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1

COS’E' L'ELETTROTECNICA?
E' la tecnica dell'energia elettrica, cioè le possibili applicazioni
degli effetti prodotti dalle cariche, ferme o in movimento.

L'ELETTROMAGNETISMO E' ALLA BASE DI UNA


GRANDE QUANTITA' DI FENOMENI FISICI
• conversione elettromeccanica dell'energia
• comunicazione in fibra ottica
• dispositivi a micro-onde
• ricezione televisiva
• comunicazione via satellite
• radar
• oscilloscopi
• etc…
2
B
E  
t
D
H  J 
t
DAI CAMPI…   D   lib
B  0
…AI CIRCUITI

Applicazioni
Fenomeni

Leggi di
Fisica Elettrotecnica
Maxwell

3
CAMPO
X1 f(X1)

X3 f(X3)
X2 f(X2)

X4 f(X4)

In una regione dello spazio diciamo che è presente un campo se in tale


regione è definita una grandezza fisica funzione della posizione.
Esempio: Campo di Temperature 4
CAMPO VETTORIALE
X1 f(X1)

X3 f(X3)
X2 f(X2)

X4 f(X4)

Se la grandezza fisica che definisce il campo è vettoriale, il campo


è detto vettoriale.
Esempio: Campo di Velocità 5
CAMPO DI FORZE
X1 E(X1)

X3 E(X3)
X2 E(X2)

X4 E(X4)

Se la grandezza fisica che definisce il campo è una forza, il campo


è detto Campo di Forze.
Esempio: Campo Elettrico 6
Campo Elettrico
F Qq 
F  k 2 r Legge di Coulomb
q r
F Q
E   k 2 r Campo Elettrico
Q q r
+
dL  E  dl Lavoro Elementare
B

A  E  dl  V B   V  A
A
Differenza di potenziale
D
dA
B
Q   D  dA
+ Q

7
D = Densità di Flusso Elettrico
Campo Magnetico
F  I  B forza indotta
i
pollice (pesoforza)
indice (i corrente)
B
mano destra
medio (m campo magnetico)

I
H Legge di Biot-Savart
I 2 r

U m   H  dl  I Legge di Ampére

8
RELAZIONI COSTITUTIVE DEL MEZZO
eo è la costante di proporzionalità fra la densità di flusso elettrico
D e l'intensità di campo elettrico E nel vuoto:
D  e0  E
m0 è la costante di proporzionalità fra la densità di flusso magnetico
B e l'intensità di campo magnetico H nel vuoto
1
H B
m0
costanti universali simbolo valore unità
velocità della luce nel vuoto c 3  108 m/s
permeabilità del vuoto m0 4  10-7 H/m
1
permettività del vuoto e0  10 9 F/m
36
9
Ipotesi di Quasi-Stazionarietà I
B B
 0  E   0
t t

 E  0

 E  dl  0
L
Campo E IRROTAZIONALE
10
Legge di Kirchhoff sulle Tensioni
P2
E  dl  Lavoro di E per portare una carica unitaria
Da P1 a P2  Differenza di Potenziale V(P1) – V(P2)
dl

P1
 E  dl  0
L

[V(P2)-V(P1)]+[V(P3)-V(P2)]+[V(P4)-V(P3)]+[V(P5)-V(P4)]+[V(P6)-V(P5)]+[V(P6)-V(P1)]=0

P2 P3
La somma delle differenze di potenziale
calcolati lungo un qualunque percorso
P4 chiuso è pari a
P1
P5 zero
P6
11
Ipotesi di Quasi-Stazionarietà II
D D
 0  H  J  J
t t

 H  J


L
H  dl  I Circuitazione del Campo H su L
pari alla corrente concatenata
12
Legge di Kirchhoff sulle Correnti
I  H  dl  I
L
S2 L’integrale lungo L è pari alla corrente che
attraversa qualunque superficie che ha L
L come bordo, perciò la corrente che
attraversa S1 è uguale alla corrente che
S1 attraversa S2
Dunque:

I
La somma delle correnti che attraversano
una qualunque superficie chiusa è pari a
zero
13
Grandezze Descrittive
Q

Intensità di Corrente: V

Quantità di carica che attraversa Differenza di Potenziale:


la sezione del conduttore nell’unità Lavoro che il campo elettrico compie
di tempo nel portare una carica unitaria da un
dQ nodo del circuito ad un altro
I
dt
I
I
A
V
Ampere-metro
Volt-metro
14
Ipotesi della TEORIA DEI CIRCUITI

Le lunghezze d’onda sono molto maggiori


delle dimensioni del circuito

PARAMETRI CONCENTRATI

15
Parametri Concentrati
Hp: Le dimensioni del circuito sono
trascurabili rispetto alla
lunghezza d’onda delle
tensioni e delle correnti

l Non ci sono fenomeni di


propagazione

Non compaiono derivate spaziali

Casi in cui l’ipotesi non è ammissibile:

•Microprocessori
•Antenne
•Linee di Trasmissione 16
ESEMPI
1) CIRCUITO AUDIO
•frequenza più alta ~25 kHz
•corrispondente l = 12 km (c/f )
SUPERIORE DI GRAN LUNGA ALLE DIMENSIONI
DI UN CIRCUITO DEL GENERE

2) CIRCUITO DI UN CALCOLATORE
• f può essere 500 MHz
• corrispondente l = 0,6 m
IL MODELLO A PARAMETRI CONCENTRATI PUO'
NON ESSERE SUFFICIENTEMENTE ACCURATO

3) CIRCUITO A MICRO ONDE


• l varia tra 10 cm e 1 mm
LE LEGGI DI KIRCHHOFF NON VALGONO
17
SISTEMA INTERNAZIONALE
Definizioni:

metro: la definizione deriva da quella


QUANTITA' UNITA' SIMBOLO del secondo e dalla velocità della luce
nel vuoto.
Lunghezza metro m c = 299 792 450 m/s
Massa kilogrammo kg secondo: 9 192 631 770 periodi della
radiaizone emessa da una particolare
Tempo secondo s transizione di un atomo di cesio
Intensità di kilogrammo: massa di un provino di
Ampére A platino-iridio conservato al International
Corrente
Bereau of Weights and Measurements di
Sevres
Costanti Universali Ampére: la corrente costante che, se
c velocità delle onde elettromagnetiche nel mantenuta in due conduttori rettilinei
vuoto  3 × 10 m/s
8
paralleli di lunghezza infinita e di
m0 permeabilità del vuoto 4 × 10 H/m
-7
sezione circolare trascurabile, messi ad 1
e0 permettività del vuoto 8,854 × 10 F/m metro di distanza, nel vuoto, producono
-12

fra i due conduttori una forza pari18a


2 × 10-7 N/m
EQUAZIONI DIMENSIONALI
Es:
• CARICA ELETTRICA q [C]
dq
I  C  A s
dt
• INTENSITA' DI CAMPO ELETTRICO E [V/m]

F V kg  m kg  m
poiché E   
q m s2  A  s A  s3

da cui si ricava anche kg  m


V
A  s2

• INDUZIONE MAGNETICA B [T]

 V  s kg  m 2  s
poiché B  2  
kg
   e  dt  V  s
S m A  s3  m2 A  s2
19
GRANDEZZE ELETTRICHE
GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO
AMMETTENZA Y Siemens S
CAMPO ELETTRICO E Volt/metro V/m
CAMPO MAGNETICO H Ampére/metro A/m
CAPACITA' ELETTRICA C Farad F
CONDUCIBILITA' g Siemens/metro S/m
CARICA Q,q Coulomb C
CONDUTTANZA G Siemens S
CORRENTE I,i Ampére A
DENSITA' DI CORRENTE J Ampére/metro quadro A/m2
DENSITA' VOLUMICA DI CARICA d, Coulomb/metro cubo C/m3
ENERGIA W Joule J
FLUSSO MAGNETICO  Weber Wb
FORZA F Newton N
FORZA ELETTROMOTRICE e,E Volt V
FORZA MAGNETOMOTRICE Fmm Ampére-spire A , As
FREQUENZA f Hertz Hz
IMPEDENZA Z Ohm W
INDUTTANZA L Henry H
INDUZIONE MAGNETICA B Tesla T
MUTUA INDUTTANZA M Henry H
PERMEABILITA' MAGNETICA m Henry/metro H/m
PERMEANZA P Weber/Ampére 20
Wb/A
PERMETTIVITA' ELETTRICA e Farad/metro F/m
GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO
POLARIZZAZIONE ELETTRICA Pe Coulomb/metro quadrato C/m2
POLARIZZAZIONE MAGNETICA Pm Tesla T
POTENZA ATTIVA P Watt W
POTENZA REATTIVA Q VoltAmpére reattivi VAR
POTENZA APPARENTE S Volt Ampére VA
POTENZIALE ELETTRICO V,v Volt V
POTENZIALE VETTORE A Weber/metro Wb/m
REATTANZA X Ohm W
RESISTENZA R Ohm W
RESISTIVITA' s Ohm metro Wm
RIGIDITA' DIELETTRICA RD Volt/metro V/m
SPOSTAMENTO ELETTRICO
D Coulomb/metro quadrato C/m2
(DENSITA' DI FLUSSO ELETTRICO)
SUSCETTANZA B Siemens S
TEMPO t secondo s
TENSIONE V,v Volt V

