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Riconoscere i segnali della violenza

Seminario informativo 8 marzo 2012

Intervento del Dott. Enrico Loria

IL BISOGNO DI CONTROLLO NELLE RELAZIONI Il bisogno di controllo nelle relazioni nasce dal fatto che siamo incarnati nel mondo della separazione. Siamo separati da noi stessi e dagli altri. Ci che ci rende separati la realt del tempo e dello spazio. La realt della separazione ha il suo scopo, che quello di consentirci una crescita nella libera scelta. Finch posso essere separato, posso scegliere autonomamente. Ma in realt il pi grande bisogno delluomo quello di esser unito, quello di trovare lamore vero. Nasce quindi il conflitto tra bisogno di autonomia e di indipendenza, e bisogno di appartenenza e di unione alla comunit umana. Questo bisogno di unione cos forte, che tutte le relazioni nascono dal desiderio inconscio di amore incondizionato, e procedono col desiderio di realizzare nel concreto lamore incondizionato. Ne deriva un il dolore esistenziale che non sempre siamo in grado di gestire, di capire, e di elaborare. Questo dolore, accompagnato da un senso di solitudine profonda, pu portarci ad incongrui tentativi di controllo dellaltro, compresi atti di violenza psicologica e fisica, che pu arrivare fino ad i gradi pi estremi. Nessuno completamente esente da questo tipo di problematica. Senza arrivare agli esempi pi eclatanti della cronaca, nel nostro piccolo ciascuno di noi mette in atto sottili tentativi di manipolazione dellaltro della relazione, o piccoli atti di violenza fisica o psicologica. Il punto quindi oggi di approfondire cosa accada, pi che condannare, anche se sono daccordo che non dobbiamo essere omertosi rispetto agli abusi, che vanno comunque segnalati. Ma il mio compito come terapeuta di dare una spiegazione per aiutare, accogliere per risolvere, e lascio al relatore Avvocato il compito di parlare poi degli aspetti giuridici. Ho scritto in un articolo di qualche tempo fa, dal titolo Separazione psicologica e coniugale: prima della rottura esiste la riflessione:
Ogni tanto la cronaca ci informa di una nuova strage familiare. Niente infatti pu sconvolgere la mente umana cos come la "esclusione dal branco". Di solito le situazioni economica, sociale e culturale sono di buon livello. Ma come possibile che una pur probabile separazione dalla propria famiglia possa causare una Pagina 1 di 9

