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Ai nostri colleghi La riforma degli istituti tecnici avviata dal ministro Gelmini sta diventando attuativa gi per il secondo

anno e ci chiama a rispondere con sempre pi senso di responsabilit e chiarezza nella definizione delle competenze dei nostri studenti. Per quanto possiamo sentirci disorientati da quanto siamo chiamati a fare, non siamo del tutto impreparati. Il nostro istituto si continuamente confrontato sin dalla sua nascita con numerosi soggetti esterni delle istituzioni, degli enti locali, delle banche e con le imprese, realizzando tanti progetti , tra cui importanti e positive esperienze compresa la gestione degli IFTS e gli stage per i nostri studenti. Non ultimo, ma tra i pi importanti il raccordo con le scuole medie inferiori e lUniversit per tutte le attivit di orientamento che abbiamo fatto e che fanno considerare la nostra scuola come una delle agenzie formative pi importanti sotto il profilo della preparazione tecnica nel territorio. Quali sono dunque le indicazioni che da questa lunga esperienza ci vengono date? Secondo noi una cosa significativa e assolutamente veritiera: il titolo di studio, e le conoscenze tecniche, sono importanti, s, ma probabilmente non quanto lavere imparato ad impegnarsi con seriet, a lavorare in gruppo, a comunicare con gli altri, ad essere autonomi e responsabili. In tutti gli incontri che abbiamo avuto con il mondo del lavoro abbiamo capito che ci che maggiormente conta che, prima ancora di sapere come va a scuola il neo diplomato, una impresa vuole capire se il futuro dipendente sveglio, il che significa, tradotto nel nostro linguaggio, se il candidato serio, capace di relazionarsi con gli altri, autonomo, capace di iniziativa e di comunicazione. Cosa significa tutto questo? Significa che, se noi vogliamo effettivamente fornire un buon servizio ai nostri studenti dobbiamo porci oggi il problema di sviluppare, oltre al livello culturale di base e oltre alle conoscenze tecniche, comunque indispensabili, anche le cosiddette competenze trasversali, quelle cio specificamente richieste al neo diplomato ed al neo laureato dal mondo del lavoro e dalle Universit. Ma non solo dobbiamo svilupparle: dobbiamo trovare il modo di misurarne il livello raggiunto da ciascuno studente e di certificarlo in maniera comprensibile e condivisa anche allesterno della scuola. Dal momento che questa la strada che ci viene tracciata e che tutti dobbiamo percorrere , si pongono oggi due ordini di problemi: 1. come migliorare le definizioni di competenza, in modo da renderle comprensibili anche in contesti non scolastici; 2. come certificare oggettivamente il livello di competenza raggiunto dai nostri studenti. Lesperienza che abbiamo fatto a Cagliari nella giornata di formazione della Delivery Regionale ci ha fatto capire qual il percorso da seguire per rendere gli obiettivi del nostro POF chiari, condivisi e congruenti con quanto richiesto dalla Riforma. Gli input erano gi presenti negli obiettivi di Lisbona: non abbiamo avuto lopportunit, o meglio, non labbiamo saputo cogliere, di sperimentarli prima ed arrivare alla Riforma con maggiori strumenti. Sono state carenti le misure di accompagnamento e i corsi di formazione per i docenti; come rete di scuole del territorio abbiamo avuto la possibilit di iniziare un lavoro sulle competenze, che deve essere approfondito ed esteso a tutti i docenti, per giungere alla condivisione delle nuove modalit di insegnare / apprendere. Ci che con questa presentazione vogliamo comunicare a tutti, e che speriamo possa essere condiviso, lesplicitazione di quanto necessario fare (in termini di programmazione / attuazione / verifica e valutazione) per giungere (come atto dovuto per i nostri studenti) alla certificazione delle competenze, secondo il quadro di riferimento dellUnione Europea. La Funzione strumentale: Prof.ssa Maria Vittoria Angioi I coordinatori e rappresentanti degli Assi Culturali: Prof.ssa S. Fancello, Prof.ssa M. Barca, Prof. S. Selis, Prof. A. Meli

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