You are on page 1of 13

1 Lucyna Gebert (Universit di Roma La Sapienza) LIMPERFETTIVO, LIMPERFETTO E LA STRUTTURA DELLEVENTO NELLE LINGUE SLAVE E ROMANZE: ALCUNI PARALLELISMI

The aim of the paper is to systematize a number of different semantic values, namely the durative/continuous, iterative, and accomplished fact value (including general factual meaning), that underly the imperfective aspect form in Slavic languages such as Russian and Polish. The event structure analysis proves that all the values conveyed by the imperfective form can be traced back to a unitary meaning of extension. Some analogies and parallelisms from this point of view between Slavic imperfective and Romance imperfect are presented.

In questo scritto verranno presi in considerazione in primo luogo i valori semantici dell aspetto imperfettivo nelle due lingue slave settentrionali: il russo ed il polacco che, come dimostrato da Dickey (2000), sono relativamente vicine dal punto di vista del comportamento aspettuale. Verr quindi proposta una sistematizzazione dei significati veicolati dalla forma imperfettiva dei verbi slavi, molto diversi tra loro, ma riconducibili a pochi valori unitari. Infine verranno formulate alcune osservazioni sul confronto delle forme dellaspetto imperfettivo slavo e dellimperfetto nelle lingue romanze. Verranno segnalati solo alcuni fatti paralleli interessanti, visto che delle differenze tra questi due gruppi di lingue dal punto di vista aspettuale, si erano gi occupate Kreisberg (2010) per litaliano e Kuznecova (2010) per il francese. 1. Forme aspettuali naturali / non marcate. Negli studi aspettologici ormai largamente condivisa lidea che il valore delle forme aspettuali determinato dalla classe lessicale del verbo. Si sa quindi che la distinzione cruciale tra i verbi che denotano un qualche tipo di cambiamento che porta ad un risultato, ossia quelli telici, da una parte, e quelli atelici, dallaltra. I verbi telici si riferiscono ad eventi eterogenei nei quali lo stato iniziale e lo stato finale non sono identici, mentre gli atelici e cio quelli di stato o di attivit esprimono le situazioni omogenee che non implicano nessun tipo di cambiamento n di momento culminante, ma dove ogni momento successivo uguale a quello precedente. Questa divisione bipartita fondamentale per poter rendere conto della variazione aspettuale, visto che ciascuna di queste classi viene espressa mediante una forma aspettuale naturale che le propria, non marcata: quella perfettiva per i telici e quella imperfettiva per gli atelici. Di conseguenza, per parlare di una situazione che consiste in unazione espressa dal verbo telico e verificatasi nel passato, si usa il verbo allaspetto perfettivo, come negli esempi in (1) del russo e del polacco:
(1) P List przyszedP za pno B P DaliP panu samochd z penym bakiem
1

'La lettera arrivataP troppo tardi' 1 'Le hanno datoP la macchina con il serbatoio pieno'

Le forme verbali sono indicizzate: P (perfettivo), I (imperfettivo) in tutti gli esempi comprese le loro traduzioni in italiano per facilitare la comprensione degli esempi.

2
P W Czeczenii rozbiP si samolot 'In Cecenia si schiantatoP un aereo'

Per parlare invece di uno stato o di unattivit conclusi nel passato e veicolati dai verbi atelici, viene usata la forma imperfettiva del verbo, come in (2): (2) - I Moce
Kto mi mwiI, e teraz on pracuje w Moskwie ' Qualcuno mi dicevaI che ora lui lavora a Mosca' I Ja ju leaemI w szpitalu i wicej nie chc 'Sono gi rimastoI una settimana all'ospedale e non voglio pi starci' I WidziaamI twoj siostr na ulicy On ju o tym syszaI Wczoraj pracowalimyI a potem poszlimyP na spacer 'Ieri abbiamo lavoratoI e poi abbiamo fattoP una passeggiata'
I P I

' Ho vistoI tua sorella per strada' 'L'ha gi sentitoI'

In questa prospettiva anche nelle lingue romanze si pu rilevare un fenomeno analogo di polarizzazione nei tempi del passato, seppure di portata molto pi limitata. Come noto, limperfetto/limparfait romanzo viene interpretato da diversi linguisti (Comrie 1976; Bertinetto 1991; Kreisberg 2010; Kuznecova 2010, per menzionarne solo alcuni ) come aspetto imperfettivo mentre il passato prossimo/pass compos e il passato remoto/pass simple, come espressione dellaspetto perfettivo. Gli esempi italiani in (3) mettono in evidenza come, per descrivere una situazione conclusasi nel passato, i verbi atelici in (a) vengono usati all'imperfetto mentre le situazioni descritte in (b) con i verbi telici appaiono al passato prossimo: Cos, si dir in italiano: (3)
a. b. Un anno f conoscevo questo tizio (ma poi ho perso i contatti)/ studiavo alluniversit/ ero in Un anno f ho aperto un conto in banca/ sono partita per lAmerica/ ho incontrato questa donna al bar/ho gi risolto la questione delleredit. vacanza a Parigi/ capivo gi quel problema/lavoravo alluniversit.

