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1 Introduzione 1.1 Il problema del bird strike . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2 2 3 3 4 5 5 6 6 6 7 7 7 8 9 13 17 18 20 21 23 24 25 26 26 28

2 Modellazione del problema 2.1 2.2 2.3 Il modello delluccello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il modello della piastra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Modelli scartati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3 Generazione della mesh 3.1 3.2 Uccello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Piastra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2.1 3.2.2 Piastra bidimensionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Piastra tridimensionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4 Condizioni di vincolo 5 Impostazioni per lanalisi 6 Analisi sensibilit 6.1 6.2 6.3 Analisi sensibilit 2D . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Analisi sensibilit 3D . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Commenti analisi sensibilit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

7 Analisi dei risultati 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 Displacement . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Strain . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stress . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Variazione di stress con la velocit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Uccello con materiale dierente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Contatto con attrito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

8 Conclusioni e sviluppi futuri 9 Bibliograa

INTRODUZIONE

Introduzione

Il fenomeno del bird strike ha richiesto una crescente attenzione nellindustria aeronautica allo scopo di garantire la sicurezza per questa tipologia di scenari. In questo contesto, lutilizzo di modellazioni agli elementi niti, se correttamente impostate, possono fornire le informazioni di interesse andando a sostituire progressivamente le prove sperimentali. In questa relazione viene studiata la risposta del solutore MARC ad una analisi di tipo bird strike, impostata con geometrie e modelli comuni alle tipiche simulazioni di questo fenomeno. Dopo aver condotto una analisi di sensibilit sui due modelli semplicati, viene successivamente studiato il caso aggiungendo ulteriori dettagli nellottica di renderlo pi aderente alla realt. 1.1 Il problema del bird strike Nella modellazione di un problema di bird strike entrano in gioco principalmente le seguenti sfaccettature: limpostazione di una analisi, di tipo dinamico, di impatto; la creazione, per quanto concernente luccello, di un materiale di cui non sono particolarmente denite le consuete propriet meccaniche; la presenza di un contatto; la presenza di elevate deformazioni; Le ultime due particolarit fanno si che lanalisi di bird strike richieda un solutore nonlineare. Lutilizzo di una trattazione lagrangiana agli elementi niti porta con s consistenti difcolt in quanto nel corso della simulazione gli elementi di cui composto luccello sono sottoposti a notevoli deformazioni, e la formazione di una mesh compressa causa una diminuzione obbligata del passo temporale utilizzato nellanalisi (solitamente legato alla dimensione pi piccola della mesh e alla velocit del suono del materiale), dilatando i tempi di calcolo. Inoltre possibile che alcuni elementi assumano un volume negativo, causando una matrice di rigidezza negativa e compromettendo lanalisi. Soluzioni per sormontare queste dicolt si sono incentrate sulleliminazione selettiva degli elementi eccessivamente distorti della mesh (eg: tramite una impostazione di failure). Questa soluzione porta con s una ulteriore complicazione: leliminazione di un elemento allinterfaccia corpo-uccello (dove gli elementi sono maggiormente deformati) causa una oscillazione delle forze di contatto non sica; per questo motivo una mesh molto ranata per luccello fortemente consigliata, a spese del tempo di calcolo. Per ovviare alle problematiche insite nella trattazione lagrangiana degli elementi del volatile, sono state proposte nel tempo diversi approcci e soluzioni: - approcci ALE (Arbitrary Lagrangian Eulerian); - NM (Nodal Masses); - SPH (Smooth Particles Hydrodynamics).

MODELLAZIONE DEL PROBLEMA

Di tali metodi lAlE risulta comunque avere diverse controparti, mentre migliori soluzioni sono ottenibili da approcci NM. Inne il metodo SPH, essendo privo di mesh, non sore di tutte quelle problematiche concernenti la distorsione della mesh. Non ci si dilunga oltre sulla descrizione di tali approcci poich, come detto, in questa sede sar utilizzato lapproccio lagrangiano. Si rimanda comunque a [4] per una pi chiara e esauriente descrizione di tali metodi e sul confronto dei risultati in unanalisi bird strike. Lo strumento per lanalisi del problema a nostra disposizione dunque il solutore nonlineare implicito Marc (SOL 600 di Nastran), che viene implementato con le seguenti impostazioni: - analisi transient dynamic; - contatto; - tempo di simulazione: 0.01 s;

Modellazione del problema

2.1 Il modello delluccello Data limpossibilit di ricreare in maniera agevole la geometria di un volatile per eettuare le analisi, luccello viene assimilato, come suggerito in letteratura, ad un corpo cilindrico con allestremit due semisfere, le dimensioni vengono scelte di diametro 0.12 m e di lunghezza complessiva 0.27 m. La schematizzazione riportata in gura 1.

Figura 1: Schematizzazione delluccello utilizzato nelle simulazioni

Una volta arontato il problema di schematizzare in maniera appropriata la geometria del volatile il passo successivo quello di attribuire a tale oggetto dei valori adeguati per quello che riguarda il materiale costitutivo. La legge costitutiva con cui descrivere luccello infatti uno dei punti cardine dellanalisi di bird strike: intuitivamente il materiale delluccello non omogeneo e anisotropo, tuttavia entrambe queste propriet vengono perse con laumentare della velocit dellimpatto in favore di un comportamento omogeneo e isotropo. Inoltre, con laumentare della velocit, il materiale pu sempre a maggior ragione venir considerato un continuo 3

2.2

Il modello della piastra

MODELLAZIONE DEL PROBLEMA

uido con una analoga legge che lega sforzi a velocit di deformazione; nella nostra analisi, condotta per velocit inferiori a 150 m/s, si assume un modello di materiale elastoplastico con grandezze ottenute dalla letteratura. In questo lavoro sono stati presi a riferimento i seguenti dati: y E massa 940 20000 30E6 0.3 2.362 kg kg/m3 Pa Pa