21
CIRCUITO ELETTRICO

E' un insieme di componenti elettrici connessi tra loro mediante


conduttori perfetti

Circuito Elettrico di soli Bipoli

22
COMPONENTI
terminale BIPOLO R L E A C

superficie limite

morsetto
MONOPOLO

M
Non vengono inclusi fra i
Motore componenti nello studio
TRIPOLO Transistor
Trifase della Teoria dei Circuiti

COLLEGAMENTO
Due o più componenti si dicono collegati se
23
hanno uno o più morsetti in comune
STRUMENTI DI MISURA
CORRENTE TENSIONE

A v = v( t )
i v = vAB = -v’ = -vBA
i = i( t )
v v’
i’ i = -i’

B
UNITA’ DI MISURA: Ampére (A) UNITA’ DI MISURA: Volt (V)
STRUMENTO DI MISURA: Ampéremetro STRUMENTO DI MISURA: Voltmetro
inserzione Vi inserzione iv
V
i A i
A B
Vi piccolissima  ideale ri = 0 VAB
iv piccolissima  ideale rv = 
24
3
2 CONVENZIONI
i3
{i1 , i2 , … , in } Indipendente
v2 i2
{v1 , v2 , … , vn } Completo
1 i1 in
v1 vn n
VARIABILI DESCRITTIVE
0
1
i i1 i2
1 2 1 2
v convenzione degli utilizzatori
v1 v2
0 0 0
1
i i1 i2
1 2 1 2
v convenzione dei generatori
v1 v2
0 0 0 25
1
RESISTORE i v  R i i  v  G v
v R
l 1 l
per un conduttore di lunghezza l e sezione A: R   
A g A

COLORE

CIFRA

MULTIPLO
prefisso simbolo significato

TOLL.ZA
atto a 10-18
femto f 10-15
pico p 10-12
MATERIALE  W  m) NERO 0 100
nano n 10-9
argento 1,63  108 MARRON 1 101
micro m 10-6
rame 1,72  108 ROSSO 2 102
milli m 10-3
oro 2,44  108 ARANCIO 3 103
centi c 10-2
alluminio 2,83  108 GIALLO 4 104
deci d 10-1
tungsteno 6,52  108 VERDE 5 105
deca da 101
silicio 2 300 BLU 6 106
etto h 102
VIOLA 7 107
kilo k 103
GRIGIO 8 108
mega M 106
BIANCO 9 -
giga G 109
ORO 10-1 ±5%
tera T 1012
ARGENTO 10-2 ±10%
exa E 1015 26
NERO o null - ±20%
peta P 1018
CAPACITORE
i+ q  C v
+ +
+ + + ++
d + + ++ v
+ dq dv
- -
- - C
- - - dt dt dv
i - - i C
dq dt
i
dt

MATERIALE er
A
neoprene 6,46
ce e  e0 er
silicone 3,20 d
mica 5,40 - 9,0
carta 2,99
acqua distillata 78,20
aria 1
27
INDUTTORE
INDUTTORE

d di
  L i v v  L
dt dt 28
GENERATORI IDEALI
Generatore ideale di tensione Generatore ideale di corrente

i(t) i(t)
v(t) e(t) v(t) = e(t) v(t) a(t) i(t) = a(t)

Corto Circuito Circuito Aperto

i(t) i(t)
v(t) v(t) = 0 v(t) i(t) = 0

Caso degenere del generatore Caso degenere del generatore


di tensione o del resistore di di corrente o del resistore di
resistenza nulla resistenza infinita o
conduttanza nulla 29
GENERATORI PILOTATI
esempio: R2
v1 v=b v1
i1
0,5 i1
b : parametro di controllo a-dimensionale ag R1

i1 v=R i1 I generatori dipendenti o pilotati sono


componenti essenziali nei circuiti
R : parametro di controllo amplificatori, in cui l'ampiezza
dimensionalmente è una resistenza dell'uscita è maggiore di quella
dell'ingresso.
Inoltre servono ad isolare una
v1 i=g v1 porzione di circuito o a fornire una
resistenza negativa
g : parametro di controllo
dimensionalmente è una conduttanza

i1 i=a i1
a : parametro di controllo a-dimensionale 30
TRASFORMATORE IDEALE
i1
n
i2
v1  n  v2
 base di definizione mista:
v1 v2
 1
i
 1    i2
[ v1 ; i2] o [v2 ; i1]
n

pt   v1i1  v2i2  v1i1   n  i1   0


v1
n
Il trasformatore ideale è trasparente alle potenze

E' un componente PASSIVO non dissipativo

Non è dotato di stato

31
MUTUA


I1  d1
I2
N1 d 2 N2

i1 M i2  di1 di2
 v1  L1 dt  M dt
v1 L1 L2 v2  di di
v2  M 1  L2 2
 dt dt

32
AMPLIFICATORE OPERAZIONALE
L’Amplificatore Operazionale (Operational Amplifier - OP) è un
dipositivo elettronico che si comporta come un generatore di
tensione controllato in tensione
CONFIGURAZIONE DEI PIN SIMBOLO CIRCUITALE
+ V
7
BILANCIAMENTO 1 8 SCOLLEGATO i _
2 
ING. INVERTENTE
ING. INVERTENTE 2 7 V+ 6
ING. NON INVERT. 3 6 USCITA i
3 
vd USCITA

V- 4 5 BILANCIAMENTO ING. NON INVERT. +

4 -1 5
vd  0 V
i  i  0 AZZERAMENTO
  OFFSET

LE ALIMENTAZIONI VENGONO SPESSO OMESSE NEGLI SCHEMI


CIRCUITALI, MA L’OP DEVE SEMPRE ESSERE ALIMENTATO 33
MODELLO CIRCUITALE
Generatore di tensione
v1 controllato in tensione
Ro
vd Ri vo
A·vd
v2 vd  v2 v1
vo  A  vd  A  v2 v1 
A: guadagno di tensione ad anello aperto
valori tipici vo
A 105108 saturazione positiva
Ri 1061013 W Vcc
Ro 10100 W vd
Vcc 5 24 V tensione di
alimentazione
saturazione negativa -Vcc
34
AMPLIFICATORE OPERAZIONALE IDEALE

i1 = 0
_
i1  0
A
vd
 i2  0
v1 i2 = 0 + Ri   
vo
R  0 vd  v2  v1  0
v2 = v1  o v2  v1

NELLA MAGGIOR PARTE DELLE APPLICAZIONI SI CONSIDERANO OP


IDEALI NELLA REGIONE LINEARE DI FUNZIONAMENTO
NULLORE
i0 i
v0  0 v qualsiasi
v0 0  v  
 

 i0  0 
 i qualsiasi
35
AMPLIFICATORI ADINAMICI -TABELLA RIASSUNTIVA
inseguitore amplificatore amplificatore
di tensione
vo  vs
invertente vo  
R2
 vs non invertente  R 
R1 vo  1  2   vs
R2  R1 
R2
R1

RL vs vo RL R1
vs vo vs vo RL

amplificatore amplificatore
v v v  differenziale vo 
R2
 v1  v2 
sommatore vo   Ro  1  2  3 
R1
 R1 R2 R3 
R3
R2 Ro R1 R2
R1
v3 R1
v2 v2
v1 vo RL v1 R2 vo RL
36
BASE DI DEFINIZIONE
UN COMPONENTE SI DICE DEFINITO SU BASE TENSIONE SE, IMPONENDO
LE TENSIONI, LE CORRENTI SONO NOTE UNIVOCAMENTE ATTRAVERSO LE
CARATTERISTICHE O LE EQUAZIONI DEL COMPONENTE.
VICEVERSA, E' DEFINITO SU BASE CORRENTE SE, IMPONENDO LE
CORRENTI, SI TROVANO UNIVOCAMENTE LE TENSIONI.
Esempi:

i i
e v0 i v  Ri  R a
e R R a R
base corrente base corrente base tensione

i i i i i i
e a
v v v v
assurdi fisici
DIODO DIODO TUNNEL
entrambe le basi base tensione
37
i1 1 2 i2  i1  0


