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LOTTA CONTINUA - 9

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Impedito un altro crimine del capitale contro la salute dei cittadini e contro lambiente: pietra tombale sulla
discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona). Corruzione, ruberie e mazzette hanno portato in
carcere tra novembre 2011 e gennaio 2012 uomini di Formigoni e della potente Compagnia delle Opere,
legata a Comunione e Liberazione.
Mariella Megan
(Cittadini Contro lAmianto)
Giorgio Riboldi
(SU LA TESTA laltra Lombardia)
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La discarica di amianto di Cappel-
la Cantone (Cremona), autorizza-
ta dalla Regione Lombardia nel
settembre 2011, stata posta sotto
sequestro a ne novembre 2011,
nellambito di unindagine che ha
portato allarresto, tra gli altri, di
Locatelli, intestatario dellauto-
rizzazione, e Nicoli Cristiani, ex
assessore allambiente e vice pre-
sidente del Consiglio regionale,
nonch ex esponente dellestrema
destra lombarda. Oltre a questi
due nito agli arresti Giuseppe
Rotondaro, uno dei massimi di-
rigenti dellARPA Lombardia. Le
accuse sono di traco di riuti
illeciti e corruzione.
Un mese e mezzo dopo stato
arrestato un altro uomo di Formi-
goni, Massimo Ponzoni, ex asses-
sore allambiente e attualmente se-
gretario dellucio di presidenza
del Consiglio regionale lombardo.
Questultimo ritenuto dalla Ma-
gistratura ritiene un trait dunion
decisivo con la ndrangheta tra-
piantata in Lombardia.
Le due indagini sono parallele, e
dimostrano palesemente il livello
di corruzione e il degrado a cui
giunta la politica regionale lom-
barda. Si pu ben dire che una
parte del Consiglio regionale
una sorta di associazione a delin-
quere.
Lindagine che ha portato in car-
cere Locatelli, Nicoli Cristiani e
Rotondaro partita proprio da
Cappella Cantone. Sar un caso,
ma a ne settembre 2011, lo stesso
giorno in cui Locatelli, proprieta-
rio dellex cava Retorto, lmato
dagli inquirenti mentre conse-
gna una mazzetta al dirigente
ARPA Rotondaro (ricordiamo
che lARPA che ha dato parere
favorevole didoneit alla discari-
ca dopo un anno di monitoraggi
della falda acquifera, da subito da
noi contestati perch falsati), la
Regione Lombardia dava lauto-
rizzazione denitiva alla discarica
di Cappella Cantone.
Nonostante queste evidenze e nu-
merose altre che hanno portato
allarresto di Nicoli Cristiani, Lo-
catelli e Rotondaro e poi di Pon-
zoni, Formigoni spudoratamente,
ha continuato a sostenere che la
Regione non era coinvolta in que-
sti fatti, ma anzi arrivato a dire
senza vergogna che si trattava di
parte lesa.
Formigoni non poteva non sape-
re e se non sapeva, essendo lui il
capo della giunta, doppiamente
responsabile. Formigoni si deve
dimettere perch la Regione Lom-
bardia non pu e non deve conti-
nuare ad essere governata da una
giunta oggettivamente coinvolta
in episodi di corruzione ed es-
sendo una parte consistente del
consiglio regionale praticamente
unassociazione a delinquere (al-
cuni consiglieri sono in carcere,
altri sono inquisiti come la Minet-
ti e Penati).
A questo punto Cittadini contro
lamianto hanno chiesto attraver-
so i mass media locali e nazionali
le dimissioni di Formigoni e della
sua giunta e hanno posto cinque
domande a cui non stata data
risposta, ma che continueremo a
riproporre.
