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ASSEMBLEA PUBBLICA FILO 21.01.2012 Centrali a biogas, cave, pannelli solari: come sta cambiando il territorio di Filo? Quali le conseguenze sulla viabilit e sulla vita dei cittadini?
(intervento introduttivo) PREMESSA Benvenuti a tutti. Ringrazio il comune di Alfonsine che ci ospita in questa sala, intitolata a Werter Leoni, un grande cooperatore. Ringrazio poi gli Amministratori che hanno accolto il nostro invito: lAssessore allAmbiente della Provincia di Ferrara, Giorgio Bellini, LAssessore allAmbiente della Provincia di Ravenna, Mara Roncuzzi, il Sindaco di Alfonsine Mauro Venturi e il Vicesindaco e Assessore allAmbiente, Pietro Vardigli, il Sindaco di Argenta, Antonio Fiorentini e lAssessore allAmbiente, Sauro Borea. Ringrazio anche, per la stessa ragione, gli imprenditori qui presenti: il Presidente della Coop Giulio Bellini Albaverde, Sante Baldini, Fulvio Valandro e Edo Manaresi, per le rispettive aziende agricole. Abbiamo concordato di organizzare questassemblea popolare la consulta di Filo dAlfonsine e noi del Consiglio di Partecipazione di Filo dArgenta - per informare i nostri compaesani di alcune importanti iniziative imprenditoriali che sono destinate ad avere effetti sensibili sul futuro del nostro territorio. Unassemblea informativa analoga a questa stata recentemente tenuta dallAmministrazione Comunale di Alfonsine, limitatamente al territorio di sua competenza. Ne prendiamo atto con soddisfazione.

1. Impianti realizzati e/o previsti a Filo In questa mappa sono rappresentate tutte le iniziative imprenditoriali autorizzate nel territorio di Filo negli ultimi due anni, da quando cio Consiglio e Consulta sono stati insediati. Lascio ad Auro Ghirardini, Presidente della Consulta il compito di illustrare quanto approvato per Filo dAlfonsine. Riprendendo il discorso delle cave per quanto riguarda Filo dArgenta CAVE Le cave approvate tra 2010 e 2011 dal PIAE Provinciale e dal PAE (Piano delle Attivit Estrattive) Comunale per Filo dArgenta, fino al 2028, riguardano una superficie complessiva di 284 ettari e precisamente: 179 ettari della cava Garusola, con unestrazione, tra residuo e nuova autorizzazione, di 2 milioni 171.934 metri cubi; una cava di sabbia che viene prevalentemente utilizzata per il sottofondo di strade e viene trasportata in larga parte attraverso la strada Provinciale; lautorizzazione a scavare stata ceduta dalla Coop Giulio Belllini alla societ Azzurra. 105 ettari della cava Alba, dalla quale autorizzata lestrazione di 500.000 metri cubi di argilla nel secondo decennio, che saranno complessivamente 1.500.000 metri cubi fino al 2028.

2 Quindi sommando le cave di Filo dArgenta autorizzate fino al 2028, e quelle di Filo dAlfonsine fino al 2015, (280 ettari e 2.700.000 metri cubi) si raggiunge unestensione totale pari a 564 ettari che saranno un po alla volta sottratti allagricoltura; il materiale totale ammonta a oltre 6 milioni di metri cubi e la profondit di scavo tocca punte di 7 metri, questo d unidea dellimpatto ambientale. Nella mappa rappresentata la cava Bastia, anche se si trova nel territorio di S. Biagio, perch il materiale estratto verr destinato almeno in parte al polo dei laterizi di Molino e quindi gli automezzi che lo trasportano attraverseranno i nostri tre centri abitati. La cava Bastia di 218 ettari; lestrazione di argilla autorizzata di 1 milione di metri cubi nel primo quinquennio e un altro milione nel secondo.

