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Progettazione degli esperimenti e Basi di Grbner

Rosaria Simone 8 aprile 2011

Concetti preliminari

Denizione 1.1 (modello). Dato un campo K, sia K un campo di funzioni del tipo K, con insieme di parametri. Un modello un insieme nito di polinomi f1 , . . . , fq , h1 , . . . , hl , fi K[x, y, t], hj K[x, t], dove x = (x1 , . . . , xd ) il vettore dei fattori di controllo dellesperimento, y = (y1 , . . . , yp ) il vettore delle risposte, e t = (t1 , . . . , th ) un vettore di variabili di comodo. In statistica, un modello (polinomiale) si dice identicabile se possibile stimare i suoi parametri e se tali stime risultano accettabili, nel senso che lerrore commesso si pu ritenere trascurabile. Pertanto, per risolvere il cosiddetto identiability problem per i piani fattoriali completi a due livelli, risultano molto utili le basi di Grbner. Denizione 1.2. Un piano D (degli esperimenti) un insieme nito di punti in Kd , dove d il numero di fattori dellesperimento. E detto ideale Ideal(D) del piano (design ideal) lideale generato da D: Ideal(D) = {f K[x1 , . . . , xd ] f (P ) = 0 P D} cio linsieme di tutti i polinomi in K[x1 , . . . , xd ] il cui insieme di zeri contiene il piano. Nel seguito, considereremo modelli (di regressione) del tipo: y=

x +

con x Kd , Zs , parametri. La variabile lerrore (con distribuzione + normale di media 0 e di varianza 2 ), ma nel seguito ci concentreremo sulla parte non stocastica (e quindi deterministica) del modello, x . 1

Ordini monomiali

Osserviamo che per d = 1 i monomi nellindeterminata x sono naturalmente ordinati nel modo seguente: x x

dove lordine su N. Per d > 1, tale propriet si perde, e abbiamo dunque bisogno di denire lordine tra monomi in maniera diversa. Denizione 2.1. Un ordine iniziale un ordine totale sullinsieme di indeterminate {x1 , . . . , xd }. In generale, se le indeterminate sono indicizzate da 1 a d, si assegna il seguente ordine iniziale: xi xi+1 , i = 1, . . . , d 1. x 1 1 Indichiamo con T d linsieme di tutti i termini (monomi monici) del tipo xd , i Z+ . d xi+1 , i = 1, . . . , d1 su {x1 , . . . , xd },

Denizione 2.2. Fissato lordine iniziale xi loperatore log la funzione: log T d Zd +

x = x1 xd (1 , . . . , d ) 1 d (detto operatore log perch al prodotto di monomi associa la somma delle corrispondenti immagini). Tale operatore ci permette dunque di identicare T d con Zd . + Ad esempio, in Q[a, b, c] con a b c, log(a7 b2 ) = (7, 2, 0), mentre se lordine iniziale b c a, log(a7 b2 ) = (2, 0, 7). Un ordine su T d compatibile con la cancellazione di monomi detto ordine monomiale. Pi precisamente: Denizione 2.3. Un ordine monomiale su K[x1 , . . . , xd ] una relazione dordine ( o ) su T s tale che: x 1 0; x x x x x . 2

, , Zs , x +

Un tale ordine denisce automaticamente un ordine iniziale, e risulta essere un ordine totale e un buon ordine. Inoltre, compatibile con la semplicazione dei termini, cio: x x x infatti: se x = x x , x 1 x = x x x x .

Gli ordini monomiali che incontreremo nel seguito sono i seguenti: 1. Ordine lessicograco (lex) 1 > 1 x p d i = i , i = 1, . . . , p 1, e p > p

cio se la prima entrata non nulla pi a sinistra del vettore positiva (ci stiamo riferendo alla rappresentazione log); Esempio 2.1. Esempio: ordine iniziale x1 x2 x5 1 2 x2 x2 1 2 x1 x3 2 x2 x2 1 x2 .

