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ECONOMIA AZIENDALE

DEFINIZIONE: leconomia aziendale una scienza sociale ed economica che studia i principi, le leggi e le regole di funzionamento dellazienda per elaborare le conoscenze e le teorie utili per la sua amministrazione. SCOPO DI STUDIO: lazienda, interpretata come un istituto del sistema sociale. Si analizzano le condizioni di esistenza del fenomeno aziendale e, quindi, le leggi delle condizioni di tendenziale equilibrio, le diverse manifestazioni di vita, dalla nascita dellistituto sino alla sua cessazione.

ORIGINI: anni venti, Gino Zappa - leconomia aziendale: la scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende, la scienza ossia dellamministrazione economica delle aziende.

PRINCIPALI PROCESSI AMMINISTRAZIONE AZIENDALE LORGANIZZAZIONE: lindividuazione, la predisposizione e il coordinamento delle risorse umane e tecniche che devono essere impiegate per lo svolgimento dellattivit in coerenza con gli obiettivi aziendali. LA GESTIONE: linsieme delle operazioni direttamente riconducibili allattuazione delle decisioni organizzative. LA RILEVAZIONE linsieme degli strumenti di conoscenze di rappresentazione dei dati e delle informazioni connessi alla situazione economica, finanziaria patrimoniale attuale e prospettica dellazienda.

CONFRONTO ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA POLITICA: leconomia aziendale studia i fenomeni economici a livello di aziende singole o di classi particolari di aziende, elabora le conoscenze e le teorie economiche utili per la loro amministrazione leconomia politica studia i fenomeni economici dei grandi aggregati regionali, nazionali ed internazionali, elabora le conoscenze e le teorie economiche utili per le decisioni di politica economica.

UNITA ELEMENTARI DEL SISTEMA ECONOMICO INDIVIDUI AZIENDE

Alla base del sistema economico vi la relazione inversamente proporzionale tra i bisogni umani di natura illimitata e le risorse necessarie per il loro soddisfacimento, di natura limitata.

LATTIVITA ECONOMICA E la soluzione per il soddisfacimento di tali bisogni. 1

Lattivit economica finalizzata alla produzione di beni materiali e immateriali (prodotti servizi) qualificati economici perch per ottenerli bisogna sostenere un costo-sacrificio. Lattivit economica non si esaurisce nella semplice produzione, perch ad essa deve seguire il consumo, funzionale al raggiungimento dello scopo prefissato.

GRUPPI ATTIVITA ECONOMICA FAMIGLIE Aziende di consumo e patrimoniali finalizzate al soddisfacimento dei bisogni dei membri della famiglia IMPRESE Aziende di produzione finalizzate alla remunerazione dei prestatori di lavoro e dei conferenti di capitale AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE Aziende composte pubbliche finalizzate alla produzione ed al consumo di beni pubblici, alla produzione di remunerazione per i prestatori di lavoro LAZIENDA DEFINIZIONE Giannessi: lazienda una unit elementare del sistema economico generale dotata di vita propria e riflessa composta da un sistema di operazioni derivante dalla combinazione di vari fattori e dalla composizione di forze interne ed esterne realizza unattivit economica di produzione e consumo ha per fine il conseguimento dellequilibrio economico perdurante nel tempo lequilibrio economico conseguito quando vi una remunerazione adeguata dei fattori utilizzati, si ottiene un compenso al soggetto economico proporzionale ai risultati raggiunti ed in un intervallo di tempo soddisfacente.

Riassumendo: lazienda unorganizzazione economica stabile di persone e risorse, che svolge una serie coordinata di operazioni (produzione di beni e servizi) al fine di soddisfare le necessit umane. Realizza, nellambiente di cui parte complementare ed in condizioni di autonomia ed economicit, unattivit economica consistente nel processo di produzione e distribuzione della ricchezza a favore del soggetto aziendale o di altre collettivit di riferimento.

ELEMENTI DELLAZIENDA PERSONE: individui disposti a fornire il capitale di rischio e i prestatori di lavoro RISORSE MATERIALI (fattori produttivi) IMMATERIALI (conoscenze esperienze motivazioni) ORGANIZZAZIONE che combina questi elementi

Luomo emerge come la componente pi importante dellistituto aziendale in quanto origina lattivit economica (i bisogni) e fornisce gli strumenti mediante i quali operare (lavoro, organizzazione ecc) ANALISI OGGETTIVA Concezione sistemica per lo studio dellistituto aziendale 2

LA TEORIA DEI SISTEMI Si definisce sistema linsieme degli elementi, materiali ed immateriali, legati da un reciproco nesso di relazioni e tra loro coordinati e unitariamente integrati, per il raggiungimento di un obiettivo comune. Lazienda un sistema: Aperto: in continuo divenire con lambiente di cui parte fondamentale Dinamico: caratterizzato da relazioni vitali tra gli elementi della struttura e da interazione con i sistemi esterni Complesso: per la molteplicit e la variabilit dei suoi elementi e delle loro relazioni Finalizzato al raggiungimento di determinati fini Probalistico: lattivit dellazienda sottoposta allincertezza Instabile: non tende in modo autonomo a ripristinare un preesistente stato di equilibrio Cibernetico: istituito e retto dalluomo per il raggiungimento di determinati fini

Bertini: lazienda un sistema sociale il cui unico scopo il fine economico, i cui elementi sono sprovvisti da legami volontaristici (vedi famiglia) ma sono legati dalle vicende economiche secondo il criterio di scambio, dal corrispettivo che, a vario titolo, ricevono per la prestazione fornita. Lazienda equiparata a un sistema perch costituita da un insieme di sub sistemi (produzione, relazione aziendaambiente, management, informazioni) che formano un tutto organico.

ANALISI SOGGETTIVA Riguarda i soggetti che operano in azienda, viene definita manageriale, si occupa di coloro che prendono decisioni, attuano le linee strategiche precedentemente programmate, controllano la corrispondenza tra i risultati pianificati e gli obiettivi conseguiti dallazienda. Lazione dei manager si fonda su: CRITERIO DI AUTONOMIA Permette di adattare il sistema ai continui mutamenti delle condizioni sociali, politiche, economiche e territoriali circostanti. Concetto essenziale la libert di poter sempre agire secondo la convenienza aziendale senza essere condizionati nelle scelte da interessi particolari di soggetti o istituzioni interessati e/o coinvolti nellattivit economica. Maggiore sar il capitale di prestito (banche ecc) minore sar lautonomia decisionale dellazienda di operare come da scopo economico pianificato. E legato al concetto di equilibrio economico. Autonomia non significa totale indipendenza da ogni vincolo, lazienda ha una responsabilit sociale verso lambiente, luomo e la societ per trovare quellequilibrio economico che favorisca la durata dellazienda nel tempo e la creazione della ricchezza necessaria allo sviluppo della stessa e delleconomia in generale. CRITERIO-PRINCIPIO DI ECONOMICITA 3

E la convenienza delle scelte e delle operazioni dellazienda considerata come sistema aperto e dinamico che considera la convenienza economica in tutte le fasi (dalla progettazione allesecuzione) al fine di realizzare lequilibrio economico stabile e duraturo. Per fare questo il manager deve operare avendo in mente sempre una visione sistemica delazienda, indispensabile per amministrare e governare ogni singolo elemento in funzione dellunitariet dello scopo economico.

I FATTORI AZIENDALI FATTORI PRODUTTIVI Costituiscono il DNA del sistema aziendale, definiscono e qualificano la struttura patrimoniale ed organizzativa dellazienda. Secondo gli aziendalisti si identificano come fattori produttivi originari: LAVORO CAPITALE

Le risorse naturali vengono esaminate nellambito dello studio delleconomia classica, per leconomia aziendale esse, se onerose sono considerate nellambito del capitale se gratuite, non intervengono nellambito della gestione aziendale. I fattori produttivi, per essere tali, devono rappresentare un costo per lazienda.

LUTILITA ECONOMICA Ogni singolo fattore rappresenta per lazienda unutilit economica che deve essere correlata con la combinazione produttiva in cui impiegato, tenendo conto della simultanea utilizzazione degli altri input di cui lazienda si dota, oltre alle sue finalit tecniche ed economiche. Un fattore produttivo rappresenta per lazienda un mezzo (oggetto) di scambio nel momento in cui la sua utilit economica, nellambito dellazienda, viene efficacemente ceduta attraverso uno o pi atti produttivi grazie alla necessaria combinazione con gli altri fattori, per consentire in un tempo predeterminato la remunerazione degli oneri sostenuti per la sua acquisizione. I fattori produttivi vengono suddivisi in classi, che possono combinarsi tra loro dando vita a diverse combinazioni economiche. Il capitale pu assumere diverse configurazioni: FATTORI PRODUTTIVI GENERICI: quando il capitale rappresentato da denaro o da altre disponibilit finanziarie. FATTORI PRODUTTIVI SPECIFICI Quando il capitale costituito da beni e servizi destinati alla produzione ed ottenuti sui mercati di scambio cedendo le disponibilit finanziarie.

In base alla utilizzabilit nel tempo FATTORI PRODUTTIVI AD UTILITA IMMEDIATA Partecipano una sola volta allattivit produttiva, e vengono di solito utilizzati nel corso dellanno finanziario FATTORI PRODUTTIVI AD UTILITA PLURIENNALE Partecipano pi volte allattivit produttiva, per pi anni 4

FATTORI MATERIALI Impianti materie prime

FATTORI IMMATERIALI Marchi - servizi

IL LAVORO Fattore originario e caratterizzato dal criterio di scambio compenso per la prestazione lavorativa DIMENSIONE STATICA Numero dei dipendenti divisi per tipo di funzione o mansione svolta. Rappresenta una parte importante per identificare il processo funzionale di unazienda e per capire e valutare i relativi andamenti, sono le persone a determinare il funzionamento di un azienda, positivamente e negativamente, con le proprie competenze professionali, esperienze e motivazioni, in relazione alle risorse disponibili, al mercato e allambiente di riferimento. DIMENSIONE DINAMICA Sistema di relazioni esprimenti lassetto organizzativo aziendale

RISORSE INTANGIBILI Condizioni interne (know how, motivazioni, qualit e struttura organizzativa) ed esterne (mercato e ambiente in cui si opera), determinanti per il funzionamento dellattivit aziendale, i risultati da raggiungere e la continuit nel tempo.

IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI O sistema operativo per il quale si intendono tutte quelle operazioni che le persone compiono sui fattori produttivi durante la gestione dellazienda stessa, legate tra loro da un rapporto di coordinazione in modo da formare un sistema che garantisca azioni indirizzate tutte al fine economico comune creazione di profitto con la produzione costante e continua nel tempo di ricchezza e/o valore. IL RAPPORTO DI COORDINAZIONE o RELAZIONE TEMPORALE Le operazioni vengono prima ipotizzate, poi pianificate e infine attuate. o RELAZIONE SPAZIALE 5

Contemporaneamente e in diversi reparti aziendali si svolgono operazioni, tutte finalizzate al coordinamento dei ruoli svolti dal personale, delle funzioni e servizi, in vista del risultato economico.

LORDINE AZIENDALE Equivale alla disposizione economica pi conveniente per listituto, quella volta al conseguimento di un equilibrio economico ed evolutivo che considera lazienda come un fenomeno di tempo che dura se pervasa da uno stato dordine, cio la coordinazione di tutti gli elementi che compongono lazienda e che concorrono alla sua attivit economica, in modo da programmare ed impostare ogni decisione ed operazione ed evitare e prevenire qualsiasi intervento che determini una situazione di caos. ORDINE SISTEMICO Collegare il momento decisionale o cognitivo dellazienda con il momento operativo nello spazio e nel tempo nel modo pi funzionale possibile e secondo convenienza economica. ORDINE COMBINATORIO Impiego dei singoli fattori della combinazione produttiva secondo particolari modalit quantitative qualitative spaziali temporali Una scelta non solo tecnica in merito al processo produttivo, ma che tenga conto anche di altre considerazioni, adottando politiche elastiche e non rigide in grado di adattarsi alle frequenti influenze esterne che impongono tempestive variazioni che si risolvono in provvedimenti di adattamento, o in interventi innovativi radicali. ORDINE DI COMPOSIZIONE Armonizzazione delle forze interne ed esterne lazienda, positive e negative. Un elemento in evoluzione per cui passa da una connotazione prettamente economica e statica ad una di carattere socio-ambientale in continuo divenire. Si distingue tra: o un macroambiente sistema politico-istituzionale, socio culturale, economico-generale oltre che fisico-naturale

o Un microambiente, costituito dagli altri operatori economici con cui lazienda interagisce sulla base degli scambi di mercato. Lazienda soggetta al manifestarsi continuo di forze che possono costituire, a seconda che siano favorevoli o sfavorevoli, opportunit o vincoli posti allattivit aziendale. E pertanto necessario lo studio e lanalisi delle forze ambientali, non solo per il funzionamento, ma anche per la progettazione dellazienda, per proiettare nel medio e lungo periodo gli andamenti aziendali sulla base dei quali pianificare il processo produttivo e/o la produzione di servizi.