reazione cos violenta, come quella del padre che in un minuto uccide la moglie, i figli e poi si suicida? Il gesto non ha giustificazioni, ma pu e deve essere in qualche modo spiegato. Evidentemente l'attaccamento, l'investimento emotivo, i programmi di vita erano tali da rendere inaccettabile l'epilogo che la vicenda sembrava assumere. La comunicazione si blocca tra i coniugi in un punto di difficile ritorno. Un famoso psicobiologo dice che nonostante tutte le relazioni possano andare fino in fondo, nascono fin dall'inizio programmate per un punto di separazione. Questo assunto apparentemente contraddittorio una profonda verit, e spiega la tragicit di alcune perverse evoluzioni dei rapporti affettivi. L'ambivalenza nella quale la persona si trova in occasione dell'evoluzione dei rapporti affettivi diventa a volte lacerante. Si sa che il bisogno pi profondo dell'uomo sia il raggiungimento della "unione profonda col tutto", unica fonte di intima gratificazione e di vera pace. Questa unione la possiamo sperimentare nelle relazioni umane, che assumono quindi valenze spirituali ancor pi che psicologiche. Quando la profondit della relazione aumenta, sempre pi ci rendiamo conto che non riusciamo (e non vogliamo) tornare indietro. Questo comporta livelli elevati di sofferenza quando sono comunque presenti problematiche che originano proprio dalla difficolt a proseguire ad un livello di ulteriore profondit. Le motivazioni iniziali, sostenute dal semplice innamoramento e da tutto il godimento che il rapporto procura, scompaiono, sostituite da motivazioni che consentono una comprensione pi elevata del significato dell'esistenza terrena, e dei rapporti umani in genere. Solitamente, quando non avviene la separazione, sono possibili due scenari: il blocco ostile in una fase di grande sofferenza, o il progressivo avanzamento in una fase di maggiore maturit individuale nella relazione. Nonostante di solito le persone siano capaci di un rispetto dell'altro sufficiente, in altri casi si arriva al limite del controllo della propria sofferenza. la fase dove abbiamo la possibilit di una crescita, a patto di trovare nelle nostre memorie ancestrali il file di programma per una risoluzione della crisi, o che maturino nuovi file per risolverla. Pu sembrare semplicistico, ma biologicamente il nostro cervello come un computer. Quando le risorse emotive e intellettive non sono sufficienti, in particolari situazioni, in una frazione di secondo alcune aree si bloccano, non consentendo pi una valutazione corretta, per mancanza di libero accesso a tutte le funzioni di quelle aree. qui che dovrebbe nascere tutta la nostra pi grande compassione per colui che a quel punto non pu pi compiere ci che in una situazione distaccata compirebbe, ovvero qualcosa di utile. Il punto quindi non trovare un motivo che giustifichi, ma mettersi nella condizione di capire che forzare oltre un certo limite il tentativo di separazione affettiva comporta danni a volte devastanti. Questo non deve bloccare le persone che si trovano nelle situazioni in cui il processo di crescita individuale, all'interno della vita della coppia e della famiglia, necessita di evolvere. Ma il bivio a cui tutti inevitabilmente arriviamo se investire di pi sul fatto che tutte le relazioni possono andare avanti fino in fondo, o nascono fin dall'inizio per un punto di separazione. In entrambi i casi, il lavoro interiore da fare dispendioso in termini di economia delle risorse e di costi psicologici (oltre che materiali). Il punto capire quale possa essere la strada giusta, e non illudersi che una di queste ci renda la soluzione facile. A volte poi confondiamo la necessit di separazione psicologica con necessit di separazione coniugale, ma la prima per evolvere di solito non necessita della seconda. Quando una coppia e una famiglia attraversano questo tipo di crisi, sarebbe auspicabile un serio momento di riflessione sul piano psicologico e spirituale. Non possiamo pensare che la nostra autonomia sia reale quando omettiamo di valutare apertamente e con chiarezza tutti i termini del problema.