Il materiale scelto per le simulazioni dunque un materiale elastico che diventa perfettamente plastico una volta raggiunta la sua tensione di snervamento, che nella fattispecie stata qui assunta pari a 20000 Pa. Creata la geometria necessario stabilire la posizione relativa dei due corpi. Un valore di tale distanza troppo elevato risulta inutile e dannoso poich nel tempo in cui il volatile deve coprire tale distanza, vengono calcolati e scritti i valori delle grandezze monitorate e ci comporta un dispendio di risorse di calcolo. Inoltre, se si fa partire il volatile da troppo distante, quando principia il contatto si lontani dalle condizioni iniziali e quindi la soluzione potrebbe risultare inaccurata. Si pone dunque la distanza tra piastra e uccello pari a 0.01 m, che approssimativamente la dimensione di un elemento del volatile. 2.2 Il modello della piastra Una volta stabilito il modello pi adeguato per rappresentare il comportamento delluccello necessario creare la geometria e il materiale su cui esso andr a impattare. Essendo questo lavoro mirato a studiare come poter risolvere una simulazione di bird strike piuttosto che uno studio sulla resistenza di un particolare componente (ad esempio una pala di una turbina aeronautica), si deciso di utilizzare una geometria molto semplice quale pu essere quella di una piastra piana posta normalmente rispetto lasse del volatile schematizzato in gura 1. Le dimensioni della piastra sono state scelte piuttosto grandi, in particolare quella andata a utilizzare una piastra quadrata di 2 metri per lato. Cos facendo si cercato di rendere il comportamento nella zona di impatto relativamente indipendente dalle condizioni di vincolo che si andranno a porre per bloccare la piastra stessa. Per quello che concerne il materiale si scelto di utilizzare i valori tipici di una lega di alluminio in modo da avere una tensione di snervamento minore di quella ad esempio di un acciaio. Tuttavia rimanendo nel campo delle leghe resistenti, adatte al campo aeronautico, si scelta una lega 7175-T66. Si potr comunque essere in grado di vedere fasi di plasticizzazione anche a velocit di impatto relativamente ridotte. Si riassumono nella seguente tabella i valori assunti per il materiale della piastra. y E 2750 5.4E8 7E10 0.3 kg/m3 Pa Pa

2.3

Modelli scartati

GENERAZIONE DELLA MESH

Si perci assunto il materiale della piastra come perfettamente plastico in maniera analoga a quanto svolto per il materiale delluccello. 2.3 Modelli scartati Nella prima fase di analisi e prove si erano altres tentati altri approcci che potessero rappresentare in maniera pi semplicata lanalisi di bird strike. In particolare le schematizzazioni approcciate sono state: piastra e volatile bidimensionali: per poter risolvere lanalisi con questa schematizzazione sono state applicate come propriet sia solido 2D (plane strain) che shell. Tuttavia anche un incrocio di tali dierenti propriet e lutilizzo di dierenti mesh e ranazioni non ha portato a buon esito lanalisi. Difatti le simulazioni raramente hanno portato a convergenza e in quei rari casi si sono evidenziati risultati completamente errati. La maggior parte delle volte, comunque, il processore non stato in grado di carpire le informazioni passate dal preprocessore e quindi o la simulazione non partita o veniva portata a convergenza senza che il volatile si fosse spostato; sfruttamento dellassialsimmetria: anche in questo caso la schematizzazione stata fatta bidimensionale e sono state applicate ai corpi propriet di solido 2D/Axisymmetric. Per quanto riguarda questi tentativi le soluzioni andavano a convergenza ma una volta caricati i risultati durante tutto larco di simulazione si vedeva che il volatile rimaneva fermo; schematizzazione un quarto 3D: sempre sfruttando lidea di simmetria che contraddistingue questo tipo di analisi si tentato di riportare solo un quarto dellintera geometria tridimensionale, apponendo i vincoli opportuni dei casi simmetrici. In questo caso il processore non era in grado di leggere correttamente le informazioni di vincolo e il solutore Marc non si attivava. Dopo questa prima serie di tentativi si perci preferito concentrarsi sulle modellazioni complete, sacricando tempi di calcolo in favore di maggiore sicurezza della convergenza e bont dei risultati.

Generazione della mesh

Le prove sono state svolte considerando diverse soluzioni per quanto concerne lapprossimazione della piastra ed il tipo e il numero di elementi utilizzati. In particolare le soluzioni che hanno portato a convergenza i risultati sono state quelle in cui la piastra stata approssimata al suo piano medio (propriet bidimensionali di tipo shell) e quelle in cui la piastra stata considerata come tridimensionale. Viste in precedenza le dimensioni della piastra e delluccello e i materiali utilizzati si passa ora a descrivere il procedimento svolto per ottenere le mesh e lanalisi di sensibilit per decidere che tipo di meshatura utilizzare. In questa fase le simulazioni sono state tutte eettuate assumendo la velocit iniziale delluccello pari a 80 m/s (288 km/h). Il materiale della piastra stato qui supposto perfettamente elastico, e questa approssimazione stata vericata a posteriori osservando i valori di tensione ottenuti. Il materiale delluccello invece stato assunto elestico-perfettamente plastico con i valori specicati nel capitolo precedente. 5

