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If this is what is inside

of me, than nobody is


safe

Lo stereotipo e
lepidermizzazione
della differenza

Colonialismo come processo globale, trans-nazionale e


trans-culturale
Il colonialismo ha segnato le societ colonizzatrici
altrettanto profondamente di quelle colonizzate (ma in
modi diversi, naturalmente). (...) La colonizzazione non
mai stata semplicemente esterna alle societ della
metropoli imperiale. E sempre stata profondamente
inscritta in esse allo stesso modo in cui si
indelebilmente inscritta nelle culture dei colonizzati.
(Stuart Hall, Quando stato il post-coloniale? Pensando
al limite, 1997).

> rileggere le opposizioni binarie come


quella tra colonizzato e colonizzatore, centro
e periferia, patria e estero, allora e ora, come
forme di trans-culturazione, di traduzione
culturale, destinate a disturbare i binomi
culturali del qui/l per sempre.

Bisognerebbe invece sottolineare la logica della


convivenza, le dinamiche dellintimit e della familiarit,
inscrivendo il dominante e il dominato entro la
medesima episteme (Achille Mbembe, Postcolonialismo,
Meltemi, 2005).

Colonialismo come pratica incarnata


> Al centro delle relazioni tra governanti e governati c una forma di
intimit basata sulla tirannide che permette di inscrivere entrambi i
soggetti in un ambito che, invece di opporli in maniera dicotomica, li
accomuna e li lega in uno stesso territorio intimo:
Il colonialismo intendeva guarire gli africani dalla loro
presunta pigrizia sollevandoli dallo stato di necessit e
bisogno a prescindere dal loro desiderio di godere di tale
protezione. Stanti la degenerazione e il vizio caratteristici, dal
punto di vista coloniale, dello stile di vita dei nativi, il
colonialismo ritenne necessario mettere un freno alla
prorompente carica sessuale dei nativi, addomesticarne lo
spirito, governarne i corpi e assicurare lincremento
produttivo. Il colonialismo ha rappresentato, in buona misura,
una disciplina dei corpi finalizzata a migliorarne lo
sfruttamento
(Achille
Meltemi, e
> Colonialismo
come
praticaMbembe,
incarnata:Postcolonialismo,
familiarit tra colonizzante
2005). intimit legata alle dinamiche di identificazione, di
colonizzato,
rappresentazione, di proiezione e rispecchiamento, di imitazione, di
desiderio e minaccia. Il luogo per eccellenza di questa intimit e
familiarit, in quanto fonte primaria, oggetto conteso, teatro di
inscrizione e sovvertimento del lessico e dellimmaginario relativo alla
rappresentazione del potere, il corpo.

ESSERE
un corpo?

Body-self
Mindful body
Embodiment

AVERE un
corpo?

Nicole Tran
Ba Vang

> Il corpo non semplicemente il


corpo naturale che tutti gli esseri
umani posseggono.
> Il corpo prodotto in modi diversi
allinterno e a seconda di diverse
societ, rappresentazioni, linguaggi.
> Non c niente di naturale nel
corpo. Si tratta sempre di un corpo
culturale.
> Ma il corpo non solo la superficie
sulla quale la societ scrive i suoi
significati.

Nicole Tran Ba Vang, Spring-Summer


2001

corp
> Le tecniche del corpo o
(Marcel Mauss)
> Il corpo (Marco Aime, Il
primo libro di Antropologia)

> Esso anche un terreno di


resistenza, dove il soggetto pu
produrre contro-narrative alternative

Frantz Fanon
Pelle nera, maschere
bianche, 1952
I dannati della terra, 1961
Relazione fra
razzializzazione coloniale e
follia: durante la sua
osservazione, lo studio e la
cura dei reclusi manicomiali
internati in strutture
psichiatriche coloniali in
Algeria (Blida-Joinville dal
1954) e in Tunisia (La
Manouba dal 1958), Fanon
cerc di dimostrare che la
particolare struttura delle
relazioni coloniali, fondata
sulla razzializzazione
dellAltro, de-umanizzava,
de-cerebrava
completamente il soggetto

> Per offrire ai reclusi uneffettiva terapia avrebbe dovuto prima liberarli
dalle catene dellinferiorizzazione prodotte dal razzismo coloniale. Tutto il
lavoro di Fanon centrato sulla necessit di una doppia terapia,
riguardante lintreccio tra la follia letterale (che comportava una dura
critica al modello psichiatrico europeo, alla base anche della sua
formazione medica di psichiatra) e la razzializzazione coloniale:

Qual lo stato dellAlgeria? Una sistematica de-umanizzazione.