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Nessun tentativo di moralizzare il discorso, ma la necessit di trovare spiegazioni ai problemi umani che aiutino a risolvere, che diano una possibilit di trovare soluzioni efficaci, perch nella dinamica dei rapporti umani se c un persecutore c una vittima, e se ci sono persecutore e vittima c anche un salvatore. Dobbiamo capire come entriamo in questi ruoli. Fin dal momento della nascita, dopo il taglio del cordone ombelicale, inizia un problema. Ora sono separato dagli altri, ed inizia un cammino. Devo risolvere il problema della sopravvivenza, e devo trovare un senso alla mia vita. Il vero dramma quello della solitudine esistenziale. Il pi grande conforto lo trovo nellintimit, e per fortuna normalmente laccudimento della madre e di tutti gli altri mi consente di risolvere subito il problema, sia di accudimento che di nutrimento, in un clima intimo. Mi illudo di non essere separato, perch qualcuno smette di pensare a s per dedicarsi completamente a me. Con la crescita sperimento molti momenti di solitudine e separazione, ma sempre in un clima familiare che per me tutto. Ma dopo ladolescenza il mondo mi si apre davanti, ed entrare nel mondo degli adulti difficile. Tutte le volte che non riesco a trovare la modalit di soddisfare il mio bisogno di vicinanza intima, strutturo dentro me vissuti e comportamenti manipolativi: sono i giochi psicologici. Per fortuna iniziano gli innamoramenti, ovvero quei periodi in cui partendo da uno stimolo della persona che incontro, m faccio lidea che quella persona possa soddisfare il mio bisogno di unione totale ed incondizionata. Si innesca un processo di idealizzazione, nel quale tutto meraviglioso, e gli ormoni e le endorfine partecipano a questo processo di idealizzazione. Quando la coppia entra fisiologicamente nella fase successiva della differenziazione, si spegne lillusione ed il dolore riemerge. E il mio dolore, lo stesso dolore antico e mai risolto della realt della separazione, ma io che non sono consapevole di questo, attribuisco allaltro ed alle sue mancanze (reali) la causa del mio dolore. Non capisco che le mancanze dellaltro sono il suo tentativo di trovare se stesso, di proseguire nella su personale esperienza di crescita. Non capisco che il mio dolore pu risolversi dentro me con la ricerca di me stesso, del mio Vero S. E la fase in cui posso mettere in atto il tentativo di controllo nelle relazioni, e glia atti di violenza, come tentativo di rimanere unito allaltro. Ma un tentativo egoistico che non pu trovare sbocco. Luomo dotato di qualcosa che lo rende unico, dotato di un Io che lo identifica, e che ha il compito di scegliere. Senza rendercene conto, trascorriamo la vita senza la piena consapevolezza del bene prezioso che siamo, del dono che ci stato fatto, della bellezza che ciascuno di noi . Se solo potessimo vedere laltro con gli occhi puri della nostra anima,
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proveremo continuamente la gioia del nostro esistere nonostante le difficolt e le continue frustrazioni della vita quotidiana. Essendo inseriti nel tempo, possiamo cambiare. Quando usciremo dalla dimensione temporale tutto sar eterno, immutabile. Ma finch sono in vita, da un giorno allaltro, da unora allaltra, posso pensare e vivere cose diverse. Se sbaglio ora, posso rimediare dopo. E semplice. Con questo presupposto gli errori della vita li posso chiamare esperienza. Ci che vivo in unet lo posso vedere diverso in unaltra et, e questo mi da loccasione di diventare saggio. Essendo inseriti nello spazio, possiamo spostarci, ovvero andare verso ci che io penso che in quel momento possa essere bene per me. Abbiamo gambe per camminare. Ma quando usciremo dalla dimensione spaziale, tutto sar l per sempre. Se siamo nellamore non lo perderemo pi, se siamo nel buio, non ce ne potremo pi distaccare, e li sar pianto e stridore di denti. Viste cos le cose, appare chiaro quale bene prezioso sia essere vivi, quale occasione fantastica sia essere nati. Ma tutto ci ha un prezzo. Il prezzo che vivere sulla terra sia vivere nel mondo della separazione. Il dolore profondo che ci da questa condizione di continua separazione, sarebbe difficilmente sopportabile, visto che in fondo, nel profondo del nostro essere, il desiderio ultimo e pi importante lunione amorevole col tutto. Il pi immediato rimedio a questo dolore lillusione, ovvero il fare finta che non siamo nel mondo della separazione. E allora, quando incontriamo un uomo o una donna che ci piace, si scatena dentro di noi lillusione che sia arrivata finalmente la soluzione alla realt difficile della separazione, e la natura ci aiuta scatenando tutti gli ormoni e le endorfine per renderci felici e soddisfatti. Lillusione un potentissimo antidepressivo. Inconsapevoli che tutto ci ci arriva gratis da dentro, siamo convinti che sia laltro a determinare la nostra grande felicit, e cos entriamo nel pi grande inganno della nostra vita. Non ci rendiamo conto che ci che proviamo, arriva sempre da dentro di noi. Quando il periodo incentivante gratuito finisce, cos come prima pensavamo che fosse laltro la causa della nostra felicit, cominciamo a pensare che sia laltro la causa della nostra insoddisfazione. Vediamo nel limite oggettivo dellaltro la causa del nostro stare male. Non abbiamo ancora scoperto che laltro, come me stesso, un essere meraviglioso anche quando impastato con tutti i suoi limiti umani. E soprattutto ingannati dalla separazione del tempo e dello spazio, non possiamo vedere che laltro era cos come lo vediamo ora anche

