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PROGETTI

Cristina Donati

Rafael Moneo La Operacin Atocha: nuovo polo urbano a Madrid


Raphael Moneo si riferisce al progetto della stazione ferroviaria di Atocha con lespressione Operacin Atocha per connotare la complessit di un intervento che richiedeva scelte globali e soluzioni coordinate a livello tecnologico, architettonico ed urbanistico. Il progetto stato reso possibile, infatti, da una stretta collaborazione di intenti tra il Ministero dei Trasporti spagnolo che decide il potenziamento del trasporto pubblico ed in questa ottica la quadruplicazione del volume di traffico nella stazione ottocentesca della Glorieta de Carlos V e la Giunta Comunale della citt che prevede nel proprio piano regolatore di liberare la vecchia stazione dalla linea di transito dello scalextric. Il programma richiedeva quindi il restauro e il recupero della stazione ottocentesca e il suo ampliamento nell'area ferroviaria occupata dai binari, come fulcro di rigenerazione di tutta la zona limitrofa della citt. La stazione di Rafael Moneo non infatti una semplice moderna ed efficente stazione ferroviaria ma una micro citt, un polo urbano o, pi tecnicamente, un nodo intermodale che si integra ed interagisce con il tessuto metropolitano. Ad Atocha coesistono la stazione dellalta velocit (treni a lunga percorrenza), quella dei treni locali e la stazione metropolitana. Atocha non pertanto un tipo edilizio riconoscibile ma una combinazione dinamica di volumi articolati a diversi livelli che, sfruttando le differenze di quota tra il piano urbano e quello dei binari, stabiliscono spazi di relazione con la citt. quasi un ventennio che la stazione ha perso il suo carattere monofunzionale per agire come punto di confluenza di diversi sistemi di trasporti, ma oggi sembra fare un ulteriore salto di crescita per instaurare rapporti di interscambio sociali ed urbani. LOperazione Atocha, come nodo intermodale, ruota quindi intorno alla risoluzione di quelli che Moneo chiama gli spazi di transito, che consistono nei percorsi di collegamento tra i servizi ed il sistema dei
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N enfasi, n simulazione nell'inserimento della stazione ottocentesca in un nuovo nodo intermodale aperto al rapporto con la citt

Fotografie: Duccio Malagamba

1. Veduta della rotonda di interscambio fra la stazione dellAlta Velocit e la stazione della ferrovia locale. 2. Veduta della Glorieta di Carlo V e del nuovo intervento. 3. Nella pagina accanto. Interno della stazione della Glorieta all'innesto con la stazione dell'alta velocit.

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4. Assonometria del complesso della stazione. 5. Particolare della copertura in acciaio corten dell'atrio della stazione dellAlta Velocit. 6. Sezione longitudinale. 7.8. Sezioni trasversali. 9. Assonometria della rotonda.