2. ordine lessicograco inverso rispetto al grado


d d i=1 i > i=1 i x p d i = i , i = p + 1, . . . , d, e p > p

Esempio 2.2. Ordine iniziale x1 x1 x5 2 x2 1

x2 . x2 x3 1 2 x1 x2

3. p-esimo ordine di eliminazione o ordine a blocchi: Dato un intero k 1 k s, un ordine monomiale su K[x1 , . . . , xs ] detto k-esimo ordine di eliminazione se ogni monomio comprendente almeno una tra x1 , . . . , xk pi grande di tutti i monomi in K[xk+1 , . . . , xs ]. Pi in generale, per denire un ordine a blocchi, dividiamo linsieme 3

delle indeterminate in k blocchi. Per semplicit consideriamo il caso k = 2. Abbiamo cos i blocchi x1 , . . . , xh e y1 , . . . , yk . Scegliamo un ordine monomiale in ogni blocco (in genere si sceglie lordine lex inverso) e un ordine sui blocchi: supponiamo che il blocco delle x sia pi grande del blocco delle y. Per confrontare due monomi, confrontiamo prima la loro parte x, e in caso di uguaglianza, confrontiamo la parte y (rispetto agli ordine scelti nei due blocchi). Tale ordine importante in teoria dellelimazione perch alleliminazione in geometria corrisponde loperazione di proiezione, ed usato in genere per eliminare le prime k variabili di un sistema di equazioni polinomiali. Un caso particolare lordine lessicograco, in cui ogni indeterminata rappresenta un blocco, lordine tra i blocchi lordine iniziale. Nel seguito, si assuma x = (x1 , . . . , xd ). Denizione 2.4. Sia un ordine monomiale su K[x] e sia f K[x]. Il termine direttore di f (detto leading term), Lt(f ), il termine di f pi grande rispetto a . Il coeciente direttore Lc(f ) il suo coeciente. In pi di una dimensione, come conseguenza del fatto che il coeciente direttore dipende dall ordine monomiale, emerge il seguente problema: la divisione tra due polinomi produce un quoziente e un resto che in generale non sono unici. Teorema 2.1. Siano f, g1 , . . . , gt K[x], un ordine monomiale. Allora s1 , . . . , st , r K
t

f=
i=1

si gi + r

e Lt(gi ) Lt(r)i = 1, . . . , t, cio Lt(r) < Lt(gi ) i = 1, . . . , t >. Il polinomio r detto resto e si indica con Rem(f, G), con G = {g1 , . . . , gt }. Essendo il resto non unico, r non pu per essere considerato un rappresentante di f sulla variet generata dai gi : in particolare, se r = 0 rispetto ad un dato ordine, non possiamo concludere che f < g1 , . . . , gt > (e risolvere cos il cosiddetto ideal membership problem). Il resto unico solo se consideriamo un insieme particolare di generatori: le basi di Grbner.

Basi di Grbner

Per il teorema della base di Hilbert, K[x1 , . . . , xs ] anello ntheriano, quindi ogni ideale nitamente generato, anche se non abbiamo nessuna infor4

