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Ver1.

1del07/01/10

Fenomeni ondulatori

1) Generalit Muovendo una estremit di una corda tesa, provochiamo una perturbazione nella corda che si muove lungo la corda stessa. Le parti di corda dove vi la perturbazione si muovono rispetto alla posizione di equilibrio e pertanto posseggono una quantit di energia cinetica K, che a tempi successivi troviamo associata ad altre parti della corda. Dopo il passaggio della perturbazione, il mezzo resta inalterato.

Analogamente, un sassolino lasciato cadere su una superficie dacqua in quiete provoca delle increspature della superficie che viaggiano e si allontanano dal punto in cui il sassolino caduto. Lenergia cinetica posseduta dal sassolino appena prima di colpire la superficie dellacqua viene (parzialmente) trasportata dallincrespature in punti pi lontani, senza trasporto del mezzo. Infatti, un eventuale piccolo oggetto galleggiante presente sulla superficie, viene spostato dalle increspature (ovvero acquista momentaneamente energia) ma dopo il passaggio della perturbazione, esso ritorna in quiete esattamente nella stessa posizione iniziale.

Diremo, in entrambi i casi, che abbiamo generato un onda meccanica. Possiamo definire unonda meccanica come una perturbazione che si propaga nello spazio, trasportando energia ma senza che vi sia trasporto di materia.

Unonda meccanica pu propagarsi solo grazie alle propriet elastiche del mezzo materiale in cui ha origine. Al passaggio della perturbazione la materia subisce una deformazione elastica: le particelle che costituiscono il mezzo materiale si spostano rispetto alla loro posizione di riposo e vi ritornano successivamente grazie alle forze elastiche di richiamo. Con questo meccanismo, l'energia meccanica (cinetica e potenziale elastica) di un elemento di massa viene trasmessa a quello adiacente. In questo modo le onde trasportano energia meccanica attraverso la materia. Per tale motivo le onde meccaniche sono anche dette onde elastiche. Per formare un'onda elastica servono:

una sorgente della perturbazione (ovvero di energia), un mezzo che subisca la perturbazione, una connessione (ovvero una forza elastica) tra la materia perturbata e quella adiacente.

Se la perturbazione un solo impulso, si genera una singola onda ovvero unonda impulsiva, se la perturbazione periodica si genera un treno donde periodico o semplicemente unonda periodica. Le onde che si propagano in una sola dimensione, come in una corda tesa o in una molla elicoidale, sono dette onde unidimensionali, quelle che si propagano in un piano, come le onde su una superficie di acqua in quiete al cadere di un sassolino, sono dette bidimensionali, quelle che si propagano nello spazio sono dette tridimensionali. Dobbiamo porre attenzione al fatto che durante la propagazione di unonda abbiamo due moti distinti: il moto di oscillazione delle particelle del mezzo intorno alla posizione di equilibrio con velocit vm(t), il moto della perturbazione (dellonda) nel suo insieme con velocit vo. Il confronto fra i due moti permette di classificare le onde. Se le particelle del mezzo oscillano, sollecitate dalla perturbazione, perpendicolarmente alla direzione di propagazione dellonda si parla di onda trasversale.

Se le particelle del mezzo oscillano nella stessa direzione lungo la quale si propaga londa, questa detta onda longitudinale. Le spire della molla si allontanano e si avvicinano, mentre londa si propaga.

Nello stesso mezzo possiamo produrre unonda trasversale o longitudinale in relazione al tipo di perturbazione imposta al mezzo.

Onda trasversale in una molla elicoidale sollecitata trasversalmente

Onda longitudinale in una molla elicoidale sollecitata longitudinalmente

Onda trasversale in una barretta sollecitata trasversalmente

Onda longitudinale in una barretta sollecitata longitudinalmente

Alcune onde non sono n puramente trasversali n puramente longitudinali come nella propagazione di onde su una superficie di acqua dove le particelle del mezzo si muovono descrivendo delle ellissi (vedi fig.). vo

Per completezza, dobbiamo dire che ci sono anche delle onde che hanno alla base una variazione di un campo elettrico e di un campo magnetico (come la luce e le onde radio) che per esistere e propagarsi non richiedono la presenza di un mezzo materiale. Esse sono dette onde elettromagnetiche e si propagano anche nel vuoto. Le onde elettromagnetiche saranno descritte in seguito.

