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COMUNICATO DI FLORIANA CASELLATO

Gentile direttore, dalla vicenda Ascopiave non ne esce a pezzi il segretario del Pd Enrico Quarello ma l'intero partito. Non so se questo danno "collaterale" sia stato calcolato dai santi e i martiri che si sono stracciate le vesti in queste giornate, se sia semplicemente il risultato di una azione mediatica (e non politica) valutata in maniera spannometrica o se rientrasse proprio nella strategia. Di sicuro l'impressione che ricava l'elettore non solo quella di un partito diviso per bande, in cui valvassori e valvassini si fanno la guerra per incoronarsi imperatore, ma di un soggetto politicamente frammentato, incapace di garantirsi una leadership, indecorosamente ostaggio di appetiti personalissimi che generano non confronti politici sul merito, ma sguaiate faide all'insegna dei conti da saldare, conti vecchi e conti nuovi. In questi giorni ho provato grande amarezza nel leggere le ricostruzioni dei fatti che non coincidono con la realt. Ho visto vescovi e chierici esercitare ipocrisia e doppiezza e un gioco al massacro, sugli organi di informazione, che indubbiamente fa vincere quello che grida di pi. Enrico Quarello in questi anni ha guidato con capacit e tanta pazienza un partito che resta ancora allo stato di brodo primordiale, lacerato non tanto dalle correnti ma dai personalismi e beffeggiato da chi oggi difende una immaginifica purezza e ieri stava attaccato al telefono con il capobastone nazionale in attesa di sapere quando e se fare il salto della quaglia verso il nuovo (si fa per dire). Un partito con poche risorse e tante aspirazioni, tanta generosit da parte dei militanti ma deficitario di forza. Dove oggi la segreteria regionale mentre un segretario provinciale viene triturato dalla macchina del fango? La vicenda dell'Ascopiave semplice e lineare: c' stata la possibilit di entrare nell'organo decisionale di una multiutility con prospettive enormi e l'indicazione di Enrico Quarello, che ha competenze tecniche specifiche per storia professionale e non politica, apparsa la pi chiara e ovvia. Chiaro e ovvio apparso fin da subito, e lo stesso Quarello ha segnalato subito allesecutivo del Partito, la necessit di aprire un percorso per una sua sostituzione alla guida del Partito. Infatti si era immaginato, come naturale un rinnovo della segreteria provinciale. Questi sono i fatti. Il punto vero , caro direttore, che tra il cogliere l'opportunit, non per interessi del partito ma del territorio, e poterla concretizzare ci sono i capibastone. E le corti affamate dei capibastone, se ben saziate, sanno sempre essere leali e obbedienti. Corti che poi fanno la forza di questo o quel personaggio, come un esercito di mercenari. Volevano processare Quarello per avere dialogato con la Lega? Il verdetto al contrario, per questa gente che di politica non ne capisce praticamente nulla (la politica valori e divisione ma anche intelligente mediazione, sempre che ogni volta che io parlo con il mio avversario non si voglia chiamare in causa la porcata e qui i pi bravi sono quelli con la coda di paglia) di aver dimostrato l'assoluta inconsistenza della diversit del nostro Pd rispetto ad altre scuderie politiche. Ho letto di dichiarazioni moraleggianti sul non dover accettare che la politica sia dentro alla gestione delle societ partecipate: giustissimo. Ma oggi le regole del gioco impongono una scelta: o fare i Savonarola o comprendere proprio le (attuali) regole del gioco e giocare la partita soprattutto per cambiarle. Cambiare le regole una questioni di rapporti di forza, non altro. Giusto non accettare la spartizione, ma allora qualcuno mi spieghi come si pu essere contro il parlamento dei nominati e farne parte. O come si possa essere contro le province e partecipare alla competizione elettorale per la loro elezione. La risposta sarebbe semplice: la lotta per una nuova legge elettorale si fa dentro al parlamento nominato e quella per mandare in soffitta gli sprechi della Provincia si fa in Provincia e nessuna delle due battaglie, politicamente parlando, ha come terreno i giornali. Lo stesso vale per le partecipate. Amo il mio partito a cui sono approdata attraverso tutta l'evoluzione di un grande soggetto della

sinistra italiana: prima il Pci, poi il Pds, poi i Ds e quindi il Pd. Mi sono messa a disposizione per una battaglia che sapevamo quasi certamente persa come quella delle provinciali non per foga di fare il presidente ma convinta che quel passaggio elettorale non fosse un punto di arrivo ma di partenza per una nuova pi appassionata fase politica di rilancio della sinistra trevigiana. Oggi vedo il mio Partito ostaggio della calunnia, dei personalismi, delle ingordigie, delle miserabili ripicche. Hanno sputtanato e offeso Enrico Quarello come se fosse un sedere qualsiasi bramoso di appollaiarsi su una qualsiasi ben remunerata carega quando invece l'astio e il fastidio fanno i conti con il fatto per qualcuno, di essersi visto trombare la propria candidatura, per altri unottima occasione per far pagare conti vecchi e nuovi al segretario. Un partito cos si salva e si monda dal fango solo se c' una presa di coscienza del suo elettorato, uno scatto di giusta pretesa a che il Pd non sia un Pdl correntizio di centrosinistra. Enrico Quarello, che secondo me potrebbe ben continuare ad essere segretario, lascer la guida del Pd. Nel mio piccolo di militante, soprattutto, far il possibile perch non vincano le logiche dei capibastone. Se l'elettorato c', se i militanti e gli iscritti batteranno un colpo forse sar possibile salvarsi. Solo "se", per. Floriana Casellato sindaco di Maserada capogruppo Pd Provincia di Treviso

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