1) COME POTEVA Nicoli Cri-
stiani, vice presidente del Con-
siglio regionale, che non fa parte
della giunta e quindi non titolato
a prendere alcuna decisione, ga-
rantire con certezza che alcuni
atti autorizzativi sarebbero stati
comunque approvati negli uci
e ambiti competenti? Chi copri-
va e garantiva Nicoli Cristiani in
giunta? Qual , o meglio, CHI
il trait dunion fra Nicoli Cristia-
ni e la giunta Formigoni-Rossoni
(assessore regionale eletto a Cre-
mona)? chiaro che quando sar
reso noto questo nome (o questi
nomi) molta pi chiarezza sar
fatta su tutta la vicenda.
2) COME MAI FORMIGONI
e la sua giunta hanno approvato
a pi riprese delibere tendenti a
rendere possibile la realizzazione
della discarica, rimuovendo alcu-
ni ostacoli legali, come quello che
prevedeva una distanza minima
di 5 km tra una discarica e laltra
o i vincoli del piano cave? Ricor-
diamo che la normativa, in vigore
precedentemente, avrebbe impe-
dito che partissero addirittura i
primi atti autorizzativi.
3) PERCH MARCELLO RAI-
MONDI (assessore regionale
allambiente) fu contattato da
Luigi Brambilla, consulente azien-
dale della ditta Locatelli, anch
si attivasse al ne di accelerare
liter della discarica di Cappella
Cantone pur non essendo il suo
assessorato direttamente compe-
tente per la materia? Linteressa-
mento di Raimondi, che emerge
dai verbali della Magistratura,
avviene attraverso interventi
su alcuni dirigenti e funzionari
del suo assessorato e tramite una
lettera inviata a Tadi, sindaco di
Cappella Cantone e al vice-sinda-
co dello stesso paese che il vero
uomo forte e decisivo del consi-
glio comunale.
4) PERCH IL SINDACO TADI
di Cappella Cantone, secon-
do unintercettazione, dice a un
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Corrispondenza da Lecce
di Andrea Gabellone
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Paradossi della Giustizia italiana,
autentiche aggressioni alla ra-
gione, alla logica della giustizia
sociale. La storia che segue si e
risolta grazie ad una sentenza sto-
rica del Tar di Lecce, ma riassu-
me, probabilmente, tutte queste
assurde connotazioni. Quattro
cittadini senegalesi, con regolare
permesso di soggiorno rilasciato
'per motivi di giustizia, si erano
visti negare, nel novembre scor-
so, la licenza di venditore ambu-
lante dal Comune di Lecce perche
quel permesso 'non consente lo
svolgimento di lavoro autonomo,
nonche quello di lavoro subor-
dinato. In altre parole, i quattro
aIricani avevano le carte per risie-
dere legalmente qui, per 'motivi
di giustizia, cioe per prendere
parte ad un processo, ma senza
poter lavorare.
Per spiegare meglio la questione
necessario partire dal principio.
Con la sanatoria colf e badanti
del 2009, molti immigrati si a-
darono a sedicenti faccendieri,
che predisposero per loro, dietro
compensi esosissimi, le necessa-
rie domande di regolarizzazione.
Non procedettero mai, per, alla
loro assunzione e li lasciarono di
fatto in una situazione di totale
clandestinit. Furono, cos, pre-
sentate numerose denunce da
parte di ragazzi che beniciavano
della dichiarazione di emersione
presentata da cittadini italiani.
Quel che venne fuori fu una sac-
ca di illeciti vari, da sanatorie ef-
fettuate da persone decedute a
documenti contraatti, che ave-
vano determinato il rigetto della
domanda di regolarizzazione di
quegli immigrati, il pi delle volte
vittime inconsapevoli di una truf-
fa crudele.
Per garantire loro il dovere di te-
stimoniare nei processi che dalla
scoperta di quegli illeciti erano
poi scaturiti, fu concesso agli im-
migrati extracomunitari raggirati
un permesso di soggiorno, ap-
punto, per motivi di giustizia. Un
permesso che, come spiegano i
legali dei ragazzi senegalesi, non
pu essere convertito in permesso
per motivi di lavoro, e cos que-
sti ragazzi sono stati autorizzati a
rimanere legittimamente in Italia
pur costretti ad una clandestinit
lavorativa. La logica imporrebbe
una scelta: se questa gente non
pu lavorare, qualcuno dovrebbe
mantenerli. In questo caso si rico-
nosce il diritto alla permanenza,
ma si nega qualunque tipo di sus-
sidio. Il Comune di Lecce, infatti,
aveva optato negando ai quattro
senegalesi la licenza di venditori
- per una decisione che rispetta
senzaltro le norme, ma priva di
uninterpretazione razionale.