FOTOVOLTAICO Le aree di colore rosso sono quelle impegnate dagli impianti di fotovoltaico. Due, della ditta Eventsol, entrambi da 1 MW, sono gi operativi (uno attiguo a via Pioppa e laltro in via Lodigiana). Un terzo, della ditta Solared, di potenza pari a 4,5 MW (per una superficie di 9,5 ettari) in corso di realizzazione in via Lodigiana. La Regione ha messo un limite che fissa al 10% del terreno disponibile la superficie da utilizzare per gli impianti; questultimo impianto non rientra in quella normativa e i pannelli coprono il 100% della propriet. IMPIANTI A BIOGAS - I cerchi di colore verde sono i 4 impianti a biogas da 1 MW approvati o in via di approvazione. Quello prossimo ad entrare in funzione limpianto dellazienda Valandro Flavio. Gli altri 3 previsti sono quello dellazienda Manaresi Tamara (non ancora autorizzato), limpianto di Alba Bioenergia in terreni della Coop Bellini, per il momento fermo, e quello previsto in via Tamerischi, sempre in terreni della Coop Bellini. Il bollo verde naturalmente non rappresenta lestensione del terreno necessario a coltivare il mais e altri prodotti per alimentare limpianto, che si aggira sui 300 ettari per ogni MW. IMPIANTO A BIOGAS DA POLLINA Dopo il primo annuncio nel marzo del 2011, non ancora stato presentato un progetto vero e proprio ma un piano che attualmente allesame di Comune e Provincia. 2. Prevedibile impatto sullambiente e sulla vita dei cittadini TRAFFICO DERIVANTE DALLE ATTIVITA DI SCAVO - Se facciamo lanalisi dei flussi di traffico troviamo che sulla provinciale SP10 finiscono per scaricarsi: il traffico dalla cava Bastia a Molino di Filo; il traffico che porta la sabbia dalla cava Garusola ai luoghi di utilizzo; il traffico dovuto al trasporto dei prodotti laterizi in uscita da Molino; il traffico interno che impegna un tratto della via Chiavica di Legno, una strada che in parte privata (della Vela), in parte comunale, in parte dei frontisti. Il risultato che i pochi agricoltori rimasti sono costretti a raggiungere i poderi passando per la strada sotto il fiume. La questione ormai annosa sorta tra Vela e Gral, nonostante lintervento di amministratori e politici sembra essere arrivata ad una situazione di stallo. Al traffico generato dalle cave e dal trasporto dei laterizi andr a sommarsi quello per il trasporto delle materie prime che alimenteranno gli impianti a bio-gas, al momento solo ipotizzabile.

TRASFORMAZIONE DELLAMBIENTE DOVUTA ALLE CAVE - E una trasformazione che si d per scontata. Infatti, dopo lo scavo, si prevede di rinaturalizzare, cio riportare il territorio di cava ad una condizione naturale. Il piano di ripristino deve far parte della convenzione che autorizza lo scavo a la sua realizzazione deve essere garantita da una fideiussione dellimporto che consenta allAmministrazione di provvedervi in caso di inadempienza del contraente. Le rinaturalizzazioni realizzate finora non sembrano per corrispondere alle premesse generali dei piani; ci sono diverse opinioni in proposito ma ognuno pu farsi la sua guardandosi intorno. SMALTIMENTO DEGLI IMPIANTI DISMESSI Il problema riguarda tutti gli impianti, ma in particolare quelli di foto-voltaico, i cui pannelli contengono silicio, un materiale che d origine ad una gravissima patologia polmonare, la silicosi. Lo smaltimento del silicio sar costoso e creer comunque il problema dello stoccaggio delle scorie. SOTTRAZIONE DI TERRENI ALLAGRICOLTURA CHE PRODUCE CIBO PER DESTINARLI ALLA PRODUZIONE DI BIOENERGIE E AL FOTOVOLTAICO - Il quadro della situazione stato recentemente fornito dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania: Sulle energie rinnovabili in agricoltura ha detto serve una immediata inversione di tendenza, distinguendo tra le iniziative buone e quelle che non lo sono. In particolare per quanto riguarda il fotovoltaico ha detto che sottrae terreni destinati a produrre beni alimentari e ha una ricaduta negativa sugli affitti, e propone se non uno stop una sostanziale revisione dellattuale politica degli incentivi. Vediamo come funzionano questi incentivi (informazioni tratte da Report, del 10.4, 8.10. e 18.12.2011): lenergia elettrica ottenuta bruciando il metano che deriva dalla bio-digestione viene a costare 22 centesimi al Kwh, ma sul mercato lo stesso Kwh costa solo 7 centesimi; gli impianti sono quindi antieconomici. Considerati da un altro punto di vista hanno un pessimo il bilancio energetico: uno studio condotto negli USA mette in evidenza che, per coltivare un ettaro a bio-mais si spendono (macchine, fertilizzanti, carburanti etc.) 8.200.000 calorie e se ne ottengono in bio-mais appena 9.800.000. allora per rendere conveniente la produzione lo Stato versa un incentivo di 28 centesimi per Kwh, questo possibile grazie ad una norma del 20 febbraio 2009 che equipara gli impianti di biogas alle fonti di energia rinnovabile (solare ed eolico). Con questi incentivi lutile di un impianto di 1 MW si aggira sui 500.000 euro lanno Un analogo sistema di incentivi incoraggia gli impianti di fotovoltaico. E quali sono i risultati? Sempre pi terreni passano dallagricoltura tradizionale alle colture per il biogas. Il terreno agricolo ceduto per queste due attivit in Italia stato finora di quasi 2 milioni di ettari; la Lombardia la regione che ne ha ceduto di pi, e la sua terra coltivabile ora meno di un milione di ettari. Per il bio-gas il record spetta alla provincia di Cremona - con 123 impianti e un quarto della superficie agricola destinata a colture energetiche. Laffitto dei terreni nel cremonese triplicato e in alcuni casi quadruplicato (da 4-500 a 1.600, con punte fino a 2.000 euro per ettaro) mettendo in seria difficolt gli allevatori che producono il 10% del latte nazionale, destinato ad una produzione deccellenza: il grana padano. Per questa ragione pi di un

