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FISIOLOGIA

La fisiologia lo studio dei meccanismi fisici e chimici che fanno del corpo umano un organismo vivente. Le cellule sono lunita fondamentale vivente dellorganismo. Cellule che svolgono funzioni diverse sono coordinate tra di loro per uno scopo comune e presentano comunque caratteristiche fondamentali comuni, ad esempio utilizzo dellossigeno per la produzione di energia. Il 56% del nostro corpo risulta costituito da H2O che per 2/3 si trova allinterno della cellula e per 1/3 allesterno. Nel liquido extracellulare sono presenti ioni e nutrienti per il mantenimento della vita cellulare: Na+, Cl-, HCO3. Per omeostasi intendiamo il mantenimento di condizioni stabili o costanti nel mezzo interno. Il liquido extracellulare viene trasportato attraverso le parti del corpo in due stadi: 1- attraverso il circolo del sangue nei capillari 2- scambio con il liquido interstiziale Il processo di diffusione avviene nelle due direzioni, dal sangue ai tessuti e viceversa. Questo avviene grazie allenergia cinetica delle molecole presenti sia nel plasma che nel liquido interstiziale. Il sangue assume O2 nei polmoni, carboidrati, AA e acidi grassi dal cibo ingerito nellapparato digerente. Il fegato modifica molte sostanze assorbite e non direttamente utilizzabili.. CARATTERISICHE DEI SISTEMI DI CONTROLLO Feedback negativo: metodo pi presente per il controllo dellorganismo. Quando una variabile aumenta o si riduce interviene un sistema che riporta il valore ad un livello medio per mantenere lomeostasi. Ad esempio un aumento di CO2 causa un aumento della ventilazione polmonare in maniera tale da riportare la concentrazione a valori normali. Lefficienza con cui il sistema mantiene condizioni costanti viene definito guadagno. Feedback positivo: uno stimolo iniziale tende ad amplificare lo stimolo stesso. Ad esempio il sistema di coagulazione del sangue o il meccanismo del parto. controllo a feed-forward (negativo ritardato)

PRINCIPI DI EMODINAMICA
Funzione della circolazione quella di mantenere un ambiente ottimale per la sopravvivenza ed il funzionamento cellulare. Componenti funzionali: arterie: trasporto del sangue ad altri regimi pressori arteriose: rami terminali del sistema arterioso che aprendosi e chiudendosi consentono di variare il flusso di sangue capillari: scambio delle sostanze da sangue ai tessuti venule: raccolgono il sangue dai capillari vene trasporto del sangue dai tessuti al cuore. Nelle vene sistemiche contenuta la maggior parte del sangue. La circolazione sistemica contiene l84% del sangue circolante. A livello venoso si verifica un maggior accumulo di sangue.

Lo stesso volume di sangue fluisce ogni minuto attraverso ciascuna sezione dellalbero circolatorio, la velocit del flusso di sangue inversamente proporzionale allarea della sezione traversa. Se la velocit media di 33 cm/sec nellaorta, nei capillari mille volte pi bassa. La pressione arteriosa varia da 120 mmHg ad 80 mmHg. Nel punto in cui le vene cave entrano nellatrio destro questa cade a 0. La pressione media funzionale a livello del letto capillare di 17 mmHg. A livello polmonare la pressione ha valori tra 25mmHg e 8 mmHg. La quantit di sangue che passa attraverso la circolazione polmonare la stessa di quella che passa attraverso la circolazione sistemica. La bassa pressione presente a livello polmonare sufficiente a permettere che il sangue sia esposto allossigeno e riesca a cedere i prodotti di rifiuto metabolici. Principi fondamentali della funzione circolatoria: 1- Il flusso sanguigno in ogni tessuto del corpo controllato secondo le esigenze funzionali e tessutali 2- la gittata cardiaca il risultato della somma di tutti i flussi locali tessutali 3- la pressione arteriosa controllata indipendentemente dai sistemi locali di controllo del flusso ematico sia da quelli di controllo della gittata cardiaca. Relazione tra pressione, flusso e resistenza: La differenza di pressione tra due estremit di un vaso spinge il sangue attraverso il vaso stesso. Limpedimento che trova il sangue nello scorrere viene definita resistenza vascolare. Per calcolare il flusso ematico che scorre in un vaso in un dato momento si utilizza la legge di Ohm che definisce:

Q=P/R
dove Q il flusso, P la differenza di pressione tra p1 e p2 ed R la resistenza del vaso. E la differenza di pressione tra le due estremit del vaso a stabilire lentit del flusso. Per flusso ematico intendiamo la quantit di sangue che passa in un dato punto della circolazione per un dato tempo. In un adulto la quantit di sangue pompata dal cuore in una unita di tempo di 5l/min. Il sangue che si muove nei vasi, lo fa con flusso laminare questo significa che sono presenti degli strati circolari che dallesterno verso linterno della circonferenza del vaso aumentano gradatamente la loro velocit La pressione del sangue misurata in mm/Hg ed esprime la forza esercitata dal sangue sullunita di superficie della parete vasale. Unita di resistenza E limpedimento che il flusso di sangue incontra durante il suo scorrimento in un vaso, si deduce dalle misurazione del flusso sanguigno e dalla differenza di pressione sanguigno e dalla differenza di pressione del vaso. Se la differenza di pressione di 1 mmHg e il flusso di 100ml/sec la resistenza sar pari ad 1 URP Resistenza periferica totale In soggetto adulto la quantit del flusso ematico nel sistema circolatorio di 100 ml/sec e la differenza di pressione tra arterie e le vene sistemiche di 100 mmHg il rapporto di 1 URP. Resistenza polmonare totale Essendo la pressione arteriosa media a livello polmonare di 16 mmHg, quella striale di sinistra raggiunge in media 2 mmHg con differenza di pressione di 14 mmHg ossia 0,14 URP

Per conduttanza intendiamo la quantit di flusso sanguigno che attraversa un vaso per una data differenza di pressione e viene espressa in ml x sex /mmHg. Piccolissime variazioni del calibro dei vasi esercitano enorme effetto sulla conduttanza. La conduttanza nel vaso aumenta in proporzione alla quarta potenza del diametro. Il sangue vicino alla parete del vaso scorre molto lentamente mentre quello al centro velocemente. In un vaso piccolo tutto il sangue vicino alla parete cosi che viene a mancare lo scorrimento centrale. E importante quindi la relazione per la portata espressa dalla legge di Poiseuille secondo cui

Q = P r4 8l
dove Q la portata, delta P la differenza di pressione ai due estremi del vaso, r il raggio del vaso n la viscosit del mezzo e l la lunghezza del vaso. Perch la legge di Poiseuille non va bene: - il flusso sanguigno pulsatile - i tubi sono elastici, ramificati - il sangue non un fluido newtoniano - lematocrito e la temperatura variano nel circuito - fra arterie e vene compreso un compartimento filtrante - il flusso non puo essere laminare Leffetto ematocrito L ematocrito indica il volume percentuale del sangue occupato da cellule. Tanto pi viscoso il sangue, tanto pi lento sar il suo flusso. Tanto maggiore la percentuale di cellule nel sangue e tanto pi alto l ematocrito e quindi tanto pi alto sar lattrito tra gli strati adiacenti del sangue. La viscosit del sangue circa 1,5 volte quella dellacqua. Distensibilit vascolare I vasi sono distendibili e questo permette loro di accogliere la gittata pulsatoria del cuore. Per calcolare la distensibilit vascolare si usa la formula

= aumento volume / aumento di pressione x volume iniziale


che indica lincremento di volume per ogni mmHg di incremento pressorio Le pareti arteriose sono otto volte meno distendibili delle arterie. Complianza vascolare (capacitanza) Quantit totale di sangue che pu essere immagazzinata in una specifica parte del circolo per ogni incremento pressorio di un mmHg. Attraverso la curva volume-pressione si esprime la relazione tra pressione e volume Lincremento del tono del muscolo liscio vasale causato dalla stimolazione simpatica causa aumento pressorio per ogni dato volume. Un incremento del tono vasale a livello sistemico pu provocare lo spostamento di una grande quantit di sangue verso il cuore, importante questo nel caso di imponenti emorragie. Complianza ritardata Se i vasi sono sottoposti ad incremento di volume, si verifica prima un notevole aumento pressorio e poi un ritorno a valori normali. La distensione dei vasi che si verifica chiamato effetto stressrilasciamento.

La combinazione della sistole cardiaca con la distensibilit arteriolare permette al sangue di scorrere nel sistema cardio circolatorio attraverso pulsazioni pressorie. La differenza calcolata tra la pressione sistolica e diastolica definita pressione pulsatoria o differenziale. La pressione pulsatoria influenzata da: 1- gittata sistolica (volume sistolica) 2- complianza (distensibilit totale) Distribuzione della gettata cardiaca Il circolo sistemico costituito da tante sezioni disposte in parallelo. Normalmente il cuore a riposo pompa 5 litri di sangue al minuto e questo corrisponde alla gittata cardiaca. La gittata cardiaca proporzionale al consumo di ossigeno del corpo. Ogni sezione riceve una frazione della gettata cardiaca, corrispondente alle sue esigenze metaboliche e funzionali. La frazione dipende dal peso dellorgano e dalle sue caratteristiche funzionali. La caduta di pressione nel sistema arterioso non progressiva ma avviene a cavallo dei vasi di resistenza. La distribuzione della gettata cardiaca regolata dalle resistenze vascolari di ogni sezione. La somma delle resistenze di ogni sezione (resistenze periferiche totali) contribuisce alla pressione arteriosa. Le resistenze sono regolate in funzione di due esigenze talvolta conflittuali: - mantenimento della pressione arteriosa, regolazione delle resistenze periferiche totali operata dal controllo nervoso e umorale - mantenimento di un flusso di sangue adeguato per ogni organo o tessuto, regolazione delle resistenze distrettuali operata dal controllo locale. Tanto maggiore la gittata, tanto maggiore deve essere la quantit di sangue accolta dal sistema arterioso. Una minore complianza del sistema arterioso genera un incremento pressorio. Durante la sistole il cuore spinge il sangue in circolo. La forza della spinta si trasmette alle pareti dei vasi che accumulano energia e la rilasciano sotto forma di onda sfigmica che permette al sangue di circolare. La progressiva diminuzione delle pulsazioni in periferia detta smorzamento dellonda di pressione. Onda sfigmica E un onda di pressione generata dal cuore che percorre tutto lalbero arterioso e scompare nei capillari. Le arterie pulsano e il cuore pompa il sangue contro un postcarico. Lalbero arterioso chiuso dalle resistenze periferiche e si presenta elastico. Il sangue espulso dal cuore ad alta pressione si accumula nella parte prossimale dellalbero aumentandone la pressione. Londa di pressione cosi generata si propaga verso la periferia, essa viene smorzata dalle arteriose. Lampiezza dellonda sfigmica aumenta verso la periferia mentre il valore medio cala poco. La velocit di propagazione dellonda : - 3-5 m/sec nellaorta - 7-10 m/sec nelle grandi arterie - 15-35 m/sec nelle piccole arterie Nei ventricoli la pressione scende vicino a 0 mmHg durante la diastole, nelle arterie rimane elevata e decade esponenzialmente. Questo accade perch le valvole semilunari chiudendosi, separano il compartimento arterioso dal cuore. Le arterie hanno una funzione di mantice.

LE VENE E LE LORO FUNZIONI Il sangue torna al cuore da tutto il sistema venoso, e finisce nellatrio destro. La pressione misurata qui, la pressione venosa centrale. Essa regolata da un equilibrio tra la capacit del cuore di pompare via dallatrio il sangue e la tendenza del sangue a ritornare dai vasi periferici allatrio destro. La pressione normale dellatrio destro di circa 0 mmHg, il valore della pressione sistemica pu elevarsi fino a 20-30 mmHg in condizioni di gravi anomalie o ridursi fino ad una pressione negativa di -5 mmHg. Le grosse vene quando sono distese offrono poca resistenza. Queste pero quando entrano nel torace sono compresse in parecchi punti. Lo stesso avviene nelladdome. Questi elementi fanno si che le grandi vene offrano di solito una resistenza considerevole al flusso per cui la pressione oscilla tra i 4 e i 7 mmHg, valore pi alto della pressione striale. Se la pressione nellatrio destro si alza al di sopra dello 0, il sangue tende ad accumularsi nelle grosse vene e a distenderle. Nella cavit peritoneale la pressione si aggira attorno ai 4-6 mmHg. Se questa si alza, la pressione nelle gambe deve alzarsi a valori al di sopra di quella addominale prima che le addominali si distendano e permettano al sangue di fluire al cuore. La pressione idrostatica si fa sentire anche sul sistema vascolare. In un uomo fermo in piedi la pressione dovuta al peso del sangue sui piedi raggiunge valori di 90 mmHg. Le vene del collo per effetto della pressione atmosferica tendono a collabire. Le vene interne del cranio sono contenute in una camera rigida e per questo non collassato. Questo rende possibile una pressione negativa nei seni durali della testa. Un effetto di pompa venosa dovuta al contrarsi dei muscoli delle gambe che contraendosi spremono il sangue fuori dalle vene mantenendo la pressione nelle gambe pari a 25 mmHg. A questa azione si combina la funzione delle valvole venose. La loro funzione viene meno qualora si verifichi uno stiramento delle stesse che ne aumenti il calibro. Valutazione della pressione venosa A 10 mmHg le vene del collo appaiono distese. Misurazioni dirette possono essere effettuate con linserimento di un CVC. Punto di riferimento per le misurazioni in corrispondenza della valvola tricuspide. Le vene fungono da riserva di sangue, contengono infatti il 60% del sangue in circolo. Funzionano quindi come deposito, tra queste consideriamo: - milza - fegato - grosse vene addominali - plesso venoso sottocutaneo La milza ha due porzioni che fungono da riserva la polpa ed i seni venosi.

MICROCIRCOLO E SISTEMA LINFATICO E qui che si realizza il trasporto di nutrienti ai tessuti e la rimozioni dei cataboliti. A livello dei capillari si attua lo scambio di sostanze. Struttura della parete capillare strato unicellulare circondato allesterno da una membrana basale il diametro va da 4 a 9 mm presenza di comunicazioni tra linterno e lesterno del vaso ad opera di fessure intercellulari tra due cellule endoteliali adiacenti con ampiezza di 7 nm circa. presenza di vescicole del plasmalemma che mediano gli scambi tra il lume e lesterno del vaso. Il sangue non scorre in maniera continua nei capillari ma ad intervalli regolari in base al fenomeno di vasomozione che consiste nella contrazione intermittente delle metarteriole e degli sfinteri precapillari. Un fattore che condiziona lapertura e la chiusura degli sfinteri la concentrazione di ossigeno nei tessuti. Lo scambio di nutrienti e di altre sostanze tra sangue e liquido interstiziale avviene principalmente grazie alla diffusione attraverso la membrana capillare. La diffusione il risultato del movimento termico delle molecole dellacqua e delle sostanze disciolte nel liquido. Le sostanze liposolubili possono diffondere direttamente attraverso le membrane mentre le sostanze idrosolubili devono passare attraverso i pori della membrana. Lampiezza dei pori di 6-7 nm. La permeabilit varia a seconda dellampiezza del diametro molecolare proteico. La permeabilit varia anche in relazione al tipo di tessuto. La velocit netta di diffusione di una sostanza attraverso una qualsiasi membrana proporzionale alla differenza di concentrazione ai due lati della membrana. Un sesto del corpo costituito da liquido interstiziale che riempie linterstizio. La struttura di questo data da fasci di fibre collagene e filamenti di proteoglicani. Il liquido deriva dalla filtrazione e dalla diffusione dai capillari, contiene gli stessi costituenti del plasma tranne che per le proteine. Il liquido pi i filamenti di proteoglicano formano il gel tessutale. La dove il liquido non legato al proteoglicano si formano dei rivoli di liquido libero. PROTEINE CHE DETERMINANO I VOLUMI La pressione capillare tende a spingere il liquido e le sostanze disciolte al di fuori del capillare. La pressione osmotica causata dalle proteine tende a richiamare liquidi Le forze di Sterling: Pc = pressione capillare Pli = pressione del liquido interstiziale Pp = pressione colloido osmotica del plasma Phili = pressione colloido osmotica dei capillari La pressione capillare viene misurata direttamente oppure indirettamente. La pressione del liquido interstiziale lievemente negativa rispetto alla pressione atmosferica soprattutto in quegli organi racchiusi in involucri rigidi, si pensa assuma valore di 3 mmHg. La pressione colloido osmotica del plasma quella derivata da ioni o molecole che non sono in grado di passare attraverso una membrana semipermeabile. Chiamata anche pressione oncotica. Nel plasma assume un valore di 28 mmHg. Tra le proteine che mediano la pressione oncotica nel plasma ricordiamo: - albumine - globulina - fibrinogeno.