Lotto di marzo scorso, nalmen-
te, una svolta nella vicenda: gra-
zie ad un ricorso accolto e ad
una sentenza del Tar che crea un
precedente storico fondamentale,
lamministrazione leccese si vedr
obbligata a riconoscere il diritto al
lavoro dei giovani africani. Secon-
do larticolo del decreto legislativo
286/1998 , difatti, allo straniero
comunque presente alla frontiera
o nel territorio dello Stato sono
riconosciuti i diritti fondamen-
tali della persona umana previsti
dalle norme di diritto interno,
dalle convenzioni internazionali
in vigore e dai princpi di diritto
internazionale generalmente ri-
conosciuti. Lo straniero regolar-
mente soggiornante nel territorio
dello Stato gode dei diritti in ma-
teria civile attribuiti al cittadino
italiano, salvo che le convenzioni
internazionali in vigore per lItalia
e il presente testo unico disponga-
no diversamente. Sulla base di
questo, i giudici hanno dedotto
che il titolo di soggiorno dei ri-
correnti legalizza le loro posizioni
giuridiche paricandole a quelle
di ogni cittadino; quindi deve
riconoscersi la pienezza della po-
sizione soggettiva dello straniero,
non essendo normativamente
prevista alcuna limitazione nelle-
sercizio dei diritti in materia di
occupazione e professione. Per
vivere, qui come altrove, insom-
ma, che si sia immigrati o italiani
bisogna trovare un lavoro onesto;
come hanno fatto i quattro ragaz-
zi senegalesi a Lecce.
Segue a pagina 12
dipendente della ditta Locatelli in
merito alloperazione lettera:
Fai il furbo e a me i furbi non piac-
ciono che signicato ha questa
frase? Che ruolo gioca in questa
vicenda il vice sindaco Chiozzi?
Perch Tadi non ha ancora revo-
cato la convenzione con Cave-
nord, che prevedeva, fra laltro, il
versamento al Comune di Cap-
pella Cantone di alcuni milioni di
euro quale compensazione per la
realizzazione della discarica?
5) PERCH IL SIGNOR BRAM-
BILLA, consulente aziendale del-
la Locatelli, dichiara testualmen-
te. io faccio il mio su Rossoni
(assessore regionale eletto a Cre-
mona) e aggiunge nello-
perazione che montiamo su Man-
tova, coinvolto anche lui, eh
Rossoni deve dare spiegazioni sul
perch viene citato da questi per-
sonaggi, o vuole continuare nel
suo silenzio sospetto e ambiguo?
Bisogna aggiungere che le moti-
vazioni con cui, nei primi giorni
di gennaio 2012, il Tribunale del
Riesame ha confermato il carce-
re per Nicoli Cristiani vanno nel
senso di quanto da noi pi volte
aermato e delineato: vi cio
un intreccio profondo tra politica
lombarda e malaare non ancora
del tutto disvelato e che certamen-
te fra qualche tempo si disveler,
anche grazie alla nostra continua
denuncia politica.
Che ci fosse un intreccio perico-
loso, esteso e ramicato in Lom-
bardia tra malaare e politica
noi lo sosteniamo n dallinizio
della vicenda della discarica di
Cappella Cantone, e labbia-
mo concretizzato anche con un
esposto alla Magistratura. C
la sensazione e quasi la certezza
che molti legami tra gli uomini
del PdL, altri settori della mag-
gioranza e la ndrangheta siano
ancora da scoprire e che prima
o poi si dovranno dare delle

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