mazione sullunicit dellinsieme dei generatori. Dora in poi supporremo che sia lordine monomiale ssato su K[x]. Denizione 3.1. Un insieme G = {g1 , . . . , gt } di generatori per un ideale I di K[x] una base di Grbner per I rispetto allordine ssato se: < Lt(I) >=< Lt(g1 , . . . , Lt(gt ) > . In generale si ha < Lt(I) > < Lt(g1 ), . . . , Lt(gt ) >. Enunciamo ora i teoremi principali sulle basi di Grbner. Teorema 3.1 (Teorema di esistenza). Dato un ordine monomiale, ogni ideale non nullo ha una base di Grbner, e ogni base di Grbner una base. Denizione 3.2. Una base di Grbner G detta minimale se: 1. LC(g) = 1g G; 2. g G, Lt(g) < Lt(G {g}) > (cio i termini direttivi degli elementi di G sono indipendenti tra loro). Una base di Grbner minimale dunque minimale nel senso che nessun suo sottoinsieme proprio ancora base di Grbner. Ci interesseranno nel seguito particolari basi di Grbner minimali: Denizione 3.3. Una base di Grbner G detta ridotta se: 1. Lc(g) = 1g G; 2. g G nessun termine di g in < Lt(G {g}) >. Pu accadere che rispetto ad uno stesso ordine monomiale, esistano pi basi di Grbner minimali per lo stesso ideale, mentre si pu provare che: Teorema 3.2. Per ogni ordine monomiale ssato, unica la base di Grbner ridotta per lideale I. Per questo motivo, supporremo di lavorare con basi di Grbner ridotte. Teorema 3.3. Sia G = {g1 , . . . , gt } base di Grbner per I, sia f K[x]. Allora !r K[x] ed g I: 1. f = g + r; 2. nessun termine di r divisibile per nessuno dei Lt(gi ). Grazie allunicit del resto: Teorema 3.4. Sia G = {g1 , . . . , gt } base di Grbner per I, sia f K[x]. Allora f I Rem(f, G) = 0. 5

Teoria delleliminazione

Teorema 4.1. Sia un p-esimo ordine di eliminazione su K[x1 , . . . , xs ]. Sia G = {g1 , . . . , gt } base di Grebner per I. Allora GK[xp+1 , . . . , xs ] una base di Grbner per il p-esimo ideale deliminazione di I, I K[xp+1 , . . . , xs ]. Osserviamo che luso di un ordine di eliminazione garantisce che la proiezione dellideale resti ordinata in maniera coerente. Luso pi gettonato del precedente risultato la risoluzione di sistemi di equazioni polinomiali: supponiamo di voler risolvere il sistema f1 = 0 fv = 0 Sia G = {g1 , . . . , gt } la base di Grbner ridotta per I =< f1 , . . . , fv > rispetto allordine lessicograco (che come osservato di eliminazione). Essendo ridotta, g G nessun termine di g in < Lt(G {g}) >, cos il sistema (equivalente al precedente perch G genera I) g1 = 0 gt = 0 ha una forma triangolare, per cui pu essere risolto pi facilmente - ad esempio mediante lalgoritmo di sostituzione allindietro - ed abbiamo cos trovato le soluzioni del sistema di partenza. Grazie alla teoria delle basi di Grbner, dato f K[x], possiamo scegliere come rappresentante della sua classe modulo Ideal(D), il suo resto Rem(f, G), con G base di Grebner per Ideal(D). Teorema 4.2. Gli elementi dellinsieme A = {x linearmente indipendenti modulo I:
x A

x < Lt(I) >} sono

c x = 0 c = 0.

Quindi se f I, il suo resto r per la base di Grbner ridotta G in < A >. K[x] isomorfo a < A > come spazio vettoriale, e possiamo Pertanto Ideal(D) pensare ad A come ad una sua base. 6

Teorema 4.3. La base {x elementi.

x < Lt(I) >} ha N elementi D ha N

Identicabilit dei modelli

Per risolvere il problema di identicabilit su un piano D, importante riuscire a determinare Ideal(D) e il corrispondente quoziente. Teorema 5.1. Dato un piano D: 1. Ideal(D) =
P D

Ideal(P );