3.1

Uccello

GENERAZIONE DELLA MESH

3.1 Uccello Per prima cosa stata creata sulla supercie geometrica delluccello una mesh con elementi triangolari tria3 facendo variare di volta in volta la Global Element Lenght. Una volta ottenuti gli elementi superciali e applicata lequivalence per poter chiudere la supercie esterna in ununica meshatura, si sono generati gli elementi tetragonali tet4 usando quelli triangolari come base. Stabilita dunque la tipologia e il numero di elementi da utilizzare nelle varie simulazioni, il numero di elementi delluccello stato mantenuto costante al variare delle diverse tipologie di elementi della piastra. Tale scelta operativa stata fatta innanzitutto per poter analizzare come il numero e il tipo di elementi della piastra inuisca sui risultati ottenuti nel corso delle simulazioni. Inoltre un aumento eccessivo degli elementi del volatile comporta tempi di simulazione estremamente elevati. 3.2 Piastra Come detto in precedenza una volta stabilita la geometria e la mesh delluccello necessario stabilire come si vuole schematizzare la piastra e che tipologia di elementi utilizzare. In questo lavoro si sono confrontate 2 diverse geometrie per un totale di 3 diversi tipi di elementi: - Geometria di tipo supercie con propriet shell e elementi tria e quad. In questo modo si assume che il piano medio della piastra (spessa 0.01 m) possa essere assimilato a quello del suo piano medio; - Geometria di tipo solido tridimensionale con elementi tet. In questo caso si toglie lapprossimazione che il piano medio possa rappresentare lintero comportamento della piastra; Per quanto concerne la piastra tridimensionale sono stati svolti anche tentativi tramite lutilizzo di elementi HEX. Tale via stata velocemente abbandonata in considerazione dei tempi di calcolo decisamente elevati. 3.2.1 Piastra bidimensionale

Per le prove con la piastra assimilabile al suo piano medio, ossia utilizzando propriet di tipo shell, la mesh stata scelta composta con concentrazione variabile di elementi. In particolare, tramite la funzione mesh seed, si cercato di ottenere una mesh con elementi poco distorti e in numero maggiore nella zona centrale di impatto rispetto alle zone periferiche della piastra stessa. Si inoltre cercato di mantenere un inttimento approssimativamente costante nella zona centrale, in questo modo il risultato dellaumento di elementi ha omogeneizzato la mesh oltre che a diminuire le grandezze degli elementi.

IMPOSTAZIONI PER LANALISI

3.2.2

Piastra tridimensionale

Per la generazione degli elementi della piastra le maggiori dicolt sono sorte quando si passati ad utilizzare elementi di tipo tetragonale. In particolare si visto come diverse combinazioni di mesh, per quello che riguarda il numero di elementi tra piastra e uccello, non solo pregiudicassero, come ovvio, la qualit dei risultati, ma la convergenza stessa delle analisi. Questa dicolt di convergenza stata evidenziata sia nel caso di mesh generate tramite lo sfruttamento di mesh seed che variassero la densit di elementi sia con meshature uniformi. Considerando dunque il fatto che tramite lutilizzo di mesh a densit variabile gli elementi tetragonali risultano piuttosto distorti, per lo meno in misura maggiore dei casi 2D studiati, si preferito concentrarsi su mesh uniformi. La ranazione della mesh in questo caso stata perci eettuata variando direttamente la Global Element Lenght.

Condizioni di vincolo

Il passo successivo alla generazione della mesh lapplicazioni delle condizioni di vincolo e carico. Per quello che riguarda la piastra si scelto di vincolarla con degli incastri posti direttamente sulla geometria esterna della piastra: sui 4 bordi laterali per la piastra 2D e sulle 4 superci laterali nel caso 3D. Per il volatile invece necessario stabilire come lanciarlo contro la piastra. Le possibilit possono essere molteplici, ad esempio si pu applicare una forza, una accelerazione o una velocit iniziale. Tra queste possibilit quella che pi corrisponde ad uneventuale situazione reale ovviamente quella di applicare una determinata velocit iniziale ai nodi della mesh del volatile. Dopo questi due tipi di condizioni a contorno necessario dire al processore che tra gli elementi da analizzare pu eventualmente subentrare una situazione di contatto. Dunque lultima condizione di vincolo da mettere quella di contatto tra gli elementi della mesh della piastra e quelli delluccello. Per il secondo in ognuna delle simulazioni eettuate il contatto sar di tipo corpo deformabile tridimensionale, mentre per la piastra sar di tipo corpo deformabile 2D e 3D a seconda della schematizzazione scelta.

Impostazioni per lanalisi

Conclusa la fase di modellazione della geometria, della creazione dei materiali, dellassociazione delle propriet, della meshatura dei corpi e dellimposizione delle condizioni di vincolo si pu procedere alla scelta dei parametri di analisi. Innanzitutto si pone la tolleranza numerica pari a 10e-6. Successivamente necessario scegliere il tipo di analisi che si vuole che il processore svolga. Come detto nella sezione iniziale qui necessario operare una soluzione non lineare implicita di tipo Transient dynamic ossia in grado di analizzare le fasi del contatto lungo larco di simulazione. Si pu poi andare nel menu Transient Dynamic Solution Parameters a variare taluni parametri di diretto interesse per lanalisi arontata. Innanzitutto dalla tabella Contact Table si toglie la possibilit che il contatto avvenga tra gli elementi di uno stesso corpo, ossia si toglie la possibilit che gli elementi della piastra vengano in contatto con altri elementi della piastra e allo stesso modo per luccello. Tale operazione consente di evitare inutili calcoli al processore e risparmiare tempi e dimensione dei le di output. Altri parametri interessanti si trovano nel menu Load Increment Parameters. In questo 7

ANALISI SENSIBILIT

menu si pu difatti scegliere il tipo di incremento, sso o adattivo, il tempo totale di simulazione, il time step e lo schema di integrazione temporale. Data la vasta possibilit di combinazioni si scelto di operare con un incremento di tipo sso e con schema di integrazione Single Step Houbolt. Maggiori riessioni vanno invece svolte per quello che riguarda il tempo di simulazione e il time step. Il primo stato scelto piuttosto piccolo date le alte velocit in gioco e come detto precedentemente sar pari a 0.01 [s]. La scelta del passo va invece eettuata relazionandola alla frequenza naturale del modo di vibrare pi simile alla deformazione che subir la piastra. Eettuata unanalisi Complex Eigenvalues per trovare le frequenze proprie del sistema (ossia della piastra vincolata sui bordi), si trova che per questa congurazione di dimensioni e vincoli la frequenza naturale f di interesse quella del primo modo e risulta pari a 22.226[Hz]. Seguendo quindi le linee guida suggerite in [5] si trova che il time step pari a: = 1 1 = 100f 2222.6 4.5e 4

Trovato questo valore, nelle simulazioni si preferito ridurre il time step a 1e-5 o a 1e-6 poich si osservato come il processore avesse dicolt a convergere qualora il time step di primo tentativo fosse troppo elevato.

