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Modulo integrativo
arch. Michele MANIGRASSO
02_ CLIMA
E CITT A
10 maggio
_Il mutamento del clima come problema planetario _Gli impatti del cambiamento sulle citt _Ladattamento _Esperienze di pianificazione in ambito internazionale
Oggi largamente riconosciuto che ai ciclici mutamenti naturali, storicamente rilevati nei millenni scorsi, si sovrapposto il contributo, decisivo e specifico, delle attivit umane, connesse ad un modello di sviluppo socio-economico, evidentemente non sostenibile e non replicabile. Se in passato le attivit umane sul territorio sono state progettate e dimensionate con il presupposto implicito, o esplicito, che la situazione e le condizioni ambientali e territoriali rimanessero costanti e non mutassero col passare del tempo, oggi non pi possibile, e il problema del climate change ci invita a riflettere con urgenza su tutto ci. Il problema dei cambiamenti climatici, osservati e previsti divenuto problema dinteresse politico, economico e sociale almeno da quando le Nazioni Unite e lOrganizzazione meteorologica mondiale nel 1988 hanno costituito lIntergovernmental Panel on Climate Change, noto con la sigla Ipcc, con il compito di vagliare tutte le pubblicazioni scientifiche via via prodotte sul cambiamento climatico, le sue cause, le sue conseguenze, i possibili modi di attenuarlo. Ogni cinque anni, lIpcc produce dunque un dettagliato rapporto scientifico, accompagnato da un sommario per i decisori politici, nel quale vengono registrate le conoscenze acquisite sul cambiamento climatico in corso, gli aspetti ancora incerti e gli scenari della sua possibile evoluzione.
Le elaborazioni prodotte da diverse istituzioni scientifiche convergono nellindicare una fase di generale riscaldamento della Terra negli ultimi decenni, che ha portato la temperatura media annua globale a valori superiori a quelli registrati dal 1850 e molto probabilmente, sulla base di confronti con dati indiretti ottenuti dagli archivi climatici naturali, a quelli dellultimo millennio. Allaumento della temperatura globale si sono accompagnate variazioni di altri aspetti del clima, in particolare la distribuzione spaziale e temporale delle precipitazioni, nonch di eventi estremi spesso catastrofici. Il riscaldamento medio dellatmosfera e degli oceani, la diffusa fusione di neve e ghiaccio e lincremento del livello medio del mare sono ampiamente riportati in letteratura e vengono descritti nella sintesi per i decisori pubblici (policy maker) del rapporto Ipcc 2007 (Wgi) in cui si afferma che il cambiamento del clima inequivocabile ed il risultato dei gas serra emessi in seguito allattivit antropica.
Le concentrazioni globali in atmosfera del biossido di carbonio, del metano e dellossido di azoto sono notevolmente aumentate e ci principalmente dovuto allUSO DI COMBUSTIBILE FOSSILE e ai cambiamenti nellutilizzo dei suoli, mentre gli incrementi di metano e ossido di azoto sono principalmente dovuti allAGRICOLTURA.
Andamento della concentrazione atmosferica di tre importanti gas di serra durevoli negli ultimi 200 anni. Laumento, evidente a partire dal 1750, attribuito alle attivit umane sviluppatesi dallera industriale
Emissioni di CO2 nel 2009 (valori espressi in tonnellate di CO2). Fonte: unstats.un.org Emissione globali per settori e per tipo di gas. Fonte: Ipcc 2007
Il grafico mostra valorI del riscaldamento medio superficiale ottenuti dalle simulazioni di tre diversi scenari a partire dal 2000. Lampiezza delle singole bande rappresenta la varianza allinterno dei vari modelli utilizzati, la linea centrale indica la media di questi valori. Questimmagine evidenzia come almeno in parte il riscaldamento futuro sar dovuto alle concentrazioni di gas di serra gi presenti, ma che gli effetti a medio-lungo termine saranno in gran parte scenario-dipendenti.