2. D una variet; 3. lideale del piano un ideale radicale. Dimostrazione. 1. Scriviamo D come unione dei suoi punti, e osserviamo che (a1 , . . . , ad ) D la variet denita dallideale < x1 a1 , . . . , xd ad >. Inoltre I(V1 V2 ) = I(V1 ) I(V2 ), e se V1 = {(a1 , . . . , ad )} e V2 = {(b1 , . . . , bd )}, I(V1 ) I(V2 ) chiaramente generata da {fi gj f I(V1 ), gj I(V2 )}. In un numero nito di passi (essendo D nito), otteniamo una base per lideale del piano. Osserviamo che tale dimostrazione fornisce anche un metodo per costruire una base per Ideal(D). 2. D linsieme delle soluzioni della base trovata al punto 1, ed pertanto una variet. 3. E un risultato di geometria algebrica. Per quanto detto, lideale del piano fattoriale completo 22 , {( 1, 1)} Q2 < (x1 1)(x1 + 1), (x2 1)(x2 + 1) > Q[x1 , x2 ]. Infatti i punti del piano sono tutte e sole le soluzioni del sistema: x2 1 = 0 1 x2 1 = 0 2 Un altro metodo per trovare lideale di un piano D usa i risultati prima esposti sulle basi di Grbner, in particolare la teoria delleliminazione. Tornando allesempio precedente, D pu essere visto come la proiezione su Q[x1 , x2 ] dellideale I di Q[t1 .t2 , t3 , t4 , x1 , x2 ] generato dai polinomi: t1 (x1 1), t1 (x2 1), 7

t2 (x1 + 1), t2(x2 1), t3 (x1 1), t3 (x2 + 1), t4 (x1 + 1), t4 (x2 + 1), t1 + t2 + t3 + t4 1 (dove lultima condizione serve ad escludere soluzioni del tipo ti = 0i). Fissiamo lordine iniziale t1 t2 t3 t4 x1 x2 , e calcoliamo la base di Grbner rispetto ad un ordine di eliminazione per il precedente sistema di polinomi (in modo da eliminare le ti ). Tale operazione pu essere eseguita con software di computer algebra, come CoCoA e Maple, e si trova G = {4t1 x2 x1 x1 1 x2 , 4t2 + x2 x1 x1 1 + x2 , 4t3 + x2 x1 + x1 1 x2 , 4t4 x2 x1 + x1 1 + x2 , x2 1, x2 1}. 1 2 Gli elementi di tale base che non contengono nessuna delle variabili ti formano la base di Grbner per lideale del piano (Teorema 4.1): G = {x2 1, x2 1}, 1 2 che quindi generano. Generalizziamo la tecnica appena vista: il piano D = {(a(1)1 , . . . , a(1)d ), . . . , (a(N )1 , . . . , a(N )d )} resta associato allN -esimo ordine di eliminazione di I =< ti (xj a(i)j , i = 1, . . . N, j = 1, . . . , d > K[t1 , . . . , tN , x1 , . . . , xd ] con ordine iniziale t1 . . . tN x1 xd , cio linsieme degli zeri reali non banali di I K[x1 , . . . , xd ]. Sintetizziamo la procedura: 1. Aggiungiamo tante variabili quanti sono i punti del piano e consideriamo lideale I; 2. troviamo una base di Grbner per I rispetto ad un ordine di eliminazione delle ti (lN -esimo); 3. gli elementi di tale base che non contengono nessuna delle ti sono una base di Grbner per lideale del piano, e pertanto lo generano. Grazie alla teoria delle basi di Grbner, possiamo risolvere anche il problema inverso: data una base nita di un ideale, determinare i punti del piano che ammette lideale scelto come ideale del piano. Infatti basta calcolare la base di Grbner ridotta rispetto allordine lex (che di eliminazione), ottenendo cos un sistema equivalente che per triangolare (teoria delleliminazione), ed dunque di pi facile risoluzione (ad esempio con il metodo di sostituzione allindietro). Linsieme delle sue soluzioni, essendo i sistemi equivalenti, anche linsieme dei punti del piano che volevamo determinare. I piani fattoriali completi sono un esempio di piani echelon: 8