La pressione colloido osmotica nel liquido interstiziale data da una piccola quantit di proteine plasmatiche che escono dai pori e filtrano negli spazi interstiziali. La pressione capillare media allestremo arteriolare dei capillari di 15-25 mmHg pi grande di quello venulare. Forze che causano filtrazione allestremo arteriolare Le forze che spingo il liquido allesterno sono: pressione capillare pressione liquido libero interstiziale pressione colloido osmotica interstiziale FORZE TOTALI VERSO ESTERNO 30 mmHg 3 mmHg 8 mmHg 41 mmHg 28 mmHg 28 mmHg 41-28 = 13 mmHg

Forze che spingono liquido allinterno - Pressione colloido osmotica plasmatica - FORZE TOTALI VERSO INTERNO FORZE EFFETTIVE VERSO LESTERNO Forze che causano il riassorbimento Forze che spingono verso linterno - pressione colloido osmotica plasmatica - FORZA TOTALE VERSO LINTERNO Forze che spingono verso lesterno - pressione capillare - pressione liquido libero interstiziale negativa - pressione colloido osmotica liquido interstiziale - FORZE TOTALI VERSO ESTERNO FORZE EFFETTIVE VERSO LINTERNO

28 mmHg 28 mmHg 10 mmHg 3 mmHg 8 mmHg 21 mmHg

28-21 = 7 mmHg

A livello della membrana si trova uno strato vicino allequilibrio tra quello che filtra allesterno del capillare e quello che viene riassorbito. Il lieve squilibrio che esiste da ragione dlela piccola quantit di liquido che torna al circolo per la via linfatica Forze medie che spingono liquido allesterno dei vasi - pressione capillare media 17.3 mmHg - pressione negativa liquido libero interstiziale 3.0 mmHg - pressione colloido osmotica del liquido interstiziale 8.0 mmHg - FORZE TOTALI VERSO ESTERNO 28.3 mmHg Forze medie che spingono verso linterno dei vasi - pressione colloido osmotica del plasma - FORZE TOTALI VERSO INTERNO FORZE EFFETTIVE VERSO LESTERNO 28.3-28 = 0.3 mmHg La differenza di 0,3 mmHg causa una filtrazione di liquido netta di 2 ml/min attraverso il sistema linfatico 28.0 mmHg 28.0 mmHg

CONTROLLO LOCALE DEL FLUSSO EMATICO Ogni distretto del corpo regola il proprio flusso locale in proporzione alle esigenze metaboliche. Tanto pi elevato il metabolismo di un organo tanto pi rapido il suo metabolismo. Il flusso ematico in ogni tessuto regolato al minimo livello per rispondere alle esigenze funzionali. Meccanismi di controllo: a breve termine: cambiamenti del grado di costrizione delle arteriose metarteriole e degli sfinteri precapillari, meccanismo che avviene in pochi secondi o minuti. a lungo termine: variazioni lente che richiedono giorni settimane o mesi. Sono variazioni di calibro e/o del numero dei vasi. O2: fattore di controllo pi importante, ogni volta che diminuisce nei tessuti aumenta il flusso ematico. Teorie sullaumento del flusso ematico: 1- Teoria della vasodilatazione: Maggiore il grado di metabolismo o minore la disponibilit di ossigeno, pi grande la liberazione di una sostanza vasodilatatrice. Tra queste sostanze si pensa svolgano ruolo importante: adenosina, acido lattico, fosfati, istamina, ioni potassio, idrogeno. Alcuni pensano che ladenosina sia il fattore pi importante. 2- Teoria richiesta di ossigeno (nutrienti) O2 necessario per mantenere la muscolatura in contrazione. Mancando, i vasi tendono spontaneamente a dilatarsi. I capillari possiedono sfinteri per la regolazione ematica. Questi sono costituiti da tessuto muscolare che quando contratto causa la chiusura degli sfinteri. Quando manca O2 la contrazione non avviene e aprendosi gli sfinteri permettono il passaggio del sangue. Anche altri nutrienti possono causare vasodilatazione. Si visto ad esempio che la carenza di glucosio per alcuni minuti nei tessuti pu causare vasodilatazione. I meccanismi di cui sopra sono detti metabolici. Casi particolari: Iperemia reattiva se lapporto ematico viene bloccato in un tessuto e successivamente ripristinato, il flusso aumenta da 4 a 7 volte rispetto la norma. Se il blocco durato molto anche il fenomeno di iperemia dura molto Iperemia attiva quando lattivit metabolica in un tessuto aumenta lo fa anche la quantit di flusso ematico. In qualsiasi tessuto del corpo un rialzo rapido della pressione arteriosa provoca aumento di flusso ma successivamente si ha il ritorno a valori normali per autoregolazione del flusso. A questo proposito troviamo due teorie: Teoria metabolica: Quando la pressione troppo alta lo anche il flusso e di conseguenza lapporto di fattori nutritivi. Lossigeno causa costrizione dei muscoli ed un ritorno del flusso a valori pi vicini alla norma. Teoria miogena: Il brusco stiramento dei vasi provoca la contrazione della muscolatura vasale. Lo stiramento dovuto allalta pressione provoca costrizione vascolare. Secondariamente allattivazione del microcircolo si attua un meccanismo in grado di dilatare le arterie pi grandi. Le cellule endoteliali che rivestono le arteriole sintetizzano delle sostanze che influiscono sul grado di contrazione della parete vasale. E questo il fattore rilasciante endoteliale (ossido nitrico). Quando il sangue scorre nelle arterie produce uno stress dovuto alla trazione della forza viscosa del sangue che induce le cellule endoteliali a rilasciare ossido nitrico. La regolazione a lungo termine

del flusso sanguigno consiste in una variazione del grado di vascolarizzazione dei tessuti. Lossigeno svolge un ruolo importante nel lungo periodo. Se si ha una bassa concentrazione di ossigeno aumenta la vascolarizzazione. Nuovi vasi sono stimolati a crescere da fattori angiogenetici REGOLAZIONE UMORALE DELLA CIRCOLAZIONE - Agenti vasocostrittori: Noradrenalina e adrenalina: hanno potente attivit vasocostrittrice, sono rilasciate dalle terminazioni del simpatico e dalla midollare del surrene angiotensina: il pi potente vasocostrittore, un decimo di grammo agisce su tutte le arteriole del corpo vasopressina: ormone antidiuretico pi potente dellangiotensina. Si forma nellipotalamo, svolge un ruolo importante nel controllo del riassorbimento dellacqua a livello renale. endotelina: rilasciata dalle cellule endoteliali a seguito di un danno. - Agenti vasodilatatori: bradichinina: le chinine sono polipeptidi che si staccano dalla alfa-globuline per azione di enzimi proteolitici. Importante la callicreina. La bradichinina svolge potente vasodilatazione ed incrementa la permeabilit capillare istamina: rilasciata in tutti i tessuti del corpo quando vengono danneggiati o sono infiammati, prodotta da mastociti. Il sistema nervoso opera a livello generale e non locale per il controllo della pressione arteriosa. Il sistema simpatico quello che maggiormente svolge il controllo sulla circolazione. Le sue fibre partono dal midollo spinale e raggiungono i vasi sanguigni attraverso due strade, i nervi simpatici specifici diretti a tutti i vasi, ed i nervi spinali. Il parasimpatico svolge un ruolo di controllo nella frequenza cardiaca tramite le fibre che arrivano al cuore con i nervi vaghi. I nervi simpatici possiedono molte fibre vasocostrittrici che vengono controllate dal centro vasomotore nel bulbo. In condizioni normali larea vasocostrittrice trasmette di continuo segnali alle fibre vasocostrittrici del simpatico mantenendo in tutto lorganismo una attivit di scarica a bassa frequenza che permette la presenza di un tono vasocostrittore. Il centro vasomotore svolge un ruolo di controllo anche sullattivit cardiaca incrementando forza e frequenza di contrazione. Lipotalamo svolge effetti sia eccitatori che inibitori del centro vasomotore. La noradrenalina agisce sui recettori alfa del muscolo liscio e provoca vasocostrizione. La midollare del surrene libera sia noradrenalina che adrenalina e sono trasportati in tutto il corpo dalla corrente sanguigna. Il sistema nervoso in grado di aumentare la pressione con estrema rapidit operando: - costrizione arteriole del corpo - costrizione delle vene e degli altri grossi vasi - incremento dellattivit di pompo cardiaca Il sistema nervoso in grado di raddoppiare la pressione in 5-10 secondi. Durante lesercizio muscolare si verifica un aumento pressorio per adeguarsi allincremento dellattivit metabolica . Questo effetto chiamato reazione di allarme per generare un carico di pressione che possa fornire subito sangue a i muscoli. Vi sono numerosi sistemi a feedback negativo per mantenere la pressione arteriosa normale. Controllo dei barocettori: Sistema avviato da stiramento di recettori situati nelle pareti di grosse arterie. I barocettori sentono le variazioni della PA, sono recettori ad efflorescenza che si trovano nelle pareti delle

arterie. Sono molto abbondanti alla biforcazione delle carotidi comuni in un area chiamata seno carotideo. Da qui attraverso il nervo di Hering gli impulsi sono portati al tratto solitario del bulbo. I barocettori del seno carotideo sono stimolati a pressioni arteriose al di sopra dei 60 mmHg. Anche lievi modificazioni pressorie sono in grado di modificare la risposta riflessa. Dopo che i segnali sono arrivati al bulbo, segnali di secondo ordine vanno ad inibire il centro vasocostrittore ed eccitano il centro vagale andando cosi a diminuire la frequenza e la forza di contrazione e causando vasodilatazione. E importante la funzione dei barocettori nel controllo pressorio nei cambiamenti di postura. I barocettori non svolgono ruoli significativi nel controllo a lungo termine poich in uno o due giorni si adattano a qualsiasi livello pressorio a cui vengano sottoposti. Controllo dei chemocettori I chemocettori sono cellule sensibili alla carenza di ossigeno, eccesso di ioni idrogeno e anidride carbonica. Si trovano alla biforcazione delle carotidi comuni con il nome di corpi carotidei, e nellarco aortico con il nome di corpi aortici. Ogni corpo fornito di abbondante vascolarizzazione cosi che i chemocettori sono sempre in stretto contatto con il sangue. Se stimolati inviano segnali effettori al centro vasomotore per innalzare la pressione arteriosa. Recettori a bassa pressione Presenti negli atri e nelle arterie polmonari. Non rilevano direttamente la pressione arteriosa sistemica, rilevano invece i simultanei aumenti pressori nelle aree a bassa pressione. Il riflesso di Bainbridge un aumento della pressione atriale che provoca un aumento di frequenza cardiaca dovuto a recettori di stiramento nella parete atriale. Risposta ischemica del SNC Quando il flusso ematico scende a livello del centro vasomotore gli stessi neuroni del centro rispondono allischemia. La pressione arteriosa sale di molto e questo si ritiene sia causato dallaumento di concentrazione di CO2. La risposta ischemica del SNC uno dei pi potenti riflessi che attivano il sistema vasocostrittore. Si attiva solo in situazioni di emergenza quando la PA scende a livelli di 15-20 mmHg. Reazioni di Cushing Provocata da un aumento pressorio intracranico. Ad esempio la pressione del liquido cerebrospinale cresce fino ad occludere i vasi arteriosi, si attiva una risposta ischemica che causa un aumento pressorio fino a che la pressione arteriosa non sale a livelli pressori superiori di quella del liquido cefalorachidiano. Riflesso di compressione addominale Quando si stimola il sistema vasocostrittore simpatico, segnali inviati ai muscoli scheletrici, ne aumentano il tono. In particolare in quelli addominali permettono il riversamento di molto sangue in circolo.

LEGGI DEI GAS


Legge generale dei gas: il prodotto della pressione per il volume di un gas uguale al numero di moli del gas moltiplicato per una costante e per la temperatura. PV = nRT Legge di Boyle: per una data temperatura, il prodotto della pressione per il volume di un gas costante. P1V1= P2V2

Legge di Dal ton: la pressione parziale di un gas in una miscela gassosa uguale alla pressione che il gas eserciterebbe se occupasse da solo tutto il volume occupato dalla miscela. Px= Pb x C Px = (Pb PH20) x C Legge di Henry: allequilibrio, la pressione parziale di un gas nella fase liquida uguale alla pressione parziale nella fase gassosa. Pressione = concentrazione gas disciolto/coefficiente di solubilit Legge di Fick: per i gas la velocita di diffusione direttamente proporzionale alla forza, al coefficiente di diffusione ed allarea della superficie disponibile per la diffusione, ed inversamente proporzionale allo spessore della struttura attraverso cui avviene il processo Vx= D x A x/ X La seconda fase del processo respiratorio la diffusione dellossigeno dagli alveoli al sangue e dalla anidride carbonica in direzione opposta. Si tratta di una diffusione semplice dovuta ai movimenti casuali delle molecole che passano da un lato allaltro della membrana respiratoria. Tutti i gas nella fisiologia respiratoria sono molecole semplici, libere di muoversi le une rispetto le altre. Perch la diffusione possa verificarsi necessaria una fonte di energia costituita dallenergia cinetica delle molecole stessa. Se in un recipiente o in una soluzione contenuto un gas la cui concentrazione non omogenea, si verificher una diffusione netta del gas dal punto a concentrazione maggiore verso il punto a concentrazione minore. La pressione che un gas esercita su una superficie dovuta allimpatto che costantemente si verifica tra le molecole che si agitano a causa dellenergia cinetica e la superficie stessa. La pressione esercitata da un gas sulla superficie delle vie aeree e degli alveoli proporzionale alla somma della forza durto di tutte le molecole contro la superficie. La pressione totale di un gas direttamente proporzionale alla sua concentrazione. Laria che respiriamo una miscela di gas e la velocit di diffusione di ciascuno di questi gas direttamente proporzionale alla pressione che esso avrebbe se considerato singolarmente, cioe alla pressione parziale del gas. La pressione di un gas in una soluzione dovuta non solo alla sua concentrazione ma anche al coefficiente di solubilit del gas. Alcune molecole sono fisicamente o chimicamente attratte dalle molecole di H2O, mentre altre ne sono respinte. Nel secondo caso sufficiente una concentrazione molto bassa per sviluppare una pressione alta. Quando nelle vie respiratorie entra aria, dalla sua superficie evapora acqua che umidifica laria. Questo perch le molecole di acqua sfuggono dalla superficie acquosa per entrare in quella gassosa. La pressione che le molecole dacqua esercitano quando sfuggono attraverso la superficie si chiama tensione di vapore dacqua. Alla normale temperatura di 37C questa tensione pari a 47 mmHg. Pi elevata la temperatura maggiore la probabilit che le molecole entrino in fase gassosa. La diffusione netta di un gas da un area ad alta pressione verso una zona a bassa pressione, uguale al numero di molecole che si muovono lungo la prima direzione meno il numero di molecole che si muovono lungo la direzione opposta gradiente di pressione.

Molti, oltre la pressione, sono i fattori che influenzano la velocit netta di diffusione: solubilit del gas nel liquido area della superficie di diffusione del gas distanza lungo la quale il gas deve diffondere peso molecolare del gas temperatura del liquido Questi fattori si riassumono nella formula I gas importanti nel processo respiratorio sono tutti molto solubili nei lipidi e di conseguenza lo sono anche attraverso le membrane cellulari. COMPOSIZIONE DELLAREA ALVEOLARE Le concentrazioni dei vari gas a livello alveolare non sono identiche a quelle dellaria atmosferica. I motivi delle differenze sono diversi. Innanzitutto, ad ogni atto respiratorio laria alveolare viene solo parzialmente sostituita da aria atmosferica. Inoltre sia lossigeno che lanidride carbonica continuano a diffondere nei due versi lungo lalbero respiratorio. Per ultimo laria atmosferica umidificata prima di raggiungere gli alveoli. Pressioni parziali dei gas atmosferici Aria atmosferica 597,0 mmHg 159,0 mmHg 0,3 mmHg 3,7 mmHg 760,0 mmHg Aria umidificata 563,4 mmHg 149,3 mmHg 0,3 mmHg 47,0 mmHg 760,0 mmHg Aria alveolare 569,0 mmHg 104,0 mmHg 40,0 mmHg 47,0 mmHg 760,0 mmHg Aria espirata 566,0 mmHg 120,0 mmHg 27,0 mmHg 47,0 mmHg 760,0 mmHg

N2 O2 CO2 H2O TOT

Non appena laria entra nelle vie aeree, viene esposta allo strato liquido che bagna la superficie delle vie respiratorie. La pressione totale negli alveoli non pu elevarsi oltre 760 mmHg, quindi la pressione del vapore acqueo assunto si limita a diluire gli altri gas presenti nellaria inspirata. La quantit di aria che viene rinnovata ad ogni atto respiratorio di 350 ml, cosi che occorrono numerosi atti respiratori perch possa essere rinnovata la maggior parte dellaria alveolare. E importante il lento rinnovamento dellaria alveolare e fondamentale per prevenire il verificarsi di improvvisi cambiamenti delle concentrazioni dei gas nel sangue. Quanto pi rapidamente lossigeno diffonde nel sangue, tanto minore diventa la sua concentrazione degli alveoli. Da questo si deduce che la concentrazione dellossigeno a livello alveolare, cosi come la sua pressione parziale, controllata dalla velocit con cui lossigeno viene assorbito nel sangue e in un secondo luogo dalla velocit con cui nuovo ossigeno entra nei polmoni per mezzo della ventilazione. Per quanto la ventilazione alveolare aumenti in modo elevatissimo, non potr mai indurre una PAO2 superiore a 149 mmHg. Anidride carbonica viene continuamente formata nellorganismo e prontamente riversata negli alveoli e da qui rimossa grazie alla ventilazione. La normale velocit di eliminazione dellanidride carbonica pari a circa 200 ml/min. La PACO2 aumenta in modo direttamente proporzionale alla velocit di eliminazione dellanidride carbonica, e diminuisce in modo inversamente proporzionale alla ventilazione alveolare. Laria che viene espirata una miscela costituita da aria dello spazio morto ed aria alveolare.

BIOFISICA DELLE MEMBRANE CELLULARI


A causa dellinterno idrofobico, il doppio strato lipidico delle membrane serve da barriera al passaggio della maggior parte delle molecole polari. Questa funzione importante in quanto permette alla cellula di mantenere concentrazioni di soluti nel citosol diverse da quelle del fluido extracellulare. E necessario pero che le cellule abbiano mezzi idonei per il trasferimento attraverso la membrana di sostanze nutrienti e per leliminazione delle sostanze di rifiuto. Il trasporto degli ioni inorganici e delle piccole molecole organiche idrosolubili attraverso il doppio strato lipidico ottenuto per mezzo di proteine transmembrana specializzate. Doppi strati lipidici privi di proteine sono altamente impermeabili agli ioni. Se si aspetta a lungo, qualsiasi molecola diffonder attraverso un doppio strato lipidico privo di proteine seguendo semplicemente il suo gradiente di concentrazione. La velocit di diffusione varia pero enormemente in rapporto alla solubilit della molecola attraverso il doppio strato lipidico. Generando concentrazioni ioniche diverse, le membrane cellulari conservano energia potenziale sotto forma di gradienti elettrochimici. Molecole piccole e non polari si dissolvono rapidamente attraverso le membrane. Anche molecole polari prive di carica diffondono rapidamente attraverso il doppio strato lipidico. Molecole cariche (ioni) per quanto piccole che siano non passano attraverso la membrana Esistono due classi principali di proteine specializzate nel trasporto attraverso la membrana lipidica: proteine di trasporto: si legano al soluto specifico che deve essere trasportato subendo una serie di modificazioni conformazionali per trasferire il soluto attraverso la membrana. proteine canale: non hanno bisogno di legare il soluto, formano pori idrofilici attraverso il doppio strato lipidico.