2) Descrizione matematica di unonda unidimensionale Osservando la propagazione di una perturbazione unidimensionale in un mezzo elastico, in cui le perdite di energia per attrito sono trascurabili, si riscontrano due fatti sperimentali: la perturbazione si propaga mantenendo inalterata la sua forma, la velocit vo con cui essa si propaga costante.

Consideriamo di aver provocato a t0 = 0 , intorno ad xi = 0 una perturbazione di forma y =f(x) che si sposta nella direzione di x positiva con velocit vo. Dopo un tempo t = t t0 = t 0 = t, tutti i punti della perturbazione si saranno spostati di vot = vo t, la perturbazione si trover nel punto x = xi + vo t e avr la stessa forma y = f(xi) = f(x- vot). Infatti: f(x- v0t)= f(xi + vo t vo t)= f(xi ). y t0 = 0 vo t t

xi

In conclusione: unonda unidimensionale y che si propaga con velocit vo nella direzione x positiva matematicamente descritta da una funzione nelle variabili x e t nella combinazione xvo t y(x,t) = f(x vo t) Le stesse considerazioni valgono per onde periodiche unidimensionali y(x,t) dove f sar una funzione periodica di x vo t. Essendo unonda un fenomeno di propagazione nel tempo e nello spazio, possiamo averne due visualizzazioni: a) a tempo fissato: per t = cost y(x,t) = g(x). Essa landamento dei valori di y in ogni punto dello spazio x in cui si propaga londa ma ad un tempo fissato (foto del fenomeno ondulatorio) g(x)

b) a posizione fissata: per x = cost y(x,t) = h(t). Essa landamento dei valori di y in funzione del tempo di un punto fissato dello spazio in cui si propaga londa (moto di un punto del mezzo disturbato dallonda)

h(t)

3) Equazione delle onde sinusoidali Sfruttando il teorema di Fourier che afferma che una qualsiasi funzione periodica g(t) pu essere ottenuta mediante la somma di un termine costante e di infinite funzioni sinusoidali, le cui frequenze sono multipli interi di quella del segnale f0=0/2, ossia:
g( t ) = A0 +

n =1

An sen( n0t + n ) =A0 + A1sen( 0t + 1 ) + A2 sen( 20t + 2 ) + ...

limiteremo il nostro studio alle onde sinusoidali ovvero alle onde in cui f sen che scriveremo come;

2 3.1) y( x ,t ) = ym sen ( x v0 t ) con: grandezza avente dimensioni di una lunghezza (m) introdotta per rendere adimensionale largomento della funzione sen. Essa detta lunghezza donda. ym grandezza delle stesse dimensioni di y, introdotta per poter avere per y(x,t) un intervallo di valori diverso da 1. La quantit ym detta ampiezza dellonda.

Posto k = 3.2)

( numero donda, in m1) e =

2v0

(pulsazione, in s1) la (1) diviene:

y( x ,t ) = ym sen(kx t )

La quantit kx t detta fase dellonda. iniziale) che specifica la condizione iniziale dellonda ovvero y( x = 0 ,t = 0 ) = ym sen( ) . Per completezza, dovremmo scrivere y( x ,t ) = ym sen(kx t + ) con (detta fase