Tuttavia le restrizioni di combinazione aspettuale dei predicati atelici con il perfettivo nelle lingue romanze sono molto limitate, si tratta di una tendenza che non preclude la possiblit di essere usati ai tempi perfettivi in italiano, sia al passato prossimo sia al passato remoto, per esprimere l anteriorit. Inoltre, come del resto segnalato anche da Kreisberg (2010)2, i verbi atelici in italiano, usati ai tempi considerati perfettivi, conferiscono al verbo un significato incoativo riferentesi allinizio, allinstaurarsi di uno stato o di unattivit, e non alla sua conclusione. Questo fenomeno,
2

Kreisberg (2010) si riferisce agli studi di Kuryowicz (1977: 41 -42).

3 rilevato anche per il francese da De Swart (1998 : 369) e da Bertinetto (1991), ben conosciuto nelle lingue slave.3 Lo illustrano gli esempi italiani in (4a-e ) con i verbi atelici di attivit e di stato (di cui a. e b. ripresi da Bertinetto 1991: 58) che hanno un valore incoativo: (4) a. In quel momento lacqua zampill/ zampillata dal robinetto
b. c. d. e. Finalmente Gianna parl/ha parlato; pianse/ha pianto; tacque/ha taciuto Ha conosciuto questa ragazza lanno scorso (e ora la conosce) Ieri sera Maria ha capito tutto (e ora lo capisce) Ho saputo che non vieni (e ora lo so )

Lesistenza di una correlazione tra la classe lessicale del verbo e laspetto viene rilevato anche per il francese da Fayol, Gombert, Abdi (1988) nella loro ricerca sperimentale dedicata a questo argomento e condotta sui parlanti di varie et e provenienza sociale. Dallesperimento risulta che i verbi atelici (nella loro terminologia : arsultatifs) occorrono allimparfait, mentre quelli telici (rsultatifs) vengono usati prevalentemente ad uno dei tre tempi perfettivi: pass compos, pass simple o plus-que-parfait. Di tali restrizioni nelluso dei tempi del passato parla anche De Swart (1998) che fa riferimento al lavoro di Kamp e Rohrer (1983) e osserva che limparfait viene spesso considerato un tempo non marcato dei verbi stativi4 (: 367), mentre il pass simple quello destinato alla descrizione degli events che nella sua terminologia corrispondono alle situazioni espresse dai verbi telici. 2. Prove dellacquisizione di L1 e L2. Linterdipendenza tra laspetto e il valore lessicale del verbo messa bene in evidenza dalla ricerca sullacquisizione delle L1 e L2, presentata in Gebert (2010). Il carattere naturale, non marcato delle forme aspettuali nei confronti delle rispettive classi lessicali viene confermato, sia per le lingue slave, sia per le lingue romanze. Dalla maggior parte dei lavori sullargomento (riguardanti del resto non solo le lingue slave) risulta che vengono acquisite per prime le forme dellaspetto perfettivo dei verbi telici e quelle imperfettive dei verbi atelici, sia in L1 che in L2. Solo in un secondo momento si imparano le forme di segno opposto, ossia i perfettivi dei verbi atelici e gli imperfettivi dei verbi telici. L ordine in cui vengono acquisite queste forme offre una prova del carattere naturale della combinazione aspettuale non marcata, responsabile, appunto, di una sorta di solidariet semantica (per usare lespressione di Giacalone Ramat 2002), tra i verbi atelici ( stati e attivit) e laspetto imperfettivo da una parte e, dallaltra, tra situazioni dinamiche non omogenee espresse dai verbi telici e laspetto perfettivo. Tale correlazione ormai un truismo per quanto riguarda le descrizioni delle
3

I lavori che ne trattano sono molto numerosi. Si cfr., ad esempio, Gebert (1991), Karolak (2005), Zaliznjak e melev (2000). In tutte e due gruppi di lingue il valore incoativo compare in maniera irregolare (cfr. Gebert 1991).
4