(...) Gli eventi di Algeria sono la logica conseguenza del fallito
tentativo di de-cerebrare un popolo.
La pazzia uno dei modi in cui l'uomo perde la sua libert. ()
Se la psichiatria la tecnica medica che ha per scopo di porre
l'uomo in grado di non sentirsi pi estraneo al suo ambiente,
devo affermare che l'arabo, permanentemente estraniato nel suo
paese, vive in uno stato di assoluta spersonalizzazione.
Solo un'interpretazione psicoanalitica del problema nero pu
mettere
in
rilievo
le
anomalie
affettive
responsabili
dell'instaurarsi di un edificio di complessi. Il nostro lavoro mira
alla dissoluzione totale di questo universo morboso.

Lepidermizzazione della differenza


> allinterno della relazione tra potere, corpo
e identit, nel contesto coloniale, che
prendono forma i processi di identificazione tra
dominante e dominato.
> la struttura discorsiva del potere coloniale
agisce attraverso una doppia opposizione
dicotomica tra colonizzatore-bianco e
colonizzato-nero, che stringe questultimo in
una morsa di incertezza psichica. Il soggetto
nero ha difficolt nella definizione del s, dal
momento che egli pu esistere solo in
relazione alla presenza del colonizzatorebianco

se vi un complesso di
inferiorit, questo
conseguenza di un duplice
processo: in un primo tempo
economico; dinteriorizzazione
o, meglio, di epidermizzazione
di questinferiorit, in un
secondo
Il Nero non deve pi essere nero
per s, ma esserlo di fronte al
Bianco

E poi ci fu dato di affrontare lo sguardo bianco. Una inconsueta pesantezza ci oppresse.


Nel mondo bianco, luomo di colore incontra difficolt nellelaborazione del suo schema
corporale. La conoscenza del corpo unattivit unicamente negatrice. E una conoscenza
in terza persona. Tuttintorno al corpo regna unatmosfera di sicura incertezza

Lepidermizzazione della differenza: lo stereotipo


- Toh, un negro! - era uno stimolo esteriore che mi colpiva secco e leggero in mezzo alla
fronte mentre passavo. Abbozzavo un sorriso. - Guarda, un negro - era vero. Mi divertivo. Guarda, un negro! - A poco a poco il cerchio si restringeva. Mi divertivo apertamente.
- Mamma, guarda il negro, ho paura! - Paura? Paura? Si mettevano ad avere paura di me.
Volli divertirmi fino a soffocare, ma mi era diventato impossibile.
Allora lo schema corporale, attaccato da pi parti, croll cedendo il posto ad uno schema
parziale ed epidermico. In treno non si trattava pi di conoscere il mio corpo in terza persona,
ma in persona tripla. (...) Ero insieme responsabile del mio corpo, della mia razza, dei miei
antenati.
Mi percorrevo con uno sguardo oggettivo, scoprivo la mia nerezza, i miei caratteri etnici, e
avevo i timpani perforati dallantropofagia, larretratezza mentale, il feticismo, le tare razziali, i
negrieri, e soprattutto, soprattutto Y-a-bon banania.
Quel giorno, disorientato, incapace dessere al di fuori con lAltro, il Bianco, che mincarcerava
implacabile, me ne andai lontano da me stesso, lontanissimo, costituendomi oggetto. Cosera
per me se non uno scollamento, una lacerazione, una emorragia che mi coagulava sangue
nero tutto addosso?

