenuto il consenso de'parenti, dovea fare
miglia degli Angeli". Acconsente Orige- 3 anni di penitenza. Quella però che a-
ne, ne'libri contro Celso, dove parlando vea patito violenza non era soggetta a ve-
delle vergini de'suoi tempi, e paragonati* runa pena. Il concilio di Calcedonia del
dole a quelle, che presso i gentili erano 45 1,decretò col canone 27. Quelli che
in onore e custodite con incredibile ge- rapiscono donne, sotto pretesto di ma-
losia, dice: >» Appresso di quelli che ap- trimonio, i loro complici e i loro fauto-
pellatisi Dei da' gentili, sono poche ver- ri, saranno deposti, se chierici, e anate-
gini , le quali sieno custodite o non cu- matizzati se laici. 11 concilio di Parigi del
stodite ... procurino di conservare intie- 559 represse colla scomunica quelli che
ra la purità del loro corpo per onorare avessero rapito donne con intenzione di
il Nume: ma appressoi cristiani, non
finto sposarle, vedova o zitella, senza la volon-
per umano rispetto e per essere onorate, tà de'genitori. Il concilio di Trento, sess.
non per essere premia tecon qualche som- 24, Decr. de Refor., e. 6. « Non può far-

ma di denaro, non per vanagloria si man- si matrimonio tra il rapitore e la perso-


tengono vergini; ma sapendo che a Dio na rapita, finché resti ella in mano di
sono svelate e manifeste le cose tutte, so- lui. Che essendo separata, e messa in
se
no da Dio medesimo conservate, talché luogo sicuro e libero, acconsente d'aver-
ripiene di giustizia e di bontà, operano lo per marito, la terrà per sua moglie;
secondo ciò che detta il dovere e la ra- ma non ostante lo stesso rapitore, e lut-
gione". Celebrando s. Cipriano le lodi ti gli avranno prestato consiglio
que'che
della Chiesa cattolica, in una delle sue e- o aiuto, ed assistenza, saranno ipsojiwe
pistole racconta, che fioriva iu quel feli- scomunicati". Ma si ritorni a' primitivi
ce tempo la Chiesa coronata di tanle ver- cristiani ed al p. Mamachi. Non fu già
gini, e la castità conservava il tenor del- minore nel IV secolo della Chiesa lo stu-
la sua gloria col mantenimento della pu- dio di molti nel mantenersi illibati e ver-

dicizia. Me perchè all' adultero si facili- gini sino alla morte. Narra Eusebio di Ce-
tava la penitenza e il perdono, diminui- sarea nella vita dell'imperatore Costan-
tasi punto il vigor della continenza. Leg- tino I, ch'eran da lui massimamente sti-

go nel canone \ del concilio di Elvira,


\ mati, onorali e premiati que'che davan-
celebralo nel 111 secolo: « Le figlie che si allo studio della divina filosofia; ed iu
non hanno custodita la loro verginità, se modo particolare rispettava que' che
sposano quelli che le hanno corrotte, sa- veano promesso perpetua verginità al ve-
ranno dopo un anno di pe-
riconciliale ro Dio, il quale, coni' egli pure crede-
nitenza; ma se hanno conosciuto degli al- va, abitava nelle loro anime. Non altri-
tri uomini, faranno penitenza per 5 an- menti parla delle sagre vergini de' suoi
ni", riacconta Rinaldi all'anno 349, che tempi s. Cirillo gerosolimitano fiorilo nei
i fratelli imperatoti Costanzo e Costante IV secolo. A veano fedeli in ciò preso e-
i

1, fecero una legge contro i rapitori del- sempio non solamente dallo sposo delle
VER VER 3n
vergini Gesù Cristo , e dalla sua illiba- te costumando dividerli sulla fronte. Il

lissima e ss. Madre, ina eziandio da s. Buonarroti, Osservazioni sui vasi anti-
Giovanni Evangelista, la cui verginità è chi di *etro t narra che le vergini cristia-
sovente dagli scrittori ecclesiastici enco- ne portavano i capelli annodati in cima
miata; e dalle ricordate 4 figlie di s. Fi- della testa in un sol nodo; poi raccoglie-
lippo diacono, delle quali fanno onora- vano i capelli parimenti in cima del ca-
tissima menzione, precipuamente s. Lu- po, ma il gruppo era più grande e ser-
ca negli Alti Apostolici, ed Eusebio nel- rato con una rete: le vergini sagre poi,
la Storia ecclesiastica. Non è dunque a portavano intorno alla testa una fascia
meravigliare, osserva pure il p. Manìa- delta mitra o mitella. Secondo il Rinal-
chi, se ne' calendari e negli atti de'santi di, l'usa vanoquelledA'frica, ricevendo ta-

leggiamo che molte ss. Vergini soffriro- leornamento da'vescovi, mentre in Ro-
no con incomparabile intrepidezza il mar- ma e altrove si costumava il velo sagro.
tirio , e acquistarono la corona e della Innumèrabili poi sono le beneficenze in
continenza e della fortezza loro, in eie ogni tempo fatte dalla pietà cristiana a
lo. E' difficile impresa il tessere un esat- favore delle vergini ezitelle,massimequel-
to catalogo di quelle beate anime , che le che ponno pericolare e Povere (F.) t
Con tanta gloria loro trionfarono del per le quali furono fondati Conservatorii,

mondo, della carne e del demonio. 11 p. Ospizi e Monasteri ( F.).


Mamachi si limita a celebrare le vergini Le sagre vergini a Dio consagrate si

s. Apollonia , a cui a furia di percosse trovano dal cominciamento del cristia-


levarono tutti i denti, e restò incenerita nesimo, con Foto eziandio di perpetua
quindi dalle fiamme; s. Teodosia, che di castità. Dopo gl'insegnamenti di s. Pao-
18 anni fu cruciata con 01 tendi tormenti lo, cominciarono subito collegi e le ca- i

e indi sommersa nel mare. Passa poi il p. se in cui convivevano in comunità, più
Mamachi a descrivere l'edificante e sin- tardi chiamate Monasteri (F.). Egual-
golare continenza de' mai itati de' pi imi mente ne' primi tempi della Chiesa co-
secoli cristiani, la loro verecondia, la ca- minciarono gli uomini la vita di Solita-
stità de'loro discorsi e pensieri, tutto in ri, di Anacoreti, di Cenohili} di Religio-
loro spirando purità, la diligenza in be- si (F.), osservando il celibato, e poi an-
ne educar la prole, non passando alle se- ch'essi ne fecero voto e si raccolsero in
conde nozze. Anch'egli racconta, che al* Monasteri e Conventi. Nel II secolo scris-
le volte gli sposi con iscambievole con- se Tertulliano: » Quanti sonovi mai Eu-
senso si separavano per servire con mag- mtchi volontari (ne riparlai nel volume
gior libertà al Signore, conducendo vita LXXXV, p.233), e vergini dell'uno e
interamente pudica ed esemplare. Inol- l'altro sesso l"Ne'primi tempi delia-Chie-
tre i primitivi cristiani erano ben per- sa si dissero Agapete (F.) alcune vergi-
suasi della debolezza e miseria della na- ni, le quali conducevano la vita in comu-
tura umana, onde procuravano di schi- ne, e si dedicavano al servigio caritate-
vare que'luoghi e quelle circostanze, che vole degli ecclesiastici. Questile chiama-

potevano dar loro occasione di operare rono sorelle ejìglie adottive, vivendocon
o di pensar male; quindi è, che non fre- esse come fratelli e sorelle. Le qualifica-
quentavano gli spettacoli, né le licenzio- vano figlie adottive per conservar loro la
se conversazioni, evitando così certi pe- verginità e le loro sostanze, sostituendo-
ricoli dipeccare o colle opere o colle pa- le in qualche guisa a que'fìgli.che avreb-

role. Tra'romani gentili, dite il Guasco, bero potuto avere da un matrimonio le-
Delle or natrici , le vergini portavano i gittimo. Ma tosto tali nomi servirono a
un
capelli uniti in sol volume, le marita ricoprire, ed a pretendere di giustificare
s

