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Lorenzo Perra 3^ F
PLATONE
30-04-2012
Lorenzo Perra 3^ F 2.3.3 2.3.4 2.3.5 2.3.6 2.3.7 2.3.8 2.3.9 Il comunismo platonico I guardiani sono felici? Le degenerazioni dello Stato Platone e la democrazia
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Chi custodir i custodi? Limportanza delleducazione nella citt platonica I gradi della conoscenza e leducazione Il mito della caverna
3.2 La dialettica 3.3 Il bene per luomo: il Filebo 3.4 Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri
3.4.1 3.4.2 Il mito del demiurgo La visione matematica delle cose
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1.2.
La vita
Platone nacque ad Atene, da famiglia aristocratica, nel 427 a.C. A ventanni cominci a frequentare Socrate e fu tra i suoi discepoli fino alla morte del maestro, che rappresent per lui un evento decisivo. La morte di Socrate lo colp come uningiustizia imperdonabile e come una condanna generale della politica del tempo. Da allora la filosofia gli apparve come la sola via che potesse condurre luomo singolo e la comunit verso la giustizia. Dopo la morte di Socrate, Platone si rec a Megara, poi in Egitto e a Cirene. Parla tanto del viaggio che fece nellItalia meridionale, in particolare a Siracusa, diventando amico con Dione. Si dice che Platone sia stato addirittura venduto come schiavo, sul mercato di Egina, e poi riscattato da Anniceride di Cirene, e che il
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denaro
del
riscatto
fu
rifiutato
impiegato
per
la
fondazione
dellAccademia, cio della scuola di Platone. Fu poi richiamato da Dione a Siracusa alla corte del Tiranno Dionigi il Giovane, affinch gli desse il proprio consiglio per le riforme dello Stato, anche se ogni tentativo risult inutile. Anni dopo fu richiamato dallo stesso Dionigi, ma non si stabil nessun accordo tra i due, e Platone dopo un lungo periodo di prigionia, lasci Siracusa e ritorn ad Atene, dove rimase fino al resto della sua vita dedicandosi allinsegnamento. Mor a 80 anni, nel 347 a.C.
1.3.
Platone il primo filosofo dellantichit di cui siano rimaste le sue opere. Abbiamo di lui lApologia di Socrate, 34 dialoghi e 13 lettere. Trasillo, organizz queste opere in nove tetralogie, ne citiamo alcune per esempio: Apologia e Fedone, Sofista e Politico, Parmenide con Filebo e Simposio e Fedro, Protagora e Gorgia, Repubblica e Timeo ecc. Altre opere rimasero fuori perch dubbiose della loro autenticit. Alcuni critici storici di oggi considerano spuri anche alcune opere incluse nelle tetralogie di Trasillo, perch prive di quel valore artistico e linguistico di Platone. Perci in base ai vari elementi ricavati dal contenuto delle opere, lattivit letteraria di Platone pu essere suddivisa in: Primo periodo (scritti giovanili o socratici) che comprendono ad es. Apologia, Cratilo, Gorgia, Repubblica I e Protagora. Secondo periodo (scritti della maturit) che comprendono ad es. Fedone, Simposio, Repubblica II e Fedro. Terzo periodo (scritti della vecchiaia) con Parmenide, Sofista, Timeo ecc. Allultimo periodo appartengono anche diverse Lettere posteriori alla morte di Didone. Pare che Platone tenne anche dei corsi intitolati Intorno al Bene, senza lasciare per nulla di scritto dando importanza alloralit dialettica.
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1.4.
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Da Eraclito, Platone trova la teoria che il nostro mondo il regno della mutevolezza, mentre da Parmenide ne trae unaltra da cui lessere autentico immutabile.
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tutte le altre tornino alla mente. La gnoseologia di Platone rappresenta una forma di innatismo, ritenendo che la conoscenza non deriva dallesperienza sensibile, ma da metri di giudizio preesistenti e connaturati con il nostro intelletto. Celebre lesempio del Menone, dove si narra che uno schiavo, pur essendo digiuno di geometria, viene aiutato da Socrate a ricordarne gli elementi di fondo, fino a intuire il teorema di Pitagora. Per Platone coincide con la teoria della reminiscenza, secondo cui portiamo dentro di noi una verit prenatale.