LA CONVENIENZA ECONOMICA Principale parametro di riferimento dellordine aziendale, ovvero scegliere una combinazione produttiva in considerazione non della singola utilit di ciascuno stimato individualmente, bens in vista delleconomicit globale del complesso operativo che, mediante il loro impiego, possibile predisporre.

FINALITA DELLAZIENDA La finalit dellazienda consiste nella creazione di ricchezza e nella creazione di valore per lutilizzatore finale. Si realizza attraverso limpiego efficiente delle risorse disponibili, utilizzate nello svolgimento della funzione produttiva, distributiva e di consumo, per soddisfare in maniera efficace i bisogni e e le esigenze degli individui. Scopo dellazienda quindi laccrescimento del valore del bene o del servizio prodotto al fine d un suo collocamento nel mercato, tenendo conto dellevoluzione costante dei bisogni umani. Per raggiungere tale obiettivo lazienda raggiungere, conservare e migliorare un equilibrio economico durevole ed evolutivo, remunerare i fattori produttivi, raggiungere un risultato economico tale da ripagare il soggetto economico e i prestatori di lavoro per lopera svolta.

LEQUILIBRIO ECONOMICO Si raggiunge lequilibrio economico quando i ricavi della gestione sono tali da coprire i costi della stessa e da lasciare un margine per un compenso equo al capitale di rischio. I costi dei ricavi devono comprendere devono coprire anche i costi di rimpiazzo dei fattori produttivi, per assicurare il mantenimento della funzionalit dellazienda nel tempo. Questultimo uno dei tratti caratteristici che unazienda deve possedere: continuit nel tempo ed attitudine ad evolversi, adattandosi alle condizioni mutevoli esterne del mercato, dellambiente ed a quelle interne di comportamento. Si tratta dellapplicazione pratica del sistema degli ordini aziendali: sistemico combinatorio di composizione, condizione necessaria perch lazienda possa raggiungere lordine economico.

CLASSIFICAZIONE AZIENDE Lo studio delleconomia aziendale parte dal presupposto che tutte le aziende, anche quando appartenenti a settori economici differenti, perseguano la stessa finalit generale dellequilibrio economico e attuino le medesime modalit di gestione ispirate ai criteri di sistematicit, economicit ed autonomia. La classificazione delle aziende viene pertanto effettuata solo a riguardo degli aspetti tecnici e non economici. La prima distinzione viene fatta fra: le aziende le non aziende. CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE PER PARAMETRI: o OGGETTO DESTINAZIONE ATTIVITA PRODUTTIVA o SOGGETTO GIURIDICO o SCOPO o DIMENSIONE 7

CLASSIFICAZIONE PER OGGETTO ATTIVITA AZIENDE DI EROGAZIONE O CONSUMO Non sono legate al mercato, ma erogano la propria produzione alla collettivit, soddisfando direttamente i bisogni attraverso processi di erogazione e consumo di beni e servizi. Distinguiamo: aziende di consumo: famiglie, aziende erogatrici pubbliche (stato, regioni ecc) aziende di erogazione in senso stretto: enti morali di assistenza e beneficienza, enti non profit, altri enti volti al conseguimento di obiettivi sociali.

AZIENDE DI PRODUZIONE - IMPRESE Destinano la loro produzione di beni e servizi allo scambio con il mercato, attraverso la fissazione di un prezzo, soddisfano direttamente i bisogni umani tramite il processo di creazione della ricchezza. Aziende di produzione originaria: aziende minerarie, agrarie, dove le attivit aziendali sono volte ad acquisire materie prime / beni, come offerti dalla natura. Aziende di produzione derivata o Aziende industriali: trasformazione di materie prime per ottenere beni da destinare al consumo o Aziende mercantili: distribuzione di beni al consumo o Aziende di servizi: trasporti, telefoniche, assistenza tecnica o Aziende finanziarie: bancarie, assicuratrici

AZIENDE COMPOSTE Lattivit di produzione si intreccia variamente con quella erogativa (aziende agricole a conduzione familiare aziende sanitarie locali societ miste di servizi pubblici)

CLASSIFICAZIONE PER SOGGETTO GIURIDICO A seconda del condizione giuridica del soggetto cha assume diritti e obblighi per la conduzione dellazienda avremo: AZIENDE PUBBLICHE Il soggetto una persona giuridica pubblica o lazienda offre un servizio di natura pubblica AZIENDE PRIVATE o AZIENDE INDIVIDUALI Il soggetto di diritto una persona fisica, lazienda posta in essere da un unico individuo, titolare di diritti ed obblighi derivanti dallesercizio dellattivit svolta, si identifica con: LIMPRENDITORE: colui che esercita professionalmente lattivit di impresa (art. 2082 c.c.)

o AZIENDE COLLETTIVE O SOCIETARIE Hanno come soggetto giuridico pi persone fisiche o una persona giuridica: Societ di persone: il soggetto giuridico rappresentato dai singoli soci, titolari di diritti e obblighi derivanti dallattivit aziendale (es. Snc, societ in nome collettivo). Societ di capitali: il soggetto giuridico rappresentato dalla stessa societ, che risulta titolare di diritti e obblighi (Spa, societ per azioni, Sapa, Societ in accomandita per azioni, Srl, Societ a responsabilit limitata, Coop, Societ cooperative).

CLASSIFICAZIONE PER SCOPO AZIENDE FOR PROFIT Perseguono la finalit del profitto (il soggetto giuridico si appropria del guadagno dellazienda) aziende di produzione AZIENDE NON PROFIT Il profitto non destinato alloggetto giuridico, ma utilizzato per il miglioramento ed il potenziamento dellattivit dellazienda. aziende di consumo e di erogazione.

CLASSIFICAZIONE PER DIMENSIONE 9

RACCOMANDAZIONE UE 2003/361/CE 6 maggio 2003 Decreto Min.Att. Produttive 18 aprile 2005 MICROIMPRESA 10 persone fatturato o totale di bilancio annuo inferiore a due milioni di euro PICCOLA IMPRESA 50 persone fatturato o totale di bilancio annuo inferiore a 10 milioni di euro MEDIA IMPRESA 250 persone fatturato inferiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio inferiore a 43 milioni di euro

LE FIGURE CENTRALI AZIENDALI IL SOGGETTO ECONOMICO E la persona o il gruppo di persone che di fatto detengono il potere volitivo - di comando in azienda, attraverso il quale determinano gli indirizzi di fondo della gestione, prendono le decisioni strategiche, individuano gli obiettivi generali e le attivit per realizzarli, per adeguare i mezzi limitati al soddisfacimento dei bisogni della collettivit. Il soggetto economico coincide con il governo dellazienda ed anche il soggetto nel cui prevalente interesse viene svolta lattivit economica Il soggetto economico deve: Disporre del potere sufficiente per imporre la propria volont Avere le competenze manageriali (programmazione organizzazione controllo - leadership) Avere la volont di governare lazienda

Il soggetto economico sempre individuabile in una persona fisica: Nellimpresa individuale il proprietario limprenditore Nelle societ di persone o di capitali sono i soci

sempre che si abbia la volont di governare, le competenze necessarie e nel caso di societ la maggioranza dei voti in assemblea

IL SOGGETTO GIURIDICO E la persona o il gruppo di persone o ente nel cui nome viene esercitata lattivit imprenditoriale e a cui fanno capo i diritti e gli obblighi che da questa attivit derivano. La determinazione di tale responsabilit dipende in primo luogo dalla forma giuridica che lazienda ha prescelto. Spesso le figure di soggetto economico e giuridico coincidono, il caso delle aziende di piccola dimensione, e delle societ di persone, dove titolari e soci hanno il diritto di governare lazienda rispondendo con il proprio patrimonio personale con rischio patrimoniale illimitato. Nelle societ di capitali si attua una spersonalizzazione della societ stessa, che da vita ad unentit giuridica 10

con vita propria, distinta e separata dalle persone fisiche dei singoli soci, con responsabilit giuridica nei confronti dei terzi per i diritti e gli obblighi scaturenti dalle attivit della societ medesima. Il socio o azionista si assume il rischio economico, ma limitatamente alla quota di capitale che ha investito nellattivit, con esclusione del proprio patrimonio personale. Si assiste ad una separazione tra soggetto economico di diritto e soggetto economico di fatto. Questa separazione si concretizza nella figura dei manager, professionisti che, senza partecipare al capitale di rischio, n avere diretta responsabilit per le obbligazioni sociali, vedono delegarsi gran parte delle scelte della gestione e potere decisionale, in pratica la propriet trasferisce a terzi non proprietari il proprio diritto di esercitare il potere di controllo.

IL SOGGETTO ECONOMICO E LA CORPORATE GOVERNANCE LO STAKEHOLDER Nellambito dellampliamento della sfera dei soggetti il cui interesse nellazienda viene ritenuto prevalente, il soggetto economico deve tenere conto anche degli interessi degli stakeholders: individui che lavorano nellimpresa e per limpresa a vari livelli di responsabilit e coinvolgimento che hanno interessi legittimi da difendere e un qualche potere di condizionamento delle decisioni (possessori di quote del capitale non di controllo, dirigenti, dipendenti ecc. ovvero ogni soggetto diverso dagli azionisti e dai managers interessato alle vicende aziendali che in qualche modo abbia un motivo per legittimare una qualsiasi relazione con listituto e che possa contribuire direttamente o indirettamente al perseguimento della sua missione.

Dallesigenza di contemperare i diversi interessi coinvolti ci si pone obiettivo di un sistema di: CORPORATE GOVERNANCE Governo economico della societ di capitali che tenga conto e garantisca un equilibrio tra soggetti interni e soggetti esterni. Linsieme di principi, istituzioni e meccanismi che regolano lesercizio del potere di governo dimpresa (autorit), regolamentando i rapporti fra il soggetto economico e gli altri attori esterni ed interni rilevanti. I modelli di governante sono differenti da nazione a nazione, gli obiettivi del legislatore sono comunque comuni: Garantire il finanziamento delle iniziative dimpresa (convogliare il risparmio negli investimenti) Gestione efficace ed efficiente delle imprese Tutela del corretto funzionamento del sistema finanziario (tutela del risparmio) Massima soddisfazione degli interessi del soggetto economico: persone fisiche nei cui interessi prevalenti gestita lazienda Garanzia di un adeguato grado di soddisfazione degli altri stakeholder.

Distinguiamo diversi modelli di governo societario:

o PUBLIC COMPANY PROPRIETA APERTA 11

Tipico della realt anglosassone, perfeziona la separazione tra propriet e management Aziende di grandi dimensioni con azionariato diffuso che determina un interesse di qualificazione del capitale investito in tempi brevi (valore delle azioni dividendo). Il manager non ha punti di riferimento nella propriet e svolge in proprio le funzioni di indirizzo strategico. Il suo operato valutato in base al valore della societ sul mercato (indicatori di borsa). In questo modello si riscontra la piena indipendenza finanziaria.

o MODELLO CONSOCIATIVO PROPRIETA RISTRETTA Diffuso nei paesi europei ed in Giappone. Caratterizzato dalla concentrazione della propriet azionaria nelle mani di un gruppo ristretto di azionisti stabili, nessuno in posizione di assoluta preminenza sugli altri; dalla presenza delle banche e degli investitori istituzionali nella vita delle societ di capitali che influisce nella gestione dei problemi e delle decisioni. In queste societ necessario trovare un equilibrio fra gli interessi degli azionisti di maggioranza, degli azionisti minori e dei finanziatori. I manager hanno un elevata professionalit e svolgono un ruolo significativo, operando, a differenza del modello public company, con pi tranquillit, attuando politiche di investimento a medio e lungo termine. La presenza di finanziatori istituzionali, solitamente banche, garantisce tranquillit sul piano finanziario. Lazione di controllo interna alla societ.

o MODELLO PADRONALE PROPRIETA CHIUSA E il modello italiano, che potremo definire misto. La separazione tra propriet e management ridotta. La propriet tendenzialmente concentrata, un ruolo importante svolto dalle grandi famiglie, dai gruppi aziendali, dallo Stato. La maggior parte delle societ controllata da altre societ o da holding. Caratteristiche: Il proprietario azionista, imprenditore, manager operativo Scarso peso o assenza di azionisti di minoranza nel management Aziende non scalabili Valore rappresentato dal risultato economico distribuibile Potenziale finanziario scarso autofinanziamento indebitamento

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CORPORATE GOVERNANCE NEI PAESI EUROPEI Un buon sistema di corporate governante deve dividere lattivit di gestione dallattivit di controllo, vigilanza e supervisione. Le varie legislazioni europee affidano tale compito a diversi soggetti idonei, indipendenti ed autonomi incaricati di effettuare: Un controllo di legalit Un controllo di merito Un controllo di idoneit

Oltre alle funzioni di controllo troviamo lassetto istituzionale, composto dalle funzioni volitive (poteri di Comando) e le funzioni di gestione. Si tratta del livello direttivo amministrativo, di solito composto dallassemblea degli azionisti, da un organo amministrativo e da un organo di controllo. Troviamo diversi sistemi: SISTEMA TRADIZIONALE Dettato dallattuale ordinamento italiano. E composto da: o Assemblea degli azionisti: assemblea dei proprietari delle azioni. Costituisce lorgano volitivo a cui risulta giuridicamente attribuito il potere di comando. o Consiglio di amministrazione: a cui si demanda il potere di gestione della societ. o Collegio sindacale: organo di controllo della societ. I componenti (soci o no) sono nominati dallassemblea degli azionisti. Nella societ per azioni laffidamento dellamministrazione, deciso dallassemblea degli azionisti, si pu attribuire agli stessi soci che possono autonomamente amministrarsi, sia a soggetti terzi non soci.