6. Sezione longitudinale. 7.8. Sezioni trasversali. 9. Assonometria della rotonda.

trasporti e cio nelle relazioni spaziali tra il terminal internazionale, la stazione dei pendolari, la metropolitana, la struttura ottocentesca e la piazza ribassata che collega poi lintero complesso al resto della citt. La scelta progettuale di base stata quella di separare la distribuzione dalle funzioni; cos le due stazioni (alta velocit e treni locali) sono collegate da un edificio cilindrico che agisce da cerniera e da riferimento visivo per orientare i passeggeri in transito: la rotonda un imponente volume circolare scandito da una partizione di pilastri in laterizio a sezione quadrata intervallati da pannelli in vetro da cui filtra una luce che di notte trasforma ledificio in una sorta di simbolica lanterna. Come sostiene larchitetto spagnolo, limpostazione progettuale dellintero complesso dipendeva dallatteggiamento e dalle modalit di recupero della vecchia stazione ottocentesca, un interessante edificio in laterizio di alta qualit artigianale progettato agli inizi dellOttocento da Alberto del Palacio. indubbio che la scelta di un architetto come Rafael Moneo legata anche alle obiettive difficolt di porsi con sensibilit nei riguardi di questa importante preesistenza storica e culturale. Il progetto dellintero sistema ferroviario determinato, infatti, dalle scelte di recupero della Glorieta a cui viene tolta la funzione di snodo ferroviario per trasformarsi in nodo urbano, cio in spazio preposto allo scambio sociale, simbolo del passaggio della stazione da luogo monofunzionale, fruito solo da chi viaggia, a luogo di interazione sociale aperto a tutti i cittadini. Cos il grande spazio che ospitava i binari, coperto in ferro e vetro secondo la tradizione ingegneristica ottocentesca, si trasforma in una grande serra alla Paxton dove altissime piante tropicali formano un esotico giardino su cui si affacciano ristoranti, bar caffetterie e negozi, creando un effetto di piazza coperta che prosegue nella piazza urbana esterna, il cui centro viene spostato dalla parte antistante la testata, al fianco della vecchia stazione. La citt entra nella stazione che diviene continuit urbana della citt. La struttura ottocentesca viene cos privata dei binari, che ne determinavano lidentit, ma diviene il contenitore dellessenza culturale del nuovo concetto di ferrovia urbana. Una torre in laterizio, con alla sommit un orologio, affianca il vecchio edificio e simboleggia il tempo, o meglio il rapporto tra larchitettura ed il passato, il presente ed il futuro. Il significato di queste relazioni si esprime, secondo Moneo, attraverso

una continuit che la chiave di lettura della sua architettura. Continuit non significa riproporre stilemi formali ma capire la cultura progettuale del contesto ed aggiornarla rispondendo alle esigenze del presente ed anticipando quelle del futuro. Il tema dellinterpretazione e del significato di continuit estremamente attuale ed oggi accomuna il pensiero di molti architetti internazionali, da Norman Foster a Michael Hopkins, che, seguendo direzioni diverse, ricercano nuovi rapporti tra forme ed impieghi innovativi di materiali tradizionali come appunto il laterizio, materiale caro allarchitetto spagnolo che ad Atocha si confronta con la grande tradizione ottocentesca. Il laterizio impiegato dove possibile secondo la logica modernista di onest strutturale, che si realizza con maggior efficacia nella torre e nel blocco della rotonda, forme geometriche pure che rappresentano per due opposte potenzialit del mattone: la massiccia solidit del parallelepipedo infatti volutamente in contrasto con leffetto di luce e trasparenza che emana dal volume cilindrico. Continuit ed innovazione, architettura e citt si liberano dei loro contenuti ortodossi ed interagiscono dinamicamente in questo progetto di moderna stazione intermodale che si sviluppa da un nucleo del XIX secolo per dirigersi poi verso il futuro, a testimonianza della filosofia di Moneo che non si pu progettare il futuro se non si conosce il passato.

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10. Interno della rotonda.

