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08/02/12

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INQUINAMENTO ACUSTICO, DIFENDIAMOCI Il rumore continuo ed intollerabile che si propaga dall'abitazione di un vicino, dal bar sottostante o da altro fondo limitrofo alla zona in cui viviamo: ecco un problema che affligge la famiglia italiana. Di seguito, il vademecum di Confedilizia sugli strumenti che l'ordinamento offre ai privati per difendersi dall'inquinamento acustico.

VADEMECUM SULL'INQUINAMENTO ACUSTICO La egge ad 'i i a e ac ic ( egge 447/'95) La legge in questione tutela la quiete pubblica contro le grandi fonti rumorose. La stessa, per, pur trattando il problema del rumore e delle fonti rumorose, non conferisce ai privati strumenti sempre adatti per difendersi da determinati attacchi contro la quiete domestica, quali il vicino di casa che effettua incessantemente interventi edilizi, la signora dell'appartamento sovrastante che passeggia in tacchi durante la notte, l'andirivieni senza fine e rumoroso dei clienti di un bar o di un ristorante sito proprio sotto le finestre della camera da letto. Le norme contro l'inquinamento acustico non sono sufficienti per cautelarsi contro l'utilizzo incessante dell'ascensore, n idonei strumenti di difesa vengono forniti dai successivi decreti attuativi della legge 447 citata, in primis quello del 5 dicembre 1997, che determina i requisiti acustici passivi degli edifici. Infatti la normativa anzidetta mira a difendere il cittadino dalle grandi fonti rumorose (quali gli aereoporti, le autostrade, le attivit industriali), tutelando soprattutto la quiete pubblica e non quella domestica, e quindi non applicabile ad alcune controversie sulla tutela della propriet immobiliare privata; insomma la legge quadro non applicabile ai rapporti tra privati (Cassazione civile, 4 aprile 2001, n. 4963). L'a ic 844 c.c. Il codice civile detta con questa norma una tutela contro i rumori che disturbano la quiete domestica, soprattutto nei confronti delle attivit rumorose che spesso provengono dagli altri appartamenti. Con l'articolo 844 si pu agire nei confronti del vicino qualora dal suo "fondo" provengano immissioni rumorose illecite e cio quelle considerate tali alla luce di due criteri: la normale tollerabilit ed il contemperamento delle ragioni dei diversi proprietari, cui pu aggiungersi anche il criterio della priorit d'uso. In merito bene ricordare che il Giudice adito ex art. 844 c.c., per la determinazione dei limiti massimi di esposizione al rumore pu utilizzare criteri pi rigorosi di quelli previsti dal D.P.C.M. del 1 marzo 1991, il quale ha stabilito, per i rapporti tra privati e pubblica amministrazione, la misura da non superare per le zone non industriali (3 decibel in periodo notturno e 5 decibel in periodo diurno). L'a ic 700 c. .c. Quando, a fronte di un rumore ritenuto intollerabile, si rischia un grave danno alla salute, il singolo cittadino pu chiedere al Giudice un provvedimento d'urgenza attivando la speciale procedura prevista dall'articolo 700 del codice di procedura civile. L'a ic 659 c. . Quando gli schiamazzi o i rumori (nonch le attivit elencate nell'articolo citato) disturbano il riposo e le occupazione delle persone, gli autori di questi comportamenti possono essere puniti con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a 310 . E' importante rilevare che con sentenza 27 maggio 2003, n. 23362, la Corte di Cassazione ha stabilito che, ad integrare l'ipotesi contravvenzionale di cui all'articolo 659, comma 1, codice penale, necessita "che l'attivit di rumori o clamori vietata abbia - ben prima che un effetto - una potenzialit dannosa diffusa e cio la capacit di ledere il bene protetto costituito dalla tutela delle occupazioni e del riposo di un numero indeterminato di persone, restando quindi esclusa la sua configurabilit le volte in cui, per la intensit dell'immissione, per la conformazione dei luoghi o per la inesistenza della pluralit di soggetti potenzialmente esposti alla fonte nociva, venga ad essere
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necessariamente interessato dalla immissione un solo soggetto". I egolamen i condominiali e le cla ole a ela della ie e dome ica. Nel condominio pu ottenersi una maggiore tutela di quella raggiungibile attraverso l'articolo 844 c.c., mediante l'adozione di regolamenti condominiali contenenti clausole ad hoc (per esempio, prevedendo il divieto di svolgere nelle unit immobiliari private determinate attivit rumorose, quali quelle di pub, ristoranti, tipografie, particolari studi professionali ecc.). L'approvazione di un regolamento siffatto - con clausola di natura contrattuale - deve essere deliberata all'unanimit dei partecipanti al condominio e pu essere validamente fatta valere anche nei confronti dei successivi proprietari con la trascrizione o l'esplicita e costante accettazione del regolamento negli atti di compravendita. Il Coordinamento condominiale della Confedilizia ha recentemente predisposto un testo di regolamento-tipo condominiale che pu essere utilizzato come modello ed in cui prevista anche una clausola a "tutela della quiete domestica". Utili informazioni in merito possono chiedersi alle Associazioni territoriali della Confedilizia, i cui indirizzi sono reperibili su questo sito. I la o i da e eg i e in ca a. Per quanto concerne, invece, una possibile soluzione per difendersi dai rumori esterni si potrebbe optare per installare nell'abitazione doppi infissi, che "fermano" il rumore molto pi del montaggio di doppi vetri. Per questa soluzione, anche se tecnicamente valida, deve essere adottata considerando due fattori essenziali: il primo, che con questo lavoro si pu andare a modificare la facciata condominiale e quindi, per evitare scontri e liti giudiziali lunghe e costose, opportuno chiedere la preventiva autorizzazione all'assemblea. Il secondo elemento da considerare legato al clima della citt dove si abita: infatti i doppi infissi aumentano la tenuta del calore, con tutte le conseguenze che ne derivano.

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