ESEMPI:
v1 v2 v2  0 v1,i2  BASE MISTA
0

i1 1 2 i2 R1  0 ; 
R1 R2
R2  0 ; 
v1 v2
BASE TENSIONE, CORRENTE E MISTA
0
a) base tensione  v1 e1
i1 i2  v1  e1

i 
 1 R  R
R1 R2
fissati:  trovati:  v
1
e
1
e1
v1
e2 v2  e2 i2  2  2
v2  R2 R2

a) base corrente
i1 i2  i1  a1  v1  R1  i1  R1  a1
 
 trovati:
a1 R1 R2
a2 fissati: i2  a2 
v1 v2 v2  R2  i2  R2  a2
38
I Principio di Kirchhoff
I2 I3

I1 I4

I5

I7
I6

I1+ I2+ I3+ I4+ I5+ I6+ I7=0 39


II Principio di Kirchhoff
V2 V3

V1 V4
V5

V10 V6
V9

V8 V7

V1+ V2+ V3+ V4+ V5+ V6+ V7 + V8 + V9 + V10 = 0

40
ESEMPI:
5A i
a) 5 + i - (-3) - 2 = 0
2A -3 A
i = -6 A

v
b c
-15 + v +10 + 2 = 0
b)
15 V 10 V
v=3V
a d
2V
trovare i
c) 4A 4A 4 - 3 - i1 = 0  i1 = 1 A
i2 8A
1 + 4 + 2 - i2 = 0  i2 = 7 A
3A i1 2A i 7 - 8 - i = 0  i = -1 A
4 + 4 - 8 - i + 2 - 3 = 0  i = -1 A 41
TEORIA DEI GRAFI

Circuito Grafo

Tensioni
Correnti

42
Albero & Co-Albero

Co-Albero:
Complemento dell’
Albero nel Grafo

Albero:
1) Grafo Connesso
2) Comprende tutti i nodi
3) Non comprende percorsi chiusi

43
Equazioni Topologiche
a b g d
a b g d
a b c e f g h
a b c e f g h
i
d e h i k
d e h i i k z q x
z q
l m z w v
l m z w x v n
n m
l n u
m n o r
o r u
l
t t
s
p q p q s

n-1 co-cicli l-n+1 maglie

44
Esempio
v1 v2 a b

i R1 i 1 i L R2 i 2 i C
E g v vL L v C b c Albero a stella
C a
g

vg  E
ia  ia  0 ig  i1  0
v1  R1  i1  
ib  ia  ib  0  iL  i1  i2  0
v2  R2  i2  iC  i2  0
ic  ib  0
diL 
vL  L
dt v1  vL  vg  0
va  vb  va  0
dv
iC  C C v  v  v  0 
dt  b c b v2  vC  vL  0

10 incognite
4 nodi 5 eq Componenti
5 lati 3 eq LKC
2 eq LKT
45
Teorema di Tellegen
Dato un grafo: Siano:
a b
{ik} un sistema di correnti compatibile
{vk} un sistema di tensioni compatibile
b c
a Risulta:
v i k k 0
v4 v5 k

Stesso grafo
R1 R2
C 4 5
E v1 v2 L v3

Circuiti differenti 1
2 3 Sk vk ik = 0
i4 i5
i3 Caso particolare:
i1 L1 L2
A C R Se si considerano tensioni e correnti dello
i2 stesso circuito otteniamo la
Conservazione delle Potenze 46
PROPRIETA' ENERGETICHE
• Potenza Assorbita da un Bipolo: p(t) = v(t) · i(t) (convenzione
normale) è la potenza che entra nella superficie limite del bipolo.
Con la convenzione normale si parla di potenza assorbita.
Unità di misura Watt [W]

• Energia Elettrica assorbita in un intervallo dt: dw  v(t) · i(t) · d


a) dw  0 d t  elemento puramente dissipativo

L  i2 C  v2
b) 0  dw  0  energia accumulata in bipoli di tipo L e C: E  2 E
2

c) 0  dw  0  elementi di capacità infinita, come i generatori ideali,

I COMPONENTI ELEMENTARI SONO TALI PERCHE'


INVESTONO IN UN SOLO TIPO DI ENERGIA 47
VERIFICA DELLA PASSIVITA'
t n1
 p  d     d  0
t
 
vi ii t
i 1

RESISTORE p  v  i  R  i2 La funzione integranda è sempre  0


i E E2 E2
i  p  p   d    d  0
t t
E v R  
R R R

CONDENSATORE
dv
p  v i  v C
i dt
v C d 1  t 1 
v  et   p   Cv 2  p   d    Cv 2 d  0
t

dt  2  2 
per t = - il condensatore è scarico
analogamente per l'INDUTTORE
Sono componenti che hanno lo STATO ZERO W  
t2
p  d  0
t
1
, t2  t1 48
Reti in Regime Stazionario

49
COMPONENTI ELEMENTARI IN REGIME STAZIONARIO

Per circuiti assolutamente stabili, in presenza di eccitazioni costanti


nel tempo:
•Generatore indipendente di tensione •Generatore indipendente di corrente
i i
v  E  cost v A i  A  cost
v E

•Resistore •Induttore •Condensatore

i i i
v R v v C
L

v  R i  di dv
v  L 0 i C 0
V  RI dt dt
50
V  0 (cto  cto) I  0 (circuito aperto)
Esempio: f
V1
R2
I3 I1 R I2 g
1
I 4 a c
V2
E1 V3 V4 R5
R4 I5 I6 R6 b d
V5 V6 e
V7 V8 h
I7 R I8 E2
3

V1  R1I1 ia  i f  0 I 3  I1  0
V2  R2 I 2 ib  ih  i f  0 I 5  I 7  I1  0
V3  E1 ic  ig  i f  0 I 5  I 2  I1  0
V4  R5 I 4  id  ig  ih  0 I6  I2  I7  0
V5  R4 I 5 ie  ih  0 I8  I 7  0
V6  R6 I 6 v f  va  vb  vc  0 V1  V3  V5  V4  0
V7  R3 I 7 vg  vc  vd  0 V2  V4  V6  0
V8  E2 V7  V5  V6  V8  0 51
vh  vb  vd  ve  0
…continua
 R1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0  I1   0 
 0  R2 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0  I 2   0 
 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0  I 3   E1 
     
 0 0 0  R5 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0  I 4   0 
 0 0 0 0  R4 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0  I 5   0 
 0 0 0 0 0  R6 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0  I 6   0 
 0 0 0 0 0 0  R3 0 0 0 0 0 0 0 1 0  I 7   0 
     
 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1   I 8   E2 
 
 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 V1   0 
 1 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 V2   0 
 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 V3   0 
     
 0 1 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 V4   0 
 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 V5   0 
 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 1 0 0 0 V6   0 
 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 V7   0 
     
 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 V8   0 
1 1
A x  b A A x  I  x  x  A  b 52
RESISTORI IN SERIE

V1 V2 Vi Vn VAB
A B A B
I R1 I1 I2 R2 I2 In-1 In I Req
Ri Rn
VAB

I1  I 2    I i    I n  I

VAB  V1  V2    Vi    Vn  R1I1  R2 I 2    Rn I n 
R1    Rn   I  Req  I 
Req   Ri
i

53
PARALLELO DI RESISTORI
Vi
A Vi  Ri I i I i   GiVi
Ri
A A I A A
I1 I2 Ii In V1  V2    Vi  Vn  V
V1 V2 Vi Vn
R1 R2 Ri Rn V1 Vn
I  I1    I n     
R1 Rn
B B B B 1 1 
B        V