Analisi sensibilit

Un passaggio fondamentale in un qualsiasi studio eettuato tramite lutilizzo degli elementi niti quello di operare la cosiddetta analisi di sensibilit. Tale procedimento si attua partendo da una mesh piuttosto grezza e via via si svolgono delle simulazioni successive in cui si va a ranare la mesh. In questo modo si giunger, o si dovrebbe giungere, con un numero congruo di simulazioni, ad una fase in cui lulteriore ranazione della mesh non comporta una sensibile variazione nei risultati. Si dice dunque che si giunti a convergenza. Tale analisi di sensibilit mira a determinare la condizione che comporti i migliori risultati con il minore sforzo delle risorse di calcolo e quindi minimizzi i tempi di analisi a parit di qualit di risultati. In seguito a un certo numero di simulazioni si deciso di tenere costante e relativamente elevato il numero di elementi del volatile mentre si andati a ranazioni successive della mesh della piastra. Tale numero di elementi stato posto pari a 2155 nelle simulazioni con piastra 2D e 776 nella piastra 3D. Tale scelta stata dettata dal fatto che per la piastra tridimensionale un numero elevato di elementi non solo comportasse sensibili dilatazioni nei tempi di calcolo ma addirittura non portasse a convergenza.

6.1

Analisi sensibilit 2D

ANALISI SENSIBILIT

6.1 Analisi sensibilit 2D Per quanto concerne le simulazioni con la piastra bidimensionale le diverse combinazioni di mesh provate sono riassumibili nella seguente tabella 1 . Per questo caso il numero di elementi delluccello, come detto, stato tenuto sempre costante e pari a 2155 elementi tet4. Tipologia mesh Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Isomesh da Mesh seed Tipologia Oggetto elementi Quad4 Quad4 Quad4 Quad4 Tri6 Tri6 Tri6 Tri6 Piastra Piastra Piastra Piastra Piastra Piastra Piastra Piastra mesh seed per lato 10 20 30 40 10 20 30 40 L2/L1 0.06125 0.125 0.25 0.5 0.06125 0.125 0.25 0.5 Numero elementi 100 400 900 1600 200 800 1800 3200 Wall time [s] 253.44 365.36 1203.68 3349.051 165.17 346.26 1097.46 3114.49

Tabella 1: Riassunto tipologie di prova con piastra bidimensionale

Dalla precedente tabella interessante osservare come i tempi di simulazione siano maggiori nel caso di utilizzo di elementi di tipo quad4 rispetto agli elementi tria6, questo nonostante il numero di elementi e di nodi. Si va di seguito ad eettuare lanalisi di sensibilit per la mesh di tipo bidimensionale. Per far questo si riportano gli andamenti di strain di un certo numero di nodi nella zona di primo impatto della piastra in funzione del tempo. Si riportano dapprima i primi tre step di ranazione operati con la mesh avente elementi di tipo quad4, successivamente quelli tria6.

6.1

Analisi sensibilit 2D

ANALISI SENSIBILIT

Figura 2: Andamento dello strain nel caso di piastra con 100 elementi quad4

Figura 3: Andamento dello strain nel caso di piastra con 400 elementi quad4

Dalle gure 2, 3 e 4 appare subito molto chiaro come non appena si proceda a un discreto inttimento della mesh i risultati tendano a convergere verso un andamento e valori simili, che indicano il valore ottimale di elementi da utilizzare per rendere i risultati indipendenti a ulteriori ranazioni.

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6.1

Analisi sensibilit 2D

ANALISI SENSIBILIT

Figura 4: Andamento dello strain nel caso di piastra con 900 elementi quad4

Si procedere ora a operare il medesimo procedimento di ranazione incrementale della mesh della piastra per quello che concerne elementi tria6.

Figura 5: Andamento dello strain nel caso di piastra con 200 elementi tria6

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6.1

Analisi sensibilit 2D

ANALISI SENSIBILIT

Figura 6: Andamento dello strain nel caso di piastra con 800 elementi tria6

Figura 7: Andamento dello strain nel caso di piastra con 1800 elementi tria6

Per questo caso si preferisce riportare anche il quarto passaggio di ranamento della mesh poich come si vede passando dalle gure 5, 6 e 7 non si nota una sensibile convergenza dei risultati che invece compariva gi alla terza ranazione nel caso di utilizzo di elementi quad4. Difatti con gli elementi tria6 necessario unulteriore iterazione per vericare la bont della mesh, come evidenziato dagli andamenti di gure 7 e 8

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6.2

Analisi sensibilit 3D

ANALISI SENSIBILIT

Figura 8: Andamento dello strain nel caso di piastra con 3200 elementi tria6

6.2 Analisi sensibilit 3D Nella sezione relativa alla generazione della mesh stato detto come per il caso della piastra tridimensionale si siano incontrati diversi problemi di convergenza delle simulazioni quando si andasse a variare il numero di elementi delluccello e della piastra. A seguito di queste prove si visto come i casi in cui le soluzioni convergessero con pi facilit fossero quelli in cui il volatile fosse dotato di 776 elementi. Sar dunque tenuto buono questo valore per la successiva analisi di sensibilit, avendo altres osservato che laumento degli elementi delluccello avrebbe comunque comportato tempi di simulazione decisamente elevati. Si riassumono nella seguente tabella le diverse combinazioni di elementi tra piastra e uccello operate per svolgere la successiva analisi di sensibilit. Facendo questo si fa notare come di tutti i casi esaminati solo in pochi casi si ottenesse la convergenza dei risultati. Per quanto riguarda la colonna ranamento nel caso di mesh uniforme si fa riferimento alla Global Element Lenght mentre nel caso di mesh seed la scrittura a x b specica il numero di elementi per lato (a) per il rapporto L2 /L1 (b).