In French the imparfait is often considered the unmarked tense for statives(De Swart 1998: 367); Imparfait sentences denote states or processes. (: 368)

4 categorie verbali nelle lingue slave ed appunto responsabile degli usi come quelli in (2) per il polacco e il russo e (3a) per litaliano, con la forma imperfettiva del verbo atelico che esprime i fatti compiuti al passato. 3. Limperfettivo delle forme ateliche : situazione conclusa nel passato. Gli imperfettivi che denotano un evento compiuto nel passato nelle lingue slave, come quelli in (2), contraddicono alcuni luoghi comuni riguardanti laspetto verbale, secondo i quali la compiutezza espressa dal perfettivo, mentre limperfettivo veicola il significato durativo-continuo, oppure quello iterativo. Tale definizione (diffusa soprattutto nei manuali), come ho cercato di dimostrare nei miei lavori, vale esclusivamente per i verbi telici. Luso dell imperfettivo per fatti compiuti svoltisi nel passato, se riferiti a situazioni omogenee, ossia quelle descritte dai verbi atelici e prive del concetto di cambiamento, risulta dallo status ontologico delle situazioni, che ha un carattere oggettivo. Tale uso non pu essere determinato quindi da fattori soggettivi o relativi alla struttura del discorso, come avviene con le forme aspettuali asimmetriche, come gli imperfettivi dei verbi telici o i perfettivi dei verbi atelici (cfr. Gebert in corso di stampa). Per lo stesso motivo, in italiano non possono essere descritte come concluse nel passato per mezzo del passato prossimo le situazioni stative esemplificate in (4); tali tempi verbali, infatti, esprimono linizio dello stato piuttosto che il suo termine. 4. Levento in corso e il valore fattivo generale E al livello della struttura del discorso, cio quello pragmatico, che compaiono le forme aspettuali assimmetriche determinate da fattori soggettivi, forme che vanno contro le scelte naturali di cui sopra. Come si visto, gli imperfettivi dei verbi telici e i perfettivi dei verbi atelici vengono acquisiti pi tardi dai bambini, rispetto alle combinazioni simmetriche, proprio in quanto pi complesse e perci richiedenti una reinterpretazione contestuale. Il fenomeno della trasformazione dellaspetto non marcato di un predicato nel suo opposto, quello marcato, in seguito alle esigenze del discorso, viene definito aspectual coercion (Moens e Steedman 1988; De Swart 1998). Leffetto pi noto di questo meccanismo limperfettivo dei verbi telici che conferisce loro il valore durativo/continuativo dellevento in corso. Lo conosciamo sia nelle lingue slave sia in quelle romanze, come illustrato dalle frasi equivalenti del russo, polacco, italiano e francese: (5)
Kiedy weszam do pokoju Piotr otwieraI okno , I Quando sono entrata nella camera, Piotr apriva/stavaI aprendo la finestra Quand je suis entre dans la chambre, Piotr ouvraitI la fentre

Tuttavia conosciamo bene anche un uso dellimperfettivo con i verbi telici nelle lingue slave che le lingue romanze ignorano e che costituisce sempre una difficolt nel passaggio da una lingua slava verso quella romanza e viceversa. Si tratta dellimperfettivo per i fatti compiuti, applicato ai verbi

5 telici, che rappresenta il ben noto valorefattivo generale (FG) (obefaktieskoe znaenie). Si osservino i seguenti esempi del russo e del polacco con la rispettiva traduzione italiana:
(6) I Ten film pokazywaliI w telewizji ' Questo film, lo hanno proiettatoI in tv' I , Ten budynek budowaI jego ojciec, znany architekt Questo edificio, lo ha costruitoI suo padre, famoso architetto

La forma imperfettiva del verbo telico considerata in questi casi concorrenziale con la controparte perfettiva in quanto riferentesi alla stessa situazione ma descritta da parlanti diversi con le forme aspettuali diverse, come risulta dai rispettivi perfettivi in (7) : (7)
P Ten film pokazaliP w telewizji
P

'Hanno proiettatoP questo film in tv'

, Ten budynek zbudowaP jego dziadek, znany architekt Questo edificio, lo ha costruitoP suo padre, famoso architetto

Tuttavia ci che regola luso soggettivo di questi imperfettivi la forza illocutiva che, come noto, dipende dalle intenzioni del parlante e si traduce in unasserzione, una domanda, una negazione, una richiesta dazione, ecc. La forza illocutiva opera al livello pragmatico del linguaggio e pu essere focalizzata sulle varie parti del significato della frase (cfr. Gebert 2004). Quando la forza illocutiva porta sullo stato risultante dell azione il verbo compare al perfettivo, fatto particolarmente evidente quando si tratta della negazione o dellinterrogazione:
(8a) P ? 'Le hai mandatoP l'invito al matrimonio?'