 R1 Rn 

1 1
Geq   Gi   
i i Ri Req

54
PARTITORE DI TENSIONE
R1 R2 Ri Rn
I

V Vi

Vi  Ri I V  R1    Rn  I  I  V R h
h
Ri
Vi  V 
 Rh
h

I
Nel caso di due soli resistori:
V1 R1  R1
V
 1  V 
V  R1  R2

V  V  R2
V2 R2  2 R1  R2

55
PARTITORE DI CORRENTE
I V
Ii   V  Gi
I1 I2 I3 In Ri
V R1 R2 Ri Rn
I  I1  I 2    I n 
V  G1  G2    Gn   V 
I
 Gh
h
Gi
 I i  Gi  V  I
 Gh
h

I
 R2
1I  I 
 R1  R2
Nel caso di due soli resistori: R1 I1 R2 I2 
 I  I  R1
 2 R1  R2
56
Esempi:
3 kW 3/2 kW 3 kW 1 kW 10 kW
I
2 kW 3 kW 2 kW I
I=2,4 mA Vx =9,6 V
24 V 4 kW Vx=?
24 V 4 kW Vx=?
24 V

4kΩ 4
Oppure: Vx   24 V   24 V  9,6 V
2  3  1  4kΩ 10

2 kW 6 mA 2 kW
Ix=?
24 V 5/2 kW 5 kW 5/7 kW 24 V 0,5 kW 3V Ix =3 V / (5/7 kW = 4,1 mA
1,5 kW 1,5 kW

7 7
mS
Oppure: Ix  5  6 mA  5  6 mA  4,1 mA
2 1 7 2
   mS
5 5 5
57
TRASFORMAZIONE STELLA-TRIANGOLO
A A

RA
RCA RAB

RC 0 RB

C B C RBC B
 RAB RCA
 A
R 
 R0
 RBC RAB  RAB  RA  RB  G0
 B
R  R0  RAB  RBC  RCA  1 1 1
R0 RBC  RB  RC  G0 G0   
 R  R  R  G RA RB RC
 RCA RBC  CA
R
 C  C A 0

 R0
R
Nel caso di tre resistenze uguali sarà: RY 
3 58
Esempio:
0,25 kW 0,625 kW
1 kW

1,25 kW 0,25 kW
A 2 kW C 5 kW B
Ix=? A C B Ix=? A Ix=?
5,25 kW
2A 4 kW 1 kW 2A 4 kW 1 kW 2A 1,625 kW

1
1,625
Ix   2 A  1,527 A
1 1

5,25 1,625

59
TEOREMI DI THEVENIN E NORTON

In una rete lineare, comunque complessa, contenente bipoli lineari,


le tensioni e le correnti in ciascun lato possono essere determinate
sommando i contributi dovuti ai singoli generatori presenti, agenti
uno alla volta.
A I
(Passivazione dei generatori)
V

TEOREMA DI THEVENIN TEOREMA DI NORTON


A I A I
Req
V Aeq Geq V
Eeq
B B
V  Eeq  Req I I  Aeq  GeqV 60
Thevenin & Norton
ETh AN

ETh = tensione a vuoto AN = corrente in c.to c.to

RTh GN

RTh = resistenza circuito passivato GN = conduttanza circuito passivato


A I A I
RTh
ETh V AN GN V
B B
V  ETh  RTh I I  AN  GNV 61
Esempio:
2 kW I=2 mA Nel resistore R circola una corrente di
12 V 5 kW 5 kW R=? 2 mA. Quanto vale R?
1,5 kW

2 kW 2 kW
2,5 kW
Eth=? ETh   12 V  5 V
12 V 5 kW 5 kW Eth=? 12 V 2,5 kW
2  2,5  1,5kW
1,5 kW 1,5 kW

2 kW

5 kW 5 kW Rth=? 3,5 kW 2,5 kW Rth=? 1,458 kW Rth

1,5 kW

1,458 kW I=2 mA
5 V  1,458 Ω  2 mA  R  2 mA
5V R=?

5 V  1,458 kΩ  2mA
R  2,084 kΩ
2 mA 62
METODO DELLE CORRENTI DI MAGLIA
E1 E2
R 1 R 2

I5 I1  J 1 Le equazioni ai nodi
J1 J2 I2  J2 sono identità
I1 E4 R5 I2
R4 R6 I6 I3  J3
I1  J 1  J 3 E1  E4  R1I1  R5 I 5  R4 I 4

I4 J3 I 5  J1  J 2  E2  R2 I 2  R6 I 6  R5 I 5
E  E  R I  R I  R I
I6  J 2  J3  3 4 3 3 4 4 6 6

R3 I3
E3
E1  E4  R1 J1  R5 J1  J 2   R4 J1  J 3  E1  E4  R1  R5  R4 J1  R5 J 2  R4 J 3
 
 E2  R2 J 2  R6 J 2  J 3   R5 J1  J 2   E2   R5 J1  R2  R5  R6 J 2  R6 J 3
E  E  R J  R J  J   R J  J  E  E   R J  R J  R  R  R J
 3 4 3 3 4 1 3 6 2 3  3 4 4 1 6 2 3 4 6 3

Rii : auto-resistenza
 R11 R12  R1M   J1   E1 
della maglia i  E1   EV 1   EI 1 
                
     Rij : mutua resistenza      
 RM 1 RM 2  RMM   J M   EM  tra la maglia i-esima e  EM   EVM   EIM 
63
la maglia j-esima
METODO DEI POTENZIALI NODALI

VR 4 VR 3 VR 2 VR4  V1  V2
1 2 3 4 VR3  V2  V3
R4 R3 R2 VR2  V3  V4
V1 A1 R5 V2 V3 A2 V4 R1
Le equazioni alle maglie
sono identità

G11 G12  G1n  V1   A1  n = N -1  A1   AI 1   AV 1 


               
      Gii : conduttanza propria del      
Gn1 Gn 2  Gnn  Vn   An  nodo i  An   AIn   AVn 
Gij : conduttanza mutua tra i
nodi i e j

Noti i potenziali si può risalire a tutte le incognite


64
TEOREMA DI MILLMANN
A

R1 R2 R3 Ri Rn
G1 E1G1 Gn EnGn
E1 E2 E3 Ei En

A G E i i

G E G VAB  i

G
i i i
i i
i
B i

65
TEOREMA DEL MASSIMO TRASFERIMENTO DI POTENZA
a
THEVENIN i
RTH a
RL ETH RL
b
p
b pmax
2
 ETH 
p  RL i 2  RL   
 RTH  RL 
RTH RL
SI HA LA MASSIMA POTENZA TRASFERITA AL CARICO QUANDO LA
RESISTENZA DEL CARICO E’ UGUALE ALLA RESISTENZA DI
THEVENIN VISTA DAL CARICO: RL = RTH
Dimostrazione:
dp  RTH  RL 2  2 RL RTH  RL 
 VTH 
2
  0  RTH  RL  2 RL  0  RL  RTH
dRL   RTH  R L  4

VTH2
 p max 
4 RTH 66
Reti in Regime Sinusoidale

67
IN UNA RETE ASSOLUTAMENTE STABILE, IL REGIME SINUSOIDALE
VIENE CONSEGUITO DA TUTTE LE VARIABILI DELLA RETE
METODO SIMBOLICO
U , A sono due fasori
verso positivo U  U  e jj
m A

y
per le fasi H  H  e jy
U
j (convenzionalmente)
A  H U  e j j y 
e
Le grandezze sono iso-frequenziali, quindi, dopo un certo tempo, l'istante iniziale
perde significato ed è superfluo indicare il riferimento degli assi. L'importante è
che le diverse grandezze fasoriali stiano in un determinato rapporto di fase tra loro
ANTICIPO  ANGOLO POSITIVO
RITARDO  ANGOLO NEGATIVO Nella figura, A è in anticipo rispetto a V
PRINCIPI DI KIRCHHOFF
CASI PARTICOLARI:
a) y =  / 2 i fasori sono in quadratura  v  0 V  0
 
b) y =  i fasori sono in opposizione di fase  

i  0 
 I  0
c) y = 0 i fasori sono in fase
Dominio Dominio68
del Tempo della Frequenza
EQUAZIONE DEI COMPONENTI
I(s) V(s) = H(s) · I(s)
a(t) H(s) prende il nome di IMPEDENZA zs 
V(s)
Nel caso di regime sinusoidale:
zs   z jw   z
Per questo caso esiste l'inversa della funzione di trasferimento:
y jw  
1
AMMETTENZA   y
z jw 
VALORE EFFICACE. In elettrotecnica si utilizzano spesso i valori efficaci
delle grandezze sinusoidali, soprattutto quando si parla degli aspetti energetici.
Il valore efficace è definibile per tutte le grandezze periodiche:

Nel caso sinusoidale:


f t dt
1 T 2
VALORE EFFICACE = 
V sin 2 wt   dt
1 T 2
Veff 
0
T
T
0 M 69
RESISTORE

1
v  R i  V  R  I z  R y   G
R

p(t)
I z
RI2

V t
pulsazione 2w

IL VALORE V·I E' IL VALORE MEDIO DI p(t) NEL PERIODO E


VIENE CHIAMATO POTENZA ATTIVA

70
CAPACITORE

 I  jw C V  jw 
dv
i C
dt

 z jw  
V 1
y  jw C
I jw C

p(t)
C V I I
i t

v 2 V
pulsazione 2w

La quantità Q = V·I pari all'ampiezza massima dell'oscillazione della potenza istantanea


è detta POTENZA REATTIVA.