3i* VE 11 V EU
negli ecclesiastici una condotta riprensi- vac ext rancar jnulieres subintróductai
t ,

bile, mentre uvea l'apparenza d'un'ami- sorores agapelas ; vocaboli tulli che ,

cizia cristiana, sotto lo specioso pretesto quantunque non abbiano uno stesso suo-
del bisogno che aveano della loro assi- no, tengono però in sostanza a dir lo stes-
stenza nelle malattie, o nel domestico go- so.Il vocabolo di Soti* fntrodoiie\^ .(eb-

verno. Nati gli abusi, con false ragioni si be più voga, anch'esse però poi proibite
fortificarono e non poterono a bolirsi, nep- da' sagri canoni. Ne' primi tempi della
pure nel 3i5 per le orti inazioni del con- Chiesa eranvi pure delle vergini che si
cilio Niceno, il quale era stato alquanto consagravano a Dio senza ricevere il ve-
indulgente nel permettere a' chierici il lo, ma portavano un abito distinto, il
coabitare con certe donne non sospette; quale era modesto e di color nero o bi-
indulgenza che die' ansa agli ecclesiastici gio. Però s. Ambrogio, fra gli altri, /{<
incontinenti, o di una condotta poco re- hort. advirg.,\)av\a espressamente di ver-
golata, di mantenere con tale occasione gini consagrate a Dio col ricevimento di
delle familiarità indecenti con altre per- un Pelo , che il vescovo benediva alla
sone del sesso femminile. Da Antiochia, messa. In Siria t culla di nostra s. Reli-
ove pare che siffatto vivere degli ecclesia- gione, le religiose propriamente dette, si

stici ebbe origine e dove Leonzio spe-


, chiamavano figliuole dell' alleanza, sot-
cialmente, che fu dipoi vescovo di quel- to la quale denominazione comprende-
la città, si fece eunuco per poter libera- vansi quella specie di vergini, in seguito
mente abitare con una giovane da lui a- dette Diaconesse e Canonichesse, cioè
mata, passò nell'altre chiese. E s. Gio. quelle che non aveano ancora fallo vo-
Crisostomo, che l'atea fortemente com- to di verginità, ma che in più luoghi as-

battuto sin da quando non era che sem- sunsero la cura di cantare le lodi di Dio
plice sacerdote, lo trovò stabilito nella ca- in chiesa, come si ha nella vita di s. E-
pitale dell'impero d'Oriente, quando ne freni. In questa classe si pongono molte
fu fatto vescovo. Di là si sparse il vizio- vergini che soffrirono il martirio in Per-
so costume nell'Occidente, dove i diver- sia, come Varada, le due ss. Tede, le
s.

si concilii di Francia, di Spagna, d'Italia tre ss. Maria, s. Danaca, s. Tolona, s. Ma-
e di altre regioni, che lo proibirono, e gli ina, s. Muzachia, s. Anna , s. Abiata, s.
scritti di s. Girolamo dimostrano, eh' e- Ale, s. s. Tata,s. Ama, s. A-
Mamlaca,
rasi deplorabilmente introdotto e propa- dana e Maraca. La ragione ne è, che
s.

gato in tutta la Chiesa. 11 Crisostomo i siri danno loro il titolo di JBnalh-Kia-


scrisse in Costantinopoli due libri su que- J7itf,ovverodi figlie dell'alleanza. Le suin-
sta materia, o due omelie assai lunghe., dicate vergini di tutte le classi, vivevano
ed impiegò tutta la sua virtuosa eloquen- in case particolari innanzi la fondazione
za per distruggere nel suo clero un tal de'monasteri; ma non vi erano uomini in
disordine, il che non fu l'ultimo de' mo- quelle case, comesi ha da s. Cipriano, il

livi che sollevarono gli ecclesiastici con- quale purdice,cheseuna di quelle vergi-
tro di lui. Finalmente l'autorità dellaChie- ni fosse caduta nella incontinenza, sareb-
sa si trovò troppo debole contro un co- be stata riguardata come incestuosa ed
slume sì invecchiato e abbominevole, e adultera, per avere mancalo di fedeltà a
fu costretta a ricorrere al bracciodegl'im- Gesù Cristo suo sposo divino. Si dove-
peratori, tra'quali Onorio fece una legge vano, giusta Tertulliano, trattare da sa-
nel 4 20 contro a' chierici che tenessero crileghe quelle che lasciavano un abito
in loro casa delle femmine straniere, sot- cousagrato a Dio. Quelle vergini condu-
to il nome di sorelle, o con altri vocabo- cevano uua vita ritirala, solitaria, mor-
li cohabUanleS) contubernale adopii- , tificata cou rigorosi digiuui, e pacavano
V E lì VER 3.3
il tempo nell'orazione e nel canto
loro minarle. Il p. Helyot, Storia degli ordi-
degl'inni sagri. Vi furono delle vergini, ni monastici e religiosi, tratta nel t. i,§
chiamate ecclesiastiche (]a\Bev\eiH\\,/)el- 8: Che s. Sindetica fondò il primo mo-
le oblazioni^ p. 44> cne dedicate a Dio e na stero dì donne, della quale dissi paro*
professando una vera castità, con abito le nel voi. XLVI, p. 4'* ^ on è però o-
religioso e vita regolata, abitavano nelle pinione comune di tutti gli scrittori, che
proprie case a somiglianza degli Asceti, s. Sindetica alessandrina sia stata pro-
3
i quali con una tal forma di vivere e- priamente lai. fondatrice óe* Monaste-
sem piare e mortificato nel secolo si di- ri di sagre Vergini, poiché sebbene da
stinguevano da'monaci abitatori de'chio* altri si tiene per tale, alcuni ne dubita-
stri. La benedizione delle diaconesse dif- no, né manca chi lo nega assolutamen-
feriva dalla consagrazione delle vergini te. Niceforo Callisto pel r
.° l'attribuì a s.
;

ceremouia che proibirono a' preti il i.° Atanasio, sulla fede di certi mss. che por-
concilio di Cartagine, ed il 6." di Parigi; tano in fronte il di lui nome. Tale opi-
anzi s. Leone 1 lo vietò a'corepiscopi, nel- nione, secondo Herman e Tillemont, fu
Y Epist. 88. Altre vergini furono imita- abbracciata per sicura nel secoloXVII da'
trici degli Anacoreti Eremiti e altri So
', più. istruiti, i quali riconobbero s. Sin-
a
litari (V.), detti pure reclusi e rinchiu- detica per madre delle religiose e per r.
7
si che vissero Solitarie (Z .) in piccole
, fondatrice de'monasteri di donne; io quel-
Celle , contigue a chiese e a monasteri, la stessa guisa che s. Antonio abbate pa-
donde poscia derivarono i monasteri dop- triarca de'cenobiti è tentilo per t.° fon-
pi di religiosi e di religiose, i'u processo datore de' monasteri perfetti de' solitari,
ditempo vietati, e ne riparlai nel voi. e fiori al tempo di s. Paolo t.° eremita,
XCI, p. io5 eio8. Altre veigini furono il più celebre fra tutti quelli che mena-
le Stilile (P.), del genere delle solitarie rono vita in solitudine. Gli si attribuisce
è recluse. Altre di quest' ultime furono monachismo, che il det-
l'istituzione del
quelle diesi rinchiusero in Romiloriian- to Antonio abbate ordinò e regolò. A
s.

gusti contigui agliatrii, a'tetti e altre par- suo onore fu istituito assai più tarili l'or-
r
ti de'sagri templi, delle quali dissi altre dine di s. Paolo primo eremita {T .). Si
parole nel citato voi. a p. 2-?3. Altret- può vedere Ordine religioso. Alcuni dis-
tanto fecero pie vedove e le Ternpeute sero s. Sindetica superiora delle mona-
( V .); e già notai, che tra le Diaconesse. che del s. Sepolcro fondato in Gerusa-
eranvi vedove e vergini attempate, de- lemme, da s. Eleoa imperatrice nel 337.
stinalead assistere gli ecclesiastici al bat- Il p. Helyot riporta gli autori delle dif-
tesimo per immersione delle donne a- ferenti opinioni sopra s. Sindetica, non
dulte, ad istruire le catecumene, ad aiu- che quelle del tempo in cui fiorì e del-
tarli nelle malattie, a procurare i neces- l'epoca di sua morte, assegnata dà Her-
sari soccorsi &' Confessori della fede per- man alla fine del III secolo, dal Baronie
ciò carcerati, e custodire la porta e quel- nel 3 io, da Culteau nel 358, da Tille-
tempio assegnala alle donne.
la parte del mont nel 365. Tutti poi convengono che
Si riguardarono sempre quasi come ver- visse circa 84 anni, e che nella sua più
gini quelle vedove,massime giovani, che fresca giovinezza si ritirò nella solitudi-
invece di rimaritarsi vollero vivere celi- ne; ed eziandio che visse al tempo di s.