4 anno fa la Coldiretti di Cremona, nella persona del suo direttore Simone Solfanelli, ha chiesto alla Regione e alla Provincia di non autorizzare pi impianti a biogas. Per il foto-voltaico lestensione una porzione relativamente bassa, ma anchessa molto consistente in 33.000 ettari in tutta Italia; la palma doro spetta alla Puglia con 1.484 ettari e 576 MW; ma anche lEmilia non mal piazzata, occupa infatti il terzo posto dopo il Lazio. Il prezzo pagato per il diritto di superficie ha raggiunto i 6.000 euro per ettaro (Il Sole 24 Ore, 31.12.2011). INQUINAMENTO Uno studio dellIstituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova mostra che linquinamento atmosferico prodotto dalla combustione di biogas per produrre energia (il procedimento che sar adottato dagli impianti nel nostro territorio) presenta quantit di ossidi di azoto e zolfo e di polveri sottili, molto pi elevate di quelle prodotte dai derivati del petrolio. A questo si deve aggiungere linquinamento dovuto ai trasporti. Si tratta di un inquinamento che avviene a ciclo continuo, al quale va ad aggiungersi il calore immesso in atmosfera (si potrebbe utilizzare per teleriscaldamento ma questo richiederebbe, per essere conveniente, che gli impianti fossero vicini ai centri abitati, fatto che avrebbe una forte contropartita negativa). COMPENSAZIONE E la somma che spetta ai Comuni per compensare il disagio per la popolazione e il degrado ambientale; viene corrisposta una sola volta e non tutti gli anni. Nel caso degli impianti da 1 MW se sono a biogas la compensazione pari a 60.000 euro, mentre per il foto-voltaico di 15.000 euro. Dagli impianti nel territorio di Filo dArgenta il prossimo anno la compensazione dovrebbe essere di 30.000 euro dal biogas di Valandro ( suddivisa a met tra Filo e Longastrino) + 30.000 dai due impianti di foto-voltaico gi funzionanti, per un totale di 60.000 euro. Saranno utilizzati per sostituire gli infissi della scuola di Filo e per piantare alcuni alberi nel cortile della stessa. Per le cave non prevista la compensazione ma una quota del ricavato dalla vendita del materiale che viene versata al Comune in quale trattiene per s il 75% e versa il rimanente alla Provincia (20%) e alla Regione (5%) (PIAE, Art. 19, comma 8). La Legge Regionale sulle attivit estrattive prevede che queste somme siano utilizzate o per il ripristino ambientale nellarea delle cave oppure per attivit analoghe nel territorio. 3. Cosa chiediamo agli amministratori e agli operatori economici? In tempi economicamente cos difficili, le iniziative imprenditoriali, grandi e piccole, che creano lavoro e producono reddito hanno naturalmente la nostra piena considerazione; e non potrebbe essere altrimenti. Daltro canto crediamo che il territorio meriti lattenzione e il rispetto che si deve ad un bene sociale, non riproducibile, fragile e sempre a rischio dessere manomesso in modo irreversibile. Contemperare queste due esigenze spetta alle Amministrazioni. A questo proposito non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione. Prima di tutto per il numero degli impianti che saranno dislocati nella nostra frazione: quelli di fotovoltaico rappresentano il 27% del totale comunale, cio 6,5 MW su 24, per una superficie complessiva di 13 ettari coperti da pannelli. Gli impianti di biogas sono ancora di pi, 4 su 6, cio il 67% dellintero comune, con un territorio impegnato, qui o altrove, pari a 1.200 ettari. Anche se teniamo conto che 2 impianti sono stati divisi dal Comune tra Filo e Longastrino, fanno sempre 3 su 6, cio il 50%, con 900 ettari impegnati.