71
INDUTTORE vL
di
 V  jw L  I  jw 
L dt
i

 z jw   jw L
V 1
y 
v I jw L

RAPPRESENTAZIONE FASORIALE

V
V è in anticipo di p /2 rispetto a I

2 I
p(t) La potenza istantanea è una
V I
t sinusoide di pulsazione doppia
rispetto a tensione e corrente.
LA POTENZA ATTIVA E' NULLA
pulsazione 2w
Q = V·I POTENZA REATTIVA
72
MUTUA INDUTTANZA
i1 i2
M  di1 di2
 1v  L1  M 12
non dissipativo M 12  M 21  M
dt dt
L1 L2  Hp:
v1 v2 v2  L2 di2  M 21 di1 passivo L1L2  M 2  0
 dt dt
M
k COEFFICIENTE DI ACCOPPIAMENTO ( k  1)
L1L2
i1 i2 i1 i2 i1 i2 i1 i2
M M M M

L1 L2 L1 L2 L1 L2 L1 L2
v1 v2 v1 v2 v1 v2 v1 v2

a) M > 0 b) M > 0 c) M < 0 d) M < 0

I regime sinusoidale: Se inizialmente si è nello stato zero, jwL1 , jwL2 e


jwM sono delle impedenze W.
 V1  jwL1I1  jwM12I 2


 LA MUTUA A 4 TERMINALI HA LE STESSE
V2  jwL2 I 2  jwM 21I1
EQUAZIONI DI QUELLA A 3 TERMINALI 73
TRASFORMATORE IDEALE
Se k = 1 (accoppiamento stretto)

M  L1L2
 di1 di2  di1 di2
v  L  L L  1v  L  L L
 1 1
dt
1 2
dt
1
dt
1 2
dt L1
    v1   v2  n  v2
L di di
v2  L1L2 di1  L2 di2  1 v2  L1 1  L1L2 2 L2
 dt dt  L2 dt dt
Nel dominio della frequenza:
 V1  jwL1I1  jw L1L2 I 2
 I1 1 V1 L
 L1  V1  n V2   2
 V2  jwL1I1  jw L1L2 I 2 I 2 jwL1 I 2 L1
 L2
1 V1 L2 1
Per L1 , L2   si può trascurare il termine mentre  da cui:
jwL1 I 2 L1 n

 V1  nV2 I1 I2
n:1

 1 TRASFORMATORE IDEALE V1 V2
 I1   I 2
 n 74
TEOREMI DI THEVENIN E NORTON
I Rete attiva costituita da componenti lineari
RETE tempo-invarianti
ATTIVA
V

I
zeq

THEVENIN V
EQUIVALENTE V  zeq I  Eeq
Eeq CIRCUITALE

Il duale è il teorema di Norton


I

NORTON Aeq y eq
V
EQUIVALENTE
I  yeq V  Aeq
CIRCUITALE
75
PARTITORI
PARTITORE DI TENSIONE: PARTITORE DI CORRENTE:
z1 z2 zi z n

V y1 y 2 y n1 y n A
I Vi

E
Vi  zi  I I i  yi V
 zi  yi
    V  E      Ii  A  
 E    
z i   I
i
 zi  A    i  V

y  yi
  i  i   i  i

n=2 n=2
I
z1
U1
z1 U1  U  I1 I2 y1
z1  z2 I1  I 
y1  y 2
U
U2  U 
z2 y1 y 2 y 2
U2 z2 z1  z2 I2  I 
y1  y 2
76
POTENZE IN REGIME SINUSOIDALE

i t   2  I  cos wt  e 2  I  e
jwt
  I  I e
j0
I
z  z  e jj V z
V  z  I  z  e jj  I  e j 0  z  I  e jj
 
vt   e 2  zI  e jj e jwt  2V coswt  j 
pt   v  i  2V coswt  j   2 I cos wt  2VI coswt  j  cos wt
ma : 2 coswt  j  cos wt  cos j 1  cos 2wt   sin j sin 2wt
pt   VI  cos j 1  cos 2wt   VI  sin j sin 2wt

VI·sinj
S

Potenza Attiva istantanea Potenza Reattiva istantanea j


valore medio valore massimo
VI cos j
P  VI cos j Q  VI sin j TRIANGOLO
Potenza Attiva [ W] Potenza Rettiva [ VAR ] DELLE POTENZE

S  P  jQ Potenza Complessa
 
S  P 2  Q 2  V 2 I 2 cos 2 j  sin 2 j  VI Potenza Apparente [VA]
77
CASI PARTICOLARI

RESISTORE j = 0 pt   VI 1  cos 2wt   RI 2 1  cos 2wt 


p(t) valore medio: P = VI
I Q=0
RI 2
V t
I V
CAPACITORE j = /2 anticipo pt   VI sin 2wt
p(t) I P=0
I
VI  Q = -VI
V t 2 V

INDUTTORE j = /2 ritardo pt   VI sin 2wt


p(t)
 V P=0
VI
I 2 Q = VI
V t I 78
TEOREMA DI BOUCHEROT

Dal teorema di Tellegen:  vh  ih  0


' ''

In regime sinusoidale: Vh  ; I h* 


 
Applichiamo Tellegen agli insiemi delle Vh  e I h*

 h h   Ph  jQh   0
V  I *

h h

Affinché sia verificata deve essere:

 Ph  0
h

 Qh  0
h

79
RIFASAMENTO
IL 2 2
E E
IL P cos j ; Q  sin j
E z  z  e jj z z

E
I L' IL  jwCE
z I L' E
jwCE IL
Per Boucherot: j E
E z
IL sin j
Qg  Qc  Qz  0 z

RIFASARE SIGNIFICA IMPORRE: Qg = 0 CIOE': Qc + Qz = 0


E2 E2   sin j
Qz  sin j ; Qc  sin     wCE 2  C
z 1 wC  2  z w
LA CAPACITÀ DIPENDE SOLO DAL CARICO E DALLA PULSAZIONE
 1   cos j  j sin j  E cos j
I L' 
 E jwC    E  jwC  
   jj   
z  z
 z e   
80
IN FASE CON E (GENERALMENTE cos j'  0,9 )
METODI ABBREVIATI DI ANALISI
METODO DELLE CORRENTI CICLICHE
Discende dalle equazioni di Maxwell  Z  J  E
Solenoidalità delle Correnti  z11 z12  z1M 
 z z 22  z 2 M 
Si introducono delle correnti fittizie che Z    21
    
siano di per sé solenoidali (base vettoriale  
su cui si proiettano le correnti reali I )  z M 1 z M 2  z MM 

Es: A M = l – (n - 1) zij  z ji

z6 I6 zii Impedenza propria della maglia i


z ji Impedenza mutua tra le maglie i e j
I4 JC I5
della maglia i
z4 z5
E1 I2  J1   Ev1   Ei1 
J B I3 z3 J1      Correnti cicliche E         
I1 z1 J A E2  J 2  Nelle maglie  EM 1   EiM 
81
METODO DEI POTENZIALI NODALI
SI BASA SULLA PROPRIETA’ DI IRROTAZIONALITA’ DELLE TENSIONI
A3
 E  dl  0 Legge di Kirchhoff delle tensioni

2 Qualsiasi tensione di lato è esprimibile


1 3
come somma algebrica dei potenziali
Y1 Y3 di nodo.
Y2
A1 U2 Y4 A2
E LE U 2 COSTITUISCONO UNA
U1 U3 BASE PER LE TENSIONI