bi per amore di Gesù. Cristo. Equi cre- Antonio, e perciò aver potuto fondare i

do dovere avvertire , che negli articoli primi monasteri di vergini, come s. An-
che vado ricordando sono rammentati , tonio fondò primi monasteri perfetti di
i

altri in cui ragionai di ulteriori specie di solitari, e con Regola scritta. Pretende
sagre vergini, senza che qui tomi a no- Bulteau, che s. Basilissa sia stata la fon-
VOL. XC1II. ai
3i4 VER V ER
dati ice della i.* comunità di donne, ma voleva che ammettessero quelle sole di
si

le circostanze della vita di questa santa, cui si poteva essere sicuri che vivessero
comparendo apocrife, non perniiselo al come conveniva allo stato loro. « I due
p. Helyot di prestargli fede. Sono le cir- stati di vergini e di vedove, erano in mol-

costanze, il raccontarsi dal Bulicati, che ta stima presso gli antichi, ed vescovi ne i

essendosi suscitala da Diocleziano una fie- avevano una cura particolare. Le vergi-
ra persecuzione nella Chiesa, s. Basilissa ni si riputavano come la più illustre por-
e s. Giuliauo suo marito offrirono fervo- zione del gregge di Cristo. Perciò nella
rose pi eghiere a Dio per la salute di quel- loro consagrazione il vescovo dava loro
li che aveano convertili: che Dio esaudì colle proprie mani il velo benedetto da
s. Basilissa togliendola dal mondo, dopo se; laddove le vedove Io pigliavano esse
aver concesso la stessa grazia quasi a mil- medesime dall'altare. Un semplice sacer-
le religiose, da lei rese perfettamente in- dote poteva consagrare le vedove, non già
clinate alla pratica d'ogni virtù. Quanto le vergini, ove per consagrare intendo as-
a s. Giuliano che a lei sopravvisse, spar- sistere, poiché le vedove non ricevevano

se il sangue per la fede nella medesima benedizione, ma solo professavano casti-


persecuzione, essendo padre di diecimila tà alla presenza di un sacerdote, siccome
religiosi. Dichiara quindi il p. Helyot, es- insegna s. Gelasio 1 Papa". Al dichiara-
sere troppo inverosimile, che vi fosse un to dal p. Chardon sulle Vedove, sarà be-
sì gran numero di religiosi sotto la con- ne leggere quelP articolo. Il sacerdote
dotta di s. Giuliano, prima che alla Chie- Francescanlonio Mondelli nelle sue Dis-
sa si rendesse la pace; e più credibile sa- sertazioni ecclesiastiche, Dissert. V so-
rebbe stato, ciò che concerne s. Basilis- pra le sagre Vergini, ri ferisce quanto con
sa, se le mille vergini o religiose, di cui breve cenno vado a riportare, perciò om-
ella era superiora, avessero anzi sofferto mettendo le critiche prove di sue asser-
il martirio, che morte tutte avanti s. Ba- zioni, e intrecciandovi alcuni schiarimene
silissa, e quasi nel medesimo tempo. Cre- ti ed erudizioni. Non vi è cosa al mondo

do d'avere con più critica de' ss.


scritto che tanto piaccia a Dio , che essendo la
Giuliano e Basilissa, che nel giorno de* stessa candidezza per essenza suole abita-
loro sponsali stabilirono vivere in perpe- re fra' gigli del campo, quanto le sagre
tua continenza, nel voi. LXXXI V, p. 64. vergini; per queste^ dice s. Tommaso, ha
Jl p. Chardon, Storia de 'Sa gr amenti , t. riservato una corona lucida e risplenden-
3, lib. 1 , cap. 1 2, parlando dell'ordinazio- te nel reguo eterno; e ragionando di lo-
ne delle Diaconesse, riferisce che riceve- ro s. Paolo nelle sue Epistole, lo fece con
vano una specie di ordinazione, benché impeciale compiacenza. Di queste, più che
non siano mai stale considerate come d'ogni altro altamente si pregia e si ral-
membri dell'ecclesiastica gerarchia; e che legra la Chiesa, come quelle che del suo
la loro istituzione è tanto antica quanto divino sposo formano le più amene e con-
quella àt Diaconi(V.).S. Paolo parlando solanti notizie. § I. Se nella Chiesa ancor
diFeba diaconessa della chiesa diCorinto, nascente vifossero sagre vergini. Esiste-
dice che non si confidava già questo mini- vano fino da'tempi apostolici, ne'quali a
stero ad ogni sorta di persone, ma i .ve- comune edificazione de'fedeli, e a grave
scovi le sceglievano prudentemente fra le confusione de'fieri persecutori del cristia-
vergini consacrate a Dio ovvero fra le ve- nesimo, miravansi per ogni parte in ab-
dove che avessero avuto un solo marito, bondanza donzelle che virilmente la foro
e poi avessero fatto professione di pietà purezza consagravano con perpetuo voto
e voto di castità. Egli riconosce per tali aDiOjdandosiaduntenoredivilail piùc-
a
le figlie di s, Filippo diacono, S. Paolo semplare e perfetto. Lai . a darne fesem-
VER VER 3i5
piomagnanimo e sorprendente fu la gran a Papa s. Gelasio I del 4-9 2 )> l'enumerò
Madre dell' Incarnata Sapienza; quindi fra lepersone laiche. I coniugi separati-
condecorata da Lei la Chiesa col nome e sierano sottoposti alla scomunica, se a-
professione di T'ergine, tostoaltredi simi- vessero violato la promessa castità, e ve-
le desiderio accese, coraggiosamente ne nivano deposti mariti dagli uffizi che-
i

seguirono le orme, ricevendo dopo con- § lì. Se vivessero le vergini ne'


ri cali.

tinue fervorose suppliche la consagrazio- chiostri racchiuse, ovvero nelle private


ne da' ss. Apostoli. Il perchè non v'ha rispettive abitazioni. E comune opinio-
dubbio, che cominciassero nella Chiesa ne che alcune di esse ne'primitivi tempi
ad esistere vergini quando cominciò a della Chiesa vivessero nelle loro rispet-
propagarsi l'evangelica dottrina. Solen- tive abitazioni segregate da ogni virii con-

nemente furono consagrate con voto di sorzio; altre poi spontaneamente si rac-

castità al Signore, da'ss. Pietro e Paolo, chiudevano ne'sagri Chiostri, per ivi più
le ss. Petronilla e Tecla ; altrettanto fe- di proposito attendere alla vita regolare,

cero s. Matteo, con s. Ifigenia, le quat- e ne parla s. Girolamo nella lettera scrit-
tro figlie di s. Filippo diacono, e Papa s. ta ad Eustochia sopra la diligente custo-

Clemente I del g3 con s. Flavia Domi- dia della santa verginità, altra avendone
ti Ila. Erano così numerose ne'primi tem- indirizzata a Marcella. Istitutrice di que-
pi della Chiesa, che questa nel pontifica- ste claustrali si celebra la sorella di s. An-
to di s. Cornelio del 254, ne manteneva tonio abbate; altri la sorella di s. Paco-
i5oo (aggiungerò, comprese le vedove mio, il quale avea ad essa fabbricato un
che viveano come le vergini), rendendo monastero, che dal proprio veniva divi-
medesima Chiesa, perciò chia-
servigi alla so dal fiume Nilo, e siccome egli presie-
mate Canonìcliesse (avverte l'autore, che deva ai4oo monaci o religiosi, essa era
esse differivano dalle posteriori canonì- maestra e direttrice di 4oo donzelle. S.
cliesse di Germania godenti prebende, Basilio non solo da'fondamenti eresse ad
senza professare il religioso istituto e sen- alcune vergini i chiostri, ma ancora vi
za rinunziare a' propri beni paterni: di prescrisse sante leggi. Nella Tebaide il s.

