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Le possibili ripercussioni sulla salute provocate dai vaccini sono ormai note al livello internazionale.

La letteratura scientifica le ha riconosciute, eppure l'informazione a beneficio dei cittadini, in Italia, resta nebulosa e in qualche caso insabbiata secondo quanto denunciato da alcune organizzazioni a sostegno dei malati. Una negligenza che investirebbe anche la classe medica, colpevole, a loro dire, di minimizzare e omettere un'adeguata divulgazione dei possibili rischi. Fra i vaccini pi incriminati, quelli che in passato erano parte della prassi obbligatoria sanitaria nazionale, come ad esempio l'antipolio Sabin (gi da qualche anno sostituito dal Salk perch ritenuto meno rischioso) e quello contro il vaiolo, del quale, dopo l'accertata eradicazione della malattia, fu sospesa la somministrazione obbligatoria in Italia dal 1977, definitivamente abrogata nel 1981. Se per molti cittadini questi vaccini sono solo un lontano ricordo infantile, per numerose famiglie rappresentano una condanna perenne. Sono tutti coloro che combattono contro i danni permanenti e invalidanti provocati dalla loro inoculazione. Storie simili a calvari che si protraggono per decenni e in alcuni casi si concludono con la morte. Poliomielite, encefalite, meningite, danni neurologici irreversibili, sindrome di GuillainBarr, paralisi o grave danno cerebrale, alcune delle pesantissime ripercussioni a breve termine legate ai vaccini, malattie che spesso hanno un decorso degenerativo nel tempo. Vi sono anche altre lunghe liste di patologie che fanno riferimento al medio e lungo termine con i quali questi danni si manifestano. Tra le innumerevoli storie si distingue tra tutti quella di Nadia Gatti, fondatrice e presidentessa del Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino (Condav), che ha visto ammalare di paralisi poliomielitica la figlia di pochi mesi a causa del vaccino Sabin e successivamente ha cominciato a soffrire anche di epilessia. E lei, che ora adolescente, stata fortunata rispetto a molti altri: C' chi stato fulminato nell'arco di 48 ore da un'encefalite, altri sono finiti sulla sedia a rotelle alimentati con un sondino, infine nel polmone d'acciaio. Queste patologie spesso trovano un vuoto di risposte sanitarie, a causa della mancanza di una epidemiologia attuale. La poliomielite, ad esempio, di fatto una malattia fantasma perch debellata nella nostra societ da oltre 20 anni. Questo fa s che nessuna struttura ospedaliera sia pi in grado di gestirla e ci si ritrova in balia del nulla. A provocare la reazione avversa al vaccino sarebbe stata, in numerosi casi, come spiega la presidentessa del Coordinamento, la cosiddetta "retromutazione allo stato selvaggio del virus vivo iniettato", che avrebbe provocato il conclamarsi della malattia. Ma numerosi sono i casi nel nostro Paese su cui pesa il sospetto, secondo le denunce di famiglie e operatori di settore, di una sorta di 'avvelenamento' indotto dalla presenza, all'interno dei vaccini, di sostanze nocive quali alluminio e mercurio. Uno dei nodi difettosi, secondo il Condav, quello del riconoscimento del danno collaterale. Per stabilirlo le visite vengono svolte presso una commissione medica militare. Sono loro che valutano se esiste o meno il nesso causale fra il danno e la vaccinazione o il sangue infetto, poich l'indennizzo viene concesso facendo riferimento ad una tabella usata per l'invalidit militare. Ma, con tutto il rispetto per i militari, questo crea un ennesimo disagio, perch non sempre i medici che si incontrano sono competenti, soprattutto nel caso di bambini malati: per ovvi motivi in ambito militare la pediatria tagliata fuori.

Difficile quantificare in modo preciso i casi dei danneggiati da vaccino in Italia. Le stime ufficiali parlano di 500 malati a livello nazionale, ma secondo il Condav la cifra pecca per difetto, perch i danneggiati sono inseriti nel calderone delle cifre relative anche a coloro che hanno subito danni da trasfusione. L'estrapolazione dei dati non stata mai effettuata. Ma se si considera che solo al Coordinamento sono iscritte 300 persone, si fa presto ad immaginare quanti siano al di fuori: i 500 ipotizzati non comprendono, ad esempio, le persone in causa e quelle che hanno fatto domanda di indennizzo da poco. Dopo numerose battaglie per un pieno riconoscimento di questa fascia di malati, il Condav ha visto mettere nero su bianco le proprie richieste con la legge 229/2005, che ha integrato la preesistente 210/92, soprattutto in merito al capitolo sull'indennizzo. Il provvedimento pi recente ha di fatto sestuplicato la cifra da erogare ai malati, prevedendo un pagamento mensile. La legge ha permesso alle famiglie di poter far fronte a percorsi di cura onerosi e ha compensato il disagio economico che molti nuclei familiari vivono per la perdita del lavoro di uno dei genitori del malato. Peraltro, un decreto ministeriale del 2009, ha integrato la normativa relativa ai benefici cui hanno diritto le persone danneggiate dalle vaccinazioni, individuando i criteri base per la formazione delle graduatorie necessarie all'applicazione dei benefici stessi.

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