Denizione 5.1. Un piano D detto echelon se (a1 , . . . , ad ) D, (y1 , . . . , yd ), 0 yi ai i = 1, . . . , d, (y1 , . . . , yd ) D. Pi in generale: Denizione 5.2. Un piano D Zd detto piano echelon generalizzato se + (a1 , . . . , ad ) D, (y1 , . . . , yd ) D con 0 yi ai i. Consideriamo ora un piano degli esperimenti ad una sola replica D Kd . Vogliamo determinare le possibili funzioni risposta con input in D e output in un campo estensione di K. K[x] Dato un piano D e un ordine monomiale, una base (monomiale) per ) Ideal(D) : Est(D) = {x x Ideal(D)} cio, se G una base di Grbner per Ideal(D), Est(D) = {x Lt(g) (Est sta per estimable terms). Osserviamo che Est(D) dipende dallordine scelto, (perch dipende dalla base di Grbner), ma essendo tutte basi per lo stesso spazio vettoriale, hanno lo stesso numero di elementi (che pari al numero di punti del piano per un teorema precedente). Inoltre Est(D) ha una forma echelon, cio un ideale dordine: se x Est(D), x x x Est(D). Indicizziamo gli elementi di Est(D) in una lista L, di modo che tale insieme risulti ordinato: Est(D) = {x L}, dove D = {a(i) Kd i = 1, . . . , N } (quindi L ha N elementi). La matrice del piano D diventa: Z = [a(i) ] dove Zij la valutazione del j-esimo monomio di Est(D) nel punto a(i). Teorema 5.2. 1. Z non singolare; x , g G}

2. i = 1, . . . , N, siano e(i) li-esimo vettore della base canonica di KN e c(i) K N tale che Zc(i) = e(i). Allora il polinomio L c(i) x (dove 9

c(i) indica la componente del vettore c(i), avendo indicizzato gli esponenti in L) interpola la funzione indicatrice del punto a(i): c(i) x =
L

1, se x = a(i); 0, se x a(i), x D

3. sia K unestensione del campo K. Sia f D K una funzione risposta e sia y = (f (a(1)), . . . , f (a(N ))) K N il vettore dei valori osservati (vettore delle risposte). Allora i risultati sperimentali ammettono la seguente rappresentazione: f (x) =
L

c x

dove c = [c indicatore).

L] = Z 1 y (un tale polinomio detto polinomio

In termini statistici si dice che il modello rappresentato dalla funzione f saturo, cio che tta perfettamente i dati (ha tanti parametri tanti quanti sono i punti del piano). In generale, la design matrix una matrice di ordine N p, dove p il numero di termini nel modello e N il numero di punti del piano, di rango massimo. I parametri si stimano come nel precedente teorema, ma usando (Z t Z)1 Z t y (che in questo caso diventa proprio Z 1 y), e quindi se la matrice Z t Z non singolare, non si possono stimare tutti i parametri. Teorema 5.3. Il modello L x si pu identicare perfettamente con D poich per i punti a(i) del piano e per i corrispondenti valori osservati yi , il sistema lineare di equazioni nelle N indeterminate yi =
x Est(D)

a(i)

ammette una e una sola soluzione (il vettore c del teorema precedente). In tal caso diciamo che D idenca il modello scelto. Determiniamo linsieme Est per D2d , codicando i due livelli con {1, 1}. La base di Grbner (ridotta) rispetto ad ogni ordine monomiale {x2 1 i = 1, . . . , d}, con LT (x2 1) = x2 i. i i i 10