nobili famiglie non sono astrette da voli, abbate Elia per 4° anm fa premuroso
tranne la badessa, e ponno maritarsi; se fondatore e lodevolissimo direttore di beu
noi fanno restano nel numero dell'asce- 3oo vergini. In Oxirinco città dell'Egit-

tric attendendo alla pietà e agli uffizi di- to ritrovavansi 20,000 vergini e 10,000
vini. Sono una diramazione delle clau- monaci. Anche nell'Oriente e nell'Africa
strali che canonicamente viveano, e me- innumerevoli vergini si consagravano al
ritano non pertanto I* elogio che ne fece Signore. L'Oriente, la Palestina, l'Egit-
il cardinal Vitrì) , a cui era proibito il to, l'Asia, il Ponto, Meso- la Cilicia, la

maritaggio pel volo fatto di verginità; potamia , I' Europacontenevano tutta


quelle ch'eransi separate da' mariti e le moltissimi chiostri di sagre vergini, che
vedove, diceudosi Suddiaconesse, Dia- colle mani lavoravano e con assidui canti

conesse, Presbiteresse, Vescovesse^ dal- lodavano Dio. S. Paola vergine radunò


l' uffizio che ad esse apparteneva o dal molte donzelle di diverse città e proviti-
grado in cui erano ascesi i mariti tra il eie, dividendo in 3 monasteri le nobili
clero, tali di solo nome e senza però or- dalle altre, circa lavori manuali e l'or-
i

dine sagro; e Papa s. Solerò del j5, nel i dinario cibo, ma le volle congiunte nel-
vietare con decreto alle sagre vergini il la salmodia e nell'orazione. Appena in Ro-
toccare i Fasi sagri, le palle che cuo- ma s'introdussero i monasteri, subito le

prono il Calice, e l' Incensazione nelle romane donzelle qualificate uè concepi-


chiese (i critici attribuiscono il decreto rono avversione, stimando di vii condì-
3 . <ì VER VER
iu i.( quelle che vestivano l'abito religio- minutamente a'tempi di Costantino ! de-
so; ina quando Marcella e la sua figlia scrive la monastica vita di tante vergini,
conobbero la dignità e vantaggi della vi- ed i gloriosi esempi fa' Terapeuti e de*
ta claustrale, cpreuapdp da magnanime Ccnobiti, proponendone calorosamente
dicerie inondo, intrepide se ne ve- 1' imitazione, parlando
le elei persino degli abi-
.sf irono, ed in breve il loro esempio fu tide'monaci e delle vergini, come di co-
imitato in modo, che tosto si moltiplica- se antiche. S. Febronia vergine patì il
rono il numero de* sagri chiostri in mo- martirio nel 3o4, ed appartenne al mo-
do, che copiosi si ammiravano le vergi- nastero di Briene nella Siria. § III. Se le
ni e i religiosi. Attesta Papa s. Gregorio sagre vergini avessero il velo, o altra
I 590, che quando Roma da'longo-
del veste, che dalle comuni donne le distin-

bardi venne fieramente saccheggiata (as- guessero. E' incontrastabile che le prime
.tediata, non fu espugnala; bensì devasta- donzelle consagrate al Signore, deponen-
ta la campagna e i dintorni), ed estrema* do le secolaresche veslimenta, di altre or-
menlepenui lavasi di viveri, egli manten- na vansi di lana e di color fosco, per distin-
ne 3,o 00 vergini di vitto e vestito. Don- guersi così dall'altre donne, come può ve-
de si trae il numero aumentato de'mo- dersi nel Tamburini, Sul diritto delle
nasteri, ed in essi non solo dimoravano abradesse, disp. io, quest. 2, n. r4; nel
le sagre vergini, ma eziandio alcune no- Tornassi ni, De velcri et nova Ecclesiac
1' educazione morale e disciplina, part.
bili donzelle, per r, lib. 3, cap. ^1 nel ;

costume già in uso a'tempi di


religiosa; Marlene, De anlìcjuis Ecclesiae rilibus,
s. Girolamo nel UV secolo, poiché calda- lib. 2, cap. 6. Ma nou solo quelle diesi
mente esortò la vedova Lela, a collocar racchiudevano ue'chiostri, dice s. Atana-
Paola sua piccola figlia nel monastero di sio nel suo libro delle Vergini, in sirnil

Betlemme, sotto la gelosa custodia e san- guisa vestivano, ma quelle eziandio le


ta premura di quelle vergini. Con eguale quali per libera e volontaria istituzione
impegno e premura, nello stesso secolo, allottavano vita domestica e ritirata. A
s. Basilio raccomandò ne'suoi monasteri, tali vesti era unito il Velo, col quale ri-

di basiliani e di basiliane, fossero educati coprivano il capo. A meglio ciò compren-


fanciulli e fanciulle, che si volessero con- dere, conviene distinguere due sorta di
sagrare con voto perpetuo di castità al consagrazione : una dicevasi solenne, l'al-
a
Signore; costume che fioriva pure nel- tra*soleunissima. La i. era quella nella
l'Egi Ito. Propriamente l'origine de'mona- quale la donzella giunta all'età di 1 2 an-
steri di vergini cominciò quando Costan- ni, in cui pel diritto romano dicevansi
tino I nel 3 1 3 stabilì la pace alla perse- nubili (sull' Età dell' Uomo e della Don-
guitala 1 eligione cristiana, iu cui la sorel- na, anche per la Professione religiosa,
la di s. Antonio abbate meritò il titolo oltre quegli articoli, ne riparlai ne' voi.
di monastica fondatrice; tuttavia più an- LV 1
9 LXI X, p. 1 3 1 , XC, p.
1 , p. 1
, 4. 1
1

tica vuoisi la fondazione de' monasteri Ultimamente si scuoprì nelle catacombe


della Siria e della Mesopotamia almeno, romane un'iscrizione che conferma l'as-
poiché. Tertulliano, De velandis Virgi- serto dal Tomassini, Vetus et nova Eccle-
nibus, e s. Vir-
Cipriano, De disciplina siae disciplina, che la verginità poteva
ginum, fioriti nel 11 e nel 111 secolo, af- essere professata nellaj Chiesa primitiva
fermano che a' loro tempi già esistevano sin dall'età di 12 anni. Tuttavia quan-
tali monasteri di sagre vergini ; laonde al tunque questa età di 12 anni, l'età nu-
più tardi negli inizii del III secolo risale bile secondo le leggi romane, fosse quel-
P istituzione de'sagri chiostri, il che con- la in cui la Chiesa permetteva di lare si-

ferma s. Basilio, oltre s. Efrein siro, che mile offerta a Dio, ella riservava però ad
7

VER VER 3 1

un'età più matura la consagi azione so- loro il velo e solennemente benedicendo-
lenne di questo voto ili astinenza. E tale le, nelle principali feste dell'anno, come
ceremoniasi faceva nella domenica di Pa- si ha da s. Ambrogio e da s. Gelasio I.Ma
squa e in altre solennità dal vescovo, il nel decorso de' secoli, a questa solennità
quale porgeva colle sue mani il velo alle si aggiunsero tutte le domeniche dell'an-
vergini. E' probabile che all'alto di offer- no, le feste della B. Vergine e de'ss. Mar-
ta si limitasse a indossate un abito nero Nella chiesa d'Occidente di tal con-
tiri.

e senza ornamenti, che i genitori della sagrazione il ministro era il solo vescovo,
giovane le davano dopo ricevuta la pro- il quale pronunziava analogo sermone.
messa di castità. Ma quando qualche pe- Narra I. Ambrogio, nel suo libro delle
ricolo minacciava la Chiesa, questa per- Vergini^ cheanco il Som tuo Pontefice tal-
metteva di anticipare di alcuni anni il volta ne faceva la funzione, come s. Libe-
tempo ordinario della consagrazione, ed rio eseguì uella basilica Vaticana con Mar-
essa fortificava le spose di Cristo nel lo- cellina sua sorella, imponendole il sagro
ro nobile disegnodando ad esse la sua so- velo verginale nel dì della Nascita del Si-
leune benedizione, come riferisce lo stes- gnore: ne riparlai uel voi. XLVI, p. 43.
so Tomassini. Il concilio di Cartagine del Era anticamente il velo di color porpori-