5 Per fare un confronto: gli impianti previsti per le province di Ferrara e Bologna, messe insieme, sono 38. Per avere un altro termine di paragone: lintera provincia di Ravenna ne ha 12, di cui 4+2 sono nel comune di Ravenna, 2 a Faenza, 2 a Conselice, 1 a Bagnacavallo e 1 a Roncalceci. Le nostre preoccupazione sono dovute a: il prevedibile inquinamento e i suoi effetti sulla salute di tutti noi, rispetto alla quale chiediamo rassicurazioni alle amministrazioni, non tanto a parole ma con rilievi sistematici dei valori di inquinamento ed epidemiologici, resi periodicamente pubblici; limpatto sulla viabilit, gi cos provata non solo sulla provinciale ma sulle strade che si diramano verso nord (via Porto Vallone, strettissima, via Oca Pisana, che mostra cedimenti del fondo, via Beccaria, via Fossa Menate, via Argine circondario II). Si fa mai una rilevazione del numero dei mezzi che attraversano i nostri centri abitati e sulla loro velocit? Agli imprenditori agricoli chiediamo: quali materiali saranno utilizzati? Da dove verranno e quali saranno i tragitti percorsi, con quale frequenza? Quando gli impianti avranno esaurito il loro ciclo di vita chi li smaltir e chi provveder alla bonifica? Agli amministratori chiediamo invece: come sar fatta la manutenzione delle strade e a spese di chi? Non si corre il rischio che tutto gravi su comuni e province, sottraendo fondi ad altre importanti voci di spesa? Terza, ma non meno importante preoccupazione: una cos massiccia sottrazione di territorio agricolo alle produzioni tradizionali, e il conseguente aumento del prezzo degli affitti, non stanno creando una situazione di concorrenza non proprio leale tra gli agricoltori che coltivano mais e altro per le centrali a biogas, i quali ricevono forti incentivi dallo Stato, e gli agricoltori che producono cibo per noi e per le bestie e i nostri prodotti caratteristici, i quali oltre a non ricevere incentivi, risultano penalizzati dallaumento degli affitti dei terreni? E che dire del fatto che questi prodotti per la nostra alimentazione vengono sempre pi importati, spesso da paesi che non applicano norme rigorose come le nostre a tutela della salute dei consumatori (lEuropa da grande esportatrice ne diventata la maggiore importatrice)? Se anche il Ministro delle Politiche Agricole manifesta delle perplessit a proposito di questuso degli incentivi, non forse venuto il momento di affrontare il problema della crisi dellagricoltura non con benefici puramente economici a favore di alcuni quelli, per intenderci che hanno accesso al credito bancario - a svantaggio delle piccole e medie aziende che costituiscono il tessuto connettivo della nostra agricoltura? Analoga preoccupazione esprimiamo per le cave: in primo luogo per la loro eccessiva estensione; poi per la quantit del materiale estratto e le conseguenze del loro trasporto su traffico e inquinamento: la sabbia programmata per la Garusola quasi il 17,4% del totale non comunale ma provinciale; largilla dalle cave Alba e Bastia il 27,5% del totale provinciale. Ma anche per la drastica trasformazione del territorio. I piani dicono che si rinaturalizzer. Ma pi una rinaturalizzazione ben fatta, pi costa, riducendo la convenienza economica delle cave; la tendenza pertanto al ribasso. Oppure pu succedere come per le cave della Campeggia e di S. Anna: ultimato lo scavo sono considerate degradate, e forse una volta spianate, verranno coperte di pannelli solari. Cos si lucrerebbe due volte sulla stessa terra; e chi lucra per primo prepara il terreno in senso stretto - a chi arriva dopo.

In conclusione quello che il Consiglio di Partecipazione e la Consulta chiedono alle Amministrazioni Provinciali e Comunali uno stop ai nuovi impianti: abbiamo gi dato. E sappiamo da alcune recenti prese di posizione di essere in buona compagnia: cos pensa il Ministro delle politiche Agricole; preoccupazioni ha manifestato anche il Presidente della Regione. Poi chiediamo che la normativa vigente venga fatta rispettare, in modo efficace, non allitaliana. Per quanto riguarda i progetti di rinaturalizzazione chiediamo: non fateci vedere delle belle immagini ma piuttosto dei progetti redatti da professionisti, dei capitolati di spesa dettagliati e delle fideiussioni bancarie; come sta scritto nei piani. E non ci dispiacerebbe che venissero presentati pubblicamente. Perch questi progetti si sviluppano in tempi lunghi, i protagonisti di oggi non ci saranno pi domani, e chi ci sar, cio i nostri figli, ha diritto di vedere tutelato fin da ora il territorio in cui vive, cio uno dei fondamentali beni comuni, com stato ribadito recentemente da una sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3665 del 14 febbraio 2011, com attestato da almeno una dozzina di precedenti sentenze della Corte Costituzionale, e com sancito dallarticolo 9 della nostra Costituzione, non a caso uno dei dodici Principi Fondamentali della carta costituzionale. Filo 16 gennaio 2012 Francesco Pertegato.

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