Questo esempio russo tratto da Zaliznjak e melev (2000) viene appunto interpretato come frase pronunciata per esprimere la permanenza del risultato nel momento dell'enunciazione: la persona stata invitata?; ha ricevuto l'invito? , in quanto il focus porta sul risultato. Invece nella controparte imperfettiva in (8b):
(8b) I ? 'Le hai mandatoI l'invito al matrimonio?'

interessa sapere se vera la prima parte dell'evento ( hai causato l'invio dell'invito? era sulla lista degli invitati?) e non il risultato (ossia se la persona ha l'invito). Questa differenza tra le due frasi risulta dalla focalizzazione della forza illocutiva: cos, se il focus dell'asserzione porta sul risultato (come in(8a) ) il verbo compare al perfettivo, se porta su qualunque altro componente della frase ( ad esempio sull'attivit di spedire, ma anche su un' altra porzione del significato), scatta luso dellimperfettivo (8b). Analogamente, negli esempi con le frasi negative in russo (9) e in polacco (10):
(9a) (9b) I 'Non abbiamo chiamatoI il medico' P 'Non abbiamo chiamatoP il medico'

6
(10a) (10b) Nie wzywalimyI lekarza 'Non abbiamo chiamatoI il medico' Nie wezwalimyP lekarza 'Non abbiamo chiamatoP il medico'

la versione (a) con il verbo all'imperfettivo descrive la situazione in cui nessuno ha neanche pensato di chiamare il medico, perci la negazione porta sulla parte iniziale: il tentativo di chiamare il medico. Cos, la traduzione perifrastica di (9a) e (10a) potrebbe essere: ' Non ci abbiamo provato/pensato a chiamare il medico'. La scelta del verbo al perfettivo invece appropriata quando sono stati fatti dei tentativi, visto che la negazione riguarda solo il risultato. Infatti la perifrasi italiana di questa frase potrebbe essere: '(Alla fine) non abbiamo chiamato il medico'. Dal confronto tra gli imperfettivi dei verbi atelici illustrati in (2), da una parte, e in (8b), (9a) e (10a) con i verbi telici dallaltra, risulta che, mentre gli imperfettivi dei verbi atelici descrivono i fatti compiuti al livello oggettivo (in quanto non esiste unaltra possibilit di scelta aspettuale) , gli imperfettivi dei verbi telici li descrivono a livello soggettivo, in funzione del contesto e dellorganizzazione del discorso. 5. Verbi ibridi Negli esempi appena esaminati abbiamo visto che le forme cosiddette fattive generali dei verbi chiaramente telici, in realt non sono concorrenziali. Tale scelta infatti determinata pragmaticamente. Invece appaiono spesso in concorrenza gli usi come quelli in (11) dove tutte e due gli aspetti sono ammissibili e perci difficile individuare le particolarit testuali che escludano luna o laltra forma:
(11) I/ P I/ P Wczoraj na kolacj jedlimyI/zjedlimyP ryb Wiesz, pisaI/napisaP do mnie Piotr 'Io ho gi lettoI/P il tuo articolo' 'Ha suonato I/P una sonata di ajkovskij' Ieri a cena abbiamo mangiato I/P pesce Sai, mi ha scritto I/P Piotr

Il doppio comportamento di questi verbi determinato dal fatto che essi possono essere interpretati in due maniere: come telici o come atelici. In questultima accezione, tra laltro, i verbi di questa classe, che sono transitivi, possono anche funzionare intransitivamente (del resto anche in italiano, come risulta dalle traduzioni), come negli esempi in (12):
(12) Nie przeszkadzaj, dzieci czytajI Kiedy jedlimyI w tej restauracji ? I I Non disturbare, i ragazzi stanno leggendoI Una volta abbiamo mangiatoI in questo ristorante Che cosa fa? Sta suonandoI Il bambino sta disegnandoI

I verbi come questi vengono definiti ibridi da Mehlig (in stampa) che riprende il termine coniato da Bertinetto&Squartini 1995 per denotare i predicati che possono essere classificati lessicalmente in vari modi. I verbi ibridi definiti ambigui in Gebert (1991), oltre ai perfettivi riportati in (11) previsti per i verbi telici, possono formare i perfettivi delimitativi, che sono tipici dei verbi atelici di attivit o di stato come negli esempi polacchi: pospaP, posiedziaP, poyP, pochodzilP ('ha dormito un po',