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quando ci sembrava meraviglioso. Non sappiamo che laltro ancora meraviglioso. Anzich appropriarci della responsabilit di ci che pensiamo e sentiamo, siamo propensi a scaricare sullaltro tale responsabilit. Crediamo che siano gli altri la causa del mio stare male. Lillusione, potente antidepressivo, ha il grande svantaggio di favorire una depressione pi grave. Pi passa il tempo e pi mi rendo conto che il cerchio nella mia vita comincia a stringersi, pi la depressione incombe, come segnale esistenziale del fallimento della mia prospettiva di vita erronea. La depressione vista cos, il segnale pi forte che qualcosa dentro me va cambiato, che sono io la causa del mio star male. Quando nella relazione importante, per esempio nel rapporto di coppia, le cose cominciano ad andare male, e linsoddisfazione cresce, cominciamo a pensare di avere sbagliato partner. Non riusciamo a capire che quel partner probabilmente va benissimo, ma che entrambi viviamo nel mondo della separazione, perch siamo incarnati per compiere un cammino. Il mondo della separazione il mondo dove la relazione di coppia al servizio della crescita interiore, e che quindi nessun uomo e nessuna donna al mondo pu smettere di crescere per spezzare la dura realt che io non posso essere unito totalmente e costantemente con laltro. Il fatto che io lo sento distante, assolutamente normale. Ma se credo che non lo sia, illudendomi che non sono nel mondo della separazione, allora mi separo, nel senso che lo rifiuto da una posizione di odio e di conflitto, come se laltro fossa la causa di qualcosa che invece si spiega dentro me. Il paradosso che se accetto di essere nel mondo della separazione rimango unito, se nego di essere nel mondo della separazione mi separo. Che cosa terribile! Lamore che cercavo, il compagno e la compagna meravigliosa che credevo di aver trovato, si sono rivelati un flop. Perch in realt non ho ancora capito che cosa sia lamore incondizionato. Quando le cose nel rapporto non vanno pi bene, credendo che la causa sia esterna a me, mi ribello a questa ingiustizia disinvestendo nel rapporto, ovvero smettendo di amare laltro cos come esso . Ingenuamente non mi rendo conto che la meraviglia della fase dellinnamoramento era dovuta al fatto che sia io cha laltro ci siamo dedicati con entusiasmo alla cura dellaltro, con una attenzione continua e incondizionata. Certo, lho fatto sullonda di una illusione, la illusione di avere trovato il compagno mitico, per lho

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fatto, e lho fatto io. Io stesso sono stato, insieme allaltro, il protagonista e lartefice del nostro miracolo. Se io continuassi cos anche adesso che gli ormoni sono calati, e che il periodo incentivante gratuito finito, il miracolo continuerebbe per sempre. Ma questo significherebbe che io ho capito quale sia il significato della vita. La conseguenza di questo disinvestire che pian piano quel rapporto diventa sempre pi negativo. Come un giardino che non curo pi, e che non innaffio, pi passa il tempo pi diventa un campo di erbacce. Ed a quel punto, chi potrebbe negare che quel campo fa schifo? Smettendo di prendermi cura di me e dellaltro nel nostro rapporto, smetto di coltivare la vita interiore, che posso chiamare vita spirituale. In realt io posso negare la vita spirituale, ma ciascuno di noi un essere sia carnale che spirituale, e come tale non pu disconfermare questa realt anche quando con la mente lo nega. Ma cosa vuol dire essere spirituale? Lamore incondizionato la scelta di amare laltro anche quando esso non sembra gratificarmi pi rispetto a degli oggettivi bisogni che mi sono rimasti in sospeso. Purtroppo qui anche la psicologia deve fare un atto di umilt, e rendersi conto che la via che pu guarire davvero ed in profondit, la via dellamore vero. Una coppia che si presenta dal terapeuta in grande crisi, e che trascorre mesi di colloqui nei quali il terapeuta cerca di fare cambiare lindividuo affinch diventi pi simile alle aspettative del partner, fa un lavoro inutile. Non strano che alla fine il terapeuta, stremato per un lavoro inutile, sentenzi con grande autorit professionale: Si, effettivamente non vi amate pi, siete troppo diversi E semplicemente ridicolo! Quel terapeuta ha una sola possibilit di riuscita, ed una possibilit che non dipende la lui, ma che lui avrebbe il dovere di favorire accompagnando quella coppia nella giusta direzione. Lunica via che sblocca la crisi nella direzione giusta informare ciascun membro di quella relazione che solo se uno dei due decide di amare laltro incondizionatamente il processo di crisi si sblocca, e si avvia una nuova fase di crescita profonda della persona. E un passo difficile, in teoria non dovuto, che non pu essere deciso dallesterno. Nessuno pu dire dallesterno a qualcuno che deve amare. Il terapeuta non pu sapere chi dei due eventualmente inizier la nuova fase di vita, mediante al scelta di amare concretamente laltro, spiritualmente e carnalmente. Lamore incondizionato, non solo il pi potente antidepressivo, ma la guarigione definitiva. Totale. E la gioia nella sofferenza, il senso pi profondo della mia vita. lanticipo del paradiso.