Entrambe permettono il passaggio di ioni e molecole. Se la molecola trasportata priva di carica, semplicemente la differenza di concentrazione sui due lati della membrana che spinge il trasporto passivo e ne determina la direzione. Se il soluto ha una carica netta invece, sia il suo gradiente di concentrazione che la differenza di potenziale elettrico attraverso la membrana ne influenzano il trasporto. (gradiente elettrochimico) Quando parliamo di diffusione, si intende un movimento molecolare casuale sia attraverso aperture nella membrana che in combinazione con una proteina trasportatrice. Per il trasporto attivo abbiamo un movimento contro un gradiente di energia. Ioni e molecole sono incostante movimento e questo produce calore. La diffusione attraverso le membrane pu avvenire per : - diffusione semplice: dove il movimento di molecole avviene attraverso aperture della membrana, non necessario il legame con proteine trasportatrici (proteine canale) - diffusione facilitata: interazione delle molecole o degli ioni con una proteina trasportatrice Le proteine canale Le proteine canale formano pori idrofilici attraverso le membrane. La maggior parte dei canali proteici hanno pori stretti ed altamente selettivi e sono deputate soprattutto al trasporto di ioni inorganici e quindi sono detti canali ionici. Le caratteristiche per i canali ionici sono: permeabilit selettiva: dipende dal forma, diametro e natura delle cariche elettriche disposte lungo le sue pareti interne. Ad esempio i canali del sodio presentano forte elettronegativit interna che trascina lo ione disidratato del sodio. gating: apertura e chiusura dei canali ad opera di modificazioni conformazionali della proteina canale. Lapertura e la chiusura sono regolati da porte a voltaggio dipendenti in cui

la conformazione varia al variare del potenziale elettrico; porte a controllo chimico, dove le porte si aprono per effetto della combinazione chimica della proteina canale con un'altra molecola che provoca modificazione conformazionale. Il canale conduce corrente tutto o nulla La diffusione facilitata Si necessita di un trasportatore che carica la molecola da portar allinterno della cellula. Nella diffusione facilitata la velocit aumenta in modo non proporzionale fino a raggiungere una Vmax. Tra le sostanze che diffondono per diffusione facilitata troviamo il glucosio e gli amminoacidi. Le sostanze che diffondono in una direzione possono farlo anche in senso contrario. Per la cellula importante la velocit netta di diffusione in una direzione determinata da: - differenza di concentrazione tra i due lati della sostanza - differenza di potenziale tra i due lati della membrana - differenza di pressione tra i due lati della membrana 1) Per determinare la diffusione netta Concentrazione esterna concentrazione interna 2) applicando una differenza di potenziale gli ioni cominciano ad attraversare la membrana per effetto della carica. La differenza di concentrazione tende a riportare gli ioni nella posizione originaria. Ad un dato punto la differenza di concentrazione sar aumentata tanto da bilanciare leffetto del gradiente elettrico. Per calcolare la differenza di potenziale elettrico capace di equilibrare una data differenza di concentrazione di ioni monovalenti si usa lequazione di Nerst E (in millivolt) = 61 log C1/C2 3) La pressione la somma delle forze che agiscono contro la parete in un dato istante H2O diffonde attraverso la membrana ed bilanciata in maniera che non si ha un movimento netto di acqua . Il movimento di acqua per effetto di una differenza di concentrazione si chiama OSMOSI. La pressione osmotica: la pressione minima necessaria per bloccare losmosi e dipende dal numero delle particelle per unit di volume di liquido. Energia cinetica media K = mv2/ 2 Per esprimere la concentrazione in funzione del numero di particelle si usa losmole ossia il numero di particelle in un grammo molecola di soluto. Ad esempio 180 g di glucosio = 1 grammo-molecola di glucosio = 1 osmole. Alla normale temperatura di 37C una concentrazione di 1OSM/litro stabilisce nella soluzione una pressione di 19300 mmHg. Il trasporto attivo Si necessitano concentrazioni di ioni pi alte allinterno della cellula rispetto allesterno. Situazione che non si pu realizzare attraverso diffusione semplice. Serve energia per il movimento di potassio verso linterno della cellula e sodio verso leterno (TRASPORTO ATTIVO). Distinguiamo: - trasporto primario: che necessita di energia da degradazione di ATP - trasporto secondario: che ricava energia dai un processo di immagazzinamento che consiste in un gradiente di concentrazione ionica.

Nel trasporto primario troviamo: Pompa Na+/K+: il trasporto pi studiato che porta ioni Na+ allesterno della cellula e allo stesso tempo fa affluire ioni K+ allinterno. E presente in tutte le cellule ed responsabile del mantenimento della differenza di concentrazione di sodio e potassio da un lato e dallaltro della membrana. La proteina trasportatrice un complesso costituito da due proteine globulari. Possiede tre siti recettoriale per gli ioni sodio e due per gli ioni potassio. Quando tre ioni sodio si legano alla porzione interna e due ioni potassio a quella esterna si attiva la funzione ATPasica. La pompa ha un ruolo nel controllo del volume cellulare. Si definisce elettrogenica poich abbiamo la perdita di una carica positiva ad ogni ciclo generando una differenza di potenziale. Ca+: gli ioni calcio sono mantenuti ad una concentrazione bassa nel citosol grazie ad una pompa per il calcio. Due tipi, una che pompa allesterno ed una allinterno degli organelli intracellulari. H+: presenti nelle cellule parietali in profondit delle ghiandole gastriche. La quantit di energia necessaria per trasportare una sostanza attraverso la membrana data dal grado di concentrazione cui viene portata la sostanza durante il trasporto. Lenergia richiesta proporzionale al logaritmo del grado di concentrazione e calcolato secondo: Energia : 1400 log C1/c2 Il trasporto attivo secondario Il gradiente che si instaura con il trasporto di sodio allesterno della cellula rappresenta una riserva di energia che pu essere usata da altre molecole per penetrare nella cellula, co-trasporto antiporto. Due meccanismi di controtrasporto sono dati dal controtrasporto del sodio/calcio del controtrasporto sodio/idrogeno. Trasporto epiteliale Una distribuzione asimmetrica di proteine trasportatrici nelle cellule epiteliali alla base del trasporto transcellulare di soluti. Nelle cellule epiteliali coinvolte nei meccanismi di assorbimento, le proteine trasportatrici sono distribuite asimmetricamente nella membrana plasmatica. FORZA ELETTRICA (gradiente elettrico) Cariche elettriche sono sottoposte a forze elettriche. Allequilibrio si ha una situazione di neutralit in cui le cariche positive e negative si annullano. Per separare queste cariche dovr compiere un lavoro che si quantifica nella differenza di potenziale.

IL POTENZIALE DI MEMBRANA ED IL POTENZIALE DAZIONE


Abbiamo detto che la membrana funziona come una barriera posta tra un mezzo interno, il liquido intracellulare, ed un mezzo esterno, il liquido extracellulare. Questo garantisce una differenza di concentrazione di ioni tra i due lati della membrana. La differenza di concentrazione ionica tra la cellula e lambiente esterno dovuta soprattutto alla difficolt di diffusione degli anioni organici verso lesterno, crea in condizioni di riposo della cellula una differenza di potenziale elettrico tra i due lati della membrana con il lato interno negativo e quello esterno positivo. Un potenziale di membrana si forma quando esiste una differenza di carica elettrica sui due lati di una membrana dovuta ad un leggero eccesso di ioni positivi su di un lato e un leggero deficit sullaltro. Si definisce potenziale a riposo di una cellula la differenza di potenziale allequilibrio tra il liquido intracellulare ed il liquido interstiziale.+

Il potenziale in questione pu essere misurato con grande precisione con un microelettrodo e sperimentalmente si trova un valore di 90 mV, con negativo il potenziale del liquido intracellulare. I liquidi intracellulare ed interstiziale possono essere paragonati dal punto di vista fisico a due soluzioni acquose in cui sono disciolti ioni monovalenti positivi e negativi come: Na+, K+, Cl-, A-.

MEMBRANA CELLULARE A Liquido interstiziale (esterno) Na+ 142 K+. 4 Cl-108 A-.. 0.11 B liquido intracellulare (interno) 14 140 4 4.11 PER LA FISICA POMPA Na - k
In A gli ioni K+ tendono a diffondere verso lesterno portando con essi cariche positive e lasciando allinterno cariche negative. La differenza di potenziale che si instaura tende a riportare il potassio allinterno ed pari a 94mV. Lo stesso si pu dire per il sodio che tende ad uscire. Gli ioni sodio e potassio i due meccanismi non portano ad una condizione di equilibrio, quindi ci deve essere un altro meccanismo in grado di garantire lequilibrio. Questo garantito dalla pompa Na+/K+ La pompa Na+/K+ aiuta a conservare lequilibrio osmotico mantenendo la concentrazione di sodio bassa allinterno della cellula. Bisogna che ci siano pero altri cationi per bilanciare internamente alla cellula le cariche negative delle sostanze organiche. Questa funzione svolta dal potassio. Esso pompato attivamente nella cellula e pu uscire da essa attraverso i canali passivi per il K+ Il numero di ioni che si deve muovere attraverso la membrana per stabilire il potenziale di membrana molto piccolo. Si pu quindi pensare al potenziale come sei si formasse per movimenti di cariche che lasciano le concentrazioni degli ioni praticamente inalterate. La condizione di equilibrio in cui non c flusso netto di ioni attraverso la membrana plasmatica, definisce il potenziale di membrana a riposo per quella cellula in esame. Attraverso lequazione di Nerst esprime la condizione di equilibrio ad una concentrazione nota. Potenziale di Nerst Livello del potenziale di membrana in grado di impedire la diffusione netta di uno ione attraverso la membrana sia in una direzione che nellaltra.

E (in millivolt) = 61 log C1/C2


dove C1 = concentrazione dello ione esterna alla membrana dove C2 = concentrazione dello ione interna alla membrana Usando questa formula si assume che il potenziale allesterno sia sempre a 0 ed il potenziale di Nerst calcolato il potenziale allinterno della membrana.

Se la membrana permeabile a diversi ioni il potenziale che ne deriva dipende da: - segno delle cariche di ogni specie ionica - permeabilit della membrana - concentrazione di ogni specie ionica interna ed esterna alla membrana Potenziale di riposo Se non trasmettono impulsi le fibre nervose hanno potenziale di membrana pari a 90mV (il potenziale interno della membrana 90 volte pi negativo rispetto al liquido extracellulare). Gradienti dovuti alla pompa Na+/K+ Na+ (esterno) Na+ (interno) K+ (esterno) K+ (interno) 142 mEq/litro 14 mEq/litro 4 mEq/litro 140 mEq(litro 0,1 35

A livello della membrana sono presenti dei canali proteici denominati canali passivi (o con perdita) molto pi permeabili al potassio. Abbiamo detto che un potenziale di membrana si genera quando esiste una differenza di carica elettrica sui due lati di una membrana, dovuta ad un leggero eccesso di ioni positivi su di un lato ed un leggero deficit sullaltro. In una cellula animale, sono i movimenti passivi di ioni che contribuiscono maggiormente al potenziale elettrico attraverso la membrana plasmatici.. La pompa Na+/K+ aiuta a conservare lequilibrio osmotico mantenendo bassa la concentrazione di sodio nella cellula. Essendoci poco sodio nella cellula sono necessari altri cationi per bilanciare le cariche negative intracellulari. Questo ruolo equilibratore svolto in gran parte dal potassio che si muove liberamente attraverso canali passivi per il potassio. Quando questo si muove verso lesterno della cellula, lascer dietro di se cariche negative non bilanciate che generano un campo elettrico che tender ad opporsi ad un ulteriore efflusso di potassio dalla cellula. Come si origina il potenziale di riposo contributo del potenziale di diffusione del potassio si considera il potassio unico movimento di ioni ad un potenziale allinterno della fibra di - 94 mV contributo diffusione del sodio attraverso la membrana lieve permeabilit nella membrana al sodio attraverso i canali passivi sodio/potassio. Considerando anche il potenziale del potassio di 94 mV avremo un potenziale interno di - 86 mV contributo della pompa Na+/K+ pompati continuamente ioni sodio verso lesterno e ioni potassio verso linterno, grado addizionale di elettronegativit di 4 mV Date queste costanti avremo un potenziale di riposo di 90 mV Il potenziale dazione Una serie di fenomeni elettrici dei sistemi biologici, indicati con il termine di potenziali bioelettrici. Questi fenomeni sono originati dalla presenza, allinterno del corpo, di differenze di potenziale, queste possono essere stazionarie (come nel caso del potenziale di membrana) o transienti (come nel caso del potenziale dazione). Il potenziale dazione si manifesta solo in cellule eccitabili cio in grado di mutare temporaneamente le loro caratteristiche di permeabilit a seguito di stimoli esterni.

I potenziali dazione si dividono in due categorie: 1) quelli che si originano e si propagano in cellule o fibre nervose (questo sistema costituisce la base del sistema di informazione del nostro corpo) 2) quelli che hanno origine e si propagano in cellule muscolari (questi segnali sono indispensabili per le contrazioni muscolari). Ci sono anche effetti macroscopici dei potenziali dazione rilevabili tramite strumenti quali gli ECG o lE.E.G. Il potenziale dazione una variazione locale della polarizzazione. Il potenziale dazione insorge solo quando uno stimolo porta ad una depolarizzazione tale per cui il potenziale della membrana supera il valore di soglia. Gli stimoli possono essere di varia natura : chimica, calorica, elettrica, comunque tutti inducono una modificazione della permeabilit della membrana che comporta una depolarizzazione della stessa. Tutto quindi in funzione del rapporto delle permeabilit: quando uno stimolo fa aumentare il potenziale si ha che il rapporto tra le permeabilit aumenta, entra quindi pi sodio che ha una carica positiva, la sua carica positiva fa diminuire le cariche negative e quindi fa aumentare il potenziale, continua cos il processo di depolarizzazione della membrana. Una volta che il valore di soglia superato la depolarizzazione inarrestabile, entrano molti ioni sodio e la pompa sodio potassio non riesce ad espellere fino al momento che ricomincia a funzionare , fa uscire gli ioni sodio ed il potenziale comincia a diminuire. Il potenziale dazione non rimane localizzato nel punto in cui ha avuto inizio la depolarizzazione, ma si propaga. I segnali nervosi sono trasmessi attraverso i potenziali dazione, ossia una rapida variazione del potenziale di membrana da negativo a positivo. La propagazione si effettua lungo tutta la membrana. Fasi: 1- riposo: precede linsorgenza del PdA. La membrana si definisce polarizzata a causa del forte potenziale negativo. 2- depolarizzazione: la membrana diventa permeabile agli ioni sodio ed il potenziale di membrana sale verso la positivit 3- ripolarizzazione: pochi millisecondi dopo che il sodio entrato, i canali iniziano a chiudersi e i canali del potassio diventano pi permeabili avendo cosi rapida diffusione di ioni potassio allesterno che ripristinano lassetto negativo di membrana. Principale protagonista della depolarizzazione e ripolarizzazione il canale del sodio a voltaggio dipendente ed il canale del potassio voltaggio dipendente. Il canale del sodio voltaggio dipendente presenta due porte, una di attivazione che si trova sullapertura esterna del canale, ed una di inattivazione che si trova sullo sbocco interno. A riposo la porta chiusa. Lattivazione avviene quando si raggiunge un potenziale di -70/50 mV. Si ha una modificazione conformazionale che fa scattare lapertura. Laumento del voltaggio provoca la chiusura della porta di inattivazione che non si aprir di nuovo finche il potenziale non sar tornato al livello originario del potenziale di riposo. Il canale del potassio voltaggio dipendente , al variare del potenziale di riposo presenta una lenta apertura della porta, aumenta la diffusione del potassio verso lesterno. Nella genesi del potenziale di azione devono essere considerati anche altri ioni:

ioni negativi non in grado di attraversare la membrana quali molecole proteiche, fosfati organici, composti solforati. ioni calcio trasportati esternamente o in organelli. Si attivano lentamente e sono molto numerosi nel muscolo cardiaco e nei muscoli lisci.

La concentrazione degli ioni calcio nel liquido extracellulare ha forte influenza sul valore del voltaggio al quale i canali del sodio sono attivati. Questo fa diventare la fibra altamente eccitabile. COSA DA INIZIO AL POTENZIALE DAZIONE Senza variazioni del potenziale di membrana non si pu avere potenziale dazione. Se un evento induce una variazione del potenziale e se questa sufficiente si apriranno molti canali del sodio. Si instaura cosi un feedback positivo che genera il potenziale dazione. Il valore di membrana al quale si attiva il potenziale di -65 mV. Il potenziale dazione una volta instaurato non presenta un'unica direzione di propagazione, si propaga infatti per tutta lestensione della membrana secondo il principio del tutto o nulla. Le concentrazioni ai valori iniziali sono riportate dalla pompa Na+/K+ che richiede ATP per il funzionamento. In alcuni casi la membrana non si ripolarizza immediatamente dopo la depolarizzazione ma rimane in uno stadio di plateau. Ad esempio nel cuore il plateau dura due tre millisecondi e determina la contrazione miocardica. Concorrono a determinare questo i canali rapidi e i canali lenti. La ritmicit data da determinate scariche ripetitive da ripetitivi potenziali dazione. Essa si genera spontaneamente se la membrana per sua natura permeabile al sodio da consentire una depolarizzazione automatica della membrana. Situazione caratteristica dei tessuti autoeccitabili. In una fibra eccitabile non si pu generare un potenziale dazione finche essa rimane depolarizzata. Viene definito questo, periodo refrattario. Differenze tra eccitamento sinaptico e potenziale dazione Nel potenziale sinaptico il movimento di sodio e potassio avviene simultaneamente mentre nel potenziale dazione avviene in successione (prima si aprono i canali per il sodio, poi quelli per il potassio). Il neurotrasmettitore apre un solo canale con permeabilit quasi uguale per il sodio e per il potassio. Lapertura del canale responsabile delleccitamento sinaptico dipende dalla concentrazione di acetilcolina (non aumenta la conduttanza sinaptica totale, i potenziali sono relativamente piccoli e soggetti a sommazione). I canali che generano il potenziale dazione sono voltaggio dipendenti. Il PdA ha caratteristiche di tutto o nulla. Il potenziale di riposo delle cellule nervose pari a -55 mV, quello delle fibre a -90 mV.

BIOFISICA DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE


LA CONTRAZIONE DEL MUSCOLO SCHELETRICO I muscoli scheletrici rappresentano il 40% del peso corporeo e sono composti da fibre con un diametro di 80-100 micron. Queste possono estendersi per tutta la lunghezza del muscolo. Sarcolemma: membrana cellulare della fibra muscolare costituita da membrana propriamente detta e rivestimento polisaccaridico. Miofibrille: costituente delle fibre muscolari. Queste risultano a loro volta costituite da 1500 molecole di miosina e 3000 di actina.