3g7 prescrisse che le vergini non sareb- no, il cui mistico senso spiega s. Girola-
bero consagrale che di 25 anni; e che mo, nel libro Istituzione delle 'Vergini:
quelle restate seni-a parenti, fossero col- Succingant sacrae Vìrginis crinem mo-
locate dalla sollecitudine del vescovo in destiam, sobrietas, continentia, et virtù-
un monastero di vergini, o in compagnia tum accincta purpureo Domi-
cornila tu,
di alcune donne virtuose. In Oriente la nici Sanguinis redimita vclamine mor- f

regola di s. Basilio, che governava tulle lifìcationem Domini Jesu in sua carne
le monache, licenziava le vergini a pren- circumferat. E s. Oliato Milevitano sog-
dere il sagro velo, subito dopo l'annoi 6.° giunse: Nec ulla sunt praecepta conjun-
o 17. 11 sinodo Tulliano accorciò an- cta t vel de qua lana Mitrella fieret, aiti
cora la debita età all'anno io.°; decreto ile qua purpura pingeretur. In altri luo-
che quella gran parte di mondo osservò ghi, al riferire del Catalani, Commetti, al
sino al XII secolo. In alcune chiese d'Oc- Pontif.Romano, tit. 2, ritrovasi in uso il
cidente si domandava età più matura nel- velo nero. Macome rilevasi dalla disserta-
la vergine a fare validamente la profes- zione eruditissima pubblicala nel 1689
sione religiosa. Nelle Gallie il concilio dal mainino p. Mege sul velo sagro, in
d'Agde stabilì l'anno 4°«°» c '°è '» più so- seguito molte furono le qualità ed i colo-
lenne, che in altre chiese faeevasi a 25 an- ri. Dopo aver egli con sommi eucomii e>-

ni, mentre alla privata bastava l'uso libe- sallata la verginità, dimostrati i pregi e
ro della ragione) o da per se o da'ioro pa- I'utilirà, in due elassi divide le vergini,
renti erano con abito modesto e fosco ve- quelle cioè che da per se slesse vesti-
stile nel tempo in cui si consagra va no con vansi, come Asella a cui scrisse s. Girola-
perpetuo voto di castità al Signore. Di mo, e in quelle che dal vescovo venivano
questa solenne consagrazione parla s. Gi- solennemente velate,tra le quali enumera
rolamo, nominando tunica fuscioru/n, Demetriade. Indi con l'autorità di gravi
cingulum sed laneum et tota simplicita- scrittori antichi, dichiara i sagri veli divi-
te purissimum eie. (ordiuò il concilio di si in 8 generi. Il /competeva a chi lo do-
1

Cartagine del 398: La vergine deve es- manda va, e si chiamava velo di prova. II
sere presentata al vescovo per essere con- 2. era candido per le novizie, e d-icevasi
sagrata, nell'abito di sua professione). La velo di ricevimento. Il 3.° rosso, e da vasi
2/ poi si faceva dal vescovo imponendo nel giorno della professione^ondu nepren-
voi. xeni.
.

3i8 VER VER


deva il nome. Il 4° chianiavasi di colisa- ne religiosa, in confutazione a'presenti li-
grazione, e questo, ch'era dal vescovo be- bertini ed agli antichi eresiarchi, Calvi-
nedetto, non si dava che alle vergini. Il no che la pretendeva agli anni 60 e Lu- !

5.° si diceva velo di ordinazione, perchè tero che la dilungava agli Sol s' intende
in ricevendolo le vergini, venivano ordi- con empia ironia, con allegare il riferito
nate diaconesse. Il 6.°era il velo di prela- dall' illustre dottore della Chiesa s. Am-
tura 3 che concedevasi alle badesse in età brogio nel libro De Virginitate, p. 7.
non minore di 60 anni (disse il cardi- » Io non mi oppongo alla cautela del sa-
nal De Luca per essere eletta bades-
: cerdote, nel velare le fanciulle. Guar-
sa occorrere l'età di 40 anni, ed 8 di di egli pure, guardi l'eia, ma quella del-
professione). Il 7. di continenza, che la fede e del pudore. Guardi la matu-
comunemente davasi alle vedove. L'8.° rità della verecondia, osservi la canizie
di penitenza, con cui doveasi, tutti gli della gravità, la vecchiezza de' costumi,
altri deposti, velare quelle claustrali che gli anni della pudicizia, la robustezza
in alcuna colpa eran cadute (oltre quan- della castità; se in fine fedele sia sta-
to notai di sopra, trovo nel can. i3 del ta la custodia della madre, se sana la
concilio d'Elvira del III secolo: • Le ver- diligenza delle compagne. Se queste co-
gini consagrate a Dio, le quali avranno se non mancano, neppure mauca la vec-
tradito il loro voto, e saranno vissute nel- chia età alle vergini; ma se queste di-
non avranno la comunio-
la dissolutezza, fettinoci tramandi la fanciulla più gio-
ne nemmeno in Une; ma se non sono ca- vane di costumi che di anni. Non si riget-
dute più di una volta, per seduzione o per ta l'età più verde, ma sene disamina l'a-
debolezza, ed hanno fatto penitenza in tut- nimo. E che, se ogni età atta al servizio
ta la vita, si darà loro la comunione in fi- di Dio è perfetta alle nozze di Cristo? Non
ne). Seguea parlare de' voti religiosi, della diciamo che la virtù è appendice dell' e-
tonsura de' capelli, della consagrazione, tà, ma bensì l'età è appendice della virtù
e de'inonasteri delle vergini da s. Ambro- Ne voler ammirare la professione ne'gio-
gio appellati Sacrari della Verginità. vani, mentre leggi la passione ne' fanciul-
Anticamente in alcuni luoghi non si ta- li. .. . Non vogliate rigettare le adolescen-
gliavano i capelli, come segno di vergini- ti, delle quali sta scritto -.propterea ado-
tà, ma in altri era inveterato costume lescenlulae dilexerunl te ".

che la vergine dovea farsi tosare i crini Fra'motivi che determinarono Antonio
dalla superiora del monastero. Da s. Am- Ulrico duca di Brunswich e di Lunebui-
brogio, De lapsu Firginis consecrat. cap. go , ad abbracciare la fede romana cat-
8, e da altri riferiti dal Alartene, appari- tolica, pubblicati dal p. Theiner, a p. 47
sce che le prime claustrali portavano non della Storia del ritorno alla Chiesa cat-
tosati sotto il velo i loro capelli. Ma ne' tolica delle case di Brunswich e di Sas-
chiostri dell' Egitto e della Siria, scrive sonia, vi fu il seguente.»Non meno stu-
s. Girolamo nella Lettera a Sabiniano, es- pore mi ha recato il vedere fra'cattolici
sere stato costume, che le vergini e le ve- tante vergini avvenentie doviziose, e tan-
dove, le quali rinunziando solennemente ti giovani di splendidi natali abbandona
al mondo, si consagravano a Dio, dove- re il mondo, sprezzarne le vanità, e cor-
vano per indispensabile condizione farsi rere gioiosi a racchiudersi ne'chiostri per
radere il capo,aflìnchè si dicesse aver elle- menar vitaausterissima per amordi Dio,
no perfettamente rinunziato a quanto av« ed in vantaggio della eterna loro salute,
vi nel mondo di piacere e di vanità. Qui senza curar tante volte il disgusto, che con
termina ladissertaziouedel Mondelli. Ag- siffatte risoluzioni danno a' parenti e a'
giungerò sull'età prescritta alla professio» genitori. Ma fra que'delle sette (eretiche
VER VER 3i 9
e scismatiche) appena v'ha alcuno di co- rimanente dello Stato della Chiesa ab-
spicui natali che non vergogni l'enume- bonda di monasteri di monache di ca- ,

rarsi tra'predicauti; il che noi dico, qua- se di ritiro, e di altri domicilii religiosi

siché Iddio si piacesse di aver a suoi mi- per le persone del sesso. Poi soggiunge:

nistri ragguardevoli soggetti, mentre è Ma che sono mai cotesti stabilimenti, e


noto ch'egli destinò dapprima a sì alto quale utilità presentano alla economia
ministero semplici ed abbietti pescatori; e alla politica dello Stato? Indi rispon-
ma solo il dissi, per conchiudere, che ap- de: Non si può né lodarlo ab-
ripeterlo,
po i cattolici si vede operare una special bastanza. Imperocché tante onorate e ,

grazia di Dio , e che la loro fede sia la civili famiglie, e molle ancora di nobile