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Scopo infinitamente grande della vita di ogni persona, ritrovare la gioia e la pace. Per arrivare a questa scoperta dobbiamo saperci affidare nel cammino della vita, alla relazione amorevole con l'altro. Nella relazione amorevole con laltro posso guarire dalle mie ferite profonde, e teneramente conoscere la parte pi intima di me stesso. Posso fare contatto con la mia anima. Lamore incondizionato una cosa che riguarda tutti gli uomini. Quando un uomo e una donna si uniscono la causa inconscia lamore incondizionato, e se rimangono uniti il fine ultimo di quel rapporto la scoperta consapevole dellamore incondizionato. Lo stesso vale in tutte le relazioni umane. Lamore laico uguale, perch esiste solo una forma di amore. Ma lamore ha diversi livelli di profondit. Lamore uno ed uno soltanto, e non dipende da ci che noi diciamo che esso sia. Lamore dipende invece da ci che noi sperimentiamo. La nostra capacit di amare non dipende da ci che noi pensiamo di essere e diciamo di essere, ma da ci che siamo in realt. Quando io parlo di qualcuno, non descrivo chi esso realmente , ma descrivo il mio introietto di quella persona. Per poter vivere lamore incondizionato ho necessit di sentirlo dentro, come scoperta illuminante della meraviglia che sono. Esso scaturisce sempre e solo da dentro me. Se lo cerco fuori non lo trover mai. Quando incontro laltro, ci che provo in occasione di quellincontro origina da dentro di me. Se mi ascolto mi sento. Percepisco la mia anima capace di essere sensibile ed amorevole, e la gioia collegata a questa esperienza. Sulla base di questa pienezza posso amare, ed essere capace di superare la frustrazione del limite dellaltro. Perch non ho bisogno che laltro sia diverso da come affinch possa compensare ai miei bisogni sospesi. I miei bisogni sospesi sono nutriti dallamore stesso che io provo quando comprendo la meraviglia che sono. La meraviglia di riconoscere laltro come infinitamente bello. Lamore spesso invece legato ad un bisogno di ottenere qualcosa, ricevere sostegno materiale, affettivo, riconoscimento di me. E lamore scambievole, condizionato. Quando laltro mi ignora, personalizzo questo comportamento pensando di non valere. Soffro, perch non ho ancora libero accesso alla profondit della mia anima. Se solo riuscissi a percepire questo dono interiore, non temerei alcun male quando laltro si volta altrove per compiere il suo personale cammino. Non avrei pi bisogno di possedere laltro.