Nello spazio investito da unonda tridimensionale, linsieme dei punti in cui londa ha la stessa fase costituisce il cosiddetto fronte donda. Se il mezzo omogeneo ed isotropo, il fronte donda sempre perpendicolare alla direzione di propagazione dellonda che viene talvolta detta raggio. I fronti donda possono avere forme diverse: se essi sono dei piani
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paralleli parleremo di onde piane, se sono delle sfere concentriche parleremo di onde sferiche. Le onde piane hanno ampiezza costante e la loro espressione matematica ancora la 3.2. Nelle onde sferiche, come vedremo in seguito, lampiezza invece diminuisce con la distanza dalla sorgente. Le onde piane sono in effetti solo unapprossimazione delle onde sferiche che, a grandi distanze dalla sorgente, possono essere considerate piane per una limitata regione di spazio.
Fronti donda

raggi

Sorgente puntiforme

raggi

onda sferica

onda piana

3.1) Significato di Vediamo la condizione dellonda in un punto x2 che dista da un punto x1 tale che x2= x1 +

y( x2 ,t ) = ym sen (kx2 t ) = ym sen (k ( x1 + ) t ) = ym sen (kx1 + k t ) 2 = ym sen kx1 + t = ym sen (kx1 + 2 t ) = ym sen (kx1 t ) = y( x1 ,t )
quindi per x2= x1 + y(x2,t) = y(x1,t) ossia dopo un tratto lungo londa si ripete uguale a se stessa, allo stesso istante.

3.2) Significato di Indichiamo con T il tempo necessario allonda per percorrere un tratto T = e valutiamo v0 la condizione dellonda ad un istante t2 successivo di T rispetto ad un istante t1 tale che t2= t1 + T
y( x ,t2 ) = ym sen (kx t2 ) = ym sen (kx ( t1 + T )) = ym sen (kx t1 T ) = 2v0 = ym sen (kx t1 2 ) = ym sen (kx t1 ) = y( x ,t1 ) = ym sen kx t1 v0

quindi per t2= t1 + T y(x,t2) = y(x,t1) ossia dopo un tempo T londa si ripete uguale a se stessa, nello stesso punto. (T detto periodo dellonda). Possiamo porre f =

2v0 2 1 (detta frequenza dellonda) e risulta = = = 2f T T

4) Velocit delle onde.

Da quanto detto unonda sinusoidale risulta avere una periodicit nello spazio, individuata dalla lunghezza donda e una periodicit nel tempo individuata dal periodo T, ma queste due periodicit non sono indipendenti. Infatti:

T=

vo

1 = f vo

vo = f

(3)

ossia unonda che si propaga con velocit vo non pu avere una qualsiasi e una qualsiasi f ma scelta una laltra resta imprescindibilmente fissata dalla relazione 3; allaumentare della frequenza si riduce la lunghezza donda della perturbazione.

Inoltre, come vedremo di seguito la velocit di propagazione di unonda vo fissata dal mezzo in cui londa si propaga. Di conseguenza, volendo creare unonda in un mezzo, lunica cosa che possiamo determinare arbitrariamente o solo o solo f.

5) Velocit delle onde trasversali.

Supponiamo di creare unonda trasversale in una corda, di densit lineare di massa , tesa con una tensione T. Facendo coincidere la direzione dellasse x con la corda, la perturbazione iniziale sar un movimento lungo lasse y provocato da una forza applicata Fy.
y t0 =0 T O x

y
Q

Fy
P

t>0

T O O
A

t = t t0 = t
x

Lestremit O della corda sollecitata da Fy si innalza di un tratto OO' = vm t = vmt con vm velocit con cui si muove verticalmente lelemento di corda. Nello stesso tempo londa progredisce di un tratto OA = vo t = vo t con vo velocit dellonda. Si assume che t 0, in modo che i tratti AO ,OO' e AO' siano piccolissimi e che valga AO' AO . Per la similitudine dei triangoli QPO e OOA abbiamo:
OA T v t T v T = o = o = Fy = T vm t F y vm F y OO' Fy vm . vo

Usando la seconda legge della dinamica in termini di variazione della quantit di moto, possiamo scrivere:

Fy =

v P P = Fy t P = T m t (*) t vo

P la quantit di moto acquistata dal tratto di corda AO' . Nella condizione che AO' AO , si ha che la massa m della corda in moto pu essere scritta m = OA = vot .
P = mv = m( v fin viniz ) = m( vm 0 ) = mvm = vo t vm

v 2 Sostituendo in (*) abbiamo: T m t = vot vm T = vo vo

vo =

La velocit dellonda trasversale dipende solo dal mezzo in cui si propaga ovvero fissata dalla densit lineare di massa ( propriet inerziale) e dalla tensione T a cui tesa la coda (propriet elastica).
6) Onde longitudinali: il suono

Ogni volta che un oggetto vibra in aria produce delle onde longitudinali. Tali vibrazioni, alternativamente, avvicinano o allontanano le molecole di aria che si trovano in loro prossimit generando delle zone di compressione o di rarefazione dellaria che si propagano: le molecole di aria compresse spingono altre attigue lasciando dietro di s zone di rarefazione.

Queste vibrazioni vengono, per un ampio intervallo di frequenze e di energia trasportata, percepite dallorecchio come suono quindi il suono unonda longitudinale che nasce con delle vibrazioni nellaria,(ma anche in liquidi e solidi) come quelle prodotte dalle corde di una chitarra, dalle corde vocali o dai coni degli altoparlanti.

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Come per le onde trasversali, anche qui la velocit di propagazione fissata dal mezzo ed determinata dalla propriet elastica e dalla propriet inerziale del mezzo:

v0 =

propriet elastica = propriet inerziale

(4)

La propriet elastica viene espressa dal coefficiente di comprimibilit B del mezzo.

p su esso si ha una variazione V di V0 a temperatura costante, B cosi definito:


B= p V V0 in N/m 2

Considerando un volume V0 di un materiale, se conseguentemente alla variazione di pressione

Il segno permette di avere B > 0 in quanto p e V hanno sempre segno opposto fra loro.

B rappresenta la facilit di compressione di un corpo sottoposto a degli sforzi normali: se numericamente piccolo il mezzo si comprimer facilmente, viceversa se B numericamente grande. La propriet inerziale la densit volumetrica del mezzo. La reazione 4 permette di calcolare la velocit del suono in un mezzo; di seguito il valore della velocit del suono in alcuni mezzi:

materiale Aria (a T = 0 C) Aria (a T = 25 C) Acqua distillata (a T = 25 C) Acqua di mare (a T = 25 C) Rame Acciaio

Velocit del suono (m/s) 331 343 1486 1520 3800 5000-7000

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6.1) Velocit delle onde longitudinali.

Dobbiamo ora dimostrare la relazione (4). Supponiamo di creare una perturbazione in un tubo cilindrico di sezione A contenente un fluido di densit 0 a pressione p0. Il tubo chiuso ad una estremit da un pistone a tenuta che pu muoversi senza attrito. Muovendo il pistone con velocit costante vp, creiamo una perturbazione (unonda longitudinale) che si muover parallelamente al pistone con velocit vo. Si assume che sia vp < vo.

p0, 0

t0 = 0

d = v0 t p0+ p p0, 0
t>0

t = t t0 = t

s = vp t Il pistone si muove di un tratto s = v p t = v p t comprimendo il fluido. Nella zona dove il fluido compresso si ha un aumento di pressione p. Nello stesso tempo, londa progredisce di un tratto d = vo t = vo t . I punti della zona di transizione fra il fluido compresso e non compresso (ovvero il fronte donda) non sono in equilibrio in quanto su essi applicata una forza F non nulla, infatti: F = (p0+ p)A p0A =pA. (*) Usando la seconda legge della dinamica in termini di variazione della quantit di moto possiamo scrivere: F= P Ft = Mv Ft = Mv (**) con: t M la massa posta in movimento dal pistone M = V = Ad= Avot v la variazione di velocit di M v = (vfin viniz) = vp 0 = vp.

Segue, usando (**) e (*): pA t = Avot vp p = vovp. Introduciamo il coefficiente di comprimibilit B e osserviamo che in questo caso:
B=

V0 = Ad = A vo t, V = As = Avp t

vo v p p 2 = B = vo V Av p t V0 Av t
o

vo =

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7) Onde di pressione.