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6.2

Analisi sensibilit 3D

ANALISI SENSIBILIT

Tipologia mesh uniforme uniforme uniforme uniforme uniforme uniforme uniforme uniforme uniforme mesh seed mesh seed mesh seed uniforme uniforme uniforme uniforme uniforme

Tipologia Oggetto elementi Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet4 Tet10 Tet4 Tet10 Tet4 Tet10 Tet4 Tet10 Tet4 Tet10 Tet4 Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello Piastra Uccello

Ranamento 0.2 0.04 0.1 0.04 0.1 0.03 0.05 0.03 0.075 0.025 0.075 0.03 0.075 0.02 0.05 0.025 0.02 0.03 10x0.5 0.04 15x0.5 0.03 20x0.5 0.03 0.1 0.03 0.075 0.03 0.2 0.04 0.1 0.2 0.02 0.2

# elementi 600 271 2400 271 2400 776 9600 776 4387 1449 4387 776 4387 2781 9600 1449 15000 776 612 271 1349 776 2400 776 2400 776 4387 776 600 271 2400 271 15000 271

Wall time [s]

191.49 374.15

598.05

672.81 1944.63

>13000

Tabella 2: Riassunto tipologie di prova con piastra tridimensionale

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Analisi sensibilit 3D

ANALISI SENSIBILIT

Meglio evidenziata laleatoriet della convergenza dei risultati e la necessit di un numero estremamente elevato di prove per ottenere una analisi di sensibilit adeguata si deciso, per quello che riguarda le simulazioni con piastra tridimensionale con elementi tet, di non procedere oltre nello studio delle possibili combinazioni di mesh che portino a convergenza. Si vanno di seguito a confrontare i risultati per i 6 casi in cui si giunti a convergenza per vedere quanto la variazione del numero degli elementi e del tipo degli stessi inuenzi la simulazione. In particolare si vanno a comparare i valori di strain ottenuti per un certo numero di nodi nella zona centrale della piastra.

Figura 9: Andamento dello strain nel caso di piastra con 2400 elementi tet4

Figura 10: Andamento dello strain nel caso di piastra con 9600 elementi tet4

Come si pu notare dalle precedenti gure 9 e 10 i valori di strain nei due casi sono dierenti sia nellandamento che nei valori. In particolare, allaumentare del numero di elementi, si nota come i valori di strain raggiungano valori pi elevati mentre diminuisce la frequenza di oscillazione a impatto avvenuto. Passando inne al graco di gura 11 relativo al caso con piastra avente 15000 elementi si nota come sia landamento che i 15

6.2

Analisi sensibilit 3D

ANALISI SENSIBILIT

valori inizino ad essere dierenti. Landamento meno continuo della gura 11 dovuto al fatto che si riportato un numero minore di output nel le .t16 per non appesantire troppo la simulazione.

Figura 11: Andamento dello strain nel casso di piastra con 15000 elementi tet4

Andando a esaminare le gure 12 e 13, relative allo strain per elementi di tipo tet10 non solo si notano valori dierenti dello strain, ma anche gli andamenti in funzione del tempo subiscono una notevole variazione. Non si riporta landamento dello strain per il caso di 15000 elementi tet10 poich tale simulazione stata bloccata attorno ai 13000 secondi di simulazione. Una simile durata delle simulazioni, per quello che concerne il progetto in esame, non giusticabile nei confronti di una soluzione magari meno accurata ma pi veloce.

Figura 12: Andamento dello strain nel casso di piastra con 2400 elementi tet10

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6.3

Commenti analisi sensibilit

ANALISI SENSIBILIT

Figura 13: Andamento dello strain nel casso di piastra con 4387 elementi tet10

Prima di commentare le immagini si fa notare che landamento dei valori risulta pi spigoloso poich, come per il graco in gura 11, in fase di selezione degli output si stampato un valore ogni cinque in modo da evitare di ottenere le .t16 aventi dimensioni maggiori di 5 Gb. Ad ogni modo, allaumentare del numero di elementi tet10 lo strain tenda ad assumere un andamento simile, ma valori sensibilmente minori. Inoltre la maggior densit di elementi per il secondo caso fa s che ci sia un discreto numero di nodi che assumono valori di strain elevati. Si pu tuttavia osservare come allaumentare del numero di elementi, sia per la piastra con elementi tet4 che tet10, i valori di strain tendano a convergere verso valori con un massimo attorno a 1.5e-3, cos come landamento sembra convergere ad una risposta avente un picco e un certo andamento oscillante simili nella forma. Si nota inoltre come nel caso di mesh avente elementi tet10 landamento sia piuttosto simile a quello cui le mesh tendono a convergere gi con un numero limitato di elementi, anche se i valori si discostano sensibilmente da quelli che si ottengono con mesh pi ranate. La controparte nellutilizzo di elementi tet10 che ovviamente avendo 10 nodi per elemento invece che 4 i tempi di simulazione aumentano molto e quindi in fase di analisi ingegneristica bisogner valutare con cura che tipo di elementi preferire operando un compromesso tra risultati e tempi per ottenerli. 6.3 Commenti analisi sensibilit Dallanalisi di sensibilit eettuata si evince come lutilizzo di elementi di ordine superiore e linttimento degli stessi porti a soluzioni che tendono ad essere indipendenti dalla mesh utilizzata. Tuttavia dai graci riportati si vede come, per lo meno per quello che concerne lo strain totale, i risultati dieriscano tra la schematizzazione della piastra bidimensionale e tridimensionale. Come ovvio nei casi di utilizzo di mesh bidimensionale i tempi di simulazione risultano inferiori rispetto a quelli della mesh tridimensionale; tuttavia, il numero di elementi della piastra nel primo caso nettamente inferiore al numero di elementi utilizzati per i casi tridimensionali.