Oppresso dal velo dombra che copre la mia anima, vivo senza sapere chi sono. Vivo lo stesso, e la mia vita ha un senso anche quando io non ho consapevolezza profonda di me. Ma la domanda potrebbe essere: io voglio vivere? La maggior parte di noi non sanno di essere incarnati solo in parte, nel senso che non riescono ad entrare pienamente nel mondo, perch hanno paura. Certo che strano
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pensare che io sono incarnato al 60% e che non me ne rendo neanche conto. Cosa mi manca? Una giovane donna chiedeva aiuto materiale perch abbandonata dalla famiglia. Convinta di avere il diritto di essere aiutata, si poneva da una posizione di vittima credendo che pi si lamentava, pi aiuti avrebbe ottenuto. Trascurando lidea di essere viva, e di avere un corpo per pensare ed agire, si limitava unicamente a criticare tutto e tutti, per ci che non riceveva. Incontrato un amministratore di sostegno saggio ed amorevole, veniva paternamente confrontata sul suo modo disfunzionale di cercare di risolvere il suo problema, e sul fatto che minacciare il suicidio non le risolveva la situazione. Lidea di essere viva, di avere un corpo, una mente ed un cuore che batte, avere gambe per muoversi nello spazio, e il tempo per fare esperienza, non la prendeva minimamente in considerazione. Essendo inserito nel tempo, posso cambiare. Quando uscir dalla dimensione temporale tutto sar eterno, immutabile. Ma finch sono in vita, da un giorno allaltro, da un ora allaltra, posso pensare e vivere cose diverse. Se sbaglio ora, posso rimediare dopo. E semplice. Con questo presupposto gli errori della vita li posso chiamare esperienza. Ci che vivo in unet lo posso vedere diverso in unaltra et, e questo mi da loccasione di diventare saggio. Essendo inserito nello spazio, posso spostarmi, ovvero andare verso ci che io penso che in quel momento possa essere bene per me. Ho gambe per camminare. Ma quando uscir dalla dimensione spaziale, tutto sar l per sempre. Se sono nellamore non lo perder pi, se sono nel buio, non me ne potr pi distaccare, e li sar pianto e stridore di denti. Viste cos le cose, appare chiaro quale bene prezioso sia essere vivi, quale occasione fantastica sia essere nati. Oppresso dal velo dombra che copre la mia anima, non sento la gioia e la pace che da sempre sono dentro me. Nel profondo di me infatti, nonostante che io non lo creda, c tutto ci che mi occorre. Veramente tutto. Se solo riuscissi ad ascoltarmi, sentirei finalmente la meraviglia che sono. Perch scopo infinitamente grande della vita di ogni persona, ritrovare la gioia e la pace che derivano dall'aver scoperto che il proprio desiderio di vita coincide esattamente con il desiderio che Dio ha utilizzato per plasmare tutto il mio essere. Ma per arrivare a questa scoperta dobbiamo saperci affidare nel cammino della vita, alla relazione amorevole con l'altro.

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Oppresso dal velo dombra che copre la mia anima, non riesco a sentirmi. Mi rifugio nel labirinto della mia divisione interiore, dove senza rendermene conto trascorro tutto il tempo della mia vita, sprecandola. E pensare che ci sarebbe qualcuno che potrebbe risolvermi il problema: sono io. Io stesso potrei prendermi per mano, e portarmi dove ho davvero bisogno di andare: verso lamore incondizionato. Ovvero la scelta di amare laltro cos come esso adesso. E li che posso avere coscienza della meraviglia che sono, di quanto sono prezioso ed amabile. Tutte le distanze messe dallaltro sono questioni che riguardano la difficolt dellaltro, e non sono dovute a me. Smetto quindi di personalizzare tutto. Perch ogni volta che personalizzo attribuisco a me qualcosa che non mi appartiene. E rimango nel velo dombra. Lamore incondizionato ci che mi serve per scoprire la meraviglia che sono. Prima di questo, il mio amore serve ancora purtroppo ad ottenere qualcosa, nella convinzione erronea che io non vado bene cos come sono, cos con tutti i miei difetti e i miei limiti umani. Vado bene cos perch dentro me risiede il dono sacro della mia essenza divina. In luogo non c niente che possa essere migliorato. Fine del duro compito di cercare di essere accettato. Fine della compiacenza. Fine del drammatico tentativo di piacere. Ma allo stesso tempo, come essere diviso tra il bene ed il male, sono immerso anche nel mio cieco egoismo, dove io non potrei essere peggiore di quello che sono. Divento incapace di integrare il bene che ho dentro nella mia vita terrena presente e quotidiana. Oppresso dal velo dombra che copre la mia anima, non mi accorgo della meraviglia che sono. E della meraviglia che sei.

Questa sera dobbiamo chiederci quale sia il nostro bisogno, quello per cui siamo a venuti a questo evento. Ciascuno si fermi per ascoltare se stesso, e capire cosa ha bisogno di portarsi a casa. Io consiglio: visto che siamo in quaresima, perch non proviamo a fare il digiuno dalle convinzioni mentali? Potrebbe essere un modo di allontanarci dalla prigione dei nostri schemi, quelli con cui non riusciamo pi a trovare lintimit e lautenticit nelle relazioni.

Grazie per lattenzione. Enrico Loria

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