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La posa del melario (tratto dal libro Diventare apicoltore di Alfonso Crivelli - per gentile concessione dellautore)

La grande fioritura
Eccoci giunti a maggio, il mese pi importante non solo per l'esplosione della primavera e dei fiori, ma anche per le api e per l'apicoltore, in quanto inizia l'accumularsi del nettare, nelle arnie prima e nei melari dopo. Sappiamo perfettamente che il pi delle volte le previsioni su lunga scadenza non si adattano alla nostra zona, di conseguenza non sempre facile stabilire esattamente l'inizio della grande fioritura. Tuttavia con un po' di spirito di osservazione si arriva a prevedere grosso modo questo tanto sospirato inizio. Un modo molto elementare quello di segnare giorno dopo giorno sul calendario, a ore fisse e tre volte al giorno, la temperatura e l'aspetto del cielo. Osservando quotidianamente l'oscillazione del barometro e, con un po' di pratica, confrontando anno per anno e mese per mese, si arriva quasi automaticamente a prevedere quando inizier la grande fioritura. altres importante annotare l'inizio dello sbocciare delle prime gemme di certe piante, come il salice, l'ippocastano, il tarassaco (detto anche dente di leone), mentre non bisogna mai fidarsi ciecamente dei detti popolari e ancor meno delle previsioni a lunga distanza riportate da notiziari metereologici. Chiariti questi principi, sar facile programmare il da farsi per essere pronti a sfruttare al cento per cento la grande fioritura. Per meglio capirci scendiamo al pratico, prendendo come esempio la zona prealpina e in base a questo, come gi detto sopra, sar facile a ciascuno fare le dovute trasposizioni, tenendo conto del proprio clima, altitudine, latitudine, ecc. Nella mia zona (204 metri sul livello del mare), quando tutto procede regolarmente la grande fioritura inizia verso il 15-20 maggio (acacia o robinia) e si esaurisce in 15-20 giorni. Malauguratamente ben pochi sono gli anni che permettono di sfruttare al completo questa fiuritura, a causa delle piogge che immancabilmente si verificano e cadono per pi giorni di seguito. Sulla base delle constatazioni fatte, una fioritura perfetta e completa di robinia, senza pioggia, accade una volta ogni 10-12 anni; un anno, addirittura, nel 1974, la pioggia inizi a cadere il 13 maggio protraendosi ininterrottamente fino al 20. Indubbiamente non dormii sonni tranquilli durante quegli 8 giorni, sapendo che le arnie erano molto popolate e non avevo telaini pieni di miele in riserva, avendo peraltro asportato anche i nutritori. In quel tempo non avevo ancora scoperto l'utilit di tenere in riserva telaini pieni di miele opercolato. Il 21, al riapparire del sole, mi precipitai all'apiario: il predellino dell'arnia pi popolata era letteralmente ricoperto di api morte, n le altre arnie erano in condizioni assai migliori. La perdita fu di circa 7 kg di api. Quanto detto ha lo scopo di ribadire che da marzo ai primi di maggio tutte le cure e attenzioni devono mirare a portare le colonie al massimo della popolazione fino alla forte covata che si chiuder al momento opportuno (inizio della grande fioritura), venendo a dar man forte per la raccolta del prodotto. E a questo punto arrivato il momento di procedere al blocco della covata o diminuzione della deposizione della regina e a provvedere alla posa del melario.

Tecnica del blocco della covata o parziale arresto della deposizione


Generalmente la tecnica del blocco della covata porta il nome del suo inventore: metodo di Barlett, De Marie, Gaber, Damet, Preuss, Caillas, ecc. Per ora mi limiter a descrivere il metodo Damet, il pi semplice e pratico, alla

portata di tutti e di elementare esecuzione. Damet esegue il blocco della covata invertendo, nel nido, l'ordine dei telaini, secondo lo schema seguente:

Nella nuova disposizione la regina si trover considerevolmente disturbata nella deposizione; e perch questa possa essere ripresa normalmente, tutto il nido di covata dovr essere nuovamente riorganizzato dalle api operaie. Evidentemente tale riorganizzazione richiede un tempo abbastanza lungo e quindi lo scopo prefisso sar stato raggiunto. A questo punto sarebbe necessario, secondo l'opinione corrente, porre l'escludi regina (1) sul nido per impedire che la regina vada a deporre, come di norma, nel melario; ma numerose constatazioni, fatte durante gli anni, mi hanno indotto a non utilizzare pi l'escludi regina, anzi a eseguire al posto del blocco della covata un vero e proprio ampliamento della stessa, applicando un metodo che definerei del secondo nido. In verit, con l'inserimento dell'escludi regina, immancabilmente le api si rifiutavano di passare attraverso la griglia e il miele stentava ad accumularsi nei melari. Era come se, ritornando stanche, cariche di polline e rimpinzate di nettare, le api non se la sentissero di compiere quest' ultimo sforzo per valicare le strette sbarre della griglia e scaricavano il loro fardello nelle poche celle ancora vuote del nido. Per la presenza della covata, tali celle vuote erano di numero limitato e, man mano che venivano riempite, le api riducevano la loro attivit, anche se nel melario quasi tutte le celle, o almeno gran parte, restavano completamente vuote. A questo punto un gran numero di api stavano oziose sul predellino di volo, sul quale penzolava la barba, ricoprendo a volte anche tutta la parete facciale. Sia ben chiaro che, a differenza dell'uomo, le api hanno orrore dell'ozio e del vuoto; ma ci che abbiamo descritto capita quando l'apicoltore vuole operare senza tener conto delle ancestrali abitudini delle api. Come rimediare a questi inconvenienti e ristabilire le condizioni di lavoro? Semplicemente sopprimendo l'escludi regina, secondo il metodo da me sperimentato, che descriver nel paragrafo successivo.

La posa del melario


Qualche giorno prima della grande fioritura (cominciando dalle famiglie pi forti) il momento della posa dei melari. Descriver un metodo sperimentato da me con risultati pi che lusinghieri, nonostante qualche maestro di apicoltura abbia avuto in passato da ridire, quando non si sia scandalizzato. Ma prima di procedere a tale esposizione sar bene precisare meglio i tempi dell'operazione di posa. Quando, pi o meno alla data prevista, noteremo, togliendo il coprifavo, quel fenomeno denominato imbiancamento dei telaini centrali , sar il momento opportuno di provvedere immediatamente alla posa del melario. Si definisce imbiancamento quel processo che si verifica quando le api cominciano a prolungare le vecchie celle tra un telaino e l'altro o a sovrapporre celle bianche, di recente costruzione, gi colme di miele, tra i telaini e il coprifavo. Di norma il fenomeno non si verifica tra i telaini esterni, e le api, pur avendo bisogno di spazio, tendono a pigiarsi nella parte centrale del nido. A questo punto, come dicevo, si deve provvedere rapidamente alla posa del melario. E qui, non sembri un'eresia, io propongo di sovrapporre al nido non gi l'escludi regina e il melario tradizionale, ma una seconda arnia, della capienza e dimensioni del nido stesso, dotata di telaini costruiti, lo ripeto, senza l'escludi regina.
Eventualmente frammisti a fogli cerei, ma non adoperando mai solo fogli cerei, perch le api si scoraggerebbero.

Per invogliare le api a prendere immediato possesso del melario (o secondo nido, come sarebbe pi corretto chiamarlo), opportuno spruzzare nelle celle dei telaini del melario un po' di sciroppo. Le api diventeranno pi sollecite, intensificheranno il lavoro di pulizia, ripareranno o ricostruiranno le celle menomate e, ben presto, inizieranno a immagazzinare le provviste. Un primo controllo lo faremo, sollevando il coprifavo dopo 3 o 4 giorni. Per rendersi ben conto di come procede il lavoro di immagazzinaggio , utile sapere che le api iniziano a riempire i telaini centrali . indispensabile, comunque, se si vuole ottenere un soddisfacente raccolto, utilizzando il metodo illustrato, visitare accuratamente il melario ogni 8-10 giorni. Tale lavoro si rende necessario per eliminare tutte le eventuali celle reali che le api avranno edificato,

ispezionando accuratamente ogni telaino, ogni angolo, lungo i lati dei telaini, ricordando che se anche una sola cella reale sfugge alla ricerca, lo sciame sar inevitabile, e allora addio raccolto.