Serie di carte rappresentanti scenari di riscaldamento della superficie terrestre, corrispondenti ai tre periodi (2011-2030, 20462065, 2080-2099). Dallalto verso il basso, uno scenario ottimista, uno scenario intermedio, e uno scenario pessimista
I paesi pi vulnerabili hanno meno capacit di proteggersi. Sono anche quelli che meno contribuiscono alle emissioni globali di gas serra. In assenza di provvedimenti, saranno loro a pagare un alto prezzo per le azioni altrui Kofi Annan
La mappa rappresenta il livello della vulnerabilit umana al cambiamento climatico prodotta da un dottorando della McGill University, Jason Samson (2011)
Secondo lIPCC, il riscaldamento del sistema climatico inequivocabile, e non si mai verificata nel passato una variazione cos rapida dei relativi parametri. La temperatura globale media alla superficie aumentata di 0,74 C (+ 0,18) nel periodo 1906-2005 ed il tasso di crescita in aumento. Il livello globale medio del mare cresciuto nel XX secolo di 0,17 m (+ 0,05). La superficie di copertura nevosa nellemisfero Nord (tra marzo e aprile) diminuita del 5% a partire dal 1980. La fusione dei ghiacciai alpini ha raggiunto oggi livelli superiori a quelli degli ultimi 5.000 anni. Dal 1980 essi hanno perso circa il 20-30% del loro volume e la caldissima estate siccitosa del 2003 ha comportato una ulteriore perdita del 10%. Tale fenomeno comune a quasi tutti i ghiacciai del pianeta (Africa, Sud America, Nord America, Nord Europa, Alpi, Himalaya, Nuova Zelanda), se pur con velocit differenti.
Si segnala: - laumento della temperatura media degli oceani fino a 3.000 m di profondit (gli oceani stanno assorbendo pi dell80% del calore); - le variazioni spaziali nella salinit degli oceani (diminuzione alle medie-alte latitudini, aumento alle basse latitudini); - la riduzione della superficie dello strato di permafrost nellemisfero Nord; (-7% della superficie massima stagionale dal 1900, -15% in primavera); - laumento del contenuto medio di vapore acqueo in atmosfera; - la variazione nella distribuzione geografica delle precipitazioni; - i cambiamenti delle temperature estreme (giorni e notti fredde meno frequenti, giorni e notti calde pi frequenti); - i cambiamenti nelle strutture dei venti (intensificazione dei venti occidentali in entrambi gli emisferi); - i cambiamenti nella distribuzione, frequenza, durata ed intensit degli eventi estremi (siccit, precipitazioni eccezionali, ondate di calore, cicloni tropicali).
Si assumono come particolarmente significativi: LINNALzAmENTo DEL LIvELLo DEL mArE; I muTAmENTI NEL rEgImE DELLE PIoggE; LINCrEmENTo DELLE TEmPErATurE.
To raise the Water Level of a Fishpond (Distant). Performance, Beijing, China, 1997
ZHANG HUAN
Per quanto riguarda linnalzamento del livello del mare, due sono le componenti vulnerabili esposte agli effetti dellarretramento della linea di costa che: gli insediamenti litoranei realizzati a modesta altezza dal livello deI mare, esposti a possibili allagamenti ed erosioni; le infrastrutture litoranee (strade, ferrovie), le difese artificiali della costa e le strutture portuali, esposte alla recrudescenza della erosione marina, con conseguenze sul loro grado di efficienza e sulle loro caratteristiche funzionali.