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ANALISI DEI RISULTATI

Tale comportamento dettato dal fatto che gli elementi delluccello nel caso di piastra bidimensionale siano quasi il triplo di quelli della simulazione con piastra tridimensionale. Riassumiamo a tal proposito nella seguente tabella i tempi di simulazione occorsi nelle varie prove eettuate. Tipologia elemento Tet4 Tet4 Tet4 Tet10 Tet10 Tet10 Quad4 Quad4 Quad4 Quad4 Tri6 Tri6 Tri6 Tri6 Numero elementi 2400 9600 15000 2400 4387 15000 100 400 900 1600 200 800 1800 3200 Wall time [s] 191.49 374.15 598.05 672.81 1944.63 >13000 253.44 365.36 1203.68 3349.05 165.17 346.26 1097.46 3114.49

Si termina questa sezione relativa allanalisi di sensibilit decidendo quali tipi di mesh si andranno a confrontare nella prossima sezione. Si sceglier dunque per la piastra 2D la modellazione avente la piastra dotata di 900 elementi quad4, mentre per la piastra 3D le simulazioni di riferimento saranno quelle con 15000 elementi tet4. Questultima scelta confortata dallosservazione che ulteriori ranazioni della mesh avente questo tipo di elementi non avessero portato sensibili scostamenti nei risultati.

Analisi dei risultati

Lultima fase del lavoro ora riportare in maniera pi completa gli andamenti delle grandezze di interesse in funzione del tempo facendo variare parametri come la velocit iniziale del volatile e il materiale costitutivo dello stesso. Dallanalisi di sensibilit si evinto come le diverse schematizzazioni della piastra portassero a risultati dierenti per quello che concerne lo strain. Tuttavia entrambe le schematizzazioni, a seguito di successivi ranamenti della mesh, hanno portato a una certa convergenza della risposta. Non avendo a disposizione dati dalla letteratura che possano dare un riscontro quantitativo (qualitativamente i valori e gli andamenti si possono dire buoni), si preferisce riportare in parallelo i risultati sia delle simulazioni con la piastra 2D che con quella 3D con tipo e numero di elemnti specicati precedentemente (quad4 e tet4 rispettivamente). Si riporta innanzitutto in gura 14 la sequenza dellimpatto tra luccello e la piastra nel caso di piastra tridimensionale avente 15000 elementi tet4.

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ANALISI DEI RISULTATI

Figura 14: Sequenza dellimpatto a 100 [m/s] su piastra 3D

Il fringe della gura 14 rappresenta gli spostamenti degli elementi del volatile ed qualitativamente in accordo con gli esperimenti trovati in letteratura ([2]) e riportati nella gura 15.

Figura 15: Sequenza dellimpatto nelle prove sperimentali svolte da [2]

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7.1

Displacement

ANALISI DEI RISULTATI

Si scelto di riportare i valori delle grandezze desiderate in corrispondenza di 3 zone caratteristiche. Nel caso di piastra 3D si sono presi 2 nodi/elementi per ognuna di queste 3 zone, uno sulla supercie frontale (ove avviene limpatto) e uno sulla posteriore. In questo modo si pu vedere come le grandezze varino approssimativamente lungo lo spessore della piastra. I primi saranno caratterizzati da stile linea continuo, i secondi tratteggiato. Facendo riferimento alla piastra disegnata nel piano yz e centrata nellorigine i punti sono stati cos scelti. Punto nella zona di contatto. Si selezionato un nodo/elemento approssimativamente nel centro della piastra, ossia nellorigine. Il colore delle curve per i dati di questa zona il rosso. Punto a media distanza. Il nodo/elemento stato scelto di coordinate vicine a <0,-0.5,0>. Il colore delle curve per i dati di questa zona il blu. Punto vicino al bordo. Il nodo/elemento posto a circa 0.1 m dal bordo esterno, ossia con coordinate <0,-0.9,0>. Il colore delle curve per i dati di questa zona il verde. Le prove di seguito riportate sono state eettuate per velocit iniziale del volatile pari a 100 [m/s]. 7.1 Displacement Si inizia con lanalizzare landamento degli spostamenti.

Figura 16: Spostamenti nel caso di piastra 2D

Come prima cosa si nota che, come evidenziato nella sezione precedente, landamento della medesima grandezza, cambiato il modello della piastra, comporta sensibili dierenze per quello che riguarda i valori, ma soprattutto per quanto riguarda landamento in funzione del tempo.

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7.2

Strain

ANALISI DEI RISULTATI

Figura 17: Spostamenti nel caso di piastra 3D

In gura 17 si vede invece come, per gli spostamenti, non ci siano dierenze tra i nodi sulla supercie anteriore rispetto a quelli sulla posteriore, di fatto essi coincidono. La maggiore dierenza nellandamento nei due casi che per la piastra tridimensionale lo spostamento del punto mediano risulta avere un ritardo rispetto alla zona centrale, minore di quello che possiede la piastra 2D. come se nel caso di piastra 3D londa durto che causa la deformazione si propaghi pi velocemente. Mentre lo spostamento del punto mediano comincia a comparire attorno ai 1e-3 [s] nella piastra 3D, nella 2D esso inizia a sentire lo spostamento attorno ai 2.5e-3 [s]. Inoltre la risposta della piastra 3D sembra possedere unoscillazione caratterizzata unampiezza maggiore rispetto a quella della piastra 2D. Inne tutti gli spostamenti della piastra 2D sono maggiori in modulo rispetto a quella 3D, in particolare la dierenza di modulo dello spostamento risulta di circa il 30% per il nodo centrale, per essere quasi il doppio nel nodo mediano e arrivare a oltre 3 volte nel nodo periferico. 7.2 Strain Si passano ora a confrontare gli andamenti delle deformazioni subite dalle piastre. In gura 18 dunque riportata la deformazione per la piastra bidimensionale, nella 19 quelli per la piastra tridimensionale. Le gure sono analoghe a quelle riportate nella sezione riguardante lanalisi di sensibilit, e si pu osservare meglio come gli andamenti dieriscano per le due simulazioni come per gli spostamenti. La dierenza pi sostanziale risiede nel fatto che le deformazioni nel caso della piastra 3D non solo arrivano a valori maggiori, ma li mantengono, nella fase iniziale di impatto, per un tempo maggiore nei confronti di quella 2D.