11. La piazza ribassata antistante la stazione ottocentesca.

zioni tra continuit, citt e architettura? A colloquio con Rafael Moneo La citt lunico vero testo aperto, mai Architettura Innovazione e Continuit: finito. Contiene lespressione della vita della stazione di Atocha a Madrid luomo e la memoria delle passate civilizRafael Moneo, parla con lautore dellarti- zazioni. Una citt pu apparire terminata colo, della Operacion Atocha, linterven- ma la sua inevitabile esigenza di crescita, to di rifunzionalizzazione e addizione nella che si manifesta nello sviluppo di sempre ottocentesca stazione di Madrid, come nuovi settori urbani, tiene i suoi confini in aggiornamento della preesistenza attraver- costante dinamismo. Di conseguenza la so la interpretazione della cultura del pro- citt vive uno stato di evoluzione continua. getto, riproposta nel concetto di ideale Cos il concetto stesso di progresso si idencontinuit alla base della creazione in tifica nella citt; daltronde, e questo pu apparire contraddittorio la natura imprearchitettura. Alla critica che la definisce architetto vedibile e variabile della citt radicata eclettico, Lei risponde di credere nella nella continuit. Inoltre, tutto ci che materia nelle continuit. Potrebbe spiegarci il significato che ha per Lei questa espressione e le rela- citt non altro che la testimonianza di un
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meccanismo che ha messo in grado la continuit di esprimersi sotto forma di costruito. Poi, siccome la citt nasce e continua a vivere attraverso la sua architettura, allora mi piace pensare che questo meccanismo sia appunto larchitettura. La continuit architettonica rappresenta la ricchezza della nostra eredit culturale ed il risultato della nostra interazione con il mondo costruito, un mondo che allo stesso tempo espressione del passato ed anticipazione del futuro. Larchitettura emerge da questo difficile dialogo con il mondo che si rivela nel rapporto che larchitetto instaura con il contesto in cui costruisce. Di conseguenza larchitettura, in ultima analisi, diviene un problema di relazione tra spazio, tempo e luogo. Quando diciamo che larchitettura il prodotto di dimensioni, proporzioni, misure, scale, numeri o quando si enfatizza la natura tattile dei materiali, limportanza dei colori o leffetto della luce, stiamo stabilendo relazioni di base tra elementi che ci permettono di esaminare gli strumenti di lavoro della continuit attraverso il tempo. Potrei anche dire che, secondo me, la continuit la propriet pi importante dellarchitettura perch gli elementi che permettono alla disciplina di progredire sono gli stessi che costituiscono le basi per la sua creazione. Larchitettura lo strumento che ci permette di far crescere lambiente, di rompere le barriere del mondo esistente. Tramite le sue leggi formali interne liberamente scelte dagli architetti , larchitettura modella realt fisiche, e potrebbe essere interpretata come levoluzione costante del contenuto nella forma. Nonostante questo, non possiamo permetterci di ignorare il nostro passato ed praticamente impossibile liberarci dalla nostra eredit culturale. Anche alterare significati, consuetudini o metodologie presuppone comunque lesistenza di una tradizione antecedente; per creare il nuovo si deve affrontare lanalisi del vecchio: solo dopo questa operazione si pu decidere di rifiutare o ri-inventare il passato. Abbiamo parlato di continuit. Che ruolo ha invece linnovazione in architettura? Continuit non significa una serie di regole statiche perch la continuit stessa il risultato di stratificazioni storiche in cui si sono verificati anche profondi cambiamenti di direzione. Spesso proprio linnovazione tecnologica che determina questi cambiamenti che si palesano, ad esempio, con lavanzamento di nuove tipologie, oppure si pu verificare il caso che un edificio cambi la sua destinazione duso distorcendo il rapporto forma/funzione e

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creando cos nuove relazioni architettoniche. Ma nonostante lavvicendarsi di nuovi impulsi, di nuovi contenuti e significati, rimane comunque sempre presente, nellarchitettura di qualit, la memoria silenziosa del passato. Quindi anche quando si introducono nuove forme compositive, esiste sempre un riferimento a forme gi conosciute e sperimentate. Entrando in merito al progetto per la stazione di Atocha a Madrid, potrebbe dirci quali sono state le condizioni per lo sviluppo di questo progetto? Le stazioni ferroviarie sono spesso state definite moderne cattedrali e, per la verit, la parte pre-esistente della stazione di Atocha pu senza dubbio essere vista in questa ottica. Durante i suoi anni doro, la vecchia stazione stata uno dei principali simboli di Madrid. Poi, la sua posizione periferica stata con il tempo inevitabilmente assorbita dal traffico urbano della citt. Con laumento del traffico automobilistico, la volta monumentale di Atocha, sommersa sotto un labirinto di tangenziali, sembrava sempre pi un vascello abbandonato. Comunque, con il passare del tempo e dopo la morte di Franco, lamministrazione della citt ha cominciato a cambiare tipo di gestione; tra le nuove scelte, ad esempio, si deciso di porre maggior enfasi sul trasporto pubblico. Cos, ad un certo punto la vecchia stazione ottocentesca non stata pi in grado di rispondere adeguatamente alla richiesta del nuovo volume di traffico. Lamministrazione ha cominciato a considerare lampliamento e poi la costruzione di una nuova stazione; il programma richiedeva un terminal per lalta velocit e la realizzazione di una stazione per treni locali. Il progetto doveva anche prevedere la riorganizzazione dello smistamento del traffico ferroviario e la creazione di un nuovo accesso ai treni. Tutto questo impli-