> Lo sguardo del bianco sul corpo del colonizzato non uno sguardo di
riconoscimento, bens di negazione sistematica della sua umanit, di
dis-conoscimento. Qui, nel processo dellidentificazione (definizione del
s attraverso laltro), prende forma quella particolare incertezza psichica
che domina le relazioni coloniali, dando vita a una sorta di nevrosi
identitaria nel soggetto colonizzato.
> Nel contesto coloniale i soggetti colonizzati sono costretti a
interiorizzare il processo di inferiorizzazione, a porsi costantemente la
questione della propria identit e a farlo a partire da un piano
essenzialmente corporeo, o meglio epidermico.
> Nel contesto delle relazioni coloniali, il colonizzatore-bianco esercita
sul colonizzato-nero un potere attraverso lo sguardo: disseziona, fissa il
corpo nero in una alterit assoluta, rinchiudendolo in una schiacciante
oggettivit, al punto che il suo stesso corpo, attraverso la pelle, a
secernere la razza:

Mi si chiedeva di confinarmi,
di ridurmi. (...) Non sono
schiavo dellidea che gli altri
hanno di me, ma del mio
apparire.
(...)
Gli
sguardi
bianchi,
i
soli
veri,
mi
dissezionano. (...) Secernevo
una razza.

cosa vuole luomo ne


ro?
> Nel gioco di sguardi il nero chiede di essere riconosciuto, ma
nellincontrare lopposizione dellAltro, la coscienza di s sperimenta il
Desiderio: in scambio di sguardi tra colonizzato e colonizzatore che ha
luogo la relazione psichica paranoica tra i due, sospesa tra la fantasia di
un possesso illimitato e il suo rovesciamento, il desiderio per il nero di
prendere il posto del bianco.
> Il desiderio uno spazio di possesso illusorio che nessun soggetto pu
occupare da solo o una volta per tutte, e che pertanto ammette il sogno
dellinversione dei ruoli (H. Bhabha, I luoghi della cultura, Meltemi 2001).
Questo territorio intimo, condiviso da colonizzatore e colonizzato, lo
spazio di contesa dellidentit, lo spazio in cui lidentificazione per il
colonizzato diventa impossibile, a causa dello scindersi della sua
soggettivit.
> Il soggetto colonizzato, preso nel delirio che lo contrappone al suo
persecutore, desidera prenderne il posto, ma contemporaneamente
desidera anche essere come lui. Lidentificazione scinde la soggettivit
del colonizzato, che si trova ad essere allo stesso tempo nero e non-nero,
pelle nera e maschera bianca: il desiderio di affermare se stesso e allo
stesso tempo di essere come quellAltro (colui che non lo riconosce, il
proprio nemico) comporta inevitabilmente il segno di una duplicazione, di
una alterazione della soggettivit potenzialmente schizofrenica.

lambivalenza dello stereotipo (Bhabha)


> la particolare struttura di fissit dicotomica del discorso coloniale
produce nel soggetto colonizzato una scissione, o meglio unimmagine
di s che gli permette di duplicarsi, di occupare nello stesso tempo due
posizioni diverse, dunque:
quella fra pelle nera e maschere
bianche non una divisione netta ma
unimmagine duplice, di
dissimulazione: essere nello stesso
tempo almeno in due luoghi diversi
(Homi Bhabha, I luoghi della cultura,
1994) agisce in maniera ambivalente, e
> il processo di identificazione coloniale
proprio in questo sta la sua peculiare forma di follia: mentre costruisce una
rappresentazione per il soggetto, lo altera, lo scinde, conferma la sua
esistenza proprio mentre lo minaccia di smembramento. Il soggetto nero
vive un processo di alter-azione: non si tratta pi di contrapporre il nero
colonizzato al bianco colonizzatore, ma di inscrivere lalterit dentro la
propria identit, di scindere la propria soggettivit e duplicarla, diventando
this self-as-Othered.

Il Nero non esiste. Non pi del bianco.


Lo stereotipo una forma di conoscenza e
identificazione che oscilla fra ci che al suo posto, gi
noto, e qualcosaltro, che deve essere impazientemente
ripetuto... come se lessenziale doppiezza dellasiatico o
la bestiale licenziosit sessuale dellafricano, che non ha
certo bisogno di prove, non possano davvero mai essere
provate allinterno di un discorso. (...) Lambivalenza d
vita a quelleffetto di probabile verit e predicibilit che,
per lo stereotipo, devessere sempre in eccesso rispetto a
quel che pu essere empiricamente provato o
logicamente concepito.
(Homi Bhabha)
> Lo stereotipo una forma di conoscenza e di identificazione che prima
blocca la differenza (razziale o sessuale) in unimmagine fissa, in un
oggetto che la incarni in maniera visibile (i capelli crespi, le labbra
carnose, la pelle nera, i genitali maschili o femminili esagerati). Poi, non
potendo provarne veramente la fondatezza (non potendo provare la
fondatezza della degenerazione razziale, o della licenziosit sessuale dei
neri), la ripete incessantemente, trasformando la sua ripetizione in una
auto-evidenza e facendo in modo che quelloggetto visibile ne diventi
contemporaneamente indizio e conferma.