salutare, essendoché Dio, a que' che la e distinto rango mancherebbero, e ve-


professano, concede tante grazie" .Anco- diam mancare di risorse per apprestar
ra un altro motivo. « Non posso mai scor- doti convenienti alla condizione delle loro
darmi, come essendo io giovine, due pre- un deplorabile tem-
nubili figlie (cioè in
dicanti in mia presenza , discorrendo di po che per l'immoralità non molti si gon-
un certo giovane a me ben noto, un di loro giungono in matrimonio, e pel rovinosis-
ne presagiva da'suoi ben governali costu- simo lusso si esigono doti vistose che de-
mi pudica vita: l'altro soggiunse essere pauperano le famiglie e fomentano quel
pel garzone molta buona ventura se ciò terribile tarlo della società),quali perciò
addivenisse, essendoché la castità derivar impossibilitate d'andare a nozze per man-
suole da singolare grazia che Dio conce- canza collocamento corrispondente al-
di
de. Io allora assai giovine e luterano, an- la loro nascita (anche pel vezzo di pre-
dava tra me pensando, come mai i no- ferire nella scelta della sposa un'inglese,
stri non possiedono colai grazia?
pastori una polacca e via dicendo, e ciò nel tem-
Eppure essi chiamami misuratori della po degl' italianissimi, cotanto amatori
Chiesa, e arrogano il titolo di predi-
si della nazionalità,amore giusto se coereti-
catori del puro Evangelo! e dicono che te in tutto il resto), sarebbero obbli-
la purità é una grazia speciale che Dio gate a invecchiare forzosamente in casa
ci concede! Or donde avviene che niuno vergini involontarie, noiose a se stesse e
di loro viva nel celibato? Al contrario di aggravio alla famiglia. All'opposto
i riputiamo idolatri) go-
papisti (cui noi con questi utili stabilimenti , co* mona-
dono questa grazia speciale; e si contan steri che apre la religione, un padre di

fra loro vergini claustrali, religiosi e sa- numerosa prole ha pronto un onestissi-
cerdoti secolari, che splendono perla loro mo mezzo, onde provvedere alla virtù e
vita virtuosa e casta. Convien dunque cre- alla sorte delle figlie chiamate da Dio a
dere, che la loro fede piaccia a Dio più queir istituto di vita perfetta. Sono in
della nostra, mentre elicaci essi concede certo modo quasi a sua disposizione be- i

tante e sì segnalate grazie. Queste cose me- ni di tali stabilimenti ,


per mantenere
desime ho ponderato poi altre volte nella forse una porzione della sua famiglia.
età mia più matura e mi han porto un ; Laonde ben considera l'autore,i medesimi
motivo di più, onde abbracciare il cat- beni di nome proprietà de' monasteri, dì
lolicismo" . 11 dotto prelato e incessante fatto goduti da migliaia di famiglie dello
r
illustre scrittore che é mg. Mario Feli- stato, le quali per tale risorsa si alleggeri-
ce Peraldi, Considerazioni politiche sul scono da una parte de' loro pesi , consa-
governo dello Sialo Pontifìcio Pesaro , grando in quegli asili di virtù le loi«o ver-
i832, dopo aver trattato nel § II degli gini, che rendono felici mediante la vo-
Ordini Religiosi, a p. 4^ ragiona nel § cazione religiosa. Oltre le riflessioni di
III delle Monache. Egli dice, Roma col paterna politica economica, ricorda come?
feò VER VE ti

gli antichi romani onorarono con tante dt- vorrebbero tolte vie dal mondo, e contro
fttinzioni Iìi verginità nelle vestali, benché cui follemente declamasi tuoi' alto, e di-
pagani e tutto bellicosi, ad onta che non spregiane e si deridono? Diciamolo fran-
si può fare il eonfroulo tra le sacerdotes- camente: la sensata politica non vede in
se di Vesta, e le sagre vergini del cristia- esse che un sosteguo del pubblico costu-
nesimo. Annuirà 1' illibata e perpetua me, che la propagazione de'sani priucipii,
verginità delle donzelle cattoliche, la per- una sorgente di tranquillità, l'allontana-
fètta rinunzia delle cose del mondo, dal nienlo di molti delitti, un onorato prov-
qualesono segregate per sempre nel chio- vedimento a innumerevoli famiglie, e la
stro. Quante sublimi virtù in questo fio- più avventurosa sorte per migliaia di
riscono, superiori alla naturale debolezza persone del debole sesso; e solo le mas-
del sesso;quaute sapientissime legislatri- sime d' uno spirilo corrotto e falso pos-
ci ed eroine che fecero attonito il mon- sono censurare tanti profìcui stabilimen-
do perla perfezione della vita e la Molila ti, e suggerirne l'abolizione (con pessimo

delle opere. 1 monasteri mentre alimen- progresso), onde propagar sempre più
tano e danno santo e onesto collocamen- nel mondo la corruttela e la perversità ,

to a laute migliaia di persone del fragile e cou esse l' infelicità e la disperazione
sesso, le strappano io pari tempo da'pe- nelle famiglie, e inondar gli stali di de-
ricoli di prevaricare, e uè formano uu litti e di sciagure". Inoltre mg/Peraldi,
modello di esemplare costume per le al- Sugli istituti ecclesiastici e loro posse-
tre lìglie della patria. Di più, nume- dimenìi, Iloma i85o, a p. 1 3 1 torna a
rosi istituti di monache educano giova- ragionare nel capo 4* De vantaggi eco-
ni donzelle , e le allevano nelle massi- nomici e movali per la civile società de-
me e nelT esercizio sì della morale che di monache. Mi limiterò a ri-
gì* istituti

della soda pietà , e ad ogni beli' ope- produrne il § IV. «Chiaro è dunque, che
rare: di buon'ora le avvezzano alla tol- i monastici stabilimenti dell' uno e del-
leranza e alle solfereoze , ispirano loto l' altro sesso concorrono in uno stato a
orrore pel mal fare, le addestrano ai la- sostenere e promuoverne sotto moltepli-
voro, e insegnano ad esse vari ingegnosi ci rapporti la soda prosperità ,
perchè
ed utili esercizi , correggendo insieme i provvedono all'onorata sussistenza di nu-
viziosi germi della natura, se in que' te- merosi sudditi, e li sottraggono da'delitti
neri cuori appariscono, formandole in- della miseria; perchè diffondono la veri-
somma per la religione e per la società. tà e bei costumi tra' popoli; si fanno un
i

Queste poi divenute spose e madri di potente argine coutro il delitto circoscri-
famiglia , piena la mente e 1' animo di vendolo di una sfera più ristretta. E quin-
que'retti principi! istillali loro fio da'più di concorrendo a conservar meglio l'ordi-
verdi anni, sanno mantenere illibata l'in- ne morale , politico ed ecouomico della
violabile fede coniugale, e adempiere i civile società, assicurando più salda quie-
molteplici doveri del loro slato ; si occu- te allo stato, conciliando verso le leggi e
pano senza fastidio e con vigile cura nel- i governi ubbidienza, fiducia e amore ,
l'educazione della prole , cui ispirano rispetto alle costituite autorità, ragion di
quelle massime virtuose ch'esse slesse ap- stato non vuole, 1' accorta politica non
presero e praticarono; e quindi sorgono suggerisce, i più sagri doveri del princi-
e si moltiplicano le famiglie probe, pie e pato non dettano di conservarli e proteg-
onorate , conforto del principato, orna- gerli cotesti tanto benemeriti istituti ? E
mento della società, e gloria della nazio- d'uopo convenire, che dove vedete ab-
ne. » E sono queste utilissime istituzioni bondare così utili stabilimenti, mostrasi
dunque che i (pretesi ) lumi del secolo colà saggia e accorta vigilanza, e una bene
e