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7.2

Strain

ANALISI DEI RISULTATI

Figura 18: Deformazioni nel caso di piastra 2D

Figura 19: Deformazione nel caso di piastra 3D

Inoltre, come per le deformazioni, loscillazione della risposta dello strain risulta avere unampiezza maggiore per la piastra 3D, mentre la 2D ha ampiezza minore. In gura 19 si vedono invece le dierenze tra i valori misurati nella zona anteriore e posteriore. In particolare man mano che ci si avvicina alla zona centrale vicina allimpatto tale dierenza risulta ben evidente. Osservando landamento si vede che nella prima fase di contatto gli strain risultano maggiori nella zona di contatto e diminuiscono in modulo allontanandosi da questa. Dopo i 2.0e-3 [s] circa, invece, gli andamenti si incrociano. Si pu supporre che in questa fase luccello stia cominciando a plasticizzare diusamente, dunque operando una spinta minore la piastra subisce un certo ritorno elastico che caratterizza, in tutte le prove, le oscillazioni gi commentate precedentemente.

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7.3

Stress

ANALISI DEI RISULTATI

7.3 Stress Concludiamo questa prima fase di analisi riportando i graci concernenti gli sforzi. Per questi graci si sono presi a riferimento non pi i nodi ma gli elementi della piastra. Tale scelta stata fatta perch lo stress fornito dai nodi solitamente un valore meno attendibile rispetto al valore trovato per integrazione sul centroide dellelemento (nel nostro caso) o nel punto di integrazione di Gauss.

Figura 20: Sforzi nel caso di piastra 2D

Figura 21: Sforzo nel caso di piastra 3D

Confrontando le 20 e 21 si vede che, come previsto, anche i valori di sforzo sono sensibilmente dierenti nei due casi. Si ripresenta inoltre lo stesso andamento oscillante dotato di diversa ampiezza come nel caso di strain, poich, ovviamente, si stanno confrontando grandezze diverse ma appartenenti alla medesima legge. Risulta qui pi chiaro, tuttavia, che i punti periferici, e soprattutto meridiani, assumano valori di sforzo proporzionalmente maggiori rispetto agli sforzi della zona dimpatto nel caso di piastra 3D. Tale comportamento analogo a quello evidenziato per gli spostamenti. 23

7.4

Variazione di stress con la velocit

ANALISI DEI RISULTATI

Tuttavia mentre i valori delle zone mediana e periferica sono allincirca i medesimi (50 [MPa]), per la zona centrale sono pi del doppio: 170 [MPa] del 3D contro i 400 [MPa] della 2D. 7.4 Variazione di stress con la velocit Ultimata lanalisi dei risultati con velocit mantenuta costante a 100 [m/s] si va ora ad esaminare come cambiano gli sforzi andando a variare la velocit. Per evitare di essere ripetitivi si preferisce riportare solo landamento dello stress, essendo il comportamento al variare della velocit analogo negli altri casi. Le analisi sono state svolte alle velocit di 80, 100, 120 e 140 [m/s], che nelle gure 22 e 23 si riferiscono rispettivamente alle curve di colore azzurro, blu, arancio e rosso, mentre il valore di sforzo stato preso nel punto centrale dimpatto, ossia dove esso assume i valori maggiori.

Figura 22: Sforzi nel caso di piastra 2D a dierenti velocit

Figura 23: Sforzo nel caso di piastra 3D a dierenti velocit

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7.5

Uccello con materiale dierente

ANALISI DEI RISULTATI

Come lecito aspettarsi allaumentare della velocit iniziale delluccello gli stress della piastra risultano maggiori a causa della maggiore quantit di moto che possiede il volatile al momento dellimpatto. Difatti se si andasse a mantenere costante la velocit e aumentare la massa del volatile in maniera proporzionale il risultato sarebbe il medesimo. La dierenza sostanziale dei due modelli risulta invece dal fatto che la piastra 2D attorno ai 120 [m/s] plasticizza, e dunque i valori di sforzi risultano analoghi anche alla velocit di 140 [m/s]. Tale plasticizzazione non si nota invece nel caso di piastra 3D poich, come evidenziato nel paragrafo precedente, i valori di stress in questo caso sono decisamente minori. 7.5 Uccello con materiale dierente Una volta completate le varie prove considerando il materiale del volatile perfettamente plastico, si voluto andare a vedere se e come il cambiamento della legge costitutiva di questo potesse inuire sullo sforzo registrato dalla piastra nella zona di contatto. In particolare si scelto di utilizzare il medesimo modello elastico - elasto-plastico delle precedenti prove, ma invece che avere un modello perfettamente plastico una volta giunti al punto di snervamento si impostata una certa pendenza di hardening, anchessa presa dalla letteratura [1]. La prova stata dunque eettuata confrontando i valori di stress della zona di impatto della piastra con materiale perfettamente plastico, uno incrudente (hardening slope positiva) e uno soggetto ad addolcimento (hardening slope negativa). Il valore della pendenza stato dunque posto a 1000 [MPa] nel primo caso, a -1000 [MPa] nel secondo.

Figura 24: Sforzo nel caso di piastra 3D con diversi materiali costitutivi per luccello

Da gura 24 si pu vedere come, per questo tipo di schematizzazione della piastra, la variazione del materiale del volatile non ha alcuna inuenza. Questo pu trovarsi in disaccordo con quanto possibile aspettarsi, poich sarebbe pi logico che un materiale hardening causasse maggiori sforzi nella piastra rispetto a uno perfettamente plastico, cos come minori dovrebbero essere quelli dati da un materiale softening. Analoghi risultati sono stati ottenuti nel caso di piastra bidimensionale.