Le onde longitudinali possono essere interpretate anche come onde di pressione. Consideriamo unonda piana longitudinale y(x,t) = ym sen(kx-t). Mentre londa si propaga verso x positivo di un tratto x, le molecole di fluido della superficie A si muovono nella stessa direzione di un tratto y costringendo le molecole vicine in uno spazio minore in cui di conseguenza aumenta la pressione a p0 +p.

p0 + p

p0

x
p< p0

Considerato un volume di riferimento V0 (= Ax), che subisce un aumento di pressione p con conseguente variazione di volume V = Ay, abbiamo
B= Ay V y y p p = B = B = B p = B V x V0 Ax x V0

(*)

( il segno testimonia che il volume diminuisce allaumentare della pressione) Per essere precisi, x deve essere piccolissimo (x 0) ed in tal caso derivando, rispetto ad x, lespressione dellonda:
y ( y m sen( kx t )) = ym k cos( kx t ) che sostituito in (*) porta a: x x
(7.1)
p = Bym k cos( kx t )

y pu essere ricavato x

1 N ) e poniamo pm = Bymk. Esso = m m2 m rappresenta il massimo valore raggiunto dalla pressione relativa nel mezzo in cui si propaga londa (ampiezza di pressione). Se conveniamo di indicare p con p ovvero la pressione relativa nel mezzo in cui si propaga londa possiamo scrivere:

Il termine Bymk una pressione (infatti

(7.2)

p(x,t) = pm cos (kx-t) = pm sen (kx-t -/2) ossia unonda di pressione.

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Si nota che londa di pressione, rispetto allonda di spostamento :


1) ha la stessa (e la stessa f ) 2) sfasata di /2.

scala x pm

pm

(osservazione: da vo =

e pm = Bym k segue :

(7.3)

2 pm = vo y m k ).

8) Potenza ed intensit di unonda

Consideriamo unonda trasversale sinusoidale che si propaga lungo x in una corda tesa di densit lineare di massa : y( x ,t ) = ym sen(kx t ) . Poniamo lattenzione ad un tratto della corda lungo x intorno ad un generico punto fissato xf. Il tratto x ha una massa m = x che si muove con equazione del moto:

y( x f ,t ) = ym sen kx f t = ym sen( t + ) con = kxf + = cost


ovvero il tratto x intorno ad xf si muove di moto armonico con la stessa frequenza dellonda. t1 < t2 < t3

x
vo xf

0 f(xf,t)
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Ricordando che lenergia totale di una massa in moto armonico tutta cinetica nel centro di oscillazione, dove si muove con velocit massima vmax , possiamo scrivere lenergia totale ET del tratto di corda x come:
(8-1)

ET =

1 2 1 1 2 mvmax = x ( ym )2 ET = x ym 2 . 2 2 2

Londa muovendosi con velocit vo copre il tratto x in un tempo t x = vo t, e quindi:


(8-2)

ET =

1 2 t vo ym 2 . 2

Le relazioni precedenti esprimono lenergia totale ET posseduta da un tratto di corda x in cui si propaga londa, ma la 8-2 permette di interpretare ET come lenergia transitata in un tempo t attraverso un piano perpendicolare alla corda a causa del propagarsi dellonda quindi la 8-2 pu essere usata per calcolare:
lenergia media trasportata ad unonda per unit di tempo ET 1 2 = vo ym 2 t 2

ovvero la potenza media trasportata da unonda sinusoidale unidimensionale:


(8-3)

P=

ET 1 2 = vo ym 2 . t 2

Il caso pi interessante quello di unonda tridimensionale che si propaga in un volume. In tal caso, la massa disturbata dallonda in un tempo t m = V con V elemento di volume V = Ax
vo A x

x
kg ovvero le stesse m m dimensioni di , quindi dalla 8-3 sostituendo con A otteniamo la potenza media trasportata da unonda sinusoidale tridimensionale: m = V = A x osserviamo che A ha dimensioni
3

kg

m2 =

(8-4)