Il pi generico monomio non divisibile per nessuno degli x2 x1 xd , i ed anche il maggiore (rispetto ad ogni ordine). Est(D2d ) echelon Est(D2d ) linsieme dei monomi square free. D D2d (piano frazionario o frazione) Est(D) Est(D2d ) ed quindi ancora formato da monomi multilineari (essendo la lista L formata da vettori binari, D2d e le sue frazioni sono anche detti piani binari). Osservazione. Se codichiamo i due livelli con {0, 1}, la base di Grbner (ridotta) rispetto ad ogni ordine monomiale {x2 xi i = 1, . . . , d}, con i LT (x2 xi ) = x2 i, e dunque anche in questo caso Est(D2d ) consta solo di i i termini square free. Nel caso dei piani fattoriali completi, sembra dunque che linsieme Est non dipenda dallordine scelto. Esempio 5.1. Sia D = {(1, 1)} Q2 , allora Est(D) = [1, x1 , x2 , x1 x2 ]. La matrice del piano : 1 1 1 1 1 1 1 1 Z= 1 1 1 1 1 1 1 1 Sia y il vettore (di lunghezza N ) dei valori osservati, e sia = Z 1 y. Allora il modello 0 + 1 x1 + 2 x2 + 12 x1 x2 ammette la seguente stima: 1 0 = (y1 + y2 + y3 + y4 ) 4 1 1 = (y1 + y2 y3 + y4 ) 4 1 2 = (y1 y2 + y3 + y4 ) 4 1 = (y1 y2 y3 + y4 ) 12 4 Va comunque osservato che mentre la dimensione indipendente dallordine monomiale scelto, gli elementi di Est(D) dipendono da questo, e cos abbiamo diversi modelli saturi che si possono identicare con il piano D. In generale, quando si vogliono privilegiare gli eetti principali, conviene usare un ordine che rispetti il grado totale dei termini, come lordine lessicograco inverso rispetto al grado. Se invece un eetto domina sugli altri, pi conveniente usare lordine lessicograco. 11

Osserviamo inne che la scelta di lavorare con i piani fattoriali, e quindi di considerare tutte le possibili interazioni tra i fattori, si ritrova nella struttura di ideale dordine di Est(D). Dato un modello f, un ordine e un piano, un modello identicabile con D e confuso con f Rem(f, G), con G base di Grebner per Ideal(D). Perci, per vericare se un dato modello identicabile o meno con un piano, basta calcolare il suo resto modulo lideale del piano. Questo problema, di natura computazionale, pu essere facilmente risolto mediante opportuni software, come CoCoA e Maple (computer algebra). Ad esempio: D22 = {0, 1}2 ; G = {x2 x1 , x2 x2 }; 1 2 Est(D) = {1, x1 , x2 , x1 x2 }; il modello quadratico completo f (x1 , x2 ) = 1 x2 + 2 x2 + 1,2 x1 x2 1 2 identicabile con D essendo Rem(f, G) = 1 x1 + 2 x2 + 1,2 x1 x2 ; il modello cubico completo h(x1 , x2 ) = 1 x3 + 2 x3 + 1,2 x2 x2 + 2,1 x1 x2 1 2 1 2 non identicabile con D essendo Rem(h, G) = 1 x1 + 2 x2 + (1,2 + 2,1 )x1 x2 , pertanto i parametri 1,2 e 2,1 si confondono su D, nel senso che riusciamo a stimare solo la loro somma.

Il fan di un piano sperimentale

Denizione 6.1. Sia G una base di Groebner per I rispetto ad un ssato ordine . Linsieme monomiale Init(G, ) =< Lt(g) g G > detto ideale iniziale di G rispetto allordine ssato. Poich < Lt(g) g G >=< Lt(I) >, si pu parlare di ideale iniziale di I rispetto allordine. E immediato osservare che il complementare di un ideale iniziale un ideale dordine. Quindi se G una base di Grbner per un design ideal, tale complementare un insieme Est. Teorema 6.1. Ogni ideale I K[x] ha solo un numero nito di ideali iniziali distinti (equivalentemente di ideali dordine). 12

Possiamo allora denire una relazione (che si dimostra essere dequivalenza) sullinsieme di tutti gli ordini monomiali: 1 equivalente a 2 se e solo se hanno lo stesso ideale iniziale: Init(G1 , 1 ) = Init(G2 , 2 ) . Per come denita la relazione dequivalenza, ad ogni classe possiamo associare un ideale dordine: linsieme complementare dellideale iniziale che la rappresenta. Denizione 6.2. La partizione sullinsieme degli ordini monomiali indotta dalla precedente relazione dequivalenza detta fan dellideale I. Ogni elemento del fan detto foglia. Denizione 6.3. Sia D un piano. Il fan di D linsieme di tutti gli insiemi Est (D), al variare di tutti gli ordini monomiali. Pertanto, il fan di un piano, linsieme di tutte le basi per K[x] . Ideal(D)