Rilettura di Fanon ad opera di Bhabha:


> Fanon interessato (per ragioni di urgenza politica)
a riconoscere la dicotomia che blocca il processo di
identificazione e a mostrare come posizioni teoriche
ugualmente dicotomiche falliscano nel fornire una
spiegazione della condizione del soggetto nero
> Bhabha vuole esplorare i modi in cui anche il
discorso coloniale, cos come tutti i sistemi di
rappresentazione fondati su uno schema dicotomico,
costantemente minacciato e pu essere sovvertito a
causa della sua propria ambivalenza interna

possibile sovvertire lo stereotipo?


il corpo sempre simultaneamente (anche se conflittualmente) inscritto sia nelleconomia del piacere e del
desiderio che in quella del discorso del dominio e del potere (Homi Bhabha)
Il desiderio introduce la dimensione della
fantasia allinterno della relazione fra
colonizzato e colonizzatore, che permette il
sogno dellinversione dei ruoli.

Domando che mi si consideri a partire dal mio


desiderio. Non sono soltanto qui e ora
rinchiuso nel regno delle cose. Sono per
altrove e per altra cosa (Fanon)

Devo ricordarmi in ogni momento che il


vero salto consiste nellintrodurre
linvenzione nellesistenza.
Nel mondo in cui mi incammino, mi creo
interminabilmente (Fanon)

Il peculiare regime di visibilit del corpo dellAltro acquisisce un rilievo fondamentale proprio
per la sua ambivalenza, per un verso, nel costituire il detonatore del processo di
identificazione feticistico della differenza; per un altro verso, nel contenere la minaccia del
ritorno potenzialmente sovversivo dello sguardo dellAltro.

The body is the overdetermined point where differences collide,


the epidermal surface on which racism etches its mark,
and a ground of resistance from which alternative counter-narratives
can be produced. (...) In the ritual exchange of stereotypes of the body
between race, gender and sexuality, racism and cultural differentialism
had deployed their most violent and destructive fantasies.
How could this be contested and undone? (Stuart Hall).

> E possibile esplorare la produttivit dello


stereotipo coloniale solo a patto di non sottoporre le
sue rappresentazioni a un giudizio che le normalizzi.
> Allo stesso modo, riuscire a eliminare lo stereotipo
possibile solo affrontando la sua efficacia,
penetrandone i meccanismi, analizzando le molteplici
e conflittuali posizioni che intervengono nel processo
di identificazione del soggetto coloniale.
> Solo procedendo in questo senso sar possibile
individuare anche quelle zone di in-betweeness,

Kara Walker
(Stockton, California - 1969)

Silhouett
> indessicalite
> legata a due valori:
1. valore affettivo

Illustrazione da Johann Caspar Lavater,


Physiognomische Fragmente zur
Beforderung der Menschenkenntniss und
Menschenliebe

Nasce
come
pratica
ritrattistica
borghese in Europa. Usata gi alla
corte di Caterina de Medici alla fine del
XVI secolo, in Francia, diventa popolare
e acquisisce questo nome nella
seconda met del XVIII secolo, grazie
al ministro delle finanze Etienne de
Silhouette, che praticava questo hobby.
Diventa popolare negli StatiUniti,
presso laristocrazia e lalta borghesia.
Con la nascita della fotografia perder
di popolarit e fino allinizio del XX
secolo verr utilizzata nei carnevali e
nelle fiere come attrazione e souvenir,
ma continuer anche ad essere
associata, per la linearit, leleganza e
la semplicit della forma, al ritratto
moralmente nobilitante, tanto da