Il Natural Resource Defence Council (NrDC), una grossa organizzazione non governativa americana, ha pubblicato nellagosto 2011 il rapporto: Thirsty for Answers: Preparing for the Water-related Impacts of Climate Change in American Cities, in cui si focalizza lattenzione sulle aree costiere degli USA pi vulnerabili a situazioni che esaltano i rischi costieri, come linnalzamento del livello del mare e gli eventi concomitanti di aumento dellintensit delle precipitazioni e di fenomeni marini estremi. Tale rapporto individua le citt statunitensi pi vulnerabili ai maggiori rischi costieri: New York, Boston, San Francisco, Los Angeles, Miami, New Orleans, Homer, Seattle, Norfolk, St. Louis, Chicago, Phoenix ed esorta le municipalit statunitensi a prepararsi rispetto alle sfide future che il climate change, in materia di risorse idriche, presenter.
Il volume di ghiaccio della Groenlandia di circa 2.85E6 km. Fondendo completamente sarebbe equivalente ad un volume di acqua di 2.26E6km (supponendo per il ghiaccio una densit media di 0,92 e per lacqua di 1; la densit dellacqua in realt un po minore, perch gli oceani sono ben pi caldi di 4C. La cifra riportata quindi una sottostima). Dividendo tale valore per larea degli oceani e dei mari si ottiene un aumento di livello di 7,25 m.
Le prime dieci citt in termini di popolazione esposta sono Mumbai, Guangzhou, Shanghai, Miami, Ho Chi Minh City, Kolkata, New York, Osaka-Kobe, Alessandria e New Orleans. La top delle 10 citt in termini di attivit esposte sono Miami, New York, New Orleans, Osaka-Kobe, Tokyo, Amsterdam, Rotterdam, Nagoya, St. Petersburg e Virginia Beach, che contengono il 60% dellesposizione totale, ma appartengono a soli tre paesi: Stati Uniti, Giappone e Paesi Bassi.
Rispetto al cambiamento del regime delle piogge, allaumento della frequenza e dellintensit in molte aree geografiche, un altro rischio per le citt quello dellallagamento, i cui effetti sono ancor pi acuti e probabili in quelle citt attraversate da corpi idrici.
Oggi le alluvioni sono pi numerose e gli argini dei fiumi vengono spazzati via pi velocemente. Non c un posto dove andare, la mia terra nel fiume, non ho pi niente.
Intsar Husain, Antar Para, Bangladesh nordoccidentale, 2007
E non tutta colpa del clima. Se i cambiamenti climatici rappresentano fattori esterni, il modo in cui le citt sono costruite, la loro forma, i materiali di cui sono costituiti gli spazi e gli edifici, i sottoservizi e sistemi tecnologici, rappresentano i fattori interni (Gisotti, 2007).
rispetto a questo specifico problema, la citt dimostra pi che mai, il suo ruolo attivo-negativo, non solo nel subire passivamente un fattore esterno, come londata di calore, dovuta al riscaldamento globale, ma nel partecipare attivamente al surriscaldamento della citt e al verificarsi di quel fenomeno noto come EFFETTO ISOLA DI CALORE. E riconosciuto a livello internazionale che la densit di popolazione e del costruito in una porzione ristretta di territorio altera le caratteristiche fino al punto da creare un clima locale significativamente diverso da quello delle aree rurali circostanti (oke, 1978). Questa alterazione riguarda tutte le variabili meteorologiche ma, in particolare, lintensit e la distribuzione di temperatura. A causa della loro morfologia e dei materiali impiegati, che influenzano la permeabilit del suolo e contribuiscono allassorbimento di energia rilasciandola sotto forma di calore, le citt sono pi calde rispetto alle aree rurali circostanti, e meno capaci di assorbire acqua. Pertanto, chi vive in aree urbane pi vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico rispetto a chi vive in zone rurali, specialmente per quel che riguarda gli eventi estremi di temperatura. Durante le ondate di calore, le condizioni termiche registrate nelle aree urbane sono pi critiche, con picchi di temperature pi persistenti, rispetto ad aree rurali e la variabilit termica dellambiente urbano aumenta i rischi per la salute, soprattutto in alcune aree.