SISTEMA DUALISTICO Previsto dallordinamento tedesco. o Assemblea degli azionisti: con minori competenze rispetto alla formula italiana. o Consiglio di sorveglianza: con funzioni di controllo non contabile e funzioni decisionali di livello strategico. o Consiglio di gestione: organo amministrativo a cui spetta esclusivamente la gestione dellazienda. La sua nomina spetta al Consiglio di sorveglianza. Il controllo contabile affidato a un soggetto esterno a ci specializzato (revisore contabile o societ di revisione).

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SISTEMA MONISTICO Paesi anglosassoni. o Assemblea degli azionisti: mantiene le attribuzioni tradizionali (organo volitivo di comando). o Consiglio di amministrazione: ha competenza esclusiva della gestione aziendale. o Comitato per il controllo della gestione: con compiti di controllo, di legalit e di corretta amministrazione. I suoi componenti sono scelti tra i membri del Consiglio di amministrazione ed assumono la duplice veste gestionale e di controllo della gestione stessa. Il controllo contabile affidato a un soggetto esterno a ci specializzato.

LORGANIZZAZIONE AZIENDALE DEFINIZIONE Interrelazione fra i vari soggetti che interagiscono nelle attivit aziendali

STORIA La prima forma di organizzazione descritta nella bibbia: a Mos viene suggerito che, per ridurre il carico di lavoro deve nominare un rappresentante ogni tot persone, in modo tale che a Mos vengano sottoposte solo le questioni pi importanti. Prima forma di organizzazione gerarchica.

SIGNIFICATI o Processo attraverso il quale linsieme di persone, che con il loro lavoro partecipano direttamente allo sviluppo dellattivit dellazienda, viene strutturato secondo principi di divisione del lavoro e coordinamento, sicch tale insieme acquisisce una struttura e diventa un sistema. o La funzione aziendale che svolge detto processo o Il risultato di detto processo: in questo termine il termine organizzazione pu essere considerato sinonimo di azienda (in inglese appunto organization)

Lorganizzazione aziendale si riferisce allinsieme delle attivit che consentono di realizzare il coordinamento e lintegrazione del lavoro allinterno dellazienda tanto che, una buona o cattiva organizzazione dello stesso, si ripercuote direttamente sul livello di efficienza ed efficacia che il sistema aziendale in grado di raggiungere. Da un punto di vista economico, lorganizzazione aziendale nasce proprio per effetto della divisione del lavoro che, se da un lato crea attivit specializzate pi produttive rispetto alle attivit generali, dallaltro rende necessario un loro coordinamento teso allunit. In questa prospettiva il coordinamento lessenza dellorganizzazione e le varie 14

soluzioni organizzative si differenziano per come lo realizzano. Le scelte organizzative condizionano i rendimenti delle risorse impiegate in azienda, influenzando la capacit di raggiungere, mantenere e migliorare lequilibrio economico e finanziario.

AZIENDE E MERCATO CARATTERI ESSENZIALI AZIENDA Non tutte le organizzazioni produttive possono qualificarsi come aziende, per chiamarsi tali devono possedere determinati caratteri: VISIONE SISTEMICA Implica fondamentalmente lintegrazione di tutte le operazioni, poste in essere per realizzare gli obiettivi dellorganizzazione. Consente di comprendere limportanza e la relativit di ogni comportamento.

AUTONOMIA Implica libert di decisione a livello strategico e operativo, in assenza di pressioni da parte di gruppi di potere esterni.

ECONOMICITA Implica la necessit che lintera attivit posta in essere dallorganizzazione produttiva sia permanentemente ispirata alla logica dellefficacia strategica e dellefficienza operativa. o EFFICACIA STRATEGICA Capacit dellorganizzazione produttiva di destinare le risorse disponibili alla realizzazione degli obiettivi vincenti prodotti di mercato. o EFFICACIA OPERATIVA Capacit dellorganizzazione produttiva di realizzare tali produzioni ai dovuti livelli qualitativi, con il minor dispendio di risorse disponibili.

Le strutture della pubblica amministrazione sono aziende? Pag. 5 lz. III. GESTIONE DI UN AZIENDA Ogni azienda si pu considerare come un organismo che scambia risorse diverse con vari soggetti. Lavoro salario. Materie prime e servizi pagamenti ecc.. DEFINIZIONE Si definisce gestione aziendale la funzione di guidare ogni giorno tutti questi interscambi, prendendo decisioni, al fine di conseguire il maggior utile possibile, compatibilmente con i vincoli esterni e la scarsit delle risorse. Si pu basare lattivit di gestione: Sul raggiungimento degli obiettivi aziendali management by objectives Sul controllo dei costi e dei prezzi management by figures 15

Sugli impegni di spesa management by appropriation Una combinazione di tutti

ATTIVITA DELLA GESTIONE AZIENDALE o PRODUZIONE PER IL MERCATO Complesso di azioni coordinate che consentono la trasformazione dei fattori produttivi acquistati in prodotti da collocare sui mercati di sbocco a prezzi rimuneratori. Tutto dipende dallambiente esterno e dai vincoli posti dal medesimo, variabili sulle quali basare gli obiettivi dellazienda.

o COMPORTAMENTO AZIENDALE Deriva dallinterazione tra risorse umane e tecnologie ed rivolto al raggiungimento degli obiettivi e alla produzione di risultati.

VARIABILI GESTIONE AZIENDALE La gestione industriale in funzione: Delle variabili ambientali. Delle variabili di contesto: o Variabili umane caratteristiche delle persone del sistema organizzativo qualificazione, atteggiamenti, motivazione. o Variabili sociali relazioni interpersonali allinterno del sistema organizzativo. o Variabili tecniche tecnologie. o Variabili organizzative: Struttura organizzativa Sistemi Stile di leadership

Tutte queste variabili vincolano la combinazione di fattori produttivi per il raggiungimento della convenienza. La vendita dei prodotti cos ottenuti per il tramite della combinazione produttiva, pone limpresa a contatto con i mercati di collocamento (o di sbocco). Su tali mercati lofferta dellimpresa si confronta con la domanda degli utilizzatori, ultimando con le operazioni di acquisto vendita liter del ciclo produttivo. 16

I FATTORI PRODUTTIVI La distinzione fondata sullattitudine che hanno i singoli fattori ad essere utilizzati una o pi volte. FATTORI A FECONDITA RIPETUTA Possono essere utilizzati per ripetuti cicli produttivi. Terreni edifici impianti macchine attrezzi ecc.. Possono anche non avere alcuna esistenza corporea o materiale: o diritti vari (di concessione ecc..) o costi di impianto sostenuti quando lazienda si costituisce (spese legali, pubblicit) la cui utilit economica si reitera nel tempo. Hanno un ciclo vitale, segnato dalla durata economica di tali fattori, allinterno del quale i mezzi monetari investiti dovranno essere recuperati.

FATTORI A FECONDITA SEMPLICE Esauriscono la loro utilit in un unico ciclo produttivo Materie prime e sussidiarie combustibili ecc.. Questi fattori sono sempre materiali.

LOBSOLESCENZA una condizione di natura economica nella quale possono trovarsi: Le strutture organizzative e operative dellimpresa, che diventano inidonee a consentire leconomico svolgimento dellattivit produttiva I prodotti che lazienda ha scelto di ottenere e vendere, allorch non possono essere pi collocati in quantit adeguate a prezzi rimuneratori.

Le cause principali sono: Il progresso tecnologico Imprese concorrenti in grado di offrire prodotti di qualit superiore al medesimo prezzo o anche inferiore, potendo produrre a costi unitari pi contenuti 17

Quando lobsolescenza investe i prodotti lazienda deve elaborare una nuova combinazione produttiva. Lobsolescenza pu anche colpire la conoscenza. Questo gap tra conoscenza aziendale e progresso tecnologico crescente e preoccupante, in quanto spesso rapido e imprevedibile, loscuramento della conoscenza tende ad essere irreversibile e deleterio. Non possibile porvi rimedio in tempi brevi, anche perch difficile capire quali conoscenze sono svanite, in quale misura e come rimpiazzarle.

I MEZZI MONETARI (RISORSE) Con lacquisizione dei fattori produttivi la struttura del capitale dellimpresa diventa in parte economica. Acquisiti i fattori produttivi essi devono essere combinati per ottenere le trasformazioni tecniche ed economiche dalle quali derivano i prodotti e i servizi. I mezzi monetari vengono utilizzati per acquisire i fattori produttivi. Tale uso di mezzi monetari viene denominato: costo di acquisto dei fattori produttivi. Costo dacquisto (Ci) = quantit del fattore (fi) per il suo prezzo (pi) Dalla combinazione dei fattori produttivi si ottengono i beni e/o servizi oggetto dellattivit produttiva dellazienda. Il prodotto finito viene collocato sul mercato, da questa operazione si ottiene il ricavo di vendita: fase terminale del processo produttivo. Ricavo (Ri) = quantit prodotto (Qi) per prezzo di vendita (Pi). Il ricavo costituisce nuovamente un mezzo monetario da utilizzare per le finalit dellazienda. Questa rotazione viene denominata circuito della produzione. Dal ricavo di vendita dipendono i flussi di reddito.

IL REDDITO DIMPRESA lincremento o decremento che la ricchezza disponibile alinizio di un periodo subisce per effetto dellattivit produttiva nel periodo considerato. IL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO La differenza tra ricavi e costi tende ad assumere consistenza diversa a seconda di come si evolvono nel tempo i cicli di vita di ciascuno dei differenti prodotti ottenuti e venduti allimpresa. Fasi del ciclo di vita: fase di introduzione: caratterizzata da basi volumi di vendita e da elevati costi per il lancio del prodotto; fase di sviluppo: comporta una forte crescita delle vendite accanto a costi (di pubblicit) ancora elevati; fase di maturit: prevede un rallentamento del tasso di crescita delle vendite e una riduzione sostanziale dei costi per vendere il prodotto; 18

la fase di saturazione: si qualifica per un elevato livello di vendite, ma in leggera diminuzione, prevede costi pi elevati per sostenere il prodotto; la fase di declino: comporta la riduzione dei volumi di vendita e dei costi, fino ad esaurimento della vita utile del prodotto.

Pertanto, il contributo del prodotto alla formazione del reddito, dipende dalla fase del ciclo nel quale si trova. Le aziende tendono perci ad essere multi prodotto, il reddito complessivo si sviluppa per compensazione tra i contributi dei differenti prodotti nelle differenti fasi del loro ciclo vitale. importante progettare il prodotto prevedendo lo sviluppo del suo ciclo di vita, e ideando, se possibile, mezzi di sostegno allo stesso (ad esempio assistenza tecnica post vendita), in grado di rendere il prodotto pi competitivo rispetto ai concorrenti.

IL CAPITALE DELLIMPRESA LE RISORSE MONETARIE Sono necessarie per acquistare i fattori produttivi ed avviare e rinnovare i cicli produttivi.

I FINANZIAMENTI Questi mezzi monetari possono rendersi disponibili per effetto di finanziamenti attinti da fonti esterne o per effetto del conseguimento dei ricavi al termine del ciclo di produzione. Insieme fanno parte del complesso dei mezzi finanziari che ingloba: denaro, titoli, crediti ecc.. Questo complesso costituisce il capitale dellimpresa, conferito interamente dallimprenditore e pertanto chiamato anche capitale dellimprenditore o pi comunemente capitale proprio. Si rappresenta indicando da un lato i mezzi da cui il capitale composto e dallaltro le fonti da cui i mezzi appaiono derivati. I finanziamenti attinti possono essere costituiti da: o CAPITALE DI PROPRIETA CONFERITO Conferimenti in denaro da parte dellunico proprietario nellimpresa individuale o dei soci nellimpresa di societ. o CAPITALE A PRESTITO Prestiti contratti nei confronti di terzi. Dove sussistono obblighi di restituzione a determinate scadenze.

Il capitale di propriet pu essere conferito sia alla costituzione dellazienda, sia in momenti successivi quando si manifesta la necessit. Ad esempio per finanziare pi ampie combinazioni produttive ed accrescere il volume delle attivit.

LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE PROPRIETA CONFERITO Va di pari passo con landamento delle vicende produttive. Quando il flusso dei ricavi appare insufficiente a coprire i costi della gestione si ricorre al capitale a prestito, a 19

remunerazione sicura, la cui entit viene fissata dalle condizioni contrattuali e prescinde dalla gestione positiva o negativa dellimpresa.

IL CAPITALE A RISCHIO Il capitale di propriet conferito viene definito a rischio per due motivi: La sua rimunerazione, lutile netto dellimpresa distribuito ai soci, residuale, lultima dopo che sono stati retribuiti tutti gli altri fattori. La sua rimunerazione a rischio perch pu esserci solo se lazienda in utile, pu non esserci se in perdita, in un caso come nellaltro, essa non ha limiti. La sua esistenza a rischio, pu scomparire se lazienda fallisce e viene messa in liquidazione.

TIPOLOGIA DI IMPRESA DAL PUNTO DI VISTA DELLAPPORTO DEL CAPITALE DI RISCHIO A MATRICE FAMILIARE Traggono da una singola famiglia tutti o la prevalenza dei fattori critici di produzione. Generalmente sono sottocapitalizzate. PUBLIC COMPANIES Societ con azionariato diffuso ed una separazione tra la funzione di propriet del capitale di controllo e quella direzionale. Generalmente sono ben capitalizzate, vista la larga base di raccolta. A BARICENTRO BANCARIO Traggono dalle banche non solo i finanziamenti, ma anche il capitale di rischio. Sono ben capitalizzate COOPERATIVE Tutti i lavoratori sono soci. In genere sono poco capitalizzate. IMPRESE STATALI Con azionista pubblico: enti pubblici, societ pubbliche. I FINANZIAMENTI ATTINTI Oltre al denaro e titoli rappresentativi troviamo: CREDITI DI FINANZIAMENTO Investimenti a rischio di mezzi monetari disponibili, che vengono prestati a terzi; CREDITI DI FUNZIONAMENTO Obbligazioni o diritti derivanti da temporanee dilazioni nel regolamento monetario di qualsiasi tipo di operazione, sostituiscono, seppure temporaneamente, uscite ed entrate di denaro, perci hanno natura monetaria. 20

STRUTTURA DEL CAPITALE DI UNIMPRESA IN FUNZIONAMENTO

ATTIVO: COMPONENTI FINANZIARI: o Denaro e titoli rappresentativi o Crediti di funzionamento o Crediti di finanziamento COMPONENTI ECONOMICI o Fattori produttivi A fecondit ripetuta A fecondit semplice

o Prodotti in lavorazione o Prodotti finiti PASSIVO: Debiti di finanziamento Debiti di funzionamento Capitale proprio allinizio del periodo Reddito del periodo (utile)

DINAMICA REDDITUALE E FINANZIARIA Varia a seconda che le operazioni che si compiono alimentino o meno lattivit definita caratteristica (o tipica), attivit volta a realizzare loggetto dellimpresa. Va distinta dallattivit accessoria, attivit strumentale (gestione patrimoniale) e complementare.

LA GESTIONE FINANZIARIA veicolare tanto per lattivit caratteristica che per quella accessoria, perch tutti i mezzi finanziari sono chiamati a finanziare lattivit nel suo complesso 21

LA GESTIONE PATRIMONIALE Riguarda solo le attivit complementari allattivit dimpresa. loperazione di investimento di tutti i mezzi monetari disponibili.

FATTORI E PROCESSI PRODUTTIVI Le diverse caratteristiche dei fattori produttivi e dei processi produttivi generano una vasta e differenziata gamma di situazioni. I processi produttivi possono concludersi in un giorno, investimenti e recuperi anche nellarco di poche ore (es. acquisti e vendite allingrosso). Processi che richiedono anni per essere completati (es. costruire un immobile). Occorrono tempi di recupero pi lunghi per i fattori a fecondit ripetuta, ottenuti con i ricavi rinvenienti dal collocamento dei prodotti realizzati col concorso di detti fattori. Tempi pi brevi per i fattori a fecondit semplice, il loro recupero legato unicamente al ricavo di vendita del prodotto.

LAUTOFINANZIAMENTO IL FLUSSO DEI RICAVI Produce la disponibilit di nuovi mezzi monetari corrispondenti alla nuova ricchezza (reddito positivo, utile) acquisita alleconomia dellimpresa quando i prodotti vengono venduti a prezzi rimuneratori (il volume dei ricavi si mantiene superiore al volume dei costi per lacquisizione dei fattori produttivi. I mezzi monetari investiti e poi recuperati (nel breve e lungo periodo) rimangono disponibili per periodi pi o meno lunghi di tempo, e comunque fino a che i fattori a fecondit ripetuta non avranno esaurito la loro utilit economica e dovranno essere rimpiazzati (autofinanziamento da reintegro degli investimenti in fattori a fecondit ripetuta).

AUTOFINANZIAMENTO IN SENSO PROPRIO Il solo risparmio degli utili netti, attuato in modo palese od occulto. Definisce la misura del finanziamento interno prodotto dai redditi positivi (utili) che non sono stati prelevati dagli aventi diritto (rimunerazione dei fattori produttivi) e sono rimasti inserviti nel complesso delle attivit dellimpresa. Si identifica non tanto nella misura degli utili risparmiati, quanto nel flusso degli utili conseguiti, parte dei quali possono riaffluire allesterno per rimunerare il capitale di propriet e parte possono essere mantenuti allinterno del sistema impresa. Nella misura in cui tale maggior ricchezza viene reinvestita, siamo di fronte ad un incremento di investimenti attuato con autofinanziamento.

AUTOFINANZIAMENTO IN SENSO IMPROPRIO Fa riferimento ai flussi finanziari interni prodotti dai ricavi, che ne sono la fonte, e non sol agli utili 22

conseguiti. Si riferisce a parti pi ampie di tali flussi, che includono sia il capitale autogenerato, corrispondente alla nuova ricchezza resa disponibile dalla gestione, sia il capitale rigenerato, corrispondente allentit dei mezzi monetari a suo tempo investiti nellacquisizione di fattori produttivi a fecondit ripetuta recuperati attraverso i ricavi.

Il fenomeno dellautofinanziamento sempre di natura finanziaria e si riferisce al capitale di origine interna. I termini proprio ed improprio designano differenti ampiezze del medesimo fenomeno: lautofinanziamento sempre propriamente denominato ed inteso fino a quando non si confonde con il finanziamento dei terzi. il procacciamento di mezzi finanziari, che limpresa attua nellambito della sua produzione medesima.

ORIGINI DEL SISTEMA CONTABILE Per sistema contabile intendiamo lannotazione delle operazioni contabili di unazienda, attuato fin dalla notte dei tempi. LA PARTITA SEMPLICE Fino al XV secolo tali fatti erano registrati con il metodo della partita semplice, una rubrica dove venivano annotate di volta in volta le nuove operazioni, senza alcun collegamento fra una voce ed unaltra e nessuna possibilit di riscontro e controllo incrociato. LA PARTITA DOPPIA FRATE LUCA PACIOLI 1494 Definisce per la prima volta, in termini sistematici, il metodo della partita doppia. Questo metodo prevede che per ogni operazione siano eseguite due registrazioni, in due conti distinti, i opposte sezioni (dare ed avere), per importi complessivamente uguali, in modo tale che il totale dei valori registrati nelle due sezioni sia sempre uguale. Il primo immediato vantaggio di tale metodo la possibilit di riscontro ed autocontrollo. Il secondo vantaggio dato dal fatto che con una determinata struttura del piano dei conti (tabella contenente tutti i conti utilizzati da unazienda per redigere la partita doppia), si pu avere una visione continua ed aggiornata della situazione economica e patrimoniale dellazienda. Le formule dare ed avere assegnate alle suddivisioni di una scheda di partitario sono puramente convenzionali (per non dire arbitrarie). Fonti della contabilit moderna: CODICE CIVILE LIBRO V IL BILANCIO Normativa di riferimento italiana. IV DIRETTIVA CEE 1978 Armonizzazione procedure in ambito CEE, recepite dallart. 2423 CC.

FUNZIONI AZIENDALI In azienda coesistono due funzioni fondamentali: 23

MERCANTILE O COMMERCIALE Collega lazienda con il mondo esterno e riguarda lacquisto di materie prime (uscite) e la vendita di prodotti o servizi (entrate).

INDUSTRIALE O TECNICA Sta allinterno dellazienda e riguarda i processi di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti (o erogazione di servizi).

METODI GESTIONE CONTABILE Da questa distinzione derivano due metodi di gestione contabile. CONTABILITA GENERALE Registra tutti i fatti amministrativi intercorsi tra lazienda e lambiente esterno. I dati rilevati sono quelli accertati, sono sintetici e sono storici. La contabilit generale, in contrapposizione alla contabilit semplificata, utilizzata per aziende con volume di affari ridotto e/o ditte individuali. la rilevazione e registrazione dei fatti esterni di gestione, tenuta con il metodo della partita doppia e secondo precise norme del Codice Civile.

CONTABILITA INDUSTRIALE Anche detta analitica, registra solo fatti di gestione interna. I dati possono essere analitici, riclassificando costi e ricavi rilevati dalla contabilit generale, possono derivare da previsioni o essere predeterminati, sono attuali.

LA RILEVAZIONE CONTABILE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE il metodo classico cosiddetto finanziario. Del tipo a partita semplice, incentrato sulle entrate (incassi) e uscite (pagamenti). Dato il carattere autorizzatorio del bilancio, nellazienda privata a consuntivo, stato privilegiato il carattere finanziario a discapito degli aspetti economici. LELEMENTO ECONOMICO Manca la necessit di rilevare i costi, anche perch molte aziende pubbliche lavorano in mancanza di redditivit, per assicurare servizi indispensabili alla popolazione. La rilevazione dei costi avrebbe inoltre comportato un ulteriore aggravio di costi, per giungere al risultato che il servizio prodotto comportava comunque una perdita in temi economici. LASPETTO PATRIMONIALE Non ha un grande peso nei bilanci pubblici. LA PARTITA DOPPIA In epoca non recente (1869) si era tentato di introdurre nel bilancio statale metodi contabili ispirati alla partita doppia. Questi tentativi furono abbandonati per la difficolt di applicare la partita doppia alla complessit del 24

sistema statale e per levidente impossibilit di trarre dal risultato economico una qualche indicazione utile. I DATI FINANZIARI Hanno invece una rilevazione di origine e quantit certe, trattandosi di flussi monetari concreti e reali. La sicurezza di questi dati risponde anche allesigenza di conoscere in quale modo viene fatto uso del denaro pubblico.

CONTABILITA ECONOMICA AZIENDE PRIVATE IL PIANO DEI CONTI Costituisce la base analitica su cui si costruisce il sistema contabile, imputando le singole scritturazioni, corrispondenti ciascuna ad un fatto gestionale. o CONTI NUMERARI Comprendono i dati relativi a denaro, valori ad esso assimilati, debiti e crediti. o CONTI ECONOMICI Accolgono valori relativi a costi, ricavi, capitale netto, ovvero le cause delle movimentazioni numerarie. In funzione di ogni scritturazione i conti numerari e di conti economici possono registrare variazioni in aumento o variazioni in diminuzione. o VARIAZIONI NUMERARIE Esprimono movimentazioni di denaro o di titoli ad esso assimilabili, registrando: il verificarsi di entrate/uscite di cassa o banca linsorgere o lestinguersi di: un diritto a riscuotere denaro CREDITO un diritto a pagare - DEBITO

o VARIAZIONI ECONOMICHE Rappresentano la causa delle variazioni numerarie e possono riguardare costi e ricavi di diversa natura.

Ad ogni operazione di gestione corrisponde una duplice registrazione REGOLA DEL FUNZIONAMENTO DEI CONTI LA DOPPIA REGISTRAZIONE VN+ --------- >VE+ 25

VN- --------- >VE-

Nella partita doppia ogni fatto gestionale costantemente rilevato sotto il duplice aspetto economico e patrimoniale, anche qualora non vi sia una manifestazione immediata di elementi finanziari. Esempi: Compro un oggetto pago una somma vado ad incrementare il patrimonio. Vendo un prodotto ottengo un introito monetario e un decremento patrimoniale. Arriva in magazzino un oggetto, la fattura relativa arriva a fine mese rilevo un debito (la fattura) -e lentrata della merce ad incrementare il patrimonio.

IL CICLO PRODUTTIVO Perch possa essere implementata la partita doppia perci necessario che venga attivato un ciclo produttivo. Allimmissione preliminare dei fattori produttivi, segue una modificazione della realt (prodotto, bene o servizio) con contestuale percezione di un prezzo (ricavo) da commisurarsi al costo.