VER VER 32i


inlesa provvidenza di regime ". Quanto ^2), venuto in pellegrinaggio in Terra
sono benemerite le sagre vergini della Santa, vi si trattenne lungamente per
ci vile e cristiana educazione lo celebrai io cercar via di mandare ad effetto 1' antico
tanti loro articoli , massime in que' re- suo vivissimo desiderio di collocare pres-

centi e benemeriti istituti, senza clausu- so il Sepolcro del Divin Redentore que-
ra,che ammiriamo tanto propagati nel ste vergini d' Israello. La Divina Provvi-
mondo a pubblico vantaggio, per le loro denza ha benedetto i suoi voti; e il gior-
multiformi beneficenze e ingegnose indù» no 6 di maggio quattro di esse giunge-
strie vivificate dallo spirito di carità, col- vano in Gerusalemme, eprendevano pos-

le varie denominazioni di Sorelle o Suo- sesso della casa già loro preparata. Essa

re (/'.) o Figlie della Carità (V.) ; e nel pregano per la conversione degli ebrei,
voi. LXXXIX, p. 46 riparlai del fioren- fanno opere di carità e di zelo versogli
te novello istituto delle Adoratrici del ebrei, e mantenendosi del proprio non ag-
Di vin Sangue, delle quali molto scrisse il gravano per nulla la non ricca cassa co-
eh. Michele de Matlhias, Della Pedago- mune di Terra Santa. Sembra che il Si-
gia necessaria alle donne, a p. 33 e gnore voglia servirsi di queste suore per
seg., opera che ricordai altrove. Narra il frangere la durezza de' cuori del popolo
Giornale di Roma dell'8 febbraio 1859, maledetto; e per opporre un ostacolo ef-
che il Papa Pio IX, ne' passati giorni si ficace allapropaganda protestante. I pro-
degnò fare una visita improvvisa all' O- testanti hanno fra noi (scrive il corrispon-
7
spizio di s. Luigi Gonzaga (Z .), cioè vi- dente di Gerusalemme) chiesa, vescovo, a-
cino all' Ospizio di s. Galla nella par- sili di carità e denaro. loro I sforzi coadiu-
rocchia di s. Nicola in Carcere dove le , vati dall'opera attuosa del console inglese,

religiose del Preziosissimo Sangue tengo- ebreo cangiato in protestante, sono rivolti

no pubblica scuola per le fanciulle. Il a far proseliti fra gli ebrei : ed argomen-
Santo Padre si degnò visitare in ogni sua to efficace per dimostrar loro Ja venuta
parte lo stabilimento, che tanto deve alla del Messia sono le belle lire sterline che
sua sovrana munificenza , trattenendosi fin brillare a' loro occhi, e correre fra le
colle povere fanciulle, interrogandole loro mani. In sugli esordii la felickà di
sulla dottrina cristiana. E nel dipartirsi questi nuovi convertiti è al sommo: haa
lasciò pegni di sua grande beneficenza, quattrini, protezione, carezze quante ne
in tutti un profondo sentimento di gra- vogliono. Lasciate passare un po'di tem-
titudine, per avere colla sua presenza o- po; vengono abbandonati, e ricadono
norato quel locale di pubblica istruzione. nella loro miseria e avvilimento non più;

11 Santo Padre nel collocare in detto o- ebrei, enè manco cristiani; facile ma igno-
spizio le religiose ne adidò loro la cura ,
bile preda a chi nuovamente li compri.
ed in esso vi ricevono la notte le povere Le Figlie di Sion pregano per la con-
donne , ed il giorno le giovinette a cui versione de' loro fratelli e cominciauo
fanno da maestre. Terminerò quest'arti- dall' implorare per loro la grazia divina;

colo col far menzione d' un altro recen- educano i lorofigliuoli, curano i loro ma-
tissimo istituto, ricavandolo dalla Ch'il' lati, fan del bene a tutti: e senza nulla

làCaltoliea, serie 3. 253, de' 12 lu-


:1

, p. comprare, senza vendere, aspettano che


glio 856, » In Gerusalemme sono giù»-
1 que'cuori si lascino penetrare da'raggi che
te nuove suore, le Figlie di Sion, istituto loSpiritoSanto loro infonde, e ammolli-
fondato da due zelanti convertiti ( dal- re dallo spettacolo consolante della carità
l'ebraismo) ed ora sacerdoti fratelli Ra- cristiana che si sagrifìea.Le Figlie di Sion
tisboune. L'uno di essi,d. Alfonso Maria formano il 2,° istituto di religiose che sia

(di cui anche nel voi. LXXlII,p. 4^ e iu Terra Sauta.Or son due anni le Dame
1

32* VER VER


di Nazaret vi allogarono con felici au- dell' uno Roma 1 ^79.
e dell'altro sesso,
gurii sorpassati di molto dall'ottimo suc- Benedetto Giovannini, La vita religio-
cesso delle loro fatiche. Hanno chiesa , sa nello stato secolare 3 Urbino 1691,
scuola, ospedale: sono amate ed ammira* Pellizzari, De Monialibus, Romae 755,
1

te da'musulroani, da' beduini e dagli a* edizione corretta a senso della s. Congre-


rabidel deserto". Sul discorso argomen- gazione dell'Indice. Zarrabini, Della no-
to si ponno consultare le seguenti opere. biltà civile e cristiana, e degli stati ver-
Pietro Abailardo , Epistola de origine ginale , maritale e vedovile , Venezia
Sanctimonialium in ejus Opp. g4, Pa-
p. 1586.FiIogenio, Discorso della eccellen-
risiis i (5 1 G.Valesio, De Firginibus adSo- za delle donne, Fermo 1589.
zomeni W\\, 2 3. L. A. Muratori, Dissert.
y
VERGINI (ss.). F. Veegine.

de Monaster. Monialium in t. V Ital. VERINOPOLI.r.BEitiNOFOLieURA-


Medìi Aevi, p. 36. Cancellieri, De Secre- NOPOLI.
tariis,ì. 1 ,p. 3 6.DcSacrarum Firginuni VERISIENSE. Sede arcivescovile di
Consecratìone in Sacrario Majori; e p. Macedonia ovvero di Tracia, Ferisiensis

48 De Monialium Salutaloriis. Andrea Ecclesia, ne* dintorni di Tessalonica e di


Vittorelli, De origine et clausura San- Tebe, eretta in metropoli nel secolo XI 1
1,

ctimonialium, Romae 1645. Giuseppe col vescovato Medense per suffiaganeo.


Gi beli ini, Disquisì tio Canonica de Clau- Si conoscono due de'suoi arcivescovi la-
sura regulari, ex veteri et novo furcy tini. Guarino nominato nel 1206 o nel

Lugduni 1648. Giovanni Cabassuzio,Dfs- 1207, indi trasferito all'arcivescovato <Ji

sertatio de sacris Firginibus Lugduni , Tessalonica nel 12 io. N. consagrato nel


1680, e nel t. 2, p. 66, Disciplinae Po- 121 1. Forse questo è il medesimo pre-
puli Dei. Samuele Basnagio, Dissertavo lato a cui il Papa Innocenzo III scrisse

ile Sacris Firginibus. In ejus Annoi, pò- nel 121 3, affinchè si portasse al concilio
Ut. eccles.i. i,p.5io, Roterodamiii 706. generale di Laterano V, che doveva le-

Liborio Fassoni, De Puellarum Mona- dersi nel 121 5. Oriens Chrisl. t. 3 , p.


sleriis Canon. 38 Epaonensis Conc. ce 1 102.
lebratis,Romaei 757. Antonio Gallonio, VEKLAM-CASTER. Luogo d' In-
Historia delle ss. Fergini romane e dei probabilmente Io stesso che
ghilterra, e
gloriosi Martiri Papia e Mauro soldati Sant'Albano (F.). Sì conoscono 3 conci-
romani, Roma 1591. M. Raderio, Fi- lii qui tenuti. Il i.° concilio ivi celebra-
ridarium Sanctorum ex Mcnaeis Grae- to nel 446 è primo concilio
il d'Inghil-
corum, Augustae Vindel. 1604. Ercola- terra, come si ha da Wilkins, e fu ce-
ni, Fifa delle più illustri romite sagre , lebrato contro gli errori di Pelagio. Nel
Venezia 1688. M a ssi n i, Fila di ss. Don- 793 si tenne quello per la sepoltura di
ne, colla vita della ss. Porgine Maria, s.Albano. Nel 794per fondare l'abbazia
Roma 1769. Leggendario delle ss. Fer- di s. Albano. Regia t. 2o,Labbé t. 7, Ar-

rini, Livorno i852. Leggendario delle duino t. 4»


ss. Fergini, le quali vollero morire per VERMAND. Città vescovile di Fran-
Gesù Cristo o per mantenere la sua
, cia, a due leghe da s. Quentin sulPOu-

santa fede e la verginità, Milano 857. 1 inignon, già capitale del Vermandois, an-
Benedetto Dell'Uva, Le Fergini pruden- tico paesello nella Picardia , di cui poi
ti,con il pensiero della morte, Firenze divenne capoluogo s.Quentin. Ora trova-
i582. Sono 6 poemetti, de'cjuali pri- i si compreso nel dipartimento dell'Aisne,

mi 5 trattano del mai tirio di altrettante ed in piccolissima parte in quello di Som-


sante, tutti assai stimabili. CaidinalGio. ma. Traeva il nome del popolo gallico
Battista de Luca, // Religioso pratico de Feromandiiidiel' dhilavaiiUfed suoi i
4