Y U   A
 Y11 Y12  Y1N   U1   Ai1   Av1 
   
Y        U      A        
YN 1 YN 2  YNN  U N   AiN   AvN 
    82
ADATTAMENTO ENERGETICO z g A
A I
Rete zC Per il T. di Thevenin E V zC
Attiva
B
B
Quali sono le condizioni nelle quali zC assorbirà la max potenza attiva?
E E  zC
I ; V  ; zC  RC  jX C ;
z g  zC z g  zC
2

 E  zC E * E
S  P  jQ  V  I 
*
   zC
z g  zC z g  zC *
z g  zC
2

P  e S   E
2
 zC 
E2
Rg  RC   X g  X C 
2 2
 RC
z g  zC

zC  z*g 83
Analisi dei Transitori

84
Obiettivo:
Descrivere il comportamento di tensioni e correnti
tra due diversi stati stazionari
1 1
0.9 0.8
0.8 0.6
0.7 0.4
0.6 0.2

volt
Volt

0.5 0
0.4 -0.2
0.3 -0.4
0.2 -0.6
0.1 -0.8
0 0 1 2 3 4 5 6 7 -10 1 2 3 4 5 6 7
tempo (s) tempo (s)

Causa del transitorio:


I componenti dotati di memoria (induttori e
condensatori) impiegano un certo tempo per
uniformarsi al funzionamento a regime 85
STATO INIZIALE NON NULLO

i i
v dv
iC v(0  )  0  V0 di
dt vL i (0  )  0  I 0
v L dt

v’
dv'
iC t0
dt i’ di'
v ' (0  )  0 vL t 0
I0 dt
v L
v  v'V0 i ' (0  )  0
v0
i  i' I 0

Si introducono delle variabili scaricate


86
Circuiti lineari → Sovrapposizione degli effetti

E1 circuito V1 E2 circuito V2

E1
circuito V 1 V 2
E2

Qualunque segnale periodico può essere espresso


come somma di sinusoidi (Serie di Fourier)

La risposta ad un segnale periodico si può calcolare


come somma delle risposte alle singole componenti 87
La funzione complessa che otteniamo prende il nome di

Trasformata di Fourier

ampiezza
w

fase
w
La sua espressione è:


F ( jw )   f t   e  jwt dt

88
IR

1  w 2 LC 
La funzione: è il rapporto tra la
U 1  w 2 LC   jwL
variabile di interesse e l’ingresso.
Come si vede, tale rapporto non dipende dall’ingresso, e
rappresenta quindi una caratteristica del circuito.
Essa prende il nome di Risposta in Frequenza e viene
descritta mediante il diagramma di modulo e di fase in
funzione della pulsazione (Diagrammi di Bode)

I diagrammi di Bode ci dicono come si


modulo

comporta il circuito alle diverse


frequenza.

w Le frequenze per cui si ha modulo alto


sono le frequenze che “passano”.
Le frequenze per cui si ha modulo
basso sono le frequenze che vengono
“filtrate”, ossia, un ingresso con tali
fase

frequenze non produce una modifica


della variabile di uscita.
w
89

L’integrale F ( jw )   f t   e  jwt dt che definisce la trasformata di Fourier,



non si può calcolare per qualunque funzione.
In alternativa, anziché considerare la funzione come la somma di
sinusoidi, si può ottenere la stessa somma con le cisoidi
1

0.8 Le cisoidi seguono un andamento


0.6 oscillatorio smorzato.
Le cisoidi che permettono di ricostruire
0.4

una data funzione hanno lo stesso


0.2

inviluppo e frequenze multiple della


0

-0.2

-0.4
fondamentale.
-0.6 Le sinusoidi sono particolari cisoidi, con
-0.8 smorzamento nullo.
-1
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3

La cisoide si ottiene moltiplicando un esponenziale per una sinusoide:

g t   ea t  cosw  t  oppure: g t   ea t  e jwt  ea  jw t  e st


90
Quanto detto finora sulla trasformata di Fourier vale anche per questa
nuova trasformata, ove si sostituisca la variabile immaginaria pura jw,
con la variabile complessa s=a+jw.
La nuova trasformata prende il nome di Trasformata di Laplace, e si
definisce come:

F ( s)   f t   e dt
 st

Come si può notare, l’integrazione non parte più da -.


Questo perché la funzione esponenziale che compare nella funzione
integranda ha modulo diverso da 1. In genere l’integrale converge se a
è <0, in modo che l’esponenziale sia decrescente. Ma in questo modo,
la stessa funzione diverge per t → -.
Questo è il motivo per cui si può calcolare la trasformata di Laplace
solo per funzioni che sono nulle per t<0. In questo modo l’integrale si
può calcolare solo per t0.

91
R 2 Nel circuito si sostituisce la variabile s
1
\ IR IL in luogo di jw nei componenti dinamici.
1
U sL VC
sC
IC
3 3
 IR  IL  IC
   VC

 I R   sC VC
U  R  IR 
2
 1  1 s LC 
 C
V  sL  I L   I C   sL  IR 
 sC VC  U  R  IR sL
 R  IR  VC  U
  
 sL  IR  1  s 2 LC U  1  s 2 LC  IR 
  
 1  s 2 LC  sL  I  1  s 2 LC  U
R  
 IR 
1  s LC  U
2
H s  
IR


1  s 2 LC
1  s LC  sL
2
U   
1  s 2 LC  sL

Funzione di Trasferimento

Le Trasformate e le Anti-Trasformate si calcolano mediante le funzioni notevoli


92
Trasformate Notevoli
Funzione del tempo Trasformata

d t  1
d 1 t  1s
e  at  d 1 t 
1
sa
w
sin wt   d 1 t 
s2  w 2
coswt   d 1 t 
s
s2  w 2
w
e  at  sin wt   d 1 t 
s  a 2  w 2
sa
e  at  coswt   d 1 t 
s  a 2  w 2
Per calcolare l’Anti-Trasformata dobbiamo scomporre la funzione di s
in una somma di funzioni di cui conosciamo la trasformata
93
Sistemi Trifase

94
per m=3 Sistemi Trifase Sistema Diretto


 a1 (t )  2 A cost A3
 2
a2 (t )  2 A cos(t  )
 3
a (t )  2 A cos(t  4 )

A1
 3 3
Sequenza dei ritardi

A2 Rappresentazione
fasoriale

I TRE FASORI SI SUSSEGUONO SEGUENDO IL VERSO ORARIO

Sistema inverso Antiorario sequenza degli anticipi


95
Utilità dei sistemi trifase
Impiego: Produzione, trasporto, distribuzione, utilizzazione
(i sistemi monofase sono impiegati in applicazioni specifiche
come impianti di piccola potenza, per uso domestico,
trazione, elettrochimici, etc.)
Utilità:
A parità di tensione, potenza trasportata e perdite
ammesse, col trifase si utilizza un volume di rame inferiore
del 25%
I
P  VI cosj  3UI T cosj  PT  I T 
Pd P 3
cosj L 2
Pd  2 RI  2  I  3RT I T  3
2 2 L 2
IT
S ST
Pd Il volume di rame richiesto nei due casi e’:
PT 3
cosj v  2 LS ; vT  3LS T  vT  v
4 96
Carichi Equilibrati

97
CARICHI SQUILIBRATI
La presenza di carichi non trifase puo’ introdurre uno
squilibrio nelle correnti. Es. Utilizzatori monofase come
quelli domestici
I guasti possono introdurre squilibrio nelle correnti
Fra fase e fase
Guasti: Fra fase e neutro (Terra)
Fra fase-fase e neutro (Terra)

Il caso dei guasti è il più importante perché coinvolge grandi potenze

Lo squilibrio dovuto ai carichi monofase, almeno nelle grandi reti, può


essere compensato

SQUILIBRIO DOVUTO A CARICHI MONOFASE


Tra centro stella del carico e centro stella del generatore viene persa
la equipotenzialità. Si verifica uno spostamento del centro stella
98
METODO DELLO

SPOSTAMENTO DEL CENTRO STELLA
E1
I1 1 E1 E 2 E3
 
 Z1 Z 2 Z 3
 
E2 Vo 'o 
I2 2 1 1 1
o o’  
 Z1 Z 2 Z 3
 
E3 I3 3 Teorema di Millmann

E1  Vo 'o E2  Vo 'o E3  Vo 'o


da cui: I1  
; I2 

; I3 
Z1 Z2 Z 3
Se le tensioni sono simmetriche,il diagramma fasoriale e’:
E3

E’3 o’
Vo’o U31 Il centro stella del carico e’ spostato
U23 o E’1
E1 rispetto al centro stella del
E’2 generatore
U12 99
E2
POTENZE NEI SISTEMI TRIFASE
NEUTRO ACCESSIBILE Potenza istantanea
A IA p (t )  vA iA  vB iB  vC iC
B IB