LINVENTARIO INIZIALE La partita doppia viene applicata inizialmente, al momento dellimpianto dellazienda, con la formazione dellinventario iniziale. I punti qualificanti sono la descrizione e la valorizzazione dei beni patrimoniali (materiali ed immateriali) ed i rapporti con i terzi (crediti e debiti). LO STATO PATRIMONIALE Linventario corrisponde allo stato patrimoniale che viene redatto per ogni esercizio. Linventario fisico consente, anno per anno, di allineare il contenuto dello stato patrimoniale con la realt effettiva. Permette dinamicamente di conoscere, sino al termine dellimpresa, valori attivi e passivi ed il relativo saldo. alimentato, anno per anno, dal conto economico, ed in particolare dal risultato attivo o passivo del conto economico. IL CONTO ECONOMICO la rappresentazione contabile dei crediti e dei debiti. Il conto economico, anche denominato conto profitti e perdite, riassume i componenti positivi (profitti e ricavi) ed i componenti negativi (perdite o costi) di ogni esercizio ed la rappresentazione contabile dei ricavi e dei costi. Conto economico e stato patrimoniale costituiscono i documenti contabili compilati ed approvati ad ogni esercizio. La contabilit in partita doppia si realizza mediante la tenuta di scritture. Il saldo del conto economico in ogni esercizio uguale al saldo del conto patrimoniale, tenendo conto del principio che i valori provenienti dalla parte economica vanno ad influenzare i valori patrimoniali in positivo se viene realizzato un utile ovvero in negativo se viene conseguita una perdita.

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IL SISTEMA DEL PATRIMONIO E DEL RISULTATO ECONOMICO Ogni fatto di gestione esaminato: Nellaspetto finanziario: relativamente alle variazioni intervenute nella cassa, nei crediti, nei debiti, nei ratei, nei fondi rischi e oneri. Tale aspetto detto originario, in quanto di immediata percezione. Nellaspetto economico: relativamente alle variazioni intervenute nei costi, nei ricavi e nel patrimonio netto. Tale aspetto detto derivato, in quanto si coglie riclassificando le variazioni finanziarie che misurano variazioni economiche.

Il sistema del patrimonio e del risultato economico un insieme coordinato di scritture complesse con le quali si rilevano, nel duplice aspetto finanziario ed economico, i fatti di gestione allo scopo di determinare il reddito desercizio e il patrimonio di funzionamento.

I conti che lo costituiscono sono: CONTI FINANZIARI Sono accesi ai valori finanziari e accolgono in dare le variazioni finanziarie attive e in avere le variazioni finanziarie passive, e si classificano in: o Conti accesi ai valori di cassa o Conti accesi ai debiti e crediti o Conti accesi ai ratei, ai fondi oneri futuri e ai fondi rischi

CONTI ECONOMICI Sono accesi ai valori economici di patrimonio netto e di reddito, accolgono in dare le variazioni economiche negative e in avere le variazioni economiche positive. Si classificano in: Conti di patrimonio netto: accesi al patrimonio netto e alle sue parti ideali, accolgono le variazioni per nuovi apporti o per prelevamenti e per i risultati di gestione. Conti di reddito: accesi alle variazioni economiche (costi e ricavi) che incidono sulla formazione del risultato economico di uno o pi esercizi. Si classificano in: Conti accesi alle variazioni economiche desercizio o conti economici desercizio: accolgono costi e ricavi (e loro rettifiche) derivanti dallinvestimento e dal disinvestimento in fattori produttivi desercizio. Si classificano in: 27

o Conti accesi ai componenti ordinari del reddito desercizio o Conti accesi ai componenti straordinari del reddito desercizio Conti accesi ai valori pluriennali: accolgono i costi e le loro rettifiche derivanti dallinvestimento in fattori produttivi a medio lungo ciclo di utilizzo (fabbricati, impianti, avviamento, ecc..). Conti accesi ai costi e ricavi sospesi: accolgono costi e ricavi gi rilevati, ma di competenza degli esercizi futuri, e pertanto da sospendere dai componenti di reddito dellesercizio che si sta chiudendo.

CONTI PATRIMONIALI I conti finanziari, i conti di patrimonio netto e i conti di reddito accesi ai costi pluriennali e ai costi e ricavi sospesi sono detti conti patrimoniali. I loro saldi affluiscono nel prospetto del patrimonio di funzionamento, o situazione patrimoniale.

CONTI ECONOMICI DESERCIZIO I conti di reddito accesi ai costi e ricavi desercizio ordinari o straordinari, sono detti conti economici desercizio. I loro saldi affluiscono nel prospetto del risultato economico desercizio, o situazione economica.

REGOLE PARTITA DOPPIA Il metodo della partita doppia, applicato al sistema del patrimonio e del risultato economico, si basa sulle seguenti regole: Sono oggetto di rilevazione i soli fatti esterni di gestione, che derivano da scambi con i terzi e che originano una o pi variazioni finanziarie. Ogni operazione viene rilevata, dando luogo ad almeno due registrazioni, in dare ed in avere di due o pi conti, in modo che il totale degli addebitamenti sia uguale al totale degli accreditamenti. Le operazioni aziendali vengono rilevate nel momento in cui si manifestano le variazioni finanziarie entrate/uscite di cassa o aumenti/diminuzioni di crediti/debiti. Ogni operazione viene esaminata nellaspetto finanziario e nellaspetto economico. o Se si verificano pi operazioni finanziarie di segno opposto che si compensano tra di loro non vi sono variazioni economiche. o Se le variazioni finanziarie non i compensano tra di loro, esse misurano variazioni economiche. Le registrazioni vengono effettuate un due serie di conti coordinati a sistema (conti finanziari e conti economici), che accolgono valori espressi in ununica moneta di conto e che funzionano in modo antitetico (opposto) secondo le regole di registrazione gi viste.

Le operazioni aziendali possono dare origine a: Variazioni che interessano il solo aspetto finanziario: una o pi variazioni finanziarie attive (dare) corrispondono a una o pi variazioni finanziarie passive (avere) ha quindi luogo una permutazione finanziaria. Variazioni che interessano sia laspetto finanziario sia laspetto economico: 28

o Una o pi variazioni finanziarie attive (dare), misurano una o pi variazioni economiche positive (avere). o Una o pi variazioni finanziarie passive (avere), misurano una o pi variazioni economiche negative (dare). o Una o pi variazioni attive e passive, con preminenza del totale delle passive (avere), misurano una o pi variazioni economiche negative (dare). o Una o pi variazioni finanziarie attive e passive con preminenza del totale delle attive (dare) misurano una o pi variazioni economiche positive (avere). Variazioni che interessano il solo aspetto economico: una o pi variazioni economiche positive (avere) corrispondono a una o pi variazioni economiche negative (dare).

STRUMENTI DI RILEVAZIONE DELLA CONTABILITA GENERALE PIANO DEI CONTI Composto dal quadro dei conti e dalle note illustrative. PRIMA NOTA Scrittura elementare facoltativa, elenca in ordine cronologico le operazioni aziendali man mano che si verificano. GIORNALE IN PARTITA DOPPIA Scrittura complessa obbligatoria, elenca in ordine cronologico le operazioni aziendali man mano che si verificano. In esso devono comparire la descrizione delle operazioni e la descrizione dei conti da addebitare e da accreditare per le variazioni finanziarie ed economiche intervenute. MASTRO Scrittura complessa obbligatoria, riporta in ordine sistematico le operazioni in precedenza elencate sul giornale in ordine cronologico. formato dallinsieme dei conti indicati nel quadro dei conti. SITUAZIONI CONTABILI Prospetti in cui si elencano i conti di mastro con le movimentazioni subite, consentono di ottenere informazioni sugli andamenti aziendali. IL BILANCIO DESERCIZIO il documento che mette in evidenza il patrimonio di funzionamento e il risultato economico dellesercizio considerato. Viene redatto con i dati, classificati e strutturati, della situazione contabile finale.

LEQUILIBRIO ECONOMICO Lazienda ha lesigenza di sviluppare lattivit produttiva in modo tale che il valore economico della produzione risulti sistematicamente superiore al valore dei fattori che vengono consumati nel processo produttivo. Per questo si dice che lazienda crea valore. La concezione di equilibrio economico non pu che ritrovarsi laddove lazienda riuscita a produrre valore, a far 29

lievitare, attraverso la sua attivit organizzata, il valore dei fattori produttivi che ha utilizzato e consumato. La condizione di equilibrio economico nelle imprese, che stanno sul mercato secondo le regole della domanda e dellofferta, in competizione con altre imprese, tale quando il flusso dei ricavi: Permette la reintegrazione dei costi sostenuti per lacquisto dei fattori produttivi necessari alla produzione. Da un adeguato margine di profitto, inteso come espressione del valore creato dalliniziativa imprenditoriale.

LEQUILIBRIO FINANZIARIO Se si realizzano i presupposti dellequilibrio economico si realizza anche lequilibrio finanziario. I flussi delle entrate finanziarie (che misurano i ricavi), si presentano superiori ai flussi delle uscite finanziarie (che misurano i costi). Poich avvenga una coesistenza tra equilibrio economico ed equilibrio finanziario in un sistema di impresa, sono necessari idonei strumenti di accesso al credito, che permettono unadeguata correlazione tra il circuito degli investimenti ed il circuito dei finanziamenti, in modo che i ricavi vadano sempre a reintegrare tutti i costi, compresi quelli derivanti dalla copertura esterna, a titolo di prestito, di eventuali bisogni finanziari dovuti a sfasamenti tra uscite, necessarie per attuare gli investimenti, ed entrate, derivanti dal graduale processo di recupero degli stessi attraverso lacquisizione progressiva dei ricavi nella veste monetaria. EQUILIBRIO ECONOMICO SOGGETTIVO In senso pi ampio, importante nelle aziende a forma di impresa che i valori di redditivit soddisfino le attese del soggetto economico cha ha in esse investito. In tal caso si realizza una condizione di equilibrio economico soggettivo. La gestione dellimpresa, oltre ad assicurare il soddisfacimento delle attese minime del proprio soggetto economico, deve permettere di rimunerare congruamente anche il capitale e lattivit imprenditoriale. AZIENDE CHE NON OPERANO IN FORMA DI IMPRESA (Cooperative, associazioni, aziende pubbliche) In tali realt viene a mancare la rispondenza biunivoca tra valori economici e valori finanziari. Queste aziende puntano sostanzialmente alla realizzazione dellequilibrio finanziario tra entrate e uscite, senza che si realizzi lequilibrio economico da qui la scarsa economicit di tali tipi di aziende. Il valore dei fattori consumati e delle produzioni ottenute formato dai beni o servizi ricevuti o ceduti gratuitamente o a prezzi politici agli utilizzatori.

CONCETTO DI ECONOMICITA Si estrinseca nellefficace ed efficiente gestione delle risorse disponibili. Dipende dalla capacit dellorganizzazione aziendale di raggiungere un adeguato livello di composizione delle forze 30

interne ed esterne alla propria attivit economica Questo richiede la capacit di selezionare obiettivi che incontrano le attese degli operatori, nonch di ottenere i massimi rendimenti dallinsieme delle risorse utilizzate, col minor costo possibile. Adeguati livelli di economicit intesa come efficacia strategica ed efficienza operativa appaiono condizione necessaria e sufficiente per consentire allorganizzazione produttiva di sopravvivere agevolmente nel tempo in condizioni di equilibrio. Leconomicit intesa come lattitudine dellazienda ad offrire permanentemente adeguata remunerazione a tutti i fattori produttivi. Le imprese, pertanto, vivono in equilibrio economico e retribuiscono adeguatamente i fattori produttivi, se e quando la loro gestione si sviluppa con economicit, intesa in termini di efficacia strategica ed efficienza operativa.

IL REDDITO DIMPRESA REDDITO TOTALE Il reddito totale di impresa pari allincremento o al decremento che il capitale conferito dalla propriet (soci o imprenditore unico) ha subito per effetto di tutte le operazioni compiute in un determinato arco di tempo pari allintera vita dellimpresa.

Per la determinazione del reddito totale si prendono in considerazione: o i componenti positivi di reddito ricavi totali conseguiti.

o I componenti negativi di reddito costi totali sostenuti. Correlati al capitale finanziario differenza tra crediti e debiti.

REDDITO DI PERIODO Il reddito di periodo determinato, secondo i criteri utilizzati per il reddito totale, al fine della gestione e delle scelte strategiche da adottare. Prende in considerazione le medesime variabili considerate nella determinazione del reddito totale, ma riferite ad un arco di tempo predefinito.

I soggetti determinano il reddito di periodo indotti dalle seguenti esigenze: o Rappresenta un parametro di verifica delle strategie adottate. o Consente di misurare la ricchezza conseguita nel periodo per effetto della gestione che fa del limite alla quantit di utile prelevabile da parte dei proprietari soci. o Da informazioni ai soggetti terzi interessati sulla misura dei redditi relativi a differenti periodi e sulla composizione del capitale nel tempo. o previsto per legge, in relazione alla tipologia e alla dimensione aziendale. o Serve per determinare il reddito fiscalmente imponibile. 31

RIPARTIZIONE DEI COSTI Come prima operazione, bisogna ripartire i costi nel tempo e nello spazio.