P=

ET t

1 2 A vo y m 2 . 2

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Per le onde tridimensionali si introduce il concetto di Intensit dellonda: lenergia trasportata dallonda per unit di tempo e per unita di superficie ovvero la potenza trasportata dallonda per unit di superficie. Dalla 8-4, segue che lintensit media I di unonda sinusoidale tridimensionale
(8-5)

I=

P ET 1 2 = = vo ym 2 . A t A 2

(in W/m2) ricordando che = 2 f

(8-6)

2 I = 2 2 vo f 2 y m .

Osservazioni: 1) La relazione (8-6) ci dice che lintensit di unonda di frequenza f, essendo e vo fissati dal mezzo, pu essere variata solo cambiando lampiezza dellonda. 2) Lintensit dipende dal quadrato dellampiezza 3) Per unonda di pressione, dalla 7-3 segue:
2 2 2 2 p 1 pm 2 1 pm 2 2 1 pm 2 1 pm ET 1 I= f = vo = = vo m2 2 = = 3 3 3 kv 2 vo k 2 2 vo 2 vo 2 vo t A 2 o 2 2 1 pm 1 pm I= = 2 vo 2 B 2

(8-6)

Lintensit dipende solo dal quadrato dellampiezza di pressione. Lintensit del suono percepibile dallorecchio umano va da circa 10-12 W/m2 ad un massimo di circa 100 W/m2 ossia un intervallo enorme; 14 ordini di grandezza! Per permettere ci, la percezione dellintensit da parte dellorecchio umano non lineare ma solo logaritmica: se lintensit ad esempio aumenta di un fattore 1000 la nostra percezione aumenta solo di un fattore 3 ossia del log101000. A causa di questa relazione fra la sensazione soggettiva e il valore dellintensit dellonda, si preferisce parlare, invece che dintensit I, di livello sonoro misurato in decibel (dB) cosi definito:

(in dB) = 10 log10

I I0

con I0 = 10-12 W/m2 minima intensit percepibile.


dB 0 10 65 70 85-90 100 120 120 140 Potenza (W/m2) 10-12 10-11 3.210-6 10-5 0,5-1 10-3 0,1 1 1 100
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Livelli sonori Soglia delludibile Fruscio di foglie Conversazione Ristorante, uffici rumorosi, traffico Asciuga capelli, aspirapolvere Discoteca, sirena (a 30 m) Concerto rock (a 50 m) Soglia del dolore Jet (a 30 m)

9) Equazione delle onde sferiche

Unonda prodotta da una sorgente puntiforme immersa in un mezzo omogeneo ed isotropo ha un fronte donda sferico: la perturbazione prodotta a t0 =0 nellorigine si propaga in tutte le direzioni con la stessa velocit vo percorrendo in un tempo t lo stesso spazio r = vot in ogni direzione. Al tempo t tutti i punti in fase (fronte donda) sono quelli che costituiscono una superficie sferica di raggio r = vot.

t2 > t1 > t0 r1 = vot1 sorgente r2 = vot2

Poich lenergia si conserva, allistante t1 sulla sfera S1 di raggio r1 si trova la stessa energia che allistante t2 sulla sfera S2 di raggio r2, ovvero lenergia trasportata dallonda in un t intorno a t1 e t2 la stessa. E1 = E2 I1S1t = I2S2t I14r12 = I24r22 I1r12 = I2r22

2 I 1 r2 = 2. I 2 r1

Lintensit di unonda sferica diminuisce con il quadrato della distanza dalla sorgente, e ricordando che

2 I ym

y2

r2 m ,1 = 2 2 ym ,2 r12

r = 2 y m ,2 r1
m ,1

segue che

Lampiezza di unonda sferica diminuisce con la distanza dalla sorgente. Lequazione di unonda sferica sinusoidale : y y( r ,t ) = m sin( k r t ) con r distanza dalla sorgente. r

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