La presenza della citt agisce prevalentemente sullalbedo, frazione della radiazione solare riflessa verso lo spazio. Infatti, nel caso di vegetazione spontanea o coltivata, lalbedo dellordine del 20-30%, mentre nelle citt il valore mediamente pi basso, fino a valori inferiori al 5% nel caso di superfici asfaltate. In altri termini la superficie urbana assorbe pi energia solare rispetto alle aree rurali. La questione in realt pi complessa, perch differenze di colore, rugosit, umidit e capacit di intrappolare la radiazione a onda lunga (effetto di canyoning stradale) possono assumere unimportanza pari o superiore rispetto alla natura delle superfici. Inoltre, la citt stessa fonte di produzione di energia, che si va a sommare a quella della radiazione solare incidente, a causa delle attivit antropiche principalmente legate al riscaldamento, o pi in generale condizionamento della temperatura indoor, e trasporti. In complesso dunque la citt pi ricca denergia rispetto alla campagna e tale squilibrio si acuisce ulteriormente in virt delle citate fonti di calore primarie.
Immagine nel visibile (sinistra) e nella banda dellinfrarosso termico (destra) di unarea ad alta intensit di urbanizzazione (M. Roth National University of Singapore)
danni, qualora levento dannoso si manifesti (a ci si aggiunga ladattamento autonomo, dei sistemi naturali).
Schema struttura delle interazioni tra i driver, gli impatti dei c.c. e le risposte. Fonte: 4 rapporto IPCC
Limiti e vantaggi
- ha unefficacia di lungo periodo; le forze inerziali del sistema climatico impongono lunghe transizioni (decine di anni) perch le minori emissioni di gas serra si trasformino effettivamente in riduzioni dellinnalzamento della temperatura terrestre. Pertanto, i costi di mitigazione sostenuti oggi daranno i loro frutti solo in un lontano futuro. - la riduzione delle emissioni ha la natura di bene pubblico puro: i suoi costi gravano specificamente su chi la attua, ma tutti poi possono godere dei benefici derivanti dalla riduzione della temperatura. Questo crea un incentivo a lasciar agire gli altri e beneficiare dei loro sforzi senza sopportare alcun costo (free riding). Che vantaggi offre ladattamento? - la sua efficacia molto pi immediata. Adattarsi significa agire sugli effetti del cambiamento climatico, direttamente sul danno che si manifesta e non sulle sue cause. - pi tangibile: la differenza tra la situazione di adattamento e quella di non adattamento di facile percezione. - i suoi benefici ricadono direttamente e prevalentemente su chi ne sopporta i costi. Questo riduce grandemente il problema del free riding e incentiva allimpegno diretto.
Anche ipotizzando politiche di mitigazione estremamente pi aggressive rispetto a quelle di Kyoto, queste sarebbero capaci di ridurre la concentrazione di gas serra nellatmosfera solo nel lungo periodo. Che di fatto aumenterebbe comunque almeno fino alla seconda met del secolo. E nel frattempo noi resteremo esposti alle variazioni climatiche in atto.
Holling (2001) e Alberti et al. (2003) definiscono la resilienza urbana come il grado in cui le citt sono in grado di tollerare alterazioni prima di riorganizzarsi attorno ad un nuovo insieme di strutture e processi, ossia il grado in cui le citt sono capaci di bilanciare funzioni umane e funzioni ecosistemiche.
Tipi di adattamento
Nonostante non esista una definizione univoca di adattamento, si possono distinguere due principali forme di adattamento (Bosello, Kuik et al. 2007): ladattamento programmato, vale a dire realizzato tramite enti pubblici o privati, e ladattamento autonomo dei sistemi naturali e socio-economici. Mentre il primo consiste in misure messe in atto esplicitamente per mitigare o annullare impatti negativi del cambiamento climatico, il secondo si riferisce alle condizioni di resilienza dei sistemi naturali e socio-economici. La tabella a destra mostra la differenziazione delle strategie di adattamento, non solo distinguendo quello autonomo da quello programmato, ma entrano in gioco due fondamentali fattori che regolano le strategie di adattamento: il tempo e lo spazio.