I filamenti di miosina ed actina sono tra loro interdigitati in maniera che le miofibrille presentano bande chiare e scure alternate. Le bande chiare contengono principalmente filamenti di actina e sono dette bande I (isotrope alla luce polarizzata). Le bande scure sono formate da filamenti di miosina e dalle estremit dei filamenti di actina e sono le bande A. Ogni banda I presenta la linea Z al centro. Ogni banda A presenta al centro una linea pi chiara, la banda H bisecata a sua volta dalla linea M. I filamenti di actina sono collegati ad un estremit al disco Z. La porzione di miofibrilla compresa tra due dischi Z successivi viene detta sarcomero. La titina una proteina di natura filamentosa che pu assumere disposizione spiraliforme e da intelaiatura dove i filamenti di actina e miosina sono alloggiati. Sarcoplasma: matrice in cui sono immerse le miofibrille. Presente K+ Mg+ un elevato numero di mitocondri e proteine enzimatiche. Reticolo sarcoplasmatico: importante per la contrazione pu essere pi o meno sviluppato. Generazione della contrazione: 1- potenziale dazione trasmesso da motoneurone alle fibre muscolari 2- rilascio dalle terminazioni nervose di acetilcolina. 3- apertura dei canali acetilcolina-dipendenti 4- ingresso sodio nella fibra muscolare ed insorgenza PdA 5- propagazione lungo la membrana della fibra muscolare del PdA 6- depolarizzazione membrana fibra e propagazione in profondit con liberazione dal RE di CA 7- generazione forze attrattive actina/miosina 8- rimozione degli ioni calcio attraverso la pompa di membrana La contrazione avviene per un meccanismo di scorrimento dei filamenti che si instaura per linterazione di ponti trasversali dei filamenti di miosina con quelli di actina. Queste forze si attivano grazie agli ioni calcio. I filamenti di miosina sono costituiti da molecole di miosina affiancate, due catene pesanti e quattro leggere. Le due catene pesanti sono avvolte a spirale le cui estremit sono ripiegate a formare la testa della miosina (due teste). Le quattro catene leggere si dispongono due per ogni testa. Ogni filamento di miosina risulta costituito da circa duecento molecole di miosina. Il corpo dato dallaffiancamento delle code. Lateralmente al corpo troviamo le teste che vanno a costituire con il braccio i ponti trasversali ognuno dei quali si ritiene flessibile in due punti uno dove il braccio lascia il corpo e laltro dove il braccio diventa testa. I bracci sono incernierati dal centro del filamento verso le estremit. Ogni serie di ponti spostata lungo lasse rispetto al precedente di 120. La testa della miosina ha attivit ATPasica. IL FILAMENTO DI ACTINA Costituito da molecole di actina tropomiosina troponina Lossatura del filamento data da due filamenti ad elica di F-actina il quale a sua volta risulta costituito da 13 molecole di G-actina ogni giro. Ad ogni molecola di G-actina legata una molecola di ADP e si ritiene che questo sia il sito attivo. Le basi dei filamenti sono inserite nei dischi Z. La tropomiosina una proteina che costituisce un ulteriore filamento unita debolmente ai filamenti di F-actina. Allo stato di riposo la tropomiosina copre i siti attivi dellactina.

La troponina un complesso costituito da tre subunita: 1- I affinit alta per lactina 2- T affinit alta per la tropomiosina 3- C affinit alta per gli ioni calcio Complesso troponina- tropomiosina funge da inibitore dei siti attivi dellactina. Gli ioni calcio si legano alla troponina C e si suppone che il complesso subisca delle modificazioni conformazionali che fan spostare la tropomiosina pi profondamente scoprendo i siti attivi dellactina. Teoria dellavanzamento per la contrazione. Lattacco delle teste ad un sito attivo crea modificazione nelle forze intramolecolari e questo fa si che la testa si fletta verso il braccio trascinando con se lactina. Dopo essersi flessa la testa si distacca dallactina e ritorna perpendicolare. Subito dopo si ripete lo stesso meccanismo su di un altro sito attivo adiacente al precedente. Per la contrazione si richiede ATP 1- teste dei ponti legano ATP prima della contrazione. Idrolisi ad ADP e Pi che restano attaccati alla testa 2- esposizione dei siti attivi e legame miosina ad actina 3- flessione della testa verso braccio trasversale grazie allenergia accumulata precedentemente 4- rilascio ADP e Pi e attacco di nuovo ATP che provoca distacco della testa. Il ciclo si ripete su di un nuovo sito attivo dellactina La contrazione massima si realizza quando si ha la massima sovrapposizione tra i filamenti di actina e di miosina. Se un muscolo viene stirato ad una lunghezza superiore a quella presente prima della contrazione si sviluppa una tensione di riposo. Quando al muscolo si applicano carichi la velocit di contrazione si riduce con laumentare del carico. Energetica per la contrazione Il muscolo contratto per spostare un carico compie un lavoro. Fonti di energia per : - avanzamento dellactina sui ponti trasversali - pompare calcio nel RES - pompa sodio potassio dove si ricava energia: 1- fonte primaria per ricostruire ATP la fosfocreatina che fornisce energia per una contrazione massimale per non pi di 5-8 secondi 2- glicogeno: usato per ricostruire sia ATP che fosfocreatina, viene degradato ad acido piruvico e acido lattico e si ha liberazione di energia. Rapido metodo anaerobico per avere energia 3- metabolismo ossidativi: reazione O2 con i vari substrati nutritivi. Utilizzo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine.

CARATTERISTICHE DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE Per ottenere una scossa muscolare si utilizza una semplice serie di impulsi elettrici o sul nervo o sul muscolo stesso. Riconosciamo per il muscolo una : - contrazione isometrica: quando il muscolo non si accorcia durante la contrazione - contrazione isotonica: quando il muscolo si accorcia senza modificare la tensione Ogni muscolo costituito da: fibre lente: sono fibre muscolari piccole innervate da fibre nervose pi piccole. Possiedono una ricca vascolarizzazione per un maggiore apporto di ossigeno. Presentano un elevato numero di mitocondri ed un elevato contenuto di mioglobina che conferisce un colorito rossastro al muscolo. Tipo di fibra adatta ad una attivit muscolare continua e sostenuta. fibre rapide: sono fibre pi grandi per una maggiore forza di contrazione. Presentano un reticolo sarcoplasmatico pi sviluppato per il rilascio rapido di ioni calcio. Il metabolismo ossidativo di minore importanza. Tipo di fibra adatta per contrazioni rapide e potenti. Unita motoria: costituita da motoneurone e fibre muscolari da esso controllate . Le fibre si raccolgono in piccoli fasci di 3-15 fibre. Per sommazione intendiamo laddizione degli effetti di singole scosse per ottenere una contrazione pi intensa. Distinguiamo un tipo di sommazione: - spaziale: aumento del numero di unita motorie che si contraggono simultaneamente. Le unita motorie con un numero minore di fibre e con fibre pi piccole sono stimolate pi facilmente. - temporale: con laumentare della frequenza di contrazione si raggiunge un punto in cui ogni nuova contrazione inizia prima che la precedente sia esaurita. Nella tetanizzazione il muscolo resa contratto perch gli ioni calcio sono sufficienti a non consentire il rilascio della contrazione. Quando un muscolo si contrae dopo lungo riposo la forza iniziale pu essere anche la met. Il tono muscolare la tensione sviluppata dal muscolo a seguito di impulsi nervosi a bassa frequenza. La fatica nel muscolo aumenta in proporzione alla diminuzione del contenuto di glicogeno. Tutti i muscoli sono sottoposti ad un continuo rimodellamento per adattarsi alle esigenze funzionali. Quando la massa totale di un muscolo aumenta si parla di ipertrofia muscolare, questo dovuto allaumento del numero di fibre di actina e di miosina. Effetti della denervazione: aplasia, sostituzione del tessuto muscolare con tessuto fibroso. Rigor mortis Dopo la morte i muscoli vanno incontro ad un tipo di contrattura in cui il muscolo contratto in assenza di potenziali dazione. Questo dovuto allesaurirsi dellATP necessario per separare i ponti trasversali dai filamenti di actina. Questo rimane finche le proteine non si distruggono per autolisi. LA TRASMISSIONE DEGLI IMPULSI NERVOSI Le fibre muscolari sono innervate da grossi fibre nervose che originano dalle corna anteriori del midollo spinale. La terminazione forma una giunzione con la fibra muscolare detta giunzione neuromuscolare a meta della fibra. La placca motrice la specializzazione terminale della fibra nervosa che si invaginano nella fibra muscolare.

Il potenziale sinaptico eccitatorio a livello della placca motrice comporta un flusso simultaneo di sodio e di potassio. Poiche il potenziale di placca determina una depolarizzazione, esso deve risultare da un movimento netto di cariche positive verso linterno. Gli ioni responsabili del potenziale di placca possono essere individuati determinando il potenziale di inversione (potenziale a cui lampiezza del potenziale sinaptico zero) Questo dimostra che sia gli ioni sodio che quelli potassi passano attraverso i canali dellacetilcolina. Infatti se la corrente di placca fosse dovuta solo al sodio, il potenziale di inversione dovrebbe essere di +55 mV. In realt, la corrente di placca cambia direzione e diventa uscente a 0 mV, e nessuna specie ionica presenta un pEq vicino a questo valore. Quindi esso deve dipendere dal flusso di piu ioni e questo spiega il perch il potenziale di inversione sia 0. Linvaginazione della membrana detta doccia sinaptica e lo spazio tra il bottone sinaptico e la membrana della fibra detto spazio sinaptico. Sul fondo della doccia ci sono numerosi ripiegamenti della membrana, le pliche neurali, che aumentano la superficie su cui pu agire il mediatore chimico. Il mediatore prodotto dal bottone terminale lacetilcolina. Il neurotrasmettitore viene liberato in quanti. Ogni quanto determina la comparsa di un potenziale sinaptico in miniatura. Il potenziale sinaptico composto da un numero variabile di questi. Un potenziale sinaptico in miniatura determinato da un pacchetto contenente fino a 10.000 molecole di acetilcolina. Gli ioni calcio controllano le dimensioni di ogni singolo quanto, influendo sulla probabilit che venga liberato. Acetilcolinersterasi lenzima per la rimozione dellacetilcolina. Ad ogni impulso nervoso si ha il rilascio di 125 vescicole di Ach. Sul bottone sinaptico i canali calcio dipendenti si aprono alla ricezione dellimpulso. Il calcio attira acetilcolina verso gli ispessimenti densi della membrana presinaptica. Sulla membrana postsinaptica si ha lapertura dei canali Ach-dipendenti. Il canale di Ach costituito da 5 subunit a formare un canale tubulare transmembrana. Lapertura da passaggio ai principali ioni positivi (sodio e calcio). Si ha cosi una variazione del potenziale locale e lavvio del potenziale dazione sulla membrana. La rimozione di Ach avviene grazie allenzima acetilcolinersterasi ancorato sulla lamina basale. La rapida rimozione dellAch impedisce alla fibra una nuova contrazione. Nellarea della placca abbiamo un aumento di 50-70 mV del potenziale interno di membrana. Fattore di sicurezza per la trasmissione scatena il potenziale. soglia alla quale avviene una modificazione tale che si

Come si forma Ach: 1- vescicole da apparato di Golgi nel corpo del motoneurone del midollo e trasporto attraverso lassone allestremit delle fibre 2- sintesi di Ach nelle terminazioni nervose 3- occasionali liberazione di vescicole nel citosol generano potenziali dazione in miniatura 4- esocitosi di molecole di Ach dovuto al calcio che le trascina 5- recupero molecole grazie a riutilizzo colina ed endocitosi. Sostanze che influenzano la giunzione neuromuscolare Ach simile: metilcolina, carbacolo, nicotina. Non vengono distrutte da Ach-asi. Depolarizzano la membrana e restano legate ai recettori. blocco trasmissione a livello della giunzione: sostanze curarizzanti che impediscono la propagazione degli impulsi dalla placca motrice al muscolo. La D-tubocurarina compete per il legame al recettore dellacetilcolina inattivazione acetilcolinersterasi: neostigmina, fisostigmina, diisopropilfluorofosfato. Manca lidrolisi dellAch perch lenzima bloccato, presenza di spasmi muscolari.

Miastenia gravis Paralisi per incapacit delle giunzioni neuromuscolare a trasmettere gli impulsi. Anticorpi contro le proteine canale Ach-dipendenti. Potenziale dazione del muscolo - potenziale di membrana a riposo: -80 a -90 mV - durata potenziale: 1-5 msec - velocit conduzione: 3-5 m/sec A causa della lunghezza della fibra muscolare non si instaurano flussi di corrente in profondit. Per questo esistono i tubuli T che penetrano nella fibra decorrendo trasversalmente. Hanno inizio sulla membrana plasmatica, sono aperti verso lesterno e contengono nel lume liquido extracellulare. I tubuli T sono introflessioni della membrana. Il reticolo sarcoplasmatico risulta accoppiato ai tubuli T e costituito da tubuli longitudinali e cisterne terminali. Al suo interno sono presenti ioni calcio ad alte concentrazioni che si liberano quando eccitato il tubulo T. La concentrazione cellulare si mantiene finche rimane calcio. Una pompa calcio riporta gli ioni nel reticolo sarcoplasmatico e qui la calsequestrina causa aumento del calcio accumulato. CONTRAZIONE ED ECCITAZIONE NEL MUSCOLO LISCIO Il muscolo liscio organizzato diversamente da quello scheletrico, le fibre sono inoltre pi piccole. Tipi di muscolo liscio: - multiunitari: fibre ben distinte, ogni fibra agisce indipendentemente dalle altre ed innervata da una sola fibra nervosa. Isolata da collagene e glicoproteine. Esempi: muscolo ciliare occhio, iride, erettori del pelo. - unitari: massa di fibre che si contraggono come fossero una singola unit. Le fibre sono aggregate in molti punti e le membrane sono unite attraverso gap junctions in maniera tale che gli ioni possano passare da una fibra allaltra. Questo tipo di muscolo si trova nella maggior parte dei visceri del corpo. Processo contrattile nel muscolo liscio: 1- presenza actina e miosina 2- manca complesso troponine 3- processo attivato dal calcio 4- energia derivata da ATP Nel muscolo liscio sono presenti corpi densi, alcuni dei quali anche attaccati alla membrana. Attraverso i ponti che si instaurano tra corpi densi di cellule vicine si trasmette la forza della contrazione. La maggior parte dei muscoli lisci presenta contrazione tonica prolungata che dura ore o giorni. Ciclo lento dei ponti trasversali. La velocit con cui i ponti trasversali si attaccano allactina e si distaccano molto pi bassa. La frazione di tempo in cui i ponti trasversali rimangono attaccati allactina maggiore nel muscolo liscio. La testa dei ponti trasversali hanno attivit ATPasica minore del muscolo scheletrico. Energia per la contrazione nel muscolo liscio minore di quella del muscolo scheletrico. Minore consumo di ATP. La durata della contrazione dl muscolo 30 volte pi lunga di quello scheletrico. Il lento avvio della contrazione dovuto alla lentezza di attacco e distacco dei ponti trasversali. La forza massima di contrazione spesso pi elevata del muscolo scheletrico forse a causa del prolungato periodo di attacco dei ponti trasversali della miosina.

capacit del muscolo di tornare alla forza originaria dopo che stato allungato od accorciato. Fenomeno stress-rilasciamento (ad esempio vescica). regolazione contrazione dovuta ad un aumento del calcio in seguito a stimoli di natura ormonale o nervosa. Il calcio si lega alla calmodulina che attira i ponti trasversali della miosina. Processi contrattivi: 1- calcio legato alla calmodulina 2- legame del complesso alla miosina chinasi 3- fosforilazione di una catena leggera di miosina 4- defosforilazione quando scende il livello di calcio, attivazione della miosina fosfatasi Il potenziale di membrana del muscolo liscio compreso tra i -50 e i -60 mV. Nei muscoli unitari i potenziali dazione si generano come nei muscoli scheletrici. In quelli multiunitari invece non si hanno potenziali dazione. potenziali a punta: evocati per stimolazione elettrica, chimica ormonale e per lo stiramento potenziale con plateau: la ripolarizzazione avviene molto lentamente Grande importanza nei processi contrattili dei canali del calcio. Alcuni muscoli lisci sono autoeccitabili e il potenziale dazione sorge spontaneamente. Il ritmo basale ha onde lente dovute ad oscillazioni dellattivit della pompa Na+/K+. Quando le onde superano i -35 mV si instaura un potenziale dazione. In seguito a stiramento il muscolo liscio unitario da luogo a un potenziale dazione. Affinch nel muscolo liscio unitario si produca un potenziale dazione, devono depolarizzarsi 30-40 fibre muscolari. Non compaiono di solito PdA perch le fibre sono troppo piccole. La met delle contrazioni nel muscolo liscio si verificano grazie a fattori stimolanti che agiscono direttamente sul muscolo e che sono: - fattori tessutali: ad esempio nel tessuto vascolare periferico, adenosina, acido lattico, ioni potassio - effetto ormonale: noradrenalina, adrenalina, acetilcolina, angiotensina, vasopressina, ossitocina, istamina, serotonina Recettori specifici sulla membrana del muscolo mediano lapertura di canali del calcio o del sodio come in seguito a stimolazione nervosa. Da dove viene il calcio per il muscolo liscio? Affluiscono dal liquido extracellulare e diffondono rapidamente grazie o attraverso potenziale dazione o attraverso canali del calcio attivati da ormoni. La concentrazione di calcio nel liquido extracellulare non ha effetto sulla forza di contrazione del muscolo scheletrico ma importante per quelli lisci. Se lo ione calcio diminuisce la contrazione cessa quasi completamente. Per indurre il rilassamento del muscolo liscio basta rimuovere gli ioni calcio dal liquido extracellulare con una pompa del calcio che espelle ioni allesterno della cellula.

CELLULE RECETTORIALI DEI SISTEMI SENSORIALI E TRASDUZIONE ORGANIZZAZIONE DEL SNC


Il SNC deputato al controllo della maggior parte delle funzioni corporee. Il SNC risulta costituito da altre 100 miliardi di neuroni. I segnali in ingresso giungono ai neuroni attraverso sinapsi a livello dei dendriti o del corpo cellulare. Il segnale in uscita invece viaggia attraverso un unico prolungamento che emerge dal neurone, lassone, che da a sua volta origine a numerose ramificazioni.