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morto in battaglia e poi risuscitato, pu raccontare agli uomini la sorte che i attende dopo la morte. Ogni anima sceglie il modello di vita che incarner facendo una scelta giudiziosa, che si baser sulle esperienze che ha raccolto durante la vita. Per Platone dunque, luomo sceglie il proprio destino anche se condizionato dal suo passato.
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2.1.10.
Platone ritiene che il relativismo, in base alle diverse opinioni, pu solo produrre disordine e violenza. Di conseguenza con la dottrina delle idee vuole offrire agli uomini uno strumento che consenta loro di uscire dal caos delle opinioni e dei costumi, affinch non ci siano pi lotte e violenze. Da qui lequazione risolutiva delle cose: conoscenza delle idee= fondazione di una scienza politica universale = pace e giustizia tra gli uomini.
2.2.
Il sapere stabilisce rapporto non puramente intellettuale tra luomo e le idee e tra gli uomini associati nella comune ricerca. Questo rapporto definito da Platone con amore, alla quale sono dedicati due dialoghi, il Simposio e il Fedro. Il Simposio considera prima di tutto loggetto dellamore, cio la bellezza e mira a determinare i gradi gerarchici. Il Fedro invece mira a determinare lamore nella sua soggettivit per aspirare alla bellezza ed elevazione progressiva dellanima al mondo delle idee.
2.2.1. Il Simposio
Pausania distingue dallEros volgare (rivolgendosi ai corpi), lEros celeste (rivolgendosi alle anime). Il medico Erissimaco vede nellamore una forza cosmica che determina le proporzioni sia nelluomo che nella natura. Aristofane, con il mito degli androgini, che sono degli esseri primitivi formati da uomo e donna, che gli dei hanno diviso per punizione in due met, dove una non pu fare a meno dellaltra alla ricerca dellessere primitivo dove esprime linsufficienza. E da qui prende le mosse di Socrate, dicendo che lamore desidera qualcosa che non ha, che esprime mancanza. Lamore non ha la bellezza ed essa serve per rendere felice luomo. La bellezza il fine, loggetto dellamore. La bellezza ha gradi diversi, dove luomo ci arriva lentamente. Principalmente attrae luomo, la bellezza di un bel corpo, poi si rende conto che la bellezza uguale in tutti i corpi, cos si rende conto che ha bisogno di amore la bellezza corporea nella sua totalit. Ma al di sopra
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c la bellezza dellanima, e ancora di pi c la bellezza delle istituzioni e delle leggi, e ancora la bellezza delle scienze. Ma al di sopra di tutto c la bellezza in s, eterna e superiore alla morte, a cui corrisponde lamore filosofico.
2.2.2. Il Fedro
La natura dellanima si pu esprimere con un mito. Si pu paragonare ad una coppia di cavalli alati, uno bianco ed uno nero, guidati da un auriga. Quello nero pessimo, quello bianco eccellente, e per questa ragione lauriga non riesce a guidarli nella giusta via. Prova a indirizzarli verso i cieli, in quella regione sopracceleste (iperuranio) dove c la sede dellessere autentico. Qui sta la vera sostanza, che non ha ne colore ne forma, impalpabile e pu essere contemplata solo dalla ragione. Questa sostanza e la totalit delle idee (giustizia in s, temperanza, etc.). Ma viene il contemplata nero la dallanima tira verso per il poco basso. tempo, Ma perch si purtroppo cavallo quando
appesantisce perde le ali e si incarna in un uomo che lo render simile. Lanima che ha potuto vedere di pi far rivivere il corpo di un uomo che si consacrer al culto della sapienza o dellamore, mentre le anime che hanno visto di meno si incarneranno in uomini che saranno via via pi alieni dalla ricerca della bellezza. La bellezza sar la mediatrice tra luomo caduto e il mondo delle idee, e questo luomo risponde con lamore. LEros diventa dialettica che a sua volta ricerca dellessere in se e unione amorosa delle anime nellapprendere.
2.3.