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7.6

Contatto con attrito

CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI

7.6 Contatto con attrito Successivamente stata cambiata la condizione di vincolo relativa al contatto. Difatti, no ad ora, il contatto era stato supposto liscio, senza alcun attrito. Sebbene questa approssimazione non sia, in teoria, troppo limitante per quanto riguarda i valori delle grandezze monitorate precedentemente, non corretta dal punto di vista della dissipazione di energia. Se si supponesse che le superci a contatto posseggano un certo attrito, infatti, si dovrebbe notare una certa dissipazione di energia per quanto concerne gli elementi del volatile. Per simulare questa nuova condizione si dunque andati a porre un coeciente di attrito unitario sia nella nestra relativa alle condizioni a contorno, sia nella tabella dei contatti nel menu Analysis/Subcases/Subcases Parameters. Si scelto di porre tale valore molto elevato in modo da vedere, prima di tutto, se e quanto la soluzione cambiasse. In particolare si andati a monitorare la velocit che gli elementi delluccello assumevano durante la simulazione, poich in teoria dovrebbe essere il parametro che pi viene inuenzato da questo nuovo set di impostazioni. Tuttavia non si notata alcuna dierenza con i risultati ottenuti dalle precedenti simulazioni, n per le velocit degli nodi del volatile n per le altre grandezze.

Conclusioni e sviluppi futuri

Si conclude questo lavoro svolgendo una serie di commenti sui risultati ottenuti nel corso delle simulazioni. Innanzitutto stato fatto notare come questo tipo di analisi sia molto sensibile alle variazioni di taluni parametri quali lapprossimazione della geometria e il numero e il tipo degli elementi della mesh. Si sarebbe difatti desiderato poter analizzare altre schematizzazioni dellinterazione piastra-volatile ma i problemi di convergenza evidenziati hanno reso inattuabili tali propositi. Uno dei limiti maggiori delle analisi eettuate lassenza di valori chiari di riferimento dalla letteratura. Infatti, nonostante si possa essere soddisfatti dei risultati ottenuti dal punto di vista qualitativo, quantitativamente non possibile avere riscontri certi. Questo perch, nella maggior parte della letteratura a disposizione, tale genere di analisi eettuato su componenti complessi di aerei, dicili da riprodurre con precisione in questa sede. Inoltre non avendo a disposizione solutori in grado di gestire diversi modelli costitutivi del volatile, quali quelli solitamente utilizzati in letteratura, problematico confrontare adeguatamente i risultati. Tale dicolt nel reperire valori certi nei risultati non consente inoltre di discernere quale delle due modellazioni della piastra sia la pi adeguata per descrivere il problema di impatto bird strike analizzato. In particolar modo risulta dicile capire il motivo per cui la piastra 2D, a parit di spessore, presenti plasticizzazione mentre la 3D non riesca a giungere ai medesimi valori elevati di sforzo. Tali dierenze si colgono anche in casi pi semplici dello studio di analisi FEM, come evidenziato nei casi statici comunemente studiati; cionondimeno raramente si osservano scostamenti tanto elevati nelle soluzioni. indubbio che queste dierenze siano insite nel modo in cui il solutore approssima e calcola i valori delle grandezze ai nodi e agli elementi degli oggetti con diverse propriet. quindi plausibile che se si possono cogliere sensibili dierenze nei risultati nelle analisi statiche lineari, queste dierenza risultino amplicate qualora si vada ad operare unanalisi nonlineare tempo variante come quella svolta in questa sede. Rimanendo dunque nellambito della risoluzione del problema del bird strike con i mezzi a disposizione utilizzati in questo lavoro, sarebbe innanzitutto interessante andare a porre condizioni di failure per gli elementi del volatile. In questo modo si potrebbe 26

CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI

meglio approssimare la disintegrazione del corpo di un uccello che eettivamente avviene qualora vada a impattare contro un corpo ad oltre 100 [m/s]. Altre prove potrebbero essere svolte andando a ridurre le dimensioni della piastra. In questo modo si sacricherebbe linuenza che i vincoli hanno sulla piastra con il vantaggio di aumentare la densit di elementi nella zona di contatto. Tale inuenza era stata osservata nelle prove di piastra-uccello 2D in plane strain. Difatti con una piastra lunga 2 [m] e spessa 0.01 la soluzione divergeva. Andando a ridurre la laltezza della piastra e aumentandone lo spessore la soluzione iniziava a convergere, seppur ottenendo risultati completamente erronei. Tali prove, tuttavia, hanno evidenziato una volta di pi come il processore sia estremamente sensibile a variazioni delle dimensioni degli oggetti in gioco e degli elementi di questi nel caso di simulazioni nonlineari. Inne altre considerazioni potrebbero essere svolte sui parametri di analisi scelti. Sebbene infatti durante la fase iniziale delle prove erano state approcciate diverse soluzioni nel menu Load Increment Parameters esse non avevano comportato variazioni nei risultati, o quantomeno convergenza nelle simulazioni divergenti. In particolar modo erano stati impostati incrementi di tipo adattivo, cos come metodi di integrazioni diversi dal qui utilizzato Single Step Houbolt. Sarebbe dunque interessante uno studio pi approfondito sulle possibilit che tali metodi potrebbero eventualmente orire nel far convergere le simulazioni che erano qui state approcciate e successivamente abbandonate. Ad ogni modo, sebbene questo lavoro non possa presentare risultati certi e concreti sui valori di deformazione, sforzo, spostamenti, etc riguardo unanalisi di bird strike, in esso si sono arontati una vasta gamma di schematizzazioni e approcci, rendendone chiari i punti di forza di alcuni e le limitazioni di altri. In questo modo una successiva trattazione del problema di bird strike potrebbe partire con basi pi solide e certe e in grado di capire e analizzare meglio problemi di impatto e in generale di analisi nonlineari tempo varianti.

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BIBLIOGRAFIA

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