7 rimasto seduto per un po', ha vissuto un po', ha camminato un po'); forme analoghe possono essere formate in russo. Si osservino infatti le rispettive frasi russe e polacche e le loro traduzioni in italiano che seguono:
(13) P Piotr poczytaP chwil a potem zasn 'Piotr ha lettoP per un po' e poi si addormentato' P , Maria popisaaP artyku przez godzin, ale szybko si zmczya 'Maria ha scrittoP l'articolo per un ora, ma presto si stancata'

La funzione di queste forme perfettive solo quella di limitare la situazione temporalmente, tuttavia senza introdurre n asserire un momento culminante di cambiamento che lessenza del perfettivo. Infatti, mentre i perfettivi veri non possono essere sostituiti impunemente dalle controparti imperfettive, senza cio cambiare il significato della frase, i delimitativi lo consentono, come risulta dal confronto tra il (13) e il (14):
(14) I Piotr czytaI chwil a potem zasn 'Piotr ha lettoI per un po' e poi si addormentato' I , Maria pisaaI artyku przez godzin, ale szybko si zmczya 'Maria ha scrittoI l'articolo per un ora, ma subito dopo si stancata'

Si osservi che le forme autenticamente perfettive non possono occorrere con gli avverbi di durata del tipo: (przez) godzin/ (per unora), perfettamente accettabili con i perfettivi delimitativi e con tutti gli imperfettivi, come si pu vedere in (15) :
(15) I/ P /* P Piotr czytaI/poczyta P /*przeczyta P ksik przez godzin Piotr ha lettoI/P/*P il libro per unora5

Gli avverbi di questo tipo misurano la durata delle situazioni descritte dagli imperfettivi (e di conseguenza di tutti gli atelici), invece i perfettivi richiedono luso degli avverbi di durata come: w/za, inaccettabili sia con gli imperfettivi, sia con i delimitativi:
(16 ) *I/* P / P Piotr* czytaI/*poczyta P /przeczyta P ksiazk w godzin Piotr ha letto*I/*P/P il libro per unora

Come noto, la possibilit di usare le espressioni di durata con w/za costituisce un test della presenza del concetto di cambiamento nella loro composizione semantica. Unulteriore caratteristica dei verbi ibridi quella di non formare i perfettivi veri quando usati intransitivamente, come dimostrato in (17):
5

Naturalmente la forma delimitativa con il prefisso po- va tradotta sia in russo che in polacco come: ha letto il libro per un po.

8
(17) ? Co on robi w niedziel? Che cosa ha fatto domenica? * P *Przeczyta P *Ha letto P * P *Napisa P *Ha scritto P

mentre possono essere usate intransitivamente le forme delimitative, a riprova del fatto che in questo caso il verbo manifesta un comportamento da verbo atelico:
(18) ? Co on robi w niedziel? Che cosa ha fatto domenica? P, P, P Pogra P, popisa P, poczyta P troch Ha suonato P, ha scritto P, ha letto P un po

Si osservi che in questo contesto si potrebbe anche rispondere con le equivalenti forme imperfettive, senza che il significato cambi:
(19) ? Co on robi w niedziel? Che cosa ha fatto domenica? I, I, I Gra I, pisa I, czyta I troch Ha suonato I, scritto I, letto I un po

Ovviamente le battute in (17) diventano grammaticali se i verbi perfettivi vengono usati transitivamente, comportandosi da telici, come in (20):
(20) ? Co on robi w niedziel? Che cosa ha fatto domenica? P / P Przeczyta P ksiazk / Napisa P artyku Ha letto P un libro / Ha scritto P un articolo

Tutti questi dati mettono in evidenza la doppia natura dei verbi ibridi. Ed proprio per questo motivo che i loro imperfettivi come quelli illustrati in (11) non vanno considerati come occorrenze della funzione fattiva generale condizionata pragmaticamente (rappresentate da (6), (8), (9a), (10a)) bens come forme non marcate per descrivere fatti compiuti, tipiche dei verbi atelici. Le loro controparti perfettive, invece, manifestano il comportamento sintattico previsto per i verbi telici. Un ultima osservazione da fare riguarda gli equivalenti italiani/francesi di queste occorrenze. Come noto, i verbi ibridi imperfettivi (a) e perfettivi (b) al passato, nelle frasi russe e polacche, come:
(21 ) a. b. I Czytaem I ksik przez dwie godziny P Przeczytaem P ksik w 2 godziny

vengono tradotte tutte e due con il passato prossimo italiano e il pass compos francese:
(22) Ho letto il libro per due ore/in due ore /Jai lu le livre pendant deux heures/en deux heures