Versante afferente: i recettori: La maggior parte delle attivit del SNC prende inizio da esperienze sensoriali generate da recettori. Queste esperienze possono produrre risposte immediate oppure possono essere immagazzinate nel cervello per anni. La componente somatica trasmette informazioni provenienti da recettori localizzati sullintera superficie del corpo e in alcune strutture profonde. Linformazione che entra nel SNC viene condotta a molteplici aree: - a tutti i livelli del midollo spinale - alle formazioni reticolari del bulbo, ponte e mesencefalo - nel talamo - nelle aree somestetiche della corteccia cerebrale Versante efferente: gli effettori Il pi importante ruolo funzionale del SNC quello di regolare le varie attivit corporee controllando: - contrazioni dei muscoli scheletrici - contrazioni dei muscoli lisci e dei visceri - secrezione ghiandole esocrine ed endocrine Tutte queste sono dette funzioni motorie od effettrici. Il controllo della muscolatura scheletrica viene esercitato a livelli diversi del SN tra cui: - midollo spinale - formazione reticolare del bulbo, ponte e mesencefalo - nuclei della base - cervelletto - corteccia cerebrale motoria Ognuno di questi livelli ha un ruolo specifico nel controllo dei movimenti corporei, i livelli inferiori sono implicati soprattutto nelle risposte automatiche ed istantanee dellorganismo. Una delle principali funzioni del sistema nervoso consiste nellelaborare linformazione in arrivo in modo tale che si generino delle risposte appropriate. Viene detta questa funzione integrativa del SN. La sinapsi la zona di giunzione tra un neurone e quello successivo e qui si verifica il controllo della trasmissione del segnale. Sono le sinapsi a stabilire la direzione nella quale i segnali si propagano nel sistema nervoso. Limmagazzinamento dellinformazione avviene nella corteccia cerebrale e costituisce il processo della memoria. Ogni volta che certi tipi di segnali passano attraverso una serie di sinapsi, queste acquistano una maggiore capacita a trasmettere gli stessi segnali in un successivo momento. E questo il processo della sinapsi detto di facilitazione. LIVELLI FUNZIONALI DEL SNC Esistono tre livelli del SNC con specifici compiti funzionali: 1- livello spinale molte funzioni del midollo spinale persistono anche dopo che esso sia stato sezionato a livello della parte superiore della regione cervicale ossia: - movimenti di deambulazione - riflessi di allontanamento dal corpo di stimoli nocivi - riflessi per contrazione dei muscoli contro gravita - riflessi per il controllo del circolo sanguigno distrettuale 2- livello encefalico inferiore o sottocorticale: sono attivit subconsce controllate dal bulbo, ponte, mesencefalo, ipotalamo, talamo cervelletto e nuclei della base. Il controllo della pressione arteriosa e della respirazione si attuano principalmente nel bulbo e nel ponte

3- livello encefalico superiore o corticale: un deposito di informazioni. Non funziona mai da solo ma sempre in associazione con strutture inferiori del SN. In assenza della corteccia cerebrale, le funzioni dei centri sottocorticali sono imprecise. La corteccia essenziale per la maggior parte dei processi mentali. Le sinapsi del SNC L e informazioni vengono trasmesse nel SNC sotto forma di impulsi ossia potenziali dazione nervosi. Ogni impulso pu: essere bloccato nella sua trasmissione da un neurone al successivo essere convertito da impulso singolo ad impulsi ripetitivi essere integrato con impulsi provenienti da altri neuroni Le sinapsi, giunzioni neuronali, possono essere di due tipi, chimiche ed elettriche. Nelluomo quasi tutte le sinapsi sono di tipo chimico. Il primo neurone secerne a livello della fessura sinaptica, una sostanza chimica, il neurotrasmettitore, che agisce su proteine recettoriale presenti sulla membrana del neurone successivo. Le sinapsi elettriche sono caratterizzate da canali diretti che conducono cariche elettriche da una cellula alla successiva tramite piccoli canali proteici chiamati gap junctions. Le sinapsi chimiche presentano una caratteristica estremamente importante, trasmettono i segnali sempre in un'unica direzione, cio dal neurone che secerne il neurotrasmettitore, chiamato neurone presinaptico, a quello su cui il neurotrasmettitore agisce, chiamato neurone postsinaptico. Anatomia funzionale delle sinapsi Il motoneurone presente nelle corna anteriori del midollo spinale composto da tre parti: - soma - assone - dendriti Sulla superficie dei dendriti e del soma sono presenti piccole espansioni terminali chiamate terminazioni presinaptiche, queste sono le parti terminali di ramificazioni di fibre provenienti da altri neuroni. Molte di queste terminazioni sono eccitatorie e altre sono inibitorie. Altri neuroni presenti in zone differenti dal midollo spinale differiscono per morfologia, numero e lunghezza delle terminazioni stesse. Le terminazioni presinaptiche hanno forma rotondeggiante od ovale. E separata da l neurone postsinaptico da una fessura sinaptica. Ogni terminazione ha due importanti strutture per la funzione eccitatoria od inibitoria, le vescicole ed i mitocondri. Le vescicole contengono il neurotrasmettitore che si definisce eccitatorio se si lega a recettori eccitatori sul neurone postsinaptico, si dice inibitorio se lega a recettori inibitori sul neurone postsinaptico. Quando un PdA raggiunge la terminazione subisce un immediata modificazione della sua membrana divenendo pi permeabile o meno permeabile. La depolarizzazione permette lapertura di numerosi canali Ca2+ dipendenti, la quantit di sostanza che viene liberata strettamente correlata al numero di ioni calcio che entrano nella terminazione. Gli ioni Ca2+ entrati si combinano con molecole proteiche sulla faccia interna della membrana sinaptica. La negativit del neurotrasmettitore delle vescicole fa si che queste si fondano con la membrana riversando il loro contenuto allesterno. Funzione dei recettori: La membrana del neurone postsinaptico possiede numerose proteine recettoriale. Questi recettori presentano un componente che agisce come sito di legame ad un componente ionoforo interno alla membrana che pu essere o un canale ionico o un attivatore di un secondo messaggero.

I canali ionici sono di due tipi: 1- canali cationici che lasciano passare ioni Na+ K+ Ca2+ 2- canali anionici che fanno passare principalmente ClLapertura dei canali del sodio eccita il neurone postsinaptico, lapertura dei canali del cloro inibisce il neurone postsinaptico. I canali ionici non sono adatti a mantenere variazioni nel tempo. Una prolungata azione su di un neurone viene prodotta attivando un sistema di secondo messaggero. Uno dei pi diffusi meccanismi quello della proteina G trimerica. Le funzioni che pu svolgere sono: apertura di specifici canali ionici a livello di membrana postsinaptica attivazione di AMP ciclico e GMP ciclico attivazione di uno o pi enzimi intracellulari attivazione della trascrizione di un gene. Meccanismi che portano ad eccitazione 1- apertura canali del sodio, entrata di gran numero di cariche positive nel neurone postsinaptico in modo da elevare il potenziale di membrana fino a raggiungere la soglia per la genesi del potenziale dazione 2- depressione conduzione ionica attraverso i canali del K+ o del Cl- o di entrambi, in entrambi i casi leffetto di rendere il neurone postsinaptico pi positivo del normale 3- induzione di modificazioni del metabolismo cellulare Meccanismi che portano ad inibizione 1- apertura canali del cloro, entrata rapida di ioni negativi che rendono pi difficile il generarsi di un PdA 2- aumento conduttanza agli ioni potassio attraverso i canali della membrana. Gli ioni potassio escono allesterno della membrana con effetto inibitorio 3- attivazione di enzimi che inibiscono le funzioni metaboliche cellulari che aumentano il numero dei recettori Sostanze chimiche che agiscono come neurotrasmettitori Esistono due gruppi di trasmettitori simpatici - a basso peso molecolare ad azione rapida, responsabili della maggior parte delle risposte immediate del SN - neuropeptidi ad azione pi lenta, responsabili di effetti pi prolungati. I neurotrasmettitore a basso peso molecolare sono sintetizzati nel citosol della terminazione nervosa presinaptica. I pi importanti sono: Acetilcolina: secreta dalle grandi cellule piramidali della corteccia motoria, da neuroni dei nuclei della base, dai motoneurone, dai neuroni pregangliari del sistema nervoso autonomo(simpatico e parasimpatico), dai neuroni postgangliari del parasimpatico e alcuni neuroni postgangliari del simpatico. Ha quasi sempre effetto eccitatorio Noradrenalina: secreta da neuroni i cui corpi cellulari si trovano nel tronco encefalico e nellipotalamo. Questi neuroni partecipano al controllo globale dellattivit cerebrale e dellumore aumentando il livello di vigilanza. E secreta dalla maggior parte dei neuroni postgangliari del sistema simpatico. Dopamina: secreta da neuroni localizzati nella sostanza nera. Ha di solito funzioni inibitorie Glicina: secreta a livello sinaptico midollare, effetto inibitorio Acido gamma amminobutirrico (GABA): midollo spinale, nuclei della base, cervelletto, Inibitorio Glutammato: terminazioni presinaptiche circuiti della sensibilit. Ha sempre effetto eccitatorio.

Serotonina: neuroni del rafe mediano del tronco encefalico, fibre che si proiettano alle corna posteriori del midollo spinale e allipotalamo. Agisce come inibitore afferenze dolorifiche nel midollo spinale. Controllo dellumore e del sonno. Ossido nitrico: in aree encefaliche del comportamento a lungo termine e della memoria. Non viene preformato e accumulato. Viene sintetizzato istantaneamente quando necessario. Neuropeptidi La loro sintesi non avviene nel citosol delle terminazioni presinaptiche, ma dai ribosomi del soma neurale. Nel reticolo si operano modificazioni proteiche che portano alla formazione dei neuropeptidi che vengono liberati nel citosol e trasportatori grazie al flusso assoplasmatico alle terminazioni. Le vescicole dei neuropeptidi subiscono un processo di autolisi una volta rilasciate e non sono riutilizzate. I neuropeptidi sono anche 1000 volte pi potenti ed inducono effetti molto pi duraturi dei neurotrasmettitori a basso peso molecolare. Gli studi fatti sugli eventi elettrici neuronali sono stati fatti studiando i neuroni delle corna anteriori del midollo spinale. Eventi elettrici durante leccitazione neuronale Il potenziale di riposo di un motoneurone di -65 mV. Questo potenziale un valore inferiore rispetto le fibre muscolari scheletriche. Il voltaggio pi basso permette una efficiente regolazione del grado di eccitabilit del neurone. La membrana neuronale risulta pi eccitabile. Gli ioni pi importanti per il funzionamento del neurone sono gli ioni sodio, potassio e cloro. La concentrazione di sodio molto alta nel liquido extracellulare (142 mEq/l) mentre bassa allinterno (14 mEq/l). Il potassio invece molto concentrato nellambiente intracellulare (120 mEq) ed basso allesterno del neurone (4,5 mEq/l). Il cloro molto alto nellambiente extracellulare. La ragione della bassa concentrazione di ioni cloro allinterno della cellula sta nel potenziale negativo di 65 mV allinterno del neurone. Lesistenza di un potenziale elettrico tra i due lati della membrana pu opporsi al movimento di ioni attraverso la membrana nonostante la differenza di concentrazione. Questo potenziale il potenziale di Nerst che pu essere calcolato facendo riferimento al lato interno della membrana. Allinterno del soma neurale si trova una soluzione di elettroliti ad elevata conducibilit perci qualsiasi variazione di potenziale in una qualunque parte allinterno del soma provoca una variazione di potenziale quasi esattamente uguale in tutti gli altri punti del soma. Quando un neurotrasmettitore agisce su un recettore della membrana postsinaptica, agisce aumentando la permeabilit agli ioni sodio, che tendono ad entrare nella cellula portando il potenziale di membrana da -65 mV a 45 mV. Questa variazione definita potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE). Lattivazione di una singola terminazione presinaptica non riesce ad aumentare il PPSE di + 20 mV. Per farlo necessaria lattivazione di pi terminazioni creando un effetto di sommazione. Quando il potenziale di membrana raggiunge valori sufficienti, si sviluppa un PdA in corrispondenza del segmento iniziale dellassone, punto in cui la membrana presenta il maggior numero di canali del sodio voltaggio-dipendenti. Il potenziale postsinaptico eccitatorio ha un valore compreso tra +10 a +20 mV e la soglia del neurone postsinaptico di -45 mV. Linibizione neuronale Le sinapsi inibitorie agiscono principalmente determinando lapertura dei canali del cloro. Allapertura dei canali del cloro, ioni cloro penetrano nella cellula provocando un aumento della negativit del potenziale di membrana. Si instaura in questo modo uno stato di iperpolarizzazione. Questo potenziale pi negativo rispetto al normale si chiama potenziale postsinaptico inibitorio. Nel caso dellapertura dei canali il valore del PPSI e di 5 mV. Nellinibizione presinaptica, leffetto inibitorio causato dallattivazione di sinapsi inibitorie localizzate sulla terminazione nervosa presinaptica. Il neurotrasmettitore inibitorio il GABA il cui

effetto di aprire i canali anionici permettendo ad un gran numero di ioni cloro di entrare nella terminazione della fibra nervosa. La membrana neuronale diventa permeabile agli ioni sodio per soli uno o due secondi. Il tempo necessario affinch le cariche positive in eccesso lascino il neurone eccitato e si ristabilisca il normale potenziale di riposo di 15 millisecondi. Leccitazione di una singola terminazione presinaptica sulla superficie di un neurone non in grado quasi mai di provocare un PdA in quanto la quantit di neurotrasmettitore liberata da una terminazione provoca un PPSE non superiore a 0,5-1 mV. Si necessita allora della sommazione, che pu essere spaziale o temporale. Qualora si sommino PPSE e PPSI si avr un corto circuito con riduzione e annullamento degli effetti. I dendriti dei motoneurone delle corna anteriori del midollo spinale si estendono in tutte le direzioni per una distanza da 0,5 a 1 mm dal soma neuronale ricevendo cosi segnali da un area molto estesa intorno al neurone. CARATTERI SPECIALI DELLA TRASMISSIONE SINAPTICA Quando le sinapsi eccitatorie vengono stimolate in modo ripetitivo ad alta frequenza, inizialmente il numero degli impulsi del neurone postsinaptico molto elevato, ma poi si ha una progressiva diminuzione dellattivit di scarica nel giro di millisecondi. Questo fenomeno detto fatica della trasmissione sinaptica. Costituisce un meccanismo protettivo contro un iperreattivit neuronale. Si ritiene che la causa di questo fenomeno sia dovuto allesaurimento della quantit di neurotrasmettitore immagazzinato nelle terminazioni presinaptiche. Lalcalosi determina un aumento enorme delleccitabilit neuronale. Al contrario un quadro di acidosi determina una depressione dellattivit neuronale. Un inadeguata disponibilit di ossigeno pu provocare la completa ineccitabilit di alcuni neuroni.

RUOLO DEI RENI NELLA REGOLAZIONE A LUNGO TERMINE Il sistema nervoso non riesce ad opporsi a variazioni pressorie quando queste si instaurano nel giro di ore o giorni. Sistema reni-liquidi Un aumento della pressione arteriosa porta ad eliminare a livello renale il liquido in eccesso attraverso le urine e riporta la pressione nella norma. Pu bastare un aumento di PA di pochi millimetri di mercurio per raddoppiare leliminazione renale di acqua. Diuresi pressoria un aumento del volume urinario in risposta allaumento della PA. Punto di equilibrio punto in cui leliminazione di H2O e Na+ bilanciata da una pari assunzione. La pressione arteriosa sia che si alzi che se si abbassi, tende sempre a ritornare nel punto di equilibrio. Ci sono due fattori determinanti nel mantenimento della pressione arteriosa a lungo termine: 1) entit dello spostamento della curva di eliminazione renale di acqua e di sale 2) il livello dellassunzione di acqua e sale Risulta impossibile modificare il livello della pressione arteriosa a lungo termine senza cambiare uno od entrambi i due fattori responsabili del livello pressorio arterioso. Un aumento della resistenza periferica totale non pu alzare a lungo termine il livello della pressione arteriosa senza che si verifichi una variazione dellassunzione di liquido e della funzione renale.

Pressione arteriosa = gittata cardiaca x resistenza periferica totale

Laumento della resistenza vascolare si attua ovunque nellorganismo ad eccezione del livello renale. I reni cominciano quindi a rispondere subito allaumento della pressione arteriosa. Il sovraccarico di liquidi innalza la pressione. Aumento del volume fluido extracellulare. aumento del volume sanguigno aumento della pressione media di riempimento

aumento pressione arteriosa

aumento della gittata cardiaca

aumento del ritorno venoso al cuore.

AUTOREGOLAZIONE

aumento resistenza periferica totale

Un aumento dellassunzione di sale pu essere molto pi significativo nel provocare un rialzo pressorio che un aumento di acqua. Il sale non viene eliminato dai reni con cui viene eliminata lacqua, e quando si accumula determina: 1- stimolazione del centro della sete e una maggiore assunzione di H2O per ridurre la concentrazione del sale 2- stimolazione della produzione dellormone antidiuretico che provoca il riassorbimento a livello renale di H2O Ipertensione da eccessivo volume extracellulare Si dice iperteso un soggetto che presenta la sua pressione arteriosa media superiore ai 90 mmHg Effetti letali nellipertensione sono: - sovraccarico di lavoro per i cuore e sviluppo di una cardiopatia - frequenti rotture di vasi a livello cerebrale - emorragie multiple dei reni Un ipertensione da sovraccarico di liquidi dovuta ad un eccesso di liquidi nel corpo. SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA La renina una piccola proteina enzimatica rilasciata quando la PA scende troppo. E sintetizzata ed immagazzinata in una forma inattiva, la prorenina, nelle cellule juxtaglomerulari del rene. Una volta secreta, la renina circola nellorganismo e si distribuisce al corpo oltre che attivare le funzioni intrarenali. La renina agisce su una proteina plasmatica, angiotensinogeno liberando un decapeptide, langiotensina I. Langiotensina I a livello dei capillari polmonari viene modificata dallenzima convertitore e trasformata in angiotensina II che induce vasocostrizione e ritenzione di acqua e sale. Il sistema renina-angiotensina richiede 20 minuti per divenire pienamente attivo. A livello renale langiotensina causa ritenzione di cloruro di sodio e acqua in due modi azione diretta sul rene inducendo ritenzione di acqua e sale

secrezione di aldosterone dalla ghiandola surrenale che provoca riassorbimento di sale e H2O dai tubuli renali. Uno degli effetti pi importanti dellangiotensina a livello renale la costrizione dei vasi renali che diminuisce il flusso di sangue nel rene. La diminuzione del flusso sanguigno nei capillari abbassa la pressione e consente un maggior riassorbimento osmotico. Langiotensina una delle pi potenti sostanze che controllano la secrezione di aldosterone. Una delle pi importanti funzioni di questo ormone quella di indurre un incremento notevole del riassorbimento di sodio dai tubuli renali aumentando la sua concentrazione nel liquido extracellulare. Ipertensione neurogena forte attivazione del sistema simpatico Ipertensione essenziale: Dovuta ad origini non conosciute, forte componente ereditaria. Caratteristiche: - PA media aumentata del 40-60 % - flusso renale sanguigno ridotto alla met - resistenza del flusso ematico attraverso il rene aumentata da due a quattro volte - resistenza periferica totale aumentata del 40-60% - i reni non eliminano un adeguata quantit di sale ed H2O se non a livelli pressori elevati Il trattamento di questo tipo di ipertensione si effettua tramite farmaci vasodilatatori oppure farmaci che inibiscono il riassorbimento di acqua e sale.