Ladattamento linsieme delle iniziative e misure volte a ridurre la vulnerabilit dei sistemi naturali e umani agli effetti, attuali o previsti, del cambiamento climatico (lPCC, 2007); e poich i sistemi sociali, economici, e naturali evolvono e co-evolvono nel corso del tempo, ladattamento non riguarda la capacit di tornare in uno stato precedente al verificarsi di una perturbazione climatica, quanto piuttosto la capacit di riorganizzarsi in seguito al presentarsi di nuove condizioni (Tompkins & Adger, 2003). Ladattamento dipende, almeno in parte, dalle capacit adattive di un sistema, ossia dallinsieme di capacit, mezzi e risorse (finanziarie, istituzionali, umane, naturali, ecc.) disponibili per attuare misure di adattamento efficaci o espandere la sua capacit di affrontare sollecitazioni climatiche. Se come asserisce Brooks (2003), ladattamento non si verifica istantaneamente, dal momento che un sistema, una comunit o un individuo hanno bisogno di tempo per trasformare le proprie capacit di adattamento in adattamento effettivo, si pu asserire che la capacit adattiva rappresenta un potenziale adattamento piuttosto che un adattamento effettivo: la presenza di capacit adattiva , quindi, condizione necessaria, ma non sufficiente, per la realizzazione di strategie di adattamento effettivo. Non potendo controllare il cambiamento climatico (se non attraverso la mitigazione) ed essendo alcune sue conseguenze ormai inevitabili, necessario intervenire sulla vulnerabilit e resilienza del sistema urbano.
Il costo delladattamento
Ma quanto costa ladattamento? Purtroppo questo un campo circondato dalla massima incertezza. Per poter definire delle appropriate strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, necessario disporre di una quantificazione dei loro costi e dei relativi benefici. I costi sono dati dal valore monetario delle opere o delle iniziative o delle politiche che permettono ladattamento al cambiamento climatico. I benefici sono definiti dallammontare di danno che si potuto evitare grazie alladattamento (Carraro, 2008). Per valutare i benefici di una strategia di adattamento quindi necessario conoscere il valore del danno totale prodotto dal cambiamento, detto anche costo di inazione, e quanto di questo danno evitabile grazie alla strategia di adattamento in oggetto. Si pu stimare che nel caso di 1C di aumento della temperatura media mondiale da qui al 2050, i costi imposti da un adattamento totale ad alcune importanti categorie di impatto climatico come linnalzamento del livello del mare (attraverso la protezione costiera), le variazioni nello stato di salute (attraverso prevenzione e cura), le variazioni di temperatura negli ambienti di lavoro e domestici (cambiamento nelle modalit riscaldamento-condizionamento) ed eventuali migrazioni (costi di ricollocamento) ammonterebbero a un totale 0,16% del Pil mondiale nel 2050, nettamente inferiore ai danni evitati. In un contesto diverso, quello di determinare il grado di adattamento ottimale valutandone costi e benefici, altri studi stimano conveniente una spesa di circa lo 0,8% del Pil mondiale da qui al 2100: potrebbe ridurre il danno climatico nello stesso periodo del 50%. Insomma, sebbene altamente speculative, tutte queste ricerche evidenziano come ladattamento sia una strategia relativamente a basso costo, sottolinenado lurgenza della programmazione e degli interventi, visto che, logicamente, una tardiva presa di coscienza non potr far altro che accrescere i costi, e non solo in termini monetari.
Nazioni che hanno adottato strategie di adattamento Nazioni dove non sono previste strategie di adattamento
Il PLANYC di NEW YORK, un piano della sosteniblit con al centro il climate change
SAN FRANCISCO e le politiche della California. Adattarsi per prevenire la cancellazione della baia