Dallultima denizione, segue che i piani degli esperimenti si possono classicare a seconda del numero di foglie presenti nel loro fan: Denizione 6.4. Un piano detto fan minimale se il suo fan ha solo una foglia. Si pu provare che i piani echelon generalizzati sono fan minimali. In particolare lo sono i piani fattoriali completi, per i quali quindi esiste un unico insieme Est(D) (risultato che conferma quanto trovato in precedenza).

Adabilit di sistemi coerenti

Denizione 7.1. Chiamiamo sistema un insieme S di d componenti, ciascuna delle quali pu fallire (livello 1) o meno (livello 0). Denizione 7.2 (Outcome). Un esito una stringa binaria di lunghezza d, x = (x1 , . . . , xd ) tale che: xi = 1 se la componente i-esima fallita xi = 0 se la componente i-esima non fallita 13

Denizione 7.3 (Failure outcome). Un esito fallimento un esito che conduce al fallimento dellintero sistema. Denizione 7.4 (Failure event). Levento fallimento (massimale),D, linsieme di tutti gli esiti fallimento. D pu essere visto ovviamente come sottoinsieme di = D2d . Vediamo come determinare la probabilit dellevento fallimento D per i sistemi coerenti: Denizione 7.5. Un sistema S con d componenti detto coerente se: x D, e x x x D con ordine componente per componente. Supponiamo inoltre che: 1. il sistema sia non ridondante, cio che levento fallimento contenga il fallimento di ogni componente almeno una volta i = 1, . . . , d, x D xi = 1; 2. ogni componente fallisca indipendentemente dalle altre (e quindi che gli esiti fallimento siano indipendenti tra loro) per cui possiamo scrivere: p(D) =
xD

p(x).

Esempio: (1, 1, 0, 0) esito fallimento (1, 1, 1, 0), (1, 1, 0, 1), (1, 1, 1, 1) esiti fallimento.

7.1

Sistemi coerenti e piani fan minimali

0 1 (scambiando il codice) essendo D (per lipotesi di non ridondanza), D echelon: con il nuovo codice, infatti, la condizione di coerenza si riscrive: x D, x x x D. Esempio 7.1. x = (11000), x = (11100), x x x D 01 x = (00111), x = (00011), x x x D. 14

Esempio 7.2. Il grafo in gura rappresenta un sistema (coerente) S di 5 componenti, rappresentate dagli spigoli. Esso fallisce se togliamo uno o pi spigoli di modo che non ci sia pi un percorso tra IN (input) e OUT(output). 1 d4 IN
d 3 d OU T d 2d 5 d

12 (11000) e 135 (10101). Denizione 7.6. Per un sistema coerente, un esito fallimento minimale x un esito fallimento per cui: x x, x x, x non esito fallimento. Nellesempio in gura, sono esiti fallimento minimali 235 (01101), 134 (10110), 24 (01010). Denizione 7.7. D = D2d D levento non fallimento.

Osservazione. D echelon: se (a1 , . . . , ad ) D, e(b1 , . . . , bd ) (a1 , . . . , ad ) (b1 , . . . , bd ) D: se infatti per assurdo (b1 , . . . , bd ) D, essendo il sistema coerente, avremmo (a1 , . . . , ad ) D. Essendo D (con il codice scambiato) e D echelon, si ha: Est(D) = {x L}, L = { i = 1 ai , i = 1, . . . , d, a D} Est(D) = {x D}. Sia F linsieme di tutti gli esiti fallimento minimali. Denizione 7.8. F, Q = { } il quadrante di . Essendo il sistema coerente, ogni Q evento fallimento pertanto: D=
F

Q .