ELEMENTI DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE Il cuore risulta costituito da quattro camere ( due atri e due ventricoli). Presenta uno scheletro fibroso costituito da connettivo denso e che conferisce al cuore un impalcatura di notevole rigidit. La muscolatura del cuore si distingue in - atriale: costituita da due strati sottili, uno superficiale comune e uno piu profondo perpendicolare al primo e costituito da due foglietti - ventricolare: diversi strati spessi che hanno disposizione delle fibre oblique in maniera tale che la contrazione determina la riduzione delle camere ventricolari in senso obliquo e circolare. Ruolo dei muscoli papillari: nella sistole, contraendosi riducono il volume delle cavit ventricolari accentuando la formazione di un canale cilindrico di efflusso, e occludendo contemporaneamente la regione di afflusso sotto le valvole atrio ventricolari. Nella diastole riducono di poco il volume delle cavita ventricolari. Il muscolo cardiaco richiede un flusso capillare di 3-4 volte superiore a quello richiesto dal muscolo scheletrico. Propriet funzionali: 1- eccitabilit: propriet che ha un tessuto di rispondere ad uno stimolo,l adeguato per qualit ed intensit con un cambiamento di stato 2- ritmicit: propriet che ha il cuore di eccitarsi e quindi di contrarsi spontaneamente e ritmicamente 3- conducibilit: propriet che ha il tessuto cardiaco di condurre leccitamento insorto nelle cellule del nodo seno atriale, propagandolo a tutto il miocardio 4- contrattilit: capacita di rispondere ad uno stimolo con un cambiamento di dimensioni geometriche (accorciamento) o di caratteristiche meccaniche.

Ciclo cardiaco: serie di eventi che caratterizzano la funzione di pompa cardiaca. Viene suddiviso in fasi Osservazioni particolari: - sistole relativamente costante, diastole variabile con la frequenza - volume ventricolare: asimmetria delle fasi di svuotamento e di riempimento. GITTATA CARDIACA, RITORNO VENOSO E REGOLAZIONE La gittata cardiaca la quantit di sangue pompata dal cuore ogni minuto nellaorta. Corrisponde alla quantit di sangue che scorre. Il ritorno venoso la quantit di sangue che affluisce ogni minuto dalle vene nellatrio destro. La gittata cardiaca varia in relazione a: - attivit fisica - metabolismo corporeo - et - dimensioni corporee La gittata a riposo in un uomo adulto di 5,6 litri/min Lindice cardiaco indica il valore della gittata cardiaca per metro quadrato di superficie corporea. La gittata cardiaca controllata da tutti quei fattori che permettono al sangue di ritornare al cuore e quindi dal ritorno venoso. I fattori periferici sono i principali sistemi di controllo della gittata cardiaca poich il cuore ha la capacita di pompare qualsiasi quantit di sangue arrivi allatrio destro secondo la legge di FrankSterling che definisce che un aumento del flusso ematico distende le pareti delle cavit cardiache e per effetto di questo stiramento il cuore sviluppa una forza di contrazione maggiore. Altro sistema di controllo dato dallaumento della frequenza dovuto allo stiramento delle fibre del nodo seno atriale secondo il riflesso di Bainbridge. La regolazione della gittata cardiaca il risultato della somma di tutti i controlli locali del flusso sanguigno. Il flusso aumenta nella maggior parte dei tessuti in modo proporzionale al loro metabolismo. Legge di Ohm = Pressione arteriosa/resistenza periferica totale Ci sono dei limiti precisi alla quantit di sangue che il cuore pu pompare, sono il caso di un cuore iperefficiente o ipoefficiente. Nel cuore iperefficiente: - stimolazione nervosa: aumento sia la frequenza cardiaca che la forza di contrazione del miocardio - ipertrofia cardiaca: aumento della massa muscolare del miocardio Fattori che causano ipoefficenza (riduzione della capacita di pompa) - inibizione nervosa - malattie valvolari - aumento della pressione arteriosa - malattie cardiache - miocarditi - anossia cardiaca Una gittata cardiaca elevata quasi sempre provocata dalla riduzione della resistenza periferica totale.

Lincremento dellattivit propulsiva del cuore non causa incrementi durevoli della gittata cardiaca per diversi motivi: 1- eccessi di flusso ai tessuti causa vasocostrizione 2- aumento della pressione arteriosa e relativo aumento nel liquido interstiziale Riduzione della gittata cardiaca Fattori cardiaci intrinseci - IMA - malattie valvolari - miocarditi - tamponamento cardiaco Fattori periferici riduzione del ritorno venoso - riduzione volume sanguigno - dilatazione venosa acuta - ostruzione delle grandi venerd Qualsiasi sia la causa della bassa gittata cardiaca, quando la gittata scende al di sotto del livello richiesto per il nutrimento dei tessuti, il soggetto va incontro a shock cardiaco. I fattori primari che regolano la gittata cardiaca sono: - capacit di pompa del cuore - fattori periferici che influenzano il ritorno venoso La curva della gittata cardiaca viene utilizzata per un analisi qualitativa e quantitativa della gittata. La gittata pu venire influenzata dalla pressione extracardiaca presente nella cavit toracica (-4 mmHg) Aumenti pressori allinterno della cavit toracica, richiedono aumenti nella forza di contrazione del cuore e in particolare dellatrio destro. Fattori che influenzano il ritorno venoso: PRESSIONE ATRIO DX: esercita forza a ritroso sulle vene ed ostacola il flusso ematico verso latrio. PRESSIONE SISTEMICA MEDIA DI RIEMPIMENTO: grado di riempimento della circolazione sistemica che spinge il sangue verso il cuore. E la pressione presente in qualsiasi punto della circolazione sistemica quando si blocca il flusso sanguigno. RESISTENZA AL FLUSSO SANGUIGNO: tra i vasi periferici e latrio destro. La curva del ritorno venoso confronta il ritorno venoso con la pressione atriale destra. Qualora la pressione atriale raggiunga i 7 mmHg in mancanza di riflessi circolatori, il ritorno venoso si riduce a zero. Il plateau presente nella curva del ritorno venoso a pressioni atriali negative dovuto al collasso delle vene che entrano nel torace. Se si viene a bloccare lattivit di pompa del cuore, dopo qualche secondo il flusso di sangue si ferma in ogni parte del circolo e in qualche minuto le pressioni diventano uguali in qualsiasi punto della circolazione. Allequilibrio la pressione rappresenta la pressione circolatoria media di riempimento. La pressione sistemica media di riempimento lievemente differente da quella circolatoria media di riempimento. La pressione sistemica media di riempimento quella che si pu calcolare in un punto qualsiasi della circolazione sistemica dopo che il flusso ematico stato bloccato con delle pinze a livello dei grandi vasi del cuore in modo che la pressione a livello sistemico si possa valutare indipendentemente da quelle della circolazione polmonare. La pressione sistemica media di riempimento quasi sempre uguale alla pressione circolatoria media di riempimento perch la circolazione polmonare ha meno di un ottavo della capacita della circolazione sistemica.

Quando la pressione dellatrio destro aumenta ed eguaglia la pressione sistemica media di riempimento, tutte le altre pressioni nella circolazione sistemica raggiungono questo stesso livello pressorio. Non esistendo pi differenza di pressione tra vasi periferici e atrio destro non pu pi esserci ritorno venoso allatrio. Vale la regola generale che pi grande la differenza tra la pressione sistemica media di riempimento e la pressione dellatrio destro maggiore sara il ritorno venoso. Abbiamo una forza che si oppone al ritorno venoso ed la resistenza al ritorno venoso. Quando la resistenza aumenta, il sangue comincia a ristagnare ed accumularsi in periferia data lelevata distensibilit delle vene. Possiamo calcolare il ritorno venoso:

RV = Psr PAD/ RRV


dove RV = ritorno venoso Psr = pressione sistemica media di riempimento PAD = pressione atrio destro RRV = resistenza al ritorno venoso Nelluomo normale RV = 5 litri/min RRV = 1,4 mmHg / litro flusso sangue Psr =7 mmHg PAD = 0 mmHg Una riduzione alla meta delle resistenze permette di duplicare il flusso ematico. Nella funzione circolatoria globale il ritorno venoso dalla circolazione sistemica deve eguagliare la gittata del cuore. Un aumento del volume ematico pu causare incremento della gittata cardiaca, aumento che in genere viene contenuto da un meccanismo compensatorio. Nelluomo la gittata cardiaca misurata attraverso dei metodi indiretti. METODO DI FICK ALL O2 200 ml di sangue sono assorbiti al minuto dal sangue polmonare. Il sangue che entra nellatrio destro ha concentrazioni di 160 ml/l, mentre quello che lascia latrio sinistro ha una concentrazione di 200 ml/l. Ciascun litro di sangue che passa dai polmoni raccoglie 40 ml di ossigeno. Poiche 200 ml sono lossigeno assorbito, 5 saranno i litri di sangue al minuto che passano per i polmoni Gittata = ossigeno assorbito / differenza A-V ossigeno METODO DILUIZIONE INDICATORE Un colorante viene iniettato in una grande vena o nellatrio destro e viene misurata la concentrazione del colorante a livello delle arterie periferiche. In particolari condizioni fisiche il flusso sanguigno muscolare pu incrementare pi di 20 volte, questo a sua volta determina un aumento della gittata cardiaca di 4-5 volte. A riposo il flusso ematico nel muscolo scheletrico si aggira attorno ai 3-4 ml/min per 100 gr di muscolo, valore che si alza fino a 50 ml/min/gr di muscolo. Il flusso ematico in un muscolo, aumenta e diminuisce ad ogni contrazione muscolare, questo a causa della compressione dei vasi che si verifica ad ogni contrazione.

A riposo i capillari muscolari hanno flusso scarso, ma durante le attivit fisiche vigorose, tutti i capillari tendono ad aprirsi e questo permette una rapida diffusione di O2 e nutrienti dai vasi ai tessuti. La riduzione di O2 nei tessuti muscolari uno dei pi importanti fattori che causano aumento del flusso ematico. I muscoli utilizzano rapidamente O2 facendone diminuire la concentrazione nel liquido extracellulare. Questo causa vasodilatazione sia per il rilascio di sostanze vasoattive che per il fatto che i vasi non riescono sostenere lo stato di contrazione. Il controllo nervoso avviene grazie a: - fibre vasocostrittrici simpatiche: secernono noradrenalina che agisce sui recettori alfa inducendo vasocostrizione - fibre vasodilatatrice del simpatico. Meccanismi principali nel controllo del flusso Scarica massiva del simpatico Impulsi dal cervello attivano il simpatico e contemporaneamente inibiscono il parasimpatico. Il cuore aumenta la frequenza e la forza di contrazione e le arteriole della circolazione periferica si contraggono. Abbiamo un guadagno di circa due litri di sangue per i muscoli. Il circolo coronario e cerebrale non subiscono vasocostrizione perch non sono provvisti di ricca innervazione vasocostrittrice. Le pareti muscolari delle vene e di altri sistemi di capacita della circolazione sono potentemente contratti con il risultato di alzare la pressione sistemica media di riempimento. Durante un esercizio fisico si verifica un aumento della pressione arteriosa a causa di - vasocostrizione periferica - aumento attivit propulsiva del cuore - incremento della pressione sistemica media di riempimento Questo incremento importante per permettere un adeguato flusso di sangue. Un aumento della gittata cardiaca importante per permettere al muscolo che sta lavorando di ricevere ossigeno ed altri nutrienti. LA CIRCOLAZIONE CORONARICA Le principali arterie coronariche si trovano sulla superficie del cuore e le arterie pi piccole penetrano nel muscolo cardiaco. Da queste il muscolo riceve nutrimento. Larteria coronaria di sinistra irrora principalmente le parti anteriori e laterali del ventricolo di sinistra mentre larteria coronaria di destra irrora la maggior parte del ventricolo destro. La maggior parte del sangue venoso refluo viene raccolto attraverso il seno coronario e le vene cardiache anteriori. A riposo il flusso coronario di circa 225 ml/min cio circa 0,7/08,8 ml/g. Nellesercizio fisico intenso laumento dellapporto nutritivo al miocardio inferiore a quello richiesto per questo aumenta il rendimento dellutilizzazione dellenergia. Il flusso ematico nei capillari del ventricolo sinistro scende a valori molto bassi durante la sistole a causa della forte compressione dei vasi da parte del miocardio. Durante la sistole si sviluppa un gradiente di pressione allinterno del muscolo e da questo risulta che la pressione intramiocardica comprime i vasi ematici subendocardici molto pi che i vasi dello strato esterno. Il flusso nel sistema coronario regolato quasi interamente in risposta alle necessita nutritive del muscolo cardiaco, quindi quando la forza di contrazione aumenta, aumenta anche il flusso coronario. Il flusso di sangue regolato quasi esattamente in funzione del fabbisogno di ossigeno. E stato ipotizzato che la mancanza di ossigeno provochi il rilascio di sostanze vasoattive che provocano vasodilatazione.

La stimolazione dei nervi autonomi del cuore pu influenzare per via diretta ed indiretta il flusso ematico. Tra gli effetti indiretti riconosciamo lincremento o la diminuzione dellattivit cardiaca. Questi hanno un ruolo molto importante nel controllo del flusso. La stimolazione simpatica con rilascio di adrenalina, aumenta sia la frequenza che la contrattilit cardiaca. La stimolazione del vago con liberazione di acetilcolina, rallenta lattivit cardiaca. La stimolazione parasimpatica ha soltanto un lieve effetto diretto sulla dilatazione delle coronarie. I vasi coronarici presentano invece estesa innervazione simpatica. I mediatori chimici possono provocare sia dilatazione che costrizione a seconda del tipo di rettori localizzati nelle pareti dei vasi. In condizioni di riposo il muscolo cardiaco utilizza come fonte di energia principalmente gli acidi grassi al posto dei carboidrati. Durante condizioni di anaerobiosi o di ischemia , il cuore pu ricorrere alla glicolisi anaerobica con formazione di acido lattico, probabile causa di dolore durante un attacco ischemica. Nellinsufficienza cardiaca il cuore incapace di pompare il sangue per soddisfare i bisogni dellorganismo. Se il cuore subisce un grave danno, si riduce immediatamente la gittata cardiaca e si verifica un ristagno di sangue con conseguente aumento della pressione venosa sistemica. Se si realizza una situazione di questo genere subito entrano in gioco meccanismi compensatori. Il riflesso barocettivo, viene ad esempio attivato dallabbassamento della pressione arteriosa. Altri tipi di riflessi sono quelli chemocettivi o quelli da risposta ischemica. Il sistema simpatico viene fortemente attivato entro pochi secondi permettendo un maggior ritorno venoso al cuore. Dopo pochi minuti ha inizio una fase che si prolunga nel tempo: 1- ritenzione di liquidi da parte dei reni 2- progressivo recupero della funzionalit cardiaca Una riduzione della gittata pu portare alla riduzione alla meta della produzione di urine. Un moderato aumento del volume di liquidi svolge un ruolo facilitante nel compensare la capacita propulsiva del cuore. Questo di verifica in due modi: - eleva la pressione sistemica media di riempimento determinando un aumento del gradiente di pressione che spinge il sangue verso il cuore. - distende le vene riducendo la resistenza venosa In un quadro di grave insufficienza cardiaca un accumulo di liquidi crea gravi conseguenze: - eccepiva distensione del cuore - formazione di edema polmonare - edema nei tessuti Formazione di circolo collaterale ed ipertrofia del cuore sana. Il soggetto necessita di riposo. Linsufficienza cardiaca si dice compensata quando i meccanismi di controllo permettono un progressivo recupero e ritorno alla normalit nel soggetto a riposo. Insufficienza cardiaca scompensata Il cuore risulta gravemente danneggiato ed incapace di pompare sufficiente sangue per consentire al rene di eliminare la necessaria quantit giornaliera di liquidi. Il livello minimo per consentire un bilancio di liquidi di 5 litri di gittata. Si instaura quindi: - progressiva ritenzione di liquidi - progressivo aumento della pressione sistemica media di riempimento - progressivo aumento della pressione nellatrio destro.

I TONI CARDIACI La chiusura delle valvole cardiache udibile con uno stetoscopio. Auscultando un cuore normale si riconosce: - primo tono cardiaco : LUB chiusura delle valvole A-V allinizio della sistole - secondo tono cardiaco: DUB chiusura delle valvole semilunari (aortiche e polmonari) alla fine della sistole Lorigine dei toni cardiaci sta nella vibrazione delle valvole che vengono poste in tensione subito dopo la loro chiusura e alla quale sono associati fenomeni di vibrazione. La durata di ciascun tono di circa 0.14 secondi. Talvolta si riconosce un terzo tono allinizio del terzo medio della diastole dovuto allirruzione del sangue dagli atri ai ventricoli. Un quarto tono pu essere registrato con un fonocardiogramma quando gli atri si contraggono.

