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E se Darwin si fosse sbagliato ?

Lintervista al dott. agr. Pellegrino De Rosa autore della teoria evoluzionistica denominata

PLASTICISMO EVOLUTIVO

a cura di

Enzo Pecorelli

E se Darwin si fosse sbagliato?

Il Plasticismo evolutivo: laffascinante teoria ideoplastica dellevoluzione che, partendo dallincredibile insetto-foglia, si riallaccia alla fisica quantistica e al monismo panteistico di Giordano Bruno.
intervista a cura di Enzo Pecorelli

Pellegrino, ci sintetizzi in poche parole la tua ipotesi evoluzionistica chiamata Plasticismo evolutivo? Certamente! In breve, secondo questa mia ipotesi di studio, levoluzione degli esseri viventi sarebbe causata dallazione mutagena e intenzionale della psiche dei genitori sulle loro cellule germinali e, perci, la definisco pure evoluzione ideoplastica. Vuoi spiegare ai tuoi lettori come ti venuta unidea simile e in cosa consiste? Come chiarisco nel mio mini-saggio E se Darwin si fosse sbagliato?, il germe della mia ipotesi non nato da ragionamenti teorici o filosofici ma da precise osservazioni naturalistiche, verificabili da chiunque. Essendo agronomo-forestale, mi interesso professionalmente di ambiente, ecologia, botanica ed entomologia, e il mio lavoro e i miei studi mi hanno portato ad osservare da vicino le caratteristiche di alcune specie viventi che, secondo me, non potevano essere spiegate dalla teoria evoluzionistica dominante (quella di Darwin) n dalle altre e che richiedevano una diversa spiegazione. Mi riferisco, in particolare, ad alcuni organismi mimetici come le seppie (sepiidi) e gli insetti-foglia (fasmidi). noto che le seppie adeguano istantaneamente il loro aspetto a quello del fondale e che gli insetti-foglia, come quello in copertina, hanno un aspetto identico alla pagina inferiore delle foglie del loro habitat, con unaccuratezza impressionante (forma, colore, nervature fogliari, macchie di seccume; addirittura le loro uova sono simili a semi!). Ebbene, ho pensato che, in entrambi i casi, la reazione adattativa sia stata prodotta dalla volont intenzionale dellanimale che nel primo caso (rapidomimetismo) si traduce in unazione reversibile a carico delle cellule somatiche mentre, nel secondo (criptomimetismo), stata fissata permanentemente nel genoma delle cellule germinali e, quindi, dei discendenti. Ma unaffermazione del genere crea subito un problema: visto che anche le piante si sono evolute, anchesse avrebbero, quindi, una mente? Secondo me non solo le piante ma anche i microbi hanno funzioni mentali - altrimenti come avrebbero potuto sopravvivere fino ad ora? E ci avvalorato dai risultati sperimentali ottenuti dal prof. Stefano Mancuso, delluniversit di Firenze, che ha dato vita a una nuova e promettente branca sperimentale, da lui denominata neurobiologia vegetale. Anzi, a questo proposito, vorrei dire che probabile che sia stata proprio lerrata convinzione che i vegetali e i microbi non avessero alcuna funzione mentale ad aver spinto - erroneamente - i sostenitori del darwinismo a ricercare la causa delle mutazioni nel caso, i creazionisti in una volont divina, i lamarckisti nel principio delluso e disuso degli organi e altri autori (come Spencer, Bergson, Naegeli, ed altri) in una vaga evoluzione automatica o in una indefinita spinta interna. Seconda la mia ipotesi, invece, il meccanismo molto pi semplice e diretto: sarebbero le facolt psichiche dellindividuo (sia esso uomo, animale, vegetale o microbo) e il suo desiderio di reagire e adattarsi in qualche modo allambiente, attraverso un meccanismo che io definisco somatizzazione quantistica, a causare le mutazioni evolutive!