C IC

N
In regime sinusoidale
P  VA I A cos jA VB I B cos jB VC IC cos jC
Q  VA I A sin jA VB I B sin jB VC IC sin jC
S  P  jQ S  P2  Q2
100
Inserzione Aron
 
P'  V12 I1 cos V12 I1
P"  V32 I3 cosV32 I3 
1
W’

2
P  P' P' '
Q  3 P' ' P'
3
W”

I3 U 12
U 31
E3
E1  U 32
I2 1 30
E1
j j 30  y 2 I 3
U 12 y1
E2 E3 j
U 23
I1 I1 101
2
RIFASAMENTO DEI CARICHI TRIFASE

P  P'
Carico
Qc  Q  Q'
Qc  P tan j  P tan j' 
Batteria di
condensatori

102
Collegamento a stella
E2 U2
U QCY  3  3CY  CY U 2
Carico XY 3
P (tan j  tan j' )
CY 
CY U 2

Collegamento a triangolo U2
QC   3  3C U 2
X
U
Carico P (tan j  tan j' )
C 
3U 2
C
1
C   CY
3 103
ELETTROMAGNETISMO

MODELLO IDEALE:

1. QUANTITA' DI BASE: SORGENTI E CAMPI

2. REGOLE DI OPERAZIONE: CALCOLO VETTORIALE

3. RELAZIONI FONDAMENTALI: EQUAZIONI DI MAXWELL

104
RELAZIONI MISTE FRA GRANDEZZE
SCALARI E VETTORIALI B
Es: AB A E  d l
V 

I   H  dl
CAMPO MAGNETICO STAZIONARIO

I I 
Bm  I
r B 2 r   H  Legge di Biot-Savart
 2 r
P B  mH 
TEOREMA DELLA CIRCUITAZIONE
Um   H  dl  N  I (Ampére-spire)
Applicando il Teorema di Stokes
rot H  J Legge di Ampére in forma locale 105
FLUSSO DI INDUZIONE
  S B  d s

APPLICANDO L'INTEGRALE AD UNA


B SUPERFICIE CHIUSA:
ds
s B  d s  0 Legge di Gauss
B E' SOLENOIDALE
APPLICANDO IL TEOREMA DELLA DIVERGENZA: div B  0
• Diverse superfici che hanno lo stesso contorno, hanno lo stesso flusso
concatenato  Si parla di flusso concatenato con una linea chiusa

REGOLA DI MAXWELL
• Il verso positivo dell'asse della bobina è quello in
cui avanza una vite destrogira che ruota nel verso
106
positivo di percorrenza del filo
IPOTESI SUI MEZZI MATERIALI
CONTINUI - OMOGENEI - ISOTROPI - LINEARI
Caratterizzati dalle seguenti grandezze scalari:
g conduttività [ S / m ]
e permettività [ F / m ]
m permeabilità [ H / m ]
EQUAZIONI COSTITUTIVE DEL MEZZO:
D=eE B=mH
COSTANTI UNIVERSALI:
•Velocità della luce nel vuoto c  3·108 m / s
•Permeabilità del vuoto m0 = 4 · 10-7 H / m
•Permettività del vuoto e0 = 1/(36 · 10-9 F /
m 1 m
c  299 792 458
m 0e 0 s 107
m r è funzione del campo magnetico e quindi dipende dal punto di lavoro

B = f (H) NON LINEARE


B tan-1m0

Br SATURAZIONE

-Hmax -HC
HC Hmax H

-Br

HC: forza coercitiva


Br: induzione residua
108
Analogia con Legge di Ohm
I

 H  dl  N  I
L
(L. Ampére) N
L

B

L m
 dl  N  I

 Analogia con la Legge di Ohm



L m  S  dl  N  I
 R m = Riluttanza
dl
  N I   R m  N  I Gm = 1/R m = Permeanza
L m S

109
ANALOGIA

CIRCUITI MAGNETICI CIRCUITI ELETTRICI

F.M.M. (f ) F.E.M. (E)

PERMEANZA G m CONDUTTANZA G

RILUTTANZA R m RESISTENZA R

FLUSSO  CORRENTE I

Um = R m  U = RI

S  0 SI = 0

S Um = SR m  SV = S RI

110
CIRCUITI MUTUAMENTE ACCOPPIATI
i 1 M i2
 di1 di2
L1 L2 v2  v1  L1 dt  M dt V1  jwL1I1  jwMI 2

v1  di di 
v2  M 1  L2 2 V2  jwMI1  jwL2 I 2

 dt dt
 Flusso Principale 
d1 Flusso Disperso Primario I1  d1
I2
d2 Flusso Disperso Secondario N1 d 2 N2
1 Flusso Concatenato con una Spira Primaria
2 Flusso Concatenato con una Spira Secondaria

 1     d 1   c1  N1  N1 d1

 
 2     d 2 
 c 2  N 2  N 2 d 2 111
  c1  N1  N1 d1



 c 2  N 2  N 2 d 2 ma:
  G mN1I1  N 2 I 2  Gm permeanza del circuito magnetico

 d1  G d1N1I1  Gd1 permeanza costante (percorso in aria)
  G N I 
 d2 d2 2 2 Gd2 permeanza costante (percorso in aria)

 c1  N1G mN1I1  N 2 I 2   N1G d1N1I1 


 
 c 2  N 2G mN1I1  N 2 I 2   N 2G d 2N 2 I 2  poniamo:
 L1  N12 G d 1 G m  Induttanza propria del circuito 1

 L2  N 2 G d 2  G m  Induttanza propria del circuito 2
2

M  N N G Mutua induttanza
 1 2 m

 c1  L1  I1  M  I 2
 
 c 2  L2  I 2  M  I1 112
continua…
 c1  L1  I1  M  I 2

 c 2  L2  I 2  M  I1 Se siamo in condizioni dinamiche:

 d c1 di1 di2  di1 di2


 dt  L1   M  v
1  L1   M 
dt dt  dt dt
 d di di  di di
 c 2  L2  2  M  1 v2  L2  2  M  1
 dt dt dt  dt dt

Si possono definire le induttanze di dispersione dei due circuiti.

Dalle

 cd1  N1 d 1  N12G m d1 I1  Ld 1  I1  Ld 1  N12G m d1


  

 cd 2  N 
2 d2  N 2 G m d 2 I 2  Ld 2  I 2
2
 d2
L  N 2
2 G m d2
113
CIRCUITI EQUIVALENTI

ΦC1  N12 G md1  G m I1  N1 N 2G m I 2



Φ   2 G md 2  G m I 2
2
 C2 N N G
1 2 m 1 I N
Ponendo:
N12G md1  Ld 1 induttanza di dispersione primaria
N 22G md 2  Ld 2 induttanza di dispersione secondaria
N12G m  Lm induttanza di magnetizzazione
  N2 
ΦC1  Ld 1 I1  N1 G m  I1  I 2 
2

  N1 

Φ  L I  N 2G  I  N1 I  
N1
2 m 2 1
 C 2 d2 2
 N  N2
 2

114
  N 
ΦC1  Ld 1 I1  Lm  I1  2
I 2 
  N1 

 N1 Φ  N1  N1  N 2 L I  N1 N 2 N1  N 2 G  I  N1 I 
 N 2 C 2 N 2 N 2 N1 d 2 2 N 2 2 N 2 N1 m  2 N 2 1 
  I 
ΦC1  Ld 1 I1  Lm  I1  n 
2
   N1
 n  rapporto spire
nΦ  n 2 L I 2  L  I  I 2  N2
 C 2 d2
n
m

1
n
DOPPIO BIPOLO EQUIVALENTE
I1 Ld1 2
n L d2
I2
2
n n Ld 2
grandezze
I1 
I2 I2 secondarie
 c1 Lm n  c2
n n riferite al
n  c2 primario
115
TRASFORMAZIONE DELLE IMPEDENZE
I1 V2 V1 1 1 V1
n:1
I2 Z 2     2
V1 V2 I 2 n n I1 n I 1
1 '
Z 2  2 Z2
n
Un’impedenza Z 2 applicata ai morsetti secondari di un trasformatore
ideale puo’ essere sostituita da un’impedenza Z 2'  n 2 Z 2 ai morsetti
primari senza che il funzionamento complessivo
n venga alterato, e
2

viceversa.
RIASSUMENDO:

per portare una grandezza secondaria al primario:


I2
Tensione : V2'  nV2 ; Corrente : I 2'  ; Impedenza : Z 2'  n 2 Z 2
n
per portare una grandezza primaria al secondario:
1 1 
Tensione : V1"  V1; Corrente : I1"  nI1; Impedenza : Z1"  116 Z
2 1
n n
Ricordando il significato delle varie induttanze

   G m N1 I1  N 2 I 2 
G m : permeanza del circuito magnetico
 : flusso principale
 d1  d 2  d 1  G d 1 N1 I1 : flusso disperso primario
 d 2  G d 2 N 2 I 2 : flusso disperso secondario

Ld 1 Ld 2

n:1
Lm

117
Trasformatore Reale

m 
Ferro Ideale Pfe=0 TRASFORMATORE
Hp: accoppiamento perfetto IDEALE
Rame Ideale Pcu=0

Il circuito equivalente del trasformatore reale si ottiene


rimuovendo le ipotesi di ferro ideale e di rame ideale

118
CIRCUITO EQUIVALENTE
I1 X d1 R1 X 'd 2 R'2  I '2  I2
I0
If Im V2
V1  E1 G B  E 2' V2'

R1: resistenza equivalente dell’avvolgimento primario


R’2=n2R2 con R2 resistenza dell’avvolgimento secondario
Xd1=Ld1 con Ld1 induttanza di dispersione primaria
X’d2=n2 Xd2 ; Xd2=Ld2 con Ld2 induttanza di dispersione secondaria
G: conduttanza trasversale (mette in conto le perdite nel ferro)
B=1/Xm; Xm=j Lm con Lm induttanza di magnetizzazione
I0: corrente a vuoto
Im: corrente magnetizzante
E’2=nE2 119
PROVA A VUOTO
o Trascurando le perdite di eccitazione R1I02 rispetto a quelle nel ferro
GE12 (rapporto di poche unità per mille)
o Trascurando la potenza reattiva richiesta per l’eccitazione del flusso
disperso rispetto a quelle necessarie a sostenere il flusso principale
Il circuito equivalente del trasformatore nel funzionamento
a vuoto e’ il seguente:
I0 Y  G  jBm
I0
If Im Ammettenza a vuoto
V1   E1 G B V20 primaria

W A

V T V

120
W A
wattmetro P0
V1 T V2 amperometro I0
voltmetro V1n

V1  f ( I 0 )  curva normale di magnetizza zione


V1  B I 0  f .m.m. I0
P0
P0

P0  f (V1 ) parabola I0

Pfe  BM2
 V12
I
Y  0
V1n
 Bm  Y 2  G 2
P V1
G  02 V1 n
V1n
In corrispondenza alla tensione nominale, le letture degli strumenti
forniscono i dati sufficienti a ricavare i parametri trasversali del
circuito equivalente del trasformatore: G e B
Spesso non e’ necessario effettuare la prova a vuoto in quanto121i dati
della prova vengono riportati nella TARGA del trasformatore
PROVA IN CORTO CIRCUITO
W A
I1n V1cc  I1n
V T

V1
Pcc
Pcc
V1  f ( I1 ) e’ circa una retta passante
V1 per l’origine
'
'  R
( cc piccolo)
Z cc '
X cc '
X cc
dipende dalle riluttanze dei circuiti
I1 magnetici percorsi dai flussi dispersi
I 1n
costanti perche’ prevalentemente in aria
Pcc  f ( I1 ) parabola: Pcu  Pcc  2I
In corrispondenza della corrente nominale:
 '  V1cc '  Pcc  '   '2  '2
Z cc ; Rcc 2
X cc Z cc Rcc
I1n I1n
I dati vengono riportati nella targa: V1cc ; Pcc
122
FUNZIONAMENTO A CARICO
I1 X d1 R1 X 'd 2 R '2  I '2  I2
I0 n:1
I f Im V2
V1  E1 G B  E 2' V 2'

jX d 1 I 1 Note: V2 ; I 2
V1 R1 I 1
  E 2'  V 2'  ( R 2'  jX d' 2 ) I 2'

 1 E   E 2   nE 2
'

 E1 I1 
 I 2'  I 0  I m  I f   (G  jB ) E1
 
I0 If V1 E1  ( R1  jX d 1 ) I1
  I 1  I 0  I 2'
Im
'
I2 V 2'
E2
' '
R2 I 2
123
' '
jX d 2I2
MACCHINE ELETTRICHE
ROTANTI

124
Generatori e Motori

Macchine Elettromeccaniche

 d
0 f.e.m. I
dt
forze meccaniche
moto relativo
motore generatore
Pel Pmecc Pmecc Pel
M G
Pp Pp
Pmecc Pel
Pmecc  Pel h Pel  Pmecc h
Pel Pmecc

Pp = Prame + Pferro + Pmeccaniche 125


traferro
statore
Elementi essenziali:
Circuito magnetico
Avvolgimenti
rotore Organi di presa corrente

macchina rettificata

N
passo
S S polare

N
Bmax

Generatore: Motore:
Si trascina il rotore I due circuiti sono percorsi da corrente
Il campo di rotore insegue quello di statore
L’indotto è sede di una fem Il rotore è trascinato 126
Macchine in Corrente Continua - 1
Avvolgimento rotorico

Morsetti
Rotore
S
Contatti striscianti (spazzole)
N
Collettore (collega gli avvolgimenti con l’esterno)

Funzionamento da motore:
Si alimenta il rotore con una tensione continua attraverso i
morsetti.
L’avvolgimento di rotore è attraversato da una corrente
alternata, perché il collettore inverte la polarità ogni mezzo giro
Il campo magnetico del rotore è alternato, ed insegue il campo
magnetico stazionario dello statore, trascinando il rotore.
f.e.m. rotore

Funzionamento da generatore:
Trascinando il rotore, il suo avvolgimento si concatena con un
flusso variabile, quindi è sede di una f.e.m. indotta.
Ogni mezzo giro la polarità dei morsetti si inverte, dando luogo,in f.e.m. ai morsetti
uscita, ad una tensione unidirezionale 127
Macchine in Corrente Continua - 2

Anello di Pacinotti
N

Lamella conduttrice

Collettore a lamelle
S

Aumentando il numero di commutazioni


per giro, la f.e.m. ai morsetti
diventa sempre più continua

128
Macchine sincrone - Generatore

a b

c c

b a
passo polare

Opzione 1: il rotore è alimentato in c.c. e trascinato


da un motore primo. L’avvolgimento o gli avvolgimenti
rotore con 1 avvolgimento di statore sono sede di f.e.m. indotte sinusoidali.

Opzione 2: lo statore è alimentato in c.c. ed il


rotore è trascinato. L’avvolgimento di rotore diventa
il circuito indotto, da cui si preleva la potenza
rotore con 3 avvolgimenti
attraverso i contatti striscianti.

Se l’indotto ha un solo avvolgimento, la f.e.m. indotta è monofase


Se l’indotto ha tre avvolgimenti, la f.e.m. è trifase 129
Macchine sincrone - Motore
a b c
a b

c c

b a

 I 3 avvolgimenti statorici sono alimentati con 3 tensioni sfasate tra loro di 120°
 I 3 campi sinusoidali si combinano, dando luogo ad un campo magnetico rotante
 Il rotore è alimentato con una corrente continua. Il campo da essa generato
tenterà di allinearsi con il campo rotante di statore, trascinando il rotore.

+
-

130
Macchine asincrone - Motore
a b a b c
Lo statore è alimentato come
c c avviene nel motore sincrono,
dando luogo ad un campo
magnetico rotante
b a
 Nel rotore l’avvolgimento è chiuso in corto circuito
 Il campo di rotore induce una f.e.m. nelle spire del rotore, con
conseguente circolazione di corrente.
 Il campo di rotore che ne deriva tende ad allinearsi con il
campo di statore, trascinando il rotore ad una velocità minore
di quella del campo di statore (scorrimento)
 Se il rotore gira alla velocità del campo di statore
(sincronismo), il flusso concatenato con le spire di rotore è
costante, la corrente indotta si annulla, e quindi anche la coppia
 La velocità di rotazione è determinata dall’incontro della coppia
Coppia motrice e del carico

Spesso l’avvolgimento di rotore è


realizzato con barre cortocircuitate
n agli estremi, a formare la tipica
ns gabbia di scoiattolo 131

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