I costi si dividono in: o ORIGINARI Relativi allacquisto dei fattori produttivi (fattori x prezzo dacquisto). o DERIVATI O costi di imputazione sono il risultato dei costi dei fattori produttivi a fecondit ripetuta ripartito in funzione delle variabili di tempo e spazio.

RICAVI Stessa divisione va fatta per i ricavi: o ORIGINARI O ricavi entrata relativi alla vendita dei prodotti (prodotti x prezzo di vendita) o DERIVATI O ricavi imputazione sono il risultato di riclassificazione dei ricavi originari un funzione delle variabili di tempo e spazio necessarie per passare dai ricavi delle produzioni vendute ai ricavi di periodo o di definite attivit produttive (es. una commessa complessa)

LA COMPETENZA ECONOMICA Per operare questa suddivisione necessario avere ben chiaro il concetto di competenza economica, ossia le condizioni che vengono assunte come utili per individuare i costi e i ricavi da considerare di pertinenza di una dato periodo, dalla differenza dei quali scaturisce la misura di reddito attribuibile ad un dato periodo. o Si ritengono compiuti in un definito periodo solo i processi produttivi che si sono chiusi con il conseguimento dei ricavi, e per i quali sia stata effettuata la relativa prestazione da parte dellimpresa. o Saranno considerati in corso di svolgimento i processi produttivi nei quali i ricavi non sono stati ancora conseguiti, ed i processi nei quali, pur essendo stati conseguiti dei ricavi, devono essere ancora effettuate dallimpresa tutte le prestazioni o parte di esse. I costi e i ricavi relativi a processi ancora in corso competeranno ai periodi successivi, nei quali i processi avranno compimento col conseguimento dei ricavi o col completamento delle prestazioni ancora da effettuare.

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STRUTTURA REDDITO PERIODO INTERMEDIO La struttura del reddito di un qualsiasi periodo intermedio tn 1 /tn differisce da quella riferita allarco di tempo t0 t1 a ragione dei legami che il periodo ennesimo rappresenta con il passato. Tali legami sono ovviamente assenti nel reddito del primo periodo di vita dellimpresa. Il reddito del periodo ennesimo include anche un primo strato di componenti, formato dai costi e dai ricavi provenienti dal precedente periodo e trasferiti alla competenza del periodo ennesimo. La maggiore difficolt sorge per la valutazione delle operazioni in corso rimanenze a fine periodo, si utilizzano pertanto i seguenti criteri: IPOTESI CONTINUITA DI GESTIONE Limpresa continua a funzionare normalmente dopo il tempo n. La sua attivit di produzione continua a svolgersi nel tempo futuro. I valori delle operazioni in corso (beni disponibili per produzioni future obbligazioni da soddisfare) sono determinati tenendo conto di come potranno svolgersi le future vicende produttive. Il valore delle obbligazioni (passivit) determinato dalla quantit di risorse finanziarie necessarie per estinguerle. Per quanto riguarda le attivit (beni materiali e immateriali), il loro valore in funzione dei ricavi futuri che chiuderanno le combinazioni produttive, consentendo o meno il recupero di tali investimenti. Il valore dei beni sar quindi legato al prezzo che si presume di poter realizzare dalla loro vendita (realizzo diretto) o dalla vendita dei prodotti ottenuti con tali beni (realizzo indiretto).

I valori di presumibile realizzo diretto e indiretto rappresentano, in unimpresa che si ipotizzi in funzionamento, i valori massimi che possono essere assegnati alle attivit che costituiscono il capitale lordo di funzionamento al tempo tn. Eventuali valori assegnati oltre tali limiti, in quanto irrealizzabili nelle prospettive della futura attivit di impresa, risulterebbero vuoti di contenuto economico e certamente non ragionevoli. Lipotesi di normale funzionamento implica che limpresa continui a svolgere la sua attivit nel tempo, cio deve mantenere condizioni di equilibrio, ottenendo un flusso di ricavi tale da consentire il recupero di tutti i mezzi monetari investiti nelle combinazioni produttive ed il guadagno di nuova ricchezza.

PRINCIPIO DI PRUDENZA Per rendere la misura del reddito assegnato al periodo pi attendibile, nella consapevolezza che i valori assegnati ai periodi futuri avranno larga probabilit di verificarsi, occorre scegliere tra tutti i valori possibili, quei valori di riferimento che hanno la pi elevata probabilit di realizzarsi. Pertanto necessario inserire nel processo valutativo la logica del principio di prudenza: i valori da assegnare alle attivit sono definiti scegliendo i pi bassi tra quelli ragionevoli, in quanto hanno maggiore probabilit di essere recuperati se il prezzo di realizzo maggiore. Solitamente i valori pi bassi sono quelli di costo.

PRINCIPIO REALIZZAZIONE DEI RICAVI 33

Gli utili futuri presunti (vendita dei prodotti a prezzi superiori al costo), non vengono anticipati a vantaggio del periodo considerato, appartenendo al periodo in cui saranno realizzati attraverso il reale conseguimento dei ricavi - principio della realizzazione dei ricavi.

PRINCIPIO DELLA RAGIONEVOLEZZA Questa esigenza inclusa nel principio della ragionevolezza. Non ragionevole consegnare ai periodi futuri beni, materiali e utilit economiche per un valore superiore a quello che si ritiene recuperabile.

CONVENZIONI I valori dei processi in corso di svolgimento, da consegnare ai periodi futuri, debbono pertanto essere assegnati secondo le seguenti convenzioni: o Le attivit debbono essere valutate al costo di acquisizione o di produzione presumibile valore di realizzo convenzione del minor valore per le attivit o convenzione del costo. o Le passivit debbono essere iscritte al valore per cui lobbligazione sorta valore nominale o al valore di presumibile estinzione (se superiore) convenzione del maggior valore per le passivit. o necessario anticipare a carico del periodo quote di costi futuri presunti probabile manifestarsi di rischi che gi gravano sulla gestione al tempo tn e sono nettamente rilevabili - rischi specifici.

LA LOGICA DELLA COMPETENZA Ha come obiettivo quello di meglio evidenziare come il reddito di un periodo ennesimo scaturisca dalla contrapposizione tra i ricavi di competenza del periodo stesso ed il valore (costo) di tutti i fattori produttivi che sono stati consumati per realizzare la produzione venduta (relativi costi). Si parte dal tetto del conto del reddito i ricavi e si detraggono i consumi delle differenti categorie di fattori produttivi, opportunamente organizzati in modo da pervenire a significativi risultati intermedi, particolarmente utili a chi sviluppa analisi di bilancio per acquisire significative informazioni sulle modalit di formazione della ricchezza allinterno delle differenti gestioni (caratteristica, accessorie ecc.) o delle attivit produttive aziendali.

IL VALORE AGGIUNTO Per verificare la produttivit aziendale e quindi lefficienza interna dellimpresa, necessario capire se lattivit produttiva genera valore aggiunto, partendo dallanalisi dei valori in essa inizialmente impiegati. Il valore aggiunto (anche abbreviato VA), o plusvalore, la misura dell'incremento di valore che si verifica 34

nell'ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi grazie all'intervento dei fattori produttivi: capitale e lavoro. L'impresa acquista beni e servizi necessari a produrre altri beni e servizi. La differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo il valore aggiunto. Pertanto si pu dire che esso una misura dell'incremento lordo del valore risultante dell'attivit economica. Permette di capire lattitudine dellimpresa a: Produrre ricchezza; Distribuire ricchezza tra i fattori che partecipano a tale produzione.

In tal senso il valore aggiunto pu essere inteso come: segnalatore di economicit: capacit dellimpresa di rimunerare stabilmente e congruamente i fattori produttivi; capacit di sopravvivenza sul mercato.

LA PRODUTTIVITA O RENDIMENTO il rapporto tra la quantit fisica del prodotto ottenuto (ottenibile) e la quantit fisica di ogni singolo fattore consumato (consumabile) per realizzare il prodotto rendimento fisico del fattore produttivo. I rendimenti dei fattori non rimangono costanti nel tempo, partecipando a differenti combinazioni produttive. INCREMENTO DI PRODUTTIVITA DI UN FATTORE PRODUTTIVO Si verifica quando per ottenere lo stesso prodotto c un minor impiego del fattore in considerazione. Con riferimento ad una fase, ad un intero ciclo produttivo o a processi che utilizzano differenti tecnologie, lunico confronto possibile in termini economici: valorizzando i consumi dei fattori con la considerazione del prezzo degli stessi. I COSTI DI PRODUZIONE La comparazione avviene tra costi di produzione quantit dei fattori impiegati, moltiplicate per i prezzi relativi riferiti a prodotti di livello quantitativo definito.

Per definire la produttivit di un fattore necessario che i costi (ed i ricavi) originari nel tempo e nello spazio, vengano attribuiti alle singole produzioni ottenute (e vendute) in un definito periodo.

LE AREE PRODUTTIVE CENTRI OPERATIVI I costi e i ricavi possono essere riferiti ad aree produttive o a singoli prodotti ottenuti con il contributo di una o pi aree operative. Le aree produttive corrispondono ai centri operativi, che derivano da una divisione spaziale dellattivit produttiva dellimpresa.

I CENTRI DI COSTO O PROFITTO A un centro operativo non corrisponde necessariamente un centro di costo (o di profitto) di uguale ampiezza, perci si ripartisce il costo o il ricavo tra pi centri operativi (aree produttive). 35

Le variabili tenute sotto controllo nei centri di costo, possono identificasi con la somma dei costi dei differenti fattori che si ritengono utilizzati (o utilizzabili, se la determinazione riferita a produzioni non ancora eseguite) per ottenere loutput del centro di costo.

Le variabili tenute sotto controllo nei centri di profitto possono identificarsi nella differenza tra ricavi e costi relativi alla produzione del centro. Un centro di profitto si identifica con ogni area di produzione che vende il suo output o lo cede ad altri centri di produzione o di vendita.

CENTRO DI PRODUZIONE Ogni centro di produzione vende o ipotizza di vendere la sua produzione di beni o servizi, realizzando un profitto pari alla differenza tra il costo di produzione ed il ricavo di vendita o quello connesso alla cessione ad un altro centro delle quantit di prodotto ottenuto o da ottenere.

IL PREZZO DI TRASFERIMENTO Per un corretto funzionamento dei centri di profitto necessario determinare un equo prezzo di trasferimento dei vari prodotti o servizi dai centri produttori intermedi a quelli finali e da quelli finali ai centri di vendita.

possibile anche considerare unitariamente le aree di produzione e distribuzione, coordinando le attivit tra le aree interessate in base a piani gi definiti e discussi dove ogni centro responsabile sia dei costi di produzione che dei costi di vendita.

Con questo metodo si realizza il superamento delle barriere tra produzione e vendita, evitando gli artifici connessi alla concezione di centro di profitto legata al prezzo di trasferimento.

In ogni caso si rileva che coloro che hanno il compito di gestire le risorse, sono responsabili delle variazioni di profitto o in generale del risultato economico derivanti da un impiego delle stesse in modo differente da quello previsto nella soluzione ottimale.

ANDAMENTO DEI COSTI I costi, come pure i ricavi, si ripartiscono: Nel tempo: secondo il principio della competenza economica (consiste nel tener conto che nel periodo considerato per la redazione del conto economico, si presentano costi o ricavi che avranno correlativo ricavo o costo in un altro periodo rispetto a quello considerato); Nel tempo e nello spazio: per aree produttive, processi e prodotti. 36

I costi possono variare anche in base al volume produttivo. Le variazioni dei costi possono scaturire in base alle scelte operate dallazienda, modifica della struttura o del grado di sfruttamento della stessa. Oggetto di indagine sono i costi relativi a fattori utilizzati per attivare e perpetuare linsieme dei processi produttivi dellimpresa. I costi in questione vengono calcolati prima del loro verificarsi (valori congetturali a supporto delle decisioni di gestione). Ai fini decisionali rileva losservazione dellandamento dei costi di produzione nel tempo e nello spazio, possibile grazie ad appropriati strumenti di indagine comparativa ( es. analisi differenziale: formulazione delle scelte aziendali in termini economici convenienza ad agire in termini di massimizzazione del reddito dimpresa ecc..) SUDDIVISIONE DEI COSTI COSTI FISSI O COSTANTI Che a una data unit di tempo non variano al variare del volume produttivo, sino al limite estremo che rappresentato dalla massima utilizzazione delle strutture disponibili, dopo di che subiscono bruschi incrementi qualora la dimensione produttiva dovesse svolgersi a volumi pi elevati. o LA SCALA DI PANTALEONI Rappresenta graficamente con riferimento ai costi dimpianto landamento di tali costi

COSTI VARIABILI Subiscono modifiche al variare del volume produttivo

VERIFICA ANDAMENTO DEI COSTI Ogni impresa, per una corretta verifica dellandamento dei costi, deve: Stabilire una produzione base (congetturale o assunta da dati consuntivi) Definire il segno e lampiezza delle variazioni previste rispetto alla produzione base nel periodo di tempo considerato

A questo punto possibile verificare landamento degli elementi di costo in relazione alla variazione di struttura e per quali cause.