LA VENTILAZIONE POLMONARE
La funzione della respirazione di portare ossigeno ai tessuti e rimuovere anidride carbonica. Identifichiamo quattro processi: ventilazione polmonare che consiste nellimmissione di aria dallatmosfera agli alveoli polmonari diffusione dellossigeno e dellanidride carbonica tra gli alveoli ed il sangue trasporto nel sangue e liquidi dellorganismo di O2 e CO2 regolazione della respirazione Meccanica della ventilazione I polmoni si possono espandere e retrarre grazie allo spostamento verso il basso o verso lalto del diaframma e allelevazione o allabbassamento delle coste che fanno aumentare o diminuire il diametro anteroposteriore del torace. Durante linspirazione il diaframma si contrae e abbassandosi causa la trazione verso il basso della superficie inferiore dei polmoni. Il secondo meccanismo di espansione dei polmoni dato dallinnalzamento delle coste. Il polmone una struttura elastica che in assenza di una forza che lo tiene espanso collassa. Non ha punti di attacco alle pareti toraciche tranne nel punto in cui sospeso al suo ilo. E circondato da un sottile strato di liquido pleurico che agisce da lubrificante per i movimenti del polmone allinterno della cavit pleurica. La continua rimozione di questo liquido attraverso i vasi linfatici mantiene una leggera aspirazione tra la superficie della pleura viscerale che riveste il polmone e quella della pleura parietale che riveste la parete toracica. La pressione pleurica la pressione che vige nello spazio tra pleura viscerale e parietale. La leggera aspirazione qua presente si traduce in una pressione leggermente negativa. Allinizio dellinspirazione la pressione pleurica normale pari a 5 cm H2O. Durante un inspirazione normale poi scende ad un valore di 7,5 cm H2O con un aumento del volume polmonare di 0,5 litri. La pressione alveolare quella che vige allinterno degli alveoli. Quando la glottide aperta la pressione esistente in ogni punto dellalbero respiratorio uguale alla pressione atmosferica. Affinch durante linspirazione laria possa affluire nei polmoni, la pressione negli alveoli deve scendere ad un valore leggermente inferiore. La pressione transpolmonare rappresenta la differenza tra la pressione alveolare e la pressione pleurica. E data dalla differenza di pressione esistente tra gli alveoli e la superficie esterna dei polmoni ed una misura delle forze elastiche polmonari che tendono a far collassare i polmoni ad ogni grado della loro espansione detta pressione di ritorno.

COMPLIANCE POLMONARE (COMPLIANZA POLMONARE) Il grado al quale i polmoni si espandono per ogni aumento unitario della pressione transpolmonare definita come la loro distensibilit o complianza. Nelluomo pari alla pressione di 200 ml/cm H2O ossia ogni volta che la pressione transpolmonare aumenta di 1 cm H2O i polmoni si espandono di 200 ml. Le forze che entrano in gioco sono: - forze elastiche proprie del tessuto polmonare - forze elastiche dovute alla tensione superficiale del liquido che riveste le pareti interne degli alveoli. A livello delle superfici interne degli alveoli si sviluppa una forza tra le molecole di acqua allinterfaccia acqua-aria. E chiamata tensione superficiale. La superficie di acqua negli alveoli tende continuamente a contrarsi e questo spinge laria fuori dagli alveoli attraverso i bronchi e tende a far collassare gli alveoli. La forza generata detta forza elastica di tensione superficiale. Surfactante: un tensioattivo e quando immerso in un liquido, tende a disporsi alla sua superficie riducendo notevolmente la tensione superficiale. Viene secreto da cellule presenti nelle pareti alveolari chiamate cellule epiteliali alveolari di tipo II. E una complessa miscela di diversi fosfolipidi, proteine e ioni. La tensione superficiale una forza che tende a far collassare gli alveoli. Questa pressione da collasso pu essere calcolata con la formula:

Pressione = 2 x tensione superficiale / raggio alveolo


Quanto pi piccolo sar lalveolo, tanto maggiore la pressione di collasso. Anche la gabbia toracica possiede caratteristiche di elasticit e viscosit simili al polmone, se questi mancassero, ci sarebbe comunque bisogno di uno sforzo muscolare per espandere la gabbia toracica. Complianza torace-polmoni Viene misurata facendo espandere i polmoni di un soggetto completamente rilassato o paralizzato. Per far espandere il complesso polmoni-torace, si richiede una pressione quasi doppia di quella necessaria ad espandere i soli polmoni dopo rimozione della gabbia toracica. Lavoro respiratorio La contrazione nel respiro normale si verifica solo durante linspirazione. Il lavoro dellinspirazione si distingue in : 1- lavoro di complianza o lavoro elastico: la forza necessaria per vincere le forze elastiche dei polmoni stessi e del torace 2- lavoro di resistenza dei tessuti: forza per vincere la viscosit dei tessuti (polmoni e torace) 3- lavoro di resistenza delle vie aeree: forza per vincere la resistenza delle viee aeree al flusso di aria che entra nei polmoni. Il lavoro di complianza il lavoro che bisogna compiere per distendere i polmoni superando la loro resistenza elastica:

Lavoro di complianza = V x P /2
dove V = variazione del volume dove P = variazione della pressione pleurica

In un respiro normale la massima parte del lavoro compiuto dai muscoli respiratori serve ad espandere i polmoni, solo dal 3 al 5 % dellenergia totale spesa dal corpo viene richiesta per il processo della ventilazione. Per studiare la ventilazione si registra il volume di aria che entra ed esce dai polmoni. Questo metodo detto spirometria. VOLUMI POLMONARI 1- volume corrente: quello inspirato od espirato ad ogni atto respiratorio tranquillo e normale, ammonta a 500 ml. 2- volume di riserva inspiratoria: il volume daria che pu essere inspirato oltre il normale volume corrente, ammonta a circa 3000 ml 3- volume di riserva espiratoria: il volume di aria che pu essere ancora emessa mediante espirazione forzata oltre la normale espirazione tranquilla, ammonta a 1100 ml 4- volume residuo: quello che rimane nei polmoni anche dopo un espirazione forzata massima, ammonta a 1200 ml La somma complessiva dei diversi volumi polmonari, rappresenta il volume massimo al quale i polmoni possono essere espansi. CAPACITA POLMONARI capacit inspiratoria: la somma del volume corrente e del volume di riserva inspiratoria. E la quantit di aria che un soggetto pu inspirare dalla fine di un espirazione tranquilla fino alla massima distensione dei polmoni. capacita funzionale residua: la somma del volume di riserva inspiratoria e del volume residuo. E la quantit di aria che rimane nei polmoni alla fine di una espirazione tranquilla. capacit vitale: la somma del volume di riserva inspiratoria, del volume corrente e del volume di riserva espiratoria. E la quantit massima che lindividuo pu espellere dai polmoni con un espirazione forzata dopo un inspirazione forzata massima. capacit polmonare totale: il massimo valore a cui i polmoni possono essere espansi con una inspirazione forzata massima ed uguale alla capacita vitale pi il volume residuo.

Abbreviazioni 500 ml VT = volume corrente IRV = volume riserva inspiratoria 3000 ml ERV = volume riserva espiratoria 1100 ml RV = volume residuo 1200 ml IC = capacit inspiratoria 3500 ml VT + IRV FRC = capacita funzionale residua 2300 ml ERV + RV VC = capacita vitale 4600 ml ERV +IRV+ VT TLC = capacita polmonare totale 5800 ml VC = IRV + VT + ERV VC = IC + ERV TLC = IC + FRC

La capacita funzionale residua la quantit di aria che rimane nei polmoni tra un respiro e laltro ed importante per il funzionamento polmonare. Il suo valore in alcuni tipi di patologie polmonari varia. Il volume minuto respiratorio indica la quantit di nuova aria che viene introdotta nelle vie respiratorie ad ogni minuto e corrisponde al volume corrente per la frequenza respiratoria. Il normale volume corrente di 500 ml e la normale frequenza respiratoria si aggira attorno ai 12 atti respiratori minuto. Il volume minuto respiratorio si aggira quindi attorno ai 6 litri minuto. La ventilazione alveolare Quello che pi conta nella ventilazione polmonare la quantit di aria che viene sostituita da nuova aria atmosferica nelle aree polmonari, alveoli, sacchi alveolari, dotti alveolari, bronchioli. La frequenza con cui laria nuova raggiunge queste aree detta ventilazione alveolare. Nella respirazione normale, laria del volume corrente arriva a riempire solo le vie aeree fino ai bronchioli terminali e solo piccole porzioni raggiungono gli alveoli. Laria raggiunge la distanza dai bronchioli agli alveoli per diffusione. Non tutta laria introdotta con linspirazione raggiunge le aree polmonari dove avviene lo scambio gassoso. Parte dellaria introdotta non raggiunger mai queste zone. In zone come il naso, la faringe, la trachea non avviene lo scambio di gas ma sono comunque piene di gas. Questaria definita come spazio morto respiratorio. Nellespirazione laria dello spazio morto emessa per prima. Normalmente il volume dello spazio morto di 150 ml. Pu capitare che non tutti gli alveoli possono essere considerati attivi da un punto di vista funzionale. Questi vengono allora considerati come spazio morto fisiologico. La ventilazione alveolare minuto il volume totale di nuova aria che ad ogni minuto entra negli alveoli, essa data dal prodotto della frequenza respiratoria per il volume di nuova aria che ad ogni respiro entra negli alveoli. Con un normale VT di 500 ml, un normale spazio morto di 150 ml, ed una frequenza respiratoria di 12 atti respiratori al minuto, avr: 12 x (500-150) = 4200 ml/min La ventilazione alveolare uno dei principali fattori da cui dipendono la concentrazione dell O2 e della CO2 negli alveoli. Funzioni vie respiratorie Laria viene distribuita ai polmoni tramite la trachea i bronchi ed i bronchioli. La trachea detta via aerea respiratoria di prima generazione, i due bronchi principali, destro e sinistro, sono le vie di seconda generazione. E importante la perviet delle vie aeree. Per impedire che la trachea collassi, numerosi anelli cartilaginei la circondano, placche rigide sono presenti anche a livello dei bronchi. Le pareti dei bronchi e dei bronchioli sono costituite da muscolatura liscia. Le maggiori resistenze al flusso daria si riscontrano a livello dei bronchi pi grandi, in prossimit della trachea. Lalbero bronchiale molto esposto alladrenalina e per azione sui recettori beta si induce dilatazione dellalbero bronchiale. Nel parenchima polmonare penetrano fibre parasimpatiche che secernono acetilcolina e provocano una costrizione dei bronchioli da lieve a moderata. Riflessi irritativi a livello polmonare possono causare broncocostrizione. Tutte le vie respiratorie sono umettate da uno strato di muco secreto da cellule caliciformi presenti nel rivestimento epiteliale. Esso mantiene le superfici umide ed intrappola piccole particelle. I bronchi e la trachea sono sensibili a lieve stimolazione e sostanze estranee scatenano il riflesso della tosse. Gli impulsi dalle vie respiratorie attraverso il nervo vago arrivano al bulbo dove viene a stimolarsi il centro della tosse. Laria nei polmoni durante un colpo di tosse, proiettata allesterno ad una velocit che raggiunge i 120-160 Km/ora.

Tre differenti funzioni vengono svolte dalle cavit nasali: 1- aria viene riscaldata 2- aria viene umidificata 3- aria viene filtrata Queste tre funzioni sono designate come condizionamento dellaria. La filtrazione avviene sia grazie alla presenza di peli, sia grazie alla precipitazione per turbolenza. Laria passando per i turbinati nasali, deve pi volte cambiare direzione permettendo cosi alle particelle pi pesanti di urtare contro le pareti delle cavit nasali e rimanere invischiate nel muco. Nessuna particella superiore ai 6 micron grazie a questo meccanismo raggiunge i polmoni. Vocalizzazione Il linguaggio parlato viene espletato da due funzioni meccaniche, la fonazione espletata dalla laringe, e larticolazione, che viene attuata dalle strutture della bocca. nella laringe si trovano delle strutture vibranti, le corde vocali le quali vengono stirate da muscoli specifici. Durante la fonazione le corde vocali si chiudono e laria costretta a passare tra di esse, e questo ne causa la vibrazione. La frequenza di vibrazione data dal grado di tensione delle corde stesse. I tre principali organi per larticolazione delle parole sono le labbra, la lingua ed il palato molle. I risuonatori comprendono la bocca, il naso ed i seni paranasali, la faringe e la cavit toracica. ANATOMIA FUNZIONALE DEL SISTEMA CIRCOLATORIO POLMONARE Vasi polmonari: arteria polmonare destra e sinistra, le sue ramificazioni sono molto corte. I vasi hanno pareti sottili e distendibili, compliance 7 ml/Hg. Contengono 2/3 della gittata sistolica del ventricolo destro. Vasi bronchiali: sangue ossigenato che arriva ai polmoni ed irrora le strutture di sostegno dei polmoni, si riversa nelle vene polmonari. La pressione sistolica del ventricolo destro si aggira attorno ai 25mmHg. Durante la sistole, la pressione dellarteria polmonare uguale a quella nel ventricolo destro. La pressione media dellarteria polmonare di 15 mmHg. La pressione capillare media polmonare si aggira intorno ai 7 mmHg. La pressione media dellatrio sinistro e delle grosse vene polmonari di 2 mmHg. Volume di sangue polmonare Corrisponde a circa 450 ml, il 9% del volume totale del sangue in circolo. I polmoni possono servire come serbatoio di sangue. Il flusso di sangue nei polmoni uguale alla gittata cardiaca. I vasi polmonari si comportano come condotti passivi distendibili che si dilatano se la pressione aumenta e si restringono quando la pressione diminuisce. Affinch si verifichi un adeguata ossigenazione del sangue necessario che il sangue venga distribuito a quei settori in cui gli alveoli sono meglio ventilati. Quando gli alveoli sono mal ventilati e la concentrazione di O2 si abbassa, i vasi sanguigni si costringono lentamente facendo aumentare la resistenza vascolare. Questo effetto opposto a quello che si verifica normalmente nel circolo sistemico. La causa nel rilascio da parte del tessuto polmonare di una sostanza vasocostrittrice Linfluenza della bassa concentrazione di ossigeno sulla resistenza dei vasi polmonari ha la funzione di distribuire il flusso ematico dove pi conveniente. In questo modo la maggior parte del sangue viene dirottata verso le aree meglio ventilate. Anche a livello del cuore si verifica leffetto dovuto alla pressione idrostatica per cui tra il punto pi alto e quello pi basso del polmone abbiamo una differenza di pressione di circa 28 mmHg.

La pressione al di sopra del cuore di 15 mmHg pi bassa, mentre al di sotto del cuore questa di 8 mmHg pi alta. Questa differenza influisce sul flusso di sangue nelle diverse zone dei polmoni. Il polmone viene diviso in tre zone: 1- assenza del flusso sanguigno in ogni fase del ciclo cardiaco poich la pressione capillare locale non diventa mai superiore alla pressione alveolare 2- flusso sanguigno intermittente solo durante i picchi di pressione arteriosa perch la pressione sistolica pi grande di quella alveolare 3- flusso sanguigno continuo perch la pressione capillare alveolare rimane superiore alla pressione alveolare durante lintero ciclo cardiaco. Normalmente i polmoni presentano solamente zone di flusso sanguigno del tipo 2 e 3. Un flusso sanguigno da zona 1 si verifica solo in condizioni anormali, ad esempio in stati di ipovolemia. Durante un esercizio fisico intenso, lintero polmone si trasforma in zona 3 , il flusso aumenta fino a 4-7 volte. Questo aumento si attua in due modi; incrementando il numero di capillari aperti, distendendo i capillari e aumentando la velocit del flusso. DINAMICA DEI CAPILLARI POLMONARI Le pareti alveolari sono cosi ricche di capillari che nella maggior parte dei distretti entrano in contatto luno con laltro. La pressione capillare polmonare misurata con il metodo isogravimetrico da valori di 7 mmHg. Quando la gittata cardiaca normale, il sangue impiega 0,8 secondi per passare attraverso i capillari polmonari. La dinamica degli scambi la stessa dal punto di vista qualitativo dei capillari periferici. Vi sono pero notevoli differenze dal punto di vista quantitativo. nei capillari polmonari abbiamo bassa pressione (7 mmHg) la pressione nel liquido interstiziale leggermente pi negativa i capillari polmonari sono relativamente permeabili a molecole proteiche cosi che la pressione colloido osmotica risulta essere nei liquidi interstiziali polmonari di circa 14 mmHg. le pareti alveolari sono estremamente sottili e lepitelio cosi fragile che si rompe per una qualsiasi pressione positiva negli spazi interstiziali che superi la pressione atmosferica. Le forze a livello della membrana capillare sono: forze che spingono il liquido verso lesterno negli spazi interstiziali - pressione capillare 7 mmHg - pressione colloido osmotica interstiziale 14 mmHg - pressione negativa del liquido interstiziale 8 mmHg FORZE VERSO LESTERNO 29 mmHg forze che tendono a riassorbile liquido nel capillare - pressione colloido osmotica del plasma 28 mm Hg FORZE VERSO LINTERNO 28 mmHg PRESSIONE NETTA DI FILTRAZIONE 1 mmHg

Questa provoca un flusso continuo di liquido dai capillari negli spazi interstiziali. Il liquido viene aspirato attraverso la pressione negativa presente nellinterstizio, dai vasi linfatici, mantenendo cosi asciutti gli alveoli. LA DIFFUSIONE DEI GAS ATTRAVERSO LA MEMBRANA Lunita respiratoria risulta costituita da un bronchiolo respiratorio, dai dotti alveolari, da atri ed alveoli. Le pareti degli alveoli sono estremamente sottili e sono circondati da una fittissima rete

capillare. Questo fa in modo che i gas alveolari ed il sangue siano in strettissimo contatto. Gli scambi gassosi si verificano attraverso le membrane di tutte le componenti terminali dei polmoni e non solo attraverso gli alveoli. Linsieme dei queste membrane respiratorie detto MEMBRANE POLMONARI. Le componenti della membrana sono: 1- surfactante che riduce la tensione superficiale 2- epitelio alveolare 3- membrana basale dellepitelio 4- spazio interstiziale tra epitelio alveolare e parete capillare 5- membrana basale capillare 6- membrana endoteliale capillare Lo spessore complessivo della membrana respiratoria di appena 0,2 mm. Larea totale di superficie della membrana respiratoria in un uomo adulto di circa 70 metri quadrati. La quantit totale di sangue presente nei capillari pari a 60-140 ml. Il diametro medio dei capillari di soli 5 mm e questo fa si che i globuli rossi per passare attraverso di essi si deformano entrando in contatto con la membrana capillare. Possiamo applicare i principi di diffusione dei gas respiratori attraverso lacqua, alla diffusione attraverso la membrana respiratoria. I fattori pertanto che influenzano questo sono: - lo spessore della membrana - larea della superficie della membrana - il coefficiente di diffusione del gas nella sostanza di cui costituita la membrana - la differenza di pressione tra i due lati della membrana Lo spessore della membrana pu a volte aumentare come in presenza dei liquido edematoso. Larea della superficie della membrana pu ridursi, ad esempio enfisema polmonare. Il coefficiente di diffusione per il trasferimento di ciascun gas attraverso la membrana respiratoria dipende dalla sua solubilit nella membrana ed inversamente proporzionale alla radice quadrata del suo peso molecolare. La differenza di pressione corrisponde alla differenza tra la pressione parziale del gas negli alveoli e la pressione del gas nel sangue. Lattitudine della membrana respiratoria a permettere lo scambio di un gas tra gli alveoli e il sangue polmonare si pu esprimere come capacita di diffusione definita come il volume di determinato gas che diffonde in ogni minuto attraverso la membrana per una differenza di pressione di un mmHg. Nelladulto la capacita di diffusione per lossigeno in condizioni di riposo di 21 ml/min per mmHg. La differenza di pressione per lO2 di 11 mmHg. Moltiplicando i due valori si ottiene la quantit di ossigeno che ogni minuto attraversa la membrana respiratoria ed pari a 230 ml. In molte patologie ma anche in condizioni normali, alcune aree polmonari sono ben ventilate ma pressoch prive di flusso sanguigno, mentre altre sono perfettamente irrorate ma non ventilate. Si viene cosi a creare uno squilibrio tra la ventilazione e la per fusione Il trasporto di O2 e CO2 nel sangue E grazie alla presenza dellemoglobina nel sangue che si realizza un efficiente trasporto di O2 e di CO2. LHb permette al sangue di trasportare da 30 a 100 volte in pi di ossigeno di quanto non faccia il sangue con ossigeno disciolto. I gas si muovono da un punto allaltro per diffusione a causa della differenza di pressione tra due diversi punti. La PO2 dellossigeno gassoso presente nellalveolo ha un valore medio di 104 mmHg, mentre la PO2 del sangue venoso ha un valore medio di 40 mmHg. La differenza di pressione che permette allossigeno di diffondere allinterno dei capillari polmonari pari a 104-40 cio 64 mmHg.