Ma tale affermazione crea subito un secondo problema: dove prenderebbe lindividuo lo stampo per assumere la forma o le caratteristiche organiche desiderate e da fissare nel proprio DNA? La mia risposta : nelle matrici residenti in quella dimensione non locale che il fisico quantistico David Bohm definisce ordine implicito e che Platone chiamava Ipeuranio. A questo punto, gli scienziati storceranno il naso. Sinceramente, penso proprio di no. Naturalmente, se ci riferiamo agli scienziati veri. A coloro, cio che coltivano il dubbio e che sono pronti a indagare senza preconcetti le nuove ipotesi di studio. E spiego anche il perch: quelli di essi che accettano le teorie cosmologiche olografiche, secondo le quali luniverso non sarebbe altro che una proiezione tridimensionale (pi la quarta dimensione, rappresentata dal tempo) di un ologramma bidimensionale posto ai suoi limiti esterni, e le conclusioni della meccanica quantistica riferite alla materia inanimata (entanglement, collasso della funzione donda, coerenza e decoerenza quantistica, pattern interferenti, ecc), perch dovrebbero trovare difficolt ad accettare leventualit che gli stessi principi possano essere applicati anche alla biochimica, alla genetica, alla neurologia (come riteneva Pribram) e alla fisiologia degli esseri viventi e, quindi, anche allevoluzione delle specie viventi? Completamente diverso , invece, il caso di quelli che io indico con lacronimo di S.A.M. (studiosi accademici medi), persone che pensano di essere gli unici ad avere una laurea e che, in qualche caso ma non sempre, lavorano alluniversit o in qualche oscuro laboratorio, praticamente a produrre niente, ma che, nonostante ci, pensano di essere gli unici detentori del sapere universale. Ma di questi ultimi non mi curo affatto: pensino pure ci che vogliono. In ogni caso, prima di esprimere qualunque giudizio, costoro dovrebbero prendersi quantomeno la briga di leggere il mio saggio introduttivo e quello, pi corposo, che ho in preparazione. Quindi, per tornare alle teorie evoluzionistiche, rifiuti completamente limpianto evoluzionistico darwiniano? Non del tutto. Il meccanismo della selezione naturale e il suo effetto sulla frequenza genica di una popolazione indiscutibile: incontestabile, infatti, che il pi adatto riesca a sopravvivere e a riprodursi maggiormente rispetto al meno adatto. Ma mi rifiuto di accettare che, sia luno che laltro, si siano evoluti grazie al caso! Sarebbe una spiegazione davvero poco scientifica e statisticamente insostenibile. Cosa rispondi a chi ventila lipotesi che hai pubblicato la tua teoria evoluzionistica al solo scopo di lanciare il tuo fanta-thriller: Metamorfer. La gemma di Darwin? Rispondo che vero lesatto contrario. E cio che, inizialmente, ho scritto il romanzo solo per far conoscere la mia ipotesi, ma poi sono stato preso io stesso dalle vicende che capitavano ai miei protagonisti, ormai animati da vita propria (come in Sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello), e ho dovuto seguirne le rocambolesche vicende fino alla fine. E riuscire a inserire nella narrazione le considerazioni scientifiche e filosofiche che stanno alla base del Plasticismo evolutivo senza appesantire il romanzo stato tuttaltro che facile, ma, a giudicare dalle reazioni dei lettori, pare che alla fine ci sia riuscito piuttosto bene! E cosa rispondi a chi osserva che nella tua teoria evoluzionistica fai riferimento a troppe discipline diverse: alla biologia, alla ipnologia, alla meccanica quantistica, alla neurobiologia (sia a quella animale che a quella vegetale) e via dicendo? Rispondo che la vita stessa ad essere la risultante di aspetti diversi, che noi, per poterli comprendere, abbiamo dovuto inquadrare in settori diversi. Ma quando si vuole studiare una questione complessa come levoluzione delle specie viventi, occorre compiere il procedimento inverso e cercare di considerare uno stesso fenomeno da tutti i punti di vista che lo riguardano. Io non ho alcun dubbio che il sistema mente-corpo possa interagire in maniera olistica, al suo interno e nei confronti del resto delluniverso (entanglement quantistico), anche se cercare di indagarne i meccanismi cosa tuttaltro che semplice. Io ci ho provato.

E vorrei dire che, per quanto riguarda il fatto che la mente possa influenzare epigeneticamente il DNA, in termini di geni attivati e disattivati, ormai accettato da tutto il mondo scientifico, S.A.M. compresi. Ma io mi sono spinto oltre, fino a teorizzare che la psiche possa agire anche direttamente sul materiale genetico, fino a creare nuovi geni e a fissare in essi le mutazioni desiderate e acquisite, e forse attingendo alle informazioni raccolte in una matrice implicita, olografica, non locale e quantistica. Sul piano esplicito, invece, vorrei invitare i ricercatori a progettare esperimenti tendenti a verificare i possibili effetti mutageni della volont di soggetti umani, sottoposti a suggestioni prodotte da realt virtuali o da induzioni ipnotiche, sul materiale genetico delle loro cellule germinali. Hai dichiarato che il Plasticismo evolutivo evolutivo si propone come possibile terza via tra creazionisti ed evoluzionisti darwiniani. Ci spieghi in che senso? In senso bruniano. Ma mi riservo di chiarire meglio questo aspetto in una prossima pubblicazione.

Il saggio E se Darwin si fosse sbagliato? edito da youcanprint editore ed disponibile sia in cartaceo che in ebook, e pu essere ordinato in tutte le librerie o ordinato dai principali bookstore on-line. Lautore pu essere contattato anche tramite la sua pagina su Facebook.

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