Loccorrenza del verbo con lespressione di durata per due ore corrisponde infatti allimperfettivo russo o polacco in (21 a). In due ore invece che pu essere usato solo con i verbi telici (come gli avverbi di durata con :w/za di cui sopra) fa scattare il significato tradotto da (21 b). Da questo punto di vista, le forme italiane e francesi in (22) che appaiono ai tempi considerati perfettivi, ricordano il comportamento dei verbi ibridi, proprio per questo cos chiamati da Bertinetto e Squartini (1995: 12)6. Mentre nelle lingue slave la forma imperfettiva ad essere ambigua, nelle lingue romanze, a
6

Si cfr. anche Mehlig (in stampa) su questo argomento.

9 manifestare tale carattere ibrido la forma perfettiva del passato prossimo/pass compos, che pu essere disambiguata per mezzo delle espressioni di durata per / in X tempo. 6. Iterativo Lultimo valore dellimperfettivo da prendere in considerazione quello iterativo, manifestato anche dallimperfetto romanzo. Gli studi sulla struttura dellevento chiariscono le ragioni per cui la stessa forma morfologica veicola due significati cos diversi sia nelle lingue slave sia in quelle romanze: da una parte il valore continuativo/durativo e dallaltra quello riferentesi alla pluralit di eventi. Il denominatore comune che unisce questi due significati lestensione sullasse del tempo che d luogo alluna o allaltra accezione , a seconda della classe lessicale cui appartiene il predicato verbale. Anche qui fondamentale la distinzione tra i telici e gli atelici; infatti la somma degli eventi telici che condividono gli stessi partecipanti, produce la ripetizione:
(23) I Przez cay czas rozwizywa I problemy swojej rodziny Per tutto il tempo risolveva i problemi della sua famiglia

Questo effetto risulta dal fatto che il susseguirsi degli eventi che denotano un cambiamento implica necessariamente un intervallo: un evento espresso dal verbo telico composto di due parti costituite dall attivit che causa (p) e dal cambiamento che porta allinstaurarsi di uno stato (q). Cos, tale evento eterogeneo che implica il cambiamento da p a q, per seguire immediatamente un altro evento di cambiamento da p a q, deve prima ritornare a p e proprio questo fatto produce la ripetizione, che si traduce nel valore iterativo. Invece, la somma di situazioni omogenee ateliche d luogo al fenomeno definito da Dowty (1979) di cumulativit. Si tratta di un concetto introdotto da Quine, riferito ai mass nouns (nomi non denumerabili) che Dowty (1979) applica ai verbi.7 Questo significa che, a differenza degli eventi eterogenei denotati dai verbi telici, una somma di eventi espressi dai verbi atelici, con gli stessi partecipanti, produce non una ripetizione, ma un unico evento singolo, visto che il loro susseguirsi implica ladiacenza temporale delle parti che sono omogenee. Questo particolarmente evidente nel caso delle situazioni stative, vista la mancanza del concetto di cambiamento nel significato di uno stato, come dormire, stare seduti, credere. Gli eventi omogenei come stati o attivit sono infatti composti da una sequenza di momenti adiacenti identici a quelli precedenti. Per questo motivo, ad esempio, un verbo di stato come dormire cumulativo, visto che levento di dormire dalluna alle tre pu essere diviso in due sottoeventi: quello di dormire dalluna alle due e quello di dormire dalle due alle tre, ma la somma dei due continua a costituire un unico evento, quello di dormire. Ugualmente due parti di acqua costituiscono sempre acqua. Invece la somma di due eventi telici come accendere due lampade non forma un unico evento nuovo:
7

La differenza tra la cumulativit espressa dai verbi atelici e literativit veicolata dai predicati telici stata paragonata da Krifka (1998), Rothstein (2004) e Mehlig (in stampa) appunto, a quella tra nomi denumerabili e non denumerabili.