2. valore identificativo:
il riferimento alla fisiognomica e alla frenologia,
con la loro pretesa di identificare un soggetto in
base alla forma del suo corpo e in particolare al
lavoro dello svizzero Johann Casper Lavater
che,alla fine del XVIII secolo ,ha utilizzato proprio
questa tecnica ritrattistica (che opera ricalcando
lombra della testa del soggetto su un foglio di
carta), allo scopo di rilevare la naturale
appartenenza etnica del soggetto e, di
conseguenza, le sue caratteristiche morali. La
connessione di questa tecnica al discorso
razziale verr approfondita nello stesso periodo
in America per facilitare il commercio degli
schiavi e la loro cattura in caso di fuga, fornendo
una sorta di documento identificativo del
soggetto, con un profilo del viso e una didascalia
scritta con il nome che il padrone gli aveva
assegnato. Salvo che, nel tracciare manualmente
il profilo su carta, spesso venivano esagerati
alcuni tratti, rendendo il valore identificativo
assegnato alla silhouette qualcosa di molto pi
complesso, che ha a che fare non solo con la
costruzione della differenza, ma anche con la
proiezione su quella superficie scura di un intero
immaginario relativo al corpo razzializzato.

Autore
sconosciuto,
Flora, 1976

> ambiguit tra sostituzione e


cancellazione
la silhouette pu sostituire il corpo
solo sintetizzandolo nel suo contorno,
raccogliendo cio la traccia che esso
lascia mentre blocca la traiettoria della
luce, e che restituisce come oscurit,
come ombra. La sostanza del corpo, la
sua carne e il suo spessore, vengono
cancellati
e
inghiottiti
nella
bidimensionalit dellombra. Il corpo
effettivamente invisibile, eppure,in
qualche modo, presente dietro, oltre,
nel ricordo, nellimmaginazione o nella
proiezione di chi guarda.

> registrazione della presenza


attraverso lassenza: il corpo
riassunto nel suo contorno
bidimensionale

Moses Williams, Cutter of


Profiles, 1803

In un certo senso si tratta di


presentare una sottile forma di
diniego dei pensieri malvagi.
Le silhouette sembrano sempre
eleganti, gentili e chiare: un po
come la sofisticata aristocrazia
sudista. (Kara Walker)
Il meccanismo indessicale
alla base della funzione
ritrattistica delle silhouette
viene
prima
affermato,
inducendo lo spettatore a
fare affidamento su di esso
per decodificare le immagini,
e
poi
messo
in crisi,
mettendo in crisi anche lo
spettatore.

Kara Walker, Untitled,


1995

Il dispositivo visuale della


silhouette
rende
riconoscibile
immediatamente, in modo
innocente,
il
soggetto
rappresentato,
ma
allo
stesso tempo apre uno
spazio
complesso
e
ambivalente.

Stavo davvero cercando un


formato per, in qualche modo,
racchiudere, semplificare cose
complicate. E qualcosa mi ha
parlato
dicendo:

un
medium storicamente, una
forma artigianale ed proprio
della borghesia. Mi ha parlato
nello stesso modo in cui fa il
minstrel show la gente
bianca di classe media che si
traveste da nera, rendendosi in
qualche modo invisibile, o
mettendo in scena una diversa
identit grazie allanonimit e
al fatto che lombra parla molto
della nostra psiche. Puoi giocare
ruoli
diversi
quando
sei
travestito da nero, o quando
diventi invisibile.
Kara Walker

Theres a sweet violence

La
silhouette
nera
sembra adattarsi bene
ai miei bisogni. Spesso
paragono il mio metodo
di lavoro a quello di una
benintenzionata
schiava liberata di uno
stato del Nord, che
tenta di raccontare gli
orrori della schiavit
del Sud, ma con a
fianco
nessuno
strumento, se non un
po di carta,
un taglierino e un po di
gente che vorrebbe
uccidere
Il lavoro per due
terzi ricerca e per un
terzo isteria paranoide

La silhouette fornisce lillusione


di riprodurre un corpo cos
com, pretende di mappare
un territorio corporeo cos come
i cartografi tracciano la linea
incerta che divide la terra dal
mare.
Ma la mappa non il territorio e
la verit della silhouette is as
clear as a Rorschach test.

You do, 1993-94, particolare

Epidermizzazione della differenza

lapsus percettivi

The End of Uncle Tom and the Grand Allegorical


Tableau of Eva in Heaven, 1997

> dal sapere


incorporato alla
rappresentazion
e incorporata
> haptic visuality
or haptic
perception (Laura
Marks)
> contact images
(Didi-Huberman)
> sensory
studies,
contemporary art
and museum

If this is what is
inside of me, than
nobody is safe

Cut, 1998

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