cava alterare il modo in cui la vecchia stazione era stata originariamente percepita e poi fruita nel tempo. Riferendosi appunto alla vecchia stazione ottocentesca della Glorieta de Carlos V, quanto ha inciso la continuit storica sul nuovo progetto, cio come ha affrontato il dialogo tra il rispetto della preesistenza e le esigenze di una moderna stazione ferroviaria? La stazione di Atocha la principale stazione ferroviaria di Madrid ed stata costruita circa cento anni fa. un classico capolavoro dellarchitettura europea del XIX secolo in cui linnovazione tecnologica si esprime nel rispetto degli stili del passato. Una forte tradizione artigianale ha prodotto le splendide facciate in laterizio delledificio in cui forme storicizzate si uniscono sia ad elementi celebrativi che industriali. La continuit era indispensabile nel punto di attacco tra la vecchia volta e la facciata della nuova stazione. Questo non doveva necessariamente significare proseguire o amplificare la struttura della volta. Al contrario la nostra scelta stata quella di disegnare la nuova hall con lintento di sottolineare la differenza formale e la distinzione tra le due epoche che hanno generato due stazioni che esprimono due opposte visioni del mondo. La continuit architettonica va al di l di una semplice prosecuzione delle linee di confine. Nel caso di Atocha, ha significato molto di pi interpretare e tradurre che proseguire. La struttura della stazione segue la tradizione degli edifici cilindrici ma cerca anche di risolvere problemi attuali specifici come la circolazione del traffico, il ruolo della luce allinterno delledificio ed anche tutta quella serie di dilemmi strutturali legati alla presenza di pi rotaie. Come accennavo precedentemente, in un certo senso la continuit ci ha guidato

verso il recupero di elementi pre-esistenti; questo per non significa il loro riutilizzo per usi uguali. Le cupole che coprono larea parcheggio della stazione sono state costruite con lastre di sottile alluminio rinforzate da costole: questa struttura ha veramente poco a che vedere con quella delle cupole classiche. Le cupole di Atocha lavorano efficientemente per trasformare una comune area parcheggio in qualcosa di pi. Come, allo stesso modo, le colonne del nuovo atrio ci ricordano molti altri atri delimitati da strutture simili: lo stratagemma di coprire ampie luci con una foresta di pilastri o colonne un tema ricorrente dalle costruzioni egiziane a quelle gotiche. Tuttavia, nel nostro caso, i pilastri creano un cielo artificiale rivelatore dei mezzi oggi a nostra conoscenza di trattare lacciaio. Potrei proseguire queste osservazioni parallele, parlando ad esempio della torre con lorologio. Questo elemento collega la vecchia con la nuova stazione e serve anche come punto di riferimento e richiamo; una sorta di faro per orientare la folla che va di fretta. La torre funziona ancora oggi come hanno sempre storicamente funzionato le torri, sebbene questa volta in condizioni molto diverse: la concezione del tempo nel XIX secolo non quella del tardo XX secolo. Come forse dimostra il caso di Atocha, linterpretazione della continuit non pu essere ridotta ad un impulso verso limitazione, n tanto meno pu essere concepita come la negazione del nuovo o dellinvenzione. Siccome non possiamo ignorare linevitabile presenza della memoria, la continuit architettonica implica la nostra capacit di manipolare e adattare forme precedenti. In fin dei conti, proprio la continuit che ci permette di vivere in un mondo conosciuto e tuttavia sempre in continuo cambiamento.
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Stazione ferroviaria di Atocha Architetto: Collaboratori: Rafael Moneo Jos Miguel Leon, Emilio Tunon, Javier Revillo, Gabriel Ruiz Cabrero, Eduardo Belzunce Ministero dei Trasporti (Direzione Generale delle Infrastrutture)

Promotore: Impresa costruttrice:

Fomento de Obras y Construcciones, Lara UTE, Huarte, Azvisa Fotografie: Duccio Malagamba Progetto: 1982-1987 Inizio dell'opera: 1985 Ultimazione: 1992

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