10 accendere due lampade, bens produce il risultato finale di accendere quattro lampade. Ma la ripetizione delle situazioni espresse per mezzo dei verbi atelici pu avvenire anche con degli intervalli, segnalati esplicitamente; si ottiene in tal modo il valore abituale che non pi cumulativo, in quanto gli eventi in questione non sono adiacenti. Lo illustrano gli esempi del russo, polacco e italiano: da questo punto di vista la situazione nelle lingue slave e romanze sembra essere davvero parallela (idem in francese).
(24) I I Od czasu do czasu mylaem o nim
I

'Piotr dormiva di giorno e lavorava di notte Ogni tanto pensavo a lui

Il valore abituale tuttavia non si applica agli stati permanenti, fatto rilevato da Bertinetto per quanto riguarda litaliano: ..laccezione continua la sola possibilit imperfettiva disponibile per gli stativi permanenti che per definizione non ammettono () literabilit del processo implicata dallaspetto abituale (1991: 52).
(25) Il mio vicino era basso e tondo Suo padre aveva un negozio di scarpe

Tale restrizione riguarda, ovviamente, anche le lingue slave. Cos, come si visto, la somma di eventi atelici forma una singola entit omogenea (ossia una situazione stativa o di attivit) che pu soltanto essere estesa nel tempo ( se non viene esplicitamente segnalata linterruzione tra questi tipi di situazioni) e che pertanto non si distingue dalle altre situazioni veicolate dalle forme imperfettive naturali dei verbi atelici che esprimono levento in corso, durativo. Tale denominatore comune per veicolare il concetto di continuit/durativit da una parte e di ripetizione di eventi dallaltra giustifica luso della stessa marca aspettuale dellimperfettivo nelle lingue slave, ma anche dellimperfetto nelle lingue romanze, come dimostrato, ad es. in (5) e in (23 ). 7. Conclusioni Lo schema in (26) costituisce una sintesi dei valori dellimperfettivo nelle lingue slave. Nel complesso, i valori veicolati dalla forma imperfettiva presentati nella tabella, possono essere unificati da un concetto unitario stativo di estensione. A tale concetto molto astratto possono essere ricondotti infatti sia il significato delle forme imperfettive, non marcate ,naturali dei verbi atelici, sia quello durativo/continuo dei telici, condizionato pragmaticamente, in quanto gli eventi che denotano vengono presentati come estesi lungo lasse del tempo. Infine a tale concetto stativo di estensione pu essere ricondotto anche il significato sottostante alla somma di eventi che d luogo alla ripetizione (telici) o alla cumulativit (atelici), a seconda della struttura dellevento in questione: tutti valori veicolati dalla stessa forma aspettuale nelle lingue slave e romanze. Resta da giustificare laccezione b., ossia il valore fattivo - generico, tipico delle lingue slave e che, come ha detto qualcuno, costituisce una loro carta da visita. Come si visto, tale valore scatta

11 quando viene defocalizzato il risultato del cambiamento, neutralizzando la distinzione tra i verbi telici e i verbi atelici. Questo meccanismo che oscura il risultato e lo toglie di mezzo, per cos dire, fa assumere al verbo telico il comportamento da verbo di attivit, ossia atelico. Ci non si verifica quando lasserzione focalizzata sulla parte del significato verbale riferentesi al risultato del cambiamento, che come si visto, comporta necessariamente luso dellaspetto perfettivo. Nelle lingue romanze limperfetto esprime i valori che corrispondono ad a. e c. dellimperfettivo slavo. Quanto al valore b. nelle lingue romanze, esso realizzato in maniera molto limitata dallimperfetto di alcuni verbi di stato. Nella maggior parte dei casi, in italiano e in francese, il valore b. reso dagli altri tempi del passato talmente grammaticalizzati nella loro espressione dellanteriorit da essere indipendenti dalla classe lessicale del verbo (ad eccezione della tendenza dei verbi atelici ad assumere un valore incoativo se usati ai tempi perfettivi, illustrata in (3) e (6)). Le tracce di una sensibilit dei tempi passati nei confronti della classe lessicale nelle lingue romanze riflettono probabilmente la loro evoluzione storica. Lo dimostra Squartini (1998) nel suo studio delle espressioni perifrastiche aspettuali nelle lingue romanze, che rileva la presenza di una serie di restrizioni lessicali sulluso di queste perifrasi nella loro storia pi antica, restrizioni che tendono a perdersi successivamente, man mano che le espresioni si grammaticalizzano. E proprio il concetto stativo dellestensione sullasse del tempo che costituisce un denominatore comune tra gli imperfettivi dei verbi atelici da una parte e dei telici dallaltra, in riferimento alla realizzazione dei valori a. e c. di (26) in tutti e due i gruppi di lingue, producendo degli effetti diversi, come si visto, a seconda della struttura dellevento.