2.3.1. La giustizia
Nessuna comunit umana pu sussistere senza la giustizia. La giustizia condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato. Lo stato deve essere costituito da tre classi: quella dei governanti, quella dei guerrieri e quella dei cittadini, che svolgono attivit tipo, agricoltori, artigiani, commercianti, etc. La saggezza la virt caratteristica della prima delle classi, infatti basta che i governanti siano saggi perch tutto lo Stato sia saggio. Il coraggio invece la virt della classe dei guerrieri.
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Infine la temperanza la virt comune a tutte le classi. Ma la giustizia comprende tutte e tre queste virt e si realizza quando ogni cittadino svolge il proprio compito ed ha ci che gli spetta. Con la giustizia ci sar unit e forza dello Stato. Anche nellanima individuale Platone distingue tre parti che sono: la parte razionale dove lanima ragiona e domina gli impulsi; la parte concupiscibile che rappresenta tutti gli impulsi corporei; infine la parte irascibile che si sdegna e lotta per ci che la ragione ritiene giusto. Anche nelluomo singolo la giustizia si avr quando ogni parte dellanima svolger la propria funzione.
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ciascuno abbia un proprio mestiere da svolgere, e dallidea politica di diversificare le attivit per poter garantire un modello statico e gerarchico di coesistenza sociale dove ognuno ha un ruolo fisso e nettamente differenziato. Ancora pi convinto che bisogna inculcare nei cittadini lidea della loro disuguaglianza naturale. In altri termini, secondo lorganicismo Platonico, uno Stato sano quando ognuno in base alla propria divisione, svolge il proprio compito per il bene di tutti. Viceversa lo Stato malato quando le classi non sanno pi stare al loro posto. Platone ritiene che la politica non sia unarte destinata a tutti, ma solo alla parte aurea della citt.
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La credenza, che ha come oggetto le cose sensibili; La conoscenza razionale o scientifica, che rispecchia il mondo
immutabile delle idee e comprende: La ragione matematica o discorsiva, che ha per oggetto le idee matematiche; Lintelligenza filosofica o noetica, che ha per oggetto le idee-valori. Platone ritiene che la filosofia sia superiore alla ragione matematica. Pensa che le discipline scientifico-matematiche da un lato trovino appigli nel mondo sensibile, e dallaltro partano da ipotesi indimostrate. La filosofia, invece, pur muovendosi da ipotesi, la considera superiore, perch pu essere dimostrata. Comunque il ruolo della matematica nel sistema educativo, per Platone riveste una grande importanza. Enumera le discipline matematiche fondamentali, come, laritmetica, cio larte del calcolo; la geometria come scienza degli enti immutabili; lastronomia come scienza del movimento perfetto, quello dei cieli; la musica come scienza dellarmonia. Queste discipline costituiscono la propedeutica della filosofia, preparando il filosofo alla dialettica e alla scienza delle idee.
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solo davanti a s. Sul fondo della caverna si riflettono immagini di statuette che sporgono da sopra un muretto alle spalle degli schiavi e che riflettono ogni genere di cose. Le statuette vengono mosse di nascosto dai portatori davanti ad un fuoco in modo da farle riflettere sul fondo. Gli schiavi scambiano le ombre per persone reali. Certo, se uno di essi riuscisse a liberarsi, nel voltarsi si accorgerebbe che le statuette sono reali. E se, successivamente riuscisse a raggiungere luscita della caverna, scoprirebbe che la vera realt non sono neanche le statuette, ma solamente unimitazione di cose reali, rese visibili dal gioco dei raggi del sole che entrano nella caverna. Inizialmente, abbagliato dalla luce, non riuscir a distinguere bene gli oggetti e cercher di guardarli riflessi nelle acque. Solo successivamente li guarder direttamente. Incapace di guardare