Inoltre, F , il polinomio indicatore di Q : q (x) = x1 xd 1 d 15

Per il principio di inclusione ed esclusione: fD (x) =


F

q (x)

( 1 , 2 )F2

q1 (x)q2 (x) +

+ (1) F 1
F

q (x)

sia {p()} la distribuzione di fallimento su D2d , e sia X la corrispondente variabile aleatoria. Si prova che la media di un polinomio indicatore di una v.a. una misura di probabilit: P rob{Q } = E(q (X)) = E(X ) P rob{Q1 Q2 } = E(q1 q2 (X)), . . . essendo q1 q2 il polinomio indicatore di Q1 Q2 , e cos via. Indicando con Fr linsieme di tutti i sottoinsiemi di F di taglia r (F1 = F ), e prendendo la media ad ambo i membri della precendente relazione, si ha: p(D) = P rob(Q ) P rob(Q1 Q2 )+
F ( 1 , 2 )F2

+ (1) F 1 P rob(
F

Q )

che unespressione pi semplice della precedente per il calcolo di p(D). Osservazione. Con la teoria dei canali (tube theory) si pu ottenere unespressione ancora pi semplice per p(D). Nellesempio precedente, basta individuare gli esiti fallimento minimali per avere: fD (x) = x1 x2 + x4 x5 + x1 x3 x5 + x2 x3 x4 x1 x2 x4 x5 x1 x2 x3 x5 x1 x2 x3 x4 x1 x3 x4 x5 x2 x3 x4 x5 + 2x1 x2 x3 x4 x5 .

Contrasti e ortogonalit

Un altro metodo per determinare la funzione indicatrice del piano il seguente. Utilizzando il codice {1, 1} per D2d , ricordiamo che la base di Grbner per Ideal(D2d ) {x2 1 i = 1, . . . , d} e che f D2d K, f pu essere sostituita i dal suo polinomio indicatore: fD2d (x) = x .
D2d

16

Denizione 8.1. Sia f D2d K una funzione risposta. Il valor medio di f : 1 f (x). E(f ) = d 2 x{1,1}d Denizione 8.2. f detta un contrasto su D2d se E(f ) = 0. Denizione 8.3. f e g si dicono ortogonali se E(f g) = 0. Tale denizioni si estendono in maniera naturale al caso dei piani frazionari: sia D D2d . Denizione 8.4. Il valor medio di f D K : ED (f ) = 1 D f (x).
xD

Denizione 8.5. f detto contrasto su D se ED (f ) = 0, e f, g sono dette ortogonali su D se ED (f g) = 0. Osservazione. D binario Est(D) consta di soli termini square free x e il vettore binario pu essere identicato con linsieme delle posizioni degli 1 in : Ad esempio = (1, 0, 1, 0) {1, 3}, = (0, 1, 1, 1) {2, 3, 4}. =

= (1, 1, 0, 1)

Il vantaggio del nuovo codice che il prodotto dei monomi x1 x3 e x2 x3 x4 x1 x2 x4 , pi in generale: x x = x Teorema 8.1. Siano x , x , x Est(D2d ). Allora E(x ) = 0 x 1 E(x x ) = 0 x x Se D D2d , fD (x) = L b x ,allora:
2d D b d x ) = 2 b ED (x D

ED (x ) =

Pertanto: 17

1. x un contrasto su D b = 0; 2. x e x sono ortogonali b

= 0; , allora x e x sono ortogonali.

3. se x un contrasto su D, se =

Il calcolo del valor medio dei termini stimabili pu essere usato dunque per determinare la funzione indicatrice del piano, e viceversa. La presente nota stata redatta consultando il testo: Algebraic Statistics (2001), di Giovanni Pistone, Eva Riccomagno, Henry P Wynn, Taylor Francis Inc.

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