IL PUNTO DI PAREGGIO BREAK EVEN POINT Per misurare lefficienza interna dellimpresa, oltre che la conoscenza dei costi, necessaria la conoscenza del volume minimo di produzione/vendita in corrispondenza del quale i ricavi totali riescono a coprire i costi totali punto di pareggio o break even point dal quale, o fino al quale, si inizieranno ad avere utili o perdite. IL DIAGRAMMA DI REDDITIVITA lo strumento concettuale volto a risolvere questo problema. alla base di importanti relazioni di tipo matematico: pu essere considerato unestensione delle relazioni espresse da una serie di conti economici, caratterizzati ognuno da un diverso volume di attivit. 37

IL BUDGET Il diagramma di redditivit viene utilizzato per la costruzione di budget flessibili e quale strumento di supporto alla pianificazione di breve periodo, in quanto in grado di fornire, per qualsiasi volume di produzione e di vendita, il previsto risultato reddituale.

Date le ipotesi semplificatrici e le astrazioni che caratterizzano il modello, esso deve essere considerato un punto di partenza per ulteriori analisi, in base al quale formulare decisioni strategiche.

o IPOTESI DI MODELLO DI BUDGET Identit tra quantit prodotta e venduta Prezzo unitario di vendita costante Costi variabili proporzionali Produzione assolutamente omogenea nel tempo e nello spazio Si deve trascurare ogni riferimento allaspetto qualitativo della produzione Individuare la capacit massima degli impianti I costi fissi devono restare invariati I valori di prezzo e di costo previsti, assumono condizione di certezza.

Il tutto presuppone che il processo produttivo si svolga in condizioni di normalit nel periodo interessato allindagine.

Il diagramma di redditivit deve essere interpretato senza trascurare queste considerazioni, tenendo conto dellapprossimazione che comporta la problematica della scissione dei costi tra la componente fissa e quella variabile tramite apposite tecniche di separazione, basate su dati consuntivi (rilevazioni storiche) oppure congetturali (standard). Il complesso di operazioni che porta alla costruzione del diagramma di redditivit costituisce lanalisi aziendale.

IL FABBISOGNO FINANZIARIO Per individuare il fabbisogno finanziario di unimpresa opportuno riclassificare gli investimenti, che costituiscono lattivo del capitale, in relazione alla loro destinazione e le fonti di finanziamento in rapporto al vincolo che le lega alleconomia dellimpresa. GLI INVESTIMENTI Si possono distinguere in due gruppi 38

o IMMOBILIZZAZIONI Riguardano tutte quelle risorse monetarie, investite in fattori a fecondit ripetuta, che non possono essere distolte dallattuale destinazione, pena linterruzione dellattivit aziendale o il verificarsi di riflessi negativi sulla capacit dellimpresa di mantenersi in condizioni di equilibrio economico finanziario nel tempo. Sono immobilizzati tutti gli investimenti che contribuiscono alla determinazione di un fabbisogno finanziario durevole.

Sono immobilizzazioni: Le scorte di fattori a fecondit semplice e di prodotti, necessarie ad evitare una forzata interruzione dei processi produttivi e/o delle vendite aziendali; I crediti verso i clienti, fisiologicamente necessari per mantenere un adeguato livello di sbocco ai procedimenti; Le scorte monetarie liquide, necessarie per le spese di minimo importo; Le partecipazioni in imprese controllate e/o collegate, che si ritiene di dover mantenere nel tempo; I fattori a fecondit ripetuta materiali ed immateriali, recuperabili solo entro il breve periodo; I crediti di finanziamento; Gli investimenti accessori, di tipo patrimoniale e/o finanziario.

o DISPONIBILITA Sono rappresentate da tutti quegli investimenti che possono essere distolti dallattivit aziendale senza pregiudicarne lo svolgimento Rappresentano disponibilit tutti gli elementi che generano un fabbisogno temporaneo.

Sono disponibilit: Le scorte monetarie liquide eccedenti quelle minime necessarie per le transazioni di minimo importo; Gli investimenti in attivit accessorie agevolmente recuperabili; Le scorte di fattori a fecondit semplice e di prodotti eccedenti quelle funzionali, acquisite per motivi speculari o di convenienza operativa; I fattori a fecondit ripetuta e i crediti di finanziamento, per la parte recuperabile entro lanno.

Le risorse finanziarie investite in attivit disponibili possono essere agevolmente smobilizzate nel breve periodo attraverso il realizzo diretto o indiretto tramite i ricavi, generando cos un fabbisogno temporaneo di finanziamento. 39

LE FONTI DI FINANZIAMENTO In relazione al vincolo di tempo che lega le risorse finanziarie allazienda, possiamo operare una suddivisione tra le fonti finanziamento.

o PASSIVO CORRENTE Debiti a breve scadenza. La sua estinzione richiede risorse finanziarie entro un breve periodo di tempo (convenzionalmente un anno); Nel passivo corrente si inseriscono: I debiti formalmente a breve (verso banche per c/c passivi); Parti in scadenza di debiti a medio e lungo termine; Parte di utile di esercizio prelevata o assegnata sotto forma di dividendo; Debiti verso fornitori, eccedenti quelli fisiologici; Parte del fondo di indennit di fine rapporto TFR che si riferisce ai dipendenti che cessano entro lanno la loro attivit;

o PASSIVO CONSOLIDATO Debiti a media e lunga scadenza. Per lestinzione concesso un lasso di tempo pi ampio (oltre un anno); Nel passivo consolidato vanno inseriti: Il capitale di propriet dellimpresa, meno la parte di utile di esercizio assegnata a dividendo; I debiti fisiologici verso fornitori, i quali, pur nel continuo rinnovarsi, rappresentano un finanziamento che permane allinterno dellimpresa e quelli verso dipendenti per salario differito TFR, meno la componente da corrispondere entro lanno.

o CAPITALE PERMANENTE Si lega alleconomia dellimpresa. rappresentato dal capitale di propriet che presente fino a che non non viene disperso a causa delle perdite.

Per una struttura finanziaria equilibrata sarebbe auspicabile unadeguata eccedenza del capitale permanente rispetto alle immobilizzazioni a fabbisogno rigido, che contribuirebbe a conferire allimpresa una adeguata elasticit finanziaria di tipo strategico.

In relazione alla funzione che gli investimenti e le fonti sono chiamati ad assolvere allinterno del sistema produttivo si separano gli investimenti che concorrono a formare la struttura dellimpresa, da quelli necessari per 40

assicurare il funzionamento della struttura stessa.

Distinguiamo: IL CAPITALE FISSO Capitale che non si consuma nel corso di ogni singola produzione, ma serve a pi produzioni singole: o Fattori a fecondit ripetuta, materiali o immateriali; o Crediti di finanziamento; o Partecipazioni di controllo.

IL CAPITALE CIRCOLANTE Capitale che si consuma ad ogni singola produzione e deve essere reintegrato per intero: o Disponibilit liquide immediate; o Crediti di funzionamento; o Scorte di fattori a fecondit semplice e di prodotti.

Il capitale circolante non pu essere confuso con il concetto di disponibilit prima considerato. Non pu esistere sovrapposizione tra la concezione di capitale fisso (attivo fisso) e quella di immobilizzazioni.

LAUTOFINANZIAMENTO unulteriore fonte di finanziamento del quale lazienda pu servirsi per il suo fabbisogno finanziario, capace di produrre un miglioramento del preesistente rapporto tra investimenti e mezzi finanziari attinti da terzi o conferiti alla propriet. Lautofinanziamento corrisponde alla differenza tra le entrate correlate ai ricavi e le uscite connesse ai costi dei fattori produttivi, relativi alla produzione venduta nel periodo. Occorre considerare che le risorse finanziarie generate dai ricavi devono essere immediatamente reimpiegate nellacquisizione di fattori della stessa specie, al fine di mantenere lo stesso livello di attivit operativa. Le risorse finanziarie, liberate dai ricavi che astrattamente possono essere considerate a fronte delle perdite di valore dei fattori a fecondit ripetuta (ammortamento), rimangono a disposizione dellazienda, che pu utilizzarle per coprire il fabbisogno finanziario derivante da altri investimenti o per rimborsare prestiti contratti in precedenza. Le risorse finanziarie liberate dal conseguimento dei ricavi che nellesercizio realizzano lammortamento economico, rappresentano la rigenerazione del capitale precedente investito in fattori a fecondit ripetuta, che pu essere temporaneamente distolto fino al momento del rinnovo dei fattori dalla destinazione originaria e diversamente utilizzato per finanziare altri investimenti. La misura dellautofinanziamento di un periodo non corrisponde necessariamente allincremento di risorse monetarie a disposizione dellimpresa. La parte monetaria dellautofinanziamento si otterr facendo la differenza tra ricavi e costi monetizzati nel periodo. La parte non monetaria sar data dalla somma algebrica delle variazioni intervenute nella consistenza delle scorte e dei crediti e debiti di funzionamento. 41

METODO DI CALCOLO

o METODO REDDITUALE DIRETTO Formula calcolo: A = (V Cffs)

A Autofinanziamento V Ricavi inerenti alla produzione venduta nel periodo Cffs Consumo dei fattori a fecondit semplice per realizzare la produzione venduta nel periodo

Per misurare lautofinanziamento in senso ampio si fa ricorso alla somma delle componenti del reddito alle quali nel periodo di riferimento si associano le variazioni finanziarie.

o METODO PATRIMONIALE INDIRETTO Formula calcolo: A = (Rn + Cffr + Pfp + Cfp)

Rn = Reddito netto Cffr = Consumo dei fattori a fecondit ripetuta Pfp = Perdite future presunte Cfp = Costi futuri presunti

Per misurare lautofinanziamento a livello patrimoniale utilizzando il metodo diretto necessario calcolare la variazione degli investimenti che si determinata in un definitivo periodo di tempo e compararla con le variazioni intervenute, nello stesso periodo, dei debiti di ogni tipo e del capitale netto di origine extra gestionale.

o METODO PATRIMONIALE DIRETTO Formula calcolo: A = ( I ( D + Ne) I = Variazione degli investimenti D = Variazione dei debiti Ne = Variazione di capitale netto di origine extragestionale (aumenti di capitale di conferimento, rimborsi di capitale e dividendi assegnati ai soci). 42

CALCOLO VARIAZIONE INVESTIMENTI Per determinare correttamente le variazioni effettive degli investimenti intervenute nel periodo considerato, occorre tener conto degli abbattimenti di valore calcolati sui fattori a fecondit ripetuta per effetto del loro logorio economico, e sugli elementi dellattivo per effetto delle perdite future presunte.

CALCOLO VARIAZIONE DEBITI Per determinare la variazione dei debiti bisogna far riferimento ad ogni tipologia di debiti e considerare le variazioni intervenute nei ricavi anticipati

LA VARIAZIONE DEL CAPITALE ALLAUTOFINANZIAMENTO

CIRCOLANTE

NETTO

CCN

IN

RELAZIONE

Lassenza di componenti positivi o negativi di reddito, non derivanti dalla gestione corrente, sono il presupposto in presenza del quale si verifica corrispondenza tra autofinanziamento e variazioni di capitale circolante netto della gestione corrente. Il capitale circolante netto indica quanto i crediti a breve termine (es. crediti verso clienti) insieme alle disponibilit di magazzino facilmente convertibili in moneta, consentono di fronteggiare le scadenze a breve (es. debiti verso fornitori). Vengono sintetizzati i rapporti tra le operazioni che caratterizzano la gestione corrente delle imprese e le variazioni analitiche di capitale circolante netto che ad esse si associano. In pratica il capitale circolante netto esprime la situazione di liquidit dellazienda, ossia la sua capacit di far fronte alle obbligazioni a breve termine attraverso flussi finanziari generati dalla gestione tipica dellimpresa. Effetti dellautofinanziamento in tempo ampio sulleconomia dellimpresa: Il capitale che proviene da fonti proprie migliora la struttura e il grado di autonomia finanziaria dellimpresa. Grazie allautofinanziamento si pu ottenere: Un aumento degli investimenti, a parit di fonti finanziarie esterne, a parit di investimenti; O una diminuzione del ricorso a fonti finanziarie esterne, a parit di investimenti; O, pi probabilmente, un aumento (una diminuzione) degli investimenti pi (o meno) che proporzionalmente rispetto a quello (quella) delle fonti esterne di finanziamento.