il sole, guarder le costellazioni e il firmamento quando scender la notte. Dopo un po sar finalmente in grado di osservare sia il sole che lo scintillio delle cose reali. Ovviamente, lo schiavo vorrebbe rimanere l ad osservare la bellezza di quello spettacolo, sarebbe disposto a soffrire, piuttosto che tornare alla vita precedente. Ma se egli, tornasse nella caverna per riferire ai compagni ci che ha visto, i suoi occhi sarebbero offuscati dal buio e non saprebbero pi distinguere le ombre, e allora verrebbe deriso dai compagni e accusato di aver avuto solo visioni. Continuerebbero a dare credito a coloro che invece sapranno distinguere meglio le ombre della caverna. Alla fine, infastiditi dal suo tentativo di liberarli e portarli fuori, lo ucciderebbero. Gli elementi essenziali di questo mito si possono identificare cos: La caverna oscura = il nostro mondo; Gli schiavi incatenati = gli uomini; Le catene = lignoranza e le passioni della vita; Le ombre delle statuette = limmagine superficiale delle cose; Le statuette = le cose del mondo sensibile; Il fuoco = il principio fisico con cui i filosofi spiegarono le cose; La liberazione dello schiavo = lazione della conoscenza e filosofia; Il mondo fuori dalla caverna = le idee; Le immagini delle cose riflesse nellacqua = le idee matematica; Il sole = lidea del Bene;
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La contemplazione delle cose e del sole = la filosofia ai massimi livelli; Lo schiavo che vorrebbe stare nella caverna = la tentazione del filosofo di chiudersi in una torre davorio; Lo schiavo che ritorna nella caverna = il dovere del filosofo di far conoscere le proprie conoscenze; Lex schiavo che non vede pi le ombre = il filosofo troppo concentrato sulle idee e poi disabituato alle cose; Lo schiavo deriso = la sorte delluomo di pensiero; Coloro che sanno vedere le ombre = il premio offerto ai falsi sapienti; Luccisione del filosofo = la sorte toccata a Socrate.
Nel mito della caverna c innanzitutto, il dualismo gnoseologico e ontologico sottinteso alla teoria delle idee. Per quanto riguarda la finalit politica della filosofia, va detto che tutte le conoscenze debbano essere utilizzate per la fondazione di una comunit giusta e felice. Per Platone, lo Stato potr essere costituito e governato da gente sveglia e non da gente che sogna, che combatte per delle ombre e che si contende il potere come se fosse un gran bene. Soltanto con il ritorno delluomo nella caverna, luomo avr compiuto la propria educazione e sar veramente filosofo.
2.3.10.
I motivi per cui Platone condanna larte e la esclude dal curriculum dei futuri reggitori dello Stato sono due: un motivo quello metafisicognoseologico e laltro pedagogico-politico. Per quanto riguarda il primo, Platone ritiene che larte sia imitazione di unimitazione, di tre gradi lontana dal vero, in quanto si limita a riprodurre limmagine di cose e di eventi naturali che sono a loro volta, riproduzioni delle idee. Inoltre larte, nutrendosi di immagini, possiede il valore conoscitivo pi basso. Per quanto riguarda il secondo, Platone ritiene che larte in generale sia psicologicamente e pedagogicamente negativa per il suo potere corruttore sugli animi. Per i futuri filosofi-re, larte non va bene perch incatena lanimo alle passioni. Nella tragedia, larte raffigura un mondo
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dominato dal fato. Per Platone, larte pu esistere solo se assoggettata alla filosofia, singolarmente essa falsa.
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da come esse effettivamente sono. Ad esempio, lo sbaglio di chi sostiene che un libro di filosofia un libro di matematica, sta nel fatto che realmente il primo diverso dal secondo. Giustificata cos la pluralit delle idee ai tre generi sommi (essere, identico e diverso), Platone aggiunge anche i generi della quiete e del moto. Infatti ogni idea pu starsene in s (quiete), oppure entrare in comunicazione con le altre (movimento).
3.2.