Durante queste visite si devono poi spostare i telaini del melario (o secondo nido), che eventualmente contenessero covata, nel nido sottostante, trasferendo sopra i telaini pieni (o quasi) di miele. L'operazione va ripetuta anche al momento della smelatura; ma in tal caso non si deve prelevare dal nido pi di un telaino con miele, per non privare il nido di una parte eccessiva delle riserve. Piuttosto, se si riscontrasse nel cosiddetto melario pi di un telaino con covata, sar l'occasione per costituire un nuovo sciame artificiale. Per agevolare il lavoro non indifferente di queste visite consigliabile tenere nel nido sottostante soltanto undici telaini, anzich dodici, mettendo al posto del dodicesimo il diaframma. In tal modo, al momento dell'ispezione, sfilato agevolmente il diaframma, si porr poi al suo posto il telaino accanto e, cos di seguito, si esamineranno tutti i telaini, facendoli scalare di un posto. Il lavoro risulter pi rapido e, soprattutto, eliminer le difficolt che si incontrano all'atto di sfilare il primo telaino, quando il nido ricolmo di api e c' il pericolo, per la ristrettezza dello spazio, di menomare la regina, che spesso si trova proprio su quel telaino. Una volta trasferiti di un posto tutti i telaini, il diaframma verr sistemato nella posizione opposta a quella occupata in partenza.

Vantaggi dell adozione del secondo nido come melario


Indipendentemente dal lavoro - certamente superiore - che tale metodo comporta, abbiamo riscontrato in tanti anni di esperienza i seguenti risultati positivi. 1. Si avr una buona riserva di telaini da nido ben costruiti. 2. Ci sar minore pericolo di infestazione o sviluppo della braula, dato che questa depone le sue uova sotto gli opercoli del miele. 3. Si avranno meno telaini da manipolare o da disopercolare al momento della smelatura. 4. Da un telaino da nido si otterr un rendimento molto superiore, in rapporto a uno da melario. Da un secondo nido adoperato come melario si ricava la media di 40 kg di miele. Quanti melari normali ci vogliono per ricavare altrettanto? 5. Si avranno meno melari da manipolare o tenere in magazzino. 6. Ci sar una selezione automatica dei telaini, portando o mettendo nel nido superiore tutti quelli che dovranno essere fusi a fine stagione. 7. Si avr la possibilit di eliminare quei telaini con celle da fuchi in sovrabbondanza, i quali potranno essere fusi, se vecchi, o riutilizzati per il melario, data la loro maggiore capacit di ricezione di miele. 8. Con questo metodo, infine, si arriva a una media di 15-17 telaini di covata, a famiglia, dunque, con pi di 100.000 api. Del resto la produzione media, ottenuta col mio metodo e, si badi bene, senza la pratica del nomadismo, si aggira sempre sui 50-55 kg per arnia, avendo toccato la media non indifferente di 78,500 kg per arnia, in una stagione particolarmente felice .
Questo risultato stato migliorato con un'arnia trasparente da me ideata e costruita (sullo schema della Dadant-Blatt da 12 telaini), la quale mi ha dato una resa di 95 kg di miele estratto.

Il secondo melario
Non necessario attendere che tutti i telaini del primo melario siano completamente pieni per aggiungere un secondo melario.

questione molto dibattuta e controversa se il secondo melario vada posto sotto o sopra il primo. I pi consigliano di mettere il secondo sotto al primo, dunque a diretto contatto con il nido, sovrapponendo il melario gi quasi pieno a quello vuoto. Altri ritengono che sia sufficiente mettere il secondo sopra il primo con l'avvertenza di dividere i telaini: ciascun melario ne terr una met di quelli pieni e met di quelli vuoti. Questo procedimento risulta ben accetto alle api e di facile esecuzione. Altri ancora consigliano di lasciare il primo sopra al nido ma con i telaini sistemati nel senso opposto a quelli del nido, mentre il secondo melario, sovrapposto, porterebbe telaini disposti nello stesso senso di quelli del nido; in poche parole, si avrebbero telaini a favo caldo (primo melario) e telaini a favo freddo (secondo melario): tale soluzione avrebbe il vantaggio di rendere ardua alla regina la salita nei melari soprastanti, per deporre le uova. Da parte mia, dopo avere sperimentato tutti questi procedimenti, ho constatato la validit indiscussa di mettere il secondo melario completamente vuoto direttamente sopra al nido, mettendo il primo, gi quasi pieno, in alto. Questo modo di operare mi ha sempre dato degli ottimi risultati, anche se comporta una manovra un tantino pi complicata, perch si deve togliere il primo melario, gi quasi pieno, per sapere a che punto sta il raccolto accumulato e far posto a un melario vuoto. E il procedimento potr ripetersi (col nuovo melario sempre in basso) per un terzo o un quarto melario, a mano a mano che i primi si avviino alla saturazione. Ho sperimentato, e con profitto, fino a sei melari colmi di miele su un arma.

Nella foto: doppia arnia con nido = melario

Foto m.f.

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