Questi miglioramenti: saranno temporanei per la parte relativa allutile da destinare a dividendo e per le risorse finanziarie a fronte dei costi futuri; Saranno durevoli per la parte corrispondente agli utili da destinare a riserva;

La parte di capitale fisso rigenerata attraverso i ricavi determina una trasformazione di attivo fisso in capitale circolante netto CCN, perch gli investimenti che costituiscono la struttura produttiva si trasformano in investimenti volti a favorire lutilizzo della struttura e a recuperare linsieme degli investimenti in essere CCN, 43

Laumento di capitale CCN pu avvenire sotto varie forme: Attraverso un aumento delle scorte dei fattori a fecondit semplice; Attraverso un aumento delle scorte dei prodotti; Con un aumento dei crediti correnti; Con un aumento delle disponibilit immediate; Attraverso una riduzione dei costi; Con una combinazione delle forme suindicate. Questi apporti conducono ad un aumento dellattivit conseguentemente, una sua minor dipendenza dallesterno. operativa dellimpresa e comportano,

L'autofinanziamento Nella sua pi ampia accezione inteso come la capacit dellimpresa di coprire il fabbisogno finanziario generato dalla dilatazione degli investimenti richiesti dalla gestione, senza ricorrere, o ricorrendo in misura minore all incremento dellindebitamento o del capitale proprio. Questa espressione, viene di solito usata per indicare le risorse finanziarie che provengono non dallapporto di terzi, nelle forme di capitale proprio o di credito, ma dalla gestione stessa dellazienda in virt degli utili netti conseguiti nellesercizio e del loro mancato prelevamento. quindi considerato come una politica interna , una forma di finanziamento interno, di risparmio, che consente di coprire il fabbisogno originato dalla attuazione dei progetti di investimento programmati e richiesti dalla gestione per sostenere lo sviluppo dellimpresa. Da un punto di vista economico-aziendale, le nozioni di autofinanziamento possono essere ricondotte a due: autofinanziamento come fenomeno patrimoniale; autofinanziamento come fenomeno finanziario.

Sono due nozioni strettamente connesse che non hanno due concetti diversi ma sono due modi di analizzare lo stesso fenomeno, due configurazioni, che riguardano differenti aspetti delleconomia della gestione. La prima riguarda essenzialmente lentit del capitale proprio,la seconda fa riferimento alla dinamica degli investimenti, con le relazioni tra le variazioni degli investimenti e le variazioni delle fonti per coprirli. Autofinanziamento come fenomeno finanziario In questa accezione lautofinanziamento inteso come la capacit dellimpresa di soddisfare il fabbisogno finanziario generato dalla dilatazione degli investimenti a sostegno della crescita dellimpresa, grazie alle risorse liberate dalla stessa gestione mediante la ritenzione degli utili conseguiti, gli ammortamenti e gli accantonamenti per rischi e oneri, senza ricorrere o ricorrendo in misura minore a finanziamenti esterni sia sotto forma di capitale di credito che di capitale proprio; oppure quando, fermi restando gli investimenti, provvede alla riduzione dellindebitamento o del capitale proprio; o ancora quando riduce la sua esposizione debitoria pi di quanto siano stati eventualmente ridotti gli investimenti nel corso della gestione. Le componenti che concorrono alla formazione dellautofinanziamento in questa configurazione sono:

La ritenzione degli utili, la principale componente di autofinanziamento che permette di destinare risorse, prodotte dalla gestione, a copertura degli investimenti grazie alle disponibilit che derivano dalla mancata 44

distribuzione di una parte degli utili. Da un punto di vista meramente contabile, il concetto di autofinanziamento intorno a questa componente, chiaramente comprensibile. Deriva dal risparmio generato di utili ritenuti e reinvestiti allinterno dellazienda, avendo cos delle risorse idonee a finanziare degli investimenti o anche una riduzione dellesposizione debitoria, qualora le condizioni di solvibilit fossero tali da creare squilibri della struttura finanziaria e da rendere limpresa poco appetibile dai mercati finanziari. Se spostiamo lindagine sul piano economico, il problema pi complesso perch bisognerebbe esaminare sia la natura degli utili, quindi le cause e le componenti che concorrono alla formazione del reddito di esercizio, per evitare che ci siano degli utili fittizi che derivano da stime soggettive pi che da una concreta capacit della gestione di produrlo, sia il grado di attendibilit della dilatazione del capitale investito, per verificare che essa non sia frutto di rivalutazioni degli elementi attivi da far considerare lautofinanziamento del tutto apparente .

Accantonamenti per fondi rischi e oneri, da considerarsi una fonte di autofinanziamento, perch le quantit accantonate possono essere temporaneamente utilizzate per sostenere la crescita fino a che non si verificano gli eventi che generano costi o perdite per i quali essi sono stati costituiti. Possono anche risultare una forma di finanziamento durevole, per la parte in cui, le risorse accantonate fossero maggiori di quelle utilizzate per copertura dei costi e delle perdite manifestatesi nellesercizio. Il carattere di temporaneit non investe tutti gli accantonamenti. Ci sono infatti accantonamenti, che fanno riferimento a fondi, che sono una costante per limpresa e permangono in azienda in modo indefinito rappresentando una solida forma di finanziamento durevole per limpresa.

Ammortamenti, rappresentano lultima componente di autofinanziamento come fenomeno finanziario, in virt del ruolo che essi svolgono nell aumento delle dimensioni dellimpresa quando essa espressa in termini di capacit produttiva. Lammortamento un processo tecnico-contabile che consente di ripartire il costo di un bene, la cui utilizzazione ripetuta in pi esercizi, nel periodo di vita utile nellazienda. La circostanza che tali beni forniscono utilit in pi esercizi comporta la necessit di ripartire il costo tramite un processo di ammortamento. In ottica finanziaria lammortamento consente il recupero di capitale investito, permette allazienda di procurarsi una certa liquidit per effetto dellimputazione a conto economico di costi non monetari, contrapposti a ricavi monetari derivanti dalle vendite. Ci significa che le risorse dapprima impiegate, si rimettono in circolo, si liberano e con il reinvestimento continuativo delle disponibilit liberate dal processo di ammortamento limpresa costituisce una forma di finanziamento interno con la quale pu ampliare la potenzialit produttiva senza ricorrere ad altre fonti di finanziamento. Leffetto moltiplicativo degli ammortamenti detto anche effetto Lohmann-Ruchti, che evidenzia la possibilit di potenziare la capacit produttiva dellimpresa grazie al reinvestimento delle disponibilit che lo stesso processo libera.

Autofinanziamento come fenomeno patrimoniale una configurazione di autofinanziamento che riguarda essenzialmente il capitale proprio, infatti inteso come accrescimento del capitale per effetto di un processo di ritenzione di utili netti desercizio, quindi espresso e definito dalla differenza tra utili conseguiti e quelli distribuiti nel periodo di tempo considerato. Il processo di ritenzione degli utili nelleconomia dellimpresa, sia esso totale o parziale un fenomeno che va attentamente studiato in rapporto ad una duplice esigenza: da un lato quella di remunerare il capitale azionario in 45

maniera stabile da far tenere alto il credito della societ nel mercato finanziario; dallaltro quella di favorire lo sviluppo dellimpresa mediante un finanziamento interno formato dalle riserve di ritenzione di utili, con il pregio di far abbassare il costo medio della complessiva provvista di capitale per una espansione dellimpresa. La ritenzione degli utili pu essere sollecitata da diversi motivi, come abbiamo visto pu essere un atto necessario o volontario in base alla condizioni economiche e alle prospettive di risultato dellazienda. Se noi considerassimo unimpresa che ha prodotto un reddito e da una analisi risulta che essa abbia una spiccata capacit di generare reddito nel medio/lungo periodo, il processo di ritenzione di utili che porter ad un accrescimento di capitale netto, del tutto libero e considerato come un atto volontario effettuato dai responsabili di amministrazione perch in questa situazione anche una totale distribuzione degli utili prodotti non pregiudicherebbe n lintegrit di capitale n la remunerazione futura dei mezzi propri. Se invece ci trovassimo ad analizzare una impresa che nel corso dellesercizio ha conseguito un utile che frutto di condizioni temporanee particolarmente favorevoli, e non frutto della sua capacit di generare reddito nel lungo periodo, la situazione del tutto differente da quella precedentemente descritta. Le politiche di ritenzione degli utili diventano un atto necessario non pi volontario e le risorse accantonate devono essere destinate a tutela dellintegrit del patrimonio che potr essere successivamente minacciato e assorbito da perdite derivanti dalla gestione quando le condizioni favorevoli cesseranno di esistere. Limpresa grazie alla ritenzione degli utili, costituisce una forma di risparmio che gli permette, in una successione pi o meno piccola di anni, sia un accrescimento del capitale che una graduale espansione delle proprie dimensioni. Lautofinanziamento se analizzato superficialmente, potrebbe risultare una fonte di finanziamento che giova solo positivamente alleconomia dellimpresa; presenta chiaramente degli aspetti favorevoli per lazienda in quanto uno strumento che consente lespansione senza avere alcun onere, ma nella realt, come tutte le forme di finanziamento, oggetto di lunghe analisi sia sulla idoneit a soddisfare il fabbisogno finanziario, sia sulla convenienza a servirsene. Nelle societ per azioni, con capitale diviso tra molti soci, lautofinanziamento pu presentare anche degli aspetti negativi. La decisione circa la distribuzione degli utili e la loro ritenzione presa principalmente in funzione dellopportunit, della necessit, di assegnare una congrua remunerazione al capitale proprio. La rinuncia a distribuire una larga parte di utili netti, con la soppressione dei dividendi, avrebbe una opposizione in assemblea degli azionisti che difficilmente accetterebbero tale politica. Una pratica che potrebbe togliere o attenuare questi inconvenienti, potrebbe essere quella di emettere azioni a titolo di dividendo o la trasformazione, in azioni, di riserve di utili anteriormente accumulate, ma ci attenuerebbe anche gli effetti dell autofinanziamento, allargando il capitale al quale dovranno poi essere assegnati i dividendi nel futuro. Se la rinuncia alla distribuzione venisse occultata in bilancio con utili troppo tenui, facendo apparire insufficiente la redditivit della gestione, potrebbe danneggiare il credito della societ sul mercato provocando dei problemi sia in sede di emissioni di nuove azioni che a livello di credito bancario. Una delle soluzioni pi utilizzate, che quella che pi giova sia alleconomia dellazienda e al mantenimento del credito nel mercato finanziario, quella di attuare politiche di autofinanziamento nelle fasi economiche favorevoli, costituendo delle riserve che possano conguagliare i dividendi nelle fasi sfavorevoli mantenendo una stabilit dei dividendi.

I FLUSSI DI CASSA Devono essere determinati per misurare lefficacia e la proficuit degli apporti interni e delle altre variabili che incidono sulla gestione aziendale in termini di aumento dellattivit operativa. 46

Distinguiamo: Flussi di cassa della gestione corrente: Per determinarli necessario monitorare le entrate e le uscite monetarie relative alle operazioni della gestione corrente, cio quella parte di costi e di ricavi che nel periodo considerato ha generato, rispettivamente, uscite ed entrate. Flussi di cassa della gestione complessiva: E legato allintera gestione, occorre considerare anche le entrate e le uscite monetarie rivenienti dalle operazioni della gestione extra corrente, relative alle movimentazioni dei debiti e dei crediti di finanziamento e del capitale di propriet (finanziamenti attinti e concesso), nonch alle acquisizioni e dismissioni di fattori a fecondit ripetuta.

IL PIANO DI FABBISOGNO FINANZIARIO Riassume la necessit di risorse finanziarie che facciano fronte agli investimenti prospettati (in primis le immobilizzazioni), ai costi di produzione e di gestione previsti, tenuto conto delle entrate derivanti dalle vendite. A tale fabbisogno finanziario si far fronte con i mezzi propri conferiti dallazienda, le varie tipologie di contributi, gli affidamenti bancari a breve e i mutui a medio e lungo termine, senza trascurare i contratti di leasing mobiliare e immobiliare. Diventa fondamentale cercare il massimo equilibrio attraverso un mix ben calibrato, che metta in evidenza le risorse che sono gi a disposizione e quelle che invece devono essere ancora trovate.

IL PIANO DEI FLUSSI DI CASSA Rappresenta il prospetto in cui bisogna rendere conto degli incassi e dei pagamenti nel loro susseguirsi nel tempo. Questo prospetto fortemente indicativo nellambito della valutazione dei risultati dellimpresa, in quanto mette in evidenza la capacit dellimpresa di rendersi indipendente da fonti di finanziamento esterne. Deve essere messa a fuoco labilit dellazienda ad incassare dai propri clienti, e prima, pi denaro di quanto essa stessa non paghi ai suoi debitori e fornitori. Nel primo periodo di attivit di un azienda buona norma effettuare unanalisi mensile dei flussi. Buona parte dei fallimenti di molte societ nei primi anni di vita dovuta a una errata valutazione dei flussi di cassa o alla assoluta mancanza di previsioni. I flussi di cassa sono determinati dai flussi di capitale circolante netto, ai quali vengono sommate algebricamente le variazioni nelle componenti del capitale circolante netto stesso. 47

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