La dialettica
Se lessere e il mondo delle idee sono in stretto rapporto, la scienza delle idee (dialettica), avr la possibilit di determinare quali idee si connettono e quali no, precisando i vari modi che possono unire unidea a unaltra. Nella Repubblica, la dialettica viene definita la scienza delle idee-valori. Nel Fedro, la dialettica viene presentata come la tecnica del discorso filosofico, che si svolge in due momenti: 1. determinazione e definizione di una certa idea; 2. divisione dellidea nelle sue varie articolazioni interne. Larte dialettica parte dal presupposto della possibile comunicazione tra le idee. Se tutte le idee comunicassero tra loro, ogni discorso sarebbe vero e non avrebbe pi senso la fatica della dialettica nel far capire se le idee comunichino, oppure no, e se i discorsi siano veri oppure falsi. Allo stesso tempo, se nessuna idea comunicasse con le altre, non sarebbe possibile fare alcun discorso. A Platone resta solo una tesi intermedia secondo cui: alcune idee sono combinabili tra loro e altre non lo sono. In sintesi, la tecnica dialettica
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consister nel definire unidea mediante successive identificazioni e diversificazioni, attraverso un processo di tipo dicotomico, fino a divenire per due unidea, per poi giungere ad unidea indivisibile. Secondo un esempio platonico, in relazione allidea di caccia (procurarsi un maggior numero di allievi), si procede col metodo binario progressivo, si ottiene il seguente albero dicotomico:
Il processo dicotomico, attraverso varie divisioni ci porta a unidea indivisibile, che ci fornisce la definizione specifica di ci che cercavamo. Chiaro che la definizione proposta non lunica possibile, perch scegliendo altre identificazioni potremmo costruire altre mappe. La dialettica di Platone presenta caratteri specifici, infatti:
Si costituisce su base ipotetica, scegliendo una definizione di partenza e poi mettendola alla prova , vedr se veramente capace di stringere ci di cui si parla;
Tende a strutturarsi come una ricerca inesauribile e sempre aperta a nuove acquisizioni.
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3.3.
Nella Repubblica, Platone aveva concepito il bene come loggetto supremo del pensiero. Laveva collocato al primo posto della gerarchia delle idee, e laveva anche paragonato al sole. Ma questi concetti puramente oggettivi non possono essere mantenuti, in quanto ha riconosciuto che lo stesso mondo dellessere include la soggettivit. Il filosofo perci si deve riproporre il problema del bene. E lo fa nel Filebo, stabilendo che cos il bene per luomo. Il bene per luomo la forma di vita umana, fondata sul piacere. Sar dunque una vita mista, tra la ricerca del piacere e lesercizio dellintelligenza, tutto sta nel fatto di rendersi conto della misura e della proporzione, in cui questi devono mescolarsi per costruire la vita propriamente umana. Ricorrendo ai concetti pitagorici del limite e dellillimitato, Platone afferma che il piacere un illimitato, e a questo bisogna imporre un limite (ordine , misura), che diventa qualcosa di proporzionato, ossia, un numero. Chi impone il limite lintelligenza, che trasforma ci che illimitato in una proporzione numerica. Dunque, della vita delluomo devono far parte, lintelligenza, causa dellordine e della misura e anche del piacere, che dovr essere sempre proporzionato ad un limite. La gerarchia dei valori, viene stabilita da Platone nel modo seguente: al primo posto, c lordine, la misura, il giusto mezzo; al secondo posto, ci che proporzionato, bello e compiuto; al terzo posto, lintelligenza; al quarto posto c la scienza e lopinione; al quinto posto, i piaceri puri. Il tentativo di Socrate di fare della virt, una scienza, si conclude in Platone con una scienza della misura.
3.4.
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materia spaziale priva di vita che Platone chiama chora (luogo), o necessit. Il demiurgo, essendo buono e amante del bello, ha voluto ordinare le cose del mondo a immagine e somiglianza delle idee, comunicando loro una parte di perfezione dei modelli iperuranici. In vista dei suoi nobili scopi, il divino artefice ha dunque fornito le cose di unanima del mondo, che ordina la materia, fino a trasformare luniverso in un immenso organismo vivente in cui si riflette larmonia delle idee. Per rendere questo mondo pi simile al suo modello ideale ed eterno, il demiurgo ha generato il Tempo (immagine mobile delleternit), cio, con il suo succedersi di giorni, notti, mesi e anni, riproduce nella forma del mutamento lordine immutabile delleternit. Il Tempo misurato dal movimento degli astri, dove si incarna la volont del demiurgo, e si serve di essi per formare e governare la scala gerarchica degli enti. Ma lopera del demiurgo limitata dalla resistenza ribelle della materia. Nel Timeo, tutto ci che esiste di positivo e armonico dovuto al demiurgo, allintelligenza e alle idee. Invece, tutto ci che esiste di negativo e di disarmonico dovuto alla materia e alla necessit.
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