(26) TELICI

VALORI DELLIMPERFETTIVO IBRIDI ATELICI

forme marcate, condizionate pragmaticamente

forma non marcata

a. durativo/ continuo

b. evento conclusosi nel passato

c. iterativo/ abituale

a. b.c. durativo/continuo evento conclusosi nel passato

12
( - FOCUS RISULTATO) abituale (condizionato pragmaticamente)

Riferimenti BERTINETTO, P. M. (1991): Il verbo. In: RENZI, L., SALVI, G. (a cura di). Grande grammatica italiana di consultazione, vol.II. il Mulino. Bologna. BERTINETTO, P.M., SQUARTINI M. (1995): An Attempt at Defining the Class of Gradual Completion Verbs. In: BERTINETTO, P.M. et al.( a cura di). Temporal Reference, Acpect and Actionality. Semantic and Syntactic Perspectives. Rosenberg & Sellier. Torino. COMRIE, B. (1976): Aspect. Cambridge University Press. Cambridge. DE SWART, H.(1998): Aspect shift and coercion, Natural Language and Linguistic Theory, 16, pp. 347-385. DOWTY, D. (1979): Word Meaning and Montague Grammar. Kluwer. Dordrecht. FAYOL, M.,GOMBERT, J-E., ABDI, H. (1988):Temps et type de procs: une tude descriptive et dveloppementale. In: TERSIS, N., KIHM, A. (a cura di). Temps et aspects. Peeters/Selaf. Paris. GEBERT, L.( (1991): Il Sintagma Verbale. In: FICI GIUSTI, F. GEBERT, L., SIGNORINI, S. La lingua russa: storia, struttura, tipologia. Roma. La Nuova Italia Scientifica. GEBERT, L.( (2004): Fattori pragmatici nella scelta aspettuale, Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata, 2, pp. 221-232. GEBERT, L.(2010): Acquisizione dellaspetto nelle lingue slave e romanze. In: BONOLA A. INKOVA O. (a cura di). Categorie verbali e problemi dellorganizzazione testuale. Studi contrastivi slavo-romanzi, LAnalisi Linguistica e Letteraria, 2, XVIII, pp. 21-36. GIACALONE RAMAT, A. (2002): How do learners acquire the classical three categories of temporality? Evidence from L2 Italian. In: SALABERRY, R. e SHIRAI, Y. (a cura di). The L2 Acquisition of Tense-Aspect Morphology. John Benjamins. Amsterdam/Philadelphia. KAMP, H., ROHRER, C. (1983): Tense in texts. In: BAUERLE, R., SCHWARZE, C., VON STECHOV, A.(a cura di). Meaning, Use and Interpretation of Language. De Gruyter. Berlin. KAROLAK, S. (2005): Semantyka i struktura aspektu w jzykach naturalnych.Wysza Szkoa Umiejtnoci w Kielcach. Kielce. KREISBERG, A. (2010): Luso dei tempi passati in alcune lingue slave e romanze in unottica glottodidattica . In: BONOLA A. INKOVA O. (a cura di), Categorie verbali e problemi dellorganizzazione testuale. Studi contrastivi slavoromanzi, LAnalisi Linguistica e Letteraria, 2, XVIII, pp. 37-46. KRIFKA, M. (1998): The origins of telicity. In: ROTHSTEIN, S.(a cura di). Events and Grammar, Kluwer, Dordrecht. KURYOWICZ, J. (1977): Problmes de linguistique indo-europenne. Ossolineum. Wrocaw. KUZNECOVA, I. (2010): Vidovremennye charakteristiki francuzskogo glagola v sopostavlenii s russkim. In: BONOLA, A. INKOVA, O. (a cura di), Categorie verbali e problemi dellorganizzazione testuale. Studi contrastivi slavo-romanzi, LAnalisi Linguistica e Letteraria, 2, XVIII, pp. 47 58. MEHLIG H.R. (in stampa), Hybrid Predicates in Russian, Journal of Slavic Linguistics, Slavica Publishers, Indiana. MOENS, M. STEEDMAN, M. (1988): Temporal Ontology and Temporal Reference. In: MANI, I., PUSTEJOVSKY, J., GAIZAUSKAS, R. (a cura di). The Language of Time: A Reader (2005). Oxford University Press. Oxford.

13

ROTHSTEIN, S. (2004): Structuring Events. Blackwell Publishing. Bodmin, Cornwall. SQUARTINI, M. (1998): Verbal periphrases in Romance. Aspect, actionality and grammaticalization. Mouton de Gruyter. Berlin/New York. ZALIZNJAK, A.A, MELEV A.D.(2000): Vvedenije v russkuju aspektologiju. Jazyki russkoj kultury. Moskva.

You might also like