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Il Governatore stravolge la realt

Roberto Formigoni si deve essersi reso conto che la recita quotidiana del mantra un avviso di garanzia non una condanna non basta a placare la bufera giudiziaria sulla Regione e passa al contrattacco. Lo fa affidandosi ai social network come la modernit gli suggerisce dopo aver infaso di video-clip YouTube e affida a Twitter il suo pensiero: Caro Pisapia, non vorrei che al voto debba andare proprio il Comune dopo l'affaire Sea. Il Governatore non ha evidentemente apprezzato la battuta del Sindaco che, ieri, aveva constatato a proposito della Regione che quando ci sono delle situazioni cos preoccupanti, ridare la parola ai cittadini sarebbe un segnale sicuramente di forza, di seriet e soprattutto di attenzione alla legalit. Pisapia accoglie il tweet con ironia: Formigoni talvolta molto spiritoso. Penso che dovrebbe pensare ai suoi problemi e non ai non-problemi di Milano. In effetti, chiunque pu facilmente misurare la distanza che separa i due casi. A Palazzo Marino si discute di unintercettazione nella quale una una figura lontana dalla politica lombarda, ma in ottimi rapporti con il vertice nazionale del Pd (che stando a indiscrezioni sarebbe Riccardo Conti, ex assessore regionale della Toscana) rassicura il patron di F2i Vito Gamberale sui contenuti del bando con il quale il Comune si appresta a cedere una quota del 29,75% di Sea. La conversazione avviene prima del 27 ottobre 2011 quando la Procura di Firenze trasmette a quella di Milano per competenza il brogliaccio dellintercettazione e dunque prima che in giunta e poi in Consiglio, il 14 dicembre, dopo una epica seduta durata 26 ore, si definissero in dettaglio i contenuti di quellasta. Tant che Francesco Greco lo iscrive a un modello 45K, ovvero atti non costituenti notizia di reato e come tale riportato dai giornali. Ora la Procura prosegue nelle sue indagini nellipotesi di turbativa dasta. E questa sarebbe, eventualmente, la materia del contendere che, sempre in via di ipotesi, potrebbe coinvolgere Conti ed eventualmente un suo misterioso informatore pi di lui vicino al dossier Sea. Nel caso della Regione Lombardia non abbiamo lipotetico reato commesso da una persona lontana dalla politica lombarda, ma la contestazione di reati veri contro la pubblica amministrazione che sarebbero stati commessi da sette dei nove riconoscibilissimi consiglieri finiti indagati. Se, infatti, a Nicole Minetti e Daniele Belotti possono essere attribuiti comportamenti censurabili ma che con la politica hanno fortunatamente poco a che vedere, gi il caso di Monica Rizzi (trattamento illecito di dati protetti per i falsi dossier a favore di Renzo Bossi) si avvicina a quello delle firme false raccolte per lo stesso Formigoni . Ma per tutti gli altri siamo nel cuore dellamministrazione della cosa pubblica per fatti commessi quando vi

ricoprivano ruoli di responsabilit: Filippo Penati, Gianluca Rinaldin, Franco Nicoli Cristiani, Davide Boni e, ultimo della lista, Angelo Giammario trafficavano in mazzette e finanziamenti illeciti senza che nessuno al Pirellone se ne accorgesse. E quando se ne vuole discutere, ogni trucco procedurale per non affrontare il tema viene sfruttato fino alleccesso di far confermare lirricevibilit della mozione di sfiducia su Davide Boni allo stesso presidente inquisito. Le opposizioni a Palazzo Marino reclamano a gran voce che del caso Sea si discuta in aula e si raccolgono le firme per lavvio di una commissione di indagine. E fa bene a farlo. La maggioranza raccolga la sfida e dimostri che anche in questo diversa da quella che governa la Regione. E che di fronte alle tensioni che si accompagnano allipotesi di una nuova cessione delle quote Sea, si pronti a operare nella massima tranquillit e trasparenza. Potrebbe finalmente il Governatore comportarsi allo stesso modo? (la Repubblica Milano, 17 marzo 2012)

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