VER V E II 323
conti sotto la 2." stirpe de' re de' franchi l'Alberici fu sorpresoda grave malattia >
erano vassalli potentissimi. Dipoi il Ver- trovò in Taddeo un che
forte sostegno,
mandese fu unito alla corona di Francia colla sua saviezza e prudenza seppe in
sotto il re Filippo II Augusto del 1 180» quella circostanza ben condurre gli affari
La città diYermand JzrrmandtioruniCi- t
più ardui della nunziatura. Rapiti però
vilas, Augusta V
ermanduorum appar-
a
%
in breve due cardinali dalla morte, con
i

tenue alla provincia 2. dellaGalliaBelgi- l'assistenza del pio Taddeo, questi restò
ca, e vi fu eretta la sede vescovile nel 3 1
privo della loro protezione. Frattanto es-
circa, poscia suffraga nea di Reims, ma sendogli stato ucciso alla caccia il fratello
essendo slata distrutta nel secolo V dagli maggiore , e succeduto perciò ne'diritli
unni, e verso il 53odel lutto atterrata da primogenitali,queslo non servì che a farlo
altri barbari, la cattedra vescovile fu tra- più generoso co'poveri; lasciata quindi al
Noyon (F.), non restandovi a
sferita a fratello minore V azienda domestica e di
Vermaud che un sacerdote per aver cu- proseguire la sua casa, egli si die' a vita
ra de'superstiti abitanti, gli altri essendosi austera e penitente. Ricusò costantemen-
portati altrove. Nel iogi si rifabbricò te il vescovato di Parma, offertogli cor-
l'antica chiesa di Vermand, e vi furono tesemente dal duca, e il medesimo fece in
messi de'canonici sotto la direzione d'un Roma quando gli furono proposte siffat-

preposto, che in seguito prese il titolo di te dignità. Ma


non potè resistere agli e-
obbate.Però nel 1 1/±2 la chiesa, il mona- spressi comandi d'Innocenzo XI, che nel
stero e gli altri edifizi costruttivi, essendo 1688 l'obbligò accettare il vescovato ili

stati ridotti da un incendio in cenere, fu Fano, in cui ritenue l'usato tenore di vi-
creduto a proposito, per ristabilire la ca- ta dapprima intrapreso, essendosi propo-
sa, di farne sortire i canonici ch'erano ca- sto ad esemplare s. Carlo Borromeo. Vi-
duti nel maggiore rilassamento, e vi fu- sitava per lo più a piedi la sua diocesi,
rono introdotti canonici regolari premo-
i nella quale introdusse perfetta e costan-
stratensi, che si denominarono da Monte te riforma, senza strepito di castighi, di
s. Marliuo,e così divenne un'abbazia del- carceri e di censure; ma sibbene con da-
l' ordine, che si conservò sino alla rivolu- re, a imitazione dell'eterno SacerdoteGe-
zione sul finire del secolo decorso. sù Cristo, eroici esempi d'umiltà, di man-
VERME (Del) Taddeo Luigi, Cardi- suetudine, di carità e di mortificazione.
nale. D'illustre e antica famiglia di Pia- Convocò il sinodo e vi promulgò utilissi-
cenza, fino dalia puerizia mostrò assai ma- me governo della diocesi
leggi, adatte al
nifestamente i contrassegni di quell'insi- e all'indole de'diocesani. Profuso co' bi-
gne pietà, di cui poi fatto adul to die'le più sognosi , distribuiva loro quanto avea ;
luminose riprove. In età di 9 anni volle rigido contro se stesso, passava le intere
dal suo vescovo per mezzo della tonsura notti in fervente orazione, e se lo sor-
essere iniziato nell'ordine clericale. Tra- prendeva il sonno, si coricava sulla nu-
sferitosi nel i665 a Roma di 24 anni, da terra con un legno sotto il capo,o so-
trovò amorevole accoglienza e valida pro- pra una sedia. Sparsosi dappertutto il
tezione ne* cardinali Alberici e Girolamo buon odore di sue sante virtù, Innocen-
Farnese suoi congiunti. Il i.° innanzi al zo XII s'intese potentemente ispirato di
cardinalato lo condusse a Vienna per promuoverlo alla porpora, ed a' 12 di-
compagnia nella nunziatura , nel qual cembre 1695 lo creò cardinale prete.
tempo il prelato oltre al godere della soa- Ricevutane la notizia , si consigliò col
vissima conversazione del giovane, ebbe proprio confessore e con altri uomini
agio d'ammirarne l'innocenza della v ita e dotti e gravi, se poteva lecitamente ri-
il candore de'coàtumi; ed io occasione che cusare la dignità cardinalizia ; ma veuen-
e

286055
324 VER VER
do concordemente persuaso n non op- l'abito di penitenza intimò pubbliche prò
porsi a' voleri pontifìcii, si quietò, ed eb- cessioni e divote preghiere a fine di pla-
be in titolo la chiesa di s. Alessio, e Del car l'ira divina. Celebrò il sinodo, che fu
i (>()() fu trasferito al vescovato d'Imola. stampato: Synodus Ferra rie usi* a Card.
Ivi pure die'al suo gregge, e singolar- T. A. De l' enne anno 1711, Ferra ri ac.
^

mente al clero, illustri esempi delle più Visitò la diocesi e si accinse con intrepida
sublimi virtù. L'assistenza divota e fre- magnanimità a rifabbricare la cattedrale
quente a'divini uffizi e al tribunale di che minacciava rovina, in cheaiutatoda
penitenza per ascollare le confessioni, le Clemente XI impiegò immense somme di
disile degl' infermi, l'udienze prolungate denaro, e riuscì opera veramente glorio-
a più. oie con invitta pazienza, erano le sa e degna d'un santo cardinale. Non
sue quotidiane occupazioni. Visitò la dio* ebbe però la consolazione di vederla com-
cesi in due anni la più pai te a piedi , e pita, mentre nella stessa Ferrara neh 7 7 1

riconosciute con somma religione le os- di 76 anni con una morte preziosa nel
sa e le reliquie di s. Pier Gì isologo, le cospetto del Signore, da questo luogo di
collocò in luogo più decente e ornato, e miserie passò agli eterni riposi. La sua
rinchiuse parte del cranio di quel sauto chiesa ne accolse la preziosa spoglia mor-
dottore in ricca e vaga urna d'argento ,
tale^ e sulla di lui tomba
si legge breve
d'elegante struttura e adorna con figure iscrizione spirante profonda umiltà.
di metallo. Nell'anno santo 1700 per sov- VERNERÒ o VERNERIO, Cardi-
venire i pellegrini che si conducevano a nale. Venuto a luce di nobilissima stir-
Roma, vendè le carrozze e i cavalli, cam- pe nell'Alemagna, chiaro per virtù e dot*
minando a piedi per la città. Ospitale trina, consanguineo di s. Ulderico, e ab-
co' sacerdoti ,
gli accolse benignamente bate del celebre monastero di Fulda. Be-
nel suo palazzo, ammise alla sua mensa, nedetto VII del 975 lo creò cardinale,
che quanto era pulita altrettanto era e fece luminosa comparsa nel suo pontifi-
frugale; indi faceva loro celebrare la cato. Accetto all'imperatore Ottone li è
messa con elemosina a chi la prendeva, suo intimo consigliere, lo segui come nel-
e raccomandandosi alle loro orazioni gen- la favorevole così nell'avversa fortuna, e
tilmeule li licenziava. Mentre stava in volle trovarsi con lui alla guerra di Ca-
procinto di celebrare in Imola il sinodo, labria contro i greci scismatici, dove nel
già avea tenute alcune congregazioni, fu centro delle falangi soccombè da prode
da Clemente XI, al cui conclave inter- e valoroso nel 983. Si dice che Benedet-
venne, trasferito nel 1701 alla sede di to VII gli diede la legazione d'Inghilter-
Ferrara, che governò 16 anni in tempi ra,dove si crede che celebrasse un conci-
in cui la città fu travagliata dalle inon- lio inVinton, lo che però è assai dubbio.
dazioni di fiumi , dalla peste degli ani- L' E»g» nella Porpora dolla, parla mol-
mali, e dalle scorrerie degli eserciti belli- lo bene di questo cardinale.
geranti. Il zelante porporato vestito del-

FINE DEL VOLUME NOVANTESIIHOTERZO.

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