Esiste un margine di sicurezza per la diffusione di ossigeno nel sangue che risulta evidente soprattutto durante un esercizio fisico intenso. In questo caso la capacita di diffusione dellossigeno aumenta di almeno tre volte durante lattivit muscolare, questo dovuto allaumento dellarea di superficie dei capillari e allinstaurarsi di un rapporto ventilazione-perfusione pi vicino a quello ideale nelle parti alte del polmone. Circa il 98% del sangue che entra nellatrio sinistro provenendo dal circolo polmonare stato ossigenato ed ha una PO2 di 104 mmHg. Il 2% irrora le strutture polmonari e rientra nelle vene polmonari mescolandosi al sangue ossigenato. Quando il sangue proveniente dallaorta per il circolo bronchiale lascia queste strutture la sua PO2 di 40 mmHg. Questo causa un abbassamento della PO2 pompata dal ventricolo sinistro nellaorta e porta la PO2 ad un valore di 95 mmHg. Quando il sangue arterioso raggiunge i tessuti la PO2 nei capillari ancora di 95 mmHg mentre quella presente nei liquidi interstiziali ha un valore di 40 mmHg. Questa differenza di pressione causa il rilascio di ossigeno nel tessuto. Le cellule consumano ossigeno ininterrottamente e la PO2 cellulare rimane sempre pi bassa di quella nei capillari. La normale PO2 pu variare tra il limite inferiore di 5 mmHg e quello superiore di 40 mmHg con un valore intermedio di 23 mmHg. Per sopperire alle esigenze metaboliche, una cellula necessita di soli 1-3 mmHg. Lutilizzo dellossigeno da parte delle cellule comporta la produzione di CO2. Questo aumenta la PCO2 intracellulare e la CO2 diffonde dai tessuti ai capillari tessutali dove viene trasportata da sangue ai polmoni per diffondere infine agli spazi alveolari. Lanidride carbonica pu diffondere con una velocit 20 volte maggiore di quella dellossigeno. PCO2 intracellulare di 46 mmHg PCO2 interstiziale di 45 mmHg PCO2 del sangue arterioso che arriva ai tessuti di 40 mmHg PCO2 del sangue venoso che lascia i tessuti di 45 mmHg PCO2 nellaria alveolare di 40 mmHg Una differenza di solo 5 mmHg permette la diffusione di CO2 dai capillari agli alveoli. Un aumento dellattivit metabolica nei tessuti causa un incremento di PCO2 a qualunque livello di flusso ematico. Diminuzione al contrario dellattivit metabolica causa una drastica diminuzione della PCO2 IL TRASPORTO DI O2 NEL SANGUE Il 97% dellO2 trasportato dai polmoni ai tessuti si trova legato chimicamente con lemoglobina presente nei globuli rossi. Il restante 3% si trova sotto forma di gas disciolto in fase acquosa nel plasma. Con laumento della PO2 ematica, aumenta anche la percentuale di emoglobina che si combina con lossigeno e questa viene detta percentuale di saturazione dellemoglobina. La normale saturazione dellossigeno nel sangue arterioso pari a circa 97%. Un soggetto normale possiede nel sangue circa 15 grammi di emoglobina in 100 ml e ogni grammo di emoglobina pu combinarsi con un massimo di 1,34 ml di ossigeno. Mediamente lemoglobina contenuta in 100 ml di sangue pu combinarsi con 20 ml di ossigeno. In condizioni normali circa 5 ml di ossigeno vengono trasportati ai tessuti per ogni 100 ml di sangue. La percentuale del sangue che passando lungo i capillari cede il suo ossigeno ai tessuti chiamata coefficiente di utilizzazione. In condizioni normali pari al 25%. Lemoglobina svolge una funzione essenziale comportandosi come sistema tampone dellossigeno.. Essa il principale fattore responsabile del controllo della pressione dellossigeno nei tessuti. Lemoglobina svolge un ruolo importante nel mantenere la PO2 tessutale costante nonostante ci siano profondi cambiamenti della concentrazione atmosferica di ossigeno. Cambiamenti che possono risultare evidenti in ambienti pressurizzati o ad alte quote.

Vi sono dei fattori che determinano uno spostamento della curva di dissociazione dellemoglobina e sono importanti nel trasporto dellossigeno. 1- aumento di anidride carbonica e ioni idrogeno effetto Bohr A seguito del cambiamento di concentrazione di anidride carbonica e ioni idrogeno si ha un effetto positivo sullossigenazione poiche favorisce la cessione di ossigeno dal sangue ai tessuti. La riduzione a livello alveolare della PCO2 ematica causa riduzione di acido carbonico e la quantit di O2 che si combina con lemoglobina maggiore. 2- Effetto del DGP (2,3-difosfoglicerato) In condizioni di ipossia aumenta la quantit di DGP plasmatico. Questo causa un rilascio di ossigeno ai tessuti ad una pressione che pu essere fino a 10 mmHg pi elevata di quella in condizioni normali. 3- aumento della temperatura corporea I muscoli in attivit producono cospicua quantit di CO2. La temperatura pu aumentare di 2 o 3 gradi centigradi e causare un effetto sulla cessione di ossigeno ai tessuti con un incremento di 15 mmHg della PO2. Per le normali reazioni chimiche della cellula sufficiente anche una piccola pressione parziale di ossigeno. I sistemi enzimatici sono organizzati in modo che quando la PO2 della cellula superiore a 1 mmHg, la disponibilit di ossigeno non pi il fattore limitante. Fattore limitante invece la concentrazione di ADP. Un aumento di ADP determina lutilizzo di ossigeno e vari nutrienti che si combinano con ossigeno con effetto finale di un aumento dellenergia prodotta. Questa energia viene usata per riconvertire ADP in ATP. A volte le cellule possono trovarsi ad una distanza maggiore di 50 mm, e la diffusione di ossigeno a queste cellule cosi bassa che la PO2 intracellulare scende sotto il livello critico di un mmHg. TRASPORTO DI ANIDRIDE CARBONICA NEL SANGUE Lanidride carbonica pu essere trasportata in quantit molto pi cospicue dal sangue che non lossigeno. La quantit di CO2 nel sangue svolge un importante ruolo nel mantenimento dellequilibrio acido-base dei liquidi corporei. Nelle normali condizioni di riposo, per ogni 100 ml di sangue vengono trasportati in media dai tessuti ai polmoni 4 ml di CO2. Una piccola frazione di CO2 viene trasportata ai polmoni sotto forma di gas disciolto in soluzione ed pari a 2,7 ml per 100 ml. Lanidride carbonica disciolta nel sangue reagisce con lacqua per formare HCO3-. Nei globuli rossi presente lenzima anidrasi carbonica che catalizza la reazione tra H2O e CO2. Questo permette a grandi quantit di anidride carbonica di reagire con H2O contenuta nei globuli rossi prima ancora che il sangue abbia lasciato i capillari tessutali. In meno di un secondo, lacido carbonico formatosi nei globuli rossi si dissocia in ioni idrogeno e ioni bicarbonato. Molti degli ioni idrogeno si combinano con lemoglobina nei globuli rossi. Molti degli ioni bicarbonato diffondono dai globuli rossi al plasma e ioni cloro li sostituiscono nei globuli rossi. Il contenuto di ioni cloro negli eritrociti del sangue venoso maggiore di quello nei globuli rossi del sangue arterioso. Il legame di CO2 con H2O grazie allanidrasi carbonica responsabile del trasporto del 70 % di CO2. Oltre a combinarsi con H2O, la CO2 si combina anche con radicali amminici delle molecole di Hg per formare la carbaminoemoglobina. Una piccola quantit di CO2 reagisce anche con le proteine plasmatiche. Lanidride carbonica si pu trovare nel sangue in molte forme: - gas libero in soluzione - combinato con H2O - combinato con proteine - combinato con residui amminici La quantit totale dipende comunque solo dalla PCO2.

Laumento della CO2 nel sangue provoca un distacco dellossigeno dallemoglobina e questo un importante fattore che facilita il passaggio dellossigeno nei tessuti. A sua volta il legame dellossigeno tende ad eliminare anidride carbonica dal sangue. Questo noto come effetto Haldane: legame O2 rende nei polmoni Hg pi acida Hg pi acida tende di meno a combinarsi con lanidride carbonica per formare carbaminoemoglobina. laumento dellacidit causa il rilascio da parte dellemoglobina di ioni idrogeno che si combinano con gli ioni bicarbonato del plasma per dare acido carbonico. Questo si dissocia dando H2O e CO2 negli alveoli. Lacido carbonica che si forma quando la CO2 entra nei capillari dei tessuti fa diminuire il ph del sangue. Il Ph normale del sangue arterioso ha un valore di 7,41. Quoziente respiratorio Il normale trasporto di ossigeno per ogni 100 ml di sangue di 5 ml, mentre il trasporto di CO2 di 4 ml. Il rapporto tra la quantit di CO2 eliminata e la quantit di O2 assunta e detto Q LA REGOLAZIONE DELLA RESPIRAZIONE Il sistema nervoso regola autonomamente la ventilazione a seconda delle esigenze metaboliche dellorganismo. Il centro respiratorio controlla tutte le attivit respiratorie. E costituito da vari gruppi neuronali situati nel bulbo e nel ponte encefalico. Distinguiamo tre raggruppamenti: 1- gruppo respiratorio dorsale: nella parte dorsale del bulbo con funzione inspiratoria 2- gruppo respiratorio ventrale: nella parte centrolaterale del bulbo con funzione sia inspiratoria che espiratoria 3- centro pneumotassico: dorsalmente nella porzione superiore del ponte che controlla la frequenza e le fasi respiratorie. Il gruppo respiratorio dorsale I neuroni si estendono per quasi lintera lunghezza del bulbo, nellambito del tratto solitario. Il ritmo basale del respiro ha origine nei neuroni del gruppo respiratorio dorsale. Questo gruppo di neuroni emette scariche ripetitive inspiratorie di potenziali dazione. Il segnale che viene trasmesso da questi neuroni ai muscoli inspiratori primari come il diaframma, non costituito da una scarica istantanea. E un segnale che allinizio molto debole e che seguentemente aumenta progressivamente di intensit terminando poi bruscamente determinando la soppressione dei segnali eccitatori al diaframma, e il ritorno elastico della parete toracica e dei polmoni causando lespirazione. Il segnale inspiratorio per questa sua caratteristica viene chiamato segnale a rampa ed ha il vantaggio di provocare un regolare progressivo aumento del volume dei polmoni nellinspirazione. La regolazione avviene: - regolazione velocit di incremento del segnale - controllo del punto limite in cui il segnale a rampa cessa Il centro pneumotassico Si trova dorsalmente nella parte superiore del ponte nel nucleo parabrachiale ed invia impulsi allarea inspiratoria. Il suo effetto primario la regolazione del punto di interruzione del segnale inspiratorio a rampa e quindi della durata della fase di espansione polmonare. La funzione del centro pneumotassico fondamentalmente quella di limitare la durata dellinspirazione e di conseguenza aumentare la frequenza. Una intensa attivit del centro pu far salire la frequenza a 3040 atti respiratori al minuto.

Gruppo respiratorio ventrale I neuroni di questo gruppo si trovano nel nucleo ambiguo rostralmente e nel nucleo retro-ambiguo caudalmente. i neuroni restano inattivi durante la normale respirazione se la ventilazione sale al di sopra del normale questi gruppi vengono attivati Alcuni neuroni del gruppo ventrale provocano inspirazione mentre altri espirazione. Il loro ruolo specialmente importante nellinviare potenti segnali espiratori ai muscoli addominali durante lespirazione. Centro apneustico Si trova nella porzione pi caudale del ponte. Da questo centro partono segnali diretti ai neuroni del gruppo respiratorio dorsale che impediscono o ritardano linterruzione del segnale a rampa. Il riflesso di Hering-Breuer originato nei polmoni ad opera di recettori da stiramento che quando distesi inviano tramite i nervi vaghi segnali al gruppo respiratorio dorsale.- La loro attivazione provoca linterruzione del segnale a rampa bloccando il protrarsi dellinspirazione. Anche questo riflesso aumenta la frequenza respiratoria. Nelluomo il riflesso di Hering-Breuer si attiva quando il volume corrente aumenta oltre i 1,5 litri. REGOLAZIONE CHIMICA DELLA RESPIRAZIONE Con la respirazione si mantengono appropriate concentrazioni di O2, CO2 e H+ nei tessuti. Lapparato respiratorio sensibile a variazioni di queste sostanze. CO2 e H+ stimolano direttamente il centro respiratorio mentre O2 ha effetto diretto sui chemocettori periferici dei glomi carotidei ed aortici. Nel centro respiratorio esiste un area neuronale chemocettrice che si trova bilateralmente al di sotto della superficie ventrale del bulbo ed molto sensibile alle variazioni della concentrazione di CO2 e H+ nel sangue. I neuroni dellarea chemocettrice sono eccitati in special modo dagli idrogenioni. Questi pero non attraversano con facilita la barriera emato-encefalica ne quella emato-liquorale. Le variazioni di idrogenioni nel sangue hanno quindi effetto minore di quello prodotto dalla CO2. Lanidride carbonica ha un potente effetto stimolatorio secondario. Essa passa attraverso entrambe le barriere emato-encefalica ed emato-liquorale ed ogni volta che la concentrazione di CO2 nel sangue aumenta, sale anche la PCO2 del liquido interstiziale del bulbo e del liquido cerebrospinale. In seguito la CO2 reagisce con lacqua tessutale a formare acido carbonico che si dissocia in HCO3e H+. Leccitazione da parte di CO2 del centro respiratorio molto intensa nella prime ore per poi gradualmente diminuire nei successivi 1-2 giorni. In parte questa diminuzione dovuta alla funzione renale che riporta verso il livello normale la concentrazione degli ioni idrogeno. I reni aumentano i bicarbonati del sangue combinandosi con gli idrogenioni riducendone la concentrazione. Gli HCO3- attraversano la barriera emato-encefalica ed emato-liquorale fino a giungere in prossimit dei neuroni respiratori riducendo la concentrazione di H+ nellambiente intorno ad essi. IL SISTEMA DEI CHEMOCETTORI Situati in periferia sono dei recettori nervosi al di fuori del SNC e svolgono un ruolo importante per segnalare variazioni di concentrazione di O2 nel sangue. La maggior parte dei essi si trova nei corpi carotidei, bilateralmente alla biforcazione delle arterie carotidi comuni. Le loro fibre afferenti decorrono lungo i nervi di Hering e poi nei nervi glossofaringei per raggiungere larea respiratoria dorsale del bulbo.

Altri chemocettori si trovano nei corpi aortici, sullarco dellaorta e le loro fibre afferenti raggiungono larea respiratoria dorsale con i nervi vaghi. Ciascuno di questi corpi chemocettoriali riceve uno speciale apporto di sangue da una piccola arteria nutritizia. Questo fa si che i chemocettori siano continuamente esposti a sangue arterioso ma mai a sangue venoso. La variazione della concentrazione di ossigeno provoca forti variazioni della trasmissione degli impulsi al centro respiratorio. Per quanto riguarda le variazioni di CO2 o H+, la stimolazione periferica 5 volte pi veloce della stimolazione centrale. Leffetto della diminuzione della PO2 arteriosa pu stimolare in maniera intensa la ventilazione alveolare nonostante rimangano costanti le concentrazioni di CO2 e H+. Quando si sale in quota lentamente impiegando giorni, si possono tollerare concentrazioni di ossigeno atmosferico molto pi basse che non quando lascensione venga fatta rapidamente. E questo il fenomeno dellacclimatazione. Il centro respiratorio nel giro di 2-3 giorni perde sensibilit alle variazioni della PCO2. La riduzione della PCO2 che dovrebbe inibire la respirazione perde efficacia e la bassa concentrazione di O2 stimola la ventilazione alveolare. Un esposizione acuta a bassi livelli aumenta la ventilazione del 70 %, un esposizione graduale arriva invece ad aumentare del 400% la ventilazione alveolare. A seguito dellaumento dellattivit muscolare, aumenta anche il consumo di O2 e la produzione di CO2. La ventilazione alveolare aumenta quasi esattamente con il metabolismo, per mantenere un livello basale. I fattori che inducono una modificazione e aumento della ventilazione sono: impulsi trasmessi simultaneamente allinizio dellattivit fisica al tronco encefalico per stimolare il centro respiratorio i movimenti del corpo fanno aumentare la ventilazione polmonare a seguito delleccitazione di propriocettori articolari e muscolari Laumento della ventilazione comincia a verificarsi prima dellinizio dellattivit fisica, probabilmente a causa di impulsi eccitatori provenienti dai centri cerebrali superiori e da riflessi propriocettivi stimolatori. In alcuni casi i segnali nervosi sono troppo deboli o troppo forti nella loro azione stimolante, i fattori chimici assumono allora un ruolo importante negli aggiustamenti della respirazione per mantenere le concentrazioni di CO2 e di H+. Si ritiene che il controllo neurogena della respirazione sia una risposta appresa dallencefalo che con il ripetersi dellattivit fisica, acquisisce progressivamente una maggiore capacita di fornire segnali adeguati.

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